Welcome To My Mind (filastrocca dell'orrore)

di Placebogirl_Black Stones
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Takumi ***
Capitolo 2: *** 2 - Miyu ***
Capitolo 3: *** 3 - Hachi ***
Capitolo 4: *** 4 - Reira ***
Capitolo 5: *** 5 - Yasu ***
Capitolo 6: *** 6 - Shin ***
Capitolo 7: *** 7 - Nana ***
Capitolo 8: *** 8 - Ren ***



Capitolo 1
*** 1- Takumi ***


Chi bene parla e mal si comporta,

è come l’erbaccia davanti alla porta.

 

 





Affondo nella soffice poltrona del mio appartamento di Londra.

Fuori dalla finestra è la solita giornata grigia e fredda.

Ormai i miei viaggi di ritorno in Giappone sono sempre più rari.

Ci sono troppi ricordi in quel posto, troppi errori che non possono essere cancellati.

Per la prima volta nella mia vita, mi sento vulnerabile.

Ho come l’impressione di aver sempre sbagliato tutto.

Vorrei riuscire ad essere di nuovo freddo e distaccato come un tempo, anche se questo mio modo di fare mi ha reso una persona pessima agli occhi di chi mi ha amato sinceramente.

Ho rubato la felicità alla mia sorellina, costringendola ad una vita di prigionia che la sta consumando lentamente.

Mi ha seguito fin qui, dall’altro lato dell’oceano.

Quella voce, quel dono così bello che Dio le ha conferito…io l’ho spinta ad odiarlo.

Senza rendermene conto ho distrutto il tesoro più importante, quello per cui ho lottato di più.

Per un uomo ambizioso e fiero di sé, veder crollare tutto ciò che ha costruito in un battito di ciglia è la peggiore delle punizioni.

Ma forse, non è nemmeno questa la parte più difficile da affrontare.

Ciò che mi deprime è l’essere lontano dalle persone che amo.

La mia bambina vive dall’altra parte del mondo, insieme alla donna che ho scelto di sposare.

Solo ora mi rendo conto che i miei sentimenti per lei erano diversi da quelli che avevo provato per qualsiasi altra donna.

Eppure, l’ho tradita in più di un’occasione.

Tutte le belle parole che ho speso erano vuote, proprio come lo sono io.

La musica che riempiva ogni giorno le mie orecchie, ha lasciato spazio ad un silenzio solenne.

È questo che merito.

È questo il prezzo da pagare per gli errori che ho commesso.

 

 
ANGOLO DELL’AUTORE
Rieccomi anche su questo fandom! Ho già pronta anche un’altra idea per una song fic, spero di realizzarla a breve!
Ma prima è necessario che vi spieghi come sarà impostata questa. Il verso che vedete sopra appartiene ad una filastrocca per bambini, più precisamente una filastrocca presa dal libro “filastrocche dell’orrore” che viene letto da Jamie in un episodio di One Tree Hill (chi ha visto il telefilm se la ricorderà). Vi direte “che cosa c’entra con Nana?”. C’entra che rileggendola mi è venuto spontaneo collegare ogni strofa ad un personaggio diverso, e così è nata questa raccolta di flashfic. Ogni storia è un momento a sé, che non segue il filo logico-temporale delle precedenti ma che ha il solo scopo di proporre una riflessione del personaggio in questione, legata alla strofa citata.
Ho iniziato con Takumi, per lui ho scelto un verso duro perché è un personaggio che odio e ce lo vedo benissimo collegato (fan di Takumi non linciatemi! XD). Mi rendo conto di non averlo reso al meglio ma mi riesce difficile scrivere su di lui. Spero comunque di aver azzeccato qualcosa!
Fatemi sapere!
Alla prossima strofa!
Baci
Place

 

 


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Capitolo 2
*** 2 - Miyu ***


E quando l’erbaccia arriva al selciato,

è come un giardino tutto ghiacciato.




Penetra la lama nella carne, il sangue bagna la pelle lacerata macchiandola.

Ancora un’ultima volta”, ripeto nella mia mente oscurata da questo dolore implacabile.

Dico sempre così.

Poi taglio ancora, ancora e ancora.

Non riesco a controllare questo odio che sento, è come se il mondo fosse solo una prigione nella quale gli uomini si feriscono a vicenda per trovare salvezza.

Odio tutti, a volte anche me stessa.

Ma l’odio è un sentimento così brutto…

Osservo la lama sporca di sangue, sporca come la verità della vita.

Perché mi sto punendo?

Cosa ho fatto?

Di nuovo l’immagine del tuo volto affiora nella mia mente, facendosi sempre più nitida.

Non capisco come tu riesca ad avere questo potere su di me.

Ti sei insediato prepotentemente nel mio cuore, senza chiedere permesso.

Non sono abituata a ricevere premure.

Sono sempre stata sola.

Le mie mani si fanno via via più fredde, contrastando con il sangue caldo che sembra quasi bruciare sui polsi.

Però è il freddo che sento nel petto a irrigidire il mio corpo.

Non so perché lo faccio, le mie pene non si placano.

È possibile annientare il dolore?

La mia è una lotta continua, e ogni volta non ci sono né vincitori né vinti.

È faticoso vivere.

Cammino lentamente fino al bagno, dove immergo i polsi sotto l’aqua fredda e scorrente del rubinetto.

