Il Capo dei Vampiri

di _piccolascrittrice_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo SPECIALE - e se...? ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - FINALE ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Il Capo dei Vampiri

Quattro mesi dopo

-Yui-chan, sbrigatiiii....!-. La voce canzonatoria di Raito arriva alle orecchie della diretta interessata piuttosto chiaramente.
La fanciulla in quel momento finisce di annodare il fiocco della sua divisa scolastica, dopo di che si fionda a prendere la cartella da sotto il letto a baldacchino
(come ci è finita lì?).
-Arrivo!-. Grida, per farsi sentire. Non esattamente da Raito.
Attraversa a grandi passi l'uscio della sua stanza, per poi dirigersi frettolosamente alle scale.
Riesce quasi a vedere gli occhi furenti e la mascella contratta di Reiji, fermo ad aspettarla come uno stoccafisso all'entrata.
La giovane deglutisce un groppo in gola, mentre scende l'ultimo gradino e si avvia al portone principale.
Come immaginava: il vampiro ha le braccia conserte, le gambe leggermente divaricate e un'espressione poco raccomandabile.
E blocca l'uscio con il suo corpo imponente.
Yui si costringe ad avvicinarsi, rassegnata, e gli scocca un'occhiata supplichevole.
Ahia. Quello sguardo non promette bene.
Il vampiro però, si scosta senza proferire parole né guardarla, liberando il passaggio.
Cosa? Niente ramanzina? Rimproveri?
Intimorita dal pensiero che possa cambiare idea e azzannarla seduta stante, Yui gli passa di fianco, incrociando gli occhi divertiti di Raito, che è poggiato con la schiena contro
la limousine bianca. Ha le braccia incrociate al petto e non indossa il cappello, cosicché alcune ciocche rosse li ricadono sul viso leggermente inclinato di lato.
I vetri oscurati le impediscono di scorgere gli altri quattro fratelli, probabilmente intenti a guardare la scena.
Abbozza un sorriso di intesa al vampiro di fronte a lei, e fa per andargli incontro.
Ma in quell' istante delle dita si serrano alla sua spalla sinistra, inchiodandola sul posto. Yui si irrigidisce tutta, mentre percepisce il sospiro pesante di Reiji soffiarle sul collo.
Ah. Non gliela avrebbe fatta passare liscia.
Ha la sensazione di avere la fronte imperlata di sudore, sicuramente non per l'aria afosa di quella sera estiva.
-Azzardati di nuovo a fare ritardo, e io mi occuperò personalmente della tua disciplina.-. Le intima il vampiro all'orecchio, glaciale, scandendo bene le parole.
Dopo di che lascia la presa sulla sua spalla e si dirige all'auto, con l'aria di chi è tranquillo e soddisfatto.
Raito si scosta dalla macchina e il fratello apre lo sportello, immergendosi nella semi-oscurità dell'ampio abitacolo.
Accidenti. La vampira ingoia a vuoto e resta ferma sul posto, tormentandosi su cosa intendesse precisamente il vampiro.
-Intendi rimanere lì e farti punire ora da Reiji?-. Chiede Raito in tono divertito, a pochi passi da lei. Le sorride malizioso.
Yui riporta l'attenzione su di lui e gli scocca un'occhiata indignata, ma ritorna ad avere il controllo delle gambe e si accinge a salire sull'auto, d'improvviso irata.
Invece che difenderla, di sicuro il fratello si sarebbe messo a spiarli, godendosi la scena della sua punizione.
Che pervertito.
La fanciulla scivola sul lato del sedile alla sua sinistra, beandosi dell'aria refrigerata che avvolge l'abitacolo. L'estate è iniziata da poco, ma fa già molto caldo.
L'ormai debole luce del tramonto rischiara poco i fratelli vicino a lei, gettando ombre sui loro corpi.
Kanato è al suo fianco, e difatti incrocia i suoi occhi violetti curiosi. La testa dell'orsacchiotto nasconde la sua bocca, così da non farle capire se stia ghignando o meno.
Lo sbattere dello sportello le fa volgere lo sguardo verso Raito, che si accomoda sul sedile di fronte, al fianco di Ayato.
Il motore della limousine fa le fusa mentre si accende, e si ode il crepitio del selciato sotto le ruote mentre iniziano a muoversi.
Ayato. La giovane percepisce le guance accaldarsi e l'ira riaccendersi.
è colpa sua se ultimamente le sta capitando di fare spesso ritardo per le lezioni (da cui, a quanto pare, non possono astenersi neanche d'estate).
I suoi...giochi...la stancano parecchio, tant'è che non riesce a non assopirsi.
E non s'è mai degnato di difenderla dalle minacce di Reiji, come se non c'entrasse nulla.
Yui stritola il manico della cartella in grembo e lo fissa torvamente, mentre il vampiro ha la testa ostinatamente voltata verso il finestrino e le braccia serrate al petto.
Gli farà un bel discorsetto. Deve mettere da parte un po' della sua arroganza e orgoglio se vuole che lei continui a stare (in un modo perverso e alquanto fuori dalla norma) con lui.
-Lo vuoi ricattare quindi?- Si chiede tra sé e sé, e si sente quasi in colpa a questo pensiero.
Avvertendo la sensazione di essere osservata, distoglie gli occhi da Ayato, e vagano poco prima di incontrare un paio di iridi rosse, incorniciati da ciocche chiarissime.
Colto a fissarla, Subaru distoglie lo sguardo e lo pianta fuori dal finestrino, con l'ombra di una smorfia sul viso.
Oh. Che cosa ha compreso dall'espressione con cui lei stava fissando poc'anzi Ayato?
La giovane si agita un poco sul posto, mentre le gote avvampano di imbarazzo.
Istintivamente, si porta le mani al collo e sente sotto i polpastrelli i segni impressi nella cute, che probabilmente saranno già scomparsi al termine della giornata.
Il suo sospiro concitato viene sovrastato da un sonoro sbadiglio.
Volge la testa a sinistra e la sporge un po', e le si allarga un sorriso ilare sul volto osservando Shu in stato comatoso.
Ha i capelli arruffati, la maglia verde un poco stropicciata e siede scomposto, con una mano a sostenergli il mento.
Kanato sghignazza e con la coda dell'occhio, Yui può scorgere il sorriso di Subaru.
Ayato sembra più rilassato, ma non accenna a voltarsi (testardo fino alla fine eh), mentre Reiji continua ad emanare un'aria cupa e minacciosa.
Lo vede fulminare con lo sguardo il fratello, per poi raddrizzare gli occhiali sul dorso del naso e sospirare pesantemente.
-Mh, meglio stargli lontano per ora-. Osserva nervosamente la vampira, tra sé e sé.
***
La limousine si ferma davanti l'entrata della scuola, ed i fratelli scendono uno ad uno. Yui è la penultima, seguita da uno Shu piuttosto scocciato.
Reiji si dirige come un'automa dentro l'edificio, senza guardare in faccia nessuno, mentre Ayato e Kanato si spingono a vicenda nel corridoio, in una sorta di gara a chi entra
per primo in classe. Subaru scuote la testa, imitato dalla fanciulla, che ora si sente più tranquilla senza la presenza di Reiji. Ayato invece...
-Su, andiamo in classe, Bicchi-chan-. La esorta provocatorio Raito da sopra la testa, distraendola da pensieri cupi.
Le sfiora le spalle con le mani, e Yui gira la testa e lo guarda con finto rimprovero, sentendolo usare quel nomignolo.
Ma sa che ormai la chiama così in tono sinceramente giocoso, perciò ricambia il suo sorrisetto.
Allora il vampiro si allontana, e con un braccio infilato nel manico della cartella e le mani nelle tasche dei pantaloni neri, segue Subaru dentro la scuola, imitato da lei e Shu.
Quest'ultimo si passa la mano libera tra i capelli, districando le ciocche arruffate, e affianca la vampira in silenzio.
Poi Raito le fa l'occhiolino e scompare dalla loro vista, salendo le scale per il piano superiore.
Subaru invece si limita a lanciarle un'occhiata indecifrabile, prima di seguire il fratello su per i gradini.
Solo allora Yui si volge a guardare Shu, che è rimasto fermo al suo fianco e ora la sta fissando.
Per spezzare il silenzio sceso, la giovane si decide a chiedergli -Ehm, tu non vai?- con tono tra il perplesso e l'imbarazzato (causa il suo sguardo intenso).
Lui allora alza le braccia e le circonda la schiena, attirandola a sé. Lo sente affondare il naso nei suoi capelli e borbottare -Fosse per me non ci andrei mai a lezione-.
Tipico di Shu.
Yui ridacchia concitata, con il viso rossissimo premuto nell'incavo del suo collo e le braccia distese lungo i fianchi, intrappolate dalle sue.
Lo sente inspirare e mugugnare qualcosa di insensato, avvolgendole con più forza la schiena.
-Shu, ehm, credo che Reiji non gradirebbe il fatto che non ora non siamo in classe-.
Lo avverte la ragazza, ma con un tono che allude a un -Non me ne frega niente della lezione e voglio stare qua con te-.
Percepisce il sorriso (un sorriso!) del vampiro contro i suoi capelli.
-Hai ragione.-. Lo sente bofonchiare, mentre scioglie la presa. Il suo tepore e il suo profumo svanisce, e Yui si ritrova a battere le palpebre, un attimo disorientata.
-Ma se tu non ci facessi fare così spesso ritardo, forse andrei a lezione più volentieri-. Asserisce il vampiro, guardandola con occhi indecifrabili.
è solo un'impressione o la sta rimproverando?
Riporta l'attenzione su di lui quando la scia calda di profumo torna ad investirla. Le stringe piano un braccio, calamitando il suo sguardo.
-Devi stare attenta. E ora come ora non dobbiamo attirare l'attenzione.-. Le sussurra, con un cipiglio serio e deciso.
La giovane corruga le sopracciglia, non riuscendo a comprendere l'avvertimento del fratello.
Lui si sporge ancor di più, e le sfiora la fronte accaldata con le labbra.
Dopo di che si allontana bruscamente, e fa per andarsene.
Quasi sconcertata, Yui gli afferra la mano prima che possa posarla sul corrimano delle scale, cercando i suoi occhi.
-Cosa vuoi dire Shu-kun?-. Gli domanda, tesa, scrutando il profilo perfetto del suo viso.
Perché non la guarda? Che cosa nasconde?
-Niente, Yui. Vai in classe.-. Glissa lui, scostando la mano dalla sua.
La fanciulla allora tace, e rimane immobile a fissare la figura di Shu fin quando non scompare dalla sua vista.
Riconosce perfettamente la sensazione che le sta crescendo dentro.
Proprio come quattro mesi prima.
Un brutto, un bruttissimo presentimento.
***
Yui trascorre le quattro ore e mezza di lezione in una sorta di trance.
Si è seduta accanto a Kanato, ma il fratello si è limitato a scrutare la sua figura destabilizzata con occhi curiosi, come ormai fa da molto tempo a questa parte.
Pare ammansito, e i suoi momenti di sclero non sono più all'ordine al giorno.
Ayato le ha lanciato più di un'occhiata, una fila e due banchi più in là, mordicchiando una matita con fare pensoso.
Con un accenno di attività di pensiero, Yui si è chiesta se una sorta di rimorso non lo stesse rodendo.
Si è anche ritrovata a sperare così, poiché una possibile punizione da parte di Reiji la intimorisce non poco.
Gli insegnanti, comunque, hanno dato atto di non accorgersi della sua estrema passività, e il momento dopo il suono di ogni campanella,
la vampira si è già dimenticata quale materia avrebbe dovuto seguire durante tutta l'ora prima.
Scarabocchia con una penna rossa sul quaderno di turno, e scocca qualche occhiata fuori dai vetri alla sua destra, perdendosi nelle vaghe curve delle nuvole, che si confondono
con il cielo plumbeo.
Ogni qual volta le pare che ondeggi qualcosa davanti agli occhi, li volge altrove.
è in trance perché cerca di scacciare via i ricordi.
E quella fitta e pressante sensazione che non l'abbandona da quando ha parlato con Shu, le attorciglia lo stomaco in un nodo nauseante.
***
Guarda l'orologio appeso alla parete alle spalle della cattedra: le 23:45. Bene.
L'ultimo quarto d'ora fuori dalla classe potrebbe servirle per riuscire a schiarire le idee. Letteralmente.
Chiede cortesamente al professore (a giudicare dai segni sulla lavagna, di matematica) di poter andare in bagno, con un tono rauco che non le appartiene.
L'uomo borbotta un assenso, per poi tornare all'intrico di segni e numeri impressi col gesso bianco sulla lavagna verde.
Yui percepisce gli occhi dei due vampiri incollati alla sua schiena, mentre esce dall'aula con le gambe un po' molli.
Appena chiusa la porta alle sue spalle, si sente già meglio.
Si accosta al muro freddo e vi appoggia la fronte, emettendo un sospiro leggero.
Pensa di poter aspettare il suono della campanella così, accarezzando la superficie ruvida e fredda della parete e strofinandovi la fronte;
quando scorge con la coda dell'occhio un'ombra.
Poi ode l'eco di un vocio fitto, e il suo corpo si tende come la corda di un violino.
Si allontana bruscamente dal muro e si dirige al bagno senza guardarsi indietro, desiderosa solo di rilassarsi in pace.
Schiude la porta sgangherata e si addentra nell'anticamera del bagno, sperando che quelle voci non fossero appartenute a ragazze intenzionate a spettegolare in quel posto.
Una piccola lampada a neon pendente dal soffitto illumina fiocamente le pareti d'intonaco bianco sporco e graffiato, e il pavimento piastrellato di una ridicola sfumatura sul verde.
Leggermente innervosita da quel cambio di programma, sbatte le porte che immettono nei bagni claustrofobici. L'aria satura di disinfettante le fa salire la bile in gola.
Non riesce a pensare. La testa non è in tumulto, è semplicemente...vuota. Non è la prima volta che le capita.
Si volta, e arranca fino ad uno dei lavandini disposti a schiera. Afferra con le mani il bordo del lavabo e alza gli occhi sul lungo specchio, inquadrando il suo riflesso.
Ogni segno di innocenza e delicatezza è stato smussato: la linea del mento pare più marcata, gli occhi leggermente sfilati, e le ciocche di capelli mossi le ricadono ben oltre le spalle.
Inoltre, si è alzata di un paio di centimetri (tant'è che arriva alla stessa altezza di Kanato) e ha le curve del seno e dei fianchi più morbidi.
E i denti sono ancor più affilati.
...Sembra davvero una vampira, ecco.

-
...Ma sei sicuro che la troveremo qui?-.
Yui volta di scatto la testa verso la porta principale, tolta bruscamente dalle riflessioni all'udire una voce maschile dall'altra parte dell'infisso.
Mh?
Si sente uno scalpitio, seguito da un breve tonfo.
-Sì, Karl è stato molto chiaro.-. Un'altra voce maschile, più fredda di quella di prima. -A proposito di...-. Ma la fanciulla ha smesso di origliare.
Le orecchie iniziano a fischiarle, e percepisce la gola prosciugarsi.
Cosa? K-Karl? Co-co cosa c'entra?
Si porta le dita alle tempie, che hanno preso a pulsare furiosamente.
Il fantasma di quell'uomo la perseguita ancora.
-Perché? Perché?-. Inizia a mormorare senza rendersene conto, facendo guizzare gli occhi dappertutto, ma senza vedere realmente cosa la circonda.
Quella terribile sensazione torna ad assalirla, impedendole di ingoiare il nauseante groppo in gola.
Preme i palmi delle mani contro la nuca, mentre le lacrime iniziano a rigarle il volto.
No, no. Chi sono?
Barcolla fino alla porta, digrignando i denti.
-No, no...-. Sussurra con voce roca, destabilizzata. Abbassa una mano e con fare tremante afferra la maniglia.
Scaccia via il baluginio di un ricordo, scuotendo la testa.
-..Come facciamo a trovarla?.-.
Karl..perché Karl? Chi sono?

Yui gira la maniglia.

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Angolo autrice:

Buon pomeriggio!

Ebbene sì, sono tornata! Con il seguito della storia a capitoli de "Il risveglio"! :D

Questa volta la fan fiction è ambientata in un momento indefinito del sequel della serie originale, ossia "Diabolik Lovers-More blood".

Consiglio candidamente a tutti i lettori interessati a seguire il mio seguito, di leggere a grandi linee la trama di "-More blood"

(a meno che ovviamente già non la conosciate ;] ),

perché probabilmente io non spiegherò tutti i particolari (inteso nei termini di trama, perché nelle prossime volte verranno approfondite molte cose :)  )

Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto o comunque intrigato, magari fatemi sapere il vostro parere ^-^ (che è di vitale importanza per me.)

Avviso già da ora che gli aggiornamenti avverranno quasi sempre una sola volta a settimana (causa scuola-studio-impegni) ,

ma i capitoli saranno più lunghi (è una promessa che spero apprezzerete xD).

Avete visto che tenera la foto che ho messo? *w* Ci sono anche i quattro nuovi personaggi ( disegnati sulla destra <3)

che a mio parere sono belli (molto belli ahahahah) e interessanti quanto lo sono i nostri cari e vecchi fratelli Sakamaki ^^

...

Bene.. non so che altro dire "xD

Per ora la vostra _piccolascrittrice_ vi saluta, arrivederci!!!



 


















 









 









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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Conoscenza Non appena schiude la porta, qualcosa le capitombola addosso, oscurandole d'immediato la vista.
In un'insieme confuso di tonfi e grugniti, Yui si ritrova distesa lungo il pavimento freddo del bagno, schiacciata da qualcosa di pesante.
Ha la guancia sinistra premuta sulle piastrelle e i capelli riversi sul viso, ed il resto del corpo è immobilizzato a terra da quella che sembra proprio una persona.
Destabilizzata, non riesce a far altro che inspirare il meraviglioso profumo che quasi le aggredisce le narici.
Poi sente borbottare un'imprecazione, da una voce roca e profonda che non riconosce affatto, e finalmente è libera di muoversi.
Colta dalla curiosità e la confusione, la fanciulla tira su il busto con veemenza e volta il capo verso l'estraneo.
-Senti un po' tu..-. Comincia a dire il ragazzo, alterato, ma quando incrocia i suoi occhi si ammutolisce all'istante, con aria sbigottita.
A bocca asciutta, Yui scruta i bellissimi lineamenti di quel viso sconosciuto: le iridi ambra, la loro forma sfilata, le ciocche biondo scuro che le incorniciano, e che si intrecciano
con alcune più chiare che gli ricadono sulla gote sinistra, il naso diritto, e le labbra invitanti ora leggermente schiuse.
Anche lui sembra preso ad esaminarla, ed ha un tale sguardo concentrato e al tempo stesso confuso che le fa venire la voglia di chiudere le gambe, se non fosse che sono già strette tra quelle flesse del giovane.
I pensieri le si sono prosciugati proprio come la gola.
-Caspita, è più carina di quanto ricordassi-. Si ode una voce squillante e sinceramente stupita, alle spalle del ragazzo accovacciato su di lei.
Ricordandosi in quell'istante di non essere soli, la fanciulla sussulta, mentre il belloccio scatta in piedi, storcendo la bocca in una smorfia.
In estremo imbarazzo, Yui volge lo sguardo verso una chioma bionda, che ha fatto capolino da sopra la spalla destra del (molto probabilmente) compare.
Percepisce lo stomaco attorcigliarsi. Dio, come fa ad essere così bello?
-Sono sicuro che sia proprio lei-. Il biondino si apre in un sorriso abbagliante, mentre l'altro incrocia le braccia al petto, fissandola.
Il fuoco praticamente le incendia la pelle, mentre si perde nei lineamenti perfetti del ragazzo biondo.
L'occhio destro è nascosto da ciocche bionde chiaro, ma pare brillare di un colore diverso da quello sinistro, azzurissimo.
Sembra davvero un angelo.

La ragazza si riprende dalla semi-trance solo quando una vocina le sussurra in testa -Sono sconosciuti, non sai cosa vogliono!-, così cerca di rialzarsi in piedi.
Ed è in quel momento che si accorge della presenza di altri due individui fermi sull'uscio, ed incrocia un attimo i loro occhi.
Un paio di iridi color lavanda l'attirano più del dovuto.
Mh. è nel bagno delle ragazze con quattro splendidi quanto estranei tipi che la stanno fissando...
Perché la cosa non sembra promettere nulla di buono?
-Chi siete? Che cosa volete?-. Balbetta all'improvviso, piuttosto intimorita, facendo guizzare lo sguardo da un viso all'altro.
Senza rendersene conto, indietreggia fino a premere la schiena contro il dorso della porta del bagno centrale.
Non le sfugge l'occhiata eloquente che si scambiano i due giovani più vicini.
-...Karl è stato molto chiaro.-. Quelle parole le tornano in mente colpendola come uno schiaffo, e d'improvviso sente le gambe molli.
Quando poi si fa avanti uno dei due ragazzi rimasti in disparte, le gambe minacciano di cedere.
Quel tipo trasuda freddezza e controllo: dal modo in cui si sta pericolosamente avvicinando a lei, dall'espressione insolente,al tono noncurante mentre
domanda -Yui Komori, giusto?-, con il suo timbro di voce cupa.
La fanciulla sente lo stomaco contorcersi dall'ansia, mentre il suo sguardo è incantenato a quello del giovane ormai di fronte a lei.
Non può non notare quanto siano affascinanti quelle iridi grigio-azzurre, incorniciate da ciocche nere dalla punta bianca.
- Come fai a sapere il mio nome?-. Replica diffidente, malcelando il tremore nella voce.
Lui allora si sfiora il mento con il dorso di una mano, e ricambia con uno sguardo più intenso.
-Noi sappiamo tutto di te-. Dice, sibillino.
Un groppo le intasa la gola, mentre sgrana gli occhi.
Cosa intende dire?
Chi sono..Cosa vogliono?
Poi un pensiero fulmineo la colpisce.
-Siete vampiri?-. Chiede d'impulso, in tono vagamente smarrito. 
Sul viso del ragazzo compare l'ombra di un sorriso condiscendente.
Ecco perché inspira il loro profumo, ma non sente la gola ardere.
Hanno nominato Karl. Dicono di sapere tutto su di lei.
E sono dei vampiri.


Il suo corpo reagisce simultanemante all'elaborazione di quella consapevolezza.
Si scosta dalla porta e scansa il vampiro in un unico movimento fluido, ma senza pensare a come accidenti avrebbe dovuto fare per sorpassare gli altri tre,
che bloccano l'uscio con la loro virile imponenza.
Infatti, Yui non si stupisce più di tanto quando delle dita si stringono alle sue spalle, trattenendola senza difficoltà.
O forse è lei che è senza speranza.
A questo punto, davanti a sè ha Mr-occhilavanda, alla sua sinistra il tipo che le è caduto addosso, mentre alla destra c'è quello che sembra il leader della combriccola.
Quindi, senz'ombra di dubbio, quello che la tiene ferma e le sta soffiando sul lobo deve essere l'angelo.
-Ora, devi venire con noi-. Le sussurra il biondo all'orecchio, e la fanciulla rabbrividisce di terrore misto a piacere, provocato da quella voce maledettamente suadente.
Le ricordano così tanto i Sakamaki...
Ma per loro, all'inzio, è stata cibo, una Sposa sacrificale.
..Questi cos'altro potrebbero volere?
Un brivido gelido le percorre la schiena.
-Lasciami-. Sussurra di scatto, con voce incrinata da crescente terrore.
Si volta con un violento strattone e barcolla indietro, scontrando la schiena contro il petto del vampiro taciturno.
-Azusa-. Sente dire il leader, scocciato, e all'istante delle lunghe braccia si serrano intorno al torace della fanciulla, intrappolandole le braccia lungo i fianchi.
La giovane emette un gemito di frustrazione, mentre guarda in cagnesco i tre vampiri di fronte. Il biondo sorride in modo cattivo.
-Almeno, se riuscirò a tornare intera dai fratelli, so il nome di uno dei rapitori-. Si ritrova a pensare Yui, sarcasticamente.

Ma si rifiuta di pensare a cosa le succederebbe se i quattro riuscissero a portarla via con loro.
All'improvviso però, un'idea le scatta in mente. Abboccheranno?
-Non vi conviene portarmi via. Verranno a cercarmi-. Intima con voce più ferma possibile, guardando dritto negli occhi il leader.
-E spero davvero che sia così-. Aggiunge, tra sé e sé.

Per tutta risposta, il biondino e il belloccio si mettono a ridere, lasciandola letteralmente a bocca aperta.
Il capo invece, si limita ad un sorriso di scherno. No, non abboccano.
-I tuoi cari Sakamaki, sono proprio quelli che hanno più paura di noi al momento.-. Dice, ed incrocia le braccia al petto, mentre i due compari fanno fatica a ricomporsi.

Oh. Ecco che le parole di Shu prendono più senso...

Il trillo prolungato della campanella interrompe il flusso dei suoi pensieri.
-Mh. Meglio togliere il disturbo.-. Dice il vampiro dagli occhi ambra, di colpo serissimo, lanciando un'occhiata nervosa alla fanciulla.
Il biondino si apre in sorriso malizioso, mentre il leader si avvicina a lei, ancora imprigionata dalle braccia di..Azusa (che non ha mai proferito parola).
Lo sguardo che le riserva le fa accaponare la pelle. Le tempie tornano a pulsarle, mentre la testa esplode in un tumulto di domande.
-Stiamo già correndo un rischio in più. Andiamocene.- Asserisce il capo, pragmatico.
Allora Yui viene spinta all'indietro (con una delicatezza sorprendente), e si ritrova nel corridoio principale dell'edificio, con un polso saldo tra le dita del vampiro schivo.
Lo sguardo le guizza tra gli studenti che si stanno dirigendo all'uscita, cercando dei lineamenti familiari. Invano.
Sull'orlo del pianto, incrocia gli occhi di quella particolare sfumatura viola, delicati e timidi, e solo allora nota il taglio profondo sul ponte del suo naso,
e poi uno più superficiale sul fondo della pallida gote sinistra.
E ancora, la benda avvolta al suo collo.
Un'oscura sensazione le percuote profondamente il petto, e sente di non aver più il bisogno impellente di dimenarsi.

Poi, in un battito di ciglia, a stringerla non è più solo lui, ma anche il biondo e il compare: le spalle, le braccia, la schiena...
La fanciulla viene condotta verso l'entrata della scuola, i suoi occhi non si discostano dalle spalle alte e strette del vampiro autoritario, la cui chioma nera e tendente al bianco ondeggia ad ogni suo passo sinuoso.
Yui non si ribella, nè inveisce nè piange.

..Ma il destino vuole che lei non varchi l'abitacolo di quella limousine nera parcheggiata all'angolo del marciapiede.
Subaru si materializza dal nulla, aggredendo il vampiro le cui iridi grigio-azzurre stavano intimando alla giovane di salire.
Viene sballottata da una parte all'altra, ma nella confusione riesce a distinguere anche le figure di Reiji, Shu, Raito e Kanato, mescolate a quelle dei vampiri sconosciuti.
Quella vista le pare talmente tanto bizzarra che, quando perde l'equilibrio (dopo l'ennesimo spintone) e cade a terra, resta immobile a fissare la scena che si sta svolgendo a pochi metri da lei.
Non sta ascoltando quello che si gridano, piuttosto i pensieri che le evocano tutti quei occhi, quelle labbra, quei denti, quelle mani, quelle bende...

Sbatte energicamente le palpebre quando delle mani si insinuano sotto le sue ascelle, per tirarla su.
Sempre quelle dita le voltano il busto, affinché Yui possa vedere il viso di ..Ayato.
-Vai in macchina, capito?-. Le ordina, in tono tagliente.
Quei vampiri vogliono lei. Lui lo sa, lo sa.
-Ayato..-. Inizia a replicare, consumata da un desiderio oscuro, che neanche lei riesce a comprendere.
Lui però la ammutolisce, affilando sinistramente lo sguardo, e dopo aver lanciato un'occhiata agli altri (che continuano ad abbaiarsi contro), aggiunge a voce più bassa
-Ti conviene entrare subito in macchina, se non vuoi che io sia piuttosto violento la prossima volta-.
Detto questo, sposta le dita per afferrarle gli avambracci, e la spinge in direzione dello sportello schiuso laccato di bianco alla sua sinistra.

Completamente senza parole, Yui non riesce a far altro che obbedire, infilandosi nella limousine con le gambe rigidissime.
Non ha la forza di guardare fuori dal finestrino, così chiude gli occhi abbacinati, e abbandona la nuca sullo schienale in pelle.
Ha il corpo in fiamme, ed è così confusa da sembrare febbricitante.
Il motore si accende, facendo vibrare lievemente il sedile sotto di lei.

E in quel momento, un pensiero nitido la colpisce.
Con o senza minacce, sa che non è finita qui. 


Angolo autrice:
Buonasera :)
Prima d'ogni cosa, ringrazio davvero tanto per la calorosa accoglienza del primo capitolo di questo seguito :D
Sono felicissima delle ragazze che mi seguono ancora, non potrei avere di migliori ^---^
Mi scuso invece, per non essere riuscita ad aggiornare prima, e per il capitolo relativamente corto, ma la scuola e gli impegni non mi danno molta tregua :P
Comunque, vorrei tenervi un po' sulla corda ;3, e vi posso dire che quasi sicuramente questa storia avrà più capitoli dell'altra :)
Beh, come v'è sembrato? Spero di non deludere l'attesa e le aspettative..ma se è così ditemelo, mi raccomando, perché voglio davvero che le mie parole vi prendano!
Vi lascio con un'altra foto dei nostri vampiri (voglio abituarvi il più possibile allo splendore dei Mukami *O*).
Mi piacerebbe tanto e mi fareste davvero contenta se lasciaste un vostro commento, di critica o complimento che sia ^^
e vi chiedo che idea vi siete fatte (/i?) dei quattro nuovi fratelli leggendo questo capitolo (:
Un grosso abbraccione alle mie lettrici numero uno (devo nominarvi? u_u), e un saluto a tutti gli altri <3 (faccio le preferenze xD ahaahahah)
Dalla vostra gratissima e ansiosa
_piccolascrittrice_

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


capitolo 3
Una settimana dopo

è uno strazio.
Yui scende dalla limousine, con Subaru e Ayato letteralmente appiccati ai suoi lati.
Si incammina verso l'entrata della scuola con un certo nervosismo, che i due vampiri al suo fianco sembrano proprio voler accrescere, con i loro occhi diffidenti che saettano da una parte all'altra.
La giovane ormai non si appresta più a far lo stesso: non nutre paranoie o timori reverenziali nei confronti di quelle quattro misteriose creature (a dispetto della banda che le sta con il fiato sul collo ogni minuto della sua giornata).
Anzi, a essere sincera con se stessa, si strugge dalla voglia di poter incrociare un paio di quei occhi, corrosa da una sconsiderata quanto morbosa curiosità.
E più i fratelli la allontanano anche solo dalla loro vista in lontananza nel corridoio scolastico, più lei si sente calimitata dalle loro oscure intenzioni.
Sì perché, proprio a partire dalla sera seguente al tentato rapimento, i quattro vampiri hanno iniziato a frequentare quell'istituto.
Ad esclusione di quello che sembra il leader, gli altri tre seguono le lezioni nella stessa classe di Yui, Kanato e Ayato (quindi presumibilmente hanno 17 anni),
tant'è che quest'ultimo sembra un cane rabbioso, a giudicare da come ringhia anche ai professori e dal modo in cui gironzola costantemente intorno a lei.
Per non convincerlo ad alzarsi ed andare a staccare la testa a quei tre (chiedendosi cosa lo stia trattenendo a prescindere), la giovane si limita a lanciare qualche occhiata
di sottecchi ai loro banchi, due file più avanti, indugiando su di una chioma grigia.
Finora, dopo quella famosa sera, solo il biondino da urlo osa ammiccare nella sua direzione (con evidenti sobbalzi di Ayato e compagnia bella), ma in linea generale si tiene a debita distanza come i suoi compari.

E così, mentre rimugina su cosa abbiano in mente i quattro tipi, Raito le scocca un sonoro bacio sulla guancia sinistra, e dopo averle arruffato un po' i capelli, si allontana verso le scale, sorridendole da sopra una spalla.
Lui sembra l'unico a cui la situazione non pesi o stressi, poiché si atteggia con la sua solita malizia e spensieratezza, e per questo Yui è ben felice di passarci del tempo insieme.
Gli sorride di rimando.
-Sta' attenta-. Borbotta Subaru, senza guardarla. L'implicita dolcezza del vampiro la farebbe arrossire, se non fosse che appare così rigido e severo, con il pensiero fisso a quei vampiri.
Questa sorta di iperprotettività maniacale la sta davvero stufando.
Presa da questa considerazione snervante, lascia che Subaru si allontani, senza degnarlo di benché minime attenzioni.

Non si azzarda a riservare lo stesso trattamento ad Ayato, che cammina accanto a lei cingendole possessivamente un fianco. Lui sa essere molto vendicativo.
Reiji li guarda in malo modo ed intima silenziosamente di accelerare il passo,mentre si dirige verso la sua classe guardandosi nervosamente intorno.
è sicuramente il primo tra tutti che intende tenerla lontana da quei vampiri, e che non accenna a spiegarle qualcosa.
Perché è evidente che i Sakamaki conoscano i nuovi arrivati, sopratutto Shu.
Da quando i quattro hanno fatto la loro comparsa, lui ha cominciato a comportarsi in modo... strano.
Sembra essersi di nuovo chiuso ermeticamente in sé stesso, e più volte Yui lo ha visto volgere uno sguardo vitreo verso i loschi vampiri.
Più precisamente, verso quello alto e dagli occhi ambra, che spesso lo si vede portare la folta e mossa chioma castana legata in un codino dietro la nuca.
Ogni volta le sembra come se Shu stesse vedendo un fantasma.
Per ora, non osa chiedergli nulla al riguardo, timorosa di scatenare una violenta reazione da parte sua o di quei origlioni di Ayato, Subaru o Kanato.
Quest'ultimo, proprio in quel momento compare al suo fianco, guardandola con la sua espressione di apparente curiosità.
Ultimamente sembra coltivare un vivo interesse (al limite della fissazione) per gli occhiali: non si separa più da un paio con una montatura color prugna e dalla forma sfilata,
che gli aggrazia gli occhi.
C'è da dire anche che gli donano un'aria saccente e raffinata.
-Hai studiato per il compito di oggi?-. Le domanda, riportandola alla realtà.
Quel suo nuovo tratto assennato comincia davvero a piacerle.
-Sì,sì-. Risponde, abbozzando un sorriso.
Il vampiro allora le lancia un'occhiata da far venire i brividi, prima di allontanarsi con la sua andatura incerta.
Beh, Kanato rimane Kanato.
E a prima ora c'è compito di filosofia. Meglio sbrigarsi.
***
-Posso andare in bagno?-. Chiede la fanciulla, celando l'agitazione crescente dietro la cortesia.
La professoressa inforca gli occhiali sul naso aquilino ed accenna un consenso seccato, gettandole a malapena un'occhiata.
Yui si dirige alla porta con lentezza calcolata, percependo tutti e cinque gli sguardi dei vampiri presenti nell'aula puntati sul suo profilo.
Indugia un attimo sulla maniglia, travolta dal profumo emanato dalla pelle della donna alla cattedra.
Poi apre la porta, esprimendo un muto desiderio.

