Who will take my Dreams Away?

di Lexy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lega dell'ingiustizia ***
Capitolo 2: *** Il Fardello ***
Capitolo 3: *** Come una Coppia Normale. ***
Capitolo 4: *** L'assemblea ***
Capitolo 5: *** Il piano. ***
Capitolo 6: *** La Verità ***
Capitolo 7: *** Perchè. ***
Capitolo 8: *** Nella Tua Stanza. ***
Capitolo 9: *** Il Dramma della Moneta. ***
Capitolo 10: *** Ti amo. Ti uccido. ***
Capitolo 11: *** Forza irrfrenabile. ***
Capitolo 12: *** Oggetto inamovibile. ***
Capitolo 13: *** Cicatrici. ***
Capitolo 14: *** Nella Pancia del Ragno. ***
Capitolo 15: *** Il Decreto. ***
Capitolo 16: *** La Noia. ***
Capitolo 17: *** Roulette. ***
Capitolo 18: *** Svegliati. ***
Capitolo 19: *** Fidati di me. ***
Capitolo 20: *** Breaking the habit; rompendo l'abitudine. ***



Capitolo 1
*** La lega dell'ingiustizia ***


Giusto perchè si sappia ma anche, perchè no, per fare un po' di conversazione, volevo informarvi che questa fanfiction è ispirata a The Dark Knight con un piccolo cambiamento. L'aggiunta di alcuni dei personaggli del fumetto, e il fatto che Due-facce NON è morto! A mio parere non sarebbe dovuto morire neanche nel film, ma vacci a capire!

Naturalmente non guadagno nulla da questa fanfictions, e non posseggo i diritti per nessuno dei personaggi utilizzati in essa.

Buona lettura!

XxX.SilverLexxy.XxX

Capitolo 1:
La Lega dell'Ingiustizia.

Ho appena fatto il mio ingresso nei bassifondi di Gotham City; devo ammettere che si tratta di un luogo davvero pericoloso per chiunque non sappia come muoversi in certi ambienti dove si poteva davvero incontrare di tutto, dal semplice drogato in crisi di astinenza che ti punta una siringa alla gola, al membro di una banda criminale intento a chiedere il racket nei negozi del quartiere... in qualche angolo leggermente più appartato e buio, qualche prostituta si scalda battendo i piedi a terra, e producendo così un eco di tacchi tutto intorno a lei.

In questo sfacelo mi aggiro io, e chiunque abbia la sfortuna di incontrarmi sul suo cammino, ricorderà l'evento come la notte in cui aveva visto aggirarsi solo la metà di un corpo umano, che nonostante fosse stato tagliato per tutta la sua lunghezza e possedesse perciò una sola gamba, fosse capace di aggirarsi tranquillamente per il quartiere;
avvicinandosi di più comunque, si accorgerebbero che sono solo le tenebre a giocare di questi miraggi e che in effetti sono solamente di un uomo in giacca e cravatta, la metà bianca del mio abito gessato si vede chiaramente nella notte, mentre l'altra metà nera si perde completamente in essa.

Improvvisamente, una voce da uno dei vicoli laterali mi fa voltare tanto è carica di arroganza; in altre circostanze non mi sarei neanche voltato, ma questa sera ho tempo, e mi sento anche piuttosto nervoso.

"Hei, amico! Che modo buffo hai, di vestirti! Vai in giro imitando quel cazzone di Due-facce?"

Non gradisco il suo tono ed ancor meno mi piacciono le sue parole; lo guardo nella sua pateticità, i suoi vestiti almeno quattro taglie più grandi gli scendevano sul corpo in maniera ridicola. Non che abbia nulla contro il rap underground, ma a pelle quel tipo di persone tendono ad irritarmi. Decido di giocare un po' con lui prima di andare avanti con i miei affari.

"Amico. Tu invece, vai imitando la faccia della stupidità? Devo dire che ti riesce benissimo."

La frase, seppur semplice risposta ad una provocazione, e pronunciata con tutta la calma di questo mondo, non manca di irritare il giovane come se fosse stata un ceffone in pieno viso; staccandosi con uno scatto violento dal muro del vicolo cui si era appoggiato, nella sua mano già potevo vedere il riflesso della luce di un lampione su di una lama, e dal suo viso carico d'ira le labbra mi lanciano queste parole

"Adesso tira fuori il portafogli, o ti apro un buco in pancia che ti faccio uscire le budella!"

Osserva con soddisfazione la mia figura bicolore alzare una mano verso il cielo, mentre l'altra lentamente si appresta a raggiungere la tasca interna della mia giacca, ma per estrarne un semplice mezzo dollaro d'argento, e non il portafogli, su cui sperava di mettere le mani.

"Temo di avere solo questo per te."
"Stai scherzando vero? Se non tiri fuori la grana, giuro che ti squarto come un capretto!"
"Vediamo..."

Rispondo, pensoso. Poi sistemo il mezzo dollaro sul dito indice, portando sotto di esso il pollice, e faccio saltare la moneta nell'aria  per poi riprenderlo al volo sul palmo della mano. Immediatamente chiudo il pugno attorno all'oggetto, stringendolo forte per un secondo e sentendolo freddo nella mano. Poi apro le dita, e vedo la faccia proposta dal caso atraverso il lancio della mia moneta. Il ladro fa un passo avanti, dimostrando la sua scarsa intelligenza, per guardare anche lui la faccia della moneta. Testa. Ma quel lato della moneta è annerito.

"Non hai avuto molta fortuna."

Dico semplicemente, e poi tutto si svolge con tale rapidità che il bandito praticamente non si accorge di nulla; la mano priva di moneta scivola abilmente all'interno della giacca, e poi un suono sordo e breve, un colpo di pistola con silenziatore, riecheggia per la zona semideserta. Il brigante cade in avanti, una pozza del suo stesso sangue si allarga sull'asfalto, mentre il ragazzo scalcia in preda alle convulsioni.

"Che peccato." Commento prima di voltarmi e dirigermi verso la porta di un vecchio locale la cui insegna recita "The Ambassador"; noto che l'esteriore è certamente malandato, coi suoi muri di mattoni imbrattadi di graffiti e coperti dei resti di manifesti strappati. L'interno però è, seppure non brillante, almeno accogliente.

Ci sono cinque tavoli quadrati, ognuno col suo porta tovaglioli ed una piccola candela colorata; le pareti tappezzate di una carta da parati giallognola, molto casalinga, ed infine il bar con il proprietario inespressivo intento a preparare un cocktail. Termino la mia osservazione del locale prendendo nota dell'uscita di sicurezza dietro il bancone, e mi dirigo verso una piccola saletta attigua, che il proprietario elogia chiamandola ostentatamente "privè".

Nel privè c'è un solo tavolo a sei posti, di cui quattro già occupati dal gruppo più strano e pericoloso mai incontratosi nello stesso posto a Gotham City; io ho la sfortuna di conoscerli tutti, ed è appunto per questo che giungo a prendere tutte le precauzioni del caso, se qualcosa andasse storto durante quello strano incontro. Mentre muovo i suoi passi verso quell'unico tavolo, elaboro un piano mentale per difendermi in caso di attacco o per attaccare tutti senza rischiare di restarci secco.

Calcolo che inpiegherei più o meno quaranta secondi per raggiungere il quartiere, passando per l'uscita di sicurezza. Poi, osservo attentamente i presenti.

Davanti a me, seduto con la schiena verso il muro e il viso verso la porta in modo da avere la visuale su tutta la stanza, c'era Pinguino; basso e deforme, vestito nel suo solito frack, con l'ombrello appoggiato al suo fianco, contro il muro. So che quell'ombrello dall'innocente apparenza è in realtà un'arma da cui guardarsi bene. L'uomo uccello sta fumando tranquillamente una sigaretta attraverso l'elegante bocchino, ed alza un solo sguardo su di me, senza dire nulla.

Al suo fianco, notai un uomo alto, dai capelli neri lunghi fino alle spalle e con addosso uno spolverino, aperto a rivelare sotto di esso degli abiti regolarmente verdi; l'Enigmista non alza lo sguardo neanche una volta, ma si è accorto ugualmente della nuova presenza nella stanza. Tiene lo sguardo fisso sulle cinque carte che tiene in mano, ha l'aria impensierita.

Davanti a lui, coinvolto nella partita di poker, sedeva Joker. Avrei potuto riconoscerlo ovunque coi suoi capelli verdi e l'eccentrico modo di vestire. A volte mi stupisco di come tutti noi amiamo la nostra eccentricità al punto da rinunciare all'anonimato perfino in mezzo alla gente. Non posso certo biasimare Pinguino o anche me stesso, che non riusciremmo a passare inosservati neanche se lo volessimo, col nostro aspetto. Ma Joker e l'Enigmista sono tutto un altro conto.

A capotavola invece stava seduto lo Spauracchio. L'unico del gruppo che poteva veramente vantarsi di riuscire a passare inosservato fino al momento di colpire, in cui solitamente indossa sulla testa un sacco di tela. Ho sempre apprezzato il suo modo di lavorare e la sua ossessione per la paura. Si vedeva chiaramente che in passato era stato uno studioso, e lo rispetto. Ovviamente questo è anche il caso dell'Enigmista ma a volte i suoi piani troppo sbarazzini e le sue insensate sfide di intelligenza a Batman tendono a spiazzarmi.

Joker invece è tutto un altro conto. Ogni cosa che fa non ha mai ha uno scopo materiale. Adora le esplosioni ed i coltelli, ma la cosa che più mi spaventa di lui è che conosce fin troppo bene la mente delle persone che ha attorno, al punto di saperle senza neanche che se ne accorgano. Quando stende un piano, spesso include anche se stesso come pedina attiva della partita, mettendo la sua vita a repentaglio come se non contasse nulla. Decisamente, il primo della lista di criminali di Gotham City con cui non vorrei avere nulla a che fare. Tutto è oscuro in lui, sia il passato che il presente ed il futuro.

Quando prendo posto nel posto libero al fianco di Joker e davanti a Pinguino, quest'ultimo è il primo a parlare.

"Ben arrivato, Due-facce. Credo che ora possiamo iniziare la nostra piccola assemblea!"
"Deduco quindi che sei stato tu a chiamarci qui." Dice la voce inespressiva dell'Enigmista mentre prende due carte dalle cinque che ha in mano per cambiarle.
"Esattamente. Volevo parlarvi di un problema che ci sta affliggendo peggio della peste!"
"Lasciami indovinare... -sorrise distrattamente Spauracchio- Batman?"
"Esattamente. Signori, vi ho chiamati qui per farvi notare i nostri fallimenti contro quel pipistrello!"

Mi volto verso Joker, che con una sonora e sincera risata rompe il clima di gravità regnante nella stanza. Poi, mostrandp il suo tris di re all'enigmista dice, chiaramente divertendosi alle spalle di tutti noi

"Non c'era certo bisogno di un'assemblea per farci notare ciò!"
"Effettivamente siamo stati presi a calci abbastanza da ricordarlo bene, Pinguino." Aggiunge l'Enigmista, mostrando a Joker un full di donne.

"Se mi consentite di terminare il discorso, arriverò subito al sodo. Bisogna unirsi per sopravvivere."
"Unirsi? -stavolta fui io a parlare per la prima volta dal mio arrivo- Unirsi? Guardati intorno, Pinguino..."
"Lo faccio. E vedo tante menti criminali individualiste e perennemente dietro le sbarre di Arkham!"
"Anche se decidessimo di unirci, cosa ne ricaveremmo? Non ci fidiamo neanche l'uno dell'altro!" Decido di puntualizzare.
"Capisco il tuo punto di vista, Due-facce ed è per questo che propongo questo accordo in serietà e per raggiungere un obiettivo comune a tutti noi."
"In serietà, dici? E credi che anche se, per esempio Joker, ci giurasse solennemente di non uccidere o fare del male a nessuno di noi, poi non cambierebbe idea appena una delle voci che sente nella testa gli suggerisse che sarebbe divertente?"

"Insomma, stai dicendo che il problema è Joker." Mi risponde l'Enigmista, mischiando ancora una volta il mazzo di carte.

Lo guardo mentre le sue mani separano abilmente il mazzo, per poi mischiarlo con un talento da croupier; trovo molto strano questo suo intervento diretto, quando solitamente Enigmista è una persona quieta che preferisce ascoltare e capire, piuttosto che inserirsi nei discorsi. E poi, perchè chiedere una cosa del genere? Quale potrebbe essere il suo interessamento? Decido di rispondere seriamente alla sua domanda, e vedere dove vuole arrivare.

"Sinceramente? Sì. Posso credere alla tua parola, a quella di Pinguino e anche quella dello Spauracchio! Ma Joker è una cosa diversa."

"Ohhh. -Dice Joker con l'espressione fintamente meravigliata.- Mi sento ferito." Conclude, atono mentre taglia il mazzo.

"Prima di decidere chi sta dentro e chi resta fuori, Pinguino, spiegaci la tua idea nel dettaglio!" Si intromette lo Spauracchio, innervosito dal piccolo diverbio, temendo evidentemente, che potrebbe precludere ogni tipo di trattativa immediata.

"La mia idea è semplice. Sarebbe come un patto di alleanza, di mutuo soccorso, e soprattutto di pace tra di noi. Ci incontreremmo periodicamente per discutere i nostri piani, metterci daccordo, appianare eventuali divergenze... -pronunciando quest'ultima frase, lancia uno sguardo in direzione mia e di Joker- e sostenerci sempre e comunque nella battaglia contro Batman, in modo da non doverlo mai affrontare da soli. Ci aiuteremmo a vicenda nei nostri propositi, ed eventualmente anche nelle evasioni."

"Effettivamente -dice la voce ironica dell'Enigmista- sarebbe un sollievo non dovermi più ritrovare da solo, nel pigiama del manicomio di Arkham, per le strade di Gotham ad ogni singola evasione."
"Ehhh... -riprende il discorso Joker- una macchina riscaldata con una bottiglia di vino rosso sul sedile posteriore. Potrei anche svenire per questo."

Lo vedo ridacchiare, ma cosa più sospetta, l'Enigmista ricambia con un mezzo sorriso mentre distribuisce le carte. Qualcosa stava accadendo tra quei due e mi inquietava; il loro modo di far notare che non avevano mai avuto bisogno di nessun aiuto per evadere, significava forse che non erano interessati alla proposta di Pinguino? Avevano forse già qualcosa in mente per conto loro? Mentre pensavo queste cose, la voce dello Spauracchio si fece sentire nuovamente.

"Tagliate corto con l'ironia! A me sembra un buon piano!"

Dice, zittendoci tutti e puntando lo sguardo su Pinguino. Il suo modo di parlare e di insistere perchè si prenda presto una decisione stava probabilmente ad indicare che era un pessimo periodo per i suoi affari; Spauracchio è quello che tra tutti noi ha sempre avuto meno potere contro l'uomo pipistrello, una volta che quest'ultimo capì il suo modus operandi e trovò il modo di contrastare i suoi pericolosissimi gas.

"Anche a me. -decido di spalleggiarlo, ma continuo ad esprimere la mia opinione, osservando Joker- anche se continuo a dire che c'è una pecca."
"Smetti di preoccuaprti di Joker! -mi ritrovo ancora una volta ammonito dall'Enigmista, che sbattendo sul tavolo una semplice coppia di dieci, senza neanche guardarmi, conclude dicendo- A lui ci penso io."
"La mia balia? -risponde il clown, sbattendo le ciglia come una ragazzina innamorata- Come sei dolce, Nigmy!"
"Ci pensi tu, come?"

Si sbriga a domandare Spauracchio, ora anche lui insospettito dal comportamento del re degli indovinelli. Anche Pinguino, noto, ha lo sguardo fisso sull'uomo in verde, in attesa di una spiegazione plausibile anche se in fondo tutti noi già avevamo capito tutto ma non volevamo pensare ad un'ipotesi tanto mostruosa quanto quella che l'Enigmista si apprestava a spiegarci. Lo vedemmo posare tranquillamente le carte sulla tavola, accantonando il gioco per un po', e poi, dopo averci guardati tutti con volto inespressivo, disse

"Il fatto è, miei cari compagni criminali, che trovo furba la vostra idea di unirci per essere più forti; tant'è vero che un pensiero simile già circolava da tempo nella mia testa, e non solo nella mia. Durante il mio ultimo soggiorno ad Arkham, usai tutto il tempo libero che avevo a disposizione analizzando tutti i miei fallimenti, ed accorgendomi di quanto un aiuto esterno al momento giusto avrebbe potuto invece cavolgere le sorti a mio favore. Troavai un pensiero simile in Joker, e decidemmo di unirci per essere più forti. Evademmo, e da allora sono passati quattro bellissimi ed incensurati mesi."

"Saranno cinque il tredici di questo mese. -Sentii Joker precisare, e quando lo guardai mi irritai vedendo che mi sorrideva- come vola il tempo!"
"E stavamo anche pianificando una bella cenetta a lume di camndela per celebrare il nostro sesto."
"Bisogna celebrare certe cose, dico io! Oppure il romanticismo va a farsi benedire, e si scivola nell'abitudine."
"Corretto. Una cena a lume di candela davanti ad una bella cassaforte. Solo che quando la candela si consuma..."
"Boom!"

Joker ri mette a ridere, evidentemente al pensiero di adoperare la sua amata dinamite in un contesto simile ad un appuntamento romantico. Ha sempre adorato i doppi sensi e le rappresentazioni melodrammatiche. Sposto lo sguardo sull'Enigmista, quasi con la speranza che rivelasse un assurdo scherzo, invece lo vedo alzare le spalle e dire con tutta la naturalezza di questo mondo

"Se al mio partner piacciono i fuochi d'artificio, io lo accontento... li trova così romantici!"

La cosa mi irrita nel profondo, e con la rabbia che mi sorge da dentro le viscere, ribatto in modo tagliente.

"Secondo me, stare quattro mesi a contatto con Joker ti ha fatto male. Molto male."

Ma nessuno della coppia mi risponde, così ancora una volta Spauracchio fa sentire la sua preoccupazione per il risultato di una discussione che così tanto gli stava a cuore. Sporgendosi sul tavolo per fissare i due alleati, la voce leggermente tesa, insinua il suo timore.

"Quindi, se formassimo una lega tutti insieme, correremmo il rischio che voi due facciate il doppio gioco con noi altri!"
"Sarebbe un rischio, sì. -risponde serafico l'Enigmista- Ma almeno ora sapete che prendiamo entrambi seriamente patti di questo tipo."

"Facciamo così. Chiunque voglia far parte di questa lega da me proposta, alzi la mano, e decideremo la nostra base operativa."

Propone Pinguino, e la sua mano è la prima a scattare in aria, seguita poi da quella di Spauracchio e dell'Enigmista, che poi allunga la mano ad afferrare uno degli esili polsi di Joker, e lo costringe ad alzare la sua mano insieme agli altri. Solamente io mi mostro ancora indeciso, ma alla fine anche io cedo alle lusinghe di potere che un patto simile sussurrerebbe agli orecchi di qualsiasi criminale; anche la sua mano si alza.

La "Lega dell'ingiustizia", come poco più tardi decidemmo di chiamarla, era ormai stata fondata.


FINE Capitolo 1.

Con la speranza che vi sia piaciuta e di ricevere qualche recensione! Alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX


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Capitolo 2
*** Il Fardello ***


Per LeftEye: Grazie infinite dei complimenti, davvero! Tranquilla, anche se non ti intendi molto di Batman-fumetto, i personaggi che uso sono solo quelli principali, che comunque in un modo o nell'altro si conoscono! Il Joker... credo che ormai coi cuoi che possiede potrebbe farci una raccolta ç_ç povero Heath Ledger... davvero una morte iniqua, non credi? Il fatto che tu sia più affascinata dai nemici di Batman è comune a molti! Sono così ricchi di background, di psicologia, di simpatia, di originalità! Batman invece è, come diceva Joker nel "Cavaliere Oscuro", un oggetto irremovibile! Sono molto felice che la mia storia ti abbia colpito! Ti chiedo scusa per lo stile, ma il primo capitolo lo avevo postato più come prova, un po' di fretta... ti prometto che mi impegnerò, e riuscirò a migliorarmi! Spero davvero tanto di riuscire a mantenere tutti i personaggi IC! Ecco il prossimo capitolo tutto per te! Besos!

Prima di continuare, volevo ringraziare la mia amica Yasmin per tutto l'aiuto che mi ha dato nella stesura di questo capitolo, nonchè per il sostegno che mi mostra! Un abbraccio speciale per te!
XxX.SilverLexxy.XxX

Capitolo 2: Il Fardello.

Mi sento stretto nel costume scuro che ogni notte scendo quaggù per indossare; è pesante, sotto ogni punto di vista.
un fardello che mi viene addossato con facilità;
un fardello che tutti voglio che io indossi, lasciandomi, con il tempo, la convinzione di essere l'unico capace di poterlo sopportare.
Delle volte sogno di gettarlo via, semplicemente, senza più guardarmi indietro... ma non posso farlo.
Perchè, mi domando a volte... e poi riesco a rispondermi che è per tutta quella gente che ha bisogno di un eroe, di un esempio da seguire, di un ideale e di essere protetta, a volte perfino da sè stessa.

In quei momenti però, mi tornano in mente anche le parole di Joker; il principe clown del crimine di Gotham, che mi parlò della gente e del mondo, nel modo in cui lui riusciva a vederli...
le persone che mi ritengono un mostro alla sua stessa stregua, che mi gettano via quando non hanno più bisogno di me.
Delle volte penso addirittura che abbia ragione, e che forse non vale la pena restare soli.

Batman e Bruce Wayne sono due entità completamente diverse e separate dentro di me, che si mischiano solo per donarsi le proprie limitazioni;
Batman è limitato dai limiti umani -sia fisici che mentali- di Bruce, che a sua volta è immobilizzato dall'esistenza di Batman;
mai l'amore, mai l'amicizia, mai una distrazione... sempre una casa vuota ad accoglierlo ogni sera, quando smette i panni del vigilante notturno.
Forse è questa la ragione per cui entrambi preferiscono Batman.
Perchè lui ha sempre qualcosa di davvero utile da fare, e non si preoccupa della solitudine.
Perchè Batman è capace di restare freddo e di non mescolare sentimenti ed emozioni, inutili e dannose per il suo scopo.
Perchè in un modo o nell'altro, Batman è indispensabile per la gente come Bruce non potrebbe mai essere per nessuno.

Vengo distratto dai miei pensieri da un rumore di passi lungo le scale;
sono i passi lenti e tranquilli di Alfred, che scende come ogni sera per assicurarsi che non abbia bisogno di nulla.
Smetto di prendere coscienza dei demoni della mia mente per voltarmi verso di lui.
Entra tranquillo, come al solito, e lancia uno sguardo al gigantesco schermo che ho davanti, da dietro il quale le facce dei cinque evasi più pericolosi del manicomio di Arkham ci osservano, minacciosi più che mai nella bonarietà mostrata di fronte agli obiettivi fotografici della polizia.

"Novità, signore?"

Chiede, raggiungendo il mio fianco alla postazione;
io vorrei rispondergli di sì, perchè a volte mi sento come se che anche Alfred voglia giudicarmi quando non mi mostro in grado di salvare Gotham... ma so che non è così, so che nei suoi occhi non potrei mai incontrare nessun giudizio.
So che il giudizio che sento pesare su di me è il mio stesso.
Passo stancamente le mani sulla parte del mio viso che la maschera lascia scoperta e rispondo, con voce stanca e stressata.

"Non so che fine abbiano fatto, Alfred. Quattro mesi fa Joker e l'Enigmista sono fuggiti da Arkham la stessa notte, senza che riuscissi mai a riacciuffarli. Poi anche gli altri a poco a poco, hanno trovato la loro via di fuga, a pochi giorni di distanza l'uno dalll'altro."
"Crede che Joker e l'Enigmista siano fuggiti la stessa sera... insieme?"
"Plausibile. In questi mesi mi è capitato di scorgerli un paio di volte insieme, sui luoghi dei medesimi delitti. Ma da un punto di vista logico, un'alleanza tra loro non avrebbe senso!"
"I loro file ad Arkham le hanno detto qualcosa?"

"Oh, sì. Leggi qua...

tra i due si è potuto osservare un misterioso avvicinamento.

Poi, una settimana prima dell'evasione, ecco cosa scrivono:

Riportiamo un'aggressione da parte del paziente Edward Nigma nei confronti del paziente Jonathan Rhon, al quale ha tentato di far ingoiare un cucchiaio di plastica. Non siamo riusciti a estrargli una confessione dettagliata sulla motivazione del suo gesto, ma poco prima del suo attacco, alcuni degli altri pazienti hanno testimoniato che il paziente Rhon aveva rivolto al paziente Joker parole che all'orecchio del paziente Nigma, erano sembrate "poco cortesi".

E non è tutto! Se vai avanti, ecco cosa riporta, sulla cartella di Joker, lo stesso giorno...

Riportiamo un'aggressione da parte del paziente Joker alla guardia di sicurezza Matthew Sparks. Non siamo riusciti ad estrapolare una... bla bla bla... si sa solo che durante l'aggressione la guardia stava riportando alla calma il paziente E. Nigma.

Jonathan Rhon si è salvato per miracolo dallo strangolamento, l'Enigmista ha riportato la slogatura di un braccio, e Joker ha guadagnato cinque giorni di isolamento."

"Allora la loro complicità è palese, signore!"
"Lo so, Alfred. Ma davvero, non voglio pensarci!"
"Ha qualche idea, per fermarli?"

"No, non ancora. Non riesco a prevedere le loro prossime mosse. Temo solo che ci sia qualcosa di più grosso dietro, Alfred! Temo che presto o tardi tutti i criminali di Gotham decidano di unirsi, ed a quel punto chi lo sa cosa potrebbero fare tutte quelle menti psicopatiche unite insieme?"

Vedo Alfred annuire con espressione meditabonda, e capisco che vorrebbe aiutarmi;
ogni giorno che passa mi sento sempre più stanco ed avvilito... e questa mia spossatezza deve rispecchiarsi chiaramente anche sul mio viso, a giudicare dall'espressione preoccupata che Alfred assume ogni volta che posa lo sguardo su di me.
Il pensiero che qualcosa di grosso, di irreparabile potrebbe accadere da un momento all'altro, mi opprime ormai da mesi; mi spossa di giorno e mi sottrae il sonno di notte.

Mi ritrovo a pensare che questa volta potrei non essere in grado di farcela;
sono scoraggiato, e questa sensazione non mi abbandona mai, neanche quando tento di distrarmi, rileggendo ancora una volta la cartella clinica dei vari criminali evasi...
beh, forse per rilassarmi farei meglio a leggere qualcos'altro.

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Capitolo 3
*** Come una Coppia Normale. ***


Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Ciao Psycho! Certo, hai un nick che riempie la bocca davvero, complimenti! ^^ Sono felice che ti piaccia questa fanfiction, e se vuoi qualcosina in più, ho anche un blog, che aggiorno con maggiore frequenza di qui, ovviamente. Mi farebbe piacere avere qualche tua recensione anche lì! ^^ Ti ringrazio infinitamente dei complimenti, anche se mi rendo conto che la forma andrebbe migliorata, visto che commetto errori talvolta troppo banali per essere veri! Ma giuro è solo distrazione! Per quanto riguarda i fumetti e il poco contatto che hai avuto con loro tranquilla, io descriverò talmente a fondo la loro storia ed il loro carattere, a mano a mano che si andrà avanti che ti sembrerà di conoscerli veramente. Ebbene sì, non per vantarmi ma ho sempre adorato sviluppare la psicologia dei personaggi! Se queste cose ti interessano non resterai delusa! Volevi un seguito? Eccolo qui! ^^ Grazie ancora tanto per i complimenti, spero continuerai a recensire! Alla prossima! (PS, scusa se sono stata troppo prolissa).

Per Marfisia: Come sarebbe "speri"? xD Certo che la continuo, la storia! Adoro scrivere fanfictions, e la caratterizzazione dei personaggi è uno dei miei punti forza! Purtroppo per BatmanXJoker ci sarà da attendere i capitoli successivi, in quanto per ora diciamo che si sta consolando con qualcun altro... ^^ leggi e vedrai! Spero davvero che continuerai a recensirmi, mi farebbe molto piacere! Ti ringrazio infinitamente dei complimenti che mi hai rivolto! Alla prossima!

XxX.Silverlexxy.XxX

QUESTO CAPITOLO DESCRIVE SCENE DI SESSO SEMI-ESPLICITE... OVVERO DETTAGLIATE, MA NON ESAGERATAMENTE. CHIUNQUE NON SE LA SENTA DI ANDARE AVANTI, NON LO FACCIA! ^^


Capitolo 3: Come una Coppia Normale.

Apro gli occhi su un soffitto al quale ormai sono abituato... su un luogo che in pochi mesi ho preso l'abitudine di chiamare "casa", sebbene non lo fosse nella maniera convenzionale.
La prima volta che venni qui, e vidi l'espressione d'estasi di Joker mentre si guardava intorno, decisi immediatamente di accontentarlo e stabilirci qui subito dopo esserci liberati dei corpi dei precedenti proprietari.
Ora mi ritrovo a pensare alle mani del mio compagno, così morbide e chiare quando non indossa i guanti; anche senza voltarmi, comunque, so che lui non è al mio fianco.
Raramente resta nel letto, vicino a me, e non capisco come mai.

Sento il rumore di scrosci d'acqua provenire dalla doccia, e mi tiro su; porto le gambe oltre il bordo del letto ed una volta il piedi mi avvio verso il bagno.
Quando arrivo davanti la porta, questa si apre come se il mio compagno avesse sentito la mia presenza ed avesse anticipato le mie mosse.
Ci troviamo uno di fronte all'altro, e restiamo fermi a guardarci negli occhi.

Ed ecco che accade di nuovo; ogni volta che guardo Joker, la mia fantasia inizia a vagare per conto suo, e con gli occhi della mente lo vedo esultare nel sangue, nella disperazione... lo vedo uccidere la gente con i suoi sorrisi.
Muovo un passo verso di lui, guidato dall'istinto che solo lui è capace di risvegliare nella mia mente calcolatrice.
Lui fa un passo indietro, poggiando una mano sul muro al suo fianco, ed io la afferro, lo attiro verso di me per poi immobilizzarlo contro il muro.

Lui tenta di spingermi via, lo fa sempre, come se fosse un preliminare indispensabile.
Tento di afferrare le sue mani, e dopo una breve lotta ci riesco. Lo costringo ad allargare le braccia come la parodia di un crocifisso e poi allento la presa, carezzandolo dolcemente fino al polso.
Di nuovo tenta di ribellarsi ma le mie mani ormai sanno per istinto come comportarsi, e di nuovo danno forza alla presa.
Tengo i suoi esili polsi stretti tra le dita, e ciò mi procura una sensazione di potenza indescrivibile;
continuiamo a guardarci negli occhi, e sento che questi piccoli duelli lo eccitano.

Avvicino le labbra alle sue, ma lui si tira indietro; anche questa è una cosa che fa sempre, ma ogni volta non manca di eccitarmi.
Vorrei prenderlo per i fianchi, ma appena sciolgo di nuovo la presa sulle sue mani, ancora una volta si ribella tentando di spingermi via.
Lo costringo a voltarsi, in modo da immobilizzare le nostre mani tra il suo petto ed il muro.
Inizio a sfiorargli il collo con le labbra, soffiando aria calda sulla sua pelle sensibile.

Ma so che a lui non piace la dolcezza; so che lui adora solo il gioco pesante.
Affondo i denti nella sua carne morbida e profumata di bagnoschiuma. Lui trattiene il respiro, poi tenta ancora una volta di spingermi via, riuscendoci. Ormai ero convinto di averlo portato alla resa, ma mi sbagliavo.
Si allontana da me, e grazie a Dio riesco ad afferrarlo di nuovo, stavolta stringendo la mani nell'incavo dei suoi gomiti, e lo tiro indietro, sbattendolo di violenza sul letto.

La nostra lotta ricomincia ancora una volta, mentre tento di riprendergli  i polsi; raramente questo gioco dura così a lungo... non che la cosa mi secchi, finchè so che a lui piace, io sono più che felice di accontentarlo. Semplicemente mi domando il perchè.
Quando infine riesco a tenerlo fermo ed a liberarlo dell'accappatoio, mi abbasso a mordergli una spalla, sentendolo gemere e fermarsi quel tanto che mi basta per riuscire a farlo voltare.

Mi lancio di nuovo all'attacco delle sue spalle, l'unico punto del suo corpo abbastanza sensibile da paralizzarlo quando viene stimolato a dovere.
Con questo diversivo, riesco finalmente a svestirlo, ed a far scivolare le mani fino al suo fondoschiena, per prepararlo all'imminente rapporto.
Quando lo sento tentare di tirarsi nuovamente indietro, affondo i denti con più forza, e lo sento gemere.
Lo costringo di nuovo a voltarsi, e lui mi colpisce sul viso.

Il colpo non era molto forte, ma ricambio colpendolo a mia volta con un ceffone, e la sua testa si schianta sul materasso.
Per la salute di entrambi, decido di evitare altri preamboli, e gli entro dentro.
Lui si calma, a questo punto; lo fa sempre.

Mentre mi muovo dentro di lui, provo le sensazioni più intense che abbia mai conosciuto.
Sento una specie di morsa attorno al petto, che si attenua solo molto tempo dopo la fine dei nostri rapporti.

Lo sento gemere, e qualcosa esplode dentro di me ad ogni suo verso ma mi trattengo sempre finchè non è lui il primo a venire, e solo il suo grido di piacere basterebbe a portarmi sull'orlo dell'orgasmo.
Mille pensieri e fantasie di ogni genere iniziano a vagare all'impazzata nella mia testa solitamente calma ed ordinata, ed in ognuna di queste c'è lui.
Gli serro le dita attorno alle anche, sentendone le ossa sotto il sottile strato di carne che le riveste, e lo sollevo, in modo che solo le sue spalle restino in contatto con il letto.
Anch'io infine arrivo a gridare il mio piacere e liberarmi dentro di lui.

Riesco a godermi quell'orgasmo solo per pochi secondi; fortunatamente riapro gli occhi in tempo per riuscire ad afferrargli il polso e togliergli dalla mano il coltello che altrimenti si sarebbe piantato all'altezza delle mie spalle.
Lancio l'oggetto affilato da qualche parte sul materasso, ed istintivamente gli do un'altro ceffone in pieno viso.
Cerco i suoi occhi, ma per la prima volta nel nostro rapporto, lui sta evitando il mio sguardo.
Non dico una parola, aspetto lì, fermo come un imbecille, che lui dica o faccia qualcosa.
Inizio a provare altre sensazioni nel petto; mi sento vuoto e spaesato, come se stessi per perderlo e non potessi fare nulla per impedirlo.

Non so cosa fare o come muovermi finchè, lentamente, non mi stendo su di lui come se in realtà fossimo una coppia normale, una coppia che si concede qualche minuto di coccole dopo un rapporto.
Lui continua a non muoversi, a non guardarmi.
Mi accorgo all'improvviso che anch'io, ora, non vorrei vedere i suoi occhi; ho paura di ciò che potrei leggervi.
Gli passo un braccio sotto il collo, e lui mi permette di farlo;
gli avvolgo l'altro attorno alla vita, e non si muove.
Con una leggera pressione lo invito a voltarsi verso di me, senza costringerlo, e lui non si tira indietro.

Poggia la fronte sul mio mento e restiamo così per un po' di tempo, senza dire niente.
Chiudo gli occhi, e gli sussurro

"Cosa ti è successo...?"

Lui resta muto, riuscendo così a schiacciare il mio cuore senza neanche muovere un dito.
Per un attimo si avvicina a me un po' di più, ma non una parola dalle sue labbra.
Gli alzo il viso, e tento di baciarlo; lui si tira indietro, ed un secondo dopo si alza in piedi, scende dal letto e va a chiudersi in bagno.
Io resto dove sono, e continuo a non capire.
Lo sento tornare in camera da letto pochi minuti dopo, e per timore non so nemmeno io di cosa, non alzo lo sguardo su di lui, ed anzi porto il braccio sul viso, a coprire i miei occhi.

Mi stupisco non poco quando sento il suo peso su di me, e la sua mano stringermi il braccio per allontanarlo dal mio viso.
Poi sento le sue labbra poggiarsi sulle mie e riapro gli occhi.
Un secondo dopo lui è di nuovo via, diretto verso la cucina.
Era andato a rimettersi il trucco da clown.

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Capitolo 4
*** L'assemblea ***


Per Ilaria1993: Hola! Grazie mille per i complimenti,  sono molto felice che apprezzi la mia idea! ^^ Sì, so che nel film lo chiamavano "Spaventa Passeri", ma trovo che "Spauracchio" sia più breve e più d'effetto, quindi continuerò ad utilizzare questo! Ehm... è giunto abbastanza presto questo aggiornamento? Spero di sì, non è che tengo il conto dei giorni tra un post e l'altro.  Ti ringrazio, sono onorata di essere finita tra i tuoi preferiti! L'attore che interpretava lo Spauracchio in Batman Begins è molto affascinante, hai ragione! Ma io continuerò sempre a preferire il Joker in ogni sua forma! ^^  Spero continuerai a recensirmi, un abbraccio... alla prossima!

Per Killme: Beh, sì lo so... in inglese ci sono sempre molte più storie per ogni fandom, ma non c'è da stupirsene, sono così tanti a parlare questa lingua (contiamo solo americani ed inglesi e già tocchiamo vertiginosi livelli!), che è ovvio si trovino più storie! ^^ Sono però davvero contenta che ti piaccia la mia! Dal primo capitolo sono migliorata perchè quella precisa prima parte è stata postata distrattamente e senza molte aspettative, quindi ammetto di non averci messo troppo impegno! Ovviamente continuerò ad aggiornare! Se non sei molto normale, sei la benvenuta xDDD credo proprio che sarai in buona compagnia! Spero che continuerai a recensirmi, ti ringrazio moltissimo! Un bacio, alla prossima!

Per Marfisia: Non voglio mentirti, cara... anche io sono quel tipo di persona che se si alza col piede sbagliato decide di non aggiornare per mesi interi... ç_ç perciò non posso prometterti nulla! Il fatto è che a volte la mancanza anche di interesse in ciò che fai smonta che è una meraviglia! Però questo non è il caso di questa storia sembrerebbe, quindi per ora tranquilla, continuerò ad aggiornare! ^^ Sono contenta che la scena intima ti sia piaciuta, ho cercato di far capire determinate cose senza scendere il particolari troppo dettagliati! Di solito mi fiondo letteralmente sulle Nc-17 però stavolta, trattando anche di violenza ho preferito non dilungarmi troppo su cose che non conosco! PEr quanto riguarda il messaggio sono felice che si sia capito! In teoria è un modo per sottolineare la sua somiglianza con Batman, visto che anche lui è due persone diverse. Per quanto riguarda la scelta dell'enigmista... dapprima sono andata per esclusione, scartando possibili pretendenti poco credibili, e poi ho pesnato a lui perchè mi pareva logico che una persona intelligente come Edward Nygma, l'uomo che risolve tutti gli enigmi, si sarebbe sentito attratto da una persona spesso incomprensibile come Joker! Spero proprio che continuerai a recensirmi! Grazie mille! Un bacio, alla prossima!

Per PsYcHoGIRL_SLAYERtheBEST: Hei! ^^ Sono contenta che la scena intima ti sia piaciuta! Mi è piaciuto molto scriverla, e sottolineare la differenza tra Joker con il trucco, e Joker senza. Se non ha guardato negli occhi l'Enigmista è proprio perchè qualcosa non andava, ed infatti alla fine lascio intendere che tutta la stranezza della scena era dovuta al fatto che Joker non si sentiva a suo agio senza make-up. Sono contenta che hai trovato il mio blog! Ti ringrazio per tutte le belle recensioni che mi lasci, spero di riuscire a continuare ad interessarti! Per quanto riguarda il nick, stai tranquilla non mi cadranno le dita a scriverlo xDD un bacio, alla prossima!

Per LeftEye: Ahhh. la distrazione...! Ci pone davanti a cose insapettate! Spero davvero di riuscire ad incuriosirti fino alla fine, sarei molto dispiaciuta se smettessi di leggere questa storia :( Beh, sì io è da quando ero piccola, si può dire, che sospettavo che il Joker fosse un masochista innamorato perso di Batman! ^^  Spero che continuerai a recensirmi! Un bacio, alla prossima!

Per Desme: Ciao, nuova lettrice! Sono contenta di leggere la tua recensione breve ma intensa... sono contenta che ti piaccia la mia storia, e come vedi sono riuscita ad aggiornarla in tempi più o meno umani -non che io abbia contato i giorni, sperò non siano stati troppi- grazie mille dei complimenti, spero che continuerai a recensirmi! Un baio, alla prossima!

XxX.SilverLexxy.XxX

Capitolo 4: l'Assemblea.

Non conosco neanche il nome della strada in cui mi trovo... la notte è scesa su Gotham, ed io ho sempre la sensazione che qualcuno, nascosto nell'ombra, -in cima ai palazzi, sopra di me, nei vicoli bui, da ogni angolo- mi osservi;

Qualcuno vestito di nero, con un lungo mantello svolazzante nell'aria, mosso dal vento.

Un'immagine mi coglie d'improvviso; decine di demoni pipistrello che saltano fuori da ogni angolo che l'oscurità mi aveva celato; aleggiano su di me, pretendono la mia vita, il mio sangue... da quando ebbi un assaggio della mia stessa medicina -il mio gas- non vedo altro quando mi trovo al buio.

Per tranquillizzarmi ripenso alle parole dell'Enigmista, che ci ha tranquillizzati tutti sul luogo che aveva suggerito per il nostro primo incontro.

Lo aveva controllato decine di volte anche tramite il suo infallibile computer, e questo pensiero dovrebbe aiutrami, farmi sentire più rilassato.

Una parte di me però, resta preoccupata a causa della sua misteriosa alleanza con Joker; sia io che DueFacce abbiamo sempre fatto poca fatica a scendere a patti, quando ci si trovava di fronte l'Enigmista, ma ormai il suo compagno sembrava avere degli effetti strani su di lui, come se una parte di Joker gli fosse entrata dentro, ed avesse un ascendente -neanche troppo leggero- sulla sua mente.

Mi guardo intorno per l'ultima volta, prima di infilarmi nell'edificio abbandonato -una vecchia fabbrica di carta- chiudendomi la porta alle spalle il più silenziosamente possibile;

nessun suono accoglie il mio ingresso, e mi rendo conto di essere il primo arrivato... percorro un corridoio buio fino ad una gigantesca sala, dove in altri tempi dovevano regnare immense macchine di produzione, coi loro ingranaggi e le loro presse.

Ormai, quelle anticaglie non ci sono più; al loro posto, al centro dell'immensa stanza, come a prendere in giro quella grande dimensione, giaceva un piccolo tavolo con cinque sedie e nient'altro;

presto tutti i membri della nostra alleanza saranno qui, attorno al tavolo sul quale ora ho poggiato il soprabito.

"Spauracchio?"

La voce dall'oscurità mi fa sobbalzare per un attimo, ma il terrore passa quasi subito, nonappena mi rendo conto che era troppo chiara, ed il tono troppo leggero perchè potesse trattarsi di quel demone maledetto che infesta i miei incubi da... non lo so da quanto, a me sembra un'eternità;

mi volto e vedo DueFacce avanzare verso di me tranquillamente, le mani in tasca ed un'espressione seria sul volto.

Si guarda intorno, poi torna a fissare il suo sguardo su di me.

Lo osservo bene, ma senza esagerare; noto il colore un po' malsano che il suo viso bruciato ha assunto dopo aver passato tanto tempo privo degli strati di pelle e muscoli mancanti;

noto il suo modo id camminare sicuro di se stesso e quell'occhio perennemente spalancato sul mondo in assenza della palpebra.

Mi domando come possa vivere in quel modo.

"Sei solo?" Mi domanda ancora, guardandosi per l'ultima volta intorno.

"Sì, credevo di essere il primo."

"Speravo davvero che il primo ad arrivare fossi tu."

"E come mai?"

"Avrei una proposta da farti."

Quando mi parla, io non so se guardarlo in viso oppure no;

Fisso i miei occhi sul lato sano della sua faccia, l'unico ancora capace di esprimere una qualche emozione.

Immagino che la sua condizione possa anche riuscire comoda in un certo senso... con quel po' po' di spettacolo di carne bruciata, chi mai si interesserebbe ad un viso comune come quello raprresentato al suo fianco?

Le sue reazioni dunque restano nascoste ai più, ma non a me; io sono un medico in fondo, io studio l'animo umano ed ammetto che avrei dato anche l'anima per avere ancora il mio lavoro e riuscire a mettere le mani su un paziente come DueFacce.

Gli altri non mi hanno mai interessato molto, la pazzia di Joker è totale nella sua mente, tanto da rendere praticamente inefficace l'effetto del mio gas o qualsiasi altro tentativo di approccio psicologico, mentre l'Enigmista è un personaggio troppo realista e calcolatore per lasciarsi fregare da delle allucinazioni -per quanto spaventose esse possano essere- indotte dal mio gas speciale, e tantomeno delle "chiacchiere da bar" di cui gli psicologi comuni amano riempire le orecchie dei loro pazienti.

"Allora, dimmi."

"Quelle cose che si sono dette al pub l'altra volta... sono tutte giustissime. Ma tu sai quanto poco ci si possa fidare di Joker, non è vero?"

"Vai avanti."

"Ci sta scomodo. Te l'ho detto chiaro e semplice... non piace a me, nè a te o tantomeno a Pinguino! Pare che l'Enigmista abbia sviluppato un qualche tipo di legame con lui, ma sono sicuro si tratti di qualcosa di deretereo. Hai visto anche tu come si è comportato!"

"E con ciò?"

"Propongo di eliminarlo. Joker, intendo."

"E perchè lo proponi a me?"

"Semplicemente perchè tra tutti sei quello che passa più inosservato, e potrebbe tornare utile."

"Perchè però non coinvolgere Pinguino?"

"Lo faremo, in un secondo momento."

Studio le sue parole, i suoi gesti, il suo tono di voce... noto che il linguaggio corporeo della parte destra e di quella sinistra del suo corpo si contraddicono e ciò mi affascina;

tuttavia, non è per essere preso in giro da lui che ho studiato con impegno tutti quegli anni a medicina e mi sono specializzato in psichiatria.

Conosco bene i trascorsi suoi e di Joker, e non ci vuole uno scienziato per capire che DueFacce va solo cercando la sua vendetta.

Faccio finta di riflettere sulla sua proposta mentre avvicino una sedia e prendo posto al tavolo vuoto.

Lo vedo tranquillo, immobile mentre aspetta una mia risposta, ma di certo non voglio trovarmi coinvolto tra lui e Joker, rischiando magari di essere l'unico a farne le spese.

Torno a guardare il suo viso, quando all'improvviso un'illuminazione mi coglie.

"Sai una cosa? A me sembra una bella idea!"

"Sapevo che lo avresti pensato."

"Dunque, qual è il piano?"

"Stasera dovremo decidere come eliminare Batman. Organizzeremo una trappola, e basterà solo che anche Joker ne resti intrappolato in mezzo."

"A Pinguino quando lo dirai?"

"Quando sarò sicuro che ci appoggerà."

"Dicevi di essere sicuro del suo appoggio."

"No, dicevo di essere sicuro della sua antipatia per Joker."

"E per quanto riguarda l'Enigmista?"

"Starà cento volte meglio senza di lui, te lo assicuro."

Apro la bocca per farlo parlare ancora, in modo da poterlo esaminare meglio, ma un rumore me lo impedisce;

come sempre sobbalzo, credendo che si tratti del Cavaliere Oscuro di Gotham, ma si trattava in realtà di Joker, e pochi passi dietro di lui, l'Enigmista con la sua solita aria seria e la tuta verde sotto il lungo cappotto.

Mai una volta sono riuscito a leggere qualcosa nell'Enigmista, tanto che ad un certo punto avevo finito col pensare che non provasse sentimenti di nessun tipo.

Rifletto sul piano di DueFacce, e quasi mi fa sorridere il pensiero di come si ritroveranno tutti se il mio doppio gioco sortirà gli effetti desiderati.

Per prima cosa però, devo scoprire cosa lega davvero l'Enigmista a Joker, ma per quello ho tutto il tempo.

"Hel-loooo! Siamo in ritardo?"

"No." Rispondo io dopo una lunga pausa, appurato che DueFacce non avrebbe rivolto la parola al principe clown del crimine.

"Manca Pinguino..."

Nota l'Enigmista, per poi sedersi anche lui;

ha occupato il posto di fronte la sedia vuota accanto a me ed il mio cervello non può fare a meno di pensare che non si tratti di un caso: in quel modo infatti aveva eliminato ogni possibilità che Joker e DueFacce potessero capitare uno di fronte l'altro.

Non ci metto molto a capire che l'Enigmista cerca in in questo modo di evitare un eventuale -e più che probabile- scontro fisico tra i due;

ma a cosa potrebbe essere dovuta questa gentilezza? Preoccupazione ovviamente, ma per chi? Per sè stesso, per il gruppo o solamente per il bene di Joker?

Sposto lo sguardo sul giullare oscuro e lo vedo in piedi mentre si guarda intorno assimilando ogni dettaglio di quel luogo; poi si volta verso di me, e mi fa una domanda inaspettata.

"Come va?"

"Come al solito. Tu hai l'aria nervosa."

"Ah, davvero?"

Risponde semplicemente, per poi voltarsi da un'altra parte, troncando bruscamente la conversazione sul nascere;

prendo nota del fatto che non gli piace sentirsi dire la verità su quello che prova... probabilmente lo fa sentire scoperto, in qualche modo.

Quando ancora sposto lo sguardo su DueFacce, vedo che mi sta fissando, probabilmente domandandosi il perchè del mio breve dialogo con colui che -si era stabilito- sarebbe diventato il nostro nemico comune.

Deve ancora imparare a fare buon viso a cattivo gioco... almeno per quella metà che ancora ne resta.

Sento Joker ridacchare senza apparente motivo, come se avesse letto nella mia mente, e si fosse divertito alla mia infame battuta.

Finalmente qualche minuto dopo anche Pinguino fa il suo ingresso, salutandoci e compiacendosi della nostra presenza;

tutti capiamo intendesse in verità dire che è lieto di vederci tutti insieme... ancora vivi ed illesi.

Sul suo viso leggo la tensione, ed immagino quanto possa essere stato difficile per lui progettare quel primo passo ed invitarci tutti in un pub poco frequentato.

Il pensiero che presto o tardi qualcuno di noi possa tradirlo -o che potremmo tradirci tutti a vicenda- sicuramente lo tiene alzato la notte, si vede dalle borse sotto i suoi occhi.

Una persona davvero molto intelligente Pinguino per aver capito, forse meglio di tutti noi messi insieme, la pericolosità di ciò in cui ci eravamo imbarcati... una mente pratica e prudente, davvero.

Non c'è da stupirsi se DueFacce non si sia fidato di lui per il suo "piano".

"Cominciamo pure l'assemblea."

"Sembri un rappresentante di classe!" Si mise a deriderlo il Joker.

"Come se la tua mente malata ancora ricordasse cosa sia una classe..."

Ribatte DueFacce velenoso, prima di avviarsi verso la sedia accanto alla mia, ma Joker -che vi si trovava più vicino- è più veloce ad occuparla, non lasciandogli altra soluzione se non di sedersi vicino l'Enigmista.

Certo, conoscendo il clown è possibile che abbia fatto quello sgarbo al suo rivale solamente per divertirsi, ma mi sorge il dubbio che quei due -Joker e l'Enigmista- facciano sempre di tutto per capitare uno di fronte all'altro. Anche la prima sera, al pub erano disposti in quel modo.

Forse avevano un loro linguaggio di sguardi o piccoli gesti... tutte cose che sarei stato in grado di riconoscere e tradurre in pochissimo tempo.

Pinguino rompe il silenzio.

"DueFacce? Penso che prima di inizare qualsiasi discorso, ci sia qualche divergenza da appianare."

"Parli di me?"

"Esattamente. La cosa più importante per ora, è la stabilità!"

"Il succo del discorso? Che dovrei fare?"

"Penso che tu e Joker dobbiate parlare."

"Io non ho niente contro di lui." Mette subito in chiaro Joker, annoiato.

"Nemmeno io." Confermò, corrucciato, il suo rivale.

Appena noto che Pinguino sta nuovamente per aprire bocca e spingerli a parlare, glielo impedisco subito;

"L'unico problema è che mancano di fiducia, ma quella si acquista solo con tempo, non serve costringerli a parlare."

Evidentemente Pinguino si fida del mio parere di psichiatra, perchè dopo pochi attimi di indecisione annuisce, e si comincia finalmente la vera assemblea.

 

 

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Capitolo 5
*** Il piano. ***


Per Desme: Oddio... per prima cosa perdonami perchè questo capitolo lo hai già letto, colpa mia che ho postato la parte sbagliata, e poi ho corretto il mio errore, sfortunatamente non abbastanza presto da impedire questo quid pro quo! Perdona la mia distrazione, anche se mi ha commossa il fatto che tu mi abbia recensito così in fretta! Appena pochi minuti dopo il post! Accidenti che scheggia! Spero che non troverai noioso il quarto capitolo, quello vero!  xD Grazie molte per i complimenti, sono contenta che ti piaccia lo stile che ho scelto anche se, lo ammetto, è stata una scelta di convenienza, in quento da principio la mia idea era quella di scrivere questa storia da un punto di vista sterile, una semplice terza persona al presente, ma dato che non vado molto daccordo con questo preciso tempo verbale... ho infine optato per descrivere i diversi punti di vista di ogni personaggio! Sono anche molto felice di averlo fatto, visto che sta venendo su molto meglio di come avevo previsto! ^^ Per farmi perdonare, aggiornerò il più presto possibile così che potrai scoprire quanto prima cosa accadrà in seguito! Spero che continuerai a recensirmi, un abbraccio, alla prossima!

Per Ilaria1993:  Ciao, mia cara! Sono contenta che continui a seguirmi ed a commentarmi così puntualmente... se davvero ho tardato tanto ad aggiornare, ti chiedo umilmente perdono ç_ç (Eh, sì, io non ho la tua velocità negli aggiornamenti! xD Sei bravissima!) Sono contenta che ti sia piaciuto il precedente capitolo, perchè in qualità di fan sfegatata dello Spauracchio, tengo molto da conto la tua opinione! Sono contenta che approvi anche l'idea del doppio gioco che sinceramente mi  venuta in mente così, su due piedi, quindi ancora devo elaborare tutto il piano completo! ^^ Ehm... ho sempre paura a fare questa domanda, ma... è giunto abbastanza presto questo aggiornamento...?  ç_ç mi sembra che qui sono solo io l'unica a non fare piani precisi! xD Un abbraccio, un caloroso ringraziamento, e spero continuerai a recensirmi! Alla prossima!


Per Killme:  Ahem... ti saluto timidamente dal mio nascondiglio dietro una colonna... mi ha fatto moltissimo piacere leggere la tua recensione! Solo che... i commenti troppo accorati e complimentosi tendono a mettermi in imbarazzo! >///< Scusa la diversione, il tuo è uno dei commenti più belli che abbia mai ricevuto! Il fatto che pensi queste cose della mia storia è fonte di felicità, per me! Adoro sviluppare la psicologia dei personaggi, in quanto aiuta molto di più a capire il perchè di determinate azioni e parole che altrimenti risulterebbero superflue ed incomprensibili. Per non parlare del fatto che sono rimasta traumatizzata da alcune storie piene di inutili MarySue, e vivo nel terrore di crearne anche io, perciò cerco sempre di dare un certo spessore a tutti i miei personaggi, non solo i protagonisti! Anche perchè tutto ciò che accade loro è sempre dettato dalle interferenze esterne, ovvero i personaggi un po' più secondari... per quanto l'abituarmi alle tue recensioni, credo di essere già sulla buona strada, perciò non abbandonarmi! xD Sono contenta che anche tu approvi la mia trovata del doppio gioco, anche se ancora devo elaborarla, visto che ho avuto solo l'idea mentre scrivevo il capitolo... ma presto tutto sarà chiaro, anche per me! Spero apprezzerai altrettanto anche questa parte, e che non abbia tardato troppo nel postarla! Per quanto riguarda l'Enigmista e Joker, sarà molto difficile che si tradiranno, ma ci saranno molte cose taciute, cose che non riusciranno a dirsi o preferiranno non farlo per un motivo o per un altro... eh sì, è davvero un rapporto tormentato, più cha altro a causa della loro fatica a comprendersi per quanto sono diversi l'uno dall'altro! Ti lascio con un ringraziamento sentitissimo, e un abbraccio! Alla prossima!


Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST:  
Se sei pazza, come già detto in precedenza, qui con me sarai in buona compagnia! ^^ Sono felice di avere puntualmente le tue recensioni e che non ti stanchi mai di lasciarne, in quanto è raro trovare persone a cui piaccia commentare! Mi fa piacere che ti piaccia come ho realizzato i personaggi, e che gradisci anche l'altra mia storia, sebbene ultimamente la stia lasciando un tantino indietro a favore di quest'altra! Cercherò di aggiornarle entrambe, allora! xD Ti lascio con un caloroso abbraccio, e tanti, tanti ringraziamenti sinceri! Spero non smetterai mai di commentarmi! Alla prossima!

Capitolo 5: Il piano.

Il piano è stato sviluppato fin nei minimi dettagli, dopo più di sei ore di assemblea -ancora adesso sento i postumi del mal di testa derivato da quell'incontro- ed ora siamo tutti ai nostri posti, pronti ad agire al momento stabilito;
il piano è semplice ma efficace, ognuno ha un ruolo ed un raggio d'azione, ed i nostri compiti sono tutti perfettamente adatti alle nostre capacità.
In teoria nulla potrebbe andare storto... in teoria.
Il ruolo che ho scelto per me in tutto ciò è quello del palo, e dalla mia postazione -sulla etrrazza di un palazzo-, sono in grado di tenere sotto controllo sia i nemici che i miei stessi alleati (la qual cosa potrebbe rivelarsi davvero utile, visti i rapporti che intercorrono tra loro).
Sotto di me vedo lo Spauracchio, che batte i piedi a terra e si stringe nel cappotto, contro il vento gelido;
guardo alla mia destra e scorgo l'Enigmista attraverso una finestra del palazzo di fronte, appostato ad uno dei suoi computer;
sposto di nuovo lo sguardo sulla strada, e vedo la macchina di DueFacce, che sta raggiungendo la gioielleria insieme ai suoi due tirapiedi.
Infine Joker, travestito come ragazzo comune, con una sciarpa alzata fino alle guance a coprire le sue cicatrici ed un berretto a nascondere il resto... neanche in questa occasione ha voluto rinunciare al make-up.

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Fa freddo, e lo sento tutto nelle ossa e sulle braccia;
sembra quasi che il vento abbia una volontà propria e faccia di tutto per insinuarsi tra i miei vestiti, nelle scarpe... non ce la faccio più a starmene qui, da solo nell'oscurità.
Gli angoli bui sembrano sussurrarmi minacce indidstinguibili, vedo pipistrelli giganteschi dormire a testa in giù sotto i cornicioni, e demoni invisibili circondarmi.
Resisto alla paura da ormai non ricordo più quanto tempo... ma me ne sto al mio posto, in attesa, con la speranza di riuscire finalmente a liberarmi dal mio incubo in carne ed ossa.
Davanti a me, in incognito vedo Joker, e con lui riesco a distrarmi tentando di interpretare ogni suo gesto nervoso.
Si muove sempre a scatti, il Joker... quasi mai un movimento fluido, un pensiero tranquillo, un respiro senza una sensazione.
Lo vedo premere una mano sulla sciarpa, mi metto a contare le righe bianche e nere della sua maglia.
Come fa a non morire di freddo?

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Avanzo a passi veloci, fendendo il vento che sembra lottare strenuamente contro di me;
il lato bruciato del mio viso è dolorante contro queste sferzate impietose, e mi ricorda come non mai la mia condizione ed i suoi motivi... rivedo le taniche di benzina tutte intorno a me, e sento l'odore della benzina bruciata, per un attimo rivivo il dolore.
Sento la voce di Reichel, la porta che sbatte... vedo Batman trarmi in salvo e rivivo l'inizio del mio odio.
Odio per Joker che ha architettato tutto e che mi ha assicurato non si trattasse di nulla di personale... per Batman che ha salvato me e non lei.
Odio per il mondo intero che pareva avermi dato tutto solo per poi strapparmelo via... porto una mano in tasca, a toccare il mezzo dollaro d'argento e mi consolo pensando che, forse, tutto è accaduto per caso;
come quando io lancio questa moneta.
Tutto comunque diventa relativo nel momento in cui distruggo la porta della gioielleria a colpi di mitra.

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Dopo mezz'ora passata a passeggiare avanti e indietro per il marciapiede, sono arrivato alla conclusione che NON invidio le prostitute.
Vedo DueFacce entrare nella gioielleria ed alzo le spalle.
Penso in quanti posti più scomodi di questo avrei potuto essere.
Vedo me stesso come davanti ad uno specchio, e mi piace guardarmi negli occhi per leggervi il riflesso di un incendio, di un'esplosione, il luccichio della lama di un coltello.
Ricordo come Eddie mi ha baciato prima di uscire di casa, so che sa quello che intendo fare, e so che non me lo impedirà, per averne una conferma.
Presto Batsy sarà qui, attirato dal diversivo di DueFacce, verrà colpito dal gas di Spauracchio, e tutti i suoi congegni elettronici verranno disattivati dal computer di Eddie.
Ma io non porterò a termine il mio compito;
La macchina di DueFacce, con i suoi due scagnozzi alla guida, mi supera a tutta velocità, mentre lui corre via a piedi, infilandosi nel vecchio magazzino al primo piano del palazzo di fronte a me.
Se mai dovessi comporre una poesia, farebbe così
Pipistrelli nella mia testa,
pipistrelli svolazzanti in aria,
pipistrelli che mi si impigliano tra i capelli...
Mio Dio, allora è vero che sono matto!
Ah ah ah!
Uh uh oh oh ah!

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Attraverso il mio computer riesco a vedere con gli occhi di tutte le videocamere nel raggio di un chilometro;
così posso osservare DueFacce sfasciare il negozio a colpi di mitra, fare incetta di preziosi e svignarsela, mentre la bat-mobile del vigilante avanza tra le tortuose strade della zona.
Dovrei prestare la massima attenzione al piano ed al suo svolgimento, ma i miei occhi cadono periodicamente sull'immagine di Joker, che continua a camminare avanti e indietro senza sosta;
come avrebbe potuto pretendere che non notassi l'ansia con cui ha atteso questo momento?
Sono certo che sa che io so.
Sa che sono a consocenza del suo prossimo tradimento, ma sa anche perfettamente che non gli impedirò nulla, mi limiterò ad osservarlo in ogni momento.
Sono a conoscienza della sua ossessione per quell'uomo pipistrello, so che è lui ad allontanare i pensieri di Joker da me... mi sembra quasi di sentirlo bisbigliare il suo nome ogni volta che si chiude in bagno a passarsi le lamette sulle braccia.
Tutto ciò che posso fare è questo: restarmene in disparte, fare finta di capire ciò che invece è incomprensibile, e tenerlo con me nel più disperato dei modi, ovvero soddisfando tutti i suoi desideri.
Torno a guardare DueFacce che sta fuggendo a piedi, come da programma.

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La notte è fredda e scura, mentre mi muovo sotto il peso di questo costume;
DueFacce è proprio di fronte a me, solo pochi metri più avanti ed io non posso fare altro che scendere dall'auto e rincorrerlo nel vicolo buio e stretto dove si è infilato.
Nella mia corsa noto un ragazzo passeggiare dall'altro lato della strada, ma mi rendo conto troppo tardi che la sua tranquillità è un elemento che stona in un simile pandemonio.
Dio, pesa così tanto questo costume ultimamente... nella mia testa, all'improvviso esplode un flashback e mi ritrovo bambino, a correre più che potevo su un prato, insieme a mio padre... sento che la giacca mi ostacola, e non devo far altro che toglierla ed abbandonarla lungo la strada.
Mia madre avrebbe riso così tanto a quel mio gesto spensierato... torno alla realtà e sento le gambe cedere, ma continuo a correre, infilandomi in uno dei vecchi palazzi.
Alle mie spalle c'è solo fumo, mentre la porta si serra automaticamente dietro di me, ed io non vedo più nulla.
La mia mano vola ad azionare gli infrarossi, ma questi non funzionano. Non perdo la calma, passando in rassegna ogni altra opzione, ma ogni funzione della vista sembra disattivata, come anche il computer, impedendomi di segnalare ad Alfred la mia posizione.
Non faccio in tempo a presagire la trappola che un rumore sordo mi colpisce le orecchie, e riconosco quell'odore che non scorderò mai.
Il gas allucinogeno dello Spauracchio...

-------------------------------

Mentre corro verso l'entrata sul retro, incrocio di nuovo l'auto di DueFacce, che aveva fatto il giro dell'isolato per prenderlo a bordo e portarlo via, ma io e lui non ci guardiamo neanche.
Entro nell'edificio, e trovo Batsy quasi subito, naturalmente in preda alle allucinazioni.
Indosso la maschera, e tiro fuori quella di riserva, che tenevo nascosta sotto il giobbotto smanicato, e con quella gli copro il viso.
Lo trascino in un'altra stanza, e lo appoggio contro un muro.
Mi sta guardando, e vorrei sapere cos'è che il gas gli fa vedere al mio posto.
Dalla tasca prendo la siringa con l'antidoto, e gli tolgo i guanti... non ho altra scelta che fargliela nel polso.
Appena fatto questo, mi alzo da terra e corro verso l'uscita, ma una voce profonda e rauca mi ferma.
"Perchè, Joker...?"
Nulla avrebbe potuto scioccarmi più di questo;
possibile che mi abbia riconosciuto nonostante la sciarpa, il berretto ed il gas...? Non l'ho mai neanche guardato negli occhi.
Tolgo quei bardamenti invernali, e dopo essermi rivelato torno ad inginocchiarmi davanti a lui, ma non rispondo alla sua domanda.
Mentre mi avvicino a lui per baciarlo, penso che stanotte avrà altro a cui pensare della trappola alla quale è scampato per miracolo.
Le mie labbra si posano sulle sue per pochi attimi; il mio gelo contro il suo calore, poi fuggo senza più ripensamenti.
Mio Dio, perchè le cose sembrano muoversi così veloci nella mia testa?


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Capitolo 6
*** La Verità ***


Per Ilaria1993:  Eeeeeeeed eccola qua! xD Una sorpresa mozzafiato! Sono lieta di leggere puntualmente le tue recensioni, ed i complimenti che mi fai! Sono così emozionata, non pensavo che questo modo di scrivere, seguendo i punti di vista di tutti i personaggi in alternanza, avrebbe riscosso tanto successo! Per quanto riguarda il Pinguino, lui nell'operazione faceva la parte del palo, ovvero il primo pensiero che si legge nel capitolo. Pensavo che una mente materialista a calcolatrice come lui avrebbe voluto tenere d'occhio la situazione sotto ogni punto di vista, specialmente se si pensa che avrebbe potuto... diciamo volgarmente, "prenderlo nel didietro" sia da Batman che dai suoi stessi alleati in qualsiasi momento! Non dire di essere menomata, sono sicura che non è vero! Magari sei un po' pazza, ma spesso la pazzia è sintomo di genialità, lo sapevi? Eh sì, i pazzi sono tutti geni! Mi dispiace se non ho potuto aggiornare così presto, ma è un periodo un po' problematico per me... ^^ grazie di tutto cara, alla prossima! Sperando sia presto... un abbraccio.

Per Desme:  Ti ringrazio per la comprensione, giuro che non accadrà più che mi sbagli a postare! ç_ç  sono lieta che il "vero" quarto capitolo ti sia piaciuto e non ti abbia annoiato leggerlo, visto che già conoscevi il seguito... spero di riuscire a portare avanti questa tua passione senza mai scadere nello scontato, davvero, scrivere cose sciocche è la mia fobia più grande! Grazie anche per i complimenti al mio stile di scrittura, cerco sempre di dare il meglio! ^^ Spero di non aver prolungato troppo l'attesa prima di questo capitolo, che purtroppo ancora non tratta i pensieri di Batman e Joker, quello me lo riservo per i prossimi capitoli... comunque sono sicura troverai interessante anche questa parte del racconto, visto che molte cose non sono state dette nel capitolo precedente, qui spiega come davvero sono andate le cose! Ora ti lascio al capitolo vero e proprio! Un abraccio, alla prossima!

Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Tranquilla, a mio detto non sei affatto ripetitiva (la verità è che sono opportunista e mi fa piacere ricevere tante recensioni! ç_ç), anzi ormai credo che non porterei neanche altri capitoli se non leggessi i tuoi commenti appassionati! Spero che quella cosa del cioccolatino sciolto sia solo una cosa figurata! Non vorrei mai squagliare nessuno O_O! Eh eh eh! Sono contenta che ti piaccia la scena del bacio, e capisco che possa dispiacerti per l'Enigmista (o "Eddie", che dir si voglia!), però sai... quella cosa che hai scritto "Batsy è Batsy!" è identica alla battuta che dirà Joker ad "Eddie" quando verrà confrontato in proposito! Ah ah! Come siamo intuitive! Tranquilla anche io interagisco con i personaggi... per lo più quelli delle mie storie e li insulto anche, a gran voce! Sono così irrequieti ultimamente! Ahem... forse dovremmo prenotare una doppia ad Arkham? xDD Grazie dei complimenti, non vedo l'ora di ricevere le prossime recensioni! Un abbraccio, cara a presto!

Per Killme: Scusa di cosa? xD Non preoccuparti, non è come se fossi contrattualmente legata alla lettura tempestiva! Mica sei un cecchino che spara a vista! Ti ringrazio molto per i complimenti e mi scuso se questo aggiornamento non è arrivato altrettanto presto del precedente! Beh, mi dispiace che hai continuato a cercare il continuo sotto l'ultima riga ç_ç cercherè di non creare più COSI' tanta suspence! xD è vero sono in molti a scambiare per cattiveria pura questi miei bruschi tagli nelle mie storie -lo ammetto... è proprio un vizio che ho. Per quanto riguarda il sentirmi in imbarazzo purtroppo è una mia prerogativa alquano "puccia" alla quale non riesco mai a sottrarmi! >_< (continuerò a ripetermelo... "io non sono puccia, io non sono puccia, io sono p.... ARGH!) Non c'è bisogno di rischiare la vita per recensirmi! xDD comunque sono davvero felice di sentire che continuerai a commentarmi, quindi spero di riuscire sempre a mantenere un alto livello di interesse! ^^ Però ti prego... non dirmi che sono un "genio" ç_ç mi sento sciogliere come neve al sole!  Un abbraccio cara, adoro le tue recensioni! Se ti fa piacere, ho un blog dove sto postando anche un'altra storia, magari non avvincente quanto questa, ma... ecco il link! http://silverlexxywhysoserious.splinder.com/ ! Alla prossima!

Per Mhcm: Sono contenta che tu abbia trovato il mio racconto interessante! Anche se come recensione l'ho trovata un tantino spiazzante, visto che hai commentato solo il terzo capitolo!  Tuttavia, sono felice di sapere che hai gradito il terzo capitolo visto che è stato quello che mi è piaciuto di più scrivere! Apprezzo molto la tua recensione, ed il fatto che hai specificato cosa hai gradito anche dello stile di scrittura! Il tipo di rapporto esistente fra i due comunque, ancora non è totalmente chiaro visto che ci sono molte ombre e luci ancora non rivelate, ma che saranno presto spiegate nei capitoli successivi. Sono contenta che ti abbia colpito tanto, e che ripensi spesso a questa parte della storia! Per quanto riguarda la personalità di Joker, beh è chiaro che quel trucco gli serve per essere diverso, come una pittura di guerra, quindi più coraggioso... ed infatti nel terzo capitolo si è ribellato tanto all'Enigmista perchè pensava di dover dimostrare di essere forte anche senza, eccetera... più che una parte di lui, io il trucco lo vedo più come un'aggiunta, qualcosa che lo rende diverso, un modo con cui lui può effettivamente dire al mondo "Sì, sono diverso, e mi fa piacere che vi da fastidio guardarmi!" In sostanza, sì, penso che senza trucco Joker dovrebbe sentirsi più vulnerabile! In fondo, in Joker del fumetto originale, aveva il trucco da clown perennemente stampato in volto, a causa di un incidente nell'acido e anche volendo non avrebbe potuto apparire umano! Perciò ho tentato di scindere i due personaggi (quello del fumetto e quello del film), e trovare la differenza che potrebbe esserci tra i loro punti di vista, e devo dire che dopo un'attenta analisi li ho trovati diversissimi! Ora... scusa le chiacchiere, essere prolissa è un difetto che ho da sempre! ç_ç Spero di ricevere ancora tue recensioni! Un abbraccio, alla prossima!

Per Boopsie: Risponderò ai tuoi commenti in maniera un po' bizzarra, perciò scusami ^^ 1: Grazie, del commento, deduco che ti sia piaciuta la mia storia! 2: Grazie anche di questo secondo commento, e dei complimenti! Spero che ti sia piaciuto anche il seguito visto che, deduco, non vedi l'ora di andare avanti! 3:  Oh mio Dio! Una statua in mio onore costruita in piazza! Per quanto riguarda la grandezza naturale no problem visto che raggiundo a stento il metro e cinquanta... spero solo in un piedistallo mooolto alto! xD Altrimenti dubito che mi si possa vedere ad un'altezza ridicola come la mia ç_ç (senza nulla togliere a chiunque abbia questa stessa misura ^^ ) PEr quanto riguarda le mie fattezze, per il bene dei più ti consiglio di lasciar stare, visto che ho l'aspetto di una malata terminale, e sono talmente dark che la gente mi fissa per strada e i bambini puntano il dito verso di me... xD Astrattismo wow! 4: Mettiti pure comoda  e goditi pure il capitolo successivo! 5: Eeeed ecco il prossimo capitolo! Mi fa piacere sentire che ti sei talmente immersa nella lettura da essere saltata sulla sedia! Spero che questo capitolo non sia giunto troppo in ritardo, come già spiegato precedentemente, non conto mai i giorni tra un post e l'altro ç_ç grazie molte dei complimenti, spero che continuerai a recensirmi! Un abbraccio cara, alla prossima!

XxX.SilverLexxy.XxX


Capitolo 6: La Verità

Ad operazione conclusa, ci siamo incontrati tutti al luogo già utilizzato per la nostra prima vera asasmblea (la vecchia fabbrica di carta).
I primi ad arrivare siamo stati io e lo Spauracchio, ma già dopo la prima mezz'ora d'attesa ci siamo resi conto che qualcosa doveva essere andato storto nell'operazione di stanotte...
all'arrivo inaspettato di Joker -stavamo iniziando a pensare fossero stati tutti rispediti ad Arkham- ci alziamo in piedi, producendo un rumore improvviso e fastidioso, al quale il clown reagisce alzando lo sguardo di scatto, come se fosse stato talmente assorto nelle sue follie da non averci visto prima.
Quando passa lo sguardo da me a Spauracchio, scoppia immediatamente a ridere, sicuramente pensando di essersi spaventato per niente, e senza smettere di sorridere ci informa

"State aspettando? Di già? Siete stati veloci a venire qui! Eddie sta ancora smontando le apparecchiature..."
"E DueFacce...?" Chiede lo Spauracchio, con espressione seria.
"L'ultima volta che l'ho visto, stava andando via in auto."
"Se così fosse, sarebbe qui già da prima di noi."
"Perchè guardate me?! Potrebbe addirittura essere fuggito con i soldi!"

Nè io nè lo Spauracchio rispondiamo a questa ipotesi perchè, in effetti, ognuno di noi potrebbe aspettarsi anche di peggio da tutti gli altri;

"E Batman?"
"Mi dispiace informarvi che è fuggito..." Dice Joker, con una serietà che ovviamente è solo una presa in giro, il suo imitare la nostra espressione preoccupata.
"Fuggito?"
"Ma... com'è possibile che sia fuggito?!"

Ci voltiamo entrambi verso lo Spauracchio, che sembra aver perso più di qualche tono di colore dal viso, ma lo vediamo riprende subito il controllo di sè, le sue sopracciglia si aggrottano, come se stesse pensando intensamente a qualcosa.

"Lo hai fatto fuggire tu, vorrai dire!"

Ancora una volta ci voltiamo tutti insieme, stavolta verso una voce appena sopraggiunta, e vediamo un Due Facce alquanto malmesso, il viso insanguinato e da capo a piedi bagnato fradicio.

"E poi scommetto che ti sei anche preso la briga di rompere i freni alla mia auto!"
"Che vai blaterando? Io non l'ho neanche toccato quello schifo di macchina!"
"Strano...! Visto che ad un certo punto siamo precipitati giù dal ponte mobile!"
"E l'unico sppravvissuto sei stato tu...? Mah... quando si dice la sfortuna, eh?"
"Adesso ti spiego io com'è che va il mondo, clown del cazzo!"

DueFacce si avvicina minacciosamete  a Joker, che non indietreggia di un passo, ma immediatamente tira fuori dalla tasca un coltello a serramanico, fa scattare la lama e piega le ginocchia e le braccia in posizione difensiva.
Di nuovo sento il mal di testa esplodere all'altezza delle tempie, così afferro stretto il mio ombrello, e sparo qualche colpo in aria con il mitra incorporato nel suo manico.
L'unico a riconsocere il pericolo -o più esattamente a curarsene- è DueFacce, che si allontana prontamente da Joker con espressione di orgoglio ferito sul viso.
In quel preciso momento, fa il suo ingresso anche l'Enigmista, con una borsa dall'aria molto pesante sulle spalle ed un'altra ventiquattr'ore in mano, si guarda attorno e continua ad avanzare verso di noi.

"Che succede?"
"Chiedilo al tuo amico. Ha fatto fuggire Batman, e in più ha tentato di famri fuori!"

"Batman è fuggito benissimo da solo, senza l'aiuto di nessuno. C'era una telecamera nel magazzino, quindi ho visto tutto... per quanto riguarda la tua macchina, non c'entrano niente i freni, c'è stato un corto circuito nel computer del ponte mobile."

"Un... corto circuito?"
"Esatto. Corto circuito."
"E tu hai visto tutto?"
"Certo. Dall'inizio alla fine."

Qualcosa non va tra i due, e non serve la vista divina per poterlo dire. Si stanno fissando negli occhi, come se l'Enigmista stesse sfidando DueFacce a dire qualcosa di più su quell'argomento, ma vedo l'ex magistrato distendersi e voltare le spalle a tutti noi per non dire più nulla.


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Osservo Pinguino e so che anche lui sta riflettendo sulla scena appena avvenuta, ma senza aver capito nulla...
Dopo che DueFacce venne a propormi quel piano insulso per eliminare Joker, ho rintraccaito una serie di email che il maniaco bipolare ha scambiato con i suoi scagnozzi (dalle quali avevo cancellato ogni accenno al mio nome) , l'ho portato allo scoperto, annullando tutte le difese della loro rete e rendendo così facile per l'Enigmista rintracciarle, che tanto sarebbe valso inviargliele direttamente.
Una mancanza di protezione rischiosa, che potrebbe insospettire il re degli indovinelli, ma non potevo rischiare che questi fatti gli sfuggissero.
Il piano di DueFacce era di organizzare un'imboscata a Joker fuori dal magazzino, togliergli la maschera, ucciderlo e ributtalro dentro a morire insieme a Batman, in modo che sembrasse si fossero ammazzati a vicenda.

Gli uomini di DueFacce non hanno neanche visto Joker uscire, sicuramente a causa di non so quale gioco che l'Enigmista ha attuato tramite suo computer.
Fatto sta che non li ho più visti da nessuna parte, il che mi fa dedurre debbano essere morti e sepolti da qualche parte chissà dove, come quegli altri poveretti annegati nell'auto, mentre DueFacce è riuscito a cavarsela.
Ovviamente anche il trucco del ponte mobile è stato opera dell'Enigmista, come se avesse voluto punire DueFacce per aver tramato alle spalle di Joker;
una specie di macabro avvertimento per il futuro.
Tutto sta andando secondo i miei piani, che sono sicuro andranno tutti in porto e fortunatamente sono quel tipo di persona che non porta nessuna fretta alle cose.

Osservo i volti di DueFacce e dell'Enigmista, e quasi mi viene da ridere... hanno capito entrambi di sapere tutto su come sono andate realmente le cose, ma dalla sua posizione di vantaggio, l'Enigmista ha sfidato DueFacce a dire la verità, se avesse avuto il coraggio poi di essere smascherato a sua volta.
DueFacce non risponde a questa sfida, voltandosi sconfitto.
Pinguino poi, decide di riprendere l'argomento più importante.

"Bel lavoro, comunque. Peccato che abbiamo perso anche i gioielli a causa dell'incidente di DueFacce, ma pazienza... come è fuggito Batman?"

"Aveva una maschera antigas tra i suoi gadget."
"E cos'è accaduto quando Joker è entrato?"
"Batman era già uscito."
"Insomma, tutto qui? E non ha dato la caccia a nessuno di noi?"
"Senza congegni mi pare un po' difficile anche per lui."

Lo scambio di battute appena avvenuto tra i due mi interessa poco e niente, visto che già so si tratti solo di menzogne... mi quasi dispiace che gli unici sfortunati a non essere stati coinvolti in nulla siano Pinguino e Joker... guardo quest'ultimo ed infatti noto che anche lui sembra all'oscuro di tutto... non avevo dubbi sul fatto che l'Enigmista non lo avrebbe neanche messo al corrente del piano elaborato alle sue spalle.
Lo vedo tentare di incorciare lo sguardo del suo compagno, ma questo sembra molto restìo ad accontentarlo, infatti abbassa gli occhi e dice a tutti o a nessuno in particolare, o, forse a qualcuno di preciso

"Sono stanco, me ne torno a casa..."

