Vedo con gli occhi tuoi

di ladyzaphira
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Osserva il cielo ... ***
Capitolo 2: *** Se mi sorridi ... ***
Capitolo 3: *** Mondo triste senza amore ... ***
Capitolo 4: *** La realtà ... ***
Capitolo 5: *** Averti qua ... ***
Capitolo 6: *** Amore improvviso ... ***



Capitolo 1
*** Osserva il cielo ... ***


P.O.V Raph ...

“Raph …”

Mi voltai quasi di scatto al suono della sua voce, non aspettandomi di sentirla proprio lì, e in quel momento.

In fin dei conti, almeno secondo Donnie, nostro fratello era ancora da considerarsi in convalescenza dopo … ciò che è successo appena una settimana fa.

“Leo” feci sorpreso sbattendo le palpebre “Che ci fai qui fuori?! E’ pericoloso e poi dovresti essere al letto a riposare” lo rimproverai, probabilmente suonando più aspro di quanto volessi poiché lo vidi tentennare leggermente.

Leo si morse nervosamente il labbro mentre i suoi occhi vagavano insistentemente nel buio, alla mia ricerca.
Nonostante sapesse benissimo che non avrebbe potuto più trovarmi.

I suoi occhi, quei suoi bellissimi occhi blu oceano, da una settimana ormai erano diventati ceci … per colpa mia.

“Non riesco a dormire” confessò Leo dopo un lungo momento di silenzio “E poi …” esitò “Volevo sapere dov’eri …” Lentamente, affidandosi ai sensi che gli restavano e appoggiandosi al muretto del cornicione si spostò verso di me e mi si sedette accanto.                                  

Non ebbi il coraggio di guardarlo in faccia nemmeno per un istante.    

“Non è stata colpa tua …” mormorò dopo un po’ sorprendendomi.

Come aveva capito?!

“Leo …”

“Non ho bisogno della vista per sapere quando uno dei mie fratelli soffre, sopratutto tu” disse Leonardo facendo viaggiare i suoi occhi nel vuoto davanti a se “Ed è da quando è accaduto tutto questo che non parliamo più, se non lo stretto indispensabile”

“Sapevo che sarebbe successo …” replicai resistendo all’impulso di gridarglielo a pieni polmoni, tale era il mio rimorso “Lui … lui, mi aveva avvertito che se mi fossi rifiutato di parlare ci sarebbero state delle conseguenze” continuai con voce rotta.

“Hai fatto quel che ritenevi giusto” sussurrò morbidamente Leo rannicchiandosi accanto a me.
Lasciai che appoggiasse il capo sopra alla mia spalla prima che continuasse mentre io, quasi senza accorgermene, gli accarezzai la nuca con dolcezza.                        
“Non potevi sapere cosa avrebbe fatto Shredder, e salvare me avrebbe significato condannare gli altri” disse infine.

Presi un profondo respiro prima di annuire, seppur non fossi ancora completamente convinto.
Ma forse Leo aveva ragione …
… Per una volta.

Sorrisi a quel pensiero, per la prima volta dopo giorni interi passati a vagabondare e fare a botte.

“Raph?!” cominciò mio fratello.

“Si?!”

“Puoi ... puoi osservare il cielo per me?! Come è stanotte?!” domandò accucciandosi meglio vicino a me.

Rabbrividii improvvisamente sentendolo così vicino, così bisognoso del calore del mio corpo. All’inizio non avevo capito cosa fosse quella strana, ma piacevole sensazione che sentii … ma era come se l’universo intero fosse scomparso e fossimo rimasti solo noi.

Solo noi due, insieme.  

“Bellissimo” mormorai tristemente.

Già, il cielo e le stelle quella sera erano come uno splendido mantello nero con su incastonate una miriade di pietre preziose.                                        
Talmente bello che odiai il fatto che Leo non potesse vederlo.

Mentre mi lasciavo andare a questi cupi pensieri, ad un tratto trasalii; Leo aveva appena posato una delle sue mani sula mia guancia, tastandola e accarezzandola con le dita.

“Perché piangi?!”

Sussultai.                                                                                      
Non mi ero neanche accorto di essermi messo a piangere. Accidenti!! Detesto piangere come una femminuccia, specialmente davanti a Leo. Tra l’altro scommetto che, anche se non avevo potuto vederlo, in quel momento ero diventato rosso come (Se non più) la mia maschera, per la vergogna.

“Perché Raph …?!” domandò con dolcemente Leo voltandomi il viso nella sua direzione “Ti ho già detto che non fa niente, non essere triste per me … ti prego …”

Sorrise lievemente, sbattendo gli occhi e …
… non so cosa mi fosse preso, ma sentii il mio respiro fermarsi.

Solo in seguito lo avrei capito.                                                  
Fu il suo sorriso. Era bellissimo, come ho fatto a non accorgermene prima?!            

Istintivamente allungai una mano e afferrai delicatamente la sua, ancora poggiata sulla mia guancia; vidi le sue dita fremere sotto le mie mentre le spinsi vicino al suo petto.
Percepii i battiti del suo cuore accelerare, in sintonia con i miei.                        

Cosa stava accadendo?!                                                                    
E perché mi sentivo ad un tratto così caldo?!

Poi mi venne in mente una cosa …

“Come hai fatto a trovarmi?! E a venire da solo?!” domandai senza smettere di tenerlo per mano.

“Sapevo che saresti venuto qui, il quartiere cinese ti è sempre piaciuto” rivelò Leo “Forse dovresti accettare l’idea che ti conosco più di quanto pensassi, anche se senza la vista … ho cercato di vedere con i tuoi occhi …”

“Ma come hai fatto ha …?!”

“Sono inciampato un paio di volte lo ammetto …”                                          
Sorrise di nuovo, e io avvertii di NUOVO quella sensazione di pace e calore.
“E ci ho messo un po’ per trovarti, però alla fine ci sono riuscito …”

“Tutto questo casino per me?!” chiesi ridacchiando “Non cambierai mai Leo …” aggiunsi scuotendo la testa per poi tornare ad osservare il cielo.

Leo non disse nulla e si limitò ad appoggiare nuovamente la testa sulla mia spalla; chiuse gli occhi. Buon Dio; era da quando eravamo bambini che non eravamo così vicini.  Possibile che ci fosse voluta una disgrazia simile per farci avvicinare a quella maniera?!      

“Raph …”

“Si?”

“I-Io … ecco, dovrei … d-dovrei dirti una cosa …” sospirò staccandosi un poco da me.
Corrucciai leggermente la fronte quando lo vidi scostarsi da me, mi sentii quasi … infastidito, possibile?! Volevo che mi rimanesse vicino.

“Che cosa?” domandai curioso.

“Ecco, è … è difficile, e io ho p-paura che …” mormorò lui “Che p-potresti odiarmi …”

Perché era così nervoso?! Che doveva dirmi?!                                                
Non riuscivo a capirlo ma decisi di prendergli la mano (Stava perfino tremando!!) e stringerla con fare rassicurante.

