Mitsuji's moments

di uomi_hime
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Nikki & Shoichi ***
Capitolo 2: *** I will fight 'til the world ends ***
Capitolo 3: *** Di atmosfere horror e Ananas sadici ***



Capitolo 1
*** Nikki & Shoichi ***


NIKKI & SHOICHI

Family
 
Il primo ricordo che Shoichi ha di lui e sua sorella, risale a quando aveva sei anni, e Nikki quattro: la piccola era stata sgridata per aver urtato e rotto un vaso.
Lui si era messo in mezzo, prendendo uno schiaffo al posto suo. Aveva fatto male, ma non se ne è mai pentito.
 
Nonostante si mostri sempre allegra e sorridente, ogni volta che passa del tempo col fratello Nikki si sente in colpa: perché Shoichi, al contrario di lei, è forte e la protegge sempre dalle angherie del padre avido e senza scrupoli.
Per questo quella sera, quando vede una stella cadente, la bambina esprime un desiderio: di poter essere, un giorno, forte come suo fratello. Di essere in grado di proteggere i più deboli dalla cattiveria della gente come suo padre.
 
Shoichi ricorda perfettamente ogni singolo allenamento a cui suo padre l’ha sottoposto, sin dalla più tenera età. E ricorda anche tutte le volte in cui ha pensato di arrendersi, di rinunciare a tutto e andarsene.
Ma alla fine si rialzava sempre al pensiero della sua sorellina che lo aspettava fiduciosa nella sua cameretta, pronta a medicare tutte le sue ferite.
 
Nikki, in tutta sincerità, non capisce come suo fratello si procuri giornalmente tutte quelle ferite.
Ovviamente gliel’ha chiesto e anche più di una volta, ma lui ha sempre eluso la domanda, accarezzandogli i capelli e sorridendo malinconicamente. Le da fastidio che tra lei e Shoichi ci siano dei segreti… ma si fida di lui, e per il momento si limita a medicarlo pazientemente, in attesa della verità.
 
Shoichi si è sempre dimostrato forte agli occhi degli altri, esattamente come suo padre gli ha insegnato.
Per questo nessuno, a parte sua sorella, conosce la sua unica, grande debolezza: i cuccioli di animali.
Non sa il perché, ma la sola vista di un cucciolo, di qualsiasi specie esso sia, lo fa impallidire e pietrificare sul posto. Manco fosse una statua!
C’è un unico modo per tranquillizzarlo, e Nikki lo sa bene: portare il suddetto essere vivente il più lontano possibile dal suo campo visivo.
 
Da quanto ricorda, la paura del buio è sempre stata una costante nella sua vita.
Star chiusa in un luogo immerso nell’oscurità, qualsiasi esso sia, le causa una metamorfosi radicale: da vivace e sprezzante del pericolo qual è, diventa la classica bambina terrorizzata, che con le lacrime agli occhi chiama la mamma (come se lei potesse farlo, visto che la sua è morta da anni).
Per questo Nikki, quando si risveglia nel buio della notte, si dirige senza indugio nella stanza di fronte alla sua e si infila senza tanti complimenti sotto le coperte accanto a suo fratello.
Il quale, da parte sua, non tarda ad avvolgerla in un abbraccio con un sospiro. Cullandola fino all’arrivo del sonno.
 
Se qualcuno chiedesse a Shoichi qual è il più grande pregio di sua sorella, lui è sicuro che la sua risposta sarebbe “la sua abilità culinaria”.
Adora mangiare i manicaretti preparati da Nikki, e trova estremamente divertente costringerla a cucinare le melanzane, che lei odia alla follia.
Peccato che il suo pallone da basket non sia molto d’accordo con lui…
 
Nikki è, secondo molti, una piccola peste che ama combinare casini e far dannare i domestici di casa sua.
Gli unici suoi pregi, riconosciuti da tutti quelli che la conoscono, sono la sua spiccata intelligenza, pari quasi a quella del fratello, e la grande abilità ai fornelli: se non è in giro a combinare scherzi, si può star certi che la si troverà in cucina, armata di pentole e padelle, intenta a preparare un nuovo piatto di sua invenzione.
Ma se c’è una cosa che odia cucinare, sono le melanzane, che suo fratello le fa usare di continuo solo per farsi quattro risate.
Vedremo se riderà ancora, quando si renderà conto che il suo pallone da basket è passato improvvisamente da arancione a rosa acceso… !
 