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E va bene. Lo so che è colpa mia... forse, chissà;
il fatto è che riesco sempre a comprendere i sentimenti di Eddie, ma non li condivido appieno e questo pare farlo soffrire più di quanto infastidisca me.
Il fatto che non mi abbia neanche, non dico parlato, ma rivolto uno sguardo la dice lunga su ciò che pensa, ma che dovrei fare? DOVREI fare qualcosa? E perchè poi?
Mai stato un tipo da gelosia, io, mai in tutta la mia vita!
Guardo la schiena di Eddie mentre si allontana, portando sulle spalle il peso non indifferente dei suoi macchinari e penso a quanto sia stupido il suo comportamento.
Abitiamo nella stessa casa, stiamo bene insieme, lui scopa da dio... perchè dovrei mai riempirmi la testa di preoccupazioni e fobie, come fa lui?
Le cose vanno semplicemente alla grande, a mio parere.
Mi volto verso gli altri per salutarli, e per un attimo mi balena in mente il desiderio di sentire sotto le dita la stoffa bagnata della giacca di DueFacce, ma non faccio in tempo a pensarlo che già lo sto facendo...
è uno dei miei peggiori problemi, a detta di Eddie, quello di fare tutto ciò che mi passa in testa.
Lui si volta immediatamente e mi fissa senza dire una parola, il che è strano vista l'antipatia che sembra nutrire nei miei confronti.
In fondo, mi dispiace che abbia rischiato di morire, mi diverte come persona... per non parlare del fatto che, si può dire che lo abbia creato io!

"Mi dispiace per l'incidente."

Ancora una volta, ho parlato senza rifletterci molto, e non vedo neanche un plausibile motivo per pensarci adesso, in fondo ormai l'ho detto.

"Ti dispiace che non sia morto, intendi?"

Che cosa scortese da dire!
"Come sei scortese!"
Cazzo, ho detto anche questo...

"Vai a casa anche tu, Joker e risparmiami le tue chiacchiere da bar per piacere."

Alzo le spalle, in fondo non è che mi aspettassi qualcosa di meglio da parte sua. Faccio un cenno di saluto a Pinguino e allo Spauracchio e me ne vado anche io.

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Solo guardare in faccia quel clown mi da sui nervi in una maniera incredibile... lo smacco subito dall'Enigmista, stasera ha ferito il mio orgoglio, e la parte cattiva dentro di me sta gridando vendetta anche contro di lui, che preventivamente avevo pensato di lasciar stare.
Non posso perdonare quello che ha fatto... ha tentato di uccidermi, ed ha anche avuto il coraggio di ammetterlo davanti a tutti, sebbene in maniera che solo io potessi capire.
Lo sguardo di sfida che mi ha lanciato, poi, è qualcosa che mi fa ribollire il sangue nelle vene per la rabbia.
Una parte di me, quella ormai più sepolta, sta tentando di dirmi che comunque, se ha reagito in quel modo è solo a causa mia, che sono stato io a fare il primo passo ostile.
Zittisco quella parte troppo buona, quella parte di me che appartiene al passato, e decido che ormai ciò che è giusto deve essere solamente ciò che decido io, poichè nessuno si è mai preoccupato di me, dal momento che tutto mi è stato strappato via.
Mi volto, finalmente verso lo Spauracchio e il Pinguino e li vedo entrambi impensieriti... mi congedo anche io da loro e vado via, per la mis strada.

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Ho osservato la scena, ed il comportamento avventato di Joker non finisce mai di stupirmi... il gesto di toccare la giacca di DueFacce, e poi rivolgergli quelle parole -senza dubbio sincere- mi ha sconcertato!
Quasi invidio il suo spirito libero eppure consapevole, ma metto da parte questi pensieri, e prendo a riflettere per i fatti miei sul da farsi di stanotte.
Non posso permettermi di non sapere qualcosa, visto il piano che ho in mente per loro, perciò ho organizzato tutto per spiarli ed esaminare i loro comportamenti... il rifugio più facile da trovare è stato quello di DueFacce, che ho già provveduto a mettere sotto controllo con telecamere e microfoni.
Un po' più difficile è stato rintracciare Pinguino, che ovviamente è molto più astuto e materiale di lui, ma infine sono riuscito a mettere sotto sorveglianza anche il suo rifugio.
Ma è stato solo questa stessa mattina che sono riuscito, quasi per miracolo, a trovare la tana di Joker e dell'Enigmista, che ovviamente aveva preso tutte le precauzioni possibili per nascondersi ad occhi indiscreti, specialmente quelli della polizia.
Ma io non sono la polizia... io sono uno psichiatra, il che è ben diverso e molto, molto peggio.
Ed infatti, ammetto di essere arrivato a trovare il loro nascondiglio più procedendo ad istinto che altro, seguendo ciò che i miei studi di psicologia mi suggerivano, cercando di pensare come l'Enigmista e Joker messi insieme -cosa non facile- così ho dato un'occhiata a tutte le lettere di icenziamento per assenteismo spedite negli ultimi quattro mesi, e rintracciando le poche a cui nessuno aveva risposto, ho trovato la casa di cui avevano preso possesso, eliminando i precedenti proprietari.
Ho immaginato, a ragione, che dopo essere stato ad Arkham, Joker non avrebbe mai più voluto risiedere in qualcosa di simile, optando per un'abitazione più casalinga e confortevole.
E come avrebbe potuto l'Enigmista rifiutargli questo desiderio?
Sento il breve saluto di DueFacce, e ricambiando con un cenno della mano, decido di andarmene anche io, Pinguino mi segue fino alla porta, dove ci separiamo.

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Capitolo 7
*** Perchè. ***


Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST:  Eh, sì ormai le storie sono diventate parallele tra il sito ed il blog, visto che mano a mano che l'intreccio si complica, scrivo con più lentezza... per non parlare del fatto che per me il week-end è sacro, quindi non mi dedico molto alle storie in questi giorni... poi naturlamente necessito anche del Lunedì per smaltire ç_ç sì lo ammetto, sono una cattiva ragazza! Sono così felice di vedere sempre le tue recensioni! Mi accompagnano sempre e ne sono felice! Ti ringrazio moltissimo per i complimenti che mi fai ogni volta,  anche se ultimamente avevo perso un tantino la fiducia; ç_ç mio fratello mi ha fatto notare un errore madornale commesso nella storia, ovvero DueFacce... ç_ç lui NON lancia la moneta! Quando ha deciso di entrare a far parte del gruppo, NON l'ha lanciata! Mi sento una scema... sarebbe stato un finale molto più entusiasmante e veritiero del primo capitolo, visto che il bipolarismo perfetto di DueFacce gli impedisce di riuscire a prendere qualsiasi decisione! Ma rimedierò ai miei errori ^^! Devo più che altro concentrarmi sul Pinguino, visto che non sono riuscita ancora a pensare al suo profilo! Non conosco troppo bene questo personaggio ç_ç... ma andiamo avanti, scommetto che ho esagerato con le parole, come sempre ^^!  Per quanto riguarda la stanzetta ad Arkham vengo anche io!! So che è frequentato da molta bella gente... ma solo a condizione che ci sia un computer con connessione ad internet! xDD Alla prossima, grazie di tutto, spero di continuare a ricevere i tuoi commenti! Un abbraccio...

Per Desme:  Ciao, sono contenta di sapere che il capitolo ti è piaciuto, spero che lo stesso valga per questo! Sono davvero contenta di sentire la mia storia definita "emozionante"! I colpi di scena sono una delle mie specialità, anche se spesso mi dicono che esagero con la suspence ç_ç... per quanto riguarda la mia bravura nello scrivere, ti ringrazio è un complimento che fa sempre piacere ricevere e che aiuta ad impegnarsi costantemente per tenere alto il livello della storia! Ehm... continuo a chiedere scusa se ci metto molto ad aggiornare, però il week-end ed il Lunedì per me sono sacri, quindi non scrivo mai in quei giorni! La cosa rallenta abbastanza la stesura della storia, specialmente quando la trama inizia ad intrecciarsi e diventa complicato anche per me inventare e stupire! Spero comunque che questo nuovo capitolo ti piaccia come gli altri e che continuerai a recensirmi! Un abbraccio, alla prossima!

Per Mhcm: Ciao, sono molto contenta di aver ricevuto questa seconda recensione, perchè è vero coò che dici, mi piace troppo conoscere la psicologia dei personaggi e "giocarci" su in vari modi! Penso che un'indole possa essre sempre condizionata da una miriade di agenti esterni, per non parlare poi dello "spazio bianco" che i fumetti ed i film lasciano sui personaggi, ed è lì che solitamente entro in gioco io! ^^  Quando parli di un'idea per un fumetto, intendi dire che ti diletti nel disegnarli? Lo trovo fantastico, anche io fino a qualche tempo fa mi divertivo a disegnare vari momenti delle mie storie, ma ora come ora il tempo è sempre più tiranno! ç_ç Mi piacerebbe vedere qualche tuo disegno se possibile! Ti ringrazio molto per tutte le belle cose che hai scritto nel commento e spero di riceverne altri da parte tua! Un abbraccio, alla prossima! Ps: una curiosità, da cosa deriva il tuo nick?

Per Ilaria1993:  Ciao! Innanzitutto perdonami se non ho più recensito la tua storia ma sono stati giorni intensi, però appena postato questo capitolo mi fionderò a riempirti di commenti! Ah, già nelle scuole è tempo di occupare... quando andavo alle superiori purtroppo nessuno aveva mai il coraggio di proporne una, sempre quelle autogestioni del cactus, che francamente sono solo una perdita di tempo visto che non cambia praticamente niente dai normai giorni di scuola! Spero sia andato tutto liscio, so quanti casini possono succedere in occasioni del genere! Sono però perfettamente daccordo con le proteste, e spero decisamente che avranno rilievo. Ma abbandoniamo il discorso "quanto fa schifo l'Italia" per passare alla risposta ^^ innanzitutto chiarirò il tuo dubbio: l'Enigmista non ha rivelato nulla a Joker perchè conosce il suo carattere poco riflessivo e voleva sbrigare la cosa da solo, per mettervi fine nel più discreto dei modi senza dichiarare guerra aperta a nessuno, il suo gesto contro DueFacce è stato solo un modo per mettere le cose in chiaro, una sorta di "Tu colpisci lui, io colpisco te, non so a chi convenga di più!" ^^ spero di essere stata convincente! Sono contenta che continui a trovare interessante e bella la mia storia, mi impegnerò sempre più perchè le cose restino così! Infine, scusa se questo aggiornamento non è stato veloce quanto il precedente, ma per me week-end e Lunedì sono sacri e non scrivo mai in questi giorni! Un abbraccio, grazie di tutto! Spero continuerai sempre a recensirmi! Alla prossima!

Per Killme: Ciao, grazie della recensione! Sì, so che a volte è un tantino complicato seguire tutti i pensieri quando sono troppi, specialmente perchè non chiarisco perfettamente chi è a pensare una determinata cosa e capisco che i bruschi cambi di personaggio siano destabilizzanti, però ammetto di stare "sperimentando", nel senso... sto cercando di sviluppare i caratteri dei personaggi chiaramente, in modo che leggendo le persone possano capire "questo è Joker", o "Questo è lo Spauracchio" semplicemente dal modo che hanno di esprimersi e di ragionare. Più che altro è una sfida con me stessa! ^^ Non pensare che dipende da te, mi rendo perfettamente conto che è un lavoro complicato da seguire! ç_ç Ma l'unico modo per sviluppare un talento è sempre cimentarsi in qualcosa che non si sa fare per impararla! Perdonami se è un ragionamento un po' egoista! Tenterò sempre di essere il più chiara possibile da oggi in poi ^^. Sono contenta comunque che apprezzi il mio stile! Se per caso esagero o divento incomprensibile ti prego di farmelo sapere senza preoccuparti di sembrare scortese, apprezzo le crtiche esattamente come i commenti! Non sei affatto noiosa, anzi, continua così! ^^  Un abbraccio, spero che il nuovo capitolo ti piaccia e che continuerai a commentarmi! Alla prossima!

Per Boopsie:  "Milady" è un titolo che fa sentire veramente importanti! xD Ti ringrazio! Innanzitutto grazie per tutti i complimenti che mi fai, sono contenta che apprezzi tanto il mio lavoro! Così tanto da farmi una statua in lattine di alluminio, mi sento lusingata! Per me anche con i copertoni delle auto sarebbe fantastico! Per non parlare del fatto che sono anche monocromatici ed oscuri! Ehhh, il dark dei copertoni è tutta un'altra cosa! xD Spero che gradirai anche quest'ultimo capitolo, adoro le tue recensioni, secondo me sei una persona troppo simpatica! Grazie di tutto, e buona lettura! Un abbraccio, alla prossima!


Apro gli occhi ed immediatamente vengo colpito da un'emicrania.
Mi sento destabilizzato ed il mio corpo lotta contro la mente, troppo esausto per muoversi... non riconosco il luogo in cui mi trovo, ma osservandolo meglio capisco che si tratta di un vecchio magazzino;
a malapena ricordo gli avvenimenti che mi hanno condotto qui.
D'improvviso vengo colto da un flash, poi da un altro ed un altro ancora, finchè la memoria ritorna interamente, fin troppo in fretta.
Mi premo due dita contro le tempie e vengo scosso da quella dolorosa ondata di presa di coscienza.
Ripercorro la notte appena trascorsa, ricordo DueFacce correre di fronte a me mentre lo inseguo, poi un vicolo buio, un'entrata di servizio, una stanza oscura... i miei congegni che non funzionano, infine la pazzia...

no, non pazzia, il gas! Quell'odore inconfondibile che mi entra nelle narici, ed io non avevo con me neanche uno straccio di maschera antigas...
le allucinazioni, il mio corpo trascinato chissà dove da mani invisibili, poi la lucidità tanto improvvisa che ancora non riesco a convincermi di come possa essere tutto passato;
un ragazzo davanti a me, che non mi guarda mai negli occhi, mi toglie un guanto, sento una puntura e già sta per andarsene, ma non potevo lasciarlo andare, non so perchè ma semplicemente non volevo che se ne andasse via in quel modo.

"Perchè, Joker?"

Spalanco gli occhi contro l'oscurità, come se potesse aiutarmi davvero a vedere la verità nascosta in quel ricordo.
Neanche io mi capacito di come possa aver riconosciuto il clown, solo nello stesso momento in cui ho parlato, nonostante il suo travestimento... avrebbe potuto essere chiunque, eppure sapevo che non si trattava di una persona come le altre.
Lo vedo come se mi fosse ancora di fronte, mentre si volta e rivela il suo volto sfigurato e dipinto, è quasi come vederlo avanzare verso di me e chinarsi fino a baciarmi...
fino a poggiare le sue labbra sulle mie. Le. Sue. Labbra. Sulle. Mie...
ed io non faccio nulla, come non ho fatto nulla la sera precedente.
Mi rialzo da quel pavimento polveroso e mi dirigo a passi malfermi verso la bat-mobile, per un po' stacco il crevello, pensando solo alla guida, evitando quel mare di pensieri confusi.


Vengo accolto da Alfred ma non una parola che lui mi rivolge riesce a passare quella barriera che ho alzato tra me ed il mondo, solo per stasera, solo per un po'.
Odio ignorarlo, le sue preoccupazioni per il mio stato di salute mi commuovono, vorrei riuscire a fare di meglio, dare di più, ma tornare alla realtà ora è materialmente troppo pesante per me...
Non riesco a fare a meno di detestarmi mentre mi svesto del costume, poi salgo le scale senza quasi rendermene conto e mi chiudo nella mia camera da letto, sprofondando subito nel sonno come se stessi cadendo in un pozzo.

Ed in effetti è quello che vedo... il fondo di un pozzo, che si fa sempre più vicino nella caduta.
Mi sembra quasi di sentire il dolore quando tocco il fondo, decine di pipistrelli spaventati mi si fanno incontro minacciosi, ma non mi raggiungono.
Sento che c'è qualcuno davanti a me, apro gli occhi -che non avevo neanche realizzato di aver chiuso a causa del terrore- e vedo Joker.
Mentamente mi si avvicina e si china davanti a me.
Si protende per baciarmi e io mi avvicino a mia volta, in cerca di quel contatto, ma d'improvviso sento una fitta al petto, vedo il sangue ed il coltello nella sua mano, lo sento ridere.

"Perchè, Joker?"

Chiedo, prima di morire e risvegliarmi nel pieno pomeriggio.
Ho dormito molte ore, eppure sembra appena pochi secondi fa che mi sono steso sul letto.
Tento di riprendere il sonno ma non ci riesco, continuo a rigirarmi ancora ed ancora tra le coperte e presto vi rinuncio;
me ne sto fermo a lungo, a fissare il soffitto pensando a mille cose;
mi alzo finalmente per farmi una doccia e sotto il getto dell'acqua calda riesco a pensare coerentemente.
Mi è stata tesa una trappola, la sera precedente e finalmente me ne rendo conto;
DueFacce che fugge nel magazzino, la porta che si chiude ed il gas che mi assale, tutti i miei congegni disattivati... adesso so che almeno tre di loro si sono alleati per farmi fuori.

Ma Joker...?

Non riesco a capacitarmi del suo comportamento, del perchè mi abbia salvato la vita senza neanche mai tentare di rimuovere la mia maschera.
Penso a lui che mi inietta quello che penso essere la cura contro il gas allucinogeno e fa per andarsene senza dire una parola... ed infine, quel bacio.
Allontano il pensiero per evitare di rendermi conto della realtà totale di quel gesto, della sua pesante concretezza... già mi è difficile andare avanti da solo, non ho certo bisogno di altre preoccupazioni, altri pesi sulle mie spalle.
Scendo per la cena con una fame che non ci vedo, e tutto sembra ovattato, penso a causa degli strascichi dell'antidoto che mi ha dato Joker...

ogni pietanza che assaggio confonde i miei sensi e tutti i gusti che la mia lingua percepisce vengono associati al bacio di Joker, di cui comunque non ricordo il sapore;
ma forse proprio per questo tutti me lo ricordano; sono sicuro che è tutta colpa di quell'antidoto.
Immediatamente smetto di mangiare, alzandomi di scatto per tornare in bagno... come se fossi impazzito prendo spazzolino e dentifricio, ed inizio a spazzolare i denti fin quasi a consumare la gengiva, poi passo una decina di minuti buoni a trafficare col colluttorio sebbene sappia quanto ciò sia inutile, visto che tutte quelle sensazioni sono nella mia mente, indipendenti dalla mia coscienza, ed in tutta probabilità passeggere.

Scendo nella bat caverna per controllare le notizie riportate nei registri della polizia a proposito della nottata di ieri, resto stupito leggendo del decesso degli uomini di DueFacce e della perdita di tutta la refurtiva... tutto a causa di un corto circuito nella centralina del ponte mobile che stavano attraversando.
Pare anche che stranamente la superficie dell'asfalto fosse umida, qualcosa di leggermente oleoso la ricopriva...
sento il mal di testa aumentare, chiudo gli occhi per un momento e mi alzo dalla sedia, allontanandomi dalla postazione;
con lo sguardo incrocio il costume di Batman... i suoi occhi vuoti sembrano fissarmi in qualunque parte della stanza io mi muova, e la sensazione che ciò mi provoca, non mi piace affatto.

"Mi stai prendendo tutto, lo sai?"

Bisbiglio a quell'armatura vuota, solo per poi rendermi conto di quanto fosse stupido parlare ad una maschera... squoto la testa e torno ad aggirarmi per la bat caverna.
Porto due dita alle tempie, ed appena chiudo gli occhi vedo il volto di Joker che si fa sempre più vicino, così li riapro di scatto, e con un gesto istintivo colpisco il tavolo vicino a me con un pugno, molte fialette vuote si infrangono al suolo, troppo leggere per resistere al contraccolpo.
Finisco col maledirmi di nuovo, mentre gli occhi dell'uomo pipistrello sembrano spalancarsi di stupore a quel gesto improvviso, mi sembra di sentirlo, sta ridendo di me.

Mi avvicino a quel costume ed in un altro gesto disperato, lo strappo dai suoi sostegni gettandolo con violenza a terra, pezzo per pezzo...
non voglio pensare, non voglio più preoccuparmi, non voglio più sentirmi così in confronto con Batman... come se, senza di lui, Bruce Wayne non fosse niente più di uno stupido milionario come tanti altri.
Perfino il bacio di Joker... non è stato che una menzogna, perchè nella sua mente malata non vede chi si nasconde dietro la maschera...

lui non sa, nè vorrebbe mai sapere che ci sono io, un uomo, sotto quel costume, per questo non ha tentato di svelare la mia identità la sera precedente.

Nessuno vorrebbe vedere me dietro la maschera di Batman.
Nessuno.
Nemmeno io.

"Sei solo una bugia anche tu!"

Mi sfogo nuovamente contro il costume ormai ridotto in pezzi sparpagliati sul pavimento;
la maschera giace a terra, gli occhi rivolti verso il pavimento, e stavolta sono arrabbiato perchè anche quell'oggetto inanimato sembra non darmi ascolto... perchè io sono solo l'inutile Bruce Wayne, mentre lei è un simbolo, qualcosa che, sebbene vuota senza di me, mi è superiore.
Mentre la rabbia mi monta dentro, inizio a raccogliere rabbiosamente quei pezzi e li indosso, facendomi addirittura male a causa della furia con cui la monto sopra di me.
Corro verso la bat mobile e mi metto alla sua guida... accendo il motore e dal finestrino vedo Alfred, che mi osserva stralunato, ma ancora una volta ignoro i sensi di colpa ed accellero fino a trovarmi in strada.

Appena fuori dalla caverna mi sento più leggero, la rabbia si dissipa e so che ho una missione da compiere... bisogna che io difenda Gotham e non sono mai stato più sicuro di me stesso prima d'ora.
Perchè ora sono Batman.
Perchè per adesso, finchè non svestirò questo costume, Bruce Wayne non ci sarà.
Perchè Bruce Wayne a quest'ora se ne sta nella sua stanza a dormire, o a leggere il giornale o, perchè no, in conpagnia di una modella qualunque...
perchè Bruce Wayne non è nessuno...
perchè sono io, Batman, l'eroe tra noi due.

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Capitolo 8
*** Nella Tua Stanza. ***


Per Boopsie: Accidenti! Giuro che lo conoscevo il verbo "scuotere", solo che mentre scrivevo ho avuto il dubbio, scosì ho chiesto a mio fratello e lui sembrava stra sicuro che si scrivesse con la "q" -.- ... sembra una scusa, vero? Non lo è! ç_ç  Come sempre sono molto contenta quando riesco a compiacere chi mi legge, anche se non c'è bisogno di sentirsi angosciate xD in fondo Bruce può lamentarsi quanto gli pare ma al contrario della maggior parte di noi, lui è ricco sfontato... -.- perciò non sono molto propensa a compatirlo a meno che mi regali qualche milione ^^. Opportunista io? Ti giuro di no! ;) Per quanto riguarda il colluttorio beh, sì, in effetti dubito che sia una soluzione adeguata al problema a meno che Bruce non decida di recarsi direttamente alla fabbrica e fare il bagno in un silos che ne è pieno, in quel caso se la memoria non mi inganna, dovrebbe trasformarsi in ColgateMan, o qualcosa di simile, sì, sì esatto, proprio quello che lotta con l'alito pulito! Ehm... qualcuno mi fermi quando partorisco di certi aborti... per quanto riguarda i copertoni, sono contenta anche io che si sentano finalmente realizzati in qualcosa di superiore! Beh, sì più o meno, data la mia altezza di certo non è che toccheranno mai il cielo però uno ce la mette sempre tutta! xD Ti ringrazio per il complimento personale, anche se spesso la gente più che "simpatica" mi definisce "sarcastica", o detta più dialettalmente, "infame" per via del mio umorismo che tende a prendere di mira gli altri. La mia consolazione è che tutti loro hanno la calotta cranica foderata di prosciutto scadente! Tsk! Spero attiri un branco di cani prima o poi! xD Spero che gradirai anche quest'ultimo capitolo, ammetto di averlo postato in fretta visto che avevo lasciato passare troppo tempo dall'ultimo aggiornamento! Perdona eventuali errori o brutture del testo! ç_ç Un caloroso abbraccio, alla prossima!

Per Killme: Ciao bella, sono felice che apprezzi i miei lavori, davvero! Sarei molto felice di ricevere le tue recensioni sul blog, ultimamente è tutto così solitario, laggiù! ^^ Per quanto riguarda la coppia BatmanXJoker, anche io ne vado pazza, anche se la mia follia si estende a JokerX Chiunque, una volta che si è capito chi diavolo è questo signor "Chiunque"... a me basta che non sia donna! xD Ahem... follia slash galoppante in arrivo! Una domanda... per caso "Liam" ha qualcosa a che fare con Angel? Ti ringrazio per i complimenti e mi auguro che inizierai davvero a perseguitarmi! ^^ (Ahem... però, la migliore... non esagerare... mi fai arrossire... >///< Un abbraccio, alla prossima (sperando che arrivi presto vista la mia mole di impegni, recentemente)!

Per Desme: Ti ringrazio molto per i bellissimi complimenti e note che fai alla mia storia e quindi anche a me! ^^ Sono contenta che apprezzi come ho delineato Bruce, visto che contrariamente alle mie aspettative si è rivelato anche lui una bella gatta da pelare! Spero sempre di riuscire a tenere sempre il livello di questa storia abbastanza alto! xD Ancora mille grazie, spero che continuerai a seguire il mio lavoro ed a lasciarmi questi bellissimi commenti! Un abbraccio, alla prossima!

Per Ilaria 1993:  Mah... non parlarmi dei problemi esistenziali di Bruce Wayne ç_ç vorrei avere anche io tutti i suoi soldi, allora altro che Batman e problemi vari! Nella vita si guarda sempre avanti e ci si gode ciò che ci si è guadagnati! Ahem... no, giuro, non sono un'avida opportunista, semplicemente ora sono così stanca che pagherei qualcuno per scrivere al psoto mio! Alfred, dove sei! Se ci sei batti un colpo, e ti cambierò nome in Mortymer, così non potranno accusarmi di furto di copyright e cavolate simili! Uff... non c'è più la servità di una volta... oggi il curriculum standard richiede corsi di assistenza ai super eroi ed un passato come minimo da mercenario ç_ç... ma ora basta con miei voli pindarici e film mentali, passiamo alle cose serie! (Fermatemi, quando mi perdo in questo modo, vi prego! ç_ç) Ho sentito delle occupazioni, che infine sono state vane, perchè come sempre i politici fanno quello che gli pare! La lotta comunque non deve finire mai, siamo nati per lottare anche se spesso destinati a perdere... scusa è il mal di testa che mi fa essere pessimista ^^. Ultimamente ho così tanti impegni che aggiornare sarà dura, ma mi impegnerò più che potrò! ^^ Grazie mille del tuo sostegno e dei complimenti che mi fai ogni volta! In ultimo... appena avrò un altra oretta libera, giuro che commenterò la tua storia! Non lo faccio apposta a non recensire, giuro, è solo che raramente trovo il tempo ultimamente, anche per andare in bagno! ç_ç Un abbraccio cara, alla prossima!

Per Mhcm: Per prima cosa, non trovo stupida la spiegazione che hai dato per il tuo nick! Sai che il Cappellaio Matto è anche uno dei personaggi cattivi di Batman? Parlo del fumetto, ovviamente ^^.  Andando avanti, ti ringrazio moltissimo per i complimenti ed ho apprezzato la descrizione del modo che hai di interpretare questi personaggi! Ebbene sì, in effetti c'è un dualismo in ognuno di essi e mi trovi perfettamente daccordo con la tua opinione su Batman e DueFacce, anche se di Joker non direi che lui "sceglie" chi essere, ma piuttosto che ha scelto di essere la sua maschera! Immagino che una persona che non giri mai senza il suo trucco, abbia qualche problema con se stesso, la sua identità primaria, che l'abbia cancellata o voglia nasconderla, o la rifiuti a priori per un chissà quale motivo... sarei così felice di vedere queste vignette che hai in mente di disegnare! Mi piacerebbe poi, se ti andasse, di pubblicarle anche sul mio blog (che è un blog di fanfiction su Batman)! Sempre se a te farà piacere! ^^  Per quanto riguarda l'ultima tua richiesta, ho paura che per esigenze di trama, Joker purtroppo, prima o poi, finirà tra le braccia dello straricco e straparanoiato Batman... ç_ç ma non disperare, c'è sempre speranza! ;) non è detto che questa sia la mia soluzione definitiva! Spero davvero che la mia storia continuerà comunque a piacerti e che continuerai a lasciarmi queste magnifiche recensioni! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!

Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Prima di tutto grazie infinite per la recensione, che sebbene tu la definisca insensata, io non mi trovo daccordo, è stupenda e come sempre sono felicissima di riceverne, soprattutto da te, che mi hai seguito anche sul blog! ^^ Per non parlare della pubblicità che mi hai fatto con tuo fratello >///< mi sento famosa, e non va bene! Non va bene! xD Io purtroppo non ho il tuo stesso pregio, ovvero di non badare alla grammatica o ai personaggi OOC.. ç_ç lo ammetto, sono abbastanza intollerante quando qualcosa mi paice, però poi divento dolce come un agnellino se almeno leggo le giuste avvertenze ^^ argh, sono davvero cattiva certe volte, quando faccio recensioni ç_ç non merito tanta grazia di Dio! Comunque ora ti lascio a goderti quest'ultimo capitolo, sperando che ti piaccia come gli altri! ^^ Un abbraccio, alla prossima!

Per Giaggio:  Oddio, oddio, oddio! Caro Giaggio, devo confessarti una cosa... sei il mio primo lettore di sesso maschile con cui io sia mai entrata in contatto e ti comunico che sono divisa tra gioia e stupore! Beh, data la mia propensione per lo slash, non avrei mai immaginato di veder arrivare questo giorno! Ehm... ma ora andiamo avanti, ho già ringraziato tua sorella per avermi "fatto pubblicità", sono contenta di averti come "fan", e ti ringrazio moltissimo per i complimenti che mi hai fatto! So che molte storie slash spesso non hanno ne capo ne coda e spesso personaggi totalmente e diametralmente opposti finiscono col fare tanta palestra insieme senza darne una spiegazione  ^^ anche io detesto quel genere di storie, quindi puoi stare tranquillo che con me, una spiegazione l'avrai sempre! Se anche vorrai chiedermi spiegazioni nelle recensioni, otterrai sempre una risposta! Per quanto riguarda i film, beh, io sonoandata un po' oltre, ho letto i fumetti, guardato il cartone, sia quello degli anni 60 che quello del 2004 (lo adoro tutti!), e mi sono informata per capire meglio il profilo psicologico di questi personaggi  apparentemente campati in aria, ed ho compreso che non è così, che invece sono minuziosamente studiati e definiti! Adoro elaborare la psicologia di questi individui e risucire a  plasmarla attraverso svariati agenti esterni! Sebbene il risultato non sia sempre perfetto, ci metto sempre tutta me stessa per offrire un lavoro di qualità non solo a chi legge, ma anche a me stessa. Grazie ancora moltisimo per la recensione, spero che continuerai a lasciarmene e che questa storia continuerà a piacerti fino alla fine! Un abbraccio, alla prossima!

XxX.SilverLexxy.XxX



ATTENZIONE: Questo capitolo contiene scene di sesso praticamente esplicite, chi si sente disturbato da ciò, è invitato a non peoseguire la lettura! Tenterò di spiegare ugualmente cosa è avvenuto nel prossimo capitolo! 
PS: perdonate gli errori, ma se non avessi postato ora, non lo avrei fatto mai più!
Buona lettura! ^^

Capitolo 8: Nella tua stanza.


Anche se so che certi comportamenti sono immaturi, che non porteranno a nulla di buono o di concreto e che spesso e volentieri sono addirittura dannosi, non posso fare a meno di adoperarli.
Come ora.
Che senso ha infatti, continuare ad ignorare Joker? Forse, semplicemente, perfino io a volte nutro il bisogno di non pensare a nulla; eppure so che non pensare a niente è impossibile, se anche riuscissi a distrarmi, mi tornerebbe in mente il motivo per cui ho cercato di farlo ed ogni sforzo sarebbe dunque vano.
Come ora.

So che sto cercando di non pensare a Joker –a quello che mi ha fatto, più esattamente- eppure so che lui è di là, nell’altra stanza, sdraiato sul letto a fissare il soffitto, cosa che accade spesso, con l’unica differenza che questa volta so a cosa sta pensando, questa volta sono sicuro che sta pensando a me.
Come faccio a saperlo?
Mi piacerebbe poter dire “perché lo conosco troppo bene”, ma non è così. Io. Non. Lo. Conosco. Neanche un po’.
Forse è anche per questo che ne sono rimasto folgorato in questo modo, quando ho intuito la sua natura… e poi c’è la sua intelligenza così vasta che lui adopera in maniera così particolare!
La sua mente non ha confini, quindi neanche limiti, potrebbe fare di tutto se solo lo volesse, ma l’unica cosa che lui vuole è vedere il mondo bruciare, accartocciandosi su se stesso.

Ma torniamo a me; ho paura di pensare perché mi conosco e so che non voglio sapere cosa potrei fare se agissi sulle sensazioni che il ricordo di Joker che… che. Bacia. Batman. Accidenti, alla fine l’ho ricordato davvero.
Tento di allontanare nuovamente quell’immagine, ma prima ancora di iniziare questo tentativo, sento una forza estranea attaccarsi ai passanti dei miei pantaloni per strattonarmi indietro, così improvvisamente che sobbalzo e per poco non rovescio la pentola con la cena che sto cucinando.
Ancora prima di voltarmi mi rendo conto che è Joker ad avermi strattonato –il gesto è stato troppo maldestro.
Ci guardiamo negli occhi per un momento ed in quel breve istante rivivo nella mente il ricordo della prima volta che lo vidi, quando lo trascinarono, drogato ed imprigionato nella camicia di forza, nella cella di fronte alla mia.

In quelle particolari celle, venivamo sorvegliati ventiquattro ore su ventiquattro attraverso il muro in vetro antiproiettile; erano le celle che io definivo “per le persone importanti”, ma ben presto ci spostarono da lì, mescolandoci con gli altri pazienti non appena terminato il solito giro di sedativi e tranquillanti vari.
In quel periodo lo vedevo quasi sempre da solo, le uniche volte in cui apriva bocca –non erano poi così poche- era solo per infastidire, provocare, o aizzare… era diventato il fomentatore di tutti i matti, si divertiva ad alimentare le loro turbe psichiche,a convincerli di essere Giulio Cesare o cose così.
La stessa cosa anche con i medici, girava voce che al test di Rorschach abbia fatto sbellicare gli infermieri ed uscire fuori dai gangheri lo psichiatra.
Dal canto mio, ad ogni provocazione rispondevo col silenzio.

“Continuerà ancora a lungo?”

Mi domanda, ed io non gli rispondo nulla, come facevo in passato quando diceva qualcosa di stupido. Stavolta però, ci sono svariate ragioni che mi spingono a non farlo… un po’ solo per principio, un po’ perché davvero per ora sento di non avere nulla da dirgli.
In me si riaffaccia il ricordo –ancora troppo vivo- di quel bacio che lui ha dato ad un altro, e fa male soprattutto perché so che lui non se ne è pentito e non lo farà mai.
Mi irrita sapere che lui sa, che lui capisce perfettamente cosa penso e provo, eppure non fa mai suo nessun concetto altrui. Capisce gli altri, i ragionamenti con i quali giungono a determinate scelte e conclusioni, cosa provano, eppure lui è diverso.
Sebbene lo abbia sempre saputo, la cosa ciò non di meno mi irrita; mi fa male il pensiero che lui nei miei panni, se mi avesse visto baciare una qualsiasi altra persona, non avrebbe battuto ciglio. Fa male il fatto che rifarebbe quel gesto senza pensarci due volte, fa male che lui sa tutto questo, ed invece IO di ciò che pensa lui. Non. So. Niente! Fa male, male, male, male, il pensiero che neanche adesso io riesca a capire cosa voglia, ora, da me!

Quando vede che continuo a non rispondere alla sua domanda, solleva le braccia fino a portarle sulle mie spalle e le lascia lì, notando che io non mi oppongo in nessuna maniera, allora con una mano tenta di attirarmi verso di lui, invitandomi a chinarmi per baciarlo, ma io resto irremovibile.
Lui non si arrende, smette di tentare di convincermi a dargli retta e si alza sulle punte dei piedi, baciandomi lui.
All’inizio le sue labbra sfiorano le mie come un soffio di vento, leggere ed invitanti, ma quando mi ostino a non raccogliere il suo invito, inizia a tracciare i contorni della mia bocca con la punta della lingua, ed è troppo ingiusto che lui abbia questo potere su di me, che mi conosca così bene.
Cedo alle sue provocazioni e mi avvento su di lui, copro le sue labbra con le mie, stringo il suo corpo contro il mio, cerco un contatto più intimo, ma lui mi blocca, si tira indietro e mi allontana, spingendomi il petto.

“No. Prima, voglio sentire la tua voce!”
“Che vuoi sentire?”
“Perché continui a non parlarmi?”
“Lo sto facendo.”

Concludo, e blocco ogni sua possibile obiezione continuando a baciarlo.
Mi perdo in quel contatto, iniziamo a farci strada tra i nostri vestiti, che lasciamo disseminati lungo il percorso fino alla camera da letto, la cena dimenticata a bruciare sui fornelli; lo spingo con forse troppa violenza sul materasso per poi schiacciarlo sotto il mio peso, inizio a mordergli il collo, godendo della manifestazione –tanto vocale- del suo piacere, e non riesco a non tornare con la mente al passato, a quando ci spostarono nella stessa cella, a come mi sentivo in pace dopo quelle sporadiche sedute di elettroshock a cui lo sottoponevano e che per un po’ ponevano fine al suo insensato chiacchiericcio.
Alle nostre prime conversazioni serie.
All’effetto strano che mi faceva sapere che quell’uomo così particolare si era fidato proprio di me, iniziando a parlarmi con una serietà di cui non lo avrei mai ritenuto capace.
Alle prime occasioni in cui mi sono sentito attratto da lui, alla curiosità che mi istigava.
Alla prima volta che abbiamo dormito insieme –solo dormito, senza fare nient’altro.

Alla mattina seguente quando, ripresosi dall’ennesima “visita guidata alla centrale idroelettrica”, come le chiamava lui, ha accettato i miei timidi tentativi di approccio, le mie carezze delicate come piume, prima sul suo viso, sul collo, per poi scendere piano piano, diventando sempre più intime, sempre aspettandomi un rifiuto che invece non venne mai.

Alla sua voce, stupenda mentre mi chiedeva di entrargli dentro.
Al silenzio che tentavamo di mantenere.
Alla mia mano che più di una volta è volata a coprirgli la bocca.
Ai suoi occhi brucianti, che avevano acceso il fuoco dentro di me.
Al paradiso trovato nel suo corpo.
All’incredulità che provavo stringendo quell’animale, quella forza selvaggia ed indomabile con queste mani, tra queste braccia, su questo petto.
All’orgoglio provato nell’aver saputo dargli piacere.
Alla sensazione che tutte le mie passate esperienze sessuali siano servite solo a prepararmi per quel momento, per dare piacere a quella persona.
Allo spettacolo che è stato –e che tutt’ora continua ad essere- vedere Joker provare un orgasmo per merito mio.

Ma nonostante tutto. Lui. Ha. Baciato. Batman.

Questo pensiero elimina ogni mio autocontrollo, con uno scatto ribalto le nostre posizioni ed ora lui è sopra di me. Lo sento troppo docile, solitamente avrebbe approfittato di questa situazione per tentare di farmi del male, per istigarmi a picchiarlo, ma non fa nulla di tutto questo e so che queste sono le sue scuse, che è la sua consolazione per il mio orgoglio ferito… lo odio per questo.
La mia mente va in totale black out mentre gli afferro i polsi e lo privo del suo sostegno costringendolo ad alzarsi su di me; lentamente lo costringo ad allargare le braccia per osservarlo, completamente alla mia mercé. Le mie spinte dentro di lui sono violente, sento le sue pareti stringersi attorno a me e  per una volta non voglio pensare che a lui, provare dolore piace.
Nella mia mente continuo a vedere l’immagine di lui mentre bacia l’uomo pipistrello e non riesco a scacciarla, non riesco a non immaginare cosa accadrebbe se mai Joker incontrasse un consenso dall’altra parte, se anche Batman provasse attrazione per lui, li vedo insieme a fare le cose che ora lui sta facendo con me, lo immagino provare più piacere che con me e serro i denti tentando di ragionare con me stesso, di pensare che è impossibile che il giustiziere della notte possa mai accettare Joker nel suo letto, che sono solo fantasie irrealizzabili, ma la mia presa sui suoi polsi si stringe, e le mie spinte si fanno addirittura feroci.

"Ti piace?"

Domando tra gli ansiti, e lo vedo aprire gli occhi e guardarmi, come se non mi conoscesse, forse perché finora non ci eravamo mai rivolti la parola durante i rapporti.
La sua mente però elabora velocemente la novità, e mi risponde di sì. Sento la rabbia montare, senza nessun apparente motivo, ancor più di prima ed una delle mie mani gli lascia i polsi per colpirlo sul viso, forse troppo forte.

"Non basta, non sei convincente!"

Quando si riprende dal colpo, pochi secondi dopo, ripete con più enfasi la sua affermazione, e questo contribuisce solamente a farmi arrabbiare maggiormente.
Lo colpisco di nuovo, ed afferrandogli i fianchi lo riporto sotto di me.

"E credi che con quel pipistrello potrebbe essere meglio? EH?!"

Non risponde nulla, distoglie lo sguardo finché non consumo il mio piacere dentro di lui.
Poco dopo il mio corpo gli crolla addosso, stremato, ma non mi allontana come mi aspettavo; porta una mano sulla mia guancia e mi accarezza quasi dolcemente... non riuscirebbe mai a fare qualcosa di completamente dolce, non è abbastanza tranquillo, i suoi movimenti sono sempre a scatti, troppo nervosi.
Vorrei alzare lo sguardo dal suo petto ma ho paura di cosa vedrei, del sangue sul suo viso e dell'accusa nei suoi occhi.

"Per me, tu sei l’unico."

Queste parole escono dalla mia bocca quasi senza poterlo impedire e per i pochi secondi di silenzio successivi, la paura si impossessa di me. Temo la sua risposta, i suoi pensieri.
Lo sento trarre un respiro profondo e rispondermi con voce bassa e stanca

"Anche tu sei l’unico per me."

Questa frase mi rimbomba nella testa, vorrei tanto credere a queste sue parole, a questa promessa che per la prima volta ci siamo scambiati, ma so che si tratta solo di bugie e mi sento preso in giro.
Sento su di me il dolore in forma fisica, lo stomaco si contrae mentre mi sollevo per guardarlo negli occhi.

"E Batman?"
"Batman... è Batman."

Alle mie orecchie suona come la risposta di un bambino di cinque anni, e di nuovo la rabbia monta senza controllo nè freni.

"Batman è un uomo! Il giorno in cui si toglierà quella maschera, tu non lo amerai più perché lo hai idealizzato nella tua testa! Non te ne rendi conto? Io sono qui, e sono vero!"

"Non capisci, Eddie..."

Bruscamente mi alzo dal letto, gli afferro un braccio e lo costringo a venirmi dietro, premo la sua schiena contro il mio petto mentre lo tengo stretto per le braccia, lo costringo a guardarsi allo specchio.

"Allora ragiona in questo modo! Guardati! Cosa credi che direbbe il tuo uomo pipistrello se ti vedesse così? Sulle tue braccia ci sono più cicatrici che pelle, ti sei tagliato i polsi, le gambe, come credi che reagirebbe?! Potrebbe capire? Potrebbe amarti come faccio io?! EH!?"

Lo scuoto con violenza e lo costringo a voltarsi ancora una volta in modo da forzarlo a guardare me, ma nell'impeto della furia, senza farlo apposta, lo spingo troppo forte contro lo specchio, che si rompe e subito dopo vedo il sangue iniziare a scorrere sulla sua superficie screziata.
La cosa al momento non mi turba affatto, e anzi lo premo con ancora più forza contro i pezzi di vetro e lo sento gemere di dolore.
Non risponde nulla, così lo lascio andare.
Al volo mi risistemo i vestiti addosso, senza lanciargli neanche uno sguardo, dall’armadio prendo il cappotto e finalmente mi volto verso di lui, che si è coperto con un semplice accappatoio e mi fissa inespressivo.
Di nuovo distolgo gli occhi da lui e mi infilo l’indumento dirigendomi velocemente verso la porta; lui non dice nulla, non tenta di trattenermi, non mi chiede dove sto andando.
Una volta fuori mi stringo la giacca addosso contro il freddo dell’inverno.

C’è la nebbia, ed io cammino per parecchio attraverso di essa fino a che, stremato –più psicologicamente che fisicamente-, mi abbandono sulla prima panchina che trovo.
Mi rendo conto solo adesso di aver esagerato, di essermi spinto troppo oltre e non voglio tornare in quella casa per vedere che lui non c'è più.
Se decidesse di raccogliere le sue cose ed andarsene, non avrei nulla da dire in proposito e non credo che farei più niente per tentare di riprenderlo, non dopo quello che gli ho fatto e detto.
La sua ossessione per Batman mi è sempre risultata più che comprensibile ma nulla più di un’illusione destinata a svanire perché impossibile da realizzare.
Perciò quando ho visto Joker baciare il vigilante di Gotham, qualcosa è scattato dentro di me, che mi ha tolto la ragione e se solo mi fossi sfogato prima, se solo gliene avessi parlato senza aspettare, la rabbia non sarebbe esplosa a quel modo.

Ora, dopo essermi sfogato, riesco finalmente a pensare con lucidità… l’amore per Batman è qualcosa di naturale e quasi obbligatorio da parte di Joker per via delle loro differenze, dei loro punti in comune, della loro naturale avversità e comprensione, del fatto che loro due sono due facce della stessa moneta, uguali eppure diversi, e non c’è modo per evitare questa fatale attrazione nemmeno per me.
Una volta, quando ero ancora ragazzo, molto tempo prima di diventare “l’Enigmista”, ero fermamente convinto che l’amore consistesse nell’amare una persona senza mai possederla, di volere sempre il bene dell’altra anche a mio discapito.
Ero fermamente convinto di amare Joker, so che i sentimenti che provo per lui, le sensazioni che sa scatenare dentro di me, l’effetto che anche una sola sua parola ha su tutto il mio essere… sono tutte cose che non avevo mai provato in tutta la mia vita, per nessuno, nonostante di donne ne avessi avute moltissime.
Ovviamente non ne avevo mai amata nessuna, per me loro sono sempre valse meno di zero, ma Joker no. Ero convinto di amarlo, ne ero sicuro!

E allora perché non riesco ad amarlo nel modo che vorrei? La maniera più sana e meno dolorosa? Sebbene sappia che lui è innamorato di Batman come non potrebbe mai esserlo di me, se il vigilante ricambiasse, io non riuscirei mai a lasciarlo andare e se anche vi riuscissi, ormai senza la sua presenza nella mia vita, mi ucciderei.
Ripenso al sangue. Sul viso di Joker, sullo specchio mentre scivolava fino al pavimento, sulle sue mani, sulle mie mani…
Se solo servisse a far passare questa maledetta sensazione, mi prenderei volentieri a pugni.
Avvolgo le braccia attorno allo stomaco e mi piego in due, iniziando a fissare i miei stivali;
mai prima d’ora mi era capitato di provare una rabbia simile, di esserne accecato al punto da non riuscire a controllarla…
la gelosia ha preso possesso di me, mi ha cambiato ed ora ho paura perché mai avrei pensato di desiderare di veder soffrire Joker tranne quando è lui stesso a chiedermelo.
Chiudo gli occhi e lo vedo ancora nella mia mente, il suo volto infesta i miei pensieri e sogni, togliendomi anche quel poco di sanità mentale che mi restava.
Tolgo le mani dalle tasche ed inizio a fissarle, pensando al male che hanno fatto alla persona che amo, e provo il desiderio insensato di tagliarle via.

Sembrano passate ore intere da quando ho lasciato l’appartamento, controllo l’orologio ed infatti è così, sono via da più di due ore, ma aspetto ancora un po’ in questo parco, al freddo, così da dare il tempo a Joker di raccogliere tutte le sue cose in tranquillità e lasciarmi per sempre.
Dopo non so quanto tempo, mi rialzo lentamente, mi sento stanco e muoio dal freddo, a passi lenti mi dirigo nuovamente verso “casa”, temendo il silenzio che mi attende.
Giro la chiave nella serratura e quando apro la porta, come previsto, vengo accolto dal silenzio più totale, i fornelli sono spenti, la finestra aperta a far uscire l’odore della cena bruciata, ma le luci della camera da letto sono accese, così mi dirigo là, aspettandomi di vedere la stanza svuotata di lui e delle sue cose, ma sulla soglia resto impietrito.

Joker è ancora qui, ha aperto due ante dell’armadio in modo che i loro specchi fossero uno di fronte l’altro, così da permettergli di vedere la sua schiena mentre con una pinzetta tenta di estrarsi pezzi di vetro dalle spalle, ma non deve aver avuto molto successo vista la sua espressione sconsolata ed infastidita.
Lentamente mi avvicino a lui e lo vedo sobbalzare quando gli tolgo le pinzette dalle mani, il suo viso è stupito, come se fosse una sorpresa anche per lui rivedermi.
Lascio scorrere lo sguardo sul suo corpo, dev’essersi fatto una doccia prima di tentare questa operazione, ma il sangue continua ancora ad uscire e colargli lungo la schiena. Con dolcezza, facendo il più piano possibile, estraggo i pezzi rimasti nelle spalle, per poi poggiare dolcemente le mani sulle sue braccia e chinarmi a baciare quei tagli; ancora una volta sono stupito del fatto che lui non tenta di allontanarmi. D’un tratto, porta una mano sulla mia e dice

"Credevo fossi andato via."
"Io credevo di non trovarti al mio ritorno."

Lo sento ridacchiare, e nello specchio la vista del suo sorriso -quello vero- riesce a tranquillizzarmi ed acquietare ogni sentimento negativo.

"Perché non te ne sei andato?"

Lui si volta, mi fissa per qualche secondo, dritto negli occhi, e solleva una mano ad accarezzarmi il viso.

"Perché non faccio caso a certe cose."
"Ti ho fatto male."
"Me ne faccio tanto anche da solo."
"Lo so. –lo stringo forte a me, felice di poterlo ancora fare- Dimmelo ancora."
"Che mi faccio male?" Dice, ridendo.

Avvolgo le braccia attorno alla sua schiena, più in basso possibile, per evitare di toccare le sue ferite e poggio le labbra sulla sua fronte, in un bacio che vuole comunicare affetto e che promette di non comportarmi mai più in quel modo.
Dal tavolino a rotelle vicino a noi prendo la penicillina, la garza e le bende, e lentamente finisco di medicarlo. Mi da un bacio mentre gli lego le bende, poi un altro, ed un altro ancora, sento le sue labbra sulle mie e sul mio viso, lo stringo a me e ricambio con passione, impossessandomi della sua bocca.

“Tu sei l’unico per me.”

Ripete, come gli avevo chiesto poco prima e non posso fare a meno di sorridere. Più dolcemente dell'ultima volta, facciamo l'amore e adesso ne io ne lui sentiamo il bisogno di aggiungere violenza al rapporto; ci accarezziamo e ribadiamo di essere “l’unico” di tanto in tanto.
Le sue carezze nervose sono bellissime, quando affonda le unghie nelle mie spalle mi sembra di arrivare in paradiso, lo guardo sotto di me e non posso fare a meno di baciarlo, ancora e ancora fino alla fine dei miei giorni.
Quando mi consumo in lui, è l'orgasmo più bello della mia vita e se Joker è rimasto stupito dal fatto che sono venuto per primo, rotolo fino a portarlo sopra di me, invitandolo a prendere il mio posto, ad entrarmi dentro;
lo vedo impacciato e più nervoso del solito.
Lo stringo a me, stringo le ginocchia contro i suoi fianchi, passo la lingua sul suo collo e lo accarezzo dolcemente, perché ora va tutto bene.
Quando lo sento entrare dentro di me, dapprima sento solo dolore, ma ogni volta che alzo lo sguardo sul mio compagno, vengo attraversato da una scossa;
vedo i suoi occhi chiusi, la sua espressione indecifrabile, poi mi guarda ed in fondo ai suoi occhi leggo di potente e sincero.

Lo stringo ancora di più, gli mordo il collo dolcemente, soffiando aria calda nel guscio dell'orecchio e lo sento avvicinarsi al piacere sempre più, fino a spegnersi anche lui dentro di me, ed è una sensazione bellissima.
Ci carezziamo a lungo, dopo, ci baciamo su tutto il viso e ci sorridiamo, e non so neanche quanto tempo passa prima che lui crolli addormentato per primo.
Lo stereo ancora sta suonando, e mi viene da piangere mentre stringo Joker contro il mio petto.




In your room
(Nella tua stanza)
Where time stands still
(Dove il tempo non scorre)
Or moves at your will
(O si muove al tuo comando)
Will you let the morning come soon
(Lascerai che il mattino arrivi presto)
Or will you leave me lying here
(O mi lascerai steso qui?)
In your favourite darkness
(Nella tua oscurità preferita)
Your favourite half-light
(Nella tua preferita penombra)
Your favourite consciousness
(La tua coscienza preferita)
Your favourite slave
(Il tuo schiavo favorito)

In your room
(Nella tua stanza)
Where souls disappear
(Dove le anime scompaiono)
Only you exist here
(Qui esisti solo tu)
Will you lead me to your armchair
(Mi condurrai al tuo trono)
Or leave me lying here
(O mi lascierai steso qui?)
Your favourite innocence
(La tua innocenza preferita)
Your favourite prize
(Il tuo trofeo preferito)
Your favourite smile
(Il tuo sorriso preferito)
Your favourite slave
(Il tuo schiavo favorito)

I’m hanging on your words
(Pendo dalle tue labbra)
Living on your breath
(Vivo del tuo respiro)
Feeling with your skin
(Sento attraverso la tua pelle)
Will I always be here
(Resterò qui per sempre?)

In your room
(Nella tua stanza)
Your burning eyes
(I tuoi brucianti occhi)
Cause flames to arise
(Hanno alzato le fiamme)
Will you let the fire die down soon
(Lascerai che questo fuoco muoia presto)
Or will I always be here
(O resterò qui per sempre?)
Your favourite passion
(La tua passione preferita)
Your favourite game
(Il tuo gioco preferito)
Your favourite mirror
(Il tuo specchio preferito)
Your favourite slave
(Il tuo schiavo favorito)

Im hanging on your words
(Pendo dalle tue labbra)
Living on your breath
(Vivo del tuo respiro)
Feeling with your skin
(Sento attraverso la tua pelle)
Will I always be here
(Resterò qui per sempre?)

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Capitolo 9
*** Il Dramma della Moneta. ***


Per Desme:  Cara Desme, prima di tutto, grazie dei tanti complimenti, sono felice che ti sia addirittura commossa! Per quanto riguarda ciò che hai detto dell'Enigmista è vero, lui non ha saputo controllare la rabbia poichè non è mai stato prima d'ora in una situazione simile, mai stato innamorato veramente (e comunque il tipo di amore di Eddie sfiora pericolosamente l'ossessione), perciò non ha neanche saputo in che modo reagire di fronte a questo problema, non ne ha discusso per tempo col suo amante e questo lo ha spinto a somatizzare un po' troppo quindi era naturale esplodere ad un certo punto ^^. Per quanto riguarda il punto di vista di Joker sull'accaduto, purtroppo manderebbe all'aria l'intero progetto poichè taluni suoi pensieri serviranno per completare il quadro alla fine, comunque lui ha detto chiaramente all'Enigmista che esiste solo lui nella sua vita però Batman è Batman, il che può già farti intuire la diversità che intercorre tra il rapporto che hanno loro con quello che invece lo lega al vigilante. Riguardo invece al comportamento di Eddie, chiaramente lui non è il tipo che fa chiaro a certe cose, nella sua ottusità (nel senso che non riesce a provare taluni sentimenti) riesce a capire molto meglio degli altri, forse proprio perchè osserva tutto con più freddezza. E con questo penso di aver detto tutto, ancora mille grazie per il commento, un abbraccio. Alla prossima! ^^

Per Mhcm: Salve cara, ho apprezzato il testo della canzone che hai deciso di aggiungere al commento (eh sì, vivo per la musica e poco altro)! L'ho trovata graziosa, come spero anche tu abbia trovato quella che ho inserito io nel capitolo. ^^ Per quanto riguarda le vignette che hai in mente di disegnare, sarei felice di vederle qualsiasi cosa deciderai sui personaggi! Sono sempre più curiosa di osservare il tuo lavoro! Ti ringrazio moltissimo per i complimenti che fai alla mia storia, soprattutto per l'apprezzamento per i ricordi dei due che ho inserito, poichè tengo molto a quella particolare parte della storia! Sono anche felice che le scene dintimità e violenza ti abbiano colpita, temo spesso che possano disturbare, ma per questo metto sempre un warning all'inizio di questi capitoli ^^. Spero che ti piacerà anche il seguito! Goditi la lettura, un abbraccio, a presto!

Per Ilaria1993: Ciao cara, prima di tutto, importa eccome che io recensisca la tua storia, perchè la trovo interessante e molto ben costruita perciò sarebbe un delitto leggere senza commentare! Sinceramente non sono una grande fan dei commenti -infatti ne lascio pochi, solamente quando sento davvero che ne valga la pena- però cerco sempre di fare del mio meglio per chi mi offre qualcosa di bello! ^^  Mi dispiace che non ami particolarmente lo slash anche se questo sinceramene, mi rende orgogliosa di averti saputa intrigare ugualmente con la mia storia!  Ti ringrazio per i complimenti e gli incoraggiamenti che mi lasci ad ogni capitolo! Ora ti lascio alla lettura, a presto!

Per Killme: Oh, mio Dio, gli emboli al miocardio no! O_O Se vuoi, posso mandarti qualcuno direttamente dalla lega per un massaggio cardiaco ed una sessione di respirazione artificiale (Sarò gentile, non ti manderò Pinguino xD)! Tranquilla per i consigli, tutti i tuoi complimenti bastano ed avanzano per rendermi una scrittrice di fic davvero felice! xD So che una relazione di Joker con Batman è alquanto improbabile viste le loro divergenze (di quel tipo per cui non basta una litigata ed un lancio di piatti per appianarle), ed è appunto per questo che ho deciso di aggiungere un pizzico di pazzia in più nella testa di Bruce (per non parlare della depressione), che ho giustificato con la confusione derivata dopo gli eventi in "The Dark Knight" ed il peso che hanno aggiunto sulle spalle del vigilante. So che ti dispiace per Eddie, però di una cosa puoi stare certa... anche quando vedrai Joker insieme a Batman, sappi che non sarà finita lì! xD Getta via incenso e salvia ora e goditi quest'ultimo capitolo (sempre che i tuoi occhi non siano gonfi per i fumi di queste erbe ç_ç)!  In ultimo, chiedevo del tuo nome non per confusione, semplicemente perchè nel telefilm di "Angel", quello derivato dalla serie "Buffy", ad un certo punto si viene a sapere che il vero nome del vampiro è in effetti Liam e questo aveva fatto suonare un campanello (sono una grande fan di questi telefilm)! Non darti della stupida, non lo sei affatto! ^^ Facciamo così, da oggi in poi ogni mattina appena sveglia, và davanti allo specchio e ripetiti "io sono la ragazza più intelligente del mondo!" ok? xD vedrai che soddisfazione dopo un po'! Un abbraccio, a presto!

Per Giaggio: Salve, grazie ancora una volta per la recensione! *_* Sono contenta che tu abbia apprezzato la canzone che ho inserito nel precedente capitolo! Beh sì, i Depeche Mode sono il mio tallone d'achille (evvai, andrò al concerto in Giugno!)! Mi fa piacere anche sapere che ti piace il mio lavoro ed i complimenti che mi fai mi riempiono di energia! ^^ Ti saluto con un abbraccio, contenta di aver catturato la tua attenzione! A presto!

Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Beh, oddio, un fan club non sarebbe un tantino esagerato? Ehm... forse non ti ho mai detto che i complimenti ad oltranza tendono a mettermi in imbarazzo, mi fanno diventare rossa come qualcosa di molto rosso! >////<  Hai visto che ho inserito davvero la frase "Batman è Batman!" xD? Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto e spero sarà così anche per gli altri a seguire! Per quanto riguarda il voler dimostrare di essere meglio di Batman... quello che hai letto non è ancora nulla, ma non voglio sciuparti la sorpresa! Mwuahahah! Grazie infinite per i complimenti e gli incoraggiamenti, un abbraccio! A presto!

Per Boopsie: Ciao cara, grazie mille per la recensione! xD Sei stata molto carina, i tuoi commenti sono sempre così simpatici, mi strappano sempre un sorriso a trentadue denti! ^^ Un abbraccio, spero ti piacerà anche questo capitolo! Alla prossima!


XxX.SilverLexxy.XxX


Capitolo 9: Il Dramma della Moneta.


Il piano numero due per mettere fine alla vita di Batman è stato finalmente messo a punto e posso dire, senza vantarmi, che è stato quasi interamente opera mia! Quando poi l’Enigmista aveva proposto di riprodurre l’esito della nostra operazione col suo computer ed il risultato praticamente perfetto, sono esploso in una risata carica di anticipazione.
Ogni buco è stato tappato,  ogni imperfezione corretta, ogni parte assegnata come se si trattasse tutto di un gigantesco, colossale film!
Il lavoro di cui ognuno è stato incaricato non è davvero difficile in sé stesso, l’unica cosa a cui tutti noi dobbiamo prestare attenzione è la simultaneità!
Dobbiamo lavorare tutti insieme come una grande famiglia, muoverci tutti in sincronia come un grande stormo di pinguini! Questa volta sono sicuro del successo, ora siamo tutti insieme, quindi molto più forti!
Dal mio punto di vista, adesso si inizia a ragionare!
Tutto sembra filare liscio da qualche settimana a questa parte, stranamente perfino Due Facce non ha litigato con Joker neanche una volta in tutto il tempo trascorso insieme per i preparativi!
Bene, iniziano finalmente a prendere le cose sul serio!
Quei due hanno lavorato fianco a fianco e Dent ha addirittura lasciato che il clown gli spiegasse come svolgere al meglio il suo compito –che starà portando a termine proprio in questo momento.
Rafforzo la presa attorno al mio ombrello e mi avvicino tranquillamente all’ingresso della banca; premo il pulsante della porta di sicurezza che si apre lasciandomi entrare, per poi richiudersi ed aprirsi ancora una volta dall’altro lato.
L’allarme resta muto nonostante l’arma che porto incorporata nel mio ombrello, questo grazie alla provvidenziale abilità dell’Enigmista nel manomettere, con l’aiuto del suo infallibile computer, qualsiasi cosa che funzioni con un cervello artificiale.
Ci sono in tutto diciannove persone tra clienti ed impiegati e tutti loro lanciano un unanime grido quando i miei uomini tirano fuori le armi iniziando a sparare contro il soffitto.

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Fra tutti i compiti che avremmo potuto decidere per me, questo è senza dubbio il più ingrato ed inadatto; mi ritrovo in mezzo alla strada, vestito come un addetto ai lavori pubblici e mi sto calando in un tombino fino alle fognature con un palmare GPS alla mano, così da poter trovare in fretta la strada giusta in questi vicoli puzzolenti.
Riesco ad arrivare quasi subito al luogo prestabilito e mi arrampico lungo la scala a pioli finché non riesco, allungando una mano, a toccare il tombino sopra di me.

Lo tasto, per verificarne la solidità e tiro fuori la bomba dalla cassetta degli attrezzi che ho con me.
Riesco a fissarla per bene contro il tombino con del nastro isolante, poi la attivo e mi defilo il più in fretta possibile.
Una volta fuori vedo le auto della polizia iniziare ad assembrarsi di fronte alla banca, così mi dileguo per evitare di essere riconosciuto –cosa non molto difficile per ovvie ragioni.
Una volta al riparo da occhi indiscreti, ricomincio a pensare al mio piano parallelo: l’eliminazione di Joker.
Mi sono comportato da bravo ragazzo troppo a lungo per evitare di destare sospetti, soprattutto nell’Enigmista che altrimenti avrebbe certamente provveduto ad organizzarsi ancora una volta contro di me.

Ancora non riesco a capacitarmi di come abbia potuto scoprire del mio precedente piano;
avevo anche mandato i miei uomini a sorvegliare lo Spauracchio –l’unico che avessi messo a conoscenza del piano- ma sembra che lui non abbia cantato, il che mi fa risultare l’intera questione piuttosto strana.
Passo una mano sulla metà intatta del mio viso e una voce dentro di me cerca di convincermi a recedere dalle mie intenzioni omicide.
Odio quando accade,  quando sento di non riuscire a prendere una decisione!
Uccidere è sbagliato, è una di quelle cose che anche se non ci vengono spiegate, ci risulta naturale deprecare, per cui è indispensabile provare orrore di fronte ad un omicidio; ero fatto così prima, ma ora non riesco più a decidere, tutto il mio modello di società è crollato il giorno in cui mi ha voltato le spalle, in cui tutto ciò in cui credevo non è servito a salvare la vita della donna che ancora adesso sento di amare.

Ma come può una persona come me vivere senza tutte quelle regole che per così tanto tempo sono state la sua ragione di vita?
Un magistrato che, secondo le regole della società, accusa o difende ed alla fine si rimette nelle mani del giudice.
Ma non c’è più nessun giudice ad aiutarmi, nessuna giuria a valutare le mie accuse.
Ora c’è solo lei, la mia moneta. Giudice eterno ed imparziale, senza il quale non riuscirei più a vivere.
Istintivamente la mia mano si muove fino alla tasca, dove raccolgo il mezzo dollaro d’argento e me lo porto davanti al viso per guardarlo.

“Lo lascio vivere.  –dico, guardando il lato sano della moneta- lo uccido.” Concludo, voltandola sul suo lato oscuro. La lancio in aria e quando la riprendo e la volto, il verdetto della moneta è chiaro. Non c’è nessun volto metallico a guardarmi, solo la sua superficie bruciata.
La stringo ancora una volta nel pugno prima di metterla via.
Non è cambiato proprio nulla. La sola differenza è che questa moneta è davvero equa. Lei non mi tradirà mai, non complotterà mai alle mie spalle.
Lei è quella legge superiore e costante di cui tutti avrebbero bisogno.
Lei è il giudice dell’umanità: il caso.

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Ho portato a termine la prima parte della missione affidatami ed ora sono su un bus appena rubato –mi avevano chiesto un camioncino ma si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire!- e mi sto dirigendo verso la banca.
Il cielo è coperto dalle nuvole e la cosa non mi piace… non so se capiti a tutti o se solo a me però a volte le cose che mi circondano sembrano parlarmi, come per tentare di avvertirmi di qualcosa di dannoso ed imminente.
Sono pazzo? Sì, può darsi, grazie tante.
Mentre guido questo spazioso mezzo di trasporto verso la banca, per un attimo mi sembra che le mie mani siano rosse di sangue, ma quando abbasso lo sguardo mi accorgo che non è così; mi metto a ridere di questo scherzo sensoriale della mia mente e scrollo la testa, per scacciare ogni altra eventuale allucinazione

“Il gioco è bello quando dura poco!”
Dico, rivolto al mio stesso cervello mentre svolto a destra per evitare l’interruzione della strada appena tirata su dalla polizia.
Vedo Due Facce camminare sul marciapiede, con il berretto calato a nascondergli il viso, così accosto il pullman, apro la porta e lo lascio salire a bordo.

“Sapevo che eri tu.”

Dice mentre sale a bordo ed io, vedendolo vestito così non riesco a trattenermi dal girare un film mentale in cui lui è davvero un operaio del comune ed è costretto a tirare la moneta ogni volta che deve rilasciare una gittata di cemento, o piantare il piccone in quel povero asfalto indifeso.

“Anche io ti ho riconosciuto subito.”
Gli rispondo, dicendomi che è meglio evitare di metterlo a parte della mia fantasia e lo vedo con la coda dell’occhio mentre si siede sul sedile a fianco dell’autista –che sarei io gente, wow!

“Guarda, sono già arrivate le forze speciali.”

Mi dice, indicando il cielo fuori dal parabrezza ed io alzo gli occhi a guardare l’elicottero dal quale si stanno calando una decina di agenti SWAT; mi volto verso Due Facce e penso che ultimamente è stato così calmo –a volte addirittura gentile!- attorno a me che questo comportamento stona decisamente.
Alzo le spalle, non mi va di preoccuparmi di certe cose.

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Me ne sto qui ed aspetto, aspetto, aspetto…  per lo meno non sono al buio.
Dalla mia posizione, riesco a sentire l’arrivo delle forze speciali, alzo lo sguardo verso l’alto ed attraverso il vetro dell’ampio lucernario noto una decina di agenti speciali della SWAT calarsi dal velivolo con delle funi. Penoso.
Sento i loro passi farsi sempre più vicini finché non irrompono nella stanza dove mi trovo io; indossano i giubbotti antiproiettile ed i caschi, ma non vedo nessuna maschera anti gas da nessuna parte, purtroppo per loro.

Organizzarsi in modo da non lasciar mai intuire alle forze dello stato la nostra unione nella “Lega dell’Ingiustizia” è stato abbastanza impegnativo ma è anche la ragione per la quale ora mi trovo nascosto qui.
Vedo che i miei “ospiti speciali” iniziano ad agitarsi quando si accorgono che il loro sistema di comunicazione non funziona più, tutto grazie all’Enigmista che ha provveduto ad isolare questa stanza.
Lentamente mi infilo la maschera anti gas e sopra di essa, quella da spaventa passeri;
premo il pulsante del telecomando che stringo in mano, provocando immediatamente l’esplosione a catena  delle piccole bombole che avevo precedentemente sparso in giro per la stanza e collegato con dei fili.
 
Pochi secondi dopo, già vedo quei robusti soldati a terra, agonizzanti mentre urlano tutto il loro terrore e si rotolano come animali.
Come feci anch’io quando mi trovai al loro posto, ma questo pensiero riuscì a trasformare la curiosità in terrore, riportandomi alla mente il ricordo delle mie allucinazioni.
Riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione e lentamente mi avvicino ad uno di loro. Gli sparo in faccia. Ne raggiungo un altro e gli impongo la stessa identica sorte; poi un altro ed un altro ed un altro ancora finché non sono tutti morti ai miei piedi ed il tappeto nella stanza si trasforma lentamente in una distesa scricchiolante di sangue e benzina – anch’essa sparsa dappertutto molto tempo prima del loro arrivo.

Tiro fuori uno zippo dalla tasca, lo apro e per un secondo mi godo la fiamma blu che sprigiona per poi gettare l’oggetto a terra ed osservo la danza del fuoco mentre si espande sempre più, mentre segue le tracce lasciate da me.
Questo riesce a scacciare finalmente la sensazione di claustrofobia che mi aveva invaso, l’immagine del pipistrello sopra la mia testa in attesa di uccidermi, sbiadisce e riprendo a respirare meglio.
Tutti morti ed inceneriti, come anche ogni prova che io sia mai stato qui, che abbia mai avuto alcun legame con Pinguino e gli altri.

Mi sfilo le due maschere che ho sulla faccia, sostituendole con un banalissimo passamontagna, poi mi sbrigo finalmente a raggiungere Pinguino al piano di sotto.
Mentre scendo le scale, sento molte sirene della polizia abbandonare il loro posto di fronte alla banca per andarsene via.
Il piano procede perfettamente.

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Fortunatamente tutti gli ostaggi sono molto mansueti, nessuno sciocco che si diverte a fare l’eroe o donne isteriche che chiedono di essere accompagnate a prendere un po’ d’aria nella vana speranza di riuscire a fuggire.
Tutte le tende dell’ufficio sono state chiuse per impedire ai cecchini di prendere la mira su di noi ed abbatterci uno per uno; quando sento il rumore delle sirene della polizia che si allontanano, mando uno dei miei tirapiedi a controllare fuori, il ragazzo scansa un pochino la tenda per sbirciare l’esterno e presto lo sento esultare

“Se ne vanno!”
“Quanti?”
“Almeno una metà delle auto se ne sta andando via!”

Abbandonando ogni mia parvenza umana, scoppio in una risata feroce che attira gli sguardi intimoriti dei presenti, che siano essi rapinatori al mio servizio oppure ostaggi terrorizzati.
Tutti quei bei poliziotti si stanno dirigendo allo stadio, attirati lontano da qui dalla bomba che Joker ha piazzato questa mattina come diversivo.

“Tutto va secondo i piani!”
“Non penso proprio, Pinguino!”

Riconosco questa voce profonda e roca prima ancora di voltarmi ed infatti lo faccio lentamente, fino a trovarmi davanti la visione a figura intera del Cavaliere Oscuro di Gotham, il sedicente super eroe Batman.

“Oh, più di quanto immagini, invece!”

Nel momento esatto in cui lo dico, si sente uno sparo ed un secondo dopo una siringa pende dal collo dell’uomo pipistrello, la parte della sua armatura più morbida. Vedo il vigilante cadere a terra, accasciandosi insieme alle speranze di tutti gli ostaggi.
Un uomo avanza lentamente verso la figura oscura sul pavimento, fucile alla mano, ma nessuno lo riconosce come lo Spauracchio.

“Questa ti ha fatto male, eh? Dimmi Batman, cosa vedi?”

Lo sento bisbigliare, inginocchiato vicino al corpo dell’uomo pipistrello ma non mi intrometto, ha il pieno diritto di prendersi la sua vendetta, come del resto lo abbiamo tutti nella lega; gli lascio qualche minuto e poi ordino ai miei uomini di trascinare Batman verso l’uscita.
Loro mi guardano indecisi, ma mi basta sparare qualche proiettile in aria ed alzare un po’ la voce per spaventarli e convincerli ad ubbidirmi senza un fiato.
Mi sento inebriato, la vita dell’uomo che ha ostacolato tutti i miei piani sta finalmente per giungere alla sua fine!
Finalmente arriva il gran finale ed un boato scuote l’aria e la terra sotto di noi, un bagliore passa attraverso le tende e capisco che siamo vicinissimi alla conclusione.
La bomba piazzata da Due Facce è esplosa, liberandoci la strada dai poliziotti che erano rimasti assediati qui di fronte, mentre io. Di nuovo. Rido.

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L’ho centrato al primo colpo. È così incredibile che neanche io riesco a crederci, gli ho sparato la siringa contenente la versione liquida del mio gas ed ora lui è a terra ed io so che mi pregherebbe in ginocchio se solo avesse la forza per farlo, se non fosse così irrimediabilmente terrorizzato.

“Questa ti ha fatto male, eh?”

Sì, ti ha fatto male essere stato battuto da me, da uno che ti vede sempre nei suoi incubi, che ha paura del buio? Ti urta il pensiero che io, un semplice psichiatra, ti abbia steso? Vorrei sentirti chiedere pietà, vedere ciò che vedi per riderne a crepapelle.
Ti fa male che, per una volta, non sono io quello terrorizzato, quello pazzo?
Perché ora, tu ti senti pazzo, non è così?

“Dimmi Batman, cosa vedi?”

Vorrei saperlo. Resto incantato a guardarlo mentre tenta di trattenersi dall’urlare e dal contorcersi sul pavimento come un animale ferito e mai come ora ho desiderato di entrare nella mente di qualcuno.
Mi riprendo dal mio stupore solamente quando sento la deflagrazione appena fuori dall’edificio e poco dopo un fischio seguito da un altro boato.

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L’esplosione della bomba che ho piazzato poco fa davanti alla banca fa tremare l’autobus dai finestrini alle ruote; sento Joker ridere prima che un altro rumore riempisse l’atmosfera, dapprima una specie di fischio, come di qualcosa di grosso che fende l’aria roteando su se stessa; io ed il clown alziamo lo sguardo quasi nello stesso momento e vediamo l’elicottero della SWAT precipitare –senza dubbio grazie all’interferenza dell’Enigmista.
Quando il mezzo tocca terra, l’esplosione è quasi peggiore della bomba.

“La cintura, Harvey!”

Mi avvisa scherzosamente Joker per poi scoppiare a ridere quando decido di infilarla per davvero, in fondo non si sa mai. Devo ammettere comunque che c’è una cosa di cui posso sentirmi grato a Joker: non ha mai storpiato il mio nome ed iniziato a chiamarmi con nomignoli stupidi o imbarazzanti.
Gli altri hanno fatto l’abitudine a questo suo vizio, ma io non penso ne sarei mai in grado e per questo mi sento quasi in dovere di ringraziarlo… certo, forse è solo perché il mio nome non si presta poi molto alla creazione di diminuitivi, ma sono sicuro che col tempo Joker riuscirebbe a risolvere questo inconveniente con una soluzione da far accapponare la pelle.
Uso il condizionale però, visto che tra poco sarà morto. Per mano mia. Per vendicare sia Rachel che la mia sanità mentale.

“Tipo in gamba, il tuo fidanzato.”

Dico mentre passiamo a fianco dell’elicottero ormai ridotto in un ammasso di lamiere in fiamme e Joker non ride come mi aspettavo, si limita ad alzare le spalle e sorridere alla mia affermazione; non avevo mai realmente capito perfettamente che tipo di rapporto c’è tra questi due, ma il sospetto che stiano realmente insieme, inizia a farsi sempre più forte.
Certo, non che la cosa conti, visto che presto Joker morirà, come è morta Rachel e l’Enigmista forse, proverà le stesse sensazioni che ho provato io.
Non so se la cosa mi fa davvero piacere, sento di nuovo quella voce nella mia testa pregarmi di lasciar stare e stavolta non esito a prendere la moneta e lanciarla, ma il verdetto è sempre lo stesso.
Morte.

“Reggiti!”

Con una manovra degna del pazzo squinternato che è, Joker sfonda la porta della banca col retro del bus e gli uomini di Pinguino si sbrigano a caricare Batman sul mezzo e scendere da esso subito dopo, per dirigersi insieme al loro capo verso un furgone.
Lo Spauracchio prende la direzione opposta e lo vedo salire su una macchina guidata da due uomini col volto coperto; questo stratagemma di dividerci per evitare di essere seguiti  è astuto, se non fosse che dubito siano rimasti abbastanza poliziotti da poter inseguire anche solo ad uno di noi.
Sento Joker ripartire e mi volto per guardare Batman steso a terra; mi slaccio la cintura di sicurezza e mi dirigo verso di lui;
quando gli sono vicino, sputo sulla sua armatura.

“Hai salvato molte persone… perché diavolo hai voluto salvare anche me?”
“Ci sentiamo un po’ vendicativi oggi, eh?”
“Stai zitto. Andiamo al cantiere appena fuori città, è deserto.”
“Eddie mi aveva detto di tornare direttamente alla base!”
“Cambio di programma.”
“L’unico a non essere avvertito sono sempre io?”
“Tu non hai voluto portarti la trasmittente.”
“Sembra un buon posto, comunque.”
“Sono felice che lo pensi.”

Concludo rimettendomi a sedere vicino a lui e penso davvero ciò che ho detto; sono felice che lo reputi un buon posto visto che sarà lì che metterò fine alla sua vita.
Visto? Non sono poi così cattivo come si potrebbe pensare.

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“Sembra un buon posto, comunque.”
“Sono felice che lo pensi.”

Dice, rimettendosi a sedere per non parlare più.
Sento il silenzio premere tutto intorno e ho di nuovo l’impressione che voglia dirmi qualcosa; tendo l’orecchio un po’ di più e capisco che quest’assenza di rumori è strana perché Batman ha smesso di lamentarsi, probabilmente ha perso  i sensi.
Sorrido, con la certezza che il suo svenimento fosse dovuto all’antidoto che si è somministrato da solo.
Sarebbe stato davvero sciocco da parte sua non portarsene uno dietro visto il precedente exploit al vecchio magazzino… presto dovrebbe riuscire a riprendersi.

Dopo mezz’ora passata a guidare indisturbato, raggiungo la destinazione riferitami da Due Facce ma mentre spengo il motore vengo di nuovo assalito da quella brutta sensazione… guardo in alto e le nuvole sembrano avere la forma di uno spirito della morte che non conosco ma che riesco a distinguere molto bene.
Sono pazzo? Certo, che novità!
Mi volto verso il mio collega e mi ritrovo una magnum puntata dritta sulla mia faccia.

“Non sapevo che l’avessi.”
“Pensavi davvero che girassi senza?”
“Non la pistola. Mi riferivo al gusto per il comico.”

Si è arrabbiato, oh se lo ha fatto! Mi colpisce sulla fronte col calcio della pistola e per qualche secondo non vedo altro che fulmini bianchi su uno sfondo rosso, sento il sangue colarmi fino in bocca ed il suo gusto metallico mi solletica il cervello; mi è sempre piaciuto questo sapore,  anche se è il mio.
Sento che mi trascina fuori dal bus e non riesco a tornare in piedi, perciò resto adagiato sulle ginocchia.

“Ultime parole?”
“Sì, ah… dì a Eddie che è finito il burro, deve ricomprarlo…”
“Mi aspettavo qualcosa di più teatrale, da te.”
“Come tutti. Non tiri la moneta?”
“L’ho già fatto.”
“Davvero?”
“Certo!”
“Per decidere se ammazzarmi o no?”
“Io… sì! Ho deciso di portarti qui!”
“Ma non di ammazzarmici?”

Lo vedo colto da un dubbio e dopo qualche secondo di indecisione porta la mano alla tasca ed estrae la famosa moneta, fa per lanciarla ed approfitto di quel secondo di distrazione per dargli un calcio alle gambe e farlo cadere a terra.
Mi allontano da lui, alzandomi a fatica in piedi e nascondendomi dietro il pullman, lo sento occupato con le turbe della sua mente mentre, disperato, cerca di ritrovare la moneta persa in quel mare di sabbia e breccia; approfitto di questo intervallo per estrarre anch’io la pistola.

“Pagherai anche per questo, dannato clown!”

Lo sento avvicinarsi a me ma restare appoggiato sull’altro lato del bus, non osando tornarmi davanti così all’improvviso. D’un tratto sono io a fare la prima mossa, abbandono il mio lato sicuro tornandogli di fronte e puntata la pistola alla meglio, premo il grilletto.
Lo colpisco di striscio e lui ricambia il colpo centrandomi in pieno al ventre.
Punto nuovamente l’arma sparando all’impazzata per coprirmi la ritirata e corro a nascondermi in uno dei capannoni del cantiere, dove tengono al riparo le macchine da lavoro e mi accascio dietro una di queste, prendendo un nuovo caricatore e sostituendo quello scarico.