“Odiarti?!” replicai scuotendo il capo “Me che sciocchezze vai pensando?! Sei mio fratello … puoi dirmi tutto …”

Gli alzai il mento verso di me per guardarlo in viso dato che lui aveva voltato il capo da un'altra parte, come se si vergognasse di qualcosa; lo guardai dritto negli occhi.

Quegli splendidi occhi, una volta blu oceano profondo adesso erano più chiari, cerulei, velati da quel telo scuro che non gli avrebbe mai più permesso di vedere le notti stellate come quella o … me.

“Raph i-io …” cominciò prendendo un bel respiro.

“Cosa?”

“I-Io ti … ti amo …” mormorò finalmente Leonardo.

Beh?! Tutto lì?!
Quasi mi venne da ridere, quasi …                                                  

“Ehi, guarda che lo sapevo già Leo, anch’io ti …”

“No Raph, n-non in quel s-senso, non … n-non come fratello …” negò Leo stringendo con più fermezza la mia mano “Raph io ti amo!!” ripeté.

E da quel momento il mio mondo cambiò radicalmente. Vidi nei suoi occhi la sincerità di quelle parole, la purezza dei suoi sentimenti, più forti, più intensi …

“Leo …” sussurrai.


.........................

Piccola t-cest LXR!! (Ma quanto amo questi due?!) ^^
Di pochi capitoli, e sono felice di aggiungere quasi già finita!! Perciò ... buona lettura!! :)

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Capitolo 2
*** Se mi sorridi ... ***


P.O.V Raph ...
Ciò che accadde dopo fu completamente fuori dalla mia portata.

Mi sporsi verso di lui e … lo baciai.                                                  
Si, proprio così!! Lo baciai, così, semplicemente; so che sembra assurdo ma non fu un atto razionale il mio. Nel momento in cui Leo, mio fratello, mi aveva confessato i suoi sentimenti per me era come se fosse scattato qualcosa.

Come quando si accende la miccia ad un candelotto di dinamite: Le parole di Leo erano la miccia, le mie emozioni il candelotto e il bacio … l’esplosione.

Si, direi che si potesse descrivere così.

Leo trattenne il fiato nel momento in cui sentì la mia bocca sulla sua, tremava come una foglia ma ciò non gli impedì di ricambiare.

Le sue labbra erano morbide, il suo sapore dolce, aromatico … uhm, thè verde alla menta probabilmente, ma poco mi importava. Ciò che contava era che, seppur timidamente Leo ricambiasse, avvolgendo le braccia attorno al mio collo.

Senza interrompere il bacio mi alzai in piedi, portando Leo con me, dopo di che portai una mano attorno alle sue spalle e l’altra sotto le sue gambe.

Lo sollevai in stile sposa. 

Mi sorpresi di quanto Leo fosse diventato leggero, in quella settimana aveva perso molto peso (Probabilmente gran parte di ciò era stata a causa dello shock di essere diventato cieco), per questo non ebbi alcun problema a prenderlo in braccio.

Incominciai a camminare, avevo in mente una meta precisa.

“Raph …?! D-Dove mi s-stai portando?!” sussurrò Leo appena le nostre labbra si staccarono.
C’era paura nella sua voce, paura nata dal fatto che non poteva vedere dove lo stessi portando. 

“Ssssh” feci baciandogli delicatamente il collo “In un posto speciale …” dissi sorridendo tra me e me.

Quasi non riuscivo a credere a quanto felice mi sentissi, il che era ancora più assurdo considerando che solo adesso Leo aveva avuto il coraggio di dirmi cosa provava.
Ma forse la verità era che … in cuor mio, lo sapevo già o forse è meglio dire che lo SPERAVO. 
Si. Perché anch’io negli ultimi anni incominciavo a sentire qualcosa per lui, ma non ho mai avuto il fegato di confessarglielo, senza contare che il fatto che fosse mio fratello non aiutava.

Scendemmo nelle fogne, in un tratto abbandonato da tempo.                                

Solo quando fummo abbastanza vicini al luogo che avevo in mente lo posai a terra lasciando che mi seguisse a piedi, tenendomi per mano logicamente.

“Siamo di nuovo nelle fogne giusto?” domandò Leonardo esitante.

“Si …”

“In quale zona?”

“Ti ricordi di quando eravamo piccoli?” domandai conducendolo dentro ad una vecchia galleria; strinsi la mano di Leo, conducendola verso il muro della galleria, in un punto particolare ove erano presenti dei vecchi segni di artigli.                        
“Ricordi questi?!”

Le dita di Leo tastarono attentamente quei segni.

Lo vidi trattenere il fiato “Il coccodrillo albino …” sussurrò meravigliato sbattendo gli occhi.

Sorrisi e lo ripresi per mano, riprendendo il tragitto.

Arrivammo in una zona appartata nelle fogne, un piccolo luogo riparato che avevamo scoperto io e Leo dopo l’avventura con l’alligatore albino. Quando lo scoprimmo decidemmo di allestirlo come un piccolo rifugio (Un po’ come le case sugli alberi dei piccoli umani), era …

“… Il nostro segreto” mormorò Leo aumentando improvvisamente il passo e tirandomi per il braccio.

“Ehi, fai piano!!” lo rimproverai temendo che potesse inciampare o sbattere da qualche parte … ma non lo fece.

Con mia grande impressione, Leo si mosse perfettamente in quel vecchio luogo come se ci vedesse ancora.

“Conosco questo posto meglio di chiunque altro Raph” disse emozionato facendo correre la mano lungo il muro umido “Non è mai cambiato …”

“Aspetta un attimo” lo bloccai per un braccio, sorpreso “Vuoi dire che dopo tutto questo tempo … hai continuato a venire qui?!”

Lui volse lo sguardo verso la direzione della mia voce con fare confuso “Si …” rispose dopo un breve istante di silenzio. 

“Perché non me lo hai mai detto?!”

“C-Credevo non t-ti importasse più …” rispose lui sinceramente “A maggior r-ragione da quando sono s-stato nominato leader, litigavamo così spesso e … e così io venivo qui …”

Scossi la testa incredulo “… Anch’io” dissi dopo un po’ “Anch’io ho continuato a venire qui di nascosto”

“Peccato che non ci siamo mai incrociati …”

Già, peccato.

Dio!! Quanto tempo avevamo sprecato?!                                                        
Di quanto tempo abbiamo avuto bisogno per capire di aver bisogno l’uno dell’altro?! 


La voce di Leo mi riportò alla realtà.

“Guarda!!” esclamò tastando con le mani la superfice del vecchio lettino che, bene o male, eravamo riusciti a portare laggiù (Si vede che eravamo poppanti) “Ci siamo nascosti sotto queste coperte così tante volte” continuò con nostalgia “… Perché mi hai portato qui?”