Sa che Ayato non tarderà a raggiungerla, nel suo ossessivo tentativo di tenerla d'occhio. La cosa è irritante e allo stesso tempo piuttosto inquietante.
Non ha bisogno di andare al bagno, né ha voglia di restare sola.
Il suo è un patetico, rischioso tentativo per... vederli (senza la sua personale scorta).
Ci prova dal primo giorno in cui li ha visti gironzolare per la scuola, in veste di studenti.
Ha la costante impressione di essere esclusa da tutto, all'oscuro d'ogni cosa, e lei invece vuole, per una volta, sapere cosa diamine succede ed è successo.
Se avesse avuto questa fortuna con la "faccenda" di Karl Heinz, forse le cose sarebbero andate diversamente.
...
Deve sapere a tutti i costi.
Così spera, ogni sera, che uscendo dalla classe con una scusa, venga raggiunta da uno di loro quattro.
-Tutti insieme magari no- pensa, indispettita.

Appena si scosta dal muro, si accorge subito che non è più sola.
E volgendo lo sguardo verso sinistra, lo vede.
Il vampiro dagli occhi grigio-azzurri, freddi e calcolatori, che percorre il corridoio con passo lento e cadenzato, avvicinandosi a lei come un predatore fa con la sua preda.
Perché lei è questo, vero? Una fragile preda inchiodata al posto dall'autorità e la soggezione emanata da quel cacciatore sempre più vicino.
In realtà, l'ultimo che avesse sperato di vedere.

Il vampiro alla fine arriva a pararle davanti, e Yui non fa niente per nascondere la paura crescente.
Incapace di sostenere troppo a lungo il suo sguardo affilato, la giovane si concentra sui suoi vestiti:
indossa solo la camicia bianca messa in dotazione dall'istituto, con i primi bottoni liberi dalle asole, che lasciano intravedere la maglietta scura sottostante.
La lunga cravatta nera è volutamente allentata, e il suo profumo è vagamente pungente.
Quando incrocia le braccia al petto, la fanciulla alza lo sguardo.
-Si dice che la curiosità uccise il gatto-. Asserisce caustico, schernendola con lo sguardo.
Ah.Colpita e affondata.
L'acutezza del vampiro l'ammutolisce per parecchi secondi.
-Che cosa volete da me?-. Riesce poi a domandare, quasi in un gracchio, percependo le guance bruciarle di vergogna.
Lo dice al plurale, ma capisce che è lui il capo a tutti gli effetti.
-Probabilmente gli altri si stanno tenendo lontano solo per suo comando.-. Riflette tra sé e sé, seguendo con attenzione ogni più piccolo movimento del vampiro di fronte a lei.
-Ho troppo poco tempo per dirtelo.-. Risponde lui, evasivo, e scocca un'occhiata alla porta vicino a loro.
Yui lo imita subito dopo, timorosa di veder comparire Ayato da un momento all'altro.
Probabilmente stanno pensando la stessa cosa.
-Se vuoi sapere la verità, devi venire con noi.-. Sente dire il vampiro, enigmatico.
Quando torna con gli occhi su di lui, è già molti metri lontano.
-Aspetta! Dove mi portereste? Di che verità parli?-. Chiede la fanciulla, a raffica e con foga, assalita dall'agitazione.
Vede un sorriso ambiguo distendersi sul suo bel viso, mentre fa un passo indietro.
Il corpo di lei allora si tende tutto, pronto a seguirlo, quando la porta alla sua sinistra si spalanca. Emette un impercettibile sospiro.
E poi un paio di iridi verdi la fulminano.
-Con chi stavi parlando?-. Chiede Ayato, brusco, con un palmo sul dorso della porta appena chiusa.
Gli occhi di Yui guizzano velocemente al corridoio più avanti: il vampiro è sparito.
Percepisce qualcosa appesantirle le spalle.
-Con..nessuno.-. Sussurra, dopo aver riportato gli occhi sul viso di Ayato.
Lui distende la bocca in una linea dura, poi avanza verso di lei e l'afferra per gli avambracci con veemenza.
Yui si sente avvampare di imbarazzo quando il vampiro inspira profondamente dal naso nel suo incavo del collo.
Non le sembra affatto il momento giusto per...
-Hai addosso il fetore di Ruki.-. Lo sente constatare con disgusto, per poi accostare il viso al suo per incenerirla con lo sguardo.
F-fetore? Ruki?
-Ora andiamo in classe. Poi faremo i conti una volta tornati alla villa.-. Le sibila, con i canini sporgenti a un palmo dalle sue labbra serrate.
La fanciulla inghiotte a fatica il groppo in gola, mentre rientra in classe con un braccio stretto tra le dita di Ayato.
Se l'è andata cercando. Ora succederà la stessa cosa della settimana scorsa.
***
Yui abbandona la cartella sul letto, ed inizia a sciogliere il fiocco rosso della divisa scolastica, sbadigliando sonoramente.
-Finalmente domani è giorno di riposo!-. Pensa, accigliata, mentre si sfila il gilé nero.
Farà una doccia fresca e poi si riposerà, o meglio, rimuginerà sull'incontro di oggi.
Si è appena sfilata le scarpe marroncine dalla suola consunta quando bussano alla porta.
Un dubbio atroce la paralizza sul posto.
Ode lo scricchiolio della porta, e volta la testa in quella direzione con lentezza esagerata.
Sa benissimo ancor prima di inquadrare quella figura che non si tratta di Raito.

Ayato sbatte la porta dietro di sé, e si avvicina al letto con passi da felino, senza mollare un'istante il contatto dei suoi occhi.
-Come ho fatto a scordarmene?-. Inizia a chiedersi lei, come un mantra, dritta come un fuso.
Intanto il vampiro si è seduto sul letto, con un brutto cipiglio sul viso. Quella maglietta bianca con lo scollo a V nero gli sta davvero bene.
E visto che l'ha abbinata ad un paio di bermuda neri, Yui fa quasi fatica a non incantarsi. Quasi.
-Che cosa ti ha detto Ruki?-. Le domanda senza giri di parole, riducendo gli occhi a due piccole fessure.
Mmh, meglio essere altrettanto diretti.
-Ha detto che se voglio sapere la verità, devo andare via con loro.-. Risponde risoluta, e scruta con attenzione la reazione di Ayato.
Che si mette a ridere sguaiatamente.
Lo guarda in tralice, mentre percepisce il sangue ricominciare a fluirle nelle gambe.
Decide di non ribattere (l'umore di Ayato è in equilibrio fin troppo precario), e aspetta irritata che si ricomponga.
-Stupida! Non c'è nessuna verità, vogliono solo rapirti e farti schiava per vendicarsi di noi!-. La schernisce duramente, alzandosi di scatto in piedi.
Yui spalanca la bocca e fa un passo indietro, rifiutandosi di metabolizzare le sue parole.
è questa la verità?
- V-vendicarsi?-. Mormora allibita, tentennando.
Lui arriccia le labbra e le si fa di fronte. Un luccichio sinistro gli brilla negli occhi.
-Ti dobbiamo tenere lontana da loro.-. Dice, aspro.
Lei si porta una mano alla gola e stringe tra loro le gambe tremanti.
Non riesce a dare un senso ai pensieri che le affollano la testa.
-E visto che sei così stupida da non arrivarci sola, ed oggi hai osato avvicinarti ad uno di loro..-. Continua lui, sibilando e facendosi sempre più vicino.
Alla fanciulla ora sembra di sudare freddo.
Farla schiava? Vendicarsi?
-Questa volta mi divertirò solo io.-. Conclude il vampiro, in un tono gelido e al contempo sadico che ha attirato l'attenzione di Yui.
La mascella serrata e gli occhi fessurizzati preannunciano violenza.
Sapeva che sarebbe finita così.

La giovane viene scaraventata sulle lenzuola, e il suo corpo immediatamente schiacciato da quello di Ayato.
Perché quel maledetto sta ghignando?
-Che bella mise che hai, Chichinashi-. La deride, indugiando con lo sguardo sulla gonnellina nera della divisa scolastica rialzata.
Inviperita, Yui gli molla un ceffone in pieno viso, cercando poi di divincolarsi.
Non è in vena di giochetti perversi questa sera.
Per tutta risposta, Ayato serra i denti e inchioda i polsi della ragazza sul letto, guardandola dall'alto come si fa con un cucciolo ferito.
-Che cosa speravi,eh? Che quelli venissero a... che so, salvarti?-. Le ringhia contro, raggelandola con lo sguardo.
Yui percepisce le lacrime pungerle le palpebre, mentre l'assale una sensazione di agonizzante vuoto.
Smette di fare resistenza, e lascia che Ayato le chiuda le gambe tra le sue.
Ma non ha intenzione di vedere il suo eccitamento mentre le stilla il sangue, così distoglie lo sguardo da lui (esponendogli volutamente di più il collo)
e si abbandona all'avvilimento.
Lei non deve salvarsi da niente...

Percepisce come in lontananza un sospiro sul suo collo.

Quelle bende...
...Forse credeva di dover salvare loro.

Sente sciogliersi la presa sui suoi polsi.
Con occhi acquosi si volta a guardare Ayato, ora disteso accanto a lei, sul letto sfatto, i visi a pochi centimetri.
-Io non voglio che ti portino via-. Lo ode sussurrare, e riuscendo a scrutarlo con più nitidezza, nota il rammarico nella sua voce, la sua espressione contrita.
La fanciulla si sente appena più leggera.
-...vogliono solo rapirti e farti schiava!-. I suoi occhi tornano ad adombrarsi.
Nella foschia, intravede Ayato portarsi alle labbra una sua mano.

E poi vi affonda i canini,
e il dolore, e il piacere travolgono tutto il resto.


Angolo autrice:
Buon pomeriggiooo!
Che bello riuscire a pubblicare il capitolo un giorno prima del solito :D
E spero di aver ripagato bene le attese con uno ben più lungo dello scorso ^-^ <3
Sono stata davvero brusca sul finale, ma mi piace tenervi sulla corda 3:) (non vogliatemi male XP)
Comunque, come vi è sembrato? C:
Accetto con onore e gratitudine sia critiche che consigli che complimenti ^-^
Solo una piccolissima cosa vi chiedo...diciamo, ecco, non saltate subito a conclusioni dopo aver finito di leggere i capitoli.
Insomma, credo potrà capitare, e non vorrei alimentare false o brutte speranze ç.ç
Ringrazio tantissimissimo le ragazze che hanno recensito i primi due capitoli *_______*
E per ora vi saluto, augurandovi una buona settimana (perlopiù scolastica *sigh*)! <3







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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4 Domenica. Giorno libero. I quattro vampiri.
è il primo pensiero che Yui elabora, ed è anche quello che la fa scattare seduta tra le lenzuola del suo letto.
L'improvvisa lucidità, però, riporta con sé il fastidioso pizzicore alla mano e tutt'intorno al collo che la giovane ritorna a percepire.
Evita di immergersi nei ricordi della notte prima, scandagliando la camera con sguardo concitato.
Ayato è stato più violento del solito, e lei può ben vederlo sulla propria pelle, ma per la seconda volta si è svegliata con la gola arsa.
E questo comincia a seccarla.
Sentendosi immediatamente colpevole a quel pensiero, tira via la leggera coperta di cotone e scende dal letto, senza però sapere bene cosa fare.
L'avvampo intanto le è sceso fin alle punte dei piedi, che ora paiono stridere sul pavimento perennemente freddo.
Udendo in lontananza l'eco di un parlottio sommesso, decide di cambiarsi ed andare giù dai fratelli.
Per ora.

-Buongiorno, Yui-chan-. La saluta Raito, non appena la scorge varcare la soglia della sala da pranzo.
La fanciulla gli risponde cortesamente e si dirige verso il lungo tavolo in legno scuro, ove i sei vampiri stanno facendo colazione.
è ormai tradizione che la domenica mattina debbano riunirsi tutti e sette per mangiare. Anche se il clima che si respira non è sempre armonioso.
La giovane si accomoda al solito posto, tra Raito e Shu, mentre lancia un'occhiata ad Ayato e Kanato, che stanno discutendo animatamente su come si debba preparare
un dolce perfetto (al che lei alza mentalmente gli occhi al cielo).
In effetti però, se non fosse per loro, ci sarebbe solo un lugubre silenzio.
Reiji sta mangiando la sua porzione di Yudofu con compostezza, ma gli occhi incollati al piatto e la vena pulsante sulla sua tempia tradiscono irritazione.
Forse è meglio che faccia quello e basta.
Alla sua destra, Subaru rigira la sua omelette nel piatto con fare distratto, guardando insistemente nella direzione di Yui
(che volge subito lo sguardo altrove sentendosi in soggezione).
Alla sinistra di lei invece, Shu sta sonnecchiando: con il capo reclinato all'indietro e le spalle rilassate contro lo schienale della sedia, sembra non essersi neanche accorto della sua presenza (e anche adesso si chiede come faccia a stare sempre così calmo).
Infine, escludendo i due vampiri che ora hanno iniziato a bisticciare su quanto debba essere friabile il fantomatico dolce perfetto, Raito si è sporto su di lei e le sussurra all'orecchio battute sconce.
Di cui preferisce non cogliere il senso.
Si limita invece ad esaminare pigramente le pietanze sparse sul tavolo, e una volta individuata la ciotola di umeboshi, la agguanta e la trae a sé, anche se non ha esattamente fame.

Ad un tratto, Reiji si schiarisce la gola ed alza finalmente lo sguardo dal piatto (su cui non è rimasta nemmeno una briciola), indirizzandolo ad Ayato e Kanato in modo piuttosto sinistro.
-Potreste ricomporvi, ora?-. Domanda spazientito, attirando immediatamente su di sé gli occhi quasi allibiti dei due fratelli.
In realtà, quelli di tutti: Reiji non si pronuncia così direttamente da ormai...beh, da quella sera.
Shu infatti sembra essersi destato, e guarda il fratello maggiore con occhi semi aperti ma vigili.
Subaru invece ha smesso di torturare con le bacchette la sua colazione, e Raito si è scostato dal viso di lei, mentre Ayato e Kanato si sono zittiti e seduti, stranamente obbedienti.
La ragazza quasi si è strozzata con il boccone di prugna.

Apparentemente soddisfatto dell'effetto sortito dalle sue parole, Reiji si alza in piedi e raddrizza gli occhiali sul dorso del naso, prima di congiungere le mani davanti a sé.
Yui potrebbe giurare che il vampiro la sta fissando, ma la luce del lampadario sopra le loro teste si riflette sulle lenti dei suoi occhiali, impedendole di accertarsi dove stiano gravitando i suoi occhi.
-In merito alla situazione incresciosa con cui stiamo convivendo...-. Comincia a dire, ma viene prontamente interrotto dalla giovane,che non riesce a trattenersi dal replicare
-Quale situazione?-; risultando più tagliente di quanto volesse.
Sa benissimo a cosa, o meglio, chi si riferisce il vampiro, ma vuole sapere tutto, e visto che lui ha uscito il discorso, ora si farà dire ciò che sanno.
-Credo tu sappia piuttosto chiaramente di cosa stiamo parlando, Yui, visto che sembra tu muoia dalla voglia di parlare con quella feccia di vampiri.-.
Le ringhia lui in risposta, e pare sputare fuori ogni singola parola con assoluto disprezzo.
La fanciulla sbatte le palpebre, inizialmente sorpresa; poi il petto le si gonfia di indignazione, sentendosi punta sul vivo.
Non le sfugge l'occhiata confusa che si scambiano Subaru ed Ayato, alle parti opposte rispetto al tavolo.
-è solo perché voi non mi dite mai niente!-. Ribatte la giovane, scattando inconsapevolmente in piedi.
Si ode il tonfo della sua sedia quando si rovescia a terra, mentre lei ricambia lo sguardo con cui Reiji la sta fulminando.
Intorno a loro, i cinque vampiri paiono trattenere il respiro, in attesa.
-Sei una tale incosciente che, anche conoscendo la verità, ti fionderesti nelle loro mani!-. La schernisce lui, sbattendo i palmi delle mani sul bordo del tavolo con una veemenza tale da farla sussultare.
Il cucchiaino sul piattino vuoto di Kanato tintinna sulla tovaglia bianca. La tazza di tè di fronte a Shu vacilla pericolosamente.
Lacrime di frustrazione le pungono le palpebre spalancate.
-E quale sarebbe allora il tuo piano per tenermi lontana da loro?-. Gli domanda, caustica e spazientita. Incrocia le braccia al petto per impedirsi di tremare.
Il vampiro a questo punto, si apre in sorriso maligno e raddrizza la schiena, dando la parvenza di aver riassunto il controllo di sé stesso.
-Semplice. D'ora in poi studierai esclusivamente nella villa. Volevo giusto informarti di questa mia decisione.-.

Ne parla come se fosse una cosa assolutamente normale: segregarla in casa, per impedire che quei vampiri la possano in qualunque modo avvicinare.
Yui allora spalanca la bocca, per un attimo senza parole.
Reiji intanto, che pare molto compiaciuto a giudicare dall'espressione in viso, si accinge ad uscire dalla sala.
Quando ormai è sul punto di attraversare l'uscio, la fanciulla si volta verso di lui e sbotta -Perché lo vuoi fare? Qui non si tratta di proteggermi, non è così?-,
tentando invano di nascondere il tono di voce risentito e ferito.
Lui allora si gira a sua volta, e le sorride di sbieco. A conferma del suo più oscuro timore.

All'improvviso, le mani di Raito le cingono le spalle, e Yui non è sicura che il fratello lo faccia per rassicurarla, o perché teme che Reiji l'assalga, o viceversa.. ma non le importa.
Anzi, quelle dita su di lei sembrano di colpo scottare, così si discosta da lui, mentre un moto di sdegno le contorce lo stomaco.
Distoglie lo sguardo da Reiji, che si è incamminato con fare vittorioso nel corridoio, e caccia indietro le lacrime che minacciano di uscire.
-Yui-chaaan...-. Mormora Raito alle sue spalle, sconsolato, sfiorandole il mento con i polpastrelli.
La fanciulla allora si volta a guardarlo in tralice, e vedendolo indietreggiare, fa saettare lo sguardo su tutti gli altri fratelli nella sala.
Shu è ancora seduto, ma la fissa attentamente con l'accenno di un cipiglio sul bel viso; Subaru, Ayato e Kanato invece sono in piedi, e sembrano stranamente vulnerabili,
nelle loro pose rigide e gli occhi incerti.
-Yui, lo sai che in realtà lo facciamo per proteggerti.-. Dice Ayato, tendendo le mani verso di lei, dall'altra parte rispetto al tavolo.
Assimilate le sue parole, l'ombra di un sorriso sardonico appare sul volto della giovane, al pensiero del possessivo,geloso ed egocentrico Ayato, che parla al plurale.
Focalizza lo sguardo di lui, che sta aggirando lentamente il tavolo,con fare insicuro e allo stesso tempo calmo, come si farebbe con una belva indomabile nelle vicinanze.
Vuole solo ammansirla. Nient'altro.
La vampira fa un passo indietro.
-Non metterò più piede in questo posto finché non mi direte la verità.-.

Le parole le escono d'impulso, rapide, dense di avvertimento.
Ayato si ferma immediamente, Shu sembra scosso, Subaru si paralizza, Kanato la guarda stranito, Raito spalanca impercettibilmente gli occhi.
Mentre Yui percepisce un fiotto di adrenalina infiammarle le vene.

-Cosa stai dicendo?-. Sbotta di scatto Subaru, ma senza muovere un solo muscolo.
La vampira si limita a lanciargli un'occhiata, e, con i pugni serrati lungo i fianchi, fa un altro passo indietro. Verso la finestra.
-Tu non lo farai.-. Sibila allora Ayato, intuendo le sue intenzioni, ed incide minacciosamente verso di lei.
A questo punto la fanciulla è in procinto di darsela letteralmente a gambe levate, timorosa che il vampiro possa raggiungerla, quando Shu si alza dal suo posto e si para davanti
a lei, dandole le spalle.
-Non mi importa cosa ordini o meno Reiji. Lei è libera di decidere da sola.-. Si ode asserire la sua voce profonda e velatamente autoritaria.
Yui vacilla, stupita dalle parole del vampiro.
-Intendi dire che ti va bene consegnarla ai Mukami?-. Sibila a questo punto Kanato, mentre la sua voce sale di un'ottava alla pronuncia...di quel...nome.
-Mukami?-. Chiede di riflesso la giovane, con malcelata curiosità.
Shu allora si volta verso di lei, e la guarda dall'alto in basso con espressione seccata. -In realtà no.-. Ammette, volgendo il capo in direzione di un Kanato irato.
-..Ma credo possa prendersi il suo tempo per capire di dover restare con noi.-. Conclude il fratello.
La vampira indietreggia impercettibilmente, confusa e allo stesso tempo sulla difensiva.
Le ci vorrà molto tempo.

-E chi ti dice che io sia d'accordo con questo?-. Scatta all'improvviso Ayato, e in un battito di ciglia si trova di fronte a Shu, con un dito puntato contro il suo petto e la mascella evidentemente serrata.
Per tutta risposta, il fratello gli rifila un'occhiata gelida e gli scosta bruscamente via il dito.
-In quanto primogenito, ho sicuramente più potere decisionale di te e Reiji.-. Afferma con durezza, prima di voltarsi a scrutare con disappunto la fanciulla, la cui attenzione è stata assorbita dalla scena.
-Sei ancora qui?-. La incalza in tono aggressivo, guardandola di sbieco; al che Yui sussulta e retrocede, fino a percepire il freddo vetro della finestra premerle contro i polpastrelli.
Non è più sicura di niente.

A quel punto il tempo pare fermarsi di colpo, per un lunghissimo attimo: la giovane vede l'espressione risentita di Ayato, gli occhi rammaricati di Raito, le nocche bianche
di Subaru, le labbra di Kanato distese in una linea dura, lo sguardo indecifrabile di Shu.
E forse, da lontano, il luccichio di un paio di lenti dalla montatura rettangolare.

Non è più sicura di niente.

Yui si volta e spalanca la finestra.

Angolo autrice:
Buonasera...Scusate l'orario!
Purtroppo la scuola mi sta letteralmente tartassando, e sto trovando a malapena il tempo per scrivere il capitolo settimanale >.<"
Seriamente, non so voi, ma io non vedo l'ora che arrivino le vacanze di Natale!
Così potremo tutti quanti dormire di più, avere i pomeriggi liberi ...e io potrò scrivere molto più che un solo capitolo a settimana =3
...Beh, spero che questo semi-capitolo di transizione vi sia piaciuto e che non vi abbia confuso troppo le idee x)
Detto questo, spero di sentire Ale, Tsuki, Mari, Cristie, Marghi, Haruhi, Sol,Violy,Alison,Gaia e Ramona!!! <3
(perdonate i sottospecie di nomignoli che vi ho affibbiato, ma ci tenevo a nominare le mie conoscenti/amiche virtuali sinora ^_^)
Arrivederci a tutti dalla vostra piccola piccola Scrittrice!
 




 



















 


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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5 Con un tonfo appena udibile, le suole rovinate degli stivali atterrano sulle tegole scure.
Poi l'aria si sposta, si oppone, come un fluido malleabile, al corpo che per un attimo pare fluttuare nel vuoto, al di sopra dei tetti a spiovente.

Un altro tonfo. Ed ora i passi incidono, impercettibilmente, sull'ennesima superficie livellata dalle tegole; mentre la polvere e i ciottoli rotolano giù lungo le intersezioni, scrosciando
nel fogliame degli alberi da frutto per poi affondare nell'erba folta.
Gli umani non possono sentire quei suoni apparentemente allarmanti. Dormono beati, ignari del reale pericolo, da cui solo un soffitto, qualche porta in legno, e un paio di vetrate
li separano.
La tentazione è forte: tutti quei cuori palpitanti battono ad un ritmo che sembra voglia persuadere a succhiarne via il contenuto; denso fluido scuro, dall'odore, il gusto,
che inducono alla più totale dipendenza.
...Per quelli come lei.
La sua figura sinuosa, rallentata dall'umidità che pare appensantirla, ora si muove lungo un marciapiede. L'illuminazione è scarsissima, e i locali risultano "aperti" solo dal cartoncino posto dietro il vetro della porta.
Non vi è anima viva. Ed è un bene, visto che non vuole incorrere in ulteriori istigazioni.
Forse,bere il sangue di un suo simile, non è esattamente il modo più facile e giusto per mantenere la promessa.
Allora i suoi passi risuonano chiaramente, senza più ombra di cautela, mentre la sua mente viene risucchiata da un altro flusso di pensieri.

Ad un certo punto, nei pressi di una cabina telefonica dalle circostanze stranamente familiari, Yui inizia a sentersi osservata.
Il pensiero di ritornare alla villa le fila rapido in mente, ma scuote con decisione la testa, cacciandolo via.
Con ogni probabilità, sono proprio i Sakamaki che la stanno sorvegliando. E perché dovrebbero?
In un moto di stizza, la fanciulla serra i pugni lungo i fianchi, e si incammina con un'andatura innaturalmente veloce per gli umani.
Tornerà da loro solo se si imporranno di vederla come una loro pari.
Percorre il vialetto che immette ad una piccola piazzetta, dove vi sono le usuali panchine in legno scuro disposte lungo tutto il perimetro, delimitato da siepi incolte brulicanti
di libellule. Quattro lampioni sono disposti asimmetricamente sui lati della piazzetta, illuminando fiocamente le mattonelle sporche e mettendo in risalto la danza dei corpuscoli
e dei moscerini.
Lasciandosi distrarre dall'innocuo ronzio degli insetti, Yui si accomoda su una panchina, e prende a girarsi i pollici delle mani in grembo.
Intende preparare un discorsetto da fare a Reiji, e aspettare che lui o uno dei fratelli (e sarà così perché Reiji non metterebbe mai da parte la propria superbia)
si faccia avanti per parlare di un eventuale ritorno alla villa da parte sua.
-E così rinuncerai a conoscere i Mukami...-. Le rimbecca un'inopportuna vocina nella testa, in tono volutamente rassegnato e allo stesso tempo canzonatorio.
I Mukami...

-Che ingenui-.
La giovane volta di scatto il capo, verso dove ha sentito provenire quella voce cupa, fredda, familiare.
-Ru-Ru-Ruki?- Osa mormorare, rivolta ad un angolo buio al di là della siepe più vicina.
Non dovrebbe, è pericoloso; ma Yui non accenna ad alzarsi dalla panchina, anzi, sporge la testa in quella direzione, scrutando l'oscurità quasi con foga e affanno.
E nell'esatto istante in cui la fanciulla inzia a pensare che sia stato tutto frutto della sua immaginazione, sotto il fascio di luce del lampione alla sua sinistra
appare la figura del vampiro.

La prima cosa che la colpisce sono gli occhi: la luce artificiale vi si riflette facendo brillare il grigio e l'azzurro, e la giovane capitolerebbe all'istante, se non sapesse
che il proprietario nasconde ambigue intenzioni nei suoi riguardi.
Ruki rimane fermo a scrutarla per qualche secondo, e lei fa lo stesso: la maglietta bordò, scollata e a maniche lunghe, mette in evidenza il suo ventre piatto, e i pantaloni neri
gli calzano perfettamente. Come Shu, anche lui indossa delle auricolari a girocollo, donandogli la stessa aria eccentrica e riservata.
Yui torna a concentrarsi sul suo viso nel momento in cui lo vede inarcare un sopracciglio e tendere il corpo verso di lei, ma senza avanzare, come in un tacito permesso.
Considerata la sua espressione impassibile, la giovane capisce che è la sua ultima opportunità per dileguarsi.
Sbatte le palpebre, ammirata dall'atteggiamento apparentemente inoffensivo del vampiro, ma non si muove di un millimetro.
La curiosità la ucciderà, proprio come ha detto lui.

Passa un secondo interminabile, prima che Ruki si avvicini, con espressione vagamente compiaciuta.
-Non so se i più stupidi sono stati loro, a lasciarti andare via, o tu, a cui sembra piace rischiare per la tua incolumità.-. Le dice in tono di scherno, fermandosi a una spanna
dalla panchina.
Indispettita, le labbra di Yui si distendono in una linea dura, mentre tutto il corpo si ritrae dalla vicinanza del vampiro.
Il movimento non gli sfugge, e pare proprio farlo apposta, quando appoggia la mano sinistra sullo schienale della panchina e piega il busto in avanti.
Per un attimo si trovano faccia a faccia, tanto che la fanciulla riesce a percepire il suo accenno di respiro sfiorarle il naso; poi si accorge di come la stia studiando, e spezza
bruscamente il contatto visivo, guardando accigliata le sue mani.
-Sembra quasi che tu voglia mettermi in guardia-. Borbotta la ragazza, e lo vede con la coda dell'occhio strofinarsi una mano contro il mento, quasi a...
voler nascondere un sorriso (sardonico, s'intende).
-Forse era ora che qualcuno lo facesse direttamente-. Risponde lui, e le sue parole le suonano enigmatiche.
Resiste alla tentazione di guardarlo, e le pare di sudar freddo, mentre si chiede perché stia rimanendo così vicino.
-Cosa vuoi dire?-. Gli chiede, senza riuscire a reprimere del tutto l'ansimo nella voce.
A quel punto, in un batter di ciglia, Yui se lo ritrova di fianco, con le gambe che sfiorano le sue.
Nel debole chiarore del lampione alle loro spalle, la sua pelle scoperta appare pallida e accaponata.
-Sei davvero così stupida?-. Le dice, seccato.
La fanciulla allora sbatte le palpebre, e si volta a guardarlo stranita.
Per certi versi, Ruki è proprio uguale ai Sakamaki.
-Vuoi sapere cosa vogliamo da te?-. Le domanda di colpo il vampiro, attirando la sua attenzione.
Perché la sta guardando in quel modo ambiguo?
All'improvviso, si sporge verso di lei e le afferra il polso destro, esibendo la schiera di denti bianchissimi e aguzzi.
Yui sussulta, ma è troppo scioccata per riuscire a muovere una sola articolazione.
-Macchieremo indelebilmente la tua purezza.-. Sussurra il vampiro, in un tono di voce da far rabbrividire.
La luce alle sue spalle getta cupe ombre sui suoi lineamenti, contribuendo al terrore che invade rapidamente la fanciulla.
Cosa?
Yui strattona il braccio stretto nella morsa, e in un secondo si ritrova qualche metro lontano dalla panchina, da dove Ruki continua a tenere incatenato il suo sguardo.
Cosa?
Un fruscio alla sua destra la distrae; volge il volto in quella direzione e sbianca.
Azusa si fa strada in mezzo alle siepi, seguito dagli altri due compari, che immersi nella semioscurità paiono solo come due vampiri assetati.
La ragazza arretra, andando ad urtare con i polpacci un cestino della spazzatura, che si rovescia a terra con gran fracasso.
-Quanto è rumorosa.-. Sente borbottare il vampiro dagli occhi ambra, e voltandosi verso di lui sente la bile saltarle in gola: le è praticamente di fronte, a braccia conserte e con
un'espressione astiosa dipinta in viso.
Poi alla sua destra si materializza il vampiro biondo, che la fissa con la testa reclinata e le labbra corrucciate.
-Che-che cosa volete fare?-. Domanda Yui, con voce incrinata dal terrore.
Ruki e Azusa si accostano alla sua sinistra, finendo di circondarla.
-Loro intendono fare la medesima cosa, non lo hai ancora capito, Yui?-. Le dice Ruki, guardandola con pena.
A quel punto, la ragazza barcolla pericolosamente, percependo la testa esplodere in un tumulto caotico di pensieri, urla e domande inespresse.
Una piccolissima parte di lei si accorge che il vampiro coi capelli legati nel codino l'ha sorretta da una spalla (evitandole una caduta certa).

-GIU'.LE MANI. DA LEI!-. La voce tuonante di Ayato squarcia il silenzio surreale.
La vampira fa appena in tempo a scansare via il vampiro castano, facendo scattare a vuoto il pugno di Ayato.
Sente su di sé un paio di occhi ambra sgranati, mentre si para davanti al fratello incollerito.
Con la coda dell'occhio scorge tutti gli altri Sakamaki venire alla carica.

No.

-Fermi!-. Esclama Yui, al limite della disperazione, facendo guizzare lo sguardo su quei volti così familiari. E oscuri.
Tutte e dieci paia di occhi presenti si fissano su di lei, ma i proprietari non smettono di agitarsi.
-Ditemi come fate a conoscervi! Voi Sakamaki con loro Mukami. E voglio sapere se sono o no, solo una vampira!-.
Quando ha finito di parlare, la fanciulla ha le guance rosse dallo sforzo e un palmo ancora premuto contro il petto di Ayato, che la guarda con espressione indecifrabile.
Così come tutti gli altri.
Segue un silenzio ancora più grave di quello di prima, mentre i vampiri iniziano a lanciarsi occhiate di sottecchi, immobili sul posto.
Poi Reiji appare al fianco di Ayato, schiarendosi la gola.
-Ti deve essere detto tutto a tempo debito. Ora devi solo accettare di fidarti di noi.-. Proferisce il fratello, e per la prima volta Yui ha la sensazione che il vampiro non le si sia rivolto con condiscendenza.
Ma quando Ruki la affianca (e tutti i Sakamaki si irrigidiscono impercettibilmente), nascondendo un ghigno dietro le dita della mano, la giovane si sente nuovamente confusa.
-Immagino che dirle ora dei vostri piani non... come dire, gioverebbe, al vostro rapporto altalenante, non ho ragione?-. Asserisce il vampiro, convogliando tutto il suo sguardo
attento su Reiji.
Macchiare indelebilmente la sua purezza...
Ripensa alle parole di Ruki.
-Loro intendono fare la medesima cosa...-.

Perché Reiji ha serrato la mascella?

-...anche conoscendo la verità, tu ti fionderesti nelle loro mani!-. L'esclamazione del fratello le ritorna in mente.

Ma...allora...

