You can save me, if you love me.

di m o o n l i g h t
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La casa sull'albero ***
Capitolo 2: *** Odore di felicità ***
Capitolo 3: *** Non è facile dimenticare ***



Capitolo 1
*** La casa sull'albero ***


Titolo : La casa sull'albero
AU : School!AU
Personaggi : Hiccup, Merida, Jack, Rapunzel, altri
Pairings : Mericcup
Rating : Verde (Linguaggio scurrile)
Song : Welcome to my life - Simple Plan
Note : Eccomi con la prima One shot! ^-^ Alloora, è una School!AU, anche se non sarà totalmente ambientata nella scuola. Prima di tutto, vorrei precisare un po' alcune cose, così che possiate capire meglio il testo. I quattro ragazzi si sono trasferiti a Londra per gli studi, per frequentare l'istituto superiore Birkbeck; cconvivono in un'appartamento a qualche chilometro dalla scuola; vivono lontano dai genitori, che sono dovuti rimanere nelle loro città per il lavoro; hanno diciotto anni e frequentano il quarto anno
Ci sarebbero altre annotazioni da scrivere, ma ve le dirò a fine capitolo per non spoilerarvi(?) nulla ;D
Che dire, buona lettura :3


 

La casa sull'albero.

 

Londra, 2005

-Merida, alzati, o faremo tardi-.
'Perchè cazzo sono andata a letto alle tre ieri?'.
-Mmh...si...subito, Hic- borbotta la rossa.
-Ti aspetto di là- risponde il ragazzo, sorridendo e uscendo dalla camera.
'E perchè lui deve sempre sorridere?'
La ragazza comincia ad aprire finalmente gli occhi. Una forte luce bianca la obbliga a schermarsi il viso con una mano. Abituatasi alla luminosità dell'ambiente, si mette a sedere, e rimane a stirarsi per qualche minuto.
Abbassa la testa, facendo scivolare giù tutti i riccioli cremisi, per vedere se anche Rapunzel, nel letto di sotto, sta ancora dormendo.
Ovviamente, no.
La ragazza alza le coperte e poggia un piede sopra il primo gradino della scaletta del letto a castello.
Una mosca le vola davanti al naso e, per scacciarla via sventolando la mano, perde l'equilibrio e ruzzola fino al pavimento, sbattendo pesantemente la testa.
-Ma porca di quella maledetta mamma insetto!- urla irata, sfregandosi col palmo della mano il punto sbattuto. Immediatamente, la porta della stanza si spalanca. 
Due grandi occhi verdi la fissano preoccupati. Dalla bocca, sporca di dentifricio, spunta fuori il manico dello spazzolino viola.
I biondissimi capelli lunghi tenuti su da due matite incrociate, la camicia da notte rosa con stelle e lune colorate.
-Co-a è u--esso?!- chiede spaventata la bionda, avvicinandosi a Merida.
-Nulla, sta tranquilla- risponde assonnata la rossa, facendosi aiutare dall'amica a rialzarsi.
-Chi è stato?!-.
Un'altra voce si fa sentire.
'Ma che bel giorno che si prospetta quest'oggi' pensa sarcastica la ragazza.
Sulla porta, una massa di capelli bianchi fa irruzione nella camera. Due occhi celesti strabuzzati. Sulle labbra rimasugli di cereali, che tiene stretti in una ciotola blu nella mano.
-Me-ida è ca-uta!- risponde subito Rapunzel, lo spazzolino ancora in bocca.
-Che ha detto?- chiede l'albino, alzando un sopracciglio con aria confusa.
-Sono caduta! Adesso volete lasciarmi in pace?!- esclama stanca Merida, strattonandosi dalla presa della bionda. Questa la guarda mortificata.
-Dai, andiamo Punzie. Nemmeno oggi è di buon'umore- dice infastidito Jack, portando via anche Rapunzel e lanciando un'occhiata di rimprovero alla rossa, che distoglie lo sguardo.
Appena i due amici sono usciti, lei sbuffa sonoramente, sbattendo la porta e dirigendosi verso l'armadio.
Apre bruscamente le ante di legno e, senza nemmeno guardare, tira fuori gli indumenti. Una larga camicia scozzese verde e dei jeans aderenti blu. Decide di mettere, sotto la camicia, anche una canottiera bianca.
Una volta vestita, esce dalla camera e si dirige verso la cucina.
'Ecco, forse così mi risolleverò il morale' pensa, con la prospettiva di una buona colazione di Rapunzel.
Arrivata al tavolino, trova già il suo piatto colmo di cibo. Omlette ricoperte di sciroppo, un'uovo, una striscia di bacon dorato e croccante e una tazza di latte freddo.
Contenta, si siede e comincia a divorare tutto.
-Hic, hai visto i miei pennelli?- chiede una voce cristallina dalla porta della cucina. Poco dopo, fa la sua entrata la bionda. 
Merida la guarda di sottecchi, continuando a sorseggiare dalla sua tazza.
Ora, i capelli dorati solo raccolti in una lunga coda alta, portata di lato sulla spalla. Le lunghe ciglia ricoperte da un sottile strato di mascara nero. Invece dell'infantile camicia da notte, ora indossa un maglioncino viola aderente e dei bermuda di jeans, che fanno risaltare tutte le curve. 
Appena Rapunzel si accorge della rossa, la guarda ancora con un velo di tristezza.
Mettendo da parte il suo orgoglio, Merida distoglie lo sguardo e borbotta un
-Scusami per prima, avevo sonno-.
A queste parole, lo sguardo della bionda si riaccende e subito corre ad abbracciare l'amica.
-Non importa, ti voglio bene perchè sei Merida, e Merida fa queste cose!- dice gioiosa, sorridendo.
La rossa ricambia sorridendo a sua volta, grata di avere un'amica come lei.
-Voi due, se continuate così perderete miele al posto del sudore- dice scherzoso Jack, entrato nella stanza da un paio di minuti.
Tutti e tre scoppiano in una breve ma divertita risata.
-Ecco i pennelli, Punzie!- un'altra voce spezza le risate. Hiccup entra sorridente in cucina, porgendo gli arnesi per dipingere a Rapunzel.
Questa sorride e li prende, per poi correre verso la camera sua e di Merida.
-Santo cielo! Siamo in ritardissimo!- urla la voce limpida della bionda, dall'altra parte dell'appartamento.
A queste parole, tutti cominciano a scorrazzare per i corridoi. 

 

*  *  *

-NO! ASPETTACI!-
-NON SIAMO ANCORA SALITI!-
-MA PORCO ZEUS, VUOI FERMARTI?!-
-FOTTUTO AUTISTA, TIRA QUEL CAZZO DI FRENO!-
Le urla e lo sbraitare dei quattro ragazzi sono inutili, l'autobus è ormai lontano.
Il quartetto smette di sventolare le braccia, accorgendosi degli sguardi estraniati della gente.
-Perfetto! Che facciamo ora?- chiede esasperato Hiccup, guardando gli amici.
-Io un'idea ce l'avrei...- dice con tono vacuo Jack, lanciando un'occhiata maliziosa a Merida, che risponde con un sorriso beffardo.
Rapunzel e il castano, accorgendosi degli sguardi degli amici, spalancano gli occhi e cominciano protestare.
-No! Non voglio ancora rischiare di essere investita da un camion!- urla la bionda, guardando male la rossa, che ride al ricordo.
-Ed io non voglio morire d'infarto come l'ultima volta per le tue acrobazie da quattro soldi!- dice irato Hiccup, lanciando un'occhiataccia verso Jack, che assume subito una finta espressione mortificata.
-Ma non c'è altra scelta, a meno che non vi facciate spuntare delle ali o non diventiate dei ''guardiani del vento''. Dobbiamo per forza usare le moto!- osserva sicura Merida, cercando di convincere gli amici.
-Esatto! Se volete, possiamo cambiare qualcosa però...- le da man forte Jack, catturando gli sguardi confusi degli altri tre ragazzi.
Dieci minuti e sono tutti e quattro a bordo delle moto.
Merida sulla sua Yamaha nera e bianca, la vita stretta da un Hiccup terrorizzato e con occhi chiusi.
Jack, invece, a bordo della sua Volkswagen azzurra, dietro di lui Rapunzel è poggiata sulla sua schiena, anche lei spaventata.
Entrambe le moto sfrecciano veloci sull'asfalto, superando le autovetture ferme nel traffico.
-Giuro che la prossima volta mi metto a correre pur di non salire su questo affare- borbotta il castano, aprendo per un'attimo gli occhi.
La rossa ride divertita, e, con un movimento del piede, aumenta la velocità.
-Non è così male, basta abituarsi- dice Jack, rivolto alla bionda.
-Preferirei non abituarmi- risponde lei, cercando di mantenere un tono gentile.
Di fianco a loro la moto nera di Merida sfreccia veloce, sorpassandoli. La rossa sorride con aria di sfida verso l'albino.
-E' così che la metti, eh?- chiede sarcastico lui, accettando l'invito a una gara dalla ragazza.
-C-che volete fare?- balbetta spaventata Rapunzel, guardando gli amici sull'altra moto.
-Ora vedi- risponde divertito Jack, girando uno dei manubri e cominciando a prendere velocità.

