Who will take my Dreams Away? di Lexy (/viewuser.php?uid=5909)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La lega dell'ingiustizia ***
Capitolo 2: *** Il Fardello ***
Capitolo 3: *** Come una Coppia Normale. ***
Capitolo 4: *** L'assemblea ***
Capitolo 5: *** Il piano. ***
Capitolo 6: *** La Verità ***
Capitolo 7: *** Perchè. ***
Capitolo 8: *** Nella Tua Stanza. ***
Capitolo 9: *** Il Dramma della Moneta. ***
Capitolo 10: *** Ti amo. Ti uccido. ***
Capitolo 11: *** Forza irrfrenabile. ***
Capitolo 12: *** Oggetto inamovibile. ***
Capitolo 13: *** Cicatrici. ***
Capitolo 14: *** Nella Pancia del Ragno. ***
Capitolo 15: *** Il Decreto. ***
Capitolo 16: *** La Noia. ***
Capitolo 17: *** Roulette. ***
Capitolo 18: *** Svegliati. ***
Capitolo 19: *** Fidati di me. ***
Capitolo 20: *** Breaking the habit; rompendo l'abitudine. ***
Capitolo 1 *** La lega dell'ingiustizia ***
Giusto perchè si sappia ma anche,
perchè no, per fare un po' di conversazione, volevo
informarvi che questa fanfiction è ispirata a The Dark
Knight con un piccolo cambiamento. L'aggiunta di alcuni dei personaggli
del fumetto, e il fatto che Due-facce NON è morto! A mio
parere non sarebbe dovuto morire neanche nel film, ma vacci a capire!
Naturalmente non guadagno nulla da questa fanfictions, e non posseggo i
diritti per nessuno dei personaggi utilizzati in essa.
Buona lettura!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 1:
La Lega dell'Ingiustizia.
Ho appena fatto il mio ingresso nei bassifondi di Gotham City; devo
ammettere che si tratta di un luogo davvero pericoloso per chiunque non
sappia come muoversi in certi ambienti dove si poteva davvero
incontrare di tutto, dal semplice drogato in crisi di astinenza che ti
punta una siringa alla gola, al membro di una banda criminale intento a
chiedere il racket nei negozi del quartiere... in qualche angolo
leggermente più appartato e buio, qualche prostituta si
scalda battendo i piedi a terra, e producendo così un eco di
tacchi tutto intorno a lei.
In questo sfacelo mi aggiro io, e chiunque abbia la sfortuna di
incontrarmi sul suo cammino, ricorderà l'evento come la
notte in cui aveva visto aggirarsi solo la metà di un corpo
umano, che nonostante fosse stato tagliato per tutta la sua lunghezza e
possedesse perciò una sola gamba, fosse capace di aggirarsi
tranquillamente per il quartiere;
avvicinandosi di più comunque, si accorgerebbero che sono
solo le tenebre a giocare di questi miraggi e che in effetti sono
solamente di un uomo in giacca e cravatta, la metà bianca
del mio abito gessato si vede chiaramente nella notte, mentre l'altra
metà nera si perde completamente in essa.
Improvvisamente, una voce da uno dei vicoli laterali mi fa voltare
tanto è carica di arroganza; in altre circostanze non mi
sarei neanche voltato, ma questa sera ho tempo, e mi sento anche
piuttosto nervoso.
"Hei, amico! Che modo buffo hai, di vestirti! Vai in giro imitando quel
cazzone di Due-facce?"
Non gradisco il suo tono ed ancor meno mi piacciono le sue parole; lo
guardo nella sua pateticità, i suoi vestiti almeno quattro
taglie più grandi gli scendevano sul corpo in maniera
ridicola. Non che abbia nulla contro il rap underground, ma a pelle
quel tipo di persone tendono ad irritarmi. Decido di giocare un po' con
lui prima di andare avanti con i miei affari.
"Amico. Tu invece, vai imitando la faccia della stupidità?
Devo dire che ti riesce benissimo."
La frase, seppur semplice risposta ad una provocazione, e pronunciata
con tutta la calma di questo mondo, non manca di irritare il giovane
come se fosse stata un ceffone in pieno viso; staccandosi con uno
scatto violento dal muro del vicolo cui si era appoggiato, nella sua
mano già potevo vedere il riflesso della luce di un lampione
su di una lama, e dal suo viso carico d'ira le labbra mi lanciano
queste parole
"Adesso tira fuori il portafogli, o ti apro un buco in pancia che ti
faccio uscire le budella!"
Osserva con soddisfazione la mia figura bicolore alzare una mano verso
il cielo, mentre l'altra lentamente si appresta a raggiungere la tasca
interna della mia giacca, ma per estrarne un semplice mezzo dollaro
d'argento, e non il portafogli, su cui sperava di mettere le mani.
"Temo di avere solo questo per te."
"Stai scherzando vero? Se non tiri fuori la grana, giuro che ti squarto
come un capretto!"
"Vediamo..."
Rispondo, pensoso. Poi sistemo il mezzo dollaro sul dito indice,
portando sotto di esso il pollice, e faccio saltare la moneta
nell'aria per poi riprenderlo al volo sul palmo della mano.
Immediatamente chiudo il pugno attorno all'oggetto, stringendolo forte
per un secondo e sentendolo freddo nella mano. Poi apro le dita, e vedo
la faccia proposta dal caso atraverso il lancio della mia moneta. Il
ladro fa un passo avanti, dimostrando la sua scarsa intelligenza, per
guardare anche lui la faccia della moneta. Testa. Ma quel lato della
moneta è annerito.
"Non hai avuto molta fortuna."
Dico semplicemente, e poi tutto si svolge con tale rapidità
che il bandito praticamente non si accorge di nulla; la mano priva di
moneta scivola abilmente all'interno della giacca, e poi un suono sordo
e breve, un colpo di pistola con silenziatore, riecheggia per la zona
semideserta. Il brigante cade in avanti, una pozza del suo stesso
sangue si allarga sull'asfalto, mentre il ragazzo scalcia in preda alle
convulsioni.
"Che peccato." Commento prima di voltarmi e dirigermi verso la porta di
un vecchio locale la cui insegna recita "The Ambassador"; noto che
l'esteriore è certamente malandato, coi suoi muri di mattoni
imbrattadi di graffiti e coperti dei resti di manifesti strappati.
L'interno però è, seppure non brillante, almeno
accogliente.
Ci sono cinque tavoli quadrati, ognuno col suo porta tovaglioli ed una
piccola candela colorata; le pareti tappezzate di una carta da parati
giallognola, molto casalinga, ed infine il bar con il proprietario
inespressivo intento a preparare un cocktail. Termino la mia
osservazione del locale prendendo nota dell'uscita di sicurezza dietro
il bancone, e mi dirigo verso una piccola saletta attigua, che il
proprietario elogia chiamandola ostentatamente "privè".
Nel privè c'è un solo tavolo a sei posti, di cui
quattro già occupati dal gruppo più strano e
pericoloso mai incontratosi nello stesso posto a Gotham City; io ho la
sfortuna di conoscerli tutti, ed è appunto per questo che
giungo a prendere tutte le precauzioni del caso, se qualcosa andasse
storto durante quello strano incontro. Mentre muovo i suoi passi verso
quell'unico tavolo, elaboro un piano mentale per difendermi in caso di
attacco o per attaccare tutti senza rischiare di restarci secco.
Calcolo che inpiegherei più o meno quaranta secondi per
raggiungere il quartiere, passando per l'uscita di sicurezza. Poi,
osservo attentamente i presenti.
Davanti a me, seduto con la schiena verso il muro e il viso verso la
porta in modo da avere la visuale su tutta la stanza, c'era Pinguino;
basso e deforme, vestito nel suo solito frack, con l'ombrello
appoggiato al suo fianco, contro il muro. So che quell'ombrello
dall'innocente apparenza è in realtà un'arma da
cui guardarsi bene. L'uomo uccello sta fumando tranquillamente una
sigaretta attraverso l'elegante bocchino, ed alza un solo sguardo su di
me, senza dire nulla.
Al suo fianco, notai un uomo alto, dai capelli neri lunghi fino alle
spalle e con addosso uno spolverino, aperto a rivelare sotto di esso
degli abiti regolarmente verdi; l'Enigmista non alza lo sguardo neanche
una volta, ma si è accorto ugualmente della nuova presenza
nella stanza. Tiene lo sguardo fisso sulle cinque carte che tiene in
mano, ha l'aria impensierita.
Davanti a lui, coinvolto nella partita di poker, sedeva Joker. Avrei
potuto riconoscerlo ovunque coi suoi capelli verdi e l'eccentrico modo
di vestire. A volte mi stupisco di come tutti noi amiamo la nostra
eccentricità al punto da rinunciare all'anonimato perfino in
mezzo alla gente. Non posso certo biasimare Pinguino o anche me stesso,
che non riusciremmo a passare inosservati neanche se lo volessimo, col
nostro aspetto. Ma Joker e l'Enigmista sono tutto un altro conto.
A capotavola invece stava seduto lo Spauracchio. L'unico del gruppo che
poteva veramente vantarsi di riuscire a passare inosservato fino al
momento di colpire, in cui solitamente indossa sulla testa un sacco di
tela. Ho sempre apprezzato il suo modo di lavorare e la sua ossessione
per la paura. Si vedeva chiaramente che in passato era stato uno
studioso, e lo rispetto. Ovviamente questo è anche il caso
dell'Enigmista ma a volte i suoi piani troppo sbarazzini e le sue
insensate sfide di intelligenza a Batman tendono a spiazzarmi.
Joker invece è tutto un altro conto. Ogni cosa che fa non ha
mai ha uno scopo materiale. Adora le esplosioni ed i coltelli, ma la
cosa che più mi spaventa di lui è che conosce fin
troppo bene la mente delle persone che ha attorno, al punto di saperle
senza neanche che se ne accorgano. Quando stende un piano, spesso
include anche se stesso come pedina attiva della partita, mettendo la
sua vita a repentaglio come se non contasse nulla. Decisamente, il
primo della lista di criminali di Gotham City con cui non vorrei avere
nulla a che fare. Tutto è oscuro in lui, sia il passato che
il presente ed il futuro.
Quando prendo posto nel posto libero al fianco di Joker e davanti a
Pinguino, quest'ultimo è il primo a parlare.
"Ben arrivato, Due-facce. Credo che ora possiamo iniziare la nostra
piccola assemblea!"
"Deduco quindi che sei stato tu a chiamarci qui." Dice la voce
inespressiva dell'Enigmista mentre prende due carte dalle cinque che ha
in mano per cambiarle.
"Esattamente. Volevo parlarvi di un problema che ci sta affliggendo
peggio della peste!"
"Lasciami indovinare... -sorrise distrattamente Spauracchio- Batman?"
"Esattamente. Signori, vi ho chiamati qui per farvi notare i nostri
fallimenti contro quel pipistrello!"
Mi volto verso Joker, che con una sonora e sincera risata rompe il
clima di gravità regnante nella stanza. Poi, mostrandp il
suo tris di re all'enigmista dice, chiaramente divertendosi alle spalle
di tutti noi
"Non c'era certo bisogno di un'assemblea per farci notare
ciò!"
"Effettivamente siamo stati presi a calci abbastanza da ricordarlo
bene, Pinguino." Aggiunge l'Enigmista, mostrando a Joker un full di
donne.
"Se mi consentite di terminare il discorso, arriverò subito
al sodo. Bisogna unirsi per sopravvivere."
"Unirsi? -stavolta fui io a parlare per la prima volta dal mio arrivo-
Unirsi? Guardati intorno, Pinguino..."
"Lo faccio. E vedo tante menti criminali individualiste e perennemente
dietro le sbarre di Arkham!"
"Anche se decidessimo di unirci, cosa ne ricaveremmo? Non ci fidiamo
neanche l'uno dell'altro!" Decido di puntualizzare.
"Capisco il tuo punto di vista, Due-facce ed è per questo
che propongo questo accordo in serietà e per raggiungere un
obiettivo comune a tutti noi."
"In serietà, dici? E credi che anche se, per esempio Joker,
ci giurasse solennemente di non uccidere o fare del male a nessuno di
noi, poi non cambierebbe idea appena una delle voci che sente nella
testa gli suggerisse che sarebbe divertente?"
"Insomma, stai dicendo che il problema è Joker." Mi risponde
l'Enigmista, mischiando ancora una volta il mazzo di carte.
Lo guardo mentre le sue mani separano abilmente il mazzo, per poi
mischiarlo con un talento da croupier; trovo molto strano questo suo
intervento diretto, quando solitamente Enigmista è una
persona quieta che preferisce ascoltare e capire, piuttosto che
inserirsi nei discorsi. E poi, perchè chiedere una cosa del
genere? Quale potrebbe essere il suo interessamento? Decido di
rispondere seriamente alla sua domanda, e vedere dove vuole arrivare.
"Sinceramente? Sì. Posso credere alla tua parola, a quella
di Pinguino e anche quella dello Spauracchio! Ma Joker è una
cosa diversa."
"Ohhh. -Dice Joker con l'espressione fintamente meravigliata.- Mi sento
ferito." Conclude, atono mentre taglia il mazzo.
"Prima di decidere chi sta dentro e chi resta fuori, Pinguino, spiegaci
la tua idea nel dettaglio!" Si intromette lo Spauracchio, innervosito
dal piccolo diverbio, temendo evidentemente, che potrebbe precludere
ogni tipo di trattativa immediata.
"La mia idea è semplice. Sarebbe come un patto di alleanza,
di mutuo soccorso, e soprattutto di pace tra di noi. Ci incontreremmo
periodicamente per discutere i nostri piani, metterci daccordo,
appianare eventuali divergenze... -pronunciando quest'ultima frase,
lancia uno sguardo in direzione mia e di Joker- e sostenerci sempre e
comunque nella battaglia contro Batman, in modo da non doverlo mai
affrontare da soli. Ci aiuteremmo a vicenda nei nostri propositi, ed
eventualmente anche nelle evasioni."
"Effettivamente -dice la voce ironica dell'Enigmista- sarebbe un
sollievo non dovermi più ritrovare da solo, nel pigiama del
manicomio di Arkham, per le strade di Gotham ad ogni singola evasione."
"Ehhh... -riprende il discorso Joker- una macchina riscaldata con una
bottiglia di vino rosso sul sedile posteriore. Potrei anche svenire per
questo."
Lo vedo ridacchiare, ma cosa più sospetta, l'Enigmista
ricambia con un mezzo sorriso mentre distribuisce le carte. Qualcosa
stava accadendo tra quei due e mi inquietava; il loro modo di far
notare che non avevano mai avuto bisogno di nessun aiuto per evadere,
significava forse che non erano interessati alla proposta di Pinguino?
Avevano forse già qualcosa in mente per conto loro? Mentre
pensavo queste cose, la voce dello Spauracchio si fece sentire
nuovamente.
"Tagliate corto con l'ironia! A me sembra un buon piano!"
Dice, zittendoci tutti e puntando lo sguardo su Pinguino. Il suo modo
di parlare e di insistere perchè si prenda presto una
decisione stava probabilmente ad indicare che era un pessimo periodo
per i suoi affari; Spauracchio è quello che tra tutti noi ha
sempre avuto meno potere contro l'uomo pipistrello, una volta che
quest'ultimo capì il suo modus operandi e trovò
il modo di contrastare i suoi pericolosissimi gas.
"Anche a me. -decido di spalleggiarlo, ma continuo ad esprimere la mia
opinione, osservando Joker- anche se continuo a dire che c'è
una pecca."
"Smetti di preoccuaprti di Joker! -mi ritrovo ancora una volta ammonito
dall'Enigmista, che sbattendo sul tavolo una semplice coppia di dieci,
senza neanche guardarmi, conclude dicendo- A lui ci penso io."
"La mia balia? -risponde il clown, sbattendo le ciglia come una
ragazzina innamorata- Come sei dolce, Nigmy!"
"Ci pensi tu, come?"
Si sbriga a domandare Spauracchio, ora anche lui insospettito dal
comportamento del re degli indovinelli. Anche Pinguino, noto, ha lo
sguardo fisso sull'uomo in verde, in attesa di una spiegazione
plausibile anche se in fondo tutti noi già avevamo capito
tutto ma non volevamo pensare ad un'ipotesi tanto mostruosa quanto
quella che l'Enigmista si apprestava a spiegarci. Lo vedemmo posare
tranquillamente le carte sulla tavola, accantonando il gioco per un
po', e poi, dopo averci guardati tutti con volto inespressivo, disse
"Il fatto è, miei cari compagni criminali, che trovo furba
la vostra idea di unirci per essere più forti;
tant'è vero che un pensiero simile già circolava
da tempo nella mia testa, e non solo nella mia. Durante il mio ultimo
soggiorno ad Arkham, usai tutto il tempo libero che avevo a
disposizione analizzando tutti i miei fallimenti, ed accorgendomi di
quanto un aiuto esterno al momento giusto avrebbe potuto invece
cavolgere le sorti a mio favore. Troavai un pensiero simile in Joker, e
decidemmo di unirci per essere più forti. Evademmo, e da
allora sono passati quattro bellissimi ed incensurati mesi."
"Saranno cinque il tredici di questo mese. -Sentii Joker precisare, e
quando lo guardai mi irritai vedendo che mi sorrideva- come vola il
tempo!"
"E stavamo anche pianificando una bella cenetta a lume di camndela per
celebrare il nostro sesto."
"Bisogna celebrare certe cose, dico io! Oppure il romanticismo va a
farsi benedire, e si scivola nell'abitudine."
"Corretto. Una cena a lume di candela davanti ad una bella cassaforte.
Solo che quando la candela si consuma..."
"Boom!"
Joker ri mette a ridere, evidentemente al pensiero di adoperare la sua
amata dinamite in un contesto simile ad un appuntamento romantico. Ha
sempre adorato i doppi sensi e le rappresentazioni melodrammatiche.
Sposto lo sguardo sull'Enigmista, quasi con la speranza che rivelasse
un assurdo scherzo, invece lo vedo alzare le spalle e dire con tutta la
naturalezza di questo mondo
"Se al mio partner piacciono i fuochi d'artificio, io lo accontento...
li trova così romantici!"
La cosa mi irrita nel profondo, e con la rabbia che mi sorge da dentro
le viscere, ribatto in modo tagliente.
"Secondo me, stare quattro mesi a contatto con Joker ti ha fatto male.
Molto male."
Ma nessuno della coppia mi risponde, così ancora una volta
Spauracchio fa sentire la sua preoccupazione per il risultato di una
discussione che così tanto gli stava a cuore. Sporgendosi
sul tavolo per fissare i due alleati, la voce leggermente tesa, insinua
il suo timore.
"Quindi, se formassimo una lega tutti insieme, correremmo il rischio
che voi due facciate il doppio gioco con noi altri!"
"Sarebbe un rischio, sì. -risponde serafico l'Enigmista- Ma
almeno ora sapete che prendiamo entrambi seriamente patti di questo
tipo."
"Facciamo così. Chiunque voglia far parte di questa lega da
me proposta, alzi la mano, e decideremo la nostra base operativa."
Propone Pinguino, e la sua mano è la prima a scattare in
aria, seguita poi da quella di Spauracchio e dell'Enigmista, che poi
allunga la mano ad afferrare uno degli esili polsi di Joker, e lo
costringe ad alzare la sua mano insieme agli altri. Solamente io mi
mostro ancora indeciso, ma alla fine anche io cedo alle lusinghe di
potere che un patto simile sussurrerebbe agli orecchi di qualsiasi
criminale; anche la sua mano si alza.
La "Lega dell'ingiustizia", come poco più tardi decidemmo di
chiamarla, era ormai stata fondata.
FINE Capitolo 1.
Con la speranza che vi sia piaciuta e di ricevere qualche recensione!
Alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
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Capitolo 2 *** Il Fardello ***
Per LeftEye:
Grazie infinite dei complimenti, davvero! Tranquilla, anche se non ti
intendi molto di Batman-fumetto, i personaggi che uso sono solo quelli
principali, che comunque in un modo o nell'altro si conoscono! Il
Joker... credo che ormai coi cuoi che possiede potrebbe farci una
raccolta ç_ç povero Heath Ledger... davvero una
morte iniqua, non credi? Il fatto che tu sia più affascinata
dai nemici di Batman è comune a molti! Sono così
ricchi di background, di psicologia, di simpatia, di
originalità! Batman invece è, come diceva Joker
nel "Cavaliere Oscuro", un oggetto irremovibile! Sono molto felice che
la mia storia ti abbia colpito! Ti chiedo scusa per lo stile, ma il
primo capitolo lo avevo postato più come prova, un po' di
fretta... ti prometto che mi impegnerò, e
riuscirò a migliorarmi! Spero davvero tanto di riuscire a
mantenere tutti i personaggi IC! Ecco il prossimo capitolo tutto per
te! Besos!
Prima di continuare, volevo ringraziare la mia amica Yasmin per tutto
l'aiuto che mi ha dato nella stesura di questo capitolo,
nonchè per il sostegno che mi mostra! Un abbraccio speciale
per te!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 2: Il Fardello.
Mi sento stretto nel costume scuro che ogni notte scendo
quaggù per indossare; è pesante, sotto ogni punto
di vista.
un fardello che mi viene addossato con facilità;
un fardello che tutti voglio che io indossi, lasciandomi, con il tempo,
la convinzione di essere l'unico capace di poterlo sopportare.
Delle volte sogno di gettarlo via, semplicemente, senza più
guardarmi indietro... ma non posso farlo.
Perchè, mi domando a volte... e poi riesco a rispondermi che
è per tutta quella gente che ha bisogno di un eroe, di un
esempio da seguire, di un ideale e di essere protetta, a volte perfino
da sè stessa.
In quei momenti però, mi tornano in mente anche le parole di
Joker; il principe clown del crimine di Gotham, che mi parlò
della gente e del mondo, nel modo in cui lui riusciva a vederli...
le persone che mi ritengono un mostro alla sua stessa stregua, che mi
gettano via quando non hanno più bisogno di me.
Delle volte penso addirittura che abbia ragione, e che forse non vale
la pena restare soli.
Batman e Bruce Wayne sono due entità completamente diverse e
separate dentro di me, che si mischiano solo per donarsi le proprie
limitazioni;
Batman è limitato dai limiti umani -sia fisici che mentali-
di Bruce, che a sua volta è immobilizzato dall'esistenza di
Batman;
mai l'amore, mai l'amicizia, mai una distrazione... sempre una casa
vuota ad accoglierlo ogni sera, quando smette i panni del vigilante
notturno.
Forse è questa la ragione per cui entrambi preferiscono
Batman.
Perchè lui ha sempre qualcosa di davvero utile da fare, e
non si preoccupa della solitudine.
Perchè Batman è capace di restare freddo e di non
mescolare sentimenti ed emozioni, inutili e dannose per il suo scopo.
Perchè in un modo o nell'altro, Batman è
indispensabile per la gente come Bruce non potrebbe mai essere per
nessuno.
Vengo distratto dai miei pensieri da un rumore di passi lungo le scale;
sono i passi lenti e tranquilli di Alfred, che scende come ogni sera
per assicurarsi che non abbia bisogno di nulla.
Smetto di prendere coscienza dei demoni della mia mente per voltarmi
verso di lui.
Entra tranquillo, come al solito, e lancia uno sguardo al gigantesco
schermo che ho davanti, da dietro il quale le facce dei cinque evasi
più pericolosi del manicomio di Arkham ci osservano,
minacciosi più che mai nella bonarietà mostrata
di fronte agli obiettivi fotografici della polizia.
"Novità, signore?"
Chiede, raggiungendo il mio fianco alla postazione;
io vorrei rispondergli di sì, perchè a volte mi
sento come se che anche Alfred voglia giudicarmi quando non mi mostro
in grado di salvare Gotham... ma so che non è
così, so che nei suoi occhi non potrei mai incontrare nessun
giudizio.
So che il giudizio che sento pesare su di me è il mio stesso.
Passo stancamente le mani sulla parte del mio viso che la maschera
lascia scoperta e rispondo, con voce stanca e stressata.
"Non so che fine abbiano fatto, Alfred. Quattro mesi fa Joker e
l'Enigmista sono fuggiti da Arkham la stessa notte, senza che riuscissi
mai a riacciuffarli. Poi anche gli altri a poco a poco, hanno trovato
la loro via di fuga, a pochi giorni di distanza l'uno dalll'altro."
"Crede che Joker e l'Enigmista siano fuggiti la stessa sera... insieme?"
"Plausibile. In questi mesi mi è capitato di scorgerli un
paio di volte insieme, sui luoghi dei medesimi delitti. Ma da un punto
di vista logico, un'alleanza tra loro non avrebbe senso!"
"I loro file ad Arkham le hanno detto qualcosa?"
"Oh, sì. Leggi qua...
tra i due si
è potuto osservare un misterioso avvicinamento.
Poi, una settimana prima dell'evasione, ecco cosa scrivono:
Riportiamo
un'aggressione da parte del paziente Edward Nigma nei confronti del
paziente Jonathan Rhon, al quale ha tentato di far ingoiare un
cucchiaio di plastica. Non siamo riusciti a estrargli una confessione
dettagliata sulla motivazione del suo gesto, ma poco prima del suo
attacco, alcuni degli altri pazienti hanno testimoniato che il paziente
Rhon aveva rivolto al paziente Joker parole che all'orecchio del
paziente Nigma, erano sembrate "poco cortesi".
E non è tutto! Se vai avanti, ecco cosa riporta, sulla
cartella di Joker, lo stesso giorno...
Riportiamo
un'aggressione da parte del paziente Joker alla guardia di sicurezza
Matthew Sparks. Non siamo riusciti ad estrapolare una... bla bla bla...
si sa solo che durante l'aggressione la guardia stava riportando alla
calma il paziente E. Nigma.
Jonathan Rhon si è salvato per miracolo dallo
strangolamento, l'Enigmista ha riportato la slogatura di un braccio, e
Joker ha guadagnato cinque giorni di isolamento."
"Allora la loro complicità è palese, signore!"
"Lo so, Alfred. Ma davvero, non voglio pensarci!"
"Ha qualche idea, per fermarli?"
"No, non ancora. Non riesco a prevedere le loro prossime mosse. Temo
solo che ci sia qualcosa di più grosso dietro, Alfred! Temo
che presto o tardi tutti i criminali di Gotham decidano di unirsi, ed a
quel punto chi lo sa cosa potrebbero fare tutte quelle menti
psicopatiche unite insieme?"
Vedo Alfred annuire con espressione meditabonda, e capisco che vorrebbe
aiutarmi;
ogni giorno che passa mi sento sempre più stanco ed
avvilito... e questa mia spossatezza deve rispecchiarsi chiaramente
anche sul mio viso, a giudicare dall'espressione preoccupata che Alfred
assume ogni volta che posa lo sguardo su di me.
Il pensiero che qualcosa di grosso, di irreparabile potrebbe accadere
da un momento all'altro, mi opprime ormai da mesi; mi spossa di giorno
e mi sottrae il sonno di notte.
Mi ritrovo a pensare che questa volta potrei non essere in grado di
farcela;
sono scoraggiato, e questa sensazione non mi abbandona mai, neanche
quando tento di distrarmi, rileggendo ancora una volta la cartella
clinica dei vari criminali evasi...
beh, forse per rilassarmi farei meglio a leggere qualcos'altro.
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Capitolo 3 *** Come una Coppia Normale. ***
Per
PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Ciao Psycho! Certo, hai un nick
che riempie la bocca davvero, complimenti! ^^ Sono felice che ti
piaccia questa fanfiction, e se vuoi qualcosina in più, ho
anche un blog, che aggiorno con maggiore frequenza di qui, ovviamente.
Mi farebbe piacere avere qualche tua recensione anche lì! ^^
Ti ringrazio infinitamente dei complimenti, anche se mi rendo conto che
la forma andrebbe migliorata, visto che commetto errori talvolta troppo
banali per essere veri! Ma giuro è solo distrazione! Per
quanto riguarda i fumetti e il poco contatto che hai avuto con loro
tranquilla, io descriverò talmente a fondo la loro storia ed
il loro carattere, a mano a mano che si andrà avanti che ti
sembrerà di conoscerli veramente. Ebbene sì, non
per vantarmi ma ho sempre adorato sviluppare la psicologia dei
personaggi! Se queste cose ti interessano non resterai delusa! Volevi
un seguito? Eccolo qui! ^^ Grazie ancora tanto per i complimenti, spero
continuerai a recensire! Alla prossima! (PS, scusa se sono stata troppo
prolissa).
Per Marfisia:
Come sarebbe "speri"? xD Certo che la continuo, la storia! Adoro
scrivere fanfictions, e la caratterizzazione dei personaggi
è uno dei miei punti forza! Purtroppo per BatmanXJoker ci
sarà da attendere i capitoli successivi, in quanto per ora
diciamo che si sta consolando con qualcun altro... ^^ leggi e vedrai!
Spero davvero che continuerai a recensirmi, mi farebbe molto piacere!
Ti ringrazio infinitamente dei complimenti che mi hai rivolto! Alla
prossima!
XxX.Silverlexxy.XxX
QUESTO CAPITOLO DESCRIVE
SCENE DI SESSO SEMI-ESPLICITE... OVVERO DETTAGLIATE, MA NON
ESAGERATAMENTE. CHIUNQUE NON SE LA SENTA DI ANDARE AVANTI, NON LO
FACCIA! ^^
Capitolo 3: Come una Coppia Normale.
Apro gli occhi su un soffitto al quale ormai sono abituato... su un
luogo che in pochi mesi ho preso l'abitudine di chiamare "casa",
sebbene non lo fosse nella maniera convenzionale.
La prima volta che venni qui, e vidi l'espressione d'estasi di Joker
mentre si guardava intorno, decisi immediatamente di accontentarlo e
stabilirci qui subito dopo esserci liberati dei corpi dei precedenti
proprietari.
Ora mi ritrovo a pensare alle mani del mio compagno,
così morbide e chiare quando non indossa i guanti; anche
senza voltarmi, comunque, so che lui non è al mio fianco.
Raramente resta nel letto, vicino a me, e non capisco come mai.
Sento il rumore di scrosci d'acqua provenire dalla doccia, e mi tiro
su; porto le gambe oltre il bordo del letto ed una volta il piedi mi
avvio verso il bagno.
Quando arrivo davanti la porta, questa si apre come se il mio compagno
avesse sentito la mia presenza ed avesse anticipato le mie mosse.
Ci troviamo uno di fronte all'altro, e restiamo fermi a guardarci negli
occhi.
Ed ecco che accade di nuovo; ogni volta che guardo Joker, la mia
fantasia inizia a vagare per conto suo, e con gli occhi della mente lo
vedo esultare nel sangue, nella disperazione... lo vedo uccidere la
gente con i suoi sorrisi.
Muovo un passo verso di lui, guidato dall'istinto che solo lui
è capace di risvegliare nella mia mente calcolatrice.
Lui fa un passo indietro, poggiando una mano sul muro al suo fianco, ed
io la afferro, lo attiro verso di me per poi immobilizzarlo contro il
muro.
Lui tenta di spingermi via, lo fa sempre, come se fosse un preliminare
indispensabile.
Tento di afferrare le sue mani, e dopo una breve lotta ci riesco. Lo
costringo ad allargare le braccia come la parodia di un crocifisso e
poi allento la presa, carezzandolo dolcemente fino al polso.
Di nuovo tenta di ribellarsi ma le mie mani ormai sanno per istinto
come comportarsi, e di nuovo danno forza alla presa.
Tengo i suoi esili polsi stretti tra le dita, e ciò mi
procura una sensazione di potenza indescrivibile;
continuiamo a guardarci negli occhi, e sento che questi piccoli duelli
lo eccitano.
Avvicino le labbra alle sue, ma lui si tira indietro; anche questa
è una cosa che fa sempre, ma ogni volta non manca di
eccitarmi.
Vorrei prenderlo per i fianchi, ma appena sciolgo di nuovo la presa
sulle sue mani, ancora una volta si ribella tentando di spingermi via.
Lo costringo a voltarsi, in modo da immobilizzare le nostre mani tra il
suo petto ed il muro.
Inizio a sfiorargli il collo con le labbra, soffiando aria calda sulla
sua pelle sensibile.
Ma so che a lui non piace la dolcezza; so che lui adora solo il gioco
pesante.
Affondo i denti nella sua carne morbida e profumata di bagnoschiuma.
Lui trattiene il respiro, poi tenta ancora una volta di spingermi via,
riuscendoci. Ormai ero convinto di averlo portato alla resa, ma mi
sbagliavo.
Si allontana da me, e grazie a Dio riesco ad afferrarlo di nuovo,
stavolta stringendo la mani nell'incavo dei suoi gomiti, e lo tiro
indietro, sbattendolo di violenza sul letto.
La nostra lotta ricomincia ancora una volta, mentre tento di
riprendergli i polsi; raramente questo gioco dura
così a lungo... non che la cosa mi secchi, finchè
so che a lui piace, io sono più che felice di accontentarlo.
Semplicemente mi domando il perchè.
Quando infine riesco a tenerlo fermo ed a liberarlo dell'accappatoio,
mi abbasso a mordergli una spalla, sentendolo gemere e fermarsi quel
tanto che mi basta per riuscire a farlo voltare.
Mi lancio di nuovo all'attacco delle sue spalle, l'unico punto del suo
corpo abbastanza sensibile da paralizzarlo quando viene stimolato a
dovere.
Con questo diversivo, riesco finalmente a svestirlo, ed a far scivolare
le mani fino al suo fondoschiena, per prepararlo all'imminente rapporto.
Quando lo sento tentare di tirarsi nuovamente indietro, affondo i denti
con più forza, e lo sento gemere.
Lo costringo di nuovo a voltarsi, e lui mi colpisce sul viso.
Il colpo non era molto forte, ma ricambio colpendolo a mia volta con un
ceffone, e la sua testa si schianta sul materasso.
Per la salute di entrambi, decido di evitare altri preamboli, e gli
entro dentro.
Lui si calma, a questo punto; lo fa sempre.
Mentre mi muovo dentro di lui, provo le sensazioni più
intense che abbia mai conosciuto.
Sento una specie di morsa attorno al petto, che si attenua solo molto
tempo dopo la fine dei nostri rapporti.
Lo sento gemere, e qualcosa esplode dentro di me ad ogni suo verso ma
mi trattengo sempre finchè non è lui il primo a
venire, e solo il suo grido di piacere basterebbe a portarmi sull'orlo
dell'orgasmo.
Mille pensieri e fantasie di ogni genere iniziano a vagare
all'impazzata nella mia testa solitamente calma ed ordinata, ed in
ognuna di queste c'è lui.
Gli serro le dita attorno alle anche, sentendone le ossa sotto il
sottile strato di carne che le riveste, e lo sollevo, in modo che solo
le sue spalle restino in contatto con il letto.
Anch'io infine arrivo a gridare il mio piacere e liberarmi dentro di
lui.
Riesco a godermi quell'orgasmo solo per pochi secondi; fortunatamente
riapro gli occhi in tempo per riuscire ad afferrargli il polso e
togliergli dalla mano il coltello che altrimenti si sarebbe piantato
all'altezza delle mie spalle.
Lancio l'oggetto affilato da qualche parte sul materasso, ed
istintivamente gli do un'altro ceffone in pieno viso.
Cerco i suoi occhi, ma per la prima volta nel nostro rapporto, lui sta
evitando il mio sguardo.
Non dico una parola, aspetto lì, fermo come un imbecille,
che lui dica o faccia qualcosa.
Inizio a provare altre sensazioni nel petto; mi sento vuoto e spaesato,
come se stessi per perderlo e non potessi fare nulla per impedirlo.
Non so cosa fare o come muovermi finchè, lentamente, non mi
stendo su di lui come se in realtà fossimo una coppia
normale, una coppia che si concede qualche minuto di coccole dopo un
rapporto.
Lui continua a non muoversi, a non guardarmi.
Mi accorgo all'improvviso che anch'io, ora, non vorrei vedere i suoi
occhi; ho paura di ciò che potrei leggervi.
Gli passo un braccio sotto il collo, e lui mi permette di farlo;
gli avvolgo l'altro attorno alla vita, e non si muove.
Con una leggera pressione lo invito a voltarsi verso di me, senza
costringerlo, e lui non si tira indietro.
Poggia la fronte sul mio mento e restiamo così per un po' di
tempo, senza dire niente.
Chiudo gli occhi, e gli sussurro
"Cosa ti è successo...?"
Lui resta muto, riuscendo così a schiacciare il mio cuore
senza neanche muovere un dito.
Per un attimo si avvicina a me un po' di più, ma non una
parola dalle sue labbra.
Gli alzo il viso, e tento di baciarlo; lui si tira indietro, ed un
secondo dopo si alza in piedi, scende dal letto e va a chiudersi in
bagno.
Io resto dove sono, e continuo a non capire.
Lo sento tornare in camera da letto pochi minuti dopo, e per timore non
so nemmeno io di cosa, non alzo lo sguardo su di lui, ed anzi porto il
braccio sul viso, a coprire i miei occhi.
Mi stupisco non poco quando sento il suo peso su di me, e la sua mano
stringermi il braccio per allontanarlo dal mio viso.
Poi sento le sue labbra poggiarsi sulle mie e riapro gli occhi.
Un secondo dopo lui è di nuovo via, diretto verso la cucina.
Era andato a rimettersi il trucco da clown.
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Capitolo 4 *** L'assemblea ***
Per
Ilaria1993: Hola! Grazie mille per i complimenti,
sono molto felice che apprezzi la mia idea! ^^ Sì,
so che nel film lo chiamavano "Spaventa Passeri", ma trovo che
"Spauracchio" sia più breve e più d'effetto,
quindi continuerò ad utilizzare questo! Ehm... è
giunto abbastanza presto questo aggiornamento? Spero di sì,
non è che tengo il conto dei giorni tra un post e l'altro.
Ti ringrazio, sono onorata di essere finita tra i tuoi
preferiti! L'attore che interpretava lo Spauracchio in Batman Begins
è molto affascinante, hai ragione! Ma io
continuerò sempre a preferire il Joker in ogni sua forma! ^^
Spero continuerai a recensirmi, un abbraccio... alla prossima!
Per
Killme: Beh, sì lo so... in inglese ci sono
sempre molte più storie per ogni fandom, ma non
c'è da stupirsene, sono così tanti a parlare
questa lingua (contiamo solo americani ed inglesi e già
tocchiamo vertiginosi livelli!), che è ovvio si trovino
più storie! ^^ Sono però davvero contenta che ti
piaccia la mia! Dal primo capitolo sono migliorata perchè
quella precisa prima parte è stata postata distrattamente e
senza molte aspettative, quindi ammetto di non averci messo troppo
impegno! Ovviamente continuerò ad aggiornare! Se non sei
molto normale, sei la benvenuta xDDD credo proprio che sarai in buona
compagnia! Spero che continuerai a recensirmi, ti ringrazio moltissimo!
Un bacio, alla prossima!
Per Marfisia:
Non voglio mentirti, cara... anche io sono quel tipo di persona che se
si alza col piede sbagliato decide di non aggiornare per mesi interi...
ç_ç perciò non posso prometterti
nulla! Il fatto è che a volte la mancanza anche di interesse
in ciò che fai smonta che è una meraviglia!
Però questo non è il caso di questa storia
sembrerebbe, quindi per ora tranquilla, continuerò ad
aggiornare! ^^ Sono contenta che la scena intima ti sia piaciuta, ho
cercato di far capire determinate cose senza scendere il particolari
troppo dettagliati! Di solito mi fiondo letteralmente sulle Nc-17
però stavolta, trattando anche di violenza ho preferito non
dilungarmi troppo su cose che non conosco! PEr quanto riguarda il
messaggio sono felice che si sia capito! In teoria è un modo
per sottolineare la sua somiglianza con Batman, visto che anche lui
è due persone diverse. Per quanto riguarda la scelta
dell'enigmista... dapprima sono andata per esclusione, scartando
possibili pretendenti poco credibili, e poi ho pesnato a lui
perchè mi pareva logico che una persona intelligente come
Edward Nygma, l'uomo che risolve tutti gli enigmi, si sarebbe sentito
attratto da una persona spesso incomprensibile come Joker! Spero
proprio che continuerai a recensirmi! Grazie mille! Un bacio, alla
prossima!
Per
PsYcHoGIRL_SLAYERtheBEST: Hei! ^^ Sono contenta che la
scena intima ti sia piaciuta! Mi è piaciuto molto scriverla,
e sottolineare la differenza tra Joker con il trucco, e Joker senza. Se
non ha guardato negli occhi l'Enigmista è proprio
perchè qualcosa non andava, ed infatti alla fine lascio
intendere che tutta la stranezza della scena era dovuta al fatto che
Joker non si sentiva a suo agio senza make-up. Sono contenta che hai
trovato il mio blog! Ti ringrazio per tutte le belle recensioni che mi
lasci, spero di riuscire a continuare ad interessarti! Per quanto
riguarda il nick, stai tranquilla non mi cadranno le dita a scriverlo
xDD un bacio, alla prossima!
Per LeftEye:
Ahhh. la distrazione...! Ci pone davanti a cose insapettate! Spero
davvero di riuscire ad incuriosirti fino alla fine, sarei molto
dispiaciuta se smettessi di leggere questa storia :( Beh, sì
io è da quando ero piccola, si può dire, che
sospettavo che il Joker fosse un masochista innamorato perso di Batman!
^^ Spero che continuerai a recensirmi! Un bacio, alla
prossima!
Per Desme:
Ciao, nuova lettrice! Sono contenta di leggere la tua recensione breve
ma intensa... sono contenta che ti piaccia la mia storia, e come vedi
sono riuscita ad aggiornarla in tempi più o meno umani -non
che io abbia contato i giorni, sperò non siano stati troppi-
grazie mille dei complimenti, spero che continuerai a recensirmi! Un
baio, alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 4: l'Assemblea.
Non conosco neanche il nome della strada
in cui mi trovo... la notte è scesa su Gotham, ed io ho
sempre la sensazione che qualcuno, nascosto nell'ombra, -in cima ai
palazzi, sopra di me, nei vicoli bui, da ogni angolo- mi osservi;
Qualcuno vestito di nero, con un lungo
mantello svolazzante nell'aria, mosso dal vento.
Un'immagine mi coglie d'improvviso;
decine di demoni pipistrello che saltano fuori da ogni angolo che
l'oscurità mi aveva celato; aleggiano su di me, pretendono
la mia vita, il mio sangue... da quando ebbi un assaggio della mia
stessa medicina -il mio gas- non vedo altro quando mi trovo al buio.
Per tranquillizzarmi ripenso alle parole
dell'Enigmista, che ci ha tranquillizzati tutti sul luogo che aveva
suggerito per il nostro primo incontro.
Lo aveva controllato decine di volte
anche tramite il suo infallibile computer, e questo pensiero dovrebbe
aiutrami, farmi sentire più rilassato.
Una parte di me però, resta
preoccupata a causa della sua misteriosa alleanza con Joker; sia io che
DueFacce abbiamo sempre fatto poca fatica a scendere a patti, quando ci
si trovava di fronte l'Enigmista, ma ormai il suo compagno sembrava
avere degli effetti strani su di lui, come se una parte di Joker gli
fosse entrata dentro, ed avesse un ascendente -neanche troppo leggero-
sulla sua mente.
Mi guardo intorno per l'ultima volta,
prima di infilarmi nell'edificio abbandonato -una vecchia fabbrica di
carta- chiudendomi la porta alle spalle il più
silenziosamente possibile;
nessun suono accoglie il mio ingresso, e
mi rendo conto di essere il primo arrivato... percorro un corridoio
buio fino ad una gigantesca sala, dove in altri tempi dovevano regnare
immense macchine di produzione, coi loro ingranaggi e le loro presse.
Ormai, quelle anticaglie non ci sono
più; al loro posto, al centro dell'immensa stanza, come a
prendere in giro quella grande dimensione, giaceva un piccolo tavolo
con cinque sedie e nient'altro;
presto tutti i membri della nostra
alleanza saranno qui, attorno al tavolo sul quale ora ho poggiato il
soprabito.
"Spauracchio?"
La voce dall'oscurità mi fa
sobbalzare per un attimo, ma il terrore passa quasi subito, nonappena
mi rendo conto che era troppo chiara, ed il tono troppo leggero
perchè potesse trattarsi di quel demone maledetto che
infesta i miei incubi da... non lo so da quanto, a me sembra
un'eternità;
mi volto e vedo DueFacce avanzare verso
di me tranquillamente, le mani in tasca ed un'espressione seria sul
volto.
Si guarda intorno, poi torna a fissare
il suo sguardo su di me.
Lo osservo bene, ma senza esagerare;
noto il colore un po' malsano che il suo viso bruciato ha assunto dopo
aver passato tanto tempo privo degli strati di pelle e muscoli
mancanti;
noto il suo modo id camminare sicuro di
se stesso e quell'occhio perennemente spalancato sul mondo in assenza
della palpebra.
Mi domando come possa vivere in quel
modo.
"Sei solo?" Mi domanda ancora,
guardandosi per l'ultima volta intorno.
"Sì, credevo di essere il
primo."
"Speravo davvero che il primo ad
arrivare fossi tu."
"E come mai?"
"Avrei una proposta da farti."
Quando mi parla, io non so se guardarlo
in viso oppure no;
Fisso i miei occhi sul lato sano della
sua faccia, l'unico ancora capace di esprimere una qualche
emozione.
Immagino che la sua condizione possa
anche riuscire comoda in un certo senso... con quel po' po' di
spettacolo di carne bruciata, chi mai si interesserebbe ad un viso
comune come quello raprresentato al suo fianco?
Le sue reazioni dunque restano nascoste
ai più, ma non a me; io sono un medico in fondo, io studio
l'animo umano ed ammetto che avrei dato anche l'anima per avere ancora
il mio lavoro e riuscire a mettere le mani su un paziente come DueFacce.
Gli altri non mi hanno mai interessato
molto, la pazzia di Joker è totale nella sua mente, tanto da
rendere praticamente inefficace l'effetto del mio gas o qualsiasi altro
tentativo di approccio psicologico, mentre l'Enigmista è un
personaggio troppo realista e calcolatore per lasciarsi fregare da
delle allucinazioni -per quanto spaventose esse possano essere- indotte
dal mio gas speciale, e tantomeno delle "chiacchiere da bar" di cui gli
psicologi comuni amano riempire le orecchie dei loro pazienti.
"Allora, dimmi."
"Quelle cose che si sono dette al pub
l'altra volta... sono tutte giustissime. Ma tu sai quanto poco ci si
possa fidare di Joker, non è vero?"
"Vai avanti."
"Ci sta scomodo. Te l'ho detto chiaro e
semplice... non piace a me, nè a te o tantomeno a Pinguino!
Pare che l'Enigmista abbia sviluppato un qualche tipo di legame con
lui, ma sono sicuro si tratti di qualcosa di deretereo. Hai visto anche
tu come si è comportato!"
"E con ciò?"
"Propongo di eliminarlo. Joker, intendo."
"E perchè lo proponi a me?"
"Semplicemente perchè tra
tutti sei quello che passa più inosservato, e potrebbe
tornare utile."
"Perchè però non
coinvolgere Pinguino?"
"Lo faremo, in un secondo momento."
Studio le sue parole, i suoi gesti, il
suo tono di voce... noto che il linguaggio corporeo
della parte destra e di quella sinistra del suo corpo si
contraddicono e ciò mi affascina;
tuttavia, non è per essere
preso in giro da lui che ho studiato con impegno tutti quegli anni a
medicina e mi sono specializzato in psichiatria.
Conosco bene i trascorsi suoi e di
Joker, e non ci vuole uno scienziato per capire che DueFacce va solo
cercando la sua vendetta.
Faccio finta di riflettere sulla sua
proposta mentre avvicino una sedia e prendo posto al tavolo vuoto.
Lo vedo tranquillo, immobile mentre
aspetta una mia risposta, ma di certo non voglio trovarmi coinvolto tra
lui e Joker, rischiando magari di essere l'unico a farne le spese.
Torno a guardare il suo viso, quando
all'improvviso un'illuminazione mi coglie.
"Sai una cosa? A me sembra una bella
idea!"
"Sapevo che lo avresti pensato."
"Dunque, qual è il piano?"
"Stasera dovremo decidere come eliminare
Batman. Organizzeremo una trappola, e basterà solo che anche
Joker ne resti intrappolato in mezzo."
"A Pinguino quando lo dirai?"
"Quando sarò sicuro che ci
appoggerà."
"Dicevi di essere sicuro del suo
appoggio."
"No, dicevo di essere sicuro della sua
antipatia per Joker."
"E per quanto riguarda l'Enigmista?"
"Starà cento volte meglio
senza di lui, te lo assicuro."
Apro la bocca per farlo parlare ancora,
in modo da poterlo esaminare meglio, ma un rumore me lo impedisce;
come sempre sobbalzo, credendo che si
tratti del Cavaliere Oscuro di Gotham, ma si trattava in
realtà di Joker, e pochi passi dietro di lui,
l'Enigmista con la sua solita aria seria e la tuta verde sotto il lungo
cappotto.
Mai una volta sono riuscito a leggere
qualcosa nell'Enigmista, tanto che ad un certo punto avevo
finito col pensare che non provasse sentimenti di nessun tipo.
Rifletto sul piano di DueFacce, e quasi
mi fa sorridere il pensiero di come si ritroveranno tutti se il mio
doppio gioco sortirà gli effetti desiderati.
Per prima cosa però, devo
scoprire cosa lega davvero l'Enigmista a Joker, ma per quello ho tutto
il tempo.
"Hel-loooo! Siamo in ritardo?"
"No." Rispondo io dopo una lunga pausa,
appurato che DueFacce non avrebbe rivolto la parola al principe clown
del crimine.
"Manca Pinguino..."
Nota l'Enigmista, per poi sedersi anche
lui;
ha occupato il posto di fronte la sedia
vuota accanto a me ed il mio cervello non può fare a meno di
pensare che non si tratti di un caso: in quel modo infatti aveva
eliminato ogni possibilità che Joker e DueFacce potessero
capitare uno di fronte l'altro.
Non ci metto molto a capire che
l'Enigmista cerca in in questo modo di evitare un eventuale -e
più che probabile- scontro fisico tra i due;
ma a cosa potrebbe essere dovuta questa
gentilezza? Preoccupazione ovviamente, ma per chi? Per sè
stesso, per il gruppo o solamente per il bene di Joker?
Sposto lo sguardo sul giullare oscuro e
lo vedo in piedi mentre si guarda intorno assimilando ogni dettaglio di
quel luogo; poi si volta verso di me, e mi fa una domanda inaspettata.
"Come va?"
"Come al solito. Tu hai l'aria nervosa."
"Ah, davvero?"
Risponde semplicemente, per poi voltarsi
da un'altra parte, troncando bruscamente la conversazione sul nascere;
prendo nota del fatto che non gli piace
sentirsi dire la verità su quello che prova... probabilmente
lo fa sentire scoperto, in qualche modo.
Quando ancora sposto lo sguardo su
DueFacce, vedo che mi sta fissando, probabilmente domandandosi il
perchè del mio breve dialogo con colui che -si era
stabilito- sarebbe diventato il nostro nemico comune.
Deve ancora imparare a fare buon viso a
cattivo gioco... almeno per quella metà che ancora ne resta.
Sento Joker ridacchare senza apparente
motivo, come se avesse letto nella mia mente, e si fosse divertito alla
mia infame battuta.
Finalmente qualche minuto dopo anche
Pinguino fa il suo ingresso, salutandoci e compiacendosi della nostra
presenza;
tutti capiamo intendesse in
verità dire che è lieto di vederci tutti
insieme... ancora vivi ed illesi.
Sul suo viso leggo la tensione, ed
immagino quanto possa essere stato difficile per lui progettare quel
primo passo ed invitarci tutti in un pub poco frequentato.
Il pensiero che presto o tardi qualcuno
di noi possa tradirlo -o che potremmo tradirci tutti a vicenda-
sicuramente lo tiene alzato la notte, si vede dalle borse sotto i suoi
occhi.
Una persona davvero molto intelligente
Pinguino per aver capito, forse meglio di tutti noi messi insieme, la
pericolosità di ciò in cui ci eravamo
imbarcati... una mente pratica e prudente, davvero.
Non c'è da stupirsi se
DueFacce non si sia fidato di lui per il suo "piano".
"Cominciamo pure l'assemblea."
"Sembri un rappresentante di classe!" Si
mise a deriderlo il Joker.
"Come se la tua mente malata ancora
ricordasse cosa sia una classe..."
Ribatte DueFacce velenoso, prima di
avviarsi verso la sedia accanto alla mia, ma Joker -che vi si trovava
più vicino- è più veloce ad occuparla,
non lasciandogli altra soluzione se non di sedersi vicino l'Enigmista.
Certo, conoscendo il clown è
possibile che abbia fatto quello sgarbo al suo rivale solamente per
divertirsi, ma mi sorge il dubbio che quei due -Joker e l'Enigmista-
facciano sempre di tutto per capitare uno di fronte all'altro. Anche la
prima sera, al pub erano disposti in quel modo.
Forse avevano un loro linguaggio di
sguardi o piccoli gesti... tutte cose che sarei stato in grado di
riconoscere e tradurre in pochissimo tempo.
Pinguino rompe il silenzio.
"DueFacce? Penso che prima di inizare
qualsiasi discorso, ci sia qualche divergenza da appianare."
"Parli di me?"
"Esattamente. La cosa più
importante per ora, è la stabilità!"
"Il succo del discorso? Che dovrei fare?"
"Penso che tu e Joker dobbiate parlare."
"Io non ho niente contro di lui." Mette
subito in chiaro Joker, annoiato.
"Nemmeno io." Confermò,
corrucciato, il suo rivale.
Appena noto che Pinguino sta nuovamente
per aprire bocca e spingerli a parlare, glielo impedisco subito;
"L'unico problema è che
mancano di fiducia, ma quella si acquista solo con tempo, non serve
costringerli a parlare."
Evidentemente Pinguino si fida del mio
parere di psichiatra, perchè dopo pochi attimi di
indecisione annuisce, e si comincia finalmente la vera assemblea.
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Capitolo 5 *** Il piano. ***
Per Desme: Oddio...
per prima cosa perdonami perchè questo capitolo lo hai
già letto, colpa mia che ho postato la parte sbagliata, e
poi ho corretto il mio errore, sfortunatamente non abbastanza presto da
impedire questo quid pro quo! Perdona la mia distrazione, anche se mi
ha commossa il fatto che tu mi abbia recensito così in
fretta! Appena pochi minuti dopo il post! Accidenti che scheggia! Spero
che non troverai noioso il quarto capitolo, quello vero! xD
Grazie molte per i complimenti, sono contenta che ti piaccia lo stile
che ho scelto anche se, lo ammetto, è stata una scelta di
convenienza, in quento da principio la mia idea era quella di scrivere
questa storia da un punto di vista sterile, una semplice terza persona
al presente, ma dato che non vado molto daccordo con questo preciso
tempo verbale... ho infine optato per descrivere i diversi punti di
vista di ogni personaggio! Sono anche molto felice di averlo fatto,
visto che sta venendo su molto meglio di come avevo previsto! ^^ Per
farmi perdonare, aggiornerò il più presto
possibile così che potrai scoprire quanto prima cosa
accadrà in seguito! Spero che continuerai a recensirmi, un
abbraccio, alla prossima!
Per Ilaria1993: Ciao,
mia cara! Sono contenta che continui a seguirmi ed a commentarmi
così puntualmente... se davvero ho tardato tanto ad
aggiornare, ti chiedo umilmente perdono ç_ç (Eh,
sì, io non ho la tua velocità negli
aggiornamenti! xD Sei bravissima!) Sono contenta che ti sia piaciuto il
precedente capitolo, perchè in qualità di fan
sfegatata dello Spauracchio, tengo molto da conto la tua opinione! Sono
contenta che approvi anche l'idea del doppio gioco che sinceramente mi
venuta in mente così, su due piedi, quindi ancora
devo elaborare tutto il piano completo! ^^ Ehm... ho sempre paura a
fare questa domanda, ma... è giunto abbastanza presto questo
aggiornamento...? ç_ç mi sembra che qui
sono solo io l'unica a non fare piani precisi! xD Un abbraccio, un
caloroso ringraziamento, e spero continuerai a recensirmi! Alla
prossima!
Per Killme: Ahem...
ti saluto timidamente dal mio nascondiglio dietro una colonna... mi ha
fatto moltissimo piacere leggere la tua recensione! Solo che... i
commenti troppo accorati e complimentosi tendono a mettermi in
imbarazzo! >///< Scusa la diversione, il tuo è
uno dei commenti più belli che abbia mai ricevuto! Il fatto
che pensi queste cose della mia storia è fonte di
felicità, per me! Adoro sviluppare la psicologia dei
personaggi, in quanto aiuta molto di più a capire il
perchè di determinate azioni e parole che altrimenti
risulterebbero superflue ed incomprensibili. Per non parlare del fatto
che sono rimasta traumatizzata da alcune storie piene di inutili
MarySue, e vivo nel terrore di crearne anche io, perciò
cerco sempre di dare un certo spessore a tutti i miei personaggi, non
solo i protagonisti! Anche perchè tutto ciò che
accade loro è sempre dettato dalle interferenze esterne,
ovvero i personaggi un po' più secondari... per quanto
l'abituarmi alle tue recensioni, credo di essere già sulla
buona strada, perciò non abbandonarmi! xD Sono contenta che
anche tu approvi la mia trovata del doppio gioco, anche se ancora devo
elaborarla, visto che ho avuto solo l'idea mentre scrivevo il
capitolo... ma presto tutto sarà chiaro, anche per me! Spero
apprezzerai altrettanto anche questa parte, e che non abbia tardato
troppo nel postarla! Per quanto riguarda l'Enigmista e Joker,
sarà molto difficile che si tradiranno, ma ci saranno molte
cose taciute, cose che non riusciranno a dirsi o preferiranno non farlo
per un motivo o per un altro... eh sì, è davvero
un rapporto tormentato, più cha altro a causa della loro
fatica a comprendersi per quanto sono diversi l'uno dall'altro! Ti
lascio con un ringraziamento sentitissimo, e un abbraccio! Alla
prossima!
Per PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Se sei pazza, come
già detto in precedenza, qui con me sarai in buona
compagnia! ^^ Sono felice di avere puntualmente le tue recensioni e che
non ti stanchi mai di lasciarne, in quanto è raro trovare
persone a cui piaccia commentare! Mi fa piacere che ti piaccia come ho
realizzato i personaggi, e che gradisci anche l'altra mia storia,
sebbene ultimamente la stia lasciando un tantino indietro a favore di
quest'altra! Cercherò di aggiornarle entrambe, allora! xD Ti
lascio con un caloroso abbraccio, e tanti, tanti ringraziamenti
sinceri! Spero non smetterai mai di commentarmi! Alla prossima!
Capitolo 5: Il piano.
Il piano è stato sviluppato fin nei minimi dettagli, dopo
più di sei ore di assemblea -ancora adesso sento i postumi
del mal di testa derivato da quell'incontro- ed ora siamo tutti ai
nostri posti, pronti ad agire al momento stabilito;
il piano è semplice ma efficace, ognuno ha un ruolo ed un
raggio d'azione, ed i nostri compiti sono tutti perfettamente adatti
alle nostre capacità.
In teoria nulla potrebbe andare storto... in teoria.
Il ruolo che ho scelto per me in tutto ciò è
quello del palo, e dalla mia postazione -sulla etrrazza di un palazzo-,
sono in grado di tenere sotto controllo sia i nemici che i miei stessi
alleati (la qual cosa potrebbe rivelarsi davvero utile, visti i
rapporti che intercorrono tra loro).
Sotto di me vedo lo Spauracchio, che batte i piedi a terra e si stringe
nel cappotto, contro il vento gelido;
guardo alla mia destra e scorgo l'Enigmista attraverso una finestra del
palazzo di fronte, appostato ad uno dei suoi computer;
sposto di nuovo lo sguardo sulla strada, e vedo la macchina di
DueFacce, che sta raggiungendo la gioielleria insieme ai suoi due
tirapiedi.
Infine Joker, travestito come ragazzo comune, con una sciarpa alzata
fino alle guance a coprire le sue cicatrici ed un berretto a nascondere
il resto... neanche in questa occasione ha voluto rinunciare al make-up.
---------------------------
Fa freddo, e lo sento tutto nelle ossa e sulle braccia;
sembra quasi che il vento abbia una volontà propria e faccia
di tutto per insinuarsi tra i miei vestiti, nelle scarpe... non ce la
faccio più a starmene qui, da solo nell'oscurità.
Gli angoli bui sembrano sussurrarmi minacce indidstinguibili, vedo
pipistrelli giganteschi dormire a testa in giù sotto i
cornicioni, e demoni invisibili circondarmi.
Resisto alla paura da ormai non ricordo più quanto tempo...
ma me ne sto al mio posto, in attesa, con la speranza di riuscire
finalmente a liberarmi dal mio incubo in carne ed ossa.
Davanti a me, in incognito vedo Joker, e con lui riesco a distrarmi
tentando di interpretare ogni suo gesto nervoso.
Si muove sempre a scatti, il Joker... quasi mai un movimento fluido, un
pensiero tranquillo, un respiro senza una sensazione.
Lo vedo premere una mano sulla sciarpa, mi metto a contare le righe
bianche e nere della sua maglia.
Come fa a non morire di freddo?
----------------------------
Avanzo a passi veloci, fendendo il vento che sembra lottare
strenuamente contro di me;
il lato bruciato del mio viso è dolorante contro queste
sferzate impietose, e mi ricorda come non mai la mia condizione ed i
suoi motivi... rivedo le taniche di benzina tutte intorno a me, e sento
l'odore della benzina bruciata, per un attimo rivivo il dolore.
Sento la voce di Reichel, la porta che sbatte... vedo Batman trarmi in
salvo e rivivo l'inizio del mio odio.
Odio per Joker che ha architettato tutto e che mi ha assicurato non si
trattasse di nulla di personale... per Batman che ha salvato me e non
lei.
Odio per il mondo intero che pareva avermi dato tutto solo per poi
strapparmelo via... porto una mano in tasca, a toccare il mezzo dollaro
d'argento e mi consolo pensando che, forse, tutto è accaduto
per caso;
come quando io lancio questa moneta.
Tutto comunque diventa relativo nel momento in cui distruggo la porta
della gioielleria a colpi di mitra.
-----------------------------
Dopo mezz'ora passata a passeggiare avanti e indietro per il
marciapiede, sono arrivato alla conclusione che NON invidio le
prostitute.
Vedo DueFacce entrare nella gioielleria ed alzo le spalle.
Penso in quanti posti più scomodi di questo avrei potuto
essere.
Vedo me stesso come davanti ad uno specchio, e mi piace guardarmi negli
occhi per leggervi il riflesso di un incendio, di un'esplosione, il
luccichio della lama di un coltello.
Ricordo come Eddie mi ha baciato prima di uscire di casa, so che sa
quello che intendo fare, e so che non me lo impedirà, per
averne una conferma.
Presto Batsy sarà qui, attirato dal diversivo di DueFacce,
verrà colpito dal gas di Spauracchio, e tutti i suoi
congegni elettronici verranno disattivati dal computer di Eddie.
Ma io non porterò a termine il mio compito;
La macchina di DueFacce, con i suoi due scagnozzi alla guida, mi supera
a tutta velocità, mentre lui corre via a piedi, infilandosi
nel vecchio magazzino al primo piano del palazzo di fronte a me.
Se mai dovessi comporre una poesia, farebbe così
Pipistrelli nella mia testa,
pipistrelli svolazzanti in aria,
pipistrelli che mi si impigliano tra i capelli...
Mio Dio, allora è vero che sono matto!
Ah ah ah!
Uh uh oh oh ah!
------------------------------
Attraverso il mio computer riesco a vedere con gli occhi di tutte le
videocamere nel raggio di un chilometro;
così posso osservare DueFacce sfasciare il negozio a colpi
di mitra, fare incetta di preziosi e svignarsela, mentre la bat-mobile
del vigilante avanza tra le tortuose strade della zona.
Dovrei prestare la massima attenzione al piano ed al suo svolgimento,
ma i miei occhi cadono periodicamente sull'immagine di Joker, che
continua a camminare avanti e indietro senza sosta;
come avrebbe potuto pretendere che non notassi l'ansia con cui ha
atteso questo momento?
Sono certo che sa che io so.
Sa che sono a consocenza del suo prossimo tradimento, ma sa anche
perfettamente che non gli impedirò nulla, mi
limiterò ad osservarlo in ogni momento.
Sono a conoscienza della sua ossessione per quell'uomo pipistrello, so
che è lui ad allontanare i pensieri di Joker da me... mi
sembra quasi di sentirlo bisbigliare il suo nome ogni volta che si
chiude in bagno a passarsi le lamette sulle braccia.
Tutto ciò che posso fare è questo: restarmene in
disparte, fare finta di capire ciò che invece è
incomprensibile, e tenerlo con me nel più disperato dei
modi, ovvero soddisfando tutti i suoi desideri.
Torno a guardare DueFacce che sta fuggendo a piedi, come da programma.
-------------------------------
La notte è fredda e scura, mentre mi muovo sotto il peso di
questo costume;
DueFacce è proprio di fronte a me, solo pochi metri
più avanti ed io non posso fare altro che scendere dall'auto
e rincorrerlo nel vicolo buio e stretto dove si è infilato.
Nella mia corsa noto un ragazzo passeggiare dall'altro lato della
strada, ma mi rendo conto troppo tardi che la sua
tranquillità è un elemento che stona in un simile
pandemonio.
Dio, pesa così tanto questo costume ultimamente... nella mia
testa, all'improvviso esplode un flashback e mi ritrovo bambino, a
correre più che potevo su un prato, insieme a mio padre...
sento che la giacca mi ostacola, e non devo far altro che toglierla ed
abbandonarla lungo la strada.
Mia madre avrebbe riso così tanto a quel mio gesto
spensierato... torno alla realtà e sento le gambe cedere, ma
continuo a correre, infilandomi in uno dei vecchi palazzi.
Alle mie spalle c'è solo fumo, mentre la porta si serra
automaticamente dietro di me, ed io non vedo più nulla.
La mia mano vola ad azionare gli infrarossi, ma questi non funzionano.
Non perdo la calma, passando in rassegna ogni altra opzione, ma ogni
funzione della vista sembra disattivata, come anche il computer,
impedendomi di segnalare ad Alfred la mia posizione.
Non faccio in tempo a presagire la trappola che un rumore sordo mi
colpisce le orecchie, e riconosco quell'odore che non
scorderò mai.
Il gas allucinogeno dello Spauracchio...
-------------------------------
Mentre corro verso l'entrata sul retro, incrocio di nuovo l'auto di
DueFacce, che aveva fatto il giro dell'isolato per prenderlo a bordo e
portarlo via, ma io e lui non ci guardiamo neanche.
Entro nell'edificio, e trovo Batsy quasi subito, naturalmente in preda
alle allucinazioni.
Indosso la maschera, e tiro fuori quella di riserva, che tenevo
nascosta sotto il giobbotto smanicato, e con quella gli copro il viso.
Lo trascino in un'altra stanza, e lo appoggio contro un muro.
Mi sta guardando, e vorrei sapere cos'è che il gas gli fa
vedere al mio posto.
Dalla tasca prendo la siringa con l'antidoto, e gli tolgo i guanti...
non ho altra scelta che fargliela nel polso.
Appena fatto questo, mi alzo da terra e corro verso l'uscita, ma una
voce profonda e rauca mi ferma.
"Perchè, Joker...?"
Nulla avrebbe potuto scioccarmi più di questo;
possibile che mi abbia riconosciuto nonostante la sciarpa, il berretto
ed il gas...? Non l'ho mai neanche guardato negli occhi.
Tolgo quei bardamenti invernali, e dopo essermi rivelato torno ad
inginocchiarmi davanti a lui, ma non rispondo alla sua domanda.
Mentre mi avvicino a lui per baciarlo, penso che stanotte
avrà altro a cui pensare della trappola alla quale
è scampato per miracolo.
Le mie labbra si posano sulle sue per pochi attimi; il mio gelo contro
il suo calore, poi fuggo senza più ripensamenti.
Mio Dio, perchè le cose sembrano muoversi così
veloci nella mia testa?
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Capitolo 6 *** La Verità ***
Per
Ilaria1993: Eeeeeeeed eccola qua! xD Una
sorpresa mozzafiato! Sono lieta di leggere puntualmente le tue
recensioni, ed i complimenti che mi fai! Sono così
emozionata, non pensavo che questo modo di scrivere, seguendo i punti
di vista di tutti i personaggi in alternanza, avrebbe riscosso tanto
successo! Per quanto riguarda il Pinguino, lui nell'operazione faceva
la parte del palo, ovvero il primo pensiero che si legge nel capitolo.
Pensavo che una mente materialista a calcolatrice come lui avrebbe
voluto tenere d'occhio la situazione sotto ogni punto di vista,
specialmente se si pensa che avrebbe potuto... diciamo volgarmente,
"prenderlo nel didietro" sia da Batman che dai suoi stessi alleati in
qualsiasi momento! Non dire di essere menomata, sono sicura che non
è vero! Magari sei un po' pazza, ma spesso la pazzia
è sintomo di genialità, lo sapevi? Eh
sì, i pazzi sono tutti geni! Mi dispiace se non ho potuto
aggiornare così presto, ma è un periodo un po'
problematico per me... ^^ grazie di tutto cara, alla prossima! Sperando
sia presto... un abbraccio.
Per Desme: Ti
ringrazio per la comprensione, giuro che non accadrà
più che mi sbagli a postare! ç_ç
sono lieta che il "vero" quarto capitolo ti sia piaciuto e
non ti abbia annoiato leggerlo, visto che già conoscevi il
seguito... spero di riuscire a portare avanti questa tua passione senza
mai scadere nello scontato, davvero, scrivere cose sciocche
è la mia fobia più grande! Grazie anche per i
complimenti al mio stile di scrittura, cerco sempre di dare il meglio!
^^ Spero di non aver prolungato troppo l'attesa prima di questo
capitolo, che purtroppo ancora non tratta i pensieri di Batman e Joker,
quello me lo riservo per i prossimi capitoli... comunque sono sicura
troverai interessante anche questa parte del racconto, visto che molte
cose non sono state dette nel capitolo precedente, qui spiega come
davvero sono andate le cose! Ora ti lascio al capitolo vero e proprio!
Un abraccio, alla prossima!
Per
PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Tranquilla, a mio detto non sei
affatto ripetitiva (la verità è che sono
opportunista e mi fa piacere ricevere tante recensioni!
ç_ç), anzi ormai credo che non porterei neanche
altri capitoli se non leggessi i tuoi commenti appassionati! Spero che
quella cosa del cioccolatino sciolto sia solo una cosa figurata! Non
vorrei mai squagliare nessuno O_O! Eh eh eh! Sono contenta che ti
piaccia la scena del bacio, e capisco che possa dispiacerti per
l'Enigmista (o "Eddie", che dir si voglia!), però sai...
quella cosa che hai scritto "Batsy è Batsy!" è
identica alla battuta che dirà Joker ad "Eddie" quando
verrà confrontato in proposito! Ah ah! Come siamo intuitive!
Tranquilla anche io interagisco con i personaggi... per lo
più quelli delle mie storie e li insulto anche, a gran voce!
Sono così irrequieti ultimamente! Ahem... forse dovremmo
prenotare una doppia ad Arkham? xDD Grazie dei complimenti, non vedo
l'ora di ricevere le prossime recensioni! Un abbraccio, cara a presto!
Per Killme: Scusa
di cosa? xD Non preoccuparti, non è come se fossi
contrattualmente legata alla lettura tempestiva! Mica sei un cecchino
che spara a vista! Ti ringrazio molto per i complimenti e mi scuso se
questo aggiornamento non è arrivato altrettanto presto del
precedente! Beh, mi dispiace che hai continuato a cercare il continuo
sotto l'ultima riga ç_ç cercherè di
non creare più COSI' tanta suspence! xD è vero
sono in molti a scambiare per cattiveria pura questi miei bruschi tagli
nelle mie storie -lo ammetto... è proprio un vizio che ho.
Per quanto riguarda il sentirmi in imbarazzo purtroppo è una
mia prerogativa alquano "puccia" alla quale non riesco mai a sottrarmi!
>_< (continuerò a ripetermelo... "io non sono
puccia, io non sono puccia, io sono p.... ARGH!) Non c'è
bisogno di rischiare la vita per recensirmi! xDD comunque sono davvero
felice di sentire che continuerai a commentarmi, quindi spero di
riuscire sempre a mantenere un alto livello di interesse! ^^
Però ti prego... non dirmi che sono un "genio"
ç_ç mi sento sciogliere come neve al sole!
Un abbraccio cara, adoro le tue recensioni! Se ti fa piacere,
ho un blog dove sto postando anche un'altra storia, magari non
avvincente quanto questa, ma... ecco il link!
http://silverlexxywhysoserious.splinder.com/ ! Alla prossima!
Per Mhcm: Sono
contenta che tu abbia trovato il mio racconto interessante! Anche se
come recensione l'ho trovata un tantino spiazzante, visto che hai
commentato solo il terzo capitolo! Tuttavia, sono felice di
sapere che hai gradito il terzo capitolo visto che è stato
quello che mi è piaciuto di più scrivere!
Apprezzo molto la tua recensione, ed il fatto che hai specificato cosa
hai gradito anche dello stile di scrittura! Il tipo di rapporto
esistente fra i due comunque, ancora non è totalmente chiaro
visto che ci sono molte ombre e luci ancora non rivelate, ma che
saranno presto spiegate nei capitoli successivi. Sono contenta che ti
abbia colpito tanto, e che ripensi spesso a questa parte della storia!
Per quanto riguarda la personalità di Joker, beh
è chiaro che quel trucco gli serve per essere diverso, come
una pittura di guerra, quindi più coraggioso... ed infatti
nel terzo capitolo si è ribellato tanto all'Enigmista
perchè pensava di dover dimostrare di essere forte anche
senza, eccetera... più che una parte di lui, io il trucco lo
vedo più come un'aggiunta, qualcosa che lo rende diverso, un
modo con cui lui può effettivamente dire al mondo
"Sì, sono diverso, e mi fa piacere che vi da fastidio
guardarmi!" In sostanza, sì, penso che senza trucco Joker
dovrebbe sentirsi più vulnerabile! In fondo, in Joker del
fumetto originale, aveva il trucco da clown perennemente stampato in
volto, a causa di un incidente nell'acido e anche volendo non avrebbe
potuto apparire umano! Perciò ho tentato di scindere i due
personaggi (quello del fumetto e quello del film), e trovare la
differenza che potrebbe esserci tra i loro punti di vista, e devo dire
che dopo un'attenta analisi li ho trovati diversissimi! Ora... scusa le
chiacchiere, essere prolissa è un difetto che ho da sempre!
ç_ç Spero di ricevere ancora tue recensioni! Un
abbraccio, alla prossima!
Per Boopsie: Risponderò
ai tuoi commenti in maniera un po' bizzarra, perciò scusami
^^ 1: Grazie,
del commento, deduco che ti sia piaciuta la mia storia! 2: Grazie anche di
questo secondo commento, e dei complimenti! Spero che ti sia piaciuto
anche il seguito visto che, deduco, non vedi l'ora di andare avanti! 3: Oh mio
Dio! Una statua in mio onore costruita in piazza! Per quanto riguarda
la grandezza naturale no problem visto che raggiundo a stento il metro
e cinquanta... spero solo in un piedistallo mooolto alto! xD Altrimenti
dubito che mi si possa vedere ad un'altezza ridicola come la mia
ç_ç (senza nulla togliere a chiunque abbia questa
stessa misura ^^ ) PEr quanto riguarda le mie fattezze, per il bene dei
più ti consiglio di lasciar stare, visto che ho l'aspetto di
una malata terminale, e sono talmente dark che la gente mi fissa per
strada e i bambini puntano il dito verso di me... xD Astrattismo wow! 4: Mettiti pure
comoda e goditi pure il capitolo successivo! 5: Eeeed ecco il
prossimo capitolo! Mi fa piacere sentire che ti sei talmente immersa
nella lettura da essere saltata sulla sedia! Spero che questo capitolo
non sia giunto troppo in ritardo, come già spiegato
precedentemente, non conto mai i giorni tra un post e l'altro
ç_ç grazie molte dei complimenti, spero che
continuerai a recensirmi! Un abbraccio cara, alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 6: La Verità
Ad operazione conclusa, ci siamo incontrati tutti al luogo
già utilizzato per la nostra prima vera asasmblea (la
vecchia fabbrica di carta).
I primi ad arrivare siamo stati io e lo Spauracchio, ma già
dopo la prima mezz'ora d'attesa ci siamo resi conto che qualcosa doveva
essere andato storto nell'operazione di stanotte...
all'arrivo inaspettato di Joker -stavamo iniziando a pensare fossero
stati tutti rispediti ad Arkham- ci alziamo in piedi, producendo un
rumore improvviso e fastidioso, al quale il clown reagisce alzando lo
sguardo di scatto, come se fosse stato talmente assorto nelle sue
follie da non averci visto prima.
Quando passa lo sguardo da me a Spauracchio, scoppia immediatamente a
ridere, sicuramente pensando di essersi spaventato per niente, e senza
smettere di sorridere ci informa
"State aspettando? Di già? Siete stati veloci a venire qui!
Eddie sta ancora smontando le apparecchiature..."
"E DueFacce...?" Chiede lo Spauracchio, con espressione seria.
"L'ultima volta che l'ho visto, stava andando via in auto."
"Se così fosse, sarebbe qui già da prima di noi."
"Perchè guardate me?! Potrebbe addirittura essere fuggito
con i soldi!"
Nè io nè lo Spauracchio rispondiamo a questa
ipotesi perchè, in effetti, ognuno di noi potrebbe
aspettarsi anche di peggio da tutti gli altri;
"E Batman?"
"Mi dispiace informarvi che è fuggito..." Dice Joker, con
una serietà che ovviamente è solo una presa in
giro, il suo imitare la nostra espressione preoccupata.
"Fuggito?"
"Ma... com'è possibile che sia fuggito?!"
Ci voltiamo entrambi verso lo Spauracchio, che sembra aver perso
più di qualche tono di colore dal viso, ma lo vediamo
riprende subito il controllo di sè, le sue sopracciglia si
aggrottano, come se stesse pensando intensamente a qualcosa.
"Lo hai fatto fuggire tu, vorrai dire!"
Ancora una volta ci voltiamo tutti insieme, stavolta verso una voce
appena sopraggiunta, e vediamo un Due Facce alquanto malmesso, il viso
insanguinato e da capo a piedi bagnato fradicio.
"E poi scommetto che ti sei anche preso la briga di rompere i freni
alla mia auto!"
"Che vai blaterando? Io non l'ho neanche toccato quello schifo di
macchina!"
"Strano...! Visto che ad un certo punto siamo precipitati
giù dal ponte mobile!"
"E l'unico sppravvissuto sei stato tu...? Mah... quando si dice la
sfortuna, eh?"
"Adesso ti spiego io com'è che va il mondo, clown del cazzo!"
DueFacce si avvicina minacciosamete a Joker, che non
indietreggia di un passo, ma immediatamente tira fuori dalla tasca un
coltello a serramanico, fa scattare la lama e piega le ginocchia e le
braccia in posizione difensiva.
Di nuovo sento il mal di testa esplodere all'altezza delle tempie,
così afferro stretto il mio ombrello, e sparo qualche colpo
in aria con il mitra incorporato nel suo manico.
L'unico a riconsocere il pericolo -o più esattamente a
curarsene- è DueFacce, che si allontana prontamente da Joker
con espressione di orgoglio ferito sul viso.
In quel preciso momento, fa il suo ingresso anche l'Enigmista, con una
borsa dall'aria molto pesante sulle spalle ed un'altra ventiquattr'ore
in mano, si guarda attorno e continua ad avanzare verso di noi.
"Che succede?"
"Chiedilo al tuo amico. Ha fatto fuggire Batman, e in più ha
tentato di famri fuori!"
"Batman è fuggito benissimo da solo, senza l'aiuto di
nessuno. C'era una telecamera nel magazzino, quindi ho visto tutto...
per quanto riguarda la tua macchina, non c'entrano niente i freni,
c'è stato un corto circuito nel computer del ponte mobile."
"Un... corto circuito?"
"Esatto. Corto circuito."
"E tu hai visto tutto?"
"Certo. Dall'inizio alla fine."
Qualcosa non va tra i due, e non serve la vista divina per poterlo
dire. Si stanno fissando negli occhi, come se l'Enigmista stesse
sfidando DueFacce a dire qualcosa di più su quell'argomento,
ma vedo l'ex magistrato distendersi e voltare le spalle a tutti noi per
non dire più nulla.
------------------------
Osservo Pinguino e so che anche lui sta riflettendo sulla scena appena
avvenuta, ma senza aver capito nulla...
Dopo che DueFacce venne a propormi quel piano insulso per eliminare
Joker, ho rintraccaito una serie di email che il maniaco bipolare ha
scambiato con i suoi scagnozzi (dalle quali avevo cancellato ogni
accenno al mio nome) , l'ho portato allo scoperto, annullando tutte le
difese della loro rete e rendendo così facile per
l'Enigmista rintracciarle, che tanto sarebbe valso inviargliele
direttamente.
Una mancanza di protezione rischiosa, che potrebbe insospettire il re
degli indovinelli, ma non potevo rischiare che questi fatti gli
sfuggissero.
Il piano di DueFacce era di organizzare un'imboscata a Joker fuori dal
magazzino, togliergli la maschera, ucciderlo e ributtalro dentro a
morire insieme a Batman, in modo che sembrasse si fossero ammazzati a
vicenda.
Gli uomini di DueFacce non hanno neanche visto Joker uscire,
sicuramente a causa di non so quale gioco che l'Enigmista ha attuato
tramite suo computer.
Fatto sta che non li ho più visti da nessuna parte, il che
mi fa dedurre debbano essere morti e sepolti da qualche parte
chissà dove, come quegli altri poveretti annegati nell'auto,
mentre DueFacce è riuscito a cavarsela.
Ovviamente anche il trucco del ponte mobile è stato opera
dell'Enigmista, come se avesse voluto punire DueFacce per aver tramato
alle spalle di Joker;
una specie di macabro avvertimento per il futuro.
Tutto sta andando secondo i miei piani, che sono sicuro andranno tutti
in porto e fortunatamente sono quel tipo di persona che non porta
nessuna fretta alle cose.
Osservo i volti di DueFacce e dell'Enigmista, e quasi mi viene da
ridere... hanno capito entrambi di sapere tutto su come sono andate
realmente le cose, ma dalla sua posizione di vantaggio, l'Enigmista ha
sfidato DueFacce a dire la verità, se avesse avuto il
coraggio poi di essere smascherato a sua volta.
DueFacce non risponde a questa sfida, voltandosi sconfitto.
Pinguino poi, decide di riprendere l'argomento più
importante.
"Bel lavoro, comunque. Peccato che abbiamo perso anche i gioielli a
causa dell'incidente di DueFacce, ma pazienza... come è
fuggito Batman?"
"Aveva una maschera antigas tra i suoi gadget."
"E cos'è accaduto quando Joker è entrato?"
"Batman era già uscito."
"Insomma, tutto qui? E non ha dato la caccia a nessuno di noi?"
"Senza congegni mi pare un po' difficile anche per lui."
Lo scambio di battute appena avvenuto tra i due mi interessa poco e
niente, visto che già so si tratti solo di menzogne... mi
quasi dispiace che gli unici sfortunati a non essere stati coinvolti in
nulla siano Pinguino e Joker... guardo quest'ultimo ed infatti noto che
anche lui sembra all'oscuro di tutto... non avevo dubbi sul fatto che
l'Enigmista non lo avrebbe neanche messo al corrente del piano
elaborato alle sue spalle.
Lo vedo tentare di incorciare lo sguardo del suo compagno, ma questo
sembra molto restìo ad accontentarlo, infatti abbassa gli
occhi e dice a tutti o a nessuno in particolare, o, forse a qualcuno di
preciso
"Sono stanco, me ne torno a casa..."
----------------------------
E va bene. Lo so che è colpa mia... forse,
chissà;
il fatto è che riesco sempre a comprendere i sentimenti di
Eddie, ma non li condivido appieno e questo pare farlo soffrire
più di quanto infastidisca me.
Il fatto che non mi abbia neanche, non dico parlato, ma rivolto uno
sguardo la dice lunga su ciò che pensa, ma che dovrei fare?
DOVREI fare qualcosa? E perchè poi?
Mai stato un tipo da gelosia, io, mai in tutta la mia vita!
Guardo la schiena di Eddie mentre si allontana, portando sulle spalle
il peso non indifferente dei suoi macchinari e penso a quanto sia
stupido il suo comportamento.
Abitiamo nella stessa casa, stiamo bene insieme, lui scopa da dio...
perchè dovrei mai riempirmi la testa di preoccupazioni e
fobie, come fa lui?