Mi gli giunsi accanto, prendendogli entrambe le mani per avvicinarlo a me “Perché era il nostro posto speciale” mormorai baciandogli appena le labbra “Voglio che torni ad esserlo”

Lo baciai di nuovo, con più trasporto questa volta mentre lo spingevo delicatamente giù, sul nostro vecchio lettino. Lui mi lasciò fare avvolgendomi le braccia attorno al collo con forza, come se avesse paura che potessi svanire da un momento all’altro.            

Entrai dentro di lui con tutta la delicatezza di cui ero capace, stando ben attento alle sue reazioni a maggior ragione perché lui non emise un fiato, tranne qualche piccolo gemito o sospiro; sicuramente non voleva che mi preoccupassi ma neanche lui poteva mascherare completamente il dolore che provò all’inizio.

Tuttavia, man mano che aumentai il ritmo si rilassò iniziando a muoversi anche lui per incontrare prima le mie spinte. 

Certo in realtà non fu subito semplice. Senza rendermene conto i miei movimenti diventavano sempre più violenti, e anche se sapevo che me ne sarei pentito in seguito mi rifiutai di sentire nient’altro che non fosse Leo, caldo e stretto intorno a me.

Difatti lo sentii piagnucolare ogni tanto poiché non riusciva a tenere il mio ritmo, per fortuna durò poco.

“Dio. Leo …” ansimai stringendo  le sue spalle così forte da fargli quasi male.

“Aah …” sospirò Leo lasciando cadere le braccia lungo i fianchi, incurvandosi sotto di me “R-Raph …” balbettò.

Sembrava volesse aggiungere qualcosa ma le parole gli morirono in gola, sopraffatte dai gemiti e dalle urla di piacere con cui avrebbe riempito quel luogo.

Venimmo insieme, gridando l’uno il nome dell’altro.

Crollai letteralmente su di lui, ero stanco si, ma mai fui più felice di quella notte.

“Raph …” mi sentii chiamare debolmente.

Alzai lo sguardo verso di lui, il mio fratellone, il mio amante. Stava sorridendo, anche lui era esausto dopo il suo primo orgasmo, ma neanche questo poteva nascondere la sua gioia.

“Ti amo” disse prima di chiudere gli occhi per poi addormentarsi.

“Anch’io ti amo Leo …” sorrisi anch’io, scuotendo la testa “Mi spiace solo di aver aspettato così tanto per dirtelo”

......................... 

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Capitolo 3
*** Mondo triste senza amore ... ***


P.O.V Raph ... 

E’ crudele come la vita, nel momento in cui credi di non poter essere più felice, improvvisamente ti strappi tutto via.

Pezzo dopo pezzo …

Era passato appena un mese da quando io e Leo ci eravamo dichiarati, facendo l’amore nel nostro rifugio segreto.                                                            
Eravamo finalmente felici. 
Ma se da una parte volevamo condividere la nostra gioia con il resto della famiglia, dall’altro avevamo il coraggio rivelarlo.

Troppa era la paura che non potessero accettarlo, soprattutto il sensei, e che potessero cercare di impedire la nostra relazione.

Per questo non raccontammo nulla …                                                    
… finché le cose non andarono a rotoli.

Donatello, Donnie, il nostro amato fratellino … era scomparso.                           

Così, all’improvviso; era uscito dalla tana da solo come faceva di solito quando andava alla ricerca di componenti elettronici e, semplicemente non fece più ritorno.
Svanito, sparito nel nulla, senza lasciare traccia. 

Non avevamo idea di dove fosse, ne se fosse ancora vivo.   

Passava il tempo; la sua scomparsa aveva gettato un’ombra scura sulla nostra famiglia, la quale stava lentamente sgretolandosi: Da una parte io e Leo che, come ho già detto eravamo una coppia anche se non lo sapeva ancora nessuno, dall’altra Mikey e il maestro.
Ma le cose dovevano ancora peggiorare … e precipitarono completamente una settimana fa. 

Il giorno in cui io, i miei fratelli e il maestro affrontammo nuovamente quel bastardo Shredder e i suoi sgherri.                       
Quel giorno segnò la fine della nostra famiglia.                                       

Non lo avrei mai immaginato, ma senza Donnie la nostra squadra non funzionava più.

“Evidentemente ci serviva quella sua testaccia dura” aveva detto Mikey cupamente, senza alcuna nota di allegria.

Quanto aveva ragione!! …                                                              

Senza Donnie la battaglia durò poco o niente.                                     
Eravamo demoralizzati, persi, nemmeno il maestro Splinter combatteva con la stessa forza di prima; ma d’altronde come poteva?! Aveva già perso Karai, sua figlia per ben due volte, perdere anche uno dei suoi figli, così, all’improvviso era stato troppo per lui.

Non resistemmo, e … e dopo Donnie, quella notte perdemmo anche il maestro Splinter.

Non ricordo nemmeno cosa accadde esattamente; quando ci ripenso vedo solo l’immagine del maestro cadere in una pozza di sangue, trafitto dalle lame di Shredder, e Leo che ci urla di ritirarci.

“Perché lo hai lasciato morire!!??” ruggii contro Leo, il quale rimase impassibile davanti a me, gli occhi ceci lucidi e socchiusi che, nonostante vagassero nel buio, sembrava che sapessero esattamente dove trovarmi.

“Non potevamo fare altrimenti Raph” mi rispose trattenendosi dal piangere “Se fossimo rimasti saremmo morti anche noi”

“No!!” replicai con rabbia crescente “Avremmo potuto salvarlo!!”

“Sai bene che non è così, ho dovuto fare una scelta terribile lo so …” mormorò Leonardo 

“Ma era l’unica possibilità!! Dovevo salvare ciò che restava della nostra famiglia e so che è quello che Splinter avrebbe voluto, ti prego Raph … !!”                         

Cercò di avvicinarsi a me, di prendermi la mano nel tentativo di confortarmi ma non glielo permisi e mi allontanai.

“Non mi toccare!!” sibilai. 

Mi diressi a grandi falcate verso l’uscita del rifugio.

“Dove vai?!” domandò Leo tristemente abbassando il capo.                                  

Ma non fece nulla per fermarmi.

“Ovunque è meglio di qui!!” replicai.

Tornai circa tre o quattro ore più tardi, ubriaco come una spugna; ero talmente addolorato, talmente furioso e talmente fatto dall’alcol che … che … non so nemmeno cosa diavolo mi fosse preso.

Tutto ciò che sapevo era che avevo bisogno di sfogare le mie frustrazioni, in un modo o nell’altro, e che … Leo ne era la causa.

Lo cercai per tutta la tana finché non lo trovai nel dojo, seduto sul tatami a gambe incrociate; non sapevo se stesse meditando o meno e sinceramente in quel momento nemmeno mi importava.

Lentamente chiusi la porta del dojo dietro di me.

Non sapevo se Leo si fosse già accorto della mia presenza ma fu solo quando sentì il “Clanck” della porta che si chiudeva che girò la testa verso di me.