Yui si sente strattonare bruscamente via dal suo flusso di pensieri, ritrovandosi con le spalle strette tra le dita dell' angelo.
Allora Reiji, Ayato, Subaru e Kanato iniziano a gridare contemporaneamente, confondendo le loro voci a tal punto da non far distinguere le parole pronunciate.
Ruki e i due fidati compari li fronteggiano, mentre Yui non riesce a distogliere lo sguardo da Shu, che guarda davanti a sé con occhi spenti, lontani.

Poi un avambraccio bendato fa capolino nella visuale della fanciulla, e lei si volta con veemenza verso Azusa, che le ha sfiorato con leggerezza un fianco.

-Vieni con noi, Yui-chan*?-.

Quegli occhi color lavanda le scavano nell'animo.



*Yui-chan è principalmente il modo in cui Azusa chiama la nostra vampira nel manga e nel visual novel, e io non ci penserò due volte ad utilizzarlo *^*
Mi volevo solo scusare perché questo nomignolo l'ho fatto usare anche da Raito/Laito. Sinceramente, all'epoca a cui ci ho pensato, ancora non sapevo che venisse detto anche
da Azusa. Spero non vi infastidirà l'eventuale uso anche da parte del fratello dei Saki :)



Angolo autrice:
'Sera!!!
Immagino vi aspettavate il capitolo ieri o l'altro ieri, ma oltre al fatto che non ho avuto il tempo per finirlo prima di oggi, come potete notare è più lungo di quello scorso :D (e spero che Tsuki apprezzi il mio impegno ç___ç)
Per quanto riguarda le foto sexy (ahahaahah) dei nostri vampiri, credo sia già tanto se riuscirò a pubblicare questo capitolo senza aspettare tre ore >_>!
Insomma, Internet va lentissimo, quindi non riesco a caricare immagini (ed usare poi Tiny pic per convertirle...pfff, mission impossible "xD); per il prossimo
sicuramente ve ne potrò postare una ;D se magari avete delle preferenze, o vorreste "ammirare" qualcuno in particolare, basta scrivermelo ;]
Questo è un capitolo moolto importante per il risvolto della trama, vi consiglio di tenere bene a mente i dialoghi così da non cadere in confusione successivamente.
Ovviamente accetto recensioni d'ogni genere, che mi farebbero in ogni modo piacere ^=^
Chiedo scusa alle ragazze che magari non contatto da molto nei messaggi privati o alle quali non recensisco le loro storie che seguo, ma allo studio si sono aggiunti dei problemi personali che non mi fanno stare serena e che non mi fanno concentrare a cose belle come queste.
Confido sempre nella vostra comprensione e pazienza (e per questo non sapete quanto vi ringrazio), e vi saluto! <3










 










 






















 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 Se non fosse per le parole cariche di premura e ansia pronunciate da Azusa, la giovane Yui penserebbe che l'accadere di lì a poco sia un vero e proprio rapimento.
Infatti, non appena Ruki si accorge del compare a lei vicino, si distacca dalla calca di vampiri ed incide verso di loro, malcelando un ghigno di soddisfazione.
In un riflesso involontario, la fanciulla si accosta al petto di Azusa (che sussulta in modo impercettibile); e dalle labbra le esce un ringhio sommesso quando Ruki la strattona a sé
per gli avambracci.
Un profondo senso di vulnerabilità la travolge, e i suoi occhi corrono istintivamente a quelli di Azusa, lanciandogli una muta implorazione. Di conforto? Di protezione?
Lui incrocia il suo sguardo solo per un nanosecondo, le sue iridi lavanda che esprimono una malinconia immensa; poi Ruki gli fa un cenno del capo, che pare un tacito ordine,
e il vampiro si allontana.
A quel punto gli altri due Mukami li affiancano, mentre Yui non riesce a togliere gli occhi dal telefonino nero premuto contro l'orecchio di Azusa.
Distingue le sue labbra schiudersi più volte, prima che allontani l'apparecchio e volga lo sguardo inespressivo allo schermo luminoso.
Con chi avrà parlato?
All'improvviso, un rumore secco, come di un impatto, risuona alla sua destra, facendole voltare la testa in quella direzione (mentre il corpo rimane intrappolato nella morsa
di Ruki): Reiji si è fatto avanti, e tiene le lunghe braccia distese, con i palmi rivolti rispettivamente contro il petto di Ayato e Subaru.
Entrambi i fratelli hanno i pugni serrati e gli occhi furenti, mentre è evidente la mascella serrata di Reiji e la sua posa rigida, nel tentativo di...trattenerli?
-Sapete cosa comporterà questo, vero?-. Domanda il fratello, in un ringhio retorico e minaccioso, mentre il suo sguardo gelido percorre i volti dei Mukami,
soffermandosi su quello di Ruki.
Contrariamente a come si aspettasse, Yui percepisce la stretta delle sue mani rafforzarsi.
-Al vostro posto, io mi preoccuperei più di cosa comporterà questo a voi-. Ribatte il vampiro alle sue spalle, in tono tagliente e arrogante.
Perché sono così sicuri di loro stessi?
E di nuovo, nella mente della fanciulla si affaccia la stessa domanda:
Qual'è la verità?

Scarta l'idea di rimuginarci sopra, attirata dall'apparizione di Shu, Kanato e Raito al fianco degli altri tre fratelli.
In quello stesso istante, si ode uno stridere acuto provenire dalla strada, e mentre i Mukami si voltano in quella direzione, i Sakamaki fissano gli occhi su Yui.
E lei rimane immobile a guardare loro.
Uno per uno, notando l'inespressività inquietante di Shu, la rigidezza di Reiji, il modo disperato con cui Kanato stringe a sé Teddy; e ancora, il volto adombrato di Ayato,
le nocche bianche (più della sua stessa carnagione) di Subaru, e infine le labbra di Raito incurvate all'ingiù.

Poi viene strattonata da Ruki, e la vampira volta le spalle ai sei fratelli.
Perché non la fermano?
..Perché lei non si ferma?

...-Perché vuoi sapere la verità-.

La giovane percepisce le spalle appesantirsi di colpo, all'assimilare quella spiacevole ammissione.
Quell'ammissione che le fa contorcere lo stomaco da un senso di colpevolezza, di confusione, di curiosità.
Pianta gli occhi sulle punte dei suoi stivali, cosicché solo una piccola parte della sua mente registra la presenza di uno sportello aperto, verniciato di nero, dagli interni in pelle nera,
a cui si sta avvicinando per volere delle mani di Ruki sui suoi avambracci.
Ma chi vuole prendere in giro. Per volere suo.

Cerca di non badare ai mormorii, e gli sbuffi, e gli scalpitii che ode alle sue spalle, sapendo perfettamente a chi appartengono; e preferisce, piuttosto, concentrarsi sulle rifiniture
della limousine ormai di fronte a lei.
A quel punto, Ruki sposta le mani dietro la sua schiena, dandole una spinta leggera, e Yui reagisce varcando lo scuro abitacolo; subito, come un automa.
E mentre sprofonda nel lato estremo del sedile grigio cenere, la fanciulla evita accuratamente di incrociare gli sguardi cospiratori ed evidentemente compiaciuti dei due compari accomodati di fronte a lei.

Ma, in quello stesso istante, capta un paio di iridi color lavanda puntate nella sua direzione, e le sembra di percepire la guancia destra accalorarsi, sotto quello sguardo alquanto singolare.
Poi Ruki fa il suo ingresso, andando a sedersi proprio al suo fianco, ed ella sente il proprio viso impallidire di colpo.
***
-Dove mi state portando?-. Chiede la fanciulla, in un tono rauco che non le appartiene.
è nervosa. Molto nervosa.
E la cosa deve essere ben evidente, se si considera che ha posto la domanda un secondo dopo aver udito l'accendersi del motore (peraltro appena udibile).
Non le sfugge l'occhiata complice che si scambiano i compari di fronte.
-Ti portiamo lontano dai Sakamaki.-. Si ode la risposta evasiva di Ruki, mentre si volta a guardarla con sguardo indecifrabile.
Assalita da una fitta di panico, Yui si agita sul posto e si strofina la fronte con una mano, nel tentativo di asciugare goccioline di sudore immaginarie.
-Dove?-. Insiste, senza riuscire a nascondere il tremore nella voce.
In quello stesso istante, la coglie l'impellente voglia di guardare quei volti familiari, ma quando gira il capo verso il finestrino alla sua sinistra,
vede solo il susseguirsi di marciapiedi ed alberi, avvolti dalla tenue luce dei lampioni. Troppo tardi.
Troppo tardi.
Yui percepisce la gola seccarsi bruscamente, mentre inizia a guardarsi nervosamente intorno, ma senza osare soffermarsi con lo sguardo su uno di quei vampiri.
... Ma che cosa sta facendo?

-Ehi, rilassati!-. Sente d'un tratto esclamare il biondino, divertito.
Quando la fanciulla fa saettare gli occhi, traboccanti di incredulità mista a frustrazione, nella sua direzione; lui sta ridacchiando insieme al compare di fianco.
Siedono entrambi con le gambe divaricate e le braccia poggiate sullo schienale del lungo sedile, e con la testa buttata all'indietro dalla risa,
sembrano totalmente a loro agio (nel deriderla).

...La sua mente è vicina a un collasso nervoso.
-Non ha tutti i torti, Yui Komori. Dopotutto, sei stata avvisata... E comunque, tra poco giungeremo alla nostra magione.-. Asserisce Ruki,
scoccandole un'occhiata piuttosto fredda.
Anche se le loro spalle non arrivano neanche a sfiorarsi, Yui ha la sensazione di avercelo addosso.
Poi, colpita duramente dalla sua frecciatina (maledettamente vera), la giovane si irrigidisce tutta; prima di fermarsi a riflettere sulla sua ultima parola pronunciata.
Magione.
..I Mukami hanno una magione?!
A quel punto, un flusso di pensieri la risucchia via; tra ricordi dei primi giorni vissuti con i fratelli Sakamaki, all'idea di una possibile convivenza con i Mukami.

-...Sei stata avvisata-. 
Per Ayato, Raito, Shu, Subaru, Kanato e Reiji all'inizio era solo cibo, una possibile ospite di loro madre.
Così, si pone di nuovo la domanda:
Per questi cos'altro potrebbe essere?

-Siamo arrivati, finalmente.-.
La voce profonda del vampiro dagli occhi ambra la ridesta bruscamente dalle sue riflessioni, portandola a volgere lo sguardo fuori dal finestrino, imitando quest'ultimo.
E una volta messo a fuoco l'ambiente, Yui sbatte più volte le palpebre, come abbacinata da quella vista.
Proprio di fronte alla limousine, si staglia un enorme villa ad angolo, il cui tetto a spiovente di tegole blu cobalto si intona perfettamente con i lunghi muri in pietra.
Su di essi si affacciano delle eleganti vetrate, la cui forma e rifiniture coincidono con le tre finestre spiccanti sul tetto: due sul versante dell'edificio principale, ed una sulla parte terminante ad angolo. Ma la cosa che più la stupisce sono le torri: due disposte agli angoli estremi della magione, che culminano in cupole di un color rassomigliante al blu oltremare; ma che non raggiungono l'altezza e lo slancio della terza cupola, appartenente alla torre collocata nel punto in cui la villa volta ad angolo.
Davanti l'imponente ingresso, sorretto da un arco anch'esso in pietra, delle grandi lastre di cemento tappezzano il terreno a formare una U capovolta,
circondando un tappeto d'erba ben curato nel quale si erge una piccola fontana.
Il complesso è...è...
-Bello, vero?-. Dice Ruki, concludendo il suo pensiero.
E,voltandosi a guardarlo, Yui fissa esterefatta il suo sorriso radioso.

...Niente da contraddire.


Angolo autrice:
Perdonate tutti voi il giorno e l'orario con cui pubblico questo nuovo capitolo.
Purtroppo però, ai problemi personali si è aggiunto un vero e proprio malessere fisico, causato dall'intervento al dente a cui mi sono sottoposta questo pomeriggio.
Mi sembra fuori luogo entrarne in dettaglio x) voglio semplicemente che voi possiate mantenere la pazienza comprendendo i motivi che mi spingono a non essere puntuale >.<
Comunque, spero che la lunghezza del capitolo soddisfi la a me cara Tsuki <3  (anche gli altri vabè ahahaha xD) ,
e che il contenuto vi sia piaciuto e intrigato :D
Insomma, ora Yui è sola nelle grinfie dei Mukami, ed è appena arrivata alla loro villa O:
La cui descrizione, ci tengo a precisare, non me la sono inventata di sana pianta xD, ma l'ho basata su una foto trovata su internet :3
Dal prossimo capitolo si vedranno le peripezie che la nostra vampira dovrà affrontare in "Casa Mukami", ma vi prometto che i Sakamaki non
resteranno a lungo esclusi ;]
Detto questo, auguro a tutti quanti (con un bacino dolce dolce a tutte le mie amiche 'virtuali' <3<3) buonanotte!
Se avete voglia di lasciarmi il vostro parere, positivo o negativo che sia, sappiate che renderete mooooolto felice questa piccola scrittrice malaticcia! :D
Au revoir! (si scrive così, Ale? xD)


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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7 Con gambe tremanti, Yui scende dalla limousine nera, seguita poi da Azusa e gli altri due Mukami.
Subito dopo, ignorando gli occhi puntati addosso, la giovane si volta repentinamente verso l'imponente magione.
Si sente così destabilizzata da doversi reggere con entrambe le mani al tettuccio dell'auto, mentre il suo sguardo non fa che rimirare ogni più piccolo dettaglio di quella facciata;
quasi a voler sincerarsi che si trovi a pochi metri da lei, in tutta la sua sontuosità.
-Nulla a che vedere con la baracca dei Sakamaki-. Sente udire alle sue spalle, e lo sghignazzare che ne segue non può che appartenere al vampiro alto e castano.
Ma il tumulto che tormenta l'animo della fanciulla le impedisce di provare una fitta di rimorso al pensiero dei fratelli che ha lasciato indietro. 
-Vogliamo entrare?-. Chiede poi Ruki in tono affabile, tirandola via da un vortice di pensieri opprimenti, accostandosi alla sua figura fremente.
Voltandosi a guardarlo, Yui scruta la sua espressione tra l'incuriosito e il beffardo, e si ritrova a domandarsi se sia così evidente la sua confusione.
Esita un attimo, prima di asserire un -Va bene- con voce flebile, e allontana le dita arrossate dal bordo del tettuccio nero.
Cogliendo il riflesso della luna, per un momento le pare di scorgere la sagoma delle proprie dita impressa nel metallo lucido dell'auto.

-Tranquilla dolcezza, ti troverai benissimo con noi-. Dice all'improvviso il biondino, comparendo dal nulla al fianco della giovane.
Senza darle il tempo di replicare o, quantomeno, di sussultare; le circonda le spalle con un braccio e la trascina con sè al seguito di Ruki.
Inspirando inavvertitamente il suo profumo dolce e avvolgente, la fanciulla arrossisce violentemente, mentre cerca di adeguare il passo a quello piuttosto sostenuto del vampiro
al suo fianco.
-Vai piano, Kou, tanto non scappa da nessuna parte-. Si ode grugnire, tra l'irritato e il divertito, il compare dagli occhi ambra vicino a loro.
Per tutta risposta, Kou, esplode in una risata e rallenta il passo, mentre Yui percepisce la pelle accaponarsi all'istante.
-Non mi farete del male, vero?-. Le sfuggono le parole di bocca, in un tono che rasenta la più cupa angoscia.
A quel punto, Ruki sembra voler trattenere una risata; i due vampiri che si lanciano un'occhiata alquanto eloquente.

-Tranquilla, non lo faremo, Yui-chan.-.
Tremolante come la fiamma di un candela allo spiffero di un uscio, ma ipnotica come il lambire del sonno, la voce di Azusa le giunge alle orecchie incredibilmente vicina.
I suoi occhi vengono immediatamente catturati da quel paio del color della lavanda, e quando lui le sfiora il collo con le dita, Yui sente sormontare dentro di sè un profondo senso di pace.
Solo per quell'istante. Solo mentre i suoi polpastrelli emanciati le scorrono sulla pelle, lasciando dietro di loro una scia ustionante che non si addirebbe a quelle dita fredde e ossute.

Poi però Azusa si allontana, e con sè tutto il sentimento di quiete percepito dalla fanciulla, che si ritrova ad incrociare gli occhi adombrati di Ruki.
Il vampiro in questione pare ridestarsi in quel momento, anche se si avvicina a lei continuando a guardarla in obliquo.
-Stiamo perdendo solo tempo. Andiamo.-. Dice in tono duro, ed afferra la ragazza per un braccio, sottraendola alla vicinanza di Kou.
Questo inclina il capo di lato, guardandoli con fare ingenuo, mentre Azusa riprende a camminare senza staccare gli occhi da loro.
-Quanta prepotenza...Ma che gli è preso?-. Si chiede Yui tra sé e sé, intanto che il vampiro castano (l'unico rimasto di cui non sa il nome) spalanca il portone d'ingresso,
di un legno levigato e chiaro, con i bordi dei battenti in ferro.
Nel momento in cui gli occhi della giovane si addentrano nell'ingresso della magione, lo stato confusionale post-tocco di Azusa lascia immediatamente spazio alla più totale meraviglia; ed il candore dell'ambiente dinnazi a lei è tale da costringerla a socchiudere le palpebre.
Percorrono un corridoio lungo e ampio, suddiviso in due parti da una triade di colonne bianche, disposte a schiera lungo il centro dell'ambiente.
La parete di sinistra è di un bianco perlaceo, e costellata di quadri dall'aspetto antico di varie dimensioni e cornici, mentre la parete opposta è occupata da particolari superfici plumbee e traslucide, di cui Yui non riesce ad annoverare l'utilizzo.
Il pavimento è ricoperto da grandi lastre in marmo fumé, con il disegno di un quadrato nero e un piccolo cerchio dello stesso colore all'interno; e su di esse si riflette la forte luce
di sei lampadari pendenti dal soffitto, anch'esso bianco, in modo asimmetrico.
Il complesso è elegante, puro, asettico.
-Voi vivete veramente qui?-. Non riesce a far meno di osservare la fanciulla, piena di stupore.
Ruki sembra rilassarsi, difatti lascia la presa sul suo braccio, anche se la sua figura continua a sovrastarla.
A dar la parvenza di una risposta è il castano, che le scocca un'occhiata ridendo impettito.
- Il giro di perlustrazione possiamo lasciarlo a domani. Vieni con me-. Dice d'improvviso il vampiro dagli occhi screziati di grigio, in un tono che suona molto come un ordine.
L'attimo dopo si accinge in direzione di una scala in legno scuro, posta in fondo al corridoio affiancato dalla parete con i quadri; mentre lei resta ferma a guardarlo con le mani chiuse sul petto, senza nascondere la punta di delusione che prova.
-Oh, maddai! Proprio ora che l'abbiamo tutta per noi.-. Asserisce Kou, materializzandosi alle spalle della giovane.
Il tono in cui pronuncia la frase la fa rabbrividire, più delle mani che si insinuano intorno al suo bacino.
Con la gola improvvisamente secchissima, Yui fa vagare lo sguardo smarrito sul volto del vampiro castano, ora anch'egli vicino, i cui occhi ambra brillano sinistramente.
Poi Kou, che è alle sue spalle e la stringe a sé, strofina il naso lungo tutta la sua clavicola destra scoperta, e la ragazza vede chiaramente come il vampiro si passa la lingua sui denti affilati, una volta reclinato il capo all'indietro.
-Potremmo risolvere tutto questa notte stessa...-. Continua il biondo, con voce sempre più sommessa, roca, sibillina; che le si riverbera attraverso l'orecchio in ondate di brividi di paura in tutto il corpo.
La vista le si offusca, e serra i denti dalla frustrazione, mentre si sente così dannatamente inerme sotto il tocco di quelle mani impudenti.
...Perché è lì?
Perché non fa niente?


-...Lasciala andare, Kou.-. Si ode il sibilo di Ruki, al che Yui sussulta e spalanca di scatto gli occhi, colpita da quanto fosse risuonata vicino la sua voce cupa.
La minaccia ha però l'effetto desiderato, poiché Kou si discosta bruscamente, ma non senza sbuffare con fare annoiato.
-Come vuoi-. Dice, secco, andando a poggiarsi con la schiena contro una colonna bianca.  

Si comporteranno esattamente come i Sakamaki.
La fanciulla incolla gli occhi al pavimento, e si sposta una ciocca ribelle dietro l'orecchio, innervosita da quel pensiero.

-Muoviamoci-. Le fa Ruki, e lei decide di non ribattere né di esitare, sorpresa della sensazione di stanchezza trapelata dalle parole del vampiro.
Insieme quindi, si dirigono verso la scala, sotto lo sguardo attento degli altri Mukami.
-Perché non vengono anche loro?-. Si chiede Yui, e presa da questa riflessione non si accorge subito che Ruki si è fermato sul primo scalino; e va quasi a sbatterci contro.
Lui le scocca solo una breve occhiata fredda, prima di rivolgere gli occhi oltre la sua testa e dire, in tono vagamente di rimprovero -Azusa, il portone.-;
al che quest'ultimo, rimasto in piedi accanto al castano, si accinge a serrare i battenti socchiusi, con un andamento bieco che cattura (di nuovo) l'interesse della fanciulla.

Si sente il cigolio dei cardini, poi lo sbattere delle imposte.
E dopo lo scricchiolio dei gradini della scala, sotto il peso dei passi dei due vampiri.
Ed infine, quando ormai Yui ha messo piede sulla raffinata moquette nera che riveste il pavimento del piano superiore, si ode la voce inconfondibile del vampiro castano
asserire -La vuole tutta per sé, quel fetente- in tono scherzoso, ma che di divertente non le sembra abbia proprio niente.

***
Ruki non le da' il tempo materiale per ammirare il nuovo ambiente nei particolari, perché spalanca una porta nera sulla loro sinistra, oscurandole la visuale;
cosicché la giovane vede solo di sfuggita, in fondo a quello che pare proprio un altro corridoio, una grande tenda blu avio celare un uscio.

-Entra-. Intima il vampiro, attirando subito la sua attenzione.
Timorosa di come potrebbe reagire ad un suo diniego, la giovane oltrepassa l'uscio di quella che è una stanza grande, ma immersa nell'oscurità della notte in corso.
Piuttosto agitata allora, decide di accostarsi alla parete immediatamente attingua all'entrata, e concentrarsi sul profilo del vampiro di fronte a lei.
All'istante, una prorompente sensazione di pericolo la assale, mentre balbetta la domanda -Dove siamo?-; tenendo come punti di riferimento quelle due pozze grigio-azzurre
a pochi centimetri da lei (quand'è che si avvicinato così tanto?).
Il tempo pare fermarsi, nell'attesa che Ruki risponda, con voce fredda, ferma, autoritaria -Nella mia stanza.Tu dormirai qui.-.

Angolo autrice:
'Seeeraaa!!!
Cavolo, mai di nuovo la fortuna di poter pubblicare in anticipo o quantomeno ad un orario "decente" xP.
Comunque, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto (sia in lunghezza che in contenuto) :D
Man mano vi posto la foto degli esterni/interni della magione Mukami, così che possiate avere una idea ben chiara dell'ambiente, perché son sicura che non si capisce molto con le mie descrizioni XD
Insomma, il finale lascia spazio a mooolta immaginazione, voi che cosa vi aspettate o desiderate che succeda? ;D
I vostri commenti, opinioni, consigli, critiche, complimenti sono fondamentali per me, ricordatelo ^=^ (ma come ad ogni scrittore esordiente =3)
Ringrazio al limite dell'esaurimento tutte le mie amiche virtuali, che mi spronano a impegnarmi sempre di più e a non mollare mai, e che mi fanno sempre, e dico sempre, sorridere come un ebete! *ride*
Dedico questo capitolo a Sol_chan, un po' per restituire il gentilissimo favore e un po' perché se lo merita va' ahahahah <3
Per ora tolgo le tende, spero di essere in anticipo per il nostro prossimo "incontro", e per le risposte da dare alle eventuali recensioni che vorrete lasciarmi =D
(vi prego ç__________________ç)
Buon fine di serata a tutti! <3

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8 Un vento leggero smuove le ampie tende antracite al di sopra del suo capo, circondato da lunghe ciocche bionde aggrovigliate tra loro, di una chiarezza che a tratti si confonde
con la fodera bianca del cuscino soffice.
Lascia frusciare le braccia e le gambe contro la coperta di lino nera, rimboccata fin al petto morbido, e percepisce la pelle nuda fremere al debole contatto con il tessuto ruvido. 
Deve essere in intimo (perché è in intimo?).
Continuando con quel spasmodico movimento degli arti, lingue di fuoco le lambiscono il ventre in modo sempre più vorace, sormontando in lei un'eccitazione incontrollabile.

Sa che la sta guardando (chi?).
Allora si immobilizza, e volge gli occhi nella penombra dinnanzi un mobile. Grande, rassomigliante ad un cristalliere.
Una figura attira la sua attenzione: ne delinea l'ampia curva delle spalle, il bacino stretto, le lunghe gambe fini.
Sincerata della presenza, quel che prova è tutt'altro che timore (ma...?).

Lui inizia ad avvicinarsi, con passo lento, misurato, che la fa contorcere
(non...capisce) dallo struggimento.
Ella si puntella sui gomiti, e tira via la coperta leggera, esponendo il corpo alla brezza fresca. Al suo sguardo.

Subito dopo il suo intenso profumo la avvolge, mentre il viso le viene intrappolato in quelle dita lunghe e affusolate.
E' un tocco che si spande sotto la pelle come fuoco.

Mugolano entrambi qualcosa, prima di cercare l'una le labbra dell'altro, ma cautamente: il dolce momento finirà presto, lo sanno (come?).
E finalmente uniscono le labbra; l'indugio non può sussistere a tale urgenza.

La scena si fa frenetica: si odono gli schiocchi delle loro lingue vogliose, si vede lo stretto materasso incurvarsi sotto il peso dei due corpi ansanti.

Poi, all'improvviso, una fitta di ansia la colpisce.
Le sale dalle viscere del ventre, dove le mani di lui premono con insistenza, al limite della violenza; e si inceppa in un groppo in gola che non può dar voce ai suoi gemiti.

Ma si ritrova a reclinare la testa (aspetta....), ad abbandonarsi alla prigionia sotto il corpo di quell'individuo prorompente.

Lo sente armeggiare con la cintura dei suoi calzoni e, repentino, l'odore di sangue le intasa le narici.
E' nauseante; per un attimo c'è solo buio.

Poi un brivido di terrore le percuote la schiena, tanto potente da farla rinvenire; ma la visuale pare imbrattata di quello stesso liquido denso e scuro.

Senza comprendere il motivo, fissa la chioma corvina china sul suo ventre, chiedendosi perché stia provando dolore (ah!).
Vorrebbe dire qualcosa, ma sembra che qualcosa glielo impedisca.
Sta aspettando (cosa?).

Come se l'avesse letta nel pensiero, lui alza il viso nella sua direzione.
E' sporco di sangue.
Le labbra sottili sono piegate in un sorriso sibillino.
E due occhi azzurri screziati di grigio la fissano.
***
Yui spalanca le palpebre di scatto, ma è subito costretta a schermarsi con una mano, ferita dalla forte luce che la circonda.
Che cosa è stato?
Un turbine di pensieri e sensazioni la invadono, facendo culminare all'istante il rischio di esaurimento nervoso.
Proprio un bel modo di cominciare la giornata.

Sospirando, si stropiccia gli occhi con le dita ancora intorpidite, per poi sollevarsi sui gomiti.
Ed è allora che si accorge di essere avvolta da una coperta di lino nera, poiché le scivola giù sui fianchi.

Colta all'improvviso da una stranissima sensazione, alza gli occhi per guardarsi intorno, ormai abituata alla luce mattutina.
Si trova nella stanza dove le pare fosse entrata la sera prima (non sarà passato più di un giorno, vero?) insieme a Ruki, difatti le sembra di riconoscere le pareti bianche
e la porta d'ingresso nera.
Il pavimento, invece, è di cemento, ad una fantasia a scacchi sui toni del marrone.
Ma la cosa che attira rapidamente la sua attenzione è la presenza di un cristalliere, addossato alla parete di fronte a lei; e non è la sua imponenza o le rifiniture eleganti delle ante
in legno a calamitare il suo sguardo, ma la familiarietà con cui lo colloca proprio lì.

Perché è lo stesso cristalliere del...sogno.
Destabilizzata da quella consapevolezza, Yui scosta bruscamente via la coperta e scende dal lettino, mettendosi inconsapevolmente le mani nei capelli.
Si volta, e si ritrova ad esaminare con sconcerto le tende antracite che affiancano le tre finestre occupanti l'intero muro.
-Ma...c-c'era del sangue e...-. Persino la tagliente vocina nella sua testa balbetta.
Sempre più sconvolta, la fanciulla si dirige verso la branda, e in un impeto furioso tira via la coperta nera, che si ammucchia sul pavimento sollevando una nube di polvere,
ben visibile sotto il fascio di luce penetrante dalle finestre.
Le sue mani si fiondano a tastare il materasso flessuoso, gli occhi ne scandagliano scrupolosamente la superficie; alla paranoica ricerca di una prova del fatto che non abbia sognato.
Perché i vampiri non possono sognare, giusto?
Quando è sul punto di togliere anche la fodera bianca del materasso, un rumore improvviso alle sue spalle la fa voltare (non prima di essere sobbalzata dallo spavento).

Due labbra sottili schiuse. Un sopracciglio curato inarcato con fare interrogativo. Occhi grigio-azzurri perplessi.
Ruki rimane fermo a fissarla per parecchi secondi, come se dovesse prendersi tempo per capacitarsi della scena che gli si presenta davanti(che non deve essere un gran spettacolo) :
ha una mano ancora strinta alla maniglia della porta nera, mentre con l'altra mantiene un vassoio, sul quale le par di distinguere un piatto di uova strapazzate.
La saliva le raschia dolorosamente in gola.
-Che cosa dovrebbe significare questo?-. La voce del vampiro, di una freddezza paragonabile ad una tormenta di neve; la riporta bruscamente col pensiero a quel...sogno.
-Io...ehm...stavo sentendo caldo e..-. Prima che possa fermarsi, Yui inizia a borbottare questa bugia, e, frustrata ogni oltre limite, si accovaccia per recuperare il copriletto,
stando ben attenta a non alzare lo sguardo (timoroso) verso di lui.
Quando si sentono i passi di Ruki incidere nella sua direzione, la fanciulla artiglia con le dita il lenzuolo tra le mani, mentre percepisce le gote avvamparsi velocemente.
Perché è in imbarazzo, piuttosto che in vergogna?
-Forse perché hai sognato di baciarlo in modo piuttosto appassionato... e gli stavi quasi per sfasciare il letto.-.
Dannata vocina.

Il cuore è sul punto di balzarle in gola nel momento in cui il vassoio con le uova viene sbattuto sul pavimento accanto alla sua figura accucciata.
Poi un paio di dita gelate la costringono ad alzare il viso verso quello del proprietario,che, contrariamente a quanto si aspettasse, sembra voler trattenere un sorriso (sardonico).
-Yui Komori, prima che tu mi spieghi cosa sia successo, è già chiaro il fatto che questo scempio non deve più ripetersi?-.
Con gli occhi incatenati ai suoi, la raccomandazione perentoria la induce ad acconsentire frettolosamente col capo, e al contempo, di tentar di mettere più distanza
da quel corpo trasudante insidia chino su di lei.
Ruki sembra intuire le sue intenzioni, tant'è che quando si accovaccia, senza lasciare la presa sul suo mento, le pare che di proposito se lo ritrovi ancora più vicino.
- Ti ho concesso il lusso di farti portare la colazione poiché non volevo che riversassi la tua sbadataggine in cucina, ma a quanto pare, era di qui che mi dovevo preoccupare.-.
Dice, in tono fortemente sarcastico e tagliente, mentre la giovane tiene gli occhi fissi in un punto indefinito, ignorando deliberatamente la provocazione del vampiro.
- Scusami, mi sono svegliata e mi sono sentita impaurita. -. Azzarda ad asserire, anche se si rende conto lei stessa che è una mezza verità.
A questo punto, cede alla tentazione di incrociare il suo sguardo, che pare per un attimo pensieroso, come se stesse decidendo se crederle o meno.
- Allora abituati all'idea di dormire qui. Almeno finché non sarò sicuro che non corriamo pericoli.-. Afferma poi, volgendo gli occhi altrove.
La giovane capisce che non riuscirà a vedere i Sakamaki per molto tempo.

-Ruki....I vampiri possono sognare?-. Le vien da chiedere, in un primo momento, per distrarsi dai pensieri lugubri. Poi comincia a sperare in una risposta che dissipi le sue paranoie.
Lui pare interessato, poiché riporta d'immediato gli occhi nei suoi e raddrizza un po' le spalle, ma allontana le dita dal suo viso.
-Il nostro è uno strano mondo, Yui Komori. A volte può capitare che, durante il riposo, manifestiamo i nostri più oscuri presagi, o dei pensieri repressi.-.
Risponde serio, ma dietro l'espressione risoluta cela curiosità.
Presagi?
-Perché me lo hai chiesto?-. Le chiede, e i suoi occhi prendono a scrutarla in viso.
Abbastanza confusa, la fanciulla stringe in una mano la coperta e con l'altra prende il vassoio, mentre si alza.
-Queste quindi sono per me?-. Glissa la domanda, indicando le uova nel piattino e abbozzando un sorriso che non convince neanche sé stessa.
Lui torna a sovrastarla in tutta la sua altezza, e dopo averla fissata in silenzio per qualche secondo, sembra abbandonare l'idea di insistere, poiché accenna anch'egli un sorriso (più simile ad una smorfia, in realtà).
Poi dice -Muoviti, ti faccio fare il giro della villa.-.
E sul viso di Yui sboccia un sorriso timido.