-MAI PIU'- afferma stordito Hiccup, sbrigandosi a scendere dalla vettura. Rapunzel gli da manforte annuendo, anche lei leggermente scossa dalla corsa.
-Ma dai, è stata solo una tranquilla passeggiata mattutina- afferma ironico Jack, facendo ridere Merida.
-Al ritorno voglio la rivincita però!- esclama sicura lei, incrociando le braccia e guardando l'albino.
-Certamente- risponde lui, battendo una pacca sulla spalla dell'amica.
In lontananza, la campanella dell'istituto suona, attirando l'attenzione dei quattro e di altri ragazzi fermi al parcheggio.
-Merda, abbiamo chimica alla prima ora- esclama nervosa Merida, prendendo la sua cartella e quella di Hiccup. Subito Jack la imita, prendendo il suo zaino e la borsa di Rapunzel.
Tutti cominciano a correre verso l'entrata della scuola.
Sopra il portone un grosso cartello con una scritta a caratteri cubitali ''Istituto Superiore Birkbeck''.
Una volta dentro, i ragazzi si dirigono velocemente verso i rispettivi armadietti. 
'Dove cazzo è finito quel fottuto libro di Chimica' pensa presa dall'ansia la rossa, frugando in mezzo al disordine dell'armadietto di metallo.
-Ci sei Merida?- chiede Hiccup.
-S-si, voi cominciate ad andare!- risponde lei. Gli amici annuiscono ed entrano in classe.
-Forse cerchi questo, ricciolina?-.
Una voce maschile la fa sobbalzare. Una voce familiare, tanto odiata al punto di provocarle la nausea solo a sentirla. Senza girarsi, chiede con voce piatta
-Perchè ce l'hai tu?- ma, al posto di una risposta, la mano del ragazzo chiude bruscamente l'antina metallica. Questa, presa da una rabbia crescente, si gira verso il ragazzo.
Capelli scuri e mossi intorno ad un viso ovale ed allungato, naso adunco e occhi azzurri, freddi.
Di certo non si può dire che sia un brutto ragazzo. Alto, muscoloso, affascinante con quel lungo ciuffo perennemente sugli occhi. Oltretutto, è più grande di lei di un'anno, va nella quinta classe, e tutti sanno che i ragazzi più grandi sono sempre più fighi.
E', però, il figlio di un commerciante, amico del padre di Merida. La sua famiglia è molto ricca e benestante. I genitori della ragazza hanno sempre avuto un debole per quegli individui, compreso 'ciuffo', soprannome datogli da Jack.
-Si dà il caso che tu l'abbia dimenticato in classe, ma io, da vero gentiluomo che sono, te l'ho riportato- dice sorridendo lui, porgendo il libro alla rossa.
Questa lo prende malamente dalle mani del ragazzo e comincia a camminare verso la classe.
Improvvisamente, una mano stringe il suo polso. Subito volta il capo e si ritrova a pochi millimetri dalla faccia del capellone.
-Tu continua pure ad evitarmi, ma prima o poi sappi che non avrai più modo di scappare. I tuoi genitori mi adorano, e presto lo farai anche tu- sussurra lui, guardando intensamente la ragazza. Merida non sposta nemmeno per un secondo lo sguardo, e, dopo aver strattonato la mano dalla presa di lui, lo guarda in cagnesco.
-I miei genitori non ti conoscono quanto me, Macintosh. E sappi che, se mai ti adorerò- dice l'ultima parola come fosse una parolaccia -Mi ucciderò prima di rendermene conto- Soffia tra i denti. Subito dopo un'ultima occhiata furente, gira i tacchi ed entra nella classe.
-Sei una sporca put...- ma non riesce a sentire il resto perchè si chiude la porta alle spalle.
'Tua madre' pensa irata Merida.

-DUMBROCH! Sono le otto e sedici minuti! E' in ritardo! Come sempre, del resto-.
Il benvenuto gentile e premuroso della professoressa accoglie la ragazza. Questa, si gira verso la classe, cercando gli occhi dei suoi amici.
I primi che incontra sono quelli verde primavera di Rapunzel, che, con sguardo preoccupato, muove le labbra a formare un ''Dov'eri''. La rossa distoglie lo sguardo, ma, per sbaglio, incontra quello di Hiccup. Questo la guarda con tristezza e delusione. Ecco quello che prova Hic verso Merida. Delusione.
Jack, di fianco al castano, la guarda confuso.
'Ti ammazzerò prima o poi, ciuffo' pensa irata. La rossa si limita a girare la testa, incontrando gli occhi furenti della professoressa.
-Senta, sono stufa del suo comportamento sprovveduto e irrispettoso! Quest'oggi convocherò qui i suoi genitori! E non usi la scusa che non abitano qui, so bene che oggi verranno a trovarla! Avranno una spiacevole sorpresa- soffia sprezzante la donna.
Di solito, Merida si salva dai colloqui coi genitori con la scusa del ''Vivo qui da sola, non possono venire'' e questo ha sempre zittito tutti i professori. 
Ma questa volta, il pensiero della reazione di sua madre la percorre come brivido lungo la schiena. Ma è obbligata ad annuire e incamminarsi verso il banco vicino a Rapunzel.
Senza abbassare lo sguardo, si siede sulla sedia di fianco all'amica. Questa subito le posa una mano sulla gamba.
-Merry, che è successo?- sussurra dolcemente la bionda, guardando la rossa -Ancora lui?- chiede, sempre mantenendo la voce bassa.
Merida si limita ad annuire impercettibilmente. Rapunzel guarda per qualche minuto l'amica. Subito dopo ricomincia a sussurrare.
-Devi dirlo. Devi dire a qualcuno di Macintosh. Non puoi andare avanti così- le dice la bionda, guardandola.
-A chi? A chi dovrei dirlo, Punzie? I miei genitori? Non crederebbero ad una sola parola, mi reputano una bugiarda, egoista, sclerata con gli ormoni impazziti- soffia Merida, guardando per la prima volta Rapunzel.
'Ed hanno ragione'.
La bionda la guarda per qualche secondo, sul viso un'espressione triste. Si gira verso i due ragazzi, che non hanno mai smesso di fissarle.
Jack guarda l'amica ancora confuso, Hiccup, invece, disegna con le labbra la parola ''Macintosh''. Come risposta, Rapunzel annuisce provata.
Il castano distoglie nervoso lo sguardo. Lui e l'albino cominciano a discutere a bassa voce.
Merida li guarda di soppiatto, da lontano. Per un secondo, incontra di nuovo gli occhi verde prato di Hiccup. Solo muovendo le labbra, il castano dice
''Devi reagire''
''Cosa dovrei fare, mettermi a piangere?''
''Non dico questo, dico solo che non puoi rimanere a non fare nulla''
''Per poi passare io per la stronza'' e con questo sposta lo sguardo sulla lavagna. Improvvisamente, due battiti sulla porta attirano l'attenzione dell'intera classe.
-Avanti!- dice ad alta voce la professoressa.
L'uscio si apre ed entra Macintosh.
Rapunzel, Jack e Hiccup lo guardano con occhi sprezzanti. Lui, ignorandoli, si gira a guardare Merida. Questa abbassa lo sguardo.
-Ho un messaggio dalla professoressa Wood- dice pacatamente il ragazzo, senza smettere di fissare la rossa. Poi comincia a parlare con la donna.
Dopo una decina di minuti, consegna un foglio alla professoressa e muove alcuni passi verso la porta. Prima di arrivarci, però, si volta  verso Merida, sorridendo.
Il rumore di sedia trascinata cattura l'attenzione di tutti. 
Hiccup si è alzato di scatto, fissando in cagnesco Macintosh. I pugni serrati sul banco. Jack gli posa una mano sul braccio, trascinandolo lentamente giù.
-Che le prende, Haddock?- chiede confusa la professoressa, guardando perplessa prima il castano, poi il ragazzo.
-Nulla, nulla- parla per l'amico Jack.
Macintosh lancia un'occhiata ad Hiccup e subito esce dalla classe, sbattendosi la porta alle spalle. 
Merida si gira velocemente verso il castano, che subito incontra il suo sguardo.
''Che ti prende?'' chiede lei, sempre senza l'uso della voce.
''E' uno stronzo'' fa spiccio lui, sbrigandosi a voltare il capo verso la lavagna.
La rossa lo imita, ancora perplessa.

 

*  *  *


-Sentite, sapete che oggi deve venire mia madre, no? Devo andare a prenderla alla stazione, quindi non verrò a casa con voi- dice lievemente nervosa Merida.
-Okay- risponde Rapunzel, guardandola con apprensione.
-E che farai? Nel senso, quella zoccola della prof vuole vederla, che le dirai?- chiede Jack.
-A-ancora non lo so. Vedrò di inventarmi qualcosa- risponde la rossa.
-Oppure le potresti dire tutto sul quel bastardo- borbotta a bassa voce Hiccup. La rossa, pur avendolo sentito, lo ignora.
-Comunque ora devo andare, o farò tardi- dice Merida, guardando l'orologio sulla parete del corridoio.
-Va bene. Ci vediamo dopo allora- afferma rassicurante Rapunzel, poggiando una mano sulla spalla dell'amica.
-Forse- osserva Jack, beccandosi poi una gomitata dalla bionda.
Merida sorride e cammina verso l'uscita. I ragazzi la guardano allontanarsi.
-Io vado un'attimo da Jamie, mi deve dare gli appunti di informatica- continua l'albino, avviandosi verso l'aula mensa.
-Voi aspettatemi al parcheggio- conclude, salutandoli.
-Va bene!- risponde Rapunzel, sventolando anche lei la mano.Lei e Hiccup vanno verso l'uscita.

'Che cazzo le dico a mia madre ora? Quella si trasformerà in un'orso appena lo saprà' pensa sempre più nervosa Merida.
Ha appena varcato il portone della scuola e sta camminando verso la sua moto.
'Porcamerda. Proprio oggi quel deficiente doveva farmi fare tardi'.
Arrivata a qualche metro dalla sua vettura, viene pesantemente urtata alla spalla. Il colpo la fa barcollare.
-EHI!- urla infastidita, girandosi.
Davanti a lei una ragazza bionda, capelli raccolti in una treccia. Due occhi blu la guardano con aria di sfida. La bocca incurvata in un sorriso.
-Merry! Che piacere incontrarti- dice la ragazza, senza smettere di sorridere.
-Senti, Astrid, vedi di non rompermi, Oggi non ho tempo per le tue minchiate- dice irritata la rossa, guardando la ragazza di fronte a lei con astio.
-Non osare insultarmi! Brutta zoccola!- urla irata Astrid, mollando uno spintone a Merida.
Questa, mettendoci tutta la buona volontà del mondo, cerca di ignorarla, dirigendosi verso la moto.
-E non ignorarmi! Tu sai cosa voglio!- urla ancora la bionda, tirando un foglio di carta appallottolato sulla schiena di Merida.
-Lo so! Ti ho detto mille volte che non mi interessa Macintosh! Puoi tenertelo tutto per te quel bastardo...- grida di rimando la rossa, finalmente dando retta ad Astrid.
-Sì, certo...guarda che vi ho visti sta mattina! Non sono stupida! Devi lasciarlo perdere perchè lui è troppo per te! Non ti merita!-
-Ah sì? Lui non mi merita?!- urla sempre più irata Merida, avvicinandosi furiosamente ad Astrid.
-Sappi che quel puttaniere non lo merito io, e nemmeno tu. Apri gli occhi, Astrid- soffia fra i denti.
La bionda, dopo l'insulto a Macintosh, comincia a diventare rossa dalla rabbia, e molla un pugno un faccia a Merida.
Questa, ormai al limite della pazienza, risponde con un'altro pugno nello zigomo di Astrid.
-Sei una stronza, Dumbroch!-.
La bionda tira un calcio nel fianco della rossa.
-Sei tu che non capisci di che pasta è fatto quello!-.
Merida risponde con una ginocchiata nello stomaco di Astrid.
Continuano così per qualche minuto; insulti, pugni e calci che volano da una parte all'altra.
Dopo poco,i gemelli Testa Bruta e Testa di Tufo (sempre soprannominati così da Jack), vengono in aiuto della bionda.
Un numeroso gruppo di ragazzi, della scuola e non, si accerchia intorno alla scena.
Alcuni schiamazzi come ''Ancora!'' o ''Datevele di santa ragione! Così!'' o anche ''Io punto dieci sterline che vince la riccia''.
'Morite tutti'.

