L'Ultima Porta Del Mondo

di ChrysTheElf
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I.L'incontro che gli cambiò la vita ***
Capitolo 2: *** II.Preludio ad un'avventura fantastica ***
Capitolo 3: *** III.Il ragazzo in blu e il coccio di vetro ***
Capitolo 4: *** IV.Questa volta non ha fallito ***
Capitolo 5: *** V.Il burattino del sogno dell'universo ***
Capitolo 6: *** VI.Le Porte Del Mondo ***
Capitolo 7: *** VII.Il molo 8 e il dialogo con Saturno ***
Capitolo 8: *** VIII. Il tempo per un amico nei guai ***
Capitolo 9: *** IX. La volontà di Drew ***
Capitolo 10: *** X. Chiudere la porta del nostro passato ***



Capitolo 1
*** I.L'incontro che gli cambiò la vita ***


“Awww! Ma che diavolo?” si svegliò.
“Ehi,ehi, mi piacerebbe sapere che ci faccio qui. Che ha combinato Badger nel retro? Ehi, no un attimo: dove è QUI?”
A questo punto si alzò in piedi. Era ancora stordito da quello che era capitato, ma non sentiva conati o altro. Era solo disorientato.
Una volta in piedi, si spazzolò i vestiti logori, si diede una rapida pettinata ai capelli grigi e si sistemò il caro vecchio berretto che portava ormai da 8 anni. All’improvviso un pensiero lo fece andare nel panico. La maschera? Era il simbolo del legame col resto della banda. Iniziò a tastarsi all’impazzata, ma con un brivido di sollievo si accorse che la maschera era ancora nella fondina della camicia.
La maschera del Corvo Torvo… ma non era il momento per farsi assalire dai ricordi. Anzitutto doveva capire dove si trovava. E quale modo migliore per farlo, se non…
-Avanti, esci da lì!-
-Beccato! Beh, wow ragazzo, per avere un intuito del genere devi essere allenato.- Commentò il ragazzo che fino a poco prima lo stava osservando nascosto tra i cespugli.
“Ovvio” pensò all’inizio Crow “non immagini neanche chi hai di fronte. Poi, incuriosito e preoccupato lo guardò, voleva capire chi aveva di fronte. Il ragazzo che lo osservava aveva gli occhi verdi, e in questo nulla da ridire, ma i capelli dello stesso colore? QUESTO era strano! E ancor di più, portava una rosa all'occhiello.
UNA ROSA ALL'OCCHIELLO?
"E' inconcepibile" pensò Crow "Come si fa ad andare in giro in pantaloncini, camicia  a mezze maniche ed una rosa all'occhiello?!"
Ma ancor più strana era la creatura al suo fianco. Una specie di gnometto verde, con delle rose al posto delle mani e una faccia senza naso che... no, meglio lasciar stare.
-E quello che cavolo è?- Chiese, indicando la creatura con un misto di ansia e curiosità. Ma ad essere onesti, forse più la prima che la seconda.
-Che domande! Un pokémon, no? E’ la mia Roselia, si chiama Rose.- Rispose l’altro stupito.
-U-un p-po-pokémon? Ma tu chi sei?-
-Mi chiamo Drew, sono un coordinatore. Ma chi sei, tu, invece? Come è possibile che ti ho appena visto apparire dal nulla in mezzo al parco?! E poi non sai nemmeno cosa sia un pokémon! Seriamente ragazzo, da dove cavolo vieni?-
. Crow era un tipo intelligente. Ci mise poco a capire cosa diavolo era successo. Ma ora che l’aveva capito, era ancora più spaventato, oltre che disorientato. Altro che venire scaraventati via, l’esplosione l’aveva sparato direttamente in un altro universo! Sul serio, ma che aveva combinato Badger con le luci?!
-Mi chiamo Crow- rispose alla fine in preda all’ansia  –sapresti dirmi dove sono finito?-

Io: E allora ragazzi, che ve ne pare?
Drew: Mah, direi che…
Crow: Perché sono io ad interpretare il cretino che è finito nell’altro mondo?
Drew: Ehi non lamentarti! La storia è anche raccontata dal tuo punto di vista, che dovrei dire io che sembro solo di contorno?
Io: Un po’ di pazienza ragazzi, vedrete che…
Prof. Layton: Uhm, non male ragazzi, il proseguo non mi sembra male…
Prof. Oak: Già già, buona fortuna.
Io: Ma voi che ci fate qui?!
Vera: Ehi, se è così voglio intervenire anch’io!
Luke e Arianna: Anche noi!!
Io: Ma da dove saltate fuori tutti?!? Non ho più alcun controllo su questa storiaaaa!!!!

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Capitolo 2
*** II.Preludio ad un'avventura fantastica ***


Strinsero amicizia in fretta. Dopotutto, i due avevano un carattere molto simile. Così, chiacchierando un po’ era saltato fuori che entrambi avevano 15 anni, e il verdino, così come anche Crow, era fidanzato.
-Ci conosciamo da quando avevamo 10 anni- disse Drew –ma stiamo insieme solamente da qualche mese. E, a tal proposito, stiamo andando proprio a conoscerla.
-Già, anche a me piacerebbe farti conoscere la mia ragazza.- Ma fu un errore. Pensandolo, infatti, Arianna gli tornò in mente, e con lei anche un doloroso senso di nostalgia. Stavano insieme da neanche un anno, ma a Crow lei piaceva da quando si erano conosciuti. ”E pensare che all’inizio la credevo anch’io una strega” pensò ”e invece ora siamo fidanzati”.

Si accorse di sembrare triste solo quando la voce del nuovo amico lo riscosse. –Ehi, che c’è? Sembri malinconico.- Sì, Drew era molto diretto, quando doveva dire qualcosa.-Rasserenati, ormai siamo arrivati.-
Si fermarono infatti davanti ad una casa normalissima. Crow neppure l’avrebbe notata, se non gliel’avesse detto Drew. Era bianca, a due piani, con il tetto in tegole rosse. Non aveva seriamente niente di speciale, ma era diversa dalle case di un paesino turistico come Misthallery. Dava un senso di tranquillità a vedersi, anche se il ragazzo non avrebbe saputo dire il perché.

Il verdino suonò il campanello, e quando una voce di donna disse –Avanti!- entrarono. Drew domandò dove fosse Vera, e la donna, probabilmente la madre di quest’ultima, suggerì loro di salire di sopra.
“Vera, eh?” pensò Crow”Allora è così che si chiama.”
Una volta saliti però Crow smise per un attimo di pensare. Seduta alla scrivania c’era una ragazza. Era… bella, semplicemente. Crow non avrebbe trovato aggettivi migliori per descriverla. I capelli castani erano raccolti da una bandana, e Crow riuscì a scorgerle gli occhi, pur vedendola di profilo: erano di un intenso blu zaffiro, profondi e inquietanti. Il seno non era enorme o sproporzionato, ma risaltava comunque in modo innegabile. Il fisico era in generale asciutto e scattante, come quello di un’atleta.
Il ragazzo si riscosse solo quando Drew e Vera si andarono incontro e si abbracciarono. “Cazzo, che fortuna questo!” pensò Crow.
-Ciao, tu sei un amico di Drew?- gli chiese Vera sorridente.
-Sì, insomma,…- “Che risposta penosa. Un po’ di carattere, Crow!” si disse. Come se fosse utile! Il ragazzo era visibilmente intimorito dalla ragazza.
Per fortuna Drew se ne accorse e decise di dargli una mano. –Lui è Crow.- disse – E’ un mio nuovo amico, e viene da un’altra dimensione.- E lo disse con il tono con cui un ragazzo normale direbbe “E’ il mio compagno di banco, siamo amici, e l’ho invitato a far merenda.”
La calma con cui la disse era tale che Vera ci mise qualche secondo a metabolizzare l’informazione. Per poi spaventare tutto il villaggio.
-CHE COSAAAAAA?!?!?!?!?! COME PUO’ VENIRE DA UN’ALTRA DIMESIONE?! E PERCHE’ TU SEI COSI’ CALMO MENTRE LO DICI?!?!?!?!-

Per riuscire a tranquillizzarla, i due ragazzi si affrettarono a darle le dovute spiegazioni. Naturalmente non furono facili da mandar giù, ma una volta che Vera ebbe compreso la situazione, le venne in mente un altro problema: -Quindi, tu, dove pensi di dormire finché non avremo capito come rispedirti indietro?-
-Cavolo, non ci avevo pensato! Io ho anche una sorella, non c’è posto a casa mia!- esclamò Drew – E gli alberghi costano, che si fa?-
-Mmh…- riprese la ragazza –Fammi pensare, Max è al campeggio… quindi a casa mia c’è un posto libero!-
-EEEEEEHHH???
Ecco, a questo punto non saprei dire chi rimase più sorpreso tra Crow, visibilmente imbarazzato, e Drew, a cui la gelosia stava facendo venire in mente certe torture cinesi senza dubbio poco piacevoli.
-Dai, ragazzi! Crow, hai 15 anni! Come fai ad imbarazzarti dormendo in casa di una ragazza? Drew, sai che ti amo! Non essere geloso!-
I due ragazzi si fissarono quindi per qualche istante. Poi entrambi accettarono.
-Va bene.

Io: Quindi che ve ne pare?
Crow: Devo ricredermi! Farmi dormire in casa con quella figa… tu sei un genio!
Drew: Se le fai qualcosa ti ammazzo!
Crow: Uhm… e chi lo sa?
*Drew gli salta addosso*
Vera: Bello che Crow mi consideri una figa e Drew ci tenga tanto a me! Mi sento così… così… felice!
Io: Ma che fai, non li fermi?!?!?
Prof. Layton: Sì, in effetti questo non è comportamento che si addica ad un gentiluomo.
Prof. Oak: Già, e nemmeno ad un allenatore come si deve.
Io: Cosa? Ma da dove…?
Luke: Tu su chi scommetti?
Arianna:Su Crow ovviamente!
Io: Ok, basta! Questa è l’ultima volta che ci provo! Perché deve sempre finire cosììì??ToT

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Capitolo 3
*** III.Il ragazzo in blu e il coccio di vetro ***


Okay, sì, lo ammetto: non è successo molto nei primi due capitoli, ma quelli erano solo un’introduzione. L’avventura vera comincia da qui!
 