Le cose vanno semplicemente alla grande, a mio parere.
Mi volto verso gli altri per salutarli, e per un attimo mi balena in
mente il desiderio di sentire sotto le dita la stoffa bagnata della
giacca di DueFacce, ma non faccio in tempo a pensarlo che
già lo sto facendo...
è uno dei miei peggiori problemi, a detta di Eddie, quello
di fare tutto ciò che mi passa in testa.
Lui si volta immediatamente e mi fissa senza dire una parola, il che
è strano vista l'antipatia che sembra nutrire nei miei
confronti.
In fondo, mi dispiace che abbia rischiato di morire, mi diverte come
persona... per non parlare del fatto che, si può dire che lo
abbia creato io!
"Mi dispiace per l'incidente."
Ancora una volta, ho parlato senza rifletterci molto, e non vedo
neanche un plausibile motivo per pensarci adesso, in fondo ormai l'ho
detto.
"Ti dispiace che non sia morto, intendi?"
Che cosa scortese da dire!
"Come sei scortese!"
Cazzo, ho detto anche questo...
"Vai a casa anche tu, Joker e risparmiami le tue chiacchiere da bar per
piacere."
Alzo le spalle, in fondo non è che mi aspettassi qualcosa di
meglio da parte sua. Faccio un cenno di saluto a Pinguino e allo
Spauracchio e me ne vado anche io.
----------------------------
Solo guardare in faccia quel clown mi da sui nervi in una maniera
incredibile... lo smacco subito dall'Enigmista, stasera ha ferito il
mio orgoglio, e la parte cattiva dentro di me sta gridando vendetta
anche contro di lui, che preventivamente avevo pensato di lasciar stare.
Non posso perdonare quello che ha fatto... ha tentato di uccidermi, ed
ha anche avuto il coraggio di ammetterlo davanti a tutti, sebbene in
maniera che solo io potessi capire.
Lo sguardo di sfida che mi ha lanciato, poi, è qualcosa che
mi fa ribollire il sangue nelle vene per la rabbia.
Una parte di me, quella ormai più sepolta, sta tentando di
dirmi che comunque, se ha reagito in quel modo è solo a
causa mia, che sono stato io a fare il primo passo ostile.
Zittisco quella parte troppo buona, quella parte di me che appartiene
al passato, e decido che ormai ciò che è giusto
deve essere solamente ciò che decido io, poichè
nessuno si è mai preoccupato di me, dal momento che tutto mi
è stato strappato via.
Mi volto, finalmente verso lo Spauracchio e il Pinguino e li vedo
entrambi impensieriti... mi congedo anche io da loro e vado via, per la
mis strada.
----------------------------
Ho osservato la scena, ed il comportamento avventato di Joker non
finisce mai di stupirmi... il gesto di toccare la giacca di DueFacce, e
poi rivolgergli quelle parole -senza dubbio sincere- mi ha sconcertato!
Quasi invidio il suo spirito libero eppure consapevole, ma metto da
parte questi pensieri, e prendo a riflettere per i fatti miei sul da
farsi di stanotte.
Non posso permettermi di non sapere qualcosa, visto il piano che ho in
mente per loro, perciò ho organizzato tutto per spiarli ed
esaminare i loro comportamenti... il rifugio più facile da
trovare è stato quello di DueFacce, che ho già
provveduto a mettere sotto controllo con telecamere e microfoni.
Un po' più difficile è stato rintracciare
Pinguino, che ovviamente è molto più astuto e
materiale di lui, ma infine sono riuscito a mettere sotto sorveglianza
anche il suo rifugio.
Ma è stato solo questa stessa mattina che sono riuscito,
quasi per miracolo, a trovare la tana di Joker e dell'Enigmista, che
ovviamente aveva preso tutte le precauzioni possibili per nascondersi
ad occhi indiscreti, specialmente quelli della polizia.
Ma io non sono la polizia... io sono uno psichiatra, il che
è ben diverso e molto, molto peggio.
Ed infatti, ammetto di essere arrivato a trovare il loro nascondiglio
più procedendo ad istinto che altro, seguendo ciò
che i miei studi di psicologia mi suggerivano, cercando di pensare come
l'Enigmista e Joker messi insieme -cosa non facile- così ho
dato un'occhiata a tutte le lettere di icenziamento per assenteismo
spedite negli ultimi quattro mesi, e rintracciando le poche a cui
nessuno aveva risposto, ho trovato la casa di cui avevano preso
possesso, eliminando i precedenti proprietari.
Ho immaginato, a ragione, che dopo essere stato ad Arkham, Joker non
avrebbe mai più voluto risiedere in qualcosa di simile,
optando per un'abitazione più casalinga e confortevole.
E come avrebbe potuto l'Enigmista rifiutargli questo desiderio?
Sento il breve saluto di DueFacce, e ricambiando con un cenno della
mano, decido di andarmene anche io, Pinguino mi segue fino alla porta,
dove ci separiamo.
|
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Capitolo 7 *** Perchè. ***
Per
PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Eh, sì ormai
le storie sono diventate parallele tra il sito ed il blog, visto che
mano a mano che l'intreccio si complica, scrivo con più
lentezza... per non parlare del fatto che per me il week-end
è sacro, quindi non mi dedico molto alle storie in questi
giorni... poi naturlamente necessito anche del Lunedì per
smaltire ç_ç sì lo ammetto, sono una
cattiva ragazza! Sono così felice di vedere sempre le tue
recensioni! Mi accompagnano sempre e ne sono felice! Ti ringrazio
moltissimo per i complimenti che mi fai ogni volta, anche se
ultimamente avevo perso un tantino la fiducia;
ç_ç mio fratello mi ha fatto notare un errore
madornale commesso nella storia, ovvero DueFacce...
ç_ç lui NON lancia la moneta! Quando ha deciso di
entrare a far parte del gruppo, NON l'ha lanciata! Mi sento una
scema... sarebbe stato un finale molto più entusiasmante e
veritiero del primo capitolo, visto che il bipolarismo perfetto di
DueFacce gli impedisce di riuscire a prendere qualsiasi decisione! Ma
rimedierò ai miei errori ^^! Devo più che altro
concentrarmi sul Pinguino, visto che non sono riuscita ancora a pensare
al suo profilo! Non conosco troppo bene questo personaggio
ç_ç... ma andiamo avanti, scommetto che ho
esagerato con le parole, come sempre ^^! Per quanto riguarda
la stanzetta ad Arkham vengo anche io!! So che è frequentato
da molta bella gente... ma solo a condizione che ci sia un computer con
connessione ad internet! xDD Alla prossima, grazie di tutto, spero di
continuare a ricevere i tuoi commenti! Un abbraccio...
Per Desme:
Ciao, sono contenta di sapere che il capitolo ti è piaciuto,
spero che lo stesso valga per questo! Sono davvero contenta di sentire
la mia storia definita "emozionante"! I colpi di scena sono una delle
mie specialità, anche se spesso mi dicono che esagero con la
suspence ç_ç... per quanto riguarda la mia
bravura nello scrivere, ti ringrazio è un complimento che fa
sempre piacere ricevere e che aiuta ad impegnarsi costantemente per
tenere alto il livello della storia! Ehm... continuo a chiedere scusa
se ci metto molto ad aggiornare, però il week-end ed il
Lunedì per me sono sacri, quindi non scrivo mai in quei
giorni! La cosa rallenta abbastanza la stesura della storia,
specialmente quando la trama inizia ad intrecciarsi e diventa
complicato anche per me inventare e stupire! Spero comunque che questo
nuovo capitolo ti piaccia come gli altri e che continuerai a
recensirmi! Un abbraccio, alla prossima!
Per Mhcm:
Ciao, sono molto contenta di aver ricevuto questa seconda recensione,
perchè è vero coò che dici, mi piace
troppo conoscere la psicologia dei personaggi e "giocarci" su in vari
modi! Penso che un'indole possa essre sempre condizionata da una
miriade di agenti esterni, per non parlare poi dello "spazio bianco"
che i fumetti ed i film lasciano sui personaggi, ed è
lì che solitamente entro in gioco io! ^^ Quando
parli di un'idea per un fumetto, intendi dire che ti diletti nel
disegnarli? Lo trovo fantastico, anche io fino a qualche tempo fa mi
divertivo a disegnare vari momenti delle mie storie, ma ora come ora il
tempo è sempre più tiranno!
ç_ç Mi piacerebbe vedere qualche tuo disegno se
possibile! Ti ringrazio molto per tutte le belle cose che hai scritto
nel commento e spero di riceverne altri da parte tua! Un abbraccio,
alla prossima! Ps: una curiosità, da cosa deriva il tuo nick?
Per Ilaria1993:
Ciao! Innanzitutto perdonami se non ho più recensito la tua
storia ma sono stati giorni intensi, però appena postato
questo capitolo mi fionderò a riempirti di commenti! Ah,
già nelle scuole è tempo di occupare... quando
andavo alle superiori purtroppo nessuno aveva mai il coraggio di
proporne una, sempre quelle autogestioni del cactus, che francamente
sono solo una perdita di tempo visto che non cambia praticamente niente
dai normai giorni di scuola! Spero sia andato tutto liscio, so quanti
casini possono succedere in occasioni del genere! Sono però
perfettamente daccordo con le proteste, e spero decisamente che avranno
rilievo. Ma abbandoniamo il discorso "quanto fa schifo l'Italia" per
passare alla risposta ^^ innanzitutto chiarirò il tuo
dubbio: l'Enigmista non ha rivelato nulla a Joker perchè
conosce il suo carattere poco riflessivo e voleva sbrigare la cosa da
solo, per mettervi fine nel più discreto dei modi senza
dichiarare guerra aperta a nessuno, il suo gesto contro DueFacce
è stato solo un modo per mettere le cose in chiaro, una
sorta di "Tu colpisci lui, io colpisco te, non so a chi convenga di
più!" ^^ spero di essere stata convincente! Sono contenta
che continui a trovare interessante e bella la mia storia, mi
impegnerò sempre più perchè le cose
restino così! Infine, scusa se questo aggiornamento non
è stato veloce quanto il precedente, ma per me week-end e
Lunedì sono sacri e non scrivo mai in questi giorni! Un
abbraccio, grazie di tutto! Spero continuerai sempre a recensirmi! Alla
prossima!
Per Killme:
Ciao, grazie della recensione! Sì, so che a volte
è un tantino complicato seguire tutti i pensieri quando sono
troppi, specialmente perchè non chiarisco perfettamente chi
è a pensare una determinata cosa e capisco che i bruschi
cambi di personaggio siano destabilizzanti, però ammetto di
stare "sperimentando", nel senso... sto cercando di sviluppare i
caratteri dei personaggi chiaramente, in modo che leggendo le persone
possano capire "questo è Joker", o "Questo è lo
Spauracchio" semplicemente dal modo che hanno di esprimersi e di
ragionare. Più che altro è una sfida con me
stessa! ^^ Non pensare che dipende da te, mi rendo perfettamente conto
che è un lavoro complicato da seguire!
ç_ç Ma l'unico modo per sviluppare un talento
è sempre cimentarsi in qualcosa che non si sa fare per
impararla! Perdonami se è un ragionamento un po' egoista!
Tenterò sempre di essere il più chiara possibile
da oggi in poi ^^. Sono contenta comunque che apprezzi il mio stile! Se
per caso esagero o divento incomprensibile ti prego di farmelo sapere
senza preoccuparti di sembrare scortese, apprezzo le crtiche
esattamente come i commenti! Non sei affatto noiosa, anzi, continua
così! ^^ Un abbraccio, spero che il nuovo capitolo
ti piaccia e che continuerai a commentarmi! Alla prossima!
Per Boopsie:
"Milady" è un titolo che fa sentire veramente importanti! xD
Ti ringrazio! Innanzitutto grazie per tutti i complimenti che mi fai,
sono contenta che apprezzi tanto il mio lavoro! Così tanto
da farmi una statua in lattine di alluminio, mi sento lusingata! Per me
anche con i copertoni delle auto sarebbe fantastico! Per non parlare
del fatto che sono anche monocromatici ed oscuri! Ehhh, il dark dei
copertoni è tutta un'altra cosa! xD Spero che gradirai anche
quest'ultimo capitolo, adoro le tue recensioni, secondo me sei una
persona troppo simpatica! Grazie di tutto, e buona lettura! Un
abbraccio, alla prossima!
Apro gli occhi ed immediatamente vengo colpito da un'emicrania.
Mi sento destabilizzato ed il mio corpo lotta contro la mente, troppo
esausto per muoversi... non riconosco il luogo in cui mi trovo, ma
osservandolo meglio capisco che si tratta di un vecchio magazzino;
a malapena ricordo gli avvenimenti che mi hanno condotto qui.
D'improvviso vengo colto da un flash, poi da un altro ed un altro
ancora, finchè la memoria ritorna interamente, fin troppo in
fretta.
Mi premo due dita contro le tempie e vengo scosso da quella dolorosa
ondata di presa di coscienza.
Ripercorro la notte appena trascorsa, ricordo DueFacce correre di
fronte a me mentre lo inseguo, poi un vicolo buio, un'entrata di
servizio, una stanza oscura... i miei congegni che non funzionano,
infine la pazzia...
no, non pazzia, il gas! Quell'odore inconfondibile che mi entra nelle
narici, ed io non avevo con me neanche uno straccio di maschera
antigas...
le allucinazioni, il mio corpo trascinato chissà dove da
mani invisibili, poi la lucidità tanto improvvisa che ancora
non riesco a convincermi di come possa essere tutto passato;
un ragazzo davanti a me, che non mi guarda mai negli occhi, mi toglie
un guanto, sento una puntura e già sta per andarsene, ma non
potevo lasciarlo andare, non so perchè ma semplicemente non
volevo che se ne andasse via in quel modo.
"Perchè, Joker?"
Spalanco gli occhi contro l'oscurità, come se potesse
aiutarmi davvero a vedere la verità nascosta in quel ricordo.
Neanche io mi capacito di come possa aver riconosciuto il clown, solo
nello stesso momento in cui ho parlato, nonostante il suo
travestimento... avrebbe potuto essere chiunque, eppure sapevo che non
si trattava di una persona come le altre.
Lo vedo come se mi fosse ancora di fronte, mentre si volta e rivela il
suo volto sfigurato e dipinto, è quasi come vederlo avanzare
verso di me e chinarsi fino a baciarmi...
fino a poggiare le sue labbra sulle mie. Le. Sue. Labbra. Sulle. Mie...
ed io non faccio nulla, come non ho fatto nulla la sera precedente.
Mi rialzo da quel pavimento polveroso e mi dirigo a passi malfermi
verso la bat-mobile, per un po' stacco il crevello, pensando solo alla
guida, evitando quel mare di pensieri confusi.
Vengo accolto da Alfred ma non una parola che lui mi rivolge riesce a
passare quella barriera che ho alzato tra me ed il mondo, solo per
stasera, solo per un po'.
Odio ignorarlo, le sue preoccupazioni per il mio stato di salute mi
commuovono, vorrei riuscire a fare di meglio, dare di più,
ma tornare alla realtà ora è materialmente troppo
pesante per me...
Non riesco a fare a meno di detestarmi mentre mi svesto del costume,
poi salgo le scale senza quasi rendermene conto e mi chiudo nella mia
camera da letto, sprofondando subito nel sonno come se stessi cadendo
in un pozzo.
Ed in effetti è quello che vedo... il fondo di un pozzo, che
si fa sempre più vicino nella caduta.
Mi sembra quasi di sentire il dolore quando tocco il fondo, decine di
pipistrelli spaventati mi si fanno incontro minacciosi, ma non mi
raggiungono.
Sento che c'è qualcuno davanti a me, apro gli occhi -che non
avevo neanche realizzato di aver chiuso a causa del terrore- e vedo
Joker.
Mentamente mi si avvicina e si china davanti a me.
Si protende per baciarmi e io mi avvicino a mia volta, in cerca di quel
contatto, ma d'improvviso sento una fitta al petto, vedo il sangue ed
il coltello nella sua mano, lo sento ridere.
"Perchè, Joker?"
Chiedo, prima di morire e risvegliarmi nel pieno pomeriggio.
Ho dormito molte ore, eppure sembra appena pochi secondi fa che mi sono
steso sul letto.
Tento di riprendere il sonno ma non ci riesco, continuo a rigirarmi
ancora ed ancora tra le coperte e presto vi rinuncio;
me ne sto fermo a lungo, a fissare il soffitto pensando a mille cose;
mi alzo finalmente per farmi una doccia e sotto il getto dell'acqua
calda riesco a pensare coerentemente.
Mi è stata tesa una trappola, la sera precedente e
finalmente me ne rendo conto;
DueFacce che fugge nel magazzino, la porta che si chiude ed il gas che
mi assale, tutti i miei congegni disattivati... adesso so che almeno
tre di loro si sono alleati per farmi fuori.
Ma Joker...?
Non riesco a capacitarmi del suo comportamento, del perchè
mi abbia salvato la vita senza neanche mai tentare di rimuovere la mia
maschera.
Penso a lui che mi inietta quello che penso essere la cura contro il
gas allucinogeno e fa per andarsene senza dire una parola... ed infine,
quel bacio.
Allontano il pensiero per evitare di rendermi conto della
realtà totale di quel gesto, della sua pesante
concretezza... già mi è difficile andare avanti
da solo, non ho certo bisogno di altre preoccupazioni, altri pesi sulle
mie spalle.
Scendo per la cena con una fame che non ci vedo, e tutto sembra
ovattato, penso a causa degli strascichi dell'antidoto che mi ha dato
Joker...
ogni pietanza che assaggio confonde i miei sensi e tutti i gusti che la
mia lingua percepisce vengono associati al bacio di Joker, di cui
comunque non ricordo il sapore;
ma forse proprio per questo tutti me lo ricordano; sono sicuro che
è tutta colpa di quell'antidoto.
Immediatamente smetto di mangiare, alzandomi di scatto per tornare in
bagno... come se fossi impazzito prendo spazzolino e dentifricio, ed
inizio a spazzolare i denti fin quasi a consumare la gengiva, poi passo
una decina di minuti buoni a trafficare col colluttorio sebbene sappia
quanto ciò sia inutile, visto che tutte quelle sensazioni
sono nella mia mente, indipendenti dalla mia coscienza, ed in tutta
probabilità passeggere.
Scendo nella bat caverna per controllare le notizie riportate nei
registri della polizia a proposito della nottata di ieri, resto stupito
leggendo del decesso degli uomini di DueFacce e della perdita di tutta
la refurtiva... tutto a causa di un corto circuito nella centralina del
ponte mobile che stavano attraversando.
Pare anche che stranamente la superficie dell'asfalto fosse umida,
qualcosa di leggermente oleoso la ricopriva...
sento il mal di testa aumentare, chiudo gli occhi per un momento e mi
alzo dalla sedia, allontanandomi dalla postazione;
con lo sguardo incrocio il costume di Batman... i suoi occhi vuoti
sembrano fissarmi in qualunque parte della stanza io mi muova, e la
sensazione che ciò mi provoca, non mi piace affatto.
"Mi stai prendendo tutto, lo sai?"
Bisbiglio a quell'armatura vuota, solo per poi rendermi conto di quanto
fosse stupido parlare ad una maschera... squoto la testa e torno ad
aggirarmi per la bat caverna.
Porto due dita alle tempie, ed appena chiudo gli occhi vedo il volto di
Joker che si fa sempre più vicino, così li riapro
di scatto, e con un gesto istintivo colpisco il tavolo vicino a me con
un pugno, molte fialette vuote si infrangono al suolo, troppo leggere
per resistere al contraccolpo.
Finisco col maledirmi di nuovo, mentre gli occhi dell'uomo pipistrello
sembrano spalancarsi di stupore a quel gesto improvviso, mi sembra di
sentirlo, sta ridendo di me.
Mi avvicino a quel costume ed in un altro gesto disperato, lo strappo
dai suoi sostegni gettandolo con violenza a terra, pezzo per pezzo...
non voglio pensare, non voglio più preoccuparmi, non voglio
più sentirmi così in confronto con Batman... come
se, senza di lui, Bruce Wayne non fosse niente più di uno
stupido milionario come tanti altri.
Perfino il bacio di Joker... non è stato che una menzogna,
perchè nella sua mente malata non vede chi si nasconde
dietro la maschera...
lui non sa, nè vorrebbe mai sapere che ci sono io, un uomo,
sotto quel costume, per questo non ha tentato di svelare la mia
identità la sera precedente.
Nessuno vorrebbe vedere me dietro la maschera di Batman.
Nessuno.
Nemmeno io.
"Sei solo una bugia anche tu!"
Mi sfogo nuovamente contro il costume ormai ridotto in pezzi
sparpagliati sul pavimento;
la maschera giace a terra, gli occhi rivolti verso il pavimento, e
stavolta sono arrabbiato perchè anche quell'oggetto
inanimato sembra non darmi ascolto... perchè io sono solo
l'inutile Bruce Wayne, mentre lei è un simbolo, qualcosa
che, sebbene vuota senza di me, mi è superiore.
Mentre la rabbia mi monta dentro, inizio a raccogliere rabbiosamente
quei pezzi e li indosso, facendomi addirittura male a causa della furia
con cui la monto sopra di me.
Corro verso la bat mobile e mi metto alla sua guida... accendo il
motore e dal finestrino vedo Alfred, che mi osserva stralunato, ma
ancora una volta ignoro i sensi di colpa ed accellero fino a trovarmi
in strada.
Appena fuori dalla caverna mi sento più leggero, la rabbia
si dissipa e so che ho una missione da compiere... bisogna che io
difenda Gotham e non sono mai stato più sicuro di me stesso
prima d'ora.
Perchè ora sono Batman.
Perchè per adesso, finchè non svestirò
questo costume, Bruce Wayne non ci sarà.
Perchè Bruce Wayne a quest'ora se ne sta nella sua stanza a
dormire, o a leggere il giornale o, perchè no, in conpagnia
di una modella qualunque...
perchè Bruce Wayne non è nessuno...
perchè sono io, Batman, l'eroe tra noi due.
|
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Capitolo 8 *** Nella Tua Stanza. ***
Per Boopsie: Accidenti!
Giuro che lo conoscevo il verbo "scuotere", solo che mentre scrivevo ho
avuto il dubbio, scosì ho chiesto a mio fratello e lui
sembrava stra sicuro che si scrivesse con la "q" -.- ... sembra una
scusa, vero? Non lo è! ç_ç
Come sempre sono molto contenta quando riesco a compiacere
chi mi legge, anche se non c'è bisogno di sentirsi
angosciate xD in fondo Bruce può lamentarsi quanto gli pare
ma al contrario della maggior parte di noi, lui è ricco
sfontato... -.- perciò non sono molto propensa a compatirlo
a meno che mi regali qualche milione ^^. Opportunista io? Ti giuro di
no! ;) Per quanto riguarda il colluttorio beh, sì, in
effetti dubito che sia una soluzione adeguata al problema a meno che
Bruce non decida di recarsi direttamente alla fabbrica e fare il bagno
in un silos che ne è pieno, in quel caso se la memoria non
mi inganna, dovrebbe trasformarsi in ColgateMan, o qualcosa di simile,
sì, sì esatto, proprio quello che lotta con
l'alito pulito! Ehm... qualcuno mi fermi quando partorisco di certi
aborti... per quanto riguarda i copertoni, sono contenta anche io che
si sentano finalmente realizzati in qualcosa di superiore! Beh,
sì più o meno, data la mia altezza di certo non
è che toccheranno mai il cielo però uno ce la
mette sempre tutta! xD Ti ringrazio per il complimento personale, anche
se spesso la gente più che "simpatica" mi definisce
"sarcastica", o detta più dialettalmente, "infame" per via
del mio umorismo che tende a prendere di mira gli altri. La mia
consolazione è che tutti loro hanno la calotta cranica
foderata di prosciutto scadente! Tsk! Spero attiri un branco di cani
prima o poi! xD Spero che gradirai anche quest'ultimo capitolo, ammetto
di averlo postato in fretta visto che avevo lasciato passare troppo
tempo dall'ultimo aggiornamento! Perdona eventuali errori o brutture
del testo! ç_ç Un caloroso abbraccio, alla
prossima!
Per Killme: Ciao
bella, sono felice che apprezzi i miei lavori, davvero! Sarei molto
felice di ricevere le tue recensioni sul blog, ultimamente è
tutto così solitario, laggiù! ^^ Per quanto
riguarda la coppia BatmanXJoker, anche io ne vado pazza, anche se la
mia follia si estende a JokerX Chiunque, una volta che si è
capito chi diavolo è questo signor "Chiunque"... a me basta
che non sia donna! xD Ahem... follia slash galoppante in arrivo! Una
domanda... per caso "Liam" ha qualcosa a che fare con Angel? Ti
ringrazio per i complimenti e mi auguro che inizierai davvero a
perseguitarmi! ^^ (Ahem... però, la migliore... non
esagerare... mi fai arrossire... >///< Un abbraccio, alla
prossima (sperando che arrivi presto vista la mia mole di impegni,
recentemente)!
Per Desme: Ti
ringrazio molto per i bellissimi complimenti e note che fai alla mia
storia e quindi anche a me! ^^ Sono contenta che apprezzi come ho
delineato Bruce, visto che contrariamente alle mie aspettative si
è rivelato anche lui una bella gatta da pelare! Spero sempre
di riuscire a tenere sempre il livello di questa storia abbastanza
alto! xD Ancora mille grazie, spero che continuerai a seguire il mio
lavoro ed a lasciarmi questi bellissimi commenti! Un abbraccio, alla
prossima!
Per Ilaria 1993:
Mah... non parlarmi dei problemi esistenziali di
Bruce Wayne ç_ç vorrei avere anche io tutti i
suoi soldi, allora altro che Batman e problemi vari! Nella vita si
guarda sempre avanti e ci si gode ciò che ci si è
guadagnati! Ahem... no, giuro, non sono un'avida opportunista,
semplicemente ora sono così stanca che pagherei qualcuno per
scrivere al psoto mio! Alfred, dove sei! Se ci sei batti un colpo, e ti
cambierò nome in Mortymer, così non potranno
accusarmi di furto di copyright e cavolate simili! Uff... non
c'è più la servità di una volta...
oggi il curriculum standard richiede corsi di assistenza ai super eroi
ed un passato come minimo da mercenario ç_ç... ma
ora basta con miei voli pindarici e film mentali, passiamo alle cose
serie! (Fermatemi, quando mi perdo in questo modo, vi prego!
ç_ç) Ho sentito delle occupazioni, che infine
sono state vane, perchè come sempre i politici fanno quello
che gli pare! La lotta comunque non deve finire mai, siamo nati per
lottare anche se spesso destinati a perdere... scusa è il
mal di testa che mi fa essere pessimista ^^. Ultimamente ho
così tanti impegni che aggiornare sarà dura, ma
mi impegnerò più che potrò! ^^ Grazie
mille del tuo sostegno e dei complimenti che mi fai ogni volta! In
ultimo... appena avrò un altra oretta libera, giuro che
commenterò la tua storia! Non lo faccio apposta a non
recensire, giuro, è solo che raramente trovo il tempo
ultimamente, anche per andare in bagno! ç_ç Un
abbraccio cara, alla prossima!
Per Mhcm: Per
prima cosa, non trovo stupida la spiegazione che hai dato per il tuo
nick! Sai che il Cappellaio Matto è anche uno dei personaggi
cattivi di Batman? Parlo del fumetto, ovviamente ^^. Andando
avanti, ti ringrazio moltissimo per i complimenti ed ho apprezzato la
descrizione del modo che hai di interpretare questi personaggi! Ebbene
sì, in effetti c'è un dualismo in ognuno di essi
e mi trovi perfettamente daccordo con la tua opinione su Batman e
DueFacce, anche se di Joker non direi che lui "sceglie" chi essere, ma
piuttosto che ha scelto di essere la sua maschera! Immagino che una
persona che non giri mai senza il suo trucco, abbia qualche problema
con se stesso, la sua identità primaria, che l'abbia
cancellata o voglia nasconderla, o la rifiuti a priori per un
chissà quale motivo... sarei così felice di
vedere queste vignette che hai in mente di disegnare! Mi piacerebbe
poi, se ti andasse, di pubblicarle anche sul mio blog (che è
un blog di fanfiction su Batman)! Sempre se a te farà
piacere! ^^ Per quanto riguarda l'ultima tua richiesta, ho
paura che per esigenze di trama, Joker purtroppo, prima o poi,
finirà tra le braccia dello straricco e straparanoiato
Batman... ç_ç ma non disperare, c'è
sempre speranza! ;) non è detto che questa sia la mia
soluzione definitiva! Spero davvero che la mia storia
continuerà comunque a piacerti e che continuerai a lasciarmi
queste magnifiche recensioni! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!
Per
PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Prima di tutto grazie infinite
per la recensione, che sebbene tu la definisca insensata, io non mi
trovo daccordo, è stupenda e come sempre sono felicissima di
riceverne, soprattutto da te, che mi hai seguito anche sul blog! ^^ Per
non parlare della pubblicità che mi hai fatto con tuo
fratello >///< mi sento famosa, e non va bene! Non va
bene! xD Io purtroppo non ho il tuo stesso pregio, ovvero di non badare
alla grammatica o ai personaggi OOC.. ç_ç lo
ammetto, sono abbastanza intollerante quando qualcosa mi paice,
però poi divento dolce come un agnellino se almeno leggo le
giuste avvertenze ^^ argh, sono davvero cattiva certe volte, quando
faccio recensioni ç_ç non merito tanta grazia di
Dio! Comunque ora ti lascio a goderti quest'ultimo capitolo, sperando
che ti piaccia come gli altri! ^^ Un abbraccio, alla prossima!
Per Giaggio: Oddio,
oddio, oddio! Caro Giaggio, devo confessarti una cosa... sei il mio
primo lettore di sesso maschile con cui io sia mai entrata in contatto
e ti comunico che sono divisa tra gioia e stupore! Beh, data la mia
propensione per lo slash, non avrei mai immaginato di veder arrivare
questo giorno! Ehm... ma ora andiamo avanti, ho già
ringraziato tua sorella per avermi "fatto pubblicità", sono
contenta di averti come "fan", e ti ringrazio moltissimo per i
complimenti che mi hai fatto! So che molte storie slash spesso non
hanno ne capo ne coda e spesso personaggi totalmente e diametralmente
opposti finiscono col fare tanta palestra insieme senza darne una
spiegazione ^^ anche io detesto quel genere di storie, quindi
puoi stare tranquillo che con me, una spiegazione l'avrai sempre! Se
anche vorrai chiedermi spiegazioni nelle recensioni, otterrai sempre
una risposta! Per quanto riguarda i film, beh, io sonoandata un po'
oltre, ho letto i fumetti, guardato il cartone, sia quello degli anni
60 che quello del 2004 (lo adoro tutti!), e mi sono informata per
capire meglio il profilo psicologico di questi personaggi
apparentemente campati in aria, ed ho compreso che non
è così, che invece sono minuziosamente studiati e
definiti! Adoro elaborare la psicologia di questi individui e risucire
a plasmarla attraverso svariati agenti esterni! Sebbene il
risultato non sia sempre perfetto, ci metto sempre tutta me stessa per
offrire un lavoro di qualità non solo a chi legge, ma anche
a me stessa. Grazie ancora moltisimo per la recensione, spero che
continuerai a lasciarmene e che questa storia continuerà a
piacerti fino alla fine! Un abbraccio, alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
ATTENZIONE:
Questo
capitolo contiene scene di sesso praticamente esplicite, chi si sente
disturbato da ciò, è invitato a non peoseguire la
lettura! Tenterò di spiegare ugualmente cosa è
avvenuto nel prossimo capitolo!
PS: perdonate gli errori, ma se non avessi postato ora, non lo avrei
fatto mai più!
Buona lettura! ^^
Capitolo 8: Nella tua stanza.
Anche se so che certi comportamenti sono immaturi, che non porteranno a
nulla di buono o di concreto e che spesso e volentieri sono addirittura
dannosi, non posso fare a meno di adoperarli.
Come ora.
Che senso ha infatti, continuare ad ignorare Joker? Forse,
semplicemente, perfino io a volte nutro il bisogno di non pensare a
nulla; eppure so che non pensare a niente è impossibile, se
anche riuscissi a distrarmi, mi tornerebbe in mente il motivo per cui
ho cercato di farlo ed ogni sforzo sarebbe dunque vano.
Come ora.
So che sto cercando di non pensare a Joker –a quello che mi
ha fatto, più esattamente- eppure so che lui è di
là, nell’altra stanza, sdraiato sul letto a
fissare il soffitto, cosa che accade spesso, con l’unica
differenza che questa volta so a cosa sta pensando, questa volta sono
sicuro che sta pensando a me.
Come faccio a saperlo?
Mi piacerebbe poter dire “perché lo conosco troppo
bene”, ma non è così. Io. Non. Lo.
Conosco. Neanche un po’.
Forse è anche per questo che ne sono rimasto folgorato in
questo modo, quando ho intuito la sua natura… e poi
c’è la sua intelligenza così vasta che
lui adopera in maniera così particolare!
La sua mente non ha confini, quindi neanche limiti, potrebbe fare di
tutto se solo lo volesse, ma l’unica cosa che lui vuole
è vedere il mondo bruciare, accartocciandosi su se stesso.
Ma torniamo a me; ho paura di pensare perché mi conosco e so
che non voglio sapere cosa potrei fare se agissi sulle sensazioni che
il ricordo di Joker che… che. Bacia. Batman. Accidenti, alla
fine l’ho ricordato davvero.
Tento di allontanare nuovamente quell’immagine, ma prima
ancora di iniziare questo tentativo, sento una forza estranea
attaccarsi ai passanti dei miei pantaloni per strattonarmi indietro,
così improvvisamente che sobbalzo e per poco non rovescio la
pentola con la cena che sto cucinando.
Ancora prima di voltarmi mi rendo conto che è Joker ad
avermi strattonato –il gesto è stato troppo
maldestro.
Ci guardiamo negli occhi per un momento ed in quel breve istante rivivo
nella mente il ricordo della prima volta che lo vidi, quando lo
trascinarono, drogato ed imprigionato nella camicia di forza, nella
cella di fronte alla mia.
In quelle particolari celle, venivamo sorvegliati ventiquattro ore su
ventiquattro attraverso il muro in vetro antiproiettile; erano le celle
che io definivo “per le persone importanti”, ma ben
presto ci spostarono da lì, mescolandoci con gli altri
pazienti non appena terminato il solito giro di sedativi e
tranquillanti vari.
In quel periodo lo vedevo quasi sempre da solo, le uniche volte in cui
apriva bocca –non erano poi così poche- era solo
per infastidire, provocare, o aizzare… era diventato il
fomentatore di tutti i matti, si divertiva ad alimentare le loro turbe
psichiche,a convincerli di essere Giulio Cesare o cose così.
La stessa cosa anche con i medici, girava voce che al test di Rorschach
abbia fatto sbellicare gli infermieri ed uscire fuori dai gangheri lo
psichiatra.
Dal canto mio, ad ogni provocazione rispondevo col silenzio.
“Continuerà ancora a lungo?”
Mi domanda, ed io non gli rispondo nulla, come facevo in passato quando
diceva qualcosa di stupido. Stavolta però, ci sono svariate
ragioni che mi spingono a non farlo… un po’ solo
per principio, un po’ perché davvero per ora sento
di non avere nulla da dirgli.
In me si riaffaccia il ricordo –ancora troppo vivo- di quel
bacio che lui ha dato ad un altro, e fa male soprattutto
perché so che lui non se ne è pentito e non lo
farà mai.
Mi irrita sapere che lui sa, che lui capisce perfettamente cosa penso e
provo, eppure non fa mai suo nessun concetto altrui. Capisce gli altri,
i ragionamenti con i quali giungono a determinate scelte e conclusioni,
cosa provano, eppure lui è diverso.
Sebbene lo abbia sempre saputo, la cosa ciò non di meno mi
irrita; mi fa male il pensiero che lui nei miei panni, se mi avesse
visto baciare una qualsiasi altra persona, non avrebbe battuto ciglio.
Fa male il fatto che rifarebbe quel gesto senza pensarci due volte,
fa male che lui sa tutto questo, ed invece IO di ciò che
pensa lui. Non. So. Niente! Fa male, male, male, male, il pensiero che
neanche adesso io riesca a capire cosa voglia, ora, da me!
Quando vede che continuo a non rispondere alla sua domanda, solleva
le braccia fino a portarle sulle mie spalle e le lascia lì,
notando che io non mi oppongo in nessuna maniera, allora con una mano
tenta di attirarmi verso di lui, invitandomi a chinarmi per baciarlo,
ma io resto irremovibile.
Lui non si arrende, smette di tentare di convincermi a dargli retta e
si alza sulle punte dei piedi, baciandomi lui.
All’inizio le sue labbra sfiorano le mie come un soffio di
vento, leggere ed invitanti, ma quando mi ostino a non raccogliere il suo
invito, inizia a tracciare i contorni della mia bocca con la punta
della lingua, ed è troppo ingiusto che lui abbia questo
potere su di me, che mi conosca così bene.
Cedo alle sue provocazioni e mi avvento su di lui, copro le sue labbra
con le mie, stringo il suo corpo contro il mio, cerco un contatto
più intimo, ma lui mi blocca, si tira indietro e mi
allontana, spingendomi il petto.
“No. Prima, voglio sentire la tua voce!”
“Che vuoi sentire?”
“Perché continui a non parlarmi?”
“Lo sto facendo.”
Concludo, e blocco ogni sua possibile obiezione continuando a baciarlo.
Mi perdo in quel contatto, iniziamo a farci strada tra i nostri vestiti,
che lasciamo disseminati lungo il percorso fino alla camera da letto,
la cena dimenticata a bruciare sui fornelli; lo spingo con forse troppa
violenza sul materasso per poi schiacciarlo sotto il mio peso, inizio a
mordergli il collo, godendo della manifestazione –tanto
vocale- del suo piacere, e non riesco a non tornare con la mente al
passato, a quando ci spostarono nella stessa cella, a come mi sentivo
in pace dopo quelle sporadiche sedute di elettroshock a cui lo
sottoponevano e che per un po’ ponevano fine al suo insensato
chiacchiericcio.
Alle nostre prime conversazioni serie.
All’effetto strano che mi faceva sapere che
quell’uomo così particolare si era fidato proprio
di me, iniziando a parlarmi con una serietà di cui non lo
avrei mai ritenuto capace.
Alle prime occasioni in cui mi sono sentito attratto da lui, alla
curiosità che mi istigava.
Alla prima volta che abbiamo dormito insieme –solo dormito,
senza fare nient’altro.
Alla mattina seguente quando, ripresosi dall’ennesima
“visita guidata alla centrale idroelettrica”, come
le chiamava lui, ha accettato i miei timidi tentativi di approccio, le
mie carezze delicate come piume, prima sul suo viso, sul collo, per poi
scendere piano piano, diventando sempre più intime, sempre
aspettandomi un rifiuto che invece non venne mai.
Alla sua voce, stupenda mentre mi chiedeva di entrargli dentro.
Al silenzio che tentavamo di mantenere.
Alla mia mano che più di una volta è volata a
coprirgli la bocca.
Ai suoi occhi brucianti, che avevano acceso il fuoco dentro di me.
Al paradiso trovato nel suo corpo.
All’incredulità che provavo stringendo
quell’animale, quella forza selvaggia ed indomabile con
queste mani, tra queste braccia, su questo petto.
All’orgoglio provato nell’aver saputo dargli
piacere.
Alla sensazione che tutte le mie passate esperienze sessuali siano
servite solo a prepararmi per quel momento, per dare piacere a quella
persona.
Allo spettacolo che è stato –e che
tutt’ora continua ad essere- vedere Joker provare un orgasmo
per merito mio.
Ma nonostante tutto. Lui. Ha. Baciato. Batman.
Questo pensiero elimina ogni mio autocontrollo, con uno scatto ribalto
le nostre posizioni ed ora lui è sopra di me. Lo sento troppo docile,
solitamente avrebbe approfittato di questa situazione per tentare di
farmi del male, per istigarmi a picchiarlo, ma non fa nulla di tutto
questo e so che queste sono le sue scuse, che è la sua
consolazione per il mio orgoglio ferito… lo odio per questo.
La mia mente va in totale black out mentre gli afferro i polsi e lo
privo del suo sostegno costringendolo ad alzarsi su di me; lentamente
lo costringo ad allargare le braccia per osservarlo, completamente alla
mia mercé. Le mie spinte dentro di lui sono violente, sento
le sue pareti stringersi attorno a me e per una volta non
voglio pensare che a lui, provare dolore piace.
Nella mia mente continuo a vedere l’immagine di lui mentre
bacia l’uomo pipistrello e non riesco a scacciarla, non
riesco a non immaginare cosa accadrebbe se mai Joker incontrasse un
consenso dall’altra parte, se anche Batman provasse
attrazione per lui, li vedo insieme a fare le cose che ora lui sta
facendo con me, lo immagino provare più piacere che con me e
serro i denti tentando di ragionare con me stesso, di pensare che
è impossibile che il giustiziere della notte possa mai
accettare Joker nel suo letto, che sono solo fantasie irrealizzabili,
ma la mia presa sui suoi polsi si stringe, e le mie spinte si fanno
addirittura feroci.
"Ti piace?"
Domando tra gli ansiti, e lo vedo aprire gli occhi e guardarmi, come se
non mi conoscesse, forse perché finora non ci eravamo mai
rivolti la parola durante i rapporti.
La sua mente però elabora velocemente la novità,
e mi risponde di sì. Sento la rabbia montare, senza nessun
apparente motivo, ancor più di prima ed una delle mie mani
gli lascia i polsi per colpirlo sul viso, forse troppo forte.
"Non basta, non sei convincente!"
Quando si riprende dal colpo, pochi secondi dopo, ripete con
più enfasi la sua affermazione, e questo contribuisce
solamente a farmi arrabbiare maggiormente.
Lo colpisco di nuovo, ed afferrandogli i fianchi lo riporto sotto di me.
"E credi che con quel pipistrello potrebbe essere meglio? EH?!"
Non risponde nulla, distoglie lo sguardo finché non consumo
il mio piacere dentro di lui.
Poco dopo il mio corpo gli crolla addosso, stremato, ma non mi
allontana come mi aspettavo; porta una mano sulla mia guancia e mi
accarezza quasi dolcemente... non riuscirebbe mai a fare qualcosa di
completamente dolce, non è abbastanza tranquillo, i suoi
movimenti sono sempre a scatti, troppo nervosi.
Vorrei alzare lo sguardo dal suo petto ma ho paura di cosa vedrei, del
sangue sul suo viso e dell'accusa nei suoi occhi.
"Per me, tu sei l’unico."
Queste parole escono dalla mia bocca quasi senza poterlo impedire e per
i pochi secondi di silenzio successivi, la paura si impossessa di me.
Temo la sua risposta, i suoi pensieri.
Lo sento trarre un respiro profondo e rispondermi con voce bassa e
stanca
"Anche tu sei l’unico per me."
Questa frase mi rimbomba nella testa, vorrei tanto credere a queste sue
parole, a questa promessa che per la prima volta ci siamo scambiati, ma
so che si tratta solo di bugie e mi sento preso in giro.
Sento su di me il dolore in forma fisica, lo stomaco si contrae mentre
mi sollevo per guardarlo negli occhi.
"E Batman?"
"Batman... è Batman."
Alle mie orecchie suona come la risposta di un bambino di cinque anni,
e di nuovo la rabbia monta senza controllo nè freni.
"Batman è un uomo! Il giorno in cui si toglierà
quella maschera, tu non lo amerai più perché lo
hai idealizzato nella tua testa! Non te ne rendi conto? Io sono qui, e
sono vero!"
"Non capisci, Eddie..."
Bruscamente mi alzo dal letto, gli afferro un braccio e lo costringo a
venirmi dietro, premo la sua schiena contro il mio petto mentre lo
tengo stretto per le braccia, lo costringo a guardarsi allo specchio.
"Allora ragiona in questo modo! Guardati! Cosa credi che direbbe il tuo
uomo pipistrello se ti vedesse così? Sulle tue braccia ci
sono più cicatrici che pelle, ti sei tagliato i polsi, le
gambe, come credi che reagirebbe?! Potrebbe capire? Potrebbe amarti
come faccio io?! EH!?"
Lo scuoto con violenza e lo costringo a voltarsi ancora una volta in
modo da forzarlo a guardare me, ma nell'impeto della furia, senza farlo
apposta, lo spingo troppo forte contro lo specchio, che si rompe e
subito dopo vedo il sangue iniziare a scorrere sulla sua
superficie screziata.
La cosa al momento non mi turba affatto, e anzi lo premo con ancora
più forza contro i pezzi di vetro e lo sento gemere di
dolore.
Non risponde nulla, così lo lascio andare.
Al volo mi risistemo i vestiti addosso, senza lanciargli neanche uno
sguardo, dall’armadio prendo il cappotto e finalmente mi
volto verso di lui, che si è coperto con un semplice
accappatoio e mi fissa inespressivo.
Di nuovo distolgo gli occhi da lui e mi infilo l’indumento
dirigendomi velocemente verso la porta; lui non dice nulla, non tenta
di trattenermi, non mi chiede dove sto andando.
Una volta fuori mi stringo la giacca addosso contro il freddo
dell’inverno.
C’è la nebbia, ed io cammino per parecchio
attraverso di essa fino a che, stremato –più
psicologicamente che fisicamente-, mi abbandono sulla prima panchina
che trovo.
Mi rendo conto solo adesso di aver esagerato, di essermi spinto troppo
oltre e non voglio tornare in quella casa per vedere che lui non
c'è più.
Se decidesse di raccogliere le sue cose ed andarsene, non avrei nulla
da dire in proposito e non credo che farei più niente per
tentare di riprenderlo, non dopo quello che gli ho fatto e detto.
La sua ossessione per Batman mi è sempre risultata
più che comprensibile ma nulla più di
un’illusione destinata a svanire perché
impossibile da realizzare.
Perciò quando ho visto Joker baciare il vigilante di Gotham,
qualcosa è scattato dentro di me, che mi ha tolto la ragione
e se solo mi fossi sfogato prima, se solo gliene avessi parlato senza
aspettare, la rabbia non sarebbe esplosa a quel modo.
Ora, dopo essermi sfogato, riesco finalmente a pensare con
lucidità… l’amore per Batman
è qualcosa di naturale e quasi obbligatorio da parte di
Joker per via delle loro differenze, dei loro punti in comune, della
loro naturale avversità e comprensione, del fatto che loro
due sono due facce della stessa moneta, uguali eppure diversi, e non
c’è modo per evitare questa fatale attrazione
nemmeno per me.
Una volta, quando ero ancora ragazzo, molto tempo prima di diventare
“l’Enigmista”, ero fermamente convinto
che l’amore consistesse nell’amare una persona
senza mai possederla, di volere sempre il bene dell’altra
anche a mio discapito.
Ero fermamente convinto di amare Joker, so che i sentimenti che provo
per lui, le sensazioni che sa scatenare dentro di me,
l’effetto che anche una sola sua parola ha su tutto il mio
essere… sono tutte cose che non avevo mai provato in tutta
la mia vita, per nessuno, nonostante di donne ne avessi avute
moltissime.
Ovviamente non ne avevo mai amata nessuna, per me loro sono sempre
valse meno di zero, ma Joker no. Ero convinto di amarlo, ne ero sicuro!
E allora perché non riesco ad amarlo nel modo che vorrei? La
maniera più sana e meno dolorosa? Sebbene sappia che lui
è innamorato di Batman come non potrebbe mai esserlo di me,
se il vigilante ricambiasse, io non riuscirei mai a lasciarlo andare e
se anche vi riuscissi, ormai senza la sua presenza nella mia vita, mi
ucciderei.
Ripenso al sangue. Sul viso di Joker, sullo specchio mentre scivolava
fino al pavimento, sulle sue mani, sulle mie mani…
Se solo servisse a far passare questa maledetta sensazione, mi
prenderei volentieri a pugni.
Avvolgo le braccia attorno allo stomaco e mi piego in due, iniziando a
fissare i miei stivali;
mai prima d’ora mi era capitato di provare una rabbia simile,
di esserne accecato al punto da non riuscire a controllarla…
la gelosia ha preso possesso di me, mi ha cambiato ed ora ho paura
perché mai avrei pensato di desiderare di veder soffrire
Joker tranne quando è lui stesso a chiedermelo.
Chiudo gli occhi e lo vedo ancora nella mia mente, il suo volto infesta
i miei pensieri e sogni, togliendomi anche quel poco di
sanità mentale che mi restava.
Tolgo le mani dalle tasche ed inizio a fissarle, pensando al male che
hanno fatto alla persona che amo, e provo il desiderio insensato di
tagliarle via.
Sembrano passate ore intere da quando ho lasciato
l’appartamento, controllo l’orologio ed infatti
è così, sono via da più di due ore, ma
aspetto ancora un po’ in questo parco, al freddo,
così da dare il tempo a Joker di raccogliere tutte le sue
cose in tranquillità e lasciarmi per sempre.
Dopo non so quanto tempo, mi rialzo lentamente, mi sento stanco e muoio
dal freddo, a passi lenti mi dirigo nuovamente verso
“casa”, temendo il silenzio che mi attende.
Giro la chiave nella serratura e quando apro la porta, come previsto,
vengo accolto dal silenzio più totale, i fornelli sono
spenti, la finestra aperta a far uscire l’odore della cena
bruciata, ma le luci della camera da letto sono accese, così
mi dirigo là, aspettandomi di vedere la stanza svuotata di
lui e delle sue cose, ma sulla soglia resto impietrito.
Joker è ancora qui, ha aperto due ante
dell’armadio in modo che i loro specchi fossero uno di fronte
l’altro, così da permettergli di vedere la sua
schiena mentre con una pinzetta tenta di estrarsi pezzi di vetro dalle
spalle, ma non deve aver avuto molto successo vista la sua espressione
sconsolata ed infastidita.
Lentamente mi avvicino a lui e lo vedo sobbalzare quando gli tolgo le
pinzette dalle mani, il suo viso è stupito, come se fosse
una sorpresa anche per lui rivedermi.
Lascio scorrere lo sguardo sul suo corpo, dev’essersi fatto
una doccia prima di tentare questa operazione, ma il sangue continua
ancora ad uscire e colargli lungo la schiena. Con dolcezza, facendo il
più piano possibile, estraggo i pezzi rimasti nelle spalle,
per poi poggiare dolcemente le mani sulle sue braccia e chinarmi a
baciare quei tagli; ancora una volta sono stupito del fatto che lui non
tenta di allontanarmi. D’un tratto, porta una mano sulla mia
e dice
"Credevo fossi andato via."
"Io credevo di non trovarti al mio ritorno."
Lo sento ridacchiare, e nello specchio la vista del suo sorriso -quello vero- riesce
a tranquillizzarmi ed acquietare ogni sentimento negativo.
"Perché non te ne sei andato?"
Lui si volta, mi fissa per qualche secondo, dritto negli occhi, e
solleva una mano ad accarezzarmi il viso.
"Perché non faccio caso a certe cose."
"Ti ho fatto male."
"Me ne faccio tanto anche da solo."
"Lo so. –lo stringo forte a me, felice di poterlo ancora
fare- Dimmelo ancora."
"Che mi faccio male?" Dice, ridendo.
Avvolgo le braccia attorno alla sua schiena, più in basso
possibile, per evitare di toccare le sue ferite e poggio le labbra
sulla sua fronte, in un bacio che vuole comunicare affetto e che
promette di non comportarmi mai più in quel modo.
Dal tavolino a rotelle vicino a noi prendo la penicillina, la garza e
le bende, e lentamente finisco di medicarlo. Mi da un bacio mentre gli
lego le bende, poi un altro, ed un altro ancora, sento le sue labbra
sulle mie e sul mio viso, lo stringo a me e ricambio con passione,
impossessandomi della sua bocca.
“Tu sei l’unico per me.”
Ripete, come gli avevo chiesto poco prima e non posso fare a meno di
sorridere. Più dolcemente dell'ultima volta, facciamo
l'amore e adesso ne io ne lui sentiamo il bisogno di aggiungere
violenza al rapporto; ci accarezziamo e ribadiamo di essere
“l’unico” di tanto in tanto.
Le sue carezze nervose sono bellissime, quando affonda le unghie nelle
mie spalle mi sembra di arrivare in paradiso, lo guardo sotto di me e
non posso fare a meno di baciarlo, ancora e ancora fino alla fine dei
miei giorni.
Quando mi consumo in lui, è l'orgasmo più bello
della mia vita e se Joker è rimasto stupito dal fatto che
sono venuto per primo, rotolo fino a portarlo sopra di me, invitandolo
a prendere il mio posto, ad entrarmi dentro;
lo vedo impacciato e più nervoso del solito.
Lo stringo a me, stringo le ginocchia contro i suoi fianchi, passo la
lingua sul suo collo e lo accarezzo dolcemente, perché ora
va tutto bene.
Quando lo sento entrare dentro di me, dapprima sento solo dolore, ma
ogni volta che alzo lo sguardo sul mio compagno, vengo attraversato da
una scossa;
vedo i suoi occhi chiusi, la sua espressione indecifrabile, poi mi
guarda ed in fondo ai suoi occhi leggo di potente e sincero.
Lo stringo ancora di più, gli mordo il collo dolcemente,
soffiando aria calda nel guscio dell'orecchio e lo sento avvicinarsi al
piacere sempre più, fino a spegnersi anche lui dentro di me,
ed è una sensazione bellissima.
Ci carezziamo a lungo, dopo, ci baciamo su tutto il viso e ci
sorridiamo, e non so neanche quanto tempo passa prima che lui crolli
addormentato per primo.
Lo stereo ancora sta suonando, e mi viene da piangere mentre stringo
Joker contro il mio petto.
In your room
(Nella tua stanza)
Where time stands still
(Dove il tempo non scorre)
Or moves at your will
(O si muove al tuo comando)
Will you let the morning come soon
(Lascerai che il mattino arrivi presto)
Or will you leave me lying here
(O mi lascerai steso qui?)
In your favourite darkness
(Nella tua oscurità preferita)
Your favourite half-light
(Nella tua preferita penombra)
Your favourite consciousness
(La tua coscienza preferita)
Your favourite slave
(Il tuo schiavo favorito)
In your room
(Nella tua stanza)
Where souls disappear
(Dove le anime scompaiono)
Only you exist here
(Qui esisti solo tu)
Will you lead me to your armchair
(Mi condurrai al tuo trono)
Or leave me lying here
(O mi lascierai steso qui?)
Your favourite innocence
(La tua innocenza preferita)
Your favourite prize
(Il tuo trofeo preferito)
Your favourite smile
(Il tuo sorriso preferito)
Your favourite slave
(Il tuo schiavo favorito)
I’m hanging on your words
(Pendo dalle tue labbra)
Living on your breath
(Vivo del tuo respiro)
Feeling with your skin
(Sento attraverso la tua pelle)
Will I always be here
(Resterò qui per sempre?)
In your room
(Nella tua stanza)
Your burning eyes
(I tuoi brucianti occhi)
Cause flames to arise
(Hanno alzato le fiamme)
Will you let the fire die down soon
(Lascerai che questo fuoco muoia presto)
Or will I always be here
(O resterò qui per sempre?)
Your favourite passion
(La tua passione preferita)
Your favourite game
(Il tuo gioco preferito)
Your favourite mirror
(Il tuo specchio preferito)
Your favourite slave
(Il tuo schiavo favorito)
Im hanging on your words
(Pendo dalle tue labbra)
Living on your breath
(Vivo del tuo respiro)
Feeling with your skin
(Sento attraverso la tua pelle)
Will I always be here
(Resterò qui per sempre?)
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Capitolo 9 *** Il Dramma della Moneta. ***
Per Desme:
Cara
Desme, prima di tutto, grazie dei tanti complimenti, sono felice che ti
sia addirittura commossa! Per quanto riguarda ciò che hai
detto dell'Enigmista è vero, lui non ha saputo controllare
la rabbia poichè non è mai stato prima d'ora in
una situazione simile, mai stato innamorato veramente (e comunque il
tipo di amore di Eddie sfiora pericolosamente l'ossessione),
perciò non ha neanche saputo in che modo reagire di fronte a
questo problema, non ne ha discusso per tempo col suo amante e questo
lo ha spinto a somatizzare un po' troppo quindi era naturale esplodere
ad un certo punto ^^. Per quanto riguarda il punto di vista di Joker
sull'accaduto, purtroppo manderebbe all'aria l'intero progetto
poichè taluni suoi pensieri serviranno per completare il
quadro alla fine, comunque lui ha detto chiaramente all'Enigmista che
esiste solo lui nella sua vita però Batman è
Batman, il che può già farti intuire la
diversità che intercorre tra il rapporto che hanno loro con
quello che invece lo lega al vigilante. Riguardo invece al
comportamento di Eddie, chiaramente lui non è il tipo che fa
chiaro a certe cose, nella sua ottusità (nel senso che non
riesce a provare taluni sentimenti) riesce a capire molto meglio degli
altri, forse proprio perchè osserva tutto con più
freddezza. E con questo penso di aver detto tutto, ancora mille grazie
per il commento, un abbraccio. Alla prossima! ^^
Per Mhcm: Salve
cara, ho apprezzato il testo della canzone che hai deciso di aggiungere
al commento (eh sì, vivo per la musica e poco altro)! L'ho
trovata graziosa, come spero anche tu abbia trovato quella che ho
inserito io nel capitolo. ^^ Per quanto riguarda le vignette che hai in
mente di disegnare, sarei felice di vederle qualsiasi cosa deciderai
sui personaggi! Sono sempre più curiosa di osservare il tuo
lavoro! Ti ringrazio moltissimo per i complimenti che fai alla mia
storia, soprattutto per l'apprezzamento per i ricordi dei due che ho
inserito, poichè tengo molto a quella particolare parte
della storia! Sono anche felice che le scene dintimità e
violenza ti abbiano colpita, temo spesso che possano disturbare, ma per
questo metto sempre un warning all'inizio di questi capitoli ^^. Spero
che ti piacerà anche il seguito! Goditi la lettura, un
abbraccio, a presto!
Per Ilaria1993: Ciao
cara, prima di tutto, importa eccome che io recensisca la tua storia,
perchè la trovo interessante e molto ben costruita
perciò sarebbe un delitto leggere senza commentare!
Sinceramente non sono una grande fan dei commenti -infatti ne lascio
pochi, solamente quando sento davvero che ne valga la pena-
però cerco sempre di fare del mio meglio per chi mi offre
qualcosa di bello! ^^ Mi dispiace che non ami particolarmente
lo slash anche se questo sinceramene, mi rende orgogliosa di averti
saputa intrigare ugualmente con la mia storia! Ti ringrazio
per i complimenti e gli incoraggiamenti che mi lasci ad ogni capitolo!
Ora ti lascio alla lettura, a presto!
Per Killme: Oh,
mio Dio, gli emboli al miocardio no! O_O Se vuoi, posso mandarti
qualcuno direttamente dalla lega per un massaggio cardiaco ed una
sessione di respirazione artificiale (Sarò gentile, non ti
manderò Pinguino xD)! Tranquilla per i consigli, tutti i
tuoi complimenti bastano ed avanzano per rendermi una scrittrice di fic
davvero felice! xD So che una relazione di Joker con Batman
è alquanto improbabile viste le loro divergenze (di quel
tipo per cui non basta una litigata ed un lancio di piatti per
appianarle), ed è appunto per questo che ho deciso di
aggiungere un pizzico di pazzia in più nella testa di Bruce
(per non parlare della depressione), che ho giustificato con la
confusione derivata dopo gli eventi in "The Dark Knight" ed il peso che
hanno aggiunto sulle spalle del vigilante. So che ti dispiace per
Eddie, però di una cosa puoi stare certa... anche quando
vedrai Joker insieme a Batman, sappi che non sarà finita
lì! xD Getta via incenso e salvia ora e goditi quest'ultimo
capitolo (sempre che i tuoi occhi non siano gonfi per i fumi di queste
erbe ç_ç)! In ultimo, chiedevo del tuo
nome non per confusione, semplicemente perchè nel telefilm
di "Angel", quello derivato dalla serie "Buffy", ad un certo punto si
viene a sapere che il vero nome del vampiro è in effetti
Liam e questo aveva fatto suonare un campanello (sono una grande fan di
questi telefilm)! Non darti della stupida, non lo sei affatto! ^^
Facciamo così, da oggi in poi ogni mattina appena sveglia,
và davanti allo specchio e ripetiti "io sono la ragazza
più intelligente del mondo!" ok? xD vedrai che soddisfazione
dopo un po'! Un abbraccio, a presto!
Per Giaggio: Salve,
grazie ancora una volta per la recensione! *_* Sono contenta che tu
abbia apprezzato la canzone che ho inserito nel precedente capitolo!
Beh sì, i Depeche Mode sono il mio tallone d'achille (evvai,
andrò al concerto in Giugno!)! Mi fa piacere anche sapere
che ti piace il mio lavoro ed i complimenti che mi fai mi riempiono di
energia! ^^ Ti saluto con un abbraccio, contenta di aver catturato la
tua attenzione! A presto!
Per
PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Beh, oddio, un fan club non
sarebbe un tantino esagerato? Ehm... forse non ti ho mai detto che i
complimenti ad oltranza tendono a mettermi in imbarazzo, mi fanno
diventare rossa come qualcosa di molto rosso! >////<
Hai visto che ho inserito davvero la frase "Batman
è Batman!" xD? Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto
e spero sarà così anche per gli altri a seguire!
Per quanto riguarda il voler dimostrare di essere meglio di Batman...
quello che hai letto non è ancora nulla, ma non voglio
sciuparti la sorpresa! Mwuahahah! Grazie infinite per i complimenti e
gli incoraggiamenti, un abbraccio! A presto!
Per Boopsie: Ciao
cara, grazie mille per la recensione! xD Sei stata molto carina, i tuoi
commenti sono sempre così simpatici, mi strappano sempre un
sorriso a trentadue denti! ^^ Un abbraccio, spero ti piacerà
anche questo capitolo! Alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 9: Il Dramma della Moneta.
Il piano numero due per mettere fine alla vita di Batman è
stato finalmente messo a punto e posso dire, senza vantarmi, che
è stato quasi interamente opera mia! Quando poi
l’Enigmista aveva proposto di riprodurre l’esito
della nostra operazione col suo computer ed il risultato praticamente
perfetto, sono esploso in una risata carica di anticipazione.
Ogni buco è stato tappato, ogni imperfezione
corretta, ogni parte assegnata come se si trattasse tutto di un
gigantesco, colossale film!
Il lavoro di cui ognuno è stato incaricato non è
davvero difficile in sé stesso, l’unica cosa a cui
tutti noi dobbiamo prestare attenzione è la
simultaneità!
Dobbiamo lavorare tutti insieme come una grande famiglia, muoverci
tutti in sincronia come un grande stormo di pinguini! Questa volta sono
sicuro del successo, ora siamo tutti insieme, quindi molto
più forti!
Dal mio punto di vista,
adesso si inizia a ragionare!
Tutto sembra filare liscio da qualche settimana a questa parte,
stranamente perfino Due Facce non ha litigato con Joker neanche una
volta in tutto il tempo trascorso insieme per i preparativi!
Bene, iniziano finalmente a prendere le cose sul serio!
Quei due hanno lavorato fianco a fianco e Dent ha addirittura lasciato
che il clown gli spiegasse come svolgere al meglio il suo compito
–che starà portando a termine proprio in questo
momento.
Rafforzo la presa attorno al mio ombrello e mi avvicino tranquillamente
all’ingresso della banca; premo il pulsante della porta di
sicurezza che si apre lasciandomi entrare, per poi richiudersi ed
aprirsi ancora una volta dall’altro lato.
L’allarme resta muto nonostante l’arma che porto
incorporata nel mio ombrello, questo grazie alla provvidenziale
abilità dell’Enigmista nel manomettere, con
l’aiuto del suo infallibile computer, qualsiasi cosa che
funzioni con un cervello artificiale.
Ci sono in tutto diciannove persone tra clienti ed impiegati e tutti
loro lanciano un unanime grido quando i miei uomini tirano fuori le
armi iniziando a sparare contro il soffitto.
----------------------
Fra tutti i compiti che avremmo potuto decidere per me, questo
è senza dubbio il più ingrato ed inadatto; mi
ritrovo in mezzo alla strada, vestito come un addetto ai lavori
pubblici e mi sto calando in un tombino fino alle fognature con un
palmare GPS alla mano, così da poter trovare in fretta la
strada giusta in questi vicoli puzzolenti.
Riesco ad arrivare quasi subito al luogo prestabilito e mi arrampico
lungo la scala a pioli finché non riesco, allungando una
mano, a toccare il tombino sopra di me.
Lo tasto, per verificarne la solidità e tiro fuori la bomba
dalla cassetta degli attrezzi che ho con me.
Riesco a fissarla per bene contro il tombino con del nastro isolante,
poi la attivo e mi defilo il più in fretta possibile.
Una volta fuori vedo le auto della polizia iniziare ad assembrarsi di
fronte alla banca, così mi dileguo per evitare di essere
riconosciuto –cosa non molto difficile per ovvie ragioni.
Una volta al riparo da occhi indiscreti, ricomincio a pensare al mio
piano parallelo: l’eliminazione di Joker.
Mi sono comportato da bravo ragazzo troppo a lungo per evitare di
destare sospetti, soprattutto nell’Enigmista che altrimenti
avrebbe certamente provveduto ad organizzarsi ancora una volta contro
di me.
Ancora non riesco a capacitarmi di come abbia potuto scoprire del mio
precedente piano;
avevo anche mandato i miei uomini a sorvegliare lo Spauracchio
–l’unico che avessi messo a conoscenza del piano-
ma sembra che lui non abbia cantato, il che mi fa risultare
l’intera questione piuttosto strana.
Passo una mano sulla metà intatta del mio viso e una voce
dentro di me cerca di convincermi a recedere dalle mie intenzioni
omicide.
Odio quando accade, quando sento di non riuscire a prendere
una decisione!
Uccidere è sbagliato, è una di quelle cose che
anche se non ci vengono spiegate, ci risulta naturale deprecare, per
cui è indispensabile provare orrore di fronte ad un
omicidio; ero fatto così prima, ma ora non riesco
più a decidere, tutto il mio modello di società
è crollato il giorno in cui mi ha voltato le spalle, in cui
tutto ciò in cui credevo non è servito a salvare
la vita della donna che ancora adesso sento di amare.
Ma come può una persona come me vivere senza tutte quelle
regole che per così tanto tempo sono state la sua ragione di
vita?
Un magistrato che, secondo le regole della società, accusa o
difende ed alla fine si rimette nelle mani del giudice.
Ma non c’è più nessun giudice ad
aiutarmi, nessuna giuria a valutare le mie accuse.
Ora c’è solo lei, la mia moneta. Giudice eterno ed
imparziale, senza il quale non riuscirei più a vivere.
Istintivamente la mia mano si muove fino alla tasca, dove raccolgo il
mezzo dollaro d’argento e me lo porto davanti al viso per
guardarlo.
“Lo lascio vivere. –dico, guardando il
lato sano della moneta- lo uccido.” Concludo, voltandola sul
suo lato oscuro. La lancio in aria e quando la riprendo e la volto, il
verdetto della moneta è chiaro. Non c’è
nessun volto metallico a guardarmi, solo la sua superficie bruciata.
La stringo ancora una volta nel pugno prima di metterla via.
Non è cambiato proprio nulla. La sola differenza
è che questa moneta è davvero equa. Lei non mi
tradirà mai, non complotterà mai alle mie spalle.
Lei è quella legge superiore e costante di cui tutti
avrebbero bisogno.
Lei è il giudice dell’umanità: il caso.
----------------------
Ho portato a termine la prima parte della missione affidatami ed ora
sono su un bus appena rubato –mi avevano chiesto un
camioncino ma si sa, le vecchie abitudini sono dure a morire!- e mi sto
dirigendo verso la banca.
Il cielo è coperto dalle nuvole e la cosa non mi
piace… non so se capiti a tutti o se solo a me
però a volte le cose che mi circondano sembrano parlarmi,
come per tentare di avvertirmi di qualcosa di dannoso ed imminente.
Sono pazzo? Sì, può darsi, grazie tante.
Mentre guido questo spazioso mezzo di trasporto verso la banca, per un
attimo mi sembra che le mie mani siano rosse di sangue, ma quando
abbasso lo sguardo mi accorgo che non è così; mi
metto a ridere di questo scherzo sensoriale della mia mente e scrollo
la testa, per scacciare ogni altra eventuale allucinazione
“Il gioco è bello quando dura poco!”
Dico, rivolto al mio stesso cervello mentre svolto a destra per evitare
l’interruzione della strada appena tirata su dalla polizia.
Vedo Due Facce camminare sul marciapiede, con il berretto calato a
nascondergli il viso, così accosto il pullman, apro la porta
e lo lascio salire a bordo.
“Sapevo che eri tu.”
Dice mentre sale a bordo ed io, vedendolo vestito così non
riesco a trattenermi dal girare un film mentale in cui lui è
davvero un operaio del comune ed è costretto a tirare la
moneta ogni volta che deve rilasciare una gittata di cemento, o
piantare il piccone in quel povero asfalto indifeso.
“Anche io ti ho riconosciuto subito.”
Gli rispondo, dicendomi che è meglio evitare di metterlo a
parte della mia fantasia e lo vedo con la coda dell’occhio
mentre si siede sul sedile a fianco dell’autista
–che sarei io gente, wow!
“Guarda, sono già arrivate le forze
speciali.”
Mi dice, indicando il cielo fuori dal parabrezza ed io alzo gli occhi a
guardare l’elicottero dal quale si stanno calando una decina
di agenti SWAT; mi volto verso Due Facce e penso che ultimamente
è stato così calmo –a volte addirittura
gentile!- attorno a me che questo comportamento stona decisamente.
Alzo le spalle, non mi va di preoccuparmi di certe cose.
----------------------
Me ne sto qui ed aspetto, aspetto, aspetto… per lo
meno non sono al buio.
Dalla mia posizione, riesco a sentire l’arrivo delle forze
speciali, alzo lo sguardo verso l’alto ed attraverso il vetro
dell’ampio lucernario noto una decina di agenti speciali
della SWAT calarsi dal velivolo con delle funi. Penoso.
Sento i loro passi farsi sempre più vicini finché
non irrompono nella stanza dove mi trovo io; indossano i giubbotti
antiproiettile ed i caschi, ma non vedo nessuna maschera anti gas da
nessuna parte, purtroppo per loro.
Organizzarsi in modo da non lasciar mai intuire alle forze dello stato
la nostra unione nella “Lega
dell’Ingiustizia” è stato abbastanza
impegnativo ma è anche la ragione per la quale ora mi trovo
nascosto qui.
Vedo che i miei “ospiti speciali” iniziano ad
agitarsi quando si accorgono che il loro sistema di comunicazione non
funziona più, tutto grazie all’Enigmista che ha
provveduto ad isolare questa stanza.
Lentamente mi infilo la maschera anti gas e sopra di essa, quella da
spaventa passeri;
premo il pulsante del telecomando che stringo in mano, provocando
immediatamente l’esplosione a catena delle piccole
bombole che avevo precedentemente sparso in giro per la stanza e
collegato con dei fili.
Pochi secondi dopo, già vedo quei robusti soldati a terra,
agonizzanti mentre urlano tutto il loro terrore e si rotolano come
animali.
Come feci anch’io quando mi trovai al loro posto, ma questo
pensiero riuscì a trasformare la curiosità in
terrore, riportandomi alla mente il ricordo delle mie allucinazioni.
Riesco a scrollarmi di dosso questa sensazione e lentamente mi avvicino
ad uno di loro. Gli sparo in faccia. Ne raggiungo un altro e gli
impongo la stessa identica sorte; poi un altro ed un altro ed un altro
ancora finché non sono tutti morti ai miei piedi ed il
tappeto nella stanza si trasforma lentamente in una distesa
scricchiolante di sangue e benzina – anch’essa
sparsa dappertutto molto tempo prima del loro arrivo.
Tiro fuori uno zippo dalla tasca, lo apro e per un secondo mi godo la
fiamma blu che sprigiona per poi gettare l’oggetto a terra ed
osservo la danza del fuoco mentre si espande sempre più,
mentre segue le tracce lasciate da me.
Questo riesce a scacciare finalmente la sensazione di claustrofobia che
mi aveva invaso, l’immagine del pipistrello sopra la mia
testa in attesa di uccidermi, sbiadisce e riprendo a respirare meglio.
Tutti morti ed inceneriti, come anche ogni prova che io sia mai stato
qui, che abbia mai avuto alcun legame con Pinguino e gli altri.
Mi sfilo le due maschere che ho sulla faccia, sostituendole con un
banalissimo passamontagna, poi mi sbrigo finalmente a raggiungere
Pinguino al piano di sotto.
Mentre scendo le scale, sento molte sirene della polizia abbandonare il
loro posto di fronte alla banca per andarsene via.
Il piano procede perfettamente.
----------------------
Fortunatamente tutti gli ostaggi sono molto mansueti, nessuno sciocco
che si diverte a fare l’eroe o donne isteriche che chiedono
di essere accompagnate a prendere un po’ d’aria
nella vana speranza di riuscire a fuggire.
Tutte le tende dell’ufficio sono state chiuse per impedire ai
cecchini di prendere la mira su di noi ed abbatterci uno per uno;
quando sento il rumore delle sirene della polizia che si allontanano,
mando uno dei miei tirapiedi a controllare fuori, il ragazzo scansa un
pochino la tenda per sbirciare l’esterno e presto lo sento
esultare
“Se ne vanno!”
“Quanti?”
“Almeno una metà delle auto se ne sta andando
via!”
Abbandonando ogni mia parvenza umana, scoppio in una risata feroce che
attira gli sguardi intimoriti dei presenti, che siano essi rapinatori
al mio servizio oppure ostaggi terrorizzati.
Tutti quei bei poliziotti si stanno dirigendo allo stadio, attirati
lontano da qui dalla bomba che Joker ha piazzato questa mattina come
diversivo.
“Tutto va secondo i piani!”
“Non penso proprio, Pinguino!”
Riconosco questa voce profonda e roca prima ancora di voltarmi ed
infatti lo faccio lentamente, fino a trovarmi davanti la visione a
figura intera del Cavaliere Oscuro di Gotham, il sedicente super eroe
Batman.
“Oh, più di quanto immagini, invece!”
Nel momento esatto in cui lo dico, si sente uno sparo ed un secondo
dopo una siringa pende dal collo dell’uomo pipistrello, la
parte della sua armatura più morbida. Vedo il vigilante
cadere a terra, accasciandosi insieme alle speranze di tutti gli
ostaggi.
Un uomo avanza lentamente verso la figura oscura sul pavimento, fucile
alla mano, ma nessuno lo riconosce come lo Spauracchio.
“Questa ti ha fatto male, eh? Dimmi Batman, cosa
vedi?”
Lo sento bisbigliare, inginocchiato vicino al corpo dell’uomo
pipistrello ma non mi intrometto, ha il pieno diritto di prendersi la
sua vendetta, come del resto lo abbiamo tutti nella lega; gli lascio
qualche minuto e poi ordino ai miei uomini di trascinare Batman verso
l’uscita.
Loro mi guardano indecisi, ma mi basta sparare qualche proiettile in
aria ed alzare un po’ la voce per spaventarli e convincerli
ad ubbidirmi senza un fiato.
Mi sento inebriato, la vita dell’uomo che ha ostacolato tutti
i miei piani sta finalmente per giungere alla sua fine!
Finalmente arriva il gran finale ed un boato scuote l’aria e
la terra sotto di noi, un bagliore passa attraverso le tende e capisco
che siamo vicinissimi alla conclusione.
La bomba piazzata da Due Facce è esplosa, liberandoci la
strada dai poliziotti che erano rimasti assediati qui di fronte, mentre
io. Di nuovo. Rido.
----------------------
L’ho centrato al primo colpo. È così
incredibile che neanche io riesco a crederci, gli ho sparato la siringa
contenente la versione liquida del mio gas ed ora lui è a
terra ed io so che mi pregherebbe in ginocchio se solo avesse la forza
per farlo, se non fosse così irrimediabilmente terrorizzato.
“Questa ti ha fatto male, eh?”
Sì, ti ha fatto male essere stato battuto da me, da uno che
ti vede sempre nei suoi incubi, che ha paura del buio? Ti urta il
pensiero che io, un semplice psichiatra, ti abbia steso? Vorrei
sentirti chiedere pietà, vedere ciò che vedi per
riderne a crepapelle.
Ti fa male che, per una volta, non sono io quello terrorizzato, quello
pazzo?
Perché ora, tu ti senti pazzo, non è
così?
“Dimmi Batman, cosa vedi?”
Vorrei saperlo. Resto incantato a guardarlo mentre tenta di trattenersi
dall’urlare e dal contorcersi sul pavimento come un animale
ferito e mai come ora ho desiderato di entrare nella mente di qualcuno.
Mi riprendo dal mio stupore solamente quando sento la deflagrazione
appena fuori dall’edificio e poco dopo un fischio seguito da
un altro boato.
----------------------
L’esplosione della bomba che ho piazzato poco fa davanti alla
banca fa tremare l’autobus dai finestrini alle ruote; sento
Joker ridere prima che un altro rumore riempisse l’atmosfera,
dapprima una specie di fischio, come di qualcosa di grosso che fende
l’aria roteando su se stessa; io ed il clown alziamo lo
sguardo quasi nello stesso momento e vediamo l’elicottero
della SWAT precipitare –senza dubbio grazie
all’interferenza dell’Enigmista.
Quando il mezzo tocca terra, l’esplosione è quasi
peggiore della bomba.
“La cintura, Harvey!”
Mi avvisa scherzosamente Joker per poi scoppiare a ridere quando decido
di infilarla per davvero, in fondo non si sa mai. Devo ammettere
comunque che c’è una cosa di cui posso sentirmi
grato a Joker: non ha mai storpiato il mio nome ed iniziato a chiamarmi
con nomignoli stupidi o imbarazzanti.
Gli altri hanno fatto l’abitudine a questo suo vizio, ma io
non penso ne sarei mai in grado e per questo mi sento quasi in dovere
di ringraziarlo… certo, forse è solo
perché il mio nome non si presta poi molto alla creazione di
diminuitivi, ma sono sicuro che col tempo Joker riuscirebbe a risolvere
questo inconveniente con una soluzione da far accapponare la pelle.
Uso il condizionale però, visto che tra poco sarà
morto. Per mano mia. Per vendicare sia Rachel che la mia
sanità mentale.
“Tipo in gamba, il tuo fidanzato.”
Dico mentre passiamo a fianco dell’elicottero ormai ridotto
in un ammasso di lamiere in fiamme e Joker non ride come mi aspettavo,
si limita ad alzare le spalle e sorridere alla mia affermazione; non
avevo mai realmente capito perfettamente che tipo di rapporto
c’è tra questi due, ma il sospetto che stiano
realmente insieme, inizia a farsi sempre più forte.
Certo, non che la cosa conti, visto che presto Joker morirà,
come è morta Rachel e l’Enigmista forse,
proverà le stesse sensazioni che ho provato io.
Non so se la cosa mi fa davvero piacere, sento di nuovo quella voce
nella mia testa pregarmi di lasciar stare e stavolta non esito a
prendere la moneta e lanciarla, ma il verdetto è sempre lo
stesso.
Morte.
“Reggiti!”
Con una manovra degna del pazzo squinternato che è, Joker
sfonda la porta della banca col retro del bus e gli uomini di Pinguino
si sbrigano a caricare Batman sul mezzo e scendere da esso subito dopo,
per dirigersi insieme al loro capo verso un furgone.
Lo Spauracchio prende la direzione opposta e lo vedo salire su una
macchina guidata da due uomini col volto coperto; questo stratagemma di
dividerci per evitare di essere seguiti è astuto,
se non fosse che dubito siano rimasti abbastanza poliziotti da poter
inseguire anche solo ad uno di noi.
Sento Joker ripartire e mi volto per guardare Batman steso a terra; mi
slaccio la cintura di sicurezza e mi dirigo verso di lui;
quando gli sono vicino, sputo sulla sua armatura.
“Hai salvato molte persone… perché
diavolo hai voluto salvare anche me?”
“Ci sentiamo un po’ vendicativi oggi, eh?”
“Stai zitto. Andiamo al cantiere appena fuori
città, è deserto.”
“Eddie mi aveva detto di tornare direttamente alla
base!”
“Cambio di programma.”
“L’unico a non essere avvertito sono sempre
io?”
“Tu non hai voluto portarti la trasmittente.”
“Sembra un buon posto, comunque.”
“Sono felice che lo pensi.”
Concludo rimettendomi a sedere vicino a lui e penso davvero
ciò che ho detto; sono felice che lo reputi un buon posto
visto che sarà lì che metterò fine
alla sua vita.
Visto? Non sono poi così cattivo come si potrebbe pensare.
----------------------
“Sembra un buon posto, comunque.”
“Sono felice che lo pensi.”
Dice, rimettendosi a sedere per non parlare più.
Sento il silenzio premere tutto intorno e ho di nuovo
l’impressione che voglia dirmi qualcosa; tendo
l’orecchio un po’ di più e capisco che
quest’assenza di rumori è strana perché
Batman ha smesso di lamentarsi, probabilmente ha perso i
sensi.
Sorrido, con la certezza che il suo svenimento fosse dovuto
all’antidoto che si è somministrato da solo.
Sarebbe stato davvero sciocco da parte sua non portarsene uno dietro
visto il precedente exploit al vecchio magazzino… presto
dovrebbe riuscire a riprendersi.
Dopo mezz’ora passata a guidare indisturbato, raggiungo la
destinazione riferitami da Due Facce ma mentre spengo il motore vengo
di nuovo assalito da quella brutta sensazione… guardo in
alto e le nuvole sembrano avere la forma di uno spirito della morte che
non conosco ma che riesco a distinguere molto bene.
Sono pazzo? Certo, che novità!
Mi volto verso il mio collega e mi ritrovo una magnum puntata dritta
sulla mia faccia.
“Non sapevo che l’avessi.”
“Pensavi davvero che girassi senza?”
“Non la pistola. Mi riferivo al gusto per il
comico.”
Si è arrabbiato, oh se lo ha fatto! Mi colpisce sulla fronte
col calcio della pistola e per qualche secondo non vedo altro che
fulmini bianchi su uno sfondo rosso, sento il sangue colarmi fino in
bocca ed il suo gusto metallico mi solletica il cervello; mi
è sempre piaciuto questo sapore, anche se
è il mio.
Sento che mi trascina fuori dal bus e non riesco a tornare in piedi,
perciò resto adagiato sulle ginocchia.
“Ultime parole?”
“Sì, ah… dì a Eddie che
è finito il burro, deve ricomprarlo…”
“Mi aspettavo qualcosa di più teatrale, da
te.”
“Come tutti. Non tiri la moneta?”
“L’ho già fatto.”
“Davvero?”
“Certo!”
“Per decidere se ammazzarmi o no?”
“Io… sì! Ho deciso di portarti
qui!”
“Ma non di ammazzarmici?”
Lo vedo colto da un dubbio e dopo qualche secondo di indecisione porta
la mano alla tasca ed estrae la famosa moneta, fa per lanciarla ed
approfitto di quel secondo di distrazione per dargli un calcio alle
gambe e farlo cadere a terra.
Mi allontano da lui, alzandomi a fatica in piedi e nascondendomi dietro
il pullman, lo sento occupato con le turbe della sua mente mentre,
disperato, cerca di ritrovare la moneta persa in quel mare di sabbia e
breccia; approfitto di questo intervallo per estrarre anch’io
la pistola.
“Pagherai anche per questo, dannato clown!”
Lo sento avvicinarsi a me ma restare appoggiato sull’altro
lato del bus, non osando tornarmi davanti così
all’improvviso. D’un tratto sono io a fare la prima
mossa, abbandono il mio lato sicuro tornandogli di fronte e puntata la
pistola alla meglio, premo il grilletto.
Lo colpisco di striscio e lui ricambia il colpo centrandomi in pieno al
ventre.
Punto nuovamente l’arma sparando all’impazzata per
coprirmi la ritirata e corro a nascondermi in uno dei capannoni del
cantiere, dove tengono al riparo le macchine da lavoro e mi accascio
dietro una di queste, prendendo un nuovo caricatore e sostituendo
quello scarico.
Quando abbasso lo sguardo sul mio corpo vedo il sangue, ma ancora non
riesco ad avvertire il dolore visto che il colpo è stato a
bruciapelo ed in questi casi non ci si rende subito conto del danno
subito.
Sento i passi di Due Facce avanzare cauti nel mio nascondiglio.
“Ti ho colpito Joker, che senso ha continuare a
giocare?”
