A Drop in the Ocean

di Dimea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In my Veins ***
Capitolo 2: *** Arrival of the Birds ***
Capitolo 3: *** Spark ***
Capitolo 4: *** Everything Fall ***
Capitolo 5: *** Somebody to die for ***



Capitolo 1
*** In my Veins ***


Salve a tutti, questa è la mia prima storia su questo fandom.
Quella che vi to per proporre è una What if tra Peeta e Katniss, che parte a circa metà di Catching Fire.
Esattamente dalle ultime notti nel Centro di Addestramento, prima dei Giochi della Memoria, ma prima dell'intervista.
E quindi mi chiedo... cosa sarebbe successo se... beh, non vi spoilero nulla!
Buona lettura a tutti.

Capitolo Primo
In my Veins


Nothin' goes as planned.
Everything will break.
People say goodbye.
In their own special way.
[...]

Oh you're in my veins
And I cannot get you out
Oh you're all I taste
At night inside of my mouth
[In my Veins - Andrew Belle]



-Cosa Pensi dovremmo fare dei nostri ultimi giorni di vita?-
-Io voglio soltanto passare ogni minuto che mi resta da vivere insieme a te- risponde Peeta
-E allora vieni- gli dico mentre lo trascino dentro la mia stanza.
Lui mi segue in silenzio, chiudendosi la porta alle spalle.
Non è la prima volta che entra nel mio letto, da quando sono finiti i Giochi.
Solo con lui, il mio sonno non è popolato da incubi. E nemmeno il suo.
Non so spiegarmi il motivo, ma le sue braccia mi danno un senso di sicurezza.
Mi sento protetta...
Al sicuro...
A casa...
Improvvisamente cinge la mia vita, stringendo la mia schiena contro di lui, appoggiando la testa alla mia spalla.
Sento il suo respiro sul mio collo ed il suo cuore battere, sotto la mia pelle.
Da qualche parte, sento una vocina che mi urla di non lasciarlo andare, di trovare una soluzione.
Possa la buona sorte essere sempre a vostro favore...
E quando mai lo è stata?!?
Nella mia vita, la fortuna è sempre stata una presenza evanescente.
Ed il mio carattere non mi ha mai aiutato.
Distruggo tutto ciò che tocco... ma lui non se ne cura, anzi cerca di farsi toccare.
Lui, che è pronto a morire per me.
Io ora sono pronta a morire per lui.
Ed io... io che non mo sono mai chiesta cosa provassi in realtà per lui.
Per quelle lunghissime ciglia chiare che più di una volta mi sono ritrovata a fissare.
Per quelle labbra che troppe volte ho baciato senza peso.
Per quei suoi modi gentili, ed il suo modo di farmi sentire perfetta... anche se non lo sono mai stata.
Sospiro impercettibilmente.
Rimaniamo in questa strana posizione per un tempo interminabile, in silenzio.
Le parole non servono, non più dopo quella fatidica intervista.
"lei è venuta qui con me".
Mi volto, senza districarmi da questo abbraccio.
Nella penombra della mia stanza, riesco a distinguere perfettamente il suo volto.
Ed ancora una volta resto in silenzio.
Incapace.
Lo sto perdendo.
Sto perdendo il ragazzo del pane.
No, gli sto salvando la vita.
I suoi occhi cominciano a luccicare. Vedo le sue lacrime farsi strada, così come sento le mie troppo vicine.
Di slancio lo bacio, e le lacrime scivolano lungo le nostre guance, bagnandoci le labbra.
Non penso di averlo mai baciato fuori dalla portata di una cinepresa.
Questo bacio è amaro, ma non per le lacrime.
Uno di noi due non sopravviverà e lo sappiamo.
Mi allontano dalle sue labbra. Sto singhiozzando troppo forte oramai, ho quasi il fiato corto.
Mi stringe più forte.
-Troveremo una soluzione- sussurra dolcemente, cercando di riprendere il controllo della sua voce.
Sembra convinto, ma in realtà entrambi sappiamo che non esiste una soluzione.
Ricomincio a baciarlo, trascinandolo verso il letto.
Non so cosa mi stia spingendo a ciò...
In fondo non amo Peeta...
Forse...
Non lo so più...
Tutto vortica intorno a noi.
I rumori si attutiscono...
Probabilmente nella stanza accanto c'è Haymitch... ma non me ne curo.
Non mi stacco dalle sue labbra, non ora. Rischierei di vacillare e fermarmi.
Lascio che sia l'istinto a guidarmi, e sembra che Peeta faccia lo stesso.
Gli sfilo la maglietta, e sono costretta a fermare il bacio.
I suoi occhi si piantano nei miei, lucidi e ricolmi di lacrime.
-Non sei obbligata, io... se per caso...-
Lo bacio ancora mentre lui, spiazzato, resta immobile.
Prendo le sue mani e me le porto sui fianchi.
Si stacca ancora dalla mia bocca, ma non allontana le mani dai fianchi.
-Perchè?-
La risposta è spontanea, mi arriva da qualche angolo sperduto, all'interno di quel freddo contenitore che solo può essere il mio cuore.
-Potrebbe essere l'ultima volta per dimostrare ciò che non so dire.-
I suoi occhi si illuminano, e Peeta non ha più bisogno di parole.