Ormai cominciava ad adattarsi a quel posto: era trascorsa solo una settimana, ma già riusciva a distinguere quasi tutte le specie di pokémon. E poi la compagnia di Vera e Drew era interessante, avevano sempre qualcosa da dirsi o da fare.
Quel giorno, Drew era andato a Fiordoropoli con i suoi genitori. Sarebbe tornato solo verso sera, così Crow e Vera decisero di andare a fare due passi.
-Quello è un Toxicroak, vero?-Domandò Crow notanto la figura viola che avanzava verso di loro.
-Sì, stai indietro, ci penso io!- Fu la risposta sicura di Vera.
Ora, dovete sapere che non sono molto le cose che infastidiscono Crow. Però questa era una di quelle. Insomma, il grande Crow, il capo della banda del Corvo Torvo, farsi difendere da una ragazza?! Mai e poi mai! Già sarebbe stato umiliante essere difesi da un ragazzo, ma di certo non avrebbe permesso che Vera combattesse al posto suo.
-Stai tranquilla, ci penso io!- Così dicendo, iniziò ad avvicinarsi al pokémon. E tengo a precisare che sarebbe stato credibile se avesse avuto anche solo la metà della sicurezza che ostentava. Ma, naturalmente, si stava cagando sotto.
-Ma tu non sei nemmeno un allenatore!- Esclamò Vera di rimando.
-Infatti non intendo affrontarlo, ma solo convincerlo ad andarsene. Buono, Toxicroak non vogliamo farti del male…-
Toxicroak però sì, evidentemente : attaccò Crow con Velenpuntura, e il ragazzo riuscì a salvarsi solo grazie a quei riflessi che aveva allenato in tanti anni di fughe dalla polizia tra i cunicoli del mercato.
-Ma che succede, perché attacca in quel modo? Quello non può essere un normale pokémon selvatico!-
-Ma che perspicacia, ragazzina! A questo punto tanto vale mostrarsi.
Fu a quel punto che, da dietro un albero sbucò un giovane: aveva un aspetto atletico, occhi azzurri sottili, e degli inconcepibili capelli blu a punta con una frangia sul davanti. Indossava una divisa bianca con le maniche nere, e dei pantaloni, anch’essi neri. O almeno, Crow pensò fosse una divisa: di certo non erano abiti comuni.
-Chi sei tu?- Chiesero all’unisono i due ragazzi.
-Oh, bella questa! Datemi UN motivo per cui dovrei dirvelo.- rispose lo sconosciuto.
-Tu  dacci un motivo per attaccarci!-  E quando mai risposta fu più logica?
-Beh, anche questo è vero… Però non vi dico né il mio nome, né perché vi ho attaccati! Gne-eeeh!- Rispose il blu facendo una smorfia.
Quel comportamento lasciò basiti i due ragazzi: era… infantile! Vera comunque reagì in fretta, afferrando la sua pokéball e chiamando in campo il suo fido Blaziken.
-Cavolo, a questo punto si prospetta una cosa lunghetta, eh? Quasi quasi mi ritiro.- Considerò il blu sovrappensiero.
-Sta’ zitto! Fatti sotto e combatti!- Esclamò Vera ignorando il commentò.
 
Ma lasciamo momentaneamente questo mondo e spostiamoci a Misthallery.
-Professore, finalmente è qui! Crow è scomparso da una settimana!- Esclamava la bella Arianna in preda al panico e alle lacrime.
-E perché, di grazia, avete avuto la bella idea di chiamarci solo adesso?- Domandò allora un uomo distinto ed elegante con una grossa tuba in testa.
-Beh, ogni tanto Crow sparisce… ha un sacco di cose da fare capisce! Però è la prima volta che sta via così tanto.- Gli rispose una ragazza di nome Marylin. Era giovane, più o meno l’età di Crow. Vendeva frutta e verdura al mercato.
-E possiamo sapere dove l’avete visto l’ultima volta?- S’intromise a quel punto un ragazzo vestito di blu con un cappello dello stesso colore.
-Certo, avevo appena finito di sistemare le luci nel retro, perché mi aveva detto di doverci cercare un oggetto da vendere al mercato nero. Poi lui è entrato… e non ne è più uscitooo!! Sigh, sob! Sniff!- Rispose un ragazzo con i capelli afro che gli coprivano gli occhi, chiaramente Badger.
-Vorrei darci un’occhiata…- Disse l’uomo con la tuba.
- Venga Professor Layton, l’accompagno.- Si offrì Badger.
 
Arrivati nel retro, l’attenzione del professore fu subito richiamata da un oggetto luccicante per terra, apparentemente un frammento delle lampade sistemate da Badger. “Ma questo… Aslant! Ora capisco!”.
 
Ma ora torniamo nel mondo dei pokémon. Drew stava ormai rincasando, ma chiese a suo padre di poter scendere dalla macchina lungo la strada per poter salutare Vera (e Crow, naturalmente, ma Vera aveva la priorità). Avviandosi verso la casa della sua ragazza, sentì però dei rumori provenire dal parco lì vicino. Decise allora di andare a controllare e…
-Tu chi sei?- Esclamò vedendo il tipo in blu lottare contro Vera.
-Oh no, non un altro! Troppi allenatori da queste parti!- Fu l’unica risposta che ricevette dall’allenatore in divisa.
Subito dopo, quest’ultimo estrasse una radiolina, la porto alla bocca e comunicò:-Capo, sospendo la missione. Non preoccuparti, la completerò in seguito.-
Dopodiché richiamò Toxicroak, e chiamò fuori dalla pokéball il suo Crobat. Montò in groppa e sparì, lasciando i tre ragazzi (soprattutto l'appena arrivato Drew) con molti punti interrogativi.
 
Io: Bene, notando che una discussione civile sul capitolo, con quella marmaglia non si poteva fare, ho deciso di intervistare di volta in volta un personaggio da una delle due serie! Fa il suo ingresso il nostro primo ospite, il leggendario allenatore… Rosso!
Rosso: Salve ragazzi!
Io: Te lo chiedo subito: cosa ne pensi della storia?
Rosso: Con questo capitolo finalmente la trama comincia a farsi un po’ più interessante, certo io non avrei mai pensato che ci fosse di mezzo il Team …mghh…
Io: Scusate, ma sono stato costretto a tappargli la bocca! Visto che voi non siete idioti, immagino abbiate già capito di che Team si tratta, ma vorrei ugualmente evitare spoilers.
Rosso: Ok, ok, bastava dirlo. Parlando d’altro sai che non vedo l’ora di vedere Drew in azione? Sono parecchio curioso.
Io: Sai che anch’io? Ma non preoccuparti, presto sarai accontentato. Dopotutto, malgrado non sia ancora evidente, è protagonista quanto Crow.
Rosso: Davvero? Beh, a questo punto immagino che la storia si farà ancora più interessante.
IO: Ok, e con questo si chiude. Mi raccomando leggete, seguite e recensite, o almeno cercate di non criticarmi troppo duramente! Arrivederci al prossimo capitolo!
*chiude*
Operatore (Cameraman): Che hai, perché piangi?

Io: Sigh, sigh… Perché è la prima volta che riesco a condurre questa rubrica in modo normale!

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Capitolo 4
*** IV.Questa volta non ha fallito ***


Piccola premessa: questo capitolo, e probabilmente anche il prossimo, saranno incentrati su Crow e Drew. Quindi, per ammirare di nuovo in azione il caro professor Layton, bisognerà aspettare fino al capitolo 6. Fatemi sapere se vi sta bene, perché se voleste vedere le storie in parallelo, potrei ancora cambiare l’ordine.
 
Saturno tardava. “Pazienza” si disse “Non posso farmi prendere dall’euforia”. Già una volta in passato aveva fallito: mai più avrebbe commesso l’errore di sottovalutare i suoi avversari. Doveva agire con calma e raziocinio e aspettare pazientemente i propri sottoposti.
 
Saturno sapeva di essere in ritardo. Non era colpa sua, è vero, ma che poteva farci? Ci sono missioni più difficili di altre.
Girò la maniglia. Stava entrando. Quando fu dentro, sentì il solito brivido che lo accoglieva nella stanza del capo. Saturno odiava quella sensazione: sapeva di essere inferiore al capo, lo capiva immediatamente dall’aura che quest’ultimo emanava. Ma lo infastidiva lo stesso: non sopportava di sentirsi ogni volta così intimorito.
E poi, già era dura normalmente, ma ora aveva anche delle brutte notizie, da riferire.
-Allora- Cominciò il capo –hai fallito, vero?-
-Più o meno, capo- Di nuovo. Perché non riusciva mai ad affrontare il capo a testa alta? Perché doveva essere così fottutamente codardo? Saturno si odiava per questo.
-Almeno avevi un piano?- C’era una nota malvagia nella voce del capo. Saturno non riusciva a comprenderla con esattezza, ma di sicuro era molto minacciosa.
-Sì, capo. Sapevo che il verdino non c’era. Avevo mandato avanti Toxicroak perché ero sicuro che l’allenatrice mora l’avrebbe affrontato. Toxi l’avrebbe attaccata direttamente, e rendendola subito inerme. Poi occuparsi  del ragazzo sarebbe stata una passeggiata. Ma lui ha voluto fare l’eroe, e così tutto il piano è andato alle ortiche!- Fece una pausa. -Non ho parole per scusarmi.-Aggiunse alla fine. Quando si odiava, per quella frase. Ma non poteva evitarlo. Era un debole.
-Saturno- lo richiamò il capo –ti do un’altra possibilità. NON-FALLIRE!-
-Conti su di me, capo.
 
Vera e Crow gli avevano spiegato cos’era successo, ma Drew ancora non riusciva a capire. Perché quel ragazzo li aveva attaccati? Non poteva essere un normale scontro tra allenatori, altrimenti non l’avrebbe interrotto a quel modo. Ma allora qual era il suo obbiettivo?
-Andrò a raccogliere delle informazioni.- Decise alla fine- Voglio scoprire chi era quel tipo, e perché ce l’aveva con voi.-
-Sei fuori?! Vuoi andare da solo? E’ una pessima idea! Ricorda che quel tipo ci se n’è andato quando ci hai raggiunto. Se restiamo tutti insieme, sarà più difficile che ci attacchi.- Lo rimproverò Crow.
Era vero, Drew lo sapeva. Ma sapeva anche che non potevano affrontare un nemico su cui non avevano informazioni. Non era il momento di essere prudenti.
-Non c’è scelta- Intervenne Vera in suo aiuto –Crow, non possiamo affrontarlo finché non conosciamo i suoi scopi o i suoi eventuali complici.
Crow non era d’accordo, ma la maggioranza è più importante del singolo. Alla fine si convinse.
 
