I will be with you

di LisaTWD
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Troppo tempo ***
Capitolo 2: *** Ora di pranzo ***
Capitolo 3: *** Ricordi e una chiacchierata ***
Capitolo 4: *** L'appuntamento ***
Capitolo 5: *** Colpevole ***
Capitolo 6: *** Va tutto bene ***
Capitolo 7: *** Sdentato a caccia di guai ***
Capitolo 8: *** Bloccati ***
Capitolo 9: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 10: *** Lite coniugale ***
Capitolo 11: *** Il corno di Freya ***
Capitolo 12: *** Il corno di Freya (parte 2) ***
Capitolo 13: *** Il corno di Freya (parte 3) ***
Capitolo 14: *** Catching up with mum ***
Capitolo 15: *** Obbligo o verità ***
Capitolo 16: *** La mappa (Flashback) ***
Capitolo 17: *** La miniera (Flashback parte 2) ***
Capitolo 18: *** Obbligo o verità (parte 2) ***
Capitolo 19: *** Riflessioni e delusioni ***
Capitolo 20: *** Perdonami ***
Capitolo 21: *** Best day of our lifes ***
Capitolo 22: *** L'ultima avventura ***
Capitolo 23: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Troppo tempo ***


~Capitolo 1: Troppo tempo (Punto di vista di Astrid)
Un anno è passato dalla grande guerra con Drago Bludvist, lo spietato dominatore di draghi, e Berk è finalmente ricostruita completamente. Ma in fondo, questo anno tra un impegno e l'altro è volato via veloce come un Furia Buia.
Testa Bruta Thorston sta ancora cercando il vero amore, e la conquista di questo è ancora contesa tra Moccicoso Jorgenson e Gambedipesce Ingerman. I ragazzi, compreso Testa di Tufo, sono sempre gli stessi.
I ragazzi non sono però gli unici a non essere cambiati troppo. Io e Hiccup siamo sempre follemente innamorati. E pensare che tutto è iniziato solo 6 anni fa... "Solo" relativamente. Il nostro amore è cresciuto ed è diventato più forte. Sono la donna più fortunata del mondo.
Ora che Hic è diventato capo di Berk, però, ha meno tempo da dedicare a me. Non lo biasimo... deve essere dura ogni giorno svegliarsi sapendo che un nuovo problema incombe su questo sperduto villaggio, e aspetta solo di essere risolto. Diciamo che in questo periodo mi sento più sola del solito.
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Cari lettori,
Vi ringrazio tanto di esservi fermati qu per leggere questa fanfiction per quanto bella o terribile possa essere. Non dimenticate di commentare e dare il vostro parere ed eventuali consigli su questa mia prima fanfic. Ho voluto iniziare questa storia non seguendo le tradizioni, in quanto è Astrid questa volta a rompere il ghiaccio, e ho cercato di farla sembrare più femminile di quanto lo fosse 6 anni fa. Ma non preoccupatevi, la dura Astrid arriverà a breve. La storia è ambientata dopo Dragon Trainer 2,  il quale non ho creato io (accidenti!) e ogni personaggio di cui sentirete parlare in questa storia è opera della Dreamworks, compresi i film, i cortometraggi e le serie tv. I personaggi figurateli come quelli di DT2. Il "Punto di Vista" lo chiamerò POV, come si usa nelle fanfic inglesi.
Cari saluti, Ali d'argento
 

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Capitolo 2
*** Ora di pranzo ***


~~~Cap. 2: Ora di pranzo (POV di Hiccup)
Abbiamo ricostruito il villaggio di Berk e io, Hiccup Horrendous Haddock Terzo, sono il capo di questo pezzo di... nulla.
Ho trascurato Astrid ultimamente ma i momenti passati insieme sono stati indimenticabili. O Dei, quanto tempo è passato dal nostro ultimo appuntamento! Le chiederò di uscire. Sarà meraviglioso. O almeno spero. Un'altra cosa che spero proprio è che non si sia offesa. In tal caso, sarà meglio che io mi guardi dalla sua ascia.
È ora di pranzo. Io e la gang abbiamo un tavolo riservato. Non è esplicitamente riservato, ma è come se lo fosse dato che in quel posto ci sediamo solo noi. Qua parliamo dell'Accademia e dei draghi, ma spesso (e se posso aggiungere, troppo spesso) ci ritroviamo a parlare della vita privata mia e di Astrid. Questo probabilmente perché io e lei..., a volte..., raramente... potremmo aver saltato qualche incontro per stare un po' insieme. Potremmo...
Come tre settimane fa. Iniziano a chiedere riguardo tutto quello che è successo, e noi rispondiamo alle domande che ci fanno più comodo tentando inutilmente di cambiare discorso. Solo una domanda si ripete tutte le volte, alla quale io e lei rispondiamo rossi per l'imbarazzo, sempre no, dopo uno sguardo di sfuggita l'uno all'altra.
Vedo Astrid seduta al tavolo senza nessuno. Perfetto. Mi avvicino e mi siedo vicino a lei. "Ehi Hic!" dice baciandomi sulla guancia. "Buongiorno Mia signora, come procede all'Accademia?" Oh, quasi dimenticavo, ora lei dirige l'Accademia. Io quando sono libero faccio un salto per salutare, sono rarissime le volte nelle quali posso partecipare al dragon training, il quale in questo caso viene guidato da me. "Bene, benissimo... O almeno così andrebbe se escludessimo i gemelli e Moccicoso!" "O Dei del cielo! Che è successo?" "Lotta-per-il-potere, ancora dopo un anno!" "M-Mi dispiace Astrid, io non pensavo che..." "Come facevi ad essere così calmo e rilassato! Io certe volte vorrei solo prenderli a pugni tutti quanti e..." "Astrid!- Interrompo il suo momento di intensa ira sperando che non mi uccida, invece vedo i suoi grandi occhioni azzurro zaffiro che mi guardano attenta e per niente infuriata. Probabilmente si è già sfogata. Continuo con un sorrisetto sospetto sul volto- Io so come farti sentire meglio- Il suo sguardo ora diventa confuso e curioso mentre il mio ritorna serio- Ti ho lasciata sola troppo ultimamente... quindi mi chiedevo se ti andasse di uscire per un appuntamento". Faccio appena in tempo a finire la frase che mi sento un paio di braccia al collo che per poco non mi fanno cadere sulla panca. Ciò che mi salva è una delle mie mani che si appoggia dietro alla mia schiena, e che poi raggiunge l'altra attorno al corpo della mia ragazza. "Sì Hic, mi piacerebbe un sacco".
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Allora, com'era questo? Per ogni tipo di chiarimento non indugiare a scrivermi e spero che questa fanfic vi stia piacendo. Sono troppo descrittiva?
Arrivederci, Ali d'argento

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Capitolo 3
*** Ricordi e una chiacchierata ***


~Cap.3: Ricordi e una chiacchierata (POV di Astrid)
Ero sdraiata sul mio letto guardando con lo sguardo perso e pensoso il soffitto. L'ultimo appuntamento che avevamo condiviso risaliva a circa tre settimane prima. Ed era stato meraviglioso. Eravamo alla spiaggia mano nella mano seduti a guardare le onde del mare che scintillavano sotto la luce del tramonto. Parlavamo di tutto quello che ci venisse in mente. Ridevamo, sorridevamo, camminavano. Ci baciavamo.
Tre "toc" sulla porta mi svegliarono dal mio mondo dei sogni. "Sì?" Chiesi ad alta voce "È l'unica Thorston sana di mente" Aprii la porta e vidi la faccia di Testa Bruta. "Entra" Dissi io con un vago cenno della testa, che fu maldestramente interrotto da una spinta inaspettata della mia amica che mi catapultò sul mio letto dopo aver chiuso la porta. "Astrid Hofferson!, mi vuoi spiegare in nome della barba di Odino che cosa sta succedendo nel tuo cervellino?!- Dopo un mio sguardo confuso riprese ad urlare- Tu e Hiccup non eravate al tavolo quando siamo arrivati e al tuo posto il tuo piatto era completamente pieno!" "Ah, ecco perché il mio stomaco è vuoto..., ma il fatto..." "Non mi interrompere! Non starai mica incominciando una dieta?!,- iniziavo a scaldarmi e serrai gli occhi verso lei, la quale continuò senza problemi- Comunque questo non è il punto!:- Stavo esplodendo, sapevo che sarei esplosa...- Il mio stupido fratello e l'amico ancora più stupido di mio fratello si sono messi a litigare per il tuo pranzo! Ma che ti è successo?! Lo sai che litigano per poco e per divertimento!" "ERO DISTRATTA PERCHÉ IO E HICCUP USCIAMO INSIEME STASERA!" Mi alzai di botto dal mio letto per poi risedermi con un tonfo. Ero esplosa e purtroppo mi ero resa conto troppo tardi di che cosa avessi detto. Bruta parlò "Hiccup si è finalmente svegliato!" Io ribattei in fretta mentre lei si incamminava verso la porta "Non dire niente questo pomeriggio all'incontro, ok?" "Sì, forse non lo farò" Rispose e dopo ciò sbatté la porta e uscì di casa. Poi ero sola di nuovo.
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Qualcosa mi dice che Astrid deve ancora lavorare molto per contenere la rabbia!
Ok, questo era il primo dialogo tra confidenti tra Astrid e Bruta. Ho desiderato che Astrid chiamasse la Thorston con il termine "amica" in quanto la migliore amica di Astrid è la sua draga o "draghessa". Sto ancora cercando di capire se questo termine esiste... Ho notato che  il "drago femmina" viene chiamata anche "Vívria". Alcuni pareri a riguardo? Penso che chiamerò Tempestosa draghessa, ma anche vívria non mi dispiace.
Ciao ciao, Ali d'argento

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Capitolo 4
*** L'appuntamento ***


~~Cap. 4: L'appuntamento (Narratore esterno)
Era veramente nervoso. Veramente molto nervoso. Era passato un sacco di tempo dall'ultima volta. Tutto doveva essere perfetto e andare come lui aveva programmato. Prese un respiro profondo e il ragazzo bussò alla porta di lei. Sentii dei passi che scendevano le scale velocemente. Quando una, anzi "la" Divina Bellezza* aprì la porta, lui era sicuro che gli sarebbe caduta la mascella. Non indossava i suoi soliti vestiti. La maglietta era sì la stessa, non le mancavano i manicotti, e il cappuccio era sempre adagiato sulla sua schiena. Per non parlare del suo sacchettino che Astrid teneva legato in vita, e solo Freya sapeva cosa ci teneva dentro. Ma la gonna era come se si fosse allungata fino alle ginocchia. Inoltre lui avrebbe scommesso sul fatto che lei non stesse indossando i suoi soliti pantaloni aderenti blu. I capelli con i riflessi del sole del pomeriggio erano dorati, e nascondevano allo stesso tempo sfumature più ramate, quasi come quelle di Hiccup. Era uno spettacolo. Lei allungo una mano e con l'indice di questa spinse il mento di Hiccup verso l'alto, chiudendogli la boccia rimasta aperta. Lui era comunque incantato. "Allora... Andiamo?" Chiese lei. "Oh, ma certo Mia Signora" rispose l'altro frettolosamente, finalmente svegliato da quel bellissimo sogno. Montarono in groppa a Sdentato e Astrid pose le sue gambe da una parte sola in quanto la gonna era troppo lunga, abbracciò Hiccup e mise la sua testa sulla spalla di lui. Il volo romantico iniziò. Era tutto meraviglioso.
Volarono attorno Berk fino al tramonto, poi si fermarono alla radura dove lui e lei avevano passato i momenti più magici della loro vita. Era anche quella dove lui aveva conosciuto Sdentato. A loro piaceva per la posizione in cui era, ovvero vicino a Berk ma non troppo, tanto quanto bastava per avere un luogo riservato e quasi inaccessibile se non da alcune rocce vicine che nascondevano una sorta di corridoio che portava poi a una discesa leggermente ripida. L'ultimo ostacolo da superare era lo scudo di Hiccup che aveva lasciato incastrato tra due rocce quand'era quindicenne.
Oppure ci si poteva arrivare se a bordo di un drago.
Alla coppia quel luogo piaceva anche per l'aspetto estetico: era come se fosse stato scavato da una botta del martello di Thor, e poi si fosse costruito un ecosistema a sé. Aveva tutto: degli alberi, un laghetto, rocce e ovviamente erba e terra.
Vi erano luci, un tavolo, due sedie e una cena per due. Lei riuscì solo a dire "Wow- Piroettò e la gonna girò con lei in maniera a dir poco sublime; e osservò meglio e da ogni angolazione quello splendido posto- Tesoro, questo è stupendo" Disse Astrid. A quella parola lui non poté fare a meno di sorridere. Astrid prese le mani di Hiccup sorridendo. Si guardarono in quegli occhi entrambi così profondi, nei quali si perdevano ogni volta, che lo sguardo fosse rapido o intenso. Fissando gli occhi azzurro cielo lui si rese conto che quella sarebbe stata la donna con cui avrebbe speso tutta la sua vita.
~(POV di Hiccup)
Ci sedemmo e iniziammo a mangiare. Avevo chiesto a Skaracchio una mano, in quanto sia io che mia madre in cucina riusciamo a creare sassi che digerisci in trent'anni e pezzi di carta insipidi.
Mi tornò alla mente che dovevo fare una cosa importante"Oh, quasi dimenticavo" Mi alzai e raggiunsi Sdentato, che possedeva sempre una borsa attaccata alla sella. Presi una rosa da questa e la infilai tra i capelli di Astrid. Lei alzò lo sguardo e toccò delicatamente il fiore. "In caso te lo stia chiedendo, non ti si avvicina nemmeno come bellezza". Lei mi porse uno sguardo leggermente stupito ma poi sorrise e la sua pelle si tinse di un colorito più rosa del solito. "Hiccup, grazie. Io non so davvero che dire... Ti sei impegnato tanto per me... Per noi... È tutto stupendo". "Te lo dovevo. Non ti sono stato molto accanto in questo periodo e..." Lei mi interruppe baciandomi, alzandosi dalla sedia e appoggiando le mani sul tavolo. Fu un bacio lungo e quando ci separammo e lei parlò: "Non è importante. Quel che mi importa ora è che tu sia qui con me". Questa volta fui io a baciarla. Mi strinse le braccia attorno al collo e sollevò una gamba mentre si appoggiava con tutto il suo peso a me. Io la sostenni. Si allontanò e le accarezzai una gota, scostandole la frangia dall'occhio. Stavo per ringraziarla quando una voce mi interruppe:" Ehi, voi due, prendetevi una stanza!"
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DUN DUN DUUUN. Chi sarà mai questa misteriosa persona?
Non riesco ancora a controllare la lunghezza dei capitoli. Questo è più lungo del solito, ho aggiunto un sacco di descrizioni ma non è un granchè.
*Divina Bellezza è il significato del nome di Astrid
Saluti saluti saluti, Ali d'argento

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Capitolo 5
*** Colpevole ***


~Cap. 6: Colpevole (POV di Astrid)
Perché Thor, perché?! Stavamo così bene e poi... Moccicoso. Sul serio?! E purtroppo non era il solo presente, tutta la gang era al rapporto!
Io e Hiccup stavamo arrossendo tantissimo... e Testa Bruta l'aveva notato "Come mai siete rossi come due pomodori?"
