Don't let me go||c.h.

di Clifford_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Odiavo il Texas,ma non vuol dire che sarei venuta qui in Australia. Trasferirsi a Sydney è stata una delle favolose idee di mio padre,convinto al cento per cento che qui posso creare il mio futuro e che qui troveremo dei dottori capaci di curare il cancro di mia madre. Sono abbastanza preparata alla sua morte,dopo un dannato anno a fare avanti e indietro tra casa e ospedale. Perché non potevo rimanere con Malcom? Lui si che mi capiva. Mi mancherà passare le giornate a giocare ai video giochi e a guardare Star Wars,ma lo facevo per mia madre. Ovviamente essendomi trasferita dovevo cambiare liceo,fortunatamente sarei andata direttamente al terzo anno grazie al carattere insistente di mio padre. Ma diciamocelo,chi avrebbe accettato in un liceo come quello una ragazza con i capelli rossi,che indossa sempre magliette larghe,che ascolta i Nirvana e che nell’armadio non ha neanche una gonna? Non mi avrebbe accettato nessuno,ma infondo poco importa. “Liz,mi aiuti a portare su questa roba?” Mi chiese mio padre che stava cercando di sollevare uno scatolone. Annuii afferrando la scatola per portarla in casa. La casa ha le pareti bianche in salotto e in cucina,la mia camera è abbastanza grande,ma non penso che importi il colore delle pareti dato che le ricoprirò di poster in ogni caso. Non è affatto piccola,ma è sicuramente più piccola dell’altra che avevamo in Texas. Tornai fuori e presi i due scatoloni con le mie cose dentro per portarli in camera. Come prima cosa tirai fuori una cornice con la foto con Malcom e Jess,i miei due migliori amici e la appoggiai sul comodino. “Liz..” Mi voltai e vidi mio padre appoggiato allo stipite della porta che mi fissava con un velo di tristezza negli occhi. “Mh?” “Mi dispiace –disse avvicinandosi a me- sai..per i tuoi amici,” Avvolse con le sue braccia lasciandomi un dolce bacio sulla fronte. “E’ okay,non preoccuparti.” lo tranquillizzai mentre s una lacima mi stava scendendo lungo le guancia destra. “Lo facciamo per la mamma.” aggiunsi per poi concedermi un sospiro. Osservai mio padre allontanarsi dalla stanza che si asciugava gli occhi dalle poche lacrime che gli scendevano. Non volevo sembrare egoista,ma tenevo moltissimo a loro ed è stato davvero difficile dirgli addio. Mi ripresi e cominciai ad arredare la camera. Finii di spostare i mobili in modo decente e di riempire la stanza delle mie cose verso le sette,così accesi il pc nell’attesa della cena. Cercai delle informazioni sul liceo a cui sarei dovuta andare,la Mudbury High School. Guardai le aule,la mensa,la palestra,i bagni. Decisi di stampare la ‘mappa’ per evitare eventuali figuracce che avrei fatto perdendomi. Non ero preparata ad andare a scuola,in una scuola completamente nuova per me. Ma non era l’edificio che mi preoccupava,ma le persone che ci studiavano. Loro si che erano un bel problema per una ragazza nuova come me. “LIIZ,A TAVOLA!” il cancro non aveva frenato le urla di mia madre,a quanto pare. Mi recai nella sala da pranzoe mi sedetti a tavola. “Tieni cara.” disse mia madre porgendomi il piatto pieno di cibo. Sussurrai un ‘grazie’ e fui ricambiata da un sorrisone,uno dei soliti sorrisi di mia madre da quando ha il cancro. Come per dire ‘io sto bene’,quando invece i suoi polmoni non stavano affatto bene. Dev’essere imbarazzante per loro sforzarsi così tanto per fare il loro lavoro,quello che facevano quasi a meraviglia un anno fa. La cena fu silenziosa,nessuno aprì bocca apparte per mangiare. “Allora Liz,ti piace la casa?” mi chiese mia madre,ancora più sorridente di prima. “E’ forte.” dissi appogiando i piatti nel lavandino. “Tappezzerai la camera dei tuoi poster,come nella vecchia casa?” Mi chiese versando gli avanzi di pasta in un piatto per poi metterlo in frigo. “Uhm,penso di si.” Sorrisi e tornai in camera per prendere il pigiama e le pantofole a forma di orso che mi aveva regalato Malcom per natale. Afferrai il telefono che avevo abbandonato sulla tavola e composi il numero di Jess. “Ehi ragazza austaliana!” esclamò ridacchiando. “Ehi. Tutto bene?” chiesi appogiando il pigiama sul mobile in bagno. “Questo dovrei chiedertelo io.” “Mh,sì.” “Davvero? E la casa? E’ stra figa come quella che hai qui?” chiese. “Che avevo.” le ricordai. “Abbastanza..” “Eddai,ti farai degli amici! Ti prometto che ti verrò a trovare.” disse dolcemente. Sorrisi,anche se non poteva vedermi. “Lo spero. Ti saluto Jess.” “Ti saluto Liz,ti