Dice ed un secondo dopo sento il rimbombo di un colpo sparato in aria
evidentemente per spaventarmi, ma non sono poi così
delicato. Abbasso lo sguardo ancora una volta, quando inizio a sentire
come delle onde fastidiose espandersi da buco che mi ha aperto quel
maledetto in pancia.
Ridacchio tra me e me, sottovoce, un po’ per non essere
localizzato da quel pazzo –certo, detto da me- un
po’ perché inizia a mancarmi il fiato.
Lo sento sparare un altro colpo, stavolta centra una scavatrice ed il
rimbalzo è ancor più rumoroso dello sparo in
sé.
“Non riesci proprio a non irritarmi, non è vero?!
Non fuggirai stavolta, stanne sicuro!”
“Farebbe ridere se non fosse così
patetico!”
Dico alzandomi in ginocchio e sentendo, come previsto, uno sparo in
direzione della mia voce quindi approfitto del rumore per cambiare
riparo ed aggirarlo. Ora sono dietro la scavatrice che ha colpito poco
prima, mi sporgo oltre questo riparo e lo vedo davanti a me, che mi da
le spalle.
Sparo un colpo, che gli penetra una spalla, lo sento lanciare un mezzo
grido di dolore.
Molto male che la ferita abbia peggiorato la mia mira già
non così perfetta di suo. Torno a nascondermi e lo sento
avvicinarsi, il dolore si sta facendo sempre più chiaro
quindi decido di sbrigarmi a finire questa barzelletta e torno allo
scoperto, ma non lo vedo più davanti a me.
Improvvisamente sento un braccio stringersi attorno al mio collo, una
mano afferrarmi il polso per sbatterlo contro l’acciaio della
scavatrice, costringendomi a lasciare andare la mia arma.
“Adesso vediamo di finire ciò cha abbiamo
iniziato.”
Lo sento dire con voce tremante, vuoi per la ferita, vuoi per
l’eccitazione che immancabilmente da la caccia e la vittoria.
Lo sento trafficare dietro di me fino a tirare nuovamente fuori la sua
moneta, la lancia davanti alla mia faccia e il responso è la
faccia oscura. Indubbiamente, con la fortuna che ho ultimamente non
poteva che essere così.
“Mi dispiace, Joker.”
Dice per poi spingermi a terra; mi volto sulla schiena, preferendo
guardare la morte in faccia ma il mio nemico non spara, non fa in tempo
poiché viene colpito alla mano da qualcosa di luccicante che
poi se ne torna indietro da dove è venuto.
Riconosco il Batarang ancora prima di vedere Batman dietro di me.
Quando mi lascio andare a terra, vedo un’ombra saltare oltre
il mio corpo per arrivare fino a Due Facce e non mi prendo la briga di
rialzarmi per vedere i pugni che si danno.
Sento un corpo cadere a terra ed un rumore di manette.
Un attimo dopo, di nuovo l’uomo pipistrello è
sopra di me, mi afferra un braccio e mi aiuta a tirarmi su a sedere,
poi con una mano preme sulla mia ferita ed io mi lamento, iniziando
involontariamente a tirare gomitate a destra e a mancina –che
comunque non sortiscono nessun effetto contro
l’armatura di Batman.
“Fermo o sarà peggio.”
“Lo so, ma provaci tu a star fermo!”
“Se vuoi posso colpirti in testa finché non
svieni!”
Risponde lui, irritato dal mio continuo ribellarmi, ma questo mio
status non durerà ancora a lungo poiché
già sento le energie svanire rapidamente ad ogni movimento.
Quando finalmente riesco a stare fermo, osservo il corpo svenuto di Due
Facce e sorrido
“Mi hai salvato la vita.”
“Lo faccio con un sacco di gente.”
“Dio, dovrei essere geloso?”
“Smettila con questi discorsi, Joker!”
“Ah, sì? Come mai siamo ancora qui invece che
sulla strada per Arkham?”
“…”
“Allora, Batsy?”
“Voglio sapere perché mi hai salvato la
vita.”
Quando sento queste parole non posso fare a meno di fissare i miei
occhi, improvvisamente spalancati oltre ogni limite, sulla maschera
dell’eroe che mi ha salvato; scoppio a ridere anche se mi
rendo conto di quanto pietoso possa suonare adesso che sono ferito e
senza respiro.
Non posso credere a quello che mi ha chiesto, non posso neanche
arrivare a capire fin dove possa spingersi la negazione della gente.
“No, no, no, no, no… questo lo sai
già.”
“Cosa dovrei sapere?”
“Te l’ho detto. Io non ti ucciderò mai,
perché sei troppo divertente!”
“No, secondo me sei tu ad essere troppo pazzo!”
“Ah, sì? E tu allora, che te ne stai qui con quel
costume da sorcio volante, eh? Dovresti essere normale?”
“Certo che sì!”
“Perché? Non dirmi che non ti sei mai svegliato di
notte non riuscendo a riconoscere te stesso, o di non poter dormire a
causa di questo costume! Forza, dimmelo se è vero, dimmi che
non hai mai litigato con te stesso ad alta voce, che non hai
mai…”
----------------------
Lui continua a parlare ma non so più a chi, non so se queste
parole siano per Batman o per Bruce Wayne e questo mi destabilizza, non
so chi essere in questo momento, non so chi lui vorrebbe che io fossi o
chi io stesso vorrei essere.
Non mi piace ciò che dice, non voglio che qualcuno riesca a
leggermi dentro in questo modo, che metta a nudo così
facilmente ogni mia turba, ogni mia paura.
“…te stesso ad alta voce, che non hai
mai—“
Lo fermo, blocco il suo continuo blaterare di me, pongo fine al suo
mettermi in difficoltà, al suo contestare e domandare ogni
cosa e l’ho fatto nel modo migliore che mi sia venuto in
mente, in quello che mi attirava di più:
schiacciando le mie labbra sulle sue.
Solo, non so chi sia stato, se Bruce o Batman.
“Lo sapevo che eri qui per questo.”
“Perché, Joker…?”
“Perché mi andava di farlo. Perché
è giusto e mi ha fatto stare bene.”
“Mi stai dicendo che hai pensato di baciarmi, e semplicemente
lo hai fatto?!”
“Certo! E tu, invece?”
Vedo la sua espressione arrabbiata e non ho più bisogno di
domandarmi nulla, non ho più voglia di disquisire se sia
Batman o Bruce a prendere una decisione, ho voglia di farlo e basta,
così lo bacio ancora una volta e quando sento le sue mani
circondarmi il viso ed il collo, mi sento bene.
Mi. Sento. Bene.
Improvvisamente però, sento un altro sparo ed un dolore alla
spalla come se qualcuno mi ci avesse tirato un pugno, mi volto e vedo
l’Enigmista con il volto inespressivo ma negli occhi qualcosa
di tremendo, di bruciante e distruttivo.
Quando preme di nuovo il grilletto, riparo Joker col mio corpo e
sollevandolo tra le braccia lo porto al riparo dai colpi di proiettile.
“Lascia stare Batsy, vattene via!”
Non so perché mi ha detto una cosa del genere e per il
momento non posso distrarmi con le sue chiacchiere quindi lo metto
giù e spicco un salto oltre la scavatrice dove ci siamo
riparati, tocco terra e non vedo più l’Enigmista
da nessuna parte.
D’un tratto però sento la sua voce rimbombare
dappertutto, il che non è piacevole visti i terribili
postumi del gas e dell’antidoto assunti poco prima.
“Non ti sembra un po’ infame, Batman, soffiare
l’amante ad una persona che conosci? Forse Joker non ha avuto
il tempo di dirtelo, così occupati come eravate
a… diciamo esplorarvi le cavità orali a vicenda.
Ora dimmi signor vigilante, se tu fossi nei miei panni come ti
comporteresti? Mh? Faresti l’uomo superiore e moderno,
evitando ogni conflitto e facendoti da parte, oppure opteresti per una
soluzione più… energica? Tipo questa!”
Non faccio neanche in tempo a voltarmi che vengo colpito dritto sul
petto dal braccio meccanico di non so nemmeno quale dei macchinari qui
presenti; una crepa si apre nella mia armatura e dal dolore che mi
invade, sospetto anche nelle mie costole.
Finisco in ginocchio per terra ma riesco a rialzarmi quasi subito,
giusto in tempo per prendermi una scarica elettrica lanciata
dallo scettro dell’Enigmista, che una volta avutomi a terra,
ne carica un altro, lanciandomelo dritto in faccia, l’unico
punto scoperto del mio corpo.
Inutile dire quanto questo faccia male.
“Ti dirò la soluzione che ho preso io, mio caro
imbecille vestito da pipistrello! Joker non è una persona
che si riesce ad incontrare ovunque, giusto? Lo avrai capito,
questo… ergo, uno di noi due deve sparire ed indovina un
po’! Io non mi tirerò indietro! Ora dimmi,
cos’è che non ha ne rami ne fiori, eppure
è duro come il legno?”
“…”
“Non lo sai? Il tuo cervello non ci arriva? Te lo
dirò io, allora. È un cadavere!”
Dice ed alzando il bastone verso il cielo, inizia ad attirare
magneticamente qualcosa, che purtroppo per me è la
gigantesca palla da demolizione; tento di alzarmi per evitare di essere
schiacciato, ma un’altra scossa elettrica, più
potente delle precedenti, mi colpisce costringendomi a restare a terra.
Vedo la consistente palla metallica iniziare la sua veloce discesa su
di me e mi preparo mentalmente alla morte per l’impatto,
quando sento un colpo al mio fianco e la grossa sfera si ferma a meno
di un metro da me che, con gli occhi spalancati, tiro un sospiro di
sollievo, ringraziando il cielo per l’autocontrollo imparato
sulle montagne del Tibet che mi ha impedito di farmela nei pantaloni.
Questo pensiero suonava tremendamente con la voce di Bruce.
Finalmente mi volto, vedo l’Enigmista a terra privo di sensi
e Joker, a malapena capace di reggersi in piedi con una grossa chiave
inglese in mano.
Fortunatamente riesco a rialzarmi.
“Vattene. Non scordare di prendere anche Due Facce con
te!”
“Joker, cosa…”
“Lascia stare, ne parleremo un’altra volta,
Batsy!”
Dice e non so neanche io perché, ma decido di dargli retta.
Non insisto per arrestare l’Enigmista, non arresto Joker,
semplicemente prendo Due Facce con me e svanisco, avendo un pazzo da
consegnare al manicomio.
Poco dopo averlo lasciato davanti la porta del commissariato, legato ed
impacchettato, penso che forse ho fatto male ad abbandonare Joker
–ferito- in quel modo ed in compagnia di quel pazzo re degli
enigmi.
So che è inutile tornare indietro adesso, ma lo faccio
ugualmente e l’unica cosa che trovo al cantiere sono tracce
di sangue rappreso, buchi di pallottole qua e là e nemmeno
un’anima viva.
Lentamente torno alla batmobile e mi dirigo verso casa, dove
sicuramente avrò molte cose a cui pensare.
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Capitolo 10 *** Ti amo. Ti uccido. ***
Per Desme:
Salve! ^^ Ti ringrazio per i complimenti che fai a questi personaggi,
mi fa molto piacere che siano "imprevedibili" ed "umani", visto che
è così che dovrebbero essere! Sono sempre
contenta quando capisco di aver fatto un lavoro decente con le mie
storie! So che non è molto IC un Batman che si lascia
trasportare in questo modo, per questo ho cercato di spiegare il suo
tormento interiore! In fondo non si può definire "amore" il
sentimento che li lega visto che ognuno interpreta l'altro a modo suo:
per Batman, Joker è la fuga e fa parte della sua vita
appunto perchè sono entrambi sengnati dalla doppiezza,
insomma si capiscono a vicenda, solo che mentre uno accetta questo
fatto con naturalezza, l'altro non fa che combatterlo e starci male.
Hai ragione che l'Enigmista è pazzo ma non scordare che
anche Joker lo è! xD A proposito del rapporto tra Joker e
Batsy, spero di non deluderti con i miei piani! Grazie moltissimo anche
per i complimenti che fai al mio stile di scrittura, sono importanti
per me! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima! Spero
continuerai a recensirmi! ^^
Per Killme:
Ciao! Sono molto felice che continui ad apprezzare questa storia e che
ti sia piaciuto l'ultimo capitolo! Sinceramente un pochettino mi
è dispiaciuto per Due Facce, se avessi potuto, avrei tolto
di mezzo un altro dei personaggi però era inevitabile... :(
ma in fondo era anche uno dei più ardui da descrivere e la
storia rendeva indispensabile la sua scomparsa! Non tornerà
più avanti nella storia, purtroppo, se non per un breve
cameo verso la fine, forse. Purtroppo, conoscendo la pazzia di Joker e
dell'Enigmista, è inevitabile che accadano cose brutte tra i
due, ma non dire mai l'ultima parola! ^^ L'indovinello finale
dell'Enigmista l'ho sentito in un vecchio telefilm su Batman, anche se
la risposta era diversa... lì era un "manichino" o qualcosa
del genere ma l'ho cambiata per renderlo più adatto alla
situazione e sono contenta che l'hai apprezzato! Ora ti saluto con un
abbraccio e ti lascio alla lettura di questo nuovo capitolo! ^^ Spero
continuerai a recensirmi, alla prossima!
Per Ilaria1993:
Gesù, non paragonarmi a Nolan! Lui è un genio, ho
visto tutti i film che ha diretto e non posso che adorarlo, ha dato
vita, secondo me, ad un metodo tutto nuovo di fare film! Lo si capisce
bene in "Memento", che consiglio a tutti di guardare! La mia storia
è simile eppure diversa da quella originale soprattutto
perchè ho mescolato tutte le cose che gradivo, prendendole
anche da altri film, cartoni animati e fumetti su Batman! Spero di aver
fatto un buon lavoro e sono contenta che tu lo apprezzi! ^^ Un
abbraccio, spero continuerai a recensirmi! Alla prossima!
Per Boopsie:
Continuo a dire che sei la mia più simpatica lettrice! xD
Molto bene, allora diamo il via all'operazione "pazzia in copertoni" e
per quanto riguarda il caffè, non mi dispiacerebbe! Sarei
molto contenta se decidessi di disegnare qualche vignetta sulla mia
storia, mi renderebbe molto orgogliosa! Sono contenta che apprezzi
tanto la mia storia e non preoccuparti se non sai disegnare corpi
maschili, è un problema che hanno quasi tutti quando
disegnano! Anche io l'ho sempre avuto! >_< Ora
ti lascio alla storia, ci sentiamo presto, spero! Continua a
recensirmi, mi raccomando ;) alla prossima!
Per Giaggio e Psycho:
Dio, come siete dolci! Accedere ad internet col cellulare per
commentare la mia storia dev'essere stato davvero annoso e mi riempie
d'orgoglio e sensi di colpa sapere che avete fatto ciò!
Spero non vi sia costato troppo... ç_ç mi
dispiace per il vostro pc, io senza il mio bel portatile penso che
morirei! Sono contenta che vi sia piaciuto il capitolo precedente ed
anche io sono contenta di essere finalmente riuscita a farli baciare!
xD Spero torniate al più presto, ora vi lascio al nuovo
capitolo! Un abbraccio, continuate a recensirmi, please!
ç_ç
Per mhcm:
Ciao! ^^ Sono molto contenta che trovi simpatici questi interventi e ti
ringrazio per i complimenti al precendente capitolo, non posso che
augurarmi che questo ti piaccia in egual maniera anche se
più breve del solito e purtroppo non è una
Joker/Eddie :( ! Non preoccuparti se la recensione è breve,
l'ho apprezzata molto! Spero continuerai a recensirmi, un abbraccio!
Alla prossima! ^^
Capitolo 10: Ti amo. Ti uccido.
Odio questo posto, tutti questi cunicoli bui e riecheggianti, in cui
voci, suoni e squittii si mescolano e non si riesce più a
capire da dove vengano; ombre e luci giocano in maniera lugubre
sull’acqua, riflettendosi in ogni angolo ricurvo, su ogni
tubatura e le mie paranoie si moltiplicano in maniera esponenziale,
poiché l’Uomo Pipistrello è ancora
libero di vagare dove vuole e so che prima o poi mi troverà.
Ci ritroverà tutti e ci divorerà la mente, come
è solito fare.
Ovviamente niente è più come prima, lo
vedo nei loro sguardi, è chiaramente scritto negli occhi dei
rimasti, la rabbia cieca di Pinguino, lo stoicismo
dell’Enigmista –si vede benissimo che il suo
orgoglio sta meditando vendetta per qualcosa-, il silenzio distratto di
Joker, che sicuramente non proferisce una parola solo per lasciarci a
rimuginare nel nostro silenzio, ognuno coi suoi demoni personali,
ognuno a combattere la propria delusione, chi per un motivo, chi per un
altro… ma nei suoi occhi, che ballano per tutta la stanza,
come in cerca di distrazione, non c’è nulla; non
si cura minimamente di quest’ultimo fallimento e
ciò non mi stupisce.
Osservarli, tuttavia, non ha il solito effetto calmante sui
miei nervi e mi ritrovo a tremare nel mio angolo senza dire nemmeno una
parola, tentando di scacciare quest’ansia opprimente che da
mesi mi attanaglia la bocca dello stomaco e brucia ogni cellula
razionale del mio cervello. Vedo Pinguino fare su e giù per
quello che era il suo vecchio covo –le fogne sotto Gotham
City- e non basta la prospettiva del cospicuo bottino ricavato dalla
rapina per tenere a bada la sua furia. Ovviamente con Batman in giro
avremo tutti poche occasioni per spendere quei soldi.
Questo secondo fallimento sta portando conseguenze devastanti
e non è difficile accorgersene: se dopo il primo fiasco
tentammo di riorganizzarci immediatamente, adesso è come se
fossero tutti sull’orlo del divorarsi a vicenda; abbiamo
perso Due Facce, Batman è ancora vivo ed in buona salute,
Joker è pesantemente ferito e l’Enigmista
è quanto mai distante da tutti noi –manca poco, lo
so, prima di perderlo del tutto.
Ma ne capisco i motivi… ormai è chiaro agli occhi
di tutti che c’è un traditore tra noi, qualcuno
che aveva reso nota alla polizia la locazione del nostro vecchio
quartier generale dopo la rapina, mettendo a rischio tutti i membri
della Lega, ovviamente sperando che fossero tutti arrestati in un colpo
solo. Lo ammetto, sono stato io a tentare di denunciarli per avere
finalmente campo libero e compiere la mia vendetta da solo.
Avevo indovinato il piano “segreto” di Due Facce,
ma sinceramente speravo che lui ed il clown si ammazzassero a vicenda e
che gli altri venissero tolti di mezzo dalle forze
dell’ordine, ma non è andata così.
Come avrei mai potuto immaginare che l’Enigmista avesse
nascosto una trasmittente addosso a Joker e sarebbe corso ad aiutarlo?
O che Pinguino avrebbe seguito la sua linea di principio diffidente e
si sarebbe recato da tutt’altra parte di come pattuito? Ma la
delusione peggiore è la mia dimenticanza… ero
così preso dall’avere Batman tremante ed inerme ai
miei piedi che non mi era davvero passato per la mente di cercargli un
antidoto addosso.
La buona notizia è che, almeno per ora, tutte le accuse ed
il risentimento sembrano rivolte esclusivamente verso Joker, vuoi per
via della sua ben nota ossessione per Batman, o perché
solamente lui ed il suo fidanzato
sembrano essere scampati all’arresto, nonostante le loro
condizioni di salute, che avrebbero reso al vigilante facile come bere
un bicchier d’acqua, arrestarli.
L’Uomo Pipistrello infatti, non avrebbe mai permesso loro di
fuggire in nessun caso, li avrebbe presi come conigli in una tana e li
avrebbe recapitati dritti dritti al commissario Gordon.
All’improvviso, accuse, sospetti e minacce iniziano a
rimbombare tra questi condotti, gridati dalla voce di Pinguino, che per
molti minuti sfoga la sua rabbia a parole. Inizio a domandarmi se non
sarebbe prudente calmarlo o atterrarlo in qualche modo, prima che passi
ai fatti.
“Com’è
possibile che quel Batman
ancora una volta ne sia uscito vivo!
Il mio piano era perfetto! Siete stati voi a rovinarlo! E ditemi ora, dov’è
l’Uomo Pipistrello in questo momento?! Se non là
fuori, ad aspettare il momento giusto per colpirci?!”
“Gesù, Pengy se continui così, finirai
col farti venire un’embolia o qualcosa del genere! Il che mi
renderebbe un clown moooolto triiiiste…” Lo
interrompe Joker, mettendo infine un finto broncio da ragazzino e
scoppiando subito dopo a ridere come suo solito. Pessima mossa a mio
avviso prenderlo in giro ed infatti, la reazione di Pinguino
è pessima.
“Tu!
Sei stato tu, la colpa è tua! Non mi avrai
mica preso per stupido,
Joker?! Tutto
doveva cambiare stasera, invece l’unica cosa diversa
è che sono stato costretto
a tornare in questo
posto!”
“Ohhh, ma dai! Non ti metterai mica a piangere,
adesso?”
Vedo Pinguino iniziare a gonfiarsi di rabbia, preparandosi ad una
risposta a dir poco devastante ma all’ultimo momento, come al
solito, l’Enigmista si intromise nel discorso cercando di
riparare il suo compagno; dubito comunque fortemente che chiunque di
noi possa dire qualcosa per calmare l’uomo uccello.
“Quello che Joker sta cercando di dire, credo, a modo
suo… è che poteva andarci di gran lunga peggio.
Abbiamo i soldi, siamo vivi e anche se DueFacce è andato,
è solo colpa sua. Ha tentato di uccidere Joker,
perciò ha avuto quello che si merita. Il vero traditore
è sempre stato lui, fin dall’inizio si era
rifiutato di cooperare in maniera onesta.”
Per un attimo mi domando perché l’Enigmista sia
intervenuto in difesa del clown se c’è
dell’evidente risentimento nel suo tono di voce…
ha parlato suo malgrado ma capisco che per lui, anche se la rabbia
è forte, i suoi sentimenti per il compagno lo sono ancora di
più. Guardo Joker e mi accorgo che anche lui ha
notato queste cose, ma allo avrebbe preferito che
l’Enigmista tacesse, lo leggo nel suo sguardo. Vorrei
esplorare ancora di più questa situazione ma Pinguino
ricomincia a gridare e la mia attenzione verte nuovamente su di lui.
“Queste sono tutte
balle! Due Facce può anche non essersi
comportato onestamente, ma non giustifica tutto quello che è
successo dopo.
Chi ha spifferato alla polizia dove si trovava il nostro quartier
generale?! Chi ha fatto fuggire Batman?!”
“Se fosse stato uno di noi ad allertarli, di certo non ce ne
staremmo qui, no? Come avremmo potuto fermare Batman se eravamo feriti
come ci vedi?!”
“Resta il fatto che lui non vi ha arrestati!”
“Anche lui è rimasto ferito! Ci siamo scontrati in
tre, è stata come una Battle Royale e tu non
c’eri! Quindi non puoi startene lì a formulare
congetture e sputare accuse come se fossi sicuro al cento per cento! Le
cose sono due, o credi alle mie parole o te ne vai al diavolo e la Lega
si scioglie in questo momento.”
Vedo che l’Enigmista si sta scaldando al pari di Pinguino a
cui però, nonostante la cosa non faccia piacere,
non risponde subito, fermandosi a valutare le ragioni esposte
dall’altro. Passano molti, interminabili minuti durante i
quali il silenzio pesa come un macigno sul nostro gruppo
tutt’altro che affiatato ed in questo breve lasso di tempo
tornano a farmi visita tutti quei pensieri opprimenti che ero riuscito
a mettere da parte. Il silenzio fa paura esattamente come in buio,
perché grida la verità in maniera impietosa e
maligna.
L’aria è pesante, in tutti i sensi; qui
è umido e viscido, l’aria sembra farsi strisciante
come un serpente, gli spifferi scomodamente caldi si insinuano sotto la
nuca e lungo la schiena, velandoli di sudore. Alzo lo sguardo verso il
soffitto a volta, oscuro e sporco, cerco di non pensare
all’odore che mi circonda e mi si attacca addosso.
All’improvviso sento la voce di Joker, che mi risveglia da
quel piccolo sonno ad occhi aperti. Si è alzato in piedi e
la sua voce è più tonante di quanto avrei mai
immaginato… è la prima volta che lo vedo
arrabbiato e non mi piace per niente.
“Smettiamola di fare le femminucce per un momento?! Mi sono
talmente rotto dei vostri piagnistei, sempre a lamentarsi di qualsiasi
cosa! Batman mi ha mandato a monte il piano, ho perso il quartier
generale, ho dei brutti ricordi, non voglio stare qui! E booh booh
booh! Odio stare con gente che non sa come divertirsi, siete degli
idioti dal primo all’ultimo! E la volete sapere una?
Sì, sono stato io a permettere a Batman di fuggire ogni
volta, perché senza di lui sarebbe una noia mortale, nessuno
di voi vale la metà di lui, non siete affatto
divertenti!”
Dice, iniziando a muovere le mani in maniera nervosa, con gesti ampi.
Non passa neanche un secondo tra fine del discorso di Joker e la
comparsa dell’ombrello di Pinguino, puntato contro nessuno in
particolare ma tutti in generale… ci gettiamo a terra nello
stesso momento, io sono il più riparato di tutti stando alle
sue spalle, ma non c’è assolutamente nulla dietro
cui ripararsi da questo lato, perciò scatto in avanti e mi
ritrovo insieme all’Enigmista, dietro un grosso bidone
rovesciato sul terreno.
Sento i proiettili cozzare e rimbalzare in tutte le direzioni ma non
posso sostenere di capitare nel bel mezzo di un pandemonio e non sapere
cosa stia succedendo! Non ho neanche un’arma con me, ma mi
alzo e mentre corro verso un altro angolo vedo un coltello a
mezz’aria, lanciato da Joker, andare a conficcarsi nella
spalla di Pinguino. L’Enigmista recupera da terra una
pistola, scivolata dal tavolo su cui era seduto poco prima ed anche lui
inizia a sparare all’aggressore, puntando l’arma
alla meglio al di sopra delle spalle.
Mi rannicchio nuovamente a terra, disarmato, mentre vedo tutti gli
altri iniziare a muoversi da un riparo ad un altro, correndosi intorno,
cercando di circondarsi. Non si capisce più chi è
contro chi, ed avrei giurato di vedere l’Enigmista sparare
contro Joker e mancarlo per un pelo. Un’altra delle lame di
Joker colpisce Pinguino, stavolta al petto. Questo colpo lo sbilancia e
senza volerlo, lancia una sventagliata di pallottole. Una colpisce il
clown qualche centimetro sotto la spalla e le altre si perdono, mentre
Pinguino piroetta un paio di volte su sé stesso e me lo
ritrovo davanti, ad un passo, lui in piedi ed io schiacciato contro le
pareti della fogna. Lui alza immediatamente l’ombrello
all’altezza della mia testa, ma si blocca, non spara.
“No… non tu… tu non sei…
come loro.”
Dice e vedo che la lama gli è penetrata così a
fondo nel petto che sicuramente gli ha perforato il cuore; non ci vuole
uno scienziato per capire che non sopravvivrà a questa
ferita e forse proprio per questo inizio a scuotere la testa
con tutta la forza e la decisione che ho. Un uomo in punto di morte,
specie uno come noi, se si accorge di stare per morire diventa
imprevedibile: ho paura che possa decidere di portarmi con
sé nella tomba ma lo vedo roteare gli occhi
all’interno della testa ed accasciarsi sul pavimento. Resto
pietrificato ma il mio cervello inizia a lavorare velocemente.
Nonostante sia io l’autore della maggior parte dei tradimenti
all’interno del gruppo, mi accorgo che nessuno ha mai
sospettato effettivamente di me, il che mi provoca una sensazione
decisamente strana, a metà tra l’orgoglio e la
paura, viscida ed umida come le pareti di questo luogo.
Ho. Rischiato. Di. Morire.
Ho avuto paura ma stavolta non di Batman. Non riesco a muovermi dal mio
posto, alzo lo sguardo ed assisto alla conclusione della faccenda.
Joker è ferito, vedo Edward farglisi vicino senza fretta, ma
quando lo ha quasi raggiunto, il clown si accorge della sua presenza,
si volta di scatto e con un movimento veloce tira fuori
dall’interno della giacca una bomba a mano.
“Se ti avvicini di un passo moriremo insieme,
Eddie.”
“Adesso siamo arrivati alle minacce?”
“Come se la cosa ti dispiacesse…”
“Allora che senso ha usare quella bomba? Lo sai che ti
ucciderò anche a costo di seguirti
all’inferno.”
“Oh oh ah ah oh oh ah! Non te ne andresti mai senza aver
concluso il tuo piano.”
“Piano?”
“Non prendermi per scemo! Non potresti volere la nostra fine
qui, non senza Batsy!”
“Batsy, eh?! Dov’è lui adesso?! Non mi
pare che si stia precipitando a salvarti!”
“Continui a non capire, Eddie.”
“No! È lui che deve capire! Preferisco ammazzarti
che saperti con lui!”
“Non credere che me ne starò a guardare.”
In un secondo, con uno scatto felino, l’Enigmista
è addosso a Joker. La lotta dura pochi secondi, nei quali i
due finiscono a terra a rotolarsi nel combattimento, sento il tac della
spoletta che cade a terra… so che dovrei muovermi e fuggire
ma non lo faccio. Continuo a guardare e fortunatamente alla fine,
è il re degli enigmi a spuntarla, forzando Joker sotto di
sé e lanciando l’ordigno il più lontano
possibile. La deflagrazione è assordante in questo luogo, ma
oltre l’onda d’urto nessuno di noi subisce danni.
Edward riprende la sua pistola da terra e col calcio colpisce forte il
clown sulla fronte.
L’Enigmista si rialza a fatica poco dopo, boccheggiando per
respirare dell’aria che, tra la polvere ed i detriti
sollevati dall’esplosione non c’è
più. Si volta verso di me, stanco e dolorante ma non dice
una parola. Torna a guardare Joker ed inizia a trascinarlo a fatica
verso il tombino più vicino, verso l’esterno e non
oso nemmeno immaginare che genere di piani abbia in serbo per lui e
Batman. Non si cura più di me, sa bene che non mi
rialzerò fino all’arrivo della polizia. Game over
per me.
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Capitolo 11 *** Forza irrfrenabile. ***
Per
LadyBlack: Salve! ^_^ Sono contenta che la mia storia ti
piaccia, davvero! Soprattutto perchè è la prima
che leggi con questi pairing, quindi sono doppiamente soddisfatta! Ho
fatto del mio meglio per rispettare i canoni di questi personaggi il
più possibile e mi fa piacere sapere che, leggendo, trovi
questo mio lavoro ben riuscito! *_* Ammetto che anche io tengo per
l'Enigmista anche se non dovrei dirlo, visto che è la mia
storia! xD Non posso essere fan
di me stessa xD Per quanto riguarda quello che ho in serbo
per questi personaggi, tranquilla, di sorprese ce ne saranno ancora per
un po'! xD Ti ringrazio moltissimo per i complimenti ed i tuoi pareri,
spero che continuerai a recensirmi nonostante il mostruoso ritardo
nell'aggiornamento ç__ç (Mi scuso in ginocchio
per quello)! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!
Per Mhcm: Ciao!
Eh sì sono tornata anche se dopo una vergognosamente lunga
assenza! Spero comunque di non aver perso il tuo interesse!
ç__ç Sono contenta che apprezzi i miei colpi di
scena ed apprezzi la mia storia! Confesso che è
dal primo capitolo che non vedevo l'ora di 'uccidere" Pinguino
>//<.. me cattiva! Ormai diciamo che la Lega è
ufficialmente sciola, visto che di membri in libertà o in
salute ne sono rimasti davvero pochi xD! Spero che
continuerai a recenrismi e seguire la mia storia :P Ti saluto con un
abbraccio, alla prossima!
Per Desme: Salve,
sono felice che la mia storia ti piaccia e spero continuerà
a piacerti! Innanzitutto permettimi di scusarmi per il ritardo
mostruoso con cui ho aggiornato, spero solo di non aver perso tutto il
'pubblico' ç__ç. Per quanto riguarda Edward,
immagino capirai che, essendo non proprio sano di mente, per lui
è difficile capire le ragioni di Joker! E poi, il clown non
si è esattamente sforzato di fargliele capire :( infatti per
tutta la storia, quando si arriva a parlare di Batman, si è
sempre limitato a rispondere "tu non puoi capire" ed infatti penso sia
così. Eddie non potrebbe mai capire il tipo di rapporto tra
quei due, nemmeno se gli si facesse un disegnino, è troppo
morboso e schematico, la sua mente non spazia come quella di Joker. Beh
leggerai in questo capitolo e nei prossimi, quanto sia realmente
"difficile" per l'Enigmista superare questa storia! xD Sono felice che
adori Joker, anche io lo amo semplicemente! *_* Cerco sempre di farlo
apparire il più IC possibile.. Ti ringrazio per i
complimenti che fai alla mia storia ed al mio modo di scrivere! Un
abbraccio, alla prossima (Sicuramente aggiornerò presto!)!
Per Killme: Ciao!
xD Eh, sì ho ucciso Pinguino, che cattiva che sono! A dire
il vero era fin dal primo capitolo che non aspettavo che l'occasione
proficua per farlo morire! ù__ù Cioè,
io adoro il personaggio però non riesco a vederlo, se non
morto, alla fine! :o Chissà come mai! Eccomi dunque col
nuovo aggiornamento, così vergognosamente ritardato (mi
scuso in ginocchio)! Mi dispiace che la piega che sta prendendo la
storia non ti piaccia ma come hai detto tu, era inevitabile.. non si
possono evitare i problemi per sempre, prima o poi questi arrivano a
morderti. xD Se può consolarti, non penso che
morirà nessun altro nella storia ma non si sa mai, potrei
ripensarci >_< No, non lo farò, mi piacciono
troppo da vivi! Ti ringrazio per i complimenti che fai alla mia storia
ed anche al mio stile! Mi pare di capire che ti piacciono le bombe? xD
Anche a me, adoro le esplosioni! Il fatto che Crane sia illeso ha un
suo perché ;) .. è proprio per quello che si
è ritirato dal gioco, forse si è reso conto di
non averne mai fatto parte in fondo.. nessuno sospettava di lui ed ha
fallito su tutti i fronti! Si sarà sentito avvilito xD. Per
quanto riguarda "Behinf your Mask" penso che la aggiornerò,
a suo tempo! ç__ç Non so ancora quando ma spero
presto! Se vuoi comporre un poema, io non mi oppongo mai all'arte ma ti
prego , non imbarazzarmi così! >///<
I complimenti, come già ti avrò detto,
tendono a spiazzarmi! ç__ç Ora ti saluto con una
bbraccio e la speranza che continuerai a recensire la mia storia! :)
Alla prossima!
Per Ilaria1993: Ciao!
^_:^ Beh se può consolarti, questo capitolo è
pieno zeppo di Crane! *__* Purtroppo, credo sarà l'ultimo
capitolo in cui apparirà, o al limite il penultimo a seconda
di come decido di affrontare il finale :) spero che continuerai a
recensirmi nonostante il mostruoso ritardo per l'aggiornamento (chiedo
scusa in ginocchio anche a te! >__<)! Un abbraccio, alla
prossima (stavolta, giuro molto presto)!
Per Boopsie: Ed
eccola qui! xD Allora, innanzitutto devo ringraziarti perché
se ho deciso di riprendere a scrivere queste storie è solo
merito tuo e di Sychophanthwhore,
che mi avete incoraggiata con parole ed immagini! Sono contenta che ci
siano parti che trovi così divertenti nella mia storia, vuol
dire che almeno un minimo di umorismo ce l'ho! *_* Non lo avrei mai
detto! Comunque mi scuso anche con te per questo ritardo ma almeno
avrà dato tutto il tempo alle tue unghie per crescere
nuovamente! xD Ora ti lascio al nuovo capitolo, sperando che
ti piaccia! Ci sentiamo presto, un abbraccio ed un big kiss!
Per
PsYcHoGIRL_SYLARtheBEST: Ciao! xD Eheh adoro le tue
recensioni! Prima di tutto voglio chiederti scusa umilmente (se il caso
necessitasse, mi inginocchierei, perfino! >_<) per il
ritardo osceno nell'aggiornamento di questa e le altre storie ma
prometto che almeno per un po' sarò in grado di aggiornare
molto prima! Sono molto felice che ti piacciano tanto le mie storie,
davvero! I tuoi complimenti ed opinioni sono sempre benvenuti! :D Non
dire che le tue recensioni non sono decenti, in fondo il loro scopo
è quello di lasciare un commento e le tue lo fanno sempre!
^_^ Spero che continuerai a seguire le mie storie nonostante sia
passato tanto tempo! :( Ti saluto con un abbraccio, alla prossima! ;)
Per Giaggio: Ma
ciao! xD Sono molto contenta che ti sia piaciuto il discorso di Joker!
Eh sì, è proprio un tipetto tutto pepe, ci credo
che l'Enigmista è geloso, sa benissimo che non riuscirebbe
mai a fermarlo se prendesse una decisione.. come dicono nel film in
fondo, è una "forza irrefrenabile" o un "oggetto
inamovibile" a seconda di con quale chiave vuoi interpretare la famosa
frase! Ti ringrazio per i complimenti e ti chiedo scusa in ginocchio
per il ritardo di questi aggiornamenti! >__< Scusa! Spero
di leggere ancora i tuoi commenti, ti saluto con un abbraccio, alla
prossima! ;D
Per Sychophantwhore: Allora,
innanzitutto adoro il tuo nick e secondo, ho semplicemente adorato la
tua recensione, non importa se è giunta a storia quasi
conclusa! Anzi, sono io ad essere in imbarazzo per aver fatto passare
tanto tempo prima di aggiornare questa storia! :( Non ho davvero fatto
una bella impressione, vero? Mi dispiace! Ti ringrazio per tutti i
complimenti che hai fatto alla mia storia ed il mio stile, sono davvero
molto incoraggianti! :) Per quanto riguarda la doppia
personalità di Joker (quella col trucco e quella senza),
sì ammetto di essermi presa una libertà alquanto
pericolosa, cè chi può apprezzare questo fatto e
chi no e sono felice che tu apprezzi ;)! Avevo semplicemente pensato
che un personaggio complicato come Joker non poteva non attribuire un
significato speciale ad un trucco come quello.. di certo molto
differente da quello che avrei scritto sul Joker originale, che invece
non portava trucco ma il suo vero volto. Sulla sua mira invece, avevo
pensato che un tipo così nervoso non poteva certo essere un
abile tiratore, non sta fermo un attimo! Però visto che me
lo hai fatto notare, è vero, nel film Joker con un'arma da
fuoco, somiglia a un cieco che fa a sassate. xD Sai mi hai messo
davvero in crisi con la tua obiezione su chi sia la "forza
irrefrenabile" e chi invece l'"oggetto inamovibile" e sono arrivata
alla conclusione che sì, hai ragione, in quell'occasione ma
mi pare che siano entrambi facilmente intercambiabili in questa
metafora ù__ù . Ora per quanto riguarda le
illustrazioni.. sono meravigliose! Le ho trovate semplicemente stupende
e sono state proprio loro, insieme all'incoraggiamento di Boopsie a spingermi
a riprendere in mano le mie storie! Mi dispiace molto aver mollato
tutto così per tanto tempo.. ti chiedo perdono in ginocchio
ç__ç! Sei un vero talento ed io mi sento onorata
per il tuo gesto! Ora ti lascio a quest'ultimo capitolo, con la
speranza che continuerai a recensirmi e che questa storia continui a
piacerti fino alla fine! ^_^ Un abbraccio, alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 11: Forza irrefrenabile.
Sono passati giorni, settimane, mesi.. tre lunghi mesi per
l’esattezza, dalla misteriosa morte di Pinguino e
l’arresto di Spauracchio giù nelle fogne. Due
Facce, ormai al sicuro dietro le sbarre di Arkham, ha confessato
l’esistenza - seppur breve - di una
“Lega” fondata da lui e gli altri quattro criminali
più pericolosi della città ma questa notizia
è stata ormai inutile, perché tardiva.
Si sperava in un minimo di collaborazione in più da
Spauracchio, una volta preso anche lui in arresto ma non si
è lasciato sfuggire neanche un fiato sull’intera
faccenda e da quello che so, se ne sta tutto il giorno in disparte
senza mai tentare un’evasione o una qualsiasi azione
criminale.
Le intercettazioni sono state ugualmente inutili visto che Crane non si
è mai avvicinato a Dent e viceversa.
Immagino che la morte di Pinguino e la corrente locazione di Joker e
dell’Enigmista siano un bel grattacapo per la polizia, che
però non sembra impiegare neanche lontanamente i mezzi
adeguati per portare alla luce questo mistero; immagino abbiano avuto
solo tanto di guadagnato dalla morte dell’uomo uccello e la
scomparsa degli altri due principi del crimine.
Quello che mi preoccupa è l’ultimo incontro che ho
avuto con la Lega ma non so neppure io quali sono i miei veri
sentimenti a riguardo.
Non sono affezionato a Joker - o almeno non nel senso più
tradizionale del termine -, tra noi c’è stata
un’attrazione sia a livello fisico che mentale, o meglio la
mente che arriva a fondersi con il fisico, risultando nella
sensualità.
Non posso neppure dire che mi manchi la sua presenza, visto che non ho
mai passato più di un’ora in sua compagnia e
nessuna delle quali troppo piacevole; c’è solo
questa strana sensazione, questo improvviso bisogno di trovarlo ed
esplorare quest’incognita che siamo noi due.
Non ho nessuna illusione, nessuna speranza nonostante le molte cose che
abbiamo in comune, poiché le differenze - Gesù,
così poche - sono insormontabili: non riuscirei mai a
condurlo sulla strada “giusta”, come lui non
potrebbe mai spingermi a rinunciare ai miei criteri di legge e
giustizia, ad infrangere la mia unica regola.
“Ecco
cosa succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto
inamovibile.”
Eppure ci sono stati quei pochi attimi, quella manciata di secondi in
cui le nostre labbra si sono ritrovate unite.. e quei lampi nel
cervello che erano suoi, non miei e che per un attimo mi avevano
indicato una soluzione.
Avevo finalmente capito, la mia perenne lotta interiore era passata in
secondo piano e sapevo, in quel momento, che non era necessario
interrogarsi ogni istante su chi - se Bruce o Batman - fosse
l’autore di un pensiero, l’artefice di
un’azione, il possessore di un istinto; sapevo in quei
momenti che queste cose non contano nulla, che non potrei vivere senza
uno dei due e che quindi tanto valeva lasciarsi andare ad entrambi.
Ho avuto questa stupenda illuminazione per poi perderla appena pochi
giorni dopo.
Ed è questa la ragione che mi spinge da mesi a dedicarmi
anima e corpo alla ricerca di Joker e dell’Enigmista; questo
è anche il motivo per cui la mia mente evita sempre
accuratamente il pensiero che il clown potrebbe essere morto,
cerca di non valutare questa possibilità perché
altrimenti una brutta sensazione inizierebbe a pesarmi, ad
attanagliarmi lo stomaco per delle ragioni sulle quali preferisco non
interrogarmi.
“Ecco cosa
succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto
inamovibile.”
Ho rintracciato, pedinato, pestato ed interrogato ormai quasi tutta la
malavita di Gotham City ma senza l’ombra di un risultato ed
è per questo che ora ho fatto appello alla mia ultima
risorsa: il commissario Gordon, a cui ho chiesto un colloquio segreto e
privato con Jonathan Crane; infine è riuscito a procurarmi
ciò che gli ho chiesto, anche se non senza fatica.
So di averlo messo in una brutta situazione se ciò si
venisse a sapere, ma al momento non mi interessa; mi trovo
nell’ufficio buio dove solitamente lo psichiatra di Arkham
interroga i suoi pazienti più pericolosi, un luogo scarno,
freddo e privo di qualsivoglia oggetto pericoloso o che rimandi anche
solo vagamente ad essi.
Quando Spauracchio fa il suo ingresso lo trovo insolitamente tranquillo
e privo di espressione, come se in fondo non gli facesse ne caldo ne
freddo essere tornato in cella dopo un così breve e
turbolento periodo di libertà. Lo osservo mentre prende
posto sulla sedia davanti la scrivania vuota; l’unico debole
fascio di luce prodotto da una piccola lampada da ufficio, gli illumina
bene il viso, gettando ombre sgradevoli sotto i suoi occhi.
Non potrebbe in nessun modo vedermi in queste condizioni e credevo di
trovarlo più irritato da questa mancanza di luce e per
questo il mio cuore salta un battito quando lo sento chiedere
“L’uomo pipistrello, presumo..?”
“Crane.”
Rispondo dal mio angolo, per poi abbandonare le tenebre e mostrarmi
nella penombra vicino la finestra; mi sento leggermente turbato dal
fatto che sapesse chi doveva incontrare ma la soddisfazione
è molto più forte: se si aspettava una mia visita
era, probabilmente, perché sapeva di avere preziose
informazioni per me.
Parecchi secondi passano silenziosi tra noi prima che sia lui ad
iniziare nuovamente il discorso.
“Posso provare io ad indovinare perché sei qui..
sembri restio a parlare, stasera.”
“Come sapevi che ero qui?”
“Diciamo che ho fatto le mie congetture.”
“Bene allora, sentiamo fin dove si spingono le tue
deduzioni.”
“No, no, no.. cominciamo male se pensi che puoi ottenere
senza contraccambiare.”
“Cosa vuoi?”
“Sapere. Solo sapere.”
“Mi pareva di essere io qui, quello che voleva
sapere.”
“Diciamo che potremmo colmarci delle lacune a
vicenda.”
Le sue parole mi lasciano interdetto per qualche istante ma poi ricordo
che è pur sempre con un medico che sto parlando, un uomo che
ha fatto degli abissi della mente umana la sua casa. Lo osservo per un
po’, attimi in cui lui non dice nulla, in attesa della mia
risposta.
Prendo posto davanti a lui, dietro la scrivania e guardandolo dritto
negli occhi gli dico
“Vediamo dove possiamo arrivare, allora.”
“Vuoi cominciare dall’inizio?”
“Sarebbe un buon punto.”
“Fondammo la Lega, che successivamente abbiamo battezzato
“dell’Ingiustizia” col solo scopo di
farti fuori. Avevamo ammesso che nessuno di noi singolarmente sarebbe
stato in grado di abbatterti, quindi accettammo la proposta di
Pinguino, ben sapendo a cosa andavamo in contro.. il fatto che abbiamo
tutti poi tentato di agire alle spalle degli altri, non ha certo
sorpreso nessuno.”
“Che è accaduto?”
“Ognuno aveva i suoi secondi fini. Il mio era di sfruttarli
per arrivare a te e poi liberarmi di loro per compiere in solitario la
mia vendetta.. Due Facce, per quanto ne so, ha sempre tenuto molto di
più alla morte di Joker che alla tua, quindi penso sia stato
più un modo per arrivare a stargli abbastanza vicino da
mettergli le mani addosso. A Pinguino invece non interessavano gli
schemi o chi di noi avesse ucciso chi, l’unica cosa che
voleva era la tua scomparsa, che fosse per mano sua o di un altro non
gli è mai interessato. Joker e l’Enigmista,
invece.. penso giocassero un gioco a parte, in coppia, come una partita
di scacchi in cui uno si scopriva e l’altro osservava fin
dove si sarebbe spinto.”
“In che senso?”
“Nel senso che quei due, come avrai certamente saputo, sono
arrivati.. diciamo ad essere molto intimi ed Edward era molto curioso
di sapere quanto di preciso avrebbe dovuto preoccuparsi per
l’ossessione che Joker ha sempre avuto per te. Immagino non
potesse tollerare il pensiero di non avere la mente del suo compagno
totalmente per sé. Non vuole mai essere secondo a nessuno,
quel Nigma. Joker.. ha sempre, solo voluto mettere i bastoni tra le
ruote e conservarti in buona salute. Non è finita molto
bene.”
“Che è accaduto?”
“Non correre. Che è successo quella sera al
vecchio magazzino?”
“Joker mi ha fatto fuggire.”
“Tutto qui?”
“Sì, tutto qui. Che ti aspettavi?”
“Qualche dettaglio in più avrebbe giovato.. che
successe fra te e Joker in quell’occasione?”
Ora so che Crane ha congetturato più di quanto immaginassi,
giungendo probabilmente alla giusta conclusione. Le sue domande non
sono certamente del tipo a cui potrei rispondere facilmente ed ora
tutto, dal suo tono di voce al modo in cui si sporge in avanti come per
sentire meglio, mi irrita come non mai, al punto che vorrei scavalcare
l’ostacolo della scrivania per stringere le mani attorno al
suo collo.
“Non vedo come questi fatti potrebbero
interessarti.”
“Mi interessano eccome, invece!”
“Forse non dovrebbero.”
“Mh.. allora immagino non ti interessi poi molto sapere
ciò che so.”
“Sai che posso farti parlare in molti modi, Crane..”
“Mi basta un grido. Dubito che dovresti essere qui adesso, o
sbaglio? Mettimi anche solo un dito addosso e in un attimo tutte le
guardie di Arkham saranno qui. Penso che il commissario Gordon non
sarebbe contento di un simile fiasco da parte tua.. è
così difficile fidarsi delle persone di questi tempi..
specie di quelle con una maschera sul volto.”
“Quante parole per esprimere un concetto così
semplice.”
“Allora, che è successo nel magazzino quella
sera?”
“C’è stato un bacio.”
Rispondo immediatamente, in modo conciso e svelto, come quando si deve
togliere un dente; vedo Crane iniziare a ridere di gusto, vedo il suo
corpo scuotersi con la forza del divertimento e immagino che se non
avesse avuto l’ostacolo della camicia di forza, ora si
starebbe battendo i pugni sulle ginocchia.
La scena è talmente irritante che in un attimo aggiro la
scrivania e lo afferro per gli indumenti all’altezza del
petto ma lui non si calma e continuando a ridacchiare dice
“Calmo Batman, stai calmo.. cerca di metterti nei miei panni,
non trovi spassosissima tutta questa storia? Cioè,
probabilmente Edward vi stava spiando per tutto il tempo! Come ti fa
sentire sapere che lui
ha visto tutto e la sera stessa ha sfogato la sua rabbia scopandosi o
torturando Joker? O probabilmente.. ahah.. visto i tipi.. ahahah..
tutte e due le cose!”
Alzo una mano e quasi senza rendermene conto gli do un pugno con quanta
forza posso, ma ancora Spauracchio non smette di ridere.
“Ouch! Questa mi sembra gelosia.. - un altro pugno, sempre
nello stesso posto, sperando facesse più male - non credevo
potessi arrivare a questo punto, Batman..” ancora un altro
colpo ma ancora non basta a tappargli quella dannata bocca.
“Dimmi dov’è Joker!”
“Non ho mai detto di sapere dove fosse!”
“Mi stai prendendo in giro, Crane?!”
“No. Ciò non significa necessariamente che non ho
altro da dirti, mi pare.”
“Cos’altro potrebbe interessarmi?”
“Posso semplificarti la vita.”
“E come?”
“Posso dirti dove non è.”
“…”
Mio malgrado lo lascio andare, lentamente sciolgo la mia presa sulla
sua camicia di forza e per un attimo mi sento colpevole per averlo
colpito senza che lui potesse difendersi in alcun modo; comunque,
cancello immediatamente questo senso di colpa mentre torno a prendere
posto dietro la scrivania e lo guardo: sanguina dal naso e da vari
altri tagli sulla guancia, dove l’ho colpito.
Attendo nuovamente che sia lui a parlare, nonostante sia talmente
irritante dover lasciare la conduzione del colloquio a lui..
“Fatto sta che dopo quella sera, era palpabile un
cambiamento. Due Facce aveva tentato di ammazzare Joker, piano che
decisi di rendere noto anche all’Enigmista, così
Harvey si era ritrovato quasi morto egli stesso, per via dello
scherzetto del ponte. Ricorderai che i suoi uomini sono tutti morti
annegati quella notte?”
“Sì. E poi che è successo?”
“Tu eri fuggito, immagino che Joker ti abbia iniettato
l’antidoto al mio gas. Iniziammo a progettare un secondo
schema ma come ben sai, fallì. Ora dimmi che è
accaduto di preciso al cantiere.”
“Mi sono ripreso in tempo per impedire a Due Facce di
ammazzare Joker. Era comunque gravemente ferito. Abbiamo discusso per
un po’, ma siamo stati interrotti
dall’Enigmista.”
“Per l’ultima volta.. cerca di non omettere
dettagli importanti.”
“C’è stato un altro bacio. Altri due,
per l’esattezza.”
“E poi è arrivato Edward?”
“Esatto. È stato Joker a stenderlo, poi ho preso
Dent con me e li ho lasciati soli.”
“Oh, ma che gentiluomo.”
“Che è successo dopo?”
“Ci siamo riuniti, nelle fogne come saprai e
c’è stata una sparatoria dopo che Joker ha senza
vergogna alcuna ammesso di essere stato lui a farti fuggire. Pinguino
è impazzito ed ha iniziato a sparare
all’impazzata, tutti puntavano contro tutti ed il primo a
cadere è stato Oswald. Poi l’Enigmista si
è avvicinato a Joker, che lo ha minacciato di far esplodere
una bomba, si è parlato anche di te.”
“Vai avanti.”
“No, ora vai tu
avanti.. perché stai cercando Joker?”
“Questo è quello che faccio da sempre.”
“Oh, sì. Oppure no? Meglio cominciare
dall’A B C: che hai provato quando Joker ti ha
baciato?”
“Questa farsa si sta spingendo troppo oltre, mi
pare!”
“A me non pare affatto. Oh, andiamo! Sono pur sempre
laureato, ho il segreto professionale!”
“Sei laureato in idiozia, forse.”
“Mi offendi e non mi piace. Cerca di non nasconderti per un
momento! Se può aiutarti, fingi che io sia Joker, magari ti
viene tutto più naturale. Scherzavo, scherzavo!”
Conclude, notando che stavo quasi per rialzarmi in piedi e pestarlo da
capo. Torno sulla sedia e rispondo con cautela.
“Mi ha fatto sentire libero.”
“Libero? Da cosa? Dalla tua maschera?”
“Anche da quella, sì.”
“Sei stato tu a baciarlo o è stato sempre Joker a
prendere l’iniziativa?”
“A turno.”
“Come siamo loquaci.. che provi adesso? Che farai quando lo
avrai trovato?”
“Non lo so. Ad entrambe le domande.”
“Oh. Che peccato. Che faresti se lo trovassi morto?”
“Sono sicuro che non è morto.”
“Mh. Credi che uccideresti Edward, se avesse ammazzato
Joker?”
“Ho la mia unica regola.”
“Ma questa non è una risposta. Che ti aspetti da
questa storia?”
“Assolutamente niente.”
“E cosa vorresti invece?”
“…”
“Allora?”
“Forse.. tenerlo con me.”
“Ho capito. Per me è sufficiente
così.”
Resto basito dalla sua ultima dichiarazione, mi ero già
rassegnato ad altre due ore di questa pantomima assurda ed è
un sollievo sapere che è già finita. Lo scruto
per qualche attimo in più, come per scoprire una truffa da
parte sua e poi rispondo
“Strano da parte tua.”
“Stai zitto quando parli con me. Io non sono come tutti gli
altri ciarlatani, sedicenti medici o empatici del cazzo. Ora so
ciò che provi molto meglio di te e ti dirò
ciò che ti interessa sapere: l’Enigmista ha
atterrato Joker e lo ha rapito, non so per portarlo dove o per farci
cosa, ma so per certo che non si trovano più a Gotham City e
che il clown è ancora vivo. Edward vuole prendersi la sua
vendetta su di te facendolo fuori davanti ai tuoi occhi per far capire
ad entrambi che tu vali molto meno di lui. Forse che si
ammazzerà lui stesso, una volta portato a termine il suo
piano.”
“Nessuna idea di dove potrebbero essere?”
“Di questo non devi preoccuparti.”
“L’unico motivo per cui sono qui è
questo!”
“Non è vero. Cercavi rassicurazioni e te le ho
date. Scoprirai fin troppo presto dove si trova Joker, fa parte del
gioco.. scommetto che presto riceverai uno dei macabri indovinelli
dell’Enigmista. Fossi in te, cercherei negli archivi della
polizia per qualche.. strano caso. Probabilmente è
così che Edward vorrà lanciarti la sua sfida. Non
penso di avere altro da dirti. Ti faccio i miei auguri.”
Conclude con un sorriso insanguinato ed io lascio così, me
ne vado sbattendo la porta e svanendo nuovamente
nell’oscurità, con in testa ancora più
pensieri di quando sono entrato. Purtroppo non riesco a fare a meno di
cercare una risposta alle domande che Crane mi ha posto durante il
colloquio; mi irrita sapere che probabilmente ha davvero indovinato
meglio di me ciò che provo e non posso tollerarlo.
Torno alla Bat caverna e mi precipito immediatamente al computer, in
cerca di un qualsiasi indizio e lo trovo nel più recente
rapporto della polizia, su una strage piuttosto particolare; capisco
immediatamente che è quello, l’indizio di cui mi
parlava Spauracchio.
--
“Mmmmpfrrg…” Sento pronunciare dalla
voce di Joker questa parola incomprensibile, filtrata attraverso il
panno che gli copre la bocca ma non ho certo bisogno di un interprete
per indovinare con sicurezza matematica che mi ha appena dato dello
stronzo. Schiaccio il pulsante ‘pausa’ del gioco
che sto finendo al PC e mi volto indietro con la sedia per guardare il
mio amante malinconico, immobilizzato ed imbavagliato. Quasi mi
dispiace doverlo trattare in questo modo.
“Noto che sei di nuovo sveglio. Non sei carino ad insultarmi
appena apri gli occhi, ogni volta.”
“Mmmprrfrrrg.” Ancora una volta mi trovo ad
indovinare con esattezza le sue parole: ‘Se non mi ti trovassi davanti
ogni volta, non sarei costretto ad insultarti’.
Forzo una risata ad uscire dalla mia bocca e lo vedo far scattare la
testa di lato per farmi capire quanto mi detesta in questo momento.
Torno a guardare il monitor del computer, sbloccando il gioco e mentre
mi districo fra i suoi ostacoli parlo, più per tenere
compagnia al mio ospite che per altro.
“Non devi fare quella faccia, tesoro. Il fondo potresti anche
guardare oltre la precarietà della tua situazione attuale e
capire che se sto facendo tutto questo, è solo
perché ti amo.. a modo mio, s’intende. Mi spiego
meglio: non è certo la prima volta che un’amante -
e tu sai bene che ho avuto molte donne - perde la testa per Batman,
abbandonandomi come un bifolco e spesso mandando all’aria i
miei piani, ma con loro difficilmente mi sono avvicinato a questi
livelli di follia. Perché non provavo niente per loro. Ecco
il lato positivo, non lo vedi? Morirai sapendo che ti amo.”
“Mrrrrrruurrrgh!”
“Sì, immaginavo non ti consolasse poi
tanto.”
“Mrrrgrrgh…”
“Beh, grazie. È carino che almeno apprezzi il
gesto.”
|
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Capitolo 12 *** Oggetto inamovibile. ***
Per Boopsie:
Mattaaaa xD!
Allora evidentemente siamo in due ed entrambe ci teniamo buona
compagnia! ;) Continua a serbare le unghie più che puoi
perchè questo
capitolo ed il prossimo saranno i più ricchi di suspence!
>__< O
per lo meno, spero di essere riuscita a trasmettere queste sensazioni!
Comunque hai ragione, il capitolo precedente serviva solamente da
divisorio, per far capire che la prima parte della storia è
terminata
ed ora inizia una seconda, completamente differente! Per quanto
riguarda Crane, era poprio quello che volevo comunicare, ovvero ormai
Spauracchio ha "superato" la sua fobia per Batman grazie agli eventi
della "Lega" ed ora può sentirsi libero di dialogare con
pipistrello
senza andare a rintanarsi in tutti gli angoli! ;) Spero davvero che
gradirai anche questo capitolo! Un abbraccio forte forte, alla prossima!
Per Sychophantwhore:
Ciao! Per prima cosa, mi dispiace che sei rimasta scossa dal
terremoto.. anche io l'ho sentito, abito nel Lazio e qui si
è avvertito
discretamente.. spero che non sia stata una scosa troppo forte
lì da
te. Sono felice di leggere la tua recensione, nonostante il ritardo -
che infatti mi ha fatto perdere parecchi commenti ma non fa niente,
è
ciò che merito xD - e devo dire che la apprezzo molto, devi
averci
perso molto tempo per scriverne una così lunga e precisa
>__
Nel prossimo capitolo però si comprenderà meglio
dove
voglio andare a parare xD! Hai compreso perfettamente ciò
che volevo
comunicare, ovvero che se ascoltato Joker, oltre alle solite
scempiaggini, è capace di illustrare un intero mondo mai
esplorato e
farti vedere che ci sono moltissime alternative alla vita che uno pensa
di dover 'sopportare'.. che Batman può scegliere, nonostante
senta il
peso del suo costume, che non è realmente obbligato a
seguire un
copione o farsi mille problemi. Sono contenta che hai apprezzato il
dialogo tra Crane e Batman ^_^! Anche io mi sono divertita molto a
rendere per una volta il super eroe succube del dottore, che grazie
agli eventi della "Lega" è riuscito ad elaborare la sua
fobia per
Batman. Questo ha sancito chiaramente un passaggio, ed ha dato il via
alla seconda parte della storia, completamente diversa dalla prima.
Posso solo dirti che orami Crane non ha più nteressi nella
partita,
visto che è stato proprio lui a decretare "game over per
me".. ora
tutto ciò che vuole è capire e sapere come va a
finire tutta questa
storia. Con l'ultima parte, il tuo commento su Nigma, mi hai dato
un'idea che leggerai nel prossimo capitolo! ^_^ Spero che apprezzerai
anche questo capitolo, ti saluto con un abbraccio e spero di continuare
a leggere i tuoi commenti! Alla prossima!
Per AintAfraidToDie:
Ciao! Innanzitutto, benvenuta! Non devi preoccuparti se hai iniziato a
recensire così avanti nella storia, visto che questa
è la prima volta
che aggiorno dopo mesi, anzi! Ti sei risparmiata mesi e mesi di vuoto a
causa mia, ed a me hai risparmiato un'altra serie di scuse chieste in
ginocchio xD. Sono felice di leggere che apprezzi così tanto
la mia
fanfiction, davvero anche se, come continuo a ripetere dal primo
capitolo, troppi complimenti tendono a mettermi in imbarazzo
>///__< .. anzi, no! xD Lascerò
che tu lo capisca
leggendo fino alla fine questa storia, visto che il punto clou di
questa seconda parte della ff, è proprio la differenza tra
questi
pairing! xD La cosa che mi ha fatto più piacere
è che trovi il mio
Joker molto IC! *_* è un personaggio difficilissimo da
descrivere, mi
hai resa davvero orgogliosa di me stessa! Ti ringrazio ancora una volta
per la tua recensione ed i tuoi complimenti.. spero davvero che anche
questo capitolo ti piaccia e che deciderai di commentarmi ancora! ^_^
Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!
Capitolo 12: Oggetto inamovibile.
POLIZIA DI GOTHAM CITY
COMANDO
Servizio
PRIMO RAPPORTO SULLA SCENA DEL
DELITTO Gotham City
Center, 11. 04. XXXX
Al:
Ministero della Grazia e Giustizia – uffici centrali
Vera Lodemine
Signor commissario di polizia di Gotham City
James Gordon
Onorevole procuratore pubblico
John Donnelly
Comandante FBI
Dereck J. Monerate
Concerne: Risultati del primo sopralluogo
nell’appartamento.
Rif.to: Nessuno.
Oggi, 11 Aprile, comunichiamo quanto segue:
Alle
ore 12:00 di questa mattina la centrale di polizia di Gotham City
riceve una telefonata da un informatore anonimo; egli allerta le nostre
unità in proposito di un delitto avvenuto nel quartiere
Gotham City
Center, al dodicesimo piano del palazzo in (indirizzo), appartamento
12A.
Recatesi sul posto, le nostre pattuglie allertano
immediatamente la centrale, richiedendo rinforzi e
l’assistenza della
squadra della scientifica; la scena è raccapricciante: gli
inquilini,
un impiegato di 53 anni e sua figlia, tirocinante di 27 sono stati
trovati morti nella stessa stanza, anche se gli omicidi paiono essere
avvenuti in ambienti differenti (v.d. Allegato 1A).
La prima ricostruzione dei fatti è la seguente:
1.
L’assassino – o assassini – si
è introdotto in casa manipolando la
centralina elettrica dell’allarme anti furto, in casa doveva
essere
presente solo il padre che non sembra avere opposto resistenza quando
il colpevole lo ha drogato con un gas soporifero. In seguito, mentre
l’uomo era privo di sensi, pare che l’assassino gli
abbia tolto i
vestiti per sostituirli con un costume da clown e gli abbia truccato il
viso per completare il travestimento; successivamente ha legato insieme
i piedi dell’uomo all’altezza delle caviglie e le
mani all’altezza dei
polsi, poi lo ha sollevato a testa in giù, in modo che
pendesse dal
soffitto a pochi centimetri da terra. In seguito ha trovato un catino,
che ha riempito d’acqua e deposto sotto la testa
dell’uomo, lasciando
così che annegasse in esso (v.d. Allegati fotografici 3B,
4B, e 5B)
(v.d. Rapp.to medico legale).
2. Completato il lavoro con la
prima vittima, pare che l’assassino sia rimasto in casa per
diverse
ore, aspettando il rientro della seconda, la figlia ventisettenne, ha
tentato di sorprenderla ma non ha potuto evitare la breve colluttazione
con lei prima di ucciderla con un colpo di pistola al petto (v.d.
Rapp.to medico legale). In seguito l’ha adagiata su una sedia
di fronte
alla finestra e le ha infilato due pezzi di vetro nei bulbi oculari
prima di andarsene. (v.d. Allegati fotografici 1C, 2C, 3C e 4C)
--
Non
ho bisogno di intrufolarmi sulla scena del delitto per capire che
questa è sicuramente opera dell’Enigmista, il suo
modo di lasciarmi un
messaggio da decifrare e sono inoltre sicuro che quello che so adesso
mi basta ed avanza per cercare la soluzione al suo macabro indovinello.
Appena
terminata la lettura, inizio ad inserire i dati nel bat computer, che
sicuramente avrebbe trovato la soluzione molto più in fretta
di quanto
avrei potuto fare io, ma proprio un attimo prima di riuscire a fornirmi
la sua serie di risposte, lo schermo si fa scuro – eccezione
fatta per
un piccolo puntino verde al suo centro – dopodiché
l’immagine oscura
inizia a deframmentarsi e scomporsi in molti piccoli quadrati, che dopo
un attimo iniziano a cadere fino a sparire dallo schermo.
Ora, al
centro del riquadro, troneggia un enorme punto interrogativo verde, che
dopo aver lampeggiato un paio di volte inizia a scomparire in
dissolvenza, lasciando spazio ad una versione caricaturata in miniatura
dell’Enigmista che inizia a ridere di gusto con tono
metallico e
robotico.
“Ciaaaao,
Gotham! Mi duole informarti che per il momento non ti sarà
possibile
accedere nessun computer! Non posso dire quando la tua tecnologia
riprenderà a funzionare ma sappi che è davvero
tutto solo provvisorio!
Maaaaa.. non allarmarti, città di Gotham! Tutta la nazione
sta
condividendo questo momentaneo disagio con te! Ahh, PS, se la cosa
può
consolarti, il gioco del solitario è rimasto attivo nei
vostri sistemi
operativi! Divertitevi tutti quanto volete con quello! Porgo a voi i
cittadini le mie scuse e vi auguro una buona serata! Ciao, ciaaao!”
Il
suo tono da reclame e la sua risata mi fanno capire che
l’Enigmista è
tornato alla ribalta dopo il breve periodo di calma successivo alla sua
evasione, periodo durante il quale immagino sia stato occupato a fare
altro in compagnia di Joker.
Questa realizzazione mi fa preoccupare
seriamente per la vita del clown, so quanto può diventare
terribile
Edward Nigma durante una sfida.. inoltre, sospetto che questa volta
sarà molto più dura delle precedenti, visto che
non è in gioco solo il
suo divertimento o il suo orgoglio.. ora è rimasto preda di
un’insana
ossessione per Joker.
--
“Lasciami uscire! Voglio parlare, devo vedere il commissario
Gordon!”
“Crane per favore, sai come sono qui le regole.. ora mettiti
a dormire e domani parlerai con chi vuoi!”
“Tu.. maledetta scusa per un essere umano, apri
immediatamente questa cella!”
“Oh oh oh, come siamo birichini, oggi!”
Inizio
ad irritarmi non poco per le risposte bonarie di questo ebete in camice
bianco, che mi sta trattando come l’ultimo dei deficienti
solo perché,
mio malgrado, mi trovo in un manicomio.. non capisce, il maledetto, che
io sono laureato in medicina e psichiatria mentre lui non è
altro che
un infermiere, come se non bastasse ignorante? Capisco che continuare a
discutere è completamente inutile, perciò mi
allontano dalla porta
della mia cella ed inizio a prenderla a calci e spallate, i soli
movimenti che la camicia di forza mi permette di compiere.
“Posso sapere che stai facendo, Crane?”
Neanche
mi volto verso Harvey Dent, il mio compagno di cella (imbottita) e
continuo piuttosto a fare più macello che posso, sperando
finalmente di
riuscire a convincere quello stupido esempio della lotta
dell’uomo
contro il cervello a lasciarmi uscire o, almeno, a chiamare lo
psichiatra di turno! Inizio a sentire dolore in tutte le parti del
corpo che uso per i miei goffi assalti, quando Due Facce mi si para
davanti e colpendomi sul petto col piede, mi spinge indietro verso il
centro della cella. Alzo lo sguardo su di lui e mi fa rabbia la sua
espressione quasi annoiata, le braccia conserte sul petto.
Lui non
ha la camicia di forza, hanno obbligato solo me a metterla per via dei
molti scontati tentativi che ho usato per attirare
l’attenzione degli
infermieri.
“Mi vuoi spiegare che c'è?!”
“Devo parlare con qualcuno, adesso!”
“Ahh.. davvero? Sì, lo avevo intuito. Forse
perché non
stai gridando altro da mezz’ora!”
“Levati, per favore!”
“Se mi dici perché vuoi parlare con Gordon, posso
aiutarti.”
“…”
“Allora?”
Dubito
fortemente che Dent potrebbe davvero aiutarmi ma ancor più
stento a
credere che potrebbe davvero volerlo se gli spiegassi cosa sta
succedendo. Mi accorgo che sto mordendo il mio labbro e la smetto
subito, preferendo tenere i denti ben stretti, cercando di valutare
questa proposta. Accidenti, se solo quell’infermiere mi desse
retta per
un secondo..! Ma che dico, ‘infermiere’?
Più probabile che sia un
oggetto di studi approfonditi, come il primo esperimento riuscito della
clonazione del letame, per esempio.
“Devo far avere un messaggio a Batman.”
“Perché?”
“Posso sapere che ti importa?”
“Hai il coraggio di chiederlo?! E mi hai anche svegliato di
soprassalto, avrei potuto morire
di crepacuore.”
“Ah. Ah. Ah.” Dico lentamente, nella parodia
annoiata di una risata.
“Riguarda Joker, non è vero?”
“Se vuoi aiutarmi fallo, altrimenti togliti di
mezzo.”
Concludo
così il nostro dialogo e vedo il lato ancora intatto del
viso di Dent
assumere un’espressione pensierosa, guardando per qualche
secondo il
pavimento, poi riporta gli occhi su di me e non faccio fatica
a
sostenere quello sguardo, sapendo che non sta valutando me ma i suoi
stessi pensieri.. non lo vedo bene, visto che i miei occhiali sono
scivolati a terra mentre prendevo a spallate quella porta ma percepisco
il suo movimento quando si volta e si affaccia dalla grata, per parlare
col cane parlante là fuori.
Maledetto, se dipendesse da gente come lui, probabilmente ora vivremmo
tutti sotto la dittatura degli apriscatole.
“Ehi..”
“Buona sera. Tutti rumorosi oggi, eh?”
“Senti, sai almeno chi siamo noi due?”
“Certo! Jonathan Crane ed Harvey Dent.”
“Sì
certo, che riassunto si traduce in Due Facce e Spauracchio. Ascolta
bene adesso, prima di finire qui dentro, io e lui abbiamo fatto la
famosa rapina alla banca centrale; come saprai il denaro non
è mai
stato ritrovato.. ti farebbero comodo mille dollari per farmi il favore
di accontentare il mio compagno di stanza?”
Quando poco dopo la cella si apre, non riesco a non trattenere una
risata. Perché non ci ho pensato prima?
“Ah,
se ti do altri mille dollari, me lo faresti un altro favore?”
Sento Due
Facce chiedere all’ospite di un tamponamento a catena di
neuroni che è
al mio fianco, poco prima che mi scortasse fuori. Quando sa di aver
ottenuto la sua attenzione, dice “Prima di tornare al lavoro
fatti una
doccia, hai i pidocchi che se ne vanno in giro col dopo sci.”
--
Un’ora
è già passata da quando i computer di tutta la
regione si sono fermati,
senza eccezioni. Mi sento ancora troppo lontano dalla soluzione, la
prima ed unica cosa che sono riuscito a capire è che
l’uomo annegato e
vestito da clown rappresenta Joker e la morte che lo
attenderà se non
riuscissi a vincere la sfida che mi ha lanciato Nigma.
Per quanto
odi ammetterlo perfino a me stesso, è proprio
quest’immagine che mi sta
oscurando la mente; il pensiero di una morte così dolorosa
per il clown
sovrasta ogni altra catena logica a cui potrei attaccarmi, mi distrae
ed i miei tentativi di conquistare la calma e la lucidità mi
danno
appena pochi minuti di pace.
Odio che per la prima volta nella
mia vita, debba sentirmi così, proprio quando più
avrei bisogno di
mantenere la calma; faccio avanti e indietro, percorrendo a grandi
passi la caverna, senza riuscire a seguire il filo logico di neanche
una sola delle ipotesi che mi si vanno formando in testa.
Improvvisamente
vengo distratto dall’arrivo di Alfred che mi raggiunge
velocemente. Ha
l’aria preoccupata ed una vena di urgenza gli piega la voce.
“Signore, tutto bene?”
“No.. devo trovare una soluzione, Alfred. Guarda,
è un indovinello dell’Enigmista.”
Dico,
indicando lo schermo del gigantesco bat computer solo per rendermi
conto immediatamente dopo che Alfred non avrebbe potuto vedere niente,
lo schermo era ancora occupato da un grande punto interrogativo verde.
Lui comunque fa qualche passo verso lo schermo, osservandolo confuso,
per poi voltarsi di nuovo verso di me
“Lucius Fox ha chiamato,
ha detto che probabilmente l’Enigmista ha programmato il
virus per
entrare in azione poco dopo la scoperta di una qualsiasi effrazione nei
computer della polizia di Gotham. Non pensa di riuscire ad eliminare
questo virus prima di domani sera.. ma a parte questo, sono corso per
informarla che in cielo si può vedere il bat
segnale.”
Lo
guardo, stupito. Gordon aveva distrutto quel segnale dopo che avevo
deciso di assumermi la colpa per le azioni criminali di Harvey Dent..
cosa che si è in seguito dimostrata perfettamente inutile,
visto che il
magistrato aveva deciso di dedicarsi completamente al crimine.
La
presenza del segnale nel cielo doveva significare che qualcosa di
importante era successo, altrimenti Gordon non avrebbe mai rischiato
tanto per mettersi in contatto con me. Senza perdere altro tempo,
infilo nuovamente la maschera dell’uomo pipistrello e mi
precipito a
sentire le novità.
--
Forse non avrei dovuto lasciarmi
prendere dal panico in questo modo, l’uso del segnale
è ormai
pericoloso ed ora che ci penso meglio, forse Crane mi aveva solo preso
in giro. Ricordando la telefonata dello psichiatra di Arkham
però.. mi
aveva chiesto di recarmi immediatamente al manicomio per parlare con lo
Spauracchio, aveva detto che il suo paziente aveva preso a calci muri e
porte e morso molti inservienti pur di farsi ascoltare. Non
avrei mai
potuto non prendere la cosa sul serio; quel tipo di comportamenti non
fa parte della natura dell’ex medico.
Quando finalmente Batman fa la
sua comparsa, come se uscito in quel momento dalla stessa
oscurità, mi
sembra di vivere un dejà-vu.. lo aveva fatto molte volte
anche in
passato.
“Batman, finalmente!”
“Che è successo?”
“Sono
stato ad Arkham, pare che Crane insistesse nel vedermi.. mi ha fatto
scrivere un messaggio per te ed ha detto che era urgente, che solo tu
avresti capito. Ha insistito molto, spero solo non si tratti di una
presa in giro.”
Gli porgo quindi il foglio che Crane mi aveva
chiesto di scrivere al posto suo, visto che aveva entrambe le mani
bloccate dalla camicia di forza. Vedo la mano guantata del vigilante
tendersi a prenderlo, spiegarlo e leggere in silenzio per qualche
secondo; infine, l’uomo pipistrello alza lo sguardo su di me,
le sue
mani si muovono in un gesto interrogativo.
In questo momento mi
sento un perfetto idiota ad aver tirato su questo macello solo per
seguire le richieste di un pazzo – ebbene sì, per
quanto intelligente,
Crane era pur sempre pazzo -; Batman evidentemente non ha nessuna idea
di cosa dica quel foglio.
Ricorda: chi, come,
quando e dove.
Guarda Gotham. Trova i
numeri che ti servono.
Stai calmo e fammi
sapere come va a finire.
Buona fortuna.
Avrei
dovuto capirlo mentre le scrivevo, che quelle parole probabilmente non
avevano alcun senso. Apro la bocca, con l’intenzione di
giustificarmi
con Batman ma lo vedo rileggere con più attenzione quel
messaggio e poi
alzare la testa con uno scatto, come se finalmente avesse capito; il
che mi fa sentire molto meglio. Un secondo dopo si volta verso di me e
con tono urgente mi chiede
“Gordon.. il delitto nel City Center, c’erano forse
dei numeri sul luogo del delitto? Orologi fermi o cose
simili?”
“Se parli dell’omicidio di padre e figlia, no non
mi risulta.”
“Ne sei proprio sicuro?”
“C’era
la polizia criminale e l’FBI sul posto. Avendo spesso a che
fare con
dei serial killer, l’avrebbero notata una stranezza
simile.”
“Ricordi allora il numero dell’appartamento?
Qualsiasi numero!”
“Sì, certo! Dodicesimo piano, appartamento
ventiquattro A.”
“Che ore sono adesso?”
Non
capisco il perché di quelle domande, l’unica cosa
che sono riuscito a
dedurre è che c’entra qualcosa
l’Enigmista; da tempo avevo capito che
c’è tutta un’altra rete di fatti che,
partendo con la formazione della
“Lega dell’Ingiustizia”, si è
dipanata fino a questo momento.
Abbasso
lo sguardo sull’orologio che porto al polso, con la
convinzione
tuttavia, che non sarei mai venuto a conoscenza di questo mistero.
“Sono le dieci e mezza. Potrei sapere cosa
sta—“
Svanito. Di nuovo. Come sempre.. vabè, me lo aspettavo
comunque.
“Buona fortuna, Batman..”
--
Premo
con tutta la mia forza sull’acceleratore della bat mobile,
guidando
come un pazzo verso il luogo dove non posso che sperare di trovare
Nigma, se le mie deduzioni sono state esatte. All’inizio non
avevo
compreso le parole sul biglietto che Spauracchio aveva insistito tanto
nel farmi avere ma poi tutto ha avuto un senso, come se fossi riuscito
ad unire i pezzi di un mosaico all’apparenza irrisolvibile.
Ricorda: chi, come,
quando e dove. Erano le domande che dovevo pormi prima di
cercare le risposte.
Guarda Gotham. Sicuramente
alludeva al cadavere della donna, posto a guardare fuori dalla finestra.
Trova i numeri che ti
servono. Con numeri, intendeva sicuramente quelli che
indicano data e ora della sfida.
Dodicesimo
piano, appartamento 24A.. dodici aprile, la data di oggi alle ore
ventiquattro, ovvero mezzanotte. La donna morta, stava guardando fuori
dalla finestra, verso Gotham ed aveva dei pezzi di vetro conficcati
negli occhi.. spero solo di aver interpretato bene
quell’indizio;
appena fuori città c’era una fabbrica di vetro
ormai abbandonata da
anni.
Più accelero, meno mi sento sicuro di quello che sto
facendo..
temo di aver sbagliato tutto, di aver capito fischi per fiaschi, di
stare andando in un posto dove non troverò assolutamente
nulla.
Aumento
ancora la velocità per non pensarci, ma come già
detto, più accelero..
non va bene non riuscire ad essere sicuro di nulla, viste le prove che
dovrò affrontare.
Fermo il mio mezzo solo davanti la porta
dell’edificio, uno stabile di sei piani incluso il piano
terra; faccio
il mio ingresso e la prima cosa che vedo davanti a me è un
grande cubo,
alto almeno quanto me con un punto interrogativo disegnato su un lato..
quando mi avvicino, improvvisamente il grosso coperchio salta. Era una
scatola a sorpresa, un Jack-in-the-box.. ora un’enorme faccia
di clown
dondola davanti a me, con un sorriso rovesciato e due ics disegnate
sugli occhi, una voce registrata, acuta e robotica inizia a ripetere
“Aiutami,
Batman!”.
Vengo percorso da un brivido e noto un cartello appeso sul tronco della
molla, recitante le parole “Siamo al quinto piano!”.
Quando
supero la scatola, vedo davanti a me tre ascensori aperti e scardinati,
le trombe dove avrebbero dovuto trovarsi le cabine erano vuote. Lascio
andare un respiro irritato e mi dirigo verso le scale, senza perdere
tempo, diretto al primo piano.
--
Fisso lo schermo, che
mi rimanda in tempo reale le immagini di Batman catturate dalle
telecamere. Lo vedo entrare nella stanza al primo piano,
così rido
sommessamente per poi cliccare sui comandi del mio computer,
ordinandogli di serrare la porta a tenuta stagna alle spalle del
pipistrello. La stanza è totalmente blindata, esattamente
come le
altre, non potrà accedere al secondo piano a meno che non
riesca a
risolvere la prova di logica che ho posto nella stanza.
Schemi
numerici, ecco in cosa consiste il mio primo rebus.. vedo che
è
nervoso, normale dopo lo scherzo che gli ho lasciato
nell’ingresso.
Proprio come avevo programmato, è distratto dal pensiero
dell’eventuale morte di Joker.
Stavolta sarò io a vincere.. prenderò e
perderò tutto allo stesso tempo.
“Tu cosa ne pensi? Davvero si illude di riuscire a salvarti,
Joker?”
“Ahh.. checché tu ne possa pensare, non
morirò stasera, Eddie.”
“Infatti. La tua morte è prevista a mezzanotte e
tre minuti. Quindi avverrà domani, tesoro.”
“No. Non morirò neanche domani, tesoro.”
Mi
alzo dalla poltrona, allontanandomi dal computer e mi avvicino a Joker,
chiuso in un acquario da circo, di quelli dove i prestigiatori fanno
scena di riuscire a liberarsi prima di annegare.. immaginavo che con le
sue attitudini circensi, Joker avrebbe apprezzato lo show. Gli ho
legato le mani all’altezza dei polsi ed i piedi
all’altezza delle
caviglie. Lo guardo mentre se ne sta in piedi, appoggiato ad una delle
pareti di vetro dell’acquario.
“Mi dispiace che debba finire
così, Joker. Mi rende felice che ieri sera hai voluto fare
l’amore con
me per l’ultima volta. – poggio la mano sul vetro,
delicatamente come
per accarezzarlo – è stato bellissimo, per
me.” Vedo che alza lo
sguardo, mi guarda negli occhi con l’aria incuriosita, poi
sorride e si
limita a rispondere
“Non sarà quella l’ultima volta che
faremo l’amore, Eddie.”
Contraccambio
il sorriso, la mia espressione molto più amara della sua e
lentamente
torno alla mia postazione, di fronte al computer. Riprendo le immagini
delle telecamere solo per accorgermi che Batman ha superato la prima
prova. Guardo l’ora, sono le undici e cinque minuti.
“Questa è bella. Pare che abbia tutte le
intenzioni di darmi del filo da torcere.”
--
Ancora
quattro piani, quattro prove, quattro enigmi da risolvere ma io non
riesco neanche a capire come diavolo ho fatto a superare il primo
piano! Non voglio guardare l’orologio, non so quanto tempo ho
passato
a risolvere quegli schemi ma ho l’impressione di
averci messo
un’eternità. Devo sbrigarmi, concentrarmi
più che posso.
Ecco cosa succede quando
una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.
