Pace e amore un corno.

di cagosoldi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** LA SOLITA NOIA. ***
Capitolo 2: *** ROSS LA CAPRA ***



Capitolo 1
*** LA SOLITA NOIA. ***









“Ross se non ti svegli ti arriva un cazzo di secchio d’acqua in testa, dio se lo faccio!”
“Ancora cinque minuti mamma.”
“NO ALZATI ORA!.”
“Si cazzo dammi un minuto!”
“Muoviti, arriverai tardi al tuo primo giorno di scuola.”
“Mmh…”
Aprii lentamente gli occhi ancora stanchi.
Erano solo le sei del mattino e la sera precedente tornai a casa verso le quattro e mezza di notte, i miei vicini mi hanno vista entrare a quell’ora a casa e hanno spifferato tutto ai miei, che come ogni coppia di genitori rompi palle che si rispetti, mi hanno messa in punizione per un mese, il mio piano di entrare senza fare rumore a casa quella notte fallì miseramente, giuro che me la pagheranno.
Mi stiracchiai pigramente sulle lenzuola ormai disfatte del mio letto a baldacchino, ho sempre odiato quel letto, il materasso è scomodissimo, per non parlare dei cuscini, CRISTO NON SONO CUSCINI, SONO PIETRE!.
Ritorniamo a noi, sono Ross, ho diciannove anni e nulla, la mia vita è noiosa proprio come quella di altre comuni adolescenti della mia età che vanno a scuola e basta, si sono una tipa abbastanza tranquilla e strana, ho i capelli viola e gli occhi verdi, sono alta e ho un corpo abbastanza accettabile.
“TI MUOVI SIGNORINA!”
“SI CAZZO ASPETTA UN FOTTUTO MINUTO!”
Mi alzai di scatto legai i capelli in una coda di cavallo disordinata e tolsi frettolosamente il pigiama che buttai con non curanza sulla moquette nera della mia camera da letto, corsi in bagno e lavai il viso e i denti. Quel giorno decisi di indossare un paio di jeans chiari e una maglietta con una stampa nera sul davanti, amavo quella maglietta e dovevo ammettere che mi stava benino(?),  infine al piede infilai degli anfibi bordò.
Scesi velocemente le scale, senza neanche truccarmi, mi andava bene così, cioè se devo essere sincera non mi andava proprio di truccarmi, presi la cartella e urlai un “ciao” generale alla mia famiglia che faceva colazione in cucina, chiusi la porta alle mie spalle e iniziai a correre alla fermata del bus che partì senza neanche aspettarmi,  no aspettate, aspettarmi? Chi vogliamo prendere in giro? Quegli autisti di merda non aspettano manco padre eterno.
Furiosa, mi diressi alla biglietteria per chiedere informazioni sull’orario d’arrivo del bus seguente, la bassa e paffuta signora dietro il grande bancone di metallo mi disse che sarebbe arrivato a minuti, almeno qualcosa di buono pensai, mi guardai intorno, la stanza era piccola e per niente accogliente, i muri erano di un bianco ormai ingiallito dal tempo, mi chiesi quando fu l’ultima volta in cui dipinsero quel posto, le poltrone della sala d’attesa erano in pelle nera, sporche e per niente invitanti, non mi piaceva quel luogo.
Il suono del mio telefono mi distolse dai miei pensieri, sbloccai velocemente la schermata del mio iphone sbagliando si e no due volte il pin curiosa di sapere di chi fosse il messaggio.
“ Ross dove cazzo sei? Xx”
Sorrisi, era Luana la mia migliore amica.
“ho perso il buss, due minuti e sono da te <3”
Uscii dalla biglietteria e entrai immediatamente nel buss che era appena arrivato, mi sedetti agli ultimi posti e riposi il telefono nella tasca posteriore dei miei jeans, aspettai pazientemente che l’autista mettesse in moto quel cazzo di catorcio puzzolente impaziente di arrivare a scuola, guardai attentamente il buss riempirsi di sconosciuti, nessuno catturò la mia attenzione, quando sentii il motore di quest’ultimo risuonare nell’aria calda di settembre tirai un sospiro di sollievo e mi rilassai sui sedili scomodi  e apparentemente puliti, pronta ad abbracciare Luana.