Ormai i miei gesti sono diventati meccanici.

So bene qual è il limite, so fin dove posso spingermi.

In realtà non desidero morire.

Sto solo cercando un po’ di pace.

Tampono le ferite con un asciugamano bianco, che subito si imbratta di aloni color cremisi.

Lo ripongo nel cesto dei panni da lavare, così potrò cancellare ancora una volta le prove della mia debolezza.

Non voglio che nessuno sappia.

Tu per primo.

Mi ritrovo ancora una volta a pensarti, a immaginare come possa essere il tuo sguardo al di là di quegli occhiali da sole dietro i quali ti celi.

Cos’è che non vuoi far vedere, Yasu?

Cos’è che tu non vuoi vedere?

Mi sorprendo a immaginare che una persona equlibrata come te possa avere dei timori.

Ma l’essere umano è fatto così, imperfetto e fragile.

Avvolgo le bende preparate in precendenza attorno ai polsi, girando e rigirando il nastro bianco.

Lo coprirò con un polsino, proprio come si nascondo le prove di un delitto.

Però arriva un giorno in cui tutti gli assassini vengono smascherati.

Mi riprometto che non lo farò più.

Non perché abbia imparato la lezione, è solo che non voglio ferire anche te.

Essere infelici non implica rendere tali anche gli altri.

Domani sarà un nuovo giorno.

Non vedo l’ora di vederti.

Vorrei che fossi qui anche adesso.

Fa così freddo qui.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Scritta a tempo di record! Sì, ci voleva poco perché non è questo granchè, però la trovo meglio di quella di Takumi! Miyu forse è un personaggio che sento di più, quindi nonostante la scena da brividi mi sono trovata più disinvolta a scrivere di lei e a interpretare i suoi pensieri.
Spero che vi sia piaciuta anche questa!
Grazie a tutte le lettrici silenziose, alle ragazze dell’altro fandom che leggono e recensiscono anche queste storie, e grazie a The Code End che mi ha recensito la scorsa volta!
Grazie a tutte, davvero, anche se siete un piccolo pubblico mi date tante soddisfazioni!
Baci
Place

 

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Capitolo 3
*** 3 - Hachi ***


E quando il ghiaccio diventa più duro,

è come una sposa seduta sul muro.

 

 

Il sole alle mie spalle è ormai prossimo a calare.

Quando lambisce la superficie dell’acqua, sembra quasi sciogliersi in essa.

È come se si abbandonasse al dolce cullare delle onde.

Un po’ come faccio io.

Incapace di arrangiarmi da sola, cerco sempre qualcuno disposto a sostenermi.

Proprio come ho fatto con Takumi.

È bastato che mi trattasse con dolcezza una sola volta, e subito sono caduta nella sua trappola.

Forse questo non è un male, ma il prezzo da pagare si sta rivelando più alto del previsto.

Volevo un matrimonio felice, una bella famiglia, un uomo che mi amasse davvero.

Chissà se riuscirò ad avere almeno una di queste cose…

Mi capita spesso, quando sono sola come adesso, di ripensare a Nobu.

Sono certa che al suo fianco mi sarei sentita felice come mai nella vita.

Eppure, ancora una volta sono stata egoista.

Takumi mi ha dato ciò di cui avevo bisogno, e io senza pensarci sono corsa da lui.

Non posso piangere adesso.

Devo perdonare ogni suo tradimento, ogni dimenticanza, ogni atteggiamento freddo.

Anche se non trascorrerò giornate felici, devo portare avanti quello che ho costruito, per il bene del bambino che sto portando in grembo.

Lo sento muoversi, come se volesse dirmi qualcosa.

Spero che sia orgoglioso di sua madre un giorno.

Stringo i pugni sulle gambe, mentre una lacrima sfugge nascosta nell’ombra.

La seguo con lo sguardo, osservandola precipitare sull’anulare della mano sinistra.

Girata di spalle, l’ultima luce del sole non può raggiungere i due anelli che indosso.

Sono opachi, corpi senza vita.

Insignificanti oggetti di metallo privi di valore.

Un diamante che non brilla, oro che si spegne.

Forse è quello che sono io: una moglie, ma non una donna felice.

La colpa è solo mia.

Tuttavia, sento di amare Takumi in qualche modo.

Non so se sia solo l’impressione di una vittima salvata dal suo rapitore, oppure un sentimento sincero e puro.

Comincio a credere che la storia che mi ha raccontato sia sempre più vera.

Ma è davvero possibile innamorarsi di qualcuno che ti rende infelice?

Non è il momento di farsi certe domande.

Devo andare a casa e preparare la cena, anche se molto probabilmente Takumi non rientrerà nemmeno stasera.

Devo tornare da quel marito che mi ha salvata, nonostante la distanza fra noi sia gelida come un inverno troppo lungo.

La panchina sulla quale siedo si sta facendo fredda a causa dell’umidità della sera.

È ora che la sposa rientri al castello.

 

 
ANGOLO DELL’AUTORE

Spero non sia così pessima come sembra (soprattutto il finale)! Ho cercato di rendere Hachi meglio che potevo, anche se non riesco davvero a compatirla per la sua infelicità.
Come sempre mi auguro si capisca il nesso fra la frase della filastrocca e l’interiorità del personaggio.
Un grazie di cuore a tutti coloro che stanno in qualche modo seguendo questo delirio, da chi legge e recensisce fino a chi legge solo in silenzio! (alla fine della storia farò ringraziamenti ufficiali con tanto di nomi di tutti)
Un bacione
Place

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Capitolo 4
*** 4 - Reira ***


E quando la sposa ritrova il suo velo,

è come un’aquila che vola in cielo.