Il pomeriggio dopo, Drew era uscito a cercare informazioni. La mamma di Vera era fuori con un’amica, quindi i due ragazzi erano completamente da soli. Il sole picchiava, e il termometro segnalava 32 gradi.
-Vado a farmi la doccia.- Decise Vera ad un certo punto. Come darle torto? Con quel caldo soffocante ormai i suoi vestiti erano madidi di sudore.
-D’accordo.- Le rispose Crow con finta noncuranza.
In realtà era parecchio tentato di spiarla. Sapeva che sarebbe stato sbagliato, ma Vera era molto bella, ed il suo fisico così invitante…
Ma non era solo per quello: Crow sapeva che Drew non gli avrebbe perdonato un gesto simile, e forse quella poteva essere un’occasione per metterlo alla prova. Sapeva di essere infantile, ma si era sentito in competizione con Drew fin da quando si erano incontrati: lo stesso carattere chiuso, la stessa irriverenza, lo stesso fascino misterioso… Crow non sapeva di preciso cosa attirasse le ragazze, ma ne era certo: loro due avevano lo stesso fascino.
“Sei fidanzato!” rammentò poi a sé stesso “Pensa ad Arianna! Siete insieme da pochi mesi e già la vuoi tradire? Vergognati!”
Era ancora assorto in questi pensieri, quando sentì un sonoro CRASH. Corse in cucina, e vide cocci di finestra su tutto il pavimento. Troppo tardi capì che non sarebbe dovuto entrare in quella stanza.

Il colpo arrivò da dietro. Era rapido, letale. Ma Crow l’aveva previsto con qualche attimo di anticipo: riuscì a schivarlo, rimediando solo un graffio sul fianco, poi si voltò faccia a faccia con l’aggressore.
-Tu! Di nuovo!-
Toxicroak sembrava sbeffeggiarlo, ma lo sguardo del ragazzo dai capelli blu dietro di lui, era freddo e impassibile. Crow non era un allenatore, già sapeva di non poterli affrontare.Non valeva neppure la pena provarci.
-VERA, SCAPPA!- Urlò. Per lui era finita, lo sapeva, ma forse almeno lei poteva salvarsi. Sapeva che l’allenatore in divisa non glie l’avrebbe permesso facilmente, ma Vera era in gamba. Forse poteva farcela.
-Toxicroak, colpiscilo!- ordinò il blu.
Crow si preparò di nuovo a schivarlo. Ma c’era qualcosa che non andava, i suoi riflessi non erano veloci come un attimo prima…
“Veleno” si ritrovò a pensare, mentre qualcosa lo colpiva allo stomaco e tutto il mondo diventava nero.
 
Io: Bene, l’ultima volta l’ospite era Rosso! Oggi per par condicio, l’invitato viene direttamente dalla saga del Professor Layton! Ecco a voi… Clive Dove!
Clive: Salve, felice di vedervi…
Io: Allora Clive, partiamo subito con la prima domanda! Che ne pensi del capitolo?
Clive: Che Crow avrebbe dovuto approfittarne e spiare Vera!
Io: In effetti questo penso lo pensino tutti, Crow compreso… Ma a parte questo?
Clive: Beh, che il ragazzo in blu è uno che sa il fatto suo. Anche se mi dispiace che abbia ucciso Crow.
Io: Come ucciso? Anche senza bisogno di spoilers, è ovvio che non è morto! Insomma, è il protagonista! Insieme a Drew, ovviamente.
Clive: Woah, meno male, non sai quanto mi sento sollevato. Ma ora ho una domanda: comparirò anch’io in questa storia?
Io: Probabilmente nella seconda parte.
Clive: Cosa?!?
Io: Bene, e con questo vi saluto! Spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vorrete recensirlo in modo positivo! Ci vediamo in “Il burattino del sogno dell'universo” (titolo lungo, ma che volete farci?)!
Clive: Ma non puoi spoilerare così e poi fare finta di niente! Ehi, fermo, aspe-

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Capitolo 5
*** V.Il burattino del sogno dell'universo ***


La stanza era fredda e buia. “Una cella, ovviamente. Che altro potevo aspettarmi?”. Quando si alzò a sedere sentì un dolore lancinante allo stomaco. Rimanendo fermo, perlustrò la stanza con lo sguardo: il letto su cui si era svegliato era spoglio, oltre che duro come il marmo; l’unica coperta giaceva a terra oltre il fondo del letto, probabilmente caduta durante il sonno; accanto al letto, un secchio: Crow aveva visto vari film sulla prigione ,e di conseguenza preferì non soffermarsi sulla sua utilità; l’unica finestra era un piccolo rettangolo di circa 30x40cm, ma naturalmente era protetta da un’inferriata: anche se non fosse stato così debole dubitò di poterla sradicare per evadere.
Recuperate le facoltà analitiche (anche se il dolore no era passato del tutto), fece un breve riepilogo di quanto gli era successo. “Ricordo una botta, forte. Allo stomaco. Dev’essere per questo che mi fa così male. Però, pensandoci, non può essere un caso che sia sopravvissuto. E’ chiaro che gli servo in qualche modo, così come è chiaro che non gli permetterò di usarmi.” Pensò “Non ho ancora un’idea per evadere, né per scoprire in che modo servo a chi mi ha rapito. Fingere di sentirmi male? Naaah, troppo classico, ormai non ci casca più nessuno… ”
A quel punto, buttò un’occhiata al secchio, e decise che non aveva alcuna intenzione di rimanere lì oltre. Poi fissò le lenzuola. Gli venne un’idea.
 
-Maledizione!- Il capo era ancora furioso. –Non va bene, ti avevo detto di rapirli tutti!-
-La ragazza è stata molto rapida e molto abile, signore. Dev’essere fuggita appena sentito l’urlo del ragazzo, e poi deve aver avvisato sua madre e il verdino del pericolo. Non ho potuto fare nulla.- Saturno non condivideva affatto la reazione del capo. Dopotutto era il ragazzo che gli serviva, no?
-Ed ora come facciamo…?- Il capo era furente, e non si preoccupava certo di nasconderlo.
-Con permesso, signore… In fin dei conti era il ragazzo quello che volevamo, giusto? La missione è andata a buon fine.-
-No, idiota, non capisci! Credi che i due ragazzi se ne staranno con le mani in mano dopo che abbiamo rapito il loro amico?! Combatteranno come dei dannati per riportarlo tra loro!- Il capo a questo punto era veramente incazzato. A Saturno non restò che una cosa da fare, seppur controvoglia.
-Prenderò provvedimenti, signore.- Sarebbe stato più piacevole ingoiare un rospo che dire una cosa del genere.
-Te lo auguro Saturno. Te lo auguro.
 
Nel frattempo l’agente Hawkins stava per prendere il proprio posto a guardia della cella del prigioniero. Quattro anni che lavorava nel Team, ed ecco il compito che gli aspettava. Si sentiva trascurato, ma non poteva far altro che obbedire. Alla Comandante Giovia ed al capo non andava a genio chi ignorava i propri doveri. Se erano in una giornata sì gli facevano pulire i cessi, prima di licenziarlo.
Lungo la strada vide Ronin, che stava proprio arrivando per chiedergli il cambio: beato lui che poteva tornarsene a casa da sua moglie! Ad Hawkins, invece, toccava far la guardia ad un ragazzino di 15 anni.
Davanti alla cella, però si accorse subito che qualcosa non andava. Guardò immediatamente dalla fessura della porta: delle lenzuola calate dalla finestra. E nessuno all’interno.
“Cazzo, Ronin, stavi dormendo?! Come hai fatto a permettergli di scappare?!?” Entrò di corsa. Solo risvegliatosi un paio di ore dopo capì di aver fatto la più grande cazzata della sua vita, e di essersi per questo giocato la carriera.
“Grazie della tua stupidità, amico!” Pensò Crow dopo averlo tramortito.
 
Fregare la guardia era stato un gioco da ragazzi. Andiamo, come aveva potuto pensare che fosse scappato attraverso quella finestra minuscola? Mica era un contorsionista!
Dopo averla stesa, aveva rubato alla guardia i vestiti ed il pass, perciò ora riusciva a muoversi liberamente per l’edificio.
Ad un certo punto incontrò un altro agente. Decise di approfittarne per provare a scoprirne di più. Non gli importavano i rischi. Doveva sapere perché era stato catturato.
-Scusa, tu sai perché hanno catturato il ragazzino della cella 12?- Gli ci volle tutto il suo autocontrollo per restare calmo mentre formulava la domanda. Non poteva venire scoperto proprio ora. Non poteva!
- Ma certo, tu no? Ah, beh…- fece, squadrandolo meglio –Evidentemente sei nuovo. Devi sapere, comunque, che il ragazzo viene da un’altra dimensione. Venendo qua, ha alterato il proprio tessuto della realtà, ed ora il capo vuole usarlo come varco per raggiungere altri mondi.-
Crow era sconvolto. Tessuto della realtà? Potere di raggiungere altri mondi? Tutto ciò era agghiacciante, soprattutto perché Crow aveva capito perfettamente quello che significava.
-E, come avrebbe fatto, il ragazzo ad arrivare qui?- Azzardò, in preda all’ansia.
-Su questo non so dirti molto neanch’io. A quanto pare è un Viandante, ha attraversato una di quelle porte strane…- Rispose l’agente.
Corw non riuscì a sentire il seguito. Era appena successo l’imprevedibile: una chioma blu amaranto, un ragazzo accompagnato da un pokémon viola. Il ragazzo dai capelli blu lo guardava da lontano. E l’aveva riconosciuto.
 