Un raggio di sole mi sveglia. Proviene dalla finestra che Peeta lascia sempre aperta la notte.
Peeta...
Le sue braccia mi circondano.
Niente incubi neanche stanotte.
Lui è la mia fortezza.
Una brezza leggera mi fa rabbrividire, e mi ricorda che l'unica stoffa che sfiora il mio corpo è il lenzuolo.
Ma per la prima volta, non me ne preoccupo.
Sprofondo nel calore del suo petto ed assaporo il suo odore.
Sa di buono, di biscotti caldi e miele.
Non avevo mai fatto caso al profumo della sua pelle.
-Ehi...- sussurra sfoggiando un sorriso stropicciato.
-Ehi...- rispondo sorridendo.
Quello che è successo stanotte, è stato qualcosa di completamente inaspettato, tanto che anche lui sembra faticare a crederci.
-Oggi è il nostro ultimo giorno di vita "normale", ed aggiungerei "sicura".- sussurro.
Peeta annuisce, e mi stringe ancora più a se.
-Stasera ci saranno le interviste...-
Sospiro.
Domattina inizierà la mia missione.
Dovrà uscire da quell'arena, vivo.
Io uscirò prima di lui, morta.
Peeta mi fissa e s'incupisce
-Non ci pensare nemmeno-
Mi stringe ancora più forte e mi bacia la fronte.
Appoggio una mano sul suo petto. Il cuore batte all'impazzata. Ma non mi rendo conto se si tratta del mio o del suo.
-Avrei voluto parlarti prima dei giochi... Ma mi sembravi troppo lontana, irraggiungibile.- sorride tristemente.
No, lei non ha idea dell'effetto che fa...
-Oh Peeta...-
Bussano alla porta.
Sprofondiamo nell'imbarazzo, aspettandoci l'entrata in scena di Effie, da un momento all'altro.
Invece è la voce di Haymitch a richiamarci verso la sala da pranzo.
Senza più fiatare, io e Peeta ci rivestiamo. Ma non posso non notare gli sguardi che mi lancia di sottecchi.
-Dormito bene, Piccioncini?- ci schernisce il nostro Mentore, appena varcata la soglia.
Come avevo immaginato, Haymitch si trovava nella stanza accanto alla nostra. Mi resta solo da sperare che fosse ubriaco come una spugna.
-Effie mi ha svuotato gli alcolici nel lavandino...dice che devo essere lucido per voi- si rabbuia lui.
Perfetto! Mi toccherà sorbirmi ogni frecciatina. Grazie Effie.
Haymitch addenta una fetta di pane tostato, e noi ci accomodiamo al tavolo della colazione.
Ci osserva troppo per i miei gusti. Lo trovo irritante!
Mi verso del te nella tazza prima di rivolgermi a Peeta.
-Senza zucchero per te, vero?-
Per tutta risposta annuisce e ci scambiamo un sorriso complice.
Quando mi volto, lo sguardo del nostro Mentore è triste. E non lo nasconde.
-Vi chiedo un ultimo sforzo, e poi vi lascerò il resto della giornata libera, finché non dovrete incontrare i vostri staff.- sospira - Prima vorrei parlare con te, Katniss-




Fine Capitolo

Ebbene, eccoci qua.
Quando ho letto il capitolo 17  de "La Ragazza di Fuoco", questa scena mi è balzata in testa subito.
E se Katniss si fosse concessa, cosa sarebbe accaduto?
A questo punto la storia cambierebbe oppure no?
Da queste domande è nata questa storia.
A presto con il secondo capitolo.
Un bacio.
Dimea










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Capitolo 2
*** Arrival of the Birds ***


Eccoci giunti al secondo capitolo.
Alcune cose resteranno invariate... molte cambieranno.
Buona lettura.


