You've got to hide your love away

di Vane Joe Armstrong
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Avete mai pensato ad un modo per sconvolgere la vostra vita ? Ad un modo per allontanarvi un po’ dai problemi quotidiani ? O avete mai pensato, semplicemente a cambiare aria ? Bhè io si…ed è più o meno quello che sto facendo.
 
Era una fredda mattina di Maggio,mi ero svegliata presto per sistemare le ultime cose e,finalmente partire.
Controllai di non aver dimenticato nulla e chiusi la valigia,entrai in bagno e mi lavai velocemente,giusto per svegliarmi  un po’. I miei genitori e i miei fratelli erano già al piano di sotto a fare colazione e aspettavano solo me…così mi decisi a scendere,presi le mie valigie e diedi un’ultima occhiata alla mia camera,lì dentro c’era tutta la mia vita,i miei libri,i miei vinili,il gira dischi che mi avevano regalato per natale e tutti i miei affetti…mi dispiaceva andarmene,ma giusto un po’,volevo davvero fare qualcosa di diverso e cambiare aria per un po’. Chiusi la porta della mia camera e scesi al piano inferiore,poggia le valigie nell’ingresso e mi diressi in cucina.
“Buongiorno” dissi,con un lieve sorriso.
“Buongiorno” mi risposero gli altri in coro. Mi sedetti al mio solito posto e mia madre mi diede gentilmente una tazza di the,dandomi un bacio sulla fronte.
“Oggi è l’ultimo giorno che facciamo colazione tutti insieme” disse mia madre,leggermente commossa.
“Andiamo mamma,non incomincerai a piangere ?” rispose mio fratello Luca.
“Infatti,Luca ha ragione,non ce n’è motivo…non parto mica per la guerra,starò lontano solo un mese mamma” dissi con un sorriso.
“Lo so,ma è sempre doloroso per una mamma allontanarsi dai suoi figli” rispose lei.
“Allora sei pronta ? Sei sicura di aver preso tutto?” mi disse mio padre,sorridendomi.
“Si,ho già controllato…certo che tu e mamma mettete un’ansia assurda” dissi ridendo.
“Dai,sbrigati,oh faremo tardi” disse mio padre accarezzandomi i capelli.
Detto ciò,fini velocemente la mia colazione e aiutai papà a mettere le valigie in macchina.
Abbracciai mia madre e i miei fratelli,Luca e Luigi,e diedi un bacio a mio padre,”mi mancherete…ma solo un po” dissi sorridendo.
“Tanto lo sappiamo che ti mancheremo e tanto,come farai ? Senza di me sei persa” disse Luigi dandomi un leggero pugno al braccio.
“Si certo,come no” risposi facendo la linguaccia,mentre salivo in auto.
“Mi raccomando fa la brava,niente sciocchezze e..” ,”Apri bene gli occhi” dissi,ripetendo le parole di mia madre.
Ero finalmente in macchina e stavo partendo. Stavo lasciando, per un po’ il luogo in cui ero nata,dove c’erano tutti i miei amici e i miei parenti,per andare in Grecia,a Zante precisamente dove vivevano alcuni cugini dei miei genitori,mi avrebbero ospitata per un mesetto o giù di lì.
Avevo deciso di fare questo viaggio per conoscere nuovi posti e nuova gente e per dimenticare quello che mi era successo negli ultimi mesi.
Arrivai a Zante nel tardo pomeriggio e gentilmente i miei cugini erano venuti a prendermi.
“Ciao Emma,come va ?” mi chiese Jim, uno dei miei cugini.
“Ciao,sono felice di vedervi,comunque,potrebbe andare meglio” dissi io abbracciandolo.
“Sei qui per questo o no ?” mi disse sorridendomi  Jodie,l’altra cugina.
“Si,esattamente,sono qui per svagarmi un po’ “ risposi io.
“Sei cresciuta tantissimo dall’ultima volta che ci siamo visti” mi disse Jim.
“Bè,l’ultima volta che ci siamo visti avevo 11 anni e adesso ne ho 17” dissi io ridendo.
“Ormai è una signorina” disse Jodie abbracciandomi.
“Direi che è ora di tornare a casa Emm sarà stanca per il viaggio” disse Jim.
Detto ciò,caricammo le mie valigie in macchina e raggiungemmo la casa di Jodie e Jim.
Quando arrivammo il sole era già tramontato e lasciando poso alla luna che illuminava l’isola.
La casa era molto accogliente e di medie dimensioni,ma poiché ero molto stanca andai subito in camera mia,non badando ai particolari.
Infilai il mio pigiama,augurai la buonanotte a Jim e Jodie,tornai in camera e mi addormentai seduta stante.
 
 
Salve a tutti,questa è la prima FF che scrivo,vi sarei grata se commentaste la storia,dandomi qualche consiglio magari :)
Che altro ? Bè adoro i Beatles e i Green Day :3
Grazie a chi leggerà la storia :)
Un bacio a tutti,Vane <3

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


La mattina seguente,quando mi svegliai,realizzai concretamente di non essere più a casa mia.
Mi stiracchiai e guardai l’orologio,erano le 9 circa. Mi alzai dal letto e osservai meglio la mia stanza,era abbastanza grande e luminosa,c’era anche uno scrittoio e una libreria, colma di libri.
Andai in cucina e trovai un post-it sul tavolo “Io e Jim siamo a lavoro,ci vediamo per l’ora di pranzo,fa come se fossi a casa tua,baci Jodie”. Dopo aver letto il post-it mi preparai una tazza di the e tornai in camera mia. Nella mia camera c’era una finestra che non avevo notato,mi avvicinai e ammirai il  panorama mozzafiato dell’isola,era davvero bellissimo. Era una mattina primaverile e c’era una leggera brezza di vento che rendeva piacevole la giornata molto calda . Le case,tipicamente greche,erano tutte bianche con i tetti azzurri,e la nostra non faceva eccezione. La casa di Jim e Jodie era davvero graziosa,e l’ambiente circostante era molto tranquillo,mi guardai un po’ in torno  e notai che la casa distava pochi metri dalla spiaggia,dalla mia finestra riuscivo perfino a vedere la schiuma prodotta dalle onde del mare e nell’aria c’era un piacevole odore di salsedine. Finii la mia tazza di the e decisi di disfare le mie valigie,poiché non l’avevo ancora fatto.
Sistemai tutti i miei vestiti nell’armadio e diedi una pulita anche alla casa.
Quando finii erano le 10.30,così decisi di andare a fare una passeggiata sulla spiaggia,e vedere anche un po’ l’isola. Mi vestì e lavai velocemente,indossai un pantaloncino e una canotta molto semplice e lascia i capelli ricci sciolti,presi una borsa e un libro dalla libreria ,che mi avrebbe tenuto compagnia sulla spiaggia,già ché adoravo il binomio libri,mare.
Uscì di casa e mi incamminai verso la spiaggia,era davvero una bellissima giornata,sentivo il calore del sole sulla mia pelle e  i raggi del sole schiarivano i miei ricci dando loro un effetto ramato. La spiaggia distava circa 100 metri dalla casa di Jim e Jodie,perciò arrivai in poco tempo. Quando arrivai sulla spiaggia notai che la zona in cui mi trovavo non era molto affollata sebbene la giornata fosse molto calda. Scelsi un posto tranquillo e all’ombra poiché il sole non mi stava affatto simpatico,sistemai il mio asciugamano e la mia borsa e mi immersi nella lettura. Di tanto in tanto venivo distratta dalle urla dei bambini che giocavano,dalle donne che conversavano allegramente e anche dall’incantevole paesaggio. L’acqua del mare era cristallina,color turchese  e la sabbia bianca e piacevolmente calda. A ridosso della spiaggia vi era una parete rocciosa sulla quale sorgeva  la città,il paesaggio era molto suggestivo e il contrasto tra il bianco delle case e l’azzurro dei tetti dava all’isola un tocco di classe.
“Bel libro”
Alzai lo sguardo e vidi di fronte a me un ragazzo,aveva la carnagione abbastanza chiara,capelli castani di media lunghezza e un sorriso molto dolce.
“Hai letto Orgoglio e Pregiudizio ?” risposi io.
“Ehm….no ma il nome e la copertina mi piacevano” disse lui sorridendomi. Dall’accento e dalle caratteristiche fisiologiche capii che era un turista,non un’abitante dell’isola,doveva essere inglese poiché parlava quest’ultimo in maniera impeccabile.
Risi per la sua risposta, “ Era un modo per attirare la mia attenzione ? “ dissi scherzosamente.
“Può darsi,ma a quanto pare non ha avuto molto successo”.
“Bhé,secondo me potevi fare di meglio….ma toglimi una curiosità,quante ragazze hai conquistato in questo modo ? “ dissi sorridendo.
“Ehm….due o tre…forse”
Ridemmo entrambi per la sua risposta.
“Non sei greca tu,vero ? E nemmeno inglese” mi chiese lui con curiosità.
“Si infatti,sono Italiana.”
“Però,per essere italiana parli abbastanza bene l’inglese.”
“Bhè si,ho dei parenti in Inghilterra e poi ho studiato inglese a scuola ma anche privatamente,già chè mi piacciono molto la cultura e la lingua inglese.”
“Potrei piacerti anche io quindi” disse lui ridendo,”comunque piacere,io sono Paul”
“Emma” dissi porgendogli la mano.
“Quindi che ci fa un inglese in Grecia ?”  continuai.
“Sono qui per trascorrere qualche settimana di vacanza con degli amici e tu ?”
“Bhé dei miei cugini mi hanno gentilmente ospitata a casa loro e così passerò qualche settimana qui”
Parlammo ancora un po’,del più e del meno,mi raccontò che faceva parte di una band rock’n’roll e che adorava Elvis,gli parlai un po’ di me e delle mie passioni…avevamo in comune quella per la musica.
“Accidenti è già ora di pranzo,dovrei tornare a casa” dissi.
“Vuoi che ti accompagni ? “
“No,tranquillo,grazie comunque e piacere di averti conosciuto” gli dissi con un sorriso.
“Ciao,è stato un piacere anche per me,spero di rincontrarti”
 Raccolsi le mie cose,ricambia il saluto con un gesto della mano e mi incamminai verso casa .
 
