(¯`•.¸_¸/* Mirage *\¸_¸.•´¯)

di LordRandal
(/viewuser.php?uid=57600)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 07/08/2008 ***
Capitolo 2: *** 24/08/2008 ***
Capitolo 3: *** 24/08/2008 (2) ***
Capitolo 4: *** 14/09/2008 ***
Capitolo 5: *** 23/09/2008 ***
Capitolo 6: *** 03/10/2008 ***
Capitolo 7: *** 05/10/2008 ***
Capitolo 8: *** 14/10/2008 ***
Capitolo 9: *** 23/10/2008 ***
Capitolo 10: *** 28/10/2008 ***
Capitolo 11: *** 30/10/2008 ***
Capitolo 12: *** 03/11/2008 ***
Capitolo 13: *** 08/11/2008 ***
Capitolo 14: *** 12/11/2008 ***
Capitolo 15: *** 17/11/2008 ***
Capitolo 16: *** 24/11/2008 ***
Capitolo 17: *** 27/11/2008 ***
Capitolo 18: *** 2-4/12/2008 ***
Capitolo 19: *** 12-13/12/2008 ***
Capitolo 20: *** 21/12/2008 ***
Capitolo 21: *** 25/12/2008 ***
Capitolo 22: *** 02/01/2009 ***
Capitolo 23: *** 02/01/2009(2) ***
Capitolo 24: *** 12/01/2009 ***
Capitolo 25: *** 21-22/01/2009 ***
Capitolo 26: *** 26/01/2009 ***
Capitolo 27: *** 03/02/2009 ***
Capitolo 28: *** 6-7/02/2009 ***
Capitolo 29: *** 21-26/02/2009 ***
Capitolo 30: *** 05/03/2009 ***
Capitolo 31: *** 08/03/2009 ***
Capitolo 32: *** 16-17/03/2009 ***
Capitolo 33: *** 05/04/2009 ***
Capitolo 34: *** 21/04/2008 ***
Capitolo 35: *** 10/05/2009 ***
Capitolo 36: *** 20/06/2009 ***
Capitolo 37: *** 01/10/2009 ***
Capitolo 38: *** 30/10/2009 ***
Capitolo 39: *** 29/11/2009 ***



Capitolo 1
*** 07/08/2008 ***





L'inizio e la fine: il serpente

Quando arriverò al cuore
della mia esistenza
e sarò vecchio come le sofferenze
delle ossa del mondo,
vorrei poter dire
al mio confessore
al mio giudice
a Dio
ai miei amici.

Amici,
guardando nell' essenza
che io
sono vissuto
ed ho potuto
sentire la mia anima immensa,
con la presunzione
di poter affermare

che io
              Sono vivo.








___________________________________________________________________________________________________________________________________


Questa è la prima: come il serpente della mitologia africana la poesia torna infine su se stessa mordendo la sua coda e la raccolta, se mai terminerà, finirà con una rivisitazione di questa prima ed immatura composizione che spero alcuni abbiano chiamato poesia. Detto questo, il mio viaggio nella poesia e nella mia anima è appena cominciato: buona lettura




Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 24/08/2008 ***







Figlia del Sangue

Ella che serba boccioli
di ghiaccio e di fuoco,
in un sudario
di sangue e frammenti

disinvolta accarezza
un cuore spinato.




Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 24/08/2008 (2) ***





Alma divina,

serra sublime
al mondo dischiusa,
vita vibrante.
Universi,
nel battito d'ali
di una farfalla
intensi sorgono
e circondano, lambiscono.
Emozioni assordanti
palpitano nel vento.
Dita che sfiorano
l'essenza,
petali e spine.
Primavera

Serra rinchiusa,
ceppo solingo
e cristalli opachi.
Tenebra,
nell'aria atroce
e fangosa
pulsante sanguina;
e note di basso.
Falena vetusta
che impolvera emozioni.
Coltre di freddo
che s'inspessisce.
Rovi e tramonti.
Sonno,

Alma negra

Questo sento,
et excrucior.


Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 14/09/2008 ***





Canto della morte scintillante

Dormi tesoro,
dormi ancora e in eterno.
Sprofonda nel fiume
del tempo, che culla
l'anima spossata dall'esistenza.
Respiralo ad ampie boccate
che sfumano ogni colore
e ne cancellano il ricordo.
Dimentica il bello
ed abbraccia l'oscurità calda
del grembo di Cibele,
che veglierà sul tuo sonno.
Ella che ti offre oblivione
e poi ti addormenta
nei sospiri.

Che senso ha il ricordo
s'ella dalla terra
ti rivive,
tu parte di nuove esistenze?


Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 23/09/2008 ***





Canto delle rose rosse

Meraviglioso,
bocciolo di concede
in gran bufera.
Offre il ventre
a lame di tempesta;
stilla bramata
da tempo immemore
bruciante scaturisce.
Ora che il vento
d'essa si nutre e tigne,
altre la seguono
in frenesia sublime.

Vermiglio,
si nutre il bocciolo;
richiama a se il sangue,
ora saturo
d' antichi furori e bisbigli
del tempo degli avi.

Lupo,
brama la vita che palpita
dalle sue ferite, ora cicatrici.

Trionfante,
s'è destato il fiore,
che può tesser da subito
il suo muro di spine.


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 03/10/2008 ***






Canto della morte onirica

In immensi spazi
tinti d'opale
uno spettro ondeggia,
liquido d'ametista,
e con ogni pulsazione
riflette ed amplifica
universi di possibile.

Ammalia le ombre
del cuore dell'uomo,
che danzano attorno
alla sua frenesia
di miraggi d'arcobaleno.

Pur egli offre il colore,
ma non sopisce le essenze
d'oscuro che, bramando il vivente,
mutano piano a depravata la danza.


E nel buio profondo
del mio essere nascosto,
una medusa stupenda
con un colpo d'artiglio
si lacera e muore.




Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 05/10/2008 ***







La danza delle vittime

Creo ed immolo chimere
ad ogni tuo sguardo
di zaffiro incrinato.
Ne intreccio le membra,
vestite d'ogni gemma,
e, spietato, ne scompongo
l'armonia sublime
con la lama d'un pugnale
ed il fuoco della psiche,
non un manto manca sulla pira,
e bevo il loro sangue.
Creature del serraglio
che con lame di rubino
ne squarciano i confini.

Così, prima che di nuovo
s'aprano il passo
nel mio cuore imperioso,
con strali e strida,
ancora le immolo
davanti ai tuoi occhi.


Non urlano, forse, perchè
mai fu dato loro
di poter spiegare le ali?









___________________________________________________________________________________________



Colgo l'occasione per ringraziare di cuore hachi92 che mi segue e commenta con costanza: mi fa molto piacere che tu abbia apprezzato queste ultime due(poesie?) in particolare, perchè hanno per me un grande significato emotivo.
Lo so che sono un furfante a non leggere e commentare almeno una tua fic. Prometto in questa sede che lo farò ^_^



Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 14/10/2008 ***








Il Cavalcagrifoni

Rendimi i calzari,
mia dolce follia,
chè la selva mi aspetta.
I suoi nodi scuri
sono tinti di rosso
ed io ci devo giocare.
V'è la strana diceria
che hanno catturato il destino.
Mi attende lì, alla locanda,
dentro a boschi e tramonti
ed io ci voglio parlare.

Qui, la bufera è imperiosa:
i boccioli del giardino
hanno tutti preso
il loro congedo.
Perchè hai sciolto
i miei neri cavalli,
tu furtiva puttana?

Rendimi il mantello;
è tempo di peregrinare.
Portami le mie monete,
chè devo giocar col destino
e procurarmi un destriero.


Oggi accetta il mio addio:
qui il clima mi violenta
ma la selva è mistero.







__________________________________________________________________________________________________________________



Ok questa credo sia la mia preferita. Vi prego non trattatela male, perchè le voglio proprio bene :-)
Che dire....questa è x Chaosreborn_the_Sad che è uno dei miei più cari amici: ti ringrazio profondamente per tutti i commenti che hai lasciato, anche -e soprattutto- perchè capisci DAVVERO quello che scrivo, allo stesso modo in cui io e te ci intendiamo su molte cose.Grazie ancora.



Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 23/10/2008 ***







Pianto della quercia

Grigio vecchio,
sono ancora qui.
Il canto dei passeri
si perde nel ricordo
appassito dall'inverno.

Tornano ancora
le melodie degli usignoli
Lottano e si schiudono
i boccioli rattrappiti
dallo spietato inverno:

Fanciulli ora vecchi
risorgeranno nel domani
dal grembo della Madre.
Ed io sarò ancora qui
dove giacciono già
le mie antiche ossa.

Sfiderò il destino
aspettando la tua voce.
Gli elementi a ferirmi
cranio e cuore.
Sacrificherò canti
di pettirosso
al tuo tocco.


Regina
delle mie tempeste
mordi la ragione
e congeli ancora
i miei passi.







___________________________________________________________________________________________________________


Oggi un grazie speciale a Vampire Berry che ha apprezzato tanto quello che ho scritto.Vi consiglio la sua ultima poesia.Questo mio scritto(poesia????) è il più emblematico della mia condizione.Ditemi che ve ne pare.



Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 28/10/2008 ***







Miserere al Creato

Sotto un cielo disumano
che oggi mi schiaccia il capo
e piega la mia ragione,
con primordiali urla
rovino sulla scura pietra,
foriera di cicatrici,
                      senza più sogni

Ahime! Le punte atre
attaccano il mio ventre
'sì offrendo loro i palmi
ancora levo gli occhi
ed ho trovato il tuo volto
a regalarmi un sorriso
                      e mille coltelli


Rido,
chè gli astri son sublimi
ma la carne vivente.

Tremo
chè il cielo è sereno
ed il cuore tempesta.




Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 30/10/2008 ***






Figlia della Luna

Febbre celeste,
discosta il velo
ed offrimi il volto:
devo vescermi
del tuo tocco.

Poichè sei sospiro
sussurrato nottetempo,
prima che sia il sogno
a mitigare il tormento.

Tu che puoi salvarmi
dal buio nei miei occhi



Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 03/11/2008 ***







Onirismo

Sulla curva esistenza
con lo sguardo colgo il sole,
raccolgo le mie lacrime
e ne traccio le parole:
un barlume di certezza.

Non posso rinunciare
ai sussurri del mondo,
che scaldano il mio petto.
Vorrei seguirne la voce
oltre i neri cancelli.

Però non mi è concesso
staccarmi dai tuoi sguardi.
Tu che nell'ora più scura,
avrai sempre il mio fuoco
ad incider sulla carta

le carezze del destino
sul mio sogno più folle.




Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 08/11/2008 ***







Canto delle rose nere

Fosse un dio men crudele
scosterei i manti scuri
da ogni vecchio specchio,
vederne la polvere
a gettarsi nell'ombra.

Potessi sospendere
la coltre dell'inverno
per levarne le vesti
su di un uomo diverso:
precipitarlo nel sogno.

Vescerei rose nere
al canto degli occhi





Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 12/11/2008 ***







Canto del Mondo


Sia gloria a Delfi

in un tempo di fuoco

desto l'oracolo,

redivivo nel giorno

del crepuscolo umano.


Senti la voce

della chiara sibilla,

oggi che svela

dei secoli il mistero,

l'onirismo del mondo.


L'anima inquieta,

pur non scrive la storia,

freme nel sonno:

c'è odore di tempesta

ed il giorno è rovente.


Alte le croci,

ascoltate i profeti:

ora di veglia.


Sentite ancora

il canto delle nubi,

quello che dice:


Nell'alba oscura

follia nelle strade

senza dei il cielo.








__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Questo è un urlo alla razza umana, che deve risollevarsi dall'abisso in cui si sta inoltrando e dal grande buio e vuoto di un'epoca che non sa più cosa sia umano e cosa sia il sentimento, che stravolge ogni cosa e distrugge le menti.
Vi prego, commentatela. Ci ho messo l'anima
Con questa poesia ho iniziato a scrivere in metrica^_^Chiedo soprattutto a chi è competente sull'argomento eventuali delucidazioni


Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 17/11/2008 ***








Tramonto


Pur come esistenza a farsi passione

D'ogni lume la final frenesia

o Crepuscolo, cancelli ragione

i miei cieli tessi e poi muti a poesia.











Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 24/11/2008 ***








Il nettare degli Dei


In verità vedi, mia nei sospiri

com'hai già scelto il trucco e il vestito

quando il cuore folgora e t'ammiri

perfetta ogni istante, e il tempo è finito


Ed in vero solo ora discerno

come portai, poeta, la mia mente:

negare coi tuoni ogni apparente

per descriverne gli abissi d'intorno.


Sì anch'io scelsi una via che ferisce:

lo scriver, ed in scrivere esser vivo.

fia il canto giglio che non appassisce:


Il tender ragione al chiaro infinito,

berne il liquore che vita abbellisce.

Inebriarmi di tal gesto inaudito.










Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 27/11/2008 ***








Squarciare il velo



Stridano nel ventre dei vermi mortali

Le drastiche grida dei cuori più pronti


Aurato peana a mutare le menti,

Fuoco spargendo in sì tempi bestiali


Ne le vene ferme, nelle fredde ossa:

Pensier che su ragion emozione possa.









________________________________________________________________________________________________________________________________________________


Questo è il grido entusiastico di coloro che sanno che l'essere umano non è superiore alla bestia per la propria ragione ma per il magnifico arcobaleno di sensazioni, emozioni e passioni; che ci ricordano ancora: voi siete uomini.

Direi che questa poesia come le tre precedenti segna un cambiamento nel mio modo di scrivere e nella mia anima. Questa poesia è così diversa dalle prime, eppure noto che il filo conduttore che la muove è forse lo stesso della mia prima poesia. Sappiatemi dire se sembra così anche a voi. Vorrei ringraziare coloro hanno continuato a seguirmi sin da quelle prime composizioni, ed in particolare oltre ai già citati nelle poesie precedenti:

ipeorsky, colui che più di chiunque altro capisce sempre quello che dico tra le righe; ed è sincero nei giudizi

Chamelion che gonfia il mio ego a dismisura con i suoi commenti, pur ponderati e precisi e con cui ho potuto fare discorsi molto interessanti

Takke che con il suo atteggiamento ipercritico mi spinge a sperimentare, cambiare, migliorare anche se a volte mi infastidisce non poco proprio per questo suo atteggiamento e per le sue idee diametralmente opposte alle mie

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 2-4/12/2008 ***








Brama e Tuono


Quanto non scalda e m'è al cor bruciante

Il tuo caldo tocco, che or mi perde

E fia ricordo nell'aria pulsante:

Questo fatal vagar che'l sonno morde.


Quant'è delirio peggior che notturno

Languire, sprofondare e poi morire

Nelle tue braccia, che dolce dolore

Restar lì e ignorar il nuovo giorno.


Ma si stringon le spire della sorte:

Ti fuggo ora, poi perderei ogni intento.

Fia folgore l'anima in vie men strette,


Oltre ed oltre andrò alle immani vette

Spargendo queste ombre infuocate al vento

Ed altre che non son ancora sorte.










Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 12-13/12/2008 ***







Selva dei Sospiri


Scorgi come danzano queste fronde

Agli echi ancestrali dell'infinito

Con natural gesto vivo ed ardito

Sulle sue antiche onde;


E gli addii e i congedi della storia

E i noti segni d'un antico fuoco

Fian parole tra i rami in questo loco

Ameno, di memoria.


Respira e scorri nel suono del mondo

Chè le nebbie or son chiare e svelate

E gli echi son echi di vie intentate

Che ora stanno nascendo.


Non vedi, sospiro, quest'infinito

Tramonto, com'echeggia le passioni

Che con le vene vibrano ogni sito,

Già pure possessioni.


In vero così credo e vesto ancora

Nei miei versi il tuo volto dell'aurora

Poichè non me n'è data la parvenza

Io lo cerco nel giorno


E nei sogni che scuotono il notturno

Nelle foschie ne scorgo l'essenza

Ed i miei templi di tempeste adorno

M'ammalio di possenza



                               










Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 21/12/2008 ***










Dioniso



Non lesinare i passi, Uomo, nella tua notte.

Ch'alle soglie il pensier ti lascia,

Ed ora ti puoi perder nel richiamo più scuro,

Unirti agli ululati, al peana dei sensi,

Delirio!