Angolo autrice:
Buonasera a tutti.
Sì, sono ritornata, ma non me la sento di aggiungere "più forte che mai".
L'innumerabile ritardo con cui pubblico il nuovo capitolo merita perlomeno una spiegazione, aldilà delle infinite scuse in cui devo prodigarmi.
Ci tengo a dire che non è assolutamente per mancanza di VOGLIA. Anzi!
E' tutta questione di mancanza di TEMPO. E sono sicura che la maggior parte di voi potrà ben capirmi se nomino cose (a caso proprio eh ahaha) come
scuola, compiti, studio, imprevisti, appuntamenti, impegni... E chi più ne ha (ahimè) ne metta.
Mi sento davvero affranta al pensiero di non aver ancora risposto alle recensioni delle mie carissime amiche virtuali, né di aver letto i nuovi capitoli delle loro storie che letteralmente adoro.
Vorrei davvero avere il vostro ( ma sopratutto quello delle mie care ragazze) appoggio.
Insomma, vi chiedo di non prendervela se non rispondo subito ai vostri messaggi, e cercare di irritarvi il meno possibile se non rispetto le "scadenze" che mi sono auto-imposta riguardo la pubblicazione dei capitoli.
Io cerco di pensare ottimista, riflettendo sul fatto che magari ad alcuni di voi fanno comodo i miei ritardi perché siete a vostra volta impegnati;
e sperando che le vacanze di Natale (non manca più così tanto 'raga :D) arrivino presto, così saremo tutti più liberi e rilassati, e allora sì che avrete tutte le ragioni per
incazzarvi (questo termine rende meglio l'idea, no? ahahaha) se non pubblico minimo una volta ogni tre giorni e non vi scrivo/rispondo massimo entro il giorno seguente v___v
Spero con tutta me stessa che il capitolo vi sia piaciuto (o confuso? ;]), e che abbia almeno un pochino compensato al ritardo.
Grazie davvero a tutti ( ma come al solito il pensiero mi va a finire sulle mie amiche , scusate xD <3);
questo
è un desiderio che si sta avverando, lentamente, con i suoi numerosi intoppi, ma si sta avverando cazzo.

....E sfoggiata tutta la mia finezza, vi lascio ad un buon proseguimento di serata ='3
SI SPERA DI "RIVEDERCI" AL PIU' PRESTO.
Per sempre vostra,
     _piccolascrittrice_


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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9 Con una forchetta in argento dalla forma sfilata, Yui mangia un altro boccone delle uova nel piattino, che regge avidamente con una mano, mentre segue Ruki nel lungo corridoio in marmo nero.
Intanto che lei si crogiola nel suo pasto, il vampiro le mostra l'interno di solo alcune delle stanze (perlopiù studi inutilizzati) del piano superiore:
che cosa celeranno le restanti porte alte, lucide e nere?
-Ora ti faccio vedere la tua stanza-. Le dice ad un punto, lanciandole l'ennesima occhiata impassibile da sopra le spalle.
-Mi prende in giro?-. Scatta all'istante la vocina nella mente della fanciulla, che si è immobilizzata, la bocca piena di una forchettata della colazione.
-Quindi non sono costretta a dormire con te-. Deduce seccamente, sputacchiando qualche briciola mentre parla.
Lui si volta completamente e per un lungo attimo la fissa in silenzio, scioccato.
-Prima di tutto, non osare parlarmi mentre stai mangiando. Seconda cosa, tu dormi con me perché lo dico io.-. Asserisce poi, oltraggiato, avvicinando pericolosamente il viso verso quello della fanciulla, che è avvampato violentemente (se per la prima o la seconda affermazione, non riesce a far chiarezza).
Deglutendo rumorosamente, in un'impeto di avventatezza gli punta la forchetta contro il naso, sfiorandone la punta con i quattro denti.
-Allora spiegami perché avreste dovuto preparare una camera per me.-. Riesce a ribadire, nonostante la consapevolezza del suo imbarazzo evidentissimo e la soggezione che le mettono addosso quelle iridi grigio-azzurre così vicine.
Lui,però, si allontana repentinamente, e mentre si passa il dorso di una mano sul naso, le scocca un'occhiata che è gelo puro.
-Ma che mi viene in mente di fare?-. Pensa la giovane, sentendosi all'improvviso a disagio.
Fa per ritrarre la forchetta stretta nelle dita, ma celere una mano del vampiro le blocca il polso.
Allora gli occhi le guizzano in quelli di lui, che paiono assassini. Un groppo le intasa all'istante la gola.
-Non prenderti questa confidenza, Yui Komori. Ora lascerai quel piatto e mi seguirai in silenzio.-. Le intima, con una freddezza tale da farla rabbrividire tutta.
Poi, con la mano libera, le toglie bruscamente di mano la stoviglia, e senza abbandonare il suo sguardo vacquo, la piega in due come nulla fosse.
-Un chiaro avvertimento-. Pensa fra sé e sé la fanciulla, tra il sarcastico e il terrorizzato.
Le viene da sbattere le palpebre spaventata quando la forchetta distorta viene lasciata cadere sul pavimento, seguito da un tintinnio che assorda nell'aria di grave silenzio sceso.
Dalle labbra di Ruki esce un grugnito indistinguibile, mentre lascia la presa sul suo polso vistosamente arrossato, che le comincia a pizzicare un poco.
Voltandole le spalle, a Yui sembra un attimo di distinguere delle infossature oblicque nella sua schiena, al di sotto della fina maglietta nera, colpita dalla luce proveniente da una delle tante lampade appese accanto ad ogni porta.
Quando Ruki riprende a camminare, lei si accinge a seguirlo, confusa.

La sua ipotetica camera è davvero carina e dall'aspetto confortevole: la prima cosa che colpisce è la chiarezza sprigionata dall'arredo bianco, in aggiunta alla luce mattutina penetrante dalle due strette finestre, orlate di tende in velluto rosa confetto, poste sulla parete -anch'essa perlacea- di fronte a loro.
Il pavimento è invece tappezzato di una moquette marrone con arabeschi di un colore più tenue, creando così un vivido contrasto con il candore circostante.
Il letto, posizionato all'angolo destro, non ha nulla a che vedere col lussuoso baldacchino della villa Sakamaki: è una semplice branda coperta da un lenzuolo rosa, con la testata bianca dalla linea fine.
Prima che i ricordi di tutt'altra camera riescano a prendere possesso di lei, lo sguardo viene fatto scorrere sulle due lunghe mensole appese alla parete attingua al letto, su cui sono posate cornici di foto vuote e libri di trascurabile interesse. Scendendo con gli occhi in basso, invece, si vede una scrivania con i sostegni bianchi e la superficie laccata di un nero petrolio. Posizionatovi di fronte c'è una sedia, la cui imbottitura dello schienale e del sedile rimanda al colore della coperta della branda.
Infine, nell'angolo sinistro della stanza spaziosa, si innalzano i rami di una bella pianta, le cui foglioline si raccolgono in chiome curate.
Il timido sorriso che sta comparendo sul viso della fanciulla si spegne rapidamente nel momento in cui Ruki le toglie di mano il piatto, su cui giace ancora buon parte della porzione.
Colpita da una fitta inspiegabile di malinconia, lo segue con lo sguardo mentre appoggia il piatto sulla scrivania e guarda un attimo fuori dalla finestra, prima di voltarsi verso di lei.
-Raggiungiamo i miei fratelli nella sala da pranzo.-. Asserisce. In tono perentorio.
***
-...E allora il reggiseno gli risponde: siamo amici intimi!-.

La squallida battuta, pronunciata dall'inequivocabile voce del castano, è seguita dallo scoppio di risate sguaiate, scalpitii e tonfi, che fanno da sottofondo all'ingresso di Ruki e Yui nella grande sala da pranzo.
Ma non appena i due compari - seduti ad un tavolo grande per un totale di sei commensali -  si accorgono della loro presenza, troncano bruscamente le risate e si irrigidiscono vistosamente.
-Evidentemente non se l'aspettavano.-. Riflette seccamente la fanciulla, osservando i loro calici nelle mani fermi a mezz'aria, le briciole di cibo cosparse intorno alla bocca,
le espressioni frastornate e le pose scomposte.
A spezzare il silenzio surreale sceso è la voce di Ruki, mentre pronuncia un freddo -Buongiorno- e si dirige al tavolo, alternando lo sguardo sui due compari con un sopracciglio inarcato.
Questi gli lanciano di rimando un'occhiata perplessa, prima di schiarirsi la gola e di ricomporsi sulle proprie sedie grigie, dalle rifiniture eccentriche quanto raffinate.
Yui, intanto, rimane impalata all'entrata del salone, guardandosi attorno leggermente spaesata: davanti a lei, il lussuoso tavolo in marmo è collocato -oblicquamente-
in corrispondenza di un lampadario nero dallo stile gotico; e di un enorme tappeto persiano, il cui motivo è un complicato intarsio spiccante per i colori contrastanti, viola e giallo.
Aldilà della tavolata, due colonne delimitano un uscio immenso, celato completamente da ampie tende di velluto rosso.
Le pareti attingue alle colonne sono di una chiara tonalità di grigio, ma presentano varie scanalature e rilievi che richiamano le figure di archi e rettangoli, talvolta di un grigio più scuro.
Tutti quegli sfarzosi quanto eleganti elementi, messi insieme creano una sala... degna di un vero castello.

-Vieni a sederti, Yui-.
Di colpo, la fanciulla si ritrova a fissare due occhi lavanda meravigliosi, ora animati da un' incertezza tale da farla immediatamente capitolare.
Frastornata dalla fastosità che la circonda, e dalla struggente attrazione per quello sguardo; si accorge a malapena della stretta delicata sulle sue spalle, che la direzionano verso il posto centrale del lato sinistro del tavolo.
Percepisce di avere la mente più lucida solo quando si siede, trovandosi sotto l'attenzione di tutti e quattro i vampiri: il castano le siede esattamente di fronte, fissandola sfacciatamente mentre sorseggia dal suo calice di cristallo; Kou gli è di fianco, e la guarda con l'ombra di un sorriso, un dito che sfiora continuamente il labbro inferiore; alla destra del castano c'è invece Azusa, a capo chino, che la scruta con attenzione da sotto le lunghe ciglia nere; ed infine Ruki, immancabilmente accanto a lei, nasconde le labbra dietro il dorso di una mano, e la osserva con discrezione.
Presa da una fitta di disagio misto a nervoso, Yui inizia a tamburellare le dita sul bordo del tavolo, e cerca di distrarsi concentrando lo sguardo sulle fiamme tremolanti dei due candelabri d'oro, posti a mo' di centrotavola su di una stretta e lunga tovaglia rossa, simile al color delle tende retrostanti.
Devono aver già finito di fare colazione, poiché le vivande, perlopiù piatti vuoti, sono ammassate su di un mobile basso e dall'aspetto pesante addossato alla parete frontale rispetto a lei.
Peccato. Ha davvero tanta....fame.
-Beh dolcezza, ma è vero che hai dormito in camera di Ruki?-.

Yui ci mette un bel po' di secondi per realizzare che Kou si è rivolto a lei.
Allora alza lo sguardo, arrossendo, e lo indirizza al vampiro in questione, che da' la parvenza di essere ironico e al tempo stesso interessato.
Proteso in avanti con i gomiti, qualche ciocca bionda gli scivola sulla fronte seguendo l'inclinazione del capo, rivelando così l'occhio destro, rosso vivo, in totale contrasto con
l' azzurro limpido dell'iride sinistra.
Un groppo ostruisce d'improvviso la gola della fanciulla, che si mette a tossire violentemente, nel tentativo di ingoiare quella bile intrisa di sorpresa, confusione, dolore.
Non le sfugge l'occhiata alquanto perplessa che si scambiano il castano e Azusa, né le braccia incrociate al petto di Ruki, che fissa con disappunto Kou, ma non alza un dito per aiutarla.  
-Ah-ah! Non è che vuoi nasconderci qualcosa, eh?-. Continua il biondo, imperterrito,e dando una gomitata all'avambraccio del castano, questo fa una breve risata gutturale.
-Finitela-. Borbotta freddamente Ruki, che pare non curarsi minimamente della faccia quasi paonazza della giovane; mentre Azusa la osserva in silenzio.
Verità,tagli,bende,presagi,occhi rossi,celesti...
Tutti quei pensieri le vorticano in testa, confondendola, costringendola a stringere le tempie tra i palmi delle mani, cercando equilibrio. Ordine.

Scatta in piedi molto prima di aver la consapevolezza di farlo, e percependo su di sé gli sguardi confusi e allo stesso tempo guardinghi dei quattro Mukami,
si costringe a dire - V-vado a prendere un bicchiere d'acqua-, con voce flebile.
In realtà non ha la ben che minima idea di dove possa trovarsi la cucina, ma pensa che allontanarsi un momento possa schiarirle le idee.
Così, a passo incerto si dirige verso l'ingresso spalancato del salone, mentre ode dietro di sé sollevarsi un brusio allarmato.
Affianca la parete coi quadri finché non si ritrova nel corridoio principale.
Qui rimira con una strana malinconia il portone d'ingresso, ma invece che fiondarsi lì per scappare, si accascia contro la colonna portante più vicina, ma col capo rivolto verso l'uscita.
Neanche il tempo di chiudere le palpebre per rilassarsi, che sente risuonare dei passi, man mano più vicini.
Sospirando piano, ma senza voltarsi verso quello che è senz'ombra di dubbio il leader dei Mukami, dice -Stai tranquillo, Ruki. Posso andare nella m...tua stanza?-.

Ma invece che giungerle la risposta che si aspetta, si sente afferrare per le spalle e voltare con veemenza.
E Yui si lascia sfuggire un gemito di sorpresa, trovandosi un paio di occhi ambra a pochi centimetri di distanza, in cui scintilla qualcosa di pericoloso.
-Io sono Yuma. E ora devi seguirmi.-. Le dice in tono fermo e inflessibile, malcelando aggressività.

Destabilizzata dal colpo di scena, con le spalle schiacciate dalle sue mani contro la colonna, le gambe imprigionate dalle sue, e quegli occhi insidiosi puntati addosso;
la fanciulla non riesce a far altro che acconsentire.


Angolo autrice:
Buonasera a tutti!!! :D
Cavolo, sono riuscita perfettamente nel mio intento: pubblicare presto e in anticipo, scrivendo anche un capitolo più lungo *_*
Che spero vivamente vi sia piaciuto! :D
Le foto delle stanze descritte cercherò di inserirle nel prossimo capitolo: purtroppo per ora già è tanto se riesco a caricare il testo xD
Insomma, cosa ne pensate? Vi sembra che il ritmo della narrazione sia rimasto lento? Perché invece spero di essere riuscita a renderlo più "sostenuto".
Credete manchi anche a questo capitolo quel.... "di più"?
Scusate le mille domande x) , ma ci tengo a coinvolgervi pienamente ed a emozionarvi, perciò se avete consigli, critiche o parere da darmi, sono tutta orecchi! :D
Detto questo, ringrazio infinitamente tutte le mie amiche virtuali, che mi stanno dando un sostegno inimmaginabile e numerosissimi spunti per compilare l'elenco delle "Battute più epiche di sempre" (XD).
E quindi, con un sorriso ansioso stampato in faccia, saluto tutti e spero di sentirvi!
Buon fine di serata ^___^
la vostra,
piccola Scrittrice <3




























  
 



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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10 Yuma la porta in giardino. Nell'immenso giardino retrostante la magione.
Davanti a loro si allunga un viale mattonato, affiancato da basse siepi verdeggianti e cariche di preziosissima frutta.
Mentre oltrepassano due archi in ferro lucente, Yui non può fare a meno di rimirare quel buon di Dio, perfettamente curato, senz'ombra di ammaccatura o vermi.
Lei non può vederlo, ma il vampiro si apre in un sorriso orgoglioso.

Sotto il sole cocente della tarda mattinata in corso, i due raggiungono il bivio del viale: guardandosi alternativamente sulla sinistra e sulla destra, la fanciulla non scorge che
interminabili stradicciole costeggiate da ampie piantagioni, divise l'una dall'altra da alte inferriate.
Davanti a lei ,invece, si parano in successione dei graziosi alberelli, anch'essi punteggiati di frutta tondeggiante; aldilà si erge un imponente muro in cemento, che si estende a perdita d'occhio in entrambe le direzioni, probabilmente perimetrando l'intero giardino.
Inspirando a fondo, ella può percepire un miscuglio divino di effluvi: l'odore della terra battuta, quello dell'erba umida di rugiada, il profumo dei fiori, il ruvido sentore dei tronchi impregnati di resina, ed ancora, la debole fragranza di zucca, carote, pomodori, latte, formaggio...
-Perché mi hai voluta portare qui?-. Chiede all'improvviso al vampiro -che le sta di fianco- piena di meraviglia e stranamente eccitata.
Può mai esistere un luogo che ispiri più quiete, pace, di quel giardino?
In quel momento, un paio di uccellini plana a pochi centimetri dal suo capo, intonando un pigolio melodioso che pare voler dissipare i suoi dubbi.
Escludendo l'entrata in scena poco rassicurante di Yuma, e la sua figura intimidatoria che ora si protende un poco verso di lei; non si è mai sentita così...leggera.

-Questo è il mio giardino.- Le bisbiglia con espressione seria, soffiando poi via una ciocca castana sfuggita al codino.
All'udire quelle parole, Yui sbatte ripetutamente le palpebre, stupita, per poi protendersi a sua volta verso di lui, inesorabilmente curiosa.
-Davvero? Quindi vuoi dire che coltive queste cose tutto da solo?-. Gli domanda, aprendo le braccia come a voler abbracciare ciò che la circonda.
Il vampiro si limita ad esibire un sorrisetto pieno di superbia.
Chi l'avrebbe mai detto, uno dei Mukami che ha il pollice verde?
L'istante dopo aver formulato questo pensiero, non riesce a trattenere una risata, che scoppia fragorosa sotto lo sguardo accigliato di lui.
Tentando di soffocare l'ilarità, Yui non trova altro modo per sdrammatizzare quel che è sincero stupore verso la passione appena rivelata.

-Che ci trovi da ridere, ragazzina?-. Scatta il giovane, decisamente alterato, incenerendola con lo sguardo.
Lei tronca bruscamente il riso con un colpo di tosse, e, preoccupata del cipiglio che va aggravandosi sul viso di Yuma, si affretta a dire - Scusami, sono solo impressionata-.
Dopo averla studiata per qualche secondo con espressione arcigna, lui contrae le labbra in un ghigno, ma è questione di un attimo, prima che riporti la bocca ad una linea rigida.
-Che cosa gli sarà passato per la testa?-. Si domanda la fanciulla fra sé e sé, con una punta di inquietudine.
-Qui c'è troppo sole, seguimi.-. Sbotta il vampiro all'improvviso, distraendola dalle sue congetture.  
Meravigliandosi di quanto effettivamente le procuri una sensazione di insofferenza il cielo terso e soleggiato che la sovrasta; Yui lo segue lungo il viale sulla sinistra, guardandosi attorno con gli occhi di una bambina in un negozio zeppo di dolciumi.
Camminano per qualche minuto in silenzio, finché davanti a loro non si para il muro in cemento, che segnale il confine dell'estremità di giardino.
Un vivido luccichio cattura rapidamente lo sguardo della giovane, lasciandolo cadere su una piantagione di zucche, grandi, non del solito arancione smorto, ma con le tipiche foglie avvolte a vite insolitamente grandi, tali che gli steli ricadono copiosamente sul terriccio umido a partire dal cucuzzolo di ogni pianta.
Si costringe a strizzare le palpebre un paio di volte, convinta di aver visto quelle foglie palpitare.
-Hai mai visto delle zucche più invitanti?-. Le chiede Yuma, impettito, mentre affonda le scarpe nella terra con noncuranza.
-E' molto fiero di sé-. Pensa lei, e abbozza un sorriso, seguendo solo con lo sguardo i movimenti del vampiro.
Ma ben presto si rende conto di quanto i raggi del sole picchino forte, costringendola ad avanzare verso l'area di coltivazione, cercando invano un po' d'ombra.
-Dove si può stare al fresco?-. Gli domanda, al che lui -chinato a lucidare la superficie di una zucca con la manica della maglietta- si raddrizza di colpo e le rifila un sorriso sbilenco. Ad un tratto, Yui prova l'impellente desiderio di tornare indietro.

-Sarà divertente-. Lo sente sghignazzare, e non ha il tempo di rivolgergli un'occhiata perplessa che si ritrova lo stomaco compresso contro una sua scapola larga e resistente,
il bacino stretto da un braccio ferreo e i piedi penzoloni.
L'improvviso cambio di posizione le fa girare vorticosamente la testa, mentre percepisce distintamente la bile di uova risalirle su.
-Che-che cosa fai? Mettimi giù!-. Esclama, con voce incrinata dalla nausea, la sorpresa, l'imbarazzo.
Ma Yuma, fischiettando allegramente, la sballonzola sulla propria spalla fino al limite dell'area della piantagione.
Prendendo a scalciare furiosamente (nella speranza di centrarlo con la punta dello stivale proprio lì), Yui alza il capo ciondolante, e le scappa un grido d'orrore:
l'angolo di muro, che sulla sinistra lascia spazio all'inferriata, è interamente ricoperto da un fitto intrico di foglie avvitate e rametti marciti, assalendole le narici con un tanfo asfissiante.
I rami e le foglie e gli steli che compongono l'ammasso verde pulsante ancorato al muro iniziano a muoversi convulsamente, attorcigliandosi, intrecciandosi, inarcandosi
come
fossero vivi.
La giovane percepisce le gambe paralizzarsi e lo stomaco accartocciarsi su sé stesso. Il nulla risucchia ogni suo pensiero.
E prima che dalle sue labbra possa liberarsi l'urlo imprigionato nella gola, Yuma la scaraventa di peso contro la colonna d'edera raccapricciante.
***
Nel lasso di tempo che precede l'impatto con la colonna di viscido verde, Yui rivede, come in un flashback, il momento in cui il pugnale era stretto tra le sue mani, la punta acuminata rivolta verso il suo petto, fasciato dal corpetto blu notte del sontuoso abito di Cordelia, palpitante d'un cuore che non era il suo.
Yui chiude le palpebre.

Il rumore d'un risucchio. Nessun urto, tonfo. I lineamenti del viso vengono baciati con violenza dai raggi del sole.
Un laccio d'erba le si stringe intorno alla gola, tirando indietro, come dotato di volontà propria, costringendola ad abbandonare ancor di più il corpo tra le spire.
Sottili e ruvidi, gambi di corteccia le imprigionano rapidamente i polsi, compiendo più giri attorno alle braccia, sgualcendo le maniche della maglietta, fino ad arrivare a lambirle i gomiti.
Delle foglie marce si avvinghiano, avide, ai suoi polpacci nudi, forandole la pelle con i loro profili taglienti, simili a lame affilatissime, tale è la loro sottigliezza.
Le cosce vengono strattonate dai lati, lei serra i denti, oppone resistenza, poi un ramo le avvolge il torso, comprimendolo con forza inaudita; e le gambe si divaricano,
quanto i lunghi steli esigono.
Quel mostro serpeggiante tutt'intorno a lei deve per forza averle compromesso in qualche modo anche il cervello, perché nessun pensiero, emozione o reazione la anima.
Se non avesse la consapevolezza che qualcosa le stia strisciando tra i capelli, potrebbe benissimo essere già morta.

-Strana come sensazione, vero?-. La voce di Yuma le rimbomba nelle orecchie tremendamente cupa, e allo stesso tempo priva di inflessione.
Lei allora spalanca lentamente gli occhi, e con altrettanta impassibilità domanda -Perché lo hai fatto?-.
In quel momento le pare che ci siano solo loro due, senza i rami e le fogli a legarla, non nel giardino della magione Mukami; solo lei e quegli occhi ambra improvvisamente spenti.

Qualcosa le scatta in mente, ed associa la situazione alla consapevolezza di essere sotto shock.

-Impotente, debole, sola. Inevitabilmente, finendo con l' implorare aiuto.-. Yuma fa' una lunga pausa, prima di riprendere a parlare con sguardo lievemente rianimato.
-Avevo già deciso di ridurti così. Servirà a ricordarglielo. -.  Conclude, facendo un passo avanti.
Yui è così intontita da non ricordare più neanche se lui le abbia risposto o meno.
Istintivamente, fa' per portarsi una mano alla tempia, ma all'istante percepisce il laccio d'erba scavarle nella cute del polso sinistro.
-Ti prego, liberami-. Sussurra d'impulso, in direzione del vampiro, con voce così roca e flebile da non darle la sicurezza di esser stata udita.
Ma a quanto pare lui l'ha sentita, perché le sue labbra piene si convergono in un sorriso (seppur tiratissimo), e le sue mani grandi si protendono verso di lei.
Quei polpastrelli ruvidi, consunti e sporchi sciolgono abilmente e in poco tempo la stretta d'ogni parte dell'orrida pianta rampicante, e, afferrata la fanciulla per le esili e tremanti spalle, la riporta rapidamente in piedi.
Poi, rimangono così per un tempo che pare infinito: lui con le mani posate sulle sue spalle, gli occhi sfuggenti e la mascella rigidissima; lei, gli occhi colmi di tutte le lacrime fino
ad allora trattenute, le braccia intropidite abbandonate lungo i fianchi, e le scapole infiammate dalla pressione di quei palmi grandi e pesanti.
La mente di Yui sembra riaccendersi di colpo, e lei pensa...pensa che dovrebbe avere paura di quelle dita più di quanto l'abbiano gratificata per l'aiuto dato.
Ma...ma perché allora non lo caccia via? Perché non scappa? Perché rimane ? Dopo quello?

-Torniamo dentro-. Il ringhio di Yuma vibra nella sottile striscia d'aria che separa i loro volti, facendola sussultare vistosamente.
Ma non sembra arrabbiato con lei.
Con le mani serrate a pugno, le volta le spalle e si incammina lungo la strada mattonata, senza voltarsi a farle qualche intimazione di seguirlo, di cui, invece, di sicuro Ruki non si sarebbe risparmiato.

Per un attimo l'idea di scappare si insidia in lei, ma poi qualcosa la frena.
Qualcosa che non sa definire. Né comprendere.

E allora rimane in piedi, ferma, lo sguardo fisso sulla schiena possente del vampiro.

Finché una voce alle sue spalle non la chiama.
-Yui-chan-. Sente dire.

Si volta, ma non si trova di fronte Azusa.

Raito la fissa con un' espressione intrisa di malinconia. Le braccia, fasciate dalle maniche della camicia bianca inamidata, sono tese verso di lei.
Entrambi sanno che all'altro non importa minimamente di cosa succederebbe se Yuma decidesse di voltarsi.
Così, senza aspettare un secondo di più, Yui si fionda tra le sue braccia, e le lacrime iniziano a rigarle copiose il viso.

L'ingresso della magione Mukami

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Il piano superiore (io ho aggiunto la presenza di porte per stanze superflue)

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Il salone principale

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Angolo autrice:
Pubblico ad un orario inadeguato , me ne rendo conto, ma non volevo aspettare e farvi aspettare un giorno di più. Entro domani sera vedrò di rispondere a tutti i messaggi inviatomi, perdonatemi per il ritardo ragazze *faccia affranta* Soprattutto perché, come va sempre ribadito, questa storia non andrebbe avanti senza il vostro supporto <3 ...Ma che dico, qui parliamo di fondamenta ahahahaah xD <3 Come avete potuto capire, non so ancora come avete giudicato il capitolo precedente o: però spero che se siete arrivati/e fin qui il capitolo (anche abbastanza lunghetto) vi sia piaciuto =D A me pare un po' tetro, se lo pensate anche voi allora devo scusarmi, non credo sia una gran scelta di scrittura x) , ma evidentemente rispecchia il mio stato d'animo di questi giorni. A voi invece, come va? Perché non me lo scrivete in un eventuale recensione o messaggio privato? Mi piacerebbe conoscere meglio chi c'è dietro a un dolcissimo o carino quanto anonimo nickname, un' amica in più con cui parlare di ciò che si vuole e con leggerezza credo non guasti a nessuno! ;D Beh si, vedete la proposta di sopra anche come un modo per ri-avvicinarmi a voi. Facendo ritardo mi sembra di non rispettare nessuno. Ovviamente siete tutti liberi di criticarmi, fare gli offesi o ignorarmi: sicuramente me lo merito un bel po'! Comunque sia, questo capitolo contiene una scena non irrelevante, riflettendoci sopra si possono capire delle cose ;] Okay, auguro la buonanotte a tutti <3 e la qui presente piccola (stupida e ritardataria) scrittrice vi saluta, sperando di poter scrivere a tutti mooooolto presto.
Grazie.
 













 



 



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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11 Angolo autrice:
Salve a tutti.
Sono ritornata -ci può stare un "ovviamente"?-, decisa a voler dare un tocco accattivante in più ai capitoli ed incalzarne il ritmo.
Mi sembra bello perché in questo modo credo sarà più coinvolgente la lettura ^^, ma anche doveroso, in quanto sono una ritardataria cronica.
Continuerò con la pubblicazione di un capitolo a settimana (parlare di più di uno è praticamente un'utopia) che potrà, però, essere di martedì come di domenica, o venerdì notte etc...
Come credo valga anche per voi, il tempo lo devo trovare tra gli impegni della settimana (che comprendono spesso ore e ore di studio -.-), perciò vi prego di non allarmarvi o comunque di inveire troppo contro di me xD se non pubblico il capitolo lo stesso giorno della settimana prima.
Questa volta il ritardo -che mi ha anche portato a dirvi quanto scritto sopra- è stato dovuto ad un raffreddore micidiale che mi ha messo K.O per più di due giorni, e ad un progetto scolastico sui cui mi sono concentrata gli altri pomeriggi.
Vabbo', bando alle ciance xD, ringrazio immensamente le mie amiche per il loro immancabile supporto, e spero di poterle sentire presto ^()^ <3
Le foto del giardino dei Mukami verranno postate col prossimo capitolo: purtroppo ora internet va troppo lento per caricarle x/!
Detto questo, buona lettura a tutti!


-Shhh, shhh, perché piangi, Yui-chan?-. Le bisbiglia Raito, con un polpastrello posato sulle sue labbra umide e il pollice dell'altra mano, ancorata alla sua guancia con delicatezza,
che cattura svelto le lacrime salate lungo il suo viso arrossato.
-So-sono felice di vederti-. Singhiozza sommessamente lei, ma non sa se è veramente per quel motivo.
Percependo una bruciante e crescente sensazione di vuoto e confusione, alza il capo ed incontra lo sguardo afflitto del vampiro, le cui iridi verdi ora sono di una lucentezza impressionante.
-Non posso stare molto. Lui si potrebbe voltare a momenti, Yui-chan-. Le sussurra, in un tono incrinato dal turbamento che non gli è solito.
Il suo polpastrello scivola via giù per il mento, ma l'istante dopo la pressione della sua mano le incendia il lembo di pelle scoperto di un fianco.
All'improvviso, Yui sente scendere di sé tutto il senso di pericolo di quello che sta facendo, completamente consapevole di essere con Raito nel giardino dei Mukami,
mentre Yuma le da le spalle.
-Perché stai correndo questo rischio, Raito-kun? Vai, non devono vederti!-. Gli dice di colpo, trasognata, ma invece di distaccarsi, gli artiglia la camicia con le dita, lasciando solo un fil d'aria a separare i loro visi.
Sente l'urgenza di allontanarsi da quel vampiro maledettamente familiare, per lasciarlo andare, metterlo al sicuro; ma più cerca di afferrare quel pensiero, meno distanza va a mettere fra i loro corpi.
-Ma che sto facendo?-. Si chiede, ma i pensieri iniziano a vorticarle caoticamente in mente, sfuggendole.

-Dovevo avvertirti del pericolo che stai correndo, Yui. Perché ora non si tratta più solo dei Mukami, e noi dobbiamo proteggerti.-.
Il vampiro le parla sottovoce, velocemente, con gli occhi attenti puntati nei suoi, e le mani che sono risalite ad incorniciarle dolcemente il viso.
Dapprima, lei si concentra su come le sembri ...diverso il Raito che ha davanti: afflitto da qualcosa che non può definire, che la guarda e la tocca con fretta ma delicatezza,
come se avesse paura che lei si possa dissolvere o incrinare da un momento all'altro, come un mucchio di granelli di sabbia al vento o lo stelo di un canna dello stagno.
Poi metabolizza ciò che ha detto, e le arriva come una stilettata di ghiaccio al cuore.
-Cosa stai dicendo?-. Le esce dalle labbra, mentre percepisce le gote farsi paonazze e gli occhi spalancarsi dallo sconvolgimento.
Pericolo?
-Torna da noi, Yui-chan.-. Raito sembra implorarla, e i suoi occhi paiono consumati da una paura che la destabilizza.
Ma prima che possa ribadire o fare qualsiasi cosa, lui abbandona le mani lungo i fianchi e fa un passo indietro, scoccando un'occhiata probabilmente in direzione di Yuma.
La consapevolezza che la stia per lasciare, in balia di dubbi e di pensieri penosi e dei quattro Mukami, le ingroppa all'istante la gola, e in un impeto disperato si getta su di lui.
Le loro labbra cozzano con violenza, ma con grande stupore della fanciulla, il vampiro non si ritrae, e anzi, la stringe a sé con rinnovata energia.
Si baciano, consumando le loro lingue in una passione feroce, fatta d'urgenza e bisogno, mescolata all'eccitazione di sapere che tutto ciò è oltremodo rischioso.
-Devo andare, Yui, devo andare-. Inizia a ripetere il vampiro, tra un bacio e l'altro, come se dovesse convincersi di farlo, e allontana pian piano la fanciulla dalle esili spalle.
Lei allora fa una smorfia di frustrazione mista all'imbarazzo del suo gesto impulsivo, e si discosta definitivamente da lui.
Incrociano gli sguardi, mentre nell'aria rimangono sospesi gli echi di quell'incontro.
-Devo andare-. Dice Raito, fissandola ancora per un istante con quelle sue iridi verdi splendenti.
Poi sparisce nel nulla, e con lui anche un pezzo di cuore della giovane.
***
Yuma sceglie esattamente quel momento per voltarsi verso di lei, e l'imprecazione grugnita fra i denti giunge fino alle sue orecchie.
-Vuoi pranzare o no?!-. Le grida da lontano in tono stizzito, probabilmente per la sua stessa disattenzione mostrata.
A questo pensiero, le labbra di Yui si curvano spontanamente in un piccolo sorriso, riflettendo su quanto sia stato distratto Yuma,
mentre le gambe leggermente tremanti si accingono a percorrere il viale mattonato per raggiungerlo.
***
I due vampiri fanno il loro ingresso nella sala da pranzo avvolti da un grave silenzio, che si trascinano da quando hanno camminato fianco a fianco per il giardino sulla via di ritorno.
La fanciulla, d'altro canto, non ha fatto altro che pensare alle parole di Raito e, di tanto in tanto, quando l'occhio le è caduto sul codino castano a lei vicino, alla terrificante pianta rampicante in cui Yuma l'ha gettata.