“R-Raph …?!” sussurrò appena.

La sua voce trapelava paura, molta paura.                                              

Lo vidi portarsi una mano verso il naso con un’espressione scioccata. 
In qualche modo doveva aver sentito (In quel caso odorato) che avevo bevuto, e parecchio anche, perché poi si alzò subito in piedi, di scatto.

… Per ciò che accadde dopo me ne sarei pentito per tutta la vita …

“Raph …” mormorò Leo impaurito “Hai … hai bevuto …?” domandò esitante, nonostante conoscesse già la risposta.

“E se anche fosse?” replicai io sorridendo malignamente mentre avanzavo verso di lui “Non sono affari che ti riguardano”

A quella frase la sua espressione seppur tremolante, si indurì “… Tutto ciò che ti riguarda sono affari miei” ebbe il coraggio di replicare.

A quel punto non ci vidi più.

Prima che potesse realizzare cosa stava accadendo gli ero già addosso.           
Lo sbattei violentemente a terra, intrappolandolo sotto di me con tutta la mia forza e il mio peso; gli bloccai entrambi i polsi con le mani sopra la testa mentre spinsi ginocchio tra le sue gambe, costringendolo ad allargarle. 

Leo sgranò gli occhi sbattendo più volte le palpebre, incredulo, avendo compreso le mie intenzioni; tuttavia … non reagì.                                                    

Per un’istante rimasi sorpreso del fatto che non stesse facendo nulla per cercare di liberarsi, ma la sensazione passò in fretta … e … e …     

Lo violentai, lo violentai sul pavimento di quel maledetto dojo.

Leo continuò a non fare nulla, nemmeno urlò quando lo penetrai con una brutalità tale da farlo sanguinare … non emise un fiato, tranne qualche piccolo grugnito e sospiro di dolore ogni tanto, accompagnati da poche lacrime lungo le guance.

Non combatté, ne gridò, e anzi!! Anziché divincolarsi, cercò di rilassarsi il più possibile, forse per sentire meno dolore … e pianse solo in silenzio … per tutto il tempo, finché non venni dentro di lui.

Non capii il motivo dalla sua passività, ma era come se in qualche modo lui avesse capito che, in un certo senso, non era colpa mia.                                         
Che non gli avrei mai fatto del male di proposito. 

Quando finalmente mi fui sfogato, la nebbia della rabbia e dell’alcol che mi accerchiava il cervello si diradò, finché …

“CHE COSA GLI HAI FATTO?!” urlò una voce furiosa alle mie spalle.

Mi voltai, era Mikey.

Mikey, l’unico fratellino che mi era rimasto, era lì, sulla soglia del dojo. Mi fissava orripilato e furioso.

Inizialmente non fui in grado di dire nulla, semplicemente mi alzai in piedi.        
Fu in quel momento che realizzai ciò che era accaduto, indietreggiai, sconvolto da ciò che avevo fatto. E con la lucidità arrivarono anche il rimorso e l’odio verso me stesso per tutto questo.

Senza dire nulla mi voltai e cominciai a correre.

“M-Mi dispiace … cazzo!! Mi dispiace!!” gridai senza avere il coraggio di guardarlo.

Scappai via, passando vicino a Mikey, il quale era talmente sconvolto da ciò che aveva visto che non fece in tempo a fermarmi.

Leonardo non si era ancora nemmeno mosso dal pavimento, il viso volto verso la mia direzione “Raph no …” tremava, piangente “Ti prego … non andare …” 

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Terzo cappy!!
Povera famiglia Hamato!! ç_ç ma d'altronde nell'universo SAINW è così che deve andare ...

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Capitolo 4
*** La realtà ... ***


P.O.V Leo ...

Passarono sei anni da quella notte.

Sei anni di dolorosa distanza che Raph si era autoimposto per proteggere quello che non aveva, ne avrebbe mai smesso di considerare il suo unico amore … me.

E allo stesso tempo per punirsi per il peccato che aveva commesso.

Tuttavia, ben sapendo tutto ciò, non smisi mai di chiedermi: Perché?!
Perché era fuggito?!
PERCHE'?! Avremo potuto trovare una soluzione, dimenticare tutto e andare avanti perché … perché nonostante tutto quello che ha fatto io … io … non lo odiavo, non lo odiai nemmeno per un istante!!

Raphael era tutta la mia vita.

Eppure non era più tornato …

Intanto le cose a New York erano peggiorate, in tutti i sensi.
La città era completamente in mano a Shredder, il quale, con i Kraang dalla sua parte era riuscito a mettere in ginocchio quasi tutto il Nord America …                              
… Ed era solo questione di tempo prima che il suo potere si estendesse al resto del mondo.

Io, Mikey, April e tutti gli altri cercavamo di aiutare quanta più gente possibile, di dar loro speranza.

Se solo Raphael non se ne fosse andato.

“Leonardo …”

Mi voltai in direzione della voce, una voce dolce ma allo stesso tempo ferma e sicura con una nota sibilante.

“Karai …” mormorai immaginandomi l’immagine di un sinuoso serpente mutante bianco e argento nel buio davanti a me, che mi sorrideva.

“La missione ha avuto successo” mi annunciò gioiosamente “Siamo riusciti a distruggere quel deposito di armi Kraang!! Il tuo piano era perfetto!! … Come al solito” aggiunse in fine un po’ imbarazzata.
“Ti ringrazio” risposi senza mostrare troppo interesse in verità, cercai di sorridere ma non doveva essermi riuscito un gran che perché la sentii sospirare.

“Pensi ancora a LUI vero?” chiese, l’allegria della sua voce era sparita, sostituita da una leggera punta di stizza e … tristezza.

Preferii ignorarla e annuii, stringendomi nel mio impermeabile nero.                 
Percepii che volesse aggiungere qualcosa ma preferii bloccarla cambiando argomento, senza farle capire che ormai avevo capito da tempo che provava qualcosa per me.

-Sei arrivata tardi Karai- pensai amaramente.                                               
Se le cose fossero andate diversamente …                                        

“Notizie di April e Casey?” domandai.

“Shredder” la sentii fremere nel pronunciare quel nome, il disprezzo che ora Karai, o Miwa se preferite, provava per il suo falso padre a volte mi sorprendeva “Da ancora loro la caccia in Texas dopo la loro ultima spedizione … ma non preoccuparti, quando le acque si saranno calmate torneranno al rifugio”

Annuii.

Un leggero risuonare di passi attirò la mia attenzione.                                    
Uhm … passi leggeri, brevi, veloci la pressione del palmo era maggiore verso sinistra … Mikey.

Fu infatti del mio fratellino, la voce che sentii nel buio.

“Ehi Leo!!” esclamò entrando nella stanza.