Avanzare nel buio, carezzato dai secoli.


Ti prende

Una tal ubriachezza di note, di liquore:

Soccombi sul cammino, ti ridesta il Destino

Col canto,

Col Cècubo sincero


E dall'incubo sorge qualcosa che è vero.

In un caleidoscopio d'esistenza sei perso

E ridi come un folle del mondo, degli uomini;


Chè in un rosso calice

Aurato

Si perdono gli imperi e i sogni grandiosi

D'ogni conquistatore.


Ti prende un tal tremore che danzi in spirali

E t'unisci al cantare,

Ignaro

Dei gioghi della Sorte, ora ci vuoi salvare.

Abbandoni le soglie ed in un gioco nero

Intessuto di porpora, Noi dipaniamo insieme

Le doglie

D'un secolo dolente


Quindi credi: son Bacco

[E mi cingi le membra

[E mi baci la bocca

Verità tempestosa eppur delirio insieme

Ma spoglio già delle frenesie

Sì meschine ed umane, che belle ti possiedono.

Tu non negare adesso la brama ch'hai di me,

Che tra le tue pazzie son la gemma più bella


E nel vagar fatale

Io cupamente vago

Son l'ali dell'Immago












_______________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Il Cecubo è un vino rosso piuttosto forte e di origini molto antiche, nel caso ve lo steste chiedendo. Colgo l'ocasione per ringraziare tutti quelli che mi hanno seguito e commentato fino a qui.
Grazie
Davvero

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 25/12/2008 ***








Vento di Dicembre


Frusciando nubi

Nell'immane celeste

Mi separano piano

Dall'infinito

E da segrete cose

Che diventano nebbia

Nel trascinarsi,

Morte ma non immote,

In un vento possente

Che come sabbia

Sparge semplicemente,

Togliendovi un senso

Il Tempo









Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 02/01/2009 ***






Angoscia



Tedio di vita

Giacer in giaciglio

E sentirne le spine

Balzar presto dalle coltri

E tendersi invano al sublime

Perire in un divino calore

Cullar nel vino l'anima sfinita

Per bruciarsi le vene con il liquore





Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 02/01/2009(2) ***








Inquietudine





Oggi

Il vento

Porta sulla pelle

Strani echi












______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
leggete anche la precedente, ne ho inserite due nello stesso giorno^_^



Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 12/01/2009 ***








Morte Nera Morte Bianca


Si spossa il cuore

[e l'ossa

Nel proceder del giorno


S'oblia il dolore

[e la vita

Affondando nel sonno


Quando io sogno

[incoscente

Varcherai la mia soglia?


Contemplerai

[lasciva

Le mie membra indifese?


Con dita tese

[esangui

M'accarezzerai il capo?


Vade retro, Cagna!

Torna domani

Quando io son desto

Chè il penser

D'avere te accanto

Nudo, dentro al letto

M'è grande male

[e mi sprofonda il petto


Troia, Bestia!

Ch'entri in casa.

[la mia casa!

Sei nel canto*

Più scuro

Dove folle

Io non guardo.

Prendi posto

Nel mio letto

E poi muti

A Delirio

I miei sogni!

Carezzi sì

I capelli

E le gote

Finchè fian

Scolorate

E fredde?


Basta ridere!

Bianca

Puttana

Ghignante


Non celarti!

Vacca

Putrida

E prava


Mostrati per via

E ridimi in faccia.

Chè il penser

D'avere te accanto

Nudo quindi inetto

M'è grande male

[e mi consuma il petto












*cantone, quindi angolo



Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 21-22/01/2009 ***









Elogio alla Follia


Lambisce l'intelletto scale di nullità

Sceglie nella sua ascesa di ferirsi le dita

Rendendo all'anima

Il Delirio d'una vita infinita


Lo prende per la gola una saggia verità

Invischiandolo in baci simili a ragnatele

Si mesce torbido

Al Delirio in bufera e gonfia le vele


La mia saggia pazzia trova nuova lealtà

Penetrano in spirali i suoi venefici strali

Malìa di tenebra

Al Delirio sacrifico tutti i miei mali


Porto sulla mia pelle tante vecchie tempeste

Legata salda in cintura

Una collezione di teste

Carpite nel tempo senza premura


Voglio bruciar la storia e calpestare gli annali

Nella mia licantropïa

Son io a lanciar gli strali

In un peana furioso alla Follïa















__________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

I puntini sulle "i" significano che queste vanno lette in dieresi, ovvero il dittongo viene letto come due sillabe, lo preciso a scanso di equivoci( Takke^^).
Colgo l'occasione per ringraziare tutti quelli che recentemente mi hanno letto e recensito, mi ha fatto molto piacere!! Grazie