"Ciao, ragazzi" Disse Hic lentamente soffermandosi sull'ultima parola strofinandosi la nuca, tipico gesto di quando era imbarazzato.
"Questo non è carino da parte vostra!" Testa di Tufo disse, ma la persona che mi stava accanto diede al gemello appena il tempo di parlare per poi scoppiare in un urlo liberatorio: "Che cosa?! CHE COSA NON È CARINO?! CHE IO POSSA PASSARE DEL TEMPO CON LA MIA RAGAZZA IN PACE SENZA CHE VOI CI INTERROMPIATE OGNI SANTA VOLTA?!" Hiccup riprese fiato mentre i suoi occhi erano spalancati, ancora incredulo dell'urlo che era uscito dalla sua bocca. Non lo avevo mai visto così. E questo non era un buon segno. O era comunque strano. Un secondo prima era timido, chiuso e riservato e un secondo dopo, beh... quello?! Ci pensai su un attimo.
Poi realizzai.
Spalancai gli occhi, ero pietrificata.
Lui stava difendendo me. Lui stava difendendo noi. Il sorriso di quel pensiero fu soffocato dal mio stesso rimorso. Dovevo interromperlo.
Chiesi con voce timida: "Hic" "Non adesso As..."  "Hiccup" Sì voltò di scatto, mi guardò e lo sguardo adirato divenne compassionevole
"Che c'è?"
Sarei riuscita a trovare il coraggio di dirglielo? Non lo sapevo. Dopotutto io sono Astrid Hofferson l'audace. Nulla mi può far dichiarare bandiera bianca e nulla mi butta giù. O almeno lo pensavo quando il mio nemico andava sconfitto durante una guerra. Anche se l'esercito del quale io facevo parte fosse stato in un inferiorità qualsiasi, ci avrei provato comunque. A testa alta. Con Hiccup era tutta un'altra storia. Perdere lui sarebbe stato peggio di perdere una guerra. Quando dico perdere Hic intendo farlo arrabbiare con me. Sarebbe stata una cosa che non avrei mai sopportato. La somiglianza tra la guerra in questione e Hic era che ne sarei uscita sconfitta da tutte e due le parti. Ma se avessi perso Hic sarei morta più di quanto sarei potuta morire fisicamente. Presi un respiro profondo e abbandonai ogni pensiero.
"Non è colpa loro- il suo sguardo divenne confuso- È-È colpa mia. Sono stata io- Lui mi guardò perplesso- Ho detto io a Bruta che saremmo usciti stasera".
Era senza parole. Non riuscivo più a guardarlo in faccia. Come avevo osato? Lui si era impegnato tanto e aveva messo tutto sé stesso in questo appuntamento... e io avevo rovinato tutto.
Sarei voluta correre via, lontano, più lontano di Capocorvo*,  avrei perfino nuotato fino a Heleim's gate* e sarei volata fino ad Ascella che prude*. Volevo andarmene, scappare da quella situazione, avrei voluto ricacciare indietro le lacrime che trattenevo a stento.
Ma se fossi corsa via, Hiccup sarebbe sembrato e si sarebbe sentito colpevole. E ciò non era giusto. Perché non stavano così i fatti.
"M-Mi dispiace" Fu tutto quel che riuscì a dire, e perfino con la voce un po' roca, storpiata dal nodo che mi cresceva in gola.
Questo era quindi ciò che si provava a sentirsi colpevoli di qualcosa. Me lo ero dimenticato. Era passato tanto tempo dall'ultima volta che mi era capitato. Non che io fossi perfetta, ma quello non era il mio tipico errore.
Non piangere, non piangere, non piangere.
Ci fu una pausa di silenzio. Il momento più lungo della mia vita.
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Noooooooo, io mi voglio male. C'è solo questa spiegazione possibile. Povera Astrid. Ed ecco che conosciamo il suo lato più fragile. Credo di essermi infarinata da sola con il paragone della guerra. Forse ho un po' esagerato. Potete far finta che quella parte non ci sia se non vi piace.
* Questi sono tre luoghi menzionati nel primo e nel secondo film.
Basta con questa nota che mi sento deprimere.
Non odiatemi, Ali d'argento

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Capitolo 6
*** Va tutto bene ***


~Cap. 6: Va tutto bene (POV di Hiccup)
Non era colpa sua. Diciamo che era un po' colpa di tutti.
Era "colpa" mia perché avevo urlato in maniera spropositata. Spero che quell'urlo non si sia sentito a Berk.
Era "colpa" di Astrid perché si era confidata con una sua amica. Ma che razza di colpa è?
Era "colpa" di Testa Bruta che aveva condotto i ragazzi a noi.
Era "colpa" dei ragazzi che l'avevano seguita.
Ma non sapevo come dirlo ad Astrid. Pensando a lei la guardai. Era in piedi e si teneva stretta i gomiti. Aveva lo sguardo basso e leggermente rivolto dalla parte opposta a quella dove ero io. Teneva i denti serrati, ma non in un sorriso. Le guardai gli occhi con uno sguardo fugace, ma poi mi concentrai di nuovo su essi. Erano diversi, sembravano più lucidi del solito. Controllai meglio e ciò che notai mi spezzò il cuore.
Quelle erano lacrime.
Corsi immediatamente ad abbracciarla per donarle conforto. Lei ricambiò lanciandosi su di me non appena fui arrivato. Sussurrai: "No, ti prego, non me lo perdonerei mai. Non farlo. Sono qui- Lei mi strinse in una morsa ancora più forte- Lo sai che non è colpa tua" "H-ho rovinato tutto..." "No, è stato un incidente, e lo s...-Sentii una goccia cadere sulla mia schiena. E non era sicuramente tempo da pioggia. Pretesi la sua attenzione- Astrid Hofferson. Guardami. Va tutto bene". Lei alzò lo sguardo lasciando leggermente la presa "Davvero?" Io annui. Strinse tanto forte che mi sentii soffocare. "Grazie" sentii dire dalla voce più angelica del mondo, non più roca come prima. Risposi sorridendo: "Grazie a te" La abbracciai di nuovo e dopo esserci guardati ci stringemmo in un soffice bacio. Questo era l'appuntamento che avevo programmato.
(POV di Testa Bruta)
"Ehm... penso che dovremmo dire che ci dispiace molto anche a noi" Dissi realmente dispiaciuta ora che avevo capito come stavano le cose. "Allora tu non stai parlando a nome mio!" Rispose mio fratello con il suo solito sorriso ebete sul viso. Quando lo fulminai con lo sguardo ritirò subito quello che aveva detto, capendo che forse quella non era la situazione adatta ad uno scherzo di cattivo gusto come il suo: "Ok, forse un pochino- lo guardai di nuovo con una faccia seccata- Va bene, va bene mi scuso anche io" E detto questo alzò una mano.
"Adesso ci volete spiegare come siete finiti qui?" chiese Astrid poggiando le mani sui fianchi. Io iniziai prendendo un respiro profondo parlando molto velocemente, inoltre erano un sacco le cose da dire: "Eravamo al rifugio e ci stavamo chiedendo dove eravate voi due allora io ho detto sono fuori per un appuntamento e poi queste due teste di montone hanno iniziato a cercarvi". Dopo aver ripreso a respirare normalmente conclusi con un sorriso alla fine perché mi sembrava adeguato.
Astrid poi fece finta di sussurrare ad Hiccup qualcosa, ma lo sentimmo tutti: "Solo io ho capito metà discorso?"
"Secondo me vi avevano catturati! Io dimostravo solo spirito di squadra!"  Ignorammo tutti Tufo e Astrid proseguì: "E Gambedipesce che ci fa qui quindi?" "Non volevo mica restare al rifugio tutto solo!".
La coppia alzò gli occhi al cielo e poi Hiccup parlò: "Io continuo a non capire perché! Spesso ci state alla larga quando io e Astrid... sì insomma... ci comportiamo come coppia" "Ma voi partecipate a un incontro su cinque!" Tutti guardammo stupiti Moccicoso. Non ci era mai capitata una reazione del genere da lui.
"Ecco.. diciamo che non ci dispiacerebbe sapere che cosa fate ogni tanto" Gambe proseguì e Tufo prese il suo posto "Ciò che vogliamo dire è che a volte ci sentiamo un po' esclusi. E.. noi... Credo che stiamo iniziando ad abituarci a... tutto questo. Non credo vi giudicheremo più".
Ci fu quale secondo di pausa poi Hic chiese: "Perché non ce l'avete mai detto?" Nessuno rispose e tutta la gang si guardava. Quel fissarsi stava iniziare a diventare imbarazzante.
Tanto imbarazzante da imbarazzare perfino mio fratello gemello "Ehm... Moccicoso diglielo tu!" "Ma perché io?!- dopo uno sguardo attonito proseguì- L'abbiamo fatto- indugiò nuovamente-...Per non ferirvi".
Hiccup e Astrid non potevano crederci. Non desideravano assolutamente una cosa del genere. Astrid poi era sconvolta. Per tutto quel tempo noi ci eravamo sentiti come lei. E nessuno aveva mai pensato a consolarci o a consolare lei.
"Ci dispiace" Hiccup disse. Dopo un attimo di silenzio Gambedipesce esclamò: "Ah, non vi preoccupate. È passato ormai. Abbraccio di gruppo!". La gang si abbracciò, finalmente totalmente chiarite le divergenze. Gambe sapeva sempre come fare sentire una persona (o in questo caso più di una) meglio con un piccolo gesto.
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Ta-da. Un altro capitolo per voi. Usciranno in giornata anche il 7, e siccome mi ha convinto una persona speciale,  anche l'8
Inoltre in questo capitolo ho menzionato "il rifugio". Questo l'ho inventato io e penso che possa essere un luogo dove i ventenni e i ventunenni dell'isola di riuniscono per parlare, mangiare, chiacchierare. Ma non solo di draghi
Ciao, Ali d'argento

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Capitolo 7
*** Sdentato a caccia di guai ***


~Cap. 7: Sdentato a caccia di guai (Narratore esterno)
Flashback
Era inutile. Nulla lo avrebbe distratto da ciò che lo attraeva. Dopotutto Sdentato era come un gatto. Un insetto che svolazzava così magnificamente e velocemente sarebbe stato sicuramente un incanto per lui. Le grandi ali azzurre della farfalla lo stavano attirando lontano dalla coppia che rideva compiaciuta mentre mangiava. E i due non se erano nemmeno accorti. Ma considerando che non se ne era accorto nemmeno il drago stesso...
Il Furia Buia seguiva con occhi incantati la bestiola e continuava a cercare di acchiapparla, silenzioso come non mai. Mentre usciva dalla radura cercando in tutti i modi di arrampicarsi sfoderò gli artigli per aggrapparsi meglio.
Inavvertitamente non appena salito sul bordo del territorio pianeggiante scosse delle pietre con le zampe posteriori, e diede una lieve spinta a una delle numerose pietre con altrettante crepe sporgenti dal terreno umido e fangoso tipico della zona.
Questo fu il colpo di grazia che fece precipitare pezzi di terreno al di sotto dalla radura, sbarrandone l'entrata, che allo stesso tempo rappresentava l'unica via di uscita da quel posto incantevole.
Fu quasi come un'autentica valanga. Ma fece molto meno rumore, e né i fidanzati né gli spettatori, arrivati da poco calati da qualche liana sospesa però troppo scivolosa per poterla usare come appiglio per risalire, se ne accorsero.
Prima che potesse rendersene conto Sdentato era già lontanissimo da dove era partito.
Se ne accorse troppo tardi e solo quando la farfalla spiccò il volo e si alzò e librò in volo. Il drago tentò di imitarla ma senza risultati.
Fu così che iniziò a pattugliare la zona per cercare di capire come ritrovare la strada di casa, ovvero dove era Hiccup.
Osservò dall'alto di un albero dopo essersi arrampicato ma i suoi amici non si vedevano proprio.
Iniziò a sperare di non dover cercare tutta la notte. Iniziò a passeggiare in una direzione casuale, seguendo l'istinto. Quando fu troppo stanco per proseguire, si fermò in una grotta vuota per dormire.
Ed era propria quando lui dormiva di sasso il momento in cui il suo amico aveva più bisogno di lui.
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Questo è un capitolo più corto del solito perché avrei iniziato un discorso totalmente diverso altrimenti. Sdentato non cambierà mai
Ali d'argento

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Capitolo 8
*** Bloccati ***


~Cap. 8: Bloccati (POV di Astrid)
Dopo l'abbraccio iniziammo a dirigerci verso l'uscita della radura ma prima Hiccup chiamò Sdentato. Non ottenendo nessuna risposta si voltò. Lui non c'era più. Vedevo nel voltò di Hiccup la preoccupazione. Anzi, Hic era la preoccupazione in persona. Non riusciva a comprendere dove se ne fosse andato, come e perché lui e noi tutti non ce ne fossimo accorti. Iniziò a dettare ordini mentre si dirigeva verso l'uscita per andare a cercarlo: I gemelli andranno a Ovest, Moccio e Gambe verso Berk io andrò a Nord con..." Fu interrotto non da una persona. Bensì da una gigantesca parete di rocce e terra che sbarrava l'uscita. "E adesso che si fa?" Chiesero i gemelli all'unisono.
Hiccup era spiazzato. Non si aspettava certo... quello. Iniziò a gridare aiuto: "Ehilà, c'è nessuno?, siamo rimasti bloccati qui!- ci unimmo a lui- Aiuto! Qualcuno c'è in giro? Aiutateci!" Hic ci fermò con un gesto della mano, mise le mani ad imbuto e imitò il verso della Furia Buia. Una, due, tre volte. Ma tutto fu inutile.
"Allora che facciamo? Lo tiriamo giù con un paio di calci ben assestati?" Chiese Moccicoso con un sorriso compiaciuto. "Ci arrampichiamo?" Chiesi io. Hic dopo aver scosso leggermente una roccia rispose: "Ho paura che ci cadrebbe tutto in testa se spingessimo, sono rocce pesanti non riusciremmo a scansarci in tempo. E sono troppo poco fissate tra di loro per potere arrampicarsi" "No, aspetta. Mi stai dicendo che se io mi attaccarsi di peso a una roccia..." "Ti sfracelleresti le budella?!" "FORTISSIMO! Proviamoci!" Tufo, Bruta, e in seguito entrambi avevano parlato e si erano già avviati verso il pericolo quando Gambe li fermò. Dopo averli entrambi riportati al loro posto Moccicoso esclamò: "Se ci stai dicendo di non tornare a casa... Questo vuol dire che dobbiamo restare qui tutta la notte?!" "Al freddo?!" "Con quei chili di lardo con cui ti ritrovi non dovresti sentire freddo"
E come solito iniziò una lite tra Moccicoso e Gambedipesce, che si punzecchiavano come due zanzare, la maggior parte delle volte per Bruta. "Il vichingo più basso del mondo ha parlato!"
"Ragazzi non adesso" Hic li interruppe "Zittisciti Hiccup, la questione si sta facendo interessante" Moccicoso nella sua arroganza rispose in tale modo e devo ammettere che la reazione del mio ragazzo fu del tutto inaspettata da parte sua, ma in fondo perfino io avrei fatto così.