“Mikey” mormorai avanzando di qualche passo verso di lui “Tutto bene?” domandai apprensivo mentre la mia mano scorreva lungo la sua spalla sinistra per poi andare giù ove un tempo … c’era il suo braccio.
Lui annuì, rabbrividendo sotto il mio tocco.                                                        

“April mi ha detto che non devo più prendere le medicine, ricordi?” disse anticipando la mia domanda 

“Non sono più a rischio infezioni”

“Bene” dissi solamente allontanando la mano “Mi dispiace …” sussurrai.

“Non è stata colpa tua”

Non era la prima volta che sentivo quella frase, eppure non potevo fare a meno di pensare che … forse, avrei potuto fare qualcosa.                                          
Era ormai quasi anno che il mio fratellino aveva perso un braccio in seguito ad un combattimento contro quella specie di cane schifoso di Rathzar.

“Gli ricambierò il favore un giorno!! E’ una promessa!!” aveva gridato in preda al dolore e alla rabbia mentre April ancora stava preparando la siringa con lo avrebbe narcotizzato.

“Maledetto bastardo!! Maledetto!!” continuava ad urlare.

Sapevo che stava delirando in quel momento, tuttavia rabbrividii nel percepire tutto quell’odio ad avvelenare la voce del mio fratellino, era così … innaturale.    

“Non gli bastavano i miei occhi?” mormorai appena “Ha voluto prendersi prima la vita del maestro, forse ha anche preso quella di Donnie, e …e … poi il tuo braccio!!” balbettai “Cos’altro può prendersi?!”
Sentii il braccio di Mikey e quelle serpentine di Karai stringermi, nel tentativo di calmarmi. 

Nemmeno mi ero accorto di star tremando violentemente.

“Ssssh, la pagherà Leo” sussurrò Karai, probabilmente (Anzi, sicuramente) scambiandosi uno sguardo di intesa con Mik “Gli faremo pagare tutto, tutto quanto” continuò sicura.

Scossi la testa “Non è così facile Karai, e io … io sono così stanco …”                                                                         

Anche se ora era dalla parte giusta infin dei conti Karai non era cambiata molto. Credeva ancora che la vendetta contro Shredder l’avrebbe ripagata dei torti subiti, e quel che è peggio, con le sue idee stava contagiando anche Mikey.                             
Ma la vendetta non le avrebbe restituito Tang-Shen, ne il maestro Splinter; la vendetta non avrebbe restituito il braccio a Mikey, o la vista a me.
Ma loro due ormai combattevano per questo.

Io invece no.                                                                                      

Io se ancora trovavo le forze per combattere era solo per i poveri cittadini innocenti di New York e il resto della nazione, perché volevo dare una mano e soprattutto … perché avevo ancora la speranza che Raph sarebbe tornato.     

“Se solo Raph fosse qui …” sussurrai.

“… Dobbiamo andare ora Leo” mormorò Mikey dopo un po’ “Jackey (Il ragazzo delle pizze) ha intercettato delle comunicazioni Kraan”

Mi asciugai le lacrime prima di annuire “Il camion con il mutageno?” chiesi.

Mikey annuì “Passerà questa sera verso le 23.00, sulla 40esima”

“Dobbiamo assolutamente impadronircene” dissi convinto “Shredder ha già abbastanza schiavi mutanti senza che ne crei altri”

“Che stiamo aspettando allora?” fece Karai.

“Andiamo” ordinai sistemandomi meglio le katana sulle spalle.

Ci muovemmo subito, con il favore delle tenebre, e con un po’ di fortuna quella sarebbe stata un’operazione abbastanza semplice, specialmente se confrontata a tante altre che avevamo affrontato. 
Quella in cui il mio fratellino perse il braccio ne è, purtroppo, un esempio.  

Ci appostammo accanto alle macerie di un vecchio negozio di abiti pronti all’azione. Eravamo io, Mikey e Karai.

Non appena il camion arrivò alla nostra portata lo bloccammo e circondammo, con l’intento di portarlo alla nostra base …                                                         
… Peccato che si trattasse di una trappola!! 

Non ebbi nemmeno il tempo di rendermi conto di cosa stesse accadendo, ricordo solo che udii un 
fragoroso ruggito seguito dalle esclamazioni di Karai e Mikey.

“Tigerclaw …!!” mormorai mordendomi il labbro.

L’ultima cosa che sentii fu il fiato caldo della tigre mutante sul mio collo … 

“Sei cresciuto cucciolo …” disse piano l’assassino, con un tono strano però, che non riuscii a capire.

… dopo di che persi i sensi. 

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Capitolo 5
*** Averti qua ... ***


P.O.V Leo ...

“Aah …”

Mi svegliai di soprassalto, come se qualcuno avesse acceso un qualche interruttore nella mia testa. 

Sentivo tutti i muscoli del corpo indolenziti, più un doloroso pulsare alla testa che mi mise immediatamente sull’attenti. 
Fui confuso e spaventato dal caos di emozioni che mi investì una volta ripreso conoscenza: Calore e morbidezza soprattutto, che però, in quel caso sentii come soffocati e indesiderate.
Non realizzai all’inizio, ma inorridii come la mia guancia strusciò contro un materiale morbido e vellutato … 

-Un cuscino? …- mi ritrovai a pensare –Ma cosa …?!-

Non era solo la guancia; tutto il mio corpo era sdraiato per un lato, a contatto con un qualcosa che nella mia mente prese la forma di un letto.

“D-Dove sono …?!” sussurrai sbattendo gli occhi.

Cercai di muovermi ma … ma non ci riuscii, riprovai ancora, e ancora finché una sgradevole sensazione di abrasione e bruciore attorno i miei polsi mi fece storcere la bocca dal dolore. 

Le mie braccia erano legate dietro al guscio!!

Sentii un’ondata di puro panico attanagliarmi l’anima, panico che si intensificò ancor di più quando …

“Finalmente ti sei svegliato …”

“T-Tigerclaw …?” sussultai, non abbastanza lucido da capire da che direzione provenisse la sua voce. Poteva essere ovunque e da nessuna parte … ero intrappolato nel nulla.

Ad un tratto percepii un artiglio sfiorarmi la guancia, percorrendone il profilo fin sotto il mento; mi tesi come una corda di violino sotto quel tocco, sgranando gli occhi.

“Ne è passato di tempo cucciolo …” mormorò.

Cucciolo. Dopo tutti questi anni mi chiamava ancora così?                                  
Ho 24 anni cavolo!!

“… Sei cresciuto” constatò.

Lo sentii emettere quello che sembrò una via di mezzo tra una fusa e un lamento. Rabbrividii storcendo la bocca, e cercai di inclinare la testa da un lato per sfuggire al suo tocco.

“Tu invece non sei cambiato affatto” sibilai “Lavori ancora per quell’assassino senza onore!!”

Emise un ringhiò cupo alle mie parole e avvertii un fruscio accanto a me, si stava muovendo, si stava avvicinando.

“Ormai è tardi per tornare indietro” rispose.