Drew era offeso, oltre che arrabbiato. Sapeva che era da egoisti, però non riusciva a vederla in un altro modo. Non se lo cagava nessuno.
Vera gli aveva appena raccontato tutto, e lui le aveva esposto le sue scoperte. Il ragazzo dai capelli blu si chiamava Saturno, e lavorava per un’organizzazione chiamata Team Galassia.
Era offeso perché due volte Saturno aveva attaccato, ed entrambe le volte lui non era presente. Insomma, avrebbe gradito un po’ più interesse da parte dei nemici.
Dall’altro lato, la sua rabbia era così densa e spaventosa da respingere tutti i pokémon selvatici in modo più efficace di un Repellente Max. Avevano rapito Crow. Il SUO AMICO Crow! Era intollerabile! Saturno e gli altri del Team Galassia si sarebbero pentiti di averlo fatto. Prima di morire.
-Ora che si fa?- Gli domandò Vera tra le lacrime. Domanda superflua. I pensieri di Drew si capivano immediatamente delle sguardo.
-Si libera Crow- Le rispose –E poi ci si vendica!-
Era proprio la risposta che Vera aveva temuto. A questo punto non ci sarebbe stato verso di far tornare in sé Drew, e la ragazza lo conosceva abbastanza bene da capirlo. Non le restò che chiedere: -Come facciamo a trovarli?-
-Che domande! Mi credi uno sprovveduto?- Questa risposta lasciò Vera di stucco: che voleva dire Drew?
-La prima volta che Saturno ha attaccato se l’è presa con voi due, ed è scappato quando sono arrivato io: da qui mi è sembrato chiaro che il bersaglio fosse uno di voi. Quindi ho attaccato sulla nuca di entrambi una microspia che mi permettesse, tramite il Pokégear, di rintracciare la vostra posizione, nel caso le cose si fossero messe male.
Vera si tastò la nuca: la microspia c’era davvero! “ Già” si disse “Avrei dovuto aspettarmelo da Drew. Sono felice che sia il mio ragazzo!”
Il verdino estrasse il Pokégear dalla tasca dei pantaloncini: era un piccolo congegno, che nonostante le dimensioni poteva fungere da radio, mappa e cellulare in una volta sola. Era un dono del professor Elm, e si era rivelato utile in più di un’occasione. Ma mai come in quel momento.
Due puntini luminosi comparvero sulla mappa: uno indicava la posizione di Vera, ovvero lì in parte, ma l’altro…
-Preparati a partire, Vera- le disse –Si va ad Olivinopoli.

Io: E su questa nota di Drew chiudiamo il capitolo! Oggi abbiamo ben due ospiti, uno per universo! Entrino i cattivi per eccellenza, gli antieroi che si sono guadagnati appieno questo titolo: ecco a voi Giovanni e Jean Descole!
G&J: Piacere di vedervi, salve…
Io: E allora, cosa ne pensate del capitolo, o più in generale di tutta la storia?
G&J: Che avrei dovuto essere IO il cattivo! Ehi, come osi rubarmi le battute, caprone! Adesso basta!
*iniziano a menarsi*
Io: Ah, no! Ho faticato per condurre normalmente questa rubrica, e non sarete voi ora a rovinarmela! Siate civili!
G&J(faccia da cane bastonato): Scusa…
Jean: Comunque a me è piaciuta la scaltrezza di Crow. Veramente, bel modo di evadere.
Giovanni: Già, penso che potrà farmi comodo in futuro. Comunque, non pensi di essere andato un po’ oltre con Drew? Sì, insomma, io non me l’aspettavo così vendicativo!
Io: Hei! Si chiama “Out Of Character”! E’ ovvio che debba romanzare il personaggio! Nella serie animata aveva 10 anni e qui ne ha 15!
Giovanni: Beh, sì, può essere…
Io: Volendo avrei altri spoilers da raccontarvi, ma a questo punto mi sa che è meglio chiudere! Recensite, siate gentili, e continuate a seguire! Alla prossima con “Le Porte Del Mondo”!

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Capitolo 6
*** VI.Le Porte Del Mondo ***


Luke sapeva che sarebbe andata a finire così. Tutto il divertimento al professore, e lui lì a far tappezzeria. Almeno Flora stava parlando con Arianna di cose da ragazze.
Se almeno Arianna non avesse insistito per venire con loro, avrebbe potuto parlare un po’ lui con Flora. Certo, Luke capiva che fosse preoccupata per il suo fidanzato. Ma questo non cambiava il fatto che si sentisse una specie di soprammobile.
Il professore era dentro con Randall da quasi due ore, ma Luke temeva ci volesse ancora molto. Dopo il professore e Descole, Randall era il miglior esperto della civiltà Aslant, ma anche con le loro due menti geniali combinate c’erano un sacco di informazioni da cercare. Altro che due ore, probabilmente sarebbero stati impegnati per tutta la notte!
 
Di fuori, la città di Montedore splendeva delle luci della sera. Lì, nella “Città dei Miracoli”, era festa quasi tutti i giorni. Ma a casa di Randall ed Angela c’era ben poco da festeggiare. I due geniali archeologi erano in studio da ormai 5 ore. Dato che i ragazzi avevano già cenato insieme ad Angela, Flora e Arianna ne avevano approfittato per andare a dormire mezz’ora prima. Ormai anche Luke stava per seguire il loro esempio, quando all’improvviso la porta dello studio si aprì e ne uscì il professore.
Luke gli corse incontro, domandandogli: - Professor Layton! Avete scoperto qualcosa?-
La faccia dell’archeologo era cupa –Sì. Ma è meglio se ne parliamo domattina. Ora è più conveniente farsi una bella dormita.
Luke non capì il motivo di tanto sconforto, ma decise di seguire il consiglio. Non c’era motivo di discutere o pianificare a quell’ora.
 
La mattina dopo tennero una riunione attorno al tavolo della sala da pranzo. Anche se chiamarla riunione non è proprio esatto… somigliava di più ad una gigantesca colazione contornata da informazioni archeologiche. Perciò, naturalmente, nessuno ascoltò Randall ed il professore finché non ebbero tutti finito di mangiare.
-Ahhh… sono sazio!-
-E ci credo Luke! Ti sei fatto fuori 6 pancake da solo!- Lo rimproverò Flora. Le macchie sul piatto del giovane assistente del professore erano sufficienti a darle ragione.
-Ora, però- li richiamò il professore –gradirei che vi concentraste tutti su quanto abbiamo scoperto. Randall, vuoi cominciare tu?-
-Certamente, Hershel.- Fu la risposta del giovane dai capelli rossi – Allora, dovete sapere che il vostro amico Crow è diventato un Viandante.-
-Come? Cosa vuol dire? E’ pericoloso?- Domandò Arianna, allarmata.
-Un attimo, fatemi finire! Il fatto che sia un Viandante, significa solo che ha attraversato una delle Porte Del Mondo. Lo so, non avete idea di cosa siano, ma lasciatemi spiegare!- Li informò Randall -Le Porte Del Mondo risalgono alla civiltà Aslant, è vero, ma ad un ramo diverso da quello dei Tre Grandi Lasciti.- riprese     -Ma il resto ve lo racconterà Hershel.-
-Con piacere, Randall. Le Porte appartengono ad un ramo degli Aslant che aveva predetto una prossima fine del mondo.- Proseguì il professore –E che le creò apposta per scamparvi. Esse sono infatti un collegamento con un altro universo, in cui i creatori si sono poi rifugiati. In seguito, il più delle porte vennero sigillate, per ovviare al rischio di alterare e rovinare il tessuto della realtà, ma quella in cui è incappato Crow era una via d’emergenza, rimasta aperta nel caso qualcun altro avesse deciso di fuggire solo all’ultimo momento…
-Ma come ha fatto Crow ad attraversarla?- Chiese allora Flora, sconvolta.
-Ecco, questo è l’unico punto su cui non siamo sicuri…- Le rispose Randall, sconfortato.
-Io… io temo di saperlo.- Rispose Arianna.
Tutti si voltarono verso di lei. Era ancora sconvolta per quello che in realtà era accaduto a Crow, e si sentiva in colpa per il suo ruolo nella vicenda, ma si costrinse ugualmente a parlare.
-Io avevo appena regalato a Crow un gioiello. L’avevo trovato nel Giardino Dorato.- Disse – Ho paura che sia stata colpa di quello se… se…- Le si spezzò la voce. Scoppiò a piangere, in parte per il senso di colpa, in parte per la nostalgia di Crow.
-Ma certo!- Esclamò il professore -Per via di quel gioiello, Crow dev’essere stato riconosciuto come appartenente alla civiltà Aslant, e questo, unito all’energia emessa dall’esplosione delle luci del retro, deve aver innescato l’apertura della Porta!
-Ma questo non cambia il nostro VERO problema.- Soggiunse Randall.
-Quale vero problema?- Gli domandò Luke.
-La Porta- rispose -era stata progettata in modo di aprirsi un’ultima volta, per poi sigillarsi per sempre. Inoltre, l’unica Porta che segue il tragitto inverso rispetto a quello di Crow non ha coordinate precise.-
-Che vuol dire?- Fu Flora a chiedere spiegazioni, ma ciò non toglie che anche Luke e Arianna fossero confusi quanto lei.
-Che le Porte come quella attraversata da Crow, vanno solo dal nostro mondo all’altro, e non viceversa.- Rispose il professore -L’ubicazione dell’unica Porta che va dall’altro mondo a questo è indicata da quest’enigma:

“Colui che vuole trovare La Porta Inversa,
dovrà recarsi là
dove la Signora Che Piange
calza il suo anello di pietra”

-Eh?!? Ma che significa?- Chiese Flora una volta sentito l’enigma.
-Ho un’idea!- Tutti si voltarono verso Luke, sorpresi. Possibile che in un attimo avesse risolto un enigma che in tutta la notte il professore non aveva ancora decifrato?
-Dobbiamo pensare alla Signora Che Piange come ad una località geografica! Quindi dobbiamo cercare un posto dove piove spesso. E la prima Nazione che mi viene in mente…
-E’ l’Inghilterra.-Finì il professore.” Possibile che in realtà lui abbia già risolto l’enigma? E se mi stesse solo mettendo alla prova?” Si chiese Luke. Ma non era il momento di pensarci. Prima voleva esporre la sua conclusione.
- E a questo punto bisognerebbe pensare all’anello di pietra, che potrebbe essere… Ehm… Uhm…-  Luke s’interruppe. Non aveva ancora ragionato su quel pezzo. Che cretino era stato! Avrebbe dovuto pensarci prima d’iniziare a parlare.
-Stonehenge!- Esclamò Flora. Sì, alla fine era stata lei ad arrivarci per prima.
-Ma sì… ovvio… era quello che stavo per dire…- Biascicò Luke. A quel punto, si sarebbe volentieri mollato un ceffone da solo, ma non era il momento.
-Ottimo, Flora.- Le confermò il professore.
-Quindi che si fa ora?- Domandò Arianna, che era che aveva saputo dove trovare il fidanzato si sentiva impaziente di aiutarlo.
-Si va a Stonehenge.- Decise il professore –Vedrete che una volta lì sarà Crow a tornare da noi.
 