 
 
Ciao a tutti,spero che questo nuovo capitolo vi piaccia,grazie a chi commenterà  la storia e anche a chi non lo farà! A presto,un abbraccio Vane :D <3

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Quando arrivai a casa,Jim e Jodie erano già tornati dal lavoro ed erano in cucina.
“Buongiorno,com’è andata a lavoro?” dissi entrando in cucina.
“Ciao Emm,è andata bene,e tu che hai fatto questa mattina ? “ disse Jodie.
“Niente di chè,sono andata sulla spiaggia e ho letto un po’”
“Hai conosciuto qualcuno ? “ Chiese Jim con un sorrisetto.
“Ehmm….bhè,in realtà si,ho conosciuto un ragazzo inglese,si chiama Paul.”
“Ooh e com’è ?” mi chiese Jodie sorridendo.
“E’ molto simpatico” dissi io,ricambiando il sorriso.
“Lei intendeva : è carino ?” disse Jim con un sorriso malizioso.
Arrossì alla sua domanda.
“Ehm…ehm..”
“Non metterla in imbarazzo Jim….sei sempre il solito” disse Jodie,in mia difesa.
“Ma no tranquilla,nessun imbarazzo,è solo che per ora non voglio pensare ad un ragazzo,solo ad amici..” dissi timidamente.
“Dai è pronto il pranzo,tutti a tavola” concluse Jim.
Pranzammo lentamente,chiacchierando del più e del meno e dopo aver finito aiutai Jodie nelle faccende domestiche.
Jim e Jodie andarono a riposarsi un po’,anche perché nel pomeriggio sarebbero dovuti tornare a lavoro.
Io,decisi di farmi una doccia e di riposarmi un po’. Entrai nella doccia e l’acqua tiepida cominciò a scorrere sulla mia pelle…iniziai a pensare,com’era mia abitudine,sotto la doccia.
Pensai  a come in un anno,la mia vita fosse cambiata radicalmente. Pensai inevitabilmente a lui,a quel tardo pomeriggio di Marzo. Rabbrividii a quel pensiero e una lacrima rigò il mio viso. Cercai di pensare ad altro,di distrarmi da quell’odioso ricordo,cercai di pensare a momenti felici e positivi dopo quel pomeriggio. Paul . Difficile da credere,ma quel ragazzo ,conosciuto in spiaggia era riuscito a farmi passare un paio d’ore di spensieratezza,a non farmi pensare a brutti ricordi…a farmi ridere. Pensai a quanto odiassi me stessa,per la mia personalità…la mia sensibilità,con la quale più volte mi ero scontrata. Ero una ragazza molto sensibile e ingenua,stavo male per le piccole cose e facevo attenzione a tutto…ai cambiamenti d’umore,ad una parola fuori luogo…ero un inguaribile osservatrice. Volevo cambiare,non volevo più essere la ragazzina ingenua e sensibile…volevo cambiare ma cambiare è difficile.
Avevo perdonato troppo spesso persone che non lo meritavano e mi chiedevo sempre,perché non riesco a lasciare le persone ? Perché,anche se mi fanno star male,riesco a perdonarle e non riesco a mandarle via ? Perché alla fine sono sempre gli altri che lasciano me ? Pensavo a questo…stupida ingenuità.
Abbandonai,finalmente quei brutti pensieri e uscii dalla doccia.
Pettinai i capelli ricci e li avvolsi in un asciugamano, per farli asciugare. Indossai un pantalone lungo fin sopra le caviglie, una canotta bianca e delle ballerine anch’esse bianche. Uscì dal bagno ed andai in camera mia,aprì la finestra per far arieggiare la stanza e lasciai che il sole illuminasse le pareti bianche della camera.
Mi stesi sul letto e continuai a leggere il libro che avevo iniziato sulla spiaggia. Mentre leggevo,mi addormentai con l’ausilio di Morfeo.
Mi svegliai di soprassalto un’ora dopo,Jim e Jodie erano già svegli e li sentivo ridere e parlare nel salotto.
Mi alzai dal letto e feci scivolare l’asciugamano dai miei capelli e successivamente raggiunsi Jim e Jodie nel salotto.
“Allora che hai intenzione di fare stasera ? “ mi chiese Jodie con un lieve sorriso.
“Credo che andrò a fare una passeggiata,voglio ammirare Zante di notte” dissi io ricambiando il sorriso.
“Mi raccomando,sta attenta e cerca di non perderti” disse,sarcasticamente Jim.
“Tranquillo,se mi perdo chiederò informazioni” dissi,facendogli una linguaccia.
“Noi tra non molto torneremo a lavoro,se all’ora di cena non siamo rientrati tu inizia senza di noi o se preferisci puoi mangiare qualcosa fuori” mi disse Jodie.
“Oh,certo,non ci sono problemi”
“Sai già per che ora rientrerai ? “ continuò Jodie.
“Ehm…sinceramente non saprei,non ho fatto nessun programma ancora”
“Nel caso rientrassi più tardi,ti lascio una copia delle chiavi di casa nell’ingresso”
“Va bene,grazie mille”
“Di niente piccola” disse Jodie amorevolmente.
“Direi che è ora di andare Jodie” disse Jim rivolgendo uno sguardo affettuoso alla compagna.
“Si,andiamo..Oh Emm sei hai qualche problema non esitare a chiamarci,ti ho lasciato tutti i numeri di telefono nell’ingresso” disse Jodie.
“Okay,grazie tante,ci vediamo più tardi” dissi con un sorriso.
“A presto e divertiti stasera” disse Jim chiudendo la porta dietro di sé.
Erano le cinque e mezza e decisi di prepararmi per uscire. Indossai una gonna aderente e stretta in vita,lunga fin sopra al ginocchio, una maglia bianca e delle scarpe nere con un tacco non molto alto.
Presi la borsa nella quale misi le chiavi,il portafoglio ei numeri di telefono che Jodie mi aveva premurosamente fornito. Lasciai,come sempre i capelli sciolti, misi un filo di matita nera sotto gli occhi e uscì di casa. Il sole non era ancora tramontato e illuminava le bianche case dell’isola. Le strade non erano molto affollate e caotiche,c’era un via vai di bambini che giocavano e di uomini e donne che svolgevano i loro,abituali e quotidiani doveri. L’aria era leggermente più fresca rispetto a quella della mattina e mi scompigliava i capelli ramati. Decisi di andare a vedere il porto della città,dato che non avevo ancora avuto modo di vederlo,e di mangiare qualcosa nel tardo pomeriggio.
La città non era molto grande e si affacciava su un piccolo porticciolo dove erano ormeggiate le barche dei pescatori locali. Il sole iniziò a calare insieme ai turisti di ritorno dal mare e una pace profonda si impadronì della città. La dorata luce tardo pomeridiana che si rifletteva sull’acqua del porto rendeva ancor più bello e suggestivo il paesaggio che mi trovavo ad osservare. Mentre contemplavo tutto ciò una voce mi fece sobbalzare e mi girai di scatto per vedere da chi provenisse . Era Paul,ancora una volta.
“Ciao”
“Oddio,mi hai spaventata” dissi io posando una mano sul cuore.
“Ops,scusami non volevo” disse lui dispiaciuto.
“ Tranquillo,niente di grave” lo tranquillizzai io.
“Che ci fai qui ? Mi stavi seguendo per caso” continuai io ridendo.
“No,non sono uno stolker…non ancora per lo meno,è solo che mi piace venire qui al tramonto” disse lui sorridendo.
“Oh capisco,sei di quel tipo”
“Che tipo ? “
“Romantico e sentimentale” dissi scherzando,facendogli gli occhi dolci.
“Si lo ammetto,sono un inguaribile romantico” disse lui arrossendo.
“Non c’è niente di male nell’esserlo” dissi con un lieve sorriso.
“ Eh…e tu che ci fai qui ?”
“Bhè sai…sono arrivata ieri e non ho avuto modo di fare un giro in città”
“ Se vuoi posso accompagnarti io” disse gentilmente lui.
“Ma…ma nemmeno ti conosco”
“Pff…se avessi voluto rapirti l’avrei già fatto,non ti pare ? E poi…andiamo,quando ti ricapita di passare una serata con Paul Mccartney ? Sono una rock star io” disse lui sorridendomi.
“Non saprei.. “
“Ti prego” disse lui facendomi gli occhi dolci.
“D’accordo,mi hai convinta,andiamo “rock star”,fatti perdonare per lo spavento” dissi io ridendo.
“Stai parlando con me,te lo ricordo,nel caso tu te lo fossi dimenticata”
“Chiedo umilmente scusa….rock star” dissi io burlandomi di lui.
Iniziammo a camminare,in questo modo,scherzando e ridendo.
“Ti porto prima a mangiare qualcosa e poi ti porterò in un posto”
“Ehm..d’accordo,è un posto segreto?”
“Diciamo di si” disse accennando un sorriso.
“Okay,adesso sono molto curiosa”
“Tu però non devi dirlo a nessuno”
“Va bene,ti prometto che non lo dirò a nessuno”
Mi portò in un locale e mi offrì gentilmente la cena. La serata si era movimentata,molte persone,infatti,affollavano i locali della città e le vie di quest’ultima erano luminose e gremite di uomini,donne e bambini di tutte le età.
“Okay,adesso possiamo andare,sta attenta a non perderti”
“Guarda che non sono una bambina” dissi io con una linguaccia.
“Per me lo sei” disse lui ridendo.
“Antipatico” mormorai io.
“Dobbiamo camminare un po’ ma ne varrà la pena,fidati”.
“Va bene,sono nelle tue mani”
Dopo aver camminato per dieci minuti abbondanti,arrivammo in una specie di parco che si estendeva su una montagna. Mi portò in una zona del parco in cui non c’erano molte luci e da dove si poteva ammirare gran parte dell’isola notturna. Il panorama era mozza fiato. La luna illuminava la serata ed il suo riflesso era visibile sulle tranquille onde del mare. La tranquillità e la pace di quel momento, di quel luogo e di quella atmosfera, potevano facilmente essere scambiate per paura,tanto era tale il silenzio intorno a noi.
Miriadi di luci popolavano e riempivano la città che osservavamo in lontananza.
“Allora,ti piace?” disse lui con un sorriso dolcissimo.
“E’ bellissimo…direi che ti sei fatto perdonare” dissi io ricambiando il sorriso e tornando a contemplare il panorama.
“Te l’avevo detto di fidarti”
“Già…è davvero un posto magnifico”
“Vieni qui” disse lui,indicandomi il posto accanto a lui sull’erba.
“Se ti stendi puoi vedere le stelle” disse lui sdraiandosi sul prato.
Lo imitai e wow…era indescrivibile,lontano dalle luci artificiali e dai rumori della città quel posto era davvero perfetto.
“Ci starei notte e giorno qui” dissi chiudendo gli occhi.
“Anche io…vengo spesso qui a vedere le stelle,è il posto ideale.”
Restammo così per circa mezz’ora che sembrò infinita. Poi mi resi conto che doveva essere abbastanza tardi e che dovevo tornare a casa.
“Non vorrei interrompere la tua quiete ma dovrei tornare a casa” dissi ridendo.
“Si,hai ragione si è fatto tardi,ti accompagno a casa” disse lui premurosamente.
“No,non ce n’è bisogno,tranquillo” dissi abbozzando un sorriso.
“Insisto,una ragazza non dovrebbe passeggiare da sola a quest’ora della notte”
“Va bene,se proprio insisti…però, dovrò ricredermi su di te,sei un vero gentlemen” dissi io spingendolo
“Avevi dubbi ?” rispose,ridendo anche lui.
“Ma stai zitto,andiamo” continuai io.
Mi accompagno fino alla porta di casa,le strade erano silenziose e tranquille,tutti dormivano nella quiete notturna.
“Grazie per avermi accompagnata e grazie per la splendida serata,sono stata davvero bene”
“Figurati,l’ho fatto con piacere” disse lui arrossendo.
“Buonanotte,ci vediamo” dissi io dandogli un bacio sulla guancia,facendolo arrossire ancora di più.
“Buonanotte” disse con quel suo dolce sorriso.
Entrai in casa e chiusi la porta alle mie spalle mentre Paul si allontanava.
 