 

 

La luce del lampadario si riflette nella pietra rosso scarlatto, regalandole nuove sfumature.

Mi rigiro l’anello fra le dita, osservandola mutare, proprio come il nostro rapporto.

Me lo hai regalato tu questo gioiello, del quale ne possiedi una copia identica, perché potessimo avere un legame anche senza poter stare insieme.

Sapevamo sin dall’inizio che non c’era futuro per noi.

Il filo rosso del destino ci ha uniti ingiustamente.

Ma non è l’età la responsabile del vuoto che si è creato fra noi.

La verità è che non ho mai voluto rinunciare veramente all’uomo che amo più di ogni altro.

Anche se i nostri anelli identici non rappresentavano una vera unione, io ti ho amato comunque, Shin.

 

“Ora, non vedo l’anello del giuramento,

il filo rosso che lega noi due.

Non c’è una promessa,

però non lasciare la mia mano.”

 

Così dice la mia canzone.

Eppure, nonostante l’anello sia ben visibile al mio dito, le nostre mani si sono lasciate.

In fondo, non c’è mai stata una promessa fra noi.

Lo sfilo lentamente, mentre mi si stringe il cuore.

Dire addio non è mai semplice.

Lo infilo di nuovo, per poi toglierlo ancora.

Solo ora mi rendo conto di quanto tu sia stato importante per me.

Però, l’immagine di quell’uomo che desidero segretamente da anni non vuole lasciare il mio cuore.

Siamo stati insieme la scorsa notte.

Avrei dovuto sentirmi sporca mentre mi stringevo a lui, sapendo che la donna che aveva sposato da poco probabilmente lo stava aspettando a casa.

Invece mi sono sentita felice come mai.

Era come se il sogno di una vita si fosse realizzato in quella camera da letto illuminata solo dalla luce dell’abat-jour.

In quello stesso letto in cui ho passato le notti con te.

Perdonami, Shin.

Perdona questa mia ingiusta felicità.

Voglio solo ricordarmi ancora di quella notte, di come le mie labbra e quelle di Takumi si cercavano insoddisfatte.

Non riesco a smettere di amarlo.

Fra le sue braccia mi sono sentita libera, il peso che avevo sul cuore si è sciolto.

Non ero la principessa cantante, non ero la damigella bisognosa di salvezza.

Ero solo Reira.

Reira che sbaglia, Reira che tradisce, Reira che è impura come tutti gli esseri umani.

Non esiste la principessa innocente e perfetta che tutti credono.

Com’è possibile che tanti errori possano rendermi felice?

La verità è che forse non so nemmeno cosa sia la felicità.

Mi basta stare al fianco di Takumi, consapevole del prezzo da pagare.

Non importa se non sarò felice, perché tutto ciò che desidero è stare con lui, a costo di essere solo una delle tante squallide amanti con cui viene meno alla fedeltà coniugale.

Mi corico sul letto vuoto, poggiando la testa sul cuscino.

C’è ancora il suo profumo impresso, un’impronta che non può essere cancellata.

Aspiro a pieni polmoni i resti di quella fragranza, volando con la mente in un posto più bello.

L’anello l’ho lasciato sul comodino.

Perdonami, Shin.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Scusate il ritardo nell’aggiornamento, ma ho avuto ispirazioni per l’altro fandom e ho dovuto mettere avanti una fic che altrimenti non sarei riuscita a scrivere il soli due giorni! Queste settimane saranno frenetiche perché sto organizzando le ultime cose per il Lucca Comix (cosplay compreso)! Non so se riuscirò ad aggiornare di nuovo questa storia prima della partenza, quindi ne approfitto per avvisare ora che sarò assente dal 29 ottobre al 2 novembre (ovvero non scriverò nulla). Spero di pubblicare ancora qualcosa prima di partire, altrimenti ci vediamo al mio ritorno!
Spero che anche questa storia vi sia piaciuta! Grazie a tutti voi che seguite la raccolta, non mi aspettavo davvero che avrebbe avuto così successo!
Bacioni
Place

 

 

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Capitolo 5
*** 5 - Yasu ***


E quando nel cielo son fulmini e lampi,

è come un leone che arriva nei campi.

 

 

Mi tolgo i fidati occhiali da sole, poggiandoli sul tavolino della stanza.

È un gesto che mi concedo solo lontano dagli sguardi della gente, nei momenti in cui posso finalmente respirare.

Non è che abbia paura di mostrarmi; semplicemente preferisco non vedere.

Il mondo ha le sue facce oscure che preferisco levarmi dagli occhi.

Ora posso finalmente guardare Miyu mentre si appresta a nutrire i sui pesci.

È bello poterla vedere distintamente, quindi sono contento di essermi tolto gli occhiali.

Lei non è impura come il mondo, vale la pena di essere osservata.

È solo con lei che mi concedo il lusso di lasciarmi andare, per quanto io sia in grado di farlo.

Sento che ci somigliamo molto, che mi capisce più di chiunque altro.

È l’unica che non mi scarica i suoi problemi addosso, sebbene ne abbia fin troppi.