"Moccicoso. Ho. Detto. Basta" Scandì il capo di Berk a denti stretti squadrando Moccio dall'alto al basso mentre fece un passo avanti quasi in segno di minaccia. Il soggetto in questione scrollò le spalle alzando gli occhi al cielo e incrociò le braccia.
Ma non osò guardare il suo capo negli occhi.
E non replicò.
"Qualcuno accenda il fuoco, ci rifugeremo in quella caverna" Fece un cenno vago con il dito e disse che lui sarebbe andato a cercare tutto quello che c'era di combustibile.
Non appena tornò tutti eravamo silenziosi. Non che ci fosse molto da dire.
Avevo le mani attorno alla ginocchia e la schiena appoggiata al muro.
Guardavo il fuoco con aria assorta e pensavo a quanto dovesse stare male Hiccup. Probabilmente era per quello che lui aveva reagito in maniera così brusca con Moccicoso.
Una mano attorno alla vita mi fece leggermente sussultare svegliandomi dal mio pensiero.
"Ehi" sentii. "Ehi" risposi, forse non con la stessa espressione sul viso probabilmente, perché dopo lui mi chiese se c'era qualcosa che non andava.
Il mio sorriso finto e tirato non era stato abbastanza convincente.
Lo chiesi io a lui. "Non mi ci fare pensare" Rispose.
Io mi accoccolai vicino a lui mentre mi accarezzava i capelli. "Vedrai che starà bene" Dissi. "Lo spero proprio.- Dopo una breve pausa ricominciarono le preoccupazioni- ...E se fosse stato catturato... o fosse stato attaccato..." "Shh...- alzai il capo e gli accarezzai una guancia. Lui si voltò verso di me. Sperai che questo lo potesse fare sentire meglio. Lui tirò un respiro profondo ma poi mi sorrise- Questo è l'Hiccup che conosco io. Quello che non si dà mai per vinto e non si arrende mai. Un vero Haddock"
Riappoggiai la testa sul suo petto e un sorriso si formò sulle labbra di entrambi. Sentivo il battito del suo cuore.
Giorno dopo giorno mi sentivo sempre meno strana al pensiero che Hiccup fosse diventato parte permanente del mio cuore. E che io fossi diventata parte permanente del suo. Gli occhi iniziavano a chiudersi.
"Buonanotte Hiccup"
"Buonanotte Astrid"
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E con questo capitolo vi auguro la buonanotte dato che è un po' tardi.
A domani con nuovi aggiornamenti
Ali d'argento

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Capitolo 9
*** Finalmente a casa ***


~Cap. 9: Finalmente a casa (POV di Hiccup)
Quando ci svegliammo mi ritrovai con uno splendido viso tra le braccia. In quel momento si svegliò anche la padrona di quel volto leggermente paffuto ma allo stesso tempo ricco di una finezza unica.
Prima che si furono aperti completamente, i suoi occhi sbatterono varie volte.
Il suo viso si alzò verso di me e io parlai: "Buongiorno splendore"
"Sì, sì, buongiorno" Disse lei con aria indifferente con uno sbadiglio per poi riappoggiarsi e mettersi a sonnecchiare. La chiamai nuovamente per svegliarla, ma dopo vari tentativi, capii che ce l'avrei fatta solo in un modo "Ma se io ti dicessi che uno yak ci sta venendo addosso..." "COSA?!" Fece un balzo svegliandosi definitivamente ma di soprassalto sbattendo la cima della sua testa contro il mio mento.
Fui abbastanza sicuro che non ne fosse valsa la pena e che lei non si fosse fatta male tanto quanto me. "OUCH! AHI AHIA"  Esclamai tenendo il mento con entrambe le mani. Il dolore stava già iniziando a passare però la botta del momento era stata forte. "O Dei, scusami tantissimo, io non..." "Va tutto bene, non ti preoccupare è solo una botta" Replicai lesto prima che si potesse preoccupare. Lei mi guardò incerta se credermi o no.
"Sei sicuro?" Io annui.
Prima che potessi rendermene conto un pugno collise con la mia spalla sinistra.
"Ouch!, ma che hai..." "Questo è per lo "yak"-  iniziai a protestare quando lei mi ammutolì stringendomi in un caloroso abbraccio- ...E questo è per tutto il resto". Ricambiai.
Gli altri iniziavano già a svegliarsi e si lamentavano: "Volete zittirvi voi due? C'è chi cerca di dormire qui!" "È ora di alzarsi, il sole splende e i nostri genitori inizieranno a preoccuparsi" Dissi io.
Provai a chiamare Sdentato nuovamente e mi parve di sentire un verso in risposta. Ripetei l'azione già compiuta e il ruggito si fece più forte.
Andiamo bello vieni qui, torna da me!
Non fu lunga l'attesa, ma sembrò una vita.
E in seguito dal bordo della radura vidi comparire un musetto nero familiare.
"Vieni giù, Sdentato!" Quando mi raggiunse correndomi incontro iniziai a sgridarlo, mi aveva fatto preoccupare!
Poi accadde l'inevitabile.
Lui iniziò a leccarmi, nonostante sapesse che la sua saliva non andava più via. Mi arresi e iniziai a coccolarlo "Mi sei mancato anche tu, bello"
Tutti ci raggiunsero, e io dissi al mio drago che era ora di tornare a casa.
In due giri eravamo tutti di nuovo a Berk, inutile parlare della preoccupazione di tutti quanti.
Era accaduto qualsiasi tipo di disastro mentre ero via. Il carretto delle mele era stato completamente rovesciato, Silenzioso Sven stava litigando con Mulch e Bucket per un motivo a me sconosciuto. E ripresi così la parte del capo di Berk dopo un profondo respiro di soddisfazione.
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I nostri eroi sono finalmente a casa. Adesso vado a rivedere DT2 per la quarta volta.
Ci tengo a dire che ho fatto svegliare all'inizio del capitolo Astrid e Hiccup più o meno nello stesso momento in quanto ho letto che più la coppia è emotivamente unita, più gli orari e la durata del sonno coincidono l'uno con l'altra. Insomma mi sembrava una cosa molto romantica.
Alla prossima, Ali d'argento

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Capitolo 10
*** Lite coniugale ***


~Cap. 10: Il corno di Freya (Narratore esterno)
Ormai tutto il villaggio era attorno a casa Rupertson. Nessuno escluso. La piazza era totalmente occupata, e tutti così impegnati ad originare fuori dalla casa che se fossero arrivati il mercante Johann o un esercito di navi da guerra dei Grandi Guerrieri nessuno se ne sarebbe accorto.
Nonostante tutta quella gente il rumore era minimo. Si sentivano parlare chiaramente solo alcune signore pettegole che analizzavano e riassumevano la situazione agli ultimi arrivati.
Quando Hiccup arrivò, incuriosito da tanta gente radunata attorno all'abitazione, dovette chiedere permesso almeno un centinaio di volte prima di bussare alla porta di casa Rupertson. Le scuse che si presentarono non furono meno.
Astrid, appena tornata dal suo volo mattutino, raggiunse il suo fidanzato tra la folla con un approccio leggermente diverso. Si fece largo tra sintonia e sicuramente meno "permesso" di quanti ne avesse detti Hiccup. Una volta raggiunto egli, chiese che cosa, nel nome della barba di Odino, stesse accadendo. Lui rispose: "Lite coniugale" "O cielo, non staremo qui ad ascoltare la signora che pensa che suo marito la stia tradendo, vero?" "Ho paura di sì, Astrid. Vai a casa" "No! Resto qui con te! Sai che fatica che ho fatto per arrivare qui? Mi ucciderebbero se facessi il percorso a ritroso!" Disse lei spiritosa. Lui sorrise all'idea che la sua ragazza preferisse stare con lui.
La signora urlava tanto forte con suo marito che probabilmente nessuno dei due aveva sentito bussare.
Fu così che il capo di Berk dovette iniziare a urlare per farsi sentire e sbatté la mano aperta contro la porta di legno ammaccata.
Aspettando che qualcuno aprisse la porta la osservò meglio.
Era muffa quella sulla maniglia? Il ferro era completamente arrugginito. Poi si ricordò che lì a Berk ogni singola costruzione erano nuova. Ma evidentemente quella porta non era stata mai cambiata. La casa era stata inizialmente costruita prima che l'allora giovane coppia si sposasse.
Dopo aver pensato un po', capì che una casa di fattezza così nuova non poteva non essere stata ricostruita
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Vi scrivo di sfuggita perchè ora devo uscire. Mi sono comunque ricordata di voi.
Lo so che siete contenti del fatto che la "lite coniugale" non si riferisse a Hiccup e Astrid ;)
Saluti, Ali d'argento

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Capitolo 11
*** Il corno di Freya ***


~Cap. 11: Il corno di Freya (Narraore esterno)
Prima che la porta si aprì Hiccup e Astrid furono abbastanza sicuri di avere sentito dei piatti rompersi e uno sbatacchiare continuo di pentole e padelle. Il volto della signora Rupertson si rallegrò leggermente "Salve Hiccup" dissero marito e moglie fulminandosi con lo sguardo.
"Potrei chiedervi di entrare un minuto, il fatto è che..." "Stavamo giusto per venirti a chiamare, capo. È tutta la mattina che io e mio marito litighiamo" "Oh, questo lo sappiamo, fuori da casa vostra c'è una folla di gente che lei non si immagina, signora" Rispose Astrid in un tono leggermente fastidioso di impertinenza.
Quando la moglie si affacciò alla finestra uno sguardo stupito e allo stesso tempo arrabbiato comparve sul suo viso, iniziò ad urlare dicendo a tutti che se ne dovevano andare immediatamente, e che non c'era nulla da vedere o sentire.
Richiuse le ante della finestra dopo un borbottato "Ma guarda un po' quanto è ficcanaso la gente!", e si scusò con i presenti, tranne che con suo marito.
Dopo che il capo di Berk chiese spiegazioni il primo parlò: "Dunque Hiccup, questa mattina stavamo facendo una passeggiata a Baia Cuornero con il nostro drago. Ci stavamo avvicinando a un sentiero per andare a raccogliere bacche" "Aspettate, aspettate. Dove portava il sentiero?" Hiccup chiese.
"Non ricordo bene... Credo una grotta" "Non avete avuto la possibilità di entrarci?" "Assolutamente no. Abbiamo sentito un suono frastornante e dopo quello mia moglie mi ha detto che ero un pazzo raccogli-bacche!"
"Ma se hai cominciato tu!" Replicò la moglie infuriata.
Dopo aver messo nuovamente la lite a tacere Hiccup e Astrid uscirono dall'abitazione frastornati e incontrarono la squadra al completo all'Accademia.
"Ma dove eravate finiti? Abbiamo aspettato qui tutta la mattina e non è arrivato nessuno!" Domandò Testa Bruta
"Scusateci ragazzi, era per i Rupertson" Disse Astrid. "Allora non ero il solo che li aveva sentiti litigare così selvaggiamente... Del resto chi non li ha sentiti...- Esclamò Gambedipesce- Ma che è successo?"
Hic parlò: "Ve lo stavamo proprio per raccontare. Abbiamo sentito che sono andati a Baia Cuornero e dopo aver sentito un suono frastornante hanno iniziato a litigare! Tutto ciò non ha senso!"
Moccicoso poi propose: "Io dico di andare al rifugio, mangiare..." Tufo lo interruppe con un sorriso a dir poco stravagante "Ma al pensare ci pensate voi! Come sapete, io ho deciso di non pensare"

Il rifugio era un posto adorabile. Ma nessun vichingo sano di mente l'avrebbe mai definito così. Era un termine che non rientrava nel vocabolario vichingo se non per poche eccezioni.
Hiccup aveva proposto l'idea, e tutti l'avevano accettata immediatamente, eccitati come non mai. Quando il progetto della casa; perché dopotutto era una casa, solo per sei; fu terminato, I ragazzi apparte Astrid e Hic, con la scusa del "sentirsi in debito" avevano pensato al mobilio. La coppia lo aveva lasciato fare, pensando che fossero veramente ben intenzionati.
Un errore colossale al momento. Con il loro spirito si erano procurati quattro letti singoli da posizionare in quattro camere diverse, e nella quinta camera avevano posizionato un letto matrimoniale.
Inutile parlare delle facce dei due fidanzati quando si erano affacciati alla stanza. E le risate della gang riguardo quei due volti completamente rossi, per almeno mezza giornata e tutte le volte in cui si riportava alla luce la questione.
Ai due non dispiaceva per niente, ma era pur sempre un pochino imbarazzante.
La sesta stanza era stata adibita al ruolo di ripostiglio.

Arrivati al rifugio i sei si misero al tavolo e discussero mentre mangiavano.
"Che cosa potrebbe essere?" "Ma sei sicuro?" "Dici?". Le domande erano state tante. Hiccup aveva risposto come avrebbe fatto un capo. E del resto... che cos'era lui se non un leader nato?
"Deve esserlo. Una sola specie di drago emette un suono così percussivo. Non v'è altra spiegazione. In qualche modo deve incantare però le persone. Dobbiamo cercare se tra leggende c'è un oggetto simile o una qualsiasi altra opzione"
Agli ordini di Hiccup, perfino i gemelli si misero sui libri. Guardando le figure. Ci stettero sopra tutto il pomeriggio, d Moccicoso trovò qualcosa, e lesse:
"Corno di Freya
Si dice che questo corno fosse stato mandato da Freya sulla Terra in una località sconosciuta per blah blah...- dopo aver saltato un pezzo considerato inutile continuò- e che avesse abilità ipnotizzanti. Il suono del corno incitava le liti tra le coppie di lunga data".
"Coppie di lunga data?- replicò Astrid preoccupata- Cosa intendono per lunga data?"
La gang sapeva esattamente chi guardare in quel momento. Il loro riferimento, la guida, il capo.
Egli però non aveva idea di che cosa rispondere alla sua fidanzata
"Io non ho proprio idea di che cosa intendano..." Rispose con un espressione dubbiosa sul viso.
"Pensi che dovremmo non andare?"
"Dobbiamo andare! C'è bisogno di tutto l'aiuto possibile...- Hiccup era preoccupato quanto lei. Non avrebbe mai voluto mettere la loro relazione a rischio. Sospirò- Riposatevi. Domani mattina si parte all'alba. Ci incontreremo all'Accademia. Puntuali per favore"
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Ecco qua, sono tornata e dato che ieri non o pubblicato nulla questo capitolo è più lungo del solito
Saluti, Ali d'argento

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Capitolo 12
*** Il corno di Freya (parte 2) ***


~Cap. 12: Il corno di Freya pt.2 (POV di Hiccup)
La mattina dopo non poteva non mancare nessuno. Era per questo se in quel momento mi ritrovavo davanti a casa di mio cugino.
"Moccicoso ti prego sbrigati!" Urlai fuori da casa sua come il giorno prima davanti a casa dei coniugi. Sembrava tutto già più familiare.
"Andiamo, Hiccup non urlare. Lo sai che è importante per me il mio sonno di bellezza" Replicò lui mentre io sussurravo tra me e me veramente molto seccato: "Sai dove te lo metto io il tuo sonno di bellezza...- poi urlai- Moccicoso se non ti sbrighi partiremo senza di te!" "Tanto so che non lo fareste mai, sono troppo importante per la squadra"
Scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo, il mio piano iniziò e io tacqui. Non passarono cinque secondi che sentii una voce preoccupata chiedere di me. E pochi attimi dopo un vichingo trafelato aprì la porta sistemandosi l'elmo. La sua espressione preoccupata si trasformò in noncurante
"Lo sapevo che non te ne saresti andato"
Arrivati all'Accademia Testa di Tufo augurò il buongiorno all'ultimo arrivato "Ben svegliato dormiglione"
Moccicoso sbuffò "Mi avete fatto alzare per niente o partiamo?"