No,
non adesso, accidenti! Nella mente mi torna un’immagine di
qualche
tempo fa, Joker che mi viene in contro, camminando al centro della
strada, un mitra stretto tra le mani.. la allontano appena metto piede
nella seconda stanza, la cui porta si chiude alle mie spalle,
esattamente come era avvenuto prima.
Un cadavere in decomposizione
giace al centro della stanza, sul suo petto un altro cartello che mi
invita a cercare indizi all’interno della stanza per capire
dove
trovare la chiave che mi permetterà di accedere al terzo
piano. Non
riesco a pensare, non a livello conscio quanto meno.
Ecco cosa succede quando
una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.
Lui
avanza verso di me, lanciando raffiche di proiettili contro tutte le
macchine che si frappongono tra noi due, finché resta solo
la strada
vuota, solo per noi, solo per la nostra sfida. Joker si
avvicina, un
passo dopo l’altro, continuando a venirmi incontro.
Andiamo, andiamo,
andiamo.. andiamo!
Ho
capito dove si trova la chiave. Mi volto verso il cadavere sul
pavimento e senza battere ciglio, senza darmi tempo di pensare a cosa
sto facendo, lo raggiungo e mi inginocchio al suo fianco. Prendo il
Batarang ed uso le sue estremità affilate per aprirlo, senza
rispetto
per la morte, non c’è tempo per quello.. non posso
pensarci proprio
ora. Porto un braccio sul viso per bloccare il puzzo insostenibile
degli organi interni decomposti, mentre l’altra mano va a
frugare nelle
interiora, cercando la chiave.
Andiamo, voglio che tu
lo faccia.
I
suoi occhi, così arrabbiati e pieni di determinazione mentre
mi lancia
la sua sfida proprio attraverso lo sguardo, come se potesse riuscire a
perforarmi l’anima, come una pallottola. Inizio a sentirmi
male.
--
“Uhm..
undici e venticinque ed ha superato anche la seconda prova. Il tuo
principe azzurro sembra impaziente di rivederti, non ti senti commosso
da tutto questo?”
“…”
“Non dirmi che vuoi passare gli ultimi momenti della tua vita
in silenzio? Proprio tu?”
“Quando arriveranno i miei ultimi momenti, stai certo che
tirerò su un casino. Ma non sono questi.”
“Per curiosità, che diresti prima di
morire?”
“Uhm.. direi “oh
oh ah ah ah oh ah”!”
--
Terzo
piano, mi sento sporco e sempre più vuoto, disperato, morto
dentro. La
prova numero tre sembra riguardare la memoria uditiva.
Nella stanza vedo sette persone, o meglio altri sette cadaveri.. non
devo pensare a loro proprio adesso.
Sono
tutti impiccati e disposti in ordine di altezza, gli ultimi tre corpi
appartengono a dei bambini; sembrano raffigurare uno strumento musicale
chiamato ‘campane tubolari’. Sulla porta ci sono
sette tasti, ognuno
col nome di una nota scritto sopra.. inizia il gioco e sento le
registrazioni di quelle che penso essere le voci delle persone morte in
questa stanza, mentre lanciano un grido di dolore.
Devo ricordare
che ognuno di loro rappresenta una nota, non posso pensare a quello che
sto sentendo, non adesso, devo concentrarmi e risolvere questo macabro
gioco.
Un urlo. Due urla. Tre urla. Non posso assolutamente permettermi di
pensare, adesso.
Sette grida, sette notte, sette pulsanti, devo continuare a ricordare
la loro esatta sequenza.
Fallo! Andiamo,
andiamo…- non adesso, ti prego.
– Forza,
forza, voglio che tu lo faccia!
Le
sue labbra si muovono mentre mormorano la sfida che i suoi occhi
invece, mi portano immediatamente con la rabbia. Si fa sempre
più
vicino ed io riesco a leggere nel labiale le sue parole ed è
come se le
sentissi nelle orecchie, nella mente, come se fossimo uniti attraverso
un collegamento profondo.
Undici grida, undici note, undici tasti,
quanto durerà ancora? Devo ricordare, non devo pensare a
nulla adesso,
non devo.. non devo..
Dai coraggio colpiscimi,
dai colpiscimi, compiscimi! – Non adesso!
– Colpiscimi!
Venticinque urla, venticinque note, venticinque tasti, la porta
è scattata.
--
“Molto,
molto bene.. in dieci minuti ha superato anche la terza prova, ma coi
venticinque minuti rimanenti è assai improbabile che possa
ad arrivare
qui. Spero almeno che riesca a guardarti morire. Ma soprattutto spero
che tu faccia in tempo a guardarlo perdere questa sfida. Ti vedo un
po’
abbattuto, hai sete?”
“Tanto tra poco avrò tutta l’acqua che
voglio, no?”
“Credevo apprezzassi l’umorismo da quattro
soldi.”
“Se riguarda me, solo dopo un orgasmo o
un’esplosione.”
“Visto che ormai siamo vicini, vorresti rispondere ad una mia
domanda?”
“Sarebbe?”
“Che cosa diavolo ci trovi in quel sorcio volante?”
“Non chiederlo più, Eddie. Ti ho già
detto che non potresti capire.”
“Sono stufo di sentirtelo ripetere!”
“Ed io sono stufo di sentirtelo chiedere.”
“Tsk. Comunque consolati, almeno ce la sta mettendo tutta,
guarda.”
“Non se la cava male, eh?”
“In fondo, riguarda la memoria visiva.. ci vorrà
un altro po’ di tempo ma se ha fortuna ce la farà
ad essere qui per la festa.”
“Festa? Per farti la festa?”
“A me?
Tsk.. tu che dici, al suo posto ce l’avresti fatta ad
arrivare al quinto piano?”
“Certo! Avrei fatto saltare tutto.. così sarebbe
stato il quinto piano a scendere da me.”
“Quel che è certo è che ti saresti
risparmiato molte scale.”
“L’ho sempre notato, sai?”
“Cosa, che sei pigro?”
“A parte quello.. ah.. intendevo il fatto che da quando ci
conosciamo non mi hai mai fatto un solo indovinello.”
“Vorresti che te ne facessi uno?”
“Pensavo fosse proprio quello
l’indovinello.”
“Ed hai trovato una risposta?”
“Sì. Proprio poco fa.”
“E quale sarebbe?”
--
Sono
finalmente all’ultimo piano, sebbene malandato, sporco e
sconvolto come
mai in vita mia. Non vedo ne Joker ne l’Enigmista da nessuna
parte ma
davanti a me c’è una porta, l’ultima se
Dio vuole, così mi avvicino ad
essa, poggio una mano sulla maniglia ed abbassandola con cautela spingo
per entrare.
Nello stesso momento in cui varco la soglia,mi accorgo
di aver azionato, senza volerlo, un meccanismo e quando alzo lo
sguardo, vedo Joker chiuso in un acquario e l’acqua che ha
iniziato a
riempire il poco spazio a sua disposizione.
Ha mani e piedi legati insieme, il trucco a posto sul viso e non sembra
ferito in alcun modo.
Nigma si para davanti all’acquario vestito della tuta verde
che ama adoperare durante le sfide contro di me.
Un brivido mi corre lungo la schiena quando realizzo che in
così poco tempo, il clown ha già
l’acqua fin quasi alle ginocchia.
“Complimenti davvero Batman, per il lavoro là
sotto. La tua ultima sfida, adesso sono
io.”
|
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Capitolo 13 *** Cicatrici. ***
Per Boopsie:
Tesoro mio! *_* Ma come, qualcosa di terribile? So che non lo faresti
mai in fondo, vero? (dico, guardnandoti con occhi dolci mentre sbatto
le ciglia in maniera innocente) Eh eh eh, sì lo ammetto ho
tutta la storia praticamente scritta ormai ma davvero, è un
lavoraccio ricopiare tutto sul pc, correggere e postare -__-. Comunque
mi sto impegnando! >_< Ecco qua finalmente il capitolo
successivo, come promesso! *_* Servito su un vassoio insieme a
caffè e cornetti! Eheheh, lo so che l'immagine da me
proposta è molto seducente xD mi ha ispirato molto il film
"the prestige", se lo hai visto capirai a quale scena mi riferisco
ù__ù ora ti lascio a goderti questo capitolo
(sì lo so, purtroppo è molto corto
però giuro che mi rifarò col prossimo!). Un
abbraccio, a preso! ^_^
Per Sychophantwhore:
Buon compleanno a te.. buon compleanno a te! ^_^ Eh sì, ho
postato proprio il giorno in cui compi gli anni ed è il mio
regalo per te! (Sì, lo so che purtroppo è un
capitolo un tantino corto ma giuro che mi rifarò col
prossimo!) Davvero una interessante casualità! Ti ringrazio
per i complimenti anche se non credo che Nolan abbia bisogno dei miei
consigli, quel geniaccio! xD Per quanto riguarda l'ambientazione di
gran lunga più macabra di ogni versione mai vista di
Riddler, ammetto che mi sono ispirata a due cose, la prima è
"Saw: L'enigmista" e la seconda è un fumetto di Dylan Dog,
chiamato "Sciarada". La verità è che non sono
brava con gli indovinelli ma per quanto riguarda il macabro, ci sguazzo
quando voglio! XD Come potrebbe Eddie non essere dipendete da Joker?
Lui è come l'eroina, ti da assuefazione e ti distrugge allo
stesso tempo! Per quanto riguarda la risposta all'indovinello
"perchè il re degli enigmi non mi ha mai posto un enigma?"
di Joker, la risposta verrà nel capitolo quindici!
Perciò un po' di pazienza ancora *_*! La risposta comunque
non sta nella domanda stessa ;) è solo un ragionamento
logico che ho fatto con me stessa.. cosa potrebbe tenere unite due
persone così diverse se non la diverità stessa?
Comunque approfondirò sicuramente più in
là! Ormai è questo il tema della storia.. ora che
me lo hai fatto notare è vero, c'è un che di
dantesco nel percorso di Batman durante le varie prove! xD Sono
contenta che ti siano piaciuti i flashback durante il capitolo e ce ne
saranno moltissimi altri in tutti i capitoli seguenti, visto che ho
scoperto di AMARE questo genere di cose! *_* Purtroppo ho anche una
smentita ù__ù sebbene non prenderà mai
più parte attiva nella storia, Crane continuerà a
comparire insieme a Due Facce dal capitolo quindici in poi, ma saranno
parti molto carine e spesso divertenti (almeno lo spero!
>_<). Spero che ora vada meglio, dopo le scosse di questo
periodo. Spero davvero di continuare a leggere le tue recensioni ma
sopratutto che tu stia bene! Ti saluto con un abbraccio, alla prossima!
:)
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 13: Cicatrici.
Batman si precipita verso di me, ho sempre trovato strana la sua
agilità nonostante il peso consistente che deve avere la sua
armatura ma attraverso i comandi del mio scettro riesco a fermarlo; una
volta messo il piede sull’ultima mattonella, questa inizia a
sputare fumo scuro e denso. Per il momento ancora molti metri ci
separano.
“Bada che le prossime non si limiteranno a sputare fumo..
attento a dove metti i piedi, non vorrei che finissi col morire prima
del nostro amato Joker.”
Dopo avermi ascoltato, si prende qualche secondo per riflettere sul da
farsi, poi lo vedo tirar fuori il batarang e lanciarlo contro la finta
parete in fondo allo stanzone, dietro alla quale si nascondeva il mio
computer. È sempre stato il mio difetto inserire troppa
tecnologia nei miei piani.. in questo modo ha disattivato tutte le mine
del pavimento e mi ritrovo a pentirmi di non aver usato delle
semplicissime mine che esplodono a contatto.
Scoppio a ridere.
“E va bene, macho bat! Visto che ci tieni facciamo alla tua
maniera, riduciamo il tutto ad una vile scazzottata.”
“Potresti chiamarla così se gettassi via quel
bastone, Nigma.”
Dice, facendomi ridere di nuovo; subito dopo sfrutto
l’elettromagnetismo del mio scettro per sollevare ad altezza
d’uomo delle palle di ferro sistemate appositamente nella
stanza ed inizio a pilotarle contro di lui.
Per due volte riesco a colpirlo ma come già detto,
è agile nonostante l’armatura e riesce a schivare
quasi tutti i miei attacchi, avvicinandosi pericolosamente a me.
Riesco a colpirlo di nuovo, stavolta sul petto, togliendogli il respiro
per un attimo ma mi è sufficiente per caricare di
elettricità la mia arma dorata e colpirlo con un fulmine.
Contro ogni mia previsione però, non cade e anzi ha ancora
abbastanza forza per attaccarmi; paro il colpo col mio scettro ma lui
mi colpisce con l’altra mano, dritto nello stomaco.
Mi manca il respiro ma contrattacco, guidando ancora una volta le mie
sfere di ferro fino a colpirlo dietro la testa, eppure questo bastardo
continua a non. Voler. Andare. Giù.
Afferra il mio bastone con una mano, sta per colpirmi di nuovo ma con
un’altra scossa elettrica riesco a stordirlo per qualche
secondo. Dovrebbe aver perso le forze ormai, gli pianto un piede
sull’armatura e lo spingo a terra, convinto per un attimo di
aver vinto questa partita, ma dai suoi guanti partono delle lame che mi
feriscono e colpiscono anche il mio scettro, facendolo rotolare lontano.
Mi volto, solo per un attimo, a vedere dove fosse andata a fermarsi la
mia unica arma ma appena torno a guardare davanti a me l’uomo
pipistrello è già in piedi, mi afferra per la
tuta e mi sbatte la testa contro l’acquario.
Vedo Joker che proprio in quel momento ha smesso di sforzarsi per
tenere almeno la bocca fuori dall’acqua, trae un ultimo,
profondo respiro e si immerge completamente.
“Come si apre quell’acquario?!”
“Eheh.. forse ormai non si apre affatto.”
Sa che da me non avrebbe mai saputo nulla eppure ha chiesto
ugualmente.. avrei anche potuto rispondergli in fondo, visto che,
comunque l’unico modo per fermare questa trappola
è attraverso il mio computer, che per inciso lui ha
distrutto.
Sento un dolore lancinante all’altezza del collo, vedo un
lampo bianco e rosso dietro le palpebre e poi c’è
solo l’oscurità.
--
Lascio che il corpo ormai inerme dell’Enigmista scivoli fino
a terra e mi trattengo a stento dal prenderlo a calci. Sbatto una mano
contro il vetro dell’acquario.. infrangibile. Di bene in
meglio, non c’è che dire.
“Joker! Come faccio?”
Lo guardo galleggiare nell’acqua, i capelli ondeggiano
lentamente, i suoi occhi aperti ed azzurri si fissano nei miei, mi
indica con la testa il computer che avevo rotto poco prima con il
batarang.
“No! L’ho rotto, ci deve essere un altro.. come
faccio?!”
Non so neanche se lui riesce a sentirmi o no, mi volto, cerco con lo
sguardo un altro congegno, qualsiasi cosa! Quando torno a guardare
Joker, vedo che sta scuotendo la testa per trattenere ancora un
po’ il fiato, cosa che deve essere diventata difficile a
questo punto. Con le mani giunte e strette a pugno, tenta di colpire il
vetro e quando riapre di nuovo gli occhi, i nostri sguardi si
incontrano di nuovo.
Per un secondo il resto del mondo non esiste e mi ritrovo a tirare un
pugno contro quel vetro con tutta la forza che ho.
Lui si tira indietro mentre colpisco ancora una volta, stavolta con un
calcio, poi un altro, accorgendomi solo dopo che nella vasca,
Joker aveva preso ad agitarsi ed aveva lasciato andare il respiro, i
suoi polmoni si stavano riempiendo delle prime boccate
d’acqua mentre bolle di ossigeno se ne vanno galleggiando
velocemente verso l’alto.
Non ci avevo pensato ma quando ho colpito il vetro da fuori, poco
prima, all’interno il rumore amplificato dall’acqua
doveva essere stato assordante e forse proprio per quello il clown
aveva lasciato andare l’aria che stava trattenendo.
Ora è spaventato, lo vedo serrare gli occhi e poggiare le
mani aperte contro il vetro, immediatamente io le raggiungo con la mia,
come se potesse esserci contatto, in quel modo.
“No, no, no!”
Colpisco ancora due volte il vetro ma mi rendo ben presto conto che non
faccio che peggiorare la situazione, perché questo non cede
e non faccio altro che ferire Joker, continuando a colpirlo.
Lo vedo perdere infine i sensi e qualcosa cede dentro di me.
Perché? Improvvisamente rivedo nella mia mente, in un
secondo, la morte dei miei genitori, i funerali, i volti dispiaciuti, i
visi morti di coloro che mi hanno dato la vita e che io ho ripagato
lasciandoli morire.
Perché anche adesso, che dovrei essere forte, imbattibile,
non riesco a salvare Joker che si trova appena a due passi da me?
Disperato, riprendo a colpire il vetro con più forza di
quanta credessi di possedere, inutilmente finché infine con
la coda dell’occhio vedo lo scettro di Nigma a terra.
In un secondo la mia mente lavora su un’idea, mi fiondo a
raccogliere il bastone ed a casaccio cerco i comandi che mi servono,
deve averli per forza, non può non avere proprio
ciò che serve a me, accidenti! Schiaccio i comandi a caso
finché finalmente non trovo ciò che cercavo,
colpisco un’ultima volta il vetro con il bastone di Nigma e
questo va finalmente in frantumi grazie alle onde potenti che produce.
Immediatamente getto via quell’utensile e lascio che Joker
cada tra le mie braccia.
“Joker? Sei salvo ormai, andiamo riprenditi!”
Non risponde, non respira, lo scuoto ma non serve a nulla, adagio il
suo corpo a terra mentre entro nel panico, unisco le mie mani e
più volte, con esse faccio forza sul suo petto, cercando di
liberarlo dall’acqua. Nulla. Con una mano gli stringo il
viso, gli faccio aprire la bocca e coprendo le sue labbra con le mie
tento di donargli la mia aria, una, due, tre, quattro volte.
“Mamma,
papà!?”
“Ehi, Wayne,
dove sono i tuoi genitori, eh? Sono morti vero? Ah ah ah!”
“Bruce, come
mai tu non hai un papà?”
“Padron
Bruce.. non è colpa sua..”
Non adesso, non adesso, non adesso, non vedete che sono
occupato?!Quando mi risollevo e riporto le mani sul petto di Joker mi
accorgo che ha un taglio sul viso, sicuramente a causa della maschera
che porto. Premo di nuovo contro i suoi polmoni una, due, tre volte,
poi in un secondo mi tolgo la maschera e la poggio a terra, gli chiudo
il naso con le dita e torno a coprire le sue labbra per dargli ossigeno
una, due, tre, quattro volte. Le sue labbra sono così fredde
sotto le mie..
“Non dirmi che
non ti sei mai svegliato di notte non riuscendo a riconoscere te
stesso! Se è vero dimmelo, dimmi che non hai mai litigato
con te stesso ad alta voce.”
“La follia,
vedi, è come la gravità! Basta solo una piccola
spinta!”
“E tu allora,
che te ne stai qui con quel costume da sorcio volante, eh? Dovresti
essere normale?”
Ancora nulla, il suo petto non si muove sotto le mie mani, continuo a
spingere, una, due, tre volte, ancora non respira, mi chino nuovamente
su di lui e torno a coprire la sua bocca con la mia e per un attimo,
senza volerlo, sfioro le sue labbra con la lingua, gli dono di nuovo il
mio respiro, una, due, tre, quattro.. quante volte ho ripetuto questa
azione? A me sembra di aver passato tutta la vita a non fare
nient’altro, a premere le mani contro il petto e dare il mio
respiro a quest’uomo.
“Andiamo!
Forza, forza, voglio che tu lo faccia, dai coraggio colpiscimi, dai,
compiscimi, colpiscimi! Colpiscimi!”
Ma in quel momento non lo feci, a mio rischio e pericolo, nonostante
conoscessi bene le conseguenze..
“Ecco cosa
succede quando una forza irrefrenabile incontra un oggetto
inamovibile.”
Ecco cosa succede.. la forza irrefrenabile semplicemente cambia
traiettoria e lascia che l’oggetto resti inamovibile per
tutto il tempo che vuole. Come posso io vincere contro
quest’uomo? Come posso sperare di tenerlo con me? Ma Cristo, cosa darei
per avere la possibilità di tentare, almeno! Le sue
cicatrici si sentono appena quando poggio le labbra sulle sue, non lo
avevo notato le prime volte che ci siamo baciati?
“Vuoi sapere
come mi sono procurato queste cicatrici?”
Mi ritrovo ancora una volta a premere le mani contro il suo petto, una,
due, tre volte, poggio la bocca sulla sua ed ancora una volta gli do la
mia aria, il mio respiro, gli darei la mia vita in questo momento. Ti
prego, non voglio che l’ultimo bacio tra noi
l’abbia dato ad un morto.. non voglio dover ricordare le tue
labbra così fredde per sempre.
Improvvisamente è la mia bocca a riempirsi di acqua, le mie
orecchie di respiri faticosi e rochi, colpi di tosse.. vengo
allontanato da un colpo sul petto, sotto le mie mani sento il corpo di
Joker muoversi, sussultando e tremando. Mi sollevo e lo guardo mentre
riapre gli occhi, per un po’ nessuno dei due dice niente, io
personalmente sono senza parole.
“Potevi, ah.. prendertela più comoda no? Stavo..
solo morendo, perdio!”
“Non avrai creduto che ti avrei lasciato morire?”
“Ahh.. neanche per un attimo.”
Dice e poi lo vedo scattare per un attimo indietro con la testa e
percorrermi con lo sguardo. Ha un’espressione curiosa mentre
reclina la testa da un lato e poi sorride. Si lascia andare contro le
mie braccia, stremato e chiude gli occhi prima di dire
“Sei carino. Ti immaginavo molto, molto
peggio.”
All’inizio non capisco di cosa stesse parlando ma poi tutto
torna alla mente, molto più chiaro e lucido di come fosse
mentre vivevo quei momenti; avevo tolto la maschera per poter praticare
la respirazione artificiale a Joker senza ferirlo. Come ho potuto
scordarmi di rimetterla a posto? Ora sono diviso, una parte di me sta
per lasciarsi prendere dal panico, l’altra invece
è semplicemente troppo sollevata per il passato pericolo,
vorrebbe solo mettersi a ridere e rispondere
“Molto, molto
peggio? Pensavi davvero che fossi così brutto?”
“Pensavo solo.. che se indossavi una maschera, un motivo
doveva pur esserci.”
Non riesco a trattenermi dal ridere. Perché ormai era tutto
finito e della mia maschera mi importava ben poco. Come anche del resto
non mi andava nemmeno di pensare se fosse Batman o Bruce a trovare
divertente la sua ultima battuta (o forse non era una battuta?).
Raccolgo la mia maschera da terra, rimettendola al suo posto, taglio le
corde che gli legano le caviglie e lo aiuto a rimettersi in piedi,
voltandomi infine verso l’Enigmista, ancora a terra.
“Batsy..?” Mi chiama Joker, con la voce ancora
roca, toccandomi il viso e guidandolo finché non poggio lo
sguardo su di lui. “Per favore, lascialo
lì.”
“Stai scherzando vero? Devo portarlo ad Arkham, dove
è giusto che stia!”
“Non ha senso. Sono sicuro che non tenterà
più nulla.”
“Ha ammazzato quasi quindici persone per questa farsa! Non
posso darti retta, mi dispiace!”
“Ancora questo sciocco senso di giustizia! Ancora una volta
mal riposto! Visto che sei così solerte, Batsy, devo dedurre
che riporterai anche me al manicomio, stasera?”
Non rispondo nulla, non so che dire, è quello che dovrei
fare. Dovrei riportarli entrambi dritti dritti ad Arkham ma non riesco
neanche ad immaginarmi mentre lascio che gli infermieri portino via
Joker, un passo dopo l’altro, sempre più lontano
da me, proprio ora che sono così vicino a scoprire me stesso.
Perché lui è l’unico che sia riuscito a
farmi capire dove ho sbagliato tutto questo tempo? L’unico
che sia mai riuscito ad indicarmi una strada alternativa al mio
continuo biasimarmi e dividermi in due personalità?
Il silenzio si allunga nei secondi ed io inizio a sciogliere le corde
che gli legano i polsi ma lui si tira indietro e poi solleva ancora le
mani fino al mio viso.
“Che c’è, Batsy? Non ti va di vedermi
con le manette, stanotte?”
In qualunque senso io tenti di rigirare questa frase, comunque il tono
della sua voce dava la giusta oscenità alla frase ed io mi
ritrovo imbarazzato ma non contrariato come dovrei essere.
“Smettila di dire scemenze!”
“Scemenza? Ahh.. pensavo di essere io tra noi due quello che
ti capisce meglio.”
“Non hai capito proprio nulla!”
Si mette a ridere, nonostante sia stremato ancora ha la forza per
trovare dell’umorismo dove non dovrebbe essercene affatto.
“Oh, Batsy.. sei così divertente!”
“Basta, andiamo!”
“Lo lascerai qui, allora?” Chiede, riferendosi a
Nigma.
“Certo che no! La tua richiesta non ha senso e non basteranno
due moine a farmi cambiare idea!”
“Mmh-mh. Voglio solo spiegarti che—“
Un rumore improvviso, fortissimo, riempie l’aria e Joker cade
contro di me, spalancando gli occhi per un attimo. Lo afferro,
tenendolo stretto e quando alzo lo sguardo, vedo l’Enigmista
in piedi a fatica, la pistola stretta nella mano, ancora fumante.
“Come se avessi bisogno delle tue fottute preghiere per me,
Joker!”
“Nigma, butta via la pistola!”
“Stai fermo, bastardo!”
“Io? Sei tu quello che ha appena sparato all’uomo
che diceva di non voler lasciar andare!”
“Quello che provo è affar mio! Tu me
l’hai portato via, è colpa tua quello che
è succeso!”
“Non sono stato io a sfidarti! Non ti ho detto io di fare
tutto questo!”
“Mi ci hai costretto! Mi ci avete costretto entrambi! Cristo,
ma che cazzo ne sai tu di Joker?! Tu pensi di riuscire a reggerlo,
vero? Non riesci nemmeno ad intuire quanto ti porterà
lontano dal tuo mondo se gli dai un minimo di spago! Non riuscirai a
stare con lui, non potrai mai capirlo come faccio io! Eppure ti sei
sentito in diritto di agire su sentimenti campati in aria! Non ti
lascerò mai Joker, qualunque cosa accada!”
Quando finisce di parlare risolleva la sua arma contro di noi ed io non
posso che schermare il corpo di Joker col mio, sentendo i colpi cozzare
contro la mia armatura, sicuramente lasciando lividi sulla pelle
sottostante; sento il sangue di Joker sulle mani, perché
diavolo non sono stato attento?! Mi ritrovo nuovamente ad adagiare il
corpo del clown a terra, insanguinato ed ancora una volta privo di
sensi. Non appena le pallottole dell’Enigmista terminano, con
un balzo gli sono davanti e lo disarmo senza problemi, poi lo colpisco
al viso e lui cade a terra.
“Ca-zzo..
–mormora, senza fiato e mi stupisco quando vedo il suo viso
umido, due lacrime che lo percorrono. – tutto.. totalmente
inutile.” Lo vedo coprirsi il volto con le mani, restando
steso a terra, le ginocchia piegate, i piedi piantati sul pavimento.
“Ci sono dei limiti, Nigma. I tuoi sentimenti non
giustificano le azioni che hai commesso ed anzi, sono proprio queste a
rendere ciò che provi marcio e malato.” Lo sento
continuare a singhiozzare finché questi suoni non si
trasformano in una risata macabra.
“Forse hai ragione. – ammette, continuando a ridere
– Vorrei proprio vederti allora, alle prese con
l’amore di Joker.. marcio
e malato, hai detto. Eh eh eh.. forse è per
questo che andavamo così d’accordo..”
dice continuando a ridere fino a doversi rigirare su un fianco.
Mi avvicino a lui e lo stordisco ancora una volta, poi mi metto in
contatto con Gordon e gli chiedo di venirselo a prendere.
Torno immediatamente ad esaminare Joker e fortunatamente la pallottola
lo ha colpito ad un fianco; l’arma usata da Nigma non aveva
un calibro troppo elevato, quindi immagino che non sia neppure
penetrata troppo in profondità, il clown deve essere svenuto
per via dello shock.
Lo sollevo tra le braccia e lo porto con me fino alla bat mobile, per
poi guidare fino alla caverna.. i sedili si impregnano di sangue e di
acqua durante il tragitto ma non potrebbe fregarmene meno.
Solo quando arriviamo a destinazione ed io lo tiro fuori dal veicolo,
mi rendo conto effettivamente di quello che ho fatto: guardo Joker
privo di sensi, sul mio letto, medicato alla meglio e mi domando come
diavolo potrò spiegare ad Alfred tutto questo. Come
spiegargli lui?
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Capitolo 14 *** Nella Pancia del Ragno. ***
Per LadyBlack:
Salve! xD
Grazie per il bentornata, sono contenta di risentirti e soprattutto dis
aperti soddisfatta dalla velocità di post
ù__ù mi sono presa una pausa
piuttosto lunghetta, eh? Mi fa piacere che trovi divertenti le battute
di Joker, spero che anche per questo capitolo sarà
così, visto che mi
ci sono impegnata molto! ;) Sì, so che vuoi dire,
a tutti dispaice per
Eddie ma non è detta l'ultima per lui.. anche
perchè sono convinta che
alla fine arriverete tutti a tenere per lui xD! Sì lo so,
sono una maga
della disperazione! E ora.. Joker nel costoso, caldo letto di Bruce
Wayne! xD Per Alfred bisognerà aspettare ancora un capitolo
ma
sinceramente ho deciso di non calcare troppo la mano su questo
personaggio.. spero di non deluderti! Ti lascio a goderti quest'ultimo
capitolo e ti saluto con un abbraccio! Alla prossima!
Per Sychophantwhore:
Ciao!
:D Sono felice che alla fine il capitolo ti sia piaciuto, so che non
è
un gran regalo però è il pensiero che conta :P.
Sono felice che ritieni
i miei capitoli ricchi di contenuto, davvero.. è il
complimento più
bello che potessi farmi! Per quanto riguarda lo sfiorare le labbra del
Joker.. mi ritrovo a sospirare tristemente pensando di non poterlo fare
se non nella mia fantasia contorta >_ammooore
;)! Poi.. capisco le tue preoccupazioni per quanto riguarda il terzo
capitolo della saga di Batman ma sinceramente Nolan gode della mia
piena fiducia (sempre che non decida di resumare il personaggio di
Joker, ormai sarebbe improponibile affidare quella parte a qualcun
altro).. so che si parlareà dell'Enigmista e di Catwoman,
perciò
rimettiamoci nelle sue mani e teniamo le dita incrociate! xD Per quanto
riguarda la soluzione dell'enigma tra Joker ed Eddie, sarà
anche quello
nel prossimo capitolo.. >__< ancora un po' di pazienza e
sarà
svelato tutto xD! Sono contenta di trovarti d'accordo con me per quanto
riguarda il macabro! Per quanto riguarda i flashback ce ne
sarà
qualcuno che io trovo molto coinvolgente, nei capitoli successivi e
riguarderanno tutti stavolta, non solo Batman. ;) Ora ti saluto e ti
lascio al capitolo 'bollente', sperando che ti piaccia come gli altri!
;) Un abbraccio, alla prossima!
Per Boopsie: Tesora
*_*! La recensione più lunga della tua vita, dici? Ma sono a
dir poco lusingata
da tutto ciò! Nonchè dalla patente di 'Matta' che
finalmente ho
ottenuto dopo tutti questi anni passati a non anelare altro (se non il
Joker nel mio letto.. ahem..)! Ora faccio ufficialmente parte del club
e se mai dovessi uscirne, sarà solo
perchè sono stata ingoiata da un
buco nero o che so io, inseguita da un gamberetto gigantesco
fuggito
da un'insalata pantagruelica! Sono contenta che l'impronta di "The Prestige"
sia subito balzata agli occhi, quella scena (l'annegamento della donna
nell'acquario) è rimasta stampata nella mia mente e non ero
sicura che
con le semplici parole sarei riuscita a trasmettere ciò che
mi ha fatto
provare in tutta la sua essenza :S! Ommioddio parlando così
di fiato da
trattenere ti ho appena immaginata leggere quel capitolo in apnea per
poi rotolare fuori dalla sedia, svenuta per via della mancanza di aria
xD! Non farmi questi scherzi, eh >__< ! Per quanto
riguarda
Alfred, dico anche a te che purtroppo ho deciso di non calcare troppo
la mano con lui :( spero non sia una delusione.. sto tentando di
rendere il tutto più realistico possibile. Comunque staremo
a vedere
xD. Ti ringrazio per i complimenti e gli incoraggiamenti che mi dai!
Ora ti lascio alla lattura di quest'ultimo capitolo, sperando che ti
piaccia (eh sì, è proprio la lemon ;)..!) Un
abbraccio fortissimo, alla
prossima! xD
Per
AintAfraidToDie: Ciao!
Innanzitutto volevo dirti una cosa che nella risposta al commento del
capitolo dodici avevo scordato di aggiungere
ù__ù: trovo davvero molto
particolare il tuo nick, una scelta insolita, devo dire! xD Posso
chiederti, se non sono troppo indiscreta, cosa ti ha spinto a crearlo?
Ora, detto questo, ti ringrazio vivamente per i complimenti che fai
alla mia storia ed al modo in cui ho deciso di scriverla.. sono
incoraggiamenti preziosi che mi rendono sempre scattante e celere xD!
Per quanto riguarda la velocità di aggiornamento era
scontato, dopo
aver fatto penare tutti in questi mesi di pausa, ho ritenuto opportuno
accelerare le cose per farmi perdonare ^_^.
Tenterò di non
imbarazzarmi troppo, anche se sarà difficile, sono
un'entità timida, lo
ammetto.. ç__ç se fossi un fantasma sarei come
Casper, che si va
nascondendo in tutti gli angoli bui! (Ehm.. ok, sto inorridendo da sola
per quello che ho appena detto di me stessa xD) Sono contenta che ti
piaccia così tanto la mia storia, sono contenta che la
storia
dell'identità svelata non abbia urtato nessuno, visto che so
di aver
azzardato un po' troppo, ma era per rendere ancor più chiaro
il
concetto che, secondo me, Joker non è innamorato di Batman
come puro e
semplice simbolo idealizzato, bensì di tutto il suo essere,
Bruce Wayne
compreso (e poi diciamocelo, l'idea di Batsy che fa l'amore con Joker
indossando una mascherina come in un club per scambisti, fa accapponare
la pelle!). Anche a te dico che per quanto riguarda Alfred ho deciso di
non calcare troppo la mano :( spero non sia una delusione.. sono
contenta che apprezzi anche la componente "The Saw",
che io ho trovato così adatto allo stile di Nolan.. ancora
un
sentitissimo grazie per tutti i bellissimi complimenti, ora ti lascio a
quest'ultimo capitolo, sperando che ti piaccia! ^_^ Un abbraccio, alla
prossima!
Per Mhcm: Ciao!
xD Quanto tempo, eh? Sono contenta che alla fine tu abbia ricevuto la
mia mail ed abbia deciso di continuare a leggere la mia storia, so di
non meritarlo, sono stata troppo cattiva a pensare di abbandonare i
miei.. ehm.. come chiamarli? Tessssssooriiiii
andrà bene xD? Avrei dovuto ben pensarci prima di decidere
di lasciare
i miei personaggi così, nel bel mezzo di una storia
incompiuta xD! Sono
contenta che anche tu apprezzi i miei flashback, anche a me
è piaciuto
molto descriverli! ^_^ Ti lascio ringraziandoti di tutto e sperando di
continuare a leggere le tue recensioni! Ora ti lascio a quest'ultimo
capitolo, sperando che ti piaccia! Un abbraccio, alla prossima!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 14: Nella Pancia del Ragno.
Mi
sento tutto ammaccato ma comodo.. che cosa strana da pensare, appena
sveglio! Apro gli occhi su un panorama scuro, non riesco a vedere ad un
palmo dal naso, forse mi trovo nella pancia di un qualche insetto
enorme, che mi ha mangiato senza che me ne accorgessi?
Naah,
impossibile non accorgersi di una cosa simile, ricorderei una lotta
contro un ragno gigante, come minimo gli avrei cavato sei occhi prima
di farmi ingoiare. Quanti occhi avevano comunque, i ragni? Otto?
Davvero? Che se ne faranno di una vista così acuta, poi.. e
lo stesso
vale anche per i conigli! Tutte quelle carote, giorno e notte..
inquietante! Ecco, adesso questi sì che sono i classici
pensieri che
uno si fa appena sveglio! Che stia diventando sano di mente?
Sento un alito caldo dietro il collo.
“Eddie..?”
Tento
di bisbigliare ma l’unico suono che riesco ad articolare
è un
indistinto, rauco raspare.. faccio caso solo ora al fatto che
è come se
avessi la gola in fiamme.. districo una mano dalle coperte con
l’intento di provare a massaggiarla ma il mio arto non arriva
mai alla
sua destinazione, mi sento afferrare per un polso, che poi viene
delicatamente guidato di nuovo giù ed il respiro che sentivo
si fa
ancora più vicino, sento delle labbra sfiorarmi alla base
del collo e
vengo percorso da una stupenda scossa elettrica che mi attraversa la
spina dorsale fino alle punte dei piedi.. è un punto davvero
sensibile
per me e neanche mi sforzo di trattenere un gemito.
Sento una
mano scivolare fino a coprirmi la pancia, la sento grande,
calda e
forte mentre, premendo, mi schiaccia ancora di più contro il
corpo alle
mie spalle, dove posso sentire l’eccitazione del
mio compagno di letto.
Per
un attimo, il respiro dietro di me si fa tremante, accompagnato poi da
un gemito appena sussurrato e qualcosa di umido mi percorre un lato del
collo, salendo fino all’orecchio, un piccolo morso sul lobo,
poi di
nuovo con la lingua sull’esterno ed infine dentro
l’orecchio, posso
sentire il suo respiro.
Vorrei voltarmi ma la persona dietro di me mi sta troppo vicina, mi
tiene in trappola tra le sue braccia.
Sento
dei denti chiudersi sulla mia mascella per mordicchiarmi leggermente,
poi la bocca scende facendo la stessa cosa sul collo e sulla spalla ma
contrariamente a quanto mi aspettavo, non si serrano mai in un vero
morso.
È solo a questo punto che mi rendo conto che
l’uomo dietro di me non
è Eddie.
--
Non
riesco a non percorrere tutto il suo corpo con le mani, le labbra, la
lingua.. ogni suo gemito sembra entrarmi dentro e risvegliare una serie
di sensazioni che non avevo mai provato tutte insieme; come un pugno
nello stomaco, come una scossa elettrica dritta sul mio cervello, come
un graffio nella gola, fino all’inguine come un fiume in
piena.
Tutti
i miei sensi si sono riempiti di lui; le mie mani sul suo corpo,
resistente ma morbido allo stesso tempo.. il suo sapore mentre lecco la
sua pelle fredda, l’odore del sapone con cui gli ho lavato il
corpo ed
il viso, mescolato a qualcos’altro che è la sua
vera essenza.. e quei
bassi suoni eccitanti che sono puramente suoi.
Tengo gli occhi
chiusi contro l’oscurità quasi totale nella
stanza,tanto non ho bisogno
di vederlo; nella mia mente, l’immaginazione ed i ricordi mi
forniscono
ogni dettaglio mancante. All’improvviso lo sento voltarsi
verso di me,
con uno scatto si solleva su un gomito ed io istintivamente sollevo lo
sguardo dove penso si trovi il suo viso, per sentire subito dopo le sue
labbra schiacciarsi contro le mie, il suo viso spinge contro il mio
fino a pilotarmi nella posizione che desidera e mi ritrovo seduto sulle
ginocchia e lui davanti a me nella medesima posizione.
Sento la sua
lingua uscire a bagnarmi le labbra e le sue mani farsi strada tra i
miei capelli; apro la bocca, coprendo la sua proprio come quando gli
stavo ridando la vita con la mia aria ed inizio ad esplorarlo con cura
e passione;
lo circondo con le braccia, carezzandogli la schiena
col desiderio di sentire sotto le mani quanta più pelle
posso ma quasi
subito sento che mi ferma, guidando il mio tocco più
giù, fino ai suoi
fianchi mentre i nostri respiri continuano a riempire il silenzio tra
un bacio e l’altro.
Sento che mi tocca il petto, esplorandolo
con lunghe carezze, dal collo all’addome ed io lo stringo
ancora di più
contro di me, la sensazione di averlo tra le mani è
meravigliosa,
vorrei sentirlo ancora di più, mentre ogni nostro bacio si
fa sempre
più urgente e di nuovo lui mi prende le mani, intrecciando
saldamente
le nostre dita per un attimo per poi guidarle come vuole;
ne porta
una sul suo viso ma solo per pochi attimi prima di allontanarla
nuovamente, come se ci avesse ripensato, l’altra invece viene
accompagnata tra i nostri corpi, dove decide di farla restare e
l’altra
viene finalmente liberata. Approfitto dell’occasione per
andare a
carezzargli il viso, il collo ed i capelli con un solo movimento.
La
mano che non è occupata a stringere la mia viaggia fino alla
mia
schiena e lo sento piantare lì le sue unghie per poi
lasciare la sua
scia di graffi, più dolorosi di quanto fosse necessario; la
meraviglia
per quella sensazione improvvisa mi fa scattare indietro per un attimo,
separando le nostre labbra ma lui le cattura nuovamente, subito dopo e
con ancor più passione di prima.
Sposta le mie mani ancora una volta
e mi ritrovo a ricordare di non aver mai avuto prima d’ora
un’amante
così agitata, cazzo, non sta fermo un secondo!
Con gentilezza libero
le mie mani dalle sue per stringerle subito attorno ai suoi polsi
esili, prima che ricominci col suo tour guidato e lo conduco fino a
toccarmi il petto, per poi stringerlo a me, così da fermare
le sue mani
tra i nostri corpi.
Lo sento espirare forte e lanciare un nuovo
gemito, anche se stavolta suonava più come di sconforto che
di piacere
e di nuovo resto fulminato da un dolore acuto ed improvviso mentre
affonda i denti nel mio labbro con tanta violenza che subito dopo sento
già il sapore metallico del sangue in bocca, mi tiro
indietro con
un’imprecazione e quando sento ancora le sue mani agitate sul
petto, le
afferro e lo costringo a stendersi sotto di me, con
l’intenzione di
bloccarlo per un solo, maledetto secondo!
I miei occhi, ormai
abituati alla scarsissima luce, riescono a definire i contorni del suo
viso ed i suoi occhi chiari, dove leggo la silenziosa domanda
“Perché?”.
Osservo più attentamente, tentando di vedere oltre e mi
accorgo che ha ‘quello’ sguardo;
gli stessi occhi che ricordo così bene e che ancora adesso
bruciano, nei miei ricordi.
Sono
talmente identici a come erano in quel momento che per un attimo resto
stordito, senza riuscire a capire cosa fosse successo.
Quello sguardo.
Andiamo, andiamo,
andiamo..! Forza, voglio che tu lo faccia!
--
Eh,
no e che cazzo..! Perché diavolo adesso si è
fermato ma soprattutto che
cavolo ha da guardare?! Non voglio che mi guardi, voglio solo sentire,
più che posso e come posso.. mi sollevo per baciarlo ma lui
si tira indietro, per poi spingermi nuovamente giù e non sopporto tutto
questo!
Inizio a sentirmi quasi claustrofobico, non posso restare
così, lui
non può voler restare così! Insinuo velocemente
una mano tra i nostri
corpi e gli colpisco il braccio su cui si è poggiato, in
modo da
sbilanciarlo e ne approfitto per ribaltare la situazione; gli stringo
le gambe alla vita per bloccarlo e gli do una spinta sul petto per
premerlo contro il materasso, proprio come aveva fatto lui con me poco
prima.
All’improvviso mi sento afferrare le braccia con una forza
tale che già posso quasi sentire i lividi formarsi e
finalmente sento..
un brivido mi percorre la schiena mentre mi porta ancora una volta
sotto di sé e la storia inizia a piacermi.
Vorrei
che mi immobilizzasse e mi facesse sentire la sua forza sulla pelle,
sui muscoli e sulle ossa, fino a farmi sanguinare; che mi costringesse
ad aprire le gambe e prenderlo dentro di me, vorrei che mi mordesse,
che stringesse, come prima, la sua mano sul mio fianco così
che possa
sentire la ferita della pallottola che mi ha sparato Eddie pulsare e
sanguinare.. io per provocarlo tenterei di ribellarmi e lui mi
costringerebbe a voltarmi, schiacciandomi la testa contro il cuscino,
mi solleverebbe le mani dietro la schiena finché non
sentirei le
giunture ed i tendini dolermi, in fiamme.
Finché finalmente riuscirei a sentire.
Certo,
tutto questo nella mia fantasia, visto che dopo quell’unico
lampo di
genio di poco fa, Brucey ha ripreso a starsene fermo e guardarmi.. ed a
me non piace
essere guardato mentre faccio sesso.
--
Sto
tentando di capire il perché di questo sguardo,
perché proprio in
questo momento.. sento Joker tremare leggermente e vorrei che
smettesse, non mi sono nemmeno accorto di quando ha cominciato, vorrei
che si calmasse o meglio, riuscire a calmarlo in qualche modo.. non so
se è per colpa mia che all’improvviso è
diventato così, se forse ho
fatto qualcosa per irritarlo o spaventarlo o-… cazzo, mi ha
morso di
nuovo! Stavolta su un braccio, solleva le mani, schiacciandone una sul
mio viso mentre con l’altra mi spinge all’altezza
di una spalla.
Sento il collo emettere un insopportabile ‘crack’
ma non posso fare altro che catturargli nuovamente i polsi, unirli ed
immobilizzarli sopra la sua testa.. la mia prossima intenzione
è quella
di allontanarmi da lui, visto che mi pare ovvio ormai che NON vuole
fare l’amore con me.
Cazzo, è da mezz’ora che non fa che tentare di
farmi del male anche se non capisco perché, che gli abbia
preso così
improvvisamente.
Quando sento che tenta di liberare le mani
dalla mia presa, lo stringo con più forza e mi stupisco nel
sentire uno
scatto attutito, immediatamente allento la presa ma sento Joker
lanciare un gemito di dolore e.. qualcos’altro;
immediatamente capisco tutto.
Lui
vuole tutto questo e non stava tentando di allontanarmi,
bensì
provocarmi e ferirmi finché non avessi perso la pazienza ed
avessi
iniziato a contraccambiare.. nel secondo in cui questa realizzazione si
fa strada dentro di me, per lo stupore il mio cuore manca un battito ed
una corrente gelida mi attraversa fino alla gola in un attimo.
Lui mi guarda negli occhi, si aspetta qualcosa da me, è
evidente e sento le mani tremarmi per un momento.
“Joker.. io non posso darti quello che vorresti tu.”
--
Ok.
In questo momento vorrei tanto avere uno specchio a portata di mano,
giusto per ridere della mia faccia stupita e del mio ammutolire
improvviso.
Ok. Di che mi stupisco in fondo? Questo è Batsy.. quando mai
il pipistrello ha fatto qualcosa che avrebbe fatto piacere a me?
Ok.
Ok, ok, ok, ok... ok, col cazzo che è ok.
“E questo da quando?”
Chiedo,
una nota derisoria nella voce mentre il disappunto si fa strada in me
fino a trasformarsi lentamente in disgusto e veleno da sputargli
addosso. Vedo che alla mia domanda resta muto per un po’,
mordendosi un
labbro prima di trovare le parole adatte per rispondere.
Mah, tanto
pare che ormai ho tutto il tempo per aspettare sua signoria, visto che
l’orgasmo che avevo in agenda è stato cancellato
all’ultimo minuto. Ok,
ora so immaginando un orgasmo su un’agenda con tanto di
numero di
telefono ed indirizzo.. sento che inizia a parlare e mi distraggo dal
mio breve viaggio mentale.
“Non posso farti del male mentre.. insomma, non voglio! Non
posso!”
Oh,
Gesù! Che spiegazione intelligente mi ha fornito! Come
replicare di
fronte a cotanto ragionamento logico? E va bene, mi hai convinto
Brucey, davvero! Giuro che non
ho voglia di cavarti gli occhi in questo momento! Come
replicare adesso? Ci vorrà una risposta altrettanto scaltra,
immagino! Bleahhhh!
“Grande, Batsy! Ed io che pensavo abbandonassi i tuoi
principi contorti, ogni tanto! Cristo,
nemmeno quando ti fai una scopata sei capace di lasciarti
andare!”
Dico
sbattendo la testa indietro, contro il cuscino e magnanimamente
attendendo una risposta, sperando che stavolta mi giunga un poco meno
velata della prima. Forse non sono abbastanza intelligente per arrivare
a capire questi fulgidi esempi di chiarezza! Mentre aspetto, sento la vera frustrazione
montare dentro di me, tento di incrociare le braccia ma lui continua a
tenermele bloccate sulla testa.
“Non si tratta di quello!”
Vabbè…
“E di cosa,
allora?”
Fammi
perdere altri venti minuti del mio tempo a non spiegarmi
perché non hai
intenzione di mettermi le mani addosso – cosa che, per
inciso, non
aveva mai avuto remore a fare prima d’ora – e giuro
che ti stacco la
lingua a morsi..
“…”
“Eloquente, eh..?
Cristo, che tempismo hai, Batsy..! Proprio
adesso ti è venuta la crisi di coscienza..! Che culo, che
c’è, hai visto la Madonna, per caso..?”
“Credi
sia facile per me tentare di spiegarti un concetto del quale, sono
sicuro, non riusciresti a concepire neanche le virgole?!”
“Provaci, forse ne resteresti sorpreso!”
Ha
ripreso a non parlare, ma fortunatamente stavolta la pausa dura meno
delle precedenti e con un sospiro sconsolato inizia il discorso.
“Perché
non è come quando tu stai per far saltare in aria qualcosa
ed io devo
prenderti a pugni per evitare una strage! Se voglio fare
l’amore con
te, non.. insomma, vorrei sentire che.. che piace anche a te, ecco! Che
è una cosa
reciproca!”
Grande!
“Non
puoi sentire che mi piace se non mi piace! È vero, forse non
riesco a
capire realmente dove sta andando a parare il tuo pensiero ma se sei
convinto di quello che dici allora sai dove puoi mettertelo il tuo
‘dolce fare
l’ammoooore’?”
“Ma perdio,
Joker sei così assurdo!”
“Io?! Ommioddio, lasciami andare immediatamente!”
“Per farmi cavare gli occhi o strappare la lingua? No,
grazie.”
E
va bene.. ho appena fatto una grossa, grossa bastardata rispondendogli
con una ginocchiata nella parte più sacra di ogni uomo,
quella dove,
per una regola non scritta ogni essere di sesso maschile non andrebbe
mai a colpirne un altro se non in caso di vita o di morte.
Non so
neanche cosa mi aspettassi di preciso, visto che in questo momento non
ha l’armatura addosso ma non avevo di certo previsto che si
sarebbe
accartocciato su se stesso in questo modo! Mentre si lamenta e tenta di
recuperare il respiro, posso solo augurarmi che capisca i miei
sentimenti e decida di esserselo meritato, piuttosto che costringersi a
dover infrangere la sua unica regola, stanotte.
La buona notizia è
che finalmente mi ha lasciato i polsi.. sollevandomi mi arrischio a
lanciargli uno sguardo e mi impietosisco nel vederlo in questo stato,
un braccio sul mio stomaco, dove ha poggiato la testa e la mano libera
a massaggiarsi il cavallo dei pantaloni.
“Fa così.. nh.. male?”
No,
no, no, non c’è nulla di divertente! Nulla! Ma
allora perché nel
chiederglielo ho dovuto trattenere una risata? Lui non mi risponde,
ovviamente non riesce ancora a parlare ma col pugno mi da un colpetto
sulla pancia, non so se voglia dire ‘sì’
o ‘no’, ma ho la mia idea in
proposito. Forse dovrei chiedergli scusa?
“Mi disp-.. pff.. mi dispia.. scu.. sami, ah ah ah
ah!”
“Cazzo..! Ridi su questo, adesso..”
“N-no..! Ah ah..! Non si ride.. ah ah ah.. sui morti.. ah ah
ah ah ah!”
Ok,
questa potevo benissimo risparmiarmela visto che lo ha reso furibondo
ma si sa, faccio sempre le cose senza pensarci. Non riesco a smettere
di ridere e la potenza di questo mi costringe a tornare steso, piegare
le ginocchia e coprirmi la faccia con le mani.. mi rotolerei se non
avessi quasi cento chili di pipistrello addosso.
Dopo poco, Batsy si
riprende e tornando su di me mi afferra per gli avambracci, scansando
le mani dal mio viso; non riesco neanche a guardarlo bene per capire
precisamente a che livello di furia si trova, tanto le risate mi hanno
coinvolto.. non riesco a tenere gli occhi aperti e riesco a
costringermi in uno stato di semi calma solo quando sento una sua mano
a stringermi il viso, così alzo lo sguardo su di lui ma
stranamente non
sembra poi così infuriato.
“E adesso?”
Gli chiedo con
tono di sfida, notando ancora una volta i suoi lineamenti, i suoi occhi
quasi di ghiaccio e penso per la seconda volta che sono davvero
contento di essermi sbagliato nell’immaginarlo brutto. Lui
lentamente
allenta la presa sulle mie guance, abbassandosi a sfiorare appena le
sue labbra contro le mie; il respiro prodotto dalle sue parole
sussurrate mi da un brivido.
“Fatti perdonare.”
La sua
voce ha un tono strano, a metà tra la richiesta ed il
comando, la sua
presa si scioglie completamente in una carezza che scende fino al mento
e sul collo; mi bacia le labbra, passando poi lentamente agli zigomi,
la sensibile zona di pelle appena sotto l’orecchio e
lì si ferma per
sussurrare ancora una volta
“Lasciami provare..”
E poi
baci, molti, lenti e delicati sul collo, la gola, le spalle, il viso..
mi muovo, forse giusto per fare qualcosa mentre lascio che Brucey
‘tenti’ - in attesa
dell’inevitabile fallimento – e nel farlo, il mio
corpo struscia contro il suo, stimolando il suo piacere; lo sento
gemere ed aggiungere più passione ai suoi gesti comunque
ancora fin
troppo dolci per i miei gusti.
Sento che con una mano continua ad
accarezzarmi il viso mentre l’altra si insinua nei pantaloni
che
indosso – suoi, a giudicare dalla misura leggermente troppo
grande per
me – iniziando a muoverla con esperienza chiaramente
personale, penso
tentando di imitare i movimenti che fa su se stesso, quando
è da solo.
Nel
frattempo, viene a baciarmi le labbra, carezzando la mia lingua con la
sua ed invitandola ad uscire per un bacio a bocca aperta, lasciando poi
che i nostri respiri si mescolino, cosa che sembra procurargli piacere.
Riesco
a capire ciò che prova, lo percepisco dal modo in cui muove
le mani,
dal suo respiro frammezzato e non so se la cosa mi piaccia o meno.. non
riesco a farmi piacere del tutto questo suo modo di fare
perché sento
di odiare il suo atteggiamento, questo toccarmi e baciarmi come se
avesse timore, se ancora non fosse certo del se sono reale o meno, come
se potessi sparire da un momento all’altro, come se fossi la
cosa più
preziosa che abbia mai stretto tra le mani.
Non sono una bellezza, non sono delicato o puro ne tanto meno prezioso;
odio sentirmi preso in giro in questo modo!
Chiudo
gli occhi in attesa che si decida a rassegnarsi e sento che inizia a
percorrermi il petto con la mano, fino all’addome, poi ancora
su e giù,
con gesti ampi ma lenti, come se stesse tentando di calmare un animale
ferito e cazzo, quanto lo odio.
Inaspettatamente,
il lampo di un ricordo mi attraversa i pensieri; ancora non avevo
nessuna cicatrice sul volto e stavo seduto su qualcosa, un banco o una
scrivania mentre qualcuno mi bacia e mi passa la lingua sul collo,
accarezzandomi il corpo nella stessa maniera.. sento che non riuscivo a
farmelo piacere neanche allora.
Altrettanto improvviso come è
arrivato, quel flashback scompare e non me ne curo già
più, sono
abituato a queste fulminee rimembranze non gradite ed ho imparato a non
farci caso.
Sento la mano nei miei pantaloni smettere di carezzarmi
per scendere ad esplorare più giù, toccando la
mia eccitazione solo col
palmo, l’altra mano si sposta sul mio viso, tremante come il
suo
respiro affannato e prevedo subito la sua prossima mossa.
Sento
che si fa strada dentro di me con un dito ed il suo respiro si fa
ancora più elaborato; so che vorrebbe entrarmi dentro
subito, che non
vede l’ora di sentirsi stretto come ora sente le sue dita e
per un
attimo mi sento sporco, come se stessi facendo qualcosa di sbagliato,
il che è odioso visto come l’ho sempre pensata a
proposito delle
‘regole morali’.. è strano, è
qualcosa che non pensavo neanche facesse
parte di me e Cristo,
se odio tutto questo sempre più.
Stranamente,
non riesco a trovare nessuna voce per dirgli
‘basta’.. gli poso una
mano sul petto ma le mie unghie lo sfiorano appena, non riesco
più a
respirare bene, così sollevo la testa cercando di trovare
più aria.
Sento la sua mano prendere la mia e guidarla fino alla sua eccitazione
e mi trovo a non sapere cosa fare; lo sfioro e lo sento gemere, per poi
incoraggiarmi a toccarlo con più decisione e quando comincio
anche io
ad accarezzarlo, la sua mano torna al mio viso e con un tocco leggero
ma urgente mi spinge a guardarlo.
Guardandolo, capisco che mi
piace ciò che vedo.. che i suoi occhi velati sono il
riflesso del suo
desiderio per me, che le sue labbra socchiuse sembrano cercare qualcosa
che solo io posso dargli, che il modo in cui le sue sopracciglia si
incontrano abbassandosi l’una verso l’altra
è un messaggio per me:
l’unico, disperato modo che ha per farmi capire
ciò che prova, ciò che
sente in questo momento e che vorrebbe io ricambiassi.
Improvvisamente
ora, tutto questo non è più odioso,
bensì strano e mi sento curioso,
come se non avessi mai toccato un uomo prima di questo momento e
davvero, non riesco a ricordare di aver mai toccato nessuno in questo
modo.. mi sfiora delicatamente l’osso della mascella con i
denti, in un
morso leggero, poi mi bacia e sento un altro dito fare breccia nel mio
corpo, carezzandomi dall’interno, accelerando di tanto in
tanto il
ritmo con cui si spinge dentro e fuori per poi calmarsi nuovamente,
come rendendosi conto solo allora del cambio di velocità e
non volesse
affrettare le cose.
Sento la mia testa svuotarsi – ancor più
del
solito – velocemente mentre le prime scosse di piacere
iniziano ad
attraversarmi completamente.
--
Mi rendo conto di aver
trovato il suo ‘punto magico’ quando lo sento
iniziare a gemere e
muoversi sotto di me.. mi lancio sulle sue labbra, sentendomi accecato
dall’eccitazione e mi separo da esse solo per lasciarlo dare
voce al
suo piacere ancora e ancora, per sentire la mia mente riempirsi di lui
sempre più.
Sento la mia erezione muoversi tra le sue dita e vorrei entrargli
dentro adesso, senza aspettare oltre ma Cristo,
il suo viso è bellissimo.. non penso si sia accorto di non
avere il
solito make up e di essere quindi una visione stupenda, rivelando la
sua giovane età –quanti anni avrà?
Sicuramente meno di trenta.. – e le
vere espressioni del volto, così eccitanti ed aperte mentre
continua a
muoversi sotto di me.
Tutto in questo momento sembra così
straordinario che non voglio finisca così presto.. sento
della vera e
proprio elettricità scatenarsi da ogni nostro contatto, non
riesco a
tenere le labbra lontane dalla sua pelle e so che ormai è
pronto da un
po’.
Estraggo le dita dal suo corpo, seppure con riluttanza e
separo i nostri corpi da quel contatto ormai necessario, solo il tempo
di allungarmi verso il comodino, aprire il cassetto e frugare in cerca
di qualcosa che possa aiutarmi per il passo successivo.. ricordavo di
aver lasciato dell’olio per massaggi da qualche parte, per
usarlo
solitamente, dopo gli allenamenti per allentare la tensione dei muscoli.
Quando
finalmente lo trovo, torno nella posizione di prima, guardo di nuovo il
viso di Joker e mi sento bloccato, il suo sguardo aveva seguito tutti i
miei movimenti e continua a restare, fisso, su di me.. mi sento
improvvisamente spaesato e vulnerabile.
Ad un certo punto, lui si
solleva leggermente, porta una mano sulla mia spalla, lasciandola
scattare delicatamente in quella che pochi saprebbero riconoscere come
una carezza.. tende il viso verso il mio, ed invitandomi a stendermi
nuovamente su di lui, poggia le labbra sulle mie.
Questa è la
prima volta che mi bacia di sua iniziativa da quando ho iniziato questi
preliminari e mi sento nuovamente scoppiare di desiderio.. il fatto che
lui voglia questo,
che ci sia
e che gli piaccia,
è un tale orgoglio per me che non penso di essermi mai
sentito più uomo di ora.
Mentre
le nostre lingue si intrecciano nuovamente in una danza sempre
familiare ma sconosciuta allo stesso tempo, sento la sua mano sulla mia
mentre, gentilmente, sfila la boccetta di olio dalla presa delle mie
dita per poi aprirla; la mia erezione sobbalza in anticipo al suo tocco
mentre coi piedi, si aiuta per sfilarmi il pigiama dalle gambe.
Sento
finalmente il tocco freddo dell’olio, subito riscaldato dalla
temperatura della sua mano mentre mi lubrifica con poche carezze lente
e profonde per poi lasciare che le sue mani risalgano lungo il mio
petto; ora mi trascina su di sé, abbandonandosi contro il
materasso.
Lo
sento piegare le ginocchia e stringermi con le gambe, sento i suoi
piedi freddi sfiorarmi le cosce in un seducente invito a continuare; lo
guardo negli occhi e non penso più a niente per un
po’, porto una mano
a stringere la base della mia erezione e guidarla nella sua calda
entrata.. tento di mantenere il contatto dei nostri occhi ma non appena
inizio a seppellirmi lentamente nel suo calore, entrambi non riusciamo
a fermare le palpebre dal chiudersi contro quella sensazione troppo
intensa.. ed amarne ogni attimo.
Lo sento lanciare un grido di
piacere alla mia intrusione e si fa fortissimo l’istinto di
coprire le
sue labbra ma non voglio smorzare i bellissimi suoni che riesce ad
emettere, voglio sentirlo mentre lo faccio godere come spero mai in
vita sua.. così lo bacio poco lontano, sfiorando con le
labbra le sue
cicatrici per poi sentirlo scansare il viso subito dopo, facendomi
capire che quell’azione lo infastidiva ma fortunatamente non
tenta in
nessun modo di interrompere il rapporto nonostante questo.
Scendo ancora più giù, verso il collo ed inizio a
muovermi dentro di lui.
--
Non
riesco neanche a pensare a qualcosa di divertente, circondato come sono
da tutte queste sensazioni.. è come se avessi già
provato tutto questo
eppure non riuscissi a ricordarne nulla, mi sento come se fossi stato
attaccato ed infine abbattuto; come una pedina della battaglia navale..
uno ad uno tutte le mie caselle sono andate perse e ora mi sento
affondato completamente.
Mi ritrovo a sperare solo che quando tutto
questo sarà finito, di me resterà almeno qualcosa
più delle macerie e
della cenere.. tutto questo mi sta piacendo in un modo che non avrei
mai ritenuto possibile e questo mi fa quasi paura; era da
un’eternità
che non provavo questa sensazione.. non mi è mai piaciuto
essere
spaventato e dopo anni ed anni passati a vivere con passione sul filo
del rasoio, mi ero convinto di non poterne più provare,
finalmente, se
non l’avessi voluto.. ma ora, per quanto mi sforzi, non
riesco ad
allontanarla.
Chiudo gli occhi mentre lo sento muoversi dentro
di me con questo ritmo fantastico, a tratti lento, poi più
veloce per
poi rallentare nuovamente e quasi subito riesce a trovare il punto
magico dentro di me, iniziando a stimolarlo ripetutamente.. sento il
mio corpo inarcarsi verso di lui senza poterlo più
controllare, lui ne
approfitta per stringermi, insinuando le sue mani sotto la mia schiena
e carezzandola vigorosamente mi guida come vuole in questa danza, mi
attira a sé per incontrare le sue spinte e mi allontana
mentre scivola
fuori.
Lo sento mormorarmi qualcosa vicinissimo all’orecchio..
all’inizio non capisco ciò che dice ma ben presto
riesco a distinguere
il mio nome in mezzo a tutte quelle frasi sconnesse e trovo
così strano
che tutto questo possa piacergli così tanto, che possa
piacere perfino
a me, che due persone possano davvero provare sensazioni
così intense
solo immergendosi in un corpo, o accogliendo qualcuno in esso.. senza
che sangue, unghie o schiaffi siano coinvolti, senza tutte quelle
azioni che ritenevo indispensabili per sentire qualcosa di
estremo.
Sento
che riprende a parlare e stavolta tento di concentrarmi per capire le
sue parole, le labbra ancora una volta vicinissime al mio orecchio, lo
sento mormorare con un tono pieno di passione fino ad apparire quasi
disperato mentre tenta di non balbettare ed io sento che potrei venire
semplicemente grazie a questa voce.
“Joker.. ti piace?”
Chiede
e senza potermi trattenere piego le dita, piantando le unghie a fondo
nella sua schiena, stavolta senza volerlo, senza un secondo fine e lui
non dice nulla in proposito. Rispondo con un semplice ‘sì’
ma questo sembra non bastargli
“Dimmelo..”
“No.”
Rispondo,
non voglio dare voce a quello che provo, ancora una volta riconosco la
sensazione di paura dentro di me; lo sento lanciare un gemito ed
aumentare la velocità delle sue spinte nel mio corpo,
sollevo lo
sguardo e vedo che ha gli occhi serrati nella concentrazione, il sudore
ricopre il suo viso, i suoi capelli ricadono in ciocche umide e
scomposte sulla sua fronte.
Lo sento spostare una mano nell’incavo
del mio ginocchio per poi sollevarlo e guadagnare così
migliore
accesso, permettendogli di colpire ancora meglio quel bellissimo punto
all’interno del mio corpo, ad ogni spinta sento di arrivare
sempre più
vicino al settimo cielo ed ancora una volta lui ripete, con quel tono
da preghiera imperativa
“Joker.. dimmelo..”
Bastardo.
--
“Mi.. fa impazzire. Non ti.. fermare!”
“Cristo..”
Dico,
e sento la mia voce stretta in un tono che potrebbe quasi sembrare di
rabbia per quanto mi sto concentrando, ma finalmente quel peso che
sentivo aleggiare sulle mie spalle è scomparso
definitivamente, grazie
a quelle parole ed alla sua voce.. sento che chiama il mio nome, perso
nel piacere e la cosa non mi irrita perché so che
è semplicemente me
che chiama, non Bruce Wayne, non Batman, ma me che sono
entrambi e tutti e due ora proviamo la stessa identica cosa.
Inizio
a muovermi con un ritmo diverso, più lento ma profondo,
uscendo quasi
completamente dal suo corpo per poi penetrarlo nuovamente con spinte
violente.. mi sento vicino, so di non potermi trattenere ancora a lungo.
Mi
sollevo sulle ginocchia, gli sollevo il bacino per poi guidare le sue
gambe sulle mie spalle e continuo a spingermi dentro di lui mentre
inarca nuovamente la schiena dal piacere, solo le sue spalle poggiano
ora sul materasso e sento i suoi gemiti trasformarsi in qualcosa di
più
simile a dei singhiozzi spezzati, anche lui è vicinissimo.
“Toccati!”
Gli
dico e vedo la sua mano strisciare lungo quel corpo sottile e sudato
fino ad arrivare alla sua erezione per iniziare a toccarsi, spettacolo
che mi fa fare un enorme balzo in avanti verso il traguardo
dell’orgasmo, tanto da dovermi trattenere seriamente per non
venire
prima di lui. Continua a ripetere il mio nome mentre si accarezza
sempre più velocemente per poi venire, infine.
Quando sento il suo
corpo iniziare a contrarsi, stringendomi sempre più nel suo
calore, nel
suo corpo stupendo, mi lascio andare ed ormai ci sono anche io, ancora
un po’, solo un –
“Ti
amo..!”
Consumo
il mio orgasmo dentro di lui, riempiendolo con la mia calda essenza ed
infine crollo, abbandonandomi contro di lui lentamente, godendomi le
ultime ondate di piacere e vorrei restare immerso nel suo corpo per
sempre.
Tengo il viso poggiato sulla sua spalla ma anche da qui
riesco a sentire il battito ancora violento del suo cuore mentre tenta
di riprendere fiato, poi infine, dopo qualche lento minuto, la calma.
Lo
stringo a me, circondando il suo corpo con le braccia e sento le sue
salire a circondarmi la testa, tenendola premuta contro il suo petto
mentre una mano inizia ad accarezzarmi i capelli ed ancora
una volta
mi ritrovo ad adorare tutti i movimenti a scatti delle sue dita
nervose; molto tempo passa, nel silenzio più pacifico che mi
abbia mai
circondato e mi sento calmo e felice allo stesso tempo.
Mi
sollevo leggermente sui gomiti per guardarlo in viso, mentre una mano
va a guidarlo in un bacio profondo, lento e meraviglioso. Quando riapro
gli occhi, incontro ancora una volta i suoi, con la punta delle dita
salgo a percorrergli i lineamenti del volto, stando stavolta bene
attento ad evitare le sue cicatrici e mi viene da sorridere.
Vedo
che lui contraccambia ed un attimo dopo sembra abbandonarsi ancor
più
contro il cuscino per poi dire, col tono di chi ha capito solo ora
qualcosa di importante, eppure semplice da comprendere
“Ahh..”
“Mh?”
“Non scherzavi, allora..”
“Co..?”
Inizio
a dire per poi tornare velocemente, con i ricordi a quei pochi momenti
precedenti all’orgasmo, i miei occhi si spalancano dallo
stupore, non
riuscendo neppure io a credere di aver mai pronunciato quelle parole.
|
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Capitolo 15 *** Il Decreto. ***
Per Boopsie: Tesora!
xD Ripreso il fiato? Spero di sì, sono così
contenta che la mia lemon ti sia piaciuta, ammetto che rileggendola,
prima del post mi era sembrata un po' smorta nei toni.. per quello
avevo deciso di aggiungere la scenetta del calcio al 'piccolo
pipistrello' (per Joker, spero non tanto piccolo) di Batman! I
più grandi complimenti per il silk epil e per le patate in
Guinea.. com'è stato quest'anno il raccolto? Abbondante,
spero! xDD Comunque, so cosa vuol dire leggere qualcosa di interessante
con delle presenze oscure che aleggiano dietro di me.. ed io, col mouse
sempre puntato sulla 'x', così da poter chiudere al volo
tutte le pagine aperte in un solo gesto.. :P sono contentissima di
avere meritao addirittura la 'golden card', la porterò
sempre con me facendomene gran vanto mentre straparlo di
realtà soggettive, ultracosmi volanti e colori vivaci
inesistenti ù__ù! Come puoi vedere, le tue
facoltà mentali sono in buone mani xD! Anche io sono
scoppiata a ridere dopo aver scritto la parte sulla 'mutilazione' a
dire il vero.. cioè, l'ho scritta con faccia seria, poi un
po' annoiata ho ripercorso il testo, ho sgranato gli occhi in stile 'ma
davvero l'ho scritto io?!' ed ho riso per molto, molto tempo
ù__ù. Sì, lo ammetto le scene
più esilaranti a parer mio, sono le testate ed i calci
proprio lì! Ora ti lascio a goderti il nuovo capitolo,
sperando che ti piaccia! *__* Siamo ormai vicini alla fine, ho un po'
di malinconia.. :( grazie infinite per i bellissimi complimenti, alla
prossima ;)!
Sono o
Per AintAfraidToDie: Ciao xD! Innanzitutto non
c'è bisogno di ringraziarmi per il commento che ho lasciato
alla tua one shot ed anzi, ti garantisco che ogni opinione
lì descritta era sincera e davvero ammiro molto il tuo modo
di scrivere :o.. mi fa comunque molto piacere che anche tu, come me,
preferisci delle critiche costruttive, piuttosto che dei semplici
complimenti (anche se, a volte anche quelli non fanno così
male ù__ù). Per quanto riguarda il tuo nick, dopo
la tua spiegazione mi sono incuriosita e sono andata subito su youtube
a cercare questa canzone.. mi è piaciuta moltissimo,
davvero! (Parlavi della canzone dei Dir en Gray, giusto?) Premettendo
che adoro semplicemente la lingua giapponese, la traduzione del testo
mi ha colpita come uno schiaffo in pieno viso! O_O Tanto che ho deciso
di utilizzarla in questa storia, resta solo da decidere il quando. Ti
ringrazio per avermi fatto conoscere questa magnifica canzone :)! Le
persone semplici alla fine, sono sempre le più complesse da
capire.. non è da tutti piangere ascoltando una canzone, lo
so bene.. sono sicura che sei una persona molto profonda :)! E tra
l'altro sei riuscita a rendere gentile perfino il mio paragone con
Casper xD! Sono molto contenta che ti sia piaciuta la lemon del
capitolo precedente ed ancor più se dici che è
una delle prime che hai potuto apprezzare appieno.. per non parlare del
fatto che sapere che trovi il mio Joker IC è una vera
carezza al mio orgoglio xD! Per quanto riguarda l'imbarazzo di Bruce,
diciamo che era più un'indecisione.. nel senso immagino si
sarebbe sentito triste in una situazione del genere, pensando che i
suoi 'progetti' sono sfumati ancora prima di iniziare qualsiasi cosa,
il che sarebbe stato un pensiero normale, visto il tipo di persona che
è Joker, ovvero uno che difficilmente può - non
dico che non può capire - arrivare a condividere le
idee che Bruce ha in proposito. Sono contenta che li trovi divertenti,
ce l'ho messa tutta per renderle così.. non potrebbe essere
altrimenti con due caratteri di quel tipo messi a confronto xD! Eh
sì, le Nc-17 sono sempre state il mio forte..
sarà perché di solito mi trovo persa senza le mie
parole.. vorrei trasmettere appieno ogni scena come l'ho immaginata e
condividere queste immagini con chi legge :). Cristo! xD (che poi
è una battuta che uso sempre anche io.. da quando anni fa ho
smesso di bestemmiare, diciamo che ho conservato comunque questo
vocabolario.. perdio!
xD). Sono felicissima di saperti ancora in vita xD e ti lascio a
goderti questo capitolo quindici ù__ù, sperando
che ti piaccia! Per quanto riguarda la tua ultima frase, la mia
reazione è stata questa: >//////<.
Alla prossima, un abbraccio xD!
Per Sychophantwhore: Ciao!
xD Prima di tutto ho trovato esilarante le tue prime battute a
proposito dell'incendio, al punto da immaginare il povero Alfred
sentire odore di fumo e, trovando la porta della camera da letto chiusa
a chiave, in preda al panico, chiamare i vigili del fuoco
ù__ù che giustamente, sfondano la porta, trovano
ciò che trovano e fanno retromarcia molto, molto lentamente.
D'altronde, come si dice? Piromania, portami via! xD Ora.. mi sento un
tantino imbarazzata, visto che la parte sul ragno all'inizio non voleva
essere un'analogia ^_^".. il bello è che non è la
prima volta che qualcuno mi attribuisce simili pensate xD comunque ti
ringrazio per la fiducia :P! Da questo capitolo in poi, soprattutto
grazie a qualche flashback ben inserito sarà tutto un notare
le differenze tra i rapporti di Joker con Batman e con l'Enigmista!
Sì per quanto riguarda il lato sessuale del rapporto,
diciamo che più che Batman, è stata l'influenza
di Bruce Wayne a riuscire a conquistarlo.. sempre detto che queste due
personalità sono complementari ed hanno bisogno ognuno
dell'altro! Per la sua sensazione di sentirsi 'sporco', volevo solo
dire che ovviamente se si trova ad esplorare un tipo di rapporto che
non gradisce, ovviamente gli sembrerà di stare facendo
qualcosa di 'sbagliato', ovviamente secondo i suoi canoni
ù__ù. Sì, Batman si è
davvero impacciato, più che altro perchè pensava
fosse già finito tutto prima ancora di iniziare.. comunque
mettendomi nei panni di Bruce.. oddio, Joker non è
esattamente il tipo che capisce e comprende al volo xD o che si arrende
e manda ragione a qualcuno che non la pensa come lui xD! Prendere in
giro Batsy è davvero divertente, lo ammetto ma ancor
più visto che è totalmente IC, Joker in fondo non
fa altro che prendere in giro tutti ù__ù! Per
quanto riguarda quel ricordo fugace no, non penso di approfondire la
cosa, era solo una piccola memoria che gli è tornata in
mente, ma come hai letto serviva solo a far capire che non ha MAI
apprezzato prima un tipo di rapporto così.. insomma,
totalmente campata in aria, quella parte xD. Mi dispiace molto per
MSN.. almeno una casella mail o un qualsiasi altro mezzo di
comunicazione? Sì Cri mi ha detto che stavi lavorando su
qualcosa ma eri momentaneamente ferma :D! Non puoi capire quando mi
rende felice che la mia storia ti abbia ispirato non uno ma ben tre
disegni! *_* Non vedo l'ora di vedere il tuo ultimo capolavoro, sei un
vero mito, davvero! Adoro i tuoi disegni, i colori, tutto..! Sempre con
quel tocco personale :)! Ora ti lascio, finalmente, al nuovo capitolo
con la speranza che ti piaccia! ^_^ Un abbraccio, alla prossima!
Capitolo 15: Ha decretato!
Per quanto io sia contento che il signor Wayne, per qualche oscuro
motivo, sembri stranamente in pace con se stesso in questi giorni
– beh a dire il vero sembra felice come non ricordo di averlo
mai visto – ciò non toglie che il suo
comportamento sta diventando via via sempre più strano e
tutto da quando è tornato dalla ‘sfida’
contro l’Enigmista.
La mattina dopo l’impresa, è sceso a fare
colazione adirato come non mai e quando gli ho chiesto cosa avesse mi
ha risposto con un’alzata di spalle, ha consumato la sua
colazione per poi chiedermi di prepararne un’altra, che
avrebbe consumato più tardi in camera sua; poi è
uscito quasi fumando, tanta rabbia emanava ed una mezz’ora
più tardi è rientrato con una busta di plastica
sigillata, ha preso la sua seconda colazione ed è andato a
chiudersi, con essa, in camera da letto.
Quando ne è uscito nuovamente, ha chiesto un pranzo molto,
molto abbondante ma stavolta sembrava quasi camminare a due metri da
terra, un vago sorriso stampato sulle labbra.. all’inizio
credevo avesse trovato lo sfogo adeguato alla sua ira con gli
allenamenti fisici ma alla sera, dopo avergli preparato un ultimo pasto
molto abbondante (che per inciso ha consumato, per la terza volta, da
solo nella sua stanza), ho trovato, mentre mettevo via i suoi abiti,
uno scontrino nella tasca posteriore dei pantaloni.
Tale fattura recava la marca di “Carnival Store”,
un negozio a Gotham che, a quel che so, vende per lo più
costumi, trucchi e scherzi di Carnevale. Sebbene un flebile dubbio
iniziasse a formarsi nella mia mente in quel momento, non avevo ancora
il coraggio di arrivare alla conclusione definitiva, era un pensiero
che non volevo neanche ammettere di avere per la testa.
La mattina del secondo giorno, sempre di ottimo umore ed appetito, ha
detto che sarebbe uscito e che doveva consegnare una lettera per una
persona a cui doveva un favore.. naturalmente mi sono ben guardato
dall’indagare oltre e quando sono salito per riordinare la
sua stanza, l’ho trovata misteriosamente chiusa a chiave.
Ancora una volta, mi sono detto che un’ipotesi quale quella
del giorno precedente non
poteva in alcun modo avere luogo, eppure qualcosa decisamente non
quadrava; invaso dal dubbio, al rientro del signor Wayne, ho
‘casualmente’ accennato al fatto che la sua stanza
non era mai rimasta chiusa prima e lui ha risposto, distogliendo lo
sguardo, con un semplice “Ah, sì?” per
poi tornare a chiudersi nella famosa stanza.
Tra i rifiuti ho trovato delle bende insanguinate, il liquido che le
sporcava sembrava fresco e la cosa mi ha alquanto preoccupato, se non
che, quando ho confrontato il signor Wayne in proposito, lui mi abbia
risposto semplicemente “Ah, quello.. è solo un
graffio, Alfred, tranquillo.” Ma si è poi
rifiutato in tutti i modi di farmi dare un’occhiata alla sua
ferita.. a me è davvero sembrato fin troppo in salute per
uno che perde tanto sangue, se devo dirla tutta e nonostante al terzo
giorno quel pensiero maledetto si fosse fatto chiaro nella mia mente,
ancora mi rifiutavo di formularlo con chiarezza perfino nella mia
testa, dove sarebbe stato al sicuro.
Quella sera improvvisamente, il signor Wayne, di nuovo calmo ed allegro
mi ha fatto la curiosa domanda di procurargli un posacenere, visto che
non ne aveva trovato neanche uno in tutto il maniero. Piuttosto curioso
visto che il signor Wayne non ha mai fumato in vita sua.. gli ho
assicurato che ne avrebbe trovato uno nel suo ufficio ma prima che
potessi ritirarmi per la sera, ancora una volta mi ha stupito con una
strana domanda.
“Alfred..? Se non sbaglio, anni fa avevo comprato una casa,
giusto?”
“Sì, signore. Ma è sempre rimasta
sfitta e vuota di mobilia.”
“Oh. E dov’è che si trovava?”
“Mi pare ad una ventina di chilometri da Gotham signore,
verso la campagna.”
“Mi faresti trovare le carte della casa sulla scrivania,
domani?”
“Certamente.. potrei chiederle perché, se non sono
indiscreto?”
“No! Io.. sai è sfitta da tanto tempo.. forse
è il caso di venderla. Inutile tenerla inutilizzata,
no?”
Vederlo distogliere nuovamente lo sguardo mi ha provocato allo stesso
momento sentimenti di rabbia e di tenerezza.. non ricordo di aver mai
visto il signor Wayne raccontare bugie imbarazzanti come questa se non
quando era ancora un ragazzino ed alla fine mi ritrovo a pensare che,
se anche il mio sospetto fosse fondato lui è, ormai da tanto
tempo, un uomo molto forte ed in certi casi – forse non
questo – anche saggio, quindi non mi restava che aiutarlo
come posso.
Dopo aver sospirato discretamente, seppur lottando contro quelli che
dovrebbero essere i miei principi, mi sono ritrovato a suggerire
“Se posso permettermi signore, ne ha anche
un’altra, sfitta da parecchio.. un po’
più lontana, a cinquanta chilometri da Gotham..
però dà praticamente sulla spiaggia ed
è molto meglio tenuta di quella di campagna.. penso sarebbe
molto più facile per lei.. venderla.”
In quel momento ha alzato lo sguardo per incontrare il mio e sostenerlo
in silenzio per molti, interminabili secondi finché non ha
annuito e mi ha detto che andava bene per lui, avere i documenti di
quest’altra abitazione. Ovviamente ha capito che ho infine
indovinato il suo segreto ma questo è destinato a restare
uno di quei taciti accordi in cui tutti sanno tutto ma nessuno da voce
alla verità.
Per risparmiargli altro imbarazzo mi sono ritirato cortesemente per la
sera e l’ho lasciato che tornava in camera sua per chiudersi
nuovamente a chiave al suo interno.
Poco fa stasera, ho infine risposto ad una chiamata che chiaramente era
per lui, nella quale una signorina, segretaria in un’agenzia
di trasporti, lo voleva ringraziare per la ‘generosa
offerta’ ed informare che gli operai erano disposti a portare
tutti i mobili nell’abitazione sulla spiaggia stanotte stessa
e fargliela trovare pronta per l’indomani.
Già so che domani mattina, per quanto presto io possa
svegliarmi, troverò la stanza del signor Wayne nuovamente
aperta ed incredibilmente disordinata e che per molto tempo non
avrò più il piacere di vederlo spesso in questa
casa.. ma d’altronde che altro posso fare se non aspettare,
essere contento per lui – questo se lui continuerà
ad esserlo, ovviamente – e fare di nuovo ordine dove non ce
n’è più?
--
“Jonathan Crane?”
“Cosa c’è, infermiere?”
Alzo lo sguardo su quell’infima forma di vita – la
stessa che si è tanto gentilmente preoccupata di non farmi uscire
dalla mia cella la notte in cui stavo disperatamente tentando di far
avere il mio messaggio a Batman – e lo vedo avvicinarsi, con
la sua solita aria allegra da ebete ed una lettera stretta in mano.