 
Ciao a tutti,spero che questo capitolo vi piaccia,ci ho messo tutto il pomeriggio per scriverlo :’)
Grazie a tutti quelli che hanno recensito la storia e a quelli che la stanno seguendo.
A presto,baci Vane :3

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


La mattina seguente quando mi svegliai erano circa le dieci e Jim e Jodie erano già a lavoro.
Fui svegliata dai raggi del sole che entravano dalla finestra e dal telefono che squillava. Mi alzai velocemente dal letto e corsi a rispondere;
“Pronto ?”
“Oh piccola mia,finalmente sento la tua voce”
Era mia madre.
“Ehm…ciao mamma,non ho avuto tempo per chiamarti,sono quasi sempre fuori casa,voi come state ?” dissi io allegramente.
“Qui stiamo tutti bene,la solita routine,tu piuttosto,raccontami qualcosa,come stai ? Cosa hai fatto in questi giorni ?” disse lei eccitata.
“Io sto bene mamma,non ho fatto niente di particolarmente divertente,sono stata al mare e ho visto un po’ la città,è davvero un posto incantevole”
“Eh,,e hai conosciuto qualcuno? Come si comportano con te” continuò lei curiosa.
“Ehm…sono tutti molto gentili con me....scusa mamma ma adesso non posso intrattenermi a lungo,ho delle cose da fare,sappi  solo che sto bene…e manda un bacio a tutti,ti richiamo appena posso,a presto!” dissi riattaccando la cornetta del telefono.
Ah…le mamme…quando iniziano a parlare e a farti domande,non la smettono più.
Dopo aver riattaccato la cornetta del telefono mi diressi in cucina e bevvi velocemente un bicchiere di latte con qualche biscotto.
Mentre inzuppavo il biscotto nel latte,decisi di andare al mare,dato che comunque a casa non avevo niente di meglio da fare.
Andai in bagno,mi lavai, indossai il primo costume che trovai nel mio armadio e un vestitino molto carino per il mare.
Presi la borsa e l’asciugamano,uscì di casa e mi diressi verso la spiaggia.
Arrivai sulla spiaggia in poco più di 10 minuti o giù di lì,e posizionai l’asciugamano,nella zona in cui l’avevo posizionato la mattina precedente; come il giorno prima la spiaggia era poco affollata e il mare molto tranquillo. Decisi di andare a fare un bagno,così lasciai le mie cose sulla spiaggia,tolsi il vestito,rimanendo in costume e mi diressi verso l’invitante e cristallino specchio d’acqua.
L’acqua gelida venne a contatto con la pelle calda del mio corpo e un brivido mi percorse la schiena. Mi immersi  nell’acqua limpida e pulita e iniziai a nuotare,facendo di tanto in tanto qualche immersione sul fondale marino ben visibile,dalla sabbia chiara e ricco di alghe e pesci di ogni specie. Uscì dall’acqua circa mezz’ora dopo e tornai sul mio asciugamano.
Mi guardai in torno per vedere se Paul era nei paraggi ma niente,non c’era.
Mi asciugai velocemente e strizzai i capelli,bagnati dall’acqua del mare  e dopo di ché mi stesi un po’ al sole per farli asciugare. Odiavo stare al sole,ricordo che da bambina, quelle poche volte che andavo al mare con la mia famiglia,passavo molte ore sotto al sole a giocare con i miei fratelli e quando tornavo a casa ero tutta rossa,color pomodoro e l’ustione mi causava sempre dolori atroci. Per questo odiavo il sole e preferivo non abbronzarmi.  A tal proposito,ricordo che una volta a scuola,su un libro di letteratura greca lessi che nell’antica Grecia,solitamente, le donne dalla carnagione chiara facevano parte dell’elite aristocratica,paragonabili ad Atena ed Era,Dee belle e immortali,in quanto non svolgevano lavori faticosi sotto il sole cocente e avevano quindi una carnagione sempre molto chiara,quasi fossero bambole di ceramica.
Mentre ero stesa sul mio asciugamano mi appisolai. Mi svegliai circa mezz’ora dopo a causa delle urla  provenienti da alcuni ragazzi che giocavano e scherzavano tra loro,non lontani da me.
Mi stropicciai gli occhi,ero tutta sudata a causa del caldo e la mia schiena come il resto del mio corpo era molto calda; mi alzai dall’asciugamano,mi stiracchiai e andai a fare un bagno,per rinfrescarmi un po’.
Mentre uscivo dall’acqua vidi Paul,non lontano da me. Stava leggendo,o almeno così sembrava.
Decisi di spaventarlo con lui aveva fatto con me la sera precedente,così mi avvicinai a lui,attenta a non far rumore.  Quando ero praticamente a un piede di distanza da lui,lasciai che l’acqua,che gocciolava dai miei capelli scivolasse sulla sua schiena.
Appena l’acqua venne a contatto con la sua pelle,Paul sobbalzò e si girò di scatto verso di me.
“Ma ciao” Dissi io,ridendo per la sua espressione sconvolta.
“Era una vendetta questa ? “ Disse lui divertito.
“Diciamo di si”
“Ma io mi sono fatto perdonare almeno”
“Bhè direi che ora siamo pari,non credi ?”
“No,mi devi un favore,devi farti perdonare in qualche modo”
“Ehm…d’accordo ci penserò. Sei solo ?”
“In realtà no,sono con degli amici,adesso sono in acqua e tu ? “
“Ah capisco,ehm,io si…non conosco praticamente nessuno oltre te” dissi ridendo.
“Ehi Mccartney hai una nuova fidanzata e non ce la presenti ?” disse un ragazzo che camminava verso di noi,con i capelli castano chiari gocciolanti.
“Lei non è la mia ragazza,è un’amica” rispose Paul imbarazzato.
“Oh bhè,più possibilità di fare colpo per me” disse lui con un sorriso malizioso.
“Sempre il solito Don Giovanni e John ?” disse un altro ragazzo con i capelli più scuri,dal fisico più gracile rispetto a quello di Paul.
“Non farci caso” disse quest’ultimo rivolgendosi a me.
Io arrossì,ero tremendamente timida e arrossivo praticamente per tutto.
“Ragazzi lei è Emma,Emma loro sono John e George” disse Paul.
“Piacere di conoscervi,loro sono gli amici di cui mi hai parlato ? “ Dissi con un sorriso.
“Si direbbe di si” mi disse Paul,ricambiando il sorriso.
“Il piacere è nostro” dissero gli altri due,lanciando occhiatine a Paul.
“Lei è Italiana” aggiunse Paul.
“Davvero ? Bè dovrai cucinarci qualche tipico piatto italiano” disse George con un sorriso.
“Possibile che tu pensi sempre e soltanto al cibo ? “ disse John.
Scoppiamo tutti e quattro a ridere,erano dei tipi davvero allegri e vivaci e non facevano altro che ridere, tirarsi leggeri pugni sulle spalle e scambiarsi occhiatine.
“Ehi ma dov’è Ringo? “ chiese Paul.
“E’ ancora in acqua” rispose John.
“Cos’è ha intenzione di diventare un nuotatore professionista ? “ disse Paul ridendo.
“Oh si certo,sono convinto che farà molta strada” rispose George mentre si asciugava i capelli con un asciugamano.
Dopo poco anche il terzo ragazzo ci raggiunse,aveva gli occhi molto chiari,si notavano anche da una certa distanza,erano di un azzurro intenso. Anche lui aveva i capelli castani e il fisico simile a quello di Paul.
“Ehi,avete fatto una nuova conoscenza e non mi dite niente ?” disse quest’ultimo spingendo leggermente John.
“Mica è colpa nostra se vuoi intraprendere la carriera di nuotatore” disse George con un sorrisino.
“Piacere Ringo” disse lui non curandosi dell’affermazione dell’amico e baciandomi la mano.
“Emma” dissi io,arrossendo nuovamente.
 