 
Poi, quando giunge quella notizia, tutto cambia: il giorno del dodicesimo compleanno di Nikki, da loro padre arriva l’annuncio che la ragazza, una volta adulta, si dovrà sposare con un completo estraneo. Shoichi stesso ne rimane sorpreso, soprattutto contando che il futuro sposo gli risulta essere un mafioso, ma questo è nulla in confronto a ciò che vede riflesso nell’espressione della sorella: rabbia, incredulità, tristezza, e amarezza, sentimenti espressi dai suoi occhi color cielo spalancati e colmi di lacrime.
 
Nikki sperava che il suo dodicesimo compleanno fosse indimenticabile, e suo padre ha fatto in modo che lo fosse… in tutti i sensi: una semplice frase, e sente tutto il suo mondo crollarle addosso.
Ti devi sposare.
Tre semplici parole, che in lei scatenano una moltitudine di sensazioni mai provate prima: è incredula, amareggiata, ma soprattutto arrabbiata, come mai lo è stata con qualcuno.
In quel momento, sente di odiare veramente quel verme di suo padre, che sembra disposto a vendere la sua felicità per i soldi, senza alcuna esitazione.
E allora prende il sopravvento la delusione.
Perché lei, nonostante tutto, non ha mai smesso di volergli bene.
 
Quando Nikki si alza e corre nella sua camera, Shoichi non ci pensa due volte a corrergli dietro.
Ma quando la raggiunge, trova la porta chiusa a chiave. Neanche bussare serve a qualcosa.
Non può far altro che sedersi a terra, schiena appoggiata all’entrata chiusa della camera, e ascoltare impotente i singhiozzi disperati di sua sorella.
 
Stesa sul suo letto, Nikki fissa il soffitto con gli occhi ancora rossi per il pianto.
Sa che suo fratello è ancora appoggiato alla porta –ne percepisce il respiro addormentato- ma non è in vena di parlare con nessuno.
È solo quando gira leggermente la testa, rivolgendo lo sguardo alla finestra illuminata dalla luna, che comprende di non poter più sopportare quella situazione.
È stufa di soffrire, di dover subire perennemente le angherie di suo padre.
Balza giù dal letto, e in meno di un’ora è pronta.
Ma prima le resta un ultima cosa da fare: si avvicina alla porta, senza fare rumore, si inginocchia e sussurra un semplice “grazie” rivolto all’unica persona che le è sempre rimasta accanto in tutti quegli anni.
Poi si alza e, senza indugiare, scavalca la ringhiera del suo balcone, fortunatamente situato a pochi metri dal terreno.
Sorride alla luna, e si dirige con rinnovata sicurezza verso la sua nuova, personale libertà.
 
Due giorni dopo la fuga di sua sorella, Shoichi non ha ancora smesso di chiedersi perché: perché l’ha abbandonato, perché l’ha lasciato da solo senza nessun preavviso?
Lui le è sempre rimasto accanto, proteggendola, e lei se ne è andata, lasciandolo indietro.
 
Sei mesi dopo la rabbia è sbollita, lasciando il posto al rimpianto per non essere riuscito a starle accanto in un momento delicato come quello. Non la biasima per ciò che ha fatto, e si limita a sperare che abbia trovato la felicità che aveva sempre cercato.
 
Tre anni dopo, Shoichi comincia a cercarla, per essere sicuro che stia bene.
Fa ricerche in lungo e in largo, ma tutto ciò che riesce a scoprire è che si trova a Tokyo, una città troppo grande per poter trovare una sola persona.
Sconsolato, decide comunque di iscriversi in una scuola della città, per poter continuare a cercarla.
Non sa che la Dea Bendata, una volta tanto, ha deciso di sorridergli.
 
Anche se sono passati ormai tre anni, Nikki sente ancora la mancanza di suo fratello.
 Le mancano le risate, i litigi… ma soprattutto la sua sicurezza, che la faceva sentire protetta.
Non si pente della sua scelta, tuttavia vorrebbe che suo fratello fosse lì con lei, in quell’appartamento spoglio al centro di Tokyo.
 Sono questi i pensieri che popolano la sua mente, mentre si dirige al cancello della scuola, per il suo primo giorno.
Ma se solo avesse alzato leggermente gli occhi dal terreno, avrebbe notato un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi verdi che la osservava incredulo dall’altra parte del cortile.
 
