Let the Games begin, baby. (49esimi Hunger Games)

di GaladriellePeriwinkle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mietitura - Distretti 2, 3, 4, 5 ***
Capitolo 3: *** Mietitura - Distretti 1, 6, 7, 9 ***
Capitolo 4: *** Mietitura - Distretti 8, 10, 11, 12 ***
Capitolo 5: *** Capitol City, we are coming! ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Il presidente Snow sorrise, osservando il progetto della nuova Arena. Era diversa dalle altre, come ogni volta naturalmente, ma questa gli piaceva particolarmente. Inanzitutto l'ambiente: nessun tributo sarebbe mai stato pronto a quello, dato che è l'ambiente tipico di una zona a est di Panem, una zona oltre oceano, una zona che non ha più questo ambiente da molto, molto tempo. Ormai esisteva solo nei libri.
-Siamo in orario, vero?- chiese allo Stratega Smith.
-È ormai tutto pronto.-
Il presidente sorseggiò qualcosa da un calice, ma gli andò di traverso; tossendo, Smith potè vedere del liquido rosso nel calice. -Tutto apposto, signore?-
Il presidente si riprese, tamponandosi la bocca con un fazzoletto. -Si. Ora, dobbiamo solo aspettare domani, domani... il Giorno della Mietitura.- Il giorno che il presidente Snow amava più di ogni giorno dell'anno. Il giorno in cui il suo potere e il suo dominio era chiaro, più forte che mai.
-E ho anche preparato una piccola sorpresa... sa, per rendere i Giochi ancora più emozionanti. Questi Hunger Games saranno i migliori di sempre.-
-Come ogni volta.-
-Come ogni volta.- confermò Smith.
Il presidente Snow sorrise di nuovo. -Perfetto.-





Allora, salve. Questa è la mia prima interattiva, spero che l'intro e il prologo vi abbiano incuriosito!
Potete prenotare massimo due PG a recensore. Scrivete in una recensione chi volete prenotare, quando vi darò l'okay potete mandarmi la scheda. Se prenoterete un PG ma dopo tre giorni non avrò ricevuto la scheda lo creerò io.
Nome:
Cognome:
Sesso:
Età:
Distretto:
Aspetto fisico: (basta anche che mettiate il nome di un attore o cantante, ma essenziali altezza, corporatura, velocità e reistenza)
Carattere: siate dettagliati, grazie.
Situazione sentimentale:
Volontario o no: se sì dite il perché
Particolari abilità: velocità, agilità, se è particolarmente bravo con un arma...
Come si comporterà nell'intervista:
Il vestito per l'intervista: *facoltativo
Portafortuna: *facoltativo
Cosa farà al suono del gong: (scapperà via, si butterà nella mischia, ditemi voi)





I TRIBUTI ANCORA DISPONIBILI SONO:
Distretto 1: occupato
Distretto 2: occupato
Distretti 3: occupato
Distretto 4: occupato
Distretto 5: occupato
Distretto 6: occupato
Distretto 7: occupato
Distretto 8: occupato
Distretto 9: occupato
Distretto 10: occupato
Distretto 11: occupato
Distretto 12: occupato

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Capitolo 2
*** Mietitura - Distretti 2, 3, 4, 5 ***


Mietitura
- Distretti 2, 3, 4, 5 -


Il giorno della Mietitura. Era arrivato. Tutti gli abitanti dei Distretti si preparavano per quel giorno. Per certi era un giorno fantastico, il "Giorno delle Occasioni", il giorno in cui avrebbe potuto aver inizio la loro grande occasione. Per altri era l'ennesimo giorno di terrore, preoccupazione, causa di notti insonni e respiri rochi. Perché c'era paura.
Paura. L'unica cosa che, secondo Snow, serviva a proteggerlo, tenerlo al potere.
E il Giorno della Mietitura era un giorno di Paura, con la P maiuscola.


Distretto 2
La donna salì sul palco, ondeggiando sotto il peso della parrucca e del vestito. Tutti quelli di Capitol City si agghindavano. Non si vestivano. Sembravano tutti delle grandi scatole a forma di persona, finite in una bacinella di decorazioni frù frù.
Come ogni anno ci fu il racconto di com'era prima Panem, i Giorni Bui, e gli Hunger Games. 48 Edizioni. Questa era la 49esima.
La donna di Capitol City si avvicinò alle due bocce, dicendo col suo buffo accento -Prima le signorine!- Allungò una mano dentro la boccia, e tutti trattennero il respiro, mentre la donna apriva il biglietto per leggere il nome. Ma subito una mano si alzò, e una voce urlò nell'aria immobile: -MI OFFRO VOLONTARIA COME TRIBUTO!-
Ovviamente, come ogni anno, nel Distretto 2 i volontari non mancavano. -Spendido!- trillò la capitolina. La ragazza volontaria si avvicinò al palco, i capelli rosso scuro che svolazzavano, gli occhi verdi che brillavano, mento in sù, passo fiero. Perché sì, era fiera di essersi offerta volontaria. Ormai aveva quindici anni. Avrebbe vinto i Giochi, coprendo d'orgoglio la sua famiglia e tutto il distretto.
-Come ti chiami?-
-Mi chiamo Sophie Anderson.-

Dopo che Sophie si fu sistemata sul palco, la donna andò verso la boccia dei ragazzi. Pescò un biglietto e iniziò a leggerne il nome, ma di nuovo una voce l'interruppe.
-MI OFFRO VOLONTARIO!- urlò un ragazzo moro e alto, sui diciott'anni. Gli altri anni non era riuscito a offrirsi volontario. Questo sarebbe stato il suo anno. Questo sarebbe stato l'anno in cui avrebbe vendicato la morte di Furia. Due anni fa la ragazza che più amava al mondo si offrì volontaria, e stava per vincere gli Hunger Games, ma non riuscì ad arrivare alla fine. La morte della ragazza lo lacerò nel profondo, e si promise di partecipare agli Hunger Games per vendicarla. Per lei.
Il ragazzo si avviò verso il palco. -Sono Nero Reedman.- tuonò.
-Perfetto! Signore e signori, i tributi del Distretto 2!- urlò la donna nel microfono, e tutti urlavano e applaudirono. Nero e Sophie si guardarono negli occhi, prima di darsi la mano e alzare le braccia, con una promessa negli occhi di tornare a casa. Ovviamente solo uno dei due.


Distretto 3
Quest'anno la donna che leggeva i biglietti al Distretto 3, Winow, si era messa un vestito orribile per "richiamare l'atmosfera del Distretto". Si era messa una sorte di vestito lungo e largo in stile steam punk, e sarebbe anche potuto essere carino, se le rotelle attaccate al vestito non fossero multicolor e nella sua parrucca piramidale non fossero incastrati due occhialoni da scienziato. L'effetto insieme era così disgustoso che Amber non riusciva manco a guardarla senza voler vomitare.
-E il tributo femmina è...- Winow prese un biglietto dalla boccia, lo aprì e scandì il nome. -Amber Morgan!-
Il cuore di Amber per un battito. Avevano chiamato lei. Prima di avviarsi verso il palco cercò lo sguardo di Alex, che la guardò addolorato, ma le fece segno di andare. Amber si avviò verso il palco. Aveva i capelli biondi, lisci e così lunghi che le arrivavano al sedere, e una corporatura che indicava la sua età: sedici anni. Stava andando a morire a sedici anni.
E ovviamente volontarie non c'erano.