Quando abbasso lo sguardo sul mio corpo vedo il sangue, ma ancora non riesco ad avvertire il dolore visto che il colpo è stato a bruciapelo ed in questi casi non ci si rende subito conto del danno subito.
Sento i passi di Due Facce avanzare cauti nel mio nascondiglio.

“Ti ho colpito Joker, che senso ha continuare a giocare?”

Dice ed un secondo dopo sento il rimbombo di un colpo sparato in aria evidentemente per spaventarmi, ma non sono poi così delicato. Abbasso lo sguardo ancora una volta, quando inizio a sentire come delle onde fastidiose espandersi da buco che mi ha aperto quel maledetto in pancia.
Ridacchio tra me e me, sottovoce, un po’ per non essere localizzato da quel pazzo –certo, detto da me- un po’ perché inizia a mancarmi il fiato.
Lo sento sparare un altro colpo, stavolta centra una scavatrice ed il rimbalzo è ancor più rumoroso dello sparo in sé.

“Non riesci proprio a non irritarmi, non è vero?! Non fuggirai stavolta, stanne sicuro!”
“Farebbe ridere se non fosse così patetico!”

Dico alzandomi in ginocchio e sentendo, come previsto, uno sparo in direzione della mia voce quindi approfitto del rumore per cambiare riparo ed aggirarlo. Ora sono dietro la scavatrice che ha colpito poco prima, mi sporgo oltre questo riparo e lo vedo davanti a me, che mi da le spalle.
Sparo un colpo, che gli penetra una spalla, lo sento lanciare un mezzo grido di dolore.
Molto male che la ferita abbia peggiorato la mia mira già non così perfetta di suo. Torno a nascondermi e lo sento avvicinarsi, il dolore si sta facendo sempre più chiaro quindi decido di sbrigarmi a finire questa barzelletta e torno allo scoperto, ma non lo vedo più davanti a me.
Improvvisamente sento un braccio stringersi attorno al mio collo, una mano afferrarmi il polso per sbatterlo contro l’acciaio della scavatrice, costringendomi a lasciare andare la mia arma.

“Adesso vediamo di finire ciò cha abbiamo iniziato.”

Lo sento dire con voce tremante, vuoi per la ferita, vuoi per l’eccitazione che immancabilmente da la caccia e la vittoria. Lo sento trafficare dietro di me fino a tirare nuovamente fuori la sua moneta, la lancia davanti alla mia faccia e il responso è la faccia oscura. Indubbiamente, con la fortuna che ho ultimamente non poteva che essere così.

“Mi dispiace, Joker.”

Dice per poi spingermi a terra; mi volto sulla schiena, preferendo guardare la morte in faccia ma il mio nemico non spara, non fa in tempo poiché viene colpito alla mano da qualcosa di luccicante che poi se ne torna indietro da dove è venuto.
Riconosco il Batarang ancora prima di vedere Batman dietro di me. Quando mi lascio andare a terra, vedo un’ombra saltare oltre il mio corpo per arrivare fino a Due Facce e non mi prendo la briga di rialzarmi per vedere i pugni che si danno.
Sento un corpo cadere a terra ed un rumore di manette.
Un attimo dopo, di nuovo l’uomo pipistrello è sopra di me, mi afferra un braccio e mi aiuta a tirarmi su a sedere, poi con una mano preme sulla mia ferita ed io mi lamento, iniziando involontariamente a tirare gomitate a destra e a mancina –che comunque non sortiscono nessun effetto  contro l’armatura di Batman.

“Fermo o sarà peggio.”
“Lo so, ma provaci tu a star fermo!”
“Se vuoi posso colpirti in testa finché non svieni!”

Risponde lui, irritato dal mio continuo ribellarmi, ma questo mio status non durerà ancora a lungo poiché già sento le energie svanire rapidamente ad ogni movimento. Quando finalmente riesco a stare fermo, osservo il corpo svenuto di Due Facce e sorrido

“Mi hai salvato la vita.”
“Lo faccio con un sacco di gente.”
“Dio, dovrei essere geloso?”
“Smettila con questi discorsi, Joker!”
“Ah, sì? Come mai siamo ancora qui invece che sulla strada per Arkham?”
“…”
“Allora, Batsy?”
“Voglio sapere perché mi hai salvato la vita.”

Quando sento queste parole non posso fare a meno di fissare i miei occhi, improvvisamente spalancati oltre ogni limite, sulla maschera dell’eroe che mi ha salvato; scoppio a ridere anche se mi rendo conto di quanto pietoso possa suonare adesso che sono ferito e senza respiro.
Non posso credere a quello che mi ha chiesto, non posso neanche arrivare a capire fin dove possa spingersi la negazione della gente.

“No, no, no, no, no… questo lo sai già.”
“Cosa dovrei sapere?”
“Te l’ho detto. Io non ti ucciderò mai, perché sei troppo divertente!”
“No, secondo me sei tu ad essere troppo pazzo!”
“Ah, sì? E tu allora, che te ne stai qui con quel costume da sorcio volante, eh? Dovresti essere normale?”
“Certo che sì!”

“Perché? Non dirmi che non ti sei mai svegliato di notte non riuscendo a riconoscere te stesso, o di non poter dormire a causa di questo costume! Forza, dimmelo se è vero, dimmi che non hai mai litigato con te stesso ad alta voce, che non hai mai…”

----------------------

Lui continua a parlare ma non so più a chi, non so se queste parole siano per Batman o per Bruce Wayne e questo mi destabilizza, non so chi essere in questo momento, non so chi lui vorrebbe che io fossi o chi io stesso vorrei essere.
Non mi piace ciò che dice, non voglio che qualcuno riesca a leggermi dentro in questo modo, che metta a nudo così facilmente ogni mia turba, ogni mia paura.

“…te stesso ad alta voce, che non hai mai—“

Lo fermo, blocco il suo continuo blaterare di me, pongo fine al suo mettermi in difficoltà, al suo contestare e domandare ogni cosa e l’ho fatto nel modo migliore che mi sia venuto in mente,  in quello che mi attirava di più: schiacciando le mie labbra sulle sue.
Solo, non so chi sia stato, se Bruce o Batman.

“Lo sapevo che eri qui per questo.”
“Perché, Joker…?”
“Perché mi andava di farlo. Perché è giusto e mi ha fatto stare bene.”
“Mi stai dicendo che hai pensato di baciarmi, e semplicemente lo hai fatto?!”
“Certo! E tu, invece?”

Vedo la sua espressione arrabbiata e non ho più bisogno di domandarmi nulla, non ho più voglia di disquisire se sia Batman o Bruce a prendere una decisione, ho voglia di farlo e basta, così lo bacio ancora una volta e quando sento le sue mani circondarmi il viso ed il collo, mi sento bene.
Mi. Sento. Bene.

Improvvisamente però, sento un altro sparo ed un dolore alla spalla come se qualcuno mi ci avesse tirato un pugno, mi volto e vedo l’Enigmista con il volto inespressivo ma negli occhi qualcosa di tremendo, di bruciante e distruttivo.
Quando preme di nuovo il grilletto, riparo Joker col mio corpo e sollevandolo tra le braccia lo porto al riparo dai colpi di proiettile.

“Lascia stare Batsy, vattene via!”

Non so perché mi ha detto una cosa del genere e per il momento non posso distrarmi con le sue chiacchiere quindi lo metto giù e spicco un salto oltre la scavatrice dove ci siamo riparati, tocco terra e non vedo più l’Enigmista da nessuna parte.
D’un tratto però sento la sua voce rimbombare dappertutto, il che non è piacevole visti i terribili postumi del gas e dell’antidoto assunti poco prima.

“Non ti sembra un po’ infame, Batman, soffiare l’amante ad una persona che conosci? Forse Joker non ha avuto il tempo di dirtelo, così occupati come eravate a… diciamo esplorarvi le cavità orali a vicenda. Ora dimmi signor vigilante, se tu fossi nei miei panni come ti comporteresti? Mh? Faresti l’uomo superiore e moderno, evitando ogni conflitto e facendoti da parte, oppure opteresti per una soluzione più… energica? Tipo questa!”

Non faccio neanche in tempo a voltarmi che vengo colpito dritto sul petto dal braccio meccanico di non so nemmeno quale dei macchinari qui presenti; una crepa si apre nella mia armatura e dal dolore che mi invade, sospetto anche nelle mie costole.
Finisco in ginocchio per terra ma riesco a rialzarmi quasi subito, giusto in tempo per prendermi una scarica elettrica  lanciata dallo scettro dell’Enigmista, che una volta avutomi a terra, ne carica un altro, lanciandomelo dritto in faccia, l’unico punto scoperto del mio corpo.
Inutile dire quanto questo faccia male.

“Ti dirò la soluzione che ho preso io, mio caro imbecille vestito da pipistrello! Joker non è una persona che si riesce ad incontrare ovunque, giusto? Lo avrai capito, questo… ergo, uno di noi due deve sparire ed indovina un po’! Io non mi tirerò indietro! Ora dimmi, cos’è che non ha ne rami ne fiori, eppure è duro come il legno?”

“…”
“Non lo sai? Il tuo cervello non ci arriva? Te lo dirò io, allora. È un cadavere!”

Dice ed alzando il bastone verso il cielo, inizia ad attirare magneticamente qualcosa, che purtroppo per me è la gigantesca palla da demolizione; tento di alzarmi per evitare di essere schiacciato, ma un’altra scossa elettrica, più potente delle precedenti, mi colpisce costringendomi a restare a terra.
Vedo la consistente palla metallica iniziare la sua veloce discesa su di me e mi preparo mentalmente alla morte per l’impatto, quando sento un colpo al mio fianco e la grossa sfera si ferma a meno di un metro da me che, con gli occhi spalancati, tiro un sospiro di sollievo, ringraziando il cielo per l’autocontrollo imparato sulle montagne del Tibet che mi ha impedito di farmela nei pantaloni.
Questo pensiero suonava tremendamente con la voce di Bruce.
Finalmente mi volto, vedo l’Enigmista a terra privo di sensi e Joker, a malapena capace di reggersi in piedi con una grossa chiave inglese in mano.

Fortunatamente riesco a rialzarmi.

“Vattene. Non scordare di prendere anche Due Facce con te!”
“Joker, cosa…”
“Lascia stare, ne parleremo un’altra volta, Batsy!”

Dice e non so neanche io perché, ma decido di dargli retta. Non insisto per arrestare l’Enigmista, non arresto Joker, semplicemente prendo Due Facce con me e svanisco, avendo un pazzo da consegnare al manicomio.
Poco dopo averlo lasciato davanti la porta del commissariato, legato ed impacchettato, penso che forse ho fatto male ad abbandonare Joker –ferito- in quel modo ed in compagnia di quel pazzo re degli enigmi.
So che è inutile tornare indietro adesso, ma lo faccio ugualmente e l’unica cosa che trovo al cantiere sono tracce di sangue rappreso, buchi di pallottole qua e là e nemmeno un’anima viva.
Lentamente torno alla batmobile e mi dirigo verso casa, dove sicuramente avrò molte cose a cui pensare.

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Capitolo 10
*** Ti amo. Ti uccido. ***


Per Desme: Salve! ^^ Ti ringrazio per i complimenti che fai a questi personaggi, mi fa molto piacere che siano "imprevedibili" ed "umani", visto che è così che dovrebbero essere! Sono sempre contenta quando capisco di aver fatto un lavoro decente con le mie storie! So che non è molto IC un Batman che si lascia trasportare in questo modo, per questo ho cercato di spiegare il suo tormento interiore! In fondo non si può definire "amore" il sentimento che li lega visto che ognuno interpreta l'altro a modo suo: per Batman, Joker è la fuga e fa parte della sua vita appunto perchè sono entrambi sengnati dalla doppiezza, insomma si capiscono a vicenda, solo che mentre uno accetta questo fatto con naturalezza, l'altro non fa che combatterlo e starci male. Hai ragione che l'Enigmista è pazzo ma non scordare che anche Joker lo è! xD A proposito del rapporto tra Joker e Batsy, spero di non deluderti con i miei piani! Grazie moltissimo anche per i complimenti che fai al mio stile di scrittura, sono importanti per me!  Ti saluto con un abbraccio, alla prossima! Spero continuerai a recensirmi! ^^

Per Killme: Ciao! Sono molto felice che continui ad apprezzare questa storia e che ti sia piaciuto l'ultimo capitolo! Sinceramente un pochettino mi è dispiaciuto per Due Facce, se avessi potuto, avrei tolto di mezzo un altro dei personaggi però era inevitabile... :( ma in fondo era anche uno dei più ardui da descrivere e la storia rendeva indispensabile la sua scomparsa! Non tornerà più avanti nella storia, purtroppo, se non per un breve cameo verso la fine, forse. Purtroppo, conoscendo la pazzia di Joker e dell'Enigmista, è inevitabile che accadano cose brutte tra i due, ma non dire mai l'ultima parola! ^^ L'indovinello finale dell'Enigmista l'ho sentito in un vecchio telefilm su Batman, anche se la risposta era diversa... lì era un "manichino" o qualcosa del genere ma l'ho cambiata per renderlo più adatto alla situazione e sono contenta che l'hai apprezzato! Ora ti saluto con un abbraccio e ti lascio alla lettura di questo nuovo capitolo! ^^ Spero continuerai a recensirmi, alla prossima!

Per Ilaria1993: Gesù, non paragonarmi a Nolan! Lui è un genio, ho visto tutti i film che ha diretto e non posso che adorarlo, ha dato vita, secondo me, ad un metodo tutto nuovo di fare film! Lo si capisce bene in "Memento", che consiglio a tutti di guardare! La mia storia è simile eppure diversa da quella originale soprattutto perchè ho mescolato tutte le cose che gradivo, prendendole anche da altri film, cartoni animati e fumetti su Batman! Spero di aver fatto un buon lavoro e sono contenta che tu lo apprezzi! ^^ Un abbraccio, spero continuerai a recensirmi! Alla prossima!

Per Boopsie: Continuo a dire che sei la mia più simpatica lettrice! xD Molto bene, allora diamo il via all'operazione "pazzia in copertoni" e per quanto riguarda il caffè, non mi dispiacerebbe! Sarei molto contenta se decidessi di disegnare qualche vignetta sulla mia storia, mi renderebbe molto orgogliosa! Sono contenta che apprezzi tanto la mia storia e non preoccuparti se non sai disegnare corpi maschili, è un problema che hanno quasi tutti quando disegnano! Anche io l'ho sempre avuto! >_<  Ora ti lascio alla storia, ci sentiamo presto, spero! Continua a recensirmi, mi raccomando ;) alla prossima!

Per Giaggio e Psycho: Dio, come siete dolci! Accedere ad internet col cellulare per commentare la mia storia dev'essere stato davvero annoso e mi riempie d'orgoglio e sensi di colpa sapere che avete fatto ciò! Spero non vi sia costato troppo... ç_ç mi dispiace per il vostro pc, io senza il mio bel portatile penso che morirei! Sono contenta che vi sia piaciuto il capitolo precedente ed anche io sono contenta di essere finalmente riuscita a farli baciare! xD Spero torniate al più presto, ora vi lascio al nuovo capitolo! Un abbraccio, continuate a recensirmi, please! ç_ç

Per mhcm: Ciao! ^^ Sono molto contenta che trovi simpatici questi interventi e ti ringrazio per i complimenti al precendente capitolo, non posso che augurarmi che questo ti piaccia in egual maniera anche se più breve del solito e purtroppo non è una Joker/Eddie :( ! Non preoccuparti se la recensione è breve, l'ho apprezzata molto! Spero continuerai a recensirmi, un abbraccio! Alla prossima! ^^

Capitolo 10: Ti amo. Ti uccido.

Odio questo posto, tutti questi cunicoli bui e riecheggianti, in cui voci, suoni e squittii si mescolano e non si riesce più a capire da dove vengano; ombre e luci giocano in maniera lugubre sull’acqua, riflettendosi in ogni angolo ricurvo, su ogni tubatura e le mie paranoie si moltiplicano in maniera esponenziale, poiché l’Uomo Pipistrello è ancora libero di vagare dove vuole e so che prima o poi mi troverà. Ci ritroverà tutti e ci divorerà la mente, come è solito fare.

 Ovviamente niente è più come prima, lo vedo nei loro sguardi, è chiaramente scritto negli occhi dei rimasti, la rabbia cieca di Pinguino, lo stoicismo dell’Enigmista –si vede benissimo che il suo orgoglio sta meditando vendetta per qualcosa-, il silenzio distratto di Joker, che sicuramente non proferisce una parola solo per lasciarci a rimuginare nel nostro silenzio, ognuno coi suoi demoni personali, ognuno a combattere la propria delusione, chi per un motivo, chi per un altro… ma nei suoi occhi, che ballano per tutta la stanza, come in cerca di distrazione, non c’è nulla; non si cura minimamente di quest’ultimo fallimento e ciò non mi stupisce.

 Osservarli, tuttavia, non ha il solito effetto calmante sui miei nervi e mi ritrovo a tremare nel mio angolo senza dire nemmeno una parola, tentando di scacciare quest’ansia opprimente che da mesi mi attanaglia la bocca dello stomaco e brucia ogni cellula razionale del mio cervello. Vedo Pinguino fare su e giù per quello che era il suo vecchio covo –le fogne sotto Gotham City- e non basta la prospettiva del cospicuo bottino ricavato dalla rapina per tenere a bada la sua furia. Ovviamente con Batman in giro avremo tutti poche occasioni per spendere quei soldi.

 Questo secondo fallimento sta portando conseguenze devastanti e non è difficile accorgersene: se dopo il primo fiasco tentammo di riorganizzarci immediatamente, adesso è come se fossero tutti sull’orlo del divorarsi a vicenda; abbiamo perso Due Facce, Batman è ancora vivo ed in buona salute, Joker è pesantemente ferito e l’Enigmista è quanto mai distante da tutti noi –manca poco, lo so, prima di perderlo del tutto.

Ma ne capisco i motivi… ormai è chiaro agli occhi di tutti che c’è un traditore tra noi, qualcuno che aveva reso nota alla polizia la locazione del nostro vecchio quartier generale dopo la rapina, mettendo a rischio tutti i membri della Lega, ovviamente sperando che fossero tutti arrestati in un colpo solo. Lo ammetto, sono stato io a tentare di denunciarli per avere finalmente campo libero e compiere la mia vendetta da solo.  Avevo indovinato il piano “segreto” di Due Facce, ma sinceramente speravo che lui ed il clown si ammazzassero a vicenda e che gli altri venissero tolti di mezzo dalle forze dell’ordine, ma non è andata così.

Come avrei mai potuto immaginare che l’Enigmista avesse nascosto una trasmittente addosso a Joker e sarebbe corso ad aiutarlo? O che Pinguino avrebbe seguito la sua linea di principio diffidente e si sarebbe recato da tutt’altra parte di come pattuito? Ma la delusione peggiore è la mia dimenticanza… ero così preso dall’avere Batman tremante ed inerme ai miei piedi che non mi era davvero passato per la mente di cercargli un antidoto addosso.

La buona notizia è che, almeno per ora, tutte le accuse ed il risentimento sembrano rivolte esclusivamente verso Joker, vuoi per via della sua ben nota ossessione per Batman, o perché solamente lui ed il suo fidanzato sembrano essere scampati all’arresto, nonostante le loro condizioni di salute, che avrebbero reso al vigilante facile come bere un bicchier d’acqua, arrestarli.

L’Uomo Pipistrello infatti, non avrebbe mai permesso loro di fuggire in nessun caso, li avrebbe presi come conigli in una tana e li avrebbe recapitati dritti dritti al commissario Gordon. All’improvviso, accuse, sospetti e minacce iniziano a rimbombare tra questi condotti, gridati dalla voce di Pinguino, che per molti minuti sfoga la sua rabbia a parole. Inizio a domandarmi se non sarebbe prudente calmarlo o atterrarlo in qualche modo, prima che passi ai fatti.

Com’è possibile che quel Batman ancora una volta ne sia uscito vivo! Il mio piano era perfetto! Siete stati voi a rovinarlo! E ditemi ora, dov’è l’Uomo Pipistrello in questo momento?! Se non là fuori, ad aspettare il momento giusto per colpirci?!”

“Gesù, Pengy se continui così, finirai col farti venire un’embolia o qualcosa del genere! Il che mi renderebbe un clown moooolto triiiiste…” Lo interrompe Joker, mettendo infine un finto broncio da ragazzino e scoppiando subito dopo a ridere come suo solito. Pessima mossa a mio avviso prenderlo in giro ed infatti, la reazione di Pinguino è pessima.

Tu!  Sei stato tu, la colpa è tua! Non mi avrai mica preso per stupido, Joker?! Tutto doveva cambiare stasera, invece l’unica cosa diversa è che sono stato costretto a tornare in questo posto!”

“Ohhh, ma dai! Non ti metterai mica a piangere, adesso?”

Vedo Pinguino iniziare a gonfiarsi di rabbia, preparandosi ad una risposta a dir poco devastante ma all’ultimo momento, come al solito, l’Enigmista si intromise nel discorso cercando di riparare il suo compagno; dubito comunque fortemente che chiunque di noi possa dire qualcosa per calmare l’uomo uccello.

“Quello che Joker sta cercando di dire, credo, a modo suo… è che poteva andarci di gran lunga peggio. Abbiamo i soldi, siamo vivi e anche se DueFacce è andato, è solo colpa sua. Ha tentato di uccidere Joker, perciò ha avuto quello che si merita. Il vero traditore è sempre stato lui, fin dall’inizio si era rifiutato di cooperare in maniera onesta.”

Per un attimo mi domando perché l’Enigmista sia intervenuto in difesa del clown se c’è dell’evidente risentimento nel suo tono di voce… ha parlato suo malgrado ma capisco che per lui, anche se la rabbia è forte, i suoi sentimenti per il compagno lo sono ancora di più. Guardo Joker e mi accorgo che anche lui ha notato  queste cose, ma allo avrebbe preferito che l’Enigmista tacesse, lo leggo nel suo sguardo. Vorrei esplorare ancora di più questa situazione ma Pinguino ricomincia a gridare e la mia attenzione verte nuovamente su di lui.

 

“Queste sono tutte balle! Due Facce può anche non essersi comportato onestamente, ma non giustifica tutto quello che è successo dopo. Chi ha spifferato alla polizia dove si trovava il nostro quartier generale?! Chi ha fatto fuggire Batman?!”

“Se fosse stato uno di noi ad allertarli, di certo non ce ne staremmo qui, no? Come avremmo potuto fermare Batman se eravamo feriti come ci vedi?!”

“Resta il fatto che lui non vi ha arrestati!”

“Anche lui è rimasto ferito! Ci siamo scontrati in tre, è stata come una Battle Royale e tu non c’eri! Quindi non puoi startene lì a formulare congetture e sputare accuse come se fossi sicuro al cento per cento! Le cose sono due, o credi alle mie parole o te ne vai al diavolo e la Lega si scioglie in questo momento.”

 

Vedo che l’Enigmista si sta scaldando al pari di Pinguino a cui però, nonostante la cosa non faccia piacere,  non risponde subito, fermandosi a  valutare le ragioni esposte dall’altro. Passano molti, interminabili minuti durante i quali il silenzio pesa come un macigno sul nostro gruppo tutt’altro che affiatato ed in questo breve lasso di tempo tornano a farmi visita tutti quei pensieri opprimenti che ero riuscito a mettere da parte. Il silenzio fa paura esattamente come in buio, perché grida la verità in maniera impietosa e maligna.

L’aria è pesante, in tutti i sensi; qui è umido e viscido, l’aria sembra farsi strisciante come un serpente, gli spifferi scomodamente caldi si insinuano sotto la nuca e lungo la schiena, velandoli di sudore. Alzo lo sguardo verso il soffitto a volta, oscuro e sporco, cerco di non pensare all’odore che mi circonda e mi si attacca addosso. All’improvviso sento la voce di Joker, che mi risveglia da quel piccolo sonno ad occhi aperti. Si è alzato in piedi e la sua voce è più tonante di quanto avrei mai immaginato… è la prima volta che lo vedo arrabbiato e non mi piace per niente.

“Smettiamola di fare le femminucce per un momento?! Mi sono talmente rotto dei vostri piagnistei, sempre a lamentarsi di qualsiasi cosa! Batman mi ha mandato a monte il piano, ho perso il quartier generale, ho dei brutti ricordi, non voglio stare qui! E booh booh booh! Odio stare con gente che non sa come divertirsi, siete degli idioti dal primo all’ultimo! E la volete sapere una? Sì, sono stato io a permettere a Batman di fuggire ogni volta, perché senza di lui sarebbe una noia mortale, nessuno di voi vale la metà di lui, non siete affatto divertenti!”

 
Dice, iniziando a muovere le mani in maniera nervosa, con gesti ampi. Non passa neanche un secondo tra fine del discorso di Joker e la comparsa dell’ombrello di Pinguino, puntato contro nessuno in particolare ma tutti in generale… ci gettiamo a terra nello stesso momento, io sono il più riparato di tutti stando alle sue spalle, ma non c’è assolutamente nulla dietro cui ripararsi da questo lato, perciò scatto in avanti e mi ritrovo insieme all’Enigmista, dietro un grosso bidone rovesciato sul terreno.

Sento i proiettili cozzare e rimbalzare in tutte le direzioni ma non posso sostenere di capitare nel bel mezzo di un pandemonio e non sapere cosa stia succedendo! Non ho neanche un’arma con me, ma mi alzo e mentre corro verso un altro angolo vedo un coltello a mezz’aria, lanciato da Joker, andare a conficcarsi nella spalla di Pinguino. L’Enigmista recupera da terra una pistola, scivolata dal tavolo su cui era seduto poco prima ed anche lui inizia a sparare all’aggressore, puntando l’arma alla meglio al di sopra delle spalle.

Mi rannicchio nuovamente a terra, disarmato, mentre vedo tutti gli altri iniziare a muoversi da un riparo ad un altro, correndosi intorno, cercando di circondarsi. Non si capisce più chi è contro chi, ed avrei giurato di vedere l’Enigmista sparare contro Joker e mancarlo per un pelo. Un’altra delle lame di Joker colpisce Pinguino, stavolta al petto. Questo colpo lo sbilancia e senza volerlo, lancia una sventagliata di pallottole. Una colpisce il clown qualche centimetro sotto la spalla e le altre si perdono, mentre Pinguino piroetta un paio di volte su sé stesso e me lo ritrovo davanti, ad un passo, lui in piedi ed io schiacciato contro le pareti della fogna. Lui alza immediatamente l’ombrello all’altezza della mia testa, ma si blocca, non spara.

 

“No… non tu… tu non sei… come loro.”

 

Dice e vedo che la lama gli è penetrata così a fondo nel petto che sicuramente gli ha perforato il cuore; non ci vuole uno scienziato per capire che non sopravvivrà a questa ferita e forse proprio per questo inizio  a scuotere la testa con tutta la forza e la decisione che ho. Un uomo in punto di morte, specie uno come noi, se si accorge di stare per morire diventa imprevedibile: ho paura che possa decidere di portarmi con sé nella tomba ma lo vedo roteare gli occhi all’interno della testa ed accasciarsi sul pavimento. Resto pietrificato ma il mio cervello inizia a lavorare velocemente.

Nonostante sia io l’autore della maggior parte dei tradimenti all’interno del gruppo, mi accorgo che nessuno ha mai sospettato effettivamente di me, il che mi provoca una sensazione decisamente strana, a metà tra l’orgoglio e la paura, viscida ed umida come le pareti di questo luogo.

Ho. Rischiato. Di. Morire.

Ho avuto paura ma stavolta non di Batman. Non riesco a muovermi dal mio posto, alzo lo sguardo ed assisto alla conclusione della faccenda.

Joker è ferito, vedo Edward farglisi vicino senza fretta, ma quando lo ha quasi raggiunto, il clown si accorge della sua presenza, si volta di scatto e con un movimento veloce tira fuori dall’interno della giacca una bomba a mano.

 

“Se ti avvicini di un passo moriremo insieme, Eddie.”
“Adesso siamo arrivati alle minacce?”
“Come se la cosa ti dispiacesse…”
“Allora che senso ha usare quella bomba? Lo sai che ti ucciderò anche a costo di seguirti all’inferno.”
“Oh oh ah ah oh oh ah! Non te ne andresti mai senza aver concluso il tuo piano.”
“Piano?”
“Non prendermi per scemo! Non potresti volere la nostra fine qui, non senza Batsy!”
“Batsy, eh?! Dov’è lui adesso?! Non mi pare che si stia precipitando a salvarti!”
“Continui a non capire, Eddie.”
“No! È lui che deve capire! Preferisco ammazzarti che saperti con lui!”
“Non credere che me ne starò a guardare.”

 

In un secondo, con uno scatto felino, l’Enigmista è addosso a Joker. La lotta dura pochi secondi, nei quali i due finiscono a terra a rotolarsi nel combattimento, sento il tac della spoletta che cade a terra… so che dovrei muovermi e fuggire ma non lo faccio. Continuo a guardare e fortunatamente alla fine, è il re degli enigmi a spuntarla, forzando Joker sotto di sé e lanciando l’ordigno il più lontano possibile. La deflagrazione è assordante in questo luogo, ma oltre l’onda d’urto nessuno di noi subisce danni. Edward riprende la sua pistola da terra e col calcio colpisce forte il clown sulla fronte.

 
L’Enigmista si rialza a fatica poco dopo, boccheggiando per respirare dell’aria che, tra la polvere ed i detriti sollevati dall’esplosione non c’è più. Si volta verso di me, stanco e dolorante ma non dice una parola. Torna a guardare Joker ed inizia a trascinarlo a fatica verso il tombino più vicino, verso l’esterno e non oso nemmeno immaginare che genere di piani abbia in serbo per lui e Batman. Non si cura più di me, sa bene che non mi rialzerò fino all’arrivo della polizia. Game over per me.

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Capitolo 11
*** Forza irrfrenabile. ***


Per LadyBlack: Salve! ^_^ Sono contenta che la mia storia ti piaccia, davvero! Soprattutto perchè è la prima che leggi con questi pairing, quindi sono doppiamente soddisfatta! Ho fatto del mio meglio per rispettare i canoni di questi personaggi il più possibile e mi fa piacere sapere che, leggendo, trovi questo mio lavoro ben riuscito! *_* Ammetto che anche io tengo per l'Enigmista anche se non dovrei dirlo, visto che è la mia storia! xD Non posso essere fan di me stessa xD  Per quanto riguarda quello che ho in serbo per questi personaggi, tranquilla, di sorprese ce ne saranno ancora per un po'! xD Ti ringrazio moltissimo per i complimenti ed i tuoi pareri, spero che continuerai a recensirmi nonostante il mostruoso ritardo nell'aggiornamento ç__ç (Mi scuso in ginocchio per quello)! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!

Per Mhcm: Ciao! Eh sì sono tornata anche se dopo una vergognosamente lunga assenza! Spero comunque di non aver perso il tuo interesse! ç__ç Sono contenta che apprezzi i miei colpi di scena ed apprezzi  la mia storia! Confesso che è dal primo capitolo che non vedevo l'ora di 'uccidere" Pinguino >//<.. me cattiva! Ormai diciamo che la Lega è ufficialmente sciola, visto che di membri in libertà o in salute ne sono rimasti davvero pochi xD!  Spero che continuerai a recenrismi e seguire la mia storia :P Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!

Per Desme: Salve, sono felice che la mia storia ti piaccia e spero continuerà a piacerti! Innanzitutto permettimi di scusarmi per il ritardo mostruoso con cui ho aggiornato, spero solo di non aver perso tutto il 'pubblico' ç__ç. Per quanto riguarda Edward, immagino capirai che, essendo non proprio sano di mente, per lui è difficile capire le ragioni di Joker! E poi, il clown non si è esattamente sforzato di fargliele capire :( infatti per tutta la storia, quando si arriva a parlare di Batman, si è sempre limitato a rispondere "tu non puoi capire" ed infatti penso sia così. Eddie non potrebbe mai capire il tipo di rapporto tra quei due, nemmeno se gli si facesse un disegnino, è troppo morboso e schematico, la sua mente non spazia come quella di Joker. Beh leggerai in questo capitolo e nei prossimi, quanto sia realmente "difficile" per l'Enigmista superare questa storia! xD Sono felice che adori Joker, anche io lo amo semplicemente! *_* Cerco sempre di farlo apparire il più IC possibile.. Ti ringrazio per i complimenti che fai alla mia storia ed al mio modo di scrivere! Un abbraccio, alla prossima (Sicuramente aggiornerò presto!)!

Per Killme:  Ciao! xD Eh, sì ho ucciso Pinguino, che cattiva che sono! A dire il vero era fin dal primo capitolo che non aspettavo che l'occasione proficua per farlo morire! ù__ù Cioè, io adoro il personaggio però non riesco a vederlo, se non morto, alla fine! :o Chissà come mai! Eccomi dunque col nuovo aggiornamento, così vergognosamente ritardato (mi scuso in ginocchio)! Mi dispiace che la piega che sta prendendo la storia non ti piaccia ma come hai detto tu, era inevitabile.. non si possono evitare i problemi per sempre, prima o poi questi arrivano a morderti.  xD Se può consolarti, non penso che morirà nessun altro nella storia ma non si sa mai, potrei ripensarci >_< No, non lo farò, mi piacciono troppo da vivi! Ti ringrazio per i complimenti che fai alla mia storia ed anche al mio stile! Mi pare di capire che ti piacciono le bombe? xD Anche a me, adoro le esplosioni! Il fatto che Crane sia illeso ha un suo perché ;) .. è proprio per quello che si è ritirato dal gioco, forse si è reso conto di non averne mai fatto parte in fondo.. nessuno sospettava di lui ed ha fallito su tutti i fronti! Si sarà sentito avvilito xD. Per quanto riguarda "Behinf your Mask" penso che la aggiornerò, a suo tempo! ç__ç Non so ancora quando ma spero presto! Se vuoi comporre un poema, io non mi oppongo mai all'arte ma ti prego , non imbarazzarmi così! >///<  I complimenti, come già ti avrò detto, tendono a spiazzarmi! ç__ç Ora ti saluto con una bbraccio e la speranza che continuerai a recensire la mia storia! :) Alla prossima!

Per Ilaria1993: Ciao! ^_:^ Beh se può consolarti, questo capitolo è pieno zeppo di Crane! *__* Purtroppo, credo sarà l'ultimo capitolo in cui apparirà, o al limite il penultimo a seconda di come decido di affrontare il finale :) spero che continuerai a recensirmi nonostante il mostruoso ritardo per l'aggiornamento (chiedo scusa in ginocchio anche a te! >__<)! Un abbraccio, alla prossima (stavolta, giuro molto presto)!

Per Boopsie: Ed eccola qui! xD Allora, innanzitutto devo ringraziarti perché se ho deciso di riprendere a scrivere queste storie è solo merito tuo e di Sychophanthwhore, che mi avete incoraggiata con parole ed immagini! Sono contenta che ci siano parti che trovi così divertenti nella mia storia, vuol dire che almeno un minimo di umorismo ce l'ho! *_* Non lo avrei mai detto! Comunque mi scuso anche con te per questo ritardo ma almeno avrà dato tutto il tempo alle tue unghie per crescere nuovamente! xD  Ora ti lascio al nuovo capitolo, sperando che ti piaccia! Ci sentiamo presto, un abbraccio ed un big kiss!

Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Ciao! xD Eheh adoro le tue recensioni! Prima di tutto voglio chiederti scusa umilmente (se il caso necessitasse, mi inginocchierei, perfino! >_<) per il ritardo osceno nell'aggiornamento di questa e le altre storie ma prometto che almeno per un po' sarò in grado di aggiornare molto prima! Sono molto felice che ti piacciano tanto le mie storie, davvero! I tuoi complimenti ed opinioni sono sempre benvenuti! :D Non dire che le tue recensioni non sono decenti, in fondo il loro scopo è quello di lasciare un commento e le tue lo fanno sempre! ^_^ Spero che continuerai a seguire le mie storie nonostante sia passato tanto tempo! :( Ti saluto con un abbraccio, alla prossima! ;)

Per Giaggio: Ma ciao! xD Sono molto contenta che ti sia piaciuto il discorso di Joker! Eh sì, è proprio un tipetto tutto pepe, ci credo che l'Enigmista è geloso, sa benissimo che non riuscirebbe mai a fermarlo se prendesse una decisione.. come dicono nel film in fondo, è una "forza irrefrenabile" o un "oggetto inamovibile" a seconda di con quale chiave vuoi interpretare la famosa frase! Ti ringrazio per i complimenti e ti chiedo scusa in ginocchio per il ritardo di questi aggiornamenti! >__< Scusa! Spero di leggere ancora i tuoi commenti, ti saluto con un abbraccio, alla prossima! ;D

Per Sychophantwhore: Allora, innanzitutto adoro il tuo nick e secondo, ho semplicemente adorato la tua recensione, non importa se è giunta a storia quasi conclusa! Anzi, sono io ad essere in imbarazzo per aver fatto passare tanto tempo prima di aggiornare questa storia! :( Non ho davvero fatto una bella impressione, vero? Mi dispiace! Ti ringrazio per tutti i complimenti che hai fatto alla mia storia ed il mio stile, sono davvero molto incoraggianti! :)  Per quanto riguarda la doppia personalità di Joker (quella col trucco e quella senza), sì ammetto di essermi presa una libertà alquanto pericolosa, cè chi può apprezzare questo fatto e chi no e sono felice che tu apprezzi ;)! Avevo semplicemente pensato che un personaggio complicato come Joker non poteva non attribuire un significato speciale ad un trucco come quello.. di certo molto differente da quello che avrei scritto sul Joker originale, che invece non portava trucco ma il suo vero volto. Sulla sua mira invece, avevo pensato che un tipo così nervoso non poteva certo essere un abile tiratore, non sta fermo un attimo! Però visto che me lo hai fatto notare, è vero, nel film Joker con un'arma da fuoco, somiglia a un cieco che fa a sassate. xD Sai mi hai messo davvero in crisi con la tua obiezione su chi sia la "forza irrefrenabile" e chi invece l'"oggetto inamovibile" e sono arrivata alla conclusione che sì, hai ragione, in quell'occasione ma mi pare che siano entrambi facilmente intercambiabili in questa metafora ù__ù . Ora per quanto riguarda le illustrazioni.. sono meravigliose! Le ho trovate semplicemente stupende e sono state proprio loro, insieme all'incoraggiamento di Boopsie a spingermi a riprendere in mano le mie storie! Mi dispiace molto aver mollato tutto così per tanto tempo.. ti chiedo perdono in ginocchio ç__ç! Sei un vero talento ed io mi sento onorata per il tuo gesto! Ora ti lascio a quest'ultimo capitolo, con la speranza che continuerai a recensirmi e che questa storia continui a piacerti fino alla fine! ^_^ Un abbraccio, alla prossima!

XxX.SilverLexxy.XxX



Capitolo 11: Forza irrefrenabile.


Sono passati giorni, settimane, mesi.. tre lunghi mesi per l’esattezza, dalla misteriosa morte di Pinguino e l’arresto di Spauracchio giù nelle fogne. Due Facce, ormai al sicuro dietro le sbarre di Arkham, ha confessato l’esistenza - seppur breve - di una “Lega” fondata da lui e gli altri quattro criminali più pericolosi della città ma questa notizia è stata ormai inutile, perché tardiva.
Si sperava in un minimo di collaborazione in più da Spauracchio, una volta preso anche lui in arresto ma non si è lasciato sfuggire neanche un fiato sull’intera faccenda e da quello che so, se ne sta tutto il giorno in disparte senza mai tentare un’evasione o una qualsiasi azione criminale.
Le intercettazioni sono state ugualmente inutili visto che Crane non si è mai avvicinato a Dent e viceversa.

Immagino che la morte di Pinguino e la corrente locazione di Joker e dell’Enigmista siano un bel grattacapo per la polizia, che però non sembra impiegare neanche lontanamente i mezzi adeguati per portare alla luce questo mistero; immagino abbiano avuto solo tanto di guadagnato dalla morte dell’uomo uccello e la scomparsa degli altri due principi del crimine.
Quello che mi preoccupa è l’ultimo incontro che ho avuto con la Lega ma non so neppure io quali sono i miei veri sentimenti a riguardo.

Non sono affezionato a Joker - o almeno non nel senso più tradizionale del termine -, tra noi c’è stata un’attrazione sia a livello fisico che mentale, o meglio la mente che arriva a fondersi con il fisico, risultando nella sensualità.
Non posso neppure dire che mi manchi la sua presenza, visto che non ho mai passato più di un’ora in sua compagnia e nessuna delle quali troppo piacevole; c’è solo questa strana sensazione, questo improvviso bisogno di trovarlo ed esplorare quest’incognita che siamo noi due.

Non ho nessuna illusione, nessuna speranza nonostante le molte cose che abbiamo in comune, poiché le differenze - Gesù, così poche - sono insormontabili: non riuscirei mai a condurlo sulla strada “giusta”, come lui non potrebbe mai spingermi a rinunciare ai miei criteri di legge e giustizia, ad infrangere la mia unica regola.

 “Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.”

Eppure ci sono stati quei pochi attimi, quella manciata di secondi in cui le nostre labbra si sono ritrovate unite.. e quei lampi nel cervello che erano suoi, non miei e che per un attimo mi avevano indicato una soluzione.

Avevo finalmente capito, la mia perenne lotta interiore era passata in secondo piano e sapevo, in quel momento, che non era necessario interrogarsi ogni istante su chi - se Bruce o Batman - fosse l’autore di un pensiero, l’artefice di un’azione, il possessore di un istinto; sapevo in quei momenti che queste cose non contano nulla, che non potrei vivere senza uno dei due e che quindi tanto valeva lasciarsi andare ad entrambi.
Ho avuto questa stupenda illuminazione per poi perderla appena pochi giorni dopo.

Ed è questa la ragione che mi spinge da mesi a dedicarmi anima e corpo alla ricerca di Joker e dell’Enigmista; questo è anche il motivo per cui la mia mente evita sempre accuratamente  il pensiero che il clown potrebbe essere morto, cerca di non valutare questa possibilità perché altrimenti una brutta sensazione inizierebbe a pesarmi, ad attanagliarmi lo stomaco per delle ragioni sulle quali preferisco non interrogarmi.

“Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.”

Ho rintracciato, pedinato, pestato ed interrogato ormai quasi tutta la malavita di Gotham City ma senza l’ombra di un risultato ed è per questo che ora ho fatto appello alla mia ultima risorsa: il commissario Gordon, a cui ho chiesto un colloquio segreto e privato con Jonathan Crane; infine è riuscito a procurarmi ciò che gli ho chiesto, anche se non senza fatica.
So di averlo messo in una brutta situazione se ciò si venisse a sapere, ma al momento non mi interessa; mi trovo nell’ufficio buio dove solitamente lo psichiatra di Arkham interroga i suoi pazienti più pericolosi, un luogo scarno, freddo e privo di qualsivoglia oggetto pericoloso o che rimandi anche solo vagamente ad essi.

Quando Spauracchio fa il suo ingresso lo trovo insolitamente tranquillo e privo di espressione, come se in fondo non gli facesse ne caldo ne freddo essere tornato in cella dopo un così breve e turbolento periodo di libertà. Lo osservo mentre prende posto sulla sedia davanti la scrivania vuota; l’unico debole fascio di luce prodotto da una piccola lampada da ufficio, gli illumina bene il viso, gettando ombre sgradevoli sotto i suoi occhi.
Non potrebbe in nessun modo vedermi in queste condizioni e credevo di trovarlo più irritato da questa mancanza di luce e per questo il mio cuore salta un battito quando lo sento chiedere

“L’uomo pipistrello, presumo..?”
“Crane.”

Rispondo dal mio angolo, per poi abbandonare le tenebre e mostrarmi nella penombra vicino la finestra; mi sento leggermente turbato dal fatto che sapesse chi doveva incontrare ma la soddisfazione è molto più forte: se si aspettava una mia visita era, probabilmente, perché sapeva di avere preziose informazioni per me.
Parecchi secondi passano silenziosi tra noi prima che sia lui ad iniziare nuovamente il discorso.

“Posso provare io ad indovinare perché sei qui.. sembri restio a parlare, stasera.”
“Come sapevi che ero qui?”
“Diciamo che ho fatto le mie congetture.”
“Bene allora, sentiamo fin dove si spingono le tue deduzioni.”
“No, no, no.. cominciamo male se pensi che puoi ottenere senza contraccambiare.”
“Cosa vuoi?”
“Sapere. Solo sapere.”
“Mi pareva di essere io qui, quello che voleva sapere.”
“Diciamo che potremmo colmarci delle lacune a vicenda.”

Le sue parole mi lasciano interdetto per qualche istante ma poi ricordo che è pur sempre con un medico che sto parlando, un uomo che ha fatto degli abissi della mente umana la sua casa. Lo osservo per un po’, attimi in cui lui non dice nulla, in attesa della mia risposta.
Prendo posto davanti a lui, dietro la scrivania e guardandolo dritto negli occhi gli dico

“Vediamo dove possiamo arrivare, allora.”
“Vuoi cominciare dall’inizio?”
“Sarebbe un buon punto.”

“Fondammo la Lega, che successivamente abbiamo battezzato “dell’Ingiustizia” col solo scopo di farti fuori. Avevamo ammesso che nessuno di noi singolarmente sarebbe stato in grado di abbatterti, quindi accettammo la proposta di Pinguino, ben sapendo a cosa andavamo in contro.. il fatto che abbiamo tutti poi tentato di agire alle spalle degli altri, non ha certo sorpreso nessuno.”

“Che è accaduto?”

“Ognuno aveva i suoi secondi fini. Il mio era di sfruttarli per arrivare a te e poi liberarmi di loro per compiere in solitario la mia vendetta.. Due Facce, per quanto ne so, ha sempre tenuto molto di più alla morte di Joker che alla tua, quindi penso sia stato più un modo per arrivare a stargli abbastanza vicino da mettergli le mani addosso. A Pinguino invece non interessavano gli schemi o chi di noi avesse ucciso chi, l’unica cosa che voleva era la tua scomparsa, che fosse per mano sua o di un altro non gli è mai interessato. Joker e l’Enigmista, invece.. penso giocassero un gioco a parte, in coppia, come una partita di scacchi in cui uno si scopriva e l’altro osservava fin dove si sarebbe spinto.”

“In che senso?”

“Nel senso che quei due, come avrai certamente saputo, sono arrivati.. diciamo ad essere molto intimi ed Edward era molto curioso di sapere quanto di preciso avrebbe dovuto preoccuparsi per l’ossessione che Joker ha sempre avuto per te. Immagino non potesse tollerare il pensiero di non avere la mente del suo compagno totalmente per sé. Non vuole mai essere secondo a nessuno, quel Nigma. Joker.. ha sempre, solo voluto mettere i bastoni tra le ruote e conservarti in buona salute. Non è finita molto bene.”

“Che è accaduto?”
“Non correre. Che è successo quella sera al vecchio magazzino?”
“Joker mi ha fatto fuggire.”
“Tutto qui?”
“Sì, tutto qui. Che ti aspettavi?”
“Qualche dettaglio in più avrebbe giovato.. che successe fra te e Joker in quell’occasione?”

Ora so che Crane ha congetturato più di quanto immaginassi, giungendo probabilmente alla giusta conclusione. Le sue domande non sono certamente del tipo a cui potrei rispondere facilmente ed ora tutto, dal suo tono di voce al modo in cui si sporge in avanti come per sentire meglio, mi irrita come non mai, al punto che vorrei scavalcare l’ostacolo della scrivania per stringere le mani attorno al suo collo.

“Non vedo come questi fatti potrebbero interessarti.”
“Mi interessano eccome, invece!”
“Forse non dovrebbero.”
“Mh.. allora immagino non ti interessi poi molto sapere ciò che so.”
“Sai che posso farti parlare in molti modi, Crane..”

“Mi basta un grido. Dubito che dovresti essere qui adesso, o sbaglio? Mettimi anche solo un dito addosso e in un attimo tutte le guardie di Arkham saranno qui. Penso che il commissario Gordon non sarebbe contento di un simile fiasco da parte tua.. è così difficile fidarsi delle persone di questi tempi.. specie di quelle con una maschera sul volto.”

“Quante parole per esprimere un concetto così semplice.”
“Allora, che è successo nel magazzino quella sera?”
“C’è stato un bacio.”

Rispondo immediatamente, in modo conciso e svelto, come quando si deve togliere un dente; vedo Crane iniziare a ridere di gusto, vedo il suo corpo scuotersi con la forza del divertimento e immagino che se non avesse avuto l’ostacolo della camicia di forza, ora si starebbe battendo i pugni sulle ginocchia.
La scena è talmente irritante che in un attimo aggiro la scrivania e lo afferro per gli indumenti all’altezza del petto ma lui non si calma e continuando a ridacchiare dice

“Calmo Batman, stai calmo.. cerca di metterti nei miei panni, non trovi spassosissima tutta questa storia? Cioè, probabilmente Edward vi stava spiando per tutto il tempo! Come ti fa sentire sapere che lui ha visto tutto e la sera stessa ha sfogato la sua rabbia scopandosi o torturando Joker? O probabilmente.. ahah.. visto i tipi.. ahahah.. tutte e due le cose!”

Alzo una mano e quasi senza rendermene conto gli do un pugno con quanta forza posso, ma ancora Spauracchio non smette di ridere. “Ouch! Questa mi sembra gelosia.. - un altro pugno, sempre nello stesso posto, sperando facesse più male - non credevo potessi arrivare a questo punto, Batman..” ancora un altro colpo ma ancora non basta a tappargli quella dannata bocca.

“Dimmi dov’è Joker!”
“Non ho mai detto di sapere dove fosse!”
“Mi stai prendendo in giro, Crane?!”
“No. Ciò non significa necessariamente che non ho altro da dirti, mi pare.”
“Cos’altro potrebbe interessarmi?”
“Posso semplificarti la vita.”
“E come?”
“Posso dirti dove non è.”
“…”

Mio malgrado lo lascio andare, lentamente sciolgo la mia presa sulla sua camicia di forza e per un attimo mi sento colpevole per averlo colpito senza che lui potesse difendersi in alcun modo; comunque, cancello immediatamente questo senso di colpa mentre torno a prendere posto dietro la scrivania e lo guardo: sanguina dal naso e da vari altri tagli sulla guancia, dove l’ho colpito.
Attendo nuovamente che sia lui a parlare, nonostante sia talmente irritante dover lasciare la conduzione del colloquio a lui..

“Fatto sta che dopo quella sera, era palpabile un cambiamento. Due Facce aveva tentato di ammazzare Joker, piano che decisi di rendere noto anche all’Enigmista, così Harvey si era ritrovato quasi morto egli stesso, per via dello scherzetto del ponte. Ricorderai che i suoi uomini sono tutti morti annegati quella notte?”

“Sì. E poi che è successo?”

“Tu eri fuggito, immagino che Joker ti abbia iniettato l’antidoto al mio gas. Iniziammo a progettare un secondo schema ma come ben sai, fallì. Ora dimmi che è accaduto di preciso al cantiere.”

“Mi sono ripreso in tempo per impedire a Due Facce di ammazzare Joker. Era comunque gravemente ferito. Abbiamo discusso per un po’, ma siamo stati interrotti dall’Enigmista.”

“Per l’ultima volta.. cerca di non omettere dettagli importanti.”
“C’è stato un altro bacio. Altri due, per l’esattezza.”
“E poi è arrivato Edward?”
“Esatto. È stato Joker a stenderlo, poi ho preso Dent con me e li ho lasciati soli.”
“Oh, ma che gentiluomo.”
“Che è successo dopo?”

“Ci siamo riuniti, nelle fogne come saprai e c’è stata una sparatoria dopo che Joker ha senza vergogna alcuna ammesso di essere stato lui a farti fuggire. Pinguino è impazzito ed ha iniziato a sparare all’impazzata, tutti puntavano contro tutti ed il primo a cadere è stato Oswald. Poi l’Enigmista si è avvicinato a Joker, che lo ha minacciato di far esplodere una bomba, si è parlato anche di te.”

“Vai avanti.”
“No, ora vai tu avanti.. perché stai cercando Joker?”
“Questo è quello che faccio da sempre.”
“Oh, sì. Oppure no? Meglio cominciare dall’A B C: che hai provato quando Joker ti ha baciato?”
“Questa farsa si sta spingendo troppo oltre, mi pare!”
“A me non pare affatto. Oh, andiamo! Sono pur sempre laureato, ho il segreto professionale!”
“Sei laureato in idiozia, forse.”

“Mi offendi e non mi piace. Cerca di non nasconderti per un momento! Se può aiutarti, fingi che io sia Joker, magari ti viene tutto più naturale. Scherzavo, scherzavo!” Conclude, notando che stavo quasi per rialzarmi in piedi e pestarlo da capo. Torno sulla sedia e rispondo con cautela.

“Mi ha fatto sentire libero.”
“Libero? Da cosa? Dalla tua maschera?”
“Anche da quella, sì.”
“Sei stato tu a baciarlo o è stato sempre Joker a prendere l’iniziativa?”
“A turno.”
“Come siamo loquaci.. che provi adesso? Che farai quando lo avrai trovato?”
“Non lo so. Ad entrambe le domande.”
“Oh. Che peccato. Che faresti se lo trovassi morto?”
“Sono sicuro che non è morto.”
“Mh. Credi che uccideresti Edward, se avesse ammazzato Joker?”
“Ho la mia unica regola.”
“Ma questa non è una risposta. Che ti aspetti da questa storia?”
“Assolutamente niente.”
“E cosa vorresti invece?”
“…”
“Allora?”
“Forse.. tenerlo con me.”
“Ho capito. Per me è sufficiente così.”

Resto basito dalla sua ultima dichiarazione, mi ero già rassegnato ad altre due ore di questa pantomima assurda ed è un sollievo sapere che è già finita. Lo scruto per qualche attimo in più, come per scoprire una truffa da parte sua e poi rispondo

“Strano da parte tua.”

“Stai zitto quando parli con me. Io non sono come tutti gli altri ciarlatani, sedicenti medici o empatici del cazzo. Ora so ciò che provi molto meglio di te e ti dirò ciò che ti interessa sapere: l’Enigmista ha atterrato Joker e lo ha rapito, non so per portarlo dove o per farci cosa, ma so per certo che non si trovano più a Gotham City e che il clown è ancora vivo. Edward vuole prendersi la sua vendetta su di te facendolo fuori davanti ai tuoi occhi per far capire ad entrambi che tu vali molto meno di lui. Forse che si ammazzerà lui stesso, una volta portato a termine il suo piano.”

“Nessuna idea di dove potrebbero essere?”
“Di questo non devi preoccuparti.”
“L’unico motivo per cui sono qui è questo!”

“Non è vero. Cercavi rassicurazioni e te le ho date. Scoprirai fin troppo presto dove si trova Joker, fa parte del gioco.. scommetto che presto riceverai uno dei macabri indovinelli dell’Enigmista. Fossi in te, cercherei negli archivi della polizia per qualche.. strano caso. Probabilmente è così che Edward vorrà lanciarti la sua sfida. Non penso di avere altro da dirti. Ti faccio i miei auguri.”

Conclude con un sorriso insanguinato ed io lascio così, me ne vado sbattendo la porta e svanendo nuovamente nell’oscurità, con in testa ancora più pensieri di quando sono entrato. Purtroppo non riesco a fare a meno di cercare una risposta alle domande che Crane mi ha posto durante il colloquio; mi irrita sapere che probabilmente ha davvero indovinato meglio di me ciò che provo e non posso tollerarlo.
Torno alla Bat caverna e mi precipito immediatamente al computer, in cerca di un qualsiasi indizio e lo trovo nel più recente rapporto della polizia, su una strage piuttosto particolare; capisco immediatamente che è quello, l’indizio di cui mi parlava Spauracchio.


--

“Mmmmpfrrg…” Sento pronunciare dalla voce di Joker questa parola incomprensibile, filtrata attraverso il panno che gli copre la bocca ma non ho certo bisogno di un interprete per indovinare con sicurezza matematica che mi ha appena dato dello stronzo. Schiaccio il pulsante ‘pausa’ del gioco che sto finendo al PC e mi volto indietro con la sedia per guardare il mio amante malinconico, immobilizzato ed imbavagliato. Quasi mi dispiace doverlo trattare in questo modo.

“Noto che sei di nuovo sveglio. Non sei carino ad insultarmi appena apri gli occhi, ogni volta.”

“Mmmprrfrrrg.” Ancora una volta mi trovo ad indovinare con esattezza le sue parole: ‘Se non mi ti trovassi davanti ogni volta, non sarei costretto ad insultarti’. Forzo una risata ad uscire dalla mia bocca e lo vedo far scattare la testa di lato per farmi capire quanto mi detesta in questo momento. Torno a guardare il monitor del computer, sbloccando il gioco e mentre mi districo fra i suoi ostacoli parlo, più per tenere compagnia al mio ospite che per altro.

“Non devi fare quella faccia, tesoro. Il fondo potresti anche guardare oltre la precarietà della tua situazione attuale e capire che se sto facendo tutto questo, è solo perché ti amo.. a modo mio, s’intende. Mi spiego meglio: non è certo la prima volta che un’amante - e tu sai bene che ho avuto molte donne - perde la testa per Batman, abbandonandomi come un bifolco e spesso mandando all’aria i miei piani, ma con loro difficilmente mi sono avvicinato a questi livelli di follia. Perché non provavo niente per loro. Ecco il lato positivo, non lo vedi? Morirai sapendo che ti amo.”

“Mrrrrrruurrrgh!”
“Sì, immaginavo non ti consolasse poi tanto.”
“Mrrrgrrgh…”
“Beh, grazie. È carino che almeno apprezzi il gesto.”

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Capitolo 12
*** Oggetto inamovibile. ***


Per Boopsie: Mattaaaa xD! Allora evidentemente siamo in due ed entrambe ci teniamo buona compagnia! ;) Continua a serbare le unghie più che puoi perchè questo capitolo ed il prossimo saranno i più ricchi di suspence! >__< O per lo meno, spero di essere riuscita a trasmettere queste sensazioni! Comunque hai ragione, il capitolo precedente serviva solamente da divisorio, per far capire che la prima parte della storia è terminata ed ora inizia una seconda, completamente differente! Per quanto riguarda Crane, era poprio quello che volevo comunicare, ovvero ormai Spauracchio ha "superato" la sua fobia per Batman grazie agli eventi della "Lega" ed ora può sentirsi libero di dialogare con pipistrello senza andare a rintanarsi in tutti gli angoli! ;) Spero davvero che gradirai anche questo capitolo! Un abbraccio forte forte, alla prossima!


Per Sychophantwhore:  Ciao! Per prima cosa, mi dispiace che sei rimasta scossa dal terremoto.. anche io l'ho sentito, abito nel Lazio e qui si è avvertito discretamente.. spero che non sia stata una scosa troppo forte lì da te. Sono felice di leggere la tua recensione, nonostante il ritardo - che infatti mi ha fatto perdere parecchi commenti ma non fa niente, è ciò che merito xD - e devo dire che la apprezzo molto, devi averci perso molto tempo per scriverne una così lunga e precisa >__ Nel prossimo capitolo però si comprenderà meglio dove voglio andare a parare xD! Hai compreso perfettamente ciò che volevo comunicare, ovvero che se ascoltato Joker, oltre alle solite scempiaggini, è capace di illustrare un intero mondo mai esplorato e farti vedere che ci sono moltissime alternative alla vita che uno pensa di dover 'sopportare'.. che Batman può scegliere, nonostante senta il peso del suo costume, che non è realmente obbligato a seguire un copione o farsi mille problemi. Sono contenta che hai apprezzato il dialogo tra Crane e Batman ^_^! Anche io mi sono divertita molto a rendere per una volta il super eroe succube del dottore, che grazie agli eventi della "Lega" è riuscito ad elaborare la sua fobia per Batman. Questo ha sancito chiaramente un passaggio, ed ha dato il via alla seconda parte della storia, completamente diversa dalla prima. Posso solo dirti che orami Crane non ha più nteressi nella partita, visto che è stato proprio lui a decretare "game over per me".. ora tutto ciò che vuole è capire e sapere come va a finire tutta questa storia. Con l'ultima parte, il tuo commento su Nigma, mi hai dato un'idea che leggerai nel prossimo capitolo! ^_^ Spero che apprezzerai anche questo capitolo, ti saluto con un abbraccio e spero di continuare a leggere i tuoi commenti! Alla prossima!


Per AintAfraidToDie: Ciao! Innanzitutto, benvenuta! Non devi preoccuparti se hai iniziato a recensire così avanti nella storia, visto che questa è la prima volta che aggiorno dopo mesi, anzi! Ti sei risparmiata mesi e mesi di vuoto a causa mia, ed a me hai risparmiato un'altra serie di scuse chieste in ginocchio xD. Sono felice di leggere che apprezzi così tanto la mia fanfiction, davvero anche se, come continuo a ripetere dal primo capitolo, troppi complimenti tendono a mettermi in imbarazzo >///__< .. anzi, no! xD Lascerò che tu lo capisca leggendo fino alla fine questa storia, visto che il punto clou di questa seconda parte della ff, è proprio la differenza tra questi pairing! xD  La cosa che mi ha fatto più piacere è che trovi il mio Joker molto IC! *_* è un personaggio difficilissimo da descrivere, mi hai resa davvero orgogliosa di me stessa! Ti ringrazio ancora una volta per la tua recensione ed i tuoi complimenti.. spero davvero che anche questo capitolo ti piaccia e che deciderai di commentarmi ancora! ^_^ Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!



Capitolo 12: Oggetto inamovibile.


POLIZIA DI GOTHAM CITY
COMANDO

Servizio       PRIMO RAPPORTO SULLA  SCENA DEL DELITTO      Gotham City Center, 11. 04. XXXX
 
Al:
Ministero della Grazia e Giustizia – uffici centrali
Vera Lodemine
     
Signor commissario di polizia di Gotham City
James Gordon
     
Onorevole procuratore pubblico
John Donnelly

 Comandante FBI
Dereck J. Monerate

Concerne:  Risultati del primo sopralluogo nell’appartamento.
Rif.to: Nessuno.

Oggi, 11 Aprile, comunichiamo quanto segue:

Alle ore 12:00 di questa mattina la centrale di polizia di Gotham City riceve una telefonata da un informatore anonimo; egli allerta le nostre unità in proposito di un delitto avvenuto nel quartiere Gotham City Center, al dodicesimo piano del palazzo in (indirizzo), appartamento 12A.

Recatesi sul posto, le nostre pattuglie allertano immediatamente la centrale, richiedendo rinforzi e l’assistenza della squadra della scientifica; la scena è raccapricciante: gli inquilini, un impiegato di 53 anni e sua figlia, tirocinante di 27 sono stati trovati morti nella stessa stanza, anche se gli omicidi paiono essere avvenuti in ambienti differenti (v.d. Allegato 1A).

La prima ricostruzione dei fatti è la seguente:
1.    L’assassino – o assassini – si è introdotto in casa manipolando la centralina elettrica dell’allarme anti furto, in casa doveva essere presente solo il padre che non sembra avere opposto resistenza quando il colpevole lo ha drogato con un gas soporifero. In seguito, mentre l’uomo era privo di sensi, pare che l’assassino gli abbia tolto i vestiti per sostituirli con un costume da clown e gli abbia truccato il viso per completare il travestimento; successivamente ha legato insieme i piedi dell’uomo all’altezza delle caviglie e le mani all’altezza dei polsi, poi lo ha sollevato a testa in giù, in modo che pendesse dal soffitto a pochi centimetri da terra. In seguito ha trovato un catino, che ha riempito d’acqua e deposto sotto la testa dell’uomo, lasciando così che annegasse in esso (v.d. Allegati fotografici 3B, 4B, e 5B) (v.d. Rapp.to medico legale).

2.    Completato il lavoro con la prima vittima, pare che l’assassino sia rimasto in casa per diverse ore, aspettando il rientro della seconda, la figlia ventisettenne, ha tentato di sorprenderla ma non ha potuto evitare la breve colluttazione con lei prima di ucciderla con un colpo di pistola al petto (v.d. Rapp.to medico legale). In seguito l’ha adagiata su una sedia di fronte alla finestra e le ha infilato due pezzi di vetro nei bulbi oculari prima di andarsene. (v.d. Allegati fotografici 1C, 2C, 3C e 4C)

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Non ho bisogno di intrufolarmi sulla scena del delitto per capire che questa è sicuramente opera dell’Enigmista, il suo modo di lasciarmi un messaggio da decifrare e sono inoltre sicuro che quello che so adesso mi basta ed avanza per cercare la soluzione al suo macabro indovinello.
Appena terminata la lettura, inizio ad inserire i dati nel bat computer, che sicuramente avrebbe trovato la soluzione molto più in fretta di quanto avrei potuto fare io, ma proprio un attimo prima di riuscire a fornirmi la sua serie di risposte, lo schermo si fa scuro – eccezione fatta per un piccolo puntino verde al suo centro – dopodiché l’immagine oscura inizia a deframmentarsi e scomporsi in molti piccoli quadrati, che dopo un attimo iniziano a cadere fino a sparire dallo schermo.
Ora, al centro del riquadro, troneggia un enorme punto interrogativo verde, che dopo aver lampeggiato un paio di volte inizia a scomparire in dissolvenza, lasciando spazio ad una versione caricaturata in miniatura dell’Enigmista che inizia a ridere di gusto con tono metallico e robotico.

Ciaaaao, Gotham! Mi duole informarti che per il momento non ti sarà possibile accedere nessun computer! Non posso dire quando la tua tecnologia riprenderà a funzionare ma sappi che è davvero tutto solo provvisorio! Maaaaa.. non allarmarti, città di Gotham! Tutta la nazione sta condividendo questo momentaneo disagio con te! Ahh, PS, se la cosa può consolarti, il gioco del solitario è rimasto attivo nei vostri sistemi operativi! Divertitevi tutti quanto volete con quello! Porgo a voi i cittadini le mie scuse e vi auguro una buona serata! Ciao, ciaaao!”

Il suo tono da reclame e la sua risata mi fanno capire che l’Enigmista è tornato alla ribalta dopo il breve periodo di calma successivo alla sua evasione, periodo durante il quale immagino sia stato occupato a fare altro in compagnia di Joker.
Questa realizzazione mi fa preoccupare seriamente per la vita del clown, so quanto può diventare terribile Edward Nigma durante una sfida.. inoltre, sospetto che questa volta sarà molto più dura delle precedenti, visto che non è in gioco solo il suo divertimento o il suo orgoglio.. ora è rimasto preda di un’insana ossessione per Joker.

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“Lasciami uscire! Voglio parlare, devo vedere il commissario Gordon!”
“Crane per favore, sai come sono qui le regole.. ora mettiti a dormire e domani parlerai con chi vuoi!”
“Tu.. maledetta scusa per un essere umano, apri immediatamente questa cella!”
“Oh oh oh, come siamo birichini, oggi!”

Inizio ad irritarmi non poco per le risposte bonarie di questo ebete in camice bianco, che mi sta trattando come l’ultimo dei deficienti solo perché, mio malgrado, mi trovo in un manicomio.. non capisce, il maledetto, che io sono laureato in medicina e psichiatria mentre lui non è altro che un infermiere, come se non bastasse ignorante? Capisco che continuare a discutere è completamente inutile, perciò mi allontano dalla porta della mia cella ed inizio a prenderla a calci e spallate, i soli movimenti che la camicia di forza mi permette di compiere.

“Posso sapere che stai facendo, Crane?”

Neanche mi volto verso Harvey Dent, il mio compagno di cella (imbottita) e continuo piuttosto a fare più macello che posso, sperando finalmente di riuscire a convincere quello stupido esempio della lotta dell’uomo contro il cervello a lasciarmi uscire o, almeno, a chiamare lo psichiatra di turno! Inizio a sentire dolore in tutte le parti del corpo che uso per i miei goffi assalti, quando Due Facce mi si para davanti e colpendomi sul petto col piede, mi spinge indietro verso il centro della cella. Alzo lo sguardo su di lui e mi fa rabbia la sua espressione quasi annoiata, le braccia conserte sul petto.
Lui non ha la camicia di forza, hanno obbligato solo me a metterla per via dei molti scontati tentativi che ho usato per attirare l’attenzione degli infermieri.

“Mi vuoi spiegare che c'è?!”
“Devo parlare con qualcuno, adesso!”
“Ahh.. davvero? Sì, lo avevo intuito. Forse perché non stai gridando altro da mezz’ora!”
“Levati, per favore!”
“Se mi dici perché vuoi parlare con Gordon, posso aiutarti.”
“…”
“Allora?”

Dubito fortemente che Dent potrebbe davvero aiutarmi ma ancor più stento a credere che potrebbe davvero volerlo se gli spiegassi cosa sta succedendo. Mi accorgo che sto mordendo il mio labbro e la smetto subito, preferendo tenere i denti ben stretti, cercando di valutare questa proposta. Accidenti, se solo quell’infermiere mi desse retta per un secondo..! Ma che dico, ‘infermiere’? Più probabile che sia un oggetto di studi approfonditi, come il primo esperimento riuscito della clonazione del letame, per esempio.

“Devo far avere un messaggio a Batman.”
“Perché?”
“Posso sapere che ti importa?”
“Hai il coraggio di chiederlo?! E mi hai anche svegliato di soprassalto, avrei potuto morire di crepacuore.”
“Ah. Ah. Ah.” Dico lentamente, nella parodia annoiata di una risata.
“Riguarda Joker, non è vero?”
“Se vuoi aiutarmi fallo, altrimenti togliti di mezzo.”

Concludo così il nostro dialogo e vedo il lato ancora intatto del viso di Dent assumere un’espressione pensierosa, guardando per qualche secondo il pavimento,  poi riporta gli occhi su di me e non faccio fatica a sostenere quello sguardo, sapendo che non sta valutando me ma i suoi stessi pensieri.. non lo vedo bene, visto che i miei occhiali sono scivolati a terra mentre prendevo a spallate quella porta ma percepisco il suo movimento quando si volta e si affaccia dalla grata, per parlare col cane parlante là fuori.
Maledetto, se dipendesse da gente come lui, probabilmente ora vivremmo tutti sotto la dittatura degli apriscatole.

“Ehi..”
“Buona sera. Tutti rumorosi oggi, eh?”
“Senti, sai almeno chi siamo noi due?”
“Certo! Jonathan Crane ed Harvey Dent.”

“Sì certo, che riassunto si traduce in Due Facce e Spauracchio. Ascolta bene adesso, prima di finire qui dentro, io e lui abbiamo fatto la famosa rapina alla banca centrale; come saprai il denaro non è mai stato ritrovato.. ti farebbero comodo mille dollari per farmi il favore di accontentare il mio compagno di stanza?”

Quando poco dopo la cella si apre, non riesco a non trattenere una risata. Perché non ci ho pensato prima?

“Ah, se ti do altri mille dollari, me lo faresti un altro favore?” Sento Due Facce chiedere all’ospite di un tamponamento a catena di neuroni che è al mio fianco, poco prima che mi scortasse fuori. Quando sa di aver ottenuto la sua attenzione, dice “Prima di tornare al lavoro fatti una doccia, hai i pidocchi che se ne vanno in giro col dopo sci.”

--

Un’ora è già passata da quando i computer di tutta la regione si sono fermati, senza eccezioni. Mi sento ancora troppo lontano dalla soluzione, la prima ed unica cosa che sono riuscito a capire è che l’uomo annegato e vestito da clown rappresenta Joker e la morte che lo attenderà se non riuscissi a vincere la sfida che mi ha lanciato Nigma.
Per quanto odi ammetterlo perfino a me stesso, è proprio quest’immagine che mi sta oscurando la mente; il pensiero di una morte così dolorosa per il clown sovrasta ogni altra catena logica a cui potrei attaccarmi, mi distrae ed i miei tentativi di conquistare la calma e la lucidità mi danno appena pochi minuti di pace.

Odio che per la prima volta nella mia vita, debba sentirmi così, proprio quando più avrei bisogno di mantenere la calma; faccio avanti e indietro, percorrendo a grandi passi la caverna, senza riuscire a seguire il filo logico di neanche una sola delle ipotesi che mi si vanno formando in testa.
Improvvisamente vengo distratto dall’arrivo di Alfred che mi raggiunge velocemente. Ha l’aria preoccupata ed una vena di urgenza gli piega la voce.

“Signore, tutto bene?”
“No.. devo trovare una soluzione, Alfred. Guarda, è un indovinello dell’Enigmista.”

Dico, indicando lo schermo del gigantesco bat computer solo per rendermi conto immediatamente dopo che Alfred non avrebbe potuto vedere niente, lo schermo era ancora occupato da un grande punto interrogativo verde. Lui comunque fa qualche passo verso lo schermo, osservandolo confuso, per poi voltarsi di nuovo verso di me

“Lucius Fox ha chiamato, ha detto che probabilmente l’Enigmista ha programmato il virus per entrare in azione poco dopo la scoperta di una qualsiasi effrazione nei computer della polizia di Gotham. Non pensa di riuscire ad eliminare questo virus prima di domani sera.. ma a parte questo, sono corso per informarla che in cielo si può vedere il bat segnale.”

Lo guardo, stupito. Gordon aveva distrutto quel segnale dopo che avevo deciso di assumermi la colpa per le azioni criminali di Harvey Dent.. cosa che si è in seguito dimostrata perfettamente inutile, visto che il magistrato aveva deciso di dedicarsi completamente al crimine.
La presenza del segnale nel cielo doveva significare che qualcosa di importante era successo, altrimenti Gordon non avrebbe mai rischiato tanto per mettersi in contatto con me. Senza perdere altro tempo, infilo nuovamente la maschera dell’uomo pipistrello e mi precipito a sentire le novità.

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Forse non avrei dovuto lasciarmi prendere dal panico in questo modo, l’uso del segnale è ormai pericoloso ed ora che ci penso meglio, forse Crane mi aveva solo preso in giro. Ricordando la telefonata dello psichiatra di Arkham però.. mi aveva chiesto di recarmi immediatamente al manicomio per parlare con lo Spauracchio, aveva detto che il suo paziente aveva preso a calci muri e porte e morso molti inservienti pur di farsi ascoltare. Non  avrei mai potuto non prendere la cosa sul serio; quel tipo di comportamenti non fa parte della natura dell’ex medico.
Quando finalmente Batman fa la sua comparsa, come se uscito in quel momento dalla stessa oscurità, mi sembra di vivere un dejà-vu.. lo aveva fatto molte volte anche in passato.

“Batman, finalmente!”
“Che è successo?”

“Sono stato ad Arkham, pare che Crane insistesse nel vedermi.. mi ha fatto scrivere un messaggio per te ed ha detto che era urgente, che solo tu avresti capito. Ha insistito molto, spero solo non si tratti di una presa in giro.”

Gli porgo quindi il foglio che Crane mi aveva chiesto di scrivere al posto suo, visto che aveva entrambe le mani bloccate dalla camicia di forza. Vedo la mano guantata del vigilante tendersi a prenderlo, spiegarlo e leggere in silenzio per qualche secondo; infine, l’uomo pipistrello alza lo sguardo su di me, le sue mani si muovono in un gesto interrogativo.
In questo momento mi sento un perfetto idiota ad aver tirato su questo macello solo per seguire le richieste di un pazzo – ebbene sì, per quanto intelligente, Crane era pur sempre pazzo -; Batman evidentemente non ha nessuna idea di cosa dica quel foglio.

Ricorda: chi, come, quando e dove.
Guarda Gotham. Trova i numeri che ti servono.
Stai calmo e fammi sapere come va a finire.
Buona fortuna.

Avrei dovuto capirlo mentre le scrivevo, che quelle parole probabilmente non avevano alcun senso. Apro la bocca, con l’intenzione di giustificarmi con Batman ma lo vedo rileggere con più attenzione quel messaggio e poi alzare la testa con uno scatto, come se finalmente avesse capito; il che mi fa sentire molto meglio. Un secondo dopo si volta verso di me e con tono urgente mi chiede

“Gordon.. il delitto nel City Center, c’erano forse dei numeri sul luogo del delitto? Orologi fermi o cose simili?”
“Se parli dell’omicidio di padre e figlia, no non mi risulta.”
“Ne sei proprio sicuro?”
“C’era la polizia criminale e l’FBI sul posto. Avendo spesso a che fare con dei serial killer, l’avrebbero notata una stranezza simile.”
“Ricordi allora il numero dell’appartamento? Qualsiasi numero!”
“Sì, certo! Dodicesimo piano, appartamento ventiquattro A.”
“Che ore sono adesso?”

Non capisco il perché di quelle domande, l’unica cosa che sono riuscito a dedurre è che c’entra qualcosa l’Enigmista; da tempo avevo capito che c’è tutta un’altra rete di fatti che, partendo con la formazione della “Lega dell’Ingiustizia”, si è dipanata fino a questo momento.
Abbasso lo sguardo sull’orologio che porto al polso, con la convinzione tuttavia, che non sarei mai venuto a conoscenza di questo mistero.

“Sono le dieci e mezza. Potrei sapere cosa sta—“

Svanito. Di nuovo. Come sempre.. vabè, me lo aspettavo comunque.

“Buona fortuna, Batman..”

--

Premo con tutta la mia forza sull’acceleratore della bat mobile, guidando come un pazzo verso il luogo dove non posso che sperare di trovare Nigma, se le mie deduzioni sono state esatte. All’inizio non avevo compreso le parole sul biglietto che Spauracchio aveva insistito tanto nel farmi avere ma poi tutto ha avuto un senso, come se fossi riuscito ad unire i pezzi di un mosaico all’apparenza irrisolvibile.

Ricorda: chi, come, quando e dove. Erano le domande che dovevo pormi prima di cercare le risposte.
Guarda Gotham. Sicuramente alludeva al cadavere della donna, posto a guardare fuori dalla finestra.
Trova i numeri che ti servono. Con numeri, intendeva sicuramente quelli che indicano data e ora della sfida.
 
Dodicesimo piano, appartamento 24A.. dodici aprile, la data di oggi alle ore ventiquattro, ovvero mezzanotte. La donna morta, stava guardando fuori dalla finestra, verso Gotham ed aveva dei pezzi di vetro conficcati negli occhi.. spero solo di aver interpretato bene quell’indizio; appena fuori città c’era una fabbrica di vetro ormai abbandonata da anni.
Più accelero, meno mi sento sicuro di quello che sto facendo.. temo di aver sbagliato tutto, di aver capito fischi per fiaschi, di stare andando in un posto dove non troverò assolutamente nulla.
 Aumento ancora la velocità per non pensarci, ma come già detto, più accelero.. non va bene non riuscire ad essere sicuro di nulla, viste le prove che dovrò affrontare.

Fermo il mio mezzo solo davanti la porta dell’edificio, uno stabile di sei piani incluso il piano terra; faccio il mio ingresso e la prima cosa che vedo davanti a me è un grande cubo, alto almeno quanto me con un punto interrogativo disegnato su un lato.. quando mi avvicino, improvvisamente il grosso coperchio salta. Era una scatola a sorpresa, un Jack-in-the-box.. ora un’enorme faccia di clown dondola davanti a me, con un sorriso rovesciato e due ics disegnate sugli occhi, una voce registrata, acuta e robotica inizia a ripetere “Aiutami, Batman!”.
Vengo percorso da un brivido e noto un cartello appeso sul tronco della molla, recitante le parole “Siamo al quinto piano!”.

Quando supero la scatola, vedo davanti a me tre ascensori aperti e scardinati, le trombe dove avrebbero dovuto trovarsi le cabine erano vuote. Lascio andare un respiro irritato e mi dirigo verso le scale, senza perdere tempo, diretto al primo piano.

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Fisso lo schermo, che mi rimanda in tempo reale le immagini di Batman catturate dalle telecamere. Lo vedo entrare nella stanza al primo piano, così rido sommessamente per poi cliccare sui comandi del mio computer, ordinandogli di serrare la porta a tenuta stagna alle spalle del pipistrello. La stanza è totalmente blindata, esattamente come le altre, non potrà accedere al secondo piano a meno che non riesca a risolvere la prova di logica che ho posto nella stanza.
Schemi numerici, ecco in cosa consiste il mio primo rebus.. vedo che è nervoso, normale dopo lo scherzo che gli ho lasciato nell’ingresso.
Proprio come avevo programmato, è distratto dal pensiero dell’eventuale morte di Joker.
Stavolta sarò io a vincere.. prenderò e perderò tutto allo stesso tempo.

“Tu cosa ne pensi? Davvero si illude di riuscire a salvarti, Joker?”
“Ahh.. checché tu ne possa pensare, non morirò stasera, Eddie.”
“Infatti. La tua morte è prevista a mezzanotte e tre minuti. Quindi avverrà domani, tesoro.”
“No. Non morirò neanche domani, tesoro.”

Mi alzo dalla poltrona, allontanandomi dal computer e mi avvicino a Joker, chiuso in un acquario da circo, di quelli dove i prestigiatori fanno scena di riuscire a liberarsi prima di annegare.. immaginavo che con le sue attitudini circensi, Joker avrebbe apprezzato lo show. Gli ho legato le mani all’altezza dei polsi ed i piedi all’altezza delle caviglie. Lo guardo mentre se ne sta in piedi, appoggiato ad una delle pareti di vetro dell’acquario.

“Mi dispiace che debba finire così, Joker. Mi rende felice che ieri sera hai voluto fare l’amore con me per l’ultima volta. – poggio la mano sul vetro, delicatamente come per accarezzarlo – è stato bellissimo, per me.” Vedo che alza lo sguardo, mi guarda negli occhi con l’aria incuriosita, poi sorride e si limita a rispondere

“Non sarà quella l’ultima volta che faremo l’amore, Eddie.”

Contraccambio il sorriso, la mia espressione molto più amara della sua e lentamente torno alla mia postazione, di fronte al computer. Riprendo le immagini delle telecamere solo per accorgermi che Batman ha superato la prima prova. Guardo l’ora, sono le undici e cinque minuti.