Capitolo Secondo
Arrival of the Birds


La porta si chiude alle spalle del mio Mentore.
Il suo sguardo è duro e freddo come la pietra, ma riesco a sostenerlo.
O almeno ci provo.
Mi accomodo, mentre lui si lascia cadere sulla sedia davanti a me.
-Non è stato per convincere Snow, vero?-
Non ha bisogno di specificare, entrambi sappiamo di cosa parla... ma evito.
-Non so di cosa tu stia parlando...- cerco di sembrare convincente.
-Katniss, la faccenda è seria! Ti rendi conto di cosa stai facendo a quel povero ragazzo?!?- è furente 
Ecco Perchè lo odio! Non prova nemmeno a capirmi.
-Sveglia Ragazzina, non puoi giocare alla Fidanzatina di Panem e non accettare le conseguenze!- sbraita, additandomi.
Mi sento ferita, incompresa ed umiliata.
Voglio solo urlare... e non mi importa se dall'altra parte della porta, Peeta sta ascoltando.
-E tu vuoi renderti conto che ho smesso di giocare alla Fidanzatina di Panem da un bel po'- le parole traboccano dalle mie labbra come un fiume in piena
Lui per un attimo mi osserva più attentamente, poi sorride.
-Ci è riuscito...- sorride amaramente -tardi, ma ce l'ha fatta.-
Scuote la testa ed estrae una fiaschetta dalla giacca.
-Ma... avevi...-
-Shhhh- mi fa segno di star zitta, fulminandomi con lo sguardo - vuoi che mi becchi?!?-
Sorride complice, come se qualcosa avesse allontanato la sua aria truce di poco prima.
Mi lascio scappare una risatina, ma dura solo un'istante.
Le lacrime tornano a bussare.
Istintivamente sposto lo sguardo altrove.
Questa con Haymitch, potrebbe essere l'ultima chiacchierata.
-Grazie- sussurro -Per i primi Giochi, per esserci rimasto accanto...-
Con la coda dell'occhio lo vedo asciugarsi una lacrima.
-Salvalo. Riportalo a casa.- mi alzo e mi avvicino alla porta, ma lui mi richiama.
-Katniss- mi volto -I rimpianti non ti servono... questo è il mio unico consiglio da  amico.-
Sospiro.
Ha tremendamente ragione.
Esco dalla stanza e passo accanto a Peeta
Mi sorride dolcemente, ed io ricambio il sorriso.
I ricordi di ieri sera sono particolarmente vividi nella mia mente: le sue carezze, i suoi baci, le mie unghie sulla sua schiena... Oddio, devo avergli lasciato parecchi segni!
Arrossisco all'idea di Portia che ridacchia, mentre lo aiutata a vestirsi.
Mi trascino verso la mia stanza, cercando di non pensare alla reazione della squadra di preparatori di Peeta.
Appena varcata la soglia, il mio Staff comincia ad inondarmi di lacrime. Evidentemente sanno che non tornerò viva.
Tra un lacrimone, un singhiozzo, ed una soffiata di naso, la mia preparazione preliminare -grazie al cielo- si conclude.
Non vedo l'ora di abbracciare Cinna, ho bisogno di un amico in questo momento.
Con passo felpato, il mio stilista entra nella stanza, con  un pacco tra le braccia.
-Le mie obbiezioni non sono servita a nulla...- sibila
Lo guardo stranita e quando incontro il suo sguardo, tutto si fa più chiaro.
-Non può averlo fatto...- la rabbia comincia a salire.
-Mi dispiace Katniss- mi abbraccia mentre le lacrime cominciano a percorrere le mie guance.
-Quel figlio di puttana! Non mi vuole solo morta!-
Cinna si scioglie dal mio abbraccio e mi rivela il contenuto del pacco: il mio abito da sposa.
Gli occhi del mio stilista si rabbuiano.
-Ha deciso di celebrare il vostro matrimonio in diretta...-
-CERTO, L'ARENA E' UN LUOGO PERFETTO DOVE TRASCORRE LA LUNA DI MIELE!- Lo so che mi sta ascoltando , quel figlio di puttana... lo so bene!
Probabilmente sa di ieri sera e sta cercando di distruggermi prima di metter piede nell'arena.
Solo Snow poteva orchestrare qualcosa di simile... lui ed il suo Primo Stratega.
Cinna sospira.
-Katniss, quando ballerai con Peeta, ricordati la piroetta...-
Mi guarda con una tale convinzione...
nei suoi occhi leggo perfettamente "Facciamogliela pagare!".