Amber. La sua Amber. Chiamata. Non era possibile, no. Era un incubo. Si diede un pizziccotto sul braccio, ma non si svegliò. Era la realtà, per quanto schifosa fosse.
-E il tributo maschio è... Alex Lancaster!-
Tutto il Distretto si girò verso Alex. Tutti sapevano che lui e Amber stavano insieme. Alex non riusciva neanche a elaborare, si avviò versoil palco fissando il foglietto col suo nome. Quando salì, e fu di fronte a Amber, vide che lei stava piangendo. Due lunghe e grosse righe le solcavano il volto. E si accorse che anche lui aveva le lacrime agli occhi. Ecco perché era tutto sfuocato.
Nessuno si offrì volontario. Nessuno si accorse delle lacrime di loro due, oppure se ne accorsero ma nessuno disse niente.
Si strinsero la mano. -Signore e signori, i tributi del Distretto 3: Amber Morgan e Alex Lancaster!-
Avrebbe dovuto dire: Signore e signori, i due sedicenni sfigati che stanno insieme e stanno andando al macello! Non è dolcissimo?
Amber lo guardò negli occhi, e si perse per un momento in quel verde in cui si perdeva sempre, anche se non l'avrebbe ammesso manco sotto tortura, e ebbero una delle loro tante conversazioni silenziose. "Ne usciremo insieme." "E come, Amber?" "Insieme. Te lo prometto." Alex strinse di nuovo la mano ad Amber, come per rassicurarla. "Amber, ti amo." "Anche io, Alex."


Distretto 4
L'ennesima giornata afosa incominciava nel Distretto 4. Tutte le giornate erano afose, ed era terribile starsene in piazza con tutte quelle persone, con meno di mezzo centimetro per muoverti.
La Mietitura si svolse come tutte le Mietiture di Maylen, a parte un piiiccolo dettagli. Quando l'accompagnatrice dei tributi del Distretto 4 prese il biglietto e lesse -Maylen Direct!- la vita di Maylen cambiò per sempre. Intanto si sentì come se stesse affogando. Una volta, da piccola, le era successo. Era andata giù e non riusciva più a tornare su. Ecco, ora era giù, e non riusciva a salire.
Tremande, si avviò verso il palco, con il silenzio che la circondava, con nessuno che urlava la fatidica frase: mi offro volontario. Anche se era una Favorita, non aveva nessuna intenzione di partecipare ai Giochi, non ci teneva per niente.
La sorte non è stata a suo favore, questa volta.

Peter non conosceva la ragazza estratta. Be', non poteva conoscere tutti, il Distretto 4 era grande. Però quando si era voltato per vedere la tributa, aveva visto che era vicina a Aline. Sospirò di sollievo, perché non era stata estratta Aline. Ma prima che potesse distogliere lo sguardo dalla ragazza, un nome attirò la sua attenzione. -Peter Linwood!-
La testa di Peter scattò verso il palco, verso la donna che aveva appena pronunciato il suo nome. Ci mise qualche secondo a realizzare. Avevano chiamato lui. Stava andando nell'Arena.
Peter si avviò verso il palco, alzando il mento a passo di marcia, anche se avrebbe voluto raggomitolarsi a terra e urlare; ma ovviamente non poteva farlo, non poteva mostrarsi debole.
Quando i due tributi del Distretto 4 si strinsero la mano, Peter lanciò un'occhiata verso Aline, che lo guardava terrorizzata e con gli occhi lucidi. E Peter decise. Doveva dirglielo. Doveva dirle che l'amava. L'avrebbe fatto al momento dei saluti. Doveva tornare, per lei.


Distretto 5
-Leigh Keirmoode!- disse l'uomo sul palco. Tutte le teste si girarono verso di lei, chi sospirando di sollievo perché per un altro anno era salvo, chi si dispiaceva per la ragazza ma era felice che non fosse al suo posto, chi era veramente triste perché la conosceva, e chi sogghignava, perché aveva vinto una scommessa.
Leigh, intanto, fissava con sguardo vuoto il palco, pensando al suo ragazzo, quello che era andato nell'Arena due anni prima. Una lacrima spuntò, ma decise di scacciarla, non doveva piangere. Si avviò verso il palco, cercando di nascondere il tremore delle spalle.

Juliet si sistemò meglio il cappello sui capelli tagliati solo la sera prima. I vestiti da ragazza erano nascosti in un angolo, e lei era quasi identica al fratello. E meno male. Era sicura che la Mietitura sarebbe stata truccata, e avrebbero chiamato Hector, suo fratello. Ma lei aveva un piano. Quello scemo d Hector diceva sempre che, se fosse stato estratto, si sarebbe fatto uccidere alla Cornucopia. E Juliette non poteva permetterlo. Così aveva elaborato un piano, e era sicura che non si sarebbero stati problemi, ovviamente se fosse riuscita a non farsi scoprire.
-Hector Rouge!- chiamò infatti il capitolino. Juliette si avviò verso il palco, fece un cenno al capitolino e strinse la mano alla sua compagna di Distretto. Per fortuna non si conoscevano, infatti una delle preoccupazioni di Juliette era che la tributa sarebbe stata una ragazza che conosceva, o peggio, qualcuno che l'avrebbe potuta riconoscere subito. Leigh era alta, e avevano più o meno la stessa età, e aveva i capelli neri e gli occhi azzurri. Completamente diversa da Juliette, che aveva i capelli castano-rossicci e gli occhi verdi. Leigh non sembrava che avesse in qualche modo capito che in Juliette c'era qualcosa che non andava, e per fortuna. Non doveva assolutamente farsi scoprire.





Eeeeeeeeeeeee ciao! Inizio a scusarmi per non aver aggiornato prima e soprattutto per il capitolo così corto ma la scuola ormai è iniziata e io ho iniziato il liceo, in una classe totalmente nuova! *^* Quindi, oltre ai compiti (io ucciderò la mia professoressa di Italiano, ci ha dato compiti IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA!!!) ci sono state anche le convenzioni sociali (maledetto chi le ha inventato <.<) come stare in piazza a cercare di rivendere i libri vecchi di scuola. Almeno mi sono fatta amica il sosia di Leo Valdez. E lo sto aiutando a fanboy al 100% *w*
Fatti miei a parte, spero di aver reso bene i vostri PG u.u avrei voluto fare anche il Distretto 1, ma la tipa che li ha prenotati tarda a inviarmi le schede. Quindi li libero, mi dispiace ma è passata una settimana :/ la prossima Mietitura sarà più lunga, spero anche coi tutti i Distretti, però mi mancano ancora schede! Ragazzi se entro quattro giorni non mi arrivano li libero! E chi ha preso un solo tributo può ancora prenderne un'altro! :D Per lo scheletro scheda guardate il capitolo precedente :3
Ah, e se vi piace qualche tributo, non esitate a scrivermi che lo volete come vostro alleato per il vostro/i vostri tributi!
(Spero) A presto con il continuo della Mietitura!
GalaColeiCheHaLaTestaBacata

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Capitolo 3
*** Mietitura - Distretti 1, 6, 7, 9 ***