“Non era tardi quando Shredder ti aveva ordinato di … d-di …” non riuscii a terminare la frase a causa del peso di quei ricordi.                                            

---

L’ultima cosa che videro i miei occhi prima di perdersi nel buio: Una cella oscura, Raphael era incatenato davanti a me nel lato opposto di quella prigione, mi guardava orripilato, urlando. Vidi Shredder che rideva, Baxter Stockman che consegnava un clistere con dentro una strana sostanza trasparente a Tigerclaw, il quale si avvicinava a me …

“Ultimo avvertimento …” aveva detto Shredder.

Raph mi guardava terrorizzato ma io negai con il capo in un ordine silenzioso, non mi importava delle conseguenze … non potevamo rivelare la posizione della tana …

“Tigerclaw …” fece Shredder.

Raph abbassò lo sguardo e l’ultima cosa che vidi fu uno schizzo trasparente infrangersi su i miei occhi.

Il resto furono urla e dolore …

---

“Ti avevo avvertito di non intrometterti in cose più grandi di te” replicò la tigre riportandomi alla realtà.

Si sporse verso di me e … mi prese in braccio!!                                     
Tenendomi contro il suo petto.

“Non mi toccare!!” strillai cercando di divincolarmi, ma tutto ciò che ottenni non fu altro che un’ulteriore stretta attorno alla mia vita “Lasciami!!” 

“Ti ho salvato la vita” rivelò di punto in bianco Tigerclaw "Dovresti essere più riconoscente"

Smisi di muovermi “Cosa?!”

Lui non rispose bensì cominciò ad annusare il mio collo, tirando anche le code della mia maschera per costringermi a dargli maggiore accesso.

Gemetti mentre un brivido freddo mi percorse la schiena.

"Mi hai salvato la vita?" ripetei confuso.

"Shredder aveva dato ordine di ucciderti a vista, ma io non l'ho fatto e così ..." mi accarezzò il collo con le dita "Ti ho portato qui, nel mio alloggio privato"

Ok, ora ero allibito, e stavo per chiedergli per quale motivo lo avesse fatto ma quelle sue carezze indesiderate (Simili a quelle di Raph) mi portarono a fare un'altra domanda “Cosa stai facendo?” domandai quasi urlando, riprendendo ad agitarmi “Lasciami andare!! O se no uccidimi e finiamola qui” sbottai.

Lui si fermò, la bocca a pochi millimetri dalla mia nuca.                                

“Non voglio ucciderti” disse dopo un po’.

“E allora che cosa diavolo vuoi!!??”

“… Te”

Quella piccola, minuscola parola mi ghiacciò il sangue nelle vene “C-Cosa …?” borbottai confuso.

“Non ho smesso un solo istante di osservarti Leonardo” rivelò l’assassino “Ricordo ancora la prima volta che ti conobbi, al nostro primo scontro fosti l’unico ad essere rimasto ancora in piedi rispetto agli altri …” raccontò “… Poi, per ordine del maestro fui obbligato a privarti della vista e ciononostante non hai mai smesso di combattere in prima linea nelle vostre crociate senza speranza …”

Seguii a fatica il suo monologo, ero così confuso … 
Cosa stava cercando di dirmi?

“Passavano gli anni e tu diventavi sempre più grande, forte …” sospirò il felino “Finché alla fine non mi resi conto che con te … stava crescendo anche il mio desiderio” confessò alla fine.    

Smise di parlare, ben sapendo che non servissero altre spiegazioni. 
La situazione era diventata anche troppo chiara.

Tigerclaw!! Il braccio destro di Shredder, l’assassino più spietato del Giappone, il più pericoloso nemico che abbia mai affrontato … attratto da ME?! FISICAMENTE attratto da me!?
E me lo diceva così!? Come se nulla fosse!?

Scossi la testa disgustato all'idea e ricominciai a divincolarmi con più forza ma, con le mani bloccate dietro il guscio potevo fare poco o niente …

Almeno fino a quando non sentii una delle sue zampe abbassarsi lungo il mio corpo fino a finire in mezzo alle gambe. Mi irrigidì sentendo mentre quello che (Teoricamente) consideravo ancora il nemico incominciava a strofinare la mia zona intima, con estrema insistenza facendomi piagnucolare.

“N-No!! Non voglio!! L-Lasciami andare!!” tentennai cercando di chiudere le gambe, nella speranza di farlo desistere “Fermo!! Tu sei pazzo!! Non siamo nemmeno della stessa specie!!” protestai.

Lui ridacchiò alla constatazione "Siamo entrambi mutanti"

"NON E' LA STESSA COSA!! AH-...!!" urlai. 

“Ssssh, non opporti a me …” sussurrò Tigerclaw strofinando il muso contro il mio collo mentre con l’altra zampa libera mi afferrò una delle cosce spostandola a forza, costringendomi ad allagare per bene le gambe.                                                
“Renderai solo le cose più difficili”  


“No!! No!! No!!” strillai.

Non volevo permettergli di toccarmi in quella maniera.                              
Soltanto una persona poteva farlo!! E anche se non la vedevo più da sei anni, è sempre e soltanto a lui che mi sarei concesso, nessun’altro!!


Ma Tigerclaw non era della stessa idea. 

Ghignò, leccandomi la spalla fin lungo tutta la clavicola e l’incavo del collo; il tutto questo senza smettere di strofinare il mio spacco intimo, che, seppur stessi cercando di trattenerlo cominciava lentamente, dolorosamente, a gonfiarsi per le attenzioni ricevute.  

“Bravo cucciolo” mormorò la tigre non appena riuscì ad ottenere il mio sesso fuori dai piastroni inferiori, dritto nella sua zampa.                                              
“A-Ah!! Ah” gemetti sentendo come le sue dita accarezzassero con energica attenzione il mio membro. 

Si spinse in basso, per strofinarlo con tutto il palmo, finché con un artiglio non arrivò a sfiorargli delicatamente la punta. Lì, Tigerclaw strofinò piano ma con insistenza, riuscendo a strapparmi un mugolio acuto.

Il mio corpo rispondeva, ma la mia anima stava andando in pezzi!!                           
-Dove sei Raph?!- pensai, gemendo sotto le carezze di un altro. 

La tigre fece le fusa, soddisfatto del suo lavoro. 

“Ah!! B-Basta … BASTA!!” piansi, scuotendo mollemente la testa “Per f-favore … s-smettila …”
Mi sentivo tutto il corpo dannatamente caldo, specie attorno alla mia erezione, finché improvvisamente il felino strinse con forza la presa su di essa.  Inarcai di scatto la schiena, portando la testa indietro e … venni, violentemente, con un urlo. 

Il mio seme schizzò sulla sua zampa e sul mio petto ansimante, lasciandomi sporco e appiccicoso.

“Ed è solo l’inizio …”  disse dolcemente Tigerclaw spingendomi improvvisamente avanti in modo che cadessi sul materasso, sdraiato a pancia in giù.

Superato il momento di estasi misto a confusione iniziai ad agitarmi mentre avvertii il corpo caldo, possente e ancora tonico dell’assassino schiacciarmi contro il materasso, in mezzo alle mie gambe divaricate.