Shoichi non riesce a nascondere la sua sorpresa, quando la vede camminare a pochi metri dal luogo in cui si trova.
Sua sorella è veramente lì, davanti a lui! Quel ciuffetto rosso la rende inconfondibile.
Ancora non riesce a credere alla fortuna che ha avuto.
Vorrebbe correrle incontro, abbracciarla… ma quei tre anni l’hanno cambiato non poco: le missioni, gli allenamenti e tutto il resto l’hanno reso incapace di esprimere le proprie emozioni, anche quelle nei confronti di sua sorella.
L’unica cosa che può fare, almeno per il momento, è seguirla con lo sguardo ripromettendosi di proteggerla da tutto ciò che avrebbe potuto ferirla nuovamente.
 
Nikki, quando sente le voci riguardo il nuovo studente del terzo anno, ci manca poco che si strozzi con il pranzo.
Si alza di scatto, e scappa via dalla classe, ignorando gli sguardi stralunati dei compagni. E quando lo vede, da solo nel corridoio, a malapena trattiene le lacrime: suo fratello è tornato da lei.
Lo vede girarsi, guardarla, e non può fare a meno di sorridergli, contenta com’è.
Poi però, lo vede incamminarsi verso la sua classe, ignorandola completamente, e si sente ferita.
Ma il sorriso, appena accennato, che vede apparire per pochi secondi sul viso del ragazzo le fa capire che, in fondo, ancora un po’ di bene suo fratello gliene vuole.
 
All’interno della sua cella, Nikki non può fare a meno di sorridere fiduciosa, mentre i ricordi della sua infanzia le invadono la mente. Sorride perché sa che, come ogni volta, suo fratello giungerà a salvarla da quella prigione oscura in cui è rinchiusa.
 
Shoichi, mentre si allena al poligono di tiro, abbassa leggermente lo sguardo lanciando un’occhiata agli occhiali da sole adagiati sulla mensola vicino a lui.
Ricorda ancora il giorno in cui la sorella glieli ha regalati, e dentro di sé promette che la riporterà a casa, a qualsiasi costo, e finalmente potranno essere una vera famiglia.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
---little corner---
Salve, sono ancora io u.u
Come penso abbiate letto nell’introduzione, questa è una raccolta di missing moments, what if e quant’altro sulla storia originale: tutti i pezzi che mi dimenticherò o più semplicemente non potrò inserire saranno aggiunti qui, siano essi di tipi romantico, malinconico o chissà cos’altro XD piccolo avviso: aggiornerò quando mi pare, potrei farlo domani come fra mille anni u.u (Black, giù quel fucile per favore, e tu Simon tieni a bada Fuffi, che non sono un croccantino).
La prima storia che ci accoglie è sui fratelli Inuzuki, e sul loro passato; scrivendo le ultime parti piangevo come una fontana, mi sentivo malissimo per loro TT^TT Propongo un’assalto di massa contro loro padre, che ne dite? CHI È CON ME????? *coro di grilli*
Ok, anyway: dedico questa OS (oggi sono in vena di dediche, wow) a Jeo95, che lunedì ha compiuto gli anni :D Auguri ancora, beccati questo mio regalo di compleanno in ritardo u.u *stelle filanti e coriandoli everywhere*
Ok, ho detto tutto? Sembra di si, sennò ciccia (Maki, è tutta colpa tua se adesso questa è la mia espressione preferita XD A buon intenditor poche parole ;))
Alla prossima :)
 
marta_uzumaki86

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Capitolo 2
*** I will fight 'til the world ends ***


I WILL FIGHT ‘TIL THE WORLD ENDS
 



Rei non sa che faccia avessero i suoi genitori.
Entrambi lavoravano nel campo dell’ingegneria aerospaziale, e l’esplosione di un prototipo malfunzionante li aveva portati via quando aveva solo due anni.
Non possiede alcuna foto, documentazione o filmato su di loro, perché suo fratello li ha bruciati tutti il giorno del funerale.
 