Io: E come sempre, siamo di nuovo qui! Cavolo, che scoperte sensazionali, il professore. Ma preferisco discuterne con Bluuuuuu ed Eeeemmyyy!
B&E: Ciao, eccoci!
Io: Allora, impressioni a caldo?
Emmy: Avrei voluto esserci anch’io.
Blu: Quell’enigma era una passeggiata.
Io: Sì, Blu, so che quell’enigma non era particolarmente difficile. Quanto a te, Emmy, sappi che presto dovrai compari- DI NUOVO! Cazzo, perché non riesco mai a trattenere gli spoilers?!
Emmy: Veramente?!? Beh, comunque sappi che sei appena riuscito a trovare un’utilità per Stonehenge. Secoli di archeologi che ci hanno pensato, e la risposta era così banale!
Io: Ehm… sì, in realtà non è che ne sia proprio sicuro… Vabbe’, che importa! Comunque ora il professore ha fatto luce sulla sparizione di Crow, e sembra sicuro che questi tornerà senza bisogno del loro aiuto. Che abbia dedotto qualcosa che noi, per ora, possiamo solo ipotizzare? Lo scoprirete presto! Recensite, seguite e mettete tra i preferiti! Ci si rivede col prossimo capitolo!
*chiude*
Blu(piangendo): Ma io in tutto questo ho detto solo una battuta…
 
P.S.: Ora che ricomincia la scuola, potrei avere(anzi, avrò sicuramente) dei problemi a pubblicare un capitolo al giorno. Quindi, vi chiedo cortesemente di aspettare, perché è probabile che uscirà, ad esempio, un capitolo ogni 3 giorni. Io cercherò di fare quel che posso, ma vi chiedo di avere pazienza.

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Capitolo 7
*** VII.Il molo 8 e il dialogo con Saturno ***


Anche se grazie a Volo di Swellow erano arrivati ad Olivinopoli prima che facesse buio, era comunque troppo tardi per iniziare le ricerche di Crow. Decisero quindi di fermarsi in un bed & breakfast, possibilmente a buon prezzo, e vicino al porto. Ci volle un po’ a trovarne uno che soddisfasse entrambe le condizioni (soprattutto la prima), ma verso le 8 stavano già disfando le valigie.
Di comune accordo, si fermarono a mangiare all’Olivin Bar, un pittoresco locale la cui fama aveva raggiunto tutta la regione, e che fortunatamente era anche vicino al loro alloggio.
Quella sera il locale era deserto, cosa alquanto insolita vista la sua popolarità, non solo tra gli abitanti del posto, ma anche tra i turisti. Drew l’aveva scelto soprattutto perché sperava di ascoltare qualche informazione che potesse riguardare Crow, illusione che sfumò pian piano nel corso della serata.
“Pazienza.” Si disse “La vita non è come un film. Le informazioni non ti cascano addosso dal cielo, te le devi andare a cercare! Non potevo certo sperare di avere fortuna se sono qua da solo un paio d’ore.”
Anche Vera sembrava aver pensato la stessa cosa, dal momento che rimase distratta per tutta la serata, come cercasse di sentire qualcosa di utile, cosa che naturalmente non avvenne.
Neanche il proprietario sapeva niente di quanto successo a Crow, ma se si sorprese quanto glie ne chiesero, non lo diede affatto a vedere.
-Non è la prima volta che accadono cose del genere da queste parti.- Li mise in guardia –Se il vostro amico è sparito, vi consiglio di andare a cercarlo al molo 8: ho visto spesso gente sospetta aggirarsi da quelle parti, ma credetemi: questo può essere insieme un consiglio, e un avvertimento!-
Questo ribaltava le carte: ora avevano una pista! Ma ci avrebbero pensato solo l’indomani mattina: in quel momento, stanchi com’erano, non avrebbero certo potuto fare irruzione in quella che avrebbe potuto essere la base dei nemici.
Ringraziò, pagò il conto e poi se ne andarono.
“Poveri ragazzi!” Pensò il barista, osservandoli allontanarsi “Così giovani, e già invischiati in questi affari contro la loro volontà! Spero davvero che ce la facciano, ma la gente con cui hanno a che fare…” Non finì la frase. Non avrebbe comunque potuto aiutarli, e altri clienti stavano entrando in quel momento.
 
Nel frattempo, Crow stava avendo un colloquio con il ragazzo dai capelli blu, che aveva scoperto chiamarsi Saturno. Nome poco originale, ma dopotutto lui si chiamava “Corvo”, e non essendo messo granché meglio, pensò di non sottolinearlo.
-Ringrazia che sono stato io a beccarti, pivello!- Gli stava dicendo il blu –Se ti avessero trovato il capo, o le mie due poco femminili colleghe, ora sì che saresti nei guai!-
“Grazie dell’aiuto, allora! Già che ci sei, non è che mi offriresti una pizza?” Avrebbe voluto rispondergli Crow. Ma decise che era meglio tenersi il commento per sé. Forse non era ciò che “Capelli blu” voleva sentirsi dire.
-Oh, beh, non che sia un grande problema. Tanto vedrai che i miei amici arriveranno e vi apriranno in due! - Gli rispose, sarcastico.
-Ma sentilo! I miei amici!- Lo scimmiottò Saturno. Era solo una sensazione di Crow, o non era rimasto molto impressionato? –I tuoi amichetti, il verdino e la tipa con la bandana, non ce la faranno mai a trovarti! Se anche sapessero dove ti trovi, cosa improbabile, non riuscirebbero mai a farsi strada tra centinaia di agenti del Team Plasma, e men che meno potrebbero avere la meglio su noi tre Comandanti. Ti conviene sperare che il capo abbia bisogno di te VIVO!-
E su questa nota allegra, il Comandante abbandonò la stanza. Crow lo guardò allontanarsi, prima di mettersi a ridere. “Se anche sapessero dove ti trovi, cosa improbabile!” Avrebbe voluto raccontare a Saturno della microspia, in quel momento. Ma essendo la sua unica possibilità di salvezza era riuscito a trattenersi.
                            
La mattina dopo, decisero di esplorare il molo 8. Era una giornata calda e soleggiata, e la tentazione di fare un bel tuffo nel mare di Olivinopoli era quasi insopportabile. Ma avevano cose più importanti da fare: Crow era nei guai, e loro erano gli unici in grado di salvarlo.
La notte era trascorsa tranquilla, segno che probabilmente il Team Galassia ancora non sapeva del loro arrivo. Ma nonostante ciò, né Drew né Vera riuscivano a scrollarsi di dosso la sgradevole sensazione di qualcosa di pericoloso.
Sensazione che si accentuò ulteriormente una volta arrivati al molo 8. Videro subito che c’era qualcosa che non andava: uomini in uniforme correvano verso un cantiere navale, e strane casse erano disseminate per la strada. Anche un’insegna al neon con scritto “STIAMO PREPARANDO QUALCOSA DI MALVAGIO” avrebbe fatto la sua bella figura a completare la scena.
Avvicinatisi, avevano osservato, nascosti da una cassa, alcuni dei membri del Team Galassia entrare nel cantiere, fermandosi un attimo sulla soglia vicino al citofono. Stavano recitando una password, dedussero i due ragazzi.
Bastò un’occhiata per organizzare il piano: aspettarono l’agente successivo, una donna sui 30 anni, forse appena più giovane, che come tutti i compagni si avvicinò al portone, recitò la password, e attese che le venisse aperto. Interrogata in seguito, non seppe dire cosa l’ebbe colpita. Il calcio di Blaziken fu troppo rapido e preciso, e la donna andò giù come una bambolina.
Vera e Drew sfruttarono quindi l’apertura della porta per intrufolarsi, e una volta dentro…
-Questo non è un cantiere navale.
 
Io: Uuuuuh… chiedo scusa per il ritardo, ma come avevo anticipato, a causa dell’inizio della scuola, sono stato un pochino impegnato. Ma lasciamo stare questi convenevoli, e accogliamo subito l’ospite di oggi! Il suo nome è Paul, ma forse lo conoscete meglio come Doooooon Pablooooooo!
*Entra Don Pablo furibondo*
Io: Ehi, che c’è? Calmati!
Don Pablo: Che c’è?!? Che c’è?!? Come che c’è?!? Sono io la nemesi di Hershel Layton, lo sanno tutti! E invece, quando hai chiamato i cattivi, hai invitato quella mezza sega di Jean Descole!
Io: Ascolta, Paul, capisco come ti senti. Ma tu non sei il vero nemico del professor Layton, lo sai bene. Più che altro, tu sei come un rivale, non lo odi veramente, e lo sai!
Don Pablo (sconsolato): Sì… è vero…
Io (guarda l’orologio): Cavolo, con questa sceneggiata non c’è quasi rimasto tempo per parlare del capitolo! Va beh, una domanda sola: cosa ne pensi di questa storia in generale?
Don Pablo: Devo dire che non mi sta dispiacendo, anche se avrei voluto esserci anch’io…
Io: Beh, mi spiace, ma così è la vita, e così è anche la storia! Recensite, seguite, e ci vediamo nel prossimo capitolo.

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Capitolo 8
*** VIII. Il tempo per un amico nei guai ***


Il “cantiere navale”, somigliava a tutto tranne quello che avrebbe dovuto essere: dall’interno poteva passare per un’astronave, una centrale nucleare, una base della Nasa, o magari una base segreta (ed ovviamente lo era). Tutto, ma non un cantiere.
Oltre ad essere un labirinto, quel posto pullulava di guardie, ma tutto sommato era un problema secondario: quegli idioti preferivano affrontarli direttamente mettendo in mostra le loro (scarse) abilità, piuttosto che chiamare aiuto. E la rabbia che trasudava evidente dal volto di Drew aveva persino spinto uno di loro a rivelare l’ubicazione della cella di Crow.
Non fu facile arrivarci, quel posto era dannatamente intricato, ma una volta giuntivi, videro l’impossibile: la cella mostrava chiaramente di essere stata da poco abitata, ma in quel momento era totalmente vuota.
 