Mi chiedo perché tutti facciano sempre affidamento su di me.

Con l’aspetto che mi ritrovo, dovrei essere l’ultima persona a cui andare a chiedere consigli o aiuto.

Eppure, finisco sempre con il dover fare da papà a tutti.

Ogni volta che c’è un problema, il mio cellulare è il primo a squillare.

E ogni volta che rispondo, sento qualcuno piangere dall’altro capo.

La vita è un campo di lacrime: appena inizi a versarne una, le altre scendono senza sosta.

Mi chiedo se solo io sono incapace di versarle.

Forse, dietro questa mia apparenza seria, prendo le cose troppo alla leggera…

La gente crede che io sia una specie di essere perfetto che si fa scivolare tutto addosso, capace di risolvere qualsiasi dilemma e di rispondere anche alle domande a cui nemmeno la vita sa dare una spiegazione.

Chissà, forse hanno ragione.

Io mi sento semplicemente un uomo come tanti che ha capito come gira il mondo.

Non sempre c’è una risposta a tutto, non sempre siamo destinati alla felicità, le cose belle non accadono alle persone buone e le favole restano solo favole.

Non c’è giustizia nel mondo, e l’unico modo per sopravvivere è scegliere di essere un lupo.

Le pecore vengono sbranate lungo la strada.

Forse questo mio modo di pensare non mi rende una persona onorevole, ma non mi importa.

Oggi come ieri vedo attraverso queste lenti scure cose che non vale la pena di vedere a colori.

Non mi interessa dare o avere risposte, per me la vita va presa come viene.

Devo essere sovrappensiero da un po’ ormai, vedo Miyu guardarmi con una faccia preoccupata.

Le sorrido: non voglio darle l’ennesima ragione per angosciarsi.

Estraggo dalla tasca il cellulare e lo spengo, mentre Miyu prende posto accanto a me.

Metto da parte la mia aria da duro e l’attiro a me in un bacio che non ha bisogno di inutili parole.

Per oggi non voglio saperne di nessuno se non di noi.

Il leone si riposa nella sua tana, in attesa che domani scoppi l’ennesima tempesta.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Perdonate l’enorme ritardo ma quando sono tornata da Lucca ero distrutta, e poi c’è stato il compleanno di Zoro che mi ha tenuta impegnata con una fanfiction sul fandom di One Piece! Non mi sono però dimenticata di voi fan di Nana, e così mi sono messa di buona voglia a partorire questo scempio! Credo che Yasu sia uno dei personaggi più difficili in assoluto da trattare, perché è un pezzo di ghiaccio che fa ragionamenti più contorti di Gigi Marzullo! XD Spero di essere riuscita in queste poche righe (come è di poche parole Yasu stesso!) a rendere bene il suo personaggio. E spero soprattutto si sia capito come è collegato alla frase. Metto una spiegazione nel caso fosse stato un disastro! La frase “quando in cielo son fulmini e lampi” rappresenta l’idea dei problemi delle persone. Son fulmini e lampi, ovvero c’è un grosso conflitto, qualcosa che angoscia qualcuno. Yasu è “come un leone che arriva nei campi”, ovvero una figura stoica che tutti vedono come perfetta, e che arriva in aiuto. Non so se abbia senso quello che ho detto ma sono le 23 e 44 e sono stanca! XD
Grazie a tutti voi che supportate questa raccolta, mi date la voglia di proseguire!
La prossima flashfic sarà su Shin! ;)
Bacioni
Place

 

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Capitolo 6
*** 6 - Shin ***


E quando i campi non danno più frutto,

è come un bastone che batte sul petto.

 

 

È fredda questa cella, o forse è il freddo che provo dentro a farmela apparire così.

Fuori è una splendida notte di luna piena, posso intravedere il suo pallore che filtra dalle sbarre di quell’inutile finestrella, l’unico contatto che mi resta con il mondo esterno.

Mi sento vuoto, come vuota è questa prigione.

Senza più piercing e abiti punk, ho smesso di indossare la maschera di Shin dei Blast.

Adesso sono solo Shin’ichi Okazaki, figlio ripudiato e abbandonato da un padre di cui porta solo il cognome, perché il sangue nelle vene è quello di un altro.

Shin’ichi Okazaki, sedicenne che si vende per denaro, ammaestrato come una scimmia per portare la felicità alle donne sole.

E quando Shin’ichi è solo, chi porta felicità a lui?

Shin’ichi che viene usato, Shin’ichi che ubbidisce a testa bassa.

Shin’ichi in cerca d’amore, Shin’ichi che perde l’amore.

Non sapere più chi sei è la peggiore delle sensazioni.

Vorrei che quel ragazzo spavaldo e sicuro di sé fosse qui adesso, che indossasse questa tutta arancione troppo grande per un ragazzino, accendendosi una sigaretta per farla in barba alla società.

Lui saprebbe restare a galla.

Non è questo il posto dove dovrei essere, ma nella vita si raccoglie ciò che si semina.

Sto pagando i miei errori, solo e pieno di vergogna.

Se potessi avere il mio basso, oppure una semplice chitarra qualsiasi, forse mi sentirei meno triste.

In fondo, è tutto ciò che mi resta.

Ma chissà se Nana e gli altri mi vorranno ancora.

Chissà se ci sarà ancora posto per me in quella famiglia, l’unica che abbia mai avuto.