“Ehi,ehi vacci piano” disse Paul.
“Ooh Paul è geloso” disse John ridendo.
Paul arrossì.
“Ehi è tutto a posto tranquillo” dissi io sorridendogli per placare il suo imbarazzo.
“Bhe Emma questa è la nostra band “ dissi George,per cambiare argomento.
“Si,devi ascoltare assolutamente qualche nostra canzone” disse Paul rivolgendo uno sguardo di gratitudine all’amico.
“Certo,volentieri” dissi, con un lieve sorriso.
“Sei in compagnia dei Beatles piccola” disse John.
“Si..ehm,questo è il nome della nostra band” disse Paul rivolgendosi a me.
“Che genere di musica suonate ? “ chiesi timidamente.
“Bhè,per lo più Rock’n’Roll,le nostre fonti di ispirazione sono Elvis Presley,Buddy Holly, Screamin Jay Hawkins, Chuck Berry,cantanti di questo genere qui” disse John con una risposta esauriente.
“Wow,adoro Buddy Holly ed Elvis è il mio mito” dissi con un sorriso.
“Bene,allora apprezzerai  senz’altro la nostra musica” disse Ringo.
“Ho sempre voluto imparare a suonare la chitarra ma credo di non essere capace” dissi.
“Ti insegno io,molto volentieri” disse Paul sorridendomi.
Prima di rispondere mi soffermai sul suo sguardo,i suoi occhi erano davvero belli,non li avevo mai notati prima. Erano castani chiaro con sfumature verdi,mi persi nei suoi occhi per qualche secondo,poi tornai sulla terra.
“Si,grazie,se per te non è un problema” dissi io con un leggero sorriso mentre le mie guance  si coloravano di rosso.
“No,tranquilla è un piacere” disse Paul ricambiando il sorriso.
“Voleva dire ‘no tranquilla,è un piacere passare il mio tempo con tè’ “ disse John stuzzicando l’amico.
“Dai smettila John,non metterlo in imbarazzo” intervenne George in difesa dell’amico.
“Perché che ho detto ? E’ la verità” disse John divertito.
“Adesso dovrei proprio andare,è stato un piacere fare la vostra conoscenza e passare del tempo con voi” Dissi io sorridendo.
“Perché non resti a pranzo da noi ? “ disse George.
“Si,resta con noi” disse Paul.
“Vorrei,ma non posso proprio,magari un altro giorno”
“Okay,non insistiamo,ma è una promessa” disse George.
“Bhè che ne dici di questa sera allora ? Sempre se non hai di meglio da fare” disse Paul.
“Ehm…si,stasera va benissimo”
“Passo a prenderti alle otto,okay ?” mi chiese cortesemente Paul.
“Si va bene”
Salutai tutti con un bacio sulla guancia e corsi a prendere le mie cose,poco distanti da dove si trovavano Paul e i suoi amici.
Arrivai a casa poco dopo e Jim e Jodie non erano ancora tornati da lavoro,così,lasciai le mie cose in camera e  decisi di iniziare a preparare il pranzo.
Jim e Jodie arrivarono circa mezz’ora dopo,erano stati trattenuti a lavoro.
“Grazie per aver preparato il pranzo,ma non ce n’era bisogno” mi disse Jodie dandomi un bacio sulla guancia.
“Bhè,voi mi ospitate,è il minimo che possa fare” dissi io con un sorriso.
“Com’è andata oggi ? “ mi chiese Jim.
“Benissimo,sono andata al mare e ho preso un po’ di sole,e sono stata in compagnia di alcuni amici che ho conosciuto”
“C’era anche Paul ?” Continuò lui.
“Si,era con degli amici,sono molto simpatici,e mi hanno invitata a cenare con loro questa sera”
“Okay,ma sta attenta” disse Jim.
“Sicuro,ah a proposito mi ha chiamata mia madre,potresti richiamarla tu Jodie e dirle che va tutto bene ?”
“Certo,lo farò più tardi” concluse Jodie. “
Dopo che finì di pranzare andai a fare una doccia,per liberarmi della salsedine del mare. I miei ricci erano elettrizzati a causa dell’acqua del mare e dell’umidità,e solo una volta d’avanti allo specchio realizzai di essere più abbronzata di quanto pensassi. L’abbronzatura risaltava sul mio corpo in contrasto con la pelle chiara protetta dal costume. Mi lavai lentamente,canticchiando “Love me tender” e pensando a cosa avrei indossato quella sera. Uscì dalla doccia,indossai indumenti per la casa e dopo di ché decisi di riposarmi un po’,data la stanchezza che il mare aveva portato con sé. Posai la testa sul cuscino e mi addormentai di lì a poco.
 
 
Ciao a tutti,scusate per il ritardo del capitolo,sono stata abbastanza impegnata. Spero che questo quarto capitolo vi piaccia,come sempre grazie a tutti quelli che hanno letto la storia e a chi l’ha recensita. Al prossimo capitolo.
Bacioni Vane <3