Vera cominciava ad aver paura del suo ragazzo. La sua rabbia, già opprimente dalla sparizione di Crow, ormai si poteva quasi respirare, tanto era intensa. Vera sapeva che era impossibile tentare di far ragionare Drew in quel momento, ma trovava eccessiva la sua rabbia: non era lui ad essere stato attaccato due volte da un tipo in divisa con i capelli blu! Non era lui ad essere stato costretto a scappare dalla doccia completamente nudo! E non era lui neanche ad aver dovuto ospitare Crow per una settimana!
Ma d’altro canto era impossibile calmarsi in quella situazione. Pure lei sentiva la rabbia e l’odio contaminarla come un veleno. Pure lei sentiva di dover distruggere il Team Galassia. Anzi, no… non doveva distruggerlo, lei VOLEVA distruggerlo! Non era vendicativa al pari di Drew, ma quelli del Team Galassia l’avrebbero pagata. E sarebbe stato un conto che non erano in grado di saldare.
 
Crow finalmente capiva perché Saturno gli aveva detto di essere stato fortunato. Non appena incontrò il capo, si rese conto che Saturno non era neanche paragonabile a lui.
Prima di tutto, il capo aveva molto più esperienza e una innegabile attitudine al comando: tutto nei suoi movimenti, nei suoi gesti, nel suo modo di parlare dava quest’idea. E poi aveva quello scintillio negli occhi, quello che può avere soltanto un genio oppure uno squilibrato. Crow non sapeva deciderlo con certezza, ma una cosa era certa: per lui quell’uomo significava guai.
-Piacere d’incontrarti, Crow.- Il modo in cui pronunciò il suo nome lo fece raggelare. Ecco una conferma, nel caso ne avesse avuto bisogno: quel tipo era fuori come un balcone. –Il mio nome è Cyrus, e tu, ora, sei la mia preziosa pedina.
Crow fece per interromperlo, ma l’uomo lo anticipò –No, no, no. Lasciami parlare. Devi sapere che, da questo momento, io ti userò per raggiungere il tuo universo. Ti svelerò, a grandi linee, il mio semplice piano: tu, Crow, hai alterato il tessuto dello spazio attorno a te. Di conseguenza ora posso usarti per distruggere l’essenza stessa della realtà, alle Isole Vorticose, e aprire la Porta Inversa!-
Isole Vorticose? Porta Inversa? Crow non ci capiva un cazzo, ma si decise di stare ugualmente ad ascoltare. Di alternative, non ce n’erano molte.
-Devi sapere, che noi di questo mondo, deriviamo da alcuni tuoi antenati, gente del TUO mondo.- Proseguì Cyrus –Ma non ha senso addentrarsi di più nelle spiegazioni, tanto non capiresti. Ti basti sapere che ora, tu, renderai possibile la MIA conquista del TUO stesso mondo.
Sul volto di Cyrus comparve un ghigno che impietrì Crow. Se c’era un confine alla paura, Crow l’aveva appena superato.
 
“E’ fatta!” Pensò Drew “Preparati, Saturno, preparati capo del Team Galassia: vengo a prendervi!”
KA-BOOOOOOOOOOOM!
Un’esplosione micidiale fece tremare la base, e uno squarcio si aprì nel muro di fronte a lui. L’attacco combinato di Solarraggio di Rose e Vampata del Blaziken di Vera aveva ridotto la parete ad un mucchio di cenere e macerie sparse sul pavimento.
Cercò con lo sguardo l’amico. Era legato ad una sedia, al centro della sala. Gli occhi di entrambi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Ma Cyrus era preparato. Ripresosi in fretta, un sorriso distorto si stampò sulla sua faccia malvagia. Ed in quel momento, il tempo rallentò. Cyrus abbassò una leva. Una parete d’acciaio si frappose tra lui e i ragazzi. Gli unici suoni udibili, a quel punto, furono la risata di Cyrus ed il suono di una sirena.
Troppo tardi Drew capì. La stanza in cui stava per entrare faceva parte di una nave. Una nave che ormai era partita per chissà dove.
 
Io: Puttanica, ragazzi! E’ più di una settimana che non scrivo! Chiedo perdono, ma sono stato veramente impegnato negli ultimi giorni.
Gennaro il Bullo: Che peccato, si stava così bene senza le tue storie!
Io: E tu che ci fai qui?!? Non sei tu l’ospite di questo capitolo!
Rocco Petri: Ha ragione! Dovevo essere io l’ospite di oggi! Metagross!
Io: NO! Asp-
*KRA-BOOOM*
Io: Va beh, poco importa… Rocco, cosa ne pensi di quanto appena successo?
Rocco:Che Gennaro è uno stronzo!

Io: Non parlavo di quello…
Rocco: Ah, il capitolo? Finalmente hai chiarito le intenzioni di Cyrus, ma non mi pare che sia successo molto altro, a parte la sua partenza insieme a Crow. E poi! Tutta la fatica che hanno fatto Vera e Drew?! Non è servita a niente!
Io: Uhm… sì, però vedrai quante cose succederanno nel prossimo capitolo. Pazientate, recensite e seguite! Alla prossima con “La volontà di Drew!”.

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Capitolo 9
*** IX. La volontà di Drew ***


Suggerirei alcune canzoni da ascoltare durante la lettura della storia. Per il primo paragrafo accendete le casse, alzate il volume, e sparate Californication dei Red Hot Chili Peppers.
 
Com’era successo? Ormai gli era così vicino. Stava per rivederlo. Ma da un momento all’altro era sfumato tutto. Drew era stato uno stupido. Eppure lo sapeva che quel posto era un cantiere navale, dopotutto. Avrebbe potuto prevedere questo finale. Avrebbe DOVUTO prevedere questo finale. Ma ora… cosa gli restava? Niente, non aveva potuto far nulla per salvare Crow. Era stato tutto inutile.
-Non abbatterti.- Lo rincuorò Vera.
-Come posso non abbattermi?!- Le urlò Drew, il volto rigato da lacrime tra la rabbia e la delusione.
-Abbiamo ancora la microspia.- Gli rispose –Possiamo sempre scoprire dove sono diretti e seguirli.-
In quel momento Drew alzò lo sguardo sulla ragazza. Anche lei piangeva. Manteneva un tono sicuro, per non far cadere ancora di più Drew nello sconforto, ma non poteva mentire ai suoi sentimenti. Era delusa e arrabbiata quanto lui, comprese Drew. Ma entrambi dovevano farsi forza.
-Okay.- Le rispose il ragazzo asciugandosi il volto –Andiamo a riprenderci Crow.
 
Ormai la nave aveva raggiunto le Isole Vorticose. Il capo stava spiegando il piano.
-Giovia- Disse rivolto ad una ragazza dai capelli viola –Tu verrai con me sulla cima della Montagna della Luna. Martes e Saturno…- E in quel momento si voltò verso gli altri due Comandanti –Voi, con le vostre squadre, vi occuperete di sorvegliare il perimetro. E’ tutto chiaro?-
-Sì, signore- Risposero tutti e tre insieme.
-Potete andare.
 
Avrebbe sorvegliato il perimetro, eh? Ovviamente. Il capo ancora non si fidava del tutto di lui. E faceva bene. L’ultimo colloquio con Crow, avvenuto circa mezz’ora dopo la loro partenza da OIivinopoli, aveva fatto sorgere in lui dei dubbi. Cosa aveva fatto, in fondo, quel ragazzo? E poi, se anche il capo fosse riuscito nel suo piano, lui cosa ne avrebbe guadagnato?
-Che cacchio sto facendo?- Si chiese alzando gli occhi verso il soffitto del ponte di coperta.
 
Le Isole Vorticose! Ormai erano in vista sulla linea dell’orizzonte, mentre anche il Sole era ormai prossimo a toccare il mare. “Allora è lì che sono andati quei bastardi!” pensò Vera.
-Drew!- Urlò, per sovrastare il vento che le sferzava il viso -Pensi ci sia un motivo particolare per aver scelto quel posto?-
-E’ molto probabile!- Le rispose il ragazzo, anche lui urlando -Ma è meglio non pensarci ora! E poi, non me ne frega un cazzo dei loro piani! Tanto siamo qui apposta per fermarli!-
Era un modo pratico di ragionare, pensò Vera. Se qualsiasi altra persona le avesse risposto con quel tono saccente, probabilmente l’avrebbe presa male. Ma, sentito dire da Drew, aveva il suo fascino.
Appena arrivati abbastanza vicino alla seconda isola, però, si accorsero che qualcosa non andava. Difficile non accorgersi di una palla di fuoco che ti passa ad un centimetro dal naso.
Furono entrambi costretti ad una manovra azzardata (leggi: suicida) per riuscire a schivarle, ma questo fece perdere loro il controllo dei propri pokémon.
Così, finirono per schiantarsi sull’isola, facendo rientrare i propri Swellow e Noctowl ancora in volo. Una volta a terra si ritrovarono subito sommersi da una pioggia di fuoco, che terminò solo dopo che andarono a rifugiarsi dietro una scogliera, fuori dalla vista degli avversari. Di TUTTI gli avversari, meno uno.
-Salve, ragazzi!
 
Saturno torreggiava sopra di loro, Toxicroak al suo fianco. Drew fu il più rapido dei due a reagire: chiamò subito fuori dalla pokéball il suo Flygon, che intercettò Breccia di Toxicroak. Saturno non reagì. Si limito a guardare Drew in modo indecifrabile, finché non parlò.
-Non voglio combattervi.- disse. Lui stesso si sorprese nel momento in cui queste parole uscirono dalla sua bocca. Ma decise di andare avanti. –Non potrei mai battervi entrambi, già lo so. E poi, non voglio più stare dalla parte del Team Galassia.
Drew era visibilmente sbalordito. Era una trappola? Eppure Saturno sembrava così sereno… Si obbligò a riprendersi dallo shock, e a chiedere -Allora… ci aiuti?-
-Adesso non fraintendetemi.- Gli rispose, diretto -Ho detto di non voler più stare dalla parte del Team Galassia, non di essere dalla vostra. Però…- Fece una pausa, per scegliere bene le parole -Voglio aiutare quel ragazzo!- Decise -Non merita tutte quelle disgrazie che gli sono successe. Io non voglio stare con nessuno, né tantomeno contro qualcuno. Ma non posso lasciare che il capo lo sfrutti in quel modo, solo per i suoi scopi!-
-Quindi… ci lascerai proseguire?- Chiese Vera.
-Sì, ma mi limiterò a tenere impegnata Martes perché non vi ostacoli. Sarà l’unico aiuto che avrete da me.
-Grazie, Saturno.- Gli disse Drew. Ed era sincero.
 