Continua

Eccoci qui, secondo capitolo... possiamo definirlo quasi un capitolo "anticamera", dal prossimo, si entra nel vivo dell'azione.
Un bacione.
A presto,
Dimea

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Capitolo 3
*** Spark ***


Capitolo 3
Spark




When we first came here,

We were cold and we were clear,
With no colors on our skin,
We were light and paper-thin.
And when we first came here,
We were cold and we were clear,
With no colors on our skin,
Til you let the spectrum in.

Say my name,
And every color illuminates,
We are shining,
And we'll never be afraid again.
[...]
And when we come back we'll be dressed in black!
And you'll scream our names aloud!
And we won?t eat and we won?t sleep!
We'll drag bodies from their graves!
So say my name,
And every color illuminates,
And we are shining,
And we'll never be afraid again,
Say my name,
As every color illuminates.
[Spectrum (Say my Name)]

Sospiro mentre l'ascensore mi porta giù... sempre più giù.
Sento l'oblio soffocarmi, mentre mi osservo nello specchio.
Odio questo abito in seta, troppo pomposo, troppo elaborato.
Cerco di deglutire la rabbia: agli occhi di Panem, questo è un giorno gioioso, al limite della catastrofe dell'indomani..
I pensieri felici della sera prima si sono dissolti. Evaporati con le lacrime.
Non mi è stato permesso di vedere Peeta, per la stupida tradizione che lo sposo non deve vedere la sposa prima della cerimonia.
E la domanda sorge spontanea: Se il nome di Prim non fosse stato estratto, se non mi fossi offerta volontaria, e se quello di Peeta fosse rimasto intrappolato nell'urna... ora saremo qui? Non a Capitol, ma ad un passo dal sì eterno... che durerà qualche giorno.
Non posso che esser combattuta.
Voglio?
Oppure no?
Ma ha senso pensarci ora?
Senza rendermene conto, sono già dietro le quinte.
E le mani cominciano a sudare.
Johanna mi osserva stranita, prima di sussurrare un insulto rivolto a Snow.
-Fagliela pagare!- sussurra prima di esser chiamata da Caesar.
E resto qui, in attesa di sentire la voce di Peeta, che si fa attendere meno del previsto.
-Caesar, buona sera!-
-Peeta! Questo ragazzo ce l'ha fatta, signori!- Esulta l'uomo dall'acconciatura impomatata -Allora, sappiamo che stasera, in accordo con il nostro Presidente, tu e Katniss avete una sorpresa per noi.-
-Ebbene sì, i nostri Sfortunati amanti, tra poco non saranno più solo "amanti"- questa voce la conosco, l'ho già sentita...
-Spiegati Plutarch- Ma certo! Heavensbee, il Primo Stratega!
Mi sento sfiorare la spalla.
E' Haymitch che mi sorride tristemente.
Indossa un abito da cerimonia. Probabilmente Snow deve averlo obbligato ad accompagnarmi all'altare.
Tutto sommato sono felice che ci sia lui.
-Sei pronta Dolcezza?- annuisco e lui mi asciuga una lacrima - Ricordati la giravolta- mi sorride.
-Direi di far entrare la sposa, invece di spiegare...-
Parte una strana marcia nuziale, ed il mio Mentore mi prende sotto braccio, ed insieme attraversiamo le quinte.
Lo scroscio di applausi che arriva, mi stordisce... ma Haymitch mi guida.
Incontro gli occhi di Caesar e del Primo Stratega, carichi di qualcosa di simile all'orgoglio e alla commozione. Dagli spalti, Cinna, Portia ed il mio Staff, si asciugano una lacrima. Ma io sto cercando un altro sguardo.
Eccolo lì, nonostante la situazione ha gli occhi lucidi e sorride.
Ed il mondo si scioglie.
Peeta è lì, ed ora capisco il suo "Per Sempre", detto prima che mi addormentassi.
E lo vorrei davvero quel "Per Sempre", lo vorrei davvero.
Non me ne rendo conto, ma sto sorridendo.
Arrivo accanto a lui, ed il nostro Mentore mi affida alle sue braccia.