Avere il loro perdono mi farebbe sentire meno colpevole.

Quando si rompe qualcosa di grosso, poi diventa difficile aggiustarlo.

Un po’ come la mia relazione con Reira, anche se quella non sono stato io a distruggerla, tutto sommato.

Non si può distruggere qualcosa che non è mai esistito.

Per Reira io ero Shin’ichi che porta felicità, ma non Shin’ichi che può essere amato.

Anche se sapevo che nel suo cuore c’era solo Takumi, ho voluto illudermi che potesse vedere le cose da un’altra prospettiva.

Solo ora capisco Yasu.

È questo, dunque, il mondo degli adulti?

Un circo di bugie, illusioni e lacrime amare?

Non è una prospettiva futura allettante, ma non posso restare per sempre un bambino.

Non si può smettere di crescere, né si resta bambini in eterno.

Anche quella sarebbe solo una bugia.

Da oggi in poi voglio fare del mio meglio per diventare un adulto, voglio assumermi le responsabilità delle mie azioni.

Non sarà facile, e forse cadrò ancora parecchie volte prima di raggiungere la meta.

Ma devo farlo, devo farlo per me stesso.

Devo dare amore a Shin’ichi, prima di darlo agli altri.

Solo così sarò l’uomo che voglio essere, in grado di prendersi cura della donna che ama e di andarla a riprendere ovunque essa sia.

Mi ripeto tutto questo, eppure non riesco ad alzarmi da qui.

Seduto in un angolo, come un oggetto dimenticato: in fondo è quello che sono sempre stato fino ad oggi.

Se anche uscissi di qui, dove potrei andare?

La mia casa non è più mia, la mia stanza non esiste più.

Non posso tornare dalle mie clienti.

Shin’ichi senza dimora, Shin’ichi senza un posto nel mondo.

Nella mia mente riaffiora il volto di Hachi, l’unica madre che io abbia mai avuto.

Nonostante i suoi difetti, ha saputo darmi molto più di chiunque altro.

Quando si hanno così tante imperfezioni, viene naturale accettare quelle degli altri.

Non per comprensione reciproca, ma perché giudicare qualcuno uguale a noi equivarrebbe a giudicare noi stessi, e giudicare noi stessi fa paura.

Anche adesso ho paura.

Potrei fingere di essere un cantastorie, un eroe solitario che vaga alla ricerca dell’amore.

Ma qui non ci sono amore e storie da raccontare, e io non sono un eroe.

Il mio eroe è Ren.

Chissà, forse lui potrà capire i miei sbagli.

E se non dovesse capire quelli, capirà di certo come mi sento.

È come se qualcuno mi stesse percuotendo ripetutamente il petto con un bastone duro e acuminato, ricordandomi che nella vita non ho combinato nulla di buono.

Mi sento un rifiuto, uno sbaglio, un traditore della peggior specie per le persone che mi hanno voluto bene.

La vergogna mi pesa sulle spalle come un masso troppo grande perché possa spostarlo con le mie sole forze.

Credo che anche Ren si sentisse così quando abbandonò i Blast.

Mi chiedo se si sia mai riscattato, dopo tutto questo tempo.

La risposta è ovvia, anche se non è delle migliori.

Purtroppo nemmeno gli eroi sono perfetti in questo mondo.

Mi stringo le gambe al petto con le braccia , affossando il viso nell’incavo che si è creato fra loro.

Ormai la luna si è allontanata dalla finestra, seguendo la sua monotona traiettoria.

Il buio è tornato a prendermi, silenzioso.

È come se una voragine senza fine mi stesse inghiottendo.

Shin’ici che lotta, Shin’ichi che affonda.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Mi rendo conto che non è il massimo della storia per augurare buone feste, ma quando ho pensato a questa fra e a Shin mi è venuto subito alla mente il momento in cui nel manga lo si vedeva seduto a terra nella cella della prigione. Ho quindi dipinto una Shin che per la prima volta nel manga diventa consapevole della sua fragilità e si vergogna per gli errori commessi (come poi lui stesso dimostrerà quando tornerà al dormitorio). Spero di averlo reso più IC possibile, anche se lo Shin di prima di questo momento era un ragazzino irriverente e senza freni.
Ne approfitto con questa storia per augurare a tutte voi del fandom di Nana un BELLISSIMO NATALE e un FELICE ANNO NUOVO, nell’attesa di rivederci con una prossima storia! (e con il continuo di questa raccolta, anche ormai sta arrivando agli sgoccioli). Quest’anno mi avete dato tantissimo, anche se siete in minoranza rispetto all’altro fandom su cui scrivo mi avete dato molto di più di loro, e di questo vi sono super grata! Siete un pubblico piccolo ma molto caloroso, perciò grazie di cuore!
Un bacione e un abbraccio a tutte!
Place

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Capitolo 7
*** 7 - Nana ***


E quando il petto inizia a bruciare,

è come un pugnale che trapana il cuore

 

 

Non riesco a respirare.

Mi sento come se avessi un buco al posto del petto, un buco profondo quanto una voragine che risucchia tutto togliendomi l’aria.

È una sensazione simile all’essere inghiottiti dalle profondità del mare, quella distesa d’acqua che tanto amo perché mi ricorda te.

Tutto mi ricorda te.