Incontrarono quella che doveva essere Martes lungo la strada. Doveva avere un paio di anni circa in meno di Saturno, una ventina più o meno. Aveva i capelli rossi ed un fisico asciutto, ed uno sguardo molto poco tranquillo.
-Saturno, cosa stai facendo?!- Gli urlò la Comandante, vendendolo scortare i due ragazzi.
-Taci, Martes! E voi due, mocciosi, proseguite! La strada ve l’ho detta!- Fu la secca risposta di quest’ultimo.
-Saturno, cosa intendi fare?!? Ti stai cacciando in un mare di guai!- Urlò Martes, venendogli incontro.
-Zitta, ho detto.- le rispose Saturno con una calma minacciosa.
Martes chiamò la sua Purugly per intercettare il tragitto di Vera e Drew, ma Saturno reagì in fretta: il suo Toxicroak si mosse rapido a bloccare l’attacco, ed i due pokémon si trovarono per un attimo in una situazione di stallo.
-Perché combattere?- Chiese a quel punto Saturno con aria annoiata. Era schizofrenico o i suoi erano normali cambi d’umore? -Non dirmi che non preferiresti anche tu una romantica cenetta in un ristorante dalle parti di Olivinopoli!-
-Saturno…! Bastardo traditore! Non perdere tempo in chiacchiere, COMBATTI!- Gli ringhiò contro la ragazza dai capelli rossi.
Fu solo un attimo. Lo sguardo di Saturno assunse una sfumatura malvagia, terrificante. Durò solo un istante, ma a Martes fu sufficiente. Anche lei una veterana delle battaglie, sapeva riconoscere una sensazione come quella che le aveva appena attraversato il corpo. Non avrebbe mai vinto quello scontro.
 
-Ci siamo, Giovia! Ormai ce l’abbiamo fatta!- Cyrus era euforico come mai prima d’ora. I tecnici del Team Galassia avevano montato il marchingegno a tempo di record, e oramai era questione di un paio di minuti prima di poter giungere nell’altra dimensione. Giusto il tempo per Cyrus e Giovia di raggiungere la cima della Montagna al centro dell’isola.
-Aspetta ad esultare…- Quella voce così cupa, ma al contempo così sicura, lo fece vacillare per un attimo. -Ricordati che solo un’ora fa sei stato costretto a modificare i tempi per l’arrivo dei miei amici… Cosa ti fa pensare che non accadrà di nuovo?-
Cyrus s’innervosì. Quel ragazzino impertinente lo stava provocando. Ma non gli avrebbe dato la soddisfazione. Ormai nulla poteva turbarlo. Il suo sogno era così vicino…
E a questo punto suggerisco Snow (Hey Oh), sempre dei Red Hot Chili Peppers, o meglio ancora Holiday dei Green Day.
Un’esplosione alle sue spalle. Ma no, non era possibile! No, era solo un incubo! Non poteva essere…
-Eccoci, Crow!- Salutò Drew.
Giovia chiamò immediatamente in aiuto Skuntank, ma Vera era preparata: Blaziken uscì dalla pokéball e bloccò senza fatica il suo attacco Lanciafiamme. I due pokémon iniziarono a scontrarsi violentemente, in un turbine di calci e artigli.
-Qui ci penso io, Drew!- Esclamò Vera -Tu vai a fermare Cyrus, sbrigati!-
Il capo del Team Galassia stava infatti per raggiungere la cima delle Montagna. Ma Drew non sembrava contento che Crow andasse con lui.
 
Drew: Cosa?!? Ma la fai finire così?
Io: Sì, perché? Tutti gli scontri li lascio per l’ultimo capitolo.
Crow: Per tutti quelli che avessero male interpretato: io non sto seguendo Cyrus di mia volontà, sono stato costretto ad andare con lui.
Drew: Aspetta, ma quello che hai detto prima… quindi questo è il penultimo capitolo?
Io: Esatto. Stiamo per chiudere la prima parte.
Crow: Cosa?!? Ma allora il sequel è ufficiale!
Io: Non ancora, diciamo che finché non scrivo la conclusione di questo è solo probabile. Potrei ancora cambiare i miei piani.
Vera: Sei un tipo deciso tu, eh?
Io (sospirando): Che vuoi farci? Recensite, e continuate a seguire! Ricordate che il prossimo capitolo è l’ultimo, guai a chi se lo perde!

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Capitolo 10
*** X. Chiudere la porta del nostro passato ***


Era già tutto pronto. Mancava soltanto l’arrivo del ragazzo. Arianna osservava impaziente l’orologio, e Grosky stava sfogando il nervosismo con una serie di flessioni. Persino il centinaio di poliziotti lì riuniti, che  nemmeno conosceva il motivo della convocazione, si sentiva in ansia.
-Professore.- Chiamò Emmy -E’ sicuro che Crow tornerà qui senza bisogno del nostro intervento?-
-Certo, Emmy.- Le rispose -E’ evidente che Crow non ha viaggiato tra le dimensioni da solo. Qualcuno deve averlo portato nell’altro mondo di proposito, e sono anche sicuro che quel qualcuno voglia usarlo per disfare il tessuto dello spazio, e raggiungere questo universo.
Sia Luke, sia Emmy rimasero pietrificati dalla spiegazione. Al contrario, Arianna era troppo agitata per seguirla. Rimase ferma accanto a suo fratello Tony e a Randall, che stavano facendo l’impossibile per rassicurarla.
-Ma, professore- domandò Luke -Come ha fatto a dedurre tutto questo?-
-Non è stato difficile. Non bastava l’energia dell’esplosione, nemmeno combinata al potere del gioiello. Era necessario che qualcuno dall’altra parte tentasse di richiamarlo. Non conosco la tecnologia usata, e francamente nemmeno credevo potesse esistere qualcosa di così evoluto, ma…- Fece una pausa -Evidentemente, in quel mondo c’è qualcuno che ha studiato le porte degli Aslant per molto tempo. E il suo scopo…- Altra pausa -Temo che stiamo per scoprirlo.
 
Giovia era maledettamente forte. Era sicuramente uno degli avversari più ostici e più tenaci che Vera avesse mai affrontato. Lo scontro era furibondo. Per ogni colpo di Blaziken, Skuntank rispondeva con furia ancora maggiore.
-Blaziken, Stramontante!-
-Skuntank, Velenpuntura!-
I due pokémon si scontrarono violentemente a mezz’aria. Skuntank venne sbalzato via, ma non sembrò aver riportato gravi danni. Blaziken, del canto suo sembrava non averlo nemmeno sentito, l’attacco.
-Arrenditi, non ce la puoi fare contro Blaziken!- Esclamò Vera.
-Tu dici? Fossi in te controllerei prima di dire certe spacconate…- Le rispose Giovia con un sorriso beffardo stampato sul viso.
La ragazza con la bandana controllò le condizioni di Blaziken. Anche se un attimo prima sembrava stare bene, adesso sembrava sofferente. “E’ stato avvelenato!” Pensò Vera a denti stretti “ Merda! Ma la probabilità non dovrebbe essere  del 30% circa? Che fortuna ha ‘sta tizia?”
-Blaziken, te la senti di continuare?- Chiese al suo pokémon.
Blaziken le rispose con un ghigno.
Vera sorrise. Potevano farcela.
-Ok, Blaziken.- Disse –Visto che sei già indebolito, che ne dici di concluderla con un colpo solo?-
-Cosa?!?- Esclamò Giovia -Ma chi ti credi di essere? Skuntank, punisci la sua arroganza con Nottesferza!-
-Blaziken, Calciardente!
 
Perché? Perché era stata sconfitta? Perché non era diventata ancora abbastanza forte da poter competere con QUELL’avversario?
Eccolo. Avanzava verso lei con calma, ormai non aveva nulla da temere. Saturno la guardava con sicurezza dall’alto in basso. Martes non si era mai sentita così umiliata.
Era stata totalmente distrutta nello scontro. Tutti i suoi pokémon sconfitti dal solo Toxicroak. Non mi sento di definirlo ‘scontro a senso unico’ solo perché non renderebbe l’idea.
“Ora mi darà il colpo di grazia” Pensò Martes con amarezza “E’ giusto. Dopotutto è lui il più forte.”
-Allora Martes- Cominciò il ragazzo -Che ne dici, ora, di accettare quell’invito a cena?
 
Ormai stava arrivando sulla vetta. I tecnici avevano già concluso il loro lavoro. Al suo arrivo era tutto pronto. La macchina per attraversare i mondi, un sogno coltivato per cinque anni, dopo la sua ultima sconfitta sulla Vetta Lancia. Ce l’aveva fatta. Niente poteva fermarlo, a questo punto. Neppure il moccioso.
-Salve, signore.- L’accolse Plutinio -Volevo avvisarla che i preparativi sono st…
-A dopo i convenevoli!- Rispose il capo -Attivate immediatamente il macchinario! Venti uomini, con me! Gli altri restino qui e si preparino! Sta arrivando un ragazzo e, credetemi, è maledettamente pericoloso! Non osate sottovalutarlo, tenetelo impegnato, e mantenete la porta aperta!-
Queste furono le ultime direttive di Cyrus. Plutinio attivò il congegno, una sorta di enorme arco a tutto tondo incorniciato da fili metallici, e al centro dell’arco si materializzò un portale. Era uno di quegli assurdi portali eterei di un colore azzurro luminoso, di quelli che si vedono spesso nei film di fantascienza. Ed era pronto per essere varcato.
 
Arrivò dall’altra parte. Attorno a lui degli enormi blocchi di pietra, davanti un prato sterminato. Ancora più avanti, un inaspettato comitato d’accoglienza.
Decine di poliziotti, forse addirittura un centinaio. Tutti armati. Da qualche parte in mezzo a tutta quella gente, la voce di una ragazza chiamò “Crow!”, e il ragazzo, ancora legato, sollevò la testa, a metà tra il sollevato e l’angosciato.
Alla vista di quel marasma di sbirri, i suoi subordinati scapparono. Tutti loro avevano con sé i propri pokémon, ma contro un centinaio di fucili già puntati sarebbero serviti a poco.
Cyrus vide il suo sogno infrangersi in un istante. I poliziotti gli urlarono di rimanere immobile: anche se gli altri sgherri erano scappati, lui non l’avrebbero lasciato fuggire tanto facilmente.
Per di più, ora, un uomo avanzava verso di lui. Aveva un aspetto bizzarro, con quel vestito così elegante e fuori posto, e quel assurdo cappello lungo una trentina di centimetri. Ma non era tempo di soffermarsi sui dettagli: era nei guai e non trovava modo di uscirne. Almeno finché non abbassò lo sguardo su Crow.
 