-Sei bellissima- sussurra commosso.
-Anche tu non sei niente male- ridacchio.
E pensare che un anno prima, dopo la nostra intervista, lo avevo spinto su un'urna...
ed ora eccoci qui.
Chi se ne importa che domani partiremo per l'arena.
Cosa importa che tra qualche giorno potrei esser morta.
Ora ci siamo solo noi.
Per un attimo mi perdo.
Il Primo Stratega si schiarisce la voce e ci richiama all'attenzione.
-Ebbene ragazzi, non abbiamo tutta la sera- la gente ride in sala.
Heavensbee inizia con le solite parole sul rispetto, sull'eternità... ecc. Peccato che a causa, anche SUA, ci serviranno ben poco.
Il pubblico trattiene il fiato, si emoziona e sospira.
Ed arriviamo alle promesse.
NO, NON HO PREPARATO NULLA!
-Katniss- Inizia Peeta - Ancora ricordo quella bambina con il vestito rosso, che più di undici anni fa mi ha rubato il cuore... Oddio, quasi non riesco a credere che ora sia qui davanti a me- Sospira- Non importa quanto tempo ho avuto a mia disposizione, o quanto ne avrò in futuro... tu ricorda solo che ti ho amato e ti amerò Per sempre.- Si ferma e fa un profondo respiro- Ti amo Katniss Everdeen- la sua mano tremante fa scivolare una fedina sul mio anulare sinistro.
Quella frase mi coglie impreparata, forse Perchè la pronuncia guardandomi... o forse Perchè mi riporta a galla le emozioni della sera prima.
Ora lo so...
-Peeta.- Qualcosa mi bagna la guancia. No ti prego stupida lacrima, non ora- Io ed i discorsi andiamo ben poco d'accordo... Ma, non mi importa del tempo, ne ora ne mai. - sto singhiozzando e quello che sto per dire, peggiorerà il mio stato - Ti amo-
Lui sgrana gli occhi, evidentemente sorpreso.
Le lacrime scorrono copiose sulle mie guance mentre lascio scivolare la fede sul suo dito.
Mi guarda negli occhi e si rende conto che non sto mentendo.
E Prima ancora che Plutarch possa dire "puoi baciare la sposa", le sue labbra sono sulle mie.
Il pubblico singhiozza con noi.
Peeta mi guarda negli occhi, mentre Caesar incita la folla urlando "Il signore e la signora Mellark".
-Per Sempre...- sussurra con gli occhi lucidi.
-Peeta, Ora una breve intervista ad entrambi è d'obbligo!- Esulta Caesar.
Lui sorride sornione
-Penso di sì.-
-Bene, bene. Ora che siete sposati.... Avete altri rimpianti?-
Peeta si rabbuia.
-Tempo a parte... beh, il...- ma si blocca e scuote la testa.
-"il" cosa, Peeta.-
-Il Bambino, Caesar, il bambino.-
Il gelo cala nello studio.
-B...Bambino? Oh, beh, è una notizia stupenda!- Caesar sbianca e cambia discorso, cerca di focalizzarsi su di me, ma la folla impazza: vogliono l'annullamento dei giochi.
Parte una canzone in lontananza.
Vogliono che avvenga il primo ballo.
Peeta mi afferra tra le sue braccia e mi fa volteggiare.
Non mi stacca gli occhi di dosso.
Ha inventato quella bugia con Haymitch per salvarci, proprio come feci io con i morsi della Notte...
Le sue braccia mi avvolgono... la mia fortezza.
E la giravolta arriva... ed il mio abito prende fuoco, e viene sostituito da un abito in piume, compreso di ali.
-Cinna ha superato se stesso!- grida Caesar estasiato. - Sembri una sorta di uccello...-
Osservo le piume scure e lucide
Realizzo solo ora di cosa si tratta.
-E' una Ghiandaia Imitatrice.-
BOOM!
In un minuto scoppia il caos, e tutto si perde.







Continua..














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Capitolo 4
*** Everything Fall ***


Eccoci arrivati al quarto capitolo...
Settimana scorsa ho compiuto 7 anni di scribacchiatura su EFP, avrei voluto pubblicarlo quel giorno... ma il lavoro non me l'ha permesso... uffa!