Vorrei poterti cancellare come le parole di una canzone venuta male, ma tu sei la melodia che non può essere cambiata, perché perfetta così com’è.

Anche se continui a ferirmi, ai miei occhi resti sempre un diamante dal valore inestimabile.

Fuori dalla porta del bagno la tua voce mi giunge come un grido disperato, nel tentativo di ricevere il mio perdono.

Mi infastidisce, tutto ciò che dici in questo momento mi suona come una giustificazione ipocrita al tuo comportamento.

Al tempo stesso, però, amo questa voce che mi ricorda giorni felici.

Vorrei davvero tornare con te in quella casa ai magazzini del porto, perché costruire insieme un nido d’amore è forse più importante di far conoscere la mia musica a tutto il Giappone.

Eppure, l’immagine di te che abbracci Reira nella neve non vuole saperne di abbandonare la mia testa.

La tua amata principessa cantante, dolce e dalla voce angelica, regina indiscussa delle classifiche musicali.

Un tesoro prezioso, più prezioso di me.

Perché dovresti sprecare il tuo talento per accompagnare una voce roca come la mia, graffiata dalla rabbia e dal dolore di una vita trascorsa ad essere sempre l’ombra degli altri?

Anche tu mi hai lasciata indietro, Ren, proprio come mia madre in quel giorno di neve.

Un’altra fitta si espande nel torace, toccando quel cuore ferito che continua a sanguinare.

Le ferite che non si vedono sono le peggiori.

Vi porto le mani sopra, stringendole spasmodicamente nel vano tentativo di frenare il dolore.

È come se mi stessero pugnalando, facendomi pagare tutti gli errori commessi.

Orgoglio, vanità, gelosia, invidia, possessività, egoismo.

Questa sono io.

È per questo che sei andato via, Ren?

È per questo che finisco con il perdere tutto ciò che amo?

È per questo che preferisci lei a me?

Boccheggio ripetutamente, cercando di restare aggrappata ancora qualche secondo a questa maledetta vita.

Sento che continui a chiamarmi dall’altra parte della porta, temi che abbia commesso qualche atto di follia dopo aver visto quelle foto.

Se ci tieni tanto, crepa tu.

Non voglio annullarmi per te.

Allora perché lo sto facendo?

Perché al solo suono della tua voce questo dolore si fa insopportabile?

Quando sono diventata così dipendente da te?

Vorrei delle risposte a queste semplici domande, ma se fossero davvero semplici probabilmente le avrei già avute.

Tutto quello che ottengo è di accumulare quesiti su quesiti, tormentandomi nei dubbi sulle scelte che ho fatto.

Mi chiedo se sarei dovuta venire a Tokyo con te quel giorno, rinunciando all’idea di diventare una cantante professionista e diventando semplicemente la donna di Ren dei Trapnest, che se ne sta buona e brava a casa a pulire e cucinare in attesa del suo ritorno.

Poteva essere comunque una vita soddisfacente, ma non era quella che desideravo.

Il desiderio di rivalsa sui Trapnest e sulla principessa cantante è diventato un’ossessione, e da quel momento tutta la mia vita ha iniziato a girare intorno ad un unico obiettivo: dimostrare che anche io valgo qualcosa, con o senza di te.

Non volevo perderti, solo conservare la mia identità.

Figlia di nessuno, sopravvissuta solo con le proprie forze, volevo dimostrare prima di tutto a me stessa di valere qualcosa.

Dimmi Ren…sono ancora importante per te?

Anche io ai tuoi occhi risplendo come tu risplendi ai miei?

Conosco già la risposta a questa domanda, è nascosta fra le righe di quella foto scattata da un paparazzo bastardo.

Il petto mi brucia, come quando ci sedevamo sul letto e io canticchiavo seguendo le melodie che solo tu sei in grado di far nascere da una semplice chitarra.

Ma stavolta è diverso.

Questo non è il fuoco della passione e della felicità, che scalda il cuore e rilassa le membra.

Questo è il fuoco della distruzione, che consuma e logora tutto ciò che resta.

Raccolgo le ultime forze ed esco da questa vasca che non è la nostra, l’acqua ormai è troppo fredda.

Mi trascino verso la porta, esalando quei pochi respiri che ancora mi restano prima di toccare il fondo, e sblocco la serratura per farti entrare.

Non so se hai bisogno di me, Ren, ma adesso io ne ho di te.

Non voglio morire, non ancora.

Voglio prima sapere se i sacrifici che ho fatto ne sono valsi la pena, se l’aver calpestato l’amore mi ripagherà con qualcosa di più grande.

E poi voglio vivere la mia vecchiaia insieme a te, anche se non so quanto questo possa essere ancora realizzabile.

Tutto mi sembra sempre più lontano e confuso, come un sogno che si dimentica in fretta.

Con fatica riesco a pronunciare poche parole, dicendoti che sto per morire.

E tu da eroe quale ti piace essere mi rispondi che non lo permetterai mai.

Le tue labbra si posano sulle mie e tutto si spegne.

Il tempo si ferma, insieme al cuore e al respiro.

Sento solo il vago profumo della nostra acqua di colonia e le tue braccia che mi stringono.

Lentamente l’aria rifluisce nei polmoni, il bruciore nel petto si attenua.

E ritorno alla vita.