 

*  *  *


-Senti, Punzie, facciamo che vai te su quell'affare infernale con Jack. Io prendo il treno- dice Hiccup.
-Okay. Non c'è problema- risponde gentilmente la bionda, sorridendo.
Stanno camminando verso l'uscita, per andare al parcheggio ed aspettare Jack.
-Senti Hic...tu cosa ne pensi? Di Macintosh intendo- sussurra nervosa Rapunzel.
-Non lo so. E' un bastardo, ma è un bastardo furbo-soffia irritato il castano.
-Già, hai ragione. Secondo me potremmo...- ma le parole le si fermano in gola. Entrambi i ragazzi notano una massa numerosa di gente nella zona vicino alle moto.
-Che succede?!- chiede preoccupata Rapunzel. Lui, come risposta, la prende per un braccio e la trascina verso la calca.
Arrivati dal gruppo di ragazzi, li spintonano per riuscire ad avvicinarsi alla scena che stanno tutti guardando.
-No...- sussurra Hiccup, spalancando gli occhi davanti alla rissa.
-M-merida...- dice titubante Rapunzel, allungando una mano verso l'amica.
La rossa è trattenuta dai gemelli, che la tengono per le braccia. Astrid sta tirando pugni e Merida risponde con calci furiosi.
Il castano tira lentamente giù la mano della bionda. Merida, improvvisamente, si accorge dei due amici.
Li guarda con occhi tristi. Una lacrima silenziosa le riga lo zigomo livido.
L'istinto di Hiccup lo porta a fare un passo verso la ragazza. Ma cosa potrebbe fare lui? E' più debole di Merida e di tutti loro. Non potrebbe fare nulla.
Però deve, deve aiutarla. Deve perchè...
Ma il pensiero sfuma per uno spintone che sposta il castano e Rapunzel.
Jack si è fatto velocemente strada fra la calca, ed ora sta tirando pugni e calci, aiutando Merida. Lividi scuri si disegnano sugli arti di tutti e cinque.
Il naso dell'albino comincia a sanguinare, ma non smette di far volare pugni ai gemelli.
Hiccup, ormai inorridito dalla scena violenta, si dirige a passo fermo verso i litiganti. 
Prende Jack per le braccia e lo trascina fuori dalla rissa. L'albino continua a malmenare colpi all'aria, imprecando.
Rapunzel imita subito l'amico, andando da Merida e portandola fuori dalla furia di Astrid.
Gambe di Pesce e Moccicoso, amici di Astrid e dei gemelli, portano via questi ultimi.
-Sei una puttana, Dumbroch! Muori!- urla la bionda, trascinata pesantemente via da Moccicoso.
-Vai a fare in culo, Hofferson! Tu e quei due deficienti- grida di rimando Merida, dimenandosi dalla presa di Rapunzel.
Lentamente, insieme a sbuffi contrariati, la massa di ragazzi si allontana, spargendosi nella scuola e in giro.
-Ma che diavolo ti è preso?! Potevate farvi seriamente male!- urla Hiccup, avvicinandosi alla rossa.
Questa, piena di tagli e lividi, si libera dalla presa di Rapunzel e si allontana dal gruppo.
La bionda si affretta a prenderla per mano, obbligandola a girarsi.
-Che mi è preso? Mi ha spinto! Okay?!- ringhia Merida, fissando il castano.
-E tu stavi facendo a botte per un fottuto spintone?! Ma mi prendi per il culo?!- chiede Jack allibito, avvicinandosi alla rossa.
-Merry, devi cercare di mantenere di più la calma. Potrebbe succedere qualcosa di veramente grave...- dice calma Rapunzel, guardando l'amica.
-Punzie ha ragione! Non capisci? Poteva andare peggio! Potevi essere all'ospedale ora!- dice nervoso Hiccup.
-Ma cosa ne volete sapere voi?!- urla ormai distrutta Merida, guardando gli amici. Gli occhi cominciano a diventarle lucidi.
-Tu!- e indica Rapunzel -Tu sei perfetta! Tutti ti vogliono bene! Tu non sai com'è voler essere un'altra persona! Non sai com'è alzarsi la mattina, guardarsi allo specchio e pensare 'Perchè non sono come lei'. Tu non ti sei mai sentita fuori posto!- urla la rossa contro l'amica.
Questa, ancora fissando gli occhi di Merida, comincia a sentire le lacrime arrivare agli occhi. In un attimo sta singhiozzando.
-I-io n-non...n-non sap-pevo...- farfuglia, presa dai sussulti del pianto, Rapunzel, passandosi le mani sulle guance bagnate dalle lacrime.
-Lei non c'entra nulla!- grida Jack, passando un braccio sulle spalle della bionda e cercando di consolarla.
-Ovviamente! La stronza sono sempre io! Anche tu, Jack, anche tu non sai com'è voler scappare via! Chiudersi in camera ed accendere la musica per non far sentire i tuoi urli! Tu che sei il re dei sorrisi falsi! Pensi che non mi accorga di quanto anche tu stia male?! Invece sì! Ma sei sempre lì pronto con qualche cazzo di battuta e un sorriso falsissimo!- grida all'albino.
Questo cambia improvvisamente espressione. Subito distoglie lo sguardo e posa gli occhi sull'asfalto.
-Merida, ora basta- sussurra Hiccup, facendo per posarle una mano sulla spalla..
Questa con uno scatto si allontana, fissa il castano con occhi truci. Lacrime silenziose le rigano il viso.
-E tu...tu più di tutti. Perchè fai sempre così- e indica con un gesto tutto il ragazzo. Questo ritira la mano.
-Perchè sei sempre pronto ad aiutarmi, quando dovresti solo riempirmi di botte! Perchè non mi dici mai quello che pensi veramente?! Sei gentile, sempre! Anche quando ti trattano male! Tu non sai com'è essere sull'orlo di crollare senza avere nessuno li' a salvarti! Perchè tu mi aiuti, ma non mi salvi! Non succede nulla se qualche volta mi mandi a fanculo! Me lo merito!- ma tronca la frase perchè singhiozzi selvaggi non le permettono di continuare.
I tre ragazzi si guardano, incapaci di dire una parola.
-E'-è come sentir-rsi persa...essere la-lasciata fuori al buio....esser-re colpita qua-ando sei giu'- dice fra i singhiozzi isterici la rossa.
Arretra di qualche passo, guardando ancora gli amici. Dopo qualche secondo, si volta è corre via.
Rapunzel fa per seguirla, ma viene bloccata da Jack. La bionda lo guarda, gli occhi arrossati. Lui si limita a scuotere la testa e allontanarsi.
Lei lo segue.
Hiccup rimane qualche secondo immobile, ancora metabolizzando le parole di Merida.
Certo, ha sempre saputo che lei non fosse una ragazza aperta o propensa ad esternare i sentimenti. Ma non credeva che si tenesse tutto questo dentro.
Ha sempre cercato di mostrarsi gentile, con Merida, perchè infondo, anche se lei talvolta lo tratta male, non lo fa con cattiveria, e lui lo sa. Ma non pensava che questo la facesse solo stare peggio.
''Tu non sai com'è essere sull'orlo di crollare senza avere nessuno li' a salvarti! Perchè tu mi aiuti, ma non mi salvi!''
Quelle parole rimbalzano ancora nella mente del ragazzo.
Si gira verso la direzione in cui Merida è corsa via. E' andata verso il quartiere di Kings Cross
Sa per certo dove si sarà fermata. E corre per seguirla.


*  *  *


'Non dovevo'
'Ma l'ho fatto'
'Con ciò non significa che è stata la cosa giusta'
'Non me ne frega un cazzo se era giusto. Sono stanca'
'Stanca di cosa?'
'Di tutto e di tutti! Mi hanno rotto...'