“Questa è bella. Pare che abbia tutte le intenzioni di darmi del filo da torcere.”

--

Ancora quattro piani, quattro prove, quattro enigmi da risolvere ma io non riesco neanche a capire come diavolo ho fatto a superare il primo piano! Non voglio guardare l’orologio, non so quanto tempo ho passato a  risolvere quegli schemi ma ho l’impressione di averci messo un’eternità. Devo sbrigarmi, concentrarmi più che posso.

Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.

No, non adesso, accidenti! Nella mente mi torna un’immagine di qualche tempo fa, Joker che mi viene in contro, camminando al centro della strada, un mitra stretto tra le mani.. la allontano appena metto piede nella seconda stanza, la cui porta si chiude alle mie spalle, esattamente come era avvenuto prima.
Un cadavere in decomposizione giace al centro della stanza, sul suo petto un altro cartello che mi invita a cercare indizi all’interno della stanza per capire dove trovare la chiave che mi permetterà di accedere al terzo piano. Non riesco a pensare, non a livello conscio quanto meno.

Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.

Lui avanza verso di me, lanciando raffiche di proiettili contro tutte le macchine che si frappongono tra noi due, finché resta solo la strada vuota, solo per noi, solo per la nostra sfida.  Joker si avvicina, un passo dopo l’altro, continuando a venirmi incontro.

Andiamo, andiamo, andiamo.. andiamo!

Ho capito dove si trova la chiave. Mi volto verso il cadavere sul pavimento e senza battere ciglio, senza darmi tempo di pensare a cosa sto facendo, lo raggiungo e mi inginocchio al suo fianco. Prendo il Batarang ed uso le sue estremità affilate per aprirlo, senza rispetto per la morte, non c’è tempo per quello.. non posso pensarci proprio ora. Porto un braccio sul viso per bloccare il puzzo insostenibile degli organi interni decomposti, mentre l’altra mano va a frugare nelle interiora, cercando la chiave.

Andiamo, voglio che tu lo faccia.

I suoi occhi, così arrabbiati e pieni di determinazione mentre mi lancia la sua sfida proprio attraverso lo sguardo, come se potesse riuscire a perforarmi l’anima, come una pallottola. Inizio a sentirmi male.

--

“Uhm.. undici e venticinque ed ha superato anche la seconda prova. Il tuo principe azzurro sembra impaziente di rivederti, non ti senti commosso da tutto questo?”
“…”
“Non dirmi che vuoi passare gli ultimi momenti della tua vita in silenzio? Proprio tu?”
“Quando arriveranno i miei ultimi momenti, stai certo che tirerò su un casino. Ma non sono questi.”
“Per curiosità, che diresti prima di morire?”
“Uhm.. direi “oh oh ah ah ah oh ah”!”

--

Terzo piano, mi sento sporco e sempre più vuoto, disperato, morto dentro. La prova numero tre sembra riguardare la memoria uditiva.
Nella stanza vedo sette persone, o meglio altri sette cadaveri.. non devo pensare a loro proprio adesso.
Sono tutti impiccati e disposti in ordine di altezza, gli ultimi tre corpi appartengono a dei bambini; sembrano raffigurare uno strumento musicale chiamato ‘campane tubolari’. Sulla porta ci sono sette tasti, ognuno col nome di una nota scritto sopra.. inizia il gioco e sento le registrazioni di quelle che penso essere le voci delle persone morte in questa stanza, mentre lanciano un grido di dolore.
Devo ricordare che ognuno di loro rappresenta una nota, non posso pensare a quello che sto sentendo, non adesso, devo concentrarmi e risolvere questo macabro gioco.

Un urlo. Due urla. Tre urla. Non posso assolutamente permettermi di pensare, adesso.
Sette grida, sette notte, sette pulsanti, devo continuare a ricordare la loro esatta sequenza.

Fallo! Andiamo, andiamo…-  non adesso, ti prego. – Forza, forza, voglio che tu lo faccia!

Le sue labbra si muovono mentre mormorano la sfida che i suoi occhi invece, mi portano immediatamente con la rabbia. Si fa sempre più vicino ed io riesco a leggere nel labiale le sue parole ed è come se le sentissi nelle orecchie, nella mente, come se fossimo uniti attraverso un collegamento profondo.
Undici grida, undici note, undici tasti, quanto durerà ancora? Devo ricordare, non devo pensare a nulla adesso, non devo.. non devo..

Dai coraggio colpiscimi, dai colpiscimi, compiscimi! – Non adesso! – Colpiscimi!

Venticinque urla, venticinque note, venticinque tasti, la porta è scattata.

--

“Molto, molto bene.. in dieci minuti ha superato anche la terza prova, ma coi venticinque minuti rimanenti è assai improbabile che possa ad arrivare qui. Spero almeno che riesca a guardarti morire. Ma soprattutto spero che tu faccia in tempo a guardarlo perdere questa sfida. Ti vedo un po’ abbattuto, hai sete?”

“Tanto tra poco avrò tutta l’acqua che voglio, no?”
“Credevo apprezzassi l’umorismo da quattro soldi.”
“Se riguarda me, solo dopo un orgasmo o un’esplosione.”
“Visto che ormai siamo vicini, vorresti rispondere ad una mia domanda?”
“Sarebbe?”
“Che cosa diavolo ci trovi in quel sorcio volante?”
“Non chiederlo più, Eddie. Ti ho già detto che non potresti capire.”
“Sono stufo di sentirtelo ripetere!”
“Ed io sono stufo di sentirtelo chiedere.”
“Tsk. Comunque consolati, almeno ce la sta mettendo tutta, guarda.”
“Non se la cava male, eh?”
“In fondo, riguarda la memoria visiva.. ci vorrà un altro po’ di tempo ma se ha fortuna ce la farà ad essere qui per la festa.”
“Festa? Per farti la festa?”
“A me? Tsk.. tu che dici, al suo posto ce l’avresti fatta ad arrivare al quinto piano?”
“Certo! Avrei fatto saltare tutto.. così sarebbe stato il quinto piano a scendere da me.”
“Quel che è certo è che ti saresti risparmiato molte scale.”
“L’ho sempre notato, sai?”
“Cosa, che sei pigro?”
“A parte quello.. ah.. intendevo il fatto che da quando ci conosciamo non mi hai mai fatto un solo indovinello.”
“Vorresti che te ne facessi uno?”
“Pensavo fosse proprio quello l’indovinello.”
“Ed hai trovato una risposta?”
“Sì. Proprio poco fa.”
“E quale sarebbe?”

--

Sono finalmente all’ultimo piano, sebbene malandato, sporco e sconvolto come mai in vita mia. Non vedo ne Joker ne l’Enigmista da nessuna parte ma davanti a me c’è una porta, l’ultima se Dio vuole, così mi avvicino ad essa, poggio una mano sulla maniglia ed abbassandola con cautela spingo per entrare.
Nello stesso momento in cui varco la soglia,mi accorgo di aver azionato, senza volerlo, un meccanismo e quando alzo lo sguardo, vedo Joker chiuso in un acquario e l’acqua che ha iniziato a riempire il poco spazio a sua disposizione.
Ha mani e piedi legati insieme, il trucco a posto sul viso e non sembra ferito in alcun modo.
Nigma si para davanti all’acquario vestito della tuta verde che ama adoperare durante le sfide contro di me.
Un brivido mi corre lungo la schiena quando realizzo che in così poco tempo, il clown ha già l’acqua fin quasi alle ginocchia.

“Complimenti davvero Batman, per il lavoro là sotto. La tua ultima sfida, adesso sono io.”


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Capitolo 13
*** Cicatrici. ***


Per Boopsie: Tesoro mio! *_* Ma come, qualcosa di terribile? So che non lo faresti mai in fondo, vero? (dico, guardnandoti con occhi dolci mentre sbatto le ciglia in maniera innocente) Eh eh eh, sì lo ammetto ho tutta la storia praticamente scritta ormai ma davvero, è un lavoraccio ricopiare tutto sul pc, correggere e postare -__-. Comunque mi sto impegnando! >_< Ecco qua finalmente il capitolo successivo, come promesso! *_* Servito su un vassoio insieme a caffè e cornetti! Eheheh, lo so che l'immagine da me proposta è molto seducente xD mi ha ispirato molto il film "the prestige", se lo hai visto capirai a quale scena mi riferisco ù__ù ora ti lascio a goderti questo capitolo (sì lo so, purtroppo è molto corto però giuro che mi rifarò col prossimo!). Un abbraccio, a preso! ^_^

Per Sychophantwhore:  Buon compleanno a te.. buon compleanno a te! ^_^ Eh sì, ho postato proprio il giorno in cui compi gli anni ed è il mio regalo per te! (Sì, lo so che purtroppo è un capitolo un tantino corto ma giuro che mi rifarò col prossimo!) Davvero una interessante casualità! Ti ringrazio per i complimenti anche se non credo che Nolan abbia bisogno dei miei consigli, quel geniaccio! xD Per quanto riguarda l'ambientazione di gran lunga più macabra di ogni versione mai vista di Riddler, ammetto che mi sono ispirata a due cose, la prima è "Saw: L'enigmista" e la seconda è un fumetto di Dylan Dog, chiamato "Sciarada". La verità è che non sono brava con gli indovinelli ma per quanto riguarda il macabro, ci sguazzo quando voglio! XD Come potrebbe Eddie non essere dipendete da Joker? Lui è come l'eroina, ti da assuefazione e ti distrugge allo stesso tempo! Per quanto riguarda la risposta all'indovinello "perchè il re degli enigmi non mi ha mai posto un enigma?" di Joker, la risposta verrà nel capitolo quindici! Perciò un po' di pazienza ancora *_*! La risposta comunque non sta nella domanda stessa ;) è solo un ragionamento logico che ho fatto con me stessa.. cosa potrebbe tenere unite due persone così diverse se non la diverità stessa? Comunque approfondirò sicuramente più in là! Ormai è questo il tema della storia.. ora che me lo hai fatto notare è vero, c'è un che di dantesco nel percorso di Batman durante le varie prove! xD Sono contenta che ti siano piaciuti i flashback durante il capitolo e ce ne saranno moltissimi altri in tutti i capitoli seguenti, visto che ho scoperto di AMARE questo genere di cose! *_* Purtroppo ho anche una smentita ù__ù sebbene non prenderà mai più parte attiva nella storia, Crane continuerà a comparire insieme a Due Facce dal capitolo quindici in poi, ma saranno parti molto carine e spesso divertenti (almeno lo spero! >_<). Spero che ora vada meglio, dopo le scosse di questo periodo. Spero davvero di continuare a leggere le tue recensioni ma sopratutto che tu stia bene! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima! :)


XxX.SilverLexxy.XxX


Capitolo 13:  Cicatrici.


Batman si precipita verso di me, ho sempre trovato strana la sua agilità nonostante il peso consistente che deve avere la sua armatura ma attraverso i comandi del mio scettro riesco a fermarlo; una volta messo il piede sull’ultima mattonella, questa inizia a sputare fumo scuro e denso. Per il momento ancora molti metri ci separano.

“Bada che le prossime non si limiteranno a sputare fumo.. attento a dove metti i piedi, non vorrei che finissi col morire prima del nostro amato Joker.”

Dopo avermi ascoltato, si prende qualche secondo per riflettere sul da farsi, poi lo vedo tirar fuori il batarang e lanciarlo contro la finta parete in fondo allo stanzone, dietro alla quale si nascondeva il mio computer. È sempre stato il mio difetto inserire troppa tecnologia nei miei piani.. in questo modo ha disattivato tutte le mine del pavimento e mi ritrovo a pentirmi di non aver usato delle semplicissime mine che esplodono a contatto.
Scoppio a ridere.

“E va bene, macho bat! Visto che ci tieni facciamo alla tua maniera, riduciamo il tutto ad una vile scazzottata.”
“Potresti chiamarla così se gettassi via quel bastone, Nigma.”

Dice, facendomi ridere di nuovo; subito dopo sfrutto l’elettromagnetismo del mio scettro per sollevare ad altezza d’uomo delle palle di ferro sistemate appositamente nella stanza ed inizio a pilotarle contro di lui.
Per due volte riesco a colpirlo ma come già detto, è agile nonostante l’armatura e riesce a schivare quasi tutti i miei attacchi, avvicinandosi pericolosamente a me.
Riesco a colpirlo di nuovo, stavolta sul petto, togliendogli il respiro per un attimo ma mi è sufficiente per caricare di elettricità la mia arma dorata e colpirlo con un fulmine. Contro ogni mia previsione però, non cade e anzi ha ancora abbastanza forza per attaccarmi; paro il colpo col mio scettro ma lui mi colpisce con l’altra mano, dritto nello stomaco.

Mi manca il respiro ma contrattacco, guidando ancora una volta le mie sfere di ferro fino a colpirlo dietro la testa, eppure questo bastardo continua a non. Voler. Andare. Giù.
Afferra il mio bastone con una mano, sta per colpirmi di nuovo ma con un’altra scossa elettrica riesco a stordirlo per qualche secondo. Dovrebbe aver perso le forze ormai, gli pianto un piede sull’armatura e lo spingo a terra, convinto per un attimo di aver vinto questa partita, ma dai suoi guanti partono delle lame che mi feriscono e colpiscono anche il mio scettro, facendolo rotolare lontano.
Mi volto, solo per un attimo, a vedere dove fosse andata a fermarsi la mia unica arma ma appena torno a guardare davanti a me l’uomo pipistrello è già in piedi, mi afferra per la tuta e mi sbatte la testa contro l’acquario.
Vedo Joker che proprio in quel momento ha smesso di sforzarsi per tenere almeno la bocca fuori dall’acqua, trae un ultimo, profondo respiro e si immerge completamente.

“Come si apre quell’acquario?!”
“Eheh.. forse ormai non si apre affatto.”

Sa che da me non avrebbe mai saputo nulla eppure ha chiesto ugualmente.. avrei anche potuto rispondergli in fondo, visto che, comunque l’unico modo per fermare questa trappola è attraverso il mio computer, che per inciso lui ha distrutto.
Sento un dolore lancinante all’altezza del collo, vedo un lampo bianco e rosso dietro le palpebre e poi c’è solo l’oscurità.

--

Lascio che il corpo ormai inerme dell’Enigmista scivoli fino a terra e mi trattengo a stento dal prenderlo a calci. Sbatto una mano contro il vetro dell’acquario.. infrangibile. Di bene in meglio, non c’è che dire.
“Joker! Come faccio?”
Lo guardo galleggiare nell’acqua, i capelli ondeggiano lentamente, i suoi occhi aperti ed azzurri si fissano nei miei, mi indica con la testa il computer che avevo rotto poco prima con il batarang.
“No! L’ho rotto, ci deve essere un altro.. come faccio?!”
Non so neanche se lui riesce a sentirmi o no, mi volto, cerco con lo sguardo un altro congegno, qualsiasi cosa! Quando torno a guardare Joker, vedo che sta scuotendo la testa per trattenere ancora un po’ il fiato, cosa che deve essere diventata difficile a questo punto. Con le mani giunte e strette a pugno, tenta di colpire il vetro e quando riapre di nuovo gli occhi, i nostri sguardi si incontrano di nuovo.
Per un secondo il resto del mondo non esiste e mi ritrovo a tirare un pugno contro quel vetro con tutta la forza che ho.

Lui si tira indietro mentre colpisco ancora una volta, stavolta con un calcio, poi  un altro, accorgendomi solo dopo che nella vasca, Joker aveva preso ad agitarsi ed aveva lasciato andare il respiro, i suoi polmoni si stavano riempiendo delle prime boccate d’acqua mentre bolle di ossigeno se ne vanno galleggiando velocemente verso l’alto.
Non ci avevo pensato ma quando ho colpito il vetro da fuori, poco prima, all’interno il rumore amplificato dall’acqua doveva essere stato assordante e forse proprio per quello il clown aveva lasciato andare l’aria che stava trattenendo.
Ora è spaventato, lo vedo serrare gli occhi e poggiare le mani aperte contro il vetro, immediatamente io le raggiungo con la mia, come se potesse esserci contatto, in quel modo.
“No, no, no!”

Colpisco ancora due volte il vetro ma mi rendo ben presto conto che non faccio che peggiorare la situazione, perché questo non cede e non faccio altro che ferire Joker, continuando a colpirlo.
Lo vedo perdere infine i sensi e qualcosa cede dentro di me. Perché? Improvvisamente rivedo nella mia mente, in un secondo, la morte dei miei genitori, i funerali, i volti dispiaciuti, i visi morti di coloro che mi hanno dato la vita e che io ho ripagato lasciandoli morire.
Perché anche adesso, che dovrei essere forte, imbattibile, non riesco a salvare Joker che si trova appena a due passi da me? Disperato, riprendo a colpire il vetro con più forza di quanta credessi di possedere, inutilmente finché infine con la coda dell’occhio vedo lo scettro di Nigma a terra.

In un secondo la mia mente lavora su un’idea, mi fiondo a raccogliere il bastone ed a casaccio cerco i comandi che mi servono, deve averli per forza, non può non avere proprio ciò che serve a me, accidenti! Schiaccio i comandi a caso finché finalmente non trovo ciò che cercavo, colpisco un’ultima volta il vetro con il bastone di Nigma e questo va finalmente in frantumi grazie alle onde potenti che produce.
Immediatamente getto via quell’utensile e lascio che Joker cada tra le mie braccia.

“Joker? Sei salvo ormai, andiamo riprenditi!”

Non risponde, non respira, lo scuoto ma non serve a nulla, adagio il suo corpo a terra mentre entro nel panico, unisco le mie mani e più volte, con esse faccio forza sul suo petto, cercando di liberarlo dall’acqua. Nulla. Con una mano gli stringo il viso, gli faccio aprire la bocca e coprendo le sue labbra con le mie tento di donargli la mia aria, una, due, tre, quattro volte.

“Mamma, papà!?”
“Ehi, Wayne, dove sono i tuoi genitori, eh? Sono morti vero? Ah ah ah!”
“Bruce, come mai tu non hai un papà?”
“Padron Bruce.. non è colpa sua..”

Non adesso, non adesso, non adesso, non vedete che sono occupato?!Quando mi risollevo e riporto le mani sul petto di Joker mi accorgo che ha un taglio sul viso, sicuramente a causa della maschera che porto. Premo di nuovo contro i suoi polmoni una, due, tre volte, poi in un secondo mi tolgo la maschera e la poggio a terra, gli chiudo il naso con le dita e torno a coprire le sue labbra per dargli ossigeno una, due, tre, quattro volte. Le sue labbra sono così fredde sotto le mie..

“Non dirmi che non ti sei mai svegliato di notte non riuscendo a riconoscere te stesso! Se è vero dimmelo, dimmi che non hai mai litigato con te stesso ad alta voce.”
“La follia, vedi, è come la gravità! Basta solo una piccola spinta!”
“E tu allora, che te ne stai qui con quel costume da sorcio volante, eh? Dovresti essere normale?”

Ancora nulla, il suo petto non si muove sotto le mie mani, continuo a spingere, una, due, tre volte, ancora non respira, mi chino nuovamente su di lui e torno a coprire la sua bocca con la mia e per un attimo, senza volerlo, sfioro le sue labbra con la lingua, gli dono di nuovo il mio respiro, una, due, tre, quattro.. quante volte ho ripetuto questa azione? A me sembra di aver passato tutta la vita a non fare nient’altro, a premere le mani contro il petto e dare il mio respiro a quest’uomo.

“Andiamo! Forza, forza, voglio che tu lo faccia, dai coraggio colpiscimi, dai, compiscimi, colpiscimi! Colpiscimi!”

Ma in quel momento non lo feci, a mio rischio e pericolo, nonostante conoscessi bene le conseguenze..

“Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.”

Ecco cosa succede.. la forza irrefrenabile semplicemente cambia traiettoria e lascia che l’oggetto resti inamovibile per tutto il tempo che vuole. Come posso io vincere contro quest’uomo? Come posso sperare di tenerlo con me? Ma Cristo, cosa darei per avere la possibilità di tentare, almeno! Le sue cicatrici si sentono appena quando poggio le labbra sulle sue, non lo avevo notato le prime volte che ci siamo baciati?

“Vuoi sapere come mi sono procurato queste cicatrici?”

Mi ritrovo ancora una volta a premere le mani contro il suo petto, una, due, tre volte, poggio la bocca sulla sua ed ancora una volta gli do la mia aria, il mio respiro, gli darei la mia vita in questo momento. Ti prego, non voglio che l’ultimo bacio tra noi l’abbia dato ad un morto.. non voglio dover ricordare le tue labbra così fredde per sempre.

Improvvisamente è la mia bocca a riempirsi di acqua, le mie orecchie di respiri faticosi e rochi, colpi di tosse.. vengo allontanato da un colpo sul petto, sotto le mie mani sento il corpo di Joker muoversi, sussultando e tremando. Mi sollevo e lo guardo mentre riapre gli occhi, per un po’ nessuno dei due dice niente, io personalmente sono senza parole.

“Potevi, ah.. prendertela più comoda no? Stavo.. solo morendo, perdio!”
“Non avrai creduto che ti avrei lasciato morire?”
“Ahh.. neanche per un attimo.”

Dice e poi lo vedo scattare per un attimo indietro con la testa e percorrermi con lo sguardo. Ha un’espressione curiosa mentre reclina la testa da un lato e poi sorride. Si lascia andare contro le mie braccia, stremato e chiude gli occhi prima di dire

“Sei carino. Ti immaginavo molto, molto peggio.”

All’inizio non capisco di cosa stesse parlando ma poi tutto torna alla mente, molto più chiaro e lucido di come fosse mentre vivevo quei momenti; avevo tolto la maschera per poter praticare la respirazione artificiale a Joker senza ferirlo. Come ho potuto scordarmi di rimetterla a posto? Ora sono diviso, una parte di me sta per lasciarsi prendere dal panico, l’altra invece è semplicemente troppo sollevata per il passato pericolo, vorrebbe solo mettersi a ridere e rispondere

“Molto, molto peggio? Pensavi davvero che fossi così brutto?”
“Pensavo solo.. che se indossavi una maschera, un motivo doveva pur esserci.”

Non riesco a trattenermi dal ridere. Perché ormai era tutto finito e della mia maschera mi importava ben poco. Come anche del resto non mi andava nemmeno di pensare se fosse Batman o Bruce a trovare divertente la sua ultima battuta (o forse non era una battuta?).
Raccolgo la mia maschera da terra, rimettendola al suo posto, taglio le corde che gli legano le caviglie e lo aiuto a rimettersi in piedi, voltandomi infine verso l’Enigmista, ancora a terra.

“Batsy..?” Mi chiama Joker, con la voce ancora roca, toccandomi il viso e guidandolo finché non poggio lo sguardo su di lui. “Per favore, lascialo lì.”

“Stai scherzando vero? Devo portarlo ad Arkham, dove è giusto che stia!”
“Non ha senso. Sono sicuro che non tenterà più nulla.”
“Ha ammazzato quasi quindici persone per questa farsa! Non posso darti retta, mi dispiace!”

“Ancora questo sciocco senso di giustizia! Ancora una volta mal riposto! Visto che sei così solerte, Batsy, devo dedurre che riporterai anche me al manicomio, stasera?”

Non rispondo nulla, non so che dire, è quello che dovrei fare. Dovrei riportarli entrambi dritti dritti ad Arkham ma non riesco neanche ad immaginarmi mentre lascio che gli infermieri portino via Joker, un passo dopo l’altro, sempre più lontano da me, proprio ora che sono così vicino a scoprire me stesso.
Perché lui è l’unico che sia riuscito a farmi capire dove ho sbagliato tutto questo tempo? L’unico che sia mai riuscito ad indicarmi una strada alternativa al mio continuo biasimarmi e dividermi in due personalità?
Il silenzio si allunga nei secondi ed io inizio a sciogliere le corde che gli legano i polsi ma lui si tira indietro e poi solleva ancora le mani fino al mio viso.

“Che c’è, Batsy? Non ti va di vedermi con le manette, stanotte?”

In qualunque senso io tenti di rigirare questa frase, comunque il tono della sua voce dava la giusta oscenità alla frase ed io mi ritrovo imbarazzato ma non contrariato come dovrei essere.

“Smettila di dire scemenze!”
“Scemenza? Ahh.. pensavo di essere io tra noi due quello che ti capisce meglio.”
“Non hai capito proprio nulla!”

Si mette a ridere, nonostante sia stremato ancora ha la forza per trovare dell’umorismo dove non dovrebbe essercene affatto.

“Oh, Batsy.. sei così divertente!”
“Basta, andiamo!”
“Lo lascerai qui, allora?” Chiede, riferendosi a Nigma.
“Certo che no! La tua richiesta non ha senso e non basteranno due moine a farmi cambiare idea!”
“Mmh-mh. Voglio solo spiegarti che—“

Un rumore improvviso, fortissimo, riempie l’aria e Joker cade contro di me, spalancando gli occhi per un attimo. Lo afferro, tenendolo stretto e quando alzo lo sguardo, vedo l’Enigmista in piedi a fatica, la pistola stretta nella mano, ancora fumante.

“Come se avessi bisogno delle tue fottute preghiere per me, Joker!”
“Nigma, butta via la pistola!”
“Stai fermo, bastardo!”
“Io? Sei tu quello che ha appena sparato all’uomo che diceva di non voler lasciar andare!”
“Quello che provo è affar mio! Tu me l’hai portato via, è colpa tua quello che è succeso!”
“Non sono stato io a sfidarti! Non ti ho detto io di fare tutto questo!”

“Mi ci hai costretto! Mi ci avete costretto entrambi! Cristo, ma che cazzo ne sai tu di Joker?! Tu pensi di riuscire a reggerlo, vero? Non riesci nemmeno ad intuire quanto ti porterà lontano dal tuo mondo se gli dai un minimo di spago! Non riuscirai a stare con lui, non potrai mai capirlo come faccio io! Eppure ti sei sentito in diritto di agire su sentimenti campati in aria! Non ti lascerò mai Joker, qualunque cosa accada!”

Quando finisce di parlare risolleva la sua arma contro di noi ed io non posso che schermare il corpo di Joker col mio, sentendo i colpi cozzare contro la mia armatura, sicuramente lasciando lividi sulla pelle sottostante; sento il sangue di Joker sulle mani, perché diavolo non sono stato attento?! Mi ritrovo nuovamente ad adagiare il corpo del clown a terra, insanguinato ed ancora una volta privo di sensi. Non appena le pallottole dell’Enigmista terminano, con un balzo gli sono davanti e lo disarmo senza problemi, poi lo colpisco al viso e lui cade a terra.

“Ca-zzo.. –mormora, senza fiato e mi stupisco quando vedo il suo viso umido, due lacrime che lo percorrono. – tutto.. totalmente inutile.” Lo vedo coprirsi il volto con le mani, restando steso a terra, le ginocchia piegate, i piedi piantati sul pavimento.

“Ci sono dei limiti, Nigma. I tuoi sentimenti non giustificano le azioni che hai commesso ed anzi, sono proprio queste a rendere ciò che provi marcio e malato.” Lo sento continuare a singhiozzare finché questi suoni non si trasformano in una risata macabra.
“Forse hai ragione. – ammette, continuando a ridere – Vorrei proprio vederti allora, alle prese con l’amore di Joker.. marcio e malato, hai detto. Eh eh eh.. forse è per questo che andavamo così d’accordo..” dice continuando a ridere fino a doversi rigirare su un fianco.
Mi avvicino a lui e lo stordisco ancora una volta, poi mi metto in contatto con Gordon e gli chiedo di venirselo a prendere.

Torno immediatamente ad esaminare Joker e fortunatamente la pallottola lo ha colpito ad un fianco; l’arma usata da Nigma non aveva un calibro troppo elevato, quindi immagino che non sia neppure penetrata troppo in profondità, il clown deve essere svenuto per via dello shock.
Lo sollevo tra le braccia e lo porto con me fino alla bat mobile, per poi guidare fino alla caverna.. i sedili si impregnano di sangue e di acqua durante il tragitto ma non potrebbe fregarmene meno.
Solo quando arriviamo a destinazione ed io lo tiro fuori dal veicolo, mi rendo conto effettivamente di quello che ho fatto: guardo Joker privo di sensi, sul mio letto, medicato alla meglio e mi domando come diavolo potrò spiegare ad Alfred tutto questo. Come spiegargli lui?


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Capitolo 14
*** Nella Pancia del Ragno. ***


Per LadyBlack: Salve! xD Grazie per il bentornata, sono contenta di risentirti e soprattutto dis aperti soddisfatta dalla velocità di post ù__ù mi sono presa una pausa piuttosto lunghetta, eh? Mi fa piacere che trovi divertenti le battute di Joker, spero che anche per questo capitolo sarà così, visto che mi ci sono impegnata molto! ;)  Sì, so che vuoi dire, a tutti dispaice per Eddie ma non è detta l'ultima per lui.. anche perchè sono convinta che alla fine arriverete tutti a tenere per lui xD! Sì lo so, sono una maga della disperazione! E ora.. Joker nel costoso, caldo letto di Bruce Wayne! xD Per Alfred bisognerà aspettare ancora un capitolo ma sinceramente ho deciso di non calcare troppo la mano su questo personaggio.. spero di non deluderti! Ti lascio a goderti quest'ultimo capitolo e ti saluto con un abbraccio! Alla prossima!

Per Sychophantwhore:  Ciao! :D Sono felice che alla fine il capitolo ti sia piaciuto, so che non è un gran regalo però è il pensiero che conta :P. Sono felice che ritieni i miei capitoli ricchi di contenuto, davvero.. è il complimento più bello che potessi farmi! Per quanto riguarda lo sfiorare le labbra del Joker.. mi ritrovo a sospirare tristemente pensando di non poterlo fare se non nella mia fantasia contorta >_ammooore ;)! Poi.. capisco le tue preoccupazioni per quanto riguarda il terzo capitolo della saga di Batman ma sinceramente Nolan gode della mia piena fiducia (sempre che non decida di resumare il personaggio di Joker, ormai sarebbe improponibile affidare quella parte a qualcun altro).. so che si parlareà dell'Enigmista e di Catwoman, perciò rimettiamoci nelle sue mani e teniamo le dita incrociate! xD Per quanto riguarda la soluzione dell'enigma tra Joker ed Eddie, sarà anche quello nel prossimo capitolo.. >__< ancora un po' di pazienza e sarà svelato tutto xD! Sono contenta di trovarti d'accordo con me per quanto riguarda il macabro! Per quanto riguarda i flashback ce ne sarà qualcuno che io trovo molto coinvolgente, nei capitoli successivi e riguarderanno tutti stavolta, non solo Batman. ;) Ora ti saluto e ti lascio al capitolo 'bollente', sperando che ti piaccia come gli altri! ;) Un abbraccio, alla prossima!

Per Boopsie:
Tesora *_*! La recensione più lunga della tua vita, dici? Ma sono a dir poco lusingata da tutto ciò! Nonchè dalla patente di 'Matta' che finalmente ho ottenuto dopo tutti questi anni passati a non anelare altro (se non il Joker nel mio letto.. ahem..)! Ora faccio ufficialmente parte del club e se mai dovessi uscirne, sarà solo perchè sono stata ingoiata da un buco nero o che so io,  inseguita da un gamberetto gigantesco fuggito da un'insalata pantagruelica! Sono contenta che l'impronta di "The Prestige" sia subito balzata agli occhi, quella scena (l'annegamento della donna nell'acquario) è rimasta stampata nella mia mente e non ero sicura che con le semplici parole sarei riuscita a trasmettere ciò che mi ha fatto provare in tutta la sua essenza :S! Ommioddio parlando così di fiato da trattenere ti ho appena immaginata leggere quel capitolo in apnea per poi rotolare fuori dalla sedia, svenuta per via della mancanza di aria xD! Non farmi questi scherzi, eh >__< ! Per quanto riguarda Alfred, dico anche a te che purtroppo ho deciso di non calcare troppo la mano con lui :( spero non sia una delusione.. sto tentando di rendere il tutto più realistico possibile. Comunque staremo a vedere xD. Ti ringrazio per i complimenti e gli incoraggiamenti che mi dai! Ora ti lascio alla lattura di quest'ultimo capitolo, sperando che ti piaccia (eh sì, è proprio la lemon ;)..!) Un abbraccio fortissimo, alla prossima! xD


 Per AintAfraidToDie: Ciao! Innanzitutto volevo dirti una cosa che nella risposta al commento del capitolo dodici avevo scordato di aggiungere ù__ù: trovo davvero molto particolare il tuo nick, una scelta insolita, devo dire! xD Posso chiederti, se non sono troppo indiscreta, cosa ti ha spinto a crearlo? Ora, detto questo, ti ringrazio vivamente per i complimenti che fai alla mia storia ed al modo in cui ho deciso di scriverla.. sono incoraggiamenti preziosi che mi rendono sempre scattante e celere xD! Per quanto riguarda la velocità di aggiornamento era scontato, dopo aver fatto penare tutti in questi mesi di pausa, ho ritenuto opportuno accelerare le cose per farmi perdonare ^_^.  Tenterò di non imbarazzarmi troppo, anche se sarà difficile, sono un'entità timida, lo ammetto.. ç__ç se fossi un fantasma sarei come Casper, che si va nascondendo in tutti gli angoli bui! (Ehm.. ok, sto inorridendo da sola per quello che ho appena detto di me stessa xD) Sono contenta che ti piaccia così tanto la mia storia, sono contenta che la storia dell'identità svelata non abbia urtato nessuno, visto che so di aver azzardato un po' troppo, ma era per rendere ancor più chiaro il concetto che, secondo me, Joker non è innamorato di Batman come puro e semplice simbolo idealizzato, bensì di tutto il suo essere, Bruce Wayne compreso (e poi diciamocelo, l'idea di Batsy che fa l'amore con Joker indossando una mascherina come in un club per scambisti, fa accapponare la pelle!). Anche a te dico che per quanto riguarda Alfred ho deciso di non calcare troppo la mano :( spero non sia una delusione.. sono contenta che apprezzi anche la componente "The Saw", che io ho trovato così adatto allo stile di Nolan.. ancora un sentitissimo grazie per tutti i bellissimi complimenti, ora ti lascio a quest'ultimo capitolo, sperando che ti piaccia! ^_^ Un abbraccio, alla prossima!

Per Mhcm: Ciao! xD Quanto tempo, eh? Sono contenta che alla fine tu abbia ricevuto la mia mail ed abbia deciso di continuare a leggere la mia storia, so di non meritarlo, sono stata troppo cattiva a pensare di abbandonare i miei.. ehm.. come chiamarli? Tessssssooriiiii andrà bene xD? Avrei dovuto ben pensarci prima di decidere di lasciare i miei personaggi così, nel bel mezzo di una storia incompiuta xD! Sono contenta che anche tu apprezzi i miei flashback, anche a me è piaciuto molto descriverli! ^_^ Ti lascio ringraziandoti di tutto e sperando di continuare a leggere le tue recensioni! Ora ti lascio a quest'ultimo capitolo, sperando che ti piaccia! Un abbraccio, alla prossima!



XxX.SilverLexxy.XxX


Capitolo 14: Nella Pancia del Ragno.

Mi sento tutto ammaccato ma comodo.. che cosa strana da pensare, appena sveglio! Apro gli occhi su un panorama scuro, non riesco a vedere ad un palmo dal naso, forse mi trovo nella pancia di un qualche insetto enorme, che mi ha mangiato senza che me ne accorgessi?
Naah, impossibile non accorgersi di una cosa simile, ricorderei una lotta contro un ragno gigante, come minimo gli avrei cavato sei occhi prima di farmi ingoiare. Quanti occhi avevano comunque, i ragni? Otto? Davvero? Che se ne faranno di una vista così acuta, poi.. e lo stesso vale anche per i conigli! Tutte quelle carote, giorno e notte.. inquietante! Ecco, adesso questi sì che sono i classici pensieri che uno si fa appena sveglio! Che stia diventando sano di mente?
Sento un alito caldo dietro il collo.

“Eddie..?”

Tento di bisbigliare ma l’unico suono che riesco ad articolare è un indistinto, rauco raspare.. faccio caso solo ora al fatto che è come se avessi la gola in fiamme.. districo una mano dalle coperte con l’intento di provare a massaggiarla ma il mio arto non arriva mai alla sua destinazione, mi sento afferrare per un polso, che poi viene delicatamente guidato di nuovo giù ed il respiro che sentivo si fa ancora più vicino, sento delle labbra sfiorarmi alla base del collo e vengo percorso da una stupenda scossa elettrica che mi attraversa la spina dorsale fino alle punte dei piedi.. è un punto davvero sensibile per me e neanche mi sforzo di trattenere un gemito.

Sento una mano scivolare fino a coprirmi la pancia, la sento  grande, calda e forte mentre, premendo, mi schiaccia ancora di più contro il corpo alle mie spalle, dove posso sentire l’eccitazione  del mio compagno di letto.
Per un attimo, il respiro dietro di me si fa tremante, accompagnato poi da un gemito appena sussurrato e qualcosa di umido mi percorre un lato del collo, salendo fino all’orecchio, un piccolo morso sul lobo, poi di nuovo con la lingua sull’esterno ed infine dentro l’orecchio, posso sentire il suo respiro.
Vorrei voltarmi ma la persona dietro di me mi sta troppo vicina, mi tiene in trappola tra le sue braccia.
Sento dei denti chiudersi sulla mia mascella per mordicchiarmi leggermente, poi la bocca scende facendo la stessa cosa sul collo e sulla spalla ma contrariamente a quanto mi aspettavo, non si serrano mai in un vero morso.

È solo a questo punto che mi rendo conto che l’uomo dietro di me non è Eddie.

--

Non riesco a non percorrere tutto il suo corpo con le mani, le labbra, la lingua.. ogni suo gemito sembra entrarmi dentro e risvegliare una serie di sensazioni che non avevo mai provato tutte insieme; come un pugno nello stomaco, come una scossa elettrica dritta sul mio cervello, come un graffio nella gola, fino all’inguine come un fiume in piena.
Tutti i miei sensi si sono riempiti di lui; le mie mani sul suo corpo, resistente ma morbido allo stesso tempo.. il suo sapore mentre lecco la sua pelle fredda, l’odore del sapone con cui gli ho lavato il corpo ed il viso, mescolato a qualcos’altro che è la sua vera essenza.. e quei bassi suoni eccitanti che sono puramente suoi.

Tengo gli occhi chiusi contro l’oscurità quasi totale nella stanza,tanto non ho bisogno di vederlo; nella mia mente, l’immaginazione ed i ricordi mi forniscono ogni dettaglio mancante. All’improvviso lo sento voltarsi verso di me, con uno scatto si solleva su un gomito ed io istintivamente sollevo lo sguardo dove penso si trovi il suo viso, per sentire subito dopo le sue labbra schiacciarsi contro le mie, il suo viso spinge contro il mio fino a pilotarmi nella posizione che desidera e mi ritrovo seduto sulle ginocchia e lui davanti a me nella medesima posizione.
Sento la sua lingua uscire a bagnarmi le labbra e le sue mani farsi strada tra i miei capelli; apro la bocca, coprendo la sua proprio come quando gli stavo ridando la vita con la mia aria ed inizio ad esplorarlo con cura e passione;
lo circondo con le braccia, carezzandogli la schiena col desiderio di sentire sotto le mani quanta più pelle posso ma quasi subito sento che mi ferma, guidando il mio tocco più giù, fino ai suoi fianchi mentre i nostri respiri continuano a riempire il silenzio tra un bacio e l’altro.

Sento che mi tocca il petto, esplorandolo con lunghe carezze, dal collo all’addome ed io lo stringo ancora di più contro di me, la sensazione di averlo tra le mani è meravigliosa, vorrei sentirlo ancora di più, mentre ogni nostro bacio si fa sempre più urgente e di nuovo lui mi prende le mani, intrecciando saldamente le nostre dita per un attimo per poi guidarle come vuole;
ne porta una sul suo viso ma solo per pochi attimi prima di allontanarla nuovamente, come se ci avesse ripensato, l’altra invece viene accompagnata tra i nostri corpi, dove decide di farla restare e l’altra viene finalmente liberata. Approfitto dell’occasione per andare a carezzargli il viso, il collo ed i capelli con un solo movimento.

La mano che non è occupata a stringere la mia viaggia fino alla mia schiena e lo sento piantare lì le sue unghie per poi lasciare la sua scia di graffi, più dolorosi di quanto fosse necessario; la meraviglia per quella sensazione improvvisa mi fa scattare indietro per un attimo, separando le nostre labbra ma lui le cattura nuovamente, subito dopo e con ancor più passione di prima.
Sposta le mie mani ancora una volta e mi ritrovo a ricordare di non aver mai avuto prima d’ora un’amante così agitata, cazzo, non sta fermo un secondo!
Con gentilezza libero le mie mani dalle sue per stringerle subito attorno ai suoi polsi esili, prima che ricominci col suo tour guidato e lo conduco fino a toccarmi il petto, per poi stringerlo a me, così da fermare le sue mani tra i nostri corpi.
Lo sento espirare forte e lanciare un nuovo gemito, anche se stavolta suonava più come di sconforto che di piacere e di nuovo resto fulminato da un dolore acuto ed improvviso mentre affonda i denti nel mio labbro con tanta violenza che subito dopo sento già il sapore metallico del sangue in bocca, mi tiro indietro con  un’imprecazione e quando sento ancora le sue mani agitate sul petto, le afferro e lo costringo a stendersi sotto di me, con l’intenzione di bloccarlo per un solo, maledetto secondo!

I miei occhi, ormai abituati alla scarsissima luce, riescono a definire i contorni del suo viso ed i suoi occhi chiari, dove leggo la silenziosa domanda “Perché?”. Osservo più attentamente, tentando di vedere oltre e mi accorgo che ha ‘quello’ sguardo;
gli stessi occhi che ricordo così bene e che ancora adesso bruciano, nei miei ricordi.
Sono talmente identici a come erano in quel momento che per un attimo resto stordito, senza riuscire a capire cosa fosse successo.
Quello sguardo.

Andiamo, andiamo, andiamo..! Forza, voglio che tu lo faccia!

--

Eh, no e che cazzo..! Perché diavolo adesso si è fermato ma soprattutto che cavolo ha da guardare?! Non voglio che mi guardi, voglio solo sentire, più che posso e come posso.. mi sollevo per baciarlo ma lui si tira indietro, per poi spingermi nuovamente giù e non sopporto tutto questo!
Inizio a sentirmi quasi claustrofobico, non posso restare così, lui non può voler restare così! Insinuo velocemente una mano tra i nostri corpi e gli colpisco il braccio su cui si è poggiato, in modo da sbilanciarlo e ne approfitto per ribaltare la situazione; gli stringo le gambe alla vita per bloccarlo e gli do una spinta sul petto per premerlo contro il materasso, proprio come aveva fatto lui con me poco prima.
All’improvviso mi sento afferrare le braccia con una forza tale che già posso quasi sentire i lividi formarsi e finalmente sento.. un brivido mi percorre la schiena mentre mi porta ancora una volta sotto di sé e la storia inizia a piacermi.

Vorrei che mi immobilizzasse e mi facesse sentire la sua forza sulla pelle, sui muscoli e sulle ossa, fino a farmi sanguinare; che mi costringesse ad aprire le gambe e prenderlo dentro di me, vorrei che mi mordesse, che stringesse, come prima, la sua mano sul mio fianco così che possa sentire la ferita della pallottola che mi ha sparato Eddie pulsare e sanguinare.. io per provocarlo tenterei di ribellarmi e lui mi costringerebbe a voltarmi, schiacciandomi la testa contro il cuscino, mi solleverebbe le mani dietro la schiena finché non sentirei le giunture ed i tendini dolermi, in fiamme.
Finché finalmente riuscirei a sentire.
Certo, tutto questo nella mia fantasia, visto che dopo quell’unico lampo di genio di poco fa, Brucey ha ripreso a starsene fermo e guardarmi.. ed a me non piace essere guardato mentre faccio sesso.

--

Sto tentando di capire il perché di questo sguardo, perché proprio in questo momento.. sento Joker tremare leggermente e vorrei che smettesse, non mi sono nemmeno accorto di quando ha cominciato, vorrei che si calmasse o meglio, riuscire a calmarlo in qualche modo.. non so se è per colpa mia che all’improvviso è diventato così, se forse ho fatto qualcosa per irritarlo o spaventarlo o-… cazzo, mi ha morso di nuovo! Stavolta su un braccio, solleva le mani, schiacciandone una sul mio viso mentre con l’altra mi spinge all’altezza di una spalla.
Sento il collo emettere un insopportabile ‘crack’ ma non posso fare altro che catturargli nuovamente i polsi, unirli ed immobilizzarli sopra la sua testa.. la mia prossima intenzione è quella di allontanarmi da lui, visto che mi pare ovvio ormai che NON vuole fare l’amore con me.
Cazzo, è da mezz’ora che non fa che tentare di farmi del male anche se non capisco perché, che gli abbia preso così improvvisamente.

Quando sento che tenta di liberare le mani dalla mia presa, lo stringo con più forza e mi stupisco nel sentire uno scatto attutito, immediatamente allento la presa ma sento Joker lanciare un gemito di dolore e.. qualcos’altro; immediatamente capisco tutto.
Lui vuole tutto questo e non stava tentando di allontanarmi, bensì provocarmi e ferirmi finché non avessi perso la pazienza ed avessi iniziato a contraccambiare.. nel secondo in cui questa realizzazione si fa strada dentro di me, per lo stupore il mio cuore manca un battito ed una corrente gelida mi attraversa fino alla gola in un attimo.
Lui mi guarda negli occhi, si aspetta qualcosa da me, è evidente e sento le mani tremarmi per un momento.

“Joker.. io non posso darti quello che vorresti tu.”

--

Ok. In questo momento vorrei tanto avere uno specchio a portata di mano, giusto per ridere della mia faccia stupita e del mio ammutolire improvviso.
Ok. Di che mi stupisco in fondo? Questo è Batsy.. quando mai il pipistrello ha fatto qualcosa che avrebbe fatto piacere a me?
Ok.
Ok, ok, ok, ok... ok, col cazzo che è ok.

“E questo da quando?”

Chiedo, una nota derisoria nella voce mentre il disappunto si fa strada in me fino a trasformarsi lentamente in disgusto e veleno da sputargli addosso. Vedo che alla mia domanda resta muto per un po’, mordendosi un labbro prima di trovare le parole adatte per rispondere.
 Mah, tanto pare che ormai ho tutto il tempo per aspettare sua signoria, visto che l’orgasmo che avevo in agenda è stato cancellato all’ultimo minuto. Ok, ora so immaginando un orgasmo su un’agenda con tanto di numero di telefono ed indirizzo.. sento che inizia a parlare e mi distraggo dal mio breve viaggio mentale.

“Non posso farti del male mentre.. insomma, non voglio! Non posso!”

Oh, Gesù! Che spiegazione intelligente mi ha fornito! Come replicare di fronte a cotanto ragionamento logico? E va bene, mi hai convinto Brucey, davvero! Giuro che non ho voglia di cavarti gli occhi in questo momento! Come replicare adesso? Ci vorrà una risposta altrettanto scaltra, immagino! Bleahhhh!

“Grande, Batsy! Ed io che pensavo abbandonassi i tuoi principi contorti, ogni tanto! Cristo, nemmeno quando ti fai una scopata sei capace di lasciarti andare!”

Dico sbattendo la testa indietro, contro il cuscino e magnanimamente attendendo una risposta, sperando che stavolta mi giunga un poco meno velata della prima. Forse non sono abbastanza intelligente per arrivare a capire questi fulgidi esempi di chiarezza! Mentre aspetto, sento la vera frustrazione montare dentro di me, tento di incrociare le braccia ma lui continua a tenermele bloccate sulla testa.

“Non si tratta di quello!”

Vabbè…

“E di cosa, allora?”

Fammi perdere altri venti minuti del mio tempo a non spiegarmi perché non hai intenzione di mettermi le mani addosso – cosa che, per inciso, non aveva mai avuto remore a fare prima d’ora – e giuro che ti stacco la lingua a morsi..

“…”

“Eloquente, eh..? Cristo, che tempismo hai, Batsy..! Proprio  adesso ti è venuta la crisi di coscienza..!  Che culo, che c’è, hai visto la Madonna, per caso..?”
“Credi sia facile per me tentare di spiegarti un concetto del quale, sono sicuro, non riusciresti a concepire neanche le virgole?!”
“Provaci, forse ne resteresti sorpreso!”

Ha ripreso a non parlare, ma fortunatamente stavolta la pausa dura meno delle precedenti e con un sospiro sconsolato inizia il discorso.

“Perché non è come quando tu stai per far saltare in aria qualcosa ed io devo prenderti a pugni per evitare una strage! Se voglio fare l’amore con te, non.. insomma, vorrei sentire che.. che piace anche a te, ecco! Che è una cosa reciproca!

Grande!

“Non puoi sentire che mi piace se non mi piace! È vero, forse non riesco a capire realmente dove sta andando a parare il tuo pensiero ma se sei convinto di quello che dici allora sai dove puoi mettertelo il tuo ‘dolce fare l’ammoooore’?”

“Ma perdio, Joker sei così assurdo!”
“Io?! Ommioddio, lasciami andare immediatamente!”
“Per farmi cavare gli occhi o strappare la lingua? No, grazie.”

E va bene.. ho appena fatto una grossa, grossa bastardata rispondendogli con una ginocchiata nella parte più sacra di ogni uomo, quella dove, per una regola non scritta ogni essere di sesso maschile non andrebbe mai a colpirne un altro se non in caso di vita o di morte.
Non so neanche cosa mi aspettassi di preciso, visto che in questo momento non ha l’armatura addosso ma non avevo di certo previsto che si sarebbe accartocciato su se stesso in questo modo! Mentre si lamenta e tenta di recuperare il respiro, posso solo augurarmi che capisca i miei sentimenti e decida di esserselo meritato, piuttosto che costringersi a dover infrangere la sua unica regola, stanotte.
La buona notizia è che finalmente mi ha lasciato i polsi.. sollevandomi mi arrischio a lanciargli uno sguardo e mi impietosisco nel vederlo in questo stato, un braccio sul mio stomaco, dove ha poggiato la testa e la mano libera a massaggiarsi il cavallo dei pantaloni.

“Fa così.. nh.. male?”

No, no, no, non c’è nulla di divertente! Nulla! Ma allora perché nel chiederglielo ho dovuto trattenere una risata? Lui non mi risponde, ovviamente non riesce ancora a parlare ma col pugno mi da un colpetto sulla pancia, non so se voglia dire ‘sì’ o ‘no’, ma ho la mia idea in proposito. Forse dovrei chiedergli scusa?

“Mi disp-.. pff.. mi dispia.. scu.. sami, ah ah ah ah!”
“Cazzo..! Ridi su questo, adesso..”
“N-no..! Ah ah..! Non si ride.. ah ah ah.. sui morti.. ah ah ah ah ah!”

Ok, questa potevo benissimo risparmiarmela visto che lo ha reso furibondo ma si sa, faccio sempre le cose senza pensarci. Non riesco a smettere di ridere e la potenza di questo mi costringe a tornare steso, piegare le ginocchia e coprirmi la faccia con le mani.. mi rotolerei se non avessi quasi cento chili di pipistrello addosso.
Dopo poco, Batsy si riprende e tornando su di me mi afferra per gli avambracci, scansando le mani dal mio viso; non riesco neanche a guardarlo bene per capire precisamente a che livello di furia si trova, tanto le risate mi hanno coinvolto.. non riesco a tenere gli occhi aperti e riesco a costringermi in uno stato di semi calma solo quando sento una sua mano a stringermi il viso, così alzo lo sguardo su di lui ma stranamente non sembra poi così infuriato.

“E adesso?”

Gli chiedo con tono di sfida, notando ancora una volta i suoi lineamenti, i suoi occhi quasi di ghiaccio e penso per la seconda volta che sono davvero contento di essermi sbagliato nell’immaginarlo brutto. Lui lentamente allenta la presa sulle mie guance, abbassandosi a sfiorare appena le sue labbra contro le mie; il respiro prodotto dalle sue parole sussurrate mi da un brivido.

“Fatti perdonare.”

La sua voce ha un tono strano, a metà tra la richiesta ed il comando, la sua presa si scioglie completamente in una carezza che scende fino al mento e sul collo; mi bacia le labbra, passando poi lentamente agli zigomi, la sensibile zona di pelle appena sotto l’orecchio e lì si ferma per sussurrare ancora una volta

“Lasciami provare..”

E poi baci, molti, lenti e delicati sul collo, la gola, le spalle, il viso.. mi muovo, forse giusto per fare qualcosa mentre lascio che Brucey ‘tenti’ - in  attesa dell’inevitabile fallimento – e nel farlo, il mio corpo struscia contro il suo, stimolando il suo piacere; lo sento gemere ed aggiungere più passione ai suoi gesti comunque ancora fin troppo dolci per i miei gusti.
Sento che con una mano continua ad accarezzarmi il viso mentre l’altra si insinua nei pantaloni che indosso – suoi, a giudicare dalla misura leggermente troppo grande per me – iniziando a muoverla con esperienza chiaramente personale, penso tentando di imitare i movimenti che fa su se stesso, quando è da solo.
Nel frattempo, viene a baciarmi le labbra, carezzando la mia lingua con la sua ed invitandola ad uscire per un bacio a bocca aperta, lasciando poi che i nostri respiri si mescolino, cosa che sembra procurargli piacere.

Riesco a capire ciò che prova, lo percepisco dal modo in cui muove le mani, dal suo respiro frammezzato e non so se la cosa mi piaccia o meno.. non riesco a farmi piacere del tutto questo suo modo di fare perché sento di odiare il suo atteggiamento, questo toccarmi e baciarmi come se avesse timore, se ancora non fosse certo del se sono reale o meno, come se potessi sparire da un momento all’altro, come se fossi la cosa più preziosa che abbia mai stretto tra le mani.
Non sono una bellezza, non sono delicato o puro ne tanto meno prezioso; odio sentirmi preso in giro in questo modo!
Chiudo gli occhi in attesa che si decida a rassegnarsi e sento che inizia a percorrermi il petto con la mano, fino all’addome, poi ancora su e giù, con gesti ampi ma lenti, come se stesse tentando di calmare un animale ferito e cazzo, quanto lo odio.

Inaspettatamente, il lampo di un ricordo mi attraversa i pensieri; ancora non avevo nessuna cicatrice sul volto e stavo seduto su qualcosa, un banco o una scrivania mentre qualcuno mi bacia e mi passa la lingua sul collo, accarezzandomi il corpo nella stessa maniera.. sento che non riuscivo a farmelo piacere neanche allora.
Altrettanto improvviso come è arrivato, quel flashback scompare e non me ne curo già più, sono abituato a queste fulminee rimembranze non gradite ed ho imparato a non farci caso.
Sento la mano nei miei pantaloni smettere di carezzarmi per scendere ad esplorare più giù, toccando la mia eccitazione solo col palmo, l’altra mano si sposta sul mio viso, tremante come il suo respiro affannato e prevedo subito la sua prossima mossa.

Sento che si fa strada dentro di me con un dito ed il suo respiro si fa ancora più elaborato; so che vorrebbe entrarmi dentro subito, che non vede l’ora di sentirsi stretto come ora sente le sue dita e per un attimo mi sento sporco, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato, il che è odioso visto come l’ho sempre pensata a proposito delle ‘regole morali’.. è strano, è qualcosa che non pensavo neanche facesse parte di me e Cristo, se odio tutto questo sempre più.
Stranamente, non riesco a trovare nessuna voce per dirgli ‘basta’.. gli poso una mano sul petto ma le mie unghie lo sfiorano appena, non riesco più a respirare bene, così sollevo la testa cercando di trovare più aria. Sento la sua mano prendere la mia e guidarla fino alla sua eccitazione e mi trovo a non sapere cosa fare; lo sfioro e lo sento gemere, per poi incoraggiarmi a toccarlo con più decisione e quando comincio anche io ad accarezzarlo, la sua mano torna al mio viso e con un tocco leggero ma urgente mi spinge a guardarlo.

Guardandolo, capisco che mi piace ciò che vedo.. che i suoi occhi velati sono il riflesso del suo desiderio per me, che le sue labbra socchiuse sembrano cercare qualcosa che solo io posso dargli, che il modo in cui le sue sopracciglia si incontrano abbassandosi l’una verso l’altra è un messaggio per me: l’unico, disperato modo che ha per farmi capire ciò che prova, ciò che sente in questo momento e che vorrebbe io ricambiassi.
Improvvisamente ora, tutto questo non è più odioso, bensì strano e mi sento curioso, come se non avessi mai toccato un uomo prima di questo momento e davvero, non riesco a ricordare di aver mai toccato nessuno in questo modo.. mi sfiora delicatamente l’osso della mascella con i denti, in un morso leggero, poi mi bacia e sento un altro dito fare breccia nel mio corpo, carezzandomi dall’interno, accelerando di tanto in tanto il ritmo con cui si spinge dentro e fuori per poi calmarsi nuovamente, come rendendosi conto solo allora del cambio di velocità e non volesse affrettare le cose.
Sento la mia testa svuotarsi  – ancor più del solito – velocemente mentre le prime scosse di piacere iniziano ad attraversarmi completamente.

--

Mi rendo conto di aver trovato il suo ‘punto magico’ quando lo sento iniziare a gemere e muoversi sotto di me.. mi lancio sulle sue labbra, sentendomi accecato dall’eccitazione e mi separo da esse solo per lasciarlo dare voce al suo piacere ancora e ancora, per sentire la mia mente riempirsi di lui sempre più.
Sento la mia erezione muoversi tra le sue dita e vorrei entrargli dentro adesso, senza aspettare oltre ma Cristo, il suo viso è bellissimo.. non penso si sia accorto di non avere il solito make up e di essere quindi una visione stupenda, rivelando la sua giovane età –quanti anni avrà? Sicuramente meno di trenta.. – e le vere espressioni del volto, così eccitanti ed aperte mentre continua a muoversi sotto di me.
Tutto in questo momento sembra così straordinario che non voglio finisca così presto.. sento della vera e proprio elettricità scatenarsi da ogni nostro contatto, non riesco a tenere le labbra lontane dalla sua pelle e so che ormai è pronto da un po’.

Estraggo le dita dal suo corpo, seppure con riluttanza e separo i nostri corpi da quel contatto ormai necessario, solo il tempo di allungarmi verso il comodino, aprire il cassetto e frugare in cerca di qualcosa che possa aiutarmi per il passo successivo.. ricordavo di aver lasciato dell’olio per massaggi da qualche parte, per usarlo solitamente, dopo gli allenamenti per allentare la tensione dei muscoli.
Quando finalmente lo trovo, torno nella posizione di prima, guardo di nuovo il viso di Joker e mi sento bloccato, il suo sguardo aveva seguito tutti i miei movimenti e continua a restare, fisso, su di me.. mi sento improvvisamente spaesato e vulnerabile.
Ad un certo punto, lui si solleva leggermente, porta una mano sulla mia spalla, lasciandola scattare delicatamente in quella che pochi saprebbero riconoscere come una carezza.. tende il viso verso il mio, ed invitandomi a stendermi nuovamente su di lui, poggia le labbra sulle mie.

Questa è la prima volta che mi bacia di sua iniziativa da quando ho iniziato questi preliminari e mi sento nuovamente scoppiare di desiderio.. il fatto che lui voglia questo, che ci sia e che gli piaccia, è un tale orgoglio per me che non penso di essermi mai sentito più uomo di ora.
Mentre le nostre lingue si intrecciano nuovamente in una danza sempre familiare ma sconosciuta allo stesso tempo, sento la sua mano sulla mia mentre, gentilmente, sfila la boccetta di olio dalla presa delle mie dita per poi aprirla; la mia erezione sobbalza in anticipo al suo tocco mentre coi piedi, si aiuta per sfilarmi il pigiama dalle gambe.
Sento finalmente il tocco freddo dell’olio, subito riscaldato dalla temperatura della sua mano mentre mi lubrifica con poche carezze lente e profonde per poi lasciare che le sue mani risalgano lungo il mio petto; ora mi trascina su di sé, abbandonandosi contro il materasso.

Lo sento piegare le ginocchia e stringermi con le gambe, sento i suoi piedi freddi sfiorarmi le cosce in un seducente invito a continuare; lo guardo negli occhi e non penso più a niente per un po’, porto una mano a stringere la base della mia erezione e guidarla nella sua calda entrata.. tento di mantenere il contatto dei nostri occhi ma non appena inizio a seppellirmi lentamente nel suo calore, entrambi non riusciamo a fermare le palpebre dal chiudersi contro quella sensazione troppo intensa.. ed amarne ogni attimo.
Lo sento lanciare un grido di piacere alla mia intrusione e si fa fortissimo l’istinto di coprire le sue labbra ma non voglio smorzare i bellissimi suoni che riesce ad emettere, voglio sentirlo mentre lo faccio godere come spero mai in vita sua.. così lo bacio poco lontano, sfiorando con le labbra le sue cicatrici per poi sentirlo scansare il viso subito dopo, facendomi capire che quell’azione lo infastidiva ma fortunatamente non tenta in nessun modo di interrompere il rapporto nonostante questo.
Scendo ancora più giù, verso il collo ed inizio a muovermi dentro di lui.

--

Non riesco neanche a pensare a qualcosa di divertente, circondato come sono da tutte queste sensazioni.. è come se avessi già provato tutto questo eppure non riuscissi a ricordarne nulla, mi sento come se fossi stato attaccato ed infine abbattuto; come una pedina della battaglia navale.. uno ad uno tutte le mie caselle sono andate perse e ora mi sento affondato completamente.
Mi ritrovo a sperare solo che quando tutto questo sarà finito, di me resterà almeno qualcosa più delle macerie e della cenere.. tutto questo mi sta piacendo in un modo che non avrei mai ritenuto possibile e questo mi fa quasi paura; era da un’eternità che non provavo questa sensazione.. non mi è mai piaciuto essere spaventato e dopo anni ed anni passati a vivere con passione sul filo del rasoio, mi ero convinto di non poterne più provare, finalmente, se non l’avessi voluto.. ma ora, per quanto mi sforzi, non riesco ad allontanarla.

Chiudo gli occhi mentre lo sento muoversi dentro di me con questo ritmo fantastico, a tratti lento, poi più veloce per poi rallentare nuovamente e quasi subito riesce a trovare il punto magico dentro di me, iniziando a stimolarlo ripetutamente.. sento il mio corpo inarcarsi verso di lui senza poterlo più controllare, lui ne approfitta per stringermi, insinuando le sue mani sotto la mia schiena e carezzandola vigorosamente mi guida come vuole in questa danza, mi attira a sé per incontrare le sue spinte e mi allontana mentre scivola fuori.
Lo sento mormorarmi qualcosa vicinissimo all’orecchio.. all’inizio non capisco ciò che dice ma ben presto riesco a distinguere il mio nome in mezzo a tutte quelle frasi sconnesse e trovo così strano che tutto questo possa piacergli così tanto, che possa piacere perfino a me, che due persone possano davvero provare sensazioni così intense solo immergendosi in un corpo, o accogliendo qualcuno in esso.. senza che sangue, unghie o schiaffi siano coinvolti, senza tutte quelle azioni che ritenevo indispensabili per sentire qualcosa di estremo.

Sento che riprende a parlare e stavolta tento di concentrarmi per capire le sue parole, le labbra ancora una volta vicinissime al mio orecchio, lo sento mormorare con un tono pieno di passione fino ad apparire quasi disperato mentre tenta di non balbettare ed io sento che potrei venire semplicemente grazie a questa voce.

“Joker.. ti piace?”

Chiede e senza potermi trattenere piego le dita, piantando le unghie a fondo nella sua schiena, stavolta senza volerlo, senza un secondo fine e lui non dice nulla in proposito. Rispondo con un semplice ‘sì’ ma questo sembra non bastargli

“Dimmelo..”
“No.”

Rispondo, non voglio dare voce a quello che provo, ancora una volta riconosco la sensazione di paura dentro di me; lo sento lanciare un gemito ed aumentare la velocità delle sue spinte nel mio corpo, sollevo lo sguardo e vedo che ha gli occhi serrati nella concentrazione, il sudore ricopre il suo viso, i suoi capelli ricadono in ciocche umide e scomposte sulla sua fronte.
Lo sento spostare una mano nell’incavo del mio ginocchio per poi sollevarlo e guadagnare così migliore accesso, permettendogli di colpire ancora meglio quel bellissimo punto all’interno del mio corpo, ad ogni spinta sento di arrivare sempre più vicino al settimo cielo ed ancora una volta lui ripete, con quel tono da preghiera imperativa

“Joker.. dimmelo..”

Bastardo.

--

“Mi.. fa impazzire. Non ti.. fermare!”
Cristo..”

Dico, e sento la mia voce stretta in un tono che potrebbe quasi sembrare di rabbia per quanto mi sto concentrando, ma finalmente quel peso che sentivo aleggiare sulle mie spalle è scomparso definitivamente, grazie a quelle parole ed alla sua voce.. sento che chiama il mio nome, perso nel piacere e la cosa non mi irrita perché so che è semplicemente me che chiama, non Bruce Wayne, non Batman, ma me che sono entrambi e tutti e due ora proviamo la stessa identica cosa.
Inizio a muovermi con un ritmo diverso, più lento ma profondo, uscendo quasi completamente dal suo corpo per poi penetrarlo nuovamente con spinte violente.. mi sento vicino, so di non potermi trattenere ancora a lungo.
Mi sollevo sulle ginocchia, gli sollevo il bacino per poi guidare le sue gambe sulle mie spalle e continuo a spingermi dentro di lui mentre inarca nuovamente la schiena dal piacere, solo le sue spalle poggiano ora sul materasso e sento i suoi gemiti trasformarsi in qualcosa di più simile a dei singhiozzi spezzati, anche lui è vicinissimo.

“Toccati!”

Gli dico e vedo la sua mano strisciare lungo quel corpo sottile e sudato fino ad arrivare alla sua erezione per iniziare a toccarsi, spettacolo che mi fa fare un enorme balzo in avanti verso il traguardo dell’orgasmo, tanto da dovermi trattenere seriamente per non venire prima di lui. Continua a ripetere il mio nome mentre si accarezza sempre più velocemente per poi venire, infine.
Quando sento il suo corpo iniziare a contrarsi, stringendomi sempre più nel suo calore, nel suo corpo stupendo, mi lascio andare ed ormai ci sono anche io, ancora un po’, solo un –

“Ti amo..!”

Consumo il mio orgasmo dentro di lui, riempiendolo con la mia calda essenza ed infine crollo, abbandonandomi contro di lui lentamente, godendomi le ultime ondate di piacere e vorrei restare immerso nel suo corpo per sempre.
Tengo il viso poggiato sulla sua spalla ma anche da qui riesco a sentire il battito ancora violento del suo cuore mentre tenta di riprendere fiato, poi infine, dopo qualche lento minuto, la calma.
Lo stringo a me, circondando il suo corpo con le braccia e sento le sue salire a circondarmi la testa, tenendola premuta contro il suo petto mentre una  mano inizia ad accarezzarmi i capelli ed ancora una volta mi ritrovo ad adorare tutti i movimenti a scatti delle sue dita nervose; molto tempo passa, nel silenzio più pacifico che mi abbia mai circondato e mi sento calmo e felice allo stesso tempo.

Mi sollevo leggermente sui gomiti per guardarlo in viso, mentre una mano va a guidarlo in un bacio profondo, lento e meraviglioso. Quando riapro gli occhi, incontro ancora una volta i suoi, con la punta delle dita salgo a percorrergli i lineamenti del volto, stando stavolta bene attento ad evitare le sue cicatrici e mi viene da sorridere.
Vedo che lui contraccambia ed un attimo dopo sembra abbandonarsi ancor più contro il cuscino per poi dire, col tono di chi ha capito solo ora qualcosa di importante, eppure semplice da comprendere

“Ahh..”
“Mh?”
“Non scherzavi, allora..”
“Co..?”

Inizio a dire per poi tornare velocemente, con i ricordi a quei pochi momenti precedenti all’orgasmo, i miei occhi si spalancano dallo stupore, non riuscendo neppure io a credere di aver mai pronunciato quelle parole.



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Capitolo 15
*** Il Decreto. ***


Per Boopsie: Tesora! xD Ripreso il fiato? Spero di sì, sono così contenta che la mia lemon ti sia piaciuta, ammetto che rileggendola, prima del post mi era sembrata un po' smorta nei toni.. per quello avevo deciso di aggiungere la scenetta del calcio al 'piccolo pipistrello' (per Joker, spero non tanto piccolo) di Batman! I più grandi complimenti per il silk epil e per le patate in Guinea.. com'è stato quest'anno il raccolto? Abbondante, spero! xDD Comunque, so cosa vuol dire leggere qualcosa di interessante con delle presenze oscure che aleggiano dietro di me.. ed io, col mouse sempre puntato sulla 'x', così da poter chiudere al volo tutte le pagine aperte in un solo gesto.. :P sono contentissima di avere meritao addirittura la 'golden card', la porterò sempre con me facendomene gran vanto mentre straparlo di realtà soggettive, ultracosmi volanti e colori vivaci inesistenti ù__ù! Come puoi vedere, le tue facoltà mentali sono in buone mani xD! Anche io sono scoppiata a ridere dopo aver scritto la parte sulla 'mutilazione' a dire il vero.. cioè, l'ho scritta con faccia seria, poi un po' annoiata ho ripercorso il testo, ho sgranato gli occhi in stile 'ma davvero l'ho scritto io?!' ed ho riso per molto, molto tempo ù__ù. Sì, lo ammetto le scene più esilaranti a parer mio, sono le testate ed i calci proprio lì! Ora ti lascio a goderti il nuovo capitolo, sperando che ti piaccia! *__* Siamo ormai vicini alla fine, ho un po' di malinconia.. :( grazie infinite per i bellissimi complimenti, alla prossima ;)!
Sono o

Per AintAfraidToDie:
Ciao xD! Innanzitutto non c'è bisogno di ringraziarmi per il commento che ho lasciato alla tua one shot ed anzi, ti garantisco che ogni opinione lì descritta era sincera e davvero ammiro molto il tuo modo di scrivere :o.. mi fa comunque molto piacere che anche tu, come me, preferisci delle critiche costruttive, piuttosto che dei semplici complimenti (anche se, a volte anche quelli non fanno così male ù__ù). Per quanto riguarda il tuo nick, dopo la tua spiegazione mi sono incuriosita e sono andata subito su youtube a cercare questa canzone.. mi è piaciuta moltissimo, davvero! (Parlavi della canzone dei Dir en Gray, giusto?) Premettendo che adoro semplicemente la lingua giapponese, la traduzione del testo mi ha colpita come uno schiaffo in pieno viso! O_O Tanto che ho deciso di utilizzarla in questa storia, resta solo da decidere il quando. Ti ringrazio per avermi fatto conoscere questa magnifica canzone :)! Le persone semplici alla fine, sono sempre le più complesse da capire.. non è da tutti piangere ascoltando una canzone, lo so bene.. sono sicura che sei una persona molto profonda :)! E tra l'altro sei riuscita a rendere gentile perfino il mio paragone con Casper xD! Sono molto contenta che ti sia piaciuta la lemon del capitolo precedente ed ancor più se dici che è una delle prime che hai potuto apprezzare appieno.. per non parlare del fatto che sapere che trovi il mio Joker IC è una vera carezza al mio orgoglio xD! Per quanto riguarda l'imbarazzo di Bruce, diciamo che era più un'indecisione.. nel senso immagino si sarebbe sentito triste in una situazione del genere, pensando che i suoi 'progetti' sono sfumati ancora prima di iniziare qualsiasi cosa, il che sarebbe stato un pensiero normale, visto il tipo di persona che è Joker, ovvero uno che difficilmente può - non dico che non può capire - arrivare a condividere le idee che Bruce ha in proposito. Sono contenta che li trovi divertenti, ce l'ho messa tutta per renderle così.. non potrebbe essere altrimenti con due caratteri di quel tipo messi a confronto xD! Eh sì, le Nc-17 sono sempre state il mio forte.. sarà perché di solito mi trovo persa senza le mie parole.. vorrei trasmettere appieno ogni scena come l'ho immaginata e condividere queste immagini con chi legge :). Cristo! xD (che poi è una battuta che uso sempre anche io.. da quando anni fa ho smesso di bestemmiare, diciamo che ho conservato comunque questo vocabolario.. perdio! xD). Sono felicissima di saperti ancora in vita xD e ti lascio a goderti questo capitolo quindici ù__ù, sperando che ti piaccia! Per quanto riguarda la tua ultima frase, la mia reazione è stata questa:  >//////<.  Alla prossima, un abbraccio xD!

Per Sychophantwhore:
Ciao! xD Prima di tutto ho trovato esilarante le tue prime battute a proposito dell'incendio, al punto da immaginare il povero Alfred sentire odore di fumo e, trovando la porta della camera da letto chiusa a chiave, in preda al panico, chiamare i vigili del fuoco ù__ù che giustamente, sfondano la porta, trovano ciò che trovano e fanno retromarcia molto, molto lentamente. D'altronde, come si dice? Piromania, portami via! xD Ora.. mi sento un tantino imbarazzata, visto che la parte sul ragno all'inizio non voleva essere un'analogia ^_^".. il bello è che non è la prima volta che qualcuno mi attribuisce simili pensate xD comunque ti ringrazio per la fiducia :P! Da questo capitolo in poi, soprattutto grazie a qualche flashback ben inserito sarà tutto un notare le differenze tra i rapporti di Joker con Batman e con l'Enigmista! Sì per quanto riguarda il lato sessuale del rapporto, diciamo che più che Batman, è stata l'influenza di Bruce Wayne a riuscire a conquistarlo.. sempre detto che queste due personalità sono complementari ed hanno bisogno ognuno dell'altro! Per la sua sensazione di sentirsi 'sporco', volevo solo dire che ovviamente se si trova ad esplorare un tipo di rapporto che non gradisce, ovviamente gli sembrerà di stare facendo qualcosa di 'sbagliato', ovviamente secondo i suoi canoni ù__ù. Sì, Batman si è davvero impacciato, più che altro perchè pensava fosse già finito tutto prima ancora di iniziare.. comunque mettendomi nei panni di Bruce.. oddio, Joker non è esattamente il tipo che capisce e comprende al volo xD o che si arrende e manda ragione a qualcuno che non la pensa come lui xD! Prendere in giro Batsy è davvero divertente, lo ammetto ma ancor più visto che è totalmente IC, Joker in fondo non fa altro che prendere in giro tutti ù__ù! Per quanto riguarda quel ricordo fugace no, non penso di approfondire la cosa, era solo una piccola memoria che gli è tornata in mente, ma come hai letto serviva solo a far capire che non ha MAI apprezzato prima un tipo di rapporto così.. insomma, totalmente campata in aria, quella parte xD. Mi dispiace molto per MSN.. almeno una casella mail o un qualsiasi altro mezzo di comunicazione? Sì Cri mi ha detto che stavi lavorando su qualcosa ma eri momentaneamente ferma :D! Non puoi capire quando mi rende felice che la mia storia ti abbia ispirato non uno ma ben tre disegni! *_* Non vedo l'ora di vedere il tuo ultimo capolavoro, sei un vero mito, davvero! Adoro i tuoi disegni, i colori, tutto..! Sempre con quel tocco personale :)! Ora ti lascio, finalmente, al nuovo capitolo con la speranza che ti piaccia! ^_^ Un abbraccio, alla prossima!


 
Capitolo 15: Ha decretato!


Per quanto io sia contento che il signor Wayne, per qualche oscuro motivo, sembri stranamente in pace con se stesso in questi giorni – beh a dire il vero sembra felice come non ricordo di averlo mai visto – ciò non toglie che il suo comportamento sta diventando via via sempre più strano e tutto da quando è tornato dalla ‘sfida’ contro l’Enigmista.
La mattina dopo l’impresa, è sceso a fare colazione adirato come non mai e quando gli ho chiesto cosa avesse mi ha risposto con un’alzata di spalle, ha consumato la sua colazione per poi chiedermi di prepararne un’altra, che avrebbe consumato più tardi in camera sua; poi è uscito quasi fumando, tanta rabbia emanava ed una mezz’ora più tardi è rientrato con una busta di plastica sigillata, ha preso la sua seconda colazione ed è andato a chiudersi, con essa, in camera da letto.
Quando ne è uscito nuovamente, ha chiesto un pranzo molto, molto abbondante ma stavolta sembrava quasi camminare a due metri da terra, un vago sorriso stampato sulle labbra.. all’inizio credevo avesse trovato lo sfogo adeguato alla sua ira con gli allenamenti fisici ma alla sera, dopo avergli preparato un ultimo pasto molto abbondante (che per inciso ha consumato, per la terza volta, da solo nella sua stanza), ho trovato, mentre mettevo via i suoi abiti, uno scontrino nella tasca posteriore dei pantaloni.

Tale fattura recava la marca di “Carnival Store”, un negozio a Gotham che, a quel che so, vende per lo più costumi, trucchi e scherzi di Carnevale. Sebbene un flebile dubbio iniziasse a formarsi nella mia mente in quel momento, non avevo ancora il coraggio di arrivare alla conclusione definitiva, era un pensiero che non volevo neanche ammettere di avere per la testa.
La mattina del secondo giorno, sempre di ottimo umore ed appetito, ha detto che sarebbe uscito e che doveva consegnare una lettera per una persona a cui doveva un favore.. naturalmente mi sono ben guardato dall’indagare oltre e quando sono salito per riordinare la sua stanza, l’ho trovata misteriosamente chiusa a chiave.
Ancora una volta, mi sono detto che un’ipotesi quale quella del giorno precedente non poteva in alcun modo avere luogo, eppure qualcosa decisamente non quadrava; invaso dal dubbio, al rientro del signor Wayne, ho ‘casualmente’ accennato al fatto che la sua stanza non era mai rimasta chiusa prima e lui ha risposto, distogliendo lo sguardo, con un semplice “Ah, sì?” per poi tornare a chiudersi nella famosa stanza.

Tra i rifiuti ho trovato delle bende insanguinate, il liquido che le sporcava sembrava fresco e la cosa mi ha alquanto preoccupato, se non che, quando ho confrontato il signor Wayne in proposito, lui mi abbia risposto semplicemente “Ah, quello.. è solo un graffio, Alfred, tranquillo.” Ma si è poi rifiutato in tutti i modi di farmi dare un’occhiata alla sua ferita.. a me è davvero sembrato fin troppo in salute per uno che perde tanto sangue, se devo dirla tutta e nonostante al terzo giorno quel pensiero maledetto si fosse fatto chiaro nella mia mente, ancora mi rifiutavo di formularlo con chiarezza perfino nella mia testa, dove sarebbe stato al sicuro.
Quella sera improvvisamente, il signor Wayne, di nuovo calmo ed allegro mi ha fatto la curiosa domanda di procurargli un posacenere, visto che non ne aveva trovato neanche uno in tutto il maniero. Piuttosto curioso visto che il signor Wayne non ha mai fumato in vita sua.. gli ho assicurato che ne avrebbe trovato uno nel suo ufficio ma prima che potessi ritirarmi per la sera, ancora una volta mi ha stupito con una strana domanda.

“Alfred..? Se non sbaglio, anni fa avevo comprato una casa, giusto?”
“Sì, signore. Ma è sempre rimasta sfitta e vuota di mobilia.”
“Oh. E dov’è che si trovava?”
“Mi pare ad una ventina di chilometri da Gotham signore, verso la campagna.”
“Mi faresti trovare le carte della casa sulla scrivania, domani?”
“Certamente.. potrei chiederle perché, se non sono indiscreto?”
“No! Io.. sai è sfitta da tanto tempo.. forse è il caso di venderla. Inutile tenerla inutilizzata, no?”

Vederlo distogliere nuovamente lo sguardo mi ha provocato allo stesso momento sentimenti di rabbia e di tenerezza.. non ricordo di aver mai visto il signor Wayne raccontare bugie imbarazzanti come questa se non quando era ancora un ragazzino ed alla fine mi ritrovo a pensare che, se anche il mio sospetto fosse fondato lui è, ormai da tanto tempo, un uomo molto forte ed in certi casi – forse non questo – anche saggio, quindi non mi restava che aiutarlo come posso.
Dopo aver sospirato discretamente, seppur lottando contro quelli che dovrebbero essere i miei principi, mi sono ritrovato a suggerire

“Se posso permettermi signore, ne ha anche un’altra, sfitta da parecchio.. un po’ più lontana, a cinquanta chilometri da Gotham.. però dà praticamente sulla spiaggia ed è molto meglio tenuta di quella di campagna.. penso sarebbe molto più facile per lei.. venderla.”

In quel momento ha alzato lo sguardo per incontrare il mio e sostenerlo in silenzio per molti, interminabili secondi finché non ha annuito e mi ha detto che andava bene per lui, avere i documenti di quest’altra abitazione. Ovviamente ha capito che ho infine indovinato il suo segreto ma questo è destinato a restare uno di quei taciti accordi in cui tutti sanno tutto ma nessuno da voce alla verità.
Per risparmiargli altro imbarazzo mi sono ritirato cortesemente per la sera e l’ho lasciato che tornava in camera sua per chiudersi nuovamente a chiave al suo interno.
Poco fa stasera, ho infine risposto ad una chiamata che chiaramente era per lui, nella quale una signorina, segretaria in un’agenzia di trasporti, lo voleva ringraziare per la ‘generosa offerta’ ed informare che gli operai erano disposti a portare tutti i mobili nell’abitazione sulla spiaggia stanotte stessa e fargliela trovare pronta per l’indomani.

Già so che domani mattina, per quanto presto io possa svegliarmi, troverò la stanza del signor Wayne nuovamente aperta ed incredibilmente disordinata e che per molto tempo non avrò più il piacere di vederlo spesso in questa casa.. ma d’altronde che altro posso fare se non aspettare, essere contento per lui – questo se lui continuerà ad esserlo, ovviamente – e fare di nuovo ordine dove non ce n’è più?

--

“Jonathan Crane?”
“Cosa c’è, infermiere?”