HEILA' RAGAZZUOLE, QUESTA E' IL PRIMO CAPITOLO DELLA MIA LUNGA FF, VORREI SAPERE I VOSTRI PARERI, QUINDI MAGARI SE NON VI CREA ALCUN FASTIDIO VI PREGO DI RECENSIRLA, UN BACIO CIRCOLARE!
-MORGANA

 

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Capitolo 2
*** ROSS LA CAPRA ***









Un ragazzo dai capelli biondi attirò la mia attenzione, sbatteva ripetutamente le mani vicino ai vetri del buss che stava per partire, aveva gli occhi chiari e un viso squadrato da una mascella tesa, era alto e molto muscoloso. Le porte del buss si aprirono rivelando un biondino dai coglioni in fiamme che camminava alla ricerca di un posto libero, si sedette sul sediolino davanti al mio, continuai a fissarlo finchè non mi colse di sorpresa esordendo con tono arrogante. “La smetti di fissarmi?” si girò di scatto, aveva degli occhi bellissimi. “Non ti stavo fissando!” cazzo merda cazzo merda, cazzo merDA! “Bhe, peccato!” e con questo si girò e non mi rivolse più la parola. Dopo due fermate il buss finalmente accostò nel parcheggio della mia scuola, bhe che dire su quest’ultima, era di un giallo canarino e aveva finestre bianche, un gande giardino e molti alberi, punto. Non c’era niente di bello, anche i ragazzi non erano un granchè. “muoviti!” mi disse una ragazza bassina dai capelli marroni. “o-oh si scusa” balbettai qualcosa di incomprensibile ad un orecchio umano e scesi dal buss, direzione “palestra”. A passo svelto raggiunsi gli spogliatoi della palestra, oggi alla prima ora avevo educazione fisica, bene se il buongiorno si vede dal mattino allora oggi continuo a dormire, pensai, risi mentalmente alla mia battuta geniale. Ho sempre odiato sudare a scuola, cioè che senso ha? Capelli in disordine, guance arrossate, vestiti sudati e chi ne ha più ne metta, è troppo per una che non ama particolarmente fare sport. Una volta raggiunto il mio armadietto aprii la borsa e spensi il telefono, mi cambiai velocemente e riposi borsa e vestiti puliti all’interno dello sporco e sudicio armadietto di metallo rosso. “Dai Benson, sei in ritardo!” Urlò il professore puntando il dito nella mia direzione, tutti gli sguardi armai erano puntati su di me, in quel momento avrei tanto desiderato sprofondare sotto terra e incontrare satana, cioè io voglio un suo autografo e un cazzo di selfie insieme a lui, sai che figata! “Mi scusi professore” balbettai, bene andiamo di male in peggio Ross, dai cazzo continua così, ci manca solo che arrossisci, stupida capra che non sei altro! “Hey, piacere” mi girai e vidi una piccola e magrolina ragazza dai capelli biondi che mi fissava, aveva un sorriso molto amichevole(?) “ciao, piacere mio, sono Ross” non esitai a risponderle. “Io sono Giovanna, sono nuova e vedo che le persone qui sono tutt’altro che amichevoli!” risi. “Si bhe è vero, sono tutti abbastanza montati da queste parti!” “ SMETTETELA DI PARLARE E INIZIATE A CORRERE!” il professor John interruppe la nostra breve chiacchierata, la classe iniziò una lenta e scorrevole corsa in fila indiana attorno al campo di pallavolo, era il mio sport preferito, non giocavo da professionista ma me la cavavo abbastanza bene. “OK RGAZZI OGGI INIZIAMO CO…” Il professore non concluse la sua frase poiché l’attenzione di tutta la classe ,lui compreso, fu catturata dal rumore della porta della palestra aprirsi e di conseguenza chiudersi rivelando la figura di un ragazzo riccio dagli occhi verdi, il solito montato che arriva tardi alle lezioni, pensai. “STYLES E’ IN RITARDO!” urlò il professor John.

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