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26/01/2009 ***








Malinconia


Viscosamente arrancano i momenti

Cantando è ormai roca la voce

Vecchie litanie stanche e fumose

Non è questo un dolore buio od atroce

Ma un cielo di piombo sulle spalle

E le braccia secche della foresta

Che si protendono verso il grigiore

Assieme al fumo di una sigaretta

Che crepita vermigliamente piano

In questo impero opaco








Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** 03/02/2009 ***







L'ultimo giglio bianco


Prendi a manciate i tuoi petali di sangue

Poi l'ultimo giglio preso a coltellate

Che ora sporcato giace, silente e langue

Vermiglio per lame affilate


Spargi grida sul mio giardino incantato

Solo del mio sangue è insanguinato

Ma non vuole morire


Prendo ad unghiate i miei petali proni

Tingo le ferite di nere illusioni

La Bestia è destata


Di rosso s'è tinta le mani ed il viso

Di rabbia grida amara e ghigna un sorriso

Trionfa la furia del giglio insanguinato

Che ride del vecchio passato


La Bestia è desta, sfigura il giardino

Vuole sfregiarlo sino all'ultimo seme

La Bestia fa festa, bestemmia il Destino

Sghignazza eppur muore insieme


Gli occhi son di bragia, di pura emozione

Ma non possono trattenere una lacrima

Sangue dell'illusione













______________________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Questa è molto sofferta, come l'occasione in cui l'ho scritta...spero piaccia. Voglio ringraziare Amy_Mercury per la sua recente recensione. Mi ha fatto davvero bene




Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 6-7/02/2009 ***





Empireo


Oggi leviamo i calici

Bruceranno le labbra


Berremo il soffio degli spiriti

E l'Infinito nei sospiri


Dissolverà le membra

Le anime squarceranno il velo


Le iridi sono di tempesta

E possiedono il cielo


Qui la vita ci viene resa

Qui noi siamo eterni nel sogno


Ma la corda è tesa

Fatal strale ghigna d'attesa


Bieco il ghigno che tende l'arco

Bruciamo vita e amore


Che il tempo predone è parco

E parco essendo presto muore







Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 21-26/02/2009 ***







Cantico dei Dannati


Tutti errammo folli gioiosamente.

Immolammo la virtù all'ardore.

Ghignando noi, giammai ci venne in mente

Che a morir sull'altare fosse il cuore.

Ma non colma il vizio spirti malati

D'una gioia ormai persa nel ricordo

In chi da tempo alla sua voce è sordo

Ma unisce la sua al coro dei dannati.


Nella notte ci perdemmo tra strade

Polverose ed ubriache di peccato;

Tra muri sporchi di sangue seccato

Di chi a Delirio cede e infine cade,

Di altri cristi che di qui son passati

Con un riso folle e stolto alla Sorte

Portando sull'ombra un profumo di morte

Cantando i sonni bui dei dannati.


Il giorno strisciò piano nelle vïe,

La sua aurora soffocata nel fango:

Una luce scura sulle follïe

Nel gelo del primo vento ramingo.

C'inganna ma noi non siamo ingannati

Poichè porta l'identico colore

Del sole quando in vespro muore,

Lo stesso ch'è così caro ai dannati


Suggellammo infine il nostro bel patto

Di drogarci solo d'Eternità

E con un gesto grazioso e distratto

Piegammo i sorrisi alla volontà

Nostra, a quella brama di tempesta.

Ma cosa fu danzare forsennati,

Il corpo rotto ma l'anima desta,

Se non fregiarsi del nome Dannati?


----


E non dite mai che voi non sapevate

Che le vostre pazzie le vostre ferite

Avremmo infin neramente esacerbate

Per la cupidigia che di noi voi sentite

L'amor che offrite il potere che date

La Morte porta memorie immeritate

Sorrisi antichi che anche noi conoscemmo

Prima di derider la felicità.