voglio bene.” “Anche io te ne voglio.” attaccai al telefono continuando a fissare il nome ‘Jess’ sullo schermo. Già mi mancava. Mi mancava quel suo orecchino a cerchio che sentivo sulla guancia ogni volta che mi abbracciava. Comunque,mi misi il pigiama,mi lavai i denti e tornai in camera mia. Piegai i vestiti per posizionarli nell’armadio e mi girai verso lo specchio che avevo messo ad un paio metri dai piedi del letto. Raccolsi i pochi capelli rossi che mi cadevano qualche centrimetro più giù delle spalle in una coda e cominciai a disfare il letto per infilarmi sotto le coperte. L’unica cosa che non mi dispiaceva affatto dell’Australia era il sole che c’era in qualsiasi stagione,al contrario del Texas. Ero una ragazza più da pioggia che da sole,ma dovevo solo abituarmici. Accesi nuovamente il computer e cominciai a vedermi un film strappalacrime in streaming fino a che il sonno non si fece sentire. Infondo non era stato così male traferirsi,la cosa peggiore è dire addio alle persone,specialmente a quelle a cui sei affezionato nel modo a cui io sono affezionata a Jess e Malcom. E poi dire addio alla tua casa,a quella cameretta il cui sono diventata teenager,quel letto che io e Jess quando avevamo dodici anni stavamo per distruggere a forza di saltarci sopra,a tutte quelle foto appese ai muri,quella tv e quel telecomando che cambiava canale a malapena e tutti i ricordi che possono contenere un paio di mura. Non potevo cambiare il mio presente ormai, mia madre ne aveva bisogno e,secondo me, anche mio padre infondo non vedeva l’ora di andarsene da quella casa,da quella vita. Sprofondai la testa nel cuscino e mi lasciai trasportare dai miei pensieri fino a cadere in un sonno profondo. HEEY. Spero che per ora la storia vi piaccia,grazie per la visita. c: premetto che da lunedì agguìiornerò meno spesso perché inizia la scuola,piango. Comunque se volete seguitemi su twitter,il mio nick è @calumssmilex,per qualsiasi cosa potete contattarmi lì. xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Quel week-end passò in fretta. Sabato cominciai ad attaccare vari poster al muro e finii di sistemare delle cose in camera. Domenica invece dicisi di mettere apposto l’armadio. Insomma,me l’ero cavata abbastanza bene. Quella sveglia. Devo dire che non mi era mancata per niente in quei tre mesi d’estate. Mi alzai dal letto abbastanza in fretta perché arrivare tardi il primo giorno di scuola sarebbe stato il colmo,mi fiondai in cucina e mi preparai qualcosa al volo. Finito di fare colazione lavai la tazza e andai in bagno. Mi feci una doccetta veloce,accesi il phone e mi asciugai i capelli. Feci illuminare lo schermo del telefono per vedere l’ora,ipotizzai di non fare intempo a passarmi un po’ di piastra così lasciai i capelli mossi. Andai in camera per scegliere i vestiti. Optai per una canotta degli AC\DC con un cardigan nero sopra e dei jeans attillati accompagnati al mio solito paio di converse nere. Applicai il solito rossetto rosso e un po’ di mastara,mi truccavo sempre allo stesso modo. Afferrai lo zaino e la piantina della scuola e mi incamminai. Come ogni mattina mio padre e mia madre dormivano,così dovevo fare tutto da sola. Di solito in Texsas prendevo il pullman,ma qui a Sydney il liceo era abbastanza vicino così pensai di evitare lo scuolabus e di andarci a piedi,mi ci dovevo abituare. Dopo aver camminato per un po e dopo aver memorizzato bene la strada era lì. Quell’istituto era veramente enorme,avevo fatto bene a prucurarmi una piantina. Entrai. Non avevo idea in che guaio mi ero cacciata entrando lì dentro. Cominciai a camminare per i corridoi alla ricerca della mia aula quando trovai davanti a me un ragazzo alto,con i capelli nerissimi e gli occhi quasi dello stesso colore se non poco più chiari. Erano così neri,semplici,ma che ti catturano. Aveva una maglietta dei Green Day,uno dei miei gruppi preferiti,un paio di jeans neri molto attillati e delle vans nere. Stava appoggiato ad un armadietto a parlare con un ragazzo non molto più basso di lui,con i capelli mossi decorati con una bandana. Anche lui era molto bello,aveva un bello stile,ma il corvino. Quel ragazzo è il motivo per cui credo nell’amore a prima vista. Mi resi conto solo quando si girò verso di me che mi ero fermata in mezzo al corridoio e che lo stavo fissando da troppo tempo. Presa dal panico presi il primo corridoio che trovai cercando di allontanarmi il più possibile da li,ma non guardai la piantina così mi persi. “Hey.” sentii una