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Chapter 5.
Dormii molto quel pomeriggio,e quando mi svegliai mi sentivo tutta rintontita. Mi alzai lentamente,stropicciai gli occhi e guardai l’orologio posizionato sul comodino accanto al mio letto,erano le 7 di pomeriggio. Saltai dal letto…avevo davvero dormito così tanto ? Solo in quel momento mi ricordai che Paul sarebbe passato a prendermi alle otto e in quell’istante maledissi me stessa e la mia dannata voglia di dormire; in quel momento non sapevo se fosse più grave il fatto che non avevo idea di cosa indossare o il fatto che avessi solo un’ora per prepararmi. Corsi al telefono e composi il numero dell’ufficio di Jodie,che per fortuna rispose.
“Pronto ?”
“Jodie sono io,Emm,volevo ricordarti che questa sera non ceno a casa,sono con Paul e i suoi amici,non so quando tornerò perciò porto con me le altre chiavi”
“Va bene Emm,sta attenta e divertiti”
“Grazie Jodie,buona serata anche a te e Jim e scusa per averti disturbata”
“Nessun disturbo piccola,tranquilla e buona serata” disse lei riattaccando la cornetta del telefono.
Mi fiondai in camera mia e aprì l’armadio.  Solo dopo 15 abbondanti minuti,decisi cosa avrei indossato.
Indossai un vestito nero con dei pois bianchi,cinsi la vita con una cintura bianca e indossai delle scarpe leggermente alte,bianche con delle rifiniture nere e per finire ornai i capelli con una fascia che riprendeva la fantasia del vestito. Il campanello suonò..accidenti,doveva essere Paul,corsi ad aprire la porta e mi fiondai in camera mia.
“Arrivo subito,10 minuti e sono da te,fa come se fossi a casa tua” urlai dalla mia camera.
“D’accordo,fa con comodo” disse Paul,urlando anche lui.
Finì di vestirmi e sistemare i capelli e colorai le guance con un po’ di terra e misi un velo di matita nera sotto gli occhi.
Uscì dalla mia camera e raggiunsi Paul in salotto.
“Ciao Paul,scusa il ritardo” dissi timidamente.
“Ehm…ma no tranquilla…wow sei bellissima” disse lui.
Arrossii per il complimento e notai che anche lui era vestito in modo elegante,indossava dei pantaloni neri e una camicia bianca.
“Grazie,anche tu stai molto bene” dissi io sorridendogli.
“Allora possiamo andare ?”
“Si certo,prendo la borsa e andiamo”
Presi la mia borsa bianca che si abbinava alle scarpe e al vestito e chiusi la porta di casa.
“Dove sono gli altri ?” domandai curiosa,mentre camminavamo.
“Ehm..John ha insistito affinché cenassimo fuori,quindi andiamo in un ristorante, loro dovrebbero già essere lì” disse Paul con un lieve sorriso.
“Oh,capisco!”
“Sai..mi mancherà questo posto” disse lui.
“Mica partite domani,c’è tempo ancora” dissi io cercando di tirargli su il morale.
“Si lo so…ma prima o poi ce ne andremo e torneremo in Inghilterra”
“Già…e io tornerò in Italia”
“Mi prometti che verrai a trovarmi ogni tanto ?”
“Certo…solo se anche tu vieni in Italia” dissi con un sorriso.
“Verrò sicuramente” disse lui ricambiando il sorriso.
“Che lavoro vorresti fare,quando sarai più grande ?” mi chiese lui.
“Bhe..mi piacerebbe diventare un medico,mi piace aiutare le persone..e vorrei fare anche io qualcosa che contribuisca al miglioramento della società,vorrei fare qualcosa per aiutare gli altri in poche parole.”
“Impegnativa come cosa” disse lui sorridendomi.
“Si,abbastanza..ma voglio riuscirci! Costi quel che costi”
“Bhè..una cosa che ho imparato fin’ora nel corso della mia vita è credere sempre nei propri sogni..”
“E’ quello che stai facendo tu con la tua band no ?” dissi sorridendogli.
“Si esatto…anche se la vedo un po’ dura” disse lui abbassando lo sguardo.
“Ehi,credevo di parlare con Paul Mccartney” dissi ridendo io.
“Si infatti…spero davvero di riuscire a realizzare il mio sogno…suonare con la mia band negli stadi e sui palcoscenici di tutto il mondo,sarebbe fantastico”
“Bhe,niente è impossibile! Elvis ne è l’esempio “ dissi io rivolgendogli un sorriso.
“Spero sia come dici tu”
“Si,tranquillo”
Mentre parlavamo arrivammo al ristorante che John aveva scelto per cenare e passare la serata.
Non era molto grande,ma era molto accogliente e tranquillo. John,George e Ringo erano già nel ristorante ad aspettarci,così io e Paul ci decidemmo ad entrare.
“Ciao a tutti” dissi rivolgendo un grande sorriso ai tre ragazzi.
“Finalmente siete arrivati,sto morendo di fame” disse George ridendo.
“Ciao anche a te George” disse Paul alzando gli occhi al cielo e scuotendo la testa.
“Si bhe,lui non ce la faceva più…è da un’ora che non mangia…sai com’è” disse Ringo rivolgendo un sorriso a me e Paul.
“Buonasera a te dolcezza” disse John con il suo solito sorrisetto.
Arrossii come mio solito.
“Ciao John” dissi timidamente.
“Bhe non vi sedete ? “ disse George,impaziente di ordinare.
“Ehm..si certo” disse Paul.
Io mi sedetti tra John e Paul, mentre di fronte a me c’erano George e Ringo.
Dopo poco arrivò il cameriere,per la gioia di George, e ordinammo.
L’attesa si dimostro più lunga del previsto e durante quest’ultima parlai molto con John,che mi raccontò qualcosa di lui,mi raccontò che era cresciuto con la zia e lo zio in un quartiere di Liverpool. Aveva sei anni quando venne allontanato dalla madre Julia,per la prima volta. Lui aveva un brutto ricordo della sua infanzia,era cresciuto tra l’amore e il caos e viveva male il fatto che non aveva avuto accanto nè sua madre né  suo padre. Mi raccontò di come si sentiva a disagio,quando era più piccolo,e i suoi amici gli chiedevano sempre dove fossero i suoi genitori e perché vivesse con sua zia e suo zio.