Dopodiché tutti noi spiccammo il volo verso una nuova avventura, nominata Baia Cuornero.

Arrivati lì, iniziai a seguire le informazioni che mi avevano dato i Rupertson riguardo la posizione della grotta. Alzando lo sguardo dalla mappa vidi il famoso sentiero e mi raccomandai con gli altri di non fare rumore. Astrid mi si avvicinò e mi sussurrò: "Io sono qui, accanto a te"
Le sorrisi e poi mi avvicinai per osservare l'entrata della grotta "È molto bassa, ci avevamo visto bene: solo i Tamburo furente ci possono entrare" dissi.
"Quindi il tuo piano è di entrare senza i nostri draghi?" Mi chiese Gambedipesce
"Anche se riuscissero a entrarci, cinque draghi oltretutto di cinque specie diverse li spaventerebbero e basta. E ci attaccherebbero"
Tutti annuirono.
Iniziammo ad incamminarsi nel corridoio cupo e buio della grotta. Feci un breve discorso di incoraggiamento, perché vedevo le facce che avevano i miei compagni. A pensarci bene la mia non era troppo diversa. Ma nei discorso dovevo ancora migliorare.
"Ok, ragazzi. Devono fidarsi di noi- non sapendo come continuare dopo una pausa di silenzio resi tutti quanti inquieti-
Ehm... Se qualcosa andrà storto tappatevi le orecchie"
"Promettimi che non andrà storto"
Me lo disse con un tale sguardo supplichevole che mi si spezzò il cuore.
Aprii la bocca per rispondere ad Astrid, ma dei passi di drago ci misero a tacere.
Raggiungemmo la fine del corridoio di pietra e la luce del sole ci abbagliò. Non appena ci abituammo restammo tutti a bocca aperta.
Non sapevamo ciò che ci avrebbe atteso là dentro. Ma credetemi, una cosa così non ce la aspettavamo proprio per niente.
C'è da dire però che sul momento è stata una delle sorprese più belle che io abbia mai ricevuto in tutta la mia vita.
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Ecco qui un altro capitolo che mi è stato chiesto gentilmente di scrivere in giornata. Quando siete così lieti e impazienti di leggere il seguito della storia, come rifiutare? ;)
Ci ho messo la ripetizione di Astrid del primo film perché era appropriata e perché sapevo che sicuramente voi ve la sareste ricordata ;)
Ero indecisa se metterci "Grazie per questa sintesi illuminante", ma non l'avrebbe detto Hiccup, e quindi mi dispiaceva.
Abbraccioni a tutti quanti, Ali d'argento

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Capitolo 13
*** Il corno di Freya (parte 3) ***


~Cap. 13: Il corno di Freya pt. 3 (POV di Hiccup)
Quel piccolo rifugio aveva tutto ciò che serviva e mi ricordò la radura. Vi era perfino un laghetto con un fiume che avrebbe portato sicuramente al mare.
Eravamo più che sorpresi quando davanti a noi comparirono tutti quei Tamburo furente. E la cosa ancor più stupefacente era che non erano semplici Tamburo furente.
Erano draghi titani. Mia madre me ne aveva parlato, ma io non me li immaginavo così.
Le loro scaglie non erano monocolore, ma rappresentavano le sfumature dell'acqua, probabilmente per mimetizzarsi meglio.
L'apertura alare era maggiore e...
"WOW, CERTO CHE SONO PROPRIO FORTI!" Urlò Tufo in preda ad un attacco di felicità.
Purtroppo constatai anche che anche il loro ruggito era più forte di quello dei Tamburo normali.
Un enorme titano, forse il leader di quella compagnia ci notò e spaventato, forse quanto noi, ci lanciò contro un ruggito fortissimo, e si iniziò ad avvicinare pericolosamente.
Per poco non venimmo spazzati via da quel tanto suono potente, e ci nascondemmo pietosamente e impauriti dietro delle rocce o qualsiasi cosa riuscissimo a trovare.
Urlai ai gemelli: "Ragazzi controllate se c'è qualcosa di insolito!"
"Apparte i draghi?" "Apparte i draghi..." Risposi sbattendomi una mano sulla fronte disperato. Ci saremmo fatti mangiare a questo punto.
"Un grande tubo che segnala l'arrivo della pecora nera è importante?" Chiese Bruta.
"Sì che lo è!" Rispose Astrid spalancando gli occhi e girandosi di scatto insieme a me.
Prima non ce ne eravamo accorti. Ma quel corno era davvero gigantesco. E soprattutto i bordi era particolare in quanto i bordi erano ondulati, e non lisci. Il piedistallo di terra che aveva posto sotto non lo sminuiva sicuramente.
Il Tamburo furente gigante scoprì me e Astrid dietro a dei cespugli, li scostò con le zampe corte e ruggì al suo amico.
Nulla di buono, pensai.
Prima che potesse succedere qualsiasi cosa passai Inferno* a Gambedipesce, che nonostante all'inizio mi guardò perplesso, capì immediatamente cosa avrebbe dovuto fare. Iniziò così a correre con il suo passo goffo e buffo verso la collinetta su cui si ergeva l'imponente Corno di Freya, dicendo agli altri di distrarre i draghi titani.
Il tempo si era fermato.
Era come se tutto andasse a rallentatore.
Prima di venire quasi stordito dal verso della creatura alata appostata per suonare l'oggetto leggendario presi le mani di Astrid e la guardai negli occhi.
Capiamo esattamente cosa volevamo dirci.
Ci venne impedito, e ci fermarono al primo sospiro per prendere fiato.
Quando il tempo ricominciò a scorrere normalmente il fracasso che ne uscì fu terribilmente frastornante. Gambe non era riuscito ad arrivare in tempo.
Io e lei ci abbracciammo non pensando più a niente. Solo a lei e a me.
"Resisti" mi disse
"Sono qui per te" risposi
Io l'amavo quella donna. E nessuno, neppure gli Dei me l'avrebbero portata via.
Strinsi ancora più forte la sua vita. E lei le mie spalle.
Tutti ci guardavano preoccupati.
Anche io mi aspettavo di sentirmi discutere con Astrid per un qualsivoglia motivo.
Ma finì molto prima di quanto pensassi. E io e lei ci guardiamo esterrefatti.
La presi per la vita e la feci volteggiare, alzandomi e alzandola. Le sue mani sulle mie spalle.
La felicità regnava nei nostri occhi.
La misi giù ricordandomi del drago che ci guardava perplesso e incuriosito.
Quando mi avvicinai lui mostrò i denti aguzzi ringhiando.
"Calmo. Va tutto bene. Non vogliamo farvi del male- il suo sguardo si rasserenò- "Noi abbiamo paura di quel corno, ok? E soprattutto ci spaventa quando suona. Fa litigare a morte le coppie più unite, e per noi rappresenta un pericolo. Lo so che anche noi vi spaventiamo, ma non è obbligatorio usare quel corno. Basta... la vostra voce, se qualcuno ha intenzione di ferirvi"
Il drago abbassò il muso in segno di aver compreso e sbuffò un po'. Poi fece segno agli altri Tamburo furente che era tutto sotto controllo.
~(Narratore esterno)
Mentre il drago tornava tra i suoi coetanei come se nulla fosse accaduto i sei si incamminavano verso l'uscita.
Astrid però dopo essersi allontanata abbastanza per non scatenare di nuovo l'ira di quegli urlatori restò come pietrificata.
Testa Bruta voltandosi fu la prima a rendersene conto e la indicò a Hiccup.
"Astrid, tutto ok?" Chiese il fidanzato lievemente preoccupato.
Lei si appoggiò alla parete di pietra e sussurrò qualcosa di incomprensibile, con la testa che guardava il terreno.
"Come?" Disse lui mentre si avvicinava a lei.
Ella alzò la testa di scatto con un enorme sorriso sul viso.
"Ce l'abbiamo fatta, Hic! Ce l'abbiamo fatta!"
Gli corse in contro e gli saltò addosso, e lui ancora incredulo di riuscirci, la prese al volo.
"Ne avevi forse qualche dubbio?" Rispose lui con un sorriso furbo "Non lo so, ma avevo tanta paura. Quindi sei anni non sono probabilmente così tanti..." "Shh... Sei anni sono un sacco... Ma va tutto bene adesso" Disse il moro confortandola e pensando a quei sei anni. Ne era passato di tempo.
Lei continuò: "Sai che ho notato che stai diventando finalmente abbastanza forte da prendermi in braccio?"
"Lo devo prendere per un complimento o un'offesa?"
Lei alzò gli occhi al cielo e poi lo baciò con tanta foga da farlo zittire.
Separandosi si resero conto che Testa Bruta e Moccicoso li stavo palesemente e goffamente imitando, prendendoli in giro. Bruta aveva però deciso di rimanere sulle proprie gambe, e al posto di un bacio, Moccicoso ottenne un pugno nella milza che lo atterrò, mentre la colpevole fece uno sguardo innocente.
Tutti risero, Gambe restituì l'arma al legittimo propretario e si diressero verso i loro sputafuoco che erano più che contenti di rivederli.
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Finalmente ho finito anche questo capitolo, mooolto più lungo del solito. Spero che vi sia piaciuto.
*Inferno è la spada di fuoco di Hiccup che compare in DT2
Ciaoooo, Ali d'argento

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Capitolo 14
*** Catching up with mum ***


~Cap. 14: Catching up with mum (Narratore esterno)
"Mamma avresti dovuto vederli, erano spettacolari!- Disse il figlio eccitato più che mai non appena tornato a casa- Erano enormi, e con dei colori stupendi! Ti ci devo portare il prima possibile, così..." "Ok, ok ho afferrato il concetto. Portamici quando vuoi" Rispose la madre fissando suo figlio.
Un sorriso lievemente dispiaciuto e malinconico le comparve sul viso. Quanti ricordi.
Quel ragazzo era come lei, lo era sempre stato. E lei si era allontanata. Lo aveva abbandonato per paura di creargli problemi standogli vicina, e non si era fatta mai più vedere dopo che Saltanuvole l'aveva condotta con sé al rifugio dell'Alpha. Se ne era amaramente pentita.
Ma ora che si era finalmente riavvicinata a Hiccup, nulla le avrebbe impedito di recuperare il tempo perduto.
"Anche adesso?" Le chiese il figlio speranzoso
Valka annuì con un'espressione tranquilla sul viso, e suo figlio le prese un braccio maldestramente e la tirò fuori di casa, facendola inciampare diverse volte.
Dopo che Hiccup ebbe chiamato Sdentato e Saltanuvole li ebbe raggiunti, madre e figlio partirono verso Baia Cuornero.
Un volto conosciuto da entrambi i familiari li osservò dalla finestra di casa propria. Si spostò con un soffio la ciocca bionda e non poté fare a meno di chiedersi dove stessero andando.
Li guardò finché quei puntini non diventarono troppo piccoli e sparirono nascosti tra le nuvole del tardo pomeriggio.
Ella sorrise mentre la frangia le ricadeva sull'occhio sinistro. A questo lei rispose sbuffando con un movimento rapido e deciso della testa.
Si alzò dalla posizione appoggiata in cui era e si diresse giù per le scale, non sapendo ancora il perché di quei suoi movimenti.

I due cavalieri, per non dire i migliori di Berk, iniziarono ad avvistare l'isolotto dei draghi titani. Per fare passare il poco tempo rimasto ancora più in fretta,Valka iniziò a conversare con il figlio: "Io te l'avevo detto che ne esistevano, figlio mio!" Il figlio si giustificò "Ma io ho visto solamente Sdentato titano, mamma, tu poi mi avevi parlato di Gronkio con pelle di lava! Non di Tamburo furente! È stato incredibile vederli!"
"Sono lieta che tu me li voglia mostrare, fammi strada"
Smontarono dai draghi e si incamminarono.
"Lasci i draghi qui, caro?- Chiese la madre dubbiosa mentre Hiccup diceva a Sdentato di rimanere fermo lì fuori- Ti conoscono già, non ti faranno del male" "Hai ragione, non credo che a loro darà molto fastidio" Rispose convinto il signore dei draghi grattando la nuca di Sdentato.
Non appena arrivati il Tamburo gigante si avvicinò ad Hiccup, come per salutarlo, e poi rivolse uno sguardo incuriosito alla signora che gli stava accanto. Non appena la donna gli tese la mano, il drago iniziò subito a prendere confidenza.
"Posso chiederti come fai a fare... Beh, quello?" Tutte le volte sua madre conquistava immediatamente la fiducia degli sputafuoco.
"Figliolo- rispose Valka in una risata- L'Erba draga fa miracoli, credimi"
"Solo Erba draga?" Rispose Hic incredulo di quello che aveva appena sentito. "Io l'ho sempre pensata così, quindi a meno che io non abbia acquisito un odore di drago vivendo tanto tempo con loro... Non ho altre spiegazioni"
Dopo circa quarantacinque minuti di gioco e conoscenza la madre e il figlio iniziarono a tornare a casa.
"Hai già detto a Gambedipesce di annotare tutto quanto sul Libro dei draghi?" "Prima che glielo potessi chiedere lui era già a metà dell'opera!"
Dopo una breve risata lei disse: "Congratulazioni, figlio mio" Disse Valka guardando verso l'orizzonte che annunciava il tramonto
"Per cosa?"
"Resistere al corno di Freya non è una cosa che fanno tutti. Sono contenta che tu e Astrid abbiate un legame così speciale. E adesso, perdona la mia insolenza, se non vorrai rispondere lo capirò- Dopo una pausa breve i due si guardarono negli occhi- Hai mai pensato allo sviluppo di questa relazione... Un matrimonio ad esempio?"
"È da un po' che ci penso, mamma, e più avventure viviamo, più sento che siamo pronti"
I due si scambiarono un enorme sorriso, finché Valka non ripeté, quasi sottovoce:
"Ancora congratulazioni, allora"
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Questo era un capitolo che DOVEVO mettere perché ci tenevo a sottolineare quanto il rapporto madre-figlio si fosse sempre maggiormente legato con il passare del tempo.
Per quanto riguarda i draghi titani, come pure Baia Cuornero, il gioco Dreamworks Dragons, Rise of Berk è la mia fonte di ispirazione.
Per domande, chiarimenti, o qualsiasi altra spiegazione chiedete.
Alla prossima, Ali d'argento

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Capitolo 15
*** Obbligo o verità ***


~Cap. 15: Obbligo o verità (Narratore esterno)
L'inverno stava arrivando su Berk, e le grandinate e le altre precipitazioni sarebbero iniziate. Sarebbe arrivato lo Snoggeltog e tutti avrebbero iniziato a dare di matto per trovare il regalo perfetto. In quel periodo Astrid non poteva chiedere altro se non il suo fidanzato vicino.
All'Accademia improvvisata, ovvero il rifugio, Hiccup non avendo stranamente molto da fare quel giorno, stava tenendo un'ulteriore lezione sui draghi titani. A tutti stava scoppiando il cervello, e pochi riuscivano a stare attenti nonostante la testa girasse vorticosamente, forse a causa del maltempo.
