Scopamici

di Bss
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Pioggia d'aprile ***
Capitolo 2: *** E l'occhio ride ma ti piange il cuore ***



Capitolo 1
*** Pioggia d'aprile ***


Davide era intento a fissare la finestra, non so se osservasse la pioggia o semplicemente il vuoto, pensando a Dio solo sa cosa, mentre io ero intenta a riallacciarmi le scarpe.
“Sono felice sai?” disse rompendo il silenzio.
Mi scappo una risatina e mormorai “Vorrei ben vedere”, sperando di non essere sentita, ma la risposta di Davide eliminò ogni dubbio.
“Che hai detto?”
“Niente” risposi, inizia a cercare la borsa con lo sguardo quando le sue mani afferrarono le mie braccia facendomi cadere sul letto con la testa all altezza delle sue ginocchia.
“Allora?” chiese iniziando a farmi scivolare su di lui tirandomi per i fianchi.
“Dai è tardi devo andare” dissi quasi supplichevole.
Avvicinò le sue labbra al mio orecchio e mi sussurrò: “Dai piccola me lo dici che hai detto?”
“Ho detto: vorrei ben vedere, mi lasci ora?” dissi decisa.
“Come ti pare” rispose mentre si alzava dal letto per andare in bagno.
Rimasi sdraiata sul letto per un po’, per sentire il nostro odore, il suo odore.
Sentì il getto della doccia e decisi di andar via prima che mi ci buttasse dentro.
Raccolsi la borsa e infilai il cappuccio, anche se non sarebbe servito a nulla contro il temporale che c’era.
Fortunatamente casa sua era poco distante dalla mia, mentre camminavo controllai il cellulare, c’era un messaggio di Monica:
-Perché non sei a scuola ?-
-Ero da Davide- rispondo.
La pioggia mi aveva completamente bagnato i jeans e la felpa quando finalmente arrivai sotto casa mia, presi le chiavi ed entrai, le gettai sul mobiletto e mi buttai sul divano esausta.
Gli occhi stavano per chiudersi quando squillò il telefono, risposi e una voce preoccupata mi disse:
“Questa storia deve assolutamente finire”
“Lo so” risposi con un filo di voce.


 

Angolo autrice.

Salve a tutti,
premetto che non è la prima storia che scrivo ma raccontare di qualcosa di personale non è affatto facile, spero che vi piaccia questo piccolo prologo, a presto con il primo capitolo.
Bss.

 

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Capitolo 2
*** E l'occhio ride ma ti piange il cuore ***


Spesso ci ritroviamo in certe situazioni assurde senza neanche accorgercene, e viviamo così intrappolati in questo vortice di vita che però non ci appartiene, fin quando un giorno, non ci guardiamo allo specchio e capiamo che siamo diventati qualcun altro, che stiamo vivendo la nostra vita come se non fosse davvero la nostra.
E così un bel giorno mi svegliai, mi guardai allo specchio, e al posto di notare solo le occhiaie, i capelli arruffati e il trucco disordinato notai il mio sguardo, mi guardai negli occhi e vidi tristezza, quasi come se non fosse la mia, come se non fossero i miei occhi, e vedete in quel momento capii che stavo vivendo come qualcun altro, perché la ragazza allegra e romantica che ero non sarebbe mai finita in un casino come quello.
Ma per raccontarvi tutta la storia presumo di dover partire dall inizio.
 