Mietitura
- Distretti 1, 6, 7, 9 -


Distretto 1
Karis si mosse nervosa sulle gambe, ascoltando l'uomo di Capitol City che faceva il solito discorso sugli Hunger Games. A differenza degli altri abitanti del Distretto 1, lei non era tanto impaziente di andare agli Hunger Games. Poi si disse di tranquilizzarsi. Anche se fosse stata estratta, almeno metà delle ragazze si sarebbe offerta volontaria. Se non si ricordava male, a una certa Katerin Duerre era stato detto di offrirsi volontaria perché era quella con più possibilità di uscire viva dall'Arena.
-Prima le signore!- disse l'uomo di Capitol City nel microfono, poi prese un bigliettino e lo aprì. Karis sentiva il cuore pulsare fortissimo, avanti e indietro, avanti e indietro, avanti e...
-Karites Olympica!- Il cuore le si bloccò nel passaggio davanti. Poi riprese a battere, cercando di tranquillizzarsi, sapendo che Katerin Duerre stava per offrirsi volontaria. Passarono un secondo, due secondi, tre secondi, quattro secondi...
-Karites Olympica?- disse di nuovo l'uomo. E Karis capì. Katerine Duerre non si sarebbe offerta volontaria. Nessuna si stava offrendo volontaria. Per la prima volta da quando ricordava.
Si avviò verso il palco, tenendo la testa alta e le spalle dritte, con il vento che le faceva volare i ricci rossi. Salì sul palco e guardò verso i ragazzi che potrebbero essere estratti.
"Oh be'" pensò. "Se proprio dobbiamo fare questa cosa, facciamola."

Emerald, per gli amici Emerald, guardava la ragazza estratta, riflettendo. Non c'erano state volontarie. Si immaginava Caesar, il conduttore degli Hunger Games da solo qualche anno, che commentava divertito l'accaduto. L'uomo di Capitol City si avviò verso la boccia dei maschi. Emerald non ci teneva molto ad andare nell'Arena, anche se questo era l'ultimo anno in cui ne aveva la possibilità,  e non aveva ancora deciso se offrirsi volontario o no, quando lessero il nome sul biglietto.
-Castor Bleight!- Un ragazzino, anzi, un bambino, alzò la testa e si guardò attorno. Poi, con aria scoraggiata, si avviò verso il palco. Il bambino aveva capelli neri che gli scendevano sulle esili spalle, un'altezza che non arrivava al metro e quaranta e braccine esili che non sarebbero riuscite a sollevare manco un libro. E Emerald lo vide, nella Cornucopia, spaesato, probabilmente negli ultimi istanti della sua vita. E decise che non poteva permetterlo.
-MI OFFRO VOLONTARIO!- urlò, balzando in avanti, poi corse verso il palco. Il ragazzino lo guardò, poi gli sussurrò un "grazie" e si girò, diretto al gruppo dei ragazzi.
-Oh oh oh, splendido!- gioì il capitolino. -Sei...?-
-Sono Emerald Quarrelsome.- di presentò Emerald, salendo sul palco. Strinse la mano alla tributa. Avevano entrambi i capelli rossi, ma la ragazza aveva gli occhi azzurri cielo, mentre Emerald ce li aveva verdi verdi. Rimase un attimo a fissare quegli occhi, poi distolse lo sguardo.
-Signore e signori, i tributi del Distretto 1, Karites Olympica e Emerald Quarrelsome!-


Distretto 6
Leven inspirò la disgustosa aria del suo Distretto, cercando di calmarsi. Ma ogni volta che si diceva che sarebbe andato tutto bene, le ritornava in mente le parole di quell'uomo, "O mi cedi la tua fabbrica, o ti succederà qualcosa di brutto". Il fatto era che suo padre era proprietario di un'importante fabbrica nel Distretto che il sindaco voleva compare, ma suo padre si rifiutava sempre e al sindaco questo non è mai andato giù. Così aveva lasciato quella minaccia sospesa sulla testa della famiglia, e Leven sospettava che la Mietitura sarebbe stata truccata. Si immaginava già Dale Trech, l'accompagnatrice del Distretto 6, che pescava il bigliettino trillando...
-Leven Miller!-
"Esatto, Leven Miller, ma perché hai detto a voce alta i miei pensie..."
Una ragazza le scosse il braccio. -Ehm...- disse, indicando con un cenno della testa il palco. Leven la guardò con aria confusa, poi realizzò. Avevano chiamato lei. Inghiottì, poi si avviò verso il palco.
-Ciao car...-
-Vaffanculo.- disse Leven a Dale Trech, anzi non a Dale, non alla boccia, e non al sindaco. Ma disse vaffanculo a tutta la nazione, questa maledetta nazione fifona che non sapeva fare niente per eliminare gli Hunger Games. Ma NESSUNO si rendeva conto di cosa stava succedendo?!
Dale le scoccò un'occhiataccia e lesse il biglietto preso dalla boccia dei ragazzi.

Elia mosse a destra e a sinistra il collo per scrocchiarlo, dato che si stava un po' addormentando in piedi. E così per il suo primo anno era salva. Guardò la ragazza estratta, non la conosceva, non era dell'orfanotrofio. La capitolina lesse il biglietto dei maschi, e Elia pregò in tutte le lingue che non venisse estratto uno dei suoi fratelli.
-Elia ThirdTwin!- lesse Dale Trech, e alzò la testa per vedere chi era il tributo, come un cane che sente il richiamo della cena.
Elia la guardò con gli occhi spalancati. "Mi stai prendendo in giro?" Poi si rese conto. Quand'era nata, era stata segnata come maschio. E evidentemente si erano dimenticati di modificarlo, quando l'avevano scoperta e portata all'orfanotrofio femminile. Porco. Pollo.
Elia si avviò verso il palco, indecisa se piangere o essere incazzata. La donna di Capitol City la guardò strabuzzando gli occhi. -Ehm... Elia ThirdTwin?-
-Sì, sono io.- rispose Elia.
Dale la guardò meglio. -Cara... questa è la Mietitura dei ragazzi. Non è che è un tuo omonimo...-
Prima che Elia potesse spiegarsi, suo fratello Ezio si fece largo e la raggiunse. -Mi offro volontario! Elia, non so perché sei finita della boccia dei ragazzi, ma...-
-Ezio, no! Te lo impedisco!- Gli strinse le mani e lo guardò negli occhi. -Devi rimanere, per Elio. Lui ha più bisogno di te che di me.- Le faceva male dirlo, ma sapeva che stava facendo la cosa giusta. -Ti prego.-
Dale Trech li guardò, perplessa. Elia salì sul palco per far capire che sarebbe andata lei agli Hunger Games. Scoccò un'occhiata al sindaco, che la fissava perplesso, ma non troppo.
-Non... non credo che sia possibile che di uno stesso Distretto siano mandate due ragazze...- incominciò Dale Trech, ma il sindaco la interruppe. -Il nome estratto è Elia ThirdTwin, e Elia ThirdTwin andrà ai Giochi, se nessuno si offre volontario.- Guardò verso Ezio, e Elia, vedendo lo sguardo, scosse la testa. -Non si è offerto volontario. Non vale.-
Il sindaco annuì, poi si rivolse a Dale Trech. -Sono le regole, Dale.-
"Grazie eh. Mi sembri Crounch in Harry Potter e il Calice di Fuoco."
Elia lanciò un'occhiata di puro odio al sindaco. Era chiaro che a lui non fregava se mandavano una ragazza al posto di un ragazzo, e anzi, probabilmente era anche contento perché così non avrebbe più avuto quella ragazzina che dall'orfanotrofio femminile se ne scappava in quello maschile.
Dale Trech guardò triste Elia. -Va bene.- disse con voce roca. Poi tossicchiò e disse con voce squillante: -Signore e signori, i tributi... le tribute del Distretto 6! Leven Miller e Elia ThirdTwin!-
Elia e Leven si strinsero la mano. Leven aveva almeno sedici anni, coi capelli lunghi neri e gli occhi color... ghiaccio. Diversissima da Elia, che aveva i capelli castano corti e gli occhi verdi, ed era almeno trenta centimetri più bassa di Leven. Iniziò a venirle l'ansia, perché se la spaventava la sua co-distrettara, figuriamoci i Favoriti! Ma poi si disse di piantarla, e guardò verso Elio e Ezio, i suoi fratelli. Ezio che stringeva la sedia a rotelle su cui era seduto Elio, perché era molto malato, e Ezio che la guardava triste, con lacrime silenzione che scavavano il suo volto scavato. E Elia decise che avrebbe fatto di tutto per vincere, perché coi soldi avrebbe potuto trovare una cura per salvarlo.
"Tornerò. Per voi."