Moccicoso come suo solito iniziò a piantare grane per fermare quella noiosissima lezione alla quale non prestava attenzione "Adesso giochiamo a obbligo o verità. Testa Bruta, perché mi ami così tanto?" Questa alzò gli occhi al cielo chiedendo pietà ad Odino.
"Tra un po' inizio a dare di matto" disse Astrid sbattendo la testa contro il muro. Nonostante il capo provasse a mantenere l'ordine, il caos più totale era già scoppiato nel salotto. A quanto pare l'idea di Moccio era stata approvata e ora le sedie erano poste in cerchio. Un cerchio per modo di dire, s'intenda.
Quanto odiava quel gioco. Avrebbe preferito buttarsi dalla finestra di casa sua piuttosto che giocarci, ma un paio di mani appartenute al gemello e a suo cugino lo trascinarono, spinsero e tirarono fino a che lui non si fu seduto vicino alla sua fidanzata.
"Chi inizia?" Chiese ella.
I gemelli risposero all'unisono: "Io!" Si guardarono adirati e iniziarono ad argomentare il perché dovesse iniziare una piuttosto dell'altro. "Tocca a me perché Moccicoso mi ha nominata!" "Ma se non hai risposto allora tocca a me!"
La logica dei gemelli stupiva tutti ogni volta, ma alla fine ne uscì vittoriosa Testa Bruta.
"Astrid- attirò la sua attenzione- Obbligo o verità?" "Verità" Rispose la bionda senza problema pensando di aver saltato una delle possibile torture di Testa Bruta. Aveva già uno sguardo più rilassato.
"Come mai ami così tanto Hiccup?" Un coro di "Ooooh" si sollevò nella stanza insieme anche a qualche risatina. La coppia fu colta alla sprovvista, ma nessuno dei due arrossì. Testa Bruta le face l'occhiolino e le sussurrò che non ci sarebbe stato bisogno di sdebitarsi, ma Astrid non sapeva proprio come ringraziarla, anche perché non ne trovava il motivo.
Prese coraggio, ma fu sorpresa dal fatto che finalmente dopo tanti anni non si sentiva in imbarazzo parlando di lei e di Hic.
"Io sono innamorata di lui perché in questi cinque anni se sono cambiata in meglio è solo merito suo. Da sola non sarei mai riuscita a mostrare il lato più gentile di me. Mi ha fatto sentire una ragazza speciale. La sua ragazza speciale- I due si guardarono e un sorriso rilassato comparve sul volto di entrambi- E non c'era bisogno secondo lui di essere una guerriera per..."
"... Per vedere a tutti quanto brillavi di luce tua"
Astrid alzò lo sguardo e i due si fissarono in una lunga pausa di silenzio. Era stato Hiccup in persona a proseguire la sua frase.
Testa Bruta colpì al momento giusto questa volta.
 "Bacialo"
Tutti la guardarono stupiti e sorpresi dalla sua irruzione. Tutta la gang apparte Gambedipesce era sempre disgustata quando la coppia si comportava come tale.
"C-Come?" Chiese la ragazza confusa. "Bacialo!"
Tutti colsero lo sguardo di Testa Bruta e in men che non si dica i quattro amici si cimentavano in un coro di "bacio, bacio, bacio" che non osava darsi tregua.
Astrid alzò gli occhi al cielo e si alzò incamminandosi per raggiungere la sedia dove era seduto il suo fidanzato. Fece per chinarsi ma due mani la presero per la vita. Lui la trascinò sul suo ventre mentre lei alzava nuovamente l'iride verso il soffitto scuotendo la testa pensando che lui non sarebbe cambiato mai. E dopotutto era meglio così.
Gli cinse le mani al collo e spinse le sue labbra contro quelle di lui. Lo poté sentire sorridere mentre si baciavano tra i fischi e le grida di approvazione dei compagni.
Nessuno era più imbarazzato. Tutto era finalmente cambiato.
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Buongiorno a tutti e spero che stiate bene. Un altro capitolo con lo stesso tema di questo uscirà suppongo domani. Ringrazio tutti quelli che mi seguono e recensiscono, grazie mille davvero.
A presto, Ali d'argento

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Capitolo 16
*** La mappa (Flashback) ***


~Cap. 16: La mappa (POV di Hiccup)
FLASHBACK, giorni prima della partita a obbligo o verità
Stavo rovistando in quello che avrei chiamato "ripostiglio della Grande Sala", per cercare di buttare vie le solite scartoffie di cui mio padre non si sarebbe mai liberato quando era capo. La stanza era sostanzialmente arredata con botti piene di idromele e birra, e un paio di mobili e mensole che contenevano ogni genere di inutilità. Avevo trovato di tutto: una vecchia ascia malformata che in seguito avrei dato a Skaracchio in modo che la potesse riutilizzare, i numerosi trattati di pace stretti con i Grandi Guerrieri, e polvere in quantità gigantesche. Trovai persino una chiave, ma quella la decisi di rimettere al suo posto. Quando feci per appoggiare la chiave, tentando di spingerla fino in fondo al cassetto trovai qualcosa che mi impedì questa azione. Era un bauletto, simile a quello in cui era stato riposto il mio pupazzino a forma di drago, creato da mia madre quando ero più piccolo. Più... piccolissimo.
Notai che la scatola aveva una serratura e infila la chiave in essa. Combaciava perfettamente. Aprendo quella piccola meraviglia quello che vidi mi stupì assai.
Era colma di fogli, ma non erano pezzi di carta normali. Erano mappe. Mappe per luoghi vicini a Berk che però non avevo mai esplorato di persona, essendo inoltrati nelle foreste.
Dovevo informare la gang. Un'altra avventura non avrebbe certo fatto male.

Li chiamai tutti al rifugio e iniziai a raccontare. Vedendo ciò che avevo trovato Gambedipesce non poteva fare a meno di essere impaurito e spaventato verso quella impresa "Ma siamo sicuri di doverci proprio andare?" Moccicoso mostrandosi coraggioso davanti a Testa Bruta disse: "Ma è ovvio, no? Qui c'è persino scritto che ci sono delle miniere ricche di qualsiasi cosa. Un buon vichingo non è fifone, ma cerca l'avventura! Senza considerare che qui si parla di arricchirsi" Si sfregò le mani e Testa di Tufo annuì.
Saremmo partiti quel pomeriggio. Avremmo potuto partire anche prima, ma molti si lamentavano del fatto che non avrebbero di nuovo voluto saltare il pranzo "L'ultima volta non mi hai nemmeno fatto fare colazione!" Ripeteva Moccio in tono di difesa. Astrid non ammetteva scuse
"Se ti fossi svegliato prima avresti mangiato!"
La discussione mi sembrava molto a senso unico, e sapevo come sarebbe finita.
"Ho pranzato tardissimo, Astrid! E sarei potuto diventare IO il pranzo dei Tamburo furente!"
La mia fidanzata gli sferrò una gomitata sul braccio "Ma per nostra sfortuna sei ancora vivo e vegeto"
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Ehilà a tutti,
Ho messo un paio di riferimenti a HTTYD come ad esempio il "più piccolissimo" per motivi a me sconosciuti. Per rinfrescarvi la memoria in un episodio dei Cavalieri il Mercante Johann trovava un vecchio giocattolo azzurro appartenuto in passato a Hiccup. Il prossimo capitolo uscirà in giornata.
Arrivederci e buon pranzo a chi non l'ha ancora fatto
Ali d'argento

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Capitolo 17
*** La miniera (Flashback parte 2) ***


Cap. 17: La miniera (Flashback parte 2)
CONTINUA IL FLASHBACK
I draghi ci avevano accompagnato in vari posti segnati dalla mappa, ma le miniere o non si erano viste o erano state sbarrate o crollate con il passare del tempo. Quando arrivammo all'ultima rimasta non ci speravamo più, e la delusione era dipinta sulla faccia di tutti.
Ma nonostante davanti a noi ci fossero solo alberi, voltando la testa potemmo scorgere alte montagne di pietra. Ci incamminammo e in men che non si dica ci ritrovammo di fronte un edificio gigantesco, che pareva essere lì da secoli. E magari lo era davvero. Corressi la mappa, segnando il punto corretto in cui era localizzata quella miniera. Sembrava incredibilmente solida, anche perché gli alberi era come se si intrecciassero tra di loro e coi propri rami sostenessero la struttura. Era completamente buio, ma ciò non ci spaventava più di tanto. Trovammo perfino delle fiaccole e delle torce, e dopo averle fatte accendere dai draghi, entrammo nella miniera. Gli animali restarono però sulla soglia dell'entrata, controllando chi arrivasse e non.
Poggiammo le torce su dei piedistalli appositi in modo che la stanza fosse totalmente e uniformemente illuminata.
Dovevamo stare attenti a dove mettevamo i piedi: c'erano armi sparse ovunque, che Moccicoso si intascava mettendole nel sacco che si era portato da casa, facendoci strada. "E anche quest'anno abbiamo rimediato il regalo dello Snoggeltog per Skaracchio" Ripeteva trionfante.
Osservando meglio l'ambiente esso incitava paura. C'erano degli scheletri ammucchiati per terra e speravamo con tutto il cuore di non pestare le loro ossa. I gemelli invece più rumore facevano più si divertivano, e Tufo disse anche che avrebbe tenuto una testa facendo finta che fosse quella del suo bisnonno e vantandosene. Lo guardammo inorriditi.
Rovistammo ovunque, cercando di non andare troppo attorno alle ragnatele, anche se fu particolarmente complicato.
Moccio iniziò a spaventare Gambe, il quale a un certo punto per lo spavento fece un salto indietro e inciampò in una leva che non avevamo notato. La spinse e si attivò un meccanismo. Si aprì un buco nel terreno e ne uscirono due bauli. Lasciai l'onore di aprirli ad Astrid e Bruta, le quali sussultarono. Capimmo esattamente il perché di quel movimento rapido. Non appena si spostarono vedemmo ogni tipo di bene prezioso: oro, argento, e altre  cose che non potemmo controllare: una volta spostati i bauli dai piedistalli, questi ritornarono nel pavimento di pietra e da lì uscì un cartello. Fu il primo a leggerlo e il messaggio era chiaro e semplice. Chiusi i due bauli, li diedi ai gemelli e ai due pretendenti di Bruta e mi misi in spalla il sacco con le armi. Tra degli sguardi indefiniti* dei miei compagni presi il polso di Astrid e urlai: "CORRETE!"
Finii appena in tempo la frase che pezzi di soffitto iniziarono a caderci in testa, fortunatamente mancandoci. Scappammo al di fuori di quella caverna, raggiungendo i nostri draghi che impauriti si erano allontanati un poco.
Uscimmo tutti in tempo e con un istinto protettivo strinsi Astrid a me.
Ansimando, tutti guardammo l'imponente costruzione crollare miseramente.
"Ricordatemi di non frugare più nel ripostiglio della Grande Sala"


Tornati a casa, io portai i bauli nel ripostiglio. Decisi di dare un'occhiata più da vicino di ciò che avevamo trovato. Spostando i pezzi di metallo e ferro vidi un qualcosa che sotto la luce risplendeva come non mai. Avevamo trovato dei diamanti. Non erano certamente perfetti, e uno si era leggermente spaccato, probabilmente durante la fuga. Prendendo un frammento e poggiandolo sul palmo della mano rimasi incantato dalla sua bellezza. Capii immediatamente che ruolo avrebbe avuto. Presi un pezzo piccolo di oro e quella pietruzza. Quella sera avrei lavorato fino a tardi nella forgia.

(POV misterioso)
Quando feci per rincamminarmi verso il mio deposito di armi, lo trovai totalmente distrutto. Capii immediatamente chi potesse essere stato, e serrai i denti sibilando il suo nome colmo di ira.
"Hiccup"
La vendetta sarebbe stata tremenda. Ancor più tremenda di quella programmata.
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Chi sarà costui? Faccio notare che la scritta "POV misterioso" mi ha fatto morire dal ridere sul momento, in tutta la sua stupidità. Un nome migliore non mi veniva proprio.
Non mi chiedete perché questo e il capitolo precedente non sono uniti, perché non ne ho la più pallida idea. Un'altra delle mie pazzie credo.
*Indefinito è proprio la definizione corretta. Mi immagino 6 sguardi diversi, tutti confusi, strani, dubbiosi, che Hiccup in quel momento non avrebbe mai focalizzato bene
Comunque questo era il capitolo 17, signori e signore, al prossimo capitolo
Ali d'argento

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Capitolo 18
*** Obbligo o verità (parte 2) ***


~Cap.18: Obbligo o verità pt.2 (POV di Astrid)
Dopo esserci separati mi allontanai con la mia solita aria impertinente, alzandomi in piedi e con un gesto secco della testa spinsi il ciuffo biondo lontano dalla mia visuale, poggiando le mani sui fianchi. "Allora tocca a me... Ma prima...- mi interruppi da sola- vado a prendere un po' di birra- Cambiai il mio sguardo saccente in uno per nulla innocente, guardando con la coda dell'occhio il mio ragazzo- Questa serata sta diventando... interessante" Mi voltai di scatto ma sapevo benissimo che Hiccup stava arrossendo anche per quanto fosse rilassato e con un'aria totalmente tranquilla sulla sedia. Spesso anziché strofinarsi la nuca ripeteva l'azione verso la propria guancia. E così fece.
Pensai che lo conoscevo troppo bene e così sparii in cucina, sotto lo sguardo attento di lui.
Non appena mi fui allontanata ascoltai Moccicoso mentre parlava con Hiccup: "Cugino, credo che quello sguardo fosse per te", E concluse con una risata appena accennata, anche sapevo che si stava trattenendo: vedere Hiccup rosso e mentre guardava da un'altra parte per soffocare l'imbarazzo era uno spettacolo esilarante.
Tornai dalla cucina con un vassoio in mano. I boccali erano sei, ma mi ero assicurata che non fossero troppo grandi, sapevo che i ragazzi ne avrebbero chiesto altri. Non ci tenevo proprio a fare da balia a dei bambini capricciosi che stavano male. E non volevo stare male anche io. In salotto iniziai a distribuire la bevanda: "Testa Bruta, Testa di Tufo, Gambedipesce, Hiccup, me e..."
"Spero che tu me ne abbia lasciato uno bello pieno, Astrid" "Ovviamente...- mi avvicinai allo sfortunato mentre gli rimovevo l'elmetto e gli rovesciavo l'intero contenuto in testa- ... Moccicoso!"
Urlai esplodendo in una risata. Bastava guardare la faccia stupita e poi arrabbiata che aveva. Iniziai a ridere e continuai finché lo stomaco non mi fece male. Essendo questa contagiosa la casa rimbombò di cinque risate diverse. Ovviamente, solo cinque. Moccicoso e l'espressione sul suo viso non erano certo come le nostre: fece per sbattere un pugno sul tavolo, ma non essendoci, strinse i denti cercando di contendersi. Poi con una vocina supplicante iniziò a domandare: "Ma perché?! Si può sapere che cosa ti ho fatto?!" "La prossima volta non impicciarti in fatti che non ti riguardano" Risposi ora che ero finalmente tornata seria. "Vado a farmi una doccia"
"No" Guardammo tutti il capo mentre si alzava in piedi. Ci voltammo tutti e devo ammettere che vederlo così determinato mi fece deglutire e tacere.