John aveva passato davvero una brutta e sconvolgente infanzia e avrebbe portato questo dolore nel suo cuore per sempre. La sua storia mi fece tenerezza e in quel momento provai compassione per John…non avrei mai pensato che un ragazzo così allegro e solare avesse alle spalle una storia così drammatica.
Per un po’ lo sguardo si John si perse nel mio.…i suoi occhi erano color nocciola,un colore molto intenso, ed erano a forma di mandorla come quelli di coloro che vivono nelle zone orientali…cosa a cui non avevo mai fatto caso.
Abbassai lo sguardo,distogliendolo dal suo. Arrossii leggermente.
“Sei poco timida a quanto vedo” disse John rivolgendomi un dolce sorriso.
“Ehm..si” dissi io,ricambiando il sorriso.
Sentì Paul accanto a me irrigidirsi.
“Ehi tutto bene ? “ gli dissi.
“Si,certo” mi disse lui facendo finta di niente.
Distolsi lo sguardo da Paul e tornai a parlare con John.
“Ti ho raccontato di me perché tu non mi parli un po’ di te ?” mi disse John con quel suo dolce sorriso.
“Bhè…la mia infanzia non è stata interessante come la tua…o meglio non c’è niente di interessante da raccontare,ho passato una normalissima infanzia con i miei fratelli e i miei genitori” dissi io con un lieve sorriso.
“Non immagini quanto ti invidio” disse lui abbassando lo sguardo.
“Sai,in ogni famiglia c’è qualcosa che non va e la mia non fa eccezione. Non credo di poter giudicare la tua storia perché non ho passato quello che hai passato tu…e credo che nessuno abbia il diritto di farlo..”
“Si sono d’accordo…ma quando succede a te....è davvero…ehm….difficile”
John stava per crollare,i suoi occhi parlavano chiaro. Senza pensarci su lo abbracciai. Capii che in quel momento aveva aperto il suo cuore a me e che aveva bisogno di un po’ d’affetto,e non c’era niente di meglio in quel momento di un sincero abbraccio. Lui ricambiò l’abbraccio e apprezzò il mio improvviso gesto d’affetto.
“Adesso cambiamo argomento,okay ? “ dissi io sorridendogli.
“D’accordo” mi rispose lui con un lieve sorriso.
Poco dopo finalmente arrivò ciò che avevamo ordinato precedentemente. Erano tutti piatti tipici greci. Era tutto molto buono e la cucina greca,seppur diversa,mi ricordò quella italiana.
Cenammo molto lentamente,senza fretta e fu tutto molto piacevole. Paul non mi rivolse una parola,ma in compenso scherzai molto con George,Ringo e John.
I ragazzi mi offrirono la cena e dopo aver pagato uscimmo dal locale e andammo a fare due passi.
Stavamo passeggiando e chiacchierando tranquillamente vicino al porto. Era una serata particolarmente gradevole,con le strade deserte e i  bar e i ristoranti pieni di gente e di vita.
Pensavo al comportamento di Paul,al perché non mi avesse rivolto la parola..forse era arrabbiato con me ? Avevo fatto qualcosa di sbagliato ? Per trovare una risposta alle mie domande chiesi spiegazioni a George che conosceva Paul da molto più tempo di me.
“Ehi Geo posso farti una domanda ? “
“Si,certo” disse lui con un dolce sorriso.
“Bhe…Paul non mi ha rivolto la parola per tutta la serata..ho fatto qualcosa di sbagliato ?”
“Ehm…ma no. Sai Paul fa caso a tutto,si sarà infastidito per qualcosa” disse lui tranquillizzandomi.
“Secondo te dovrei parlarci ? “
“Si,chiedigli spiegazioni”
“D’accordo” dissi io abbassando lo sguardo.
Il sole era tramontato da molto e aveva fatto posto alla luna,che illuminava quella serata. Era abbastanza tardi e decisi di tornare a casa sebbene tra le strade della città ci fosse ancora molta gente.
“Ragazzi io dovrei andare. Paul potresti accompagnarmi per favore ? “
“Ehm…certo” disse lui,sorpreso della mia richiesta.
Salutai gli altri ragazzi con un bacio e mi diressi verso casa con Paul,che non aveva ancora detto una parola.
“Perché non hai chiesto a John di accompagnarti ? “ La voce di Paul interruppe il silenzio imbarazzante che si era creato.
“Ehm…perché avrei dovuto ?”
“Bhe,vai molto d’accordo con lui,mi stupisce il fatto che tu abbia chiesto a me di accompagnarti”.
In quel momento capì perché Paul non mi aveva rivolto la parola tutta la serata.
“Quindi non mi hai rivolto la parola tutta la serata per…per John ?” dissi io guardandolo negli occhi.
“Semplicemente non l’ho fatto perché eri impegnata a parlare con lui…” disse lui abbassando lo sguardo.
“….Ho chiesto a te di accompagnarmi perché tu sei Paul Mccartney,nessuno sarà mai come te, Paul. E il fatto che abbia parlato con John non significa che non avrei voluto parlare con te..” dissi io sorridendogli.
“Sono ancora infastidito,sappilo” disse,sorridendo anche lui.
“Andiamo,che è meglio” dissi io prendendolo a braccetto.
“Non ti ho ancora perdonata” disse lui ridendo.
“Come sei difficile Mccartney,non sapevo fossi così geloso..”
“ Io non sono geloso” disse lui arrossendo.
“Si si come no,se tu non sei geloso George non è un mangione”  dissi io ridendo,contagiando anche lui.
Dopo poco eravamo già di fronte alla porta di casa,così salutai Paul.
“Grazie per avermi accompagnata” dissi io rivolgendogli un sorriso.
“ Buonanotte” disse lui,ricambiando il sorriso.
Paul si stava voltando per incamminarsi verso casa sua,gli afferrai un braccio.
“Vieni qui gelosone” dissi io abbracciandolo.
Paul ricambiò l’abbraccio e dal sorriso che spuntò sul suo viso dedussi che il mio gesto inaspettato l’aveva fatto felice.
“Perdonata” disse lui dandomi un bacio sulla guancia.
“ Buonanotte” dissi io arrossendo.
Mi sciolsi dal suo abbraccio e prima di entrare in casa guardai Paul. Il suo viso,illuminato dalla luna,era raggiante,i lineamenti del suo volto erano perfetti e i suoi occhi sembravano brillare nel buio della notte.  Prima di incamminarsi verso casa sua,Paul si voltò verso di me,regalandomi il suo dolce sorriso che tanto amavo.
 