 

 

ANGOLO DELL’AUTORE

Non si vede che mi piace Nana Osaki vero? *fischietta* So che non è giusto nei confronti degli altri personaggi fare una shot così lunga per lei, ma mi uscivano le parole a getto. Come Ren e Shin la sento molto vicina, e mi riesce più facile immedesimarmi in lei. Anche qui ho ripreso una scena del manga, quella che avviene dopo che Nana riceve da un paparazzo un pacco che contiene la foto di Ren che sembra abbracciare Reira al loro paese natale. Spero di averla resa al meglio perché ci tengo particolarmente! La prossima sarà l’ultima shot che chiuderà la raccolta!
Questa la dedico a LuxLuxis, che finalmente ha preso coraggio e ha scritto anche lei su questo fandom, direi ottenendo anche successo immediato! So che avrebbe preferito la shot di Ren, ma in quella dovrò mettere i ringraziamenti a tutte perché sarà l’ultima! Ad ogni modo spero possa piacerti anche questa Lux, e mi raccomando scrivi su Nana di nuovo! ;)
Spero ovviamente che sia piaciuta anche a tutte le altre!
Bacioni
Place

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Capitolo 8
*** 8 - Ren ***


E quando il cuore sanguina forte,
signori, è finita: arriva la morte.

 

 

Premo sull’acceleratore, incurante della neve fresca appena caduta, che si è depositata sul suolo ricoprendolo di bianco.

Anche quest’anno è arrivata, puntuale come sempre, nel nostro paese d’origine.

È uno spettacolo che a Tokyo non si può vedere.

Cosa ci faccio qui?

Sto andando a riprendere la principessa cantante.

Forse non è il posto dove dovrei essere adesso, ma non posso venire da te se prima non ho rimesso a posto le cose.

Voglio proteggere il castello che Takumi ha costruito sacrificando tutto il resto, e che io sto mandando in fumo con i miei errori.

Io stesso ho investito tanto nei Trapnest, giocandomi la possibilità di una vita serena con te.

Eppure è solo per questa mia scelta che adesso mi ritrovo a questo punto.

Se avessi continuato a vivere con te in questo posto, rinunciando alla mia ambizione di vivere con il talento che la vita mi ha dato, probabilmente non mi ritroverei a dover fronteggiare le facce deluse delle persone che mi circondano.

Yasu.

Takumi.

Kinoshita.

Tu.

I vostri sguardi mi giudicano, pesano tonnellate.

Non posso sostenerli.

Chissà che cosa penserebbe il piccolo Shin, che ha fatto di me il suo eroe personale, se sapesse quello che sono in realtà: un tossico che non può smettere di farsi perché non riuscirebbe più a suonare.

Queste mani che tremano mi stanno portando via l’ultima cosa che mi è rimasta.

La mia musica è l’unico appiglio al quale posso fare fede se non voglio sprofondare sotto la voragine di amarezza che io stesso mi sono creato sotto i piedi.

Devo raggiungere Reira e riportarla a casa, così che il futuro dei Trapnest sia salvo.

Poi verrò da te, per augurarti buon compleanno e sistemare i silenzi estenuanti degli ultimi mesi.

Nonostante il tuo egoismo e le tue pressioni, non voglio rinunciare a noi.

Mi manchi da morirne.

È possibile riparare tutti gli errori che ho commesso?

Non ho tempo per soffermarmi a pensarlo, devo agire e basta.

Corro sempre più forte, dritto davanti a me.

Nello specchietto posso vedere una macchina che mi sta seguendo, probabilmente fastidiosi paparazzi in cerca di qualche scoop su di noi o sulla scomparsa di Reira.

Devo seminarli, sono una minaccia che potrebbe inabissare completamente quello che si sta già sgretolando.

Non era certo questo quello che volevo quando ho deciso di trasferirmi a Tokyo.

Volevo solo avere l’opportunità di far conoscere a tutti la mia musica, ma non immaginavo che sarei finito su un ring dove ogni giorno è una continua lotta contro gli altri e contro se stessi.

Quel mondo che agli occhi della gente qualunque risplende di luce e fascino, per quelli come noi è un inferno che prosciuga l’anima.

Ma di questo te ne sarai accorta anche tu, adesso che ci sei dentro.

Dimmi, ne valeva davvero la pena?

Non saremmo forse stati più felici continuando a vivere in quel magazzino del quale abbiamo fatto la nostra casa, facendo musica per divertimento in quei piccoli locali pieni del calore dei nostri fan?

Possibile che tutti coloro che vogliono vedere il paradiso finiscano per forza all’inferno?*

Sono quasi arrivato in prossimità di quella casa.

Conosco la strada ad occhi chiusi, perché è il posto che amo di più al mondo.

È il mio punto di partenza, e sarà anche quello della fine.

Ci verrai a trascorrere la vecchiaia con me, non è vero?

Quando saremo troppo stanchi per giocare a tirarci le palle di neve sul frangiflutti, per fare le rock star e per combattere coi nostri demoni.

Eccola là, la nostra casa.

Adesso la vedo chiaramente.

È ancora così, come l’abbiamo lasciata.

 
“ E ora passiamo alla prossima canzone! Sono in molti a sperare che tornino in attività al più presto!”

 
È la voce della radio in sottofondo, ma io non vedo altro che la nostra casa che si avvicina sempre più, mentre corro più veloce del vento.

 
“ Black Stones!”