...Il silenzio è stata la miglior cosa
.
-Bentornati-. Esordisce Ruki, staccando gli occhi dal libro che ha in mano e piantandoli in quelli di Yuma.
A Yui non sfugge quello strano scambio di sguardi, che si conclude con una scrollata di spalle nervosa del vampiro castano.
Prima che possa domandarsi che cosa abbia voluto Ruki, l'attenzione della fanciulla viene calamitata dalla tavolata imbandita, alla quale hanno preso già posto pure Kou e Azusa.
L'ardente bruciore della gola prende il sopravvento, e prima che se ne possa rendere conto, è seduta al tavolo al fianco di Ruki.
Yuma le siede di fronte e le rivolge la stessa occhiata caustica di poche ore prima, come se lei facesse sempre qualcosa di sbagliato.
-O forse non gli va di ammettere a sé stesso che è stato lui a sbagliare?-. La vocina impertinente fa il suo capolino tra gli altri pensieri, distranendola per un attimo dal setacciare le squisitezze disposte a raggiera sulla tovaglia rossa: ramen e udon, nelle varianti più colorate e dall'odore più invitante.
-Immagino tu abbia fame, Yui-. Prorompe la voce, piuttosto tagliente, di Ruki.
Senza dare atto di aver colto la provocazione, la giovane si sporge a prendere la ciotola fumante di ramen shōyu, e, agguantata la forchetta lucida posata sul tovagliolo ricamato (ma non usano le bacchette?), inizia a mangiare rumorosamente, per il puro gusto di infastidire il vampiro di fianco, intento a leggere la fitta scrittura nelle pagine ingiallite dal quel suo tomo blu.

Il pranzo si trascina con lentezza, e Yui finisce il suo pasto con il volto un poco arrossato dall'imbarazzo, rendendosi conto di esser stata l'unica ad aver toccato cibo.
Non ne carpisce il motivo, ma i Mukami, escluso Azusa, sembrano innervositi, e difatti picchiettano con le dita sul bordo del tavolo o giocherellano con le briciole sulla tovaglia, scoccando insistenti occhiate nella sua direzione.
-Eppure hai finito di mangiare silenziosamente-. Osserva la vocina nella sua testa, con una punta di sarcasmo.
Una sensazione oscura e al contempo familiare le fa accaponare la pelle.
-Yui, mi aiuti a sparecchiare?-. Le si rivolge ad un certo punto Azusa, mentre si alza in piedi.
Lei ci mette qualche secondo a rispondere, attonita.
-Si-Sì va bene-. Dice poi, e prendendo il primo bicchiere che le capitasse a tiro segue Azusa verso la cucina, dove trasporta in equilibrio perfetto quattro ciotole di cibo rimaste intatte.
La stanza è grande e confortevole, con il pavimento piastrellato di un grigio fumé simile a quello delle pareti, perlopiù coperte da mobili pensili di squisita fattura in legno chiarissimo, con i pomelli di quello che a prima vista sembra ottone. Dal ripiano nel quale è incassato il lavabo si allungano dai lati due banconi, sempre fatti di  un marmo che richiama il color crema dei mobili pensili. I condimenti e le spezie sono ordinatamente disposti alla sinistra del lavabo, e questo particolare contribuisce a dare un aspetto fin troppo lustro a quella che dovrebbe essere propriamente una cucina.
-Ma chi prepara queste cose?-. Chiede la fanciulla, un po' per sincera perplessità, un po' perché vuole spezzare il silenzio sceso nel frattempo che Azusa poggia le ciotole sul ripiano centrale.
Lui però le da le spalle e rimane in silenzio, prima di sussurrare, con estrema tranquillità -Hai sbagliato a fingere: loro sanno che Raito ti ha appena incontrata-.

Le parole del vampiro si riversano come una cascata d'acqua gelata lungo la schiena di Yui, che è costretta a retrocedere fino a premere il fondoschiena contro il bordo del bancone sulla destra.
-Come ho fatto a non pensare all'odore che mi avrebbe lasciato addosso Raito?- . Pensa, con il volto rosso di frustrazione e gli occhi spalancati.
Ma prima che l'ansia la possa assalire, sente risuonare, in quell'aria divenuta opprimente, la voce del vampiro -Potresti stare un po' con me, Yui-chan-.
E sollevando il volto pieno di stupore, si ritrova le sue iridi lavanda a fissarla da pochi centimetri di distanza.

Il cuore pare balzarle in gola, mentre lui solleva un polpastrello scarno e va a sfiorare, o meglio, incendiare, il suo labbro inferiore leggermente gonfio.
-...Sai, ora non conviene affrontare Ruki-. Le continua a sussurrare in tono calmo, mentre segue con occhi assorti il movimento eseguito dal suo stesso dito,
che pizzica piacevolmente ogni terminazione nervosa del viso della fanciulla ipnotizzata.
Perché mai vuole...proteggerla?
Senza riuscire ad afferrare il filo logico dei pensieri che la tempestano, le esce dalla bocca -Ma come facciamo con la tavola?-, in modo tale da non impedire lo strofinio del polpastrello sul suo labbro.
A quel punto, Azusa inclina il capo di lato e accenna un sorriso, che per poco non la fa letteralmente sciogliere ai suoi piedi.
-Oh, Yui-chan, loro sanno che è un diversivo.-. La schernisce con leggerezza, e prima che lei possa ribadire, ritrae il polpastrello e la prende per mano, trascinandola fuori dalla cucina.
***
Prendendo l'uscita collocata sulla sinistra, i due devono semplicemente percorrere un breve corridoio e svoltare l'angolo per ritrovarsi nell'ingresso della magione.
In questo modo, raggiungono il piano superiore senza passare per il salone principale.
Per un attimo, a Yui viene da tremare all'idea di cosa le succederà una volta sola con Ruki.
Poi Azusa si ferma davanti all'ultima porta sulla sinistra del corridoio del piano, tant'è che accanto a lei c'è la grande e misteriosa tenda blu avio, che lascia visibile solo un sottile spiraglio dell'uscio retrostante. E sbirciandoci attraverso, la fanciulla non ha dubbi sull'affermare che anche il bagno dei Mukami è in marmo.

Il sonoro scatto di serratura le fa volgere lo sguardo, mentre la mano di Azusa la esorta a seguirlo dentro la sua stanza.
La stretta sembra aver sigillato tra le loro dita anche i suoi pensieri, poiché Yui si sente la testa vuota.

Così, portandosi la mano libera al petto, affonda insieme a lui nell'oscurità aldilà dell'uscio, sobbalzando un poco quando il braccio del vampiro la sfiora per poter richiudere la porta.
Udito lo schiocco dei cardini, rimangono immobili e in silenzio per qualche secondo, al buio, permettendo alla fanciulla di orientarsi unicamente con l'olfatto.
Che, lentamente, quasi di soppiatto, viene sopraffatto da un'odore opprimente. Metallico. Denso.

Nel momento in cui i pensieri ricominciano ad affiorare, forse perché Azusa le ha lasciato la mano per accendere con quella la luce, o forse perché la consapevolezza che si vuol fare strada è troppo forte per qualsiasi resistenza; la stanza si illumina dei raggi esplosi da una lampada pendente dal soffitto.

E una volta che la vista si è abituata alla forte luce bianca che pervade nella stanza, la prima cosa che distingue è la lunga fila di coltelli, disposta sul copriletto della branda di fronte a loro.
Lame lunghe, corte, affilate, aguzze, taglienti, sporche. Ordinate meticolosamente.
-Mi sarebbe sempre piaciuto farti vedere la mia collezione di coltelli-. Dice Azusa.





 





















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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12 Angolo autrice:
Eccomi qua!
Ammetto di essermi presa una pausa per la festa dell'Immacolata, ma penso anche che sia meglio aspettare per pubblicare un capitolo interessante piuttosto che una cozzaglia di scene banali e inutili. Siete d'accordo? Magari fatemi sapere!
Allora, le foto relative alla villa Mukami non posso pubblicarle neanche con questo capitolo, perché Internet ha deciso di andare a farsi benedire -.-"
Ringrazio le mie immancabili amiche e spero che questo nuovo capitolo piaccia, in primis, a loro <3
A giudicare dai pareri avuti riguardo il bacio tra Yui e Raito...Non so, vorrei proporvi una specie di sondaggio, per sapere di quale bacio più ambireste di leggere!
Che ne dite? Così sono contenta io, che lo descrivo x///D, e contente (ammettiamolo, questo riguarda sole le ragazze xD) voi, che vi gongolate leggendolo! ahahahaha x')
Insomma, magari fatemi sapere in una recensione =D
...Questo è il momento di Azusa! E siccome sto scrivendo il mio angolino prima della stesura del capitolo stesso, non posso assicurarvi la presenza di scene molto..ehm, allegre?
Però lascio a voi il verdetto, ovviamente! u.u ;D
Buona lettura a tutti, dalla sempre vostra _macabrascrittrice_ ^^ (lasciamo perdere il nomignolo <-<")
P.S.
Carissima Tsuki, appena Internet decide di velocizzarsi lascerò una recensione al tuo formidabile capitolo del seguito delle avventure di Mary & Company XD
(a parte gli scherzi, consiglio a tutti quanti di leggerlo!)



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Yui non crede ai suoi occhi. Yui non vuole credere ai suoi occhi.
Con la schiena rigida come uno stoccafisso e la gola chiusa da un groppo di terrore misto a stupore, la giovane coglie il luccichio delle lame, che riflettono sulla loro superficie
in acciaio levigato la luce proveniente dalla piccola finestra al di sopra della branda.
E a confermare il fatto che l'arsenale sia stato disposto lì appositamente, il fascio di luce lo racchiude perfettamente in un cerchio, gettando nell'ombra il resto del copriletto.
Allora le pareti della stanza paiono all'improvviso distorcersi, il pavimento inclinarsi pericolosamente, e mentre Yui tenta di mantenere l'equilibrio, il vampiro si avvicina con passo lento e misurato alla branda, come se davanti a sé avesse qualcosa di prezioso, raro, fragile.
-Perché fai quella faccia, Yui-chan?-.
All'udire il suo nome, lei sobbalza vistosamente e fa guizzare gli occhi terrorizzati sulla figura ondeggiante di Azusa.
Incontrate le sue splendide quanto oscure iridi lavanda, è combattuta tra l'idea di darsela a gambe levate e quella di affrontarlo.
Ma mettendo meglio a fuoco la scena, e osservando con più attenzione il vampiro, le viene da chiedere -Perché volevi farmi vedere la tua...collezione?-, con voce in bilico (con suo conseguente stupore) tra l'indulgente e il dolce.
A questo punto, il viso di lui si accende di colore, creando un netto contrasto con il collo diafano.
Sta arrossendo?
-Vo-volevo vedere la tua reazione-. Le risponde, incerto, facendo correre gli occhi in basso e portandosi alle labbra il polpastrello del pollice.
Prima che le si possa anche solo stringere il cuore a quella vista dannatamente conturbante, il vampiro scatta verso di lei, e in un batter di ciglia Yui si ritrova con la fronte pigiata alla sua, lasciando così solo qualche centimetro di distanza tra le loro labbra.

Pronta a svenire da un momento all'altro, la giovane viene tenuta in piedi unicamente dalla stretta delle mani di Azusa intorno alle sue.
-Se devo essere io il prescelto, devi sapere la verità, Yui-chan-. Le sussurra, e le sue iridi splendenti e allo stesso tempo cupe paiono palpitare, provocandole un giramento di testa che le ingarbuglia i pensieri e le emozioni.
-Che-che cosa vuoi dire?-. Gli domanda, anch'ella a bassa voce, quasi con affanno. Cerca di pensare alle parole dette, ma i pensieri sembrano scivolare via verso quel groviglio all'apparenza indistricabile.
Lui inclina di poco il capo e sospira, fissandola ora con una punta di rammarico.
-Ruki ci ha proibito di parlartene, ma devi almeno sapere che tutto dipende da che parte decidi di stare, Yui-chan-. Le spiega, con voce che sarebbe stata inudibile per un essere umano, come se fosse davvero rischioso parlarne.
-Ma che cosa dipende dalla mia decisione?-. Si fa strada questo pensiero in lei, gettandola nel solito interrogativo che l' affligge dall'inizio.

E' sul punto di dar voce alla sua domanda, quando Azusa si allontana bruscamente e si arrotola le maniche della camicia bianca, rivelando le braccia interamente fasciate fino al gomito, mentre mormora -Se scegli me, amami per questi-.
Simultaneamente, egli afferra con la mancina il lembo sporgente dell'interminabile benda bianca avvolta all'altro braccio, per poi tirarlo con forza.
Sotto gli occhi destabilizzati della giovane, la benda si srotola velocemente per poi librarsi in aria come un serpente, scoprendo la pelle chiarissima del suo braccio.
Su cui spiccano, per il loro vivido colore rossastro..per la loro profondità, tagli e tagli e tagli.
Tutti della stessa lunghezza, ognuno distanziato dall'altro di un paio di centimetri.
Ma Azusa sembra non volersi fermare a quel punto, dirigendo le dita alla fasciatura dell'altro braccio. Dove nasconde altre ferite. Inflitte da sé stesso.
Investita da quell'atroce consapevolezza, Yui svelta gli si avvicina ed intreccia le dita alle sue, impedendogli di afferrare la benda sporgente.
Reprimendo un singhiozzo, gli strattona la mano, costringendolo ad incrociare i suoi occhi affranti.
-Perché lo hai fatto, Azusa-kun?-. Gli chiede in sussurro, in un tono con cui sembra lei ad aver bisogno di conforto.
L'espressione del vampiro vira in un attimo dalla perplessità alla cupezza, prima di liberare la mano e afferrarla per una spalla, con gli occhi luccicanti di qualcosa di oscuro.
-Fammi del male, Yui, ti prego-. La implora, fissandola con un' intensità tale da scioccarla ancor di più.
A quel punto, la colpisce un altro giramento di testa, questa volta più violento, che mina i cardini della sua integrità mentale.
-Che-che stai dicendo, Azusa-kun...-. Balbetta, percependo il ventre accartocciarsi dolorosamente via via che lui continua a guardarla in quel modo.
Per la prima volta, è lei ad avere davanti una persona fragile e indifesa.
Scossa da quella constatazione, non si accorge subito che il vampiro ha lasciato la presa sulla sua spalla e si è proteso verso il copriletto.
Prima che possa fermarlo, lui ha già afferrato l'ultima lama a partire da destra, la più corta e affilata.
-Azusa-kun...-. Comincia a dire, allarmata, ma lui la zittisce con il suo movimento brusco: si volta verso di lei e le chiude le dita attorno alla lama, con tale impeto da farla affondare nel palmo.
Per qualche secondo, Yui resta ferma a guardare sbigottita il suo sangue che gocciola sul pavimento, sorpresa del gesto del vampiro più che dell'improvviso e intenso pizzicore percepito al palmo della mano.
Poi, come ripresasi dallo shock, cerca di ritrarre la mano ferita, ma lui serra la presa delle sue dita insanguinate e la costringe ad avvicinare la punta della lama al suo braccio sinistro.
Consapevole di quello che sta per accadere, uno spasmo di protesta si fa strada nella gola della fanciulla, ma è questione di un attimo, prima che la lama che tiene forzatamente tra le dita fenda la cute lattea del braccio di Azusa, appena sotto la piega del gomito.
In quello stesso istante, lui reclina la testa all'indietro e dalle labbra gli sfugge un gemito di puro piacere, mentre il braccio gli trema leggermente.
Allora, come ustionata da quel contatto, Yui scaglia via con violenza la lama, che va a conficcarsi nell'anta di legno nera appartenente al grande mobile alla loro destra.
Poi, trattenendo a stento lacrime di frustrazione, si copre la bocca con la mano ferita, rivolgendo il palmo verso il viso estasiato del vampiro.
-Che cosa mi hai fatto fare?-. Mormora, con voce flebile e incrinata, attraversata da una fitta di dolore che va ben oltre il taglio profondo della mano.
Azusa, però, le scocca un'occhiata di vera adorazione, mentre il suo braccio ferito abbandonato lungo il fianco continua a perdere sangue.

Quindi i due vampiri si fissano, in silenzio, per un attimo che pare infinito: lui ha le palpebre semichiuse ma gli occhi brillanti di eccitazione, lei ,invece, si morde il labbro inferiore, corrosa dal risentimento.
Però, dopo l'ennesima goccia di sangue stilata dalla ferita di Azusa, lei percepisce qualcosa gorgogliarle in gola, fin troppo simile alla sete di sangue, e, disgustata da sé stessa, distoglie lo sguardo e fa qualche passo indietro, arrossendo leggermente.
Tra loro rimane sospesa l'aria macabra e tesa, finché la porta alle loro spalle non si spalanca.

Yui volge lentamente il capo verso l'uscio, imitata da Azusa, ed entrambi si irrigidiscono alla vista di Ruki:
ha i capelli in disordine, gli occhi sgranati, le labbra schiuse, e ancora, le maniche della maglia bordeaux tirate su in modo trascurato, una mano ancora premuta sul dorso della porta, e le gambe divaricate di chi ha appena smesso di correre.
I suoi occhi screziati -all'apparenza stranamente impauriti- si piantano immediatamente sulla figura della giovane, che rabbrividisce vistosamente.
-Dio solo sa cosa mi succederà ora...-. Pensa, anche se la vocina nella sua testa lotta per esprimere la sua perplessità.
Perché Ruki non sembra arrabbiato, ma solo teso.
-Credevo ti avessero già trovata...Forza, seguitemi.-. Ordina il vampiro, in tono sollevato e al tempo stesso sbrigativo.
Senza darle il tempo di riflettere sulle sue parole, Ruki l'afferra per un polso e la strattona verso di sé, facendo un cenno del capo ad Azusa.
-Ma non si è accorto del sangue?!-. Esclama la vocina, incredula, mentre Yui viene trascinata fuori dalla stanza.
-...E non so che razza di giochetto hai fatto con Azusa, ma il sangue che perdi non ci è d'aiuto.-. Ringhia il vampiro -senz'ombra della sua solita raffinatezza-
mentre percorrono il corridoio in direzione delle scale, e scoccando un'occhiata truce ad Azusa, dietro di loro.
Se n'è accorto.
-Cosa sta succedendo, Ruki-kun?-. Domanda la fanciulla, piuttosto confusa, guardandosi intorno alla ricerca della cosa che sta innervosendo Ruki.

Lui sembra sul punto di risponderle, quando si ode l'eco di uno schianto, giù al pianterreno.
Ruki e Azusa si scambiano uno sguardo eloquente, mentre lei rimane in ascolto, in crescente ansia.
Poi il leader si volta verso di lei e, inchiodandola con sguardo incredibilmente serio, dice -Ci sono degli intrusi nella villa. Non allontanarti da me per nessun motivo-.
E la prima cosa che Yui pensa è -Perché non ha menzionato i Sakamaki?-.


















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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13 Angolo autrice:
Buona sera.
Le vacanze di Natale si avvicinano, ed io sento già il dolce richiamo del pandoro *-*
Insomma, siete tutti pronti a godervi venti giorni di ozio?
...Che poi dico così, ma sono la prima ad alzarmi presto la mattina per pura abitudine della sveglia, e a scervellarmi per regali e regalini x)
Bando a questa leziosa promessa, come al solito vi devo le mie scuse per il ritardo nella pubblicazione.
Ma credetemi quando vi dico che questa è stata una settimana di
fuoco per la mia classe, con verifiche e test e interrogazioni.
E ho il presentimento che molti di voi non mi possano biasimare ..!
Comunque, credo che tutti abbiate capito che come amica virtuale non valgo niente, ma forse come scrittrice c'è ancora qualche speranza...
Sono grata dell'immensa pazienza di chi confida in me, e auguro a tutti una buona lettura,
concludendo il mio posticino con una carrellata di foto, come promesso! <3.

-Primo piano dei Mukami ** A partire da sinistra, Ruki, Kou, Yuma e Azusa <3
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-Ditemi voi se questa foto non è incantevole !!! *OOO*
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-Ecco a voi la cucina della magione Mukami! Personalmente, mi piace di più quella dei Sakamaki, voi che ne pensate?
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-Dulcis in fundo, una vista del giardino della magione Mukami ^^ <3
Molto meno lugubre di quello dei Sakamaki, a mio parere xD
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-Perché non ha menzionato i Sakamaki?-.

Accovacciata vicino il primo gradino della rampa di scale, Yui è percorsa da un brivido gelido, mentre il pensiero le rimbomba in testa propagando ansia ed inquietudine.
Con le orecchie tese a recepire un qualsiasi altro rumore sospetto, la giovane tenta invano di leggere il labiale di ciò che si bisbigliano Ruki e Azusa con fare concitato, a pochi passi da lei.
Dopo qualche secondo, entrambi si voltano nella sua direzione, e la loro evidente apprensione fa culminare la sua ansia, provocandole un fastidio ronzio nelle orecchie.
-Che cosa sta succedendo?-. Si chiede tra sé e sé, mentre si rialza con il sostegno di Ruki, e tutte le sue congetture cascano come castelli di carta.
-...La limousine è parcheggiata fuori. Dovrai portarla via, ad ogni costo.-. Rivolto ad un Azusa particolarmente attento, il sibilo teso del vampiro giunge a lei come lo schiocco improvviso di una frusta. Doloroso, e scioccante.
Allora incassa la testa tra le spalle tremolanti, che parrebbero le pareti gelatinose di un budino se non fosse per la salda presa delle mani di Ruki.
E proprio quando percepisce soffiarle sulla clavicola scoperta un suo pesante sospiro, sulle pareti della scala rimbalza un altro rumore sinistro, questa volta rassomigliante a qualcosa che viene squarciato.
Quasi a volerlo fare di proposito, i tre vampiri si scambiano reciprocamente un'occhiata ansiosa.
-Se Yuma e Kou non li hanno respinti...-. Riflette Ruki ad alta voce, -...Allora sono davvero loro.-. Conclude in modo enigmatico, puntando di scatto gli occhi in quelli di Yui.
Loro chi?
-Troveremo un diversivo...ma ora sarebbe meglio se non facessimo spazientire i nostri ospiti.-.
Con tono nervoso, e l'espressione del viso atta a reprimere un profondo turbamento, il leader la sospinge verso le scale.
***
Mentre discendono i gradini scricchiolanti, vengono inondati dall'atmosfera silenziosa regnante al pian terreno.
Man mano che si amplia la visuale sull'ingresso della magione, alla fanciulla pare di andare sempre più in paranoia, udendo respiri raschiosi e ansanti, cuori che battono ferocemente, artigli che incidono nel pavimento.
E percepisce l'inconfondibile odore di sangue.
Ottembrata dal terrore misto ad una sorta di concitazione, Yui si mette in punta di piedi e sporge il capo oltre la spalla destra di Ruki, che si è immobilizzato ai piedi della scala.

...Di tutte le cose che si aspetta di vedere, la scena che le si presenta è al di fuori di qualsiasi suo schema mentale.
Yuma si staglia rigido a qualche metro da loro, dandoli le spalle, con i pugni serrati pronti a colpire.
Una striscia di sangue fresco sul pavimento conduce poi lo sguardo un po' più a sinistra, verso la triade di colonne marmoree, ove Kou è accostato, dall'aria sofferente, mentre si preme una mano in corrispondenza del fianco destro sanguinante, senza più ombra di tessuto a coprirlo. Ma anche lui, come il compare del resto, mantengono gli occhi fissi su... qualcosa, che deve erigersi proprio di fronte al portone d'ingresso.
Corrosa dall'orribile curiosità di ciò che sta per scoprire, Yui si sposta un poco verso sinistra, in modo tale che la figura dall'aria impotente di Yuma non le ostruisca la visuale.
Il tempo pare fermarsi nell'esatto istante in cui li scorge: due belve enormi, incredibilmente somiglianti a dei lupi, con le possenti zampe posteriori piegate, pronte a scattare, e quelle anteriori divaricate in una posa aggressiva. Salendo con lo sguardo, il muso li si arriccia a scoprire due file di denti aguzzi e scintillanti, mentre nei grandi occhi sono incastonati due topazi dall'aspetto cupo e sinistro.
Infine, l'ampio ventre, coperto da una folta pelliccia bianca, si alza e si abbassa ad ogni loro pesante sospiro, mentre il resto del manto, nero come la pece, è rizzato in gesto difensivo.

Quando i minuti paiono riprendere a scorrere, la prima reazione della fanciulla è di sconcerto.
-Che accidenti ci fanno qui due lupi?!-. Esclama la vocina nella sua testa, mentre la schiena si prepara ad inarcarsi sotto l'ondata di un brivido raggelante.
-Perché delle belve? Perché dovremmo averne paura?-. Il suo inconscio non riesce a capacitarsi di ciò che vede, ed in lei si fa rapidamente strada l'idea che le stia sfuggendo qualcosa di molto importante...che le abbiano nascosto qualcosa di molto importante.

-Dovete andarvene.-. Ruki pronuncia le due parole lentamente, rivolto agli ospiti selvaggi, ma senz' ombra dell'autorità naturale che caratterizza la sua figura.
Piuttosto, il vampiro appare scosso, e nel fondo delle sue iridi screziate pare brillare un'emozione di timore riverenziale.
Come se quelle bestie fossero superiori a lui.
Smarrita nei suoi pensieri, Yui si trattiene a stento dal sobbalzare quando ode chiaramente lo sghignazzo dei due lupi, che arricciano ancor di più il muso sfilato, mentre dalle fauci enormi esce un ringhio singhiozzante.
-Ci capiscono?-. Chiede d'impulso all'orecchio di Ruki, terrorizzata da cosa possa significare ciò.
Lui volta impercettibilmente il capo verso di lei, perforandola con lo sguardo ostentatamente impassibile, la bocca tesa in una linea dura.
Poi però un ringhio sommesso costringe loro a riportare l'attenzione sulle due belve, che muovono una zampa avanti.
Nei topazi ora brilla una luce diversa, che sembra esprimere pura brutalità.
Il cambiamento lo sembra percepire anche Yuma, che si fa coraggiosamente avanti.
E a quel punto, un filo invisibile nell'aria si spezza.
In meno di un secondo, i due lupi balzano addosso al vampiro, ululando selvaggiamente.
Una frazione di tempo dopo, Ruki si precipita verso di lui, che è stato sbattuto con fragore a terra dalla forza inaudita delle due bestie.
Azusa accorre l'attimo seguente, e nel suo palmo destro compare dal nulla una lama corta e affilata, che sfregia con violenza l'occhio destro di uno dei due lupi.
Lo schizzo di sangue è accompagnato da un ululato di dolore, che però serve solo a far inferocire l'altra bestia, che artiglia in modo ferino la mano contundente del vampiro, strappandogli un gemito a metà fra l'eccitazione e il dolore.
Ruki gli scocca un'occhiata d'obliquo, mentre Kou si dirige a fatica nella loro direzione e cerca di spingere via il lupo ferito che, letteralmente addosso a Yuma, tenta invano di azzannargli il volto.
Mentre le due bestie si battono con tutta la loro ferocia, emanando quell'aria di superiorità che ora anche la giovane percepisce;
i Mukami si limitano ad allontanare, spingere via, difendersi , atteggiandosi con inspiegabile remissività.
Come se non fossero nella condizione di poter affrontare il nemico.

Yui, inerme, scioccata, assiste alla scena senza riuscire a muovere un muscolo.
Nel groviglio di abiti e di capelli e di pelle e di pelliccia che si agita di fronte a lei, paiono perdersi anche i suoi pensieri, lasciando un vuoto che intendono colmare le lacrime alle palpebre.
-Basta! Andatevene! Andatevene!-. Grida Kou, con una tale angoscia da spingere la fanciulla a fare un passo avanti, a sporgere un dito tremante verso la coda lunga e robusta di uno dei due lupi, quello illeso, il più feroce.
-Non sono qui per me... Devo aiutare i Mukami...Devo aiutare i Mukami...posso aiutare i...-.
Non ha neanche il tempo di concludere il pensiero, che la bestia si volta nella sua direzione, inchiodandola con i suoi occhi cupi.

All'istante, una sensazione agghiacciante la travolge, e con occhi sbarrati fissa il lupo, che spalanca le fauci, si passa la lunga lingua umida sull'arcata superiore, solleva gli artigli anteriori dalla spalla di Yuma.
-Yui, scappa!-. Le grida Ruki, intento a sollevare da terra la figura lesa del compare.

La giovane capisce di non avere altra scelta.
Quando il lupo sferra una zampata, le strappa, facendola gemere di sgomento, solo un paio di ciocche di capelli prima che lei aggiri la massa di corpi e si metta a correre verso l'uscio.
Oltre ai grugniti dei Mukami, ode l'impatto delle zampe della bestia sul pavimento all'atto di inseguirla, perciò spalancando l'uscio socchiuso, lo richiude poi con veemenza dietro di sé, e mugola di lieve sollievo quando si sente l'urto del corpo del lupo contro il portone di legno.
-Che cosa sono? Cosa vogliono?-. Si chiede, senza fermarsi, continuando a correre nonostante il crescente tormento, la confusione,
a mano a mano che si avvicina al cancello.

-Perché Ruki mi ha lasciato scappare?-. Quel pensiero la fa rallentare bruscamente.
Nello stesso istante, scorge una figura materializzarsi a pochi metri da lei, probabilmente accostata al cancello stesso.
Quegli occhi li riconoscerebbe ovunque.
-Ayato-kun...?-. E' quasi sul punto di perdere l'equilibrio.
 
-Ayato-kun?..-. Mormora, disorientata, in contemporanea al fragore che si sente risuonare alle sue spalle.
Con la testa che le gira vorticosamente e la gola secchissima, Yui si volta in direzione dell'ingresso.
E lancia un grido di spavento, scorgendo un'altra figura, che avanza velocemente verso di lei.

Non è uno dei Mukami, e neppure uno dei due lupi.
 
L'individuo alto e sinuoso continua a correre, mentre la fanciulla sente le gambe cedere.
E i suoi occhi gialli si fanno sempre più vicini.









 
 








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Capitolo 14
*** Capitolo SPECIALE - e se...? ***


Capitolo SPECIALE - E se...?
E SE...nel magico giorno del Natale, Yui si fosse rivelata essere un po' diversa dal consueto? ;)
E SE i Sakamaki e i Mukami fossero stati...in buoni rapporti?
xD
Come avrebbero trascorso la festività? 
Ringrazio la mia carissima amica cristie13 per avermi dato l'idea per questo capitolo speciale,
che dedico con il più sincero affetto ad HaruhiB_10 per il suo compleanno! :D
-Accetta questo come mio regalo <3-
Spero che abbiate tutti trascorso un buon Natale ^_^ ,
 e vi auguro in anticipo un felice inizio di anno nuovo!
Vi posto le immagini che ho trovato suoi nostri vampiretti in tema natalizio
<3
(sui Mukami non c'è niente purtroppo :c)
 e vi lascio ad un' allegra lettura!
;D

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I battibecchi iniziarono a partire dalla scelta della locazione.
I Sakamaki non avevano intenzione di spostarsi dalla loro amata dimora, mentre i Mukami insistevano col dire quanto sarebbe stato meglio trascorrere il Natale nella loro magione.
Alla fine, però, su questo la spuntarono i Sakamaki, anche perché la sera del 23, Subaru si era slogato una caviglia nel tentativo di porre il puntale sulla cima dell'enorme abete decorato (solo il tronco superava i due metri...), asserendo subito di dover mantenere la gamba a riposo almeno una settimana.
Anche se poi fu il primo ad alzarsi in piedi per il momento del karaoke.
 
I Mukami accettarono quindi di varcare la soglia della "villa più rozza e desolata mai vista" (a loro dire), tramite l'invio di una cartolina che, ad una prima occhiata , poteva sembrare una minaccia di morte (ed effettivamente non era tanto lontana da quel significato, considerato il risentimento dei quattro per la straordinaria concessione fatta e le gentili espressioni scritte quali
"vampiri fetenti", "che siate maledetti" o "la pagherete cara").
Il motivo impresso sul cartoncino ruvido, poi, richiamante l'improbabile accoppiata di un Santa-san gioioso e paffuto e dei suoi elfetti, seminudi e all'apparenza indemoniati, non poteva rimandare che al cattivo gusto di Yuma.

Ottenuta la vittoria, i trigemini Sakamaki si spaparanzarono sui divanetti di fronte al camino acceso, aspettando pazientemente finché
la grande tavolata per il pranzo non fosse stata allistita (e beccandosi più di un mestolo in testa da parte di una Yui furente per il loro dolce far nulla).
Shu, invece, scomparve per tutta la mattinata, per essere poi ritrovato da Subaru mentre sonnecchiava nella cantina (?!).
Ma non fu un caso se proprio quei due vampiri avessero ritardato al pranzo: se da una parte Shu ebbe bisogno di farsi uno dei suoi lunghi bagni per svegliarsi; dall'altra Subaru aveva paura di farsi vedere da Reiji e Yui (gli addetti cuochi..a loro insaputa),
dopo aver quasi fatto esplodere la cucina nel tentativo di cucinare un pentolone di misoshiru.
Come si può intuire, le vene sul collo di Reiji erano particolarmente evidenti, anche a causa della cocciutaggine di Yui
(e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, per la sua bravura in cucina).
La vampira, infatti, era decisa a voler preparare lei il pollo fritto piuttosto che andarlo a comperare al fastfood del KFC, come da tradizione.
Reiji la lasciò fare, con la sadica speranza che le uscisse un pastrocchio (per poterle dare una bella strigliata), ed invece, al momento di portare in tavola il vassoio con i petti di pollo, constatò a malincuore quanto fossero invitanti, e con quale sguardi voraci
i commensali vi diressero un'occhiata.
Ritornato in cucina, allora, decise di dare il via ad una tacita lotta contro la cuoca, nonché
temibile avversaria, la quale
(una volta accortasi del subdolo impegno del vampiro) , per fargli subito intendere la sua determinazione a vincere, si strinse con violenza il fiocco dietro il grembiule bianco, mentre affilava gli occhi lampone da assassina.
In una corsa contro il tempo, trafiggendosi a vicenda con lo sguardo e spintonandosi continuamente per aver maggior spazio sul bancone da cucina, i due vampiri sfornarono una decina di kurisumasu ke-ki (perlopiù trangugiate da Kanato ancor prima di arrivare al tavolo) ed altre pietanze, tutte impeccabili ed invitanti.
Finirono parità, sia in fatto di perfezione dei piatti che per il numero, anche se gli spettatori (in particolar modo, Kou e Raito), giurarono di aver visto scendere qualche gocciolina di sudore lungo una tempia di Reiji.

Dopo aver messo a ciascuno in testa un berretto natalizio, Yui sedette a capotavola, ed attaccò con la preghiera di ringraziamento, imitata subito dagli altri vampiri, che, nonostante i loro mormorii privi di senso palesassero il fatto di non sapere assolutamente cosa ringraziare, non ebbero il coraggio di contrariare la giovane e colmare immediatamente l'abisso nello stomaco.
Alla fine, mangiarono così tanto da convenire all'unisono di non rimettersi a tavola per la cena.