I pensieri contrastanti si sovrappongono nella mente della ragazza. 
Le capitano spesso questo genere di guerre interiori. Da una parte la Merida razionale, dall'altra quella impulsiva
'Non mi è mai venuto in mente che potrei sbagliare anche io? Se non ne parlo con nessuno, come posso pretendere che gli altri lo sappiano' continua a rimuginare.
'Sono miei amici! Dovrebbero accorgersene se sto male!'
'Ma forse, chiudendomi in me stessa, non permetto nemmeno di aiutarmi'

Esasperata, si distende sul pavimento di legno.
Dopo la sfuriata con i ragazzi, è scappata via. Ha corso per qualche minuto, senza una meta precisa.
Poi nella sua mente un'immagine si è fatta strada. 
La casa sull'albero.
La casa sull'albero che avevano costruito lei e Hiccup da bambini, quando venivano a Londra per colpa del lavoro dei genitori.
E' molto piccola, una catapecchia. Ma è molto più accogliente di quanto possa esserlo tutto il mondo esterno.
Sul tetto cadente, un buco lascia entrare dei raggi di sole, che la obbligano a schermarsi gli occhi con le mani. Quel buco lo avevano fatto a posta, per guardare le stelle di notte.
Hiccup ci aveva messo un sacco di tempo per insegnarle il nome delle costellazioni più importanti, ora nemmeno le ricorda tutte. 
Però, una ancora è fissa nella sua mente. La sua preferita.
La costellazione d'Orione.
Ritrae, mettendoci molta fantasia, un'uomo inginocchiato che, con una mano tiene un'animale morto, con l'altra l'arma con cui l'ha ucciso.
Le piace per il semplice fatte che è stata la prima che Hiccup le ha mostrato.
Quel ragazzo...perchè gli ha parlato così?
Lui è sempre stato gentile e disponibile, pronto a tenderle la mano. A consolarla, ad aiutarla, a difenderla.
E come lo ha ringraziato lei? Urlandogli a dosso.
E lo stesso con Jack e Rapunzel.
Tutto si meritano quei ragazzi tranne che una sfuriata come quella fatta.
'Che mi succede...' chiede a sè stessa, posandosi una mano sulla fronte.
Tutto in quel periodo le sembra buio, oscuro. Oblio.
Come se fosse risucchiata sempre di più da il vortice della rabbia, incapace di uscirne.
Probabilmente, a quest'ora sua madre sarà già in stazione, sbuffando per la figlia rincoglionita che si è ritrovata.
Al pensiero di Elinor che borbotta spazientita, caccia una leggera risatina divertita.
Ma la risata le muore in gola, perchè le facce dei suoi amici le sfilano davanti agli occhi. Rapunzel con gli occhi rossi per il pianto, Jack con lo sguardo basso, Hiccup che ritrae la mano.
-Sono una stronza...scusatemi-
-Già fatto-.
Una voce la fa sobbalzare, scatta in piedi picchiando la testa sul tetto. Si gira verso l'entrata della casetta.
Davanti a lei c'è Hiccup.
Lei arretra di qualche passo, fino a sbattere contro la parete di legno opposta.
-Ehi, non pensavo di essere così spaventoso- dice ironico lui, entrando nella casa.
-N-no...cioè...tu...non dovresti- farfuglia lei.
-Eppure sono- risponde calmo lui. Comincia a guardarsi intorno, osservando le travi usurpate dal tempo.
-E dire che da bambini ci sembrava la cosa più fica del mondo- dice divertito, posando una mano sulla parete di legno. Lei lo guarda, ancora leggermente confusa.
-Senti, io...- comincia, ma viene subito interrotta.
-Ti ricordi le stelle?- chiede lui, guardandola negli occhi e indicando col dito il buco sul soffitto.
Lei annuisce.
-Quanto tempo ci ho messo per farti imparare tutte le costellazioni. Eri proprio cocciuta!- ride divertito. Anche lei sorride al ricordo.
-Eppure, alla fine ce l'hai fatta. Le sapevi tutte alla perfezione- conclude il castano, avvicinandosi alla ragazza.
-Non m'importa quanto tempo ci vorrà, alla fine impareremo anche a vivere. Insieme?- sussurra lui, ormai solo qualche centimetro li divide.
-Insieme- sussurra di rimando lei, guardandolo fisso negli occhi.
Improvvisamente, senza motivo, sente lacrime farsi strada verso gli occhi, gridando a gran voce di uscire. Lei non riesce a fermarle in tempo, e queste scendono giù sulle sue guance.
Hiccup, senza dire una parola, la chiude in un'abbraccio.
Lei all'inizio rimane immobile nella stretta, ma poi si lascia andare completamente. Singhiozzi furiosi e selvaggi la scuotono tra le braccia dell'amico.
Lei affonda il viso nella spalla di Hiccup, che la stringe sempre più forte.
Insieme, scivolano fino a sedersi a terra, senza mai mollare la presa.
Lacrime silenziose rigano anche il viso del castano, che subito, imitando Merida, affonda la faccia nella spalla della ragazza.
-Sono qui. Ci sarò sempre- sussurra lui.
-L-lo so-o- risponde tra i singhiozzi violenti lei, schiacciando ancora di più la faccia nella maglia dell'amico.
-S-scusa-ami- continua, sempre la voce rotta dal pianto.
Lui non risponde. Comincia ad accarezzarle dolcemente i capelli, passando le dita fra i riccioli cremisi.
Dopo quella che a entrambi è sembrata un'eternità, cominciano a lasciare la presa. I singhiozzi della ragazza smettono, lasciando solo le righe bagnate sul viso.
-Non ti meritavi quello che ho detto. Non lo meritavate. Non lo penso davvero, senza di voi sarei una persona finita. Grazie per esserci, e scusate se faccio sempre la stronza. Mi viene naturale- dice lei, ritrovando un tono divertito.
-Già. E anche molto bene- aggiunge Hiccup, ridendo.
-Vero- osserva lei, imitando l'amico. Dopo qualche secondo, la rossa nota un particolare sulle guance del ragazzo.
Anche lui ha righe bagnate che gli attraversano gli zigomi.
-Tu...anche tu stavi piangendo?- chiede titubante, guardando intensamente il castano.
Questo distoglie lo sguardo.
-No...tu non devi piangere. Non piangi mai. E' colpa mia. Tutta co...-ma viene interrotta bruscamente dallo stesso Hiccup che, prontamente, si è avvicinato al viso di lei e le ha posato le labbra sulle sue.
Lei inizialmente si dimena appena, ma, dopo pochi, attimi risponde al bacio.
Le labbra si toccano, si sfiorano con dolcezza. Lentamente, entrambi si stringono nuovamente in un'abbraccio. Le braccia di lui circondano i fianchi della rossa, attirandola a se.
Lei passa le mani fra i capelli spettinati di Hiccup.
I due corpi si stringono, si muovono e si attirano.
Le mani si muovono sinuosamente sulla pelle, provocando talvolta piccoli tremiti.
Due anime che si accavallano, creando una melodia perfetta.
Due cuori, diversi tra loro ma indispensabili l'uno per l'altro.
Due figure che si attorcigliano, disegnando un quadro elegante ed intenso.
Dopo minuti, o ore, o giorni interi, separano le labbra.
Gli occhi acquamarina di lei incontrano quelli verde prato di lui.
Si guardano per molto tempo, scavando nell'animo dell'altro.
Le labbra gonfie dal bacio appena dato si muovono, in cerca di parole che però non escono.
Infine, Hiccup, posando una mano sul viso di Merida, sussurra
-Quando sarai ancora sull'orlo di crollare, puoi star certa che ci sarò io a salvarti, a costo di cadere insieme a te-.
Lei annuisce.
-Tu mi hai salvato-.




 






Note¹ :  E rieccomi ^-^ Allora, prima di tutto, spero vi sia piaciuta :D
In realtà è uscita fuori una cosa più deprimente di quello che intendessi x'D Chiedo venia.
Quindi, cominciamo con la seconda parte degli appunti : Le due moto le ho prese completamente a caso; ho scelto Astrid come ''cattiva'' perchè, molto sinceramente...mi sta antipatica; avevo pensato di rendere Hiccup movente per la rissa, ma Astrid,  a parer mio, è una che va dietro ai tipi fighi, e Hiccup qui non è un figo (Eheheh...non per lei almeno e.e); la costellazione d'Orione è presa completamente a caso ^o^ L'ho vista cercando su internet e mi piaceva; il nome della scuola idem, mini-ricerca sul web e il nome mi ispirava; per chi, come me, ama Harry Potter, avrà notato la piccolissima citazione con Kings Cross *^* La maggior parte delle frasi dette da Merida durante la sfuriata, vengono proprio dal testo della canzone Welcome to my life, cercavo una specie di colonna sonora per questa One shot e, ascoltando questa, ho pensato ''cazzo, è perfetta''; per la rissa mi sono ispirata tantissimo a quella di Narnia - Il Principe Caspian (Amore mio, Caspian, aspettami *^*),  più che altro per la parte in cui Jack va ad aiutare Merida, ricorda molto quando Edmund va ad aiutare Peter; Merida sembra una tipica adolescente depressa xD Non volevo renderla così stereotipata D: Bene, ho finito :3
Ah, ho un piccolo annuncio da farvi...*rullo di tamburi*...l'AU della prossima One shot lo sceglierete voi! ^-^
Ebbene sì, ho deciso di rendervi partecipi a questa cosuccia scegliendo il prossimo AU tra uno consigliato da voi. Ovviamente, gli altri che mi consiglierete saranno pubblicati in futuro. Tutti verrete accontentati ^o^
Quindi, su su, aspetto delle recensioni ^-^ Non siate timidi, la tastiera non morde (forse), e così potreste rendermi taaanto felice.

Spero di non aver fatto una cavolata con questa idea D:

Al prossimo capitolo (°3°)


S.

PS : Volvevo avvertirvi che, fino a quando non finirò la long sui Big Four (I quattro doni, mi farebbe un'enorme piacere se ci faceste un salto ^-^ ) questa raccolta andrà avanti un po' più lenta :)

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Capitolo 2
*** Odore di felicità ***



Titolo : Odore di felicità
AU : Modern!AU
Personaggi : Rapunzel, Jack, Merida, Hiccup, altri
Pairings : Jackunzel
Rating : Verde 

Note : Eh sì, non sono morta ^o^" Allora, che dire. Credo che dovrei cambiare il titolo di questa raccolta in "Storie deprimenti che partorisco di notte", sarebbe molto più adatto.
Ma almeno, questa volta la parte triste è più corta dello scorso capitolo (che ho visto è piaciuto *^* Davanti a tutti quei complimenti ero tipo...AAWW *w* ) e la parte dolciosa(?) è prevalente ;)
Anche l'intero aggiornamento però, a malincuore, è molto corto. E' solo che mi è piaciuto concluderlo così D: Spero che non sia troppo breve.
Che dire, vi lascio alla lettura, ma ci rivediamo alla fine, per qualche piccolo appunto :3


 

Odore di felicità.