Capitolo 4
Everything Fall

I dont want to be the one 
The battles always choose 
'Cause inside I realize 
That I'm the one confused 
 
I don't know what's worth fighting for 
Or why I have to scream 
I don't know why I instigate 
And say what I don't mean 
I don't know how I got this way 
I'll never be alright 
So, I'm breaking the habit 
I'm breaking the habit
[Breking the habit- Linkin Park]

Mi volto verso Peeta, mentre attorno a me esplode il caos.
Incontro i suoi occhi e rivedo l'espressione del ragazzo strappato al distretto 12 alla prima Mietitura. L'idillio di poco prima sembra svanito.
-Peeta, andrà tutto bene- cerco di dire, ma la voce trema ed è troppo acuta per sembrare sincera.
Non voglio perderlo... non ora.
Intorno a noi la gente urla e corre senza meta.
Ancora cerco di capire cosa stia succedendo.
Siamo abbracciati e bloccati dalla paura.
In lontananza sento degli spari. Che siano Pacificatori?
Se dovessero avvicinarsi, sarei disposta ad usarmi come scudo umano, pur di salvare Peeta.
Ho comunque paura... tanta.
Nel marasma generale, una voce ci chiama. E' Haymitch.
-Di qua!- ci fa segno di seguirlo.
Poco più avanti a lui, riesco a malapena a distinguere quattro o cinque sagome. Una è sicuramente Cinna.
-Restate uniti- ci dice Haymitch porgendoci una corda -Legatela in vita e seguite me e Cinna.-
Seguiamo gli ordini alla lettera e scivoliamo dietro le quinte.
In lontananza un grido cattura la mia attenzione...
-Per la Ghiandaia Imitatrice!-
Ma cosa sta succedendo?
Che la rivolta sia già arrivata a Capitol?
Non ho molto tempo per pensarci, vengo trascinata in uno stretto cunicolo, il cui unico accesso è una botola nascosta sotto al palco.
Mentre avanziamo in quelle che, probabilmente, erano gallerie destinati ai treni merce, mi rendo conto che la lunga gonna di piume non fa altro che intralciarmi... tanto che sono costretta a strapparmela fino al ginocchio mentre camminiamo.
Nessuno di noi fiata.
Procediamo nel buio per un'ora buona, ed il mio senso dell'orientamento svanisce.
Ci  fermiamo davanti ad un tubo... un enorme tubo di metallo... NO! Questo è un treno! Probabilmente è composto da due, al massimo tre vagoncini. Ma la forma è singolare.
-Salite- sussurra Cinna.
Annuisco e salgo, seguendo il gruppo.
All'interno, ad aspettarci troviamo alcuni Vincitori che erano con noi poco prima.
Il vagone trema un istante, sibilando, prima di partire a tutta velocità, donandomi una sgradevolissima sensazione di vuoto allo stomaco.
-Cosa sta succedendo?- Chiedo con un filo di voce.
Non ottengo risposta da nessuno.
Allora ci riprovo e questa volta, cerco di mantenere ferma la voce.
-Posso sapere cosa sta succedendo?-
Peeta mi guarda con aria interrogativa.
-Panem sta collassando...-
Questa voce...
Nella Penombra cerco le labbra da cui arriva.
Heavensbee è seduto poco distante da me e mi osserva.
-Lei...- ringhio tra i denti
-Calma, Dolcezza...- mi blocca Haymitch - è dei nostri-
Mi torna in mente la nostra conversazione alla festa di Snow, e comprendo.
-Dove andiamo?- cerco di cambiare discorso
-Nel distretto 13-
Il panico mi coglie alla sprovvista, ma è Peeta che parla al posto mio.
-Perchè non a casa?-
-Il 12 è sotto attacco.Ma tranquilli, le vostre famiglie...-
-TRANQUILLI?!?- Peeta sta urlando - Tranquilli?!? Casa nostra è sotto attacco e voi ci dite di stare tranquilli?!?-
-Non è facile nemmeno per me...- sussurra il nostro mentore. E per la prima volta, dopo la seconda mietitura, lo vedo sofferente.
E lo nota anche Peeta, tanto da mettersi a sedere e cercare la mia mano da stringere.
-Perchè il distretto 13?- domando
Attorno a me tutti mormorano.
Qualcosa non torna.
Mi rendo conto solo ora che le cose mi stanno sfuggendo di mano... o semplicemente non le ho mai controllate.
-Da ora sei sotto scorta.- La risposta secca di Johanna mi lascia perplessa, finché non collego con la frase sentita poco prima: Per la Ghiandaia Imitatrice.
Sono qualcosa che non  avrei voluto essere.
Sono quella scintilla di cui Snow aveva paura.
-Non possiamo permettere che alla nostra Ghiandaia Imitatrice accada qualcosa.- Questa volta è il Primo Stratega a parlare.
Mi guardo attorno:Peeta, Finnik, Johanna, Haymitch, Cinna, Heavensbee, Wiress e Beetee... singolare come scorta!
Vengo informata che il resto del mio Entourage si trova su un altro treno insieme a Mags e ad altri Tributi/Vincitori.
Non capisco se sono sollevata o nervosa. Ma nel dubbio, smetto di fare domande e mi accoccolo contro Peeta.
Pian piano, i miei compagni di viaggio si addormentano, direi che potrebbe essere l'unica cosa logica da fare... ma il sonno non arriva.
Mentre questo treno carico di fuggitivi, così come altri treni d quel che ho capito, attraversa i distretti ad una velocità impressionante, mi sembra quasi irraggiungibile la felicità provata poche ore prima.
Abbasso lo sguardo sulle nostre mani intrecciate, la mia destra e la sua sinistra. Al suo anulare brilla la fede.
Probabilmente mi ha letto nel pensiero, Perchè lo vedo sorridere. Mi sposta una ciocca di capelli dietro l'orecchio, e lo sento sussurrare.
-Particolare come prima notte di nozze, non trovi?-
Rido con lui.
Attorno a noi tutti dormono. Possiamo parlare indisturbati.
-Katniss...- inizia lui, ma in realtà me lo aspettavo -Tu, pensi davvero quello che hai detto nelle promesse?-
Non mi coglie del tutto alla sprovvista.
-Pensi che sia stato per...-
-No, vorrei solo sapere se lo pensi-
 sospiro e lo guardo negli occhi
-Sì- sussurro.
E di nuovo le sue labbra sulle mie, lontano da quelle infernali telecamere.
Le emozioni della sera prima, nella mia stanza, tornano a galla prepotentemente.
Un colpetto di tosse ci costringe ad allontanarci.
Haymitch sembra quasi divertito.
-Ci sono anche io...- ridacchia