 
C’è una figura nera sul cornicione sotto la finestra, una donna dalla pelle chiara che indossa un chiodo in pelle e abiti punk.

Spalanco gli occhi: sì, sei proprio tu.

Voglio raggiungerti, voglio afferrarti prima che tu possa scappare di nuovo.

Lo faccio, ormai sono lì da te.

Le gomme dell’auto scivolano sulla neve fresca come lacrime sulle guance.

Questa neve che ricopre i ricordi dei momenti più belli di un’intera vita.

È così diversa dalla neve che io faccio scivolare sulle superfici lisce per lenire il dolore…

Sto per raggiungerti, ma tu con un balzo scappi via, sparendo nel nulla.

Eri solo un’illusione?

Adesso davanti a me c’è un muro, il muro della nostra casa.

Non posso evitarlo.

Ma forse è proprio questa la fine che merito.

Anche gli eroi alla fine se ne vanno.

Però, se non posso salvare nessuno, voglio almeno proteggere l’ultima cosa che di prezioso mi resta.

Stacco le mani dal volante, stringendomele al petto e piegandomi su me stesso.

Chissà se i fantasmi possono suonare la chitarra…

Lo spero.

Oggi non posso venire a festeggiare il tuo compleanno, mi dispiace.

Ma ti aspetto sulla riva del fiume Sanzu, Nana.

 
“ Blas…”

 

 

“Chi bene parla e mal si comporta,
è come l’erbaccia davanti alla porta.

E quando l’erbaccia arriva al selciato,
è come un giardino tutto ghiacciato.

E quando il ghiaccio diventa più duro,
è come una sposa seduta sul muro.

E quando la sposa ritrova il suo velo,
è come un’aquila che vola in cielo.

E quando nel cielo son fulmini e lampi,
è come un leone che arriva nei campi.

E quando i campi non danno più frutto,
è come un bastone che batte sul petto.

E quando il petto inizia a bruciare,
è come un pugnale che trapana il cuore.

E quando il cuore sanguina forte,
signori, è finita: arriva la morte.”

 

“A man of words and not of deeds,
 is like a garden full of weeds.

And when the weeds begin to grow,
it's like a garden full of snow.

And when the snow begins to fall,
it's like a bird upon the wall.

And when the bird away does fly,
it's like an eagle in the sky.

And when the sky begins to roar,
it's like a lion at the door.

And when the door begins to crack,
it's like a stick across your back.

And when your back begins to smart,
it's like a penknife in your heart.

And when your heart begins to bleed,
you're dead, and dead, and dead indeed.”

 

 * vol. 25, cap. 47

 
ANGOLO DELL’AUTORE

Ehm…ok, ho esagerato con la lunghezza! Chiedo scusa, io AMO Ren! Spero di averlo reso al meglio, ci tengo in modo particolare a lui.
E con questa storia si conclude questa raccolta nata da una filastrocca presa dalla raccolta “Nursery Rhyme” di John Fletcher, intitolata appunto “A Man of Words anf not of Deeds”. Vi ho messo anche la filastrocca in lingua originale, ma quella su cui mi sono basata io è la traduzione italiana derivata dal telefilm.
Ci tenevo a ringraziare ad una ad una le persone che hanno seguito questa raccolta.
Parto con il ringraziare le persone che hanno perso il loro tempo a recensire:

- I m a witch: grazie per le bellissime recensioni sentite e costruttive che mi hai lasciato, per tutto il sostegno e per aver mezzo la mia storia fra le letture consigliate! Sei pazza! XD
- Nic87: ci conosciamo da poco ma mi hai dato tantissimo sostegno, quindi grazie davvero di cuore per questo e per le tue bellissime recensioni!
- SeleAce: un grazie alla Kidda del mio cuore, rivale del mio Zoro ma mia grandissima sostenitrice! Grazie per tutto tesoro! <3
- Zonami84: grazie perché sei sempre la prima a recensire e per tutto il sostegno che mi hai dato in questo ultimo anno!
- LuxLuxis: grazie per il supporto e sono felice di aver conosciuto un’altra fan di questo manga!
- The_Code_End: grazie perché sei stata una delle prime a recensire le mie storie (non solo questa) quando sono approdata sul fandom mesi fa, e mi hai incoraggiata da subito!
- Mrs TENnant: grazie per le tue recensione bellissime e sentite, mi hai incoraggiata molto a proseguire!
- acchiappanuvole: grazie anche a te per le recensioni bellissime e sappi che per me è un onore sapere che segui le mie storie, considerando che per me sei una scrittrice eccezionale e mi inchino al tuo talento!
- Lolimik: anche se hai lasciato una sola recensione è stata molto apprezzata e sentita! Grazie mille!
- Saphira_chan: grazie per aver ricambiato le mie recensioni alla tua storia venendo a leggere i miei orrori!

Passiamo a coloro che hanno messo la storia nelle preferite (non me lo aspettavo): grazie di cuore Lolimik e lostitall!

E infine coloro che hanno messo la storia nelle seguite: grazie a I m a witch, Kayleah, LuxLuxis, Mrs TENnnant, Nic87, Piccola_Luna, shanir7511, thejesusofsuburbia, Zonami84!

Grazie davvero di cuore a tutti voi e anche ai lettori silenziosi!
Ci vediamo con le prossime storie (ho già un’ideuzza per un’altra raccolta ;) )!
Bacioni a tutti
Place

 

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