-Maledetta panna-.
Ormai è da venti minuti buoni che fa roteare la frusta nella ciotola contenete tre albumi d'uovo, intenta a montarli. Ma senza risultati visibili.
-Che cos'hai che non va?- impreca ancora contro il liquido biancastro, che rimane costantemente immutato.
Da fuori, voci allegre si fanno sentire, insieme a risate e urla divertite.
-Mamma, ci racconti la storia dell'orso?- chiede una vocina squillante. Un bimbo, di sei anni, dai capelli castani e ispidi come un nido d'uccello e dagli occhi acquamarina.
-Sì, zia Mer. Racconta, racconta!- le fa eco un'altro bambino, anche lui della stessa età, ma capelli biondissimi e occhi color ghiaccio.
-Vi prego, non di nuovo- sbuffa invece un ragazzino poco lontano, di quindic'anni massimo, i capelli mori raccolti in un minuscolo codino sulla nuca, occhi verde primavera.
-Non rompere, Andrew!- urla una bambina, di dieci anni probabilmente, che si avvicina veloce a Merida. Capelli rossi e dritti raccolti in due alte code.
-Eh va bene. Non volevo raccontarvela ancora, ma se proprio insistete..- afferma, con finta noncuranza, la donna, sedendosi sull'erba fresa.
I tre bambini si avvicinano a lei, accostandosi in cerchio.
-Allora, si narra che tanto tempo fa, quando voi scriccioli non eravate ancora nati, esistesse un regno, governato da un re, ormai morente, con quattro figli, i quali dovevano dividersi le terre...- comincia Merida, gesticolando ad ogni frase e impregnando di enfasi tutte le parole.
Rapunzel sorride, divertita dalla scena ormai famosa.
-Non cambia mai-.
Una voce la fa voltare. In cucina è appena entrato Hiccup.
Guarda con occhi sereni la moglie, ancora intenta a tenere occupati con le sue storie i bambini, sorridendo.
-Già, ma ci piace così- afferma la bionda, tornando a guardare l'amica.
-Ci piace veramente- aggiunge l'uomo, posando le mani sui fianchi.
E' innamorato follemente di sua moglie, Hiccup. E questo Rapunzel lo sa bene.
Non c'è situazione in cui lui non dimostri il suo affetto verso di lei.
La bionda ritorna a guardarlo, presa da quei pensieri, quando nota un particlare alquanto bizzarro tra la folta chioma castana.
-Perchè hai delle...trecce?- chiede, soffocando una risata.
Lui arrossisce all'istante, tastandosi con le dita le acconciature imbarazzanti.
-Rachel...v-voleva intrecciare qualcosa, ma la chioma della madre era troppo...impegnativa. E quindi ha optato per me- spiega, imbarazzato.
Insieme, scoppiano in una risata fragorosa.
-Ti donano però- afferma la bionda, alludendo alle treccine.
-Ti danno quel tocco...selvaggio- continua.
-Tu dici?- chiede, ironico, l'uomo, alzando l'angolo della bocca.
-Assolutamente- risponde sicura lei, sorridendo.
-Allora vado a far colpo su una bella donna selvaggia- dice il castano, uscendo dalla stanza per andare verso la moglie.
Rapunzel ride divertita. Poi ritorna alla sua amatissima panna.
Continua a mescolare, mettendoci tutta la forza di cui è a disposizione, ma la sostanza biancastra non accenna a nessun cambiamento.
-Va bene, vorrà dire che i bignè li mangeremo vuoti!- esclama la donna, spossata.
-Ma che schifezza- dice una voce dall'entrata.
-Chi è il maleducato che osa definire un mio operato "schifezza"?- chiede ironica, già sapendo la risposta.
-Mi scusi, non era mia intenzione privarla della sua dignità. Ma, mi chiedo umilmente, come possono dei bignè non farciti essere di buon gusto- dice, mantenendo un tono falsamente aristocratico, Jack.
-Se la panna si montasse, a quest'ora erano già pronti e mangiati- dice, nervosa, la bionda, indicando la ciotola.
L'uomo si avvicina a quest'ultima, guardandone l'interno.
-Okay, vanno bene vuoti- dice, ridendo appena.
-E non ridere! Mi ci sono messa d'impegno io!- esclama Rapunzel, cercando di tenere un tono offeso, ma invano.
Subito, scoppia a ridere anche lei.
-La prossima volta li compriamo già fatti- dice divertito l'albino.
-Penso sia una buona idea- afferma lei, guardandolo.
Poi rimangono in silenzio, a scrutare le iridi dell'altro.
-Sei bellissima- dice in un soffio lui, senza smettere di fissarla.
Lei arrossisce istantaneamente, distogliendo lo sguardo e lisciandosi una ciocca bonda fuori uscita dalla coda.
-Che dici?- chiede, imbarazzata.
-La verità- risponde semplicemente lui, avvicinandosi alla moglie.
Le posa le mani sui fianchi minuti, mantenedo gli occhi fissi sulle sue iridi verdi.
Rapunzel alza lo sguardo, incontrando quello color ghiaccio del marito.
Si scrutano, si cercano, si amano. Tutto nel modo in cui lo facevano vent'anni fa, come lo facevano dieci anni fa, come lo fanno adesso.

Si guardano, perchè con quegli sguardi scavano nell'animo reciproco, cercando fino in fondo l'ancora che li ha salvati a vicenda tante volte.
Si cercano, perchè sono insignificanti senza l'altro. Perchè sono parte di un mondo formato da milioni e milioni di essere viventi, eppure l'unico di questi che riesce davvero a farli stare bene è lì di fronte.
Si amano incodizionalmente. Lo fanno perchè non riescono ad immaginarsi una vita privata dalla persona che è rimasta al loro fianco da sempre e per sempre.
Jack sfiora con un pollice lo zigomo rosato della moglie, quelle gote che lo hanno sempre fatto impazzire, e lei sorride.
Rapunzel passa la mano fra i capelli albini del marito, quei capelli che le sono sempre piaciuti da morire.
-Sei bellissimo- dice in un sussurro la bionda, senza distogliere un'attimo lo sguardo.
-Che dici?- la imita lui, fingendo imbarazzo.
-La verità- ripete la donna.
Jack posa delicatamente le labbra pallide su quelle carnose di Rapunzel, in un bacio casto, ma intenso.
Rimangono con le bocche a sfiorarsi, tenendo gli occhi fissi l'uno sull'altra.
Lui la accarezza.
Un tremito attraversa la donna, che abbassa immediatamente le iridi verdi e stacca le labbra da quelle del marito.
Le carezze.
-Che c'è, amore?- chiede allarmato l'albino, scostando una ciocca di capelli biondi dal viso di lei.
La moglie rimane qualche secondo zitta, cercando di cancellare quel ricordo che le ha appena attraversato la mente. Come un fulmine attraversa il cielo d'estate.
-Ohi, dimmi- continua, sempre più preoccupato, lui, alzando con indice e pollice il mento della donna.
-G-Goth...-ma non riesce a terminare la parola. E' troppo per lei. Anche solo pronunciare quel nome fa riaffiorare momenti che ha cercato per tutta la vita di cancellare.
Lui la chiude in un abbraccio forte. Stringe le dita sulla maglia viola della moglie, che si abbandona senza problemi tra le braccia del marito.
-Punzie, è tutto passato. Ci sono io adesso, lo sai- sussurra, nell'orecchio della donna, Jack.
Lei si limita ad annuire, perchè, se proferisse parola, scoppierebbe in un pianto disperato.
Immagini, scene strazianti, le passano davanti agli occhi, lottando per sopprimerla. Si aggrappa più forte all'uomo, che non smette di abbracciarla.

-Lo faccio per il tuo bene!- dice calma la donna, accarezzando dolcemente la figlia.
-No mamma! Ti prego, non di nuovo!- grida grida questa, supplicandola.
-E' solo perchè sei il mio tesoro- biascica ancora la donna, per poi sbattere la porta ed allontanarsi
-NO!- urla la bimba.
Si guarda intorno, sentendosi schiacciata e soffocata da quel buio penetrante.
-No...- sussurra, mentre una lacrima silenziosa le riga la guancia.
Si butta in ginocchio a terra, cominciando a singhiozzare.
E' ancora lì, nella "stanza dei giochi". Solo sua madre sa perchè si chiama così.
Quella camera non ha mai assistito a giochi di alcun tipo. Ha visto solo urla, pianti, singhiozzi.
Il buio la fa sentire impotente. Odia il buio. Odia l'ignoto.
E l'oscurità è ignoto. E' insicurezza. E' paura.
-Mamma...ti prego...- continua a sussurrare, la voce rotta dal pianto.
Si appoggia al muro con la spalla, ma un dolore lancinante la fa allontanare di scatto.
Alza la manica della maglia, e tasta il braccio.
L'ha fatto, sua madre l'ha fatto ancora. Lo fa sempre, tutti i giorni.
Perchè?
La bimba ricomincia a singhiozzare.
Perchè non può avere una vita normale.
Il rumore di vetro rotto la fa sussultare, anche se ormai ci è abituata.
E' da quando ha memoria che alla parola "mamma" ricollega la donna che abita con lei, ubriaca fradicia, con occhiaie scure e capelli sfatti.
Ricollega le urla, i pugni, le sberle, i calci. 
Ricollega il dolore, i pianti.
Ricollega la prigionia, il buio, la solitudine.


Ma la scena, il ricordo, sfuma via, quando un profumo le passa sotto il naso lentigginoso.
Si desta da quell'inubo ad occhi aperti, inebriata dall'odore che tanto ama.
Odore di felicità.
Quel profumo che le ricorda le corse fatte da ragazzi, i baci strappati di nascosto, le carezze lasciate sulla pelle, gli sguardi fuggiaschi.
Jack, ecco qual'è la risposta.
La risposta alla vita, all'amore. Lui l'ha salvata, e la sta salvando anche adesso.
Gli stringe il collo fra le braccia, e lui la chiude fra le sue, lasciandole leggeri baci sul collo.
-Lo so che ci sei. Lo so- sussurra lei, accarezzando il capo del marito.
Rimangono così, immobili. 
Formano un'immagine perfetta. Sintonia memorabile.
Sono insieme, l'uno sull'altra, e non potrebbe essere altrimenti.
E' come se non ci sia altro modo di vivere, d'esistere, se non uno aggrappato all'altra.
-Su, forza. Qui abbiamo fa...- una voce, che si blocca appena arrivata sulla soglia, li sveglia da quel momento ovattato che tanto sa d'amore.
Si staccano, anche se contro voglia, ed arrossiscono leggermente, incapaci di guardare Merida sull'uscio.
-Scu...scusate, io n-non volevo...- farfuglia questa, facendo per andarsene.
-Non preoccuparti. I bignè arrivano subito- dice serena Rapunzel, sorridendo all'amica, che le risponde con un'occhiolino ed una risata soffocata.
-Forza, mogliettina mia. I bambini ora vogliono sentire la storiella dei fuochi fatui- dice Hiccup, che è arrivato dalla rossa e la sta spingendo verso i piccoli spettatori.
La donna si illumina, e corre verso i bambini.
Il castano si gira verso i due amici, e alza il pollice, sorridendo.
Loro arrossiscono appena, ma sorridono a loro volta.
-Beh, spera soltanto che i bignè vuoti piacciano anche a loro- afferma divertito Jack, guardando i pasticcini non farciti.
-Speriamo- risponde sorridente Rapunzel.