Alzo lo sguardo su quell’infima forma di vita – la stessa che si è tanto gentilmente preoccupata di non farmi uscire dalla mia cella la notte in cui stavo disperatamente tentando di far avere il mio messaggio a Batman – e lo vedo avvicinarsi, con la sua solita aria allegra da ebete ed una lettera stretta in mano.  
La fa svolazzare un paio di volte nell’aria, con vivacità, per poi dire

“Ci sono notizie per te!”
“Buone? Non dirmi che la tua razza è finalmente in estinzione!”

Vedo Due Facce piegarsi leggermente sul tavolo al quale siamo seduti e  tentare di trattenere una risata. Anche a me allora viene da sorridere, non mi aspettavo fosse una battuta divertente, visto che non voleva assolutamente esserlo e quando vedo che si risolleva, riprendendo ad arrotolare sigarette, torno a guardare l’infermiere, che continua a mantenere la sua espressione vivace

“Continuiamo ad essere birichini, eh Crane? Così non va, dovrebbe saperlo!”

Sento Harvey riprendere a ridere sommessamente al mio fianco per poi cedere alla tentazione, posare la sigaretta appena fatta sul tavolo e dire, voltandosi a guardare l’infermiere mentre sventolava una mano per aria, come se volesse attirare l’attenzione
“Sorella? Ho fame, potrei avere il mio biberon, adesso?”
Per poco non scoppio a ridere alla sua presa in giro verso quel modo che l’uomo in bianco ha di trattarci, come se fossimo tutti dei ritardati.

“Su, su mister Dent lo sa che è un po’ cresciutello per quello.”

Risponde l’altro seriamente e stavolta davvero non riesco a trattenere la risata che minacciava di uscire poco prima.. il solo fatto che quest’essere abbia davvero ritenuto sincere le parole di Harvey, è allo stesso tempo esilarante e disarmante. Come può davvero non riconoscere la differenza tra un vero senile ed una così palese presa in giro?

“Dice davvero? – risponde Harvey con tanto d’occhi, fingendosi oltremodo basito – Eppure è solo un paio di mesi che non poppo da un seno.”

Mentre rischio di rotolarmi per terra dalle risate, l’infermiere si congratula allegramente con Due Facce ed avvicinandosi ulteriormente a noi mi porge una busta bianca, la prendo e noto subito che sul lato del mittente non c’è nessun indirizzo; fin qui tutto regolare, trattandosi di un manicomio, in pochi tengono a far sapere di avere contatti con le persone chiuse qui dentro ma davvero non immagino chi potrebbe avere interesse nello scrivermi.
Di solito lo fanno solo i miei ex colleghi, sperando di analizzarmi o chiedendomi pareri..

“Allora, signor Crane, pare che qualcuno abbia una fidanzatina segreta, eh?”

Sento di nuovo dire dall’infermiere, ancora una volta con quel tono da asilo infantile ma sono troppo occupato ad osservare l’involucro cartaceo appena ricevuto, tuttavia la cosa sembra irritare Dent che stavolta, con tono forse più alterato del dovuto, risponde

“Oh, sì! Magari tua sorella! O se è davvero fortunato, tua madre!”
“Non dica queste cose signor Dent, o dovrò lavarti la bocca col sapone, oggi!”
“Io penserei a lavare me stesso piuttosto, infermiere ‘belli capelli’..”

Ora.. è da quando l’infermiere ‘non so neanche come si chiama’ lavora qui che Harvey ha sviluppato una sorta di odio ossessivo per i suoi capelli che non hanno altri problemi se non quello della forfora, cosa che posso dire non riguardi la sua igiene ma probabilmente sia una semplice questione di shampoo sbagliato.. tuttavia ogni scusa pare essere buona per farglielo notare e perfino io, detestando quest’uomo dal fondo dell’anima, non correggo mai le false accuse di Due Facce.
Con un’ultima odiosa risposta ed un saluto, l’infermiere infine si allontana.

“Tsk. Scommetto che il Vaticano lo paga in quanto prova vivente dell’infondatezza della selezione naturale.. allora, di chi è la lettera?”
“Tranquillo, non è della mamma di ‘Capitan Forfora’, come ami chiamarlo nell’intimità.”

Dico per poi rigirare quel pacchetto tra le mani un paio di volte ed infine aprirlo, strappandone la parte superiore. Quello che mi trovo davanti quando estraggo il suo contenuto è un foglio di carta stampata probabilmente da un computer, scorro velocemente le parole con gli occhi e poi dico, a bassa voce così che solo Harvey possa sentirmi

“Non ci crederai ma è di Batman..”

Vedo che improvvisamente ho catturato tutta la sua attenzione, sposta tabacco, cartine e filtri più vicino a me e si china dietro le mie spalle per leggere anche lui

Il tuo aiuto si è infine rivelato provvidenziale ed è proprio per non avere debiti di alcun tipo con gente come te che ho deciso di accontentare la tua richiesta e farti ‘sapere com’è andata a finire’. Non starò qui a raccontarti delle prove a cui mi ha sottoposto Nigma, sospetto che ti annoieresti, perciò ti dico solo che Joker è sano e salvo, è con me e per il momento sembra tranquillo (forse solo perché è ferito). Nigma non si era rassegnato nemmeno dopo aver perso la sua stessa sfida ed ha tentato di far fuori il suo ex compagno. Sono arrivato a capire, forse, molte delle cose che tu avevi già intuito da tempo a proposito della mia natura, il che mi fa piacere anche se brucia che tu ci sia arrivato prima di me. In un certo senso la vicinanza di Joker sembra togliere un velo dopo l’altro dalla mia mente, permettendomi di pensare con chiarezza. Solo, la prossima volta non tentare assolutamente di spingermi verso l’introspezione, come hai fatto durante il nostro ultimo colloquio o giuro che ti pesto a sangue finché non torni sano di mente. Come sta due Facce? No aspetta, non voglio saperlo.. un saluto ad entrambi.
Batman.

“Mh. Ha minacciato di pestarti, sembra di buon umore.”

Dice Harvey e lo vedo tornare al suo posto e continuare a rollarsi quelle dannate sigarette, che poi mette da parte in un apposito contenitore in cuoio. Mi volto a guardarlo e gli sorrido anche se lui non sembra darmi più la minima attenzione ma so che lo sta facendo apposta, lo fa sempre anche se non capisco proprio il perché.. forse la ragione è che, se si voltasse a guardarmi, mostrerebbe anche l’altra metà del suo viso, quella bruciata. È comunque uno spettacolo che ho visto troppe volte per poterne restare sconvolto.

“Posso chiederti perché mai, anche se siamo ricchi coi soldi della rapina, continui a comprare il tabacco? Se decidessi di andare a Marlboro tutta la vita, ti resterebbe comunque abbastanza denaro per permetterti una decina di ville al mare..”

Lui non risponde, continuando imperterrito ad arrotolarsi abbastanza sigarette da poterci andare avanti tutta la giornata. Non so perché ma mi ha sempre irritato vedere la gente usare il drum.. sarà che quando ero all’università, il mio professore di microbiologia adorava sfruttare le scimmie da laboratorio per farsele arrotolare.. e vederlo fumare una sigaretta leccata da una scimmia mi ha sempre fatto piuttosto schifo.. che mi sia rimasto il trauma?

“E poi le sigarette industriali puzzano e sporcano molto meno. Per non parlare del fatto che ci guadagneresti anche in salute.”

Vedo Due Facce sorridere, poi senza alzare lo sguardo dal suo lavoro, finalmente mi risponde

“Pensavo a Pinguino.”
“Perché?”
“Si sarebbe schifato a vedermi maneggiare il tabacco.. lo odiava, ricordi?”
“Già, diceva che il drum è da proletariato. Che se uno doveva avvelenarsi, tanto valeva farlo con classe!”

Dico, ridacchiando al ricordo e vedo che anche Harvey è piuttosto divertito da questo pensiero.. ora che ci penso, non ho mai visto Due Facce ridere seriamente. Certo, non potrei mai immaginarlo lanciato in una risata come quella di Joker, o in un folle annaspare come quella di Pinguino ma una specie di via di mezzo, forse.. no, meglio che resti così, in fondo gli si addice.
Distolgo lo sguardo da lui e dico

“Mi dispiace che sia morto.”
“Anche a me a volte.. in fondo era simpatico.”
“Ora stai pensando anche ad Edward?”
“Vuoi smetterla di analizzare le mie catene di pensieri, per favore?”
“Ah ah! Lo so che è inquietante.. scusami, non lo faccio apposta.”
“Mh. Almeno non farti accorgere, sei fastidioso.”
“Se sono fastidioso perché continui a parlarmi?”
“Perché sei meno fastidioso degli altri.”

Sospiro alla sua risposta, in fondo me l’aspettavo è sempre di Due Facce che stiamo parlando, non direbbe qualcosa di decente ad una persona neanche se ne andasse della sua vita. Porto lo sguardo davanti a me, sull’orologio da muro appeso proprio sopra la porta e sbuffo leggermente, tra meno di un’ora ci sarà un’altra noiosissima seduta dallo psichiatra che ha meno della metà della mia intelligenza, in questo campo.
E poi ho sempre preferito analizzare gli altri, piuttosto che me stesso.

“Io penso che Nigma voglia morire, in questo momento. Scommetto che appena finito il solito giro di farmaci, quando tenteranno di inserirlo tra noi, tenterà di togliersi la vita.”
“Per via di Joker, eh? Che schifo di telenovela.. ‘amore in plastiglass; una vita tra le celle imbottite’!”

Mi ritrovo a ridere mio malgrado, nonostante l’argomento per me fosse serio ma d’altronde questa è un’altra cosa che apprezzo di Harvey, non ha rispetto per nulla e nessuno, sarebbe capace di fare del sarcasmo su qualunque cosa, che lo riguardi o meno.. certo, se non si va a toccare l’argomento ‘Rachel’. Quando smetto di ridere, sento un vago sorriso malinconico continuare ad aleggiare sulle mie labbra e non tento neanche di cancellarlo, perché in fondo?

“Non pensi mai che abbiamo sbagliato tutto?”
“Disse il traumatizzato allo storpio..”
“Intendevo dire con la Lega..! E poi perché dovrei farlo io il traumatizzato?”
“Non l’ho detto.. che vorresti dire, che io sono storpio?”
“Oddio Harvey, non di nuovo, giochi a terrorizzarmi tutti i giorni! Dopo un po’ perde effetto.”
“Mah.. che intendevi con quella domanda?”

Stranamente mi irrita che non abbia capito subito ciò che intendevo, pensavo fosse palese, vista la situazione in cui ci troviamo. Cercando di mantenere la calma mentre spiego meglio cosa volevo dire

“Intendevo.. che ora, per esempio, io e te siamo qui, sempre insieme, a parlare! E parliamo anche di Edward, di Oswald e di Joker, non è.. beh, quanto meno strano? Forse avremmo potuto essere un po’ più corretti tra noi. Se non avessimo avuto ognuno le sue ossessioni per la mente.. tranne Pinguino, le sue ambizioni non hanno mai cozzato con le nostre. Eppure.. lui è stato il solo a morire.”

“Non che Pinguino fosse così innocente. Che storie ti stai inventando, è andata così e basta.”

“Harvey.. ero stato io a far sapere a Nigma che avevi intenzione di uccidere Joker, quella sera al magazzino – non risponde nulla, non si muove neanche di un millimetro, mentre continua ancora ad arrotolare quelle stramaledette sigarette – vi ho spiati tutti e poi l’ultima sera ho rivelato alla polizia dove si trovava il nostro covo, giù alla fabbrica dismessa. Avevo progettato la scomparsa di tutti voi.” Ancora, continua a non dire una parola ne muovere un muscolo e sento i nervi tesi come corde di violino, sento che potrei esplodere da un momento all’altro se Due Facce non si sbriga a fare qualcosa. Qualsiasi cosa tranne rollare quelle fottute sigarette. Improvvisamente, seguendo un folle istinto, prendo la cartina mezza arrotolata dalla mani di Harvey e la getto per terra, guadagnando finalmente la sua attenzione (anche se quest’azione potrebbe portarmi alla defenestrazione istantanea).

“Insomma, mi hai sentito, Harvey?!”
“Sì, certo.”

Dice per poi restare di nuovo immobile e muto, la qual cosa mi irrita come non mai. “E non dici niente?”

“Che vuoi? Che ti dica ‘bravo’? Beh, Bravo! Lo sei stato.”

Ora sono arrabbiato sul serio, sia per via della sua risposta, sia per la calma estenuante che sembra mantenere dopo quello che gli ho rivelato. Eppure ero convinto che un tipo come Harvey, un iracondo, avrebbe avuto una reazione quanto meno più animata di questa. Serro involontariamente le labbra in una striscia sottile e mi alzo, lasciando che la sedia strofini contro il pavimento, provocando un rumore altamente fastidioso ma mentre sto per andarmene, mi sento afferrare all’altezza dell’avambraccio, la presa è stretta al punto da risultare quasi dolorosa e la forza di Harvey mi tira nuovamente giù a sedere.
Lo guardo ancora una volta ma non sembra arrabbiato neanche adesso.

“Non mi aspettavo fossi un tipo da sensi di colpa.”
Sensidiche?!” Chiedo stupito;  non ci ha proprio capito niente!

“Ma sì, è chiaro.. l’unico tra noi che non ha mai tentato di metterlo in quel posto a tutti gli altri è morto, tu te ne stai qui a parlare con me nonostante, per colpa tua, quel matto di Nigma quasi mi faceva fuori.. due volte.. abbiamo rischiato di essere arrestati tutti in allegria una volta tornati alla base, ehheehh..! evviva! Ed insomma, alla fine è tutta colpa tua. Eppure, nessuno ha sospettato di te, nemmeno per un secondo. Che vorresti ora? Che litigassi con te, che ti buttassi dalla finestra, che ti scaricassi quella testa di cazzo che hai nel cesso? Se me lo chiedi per favore potrei anche farlo ma non mi va. La morte di Batman non necessariamente ci avrebbe resi tutti quanti felici e contenti.. mi dispiace per come è finita per Pinguino ma sarebbe morto comunque, prima o poi. Non hai fatto che sfruttare i nostri punti deboli ma se ci pensi bene, alla fine ci saremmo fatti tutti abbastanza del male anche senza il tuo aiuto, grazie mille.”

Per molti, lunghi minuti dopo questo suo discorso – il più lungo che gli abbia mai sentito fare – resto senza parole e non so nemmeno cosa dover pensare di tutte le cose che ha detto; il silenzio tra noi si allunga, diventando imbarazzante, almeno per me visto che sono sicuro la cosa non arrivi neanche a tangere Due Facce.
Resta indifferente ancora per un po’ prima di poggiare una mano sul tavolo, a coprire tabacco, cartine e filtri in una volta sola e poi spingerli lentamente verso di me, eh io non me li trovo davanti agli occhi. Mentre fisso quegli oggetti con occhi inespressivi, sento Harvey dire una sola, semplice parola.

“Impara.”

Mi viene da sorridere, un’espressione più malinconica che divertita mentre con una mano prendo la piccola, sottile scatola di cartine e rigirandola tra le dita, chiedo

“Non hai usato la tua moneta per decidere cosa pensare.”
“Ah beh.. per simili ragionamenti non ne ho bisogno. Anche un bambino riuscirebbe ad arrivarci.”
“Oh.. mi stai insultando?”
“No, idiota che non sei altro.”

Continua a non guardarmi ma sento un piccolo dolore acuto tra le costole e mi accorgo che aveva passato un braccio sotto il tavolo per arrivare a pungolarmi con un dito.. mi scanso istintivamente per un secondo e poi sento che continua a parlare.

“Forse a te il biberon serve per davvero.”

Gli allungo un calcio sotto il tavolo, colpendolo alla tibia e lo sento di nuovo fare quella risata bassa che lo contraddistingue ed io arrivo a sentirmi curiosamente più tranquillo ed è strano che io abbia creduto alle sue parole.. strano che lui abbia risolto in così poco tempo un dilemma che mi assillava da mesi, ormai.. strano che ora mi senta in pace con me stesso come non riuscivo a stare da molto, molto tempo.
Lasciando un sorriso calmo ad aleggiare sul mio viso, tiro fuori una cartina dal suo involucro, decidendo di farne una o due, giusto per passare il tempo.

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Noooooiaaaah! Fortunatamente però, mai come quella che sentivo quando ero rinchiuso nelle celle tiepide e smorte di Arkham.. o anche di quando mi ritrovavo a non poter neanche mettere piede fuori dalla stanza di Brucey.
Questa casa ha un qualcosa che mi rimanda allo stile hippie, non so come mai. Forse saranno i colori del pavimento, per lo più caldi e sempre intensi.. le pareti di un giallo scuro; da quando sono qui non ho avuto poi granché da fare, se non passeggiare o giocare stupidamente sulla spiaggia o cucinare tutto ciò che ho trovato in cucina.
Pensandoci, tra me e Brucey non so chi stia messo peggio in ambito culinario.. molte volte ha gettato via quello che io avevo – con taaanto amore – preparato, per poi dire, quasi vantandosene, di non saper cucinare neanche un uovo e decretare che “stasera ordiniamo cibo cinese.

Se ci penso bene, c’è una sola cosa non sopporto di Brucey, ovvero il suo continuo meravigliarsi alle risposte che do alle sue stupide domande, evidentemente non trovando le mie parole convincenti, almeno credo. L’esempio più esilarante è stato quando abbiamo passato una decina di minuti buoni a dirci solamente

“Joker, ma tu come ti chiami?”
“Prego?”
“Da un po’ ci pensavo.. qual è il tuo nome?”
“Mh-mmh.. ma sei scemo?”
“Perché?! Ti ho chiesto solo come ti chiami!”
“Joker!”
“Non hai capito, intendo come ti chiami?”
“JOKER!”
“Oh, andiamo, non può essere davvero ‘Joker’, no?!”
“Come no! Sono proprio io, sturati gli occhi e guardami!”

E così via, finché non ha rinunciato con uno sbuffo.. ma che cretinata ha sparato? Che domanda scortese da fare ad una persona che conosci da tanto tempo..! impossibile! Però, ciò nonostante continuo a trovarlo estremamente divertente; un'altra cosa che ho notato è il suo vizio di parlare in quel modo, come dire.. per decreti, ecco!
Da oggi cambiamo deodorante per la casa!” o “No, non darai fuoco alle mie tende, Joker!”o ancora “Non cucinerai mai più, Joker.” .. tutte le volte che fa così, il mio primo pensiero è “Ecco. Ha decretato!”. Non riesce a fare un discorso del tipo “Oggi vorrei fare una passeggiata..!”.. no.. “Oggi passeggerò!” è il suo decreto prima di uscire di casa.
Mi torna in mente Eddie.. ora che ci faccio caso, lui invece era tutto l’opposto, parlava inquisendo..

sempre mantenendo gli esempi di prima, lui avrebbe piuttosto detto “Che dici, questo deodorante fa abbastanza schifo per cambiarlo?” e “Joker, pensi davvero che per te sia una buona idea cucinare?” ed infine “Davvero credi che incendiare le tende possa riscaldare l’ambiente meglio del radiatore?” ma il bello è che il suo era un’inquisire regolato solo a quando la cosa può avere un senso.. per esempio non domanderebbe mai qualcosa di cui conosce già la risposta..
Fa abbastanza caldo, oggi. Ti chiederei se vuoi fare una passeggiata ma so che sei pigro.
Mi sfugge una mezza risata al pensiero, mentre mangio i ravioli al vapore e sento Brucey chiedere

“Perché ridi?”

Già, perché ridevo? Uhm…

“Non ricordo.. però so perché mi viene da ridere adesso.”
“E sarebbe?”
“Ci sarà da lavare i piatti, più tardi.”
“Mh. No, non tirerai al piattello con le mie porcellane!”

Ecco! Ha decretato!

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Non che lo ammetterei mai davanti a Joker ma a volte – a dire il vero quasi sempre – trovo esilaranti le sue idee ‘particolari’, come svuotare il frigo in una sola pentola o guardare un ragno tessere la sua tela per ore e sentirsi un Dio nel distruggere con un semplice gesto tutto il suo lavoro, arrivando poi a ridere ed esultare per questa azione.
In fondo, è parte del suo essere fare tutto ciò che gli passa per la testa fregandosene se abbia un senso oppure no, fintanto che sul momento trovi le sue idee buone o anche solo divertenti.. nonostante non abbiamo mai fatto nulla, insieme, fuori dalle mura di questa casa sento che sta riempiendo la mia vita come temo io non potrò mai fare con la sua.. e la cosa mi preoccupa.

Stando a contatto con lui sono arrivato a rendermi conto che ha la stessa mente di un uccellino, che riesce a dimenticare tutto ciò che ha visto o fatto –purché sia un’azione conclusa – già dopo un giorno ed il bello è che non gli interessa minimamente il fatto di non ricordare quasi nulla del suo passato.. che sia perché non gli va di sforzarsi di tenere in mente cose che per lui non hanno la minima importanza?
Non so se essere spaventato dal suo vivere solamente il presente e spesso mi domando se abbia già dimenticato anche Nigma e se, un giorno, potrebbe arrivare a dimenticare anche me, cancellando questi momenti e tornare a guardare Batman coi vecchi occhi, immaginandomi ‘brutto’.
Quasi mi metto a ridere.

“E adesso perché tu, ridi?”
“Pensavo.. dimmi un po’ com’è che mi immaginavi prima di vedermi senza maschera?”
“Brutto.”
“Un po’ più precisamente?”

Lo vedo alzare lo sguardo su di me ed osservarmi per qualche secondo senza nessuna espressione particolare, i suoi occhi, grandi e chiari fissi su di me.. poi volta la testa leggermente di lato, riprende a masticare anche se le sue mani sono ferme; poi poggia le posate nel piatto e vedo le sue sopracciglia aggrottarsi nello sforzo di richiamare alla mente pensieri già passati.

“Uhm.. ricordo che c’è stato un periodo che mi ero fissato che dovevi avere una cicatrice ingombrante sulla faccia.. ah, e poi ero convinto fossi pelato. E mi ero sempre domandato se in realtà sotto l’armatura non fossi un po’ sovrappeso.”

Quando finisce di parlare scoppio a ridere, non riesco a credere quanto lontano possa aver viaggiato la sua fantasia ma in un certo senso mi rende anche felice il pensiero che, nonostante queste strane fissazioni, non abbia smesso di provare attrazione per me.. mi fa sentire stranamente solido e calmo l’idea che se anche avessi avuto l’aspetto che lui mi ha descritto, ora sarebbe qui comunque.

“Ma.. anche sovrappeso? Perché?”

“Beh, mi pare ovvio! Ahh.. come dire, è quanto meno strano che un uomo pienamente soddisfatto del proprio corpo vada in giro con un guscio di tartaruga finto sulla pancia, no?”

Rido di nuovo, anche se stavolta con un po’ meno convinzione della prima, evidentemente Joker non ha nemmeno pensato che la sua frase avrebbe potuto colpire un tantino la mia dignità.. continuiamo a mangiare in tranquillità mentre io mi faccio un appunto mentale di chiedere a Lucius di smussare un pochettino la forma degli addominali sulla mia armatura.

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Non c’è nulla che odi di più in questo stupido manicomio del primo ciclo di medicinali, anti depressivi e calmanti.. mi sento completamente esausto e solo adesso riesco finalmente a sentirmi triste, non sopportavo la sensazione di calma e finto benessere, ben conscio del fatto che non avrei dovuto affatto sentirmi così, visto che non mi è rimasto praticamente più nulla per cui vivere.
Apro gli occhi sul panorama bianco e desolato della cella d’isolamento, mi volto a dare uno sguardo alla porta in ferro e per un attimo mi sembra di vedere Joker lì in piedi, vicino al muro che mi guarda e sorride, quell’espressione allungata dalla forma delle sue cicatrici.

"L’ho sempre notato, sai?"

Lo sento dire ed a mano a mano che il tempo passa, è come se i suoi contorni andassero delineandosi, come se lentamente stesse davvero apparendo di fronte ai miei occhi.. mi viene da sorridere mentre rispondo

“Che.. cosa..? Che sei pigro..?”

Chiedo, ben sapendo che in realtà c’è solo la vuota aria ad accogliere le mie parole; riesco a malapena a sussurrare, formulare delle frasi è uno sforzo estenuante.. sono stanco e sento la gola arida e la bocca impastata a causa delle medicine assurde che mi hanno propinato per l’ennesima volta ieri notte.
Vedo che lascia scattare la testa da un lato per un attimo, annuendo in maniera sardonica ma non sorride mentre dice

A parte quello.. ahh.. intendevo il fatto che da quando ci conosciamo non mi hai mai fatto un solo indovinello.

“Vorresti che.. – non riesco ad andare avanti, tento di schiarire la gola ed ingoiare un po’ di saliva, in cerca di sollievo, ma la mia bocca non riesce a produrne, mi sento così patetico in questo momento – vorr.. esti che.. te ne facessi.. uno?”

Pensavo fosse proprio quello, l’indovinello.

Sorrido amaramente a me stesso, chiudo gli occhi e volto la testa verso il soffitto, sospirando forte attraverso il naso, istintivamente tento di portare una mano sul viso ma mi torno ben presto a rendermi conto che ho polsi e caviglie legati dalle cinture di cuoio del letto. Lancio un altro sospiro.. sono stanco e mi bruciano anche gli occhi, adesso.

“E.. hai trovato una.. risposta?”

Risollevo le palpebre e vedo la mia proiezione mentale avanzare verso di me, ora ha ripreso a sorridere e fa talmente male ritrovarmi nuovamente davanti agli occhi il suo viso così presto, a ricordarmi ciò che ho perso.. mi viene in mente solo adesso che non sono mai stato capace di dirgli ‘Ti amo’ e non so perché.. so solo che me ne pento ogni attimo sempre di più.

Sì! Proprio poco fa.”
“E quale.. sarebbe?”

Ora si è seduto vicino a me, sul bordo dello scomodissimo lettino d’ospedale su cui giaccio, la sua mano è andata a poggiarsi vicinissima alla mia e so che devo resistere alla tentazione di allungare le dita a giocare con le sue, perché se lo facessi non riuscirei a sentire nulla, mi renderei solamente conto per davvero che lui non è qui.. cosa darei perché lui fosse davvero qui.. tutto sommato, anche se mi faccio pena da solo, non vorrei vedere questa immagine dissolversi nel’aria.

Ahh.. tu sei intelligente; perciò immagino valuti molto l’intelligenza di una persona. Ma nonostante questo, hai riconosciuto in me qualcosa che.. come dire.. ahh.. una qualità che seppure diversa è altrettanto.. grande. Forse un dettaglio che evidentemente ti è piaciuto al punto da farti arrivare a questo. Posso chiederti cos’è?

Ecco. Odio quando accade ciò, quando sento quelle gocce umide rotolare fuori dagli occhi e strisciare fino a bagnarmi l’attaccatura dei capelli o peggio, ad infilarsi nelle orecchie.. quando queste strisce arriveranno ad asciugarsi, inizieranno ad irritare la pelle col loro sale.. e con le mani bloccate non potrò neanche andare a grattarmi. Non sono neppure in grado asciugarle.
Continuo a guardare il viso di Joker ed infine allungo le dita il più possibile per tentare di toccare le sue, di giocarci, di intrecciarle con le mie.. ma lui svanisce, come sapevo avrebbe fatto. La mia mano torna a poggiare inerte sul materasso troppo sottile e volto la testa verso il muro, chiudo gli occhi.
So che questo ancora non è niente, che quando l’effetto dell’anti depressivo che mi hanno dato svanirà, finirò con l’essere nuovamente distrutto al punto da cercare la morte, come prima che mi portassero qui ma per il momento non ne ho paura.

“È la.. tua libertà.”

“Eddie..?”
“Sono qui.”

Con gli occhi chiusi adesso, mi ritrovo immerso in qualcos’altro, che non è un’illusione, bensì un ricordo del passato.. adesso sembra così lontano, anche se in realtà è passato meno di un anno da qual momento. Mi torna in mente la notte in cui abbiamo dormito insieme, quando lo avevano riaccompagnato, debole e tremante per via dell’elettroshock, al suo letto.. nella cella che dividevamo.
Anche allora, mi sembrava un affronto senza confini ridurre un’entità come Joker in quello stato; una bestemmia per i miei occhi vederlo così debole e fisicamente innocuo.

“Ho freddo.. prendi la tua coperta.”

Ricordo che disse così ed io non risposi assolutamente nulla, mi limitai a guardarlo per un secondo, ad osservare i suoi occhi chiusi e la sua figura raggomitolata su un lato, poi mi alzai e senza pensarci due volte, tolsi la coperta dal mio letto per poggiarla su di lui, sperando che potesse essere di aiuto.
Non volevo restare ad osservarlo o a consolarlo, non mi sembrava giusto nei suoi confronti perché lui non era così.. non è mai stato il tipo di persona che ha bisogno di una balia o di qualcuno che lo proteggesse e quelle poche ore di debolezza dopo ogni elettroshock non avrebbero certo cambiato nulla nel suo essere così. Meravigliosamente. Libero.
Quando faccio per allontanarmi da lui, incurante del fatto che quella sera forse non sarei riuscito a dormire per via del freddo, sento qualcosa afferrarmi per i vestiti, una presa debole ed io mi volto a guardarlo

“Dove vai..?”
“Ho sonno anch’io, eh.”
“Ma non fare.. ahh.. il deficiente.”

Disse, una traccia di sarcasmo ancora più che tangibile nel suo debole mormorio.. poi tentò di strattonarmi con tutta la poca forza che aveva, mentre con l’altra mano scansava le coperte, spostandosi verso l’orlo del letto in un silenzioso invito che io accettai, seppure non me lo aspettassi.
Mi stupisco di quanto ancora vivido sia il ricordo del suo corpo tremante a fianco al mio, dello stupore, delle sensazioni miste che provai quando quasi subito lo sentii farsi strada tra le mie braccia, come se fossi una proprietà sua e potesse decidere di trattarmi come un cuscino quando volesse.. la sua testa poggiata contro il mio petto, i suoi piedi come lastre gelate contro le mie gambe e quel tremore continuo che stringevo tra le mie braccia..
Ricordo che solo in quel momento mi resi davvero conto di quanto i miei sentimenti per Joker si fossero spinti sempre più ‘oltre’.. oltre il rispetto, oltre la comprensione e la simpatia che quella figura a volte sciocca mi ispirava.

In quel momento ricordo che avrei preferito non interrogarmi su nulla per una volta, godermi quel momento senza pensare a cosa il futuro mi avrebbe riservato perché in fondo, già sapevo che Joker non sarebbe stato nulla di passeggero, niente a che vedere insomma, con le decine di amanti che ho avuto tutta la vita.

Luce, luce lontana, più bassa delle stelle.. sarà la stessa mano che ti accende e ti spegne?

Ricordo che nel periodo immediatamente dopo la nostra fuga da Arkham, Joker era solito canticchiare questa canzone, la adorava seppure non ricordasse mai bene il significato delle parole che io gli avevo più volte pazientemente tradotto dall’italiano.. ho sempre capito il perché di questa sua fissazione e ripensare alla sua voce bassa, lenta ed intonata quasi mi spinge nuovamente sull’orlo delle lacrime.

Luce, luce lontana.. che si accende e si spegne, quale sarà la mano.. che illumina le stelle?

Ora mi torna in mente il giorno che, esausti della vita alla macchia, decidemmo di trovarci finalmente un nascondiglio decente.. trovai un computer e cercai i candidati ideali che avrebbero potuto offrirci la loro dimora e poi la sera che andammo in quella casa.. posso quasi vedere di nuovo Joker davanti a me, tre cadaveri ai suoi piedi mentre si guarda intorno con quegli occhi spalancati.
Si era innamorato di quel posto, lo vedevo chiaramente.. lo chiamai e quando voltò il viso verso di me ricordo che restai per un attimo interdetto davanti al sorriso che gli aleggiava sulle labbra; quel tipo di sorrisi di cui ancora adesso ne ricordo davvero pochi.. poi, vedendo che non parlavo si lasciò scappare una breve risata.

Mastica e sputa, da una parte il miele.. mastica e sputa, dall’altra la cera.. mastica e sputa, prima che venga neve..

“Mh?”
“Potrei innamorarmi di te, adesso.”

Gli dissi queste parole con un sorriso furbo e lo vidi portare le braccia dietro la schiena e mettere su un’espressione riflessiva, come se stesse valutando ciò che ho detto e, mantenendola sul viso, mi si avvicinò a passi lunghi e lenti, fino a fermarsi di fronte a me, pochi centimetri di vuoto a separarci.. si alzò sulle punte del piedi per lasciarmi un bacio sulla punta del naso ed infine scoppia a ridere.

“Devo iniziare a preoccuparmi?”

Stanotte è venuta l’ombra.. l’ombra che mi fa il verso, gli ho mostrato il coltello e la mia maschera di gesso..

“Perché, Joker..?”

Chiedo nuovamente all’aria ma riuscendo stavolta a trattenere quell’insopportabile liquido salato dietro le palpebre. Improvvisamente un rumore raggiunge le mie orecchie e ci misi un po’ per riuscire a capire se si trattasse della realtà o meno; lo era.
La guardia che stava di fronte alla mia cella ha appena dato il cambio a quella di prima ed ora, anche se il regolamento lo proibisce, per passare il tempo ha iniziato ad ascoltare delle musica con le cuffie, rompendo delicatamente il silenzio con le bellissime note di una canzone che conoscevo fin troppo bene ed è come se un velo si alzasse da tutto, rivelando rumori, pensieri, altri ricordi, altre sofferenze per me. La musica. Perché fa così male adesso?
Riesco a distinguere benissimo le parole tra quei suoni flebili e se il melodico ronzio dovesse essere troppo confuso, ho ormai la memoria a sopperire dove la realtà scarseggi.

Bella. Lenta. Dolce ed appropriata.. mi abbandono tra le note, lasciando che i muscoli si rilassino nuovamente contro il materasso, rialzato all’altezza della schiena per mantenermi in una posizione quasi seduta; la mia testa ricade sul cuscino sottile e sospiro rumorosamente col naso, gli occhi chiusi contro la realtà.

Last fire will rise, behind those eyes.. black house will rock, blind boys don't lie.
Immortal fear, that voice so clear. Through broken walls, that scream I hear..

Certe emozioni, semplicemente sembrano gridare attraverso il tempo e lo spazio, o forse è solo il desiderio che sia così che mi da questa sensazione? Fatto sta che ora come ora mi sembra impossibile che nulla di quello che sento o penso riesca a giungere fino a lui in una specie di richiamo. Sembra impossibile che sentimenti così forti e devastanti non riescano ad uscire dalla mia mente ed andare a cercare la loro origine al di fuori, nel mondo, in quella che in questo momento non sembra nemmeno la realtà e che forse per Joker non è mai apparsa come tale.

The masquerade, strangers look up, when will they learn this loneliness..?
 Temptation heat, beats like a drum, deep in your veins.. I will not lie, little sister..

Davvero Batman riuscirebbe a capire ed amare Joker meglio di come ho fatto io? Insieme saprebbero davvero vivere meglio di come abbiamo fatto noi, fino meno di due mesi fa? Più ci penso e più il mio orgoglio piange e grida il suo dissenso, un potente ‘no!’ riecheggia dentro di me, in ogni parte del mio corpo e della mia mente.
Il mio orgoglio, già.. ancora incredulo di fronte a ciò che è successo; mi accorgo che gli anti depressivi hanno perso totalmente il loro effetto visto che adesso riesco perfino ad arrabbiarmi e tornare a pensieri negativi, come il modo più doloroso di far fuori quel maledetto sorcio volante.
Scaccio il pipistrello dalla mia mente e mi concentro solo su Joker.. mi tornano in mente i suoi occhi chiari, i suoi mille sguardi e tutte le parole nascoste dietro di essi.

My shangri-la, I can't forget, why you were mine, I need you now..

...
...
...
Il mio Shangri-la.

Il paradiso che avevo trovato, quasi per caso e che infine ho perduto.. l’amaro incanto che sono il suo corpo e la sua anima; lui, tutto ciò che mi ha dannato per sempre. Tra poche ore la mia dose di tranquillanti verrà rinnovata e per qualche tempo sarò nuovamente in grado di dimenticare; ma voglio davvero farlo? Per sempre? No.. meglio morire che scordarmi di Joker. Solo.. perché? Ed ora vorrei solo dirgli ‘Ti prego, torna da me..’, anche se così facendo calpesterei la mia dignità, anche se non servisse a nulla, anche se lui non farebbe altro che ridermi in faccia.

Cry little sister, come, come to your brother.. unchain me sister, love is with your brother.

La canzone termina ed io riapro gli occhi per ritrovarmi nuovamente davanti le bianche pareti di Arkham.. una realtà amara e spoglia, davvero. Le ultime note si spengono piano piano nell’aria.. il testo che, continuo a pensarlo, rispecchia le parole che gli avrei volentieri dedicato se solo possedessi abbastanza talento da inventarle per conto mio.
Ho sonno.. lentamente riabbasso le palpebre, pregando per quelle poche ore di insensibilità che le medicine mi porteranno e fanculo anche la bocca impastata e la gola secca. Non sopporto più di non riuscire a non pensare.. vorrei essere libero, come Joker, di accettare sempre quello che mi succede e riderci sopra. Anche se volesse dire ridere di me.

Spero solo che quel maledetto infermiere si sbrighi a venire a somministrarmi quelle cavolo di pillole.. anche se a ripensarci sembrava un perfetto idiota mentre, vedendomi ammanettato, pieno di lividi ed accompagnato da tre agenti di polizia, mi chiedeva

“Allora, signor Nigma! Come andiamo oggi ragazzone, siamo pronti per un bel giretto?”

Figlio di puttana.

--

“Crane..? Mi stai rovinando tutte le cartine.”
“Non è come she non ‘ai abbashtansha sholdi per riempire tutta Arkham ‘ino all’orlo di queshte male’ette cartine! Cassh-

Dice senza nemmeno voltarsi a guardarmi, il che è irritante per non parlare del fatto che alle tre di notte se ne sta lì seduto sul suo letto ad arrotolare sigarette – che chiamarle così è far loro un complimento – mentre si illumina le mani col getto di luce di una piccola torcia elettrica che è costretto a tenere fra i denti.
Ma che cavolo ci si sarà accanito a fare, visto che neanche fuma?!
Sono sicuro di non averlo mai visto così arrabbiato prima d’ora e giurerei di averlo anche sentito un paio di volte, mentre minacciava il tabacco di non muoversi da dove si trovava.. l’ha proprio presa a cuore, eh?

Per’hé ridi?”
“Migliori. Magari l’anno prossimo riuscirò a fumare il tuo capolavoro di alta tabaccheria.”
“Fanculo. Mi 'ai rivedere come shi fa?”

“Oh, Dio.. insomma, guardati un attimo! È quasi mattina e tu ancora stai lì con una torcia elettrica in bocca, che fra l’altro devi anche sputare ad intermittenza per poter leccare il bordo di una cartina storpia, ed il tuo letto si è riempito talmente di tabacco che l’odore non svanirà neanche se getti via la coperta!”

“Non possho far’i battere da un paio di ‘artine!”
“E che palle! Su, ormai si è capito che se dipendesse da te, saremmo tutti sotto la dittatura dei filtrini!”

Lo sento sospirare attorno al manico della torcia per poi posare tutto sul comodino e finalmente, sfilarsi quell’affare dalla bocca; poi si volta a guardarmi, poggiando le mani sulle ginocchia e mi dice, sconsolato

“Era proprio temendo questa particolare battuta, che mi ero impegnato tanto.”
“Che vuoi farci, è l’eterna lotta dell’uomo contro il tabacco. Potrei fartene altre mille, di battute così.”
Risparmiami, per favore..”

Mi risponde, col tono irritato e saccente, mentre si alza dal letto e prende a scrollare la coperta, lasciando che i resti di tabacco ricadano sul pavimento e tutto il suo comportamento è diventato improvvisamente irritante (non per il pavimento, di quello me ne frego).
Tutto il suo atteggiamento da genio incompreso è qualcosa che non riesco davvero a concepire il più delle volte.. passi se si trattasse di una cosa seria, ma per la miseria, tutta questa storia per qualche semplice sigaretta? Accidenti a me quando gli ho suggerito di provare.

“Non riesci proprio a tollerare di non saper fare qualcosa? Sei irritante!”
Che palle, Harvey! Dillo solo un’altra volta e giuro che glielo chiedo io allo psichiatra di cambiarmi cella!”
“Si può sapere, per amor di Dio qual è il problema?!”

Lo sento gettare fuori aria dal naso mentre da alla coperta un ultimo colpo decisamente più forte di quanto fosse necessario, per poi gettarla in malo modo sul letto e sedersi sul bordo di questo con movimenti stizzosi; dopo qualche secondo di silenzio sento che ricomincia a parlare, la voce più bassa e tranquilla di prima, seppure non meno offesa.

“Il fatto è che quando ero all’università, avevo un professore che era solito farsi arrotolare le sigarette dalla scimmia in laboratorio. Non posso vivere sapendo che una scimmia è capace di fare qualcosa meglio di me! Una scimmia!”

Quando sento le sue parole lamentose e comprendo fino in fondo l’entità del suo dramma interiore, il mio occhio sano si spalanca su di lui in un’espressione di puro stupore e sono diviso tra l’alzarmi e prenderlo a calci nel suo sedere piatto o il tentare di mettere un po’ di sale in quella zucca vuota a parole.
Tiro fuori la mia moneta e lanciandola velocemente, poi mi sollevo un po’ a guardare il suo responso.. la faccia bianca ed intatta del mezzo dollaro sembra prendere in giro i miei nervi mentre sbuffo, arrabbiato e voltandomi a guardarlo inizio quasi a gridargli contro

“Spero tu ti renda conto che non sei una scimmia, Crane! Perdio, il migliore amico dell’uomo è l’utensile! Sfido una scimmia ad aprire una bottiglia di vino senza un cavatappi! Comprati una maledetta macchinetta che le rolli al posto tuo, se ci tieni tanto, basta che la finisci una buona volta di dire queste cazzate! Fai l’essere umano, una volta ogni tanto!”

Finalmente ho l’onore di sentirlo tacere e soprattutto di vederlo abbandonare quella boria di cui sembra adorare così tanto circondarsi.. i nostri sguardi si incontrano ed io trovo i suoi occhi stranamente inespressivi, dietro le piccole lenti rettangolari per poi rialzarsi e riordinare la coperta sul letto, scansare le coperte, poggiare anche gli occhiali sul comodino e, finalmente, mettersi a dormire.
Quando spegne la torcia il buio arriva infine a regnare nella piccola stanza ed io sospiro sollevato mentre mi stendo sulla schiena e chiudo gli occhi con l’unica intenzione di godermi un meritato riposo.
Dieci minuti dopo però, quando ero già sulla buona strada per addormentarmi..

“Harvey?”
“CHE C’È?!”
“Niente.. grazie.”

Resto pensieroso e per un attimo mi dispiace aver alzato la voce.. ero convinto stesse per tirar fuori un altro dei suoi amletici dubbi –cosa che mi avrebbe mandato su tutte le furie –, non avrei mai immaginato volesse ringraziarmi.. mi viene da sorridere, pensando che forse un po’ di praticità è proprio quello che serve nella vita di Crane, che è capace di perdersi in un bicchier d’acqua a causa del suo assurdo modo di ragionare – e la cosa peggiore è che deve ragionare proprio su tutto! – mi volto verso il lato del muro e rispondo, già nuovamente sull’orlo del sonno

“Di niente.”



Le canzoni contenute nel capitolo sono: “Ho visto Nina volare” di Zucchero e “Cry little sister”, cantata da molti gruppi fino ad oggi ma la versione che ha ispirato me è quella dei Blutengel. Ne consiglio caldamente l’ascolto.. ù__ù

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Capitolo 16
*** La Noia. ***


Per LadyBlack:  Ciao! Ora sono io che non so cosa dire, tranne, come sempre, 'grazie infinite per i bellissimi complimenti che fai alla mia storia' *_*! Per quanto riguarda il 'procedere per decreti' sì, è una trovata che trovo molto spiritosa e per la quale mi sono ispirata ad un mio amico (per poi notare che anche Bruce Wayne ha la stessa abitudine, soprattutto in 'Batman Begins' xD). Sono felice di essere riuscita a mantenere i personaggi decentemente IC! Per non parlare del fatto che le mie trovate sembrano risultare divertenti xD.. è così difficile, quando si scrive qualcosa di spiritoso, ci sembra sempre che non potrebbe far divertire nessuno :(! Eh sì, Eddie fa davvero tenerezza nel suo dolore.. eh eh eh! Quella della scimmia è stata un'idea che mi era venuta in mente chissà come ma il 'dramma delle sigarette' è alquanto personale -__- ho abbandonato il drum perché dopo due settimane ancora non riuscivo a rollare una sigaretta quanto meno decente! ç__ç Ora ti lascio al capitolo, sperando che ti piaccia ^_^! Un abbraccio, alla prossima!

Per Desme: Ciao! No problem se hai ripreso a commentare adesso anzi, mi fa molto piacere leggere di nuovo i tuoi commenti, sia perchè ho sempre tenuto al tuo parere, sia perché con tutto quello che sta accadendo ultimamente, non ho potuto di fare a meno di preoccuparmi di tutti coloro coi quali non sono rimasta in contatto.. ç__ç! Sì, immagino la tua paura durante la sfida.. effettivamente i finali 'tragici' o quanto meno inaspettati sono il mio forte, lo ammetto, mi piace stupire xD! Sono contenta che ti piaccia il capitolo sulla lemon tra i due, è stato il più complicato da scrivere fino adesso, sai com'è ç__ç.. già è difficile mantenere IC questi personaggi in situazioni normali, figurati in una come questa! Grande Alfred ed i suoi processi logici xD! Ancora una volta ti ringrazio per i complimenti e gli incoraggiamenti! Ora ti lascio al nuovo capitolo, sperando che ti piaccia.. un abbraccio, alla prossima ^_^!

Per Boopsie: xDD Ma tu lo sai che ancora prima di leggere la tua recensione sono scoppiata a ridere come una scema solo per gli "ahahah" iniziali?! :D Dio, sei un mito davvero, non smetterò mai di dirtelo xD! Ehh.. hai riconosciuto subito il dramma che ho deciso di dividere anche con Crane.. ora siamo accomunati ;)! Sono contenta che i processi logici di Alfred ti siano piaciuti.. in fondo lui conosce Bruce troppo bene per lasciarsi sfuggire qualcosa che lo riguardi.. specie se questo 'qualcosa' ha una portata così grossa ed è potenzialmente letale ù__ù. Ho anche immaginato che una persona così 'carefree' come Joker non sarebbe mai potuto essere il tipo che segue ricette di cucina alla lettera.. magari potrebbe, per cinque minuti prima di rompersi le scatole e gettare direttamente tutto in pentola xD! Ti prego.. devi spiegarmi bene come hai immaginato Joker mentre 'gioca stupidamente' sulla spiaggia xD! Per quanto riguarda i 'decreti' sì, è una cosa che trovo molto spiritosa e per la quale mi sono ispirata ad un mio amico (per poi notare che anche Bruce Wayne ha la stessa abitudine, soprattutto in 'Batman Begins' xD).. povero Eddie ç__ç.. e non ha neppure ancora iniziato a soffrire! Mi dispiace per lui ma per ora il suo unico compito è quello di stare male ù__ù. Contentissima che i suoi pensieri ti piacciano, comunque ;)! Per il resto.. tranquilla, le tue facoltà mentali sono talmente in buone mani che per occuparmene meglio ho deciso di gettare via le mie xDD! Ti ringrazio ancora per i complimenti e gli incoraggiamenti che continui a darmi, sei davvero unica *_*! Ora ti lascio al capitolo, un abbraccio, alla prossima ^_^!

 Per AintAfraidToDie: Ciao ^:^! Sono contenta davvero che trovi spiritose le mie trovate.. sai com'è ho pensato che questi personaggi, tutti insieme avevano anche del potenziale spirito, ormai la prima parte della storia, quella dove si ammazzano a vicenda, si è conclusa perciò tanto vale lasciarsi andare.. non so perché ma immagino Harvey Dent una persona ricchissima di sarcasmo ed ironia. Poi vabè, ho sempre trovato Bruce divertente già di suo, al punto da scoppiare a ridere a volte, durante il film, solo per la sua aria da 'macho bat' xD! Mi fa piacere che apprezzi lo stile che ho scelto per questa storia, ovvero di 'passare la palla' tra un personaggio e l'altro.
Per quanto riguarda i commenti positivi ti do perfettamente ragione, possono far piacere ma difficilmente risultano costruttivi ^_^".. a volte le persone sempicemente accettano tutto ciò che viene loro proposto senza esternare le loro sensazioni a riguardo. Eh sì, ho cercato il gruppo, ho trovato la canzone e ti dirò di più, ancora adesso non faccio che ascoltarla! Io non solo apprezzo il giapponese ma lo adoro in maniera a dir poco viscerale, al punto che se devo guardare un anime, preferisco di gran lunga la lingua originale.. è così melodica e dolce e.. insomma, ci siamo capite xD! Perché dici di essere 'piagnucolona'? Anche a me capita spesso di commuovermi grazie alle canzoni, trovo che la musica sia la forma d'arte di gran lunga più commovente che esista, visto che ti cattura non solo con le parole ma anche con i suoni.. io spesso immagino, ascoltando determinate canzoni, il mio cuore battere con lo stesso ritmo e la mia mente emanare onde sinuose come la melodia che sento. Come se la musica mi partisse direttamente da dentro, emanata da tutto il mio essere. Bah, detta così sembro una pazza xD.. andiamo avanti che è meglio!
Se non mi fossi sentita fiera prima, della lemon, lo sono di certo ora, sono contenta che sia stata così apprezzata da molte persone! Anche per me è stato il capitolo più difficile in assoluto da scrivere ç__ç!
 Ehh.. i bei tempi andati in cui auguravo il buongiorno con una bestemmia, cantavo le mie lodi a Dio ridendone a crepapelle e mi rotolavo di risate grazie a Paolo Chiavator e le sue creazioni ù__ù! Non ho mai trovato imbarazzanti le bestemmie davvero, non è per quello che ho smesso e ancora adesso, anche se non ne faccio più uso, continuo a trovarle divertenti! In fondo, sono convinta che se esiste un Dio, non se la prenderebbe certo per qualche parola goliardica xD!
Sono contenta che hai trovato così accattivante ed IC il processo logico di Alfred, hai proprio ragione si vede che per lui Bruce è più di un figlio (cioè per non aver battuto praticamente ciglio nonostante tutti i fatti di B.Begins - al suo posto lo avrei denunciato per torture psicologiche xD! - deve volere davvero un bene dell'anima a quel ragazzo!). L'espressione che hai usato, uomo Alfrediano, mi ha fatta rotolare di risate, davvero xD! Come sai, sono davvero ben lontana dal gasarmi, ma lo farò sicuramente quando questa storia sarà conclusa, visto che è la prima in assoluto che porto a compimento *_*!
Ah ah! Crane ed Harvey 'amore puro', in un certo senso hai ragione ;) trovo quei due addirittura complementari! L'infermiere spaventa, a volte, anche me nonostante sia un parto della mia mente (o forse proprio per quello :S !). Sono contenta che continui a trovare il Joker della mia storia così adorabile, divertente ed IC! La parte dedicata ad Eddie, ammetto che è stata dolorosa da scrivere, mi dispiace averlo messo in ginocchio in questo modo ma ormai il suo compito è quello: soffrire ù__ù e purtroppo ancora non neppure iniziato, poverino! Ora, dopo questa interminabile risposta, ti lascio finalmente al capitolo, sperando che ti piaccia quanto gli altri ^_^! Un abbraccio, alla prossima!

Per Sychophantwhore:  Ciao ^_^! Sono contenta che ti sia piaciuto anche il precedente capitolo e sì, forse non è giusto che Eddie sia rimasto l'unico a soffrire, visto che apparentemente tutti gli altri hanno risolto o quasi, tutte le loro ossessioni, ormai ç__ç purtroppo ho una cattiva notizia: non ha ancora finito di star male, poverino e anche se mi dispiace davvero descriverlo così sofferente, purtroppo non posso fare altrimenti.. conosco la canzone che hai nominato (no problem per il titolo, capita a tutti di sbagliarsi xD), è una di quelle canzoni su cui hanno fatto mille cover e l'ho sempre trovata davvero 'claustrofobica' quasi al punto del fastidio.. ammetto di non aver mai saputo cosa pensare in proposito ù__ù. Per quanto riguarda la sua 'fine' non ti accenno nulla ma continua a sperare ç__ç! Beh, Joker la sua assenza la sente eccome, sebbene a modo suo ma capirai meglio leggendo questo capitolo ;)! Eddie non sparirà assolutamente da questa storia, tranquilla xD!
Per quanto riguarda la parte sulle sigarette.. quella è autobiografica (a parte il ricordo della scimmia), visto che anche io in due settimane passate col drum non sono mai riuscita a fumare qualcosa che non fosse un aborto, mentre i miei amici, impietositi, continuavano a dire 'lascia, te la faccio io!' ç__ç davvero frustrante e triste!
Hai smesso di fumare? In che senso ti annoia :o? Io invece continuo a fumare come una ciminiera.. o anzi, come l'incendio nel letto di Bruce xD.. tranquilla per il ragno, non è stato un vero imbarazzo, solo che a volte vorrei davvero riuscire ad avere certe pensate io stessa :P! Purtroppo le metafore non sono il mio forte, amo la chiarezza forse al punto di risultare ottusa :(.. se la tua mente viaggia, lasciala pure xD! Ok.. quella del 'trastullo sessuale' carnevalesco è stata divertentissima ma errata xD il fatto è che nella lemon avevo accennato al fatto che Bruce, prendendosi cura di Joker, gli aveva anche lavato via il trucco dal viso.. il clown ovviamente, non essendosi mai specchiato durante tutta la lemon, non se n'era accorto! Immagina la mattina dopo che può essere successo ^_^" (ed infatti Bruce era furibondo quando è uscito di casa). Il lavoro che hai postato sul tuo space è stupendo al punto che quasi mi sono commossa! Davvero, è stato come vedere davanti a me qualcosa che fino a quel momento era sempre stato solo nemma mia mente! Adoro come sempre il tuo modo di disegnare e non smetterò mai di ringraziarti per tutto questo.. e poi non l'ho affatto trovato approssimativo, davvero :D!
Se non sono indiscreta, posso chiederti come mai sei stata immobilizzata per tutto questo tempo :(? Spero nulla di grave! Ora ti lascio al capitolo, sperando che ti piaccia *_*! Un abbraccio, alla prossima ;)!

XxX.SilverLexxy.XxX



Capitolo 16: La Noia.


“—quindi vi renderete conto che una manovra simile sarebbe alquanto azzardata in un momento di crisi come quello che il nostro settore sta attraversando! Non abbiamo neanche la minima idea di quanto questo calo degli export durerà! Per non parlare della concorrenza, che sembra aumentare sempre più ogni settimana!”

“Capisco le sue preoccupazioni – dico, sforzandomi di non lasciar trasparire quanto stanco ed irritato sono in questo momento.. mi verrebbe da pensare che, essendo io il capo ed avendo raramente sbagliato nelle mie manovre finanziarie, non dovrei ricevere interminabili lamentele come questa. – ma è proprio per via della recente crisi che—“

Mi interrompo quando sento un suono acuto e fin troppo vivace inizia a riempire l’aria e ci metto qualche secondo prima di rendermi conto che si tratta del mio cellulare.. Joker deve aver di nuovo cambiato la mia suoneria ed ora mi ritrovo ad arrossire per la stupidità di essa. Tento di fingere  che sia la cosa più normale del mondo ed alzando un dito per scusarmi dell’interruzione, tiro fuori il cellulare dalla tasca, sperando si tratti dell’importantissima chiamata che stavo aspettando dai nostri corrispondenti europei.

Il numero è anonimo ma non ci faccio caso, premo il tasto verde, porto il cellulare all’orecchio e rispondo

“Bruce Wayne.”
“Ciao Brucey tesoro, ti disturbo?”

Sento qualche tono di colore drenare dal mio viso mentre lancio un’occhiata veloce e nervosa intorno alla lunga tavolata di soci attorno a me, sperando di riuscire a non far capire a nessuno di loro che in questo momento mi trovo al telefono con un matto da legare.
Tossisco leggermente per schiarirmi la voce prima di rispondere

“Ahh, . Mi dica pure.”
“Sì? Davvero? Ah ah! Ho trovato questo numero sulla tua agenda e ti ho chiamato.. mi annoio.”
“Capisco.”
“Batsy, perché non molli tutto e vieni da me? Mi sto annoiando a morte!”
“Sì.. questo me l’ha già detto..”
“E dai.. ho anche cucinato!”
“Eh.. mi pare un motivo in più per non farlo!”
“Ma come sei pedante! A proposito, hai fatto la cosa che ti avevo chiesto?”
“Non ho ancora avuto il tempo.”
“Oh, vabè lo farai domani, adesso vieni qui!”
“Al momento sono.. un tantino occupato!”
“Imbecille. Se stessi per far saltare in aria qualcosa però, correresti subito.”
“Uhm.”
“Non ho la minima intenzione di pregarti ma sappi che se non vieni avrai la mia libido sulla coscienza.”
“Ho capito, a quella penseremo sicuramente più avanti.”
“Ma Brucey!”
“Ora devo andare, ci vediamo dopo.”
“Asp—“

Concludo, chiudendo la conversazione e riprendendo il discorso più o meno da dove lo avevo interrotto ma ora mi risulta molto più difficile concentrarmi su ciò che dovrei dire, un altro pensiero si è fatto strada nella mia mente.. non presto affatto attenzione alle risposte che mi arrivano da tutte le parti a questo tavolo, tanto ormai la decisione è presa. Fingo di guardarli uno per uno mentre parlano ma in realtà..

A proposito, hai fatto la cosa che ti avevo chiesto?

Già, me ne ero quasi dimenticato.. questa mattina prima che uscissi per venire alla Wayne tower, Joker mi ha dato una lettera in una busta di carta, chiedendomi di farla arrivare a Nigma.. non so cosa gli abbia scritto o men che meno cosa avrebbe da dirgli a questo punto ma la cosa mi irrita, mi spaventa e mi intristisce in una sola volta.
Porto una mano all’interno della giacca a toccare i bordi di quel plico sottile e ruvido, quasi cedendo alla tentazione di aprirlo e leggere il suo contenuto ma non posso farlo.. e non lo farò.
Poi dice che si annoia.. tsk, come se io mi stessi divertendo qui, invece! Come se il fatto che non corra da lui come mi ha chiesto significhi qualcosa.. non capisce che potendo scegliere, avrei di gran lunga preferito restare in sua compagnia..?
Anche il fatto che non lo chiamo, di certo non significa che non penso a lui continuamente.. imbecille.

--

“Aspe.. – non faccio neanche in tempo a pronunciare questa parola che l’imbecille ha già attaccato - ..tta.” Concludo parlando alla vuota aria, che comunque sembra essere molto più interessata a ciò che ho da dire di quanto lo sia Batsy, ultimamente. Continuo a guardare il display del cellulare nella mi mano ancora qualche minuto per poi semplicemente lanciarlo contro la parete del muro davanti a me.. ma non perché sia arrabbiato o altro, era tanto per fare qualcosa.. vedo l’oggetto andare in frantumi ma non mi interessa minimamente, tanto l’unico che potrebbe chiamarmi è Brucey ma so che non lo farà, non lo fa mai.

“Uffa..” Mormoro, porto le ginocchia al petto, abbracciandole con le braccia e poggio la testa contro il muro alle mie spalle, guardo il soffitto, il lampadario di dubbio gusto, la finestra sporca della sabbia trascinata dal vento e poi torno ad abbassare lo sguardo sulle mattonelle verdi che rivestono questo bagno.
Stringo leggermente la mano a pugno e sento un lampo improvviso tra le dita ed il palmo, la guardo e vedo le solite, dense gocce rosse scivolare lentamente fino a cadere per scontrarsi col pavimento, dove si allargano in un cerchio rosso, poi un altro, un altro ancora, invadendo il silenzio con dei flebili ticchettii.. plick.. plick.. plick..

“Cristo, che noia..” Rigiro la lametta tra le dita un paio di volte prima di afferrarla tra il pollice e l’indice e passarla distrattamente tra il palmo della mano ed il polso; so che è un punto delicato, quello ma sono sicuro di non poter sbagliare, è come un istinto, so bene a che profondità si trova la vena e semplicemente non arriverei mai a reciderla a meno di non volerlo davvero.
Tendo il braccio col palmo rivolto verso il basso e mentre lascio che le altre dense gocce rosse abbandonino il mio corpo, decido di accendermi una sigaretta.
Se Bruce mi avesse detto che stava arrivando, l’avrei fatto comunque? Forse no, ma che importa? Mi rendo conto benissimo del fatto che per lui la mia noia diventa un problema solo quando ci sono ostaggi o esplosivi di mezzo.

Pensi davvero che dissanguandoti risolveresti il problema della tua noia? Piuttosto alza il culo da lì, cerca un buon posto, piazzaci una bomba ed avverti la polizia! Poi ci penso io a fargli interferenza tra le radio.. non pensi sarebbe molto più divertente?

“Ah ah ah! Davvero, li immagino a correre a destra ed a sinistra, confusi come insetti!”

No, no, no, aspetta un attimo.. Brucey si arrabbierà un casino se scopre che ho fatto saltare in aria qualcosa! Di nuovo la mia espressione perde il sorriso e la cosa non mi piace neanche. Un. Po’. Davvero, se c’è uno che dovrebbe conoscermi è proprio Batsy, come può pretendere che io resti chiuso in questa casa giorno e notte? Non mi ha neppure lasciato uno straccio di macchina ed a me manca Gotham City più che mai.
Riabbasso lo sguardo, sempre annoiato e senza particolare entusiasmo traccio tre strisce con la lametta sull’avambraccio, fino a tracciare una ‘N’ rossa ed umida poco più su del taglio fatto in precedenza. La ‘N’ di “Noooooiaaah”.

Uhm.. non dirmi che questa sarebbe la ‘O’ di ‘orgasmo’? Ah ah.. sono sicuro che se ci fossimo conosciuti prima, ora non avresti questa cicatrice!

Sorrido di nuovo mentre mi torna in mente l’immagine di Eddie sdraiato vicino a me, probabilmente dopo un’appagante oretta di sesso, esaminando ogni cicatrice sul mio corpo e ridendo insieme dei suoi tentativi per indovinare la loro storia o il loro significato.
L’unica cosa che non sopporto è dover restare fermo; la noia è la sola sensazione capace di tormentarmi, visto che nel momento in cui arrivo a provare quel sentimento, di sicuro è perché non sto facendo ciò che vorrei, il che è semplicemente impensabile per me.
Batsy mi piace, davvero.. ma chiedermi di rinunciare alla mia libertà – o peggio, dare per scontato che io lo faccia – non è un po’ troppo da parte sua?

“Un dettaglio che evidentemente ti è piaciuto.. cos’era, di nuovo?”

La tua libertà, Joker.

Ora sono irritato. Riporto la lama sull’avambraccio e spingendola un po’ più forte del dovuto, traccio una striscia, per cancellare la ‘N’ tracciare poco prima, odiandola ma mi rendo conto che non è stata proprio un’ottima mossa.. un fiotto abbondante di sangue esce dalla nuova ferita, allontano di nuovo il braccio da me ma dopo un minuto buono, ancora il flusso non si placa, afferro l’asciugamano che giace al mio fianco e lo premo a coprire il taglio.
Nulla di grave ma ora il pavimento sembra un lago di sangue ed io non ho  nessuna voglia di ripulire tutto, adesso.. sospiro, alzandomi dal pavimento e con l’idea di occuparmene più tardi, esco dalla stanza ed istintivamente mi volto verso la porta, fissando l’angolo vicino la sua cornice.

Joker.. davvero ti sembra un gesto dolce appostarti dietro la porta per spaventarmi ogni volta che esco dal bagno?!

“Buh! – mormoro ancora una volta alla vuota aria. Adesso sono stanco.. ho perso più sangue del previsto, forse è per quello. Stringo un po’ di più l’accappatoio attorno al mio corpo e premo più forte l’asciugamano attorno al braccio, voltandomi per andare in camera da letto – Almeno non rischi di fartela addosso, visto che hai già evacuato..”

Mi stendo sul letto, contento di quanto sia comodo ed aprendo gli occhi sul soffitto, mi ritrovo a ricordare ancora di Eddie, di come nell’ultimo periodo – o almeno credo fosse l’ultimo.. ora non sembra affatto così lontano – avesse iniziato a contraccambiare i miei scherzi; mi gridava nelle orecchie mentre dormivo, scambiava sale e zucchero nei barattoli, allentava le mensole in modo che cedessero oppure, sempre mentre dormivo, mi gettava addosso di tutto per poi iniziare a gridare

Il terremoto, il terremoto! Fuori dal letto!

Ridendo tra me a queste divertenti memorie, mi giro su un fianco ed ancora sorridendo, scivolo nel sonno.

--

“Sembra parecchio depresso, eh? Scommetto che stai morendo dalla voglia di andare a parlarci. Potresti provare, non sembra avere abbastanza forza d’animo da saltarti al collo in questo momento.”

“Sì, peccato che praticamente catatonico. Se gli parlassi, non mi guarderebbe neanche.”

“Mh. Credo stia solo fingendo di esserlo.. probabilmente non ha nessuna voglia di parlare. In certi casi si arriva ad odiare tutto e tutti indiscriminatamente, pensando che niente sarà mai altrettanto importante del proprio amore perduto. Non abbastanza importante da volerne parlare, quanto meno.”

Ah, già.. a volte tendo a dimenticarlo ma anche Due Facce ha avuto una brutta esperienza in questo senso, con il trapasso della sua ex fidanzata, Rachel. Chissà chi dei due è più fortunato, se Harvey che l’ha persa per sempre o se Nigma, che invece è stato abbandonato per qualcun altro?
Sono comunque sicuro che entrambi, per loro natura, farebbero volentieri a cambio anche subito. Però, ora che ci penso, c’è un dubbio che mi gira per la testa da un po’ di tempo a questa parte.

“Però..” Inizio ma mi blocco subito dopo, pensare di chiedergli una cosa come quella che mi sta passando per la mente, non è quella che potrei definire una buona idea. Dopo qualche secondo vedo che Harvey si volta verso di me, la sua espressione seria come sempre mentre indaga con lo sguardo sul mio viso.

“Cosa?”
“No, niente.”
“Non fare l’idiota o prendo la moneta.”

Che tradotto nella sua lingua vuol dire ‘hai solo il cinquanta percento di possibilità di scampare al defenestra mento istantaneo’. L’idea di volare dal quinto piano non mi attira così tanto, specie pensando che prima dovrebbe ridurmi in uno stato tale da permettermi di passare attraverso le sbarre.
Sospiro e decido di parlare.. tanto ormai è già irritato.

“Pensavo che comunque sembri aver superato la tua sete di vendetta nei confronti di Joker. Come mai?”
“Bisogna andare avanti, ad un certo punto.”
“Oh! Ma bravo! Questo è davvero un pensiero positivo, sai? Come ci sei arrivato?”

Vedo che non risponde subito, distoglie lo sguardo, spostandolo sulle proprie ginocchia.. stranamente, mi sentivo veramente contento per Harvey, che era arrivato ad una conclusione tanto positiva per il suo futuro e lo avevo dimostrato nel tono della mia voce e poi, cercando poi di mantenerlo il più leggero possibile quando gli ho posto l’ultima domanda.. ora mi sto chiedendo se tutto questo non lo abbia irritato ulteriormente.. anche perché ha più volte ripetuto di trovare irritante la mia curiosità.
O forse ha interpretato il tutto come una presa in giro?

“Volevo intendere che..”
“Ho capito, Crane!”

Risponde, il tono è quasi arrabbiato ed io preferisco non parlare oltre. Due Facce è un tipo molto permaloso e per questo sono contento di vedere che, almeno nei miei confronti, tenta sempre di mantenere la calma il più a lungo possibile.
Lo vedo sbuffare, eppure non mi sembrava di avergli fatto una domanda così complicata? All’improvviso, nell’arco di due secondi – assolutamente non sufficienti per permettermi di fuggire – vedo che infila la mano in tasca per estrarre la sua moneta, che poi lancia e ne osserva il responso sulla mano.
Non riesco a vedere il suo casuale decreto.. sta per lanciarmi dalla finestra?! Istintivamente mi scanso di qualche centimetro, scivolando sul davanzale sul quale sono seduto mentre Harvey resta con la schiena poggiata contro il muro al mio fianco.. vedo la mano stringersi a pugno attorno alla moneta, le nocche bianche per lo sforzo ma infine alza lo sguardo su di me.

“E va bene. Diciamo che.. ho aperto gli occhi grazie all’esempio di qualcuno.”

Il mio primo istinto è quello di sorridere e sospirare di sollievo, alla fine stava solo decidendo se rispondere alla mia domanda o meno, nessuna defenestrazione coinvolta.
Subito dopo però mi sento incuriosito nei riguardi dell’identità di questo ‘qualcuno’ che gli avrebbe dato l’esempio, spingendolo a superare la sua ossessione per Joker.. eppure a quel che so, Due Facce non conosce tutta questa gente ed ultimamente gli unici contatti umani che ha avuto erano con i membri della ‘Lega’ e, dopo l’arresto, solamente con me.
Resto per qualche attimo interdetto ma vedendolo ancora decisamente accigliato, decido di non spingere oltre la mia fortuna e tacere; restiamo così a tenerci compagnia in un piacevole silenzio.
Solo dopo pochi minuti, una giovane infermiera viene ad avvertirmi che è ora di andare alla solita visita dallo psichiatra.. di già? Scendo dal davanzale della finestra, annoiato al solo pensiero di quello che mi attende: una seduta di un’ora e mezza con un venerando somaro e poi terapia di gruppo.. yuhuu!

--

“Signor Nigma? Ehi ragazzone, ancora con quel muso lungo? Andiamo, fa il bravo, se cominci a mangiare qualcosa e dire qualche parola ogni tanto chi lo sa, il dottore potrebbe permetterti di uscire in giardino con gli altri, qualche volta! Sta arrivando l’Estate!”

Ma che vuole questo cazzone?

“Su, signor Nigma, non fare così! Ci sei? Non fa bene allo spirito essere così pessimisti! Sono sicuro che, se volessi, potresti riuscire a stare meglio, non lo pensi anche tu?”

Cristo, se solo ne avessi la voglia, gli farei saltare i denti, poi ne farei una collana e gliela regalerei per consolazione..

“Allora? Non vuoi provare a fare un sorriso per l’Estate che arriva?”

Comincio a pensare che sia davvero convinto di avere a che fare con un handicappato..

“No, eh..? Pazienza, comunque provaci, ogni tanto! È arrivata questa lettera per te, vuoi leggerla?”

No, voglio solo che ti levi dalle scatole e che ti ripresenti solo per darmi i miei maledetti anti depressivi!

“Vuoi che la legga io per te?”

Un’altra parola. Giuro, solo una e mi riprendo quel tanto che basta per ridurlo a poter essere raccolto col cucchiaino..

“E va bene.. uhm, vediamo..”

Chissà se potrà ancora ‘vedere’, dopo che gli avrò cavato gli occhi.

“Dice che è indirizzata a ‘Eddie’.”

Un secondo dopo gli ho strappato la lettera di mano e sono diventato sordo alle sue parole di esultanza per la mia improvvisa manifestazione di interesse verso qualcosa.. con sguardo quasi febbrile, scorro le parole scritte su quel foglio nella sottile calligrafia disordinata che conosco fin troppo bene.
Quando arrivo alla fine di questa lettera, lentamente abbasso le braccia fino a poggiarle sulle gambe, non riesco a compiere nessun altro movimento, ne a distogliere lo sguardo dalla superficie di plastica del tavolo davanti a me.
Già riesco a ricordare a memoria le parole appena lette.

"Vedo il fumo che si alza dalla mia sigaretta per vorticare veloce verso l’alto e vorrei che fossi qui, per distogliermi dal guardarlo, come facevi spesso. Mi tornano in mente molte cose,  [cancellature]  non mi sono mai sentito più inesperto di adesso, vedo immagini di giostre, sigarette consumate, i miei quindici anni, tu e non capisco perché mi senta talmente piccolo.. eppure,  [cancellature]  Cristo se ho amato, senza sapere cosa cercassi, per avere, forse, qualcosa che molti definirebbero.. come?  [cancellature]  Da un po’ di tempo non sopporto  più di tanto me stesso..
So solo che continuo ad amare anche adesso, a discapito forse, della mia libertà e  [cancellature]  ogni tanto mi tornano in mente le tue parole e le canzoni e non voglio sentirmi così  [cancellature]  confuso.
Continuo ad aspettare e cercare, nella noia.. amando comunque, sempre."

La lettera è finita così, semplicemente, nel suo disordine ed io riesco a mala pena a pensare.. cosa ho capito? Che Joker, l’uomo che si dimentica di qualunque persona non veda per più di due giorni, mi ha scritto una lettera, lasciandomi capire e dicendo anche chiaramente che mi pensa ancora.
Era fuggito con Batman, eppure dalle sue parole capisco che non è ancora felice, anche se probabilmente non se ne rende – o non vuole farlo? – ancora conto.
Dice che ama e so che lo fa, lo ha sempre fatto, a modo suo.. ama Batman ed in un certo qual modo continua ad amare anche me, ma non è felice.. è mai stato felice con me? Tutto quello che ho fatto, allora cosa..? E per il futuro.. forse dovrei.. cosa?

Mi accorgo a malapena che quel foglio mi scivola tra le dita, cadendo sul pavimento, sento il cervello svuotarsi di qualunque pensiero mentre non registro pienamente i movimenti del mio corpo, che invece già sa cosa fare, sebbene la mia mente sia ancora in alto mare..
lui mi ha scritto, lui non è felice, lui si annoia e l’unica cosa che mi viene in mente è il pensiero di lui, seduto in un bagno indefinito mentre si passa la lametta sul corpo; immagino me stesso al suo fianco, a tentare di farlo ridere.. se solo potessi stringerlo tra le mie braccia, ancora una volta e riempire il vuoto che sento, lo stesso che da qualche parte, sono sicuro sente anche lui.
Eppure, tutto quello che gli ho fatto..
Sento delle voci; mi arrivano tuttavia lontane, attutite e mi sento afferrare, il mio corpo si ribella più che può, qualcuno mi blocca, sollevandomi dal pavimento, poi una puntura all’altezza del collo prima dell’oscurità più totale.. riesco, in quei pochi attimi, a capire le parole attorno a me.

“Presto, dal dottore!”
“—l’infermeria!”
“Ma che ha..?”

--

Mi sento come morto, la stanchezza mi invade completamente nonostante sia solo l’una di notte.. dopo il lavoro, sono passato ad Arkham a consegnare la lettera per Nigma, insieme a dei soldi per convincere il portantino a non fare domande. Ho fatto il solito giro di ronda nei panni di Batman per poi tornare a casa per una doccia veloce e per controllare come se la stesse passando Alfred nonostante la mia continua assenza, ultimamente.
Ora sento che potrei dormire anche in piedi, ma nonostante questo, ho preso la macchina e sono venuto qui, per vedere Joker, per stare con lui anche solo per stringerlo a me mentre dormo.. la voglia di lui è sempre forte nei miei pensieri.. quando varco la soglia di casa, vengo subito avvolto dall’oscurità e penso che probabilmente il clown è già addormentato.. meglio così, potrò semplicemente infilarmi a letto al suo fianco, per poi risvegliarmi con lui tra le mie braccia, avvolto dal suo odore.

Poggio le chiavi sul tavolo del soggiorno e decido di fare prima di tutto una tappa in bagno, il più silenziosamente possibile ma quando accendo la luce nella stanza, vengo accolto da uno spettacolo che mi ferma il cuore per qualche secondo.. il pavimento è pieno di sangue ed una lametta giace lì vicino, il liquido scuro e secco ancora incollato alla sua parte tagliente.
Inizio a non riuscire a respirare bene mentre velocemente e senza più curarmi di non fare rumore, esploro tutte le stanze della casa finché non scorgo la sua figura sdraiata sul letto. Mi precipito al suo fianco, gli afferro le spalle ed inizio a scuoterlo, chiamando il suo nome.

“Ma che.. il terremoto?! Di nuovo..?”

Sento un movimento improvviso e la luce sul comodino si accende, incontro i suoi occhi, spalancati dallo stupore. Restiamo a fissarci per qualche secondo senza dire una parola e sono sicuro che il mio viso è la perfetta copia del suo, occhi sgranati e bocca aperta. Poi, la sua voce, confusa e nuovamente assonnata.

“Brucey..? – alza una mano a strofinarsi gli occhi, poi lo sento ridacchiare – Sei carino a farmi gli scherzi mentre dormo..”
“Ma quali scherzi?! Joker, il bagno è un lago di sangue!”
“Ahh.. sì, sì, più tardi pulisco. Ero stanco.”

Dice e vedo la sua espressione cambiare, come se fosse deluso dal fatto che non gli stessi davvero facendo uno scherzo.. eppure, sembra tranquillo ed arrivo a pensare che forse avevo avuto una reazione esagerata, se davvero si fosse tagliato le vene, non lo avrei certo trovato così calmo, giusto?
Sul pavimento c’era una lametta.. non riesco a capire. Ho sbagliato?

“Ma che è successo? Ti si è riaperta la ferita, per caso?”
“Mh? No, quella dovrebbe essere a posto, tranquillo.”
“Ma allora che..?”

Con la coda dell’occhio vedo l’asciugamano legato attorno al suo braccio ed un taglio ancora fresco all’altezza del polso, gli afferro la mano e bruscamente scanso il panno, impregnato di liquido rosso e vedo altri tagli aperti da poco, uno anche parecchio profondo e non ancora completamente chiuso.
Ora sento i miei pensieri dividersi; una parte di me, probabilmente Bruce Wayne, vorrebbe abbracciarlo mentre l’altra parte, quella di Batman, sente il forte istinto di prenderlo a schiaffi.
Decido di non fare nessuna delle due cose, almeno non prima di aver sentito la sua spiegazione, anche se lui non sembra avere nessuna intenzione di fornirne alcuna, come se a suo parere non ci fosse assolutamente nulla da dire.

“Posso sapere perché hai fatto una cosa del genere?”
“Mi annoiavo.”

Risponde indifferente, alzando le spalle come se fosse la cosa più naturale del mondo tagliarsi un braccio semplicemente per noia. Ammetto poi di essere esploso, iniziando a gridargli di tutto mentre gli restavo il più lontano possibile, agitando le mani nell’aria per sfuggire alla tentazione così forte di mettergliele addosso.
Lui all’inizio era rimasto tranquillo, ancora non capendo cosa mi avesse spinto ad una simile reazione ma alla fine anche lui ha abbandonato la calma per urlare di rimando e contraccambiare insulti, accuse e recriminazioni.. per più di un’ora ci siamo gridati addosso, passando da un argomento ad un altro, discutendo di cose che non c’entravano assolutamente nulla col problema attuale ed è solamente ora che capisco fino in fondo l’estensione del suo distacco dal mondo ‘reale’.. quanto davvero possa arrivare a non capire molti dei sentimenti delle persone. Del fatto che ancora adesso, non sappia perché questo suo lato mi faccia stare così male.

“Davvero, Batsy, al posto tuo non me la sarei presa così tanto!”

“Senti! Può darsi che quando stavi con Nigma, ti sembrasse normale avere un fidanzato che evidentemente si è sempre fregato del fatto che ti piacesse tagliuzzarti di tanto in tanto, ma io non sono il tipo a cui può star bene una cosa simile!”

“Con Eddie non mi sono mai annoiato!”
“Oh, scusa se io ho un lavoro e non condivido la tua passione per gli esplosivi!”
“Oh, no, scusa tu se questo è il solo modo che mi hai lasciato per restarti vicino!”
“Stai dicendo che il solo modo che hai di stare con me è fare queste cazzate?! Se le cose stanno così, allora torna pure da ‘Eddie’ quando vuoi!”
Non era quello che intendevo! Tu non capisci, Brucey..”
“Io?! Non capisco, io?! Senti.. tu.. oh, cazzo!”

Concludo, non riuscendo a portare avanti oltre questa lite, sento forte più che mai la voglia di colpire qualcosa, di colpire lui e per impedire a me stesso di fare una cosa del genere, concentro tutta la mia forza in un pugno, che sbatto contro il muro. Subito dopo prendo la giacca che avevo gettato su una sedia, le chiavi dal tavolo ed esco come una furia, facendo appena in tempo a sentire la voce di Joker mormorare

“Oh sì, certo, molto maturo..”

Ancora più arrabbiato, sbatto la porta dietro di me e mio malgrado, mentre salgo in macchina con movimenti stizzosi, mi tornano alla mente le parole che disse Nigma, prima che lo mettessi a tacere, la notte della nostra sfida.

Vorrei proprio vederti allora, alle prese con l’amore di Joker.. marcio e malato, hai detto. Eh eh eh.. forse è per questo che andavamo così d’accordo..

La sola idea di avergli appena dato ragione con questo mio comportamento mi raggela e mi schiaccia.. ora vorrei tornare dentro e riprendere la discussione con più calma, abbracciarlo ed infine fare l’amore con lui ma le mie mani tremano, strette attorno al volante dell’auto e mio malgrado devo ammettere che non ne sarei capace in questo momento.
Sento i denti strofinare tra loro mentre li stringo.. tutta una nottata trascorsa a fare a testate con un muro e niente di più. Quando abbasso lo sguardo sulle mie mani, vedo la destra insanguinata e ricordo a malapena il pugno che ho dato contro il muro poco fa, giro la chiave nel quadro e quando la macchina si mette in moto con un dolce ruggito, mi avvio verso Gotham City.

La consapevolezza di non poter trattenere Joker con me ancora a lungo – non in questo modo – si fa sempre più strada dentro di me ma io ancora non voglio guardare in faccia questa realtà, non voglio capire, non voglio ancora darmi per vinto.

Mi annoiavo..