Nel primo pomeriggio, Reiji si propose di portare i Mukami a fare un giro della villa (nell'orgoglioso tentativo di dimostrarli quanto fosse stata accogliente la loro dimora), e Yui impose che l'accompagnasse Shu, il quale aveva già adocchiato il divano centrale del salone.
I due vampiri le scoccarono un'occhiata contrariata, ma lo scrocchio delle nocche della giovane li fece cambiare rapidamente espressione, portandoli ai lati opposti del gruppetto in attesa, piegato in due dalle risate.
Fu poi la volta di sistemare i trigemini, che già si preparavano per avvincenti partite di shogi; Yui invece sibilò loro di andare in cucina e di lavare tutte le stoviglie usate.
Ayato e Raito ingoiarono il groppo amaro e sgaiattolarono via dalla sala da pranzo, mentre Kanato rimase ostinatamente immobile vicino al mobiletto dov'era custodito il gioco da tavolo, fissando la vampira con aria di sfida.
...Così, dopo averla pregata di non buttare via dalla finestra il suo amato Teddy, anche lui si diresse in tutta fretta a dare una mano in cucina.
Anche se i tre finirono per frantumare tre piatti, scheggiare cinque bicchieri, rompere otto bacchette, graffiare le pareti di quattro pentole e creando un ingorgo nella tubatura del lavabo; Yui apprezzò il loro impegno a darsi da fare.

Lei, comunque, chiaccherò con Subaru davanti al camino, sorseggiando del vino che sembrava non finire mai.
Il vampiro si divertì a nascondere continuamente la bottiglia dopo averle riempito il bicchiere, ma ad un certo punto smise di farlo, osservando con una certo stupore la lucidità della fanciulla nonostante i centilitri di vino che le aveva fatto ingollare.
Poi, udendo rumori sinistri provenienti dalla cucina, si erano alzati per andare a controllare.
Tenendo a freno il tic all'occhio per il nervosismo, Yui e gli altri fratelli cercarono un modo per spurgare la tubatura del lavabo.
Dopo vari tentativi vani, la fanciulla, spazientita, assestò un calcio rotante al gomito della tubatura, che si incrinò, schizzando l'acqua contenuta dappertutto.
Allora, con uno sbuffo, lei si chinò e raddrizzò il tubo, fermando immediatamente l'afflusso d'acqua.
I fratelli la fissarono quasi sconcertati, accalcati sul lato opposto della cucina, mentre lei si strofinava le mani, soddisfatta: i berretti natalizi si erano inzuppati completamente, ma tutto sommato il lavello non sembrava più tappato.

Stesi i copricapi ad asciugare (e pulito la cucina), con grande soddisfazione di Ayato si uscirono i tabelloni di gioco di shogi, go e le hanafuda.
Yui si appropriò di quest'ultime, attirando subito l'attenzione di Azusa, che si mise in disparte a giocare con lei,
da sempre affascinato dai disegni floreali impressi sulle carte.
Ayato, ovviamente, dispose alla velocità della luce i pezzi sulla scacchiera del shogi, abbaiando a Raito di giocare con lui (probabilmente per ottenere la rivincita su qualche antica partita). Kanato si accontentò di seguire le loro mosse, sghignazzando nei momenti in cui Ayato digrignava i denti ed il suo avversario sorrideva con fare sibillino.
Reiji e Ruki, infine, si diedero ad un'interminabile partita di go, soppesando ogni possibile mossa e spostando le pedine con estrema lentezza. Ciò nonostante, emanavano una tale aria pensierosa e determinata da scatenare ad ogni azione un'onda di scalpore nel folto pubblico radunato, ossia Kou, Subaru, Yuma e persino Shu.

Quando ormai s'era fatta sera, i vampiri inziarono a metter da parte i giochi, mentre Yuma si dileguava dal salone balbettando qualcosa di incomprensibile.
Qualche minuto dopo, si udì qualcosa di molto simile ad un'imprecazione, seguita da un tonfo proveniente dal camino
(in cui ardevano ancora i tizzoni del legname).
A metà tra lo sconcerto e la risa, i vampiri videro una figura travestita da Babbo Natale balzare nel salone, mentre si premeva una mano guantata sul sedere (da cui si levava un fil di fumo), e tossiva polvere e cenere.
-Buon Natale a tutti!-. Gridò rudemente la figura, che non poteva essere che Yuma.
Poi si piegò in due dalla tosse e barcollò sugli stivaloni neri, mentre la finta barba bianca si scollava.
Tra le risate generali, Kou gli si affiancò e gli diede ripetute pacche sulla schiena, mentre il compare continuava a tossire ed imprecare.
Quando sembrò essersi ripreso, Babbo Natale mostrò agli altri il piccolo sacco di iuta che teneva in una mano, e borbottò con tagliente allegria -questo è per Yui-, lanciandolo con perfetta mira in faccia all'interessata.
La giovane attutì il colpo con un gomito e, afferrando l'estremità del sacco, guardò in tralice il vampiro travestito (pronta a restituirgli il favore con un pugno), il quale si era piegato di nuovo in due, questa volta dalle risate.
Poi però Kou lo spintonò scherzosamente, lui si sbilanciò e prese una storta (gli stivaloni neri erano larghi il doppio della sua gamba), urtando la testa contro il bordo del camino e finendo sul pavimento a pancia all'aria.
Avendo avuto la bella idea di imbottirsi i vestiti di stoffa per sembrare più grasso, il vampiro dovette farsi dare una mano per rialzarsi in piedi.
L'aiuto, però, giunse dopo parecchi minuti, perché stavano ridendo tutti fino a star male.

Mentre gli altri si preparavano per il karaoke, Yui aprì il sacco, che rivelò contenere un completo nuovo di zecca adatto a lei, composto da un cardigan leggero blu cobalto, una blusa bianca dall'aspetto delicato e femminile, un paio di pantaloncini blu scuro e dei tacchi neri aperti da allacciare alla caviglia.
Prima che avesse potuto anche solo sgranare gli occhi di piacere, percepì il viso di Ayato accostarsi ad un suo orecchio, mentre le sussurrava -auguri da parte di tutti noi-.
L'attimo dopo la fanciulla sentì le morbide labbra del vampiro premerle sul collo, e le loro dita si intrecciarono, lesti.

Gli occhi scintillanti d' eccitazione, Yui gridò -Grazie a tutti! Ora, si canta!-.
Condusse un Ayato ridente al centro del salone, sgomberato dai divani, dove al loro posto era stato sistemato un tavolino con delle grandi casse, una console ed uno stereo, per il momento spento.
Si radunarono tutti intorno a loro due, con i berretti natalizi di nuovo in bella vista.
Poi Subaru accese lo stereo, e, tutti assieme intonarono uno stonato, ma allegro, Jingle Bells.




Okay, se siete arrivati fin qui, allora vuol dire che il capitolo non vi ha annoiato, e magari vi è piaciuto pure :'D !
Spero di ricevere in primis il parere delle mie amiche, di vecchia data e recenti *^* <3
Ordunque xD son di nuovo qui per dire qualcosina a proposito dei termini giapponesi scritti nel capitolo
(l'idea di Tsuki mi ha affascinato molto: è un bel modo per saperne di più sulla lingua e i costumi giapponesi in tema natalizio =D )!

  • misoshiru : letteralmente, zuppa di miso. Si fa con brodo dashi, ossia di pesce, mescolato con pasta di miso, cioè soia gialla ^^ . Le circostante per cui Subaru stava per farne esplodere un pentolone sono sconosciute! XD
  • KFC : sta per Kentucky Fried Chicken, una catena di fastfood americana che, a partire dal secondo dopoguerra, ha spopolato in Giappone e indotto alla tradizione di mangiare pollo fritto nel giorno di Natale! A mio parere, Yui ha fatto bene ad insistere per prepararlo lei U_U
  • kurisumasu ke-ki : Yui e Reiji si sono affannati tanto xD per preparare la torta di Natale! I giapponesi usano solitamente farla con pan di spagna, panna e fragole <3 Da leccarsi i baffi, insomma ;)
  • shogi : è un gioco da tavolo giapponese molto popolare negli anime (Ayato, Kanato e Raito non potevano non giocarci :"]  ). Vi basti sapere che è molto simile al gioco degli scacchi, sia in fatto di regole che pezzi.
  • go : si tratta probabilmente del gioco più rappresentativo della cultura giapponese! Si hanno due avversari, pedine bianche e nere da posizionare sulle intersezioni vuote di una scacchiera, detta goban. Vince chi ha il controllo di una zona del goban maggiore e di quella controllata dall'avversario u_u
  • hanafuda : letteralmente, carte dei fiori. Indica un gioco tradizionale di carte giapponesi caratterizzata da disegni floreali. Il mazzo comprende dodici semi in cui possono esserci carte normali, carte nastri, carte animali e carte potenti, per un totale di 48 carte. Le hanafuda si apprestano a fare diversi giochi ^^
Bene, ancora auguri alla mia cara Haruhi, ci "rivediamo" al capitolo seguente della trama! =D
 





 














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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14 Angolo autrice:
Ahhhhhh, che soddisfazione poter dire che scrivo sul sito di EFP dall'anno scorso *^^^^^*  XD !
Quante storie e fiction che ho letto, quanti sogni ad occhi aperti mi son fatta per i miei capitoli, quante gentilissime e simpatiche ragazze che ho conosciuto...! Non so davvero cosa ringraziare per primo e____e <3
...Ma mettendo da parte le mie escandescenze xD, auguri di buon anno nuovo a tutti! :D
Ora urgerebbe farvi un interrogatorio di terzo grado per sapere i vostri buoni propositi per il 2015 ... >_>
Però credo che sarebbe meglio se per adesso risponda
io a delle vostre domande, per far luce sulla confusione in cui ho lasciato la combriccola <3 di vampiri nell'ultimo capitolo "ufficiale" ;) (o forse si crearanno nuovi dubbi? xD)
Bando alle ciance, spero che la lettura vi interessi e che possa ricevere il parere delle mie amiche in merito *^*
(nessunissima obbligazione, in fondo sono solo una piccola scrittrice v.v)
-BUON 2015-



Quegli occhi scatenano in lei un ricordo.
Un ricordo che l'abbatte come un'onda contro la battigia, durante una tempesta: furioso ed implacabile.
Risucchiata dal suo stesso terrore, si rivede in uno spazio angusto, sola e al buio, riversa su di un mobile la cui superficie è puntellata di zanne affilate, che affondano nella sua carne: i palmi delle mani, il fondoschiena, il retrocoscia; ma non sente dolore, il sangue non sta sgorgando. Poi, però, avverte una fitta lancinante alla gola, mani invisibili la vogliono soffocare.
Allora inizia a divincolarsi, mentre davanti a lei si apre la visuale, offuscata da strane chiazze violacee.
E a quel punto dal buio emerge un volto, proprio all'altezza dei suoi occhi abbacinati :
le labbra carnose sono piegate in un sorriso crudele, i lunghi capelli rosso scarlatto vi levitano intorno,
e nel momento in cui lei incrocia i suoi occhi gialli, questi si illuminano di uno scintillio folle.
Karl Heinz rafforza la presa delle mani sulla gola di Yui, che lancia un grido straziante.
Un secondo dopo, accesa da un impulso oscuro, gli sferra uno schiaffo in volto, impattandosi contro una sua guancia levigata, propagando un' onda d'urto che lo scaraventa nel buio.
Lei allora si solleva dal mobile, il suo corpo fluttua nell'aria densa di oppressione, finché un rumore alle sue spalle non attira la sua attenzione: si ritrova immediatamente con i piedi piantati sul logoro pavimento, mentre volge lentamente il capo in quella direzione.
Sul mobile è comparso un grande specchio, dalla superficie opaca, in cui si diramano innumerevoli crepe.
Nel vetro si riflette il suo viso frammentato: gli occhi piangono sangue, copiosamente, segnandole le gote con lunghe striscioline rosse.
Sgranando le iridi lampone iniettate di sangue, è sul punto di emettere un urlo di orrore, ma le si tronca bruscamente in gola quando si accorge che, nell'angolo sinistro in alto dello specchio, sono apparse un paio d'iridi topazio.
Le sue orecchie vengono aggredite dalla risata sprezzante di Karl Heinz.
Poi lo specchio si frantuma in una pioggia di schegge, e tutto capitombola nell'oscurità.

Yui annaspa, cercando di risalire in superficie.
Il terrore si mescola ad una trepidazione che la rende all'istante lucida.
Quello non era un ricordo.
Come risvegliatasi da uno stato di trance, la fanciulla spalanca gli occhi e scuote il capo con veemenza, mettendo rapidamente a fuoco uno scorcio di crepuscolo, ostruito quasi interamente dall'imponente facciata della magione dei Mukami.
Ma non è quello che le interessa vedere; il suo sguardo trafelato localizza subito dopo la figura in movimento, diretta verso di lei,
ormai vicinissima.
Quant'è durata quella visione?
Percepisce lo stomaco accartocciarsi e un terribile ronzio ovattarle le orecchie, ma non ha neanche il tempo di provare a rialzarsi in piedi, che l'individuo le si ferma di fronte.
Un secondo dopo, Yui si sente afferrare per i capelli e tirare su con una violenza inaudita.
Ansimando di sorpresa e di sofferenza, la giovane si ritrova faccia a faccia con lui.
E si sente dilaniare dallo sconcerto: le sue labbra dispiegate in un sorriso tagliente le ricordano Karl Heinz, le ciocche di capelli tendenti al rosa lo fanno assomigliare a Karl Heinz e i suoi occhi gialli sono identici a quelli di Karl Heinz.
...Fuorché un dettaglio: la palpebra destra è orribilmente sfregiata, tant'è che l'iride è vitrea ed imbrattata di sangue ancora fresco.
A quella vista, un atroce presentimento le fa accaponare la pelle cinerea.
Buon Dio...
-Lasciala andare!-.
Il ringhio di Ayato alle loro spalle squarcia il silenzio tombale sceso, attirando d'immediato l'attenzione dell'uomo, il quale ruota lentamente le dita con cui stringe i capelli di Yui in modo che anche lei possa dirigere lo sguardo verso il vampiro.
L'individuo la tiene letteralmente sollevata da terra, e lei trova la cosa spregevole quanto penosa, ma lo sconcerto pare averle atrofizzato ogni arto, impedendole di reagire.
-Come osi...? Compio quello che avrebbe dovuto fare Karl tempo addietro: ucciderla, per poi ripristinare la disciplina necessaria alla tua feccia di famiglia.-.

La prima cosa che colpisce la giovane è il timbro di voce dell'uomo, basso ma cristallino, venato d'insolenza.
Cerca di assimilare le parole da lui pronunciate, ma ci riesce con una lentezza ed una difficoltà che le fanno girare la testa, come se il suo cervello si rifiutasse di credere, o quantomeno elaborare, ciò che ha sentito. 
Prima che lo shock possa prendere il sopravvento sul senso di confusione, l'individuo si volta verso di lei e l'afferra per la gola con la mano libera, lasciando la presa sui suoi capelli.
Le sfugge un singulto sofferente, e d'istinto si porta le mani al collo, tentando invano di liberarsi dalla stretta con cui la grande mano guantata intende toglierle la vita.
Come uno spettro persecutore, la figura di Karl Heinz danza per un attimo di fronte al suo sguardo smarrito, mentre dentro di lei inizia a ribollire un sentimento oscuro, ma incontenibile.
-Forse la voglia di piangere?-. Sussurra la vocina, nei recessi della sua mente; l'unico mesto pensiero in un oceano di vuoto.
Un momento dopo, il braccio dell'uomo sollevato per soffocarla viene artigliato dalle dita di Ayato, che, scuro in volto, gli ripete, in tono grave e raggelante -Lasciala. Andare.-, scandendo lentamente le due parole.
Quasi inspiegabilmente, la giovane percepisce il petto irradiarsi di un piacevole calore.
Poi, osserva l'individuo voltare il capo verso il vampiro, con un sorriso beffardo e un sopracciglio inarcato, di chi è sicuro di sé.
Quando Ayato pare sul punto di voler spezzare in due il suo braccio, il rumore di ghiaia smossa converge l'attenzione di tutti e tre in direzione del cancello.
Strabuzzando gli occhi dalla confusione, Yui alterna lo sguardo sui cinque fratelli di Ayato, fermi a qualche metro da loro:
Subaru è proteso in avanti, con i pugni serrati lungo i fianchi e gli occhi, ardenti, fissi sulla stretta alla sua gola; Kanato sta attanagliando l'orsetto al petto, e dirige uno sguardo vitreo verso l'uomo. Reiji, invece, nonostante l'espressione impassibile e le dita che gli sorreggono il mento, pare sull'orlo di un collasso, mentre i lineamenti di Shu sembrano intagliati nella pietra, esprimendo totale passività.
Anche Raito guarda la scena, ma con occhi stranamente infossati e dando la parvenza d'avere precario equilibrio.

Percependo un tuffo al cuore, lei si chiede -Perché non si avvicinano?- ,non sapendo bene se gioire o piangere della loro presenza.
Ma non le ci vuole molto per capire il motivo per cui si tengono a distanza.
Dalla parte opposta rispetto a loro, i quattro Mukami stanno avanzando, dando le spalle alla silenziosa magione.
Se i Sakamaki lasciano trapelare afflizione e tormento, Ruki, Yuma, Kou ed Azusa esprimono un connubio fra ira e sconcerto.
-E' finita, Shin. Liberala e raggiungi tuo fratello. E lascia questo posto.-.
Nonostante abbia i vestiti strappati e il volto contuso, Ruki parla in tono conciso e dispotico, scoccando un'occhiata aggressiva all'uomo, e dando l'impressione di nascondere una punta di appagamento.
Quasi a volerlo incentivare nella decisione, Ayato serra con violenza le dita attorno al braccio di...Shin, guardandolo d'obliquo.

Rendendosi probabilmente conto di non avere altre possibilità, finalmente, l'uomo la lascia andare.

Nel nanosecondo in cui il corpo di Yui si prepara all'impatto col suolo, le domande inespresse le intasano il cervello,
ma solo una le si imprime a fondo.

Cosa c'entra Karl Heinz?

Non ha altro tempo per pensare.
Ayato si materializza al suo fianco e la fa ricadere fra le sue braccia: il tocco dei suoi polpastrelli le si riverbera dentro
come un ondata di piacevole calore che la rianima, fermando il corso del brivido gelido lungo la schiena.
Di colpo, l'aria intorno a loro due pare alleggerirsi, e si potrebbe dire che tutti i fratelli tirino un sospiro di sollievo.
Yui tossicchia e chiude le mani a pugno, premendole sul petto di Ayato, e lui sfrega una guancia contro i suoi capelli.
In quell'attimo, il gradevole calore è l'unica cosa che conta.
...Ma c'è qualcosa di sbagliato in quel momento. Entrambi sanno di non poterne gioire.

Dopo averli scoccato una lunga occhiata indecifrabile, Ruki schiude le labbra per parlare, ma l'uomo lo interrompe con un gesto arrogante della mano.
-Sappiate solo che non è finita qui.-.
Il suo avvertimento sibillino risuona nell'aria, aggravandola di un lugubre silenzio.
Ruki serra la mascella.
Dopo di questo, sotto gli occhi increduli della fanciulla, e gli sguardi tesi degli altri vampiri, Shin cambia aspetto.
Nell'arco di poco più di un secondo, il suo viso si rimpicciolisce, così come torso, braccia, gambe.
I suoi vestiti ricadono come stracci al suolo, mentre un fitto strato di peluria nera va a ricoprire quel piccolo corpo.
I grandi occhi topazio si riducono a due minuscole gemme scintillanti, dal muso affiorano due zanne bianchissime, le orecchie si allungano a dismisura. E, cosa che rende inequivocabile il suo nuovo aspetto, al posto della braccia spuntano due ali, le quali spiccano per la loro sottile membrana elastica.
Grande quanto un rapace, Shin si è trasformato in un pipistrello.

Nell'immobilità generale, l'animale emette uno squittio acuto dal sentore minaccioso, prima di sollevarsi sopra le loro teste e volare via.
In silenzio, i vampiri lo seguono con lo sguardo, finché in lontananza non scorgono emergere dal profilo della magione un altro volatile, che si libra in proprio in direzione di.. Shin.
Yui trattiene un gemito di stupore. -Il fratello...anche lui, un pipistrello...?-. Tenta di capacitarsi la vocina dentro di lei.

Una volta che la sagoma dei due volatili è solo una macchia nera indistinta nel tramonto, profondamente confusa e scossa e terrorizzata, la fanciulla si libera volontariamente delle mani di Ayato.
I suoi piedi toccano il suolo,  e la assale un senso di nausea.
Non riesce ad evitare di barcollare, attirando su di sé l'attenzione di tutti, che sembrano in attesa di vederla reagire.
Ignorando gli sbuffi collerici di Ayato, che la preferirebbe stretta fra le sue braccia, Yui ingoia la bile amara in gola, e spezza il silenzio.
-Voglio che mi spiegate cosa sta succedendo, ora.-. Nonostante il suo corpo tremi, la voce le esce sorprendentemente ferma.
Alzando il capo, si assicura di incrociare gli occhi di tutti gli altri presenti almeno una volta.
Le sue parole sono seguite da uno sguardo muto, e un' atmosfera dilatata dalla tensione.

Poi, Ruki si fa avanti.
Yui riporta l'attenzione su di lui, per niente sorpresa.
-Non lo sappiamo più neanche noi.-. Dice, lievemente sottotono. Si schiarisce la voce.
-Ma qualcosa che possiamo spiegarti c'è, Yui Komori.
Quei due sono i vampiri della famiglia Tsuminaki. Ma anche i due lupi, e i due pipistrelli.
Loro, sono i fratelli di Karl Heinz. E se non l'avessi capito, hanno intenzione di ucciderti.-.



.... ;)
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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15 Angolo autrice:
Cari lettori, vi scongiuro di perdonarmi per l' ENORME ritardo con cui pubblico.
Purtroppo però, appena è ricominciata la scuola sono stata letteralmente travolta da studio, compiti, verifiche, appuntamenti e anche impegni imprevisti.
Tant'è che scrivevo per il capitolo di notte, e finivo sempre con l'addormentarmi sulla tastiera o-o
(non vi dico quanto c'ho messo a cancellare le parole insensate dalla pagina X"D)
Mettendo da parte le mie gaffe, è probabile che molti di voi si sono ritrovati nella mia stessa situazione, o sbaglio?
Ovviamente spero che questo inconveniente non torni a verificarsi mai,mai più...
Comunque sia, il capitolo precedente vi ha schiarito un poco le idee? :3
Su quanto state per leggere, non v'anticipo niente e.e Ma mi auguro che vi piaccia :D
(magari poi scrivetemi se secondo voi ne è valso questa lunga attesa ":) ).
Ringrazio dal profondo del cuore tutte le mie amiche, per il loro supporto, attenzioni, affetto e la gran simpatia =) <3.
Ora che ci penso, non riesco ancora a credere di aver superato da un po' la soglia delle 100 recensioni (e per di più, tutte positive!)
...
Wow =O non posso che essere grata. Alle mie. Ragazze! *_* <3
...Detto questo *^*, buona lettura a tutti ^----^!
...P.S. Noterete che nel corso del capitolo cambio più volte il punto di vista del personaggio ...Ciò non toglie che Yui rimane sempre la protagonista di queste vicende x) Ho voluto provare quest'esperimento, magari scrivetemi se vi sia piaciuta o meno come trovata :)


Il silenzio avviluppa l'aria tutt'intorno i vampiri, mentre le parole di Ruki rimbombano nei timpani dei presenti come un macabro rullo di tamburi.
-I fratelli di Karl Heinz vogliono uccidermi-.
La cruda verità perfora il cervello della fanciulla, che è costretta ad aggrapparsi ad una spalla di Ayato, nel tentativo di mantenere l'equilibrio ormai precario.
Perché l'onda di pensieri fa tremare il suolo sotto i suoi piedi, ovatta le orecchie, scardina la cognizione.
Anche il vampiro al suo fianco deve essere preda di qualcosa del genere, perché non fa nulla per avvicinarla a sé o quantomeno scostare la mano artigliata alla sua spalla.
In realtà, dando un'occhiata più attenta, la giovane si accorgerebbe di come tutti sembrino in qualche modo stravolti, come se la vicenda di quel pomeriggio si sia rivelata essere un risvolto quantomai inprevisto della situazione.
-Quell'uomo mi perseguiterà per tutta la vita-.
Pensa tra sé e sé lei, le tempie che pulsano furiosamente, mentre lotta contro l'impulso inconscio di rievocare in mente lo spettro del Capo dei Vampiri: il volto marchiato dal sorriso assassino, lo sguardo freddo e calcolatore, le movenze agili e brutali.
Rabbrividendo d'orrore, Yui fissa lo sguardo sui pugni serrati di Subaru, poi le spalle rigide di Ruki, il leggero tremolio della mani di Kanato mentre stringe al petto il suo peluche, ed infine le iridi vacque di Raito; ma non sta vedendo niente.
Cerca solo di distrarsi.
Un patetico modo per segregare lontano i ricordi che la torturano.
-Che cosa dovremmo fare ora?-.
Contro le aspettative della ragazza, la voce che si leva dal lungo oblio generale è quella di Reiji.
Il volto è cinereo, ma esprime lucidità e freddezza.
-Già, che cosa dovremmo fare adesso?-. Gli fa eco lei, tra i pensieri.
Yuma è il primo a reagire: reclina il capo ed inspira profondamente, infilandosi le mani nei calzoni.
-Per prima cosa, ci converrebbe rientrare. Sta per iniziare a piovere.-. Asserisce, volgendo lo sguardo in un punto impreciso sopra le loro teste: il tono di voce è suonato monocorde, appiattito, e gli occhi ambra paiono stranamente acquosi.
Neanche lui sembra essere tanto in sé.
Un minuto dopo, Yui sussulta, percependo d'improvviso una scia ghiacciata scenderle lungo la mandibola.
Una goccia. Poi un'altra ancora.
Tutti alzano gli occhi al cielo: come previsto dal vampiro, minacciose nubi grigie hanno oscurato il crepuscolo, e le gocce d'acqua gelata precipitano su di loro sempre più numerose.
La giovane inchioda con sguardo stupito Yuma: come ha fatto a capire della pioggia imminente?
Lui la fissa di rimando, mentre negli occhi balugina un lampo divertito, poi svanisce nel nulla, imitato un secondo dopo da Kou e Azusa. In lontananza, i cardini dell'uscio della magione scricchiolano, a testimoniare la loro entrata impercettibile.
Prima che possa riprendersi dal senso di disorientamento, Yui si sente trarre con forza al petto di...Ruki: l'ha serrata fra le sue braccia scivolose, e la scruta con sguardo indecifrabile da sotto le lunghe ciglia bagnate.
-Entriamo dentro.-. Le sussurra, la voce venata di...premura?
Lei percepisce all'istante contrarsi il ventre, ma solo perché pensa -Non è un caso se voglia accompagnarmi lui dentro, nevvero?-.
Senza lasciarle tempo per rispondere, il vampiro la scorta fino all'arco in corrispondenza dell'entrata, dove il pavimento è asperso delle orme degli altri tre fratelli Mukami.
Dopo di che la libera dalla stretta, ma solo per poter afferrare con veemenza un suo polso: lo solleva dinanzi a sé con fare possessivo e trionfante, in direzione delle figure titubanti dei Sakamaki.
-Le cose sono cambiate, non potete tirarvi indietro proprio adesso, non credete?-.
Confermando l'irritante presentimento della giovane, Ruki conferisce in modo tagliente e beffardo, rassicurato dal fatto di stringere
a sé l'unica cosa cui non sono disposti a rinunciare i Sakamaki. Per un motivo o per un altro.
Frenando il desiderio di schiaffeggiare il vampiro insolente, Yui strizza gli occhi, cercando di scorgere, nel fitto scroscio d'acqua, le reazioni dei sei vampiri a quella chiara provocazione.

Lei non può intravederlo, ma i fratelli si sentono vagamente smarriti: un branco di pecore, incappate al cospetto della tana dei lupi.
Snervato dalla metafora da lui stesso pensata, Reiji si sfila dal ponte del naso gli occhiali appannati e sibila
-Riprendiamoci ciò che è nostro e congediamoci alla svelta.-, con voce che non ammette repliche.
E si incammina a passo deciso in direzione dell'imponente magione, seguito dai cinque fratelli determinati a fare quanto detto.

***

-Prego, accomodatevi-.
Ostentando la gentilezza riservata a degli ospiti, Ruki esorta i Sakamaki ad entrare nella grande sala da pranzo, pregustandosi una serata all'insegna dello scherno.
Gli avvenimenti di qualche ora prima hanno radicalmente mutato la situazione, ma ciò non vuole dire che lui e i suoi fratelli non possano approfittarne per ruotare tutto a loro favore.
...Riuscirà a soggiogare i Sakamaki affinché siano loro ad occuparsi di Shin e Carla.
Accostando il busto allo schienale della sedia a capotavola, il leader nasconde le labbra dietro una mano, come di consueto quand'è pensoso, e scruta di sottecchi Yui Komori, stretta sul lato destro del tavolo tra i corpi vigorosi di Ayato-san e Subaru-san.
L'immortalità le sta d'incanto, esaltando i lineamenti delicati del viso e arrotondando i punti giusti del corpo, che un tempo devono essere stati appena accennati, a giudicare dalla sua complessiva gracilità.
Lui e i suoi fratelli hanno iniziato a spiarla appena dopo aver appreso della morte di Karl, e ricorda chiaramente lo sguardo perverso di Kou mentre gli confidava -Sarà un vero piacere occuparsi di lei, neh?-.
La ragazza è comunque troppo sciocca e fragile perché Ruki possa pensare anche lontanamente di arrivare ad amarla, ma ora le mani gli formicolano dal desiderio di averla a sua completa disposizione.
Tentando di contenere il calore nel ventre irradiato dal segreto appagamento, il vampiro si agita sulla sedia e si schiarisce la gola, spostando lo sguardo all'altro capo del tavolo ed incrociando un paio d'iridi vermigne: quel Reiji-san sarà difficile da aggirare.
Ma è rischioso perdere tempo. E Yui Komori deve diventare esclusivamente sua.

-Io non sono dell'opinione che ci sia molto da discutere, qui e con voi.-. Esordisce Reiji, diretto e caustico.
Restio dal sedere sulla sedia di velluto, immerso nell'atmosfera magniloquente della sala, il vampiro trattiene l'istinto delle mani di afferrare la tazzina di té fumante portata per lui da quel certo Azusa-san; si rende conto di essere bisognoso di quel gesto usuale e tranquillizzante, ma al contempo è consapevole che nell'infuso possa esserci del veleno.
Reiji sa di essere l'unico in grado di cogliere gli inganni di Ruki-sama.

-Suvvia, non prendiamoci in giro. La situazione si è aggravata e voi sapete di non poter semplicemente nasconderla e prendere il potere. Gli Tsuminaki vi daranno la caccia.-.
Le ultime parole di Ruki hanno un'inclinazione particolarmente minacciosa che fa rabbrividire Yui da capo a piedi.
-Di che cosa stai parlando? Perché quei due vampiri non dovrebbero lasciarli in pace?-.
Ribatte a gran voce, angustiata.
A quel punto gli altri si voltano a guardarla, con fare circospetto, mentre Kou beve un sorso dal calice del suo alcolico e si apre in un sorriso impudente.
-Il tuo bel faccino ci sta facendo impazzire tutti, ragazza-. La provoca, in tono spudoratamente malizioso.
All'istante, Yui arrossisce violentemente e gli scocca un'occhiata allibita, mentre Yuma, seduto di fronte a lei, da una spallata al compare affianco ed emette una risata gutturale.
-Ma come fanno a scherzare in un momento simile?!-. Esplode la vocina nella testa della giovane.
Infatti, a parte l'ombra di un sorriso sul volto di Ruki, nessun altro commensale oltre i due compari pare contagiato dalla loro inopportuna ilarità.
Con la coda dell'occhio, lei scorge Reiji che lascia cadere i suoi occhiali sul dorso del tavolo con ben poca delicatezza, per poi prendere a massaggiarsi convulsamente le tempie.
Il collasso nervoso è ormai imminente. Come non compatirlo.
-Prenderci in giro? Voi vi ridicolizzate da soli.-. Ringhia Subaru, scattando in piedi.
Yui, spaventata dal suo gesto improvviso, si addossa ad Ayato, che intanto lo sta fissando con sguardo apprensivo.

-Non fare cazzate, fratello. Abbiamo già contro gli Tsuminaki, ci manca solo di dover affrontare i Mukami..-.
Pensa il vampiro rossiccio, illudendosi di potergli comunicare telepaticamente la sua preoccupazione.
Purtroppo, sa di non poter decidere di sparire nel nulla portandosi Yui.
Ma non si alzerà in piedi; serra la presa attorno alle sue spalle tremanti.
Non permetterà a nessuno di avvicinarsi, ma intende riportarla a casa, in un modo o nell'altro.
...Così potrà fare i conti con lei.

Dopo un attimo di silenzio, anche Raito si alza in piedi, seguito da Kanato e poi Shu, il quale, ostentando indifferenza, dice a denti stretti -Questa farsa è durata anche troppo.-.
Condividendo l'impressione del fratello, la fanciulla si alza a sua volta, imitata da Ayato, che si direbbe rimanerle col fiato sul collo.

Ruki osserva la scena livido in viso, come intontito, senza riuscire a muoversi, finché non inquadra la sua balia avvicinarsi pericolosamente all'uscio del salone, circondata dai Sakamaki.
-Non potete andarvene così! Dovremmo stipulare un
accordo!-. Si oppone energicamente il leader, sentendo sfuggirgli la situazione di mano. Percepisce su di sé quei tanto agognati occhi lampone.
-Sarebbe impossibile prenderla con la forza. Loro sono più di noi.-.
Riflette, scandagliando in modo risoluto i sei volti dei vampiri nemici. Ma il suo sguardo nasconde rassegnazione.
-Non ci accorderemo in alcun modo con voi. Oltre che stolti, non vi siete dimostrati all'altezza di preservare la potestà.-.
Ribatte Reiji, con voce fredda e crudele, dall'altra parte della sala rispetto a lui.
A quelle parole, una voragine di odio si apre nel petto di Ruki.
-Come osi prenderti il diritto di parlarmi in questo modo? Voi non siete in grado di proteggerla! E se non accetterete di collaborare con noi, Shin e Carla la uccideranno, e tutto resterà come prima. O peggio. Probabilmente periranno anche le nostre famiglie.-.
Sibila il vampiro, con estrema durezza, incrociando gli occhi di ogni Sakamaki, per poi soffermarsi sull'espressione terrorizzata di Yui.