 
 
Ciao a tutti,perdonatemi per l’enorme ritardo,sono stata molto impegnata e non ho avuto modo di finire il nuovo capitolo. Che dire,spero che questo nuovo capitolo vi piaccia,e come sempre ringrazio coloro che hanno recensito la storia e coloro che la stanno leggendo.
Baci,Vane <3

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Il mese di Maggio era trascorso in fretta. Eravamo già a Giugno. Il 9 precisamente.
Avevo passato settimane fantastiche in compagnia di Paul,John,George e Ringo. L’indomani loro sarebbero partiti per l’Inghilterra…ciò significava che questo era l’ultimo giorno che passavo in loro compagnia.
Quella mattina era particolarmente fredda,sebbene fosse Giugno. Mi svegliai presto e Jim e Jodie erano già a lavoro. Quella mattina aveva tutta l’aria di essere una mattina autunnale,sembrava una di quelle mattine in cui ti svegli presto per andare a scuola ma non ci vuoi andare,preferiresti passare tutta la mattinata nel tuo soffice e caldo letto. Sembrava una di quelle mattine d’autunno…quando sei nel tuo letto e senti il vento che soffia,che accarezza le foglie e scuote gli alberi. Mi sentivo così quella mattina. Ero incapace di pensare,incapace di affrontare la realtà. Mi sentii autunno quella mattina.
Mi alzai lentamente dal letto e mi avvicinai alla finestra. Il cielo era cupo e coperto da nuvole grigie e vaporose. Il sole dormiva ancora e sembrava che quella mattina non avesse intenzione di svegliarsi.                      
Il cielo,che mi soffermai ad osservare,trasmetteva una tale quiete che mi fece per poco,credere di essere ancora tra le braccia di Morfeo. Lo osservai attentamente quel cielo. Grigio. Del tutto grigio. Difficile credere  che un colore come il grigio possa essere fonte di pace e tranquillità. Forse non è un colore così  spregevole come credono gli altri. Forse iniziava a piacermi. E in quella mattina,mentre la città ancora dormiva,il cielo con quel suo grigio,scuro e opaco rifletteva il mio stato d’animo. Ero tranquilla come le nuvole ma triste come il grigio che colmava l’azzurro del cielo.
Restai ancora pochi istanti ad osservare la quiete del paesaggio che mi stava davanti.
Preparai un The caldo e decisi cosa avrei indossato quella mattina.
Sussultai,quando sentii il suono del telefono che squillava,che improvvisamente interruppe il silenzio nella quale era immersa la casa. Alzai la cornetta e bisbigliai un “Pronto?”
La voce che rispose dall’altro capo della cornetta era senz’altro la sua. L’avrei riconosciuta tra mille. Era la voce di Paul.
“Sei già sveglia ?”
“Si..”
“Perché parli piano ? “ disse Paul ridacchiando.
“Ehm…non ci avevo fatto caso…sai qui è tutto così tranquillo”
“Come mai sei già sveglia ?”
“Non riuscivo più a dormire…e tu ? “
“Bhe io sto sistemando le ultime cose,per evitare di dimenticare qualcosa,sai com’è”
“Ah..capisco..”
“E’ bello sentire la tua voce la mattina,mi mette allegria..” disse Paul ridendo.
“Posso dire la stessa cosa…senti Paul..”
“Non adesso Emm…”
“…”
“Ci vediamo tra un po’…passo a prenderti io,okay ?”
“…certo” dissi,riattaccando la cornetta del telefono.
Ero triste. Dovevo ammetterlo a me stessa. Sapevo che mi sarebbero mancati,ma che più di tutti mi sarebbe mancato Paul.
Avevo un nodo in gola che non riuscivo a mandare giù e i miei occhi si inumidirono.
Non potevo…non adesso! Feci un lungo respiro e cercai di calmarmi. Sarebbe passato,come tutto del resto.
Mi guardai allo specchio,asciugai le poche lacrime che avevano rigato il mio volto e feci un sospiro. Avevo gli occhi rossi e lucidi,le guance infiammate e i ricci in disordine..come mio solito!
Legai i capelli e rinfrescai lei mie guancie e i miei occhi con dell’acqua gelida. Dopo pochi minuti riuscii a calmarmi. Cercai di pensare ad altro,pensai al fatto che sarei partita anche io,che sarei tornata a casa e che avrei riabbracciato i miei genitori e i miei fratelli.
Tornai in camera mia e indossai velocemente un paio di pantaloncini bianchi,una canotta nera e degli infradito,anch’essi neri.  Dato che non avevo nulla da fare,pensai di riordinare la mia camera.
Rifeci il letto e sistemai le mie scarpe e le mie borse che erano sparse qua e là per la stanza.
Dopo pochi minuti,il campanello suonò. Doveva essere Paul.
Corsi ad aprire la porta.
“Ciao” disse Paul con un sorriso raggiante.
“Ciao,entra..” dissi io ricambiando il sorriso.
Paul entrò,si girò verso di me e mi abbracciò.
“Mi mancherai tanto..” disse lui a voce bassa.
Ricambiai l’abbraccio. I suoi abbracci erano quei tipi di abbracci che ti fanno sentire protetta,al sicuro. Respirai piano,per paura di interrompere quel momento,per paura di fare rumore. Una cosa stupida,insomma. Ma..desiderai che quel momento,quell’attimo..non finisse mai. Sentii il suo profumo era dolce,buono come sempre. Poi sollevai lo sguardo verso il suo.  Erano forse…. i suoi occhi. Davano speranza,come fossero luce nel buio. Mi piaceva il suo scrutare attento in ogni dettaglio. Mi piaceva il fatto che nei suoi occhi vedessi il mio cuore.
“Anche tu..” sussurrai io,trattenendo le lacrime.
Mi sciolsi dall’abbraccio,sapevo che non avrei retto per molto.
“Allora che facciamo oggi ?” dissi io cambiando argomento e facendo un finto sorriso.
“Quello che vuoi” disse lui dolcemente.
“Ti va,se andiamo a fare due passi al porto ?”
“Certo andiamo,più tardi raggiungeremo gli altri..anche perché stanno ancora dormendo”
“Forse è meglio se prendo un ombrello..sai il cielo non promette bene” dissi io guardando fuori.
“Si,ti conviene” rispose lui.
Presi la borsa e l’ombrello e chiusi la porta di casa.
Così mi incamminai verso il porto con Paul che mi offrì il suo braccio.
“Anche il cielo è triste oggi..” disse Paul guardando il cielo.
“Già…perché te ne vai tu..o meglio perché i Beatles vanno via..” dissi io ridendo.
“Che posso dirti ? Abbiamo questo carisma e questo potere” disse lui ricambiando la risata.