I suoi genitori?
Due deboli che non sapevano fare altro che non fosse inginocchiarsi al cospetto di qualcuno di più forte.
Li odiava, per questo si era arruolato nell’esercito non appena ne aveva avuto l’età.
In un certo senso, è colpa loro se è diventato quello che è.
Non che possano lamentarsene, visto che li ha uccisi entrambi…
 
Suo fratello - Tatsuya Kusanagy - è il brillante primogenito, uno scienziato di fama mondiale stimato da chiunque nel suo campo.
Rei è solo il ‘fratello minore del grande genio’, uno strano bambino che non parla quasi mai e che non fa altro che smontare e rimontare il suo fidato cubo di Rubik.
Troppo impegnati a idolatrare Tatsuya, nessuno sembra notare i lividi e le punture da ago sempre più numerosi sul corpo magro e sciupato del bambino.
 
Quando si unisce a quello squadrone speciale, la sua storia è sulla bocca di tutti:
un giovane ragazzo di soli vent’anni che in poco tempo si è fatto strada nell’esercito, guadagnandosi il rispetto persino dei suoi superiori.
Peccato che proprio lì, tra sparatorie continue e spargimenti di sangue giornalieri, la sua pazzia comincia a mostrarsi.
E se prima era considerato alla stregua di un eroe, ora tutti ne hanno paura.
 
Rei odia la notte.
Ma non per il buio, o per ciò che l’oscurità può nascondere.
Perché le sue notti non sono formate da un letto morbido e bei sogni, ma da macchinari scientifici e sostanze sconosciute, aghi che bucano la pelle ed esperimenti sul suo corpo.
Suo fratello sorride tutto il tempo, un sorriso di felicità malsana che non ha mai dimenticato.
E che tutt’ora lo tormenta senza sosta.
 
Kuroi comprende ogni cosa nel momento stesso in cui le prime scariche di mitragliatrice si dirigono verso di lui: qualcuno lo ha tradito.
È veloce a reagire, e in un secondo è al sicuro – almeno momentaneamente - dietro al muro più vicino.
Tira fuori la sua Colt 1991, ed in poco tempo lo scontro diventa un bagno di sangue.
Tutti i suoi avversari soccombono alla sua ferocia, e quando tutto si acquieta neanche tenta di nascondere i cadaveri.
Perché ora sa chi cercare: il suo comandante, l’unico ad essere a conoscenza di tutti i suoi spostamenti.
 
Dieci anni.
Dieci lunghi anni che questi folli esperimenti vanno avanti, rendendo il piccolo Rei, ormai tredicenne, alla stregua di un morto vivente. Anche mangiare è diventato impossibile, poiché le innumerevoli sostanze che assume ogni giorno lo portano a vomitare tutto ciò che ingerisce.
I suoi sogni sono popolati da mostri deformi e luoghi spettrali, che lo perseguitano anche da sveglio con allucinazioni - sia visive che uditive.
La sua situazione peggiora di giorno in giorno, finché, una sera, non sente suo fratello blaterare qualcosa sullo scambio di personalità.
Ancora non sa che sarà proprio quell’esperimento a cambiare la sua vita per sempre.
 
Non ricorda molto di quella sera.
Le uniche immagini che riesce a richiamare in superficie sono composte per lo più da urla di dolore, disordine, oggetti che volano e sangue.
Tanto sangue.
Poi, la sua scena preferita: il corpo senza vita di quel traditore appeso al lampadario con un corda attorno al collo.
Anche ad anni di distanza, ancora rimembra l’estatica sensazione di bellezza che lo ha colpito nel momento dell’omicidio, e che ora ricerca nei corpi senza vita delle sue vittime.
Per lui è come una droga, non può farne a meno.
di più…
di più…!
 di più!
 
Rei lancia un’occhiata all’uomo steso sul lettino accanto al suo, i capelli rossi che si confondono col sangue rappreso sulla nuca.
Gli elettrodi li collegano entrambi allo stesso strano macchinario, e suo fratello li fissa come se fossero carne da macello.
Lo vede abbassare la leva, e d’improvviso delle immagini sconosciute gli attraversano la mente: guerra, sangue, urla disperate e corpi senza vita appesi ad una corda.
Poi, il buio.
 