Arrivo a casa e per le scale incontro Alfred che evidentemente si era svegliato per il rumore ed è stupito di vedermi.. mi chiede come sto, se è successo qualcosa ma io non trovo ne la forza ne il coraggio per raccontargli nulla. Alzo lo sguardo su di lui e mi sento in colpa anche nei suoi confronti, lui è sempre stato qui, sempre al mio fianco, sempre disposto ad aiutarmi anche quando sapeva fossi nel torto.
Se c’era qualcuno capace di aiutarmi, questo era proprio Alfred.

“Alfred.. ho bisogno di tempo..”
“Di tempo, signore?”
“Sì. Vorrei riuscire a trattenerlo, a non farlo scivolare via.”

“Signore.. – vedo Alfred assumere un’espressione strana, come contrita ma alla fine si costringe a parlare anche se, sospetto, sappia benissimo quale sia il succo di tutto il discorso ed i motivi che mi hanno spinto a parlare in questo modo. Ma parla ugualmente, anche se non gli piace.– io sono convinto che il tempo possa venire percepito in molti modi diversi a seconda delle persone, e che non sia sprecato solo se sentiamo di stare facendo qualcosa che vogliamo davvero. Ma se intende solo guadagnarne altro.. consiglierei degli svaghi, signore.”

“Svaghi?”
“Sì.. musica, giochi, libri..”
“Svaghi. – ripeto, con aria stupida – Ti ringrazio molto, Alfred.”

Sorrido, finalmente la prima buona idea della giornata e non mi sento affatto turbato dal pensiero che non sono stato io ad averla; in fondo, che Alfred è molto più saggio ed intelligente di me, lo sapevo già da tempo. Gli auguro la buonanotte mentre mi ritiro nella mia camera da letto e prima di mettermi a dormire – il sonno è finalmente tornato –, mi siedo al computer per acquistare ogni oggetto possibile ed immaginabile che possa essere definito uno ‘svago’: stereo, computer, videogame e CD musicali a non finire, lettori DvD.. qualsiasi. Dannatissima. Cosa.

--

“Cosa? Si è davvero tagliato la gola davanti a tutti?!”

“Sì. Tu eri andato via da poco. Ha ricevuto una lettera e dopo averla letta, ha tentato di uccidersi rompendo il vetro della finestra per usare il vetro acuminato. Ma non sembrava tutto a casa in quel momento.. più del solito, quando meno. La cosa peggiore è che ha colpito la finestra vicino la quale ero appoggiato io.. molto fastidioso.”

“Oh.. e adesso sai come sta?”
“Pare sia stabile, gli infermieri lo hanno fermato prima che si tagliasse troppo in profondità.”
“Mh. Sono sicuro che la lettera era di Joker.”
“Non che ci voglia un genio a capirlo.”

Alzo lo sguardo su Crane e lo vedo, seduto a gambe incrociate sul materasso mentre si morde un labbro, perso nei suoi pensieri, ma smette quasi subito quando si rende conto di quel gesto. Lo fa spesso. Un secondo dopo si alza dal materasso per iniziare a camminare su e giù per la nostra cella, a passi lenti.. malgrado stessi tentando di resistere in tutti i modo, non trattengo più una risata.
A sentire questo suono, si volta di scatto, come se lo avessi ridestato da una trance e con aria stupida, chiede cosa avessi da ridere, riuscendo così a provocare ancora di più la mia ilarità, che poi sale alle stelle quando lo vedo lanciare uno sguardo su se stesso, come pensando che avesse qualcosa di divertente scritto da qualche parte.
Lo vedo arrossire vagamente e le sue sopracciglia si uniscono in un’espressione di rabbia.

“Insomma! Che c’è?!"
“Stavolta sono io che so cosa stai pensando! Daresti un braccio, pur leggere quella lettera, vero?”
“Oh.. – abbassa lo sguardo, intristito per poi mormorare – e da quando sono così chiaro?”
“Forse non te ne sei accorto, ma sei diventato molto più ovvio da quando si è sciolta la Lega. O forse è solo che sono arrivato a conoscerti meglio, non so.”
“Ma questo è terribile, in entrambi i casi..!”
“Cosa c’è? Il dottore della mente è terrorizzato all’idea di essere analizzato a sua volta?”
“Mettiti nei miei panni! Se io fossi in grado di prevedere sempre il risultato della tua moneta non ti sentiresti debole nei miei confronti?”

Touché. Si è irritato, lo vedo tornare stizzosamente a sedere sul suo letto, per poi sdraiarsi, incrociare le braccia sotto la testa ed iniziare a fissare il soffitto, come il bambino viziato che è.. tiro fuori la mia moneta per lasciar giudicare a lei questa situazione, la lancio in aria per poi riafferrarla e rivoltarla sulla mia mano.
Il responso è positivo, il viso bianco raffigurato sul mezzo dollaro quasi sorride, quindi metto via il mio giudice personale e tornando a guardare Crane in tutta la sua infantilità, dico

“Ehi, principino dei babbei! Io ce l’ho, quella lettera..”
“Che?!” Esclama, tirandosi a sedere in un secondo.
“Durante il tran tran per portare Nigma in infermeria, l’ho raccolta in tutta calma senza che nessuno ci facesse caso.”
“Non pensi la staranno cercando, adesso?”
“Perché, vuoi darla a loro? Tsk.. neanche io l’ho ancora letta.”
“Aspettavi di tirare la moneta per decidere se era giusto o meno farlo?”
“Esatto.”
“E perché hai aspettato che ci fossi anche io?”

A quest’ultima domanda resto interdetto; la verità è che a me frega poco e niente delle storiacce creatisi tra Joker, Nigma e Batman..erano tutti affari loro, per me potrebbero benissimo crepare o fare sesso di gruppo e non batterei ciglio a nessuna di queste notizie.
Alla fine è così, effettivamente l’ho raccolta solamente perché avevo previsto il morboso interesse che Crane avrebbe avuto nei confronti di questa lettera ma ammetterlo con me stesso non è certamente la stessa cosa che ammetterlo di fronte a lui, quindi nell’indecisione, faccio per tirare fuori la mia moneta, quando sento nuovamente la sua voce.

“No, aspetta! Lascia perdere.. – dice sorridendo, poi si alza e mi si avvicina – fammi vedere la lettera.”

Conclude, sedendosi vicino a me sul letto, allora tiro fuori la lettera dal pigiama bianco dell’ospedale, la spiego davanti a me ma ancor prima che potessi porgergliela, sento il peso della sua mano sulla mia spalla, sulla quale poi poggia il mento per sporgersi a leggere le parole scritte su quel foglio.
Mi ritrovo a pensare che fortunatamente si è poggiato vicino al lato del mio viso ancora intatto, così non mi muovo ed abbassando l’occhio sano sulla lettera, inizio a leggere anch’io.
Quasi subito però, sento Crane iniziare a mormorare le parole scritte, scandendo così la sua lettura e non mi prendo neanche la briga di leggere io stesso, mi limito ad ascoltare la sua voce bassa recitarle, forse inconsciamente.

“Wow. – dico con poco entusiasmo alla fine – è quasi poetico, non lo facevo così.”
“Ah ah! Io sì..”

Quando sento questa affermazione, volto leggermente la testa per guardarlo in faccia e sento inaspettatamente il naso sfiorare il suo e mi accorgo solo in quel momento di quanto il suo viso fosse stato, per tutto questo tempo, vicino al mio.
Passano un paio di secondi in cui i nostri sguardi si incrociano, entrambi stupiti e poi lui si alza di scatto, riprendendo a parlare come se nulla fosse.

“Se ci pensi bene, anche quando parla, Joker difficilmente esprime un concetto coerente fino alla fine, quindi immaginavo fosse difficile per lui scrivere una lettera. Vedi, comunque nelle sue parole richiama immagini e passa da un argomento ad un altro senza farci probabilmente neanche caso. Neanche alla fine riesce a spiegare il suo punto cruciale.”

L’ho ascoltato attentamente ma non credo di avere nulla da rispondere, come già detto in precedenza non nutro il minimo interesse verso le sordide storie di Joker. Mi guardo intorno in cerca di un posto dove nascondere questa lettera e decido di inserirla tra le pagine di “Uno, nessuno, centomila”, poggiato sullo scarno scaffale proprio sopra il mio letto.
Quando rialzo lo sguardo su Crane, vedo che è tornato a sdraiarsi sulla sua brandina e presto ricomincia a parlare.

“Mi aspettavo che sarebbe accaduta una cosa simile.. per quanto Batman e Joker abbiano, inequivocabilmente, un’anima così sorprendentemente simile, a livello di valori e modo di vivere, la loro compatibilità fa schifo. Soprattutto conoscendo Joker, una persona che non recede mai da nulla, se pensasse che gli asini volano, neanche vederne uno schiacciato sul marciapiede lo convincerebbe del contrario. Non cambierebbe le sue idee neppure per Batman, neanche sapendo che potrebbe arrivare ad essere felice con lui. Non è nemmeno colpa sua, in fondo.. se potesse, forse lo farebbe.”

“Sai proprio tutto di loro, eh?” Dico per poi sentirlo scoppiare a ridere.
“Se tornassi indietro, scriverei la tesi di laurea su di loro! A volte sono anche più interessanti della paura.”
“Peccato che l’amore sia molto più complicato della paura. Sei sicuro di capire un sentimento simile?”

Non so neppure io perché ho detto una cosa simile; l’unica cosa che mi è passata per la mente è che mi irrita il fatto che Crane, un ragazzino che a quel che so, non ma hai avuto neppure una vera e propria storia d’amore, che non ha mai davvero provato cosa significa amare o perdere qualcuno, possa avere il coraggio di imbarcarsi in discorsi simili.. di tentare di analizzare rapporti complicati come questi senza avere la minima esperienza a riguardo.
Mi aspettavo quasi una risposta brusca ma in realtà adesso è il silenzio a regnare nella nostra cella per molti secondi, finché, con una risposta fin troppo sbrigativa, Crane mette la parola ‘fine’ al discorso.

“Probabilmente è così, a quest’ora starei ancora girando per la facoltà.. molto meglio la paura. Più semplice, prevedibile ed efficace.”

Dice, mentre si infila a letto, per poi voltarsi su un fianco, verso il muro e dirmi di spegnere pure la luce quando avessi avuto sonno.. non capisco il perché della sua reazione, visto che sono ancora le otto, quindi non può avere sonno. Soprattutto dopo l’emozionante ‘scoperta’ della lettera.
Alzo le spalle e decido che a questo punto tanto vale mettermi a dormire anch’io, nonostante manchino ancora ben due ore all’obbligatorio spegnere di tutte le luci.
Non mi piace quando Crane si comporta così, e trovo irritanti fino all’inverosimile questi sporadici momenti che capitano di tanto in tanto tra di noi, a metà tra l’imbarazzato e l’innervosito. Spero solo che la notte riesca a portarsi via questi sentimenti o dovrò seriamente considerare la defenestrazione per lui, stavolta.


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Capitolo 17
*** Roulette. ***


Per Boopsie: Ciauuu! ^^ A parte che mi hanno appena parlato di spiagge e tende, il tutto previsto per Sabato ed io non ne avevo neppure la minima idea... ù_ù passo alla risposta al commento che è meglio xD Continuo a sentirmi orgogliosa ed essere contenta per tutti i complimenti che mi fai e del fatto che la mia storia continui a piacerti sempre! Il Leprotto Bisestile purtroppo è morto ieri notte! Come, dici? Ma l'ho fatto al forno io, ovviamente! Il Cappellaio matto invece lo tengo ancora in ostaggio, sono sicura che la Regina di Cuori mi pagherà una bella cifretta, in cambio! *__* Tutti soldi che poi brucerò, ovviamente. Ti chiedo scusa - ebbene sì, ancora una volta, nonostante avessi giurato di non farlo mai più! - per il ritardo mostruoso con cui ho aggiornato e stavolta giuro che non capiterà mai più, visto che ormai ho la storia scritta completamente e già sul pc ^^. Ora ti lascio alla lettura amica mia, a presto! Un abbraccio, alla prossima!

Per Sychophantwhore: Ciao! *_* Rieccomi qui col nuovo capitolo ma prima di tutto, ti assicuro che questo capitolo non voleva assolutamente essere una frecciatina, mi dispiace se lo hai percepito in questo modo! Solo che penso la noia sia l'unico motivo plausibile per spiegare molti dei comportamenti di Joker, in fondo nel film dava proprio questa impressione, di qualcuno che si è semplicemente stufato del mondo in cui vive e vuole dare una scossa a tutto a modo suo. Questo è anche un problema comune a molti, non riuscire a trarre piacere dalle cose, tutto si collega all'essere di una persona o al tipo di vita che conduce, al suo passato eccetera... sono tutte queste cose che formano noi ed il nostro modo di percepire tutto ciò che ci circonda. Tutti comunque, necessitiamo di determinati stimoli, basta trovare ciò che riesce a darcene ^^.  Sono felice che trovi appropriato lo scontro che è nato tra i due e che, ti anticipo, continuerà anche in questo capitolo, spero solo che apprezzerai il finale - che ovviamente scoprirai alla fine - sia del capitolo che della storia.  Col fatto che Bruce sia scappato nel precedente capitolo più che la sua codardia, volevo mostrare la sua incapacità di relazionarsi con Joker, il fatto che comunque continua a non voler vedere molte cose, sa che tra loro non potrebbe mai funzionare ma non vuole rendersene conto e si è ritrovato a scontrarsi con questa realtà quando non voleva. Sì, in effetti è stato anche un codardo ma più che altro per ignoranza di fronte a certe problematiche e per non sentirsi così irrimediabilmente debole e inutile, specie considerando che anche Nigma ad un certo punto è stato tirato in mezzo alla discussione e questo di certo non gl iha fatto piacere. Sono contenta anche che apprezzi come ho struttulato la fragilità di Joker! So che spesso faccio mosse azzardate e tendo a personalizzare troppo i personaggi quindi sono davvero lieta che in fin dei conti non siano troppo inverosimili! Uhm... non direi che il tipo di rapporto che Joker ha con Nigma e con Batsy siano agli estremi... l'unica differenza che c'è è che Nigma per ovvie ragioni è in grado di accettare Joker qualsiasi cosa faccia sebbene nella maggior parte dei casi non riesca a capirlo, mentre Batsy riesce a capirlo benissimo ma non potrebbe mai accettarlo. Sono due tipi di amore di uguale potenza, ma certamente quello di Nigma merita più rispetto perché sicuramente si è sempre imegnato molto di più per capire il suo compagno, Bruce non ha fatto invece che evitare tutti i problemi, si è mostrato debole, ma in fondo che altro avrebbe potuto fare? Per quanto riguarda il fatto che sono marci, non posso darti torto, questi personaggi difficilmente riuscirebbero a fare qualcosa che non sia 'marcio', che mostri un sentimento completamente puro tranne, forse, proprio Joker il che potrebbe anche suonare strano! xD L'unico però che ha sempre seguito il suo cuore restando e lasciando sempre il compagno libero è stato lui. Riguardo alla paura della felicità di Joker,  sinceramente non so che dirti, è un'idea interessante, non ci avevo neppure fatto caso! Forse, semplicemente tiene in considerazione maggiore la libertà che la felicità, quindi per questo l'ha sicuramente perduta molte volte, tutto pur di non rinunciare a sè stesso ed alla sua natura. Per quanto riguarda il trucco ed il fatto che non si era accorto di non averlo perché non ha macchiato Bruce da nessuna parte, comunque si trovavano al buio! *__* E poi, anche se avesse voluto farci caso, diciamo che aveva altro a cui pensare al momento e soprattutto... altro da guardare ;)!  Dunque, l'esplosione del Joker... sì... no... cioè... non posso anticiparti niente, insomma! xD Comunque arriverà il suo momento di stupire, non preoccuparti! *__* Per ora purtroppo vado avanti con l'angst perché ancora il concetto a parer mio non è chiaro, non si è ancora raggiunta l'intensità giusta ne il punto chiave, perciò please, ancora un capitolo di pazienza (Che è questo :P)! Infine, parlando dei tuoi disegni, continuo a dire che sono stupendi e che raramente avevo visto qualcosa di così espressivo! Non so, sarà perché hai ritratto i personaggi che ho fatto miei ma sono sicura che non è solo questo... anche gli altri che ho visto, li ho trovati assolutamente mozzafiato e non c'è bisogno di ringraziarmi, sono apprezzamenti sinceri ;)! Ora ti lascio al capitolo, sperando che ti piaccia! Mi dispiace per la tua immobilità, è passato del tempo e spero che ora sia tutto a posto! Vedrai che anche il lavoro andrà meglio, tutto si aggiusta prima o poi ù__ù, la vita è troppo breve per lasciarci abbattere da cose simili! Ti saluto ora con un abbraccio, alla prossima! ;)

Per Desme: Ciao! ^^ Ti ringrazio per i complimenti, sono davvero felice che la mia storia continui a piacerti! La scena iniziale è stata davvero così divertente? Ne sono contenta, scrivere scene comiche è sempre stata una delle cose più preoccupanti, non sai mai se le battute potrebbero davvero far ridere o se invece diventano patetiche ç_ç!  Eh sì, l'amore, purtroppo per il povero Crane è molto, molto più complicato della paura, ha mille sfaccettature e lui si ritroverà presto a sbattere la testa contro alcune di queste ;)! Ciò che dici, ovvero che rendo i personaggi reali come in un film è davvero un complimento fantastico! Sono felice che ciò che scrivo arrivi così direttamente a chi legge, davvero, ti ringrazio! Purtroppo non ho aggiornato celermente come avrei voluto, ho avuto un'altra mezza crisi - sì, un blocco, insomma - ma rieccomi, finalmente! Spero che continuerai a seguirmi, un abbraccio, alla prossima!

Per AintAfraidToDie: Buondì a te (o pomeriggio, o notte, a seconda dei casi xD)! Ahh, le non andate a scuola per leggere fanfictions... quanti ricordi! Dio, mi sento un po' vecchia quando sento parlare di queste cose! Non riesco quasi a crederci, prima me ne stavo a guardare cartoni o film, ammirando personaggi diciottenni e adesso stento a rendermi conto che nella realtà io sarei anche più grande di loro! Ehm... discorso sconclusionato? Può darsi, sì ù_ù... forse dovrei dirti che non andare a scuola è male ma... non sono proprio io quella a poter parlare xD! Per quanto riguarda i commenti tranquilla, io non scappo e anche se mi fa piacere ricevere le tue recensioni  - trovo che siano davvero stupende - non sentirti costretta a sforzarti per lasciarmene ^^! Comunque innanzitutto devo chiederti ancora una volta perdono per via dell'ennesimo ritardo nell'aggiornamento ç_ç, stavolta giuro che è davvero l'ultima volta, ho tutta la storia scritta e pronta per essere postata *_*!
Sono contenta che ti piacciano le mie risposte ai commenti, mi piace rispondere a tutti gli uomini e donne di buona volontà che mi scrivono, visto che siete sempre in pochi ma buoni, meritate questo ed altro! Specialmente tu, che mostri tanto impegno nel lasciarmene, il minimo che posso fare è questo e poi, mi piace molto intrattenere rapporti e scambiare opinioni con persone interessanti.
Mi sento onorata di essere tra le poche privilegiate a cui lasci commenti simili, ancora di più perché dici che ti viene naturale! Eh sì, i Diru sono amore davvero! A proposito di questo... ho mantenuto la promessa, inserendo proprio in questo capitolo la loro canzone... certo, l'ho messa come sottofondo ad un'azione diciamo... forse un po' troppo vivace per il ritmo che ha, ma la trovavo davvero azzeccata per il momento descritto, comunque mi sento in dovere di scusarmi se per caso l'ho usata in malo modo, so che vuol dire quando qualcuno fa un lavoro simile con una canzone a cui tieni!
Non sapevo che venissero in Italia ç_ç purtroppo ho usato tutti i miei risparmi tempo fa per andare al concerto a Roma dei Depeche Mode e non posso permettermi altro :(...
xD Sei, penso, la prima persona a pensare che io non sia pazza! O forse... chi lo sa, lo siamo tutti *_*! Dovremmo organizzarci e partire all'assalto di Arkham un giorno di questi ù_ù! La musica è una delle gioie più grandi della mia vita e spesso mi ritrovo a pensare e ringraziare Dio per essere nata così in saluta ma... sinceramente, potendo scegliere preferirei mille volte non poter vedere piuttosto che perdere l'udito! Ehm... ok, discorso macabro xD! Andiamo avanti... non dire di essere piegnucolona, a volte è solo un'impressione e le persone che tendono a commuoversi spesso - capita anche a me e per ogni cavolata a volta - sono solamente più sensibili ed empatiche delle altre, o sfogano le emozioni in questo modo e comunque non ha mai nulla a che vedere con l'essere deboli ^^.
Eh sì, ammetto che bestemmiare è divertente, lo è sempre stato e sempre lo sarà ù_ù! Anche a me è sempre venuto naturale fino al momento in cui ho deciso di smettere e non sai quanta fatica mi è costato ciò, con mio fratello a cantarmi canzoni vicino, per poi lasciarle a metà per provocarmi (sono come Roger Rabbit, solo che mentre lui non resisteva ad "Ammazza la vecchia" io non resistevo, dovevo terminare a tutti i costi "Mi hanno scomunicato" e altre canzoni del genere xD) e farmi "tornare sulla retta via".
D'altronde, mio fratello è un attivo praticante del "bastona tua sorella se va a messa", ma per questo non c'è problema, io continuo ad evitare le chiese come la peste bubonica ù_ù.
Per quanto riguarda Dio, diciamo che se abitasse sulla terra, probabilmente sarei tra quelli che andrebbero a prendere a sassate le sue finestre xD! Il fatto che creda in lui non vuol dire che debba amarlo sempre sempre sempre in fondo, no? xD
Uhm... un monologo con Cristo e tutti i santi dovrebbe essere interessante, ho esperienza a riguardo, ho recitato centinaia monologhi e cantato le mille grazie a tal proposito! Anche se una volta chi mi stava attorno, le chiamava "bestemmie a perdifiato" ma loro non potevano capire la mia arte ù__ù! Mah d'altronde certe cose vanno accettate per fede, che vuoi farci?
Per finire, dico che non riuscirò mai a gasarmi per qualcosa che ho scritto, sebbene tenda a diventare megalomane dopo ore passate a scrivere (più che altro inizio ad avere le visioni e sentire voci).
Però sono sempre indubbiamente soddisfatta, orgogliosa di me stessa e felice quando leggo commenti come il tuo, che mi fanno davvero capire di aver scritto qualcosa di buono *_*!
Eheh... per gli accenni di slash tra Crane e Harvey non li hai immaginati, sebbene all'inizio fossi davvero indecisa su questa cosa ma poi diciamo che mi sono lasciata prendere la mano e rileggendo mi sono detta "Oh! Ma... questo è slash? Massì, anche loro hanno il diritto di amarsi ù_ù". Sicuramente non ci sarà nulla di 'spinto' tra loro, visto che non sono ancora riuscita a farmi piacere questa coppia strana fino in fondo, ma chi lo sa? Forse nel seguito qualcosa accadrà (non ricordo se ti avevo già parlato del fatto che sto scrivendo un seguito a questa storia)... come sempre stra-contenta che apprezzi anche questa strana coppia! Nuuu! L'infermiere non è deceduto *_*! Ho ancora grandi progetti per lui! Eheheh!
Col fatto che Bruce sia scappato nel precedente capitolo più che la sua codardia, volevo mostrare la sua incapacità di relazionarsi con Joker, il fatto che comunque continua a non voler vedere molte cose, sa che tra loro non potrebbe mai funzionare ma non vuole rendersene conto e si è ritrovato a scontrarsi con questa realtà quando non voleva. Sì, in effetti è stato anche un debole ma più che altro per ignoranza di fronte a certe problematiche e per non sentirsi così irrimediabilmente debole e inutile, specie considerando che anche Nigma ad un certo punto è stato tirato in mezzo alla discussione e questo di certo non gli ha fatto piacere :S!
Poi per quanto riguarda il fatto che Joker starebbe meglio con Nigma è qualcosa su cui mi sento di darti ragione solo all'ottanta percento... mi spiego meglio: l'unica differenza che c'è tra i loro rapporti è che Nigma per ovvie ragioni è in grado di accettare Joker qualsiasi cosa faccia sebbene nella maggior parte dei casi non riesca a capirlo, mentre Batsy riesce a capirlo benissimo ma non potrebbe mai accettarlo! Sono due tipi di amore di uguale potenza, ma certamente quello di Nigma merita più rispetto perché sicuramente si è sempre imegnato molto di più per capire il suo compagno, Bruce non ha fatto invece che evitare tutti i problemi, si è mostrato debole, ma in fondo che altro avrebbe potuto fare?
Però come già detto non mettere il carro davanti ai buoi, c'è ancora molto - non proprio molto, ma parecchio - da dire e da scoprire ;)!
Ti ringrazio ancora infinitamente per tutto, ora dopo questa chilometrica risposta, ti lascio finalmente alla lettura, sperando che ti piaccia anche questo capitolo! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima ^^!


XxX.SilverLexxy.XxX





Capitolo 17: Roulette.


Sono ormai passati due mesi da quando Joker ha preso residenza in questa casa, eppure la sua ferita non è ancora riuscita a rimarginarsi del tutto; sono sicuro che guarirebbe molto più in fretta se si degnasse di riposare ogni tanto, ma non credo di aver mai visto nessuno più insonne ed iperattivo di lui!
Ho riempito questa casa di tutto ciò che immaginavo avrebbe potuto aiutarlo a passare il tempo ma lui sembra a malapena interessato a tutte quelle cose.
Fino ad ora il massimo del suo divertimento è stato passare un paio d’ore seduto ad inventare trucchi con un mazzo di carte; odia il computer – sospetto perché gli ricordi Nigma –, ha rinunciato a qualunque videogame richiedesse l’uso di una manopola – riusciva puntualmente a romperle tutte – e per la rabbia derivata da ciò, in un impeto d’ira ha gettato nella pattumiera tutti i videogiochi che avevo acquistato per lui.
La prima volta che l’ho visto guardare un Dvd invece, sono rimasto di stucco: Joker si era sdraiato a pancia in giù sul letto, ha schiacciato play ed ha passato dieci minuti a guardare lo schermo letteralmente imbambolato, con la bocca aperta e gli occhi spalancati, come se si fosse immerso in esso, ma… dopo questo breve lasso di tempo ha ripreso meccanicamente il telecomando ed è saltato al finale!
Dapprima pensavo fosse solo perché non gradiva i film che gli avevo comprato ma ho subito capito che non era affatto così, pare lo faccia sempre e comunque, non riesce a capire come possa qualcuno necessitare – o anche volere - addirittura due ore per capire un film.
Dopo un po’ però ci ho fatto l’abitudine, anzi è anche divertente sentirlo parlare tra sè dopo aver guardato la fine di ogni Dvd.
Le sue frasi tipiche in questi casi sono sempre

“Mh. Lo immaginavo.” oppure “Noooh! Ma pensa un po’!”

Tutte le mattine, appena si sveglia (sempre troppo presto per i miei gusti), accende lo stereo e lo tiene così tutto il giorno finché io, al mio rientro dalla ronda di Batman non lo spengo, domandandomi come possa riuscire a dormire con un simile rumore; Joker è capace di ascoltare una tale vastità di generi musicali da spiazzarmi!
Mette su ogni CD gli capiti tra le mani e pare gradire tutto indiscriminatamente, ogni tipo di musica possibile ed immaginabile, in ogni lingua conosciuta o meno; io mi limito ad alzare le spalle, sorridere e pretendere che resti steso invece di agitarsi per casa, almeno per una quantità di ore sufficienti perché non risenta della sua ferita.
Fortunatamente ho scoperto che, al contrario dei Dvd, i libri riescono a prenderlo molto di più e farlo stare tranquillo a lungo… il rovescio della medaglia è che se ne inizia uno, a seconda della lunghezza, è capace di leggerlo per giorni interi scordandosi di dormire e mangiare ed io devo arrivare a strappargli il testo di mano e ridarglielo solo dopo che si fosse nutrito e riposato, il tutto tenendolo sotto la minaccia di gettarlo via se non si prendesse cura di sé stesso.

Ora, so benissimo che tutti questi comportamenti non sono normali, che Joker ha qualcosa che non va nel suo profondo e che io dovrei tentare di aiutarlo più che posso ed infatti è da molto ormai che nel tempo libero – a volte anche quando invece dovrei lavorare – leggo quanto più posso di psichiatria e recentemente, per seguire il consiglio di un testo molto accurato, ho tentato di variare i suoi interessi, indirizzandoli verso una qualche forma d’espressione.
Gli comprai un cavalletto con tele e colori, trasformando una stanza inutilizzata in studio, nonostante lui non avesse mostrato nessun interesse verso la pittura ed anzi, trovasse sciocco da parte mia allestire una stanza che non avrebbe mai usato.
Dopo qualche giorno di discussioni e sproni, una mattina ha accettato di tentare, anche se si vedeva benissimo che era solo per farmi un favore; quando la sera stessa passai a vedere se avesse ‘esternato’ qualcosa, mi resi conto che invece si era stufato subito ed aveva rovesciato tutti i colori su di un’unica tela, lasciandola poi così, a colare sul pavimento e riempire la stanza di una puzza insostenibile.

Non ci vuole un genio per rendersi conto che nessuna delle cose che gli compro potrà mai aiutarlo nella sua lotta contro la noia; ultimamente, il suo passatempo preferito è quello di uscire sulla spiaggia e colpire un’infinità di palle da baseball con una mazza, lasciandole finire lontane, nell’oceano, incurante di quante ne perdesse, per poi puntualmente venire da me e dire, con espressione incuriosita – come se non si rendesse conto di come questo fosse possibile – che le palle erano finite e chiedendomi di comprarne delle altre.
Mi rendo conto perfettamente di non riuscire ad aiutarlo in nessun modo e che Joker ha probabilmente bisogno di un esperto che gli stia dietro e lo aiuti, di persone competenti, mentre io farei sempre del mio meglio per restargli vicino come posso, più che posso.
Ma il problema è: come potrei anche solo iniziare ad affrontare il discorso con Joker?

Esco dal bagno, subito dopo essermi fatto una doccia con addosso una semplice tuta ed una felpa a maniche lunghe, percorro la stanza con lo sguardo e vedo Joker semi sdraiato sul divano, la testa china probabilmente a leggere qualcosa mentre dalla cucina, per una volta, sento provenire un odore niente male.
Sorrido e mi avvicino tranquillamente a lui, poggio le mani sullo schienale ed inginocchiandomi, mi piego fino a baciargli le labbra e lui alza lo sguardo su di me, sorridendomi ampiamente.
Faccio per baciarlo ancora una volta però, pieno di progetti visto che ora ho la sua attenzione, ma sento che mi ferma, portandomi un dito sulle labbra, si solleva e si mette in ginocchio sul divano, io allora mi alzo in piedi continuando a guardarlo mentre, senza smettere di sorridere, tira fuori da non so dove una rivista, la solleva fino a portarmela davanti agli occhi e dice, il suo tono carico di un’allegria totalmente fuori posto.

“Che cos’è questa?”

Oh. Cazzo.

Riconosco quel giornale al primo sguardo, visto che per settimane non ho fatto che portarmelo dietro ovunque andassi; naturalmente era un semestrale medico tra i migliori, quasi mille pagine di consigli, supporti, articoli degli esperti più famosi, elenchi dei più eminenti psichiatri per ogni ramo di quel difficile campo.
In più era pieno zeppo di depliant su ospedali e case di cura privati, costosi ma molto riservati… ok, ora almeno non starò più a lambiccarmi su come introdurre il discorso a Joker ma accidenti se sono nella merda; perché diavolo ho dovuto portarlo perfino qui? Era scontato che prima o poi lo avrebbe trovato, non fa che curiosare tra le mie cose per farmi scherzi o per lasciarmi messaggi nascosti che poi avrei visto – ovviamente – nei momenti meno opportuni.
Dopo parecchi secondi di silenzio, vedo che lui si mette a ridere ma in maniera strana, molto più isterica del suo solito riso pieno ed avvolgente.

“Mi vuoi rispedire nella gabbia di matti, per caso?”

Smette di sorridere e adesso non so se sia il caso di fuggire, bloccarlo prima che decida di ammazzarmi o tentare di ragionare con lui; conosco bene molte delle sue espressioni e questa… odio, amarezza, sfida… tanti sentimenti concentrati in un solo sguardo che sembra volersi fare strada dentro di me, come un colpo di pistola; ‘quello’ sguardo.

“Joker, non è come—“

Un dolore improvviso al petto mi toglie il respiro per un attimo e già sento un livido formarsi, dopo che Joker mi ha lanciato contro il giornale con tutta la sua forza, facendo in modo che mi colpisse con l’angolo, la parte più dura (come già detto, si tratta di un semestrale di quasi mille pagine… sì, una cosa simile fa davvero male se riesce a colpirti).

“Che c’è, Brucey? Ti sei già stancato del nostro ‘dolce fare l’ammooore’?”

Dice, cantilenando per prendermi in giro e con un movimento veloce è in piedi, davanti a me, io faccio per aprire la bocca e parlare ma lui mi interrompe di nuovo, stavolta ancora prima di lasciarmi iniziare

“No! Risparmiami, ok?”

Porto una mano a massaggiare il petto, ancora pulsante per il dolore; posso capire perfettamente cosa sta provando Joker in questo momento e non lo biasimo, visto che la situazione si è presentata ai suoi occhi in questo modo e non come lo avevo immaginato io, con me che gli parlavo e lui che mi ascoltava, poi si arrabbiava ed infine mi lasciava comunque finire il discorso.
In questo modo deve essergli apparso tutto come un tradimento.
Mi avvicino a lui di qualche passo e gli stringo le braccia tra le mani, guardandolo negli occhi seriamente, tentando di fargli leggere in essi la mia sincerità

“Io non ho Deciso niente! Aspettavo il momento giusto per parlartene e nel frattempo mi tenevo informato, tutto qui!”
“Parlarmi di cosa, esattamente?”

“Di questo! – dico, alzando la voce mio malgrado mentre lascio una mano scendere velocemente ad afferrargli un polso per poi scoprirgli il braccio – E di questo! – Continuo, indicando, con un ampio gesto della mano tutto ciò che ci circondava – Non ho intenzione di continuare a tenerti chiuso qui, non è ciò che vorrei per noi.”

“Per noi? Brucey… cosa, perdio, ti ha fatto pensare che io abbia mai avuto intenzione di restare con te a fare il mantenuto per sempre?”
“No! Non azzardarti a dire una cosa simile un’altra volta, non è così che ti considero!”

“Oh. Beh scusa, mi dai una casa, mi compri tutto quello che immagini possa volere, la scorsa settimana mi hai regalato un maledetto pendente, come se fossi un cane! Ora, per quanto io non sia troppo attaccato agli stereotipi,  mi dispiace informarti che gli indizi puntano tutti in quella direzione, caro il mio Watson!”

“Oh beh, scusa Sherlock se non capisci un cazzo! Non potremo mai cambiare questa situazione se non facciamo qualcosa in questo senso, giusto? Non credi che anche a me piacerebbe, ogni tanto, fare qualcosa di diverso con te? Uscire, per esempio! Ma sarà alquanto difficile finché ti sparerebbero a vista non appena vedono la tua faccia!”

“Cristo, ma… perché non ragioni un attimo?”
“Ragionare su cosa?!”

“Secondo te, quando non ero occupato a far saltare in aria qualcosa che facevo? Me ne stavo chiuso in casa a guardare la televisione e leggere libri?! Cazzo, perfino quando stavo con Eddie e le nostre facce erano su tutti i notiziari, uscivamo tranquillamente ed andavamo dappertutto! Andavamo a fare la spesa, maledizione! Possibile che davvero non hai mai pensato? È questa la prima volta che mi vedi, Brucey?!”

Conclude arrabbiato per poi continuare a guardarmi coi suoi occhi chiarissimi ed io sono a corto di parole, cosa che sembra accadermi fin troppo spesso quando sono accanto a Joker.
I secondi passano, numerosi e lentissimi finché improvvisamente gli occhi del clown non si allargano dallo stupore, la sua postura si rilassa visibilmente ed esclama, come se nulla fosse

“Oh. Ho scordato la cena…”

Lo vedo sparire verso la cucina e sento il rumore del fornello che viene spento, la finestra che si spalanca e a passi lenti, seguo il percorso di Joker, mi appoggio alla cornice della porta e vedo che rigira la padella, muovendola con aria delusa.
Non dico niente, continuando a guardarlo finché non si volta verso di me e mi informa semplicemente
“Bruciata.”
Poi inizia a gettare via tutto, leggermente affranto.

“Allora, usciamo. – dico, senza pensarci su più di tanto e mi sento tranquillo; so che questa non è altro che l’ennesima volta in cui mi scanso davanti ad un problema, lasciando che Joker continui a restare ‘inamovibile’ davanti a me, ma questa cosa voglio farla. – Dici che va bene, allora proviamo a modo tuo. Fai quello che devi fare ed usciamo.”

Stranamente lui resta inespressivo a fissarmi per non so quanto tempo, come se stesse indagando i miei pensieri, prima di posare la pentola sui fornelli ormai spenti e superarmi oltre la porta della cucina senza dire una parola. Mi volto a seguire i suoi movimenti e vedo che va a chiudersi in bagno; dopo un po’ sento lo scrosciare dell’acqua nella doccia e vado a sedermi, tranquillo, sul divano ad aspettare.
Dopo più o meno una decina di minuti lo sento uscire e vedo che cammina lentamente fino alla camera da letto, avvolto in un accappatoio bianco mentre si asciuga i capelli.
Quando infine riemerge, vestito e pronto per uscire, resto stupito dell’aspetto che ha adesso.

Ha messo da parte i suoi abiti eccentrici per indossare qualcosa di molto più semplice anche se qua e là, qualche dettaglio appariscente è rimasto; ha lavato via il colore dai suoi capelli, mostrando ora un biondo naturale molto più rassicurante, una sciarpa di cotone gli avvolge il collo ed il viso fin sotto il naso a coprire le sue cicatrici ma ha gli occhi bassi, non ricambia il mio sguardo, se ne sta in piedi ad aspettarmi con le braccia incrociate sul petto.
Ora che ci faccio caso, è quasi identico a come lo avevo visto la notte dell’agguato al magazzino, quando mi ha somministrato l’antidoto al gas di Crane.
Sembra molto più giovane adesso, molto più inoffensivo e ‘delicato’; ora capisco perché odi così tanto farsi vedere senza il make-up.

Mi alzo dal divano e gli vado incontro – il suo mutismo mi mette un po’ a disagio –, quando gli sono davanti gli prendo delicatamente le braccia, sciogliendole ed allontanandogliele dal petto, le porto attorno alla mia vita, dove restano in quello che però non posso certo definire un ‘abbraccio’.
Poggio la fronte contro la sua, chiudo gli occhi, dondolandomi leggermente per un po’ ma quando sollevo la mano per abbassargli la sciarpa, con l’intenzione di dargli un bacio, lui si scansa bruscamente, mi afferra la mano e letteralmente mi trascina fuori, verso la mia macchina… ancora senza dire una parola.

Il viaggio fino a Gotham è l’esperienza più estenuante che abbia mai vissuto, con me che tento di instaurare un dialogo e lui che risponde a gesti o monosillabi ed io non so più che pesci prendere, non capisco se è diventato così per via della discussione avuta prima in casa, o se c’è dell’altro.
Non mi parla, non mi guarda neanche ed io allungo la mano per cambiare marcia alla macchina, lasciandola poi arrivare fino a prendere la sua, intreccio le nostre dita e gli do una leggera stretta, che lui non ricambia.
Vorrei solo capire a cosa diavolo sta pensando.

--

Per quanto l’idea di Batsy possa essermi sembrata carina per i primi dieci minuti, ho capito fin troppo presto che non sarebbe mai andata bene con lui, non senza la mia vera faccia perché, nonostante non sia poi un brillante pensatore, capisco che lui non riuscirà mai a capirmi fino in fondo, finché non si lascerà andare completamente… solo che per farlo dovrebbe rinunciare a sé stesso ed a quel punto non sarebbe più lui, non avrebbe più senso stare insieme così.
Perfino il contatto della sua mano sulla mia non mi è più familiare senza il mio make-up, lui è cambiato nell’atteggiamento, nel modo di parlare e neppure se ne accorge, ho capito che lui ancora pensa che, sotto il mio trucco, ci sia una persona diversa, qualcuno da riportare fuori, una persona ‘normale’.
Non credo di esserlo mai stato o di poterlo mai diventare, anche volendolo, anche per Brucey, non ci riuscirei.

Se ti irrita così tanto che ti veda senza il trucco, posso mettere gli occhiali da sole. Mmm… lenti blu, ti va bene se ti guardo tutto di quel colore?

Un sorriso si apre sul mio volto, sotto la sciarpa quando mi tornano in mente le parole di Eddie, un ricordo sfocato e confuso ma sono sicuro che fosse vero, rispuntato chissà da dove; il suo viso… lo ricordo ancora nitidamente, lo rivedo ogni tanto nei miei ricordi, sebbene non riesca mai a rendermi perfettamente conto di quando o dove tutte quelle memorie abbiano avuto luogo e non me ne dispiaccio… lo spazio ed il tempo per me non hanno mai avuto molta importanza, c’era lui con me e questo mi basta.

Credi che non sappia che vuoi andarci? Dai, prendi qualche vestito ed usciamo.

Ma dove volevo andare di tanto importante? Non riesco a ricordarlo ma so che volevo andarci con lui e nessun altro. Aggrotto un attimo le sopracciglia, tentando invano di ricordare ma rinuncio quasi subito; il contatto con la mano di Brucey inizia a diventarmi insopportabile, è come se mi graffiasse la pelle, se mi trasmettesse minuscole onde elettriche allora stringo la presa per un attimo, così che non abbia l’impressione che io ce l’abbia con lui – Dio solo sa che non è così – e poi sciolgo le nostre dita.

Ehi Joker, non mi starai diventando lungimirante, adesso?

E questa quando diavolo me l’aveva detta?

--

“Oddio.”
“Cosa ‘oddio’?”
“Che diavolo stai facendo?”
“Non vedi? Sto fumando!”
“Ma se non hai mai fumato in vita tua!”

“No. – mi risponde con un sorriso, voltando lo sguardo su di me – però ho seguito il consiglio che mi hai dato l’altra volta e sono finalmente riuscito a procurarmi una macchinetta per arrotolare le sigarette! – vedo che lancia uno sguardo al suo capolavoro ed il suo sorriso si allarga ancor più prima di tornare a guardarmi – Avevi ragione Harvey, tutto questo mi fa sentire molto superiore ad una scimmia!” Conclude, il tutto tra un colpo di tosse e l’altro.

“Sei pazzo.”
“Un po’ ridondante, detto in questo posto.”

Mi appoggio al muro al suo fianco, ultimamente Crane ha preso l’abitudine di stare sempre in questo punto, seduto sul davanzale dell’ultima finestra della sala ricreativa ed io appoggiato contro la parete a fargli compagnia. C’era una cosa che volevo chiedergli ma ora come ora non sono più tanto sicuro di volerlo fare quindi, nell’indecisione, tiro fuori dalla tasca la mia moneta, lanciandola svogliatamente per osservare il suo responso positivo. Mi volto a guardarlo e vedo che lui intercetta questo movimento con la coda dell’occhio, ricambiandomi immediatamente.

“Anche il tuo psichiatra ha iniziato a farti domande strane?”
“Se parli di quel somaro in camice bianco sì, ma era scontato.”
“Che vuoi dire?”
“Beh, lo avrai capito che all’inizio ci avevano messi nella stessa cella sperando che parlassimo della Lega, no?”
“E con ciò?”
“Con ciò, ora che è passato tutto ed hanno tolto i microfoni—“
“Aspetta, che microfoni?”
“Pronto?! Erano proprio sotto i nostri letti! Ma non eri un procuratore una volta?”
“Tsk. Vai avanti.”

“Insomma, dopo averci messi in cella insieme, anche dopo che tutto il casino per via della ‘presunta’ Lega si è smorzato hanno preferito non separarci, ormai ci eravamo sistemati, sembravamo tranquilli quindi non hanno fatto nulla e buonanotte. Però credo che adesso come adesso, si stiano mordendo le mani in attesa del primo segnale… qualsiasi scusa per separarci.”

“E perché?” Alla mia domanda lui si mette a ridere, tossendo per via del fumo a cui non è abituato.
“Ma non è ovvio? Pensano che stiamo seguendo le stesse orme di Joker e Nigma.”

Alzo lo sguardo sulla sala ricreativa e mi accorgo che, effettivamente, da un po’ di tempo a questa parte ci sono molti più infermieri e guardie del solito in giro. Storco la bocca in un’espressione di disgusto ed irritazione; non avrei mai immaginato, neppure all’inizio che sarebbero arrivati a piazzare microfoni nella cella o temere una nostra alleanza fino a questo punto. Lancio un ultimo sguardo in giro per poi tornare a guardare il mio interlocutore e mormorare

“Non credi sarebbe ora di levare le tende?”
“Mmh… non subito.”
“Come mai?”
“Non ti chiedo di restare con me, Harvey. Se vuoi evadere fai pure, io vorrei aspettare il ritorno di Joker.”
“Eh?” Il mio tono è incredulo mentre il mio occhio buono si spalanca su di lui nello stupore.
“Ho scommesso con me stesso che sarebbe tornato.” Mi spiega con espressione malinconica.
“E se invece non dovesse farlo?” Lui si mette a ridere sommessamente.
“Me ne andrei un po’ più triste.”
“E dove?”
“Cosa ‘dove’?”
“Dove hai intenzione di andare?”
“Mi vorresti raggiungere?”

Chiede, osservandomi con aria inespressiva mentre porta ancora una volta la sigaretta alle labbra; ha un’aria strana quando fuma, si vede che non c’è abituato, che non è qualcosa che gli viene naturale ma allo stesso tempo gli da un aspetto quasi romantico, come se usasse quella sigaretta per concentrarsi su qualcosa, un pensiero, qualcosa di quasi triste.
Io alzo le spalle in un gesto indifferente, anche se in realtà ormai mi risulta difficile immaginarmi senza Crane vicino a parlare delle sue stronzate, esporre problemi inesistenti, raccontarmi i pensieri delle persone – sì, come una ragazzina pettegola ma ammetto che a volte è piacevole sentirlo parlare – e chiarire la mia matassa di dubbi di tanto in tanto.
Io e Crane siamo così, dove io risolvo le sue crisi contorte, lui invece amplia il mio modo di pensare e mi svela molte cose alle quali non sarei mai arrivato per conto mio, sebbene ciò mi risulti a volte irritante.

“Se capita.” Dico e lui continua a guardarmi per un po’ prima di dire
“Tranquillo, se capita posso trovarti benissimo anch’io.”

Quando mi dice queste parole capisco – un po’ dal suo tono, un po’ dal fatto che ha distolto lo sguardo – che è il suo modo gentile di farmi capire che non ha alcun interesse nel mantenere i contatti anche fuori da Arkham e la cosa, sebbene da qualche parte nella mia mente sia fastidiosa, non mi stupisce più di tanto;  da un po’ di tempo tra me e Crane è arrivata a crearsi un’atmosfera strana, continuiamo a litigare o tenerci il muso anche per ogni piccola cosa ma non ci siamo mai davvero separati e non perché – come mi ero sforzato di pensare all’inizio – fossimo obbligati a dividere una cella… in fondo ci si può ignorare benissimo anche stando appiccicati.
Almeno da parte mia, l’interesse nei suoi confronti è cresciuto e l’unica cosa che vorrei è restargli vicino, continuare a bilanciarci in questo modo, aiutandoci emotivamente.

Pensavo che comunque sembri aver superato la tua sete di vendetta nei confronti di Joker. Come mai?

Diciamo che… ho aperto gli occhi grazie all’esempio di qualcuno.

Mi viene da domandarmi se Crane abbia infine capito che stavo parlando di lui, del modo in cui è riuscito a superare la sua Bat-fobia dopo aver capito che non aveva alcun senso. Mi torna in mente Rachel e mi rendo conto che ormai da tempo la considero parte di una vita passata – meravigliosa certo, ma indubbiamente passata – ed io non sono più la stessa persona che ero quando stavo con lei.
Se anche fosse sopravvissuta, la nostra storia non avrebbe probabilmente mai potuto avere un seguito.
Tutto ciò che sono diventato dopo che la mia faccia è bruciata era già dentro di me, latente sebbene all’epoca avessi il mio concetto di ‘giustizia’ a fare da parapetto per questo precipizio… in fondo, per quanto ammetterlo mi risulti odioso e doloroso, non ho fatto altro che trovare me stesso.
Il brillante Harvey Dent, la speranza di Gotham, l’astro nascente della giustizia, l’incorruttibile uomo della legge… tutte queste cose non erano altro che sogni, altrimenti Joker non sarebbe mai riuscito a vincere quella battaglia.

“Allora, te ne vai stanotte?” Chiede Crane all’improvviso.
“Scherzi? E perdermi l’ultima occasione di gonfiare Joker di botte?”
“Ah ah ah! Ma non avevi ‘seguito l’esempio di qualcuno’?”
“Sì. Ma anche quel ‘qualcuno’ ha molto da imparare, ancora.”

Non guardo Spauracchio mentre gli rispondo ma con la coda dell’occhio vedo che apre la bocca per dire qualcosa, ma poi si interrompe all’arrivo dell’infermiere – lui, sì, ancora una volta Capitan Forfora – per avvertirmi che era arrivata l’ora della mia seduta psichiatrica e che lui mi avrebbe scortato fino all’ufficio del dottore e solo a sentire il suo tono o la sua scelta di parole mi salì, sincero e spontaneo, l’istinto di spaccargli la faccia.

“Allora signor Dent, pronto per un bel giretto sulla giostra dello psichiatra?”
“… – decisi di mantenere la calma, sorridendo malignamente – certo! Per quella non mi finiscono mai i gettoni!”

--

“Signor Nigma, ancora non vuole dirmi cosa l’ha spinta a compiere quel gesto, la scorsa settimana?”

Resto in silenzio, sento la testa vuota e la voce della dottoressa cui è stato affidato il mio caso – una nuova, immagino che il mio tentativo di suicidio sia stato attribuito all’incompetenza del precedente – mi arriva a malapena; il fatto che Joker non fosse felice ora, non mi rende affatto più sereno anzi, mi ha costretto a rendermi davvero conto che tutte le cose che sono arrivato a fare pur di non lasciarlo andare non sono servite a nulla.
Se solo lo avessi lasciato fare, se mi fossi fidato di lui, probabilmente ora saremmo già tornati a ‘casa nostra’.
In tutta probabilità invece, non lo rivedrò mai più o, se anche capitasse di incontrarci, non potremmo di certo stringerci o baciarci come prima, non potrò mai più perdermi nel suo corpo.

Inutile.

Questa parola continua a tormentarmi sin da quando ho messo piede qui dentro ma solo dopo aver ricevuto la sua lettera la disperazione è arrivata a raggiungere il suo culmine ed ora vorrei solamente restare seduto in silenzio per sempre, rannicchiato su una sedia e lentamente, sparire.

“Sa signor Nigma, non posso aiutarla se non comincia a parlarmi. Non deve credere che sia tutto inutile, ho una certa esperienza nel mio campo e sono sicura che insieme potremmo risolvere i suoi problemi, di qualsiasi cosa si tratti.”

Continuo a non rispondere, so che tra pochi minuti, rendendosi conto che tentare di farmi parlare è  inutile, la psichiatra chiamerà – come sempre – gli inservienti, chiedendo loro di scortarmi nuovamente fuori, per partecipare ad un’altra di quelle inutili sedute di gruppo.
Non mi va di fare assolutamente nulla, che si tratti di parlare o disegnare o uscire in giardino.
Le parole che questa gente – dalla psichiatra agli infermieri – continua a rivolgermi non fanno che amareggiarmi ancor più… nessuno può ‘aiutarmi’ o tanto meno capire ciò che provo. Tutto. Fondamentalmente. Inutile.

“Signor Nigma, sente ancora il desiderio di morire?”

Oh, sì. Quello certamente.
Se solo riuscissi a procurarmi un maledetto oggetto appuntito o una cintura, qualsiasi cosa potrebbe tornare utile al mio scopo – potrei arrivare a tagliarmi perfino con un foglio di carta se necessario –, ma mi sono dato la zappa sui piedi troppo forte, quando ho creato quello show nella sala ricreativa, non avrei dovuto.
Ora sono solo, sempre chiuso in una cella imbottita o sorvegliato dagli infermieri ed obbligato a portare sempre la camicia di forza.
Mi sono esattamente remato contro… proprio come ho fatto con Joker.
Avrei dovuto provare a trattarlo come una persona e non come la mia ossessione personale.
Ho sbagliato tutto e me ne rendo conto, non avrei mai pensato di poter arrivare a ridurmi in questo stato, ne di trovarmi a ripensare al passato rendendomi conto di aver commesso così tanti errori… proprio io.

Ah ah! Ma che domanda è ‘te ne andresti mai’? Non lo so, può darsi… l’unica cosa che so è che vorrò sempre tornare.

Sono stato io a chiudergli ogni via per il ritorno. Non posso crederci. Tutto inutile.

“Signor Nigma, non le va di dirmi neanche una parola, prima di andare via?”

Improvvisamente una furia cieca inizia a montarmi dentro, alzo lo sguardo sulla dottoressa, incrociando i suoi occhi color miele e con un gesto del capo rispondo di sì. La mia voce suona rauca dopo tutto questo tempo passato in silenzio, così inizio a schiarirmi la gola per prepararla alle mie prossime parole.
Vedo la psichiatra fissarmi stupita, poi sorridere ampiamente e, facendosi in avanti sulla sedia, incoraggiarmi ad andare avanti.

“Oh, bene! Mi dica tutto, sono qui per ascoltarla!”

Il mio sorriso ironico la blocca per un attimo e dopo qualche attimo, esterno l’unico pensiero che mi gira in testa in questo momento.

“Fanculo.”

--

Va bene, la serata è stata ufficialmente un disastro. Speravo che una volta arrivati al locale le cose sarebbero migliorate, ma a quanto pare era chiedere troppo; ho fatto come voleva lui, ancora una volta nella parte di quello che deve cedere ma sembra non sia servito a nulla, Joker ha continuato a non parlare praticamente tutta la sera ed appena rientrati si è diretto lentamente verso il bagno, sfilandosi la sciarpa durante il percorso per lasciarla cadere sul divano.
Guardo l’ora, sono quasi le tre e la ronda di Batman è andata allegramente a farsi benedire ma non me ne frega niente; sento la rabbia montare dentro di me e qualsiasi pensiero mi irrita.
Mi rilasso contro lo schienale del divano, chiudendo gli occhi finché non sento i cuscini abbassarsi al mio fianco, sotto il peso di qualcuno… volto la testa di lato ed apro gli occhi per incontrare quelli di Joker, di nuovo truccato da clown, le sue iridi sono chiarissime e velate di un sentimento che non voglio riconoscere.
Mi fa un sorriso strano, quasi malinconico ed io mi sento come se stessi per sprofondare da qualche parte.

Vedo che si tende verso di me, avvicinandosi per baciarmi ed io resto immobile a guardare il suo viso; nel momento in cui sento le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie scatto come una molla, saltandogli letteralmente addosso e spingendolo indietro fino a sdraiarmi su di lui, continuando ad assalire la sua bocca.
Una mano vola a trafficare con sua cinta e poi con i pantaloni, tentando di liberarlo al più presto da quest’indumento; non so cosa mi sia preso, perché sia scattato in questo modo, so solo che devo farlo perché ho una sensazione che… no, non ce l’ho io, è nell’aria, palpabile tra noi e qualsiasi cosa fosse stata sul punto di accadere poco fa, io non la voglio.
Mi sollevo un attimo per sfilargli i jeans dalle gambe, mentre lui inizia a sbottonarsi la camicia leggera ma le sue dita tremano leggermente allora torno su di lui e, impaziente, semplicemente la strappo, facendo volare i bottoni da tutte le parti; il gesto deve averlo stupito ma non in male, posso dedurlo dal suo sguardo, dalle pupille dilatate dal desiderio.

Uso la mia forza per manovrarlo come voglio, senza nessuna gentilezza, guidato solo dalla passione di questo momento, dall’istinto e dalle sensazioni che si sono impossessate di me ma che non voglio ancora esplorare; scendo dal divano inginocchiandomi davanti a lui, sempre seguito dai suoi occhi spalancati e gli afferro le ginocchia, costringendolo ad allargare le gambe per farmi spazio e mentre le mani scivolano a carezzargli la pancia, i fianchi per poi scendere fino al fondoschiena, massaggiandolo con passione.
Le mie labbra intanto si allacciano al suo collo, mordendolo e succhiandolo con frenesia, fino a lasciare grossi e scuri segni rossi… mentre faccio tutto questo, lo sento gemere e gettare la testa indietro, poi solleva le gambe, fino a poggiare i piedi sul divano in una posizione suggestiva.
Scendo con la bocca lungo il petto ma non mi fermo a tormentare i suoi capezzoli, ho la brutta sensazione di non avere tempo, di non riuscire a fare nulla, così scendo ancora, lungo la pancia per poi fermare le mani sulla sua vita sottile, proprio sul punto dove la coscia si piega verso l’alto e lo attiro di più verso di me.

La mia passione inaspettatamente travolgente sembra piacergli molto e quando mi abbasso per passare la lingua sulla sua erezione, lo sento trattenere il respiro ed iniziare a lanciare forti gemiti quando continuo con quell’azione, prendendolo in bocca; sento le sue dita sottili poggiarsi sulle mie spalle come se volesse allontanarmi ma non lo fa, le lascia lì ad aprirsi e chiudersi a scatti, al ritmo della mia bocca e mi avvolge la testa con le braccia.
A Joker, stranamente non erano mai piaciuti i rapporti orali; quelle poche volte che, in questi mesi ho tentato di chiedergliene, si è sempre rifiutato categoricamente sia di farne che di riceverne e, per quanto fossi riuscito a capire che non volesse usare la bocca soprattutto per via delle sue cicatrici, mi ero sempre chiesto perché ogni volta tentassi io di scendere a stimolarlo, lui puntualmente mi allontanasse.
Sono contento che questa sia una delle rare volte in cui ha deciso di lasciarmi avere con lui questo tipo di rapporto; sento le sue dita spostarsi tra i miei capelli ed una delle sue mani va a stringere convulsamente le pieghe del divano mentre continua a gemere.

Sollevo una mano a cercare il suo viso fino a trovare la sua bocca, infilando de dita  in quel calore e lui inizia a leccarle, inumidendole con la sua saliva per un po’, finché non torno a scendere per andare ad esplorarlo più a fondo, penetrandolo impazientemente per prepararlo.
Lo sento muoversi sotto di me, sollevando ed abbassando il bacino per incontrare le spinte irruenti delle mie dita e stavolta non mi faccio remore ad usare più forza, so che questo tipo di attenzioni non possono che dargli piacere ed infatti, quando alzo lo sguardo su di lui, assisto allo spettacolo più bello che abbia mai visto: la schiena inarcata, la testa gettata indietro mentre si morde le labbra, tiene gli occhi chiusi, strettissimi e la sua camicia aperta svogliatamente abbassata sulle spalle, il suo corpo è appena velato di sudore ed il suo braccio teso verso di me mentre affonda le unghie nella mia spalla.
Lascio che una mano si muova a carezzargli la coscia con passione, incontrando un leggero ma eccitante velo di sudore; continuo a guardarlo e mi sembra stranamente irraggiungibile.

Kimi to futari de aruita, ano goro no michi wa naku te
Soredemo zutto aruita , itsuka kimi to aeru no kana.
(La strada che percorrevo con te non c’è più,
tuttavia abbiamo camminato a lungo...
 ci incontreremo mani, un giorno?)


Troppo. Non so ‘troppo’ cosa ma è semplicemente troppo perché io riesca a trattenerlo qui con me e mi sento stranamente piccolo in confronto a lui, inesperto come un bambino che, inseguendo le farfalle non riesca ad impedire loro di sfuggirgli tra le dita o morire in esse quando la sua presa si fosse stretta troppo.
Non voglio pensare a questo, non adesso! Estraggo le mie dita dal suo corpo, passo le braccia attorno alle sue cosce, alzandomi di scatto e portando Joker con me, non pesa quasi niente per i miei muscoli, riesco a sorreggerlo benissimo anche con un solo braccio mentre con la mano cerco la maledetta maniglia della porta della camera da letto, la apro con una spinta e mi siedo sul bordo del materasso, lasciando che il mio amante resti seduto sulle mie gambe; ricomincio a baciarlo e stringerlo a me con passione mentre con una mano cerco la boccetta di olio lubrificante nel comodino.

Nadaraka na oka no ue, yuruyakani yuki ga furu
Todokani to wakattemo, kimi no heya ni hitotsu
Daisuki hatta hana wo ima…
(La neve cade, leggera sulla cima della collina,
anche se non posso raggiungerti, capsico
il fiore nella tua stanza, che ti piaceva tanto, ora è…)

Continuiamo a baciarci con sempre più trasporto; gli percorro la schiena con la mano libera, premendo le dita contro quei muscoli sempre tesi e mi sembra quasi di riuscire a sentire il sangue scorrergli nelle vene, sotto la pelle. Dio, la sua pelle… vorrei sentirlo, avvolgerlo completamente come un guanto per non perdere neanche un centimetro di quel corpo.
Lubrifico la mia erezione prima di sollevarlo leggermente per guidarmi fino alla sua entrata e lascio poi che sia lui a scegliere come gestire la situazione; pochi secondi dopo devo trattenere il fiato sentendomi affondare in lui, che aveva deciso di prendermi tutto in una volta.
Lascio andare un profondo respiro, sentendomi come in paradiso, immerso nel calore avvolgente del suo corpo; lui lancia un gemito, aggrottando le sopracciglia in un’espressione a metà tra la sofferenza e l’estasi ed io vado ad allacciare le labbra alla sua gola, sentendola sobbalzare ogni qual volta lui deglutisse ma ancora non ci muoviamo, prendendoci giusto il tempo sufficiente per adattarci a queste sensazioni e per godere di questi primi attimi, quando è palpabile la sensazione di essere diventati una cosa sola.

Kyonen saigo no yuki no hi
Kataku kawashita yakusoku
Omoidaseba toke dashi tenohira kara kaborete
(L’ultimo giorno di neve dell’anno,
le promesse così difficili da scambiarsi,
quando le ricordo, si sciolgono
e scivolano via dal palmo della mia mano.)

Con le braccia strette attorno alle mie spalle, inizia a cavalcarmi velocemente ed io lo aiuto, con le mani aggrappate al suo fondoschiena, lo sollevo per poi rilasciarlo, puntualmente incontrando i suoi movimenti e davvero, mi sembra quasi di poter leggere nella sua mente adesso, di riuscire a prevedere tutti i suoi desideri, percepire le sue sensazioni e tutto diventa quasi insostenibile mentre serro le palpebre contro lo spettacolo che è Joker adesso.
Sposto le labbra fino alla base del suo collo ed inizio a lasciargli un altro segno rosso, lo sento tremare tra le mie mani e poi a voce alta e tremante chiedermi

“Batsy… mordimi…!”

Immediatamente, senza pensarci, affondo i denti e non sento nessun senso di colpa per via di ciò, neppure quando la pelle cede ed il sapore metallico del sangue invade la mia bocca; perché è lui a chiederlo, a volerlo e so che gli piace, posso sentirlo chiaramente nel grido con cui mi premia, a metà tra il dolore ed il piacere e con quelle spettacolari contrazioni che mi stringono, per qualche secondo, mandandomi direttamente al settimo cielo.
Proprio il suo stile.

Madobe ni hitori, kiride tada yuki wo mitsumeteru
Kimi wo omoidashi nagara garasu goshi ni kimi wo
Ukabe saigo no kuchitsuke shite…
(Solo, vicino alla finestra, fisso la neve
Mentre ripenso a te, ti vedo riflesso sul vetro
E ti do un ultimo bacio.)

Lo stringo tra le braccia, ancora più forte, quasi come a volermi davvero fondere con lui ed ora i nostri corpi sono stretti,strusciano l’uno contro l’altro tanto che faccio fatica ad abbassare la testa sul suo petto per catturare con le labbra quel sensuale osso, leggermente sporgente, che sta proprio sotto il collo; nuovamente affondo i denti nella sua carne, attorno a quella parte di lui e di nuovo vengo premiato con un grido carico di emozioni contrastanti che mi arriva dritto al cervello ed allo stomaco, costringendomi a bloccare per un attimo i suoi movimenti, premendolo con forza su di me e mi sembra di non riuscire più a respirare finché, ripreso il controllo, lascio andare dei sospiri profondi e riprendiamo a muoverci.
Senza uscire dal suo corpo, lo manovro fino a stenderlo sul letto per continuare a spingermi dentro di lui e sento le sue mani muoversi a carezzarmi la nuca, scendono a piantare le unghie nella mia schiena e quando lo osservo meglio, perso sotto di me, mi rendo conto di non averlo mai visto più appagato e coinvolto di così.

Nee waratteyo mou nakanaide,
Koko kara zutto, anata wo mite iru wa
(Dai sorridi, non piangere più.
D’ora in avanti ci sarò io a guardarti, sempre.)

Mi sollevo leggermente su di lui e quando i nostri occhi si incrociano, è come una scintilla dritta nel mio cervello; sento la sua silenziosa, quasi mentale richiesta e lo colpisco forte, con un ceffone in pieno viso mentre continuo a spingermi in lui e sento le sue pareti interne contrarsi per la sensazione, portandomi quasi sull’orlo dell’orgasmo ma mi trattengo, lanciando un gemito.
Lo sento muovere le mani ma non gli do il tempo di fare nulla, gli afferro i polsi esili e li schiaccio contro il materasso, immobilizzandoli… ora più che mai capisco quanto davvero le nostre anime siano collegate, siamo fatti per stare insieme, nonostante tutto e non voglio pensare a nulla, non voglio ancora rendermi conto di quanto tutto questo sia sbagliato e di quanto Nigma avesse ragione.

Tu pensi di riuscire a reggerlo, vero? Non riesci nemmeno ad intuire quanto ti porterà lontano dal tuo mondo se gli dai un minimo di spago!

Lontano dal ‘mio mondo’… eppure, adesso come adesso, mi sembra che non esista nessun mondo al di là delle pareti di questa stanza, ci siamo solo io e lui e siamo una sola persona, fatti per stare insieme, per sempre.
Due lati di una stessa moneta, uno spirito diviso a metà ed è così bello e sembra così giusto, nonostante sappia benissimo che invece è tutto sbagliato, che è come violare un tabù; lui tenta di mordermi ed io lo colpisco di nuovo perché, nonostante tutto, non voglio rassegnarmi a perderlo.

Ecco cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.

Akari wa, shizuka ni, shiroku some yuku machi no naka,    
Kimi ga mita, saigo, no kisetsu iro.
Namida, wo otoshita kenjitsu to wa zankoku dane?
Kimi ga mita, saigo no kitetsu iro.
(La luce, a poco a poco, giunge a tingere di bianco la città,
Tu guardavi gli ultimi colori della stagione,
il suono delle lacrime cadute era crudele, vero?
Tu guardavi gli ultimi colori della stagione.)

Il mio cervello ormai ha smesso di funzionare, mi avvicino all’orgasmo con un’intensità tale che a malapena riesco a tenere gli occhi aperti; stringo i suoi polsi insieme con una sola mano, mentre con l’altra scendo fino al suo collo, iniziando a stringere la presa fino a chiudergli la trachea, impedendogli di respirare.
Nonostante la privazione d’ossigeno – o  meglio, proprio grazie quella –, sento Joker continuare a gemere di piacere, vedo le parti del suo viso dove il trucco si è cancellato arrossire ed una vena minuscola inizia a pulsare leggermente sulla sua fronte e tutto questo è… bellissimo.
Reclina la testa di lato, in uno scatto improvviso quando viene, sento i suoi pugni serrarsi, i muscoli dei polsi tendersi spasmodicamente sotto la mia mano, il suo corpo paralizzato per un attimo, un grido strozzato riempie l’aria… uno spettacolo per tutti e cinque i miei sensi, qualcosa che potrebbe inebriare chiunque, che non lascia scampo, per cui varrebbe la pena anche di morire.
Subito dopo di lui, raggiungo quello che posso incoronare come ‘l’orgasmo migliore della mia vita’ e la presa sulla sua gola si scioglie lentamente mentre, insieme, cavalchiamo le ultime onde di quel piacere così avvolgente e totale, solo i nostri respiri affannati riempiono il silenzio di questa casa.

Shiki to kimi no iro, yagate kierou,
Yuki wa tokete, machikado ni, hana ga saki
Kimi ga mita “shikisai wa” sotto tokete yuku.
(Le quattro stagioni ed i tuoi colori, svaniranno presto
La neve si scioglie ed un fiore sboccerà all’angolo della strada,
Tu guardavi “i colori” che a poco a poco iniziavano a dissolversi.)

Dopo molti minuti di immobilità, sento Joker iniziare a muoversi e mi sollevo da lui, lo vedo scansare le coperte e lo seguo stancamente sotto il loro calore; lui si fa immediatamente strada tra le mie braccia, aderendo perfettamente con la schiena contro il mio petto, poi tende una mano ad afferrare le sigarette dal comodino, ne tira fuori una dal pacchetto, la porta alle labbra e l’accende in silenzio.
Nessuno dei due dice una parola mentre io lo stringo a me, lasciando che le mie narici vengano invase dal suo odore e dal pungente aroma delle sue sigarette industriali; chiudo gli occhi, calmo, ma non permetto al sonno di prendermi così presto, attraverso le palpebre abbassate fisso i cerchi di fumo che si allargano nell’aria, ancora nel più totale, pacifico silenzio.
Quando Joker arriva alla fine della sigaretta, non la spegne subito, continuando a rigirarsela tra le dita finché anche il filtro arriva a consumarsi per metà, rilasciando nell’aria un odore di bruciato molto sgradevole ma che lui sembra adorare.

Kotoshi saigo no yuki no hi
(Il giorno degli ultimi colori di quest’anno)

Infine, schiaccia i resti bruciacchiati della cicca nel posacenere che tiene sempre vicino al letto – quante volte mi sono svegliato con l’odore della sua prima sigaretta della giornata, rigorosamente assaporata tra le coperte, l’unica abitudine ‘calma’ che Joker abbia mai avuto – poi si volta verso di me, adagiandosi con la testa contro il mio petto, lasciando che poggiassi il mento tra i suoi capelli.
Prima che entrambi soccombessimo addormentati, sento la sua voce, confusa ed assonnata, mormorare qualcosa che riesco a malapena a cogliere.

“Dove sei, Batsy…?”

Non rispondo e sono sicuro che neppure Joker si aspetta una risposta a questa domanda. Non voglio capire cosa intende, sebbene sapessi che, se solo ci pensassi per un secondo, la soluzione mi arriverebbe automatica ed istintiva, ma per evitare ciò accantono questo pensiero, rifiutandomi di sapere, di rendermi conto di tutto ciò che sta accadendo.
So bene cos’era quella sensazione, prima, sul divano… mi sono reso conto da subito che l’espressione di Joker, il suo sorriso malinconico, erano i preludi di un discorso per me spaventoso; lui stava per dirmi che non può funzionare ed io mi rifiuto di considerare questa cosa reale.
Lui è qui con me ora e Cristo, vorrei solo che il tempo si fermasse per sempre.
Mi lascio andare al buio, al calore, al suo corpo e presto c’è solo l’oscurità ed i miei sogni frastagliati.

Machikado ni ichirin no hana sora wo,
miagereba saigo no yuki ni tenohira kaborete.
(All’angolo della strada un solo fiore,
quando alzo gli occhi al cielo,
l’ultima neve si scioglie sul palmo della mia mano.)

--

Mi domando se abbia davvero ragione a proposito del ritorno di Joker qui ad Arkham… ripenso alle parole di Harvey,  secondo lui io non potrei mai capire un sentimento come l’amore e subito dopo ripenso alla sua velata proposta di fuggire insieme da qui, di restare in contatto anche fuori dalla gabbia di matti; volto la testa di lato e nell’oscurità riesco a distinguere la sua forma addormentata sul letto.
L’inquilino della stanza accanto, tale Jonathan Morris, lancia il solito grido di mezzanotte; la sua turba è alquanto strana! Ogni sera dalle undici in poi, puntuale come un orologio, lancia un grido allo scoccare di ogni ora per poi tornare silenzioso, probabilmente riaddormentandosi… ormai non sobbalzo neppure più a questo suono.

Improvvisamente scoppio a ridere, tappandomi subito la bocca con una mano: sono di nuovo stato colto dal ricordo della prima notte del nostro vicino di cella: quando a mezzanotte in punto il suo grido ha inaspettatamente lacerato l’aria, sono scattato a sedere nel letto, svegliandomi di soprassalto e nello stesso momento ho sentito un’imprecazione, un tonfo ed un fracasso assurdo, come di qualcosa che cadesse; inforcai gli occhiali al volo per vedere Harvey massaggiarsi la fronte, bestemmiando, lo scaffale di libri che prima era fissato sulla sua testa, giaceva sul cuscino ed il suo letto era cosparso di testi malridotti.

In quel momento scoppiai a ridere, immaginando lo stupore e l’irritazione di Due Facce, svegliato di soprassalto che si alzava così in fretta da dare una testata allo scaffale, rompendolo e facendosi cadere tutto addosso.
Quella notte, bestemmie ed imprecazioni volarono dalla bocca di Harvey ‘come uno stormo di pinguini’, per dirla con le parole del nostro defunto ‘collega’.
Sul momento non riuscii a smettere di ridere, neppure di fronte alle sue minacce, sebbene cercassi di costringere il mio corpo a ricomporsi niente, continuavo a sbellicarmi al punto da essere costretto a stendermi, reggendomi la pancia mentre le lacrime si formavano agli angoli degli occhi.
Harvey non mi parlò più, se non per insultarmi, per quasi tre giorni dopo quell’incidente – anche perché continuavo a ridere ogni qual volta la faccenda mi tornasse in mente, nei momenti più disparati e questo non gli faceva piacere ma non potevo davvero farci niente, era – ed ancora è – più forte di me.

Mi torna in mente Pinguino adesso, il suo sguardo prima di morire e le sue parole

No… non tu… tu non sei… come loro.

Al pensiero di ciò, sento lo stomaco in una morsa ma poi ancora una volta sono le parole di Harvey a tornarmi in mente, tutto quel suo discorso sui sensi di colpa che non dovrei avere, sul fatto che tutto ciò che è accaduto fosse stato colpa mia solamente in minima parte ed inizio a sentirmi più tranquillo, lascio andare un respiro profondo.
Mi viene da pensare anche a Joker ed all’Enigmista, la loro immagine torna col ricordo della sera del nostro primo incontro tutti insieme al “The Ambassador”, il pub  malfamato e deserto nei bassifondi di Gotham; io fui il primo ad arrivare quella sera ed appena pochi minuti dopo fecero il loro ingresso proprio il clown col re degli enigmi, che non si erano neppure presi la briga di camuffarsi, forse per via del luogo dove ci saremmo incontrati… lì difficilmente qualcuno si lasciava scappare delle soffiate.

Ricordo il sorriso ampio di Joker alla mia vista, la sua espansività in netto contrasto con l’inespressività di Nigma, che lo seguiva di pochi passi; le prime parole del re degli enigmi quella sera, furono pronunciate per difendere Joker dalle accuse di Harvey ed ora questo mi fa pensare…
io non ho mai saputo cosa si provasse ad avere qualcuno disposto a mettersi davanti a te per difenderti.
Quando ero ragazzo, ricordo che nessuno perdeva mai occasione di prendersela con me con qualunque pretesto, per via del mio fisico scarno e della mia ‘secchionaggine’, come la definiva Marvin Kerroy il bullo in sovrappeso da cui tentavo in continuazione di fuggire e che mi ha seguito purtroppo fino alle superiori.
Alle elementari addirittura, per riuscire ad entrare nelle grazie di tutti i gruppi di teppistelli nella scuola, l’‘iniziazione’ consisteva nello spingermi a terra o rompermi gli occhiali o altre cose, a seconda di quanto uno desiderasse impressionare.
Cristo, perfino gli altri ‘sfigati’ preferivano prendermi in giro o colpirmi per riuscire ad essere lasciati in pace.
Non mi va di pensare a tutto questo, in fondo mi pare di aver guadagnato ampiamente la mia vendetta su tutti loro, diventando ciò che sono oggi, il re della paura la cui faccia è stata per mesi su tutti i notiziari di ogni rete, nazionale o internazionale che fosse.

Ora però, Nigma non è più quell’uomo gelido ed imponente nella sua apparenza, nonostante anche lui non abbia poi questo fisico muscoloso, si vedeva che non aveva paura di nulla e dava l’impressione di poterti fare del male in mille modi che non richiedessero neppure il minimo sforzo fisico da parte sua. Ora invece, è depresso fino alla catatonia e diventa ogni giorno più debole, rifiutandosi di mangiare o fare qualsiasi altra cosa… mi fa ripensare ad un mio vecchio paziente; era stato abbandonato da sua moglie e puntualmente, ad ogni seduta, ripeteva almeno dieci volte

Lei tornerà, vero dottore?

Dal canto mio, sapevo bene che ‘lei’, una quarantenne in piena crisi di mezza età, fuggita col suo trentenne amante di colore, non sarebbe mai tornata da lui, quasi sessantenne disoccupato ed impotente ma non avrei certo potuto dirglielo, sebbene all’epoca morissi dalla voglia. La verità è che non mi era mai importato un fico secco dei problemi degli altri, soprattutto se questi erano noiosi o inutili – e lo pensavo a proposito di tutte le faccende di cuore –, quindi mi limitavo a rispondere, ogni volta più seccato

Questo non posso saperlo.

E lui continuava a guardarmi fisso, speranzoso e con quel mezzo sorriso folle che ancora ricordo chiaramente; i suoi occhi, enormi a cercare risposte da me, come se davvero potessi sapere tutto… non posso, anche se lo vorrei – e questo mio desiderio non fa che infuriare Harvey ogni qual volta si manifesti. Non so neppure perché mi sia tornato in mente quel paziente… il mio viso si contorce in una smorfia di disgusto mentre mi rigiro a fronteggiare il muro grigio.
L’amore è una cosa così stupida se ci si ferma a pensarci… voglio dire, gente in tutto il pianeta che si conosce e decide di iniziare ‘una storia’, oppure persone che non si rivolgono neppure la parola tanto si stanno indifferenti,  fino al momento che per forza di cose non sono costretti a stare a contatto e conoscersi, scambiandosi poche parole quando indispensabile ma arriva sempre – maledizione – il momento che ti ritrovi a dire sempre più e alla fine, senza rendertene conto, l’altra persona cessa di essere solo un modo di pensare o agire, qualcosa che puoi studiare ed imparare a conoscere per saperti difendere da lui o attaccarlo.

Diventa una persona, qualcuno che può dare molto ed ecco che inizi a sentirti scoraggiato, a pensare che invece tu a lui non puoi dare niente e lui lo sa, Cristo, sa quanto sei vuoto dentro. Allora che fare? Fingere di essere qualcosa che non si è nella speranza che lui non se ne accorga, che creda alle tue menzogne e che si affezioni a te oppure continuare sempre e comunque ad essere se stessi, evitando in ogni occasione di pensarci e convincendo te stesso che quelle sensazioni spariranno da sole, che in realtà non esistono, che ne hai viste troppe in vita tua di persone ridotte male a causa di queste invenzioni per poterti lasciare andare ad una delusione, seguendo ‘il cuore’, fidandoti delle bugie che il tuo corpo ti dice ogni volta che ti senti stringere lo stomaco, che solo a guardarlo costringono i muscoli del tuo viso a mostrare un sorriso, che ti fa venire da vomitare dopo ogni lite. Bugie, bugie, bugie!
E questi pensieri non sono personali, no, no, no, io non sto vivendo questa situazione, non penso ne mai penserò di essere innamorato! Che parola stupida!

Non sono come quelle persone che si lasciano manovrare da sensazioni passeggere, che si lasciano andare ad azioni di cui si pentiranno per tutta la vita solo perché hanno l’istinto di fare qualcosa, che diventano gelose e si distruggono al pensiero che un giorno l’altro potrebbe incontrare una persona capace di dargli ciò che tu non potresti mai, qualcuno che è tutto ciò che tu non potrai mai essere.

Diciamo che ho aperto gli occhi grazie all’esempio di qualcuno.

Sento le sopracciglia aggrottarsi e scuoto la testa, sbattendola contro il cuscino, non voglio neppure sapere perché quella frase mi è venuta in mente anzi, non ho mai pensato quella cosa, non è successo affatto.
Mi giro sulla schiena e fisso il soffitto, probabilmente con uno sguardo assassino, come se mi avesse fatto un torto imperdonabile, il che è strano visto che non si è mai mosso da lassù.

Ecco l’urlo dell’una.

Di nuovo mi scappa da ridere per il ricordo delle bestemmie di Harvey e chiudo gli occhi, non voglio pensare a nulla di importante adesso e stranamente della musica mi torna alla mente, sento il desiderio improvviso di potere avere un lettore anche se non sono mai stato un musica dipendente come l’Enigmista, che ha sempre avuto bisogno di una colonna sonora per qualsiasi cosa e che ama comunicare con le canzoni, oppure come Joker che ascolta di tutto solo perché adora il rumore ed ogni canzone gli comunica qualcosa, per quanto brutta o sciocca.

Chiudo gli occhi e inizio a muovere la testa al ritmo della musica che è emersa dalla mia mente, stranamente non è un pezzo di classica che ascolto sempre bensì una canzone che ho sentito casualmente da Joker, uno degli innumerevoli gruppi che apprezza.