Distretto 7
La Mietitura nel Distretto 7 si stava svolgendo come ogni volta, forse un po' più particolare perché stava piovendo. Anzi, diluviando. Emilie Demburg si sistemava perennemente la grossa parrucca verde che aveva sistemata sulla testa, perché continuava a cadere per la troppa acqua. Willow la guardava divertita, anche se il disagio della capitolina non riusciva a tirarle su il morale. Cercò con lo sguardo Elia, suo amico da quando erano piccoli. Lo scoprì a guardarla. Willow gli sorrise imbarazzata e distolse lo sguardo. Stava già pensando a cosa dirgli quando le loro Mietiture sarebbero finite, ovvero quest'anno. Voleva dichiararsi a Elia, aveva pure pronto il discorso. Poi il suo sguardo vagante cadde sulle bocce, e il cuore le sprofondò. "No" si disse. "Andrà tutto bene."
Emilie urlò nel microfono, con quella sua vocetta acuta da bambina. -Prrriiiima le signooorrre!-
Willow aveva il fiatone, e per smettere cercò di distrarsi osservando un albero dai cui rami scendeva un deciso fiotto di pioggia. Lei odiava la pioggia. Le impediva di stare fuori, all'aperto, nei boschi. Sapeva che la pioggia serviva per far crescere gli alberi, ma la detestava lo stesso.
A distrarla dai suoi pensieri fu il nome chiamato.
-Willow Galloway!-
Il suo nome.
Willow inspirò abbastanza rumorosamente, e per nasconderlo fece una tosse molto poco convincente. Si spostò la frangetta fradicia dagli occhi, e si avviò verso il palco. "Ti prego che qualcuno si offri volontario ti prego ti prego ti prego ti prego..."
Camminava con lo sguardo per terra, sperando che gli altri lo prendessero come segno di "non mi voglio infradiciare la faccia grazie". Passò affianco a una pozzanghera e vide il suo riflesso, distorto dalle goccie di pioggia: i capelli castani mossi con la frangetta che le nascondeva un po' gli occhi verdi e la corporatura esile che le faceva sempre perdere qualche anno. Avrebbe potuto essere scambiata per una quindicenne.

Aidan si scostò i capelli neri bagnati dalla fronte. Osservò meglio l'estratta, ma con la pioggia non si vedevano molto bene le cose in lontananza. Era preoccupato, seriamente preoccupato per la Mietitura. Aveva paura che potesse essere estratto lui, o un suo amico, o qualcuno che conosceva, o... il punto è che avrebbe voluto che i piani nel Distretto 13 andassero un po' più velocemente. Non vedeva l'ora di partecipare a una delle missioni fuori dal Distretto. Sarebbe stato fantastico! E non vedeva l'ora di sposare Sandhra. La Coin gli aveva promesso che la loro prima missione sarebbe stata dopo la luna di miele.
Ma una frase cambiò la sua vita. -Aidan Butler!-
-NO!-
L'urlo di una ragazza, in coro con l'urlo di dolore del suo cuore che si spezzava.
Niente missioni. Niente matrimonio. Niente Sandhra.
La ragazza, che era Sandhra, scoppiò a piangere. Aidan la vedeva, non era molto lontana da lui. Si avviò verso il palco, senza mostrare nessuna emozione, all'apparenza. Perché la verità è che stava piangendo, ma la pioggia impediva alle telecamere di notarlo.
Strinse la mano alla ragazza estratta, ma non sentì la capitolina dire il nome dei due tributi. Perché nelle sue orecchie sentiva, ripetuto all'infinito, l'urlo di Sandhra, e il crack del suo cuore.


Distretto 9
Darlene sbuffò d'impazienza. Alison Leemick, la donna di Capitol City, parlava così lentamente e si interrompeva quasi sempre che, quando avrebbe finito, gli Hunger Games sarebbero già iniziato. Darlene voleva solo andarsene da quella maledetissima piazza, farla finita. Le mancava, oltre a questa, solo una Mietitura, e non vedeva l'ora di non essere più una strisciolina di carta in mezzo a tante altre. Dopo la Mietitura aveva in mente di non andare subito all'orfanotrofio, ma di fare un giro intorno alla piazza.
-Ora le signore!- disse Alison con la solita voce lenta. -Mmmh... Darlene Wekes!-
Darlene spalancò gli occhi. Niente giro in torno alla piazza.
Aspettò tre secondi, ma nessuno parlò. Nessuno si offrì volontaria per andare al macello. Ma che strano.
Si avviò verso il palco, tenendo lo sguardo davanti a sè e la faccia impassibile, senza esprimere nessun'emozione. Avrebbe voluto urlare e scappare via, ma esprimere i suoi sentimenti non era una sua priorità. Ora era sopravvivere. In realtà è sempre stata sopravvivere. E non sarebbe cambiato.