 






Note¹ : Mi sento un mostro ç_ç
Vi giuro che inizialmente doveva essere solo una ff cucciolosa e molto fluff, ma si è trasformata in qualcosa di altamente inquietante o.o
Credo abbiate tutti capito a che si riferisce il flashback di Rapunzel.
Maltrattamento dalla madre.
Non so precisamente perchè l'ho aggiunto, forse perchè è una cosa che sento spessissimo, anche da persone che mi stanno vicino, ed è, secondo me, un fatto orribile.
Madre Gothel era forse il modo migliore per introdurre questa tematica, ma mi pento di averlo davvero scritto. Mi sento una cattiva persona adesso ç__ç
Ho scelto il Modern!AU perchè, per l'Hogwarts!AU, ho talmente tante idee in testa che non sapevo quale scegliere, così ho optato per scrivere questo intanto :3
Allora, i figli sono divisi in questo modo, poichè dal capitolo non si capisce molto
- Rapunzel e Jack hanno due figli : Andrew, ragazzo di quindi anni (quello col codino ,che mi ricorda tanto 
Jim Hawkins de L'Isola del Tesoro *-* ) ed il bimbo biondo, che or' ora ho deciso di chiamare Josh XD;
- Merida e Hiccup hanno, anche loro, due figli : Rachel, la bimba coi codini che ha fatto le stupende treccine al padre XD E il bimbo coi capelli castani, che ho deciso invece di chiamare Hugo.
In realtà non cercate motivi per i nomi o per la  disposizione degli scriccioli, sono completamente casuali ;)
Volevo ringraziare con tutto il cuore _Lullaby99_
 (ave sorellastra ù.ù) MaJo_KiaChan_, che, oltre a supportarmi sempre nella mia long, hanno recensito lo scorso capitolo :) Grazie davvero :D

Grazie anche a La Figlia Delle MaschereSlvre99Giuly Frost, e Nyephche, anche loro, hanno recensito :3
Ringrazio, ovviamente, anche quelli che hanno messo tra le seguite e le preferite la storia, vi adoro tutti! *-* Infine, vi invito a lasciare un commento anche a questo aggiornamento, con scritto l'AU che vorreste vedere nel prossimo capitolo, anche se non mi aspetto molte recensioni questa volta ç__ç
Ci vediamo, si spera con una storia un po' più allegra, alla prossima (°3°)

S.

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Capitolo 3
*** Non è facile dimenticare ***


Titolo : Non è facile dimenticare
AU : Hogwarts!AU
Personaggi : Hiccup, Merida, Jack, Rapunzel, altri
Pairings : Merriccup, Jackunzel, Kristanna
Rating : Verde 
Note : Sono stata abbastanza veloce questa volta, ammettetelo è_è Motivo? Perchè, come vi avevo già spiegato la scorsa volta, di One Shot con l'Hogwarts!AU ne avevo in mente tantissime, e il problema era solo scegliere quale pubblicare :P Così, dopo un'attenta riflessione (ambarabàciccìcoccò) ho optato per questa.
Sarà divisa in due parti, per il semplice motivo che era troppo lunga, e l'ho spezzata a metà, circa. Non è un granchè come trama, ma in fondo rimane una One Shot, le idee le devo tenere per la Long con l'Hogwarts!AU (è tra i miei programmi per il futuro e.e ).
Ma comunque, lascio le spiegazioni più importanti per la fine, così da non spolerarvi(?) nulla ^^
Adieu :3

 

Non è facile dimenticare.

Parte I
Un arrivo inaspettato



TORNEO DI QUIDDITCH
CASE SFIDANTI: 


SERPEVERDE
CACCIATORE: Aladdin Genielamp 
CACCIATORE: Gruaig Macintosh  
CACCIATORE: Astrid Hofferson  
BATTITORE : Tuff Nut           
BATTITORE : Ruff Nut          
PORTIERE  : Eugene Fitzherbert
CERCATORE : Jackson Overland Frost
 
GRIFONDORO
CACCIATORE: Merida Dumbroch
CACCIATORE: Hercules Mys   
CACCIATORE: Li Shang        
BATTITORE : Jhon Smith     
BATTITORE : Anna Arendelle 
PORTIERE  : Kristoff Seekerice
CERCATORE : Tiana Tooth



-Passa!-.
-Prendila al volo!-.
-E Grifondoro segna!-.
Urla eccitate provengono dagli spalti del pubblico. Applausi, grida d'incitazione e striscioni rosso e oro rendono Merida ancora più su di giri di quanto già non lo sia.
-Frost! Oggi vi stiamo facendo neri!- urla la rossa, in sella sulla sua FireBolt, rivolta all'albino.
-Seh. Sogna, principessa!- risponde questo, stringendo fra le dita il manico della sua Nimbus. Fa un cenno con la mano e si allontana.
Lei sbuffa, guardando con occhi truci l'amico, per poi posizionarsi di fianco ad un'altra ragazza. 
Capelli color carota(?) raccolti in due trecce che le ricadono dolcemente sulle spalle. Occhi azzurro cielo, vispi e attenti. Le dita strette intorno alla mazza di ferro appartenente ai Battitori.
-Anna, vedi di colpirlo più forte che puoi- dice, in un ringhio, Merida, indicando col capo Jack.
-Sarà fatto- risponde l'amica, sorridendo.
La rossa si affretta a raggiungere un ragazzo dai capelli ramati, che ha in mano la Pluffa.
-Dai qua, Herc!- urla, rivolta al giovanotto.
-Prendi!- risponde questo, passando la palla alla ragazza. Questa l'afferra al volo e comincia ad avviarsi veloce alla porta avversaria.
Guarda fisso gli anelli, visualizzando quello che andrà a mirare, ma davanti le si para un ragazzo Serpeverde.
Capelli scuri, pelle olivastra e occhi cioccolato. Le labbra incurvate in un sorriso beffardo.
-E ora che si fa, ricciolina?- chiede questo, bloccando la ragazza.
-Ti conviene spostarti- risponde tranquilla lei, sorridendo.
-Io penso proprio d...- ma un Bolide lo colpisce in petto, facendolo spostare di qualche metro.
-Sei un grande, Jhon!- urla riconoscente Merida, salutando a due dita il battitore biondo che l'ha aiutata.
-Dovere!- risponde contento questo, ricambiando il saluto con la mazza di ferro.
Lei riprende la corsa verso la porta, ma viene nuovamente fermata da un'altro avversario.
-Senti, Macintosh, vedi di spostarti! Non ho tempo per te!- urla infastidita la rossa, guardando torvo il ragazzo.
Lunghi capelli neri spostati su un occhio, iridi chiare e un naso che la fa da padrone su tutto il viso.
-Suvvia, Merry. Dammi quella Pluffa e non ne parliamo più- dice il ragazzo, allungando la mano verso di lei.
-Questa sì che è buona- dice, ridendo, Merida.
In uno scatto fulmineo, si sposta verso destra, per poi avanzare veloce. Ma Gruaig la raggiunge subito. Ora sono uno di fianco all'altra.
-Smettila di scappare, tanto lo sai che prima o poi dovrai fermarti- dice in un ghigno lui.
-Non penso proprio- risponde lei, ma con una punta di nervosismo nella voce.
Si guarda intorno, in cerca di qualche modo per togliersi di mezzo l'avversario.
Improvvisamente, alla sua destra, vede un Bolide arrivare veloce nella direzione poco più avanti a lei.
-Credo, anzi, che mi fermerò qui- dice, sorridendo, Merida, frenando di colpo.
Gruaig non fa in tempo ad imitarla, e, in un attimo, è travolto dalla palla di ferro. La rossa ride soddisfatta, e riprende ad avvicinarsi al portiere.
Ormai è a una manciata di metri dalla meta, il ragazzo davanti agli anelli si prepara.
Capelli castani, occhi nocciola fissi sulla ragazza. Una leggera barbetta sul mento gli da quel tocco da belloccio.
Lei tira indietro un braccio, per lanciare la Pluffa, quando un Bolide la colpisce sulla spalla destra, lasciandola appesa alla scopa solo con una mano e facendole cadere la palla.
Irata, alza lo sguardo, e si ritrova davanti gli occhi chiari di Anna, in volto un'espressione mortificata.
-MA TI SEI RINCITRULLITA?! Devi colpire i Serpeverde!- urla nervosa la rossa, rimettendosi seduta.
-S-scusa! E' che, sai, è il mio primo anno da Battitore e...- prova a scusarsi la ragazza, ma Merida la interrompe.
-Sì sì, okay. Ora vai- dice, congedando l'amica con un gesto della mano ed allontanandosi subito.
-Va bene!- urla contenta Anna, sorridendo.
-Nuove reclute...pff- sbuffa contrariata la rossa, cercando con lo sguardo la Pluffa.

Intanto, le urla dal pubblico si fanno sentire sempre di più, accompagnate dalla cronaca in tempo reale di Mavis e Fishlegs.
-Sembra che la nuova arrivata, Anna Arendelle, debba ancora capire a pieno le regole basilari del gioco- osserva divertita la ragazza dai capelli corvini, sorridendo.
-Eppure, data la sua altezza di un metro e sessantacinque centimetri, il peso di cinquanta chili, la casa a cui appartiene, cioè Grifondoro, dovrebbe riuscire a fare un punteggio medio di due colpi agli avversari a minuto- dice, parlando a raffica, il ragazzo biondo, guardando intensamente il campo davanti a loro.
-Emh...o-okay. Ma ecco che Smith colpisce l'avversario Hofferson! La Pluffa ritorna a Li!- urla, cercando di rimediare alla figura fatta dal compagno, Mavis.
-Ormai è vicinissimo alla porta avversaria. Tira. Flitzherbert riesce a parare! Rilancia la Pluffa a Genielamp. Questo si fionda contro la porta affersaria, ma viene intercettato da un bolide lanciato da Arandelle. Lo colpisce in pieno! La Pluffa viene però presa al volo da Hofferson. Si fionda alla porta. Viene bloccata dalla Dumbroch, ma riesce a superarla. Seekerice si prepara. La Hofferson lancia. E' GOL!- urla Mavis, le braccia in aria.
-Però mi piacerebbe dire qualcosa anch'io- sussurra Fishlegs, rivolto alla ragazza.
-Hai già detto abbastanza- risponde lei, tenendo lo sguardo fisso sui giocatori.