Il boato dell’urto fu tremendo. Entrambi i pokémon vennero sbalzati via, e le due allenatrici si guardarono per un attimo negli occhi. Nessuna delle due aveva paura. Giovia avvertiva solo un po’ di preoccupazione, mentre ancora tentava di valutare l’avversaria. Vera, al contrario, si sentiva al contempo felice, furiosa ed eccitata.
I loro pokémon si rialzarono. Si avvicinarono l’uno all’altro, sfidandosi a chi avrebbe ceduto per primo. Alla fine fu Skuntank a cadere. Non ci fu sorpresa da parte di Giovia, che in un lampo richiamò il proprio pokémon e chiamò sul campo Crobat. L’Aerasoio  di quest’ultimo fu così immediato che Blaziken non riuscì ad evitarlo: anche lui si accasciò al suolo. Accadde tutto in una frazione di secondo.
Vera rimase per un attimo sbigottita dalla velocità dell’avversaria, ma i suoi riflessi presero il sopravvento. Automaticamente estrasse due pokéball dalla cintura. Con quella che teneva nella mano destra richiamò Blaziken, con l’altra mandò a combattere anche lei il suo secondo pokémon: la sua bellissima Glaceon.
Questa volta lo scontro fu totalmente impari. Un lampo azzurro, Crobat venne congelato e cadde al suolo esausto: Geloraggio.
Giovia era arrivata al suo ultimo pokémon, mentre a Vera ne rimanevano altri cinque, compreso Glaceon, che di fatto finora aveva scagliato un solo colpo.
Alla Comandante non restò quindi che far scendere in campo Bronzong: statisticamente, era avvantaggiato dal tipo, contro Glaceon, ma nemmeno lui avrebbe potuto sconfiggere 5 pokémon di fila.
Aprì lo scontro in vantaggio usando Vortexpalla, colpendo in pieno Glaceon.
-Glaceon, dobbiamo aiutare Drew! Chiudi ora lo scontro con Palla Ombra!- ordinò Vera al proprio pokémon.
Bronzong non riuscì a schivare il colpo. Venne abbattuto in un attimo, e la battaglia si concluse con una rapidità inaspettata. Giovia si lasciò cadere a terra. Stava per piangere. Era finita. Non era riuscita a fermare la ragazzina. Era stata un completo fallimento.
Vera la superò senza rivolgere la parola. Aveva conosciuto anche lei la sconfitta, sapeva che non c’era niente di più umiliante, in quel momento, della compassione dell’avversario. E poi lei aveva una missione. Un suo amico era in pericolo, ed il suo fidanzato era andato a salvarlo da solo.
 
Cominciava a spazientirsi. Quei pivelli gli stavano solo facendo perdere tempo. Non era difficile sconfiggerli, ma dopo il quindicesimo cominciavano ad essere troppi. Per sua fortuna, tutti quelli che non si sa perché erano tornati indietro dal portale, erano così in panico da non averlo neppure notato. Ma lui andava di fretta. Crow era tornato nel proprio mondo insieme a Cyrus, e se tutti quei soldati del Team Galassia erano fuggiti indietro, un motivo doveva esserci.
Erano ormai venti minuti da quando si era separato da Vera, e da quando era arrivato aveva già sconfitto sedici nemici , ma sembravano mancarne ancora una decina. In quel momento, sentì dei passi alle spalle, rapidi, da corsa: non aveva bisogno di voltarsi per sapere che Vera l’aveva raggiunto.
-Qui ci penso io!- Urlò la ragazza, arrivata ad un paio di metri da lui -Tu attraversa la Porta! La chiuderò non appena sarai tornato.-
Drew la ringraziò con lo sguardo. Non c’era tempo per le parole. Corse rapido verso la Porta Inversa, mentre i colpi diretti contro di lui venivano deviati dai pokémon di Vera. Saltò nel vuoto.
 
-Non provate a colpirmi! Ho un ostaggio!- Cyrus aveva afferrato Crow per il collo, e ora lo teneva stretto davanti a sé -Ci tenete al ragazzo, no?-
I poliziotti abbassarono le armi. Anche il tizio con la tuba si fermò sul posto.
-Weavile, sterminali!- Con queste parole fece uscire il pokémon dalla sfera. I poliziotti della prima linea fecero per rialzare i fucili, ma Weavile fu più veloce. Colpì quasi tutti i piedipiatti, chi con Gelopugno, chi con Nottesferza. I pochi a non essere colpiti si ritirarono saggiamente indietro.
-ORA BASTA!- Urlò Cyrus -Da oggi in poi, sarò io il padrone di questo mondo, inutili sbirri!-
-Piantala, Cyrus.
Questa voce dietro di lui, una pioggia di petali colpì Weavile in pieno. Cyrus si girò, sgomento: proprio lui, proprio quel ragazzo che già aveva dimostrato di poterlo obbligare a modificare i suoi piani. E nei cui occhi, ora, brillava una sfumatura di odio, unita ad una inspiegabile consapevolezza di avere il potere.
Il suo sguardo inquietò il Capogalassia, anche se non bastò a fargli perdere del tutto il raziocinio. -Altrimenti?- Il suo tono era calmo e ragionato -Non vorrai rischiare di colpire il tuo amico, vero?-
-Oh no, nessun rischio.- Rispose Drew accennando un sorriso -Rose non mancherebbe mai il bersaglio. SOLARRAGGIO!-
 Ancora prima che il fascio di luce partisse, Cyrus l’aveva capito: sarebbe stato centrato in pieno. Reagì d’istinto, mollando a terra il ragazzo e lanciandosi di lato. Ma anche l’uomo con la tuba l’aveva intuito. Rapido e letale, afferrò il Capogalassia per le spalle, impedendogli ogni movimento. Cyrus era stato sconfitto.
 
Consiglio, ora di ascoltarsi Wonderwall degli Oasis, leggendo questo paragrafo. Rende, rende.
 
La battaglia era finita. Drew era stato eccezionale. Ora Crow era libero, mentre Cyrus era stato legato per evitare che tirasse fuori qualche altra sorpresina dalla pokéball. Il ragazzo aveva potuto finalmente riabbracciare Arianna, ma anche la sua famiglia ed i suoi amici. E anche il professore. In fondo era stato lui ad organizzare quel comitato di benvenuto tra i fucili, non c’era il minimo dubbio.
Era davvero felice di averli potuti rivedere tutti quanti. Ma fu costretto ad interrompere i saluti per affrontarne uno molto più doloroso. Lui e Drew non si sarebbero più rivisti.
-Ehi, Drew- cominciò -senti…
-No, stai tranquillo, Crow.- Lo interruppe quest’ultimo -Non c’è bisogno che tu mi dica niente. So anch’io che non potremo rivederci, ma…- Non era facile trattenere le lacrime. Anche Crow aveva gli occhi lucidi.
-Ti ringrazio!- Esclamò Crow, quasi urlando -Tu mi hai aiutato molto, nel tuo mondo. Sono finito lì senza sapere come né perché, e tu mi sei subito diventato amico. Non hai esitato a salvarmi nemmeno quando quelli del Team Galassia mi hanno rapito… Non sai quanto ti…- Gli si spezzò la voce. Era troppo doloroso.
-Ma anch’io devo ringraziarti. Non ho mai avuto un amico come te. Quei pochi giorni passati insieme sono stati fantastici. E, anche se ho sempre saputo che, prima o poi, saresti dovuto tornare nel tuo mondo, io… io ho sempre sperato che non accadesse. Non volevo perdere un amico. E sono sicuro che anche Vera la pensava come me.-
Ormai erano scoppiati entrambi a piangere. Drew non sapeva più cosa dire. Intervenne il professore.
-Ragazzi- disse col suo tono più tranquillo -Non dovete disperare. Non lo sapete che, finché c’è vita, c’è speranza? Se vorrete rivedervi, e sarete vivi, potrete farlo. L’importante è che continuiate a sperarlo.- Una lacrima gli scese mentre abbassava la tesa del cilindro -E credetemi, so di cosa parlo.
Non c’era altro da dirsi. O meglio, c’erano così tante cose che non sarebbero mai riusciti a dirle tutte. Si scambiarono semplicemente un abbraccio, poi Drew e Cyrus attraversarono il portale.
Crow pianse.
 
Dalla finestra dello studio, si godeva di un’ottima vista su tutta la città. Ormai era notte, e la pallida luce della Luna illuminava debolmente le finestre dei palazzi circostanti. All’interno, un uomo spense con decisione la luce rossastra del mozzicone di un sigaro.
-Quanto è debole. Ero certo che quell’incompetente avrebbe fallito. Meglio così, in fondo. Mi è stato molto più d’aiuto.-
Un ragazzo entrò nello studio. I lineamenti, così come i vestiti, erano indefinibili nell’oscurità pressoché totale della stanza.
-Capo, e tutto pronto.- Disse.
-Molto bene.- Gli rispose -Allora possiamo andare.
 
Io: Non ci credo. Non ci credo manco io! E’ finita!
Crow: Ma… e quell’epilogo?
Io: Beh, puoi vederlo come anticipazione della seconda parte!
Crow, Drew, Vera, Luke, Arianna, Layton, Flora, Cyrus, Saturno, Emmy, Clive, Rosso, Ruby, Blu, Descole, Giovanni, Prof. Oak, Grosky, Rocco, Don Pablo, Martes, Giovia: COSA?!?!?
Clive: Ma allora ci sarà veramente un sequel! E ci sarò veramente io?
Io: Sì, tu sarai il protagonista! Insieme all’unico a non essere mai apparso qui, tra quelli che prima hanno esclamato “COSA?!?!?”
Luke: Quindi, intendi dire…
*Tutti si voltano da una parte*
Io: No, non potete dirlo! I lettori attenti lo capiranno da soli, tutti gli altri aspetteranno. E ora ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno seguito questa storia, tutti i recensori, e i miei amici che l’hanno letta. Tengo a fare presente, che unire l’universo dei pokémon con quello del Professor Layton non è stata una passeggiata: dosaggio delle battaglie, divisione della storia, spiegazioni… è stato un lavoraccio, ma le recensioni positive, e i pareri degli amici mi hanno convinto a continuare. E arrivati fin qua… perché fermarsi? Tutti sintonizzati, guai a chi perde il seguito!

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