I have a problem that I cannot explain
(Ho un problema che non riesco a spiegare)
I have no reason why it should have been so plain
(Non c’è ragione perché sia dovuto essere così semplice)
Have no questions but I sure have excuses
(Non ho domande ma sicuramente ho molte scuse)
I lack the reasons why I should be so confused,
(Mi mancano le ragioni per cui dovrei essere così confuso)
I know how I feel when I’m around you
(So come mi sento quando ti sto vicino)
I don’t know how I feel when I’m around you
(Non lo so come mi sento quando ti sto vicino)
I know how I feel when I’m around you.
(So come mi sento quando ti sto vicino)
Around you…
(Vicino a te…)

Minchiate, come direbbe Joker.
Mi volto di nuovo su un lato, verso il letto di Harvey appena in tempo per l’urlo delle due e qualcosa vola sopra di me, sbatte contro il muro alle mie spalle e cade infine sul mio letto, accompagnato dal feroce urlo di Due facce

Bastaaaaaaaa!

Allungo una mano dietro di me a riprendere il suo cuscino per poi lanciarlo nuovamente contro di lui, ridendo del suo scatto.

“Eri sveglio? – dice, il suo tono irritato – Che c’è, non riesci a dormire?”
“Tu sei di pessimo umore, Harvey Dent.”
“Sono sicuro che Dio mi perdonerà quando gli racconterò tutto.”
“Se è come me, lo troverà molto esilarante.”
“Se Dio fosse come te, scapperei all’inferno di volata.”

Non so ne voglio sapere perché la sua frase ha scatenato una morsa nel mio stomaco ma non mi sento ferito dalla sua affermazione, nossignore, è impossibile! Improvvisamene però sento montare dentro di me il desiderio di vendicarmi, ferendolo a mia volta.

“Posso farti una domanda, Harvey?”
“Mh.”

No, fermati finché sei in tempo! Cerco di impedire a me stesso di andare avanti, so che questo non sono davvero io ma si tratta di Spauracchio, il lato di me più oscuro che tenta di emergere sempre nelle situazioni in cui meno dovrebbe.

“Pensi spesso a Rachel?”

Harvey resta in silenzio ed anche io, non riuscendo a parlare, vorrei digli di scusare la domanda, che non avrei dovuto dire una cosa del genere ma l’unico movimento che la mia bocca compie è quello di sorridere nell’oscurità; sento Due facce lasciar andare il respiro e so che solo questa domanda lo ha colpito profondamente, mi sento rabbrividire di anticipazione e paura allo stesso tempo, immaginando il possibile svolgimento del nostro dialogo.

“A volte.”
“Ti manca molto?”
“A volte.”

Le sue risposte mi deludono, evidentemente Harvey si rifiuta di darmela vinta e capisco che ha indovinato subito il mio ‘piano’ e si sta sforzando di non arrabbiarsi la qual cosa mi irrita a non finire.

“Dev’essere molto difficile elaborare un lutto simile.”
“Umpf! Scusa ma non voglio parlare con te.”
“Capisco… - sorrido di nuovo – scusa, non intendevo ferirti.”

“Non mi hai ferito. Una persona che non capisce una mazza di certe cose non può ferirmi a comando, quindi per favore non scambiarmi mai più per uno dei topi da laboratorio che ti piace tanto imparare a manovrare. Con me certi giochetti non attaccano.”

“Non capisco di che parli!”

“Oh, certo. Permettimi di darti un consiglio, se hai qualcosa da dire è inutile nascondersi dietro la propria follia, parla e basta. Credevo fossi più forte di così, Crane e soprattutto che avessi capito di non aver bisogno di proteggerti da me.”

Spalanco gli occhi nell’oscurità e incontro i suoi, alla fine sembra essersi arrabbiato davvero, sebbene stia facendo di tutto per trattenersi e non ne capisco più il motivo, non sembra lo stia facendo per prendersi qualche soddisfazione su di me o non avrebbe mostrato di capire il mio gioco così in fretta.
Delle volte, come questa, la sua franchezza mi spaventa… lui non è come me, non gioca mai con una persona, se ti odia ti prende a pugni mentre io, se odio una persona, lo rovino senza che neppure se ne renda conto. Nonostante questa differenza però, non riesco a considerarlo uno stupido, come farei con chiunque altro mostrasse questo stesso atteggiamento e odio questa sensazione, il modo in cui a volte mi fa sentire, di nuovo piccolo e fragile, ancora una volta impotente, come se lui fosse superiore a me.
Non posso tollerarlo, nessuno può farmi sentire così, non più, non ora che ho guadagnato il diritto di essere dove sono ora, tra i criminali più pericolosi dello stato.
Dovrei essere io a fare paura, non sentirmi spaventato! Non potevo tollerarlo da Batman, non lo farò certo con Harvey.

“Io proteggermi? E da cosa? Non parlare come un pallone gonfiato per piacere.”
“Crane… oh al diavolo, lascia perdere! Mi sono stufato, non capisci mai niente!”

Sento il sangue accelerare nelle mie vene, sento ogni fibra del mio corpo pulsare dalla rabbia alle sue parole, mi urta il fatto che si sia ‘stufato’ di me, mi irrita che non mi ritenga in grado di capire qualcosa, di capire lui. Mi sento offeso e la voglia di lanciargli addosso qualsiasi cosa mi capiti sotto mano si impossessa completamente di me ma non sono un ragazzino, non abbandonerò certo il dialogo per una cosa simile, le parole devono fare più male.

“Io non capirei? Senti, mi sono rotto di sentirti parlare come se fossi superiore a me, non lo sei! Dici che non capisco niente, beh sarà anche vero ma se non ti capisco è solo perché sei un idiota, non riesco a concepire come qualcuno possa comportarsi come te, non hai senso logico!”

“Ma di che cazzo parli?! Quando mai ti avrei detto di essere superiore?! Sono cose che non mi interessano! Oh, Dio, perché cazzo devi sempre sentirti in competizione?! Perché ti da così fastidio non capire qualcosa? Non chiedi mai niente, non fai che irritarti ma non fai mai domande! Non è un’umiliazione non capire sempre tutto!”

“Non ho proprio nulla da chiederti! Ma cosa credi, non me ne frega niente di quello che pensi, non hai proprio niente da insegnarmi! Cristo, parlare con te mi fa sentire un cretino, sei una persona assurda!”

“Quello assurdo non sono io! Mi accusi di cose e mi metti in bocca parole mai dette, ma perché non apri quei cazzo di occhi una buona volta?! Io non ho mai avuto intenzione di umiliarti, l’unico motivo per cui mi arrabbio è il tuo atteggiamento da so-tutto-io del cazzo, che per carità va anche bene ma almeno vorrei che non mettessi su certi show con me.”

“Non mi pare di aver mai messo su nessuno show!”
“Lo vedi!? Continui ad evitare il fulcro della questione! Allora non vuoi capire, è diverso!”
“Questo discorso non ha nessun senso, non intendo continuarlo.”

“Oh certo, adesso tirati indietro. Il dottor Crane odia stare con le spalle al muro, vero? Al dottore non piace nemmeno essere preso di petto, non riesci a gestire nessuna situazione in cui non hai spazio di manovra, sei un codardo e basta!”

“Parla quello che ancora si rifiuta di farsi fare una plastica facciale a causa di uno stupido ricordo.”
“Beh, almeno i miei occhi sono aperti, l’occasione di andare avanti l’ho colta. Tu invece quanto lontano credi di arrivare, scappando?”
“Io non sto scappando da nulla!”

“E allora perché non mi chiedi come mai non mi va giù che non riesci a fidarti di me? O perché non ti ho mai messo le mani addosso quando chiunque altro sarebbe morto se si fosse comportato come hai sempre fatto tu con me? O perché l’altro giorno ti ho chiesto di evadere insieme? Allora dottore, come mai non mi hai mai domandato tutte queste cose? Credevo fossi tu quello che deve sapere sempre tutto.”
 


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Capitolo 18
*** Svegliati. ***


Per Sychophantwhore: Ciao! Rieccomi qui finalmente con un nuovo capitolo, stavolta non troppo in ritardo per fortuna *_*! Sai trovo bellissimo quello che hai scritto nel commento, la scena di Batman che mette su un bel palco per far esibire Joker, sperando che gli basti questo per essere felice. Davvero malinconico :(.  Penso che il vero errore di Bruce infatti sia stato proprio questo, continuare ad evitare il problema principale fino all'ultimo... certo, se anche avesse tentato di trovare una soluzione, sarebbe stato impossibile, gli unici modi che questi due hanno per stare insieme sono o la "guarigione" di Joker o l'abbandono da parte di Batman della sua "via della giustizia" ma in entrambi i casi questi due non sarebbero più gli stessi e finirebbero col non amarsi più ugualmente... non è triste ç_ç?  Sì, in effetti i capitoli precedenti hanno del noioso, visto che sono per l'appunto in una situazione di stallo e per questo avevo pensato di inserire anche le vicende tra Crane e Duefacce, che all'inizio non erano affatto previsti! Servivano comunque per smuovere la situazione poi vabè, quelli che all'inizio erano solo "spalle" come in un programma comico, sono diventati quasi più protagonisti della coppia del momento O_ò! Ma andiamo avanti... sì hai afferrato di nuovo al volo quello che intendevo dire! Con quell'ultimo rapporto sessuale, Batman ha segnato la fine della loro storia rendendo ancor più evidente il punto a cui sono arrivati, tutti e due... infatti il suo comportamento a letto ricordava molto, forse troppo, quello di Eddie che però a differenza di Bruce, sa benissimo cosa fa e perché e non "devia" da sè stesso con questo comportamento; non so se mi sono spiegata bene ç_ç comunque hai capito perfettamente ;)!  La domanda "dove sei Batsy?" di Joker era riferito proprio a questo in effetti xD, si sono persi in maniera irrimediabile quindi dovevano per forza separarsi ù_ù. Per quanto riguarda la parentesi HarveyXCrane, si spiegherà tutto meglio in questo capitolo xD almeno spero! Trovi tenera l'immagine di Joker che si nasconde sotto la sciarpa? Beh in effetti è così, ma sai che non ci avevo pensato xD? Ero troppo concentrata a pensare che si potrebbe trovare strano vedere qualcuno che in Estate se ne va in giro con una sciarpa, per quanto leggera xD! Però hai ragione, dev'essere stato molto dolce ^^! Davvero, non vedi tutto nero... hai dei colori stupendi, lasciatelo dire ;)! I giochi di luci ed ombre... ç_ç che bellezza, io non sarei mai capace di riprodurre una cosa del genere se non nella mia mente! Ora ti lascio al capitolo, dicendoti ancora una volta grazie per il sostegno che mi hai dato fino adesso! Quasi non ci credo che sono vicina alla fine ed è tutto merito tuo e di Cri! Un abbracico a prestissimo! ^^

Per Boopsie: Ciaooo! ^^ Eccoti qua, dopo le grandi pulizie! Ti ringrazio per la bellissima recensione, mi riempi sempre di complimenti, accidenti xD! Ahah, ti piace vederli litigare eh? Beh in fondo ci voleva dopo tutti questi capitoli di stallo, almeno le cose si movimentano un po'! ^^ Povero Joker, tutta la sera senza parlare e Bruce che non ci capisce niente, non perché non ci riesce ma perché ha paura di capire la verità ç_ç. Ma sai, io penso che si perdonerebbero facilmente a vicenda, in fondo come dice proprio Eddie, lui stava per ucciderlo solo perché è innamorato! Mentre il clown lo stava abbandonando per un altro... ora, non so quale di queste colpe potrebbe sembrare più pesante ma spiegherò il loro modo di vedere tutta questa faccenda in questo e nel prossimo capitolo ^^! Sicuramente necessiteranno di un chiarimento profondo che comunque, verrà più in là. Eheheh! Adesso sto immaginando la tua faccia davanti allo schermo! xDD Ti prometto che anche se la storia sta per volgere al termine ci sarà un'altra Nc-17 con Joker come protagonista contenta ;)? E... Crane ha infine ceduto al fascino della tecnologia, visto? xD Povero piccolo goffo e nevrotico, come direbbe Duefacce! Sono contenta che ti sia divertita con la parte delle urla a tempo *_* ti giuro faceva morire anche me il che è strano visto che l'ho inventato proprio io xD però che vuoi farci, a volte divento megalomane ç_ç. Per quanto riguarda Joker con le palline, è proprio un'immagine tenera e buffa anche se io lo preferisco mentre guarda i dvd... ehhh, se ci mette così poco a guardare un film può fare altro durante il resto del tempo no ;)? Ora ti lascio al capitolo, scritto mentre sgranocchiavo il Leprotto bisestile! ^^ Un abbraccio, a prestissimo!


XxX.SilverLexxy.XxX



Capitolo 18: Svegliati.

Quando apro gli occhi non ho bisogno di voltarmi per capire che Joker non è al mio fianco, così resto immobile per un po’. Mi volto lentamente su un lato, mi stiro con calma e mi alzo, indosso i pantaloni e mentre compio tutte queste azioni sento uno strano vuoto dentro di me, è come se ci fosse qualcosa, come un muro dentro di me, ad impedirmi di provare qualsiasi cosa.
Perfino la speranza non è che un’eco lontana da qualche parte nella mia mente.
Quando esco dalla camera da letto mi basta un’occhiata per capire che Joker non è da nessuna parte ma faccio comunque il giro della casa, mi affaccio alla finestra e anche la spiaggia è deserta; tutto si svolge così lentamente che sembrano passate ore quando mi vado infine a sedere sul divano.
Resto immobile e non riesco a pensare a nulla o forse, non voglio farlo… so però che arriverà il momento in cui verrà fuori tutto insieme ed io sarò distrutto.
Non so dopo quanto tempo mi rendo conto che lo stereo è acceso, in pausa sulla canzone numero sei.

Forse è solo la mia mente che mi prende in giro ma conoscendo Joker non mi stupirei affatto di una mossa simile… mi alzo, sempre lentamente e schiaccio il pulsante ‘play’.
La musica inizia subito a riempire l’aria con un ritmo urgente e triste, dopo molti secondi si aggiunge il suono della batteria, che da a tutto solo un’aria devastante e qualcosa dentro di me a questo suono si stira, dolorante all’altezza del petto, torno a sedermi sul divano.
Attacca la chitarra ed io mi perdo per un attimo, ma subito mi riprendo per seguire le parole.

Wake up – wake up.
(Svegliati.)
Grab a brush and put a little makeup – makeup
(Afferra un pennello e metti un po’ di trucco)
Hide the scars to fade away the shakeup  
(Nascondi le cicatrici per far svanire la paura)
Why'd you leave the keys upon the table?
(Perché hai lasciato le chiavi sul tavolo?)
Here you go create another fable
(Tocca a te, crea un’altra bugia)
You wanted to.
(Lo volevi)
Grab a brush and put a little makeup
(Afferra un pennello e metti un po’ di trucco)
You wanted to.
(Lo volevi)
Hide the scars to fade away the shakeup
(Nascondi le cicatrici per far svanire la paura)
You wanted to.
(Lo volevi)
Why'd you leave the keys upon the table?
(Perchè hai lasciato la chiavi sul tavolo?)
You wanted to.
(Lo volevi)
I don't think you trust
(Non penso che credi)
In, my, self righteous suicide
(Nel mio giusto suicidio)
I, cry, when angels deserve to die!
(Io piango quando gli angeli meritano di morire)


Father, father, father, father
(Padre, padre, padre, padre)
Father into your hands, I commend my spirit
(Padre nelle tue mani, io affido il mio spirito)
Father into your hands
(Padre, nelle tue mani)
why have you forsaken me
(Perché mi hai abbandonato)
In your eyes forsaken me
(Nei tuoi occhi, abbandonato)
In your thoughts forsaken me
(Nei tuoi pensieri, abbandonato)
In your heart forsaken, me oh
(Nel tuo cuore, abbandonato oh)
Trust in my self righteous suicide
(Credi nel mio giusto suicidio)
I, cry, when angels deserve to die
(Io piango quando gli angeli meritano di morire)
In my self righteous suicide
(Nel mio giusto suicidio)
I, cry, when angels deserve to die...
(Io piangolo quando gli angeli meritano di morire…)

Ci metto un po’ per capire il senso nascosto in questa canzone, quello che Joker deve averci sentito ed il perché avesse scelto proprio questa per dirmi addio ma alla fine credo di aver afferrato i suoi pensieri il che mi lascia un sapore amaro in bocca… Cristo quando siamo simili.

Sento qualcosa di umido scendere lungo la guancia, una sola lacrima scivola giù quasi senza che me ne accorgessi e non mi muovo; per un po’ mi ero illuso, cullandomi come sospeso in un sogno, senza voler pensare all’inevitabile ma ora riesco a guardare freddamente dentro di me e capisco che tutto questo era la sola fine possibile per noi due.
Lascio che la musica finisca, scemando velocemente, poi mi alzo e vado a tirare fuori il CD, lo metto a posto nella sua custodia e lo infilo nella mia ventiquattrore sul tavolo; accendo il televisore e vedo che il telegiornale già parla di lui, di una bomba, delle sue minacce e del suo arresto, talmente semplice che il pubblico sarà sicuramente più preoccupato che sollevato. Uno come Joker non si farebbe mai arrestare in questo modo, senza neppure una vittima se non avesse un piano ben preciso.

Già, essuna vittima… il suo regalo di addio per me. Ora sarà di certo nuovamente ad Arkham.
Spengo tutto, vado a farmi una doccia, mi rivesto, vado a chiudere la valvola del gas in cucina, chiudo bene le finestre, prendo la giacca, la ventiquattrore e quando sono fuori, chiudo a chiave la porta con quante mandate possibile.
Estraggo la chiave dalla serratura e la guardo, brilla nella mia mano, illuminata dal sole e non so perché ma questo fa male… la infilo nuovamente alla porta e continuo a girarla, finché non si spezza e poi infilo la mia metà in tasca.
Entro in macchina e dopo aver messo in moto comincio a guidare verso casa. Che altro potrei fare?

--

La seduta psichiatrica di oggi è stata, penso, la più noiosa che abbia mai dovuto sopportare qui ad Arkham. Due infermieri ed una guardia mi scortano lungo il corridoio per lasciarmi andare solo una volta giunti alla stanza della terapia di gruppo, come sempre. La solita routine.
D’improvviso però tutti alziamo lo sguardo, attirati da un fracasso infernale, si sentono tonfi e grida, anzi no… non sono grida, ma risate!
Pochi secondi dopo un gruppetto alquanto numeroso volta l’angolo, ci sono due agenti armati che camminano all’indietro, ognuno ha un fucile puntato davanti a sé, dove altre due guardie trascinano un alquanto agitato Joker lungo il corridoio, a fare da contorno ci sono anche altri due infermieri, non così coraggiosi da volerlo toccare ed a me viene da ridere.
Questo è proprio degno di lui, un ritorno in grande stile con ben sei guardie tutte per sé che lo trascinano per le braccia mentre, giusto per dagli fastidio, il clown si agita nella loro presa e tiene i piedi puntati al pavimento in modo che fossero costretti ad usare tutta la loto forza per trascinarlo mentre le sue risa riecheggiano probabilmente in tutto l’edificio, così che nessuno si perdesse questo momento.

Resto fermo dove sono, stupito in fondo, nonostante avessi già da tempo predetto il suo ritorno e non mi muovo da dove sono finché non sento i due guardiani che stavano scortando me spingermi bruscamente all’altezza del petto, costringendomi a schiacciarmi con la schiena contro il muro per lasciar passare il ‘pezzo grosso’.
Quando il gruppo ci passa davanti, vedo che per un paio di secondi Joker fissa lo sguardo su di me e stranamente mi riconosce e mi strizza l’occhio, cominciando a ridere ancora più forte… il mio sorriso si allarga, in fondo è uno spettacolo che mette allegria, no?
Ora il primo pensiero che mi viene in mente è correre a raccontarlo ad Harvey ed il sorriso già si spegne, non posso certo parlare con lui dopo ieri sera… alla fine, per quanto entrambi avessimo cercato di mantenere la calma, è nata una litigata oscenamente lunga, almeno di due ore visto che  il nostro vicino di cella ha avuto il tempo di urlare due volte mentre noi ci scannavamo.

Fortunatamente, nonostante le nostre voci fossero state alte in piena notte, nessuno ci ha fatto caso; tutti siamo abituati alle urla e non arriva mai nessuno a controllare qui, per quanto una persona possa avere paura o stare male, siamo tutti soli coi nostri incubi ma non è colpa di nessuno in fondo, ho lavorato molto tempo qui e so come vanno queste cose, ci sono situazioni ingestibili punto e basta.
Se  gli infermieri accorressero ad ogni urlo sarebbe un via vai incessante, i pazienti urlano continuamente e per i motivi più disparati… incubi, sfizio, paura, visioni schizofreniche, liti con le loro multiple personalità e con le voci nella loro testa.
Incrocio le braccia al petto mentre torno a camminare, sempre scortato, fino alla stanza della terapia; durante queste riunioni, lo psicologo è solito spingerci a parlare del nostro modo di vedere il mondo, spesso ricorrendo alla lettura di quotidiani e riviste che fornissero spunti interessanti – sì, interessanti nei miei sogni – per avviare un dialogo.

Ognuna di queste sedute ospita un massimo di dieci persone, tra le quali le uniche davvero pericolose siamo io, Due facce e Nigma. Gli altri sono più pericolosi per loro stessi che per gli altri; la prima cosa che vedo quando entro nella stanza è Nigma, seduto alla prima sedia del semicerchio a gambe larghe e con le braccia incrociate sul petto, gli occhi incollati al pavimento, l’espressione vacua e pensierosa.
Continua a non dire una parola; non deve aver ancora appreso dell’arresto – se si può chiamare tale quando qualcuno si fa prendere di sua volontà – di Joker.

“Hai visto?”

Perso nei miei pensieri sobbalzo vistosamente, spaventato dalla voce improvvisa alle mie spalle e quando mi volto mi ritrovo davanti Harvey, che a causa del mio movimento improvviso è scattato di un passo indietro e vedo il suo unico occhio sano spalancato oltre ogni limite per lo stupore della mia reazione.
Solo pochi secondi dopo sembra non riuscire a trattenere uno sbuffo, poi un altro ed i suoi occhi si stringono quando scoppia a ridermi in faccia, in quella maniera sommessa ma potente che ha lui, piegandosi leggermente sulle ginocchia e so che vorrebbe dirmi
“Dovresti vedere la tua faccia”
ma non lo fa perché sa che gli risponderei
“Pensa alle tue.”.
La prima volta che gli feci questa risposta, non ricordo neppure in quale occasione, pensai che la mia battuta mi sarebbe valsa un volo dalla finestra – di quelli che Harvey ama tanto – invece ricordo che lui si limitò a fare una smorfia e controbattere “Questa è la mia scusante”.
Molto meglio di come sarebbe andata a Joker se fosse stato al posto mio.

Improvvisamente ricordo che lui non dovrebbe essere qui a parlarmi e ridere di me, visto lo show della sera precedente, quindi mi metto subito in guardia, non intendo fidarmi di lui ne tanto meno riprendere a parlargli come se nulla fosse, non ho intenzione di dargli un’altra chance per umiliarmi di nuovo.

“Se intendi il nostro  nuovo ospite sì, l’ho visto.”
“E vorresti dirglielo?” Mi chiede e so che si sta riferendo a Nigma.
“Forse gli tornerebbe più utile non saperlo al momento.”
“Mh. Poi mi spiegherai perché.”

Conclude, non potendo parlare oltre mentre lo psicologo passa alle nostre spalle, sembrando riempire tutto il vuoto della stanza col suo camice bianco ed immacolato; stranamente mi torna in mente uno dei primi matti con cui abbia mai avuto a che fare, non era un mio paziente, ero ancora solamente  un tirocinante… quell’uomo, vedendomi vestito di bianco e troppo giovane per essere un medico, mi scambiò niente meno che per un angelo e per qualche strano motivo tentò di assalirmi.
Quando vado a prendere posto, stranamente Harvey inizia a seguirmi per sedersi al mio fianco, come sempre ed io non capisco davvero a che gioco stia giocando ma non dico una parola, fissando ostinatamente lo sguardo sul dottore davanti a noi; oggi non sembra aver portato con sé nessun giornale e mi pare ovvio il motivo, non vogliono assolutamente far sapere a Nigma che Joker è qui ad Arkham.
Probabilmente pensano di spedire il clown in qualche reparto lontano ed a prova di evasione ma non ho dubbi che nulla potrebbe fermarlo se davvero, come penso, avesse intenzione di raggiungere Nigma.
Improvvisamente sento un dolore acuto dietro l’orecchio, gli occhiali mi scivolano lungo il naso ed i miei occhi lacrimano per un attimo a causa del dolore e mi accorgo che Harvey mi ha appena schioccato un dito dietro l’orecchio.

“Dove sei sparito tutto oggi? Ho dovuto sopportare i vaneggiamenti di capitan Forfora per ore, a causa tua.”

Dice improvvisamente e sospetto questo sia un test per sapere se ho intenzione di parlargli o meno e non sopporto quest’azione da parte sua, è un comportamento troppo timido per uno come lui, Harvey  non può essere intimorito da me e mi sento preso in giro, sono indeciso su come condurre la mia risposta.


“Ah, scusa se ogni tanto ho qualcosa di meglio da fare che insultare un poveraccio.”
“Fino a ieri mica la pensavi così.”
“Mh.”
“Fino a stamattina non facevi che chiamare ‘mezzo stolto’ un lato della mia faccia e ‘mezzo balordo’ l’altra metà.”

Sì beh, questo particolare di ieri non lo ricordavo ma questa cosa del doppio insulto è davvero divertente, mi sento quasi orgoglioso di averci pensato ma non lascio che sul mio volto si formi il sorriso divertito che minaccia di venire fuori.

“Sì beh, li meritavi entrambi. E poi da quando sei un ‘poveraccio’?”
“Ah sì, tu dici?”

Non mi va di parlargli, non mi va di sentirlo parlare se ha intenzione di parlare di me; non posso certo costringerlo a tacere ma quanto meno, posso fare del mio meglio per evitare quegli argomenti sui quali ama così tanto insistere.

“Ero arrabbiato, tutto qua.”
“Prova a fare palestra, aiuta a controllare la rabbia.”
“Parla quello che non prende a cucinate i muri. E tra l’altro non mi piacciono affatto i muscoli.”
“Giusto! Fai bene ad accettarti come sei, devi rimanere sempre piccolo, goffo, nevrotico e piatto!”
“Non so cosa tu pensi voglia dire ‘nevrotico’ ma non lo sono!”
“No che non lo sei! Smetti di morderti le labbra però, mentre lo dici.”

Sento di nuovo la furia montarmi, i suoi insulti sul piano estetico ha fatto più male di quanto immaginassi ma non faccio in tempo a rispondere nulla, vengo distratto quando, all’improvviso, l’uomo seduto a fianco di Harvey si alza in piedi e ci voltiamo entrambi verso di lui, leggermente stupiti e accorgendoci per la prima volta che era nuovo nel gruppo, evidentemente il dottore gli aveva chiesto di presentarsi a noi altri… a guardarlo sembra sulla quarantina, molto alto ed i tratti del suo viso sono strani e infatti, appena parla il suo accento rivela la sua nazionalità straniera.

“Salve… sono Adam e ho quarantasei ani.”

“Ah! – scatta all’improvviso Harvey ad alta voce e tutti, me compreso, si voltano verso di lui – Quarantasei ani! Sìsì, gli ani sono importanti!”
Senza riuscire a trattenermi, scoppio a ridere come tutti gli altri nella stanza, la battuta è stata così imprevedibile eppure scontata che era impossibile trattenersi e subito l’aria si riempie di alte risa incontenibili e a nulla valgono i poco convinti tentativi del dottore di riportare tutti al silenzio.
Ad un certo punto sento la voce di Harvey, che approfitta del momento di confusione per dire qualcosa senza essere sentito, all’inizio capisco a malapena le sue parole e resto per qualche secondo a fissare il suo profilo, rielaborando quelle parole confuse fino ad afferrare finalmente la frase. Improvvisamente non mi viene più da ridere.

“Mi piacerebbe solo che smettessi di percepirmi come una minaccia. Se non vuoi parlarne non fa niente ma piantala di sragionare così tanto su delle cavolate quando basterebbe chiedere.”

--


Il primo giro di sedativi è la nooooiah più pura a mio parere! Ogni volta è sempre la stessa storia, l’unica differenza stavolta, è che a farmi l’iniezione è venuto un tale alquanto strano che parla in modo davvero curioso: le cui parole esatte sono state

“Pronto per la punturina signor Joker? Su, se chiude gli occhi e conta fino a dieci vedrà che non sentirà nulla!”

Al che, io ho prontamente risposto

“No? Neppure se te lo chiedo per favore?”

Devo dire che quell’infermiere, a pelle mi è molto simpatico! Non riesco a muovere neppure un muscolo, accidenti… per non parlare del fatto che ho una sete assurda, mi sembra di avere la lingua fatta di gomma e non sopporto questo silenzio.

Mi viene da pensare a Batsy… lui è l’unica persona mai stata capace di farmi sentire indeciso; quando dovevo scegliere se aspettare, dando un’ultima chance al nostro rapporto oppure no… in fondo già mi manca molto, nonostante sappia che anche con tutto il tempo del mondo, non ce l’avremmo fatta.
 Lui continuava a schivarmi, a deviare di fronte ad ogni problema mentre io mi sentivo in gabbia.
Sono felice di aver passato questo tempo con lui ma ho sempre sentito in fondo, che quello non era ne sarebbe potuto mai essere il mio posto, che avrei dovuto – ed a volte anche voluto – essere a casa, piuttosto… mi dispiace che già non ricordo parecchie cose  ma forse è meglio così, preferisco portare il passato nella pelle piuttosto che nella mente. Ho sempre adorato le sensazioni, non i ricordi.
La finestra in vetro cemento proietta ombre stranissime sul soffitto ed una di esse mi ricorda un coltello… se non fossi legato al letto, allungherei una mano e tenterei di prenderlo.

Forse è stata la noia a renderti pazzo.

Non mi viene più nemmeno da ridere ogni volta che penso a Brucey ed al modo in cui mi ha sempre visto; avrei davvero voluto che le cose potessero andare diversamente ma fin dall’inizio entrambi sapevamo già che sarebbe finita così, era un destino inciso sulla nostra pelle… però, se fosse stato tutto diverso e se davvero avessi mai pensato di poter ‘costruire’ qualcosa con Batsy… ci avrei mai provato? Avrei allontanato Eddie ugualmente?

Sei l’unico per me.

Cristo, esistono così tanti tipi di amore, così differenti l’uno dall’altro eppure nessuno è meno forte.
Lentamente tutto si sta facendo buio e confuso, non riesco a tenere gli occhi aperti a causa delle medicine. Odio. Tutto questo silenzio.

Chi ti dice che io sia mai stato pazzo?

--

Ommioddio!”

Quando sento l’urlo sconvolto di Harvey il mio cuore salta un battito per lo spavento, faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo sulle sue facce basite che sento un fracasso indicibile, sobbalzo ancora una volta – Gesù, tutto questo non fa bene ai miei nervi! – e mi volto nella direzione dove stava guardando lui, immediatamente spalanco gli occhi allo spettacolo che mi trovo davanti.
Davanti a noi infatti, a qualche metro di distanza, c’è proprio lui, l’infermiere che abbiamo insultato ogni giorno da quando siamo arrivati qui, che sta tentando di calmare un paziente violento; vedo che gli passa una mano attorno alla vita, lo solleva e lo scaraventa su un tavolo e fin qui niente di strano.
Se non fosse che il suddetto paziente ha un peso che si aggira intorno ai centoventi chili…
io ed Harvey ci voltiamo a guardarci nello stesso momento ed i nostri volti sono uno lo specchio dell’altro: lo stupore impersonificato.

“Che potenza di percosse…!” Dice Harvey appena ritrovata la voce.
“Questa è stata… inaspettata!”
“Ehm…”
“Già.”
“È bello che ci capiamo al volo.”

Conclude e poi restiamo in silenzio mentre osserviamo altri due inservienti portare quel matto nella cella di isolamento; torniamo ad osservare capitan Forfora – ovviamente non ci sogneremmo mai più di chiamarlo così dopo questo spettacolo – che si scrolla le mani, si aggiusta la divisa e si volta, incrociando i nostri sguardi e facendoci sobbalzare per un attimo quando vediamo che si sta avvicinando proprio al tavolo dove siamo seduti.

“Ragazzi, siete tesi! Tranquilli, ci ho pensato io a tenerlo a bada, il pericolo è passato!”

Di rimando, sia io che Harvey continuiamo a fissarlo a bocca aperta il che è strano, visto che Duefacce non ha mai perso occasione di fare battute in situazioni come questa. Dopo qualche secondo riusciamo a muoverci quel tanto che basta per chiudere almeno la bocca.

“Oh cielo, vi siete spaventati così tanto!?” Ci chiede, preoccupato.
“Beh, un po’ sì.”

Risponde Harvey con un filo di voce e dopo averci promesso una camomilla, l’infermiere si allontana; quando torniamo a guardarci negli occhi, il primo a parlare ancora è di nuovo Duefacce

“Secondo te può essere che…?”
“Oh no! Però ci avrei pensato anche io, se non avesse spesso i turni di notte!”
“Grazie a Dio, non mi sarebbe piaciuto rendermi conto di aver fatto la figura dell’idiota fino adesso!”

“Anch’io ringrazio Dio. Più che altro perché starebbe malissimo in armatura. Te lo immagini se fosse davvero Barman? ‘Allora birichini, mi sapete dire come fa il cane?! Se sì, vi porto alla polizia senza farvi la bua! Su, lo so che lo sapete, siete dei bravi bambini, in fondo’!”

Sento Harvey ridere e mi volto per vedere quanto le sue spalle sono scosse dalle risa, l’unico modo per capire se si stesse divertendo o meno, visto che le sue risate sono sempre sommesse e vedo che è in pieno terremoto del settimo grado, questo fa venire da ridere anche a me.
Per una volta mi fa piacere averlo fatto ridere con una battuta e non con un comportamento che lui trova ridicolo. Tanto per cambiare, insomma…

--

Mi sei mancato, Eddie…

Sono senza parole, così felice che lui sia qui, che sia tornato da me che non so cosa dire.

Mi dispiace. Vorrei rimediare…

Dice a bassa voce, dolcemente e con tono suadente. Lo stringo forte a me, lo tengo tra le mie braccia e sciolgo un po’ questa stretta solo quando sento che si muove per alzarsi sulle punte dei piedi e baciarmi ed è la sensazione più bella del—

Sento un fracasso assurdo e non capisco più dove mi trovo, il cuore comincia a battere a mille per lo spavento improvviso e le mie braccia sono vuote ma non faccio in tempo ad elaborare queste sensazioni che un nuovo tonfo attira la mia attenzione verso la porta; immediatamente mi sollevo a sedere su quello che adesso riconosco per il letto della mia cella ad Arkham ed in un istante sono di nuovo all’erta.
Non perdonerò mai chiunque abbia osato svegliarmi dall’unica gioia che mi è rimasta – l’ormai ricorrente sogno del ritorno di Joker da me – nonostante ogni volta, al mio risveglio, stessi sempre peggio, come adesso;
sento altri rumori, qualcuno fuori dalla mia cella sta trafficando con la serratura ed il mio primo istinto è quello di appostarmi dietro l’angolo della porta, in modo da poter sorprendere l’assalitore una volta che ne avesse varcato la soglia ma ci ripenso quasi subito.

In fondo non ho cercato fino adesso un modo per riuscire a morire? Chiunque stesse pensando di tendermi un agguato, ben venga. Dopo poco l’intruso sembra aver trovato la chiave giusta, sento la porta scricchiolare mentre un sottile fascio di luce si espande sempre più sul pavimento, man mano che si apre un po’ per volta – precauzione tra l’altro inutile, visto il casino causato poco prima per stendere la guardia – e sento il mio corpo tendersi e tremare leggermente, non capisco ancora bene se per l’anticipazione o per lo spavento.
Quando finalmente la persona si affaccia nella mia cella, resto stupito e comincio a pensare di stare ancora sognando.

“Eddie…?”

Sento la sua voce sussurrare, chiamandomi e se non rispondo subito è solo perché sembra strano farlo dopo aver passato tutto questo tempo in silenzio, non sono più abituato a parlare.
Quando distingue la mia forma nella semioscurità si fa vedere completamente anche lui e guardandomi per un po’, anche lui in silenzio, và avanti

“Stai bene?”

Mi chiede con un’espressione strana, curiosa, come se non fosse successo mai nulla, se ci fossimo salutati appena ieri e trovasse strano vedermi nello stato in cui sono, così stupito di vederlo qui, ora. Di nuovo chiama il mio nome, stavolta a voce un po’ più alta, lo vedo avanzare nella stanza, mi tocca il viso e poi una spalla, come per scrollarmi, per farmi tornare alla realtà che crede non riesca a vedere e che comunque anche lui non assimila mai al cento percento.
Cristo, quanto mi mancavano i suoi gesti nervosi!
All’improvviso lo trascino in un abbraccio, schiantando letteralmente il suo corpo contro il mio e lo stringo forte, con tutta l’energia che ho, terrorizzato al pensiero che possa svanire come accade ogni notte al risveglio dai miei sogni… se sto dormendo vi prego, non svegliatemi mai più!
Lui contraccambia la mia stretta quasi subito e si mette a ridere.

“Ahh… pensavo mi avresti linciato, invece mi abbracci?”

Chiede ed io lo bacio immediatamente, un po’ perché erano mesi che sognavo di farlo ancora, un po’ per farlo tacere, una volta ogni tanto; gli stringo il volto tra le mani e mentre assaporo nuovamente la sua bocca mi accorgo che il suo sapore non è cambiato, lui stesso non lo è e solo adesso per la prima volta dopo mesi, sento di essere tornato me stesso anch’io.

“Non ricordi che ti ho già sparato, in fondo?”

Rispondo, la  mia voce a malapena comprensibile tanto è bassa e rauca ma lui sembra percepire al volo le mie parole e di nuovo si abbandona ad una risata.

“Ti sono mancato?”

A queste parole sento, mio malgrado, gli occhi pizzicarmi ed inumidirsi, vorrei piangere ma non lo farò mai davanti a Joker, non proprio adesso che finalmente è di nuovo con me.

“Cristo, Joker…”
“Ti ho pensato molto. Tu?”

Queste sono, tra tutte, le parole che mi lasciano più stupito di tutte… quanto tempo era passato dall’ultima volta che ci eravamo visti? Quanto dalla lettera che mi mandò qui ad Arkham? Mi sento speciale per questo, per essere una delle poche persone privilegiate a restare nei suoi ricordi anche dopo tutto questo tempo – che sì, per qualsiasi altra persona è poco, ma per lui sarebbe come tentare di ricordare di quando era ancora un feto.
Che sciocchezza, chiedermi se ho pensato a lui o meno…

“Tu che ne dici?”
“Mmh-mh… io dico di no!”
“Vuoi che ti uccida?!”

Di nuovo lo sento ridere e i piccoli sobbalzi del suo corpo sembrano riportarmi finalmente ‘a casa’, su un territorio familiare ed accogliente. Di nuovo alza lo sguardo su di me, mi guarda dritto negli occhi

“Mi è mancato il tuo inquisire quando parli! – mi dice ed io non ho la minima idea di che cavolo stia parlando ma non ci faccio caso e lascio che vada avanti – Abbiamo un lavoro da fare!”
Esclama e sento la sua mano trovare la mia e stringerla  
“Andiamo a cercare un computer!”
Conclude e fa per uscire dalla cella, trascinandomi con sé ma immediatamente stringo di più la presa e con un solo strattone lo riporto indietro, ho ancora una cosa da dirgli, prima di andare via da qui.
Lui, sentendosi strattonare in quel modo, si volta, mi torna davanti, fissandomi con gli occhi grandi, vagamente stupiti e subito alzo una mano a schiaffeggiargli il viso, l’urto riecheggia basso nella cella praticamente vuota.

“Non provare mai più ad abbandonarmi per il primo pipistrello che capita! Secondo te posso passare la vita a preoccuparmi per ogni stronzo che ti svolazza intorno?!”

Continuo a guardarlo, una mano ancora stretta nella mia e l’altra sul viso a toccare il punto in cui l’ho colpito, mi ha ascoltato fino in fondo e ancora adesso non dice una parola mentre continuo a guardarlo, arrabbiato al pensiero di tutto quello che è successo tra noi.
Dopo poco però, mi sento di nuovo raddolcire, sono felice e lo abbraccio, più dolcemente della prima volta e poggio le labbra sulla sua fronte a lasciare un bacio leggero ma pieno di tutti i sentimenti che provo in questo momento.

“Mi dispiace per aver tentato di ucciderti.”
“Non faccio caso a queste cose!”

Mi risponde, probabilmente senza ricordare di avermi già detto questa frase ed io sorrido per il mio smemorato nevrotico, tornato da me nonostante ci avessi ormai perso ogni speranza.
“So dove trovare un computer che può fare al caso nostro! Andiamo?”
Lui sorride di nuovo, annuendo con forza.

--

All’improvviso sento questa brutta sensazione, come se stessi precipitando in un profondo baratro ma mi rendo ben presto conto di essere al sicuro, nel mio letto, ancora nel manicomio di Arkham e di essere appena stato svegliato di soprassalto; io odio ogni volta che qualcosa del genere accade ed ancor prima di aprire gli occhi, mi rendo conto che la mia mano è volata a stringersi attorno al collo del bontempone che si è divertito a svegliarmi, ma una volta ripreso coscienza non ho neppure il tempo di lanciare una minaccia che vedo, sopra di me, vicinissimo al mio, il viso di Crane apparentemente molto preoccupato per qualcosa.
Immediatamente allento la presa sul suo collo lasciandolo respirare, mi sento subito imbarazzato e pentito per aver agito in questo modo, senza pensare, in fondo non gli farei mai del male.

Tuttavia, Crane non sembra far caso a questo mio scatto, qualcos’altro lo turba e avvicinandosi di più al mio orecchio mi sussurra, più piano che può e pronunciando le parole velocemente

“Ascolta, Harvey!”

Solo ora mi accorgo dello strano trafficare fuori dalla porta della nostra cella e spingendo il mio cervello a lavorare velocemente nonostante il sonno, capisco al volo che qualcuno – di certo non una guardia o un infermiere, vista la difficoltà che ha nel trovare la chiave giusta – sta tentando di entrare e non mi viene in mente nessun altra motivazione per ciò che un agguato.
Appena la mia mente riesce ad elaborare questo pensiero, scatto giù dal letto in un secondo, afferrp Crane per un braccio e lo trascino con me nell’angolo della porta, in modo che, una volta apertasi, proprio questa ci farà scudo, impedendo all’assalitore di vederci subito; tendo un braccio per spingere indietro il mio compagno di cella e fargli capire di dover restare quanto più possibile schiacciato contro il muro.
So che, sebbene letale quando ha a disposizione il suo gas, le possibilità di Crane di difendersi diventano pari a zero quando ne è sprovvisto, come adesso e l’istinto che sento e che sovrasta qualsiasi altro in questo momento, è quello di proteggerlo.

Restiamo in silenzio e riesco a sentire Crane tremare, forse per  l’ansia in questi momenti carichi di tensione e intanto l’unico piano che riesco a farmi venire in mente è di aspettare l’ingresso di chiunque sia là fuori per poi prenderlo alle spalle approfittando del secondo di smarrimento quando vedrà i nostri letti vuoti.
Il tutto sperando che questo misterioso assalitore sia solo… finalmente la porta si apre e vedo una sagoma d’ombra entrare, avanzando indecisa verso il centro della cella mentre si guarda attorno.
Senza perdere un secondo, chiudo la porta con un calcio e lo prendo alle spalle, stringendogli un braccio attorno al collo e sollevandolo qualche centimetro da terra…
Il bastardo è alto e nonostante sembri pesare un niente; sento i suoi gomiti piantarsi nel mio stomaco con forza allora per evitare di restare senza fiato, lo butto a terra, seguendolo subito dopo per bloccarlo e colpirlo forte sulla faccia con un pugno.

“Ma che cazz- no- Duefacce… falla finita!”

Resto interdetto quando riconosco questa voce, che non sentivo da molto tempo e lascio che i miei occhi si abituino all’oscurità, arrivando infine a riconoscere l’uomo sotto di me e, mi prendesse un colpo, è proprio l’Enigmista.
Ancora col pugno alzato a mezz’aria mi volto indietro e vedo anche Joker, comodamente appoggiato all’uscio della porta come a godersi lo spettacolo, le braccia conserte e le gambe incrociate, il suo volto tirato da un sorriso compiaciuto; vederlo senza trucco è spiazzante.
Al suo fianco, con gli occhi strabuzzati c’è Crane, nella posizione di chi è indeciso se intervenire a separarci o meno, una mano tesa in avanti verso di noi.

“Che ne dici di alzarti Dent, visto che pesi come una betoniera!?”

Ecco perché l’intruso era così leggero e nel compenso deboluccio, non ci si può aspettare altro da uno schiaccia pulsanti come Nigma. Prendendomela comoda, mi alzo e gli tendo una mano per aiutarlo a fare lo stesso e una volta in piedi, vedo il suo viso mezzo insanguinato ed un brutto taglio sul labbro.

“Ehm… tutto ok?”
“Sì!” rispondiamo in coro sia io che Nigma, per poi voltarci a guardarci in cagnesco l’uno con l’altro.
“Giuro Crane, se ce l’avevi con lui, ti tolgo gli occhiali e ti restituisco quello che mi ha dato Duefacce!”
“Oh sì, che potenza muscolare ti sei fatto, schiacciando tasti e scrivendo enigmi! Che paura, perfino per Crane!”

Ci voltiamo a osservare Crane che avanza di un passo verso di noi, tentando di calmarci “Ehm… io ce l’avevo con tutti e… aspetta, che significa ‘perfino per Crane’?!”
“Comunque – continuo, guardando Nigma – non potevate avvertirci che eravate voi?!”
“Non vi abbiamo chiamati per non attirare l’attenzione!”
“Potevate bisbigliare, imbecilli!”
“E tu potevi anche vedere chi era entrato, prima di partire in quarta in quel modo!”

“Certo che sei ritardato, per essere il re degli enigmi! Tu al mio posto avresti aspettato di vedere chi fosse, magari invitandolo poi a prendere un tè? Perché non lasci perdere i giochi di intelligenza, a questo punto tanto vale buttarsi sulle barzellette! Potresti cominciare con raccontare questa, stai sicuro che farà sbellicare!”

“Bada a come parli, io non sono come Crane, posso spaccarti tutte e due le facce quando voglio!”
“Ma… - si intromette Crane – vi ci impegnate a pensare certe cose?! Lo state facendo apposta!”

Ragazziiiiii?! – d’improvviso ci voltiamo tutti e tre verso Joker, ancora appoggiato alla porta e apparentemente divertito da tutto questo – da domani il maestro di sostegno per tutti, va beeeeene?” Dice, sovrastando con la sua le nostre voci e rendendoci forse improvvisamente conto di tutto il putiferio appena creato, decidiamo di tacere.
“Ok, ok… - dico per attirare l’attenzione, è ora di muoversi prima di farci mandare a monte l’evasione – muoviamoci, vediamo di sparire!”

D’improvviso, appena finito di parlare, sobbalziamo tutti quanti al suono di uno sparo di arma da fuoco, quando ci voltiamo verso Joker, notiamo una pistola ancora fumante stretta nella sua mano e puntata verso il soffitto.
Non può essere.
Non ci credo.

“Ahh… - dice il clown, abbassando l’arma lentamente – avevi detto ‘sparire’ non ‘sparare’…”

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Capitolo 19
*** Fidati di me. ***


Per Faithless_Justice: Ciaooo *_*! Ok, mettiamo in chiaro le cose, sei la raccomandata, qui xD! Visto che significa avere amicizie influenti ù_ù? Se inizi a non avere più senso allora sì, sei decisamente nel posto giusto! Sono così felice che la mia storia ti sia piaciuta tanto da "divorarla" letteralmente in questo modo! Hai davvero dato fondo a tutte le tue energie per arrivare a leggere gli ultimi capitoli prima di crollare *_*! Questo sì che è amore! Mi fa piacere che trovi che questa storia sia scritta così bene, mi sento un po' in imbarazzo adesso ç_ç... ricordo bene quanta passione avevi per "Mamba" e sentirti ora dire che quest'altra storia ti piace ancor di più è davvero sublime, ti ringrazio!
Ma cara, chi potrebbe non innamorarsi di Joker? Sì insomma, un tale figurino, una persona così straordinaria che brucia di un'energia tutta sua, come una stella! Peccato che questo tipo di persone siano destinate a "bruciare" in fretta... lui finge di essere sè stesso così confonde le idee! Non puoi mai sapere se è davvero lui o meno perché comunque, anche se porta una maschera, questo gli da coraggio non lo trasforma in una persona differente! Un po' come tutti noi, non possiamo fare a meno di essere almeno per un secondo noi stessi anche mentre raccontiamo una bugia.
So che l'ottavo capitolo ti ha colpito profondamente e anche se un po' mi sento in colpa, dall'altro lato sono contenta per quello che mi hai detto l'altra sera, sul sentirti in pace! Se davvero ciò che scrive mi aiuta a comunicare con le persone, magari spiegare alcune cose, farmi anche conoscere un po', allora trovo tutta una spinta in più per quello che faccio, anche se magari è una cazzata, magari le "fanfictions" non servono a nulla ma è ciò che amo e sono felice se oltre ad occuparmi le giornate riescono a dare qualcosa su simili livelli! Ancora una volta, grazie :)!
Joker e Nigma si amano davvero in modo malato, questo è vero, ma dubito che da parte loro potrebbe esistere qualcosa di "vero" che riescano a mantenere "sano" allo stesso tempo e questo è allo stesso tempo affascinante e spaventoso secondo me. Diciamo che Nigma è molto ossessionato da Joker, ha paura di non riuscire a trattenere una tale energia con sè e preferirebbe che morissero entrambi piuttosto che lasciarlo andare via, che vivere senza di lui ma il punto a suo favore - perché anche Bruce ha tentato di tenerlo con sè dandogli tutto - è che lui a differenza di Batman sa davvero cosa vuole Joker, come darglielo e soprattutto come accettarlo.
Mi rende felice che mi ritieni capace di descrivere le emozioni! Ho messo molto il questa storia, l'ho scritta proprio come l'ho pensata, calandomi nei panni di questi personaggi (per questo sono più volte entrata in delirio, dopo molte ore di scrittura forzata ç_ç) dei vari dettagli possiamo parlare quando vuoi *_*! Ora io e la betoniera ti lasciamo al capitolo con un caloroso saluto, sperando che anche questo capitolo ti piaccia ^^! Un bacione, a presto!

Per Mhcm: Ciao! Sono così felice di rivedere le tue recensioni, sei tornata *_*! Eh sì ci voleva proprio il ritorno di Joker in grande stile eh! I capitoli dedicati a Batman ed il clown erano molto 'fermi', insomma erano entrati in pausa, in stallo diciamo, e questo per colpa soprattutto di Bruce purtroppo :(. Comunque ti avrà fatto piacere vedere che alla fine Joker è tornato dal suo Eddie xD! La scena finale con lo sparo mi ha divertito molto quando l'ho pensata xD! Joker non cambia mai, fa sempre tutto quello che gli passa per la testa *_*! Sono sicura che lo adorerai moltissimo in questo capitolo ;), quindi ora ti lascio alla lettura, augurandomi come sempre che il capitolo possa essere di tuo gradimento! Ancora grazie per il tuo ritorno, un abbraccio a presto!

Per Boopsie: Ma mia cara! Adoro la tua recensione spezzettata, sebbene ora mi risulti un tantino più difficile rispondere xD ma non fa niente, per te questo ed altro in fondo lo sai, è soprattutto per merito tuo che questi capitoli sono stati postati ;)! Sono così contenta che questa storia continua a piacerti e divertirti tanto! Ebbene sì, dopo aver terminato questa storia ne inizierò un'altra che sarà il continuo di questa *_* e con tanti personaggi in più, vicende avvinventi e quant'altro! Ho qualche problema a scriverla come sai ma ci riuscirò ^^!!  Ora ti lascio a questo nuovo capitolo, sperando che ti piaccia *_*! Un abbraccio calorosissimo tutto per te ^^! A presto!

Per Sychophantwhore:  Ciao *_*! Ebbene sì, ecco finalmente il tanto atteso ritorno in scena del Joker in tutta la sua furia scatenata! Il gesto di Bruce di spezzare la chiave in effetti era simbolico, lui ha chiuso per sempre quella casa dove ha avuto tanti ricordi felici, come un voler dimenticare perché sa che arriverà il momento che tutto inizierà a fare malissimo e vedere la chiave di quel posto illuminata dal sole, come se fosse allo scoperto, come se fosse ancora tutto bello, lo ha ferito. Scusami se non sono abbastanza chiara ma sto postando alle sei e mezza e sono mezza sbronza  ma non fa niente xD. Batsy non si è rassegnato, semplicemente ha "rinviato" il momento in cui dovrà affrontare tutto, sta tentando di seppellire i suoi sentimenti nuovamente nonostante tutto ciò che Joker gli ha 'insegnato' in quei brevi mesi con lui.
Spauracchio e Duefacce si compensano perfettamente, diciamo che hai indovinato il tipo di rapporto che hanno è allo stesso tempo bellissimo ma pericoloso perchè a livello inconscio sono entrambi arrivati a dipendere uno dall'altro e basterebbe un niente per ribaltare tutto in un secondo... un piccolo tradimento e tac, scatterebbe una faida infinita di ripicche, di imbrogli, tenterebbero di ripagarsi con la stessa moneta (per restare in tema), di prevalere uno sull'altro e questa fiducia tanto difficile da guadagnare si spezzerebbe ç_ç. Ma non mettiamo le mani avanti xD.
Ancora una volta ti mando ragione, sia quando dici che Nigma ha rimarchiato il suo 'territorio', sia quando dichiari di essere folle (i geni sono tutti un po' pazzi *_*) e sia quando parli del portare il proprio bagaglio emotivo sulla pelle invece che nella mente!
La sua mente è proprio come hai detto tu: una videocasseta male registrata dove non c'è inizio ne fine, non c'è un protagonista, le immagini sono frammentate, piene di macchie, sorrisi spezzati, fermoimmagini, tutto in bianco e nero con in mezzo ai fotogrammi minuti interi di schermo a righe, dove sembra non esserci nulla invece si può scorgere tutto! Davvero hai suggerito un'immagine bellissima per descrivere la sua mente!
Mah la Lega non è che fosse poi così unita neanche prima, diciamo che ora sono un po' più preoccupati di salvarsi piuttosto che di ucciderli e forse questo li salverà, per non parlare del fatto che adesso ci sono dei legami in più ;)! Beh sì anche a me è dispiaciuto molto per la morte di Pinguino ma non sono pentita per averlo 'ucciso' ç_ç comunque era ingestibile, non conosco affatto questo personaggio :(. Vedrai presto cosa ho architettato per la loro evasione ;). Nei fumetti Batman effettivamente è morto, dovrebbe esserci la serie R.I.P. se non sbaglio :o.
Ma... ç_ç uffa, non mi ascolto nessuno... questa storia avrà un seguito quindi non preoccuparti, ci sarà un continuo anche se in uno stile diverso, sarà più violento e più 'veloce' di questo per certi versi, ci saranno personaggi in più ed accadranno cose inaspettate (e ti anticipo che ci sarà anche Harley Quinn) :D
Ti credo quando mi dici della sciarpa e non se l'unica a farlo, conosco un paio di persone che amano portarla anche d'estate ^^.
Un'ultima cosa: ho chiesto a Cri di che lavoretto stavi parlando che lei ti avrebbe suggerito e non ha saputo rispondermi ç_ç. Su su su, anticipami di cosa si tratta, sto morendo di curiositàààà! é_è
PS, ma hai ricevuto la mia ultima mail :o? Maledetto messenger!
Ora però vado, scusami per la risposta strana ancora una volta ^^! Ti lascio al capitolo sperando sempre che ti piaccia! Un abbraccio a presto!


XxX.SilverLexxy.XxX

 

Capitolo 19: Fidati di me.

Non so se Joker abbia sparato quel colpo in aria perché davvero convinto che Duefacce abbia detto la parola ‘sparare’ o se aveva semplicemente voglia di complicare le cose per divertirsi di più ma nel giro di un minuto le cose si sono messe davvero male.
Quelli che probabilmente sono i quattro criminali più pericolosi di tutta Arkham sono evasi in massa ed hanno una pistola! Effettivamente è una cosa che metterebbe furia anche alla più pigra delle guardie di questo posto – e loro davvero potrebbero sostenere il contest della pigrizia – ed io mi ritrovo a correre come un matto attraverso l’edificio, circondato da ogni tipo di malati mentali, tutti liberi di girovagare per il manicomio, chi correndo, chi urlando, chi aggirandosi come uno spettro ma sono talmente tanti che non riesco più ad individuare il resto del ‘gruppo’.
Mi guardo attorno, correndo e facendomi largo a spallate tra la folla e perdio, accidenti a Joker, ma soprattutto a me che non gli ho tolto quella dannata pistola di mano quando ero ancora in tempo!

Mi ero allontanato per poco in fondo, giusto il tempo di raggiungere di nuovo un qualsiasi computer e liberare tutti i pazienti dell’Arkham asylum, ma parrebbe che questi pochi minuti sono bastati a questo ammasso di carne in delirio per nascondere i miei – solo provvisoriamente – compagni perfino a me.
Tutta colpa di Joker, tutta colpa di Joker, tutta colpa di Joker! Quando fa cose di questo genere non posso che amarlo ed odiarlo allo stesso tempo; l’unica persona al mondo che sia mai stata capace di darmi tanta adrenalina, farmi provare sensazioni sconosciute, buttandomi ogni santa volta in mezzo ad un nuovo, imprevedibile pandemonio.
Mi sono stancato di correre, non riuscirò mai a ritrovarli in queste condizioni, dovrei solo tentare di immaginare dove potrebbero essere andati ma mi risulta difficile.

In questi casi, la prima cosa da fare sarebbe cercare degli abiti da infermieri o da guardie per passare inosservati, sfruttando il trambusto creatosi ma vista l’ovvia condizione di Duefacce ed in misura minore anche di Joker, non basterebbe di certo un camice per non essere riconosciuti perfino in questa folla, quindi sarebbe uno spreco inutile di energie, mascherarsi.
La sirena dell’allarme rimbomba nelle mie orecchie, la luce rossa continua a girare come un faro e tingere tutto color del sangue, non posso davvero dare nient’altro… riprendo a correre e guardarmi attorno più in fretta che poss-
A causa della distrazione devo aver urtato contro qualcosa di pesante e resistente, non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che sento qualcosa stringersi attorno a me, mi sento sollevare da terra ed immobilizzare.

“Eccoti qua signor Nigma, non ti pare di aver esagerato con tutto questo macello? Adesso fai il bravo, ti riporto in cella!”
“Ma… ma…”

Ok, non ho parole… farmi mandare a monte l’evasione proprio da questo energumeno dal cervello che è la perfetta riproduzione di una noce è troppo; sento i denti stringersi con forza mentre tento di liberarmi in ogni modo, inizio a scalciare ed imprecare ma la presa di quest’uomo sembra una morsa d’acciaio e ciò che mi irrita maggiormente è che il suo buon umore non pare neppure un po’ intaccato da tutta questa maledetta situazione!

“Ehi! Metti immediatamente giù il mio ragazzo!”

Sento la familiare voce di Joker gridare e sento la presa su di me allentarsi improvvisamente, mi volto, stremato dalla mia precedente, vana lotta e vedo che Joker ha in mano un taser, col quale ha stordito l’infermiere senza difficoltà; lo fisso stupito, dove diavolo ha preso quel coso?

“Dove hai trovato quello?”
“Questo? Me lo ha dato Harvey!”
“E dove ha preso Duefacce questo coso?”

“Abbiamo dovuto stendere qualche guardia, abbiamo preso tutto quello che potevamo da loro!”

Guardo oltre la figura di Joker e vedo Spauracchio, era stato lui a parlare ed immediatamente dietro di lui c’è anche Dent, la parte sana del suo viso è macchiata da qualche goccia di quello che indubbiamente è sangue e non faccio fatica ad immaginare la scena: una guardia sbarra loro la strada, intimando a tutti di restare fermi dove sono, Joker scoppia a ridere, Crane spalanca gli occhi e Duefacce in preda all’irritazione parte in quarta, prendendo il poveretto a cazzotti senza neppure una parola.
Il solito iracondo… scoppio a ridere al pensiero di quello che possono aver creato questi tre nei brevissimi minuti passati in mia assenza e appena mi riprendo, vedo un paziente isterico correre, sorpassandomi per poi inciampare nei suoi stessi piedi; vedo che si appoggia a Joker per frenare la sua caduta, poi si risolleva, trattenendo il clown per le spalle e si mette a gridare, il suo viso a pochi centimetri da quello di Joker:

“La luce! La luce!”
“Eehh?! Non la vedi?! Arkham è piena di luci!” Grida di rimando Joker, abbracciando con un gesto del braccio tutto il corridoio.
“No, no, no! La luce!”
“Ahh, ho capito! – sorride Joker, come se davvero avesse compreso – è fuori la luce, guarda! Corri a prenderla!”

Risponde poi, iniziando a ridere come un matto mentre indica la luna oltre il grande finestrone coperto dalle sbarre proprio in fondo al corridoio ed io spalanco gli occhi, come anche gli altri nostri due compagni; vedo il povero pazzo voltarsi nella direzione indicatagli da Joker, spalancare gli occhi di fronte allo spettacolo della luna piena e poi lasciare lentamente andare le spalle di Joker, incantato.

“La luna! Sì, sì, è lei! Devo prenderla! Devo!”

E così dicendo si allontana di corsa, accompagnato dalle sue stesse grida di giubilo, le braccia che sventolano in aria mentre Joker continua ad ammazzarsi dalle risate. Cristo, non so gettarmi ai suoi piedi e fare sesso con lui in questo corridoio o se imprecare, scandalizzato da ciò che ha appena fatto… la sua figura in questo momento è qualcosa di impossibile da descrivere, è… mozzafiato. È potente. È un’allucinazione di sangue e passione.
Provo il desiderio di stringerlo a me più forte che posso, di trascinarlo nel primo luogo utile e prendere possesso del suo corpo in…
La mia catena di pensieri viene bruscamente interrotta dalla voce di Spauracchio.

“Scommetto che adesso si butta dalla prima finestra che trova!”
“Tsk. Esagerato come sempre!”

Conclude Duefacce per poi voltarsi, allontanandosi ed immediatamente tutti lo seguiamo.
Mentre corriamo lungo i corridoi ingombri di persone e delirio, Spauracchio mi mette a parte del loro piano di fuga: negli anni che ha lavorato qui nei panni di psichiatra, Crane ha imparato a memoria la struttura di questo manicomio e si è ricordato di una via di fuga che potrebbe fare al caso nostro: un ascensore ormai in disuso da tempo che dovrebbe portarci dritti dritti al garage e quindi fuori di qui.
Il ponte che collega l’isola di Arkham alla città è abbassato, a questo ho provveduto io con l’aiuto del computer e sarà impossibile per chiunque pensare di risollevarlo prima di due o tre ore buone; usare le scale è impensabile, visto che saranno sicuramente il primo posto che le guardie avranno pensato di presidiare, quindi non ci resta che dirigerci direttamente all’ingresso di questo ascensore e lo raggiungiamo nel giro di pochi minuti.

Aiuto Duefacce ad aprire di forza le porte bloccate dell’ascensore ed a quel punto ci fermiamo tutti per un attimo a guardare giù. La tromba di un ascensore vuota fa effettivamente più paura di quanto uno possa pensare, specie se il piano è di calarci per dieci piani aggrappati solo alle corde metalliche della cabina.
Il motore non funziona più quindi è impossibile chiamare la cabina e scendere con quella, tra le altre cose avevo pensato anche di bloccare tutti gli ascensori e non credo di essermi mai sentito più pentito per qualcosa in vita mia…
Mi volto a guardare gli altri, per vedere se sono il solo ad avere paura e mi sento sollevato quando capisco che non è così: il viso di Crane è sbiancato al punto da sembrare un lenzuolo e Duefacce ha perso ogni espressione, probabilmente sta valutando le possibilità di sopravvivere ad una discesa simile… immagino si stia preoccupando più che altro per Crane, che di certo non ha ne la forza fisica, ne quella d’animo per una simile impresa.
Per quanto riguarda Joker, lui, beh…

“Mh? Che guardate? Andiamo, forza!”

Dice con entusiasmo ed infatti è il primo a saltare nel vuoto per poi aggrapparsi al volo ad una delle corde, iniziando immediatamente la discesa verso la libertà… o la morte, a seconda di come si metteranno le cose.
Joker è fatto così, fa tutto ciò che gli passa in mente senza curarsi minimamente del ‘contorno’, gioca con sé stesso e con gli altri, per lui la strada è sempre dritta o se anche non lo fosse, si aprirebbe la via a suon di esplosioni.

Tu che dici, al suo posto ce l’avresti fatta ad arrivare al quinto piano?
Certo! Avrei fatto saltare tutto.. così sarebbe stato il quinto piano a scendere da me.

Mi domando come può essere così, anche se questo è ciò che mi è sempre piaciuto di lui – e che per carità, continua a piacermi da impazzire –, che  mi ha attirato come una mosca verso il miele, non posso negare che mi ha fatto soffrire come mai in vita mia… è proprio per via di questo suo modo di vivere che mi ha lasciato, mi ha ‘ripreso’ solo quando lo ha voluto lui e mentre lo osservo sparire lungo la tromba dell’ascensore, mi domando se abbia fatto davvero bene ad accettarlo di nuovo con questa facilità.
Posso davvero fidarmi di Joker? Mi sono mai fidato davvero di Joker?
Vedo Crane e Harvey guardarsi in faccia e poi tornare velocemente a guardare giù, il viso di Spauracchio sempre più pallido ogni secondo che passa.

“Prima non ci avevo pensato, ma… io soffro di vertigini.” Dice l’ex psichiatra, sconsolato.
“Tsk. Reggiti forte e non guardare mai giù. Vado prima io.”

Risponde Harvey ed immediatamente afferra la seconda corda ed inizia a calarsi il più velocemente possibile.
“Immagino non ci sia altra scelta. Eheheh…”

Mormora Crane – ormai non ha che un filo di voce – e dopo una breve risata isterica, allunga anche lui una mano a prendere la stessa corda afferrata poco prima da Duefacce, così non resto che io. Sento le mani sudate e le gambe tremare instabilmente sotto di me… l’istinto di guardare giù ancora una volta è forte ma devo resistere, non posso permettermi un attacco di panico proprio adesso.
Traggo un respiro profondo e anche io prendo una delle corde, lasciandomi poi andare lentamente e l’impresa di sostenere tutto il peso del proprio corpo mentre ci si regge ad una corda è davvero ardua, qualcosa che di certo non ho intenzione di sperimentare ancora in vita mia!
Continuo tuttavia a tenere duro e calarmi piano piano in questa lotta contro la gravità che vorrebbe spingermi giù, e per sapere quanto manca prima di toccare terra preferisco sempre guardare in alto piuttosto che in basso.

Penso al dopo, a quando – ma soprattutto ‘se’ – riusciremo ad uscire da qui e mi ritroverò nuovamente faccia a faccia con Joker, io e lui da soli e nonostante non abbia sognato altro in tutti questi mesi, adesso non mi sento più sicuro al cento percento di ciò che sarebbe giusto fare.
Sento che qualcosa tra noi si è spezzato per sempre il giorno in cui Batman lo ha tirato fuori da quella vasca per portarlo con sé.
Prima o poi quei due si incontreranno nuovamente e posso davvero essere certo che la storia non si ripeterà? Potrei sopportare di vedere il mio orgoglio frantumarsi ancora una volta sotto le scarpe finemente lavorate a mano di Joker? Ce la farei a vederlo allontanarsi da me ancora una volta?

Ah ah! Ma che domanda è ‘te ne andresti mai’? Non lo so, può darsi… l’unica cosa che so è che vorrò sempre tornare.

E tutto questo potrà mai bastarmi davvero? Sopporterei di vederlo allontanarsi da me nuovamente, sebbene sapessi di vederlo un giorno tornare? Me la sentirei di… infondo sì, si tratterebbe di lasciargli il comando, rimettermi continuamente nelle sue mani, aspettarlo sempre.
Tutta la smania che ho nei suoi confronti, questo desiderio continuo di stringerlo, di farlo mio, di stargli vicino, in fondo è collegato alla sua essenza, è il brivido che mi ha sempre dato riuscire a fare mia una persona come lui, qualcuno che brucia letteralmente di una passione indescrivibile.
Ma la verità è che non sono mai riuscito davvero a farlo mio, ma non riesco a gioire di questo.
Gli ho lasciato la sua libertà – ciò che amo in lui sopra ogni cosa – e allora perché sento il continuo desiderio di togliergliela nonostante io lo voglia così, per quello che è, per la straordinaria creatura che è sempre stato?
Dopo qualche minuto mi sembra già di aver percorso un buon tratto senza cadere e davvero, ogni centimetro in più senza mollare la difficile presa è un sollievo! All’improvviso sento la risata di Joker riecheggiare nella tromba dell’ascensore ed è alquanto inquietante.

“Ragazzi, vi manca molto!? Io sono già a terra!”

Mi viene quasi da ridere, come può essere sempre così impaziente e sicuro di sé perfino in un momento come questo? Ah sì… Joker non ha nessuna paura della morte, sarà questo. Sollevo ancora una volta lo sguardo e nello stesso momento sento un grido, per la prima volta guardo giù e, combattendo contro il capogiro e la paura, vedo Duefacce afferrare al volo un polso di Crane per arrestarne la caduta e salvandogli effettivamente la vita.
Spalanco gli occhi, si è sentito fin qui lo schianto basso e secco di qualcosa che si spezza e sebbene non mi sia mai importato questo granché della loro vita, comunque è qualcosa che ti fa trattenere il fiato, evidentemente qualcuno di loro si è fratturato o slogato qualche osso ed il viso di Harvey luccica di sudore per lo sforzo compiuto fino ad ora e quello sovrumano che sta compiendo adesso; non può reggere Crane ancora per molto!

“Riafferra la corda!”

Sento Harvey dire, la voce bassa e stretta nello sforzo di sorreggere l’ex psicologo che alla fine, fortunatamente, riesce a fare come gli ha detto Harvey e stringere nuovamente la presa su una delle corde metalliche per riprendere la pericolosa discesa.
Spero che riusciranno a tenere duro ancora per un po’, in fondo non dovrebbe mancare molto alla fine di questa discesa, dovremmo essere già al terzo piano.
Quando, molti minuti dopo riusciamo finalmente a toccare terra ed uscire dal quadrato del tubo vuoto, veniamo abbagliati dai fari di un’auto.

--

“Sembrate tre boyscout… serve un passaggio?”

Dice Joker, affacciato con aria annoiata – probabilmente per la lunga attesa – dal finestrino dell’auto che ha appena rubato ma subito dopo scoppia a ridere, divertito dal nostro stato e mai come in questo momento – anche se ho provato spesso questo desiderio – ho sentito l’istinto di ammazzarlo come il cane pazzo che è. Poi vediamo come fa, senza gambe ad inseguire le macchine! Sento i denti stringersi mentre mi avvicino all’auto, la spalla destra pulsa incessantemente di dolore e, controllando a stento la rabbia, apro la portiera dal lato del guidatore, afferro questo clown per la maglietta e lo tiro giù dal fuoristrada.
Un secondo dopo sento qualcuno spingermi contro il mezzo, costringermi a voltarmi, ed afferrarmi con violenza per il pigiama bianco del manicomio. Quando apro l’unico occhio sano e vedo il volto arrabbiato di Nigma, immediatamente mi scrollo le sue mani di dosso e lo spingo lontano da me, gridandogli

“Guido io!”
“La prossima volta dillo, invece di fare il duro da quattro soldi!”

La spalla continua a pulsare dolorosamente, il che mi rende ancor più difficile trattenere gli accessi d’ira; non voglio neppure sapere se sia rotta o solamente slogata, l’unica cosa da fare ora è uscire di qui ed alla svelta, troverò il tempo per aggiustare tutto dopo, curarmi e spaccare la faccia al clown ed a questo prestigiatore del cazzo!
Non sopporto l’atteggiamento mostrato da Nigma, di correre in questo modo ad aiutare il suo compagno, non sopporto l’atteggiamento di perenne divertimento di Joker, come se per lui tutto questo fosse un gioco, come se la vita stessa lo fosse! Odio questo posto, odio questi idioti patentati, odio questo dolore incessante! Vorrei spaccare qualcosa!
Con voce certamente più alta del necessario, rispondo all’imperativo dell’Enigmista

“Te lo giuro Nigma, se posso evitarlo, non ci sarà mai più una prossima volta!”

“Ehm… noi staremmo evadendo, non potete litigare più tardi?”

Sento la voce di Crane e mi volto verso di lui, il suo tono è strano, non è solo stanco c’è qualcos’altro… forse anche lui è rimasto ferito poco fa, quando ha rischiato di cadere? Comunque, bisognerà preoccuparsi di tutto più tardi, quando saremo al sicuro, ora non abbiamo più tempo per fare nulla. Avranno sicuramente già scoperto la nostra via di fuga ormai.
Senza dire un’altra parola, monto sul fuoristrada rubato da Joker e mi sento fastidiosamente in colpa per essermi nuovamente mostrato così arrabbiato di fronte a Crane… mi irritano questi pensieri ma da un po’ di tempo a questa parte non riesco a farci nulla e di certo questo dolore incessante non aiuta!
Una volta che tutti sono a bordo metto in modo e in pochi secondi spingo questo catorcio fino a novanta. Maledette accelerazioni misere, tutto qui?!

--

Non riesco a staccarmi dal sedile, un po’ per il dolore – che mi fa venire voglia di rannicchiarmi in un angolo e urlare –, un po’ per la folle velocità con cui Duefacce sta guidando, ad ogni curva sembra che l’auto voglia ribaltarsi e Cristo, non vedo l’ora che si fermi da qualche parte! Basta velocità folli, basta inversioni a “u”, basta incidenti evitati per miracolo!
Stringo il polso sinistro contro il petto sperando non sia rotto… nel momento in cui Harvey mi ha afferrato quando stavo per cadere, ho sentito uno schiocco molto sinistro.
Mi volto a guardare l’Enigmista seduto al mio fianco e come sempre lo trovo impassibile ed inespressivo, nonostante tutto mi viene da sorridere, è tornato quello di un tempo alla fine e tutto solo grazie al ritorno di Joker.
Guardo avanti e la prima cosa che mi viene da pensare è che non è stata proprio una grande idea lasciare che Joker e Duefacce si sedessero vicini nei sedili anteriori ma grazie a Dio sono rimasti tranquilli, uno preso dalla ‘guida sportiva’ mentre l’altro sembra divertirsi come un matto a guardare che tipo di oggetti il misterioso proprietario dell’auto tenesse nel cruscotto.
Si legge chiaramente sul suo viso che è curioso su tutto ciò che può riguardare un “uomo normale”, un cittadino medio insomma, è qualcosa che Joker non riesce assolutamente a concepire del tutto.

“Oh! – esclama all’improvviso il clown – Accidenti, quest’auto è di quel simpatico infermiere!”
“Quale simpatico infermiere?”

Chiede Due Facce con voce irritata e so perfettamente cosa sta pensando.

“Questo! – esclama Joker indicando un uomo in una foto – quello delle ‘punturine’!”
“Giusto a te poteva stare simpatico un idiota simile! Ti ricordo tra l’altro che lo hai anche steso, poco fa!”
“Non era niente di personale, volevo solo che togliesse le mani da Eddie!”

Risponde Joker col tono che potrebbe benissimo assumere un bambino di cinque anni, mentre Harvey aveva come sempre usato il classico tono brusco ma l’ho sentito vagamente contrito, che sia rimasto anche lui ferito in qualche modo quando mi ha afferrato, su nell’ascensore? Improvvisamente sento qualcosa come il senso di colpa stringermi il petto e la prima cosa che mi viene in mente di dire per alleggerire la situazione, è

“Beh… nella foto stringe con un braccio la coppa di un torneo di wrestling e con l’altro una miss molto interessante e siamo seduti sul suo fuoristrada da paura. Forse è per questo che è sempre così di buon umore. Eheh.”

“Miss interessante un cavolo!” mi risponde il nostro scontroso autista e per un attimo il suo tono mi fa ammutolire. Decido di restare in silenzio e lasciar perdere ogni altro tentativo di conversazione, notando che tutti sembrano seguire subito il mio esempio.
Il silenzio dura ancora molti minuti e decido di rilassarmi un po’, poggiando la testa contro il sedile ma all’improvviso la macchina sobbalza stranamente e tutti ci voltiamo indietro per vedere cosa fosse successo; la prima cosa che mi viene in mente è “oh, cazzo!”.
Dietro di noi infatti c’è proprio il carro armato di Barman e noi abbiamo a malapena qualche pistola ed un paio di taser per difenderci, il che non va bene per niente.
Possibilità di sfuggire a quel veicolo zero, quindi non biasimo affatto Harvey, quando schiaccia il freno nel bel mezzo di un ponte e grida
“Tutti fuori, adesso!”

Immediatamente obbediamo, gettandoci letteralmente fuori dall’auto ben sapendo però di essere decisamente in svantaggio rispetto all’uomo pipistrello – certo, chi si sarebbe aspettato che Batman ci avrebbe intercettati così in fretta? – il che significa che le nostre possibilità di fuggire sono molto vicina allo zero… io non ho il mio gas, Nigma non ha il suo scettro e Joker è sprovvisto di qualsivoglia lame.
Quando l’uomo pipistrello scende dalla sua bat mobile, mio malgrado mi ritrovo immediatamente molto più interessato alle reazioni emotive dei presenti piuttosto che alla lotta imminente: Joker sembra apparentemente tranquillo come se non fossero neppure affari suoi, sta in piedi al centro della strada osservando la drammatica uscita di  Batman dal suo veicolo ma non sembra preso da nessun turbamento interiore.
L’Enigmista al contrario, sembra molto arrabbiato e continua a fissare il vigilante con uno sguardo che sembra volerlo incenerire mentre invece l’uomo in armatura, nonostante tutto, sembra non riuscire a fare a meno di fissare Joker.

Sento qualcosa stirarsi dentro di me e per un po’ non ho neppure sentito il dolore al polso, tanto ero preso dalla mia osservazione; quando porto infine lo sguardo su Duefacce, mi stupisco di vedere che invece, sta guardando me e sento i miei occhi allargarsi un po’ a questa realizzazione, come se finalmente qualcosa, il pezzo mancante di un puzzle, fosse finalmente arrivato ad incastrarsi al posto giusto e sento il petto stringersi e la voglia insensata di correre il più lontano possibile da lui.

Improvvisamente inizia a piovere.

--

So che non posso assolutamente permettermi di restare qui immobile a fissare Joker ancora per molto ma sembra essere più forte di me; per quanto ordini al mio corpo di muoversi ed alla mia mente di farsi venire un’idea, tutto è inutile: ritrovarmelo davanti così presto, nonostante me lo aspettassi, ha riportato a galla tutto il periodo passato con lui, come se fossi stato travolto da un’ondata inarrestabile… sento il petto e lo stomaco attanagliati da mille brutte sensazioni.
Sembra allo stesso tempo impossibile ed inevitabile il non poterlo più tenere stretto a me, vorrei disperatamente sapere cosa gli sta passando in testa in questo momento, a cosa sta pensando.
Vorrei sapere se le stesse cose che sono nella mia mente ora, stanno passando anche nella sua o se non ha fatto fatica ad abbandonarmi ed andare avanti – o tornare indietro, a seconda di come uno voglia vedere la situazione.
Vengo risvegliato all’improvviso dall’alto rimbombo di uno sparo e da un dolore all’altezza del fianco, paragonabile ad un forte pizzico e quando alzo lo sguardo vedo Nigma, il viso contratto dalla furia e la pistola tesa davanti a sé.

“Allora che ne dici? Ci diamo un taglio oppure no?”
“Un taglio? Arrendetevi, non avete scelta.”

Mi limito a dire ed è la verità. Sì, loro sono in quattro ma è un vantaggio numerico irrisorio, visto e considerato il fatto che posseggono solamente qualche pistola e che comunque, questo tipo di armi non ha mai sortito alcun effetto contro di me.
All’improvviso però, attutito dalla pioggia ma portato dal vento, sento la risata di Joker viaggiare fino a me, risuonando alta e spaventosa ma lontana, irraggiungibile e questo suono è doloroso, la sua voce lo è, tutto il suo essere mi fa stare male in questo momento.

“Credo che Batsy abbia ragione.”

Ammette imprevedibilmente e per un folle attimo mi sono anche illuso, sperando che i quattro criminali avrebbero deciso davvero di arrendersi ma accantono immediatamente questo pensiero, non sono certamente tipi da fare una cosa del genere, Joker meno di tutti ed infatti và avanti a parlare, rivolgendosi stavolta solo a Nigma ed io neppure riesco a capire le sue parole a questa distanza.
Vedo a stento le labbra di Joker muoversi e gli occhi dell’Enigmista spalancarsi oltre ogni limite prima che, nel giro di un secondo, il clown gli desse una spinta spedendolo oltre il parapetto, per poi saltare egli stesso su questo e solo in ora  inizio a muovermi, ma troppo tardi.
Gli grido di fermarsi, di non gettarsi nel fiume a meno di voler andare incontro a morte certa.

“Sei pazzo! Non sopravvivrai neppure alla caduta, da qui!”

Dico stupidamente e certo, quando mai Joker ha dato retta a quello che dico? Questa non sarà certo una di quelle rare occasioni. Lo vedo voltarsi improvvisamente, nel bel mezzo dell’azione, come se non avesse previsto di fermarsi per dire nulla ma lo fa, bloccato da qualcosa che evidentemente gli ho detto e vedo un sorriso allargarsi sul suo volto mentre si volta a guardarmi.

“Sarà la fine a dire chi è il pazzo tra noi due, Batsy!”