Carl guardò tranquillo la ragazza estratta. Aveva la sua età, era alta coi lunghi capelli marrone scuro, immobili come l'aria quel giorno.
Era sollevato perché non era stata estratta Alice, ma poi si rimproverò; pensò ai familiari e agli amici della ragazza, tristi e disperati per la sorte di Darlene.
-Carl Laidan!- chiamò la donna di Capitol City. Carl si immobilizzò. Tutte le teste si voltarono verso di lui. Non c'era nessuno Carl Laidan nel Distretto, lo sapeva bene. Era stato chiamato lui, e avevano sbagliato a pronunciare il suo cognome.
-Ehm... è Lydian, non Laidan.- disse Carl. La donna di Capitol City arrossì imbarazzata. -Certo... ehm, Carl Lydian.-
-Sì, ho capito, arrivo.- Carl si fece largo fino al palco. Sperava che qualcuno si offrisse volontario per salvarsi? No, sapeva che nessuno si sarebbe offerto, come nessuno si era offerto per la ragazza.
Salì sul palco e strinse la mano a Darlene. Aveva due bei occhi azzurri, così diversi dai suoi castani. E si rese conto che quegli occhi erano suoi nemici, e che probabilmente avrebbero cercato di ucciderlo.
-I tributi del Distretto 9: Darlene Wekes e Carl Lydian!-



Ehiiiii <3 ho aggiornato nell'arco di tre giorni, WAOOOOOOO!!! *urlo di ovazione da stadio (?)* be' ieri avevo l'ispirazione e il pomeriggio libero (evviva niente compitiiiii *w*) ho scritto il nuovo capitolo u.u
So che queste Mietiture sono più lunghe delle altre e che per alcuni personaggi ho scritto molto, ma be' *prova a trovare una ragione per cui l'ha fatto* mia fanfiction mie decisioni, okay? u.u <3
Bene, ditemi se vi è piaciuto e se dei nuovi tributi vi piace qualcuno e lo volete come alleato :D baciiiii :3
Ah e un punto per Elia: anche la sua storia è complicata e verrà raccontata nei prossimi capitoli. Però, a differenza di Juliette, si sa che è una ragazza.
Adios <3
Gala

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Capitolo 4
*** Mietitura - Distretti 8, 10, 11, 12 ***


Mietiture
- Distretti 8, 10, 11, 12 -



Distretto 8
Nives O'Dew Ablaze era la ragazza più strana del Distretto 8. Tutti, ma proprio tutti, conoscevano la storia della sua famiglia. Nives si mise in punta di piedi per vedere meglio cosa succedeva sul palco, ripensando alla sua vita prima del Distretto 8. Lei era nata a Capitol City, e là aveva vissuto fino ai sette anni, ma poi Snow aveva cercato di far uccidere suo nonno, che si era suicidato per non dare la soddisfazione al presidente. La famiglia era in pericolo e lo sapeva, così si erano trasferiti nel Distretto 8. Ma non era solo questo che rendeva strana Nives. Incominciamo dai suoi capelli azzurri; Nives si attorcigliò una ciocca di capelli nel dito, osservandoli. Le piaceva guardarli, la tintura azzurra le faceva sembrare il colore della pelle ancora più chiaro di quanto non fosse già.
-Nives Ablaze!- disse una voce.
Lo sguardo della ragazza scattò verso la capitolina che aveva pronunciato il suo nome, e tutti si voltarono a guardarla. Nives si concesse un secondo di stupore, con ancora il dito arrotolato nella ciocca, poi si dirigè verso il palco, a testa alta. Non poteva mostrarsi debole, non per i suoi avversari o per i possibili sponsor, ma perché sapeva che Snow la stava guardando, magari godendo del fatto che era stata estratta lei, e sarebbe stata una piccola vendetta contro il nonno Ablaze.
Salì sul palco e passò affianco alla capitolina, e come se avesse già programmato tutto prese il microfono e incominciò a parlare.
-Salve a tutti. Sono Nives Ablaze.-
"Certo che sanno chi sei. Tutti sanno chi sei."
-Vorrei dire alla mia famiglia di non piangere per me; il nostro onore deve rimanere alto, sempre e comunque. Non possiamo umiliarci.-
Vide Maya, la sua amica, la sua unica amica, che la fissava con gli occhi spalancati, forse perché stava parlando al microfono, o forse perché era stata estratta lei, o anche perché in preda al ricordo dei Giochi di Louis.
-Combatterò, combatterò con coraggio e fino alla morte. E, caro presidente Snow, spero che non organizzi qualcosa per uccidermi a posta in Arena.- Un sorriso le increspò le labbra. -Non vorrebbe abbassarsi al livello di un tributo.-
Tutti la guardavano scandalizzati. Anzi, non tutti. C'era anche chi la guardava con ammirazione e rispetto. Ma anche chi la guardava spaventata. Ma chi se ne importa. Nives doveva dirlo. Doveva parlare al presidente Snow, perché forse non avrebbe mai avuto l'occasione di farlo faccia a faccia.
La capitolina si ridestò e disse: -Sì, ehm... Be', potresti ridarmi il microfono? Dovremmo continuare con la Mietitura.-
Nives lasciò il microfono e si posizionò; testa alta, petto in fuori. La morte non la spaventava: lei era una regina che accettava la sua condanna.

Forse, era Rahe Dell Hausion il ragazzo più strano del Distretto 8. Se Panem non fosse stata Panem, sarebbe stato etichettato come "bipolare". Ma nessuno sapeva che il suo "problema" era una malattia. Neanche lui. Sapeva solo che a volte era così, a volte era cosà, era due persone in un corpo solo.
(Ma poi, "problema" non era neanche la parola giusta. Un problema si può risolvere.)
Quasi sempre era Rahe, ma a volte veniva fuori Dell. Rahe era letteralmente il peggio che qualcuno potesse essere, e durante la Mietitura era Rahe. Osservò la ragazza coi capelli turchesi parlare, dire robe che a lui non interessavano. Era grande, aveva almeno diciotto anni. Be', la sfiga era stata dalla sua parte, questa volta.
La capitolina prese il microfono e pescò un biglietto dalla boccia dei ragazzi.
-Rahe Dell Hausion!-
-Mmmh, interessante. Be', okay. Devo solo uccidere ventitrè stronzi. Tornerò, non temete.- disse a voce piuttosto alta. I ragazzi intorno a lui lo fissarono spaventati e pietrificati.
Rahe si incamminò verso il palco, e si posizionò vicino alla ragazza, Nives qualcosa. La capitolina lo guardò negli occhi, i suoi occhi color del ghiaccio. Vide un brivido percorrere il corpo di lei, e per terrorizzarla ancora di più sorrise, ma maleficamente. Gli piaceva spaventare le persone, gli piaceva far star male gli altri.
"No, non è vero. Rahe, è una brutta cosa!"
"Dell, rompipalle, non me ne frega niente, capito? Ora sta zitto!"

Rahe strinse la mano della sua codistrettara, e si rese conto che per tornare vivo avrebbe dovuto ucciderla. Si immaginò il suo corpo senza vita, grondante sangue, con ancora un'ombra di spavento impressa sul volto, con Rahe che si alzava trionfante dal cadavere, per poi fare la stessa cosa una, due, tre, ventitrè volte. Ventitrè uccisioni. Aveva solo 13 anni? L'avrebbe fatto. E non vedeva l'ora di farlo.
Poi guardò gli occhi della ragazza, e Dell riuscì a farsi strada e a contrastare un attimo Rahe. Sorrise un po' triste alla ragazza, che lo guardò perplessa. Ma poi Rahe schiacciò di nuovo Dell.
Sempre così. Ogni singolo giorno. E nell'Arena, avrebbe avuto un nemico in più rispetto agli altri: sè stesso.