“No!! No!! QUESTO NO!!” singhiozzai scuotendo con forza la testa “No!! Per favore, n-non farlo!!

“Ssssh!!” sibilò Tigerclaw vicino al mio orecchio “Ssssh, va tutto bene” rincuorò poi accarezzandomi la testa “Non preoccuparti, stai per godere …”

“M-Ma io … io n-non voglio” piagnucolai  piano “Per favore …”

Mi sentivo un traditore, poco importava che tutto questo stesse accadendo contro la mia volontà, già avevo tradito Raphael godendo dei tocchi del nemico, ma ora in procinto dell’atto vero e proprio …

“NO!! NO!!” strillai disperato, cercando di strisciare fuori dalla sua presa “LASCIAMI!!”
Piangevo e urlavo, sentivo il mio cuore battere violentemente contro la cassa toracica, istavo per collassare.

Per pura fortuna riuscii a mollargli un calcio al fianco, che però dato il mio stato e la posizione fu forte abbastanza solo da irritarlo.
Lui ringhiò e mi morse la spalla facendomi urlare dal dolore, per poi riprendere ciò che aveva interrotto ma …

Degli strani boati, come di colpi inferti con una mazza, lo bloccarono lì sul posto. 
Io ormai ero troppo esamine per farci caso finché i miei sensi vennero meno un’altra volta.
L’ultima cosa che sentii prima di svenire fu quella che immaginavo fosse la porta della stanza venire abbattuta e …

Un ringhiò bestiale, molto simile a quello di Tigerclaw solo più sottile “Togligli-subito-le-mani-di-dosso”

… la sua voce.

“R-Raphael …” sussurrai. 

...........................


Eccomi con il tanto sospirato capitolo LeoxTigerclaw, mi sa che il caro assassino mi è venuto un pò OC, anche se credo che visto che sono ancora poche le puntate in cui è apparso si possa lavorare ancora con la fantasia su di lui, specie dal punto di vista delle fantasie sessuali!! XD
Tra l'altro oltre alla LeoxRaph, questa coppia mi piace tantissimo!! 
E siamo quasi giunti alla conclusione, il prossimo cappy sarà l'ultimo!! Bacioni a tutti e alla prossima!!

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Capitolo 6
*** Amore improvviso ... ***


P.O.V Raph ...

Quando Leo riprese i sensi all’inizio mi feci prendere dal panico.

Cosa gli avrei detto?! Come avrei potuto giustificare (Se mi fosse stato anche solo possibile) tutti gli anni di assenza,  anni in cui lui, ma anche Mik, April, Casey e tutti gli altri avevano bisogno di me … e io non c’ero.
Angosciato da tutti quei pensieri mi portai una mano sulla fasciatura bianca che mi copriva l’occhio destro, o, più che altro, l’orbita vuota …

Eh si, perché Tigerclaw aveva cercato di tenersi il MIO Leo (Letteralmente) con le unghie e con i denti!!                                                        
Era perfino arrivato a minacciare di ucciderlo se io e Spike non ci fossimo arresi; peccato che non avesse tenuto in conto gli anni e anni di rabbia e rancore repressi che di lì a breve si sarebbero abbattuti su di lui.

Riuscii a batterlo e a prendere Leo tra le mie braccia ... ma il prezzo fu alto.

Tigerclaw mi prese alle spalle e con una zampata mi tranciò via l’occhio, per fortuna poi intervenne Spike …
In un certo senso non mi spiace che sia finita in questo modo: Leo era salvo e al sicuro, questo importava, e quanto all’occhio … d’ora in poi lo vedrò come una punizione per espiare finalmente le mie colpe.

L’unica cosa che spero … è che per Leo tutto ciò basti.
…………………

P.O.V Leo ...

Quando ripresi i sensi all’inizio non seppi subito se tutto ciò che mi era successo: L’attacco al camion, il rapimento, Tigerclaw e … Raphael, se tutto questo fosse accaduto davvero o fosse stato solo un sogno.
Uno splendido sogno alla fin fine, perché, ok è vero, ero stato rapito; ma era anche vero che Raph era tornato da me.

Ad ogni modo quando mi svegliai mi sentii girare la testa, credo avessi avuto anche un po’ di nausea ma quel che è certo era che non riuscivo a stare in piedi …                      
… aspetta!!                                 

Ma io non stavo in piedi!!

Ero su un letto, credo, e sentivo la presenza di qualcuno accanto a me, qualcuno che … camminava. Fu in quello stesso istante che ebbi un battito mancante, conoscevo quel passo!!

Quei passi pesanti, larghi e netti potevano essere solo di una persona.

“R-Raphael … ?” sussurrai provando debolmente ad alzare la testa verso di lui.

I passi di stopparono all’improvviso e …                                                               
Dopo tanti anni le mie dita incontrarono la pelle della sua guancia; lo sentii sospirare leggermente sotto il mio tocco.                                                                               

“Sei t-tornato …!!”

“…”

Un secondo dopo gli avevo già stretto le braccia intorno al collo, tirandolo con poca grazia, giù vicino a me.                                        
Nascosi il viso contro la sua gola.

La gioia che provai nel mio cuore era immensa.                                         
Raphael, il MIO Raphael. La mia testa calda era qui!! Era tornato!! E non era un sogno, era reale!!
In risposta alla mia reazione Raph appoggiò una mano sulla mia spalla e un’altra sul materasso, vicino a me, cercando di evitare che la forza di inerzia lo portasse a schiacciarmi col suo peso.

Restammo in silenzio per qualche momento finché …

“Ehi Leo …”

Ecco!! La frase più stupida che avrebbe mai potuto dire in quel momento!!               
Talmente stupida che per un momento la felicità si trasformò in rabbia, ricordandomi di un PICCOLISSIMO dettaglio …
Mi staccai di colpo da lui e … gli mollai un ceffone così forte che, ne ero certo, gli aveva rivoltato la faccia!!

“SEI-UN-VERO-IDIOTA!! RAPHAEL HAMATO!!” strillai mentre le prime lacrime cominciavano a solcarmi il viso.

Lui non disse niente, anche se potevo ben immaginare che avesse appena messo un espressione quanto meno sorpresa per quel mio scatto d’ira improvviso.

“Non ti fai vivo per anni!! ANNI!!” continuai “E tutto quello che hai da dire è solo: “Ehi Leo!!”?! Ma con che faccia?! Come hai potuto lasciarci!!??” mitragliai “Come hai potuto lasciare la nostra famiglia?! Come hai potuto lasciare …!?”

La mia sfuriata venne interrotta all’improvviso, quando due mani premettero con forza contro le mie guance e delle labbra catturarono le mie in un bacio.                         

Il sapore forte, caldo … familiare mi fece gemere mentre la lingua di Raph esplorava la mia bocca.

“… M-Me!?” terminai appena ci staccammo per riprendere fiato.

………………………

P.O.V Raph ...