Dice per poi soffiare un bacio nella mia direzione e  lasciarsi cadere all’indietro, un’ultima risata ad accompagnare la lunga caduta e poi il silenzio, disturbato solo dai rumori del temporale. Con uno scatto mi lancio in avanti, già pronto ad usare una delle mie corde per riprenderlo al volo, in fondo lo avevo già fatto una volta, potevo salvarlo ancora ma quando arrivo al parapetto, già non vedo più nessuno, solo le correnti scure e minacciose del fiume in piena.
Credevo davvero che ci sarei riuscito, che come sempre Batman avrebbe avuto successo dove Bruce Wayne aveva fallito, invece ho lasciato che tutto mi scivolasse tra le mani per l’ennesima volta.
Non sono riuscito a tenere Joker con me, né a catturarlo e tanto meno a salvarlo; non mi sono mai sentito così debole e vuoto prima d’ora, così irrimediabilmente sconfitto.
Ma non posso lasciarmi prendere dallo sconforto proprio adesso, quanti secondi ho lasciato passare? Due? Tre? Sono ugualmente troppi, mi volto immediatamente verso i due criminali rimasti per non vedere altro che il parapetto opposto vuoto, si sono gettati anche loro ed a causa del temporale non ho sentito neppure i tonfi dell’acqua.

Questa non sarà la loro fine, devo convincermene, non possono morire tutti e quattro in questo modo, sotto i miei occhi. Scatto di nuovo in corsa, anche io mi getto per cadere però sulla riva con l’intenzione di cercarli tutti finché non li avessi trovati uno per uno.
Mi torna in mente Joker, nel momento in cui lo avevo appena tirato fuori dalla vasca dove Nigma lo aveva rinchiuso e questo mi provoca sentimenti contrastanti.
Vorrei salvarlo di nuovo ma allo stesso tempo non vorrei mai più passare attraverso un calvario simile, con la paura, la disperazione, la sensazione di impotenza… continuo a correre, la visuale notturna e quella termica attivate, sebbene quest’ultima serva a ben poco, visto che ormai saranno tutti congelati dalla temperatura del fiume.
Capisco che forse non mi rassegnerò mai al fatto di aver perso Joker, anche se la storia si ripetesse ora, anche se gli salvassi nuovamente la vita, nulla tornerebbe come prima e tutto questo continua a sembrarmi impossibile ed inevitabile, ma non importa perché io sono Batman.
E l’unica cosa che devo fare ora è continuare a correre e tentare di salvarli, perché solo io ne sono in grado.

E poi, cos’altro potrei fare?

--

“Sai nuotare, vero Eddie?”

Sento Joker dire queste parole e non riesco a fare a meno di fissarlo con l’occhio sgranato, non può sul serio stare pensando ciò che credo di aver indovinato, ma alla fine non rimango stupito più di tanto quando lo vedo spingere un Nigma a dir poco basito nel fiume, senza neppure dargli l’opportunità di dissentire da quell’assurda decisione.
Dopo aver assistito a ciò, sento la mia mente lavorare dieci volte più veloce, faccio un rapido calcolo delle possibilità e giungo velocemente a questa conclusione: se restiamo qui, Batman ci riporterà ad Arkham ancor prima di poter dire ‘Bat-sfigato!’, se invece ci gettiamo rischiamo la vita.

“Sei pazzo! Non sopravvivrai neppure alla caduta da qui!”

Sento Batman gridare ma non ci faccio praticamente caso, non sarà certo un fiume la causa della nostra morte e Joker lo sa, come lo so anche io e come sicuramente Nigma starà tentando di convincersi con tutte le sue forze in questo preciso momento.
La soluzione sarebbe tuttavia ovvia, non varrebbe la pena di rischiare la vita per un’evasione ripetibile in qualsiasi momento però so con sicurezza che allo stato attuale, se Batman ci riportasse al manicomio appena pochissimo tempo dopo la nostra evasione, io e Crane finiremmo col non rivederci probabilmente mai più, per via della sicurezza impenetrabile che ci circonderebbe, impedendoci di entrare in contatto l’uno con l’altro o di mettere il becco fuori dal manicomio ancora per molto, molto tempo e certamente non potremmo mai più farlo insieme.
Questa prospettiva stranamente mi attanaglia le viscere, provocandomi anche più dolore della spalla.

“Sarà la fine a dire chi è il pazzo tra noi due!”

Sento la voce di Joker dire questo e mi volto di scatto verso Crane, chiamandolo per nome per la prima volta da quando ci conosciamo; so che questo basta, che non devo dire un’altra parola per fargli capire ciò che intendo fare… ci guardiamo negli occhi per un lunghissimo istante e vedo il suo viso pallido esattamente come prima di decidere di calarsi per l’ascensore.
Scuote violentemente la testa ma non riesce a parlare sebbene ci provi, sembra in evidente stato di shock o per lo meno lì lì per entrarci ma non ho tempo di aspettare che si sblocchi, quindi lo afferro con forza per un braccio e  sento immediatamente che tenta di divincolarsi con tutte le sue energie.
Prima che Batman sposti nuovamente l’attenzione su di noi subito lo afferro per la vita, sollevandolo da terra col braccio buono, non pesa un niente.

“Fidati di me.”

Dico semplicemente prima di saltare oltre la recinzione e la caduta dura qualche secondo.
Crane non emette un solo grido, l’impatto con l’acqua è tremendo ma riesco a mantenere la presa su di lui nonostante la spalla stia invocando pietà; mi ritrovo a lottare contro il gelo improvviso, lo sbalzo di temperatura mi provoca un dolore inenarrabile che mi invade tutto il corpo dentro e fuori.
Riesco solo dopo qualche secondo a riportarci entrambi in superficie ma nonostante non fossimo più sommersi non riesco ancora a respirare, sembra che i polmoni siano stati trafitti da mille aghi ed a fatica riesco a trarre un respiro abbastanza profondo da farmi riprendere.
La corrente è fortissima, a malapena riesco a restare a galla col peso di Crane a farmi da zavorra e non posso di certo pensare di riuscire a nuotare in queste condizioni eppure, l’unica frase che mi si presenta alla mente è

Non posso lasciarlo. Non posso permettere che muoia dopo che sono stato proprio io a portarlo giù con me!

Il che non mi lascia altre alternative: dobbiamo salvarci entrambi o per lo meno devo riuscire ad assicurarmi che lui ne esca vivo, non posso sopportare di mancare ad una parola data.

Fidati di me.

A tratti veniamo sommersi dalle rapidi e Cristo non ci sto capendo più nulla… non so dove le rapide ci sta trascinando, ne da quanto tempo ne per quanto ancora potremo resistere.
Sento una corrente particolarmente forte tentare di dividerci, di spingerci lontani l’uno dall’altro ma io non lo lascio andare, la mia presa si rafforza e nonostante il dolore alla spalla, inizio a trattenerlo ancor più saldamente.
La situazione sta peggiorando ogni secondo ma non mi sfiora neppure per un attimo l’idea che potremmo non farcela, neppure quando veniamo nuovamente sommersi ed a fatica riesco a tornare a galla ancora una volta.
Ancora una volta sento l’acqua sommergerci e stavolta le rapidi mi impediscono di risalire; se solo riuscissi a trovare un appiglio, qualsiasi cosa! Sento la presa su Crane iniziare a cedere ma non posso permettere che muoia, non posso pensare di mancare alla mia promessa.
Da parte sua non è uscito neppure un grido ne un lamento ed inizio a temere che sia entrato davvero in stato di shock o peggio ma non è il momento di avere paura, devo essere forte per lui e per me, voglio essere in grado di salvarlo, come non ho saputo fare a suo tempo con Rachel.

Non importa, Harvey… non importa…

Fidati di me.


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Capitolo 20
*** Breaking the habit; rompendo l'abitudine. ***


Per Boopsie: Ciao! ^^ Come sempre sei la prima a recensire i miei capitoli, quindi sei la prima a cui rispondo ogni volta *_*!  Rieccomi tornata, finalmente! Mi sono divertita tantissimo a scrivere il capitolo precedente, ho immaginato davvero lo stupore di Eddie e la sua faccia buffissima quando si è trovato "acciuffato" dall'infermiere xD! Comunque la "bisboccia con strani atterzzi elettrici" mi ha fatta morire dal ridere! Ora ti lascio al nuovo capitolo, scusa se la risposta è corta stavolta, sono indaffaratissima da un po', è un miracolo che ho postato, addirittura ç_ç! Ti saluto con un abbraccio! ODDIO QUESTO E' IL FINALEEEEEE ç_ç! Spero ti piaccia, alla prossima *_*!

Per Sychophantwhore: Ciao! ^^ Innanzitutto scusa se non ho risposto alla tua mail, è un periodo tremendo, mettici pure che ora mi sono messa in testa di tenrare l'ingresso alla facoltà di medicina senza conoscere nulla di fisica, matematica e chimica... me illusa, accidenti che perdo tempo a studiare, sapendo di non farcela xD! Meglio provare comunque, no? Sono contenta ch eil precedente capitolo ti sia piaciuto, anche per me è stato bellissimo scriverlo per molti, molti motivi! Allora... la curiosità per le "persone normali" non la intendevo come pensi, so bene che lui conosce gli uomini, io parlavo solo dell'aspetto quotidiano delle loro vite, come "Che tipo di cose tengono nel portaoggetti? Che faranno nel tempo libero?" ^^. L'analisi che hai fatto al Joker, cioè che lui ha sempre tutto in controllo, specialmente nei confronti di coloro abituati a controllare o a non perderlo mai...! Sono sempre coloro che non hanno controllo a controllare, insomma ù_ù. La recensione non ha riportato le parole inserite tra le virgolette! So no rimasta ad "ho riso sul..." ç_ç. Ora ti devo lasciare, scusa se la risposta è così breve! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima! xD

Per Mhcm:
Ciao! ^^ Ti ringrazio del commento, ed eccoci arrivati al finale della storia... xD! Sono contenta che ti piaccia e che tu l'abbia seguita fino a qui, non perdere il seguito!! Un abbraccio alla prossima!

Per Ladyblack: Ciao! ^^Sono contenta che  questi ultimi capitoli ti siano piaciuti ed alla fine siamo arrivati... beh, "alla fine" xD! Sono felice anche del fatto che dici di adorare Crane ed il suo rapporto con Harvey perché al momento sono anche i miei personaggi perferiti, intendo nel contesto della storia, almeno *_*! Se finiranno insieme o sopravviveranno non te lo anticipo, ti lascio al capitolo finale ed avverto anche te che ci sarà un seguito presto o tardi ^^! Perciò se ti va, tieni d'occhio la situazione, un abbraccio alla prossima!

Per Ilaria1993: xD Insisti col dire ed hai ragione, ormai è chiaro *_*!  Sono contenta che ti sia piaciuto anche il capitolo precedente, questo sarà il gran finale e mi raccomando, se vuoi tieni gli occhi aperti perché sto progettando un seguito spettacolare (a mio parere almeno ;)! ). Un abbraccio, alla prossima!




AVVISO IMPORTANTE!! Questo è, come avete immaginato, il capitolo finale perciò approfitto per dirvi che stavo pensando ad una parte aggiuntiva (sotto suggerimento di qualcuno) in cui inserire una specie di "intervista" ai personaggi, perciò fatemi sapere nei commenti cosa ne pensate  ma soprattutto Che domande vorreste porre loro, perché saranno proprio le vostre richieste che scriverò ed arrangerò. Giuro che non sarà una minchiata! Un'ultima cosa, in questo capitolo è presente una scena Nc-17, chiunque non voglia leggerla è avverito e può saltarla tranquillamente. ^^
E... tenete gli occhi aperti per il seguito che inizierò a postare in Agosto, dopo il quindici.

 Buona lettura e grazie a tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a qui.
Un abbraccio,

XxX.SilverLexxy.XxX





Capitolo 20: Breaking the Habit; rompendo l'abitudine.

Avanzo con passo malfermo lungo i corridoi di un ospedale che non riconosco, sarebbe tutto buio se non fosse per le abbaglianti luci che fuoriescono dalle molte stanze aperte alla mia sinistra, ma nonostante questa intensità solo un piccolo trapezio davanti ogni porta spicca bianco nel bel mezzo delle tenebre che continuano ad avvolgermi.
Pensavo di aver superato ormai da tempo la mia paura del buio; nonostante il mio unico desiderio è quello di fuggire non ho nessun posto dove andare, non ricordo neppure da dove sono entrato ed ho paura.
Vorrei fermarmi e rannicchiarmi contro il muro, restare lì ad aspettare – non so neppure io che cosa –, forse per sempre, non mi interesserebbe ma sarei alla mercé di qualsiasi cosa si celi nell’ombra ed ho paura.
Odio me stesso per la mia debolezza e continuo a camminare, vado avanti lentamente, seguendo con la mano il muro alla mia destra finché finalmente non arrivo in un luogo differente – ma non è ancora ciò per cui ero venuto qui – e mi ritrovo in una sala d’aspetto appena meno buia del corridoio ed ho paura.
Vedo qualcuno davanti a me, riconosco Joker che mi sta sorridendo e mi dirigo svelto verso di lui anche se già so perché si trova qui; è lo stesso motivo per cui ci sono anch’io.
Sembra un po’ malinconico ma mi abbraccia stretto, emettendo un mezzo grido di giubilo, contento di avermi incontrato.

“So che dovrei andare ma non mi và… tu vai subito?”

Mi chiede mentre mi lascia andare ed io vorrei dirgli che no, preferirei aspettare lui perché ho paura a proseguire da solo ma mi limito a scuotere la testa, manifestando la mia risposta negativa e lo vedo propormi ancora un altro sorriso, stavolta più allegro si prima.
Sento che mi afferra per un braccio e si fa strada  attraverso le tenebre, lo seguo a passo svelto, andando avanti con più sicurezza, visto che ora non sono più solo; Joker non ha paura, può sconfiggere qualsiasi cosa, finché è al mio fianco, andrà tutto bene.
Percorriamo quella che ora riconosco come la sala d’aspetto della struttura ospedaliera e dopo aver varcato una porta ci ritroviamo nella stanza dove i dottori vanno a riposarsi durante i doppi turni.
Continua ad essere buio ma troviamo subito uno dei letti a castello e ci sediamo lì, restando in silenzio per un po’, finché non sento la voce di Joker rompere il silenzio.

“Sai, ancora non capisco come sia successo.”
“Nemmeno io. Mi dispiace molto che sia andata così.”

All’improvviso mi torna alla mente il ricordo della nostra lite, ci eravamo allontanati bruscamente perché avevo rimproverato a Joker di aver tradito la mia fiducia ma non riesco tanto bene a ricordarne il motivo esatto ma vedo che il clown è pentito quindi – nonostante sia strano da parte mia – abbandono il pensiero, convinto che in fondo, va bene anche così.
Di nuovo lo vedo sorridere, stavolta vagamente soddisfatto e sento la sua mano sulla mia spalla, mi da una pacca amichevole e la lascia lì per qualche secondo; apro la bocca per parlare ma non faccio in tempo a dire nulla che un rumore improvviso fende l’aria, alto ed acuto e tutto si inonda di luce.

Memories consume
(I ricordi consumano)
Like opening the wound
(è come aprire una ferita)
I’m picking me apart again
(Mi sto sezionando ancora)
You all assume
(Tu dai tutto per scontato)
I’m safe here in my room
(Sono salvo qui nella mia stanza)
– unless I try to start again. –
(A meno che non tenti di ricominciare.)

Ora davanti a me vedo solo un soffitto di legno scuro leggermente rovinato ed in un gesto automatico ed infastidito vado a spegnere la sveglia sul comodino al mio fianco domandandomi per l’ennesima volta perché diavolo continuo ad azionarla prima di andare a letto, in fondo non è che debba sbrigare chissà che faccende nella giornata, anzi per dirla tutta non ho davvero nulla da fare tutto il giorno.
Sospiro rigirandomi tra le coperte, ripenso al sogno appena fatto, assurdo ovviamente, come tutti gli altri che sono venuti a tormentarmi ogni notte da quando…
rinuncio a restare a letto, mi alzo di scatto e per un momento resto stordito, non ho mai recuperato del tutto la salute da quando…
per un attimo provo la tentazione di spaccare qualcosa ma mi trattengo e vado ad aprire l’armadio in cerca di vestiti puliti, avevo già fatto la doccia la sera prima e se per caso finissi di nuovo l’acqua calda, sarebbe la volta buona che il proprietario di questo misero alberghetto mi sbatte fuori a calci.
Una volta vestito esco dalla stanza, sono appena le sei del mattino; a volte mi chiedo perché mi ostini a restare qui, l’oriente non mi ha mai attirato più di tanto ma quando sono arrivato, più o meno nove mesi fa, col solo intento di procurarmi i fiori blu per rimpinguare le scorte del mio gas, non ho poi più avuto voglia di spostarmi.
Ripenso a Gotham City, alle sue comodità, al clima molto più caldo, ai maggiori intrattenimenti ma non voglio tornare lì, no, non dopo…

I don’t want to be the one
(Non voglio essere quello)
The battles always choose
(Che le battaglie scelgono sempre)
‘cause inside I realize
(Perchè dentro di me capisco)
That I’m the one confused.
(Che sono io quello confuso.)

Caff-fai?”

Alzo lo sguardo e vedo, come tutte le mattine, il figlio cieco del proprietario di questo buco che puntualmente riconosce i miei passi e si diverte a chiedermi cosa faccio, sebbene credo gli piaccia semplicemente il suono delle parole, che non riesce mai a pronunciare correttamente.

“E tu? Che fai?”

Gli chiedo di rimando prima di proseguire e la sua risata argentina mi accompagna per un po’, passo per un attimo vicino ai tavoli della piccola sala da pranzo ma scarto subito l’idea di fare colazione, non ho nessuna voglia di mangiare.
Mi dirigo verso l’uscita ed una volta fuori non mi meraviglio di vedere già tutti gli abitanti di questo villaggio dimenticato da Dio ben svegli ed occupati; sono tutti mattinieri, fanno lavori semplici ed a volte mi domando come possano essere felici vivendo così, compiendo ogni santo giorno le stesse misere azioni pur sapendo che non avranno mai il minimo peso sul mondo.
Alzo lo sguardo verso il cielo, vedo il sole ancora pallido ma ben definito; in fondo chi sono io per poter dire questo di loro? Non sto anch’io vivendo una vita misera? Lascio andare un sospiro irritato ed auto denigratorio prima di voltarmi e camminare lungo le stradine disordinate e strette del villaggio, diretto al mercato – non è che ci sia molto altro qui – ed una volta arrivato non so che fare.

Clutching my cure
(Aggrappandomi alla mia cura)
I tightly lock the door
(Chiudo saldamente la porta)
I try to catch my breath again
(Provo a riprendere fiato)
I hurt much more
(Fa molto più male)
Than anytime before
(Di qualsiasi altra volta prima)
I had no options left again
(Di nuovo non mi erano rimaste altre possibilità.)

Da quando sono qui non faccio che evitare me stesso, i miei pensieri, ma più li scaccio, più questi ritornano, ricorrenti e devastanti; continuo a rivivere quella notte, è passato quasi un anno ma sembra allo stesso tempo molto di più e molto di meno. In quel periodo eravamo alle porte di Agosto ma lentamente – no, forse troppo in fretta – è tornata l’Estate, ancora una volta siamo in Giugno e qui è più difficile distinguere le stagioni.
Sono passati, confusi e dolorosi, undici mesi dall’ultima volta che li ho visti prima di saltare nel fiume e – non so se dire ‘per fortuna’ o meno – non ho un ricordo molto nitido dei fatti di quella sera, la mia memoria offuscata dalla delirante febbre che ha seguito il famoso tuffo.
Ricordo… Batman davanti a noi, che avevamo solo qualche pistola – e comunque questo tipo di armi non ha mai sortito alcun effetto sul vigilante – poi la voce di Joker, la sua risata.

Sai nuotare, Eddie?

Lì è cominciato il panico, non sapevo più dove guardare, cosa fare, non riuscivo praticamente a muovermi, la pioggia cadeva, era notte, mi sentivo come solo in cima ad uno scoglio con l’immensa distesa del mare tutta intorno a me ed io non so nemmeno nuotare.

Sarà la fine a dire chi è il pazzo tra noi due, Batsy!

Jonathan?

La voce di Harvey, per la prima volta aveva usato il mio nome di battesimo e questo mi fece paura, ancor prima di guardarlo conoscevo i suoi pensieri ed improvvisamente iniziai a tremare. Sollevai lo sguardo ma non riuscivo a costringere neanche una sillaba a lasciare la mia bocca, ero incapace di parlare, di pensare, di fare qualsiasi cosa.
Poi la presa di Harvey sul mio braccio, tentava di trascinarmi ma io mi ribellai con tutte le mie forze, lo sapevo, sarei morto se mi fossi tuffato in quel fiume e Duefacce era un pazzo a pensare una cosa del genere e poi…

Fidati di me.

Le parole che in assoluto mai avrei pensato di sentir pronunciare proprio da Harvey. Il suo tono lo ricordo benissimo, era perentorio, sicuro e da lì il black out è quasi completo, eccetto per la sensazione della caduta, il gelo dell’acqua così improvviso e doloroso, poi la corrente e la paura del momento – ero convintissimo che sarebbe arrivato – in cui Harvey avrebbe mollato la presa, ma lui non lo ha mai fatto, non mi ha mai lasciato andare.

Attaccati, Crane! Reggiti forte!

Mi aveva urlato nelle orecchie, io feci come mi diceva, mi sono retto forte non ricordo neppure a cosa, poi ho allungato la mano per cercare di afferrare Harvey, di aiutarlo ma non ne sono stato capace. Dopo quanto tempo mi sono mosso di lì? Per quanto tempo ho urlato il nome di Duefacce senza avere risposta? Poi un passo dopo l’altro in mezzo al nulla, mi veniva da piangere ed avevo freddo, ricordo solo di aver camminato a lungo ed essermi risvegliato nel letto di un mio ex scagnozzo dei tempi in cui lavoravo per Ra’s.
Avevo un polso spezzato e lui mi aveva medicato alla meglio ma non ho aspettato di riprendermi, in poche settimane mi sono rimesso in piedi ed ho cercato di rintracciare almeno uno di loro, di scoprire se fossero sopravvissuti ma non ho mai avuto notizie. Tre settimane dopo prenotai  un volo privato per l’oriente diretto in questo posto, dal quale poi non mi sono più spostato.
Era parecchio tempo che non mi permettevo più di pensare a loro, fa così male… mi torna alla mente il viso di Joker, deturpato in un eterno sorriso e quel bagliore di passioni sconfinate negli occhi… il ghigno strafottente di Nigma che in ogni occasione mostrava quanto narcisista e borioso fosse in realtà. Ma soprattutto fa male pensare ad Harvey, alla sua risata, al sarcasmo emanato da tutto il suo essere, al suo favoloso senso pratico, la rabbia che non riusciva mai a controllare… era passione anche quella.

I don’t know what’s worth fighting for
(Non so per cosa vale la pena di combattere)
Or why I have to scream
(O perchè ho bisogno di gridare)
I don’t know why I instigate
(Non so perché istigo)
And say what I don’t mean
(E dico ciò che non intendevo)
I don’t know how I got this way
(Non so come sono diventato così)
I know it’s not alright
(So che non va bene)
So I’m breaking the habit
(Perciò sto rompendo l’abitudine)
Tonight.
(Stasera.)

Mi appoggio contro il muro di una casa per qualche attimo, da un po’ di tempo a questa parte mi stanco troppo facilmente… chiudo gli occhi, poggiando la testa alla parete dietro di me e stavolta non riesco a bloccare i pensieri, mi torna in mente il viso di Harvey, tutte le cose che mi ha detto durante i pochi mesi passati ad Arkham.
Era sempre stato tutto davanti ai miei occhi, Duefacce non mi ha mai mentito e sarebbe bastato così poco, quel minimo di coraggio in più da parte mia per esaudire la sua unica richiesta di non avere paura di lui o di ciò che provavo. Non mi ha mai costretto a rivelare me stesso, ad accelerare i miei processi logici per ottenere le risposte che cercava da me; ha steso tutto ciò che aveva e che provava ai miei piedi ma io continuavo a guardare per aria spaventato da ciò che avrei visto se davvero avessi permesso a me stesso di pensare, anche solo per un attimo, a noi due.

I’ll paint it on the walls
(Lo disegnerò sui muri)
‘cause I’m the one at fault
(Perché sono io quello nel torto)
I’ll never fight again
(Non combatterò mai più)
And that’s how it ends.
(Ed è così che finisce.)

Mi sento invaso dal senso di colpa, dai rimpianti e dai rimorsi. In fondo è stata tutta colpa mia, se non fossi così irrimediabilmente debole non avrei avuto bisogno del suo aiuto, delle sue promesse, del suo sacrificio e mi dispiace di aver sempre ignorato le cose che avrebbe voluto dirmi, di non essere stato in grado di credergli.
Mi sposto dal muro e torno a percorrere le strade ingombre di bancarelle sudice, improvvisamente sento qualcosa urtarmi la schiena, mi sbilancio leggermente in avanti e quando alzo lo sguardo vedo un ragazzino sui sette anni correre a più non posso tra la folla. Strano. Però… controllo velocemente le tasche e sì, quella miniatura di un essere umano mi ha rubato il portafoglio. Sbuffo e, anche se non ne ho la minima voglia, tento di raggiungere il ladruncolo, che ora stringe tra le mani tutti i liquidi che possiedo. Continuo a correre ma presto sento la debolezza assalirmi, non curarmi mai completamente mi ha lasciato molto cagionevole ma non devo pensarci adesso, devo correre e basta!

Giusto! Fai bene ad accettarti come sei, devi rimare sempre piccolo, goffo, nevrotico e piatto!

Stringo i denti, abbasso lo sguardo e lentamente mi fermo, improvvisamente sembra non valerne più la pena e mentre tento di riprendere fiato alzo la testa, sbuffo ed apro gli occhi a guardare il cielo azzurro sopra di me. Riprendo a camminare lentamente quando sento una voce acuta gridare con un inglese evidentemente povero, alzo gli occhi e vedo il piccolo ladro immobilizzato nella presa di uno strano tipo.

Lascia me! Lascia me!

Urlava, agitandosi nel tentativo di liberarsi dell’adulto che però sembrava irremovibile; vedo l’uomo piegarsi per arrivare a guardare il bambino negli occhi e sento che sta parlando inglese molto migliore della media del luogo, forse era americano come me anche se dal suo modo di vestire non lo avrei mai detto.

“Non lo sai che se inizi a rubare già alla tua età finisci male? Forza, dammi quel portafoglio!”

E così dicendo sottrae quello che altrimenti il piccolo avrebbe ritenuto il miglior bottino della sua misera vita. Io resto fermo dove sono, non riesco a dare nessuna espressione al mio viso mentre osservo le apparenze di questo individuo: alto, forse muscoloso sotto quegli abiti eccentrici, spalle larghe, aveva una tunica sopra gli abiti, vedevo spuntare un paio di pantaloni scuri di una stoffa che di sicuro non aveva acquistato qui, un copricapo di feltro a coprire testa e spalle; non è un abbigliamento insolito da queste parti, sono in molti a scendere dalle montagne fino a qui, col viso coperto a proteggersi dal freddo e dai riflessi del Sole sulla neve.
Vedo che il bambino resta bloccato per qualche secondo anche dopo che lo straniero ha lasciato andare la presa, poco dopo sento il ladruncolo riprendersi dallo stupore e gridare qualcosa nella sua lingua mentre fugge ancor più velocemente che dopo avermi derubato. Continuo a non muovermi dal mio posto, seguo il ragazzino con lo sguardo e quando torno ad osservare l’uomo, vedo che sta venendo verso di me e poi allunga una mano a porgermi ciò che mi era stato tolto.

“Ah.. la ringrazio.”

Dico in tono educato ed un vago sorriso, non lo guardo negli occhi, sarebbe inutile visto che sono coperti dagli occhiali scuri. Prendo ciò che è mio e lo rimetto a posto in tasca; faccio per andarmene ma prima di voltarmi mi rendo conto che non c’è nessun motivo per essere maleducato con un mio connazionale, per giunta così gentile da aiutarmi.

“Mi scusi. Posso sdebitarmi in qualche modo?”
“Sì. Stando più attento.”

Mi risponde con un tono a metà tra l’irritato ed il divertito e sento il fastidio montarmi dentro; avevo giudicato quest’uomo troppo presto sembrerebbe. Non capisco, a che pro aiutarmi se poi ha dovuto parlare in questo modo? Sento le sopracciglia aggrottarsi istintivamente.

“Capisco. La ringrazio.” Concludo qui la discussione e mi volto, dandogli le spalle con l’intento di andarmene per la mia strada, quando sento nuovamente la sua voce trattenermi

 “Beh, cos’è questo tono? Niente gratitudine? Questo caratteraccio non ti porterà da nessuna parte.”

Sentito il suo rimprovero, mi sembra di poter avvertire il sangue scorrere sempre più veloce nelle vene del mio cervello a causa della rabbia, era da tempo che non mi sentivo così irritato per qualcosa e davvero, chi si credeva di essere questo energumeno, questo malefico denigratore per sentirsi in diritto di fare la predica a me senza neppure conoscermi e dandomi anche del tu, per giunta!? Di nuovo mi volto a guardarlo, tentando di nascondere i tremiti di collera.

“Scusi sa, ma non ho bisogno delle opinioni di uno come lei.”
“Uno come me?” Chiede, vagamente confuso.
“Sì. Un maleducato.”

Rispondo con voce fredda e per qualche secondo sento il suo sguardo fisso su di me, finché il suono basso della sua risata inizia a riempire l’aria, qualcosa inizia a stirarsi dentro di me quando noto le sue spalle sobbalzare, scosse dal divertimento; improvvisamente è come se qualcosa mi fosse entrata nello stomaco ed ora si stesse espandendo ad ondate in tutto il resto del corpo.

“A parte quell’aria da resuscitato dalla tomba sei sempre lo stesso, Crane. Goffo, nevrotico e piatto.”

Non riesco a pensare a nulla, sento il tremore aumentare e lentamente torno ad avvicinarmi a quest’uomo. Mi sto sbagliando, non può essere. Quando gli sono davanti, lentamente sollevo le mani fino al suo viso e lui non si scansa, mi lascia fare mentre con le dita stringo gli angoli degli occhiali scuri e li sfilo dal suo viso per guardare cosa nascondono. Trattengo il respiro, per qualche secondo non faccio che boccheggiare, finché finalmente costringo il fiato ad uscire dalla mia bocca

“Harvey!”

Vedo la piccola parte del suo viso ora scoperta contrarsi leggermente e sono sicuro che sta sorridendo dietro il velo. Senza che neppure io me ne rendessi conto, con uno slancio mi ritrovo a stringerlo con tutta la forza che ho, lo sento teso, meravigliato per la mia improvvisa dimostrazione di affetto ma dopo qualche secondo si scioglie, circonda con le braccia la mia schiena mentre con una mano mi stringe una spalla. Sembra volersi trattenere, non mi stringe forte come faccio io.

“Io pensavo fossi morto! Vi credevo tutti morti…!”
“Non era mica la prima volta che faccio un bagno fuori programma per colpa tua.”

Dice, riferendosi all’incidente del ponte mobile, quando Nigma ha manomesso il meccanismo per far precipitare in acqua la sua auto; io sento il viso improvvisamente caldo, anche in quell’occasione era stata colpa mia e non ho intenzione di sollevare il viso adesso, mostrando a Duefacce la mia reazione. Non mi viene in mente altro da dire, sono semplicemente senza parole e dopo un po’ sento di nuovo la sua voce.

“Ormai si è capito, l’acqua non mi ammazza.”

Lentamente lo lascio andare, sciogliendo il mio abbraccio e sento la sua mano sfiorare la mia mentre si riprende gli occhiali scuri, li infila nuovamente a coprire il suo viso sfigurato. Ancora non so cosa dire, continuo a fissarlo con un’aria probabilmente stupidissima ed ancora una volta è lui ad andare avanti.

“Edward e Joker stanno bene, sono spariti per un po’. Si sono stabiliti a Bludhaven e credo usino ancora la scusa del recuperare il tempo perduto per stare tutto il giorno a letto a sollazzarsi. Dopo dieci mesi direi che più che ‘recuperato’, abbiano ‘fatto scorta’. Tu, piuttosto… non avevi detto che avresti potuto benissimo trovarmi una volta fuori da Arkham? Non si può proprio fare affidamento su di te, eh!”

Quando sento le sue ultime parole è come se qualcuno mi avesse gettato un gavettone gelido sul petto, resto immobile a fissare Harvey ed inizio a sentire gli occhi inumidirsi ma non ho intenzione di versare una sola lacrima di fronte a Duefacce.

“Imbranato. – dice e lo sento ridere di nuovo ma il suo tono non sembrava volermi schernire, sembrava più il suo modo di dirmi sei fatto così, che vuoi farci? – Raccatta i tuoi stracci, torniamo a Gotham.”

I miei stracci? Per la prima volta dopo moltissimo tempo, sento che mi viene da ridere.

--

È passato quasi un anno dall’evasione da Arkham… ancora adesso non riesco a riderci su, sono stati momenti davvero critici per tutti immagino; lì per lì, dopo essere stato spinto giù dal ponte non sono riuscito a preoccuparmi di nulla tranne di restare in vita. Grazie a Dio riesco a nuotare davvero bene e non appena sulla terra ferma, ho cercato Joker senza scorgerlo da nessuna parte.
Non avevo la minima idea di come nuotasse Joker ma ho immaginato – ed a ragione – non molto bene, anche se alla fine è riuscito a cavarsela in qualche modo, raggiungendomi poi lui stesso
alla nostra vecchia casa, dov’ero chiuso a lottare contro febbre ed ipotermia – più esattamente, vi è stato trascinato, delirante e febbricitante, da Duefacce – sapevamo bene che quel posto non era più sicuro ma non sapevamo dove altro andare.
Il mio clown non sembrava neppure accorgersi di avere una temperatura che a tratti superava i quarantuno gradi,  così dovetti costringerlo a letto con me per quasi un mese, prima che guarissimo almeno quel tanto che basta per non riportare danni permanenti.

Harvey non era ridotto male quanto noi, evidentemente è molto più robusto e dopo appena una settimana di riposo si è tirato su offrendosi – sì, lo avevo trovato strano in effetti – di occuparsi di tutto finché non ci fossimo rimessi; alla fine ha presentato il conto: voleva che rintracciassi Crane ed un modo per uscire dal paese inosservato – ovviamente una semplice identità falsa non gli sarebbe servita a nulla viste le condizioni del suo viso – dopo averlo visto partire per l’oriente, io e Joker ci siamo trasferiti a Bludhaven, l’isola satellite di Gotham City dove criminalità e corruzione impazzano ed imperano.
Un rumore dalla cucina mi distrae, purtroppo Joker si sta lambiccando nella creazione di uno dei suoi famosi piatti… ho sempre avuto una sorta di amore-odio per la cucina di Joker e già so che questa sarà una di quelle sere che mi faranno rimpiangere la minestra fredda di Arkham; il fatto è che quando sono io a preparare i pasti, seguo sempre alla lettera i consigli e le indicazioni delle milleuno ricette di ‘nonna qualcosa’ ed il risultato è sempre pressoché ottimo – non per vantarmi – mentre per quanto riguarda Joker, lui beh… la sua idea di ‘cucina’ consiste nel mettere in una pentola tutto ciò che a suo parere ha un buon sapore e servire poi in tavola; solo nel cinquanta percento dei casi le sue ‘opere’ sono commestibili.

Per quanto riguarda il bucato invece – eh sì, anche noi super criminali ci laviamo i vestiti – mi sono visto costretto a proibire a Joker di avvicinarsi più di venti metri dalla lavatrice; non posso neppure pensare a quanti abiti arcobaleno mi sono ritrovato nel guardaroba a causa sua… svuota i posacenere dalla finestra, allaga casa per pulire il pavimento e non so come, ma nel giro di due giorni tutte le piante della nostra nuova casa sono morte.
Un mese fa ha addirittura insistito per procurarsi un gatto – ora addormentato sulle mie ginocchia – che tenta sempre di nutrire non voglio neppure sapere con cosa, lo scuote, lo lancia in aria, lo tira per la coda ed una volta ho impedito appena in tempo che gli tagliasse i baffi per ‘vedere cosa fa senza il senso dell’equilibrio’; il tutto per poi venire da me, accigliato e stupito a chiedere

Perché diavolo questo coso appena mi vede fugge di corsa da te?!

Eh, bella domanda! Chissà come mai!
All’inizio, nei primi mesi della nostra convivenza dopo essere tornati insieme, continuavo a domandarmi perché mi ostinassi a restare con lui, mi sentivo irritato da queste sue stranezze e non sopportavo più di vederlo rompere tutti i miei schemi ogni momento ma alla fine, dopo liti continue e brevi separazioni, sono arrivato a capire che in realtà ho sempre amato tutto questo e continuerò a farlo fino alla fine dei miei giorni; tutta la mia irritazione veniva dalla paura di perderlo nuovamente e dalla consapevolezza che non ero più il solo a conoscere certi lati di lui, non mi sentivo più il privilegiato, l’unico a poterlo stringere a me e fare l’amore con lui.
La conclusione a cui sono arrivato dopo tutto questo tempo non è certo soddisfacente, l’unica cosa di cui mi sento sicuro è che farei di tutto pur di non perderlo ancora una volta.
Anche se mi hanno fatto piacere, mi hanno irritato anche quei cambiamenti che Joker sembra aver riportato dopo l’avventura col ratto volante, soprattutto dal punto di vista sessuale; le sue richieste di dolore sono più rare, il che ci permette di fare l’amore molto più spesso e francamente, secondo me anche in modo molto più piacevole, prendendoci il tempo per goderci il momento.

Sobbalzo, strappato dai miei pensieri improvvisamente quando sento un peso gettarsi sul divano in caduta libera, il gatto fugge nel panico, mi volto e vedo Joker protendersi subito verso di me, gettandomi le braccia al collo e catturando le mie labbra in un bacio passionale; da quando abbiamo ristabilito il nostro rapporto, l’ho visto trasformarsi anche sotto questo punto di vista, mai prima si era dimostrato così entusiasta, non esistevano di questi slanci di passione e divertimento nei miei confronti che invece ora ha così spesso e che ricambio, felice. Mi metto a ridacchiare, divertito mentre lo circondo con un braccio e di nuovo penso al passato, ad appena pochi mesi fa quando mi sembrava addirittura impossibile riuscire a recuperare il nostro rapporto, invece sembra che le cose si stiano aggiustando.

Ogni momento, ad ogni sua dimostrazione di affetto, vorrei dirgli che lo amo ma tutte le volte qualcosa mi frena, non so se si tratta della paura o di altro e questo spesso mi fa soffrire… passerei la vita con lui e non ho il coraggio di dirglielo, mi lambicco sempre col pensiero di cosa potrebbe rispondermi, terrorizzato dalla possibilità che potrebbe scoppiare a ridermi in faccia o peggio, farmi capire che per lui una cosa del genere invece è impensabile. Insomma ho paura di lui, come sempre, questa cosa non è mai cambiata.
Quanta strada ho percorso fino adesso per riuscire a stare al passo con Joker? Quante decisioni ho dovuto prendere che andassero contro la mia natura ed i miei interessi? Quante crisi ho affrontato, quanti momenti ai limiti dell’assurdo ho vissuto con lui, a quante conclusioni sono dovuto arrivare per capire il mio compagno e riuscire a stabilizzare un rapporto che sembrerebbe addirittura impossibile tra due persone come noi?

Ricordo ancora adesso, sospirando con sollievo, le prime difficoltà incontrate, il non capire perché a volte Joker si trasformasse, iniziando ad evitarmi e tentando perfino di farmi del male; quando capii che ruotava tutto attorno alle sue cicatrici, ho iniziato a regolarmi di conseguenza, accettando anche questo lato di lui e rispettandolo sempre, non ho mai insistito per ‘guarirlo’ da questa sua fissazione, limitandomi a dimostrargli quanto più potessi che per me quelle non contano nulla, che vederle senza il make-up non diminuiscono assolutamente il rispetto che ho per lui e soprattutto che non lo rendevano di certo più debole ai miei occhi, né tantomeno più brutto.
Quando porta il trucco, le sue cicatrici diventano motivo di vanto, le usa per terrorizzare e dare di sé l’immagine spaventosa che i cittadini di Gotham conoscono fin troppo bene, mentre senza… credo si ritenga solo un uomo sfigurato e nulla più; non mi ha mai detto davvero come si è procurato quei segni, una volta è stato suo padre, un’altra suo fratello o sua moglie… io resto convinto che se le sia fatte da solo, forse per noia o per sancire un cambiamento, ma è comunque un tirare ad indovinare e spero che un giorno possa arrivare ad aprirsi con me anche su questo.
Se dovessi dire qualcosa a Joker, sarebbe “Perfetto così.”. Certo, se poi non fossi sicuro che si metterebbe a ridermi in faccia

Siamo così diversi… io sono una persona schiava dei propri schemi mentali, ho un orgoglio ed un narcisismo mostruosi, ho il bisogno costante di alimentare il mio ego mentre Joker è una persona libera da qualunque regola o schema, non ha principi fondamentali tranne quello del chaos, – che elogia ogni volta gliene capiti l’occasione – è quel tipo di persona che tende a non arrabbiarsi mai, che se presa a schiaffi per esempio, si mette a riderti in faccia facendo passare te per l’idiota ed invitandoti perfino a farlo ancora, giusto per divertirsi di più. Una persona che riesce a ‘circondarti’
Però la nostra diversità è equilibrata, i nostri pensieri, seppure diversi nella maggior parte dei casi, hanno la stessa intensità, le nostre passioni lo stesso livello di potenza ma la cosa fondamentale, ciò che ci tiene uniti è il rispetto e la capacità di accettarci sempre per quello che siamo, senza mai tentare di cambiare una virgola, apprezzandoci sempre al cento percento. Questo ci aiuta non solo a restare insieme, ma anche ad accettare sempre un po’ di più anche noi stessi; lui non fa caso a molte cose, le accetta per come sono e basta, a suo modo sono convinto che mi ami davvero ed anche io lo faccio… vorrei solo riuscire a dirglielo.
Spesso mi domando se il pipistrello glielo abbia mai detto, se avrebbe potuto farlo senza i miei stessi timori, se possedesse ciò che manca a me e se, in una situazione diversa, avrebbe potuto riuscire a costruire con Joker un rapporto perfetto, la vera storia che avrebbe reso lo stare insieme per sempre possibile anche per il clown.
Odio il vigilante mascherato, lo invidio per la connessione che riesce ad avere con Joker, per come sono simili ed a volte sapere che però sono io quello che riesce ad accettarlo, l’unico che davvero può amarlo e con cui Joker ha deciso stare, non aiuta. Cristo, lo amo così tanto…

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Quando l’aereo procuratomi da Nigma atterra finalmente, dopo più di dodici ore, mi sento sollevato; non ho mai avuto paura di volare me il viaggio è stato così lungo che sarebbe potuto accadere di tutto ma fortunatamente, a parte qualche piccolo vuoto d’aria non è successo nulla di preoccupante.
Alzo lo sguardo su Crane, addormentato sulla poltrona di fronte alla mia e mi sporgo in avanti per allacciargli la cintura prima dell’atterraggio, immagino che questo sia il sonno più lungo che abbia mai fatto da mesi; quando l’ho trovato ieri, la mia prima reazione è stata ovviamente la rabbia, mi sentivo irritato nel vederlo così, molto più pallido di come lo ricordassi, sciupato e con quell’aria di apatia mortale, proprio lui che ha sempre avuto da ridire su ogni cosa, che non ha mai perso occasione per dire la sua o affrontare con testardaggine anche la più piccola imperfezione nella sua vita. Mi ha fatto molto male vederlo ridotto in questo modo, le borse sotto i suoi occhi si sono a malapena sgonfiate dopo tutto questo tempo passato a dormire.
Appena saliti sull’aeroplano, dopo giusto un paio di minuti di conversazione è crollato mentre parlavo ma non me la sono presa, mi sono limitato a coprirlo con un plaid e passare il tempo come potevo.

Ho impiegato più di quattro mesi per ritrovarlo, girando l’oriente in lungo e in largo, senza la più pallida idea di dove fosse ed avendo come unico punto di riferimento le informazioni – scarsissime ovviamente – che riuscivo a racimolare in giro, chiedendo se avessero visto di recente ‘un americano dall’aspetto scarno’ o se sapessero di qualche luogo dove crescessero dei fiori blu. È stato del tutto casualmente che sono incappato in quel villaggio sperduto ed ho fermato quel ladruncolo, senza avere nessuna idea di chi avesse derubato e francamente neppure del perché glielo avessi impedito.
Quando ho alzato lo sguardo ed ho visto Crane, sono rimasto incredulo; credevo mi avrebbe riconosciuto, invece non ha accennato minimamente di capire chi fossi in realtà, mi sono divertito a prenderlo in giro per un po’, finché alla fine non ha ricollegato… sono rimasto spiazzato quando si è gettato tra le mie braccia. Aggrotto le sopracciglia – beh il sopracciglio, visto che ne ho uno solo – tornando a guardare il mio compagno di viaggio e mi sembra quasi di sentire ancora la consistenza del suo essere premuta contro di me.

Non era mai capitato prima un gesto simile tra noi, perfino quando l’ho stretto a me prima di tuffarci dal ponte non era assolutamente la stessa cosa; durante tutto il tempo passato ad Arkham poi, ricordo che accadeva davvero raramente che ci sfiorassimo anche per sbaglio – togliendo i calci che ci scambiavamo di tanto in tanto sotto i tavoli e l’incidente in cella, leggendo la lettera di Joker – e mi sono reso conto solo al villaggio di quanto davvero irraggiungibile lo avessi reputato fino adesso.
Crane in fondo è rinomato per il suo odio nei confronti del contatto fisico, ho sentito dire che ha sempre evitato più che poteva perfino di stringere la mano a chiunque, se parla con qualcuno lo fa sempre da non meno di un metro di distanza. Sentirlo così vicino mi ha provocato un’emozione troppo forte ed inaspettata che alla fine mi ha lasciato un incredibile senso di inadeguatezza.

Vedo Crane stirarsi nel sonno ed iniziare ad aprire gli occhi, probabilmente svegliato a causa della compressione dell’aria durante l’atterraggio; lo vedo mettermi a fuoco e sorridere stancamente prima di strofinarsi gli occhi con la punta delle dita.

“Siamo già arrivati?” Chiede con la voce leggermente impastata.
“Dopo sedici ore è il minimo. Non ti sei svegliato neppure durante lo scalo.”
“Oh! – esclama, alzando la testa di scatto – Mi sarebbe piaciuto vedere Bombay…”

“Mh.” Rispondo semplicemente, senza nemmeno capire come mai ora senta il bisogno di essere così scontroso con lui ma c’è qualcosa di indefinito che mi irrita moltissimo nel profondo: lo volevo indietro, sono andato a riprenderlo ed ora è qui, seduto di fronte a me. Che altri problemi dovrebbero esserci? Quando distolgo lo sguardo dall’oblò noto che lui mi sta guardando allora faccio lo sforzo di sorridere.

“Bentornato in America, Crane.” Lui sorride, annuendo leggermente col capo.
“Grazie. Il carico è a posto?”
“Sì.”

Rispondo senza aggiungere altro e vedo che Spauracchio torna a guardare fuori; appena il mezzo si ferma e siamo liberi di scendere, lo vedo andare a parlare con gli addetti allo scarico merci, probabilmente dando le direttive su come trattare e dove mettere i suoi preziosi fiori in modo che non destino sospetti o si danneggino.
Mi guardo intorno in cerca dell’uomo che avevo incaricato di aspettarci all’aeroporto e lo vedo con una macchina dai finestrini oscurati; faccio un cenno al mio compagno per indicargli il nostro mezzo e quando mi raggiunge non ci scambiamo una parola, saliamo silenziosamente sui sedili posteriori, continuando a tacere per tutta la durata della corsa finché non arriviamo al mio nuovo nascondiglio. Vedo Crane fare qualche passo all’interno e guardarsi tranquillamente intorno come a valutarlo, prima di voltarsi verso di me e dire con un vago sorriso

“Ti sei scelto un buon posto.”
“Mh. È tutto merito di Nigma.”
“Ah, sì. Lui è meglio di un’agenzia immobiliare.”
“L’ importante è che il pipistrello sembrerebbe non essere stato in grado di trovarlo.”

Concludo il discorso poi prendo, tra le valige che il mio uomo ha lasciato sull’uscio, quella di Crane e superandolo nell’ingresso la porto fino alla stanza in più che avevo fatto preparare per lui; anche se non gli ho ancora chiesto se abbia intenzione di restare o meno, non mi è sembrato avere fretta di andarsene, il che mi fa sentire stranamente sollevato… anche per me è la prima volta che vedo questa casa, è spaziosa ed i mobili sembrano vecchi ma eleganti, i lampadari hanno tutti forma di candelabri, anche se odio che ci siano tante superfici lucide.
Poggio la valigia sul letto e mi dirigo verso il salone, una parete è occupata da una libreria vuota, al centro della stanza c’è un tavolino basso di vetro e legno, circondato da due poltrone ed un divano, sul quale vedo che Crane ha scelto di accomodarsi.
Resto a guardarlo dalla porta, nonostante abbia dormito tutto il viaggio, ha ancora l’aria stanca e debilitata, tiene gli occhi chiusi ma a parte questo sembra tranquillo come non ricordo di averlo mai visto, neppure prima dell’evasione… all’improvviso lo sento parlare e mi riscuoto, non pensavo si fosse accorto della mia presenza.

“È bello qui. Dovrò chiedere a Edward di trovarmi un posto simile.”
“Idiota. Se ti piace così tanto, puoi restare.”

Rispondo per poi pentirmene subito dopo, odio scoprirmi in questo modo ma d’altronde il solo fatto di aver affrontato un viaggio fino in Tibet ed averlo cercato per mesi parla già da sé e sento il cattivo umore invadermi, da tempo non riesco a provare altri sentimenti se non la rabbia; solo in compagnia di Crane mi è sempre sembrato di poter sentire altro ed ho sempre cercato, in sua presenza, di nascondere almeno i miei lati più violenti, anche se non l’ho mai visto fuggire o scandalizzarsi di fronte ad essi.
Lo sento ridere sommessamente e mi muovo all’interno della sala fino a prendere posto a fianco a lui, solo ora sento la stanchezza di questi mesi e del lunghissimo viaggio appena affrontato.

“Vedo che sei sempre in vena di complimenti.”

Non era una domanda quindi preferisco non dire nulla, sapendo che non riuscirei a trattenere la rabbia dalle parole, non è nelle mie intenzioni litigare con Crane proprio adesso, mi sento così stupido – quindi ancora più arrabbiato per questo – rendendomi conto che è impensabile che io possa ‘tenerlo con me’ troppo a lungo.
Non lo guardo, non più adesso che ce l’ho a fianco, non ho intenzione di mostrarmi troppo con lui, so quanto può essere freddo e calcolatore a volte e sentirmi analizzato – ancora una volta – da quegli occhi che all’improvviso si accendono di curiosità – come se fossi un fenomeno da circo – farebbe troppo male. Anche sapere che lui ha questo potere su di me è un’altra delle cose che alimentano la mia rabbia.
Averlo visto in quello stato giù in Tibet, per un po’ mi ha illuso, facendomi pensare che forse anche io ho su di lui un qualche effetto potente ma ora, al sicuro qui a Gotham, lontano dai villaggi desolati e dalle mura di Arkham – dove non mi sentivo troppo diverso da chi mi stava attorno – questo pensiero è tornato ad essere impossibile.

“Posso chiederti perché fai tutte queste cose per me? – Lo sento chiedere all’improvviso e per un attimo sento il cuore arrivarmi in gola… quante volte, al manicomio avevo sperato mi rivolgesse questa domanda? Eppure adesso vorrei con tutte le mie forze che se la rimangiasse. – Anche quando eravamo ancora ad Arkham, anche quando siamo evasi ed hai rischiato la vita ben due volte per me. Perché mi hai afferrato quando sono caduto nell’ascensore? E perché mi hai tenuto a galla senza lasciarmi mai? Perché hai preferito mettere in salvo me e non te, nel fiume? È quello che ho continuato a chiedermi fino adesso, credendoti morto.”

Tante domande, troppe ed ora come ora la mia mente è troppo stanca per formulare una qualsiasi risposta ma sarebbe davvero giusto, dopo averlo tanto rimproverato di non aver mai chiesto, tirarmi indietro per codardia? Giusto, sbagliato, giusto, sbagliato… allungo stancamente una mano in tasca e tiro fuori la mia moneta, la lancio, la riafferro con poca energia ed osservo il suo responso.

“Non fare domande idiote.”

Rispondo mentre, rilassandomi contro lo schienale del divano, rinfilo la moneta al suo posto nella mia tasca e lo sento ridacchiare, un suono che non sembra davvero divertito in realtà e chiudo gli occhi, smettendo di lottare contro la fatica di tenerli aperti… quando ricomincia a parlare non afferro subito ciò che dice, il ritmo ed il tono della sua voce mi cullano nel sonno.

“Scusami, pensavo ti interessasse. Credevo di conoscere la risposta ma forse mi sono sbagliato.”

Sento il suo peso sollevarsi dal divano, si è offeso o ha semplicemente deciso di lasciarmi riposare? Forse non dovrei lasciarlo andare via dopo una frase del genere ma alla fine non sarebbe meglio così? Se anche gli avessi detto la verità, confessandogli di essere innamorato di lui, che sarebbe accaduto?
In fondo, le parole che non gli ho detto fanno parte di un discorso che non farebbe comodo affrontare a nessuno dei due; lui, già quando eravamo ancora ad Arkham, ha sempre tentato in tutti i modi di evitare questo argomento, di non rendersi conto delle cose che stavano cambiando tra noi, specialmente da parte mia. Per quanto riguarda me, cosa potrei mai sperare ormai? Non posso davvero aspettarmi nulla da lui, perfino un bacio è diventato qualcosa di impossibile. Se anche decidessi di ricorrere alla chirurgia plastica a questo punto, metà del mio viso resterebbe paralizzata, visto che i dottori decisero di recidermi i nervi facciali, per evitare un dolore costante e lancinante. Con che coraggio qualcuno potrebbe volermi baciare? Per sentire la parte bruciata del mio viso e provare… cosa?

“Disgusto…”

Sento le labbra muoversi leggermente mormorando all’aria questa parola ed è davvero la più giusta.
Sento qualcosa  di leggero posarsi sulla mia fronte e sollevo un braccio a scacciarlo, pensando fosse un insetto ma quando apro gli occhi vedo sopra di me, vicinissimo, il viso di Crane ed i nostri occhi si incrociano, improvvisamente mi sento sveglissimo.

“No, non l’ho sentito.”

Sono a corto di parole, continuo a guardarlo negli occhi ed in fondo ad essi riesco a riconoscere quella particolare luminosità che acquistano ogni volta che lui diventa serio e risoluto, vedo ancora una volta, come prima, la sua testardaggine rispecchiata in quelle iridi chiare, insieme a qualcos’altro… ansia?
Il silenzio ci circonda, pesante e denso mentre sollevo una mano fino a toccargli una guancia con la punta delle dita; lentamente avvicino – più istintivamente che altro – il mio viso al suo, di poco, appena qualche millimetro e quando lo vedo non solo restare dov’è ma addirittura avvicinarsi a sua volta, piegando leggermente il viso da un lato, mi blocco, come se solo in questo momento mi fossi davvero reso conto di ciò che stavo per fare.
Resto immobile e lascio che le dita scivolino più in basso a sfiorare quelle labbra piene, che avevo sempre trovato invitanti e particolari addosso ad un uomo, le tocco appena e sento i miei occhi chiudersi lentamente, avvicinandomi ancor più, quasi colmando l’ormai breve distanza che ci separa ma più ci penso, più mi sento inadeguato e d’un tratto mi allontano completamente, tornando a separarmi da lui.

Vedo che mi sta guardando con aria stupita e non riesco neppure a trovarlo comico, è come se qualcosa mi avesse schiacciato le interiora lasciando solo un grande, incolmabile vuoto.
“Senti…”
Dico con un sospiro sento di dovergli almeno parlare, spiegargli perché non posso, quindi mi faccio coraggio ed inizio un discorso che non ho la più pallida idea di dove andrà a parare ma dopo appena qualche secondo lo vedo scattare con la testa, sbuffare ed esclamare esasperato

“Oh, Harvey, per l’amor di Dio!”

Detto questo, un secondo dopo mi ritrovo col viso stretto tra le sue mani mentre preme le labbra contro le mie e stavolta sono io a restare stupito, il mio occhio sano si spalanca oltre ogni modo ma pochi secondi dopo mi lascio andare, infilando una mano tra i suoi capelli mentre con l’altra trovo la sua ed inizio a carezzarne il dorso col pollice, portandola poi sul mio petto, sicuramente può sentire con che razza di velocità ha iniziato a battere.
Quando ci separiamo torniamo a guardarci negli occhi, finché scoppio a ridere e lui fa altrettanto appena un secondo dopo di me. Ok, sembrerebbe che per una volta sono stato io a fare la parte del ridicolo ma va bene anche così…

“Ma non farci l’abitudine!”

Dico prima di baciarlo ancora una volta, più appassionatamente, in fondo so che non ho bisogno di spiegargli il senso di quella frase ed infatti sotto le mie, sento le sue labbra piegarsi in un adorabile sorriso.

emotivamente fino a farti crollare, come un assedio a tutti gli angoli della tua mente.
I don’t know what’s worth fighting for
(Non so per cosa valga la pena di combattere)
Or why I have to scream
(O perché ho bisogno di gridare)
But now I have some clarity
(Ma adesso ho fatto chiarezza)
To show you what I mean
(Per mostrarti cosa intendo)
I don’t know how I got this way
(Non so come sono diventato così)
I’ll never be alright
(Non andrà mai ‘tutto bene’)
So I’m breaking the habit
(Quindi sto rompendo l’abitudine)
Tonight.
(Stasera.)

--

Non capisco come mai, però da un po’ di tempo a questa parte, quando apro gli occhi ogni mattina, non avverto più quella sensazione di smarrimento che mi costringe ogni volta a ricordare dove mi trovo e perché… mi basta sentirmi avvolto dalle braccia di Eddie e tutte quelle cose cessano di interessarmi, se lui è con me potrei anche trovarmi in un missile e non me ne curerei. Ma perché Eddie dovrebbe portarmi in un missile? O forse la domanda giusta sarebbe perché non ci ha mai pensato prima a costruire un missile? Mah, che dovrà mai farci con una cosa del genere? Ehm… un momento, ma ha davvero costruito un missile o me lo sono inventato io? Ma che mi importa, può farci tutto quello che vuole col suo missile, io non ci salgo di sicuro! Stavo dicendo? Ah sì, del missile, beh niente in contrario a tal proposito.

Mi volto nel letto, vedo il viso addormentato di Eddie e mi viene da ridere, lo bacio sulle labbra ma niente, non sembra avere intenzione di svegliarsi per il momento… anche Brucey aveva il sonno pesante, a volte mi divertivo a infilargli cose nel naso mentre dormiva.
Il più delicatamente possibile mi districo dal suo abbraccio – ancora non si sveglia ma di che mi meraviglio, io sono sempre stato delicatissimo – e mi alzo dal letto, mi dirigo in bagno e non appena i piedi passano dal tiepido della moquette al gelo delle mattonelle mi sento svegliare del tutto, prendo una sigaretta ma quando la porto alle labbra sento di nuovo l’istinto di ridere e sono costretto a coprirmi la bocca con la mano per non fare rumore.
Mi avvicino alla finestra, Eddie non sopporta l’odore di fumo appena sveglio o subito dopo mangiato, sebbene lo tolleri più che bene durante il resto del giorno così mi sporgo per soffiare il fumo fuori, non è uno sforzo per me, adoro fumare a questa finestra.
C’è un panorama stupendo, da qui posso vedere il mare ed in lontananza si scorgono le punte dei palazzi di Gotham City.
Osservare l’oceano ha sempre scatenato in me molte fantasie! Lo immagino gonfiarsi e strabordare, assumere forme strane, animali fatti di acqua simili alle ombre che ci si diverte a fare sul muro con le mani: il coniglio, la colomba, il coccodrillo… beh oddio, forse nel mare un coccodrillo rischio di trovarcelo davvero! Di nuovo rido, pensando a quel tale incontrato ad Arkham, Killer Croc o come si chiamava…

So che un giorno dovrò tornare ad Arkham e che sarà Batsy a portarmici… non permetterei a nessun altro di arrestarmi, comunque non ho paura di essere separato da Eddie, dopo tutto quello che abbiamo passato insieme – sebbene non lo ricordi bene, la mia pelle mi dice che è così – ormai sono certo che avrò sempre voglia di tornare da lui e quando voglio fare qualcosa la faccio sempre perché sono libero. Ed è questo che piace ad Eddie di me.
Sorrido, penso a Brucey, probabilmente già lo ha capito che quando non sono libero, non sono più me stesso e che quindi l’unico modo di continuare ad amarci per davvero è questo.
Eddie non sembra più arrabbiarsi per il fatto che io provi questi sentimenti per Batsy,  mi ha detto qualcosa sull’aver capito che si tratta di due sentimenti diversi ed impossibili da paragonare o una cosa del genere… so solo che quando l’ho sentito gli ho dato ragione, non avrei mai pensato che sarebbe potuto arrivare a capire davvero. Quante volte gli avrò detto ‘non puoi capire’? Non ricordo ma sono sicuro che sono state tantissime.
Sento le dita bruciare, la sigaretta si è consumata più velocemente di quanto pensassi mentre la fumavo, così faccio per voltarmi e gettarla nel water ma mi blocco, torno a guardare giù dove una nostra vicina sta stendendo i panni.

Ha lasciato la bagnarola a terra poco distante da lei, così non mi resta che prendere la mira e… notando la caduta del mozzicone, innervosita si volta a guardare in alto ma io, prontamente, seguo il suo esempio con espressione interrogativa così che sembri che anch’io stia cercando il colpevole di un simile atto di scarso rispetto ed infine torno dentro, mi siedo sotto la finestra a ridere, tenendomi la pancia con una mano e coprendomi la bocca con l’altra, possibile che Eddie ancora non si sia svegliato?
Apro l’acqua dal rubinetto e la lascio scorrere per un po’, riempiendo un secchio; a quest’ora le tubature sono gelide ed il miscelatore ci mette parecchio a regolare la temperatura ma per me va benissimo così, mi sono sempre domandato che accadrebbe se ci fosse un’alluvione e di certo il mare non si riscalda a comando… per quanto vorrei non fosse così, l’unico modo per rendere tutto realistico è questo.
Con qualche fatica, sollevo il secchio colmo d’acqua gelida, esco dal bagno e guardo la figura pacifica ed addormentata di Eddie, mi viene da sorridere è così carino quando dorme… è l’ultima cosa che penso prima di rovesciargli addosso tutto il liquido gelido che ho raccolto apposta per lui, mettendomi a gridare

“Un maremoto Eddie, si salvi chi può!”

Quando il suo grido addolorato riempie l’aria e lui inizia a muovere gambe e braccia sconnessamente, io scoppio a ridere senza riuscire a trattenermi: oh, ecco cosa accadrebbe in caso di maremoto! Infine lo vedo scattare a sedere sul letto in un secondo, scansarsi i capelli dalla faccia e dopo essersi guardato velocemente attorno, fissare i suoi occhi spalancati su di me e nonostante l’espressione sul suo viso non abbia prezzo non riesco ad ammirarla a lungo prima che lui scatti in piedi e si lanci contro di me con furia cieca.
Riesco ad evitare il suo primo attacco ed inizio a correre, scappando per casa fino alla sala, salto il divano, mettendolo tra noi come una barriera ma dopo un po’ di tempo passato a girare attorno a questo mi sento afferrare per le gambe e cado faccia avanti come una pera, immediatamente il dolore esplode dal naso iniziando a pulsare; il bastardo si è lanciato per placcarmi le gambe, lentamente mi volto sulla schiena, grazie a Dio il naso non sembra sanguinare.

“Ahia…”
Ahia? Ahia?! Cosa dovrei farti adesso secondo te?! Hai idea di quello che ho provato?!”

Chiede con voce furiosa mentre, sopra di me usa il peso del suo corpo per tenermi inchiodato al pavimento, i miei vestiti assorbono l’acqua gelida dai suoi mentre piccole gocce fredde cadono dalle punte dei suoi capelli fino a bagnarmi la faccia… cavolo, era proprio fredda quell’acqua!
Alzo lo sguardo sui occhi, sento la sua mano tra i miei capelli, li stringe tirandoli verso il pavimento e nonostante sappia di essere in pericolo, non riesco a trattenermi dal rispondere ciò che mi passa davvero nella testa

“Beh sì, è per questo che è divertente!”

Pensavo che mi avrebbe come minimo fatto a pezzi e messo sotto sale per aver detto una cosa del genere, invece un secondo dopo le sue labbra scendono sulle mie con forza mentre sento che si fa prepotentemente strada tra le mie gambe finché non sento la sua erezione premere contro di me ed il mio corpo inizia a rispondere quasi immediatamente, lascio andare un gemito e sento di nuovo la sua voce

“Va bene essere libero… ma a volte non ti sembra di esagerare?”
“Oh! Questa è la parte in cui mi chiedi di regolarmi?”

Domando senza nessun particolare tono di voce, non so bene neppure io cosa pensare di quello che mi ha appena detto, forse non avrei mai immaginato di sentire una frase simile uscire dalla sua bocca e per cosa, in fondo, un po’ d’acqua? Porto un braccio tra il mio petto ed il suo per fargli capire che ora vorrei alzarmi, non mi va più di giocare ma le sue mani corrono ad afferrarmi i polsi per immobilizzarmi sotto di sé, per un attimo mi sento irritato da questo comportamento ma decido di aspettare perché sembra avere ancora qualcosa da dire.

“Mannò… perfetto così.

Dice semplicemente prima di scendere nuovamente a baciarmi le labbra, stavolta dolcemente e mi sento sciogliere, in fondo avrei dovuto saperlo che davvero, per lui va bene così.
Quando scende a stringermi i fianchi, sollevo le braccia avvolgendole attorno alle sue spalle, affondo le mani nei suoi capelli fradici e ben presto sento la sua lingua invadermi, cercando la mia per ingaggiarla in una sorta di danza intensa e profonda; non passa molto tempo prima che il suo respiro si faccia elaborato ed in questo momento non esiste nessun luogo al mondo in cui vorrei essere a parte questo, tra le sue braccia, sdraiati sul pavimento e riesco a contraccambiare il suo pensiero perfettamente:

Perfetto così.

Credo fermamente in questa sensazione, nonostante la mia natura volubile riesco ad affermarlo con certezza, in fondo è sempre stato da sdraiato che riesco a pensare meglio, no? Sento le sue mani stringermi con più forza, attirando il mio corpo contro il suo e premendo il suo piacere su di me, il nostro bacio si fa sempre più urgente e profondo e sento di voler fare l’amore con lui ora, qui per terra… così o da nessun’altra parte.
Uso i piedi per aiutarmi a sfilargli il pigiama e lui ben presto, capendo le mie intenzioni, si solleva su di me per assecondare questo desiderio, aiutandosi con una mano, poi sento le sue mani scendere fino alle anche, portando con loro i miei pantaloni e sollevo il bacino così che Eddie possa sfilarli con facilità.
Appena liberi da quegli unici indumenti che portavamo, lui torna a baciarmi, sento la sua erezione premere contro di me, solida e caldissima mentre le sue dita scendono a cercare la mia apertura, non fanno nessuna fatica a trovarla e non si trattengono troppo a lungo, trovandomi ancora reduce dalla notte precedente e praticamente pronto, ben presto lo sento farsi strada dentro di me.
Vengo colto da un improvviso tuffo al cuore, era moltissimo tempo che non provavo una sensazione simile durante un rapporto sessuale, dalla mia prima volta con Eddie ed anche se non capisco il perché di questo ritorno di quella bruciante passione – non che si fosse mai spenta, semplicemente si è attenuata a mano a mano che siamo arrivati a conoscerci – non posso che esserne felice.

Mentre una piacevolissima stretta mi attanaglia il ventre, serrandosi ogni volta d’accapo ad ogni sua spinta, volto la testa di lato e vedo il suo braccio davanti agli occhi, poggiato su un gomito e sull’avambraccio, i suoi muscoli sono tesissimi, il pugno chiuso nello sforzo e Cristo se è uno spettacolo, sapere che è così preso.
Lo sento abbassare il viso, le nostre guance si toccano e nonostante il bagno fuori programma di poco prima, lo sento quasi bruciare mentre i suoi gemiti appena respirati praticamente bombardano le mie orecchie… il suo respiro, parole sconnesse, il mio nome, la sua bocca, aperta per lo stupore di quelle sensazioni, che mi sfiora l’orecchio e capisco che non sono solo io a provare questa passione così forte e rinnovata.
Getto la testa indietro, contro il pavimento ed il suono ovattato dell’urto riempie l’aria, mentre continuo a gemere sempre più forte, sento una sua mano insinuarsi dietro la nuca e poi salire tra i capelli, in modo che non sbattessi più la testa ad ogni eccesso di piacere e ben presto ne ho davvero bisogno, visto che ora, ad ogni spinta, Eddie riesce a colpire proprio il punto debole all’interno del mio corpo, mi perdo completamente.

Sento il suo corpo schiacciarsi un po’ di più contro il mio in modo da imprigionare il mio sesso imprigionato tra i nostri corpi, grazie anche a questa nuova frizione, il piacere continua a salire, salire, sento di esserci quasi, stringo le braccia fortissimo attorno alla sua schiena e finalmente raggiungo l’apice, urlando il suo nome e sento anche lui consumare il suo orgasmo dentro di me con un gemito profondo,  proprio nello stesso momento e non penso esista qualcosa di più bello.
Continuo a cavalcare le ultime ondate di questo piacere immenso e dietro le palpebre chiuse vedo come un’esplosione di luce, poi un’altra, tutte di colori diversi e potentissimi, sembrano fuochi d’artificio, qualcuno sta festeggiando qualcosa… improvvisamente scoppio a ridere, rischiando di soffocare visto che ancora non avevo ripreso fiato; sento Eddie dire qualcosa e scuotermi leggermente per farmi smettere ma non riesco.
Lo sento più volte chiedermi cosa ci fosse di così divertente e quando riesco a calmarmi quel tanto che basta da riuscire a parlare, dico

“Le hai.. ahah.. viste anche tu? Ahahah!”
“Visto cosa?!”
“Quei… lampi, dietro gli occhi… ahah! Li hai visti?”
“Sì, certo! Non ti sembra normale?”
“Sì sì… per carità, è solo che… ahahah! È come se… avessimo meritato un… ahah! Un applauso!”

Ora che ha capito il perché del mio divertimento, lo sento poggiare la fronte contro la mia e ridere sommessamente insieme a me, sento il suo corpo scuotersi con leggeri sussulti divertiti e d’un tratto preme le sue labbra contro le mie in un bacio che non saprei davvero definire… esistono molti tipi di contatto e questo posso giurare di non averlo mai sentito prima, non è né irruente né leggero, semplicemente un bacio, sicuro di sé stesso come se non avesse nulla da dimostrare, un bacio dato solo per il gusto di farlo e senza la minima pretesa.
Quando avvolgo le braccia di nuovo attorno al suo collo ed alle spalle, sento le sue labbra spostarsi lungo tutto il viso per poi tornare infine di nuovo sulle mie, dove restano in un lungo bacio a fior di labbra, dopo il quale Eddie solleva lentamente la testa e mi fissa dritto negli occhi, c’è appena l’ombra di un sorriso sul suo volto, anche questa espressione lo rende diverso, come se non avesse più dubbi e non gli interessasse ricevere una risposta, lo vedo completamente sicuro.

“Ti amo, Joker.”

Io lì per lì resto in silenzio, continuando a guardare la sua espressione e capisco di essere stupito ma non per ciò che Eddie mi ha appena detto… forse se avesse pronunciato queste parole con un’espressione differente non mi sarei sentito così, forse gli avrei riso in faccia o avrei provato paura; invece sono… stupito di essere tranquillo.
Le sue parole non mi sono dispiaciute affatto e sento il mio sorriso allargarsi lentamente, lo stringo un po’ di più, attirandolo contro il mio corpo, ho una voglia matta di abbracciarlo fortissimo perché per una volta, anche se non so quanto tempo durerà, mi sento in pace, come se non ci fosse più bisogno di cercare.

“Ti amo anch’io, Eddie.”

--

È passato quasi un anno dall’evasione di gruppo di quelli che sono tutt’ora i quattro più ricercati di Gotham City ed io sono riuscito a raccogliere ben poche informazioni sulla loro sorte, l’unica cosa di cui riesco ad essere sicuro è che sono riusciti tutti a salvarsi ed a nascondersi fin troppo bene; mi sono sentito così sollevato quando ho scoperto che Joker era ancora vivo… pare abbia incontrato Duefacce probabilmente poco dopo essere riuscito ad uscire dal fiume e che abbia fatto da esca, uscendo in strada e fermando un’auto, fingendosi spaventato ed in pericolo e non appena il povero autista è uscito dal veicolo per soccorrerlo, qualcun altro – inconfondibile la descrizione di Harvey Dent – lo ha steso e gli hanno rubato la macchina, diretti chissà dove.
Ho rintracciato un volo privato per Bangkok che però, al suo ritorno non sembrava avere passeggeri o carichi di alcun tipo a bordo, sono sicuro si trattasse di Crane ma evidentemente l’ex psichiatra aveva deciso di restare in Tibet per motivi conosciuti a lui solamente.
Un’altra segnalazione interessante è stata il furto di un veicolo con un sistema di sicurezza invidiabile e per quello sospetto l’Enigmista…
Inoltre ho sentito di un’alquanto stramba ‘rapina’ qualche settimana dopo, in cui un uomo con una ‘bardatura davvero eccessiva per la stagione’ pare essere entrato in una farmacia e quando il curioso proprietario lo ha riconosciuto come l’ex ‘ultima speranza’ di Gotham, Harvey Duefacce, si è scatenato il panico; sembra che l’ex magistrato allora abbia tirato fuori una pistola e puntandola dritta contro il farmacista, abbia gridato, spazientito ed arrabbiato

“Allora, visto che ti piace giocare allo stronzo che capisce tutto, mani in alto e dammi quella maledetta tachipirina!”

Ricordo lo stupore e sì, la paura di quella notte quando, seppure abbia battuto fino all’alba le rive del fiume, non avevo trovato nessun corpo vivo o morto che fosse, continuando a vagare insonne, fino allo sfinimento… per due intere giornate ricordo di non essere riuscito a dormire né mangiare al pensiero che Joker potesse essere davvero morto in questo modo – che ironia sarebbe stata, una volta lo avevo salvato dall’annegare per perderlo pochi mesi dopo nello stesso modo – quando sentii la notizia del suo avvistamento al telegiornale mi vergogno quasi di dire che è stato come ricominciare a respirare bene dopo tanto tempo.
Ripresi immediatamente a cercarli tutti per riportarli ad Arkham ma non sono davvero stato fortunato, tachipirina a parte infatti, nessuno di loro sembra essersi messo ancora in moto per tentare qualche ‘vero’ atto criminale; so che questo idillio non durerà per sempre, prima o poi l’allarme del bat computer comincerà a suonare ed io dovrò ancora una volta indossare il costume e già so che in quelle vesti, guidando la Batmobile, mi ritroverò per tutto il tempo a sperare che non si tratti di Joker, un ‘non ancora’ che continuerà per sempre.
Un giorno dovrò rivederlo per condurlo ad Arkham ancora, so anche che probabilmente sarà con Nigma e che vederli insieme farà male come non mai. Chiudo gli occhi contro la luce azzurrina del computer, ho un principio di quello che a breve diverrà un insopportabile emicrania ed ancora, non ho nessuna idea di dove andare a cercare questi criminali, finché non si muoveranno sarà difficile rintracciarli.

Se non riesci a pensare così, sdraiati a terra, magari funziona!

Sento me stesso ridacchiare sommessamente, questo suono basso riempie l’aria riecheggiando tra le pareti della caverna attorno a me ed è quasi come se Batman, reso in forma fisica al mio fianco, avesse emesso quella risata ed io l’avessi solo ascoltata… porto le dita a strofinarmi gli occhi dolenti e li sento leggermente umidi sotto i polpastrelli, allontano subito la mano; ricordo che quando lui disse questa cosa, io scoppiai a ridergli in faccia, continuando con ancor più fervore una volta capito che Joker non stava affatto scherzando e che anzi si era sentito anche offeso dalle mie risa. Mi alzo dalla sedia, camminando lentamente verso il centro della caverna.

Beh, perché ridi? Non lo sai che perfino io ho avuto le migliori idee guardando il cielo? O il soffitto, a seconda dei casi!

Sento di nuovo il sorriso costringere le labbra a stirarsi, mi fermo nel bel mezzo dell’enorme spazio vuoto, alzo la testa a guardare la cavernosa parete superiore e dopo un po’ piego le ginocchia, incrociando le braccia dietro la testa e mi stendo sul pavimento gelido, mettendomi a guardare le varie stalattiti ed i pipistrelli annidati ed addormentati a testa in giù.
Stavolta con amara ironia, riprendo a ridacchiare per qualche attimo, l’eco si spegne quasi subito e mi sento preso in giro dalla vita, perso nei miei sentimenti ancora così potenti eppure confusi, indecisi, vorticanti; vorrei tornare a quella chiarezza che avevo al suo fianco, in un certo senso mi sentivo sicuro sebbene la situazione fosse precaria, invece ora non so cosa pensare, mi sono cullato sempre troppo sugli allori in sua presenza.
Era scontato che sarebbe andata a finire così un giorno, eppure ancora non posso fare a meno di sentirmi a volte addirittura disperato, anche se il più delle volte preferisco non pensarci, come adesso che preferisco perdermi guardando il tetto roccioso sopra di me.
Anche se non ci avrei mai creduto, mi sento davvero come aveva detto lui, più rilassato, riesco a pensare meglio sdraiato… sento lo scrosciare sommesso della sorgente lontana.
Chiudo gli occhi.

--

Quando varco la soglia della caverna, mi stupisco di non vedere il signor Wayne seduto come al solito davanti al Batcomputer e pensando che fosse salito di nuovo in casa faccio per voltarmi e tornare sui miei passi quando il mio sguardo viene attirato da un’ombra, una figura scura riversa in terra, riconosco il signorino Bruce e scatto in avanti per raggiungerlo ma dopo poco mi rendo conto che non è ne ferito ne colto da malori di nessun tipo, per quanto strano possa sembrare ha semplicemente deciso di sdraiarsi a terra, ma mi sento comunque sollevato. Lentamente lo raggiungo, già sapendo che l’umidità di questa grotta ucciderà la mia schiena .

“Potrei sapere signor Bruce, il perché di questo… peculiare comportamento?”

Lo vedo aprire gli occhi e sporgere leggermente la testa indietro per guardarmi e quando mi riconosce sorride leggermente, in modo quasi sereno e mi sento atterrito da quell’espressione, quella è la faccia di qualcuno che ha perso tutto, una cosa che speravo di non dover mai più vedere sul viso del signor Wayne, dopo la morte dei suoi genitori.

“Con i piedi a terra non riuscivo a pensare.”
“Mi permetto di ricordarle che siamo pieni di letti nella villa.”
“Ma Alfred! Non sarebbe assolutamente la stessa cosa!”

Mi sento rimproverare scherzosamente ed io sospiro, alzando gli occhi al cielo e  lentamente, con cautela, mi stendo al suo fianco, mettendomi a guardare anch’io verso il soffitto… è roccioso, pieno di pipistrelli e luccicante di quell’umidità che ucciderà le mie ossa nei prossimi giorni.

“Fino adesso com’è andata? È riuscito a pensare un po’ meglio?”
“Io sì. E tu, Alfred?”
“Con rammarico devo ammettere che sono riuscito solo a prendere il mal di schiena.”

Con la coda dell’occhio percepisco al mio fianco il movimento del signor Wayne che si solleva appena sui gomiti, sollevando il busto dal terreno e immediatamente dice

“Forse hai ragione, dovremmo alzarci…”
“Mannò, mannò… - non so neanch’io perché l’ho fermato, me ne sto già pentendo – allora signore, come procede la sua ricerca?”
“Per ora ancora nulla.” Dice, tornando a poggiare la testa sulle braccia incrociate.
“Se posso permettermi… sono passati molti mesi e mi stavo domandando se se la sentisse finalmente di parlarmi di come sono andate le cose col signor Joker. Che è successo?”

Non sapevo se fosse il caso o meno che lo chiamassi ‘signore’, in fondo il Joker per me continuava ad essere poco più di un mostro ed infatti c’è voluto da parte mia uno sforzo non indifferente per aprire la mia mente ed affrontare questo discorso; al mio fianco percepisco un altro movimento, il signorino Bruce ha voltato la testa di scatto a guardarmi, evidentemente stupito per il fatto, non tanto che sapessi, ma che alla fine ho portato a galla l’argomento. Dopo poco sento la sua bassa risata amara, dura pochi attimi e poi mi risponde

“È successo che mi ero sentito rinascere. Adesso sto quasi peggio di prima ma in un certo senso… ho capito che posso superare di tutto. Certo è finita, ma non penserò mai che sia stato inutile… il pipistrello almeno, non mi tormenta più.”

Dice, annuendo verso il costume di Batman nella teca.

“Ah, vedo allora che davvero stare steso la aiuta a pensare! In fondo anche io devo ammettere che è comodo. Chissà perché non mi ero mai sdraiato a terra, prima!”

Sento il signor Wayne scoppiare a ridere per la prima volta da quasi un anno e non potrei essere più contento per lui, anche se ha detto di essere a pezzi sentimentalmente – e non ne dubito affatto – credo che davvero il passato abbia infine smesso di tormentarlo e probabilmente, anche se prima non lo avrei mai pensato – e anche adesso non è che mi faccia particolarmente piacere questa nozione – stare vicino al Joker gli è stato realmente di aiuto.
Questo nuovo Bruce Wayne racchiude in sé sia l’uomo che l’eroe, mi sembra molto più forte e, sono sicuro, se giocherà bene le sue carte restando sempre onesto con sé stesso, avrà davanti a sé un futuro molto più sereno ed io non posso che esserne felice.


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