Distretto 10
Brianne deglutì, nervosa. Era solo alla sua seconda Mietitura, e sapeva che essendo così piccola non avrebbe avuto molte possibilità ai Giochi, anche se la sua corporatura la faceva apparire come una ragazza di almeno sedici anni. La sua pelle era olivastra, più chiara però dei capelli castani che teneva legati in due treccie. Però anche così, legati, non le davano nessun sollievo contro il caldo. Si diceva che il Distretto 11 è il Distretto più caldo di Panem, ecco perché si coltivano frutta e verdura. Forse era anche più caldo del Distretto 4, umido 364 giorni su 364. Ma per Brianne il più caldo rimaneva il 10, dato che quel giorno c'erano almeno quaranta gradi all'ombra.
L'uomo di Capitol City, un certo Oswald Osward (e si chiamava davvero così) disse nel microfono, come sempre: -Prima le signore!-
Brianne strinse la spiga di grano che aveva in tasca, il suo portafortuna che si portava dietro da quando era piccola.
-Brianne Convigton!-
La faccia di Brianne sbiancò, e lasciò la presa sulla spiga. Questa volta non aveva funzionato.
Si diresse verso il palco senza dire niente, scortata dai Pacificatori. Guardò la boccia, la maledetissima boccia che l'aveva condannata. Stupida boccia.

Caleb era sinceramente annoiato. Certo, era preoccupato che suo fratello più piccolo, di appena dodici anni, venisse estratto, facendo succedere l'impensabile. Ma degli altri non gli importava, gli importava solo che o lui, o suo fratello non venissero estratti.
Sì, era stato preoccupato anche per sua sorella, che aveva quattordici anni, ma per fortuna non era stata estratta neanche quest'anno. La ragazza estratta, invece, non la conosceva, ma Caleb non poteva dire di essere uno che andava in giro a diventare amico di tutti. Era piuttosto riservato, e nessuno, neanche la sua famiglia, lo conosceva veramente.
-Caleb Mustreigh!- Una voce gli distolse l'attenzione dai suoi pensieri. Guardò verso l'uomo di Capitol City, Oswald Osward (che nome ridicolo). Alzò gli occhi al cielo e si avviò verso il palco.
Strinse la mano a Brianne, la sua codistrettara. Era molto diversa da lui, che aveva i capelli castano caramello e gli occhi azzurri, mentre lei aveva gli occhi nocciola, e non esprimevano emozioni. Ed era un male. Per vincere, Caleb avrebbe dovuto capire i suoi nemici. Ma a essere sinceri non gli importava di vivere o morire. Sapeva di avere ben poche possibilità.
-I tributi del Distretto 10: Brianne Convigton e Caleb Mustreigh!-



Distretto 11
Carlotta Wilson, per distrarsi dal nervosismo della Mietitura, iniziò a comporre una poesia. Così, una poesia sulla prima cosa che le veniva in mente. Faceva sempre così, per distrarsi. Lei amava la poesia, e amava comporne. Stava pure provando a scrivere un libro-raccolta di alcune poesie, e non perdeva occasione per inventarne per aggiungerne alla sua raccolta. Pensò proprio di dedicarla alla Mietitura. Aveva 17 anni, oltre questa le mancava solo una Mietitura e sarebbe stata al sicuro. "Così insicura e spaventata/ la ragazza dai capelli castani. / Così come le altre / ragazze, che speravano / di non essere estratte loro. / Così la mano della capitolina pescava / il biglietto, portando al sicuro..."
Carlotta sperava di poter finire la poesia dicendo "portando al sicuro la ragazza dai capelli castani", anche se la poesia che stava componendo faceva schifo. Di solito le uscivano meglio. Però non la potè finire così.
-Carlotta Wilson!-
"...le altre ragazze/ ma non quella dai capelli castani."

Stevee osservava la ragazza estratta, ancora immobile, probabilmente per lo stupore. Dei Pacificatori si avvicinarono alla ragazza, e lei li guardò spaventata e li seguì, senza dire una parola. Probabilmente era spaventata dai Pacificatori; d'altronde, al Distretto 11 erano severissimi, e gli abitanti venivano trattati come cani.
Conosceva la ragazza di vista, lui era un ragazzo molto socievole e, anche se il Distretto 11 era molto grande, almeno le persone che lavoravano nei campi dove lavorara anche lui, chi più chi meno, li conosceva tutti. Gli sembrava che Carlotta andasse nella sua stessa scuola, ma non erano in classe insieme, dato che Carlotta aveva almeno un anno in meno di lui. Aveva i capelli corti col ciuffo a nasconderle gli occhi neri.
Vide che Carlotta era vicino a Brianne, la sua ragazza. Lui e Brianne sarebbero potuti essere scambiati per fratelli: entrambi avevano i capelli riccioluti, gli occhi scuri e la pelle del color del cioccolato, ma ovviamente non erano fratelli. Le sorrise, e lei ricambiò ma nervosa, perché anche se lei era salva, la Mietitura non era ancora finita. La fortuna era dalla sua parte, solitamente.
La donna di Capitol City pescò il biglietto dalla boccia dei ragazzi.
-Stevee Sungher!-
Ma questa volta no.



Distretto 12
Lacie era stanca, molto stanca. La notte scorsa aveva lavorato molto, e quando era tornata a casa il sole era già sorto da un pezzo. Si era buttata sul letto, e poco dopo che ebbe chiuso gli occhi, venne svegliata dalla sorellina Amity, che le disse: -Lacie? La Mietitura. Dobbiamo andare.- "Dobbiamo". Lo disse con tono spaventato, era la sua prima Mietitura. Lacie aveva risposto: -Tranquilla, non verrai estratta tu. Quella boccia è piena di nomi, tu sei solo una strisciolina in mezzo a tutti quelli. Non permetterò che tu vada agli Hunger Games.- Lacie aveva quindici anni, un padre perennemente ubriaco e due fratelli dodicenni da sfamare. Quando aveva circa dieci anni, i soldi divennero troppo pochi e il padre la costrinse a vendere il suo corpo. E così, ogni notte, lo faceva, riuscendo a guadagnare abbastanza soldi per andare avanti, ma la mattina era sempre così stanca. Se non fosse stato il Giorno della Mietitura probabilmente si sarebbe lasciata andare in coma.
-Prima le signore!- Goldin Burbace, l'accompagnatrice del Distretto 12, come sempre andò verso la boccia delle ragazze e pescò un bigliettino. -Lacie Abbys!-
"No, no, no no no no no no no no no no no NO!"
Due Pacificatori iniziarono ad avvicinarsi a lei, dato che non si muoveva. Lacie riconobbe uno dei due; l'aveva visto poche notti fa. Non si voleva far ritoccare da lui. Si avviò verso il palco, superando i Pacificatori, quasi correndo. Salita, si posizionò affianco a Goldin, e cercò con lo sguardo i suoi due fratelli: Amity e Drew. "Mi dispiace, Amity." Una lacrima fece capolinio dal suo occhio, ma lei la scacciò via. "Mi dispiace, perché ora dovrai fare tu quello che faccio io."
Se non dovesse vincere.
Se.
E perché doveva considerarsi persa in pazienza? Lacie si promise che avrebbe vinto, per lei. Non poteva permettere che anche Amity si prostituisse.