L’oscurità regna sovrana nella mente di Rei.
È sempre così, quando lascia il controllo all’altro. Siede per terra, il suo fidato cubo di Rubik in mano, e attende pazientemente il momento in cui potrà riprendere possesso del suo corpo.
Ci vuole un po’, ma ben presto una familiare sensazione lo avvolge, preannunciando l’arrivo dell’altra sua personalità.
-Ehi ragazzino-
Kuroi lo fissa, gli occhi viola coperti dalla frangia rosso fuoco.
-Sappi che non mi arrendo. Un giorno riuscirò ad appendere anche te ad una delle mie corde-
Rei gli lancia un’occhiata annoiata, riponendo il suo cubo in tasca. E il rosso si blocca, spalancando leggermente le iridi violacee: sul viso del diciassettenne è apparso un ghigno di sfida, mentre lo supera senza più degnarlo di uno sguardo.
-Fatti sotto, assassino da strapazzo- gli sussurra, prima di chiudere gli occhi e tornare alla realtà.
E quella realtà, per la prima volta, non gli appare poi così noiosa.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
[All my life they let me know
how far I would not go…
But inside the beast still grows
waiting, chewing through the ropes.
Who are you to change this world, silly boy?
No one needs to hear your words.
Let it go! *canticchia ‘Carnivore’ degli Starset*]
 
[Non chiedete: la mente della Maki ha dei seri problemi -____- ]
 
TANTI AUGURI MATTEO! *lancia coriandoli*
Alors… Non ho molto da aggiungere: quello che penso di Rei/Kuroi l’ho già detto nell’angolo del capitolo 7, quindi lo sapete.
Però questo Rei bambino è troppo puccio! *-*E il mio odio è passato da Giman – che oramai è morto e stecchito – al Fratellone Illuminato (ILLUMINATI CONFIRMED- *le sparano* n.d.Marta) e Luminare di Rei. BRUTTO BASTARDO LASCIA IN PACE IL PICCOLINO! *coccola Rei*

Okay. Dicevo.
Passando al lato tecnico, vorrei uccidere la Gelatina [Marta n.d.Traduttore Makese arcaico-Umano] e il motivo lo sa [se vuole può aggiungere un commento in sua difesa, ma non è detto che Maki lo accetti u_u] [chiedo umilmente perdono *si prostra in ginocchio offrendo biscotti n.d.Marta]. Ho solo da dire questo, per il resto è molto scorrevole e ho notato pochi errori.
 
Al prossimo capitolo, siore&siori
Maki
 
[Carnivore! 
Carnivore! 
Won't you come digest me?
Take away everything I am,
bring it to an end!
Carnivore! 
Carnivore!
Could you come and change me?
Take away everything I am.
Everything I am! *continua a canticchiare*]
 
 
 
 
 
 
\\la pazzoide: il ritorno//
 
Rei è un cucciolo.
E Kuroi mi inquieta, tanto anche.
Ben ritrovati nel nuovo capitolo di Mitsuji’s moments!!!! Si torna con una shot speciale sul nostro yanderello preferito, Rei Kusanagy, per festeggiare il compleanno del suo sadico creatore, Black Shade! *schiva proiettile* AUGURI BLACK!!!! *coriandoli everywhere*
A dirla tutta, provo sentimenti contrastanti per questo personaggio così enigmatico: Rei lo adoro, è un coso puccioso da spupazzare ED E’ LA COPIA DI KAGEYAMA HELP . Mentre Kuroi… bhè, che è un figo penso che se ne siano accorti tutti, ma mi fa una paura matta (e Maki concorda), quindi boh (?).
Sulla shot non ho molto da dire, l’ho scritta a scuola tra una lezione e l’altra e devo dire che mi piace come è uscita. Per una volta ho scritto proprio quello che volevo, grazie Apollo *sospir sospir*
Bhè, detto questo, ci rivediamo il 1 giugno col capitolo nuovo.
See yay ^^
 
uomi_hime

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Capitolo 3
*** Di atmosfere horror e Ananas sadici ***