Nelle carezze d'una candida rosa

In un viso di fanciulla ritroviamo

L'Amore di chi da sempre raggiriamo

Di chi ancor vuol cullarci l'anima rosa.

Però non rendeteci nell'ultima ora

La libertà empia del vostro perdono

Per le nostre mani atre non v'è condono

Poichè siam Dannati e peccheremo ancora








_____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

è da tempo che non scrivo e mi sentivo piuttosto male proprio per questo. Dopo un po diventa un bisogno viscerale quello di riversare noi stessi nei nostri confusi versi. Ultimamente ero troppo impegnato a vivere per poter scrivere, anche questo è vero. Tuttavia restava quel bisogno latente di graffiare il foglio e magari in modo meno confuso che nella precedente, quindi, finalmente, ecco la mia nuova, reduce dell'aver letto quell'insano genio di Wilde. Spero vi piaccia, ci ho messo tutto quello che avevo


Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 05/03/2009 ***








Maudit


Dormo assai lungi dal camposanto

Coi versi neri del mio nero canto

Perchè nel viver, nel dirmi vivo

Fui letto dagli altri come cattivo

E non bastò ch'io scrivessi da solo

Giacchè per loro non era un lavoro

Affondare la penna dentro al vero

Degno d'un uomo onesto e sincero

Ma d'un meschino, un predone, un fetente

Destare le ombre in fondo alla mente

E nei miei versi da voi maltrattati

Canto le amanti degli alcolizzati,

Non vi dolcifico la medicina

La brutalità qui regna sovrana,

La mia regina è soltanto poesia

Mi culla la notte e nelle intemperie

Le atrezze più dure Lei fa men serie

Ma un dottore la chiama mania,

Questa mia bella regina gitana,

Fregiata dai folli del nome puttana

Ma tacciano me di loro follia,

Verso un manicomio mi portano via

Ma io ho un bel ghigno intelligente,

Legato dentro alla volante

Perchè son sull'ali della poesia

Ed è un pugnale che io nascondo

Mi chiedon "chè ridi?" ed io gli rispondo

Con coltellate tuffate in profondo.

Nel loro petto io mi ritaglio

La libertà che m'è stata rubata.

Nel loro petto io mi ritaglio

Un pezzetto di cielo ed anche le stelle;

Pagate il torto con la vostra pelle

Io riprendo la mia terra incantata

La godrò dopo per ora mi squaglio

Parto repente con la prima barca,

Festeggio il successo con tanto vino

Brindo a me stesso brindo al Destino

Però al porto mi attende la forca

Nel salir gli scalini io barcollo,

Aspetto poi che mi taglino il collo.







Dormo lontano su un colle di grano

Che voi come me chiamate profano



Giace da sola la mia carogna

Per la libertà ebbi in cambio la gogna



Dorme da solo il mio corpo tapino

Mi troncaste voi e non il Destino











____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

A tutti i poeti maledetti

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 08/03/2009 ***







Sirio


Mai ebbi felicità più vera

Come in quella notte di luna nera

Mai trovai che fosse un giglio più bianco

Di quello curvo ad un nero canto

Più fine sotto cieli di tormento


Mai avrò l'anima più viva

Di quando morsi iridi in tempesta

Per quanto io viva

Per quanto io scriva


Mai avrò felicità più vera

Come in quella notte di luna nera

Quando i lupi smisero di parlare













____________________________________________________________________________________________________________________________________________________________-

All'unico giglio bianco

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 16-17/03/2009 ***





I Fiori di Fuoco
o Canzone per Baudelaire



Cogli i tuoi fiori

Di fuoco bagnati

Gioca i tuoi ori

Contro il Destino


Cogli il tuo loto

Di speme risorte

Chè in questo voto

Scordi la morte


Ma se troverai

Dolore nel fuoco

è lungo la vita

Che io ti edòco


Vedrai le tue dita

Nuove al periglio

Ardere rosse

Strappando un giglio


Quindi cogli una rosa

Che non ti taglia

Ma che ti brucia

E poi t'abbaglia


Cogli le viole

Dell'Illusione

Quel che ti duole

Sarà la passione


Di chi ne disse

Senza giocare

E poi le descrisse

I fiori del male








Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 05/04/2009 ***






Notturno


Muore la nostra ragione

Alle carezze del buio

L'obsolescenza d'esistere

Cola via dai corpi

Solo allora urlo d'eternità








Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 21/04/2008 ***








L'amante dei Lupi



Luna, ancora

Il mio ragionar nero m'è caduto

E glaciale la tua alma bianca e pura

Mi ritrova ad urlarle muto.