Alexander Morgasten, a cui piaceva presentarsi come Alex e basta, cercò di smettere di dondolare sul posto. Lui non riusciva a stare fermo, e soprattutto non riusciva a stare fermo se era nervoso, e immaginate il suo livello di nervosismo il giorno della Mietitura.
La ragazza estratta si sistemò affianco a Goldin Burbace, che andò verso la boccia dei ragazzi.
-Drew Abbys!-
La ragazza estratta, che fino a quel momento non aveva dimostrato nessuna emozione, sbiancò e fece un salto di tre metri, come se le fosse scoppiata una bomba affianco. Alex non capì subito la sua reazione, ma poi vide il ragazzino e notò la somiglianza tra i due: stessi capelli biondo cenere, stessi occhi grigi, stesso viso ovale, e anche gli zigomi erano gli stessi. Erano chiaramente fratelli, solo che Drew Abbys era piccolo, un dodicenne. Drew guardò la sorella triste, e sembrava che la ragazza volesse scoppiare a piangere e abbracciare il fratello rassicurandolo. Strano, Alex non aveva mai sentito di due fratelli nella stessa Arena. E il ragazzino era così magro...
-Mi offro volontario come tributo!-
Le sue cordi vocali parlarono prima che ebbe finito di rifletterci su. Ma ormai era fatto. Corse verso il palco, con lo sguardo di tutti puntato addosso. I due fratelli lo guardarono con gli occhi spalancati, increduli e perplessi. Perché l'aveva fatto?
Già, perché l'aveva fatto?
-Fantastico!- trillò Goldin Burbace. -Come ti chiami?-
-Alexander Morgasten.-
Drew, dopo un attimo di esitazione, volse uno sguardo riconoscente ad Alex, poi corse via. Alex salì sul palco e strinse la mano a Lacie.
La ragazza lo perforò con lo sguardo. "Perché l'hai fatto?" sembrava che chiedesse con gli occhi.
Alex non rispose, per il semplice fatto che non aveva la risposta. Forse per salvare un dodicenne, e lui avrebbe avuto più possibilità data la sua struttura possente e i suoi affascinanti occhi azzurri e i capelli neri? Possibile, ma non ne era sicuro al cento per cento. Si rese conto che stava fissando Lacie, che sciolse la stretta di mano. Non sembrava riconoscente con Alex per aver salvato il fratello.
-Distretto 12, ecco i vostri tributi: Lacie Abbys e Alexander Morgasten!-




Ce l'ho fatta! OMMIEIDEI UN PARTO. Per colpa della scuola e della vita sociale riuscivo a scrivere una frase al giorno e perdevo sempre il filo dei miei pensieri, e alla fine ho riscritto tutto tra ieri sera e oggi. Allora, cose che volevo dirvi. Una, probabilmente nel prossimo capitolo vedremo la "recensione" di Caesar Flickerman e Claudius
Templesmith, e mi ispirerò alle vostre recensioni personali sui vari tributi. Forse il capitolo arriverà addirittura stasera, al massimo dopodomani.
Seconda cosa, la questione treno e saluti: di una parte dei tributi scriverò solo i saluti, per esempio di chi mi ha mandato una scheda molto dettagliata anche con la voce "saluti". Il treno, invece, di chi la scheda è meno dettagliata. Sarà sicuramente almeno un tributo per Distretto che ci racconterà del treno. Questo perché non voglio fare i capitoli troppo lunghi e anche perché sono ansiosa di arrivare all'Arena *w* sto già formando un paio di ship e qualche alleanza, ma sono ancora molto indecisa.
Quindi, ora che conoscete tutti i tributi ditemi chi vi piace e chi vorreste come alleato.
ATTENZIONE: se i proprietari dei tributi non mi diranno niente, i tributi li lascerò senza alleati, se ovviamente sopravivranno alla Cornucopia u.u
Quarta cosa: so che pure qua alcune Mietiture sono molto corte rispetto alle altre, ma per alcuni proprio non avevo idee ç_ç Quinta cosa: se avete delle domande su alcuni tributi, per esempio "Ma Nives a cosa cribbio si riferisce?!" lo scopriremo nelle prossime puntate di A TUTTO - REALITY- L'ISOLA! "Let the Games begin"! *cose no sense*
Ah, per Lacie: so che mi hai scritto che i fratellini avevano undici anni, ma dato che Alex si offre volontario per salvare un ragazzino di dodici anni, ho voluto fare che il ragazzino era il fratellino di Lacie, perché mi è venuta un'idea *w* ma non vi spoilero niente.
Sperando di non aver dimenticato di dirvi cose, vi lascio che devo fare i compiti T.T
Gala :3

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Capitolo 5
*** Capitol City, we are coming! ***


Capitol City:
We are coming!



Nives O'Dew Ablaze
Distretto 8
Saluti


Le porte della stanza si spalancarono. Nives non fece in tempo a vedere i suoi familiari che stavano tutti per avere un crollo emotivo che la sua vista venne offuscata da una grande massa di capelli biondi.
-Phoenix! Mi stai soffocando!-
-Scusa Nives, solo che... che...- La bambina stava per scoppiare a piangere.
-Ssssh piccola... Tranquilla. Va tutto bene.- Nives le accarezzò i boccoli biondi. Le piaceva intrecciarli con i fiori, e quanto avrebbe voluto farlo in quel momento...
Continuando a stringere Phoenix, osservò le altre sorelle, i genitori e suo fratellino. Fece un respiro profondo, un po' per controllarsi, un po' per prendere fiato. -Non... non piangete. Vi prego. Non dovete versare lacrime preziose per colpa di Snow.-
-Sempre modesta, eh... "lacrime preziose"- commentò Arya, lasciandosi scappare una risatina isterica.
Nives sorrise. Arya era buffissima quando rideva. Storceva il naso e spalancava gli occhi, anche quando le risate erano risatine isteriche che preannunciavano un pianto terribile.
Avalanche, il fratellino di sette anni, la guardava un po' perplesso. Era grande e allo stesso tempo piccolo. Sapeva cosa erano gli Hunger Games, ma non aveva ancora realizzato che la sorella ci stava andando. Nives gli fece segno di avvicinarsi e Avalanche corse verso di lei e abbracciò Nives e Phoenix, che non si voleva staccare.
-Ehi, piccolo... Comportati bene, mentre non ci sono, okay?-
-Okay.-
La tributa alzò gli occhi verso la famiglia, e fece anche a loro segno di avvicinarsi. Aida e Oasi  -le due gemelle- e i genitori strinsero tutta la famiglia in un abbraccio. Però non piansero. Nives li ringraziò col pensiero. Nessuna azione di Snow si meritava lacrime versate. Perché l'avrebbero assecondato. Era proprio questo l'intento del presidente: far star male i Distretti.
Dopo un tempo che parve interminabile ma troppo corto, dei Pacificatori vennero a dire alla famiglia di andarsene. Si sciolsero dall'abbraccio, e senza che Nives li guardò, uscirono.
Fece capolinio dalla porta Maya. Nives la guardò, senza dire niente. Poi Maya scoppiò a piangere.
-E diamine!- esclamò Nives, poi corse verso l'amica e la strinse in un abbraccio.
-Non... Nives... Gli Hunger Games di Louis... Non ci... Riesco... Mi dispiace così tanto, avrei dovuto offrimi volontaria!- disse Maya tra un singhiozzo e l'altro.
-No! Non te l'avrei mai promesso.- rispose Nives. Ed era vero.
-L-Louis... Non... Ci riesco... A  non pensarci...-
-Ehi! No, senti. Non dobbiamo pensarci. Ci proverò, proverò a tornare. Giuro che ci proverò.-
-Nives... Devi riuscirci, d'accordo?-
-D'accordo, brutta caccola.-
Maya le sorrise tra le lacrime. -Scema.-
-Ti voglio bene anch'io.-
Dopo che i Pacificatori trascinarono fuori Maya, venne altra gente del Distretto, che conosceva o meno, a complimentarsi con Nives per il suo coraggio. Ma Nives continuava a pensare a Maya, e a Louis. Louis, il loro amico, estratto qualche anno fa. C'era quasi, stava per vincere. Ma non ce la fece.
"Maya, prometto, STRAGIURO che proverò a tornare. Perché non posso lasciarti da sola qua, caccola che sei."