La fa svolazzare un paio di volte nell’aria, con
vivacità, per poi dire
“Ci sono notizie per te!”
“Buone? Non dirmi che la tua razza è finalmente in
estinzione!”
Vedo Due Facce piegarsi leggermente sul tavolo al quale siamo seduti
e tentare di trattenere una risata. Anche a me allora viene
da sorridere, non mi aspettavo fosse una battuta divertente, visto che
non voleva assolutamente esserlo e quando vedo che si risolleva,
riprendendo ad arrotolare sigarette, torno a guardare
l’infermiere, che continua a mantenere la sua espressione
vivace
“Continuiamo ad essere birichini, eh Crane? Così
non va, dovrebbe saperlo!”
Sento Harvey riprendere a ridere sommessamente al mio fianco per poi
cedere alla tentazione, posare la sigaretta appena fatta sul tavolo e
dire, voltandosi a guardare l’infermiere mentre sventolava
una mano per aria, come se volesse attirare l’attenzione
“Sorella? Ho fame, potrei avere il mio biberon,
adesso?”
Per poco non scoppio a ridere alla sua presa in giro verso quel modo
che l’uomo in bianco ha di trattarci, come se fossimo tutti
dei ritardati.
“Su, su mister Dent lo sa che è un po’
cresciutello per quello.”
Risponde l’altro seriamente e stavolta davvero non riesco a
trattenere la risata che minacciava di uscire poco prima.. il solo
fatto che quest’essere abbia davvero ritenuto sincere le
parole di Harvey, è allo stesso tempo esilarante e
disarmante. Come può davvero non riconoscere la differenza
tra un vero senile ed una così palese presa in giro?
“Dice davvero? – risponde Harvey con tanto
d’occhi, fingendosi oltremodo basito – Eppure
è solo un paio di mesi che non poppo da un seno.”
Mentre rischio di rotolarmi per terra dalle risate,
l’infermiere si congratula allegramente con Due Facce ed
avvicinandosi ulteriormente a noi mi porge una busta bianca, la prendo
e noto subito che sul lato del mittente non c’è
nessun indirizzo; fin qui tutto regolare, trattandosi di un manicomio,
in pochi tengono a far sapere di avere contatti con le persone chiuse
qui dentro ma davvero non immagino chi potrebbe avere interesse nello
scrivermi.
Di solito lo fanno solo i miei ex colleghi, sperando di analizzarmi o
chiedendomi pareri..
“Allora, signor Crane, pare che qualcuno abbia una
fidanzatina segreta, eh?”
Sento di nuovo dire dall’infermiere, ancora una volta con
quel tono da asilo infantile ma sono troppo occupato ad osservare
l’involucro cartaceo appena ricevuto, tuttavia la cosa sembra
irritare Dent che stavolta, con tono forse più alterato del
dovuto, risponde
“Oh, sì! Magari tua sorella! O se è davvero fortunato,
tua madre!”
“Non dica queste cose signor Dent, o dovrò lavarti
la bocca col sapone, oggi!”
“Io penserei a lavare me stesso piuttosto, infermiere
‘belli capelli’..”
Ora.. è da quando l’infermiere ‘non so
neanche come si chiama’ lavora qui che Harvey ha sviluppato
una sorta di odio ossessivo per i suoi capelli che non hanno altri
problemi se non quello della forfora, cosa che posso dire non riguardi
la sua igiene ma probabilmente sia una semplice questione di shampoo
sbagliato.. tuttavia ogni scusa pare essere buona per farglielo notare
e perfino io, detestando quest’uomo dal fondo
dell’anima, non correggo mai le false accuse di Due Facce.
Con un’ultima odiosa risposta ed un saluto,
l’infermiere infine si allontana.
“Tsk. Scommetto che il Vaticano lo paga in quanto prova
vivente dell’infondatezza della selezione naturale.. allora,
di chi è la lettera?”
“Tranquillo, non
è della mamma di ‘Capitan Forfora’, come
ami chiamarlo nell’intimità.”
Dico per poi rigirare quel pacchetto tra le mani un paio di volte ed
infine aprirlo, strappandone la parte superiore. Quello che mi trovo
davanti quando estraggo il suo contenuto è un foglio di
carta stampata probabilmente da un computer, scorro velocemente le
parole con gli occhi e poi dico, a bassa voce così che solo
Harvey possa sentirmi
“Non ci crederai ma è di Batman..”
Vedo che improvvisamente ho catturato tutta la sua attenzione, sposta
tabacco, cartine e filtri più vicino a me e si china dietro
le mie spalle per leggere anche lui
Il tuo aiuto si
è infine rivelato provvidenziale ed è proprio per
non avere debiti di alcun tipo con gente come te che ho deciso di
accontentare la tua richiesta e farti ‘sapere
com’è andata a finire’. Non
starò qui a raccontarti delle prove a cui mi ha sottoposto
Nigma, sospetto che ti annoieresti, perciò ti dico solo che
Joker è sano e salvo, è con me e per il momento
sembra tranquillo (forse solo perché è ferito).
Nigma non si era rassegnato nemmeno dopo aver perso la sua stessa sfida
ed ha tentato di far fuori il suo ex compagno. Sono arrivato a capire,
forse, molte delle cose che tu avevi già intuito da tempo a
proposito della mia natura, il che mi fa piacere anche se brucia che tu
ci sia arrivato prima di me. In un certo senso la vicinanza di Joker
sembra togliere un velo dopo l’altro dalla mia mente,
permettendomi di pensare con chiarezza. Solo, la prossima volta non
tentare assolutamente di spingermi verso l’introspezione,
come hai fatto durante il nostro ultimo colloquio o giuro che ti pesto
a sangue finché non torni sano di mente. Come sta due Facce?
No aspetta, non voglio saperlo.. un saluto ad entrambi.
Batman.
“Mh. Ha minacciato di pestarti, sembra di buon
umore.”
Dice Harvey e lo vedo tornare al suo posto e continuare a rollarsi
quelle dannate sigarette, che poi mette da parte in un apposito
contenitore in cuoio. Mi volto a guardarlo e gli sorrido anche se lui
non sembra darmi più la minima attenzione ma so che lo sta
facendo apposta, lo fa sempre anche se non capisco proprio il
perché.. forse la ragione è che, se si voltasse a
guardarmi, mostrerebbe anche l’altra metà del suo
viso, quella bruciata. È comunque uno spettacolo che ho
visto troppe volte per poterne restare sconvolto.
“Posso chiederti perché mai, anche se siamo ricchi
coi soldi della rapina, continui a comprare il tabacco? Se decidessi di
andare a Marlboro tutta la vita, ti resterebbe comunque abbastanza
denaro per permetterti una decina di ville al mare..”
Lui non risponde, continuando imperterrito ad arrotolarsi abbastanza
sigarette da poterci andare avanti tutta la giornata. Non so
perché ma mi ha sempre irritato vedere la gente usare il
drum.. sarà che quando ero
all’università, il mio professore di microbiologia
adorava sfruttare le scimmie da laboratorio per farsele arrotolare.. e
vederlo fumare una sigaretta leccata da una scimmia mi ha sempre fatto
piuttosto schifo.. che mi sia rimasto il trauma?
“E poi le sigarette industriali puzzano e sporcano molto
meno. Per non parlare del fatto che ci guadagneresti anche in
salute.”
Vedo Due Facce sorridere, poi senza alzare lo sguardo dal suo lavoro,
finalmente mi risponde
“Pensavo a Pinguino.”
“Perché?”
“Si sarebbe schifato a vedermi maneggiare il tabacco.. lo
odiava, ricordi?”
“Già, diceva che il drum è da
proletariato. Che se uno doveva avvelenarsi, tanto valeva farlo con
classe!”
Dico, ridacchiando al ricordo e vedo che anche Harvey è
piuttosto divertito da questo pensiero.. ora che ci penso, non ho mai
visto Due Facce ridere seriamente. Certo, non potrei mai immaginarlo
lanciato in una risata come quella di Joker, o in un folle annaspare
come quella di Pinguino ma una specie di via di mezzo, forse.. no,
meglio che resti così, in fondo gli si addice.
Distolgo lo sguardo da lui e dico
“Mi dispiace che sia morto.”
“Anche a me a volte.. in fondo era simpatico.”
“Ora stai pensando anche ad Edward?”
“Vuoi smetterla di analizzare le mie catene di pensieri, per
favore?”
“Ah ah! Lo so che è inquietante.. scusami, non lo
faccio apposta.”
“Mh. Almeno non farti accorgere, sei fastidioso.”
“Se sono fastidioso perché continui a
parlarmi?”
“Perché sei meno fastidioso degli altri.”
Sospiro alla sua risposta, in fondo me l’aspettavo
è sempre di Due Facce che stiamo parlando, non direbbe
qualcosa di decente ad una persona neanche se ne andasse della sua
vita. Porto lo sguardo davanti a me, sull’orologio da muro
appeso proprio sopra la porta e sbuffo leggermente, tra meno di
un’ora ci sarà un’altra noiosissima
seduta dallo psichiatra che ha meno della metà della mia
intelligenza, in questo campo.
E poi ho sempre preferito analizzare gli altri, piuttosto che me stesso.
“Io penso che Nigma voglia morire, in questo momento.
Scommetto che appena finito il solito giro di farmaci, quando
tenteranno di inserirlo tra noi, tenterà di togliersi la
vita.”
“Per via di Joker, eh? Che schifo di telenovela..
‘amore in plastiglass; una vita tra le celle
imbottite’!”
Mi ritrovo a ridere mio malgrado, nonostante l’argomento per
me fosse serio ma d’altronde questa è
un’altra cosa che apprezzo di Harvey, non ha rispetto per
nulla e nessuno, sarebbe capace di fare del sarcasmo su qualunque cosa,
che lo riguardi o meno.. certo, se non si va a toccare
l’argomento ‘Rachel’. Quando smetto di
ridere, sento un vago sorriso malinconico continuare ad aleggiare sulle
mie labbra e non tento neanche di cancellarlo, perché in
fondo?
“Non pensi mai che abbiamo sbagliato tutto?”
“Disse il traumatizzato allo storpio..”
“Intendevo dire con la Lega..! E poi perché dovrei
farlo io il traumatizzato?”
“Non l’ho detto.. che vorresti dire, che io sono
storpio?”
“Oddio Harvey, non di nuovo, giochi a terrorizzarmi tutti i
giorni! Dopo un po’ perde effetto.”
“Mah.. che intendevi con quella domanda?”
Stranamente mi irrita che non abbia capito subito ciò che
intendevo, pensavo fosse palese, vista la situazione in cui ci
troviamo. Cercando di mantenere la calma mentre spiego meglio cosa
volevo dire
“Intendevo.. che ora, per esempio, io e te siamo qui, sempre
insieme, a parlare! E parliamo anche di Edward, di Oswald e di Joker,
non è.. beh, quanto meno strano? Forse avremmo potuto essere
un po’ più corretti tra noi. Se non avessimo avuto
ognuno le sue ossessioni per la mente.. tranne Pinguino, le sue
ambizioni non hanno mai cozzato con le nostre. Eppure.. lui
è stato il solo a morire.”
“Non che Pinguino fosse così innocente. Che storie
ti stai inventando, è andata così e
basta.”
“Harvey.. ero stato io a far sapere a Nigma che avevi
intenzione di uccidere Joker, quella sera al magazzino – non
risponde nulla, non si muove neanche di un millimetro, mentre continua
ancora ad arrotolare quelle stramaledette sigarette – vi ho
spiati tutti e poi l’ultima sera ho rivelato alla polizia
dove si trovava il nostro covo, giù alla fabbrica dismessa.
Avevo progettato la scomparsa di tutti voi.” Ancora, continua
a non dire una parola ne muovere un muscolo e sento i nervi tesi come
corde di violino, sento che potrei esplodere da un momento
all’altro se Due Facce non si sbriga a fare qualcosa.
Qualsiasi cosa tranne rollare quelle fottute sigarette.
Improvvisamente, seguendo un folle istinto, prendo la cartina mezza
arrotolata dalla mani di Harvey e la getto per terra, guadagnando
finalmente la sua attenzione (anche se quest’azione potrebbe
portarmi alla defenestrazione istantanea).
“Insomma, mi hai sentito,
Harvey?!”
“Sì, certo.”
Dice per poi restare di nuovo immobile e muto, la qual cosa mi irrita
come non mai. “E non dici niente?”
“Che vuoi? Che ti dica ‘bravo’? Beh,
Bravo! Lo sei stato.”
Ora sono arrabbiato sul serio, sia per via della sua risposta, sia per
la calma estenuante che sembra mantenere dopo quello che gli ho
rivelato. Eppure ero convinto che un tipo come Harvey, un iracondo,
avrebbe avuto una reazione quanto meno più animata di
questa. Serro involontariamente le labbra in una striscia sottile e mi
alzo, lasciando che la sedia strofini contro il pavimento, provocando
un rumore altamente fastidioso ma mentre sto per andarmene, mi sento
afferrare all’altezza dell’avambraccio, la presa
è stretta al punto da risultare quasi dolorosa e la forza di
Harvey mi tira nuovamente giù a sedere.
Lo guardo ancora una volta ma non sembra arrabbiato neanche adesso.
“Non mi aspettavo fossi un tipo da sensi di colpa.”
“Sensidiche?!”
Chiedo stupito; non ci ha proprio capito niente!
“Ma sì, è chiaro.. l’unico
tra noi che non ha mai tentato di metterlo in quel posto a tutti gli
altri è morto, tu te ne stai qui a parlare con me
nonostante, per colpa tua, quel matto di Nigma quasi mi faceva fuori.. due volte.. abbiamo
rischiato di essere arrestati tutti in allegria una volta tornati alla
base, ehheehh..!
evviva! Ed insomma, alla fine è tutta colpa tua. Eppure,
nessuno ha sospettato di te, nemmeno per un secondo. Che vorresti ora?
Che litigassi con te, che ti buttassi dalla finestra, che ti scaricassi
quella testa di cazzo che hai nel cesso? Se me lo chiedi per favore
potrei anche farlo ma non mi va. La morte di Batman non necessariamente
ci avrebbe resi tutti quanti felici e contenti.. mi dispiace per come
è finita per Pinguino ma sarebbe morto comunque, prima o
poi. Non hai fatto che sfruttare i nostri punti deboli ma se ci pensi
bene, alla fine ci saremmo fatti tutti abbastanza del male anche senza
il tuo aiuto, grazie mille.”
Per molti, lunghi minuti dopo questo suo discorso – il
più lungo che gli abbia mai sentito fare – resto
senza parole e non so nemmeno cosa dover pensare di tutte le cose che
ha detto; il silenzio tra noi si allunga, diventando imbarazzante,
almeno per me visto che sono sicuro la cosa non arrivi neanche a
tangere Due Facce.
Resta indifferente ancora per un po’ prima di poggiare una
mano sul tavolo, a coprire tabacco, cartine e filtri in una volta sola
e poi spingerli lentamente verso di me, eh io non me li trovo davanti
agli occhi. Mentre fisso quegli oggetti con occhi inespressivi, sento
Harvey dire una sola, semplice parola.
“Impara.”
Mi viene da sorridere, un’espressione più
malinconica che divertita mentre con una mano prendo la piccola,
sottile scatola di cartine e rigirandola tra le dita, chiedo
“Non hai usato la tua moneta per decidere cosa
pensare.”
“Ah beh.. per simili ragionamenti non ne ho bisogno. Anche un
bambino riuscirebbe ad arrivarci.”
“Oh.. mi stai insultando?”
“No, idiota che non sei altro.”
Continua a non guardarmi ma sento un piccolo dolore acuto tra le
costole e mi accorgo che aveva passato un braccio sotto il tavolo per
arrivare a pungolarmi con un dito.. mi scanso istintivamente per un
secondo e poi sento che continua a parlare.
“Forse a te il biberon serve per davvero.”
Gli allungo un calcio sotto il tavolo, colpendolo alla tibia e lo sento
di nuovo fare quella risata bassa che lo contraddistingue ed io arrivo
a sentirmi curiosamente più tranquillo ed è
strano che io abbia creduto alle sue parole.. strano che lui abbia
risolto in così poco tempo un dilemma che mi assillava da
mesi, ormai.. strano che ora mi senta in pace con me stesso come non
riuscivo a stare da molto, molto tempo.
Lasciando un sorriso calmo ad aleggiare sul mio viso, tiro fuori una
cartina dal suo involucro, decidendo di farne una o due, giusto per
passare il tempo.
--
Noooooiaaaah!
Fortunatamente però, mai come quella che sentivo quando ero
rinchiuso nelle celle tiepide e smorte di Arkham.. o anche di quando mi
ritrovavo a non poter neanche mettere piede fuori dalla stanza di
Brucey.
Questa casa ha un qualcosa che mi rimanda allo stile hippie, non so
come mai. Forse saranno i colori del pavimento, per lo più
caldi e sempre intensi.. le pareti di un giallo scuro; da quando sono
qui non ho avuto poi granché da fare, se non passeggiare o
giocare stupidamente sulla spiaggia o cucinare tutto ciò che
ho trovato in cucina.
Pensandoci, tra me e Brucey non so chi stia messo peggio in ambito
culinario.. molte volte ha gettato via quello che io avevo –
con taaanto amore
– preparato, per poi dire, quasi vantandosene, di non saper
cucinare neanche un uovo e decretare che “stasera ordiniamo cibo cinese.”
Se ci penso bene, c’è una sola cosa non sopporto
di Brucey, ovvero il suo continuo meravigliarsi alle risposte che do
alle sue stupide domande, evidentemente non trovando le mie parole
convincenti, almeno credo. L’esempio più
esilarante è stato quando abbiamo passato una decina di
minuti buoni a dirci solamente
“Joker, ma tu come ti chiami?”
“Prego?”
“Da un po’ ci pensavo.. qual è il tuo
nome?”
“Mh-mmh.. ma sei scemo?”
“Perché?! Ti ho chiesto solo come ti
chiami!”
“Joker!”
“Non hai capito, intendo come
ti chiami?”
“JOKER!”
“Oh, andiamo, non può essere davvero
‘Joker’, no?!”
“Come no! Sono proprio io, sturati gli occhi e
guardami!”
E così via, finché non ha rinunciato con uno
sbuffo.. ma che cretinata ha sparato? Che domanda scortese da fare ad
una persona che conosci da tanto tempo..! impossibile! Però,
ciò nonostante continuo a trovarlo estremamente divertente;
un'altra cosa che ho notato è il suo vizio di parlare in quel modo, come
dire.. per decreti, ecco!
“Da oggi
cambiamo deodorante per la casa!” o “No, non darai fuoco alle mie
tende, Joker!”o ancora “Non cucinerai mai
più, Joker.” .. tutte le volte che fa
così, il mio primo pensiero è “Ecco. Ha
decretato!”. Non riesce a fare un discorso del tipo
“Oggi vorrei fare una passeggiata..!”.. no..
“Oggi
passeggerò!” è il suo
decreto prima di uscire di casa.
Mi torna in mente Eddie.. ora che ci faccio caso, lui invece era tutto
l’opposto, parlava inquisendo..
sempre mantenendo gli esempi di prima, lui avrebbe piuttosto detto
“Che dici,
questo deodorante fa abbastanza schifo per cambiarlo?”
e “Joker,
pensi davvero che per te sia una buona idea cucinare?”
ed infine “Davvero
credi che incendiare le tende possa riscaldare l’ambiente
meglio del radiatore?” ma il bello è
che il suo era un’inquisire regolato solo a quando la cosa
può avere un senso.. per esempio non domanderebbe mai
qualcosa di cui conosce già la risposta..
“Fa abbastanza
caldo, oggi. Ti chiederei se vuoi fare una passeggiata ma so che sei
pigro.”
Mi sfugge una mezza risata al pensiero, mentre mangio i ravioli al
vapore e sento Brucey chiedere
“Perché ridi?”
Già, perché ridevo? Uhm…
“Non ricordo.. però so perché mi viene
da ridere adesso.”
“E sarebbe?”
“Ci sarà da lavare i piatti, più
tardi.”
“Mh. No, non tirerai al piattello con le mie
porcellane!”
Ecco! Ha decretato!
--
Non che lo ammetterei mai davanti a Joker ma a volte – a dire
il vero quasi sempre – trovo esilaranti le sue idee
‘particolari’, come svuotare il frigo in una sola
pentola o guardare un ragno tessere la sua tela per ore e sentirsi un
Dio nel distruggere con un semplice gesto tutto il suo lavoro,
arrivando poi a ridere ed esultare per questa azione.
In fondo, è parte del suo essere fare tutto ciò
che gli passa per la testa fregandosene se abbia un senso oppure no,
fintanto che sul momento trovi le sue idee buone o anche solo
divertenti.. nonostante non abbiamo mai fatto nulla, insieme, fuori
dalle mura di questa casa sento che sta riempiendo la mia vita come
temo io non potrò mai fare con la sua.. e la cosa mi
preoccupa.
Stando a contatto con lui sono arrivato a rendermi conto che ha la
stessa mente di un uccellino, che riesce a dimenticare tutto
ciò che ha visto o fatto –purché sia
un’azione conclusa – già dopo un giorno
ed il bello è che non gli interessa minimamente il fatto di
non ricordare quasi nulla del suo passato.. che sia perché
non gli va di sforzarsi di tenere in mente cose che per lui non hanno
la minima importanza?
Non so se essere spaventato dal suo vivere solamente il presente e
spesso mi domando se abbia già dimenticato anche Nigma e se,
un giorno, potrebbe arrivare a dimenticare anche me, cancellando questi
momenti e tornare a guardare Batman coi vecchi occhi, immaginandomi
‘brutto’.
Quasi mi metto a ridere.
“E adesso perché tu, ridi?”
“Pensavo.. dimmi un po’ com’è
che mi immaginavi prima di vedermi senza maschera?”
“Brutto.”
“Un po’ più precisamente?”
Lo vedo alzare lo sguardo su di me ed osservarmi per qualche secondo
senza nessuna espressione particolare, i suoi occhi, grandi e chiari
fissi su di me.. poi volta la testa leggermente di lato, riprende a
masticare anche se le sue mani sono ferme; poi poggia le posate nel
piatto e vedo le sue sopracciglia aggrottarsi nello sforzo di
richiamare alla mente pensieri già passati.
“Uhm.. ricordo che c’è stato un periodo
che mi ero fissato che dovevi avere una cicatrice ingombrante sulla
faccia.. ah, e poi ero convinto fossi pelato. E mi ero sempre domandato
se in realtà sotto l’armatura non fossi un
po’ sovrappeso.”
Quando finisce di parlare scoppio a ridere, non riesco a credere quanto
lontano possa aver viaggiato la sua fantasia ma in un certo senso mi
rende anche felice il pensiero che, nonostante queste strane
fissazioni, non abbia smesso di provare attrazione per me.. mi fa
sentire stranamente solido e calmo l’idea che se anche avessi
avuto l’aspetto che lui mi ha descritto, ora sarebbe qui
comunque.
“Ma.. anche sovrappeso? Perché?”
“Beh, mi pare ovvio!
Ahh.. come dire, è quanto meno strano che un uomo pienamente
soddisfatto del proprio corpo vada in giro con un guscio di tartaruga
finto sulla pancia, no?”
Rido di nuovo, anche se stavolta con un po’ meno convinzione
della prima, evidentemente Joker non ha nemmeno pensato che la sua
frase avrebbe potuto colpire un tantino la mia dignità..
continuiamo a mangiare in tranquillità mentre io mi faccio
un appunto mentale di chiedere a Lucius di smussare un pochettino la
forma degli addominali sulla mia armatura.
--
Non c’è nulla che odi di più in questo
stupido manicomio del primo ciclo di medicinali, anti depressivi e
calmanti.. mi sento completamente esausto e solo adesso riesco
finalmente a sentirmi triste, non sopportavo la sensazione di calma e
finto benessere, ben conscio del fatto che non avrei dovuto
affatto sentirmi così, visto che non mi è rimasto
praticamente più nulla per cui vivere.
Apro gli occhi sul panorama bianco e desolato della cella
d’isolamento, mi volto a dare uno sguardo alla porta in ferro
e per un attimo mi sembra di vedere Joker lì in piedi,
vicino al muro che mi guarda e sorride, quell’espressione
allungata dalla forma delle sue cicatrici.
"L’ho sempre
notato, sai?"
Lo sento dire ed a mano a mano che il tempo passa, è come se
i suoi contorni andassero delineandosi, come se lentamente stesse
davvero apparendo di fronte ai miei occhi.. mi viene da sorridere
mentre rispondo
“Che.. cosa..? Che sei pigro..?”
Chiedo, ben sapendo che in realtà c’è
solo la vuota aria ad accogliere le mie parole; riesco a malapena a
sussurrare, formulare delle frasi è uno sforzo estenuante..
sono stanco e sento la gola arida e la bocca impastata a causa delle
medicine assurde che mi hanno propinato per l’ennesima volta
ieri notte.
Vedo che lascia scattare la testa da un lato per un attimo, annuendo in
maniera sardonica ma non sorride mentre dice
“A parte
quello.. ahh.. intendevo il fatto che da quando ci conosciamo non mi
hai mai fatto un solo indovinello.”
“Vorresti che.. – non riesco ad andare avanti,
tento di schiarire la gola ed ingoiare un po’ di saliva, in
cerca di sollievo, ma la mia bocca non riesce a produrne, mi sento
così patetico in questo momento – vorr.. esti
che.. te ne facessi.. uno?”
“Pensavo fosse
proprio quello, l’indovinello.”
Sorrido amaramente a me stesso, chiudo gli occhi e volto la testa verso
il soffitto, sospirando forte attraverso il naso, istintivamente tento
di portare una mano sul viso ma mi torno ben presto a rendermi conto
che ho polsi e caviglie legati dalle cinture di cuoio del letto. Lancio
un altro sospiro.. sono stanco e mi bruciano anche gli occhi, adesso.
“E.. hai trovato una.. risposta?”
Risollevo le palpebre e vedo la mia proiezione mentale avanzare verso
di me, ora ha ripreso a sorridere e fa talmente male ritrovarmi
nuovamente davanti agli occhi il suo viso così presto, a
ricordarmi ciò che ho perso.. mi viene in mente solo adesso
che non sono mai stato capace di dirgli ‘Ti amo’ e
non so perché.. so solo che me ne pento ogni attimo sempre
di più.
“Sì!
Proprio poco fa.”
“E quale.. sarebbe?”
Ora si è seduto vicino a me, sul bordo dello scomodissimo
lettino d’ospedale su cui giaccio, la sua mano è
andata a poggiarsi vicinissima alla mia e so che devo resistere alla
tentazione di allungare le dita a giocare con le sue, perché
se lo facessi non riuscirei a sentire nulla, mi renderei solamente
conto per davvero che lui non è qui.. cosa darei
perché lui fosse davvero qui.. tutto sommato, anche se mi
faccio pena da solo, non vorrei vedere questa immagine dissolversi
nel’aria.
“Ahh.. tu sei
intelligente; perciò immagino valuti molto
l’intelligenza di una persona. Ma nonostante questo, hai
riconosciuto in me qualcosa che.. come dire.. ahh.. una
qualità che seppure diversa è altrettanto..
grande. Forse un dettaglio che evidentemente ti è piaciuto
al punto da farti arrivare a questo. Posso chiederti
cos’è?”
Ecco. Odio quando accade ciò, quando sento quelle gocce
umide rotolare fuori dagli occhi e strisciare fino a bagnarmi
l’attaccatura dei capelli o peggio, ad infilarsi nelle
orecchie.. quando queste strisce arriveranno ad asciugarsi, inizieranno
ad irritare la pelle col loro sale.. e con le mani bloccate non
potrò neanche andare a grattarmi. Non sono neppure in grado
asciugarle.
Continuo a guardare il viso di Joker ed infine allungo le dita il
più possibile per tentare di toccare le sue, di giocarci, di
intrecciarle con le mie.. ma lui svanisce, come sapevo avrebbe fatto.
La mia mano torna a poggiare inerte sul materasso troppo sottile e
volto la testa verso il muro, chiudo gli occhi.
So che questo ancora non è niente, che quando
l’effetto dell’anti depressivo che mi hanno dato
svanirà, finirò con l’essere nuovamente
distrutto al punto da cercare la morte, come prima che mi portassero
qui ma per il momento non ne ho paura.
“È la.. tua libertà.”
“Eddie..?”
“Sono
qui.”
Con gli occhi chiusi adesso, mi ritrovo immerso in
qualcos’altro, che non è un’illusione,
bensì un ricordo del passato.. adesso sembra così
lontano, anche se in realtà è passato meno di un
anno da qual momento. Mi torna in mente la notte in cui abbiamo dormito
insieme, quando lo avevano riaccompagnato, debole e tremante per via
dell’elettroshock, al suo letto.. nella cella che dividevamo.
Anche allora, mi sembrava un affronto senza confini ridurre
un’entità come Joker in quello stato; una
bestemmia per i miei occhi vederlo così debole e fisicamente
innocuo.
“Ho freddo..
prendi la tua coperta.”
Ricordo che disse così ed io non risposi assolutamente
nulla, mi limitai a guardarlo per un secondo, ad osservare i suoi occhi
chiusi e la sua figura raggomitolata su un lato, poi mi alzai e senza
pensarci due volte, tolsi la coperta dal mio letto per poggiarla su di
lui, sperando che potesse essere di aiuto.
Non volevo restare ad osservarlo o a consolarlo, non mi sembrava giusto
nei suoi confronti perché lui non era così.. non
è mai stato il tipo di persona che ha bisogno di una balia o
di qualcuno che lo proteggesse e quelle poche ore di debolezza dopo
ogni elettroshock non avrebbero certo cambiato nulla nel suo essere
così. Meravigliosamente. Libero.
Quando faccio per allontanarmi da lui, incurante del fatto che quella
sera forse non sarei riuscito a dormire per via del freddo, sento
qualcosa afferrarmi per i vestiti, una presa debole ed io mi volto a
guardarlo
“Dove
vai..?”
“Ho sonno
anch’io, eh.”
“Ma non fare..
ahh.. il deficiente.”
Disse, una traccia di sarcasmo ancora più che tangibile nel
suo debole mormorio.. poi tentò di strattonarmi con tutta la
poca forza che aveva, mentre con l’altra mano scansava le
coperte, spostandosi verso l’orlo del letto in un silenzioso
invito che io accettai, seppure non me lo aspettassi.
Mi stupisco di quanto ancora vivido sia il ricordo del suo corpo
tremante a fianco al mio, dello stupore, delle sensazioni miste che
provai quando quasi subito lo sentii farsi strada tra le mie braccia,
come se fossi una proprietà sua e potesse decidere di
trattarmi come un cuscino quando volesse.. la sua testa poggiata contro
il mio petto, i suoi piedi come lastre gelate contro le mie gambe e
quel tremore continuo che stringevo tra le mie braccia..
Ricordo che solo in quel momento mi resi davvero conto di quanto i miei
sentimenti per Joker si fossero spinti sempre più
‘oltre’.. oltre il rispetto, oltre la comprensione
e la simpatia che quella figura a volte sciocca mi ispirava.
In quel momento ricordo che avrei preferito non interrogarmi su nulla
per una volta, godermi quel momento senza pensare a cosa il futuro mi
avrebbe riservato perché in fondo, già sapevo che
Joker non sarebbe stato nulla di passeggero, niente a che vedere
insomma, con le decine di amanti che ho avuto tutta la vita.
Luce, luce lontana,
più bassa delle stelle.. sarà la stessa mano che
ti accende e ti spegne?
Ricordo che nel periodo immediatamente dopo la nostra fuga da Arkham,
Joker era solito canticchiare questa canzone, la adorava seppure non
ricordasse mai bene il significato delle parole che io gli avevo
più volte pazientemente tradotto dall’italiano..
ho sempre capito il perché di questa sua fissazione e
ripensare alla sua voce bassa, lenta ed intonata quasi mi spinge
nuovamente sull’orlo delle lacrime.
Luce, luce lontana.. che
si accende e si spegne, quale sarà la mano.. che illumina le
stelle?
Ora mi torna in mente il giorno che, esausti della vita alla macchia,
decidemmo di trovarci finalmente un nascondiglio decente.. trovai un
computer e cercai i candidati ideali che avrebbero potuto offrirci la
loro dimora e poi la sera che andammo in quella casa.. posso quasi
vedere di nuovo Joker davanti a me, tre cadaveri ai suoi piedi mentre
si guarda intorno con quegli occhi spalancati.
Si era innamorato di quel posto, lo vedevo chiaramente.. lo chiamai e
quando voltò il viso verso di me ricordo che restai per un
attimo interdetto davanti al sorriso che gli aleggiava sulle labbra;
quel tipo di sorrisi di cui ancora adesso ne ricordo davvero pochi..
poi, vedendo che non parlavo si lasciò scappare una breve
risata.
Mastica e sputa, da una
parte il miele.. mastica e sputa, dall’altra la cera..
mastica e sputa, prima che venga neve..
“Mh?”
“Potrei
innamorarmi di te, adesso.”
Gli dissi queste parole con un sorriso furbo e lo vidi portare le
braccia dietro la schiena e mettere su un’espressione
riflessiva, come se stesse valutando ciò che ho detto e,
mantenendola sul viso, mi si avvicinò a passi lunghi e
lenti, fino a fermarsi di fronte a me, pochi centimetri di vuoto a
separarci.. si alzò sulle punte del piedi per lasciarmi un
bacio sulla punta del naso ed infine scoppia a ridere.
“Devo iniziare
a preoccuparmi?”
Stanotte è
venuta l’ombra.. l’ombra che mi fa il verso, gli ho
mostrato il coltello e la mia maschera di gesso..
“Perché, Joker..?”
Chiedo nuovamente all’aria ma riuscendo stavolta a trattenere
quell’insopportabile liquido salato dietro le palpebre.
Improvvisamente un rumore raggiunge le mie orecchie e ci misi un
po’ per riuscire a capire se si trattasse della
realtà o meno; lo era.
La guardia che stava di fronte alla mia cella ha appena dato il cambio
a quella di prima ed ora, anche se il regolamento lo proibisce, per
passare il tempo ha iniziato ad ascoltare delle musica con le cuffie,
rompendo delicatamente il silenzio con le bellissime note di una
canzone che conoscevo fin troppo bene ed è come se un velo
si alzasse da tutto, rivelando rumori, pensieri, altri ricordi, altre
sofferenze per me. La musica. Perché fa così male
adesso?
Riesco a distinguere benissimo le parole tra quei suoni flebili e se il
melodico ronzio dovesse essere troppo confuso, ho ormai la memoria a
sopperire dove la realtà scarseggi.
Bella. Lenta. Dolce ed appropriata.. mi abbandono tra le note,
lasciando che i muscoli si rilassino nuovamente contro il materasso,
rialzato all’altezza della schiena per mantenermi in una
posizione quasi seduta; la mia testa ricade sul cuscino sottile e
sospiro rumorosamente col naso, gli occhi chiusi contro la
realtà.
Last fire will rise,
behind those eyes.. black house will rock, blind boys don't lie.
Immortal fear, that
voice so clear. Through broken walls, that scream I hear..
Certe emozioni, semplicemente sembrano gridare attraverso il tempo e lo
spazio, o forse è solo il desiderio che sia così
che mi da questa sensazione? Fatto sta che ora come ora mi sembra
impossibile che nulla di quello che sento o penso riesca a giungere
fino a lui in una specie di richiamo. Sembra impossibile che sentimenti
così forti e devastanti non riescano ad uscire dalla mia
mente ed andare a cercare la loro origine al di fuori, nel mondo, in
quella che in questo momento non sembra nemmeno la realtà e
che forse per Joker non è mai apparsa come tale.
The masquerade,
strangers look up, when will they learn this loneliness..?
Temptation
heat, beats like a drum, deep in your veins.. I will not lie, little
sister..
Davvero Batman riuscirebbe a capire ed amare Joker meglio di come ho
fatto io? Insieme saprebbero davvero vivere meglio di come abbiamo
fatto noi, fino meno di due mesi fa? Più ci penso e
più il mio orgoglio piange e grida il suo dissenso, un
potente ‘no!’ riecheggia dentro di me, in ogni
parte del mio corpo e della mia mente.
Il mio orgoglio, già.. ancora incredulo di fronte a
ciò che è successo; mi accorgo che gli anti
depressivi hanno perso totalmente il loro effetto visto che adesso
riesco perfino ad arrabbiarmi e tornare a pensieri negativi, come il
modo più doloroso di far fuori quel maledetto sorcio volante.
Scaccio il pipistrello dalla mia mente e mi concentro solo su Joker..
mi tornano in mente i suoi occhi chiari, i suoi mille sguardi e tutte
le parole nascoste dietro di essi.
My shangri-la, I can't
forget, why you were mine, I need you now..
...
...
...
Il mio Shangri-la.
Il paradiso che avevo trovato, quasi per caso e che infine ho perduto..
l’amaro incanto che sono il suo corpo e la sua anima; lui,
tutto ciò che mi ha dannato per sempre. Tra poche ore la mia
dose di tranquillanti verrà rinnovata e per qualche tempo
sarò nuovamente in grado di dimenticare; ma voglio davvero
farlo? Per sempre? No.. meglio morire che scordarmi di Joker. Solo..
perché? Ed ora vorrei solo dirgli ‘Ti prego, torna
da me..’, anche se così facendo calpesterei la mia
dignità, anche se non servisse a nulla, anche se lui non
farebbe altro che ridermi in faccia.
Cry little sister, come,
come to your brother.. unchain me sister, love is with your brother.
La canzone termina ed io riapro gli occhi per ritrovarmi nuovamente
davanti le bianche pareti di Arkham.. una realtà amara e
spoglia, davvero. Le ultime note si spengono piano piano
nell’aria.. il testo che, continuo a pensarlo, rispecchia le
parole che gli avrei volentieri dedicato se solo possedessi abbastanza
talento da inventarle per conto mio.
Ho sonno.. lentamente riabbasso le palpebre, pregando per quelle poche
ore di insensibilità che le medicine mi porteranno e fanculo
anche la bocca impastata e la gola secca. Non sopporto più
di non riuscire a non pensare.. vorrei essere libero, come Joker, di
accettare sempre quello che mi succede e riderci sopra. Anche se
volesse dire ridere di me.
Spero solo che quel maledetto infermiere si sbrighi a venire a
somministrarmi quelle cavolo di pillole.. anche se a ripensarci
sembrava un perfetto idiota mentre, vedendomi ammanettato, pieno di
lividi ed accompagnato da tre agenti di polizia, mi chiedeva
“Allora, signor Nigma! Come andiamo oggi ragazzone, siamo
pronti per un bel giretto?”
Figlio di puttana.
--
“Crane..? Mi stai rovinando tutte le cartine.”
“Non è come she
non ‘ai
abbashtansha sholdi per riempire tutta Arkham ‘ino
all’orlo di queshte
male’ette cartine! Cassh-“
Dice senza nemmeno voltarsi a guardarmi, il che è irritante
per non parlare del fatto che alle tre di notte se ne sta lì
seduto sul suo letto ad arrotolare sigarette – che chiamarle
così è far loro un complimento – mentre
si illumina le mani col getto di luce di una piccola torcia elettrica
che è costretto a tenere fra i denti.
Ma che cavolo ci si sarà accanito a fare, visto che neanche
fuma?!
Sono sicuro di non averlo mai visto così arrabbiato prima
d’ora e giurerei di averlo anche sentito un paio di volte,
mentre minacciava il tabacco di non muoversi da dove si trovava..
l’ha proprio presa a cuore, eh?
“Per’hé
ridi?”
“Migliori. Magari l’anno prossimo
riuscirò a fumare il tuo capolavoro di alta
tabaccheria.”
“Fanculo. Mi 'ai
rivedere come shi
fa?”
“Oh, Dio.. insomma, guardati un attimo! È quasi
mattina e tu ancora stai lì con una torcia elettrica in
bocca, che fra l’altro devi anche sputare ad
intermittenza per poter leccare il bordo di una cartina storpia, ed il
tuo letto si è riempito talmente di tabacco che
l’odore non svanirà neanche se getti via la
coperta!”
“Non possho
far’i battere da un paio di ‘artine!”
“E che palle! Su, ormai si è capito che se
dipendesse da te, saremmo tutti sotto la dittatura dei
filtrini!”
Lo sento sospirare attorno al manico della torcia per poi posare tutto
sul comodino e finalmente,
sfilarsi quell’affare dalla bocca; poi si volta a guardarmi,
poggiando le mani sulle ginocchia e mi dice, sconsolato
“Era proprio temendo questa particolare battuta, che mi ero
impegnato tanto.”
“Che vuoi farci, è l’eterna lotta
dell’uomo contro il tabacco. Potrei fartene altre mille, di
battute così.”
“Risparmiami,
per favore..”
Mi risponde, col tono irritato e saccente, mentre si alza dal letto e
prende a scrollare la coperta, lasciando che i resti di tabacco
ricadano sul pavimento e tutto il suo comportamento è
diventato improvvisamente irritante (non per il pavimento, di quello me
ne frego).
Tutto il suo atteggiamento da genio incompreso è qualcosa
che non riesco davvero a concepire il più delle volte..
passi se si trattasse di una cosa seria, ma per la miseria, tutta
questa storia per qualche semplice sigaretta? Accidenti a me quando gli
ho suggerito di provare.
“Non riesci proprio a tollerare di non saper fare qualcosa?
Sei irritante!”
“Che palle,
Harvey! Dillo solo un’altra
volta e giuro che glielo chiedo io allo psichiatra
di cambiarmi cella!”
“Si può sapere, per amor di Dio qual è
il problema?!”
Lo sento gettare fuori aria dal naso mentre da alla coperta un ultimo
colpo decisamente più forte di quanto fosse necessario, per
poi gettarla in malo modo sul letto e sedersi sul bordo di questo con
movimenti stizzosi; dopo qualche secondo di silenzio sento che
ricomincia a parlare, la voce più bassa e tranquilla di
prima, seppure non meno offesa.
“Il fatto è che quando ero
all’università, avevo un professore che era solito
farsi arrotolare le sigarette dalla scimmia in laboratorio. Non posso
vivere sapendo che una
scimmia è capace di fare qualcosa meglio di me!
Una scimmia!”
Quando sento le sue parole lamentose e comprendo fino in fondo
l’entità del suo dramma interiore, il mio occhio
sano si spalanca su di lui in un’espressione di puro stupore
e sono diviso tra l’alzarmi e prenderlo a calci nel suo
sedere piatto o il tentare di mettere un po’ di sale in
quella zucca vuota a parole.
Tiro fuori la mia moneta e lanciandola velocemente, poi mi sollevo un
po’ a guardare il suo responso.. la faccia bianca ed intatta
del mezzo dollaro sembra prendere in giro i miei nervi mentre sbuffo,
arrabbiato e voltandomi a guardarlo inizio quasi a gridargli contro
“Spero tu ti renda
conto che non
sei una
scimmia, Crane! Perdio,
il migliore amico dell’uomo è l’utensile!
Sfido una
scimmia ad aprire una bottiglia di vino senza un cavatappi! Comprati
una maledetta macchinetta che le rolli al posto tuo, se ci tieni tanto,
basta che la finisci una
buona volta di dire queste cazzate!
Fai l’essere
umano, una volta ogni tanto!”
Finalmente ho l’onore di sentirlo tacere e soprattutto di
vederlo abbandonare quella boria di cui sembra adorare così
tanto circondarsi.. i nostri sguardi si incontrano ed io trovo i suoi
occhi stranamente inespressivi, dietro le piccole lenti rettangolari
per poi rialzarsi e riordinare la coperta sul letto, scansare le
coperte, poggiare anche gli occhiali sul comodino e, finalmente,
mettersi a dormire.
Quando spegne la torcia il buio arriva infine a regnare nella piccola
stanza ed io sospiro sollevato mentre mi stendo sulla schiena e chiudo
gli occhi con l’unica intenzione di godermi un meritato
riposo.
Dieci minuti dopo però, quando ero già sulla
buona strada per addormentarmi..
“Harvey?”
“CHE C’È?!”
“Niente.. grazie.”
Resto pensieroso e per un attimo mi dispiace aver alzato la voce.. ero
convinto stesse per tirar fuori un altro dei suoi amletici dubbi
–cosa che mi avrebbe mandato su tutte le furie –,
non avrei mai immaginato volesse ringraziarmi.. mi viene da sorridere,
pensando che forse un po’ di praticità
è proprio quello che serve nella vita di Crane, che
è capace di perdersi in un bicchier d’acqua a
causa del suo assurdo modo di ragionare – e la cosa peggiore
è che deve ragionare proprio su tutto!
– mi volto verso il lato del muro e rispondo, già
nuovamente sull’orlo del sonno
“Di niente.”
Le
canzoni contenute nel capitolo sono: “Ho visto Nina
volare” di Zucchero e “Cry little
sister”, cantata da molti gruppi fino ad oggi ma la versione
che ha ispirato me è quella dei Blutengel. Ne consiglio
caldamente l’ascolto.. ù__ù
|
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Capitolo 16 *** La Noia. ***
Per LadyBlack: Ciao!
Ora sono io che non so cosa dire, tranne, come sempre, 'grazie infinite
per i bellissimi complimenti che fai alla mia storia' *_*! Per quanto
riguarda il 'procedere per decreti' sì, è una
trovata che trovo molto spiritosa e per la quale mi sono ispirata ad un
mio amico (per poi notare che anche Bruce Wayne ha la stessa abitudine,
soprattutto in 'Batman Begins' xD). Sono felice di essere riuscita a
mantenere i personaggi decentemente IC! Per non parlare del fatto che
le mie trovate sembrano risultare divertenti xD.. è
così difficile, quando si scrive qualcosa di spiritoso, ci
sembra sempre che non potrebbe far divertire nessuno :(! Eh
sì, Eddie fa davvero tenerezza nel suo dolore.. eh eh eh!
Quella della scimmia è stata un'idea che mi era venuta in
mente chissà come ma il 'dramma delle sigarette'
è alquanto personale -__- ho abbandonato il drum
perché dopo due settimane ancora non riuscivo a rollare una
sigaretta quanto meno decente! ç__ç Ora ti lascio
al capitolo, sperando che ti piaccia ^_^! Un abbraccio, alla prossima!
Per Desme: Ciao!
No problem se hai ripreso a commentare adesso anzi, mi fa molto piacere
leggere di nuovo i tuoi commenti, sia perchè ho sempre
tenuto al tuo parere, sia perché con tutto quello che sta
accadendo ultimamente, non ho potuto di fare a meno di preoccuparmi di
tutti coloro coi quali non sono rimasta in contatto..
ç__ç! Sì, immagino la tua paura
durante la sfida.. effettivamente i finali 'tragici' o quanto meno
inaspettati sono il mio forte, lo ammetto, mi piace stupire xD! Sono
contenta che ti piaccia il capitolo sulla lemon tra i due, è
stato il più complicato da scrivere fino adesso, sai
com'è ç__ç.. già
è difficile mantenere IC questi personaggi in situazioni
normali, figurati in una come questa! Grande Alfred ed i suoi processi
logici xD! Ancora una volta ti ringrazio per i complimenti e gli
incoraggiamenti! Ora ti lascio al nuovo capitolo, sperando che ti
piaccia.. un abbraccio, alla prossima ^_^!
Per Boopsie: xDD Ma tu lo sai che
ancora prima di leggere la tua recensione sono scoppiata a ridere come
una scema solo per gli "ahahah" iniziali?! :D Dio, sei un mito davvero,
non smetterò mai di dirtelo xD! Ehh.. hai riconosciuto
subito il dramma che ho deciso di dividere anche con Crane.. ora siamo
accomunati ;)! Sono contenta che i processi logici di Alfred ti siano
piaciuti.. in fondo lui conosce Bruce troppo bene per lasciarsi
sfuggire qualcosa che lo riguardi.. specie se questo 'qualcosa' ha una
portata così grossa ed è potenzialmente letale
ù__ù. Ho anche immaginato che una persona
così 'carefree' come Joker non sarebbe mai potuto essere il
tipo che segue ricette di cucina alla lettera.. magari potrebbe, per
cinque minuti prima di rompersi le scatole e gettare direttamente tutto
in pentola xD! Ti prego.. devi spiegarmi bene come hai immaginato Joker
mentre 'gioca stupidamente' sulla spiaggia xD! Per quanto riguarda i
'decreti' sì, è una cosa che
trovo molto spiritosa e per la quale mi sono ispirata ad un mio amico
(per poi notare che anche Bruce Wayne ha la stessa abitudine,
soprattutto in 'Batman Begins' xD).. povero Eddie
ç__ç.. e non ha neppure ancora iniziato a
soffrire! Mi dispiace per lui ma per ora il suo unico compito
è quello di stare male ù__ù.
Contentissima che i suoi pensieri ti piacciano, comunque ;)! Per il
resto.. tranquilla, le tue facoltà mentali sono talmente in
buone mani che per occuparmene meglio ho deciso di gettare via le mie
xDD! Ti ringrazio ancora per i complimenti e gli incoraggiamenti che
continui a darmi, sei davvero unica *_*! Ora ti lascio al capitolo, un
abbraccio, alla prossima ^_^!
Per
AintAfraidToDie: Ciao ^:^! Sono contenta davvero che
trovi spiritose le mie trovate.. sai com'è ho pensato che
questi personaggi, tutti insieme avevano anche del potenziale spirito,
ormai la prima parte della storia, quella dove si ammazzano a vicenda,
si è conclusa perciò tanto vale lasciarsi
andare.. non so perché ma immagino Harvey Dent una persona
ricchissima di sarcasmo ed ironia. Poi vabè, ho sempre
trovato Bruce divertente già di suo, al punto da scoppiare a
ridere a volte, durante il film, solo per la sua aria da 'macho bat'
xD! Mi fa piacere che apprezzi lo stile che ho scelto per questa
storia, ovvero di 'passare la palla' tra un personaggio e l'altro.
Per quanto riguarda i commenti positivi ti do perfettamente ragione,
possono far piacere ma difficilmente risultano costruttivi ^_^".. a
volte le persone sempicemente accettano tutto ciò che viene
loro proposto senza esternare le loro sensazioni a riguardo. Eh
sì, ho cercato il gruppo, ho trovato la canzone e ti
dirò di più, ancora adesso non faccio che
ascoltarla! Io non solo apprezzo il giapponese ma lo adoro in maniera a
dir poco viscerale, al punto che se devo guardare un anime, preferisco
di gran lunga la lingua originale.. è così
melodica e dolce e.. insomma, ci siamo capite xD! Perché
dici di essere 'piagnucolona'? Anche a me capita spesso di commuovermi
grazie alle canzoni, trovo che la musica sia la forma d'arte di gran
lunga più commovente che esista, visto che ti cattura non
solo con le parole ma anche con i suoni.. io spesso immagino,
ascoltando determinate canzoni, il mio cuore battere con lo stesso
ritmo e la mia mente emanare onde sinuose come la melodia che sento.
Come se la musica mi partisse direttamente da dentro, emanata da tutto
il mio essere. Bah, detta così sembro una pazza xD.. andiamo
avanti che è meglio!
Se non mi fossi sentita fiera prima, della lemon, lo sono di certo ora,
sono contenta che sia stata così apprezzata da molte
persone! Anche per me è stato il capitolo più
difficile in assoluto da scrivere ç__ç!
Ehh.. i bei tempi andati in cui auguravo il buongiorno con
una bestemmia, cantavo le mie lodi a Dio ridendone a crepapelle e mi
rotolavo di risate grazie a Paolo Chiavator e le sue creazioni
ù__ù! Non ho mai trovato imbarazzanti le
bestemmie davvero, non è per quello che ho smesso e ancora
adesso, anche se non ne faccio più uso, continuo a trovarle
divertenti! In fondo, sono convinta che se esiste un Dio, non se la
prenderebbe certo per qualche parola goliardica xD!
Sono contenta che hai trovato così accattivante ed IC il
processo logico di Alfred, hai proprio ragione si vede che per lui
Bruce è più di un figlio (cioè per non
aver battuto praticamente ciglio nonostante tutti i fatti di B.Begins -
al suo posto lo avrei denunciato per torture psicologiche xD! - deve
volere davvero un bene dell'anima a quel ragazzo!). L'espressione che
hai usato, uomo Alfrediano,
mi ha fatta rotolare di risate, davvero xD! Come sai, sono davvero ben
lontana dal gasarmi,
ma lo farò sicuramente quando questa storia sarà
conclusa, visto che è la prima in assoluto che porto a
compimento *_*!
Ah ah! Crane ed Harvey 'amore puro', in un certo senso hai ragione ;)
trovo quei due addirittura complementari! L'infermiere spaventa, a
volte, anche me nonostante sia un parto della mia mente (o forse
proprio per quello :S !). Sono contenta che continui a trovare il Joker
della mia storia così adorabile, divertente ed IC! La parte
dedicata ad Eddie, ammetto che è stata dolorosa da scrivere,
mi dispiace averlo messo in ginocchio in questo modo ma ormai il suo
compito è quello: soffrire ù__ù e
purtroppo ancora non neppure iniziato, poverino! Ora, dopo questa
interminabile risposta, ti lascio finalmente al capitolo, sperando che
ti piaccia quanto gli altri ^_^! Un abbraccio, alla prossima!
Per Sychophantwhore:
Ciao ^_^! Sono contenta che ti sia piaciuto
anche il precedente capitolo e sì, forse non è
giusto che Eddie sia rimasto l'unico a soffrire, visto che
apparentemente tutti gli altri hanno risolto o quasi, tutte le loro
ossessioni, ormai ç__ç purtroppo ho una cattiva
notizia: non ha ancora finito di star male, poverino e anche se mi
dispiace davvero descriverlo così sofferente, purtroppo non
posso fare altrimenti.. conosco la canzone che hai nominato (no problem
per il titolo, capita a tutti di sbagliarsi xD), è una di
quelle canzoni su cui hanno fatto mille cover e l'ho sempre trovata
davvero 'claustrofobica' quasi al punto del fastidio.. ammetto di non
aver mai saputo cosa pensare in proposito ù__ù.
Per quanto riguarda la sua 'fine' non ti accenno nulla ma continua a
sperare ç__ç! Beh, Joker la sua assenza la sente
eccome, sebbene a modo suo ma capirai meglio leggendo questo capitolo
;)! Eddie non sparirà assolutamente da questa storia,
tranquilla xD!
Per quanto riguarda la parte sulle sigarette.. quella è
autobiografica (a parte il ricordo della scimmia), visto che anche io
in due settimane passate col drum non sono mai riuscita a fumare
qualcosa che non fosse un aborto, mentre i miei amici, impietositi,
continuavano a dire 'lascia, te la faccio io!'
ç__ç davvero frustrante e triste!
Hai smesso di fumare? In che senso ti annoia :o? Io invece continuo a
fumare come una ciminiera.. o anzi, come l'incendio nel letto di Bruce
xD.. tranquilla per il ragno, non è stato un vero imbarazzo,
solo che a volte vorrei davvero riuscire ad avere certe pensate io
stessa :P! Purtroppo le metafore non sono il mio forte, amo la
chiarezza forse al punto di risultare ottusa :(.. se la tua mente
viaggia, lasciala pure xD! Ok.. quella del 'trastullo sessuale'
carnevalesco è stata divertentissima ma errata xD il fatto
è che nella lemon avevo accennato al fatto che Bruce,
prendendosi cura di Joker, gli aveva anche lavato via il trucco dal
viso.. il clown ovviamente, non essendosi mai specchiato durante tutta
la lemon, non se n'era accorto! Immagina la mattina dopo che
può essere successo ^_^" (ed infatti Bruce era furibondo
quando è uscito di casa). Il lavoro che hai postato sul tuo
space è stupendo al punto che quasi mi sono commossa!
Davvero, è stato come vedere davanti a me qualcosa che fino
a quel momento era sempre stato solo nemma mia mente! Adoro come sempre
il tuo modo di disegnare e non smetterò mai di ringraziarti
per tutto questo.. e poi non l'ho affatto trovato approssimativo,
davvero :D!
Se non sono indiscreta, posso chiederti come mai sei stata
immobilizzata per tutto questo tempo :(? Spero nulla di grave! Ora ti
lascio al capitolo, sperando che ti piaccia *_*! Un abbraccio, alla
prossima ;)!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo
16: La Noia.
“—quindi vi renderete conto che una manovra simile
sarebbe alquanto azzardata in un momento di crisi come quello che il
nostro settore sta attraversando! Non abbiamo neanche la minima idea di
quanto questo calo degli export durerà! Per non parlare
della concorrenza, che sembra aumentare sempre più ogni
settimana!”
“Capisco le sue preoccupazioni – dico, sforzandomi
di non lasciar trasparire quanto stanco ed irritato sono in questo
momento.. mi verrebbe da pensare che, essendo io il capo ed avendo
raramente sbagliato nelle mie manovre finanziarie, non dovrei ricevere
interminabili lamentele come questa. – ma è
proprio per via della recente crisi che—“
Mi interrompo quando sento un suono acuto e fin troppo vivace inizia a
riempire l’aria e ci metto qualche secondo prima di rendermi
conto che si tratta del mio cellulare.. Joker deve aver di nuovo cambiato
la mia suoneria ed ora mi ritrovo ad arrossire per la
stupidità di essa. Tento di fingere che sia la
cosa più normale del
mondo ed alzando un dito per scusarmi dell’interruzione, tiro
fuori il
cellulare dalla tasca, sperando si tratti
dell’importantissima chiamata
che stavo aspettando dai nostri corrispondenti europei.
Il numero è anonimo ma non ci faccio caso, premo il tasto
verde, porto il cellulare all’orecchio e rispondo
“Bruce Wayne.”
“Ciao Brucey
tesoro, ti disturbo?”
Sento qualche tono di colore drenare dal mio viso mentre lancio
un’occhiata veloce e nervosa intorno alla lunga tavolata di
soci attorno a me, sperando di riuscire a non far capire a nessuno di
loro che in questo momento mi trovo al telefono con un matto da legare.
Tossisco leggermente per schiarirmi la voce prima di rispondere
“Ahh, sì.
Mi dica pure.”
“Sì?
Davvero? Ah ah! Ho trovato questo numero sulla tua agenda e ti ho
chiamato.. mi annoio.”
“Capisco.”
“Batsy,
perché non molli tutto e vieni da me? Mi sto annoiando a
morte!”
“Sì.. questo me l’ha già
detto..”
“E dai.. ho
anche cucinato!”
“Eh.. mi pare un motivo in più per non
farlo!”
“Ma come sei
pedante! A proposito, hai fatto la cosa che ti avevo chiesto?”
“Non ho ancora avuto il tempo.”
“Oh,
vabè lo farai domani, adesso vieni qui!”
“Al momento sono.. un tantino occupato!”
“Imbecille. Se
stessi per far saltare in aria qualcosa però, correresti
subito.”
“Uhm.”
“Non ho la
minima intenzione di pregarti ma sappi che se non vieni avrai la mia
libido sulla coscienza.”
“Ho capito, a quella penseremo sicuramente più
avanti.”
“Ma
Brucey!”
“Ora devo andare, ci vediamo dopo.”
“Asp—“
Concludo, chiudendo la conversazione e riprendendo il discorso
più o meno da dove lo avevo interrotto ma ora mi risulta
molto più difficile concentrarmi su ciò che
dovrei dire, un altro pensiero si è fatto strada nella mia
mente.. non presto affatto attenzione alle risposte che mi arrivano da
tutte le parti a questo tavolo, tanto ormai la decisione è
presa. Fingo di guardarli uno per uno mentre parlano ma in
realtà..
A proposito, hai fatto
la cosa che ti avevo chiesto?
Già, me ne ero quasi dimenticato.. questa mattina prima che
uscissi per venire alla Wayne tower, Joker mi ha dato una lettera in
una busta di carta, chiedendomi di farla arrivare a Nigma.. non so cosa
gli abbia scritto o men che meno cosa avrebbe da dirgli a questo punto
ma la cosa mi irrita, mi spaventa e mi intristisce in una sola volta.
Porto una mano all’interno della giacca a toccare i bordi di
quel plico sottile e ruvido, quasi cedendo alla tentazione di aprirlo e
leggere il suo contenuto ma non posso farlo.. e non lo farò.
Poi dice che si annoia.. tsk, come se io mi stessi divertendo qui,
invece! Come se il fatto che non corra da lui come mi ha chiesto
significhi qualcosa.. non capisce che potendo scegliere, avrei di gran
lunga preferito restare in sua compagnia..?
Anche il fatto che non lo chiamo, di certo non significa che non penso
a lui continuamente.. imbecille.
--
“Aspe.. – non faccio neanche in tempo a pronunciare
questa parola che l’imbecille ha già attaccato -
..tta.” Concludo parlando alla vuota aria, che comunque
sembra essere molto più interessata a ciò che ho
da dire di quanto lo sia Batsy, ultimamente. Continuo a guardare il
display del cellulare nella mi mano ancora qualche minuto per poi
semplicemente lanciarlo contro la parete del muro davanti a me.. ma non
perché sia arrabbiato o altro, era tanto per fare qualcosa..
vedo l’oggetto andare in frantumi ma non mi interessa
minimamente, tanto l’unico che potrebbe chiamarmi
è Brucey ma so che non lo farà, non lo fa mai.
“Uffa..” Mormoro, porto le ginocchia al petto,
abbracciandole con le braccia e poggio la testa contro il muro alle mie
spalle, guardo il soffitto, il lampadario di dubbio gusto, la finestra
sporca della sabbia trascinata dal vento e poi torno ad abbassare lo
sguardo sulle mattonelle verdi che rivestono questo bagno.
Stringo leggermente la mano a pugno e sento un lampo improvviso tra le
dita ed il palmo, la guardo e vedo le solite, dense gocce rosse
scivolare lentamente fino a cadere per scontrarsi col pavimento, dove
si allargano in un cerchio rosso, poi un altro, un altro ancora,
invadendo il silenzio con dei flebili ticchettii.. plick.. plick.. plick..
“Cristo, che noia..” Rigiro la lametta tra le dita
un paio di volte prima di afferrarla tra il pollice e
l’indice e passarla distrattamente tra il palmo della mano ed
il polso; so che è un punto delicato, quello ma sono sicuro
di non poter sbagliare, è come un istinto, so bene a che
profondità si trova la vena e semplicemente non arriverei
mai a reciderla a meno di non volerlo davvero.
Tendo il braccio col palmo rivolto verso il basso e mentre lascio che
le altre dense gocce rosse abbandonino il mio corpo, decido di
accendermi una sigaretta.
Se Bruce mi avesse detto che stava arrivando, l’avrei fatto
comunque? Forse no, ma che importa? Mi rendo conto benissimo del fatto
che per lui la mia noia diventa un problema solo quando ci sono ostaggi
o esplosivi di mezzo.
Pensi davvero che
dissanguandoti risolveresti il problema della tua noia? Piuttosto alza
il culo da lì, cerca un buon posto, piazzaci una bomba ed
avverti la polizia! Poi ci penso io a fargli interferenza tra le
radio.. non pensi sarebbe molto più divertente?
“Ah ah ah! Davvero, li immagino a correre a destra ed a
sinistra, confusi come insetti!”
No, no, no, aspetta un attimo.. Brucey si arrabbierà un
casino se scopre che ho fatto saltare in aria qualcosa! Di nuovo la mia
espressione perde il sorriso e la cosa non mi piace neanche. Un.
Po’. Davvero, se c’è uno che dovrebbe
conoscermi è proprio Batsy, come può pretendere
che io resti chiuso in questa casa giorno e notte? Non mi ha neppure
lasciato uno straccio di macchina ed a me manca Gotham City
più che mai.
Riabbasso lo sguardo, sempre annoiato e senza particolare entusiasmo
traccio tre strisce con la lametta sull’avambraccio, fino a
tracciare una ‘N’ rossa ed umida poco
più su del taglio fatto in precedenza. La
‘N’ di “Noooooiaaah”.
Uhm.. non dirmi che
questa sarebbe la ‘O’ di
‘orgasmo’? Ah ah.. sono sicuro che se ci fossimo
conosciuti prima, ora non avresti questa cicatrice!
Sorrido di nuovo mentre mi torna in mente l’immagine di Eddie
sdraiato vicino a me, probabilmente dopo un’appagante oretta
di sesso, esaminando ogni cicatrice sul mio corpo e ridendo insieme dei
suoi tentativi per indovinare la loro storia o il loro significato.
L’unica cosa che non sopporto è dover restare
fermo; la noia è la sola sensazione capace di tormentarmi,
visto che nel momento in cui arrivo a provare quel sentimento, di
sicuro è perché non sto facendo ciò
che vorrei, il che è semplicemente impensabile per me.
Batsy mi piace, davvero.. ma chiedermi di rinunciare alla mia
libertà – o peggio, dare per scontato che io lo
faccia – non è un po’ troppo da parte
sua?
“Un dettaglio che evidentemente ti è piaciuto..
cos’era, di nuovo?”
La tua
libertà, Joker.
Ora sono irritato. Riporto la lama sull’avambraccio e
spingendola un po’ più forte del dovuto, traccio
una striscia, per cancellare la ‘N’ tracciare poco
prima, odiandola ma mi rendo conto che non è stata proprio
un’ottima mossa.. un fiotto abbondante di sangue esce dalla
nuova ferita, allontano di nuovo il braccio da me ma dopo un minuto
buono, ancora il flusso non si placa, afferro l’asciugamano
che giace al mio fianco e lo premo a coprire il taglio.
Nulla di grave ma ora il pavimento sembra un lago di sangue ed io non
ho nessuna voglia di ripulire tutto, adesso.. sospiro,
alzandomi dal pavimento e con l’idea di occuparmene
più tardi, esco dalla stanza ed istintivamente mi volto
verso la porta, fissando l’angolo vicino la sua cornice.
Joker.. davvero ti
sembra un gesto dolce appostarti dietro la porta per spaventarmi ogni
volta che esco dal bagno?!
“Buh! – mormoro ancora una volta alla vuota aria.
Adesso sono stanco.. ho perso più sangue del previsto, forse
è per quello. Stringo un po’ di più
l’accappatoio attorno al mio corpo e premo più
forte l’asciugamano attorno al braccio, voltandomi per andare
in camera da letto – Almeno non rischi di fartela addosso,
visto che hai già evacuato..”
Mi stendo sul letto, contento di quanto sia comodo ed aprendo gli occhi
sul soffitto, mi ritrovo a ricordare ancora di Eddie, di come
nell’ultimo periodo – o almeno credo fosse
l’ultimo.. ora non sembra affatto così lontano
– avesse iniziato a contraccambiare i miei scherzi; mi
gridava nelle orecchie mentre dormivo, scambiava sale e zucchero nei
barattoli, allentava le mensole in modo che cedessero oppure, sempre
mentre dormivo, mi gettava addosso di tutto per poi iniziare a gridare
Il terremoto, il
terremoto! Fuori dal letto!
Ridendo tra me a queste divertenti memorie, mi giro su un fianco ed
ancora sorridendo, scivolo nel sonno.
--
“Sembra parecchio depresso, eh? Scommetto che stai morendo
dalla voglia di andare a parlarci. Potresti provare, non sembra avere
abbastanza forza d’animo da saltarti al collo in questo
momento.”
“Sì, peccato che praticamente catatonico. Se gli
parlassi, non mi guarderebbe neanche.”
“Mh. Credo stia solo fingendo di esserlo.. probabilmente non
ha nessuna voglia di parlare. In certi casi si arriva ad odiare tutto e
tutti indiscriminatamente, pensando che niente sarà mai
altrettanto importante del proprio amore perduto. Non abbastanza
importante da volerne parlare, quanto meno.”
Ah, già.. a volte tendo a dimenticarlo ma anche Due Facce ha
avuto una brutta esperienza in questo senso, con il trapasso della sua
ex fidanzata, Rachel. Chissà chi dei due è
più fortunato, se Harvey che l’ha persa per sempre
o se Nigma, che invece è stato abbandonato per qualcun
altro?
Sono comunque sicuro che entrambi, per loro natura, farebbero
volentieri a cambio anche subito. Però, ora che ci penso,
c’è un dubbio che mi gira per la testa da un
po’ di tempo a questa parte.
“Però..” Inizio ma mi blocco subito
dopo, pensare di chiedergli una cosa come quella che mi sta passando
per la mente, non è quella che potrei definire una buona
idea. Dopo qualche secondo vedo che Harvey si volta verso di me, la sua
espressione seria come sempre mentre indaga con lo sguardo sul mio viso.
“Cosa?”
“No, niente.”
“Non fare l’idiota o prendo la moneta.”
Che tradotto nella sua lingua vuol dire ‘hai solo il
cinquanta percento di possibilità di scampare al defenestra
mento istantaneo’. L’idea di volare dal quinto
piano non mi attira così tanto, specie pensando che prima
dovrebbe ridurmi in uno stato tale da permettermi di passare attraverso
le sbarre.
Sospiro e decido di parlare.. tanto ormai è già
irritato.
“Pensavo che comunque sembri aver superato la tua sete di
vendetta nei confronti di Joker. Come mai?”
“Bisogna andare avanti, ad un certo punto.”
“Oh! Ma bravo! Questo è davvero un pensiero
positivo, sai? Come ci sei arrivato?”
Vedo che non risponde subito, distoglie lo sguardo, spostandolo sulle
proprie ginocchia.. stranamente, mi sentivo veramente contento per
Harvey, che era arrivato ad una conclusione tanto positiva per il suo
futuro e lo avevo dimostrato nel tono della mia voce e poi, cercando
poi di mantenerlo il più leggero possibile quando gli ho
posto l’ultima domanda.. ora mi sto chiedendo se tutto questo
non lo abbia irritato ulteriormente.. anche perché ha
più volte ripetuto di trovare irritante la mia
curiosità.
O forse ha interpretato il tutto come una presa in giro?
“Volevo intendere che..”
“Ho capito,
Crane!”
Risponde, il tono è quasi arrabbiato ed io preferisco non
parlare oltre. Due Facce è un tipo molto permaloso e per
questo sono contento di vedere che, almeno nei miei confronti, tenta
sempre di mantenere la calma il più a lungo possibile.
Lo vedo sbuffare, eppure non mi sembrava di avergli fatto una domanda
così complicata? All’improvviso,
nell’arco di due secondi – assolutamente non
sufficienti per permettermi di fuggire – vedo che infila la
mano in tasca per estrarre la sua moneta, che poi lancia e ne osserva
il responso sulla mano.
Non riesco a vedere il suo casuale decreto.. sta per lanciarmi dalla
finestra?! Istintivamente mi scanso di qualche centimetro, scivolando
sul davanzale sul quale sono seduto mentre Harvey resta con la schiena
poggiata contro il muro al mio fianco.. vedo la mano stringersi a pugno
attorno alla moneta, le nocche bianche per lo sforzo ma infine alza lo
sguardo su di me.
“E va bene. Diciamo che.. ho aperto gli occhi grazie
all’esempio di qualcuno.”
Il mio primo istinto è quello di sorridere e sospirare di
sollievo, alla fine stava solo decidendo se rispondere alla mia domanda
o meno, nessuna defenestrazione coinvolta.
Subito dopo però mi sento incuriosito nei riguardi
dell’identità di questo
‘qualcuno’ che gli avrebbe dato
l’esempio, spingendolo a superare la sua ossessione per
Joker.. eppure a quel che so, Due Facce non conosce tutta questa gente
ed ultimamente gli unici contatti umani che ha avuto erano con i membri
della ‘Lega’ e, dopo l’arresto, solamente
con me.
Resto per qualche attimo interdetto ma vedendolo ancora decisamente
accigliato, decido di non spingere oltre la mia fortuna e tacere;
restiamo così a tenerci compagnia in un piacevole silenzio.
Solo dopo pochi minuti, una giovane infermiera viene ad avvertirmi che
è ora di andare alla solita visita dallo psichiatra.. di
già? Scendo dal davanzale della finestra, annoiato al solo
pensiero di quello che mi attende: una seduta di un’ora e
mezza con un venerando somaro e poi terapia di gruppo.. yuhuu!
--
“Signor Nigma? Ehi ragazzone, ancora con quel muso lungo?
Andiamo, fa il bravo, se cominci a mangiare qualcosa e dire qualche
parola ogni tanto chi lo sa, il dottore potrebbe permetterti di uscire
in giardino con gli altri, qualche volta! Sta arrivando
l’Estate!”
Ma che vuole questo cazzone?
“Su, signor Nigma, non fare così! Ci sei? Non fa
bene allo spirito essere così pessimisti! Sono sicuro che,
se volessi, potresti riuscire a stare meglio, non lo pensi anche
tu?”
Cristo, se
solo ne avessi la voglia, gli farei saltare i denti, poi ne farei una
collana e gliela regalerei per consolazione..
“Allora? Non vuoi provare a fare un sorriso per
l’Estate che arriva?”
Comincio a pensare che sia davvero
convinto di avere a che fare con un handicappato..
“No, eh..? Pazienza, comunque provaci, ogni tanto!
È arrivata questa lettera per te, vuoi leggerla?”
No, voglio solo che ti levi dalle scatole e che ti ripresenti solo per
darmi i miei maledetti anti depressivi!
“Vuoi che la legga io per te?”
Un’altra parola. Giuro, solo una e mi riprendo quel tanto che
basta per ridurlo a poter essere raccolto col cucchiaino..
“E va bene.. uhm, vediamo..”
Chissà se potrà ancora
‘vedere’, dopo che gli avrò cavato gli
occhi.
“Dice che è indirizzata a
‘Eddie’.”
Un secondo dopo gli ho strappato la lettera di mano e sono diventato
sordo alle sue parole di esultanza per la mia improvvisa manifestazione
di interesse verso qualcosa.. con sguardo quasi febbrile, scorro le
parole scritte su quel foglio nella sottile calligrafia disordinata che
conosco fin troppo bene.
Quando arrivo alla fine di questa lettera, lentamente abbasso le
braccia fino a poggiarle sulle gambe, non riesco a compiere nessun
altro movimento, ne a distogliere lo sguardo dalla superficie di
plastica del tavolo davanti a me.
Già riesco a ricordare a memoria le parole appena lette.
"Vedo il fumo che si
alza dalla mia sigaretta per vorticare veloce verso l’alto e
vorrei che fossi qui, per distogliermi dal guardarlo, come facevi
spesso. Mi tornano in mente molte cose,
[cancellature] non mi sono mai sentito più
inesperto di adesso, vedo immagini di giostre, sigarette consumate, i
miei quindici anni, tu e non capisco perché mi senta
talmente piccolo.. eppure, [cancellature] Cristo se
ho amato, senza sapere cosa cercassi, per avere, forse, qualcosa che
molti definirebbero.. come? [cancellature] Da un
po’ di tempo non sopporto più di tanto
me stesso..
So solo che continuo ad
amare anche adesso, a discapito forse, della mia libertà
e [cancellature] ogni tanto mi tornano in mente le
tue parole e le canzoni e non voglio sentirmi così
[cancellature] confuso.
Continuo ad aspettare e
cercare, nella noia.. amando comunque, sempre."
La lettera è finita così, semplicemente, nel suo
disordine ed io riesco a mala pena a pensare.. cosa ho capito? Che
Joker, l’uomo che si dimentica di qualunque persona non veda
per più di due giorni, mi ha scritto una lettera,
lasciandomi capire e dicendo anche chiaramente che mi pensa ancora.
Era fuggito con Batman, eppure dalle sue parole capisco che non
è ancora felice, anche se probabilmente non se ne rende
– o non vuole farlo? – ancora conto.
Dice che ama e so che lo fa, lo ha sempre fatto, a modo suo.. ama
Batman ed in un certo qual modo continua ad amare anche me, ma non
è felice.. è mai stato felice con me? Tutto
quello che ho fatto, allora cosa..? E per il futuro.. forse dovrei..
cosa?
Mi accorgo a malapena che quel foglio mi scivola tra le dita, cadendo
sul pavimento, sento il cervello svuotarsi di qualunque pensiero mentre
non registro pienamente i movimenti del mio corpo, che invece
già sa cosa fare, sebbene la mia mente sia ancora in alto
mare..
lui mi ha scritto, lui non è felice, lui si annoia e
l’unica cosa che mi viene in mente è il pensiero
di lui, seduto in un bagno indefinito mentre si passa la lametta sul
corpo; immagino me stesso al suo fianco, a tentare di farlo ridere.. se
solo potessi stringerlo tra le mie braccia, ancora una volta e riempire
il vuoto che sento, lo stesso che da qualche parte, sono sicuro sente
anche lui.
Eppure, tutto quello che gli ho fatto..
Sento delle voci; mi arrivano tuttavia lontane, attutite e mi sento
afferrare, il mio corpo si ribella più che può,
qualcuno mi blocca, sollevandomi dal pavimento, poi una puntura
all’altezza del collo prima
dell’oscurità più totale.. riesco, in
quei pochi attimi, a capire le parole attorno a me.
“Presto, dal dottore!”
“—l’infermeria!”
“Ma che ha..?”
--
Mi sento come morto, la stanchezza mi invade completamente nonostante
sia solo l’una di notte.. dopo il lavoro, sono passato ad
Arkham a consegnare la lettera per Nigma, insieme a dei soldi per
convincere il portantino a non fare domande. Ho fatto il solito giro di
ronda nei panni di Batman per poi tornare a casa per una doccia veloce
e per controllare come se la stesse passando Alfred nonostante la mia
continua assenza, ultimamente.
Ora sento che potrei dormire anche in piedi, ma nonostante questo, ho
preso la macchina e sono venuto qui, per vedere Joker, per stare con
lui anche solo per stringerlo a me mentre dormo.. la voglia di lui
è sempre forte nei miei pensieri.. quando varco la soglia di
casa, vengo subito avvolto dall’oscurità e penso
che probabilmente il clown è già addormentato..
meglio così, potrò semplicemente infilarmi a
letto al suo fianco, per poi risvegliarmi con lui tra le mie braccia,
avvolto dal suo odore.
Poggio le chiavi sul tavolo del soggiorno e decido di fare prima di
tutto una tappa in bagno, il più silenziosamente possibile
ma quando accendo la luce nella stanza, vengo accolto da uno spettacolo
che mi ferma il cuore per qualche secondo.. il pavimento è
pieno di sangue ed una lametta giace lì vicino, il liquido
scuro e secco ancora incollato alla sua parte tagliente.
Inizio a non riuscire a respirare bene mentre velocemente e senza
più curarmi di non fare rumore, esploro tutte le stanze
della casa finché non scorgo la sua figura sdraiata sul
letto. Mi precipito al suo fianco, gli afferro le spalle ed inizio a
scuoterlo, chiamando il suo nome.
“Ma che.. il terremoto?! Di nuovo..?”
Sento un movimento improvviso e la luce sul comodino si accende,
incontro i suoi occhi, spalancati dallo stupore. Restiamo a fissarci
per qualche secondo senza dire una parola e sono sicuro che il mio viso
è la perfetta copia del suo, occhi sgranati e bocca aperta.
Poi, la sua voce, confusa e nuovamente assonnata.
“Brucey..? – alza una mano a strofinarsi gli occhi,
poi lo sento ridacchiare – Sei carino a farmi gli scherzi
mentre dormo..”
“Ma quali
scherzi?! Joker, il bagno è un lago di
sangue!”
“Ahh.. sì, sì, più tardi
pulisco. Ero stanco.”
Dice e vedo la sua espressione cambiare, come se fosse deluso dal fatto
che non gli stessi davvero facendo uno scherzo.. eppure, sembra
tranquillo ed arrivo a pensare che forse avevo avuto una reazione
esagerata, se davvero si fosse tagliato le vene, non lo avrei certo
trovato così calmo, giusto?
Sul pavimento c’era una lametta.. non riesco a capire. Ho
sbagliato?
“Ma che è successo? Ti si è riaperta la
ferita, per caso?”
“Mh? No, quella dovrebbe essere a posto,
tranquillo.”
“Ma allora che..?”
Con la coda dell’occhio vedo l’asciugamano legato
attorno al suo braccio ed un taglio ancora fresco all’altezza
del polso, gli afferro la mano e bruscamente scanso il panno,
impregnato di liquido rosso e vedo altri tagli aperti da poco, uno
anche parecchio profondo e non ancora completamente chiuso.
Ora sento i miei pensieri dividersi; una parte di me, probabilmente
Bruce Wayne, vorrebbe abbracciarlo mentre l’altra parte,
quella di Batman, sente il forte istinto di prenderlo a schiaffi.
Decido di non fare nessuna delle due cose, almeno non prima di aver
sentito la sua spiegazione, anche se lui non sembra avere nessuna
intenzione di fornirne alcuna, come se a suo parere non ci fosse
assolutamente nulla da dire.
“Posso sapere perché hai fatto una cosa del
genere?”
“Mi annoiavo.”
Risponde indifferente, alzando le spalle come se fosse la cosa
più naturale del mondo tagliarsi un braccio semplicemente
per noia. Ammetto poi di essere esploso, iniziando a gridargli di tutto
mentre gli restavo il più lontano possibile, agitando le
mani nell’aria per sfuggire alla tentazione così
forte di mettergliele addosso.
Lui all’inizio era rimasto tranquillo, ancora non capendo
cosa mi avesse spinto ad una simile reazione ma alla fine anche lui ha
abbandonato la calma per urlare di rimando e contraccambiare insulti,
accuse e recriminazioni.. per più di un’ora ci
siamo gridati addosso, passando da un argomento ad un altro, discutendo
di cose che non c’entravano assolutamente nulla col problema
attuale ed è solamente ora che capisco fino in fondo
l’estensione del suo distacco dal mondo
‘reale’.. quanto davvero possa arrivare a non
capire molti dei sentimenti delle persone. Del fatto che ancora adesso,
non sappia perché questo suo lato mi faccia stare
così male.
“Davvero, Batsy, al posto tuo non me la sarei presa
così tanto!”
“Senti! Può darsi che quando stavi con Nigma, ti
sembrasse normale avere un
fidanzato che evidentemente si è sempre fregato
del fatto che ti piacesse tagliuzzarti di tanto in tanto, ma io non sono il tipo a
cui può star bene una cosa simile!”
“Con Eddie non mi sono mai annoiato!”
“Oh, scusa
se io ho un lavoro e non condivido la tua passione per gli
esplosivi!”
“Oh, no, scusa tu se
questo è il solo modo che mi hai lasciato per restarti
vicino!”
“Stai dicendo che il solo modo che hai di stare con me
è fare queste cazzate?! Se le cose stanno così,
allora torna pure da ‘Eddie’ quando vuoi!”
“Non era
quello che intendevo! Tu non capisci, Brucey..”
“Io?! Non capisco, io?!
Senti.. tu.. oh, cazzo!”
Concludo, non riuscendo a portare avanti oltre questa lite, sento forte
più che mai la voglia di colpire qualcosa, di colpire lui e
per impedire a me stesso di fare una cosa del genere, concentro tutta
la mia forza in un pugno, che sbatto contro il muro. Subito dopo prendo
la giacca che avevo gettato su una sedia, le chiavi dal tavolo ed esco
come una furia, facendo appena in tempo a sentire la voce di Joker
mormorare
“Oh sì, certo, molto maturo..”
Ancora più arrabbiato, sbatto la porta dietro di me e mio
malgrado, mentre salgo in macchina con movimenti stizzosi, mi tornano
alla mente le parole che disse Nigma, prima che lo mettessi a tacere,
la notte della nostra sfida.
Vorrei proprio vederti
allora, alle prese con l’amore di Joker.. marcio e malato,
hai detto. Eh eh eh.. forse è per questo che andavamo
così d’accordo..
La sola idea di avergli appena dato ragione con questo mio
comportamento mi raggela e mi schiaccia.. ora vorrei tornare dentro e
riprendere la discussione con più calma, abbracciarlo ed
infine fare l’amore con lui ma le mie mani tremano, strette
attorno al volante dell’auto e mio malgrado devo ammettere
che non ne sarei capace in questo momento.
Sento i denti strofinare tra loro mentre li stringo.. tutta una nottata
trascorsa a fare a testate con un muro e niente di più.
Quando abbasso lo sguardo sulle mie mani, vedo la destra insanguinata e
ricordo a malapena il pugno che ho dato contro il muro poco fa, giro la
chiave nel quadro e quando la macchina si mette in moto con un dolce
ruggito, mi avvio verso Gotham City.
La consapevolezza di non poter trattenere Joker con me ancora a lungo
– non in questo modo – si fa sempre più
strada dentro di me ma io ancora non voglio guardare in faccia questa
realtà, non voglio capire, non voglio ancora darmi per vinto.
Mi annoiavo..
Arrivo a casa e per le scale incontro Alfred che evidentemente si era
svegliato per il rumore ed è stupito di vedermi.. mi chiede
come sto, se è successo qualcosa ma io non trovo ne la forza
ne il coraggio per raccontargli nulla. Alzo lo sguardo su di lui e mi
sento in colpa anche nei suoi confronti, lui è sempre stato
qui, sempre al mio fianco, sempre disposto ad aiutarmi anche quando
sapeva fossi nel torto.