voce dietro di me così mi girai. “Cciao.” deglutii. “Ti,ti sei persa?” disse per poi abbassare lo sguardo verso la piantina che tenevo stretta contro il petto. “Uhm..penso di si.” dissi cercando di sorridere per togliere l’imbarazzo. Ricambiò il sorriso e solo in quel momentomi accorsi quanto fosse bello. Aveva due occhi celesti mozzafiato,i capelli biondi ed era molto alto. Portava una maglietta nera con sopra una camicia a quadri nera e rossa accompagnata da un paio di jeans attillati neri. “Vieni ti accompagno,dove devi andare?” “Biologia.” dissi,lui annuì e cominciò a camminare. Lo seguii. “Come posso chiamarti?” mi disse dopo essere stato in silenzio per un po’. “Liz.” dissi abbassando lo sguardo per osservare le mie converse mentre camminavo. “Bene Liz,ecco la tua aula. Io comunque sono Luke.” Disse fermandosi davanti alla porta che,stanamente,era chiusa. Sorrisi. “Ti rivedrò,Liz?” mi sorrise,io annuii. Avevo amato il modo in qui aveva pronunciato il mio nome,quel ragazzo era il ritratto della bellezza. Bussai alla porta e sentii una voce femminile dire “Avanti!”. Mi si fermò il cuore,ero in ritardo? “Salve.” aggiunse. “Buongiorno” dissi con un filo di voce. La professoressa mi fece un cenno con la testa per invitarmi ad unirmi agli altri in un banco. Scrutai la classe per individuare un banco vuoto,non ci potevo credere. Sgranai gli occhi. L’unico banco vuoto era all’ultima fila,vicino al corvino. ‘cazzo’ sussurrai. Mi avviai al banco prendendo un respiro profondo e proprio mentre facevo per sedermi fui interrotta dal tono di voce severo della prof. “Potresti almeno degnarti di dirmi il tuo nome,signorina?” “Uh,mi scusi,sono Liz Turner.” risposi facendo un finto sorriso. “Molto bene,possiamo cominciare.” Sistemai lo zaino a terra e mi sedetti,guardando fissa in avanti per evitare che il mio sguardo e quello del ragazzo si incontrassero. “Liz Turner.” Quella voce,così roca,così stupendamente bella. Era la sua,quella del corvino. “Mh?” mi girai appena verso il ragazzo che aveva il busto steso sul banco per farsi sentire meglio. Era perfetto. “Elizabeth?” mi chiese con aria confusa. “No,è proprio Liz.” “E io ti chiamerò Elizabeth.” specificò. Non aggiunsi altro,mi limitai a girarmi a concentrarmi di nuovo sulla lezione,noiosissima tra l’altro. DRIIIIN. Ogni singola persona della classe si alzò di scatto per recarsi alla mensa così afferrai lo zaino e mi diressi verso la porta,ero la penultima,dietro mi me c’era il corvino. Appena uscii dall’aula mi sentii afferrare il braccio. Mi girai di scatto per trovarmelo davanti. Ancora lui. Mi guardò direttamente negli occhi lasciando che i nostri sguardi si fondassero. Ero confusa. “Elizabeth.” Disse con un tono di voce basso,ma molto sexy. Non aprii bocca,sperando che continuasse la frase da solo. “..domani ci vediamo nel bagno delle femmine,dopo la mensa.” Senza darmi il tempo di rispondere si stava già allontanando da me. Mi ripresi e mi incamminai verso la mensa dove,appena Luke mi vide,si precipitò al tavolo dove ero seduta. “Hey Liz!” disse con un sorriso smaliante. “Ehi.” sorrisi. “Ecco,stavo pensando..cos’hai da fare domani sera?” disse con le mani nelle tasche dei jeans. “Uhm,penso niente.” sentendo la mia risposta sorrise come in segno di sollievo. “Splendido!” si schiarì la voce. “Ecco stavo pensando,ti va di fare una passeggiata con me? Magari ci fermiamo in un bar e..” “Certo!” esclamai senza fargli finire la frase. Sorrise ancora. “Wow,mm,ci vediamo domani alle nove.” disse lasciandomi un dolce bacio sulla guancia per poi allontanarsi. Sorrisi,ma lui si era già voltato e non se ne accorse. Mi girai verso la porta d’entrata della mensa e notai che,con le spalle appogiate al muro,c’era il corvino che mi fissava. Cosa diavolo voleva quel ragazzo? Stava cominciando ad inquietarmi veramente tanto. Mentre cercavo di mandare giù quel cibo che di buono non aveva nulla pensai al suo invito nel bagno delle ragazze. Non sapevo se ci sarei andata o meno,ma sicuramente ero molto curiosa di quello che sarebbe successo se ci sarei andata. In ogni caso in quel momentoero sovrappensiero per l’uscita con Luke,era davvero un bellissimo ragazzo e speravo che sarebbe andato tutto a meraviglia. HEEY Ecco a voi il primo capitolo. Comunque ho sentito dire che hanno Hakerato il profilo twitter di Luke e che ha unfollowato un po’ di fan,mi dispiace :c Anyway,follow me on twittah (>>> @calumssmilex) Ciao babees.**

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