Rahe Dell Hausion
Distretto 8
Treno (cena)


Per una volta, il ragazzo era Dell. Forse lo shock del dover andare nell'Arena aveva anestetizzato un po' Rahe, così Dell aveva il controllo, seppur momentaneo.
Ai saluti non era venuto nessuno. E capiva perché. Tre anni prima aveva ucciso suo fratello nel sonno. Era stato portato in carcere, e un dottore aveva provato a curarlo. Dell sapeva che era malato. Anzi, Rahe era malato. Lui no. Però in qualche modo doveva cercare di aiutare Rahe. E forse l'unico modo per farlo era impedirgli di esistere.
Era sul treno, diretto a Capitol City. Per l'esatezza a cena. Il silenzio era rotto solo dal rumore delle posate e dal muovere dei bicchieri. La capitolina che sarebbe stata la loro accompagnatrice, Mina Monroe, disse: -Allora, che ve ne pare della cena?-
Nives la guardò. -Oh. Buona, sì.-
-Rahe?- Mina si girò verso il ragazzo.
-No, Dell.-
-Ah. Okay. Dell, cosa te ne pare?-
-È molto buona. Questa cosa gialla e morbida come si chiama...?-
-È purè, tesoro.-
-Oh, bene. Il purè mi piace molto.-
Il loro mentore lo guardò perplesso. Sapeva chi era Rahe Dell Hausion. E lui era abituato a Rahe. Questo comportamento gentile e pacato gli fece pensare che il ragazzo stesse tramando qualcosa come aggirare la compagna per poi pugnalarla alle spalle. Magari letterlamente.
Però Dell non lo avrebbe mai fatto. Restava solo un problema: al momento di uccidere qualcuno, sarebbe stato Dell o Rahe?



Hector Juliette Rouge
Distretto 5
Treno (dopo cena)


Chad Truberpon, il mentore del Distretto 5 ascoltava affascinato le parole di Juliette.
-...e così mi sono vestita da mio fratello, e sono qua al posto suo.- Juliette finì la spiegazione.
-E i saluti? I tuoi parenti? Cosa hanno detto?-
Juliette sospirò. -I miei genitori entrarono nella stanza, in lacrime, e fecero appena in tempo a dire "Dove cribbio è Juliet?" che Hector entrò nella stanza. Spiegai tutto, il piano, il cammuffamento, eccetera. Poi venne Grace, che è la ragazza di Hector, pensando di dover dire addio a Hector, ma le spiegai tutto. Le dissi anche che la colpa di tutta questa storia è anche di suo padre, ma avevo cercato di farle capire che sapevo che non è colpa sua. Di Grace.- Juliette sospirò di nuovo. Chad la ascoltava interessato. Poi era venuto Diego. Diego... non gli aveva detto che era innamorata di lui. Doveva restare concentrata per i Giochi.
-E quindi, Chad, ho bisogno del tuo aiuto. Stilista, staff di preparatori...-
Chad la interruppe. -Tranquilla. Lo stilista lo conosco da molto, e capirà. Spero. Il vero problema sarà lo staff di preparatori... Ma forse possiamo sistemarci dicendo che hai tipo una fobia dell'essere toccata... toccatO da altri e gli ordinerò di non spogliarti.- Sospirò pure lui. -E poi... e poi dovrai comportarti da ragazzo. Hai almeno idea di come...-
-Sì. Mi sono esercitata.- disse Juliette. Chad la guardò perplesso.
-Davvero.- Juliette sorrise. Sapeva fare il ragazzo. -Sai... pisciare in piedi, ruttare... Anche la voce più profonda.- L'ultima frase la disse con voce grave; il mentore la guardò sorpreso e ammirato.
-Be', ragazza, se tu non fai cazzate potresti anche non essere scoperta.-
Juliette si rese conto che la sua preoccupazione più grande era essere scoperta, non sopravvivere. E faceva bene ad avere la scala di priorità così?


Amber Morgan
Distretto 3
Treno (notte)


-Alex, lasciami stare!- Amber cercò di chiudere la porta della sua stanza.
-No, ottusa che non sei altro! Voglio parlare con te!- Alex teneva bloccata la porta scorrevole della camera di Amber. La ragazza avrebbe voluto cavargli gli occhi. Non capiva che non voleva parlare, non voleva rendere in qualche modo ufficiale l'andare nell'Arena?
-Be', io NON voglio parlare con te! Voglio andare a dormire, dato che non so neanche quante caspio di notti mi rimangono da passare!-
-E le vuoi passare dormendo?-
-SI, E SE NON TI DISPIACE DECIDO IO COME PASSARE IL RESTO DELLA MIA VITA! SPARISCI, ORA!-
Alex sembrò destabilizzato dal comportamento di Amber. Okay che era sempre stata un po' brusca, ma fino a quei limiti...
-Amber...-
-No, Alex. Domani.- Non promise, perché non aveva intenzione di parlarci il giorno dopo. Non voleva.
-Okay. Domani.- Alex fece un passo indietro e Amber gli sbattè la porta in faccia.
Crollò sul letto e ascoltò il suono del treno sulle rotaie. Andavano velocissimi. Le rotaie erano le stesse dei treni che usavano per trasportare le cose all'interno del Distretto 3 o erano diverse? E se erano diverse, che tipo erano?
Amber sbuffò. Neanche fingere di riflettere sugli aspetti tecnici del treno la distraeva dal pensiero di Alex. Ma non voleva parlarci. Non voleva sentirsi dire che Alex l'avrebbe protetta nell'Arena, che avrebbe dato la sua vita per lei. Perché lei non voleva vivere senza di lui, perché non lo capiva?!
Sprofondò la testa nei cuscini, provando ad allontanare tutto.






Okay, okay, potete uccidermi. BUT I'M SO SORRY! *parlare inglese correggiuto: fatto*
Avete presente il liceo scientifico? Avete presente che si fa Latino? Avete presente che in Latino noi siamo più avanti rispetto a i classici della mia CITTA' e di tutte le classi della mia scuola? OuO
Uccidetemi. Anzi, datemi un coltello così uccido la mia professoressa di Latino.
Ma va be' u.u per dire che la scuola mi sta uccidendo. Però ora che sono in vacanza fino a domenica (grazie San Saturnino che sei il patrono della mia città e il 30 non se va a scuola *W*) riuscirò FORSE a scrivere anche altri capitoli così mi rimetterò in riga u.u
Anyway, ve gusta questo capitolo? Vi lascio che sta per iniziare Faiking It uwu
Biscotti bluH e arancioni a tutti! :3
Gala StancaPsicologicamente

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