Se c’era qualcuno capace di aiutarmi, questo era proprio
Alfred.
“Alfred.. ho bisogno di tempo..”
“Di tempo,
signore?”
“Sì. Vorrei riuscire a trattenerlo, a non farlo
scivolare via.”
“Signore.. – vedo Alfred assumere
un’espressione strana, come contrita ma alla fine si
costringe a parlare anche se, sospetto, sappia benissimo quale sia il
succo di tutto il discorso ed i motivi che mi hanno spinto a parlare in
questo modo. Ma parla ugualmente, anche se non gli piace.– io
sono convinto che il tempo possa venire percepito in molti modi diversi
a seconda delle persone, e che non sia sprecato solo se sentiamo di
stare facendo qualcosa che vogliamo davvero. Ma se intende solo
guadagnarne altro.. consiglierei degli svaghi, signore.”
“Svaghi?”
“Sì.. musica, giochi, libri..”
“Svaghi. – ripeto, con aria stupida – Ti
ringrazio molto, Alfred.”
Sorrido, finalmente la prima buona idea della giornata e non mi sento
affatto turbato dal pensiero che non sono stato io ad averla; in fondo,
che Alfred è molto più saggio ed intelligente di
me, lo sapevo già da tempo. Gli auguro la buonanotte mentre
mi ritiro nella mia camera da letto e prima di mettermi a dormire
– il sonno è finalmente tornato –, mi
siedo al computer per acquistare ogni oggetto possibile ed immaginabile
che possa essere definito uno ‘svago’: stereo,
computer, videogame e CD musicali a non finire, lettori DvD..
qualsiasi. Dannatissima. Cosa.
--
“Cosa? Si è davvero tagliato la gola davanti a
tutti?!”
“Sì. Tu eri andato via da poco. Ha ricevuto una
lettera e dopo averla letta, ha tentato di uccidersi rompendo il vetro
della finestra per usare il vetro acuminato. Ma non sembrava tutto a
casa in quel momento.. più del solito, quando meno. La cosa
peggiore è che ha colpito la finestra vicino la quale ero
appoggiato io.. molto fastidioso.”
“Oh.. e adesso sai come sta?”
“Pare sia stabile, gli infermieri lo hanno fermato prima che
si tagliasse troppo in profondità.”
“Mh. Sono sicuro che la lettera era di Joker.”
“Non che ci voglia un genio a capirlo.”
Alzo lo sguardo su Crane e lo vedo, seduto a gambe incrociate sul
materasso mentre si morde un labbro, perso nei suoi pensieri, ma smette
quasi subito quando si rende conto di quel gesto. Lo fa spesso. Un
secondo dopo si alza dal materasso per iniziare a camminare su e
giù per la nostra cella, a passi lenti.. malgrado stessi
tentando di resistere in tutti i modo, non trattengo più una
risata.
A sentire questo suono, si volta di scatto, come se lo avessi ridestato
da una trance e con aria stupida, chiede cosa avessi da ridere,
riuscendo così a provocare ancora di più la mia
ilarità, che poi sale alle stelle quando lo vedo lanciare
uno sguardo su se stesso, come pensando che avesse qualcosa di
divertente scritto da qualche parte.
Lo vedo arrossire vagamente e le sue sopracciglia si uniscono in
un’espressione di rabbia.
“Insomma! Che c’è?!"
“Stavolta sono io che so cosa stai pensando! Daresti un
braccio, pur leggere quella lettera, vero?”
“Oh.. – abbassa lo sguardo, intristito per poi
mormorare – e da quando sono così
chiaro?”
“Forse non te ne sei accorto, ma sei diventato molto
più ovvio da quando si è sciolta la Lega. O forse
è solo che sono arrivato a conoscerti meglio, non
so.”
“Ma questo è terribile, in entrambi i
casi..!”
“Cosa c’è? Il dottore della mente
è terrorizzato all’idea di essere analizzato a sua
volta?”
“Mettiti nei miei panni! Se io fossi in grado di prevedere
sempre il risultato della tua moneta non ti sentiresti debole nei miei
confronti?”
Touché. Si è irritato, lo vedo tornare
stizzosamente a sedere sul suo letto, per poi sdraiarsi, incrociare le
braccia sotto la testa ed iniziare a fissare il soffitto, come il
bambino viziato che è.. tiro fuori la mia moneta per lasciar
giudicare a lei questa situazione, la lancio in aria per poi
riafferrarla e rivoltarla sulla mia mano.
Il responso è positivo, il viso bianco raffigurato sul mezzo
dollaro quasi sorride, quindi metto via il mio giudice personale e
tornando a guardare Crane in tutta la sua infantilità, dico
“Ehi, principino dei babbei! Io ce l’ho, quella
lettera..”
“Che?!” Esclama, tirandosi a sedere in un secondo.
“Durante il tran tran per portare Nigma in infermeria,
l’ho raccolta in tutta calma senza che nessuno ci facesse
caso.”
“Non pensi la staranno cercando, adesso?”
“Perché, vuoi darla a loro? Tsk.. neanche io
l’ho ancora letta.”
“Aspettavi di tirare la moneta per decidere se era giusto o
meno farlo?”
“Esatto.”
“E perché hai aspettato che ci fossi anche
io?”
A quest’ultima domanda resto interdetto; la verità
è che a me frega poco e niente delle storiacce creatisi tra
Joker, Nigma e Batman..erano tutti affari loro, per me potrebbero
benissimo crepare o fare sesso di gruppo e non batterei ciglio a
nessuna di queste notizie.
Alla fine è così, effettivamente l’ho
raccolta solamente perché avevo previsto il morboso
interesse che Crane avrebbe avuto nei confronti di questa lettera ma
ammetterlo con me stesso non è certamente la stessa cosa che
ammetterlo di fronte a lui, quindi nell’indecisione, faccio
per tirare fuori la mia moneta, quando sento nuovamente la sua voce.
“No, aspetta! Lascia perdere.. – dice sorridendo,
poi si alza e mi si avvicina – fammi vedere la
lettera.”
Conclude, sedendosi vicino a me sul letto, allora tiro fuori la lettera
dal pigiama bianco dell’ospedale, la spiego davanti a me ma
ancor prima che potessi porgergliela, sento il peso della sua mano
sulla mia spalla, sulla quale poi poggia il mento per sporgersi a
leggere le parole scritte su quel foglio.
Mi ritrovo a pensare che fortunatamente si è poggiato vicino
al lato del mio viso ancora intatto, così non mi muovo ed
abbassando l’occhio sano sulla lettera, inizio a leggere
anch’io.
Quasi subito però, sento Crane iniziare a mormorare le
parole scritte, scandendo così la sua lettura e non mi
prendo neanche la briga di leggere io stesso, mi limito ad ascoltare la
sua voce bassa recitarle, forse inconsciamente.
“Wow. – dico con poco entusiasmo alla fine
– è quasi poetico, non lo facevo
così.”
“Ah ah! Io sì..”
Quando sento questa affermazione, volto leggermente la testa per
guardarlo in faccia e sento inaspettatamente il naso sfiorare il suo e
mi accorgo solo in quel momento di quanto il suo viso fosse stato, per
tutto questo tempo, vicino al mio.
Passano un paio di secondi in cui i nostri sguardi si incrociano,
entrambi stupiti e poi lui si alza di scatto, riprendendo a parlare
come se nulla fosse.
“Se ci pensi bene, anche quando parla, Joker difficilmente
esprime un concetto coerente fino alla fine, quindi immaginavo fosse
difficile per lui scrivere una lettera. Vedi, comunque nelle sue parole
richiama immagini e passa da un argomento ad un altro senza farci
probabilmente neanche caso. Neanche alla fine riesce a spiegare il suo
punto cruciale.”
L’ho ascoltato attentamente ma non credo di avere nulla da
rispondere, come già detto in precedenza non nutro il minimo
interesse verso le sordide storie di Joker. Mi guardo intorno in cerca
di un posto dove nascondere questa lettera e decido di inserirla tra le
pagine di “Uno,
nessuno, centomila”, poggiato sullo scarno
scaffale proprio sopra il mio letto.
Quando rialzo lo sguardo su Crane, vedo che è tornato a
sdraiarsi sulla sua brandina e presto ricomincia a parlare.
“Mi aspettavo che sarebbe accaduta una cosa simile.. per
quanto Batman e Joker abbiano, inequivocabilmente, un’anima
così sorprendentemente simile, a livello di valori e modo di
vivere, la loro compatibilità fa schifo. Soprattutto
conoscendo Joker, una persona che non recede mai da nulla, se pensasse
che gli asini volano, neanche vederne uno schiacciato sul marciapiede
lo convincerebbe del contrario. Non cambierebbe le sue idee neppure per
Batman, neanche sapendo che potrebbe arrivare ad essere felice con lui.
Non è nemmeno colpa sua, in fondo.. se potesse, forse lo
farebbe.”
“Sai proprio tutto di loro, eh?” Dico per poi
sentirlo scoppiare a ridere.
“Se tornassi indietro, scriverei la tesi di laurea su di
loro! A volte sono anche più interessanti della
paura.”
“Peccato che l’amore sia molto più
complicato della paura. Sei sicuro di capire un sentimento
simile?”
Non so neppure io perché ho detto una cosa simile;
l’unica cosa che mi è passata per la mente
è che mi irrita il fatto che Crane, un ragazzino che a quel
che so, non ma hai avuto neppure una vera e propria storia
d’amore, che non ha mai davvero provato cosa significa amare
o perdere qualcuno, possa avere il coraggio di imbarcarsi in discorsi
simili.. di tentare di analizzare rapporti complicati come questi senza
avere la minima esperienza a riguardo.
Mi aspettavo quasi una risposta brusca ma in realtà adesso
è il silenzio a regnare nella nostra cella per molti
secondi, finché, con una risposta fin troppo sbrigativa,
Crane mette la parola ‘fine’ al discorso.
“Probabilmente è così, a
quest’ora starei ancora girando per la facoltà..
molto meglio la paura. Più semplice, prevedibile ed
efficace.”
Dice, mentre si infila a letto, per poi voltarsi su un fianco, verso il
muro e dirmi di spegnere pure la luce quando avessi avuto sonno.. non
capisco il perché della sua reazione, visto che sono ancora
le otto, quindi non
può avere sonno. Soprattutto dopo
l’emozionante ‘scoperta’ della lettera.
Alzo le spalle e decido che a questo punto tanto vale mettermi a
dormire anch’io, nonostante manchino ancora ben due ore
all’obbligatorio spegnere di tutte le luci.
Non mi piace quando Crane si comporta così, e trovo
irritanti fino all’inverosimile questi sporadici momenti che
capitano di tanto in tanto tra di noi, a metà tra
l’imbarazzato e l’innervosito. Spero solo che la
notte riesca a portarsi via questi sentimenti o dovrò
seriamente considerare la defenestrazione per lui, stavolta.
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Capitolo 17 *** Roulette. ***
Per
Boopsie: Ciauuu! ^^ A parte che mi hanno appena parlato
di spiagge e tende, il tutto previsto per Sabato ed io non ne avevo
neppure la minima idea... ù_ù passo alla risposta
al commento che è meglio xD Continuo a sentirmi orgogliosa
ed essere contenta per tutti i complimenti che mi fai e del fatto che
la mia storia continui a piacerti sempre! Il Leprotto Bisestile
purtroppo è morto ieri notte! Come, dici? Ma l'ho fatto al
forno io, ovviamente! Il Cappellaio matto invece lo tengo ancora in
ostaggio, sono sicura che la Regina di Cuori mi pagherà una
bella cifretta, in cambio! *__* Tutti soldi che poi brucerò,
ovviamente. Ti chiedo scusa - ebbene sì, ancora una volta,
nonostante avessi giurato di non farlo mai più! - per il
ritardo mostruoso con cui ho aggiornato e stavolta giuro che non
capiterà mai più, visto che ormai ho la storia
scritta completamente e già sul pc ^^. Ora ti lascio alla
lettura amica mia, a presto! Un abbraccio, alla prossima!
Per Sychophantwhore: Ciao!
*_* Rieccomi qui col nuovo capitolo ma prima di tutto, ti assicuro che
questo capitolo non voleva assolutamente essere una frecciatina, mi
dispiace se lo hai percepito in questo modo! Solo che penso la noia sia
l'unico motivo plausibile per spiegare molti dei comportamenti di
Joker, in fondo nel film dava proprio questa impressione, di qualcuno
che si è semplicemente stufato del mondo in cui vive e vuole
dare una scossa a tutto a modo suo. Questo è anche un
problema comune a molti, non riuscire a trarre piacere dalle cose,
tutto si collega all'essere di una persona o al tipo di vita che
conduce, al suo passato eccetera... sono tutte queste cose che formano
noi ed il nostro modo di percepire tutto ciò che ci
circonda. Tutti comunque, necessitiamo di determinati stimoli, basta
trovare ciò che riesce a darcene ^^. Sono felice
che trovi appropriato lo scontro che è nato tra i due e che,
ti anticipo, continuerà anche in questo capitolo, spero solo
che apprezzerai il finale - che ovviamente scoprirai alla fine - sia
del capitolo che della storia. Col fatto che Bruce
sia scappato nel precedente capitolo più che la sua
codardia, volevo mostrare la sua incapacità di relazionarsi
con Joker,
il fatto che comunque continua a non voler vedere molte cose, sa che
tra loro non potrebbe mai funzionare ma non vuole rendersene conto e si
è ritrovato a scontrarsi con questa realtà quando
non voleva. Sì, in
effetti è stato anche un codardo ma più che altro
per ignoranza di
fronte a certe problematiche e per non sentirsi così
irrimediabilmente
debole e inutile, specie considerando che anche Nigma ad un certo punto
è stato tirato in mezzo alla discussione e questo di certo
non gl iha fatto piacere. Sono contenta anche che apprezzi come ho
struttulato la fragilità di Joker! So che spesso faccio
mosse azzardate e tendo a personalizzare troppo i personaggi quindi
sono davvero lieta che in fin dei conti non siano troppo inverosimili!
Uhm... non direi che il tipo di rapporto che Joker ha con Nigma e con
Batsy siano agli estremi... l'unica differenza che c'è
è che Nigma per ovvie ragioni è in grado di
accettare Joker qualsiasi cosa faccia sebbene nella maggior parte dei
casi non riesca a capirlo, mentre Batsy riesce a capirlo benissimo ma
non potrebbe mai accettarlo. Sono due tipi di amore di uguale potenza,
ma certamente quello di Nigma merita più rispetto
perché sicuramente si è sempre imegnato molto di
più per capire il suo compagno, Bruce non ha fatto invece
che evitare tutti i problemi, si è mostrato debole, ma in
fondo che altro avrebbe potuto fare? Per quanto riguarda il fatto che
sono marci, non posso darti torto, questi personaggi difficilmente
riuscirebbero a fare qualcosa che non sia 'marcio', che mostri un
sentimento completamente puro tranne, forse, proprio Joker il che
potrebbe anche suonare strano! xD L'unico però che ha sempre
seguito il suo cuore restando e lasciando sempre il compagno libero
è stato lui. Riguardo alla paura della felicità
di Joker, sinceramente non so che dirti, è un'idea
interessante, non ci avevo neppure fatto caso! Forse, semplicemente
tiene in considerazione maggiore la libertà che la
felicità, quindi per questo l'ha sicuramente perduta molte
volte, tutto pur di non rinunciare a sè stesso ed alla sua
natura. Per quanto riguarda il trucco ed il fatto che non si era
accorto di non averlo perché non ha macchiato Bruce da
nessuna parte, comunque si trovavano al buio! *__* E poi, anche se
avesse voluto farci caso, diciamo che aveva altro a cui pensare al
momento e soprattutto... altro da guardare ;)! Dunque,
l'esplosione del Joker... sì... no... cioè... non
posso anticiparti niente, insomma! xD Comunque arriverà il
suo momento di stupire, non preoccuparti! *__* Per ora purtroppo vado
avanti con l'angst perché ancora il concetto a parer mio non
è chiaro, non si è ancora raggiunta
l'intensità giusta ne il punto chiave, perciò
please, ancora un capitolo di pazienza (Che è questo :P)!
Infine, parlando dei tuoi disegni, continuo a dire che sono stupendi e
che raramente avevo visto qualcosa di così espressivo! Non
so, sarà perché hai ritratto i personaggi che ho
fatto miei ma sono sicura che non è solo questo... anche gli
altri che ho visto, li ho trovati assolutamente mozzafiato e non
c'è bisogno di ringraziarmi, sono apprezzamenti sinceri ;)!
Ora ti lascio al capitolo, sperando che ti piaccia! Mi dispiace per la
tua immobilità, è passato del tempo e spero che
ora sia tutto a posto! Vedrai che anche il lavoro andrà
meglio, tutto si aggiusta prima o poi ù__ù, la
vita è troppo breve per lasciarci abbattere da cose simili!
Ti saluto ora con un abbraccio, alla prossima! ;)
Per Desme: Ciao!
^^ Ti ringrazio per i complimenti, sono davvero felice che la mia
storia continui a piacerti! La scena iniziale è stata
davvero così divertente? Ne sono contenta, scrivere scene
comiche è sempre stata una delle cose più
preoccupanti, non sai mai se le battute potrebbero davvero far ridere o
se invece diventano patetiche ç_ç! Eh
sì, l'amore, purtroppo per il povero Crane è
molto, molto più complicato della paura, ha mille
sfaccettature e lui si ritroverà presto a sbattere la testa
contro alcune di queste ;)! Ciò che dici, ovvero che rendo i
personaggi reali come in un film è davvero un complimento
fantastico! Sono felice che ciò che scrivo arrivi
così direttamente a chi legge, davvero, ti ringrazio!
Purtroppo non ho aggiornato celermente come avrei voluto, ho avuto
un'altra mezza crisi - sì, un blocco, insomma - ma rieccomi,
finalmente! Spero che continuerai a seguirmi, un abbraccio, alla
prossima!
Per AintAfraidToDie: Buondì
a te (o pomeriggio, o notte, a seconda dei casi xD)! Ahh, le non andate
a scuola per leggere fanfictions... quanti ricordi! Dio, mi sento un
po' vecchia quando sento parlare di queste cose! Non riesco quasi a
crederci, prima me ne stavo a guardare cartoni o film, ammirando
personaggi diciottenni e adesso stento a rendermi conto che nella
realtà io sarei anche più grande di loro! Ehm...
discorso sconclusionato? Può darsi, sì
ù_ù... forse dovrei dirti che non andare a scuola
è male ma... non sono proprio io quella a poter parlare xD!
Per quanto riguarda i commenti tranquilla, io non scappo e anche se mi
fa piacere ricevere le tue recensioni - trovo che siano
davvero stupende - non sentirti costretta a sforzarti per lasciarmene
^^! Comunque innanzitutto devo chiederti ancora una volta perdono per
via dell'ennesimo ritardo nell'aggiornamento ç_ç,
stavolta giuro che è davvero l'ultima volta, ho tutta la
storia scritta e pronta per essere postata *_*!
Sono contenta che ti piacciano le mie risposte ai commenti, mi piace
rispondere a tutti gli uomini e donne di buona volontà che
mi scrivono, visto che siete sempre in pochi ma buoni, meritate questo
ed altro! Specialmente tu, che mostri tanto impegno nel lasciarmene, il
minimo che posso fare è questo e poi, mi piace molto
intrattenere rapporti e scambiare opinioni con persone interessanti.
Mi sento onorata di essere tra le poche privilegiate a cui lasci
commenti simili, ancora di più perché dici che ti
viene naturale! Eh sì, i Diru sono amore davvero! A
proposito di questo... ho mantenuto la promessa, inserendo proprio in
questo capitolo la loro canzone... certo, l'ho messa come sottofondo ad
un'azione diciamo... forse un po' troppo vivace per il ritmo che ha, ma
la trovavo davvero azzeccata per il momento descritto, comunque mi
sento in dovere di scusarmi se per caso l'ho usata in malo modo, so che
vuol dire quando qualcuno fa un lavoro simile con una canzone a cui
tieni!
Non sapevo che venissero in Italia ç_ç purtroppo
ho usato tutti i miei risparmi tempo fa per andare al concerto a Roma
dei Depeche Mode e non posso permettermi altro :(...
xD Sei, penso, la prima persona a pensare che io non sia pazza! O
forse... chi lo sa, lo siamo tutti *_*! Dovremmo organizzarci e partire
all'assalto di Arkham un giorno di questi ù_ù! La
musica è una delle gioie più grandi della mia
vita e spesso mi ritrovo a pensare e ringraziare Dio per essere nata
così in saluta ma... sinceramente, potendo scegliere
preferirei mille volte non poter vedere piuttosto che perdere l'udito!
Ehm... ok, discorso macabro xD! Andiamo avanti... non dire di essere
piegnucolona, a volte è solo un'impressione e le persone che
tendono a commuoversi spesso - capita anche a me e per ogni cavolata a
volta - sono solamente più sensibili ed empatiche delle
altre, o sfogano le emozioni in questo modo e comunque non ha mai nulla
a che vedere con l'essere deboli ^^.
Eh sì, ammetto che bestemmiare è divertente, lo
è sempre stato e sempre lo sarà
ù_ù! Anche a me è sempre venuto
naturale fino al momento in cui ho deciso di smettere e non sai quanta
fatica mi è costato ciò, con mio fratello a
cantarmi canzoni vicino, per poi lasciarle a metà per
provocarmi (sono come Roger Rabbit, solo che mentre lui non resisteva
ad "Ammazza la vecchia" io non resistevo, dovevo terminare a tutti i
costi "Mi hanno scomunicato" e altre canzoni del genere xD) e farmi
"tornare sulla retta via".
D'altronde, mio fratello è un attivo praticante del "bastona
tua sorella se va a messa", ma per questo non c'è problema,
io continuo ad evitare le chiese come la peste bubonica
ù_ù.
Per quanto riguarda Dio, diciamo che se abitasse sulla terra,
probabilmente sarei tra quelli che andrebbero a prendere a sassate le
sue finestre xD! Il fatto che creda in lui non vuol dire che debba
amarlo sempre sempre sempre in fondo, no? xD
Uhm... un monologo con Cristo e tutti i santi dovrebbe essere
interessante, ho esperienza a riguardo, ho recitato centinaia monologhi
e cantato le mille grazie a tal proposito! Anche se una volta chi mi
stava attorno, le chiamava "bestemmie a perdifiato" ma loro non
potevano capire la mia arte ù__ù! Mah d'altronde
certe cose vanno accettate per fede, che vuoi farci?
Per finire, dico che non riuscirò mai a gasarmi per qualcosa
che ho scritto, sebbene tenda a diventare megalomane dopo ore passate a
scrivere (più che altro inizio ad avere le visioni e sentire
voci).
Però sono sempre indubbiamente soddisfatta, orgogliosa di me
stessa e felice quando leggo commenti come il tuo, che mi fanno davvero
capire di aver scritto qualcosa di buono *_*!
Eheh... per gli accenni di slash tra Crane e Harvey non li hai
immaginati, sebbene all'inizio fossi davvero indecisa su questa cosa ma
poi diciamo che mi sono lasciata prendere la mano e rileggendo mi sono
detta "Oh! Ma... questo è slash? Massì, anche
loro hanno il diritto di amarsi ù_ù". Sicuramente
non ci sarà nulla di 'spinto' tra loro, visto che non sono
ancora riuscita a farmi piacere questa coppia strana fino in fondo, ma
chi lo sa? Forse nel seguito qualcosa accadrà (non ricordo
se ti avevo già parlato del fatto che sto scrivendo un
seguito a questa storia)... come sempre stra-contenta che apprezzi
anche questa strana coppia! Nuuu! L'infermiere non è
deceduto *_*! Ho ancora grandi progetti per lui! Eheheh!
Col fatto che Bruce sia scappato nel precedente capitolo più
che la sua
codardia, volevo mostrare la sua incapacità di relazionarsi
con Joker,
il fatto che comunque continua a non voler vedere molte cose, sa che
tra loro non potrebbe mai funzionare ma non vuole rendersene conto e si
è ritrovato a scontrarsi con questa realtà quando
non voleva. Sì, in
effetti è stato anche un debole ma più che altro
per ignoranza di
fronte a certe problematiche e per non sentirsi così
irrimediabilmente
debole e inutile, specie considerando che anche Nigma ad un certo punto
è stato tirato in mezzo alla discussione e questo di certo
non gli ha fatto piacere :S!
Poi per quanto riguarda il fatto che Joker starebbe meglio con Nigma
è qualcosa su cui mi sento di darti ragione solo all'ottanta
percento... mi spiego meglio: l'unica differenza che c'è tra
i loro rapporti è che Nigma per ovvie ragioni è
in grado di
accettare Joker qualsiasi cosa faccia sebbene nella maggior parte dei
casi non riesca a capirlo, mentre Batsy riesce a capirlo benissimo ma
non potrebbe mai accettarlo! Sono due tipi di amore di uguale potenza,
ma certamente quello di Nigma merita più rispetto
perché sicuramente si
è sempre imegnato molto di più per capire il suo
compagno, Bruce non ha
fatto invece che evitare tutti i problemi, si è mostrato
debole, ma in
fondo che altro avrebbe potuto fare?
Però come già detto non mettere il carro davanti
ai buoi, c'è ancora molto - non proprio molto, ma parecchio
- da dire e da scoprire ;)!
Ti ringrazio ancora infinitamente per tutto, ora dopo questa
chilometrica risposta, ti lascio finalmente alla lettura, sperando che
ti piaccia anche questo capitolo! Ti saluto con un abbraccio, alla
prossima ^^!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 17: Roulette.
Sono ormai passati due mesi da quando Joker ha preso residenza in
questa casa, eppure la sua ferita non è ancora riuscita a
rimarginarsi del tutto; sono sicuro che guarirebbe molto più
in fretta se si degnasse di riposare ogni tanto, ma non credo di aver
mai visto nessuno più insonne ed iperattivo di lui!
Ho riempito questa casa di tutto ciò che immaginavo avrebbe
potuto aiutarlo a passare il tempo ma lui sembra a malapena interessato
a tutte quelle cose.
Fino ad ora il massimo del suo divertimento è stato passare
un paio d’ore seduto ad inventare trucchi con un mazzo di
carte; odia il computer – sospetto perché gli
ricordi Nigma –, ha rinunciato a qualunque videogame
richiedesse l’uso di una manopola – riusciva
puntualmente a romperle tutte – e per la rabbia derivata da
ciò, in un impeto d’ira ha gettato nella
pattumiera tutti i videogiochi che avevo acquistato per lui.
La prima volta che l’ho visto guardare un Dvd invece, sono
rimasto di stucco: Joker si era sdraiato a pancia in giù sul
letto, ha schiacciato play ed ha passato dieci minuti a guardare lo
schermo letteralmente imbambolato, con la bocca aperta e gli occhi
spalancati, come se si fosse immerso in esso, ma… dopo
questo breve lasso di tempo ha ripreso meccanicamente il telecomando ed
è saltato al finale!
Dapprima pensavo fosse solo perché non gradiva i film che
gli avevo comprato ma ho subito capito che non era affatto
così, pare lo faccia sempre e comunque, non riesce a capire
come possa qualcuno necessitare – o anche volere -
addirittura due ore per capire un film.
Dopo un po’ però ci ho fatto
l’abitudine, anzi è anche divertente sentirlo
parlare tra sè dopo aver guardato la fine di ogni Dvd.
Le sue frasi tipiche in questi casi sono sempre
“Mh. Lo immaginavo.” oppure “Noooh! Ma
pensa un po’!”
Tutte le mattine, appena si sveglia (sempre troppo presto per i miei
gusti), accende lo stereo e lo tiene così tutto il giorno
finché io, al mio rientro dalla ronda di Batman non lo
spengo, domandandomi come possa riuscire a dormire con un simile
rumore; Joker è capace di ascoltare una tale
vastità di generi musicali da spiazzarmi!
Mette su ogni CD gli capiti tra le mani e pare gradire tutto
indiscriminatamente, ogni tipo di musica possibile ed immaginabile, in
ogni lingua conosciuta o meno; io mi limito ad alzare le spalle,
sorridere e pretendere che resti steso invece di agitarsi per casa,
almeno per una quantità di ore sufficienti perché
non risenta della sua ferita.
Fortunatamente ho scoperto che, al contrario dei Dvd, i libri riescono
a prenderlo molto di più e farlo stare tranquillo a
lungo… il rovescio della medaglia è che se ne
inizia uno, a seconda della lunghezza, è capace di leggerlo
per giorni interi scordandosi di dormire e mangiare ed io devo arrivare
a strappargli il testo di mano e ridarglielo solo dopo che si fosse
nutrito e riposato, il tutto tenendolo sotto la minaccia di gettarlo
via se non si prendesse cura di sé stesso.
Ora, so benissimo che tutti questi comportamenti non sono normali, che
Joker ha qualcosa che non va nel suo profondo e che io dovrei tentare
di aiutarlo più che posso ed infatti è da molto
ormai che nel tempo libero – a volte anche quando invece
dovrei lavorare – leggo quanto più posso di
psichiatria e recentemente, per seguire il consiglio di un testo molto
accurato, ho tentato di variare i suoi interessi, indirizzandoli verso
una qualche forma d’espressione.
Gli comprai un cavalletto con tele e colori, trasformando una stanza
inutilizzata in studio, nonostante lui non avesse mostrato nessun
interesse verso la pittura ed anzi, trovasse sciocco da parte mia
allestire una stanza che non avrebbe mai usato.
Dopo qualche giorno di discussioni e sproni, una mattina ha accettato
di tentare, anche se si vedeva benissimo che era solo per farmi un
favore; quando la sera stessa passai a vedere se avesse
‘esternato’ qualcosa, mi resi conto che invece si
era stufato subito ed aveva rovesciato tutti i colori su di
un’unica tela, lasciandola poi così, a colare sul
pavimento e riempire la stanza di una puzza insostenibile.
Non ci vuole un genio per rendersi conto che nessuna delle cose che gli
compro potrà mai aiutarlo nella sua lotta contro la noia;
ultimamente, il suo passatempo preferito è quello di uscire
sulla spiaggia e colpire un’infinità di palle da
baseball con una mazza, lasciandole finire lontane,
nell’oceano, incurante di quante ne perdesse, per poi
puntualmente venire da me e dire, con espressione incuriosita
– come se non si rendesse conto di come questo fosse
possibile – che le palle erano finite e chiedendomi di
comprarne delle altre.
Mi rendo conto perfettamente di non riuscire ad aiutarlo in nessun modo
e che Joker ha probabilmente bisogno di un esperto che gli stia dietro
e lo aiuti, di persone competenti, mentre io farei sempre del mio
meglio per restargli vicino come posso, più che posso.
Ma il problema è: come potrei anche solo iniziare ad
affrontare il discorso con Joker?
Esco dal bagno, subito dopo essermi fatto una doccia con addosso una
semplice tuta ed una felpa a maniche lunghe, percorro la stanza con lo
sguardo e vedo Joker semi sdraiato sul divano, la testa china
probabilmente a leggere qualcosa mentre dalla cucina, per una volta,
sento provenire un odore niente male.
Sorrido e mi avvicino tranquillamente a lui, poggio le mani sullo
schienale ed inginocchiandomi, mi piego fino a baciargli le labbra e
lui alza lo sguardo su di me, sorridendomi ampiamente.
Faccio per baciarlo ancora una volta però, pieno di progetti
visto che ora ho la sua attenzione, ma sento che mi ferma, portandomi
un dito sulle labbra, si solleva e si mette in ginocchio sul divano, io
allora mi alzo in piedi continuando a guardarlo mentre, senza smettere
di sorridere, tira fuori da non so dove una rivista, la solleva fino a
portarmela davanti agli occhi e dice, il suo tono carico di
un’allegria totalmente fuori posto.
“Che cos’è questa?”
Oh. Cazzo.
Riconosco quel giornale al primo sguardo, visto che per settimane non
ho fatto che portarmelo dietro ovunque andassi; naturalmente era un
semestrale medico tra i migliori, quasi mille pagine di consigli,
supporti, articoli degli esperti più famosi, elenchi dei
più eminenti psichiatri per ogni ramo di quel difficile
campo.
In più era pieno zeppo di depliant su ospedali e case di
cura privati, costosi ma molto riservati… ok, ora almeno non
starò più a lambiccarmi su come introdurre il
discorso a Joker ma accidenti se sono nella merda; perché
diavolo ho dovuto portarlo perfino qui? Era scontato che prima o poi lo
avrebbe trovato, non fa che curiosare tra le mie cose per farmi scherzi
o per lasciarmi messaggi nascosti che poi avrei visto –
ovviamente – nei momenti meno opportuni.
Dopo parecchi secondi di silenzio, vedo che lui si mette a ridere ma in
maniera strana, molto più isterica del suo solito riso pieno
ed avvolgente.
“Mi vuoi rispedire nella gabbia di matti, per caso?”
Smette di sorridere e adesso non so se sia il caso di fuggire,
bloccarlo prima che decida di ammazzarmi o tentare di ragionare con
lui; conosco bene molte delle sue espressioni e questa…
odio, amarezza, sfida… tanti sentimenti concentrati in un
solo sguardo che sembra volersi fare strada dentro di me, come un colpo
di pistola; ‘quello’ sguardo.
“Joker, non è come—“
Un dolore improvviso al petto mi toglie il respiro per un attimo e
già sento un livido formarsi, dopo che Joker mi ha lanciato
contro il giornale con tutta la sua forza, facendo in modo che mi
colpisse con l’angolo, la parte più dura (come
già detto, si tratta di un semestrale di quasi mille
pagine… sì, una cosa simile fa davvero male se
riesce a colpirti).
“Che c’è, Brucey? Ti sei già
stancato del nostro ‘dolce fare
l’ammooore’?”
Dice, cantilenando per prendermi in giro e con un movimento veloce
è in piedi, davanti a me, io faccio per aprire la bocca e
parlare ma lui mi interrompe di nuovo, stavolta ancora prima di
lasciarmi iniziare
“No! Risparmiami, ok?”
Porto una mano a massaggiare il petto, ancora pulsante per il dolore;
posso capire perfettamente cosa sta provando Joker in questo momento e
non lo biasimo, visto che la situazione si è presentata ai
suoi occhi in questo modo e non come lo avevo immaginato io, con me che
gli parlavo e lui che mi ascoltava, poi si arrabbiava ed infine mi
lasciava comunque finire il discorso.
In questo modo deve essergli apparso tutto come un tradimento.
Mi avvicino a lui di qualche passo e gli stringo le braccia tra le
mani, guardandolo negli occhi seriamente, tentando di fargli leggere in
essi la mia sincerità
“Io non ho Deciso niente! Aspettavo il momento giusto per
parlartene e nel frattempo mi tenevo informato, tutto qui!”
“Parlarmi di cosa, esattamente?”
“Di questo! – dico, alzando la voce mio malgrado
mentre lascio una mano scendere velocemente ad afferrargli un polso per
poi scoprirgli il braccio – E di questo! –
Continuo, indicando, con un ampio gesto della mano tutto ciò
che ci circondava – Non ho intenzione di continuare a tenerti
chiuso qui, non è ciò che vorrei per
noi.”
“Per noi? Brucey… cosa, perdio, ti ha fatto
pensare che io abbia mai avuto intenzione di restare con te a fare il
mantenuto per sempre?”
“No! Non azzardarti a dire una cosa simile un’altra
volta, non è così che ti considero!”
“Oh. Beh scusa, mi dai una casa, mi compri tutto quello che
immagini possa volere, la scorsa settimana mi hai regalato un maledetto
pendente, come se fossi un cane! Ora, per quanto io non sia troppo
attaccato agli stereotipi, mi dispiace informarti che gli
indizi puntano tutti in quella direzione, caro il mio Watson!”
“Oh beh, scusa Sherlock se non capisci un cazzo! Non potremo
mai cambiare questa situazione se non facciamo qualcosa in questo
senso, giusto? Non credi che anche a me piacerebbe, ogni tanto, fare
qualcosa di diverso con te? Uscire, per esempio! Ma sarà
alquanto difficile finché ti sparerebbero a vista non appena
vedono la tua faccia!”
“Cristo, ma… perché non ragioni un
attimo?”
“Ragionare su cosa?!”
“Secondo te, quando non ero occupato a far saltare in aria
qualcosa che facevo? Me ne stavo chiuso in casa a guardare la
televisione e leggere libri?! Cazzo, perfino quando stavo con Eddie e
le nostre facce erano su tutti i notiziari, uscivamo tranquillamente ed
andavamo dappertutto! Andavamo a fare
la spesa, maledizione! Possibile che davvero non hai mai
pensato? È questa la prima volta che mi vedi,
Brucey?!”
Conclude arrabbiato per poi continuare a guardarmi coi suoi occhi
chiarissimi ed io sono a corto di parole, cosa che sembra accadermi fin
troppo spesso quando sono accanto a Joker.
I secondi passano, numerosi e lentissimi finché
improvvisamente gli occhi del clown non si allargano dallo stupore, la
sua postura si rilassa visibilmente ed esclama, come se nulla fosse
“Oh. Ho scordato la cena…”
Lo vedo sparire verso la cucina e sento il rumore del fornello che
viene spento, la finestra che si spalanca e a passi lenti, seguo il
percorso di Joker, mi appoggio alla cornice della porta e vedo che
rigira la padella, muovendola con aria delusa.
Non dico niente, continuando a guardarlo finché non si volta
verso di me e mi informa semplicemente
“Bruciata.”
Poi inizia a gettare via tutto, leggermente affranto.
“Allora, usciamo. – dico, senza pensarci su
più di tanto e mi sento tranquillo; so che questa non
è altro che l’ennesima volta in cui mi scanso
davanti ad un problema, lasciando che Joker continui a restare
‘inamovibile’ davanti a me, ma questa cosa voglio
farla. – Dici che va bene, allora proviamo a modo tuo. Fai
quello che devi fare ed usciamo.”
Stranamente lui resta inespressivo a fissarmi per non so quanto tempo,
come se stesse indagando i miei pensieri, prima di posare la pentola
sui fornelli ormai spenti e superarmi oltre la porta della cucina senza
dire una parola. Mi volto a seguire i suoi movimenti e vedo che va a
chiudersi in bagno; dopo un po’ sento lo scrosciare
dell’acqua nella doccia e vado a sedermi, tranquillo, sul
divano ad aspettare.
Dopo più o meno una decina di minuti lo sento uscire e vedo
che cammina lentamente fino alla camera da letto, avvolto in un
accappatoio bianco mentre si asciuga i capelli.
Quando infine riemerge, vestito e pronto per uscire, resto stupito
dell’aspetto che ha adesso.
Ha messo da parte i suoi abiti eccentrici per indossare qualcosa di
molto più semplice anche se qua e là, qualche
dettaglio appariscente è rimasto; ha lavato via il colore
dai suoi capelli, mostrando ora un biondo naturale molto più
rassicurante, una sciarpa di cotone gli avvolge il collo ed il viso fin
sotto il naso a coprire le sue cicatrici ma ha gli occhi bassi, non
ricambia il mio sguardo, se ne sta in piedi ad aspettarmi con le
braccia incrociate sul petto.
Ora che ci faccio caso, è quasi identico a come lo avevo
visto la notte dell’agguato al magazzino, quando mi ha
somministrato l’antidoto al gas di Crane.
Sembra molto più giovane adesso, molto più
inoffensivo e ‘delicato’; ora capisco
perché odi così tanto farsi vedere senza il
make-up.
Mi alzo dal divano e gli vado incontro – il suo mutismo mi
mette un po’ a disagio –, quando gli sono davanti
gli prendo delicatamente le braccia, sciogliendole ed
allontanandogliele dal petto, le porto attorno alla mia vita, dove
restano in quello che però non posso certo definire un
‘abbraccio’.
Poggio la fronte contro la sua, chiudo gli occhi, dondolandomi
leggermente per un po’ ma quando sollevo la mano per
abbassargli la sciarpa, con l’intenzione di dargli un bacio,
lui si scansa bruscamente, mi afferra la mano e letteralmente mi
trascina fuori, verso la mia macchina… ancora senza dire una
parola.
Il viaggio fino a Gotham è l’esperienza
più estenuante che abbia mai vissuto, con me che tento di
instaurare un dialogo e lui che risponde a gesti o monosillabi ed io
non so più che pesci prendere, non capisco se è
diventato così per via della discussione avuta prima in
casa, o se c’è dell’altro.
Non mi parla, non mi guarda neanche ed io allungo la mano per cambiare
marcia alla macchina, lasciandola poi arrivare fino a prendere la sua,
intreccio le nostre dita e gli do una leggera stretta, che lui non
ricambia.
Vorrei solo capire a cosa diavolo sta pensando.
--
Per quanto l’idea di Batsy possa essermi sembrata carina per
i primi dieci minuti, ho capito fin troppo presto che non sarebbe mai
andata bene con lui, non senza la mia vera faccia perché,
nonostante non sia poi un brillante pensatore, capisco che lui non
riuscirà mai a capirmi fino in fondo, finché non
si lascerà andare completamente… solo che per
farlo dovrebbe rinunciare a sé stesso ed a quel punto non
sarebbe più lui, non avrebbe più senso stare
insieme così.
Perfino il contatto della sua mano sulla mia non mi è
più familiare senza il mio make-up, lui è
cambiato nell’atteggiamento, nel modo di parlare e neppure se
ne accorge, ho capito che lui ancora pensa che, sotto il mio trucco, ci
sia una persona diversa, qualcuno da riportare fuori, una persona
‘normale’.
Non credo di esserlo mai stato o di poterlo mai diventare, anche
volendolo, anche per Brucey, non ci riuscirei.
Se ti irrita
così tanto che ti veda senza il trucco, posso mettere gli
occhiali da sole. Mmm… lenti blu, ti va bene se ti guardo
tutto di quel colore?
Un sorriso si apre sul mio volto, sotto la sciarpa quando mi tornano in
mente le parole di Eddie, un ricordo sfocato e confuso ma sono sicuro
che fosse vero, rispuntato chissà da dove; il suo
viso… lo ricordo ancora nitidamente, lo rivedo ogni tanto
nei miei ricordi, sebbene non riesca mai a rendermi perfettamente conto
di quando o dove tutte quelle memorie abbiano avuto luogo e non me ne
dispiaccio… lo spazio ed il tempo per me non hanno mai avuto
molta importanza, c’era lui con me e questo mi basta.
Credi che non sappia che
vuoi andarci? Dai, prendi qualche vestito ed usciamo.
Ma dove volevo andare di tanto importante? Non riesco a ricordarlo ma
so che volevo andarci con lui e nessun altro. Aggrotto un attimo le
sopracciglia, tentando invano di ricordare ma rinuncio quasi subito; il
contatto con la mano di Brucey inizia a diventarmi insopportabile,
è come se mi graffiasse la pelle, se mi trasmettesse
minuscole onde elettriche allora stringo la presa per un attimo,
così che non abbia l’impressione che io ce
l’abbia con lui – Dio solo sa che non è
così – e poi sciolgo le nostre dita.
Ehi Joker, non mi starai
diventando lungimirante, adesso?
E questa quando diavolo me l’aveva detta?
--
“Oddio.”
“Cosa ‘oddio’?”
“Che diavolo stai facendo?”
“Non vedi? Sto fumando!”
“Ma se non hai mai fumato in vita tua!”
“No. – mi risponde con un sorriso, voltando lo
sguardo su di me – però ho seguito il consiglio
che mi hai dato l’altra volta e sono finalmente riuscito a
procurarmi una macchinetta per arrotolare le sigarette! –
vedo che lancia uno sguardo al suo capolavoro ed il suo sorriso si
allarga ancor più prima di tornare a guardarmi –
Avevi ragione Harvey, tutto questo mi fa sentire molto superiore ad una
scimmia!” Conclude, il tutto tra un colpo di tosse e
l’altro.
“Sei pazzo.”
“Un po’ ridondante, detto in questo
posto.”
Mi appoggio al muro al suo fianco, ultimamente Crane ha preso
l’abitudine di stare sempre in questo punto, seduto sul
davanzale dell’ultima finestra della sala ricreativa ed io
appoggiato contro la parete a fargli compagnia. C’era una
cosa che volevo chiedergli ma ora come ora non sono più
tanto sicuro di volerlo fare quindi, nell’indecisione, tiro
fuori dalla tasca la mia moneta, lanciandola svogliatamente per
osservare il suo responso positivo. Mi volto a guardarlo e vedo che lui
intercetta questo movimento con la coda dell’occhio,
ricambiandomi immediatamente.
“Anche il tuo psichiatra ha iniziato a farti domande
strane?”
“Se parli di quel somaro in camice bianco sì, ma
era scontato.”
“Che vuoi dire?”
“Beh, lo avrai capito che all’inizio ci avevano
messi nella stessa cella sperando che parlassimo della Lega,
no?”
“E con ciò?”
“Con ciò, ora che è passato tutto ed
hanno tolto i microfoni—“
“Aspetta, che microfoni?”
“Pronto?! Erano proprio sotto i nostri letti! Ma non eri un
procuratore una volta?”
“Tsk. Vai avanti.”
“Insomma, dopo averci messi in cella insieme, anche dopo che
tutto il casino per via della ‘presunta’ Lega si
è smorzato hanno preferito non separarci, ormai ci eravamo
sistemati, sembravamo tranquilli quindi non hanno fatto nulla e
buonanotte. Però credo che adesso come adesso, si stiano
mordendo le mani in attesa del primo segnale… qualsiasi
scusa per separarci.”
“E perché?” Alla mia domanda lui si
mette a ridere, tossendo per via del fumo a cui non è
abituato.
“Ma non è ovvio? Pensano che stiamo seguendo le
stesse orme di Joker e Nigma.”
Alzo lo sguardo sulla sala ricreativa e mi accorgo che, effettivamente,
da un po’ di tempo a questa parte ci sono molti
più infermieri e guardie del solito in giro. Storco la bocca
in un’espressione di disgusto ed irritazione; non avrei mai
immaginato, neppure all’inizio che sarebbero arrivati a
piazzare microfoni nella cella o temere una nostra alleanza fino a
questo punto. Lancio un ultimo sguardo in giro per poi tornare a
guardare il mio interlocutore e mormorare
“Non credi sarebbe ora di levare le tende?”
“Mmh… non subito.”
“Come mai?”
“Non ti chiedo di restare con me, Harvey. Se vuoi evadere fai
pure, io vorrei aspettare il ritorno di Joker.”
“Eh?” Il mio tono è incredulo mentre il
mio occhio buono si spalanca su di lui nello stupore.
“Ho scommesso con me stesso che sarebbe tornato.”
Mi spiega con espressione malinconica.
“E se invece non dovesse farlo?” Lui si mette a
ridere sommessamente.
“Me ne andrei un po’ più
triste.”
“E dove?”
“Cosa ‘dove’?”
“Dove hai intenzione di andare?”
“Mi vorresti raggiungere?”
Chiede, osservandomi con aria inespressiva mentre porta ancora una
volta la sigaretta alle labbra; ha un’aria strana quando
fuma, si vede che non c’è abituato, che non
è qualcosa che gli viene naturale ma allo stesso tempo gli
da un aspetto quasi romantico, come se usasse quella sigaretta per
concentrarsi su qualcosa, un pensiero, qualcosa di quasi triste.
Io alzo le spalle in un gesto indifferente, anche se in
realtà ormai mi risulta difficile immaginarmi senza Crane
vicino a parlare delle sue stronzate, esporre problemi inesistenti,
raccontarmi i pensieri delle persone – sì, come
una ragazzina pettegola ma ammetto che a volte è piacevole
sentirlo parlare – e chiarire la mia matassa di dubbi di
tanto in tanto.
Io e Crane siamo così, dove io risolvo le sue crisi
contorte, lui invece amplia il mio modo di pensare e mi svela molte
cose alle quali non sarei mai arrivato per conto mio, sebbene
ciò mi risulti a volte irritante.
“Se capita.” Dico e lui continua a guardarmi per un
po’ prima di dire
“Tranquillo, se capita posso trovarti benissimo
anch’io.”
Quando mi dice queste parole capisco – un po’ dal
suo tono, un po’ dal fatto che ha distolto lo sguardo
– che è il suo modo gentile di farmi capire che
non ha alcun interesse nel mantenere i contatti anche fuori da Arkham e
la cosa, sebbene da qualche parte nella mia mente sia fastidiosa, non
mi stupisce più di tanto; da un po’ di
tempo tra me e Crane è arrivata a crearsi
un’atmosfera strana, continuiamo a litigare o tenerci il muso
anche per ogni piccola cosa ma non ci siamo mai davvero separati e non
perché – come mi ero sforzato di pensare
all’inizio – fossimo obbligati a dividere una
cella… in fondo ci si può ignorare benissimo
anche stando appiccicati.
Almeno da parte mia, l’interesse nei suoi confronti
è cresciuto e l’unica cosa che vorrei è
restargli vicino, continuare a bilanciarci in questo modo, aiutandoci
emotivamente.
Pensavo che comunque
sembri aver superato la tua sete di vendetta nei confronti di Joker.
Come mai?
Diciamo che…
ho aperto gli occhi grazie all’esempio di qualcuno.
Mi viene da domandarmi se Crane abbia infine capito che stavo parlando
di lui, del modo in cui è riuscito a superare la sua
Bat-fobia dopo aver capito che non aveva alcun senso. Mi torna in mente
Rachel e mi rendo conto che ormai da tempo la considero parte di una
vita passata – meravigliosa certo, ma indubbiamente passata
– ed io non sono più la stessa persona che ero
quando stavo con lei.
Se anche fosse sopravvissuta, la nostra storia non avrebbe
probabilmente mai potuto avere un seguito.
Tutto ciò che sono diventato dopo che la mia faccia
è bruciata era già dentro di me, latente sebbene
all’epoca avessi il mio concetto di
‘giustizia’ a fare da parapetto per questo
precipizio… in fondo, per quanto ammetterlo mi risulti
odioso e doloroso, non ho fatto altro che trovare me stesso.
Il brillante Harvey Dent, la speranza di Gotham, l’astro
nascente della giustizia, l’incorruttibile uomo della
legge… tutte queste cose non erano altro che sogni,
altrimenti Joker non sarebbe mai riuscito a vincere quella battaglia.
“Allora, te ne vai stanotte?” Chiede Crane
all’improvviso.
“Scherzi? E perdermi l’ultima occasione di gonfiare
Joker di botte?”
“Ah ah ah! Ma non avevi ‘seguito
l’esempio di qualcuno’?”
“Sì. Ma anche quel ‘qualcuno’
ha molto da imparare, ancora.”
Non guardo Spauracchio mentre gli rispondo ma con la coda
dell’occhio vedo che apre la bocca per dire qualcosa, ma poi
si interrompe all’arrivo dell’infermiere
– lui, sì, ancora una volta Capitan Forfora
– per avvertirmi che era arrivata l’ora della mia
seduta psichiatrica e che lui mi avrebbe scortato fino
all’ufficio del dottore e solo a sentire il suo tono o la sua
scelta di parole mi salì, sincero e spontaneo,
l’istinto di spaccargli la faccia.
“Allora signor Dent, pronto per un bel giretto sulla giostra
dello psichiatra?”
“… – decisi di mantenere la calma,
sorridendo malignamente – certo! Per quella non mi finiscono
mai i gettoni!”
--
“Signor Nigma, ancora non vuole dirmi cosa l’ha
spinta a compiere quel gesto, la scorsa settimana?”
Resto in silenzio, sento la testa vuota e la voce della dottoressa cui
è stato affidato il mio caso – una nuova, immagino
che il mio tentativo di suicidio sia stato attribuito
all’incompetenza del precedente – mi arriva a
malapena; il fatto che Joker non fosse felice ora, non mi rende affatto
più sereno anzi, mi ha costretto a rendermi davvero conto
che tutte le cose che sono arrivato a fare pur di non lasciarlo andare
non sono servite a nulla.
Se solo lo avessi lasciato fare, se mi fossi fidato di lui,
probabilmente ora saremmo già tornati a ‘casa
nostra’.
In tutta probabilità invece, non lo rivedrò mai
più o, se anche capitasse di incontrarci, non potremmo di
certo stringerci o baciarci come prima, non potrò mai
più perdermi nel suo corpo.
Inutile.
Questa parola continua a tormentarmi sin da quando ho messo piede qui
dentro ma solo dopo aver ricevuto la sua lettera la disperazione
è arrivata a raggiungere il suo culmine ed ora vorrei
solamente restare seduto in silenzio per sempre, rannicchiato su una
sedia e lentamente, sparire.
“Sa signor Nigma, non posso aiutarla se non comincia a
parlarmi. Non deve credere che sia tutto inutile, ho una certa
esperienza nel mio campo e sono sicura che insieme potremmo risolvere i
suoi problemi, di qualsiasi cosa si tratti.”
Continuo a non rispondere, so che tra pochi minuti, rendendosi conto
che tentare di farmi parlare è inutile, la
psichiatra chiamerà – come sempre – gli
inservienti, chiedendo loro di scortarmi nuovamente fuori, per
partecipare ad un’altra di quelle inutili sedute di gruppo.
Non mi va di fare assolutamente nulla, che si tratti di parlare o
disegnare o uscire in giardino.
Le parole che questa gente – dalla psichiatra agli infermieri
– continua a rivolgermi non fanno che amareggiarmi ancor
più… nessuno può
‘aiutarmi’ o tanto meno capire ciò che
provo. Tutto. Fondamentalmente. Inutile.
“Signor Nigma, sente ancora il desiderio di morire?”
Oh, sì. Quello certamente.
Se solo riuscissi a procurarmi un maledetto oggetto appuntito o una
cintura, qualsiasi cosa potrebbe tornare utile al mio scopo –
potrei arrivare a tagliarmi perfino con un foglio di carta se
necessario –, ma mi sono dato la zappa sui piedi troppo
forte, quando ho creato quello show nella sala ricreativa, non avrei
dovuto.
Ora sono solo, sempre chiuso in una cella imbottita o sorvegliato dagli
infermieri ed obbligato a portare sempre la camicia di forza.
Mi sono esattamente remato contro… proprio come ho fatto con
Joker.
Avrei dovuto provare a trattarlo come una persona e non come la mia
ossessione personale.
Ho sbagliato tutto e me ne rendo conto, non avrei mai pensato di poter
arrivare a ridurmi in questo stato, ne di trovarmi a ripensare al
passato rendendomi conto di aver commesso così tanti
errori… proprio io.
Ah ah! Ma che domanda
è ‘te ne andresti mai’? Non lo so,
può darsi… l’unica cosa che so
è che vorrò sempre tornare.
Sono stato io a chiudergli ogni via per il ritorno. Non posso crederci.
Tutto inutile.
“Signor Nigma, non le va di dirmi neanche una parola, prima
di andare via?”
Improvvisamente una furia cieca inizia a montarmi dentro, alzo lo
sguardo sulla dottoressa, incrociando i suoi occhi color miele e con un
gesto del capo rispondo di sì. La mia voce suona rauca dopo
tutto questo tempo passato in silenzio, così inizio a
schiarirmi la gola per prepararla alle mie prossime parole.
Vedo la psichiatra fissarmi stupita, poi sorridere ampiamente e,
facendosi in avanti sulla sedia, incoraggiarmi ad andare avanti.
“Oh, bene! Mi dica tutto, sono qui per ascoltarla!”
Il mio sorriso ironico la blocca per un attimo e dopo qualche attimo,
esterno l’unico pensiero che mi gira in testa in questo
momento.
“Fanculo.”
--
Va bene, la serata è stata ufficialmente un disastro.
Speravo che una volta arrivati al locale le cose sarebbero migliorate,
ma a quanto pare era chiedere troppo; ho fatto come voleva lui, ancora
una volta nella parte di quello che deve cedere ma sembra non sia
servito a nulla, Joker ha continuato a non parlare praticamente tutta
la sera ed appena rientrati si è diretto lentamente verso il
bagno, sfilandosi la sciarpa durante il percorso per lasciarla cadere
sul divano.
Guardo l’ora, sono quasi le tre e la ronda di Batman
è andata allegramente a farsi benedire ma non me ne frega
niente; sento la rabbia montare dentro di me e qualsiasi pensiero mi
irrita.
Mi rilasso contro lo schienale del divano, chiudendo gli occhi
finché non sento i cuscini abbassarsi al mio fianco, sotto
il peso di qualcuno… volto la testa di lato ed apro gli
occhi per incontrare quelli di Joker, di nuovo truccato da clown, le
sue iridi sono chiarissime e velate di un sentimento che non voglio
riconoscere.
Mi fa un sorriso strano, quasi malinconico ed io mi sento come se
stessi per sprofondare da qualche parte.
Vedo che si tende verso di me, avvicinandosi per baciarmi ed io resto
immobile a guardare il suo viso; nel momento in cui sento le sue labbra
posarsi delicatamente sulle mie scatto come una molla, saltandogli
letteralmente addosso e spingendolo indietro fino a sdraiarmi su di
lui, continuando ad assalire la sua bocca.
Una mano vola a trafficare con sua cinta e poi con i pantaloni,
tentando di liberarlo al più presto da
quest’indumento; non so cosa mi sia preso, perché
sia scattato in questo modo, so solo che devo farlo perché
ho una sensazione che… no, non ce l’ho io,
è nell’aria, palpabile tra noi e qualsiasi cosa
fosse stata sul punto di accadere poco fa, io non la voglio.
Mi sollevo un attimo per sfilargli i jeans dalle gambe, mentre lui
inizia a sbottonarsi la camicia leggera ma le sue dita tremano
leggermente allora torno su di lui e, impaziente, semplicemente la
strappo, facendo volare i bottoni da tutte le parti; il gesto deve
averlo stupito ma non in male, posso dedurlo dal suo sguardo, dalle
pupille dilatate dal desiderio.
Uso la mia forza per manovrarlo come voglio, senza nessuna gentilezza,
guidato solo dalla passione di questo momento, dall’istinto e
dalle sensazioni che si sono impossessate di me ma che non voglio
ancora esplorare; scendo dal divano inginocchiandomi davanti a lui,
sempre seguito dai suoi occhi spalancati e gli afferro le ginocchia,
costringendolo ad allargare le gambe per farmi spazio e mentre le mani
scivolano a carezzargli la pancia, i fianchi per poi scendere fino al
fondoschiena, massaggiandolo con passione.
Le mie labbra intanto si allacciano al suo collo, mordendolo e
succhiandolo con frenesia, fino a lasciare grossi e scuri segni
rossi… mentre faccio tutto questo, lo sento gemere e gettare
la testa indietro, poi solleva le gambe, fino a poggiare i piedi sul
divano in una posizione suggestiva.
Scendo con la bocca lungo il petto ma non mi fermo a tormentare i suoi
capezzoli, ho la brutta sensazione di non avere tempo, di non riuscire
a fare nulla, così scendo ancora, lungo la pancia per poi
fermare le mani sulla sua vita sottile, proprio sul punto dove la
coscia si piega verso l’alto e lo attiro di più
verso di me.
La mia passione inaspettatamente travolgente sembra piacergli molto e
quando mi abbasso per passare la lingua sulla sua erezione, lo sento
trattenere il respiro ed iniziare a lanciare forti gemiti quando
continuo con quell’azione, prendendolo in bocca; sento le sue
dita sottili poggiarsi sulle mie spalle come se volesse allontanarmi ma
non lo fa, le lascia lì ad aprirsi e chiudersi a scatti, al
ritmo della mia bocca e mi avvolge la testa con le braccia.
A Joker, stranamente non erano mai piaciuti i rapporti orali; quelle
poche volte che, in questi mesi ho tentato di chiedergliene, si
è sempre rifiutato categoricamente sia di farne che di
riceverne e, per quanto fossi riuscito a capire che non volesse usare
la bocca soprattutto per via delle sue cicatrici, mi ero sempre chiesto
perché ogni volta tentassi io di scendere a stimolarlo, lui
puntualmente mi allontanasse.
Sono contento che questa sia una delle rare volte in cui ha deciso di
lasciarmi avere con lui questo tipo di rapporto; sento le sue dita
spostarsi tra i miei capelli ed una delle sue mani va a stringere
convulsamente le pieghe del divano mentre continua a gemere.
Sollevo una mano a cercare il suo viso fino a trovare la sua bocca,
infilando de dita in quel calore e lui inizia a leccarle,
inumidendole con la sua saliva per un po’, finché
non torno a scendere per andare ad esplorarlo più a fondo,
penetrandolo impazientemente per prepararlo.
Lo sento muoversi sotto di me, sollevando ed abbassando il bacino per
incontrare le spinte irruenti delle mie dita e stavolta non mi faccio
remore ad usare più forza, so che questo tipo di attenzioni
non possono che dargli piacere ed infatti, quando alzo lo sguardo su di
lui, assisto allo spettacolo più bello che abbia mai visto:
la schiena inarcata, la testa gettata indietro mentre si morde le
labbra, tiene gli occhi chiusi, strettissimi e la sua camicia aperta
svogliatamente abbassata sulle spalle, il suo corpo è appena
velato di sudore ed il suo braccio teso verso di me mentre affonda le
unghie nella mia spalla.
Lascio che una mano si muova a carezzargli la coscia con passione,
incontrando un leggero ma eccitante velo di sudore; continuo a
guardarlo e mi sembra stranamente irraggiungibile.
Kimi
to futari de aruita, ano goro no michi wa naku te
Soredemo
zutto aruita , itsuka kimi to aeru no kana.
(La strada che
percorrevo con te non c’è più,
tuttavia abbiamo
camminato a lungo...
ci
incontreremo mani, un giorno?)
Troppo. Non so ‘troppo’ cosa ma è
semplicemente troppo perché io riesca a trattenerlo qui con
me e mi sento stranamente piccolo in confronto a lui, inesperto come un
bambino che, inseguendo le farfalle non riesca ad impedire loro di
sfuggirgli tra le dita o morire in esse quando la sua presa si fosse
stretta troppo.
Non voglio pensare a questo, non adesso! Estraggo le mie dita dal suo
corpo, passo le braccia attorno alle sue cosce, alzandomi di scatto e
portando Joker con me, non pesa quasi niente per i miei muscoli, riesco
a sorreggerlo benissimo anche con un solo braccio mentre con la mano
cerco la maledetta maniglia della porta della camera da letto, la apro
con una spinta e mi siedo sul bordo del materasso, lasciando che il mio
amante resti seduto sulle mie gambe; ricomincio a baciarlo e stringerlo
a me con passione mentre con una mano cerco la boccetta di olio
lubrificante nel comodino.
Nadaraka
na oka no ue, yuruyakani yuki ga furu
Todokani
to wakattemo, kimi no heya ni hitotsu
Daisuki
hatta hana wo ima…
(La neve cade, leggera
sulla cima della collina,
anche se non posso
raggiungerti, capsico
il fiore nella tua
stanza, che ti piaceva tanto, ora è…)
Continuiamo a baciarci con sempre più trasporto; gli
percorro la schiena con la mano libera, premendo le dita contro quei
muscoli sempre tesi e mi sembra quasi di riuscire a sentire il sangue
scorrergli nelle vene, sotto la pelle. Dio, la sua pelle…
vorrei sentirlo, avvolgerlo completamente come un guanto per non
perdere neanche un centimetro di quel corpo.
Lubrifico la mia erezione prima di sollevarlo leggermente per guidarmi
fino alla sua entrata e lascio poi che sia lui a scegliere come gestire
la situazione; pochi secondi dopo devo trattenere il fiato sentendomi
affondare in lui, che aveva deciso di prendermi tutto in una volta.
Lascio andare un profondo respiro, sentendomi come in paradiso, immerso
nel calore avvolgente del suo corpo; lui lancia un gemito, aggrottando
le sopracciglia in un’espressione a metà tra la
sofferenza e l’estasi ed io vado ad allacciare le labbra alla
sua gola, sentendola sobbalzare ogni qual volta lui deglutisse ma
ancora non ci muoviamo, prendendoci giusto il tempo sufficiente per
adattarci a queste sensazioni e per godere di questi primi attimi,
quando è palpabile la sensazione di essere diventati una
cosa sola.
Kyonen
saigo no yuki no hi
Kataku
kawashita yakusoku
Omoidaseba
toke dashi tenohira kara kaborete
(L’ultimo
giorno di neve dell’anno,
le promesse
così difficili da scambiarsi,
quando le ricordo, si
sciolgono
e scivolano via dal
palmo della mia mano.)
Con le braccia strette attorno alle mie spalle, inizia a cavalcarmi
velocemente ed io lo aiuto, con le mani aggrappate al suo fondoschiena,
lo sollevo per poi rilasciarlo, puntualmente incontrando i suoi
movimenti e davvero, mi sembra quasi di poter leggere nella sua mente
adesso, di riuscire a prevedere tutti i suoi desideri, percepire le sue
sensazioni e tutto diventa quasi insostenibile mentre serro le palpebre
contro lo spettacolo che è Joker adesso.
Sposto le labbra fino alla base del suo collo ed inizio a lasciargli un
altro segno rosso, lo sento tremare tra le mie mani e poi a voce alta e
tremante chiedermi
“Batsy… mordimi…!”
Immediatamente, senza pensarci, affondo i denti e non sento nessun
senso di colpa per via di ciò, neppure quando la pelle cede
ed il sapore metallico del sangue invade la mia bocca;
perché è lui a chiederlo, a volerlo e so che gli
piace, posso sentirlo chiaramente nel grido con cui mi premia, a
metà tra il dolore ed il piacere e con quelle spettacolari
contrazioni che mi stringono, per qualche secondo, mandandomi
direttamente al settimo cielo.
Proprio il suo stile.
Madobe
ni hitori, kiride tada yuki wo mitsumeteru
Kimi
wo omoidashi nagara garasu goshi ni kimi wo
Ukabe
saigo no kuchitsuke shite…
(Solo, vicino alla
finestra, fisso la neve
Mentre ripenso a te, ti
vedo riflesso sul vetro
E ti do un ultimo bacio.)
Lo stringo tra le braccia, ancora più forte, quasi come a
volermi davvero fondere con lui ed ora i nostri corpi sono
stretti,strusciano l’uno contro l’altro tanto che
faccio fatica ad abbassare la testa sul suo petto per catturare con le
labbra quel sensuale osso, leggermente sporgente, che sta proprio sotto
il collo; nuovamente affondo i denti nella sua carne, attorno a quella
parte di lui e di nuovo vengo premiato con un grido carico di emozioni
contrastanti che mi arriva dritto al cervello ed allo stomaco,
costringendomi a bloccare per un attimo i suoi movimenti, premendolo
con forza su di me e mi sembra di non riuscire più a
respirare finché, ripreso il controllo, lascio andare dei
sospiri profondi e riprendiamo a muoverci.
Senza uscire dal suo corpo, lo manovro fino a stenderlo sul letto per
continuare a spingermi dentro di lui e sento le sue mani muoversi a
carezzarmi la nuca, scendono a piantare le unghie nella mia schiena e
quando lo osservo meglio, perso sotto di me, mi rendo conto di non
averlo mai visto più appagato e coinvolto di così.
Nee
waratteyo mou nakanaide,
Koko
kara zutto, anata wo mite iru wa
(Dai sorridi, non
piangere più.
D’ora in
avanti ci sarò io a guardarti, sempre.)
Mi sollevo leggermente su di lui e quando i nostri occhi si incrociano,
è come una scintilla dritta nel mio cervello; sento la sua
silenziosa, quasi mentale richiesta e lo colpisco forte, con un ceffone
in pieno viso mentre continuo a spingermi in lui e sento le sue pareti
interne contrarsi per la sensazione, portandomi quasi
sull’orlo dell’orgasmo ma mi trattengo, lanciando
un gemito.
Lo sento muovere le mani ma non gli do il tempo di fare nulla, gli
afferro i polsi esili e li schiaccio contro il materasso,
immobilizzandoli… ora più che mai capisco quanto
davvero le nostre anime siano collegate, siamo fatti per stare insieme,
nonostante tutto e non voglio pensare a nulla, non voglio ancora
rendermi conto di quanto tutto questo sia sbagliato e di quanto Nigma
avesse ragione.
Tu pensi di riuscire a
reggerlo, vero? Non riesci nemmeno ad intuire quanto ti
porterà lontano dal tuo mondo se gli dai un minimo di spago!
Lontano dal ‘mio mondo’… eppure, adesso
come adesso, mi sembra che non esista nessun mondo al di là
delle pareti di questa stanza, ci siamo solo io e lui e siamo una sola
persona, fatti per stare insieme, per sempre.
Due lati di una stessa moneta, uno spirito diviso a metà ed
è così bello e sembra così giusto,
nonostante sappia benissimo che invece è tutto sbagliato,
che è come violare un tabù; lui tenta di mordermi
ed io lo colpisco di nuovo perché, nonostante tutto, non
voglio rassegnarmi a perderlo.
Ecco cosa succede quando
una forza irrefrenabile incontra un oggetto inamovibile.
Akari
wa, shizuka ni, shiroku some yuku machi no naka,
Kimi
ga mita, saigo, no kisetsu iro.
Namida,
wo otoshita kenjitsu to wa zankoku dane?
Kimi
ga mita, saigo no kitetsu iro.
(La luce, a poco a poco,
giunge a tingere di bianco la città,
Tu guardavi gli ultimi
colori della stagione,
il suono delle lacrime
cadute era crudele, vero?
Tu guardavi gli ultimi
colori della stagione.)
Il mio cervello ormai ha smesso di funzionare, mi avvicino
all’orgasmo con un’intensità tale che a
malapena riesco a tenere gli occhi aperti; stringo i suoi polsi insieme
con una sola mano, mentre con l’altra scendo fino al suo
collo, iniziando a stringere la presa fino a chiudergli la trachea,
impedendogli di respirare.
Nonostante la privazione d’ossigeno – o
meglio, proprio grazie quella –, sento Joker continuare a
gemere di piacere, vedo le parti del suo viso dove il trucco si
è cancellato arrossire ed una vena minuscola inizia a
pulsare leggermente sulla sua fronte e tutto questo
è… bellissimo.
Reclina la testa di lato, in uno scatto improvviso quando viene, sento
i suoi pugni serrarsi, i muscoli dei polsi tendersi spasmodicamente
sotto la mia mano, il suo corpo paralizzato per un attimo, un grido
strozzato riempie l’aria… uno spettacolo per tutti
e cinque i miei sensi, qualcosa che potrebbe inebriare chiunque, che
non lascia scampo, per cui varrebbe la pena anche di morire.
Subito dopo di lui, raggiungo quello che posso incoronare come
‘l’orgasmo migliore della mia vita’ e la
presa sulla sua gola si scioglie lentamente mentre, insieme,
cavalchiamo le ultime onde di quel piacere così avvolgente e
totale, solo i nostri respiri affannati riempiono il silenzio di questa
casa.
Shiki
to kimi no iro, yagate kierou,
Yuki
wa tokete, machikado ni, hana ga saki
Kimi
ga mita “shikisai wa” sotto tokete yuku.
(Le quattro stagioni ed
i tuoi colori, svaniranno presto
La neve si scioglie ed
un fiore sboccerà all’angolo della strada,
Tu guardavi “i
colori” che a poco a poco iniziavano a dissolversi.)
Dopo molti minuti di immobilità, sento Joker iniziare a
muoversi e mi sollevo da lui, lo vedo scansare le coperte e lo seguo
stancamente sotto il loro calore; lui si fa immediatamente strada tra
le mie braccia, aderendo perfettamente con la schiena contro il mio
petto, poi tende una mano ad afferrare le sigarette dal comodino, ne
tira fuori una dal pacchetto, la porta alle labbra e
l’accende in silenzio.
Nessuno dei due dice una parola mentre io lo stringo a me, lasciando
che le mie narici vengano invase dal suo odore e dal pungente aroma
delle sue sigarette industriali; chiudo gli occhi, calmo, ma non
permetto al sonno di prendermi così presto, attraverso le
palpebre abbassate fisso i cerchi di fumo che si allargano
nell’aria, ancora nel più totale, pacifico
silenzio.
Quando Joker arriva alla fine della sigaretta, non la spegne subito,
continuando a rigirarsela tra le dita finché anche il filtro
arriva a consumarsi per metà, rilasciando
nell’aria un odore di bruciato molto sgradevole ma che lui
sembra adorare.
Kotoshi
saigo no yuki no hi
(Il giorno degli ultimi
colori di quest’anno)
Infine, schiaccia i resti bruciacchiati della cicca nel posacenere che
tiene sempre vicino al letto – quante volte mi sono svegliato
con l’odore della sua prima sigaretta della giornata,
rigorosamente assaporata tra le coperte, l’unica abitudine
‘calma’ che Joker abbia mai avuto – poi
si volta verso di me, adagiandosi con la testa contro il mio petto,
lasciando che poggiassi il mento tra i suoi capelli.
Prima che entrambi soccombessimo addormentati, sento la sua voce,
confusa ed assonnata, mormorare qualcosa che riesco a malapena a
cogliere.
“Dove sei, Batsy…?”
Non rispondo e sono sicuro che neppure Joker si aspetta una risposta a
questa domanda. Non voglio capire cosa intende, sebbene sapessi che, se
solo ci pensassi per un secondo, la soluzione mi arriverebbe automatica
ed istintiva, ma per evitare ciò accantono questo pensiero,
rifiutandomi di sapere, di rendermi conto di tutto ciò che
sta accadendo.
So bene cos’era quella sensazione, prima, sul
divano… mi sono reso conto da subito che
l’espressione di Joker, il suo sorriso malinconico, erano i
preludi di un discorso per me spaventoso; lui stava per dirmi che non
può funzionare ed io mi rifiuto di considerare questa cosa
reale.
Lui è qui con me ora e Cristo, vorrei solo che il tempo si
fermasse per sempre.
Mi lascio andare al buio, al calore, al suo corpo e presto
c’è solo l’oscurità ed i miei
sogni frastagliati.
Machikado
ni ichirin no hana sora wo,
miagereba
saigo no yuki ni tenohira kaborete.
(All’angolo
della strada un solo fiore,
quando alzo gli occhi al
cielo,
l’ultima neve
si scioglie sul palmo della mia mano.)
--
Mi domando se abbia davvero ragione a proposito del ritorno di Joker
qui ad Arkham… ripenso alle parole di Harvey,
secondo lui io non potrei mai capire un sentimento come
l’amore e subito dopo ripenso alla sua velata proposta di
fuggire insieme da qui, di restare in contatto anche fuori dalla gabbia
di matti; volto la testa di lato e nell’oscurità
riesco a distinguere la sua forma addormentata sul letto.
L’inquilino della stanza accanto, tale Jonathan Morris,
lancia il solito grido di mezzanotte; la sua turba è
alquanto strana! Ogni sera dalle undici in poi, puntuale come un
orologio, lancia un grido allo scoccare di ogni ora per poi tornare
silenzioso, probabilmente riaddormentandosi… ormai non
sobbalzo neppure più a questo suono.
Improvvisamente scoppio a ridere, tappandomi subito la bocca con una
mano: sono di nuovo stato colto dal ricordo della prima notte del
nostro vicino di cella: quando a mezzanotte in punto il suo grido ha
inaspettatamente lacerato l’aria, sono scattato a sedere nel
letto, svegliandomi di soprassalto e nello stesso momento ho sentito
un’imprecazione, un tonfo ed un fracasso assurdo, come di
qualcosa che cadesse; inforcai gli occhiali al volo per vedere Harvey
massaggiarsi la fronte, bestemmiando, lo scaffale di libri che prima
era fissato sulla sua testa, giaceva sul cuscino ed il suo letto era
cosparso di testi malridotti.
In quel momento scoppiai a ridere, immaginando lo stupore e
l’irritazione di Due Facce, svegliato di soprassalto che si
alzava così in fretta da dare una testata allo scaffale,
rompendolo e facendosi cadere tutto addosso.
Quella notte, bestemmie ed imprecazioni volarono dalla bocca di Harvey
‘come uno stormo di pinguini’, per dirla con le
parole del nostro defunto ‘collega’.
Sul momento non riuscii a smettere di ridere, neppure di fronte alle
sue minacce, sebbene cercassi di costringere il mio corpo a ricomporsi
niente, continuavo a sbellicarmi al punto da essere costretto a
stendermi, reggendomi la pancia mentre le lacrime si formavano agli
angoli degli occhi.
Harvey non mi parlò più, se non per insultarmi,
per quasi tre giorni dopo quell’incidente – anche
perché continuavo a ridere ogni qual volta la faccenda mi
tornasse in mente, nei momenti più disparati e questo non
gli faceva piacere ma non potevo davvero farci niente, era –
ed ancora è – più forte di me.
Mi torna in mente Pinguino adesso, il suo sguardo prima di morire e le
sue parole
No… non
tu… tu non sei… come loro.
Al pensiero di ciò, sento lo stomaco in una morsa ma poi
ancora una volta sono le parole di Harvey a tornarmi in mente, tutto
quel suo discorso sui sensi di colpa che non dovrei avere, sul fatto
che tutto ciò che è accaduto fosse stato colpa
mia solamente in minima parte ed inizio a sentirmi più
tranquillo, lascio andare un respiro profondo.
Mi viene da pensare anche a Joker ed all’Enigmista, la loro
immagine torna col ricordo della sera del nostro primo incontro tutti
insieme al “The Ambassador”, il pub
malfamato e deserto nei bassifondi di Gotham; io fui il primo ad
arrivare quella sera ed appena pochi minuti dopo fecero il loro
ingresso proprio il clown col re degli enigmi, che non si erano neppure
presi la briga di camuffarsi, forse per via del luogo dove ci saremmo
incontrati… lì difficilmente qualcuno si lasciava
scappare delle soffiate.
Ricordo il sorriso ampio di Joker alla mia vista, la sua
espansività in netto contrasto con
l’inespressività di Nigma, che lo seguiva di pochi
passi; le prime parole del re degli enigmi quella sera, furono
pronunciate per difendere Joker dalle accuse di Harvey ed ora questo mi
fa pensare…
io non ho mai saputo cosa si provasse ad avere qualcuno disposto a
mettersi davanti a te per difenderti.
Quando ero ragazzo, ricordo che nessuno perdeva mai occasione di
prendersela con me con qualunque pretesto, per via del mio fisico
scarno e della mia ‘secchionaggine’, come la
definiva Marvin Kerroy il bullo in sovrappeso da cui tentavo in
continuazione di fuggire e che mi ha seguito purtroppo fino alle
superiori.
Alle elementari addirittura, per riuscire ad entrare nelle grazie di
tutti i gruppi di teppistelli nella scuola,
l’‘iniziazione’ consisteva nello
spingermi a terra o rompermi gli occhiali o altre cose, a seconda di
quanto uno desiderasse impressionare.
Cristo, perfino gli altri ‘sfigati’ preferivano
prendermi in giro o colpirmi per riuscire ad essere lasciati in pace.
Non mi va di pensare a tutto questo, in fondo mi pare di aver
guadagnato ampiamente la mia vendetta su tutti loro, diventando
ciò che sono oggi, il re della paura la cui faccia
è stata per mesi su tutti i notiziari di ogni rete,
nazionale o internazionale che fosse.
Ora però, Nigma non è più
quell’uomo gelido ed imponente nella sua apparenza,
nonostante anche lui non abbia poi questo fisico muscoloso, si vedeva
che non aveva paura di nulla e dava l’impressione di poterti
fare del male in mille modi che non richiedessero neppure il minimo
sforzo fisico da parte sua. Ora invece, è depresso fino alla
catatonia e diventa ogni giorno più debole, rifiutandosi di
mangiare o fare qualsiasi altra cosa… mi fa ripensare ad un
mio vecchio paziente; era stato abbandonato da sua moglie e
puntualmente, ad ogni seduta, ripeteva almeno dieci volte
Lei tornerà,
vero dottore?
Dal canto mio, sapevo bene che ‘lei’, una
quarantenne in piena crisi di mezza età, fuggita col suo
trentenne amante di colore, non sarebbe mai tornata da lui, quasi
sessantenne disoccupato ed impotente ma non avrei certo potuto
dirglielo, sebbene all’epoca morissi dalla voglia. La
verità è che non mi era mai importato un fico
secco dei problemi degli altri, soprattutto se questi erano noiosi o
inutili – e lo pensavo a proposito di tutte le faccende di
cuore –, quindi mi limitavo a rispondere, ogni volta
più seccato
Questo non posso saperlo.
E lui continuava a guardarmi fisso, speranzoso e con quel mezzo sorriso
folle che ancora ricordo chiaramente; i suoi occhi, enormi a cercare
risposte da me, come se davvero potessi sapere tutto… non
posso, anche se lo vorrei – e questo mio desiderio non fa che
infuriare Harvey ogni qual volta si manifesti. Non so neppure
perché mi sia tornato in mente quel paziente… il
mio viso si contorce in una smorfia di disgusto mentre mi rigiro a
fronteggiare il muro grigio.
L’amore è una cosa così stupida se ci
si ferma a pensarci… voglio dire, gente in tutto il pianeta
che si conosce e decide di iniziare ‘una storia’,
oppure persone che non si rivolgono neppure la parola tanto si stanno
indifferenti, fino al momento che per forza di cose non sono
costretti a stare a contatto e conoscersi, scambiandosi poche parole
quando indispensabile ma arriva sempre – maledizione
– il momento che ti ritrovi a dire sempre più e
alla fine, senza rendertene conto, l’altra persona cessa di
essere solo un modo di pensare o agire, qualcosa che puoi studiare ed
imparare a conoscere per saperti difendere da lui o attaccarlo.
Diventa una persona, qualcuno che può dare molto ed ecco che
inizi a sentirti scoraggiato, a pensare che invece tu a lui non puoi
dare niente e lui lo sa, Cristo, sa quanto sei vuoto dentro. Allora che
fare? Fingere di essere qualcosa che non si è nella speranza
che lui non se ne accorga, che creda alle tue menzogne e che si
affezioni a te oppure continuare sempre e comunque ad essere se stessi,
evitando in ogni occasione di pensarci e convincendo te stesso che
quelle sensazioni spariranno da sole, che in realtà non
esistono, che ne hai viste troppe in vita tua di persone ridotte male a
causa di queste invenzioni per poterti lasciare andare ad una
delusione, seguendo ‘il cuore’, fidandoti delle
bugie che il tuo corpo ti dice ogni volta che ti senti stringere lo
stomaco, che solo a guardarlo costringono i muscoli del tuo viso a
mostrare un sorriso, che ti fa venire da vomitare dopo ogni lite.
Bugie, bugie, bugie!
E questi pensieri non sono personali, no, no, no, io non sto vivendo
questa situazione, non penso ne mai penserò di essere innamorato! Che
parola stupida!
Non sono come quelle persone che si lasciano manovrare da sensazioni
passeggere, che si lasciano andare ad azioni di cui si pentiranno per
tutta la vita solo perché hanno l’istinto di fare
qualcosa, che diventano gelose e si distruggono al pensiero che un
giorno l’altro potrebbe incontrare una persona capace di
dargli ciò che tu non potresti mai, qualcuno che
è tutto ciò che tu non potrai mai essere.
Diciamo che ho aperto
gli occhi grazie all’esempio di qualcuno.
Sento le sopracciglia aggrottarsi e scuoto la testa, sbattendola contro
il cuscino, non voglio neppure sapere perché quella frase mi
è venuta in mente anzi, non ho mai pensato quella cosa, non
è successo affatto.
Mi giro sulla schiena e fisso il soffitto, probabilmente con uno
sguardo assassino, come se mi avesse fatto un torto imperdonabile, il
che è strano visto che non si è mai mosso da
lassù.
Ecco l’urlo dell’una.
Di nuovo mi scappa da ridere per il ricordo delle bestemmie di Harvey e
chiudo gli occhi, non voglio pensare a nulla di importante adesso e
stranamente della musica mi torna alla mente, sento il desiderio
improvviso di potere avere un lettore anche se non sono mai stato un
musica dipendente come l’Enigmista, che ha sempre avuto
bisogno di una colonna sonora per qualsiasi cosa e che ama comunicare
con le canzoni, oppure come Joker che ascolta di tutto solo
perché adora il rumore ed ogni canzone gli comunica
qualcosa, per quanto brutta o sciocca.
Chiudo gli occhi e inizio a muovere la testa al ritmo della musica che
è emersa dalla mia mente, stranamente non è un
pezzo di classica che ascolto sempre bensì una canzone che
ho sentito casualmente da Joker, uno degli innumerevoli gruppi che
apprezza.
I have a problem that I
cannot explain
(Ho un problema che non
riesco a spiegare)
I have no reason why it
should have been so plain
(Non
c’è ragione perché sia dovuto essere
così semplice)
Have no questions but I
sure have excuses
(Non ho domande ma
sicuramente ho molte scuse)
I lack the reasons why I
should be so confused,
(Mi mancano le ragioni
per cui dovrei essere così confuso)
I know how I feel when
I’m around you
(So come mi sento quando
ti sto vicino)
I don’t know
how I feel when I’m around you
(Non lo so come mi sento
quando ti sto vicino)
I know how I feel when
I’m around you.
(So come mi sento quando
ti sto vicino)
Around you…
(Vicino a te…)
Minchiate, come direbbe Joker.