Continua...
                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                            

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Capitolo 5
*** Somebody to die for ***


                                                                                                                                                                                                                                                             
 Somebody to Die for                                                                                                                                                                        


When I’m standing in the fire
I will look him in the eye
And I will let the devil know that
I was brave enough to die
And there’s no hell that he can show me
That’s deeper than my pride
Cause I will never be forgotten
Forever I’ll fight

And I don’t need this life
I just need…

Somebody to die for
Somebody to cry for

[Hurt-Somebody to die for]

                                                                                                                                     

Un cigolio squillante mi richiama alla realtà. Qualcosa di simile ad un gesso sulla lavagna.
Devo essermi addormentata!
Sono circondata un incessante brusio, quasi irreale, mentre sento una sensazione di calore molto familiare, alla mia destra.
Apro gli occhi, stropicciandoli con le mani, senza spostarmi dalla spalla di Peeta.
Attorno a me sono tutti pronti, ed immediatamente mi sento in colpa.
-Bentornata tra noi dolcezza- ridacchia Haymitch - Il ragazzo non voleva spostarti mentre dormivi... sai, gli hai fatto venire un crampo!-
La mia buffa scorta scoppia a ridere, ed io non posso fare altro che avvampare, mentre Peeta mi stringe.
Quel vecchio ubriacone!
La luce entra dalle feritoie poste in alto che fungono da finestrini.
Il treno si blocca di colpo, ma nessuno sembra allarmato. Dalla porta che si sta aprendo, fa capolino una faccia troppo familiare...
-Katniss!Peeta!-
Effie ci corre in contro, scansando tutti.
-Ho temuto il peggio- mi bistratta lei.
-Effie, lasciali respirare- Implora la voce del mio stilista.
Lei si allontana di un passo, e vedo nei suoi occhi la commozione di rivederci vivi e lontano dalla minaccia dell'Arena... ed aggiungerei sposati.
Effie ci fa segno di seguirla, e tutti scendiamo dal vagone.
Ci troviamo in una piazzola sotterranea, una sorta di stazione ferroviaria spoglia.
Un uomo in abiti grigio fumo ci viene ad accogliere per scortarci attraverso il Distretto.
Il Distretto 13 è qualcosa di tremendamente bianco, asettico e vuoto. Tanto che mi sento a disagio con il mio abito piumato ed il trucco appariscente.
Mentre attraversiamo quei corridoi immacolati, lancio qualche occhiatina di sottecchi a Peeta che ricambia, sorridendomi furtivamente.
Arrivati ad un grande portone bianco, che deve pesare un accidente date le dimensioni, un energumeno con una benda sull'occhio, divide gli uomini dalle donne. Noi ragazze veniamo accompagnate in uno spogliatoio dove ci viene ordinato di struccarci e eliminare ogni orpello. L'unica lievemente riluttante sembra essere Effie, che ad ogni passata di dischetto struccante, sembra trattenere le lacrime.
Ci viene fornita una tuta grigia, identica a quella di tutte le persone che abbiamo visto fino ad ora nel distretto.
Una donna dai capelli grigi fa capolino dalla porta.
-Benvenute- sussurra -Io sono la Presidentessa del distretto 13.-
Non riesco a capire, esattamente, quali sensazioni mi susciti questa donna... ma quando i suoi occhi si posano su di me, sento il suo sguardo unto addosso. Mi sento sporca, persino mentre mi parla.