“Poco modesto Mccartney,poco modesto.”
“Come sempre” disse lui sorridendo.
“Quando tornerò in Italia dovrò rincominciare a frequentare il liceo” dissi io sbuffando.
“Poi studierai medicina e poi diventerai una dottoressa” disse lui ridacchiando.
“ Già, e poi verrò in Inghilterra a farti qualche puntura”
“Per carità,mai sia”
“Pff…hai paura delle punture” dissi io ridendo.
“Tu hai paura del buio” disse lui punzecchiandomi.
“Ma cosa centra ? Dillo che odi le punture”
“Va bene,va bene,lo confesso” disse lui alzando le mani in segno di resa.
“Carissimo,quando sarai in Inghilterra dovrai scrivermi eh”
“Certo,lo farò…dovrai scrivermi  anche tu. E dovrai raccontarmi tutto.”
“Io ti racconterò della scuola e tu della tua band “ dissi io fantasticando.
Continuammo a fantasticare a ridere e a scherzare per un po’. Il sole era ancora coperto dalle nuvole e la città,ancora deserta. Si udivano tuoni,in lontananza e ogni tanto si vedevano fulmini e saette.
Dopo poco delle gocce bagnarono la mia fronte.
“Credo che stia per piovere Paul,ho sentito delle gocce”
“Che sarà mai un po’ d’acqua..” disse lui sollevando le spalle.
“Non credo sia un po’ d’acqua..sta iniziando a piovere forte” dissi io ridendo.
“Finirà..prima o poi”
“Non credo..”  dissi guardando il cielo grigio.
“Credo che dovremmo usare l’ombrello”
“Ma va ? Che scoperta emozionante Mccartney!”
Aprimmo l’ombrello ma non servì a molto. La pioggia era molto forte e noi ci bagnammo comunque.
“Come avrebbe detto il mio professore di latino “ dissi io ridendo.
“Qua sta venendo giù il mondo…altro che cani e gatti” disse Paul.
“Che sarà mai un po’ d’acqua gne gne gne” dissi io imitando le parole pronunciate da Paul poco prima.
“Pff…ma smettila” disse lui ridendo.
“Per colpa tua ho i capelli bagnati..e non parliamo poi dei miei vestiti” dissi io toccandomi i capelli.
Continuava a piovere e io e Paul cercammo riparo,anche se ormai eravamo fradici dalla testa ai piedi.
“Che tempaccio!” dissi io,sbuffando.
“Dirlo,non farà passare la pioggia” disse lui ridendo.
“Perché non andiamo a casa ? Almeno ci cambiamo…tanto siamo già bagnati,un po’ d’acqua non cambierà la situazione” proposi.
“Sì,andiamo a casa mia..speriamo che gli altri si siano svegliati” disse Paul.
Iniziammo a correre sotto la pioggia come due matti, e nel silenzio di quella mattina riecheggiavano le nostre risate.
Dopo circa 10 minuti,finalmente arrivammo a casa di Paul.
Entrammo,e la casa era immersa nel più totale silenzio…capimmo allora,che gli altri stavano ancora dormendo.
“Vieni..” disse Paul prendendomi per mano .
Mi trascinò nella cucina.
“Aspetta,vado a prenderti un asciugamano” disse lui,camminando cercando di non fare rumore.
“Va bene ti aspetto qui”
Dopo poco Paul tornò in cucina con due grandi asciugamani.
“Ecco,prendi”
“Grazie” dissi io afferrando l’asciugamano.
“Accidenti sono tutto bagnato” disse lui.
“Non dirlo a me” dissi io ridendo.
“Tu sei messa peggio,i tuoi ricci sono diventati lisci” disse,ridendo anche lui.
Cercai di asciugarmi al meglio i capelli,con l’asciugamano,anche se non servii a molto.
“Vuoi cambiarti ? Ti presto una delle mie maglie” disse Paul che si era appena cambiato.
“Ehm..si grazie,inizio ad avere freddo”
Paul mi diede una delle sue maglie,l’afferrai e mi diressi in bagno per cambiarmi.
Tolsi gli indumenti fradici mi asciugai ancora e infilai la maglia di Paul. Per evitare di bagnare anche quella,strizzai i capelli e li legai.
Uscì da bagno e tornai in cucina dal Paul.
“Grazie per la maglia,mi sento già meglio” dissi io sorridendogli.
“Figurati” disse lui ricambiando il sorriso.
Fuori pioveva ancora. E di tanto in tanto si udivano tuoni in lontananza.
Paul era seduto sul divano e mi invitò a sedermi accanto a lui. Iniziai a tremare nuovamente,avevo ancora freddo.
“Vieni qui,ti riscaldo io” disse lui allargando le braccia.
“Brr…grazie,come sei caldo tu” dissi io poggiando la testa sul suo petto.
“Dire che sei fredda è un eufemismo” disse lui ridendo.
“Che simpatico”
“Chissà cosa farai domani a quest’ ora..” disse lui.
“Probabilmente mi starò strappando i capelli per la tua assenza” dissi io ridendo.
“Già,lo credo anche io”
“Ma sta zitto” dissi io spingendolo.
“Sai anche tu che sarà così” disse lui ridendo.
“L’importante è crederci” dissi io guardandolo.
I suoi occhi si persero nei miei per qualche istante e sul suo viso si accese il suo dolce sorriso.
“Cosa c’è ?” dissi io distogliendo lo sguardo dal suo,arrossendo e sorridendo lievemente.
“Sei più carina quando sorridi” disse lui sollevandomi il viso con la mano.
Arrossii.
“Grazie” mormorai timidamente.
“Perché parli piano ?” disse lui guardandomi le labbra.
“Gli altri dormono..” dissi,mentre il mio cuore iniziava a battere forte.
Seguirono alcuni minuti di imbarazzante silenzio. Il mio cuore batteva sempre più forte e sentivo le mie guancie prendere fuoco.
“Emm…” disse lui avvicinandosi alle mie labbra.
Sentivo il suo profumo. Il suo cuore che batteva. Il calore del suo corpo. Le sue mani sui miei fianchi.
Stava per baciarmi,ma qualcosa o qualcuno catturò la nostra attenzione e immediatamente ci allontanammo. E quel bacio che tanto avevo atteso e che tanto avevo desiderato non ci fu.
 
 
Salve a tutti,lo so che non pubblico da più di un mese,è imperdonabile! E per ciò vi chiedo scusa.
E che tra un impegno e l’altro non ho mai avuto tempo di completare il capitolo. Spero che voi,miei cari lettori stiate bene. E’ possibile che all’interno del capitolo ci siano errori grammaticali,ciò perché non ho avuto tempo di correggerlo! Ergo,fatemi sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo,mi piacerebbe conoscere le vostre impressioni e magari anche qualche suggerimento sulla storia. Ah un’ultima cosa,in bocca al lupo a tutti quelli che hanno o che inizieranno la scuola nei prossimi giorni.
Un bacio e un abbraccio dalla vostra Vane <3

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