Mi volto di nuovo su un lato, verso il letto di Harvey appena in tempo
per l’urlo delle due e qualcosa vola sopra di me, sbatte
contro il muro alle mie spalle e cade infine sul mio letto,
accompagnato dal feroce urlo di Due facce
“Bastaaaaaaaa!”
Allungo una mano dietro di me a riprendere il suo cuscino per poi
lanciarlo nuovamente contro di lui, ridendo del suo scatto.
“Eri sveglio? – dice, il suo tono irritato
– Che c’è, non riesci a
dormire?”
“Tu sei di pessimo umore, Harvey Dent.”
“Sono sicuro che Dio mi perdonerà quando gli
racconterò tutto.”
“Se è come me, lo troverà molto
esilarante.”
“Se Dio fosse come te, scapperei all’inferno di
volata.”
Non so ne voglio sapere perché la sua frase ha scatenato una
morsa nel mio stomaco ma non mi sento ferito dalla sua affermazione,
nossignore, è impossibile! Improvvisamene però
sento montare dentro di me il desiderio di vendicarmi, ferendolo a mia
volta.
“Posso farti una domanda, Harvey?”
“Mh.”
No, fermati
finché sei in tempo! Cerco di impedire a me
stesso di andare avanti, so che questo non sono davvero io ma si tratta
di Spauracchio, il lato di me più oscuro che tenta di
emergere sempre nelle situazioni in cui meno dovrebbe.
“Pensi spesso a Rachel?”
Harvey resta in silenzio ed anche io, non riuscendo a parlare, vorrei
digli di scusare la domanda, che non avrei dovuto dire una cosa del
genere ma l’unico movimento che la mia bocca compie
è quello di sorridere nell’oscurità;
sento Due facce lasciar andare il respiro e so che solo questa domanda
lo ha colpito profondamente, mi sento rabbrividire di anticipazione e
paura allo stesso tempo, immaginando il possibile svolgimento del
nostro dialogo.
“A volte.”
“Ti manca molto?”
“A volte.”
Le sue risposte mi deludono, evidentemente Harvey si rifiuta di darmela
vinta e capisco che ha indovinato subito il mio
‘piano’ e si sta sforzando di non arrabbiarsi la
qual cosa mi irrita a non finire.
“Dev’essere molto difficile elaborare un lutto
simile.”
“Umpf! Scusa ma non voglio parlare con te.”
“Capisco… - sorrido di nuovo – scusa,
non intendevo ferirti.”
“Non mi hai ferito. Una persona che non capisce una mazza di
certe cose non può ferirmi a comando, quindi per favore non
scambiarmi mai più per uno dei topi da laboratorio che ti
piace tanto imparare a manovrare. Con me certi giochetti non
attaccano.”
“Non capisco di che parli!”
“Oh, certo. Permettimi di darti un consiglio, se hai qualcosa
da dire è inutile nascondersi dietro la propria follia,
parla e basta. Credevo fossi più forte di così,
Crane e soprattutto che avessi capito di non aver bisogno di
proteggerti da me.”
Spalanco gli occhi nell’oscurità e incontro i
suoi, alla fine sembra essersi arrabbiato davvero, sebbene stia facendo
di tutto per trattenersi e non ne capisco più il motivo, non
sembra lo stia facendo per prendersi qualche soddisfazione su di me o
non avrebbe mostrato di capire il mio gioco così in fretta.
Delle volte, come questa, la sua franchezza mi spaventa… lui
non è come me, non gioca mai con una persona, se ti odia ti
prende a pugni mentre io, se odio una persona, lo rovino senza che
neppure se ne renda conto. Nonostante questa differenza
però, non riesco a considerarlo uno stupido, come farei con
chiunque altro mostrasse questo stesso atteggiamento e odio questa
sensazione, il modo in cui a volte mi fa sentire, di nuovo piccolo e
fragile, ancora una volta impotente, come se lui fosse superiore a me.
Non posso tollerarlo, nessuno può farmi sentire
così, non più, non ora che ho guadagnato il
diritto di essere dove sono ora, tra i criminali più
pericolosi dello stato.
Dovrei essere io a fare paura, non sentirmi spaventato! Non potevo
tollerarlo da Batman, non lo farò certo con Harvey.
“Io proteggermi? E da cosa? Non parlare come un pallone
gonfiato per piacere.”
“Crane… oh al diavolo, lascia perdere! Mi sono
stufato, non capisci mai niente!”
Sento il sangue accelerare nelle mie vene, sento ogni fibra del mio
corpo pulsare dalla rabbia alle sue parole, mi urta il fatto che si sia
‘stufato’ di me, mi irrita che non mi ritenga in
grado di capire qualcosa, di capire lui. Mi sento offeso e la voglia di
lanciargli addosso qualsiasi cosa mi capiti sotto mano si impossessa
completamente di me ma non sono un ragazzino, non
abbandonerò certo il dialogo per una cosa simile, le parole
devono fare più male.
“Io non capirei? Senti, mi sono rotto di sentirti parlare
come se fossi superiore a me, non lo sei! Dici che non capisco niente,
beh sarà anche vero ma se non ti capisco è solo
perché sei un idiota, non riesco a concepire come qualcuno
possa comportarsi come te, non hai senso logico!”
“Ma di che cazzo parli?! Quando mai ti avrei detto di essere
superiore?! Sono cose che non mi interessano! Oh, Dio,
perché cazzo devi sempre sentirti in competizione?!
Perché ti da così fastidio non capire qualcosa?
Non chiedi mai niente, non fai che irritarti ma non fai mai domande!
Non è un’umiliazione non capire sempre
tutto!”
“Non ho proprio nulla da chiederti! Ma cosa credi, non me ne
frega niente di quello che pensi, non hai proprio niente da insegnarmi!
Cristo, parlare con te mi fa sentire un cretino, sei una persona
assurda!”
“Quello assurdo non sono io! Mi accusi di cose e mi metti in
bocca parole mai dette, ma perché non apri quei cazzo di
occhi una buona volta?! Io non ho mai avuto intenzione di umiliarti,
l’unico motivo per cui mi arrabbio è il tuo
atteggiamento da so-tutto-io del cazzo, che per carità va
anche bene ma almeno vorrei che non mettessi su certi show con
me.”
“Non mi pare di aver mai messo su nessuno show!”
“Lo vedi!? Continui ad evitare il fulcro della questione!
Allora non vuoi capire,
è diverso!”
“Questo discorso non ha nessun senso, non intendo
continuarlo.”
“Oh certo, adesso tirati indietro. Il dottor Crane odia stare
con le spalle al muro, vero? Al dottore non piace nemmeno essere preso
di petto, non riesci a gestire nessuna situazione in cui non hai spazio
di manovra, sei un codardo e basta!”
“Parla quello che ancora si rifiuta di farsi fare una
plastica facciale a causa di uno stupido ricordo.”
“Beh, almeno i miei occhi sono aperti, l’occasione
di andare avanti l’ho colta. Tu invece quanto lontano credi
di arrivare, scappando?”
“Io non sto scappando da nulla!”
“E allora perché non mi chiedi come mai non mi va
giù che non riesci a fidarti di me? O perché non
ti ho mai messo le mani addosso quando chiunque altro sarebbe morto se
si fosse comportato come hai sempre fatto tu con me? O
perché l’altro giorno ti ho chiesto di evadere
insieme? Allora dottore, come mai non mi hai mai domandato tutte queste
cose? Credevo fossi tu quello che deve sapere sempre tutto.”
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Capitolo 18 *** Svegliati. ***
Per Sychophantwhore: Ciao!
Rieccomi qui finalmente con un nuovo capitolo, stavolta non troppo in
ritardo per fortuna *_*! Sai trovo bellissimo quello che hai scritto
nel commento, la scena di Batman che mette su un bel palco per far
esibire Joker, sperando che gli basti questo per essere felice. Davvero
malinconico :(. Penso che il vero errore di Bruce infatti sia
stato proprio questo, continuare ad evitare il problema principale fino
all'ultimo... certo, se anche avesse tentato di trovare una soluzione,
sarebbe stato impossibile, gli unici modi che questi due hanno per
stare insieme sono o la "guarigione" di Joker o l'abbandono da parte di
Batman della sua "via della giustizia" ma in entrambi i casi questi due
non sarebbero più gli stessi e finirebbero col non amarsi
più ugualmente... non è triste
ç_ç? Sì, in effetti i
capitoli precedenti hanno del noioso, visto che sono per l'appunto in
una situazione di stallo e per questo avevo pensato di inserire anche
le vicende tra Crane e Duefacce, che all'inizio non erano affatto
previsti! Servivano comunque per smuovere la situazione poi
vabè, quelli che all'inizio erano solo "spalle" come in un
programma comico, sono diventati quasi più protagonisti
della coppia del momento O_ò! Ma andiamo avanti...
sì hai afferrato di nuovo al volo quello che intendevo dire!
Con quell'ultimo rapporto sessuale, Batman ha segnato la fine della
loro storia rendendo ancor più evidente il punto a cui sono
arrivati, tutti e due... infatti il suo comportamento a letto ricordava
molto, forse troppo, quello di Eddie che però a differenza
di Bruce, sa benissimo cosa fa e perché e non "devia" da
sè stesso con questo comportamento; non so se mi sono
spiegata bene ç_ç comunque hai capito
perfettamente ;)! La domanda "dove sei Batsy?" di Joker era
riferito proprio a questo in effetti xD, si sono persi in maniera
irrimediabile quindi dovevano per forza separarsi
ù_ù. Per quanto riguarda la parentesi
HarveyXCrane, si spiegherà tutto meglio in questo capitolo
xD almeno spero! Trovi tenera l'immagine di Joker che si nasconde sotto
la sciarpa? Beh in effetti è così, ma sai che non
ci avevo pensato xD? Ero troppo concentrata a pensare che si potrebbe
trovare strano vedere qualcuno che in Estate se ne va in giro con una
sciarpa, per quanto leggera xD! Però hai ragione, dev'essere
stato molto dolce ^^! Davvero, non vedi tutto nero... hai dei colori
stupendi, lasciatelo dire ;)! I giochi di luci ed ombre...
ç_ç che bellezza, io non sarei mai capace di
riprodurre una cosa del genere se non nella mia mente! Ora ti lascio al
capitolo, dicendoti ancora una volta grazie per il sostegno che mi hai
dato fino adesso! Quasi non ci credo che sono vicina alla fine ed
è tutto merito tuo e di Cri! Un abbracico a prestissimo! ^^
Per Boopsie: Ciaooo!
^^ Eccoti qua, dopo le grandi pulizie! Ti ringrazio per la bellissima
recensione, mi riempi sempre di complimenti, accidenti xD! Ahah, ti
piace vederli litigare eh? Beh in fondo ci voleva dopo tutti questi
capitoli di stallo, almeno le cose si movimentano un po'! ^^ Povero
Joker, tutta la sera senza parlare e Bruce che non ci capisce niente,
non perché non ci riesce ma perché ha paura di
capire la verità ç_ç. Ma sai, io penso
che si perdonerebbero facilmente a vicenda, in fondo come dice proprio
Eddie, lui stava per ucciderlo solo perché è
innamorato! Mentre il clown lo stava abbandonando per un altro... ora,
non so quale di queste colpe potrebbe sembrare più pesante
ma spiegherò il loro modo di vedere tutta questa faccenda in
questo e nel prossimo capitolo ^^! Sicuramente necessiteranno di un
chiarimento profondo che comunque, verrà più in
là. Eheheh! Adesso sto immaginando la tua faccia davanti
allo schermo! xDD Ti prometto che anche se la storia sta per volgere al
termine ci sarà un'altra Nc-17 con Joker come protagonista
contenta ;)? E... Crane ha infine ceduto al fascino della tecnologia,
visto? xD Povero piccolo goffo e nevrotico, come direbbe Duefacce! Sono
contenta che ti sia divertita con la parte delle urla a tempo *_* ti
giuro faceva morire anche me il che è strano visto che l'ho
inventato proprio io xD però che vuoi farci, a volte divento
megalomane ç_ç. Per quanto riguarda Joker con le
palline, è proprio un'immagine tenera e buffa anche se io lo
preferisco mentre guarda i dvd... ehhh, se ci mette così
poco a guardare un film può fare altro durante il resto del
tempo no ;)? Ora ti lascio al capitolo, scritto mentre sgranocchiavo il
Leprotto bisestile! ^^ Un abbraccio, a prestissimo!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 18: Svegliati.
Quando apro gli occhi non ho bisogno di voltarmi per capire che Joker
non è al mio fianco, così resto immobile per un
po’. Mi volto lentamente su un lato, mi stiro con calma e mi
alzo, indosso i pantaloni e mentre compio tutte queste azioni sento uno
strano vuoto dentro di me, è come se ci fosse qualcosa, come
un muro dentro di me, ad impedirmi di provare qualsiasi cosa.
Perfino la speranza non è che un’eco lontana da
qualche parte nella mia mente.
Quando esco dalla camera da letto mi basta un’occhiata per
capire che Joker non è da nessuna parte ma faccio comunque
il giro della casa, mi affaccio alla finestra e anche la spiaggia
è deserta; tutto si svolge così lentamente che
sembrano passate ore quando mi vado infine a sedere sul divano.
Resto immobile e non riesco a pensare a nulla o forse, non voglio
farlo… so però che arriverà il momento
in cui verrà fuori tutto insieme ed io sarò
distrutto.
Non so dopo quanto tempo mi rendo conto che lo stereo è
acceso, in pausa sulla canzone numero sei.
Forse è solo la mia mente che mi prende in giro ma
conoscendo Joker non mi stupirei affatto di una mossa
simile… mi alzo, sempre lentamente e schiaccio il pulsante
‘play’.
La musica inizia subito a riempire l’aria con un ritmo
urgente e triste, dopo molti secondi si aggiunge il suono della
batteria, che da a tutto solo un’aria devastante e qualcosa
dentro di me a questo suono si stira, dolorante all’altezza
del petto, torno a sedermi sul divano.
Attacca la chitarra ed io mi perdo per un attimo, ma subito mi riprendo
per seguire le parole.
Wake
up – wake up.
(Svegliati.)
Grab
a brush and put a little makeup – makeup
(Afferra un pennello e
metti un po’ di trucco)
Hide
the scars to fade away the shakeup
(Nascondi le cicatrici
per far svanire la paura)
Why'd
you leave the keys upon the table?
(Perché hai
lasciato le chiavi sul tavolo?)
Here
you go create another fable
(Tocca a te, crea
un’altra bugia)
You
wanted to.
(Lo volevi)
Grab
a brush and put a little makeup
(Afferra un pennello e
metti un po’ di trucco)
You
wanted to.
(Lo volevi)
Hide
the scars to fade away the shakeup
(Nascondi le cicatrici
per far svanire la paura)
You
wanted to.
(Lo volevi)
Why'd
you leave the keys upon the table?
(Perchè hai
lasciato la chiavi sul tavolo?)
You
wanted to.
(Lo volevi)
I
don't think you trust
(Non penso che credi)
In,
my, self righteous suicide
(Nel mio giusto
suicidio)
I,
cry, when angels deserve to die!
(Io piango quando gli
angeli meritano di morire)
Father,
father, father, father
(Padre, padre, padre,
padre)
Father
into your hands, I commend my spirit
(Padre nelle tue mani,
io affido il mio spirito)
Father
into your hands
(Padre, nelle tue mani)
why
have you forsaken me
(Perché mi
hai abbandonato)
In
your eyes forsaken me
(Nei tuoi occhi,
abbandonato)
In
your thoughts forsaken me
(Nei tuoi pensieri,
abbandonato)
In
your heart forsaken, me oh
(Nel tuo cuore,
abbandonato oh)
Trust
in my self righteous suicide
(Credi nel mio giusto
suicidio)
I,
cry, when angels deserve to die
(Io piango quando gli
angeli meritano di morire)
In my
self righteous suicide
(Nel mio giusto suicidio)
I,
cry, when angels deserve to die...
(Io piangolo quando gli
angeli meritano di morire…)
Ci metto un po’ per capire il senso nascosto in questa
canzone, quello che Joker deve averci sentito ed il perché
avesse scelto proprio questa per dirmi addio ma alla fine credo di aver
afferrato i suoi pensieri il che mi lascia un sapore amaro in
bocca… Cristo quando siamo simili.
Sento qualcosa di umido scendere lungo la guancia, una sola lacrima
scivola giù quasi senza che me ne accorgessi e non mi muovo;
per un po’ mi ero illuso, cullandomi come sospeso in un
sogno, senza voler pensare all’inevitabile ma ora riesco a
guardare freddamente dentro di me e capisco che tutto questo era la
sola fine possibile per noi due.
Lascio che la musica finisca, scemando velocemente, poi mi alzo e vado
a tirare fuori il CD, lo metto a posto nella sua custodia e lo infilo
nella mia ventiquattrore sul tavolo; accendo il televisore e vedo che
il telegiornale già parla di lui, di una bomba, delle sue
minacce e del suo arresto, talmente semplice che il pubblico
sarà sicuramente più preoccupato che sollevato.
Uno come Joker non si farebbe mai arrestare in questo modo, senza
neppure una vittima se non avesse un piano ben preciso.
Già, essuna vittima… il suo regalo di addio per
me. Ora sarà di certo nuovamente ad Arkham.
Spengo tutto, vado a farmi una doccia, mi rivesto, vado a chiudere la
valvola del gas in cucina, chiudo bene le finestre, prendo la giacca,
la ventiquattrore e quando sono fuori, chiudo a chiave la porta con
quante mandate possibile.
Estraggo la chiave dalla serratura e la guardo, brilla nella mia mano,
illuminata dal sole e non so perché ma questo fa
male… la infilo nuovamente alla porta e continuo a girarla,
finché non si spezza e poi infilo la mia metà in
tasca.
Entro in macchina e dopo aver messo in moto comincio a guidare verso
casa. Che altro potrei fare?
--
La seduta psichiatrica di oggi è stata, penso, la
più noiosa che abbia mai dovuto sopportare qui ad Arkham.
Due infermieri ed una guardia mi scortano lungo il corridoio per
lasciarmi andare solo una volta giunti alla stanza della terapia di
gruppo, come sempre. La solita routine.
D’improvviso però tutti alziamo lo sguardo,
attirati da un fracasso infernale, si sentono tonfi e grida, anzi
no… non sono grida, ma risate!
Pochi secondi dopo un gruppetto alquanto numeroso volta
l’angolo, ci sono due agenti armati che camminano
all’indietro, ognuno ha un fucile puntato davanti a
sé, dove altre due guardie trascinano un alquanto agitato
Joker lungo il corridoio, a fare da contorno ci sono anche altri due
infermieri, non così coraggiosi da volerlo toccare ed a me
viene da ridere.
Questo è proprio degno di lui, un ritorno in grande stile
con ben sei guardie tutte per sé che lo trascinano per le
braccia mentre, giusto per dagli fastidio, il clown si agita nella loro
presa e tiene i piedi puntati al pavimento in modo che fossero
costretti ad usare tutta la loto forza per trascinarlo mentre le sue
risa riecheggiano probabilmente in tutto l’edificio,
così che nessuno si perdesse questo momento.
Resto fermo dove sono, stupito in fondo, nonostante avessi
già da tempo predetto il suo ritorno e non mi muovo da dove
sono finché non sento i due guardiani che stavano scortando
me spingermi bruscamente all’altezza del petto,
costringendomi a schiacciarmi con la schiena contro il muro per lasciar
passare il ‘pezzo grosso’.
Quando il gruppo ci passa davanti, vedo che per un paio di secondi
Joker fissa lo sguardo su di me e stranamente mi riconosce e mi strizza
l’occhio, cominciando a ridere ancora più
forte… il mio sorriso si allarga, in fondo è uno
spettacolo che mette allegria, no?
Ora il primo pensiero che mi viene in mente è correre a
raccontarlo ad Harvey ed il sorriso già si spegne, non posso
certo parlare con lui dopo ieri sera… alla fine, per quanto
entrambi avessimo cercato di mantenere la calma, è nata una
litigata oscenamente lunga, almeno di due ore visto che il
nostro vicino di cella ha avuto il tempo di urlare due volte mentre noi
ci scannavamo.
Fortunatamente, nonostante le nostre voci fossero state alte in piena
notte, nessuno ci ha fatto caso; tutti siamo abituati alle urla e non
arriva mai nessuno a controllare qui, per quanto una persona possa
avere paura o stare male, siamo tutti soli coi nostri incubi ma non
è colpa di nessuno in fondo, ho lavorato molto tempo qui e
so come vanno queste cose, ci sono situazioni ingestibili punto e
basta.
Se gli infermieri accorressero ad ogni urlo sarebbe un via
vai incessante, i pazienti urlano continuamente e per i motivi
più disparati… incubi, sfizio, paura, visioni
schizofreniche, liti con le loro multiple personalità e con
le voci nella loro testa.
Incrocio le braccia al petto mentre torno a camminare, sempre scortato,
fino alla stanza della terapia; durante queste riunioni, lo psicologo
è solito spingerci a parlare del nostro modo di vedere il
mondo, spesso ricorrendo alla lettura di quotidiani e riviste che
fornissero spunti interessanti – sì, interessanti
nei miei sogni – per avviare un dialogo.
Ognuna di queste sedute ospita un massimo di dieci persone, tra le
quali le uniche davvero pericolose siamo io, Due facce e Nigma. Gli
altri sono più pericolosi per loro stessi che per gli altri;
la prima cosa che vedo quando entro nella stanza è Nigma,
seduto alla prima sedia del semicerchio a gambe larghe e con le braccia
incrociate sul petto, gli occhi incollati al pavimento,
l’espressione vacua e pensierosa.
Continua a non dire una parola; non deve aver ancora appreso
dell’arresto – se si può chiamare tale
quando qualcuno si fa prendere di sua volontà – di
Joker.
“Hai visto?”
Perso nei miei pensieri sobbalzo vistosamente, spaventato dalla voce
improvvisa alle mie spalle e quando mi volto mi ritrovo davanti Harvey,
che a causa del mio movimento improvviso è scattato di un
passo indietro e vedo il suo unico occhio sano spalancato oltre ogni
limite per lo stupore della mia reazione.
Solo pochi secondi dopo sembra non riuscire a trattenere uno sbuffo,
poi un altro ed i suoi occhi si stringono quando scoppia a ridermi in
faccia, in quella maniera sommessa ma potente che ha lui, piegandosi
leggermente sulle ginocchia e so che vorrebbe dirmi
“Dovresti vedere la tua faccia”
ma non lo fa perché sa che gli risponderei
“Pensa alle tue.”.
La prima volta che gli feci questa risposta, non ricordo neppure in
quale occasione, pensai che la mia battuta mi sarebbe valsa un volo
dalla finestra – di quelli che Harvey ama tanto –
invece ricordo che lui si limitò a fare una smorfia e
controbattere “Questa è la mia
scusante”.
Molto meglio di come sarebbe andata a Joker se fosse stato al posto mio.
Improvvisamente ricordo che lui non dovrebbe essere qui a parlarmi e
ridere di me, visto lo show della sera precedente, quindi mi metto
subito in guardia, non intendo fidarmi di lui ne tanto meno riprendere
a parlargli come se nulla fosse, non ho intenzione di dargli
un’altra chance per umiliarmi di nuovo.
“Se intendi il nostro nuovo ospite sì,
l’ho visto.”
“E vorresti dirglielo?” Mi chiede e so che si sta
riferendo a Nigma.
“Forse gli tornerebbe più utile non saperlo al
momento.”
“Mh. Poi mi spiegherai perché.”
Conclude, non potendo parlare oltre mentre lo psicologo passa alle
nostre spalle, sembrando riempire tutto il vuoto della stanza col suo
camice bianco ed immacolato; stranamente mi torna in mente uno dei
primi matti con cui abbia mai avuto a che fare, non era un mio
paziente, ero ancora solamente un tirocinante…
quell’uomo, vedendomi vestito di bianco e troppo giovane per
essere un medico, mi scambiò niente meno che per un angelo e
per qualche strano motivo tentò di assalirmi.
Quando vado a prendere posto, stranamente Harvey inizia a seguirmi per
sedersi al mio fianco, come sempre ed io non capisco davvero a che
gioco stia giocando ma non dico una parola, fissando ostinatamente lo
sguardo sul dottore davanti a noi; oggi non sembra aver portato con
sé nessun giornale e mi pare ovvio il motivo, non vogliono
assolutamente far sapere a Nigma che Joker è qui ad Arkham.
Probabilmente pensano di spedire il clown in qualche reparto lontano ed
a prova di evasione ma non ho dubbi che nulla potrebbe fermarlo se
davvero, come penso, avesse intenzione di raggiungere Nigma.
Improvvisamente sento un dolore acuto dietro l’orecchio, gli
occhiali mi scivolano lungo il naso ed i miei occhi lacrimano per un
attimo a causa del dolore e mi accorgo che Harvey mi ha appena
schioccato un dito dietro l’orecchio.
“Dove sei sparito tutto oggi? Ho dovuto sopportare i
vaneggiamenti di capitan Forfora per ore, a causa tua.”
Dice improvvisamente e sospetto questo sia un test per sapere se ho
intenzione di parlargli o meno e non sopporto quest’azione da
parte sua, è un comportamento troppo timido per uno come
lui, Harvey non può essere intimorito da me e mi
sento preso in giro, sono indeciso su come condurre la mia risposta.
“Ah, scusa se ogni tanto ho qualcosa di meglio da fare che
insultare un poveraccio.”
“Fino a ieri mica la pensavi così.”
“Mh.”
“Fino a stamattina non facevi che chiamare ‘mezzo
stolto’ un lato della mia faccia e ‘mezzo
balordo’ l’altra metà.”
Sì beh, questo particolare di ieri non lo ricordavo ma
questa cosa del doppio insulto è davvero divertente, mi
sento quasi orgoglioso di averci pensato ma non lascio che sul mio
volto si formi il sorriso divertito che minaccia di venire fuori.
“Sì beh, li meritavi entrambi. E poi da quando sei
un ‘poveraccio’?”
“Ah sì, tu dici?”
Non mi va di parlargli, non mi va di sentirlo parlare se ha intenzione
di parlare di me; non posso certo costringerlo a tacere ma quanto meno,
posso fare del mio meglio per evitare quegli argomenti sui quali ama
così tanto insistere.
“Ero arrabbiato, tutto qua.”
“Prova a fare palestra, aiuta a controllare la
rabbia.”
“Parla quello che non
prende a cucinate i muri. E tra l’altro non mi
piacciono affatto i muscoli.”
“Giusto! Fai bene ad accettarti come sei, devi rimanere
sempre piccolo, goffo, nevrotico e piatto!”
“Non so cosa tu pensi voglia dire
‘nevrotico’ ma non lo sono!”
“No che non lo sei! Smetti di morderti le labbra
però, mentre lo dici.”
Sento di nuovo la furia montarmi, i suoi insulti sul piano estetico ha
fatto più male di quanto immaginassi ma non faccio in tempo
a rispondere nulla, vengo distratto quando, all’improvviso,
l’uomo seduto a fianco di Harvey si alza in piedi e ci
voltiamo entrambi verso di lui, leggermente stupiti e accorgendoci per
la prima volta che era nuovo nel gruppo, evidentemente il dottore gli
aveva chiesto di presentarsi a noi altri… a guardarlo sembra
sulla quarantina, molto alto ed i tratti del suo viso sono strani e
infatti, appena parla il suo accento rivela la sua
nazionalità straniera.
“Salve… sono Adam e ho quarantasei ani.”
“Ah! – scatta all’improvviso Harvey ad
alta voce e tutti, me compreso, si voltano verso di lui –
Quarantasei ani!
Sìsì, gli ani
sono importanti!”
Senza riuscire a trattenermi, scoppio a ridere come tutti gli altri
nella stanza, la battuta è stata così
imprevedibile eppure scontata che era impossibile trattenersi e subito
l’aria si riempie di alte risa incontenibili e a nulla
valgono i poco convinti tentativi del dottore di riportare tutti al
silenzio.
Ad un certo punto sento la voce di Harvey, che approfitta del momento
di confusione per dire qualcosa senza essere sentito,
all’inizio capisco a malapena le sue parole e resto per
qualche secondo a fissare il suo profilo, rielaborando quelle parole
confuse fino ad afferrare finalmente la frase. Improvvisamente non mi
viene più da ridere.
“Mi piacerebbe solo che smettessi di percepirmi come una
minaccia. Se non vuoi parlarne non fa niente ma piantala di
sragionare così tanto su delle cavolate quando basterebbe chiedere.”
--
Il primo giro di sedativi è la nooooiah più pura
a mio parere! Ogni volta è sempre la stessa storia,
l’unica differenza stavolta, è che a farmi
l’iniezione è venuto un tale alquanto strano che
parla in modo davvero curioso: le cui parole esatte sono state
“Pronto per la punturina signor Joker? Su, se chiude gli
occhi e conta fino a dieci vedrà che non sentirà
nulla!”
Al che, io ho prontamente risposto
“No? Neppure se te lo chiedo per favore?”
Devo dire che quell’infermiere, a pelle mi è molto
simpatico! Non riesco a muovere neppure un muscolo,
accidenti… per non parlare del fatto che ho una sete
assurda, mi sembra di avere la lingua fatta di gomma e non sopporto
questo silenzio.
Mi viene da pensare a Batsy… lui è
l’unica persona mai stata capace di farmi sentire indeciso;
quando dovevo scegliere se aspettare, dando un’ultima chance
al nostro rapporto oppure no… in fondo già mi
manca molto, nonostante sappia che anche con tutto il tempo del mondo,
non ce l’avremmo fatta.
Lui continuava a schivarmi, a deviare di fronte ad ogni
problema mentre io mi sentivo in gabbia.
Sono felice di aver passato questo tempo con lui ma ho sempre sentito
in fondo, che quello non era ne sarebbe potuto mai essere il mio posto,
che avrei dovuto – ed a volte anche voluto – essere
a casa, piuttosto… mi dispiace che già non
ricordo parecchie cose ma forse è meglio
così, preferisco portare il passato nella pelle piuttosto
che nella mente. Ho sempre adorato le sensazioni, non i ricordi.
La finestra in vetro cemento proietta ombre stranissime sul soffitto ed
una di esse mi ricorda un coltello… se non fossi legato al
letto, allungherei una mano e tenterei di prenderlo.
Forse è stata
la noia a renderti pazzo.
Non mi viene più nemmeno da ridere ogni volta che penso a
Brucey ed al modo in cui mi ha sempre visto; avrei davvero voluto che
le cose potessero andare diversamente ma fin dall’inizio
entrambi sapevamo già che sarebbe finita così,
era un destino inciso sulla nostra pelle… però,
se fosse stato tutto diverso e se davvero avessi mai pensato di poter
‘costruire’ qualcosa con Batsy… ci avrei
mai provato? Avrei allontanato Eddie ugualmente?
Sei l’unico
per me.
Cristo, esistono così tanti tipi di amore, così
differenti l’uno dall’altro eppure nessuno
è meno forte.
Lentamente tutto si sta facendo buio e confuso, non riesco a tenere gli
occhi aperti a causa delle medicine. Odio. Tutto questo silenzio.
Chi ti dice che io sia
mai stato pazzo?
--
“Ommioddio!”
Quando sento l’urlo sconvolto di Harvey il mio cuore salta un
battito per lo spavento, faccio appena in tempo ad alzare lo sguardo
sulle sue facce basite che sento un fracasso indicibile, sobbalzo
ancora una volta – Gesù, tutto questo non fa bene
ai miei nervi! – e mi volto nella direzione dove stava
guardando lui, immediatamente spalanco gli occhi allo spettacolo che mi
trovo davanti.
Davanti a noi infatti, a qualche metro di distanza,
c’è proprio lui, l’infermiere che
abbiamo insultato ogni giorno da quando siamo arrivati qui, che sta
tentando di calmare un paziente violento; vedo che gli passa una mano
attorno alla vita, lo solleva e lo scaraventa su un tavolo e fin qui
niente di strano.
Se non fosse che il suddetto paziente ha un peso che si aggira intorno
ai centoventi chili…
io ed Harvey ci voltiamo a guardarci nello stesso momento ed i nostri
volti sono uno lo specchio dell’altro: lo stupore
impersonificato.
“Che potenza di percosse…!” Dice Harvey
appena ritrovata la voce.
“Questa è stata… inaspettata!”
“Ehm…”
“Già.”
“È bello che ci capiamo al volo.”
Conclude e poi restiamo in silenzio mentre osserviamo altri due
inservienti portare quel matto nella cella di isolamento; torniamo ad
osservare capitan Forfora – ovviamente non ci sogneremmo mai
più di chiamarlo così dopo questo spettacolo
– che si scrolla le mani, si aggiusta la divisa e si volta,
incrociando i nostri sguardi e facendoci sobbalzare per un attimo
quando vediamo che si sta avvicinando proprio al tavolo dove siamo
seduti.
“Ragazzi, siete tesi! Tranquilli, ci ho pensato io a tenerlo
a bada, il pericolo è passato!”
Di rimando, sia io che Harvey continuiamo a fissarlo a bocca aperta il
che è strano, visto che Duefacce non ha mai perso occasione
di fare battute in situazioni come questa. Dopo qualche secondo
riusciamo a muoverci quel tanto che basta per chiudere almeno la bocca.
“Oh cielo, vi siete spaventati così
tanto!?” Ci chiede, preoccupato.
“Beh, un po’ sì.”
Risponde Harvey con un filo di voce e dopo averci promesso una
camomilla, l’infermiere si allontana; quando torniamo a
guardarci negli occhi, il primo a parlare ancora è di nuovo
Duefacce
“Secondo te può essere che…?”
“Oh no! Però ci avrei pensato anche io, se non
avesse spesso i turni di notte!”
“Grazie a Dio, non mi sarebbe piaciuto rendermi conto di aver
fatto la figura dell’idiota fino adesso!”
“Anch’io ringrazio Dio. Più che altro
perché starebbe malissimo in armatura. Te lo immagini se
fosse davvero Barman? ‘Allora
birichini, mi sapete dire come fa il cane?! Se sì, vi porto
alla polizia senza farvi la bua! Su, lo so che lo sapete, siete dei
bravi bambini, in fondo’!”
Sento Harvey ridere e mi volto per vedere quanto le sue spalle sono
scosse dalle risa, l’unico modo per capire se si stesse
divertendo o meno, visto che le sue risate sono sempre sommesse e vedo
che è in pieno terremoto del settimo grado, questo fa venire
da ridere anche a me.
Per una volta mi fa piacere averlo fatto ridere con una battuta e non
con un comportamento che lui trova ridicolo. Tanto per cambiare,
insomma…
--
Mi sei mancato,
Eddie…
Sono senza parole, così felice che lui sia qui, che sia
tornato da me che non so cosa dire.
Mi dispiace. Vorrei
rimediare…
Dice a bassa voce, dolcemente e con tono suadente. Lo stringo forte a
me, lo tengo tra le mie braccia e sciolgo un po’ questa
stretta solo quando sento che si muove per alzarsi sulle punte dei
piedi e baciarmi ed è la sensazione più bella
del—
Sento un fracasso assurdo e non capisco più dove mi trovo,
il cuore comincia a battere a mille per lo spavento improvviso e le mie
braccia sono vuote ma non faccio in tempo ad elaborare queste
sensazioni che un nuovo tonfo attira la mia attenzione verso la porta;
immediatamente mi sollevo a sedere su quello che adesso riconosco per
il letto della mia cella ad Arkham ed in un istante sono di nuovo
all’erta.
Non perdonerò mai chiunque abbia osato svegliarmi
dall’unica gioia che mi è rimasta –
l’ormai ricorrente sogno del ritorno di Joker da me
– nonostante ogni volta, al mio risveglio, stessi sempre
peggio, come adesso;
sento altri rumori, qualcuno fuori dalla mia cella sta trafficando con
la serratura ed il mio primo istinto è quello di appostarmi
dietro l’angolo della porta, in modo da poter sorprendere
l’assalitore una volta che ne avesse varcato la soglia ma ci
ripenso quasi subito.
In fondo non ho cercato fino adesso un modo per riuscire a morire?
Chiunque stesse pensando di tendermi un agguato, ben venga. Dopo poco
l’intruso sembra aver trovato la chiave giusta, sento la
porta scricchiolare mentre un sottile fascio di luce si espande sempre
più sul pavimento, man mano che si apre un po’ per
volta – precauzione tra l’altro inutile, visto il
casino causato poco prima per stendere la guardia – e sento
il mio corpo tendersi e tremare leggermente, non capisco ancora bene se
per l’anticipazione o per lo spavento.
Quando finalmente la persona si affaccia nella mia cella, resto stupito
e comincio a pensare di stare ancora sognando.
“Eddie…?”
Sento la sua voce sussurrare, chiamandomi e se non rispondo subito
è solo perché sembra strano farlo dopo aver
passato tutto questo tempo in silenzio, non sono più
abituato a parlare.
Quando distingue la mia forma nella semioscurità si fa
vedere completamente anche lui e guardandomi per un po’,
anche lui in silenzio, và avanti
“Stai bene?”
Mi chiede con un’espressione strana, curiosa, come se non
fosse successo mai nulla, se ci fossimo salutati appena ieri e trovasse
strano vedermi nello stato in cui sono, così stupito di
vederlo qui, ora. Di nuovo chiama il mio nome, stavolta a voce un
po’ più alta, lo vedo avanzare nella stanza, mi
tocca il viso e poi una spalla, come per scrollarmi, per farmi tornare
alla realtà che crede non riesca a vedere e che comunque
anche lui non assimila mai al cento percento.
Cristo, quanto mi mancavano i suoi gesti nervosi!
All’improvviso lo trascino in un abbraccio, schiantando
letteralmente il suo corpo contro il mio e lo stringo forte, con tutta
l’energia che ho, terrorizzato al pensiero che possa svanire
come accade ogni notte al risveglio dai miei sogni… se sto
dormendo vi prego, non svegliatemi mai più!
Lui contraccambia la mia stretta quasi subito e si mette a ridere.
“Ahh… pensavo mi avresti linciato, invece mi
abbracci?”
Chiede ed io lo bacio immediatamente, un po’
perché erano mesi che sognavo di farlo ancora, un
po’ per farlo tacere, una volta ogni tanto; gli stringo il
volto tra le mani e mentre assaporo nuovamente la sua bocca mi accorgo
che il suo sapore non è cambiato, lui stesso non lo
è e solo adesso per la prima volta dopo mesi, sento di
essere tornato me stesso anch’io.
“Non ricordi che ti ho già sparato, in
fondo?”
Rispondo, la mia voce a malapena comprensibile tanto
è bassa e rauca ma lui sembra percepire al volo le mie
parole e di nuovo si abbandona ad una risata.
“Ti sono mancato?”
A queste parole sento, mio malgrado, gli occhi pizzicarmi ed
inumidirsi, vorrei piangere ma non lo farò mai davanti a
Joker, non proprio adesso che finalmente è di nuovo con me.
“Cristo, Joker…”
“Ti ho pensato molto. Tu?”
Queste sono, tra tutte, le parole che mi lasciano più
stupito di tutte… quanto tempo era passato
dall’ultima volta che ci eravamo visti? Quanto dalla lettera
che mi mandò qui ad Arkham? Mi sento speciale per questo,
per essere una delle poche persone privilegiate a restare nei suoi
ricordi anche dopo tutto questo tempo – che sì,
per qualsiasi altra persona è poco, ma per lui sarebbe come
tentare di ricordare di quando era ancora un feto.
Che sciocchezza, chiedermi se ho pensato a lui o meno…
“Tu che ne dici?”
“Mmh-mh… io dico di no!”
“Vuoi che ti uccida?!”
Di nuovo lo sento ridere e i piccoli sobbalzi del suo corpo sembrano
riportarmi finalmente ‘a casa’, su un territorio
familiare ed accogliente. Di nuovo alza lo sguardo su di me, mi guarda
dritto negli occhi
“Mi è mancato il tuo inquisire quando parli!
– mi dice ed io non ho la minima idea di che cavolo stia
parlando ma non ci faccio caso e lascio che vada avanti –
Abbiamo un lavoro da fare!”
Esclama e sento la sua mano trovare la mia e stringerla
“Andiamo a cercare un computer!”
Conclude e fa per uscire dalla cella, trascinandomi con sé
ma immediatamente stringo di più la presa e con un solo
strattone lo riporto indietro, ho ancora una cosa da dirgli, prima di
andare via da qui.
Lui, sentendosi strattonare in quel modo, si volta, mi torna davanti,
fissandomi con gli occhi grandi, vagamente stupiti e subito alzo una
mano a schiaffeggiargli il viso, l’urto riecheggia basso
nella cella praticamente vuota.
“Non provare mai più ad abbandonarmi per il primo
pipistrello che capita! Secondo te posso passare la vita a preoccuparmi
per ogni stronzo che ti svolazza
intorno?!”
Continuo a guardarlo, una mano ancora stretta nella mia e
l’altra sul viso a toccare il punto in cui l’ho
colpito, mi ha ascoltato fino in fondo e ancora adesso non dice una
parola mentre continuo a guardarlo, arrabbiato al pensiero di tutto
quello che è successo tra noi.
Dopo poco però, mi sento di nuovo raddolcire, sono felice e
lo abbraccio, più dolcemente della prima volta e poggio le
labbra sulla sua fronte a lasciare un bacio leggero ma pieno di tutti i
sentimenti che provo in questo momento.
“Mi dispiace per aver tentato di ucciderti.”
“Non faccio caso a queste cose!”
Mi risponde, probabilmente senza ricordare di avermi già
detto questa frase ed io sorrido per il mio smemorato nevrotico,
tornato da me nonostante ci avessi ormai perso ogni speranza.
“So dove trovare un computer che può fare al caso
nostro! Andiamo?”
Lui sorride di nuovo, annuendo con forza.
--
All’improvviso sento questa brutta sensazione, come se stessi
precipitando in un profondo baratro ma mi rendo ben presto conto di
essere al sicuro, nel mio letto, ancora nel manicomio di Arkham e di
essere appena stato svegliato di soprassalto; io odio ogni volta che
qualcosa del genere accade ed ancor prima di aprire gli occhi, mi rendo
conto che la mia mano è volata a stringersi attorno al collo
del bontempone che si è divertito a svegliarmi, ma una volta
ripreso coscienza non ho neppure il tempo di lanciare una minaccia che
vedo, sopra di me, vicinissimo al mio, il viso di Crane apparentemente
molto preoccupato per qualcosa.
Immediatamente allento la presa sul suo collo lasciandolo respirare, mi
sento subito imbarazzato e pentito per aver agito in questo modo, senza
pensare, in fondo non gli farei mai del male.
Tuttavia, Crane non sembra far caso a questo mio scatto,
qualcos’altro lo turba e avvicinandosi di più al
mio orecchio mi sussurra, più piano che può e
pronunciando le parole velocemente
“Ascolta, Harvey!”
Solo ora mi accorgo dello strano trafficare fuori dalla porta della
nostra cella e spingendo il mio cervello a lavorare velocemente
nonostante il sonno, capisco al volo che qualcuno – di certo
non una guardia o un infermiere, vista la difficoltà che ha
nel trovare la chiave giusta – sta tentando di entrare e non
mi viene in mente nessun altra motivazione per ciò che un
agguato.
Appena la mia mente riesce ad elaborare questo pensiero, scatto
giù dal letto in un secondo, afferrp Crane per un braccio e
lo trascino con me nell’angolo della porta, in modo che, una
volta apertasi, proprio questa ci farà scudo, impedendo
all’assalitore di vederci subito; tendo un braccio per
spingere indietro il mio compagno di cella e fargli capire di dover
restare quanto più possibile schiacciato contro il muro.
So che, sebbene letale quando ha a disposizione il suo gas, le
possibilità di Crane di difendersi diventano pari a zero
quando ne è sprovvisto, come adesso e l’istinto
che sento e che sovrasta qualsiasi altro in questo momento,
è quello di proteggerlo.
Restiamo in silenzio e riesco a sentire Crane tremare, forse
per l’ansia in questi momenti carichi di tensione e
intanto l’unico piano che riesco a farmi venire in mente
è di aspettare l’ingresso di chiunque sia
là fuori per poi prenderlo alle spalle approfittando del
secondo di smarrimento quando vedrà i nostri letti vuoti.
Il tutto sperando che questo misterioso assalitore sia solo…
finalmente la porta si apre e vedo una sagoma d’ombra
entrare, avanzando indecisa verso il centro della cella mentre si
guarda attorno.
Senza perdere un secondo, chiudo la porta con un calcio e lo prendo
alle spalle, stringendogli un braccio attorno al collo e sollevandolo
qualche centimetro da terra…
Il bastardo è alto e nonostante sembri pesare un niente;
sento i suoi gomiti piantarsi nel mio stomaco con forza allora per
evitare di restare senza fiato, lo butto a terra, seguendolo subito
dopo per bloccarlo e colpirlo forte sulla faccia con un pugno.
“Ma che cazz- no- Duefacce… falla finita!”
Resto interdetto quando riconosco questa voce, che non sentivo da molto
tempo e lascio che i miei occhi si abituino
all’oscurità, arrivando infine a riconoscere
l’uomo sotto di me e, mi prendesse un colpo, è
proprio l’Enigmista.
Ancora col pugno alzato a mezz’aria mi volto indietro e vedo
anche Joker, comodamente appoggiato all’uscio della porta
come a godersi lo spettacolo, le braccia conserte e le gambe
incrociate, il suo volto tirato da un sorriso compiaciuto; vederlo
senza trucco è spiazzante.
Al suo fianco, con gli occhi strabuzzati c’è
Crane, nella posizione di chi è indeciso se intervenire a
separarci o meno, una mano tesa in avanti verso di noi.
“Che ne dici di alzarti Dent, visto che pesi come una betoniera!?”
Ecco perché l’intruso era così leggero
e nel compenso deboluccio, non ci si può aspettare altro da
uno schiaccia pulsanti come Nigma. Prendendomela comoda, mi alzo e gli
tendo una mano per aiutarlo a fare lo stesso e una volta in piedi, vedo
il suo viso mezzo insanguinato ed un brutto taglio sul labbro.
“Ehm… tutto ok?”
“Sì!” rispondiamo in coro sia io che
Nigma, per poi voltarci a guardarci in cagnesco l’uno con
l’altro.
“Giuro Crane, se ce l’avevi con lui, ti tolgo gli
occhiali e ti restituisco quello che mi ha dato Duefacce!”
“Oh sì, che potenza muscolare ti sei fatto,
schiacciando tasti e scrivendo enigmi! Che paura, perfino per
Crane!”
Ci voltiamo a osservare Crane che avanza di un passo verso di noi,
tentando di calmarci “Ehm… io ce l’avevo
con tutti e… aspetta, che significa ‘perfino per Crane’?!”
“Comunque – continuo, guardando Nigma –
non potevate avvertirci che eravate voi?!”
“Non vi abbiamo chiamati per non attirare
l’attenzione!”
“Potevate bisbigliare, imbecilli!”
“E tu potevi anche vedere chi era entrato, prima di partire
in quarta in quel modo!”
“Certo che sei ritardato, per essere il re degli enigmi! Tu
al mio posto avresti aspettato di vedere chi fosse, magari invitandolo
poi a prendere un tè? Perché non lasci perdere i
giochi di intelligenza, a questo punto tanto vale buttarsi sulle
barzellette! Potresti cominciare con raccontare questa, stai sicuro che
farà sbellicare!”
“Bada a come parli, io non sono come Crane, posso spaccarti
tutte e due le facce quando voglio!”
“Ma… - si intromette Crane – vi ci
impegnate a pensare certe cose?! Lo state facendo apposta!”
“Ragazziiiiii?!
– d’improvviso ci voltiamo tutti e tre verso Joker,
ancora appoggiato alla porta e apparentemente divertito da tutto questo
– da domani il maestro di sostegno per tutti, va beeeeene?”
Dice, sovrastando con la sua le nostre voci e rendendoci forse
improvvisamente conto di tutto il putiferio appena creato, decidiamo di
tacere.
“Ok, ok… - dico per attirare
l’attenzione, è ora di muoversi prima di farci
mandare a monte l’evasione – muoviamoci, vediamo di
sparire!”
D’improvviso, appena finito di parlare, sobbalziamo tutti
quanti al suono di uno sparo di arma da fuoco, quando ci voltiamo verso
Joker, notiamo una pistola ancora fumante stretta nella sua mano e
puntata verso il soffitto.
Non può essere.
Non ci credo.
“Ahh… - dice il clown, abbassando l’arma
lentamente – avevi detto ‘sparire’
non ‘sparare’…”
|
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Capitolo 19 *** Fidati di me. ***
Per Faithless_Justice: Ciaooo
*_*! Ok, mettiamo in chiaro le cose, sei la raccomandata, qui xD! Visto
che significa avere amicizie influenti ù_ù? Se
inizi a non avere più senso allora sì, sei
decisamente nel posto giusto! Sono così felice che la mia
storia ti sia piaciuta tanto da "divorarla" letteralmente in questo
modo! Hai davvero dato fondo a tutte le tue energie per arrivare a
leggere gli ultimi capitoli prima di crollare *_*! Questo sì
che è amore! Mi fa piacere che trovi che questa storia sia
scritta così bene, mi sento un po' in imbarazzo adesso
ç_ç... ricordo bene quanta passione avevi per
"Mamba" e sentirti ora dire che quest'altra storia ti piace ancor di
più è davvero sublime, ti ringrazio!
Ma cara, chi potrebbe non innamorarsi di Joker? Sì insomma,
un tale figurino, una persona così straordinaria che brucia
di un'energia tutta sua, come una stella! Peccato che questo tipo di
persone siano destinate a "bruciare" in fretta... lui finge di essere
sè stesso così confonde le idee! Non puoi mai
sapere se è davvero lui o meno perché comunque,
anche se porta una maschera, questo gli da coraggio non lo trasforma in
una persona differente! Un po' come tutti noi, non possiamo fare a meno
di essere almeno per un secondo noi stessi anche mentre raccontiamo una
bugia.
So che l'ottavo capitolo ti ha colpito profondamente e anche se un po'
mi sento in colpa, dall'altro lato sono contenta per quello che mi hai
detto l'altra sera, sul sentirti in pace! Se davvero ciò che
scrive mi aiuta a comunicare con le persone, magari spiegare alcune
cose, farmi anche conoscere un po', allora trovo tutta una spinta in
più per quello che faccio, anche se magari è una
cazzata, magari le "fanfictions" non servono a nulla ma è
ciò che amo e sono felice se oltre ad occuparmi le giornate
riescono a dare qualcosa su simili livelli! Ancora una volta, grazie :)!
Joker e Nigma si amano davvero in modo malato, questo è
vero, ma dubito che da parte loro potrebbe esistere qualcosa di "vero"
che riescano a mantenere "sano" allo stesso tempo e questo è
allo stesso tempo affascinante e spaventoso secondo me. Diciamo che
Nigma è molto ossessionato da Joker, ha paura di non
riuscire a trattenere una tale energia con sè e preferirebbe
che morissero entrambi piuttosto che lasciarlo andare via, che vivere
senza di lui ma il punto a suo favore - perché anche Bruce
ha tentato di tenerlo con sè dandogli tutto - è
che lui a differenza di Batman sa davvero cosa vuole Joker, come
darglielo e soprattutto come accettarlo.
Mi rende felice che mi ritieni capace di descrivere le emozioni! Ho
messo molto il questa storia, l'ho scritta proprio come l'ho pensata,
calandomi nei panni di questi personaggi (per questo sono
più volte entrata in delirio, dopo molte ore di scrittura
forzata ç_ç) dei vari dettagli possiamo parlare
quando vuoi *_*! Ora io e la betoniera ti lasciamo al capitolo con un
caloroso saluto, sperando che anche questo capitolo ti piaccia ^^! Un
bacione, a presto!
Per Mhcm: Ciao!
Sono così felice di rivedere le tue recensioni, sei tornata
*_*! Eh sì ci voleva proprio il ritorno di Joker in grande
stile eh! I capitoli dedicati a Batman ed il clown erano molto 'fermi',
insomma erano entrati in pausa, in stallo diciamo, e questo per colpa
soprattutto di Bruce purtroppo :(. Comunque ti avrà fatto
piacere vedere che alla fine Joker è tornato dal suo Eddie
xD! La scena finale con lo sparo mi ha divertito molto quando l'ho
pensata xD! Joker non cambia mai, fa sempre tutto quello che gli passa
per la testa *_*! Sono sicura che lo adorerai moltissimo in questo
capitolo ;), quindi ora ti lascio alla lettura, augurandomi come sempre
che il capitolo possa essere di tuo gradimento! Ancora grazie per il
tuo ritorno, un abbraccio a presto!
Per Boopsie: Ma
mia cara! Adoro la tua recensione spezzettata, sebbene ora mi risulti
un tantino più difficile rispondere xD ma non fa niente, per
te questo ed altro in fondo lo sai, è soprattutto per merito
tuo che questi capitoli sono stati postati ;)! Sono così
contenta che questa storia continua a piacerti e divertirti tanto!
Ebbene sì, dopo aver terminato questa storia ne
inizierò un'altra che sarà il continuo di questa
*_* e con tanti personaggi in più, vicende avvinventi e
quant'altro! Ho qualche problema a scriverla come sai ma ci
riuscirò ^^!! Ora ti lascio a questo nuovo
capitolo, sperando che ti piaccia *_*! Un abbraccio calorosissimo tutto
per te ^^! A presto!
Per Sychophantwhore: Ciao
*_*! Ebbene sì, ecco finalmente il tanto atteso ritorno in
scena del Joker in tutta la sua furia scatenata! Il gesto di Bruce di
spezzare la chiave in effetti era simbolico, lui ha chiuso per sempre
quella casa dove ha avuto tanti ricordi felici, come un voler
dimenticare perché sa che arriverà il momento che
tutto inizierà a fare malissimo e vedere la chiave di quel
posto illuminata dal sole, come se fosse allo scoperto, come se fosse
ancora tutto bello, lo ha ferito. Scusami se non sono abbastanza chiara
ma sto postando alle sei e mezza e sono mezza sbronza ma non
fa niente xD. Batsy non si è rassegnato, semplicemente ha
"rinviato" il momento in cui dovrà affrontare tutto, sta
tentando di seppellire i suoi sentimenti nuovamente nonostante tutto
ciò che Joker gli ha 'insegnato' in quei brevi mesi con lui.
Spauracchio e Duefacce si compensano perfettamente, diciamo che hai
indovinato il tipo di rapporto che hanno è allo stesso tempo
bellissimo ma pericoloso perchè a livello inconscio sono
entrambi arrivati a dipendere uno dall'altro e basterebbe un niente per
ribaltare tutto in un secondo... un piccolo tradimento e tac,
scatterebbe una faida infinita di ripicche, di imbrogli, tenterebbero
di ripagarsi con la stessa moneta (per restare in tema), di prevalere
uno sull'altro e questa fiducia tanto difficile da guadagnare si
spezzerebbe ç_ç. Ma non mettiamo le mani avanti
xD.
Ancora una volta ti mando ragione, sia quando dici che Nigma ha
rimarchiato il suo 'territorio', sia quando dichiari di essere folle (i
geni sono tutti un po' pazzi *_*) e sia quando parli del portare il
proprio bagaglio emotivo sulla pelle invece che nella mente!
La sua mente è proprio come hai detto tu: una videocasseta
male registrata dove non c'è inizio ne fine, non
c'è un protagonista, le immagini sono frammentate, piene di
macchie, sorrisi spezzati, fermoimmagini, tutto in bianco e nero con in
mezzo ai fotogrammi minuti interi di schermo a righe, dove sembra non
esserci nulla invece si può scorgere tutto! Davvero hai
suggerito un'immagine bellissima per descrivere la sua mente!
Mah la Lega non è che fosse poi così unita
neanche prima, diciamo che ora sono un po' più preoccupati
di salvarsi piuttosto che di ucciderli e forse questo li
salverà, per non parlare del fatto che adesso ci sono dei
legami in più ;)! Beh sì anche a me è
dispiaciuto molto per la morte di Pinguino ma non sono pentita per
averlo 'ucciso' ç_ç comunque era ingestibile, non
conosco affatto questo personaggio :(. Vedrai presto cosa ho
architettato per la loro evasione ;). Nei fumetti Batman effettivamente
è
morto, dovrebbe esserci la serie R.I.P. se non sbaglio :o.
Ma... ç_ç uffa, non mi ascolto nessuno... questa
storia avrà un seguito quindi non preoccuparti, ci
sarà un continuo anche se in uno stile diverso,
sarà più violento e più 'veloce' di
questo per certi versi, ci saranno personaggi in più ed
accadranno cose inaspettate (e ti anticipo che ci sarà anche
Harley Quinn) :D
Ti credo quando mi dici della sciarpa e non se l'unica a farlo, conosco
un paio di persone che amano portarla anche d'estate ^^.
Un'ultima cosa: ho chiesto a Cri di che lavoretto stavi parlando che
lei ti avrebbe suggerito e non ha saputo rispondermi
ç_ç. Su su su, anticipami di cosa si tratta, sto
morendo di curiositàààà!
é_è
PS, ma hai ricevuto la mia ultima mail :o? Maledetto messenger!
Ora però vado, scusami per la risposta strana ancora una
volta ^^! Ti lascio al capitolo sperando sempre che ti piaccia! Un
abbraccio a presto!
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 19:
Fidati di me.
Non so se
Joker abbia sparato quel colpo in aria perché davvero
convinto che Duefacce abbia detto la parola
‘sparare’ o se aveva semplicemente voglia di
complicare le cose per divertirsi di più ma nel giro di un
minuto le cose si sono messe davvero male.
Quelli che
probabilmente sono i quattro criminali più pericolosi di
tutta Arkham sono evasi in massa ed hanno una pistola! Effettivamente
è una cosa che metterebbe furia anche alla più
pigra delle guardie di questo posto – e loro davvero
potrebbero sostenere il contest della pigrizia – ed io mi
ritrovo a correre come un matto attraverso l’edificio,
circondato da ogni tipo di malati mentali, tutti liberi di girovagare
per il manicomio, chi correndo, chi urlando, chi aggirandosi come uno
spettro ma sono talmente tanti che non riesco più ad
individuare il resto del ‘gruppo’.
Mi guardo
attorno, correndo e facendomi largo a spallate tra la folla e perdio,
accidenti a Joker, ma soprattutto a me che non gli ho tolto quella
dannata pistola di mano quando ero ancora in tempo!
Mi ero
allontanato per poco in fondo, giusto il tempo di raggiungere di nuovo
un qualsiasi computer e liberare tutti i pazienti dell’Arkham
asylum, ma parrebbe che questi pochi minuti sono bastati a questo
ammasso di carne in delirio per nascondere i miei – solo
provvisoriamente – compagni perfino a me.
Tutta colpa di
Joker, tutta colpa di Joker, tutta colpa di Joker! Quando fa cose di
questo genere non posso che amarlo ed odiarlo allo stesso tempo;
l’unica persona al mondo che sia mai stata capace di darmi
tanta adrenalina, farmi provare sensazioni sconosciute, buttandomi ogni
santa volta in mezzo ad un nuovo, imprevedibile pandemonio.
Mi sono
stancato di correre, non riuscirò mai a ritrovarli in queste
condizioni, dovrei solo tentare di immaginare dove potrebbero essere
andati ma mi risulta difficile.
In questi
casi, la prima cosa da fare sarebbe cercare degli abiti da infermieri o
da guardie per passare inosservati, sfruttando il trambusto creatosi ma
vista l’ovvia condizione di Duefacce ed in misura minore
anche di Joker, non basterebbe di certo un camice per non essere
riconosciuti perfino in questa folla, quindi sarebbe uno spreco inutile
di energie, mascherarsi.
La sirena
dell’allarme rimbomba nelle mie orecchie, la luce rossa
continua a girare come un faro e tingere tutto color del sangue, non
posso davvero dare nient’altro… riprendo a correre
e guardarmi attorno più in fretta che poss-
A causa della
distrazione devo aver urtato contro qualcosa di pesante e resistente,
non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che sento qualcosa stringersi
attorno a me, mi sento sollevare da terra ed immobilizzare.
“Eccoti
qua signor Nigma, non ti pare di aver esagerato con tutto questo
macello? Adesso fai il bravo, ti riporto in cella!”
“Ma…
ma…”
Ok, non ho
parole… farmi mandare a monte l’evasione proprio
da questo energumeno dal cervello che è la perfetta
riproduzione di una noce è troppo; sento i denti stringersi
con forza mentre tento di liberarmi in ogni modo, inizio a scalciare ed
imprecare ma la presa di quest’uomo sembra una morsa
d’acciaio e ciò che mi irrita maggiormente
è che il suo buon umore non pare neppure un po’
intaccato da tutta questa maledetta situazione!
“Ehi!
Metti immediatamente giù il mio ragazzo!”
Sento la
familiare voce di Joker gridare e sento la presa su di me allentarsi
improvvisamente, mi volto, stremato dalla mia precedente, vana lotta e
vedo che Joker ha in mano un taser, col quale ha stordito
l’infermiere senza difficoltà; lo fisso stupito,
dove diavolo ha preso quel coso?
“Dove
hai trovato quello?”
“Questo?
Me lo ha dato Harvey!”
“E
dove ha preso Duefacce questo coso?”
“Abbiamo
dovuto stendere qualche guardia, abbiamo preso tutto quello che
potevamo da loro!”
Guardo oltre
la figura di Joker e vedo Spauracchio, era stato lui a parlare ed
immediatamente dietro di lui c’è anche Dent, la
parte sana del suo viso è macchiata da qualche goccia di
quello che indubbiamente è sangue e non faccio fatica ad
immaginare la scena: una guardia sbarra loro la strada, intimando a
tutti di restare fermi dove sono, Joker scoppia a ridere, Crane
spalanca gli occhi e Duefacce in preda all’irritazione parte
in quarta, prendendo il poveretto a cazzotti senza neppure una parola.
Il solito
iracondo… scoppio a ridere al pensiero di quello che possono
aver creato questi tre nei brevissimi minuti passati in mia assenza e
appena mi riprendo, vedo un paziente isterico correre, sorpassandomi
per poi inciampare nei suoi stessi piedi; vedo che si appoggia a Joker
per frenare la sua caduta, poi si risolleva, trattenendo il clown per
le spalle e si mette a gridare, il suo viso a pochi centimetri da
quello di Joker:
“La
luce! La luce!”
“Eehh?!
Non la vedi?! Arkham è piena di luci!”
Grida di rimando Joker, abbracciando con un gesto del braccio tutto il
corridoio.
“No,
no, no! La
luce!”
“Ahh,
ho capito! – sorride Joker, come se davvero avesse compreso
– è fuori la luce, guarda! Corri a
prenderla!”
Risponde poi,
iniziando a ridere come un matto mentre indica la luna oltre il grande
finestrone coperto dalle sbarre proprio in fondo al corridoio ed io
spalanco gli occhi, come anche gli altri nostri due compagni; vedo il
povero pazzo voltarsi nella direzione indicatagli da Joker, spalancare
gli occhi di fronte allo spettacolo della luna piena e poi lasciare
lentamente andare le spalle di Joker, incantato.
“La
luna! Sì, sì, è lei! Devo prenderla!
Devo!”
E
così dicendo si allontana di corsa, accompagnato dalle sue
stesse grida di giubilo, le braccia che sventolano in aria mentre Joker
continua ad ammazzarsi dalle risate. Cristo, non so gettarmi ai
suoi piedi e fare sesso con lui in questo corridoio o se imprecare,
scandalizzato da ciò che ha appena fatto… la sua
figura in questo momento è qualcosa di impossibile da
descrivere, è… mozzafiato. È potente.
È un’allucinazione di sangue e passione.
Provo il
desiderio di stringerlo a me più forte che posso, di
trascinarlo nel primo luogo utile e prendere possesso del suo corpo
in…
La mia catena
di pensieri viene bruscamente interrotta dalla voce di Spauracchio.
“Scommetto
che adesso si butta dalla prima finestra che trova!”
“Tsk.
Esagerato come sempre!”
Conclude
Duefacce per poi voltarsi, allontanandosi ed immediatamente tutti lo
seguiamo.
Mentre
corriamo lungo i corridoi ingombri di persone e delirio, Spauracchio mi
mette a parte del loro piano di fuga: negli anni che ha lavorato qui
nei panni di psichiatra, Crane ha imparato a memoria la struttura di
questo manicomio e si è ricordato di una via di fuga che
potrebbe fare al caso nostro: un ascensore ormai in disuso da tempo che
dovrebbe portarci dritti dritti al garage e quindi fuori di qui.
Il ponte che
collega l’isola di Arkham alla città è
abbassato, a questo ho provveduto io con l’aiuto del computer
e sarà impossibile per chiunque pensare di risollevarlo
prima di due o tre ore buone; usare le scale è impensabile,
visto che saranno sicuramente il primo posto che le guardie avranno
pensato di presidiare, quindi non ci resta che dirigerci direttamente
all’ingresso di questo ascensore e lo raggiungiamo nel giro
di pochi minuti.
Aiuto Duefacce
ad aprire di forza le porte bloccate dell’ascensore ed a quel
punto ci fermiamo tutti per un attimo a guardare giù. La
tromba di un ascensore vuota fa effettivamente più paura di
quanto uno possa pensare, specie se il piano è di calarci
per dieci piani aggrappati solo alle corde metalliche della cabina.
Il motore non
funziona più quindi è impossibile chiamare la
cabina e scendere con quella, tra le altre cose avevo pensato anche di
bloccare tutti gli ascensori e non credo di essermi mai sentito
più pentito per qualcosa in vita mia…
Mi volto a
guardare gli altri, per vedere se sono il solo ad avere paura e mi
sento sollevato quando capisco che non è così: il
viso di Crane è sbiancato al punto da sembrare un lenzuolo e
Duefacce ha perso ogni espressione, probabilmente sta valutando le
possibilità di sopravvivere ad una discesa
simile… immagino si stia preoccupando più che
altro per Crane, che di certo non ha ne la forza fisica, ne quella
d’animo per una simile impresa.
Per quanto
riguarda Joker, lui, beh…
“Mh?
Che guardate? Andiamo, forza!”
Dice con
entusiasmo ed infatti è il primo a saltare nel vuoto per poi
aggrapparsi al volo ad una delle corde, iniziando immediatamente la
discesa verso la libertà… o la morte, a seconda
di come si metteranno le cose.
Joker
è fatto così, fa tutto ciò che gli
passa in mente senza curarsi minimamente del
‘contorno’, gioca con sé stesso e con
gli altri, per lui la strada è sempre dritta o se anche non
lo fosse, si aprirebbe la via a suon di esplosioni.
Tu
che dici, al suo posto ce l’avresti fatta ad arrivare al
quinto piano?
Certo!
Avrei fatto saltare tutto.. così sarebbe stato il quinto
piano a scendere da me.
Mi domando
come può essere così, anche se questo
è ciò che mi è sempre piaciuto di lui
– e che per carità, continua a piacermi da
impazzire –, che mi ha attirato come una mosca
verso il miele, non posso negare che mi ha fatto soffrire come mai in
vita mia… è proprio per via di questo suo modo di
vivere che mi ha lasciato, mi ha ‘ripreso’ solo
quando lo ha voluto lui e mentre lo osservo sparire lungo la tromba
dell’ascensore, mi domando se abbia fatto davvero bene ad
accettarlo di nuovo con questa facilità.
Posso davvero
fidarmi di Joker? Mi sono mai fidato davvero di Joker?
Vedo Crane e
Harvey guardarsi in faccia e poi tornare velocemente a guardare
giù, il viso di Spauracchio sempre più pallido
ogni secondo che passa.
“Prima
non ci avevo pensato, ma… io soffro di vertigini.”
Dice l’ex psichiatra, sconsolato.
“Tsk.
Reggiti forte e non guardare mai giù. Vado prima
io.”
Risponde
Harvey ed immediatamente afferra la seconda corda ed inizia a calarsi
il più velocemente possibile.
“Immagino
non ci sia altra scelta. Eheheh…”
Mormora Crane
– ormai non ha che un filo di voce – e dopo una
breve risata isterica, allunga anche lui una mano a prendere la stessa
corda afferrata poco prima da Duefacce, così non resto che
io. Sento le mani sudate e le gambe tremare instabilmente sotto di
me… l’istinto di guardare giù ancora
una volta è forte ma devo resistere, non posso permettermi
un attacco di panico proprio adesso.
Traggo un
respiro profondo e anche io prendo una delle corde, lasciandomi poi
andare lentamente e l’impresa di sostenere tutto il peso del
proprio corpo mentre ci si regge ad una corda è davvero
ardua, qualcosa che di certo non ho intenzione di sperimentare ancora
in vita mia!
Continuo
tuttavia a tenere duro e calarmi piano piano in questa lotta contro la
gravità che vorrebbe spingermi giù, e per sapere
quanto manca prima di toccare terra preferisco sempre guardare in alto
piuttosto che in basso.
Penso al dopo,
a quando – ma soprattutto ‘se’
– riusciremo ad uscire da qui e mi ritroverò
nuovamente faccia a faccia con Joker, io e lui da soli e nonostante non
abbia sognato altro in tutti questi mesi, adesso non mi sento
più sicuro al cento percento di ciò che sarebbe
giusto fare.
Sento che
qualcosa tra noi si è spezzato per sempre il giorno in cui
Batman lo ha tirato fuori da quella vasca per portarlo con
sé.
Prima o poi
quei due si incontreranno nuovamente e posso davvero essere certo che
la storia non si ripeterà? Potrei sopportare di vedere il
mio orgoglio frantumarsi ancora una volta sotto le scarpe finemente
lavorate a mano di Joker? Ce la farei a vederlo allontanarsi da me
ancora una volta?
Ah
ah! Ma che domanda è ‘te ne andresti
mai’? Non lo so, può darsi…
l’unica cosa che so è che vorrò sempre
tornare.
E tutto questo
potrà mai bastarmi davvero? Sopporterei di vederlo
allontanarsi da me nuovamente, sebbene sapessi di vederlo un giorno
tornare? Me la sentirei di… infondo sì, si
tratterebbe di lasciargli il comando, rimettermi continuamente nelle
sue mani, aspettarlo sempre.
Tutta la
smania che ho nei suoi confronti, questo desiderio continuo di
stringerlo, di farlo mio, di stargli vicino, in fondo è
collegato alla sua essenza, è il brivido che mi ha sempre
dato riuscire a fare mia una persona come lui, qualcuno che brucia
letteralmente
di una passione indescrivibile.
Ma la
verità è che non sono mai riuscito davvero a
farlo mio, ma non riesco a
gioire di questo.
Gli ho
lasciato la sua libertà – ciò che amo
in lui sopra ogni cosa – e allora perché sento il
continuo desiderio di togliergliela nonostante io lo
voglia così, per quello che è, per la
straordinaria creatura che è sempre stato?
Dopo qualche
minuto mi sembra già di aver percorso un buon tratto senza
cadere e davvero, ogni centimetro in più senza mollare la
difficile presa è un sollievo! All’improvviso
sento la risata di Joker riecheggiare nella tromba
dell’ascensore ed è alquanto inquietante.
“Ragazzi,
vi manca molto!? Io sono già a terra!”
Mi viene quasi
da ridere, come può essere sempre così impaziente
e sicuro di sé perfino in un momento come questo? Ah
sì… Joker non ha nessuna paura della morte,
sarà questo. Sollevo ancora una volta lo sguardo e nello
stesso momento sento un grido, per la prima volta guardo giù
e, combattendo contro il capogiro e la paura, vedo Duefacce afferrare
al volo un polso di Crane per arrestarne la caduta e salvandogli
effettivamente la vita.
Spalanco gli
occhi, si è sentito fin qui lo schianto basso e secco di
qualcosa che si spezza e sebbene non mi sia mai importato questo
granché della loro vita, comunque è qualcosa che
ti fa trattenere il fiato, evidentemente qualcuno di loro si
è fratturato o slogato qualche osso ed il viso di Harvey
luccica di sudore per lo sforzo compiuto fino ad ora e quello sovrumano
che sta compiendo adesso; non può reggere Crane ancora per
molto!
“Riafferra
la corda!”
Sento Harvey
dire, la voce bassa e stretta nello sforzo di sorreggere l’ex
psicologo che alla fine, fortunatamente, riesce a fare come gli ha
detto Harvey e stringere nuovamente la presa su una delle corde
metalliche per riprendere la pericolosa discesa.
Spero che
riusciranno a tenere duro ancora per un po’, in fondo non
dovrebbe mancare molto alla fine di questa discesa, dovremmo essere
già al terzo piano.
Quando, molti
minuti dopo riusciamo finalmente a toccare terra ed uscire dal quadrato
del tubo vuoto, veniamo abbagliati dai fari di un’auto.
--
“Sembrate
tre boyscout… serve un passaggio?”
Dice Joker,
affacciato con aria annoiata – probabilmente per la lunga
attesa – dal finestrino dell’auto che ha appena
rubato ma subito dopo scoppia a ridere, divertito dal nostro stato e
mai come in questo momento – anche se ho provato spesso
questo desiderio – ho sentito l’istinto di
ammazzarlo come il cane pazzo che è. Poi vediamo come fa,
senza gambe ad inseguire
le macchine!
Sento i denti stringersi mentre mi avvicino all’auto, la
spalla destra pulsa incessantemente di dolore e, controllando a stento
la rabbia, apro la portiera dal lato del guidatore, afferro questo
clown per la maglietta e lo tiro giù dal fuoristrada.
Un secondo
dopo sento qualcuno spingermi contro il mezzo, costringermi a voltarmi,
ed afferrarmi con violenza per il pigiama bianco del manicomio. Quando
apro l’unico occhio sano e vedo il volto arrabbiato di Nigma,
immediatamente mi scrollo le sue mani di dosso e lo spingo lontano da
me, gridandogli
“Guido
io!”
“La
prossima volta dillo, invece di fare il
duro da quattro soldi!”
La spalla
continua a pulsare dolorosamente, il che mi rende ancor più
difficile trattenere gli accessi d’ira; non voglio neppure
sapere se sia rotta o solamente slogata, l’unica cosa da fare
ora è uscire di qui ed alla svelta, troverò il
tempo per aggiustare tutto dopo, curarmi e spaccare la faccia al clown
ed a questo prestigiatore del cazzo!
Non sopporto
l’atteggiamento mostrato da Nigma, di correre in questo modo
ad aiutare il suo compagno, non sopporto l’atteggiamento di
perenne divertimento di Joker, come se per lui tutto questo fosse un
gioco, come se la vita stessa lo fosse! Odio questo posto, odio questi
idioti patentati, odio questo dolore incessante! Vorrei spaccare
qualcosa!
Con voce
certamente più alta del necessario, rispondo
all’imperativo dell’Enigmista
“Te
lo giuro Nigma, se posso evitarlo, non ci sarà mai
più una prossima
volta!”
“Ehm…
noi staremmo evadendo, non potete litigare più
tardi?”
Sento la voce
di Crane e mi volto verso di lui, il suo tono è strano, non
è solo stanco c’è
qualcos’altro… forse anche lui è
rimasto ferito poco fa, quando ha rischiato di cadere? Comunque,
bisognerà preoccuparsi di tutto più tardi, quando
saremo al sicuro, ora non abbiamo più tempo per fare nulla.
Avranno sicuramente già scoperto la nostra via di fuga ormai.
Senza dire
un’altra parola, monto sul fuoristrada rubato da Joker e mi
sento fastidiosamente in colpa per essermi nuovamente mostrato
così arrabbiato di fronte a Crane… mi irritano
questi pensieri ma da un po’ di tempo a questa parte non
riesco a farci nulla e di certo questo dolore incessante non
aiuta!
Una volta che
tutti sono a bordo metto in modo e in pochi secondi spingo questo
catorcio fino a novanta. Maledette accelerazioni misere, tutto qui?!
--
Non riesco a
staccarmi dal sedile, un po’ per il dolore – che mi
fa venire voglia di rannicchiarmi in un angolo e urlare –, un
po’ per la folle velocità con cui Duefacce sta
guidando, ad ogni curva sembra che l’auto voglia ribaltarsi e
Cristo, non vedo l’ora che si fermi da qualche parte! Basta
velocità folli, basta inversioni a “u”,
basta incidenti evitati per miracolo!
Stringo il
polso sinistro contro il petto sperando non sia rotto… nel
momento in cui Harvey mi ha afferrato quando stavo per cadere, ho
sentito uno schiocco molto sinistro.
Mi volto a
guardare l’Enigmista seduto al mio fianco e come sempre lo
trovo impassibile ed inespressivo, nonostante tutto mi viene da
sorridere, è tornato quello di un tempo alla fine e tutto
solo grazie al ritorno di Joker.
Guardo avanti
e la prima cosa che mi viene da pensare è che non
è stata proprio una grande idea lasciare che Joker e
Duefacce si sedessero vicini nei sedili anteriori ma grazie a Dio sono
rimasti tranquilli, uno preso dalla ‘guida
sportiva’ mentre l’altro sembra divertirsi come un
matto a guardare che tipo di oggetti il misterioso proprietario
dell’auto tenesse nel cruscotto.
Si legge
chiaramente sul suo viso che è curioso su tutto
ciò che può riguardare un “uomo
normale”, un cittadino medio insomma, è qualcosa
che Joker non riesce assolutamente a concepire del tutto.
“Oh!
– esclama all’improvviso il clown –
Accidenti, quest’auto è di quel simpatico
infermiere!”
“Quale
simpatico infermiere?”
Chiede Due
Facce con voce irritata e so perfettamente cosa sta pensando.
“Questo!
– esclama Joker indicando un uomo in una foto –
quello delle ‘punturine’!”
“Giusto
a te poteva stare simpatico un idiota simile! Ti ricordo tra
l’altro che lo hai anche steso, poco fa!”
“Non
era niente di personale, volevo solo che togliesse le mani da
Eddie!”
Risponde Joker
col tono che potrebbe benissimo assumere un bambino di cinque anni,
mentre Harvey aveva come sempre usato il classico tono brusco ma
l’ho sentito vagamente contrito, che sia rimasto anche lui
ferito in qualche modo quando mi ha afferrato, su
nell’ascensore? Improvvisamente sento qualcosa come il senso
di colpa stringermi il petto e la prima cosa che mi viene in mente di
dire per alleggerire la situazione, è
“Beh…
nella foto stringe con un braccio la coppa di un torneo di wrestling e
con l’altro una miss molto interessante e siamo seduti sul
suo fuoristrada da paura. Forse è per questo che
è sempre così di buon umore. Eheh.”
“Miss
interessante un
cavolo!”
mi risponde il nostro scontroso autista e per un attimo il suo tono mi
fa ammutolire. Decido di restare in silenzio e lasciar perdere ogni
altro tentativo di conversazione, notando che tutti sembrano seguire
subito il mio esempio.
Il silenzio
dura ancora molti minuti e decido di rilassarmi un po’,
poggiando la testa contro il sedile ma all’improvviso la
macchina sobbalza stranamente e tutti ci voltiamo indietro per vedere
cosa fosse successo; la prima cosa che mi viene in mente è
“oh,
cazzo!”.
Dietro di noi
infatti c’è proprio il carro armato di Barman e
noi abbiamo a malapena qualche pistola ed un paio di taser per
difenderci, il che non va bene per niente.
Possibilità
di sfuggire a quel veicolo zero, quindi non biasimo affatto Harvey,
quando schiaccia il freno nel bel mezzo di un ponte e grida
“Tutti
fuori, adesso!”
Immediatamente
obbediamo, gettandoci letteralmente fuori dall’auto ben
sapendo però di essere decisamente in svantaggio rispetto
all’uomo pipistrello – certo, chi si sarebbe
aspettato che Batman ci avrebbe intercettati così in fretta?
– il che significa che le nostre possibilità di
fuggire sono molto vicina allo zero… io non ho il mio gas,
Nigma non ha il suo scettro e Joker è sprovvisto di
qualsivoglia lame.
Quando
l’uomo pipistrello scende dalla sua bat mobile, mio malgrado
mi ritrovo immediatamente molto più interessato alle
reazioni emotive dei presenti piuttosto che alla lotta imminente: Joker
sembra apparentemente tranquillo come se non fossero neppure affari
suoi, sta in piedi al centro della strada osservando la drammatica
uscita di Batman dal suo veicolo ma non sembra preso da
nessun turbamento interiore.
L’Enigmista
al contrario, sembra molto arrabbiato e continua a fissare il vigilante
con uno sguardo che sembra volerlo incenerire mentre invece
l’uomo in armatura, nonostante tutto, sembra non riuscire a
fare a meno di fissare Joker.
Sento qualcosa
stirarsi dentro di me e per un po’ non ho neppure sentito il
dolore al polso, tanto ero preso dalla mia osservazione; quando porto
infine lo sguardo su Duefacce, mi stupisco di vedere che invece, sta
guardando me e sento i miei occhi allargarsi un po’ a questa
realizzazione, come se finalmente qualcosa, il pezzo mancante di un
puzzle, fosse finalmente arrivato ad incastrarsi al posto giusto e
sento il petto stringersi e la voglia insensata di correre il
più lontano possibile da lui.
Improvvisamente
inizia a piovere.
--
So che non
posso assolutamente permettermi di restare qui immobile a fissare Joker
ancora per molto ma sembra essere più forte di me; per
quanto ordini al mio corpo di muoversi ed alla mia mente di farsi
venire un’idea, tutto è inutile: ritrovarmelo
davanti così presto, nonostante me lo aspettassi, ha
riportato a galla tutto il periodo passato con lui, come se fossi stato
travolto da un’ondata inarrestabile… sento il
petto e lo stomaco attanagliati da mille brutte sensazioni.
Sembra allo
stesso tempo impossibile ed inevitabile il non poterlo più
tenere stretto a me, vorrei disperatamente sapere cosa gli sta passando
in testa in questo momento, a cosa sta pensando.
Vorrei sapere
se le stesse cose che sono nella mia mente ora, stanno passando anche
nella sua o se non ha fatto fatica ad abbandonarmi ed andare avanti
– o tornare indietro, a seconda di come uno voglia vedere la
situazione.
Vengo
risvegliato all’improvviso dall’alto rimbombo di
uno sparo e da un dolore all’altezza del fianco, paragonabile
ad un forte pizzico e quando alzo lo sguardo vedo Nigma, il viso
contratto dalla furia e la pistola tesa davanti a sé.
“Allora
che ne dici? Ci diamo un taglio oppure no?”
“Un
taglio? Arrendetevi, non avete scelta.”
Mi limito a
dire ed è la verità. Sì, loro sono in
quattro ma è un vantaggio numerico irrisorio, visto e
considerato il fatto che posseggono solamente qualche pistola e che
comunque, questo tipo di armi non ha mai sortito alcun effetto contro
di me.
All’improvviso
però, attutito dalla pioggia ma portato dal vento, sento la
risata di Joker viaggiare fino a me, risuonando alta e spaventosa ma
lontana, irraggiungibile e questo suono è doloroso, la sua
voce lo è, tutto il suo essere mi fa stare male in questo
momento.
“Credo
che Batsy abbia ragione.”
Ammette
imprevedibilmente e per un folle attimo mi sono anche illuso, sperando
che i quattro criminali avrebbero deciso davvero di arrendersi ma
accantono immediatamente questo pensiero, non sono certamente tipi da
fare una cosa del genere, Joker meno di tutti ed infatti và
avanti a parlare, rivolgendosi stavolta solo a Nigma ed io neppure
riesco a capire le sue parole a questa distanza.
Vedo a stento
le labbra di Joker muoversi e gli occhi dell’Enigmista
spalancarsi oltre ogni limite prima che, nel giro di un secondo, il
clown gli desse una spinta spedendolo oltre il parapetto, per poi
saltare egli stesso su questo e solo in ora inizio a
muovermi, ma troppo tardi.
Gli grido di
fermarsi, di non gettarsi nel fiume a meno di voler andare incontro a
morte certa.
“Sei
pazzo! Non sopravvivrai neppure alla caduta, da qui!”
Dico
stupidamente e certo, quando mai Joker ha dato retta a quello che dico?
Questa non sarà certo una di quelle rare occasioni. Lo vedo
voltarsi improvvisamente, nel bel mezzo dell’azione, come se
non avesse previsto di fermarsi per dire nulla ma lo fa, bloccato da
qualcosa che evidentemente gli ho detto e vedo un sorriso allargarsi
sul suo volto mentre si volta a guardarmi.
“Sarà
la fine a dire chi è il pazzo tra noi due, Batsy!”
Dice per poi
soffiare un bacio nella mia direzione e lasciarsi cadere
all’indietro, un’ultima risata ad accompagnare la
lunga caduta e poi il silenzio, disturbato solo dai rumori del
temporale. Con uno scatto mi lancio in avanti, già pronto ad
usare una delle mie corde per riprenderlo al volo, in fondo lo avevo
già fatto una volta, potevo salvarlo ancora ma quando arrivo
al parapetto, già non vedo più nessuno, solo le
correnti scure e minacciose del fiume in piena.