"Moccicoso. Obbligo o verità."
Lo disse in un tono che non era nemmeno interrogativo. Moccio sembrava vagamente impaurito. Sapeva che gliela avrebbe fatta pagare per ciò che era avvenuto prima. Cercò di difendersi pateticamente "È il turno di Astrid" "Parlo a nome della mia ragazza. Obbligo o verità."
La pausa di silenzio era carica di nervosismo e tensione. "Obbligo"
Gli obblighi di Hiccup erano nella media. Erano quelle promesse che avresti mantenuto ma a malincuore. Sarebbero stati temibili quanto i miei se fosse stato più cattivo.
"Non fare la doccia fino a domani"
Moccicoso sbuffò, si risiedette e continuammo il gioco. Io non potei fare a meno del sussurrare e del chiedere a Hiccup perché avesse fatto quella scena. Ormai doveva essere abituato alle scempiaggini di suo cugino. Mi rispose che iniziava a piacergli mettergli paura, e che si stava lentamente vendicando. Gli tirai un pugno sul bottone della molla elicoidale e fece un gemito di dolore quasi senza fiato "Ma insomma!... Lo sai che la calibrazione è delicata!" "È sempre divertente farti arrabbiare, e non fare fuoco e fiamme per nulla, non sei mica come loro uno..."
"Insomma la smettete di blaterare?" Disse Moccicoso. Fui nominata dall'ultimo. Evidentemente quella sera ce l'avevano tutti con me. Dopo aver scelto obbligo e aver sentito la sfida che mi era stata richiesta la mia voce risuonò in tutta la casa "COOSA?!" "Andiamo, Astrid, so che hai sentito.
Canta"
Deglutii nervosamente e sgranati gli occhi. No. Cantare no. Tutto quanto ma cantare proprio no. Intendo dire che non sapevo neppure come fosse la mia voce mentre cantava. Compievo queste azioni raramente, preferivo fischiettare o canticchiare. Non sapevo perché fossi così restia al cantare, solo non lo facevo.
Presi un profondo respiro e cercai la scusa più stupida e più ovvia di sempre.
"N-Non so cantare" Avevo perfino iniziato a balbettare. Fantastico.
"Bugiarda" "No, sul serio non so cantare!" "Allora Hic può farti compagnia" Rispose Moccicoso.
O. Dei. Del. Cielo. Mi avrebbe odiata per sempre. Lo vidi fulminarmi con lo sguardo. Decisi di arrendermi all'avanzato livello di stupidità di Moccicoso.
"Che cosa devo cantare?" Gambedipesce si mostrò vivo "Non lo so, ma dico di risparmiare Hiccup" "Assolutamente no! Possiamo fargli cantare una canzone d'amore!"
Guardai Testa Bruta con uno sguardo assassino per la sua intromissione. I quattro invece erano molto eccitati all'idea.
"Ragazzi, state reagendo così perché ci state accettando troppo in fretta- Hic menteva malissimo...- Potete prendervi tutto il tempo che vi serve e..." "Io penso di avere già accettato la vostra relazione" Disse il più cretino trionfante, stravaccandosi e stiracchiandosi. Gli altri annuirono e ripeterono il concetto di Moccio, aggiungendo dei semplici "Anche io".
La compassione era l'ultima possibilità.
"Potremmo cantare dopo?" Chiesi sperando mi compatissero.
Gli altri si riunirono in uno scambio di gesti che sembravano incomprensibili e io e Hiccup ci scambiammo uno sguardo confuso. Testa Bruta acconsentì "D'accordo. Continuo io"
Mi bastò vedere come si voltò verso suo fratello per capire che la vittima sarebbe stato lui.
Scelse obbligo, ingenuamente per quanto mi riguarda. "Scommetto che riesci a battere Moccicoso in una gara a chi finisce di bere per primo 6 boccali di birra"
Non potei fare a meno di tirarmi una pacca sulla fronte. Non osavo più pensare che cosa sarebbe potuto accadere quella sera.
"Accetto la sfida" Tufo guardò lo sfidante e questo annuì. Mi alzai di malavoglia accompagnata dall'altra ragazza
Spostammo la gara in cucina. Mica volevo fare io da tavolino a quei due per tenere in mano il vassoio. Quando la vara iniziò, i due erano ancora pari al secondo boccale. Al terzo Tufo iniziò ad annaspare, e mentre io speravo che loro annegassero nella propria birra magari strozzandosi era un testa a testa. Il quinto boccale fu indifferente, ma alla fine al sesto  Tufo arrivò prima. "Alla faccia tua!"
Moccicoso era rosso di rabbia. Era già la seconda volta quella sera
"Adesso tocca a me!- Esultò il vincitore- Hiccup?" "Obbligo" "La stessa sfida che ho subito io, solo che tu la fai con Gambedipesce"
"COOSA?!- Saltai in piedi sulla sedia- Ma voi volete farci diventare matte o cos'altro?! È il capo e ha bisogno di essere sveglio domani, e poi..." "Astrid!" Mi voltai verso quello che mi aveva appena preso la mano e mi guardava supplicante "Andrà tutto bene" Credevo poco a quelle parole, e avrei fatto bene, ma dopotutto era un uomo, e non potevo decidere io per lui. Mi finsi accondiscendente e tranquilla ma lo avvisai:
"Se ti succede qualcosa ti spezzo come un uovo. Ti tengo d'occhio." Lui sorrise e mi passò una mano sui capelli arruffandoli, con un'ovvia nota di tenerezza. Lo guardai serrando gli occhi ma mi fece scappare un sorriso.

Ovviamente Hic non vinse, ma questo me l'aspettavo. Il fatto era che dopo un secondo solo non era più il mio Hiccup. Barcollava come una nave in mare aperto durante una tempesta. Iniziavano a barcollare tutti e parlavano, se così ripeteva dire, in maniera incomprensibile. Sembravano capirsi tra di loro se non altro...
"Ma come cavolo vi siete ridotti, ragazzi?" Bruta iniziò a dire, e io continuai:" Credo sia ora di portarli a letto, pazzi che non sono altro..."


Credetemi. Mai, MAI DICO E POI MAI, mi sarei aspettata una cosa come quella che seguì. Mai.


"Oh, signora dei draghi, hai finalmente deciso di andare a letto, uh?"
Mi voltai guardando un Hiccup con una faccia da stupido che mi si ergeva davanti. Le risa degli uomini. Mi appoggia alla sedia mentre mi sentivo mancare, sentendomi diversa: era una sensazione nuova. Non sapevo come mi sentivo. Ero ferita e infuriata. Ero triste e incredula. Un vortice di pressione fece riunire catastroficamente tutto nel solito sentimento che era sempre stato per me uno di casa: la rabbia.
"MA COSA TI È VENUTO IN MENTE NEL NOME DELLA BARBA DI THOR, HICCUP!ME NE VADO!"
Mentre uscii dal rifugio presi la mia ascia e corsi via. Sentii Bruta che mi chiamava lamentandosi che avrebbe dovuto fare tutto lei da sola. Sbattei la porta e quando la richiusi e andai dove mi portarono le gambe. Non ascoltavo più il mondo. Sbattevo contro gli alberi, ma non mi importava. Ero ormai alla radura.
Mi scaraventai per terra in ginocchio e iniziai a piangere. Non sapevo neanche il perché, e  questo mi feriva ancora di più. Erano singhiozzi pesanti, ma forse vuoti. Era davvero quello il motivo per cui stavo piangendo? Mi sdraiai prona. Decisi di non rispondermi ma di lasciar fare a tutto il suo corso. Alzai la testa e vidi la mia ascia. Probabilmente era scivolata mentre mi ero gettata per terra. Fissai quell'arma. Quella era l'ascia che lui mi aveva regalato allo Snoggeltog dell'anno prima. La vista mi si appannò di nuovo.
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Sì, sì è così. Io mi voglio male. È ufficiale. Adesso basta parlare e mi richiuso nella mia solitudine
Se ho sbagliato nel senso di errori grammaticali perdonatemi ma vado di fretta
Ciao, Ali d'argento

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Capitolo 19
*** Riflessioni e delusioni ***


~Cap. 19: (POV di Hiccup)
Mi svegliai strano quella mattina. E mi accorsi subito anche che non ero a casa mia. Cercai quindi intorno una bella addormentata spostando un po' le coperte del letto, e mi confuse il fatto di non trovarla accanto a me. Fermai le mi braccia e mi misi a pensare. Che cosa era accaduto la notte scorsa? Non me lo ricordavo. Almeno non in quel momento. Decisi di scendere per fare colazione, e la testa mi scoppiava. Quelle domande ormai mi rimbombavano nella testa come un verso di Tamburo furente.
Tutti erano a tavola, e non appena videro comparire dalle scale il mio piede di metallo smisero di parlare e iniziarono a fissarmi. La situazione si stava facendo imbarazzante.
"Ehm... buongiorno?" Chiesi con un'aria interrogativa per rompere il ghiaccio. Ero ancora in piedi e nessuno mi aveva risposto. Cercai un altro argomento ma, dopotutto, quella era una domanda che prima o poi avrei posto in noi caso. "Qualcuno ha visto Astrid per caso? Non era di sopra e..." Mi fermai guardando gli sguardo che si stavano scambiando i miei compagni. Loro iniziarono a confabulare sottovoce ma mi parse di sentire un "Non si ricorda un bel niente" di Testa Bruta. Continuai a chiedere spiegazioni ma il silenzio non si segnava di andarsene. Sbuffai e iniziai a prendere la colazione. Mi sedetti al tavolo, nel posto più distaccato dagli altri. Iniziai a muovere il cibo da una parte all'altra del piatto. Tutto d'un tratto era come se avessi di nuovo quattordici anni, quando nella Grande Sala mangiavo in un tavolo dove l'unico seduto lì ero io.
Gambedipesce mi chiese se non ricordavo proprio niente. Io scossi la testa e lui mi iniziò a raccontare, dopo aver sospirato e guardato gli altri frettolosamente. Disse che ci eravamo messi tutti a giocare allo stupido gioco a cui giocavamo quando non c'era niente da fare. Io in tutta risposta mossi la testa verso di lui n quanto aveva tutta la mia attenzione. Tutto era terminato con tutto noi ubriachi fradici. Improvvisamente abbassai lo sguardo e i miei occhi si spalancarono. Davanti ai miei occhi passò un flashback riguardante iersera. Il pensiero fu unico, riguardante una sola persona:
"Astrid..." Mi alzai dal tavolo e corsi via dalla casa. Il villaggio mi fissava inquieto ma a me non importava. Dovevo trovarla. E al più presto. Avevo una mezza idea di dove potesse essere finita. E quando ci arrivai, non potei fare a meno di sobbalzare per rendermi conto di che cosa avevo fatto. Lei era lì e guardava l'acqua del laghetto e ogni suo movimento minimo. Lo sguardo nei suoi occhi era perso e sconsolato. Era seduta in ginocchio, appoggiata con una mano da una parte per sostenere il suo peso. Vicina Tempestosa sonnecchiava. Le gambe erano rannicchiate ma poste accanto a lei. La testa appoggiata alla spalla. Quanto avrei voluto che la spalla fosse la mia in quel momento. Iniziai ad avvicinarmi ma evidentemente lei non mi aveva ancora sentito. Ogni passo ero sempre meno sicuro di che cosa sarebbe potuto accadere. Ma ormai erano le gambe che camminavano.
~(POV di Astrid)
Fissavo l'acqua, ma il liquido non era il mio vero pensiero. Non potevo fare altro che pensare alla sera scorsa. In quel momento era come se fosse cambiato, che non fosse più il mio Hiccup. Mi aveva presa completamente alla sprovvista, ed ero rimasta leggermente spaventata all'introduzione di quel discorso. Non ne avevamo quasi mai parlato... Non l'avevo mai visto così... così.
Devo dire che però io me lo aspettavo che sarebbe successo qualcosa. Ma come già avevo pensato non avrei dovuto e potuto permettermi di fargli da madre quella sera, era un uomo e sapeva cavarsela. Ma sapevo anche che non era uno che reggeva ancora benissimo l'alcool al confronto degli altri ragazzi.
Un'altra domanda che mi gironzolava nella testa era perché ero scoppiata in lacrime ieri sera. Dopo essere arrivata qui alla radura avevo smesso, ma varie volte ero stata tentata dal riprendere.
Comunque non era sicuramente quello del mio ragazzo il motivo. Perché? Perché non provavo alcuna rabbia o rimorso verso di lui.
Liberai la mia mente da tutti i pensieri, ma solo per qualche istante. Fui interrotta da un battito d'ali che avrei riconosciuto anche se allo stesso tempo ce ne fossero stati altri mille. Mi voltai e mi alzai verso la mia draghessa, salutandola. Avevo solo bisogno di un'amica al momento, per starle vicino e farmi confortare. Fortunatamente lei mi restò accanto finché non si allontanò per schiacciare un sonnellino. Speravo non si fosse preoccupata troppo della mia assenza.
Ritornai a fissare il lago, ma prima riavvicinai la mia ascia a me, allungando un braccio. La osservai e mi colei con un sorriso sul volto. I ricami sul metallo li aveva fatti lui, e passai il dito su questi, seguendone le linee. Fu lì che realizzai.

Ero stata codarda e non avevo avuto il coraggio di affrontare la situazione, nonostante fossi con Hiccup; una, se non quella, persona delle persone più vicine a me. Sono scappata via, nonostante io mi faccia chiamare l'Audace, solo perché era lui ad avere le redini della situazione, e non io come al solito.
Fui interrotta nuovamente, ma da una voce questa volta. Mi chiamava per nome. Saltai in piedi e sentii quella voce ancora. Rimasi di sasso. Ero come congelata perché l'avevo riconosciuta. Avevo bisogno di ancora un altro po' di tempo da sola. Non volevo che lui arrivasse. Non subito.
"Astrid, ti prego" "Non adesso, Hiccup" "Dammi solo la possibilità di..." "Lasciami sola. Per un po'"
Mi allontanati e salii su Tempestosa. Volammo via. Volevo andare nella foresta e stare lontana dal mondo. Magari spaccare le cortecce degli alberi con l'ascia. Ma soprattutto mettermi l'anima in pace.
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Ecco il cap. 19. Questo e il 18 sono più lunghi degli altri perché è il caso che io mi sbrighi a finire. Siamo anche agli sgoccioli di questa storia. Un grande saluto a tutti e spero che abbiate capito. Da notare che la riflessione di Astrid è quella che ho spiegato a Peace1b 😂. Il nome del cap è terribile ma non sapevo come chiamarlo
Ali d'argento

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Capitolo 20
*** Perdonami ***


~Cap. 20: Perdonami (POV di Astrid)
Mentre volavo a casa nel sole del tardo pomeriggio, avevo realizzato quanto io non fossi davvero arrabbiata con Hiccup. Ero una di quelle persone che si infuriava sul momento, ma dopo un po' tutto passava. Mentre davo tempo al tempo mi avvicinai alla porta di casa mia, spingendola distrattamente. Ritirai subito la mano e mi strofinai le dita non appena sentii che la superficie che avevo toccato non era legnosa, bensì cartacea. Lessi il biglietto lasciato sollevandolo leggermente, e mentre i miei occhi scorrevano velocemente tra le righe, un sorriso compariva sempre più ampio sul mio volto. Strappai il foglio dall'uscio di casa ed entrai.