Più o meno tutti in  età adolescenziale avranno avuto la prima delusione d’amore, e successe anche a me, io e il ragazzo di cui ero ( e forse sono ancora) follemente innamorata ci lasciammo, ma questa è un'altra storia ancora troppo dura per me da raccontare.
E si sa che dopo la prima delusione d’amore si è a pezzi, inizi a credere che l’amore non esista, che siano tutti uguali, si pensa che d’ora in poi non si metteranno più in gioco i sentimenti, che si giocherà, che penserai solo a divertirti, e ed è esattamente ciò che pensai anche io.
Dopo due mesi di tristezza, apatia e nostalgia inizia ad uscire con tanti ragazzi, a sentirmi con molti ragazzi, ed ero fermamente convinta che non mi sarei fatta coinvolgere.
Ma per una romantica e sentimentale come me sarebbe stato impossibile, solo che ancora non me ne rendevo conto.
Ci sono persone che fanno fatica a farsi piacere tutti, ed io sono una di quelle, perché o mi piaci da impazzire o non mi piaci affatto.
E tra tutti quelli che frequentavo nessuno mi piaceva, fin quando non arrivò lui, Davide.
Non capita spesso di conosce qualcuno come io conobbi Davide, ritornando da scuola un giorno, passai con le mie amiche affianco ad un ragazzo su un motorino, se ne stava seduto, ci scambiammo uno sguardo distratto, ma niente di che, così tornai a casa e continuai con la mia vita, tentando a tutti i costi di non sentire il dolore e il vuoto che portavo dentro.
 
Circa una settimana dopo ricevetti una richiesta d’amicizia su facebook da un certo Davide, accettai senza pensarci troppo o controllare il suo profilo.
Così un giorno mi contattò e iniziammo a chiacchierare, mi disse di avere 19 anni, mentre io ne avevo 16, mi raccontò del liceo scientifico, poco distante dal mio, e che avrebbe dovuto frequentare la mia scuola, mentre io avevo scelto l’indirizzo linguistico, mi lasciò dicendo –Sono stato proprio fortunato a trovarti-
Non ero certa del significato di quella frase così quando parlammo di nuovo gli chiesi cosa significasse, e mi rispose –Ti ho riconosciuta dal maglione dell’immagine del profilo, sei passata davanti al negozio di mia madre venerdì, ero lì fuori col motorino e ti ho vista-
In un attimo ricordai la scena, e mi sembrò assurdo.
Davide mi piaceva, e quando qualcuno mi piace, mi piace tanto. Ma non volevo essere coinvolta, gli parlai sinceramente dicendo che non mi fidavo, che per me erano tutti uguali ma lui giocò con la dolcezza, sicuro di farmi crollare come un castello di carte al primo alito di vento.
“Se noi maschi siamo tutti stronzi voi siete tutte troie.”
“Infatti lo siamo” risposi io.
“No tu non lo sei affatto.” Digitò lui.
“E tu cosa ne sai?” scrissi io.
“Si capisce, sei una romanticona, e sai di essere bella quindi vuoi essere corteggiata.”
“Ti sbagli”
“Su cosa?”
“Sul fatto che creda di essere bella”
“Ci penserò io allora”
“In che senso?”
“Nel senso che sarò dolce con te, ma così dolce che penserai di essere la più bella del mondo ;) “
“Ahaahhahaah vedremo.”
“Vedrai.”
 
Pensai che non mi sarei affezionata troppo, che avrei potuto giocare, ma mi sbagliavo di grosso.
Mi sentivo quasi forte, superiore quando parlando con le mie amiche raccontavo di uscire ogni giorno con un ragazzo diverso, mi aiutava a non pensare, neanche per un secondo, perché se fosse successo sarei sicuramente crollata.
La mia migliore amica si accorse subito del perché facessi tutto ciò “ Devi reprimere una mancanza” mi disse, non dimenticherò mai quella frase perché cazzo era fottutamente vera.
Ma lei mi conosce bene e sa che odio quando mi si dice cosa devo fare, quindi mi lasciava fare, mi lasciava gestire da sola la cosa, ma quando le raccontavo di tutto ciò dopo un po’ mi guardava negli occhi e io ci leggevo “Ma che stai combinando?” ma in quel momento non mi importava di nulla.
Ah dimenticavo, io sono Sonia.



Angolo Autrice.
Ecco il primo capitolo, scusate gli errori di ortografia ma confesso di averlo scritto ieri sera quando ero ancora un'pò brilla.
Spero vi piaccia e una recensione mi farebbe davvero piacere per poter capire dove migliorare e cosa curare meglio.
Spero di aggiornare presto.
Bss.

 

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