Una ragazza, lunghi capelli biondi raccolti in una treccia e occhi verde primavera, è in prima fila sugli spalti, saltellando e applaudendo in continuazione.
Sul viso, la scritta "Mer" dipinta in rosso e oro, mentre, sulla fronte del ragazzo lì di fianco, la parola "Jack", in verde e argento.
-Vai Mer! Fagli vedere di che pasta sei fatta!- urla la ragazza, alzando un pugno in aria.
-Calmati, Punzie- cerca di tranquillizzarla il ragazzo vicino, capelli castani e spettinati, occhi verde prato.
-Neanche per idea!- risponde eccitata Rapunzel, fissando con occhi febbricitanti l'amico.
Questo la guarda sorridendo e sposta le iridi sul campo, cercando con lo sguardo qualcosa.
-Ma dov'è Jack?- chiede perplesso.

-Boccino, dove sei finito?- chiede, con una punta d'ironia, il ragazzo, muovendosi veloce sulla sua scopa.
-Tanto lo prenderò prima io, non sforzarti nemmeno- dice, beffarda, l'altra Cercatrice, sua avversaria.
Capelli neri, tagliati corti e spettinati, con ciocche di colori sfavillanti.
Occhi vivaci, in natura color nocciola, ma, indossando le sue solite lenti a contatto, di un violetto tendente al lilla.
-Perchè non ritorni da dove sei venuta e lasci fare a chi ne è capace?- chiede l'albino, alzando un'angolo della bocca.
La ragazza sbuffa infastidita, e si allontana. Lui sorride e la segue, continuando però a guardarsi intorno per cercare il Boccino.
In lontananza, qualche metro più in alto dei due, un lucchichio attira la loro atenzione.
Si guardano, con occhi di sfida, e poi si lanciando contro l'obbiettivo.
-Smettila di provarci, tanto non ce la puoi fare!- urla Tiana, salendo velocemente contro il luccichio, sempre più vicino.
-Vedremo- risponde, a bassa voce, Jack, allungando una mano verso il Boccino.
Ormai sono distanziati dalla palla da un paio di metri, a pari passo. 
Ma, con uno spintone, la ragazza fa traballare l'albino, che si sposta di qualche centimetro, per poi superarlo.
-Quest'anno la coppa la vedrete solo in fo...- ma, prima di concludere la frase, un Bolide la colpisce in faccia, facendola cadere dalla scopa.
Priva di sensi, viene presa subito da Shang.
-Mi sa che la lucideremo la coppa, invece- dice divertito Jack, avvicinandosi lentamente al Boccino.
-TI VUOI SBRGARE?!- grida, da sotto, una ragazza bionda, alta e magra, sbraitando.
-Okay Ruff, però, prima colpisci la rossa!- urla di rimando l'albino, indicando Merida.
La ragazza sbuffa seccata, e, battendo un Bolide che le passa vicino, colpisce l'obbiettivo, disarcionandolo dalla scopa.
-JACKSON OVERLAND FROST, SEI UNO STRO...- ma la frase termina di botto, quando qualcuno la prende da sotto.
-Non preoccuparti, ci sono io- sussurra, cercando di apparire sexy, Gruaig.
-Ma smettila, ciuffo- soffia la rossa, riprendendo la sua Fire Bolt ed allontanandosi.
-Sarà per la prossima volta, Merry!- urla contento lui.
La ragazza fa un verso esasperato, lanciando un'occhiata truce a Jack.
Questo, sogghignando, allunga in uno scatto la mano, prendendo il Boccino fra le dita. Infine, alza in alto il braccio, provocando acclamazioni euforiche dagli spalti.
-PARTITA CONCLUSA. SERPEVERDE VINCE IL CAMPIONATO!-.

*  *  *

-E' stata fortuna, solo fortuna sfacciata- borbotta Merida, a braccia incrociate sul petto.
-Sarà, ma rimane il fatto che vi abbiamo stracciati- risponde sogghignante Jack, guardandola con un sopracciglio alzato.
-Per un soffio- risponde la rossa, fissando un punto nel vuoto pur di non incontrare le iridi cerulee dell'amico.
Sono seduti sul muretto del Salone d'Ingresso. La partita è ormai finita da un'ora.
Vicino a loro, passa Aladdin, che tira una pacca sulla spalla di Jack.
-Bella partita oggi- dice, sorrdendo.
-Siamo stati forti- risponde l'albino.
-Come stavo appunto dicendo, si è trattata solo di fortuna. Niente più- dice Merida, alzando il naso e guardando altezzosa Aladdin, che ride divertito.
-Sì, certo- risponde questo, alontanandosi e salutando con la mano.
-Non arrabbiarti, Mer. Vi rifarete l'anno prossimo- la rassicura Rapunzel.
-Non credo- risponde non curante Jack -Vi stracceremo comunque- conclude, ridendo. La rossa sbuffa, stringendo ancora di più le braccia al petto.
Rimangono qualche minuto in silenzio, con sottofondo le voci ancora eccitate dei Serpeverde, in giro a spiattellare la loro vittoria.
-Comunque, credo che, finita la scuola, potrei benissimo prendere il posto di Quigley Finbar- dice, alzando un'angolo della bocca, l'albino, guardando di sottecchi Merida.
-Sogna pure, Frost. Quel posto sarà mio- risponde ferma lei, guardandolo con occhi di sfida.
-Vedremo, Dumbroch- continua lui, avvicinando il viso alla rossa.
-Su, su. Non ricominciate. Tenete le vostre manie da tifosi per il prossimo campionato- dice Hiccup, alzando gli occhi al cielo.
-Miseriaccia, è vero! Credo che non riuscirò ad aspettare fino alla fine!- urla, come risvegliandosi, Merida, spalancando occhi e bocca.
-Per la barba di Merlino! Devi resistere! Ancora pochi mesi e rivedremo i Ballycastle Bats!- dice eccitato Jack, scuotendo per le spalle la rossa.
-Hai ragione!- risponde questa, mostrando un sorriso a trentadue denti.
-E' mai possibile che bastino le parole Ballycastle Bats a farli tornare pacifici?- chiede, scocciato, il castano, guardandoli. Rapunzel ride con una mano sulla bocca, divertita.
-Che ci vuoi fare. Sono fatti così- dice questa, continuando a sorridere. Merida e Jack guardano i due amici, leggermente imbarazzati.
Poi, insieme, scoppiano in una rigorosa risata.
-Dai, credo sia ora di andare- dice Hiccup, togliendosi una lacrima da un'occhio e guardando l'orologio appeso al muro.
Scendono dai muretti su cui erano seduti e si dirigono verso la Sala Grande.
Arrivano davanti all'enorme portone di legno, inondati da tutti gli altri studenti diretti verso i loro posti.
Si salutano, camminando contenti ai rispettivi tavoli.