Non sapendo che cosa combinare mi misi a fare i lavori di casa. Cosa che non facevo mai se non quando ero annoiata. Di certo non sarei uscita: senza farmi vedere in giro avrei aggiunto un pizzico di preoccupazione e mistero che a parer mio era perfetto per quella situazione. Aspettai la sera e mi incamminai verso la radura. Quando arrivai, lui mi corse in contro.

~(POV di Hiccup)
Stavo disegnando sulla terra aspettandola. Alzai la testa quando sentii dei rumori di passi. E ciò che vidi fu la cosa più splendida che avessi mai visto.
Mi avvicinai a lei correndo e iniziai a parlare: "Astrid, ti ringrazio pe essere venuta e... ascolta mi dispiace per tutto. Io non avrei mai dovuto osare, e mi dispiace se è accaduto ciò che è accaduto solo perché non ti avevo ascoltata e..." "Hiccup- Mi strinse gli avambracci per fermare il mio gesticolare e mi guardò. Lasciò leggermente la presa e continuò lei - Non è solo colpa tua, Hic. È-È anche colpa mia. Ho reagito in maniera spropositata, tu sei libero di fare ciò che vuoi e..." Era il mio turno di interromperla quella volta. Cinsi le mani alla sua vita mentre la baciavo. Un paio si braccia mi strinsero il collo. Non appena ci separammo fu lei a interagire "Mi sei mancato" Vidi il sorriso dell'unica persona che volevo vedere compiere quell'azione in quel momento e non potei fare a meno di ricambiare. Ci sedemmo.
Passammo quel che restava del pomeriggio e la sera insieme osservando i cambiamenti di colore del cielo. Non avremmo potuto essere più felici. Lei aveva la sua testa sulla mia spalla e le nostre mani erano unite, come noi stessi del resto.
"Forse sarebbe ora di tornare a casa" Mi disse lei osservando una stella cadente. "Hai ragione"
Ci alzammo ma sentii il bisogno irrefrenabile di dirle una cosa. La pazzia più bella della mia, anzi nostra, vita.
"Astrid?- Si voltò verso di me-
Non c'è nulla che desidererei più di te. Sei la cosa più bella che mi potesse capitare- mi avvicinai- Ne abbiamo passate tantissime insieme, e il nostro rapporto è sempre rimasto illeso, qualsiasi cosa accadesse. Non potrei immaginare la mia vita senza di te"

~(POV di Astrid)
Non avevo smesso di fissarlo un solo secondo. E mi si spalancarono gli occhi il momento in cui lui si inginocchiò. O Dei. Portai le mani alle labbra quando tirò fuori da chissà dove una graziosa scatolina di legno. La aprì, e quando ricominciò a parlare mi diede il colpo di grazia. Stavo piangendo di gioia.
"Astrid Hofferson, mi vuoi sposare?"
Si era commosso anche lui. Non esitai un istante oltre.
"Sì- presa dall'emozione lo abbracciai quando si alzò in piedi, mentre io ripetevo decine di volte ciò che avevo già detto- Sì, sì, sì, sì, sì!"
Mentre ci guardavamo negli occhi, lui mi asciugò le lacrime con i pollici. Mi infilò nell'anulare l'anello più bello che avessi mai visto. Era il classico anello d'oro con un diamante al centro, ma i ricami che si diramavano da lì erano stupefacenti. Senza contare che quell'anello l'avesse fatto lui, e ciò lo rendeva il migliore che mi si potesse regalare. Sotto il chiaro della luna di quella ormai notte, ci scambiamo un ultimo bacio, prima di tornare a casa mano nella mano.

Cara Astrid,

Ti chiedo umilmente la possibilità di farmi scusare in maniera consueta.
Ti prego di incontrami alla radura questa sera.

Sinceramente e per sempre tuo,

HHH

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Ok, mi sono commossa con la mia stessa fanfic.
La scelta di mettere il biglietto alla fine non so da dove sia saltata fuori, ma non mi dispiace troppo. Forse è inutile, ma potete fare finta che non ci sia. Che altro dire, Hiccup sa sempre cosa dire al momento giusto. Evviva i quasi sposi che lo sono finalmente diventati al capitolo 20!
Saluti, Ali d'argento

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Capitolo 21
*** Best day of our lifes ***


~Cap. 21: Best day of our lifes (POV di Hiccup)
Forse dovrei parlarvi di come l'ho detto a mia mamma, o a Skaracchio, e come l'è venuto a sapere il villaggio.
Vi potrei parlare dei preparativi del matrimonio in grande stile che si aspettava tutto il villaggio, al contrario di noi che lo volevamo semplicemente normale e classico. Ma vi risparmierò questa solfa che potrebbe solo annoiarvi.
Parliamo piuttosto che cosa è successo quel giorno. Era una stranamente calda mattina su Berk, e tutti erano in fibrillazione. Del resto lo ero anche io. Era incredibile come fosse volato tutto quel tempo, e ora finalmente l'attesa era terminata. Mancava sempre meno, e il supporto di una delle persone che volevo accanto a me non c'era. Sospirai a quel pensiero, mentre mi accasciavo sul letto. Sapevo di stare sgualcendo il mantello di yak fatto per l'occasione, simile a quello che indossava mio padre ogni giorno, ma me ne infischiavo guardando il legno del soffitto.
Bussarono alla porta, e fu il lieto di vedere mia madre, con il suo solito sorriso stampato sulle labbra. I nostri sguardi si incontrano e corsi ad abbracciarla. Anche lei fece lo stesso. Mi accarezzò una guancia e iniziò: "Siamo tutti orgogliosi di voi, Hiccup- Poi aggiunse con un sorriso forzato- Lo sarebbe anche tuo padre" "Grazie, mamma"
Ci separammo dall'abbraccio e lei continuò, distogliendo la mia mente da quel ricordo. Probabilmente aveva intuito che ero già abbastanza teso: "Ho parlato con Astrid poco fa. Non vede l'ora di vederti" Sorrisi "Anche io non sto nella pelle mamma" "Tante congratulazioni ancora" Io risposi con il mio solito sarcasmo: "Grazie mamma, questa è la quarta volta oggi" Mi interruppe fingendosi arrabbiata, poggiando le mani sui fianchi: "Ti sposi solo una volta figliolo! Lo sai che entro oggi dovrò obbligatoriamente congratularmi prima con te, poi con Astrid, poi con entrambi per un totale di circa venti volte!"
Ridemmo a quella battuta, e poi lei mi ricordò di sbrigarmi se non avessi avuto intenzione di arrivare tardi alle nozze, mentre scomparì dietro la porta. La seguii dopo qualche minuto, e aspettando che la cerimonia iniziasse mi recai nella Sala Grande.
Se ogni complimento o congratulazione ricevuta fosse stata una goccia d'acqua sarebbe traboccato il Grande Oceano Occidentale. Io ci stavo annegando dentro.

~(POV di Astrid)
Mentre mi sistemavo un ciuffo ribelle dietro all'orecchio mi guardavo allo specchio. Avevo pettinato i capelli, che solitamente stavano in una treccia rigorosamente buttata alla meglio, in un chignon che seguiva lo stesso stile. Gli stessi capelli che il mio futuro marito adorava accarezzare spuntavano in piccole ciocche che mi incorniciavano il viso. Mi squadrai dalla testa ai piedi allo specchio. Osservavo il mio abito color marrone-bordeaux in tutta la sua semplicità, ma allo stesso tempo vedevo come i riflessi del sole che passavano attraverso la finestra aperta producessero ombre e zone di luce, che si riunivano in uno stupendo chiaroscuro sul mio vestito. Iniziai a chiedermi il perché non avessi deciso di indossare un abito con innumerevoli frappe, e decorato con qualsiasi tipo di ricamo possibile. La risposta mi venne come retorica.
Perché io sono Astrid Hofferson. Anzi, quel giorno sarei diventata Astrid Horrendous Haddock. O Astrid Haddock. Non suonava male. Mi dissero che era ora che mi incamminassi, e seguì gli ordini dati, anche se suonavano come amichevoli consigli dal tono usato.

Mentre mi incamminavo sul tappeto che era stato steso sul pavimento dell'edificio principale del villaggio un silenzio di tomba era sceso. Si sentiva solo l' "orchestra" suonare, e più di tutti spiccava il flauto di Pan di Skaracchio. Lo mise distrattamente via dopo che io mi affiancai alla mia altra metà. Potei sentire, nonostante lui tuttora lo neghi, un sottile "Wow" provenire da un certo uomo con gli occhi color smeraldo e i capelli con sfumature ramate. Ci scambiammo un flebile sorriso che sarebbe valso più di mille parole.

La cerimonia si svolse senza nessun intoppo, con mia grande sorpresa, e i festeggiamenti continuarono fino a notte fonda. Il momento più memorabile fu però dopo cena. Moccicoso improvvisamente illuminato da una luce che non si presentava molto spesso nella sua testa ricordò improvvisamente una cosa. Non avrebbe potuto scegliere momento migliore, credetemi.
"Ora che mi viene in mente voi due ci dovete ancora una canzone"
E fu così che mentre eravamo seduti ancora al tavolo dopo il pasto a parlare del più e del meno, mio marito si alzò dalla sedia di fianco alla mia fischiettando l'unica canzone d'amore che conosceva.
Gli occhi di sua madre e si riempiono di lacrime a sentire quel motivo tanto conosciuto e tanto vicino al cuore. Erano sicuramente lacrime di tristezza, ma ero sicura che per quelle ci fossero anche delle lacrime di felicità, di orgoglio verso il proprio figlio e sicuramente anche di altre emozioni.
Prima che potessi accorgermene l'introduzione era finita, e sentii una voce che prese l'iniziativa.
"Per ogni mar navigherò
Ma non avrò paura
Le onde io cavalcherò
Se tu mi sposerai"

Non me l'aspettavo così intonato perché non avevo mai sentito Hic cantare forse, ma l'intonazione in quel momento era un optional. La mia attenzione era concentrata solo su di lui. In quei quattro versi si era alzato, si era allontanato e poi si era riavvicinato, poggiandomi le mani sulle spalle. L'avevo guardato inclinando la testa verso l'alto, cosa che facevo comunemente in quanto lui fosse stato più alto di me fin dai 16 anni circa*. Riprese a cantare:
"Né il sole, sai
Né il freddo mai
M'impedirà il ritorno"

Mi insospettii non sentire Skaracchio urlare quella parte, storpiando l'intera canzone, e così mi distrassi un attimo controllando dove fosse egli. Trattenni a stento una risata. Aveva un' espressione poetica, gli occhi chiusi e sognanti, le braccia verso l'alto. Accanto Eret e Testa di Tufo gli tappavano la bocca, e il secondo alzò il pollice dicendo che era tutto sotto controllo. Hiccup si allontanò leggermente da dietro la mia sedia.
"Se mi prometterai il tuo cuor"
Lui aveva già iniziato a prendere fiato per cantare il verso dopo, ma io lo interruppi. Mi alzai spingendo indietro la sedia e appoggiando le mani sul tavolo. Spostai la sedia al su posto, mi appoggiai ad essa con un braccio.
"E amore per l'eternità"
Mi avvicinai sempre più verso di lui, girandogli intorno, sperando che dopo mi seguisse. Così fu.
"Amato mio
O mio tesor
Tu cerchi di stupirmi"

I miei piedi portavano i miei passi a tempo di musica. E devo ammettere che la mia voce non era così una tragedia come pensavo.
Mi voltai camminando all'indietro.
"Parole non ti serviranno"
Portai una mano all'acconciatura che sarebbe caduta comunque per lasciare che i capelli si perdessero completamente.
"Ti basterà abbracciarmi"
Fu incredibile la velocità con cui mi raggiunse, e mentre cantavo l'ultimo verso della strofa che mi spettava, mi trascinò in un piccolissimo, ma davvero minimo casqué, quasi volesse sbilanciarmi per poi riportarmi in piedi.
"Anelli d'or ti porterò
Ti canterò poesie
Da tutto ti proteggerò
Se tu vorrai sposarmi!"

Ero trascinata in una serie di movimenti vorticosi dal quale non sarei uscita. E del resto io non volevo uscirne.
"Anelli d'or non servono
Non voglio le poesie
Le mani tue desidero"

Giravamo insieme e danzavamo come ci dicevano i nostri cuori, che in quel momento battevano in sincronia a tempo della musica. Non sentivamo nemmeno la stanchezza, e a me non girava la testa.
"Da stringere tra le mie"
Dopo mi lasciò spingendomi in una serie di piroette che non sapevo di essere capace di fare, lasciandomi i miei attimi di gloria. Quando ci riavvicinammo riprendemmo a danzare.
"Ti abbraccerò
Ti bacerò
E danzerò per sempre
Con te felice io sarò
Non smettere di amarmi"

La spinta che mi diede con un movimento di danza fu raddoppiata dal mio coinvolgimento in quello che era, per me, il nostro piccolo mondo. Mi ritrovai tutto d'un tratto lontana da lui. La gioia che emanavo era incontenibile. Gli corsi in contro.
"Per ogni mar navigherò
Ma non avrò paura"

La distanza tra di noi era sempre minore
"Le onde io cavalcherò"
Gli saltai addosso sperando di evitare un miserabile crollo, ma prima di rendermene conto, ero già in aria. Ma lo sapevo. Lui non avrebbe distrutto la magia del nostro piccolo universo.
"Se tu mi sposerai"
Mi prese al volo facendomi volteggiare. Mi sentivo tanto alta che avrei potuto toccare le stelle.
Il respiro affannoso si fece sentire solo dopo che lui mi riappoggiò lentamente a terra, ma la foga che avevamo entrambi ci spinse in un vortice di passione, manifestato con un bacio. Nulla importava, nonostante le urla, gli applausi e le grida della Sala, ora più in festa che mai. Solo noi. "Ti amo" "Ti amo anch'io"
Ci guardammo negli occhi e il fiatone si fece sentire. Dovemmo sederci per recuperare le energie.
Vidi mia suocera, ed era una soddisfazione poterla finalmente chiamare così, ed andai da lei, sperando che stesse bene. Con quella canzone avevamo probabilmente disseppellito tanti ricordi. Dolorosi e non.
Le chiesi se andasse tutto bene, e lei mi rispose con un abbraccio.
"Non avrei mai potuto sentire un'interpretazione migliore di questa. Era sincera e cantata con un animo che solo una coppia unita poteva avere. Grazie Astrid" La strinsi e lei mi strinse ancora più forte.

La festa era finalmente al termine, e tutti si diressero verso la propria abitazione. Compresi io e Hiccup. Era stato il regalo nuziale del villaggio e in particolare degli amici stretti e familiari, ovviamente progettata da Hic. Nonostante il matrimonio inaspettato che aveva colto di sorpresa un po' tutti, anche se io e lui stessimo insieme da ben sei anni!, la casa era stata costruita alla velocità della luce con la collaborazione di tutti.
Non desideravo altro, se non noi sotto quella falce bianca di luna splendente.
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Ta-daaa! Ecco il capitolo più lungo di tutti. Sinceramente sono contenta di aver dedicato più spazio a questo.