“Mi dispiace …” sussurrai accarezzandogli le guance con i pollici.
Lo guardai dritto negli occhi aspettando che si calmasse, finché non vidi la rabbia venir sostituita dalla malinconica e nostalgia.

“Oh Raph …” singhiozzò dopo qualche istante riprendendo a stringermi il più possibile contro di lui “Dove sei stato?!  ... Mi sei mancato"

“Anche tu mi sei mancato” risposi io semplicemente baciandogli la fronte.

“Ma … dove siamo?” domandò curioso.

“A casa” dissi “Ci sono anche Mikey e Karai, anche se in un’altra stanza non vedono l’ora di vederti, insieme a Slash”

“C-Come hai f-fatto a trovarmi?” replicò.

Aspettai qualche istante prima di rispondere.                                                   
“Anche io e Slash eravamo sulla pista di quel camion d’armi, ma ignoravamo che fosse una trappola”

Lui corrucciò la fronte “Davvero?”

Sospirai “Si”

“Come hai potuto non farti più vedere?!” riprese Leo, nuovamente arrabbiato.

“Leo, io …” esitai “I-Io … volevo solo p-proteggerti …”

“Abbandonandomi?!”

“Lo so, ma ho dovuto farlo Leo!!” ribattei “La morte di nostro padre aveva gettato un’ombra scura nel mio cuore che aveva contribuito a impregnare la mia anima d’odio e rabbia, odio e rabbia che poi si sono riversati su di te …”
Man mano che parlavo la mia voce diventava sempre più bassa e addolorata.
“Dopo quello che ti ho fatto, non mi fidavo più di me stesso. Non potevo più fidarmi a restarti vicino senza rischiare di farti altro male” continuai “Dovevo liberarmi di tutto quel rancore, e poi allora, SOLO allora sarei ritornato ma … poi ho visto Tigerclaw portarti via e …”

“Raph …”

“Uh?”

“… Grazie”

………………………

P.O.V Leo ...

“… Grazie” sussurrai tirandolo lentamente giù, sopra di me.

Ero stanco di sentire scuse, ero stanco di aspettare … ero stanco di non averlo più vicino a me, in tutti i sensi.

“Grazie per avermi salvato” dissi dolcemente prima di premere le mie labbra sulle sue.  Durante il bacio, mi distesi completamente sotto di lui, allargando le gambe per fargli spazio “Ma mi sei mancato così tanto …”

Raph ringhiò nel bacio, cercando gentilmente di staccarsi da me.                           
Tanto da farmi temere che non volesse farlo.

“Raph …” mormorai separandomi leggermente da lui “C-Cosa c’è …?” domandai preoccupato “Non … non mi vuoi?”

“No!!” si affrettò a rispondere lui “Non è questo, io … io ti voglio più di ogni altra cosa al mondo ma non posso fare a meno di pensare …”
-A ciò che è accaduto tanto tempo fa- terminai mentalmente per lui.                      

Raph ciò che è accaduto non mi importa” affermai con forza “Io ti amo, ti ho SEMPRE amato, e ti amerò comunque, qualunque cosa accada”

Restammo in silenzio per un po’, finché non sentii le sue spalle tremare improvvisamente sotto le mie dita.

“Oh Leo …” singhiozzò “Sono … sono così felice di essere tornato” borbottò affondando famelicamente il viso nell’incavo del mio collo.                                         
Sospirai di piacere alla sensazione della sua bocca, della sua lingua sulla mia pelle.

“Raph …”

“Hai un sapore ancora più buono del giorno in cui ti ho lasciato” mormorò contro la mia gola dopo averne mordicchiato leggermente la carne.

Mi schiacciò contro il materasso, stringendomi fortemente a lui come se da questo dipendesse la sua stessa vita.

Mi baciò il viso, la bocca, il collo …

Ero rimasto senza fiato; ma era così felice!! Lacrime di gioia pizzicavano di nuovo i miei occhi. Dopo tutto questo tempo, dopo tutto ciò che abbiamo passato, ci desideravamo ancora a vicenda con la stessa forza, lo stesso impeto …
Esitante, provai a posare le mani sulle spalle di Raphael, cercando di farmi dare più spazio tra lui e il materasso.

Ma Raph non si mosse di un centimetro.

“Ti voglio Leo …” sussurrò “Ti voglio, ti desidero …” continuò lasciando una scia di baci e succhiotti lungo il mio corpo, sempre più. Mi prese i fianchi, tirandomi verso di lui con più forza e mi baciò l’interno coscia mentre gentilmente mi obbligava ad allargare le gambe.

…………………

P.O.V Raph ...

Quando la mia lingua lambì il suo spacco intimo, Leo si lasciò sfuggire un mugolio abbandonando pesantemente la testa sul cuscino.
Aveva il respiro spezzato e le sue membra tremavano sotto il mio tocco, in attesa di più.

Dio, quanto mi era mancato il sapore della sua pelle …

Mi abbassai verso la sua zona anale, adocchiando la piccola coda che si agitava allegramente; la catturai in bocca, succiandola e leccandola delicatamente.

“Oooh …” gemette Leo, lasciando che il suo corpo rispondesse ai miei stimoli.

Lasciai andare la sua coda tornando a concentrarmi sul suo ano.

Sentivo il mio sesso palpitare dolorosamente, già pronto a fare il suo dovere. Volevo prenderlo, lì, ora, nient’altro aveva importanza; avevo aspettato così tanto tempo … così tanto …
Senza più esitazioni gli afferrai le cosce con forza e mi spinsi dentro di lui.

Una spinta sola, secca, che fece urlare entrambi.

“Aah!!” esclamò Leo agitandosi timidamente “Ah!! R-Raph …”

“Si, continua a dire il mio nome Leo …” lo incitai tra una spinta e l’altra, ansimando “Urla se vuoi, ma continua a dire il mio nome”

“Raph uuuhmm … ah!! Raph …” piagnucolò lui socchiudendo gli occhi chiari “Raph … t-ti amo …” sussurrò.

Dopo un ultima, potente spinta venni.                                                         

Versai il mio seme dentro di lui, segnandolo come mio, ancora una volta. E Leo urlò venendo subito dopo di me, urlò il mio nome con tutta la forza che gli era rimasta.

“Ti amo Leo …”

“Ti amo Raph …”

Non sapevamo cosa ci avrebbe riservato il futuro, ma di una cosa eravamo certi: Mai più avremmo permesso al dolore e alla paura di separarci, mai più …


..............................

Ciaoooo!!! ^^
Ecco finalmente il tanto sospirato ultimo capitolo con cui chiudo ufficialmente la mia seconda storia a più capitoli!!! PE-PE!! PE-PE-PE!! PE-PE!! PE-PE-PE!! PEPEEEEEE!!!!
... Ok, basta con gli scleri!! Beh, che altro dire grazie infinite a tutti quelli che mi hanno seguito, hanno commentato o anche solo letto!!! Alla prossima storia!!

 

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