Metabolizzata la sua infausta affermazione, i sei fratelli indietreggiano quasi contemporaneamente, trascinando con loro la fanciulla.
-Noi ce ne andiamo.-. Proferisce Raito, parlando per la prima volta nella serata.
Una frase carica di fermezza, ma che nasconde un profondo turbamento.

Ruki potrebbe avere ragione.

Ma, comunque esso sia, Yui si sente afferrare da più mani e tirata oltre l'uscio.
I fratelli hanno già dato le spalle ai silenziosi Mukami, ma lei no.
Le sue iridi vitree scrutano un paio color della lavanda, poi intercettano un occhio cristallino, ed infine due ambra.
La giovane vampira è troppo sconvolta per notare il bagliore oscuro nei recessi dello sguardo di Ruki.
Che predice , silenziosamente,  -La tua paura ti renderà nostra.-.






 






































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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16 Angolo autrice:
Cari lettori, questa volta son puntuale con la pubblicazione, siete d'accordo ç--ç?
Avete una pazienza che non immaginavo possibile, ve ne sono grata!
Mi scuso per l'errore commesso nello scrivere il nome dei vampiri Tsukinami X)
Visto che descrivere il punto di vista anche degli altri personaggi è piaciuta come idea sia a me che a molti (molt
e per quanto ne sappia x3 ) di voi, ho deciso di continuare talvolta a farlo nei capitoli a seguire =D
...A partire da quello che state per leggere! e.e
Tanto per incuriosirvi ;D vi anticipo che...

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Immersi nell'oscurità dell'ampio abitacolo, i Sakamaki possono scrutare indiscretamente il profilo della giovane Yui, che è appiattita contro la sportella destra, come se quegli sguardi seri ed equivoci convoglino su di lei una pressione in grado di schiacciarla.
Reiji, come al solito, si ritrova sedutole di fronte, e la osserva sfiorare ripetutamente il tasto di chiusura della sportella, mentre egli stesso si tira su i lembi dei guanti bianchi in continuazione.
I folti capelli biondi della fanciulla gli fanno baluginare in mente l'immagine del suo frustino: fino, di liscio cuoio scuro, dall'odore caratteristico. Abbastanza lungo da riuscire, con uno schiocco ben mirato, a colmare la distanza che li separa per avvolgerle un polso e trarla a sé.
Mentre la limousine bianca sfreccia tra le strade in direzione della villa, sulle lenti di Reiji si riflette il bagliore della luna, illuminando per un attimo le sue pupille plumbee dilatate a dismisura.

Raito si porta nuovamente alle labbra il bordo di cristallo del bicchiere d'alcool, fresco del minibar incassato al fianco del suo sedile.
I ghiaccioli all'interno tintinnano, il liquido chiaro scivola dalla lingua alla carotide, dallo sterno s'irradia un'altra vampata di calore.
Le iridi verdi dalla parvenza acquosa e il percettibile ciondolio del capo fanno rendere conto a lui per primo di non essere propriamente sobrio.
Privo di coordinazione, la sua mano libera impiega un minuto buono per riuscire a liberare la chioma spettinata dal cappello,
gettato poi nello spazio di sedile fra le sue cosce divaricate.
Mantenendo lo sguardo fisso sulla vampira dall'altra parte dell'abitacolo rispetto a lui, finisce il terzo bicchiere della serata.
Con ogni probabilità, gli Tsukinami faranno quello che lei si è rifiutata di regalargli.

Facendo oscillare i polpacci emanciati, Kanato abbandona lo sguardo su una cucitura del corpicino di Teddy, incapace di voltarsi verso Yui, che è proprio alla sua destra, quasi raggomitolata nell'angolo.
Sente di odiarla.
Lei se ne sta lì, e par così fragile; la testa di Teddy inizia a pendere di lato; la sua pelle diafana e sottile emana un profumo dolce, avvolgente; il muso dell'orsetto punta all'insù , annerito e logorato dal tempo; lei giacerà... e lui prova l'istinto di dover essere
il prescelto
; il peluche ricambia il suo sguardo dall'immobile e vitrea biglia cucita sul volto; sente l'impulso di volerla, ma lei ama indistintamente tutti.
Sorridendo d'obliquo al suo amico, Kanato gli serra le mani intorno all'attaccatura della testa al corpo, incanalando nelle dita il suo odio crescente.

Shu lancia un'ultima lunga occhiata alla ragazza, che in linea retta con i suoi occhi, poi li chiude, pronto a scivolare il più rapidamente possibile nella dormiveglia, sospeso tra il paradiso dei ricordi e l'inferno della realtà.
Sì, rammenta di due bambini, che correvano su un largo sentiero di ghiaia e trucioli. I raggi cocenti di sole filtravano dalle chiome degli alberi secolari, illuminando con chiazze di luce il terreno sotto i loro piccoli piedi. Uno dei due stringeva in mano un ramoscello umido, raccolto dalla sponda del fiumiciattolo che tagliava in due la loro via, inoltrante nel bosco.
Il bimbo dai capelli color oro iniziò a saltellare da una chiazza di luce all'altra, spensierato, mentre l'altro si limitò a fendere l'aria tersa col suo legnetto, barbugliando rumori di urti e di scontri, con le lunghe ciocche castane che oscillavano sulle sue spalle larghe. Era estate, perciò non era necessario raccogliere la legna da ardere; non avevano portato gli archi con loro, perché in casa era pronto da spellare il pollame. Avrebbero potuto giocare insieme tutto il pomeriggio, se non fosse stato per la zaffata di miasma che ben presto gli aggredì. Allora si fermarono di botto e voltandosi, scorsero in lontananza una colonna di fumo annebbiare il cielo. Non poteva che venire dal villaggio. I due bimbi allampanati ripresero a correre in quella direzione.
Con un sospiro carico di sofferenza, inudibile, Shu sprofonda nel sonno.

Subaru si tortura le mani, indeciso se slanciarsi sulla ragazza, rannicchiata nell'angolo a un paio di metri da lui, o afferrare la ragazza e tirarla a sé.
Facendo scrocchiare le nocche, si rende subito conto che la sua intenzione è la medesima, in fondo, ma lui si sente agitato e lei è in pericolo, perciò vorrebbe poterla tenere vicino e proteggerla da future aggressioni. Perché sa che ci saranno.
Soprattutto da parte dei Mukami: suo fratello Reiji ha sbagliato a non volerli affrontare seduta stante nella loro miserabile magione;
lui sarebbe stato pronto e ben lieto di spaccare la faccia a quei quattro, in particolare Ruki-sama.
Quando hanno seduto al tavolo del loro salone, Subaru si è accorto di come quel manigoldo abbia fissato Yui.
Con gli Tsukinami, lui spera, si troverà un accordo, ma i fratelli Mukami vanno tolti di mezzo.

Ayato è incazzato. Seduto rigidamente affianco a Raito, è tentato di prendere dal minibar la bottiglia di osake aperta e trincarla per intero.
I suoi occhi ardenti si piantano sul fondoschiena di Yui, anche se vorrebbe che lei si giri per ricambiare il suo sguardo e comprendere anche solo lontanamente cosa l'aspetta.
Invece resta ferma a guardare fuori dal finestrino con aria pensierosa, e lui percepisce le tempie pulsare sempre con più furia.
I fratelli di Heinz hanno capito il suo potenziale, ora la vogliono uccidere; i Mukami sono informati del suo ruolo, ora vogliono adempiere al loro.
E lei quel giorno è stata ancora in compagnia dei Mukami e se non fosse stato per il suo arrivo e quello degli altri fratelli,
si sarebbe lasciata
uccidere da Shin.
Sì, è decisamente incazzato.

Chiusa in sé stessa, cercando di controllare i brividi che la percorrono su e giù per la schiena, Yui pensa una sola cosa.
-Cosa buon Dio sta succedendo?-.

***

I sette vampiri fanno il loro stanco ingresso nella villa buia e umida.
Si scoccano ognuno un'occhiata, ma nessuno fiata. Le vicende del giorno hanno interloquito abbondantemente per loro.
Allora, accompagnati dall'eco dei loro passi sul pavimento, i vampiri si dirigono rispettivamente nelle loro stanze:
le ultime cose che si vedono sono la bottiglia di liquido scuro e dall'odore pungente stretta in mano a un Raito barcollante e le palme di Yui che strascicano lungo il muro, fornendole sostegno.

Quando la fanciulla cerca a tentoni la maniglia della porta della sua camera, avvolta dall'oscurità, d'improvviso si sente afferrare per i fianchi e tirare indietro: una mano le sigilla la bocca ed un'altra le serra abilmente le braccia dietro la schiena, tant'è che non può far altro che indietreggiare sulle gambe malferme e assecondare i passi di quello che deve essere un unico individuo.
Infatti, l'adrenalina e la paura che pompano nel sangue, Yui tenta di divincolarsi e gridare aiuto e percepisce soffiarle sul lobo dell'orecchio un solo sospiro.
-Ti lascio andare solo se smetti di fare la stupida-. Sibila una voce, con le labbra premute contro il suo orecchio.
Riconoscendo Ayato, la giovane sussulta e arrossisce violentemente, interrompendo all'istante la veemente torsione delle braccia
e del capo.
-Ma cosa gli passa per la testa?-. Esordisce la vocina dentro di lei, allarmata e vagamente confusa.
Il vampiro, intanto, le toglie la mano dalla bocca e libera le braccia, limitandosi a stringerle un polso.
Nel debolissimo chiarore del corridoio, a Yui par di scorgerlo intimarle di fare silenzio.
-Ayato-kun, che cos...-. Inizia a sussurrargli, suo malgrado, ma perde il filo del discorso quando lui la strattona nella sua direzione.

***

Dopo aver disceso una rampa di scale, lo scricchiolio dei loro passi sul pavimento in lineoum e l'improvvisa zaffata di naftalina fanno intendere alla fanciulla che Ayato l'ha portata nello scantinato, la spaziosa stanza sotterranea famosa per il bersaglio di freccette affisso ad una parete e il tavolo da biliardo posto al centro, lustro e brillante.
Prima che Yui riesca a formulare qualcosa da dire, o meglio, domandare al vampiro, si ode lo scatto dell'interruttore della luce, che fende all'istante l'oscurità da una lampada ovale sul soffitto.
Ferita dal chiarore, la vampira si scherma le palpebre con una mano, mentre l'altra asseconda i movimenti di Ayato.
Senza preavviso, lui le afferra anche l'altro polso e lo congiunge all'altro, sollevandoli: le fa urtare la schiena contro la parete dietro di loro e, con un'allarmante clic, Yui si ritrova ammanettata al bersaglio di freccette.

Ayato esamina compiaciuto il risultato: la ragazza ha le gambe tremanti, la schiena inarcata e i gomiti sollevati ai lati del viso, su cui balenano alternativamente lo stupore e la paura. L'insieme è oltremodo seducente.
Le manette argentee hanno già segnato di rosso vivo la cute dei suoi polsi minuti, constatazione che lo sfiora con un sorriso.
Inesorabilmente attratto, le si avvicina, inspirando il suo profumo irresistibile, che lo richiama come fosse ambrosia.
Senza incrociare i suoi occhi lampone deliziosamente sgranati, prende tra le dita una delle sue lunghe ciocche bionde, intrappolate tra un gomito e il lobo dell'orecchio, e inizia a giocherellarci, tanto per provocarla.
-Ayato-kun, liberami per favore.-. Mormora a quel punto Yui, con il suo timbro di voce delicato, ma in tono stranamente impassibile, quasi seccato.
Oh, non siamo in vena di giochetti oggi, neh?
Sentendosi montare dall'ira repressa fino a quel momento, Ayato sbatte con violenza i palmi delle mani sulla parete, in corrispondenza dei fianchi della ragazza e la incenerisce con lo sguardo, sbuffando tra i denti serrati.
La lascerà qui, dove nessuno dovrà entrare e lui e lui solo la potrà proteggere.
Lei non batte ciglio, anzi, i suoi occhi scintillano di rabbia.
-Cosa hai intenzione di fare? Vuoi avere il potere? E' per quello vero? Ora che mi hai qui, trova il modo di prenderlo, Ayato-kun,
te ne prego
.-.
Sussurrando lentamente quelle parole, Yui esprime una tale rabbia, poi disperazione, supplica... che lo preoccupano e lo eccitano allo stesso tempo. Da morire.
Senza più riuscire a veder altro che quelle iridi lamponi annebbiate dalle lacrime, Ayato si avventa sulle sue labbra.
I singhiozzi si mescolano a grugniti e gemiti e il tintinnio delle manette.
Le mani corrono alle sue cosce scoperte, le unghie incidono nella sua pelle candida, il sangue inizia a colare, Yui continua a piangere.
Non sa quanto vorrebbe farlo. Renderla sua. Per l'eternità. Qualcosa che va ben oltre il semplice...potere.
Ma non può farlo così, non può,
e divora le sue labbra morbide e umide.
-Portami via di qui, Ayato-kun, ti prego. Resterò con te, con voi, ma liberami, ti prego.-. Gli sussurra a tratti, scossa dai violenti singhiozzi e straziata dalla sofferenza traboccante.
-Perché, dimmi perché dovrei!-. Grida lui, impotente, battendo un pugno contro la parete.
-Ora, perché io possa accarezzarti i capelli e dirti che andrà tutto bene-. Risponde la fanciulla, con voce più bassa, vibrante d'emozione.
Rabbrividendo, il vampiro si discosta, la guarda: il suo volto è rigato dalle lacrime, segnato dal patimento, ma è così bello.
Sono tutti in pericolo, ma lei è lì, fra le sue braccia. No, le manette non servono.
Prima che se ne renda conto, tra le dita stringe una piccola chiave d'argento: senza staccare gli occhi dai suoi, la infila nella serratura delle manette e la fa ruotare lentamente.
Clic.

Insieme alle manette, crollano a terra anche i due vampiri, sfiniti.
L'uno appoggia la fronte su quella dell'altra, i sospiri pesanti si mescolano tra loro e le dita calde si intrecciano.
-Ora torniamo indietro, va bene? Ognuno va nella propria camera, e si riposa. Poi, quando il sole tornerà a splendere, usciremo.
E andremo...da qualche parte. Con tutti gli altri fratelli, che ne dici? Va bene?-.

Yui non ha la minima idea di quel che ha detto, ma pensa sia bello affondare le dita tra i capelli di Ayato.
Il suo tono accondiscente sembra averlo rassicurato. In realtà, anche lei si sente calma.
Gli incubi incombono, ma non importa.
-Va bene-. Odono ad un certo punto le sue orecchie, due parole sussurrate in un silenzio assordante.
No, infatti, non importa.










































 


 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17 Angolo autrice:
Salve a tutti, eccomi qui ^-^
Mi è sembrato di capire che l'ultimo capitolo v'è piaciuto molto, infatti ringrazio con tutto il cuore le mie dolcissime amiche per
i loro pareri :D
Scusate per il piccolo ritardo, ma la stesura di questo capitolo ha portato più tempo del solito x)
Vi anticipo che ci tengo in modo particolare a conoscere il vostro giudizio su quanto ho descritto qui...
Comunque vada, auguro buon Febbraio e buona lettura a tutti!

-Su, Kanato-kun, vieni qui!-.
La giovane Yui si sbraccia per attirare l'attenzione del vampiro, che è rimasto indietro, imbambolato di fronte alla vetrina di un negozio di giocattoli: che cosa avrà visto di tanto bello? Forse un orsacchiotto più avvenente del suo Teddy?
Fatto sta che lui si volta lentamente in direzione della fanciulla e la combriccola al seguito, come se solo in quel momento si renda conto di dove sia, e, sorseggiando rumorosamente dalla cannuccia il sake nel bicchiere di carta, li raggiunge con la sua andatura incerta.
Yui si sforza di sorridere e da un buffetto al muso del peluche (beccandosi un'occhiataccia da parte del proprietario), poi intreccia teatralmente le mani e si rivolge ai sei vampiri che la circondano, ostentando allegria.
-Allora, che ne dite di accompagnarmi alla pasticceria, adesso?-.
Le sue parole sono accolte da un borbottio sommesso, anche se Kanato e Ayato si scambiano un fugace sguardo luccicante.

Come promesso la sera prima ad Ayato, in uno spasmodico bisogno di calma, Yui s'era alzata di buon'ora, aveva preparato una colazione veloce per lei e gli altri fratelli ed era andata a chiamarli, uno per uno, imponendo loro l'idea di andare al centro commerciale in città per tutta la giornata.
Il primo ad essere svegliato fu, ovviamente, Reiji, che spalancò gli occhi incredulo nel momento in cui la fanciulla tirava bruscamente via le tende di velluto dalla finestra, inondando di luce la sua stanza spaziosa.
Il vampiro inforcò gli occhiali, appoggiati sul comodino accanto al letto in malo modo, e si passò una mano tra i capelli arruffati,
con i nervi già a fior di pelle.
Lei incrociò le braccia al petto e gli fece la proposta in tono perentorio, trattenendo una risatina alla vista dell' inappuntabile Reiji-sama infagottato nelle coperte.
Lui, comunque, annuì a denti stretti e le sibilò di sparire, se non voleva che cambiasse subito idea.
La giovane preferì non ribattere e si dileguò, pensando che il leggerissimo rossore sulle gote del vampiro fosse dovuto ad un sentimento di vergogna.
Entrando nella camera di Kanato, si era un po' stupita scorgendolo seduto a gambe incrociate sulla moquette porpora, attorniato dai suoi balocchi, mentre accarezzava il capo di Teddy.
Allora si era avvicinata, guardandolo con dolcezza, ed aveva avanzato la proposta con titubanza: lui l'aveva fissata in modo imperscrutabile per qualche attimo, prima di acconsentire con un cenno della testa.
Mentre si dirigeva in camera di Raito, la fanciulla si era chiesta a cosa avesse pensato il gracile fratello dagli occhi malinconici.
Il vampiro rossiccio lo trovò sbivaccato sulle lenzuola verde felce intatte, con indosso i vestiti stropicciati della sera prima. Dalle due porta-finestre filtravano i raggi di sole, che illuminavano direttamente il suo profilo, anche se lui non sembrava curarsene, immerso nel sonno.  Due bottiglie vuote, esalanti un odore secco e pungente, giacevano sul basso tavolino in legno di fronte al letto: sospirando,
la ragazza si accinse a scuotere il fratello esanime dalle spalle, abbastanza energicamente da svegliarlo.
Lui mugulò una lamentela e si stiracchiò, mentre si parava con un braccio gli occhi dalla forte luce.
-Fai un bagno e mettiti dei vestiti puliti: andiamo al centro commerciale tutti insieme-. Gli disse, in tono più duro di quanto volesse,
e si allontanò senza aspettare che rispondesse.
Tanto poco dopo lo udì biascicare un vago consenso.
La fanciulla incontrò poi Ayato nel corridoio. A giudicare dai capelli in ordine, lo sguardo lucido e la camicia pulita, doveva essersi alzato da un po'.
-Dalla cucina proviene un buon odore. Aspetterò te e gli altri per fare colazione-. Le sussurrò, torreggiando su di lei.
-Si è ricordato-. Pensò in quel momento Yui, rossa in volto, percependo un fremito all'altezza del petto.
Lui increspò le labbra in un sorriso, prima di eclissarsi giù per le scale.
Con lui non c'era bisogno di dire altro.
Fu allora la volta di Subaru: la sua camera era immersa nel buio, il sarcofago chiuso.
La ragazza si diresse a tentoni verso la finestra, situata alla parete opposta rispetto all'uscio, ma incespicò nello spigolo inferiore del sarcofago e cadde lungo distesa sul lineoum scuro, con uno scricchiolio assordante.
Si udirono imprecazioni e tonfi; l'istante dopo, Yui era letteralmente inchiodata al pavimento: il vampiro le era addosso, stringendo le gambe tra le sue e serrandole le dita intorno ai polsi.
Presa in contropiede, le ci volle qualche secondo per riuscire a dire -Subaru-kun, sono io!-, poi aggiunse, decisa:
-Lasciami andare e scendi giù per la colazione, oggi usciamo-.
Lo sentì inspirare bruscamente, ma non accennò a spostarsi.
Tra loro calò un breve silenzio imbarazzato.
-Subaru-kun, hai capito?-. Gli domandò ad un certo punto la ragazza, le guance accese dall'impaccio, scrutando l'oscurità sopra di lei:
le sembrò di scorgere le sue iridi vermigne indecise. Su che cosa, poi?
Ben presto,comunque, si ritrovarono entrambi in piedi, circondati dalla luce proveniente dalla fatidica finestra, Subaru che grugniva approvazione. Di certo non l'avrebbe lasciata uscire solo con quegli incapaci dei suoi fratelli.
Shu fu l'ultimo ad essere chiamato.
Ad una prima occhiata, Yui si spaventò: il vampiro era disteso supino sul suo letto, la pelle che appariva cinerea sotto l'alone della luce, le dita che artigliavano le lenzuola ocra,
il volto contratto dallo sforzo.
Metabolizzati i dettagli della scena, si era precipitata verso di lui e l'aveva chiamato a gran voce, senza badare d'esser cauta.
Shu aveva spalancato di scatto gli occhi e l'aveva guardata con l'aria di chi avesse appena avuto un incubo. Non si era mosso,
e nessun emozione gli attraversò il viso neanche mentre lei prese a mormorare riguardo la sua idea.
Aggiunse che lui poteva anche non venire.
Ma il vampiro si mise seduto, con un tale senso di spossatezza che la giovane fu tentata di farlo ridistendere, e disse:
-Verrò. Ah, e grazie.-.
La cosa che la colpì di più fu la serietà delle sue parole.

***

Il negozietto di pasticceria si trova nell'ala ovest del centro commerciale, in una galleria relativamente grande, brillante di gradevoli sfumature di colore: il soffitto a volta arancione pastello, le pareti d'intonaco giallo chiaro e il pavimento in resina grigio perlato.
Yui e gli altri vampiri voltano l'angolo, mescolandosi al tranquillo via vai di persone che entrano ed escono dai sei negozi lì ubicati,
tre per lato: in fondo alla galleria, infatti, lampeggia l'insegna dell'ingresso al bagno pubblico, soprastante una porta a doppi infissi celeste dall'aspetto asettico.
Ignorando il pressante languorino, la vampira scansa un signore nerboruto e varca l'ingresso della piccola pasticceria, guardandosi intorno con occhi emozionati. Anche gli altri la seguono con piacere nei pressi del lungo bancone di servizio.
Alla vista dell' infinità di dolciumi esposti, tra ammitsu profumati, daifuku colorati, dango succulenti, dorayaki, taiyaki...
i Sakamaki iniziano quasi a scalpitare sul pavimento piastrellato lucido, attirando l'attenzione della commessa mingherlina dall'altra parte del bancone, che assume un'aria piuttosto intimorita.
-Come biasimarla, se si trova di fronte sei bellissimi e inquietanti ragazzi agognanti cibo...-, pensa Yui, lanciandole un'occhiata
a metà tra ironia e compassione.
Intercettando i suoi occhi lampone, la commessa si affretta a rivolgersi a lei, ignorando deliberatamente l'espressione di Ayato,
che sembra voler ringhiare: -Bada a me e dammi un takoyaki.-, ma, più in generale, i sei individui assatanati che sono stipati alle spalle della fanciulla, compressi tra uno scaffale a muro, che occupa l'intera parete, e gli altri clienti.
-Che cosa desidera?-. Cinguetta la donna, ostentando disinvoltura.
Ayato pare fumare di rabbia.
Kanato succhia dalla cannuccia in modo decisamente poco educato, mentre Raito sembra voler trattenere un sorriso.
Yui ordina gli ingredienti per una torta, tanto per distrarsi in cucina e far contenti i fratelli.
-
Sono 2662 yen-. Le fa poi la commessa, porgendole il grosso cartoccio degli acquisti.
La fanciulla sta estraendo il portamonete dalla borsa, quando una voce al suo fianco dice: -Signorina, li metta pure sul mio conto,
io pago anche questo biscotto della fortuna-.
Entrambe (con ogni probabilità, anche i sei vampiri) si voltano verso il benefattore: alla vista di quell'anziano signore, Yui sbianca.

***

-Padre, sei davvero tu?-.
Chiusa nell'anticamera claustrofibica del bagno pubblico, spalmata contro la parete attingua al washlet per le donne,
Yui non riesce a credere di vedere, proprio lì, di fronte a lei, l'uomo che l'ha cresciuta ed accudita come una figlia:
si è ingobbito leggermente, le rughe si sono accentuate, gli occhi castani hanno perduto la loro scintilla di vitalità, ma i capelli sfumano ancora sul grigio, le spalle rimangono possenti, ed indossa il completo da sacerdote. Proprio come nella foto che la giovane, ancora umana, ha rinvenuto in un diario, nello sgabuzzino della villa Sakamaki, tanto tempo addietro.
Nella pasticceria, si sono fissati a lungo, fino a quando qualcosa non è scattato nella mente della fanciulla, e lui si è sporto con veemenza, prendendole le mani tra le sue, fredde e consunte dall'età, sussurrandole con foga, e fretta: -Non c'è tempo, cara,
e dobbiamo parlare.-.
Ha gettato sul bancone una mancia più che generosa, e l'ha sospinta fuori dal negozio, sotto gli occhi increduli dei presenti.
Ma i sei vampiri non si sono mossi, lei non ha reagito, l'uomo ha richiuso la doppia porta del bagno dietro di sé.
Poi, come se l'odore di disinfettante e la scarsa luce avessero riattivato i suoi sensi, Yui ha indietreggiato fino a premere
la schiena contro l'angolo più lontano, rivolgendo occhi vitrei e smarriti all'anziano, che respira con fatica e trema, mentre spranga l'uscio con due scope accostate al muro dagli inservienti.
Vuole tenere dentro lei, o tenere fuori qualcuno?
Lo ode sospirare pesantemente, gli si afflosciano le spalle, poi volge di nuovo lo sguardo su di lei.
A quel punto, la fanciulla si sente trafiggere il petto come da uno stiletto di ghiaccio, lungo e affilato, che serba con sé dolore, nostalgia, confusione, paura, rabbia...Tutto contemporaneamente.
-Che ci fai..tu, qui?-. Pronuncia, stupendosi per prima di aver parlato. L'uomo aggrotta impercettibilmente le sopracciglia, ferito dal suo evidente tono distaccato, fa un passo avanti, come se voglia avvicinarsi, poi ci ripensa, e strascica i piedi indietro.
-Mi dispiace tanto per quello che ti sta succedendo-. Balbetta, con il suo timbro di voce profondo, congiungendo le mani tremanti;
le palpebre luccicano delle lacrime in procinto di scendere.
Cosa?
Yui si sente invadere dalla nausea, mentre domanda, a voce bassissima, in tono che rasenta l'isteria: -Tu sai...cosa sta succedendo?-.
Lui fa scivolare dalla manica al palmo destro della mano un rosario, sfrega convulsamente un polpastrello contro il piccolo crocifisso di legno, e annuisce col capo.
Lo stiletto di ghiaccio trapana più in profondità.
-Aspetta, lasciami spiegare!-. Esclama l'anziano, forse notando l'espressione particolarmente sofferente della giovane.
La scruta per un lungo attimo, lo sguardo colmo di mestizia e pentimento, poi inizia a parlare.
-C'è una leggenda...Una leggenda che narra degli albori della dinastia dei vampiri.
Si diceva vi fosse una donna di ineguagliabile bellezza, la quale, terrorizzata dall'idea di invecchiare, immaginò che bere il sangue fresco e di giovane individuo avesse potuto mantenere il suo corpo florido e sano. Così, iniziò a frequentare gli uomini dal fascino più illustre del suo tempo, tagliando loro la carotide con un pugnale d'argento al momento del coito.
Ella non rimase mai gravida ed uccise tutti i suoi amanti, nutrendosi del loro sangue... meno che di uno.
Non si conosce l'identità dell'uomo che mise incinta la donna per ben tre volte, ma alcuni sospettano dell'incarnazione di Satana stesso. Qualsivoglia il caso, vennero al mondo simultaneamente tre splendidi fratelli, riconoscibili per le loro iridi topazio.
Erano gli Tsukinami.
Subito dopo la loro nascita, il padre scomparve e nulla più si seppe sul suo conto, mentre la donna scoprì di essere il primo esemplare di vampiro. Diede la caccia a molti altri uomini, sempre particolarmente affascinanti e giovani, e con il loro sangue riuscì ad ottenere l'eterna giovinezza.
Soltanto dopo aver superato l'età della pubertà, i tre Tsukinami capirono di essere a loro volta dei vampiri.
Due di loro, Shin e Carla, non solo seguirono l'esempio della madre, nutrendosi in modo selvaggio e sfrenato, ma si diedero anche allo studio di libri d'arte proibiti, sviluppando il potere di trasformarsi in bestie come un lupo, un serpente, un'aquila o un pipistrello.
Il terzo fratello, Karl, invece, rimase perlopiù al fianco della donna, che si avviava verso un profondo stato di depressione.
Il senso cronico di solitudine che ella provava era colmato solo dalla presenza di suo figlio, tant'è che da un giorno all'altro se ne infatuò. Così, il giovane conobbe il piacere carnale con sua madre, che rimase nuovamente incinta.
Quella gravidanza assunse un significato simbolico per tutta la famiglia: intuirono che Karl era il successore del padre, scelto per guidare la dinastia a venire.
Dopo nove mesi, la donna finalmente partorì. Ma non un maschio, bensì una femmina.
Due anni dopo la sua nascita, però, la madre si tolse la vita, straziata dalla depressione.
Avendola amata profondamente, Karl assunse uno dei suoi cognomi, Heinz.
A sua figlia, invece, affibbiò l'altro appellitivo: Komori.
Perché sì, Yui, quella bimba eri proprio tu.-.
















 






























 

 


 






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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18 L'unica immagine in cui appare (parzialmente, oltretutto) il padre adottivo di Yui, Seiji-sama

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L'agghiacciante, atroce, crudele, indubbia consapevolezza piomba su di lei con un boato assordante.
Da quell'istante, non ci sono più pareti né pavimento né porte né anziano;
solo un pensiero, un'unica, semplice frase ripetuta all'infinito nella sua mente:
Sono la figlia di Karl Heinz.

Profondamente ripugnati, il suo corpo e la sua anima tentano di ribellarsi: le impongono di accucciarsi, abbracciando le ginocchia tremanti con braccia altrettanto inferme;
le comprimono il torace, nell'utopia di soffocarla; lasciano che i suoi occhi si sgranino,
le iridi lampone così simili a quelle di sua madre; la fanno scoppiare in lacrime, tra singulti strazianti.

Con tutta sé stessa, si rifiuta di accettare la verità.
...Ma il suo passato è deciso a non darle pace.

Infatti, da un momento all'altro si sente strappare via dalla sua bolla di agonia, tirata in piedi con forza da Seiji-sama:
quell'uomo, ormai consunto dall'età e dal pentimento, che le ha saputo insegnare solo la fede in Dio rispetto alla cruda realtà che l'ha sempre circondata, abbandonandola poi in balia di una famiglia di vampiri, nonostante conoscesse la verità sul suo passato e,
con ogni probabilità, anche il suo triste destino.
A quel punto, animata da una scarica di puro odio, la fanciulla lo spinge via, sussurrando con voce grave: -Non mi toccare.-.
L'anziano urta la schiena contro la parete, senza cercare in alcun modo di attutire il colpo, e le rivolge uno sguardo carico di rimorso
e rammarico.
-Ti prego, non fare così figlia mia-. Le dice, quasi implorando, e calcando con naturalezza il tono di voce sulle ultime due parole.
Il volto di Yui viene solcato da altre lacrime, questa volta di muto fiele, mentre si prepara ad urlargli addosso.
Ma, congiungendo le mani in segno di preghiera, l'anziano la precede e domanda, con una punta di accondiscendenza: -Non sei stanca di vivere all'oscuro di tutto?-; poi si affretta ad aggiungere, notando la collera divampante della giovane: -Non cacciarmi via proprio ora. Sono venuto qui per dirti tutta la verità e chiedere il tuo perdono-.