Come fulgi

In quest'ore di ferale bufera

Non frale nella grave notte nera,

Come puoi con casto nitore?


Mia vampira

A te il mio sangue, tuoi i dolenti versi.

L'anima mia bruciando dei tuoi morsi

Rove eppur rovendo non spira


Ma immortale

Si leva, mentre all'alba t'arrubìni

Gemella in colore al mio dolce male

Ed ai miei sciacalli destini







Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 10/05/2009 ***









Miraggio di Primavera




Allontanerà forse l'inverno

Di gelo immobile e solo

Il fine degli intenti

D'un frale e rotto trionfo,

D'un infuocato volo?


Excrucior, mio tormento luminoso

Speranza fatale, perduto fiore

Lume nel buio, miraggio nel cielo

Anima bruciante,Amore mio

Sputando questo crudo addio



Addio primavere fiorite nel sogno

Addio luce sui miei rovi giardini

Addio ragione sola del mio canto

Addio giglio bianco


Piccola mia, mi dispiace

Non siamo più immortali

Sarà un lungo inverno

A rattrappire i veli dell'anima







Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 20/06/2009 ***








Divertissement



Brindiamo quindi

Sotto nubi gravi

Battendo forti i boccali!

Poichè tu ben sai

Quanto seppero distoglier

E ancora potranno

Dal fatal silenzio

Roche grida

Ed i cori d'assenzio







Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** 01/10/2009 ***







Vivo, come d'Incanto



Un altro palpito ancora

lacerato nei veli dell'anima:

Un furioso e sprezzante vento

Che getta negli occhi

Le sabbie del tempo


E una brama, una frenesia antica

Ancora bagnata sul volto

E intrappolata nell'ambra, una nota sospesa

Ch'eterna ciò che fu tolto











________________________________________________________________________________________________________

Grazie, grazie infinite a Ipeorsky che mi ha praticamente rimesso in mano la penna. Quanto mi è mancata questa sensazione, l'inchiostro che raschia il foglio, l'anima sulla carta. Mi sembra di respirare di nuovo. Grazie ancora.
Spero piaccia e spero qualcuno qui si ricordi ancora di me

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** 30/10/2009 ***







Amico




Per quanto ancora

Il nostro mondo

in coltelli,

Amico,

deturpi i nostri

Volti,

Saremo sempre qui,

Tu ed io,

Davanti ad un vecchio

Boccale.


Sempre più vecchio

Delle sofferenze

Del mondo









_________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________________

Dedicata con tutto il mio cuore a Chaosreborn_the_Sad

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** 29/11/2009 ***







Dragone



Scheggie e sangue,

Che altro

Covano i ricordi?

I morsi di una fame

Antica come l'uomo

Chiamano tormento.


Mai più né mai

Crescerò in me

Il lamento

Sedotto dalla speranza.



Recherò a voi soltanto dolore,

L'ultima delirante danza

Del mio cuore

Che in un gioco di fuoco

Lentamente langue, e muore.









________________________________________________________________________________________________________________________________________

Sparito di nuovo per lungo tempo, anche se ormai credo che i miei ritmi di pubblicazione siano diventati questi. Non volevo pubblicare questa poesia, la cui morale è terribile ma alla quale voglio comunque bene, senza averne scritta un'altra più lieta. Ora ce l'ho e quando questa avrà abbastanza pareri da farmi capire quanto vale, la pubblicherò e vi dico in anticipo che è finora quella a cui tengo di più, come la persona a cui è dedicata. Per ora colgo l'occasione di ringraziare chi si è dato pena di seguirmi fin qui, mi ha fatto davvero bene, grazie.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=281401