-Hey, Mer!- la saluta una voce gioiosa, vicino a lei.
La rossa si volta. Davanti, due trecce si scuotono, una mano intenta a salutarla vivacemente.
-Anna!- risponde la ragazza, avvicinandosi all'amica. Le si siede di fianco.
-Grande partita oggi- dice una voce di fianco ad Anna. Kristoff le è seduto vicino, un braccio posato sui suoi fianchi.
-Già. Peccato che abbiamo perso- si intromette una voce in arrivo. Tiana si siede di fronte a Merida, sul viso un'espressione imbronciata.
-Eh dai. Divertiti per una volta- cerca di risollevarle il morale Anna.
-Però Toothie ha ragione- aggiunge la rossa, incrociando le braccia sul tavolo lucido.
-Non chiamarmi con quel nome!- esclama irritata Tiana, guardando con astio Merida.
-Che nome? Tooooothie?- chiede, ironico, un ragazzo, sedendosi vicino all'amica.
-Smettila, Herc!- scatta questa, tirandogli un pugno sulla spalla. Lui ride divertito, scompigliandole i corti capelli.
Di colpo, l'attenzione di tutti viene portata altrove. Al tavolo degli insegnanti, un tintinnio persistente invade la lunga stanza.
North, il preside di Hogwarts, sta battendo la forchetta contro il piccolo bicchiere di vetro che tiene in mano.
E' in piedi, e tutti gli sguardi degli studenti sono rivolti verso lui. Si schiarisce la voce, posando bicchiere e forchetta sul tavolo.
-Allora, miei cari studenti. Come tutti sapete, oggi, torneo di Quidditch, stato vinto da casa Serpeverde!- dice, a gran voce, l'uomo, mettendo in mostra il suo solito accento russ marcato, e richiamando applausi e starnazzi dall'ultimo tavolo della stanza.
Un Jack Frost particolarmente su di giri balla contento sulla panca.
-Però, anche casa Grifondoro giocato con coraggio e valore!- aggiunge, battendo le grosse mani e imitato subito dal tavolo della casa elogiata, che esplode in urla e applausi vari.
-Bendetto!- urla Kristoff, alzando un pugno verso il preside.
-Diglielo a quei montati!- grida Merida, propagando al meglio la voce con le mani sui lati della bocca.
-Quindi, miei omaggi a entrambe case. Ora, cena può iniziare- conclude l'omone, sorridendo e mostrando le paffute gote rosate. Si siede, compiaciuto.
-Era ora! Mia pancia brontola da inizio di partita- sussurra lui ad una professoressa lì di fianco, che lo guarda torvo.
I tavoli si riempiono velocemente di piatti e vassoi, colmi di cibo di tutti i tipi.
-Passa il pollo!- grida Anna, rivolta a Tiana.
-Ecco. Mi dai le patate?- chiede di rimando questa, indicando un vassoio vicino.
-Herc, passa qui le polpette- dice Merida, masticando vistosamente.
-Mer, mi dai la bistecca?- chiede Kristoff, una mano allungata verso l'amica.
In tutti i tavoli, i ragazzi prendono il cibo a destra e a manca, svuotando i vassoi uno ad uno. Le chiacchere serene dei presenti fanno da solito sottofondo alla cena, che si svolge normalmente.
Di tanto in tanto, quache posata, bicchiere, studente cade, ma è una cosa del tutto usuale. Ormai i vassoi sono vuoti, e altri, contententi però solo dolci di vario tipo, prendono il loro posto. Tutti si affrettano a prenderne qualcuno, per concludere in bellezza la gustosa cena.
Stanno per addentare i primi bocconi, quando tutto l'ambiente si fa improvvisamente buio. Gli sguardi dei presenti si rivolgono verso l'alto.
Le candele, sospese come sempre a mezz'aria, sono state spente. Tutte.
Il cielo fasullo che prende il posto del tetto ora mostra un temporale. Tutti gli studenti si guardano attorno, spaesati e impauriti.
North, immediatamente imitato dagli altri professori, si alza in piedi, portando davanti a sè la spessa bacchetta.
-Che succede?- chiede, in un sussurro nervoso, Tiana.
-Non ne ho idea- risponde, sempre a bassa voce, Kristoff, avvicinandosi ad Anna e passandole un braccio sulle spalle.
Merida continua a voltare il capo da tutte le parti, scutendo i folti riccioli cremisi.
-Stai calma, Mer- cerca di tranquillizzarla Hercules.
Il preside scende dal piano rialzato, adibito esclusivamente per i professori, e cammina nella sala, guardandosi attento in giro e spostando velocemente le grandi iridi blu. I professori si avvicinano ai tavoli delle rispettive case.
Improvvisamente, un freddo penetrante attraversa tutta la sala, congelando immediatamente le bibite nei bicchieri e gli animi dei presenti. Tutti cominciano a tremare visibilmente.
Merida si strofina le mani sulle braccia, nell'intento di riscaldarsi. Dalle bocche escono respiri condensati in nuvolette biancastre.
Di colpo, dall'enorme portone, entra una figura scura.
Vola a mezz'aria, molto lenta e sinuosa.
Sembra un spirito, coperto da un telo nero, logoro e consunto dal tempo.
I lineamenti del "viso" sono appena accennati.
Subito, altre tre figure identiche lo seguono, e tutte e quattro si pargono nella lunga stanza.
-Dissennatori?- chiede, in un soffio, Anna, stringendosi ancora di più a Kristoff.
-Dissennatori ad Hogwarts? Che ci fanno?!- chiede la professoressa dei Serpeverde, tremando vistosamente.
Il preside le fa cenno con un dito di rimanere in silenzio, ma è troppo tardi.
Un Dissennatore ormai le è di fronte, spirando la sua anima. La donna cerca di richiamare il suo Patronus, ma senza risultati.
North corre subito verso lei, seguito dal resto degli insegnanti. Chiama l'incantesimo a se, e lo spirito si allontana immediatamente dalla donna.
-Sta bene?- chiede, nervoso, il preside, aiutando la professoressa ad alzarsi.
-S-si- borbotta lei, ancora stordita e affannata.
Un'urlo acuto viene dal fondo del tavolo Grifondoro.
Una bambina, che per quanto si ricorda Merida dovrebbe chiamarsi Vanellope Von-qualcosa, è praticamente davanti ad un Dissennatore
Il professore dei Grifondoro si appresta a lanciare il suo Patronus, mentre il guardiacaccia Ralph corre ad aiutarla.
-Tutti professori portino subito studenti in loro dormitori!- urla nervoso North.
Ognuno obbedisce, sbrigandosi ad arrivare alle rispettive Sale Comuni.

*  *  *

-Che diavolo ci fanno Dissennatori ad Hogwarts?!- chiede Jack, rivolgendosi ai tre amici.
Sono seduti sul terzo tavolo, a fare colazione. Oggi le lezioni sono state sospese, appunto per l'accaduto della sera prima.
Nè i professori, nè il preside, si sono ancora visti in giro.
I primi sono in riunione da questa notte, mentre il preside è andato al Ministero della Magia, per ricevere spiegazioni.
Gli studenti ora nella Sala Grande sono pochi, circa la metà dei soliti. Gli altri sono chiusi nei rispettivi dormitori, troppo spaventati per uscirne.
-I-io un'idea ce l'avrei...- borbotta Hiccup, abbassando lo sguardo sulla sua Omelette.
-Cioè?- chiede Rapunzel, guardando curiosa l'amico di fronte. Anche Jack e Merida si voltano verso di lui.
-Beh...venendo qua oggi, per puro caso, ho sentito un po' di conversazione tra il preside North e la professoressa di Corvonero. Stavano parlando di Azkaban, e di qualcuno che ne è fuggito...- a queste parole, si gira verso la rossa, seduta di fianco a lui.
Questa si irrigidisce di colpo. Occhi sbarrati e bocca serrata. Un tremito gelido le attraversa la schiena.
Anche gli altri due presenti si voltano a guardarla, in viso un'espressione preoccupata.
Merida rimane immobile, raggelata dal pensiero che la tormenta da quando ne ha memoria.
-Mor'du- conclude, in un soffio, Hiccup.
Ed ecco riaffiorare tutto ciò che l'ha perseguitata per tutta la sua vita.
Il viso di un uomo le si para davanti agli occhi.
Cicatrici profonde gli solcano il viso, duro e squadrato.
Occhi neri come la pece più oscura. Capelli mori tenuti lunghi. Folta barba, sovrastata dal naso arcuato.
-No...- sussurra, cercando di autoconvincersi che quell'uomo non sia davvero evaso da Azkaban.
-Non può essere...- continua a borbottare, sudore freddo le bagna la fronte.
Hiccup le poggia una mano sulla gamba, come segno di supporto. Anche Rapunzel, di fronte alla rossa, allunga un braccio, toccandole la mano. Jack, invece, è serio.
-Ma...come ha fatto?- chiede, fissando pensieroso il suo piatto.
-Non lo so, non ho sentito molto- risponde il castano, guardando Merida.
Mor'du è scappato. E' riuscito a fuggire. Ora è a piede libero, e potrebbe essere ovunque. 
Nessuno lo può più fermare, adesso.
Compierà la sua vendetta.



 




Note¹ :  Non ha assolutamente nessun nesso logico con il senso.
Esatto, questa One Shot non ha minimamente senso. E' uscita come escono i rutti. Completamente fuori controllo.
Perchè ho scelto Merida come POV principale? Elementare, Watson. Per il semplice motivo che è il personaggio dei Big Four in cui mi rispecchio meglio. E, ammettiamolo su, è cazzuta.
All'inizio, ho messo la tabella coi giocatori delle squadre di Quidditch per mettere un po' d'ordine e far capire al meglio i nomi che ho usato, senza dilungarmici troppo. E poi mi piaceva come idea ^^"
Boh, come ho già detto, non ho nulla da spiegare su questo aggiornamento, perchè non so nemmeno io da dove sia saltato fuori o.o
Una sta lì, a riguardarsi per la millesima volta Harry Potter e il Prigioniero di Azkaban, e l'illuminazione non-sense viene, così a caso.
Ho iniziato il capitolo con il torneo, praticamente già immersi in esso, perchè mi ispirava troppo come Incipit. Mi sembrava un buon modo per rendere più movimentato il capitolo ;)
Spero che abbiate riconosciuto tutti i personaggi, sennò vi Avada Kedavrizzo con le mie mani, anzi, bacchetta.
Oh, se nella tabella iniziale trovate nomi strani (es : Aladdin Genielamp) è esclusivamente perchè, non conoscendo nome/cognome del personaggio, me ne sono inventato uno ^^"
Spero non me ne vogliate per questo
 :3
Eeh, boh.
Come sempresempresempre(?) ringrazio tutti quelli che hanno recensito/recensiscono/recensiranno. Vi adoro tutti quanti. E vi invito a lasciare un commentino anche questa volta :D
Grazie anche a chi invece rimane in silenzio, a chi mette tra le preferite/seguite/ricordate la raccolta e a chi se ne sta in panciolle a guardarsi I Simpsons. Vi amo tutti.
Che dire, SONOANDATAAVEDERECOLPADELLESTELLENONPOSSOFARCELAIOMUOIOLOGIURO.
Ed apre anche qui l'angolo "I fatti di m o o n l i g h t di cui a nessuna frega niente".
AVVISO IMPORTANTE : STO PER DARE LIBERO SFOGO AI MIEI SCLERI FANGIRLIANI SUL FILM "COLPA DELLE STELLE". PERTANTO, SE NON HAI ANCORA VISTO E/O LETTO QUESTO FILM/LIBRO, E, SOPRATTUTTO, SE NON VUOI SPOILER, PASSA DIRETTAMENTE AI SALUTI. Buona lettura.
No, va beh. No, va beh. No, va beh. NO, VA BEH.
Voi scherzate? Io non lo accetto. Nemmeno per idea lo accetto. E io stupida che mi sono detta "Massì, hai già letto il libro, sai come va a finire. Non piangerai, vai sicura". Ma infatti non ho pianto. Nono, assolutamente.
SINGHIOZZAVO, OKAY? SINGHIOZZAVO, E OLTRETUTTO DOVEVO ANCHE TRATTENERMI.
Ma porca di quella miseriaccia, perchè? PERCHE'? John Green, carissimo il mio Green, tu. Sì, proprio tu che spero non leggerai mai questa frase perchè in realtà ti venero/amo devi morire. Lentamente. Soffrendo. Perchè non puoi.
Semplicemente non puoi far morire Gus. Non è giusto, non lo è. OKAY? OKAY.
Non so che dire, quando sono partiti i titoli di coda nessuno si azava. Erano tutti ancora fermi, a cercare di assimilare tutto ciò che avevano visto, ma incapaci di farlo.
Perchè Colpa delle Stelle non è un film. Tantomeno un libro. No. Quello è vita. Amore. Dolore. Sofferenza. Tutto nel più semplice e umano dei modi. E tutto questo è straziane e meraviglioso al tempo stesso.
Boh, mi faccio auto pubblicità. Ieri sera, appena tornata dal cinema, appunto, volevo scrivere qualcosa. Dovevo. Ed è uscito questo obrobrio
Sei Stato Il Mio Effetto Collaterale Dell'amoreE boh. leggete se vi va.
Va bien, ho finito di sclerare.
Vi lascio con un saluto alquanto inusuale.
Banana.

S.


Ps: Ho cambiato Layout. Yee. Mi sento più fica, ora.

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