La presidentessa Coin, così si presenta poco dopo, non mi ama e non ne fa mistero, ANZI. Il suo astio verso il mio nome è fortissimo, tanto che è costretta ad etichettarmi come "la sua preziosa Ghiandaia" quando si rivolge a me, o Ragazzina.
No, non riesco proprio a quantificare l'odio che nutre verso di me... in compenso ama Peeta, che nel suo monologo di due ore nomina una ventina di volte. Come darle torto: io ho innescato una rivoluzione inscenando, per salvarci la pelle, un tentato suicidio, lui ha le parole giuste per fomentare una folla. Qualunque persona sana di mente sceglierebbe lui, e non me, come volto di una rivoluzione!
Nella testa di questa donna, probabilmente, sono una qualche sorta di ragazzina viziata che ha torturato un povero ragazzo innamorato, per non morire. Forse finirei per odiarmi anche io...
Arrivati questo punto, dovrei biasimare il suo comportamento... ma non ci riesco: Nessuna delle due mi voleva a capo di una rivolta, ma ora sono qui... e da alleate, mostrarsi astiose a vicenda non porterà a nulla.
Scelgo quindi di mordermi la lingua ad ogni frecciatina e sorrido...o almeno ci provo.
-Domattina la vorrei nel mio ufficio, mia preziosa Ghiandaia.-
Annuisco e la saluto, mentre usciamo dallo spogliatoio e ci ricongiungiamo con il resto del gruppo.
Una ragazza bionda dall'aria familiare mi corre incontro.
-KATNISS!-
Quasi riconosco a stento mia sorella Prim, troppo cresciuta per i suoi 13 anni.
-Prim!- Sospiro abbracciandola.
Dietro di lei, nostra madre con l'espressione più seria che abbia mai visto... che muta in un pianto di felicità, appena il suo sguardo incrocia il mio.
Temevo di averle perse per sempre, partendo per l'arena... ma ora sono qui e niente può rendermi più felice. Ho loro e Peeta. Ma manca qualcuno.
Prim capisce la mia espressione ed annuisce.
-A dare manforte ai ribelli- sussurra, mentre si scioglie dalla mia stretta -Sarà di ritorno tra pochi giorni-
L'espressione di mia madre torna aspra per qualche secondo, quando nota Peeta.
-Trattala bene- Gli intima, prima di sorridere.
Veniamo smistati in diverse camere e con non poca mia sorpresa, vengo lasciata con mio marito... Ok, lo ammetto... è una parola che ancora suona strana, per indicare Peeta.
Le stanze qui nel distretto 13 sono esattamente come i corridoi: Bianche e fredde, esattamente come quelle di un ospedale.
Chiudo la porta alle mie spalle. Lui si è steso sul letto completamente vestito e non posso non ripensare alla notte passata in camera mia a Capitol.
Davanti a me ho l'uomo per cui morirei : Peeta Mellark, mio marito.
Questa è tutta una questione di coraggio...
Il suo sguardo si fa curioso, quando mi vede davanti a lui in piedi.
Sospiro, raccogliendo ogni briciola di coraggio che il cuore cerca di pompare.
Trattenendo il respiro lascio cadere l'abito ai miei piedi.
Peeta spalanca gli occhi, mentre mi siedo a cavalcioni su di lui e lo bacio.
Non proferisce parola, mentre le mie dita scivolano sui bottoni della sua camicia, ma il suo respiro affannato ed i suoi occhi lucidi parlano per lui.
Ti voglio, sembrano dire.
-Signor Mellark...- sussurro sorridendo
le sue dita indugiano sulla mia guancia.
-Signora Mellark...- sussurra
I suoi occhi sono incredibilmente azzurri, come non mai prima d'ora.
La sua camicia finisce sul pavimento. Stessa sorte, capita agli altri nostri indumenti.
Peeta è sopra di me. Non parla, si limita a sorridere.
Questa è la nostra prima notte di nozze...
E nessuno può portarmela via.


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