*indicazione puramente casuale, non so se Hic abbia raggiunto e poi superato l'altezza di Astrid a sedici anni.
Devo sbrigarmi a finire questa cosa. Non so se Hiccup sia un canterino, anche perchè non ce lo vedo molto a cantare. Ma del resto, chi vedeva Stoick come un ballerino e un cantante? ;)
Notte, Ali d'argento


P.S.: #tuttiabbraccianoValka

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Capitolo 22
*** L'ultima avventura ***


~Cap. 22: Ciò che successe dopo (POV di Hiccup)
I giorni seguenti il matrimonio furono una lotta, specialmente per me. Astrid iniziava ad insistere con la Luna di miele, e a dirla tutta, mi sarei allontanato volentieri anche io dal trambusto cittadino. Questo però richiedeva parlare con gli anziani del villaggio, e questo fin da quando ero giovane, mi aveva sempre un po' impaurito. I motivi? Forse "l'amabile aspetto vichingo" di cui ci vantiamo, oppure la testardaggine che possediamo. Ci avrei provato comunque, del resto "tentar non nuoce".


~(Narratore esterno)
"Oh, andiamo, dimmi che ti hanno detto!" Il moro scosse la testa mentre continuava a fissare lo scoppiettare del fuoco nel camino con un sorriso compiaciuto. Era tornato dalla sua impresa, ma voleva tenerle ancora per un po' quella risposta segreta. La bionda sbuffava  e stava impazzando. Lui si stava divertendo come non mai. "Mi dici quanto altro tempo dovrò aspettare?" Ella sperava vivamente che la vacanza fosse stata concessa, e la curiosità si stava facendo sempre più forte. "Suspense, eh?" Chiese lui alzando le sopracciglia. Lei fece lo stesso, in uno sguardo seccato però. L'uomo ridacchiò, e alzò una mano verso di lei indicando con le dita un numero. Lei lo guardò sconsolata e finse di essere infuriata  "Due? Due giorni? Hiccup ma che cosa gli hai detto per due giorni? Mi avevi detto che avresti usato tutta la persuasione possibile!" Scherzò facendoli ridere entrambi. Mentre la mano di lui si abbassava sempre lui scuoteva la testa e andava verso di lei. "Vanno bene.- La donna disse. Non andavano bene. Per niente. La delusione era nei suoi occhi. Ma si sarebbe accontentata se non potesse essere stato altrimenti- L'importante è allontanarsi da qui"
Lui iniziò a muovere le braccia per farsi notare, in quanto lei non lo considerava, persa nei pensieri "Ma non vedi che ti sto facendo segno di no?!" Lei lo guardò dubbiosa "Quindi non sono due giorni...- lui scosse la testa nuovamente. Lei riprese- Quindi se non sono due giorni sono... Due settimane?!- Lui annuì- Due settimane! O cielo!- Corse ad abbracciarlo piena di felicità, e lui non poté evitare di ricambiare. Rispose nella maniera più semplice possibile, ma quella sarebbe bastata per la soddisfazione del marito- Grazie"
Continuò lui "Partiamo domani. È già tutto organizzato" "Qual è il programma di questa vacanza allora?" Chiese lei mentre si sedeva sul tavolo accavallando le gambe "Io stavo pensando che è da un po' che non esploro nuove terre"
Lei lo guardò e sorrise "Perfetto". Restarono a guardare il fuoco l'uno accanto all'altra.

La vita dei due sposi andò avanti tranquillamente per due mesi di ininterrotte avventure e disastri, festività e giornate lavorative. Poi contro di loro si scontrò una minaccia che nessuno si sarebbe aspettato.

 

~(POV di Astrid)
Quando mi svegliai, non ero più nel bosco. Ero in una di quelle celle composte da mezza sfera, precisamente la parte inferiore. Tentai di alzarmi ma avevo i posi legati dietro la schiena troppo vicini a terra, e a malapena stavo diritta in ginocchio. Sentii una voce parlare con me e alzai lo sguardo.
"È un piacere rivederti, cara"
Colsi un sorriso malvagio sul viso, e la pura cattiveria negli occhi. Spalancai gli occhi quando figurai chi fosse costui.
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E rieccoci con il nostro DUN DUN DUUUUUUN. Scommetto che qualcuno ha già capito di chi parliamo ;)
Penultimo capitolo. E l'ultimo esce oggi. Non vi so dire quando. Ma oggi.
Ho deciso di non mettere la scena "Ero nel bosco facevo qualcosa e poi dopo un colpo in testa è diventato tutto nero", mi sembrava troppo scontata. So che il salto nel tempo è molto vasto, ma avevo bisogno di aggiungere un po' di suspense ;)
Arrivederci, Ali d'argento

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Capitolo 23
*** Epilogo ***


~Cap. 23: L'ultima avventura pt.2 (POV di Astrid)
"Lieto di rivederti, Astrid" Mi guardava dalla cima della mia trappola. "Che cosa vuoi?" Chiesi dimenandomi invano. Le corde erano troppo spesse. "La gloria è sufficiente? Fammi pensare... No. Voglio il Signore dei draghi qui, insieme al suo Furia Buia" Rispose quello. Ecco, un altro che pensava solo al suo Furia Buia... Ci mancava solo quello. Alzai gli occhi al cielo e poi continuai: "Perché mi hai rapita?" "Quale motivazione migliore per farmi raggiungere dal capo di Berk...- Indugiò. Scese nella trappola dopo aver chiamato un drago. Questo poteva solo poter dire che aveva rimesso insieme il suo esercito. Mi raggiunse, tagliò le corde e mi prese il polso, mostrandomi la mano- ... Se non sua moglie?" Mi liberai dalla sua morsa nascondendo gli anelli. Lui risalii sempre per mezzo dell'aiuto dello stesso drago di prima. Se ne andò con un ultimatum: "E se tarderà, le conseguenze le pagherai tu" Richiuse la cella completamente e tutto sarebbe diventato buio, se non per una torcia che illuminava la prigione. Non avrei potuto fare niente, se non osservare i dintorni della prigione. Era la solita stanza vuota con nulla dentro. Niente di speciale, pensavo. Mi rimisi così a sedere. Ero preoccupata. Non si poteva ragionare con quell'uomo. Come aveva detto Stoick.
"Drago Bludvist è un pazzo pericoloso"

~(POV di Hiccup)
Astrid non era ancora tornata, e iniziavo a preoccuparmi. Decisi di recarmi nel bosco a cercarla, e ciò che trovai fu la sua ascia. La sollevai, e immediatamente dopo arrivò il Terribile Terrore addetto alla posta volante. Aveva con sé una lettera, e il contenuto mi fece rabbrividire.

"HA PRESO ASTRID!" Gridai non appena arrivato al villaggio. Appena reso conto di quello che avevo fatto, ovvero allarmare tutti, ebbi un momento di imbarazzo. "Salve..." Dissi mentre tutti mi fissavano. Dopo un secondo la gente urlava e si disperava seminando il panico in tutto il villaggio, e perfino i draghi erano spaventati. Dopo alcuni cori di "Moriremo tutti!, Aiuto il finimondo!", iniziai a pensare che pessimo capo ero stato in quel momento. Poi mi feci prendere dal panico anche io, ricordando che mi sarei dovuto muovere. Radunai tutti i quattro al rifugio e iniziai a spiegare. Perlomeno vagamente, ero troppo nervoso. Gesticolavo principalmente. Chissà come mi avevano capito, e in un minuto, eravamo già pronti a partire.
Testa di Tufo e Bruta preferirono urlare fino a che non ci alzammo tutti in volo a bordo dei nostri draghi. Eret si offrì di venire, e tutti accettammo, una mano in più non faceva certo male.

L'ultimo mi chiese che cosa avremmo dovuto fare. Io risposi: "Trovare Drago e distruggerlo". Tutti mi guardarono seccati, sperando in più dettagli, io presi un sospiro profondo e iniziai: "Capire dove sia Astrid, riprenderla e capire cosa voglia Drago. Chiarire definitivamente con lui a andarcene"
Tutti annuirono.


Arrivammo e feci segno a tutti di non fare rumore eccessivo. Atterrammo in quello che sembrava un fortino, ma incredibilmente attrezzato. Poco lontano, vedemmo ghiaccio. Solo ghiaccio. E metallo. Cerchi metallici spezzati a zigzag a metà circa incastonati nell'acqua gelata.
Era come un'isola.
Iniziai a pensare dove potesse essere finita mia moglie, ma fummo circondati da draghi e uomini. Non ci aspettavamo un attacco imprevisto. Spuntarono fuori da ogni buco, da dietro a ogni cumulo di ghiaccio, e non tutti ci riuscimmo a difendere. I gemelli e Gambedipesce ad esempio. I draghi vennero subito immobilizzati, e furono portati via da altri draghi. Mi difendevo con Inferno, ma con cinque uomini attorno allo stesso tempo non era proprio una passeggiata.
Una voce ci fermò tutti.
"Vi prego, non c'è bisogno di tanta violenza" "La guerra è ciò che hai sempre voluto. Liberala, Drago. Adesso" "Non vedo il perché"
Poi con un gesto della mano altri scagnozzi stesero gli ultimi della gang che erano rimasti. L'unico ancora in gioco ero io in quel momento. "Che cosa vuoi?" Dissi serrando i denti "O Grande capo di Berk, la scelta è semplice. Vedi, il dominio delle isole nordiche mi interessa, ma con un Furia Buia dalla parte opposta farei fatica..." Lo interruppi "Sdentato non combatterà mai per te. È lui l'Alpha, non lo puoi dominare più" "Chi ha parlato di combattimenti. A me basterebbe rinchiuderlo in qualche cella sotterranea"
Ecco cos'erano, probabilmente Astrid era lì dentro. Se ce ne fossero state di meno, se lei avesse invocato aiuto, e se ci fosse stato meno chiasso, incominciando dalla voce stentorea, avremmo potuto localizzarla.
"Ritornando a noi. O il drago...- Sì avvicinò a una delle prigioni e tirò una delle numerose leve. Lo seguii vicino a una delle trappole e non appena scorsi chi vi era all'interno mi affacciai "Astrid!" "Hic...!" La gabbia si richiuse di scatto, e quell'orrido essere tirò un'altra leva- ... O eviti che tua moglie affoghi nell'acqua gelida dell'oceano!"
 
~(POV di Astrid)
Sentii delle voci, e iniziai a chiedermi se fossero arrivati. Erano sicuramente loro. Speravo solo che non accadesse qualcosa di male. Mentre fissavo il terreno iniziai sentire delle lievi gocce cadere. Gocce? Alzai lo sguardo e vidi un tubo. Lo fissai e mi venne un colpo. Era bagnato? Mi avvicinai e lo toccai. Confermai la mia ipotesi mentre spalancavo gli occhi. Speravo vivamente che non servisse a quello che pensavo servisse.


Sentii un meccanismo attivarsi, simile a quello che aveva aperto la cella, e dal tubo iniziò a scaturire un mare di acqua. Non volevo pensare a cosa sarebbe potuto succedere.

~(POV di Hiccup)
"No!" "Allora scegli!" Dovevo figurare in fretta un piano. Ma le idee a me venivano solo quando improvvisate.
"Libera Sdentato" Dissi a denti stretti "Come desideri, Signore dei draghi, saluta tua moglie per sempre! Tieni i tuoi cavalieri e i loro draghi, non faranno certo differenza, nel mio esercito. E adesso andate!"
"Hiccup, ma che stai facendo?" "Fidatevi!" Risposi a Bruta frettoloso, e diressi la gang verso un'isola il più vicina possibile. Non smontai nemmeno dal drago. Saremmo ripartiti subito "Aggiriamo l'isola, voi colpite tutti e tutto a caso, io penso ad Astrid" Ripartii senza accettare domande.

~(POV di Astrid)
Il mio respiro diventava sempre più affannoso, e nonostante il peso dei vestiti, (specialmente del cappuccio imbottito), mi trascinasse sul fondo, io resistevo nuotando alla meglio. Ormai la testa batteva contro il soffitto metallico, e meno di un minuto dopo, dovetti prendere tutto il fiato che contenevano i miei polmoni, sperando di resistere il più a lungo possibile.

~(POV di Hiccup)
Arrivammo, e non ci avevano ancora scorti quando arrivammo. Condussi Sdentato verso l'intero meccanismo di apertura e chiusura trappola e gli dissi di sparare un colpo al plasma. Dopo uno stridore di catene quella sorta di botola si aprì, e l'acqua iniziò a traboccare. Fermai il meccanismo che conduceva il liquido lì e azioni quello di svuotamento.
Fui spinto a terra. Mi voltai e cercai di tirarmi su in piedi. Avevo Sdentato al mio fianco. "È finita, Drago" "Questo lo pensi tu. Ti ho portato via la cosa più cara che potessi strapparti. È come se ti avessi fatto il cuore a pezzi- Stavo soffrendo da impazzire, e aprii la bocca per chiedere aiuto e per dare ordini. Fui preceduto dai cinque membri della gang che sbatterono quel mostro nella sua stessa prigione. Sarebbe stato ridicolo vedere come cercava di arrampicarsi invano, ma non avevo tempo. Mi tuffai e cercai Astrid ovunque, la trovai poi accasciata sul fondo della cella. Presi il suo viso tra le mani, scostandole i capelli fradici dal volto. "Astrid, ti prego.- Non reagiva. Sospirai e cercai di soffocare i singhiozzi. Spalancai gli occhi. Non potevo crederci. Non doveva finire così- No.
No.

No"

Era tutto perduto. Ci avevo messo troppo. Se fossi stato più svelto forse... Se non avessi perso tempo...
Scoppiai in lacrime. Tutti mi raggiusero. Quella scena era il significato della parola triste, e di tutti i suoi sinonimi.
Restammo in silenzio per quelli che sembrarono anni, decenni, secoli.
Qualcosa sobbalzava e tossiva tra le mie braccia. Alzai lo sguardo.
E gli occhi più azzurri del mondo mi guardarono.
"H-Hiccup?" "ASTRID!"
La abbracciai con tutta la forza che avevo in corpo. Moderatamente però. Si era appena ripresa e non era il caso di soffocarla.
"Che è successo?" "Ti spiegherò tutto. Prima torniamo a Berk"


Dopo aver raccontato tutto quanto a tutti la vita riprese il suo corso nel villaggio di Berk. Eravamo tutti più tranquilli adesso.
Nessuna minaccia in giro, nessun nemico mortale con dei conti aperti. Saremmo tutti stati più felici.
Quella è stata un'esperienza che avremmo risparmiato volentieri. Ma solo Thor sapeva perché ci era accaduto tutto quanto.
Io penso che sia il rischio di essere Cavalieri di draghi.

Ma la vita ci avrebbe serbato tante altre avventure. E quelle... sono state le migliori che ci potessero capitare.

FINE

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È finita. È finita sul serio. Cielo, è finita. Wow.
Una dedica speciale alla mia amica Beatrice ;), la prima che è venuta a sapere della fanfiction. Grazie davvero.
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e chiesto. Se per caso scriverò ancora, sarà durante il tempo libero e sempre nella sezione HTTYD.  Buon inizio scuola a chi ha scuola.
Baci e abbracci a tuuuuutti quanti
Saluti, Ali d'argento

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