~DI ATMOSFERE DA HORROR E ANANAS SADICI~
 
 
-Dannata… cioccolata- borbottò Sayaka, alzando la testa dalla tazza del water.
Aveva appena finito di vomitare tutta la colazione a causa della cioccolata al curry, ma il suo stomaco continuava a mandare gorgoglii non proprio rassicuranti.
Provò a rialzarsi, le guance che cominciavano a riprendere il loro solito colorito.
-Meglio muoversi…- sussurrò, uscendo dal cubicolo con le gambe tremanti.
Ma appena mise piede fuori, un rumore poco rassicurante si propagò per tutto il bagno: sembrava un cigolio, che rimbombò nel silenzio del luogo deserto, seguito poi da uno sfrigolio e numerosi pop.
E in meno di due secondi tutte le luci si spensero.
La ragazza impallidì di botto, pietrificandosi dalla paura: odiava il buio, le metteva addosso un’ansia incredibile non sapere dove fosse o dove si stesse muovendo. Indietreggiò lentamente, le gambe che le tremavano sempre di più.
Sentiva rumori sinistri tutt’attorno a lei, molti dei quali neanche esistevano veramente - la paura le stava facendo immaginare cose che non erano reali.
All’improvviso, dei passi risuonarono nel buio del bagno, facendola sobbalzare e bloccare nuovamente sul posto.
-Ch-chi c’è?- sussurrò, la voce strozzata dal terrore e i brividi che la scuotevano sempre più violentemente.
I passi si fecero sempre più vicini, fino a fermarsi di botto. La ragazza muoveva la testa da una parte all’altra nel tentativo di scorgere qualcosa in quella fitta oscurità. Una risata lugubre risuonò proprio di fronte a lei, e quando si fu girata completamente una pupilla rossa come il sangue si aprì nel buio, fissandola maligna.
-Buh-
E la ragazza cacciò un urlo che fece fuggire anche gli uccellini appollaiati sull’albero di fronte alla finestra del bagno. Corse finché non si schiantò contro il muro, e anche lì non si fermò: cominciò a muovere braccia e gambe in modo sconclusionato, come a tentar di scalare la parete.
-Tiratemi fuori di quiiii!!- implorò, le lacrime agli angoli degli occhi.
 
Una risata si propagò per tutta la stanza, mentre le luci si riaccendevano una dopo l’altra: Mukuro era steso a terra a rotolarsi dalle risate, le mani a tenersi gli addominali doloranti e la faccia rossa per la mancanza di ossigeno.
-Ma che…- fece Sayaka, visibilmente confusa.
Ma le ci volle poco per collegare tutti i pezzi.
-Non dirmi che era tutto un tuo scherzo…- sussurrò, gli occhi color smeraldo che si assottigliavano alla Hibari.
-Il migliore che io abbia mai fatto, se permetti- commentò l’illusionista tra una risata e l’altra –Neanche Ken quando gli ho fatto credere di aver dato fuoco a tutta la sua scorta di caramelle ha avuto una reazione così. Sei stata epica!-
Ma le sue risate scemarono non appena notò l’aura assassina che aveva circondato la rossa.
-Mukuro…- sibilò la quindicenne, avanzando lentamente verso di lui. Il ragazzo impallidì, cominciando ad indietreggiare verso l’uscita.
-K-Kat-chan, non c’è bisogno di agitarsi tanto… era solo uno scherzo- provò, il tono di voce sempre più flebile. Ma l’occhiata che la ragazza gli rivolse fu talmente spaventosa che il decimo Guardiano della Nebbia decise saggiamente di darsi alla fuga.
-TORNA QUI ANANAS MARCIO CHE NON SEI ALTRO! SE TI PRENDO TI RIDUCO A FETTINEEEE!-
E Sayaka partì al suo inseguimento, la paura di pochi minuti prima sostituita da un gigantesco desiderio omicida nei confronti di Mukuro.
 
 
 
~little corner~
Ehilà!
Questa volta non mi sono fatta attendere tanto, eh? Mi sono ricordata di questo missing moment mentre scrivevo una parte del capitolo 9, e quindi eccomi qua.
Che dire? Il disagio di cui sopra si colloca più o meno all’inizio del capitolo 4, quando Sayaka corre in bagno per l’indigestione di cioccolata e Mukuro si offre di andare a chiamarla. Eeeeeee come potete ben vedere l’ananas ne combina un’altra delle sue .-. d’ora in poi gli toccherà dormire con un occhio aperto, o rischia di venire ucciso nel sonno da una certa cecchina di nostra conoscenza XD
Detto questo, vi saluto e vi lascio alla beta, che ha atteso per secoli questo momento XD
See yay~
 
uomi_hime
 
La-beta-per-una-volta-non-prolissa
Io. Amo. Questa. Fic.
L’ho aspettata per tanto tempo [HO ATTESO PER DODICI ANNI. AD AZKABAN--- No okay: basta] e posso assicurare che la amo.
Mukuro che si diverte a far perdere anni di vita a Sayaka vince tutto *rotol rotol*
Povera Kat, lei ha solo paura del buio… *trema perché la capisce*
 
Mi fermo qui, perché se no sclero malissimo e divento prolissa e la Gelatina mi picchia ^^”
Al prossimo capitolo/aggiornamento, people!
Maki 

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