Credevo
davvero che ci sarei riuscito, che come sempre Batman avrebbe avuto
successo dove Bruce Wayne aveva fallito, invece ho lasciato che tutto
mi scivolasse tra le mani per l’ennesima volta.
Non sono
riuscito a tenere Joker con me, né a catturarlo e tanto meno
a salvarlo; non mi sono mai sentito così debole e vuoto
prima d’ora, così irrimediabilmente sconfitto.
Ma non posso
lasciarmi prendere dallo sconforto proprio adesso, quanti secondi ho
lasciato passare? Due? Tre? Sono ugualmente troppi, mi volto
immediatamente verso i due criminali rimasti per non vedere altro che
il parapetto opposto vuoto, si sono gettati anche loro ed a causa del
temporale non ho sentito neppure i tonfi dell’acqua.
Questa non
sarà la loro fine, devo convincermene, non possono morire
tutti e quattro in questo modo, sotto i miei occhi. Scatto di nuovo in
corsa, anche io mi getto per cadere però sulla riva con
l’intenzione di cercarli tutti finché non li
avessi trovati uno per uno.
Mi torna in
mente Joker, nel momento in cui lo avevo appena tirato fuori dalla
vasca dove Nigma lo aveva rinchiuso e questo mi provoca sentimenti
contrastanti.
Vorrei
salvarlo di nuovo ma allo stesso tempo non vorrei mai più
passare attraverso un calvario simile, con la paura, la disperazione,
la sensazione di impotenza… continuo a correre, la visuale
notturna e quella termica attivate, sebbene quest’ultima
serva a ben poco, visto che ormai saranno tutti congelati dalla
temperatura del fiume.
Capisco che
forse non mi rassegnerò mai al fatto di aver perso Joker,
anche se la storia si ripetesse ora, anche se gli salvassi nuovamente
la vita, nulla tornerebbe come prima e tutto questo continua a
sembrarmi impossibile ed inevitabile, ma non importa perché
io sono Batman.
E
l’unica cosa che devo fare ora è continuare a
correre e tentare di salvarli, perché solo io ne sono in
grado.
E poi,
cos’altro potrei fare?
--
“Sai
nuotare, vero Eddie?”
Sento Joker
dire queste parole e non riesco a fare a meno di fissarlo con
l’occhio sgranato, non può sul serio stare
pensando ciò che credo di aver indovinato, ma alla fine non
rimango stupito più di tanto quando lo vedo spingere un
Nigma a dir poco basito nel fiume, senza neppure dargli
l’opportunità di dissentire da
quell’assurda decisione.
Dopo aver
assistito a ciò, sento la mia mente lavorare dieci volte
più veloce, faccio un rapido calcolo delle
possibilità e giungo velocemente a questa conclusione: se
restiamo qui, Batman ci riporterà ad Arkham ancor prima di
poter dire ‘Bat-sfigato!’, se invece
ci gettiamo rischiamo la vita.
“Sei
pazzo! Non sopravvivrai neppure alla caduta da qui!”
Sento Batman
gridare ma non ci faccio praticamente caso, non sarà certo
un fiume la causa della nostra morte e Joker lo sa, come lo so anche io
e come sicuramente Nigma starà tentando di convincersi con
tutte le sue forze in questo preciso momento.
La soluzione
sarebbe tuttavia ovvia, non varrebbe la pena di rischiare la vita per
un’evasione ripetibile in qualsiasi momento però
so con sicurezza che allo stato attuale, se Batman ci riportasse al
manicomio appena pochissimo tempo dopo la nostra evasione, io e Crane
finiremmo col non rivederci probabilmente mai più, per via
della sicurezza impenetrabile che ci circonderebbe, impedendoci di
entrare in contatto l’uno con l’altro o di mettere
il becco fuori dal manicomio ancora per molto, molto tempo e certamente
non potremmo mai più farlo insieme.
Questa
prospettiva stranamente mi attanaglia le viscere, provocandomi anche
più dolore della spalla.
“Sarà
la fine a dire chi è il pazzo tra noi due!”
Sento la voce
di Joker dire questo e mi volto di scatto verso Crane, chiamandolo per
nome per la prima volta da quando ci conosciamo; so che questo basta,
che non devo dire un’altra parola per fargli capire
ciò che intendo fare… ci guardiamo negli occhi
per un lunghissimo istante e vedo il suo viso pallido esattamente come
prima di decidere di calarsi per l’ascensore.
Scuote
violentemente la testa ma non riesce a parlare sebbene ci provi, sembra
in evidente stato di shock o per lo meno lì lì
per entrarci ma non ho tempo di aspettare che si sblocchi, quindi lo
afferro con forza per un braccio e sento immediatamente che
tenta di divincolarsi con tutte le sue energie.
Prima che
Batman sposti nuovamente l’attenzione su di noi subito lo
afferro per la vita, sollevandolo da terra col braccio buono, non pesa
un niente.
“Fidati
di me.”
Dico
semplicemente prima di saltare oltre la recinzione e la caduta dura
qualche secondo.
Crane non
emette un solo grido, l’impatto con l’acqua
è tremendo ma riesco a mantenere la presa su di lui
nonostante la spalla stia invocando pietà; mi ritrovo a
lottare contro il gelo improvviso, lo sbalzo di temperatura mi provoca
un dolore inenarrabile che mi invade tutto il corpo dentro e fuori.
Riesco solo
dopo qualche secondo a riportarci entrambi in superficie ma nonostante
non fossimo più sommersi non riesco ancora a respirare,
sembra che i polmoni siano stati trafitti da mille aghi ed a fatica
riesco a trarre un respiro abbastanza profondo da farmi riprendere.
La corrente
è fortissima, a malapena riesco a restare a galla col peso
di Crane a farmi da zavorra e non posso di certo pensare di riuscire a
nuotare in queste condizioni eppure, l’unica frase che mi si
presenta alla mente è
Non
posso lasciarlo. Non posso permettere che muoia dopo che sono stato
proprio io a portarlo giù con me!
Il che non mi
lascia altre alternative: dobbiamo salvarci entrambi o per lo meno devo
riuscire ad assicurarmi che lui ne esca vivo, non posso sopportare di
mancare ad una parola data.
Fidati
di me.
A tratti
veniamo sommersi dalle rapidi e Cristo non ci sto capendo
più nulla… non so dove le rapide ci sta
trascinando, ne da quanto tempo ne per quanto ancora potremo resistere.
Sento una
corrente particolarmente forte tentare di dividerci, di spingerci
lontani l’uno dall’altro ma io non lo lascio
andare, la mia presa si rafforza e nonostante il dolore alla spalla,
inizio a trattenerlo ancor più saldamente.
La situazione
sta peggiorando ogni secondo ma non mi sfiora neppure per un attimo
l’idea che potremmo non farcela, neppure quando veniamo
nuovamente sommersi ed a fatica riesco a tornare a galla ancora una
volta.
Ancora una
volta sento l’acqua sommergerci e stavolta le rapidi mi
impediscono di risalire; se solo riuscissi a trovare un appiglio,
qualsiasi cosa! Sento la presa su Crane iniziare a cedere ma non posso
permettere che muoia, non posso pensare di mancare alla mia promessa.
Da parte sua
non è uscito neppure un grido ne un lamento ed inizio a
temere che sia entrato davvero in stato di shock o peggio ma non
è il momento di avere paura, devo essere forte per lui e per
me, voglio essere in grado di salvarlo, come non ho saputo fare a suo
tempo con Rachel.
Non
importa, Harvey… non importa…
Fidati
di me.
|
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Capitolo 20 *** Breaking the habit; rompendo l'abitudine. ***
Per Boopsie: Ciao!
^^ Come sempre sei la prima a recensire i miei capitoli, quindi sei la
prima a cui rispondo ogni volta *_*! Rieccomi tornata,
finalmente! Mi sono divertita tantissimo a scrivere il capitolo
precedente, ho immaginato davvero lo stupore di Eddie e la sua faccia
buffissima quando si è trovato "acciuffato" dall'infermiere
xD! Comunque la "bisboccia con strani atterzzi elettrici" mi ha fatta
morire dal ridere! Ora ti lascio al nuovo capitolo, scusa se la
risposta è corta stavolta, sono indaffaratissima da un po',
è un miracolo che ho postato, addirittura
ç_ç! Ti saluto con un abbraccio! ODDIO QUESTO E'
IL FINALEEEEEE ç_ç! Spero ti piaccia, alla
prossima *_*!
Per Sychophantwhore: Ciao!
^^ Innanzitutto scusa se non ho risposto alla tua mail, è un
periodo tremendo, mettici pure che ora mi sono messa in testa di
tenrare l'ingresso alla facoltà di medicina senza conoscere
nulla di fisica, matematica e chimica... me illusa, accidenti che perdo
tempo a studiare, sapendo di non farcela xD! Meglio provare comunque,
no? Sono contenta ch eil precedente capitolo ti sia piaciuto, anche per
me è stato bellissimo scriverlo per molti, molti motivi!
Allora... la curiosità per le "persone normali" non la
intendevo come pensi, so bene che lui conosce gli uomini, io parlavo
solo dell'aspetto quotidiano delle loro vite, come "Che tipo di cose
tengono nel portaoggetti? Che faranno nel tempo libero?" ^^. L'analisi
che hai fatto al Joker, cioè che lui ha sempre tutto in
controllo, specialmente nei confronti di coloro abituati a controllare
o a non perderlo mai...! Sono sempre coloro che non hanno controllo a
controllare, insomma ù_ù. La recensione non ha
riportato le parole inserite tra le virgolette! So no rimasta ad "ho
riso sul..." ç_ç. Ora ti devo lasciare, scusa se
la risposta è così breve! Ti saluto con un
abbraccio, alla prossima! xD
Per Mhcm: Ciao! ^^ Ti ringrazio del commento, ed eccoci
arrivati al finale della storia... xD! Sono contenta che ti piaccia e
che tu l'abbia seguita fino a qui, non perdere il seguito!! Un
abbraccio alla prossima!
Per Ladyblack: Ciao!
^^Sono contenta che questi ultimi capitoli ti siano piaciuti
ed alla fine siamo arrivati... beh, "alla fine" xD! Sono felice anche
del fatto che dici di adorare Crane ed il suo rapporto con Harvey
perché al momento sono anche i miei personaggi perferiti,
intendo nel contesto della storia, almeno *_*! Se finiranno insieme o
sopravviveranno non te lo anticipo, ti lascio al capitolo finale ed
avverto anche te che ci sarà un seguito presto o tardi ^^!
Perciò se ti va, tieni d'occhio la situazione, un abbraccio
alla prossima!
Per Ilaria1993: xD
Insisti col dire ed hai ragione, ormai è chiaro *_*!
Sono contenta che ti sia piaciuto anche il capitolo
precedente, questo sarà il gran finale e mi raccomando, se
vuoi tieni gli occhi aperti perché sto progettando un
seguito spettacolare (a mio parere almeno ;)! ). Un abbraccio, alla
prossima!
AVVISO
IMPORTANTE!! Questo
è, come avete immaginato, il capitolo finale
perciò approfitto per dirvi che stavo pensando ad una parte
aggiuntiva (sotto suggerimento di qualcuno) in cui inserire una specie
di "intervista" ai personaggi, perciò fatemi sapere nei
commenti cosa ne pensate ma soprattutto Che domande vorreste porre
loro, perché
saranno proprio le vostre richieste che scriverò ed
arrangerò. Giuro che non sarà una minchiata!
Un'ultima cosa, in questo capitolo è presente una scena
Nc-17, chiunque non voglia leggerla è avverito e
può saltarla tranquillamente. ^^
E... tenete gli
occhi aperti per il seguito
che inizierò a postare in Agosto, dopo il quindici.
Buona lettura e
grazie a tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a qui.
Un abbraccio,
XxX.SilverLexxy.XxX
Capitolo 20: Breaking the Habit; rompendo l'abitudine.
Avanzo con passo malfermo lungo i corridoi di un ospedale che non
riconosco, sarebbe tutto buio se non fosse per le abbaglianti luci che
fuoriescono dalle molte stanze aperte alla mia sinistra, ma nonostante
questa intensità solo un piccolo trapezio davanti ogni porta
spicca bianco nel bel mezzo delle tenebre che continuano ad avvolgermi.
Pensavo di aver superato ormai da tempo la mia paura del buio;
nonostante il mio unico desiderio è quello di fuggire non ho
nessun posto dove andare, non ricordo neppure da dove sono entrato ed
ho paura.
Vorrei fermarmi e rannicchiarmi contro il muro, restare lì
ad aspettare – non so neppure io che cosa –, forse
per sempre, non mi interesserebbe ma sarei alla mercé di
qualsiasi cosa si celi nell’ombra ed ho paura.
Odio me stesso per la mia debolezza e continuo a camminare, vado avanti
lentamente, seguendo con la mano il muro alla mia destra
finché finalmente non arrivo in un luogo differente
– ma non è ancora ciò per cui ero
venuto qui – e mi ritrovo in una sala d’aspetto
appena meno buia del corridoio ed ho paura.
Vedo qualcuno davanti a me, riconosco Joker che mi sta sorridendo e mi
dirigo svelto verso di lui anche se già so perché
si trova qui; è lo stesso motivo per cui ci sono
anch’io.
Sembra un po’ malinconico ma mi abbraccia stretto, emettendo
un mezzo grido di giubilo, contento di avermi incontrato.
“So che dovrei andare ma non mi và… tu
vai subito?”
Mi chiede mentre mi lascia andare ed io vorrei dirgli che no,
preferirei aspettare lui perché ho paura a proseguire da
solo ma mi limito a scuotere la testa, manifestando la mia risposta
negativa e lo vedo propormi ancora un altro sorriso, stavolta
più allegro si prima.
Sento che mi afferra per un braccio e si fa strada attraverso
le tenebre, lo seguo a passo svelto, andando avanti con più
sicurezza, visto che ora non sono più solo; Joker non ha
paura, può sconfiggere qualsiasi cosa, finché
è al mio fianco, andrà tutto bene.
Percorriamo quella che ora riconosco come la sala d’aspetto
della struttura ospedaliera e dopo aver varcato una porta ci ritroviamo
nella stanza dove i dottori vanno a riposarsi durante i doppi turni.
Continua ad essere buio ma troviamo subito uno dei letti a castello e
ci sediamo lì, restando in silenzio per un po’,
finché non sento la voce di Joker rompere il silenzio.
“Sai, ancora non capisco come sia successo.”
“Nemmeno io. Mi dispiace molto che sia andata
così.”
All’improvviso mi torna alla mente il ricordo della nostra
lite, ci eravamo allontanati bruscamente perché avevo
rimproverato a Joker di aver tradito la mia fiducia ma non riesco tanto
bene a ricordarne il motivo esatto ma vedo che il clown è
pentito quindi – nonostante sia strano da parte mia
– abbandono il pensiero, convinto che in fondo, va bene anche
così.
Di nuovo lo vedo sorridere, stavolta vagamente soddisfatto e sento la
sua mano sulla mia spalla, mi da una pacca amichevole e la lascia
lì per qualche secondo; apro la bocca per parlare ma non
faccio in tempo a dire nulla che un rumore improvviso fende
l’aria, alto ed acuto e tutto si inonda di luce.
Memories consume
(I ricordi consumano)
Like opening the wound
(è come
aprire una ferita)
I’m picking me
apart again
(Mi sto sezionando
ancora)
You all assume
(Tu dai tutto per
scontato)
I’m safe here
in my room
(Sono salvo qui nella
mia stanza)
– unless I try
to start again. –
(A meno che non tenti di
ricominciare.)
Ora davanti a me vedo solo un soffitto di legno scuro leggermente
rovinato ed in un gesto automatico ed infastidito vado a spegnere la
sveglia sul comodino al mio fianco domandandomi per
l’ennesima volta perché diavolo continuo ad
azionarla prima di andare a letto, in fondo non è che debba
sbrigare chissà che faccende nella giornata, anzi per dirla
tutta non ho davvero nulla da fare tutto il giorno.
Sospiro rigirandomi tra le coperte, ripenso al sogno appena fatto,
assurdo ovviamente, come tutti gli altri che sono venuti a tormentarmi
ogni notte da quando…
rinuncio a restare a letto, mi alzo di scatto e per un momento resto
stordito, non ho mai recuperato del tutto la salute da
quando…
per un attimo provo la tentazione di spaccare qualcosa ma mi trattengo
e vado ad aprire l’armadio in cerca di vestiti puliti, avevo
già fatto la doccia la sera prima e se per caso finissi di
nuovo l’acqua calda, sarebbe la volta buona che il
proprietario di questo misero alberghetto mi sbatte fuori a calci.
Una volta vestito esco dalla stanza, sono appena le sei del mattino; a
volte mi chiedo perché mi ostini a restare qui,
l’oriente non mi ha mai attirato più di tanto ma
quando sono arrivato, più o meno nove mesi fa, col solo
intento di procurarmi i fiori blu per rimpinguare le scorte del mio
gas, non ho poi più avuto voglia di spostarmi.
Ripenso a Gotham City, alle sue comodità, al clima molto
più caldo, ai maggiori intrattenimenti ma non voglio tornare
lì, no, non dopo…
I don’t want to be the
one
(Non voglio essere
quello)
The battles always choose
(Che le battaglie
scelgono sempre)
‘cause inside
I realize
(Perchè
dentro di me capisco)
That I’m the
one confused.
(Che sono io quello
confuso.)
“Caff-fai?”
Alzo lo sguardo e vedo, come tutte le mattine, il figlio cieco del
proprietario di questo buco che puntualmente riconosce i miei passi e
si diverte a chiedermi cosa faccio, sebbene credo gli piaccia
semplicemente il suono delle parole, che non riesce mai a pronunciare
correttamente.
“E tu? Che fai?”
Gli chiedo di rimando prima di proseguire e la sua risata argentina mi
accompagna per un po’, passo per un attimo vicino ai tavoli
della piccola sala da pranzo ma scarto subito l’idea di fare
colazione, non ho nessuna voglia di mangiare.
Mi dirigo verso l’uscita ed una volta fuori non mi meraviglio
di vedere già tutti gli abitanti di questo villaggio
dimenticato da Dio ben svegli ed occupati; sono tutti mattinieri, fanno
lavori semplici ed a volte mi domando come possano essere felici
vivendo così, compiendo ogni santo giorno le stesse misere
azioni pur sapendo che non avranno mai il minimo peso sul mondo.
Alzo lo sguardo verso il cielo, vedo il sole ancora pallido ma ben
definito; in fondo chi sono io per poter dire questo di loro? Non sto
anch’io vivendo una vita misera? Lascio andare un sospiro
irritato ed auto denigratorio prima di voltarmi e camminare lungo le
stradine disordinate e strette del villaggio, diretto al mercato
– non è che ci sia molto altro qui – ed
una volta arrivato non so che fare.
Clutching my cure
(Aggrappandomi alla mia
cura)
I tightly lock the door
(Chiudo saldamente la
porta)
I try to catch my breath
again
(Provo a riprendere
fiato)
I hurt much more
(Fa molto più
male)
Than anytime before
(Di qualsiasi altra
volta prima)
I had no options left
again
(Di nuovo non mi erano
rimaste altre possibilità.)
Da quando sono qui non faccio che evitare me stesso, i miei pensieri,
ma più li scaccio, più questi ritornano,
ricorrenti e devastanti; continuo a rivivere quella notte, è
passato quasi un anno ma sembra allo stesso tempo molto di
più e molto di meno. In quel periodo eravamo alle porte di
Agosto ma lentamente – no, forse troppo in fretta –
è tornata l’Estate, ancora una volta siamo in
Giugno e qui è più difficile distinguere le
stagioni.
Sono passati, confusi e dolorosi, undici mesi dall’ultima
volta che li
ho visti prima di saltare nel fiume e – non so se dire
‘per fortuna’ o meno – non ho un ricordo
molto nitido dei fatti di quella sera, la mia memoria offuscata dalla
delirante febbre che ha seguito il famoso tuffo.
Ricordo… Batman davanti a noi, che avevamo solo qualche
pistola – e comunque questo tipo di armi non ha mai sortito
alcun effetto sul vigilante – poi la voce di Joker, la sua
risata.
Sai nuotare, Eddie?
Lì è cominciato il panico, non sapevo
più dove guardare, cosa fare, non riuscivo praticamente a
muovermi, la pioggia cadeva, era notte, mi sentivo come solo in cima ad
uno scoglio con l’immensa distesa del mare tutta intorno a me
ed io non so nemmeno nuotare.
Sarà la fine
a dire chi è il pazzo tra noi due, Batsy!
Jonathan?
La voce di Harvey, per la prima volta aveva usato il mio nome di
battesimo e questo mi fece paura, ancor prima di guardarlo conoscevo i
suoi pensieri ed improvvisamente iniziai a tremare. Sollevai lo sguardo
ma non riuscivo a costringere neanche una sillaba a lasciare la mia
bocca, ero incapace di parlare, di pensare, di fare qualsiasi cosa.
Poi la presa di Harvey sul mio braccio, tentava di trascinarmi ma io mi
ribellai con tutte le mie forze, lo sapevo, sarei morto se mi fossi
tuffato in quel fiume e Duefacce era un pazzo a pensare una cosa del
genere e poi…
Fidati di me.
Le parole che in assoluto mai avrei pensato di sentir pronunciare
proprio da Harvey. Il suo tono lo ricordo benissimo, era perentorio,
sicuro e da lì il black out è quasi completo,
eccetto per la sensazione della caduta, il gelo dell’acqua
così improvviso e doloroso, poi la corrente e la paura del
momento – ero convintissimo che sarebbe arrivato –
in cui Harvey avrebbe mollato la presa, ma lui non lo ha mai fatto, non
mi ha mai lasciato andare.
Attaccati, Crane!
Reggiti forte!
Mi aveva urlato nelle orecchie, io feci come mi diceva, mi sono retto
forte non ricordo neppure a cosa, poi ho allungato la mano per cercare
di afferrare Harvey, di aiutarlo ma non ne sono stato capace. Dopo
quanto tempo mi sono mosso di lì? Per quanto tempo ho urlato
il nome di Duefacce senza avere risposta? Poi un passo dopo
l’altro in mezzo al nulla, mi veniva da piangere ed avevo
freddo, ricordo solo di aver camminato a lungo ed essermi risvegliato
nel letto di un mio ex scagnozzo dei tempi in cui lavoravo per
Ra’s.
Avevo un polso spezzato e lui mi aveva medicato alla meglio ma non ho
aspettato di riprendermi, in poche settimane mi sono rimesso in piedi
ed ho cercato di rintracciare almeno uno di loro, di scoprire se
fossero sopravvissuti ma non ho mai avuto notizie. Tre settimane dopo
prenotai un volo privato per l’oriente diretto in
questo posto, dal quale poi non mi sono più spostato.
Era parecchio tempo che non mi permettevo più di pensare a
loro, fa così male… mi torna alla mente il viso
di Joker, deturpato in un eterno sorriso e quel bagliore di passioni
sconfinate negli occhi… il ghigno strafottente di Nigma che
in ogni occasione mostrava quanto narcisista e borioso fosse in
realtà. Ma soprattutto fa male pensare ad Harvey, alla sua
risata, al sarcasmo emanato da tutto il suo essere, al suo favoloso
senso pratico, la rabbia che non riusciva mai a controllare…
era passione anche quella.
I don’t know
what’s worth fighting for
(Non so per cosa vale la
pena di combattere)
Or why I have to scream
(O perchè ho
bisogno di gridare)
I don’t know
why I instigate
(Non so
perché istigo)
And say what I
don’t mean
(E dico ciò
che non intendevo)
I don’t know
how I got this way
(Non so come sono
diventato così)
I know it’s
not alright
(So che non va bene)
So I’m
breaking the habit
(Perciò sto
rompendo l’abitudine)
Tonight.
(Stasera.)
Mi appoggio contro il muro di una casa per qualche attimo, da un
po’ di tempo a questa parte mi stanco troppo
facilmente… chiudo gli occhi, poggiando la testa alla parete
dietro di me e stavolta non riesco a bloccare i pensieri, mi torna in
mente il viso di Harvey, tutte le cose che mi ha detto durante i pochi
mesi passati ad Arkham.
Era sempre stato tutto davanti ai miei occhi, Duefacce non mi ha mai
mentito e sarebbe bastato così poco, quel minimo di coraggio
in più da parte mia per esaudire la sua unica richiesta di
non avere paura di lui o di ciò che provavo. Non mi ha mai
costretto a rivelare me stesso, ad accelerare i miei processi logici
per ottenere le risposte che cercava da me; ha steso tutto
ciò che aveva e che provava ai miei piedi ma io continuavo a
guardare per aria spaventato da ciò che avrei visto se
davvero avessi permesso a me stesso di pensare, anche solo per un
attimo, a noi due.
I’ll paint it on the
walls
(Lo disegnerò
sui muri)
‘cause
I’m the one at fault
(Perché sono
io quello nel torto)
I’ll never
fight again
(Non
combatterò mai più)
And that’s how
it ends.
(Ed è
così che finisce.)
Mi sento invaso dal senso di colpa, dai rimpianti e dai rimorsi. In
fondo è stata tutta colpa mia, se non fossi così
irrimediabilmente debole non avrei avuto bisogno del suo aiuto, delle
sue promesse, del suo sacrificio e mi dispiace di aver sempre ignorato
le cose che avrebbe voluto dirmi, di non essere stato in grado di
credergli.
Mi sposto dal muro e torno a percorrere le strade ingombre di
bancarelle sudice, improvvisamente sento qualcosa urtarmi la schiena,
mi sbilancio leggermente in avanti e quando alzo lo sguardo vedo un
ragazzino sui sette anni correre a più non posso tra la
folla. Strano. Però… controllo velocemente le
tasche e sì, quella miniatura di un essere umano mi ha
rubato il portafoglio. Sbuffo e, anche se non ne ho la minima voglia,
tento di raggiungere il ladruncolo, che ora stringe tra le mani tutti i
liquidi che possiedo. Continuo a correre ma presto sento la debolezza
assalirmi, non curarmi mai completamente mi ha lasciato molto
cagionevole ma non devo pensarci adesso, devo correre e basta!
Giusto! Fai bene ad
accettarti come sei, devi rimare sempre piccolo, goffo, nevrotico e
piatto!
Stringo i denti, abbasso lo sguardo e lentamente mi fermo,
improvvisamente sembra non valerne più la pena e mentre
tento di riprendere fiato alzo la testa, sbuffo ed apro gli occhi a
guardare il cielo azzurro sopra di me. Riprendo a camminare lentamente
quando sento una voce acuta gridare con un inglese evidentemente
povero, alzo gli occhi e vedo il piccolo ladro immobilizzato nella
presa di uno strano tipo.
“Lascia me!
Lascia me!”
Urlava, agitandosi nel tentativo di liberarsi dell’adulto che
però sembrava irremovibile; vedo l’uomo piegarsi
per arrivare a guardare il bambino negli occhi e sento che sta parlando
inglese molto migliore della media del luogo, forse era americano come
me anche se dal suo modo di vestire non lo avrei mai detto.
“Non lo sai che se inizi a rubare già alla tua
età finisci male? Forza, dammi quel portafoglio!”
E così dicendo sottrae quello che altrimenti il piccolo
avrebbe ritenuto il miglior bottino della sua misera vita. Io resto
fermo dove sono, non riesco a dare nessuna espressione al mio viso
mentre osservo le apparenze di questo individuo: alto, forse muscoloso
sotto quegli abiti eccentrici, spalle larghe, aveva una tunica sopra
gli abiti, vedevo spuntare un paio di pantaloni scuri di una stoffa che
di sicuro non aveva acquistato qui, un copricapo di feltro a coprire
testa e spalle; non è un abbigliamento insolito da queste
parti, sono in molti a scendere dalle montagne fino a qui, col viso
coperto a proteggersi dal freddo e dai riflessi del Sole sulla neve.
Vedo che il bambino resta bloccato per qualche secondo anche dopo che
lo straniero ha lasciato andare la presa, poco dopo sento il ladruncolo
riprendersi dallo stupore e gridare qualcosa nella sua lingua mentre
fugge ancor più velocemente che dopo avermi derubato.
Continuo a non muovermi dal mio posto, seguo il ragazzino con lo
sguardo e quando torno ad osservare l’uomo, vedo che sta
venendo verso di me e poi allunga una mano a porgermi ciò
che mi era stato tolto.
“Ah.. la ringrazio.”
Dico in tono educato ed un vago sorriso, non lo guardo negli occhi,
sarebbe inutile visto che sono coperti dagli occhiali scuri. Prendo
ciò che è mio e lo rimetto a posto in tasca;
faccio per andarmene ma prima di voltarmi mi rendo conto che non
c’è nessun motivo per essere maleducato con un mio
connazionale, per giunta così gentile da aiutarmi.
“Mi scusi. Posso sdebitarmi in qualche modo?”
“Sì. Stando più attento.”
Mi risponde con un tono a metà tra l’irritato ed
il divertito e sento il fastidio montarmi dentro; avevo giudicato
quest’uomo troppo presto sembrerebbe. Non capisco, a che pro
aiutarmi se poi ha dovuto parlare in questo modo? Sento le sopracciglia
aggrottarsi istintivamente.
“Capisco. La ringrazio.” Concludo qui la
discussione e mi volto, dandogli le spalle con l’intento di
andarmene per la mia strada, quando sento nuovamente la sua voce
trattenermi
“Beh, cos’è questo tono?
Niente gratitudine? Questo caratteraccio non ti porterà da
nessuna parte.”
Sentito il suo rimprovero, mi sembra di poter avvertire il sangue
scorrere sempre più veloce nelle vene del mio cervello a
causa della rabbia, era da tempo che non mi sentivo così
irritato per qualcosa e davvero, chi si credeva di essere questo
energumeno, questo malefico denigratore per sentirsi in diritto di fare
la predica a me senza neppure conoscermi e dandomi anche del tu, per
giunta!? Di nuovo mi volto a guardarlo, tentando di nascondere i
tremiti di collera.
“Scusi sa, ma non ho bisogno delle opinioni di uno come
lei.”
“Uno come me?” Chiede, vagamente confuso.
“Sì. Un maleducato.”
Rispondo con voce fredda e per qualche secondo sento il suo sguardo
fisso su di me, finché il suono basso della sua risata
inizia a riempire l’aria, qualcosa inizia a stirarsi dentro
di me quando noto le sue spalle sobbalzare, scosse dal divertimento;
improvvisamente è come se qualcosa mi fosse entrata nello
stomaco ed ora si stesse espandendo ad ondate in tutto il resto del
corpo.
“A parte quell’aria da resuscitato dalla tomba sei
sempre lo stesso, Crane. Goffo, nevrotico e piatto.”
Non riesco a pensare a nulla, sento il tremore aumentare e lentamente
torno ad avvicinarmi a quest’uomo. Mi sto sbagliando, non può essere.
Quando gli sono davanti, lentamente sollevo le mani fino al suo viso e
lui non si scansa, mi lascia fare mentre con le dita stringo gli angoli
degli occhiali scuri e li sfilo dal suo viso per guardare cosa
nascondono. Trattengo il respiro, per qualche secondo non faccio che
boccheggiare, finché finalmente costringo il fiato ad uscire
dalla mia bocca
“Harvey!”
Vedo la piccola parte del suo viso ora scoperta contrarsi leggermente e
sono sicuro che sta sorridendo dietro il velo. Senza che neppure io me
ne rendessi conto, con uno slancio mi ritrovo a stringerlo con tutta la
forza che ho, lo sento teso, meravigliato per la mia improvvisa
dimostrazione di affetto ma dopo qualche secondo si scioglie, circonda
con le braccia la mia schiena mentre con una mano mi stringe una
spalla. Sembra volersi trattenere, non mi stringe forte come faccio io.
“Io pensavo fossi morto! Vi credevo tutti
morti…!”
“Non era mica la prima volta che faccio un bagno fuori
programma per colpa tua.”
Dice, riferendosi all’incidente del ponte mobile, quando
Nigma ha manomesso il meccanismo per far precipitare in acqua la sua
auto; io sento il viso improvvisamente caldo, anche in
quell’occasione era stata colpa mia e non ho intenzione di
sollevare il viso adesso, mostrando a Duefacce la mia reazione. Non mi
viene in mente altro da dire, sono semplicemente senza parole e dopo un
po’ sento di nuovo la sua voce.
“Ormai si è capito, l’acqua non mi
ammazza.”
Lentamente lo lascio andare, sciogliendo il mio abbraccio e sento la
sua mano sfiorare la mia mentre si riprende gli occhiali scuri, li
infila nuovamente a coprire il suo viso sfigurato. Ancora non so cosa
dire, continuo a fissarlo con un’aria probabilmente
stupidissima ed ancora una volta è lui ad andare avanti.
“Edward e Joker stanno bene, sono spariti per un
po’. Si sono stabiliti a Bludhaven e credo usino ancora la
scusa del recuperare il
tempo perduto per stare tutto il giorno a letto a
sollazzarsi. Dopo dieci mesi direi che più che
‘recuperato’, abbiano ‘fatto
scorta’. Tu, piuttosto… non avevi detto che
avresti potuto benissimo trovarmi una volta fuori da Arkham? Non si
può proprio fare affidamento su di te, eh!”
Quando sento le sue ultime parole è come se qualcuno mi
avesse gettato un gavettone gelido sul petto, resto immobile a fissare
Harvey ed inizio a sentire gli occhi inumidirsi ma non ho intenzione di
versare una sola lacrima di fronte a Duefacce.
“Imbranato. – dice e lo sento ridere di nuovo ma il
suo tono non sembrava volermi schernire, sembrava più il suo
modo di dirmi sei fatto
così, che vuoi farci? – Raccatta i
tuoi stracci, torniamo a Gotham.”
I miei stracci?
Per la prima volta dopo moltissimo tempo, sento che mi viene da ridere.
--
È passato quasi un anno dall’evasione da
Arkham… ancora adesso non riesco a riderci su, sono stati
momenti davvero critici per tutti immagino; lì per
lì, dopo essere stato spinto giù dal ponte non
sono riuscito a preoccuparmi di nulla tranne di restare in vita. Grazie
a Dio riesco a nuotare davvero bene e non appena sulla terra ferma, ho
cercato Joker senza scorgerlo da nessuna parte.
Non avevo la minima idea di come nuotasse Joker ma ho immaginato
– ed a ragione – non molto bene, anche se alla fine
è riuscito a cavarsela in qualche modo, raggiungendomi poi
lui stesso
alla nostra vecchia casa, dov’ero chiuso a lottare contro
febbre ed ipotermia – più esattamente, vi
è stato trascinato, delirante e febbricitante, da Duefacce
– sapevamo bene che quel posto non era più sicuro
ma non sapevamo dove altro andare.
Il mio clown non sembrava neppure accorgersi di avere una temperatura
che a tratti superava i quarantuno gradi, così
dovetti costringerlo a letto con me per quasi un mese, prima che
guarissimo almeno quel tanto che basta per non riportare danni
permanenti.
Harvey non era ridotto male quanto noi, evidentemente è
molto più robusto e dopo appena una settimana di riposo si
è tirato su offrendosi – sì, lo avevo
trovato strano in effetti – di occuparsi di tutto
finché non ci fossimo rimessi; alla fine ha presentato il
conto: voleva che rintracciassi Crane ed un modo per uscire dal paese
inosservato – ovviamente una semplice identità
falsa non gli sarebbe servita a nulla viste le condizioni del suo viso
– dopo averlo visto partire per l’oriente, io e
Joker ci siamo trasferiti a Bludhaven, l’isola satellite di
Gotham City dove criminalità e corruzione impazzano ed
imperano.
Un rumore dalla cucina mi distrae, purtroppo Joker si sta lambiccando
nella creazione di uno dei suoi famosi piatti… ho sempre
avuto una sorta di amore-odio per la cucina di Joker e già
so che questa sarà una di quelle sere che mi faranno
rimpiangere la minestra fredda di Arkham; il fatto è che
quando sono io a preparare i pasti, seguo sempre alla lettera i
consigli e le indicazioni delle milleuno ricette di ‘nonna
qualcosa’ ed il risultato è sempre
pressoché ottimo – non per vantarmi –
mentre per quanto riguarda Joker, lui beh… la sua idea di
‘cucina’ consiste nel mettere in una pentola tutto
ciò che a suo parere ha un buon sapore e servire poi in
tavola; solo nel cinquanta percento dei casi le sue
‘opere’ sono commestibili.
Per quanto riguarda il bucato invece – eh sì,
anche noi super criminali ci laviamo i vestiti – mi sono
visto costretto a proibire a Joker di avvicinarsi più di
venti metri dalla lavatrice; non posso neppure pensare a quanti abiti
arcobaleno mi sono ritrovato nel guardaroba a causa sua…
svuota i posacenere dalla finestra, allaga casa per pulire il pavimento
e non so come, ma nel giro di due giorni tutte le piante della nostra
nuova casa sono morte.
Un mese fa ha addirittura insistito per procurarsi un gatto –
ora addormentato sulle mie ginocchia – che tenta sempre di
nutrire non voglio neppure sapere con cosa, lo scuote, lo lancia in
aria, lo tira per la coda ed una volta ho impedito appena in tempo che
gli tagliasse i baffi per ‘vedere cosa fa senza il senso
dell’equilibrio’; il tutto per poi venire da me,
accigliato e stupito a chiedere
Perché
diavolo questo coso appena mi vede fugge di corsa da te?!
Eh, bella domanda! Chissà come mai!
All’inizio, nei primi mesi della nostra convivenza dopo
essere tornati insieme, continuavo a domandarmi perché mi
ostinassi a restare con lui, mi sentivo irritato da queste sue
stranezze e non sopportavo più di vederlo rompere tutti i
miei schemi ogni momento ma alla fine, dopo liti continue e brevi
separazioni, sono arrivato a capire che in realtà ho sempre
amato tutto questo e continuerò a farlo fino alla fine dei
miei giorni; tutta la mia irritazione veniva dalla paura di perderlo
nuovamente e dalla consapevolezza che non ero più il solo a
conoscere certi lati di lui, non mi sentivo più il
privilegiato, l’unico a poterlo stringere a me e fare
l’amore con lui.
La conclusione a cui sono arrivato dopo tutto questo tempo non
è certo soddisfacente, l’unica cosa di cui mi
sento sicuro è che farei di tutto pur di non perderlo ancora
una volta.
Anche se mi hanno fatto piacere, mi hanno irritato anche quei
cambiamenti che Joker sembra aver riportato dopo l’avventura
col ratto volante, soprattutto dal punto di vista sessuale; le sue
richieste di dolore sono più rare, il che ci permette di
fare l’amore molto più spesso e francamente,
secondo me anche in modo molto più piacevole, prendendoci il
tempo per goderci il momento.
Sobbalzo, strappato dai miei pensieri improvvisamente quando sento un
peso gettarsi sul divano in caduta libera, il gatto fugge nel panico,
mi volto e vedo Joker protendersi subito verso di me, gettandomi le
braccia al collo e catturando le mie labbra in un bacio passionale; da
quando abbiamo ristabilito il nostro rapporto, l’ho visto
trasformarsi anche sotto questo punto di vista, mai prima si era
dimostrato così entusiasta, non esistevano di questi slanci
di passione e divertimento nei miei confronti che invece ora ha
così spesso e che ricambio, felice. Mi metto a ridacchiare,
divertito mentre lo circondo con un braccio e di nuovo penso al
passato, ad appena pochi mesi fa quando mi sembrava addirittura
impossibile riuscire a recuperare il nostro rapporto, invece sembra che
le cose si stiano aggiustando.
Ogni momento, ad ogni sua dimostrazione di affetto, vorrei dirgli che
lo amo ma tutte le volte qualcosa mi frena, non so se si tratta della
paura o di altro e questo spesso mi fa soffrire… passerei la
vita con lui e non ho il coraggio di dirglielo, mi lambicco sempre col
pensiero di cosa potrebbe rispondermi, terrorizzato dalla
possibilità che potrebbe scoppiare a ridermi in faccia o
peggio, farmi capire che per lui una cosa del genere invece
è impensabile. Insomma ho paura di lui, come sempre, questa
cosa non è mai cambiata.
Quanta strada ho percorso fino adesso per riuscire a stare al passo con
Joker? Quante decisioni ho dovuto prendere che andassero contro la mia
natura ed i miei interessi? Quante crisi ho affrontato, quanti momenti
ai limiti dell’assurdo ho vissuto con lui, a quante
conclusioni sono dovuto arrivare per capire il mio compagno e riuscire
a stabilizzare un rapporto che sembrerebbe addirittura impossibile tra
due persone come noi?
Ricordo ancora adesso, sospirando con sollievo, le prime
difficoltà incontrate, il non capire perché a
volte Joker si trasformasse, iniziando ad evitarmi e tentando perfino
di farmi del male; quando capii che ruotava tutto attorno alle sue
cicatrici, ho iniziato a regolarmi di conseguenza, accettando anche
questo lato di lui e rispettandolo sempre, non ho mai insistito per
‘guarirlo’ da questa sua fissazione, limitandomi a
dimostrargli quanto più potessi che per me quelle non
contano nulla, che vederle senza il make-up non diminuiscono
assolutamente il rispetto che ho per lui e soprattutto che non lo
rendevano di certo più debole ai miei occhi, né
tantomeno più brutto.
Quando porta il trucco, le sue cicatrici diventano motivo di vanto, le
usa per terrorizzare e dare di sé l’immagine
spaventosa che i cittadini di Gotham conoscono fin troppo bene, mentre
senza… credo si ritenga solo un uomo sfigurato e nulla
più; non mi ha mai detto davvero come si è
procurato quei segni, una volta è stato suo padre,
un’altra suo fratello o sua moglie… io resto
convinto che se le sia fatte da solo, forse per noia o per sancire un
cambiamento, ma è comunque un tirare ad indovinare e spero
che un giorno possa arrivare ad aprirsi con me anche su questo.
Se dovessi dire qualcosa a Joker, sarebbe “Perfetto così.”.
Certo, se poi non fossi sicuro che si metterebbe a ridermi in faccia
Siamo così diversi… io sono una persona schiava
dei propri schemi mentali, ho un orgoglio ed un narcisismo mostruosi,
ho il bisogno costante di alimentare il mio ego mentre Joker
è una persona libera da qualunque regola o schema, non ha
principi fondamentali tranne quello del chaos, – che elogia
ogni volta gliene capiti l’occasione – è
quel tipo di persona che tende a non arrabbiarsi mai, che se presa a
schiaffi per esempio, si mette a riderti in faccia facendo passare te
per l’idiota ed invitandoti perfino a farlo ancora, giusto
per divertirsi di più. Una persona che riesce a ‘circondarti’
Però la nostra diversità è
equilibrata, i nostri pensieri, seppure diversi nella maggior parte dei
casi, hanno la stessa intensità, le nostre passioni lo
stesso livello di potenza ma la cosa fondamentale, ciò che
ci tiene uniti è il rispetto e la capacità di
accettarci sempre per quello che siamo, senza mai tentare di cambiare
una virgola, apprezzandoci sempre al cento percento. Questo ci aiuta
non solo a restare insieme, ma anche ad accettare sempre un
po’ di più anche noi stessi; lui non fa caso a
molte cose, le accetta per come sono e basta, a suo modo sono convinto
che mi ami davvero ed anche io lo faccio… vorrei solo
riuscire a dirglielo.
Spesso mi domando se il pipistrello glielo abbia mai detto, se avrebbe
potuto farlo senza i miei stessi timori, se possedesse ciò
che manca a me e se, in una situazione diversa, avrebbe potuto riuscire
a costruire con Joker un rapporto perfetto, la vera storia che avrebbe
reso lo stare insieme
per sempre possibile anche per il clown.
Odio il vigilante mascherato, lo invidio per la connessione che riesce
ad avere con Joker, per come sono simili ed a volte sapere che
però sono io quello che riesce ad accettarlo,
l’unico che davvero può amarlo e con cui Joker ha
deciso stare, non aiuta. Cristo, lo amo così
tanto…
--
Quando l’aereo procuratomi da Nigma atterra finalmente, dopo
più di dodici ore, mi sento sollevato; non ho mai avuto
paura di volare me il viaggio è stato così lungo
che sarebbe potuto accadere di tutto ma fortunatamente, a parte qualche
piccolo vuoto d’aria non è successo nulla di
preoccupante.
Alzo lo sguardo su Crane, addormentato sulla poltrona di fronte alla
mia e mi sporgo in avanti per allacciargli la cintura prima
dell’atterraggio, immagino che questo sia il sonno
più lungo che abbia mai fatto da mesi; quando l’ho
trovato ieri, la mia prima reazione è stata ovviamente la
rabbia, mi sentivo irritato nel vederlo così, molto
più pallido di come lo ricordassi, sciupato e con
quell’aria di apatia mortale, proprio lui che ha sempre avuto
da ridire su ogni cosa, che non ha mai perso occasione per dire la sua
o affrontare con testardaggine anche la più piccola
imperfezione nella sua vita. Mi ha fatto molto male vederlo ridotto in
questo modo, le borse sotto i suoi occhi si sono a malapena sgonfiate
dopo tutto questo tempo passato a dormire.
Appena saliti sull’aeroplano, dopo giusto un paio di minuti
di conversazione è crollato mentre parlavo ma non me la sono
presa, mi sono limitato a coprirlo con un plaid e passare il tempo come
potevo.
Ho impiegato più di quattro mesi per ritrovarlo, girando
l’oriente in lungo e in largo, senza la più
pallida idea di dove fosse ed avendo come unico punto di riferimento le
informazioni – scarsissime ovviamente – che
riuscivo a racimolare in giro, chiedendo se avessero visto di recente
‘un americano dall’aspetto scarno’ o se
sapessero di qualche luogo dove crescessero dei fiori blu. È
stato del tutto casualmente che sono incappato in quel villaggio
sperduto ed ho fermato quel ladruncolo, senza avere nessuna idea di chi
avesse derubato e francamente neppure del perché glielo
avessi impedito.
Quando ho alzato lo sguardo ed ho visto Crane, sono rimasto incredulo;
credevo mi avrebbe riconosciuto, invece non ha accennato minimamente di
capire chi fossi in realtà, mi sono divertito a prenderlo in
giro per un po’, finché alla fine non ha
ricollegato… sono rimasto spiazzato quando si è
gettato tra le mie braccia. Aggrotto le sopracciglia – beh il sopracciglio,
visto che ne ho uno solo – tornando a guardare il mio
compagno di viaggio e mi sembra quasi di sentire ancora la consistenza
del suo essere premuta contro di me.
Non era mai capitato prima un gesto simile tra noi, perfino quando
l’ho stretto a me prima di tuffarci dal ponte non era
assolutamente la stessa cosa; durante tutto il tempo passato ad Arkham
poi, ricordo che accadeva davvero raramente che ci sfiorassimo anche
per sbaglio – togliendo i calci che ci scambiavamo di tanto
in tanto sotto i tavoli e l’incidente in cella, leggendo la
lettera di Joker – e mi sono reso conto solo al villaggio di
quanto davvero irraggiungibile lo avessi reputato fino adesso.
Crane in fondo è rinomato per il suo odio nei confronti del
contatto fisico, ho sentito dire che ha sempre evitato più
che poteva perfino di stringere la mano a chiunque, se parla con
qualcuno lo fa sempre da non meno di un metro di distanza. Sentirlo
così vicino mi ha provocato un’emozione troppo
forte ed inaspettata che alla fine mi ha lasciato un incredibile senso
di inadeguatezza.
Vedo Crane stirarsi nel sonno ed iniziare ad aprire gli occhi,
probabilmente svegliato a causa della compressione dell’aria
durante l’atterraggio; lo vedo mettermi a fuoco e sorridere
stancamente prima di strofinarsi gli occhi con la punta delle dita.
“Siamo già arrivati?” Chiede con la voce
leggermente impastata.
“Dopo sedici ore è il minimo. Non ti sei svegliato
neppure durante lo scalo.”
“Oh! – esclama, alzando la testa di scatto
– Mi sarebbe piaciuto vedere Bombay…”
“Mh.” Rispondo semplicemente, senza nemmeno capire
come mai ora senta il bisogno di essere così scontroso con
lui ma c’è qualcosa di indefinito che mi irrita
moltissimo nel profondo: lo volevo indietro, sono andato a riprenderlo
ed ora è qui, seduto di fronte a me. Che altri problemi
dovrebbero esserci? Quando distolgo lo sguardo
dall’oblò noto che lui mi sta guardando allora
faccio lo sforzo di sorridere.
“Bentornato in America, Crane.” Lui sorride,
annuendo leggermente col capo.
“Grazie. Il carico è a posto?”
“Sì.”
Rispondo senza aggiungere altro e vedo che Spauracchio torna a guardare
fuori; appena il mezzo si ferma e siamo liberi di scendere, lo vedo
andare a parlare con gli addetti allo scarico merci, probabilmente
dando le direttive su come trattare e dove mettere i suoi preziosi
fiori in modo che non destino sospetti o si danneggino.
Mi guardo intorno in cerca dell’uomo che avevo incaricato di
aspettarci all’aeroporto e lo vedo con una macchina dai
finestrini oscurati; faccio un cenno al mio compagno per indicargli il
nostro mezzo e quando mi raggiunge non ci scambiamo una parola, saliamo
silenziosamente sui sedili posteriori, continuando a tacere per tutta
la durata della corsa finché non arriviamo al mio nuovo
nascondiglio. Vedo Crane fare qualche passo all’interno e
guardarsi tranquillamente intorno come a valutarlo, prima di voltarsi
verso di me e dire con un vago sorriso
“Ti sei scelto un buon posto.”
“Mh. È tutto merito di Nigma.”
“Ah, sì. Lui è meglio di
un’agenzia immobiliare.”
“L’ importante è che il pipistrello
sembrerebbe non essere stato in grado di trovarlo.”
Concludo il discorso poi prendo, tra le valige che il mio uomo ha
lasciato sull’uscio, quella di Crane e superandolo
nell’ingresso la porto fino alla stanza in più che
avevo fatto preparare per lui; anche se non gli ho ancora chiesto se
abbia intenzione di restare o meno, non mi è sembrato avere
fretta di andarsene, il che mi fa sentire stranamente
sollevato… anche per me è la prima volta che vedo
questa casa, è spaziosa ed i mobili sembrano vecchi ma
eleganti, i lampadari hanno tutti forma di candelabri, anche se odio
che ci siano tante superfici lucide.
Poggio la valigia sul letto e mi dirigo verso il salone, una parete
è occupata da una libreria vuota, al centro della stanza
c’è un tavolino basso di vetro e legno, circondato
da due poltrone ed un divano, sul quale vedo che Crane ha scelto di
accomodarsi.
Resto a guardarlo dalla porta, nonostante abbia dormito tutto il
viaggio, ha ancora l’aria stanca e debilitata, tiene gli
occhi chiusi ma a parte questo sembra tranquillo come non ricordo di
averlo mai visto, neppure prima dell’evasione…
all’improvviso lo sento parlare e mi riscuoto, non pensavo si
fosse accorto della mia presenza.
“È bello qui. Dovrò chiedere a Edward
di trovarmi un posto simile.”
“Idiota. Se ti piace così tanto, puoi
restare.”
Rispondo per poi pentirmene subito dopo, odio scoprirmi in questo modo
ma d’altronde il solo fatto di aver affrontato un viaggio
fino in Tibet ed averlo cercato per mesi parla già da
sé e sento il cattivo umore invadermi, da tempo non riesco a
provare altri sentimenti se non la rabbia; solo in compagnia di Crane
mi è sempre sembrato di poter sentire altro ed ho
sempre cercato, in sua presenza, di nascondere almeno i miei lati
più violenti, anche se non l’ho mai visto fuggire
o scandalizzarsi di fronte ad essi.
Lo sento ridere sommessamente e mi muovo all’interno della
sala fino a prendere posto a fianco a lui, solo ora sento la stanchezza
di questi mesi e del lunghissimo viaggio appena affrontato.
“Vedo che sei sempre in vena di complimenti.”
Non era una domanda quindi preferisco non dire nulla, sapendo che non
riuscirei a trattenere la rabbia dalle parole, non è nelle
mie intenzioni litigare con Crane proprio adesso, mi sento
così stupido – quindi ancora più
arrabbiato per questo – rendendomi conto che è
impensabile che io possa ‘tenerlo con me’ troppo a
lungo.
Non lo guardo, non più adesso che ce l’ho a
fianco, non ho intenzione di mostrarmi troppo con lui, so quanto
può essere freddo e calcolatore a volte e sentirmi
analizzato – ancora una volta – da quegli occhi che
all’improvviso si accendono di curiosità
– come se fossi un fenomeno da circo – farebbe
troppo male. Anche sapere che lui ha questo potere su di me
è un’altra delle cose che alimentano la mia rabbia.
Averlo visto in quello stato giù in Tibet, per un
po’ mi ha illuso, facendomi pensare che forse anche io ho su
di lui un qualche effetto potente ma ora, al sicuro qui a Gotham,
lontano dai villaggi desolati e dalle mura di Arkham – dove
non mi sentivo troppo diverso da chi mi stava attorno –
questo pensiero è tornato ad essere impossibile.
“Posso chiederti perché fai tutte queste cose per
me? – Lo sento chiedere all’improvviso e per un
attimo sento il cuore arrivarmi in gola… quante volte, al
manicomio avevo sperato mi rivolgesse questa domanda? Eppure adesso
vorrei con tutte le mie forze che se la rimangiasse. – Anche
quando eravamo ancora ad Arkham, anche quando siamo evasi ed hai
rischiato la vita ben due volte per me. Perché mi hai
afferrato quando sono caduto nell’ascensore? E
perché mi hai tenuto a galla senza lasciarmi mai?
Perché hai preferito mettere in salvo me e non te, nel
fiume? È quello che ho continuato a chiedermi fino adesso,
credendoti morto.”
Tante domande, troppe ed ora come ora la mia mente è troppo
stanca per formulare una qualsiasi risposta ma sarebbe davvero giusto,
dopo averlo tanto rimproverato di non
aver mai chiesto, tirarmi indietro per codardia? Giusto,
sbagliato, giusto, sbagliato… allungo stancamente una mano
in tasca e tiro fuori la mia moneta, la lancio, la riafferro con poca
energia ed osservo il suo responso.
“Non fare domande idiote.”
Rispondo mentre, rilassandomi contro lo schienale del divano, rinfilo
la moneta al suo posto nella mia tasca e lo sento ridacchiare, un suono
che non sembra davvero divertito in realtà e chiudo gli
occhi, smettendo di lottare contro la fatica di tenerli
aperti… quando ricomincia a parlare non afferro subito
ciò che dice, il ritmo ed il tono della sua voce mi cullano
nel sonno.
“Scusami, pensavo ti interessasse. Credevo di conoscere la
risposta ma forse mi sono sbagliato.”
Sento il suo peso sollevarsi dal divano, si è offeso o ha
semplicemente deciso di lasciarmi riposare? Forse non dovrei lasciarlo
andare via dopo una frase del genere ma alla fine non sarebbe meglio
così? Se anche gli avessi detto la verità,
confessandogli di essere innamorato di lui, che sarebbe accaduto?
In fondo, le parole che non gli ho detto fanno parte di un discorso che
non farebbe comodo affrontare a nessuno dei due; lui, già
quando eravamo ancora ad Arkham, ha sempre tentato in tutti i modi di
evitare questo argomento, di non rendersi conto delle cose che stavano
cambiando tra noi, specialmente da parte mia. Per quanto riguarda me,
cosa potrei mai sperare ormai? Non posso davvero aspettarmi nulla da
lui, perfino un bacio è diventato qualcosa di impossibile.
Se anche decidessi di ricorrere alla chirurgia plastica a questo punto,
metà del mio viso resterebbe paralizzata, visto che i
dottori decisero di recidermi i nervi facciali, per evitare un dolore
costante e lancinante. Con che coraggio qualcuno potrebbe volermi
baciare? Per sentire la parte bruciata del mio viso e
provare… cosa?
“Disgusto…”
Sento le labbra muoversi leggermente mormorando all’aria
questa parola ed è davvero la più giusta.
Sento qualcosa di leggero posarsi sulla mia fronte e sollevo
un braccio a scacciarlo, pensando fosse un insetto ma quando apro gli
occhi vedo sopra di me, vicinissimo, il viso di Crane ed i nostri occhi
si incrociano, improvvisamente mi sento sveglissimo.
“No, non l’ho sentito.”
Sono a corto di parole, continuo a guardarlo negli occhi ed in fondo ad
essi riesco a riconoscere quella particolare luminosità che
acquistano ogni volta che lui diventa serio e risoluto, vedo ancora una
volta, come prima, la sua testardaggine rispecchiata in quelle iridi
chiare, insieme a qualcos’altro… ansia?
Il silenzio ci circonda, pesante e denso mentre sollevo una mano fino a
toccargli una guancia con la punta delle dita; lentamente avvicino
– più istintivamente che altro – il mio
viso al suo, di poco, appena qualche millimetro e quando lo vedo non
solo restare dov’è ma addirittura avvicinarsi a
sua volta, piegando leggermente il viso da un lato, mi blocco, come se
solo in questo momento mi fossi davvero reso conto di ciò
che stavo per fare.
Resto immobile e lascio che le dita scivolino più in basso a
sfiorare quelle labbra piene, che avevo sempre trovato invitanti e
particolari addosso ad un uomo, le tocco appena e sento i miei occhi
chiudersi lentamente, avvicinandomi ancor più, quasi
colmando l’ormai breve distanza che ci separa ma
più ci penso, più mi sento inadeguato e
d’un tratto mi allontano completamente, tornando a separarmi
da lui.
Vedo che mi sta guardando con aria stupita e non riesco neppure a
trovarlo comico, è come se qualcosa mi avesse schiacciato le
interiora lasciando solo un grande, incolmabile vuoto.
“Senti…”
Dico con un sospiro sento di dovergli almeno parlare, spiegargli
perché non posso, quindi mi faccio coraggio ed inizio un
discorso che non ho la più pallida idea di dove
andrà a parare ma dopo appena qualche secondo lo vedo
scattare con la testa, sbuffare ed esclamare esasperato
“Oh, Harvey, per
l’amor di Dio!”
Detto questo, un secondo dopo mi ritrovo col viso stretto tra le sue
mani mentre preme le labbra contro le mie e stavolta sono io a restare
stupito, il mio occhio sano si spalanca oltre ogni modo ma pochi
secondi dopo mi lascio andare, infilando una mano tra i suoi capelli
mentre con l’altra trovo la sua ed inizio a carezzarne il
dorso col pollice, portandola poi sul mio petto, sicuramente
può sentire con che razza di velocità ha iniziato
a battere.
Quando ci separiamo torniamo a guardarci negli occhi, finché
scoppio a ridere e lui fa altrettanto appena un secondo dopo di me. Ok,
sembrerebbe che per una volta sono stato io a fare la parte del
ridicolo ma va bene anche così…
“Ma non farci l’abitudine!”
Dico prima di baciarlo ancora una volta, più
appassionatamente, in fondo so che non ho bisogno di spiegargli il
senso di quella frase ed infatti sotto le mie, sento le sue labbra
piegarsi in un adorabile sorriso.
emotivamente fino a farti crollare, come un assedio a tutti gli angoli
della tua mente.
I don’t know
what’s worth fighting for
(Non so per cosa valga
la pena di combattere)
Or why I have to scream
(O perché ho
bisogno di gridare)
But now I have some
clarity
(Ma adesso ho fatto
chiarezza)
To show you what I mean
(Per mostrarti cosa
intendo)
I don’t know
how I got this way
(Non so come sono
diventato così)
I’ll never be
alright
(Non andrà
mai ‘tutto bene’)
So I’m
breaking the habit
(Quindi sto rompendo
l’abitudine)
Tonight.
(Stasera.)
--
Non capisco come mai, però da un po’ di tempo a
questa parte, quando apro gli occhi ogni mattina, non avverto
più quella sensazione di smarrimento che mi costringe ogni
volta a ricordare dove mi trovo e perché… mi
basta sentirmi avvolto dalle braccia di Eddie e tutte quelle cose
cessano di interessarmi, se lui è con me potrei anche
trovarmi in un missile e non me ne curerei. Ma perché Eddie
dovrebbe portarmi in un missile? O forse la domanda giusta sarebbe perché non ci ha mai
pensato prima a costruire un missile? Mah, che
dovrà mai farci con una cosa del genere? Ehm… un
momento, ma ha davvero costruito un missile o me lo sono inventato io?
Ma che mi importa, può farci tutto quello che vuole col suo
missile, io non ci salgo di sicuro! Stavo dicendo? Ah sì,
del missile, beh niente in contrario a tal proposito.
Mi volto nel letto, vedo il viso addormentato di Eddie e mi viene da
ridere, lo bacio sulle labbra ma niente, non sembra avere intenzione di
svegliarsi per il momento… anche Brucey aveva il sonno
pesante, a volte mi divertivo a infilargli cose nel naso mentre dormiva.
Il più delicatamente possibile mi districo dal suo abbraccio
– ancora non si sveglia ma di che mi meraviglio, io sono
sempre stato delicatissimo – e mi alzo dal letto, mi dirigo
in bagno e non appena i piedi passano dal tiepido della moquette al
gelo delle mattonelle mi sento svegliare del tutto, prendo una
sigaretta ma quando la porto alle labbra sento di nuovo
l’istinto di ridere e sono costretto a coprirmi la bocca con
la mano per non fare rumore.
Mi avvicino alla finestra, Eddie non sopporta l’odore di fumo
appena sveglio o subito dopo mangiato, sebbene lo tolleri
più che bene durante il resto del giorno così mi
sporgo per soffiare il fumo fuori, non è uno sforzo per me,
adoro fumare a questa finestra.
C’è un panorama stupendo, da qui posso vedere il
mare ed in lontananza si scorgono le punte dei palazzi di Gotham City.
Osservare l’oceano ha sempre scatenato in me molte fantasie!
Lo immagino gonfiarsi e strabordare, assumere forme strane, animali
fatti di acqua simili alle ombre che ci si diverte a fare sul muro con
le mani: il coniglio, la colomba, il coccodrillo… beh oddio,
forse nel mare un coccodrillo rischio di trovarcelo davvero! Di nuovo
rido, pensando a quel tale incontrato ad Arkham, Killer Croc o come si
chiamava…
So che un giorno dovrò tornare ad Arkham e che
sarà Batsy a portarmici… non permetterei a nessun
altro di arrestarmi, comunque non ho paura di essere separato da Eddie,
dopo tutto quello che abbiamo passato insieme – sebbene non
lo ricordi bene, la mia pelle mi dice che è così
– ormai sono certo che avrò sempre voglia di
tornare da lui e quando voglio fare qualcosa la faccio sempre
perché sono libero. Ed è questo che piace ad
Eddie di me.
Sorrido, penso a Brucey, probabilmente già lo ha capito che
quando non sono libero, non sono più me stesso e che quindi
l’unico modo di continuare ad amarci per davvero è
questo.
Eddie non sembra più arrabbiarsi per il fatto che io provi
questi sentimenti per Batsy, mi ha detto qualcosa
sull’aver capito che si tratta di due sentimenti diversi ed
impossibili da paragonare o una cosa del genere… so solo che
quando l’ho sentito gli ho dato ragione, non avrei mai
pensato che sarebbe potuto arrivare a capire davvero. Quante volte gli
avrò detto ‘non puoi capire’? Non
ricordo ma sono sicuro che sono state tantissime.
Sento le dita bruciare, la sigaretta si è consumata
più velocemente di quanto pensassi mentre la fumavo,
così faccio per voltarmi e gettarla nel water ma mi blocco,
torno a guardare giù dove una nostra vicina sta stendendo i
panni.
Ha lasciato la bagnarola a terra poco distante da lei, così
non mi resta che prendere la mira e… notando la caduta del
mozzicone, innervosita si volta a guardare in alto ma io, prontamente,
seguo il suo esempio con espressione interrogativa così che
sembri che anch’io stia cercando il colpevole di un simile
atto di scarso rispetto ed infine torno dentro, mi siedo sotto la
finestra a ridere, tenendomi la pancia con una mano e coprendomi la
bocca con l’altra, possibile che Eddie ancora non si sia
svegliato?
Apro l’acqua dal rubinetto e la lascio scorrere per un
po’, riempiendo un secchio; a quest’ora le tubature
sono gelide ed il miscelatore ci mette parecchio a regolare la
temperatura ma per me va benissimo così, mi sono sempre
domandato che accadrebbe se ci fosse un’alluvione e di certo
il mare non si riscalda a comando… per quanto vorrei non
fosse così, l’unico modo per rendere tutto
realistico è questo.
Con qualche fatica, sollevo il secchio colmo d’acqua gelida,
esco dal bagno e guardo la figura pacifica ed addormentata di Eddie, mi
viene da sorridere è così carino quando
dorme… è l’ultima cosa che penso prima
di rovesciargli addosso tutto il liquido gelido che ho raccolto apposta
per lui, mettendomi a gridare
“Un maremoto Eddie, si salvi chi può!”
Quando il suo grido addolorato riempie l’aria e lui inizia a
muovere gambe e braccia sconnessamente, io scoppio a ridere senza
riuscire a trattenermi: oh, ecco cosa accadrebbe in caso di maremoto!
Infine lo vedo scattare a sedere sul letto in un secondo, scansarsi i
capelli dalla faccia e dopo essersi guardato velocemente attorno,
fissare i suoi occhi spalancati su di me e nonostante
l’espressione sul suo viso non abbia prezzo non riesco ad
ammirarla a lungo prima che lui scatti in piedi e si lanci contro di me
con furia cieca.
Riesco ad evitare il suo primo attacco ed inizio a correre, scappando
per casa fino alla sala, salto il divano, mettendolo tra noi come una
barriera ma dopo un po’ di tempo passato a girare attorno a
questo mi sento afferrare per le gambe e cado faccia avanti come una
pera, immediatamente il dolore esplode dal naso iniziando a pulsare; il
bastardo si è lanciato per placcarmi le gambe, lentamente mi
volto sulla schiena, grazie a Dio il naso non sembra sanguinare.
“Ahia…”
“Ahia? Ahia?!
Cosa dovrei farti adesso secondo te?! Hai idea di quello
che ho provato?!”
Chiede con voce furiosa mentre, sopra di me usa il peso del suo corpo
per tenermi inchiodato al pavimento, i miei vestiti assorbono
l’acqua gelida dai suoi mentre piccole gocce fredde cadono
dalle punte dei suoi capelli fino a bagnarmi la faccia…
cavolo, era proprio fredda quell’acqua!
Alzo lo sguardo sui occhi, sento la sua mano tra i miei capelli, li
stringe tirandoli verso il pavimento e nonostante sappia di essere in
pericolo, non riesco a trattenermi dal rispondere ciò che mi
passa davvero nella testa
“Beh sì, è per questo che è
divertente!”
Pensavo che mi avrebbe come minimo fatto a pezzi e messo sotto sale per
aver detto una cosa del genere, invece un secondo dopo le sue labbra
scendono sulle mie con forza mentre sento che si fa prepotentemente
strada tra le mie gambe finché non sento la sua erezione
premere contro di me ed il mio corpo inizia a rispondere quasi
immediatamente, lascio andare un gemito e sento di nuovo la sua voce
“Va bene essere libero… ma a volte non ti sembra
di esagerare?”
“Oh! Questa è la parte in cui mi chiedi di
regolarmi?”
Domando senza nessun particolare tono di voce, non so bene neppure io
cosa pensare di quello che mi ha appena detto, forse non avrei mai
immaginato di sentire una frase simile uscire dalla sua bocca e per
cosa, in fondo, un po’ d’acqua? Porto un braccio
tra il mio petto ed il suo per fargli capire che ora vorrei alzarmi,
non mi va più di giocare ma le sue mani corrono ad
afferrarmi i polsi per immobilizzarmi sotto di sé, per un
attimo mi sento irritato da questo comportamento ma decido di aspettare
perché sembra avere ancora qualcosa da dire.
“Mannò… perfetto così.”
Dice semplicemente prima di scendere nuovamente a baciarmi le labbra,
stavolta dolcemente e mi sento sciogliere, in fondo avrei dovuto
saperlo che davvero, per lui va bene così.
Quando scende a stringermi i fianchi, sollevo le braccia avvolgendole
attorno alle sue spalle, affondo le mani nei suoi capelli fradici e ben
presto sento la sua lingua invadermi, cercando la mia per ingaggiarla
in una sorta di danza intensa e profonda; non passa molto tempo prima
che il suo respiro si faccia elaborato ed in questo momento non esiste
nessun luogo al mondo in cui vorrei essere a parte questo, tra le sue
braccia, sdraiati sul pavimento e riesco a contraccambiare il suo
pensiero perfettamente:
Perfetto così.
Credo fermamente in questa sensazione, nonostante la mia natura
volubile riesco ad affermarlo con certezza, in fondo è
sempre stato da sdraiato che riesco a pensare meglio, no? Sento le sue
mani stringermi con più forza, attirando il mio corpo contro
il suo e premendo il suo piacere su di me, il nostro bacio si fa sempre
più urgente e profondo e sento di voler fare
l’amore con lui ora, qui per terra…
così o da nessun’altra parte.
Uso i piedi per aiutarmi a sfilargli il pigiama e lui ben presto,
capendo le mie intenzioni, si solleva su di me per assecondare questo
desiderio, aiutandosi con una mano, poi sento le sue mani scendere fino
alle anche, portando con loro i miei pantaloni e sollevo il bacino
così che Eddie possa sfilarli con facilità.
Appena liberi da quegli unici indumenti che portavamo, lui torna a
baciarmi, sento la sua erezione premere contro di me, solida e
caldissima mentre le sue dita scendono a cercare la mia apertura, non
fanno nessuna fatica a trovarla e non si trattengono troppo a lungo,
trovandomi ancora reduce dalla notte precedente e praticamente pronto,
ben presto lo sento farsi strada dentro di me.
Vengo colto da un improvviso tuffo al cuore, era moltissimo tempo che
non provavo una sensazione simile durante un rapporto sessuale, dalla
mia prima volta con Eddie ed anche se non capisco il perché
di questo ritorno di quella bruciante passione – non che si
fosse mai spenta, semplicemente si è attenuata a mano a mano
che siamo arrivati a conoscerci – non posso che esserne
felice.
Mentre una piacevolissima stretta mi attanaglia il ventre, serrandosi
ogni volta d’accapo ad ogni sua spinta, volto la testa di
lato e vedo il suo braccio davanti agli occhi, poggiato su un gomito e
sull’avambraccio, i suoi muscoli sono tesissimi, il pugno
chiuso nello sforzo e Cristo se è uno spettacolo, sapere che
è così preso.
Lo sento abbassare il viso, le nostre guance si toccano e nonostante il
bagno fuori programma di poco prima, lo sento quasi bruciare mentre i
suoi gemiti appena respirati praticamente bombardano le mie
orecchie… il suo respiro, parole sconnesse, il mio nome, la
sua bocca, aperta per lo stupore di quelle sensazioni, che mi sfiora
l’orecchio e capisco che non sono solo io a provare questa
passione così forte e rinnovata.
Getto la testa indietro, contro il pavimento ed il suono ovattato
dell’urto riempie l’aria, mentre continuo a gemere
sempre più forte, sento una sua mano insinuarsi dietro la
nuca e poi salire tra i capelli, in modo che non sbattessi
più la testa ad ogni eccesso di piacere e ben presto ne ho
davvero bisogno, visto che ora, ad ogni spinta, Eddie riesce a colpire
proprio il punto debole all’interno del mio corpo, mi perdo
completamente.
Sento il suo corpo schiacciarsi un po’ di più
contro il mio in modo da imprigionare il mio sesso imprigionato tra i
nostri corpi, grazie anche a questa nuova frizione, il piacere continua
a salire, salire, sento di esserci quasi, stringo le braccia fortissimo
attorno alla sua schiena e finalmente raggiungo l’apice,
urlando il suo nome e sento anche lui consumare il suo orgasmo dentro
di me con un gemito profondo, proprio nello stesso momento e
non penso esista qualcosa di più bello.
Continuo a cavalcare le ultime ondate di questo piacere immenso e
dietro le palpebre chiuse vedo come un’esplosione di luce,
poi un’altra, tutte di colori diversi e potentissimi,
sembrano fuochi d’artificio, qualcuno sta festeggiando
qualcosa… improvvisamente scoppio a ridere, rischiando di
soffocare visto che ancora non avevo ripreso fiato; sento Eddie dire
qualcosa e scuotermi leggermente per farmi smettere ma non riesco.
Lo sento più volte chiedermi cosa ci fosse di
così divertente e quando riesco a calmarmi quel tanto che
basta da riuscire a parlare, dico
“Le hai.. ahah..
viste anche tu? Ahahah!”
“Visto cosa?!”
“Quei… lampi, dietro gli occhi… ahah! Li hai
visti?”
“Sì, certo! Non ti sembra normale?”
“Sì sì… per
carità, è solo che… ahahah!
È come se… avessimo meritato un… ahah! Un
applauso!”
Ora che ha capito il perché del mio divertimento, lo sento
poggiare la fronte contro la mia e ridere sommessamente insieme a me,
sento il suo corpo scuotersi con leggeri sussulti divertiti e
d’un tratto preme le sue labbra contro le mie in un bacio che
non saprei davvero definire… esistono molti tipi di contatto
e questo posso giurare di non averlo mai sentito prima, non
è né irruente né leggero,
semplicemente un bacio, sicuro di sé stesso come se non
avesse nulla da dimostrare, un bacio dato solo per il gusto di farlo e
senza la minima pretesa.
Quando avvolgo le braccia di nuovo attorno al suo collo ed alle spalle,
sento le sue labbra spostarsi lungo tutto il viso per poi tornare
infine di nuovo sulle mie, dove restano in un lungo bacio a fior di
labbra, dopo il quale Eddie solleva lentamente la testa e mi fissa
dritto negli occhi, c’è appena l’ombra
di un sorriso sul suo volto, anche questa espressione lo rende diverso,
come se non avesse più dubbi e non gli interessasse ricevere
una risposta, lo vedo completamente sicuro.
“Ti amo, Joker.”
Io lì per lì resto in silenzio, continuando a
guardare la sua espressione e capisco di essere stupito ma non per
ciò che Eddie mi ha appena detto… forse se avesse
pronunciato queste parole con un’espressione differente non
mi sarei sentito così, forse gli avrei riso in faccia o
avrei provato paura; invece sono… stupito di essere
tranquillo.
Le sue parole non mi sono dispiaciute affatto e sento il mio sorriso
allargarsi lentamente, lo stringo un po’ di più,
attirandolo contro il mio corpo, ho una voglia matta di abbracciarlo
fortissimo perché per una volta, anche se non so quanto
tempo durerà, mi sento in pace, come se non ci fosse
più bisogno di cercare.
“Ti amo anch’io, Eddie.”
--
È passato quasi un anno dall’evasione di gruppo di
quelli che sono tutt’ora i quattro più ricercati
di Gotham City ed io sono riuscito a raccogliere ben poche informazioni
sulla loro sorte, l’unica cosa di cui riesco ad essere sicuro
è che sono riusciti tutti a salvarsi ed a nascondersi fin
troppo bene; mi sono sentito così sollevato quando ho
scoperto che Joker era ancora vivo… pare abbia incontrato
Duefacce probabilmente poco dopo essere riuscito ad uscire dal fiume e
che abbia fatto da esca, uscendo in strada e fermando
un’auto, fingendosi spaventato ed in pericolo e non appena il
povero autista è uscito dal veicolo per soccorrerlo, qualcun
altro – inconfondibile la descrizione di Harvey Dent
– lo ha steso e gli hanno rubato la macchina, diretti
chissà dove.
Ho rintracciato un volo privato per Bangkok che però, al suo
ritorno non sembrava avere passeggeri o carichi di alcun tipo a bordo,
sono sicuro si trattasse di Crane ma evidentemente l’ex
psichiatra aveva deciso di restare in Tibet per motivi conosciuti a lui
solamente.
Un’altra segnalazione interessante è stata il
furto di un veicolo con un sistema di sicurezza invidiabile e per
quello sospetto l’Enigmista…
Inoltre ho sentito di un’alquanto stramba
‘rapina’ qualche settimana dopo, in cui un uomo con
una ‘bardatura davvero eccessiva per la stagione’
pare essere entrato in una farmacia e quando il curioso proprietario lo
ha riconosciuto come l’ex ‘ultima
speranza’ di Gotham, Harvey Duefacce, si è
scatenato il panico; sembra che l’ex magistrato allora abbia
tirato fuori una pistola e puntandola dritta contro il farmacista,
abbia gridato, spazientito ed arrabbiato
“Allora, visto che ti piace giocare allo stronzo che capisce
tutto, mani in alto e dammi
quella maledetta tachipirina!”
Ricordo lo stupore e sì, la paura di quella notte quando,
seppure abbia battuto fino all’alba le rive del fiume, non
avevo trovato nessun corpo vivo o morto che fosse, continuando a vagare
insonne, fino allo sfinimento… per due intere giornate
ricordo di non essere riuscito a dormire né mangiare al
pensiero che Joker potesse essere davvero morto in questo modo
– che ironia sarebbe stata, una volta lo avevo salvato
dall’annegare per perderlo pochi mesi dopo nello stesso modo
– quando sentii la notizia del suo avvistamento al
telegiornale mi vergogno quasi di dire che è stato come
ricominciare a respirare bene dopo tanto tempo.
Ripresi immediatamente a cercarli tutti per riportarli ad Arkham ma non
sono davvero stato fortunato, tachipirina a parte infatti, nessuno di
loro sembra essersi messo ancora in moto per tentare qualche
‘vero’ atto criminale; so che questo idillio non
durerà per sempre, prima o poi l’allarme del bat
computer comincerà a suonare ed io dovrò ancora
una volta indossare il costume e già so che in quelle vesti,
guidando la Batmobile, mi ritroverò per tutto il tempo a
sperare che non si tratti di Joker, un ‘non ancora’
che continuerà per sempre.
Un giorno dovrò rivederlo per condurlo ad Arkham ancora, so
anche che probabilmente sarà con Nigma e che vederli insieme
farà male come non mai. Chiudo gli occhi contro la luce
azzurrina del computer, ho un principio di quello che a breve
diverrà un insopportabile emicrania ed ancora, non ho
nessuna idea di dove andare a cercare questi criminali,
finché non si muoveranno sarà difficile
rintracciarli.
Se non riesci a pensare
così, sdraiati a terra, magari funziona!
Sento me stesso ridacchiare sommessamente, questo suono basso riempie
l’aria riecheggiando tra le pareti della caverna attorno a me
ed è quasi come se Batman, reso in forma fisica al mio
fianco, avesse emesso quella risata ed io l’avessi solo
ascoltata… porto le dita a strofinarmi gli occhi dolenti e
li sento leggermente umidi sotto i polpastrelli, allontano subito la
mano; ricordo che quando lui disse questa cosa, io scoppiai a ridergli
in faccia, continuando con ancor più fervore una volta
capito che Joker non stava affatto scherzando e che anzi si era sentito
anche offeso dalle mie risa. Mi alzo dalla sedia, camminando lentamente
verso il centro della caverna.
Beh, perché
ridi? Non lo sai che perfino io ho avuto le migliori idee guardando il
cielo? O il soffitto, a seconda dei casi!
Sento di nuovo il sorriso costringere le labbra a stirarsi, mi fermo
nel bel mezzo dell’enorme spazio vuoto, alzo la testa a
guardare la cavernosa parete superiore e dopo un po’ piego le
ginocchia, incrociando le braccia dietro la testa e mi stendo sul
pavimento gelido, mettendomi a guardare le varie stalattiti ed i
pipistrelli annidati ed addormentati a testa in giù.
Stavolta con amara ironia, riprendo a ridacchiare per qualche attimo,
l’eco si spegne quasi subito e mi sento preso in giro dalla
vita, perso nei miei sentimenti ancora così potenti eppure
confusi, indecisi, vorticanti; vorrei tornare a quella chiarezza che
avevo al suo fianco, in un certo senso mi sentivo sicuro sebbene la
situazione fosse precaria, invece ora non so cosa pensare, mi sono
cullato sempre troppo sugli allori in sua presenza.
Era scontato che sarebbe andata a finire così un giorno,
eppure ancora non posso fare a meno di sentirmi a volte addirittura
disperato, anche se il più delle volte preferisco non
pensarci, come adesso che preferisco perdermi guardando il tetto
roccioso sopra di me.
Anche se non ci avrei mai creduto, mi sento davvero come aveva detto
lui, più rilassato, riesco a pensare meglio
sdraiato… sento lo scrosciare sommesso della sorgente
lontana.
Chiudo gli occhi.
--
Quando varco la soglia della caverna, mi stupisco di non vedere il
signor Wayne seduto come al solito davanti al Batcomputer e pensando
che fosse salito di nuovo in casa faccio per voltarmi e tornare sui
miei passi quando il mio sguardo viene attirato da un’ombra,
una figura scura riversa in terra, riconosco il signorino Bruce e
scatto in avanti per raggiungerlo ma dopo poco mi rendo conto che non
è ne ferito ne colto da malori di nessun tipo, per quanto
strano possa sembrare ha semplicemente deciso di sdraiarsi a terra, ma
mi sento comunque sollevato. Lentamente lo raggiungo, già
sapendo che l’umidità di questa grotta
ucciderà la mia schiena .
“Potrei sapere signor Bruce, il perché di
questo… peculiare comportamento?”
Lo vedo aprire gli occhi e sporgere leggermente la testa indietro per
guardarmi e quando mi riconosce sorride leggermente, in modo quasi
sereno e mi sento atterrito da quell’espressione, quella
è la faccia di qualcuno che ha perso tutto, una cosa che
speravo di non dover mai più vedere sul viso del signor
Wayne, dopo la morte dei suoi genitori.
“Con i piedi a terra non riuscivo a pensare.”
“Mi permetto di ricordarle che siamo pieni di letti nella
villa.”
“Ma Alfred! Non sarebbe assolutamente la stessa
cosa!”
Mi sento rimproverare scherzosamente ed io sospiro, alzando gli occhi
al cielo e lentamente, con cautela, mi stendo al suo fianco,
mettendomi a guardare anch’io verso il soffitto…
è roccioso, pieno di pipistrelli e luccicante di
quell’umidità che ucciderà le mie ossa
nei prossimi giorni.
“Fino adesso com’è andata? È
riuscito a pensare un po’ meglio?”
“Io sì. E tu, Alfred?”
“Con rammarico devo ammettere che sono riuscito solo a
prendere il mal di schiena.”
Con la coda dell’occhio percepisco al mio fianco il movimento
del signor Wayne che si solleva appena sui gomiti, sollevando il busto
dal terreno e immediatamente dice
“Forse hai ragione, dovremmo alzarci…”
“Mannò, mannò… - non so
neanch’io perché l’ho fermato, me ne sto
già pentendo – allora signore, come procede la sua
ricerca?”
“Per ora ancora nulla.” Dice, tornando a poggiare
la testa sulle braccia incrociate.
“Se posso permettermi… sono passati molti mesi e
mi stavo domandando se se la sentisse finalmente di parlarmi di come
sono andate le cose col signor Joker. Che è
successo?”
Non sapevo se fosse il caso o meno che lo chiamassi
‘signore’, in fondo il Joker per me continuava ad
essere poco più di un mostro ed infatti
c’è voluto da parte mia uno sforzo non
indifferente per aprire la mia mente ed affrontare questo discorso; al
mio fianco percepisco un altro movimento, il signorino Bruce ha voltato
la testa di scatto a guardarmi, evidentemente stupito per il fatto, non
tanto che sapessi, ma che alla fine ho portato a galla
l’argomento. Dopo poco sento la sua bassa risata amara, dura
pochi attimi e poi mi risponde
“È successo che mi ero sentito rinascere. Adesso
sto quasi peggio di prima ma in un certo senso… ho capito
che posso superare di tutto. Certo è finita, ma non
penserò mai che sia stato inutile… il pipistrello
almeno, non mi tormenta più.”
Dice, annuendo verso il costume di Batman nella teca.
“Ah, vedo allora che davvero stare steso la aiuta a pensare!
In fondo anche io devo ammettere che è comodo.
Chissà perché non mi ero mai sdraiato a terra,
prima!”
Sento il signor Wayne scoppiare a ridere per la prima volta da quasi un
anno e non potrei essere più contento per lui, anche se ha
detto di essere a pezzi sentimentalmente – e non ne dubito
affatto – credo che davvero il passato abbia infine smesso di
tormentarlo e probabilmente, anche se prima non lo avrei mai pensato
– e anche adesso non è che mi faccia
particolarmente piacere questa nozione – stare vicino al
Joker gli è stato realmente di aiuto.
Questo nuovo Bruce Wayne racchiude in sé sia
l’uomo che l’eroe, mi sembra molto più
forte e, sono sicuro, se giocherà bene le sue carte restando
sempre onesto con sé stesso, avrà davanti a
sé un futuro molto più sereno ed io non posso che
esserne felice.
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