Quell'affermazione, pronunziata con innegabile sincerità, e la penosa postura del vecchio, in procinto di inginocchiarsi ai suoi piedi come farebbe un peccatore dinnanzi al suo Dio, la svuotano dal risentimento. Da ogni emozione, in realtà.
Così, accompagnata da un sospiro, si accosta nuovamente al freddo angolo e gli fa un cenno con la mano, invitandolo a proseguire.
L'uomo si accinge a parlare, mentre lei chiude istintivamente le palpebre.
-...Sin dalla tua nascita, eri destinata a trasformarti in vampiro. Perché il tuo scopo è sempre stato quello di tua madre, una volta scoperta la sua nuova natura: partorire il nuovo capo della dinastia dei vampiri. Nel tuo caso, il secondo, in linea di successione.
Karl non ci mise tanto a capirlo. Ma intuì anche che tu avresti dovuto concepire il prescelto accoppiandoti con un individuo del suo stesso sangue, in un certo senso, reale. Shin e Carla furono estraniati da questo progetto, poiché solo e soltanto il capo della dinastia poteva adempiere all'eredità del potere. I due fratelli, allora, sentendosi oltraggiati ed invidiosi, abbandonarono te e tuo padre a voi stessi. Karl, comunque, aveva già preso una decisione. Fu allora che lo conobbi: venne a bussare alle porte della mia chiesa in una notte tempestosa, cercando riparo per l'infante che teneva in grembo. Osservando le tue piccole dita intirizzite dal freddo, la tua cortina profumata di capelli chiari,
gli occhi color lampone grandi e innocenti, l'espressione del tuo visino, fragile e al tempo stesso determinata...Capì subito che c'era qualcosa di speciale in te. Chiedendomi di accudirti, tuo padre mi diede una sola raccomandazione, portandomi, con il suo sguardo intenso e oscuro puntato su di me mentre parlava, ad imprimerla nella mia memoria per tutti gli anni a venire: al compimento dei tuoi diciassette anni, avrei dovuto lasciarti partire per andare a vivere in una grande villa di sua proprietà, allora disabitata, nelle vicinanze della cittadella. Io acconsentì alle sue richieste non senza pormi domande, e lo vidi dileguarsi nel buio per l'unica ed ultima volta nella mia vita. Profondamente colpito dalla fiducia riposta in me, affiancata da un'incrollabile fede in Dio, mi presi cura di te con amore e pazienza, ritenendo giusto proteggerti da ogni scaglia di quell' ambigua verità di cui venni a conoscenza nel corso degli anni. Ci fu un lungo periodo, infatti, dove tra le panche della chiesa veniva a pregare una giovane donna, di nome Christa: minuta e costantemente pallida, aveva lunghissimi capelli ondulati tendenti al bianco e due iridi rosee che esprimevano immensa malinconia. Volendo riuscire a carpire le ragioni dietro quella sua espressione sofferente, entrammo presto in confidenza e lei mi raccontò poco per volta la storia narrata della leggenda, il tuo passato, la sua vita. L'ultima cosa che mi rivelò fu del suo matrimonio con tuo padre. Poi, da quella placida mattina di domenica, non la rividi mai più, ma poco tempo dopo sentì dire che era stata rinchiusa prigioniera in un' alta torre nella villa di suo marito. -sembra d'un tratto avere il respiro corto. -Nella sua proprietà abitarono, tra l'altro, le sue due altre mogli, Cordelia e Beatrix, e la prole a seguito: sei giovanotti di età vicina, tutti bellissimi e misteriosi, diversi tra loro sia d'aspetto che di carattere. -fa una lunga pausa. -...Non ebbi mai il coraggio di cercare Karl, chiedergli risposta ai dubbi che m'assillavano sin da quell'oscura notte di tanti anni fa.. Ma presumo che la ricomparsa di Cordelia, il successivo ritorno di lui stesso in persona, la sua...morte -sospira pesantemente-, non facessero parte dei suoi piani. Io...Io ho sempre nutrito grande rispetto per quell'uomo, tant'è che mi sembrò giusto che tu andassi ad adempiere al tuo compito,
per quanto mi fossi diventata cara, comprendi? -Inizia ad infervorarsi- Ho messo da parte il mio egoismo poiché la tua venuta alla villa, dov'erano rimasti solo i suoi sei figli, i tuoi fratellastri, non poteva che significare una cosa: era arrivato il momento!
Il momento in cui il potere di capo della dinastia sarebbe stato ereditato dal vampiro da te scelto. -Ora la guarda quasi con disperazione- Tuo padre ha fatto tutto questo per te, non capisci? Se non fosse stato per sua moglie...A quest'ora tu saresti felicemente sposata con Shu-san, o magari Ayato-san, Subaru-san...E non ci sarebbero Shin e Carla a darti la caccia per vendicarsi,
né quei quattro orfani avrebbero osato acquisire il potere!-.

Uno scalpitio improvviso, proveniente dall'altra parte dell'uscio principale, interrompe bruscamente il soliloquio dell'anziano.
-I Sakamaki...-. Riflette debolmente la fanciulla, la mente inghiottita da un vortice d'emozioni contrastanti.
Decide di aprire gli occhi: vede l'uomo inghiottire a vuoto, poi, con voce vibrante di paura reverenziale, sussurrarle: -Ho parlato anche troppo...e non mi sento pronto a raggiungere Dio, oggi.-. Pare un attimo perso nei suoi pensieri, dopo di che, i suoi occhi si accendono di nostalgia ed aggiunge, guardandola dritto in viso: -Yui, ora pensa a metterti al sicuro. Un giorno, potremmo incontrarci. Potresti venire a farmi visita in chiesa, cosa ne pensi? Così potremo pregare insieme, ed io potrò chiedere il tuo perdono.-.

Nonostante tutto quello che le ha detto, malgrado ciò che non ha fatto; in quel breve, effimero istante Yui percepisce l'impulso di stringerlo a sé in un abbraccio, piangere sulla sua spalla, consolarlo, dirgli che lo avrebbe perdonato.
Ma è solo un istante.
Se ne resta lì, infatti, abissata nell'angolino freddo e semibuio, mormorando: -Va bene. Ora ho bisogno di restare da sola.-.

Il vecchio incassa il colpo e si stringe tra le spalle cadenti, fissandola per un lungo attimo con sguardo vacuo.
Poi dice: -Va bene-; nient'altro. Si avvicina all'uscio sprangato. Fa rotolare sul pavimento i due manici di scopa. Spalanca cautamente la porta sinistra. Le volta le spalle. Sparisce.

-Finalmente sola.-. Pensa allora la fanciulla, ma senz'ombra di sollievo.
Barcollando pericolosamente, riesce ad aggrapparsi in tempo al bordo del lavandino, posto lì nell'anticamera dei bagni, prima che possa cadere rovinosamente a terra.
Maledicendosi tra sé e sé, afferra il pomello del rubinetto con entrambe le mani e lo ruota lentamente: china il viso sul getto d'acqua ghiacciata ed inizia a lavarlo, sfregandovi con letargia le palme delle mani. L'acqua pare riattivarle piacevolmente i sensi, placando anche il furioso pulsare delle tempie. D'un tratto, anche i pensieri che le vorticano in testa sembrano assumere una certa logica.
Sicché, quando le due porte dell'ingresso sbattono alla sua destra, lei si sente piuttosto rilassata. Ipotizza, persino, che sia semplicemente ritornato Seiji-sama, magari perché vuole insistere per incontrarla quanto prima.
Si sarebbe rivolta a lui con gentilezza e calma, se non fosse che la figura, ora ferma accanto a lei, non è il suo padre adottivo.

L'impatto contro il muro le manda in panne il cervello: senza sapere come, da quanto e soprattutto, perché; si ritrova schiacciata contro il petto di Ruki, il quale le ha immobilizzato avambracci e gambe in una morsa delle sue lunghe dita.
-Basta, vi prego-. Implora silenziosamente Yui, avvertendo l'impulso di vomitare.
Il vampiro, incurante della sua espressione febbricitante, sbuffa a denti stretti, sibilando: -Abbiamo poco tempo. Vedi di non urlare
e farò in fretta, capito?-.
Lei sgrana gli occhi, sicura di non aver compreso che cosa intendesse dire, anzi, prima di tutto, cosa accidenti ci faccia lì con lei, mentre la solleva per le anche e...si slaccia la cintura dei pantaloni?
Folgorata da quell'ovvietà, il nanosecondo dopo gli ha già sferrato una gomitata in pieno viso, urlandogli di lasciarla andare.
Lui, evidentemente preso in contropiede, indietreggia bruscamente, mentre si tasta con aria allibita il labbro ferito. Un rivolo di sangue gli cola giù per il mento.
Bruciante di un misto d'ansia, terrore e adrenalina, Yui guizza rapidamente lontano dal vampiro, scivolando lungo la parete.
Quando è vicina all'uscita, la sua vocina interiore si azzarda a commentare, sgomenta: -Non riesco a credere che Ruki sia disposto ad assoggettarti in questo modo.. pur di avere il potere.-.
La giovane si morde il labbro inferiore e, reprimendo l'istinto di voltarsi per prenderlo a schiaffi, si fionda sulla porta a doppi infissi.
Ruki non le permette neanche di lanciare un grido di sorpresa quando l'afferra da dietro, tappandole prontamente la bocca con le dita insanguinate. Le avvolge l'altro braccio intorno al torace, imprigionandola, e la strattona indietro.
-Sappi, Kachiku
, che fuori non ci siamo solo noi e i tuoi fratellastri ad aspettarti. Permettimi di violare adesso la tua purezza e magari anche il vecchio avrà vita salva. Tutto finirà qui, con me e te.-. Le ringhia ad un orecchio, freddo e tagliente.

Se ha pensato veramente di poterla violarla, si è sbagliato. L'indignazione inizia ad arderle nelle vene.
Con uno scatto dominato da quel sentimento pressante, Yui morde un dito della mano premuta sulle sue labbra, facendo grugnire il vampiro, e percependo la stretta intorno al torace allentarsi, ne approfitta per dinvincolarsi. In questo modo, riesce a spalancare l'uscio, ma nello stesso momento lui l'artiglia dalle spalle: stramazzano entrambi sul pavimento della galleria, accompagnati da tonfi inequivocabili. Schiacciata dal corpo del vampiro, la giovane si aspetta di udire gridolini di sorpresa da parte dei passanti, che si li vede capitombolare così all'improvviso dal bagno pubblico.
Invece si sente soltanto, in lontananza, l'eco di un grido, e il rumore di passi frenetici.
Per fortuna, la galleria sembra deserta.
O forse no. Forse non è neanche una fortuna.
Si scambia un'occhiata con Ruki, nei cui occhi pare riflettersi il suo stesso panico, dopo di che è libera di muoversi: lui si sta alzando in piedi, con circospezione.
Oppressa da un terribile presentimento, Yui lo imita.
Ed è allora che, sotto i suoi occhi allibiti, stanchi, confusi, impauriti...che Carla spezza l'osso del collo a Seiji-sama.


Angolo autrice:
...Buooonasera a tutti!
Beh, come v'è sembrato il capitolo? ":D
Sono riuscita a farvi comprendere tutta la storia che c'è dietro la nostra Yui? Per qualsiasi dubbio o incomprensione,
ci tengo che me lo facciate presente!
E insomma, sfatiamo il mito del mega-incesto tra Yui e i fratelli Sakamaki c.C ...Sono "solo" i suoi fratellastri xD
Anche se l'ho appena fatto brutalmente fuori x'), vorrei sapere il vostro parere sul personaggio di Seiji-sama ((:
Vi ha sorpreso il finale, quindi? Secondo voi cosa succederà ora?
Non smetterò mai di ringraziare tutte le mie amiche, di cui desidero leggere il parere anche su questo capitolo *^*
Perché senza di loro non sarei mai, e dico mai, arrivata fino a questo punto!!! <333
Bene, sperando di non aver deluso le vostre aspettative in alcun modo...
La vostra piccolissima scrittrice va a trastullarsi con la neve X"D; arrivederci a tutti e alla prossima!







 























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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19 Angolo autrice:
Buonasera a tutti! Sono ritornata u.u!
Scusate per la lunghiiiiiiiiissima attesa, ma approffitando dei tre giorni di festa di Carnevale da scuola (*^^^*), avevo deciso di prendermi una pausa da tutto, compreso aggiornare la fic! (ma non si sono astenuta dall'abbuffarmi di chiacchere, OVVIAMENTE XD)
Dall'ultimo capitolo vi ho lasciato un po' con l'amaro in bocca, o sbaglio?
A questo punto, cerco di rimediare con questo nuovo capitolo, non tanto lieto, ma descritto (o almeno spero) in modo meno...crudele x)!
Però, bando alle ciance, aggiungo solo che mi piacerebbe sapere dalle mie amiche come sono state per loro le vacanze ^-^
Saluto e ringrazio calorosamente tutti (i motivi li sapete no? =) <3) e vi lascio con una foto comprendente i nostri vampiretti al completo (P.S. I nomi li ho aggiunti io nel caso ci sia qualcuno che fa confusione tra loro) <3
Buona lettura!

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Karla lascia lentamente la presa dal fragile collo del vecchio, il cui corpo esanime si affloscia sul pavimento ai suoi piedi.
-Avremmo potuto evitare la sua morte, lo sai Karl, vero?-. Medita, in un moto di desolazione, come se il suo defunto fratello potesse davvero sentirlo, mentre osserva il volto della vittima disteso in un'espressione pacifica, priva di quella perpetua ombra di sofferenza
e colpevolezza che si rendevano manifeste da molti decenni.
-Precisamente, da quando ha dovuto abbandonare...lei-.
La riflessione è seguita dal tipico raptus che gli perfora brutalmente le tempie, come un accesso di emicrania, facendo scattare i suoi occhi sull'esile figura a qualche metro da lui, nel cui sguardo imprime il Terrore: sa che le sue iridi topazio deflagrano di furia omicidia, apparendo strabuzzate e.. spiritate.
-Vorrei che fossero l'ultima cosa che tu possa vedere, ma qui ci sono.. soverchi testimoni.-. Ragiona tra sé e sé, bramando come non mai la morte di quella pusilla, insulsa vampira...così dannatamente simile all'ignobile di sua madre, o meglio, loro madre.
L'improvviso miasma che gli assale le narici e lo spostamento repentino d'aria percepito dalle sue orecchie tradiscono l'imminente arrivo del resto della feccia di vampiri. Perlomeno, quel Ruki ha deciso saviamente di non osare fronteggiarlo.
Poi, avvertendo gli "antagonisti" appressarsi nella sua direzione con crescente impeto, egli pensa, con una punta di amarezza:
-Mi dispiace, Shin-dono, ma la nostra vendetta dovrà attendere.-.
Dopo di che, stiracchia il capo con fare annoiato, e serbando lo sguardo negli occhi sgomenti di Komori, proferisce, flemmatico: -Consideratelo voi tutti come un ultimo avvertimento.-.
Contempla ancora per un'istante l'espressione in viso della donna, squisitamente distorta dal Dolore, e la Paura, dunque tramuta tempestivamente in aquila: maestosa, rapace, scattante; in quel corpo sconosciuto quanto familiare, Karla si volatilizza, radendo l'aria
refrigerata della galleria al di sopra degli ivi presenti: Komori, la famiglia Sakamaki, gli orfani Mukami.
-Potremmo distruggervi tutti..-. Constata mentalmente, sorvolando l'ampio ingresso desolato, e dal becco emette un grido lacerante.

***

Ruki scrutò lo svolgersi della metamorfosi di fronte ai propri occhi con riluttanza, assimilando le parole del sommo vampiro con la gola otturata da una bile di raggelante consapevolezza.
Un secondo prima che Karla tramutasse, lui aveva scoccato un' occhiata di rammarico alla giovane, inghiottita a tal punto dalla scena da non accorgersene, pensando: -Mi dispiace, Yui. Non c'era più tempo, mi dispiace.-.
Poi il suo sguardo venne attirato dal vampiro, che avviò la sua trasformazione: la bocca carnosa si arcuò in un becco ocra tozzo
e biforcuto, la pelle mutò in penne nere come la pece,  ad eccezione del capo e la coda, che si ricoprirono invece di piumaggio sfumato tra il grigio e il bianco; dalle braccia tornite si dispiegarono le due ampi ali, mentre le gambe si accorciarono a costituire le cosce possenti e gli artigli affilati.
A giudicare dalle dimensioni, nella galleria del centro commerciale parve stagliarsi una bestia rassomigliante ad un imponente
grifone mitologico
.
Ma il dettaglio che fece accapponare Ruki furono quegli occhi a forma di nocciolo, scintillanti di topazio fuso.

***

Nel momento stesso in cui l'aquila scompare dalla sua vista, Yui si accascia pesantemente a terra: le ginocchia sono divaricate,
i dorsi della mani premono sul pavimento, i lunghi capelli nascondono le spalle cadenti, mentre la testa è leggermente inclinata da un lato, il volto solcato da lacrime silenziose.
Ogni emozione pare una di quelle gocce d'acqua salata, che scivola via lungo una guancia, infrangendosi contro i suoi pantaloncini stropicciati, inumidendole la cute sottostante pallida e gelata.
Nella sua mente, i pensieri sembrano semplicemente ciondolare in un dolce oblio, privo di coerenza o logica.
L'unica cosa a cui deve badare è di reprimere l'impellente desiderio, tale da farle formicolare ogni terminazione nervosa delle mani,
di accostarsi al corpo di Seiji-sama, per accarezzargli i capelli, grigi, setosi, sicuramente profumati.

...Ma perché trattenersi?
In fondo, lei non ha più nulla da perdere.
Come rincuorata, la fanciulla trova la forza di andare carponi dal suo vecchio, proprio come da piccolina, quando lui voleva insegnarle a camminare.
Quando gli è accanto, Yui osserva quanto sia bello con quell'espressione serena in volto, come lo era anche mentre dormiva,
e la stringeva a sé nel lettuccio della sua camera, scacciando via gli incubi e il freddo.
Sedendosi a gambe incrociate, la giovane gli solleva delicatamente la testa e poi la adagia sulle sue cosce, chiedendosi per un attimo perché non si svegli; smorza una risatina e un singhiozzo, e finalmente può infilare le dita, tremanti, tra quelle ciocche, appurando il loro gradevole e familiare odore di fibra di lino, lenzuola pulite, incenso.
Invasa da un effimero senso di pace, Yui vorrebbe rimanere così.  
Perché lei non abbandonerà Seiji-chan
.

Ma i Sakamaki non la pensano allo stesso modo. Difatti, da un momento all'altro i sei fratelli la circondano, attenti a tenersi distanti
dal corpo dell'anziano, e Subaru l'afferra da sotto le braccia, per tirarla su.
E' solo a quel punto che Yui inizia a urlare. Dibattersi. Ansimare di rabbia, singhiozzando in modo irrefrenabile.
-Seiji, Seiji! Lasciatemi, lasciatemi ho detto!-. Strilla, strattonando con violenza la stretta con cui le hanno imprigionato i polsi dietro la schiena, mentre tentano di trascinarla via da.
-Non possono, non possono. Che fine farà lui? Che fine farò io? Loro? Tutti noi?-. Si tartassa di domande, scuotendo la testa
e mordendosi furiosamente il labbro inferiore, e continua ad opporre resistenza ai vampiri.
-Non fare così, Yui. Non sei al sicuro qui, torniamo almeno alla villa-. Sente dire Ayato a denti stretti, che si ostenta calmo.
Le sue parole, però, la convincono ad abbandonarsi tra le loro braccia.
Avvinta dallo strazio, la stanchezza cala su di lei come piombo.

***

Senza essersene resa prima conto, Yui si ritrova sprofondata in un sedile di pelle, con il torace compresso dalle cinture di sicurezza allacciate ben strette, e la nuca premuta contro un poggio duro che, a giudicare dall'odore secco e pungente, deve essere anch'esso di pelle. Non riuscendo ancora a ritrovare la coordinazione necessaria per aprire gli occhi, la fanciulla si concentra, per quanto possano permetterle di fare il ronzio nelle orecchie e il martellare delle tempie, sui rumori circostanti: fuor di dubbio, sta viaggiando in auto, probabilmente su di un'autostrada, considerando che si ode continuamente sfrecciare gomme sull'asfalto da entrambi i lati. Poi, un'altra cosa certa è che ci sia qualcuno lì con lei. Però...
Uno strano presentimento le fa spalancare di scatto le palpebre: soffocando un gemito di sgomento, la giovane fissa lo sguardo abbacinato alternativamente su Ruki, Kou, Yuma e Azusa, schierati sul lungo sedile di fronte a lei. 
-Che accidenti ci faccio nella loro limousine?-. Si chiede, riconoscendo l'ampio abitacolo dai toni scuri. Presa dal panico, artiglia con i polpastrelli il sedile sotto di lei.
-Puoi restare calma, Yui Komori. Sei qui solo per gentile, e momentanea, concessione dei Sakamaki.-. Asserisce Ruki, con placida rassegnazione, sfiorandosi il labbro ferito (su cui spicca un piccolo grumo di sangue) con la punta dell'onigiri che stringe con due dita. Dal modo in cui la fissa mentre addenta la polpetta di riso, sembra solo volerla provocare.
-Oh sì certo, come no.-. Ignorando il borbottio dello stomaco, lei ricambia il suo sguardo con un'occhiata diffidente e fa per slacciarsi la cintura, quando Azusa interviene, sussurrando con un velo d'ironia: -E' così, Yui-chan. La loro limousine ci sta seguendo a breve distanza-.
Mantenendo la mano sinistra in prossimità dello sblocco della cintura, la fanciulla gira repentinamente il capo verso il tergicristalli posteriore, volendo sincerarsi di quel che le dicono, e nella coda di macchine dietro di loro intravede, effettivamente, il cofano lucido di una limousine bianca. 
Tornando a volgersi verso i Mukami, però, si agita sul posto, comunque innervosita dalla situazione.
-Perché loro avrebbero dovuto farvi questo favore?-. Domanda, schiarendosi più volte la voce, mentre Yuma sta borbottando frasi del tipo: -E' una cosa ridicola-, o: -Se avessimo voluto, l'avremmo già rapita-.
Stranamente, Kou non asseconda il compare con una risata, come è solito fare. Anzi, è proprio lui a risponderle, serio e pragmatico: -Perché anche loro sanno che siamo arrivati a un punto di svolta. Tu sei al corrente della verità ora, quindi devi decidere.-. Si ferma un attimo, come sovrappensiero, poi, scostando i capelli dall' iride rubino, aggiunge, con una punta di sarcasmo: -Immagino che i Sakamaki ci concedano quest'incontro per uno slancio di correttezza.-.
Lei aggrotta le sopracciglia, non capendo a cosa si riferisca il biondo, e distoglie lo sguardo dalla sua pupilla attorniata di rosso vivo per osservare Yuma che rotea gli occhi, apparentemente scocciato.
-Il vecchio non t'ha raccontato la nostra storia.-. Afferma, calcando la voce baritonale sulle ultime due parole, quasi inorgoglito.
Poi, sfoderando un sorriso tracotante, estrae dal taschino della sua camiciola una zolletta di zucchero, e le chiede:
-Non sei curiosa, zuccherino?-.



































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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20 Angolo autrice:
Eccomii, sono ritornata!!
Perdonate l'incalcolabile ritardo, ma al mio ritorno a scuola, ho dovuto mettermi sotto con lo studio tutti i pomeriggi.
Questo sarà un capitolo dedicato completamente ai nostri quattro orfani Mukami =] Ma vi prometto che dopo di qui ci sarà solo un'altra parte di monologhi infiniti XD
Prima di lasciarvi ad una buona lettura, ringrazio ancora con tutta me stessa l'appoggio e la costante presenza delle mie amiche,
le quali, con la loro spontaneità, allegria e dolcezza, hanno saputo farmi maturare sia come scrittrice che in fatto di autostima!
E sono anche grata a tutti i lettori "silenziosi": ogni vostra vista ad un capitolo equivale (letteralmente) ad un mio sorriso!
A questo punto, mi rivolgo a coloro che amano esprimere la propria creatività attraverso la scrittura e desiderano mostrarla agli altri: non vergognatevi! Abbiate coraggio e perseveranza, buttatevi a capofitto in un racconto, un romanzo, una favola...
E pubblicatelo. Su EFP ci saranno tantissime persone che apprezzeranno il vostro lavoro e la vostra passione.
Parola di piccola Scrittrice.



Le iridi ambra del vampiro scintillano nella penombra, mentre le labbra carnose si schiudono per lasciar assaporare la zolletta di zucchero al palato: Yuma par di proposito rigirarla con la lingua, sfiorando più volte i denti bianchissimi ed aguzzi, sfacciatamente rivolto in direzione della giovane che non riesce a distogliere lo sguardo dalla sua bocca.
-Da chi vuoi cominciare?-. Le domanda, con voce arrochita, e distende le braccia tornite su ambo i lati dello schienale in pelle nera, muovendo la mascella come se stesse masticando una gomma.
Il suo tono inopportunamente equivoco e le movenze arroganti la fanno agitare sul posto, rossa in viso.
-Calmati, Yui. Vuole solo provocarti-. Sussurra la vocina dentro di lei, intanto che getta un'occhiata allo specchietto retrovisore, individuando nuovamente il cofano della limousine bianca.
Okay, può anche concedersi di stare al loro gioco.
-
Immagino da te-. Gli risponde allora, inclinando leggermente il capo di lato ed accennando un sorriso ironico.
Il vampiro non deve aspettarsi una reazione del genere, poiché si raddrizza di scatto sul sedile e asserisce, in modo brusco e con impeto: -Oh no, io sarò il tuo dessert.-, ingoiando rumorosamente lo zucchero. Dopo di che, si caccia una mano nello stesso taschino di prima della camicia candida e ne estrae un'altra zolletta, portandosela alle labbra senza distogliere lo sguardo torbido da lei.
-Sarà un'ossessione?-. Si chiede la fanciulla, innervosita ed allo stesso tempo ipnotizzata dalla vista di quel cubetto bianco che si scioglie rapidamente sotto gli schiocchi della sua lingua, in una sorta di danza impudente e indiscreta.
-Suvvia, Yuma, un po' di contegno. Spero che avrai altri momenti per poter giocare così con lei, perché ora siamo in dovere di parlare seriamente-. Lo riprende con finto rimprovero il leader, scambiando con il compare un'occhiata complice.
A quelle parole, Yui si sente accendere dall'indignazione.
-Guardate come la fate arrossire: potrei restare a guardarla per ore, ma purtroppo, Ruki ha ragione-. Interviene Kou, ravviandosi i capelli chiari e rivolgendole un lento sorriso di scherno.
A quel punto, la ragazza incenerisce con lo sguardo i tre vampiri ridacchianti, mentre Azusa, seduto composto nell'angolo opposto rispetto a lei, si limita a fissarla di sottecchi con i suoi grandi occhi lavanda imperscrutabili.
-Scusate un attimo, ma chi vi dice che io sia disposta ad ascoltarvi?-. Sbotta di scatto la fanciulla, stringendo convulsamente il blocco della cintura di sicurezza in un moto di stizza.
I tre Mukami troncano all'istante il momento d'ilarità, posando su di lei sei paia d'occhi cupi e freddi.
In un battito di ciglia, i suoi polsi si trovano inchiodati ai lati della testa, premuti sul tessuto in pelle dalle dita affusolate di Ruki,
il quale torreggia su di lei, con un ginocchio piegato sulla porzione di sedile fra le sue gambe divaricate; Yuma è seduto alla sua sinistra ed ha proteso il viso sul suo, mordicchiando la zolletta di zucchero con l'ombra di un sorriso crudele; Kou, infine, le soffia sul lobo dell'orecchio destro, accarezzandole una coscia scoperta con il dorso di una mano.
Notando con orrore come si sia rovesciata la situazione, Yui si sente colpire da un violento giramento di testa, che la fa boccheggiare ed irrigidire da capo a piedi.
-Devi sapere, Yui...che io, io ho considerato per tanto tempo l'orfanotrofio come il più bel posto che ci fosse-. Esordisce Kou, sussurrandole all'orecchio in apparenza incurante ed ignaro del fatto che lei sia schiacciata tra il suo e il corpo virile degli altri due vampiri, i quali rimangono immobili e la fissano con sguardo congiurante.
La ragazza si convince di contare fino a dieci prima di mettersi a gridare.
-Ero stato abbandonato in un tombino, cresciuto nelle fogne come un reietto, aspettando di poter ottenere il cielo intravisto da quelle grate arrugginite...E lo ottenni, un giorno: la guerra civile imperversava, e dei soldati mi scorsero, soccorsero e mi mandarono in orfanotrofio. Quel manipolo di uomini uccise tante persone davanti ai miei occhi, lo sai? Ma io ero un bambino che poteva finalmente correre con il sole di giorno e passeggiare sotto le stelle di notte, e questo mi bastò per riverirli per qualche tempo, loro e quei verri dell'orfanotrofio.-. Questa volta, finito di parlare, il vampiro protende minacciosamente il viso in modo da guardarla direttamente negli occhi, e trascina la sua mano dalla coscia fino al ginocchio, artigliandolo. Alla fanciulla pare che le balzi in gola il fegato, inghiottita dal suo sguardo sinistro e profondamente...turbato.
-Poi, il tracollo delle casse di Stato impose ai porci di spedire noi orfanelli nel "club"-. Fa una pausa, come ad effetto,
tant'è che a quel punto tutti i presenti pendono dalle sue labbra.
-Fummo tutti offerti per intrattenere un nutrito gruppo di aristocratici, i quali pagarono profumatamente il servigio all'orfanotrofio,
o meglio, al nostro paese incrinato: noi bambini eravamo considerata... merce rara, che venne tagliata, torturata, frustata
e picchiata.-.
Il suo bel e povero viso ha una contrazione dolorosa, mentre riprende a parlare a denti stretti, inchiodandola con occhi fuori dalle orbite: -Mi sfregiai l'occhio destro per farmi disgustare, ma finì per farmi desiderare di più, sempre di più dai clienti: saranno state le ferite inguaribili, l'evidente strazio della mia espressione a far sognare la loro depravazione?- per un attimo il suo sguardo si perde nel vuoto -...Capì che il mio mondo in realtà era un inferno; tentai di suicidarmi più volte, ma invano. Quando incontrai Ruki- nominandolo, il vampiro gli lancia un'occhiata fugace ed ambigua -lui mi spiegò che non sarei mai riuscito ad uccidermi perché conservavo ancora speranza.-. Finisce di parlare con l'ombra di un antico scetticismo, dopo di che si porta l'indice destro alle labbra secche e si passa l'altra mano nei capelli, scrutandola con l'iride rossa...il suo occhio sfregiato.
-Affidandoci la missione, Karl Heinz mi ha fatto anche un dono-.
All'istante, Yui si sente tanto sorbita dalle sue ultime parole da non accorgersi che lui ha sporto il viso fin a sfiorarle la punta del naso con il suo. -Guardami-, le ordina in un basso ringhio, imprigionandole il mento tra le sue dita. Come non dotato di volontà propria,
lo sguardo della fanciulla vortica fino ad incatenarsi a quell' iride destra, rossa e oscura.
-L'occhio che non mi ha permesso di rimirare il cielo, ora può scrutare nell'anima degli umani  per appurare la verità.-.
Il modo in cui lo dice, in un sussurro macabro e compiacente, o forse la consapevolezza che si ritrovi nuovamente inerme ed indifesa, la fa sobbalzare dal panico.
Come spezzatosi l'incantesimo, Yui si libera con forza dalla presa di Ruki e si divincola tra i corpi degli altri due vampiri, prendendo un tale slancio da andare a sbattere con le spalle allo sportello destro dell'abitacolo.
Accesa dall' adrenalina, sta per afferrare la maniglia, quando si sente strattonare con violenza indietro. Cacciando un grido di sorpresa, si dibatte debolmente contro la presa al ventre delle braccia di...Azusa: solo lui può averla imprigionata sul sedile in quel modo, visto che gli altri tre Mukami la scrutano ardentemente a un metro di distanza, sovrastandola in tutta la loro altezza.
I loro sguardi eccitati, maligni, la indignano più dell'atto compiuto da Azusa.
-Perché hai così fretta di andare, Yui-chan? Vorrei raccontarti anche la mia, di storia-. Avendola imprigionata da dietro, il placido vampiro ha accostato le labbra ad un suo orecchio, mentre le punte dei capelli le solleticano il collo e la clavicola scoperta.
-Ah, Dio mio, siamo ancora ad otto-. Pensa la ragazza, in un connubio tra il rassegnato e l'affascinata. Il profumo delicato da lui sprigionato, poi, contribuisce a farla arrendere a quelle braccia fasciate.
Intanto, Yuma e Kou si lasciano cadere sul lungo sedile di lato con in viso stampato un sorriso vagamente sollevato, mentre Ruki rimane in piedi ad osservare lei ed Azusa attentamente, con la testa reclinata leggermente all'insù e le braccia rigide lungo i fianchi.
-Ecco, in realtà non c'è molto da dire su di me, Yui-chan. Da bambino girovagavo per strada e non avevo da mangiare.
Però avevo conosciuto i tre figli di un ladro, che stavano con me e mi picchiavano. Io ridevo, perché il dolore mi faceva sentire vivo,
e non capivo perché ad un certo punto si fermavano.- facendo calare nell'abitacolo un breve silenzio, pare seriamente pensieroso -...Poi però vennero uccisi da un nobile, nel tentativo di derubarlo. Mentre me ne tornavo a vivere sulla strada, piansi molto per la loro morte- ora sembra trattenersi dall'aggiungere qualcos'altro -Un giorno, svenni dalla fame ai piedi di un panificio.
Il proprietario uscì a prendermi a calci perché interferivo con il suo lavoro, ma il mio godimento lo schifò al punto da farmi spedire
in orfanotrofio.-. Parlando, Azusa si mostra così.. naturale, sereno, ingenuo, da attirare sguardi malcelanti pena.
-
Anche lì gli altri orfani finirono per picchiarmi. Ad esclusione di Yuma-. A quel nome, la ragazza ruota il capo come può per osservare lo scambio d'occhiata dei due vampiri, che per un lungo momento paiono persi in un altro mondo.
-Yuma? Gentile? Con Azusa? E chi se lo aspettava-. Commenta con stupore la vocina dentro di lei.
Poi Azusa le si rivolge con un timido sorriso, dicendo: -Lui fu l'unico ad essere gentile e disponibile con me, e il pezzo di pane che mi regalò mi fece...sperare.-. Pronunciando quella parola con un vago senso di sorpresa, continua a guardarla con rinnovato sorriso.
E Yui cerca di imprimerlo bene in mente.
-...
Io invece lo schiaffeggiai poco prima che tentassimo di fuggire dall'orfanotrofio, dove ci avevano rinchiusi tutti e quattro insieme:
allora era ancora in bilico tra il fuggire e il restare.-.
Ruki si intromette con aggressività, scrollando le spalle come per giustificarsi.
Contemporaneamente all'impulso della giovane di ribattere, il leader si lascia cadere pesantemente sulla porzione di sedile accanto
a lei e la tira a sé con forza: Azusa, a mani vuote, scivola nell'angolo di pelle nera opposto a loro con indifferenza, mentre Yuma
e Kou si scambiano un'occhiata eloquente.
-Okay, il tempo è finito!-. Si allarma la ragazza tra sé e sé, constatando con inquietudine che il vampiro le ha passato un braccio sulle spalle ed indugia con le dita sulle gote e il mento.
-A differenza loro, piccola, io sono nato in una ricca famiglia di aristocratici.-. Asserisce, in un tripudio di arroganza, scherno
e causticità. Ma è l'uso del nomignolo a farla lividire di collera.
-Non mi interessa, Ruki. Lasciami andare-. Replica seccamente, facendo leva sulle palme per spingere via il suo petto trasudante virilità. Ma il vampiro, scosso da una breve risata, le afferra il mento con le dita e la obbliga a guardarlo negli occhi, mentre rafforza la presa del braccio. Dio, cosa ha intenzione di fare?
-Oh, invece mi ascolterai, Yui Komori. Devi sapere, infatti, che mi divertivo molto a sottomettere le persone per le mie frivolezze (solo nel passato?). Poi però la mia brutalità mi si ritorse contro, poiché gli stessi servi della mia famiglia mi picchiarono...
Pensa un po', proprio mentre erano intenti a saccheggiare la villa dagli oggetti di valore.-. Ora sorride con tagliente ironia, e continua a beffarsi dell'espressione irritata della fanciulla, celando nello sguardo che le rivolge qualcosa di indecifrabile.
-Furono loro a rivelarmi, prima di pestarmi "per tutte le cose crudeli che li avevo fatto", che mio padre era andato in bancarotta
e mia madre era fuggita con il suo amante segreto. - man mano che continua, il suo tono di voce si fa più freddo -Quando andai in giardino, trovai mio padre impiccato. Ma ricordo che rimasi nella casa di famiglia per qualche tempo, sperando che mia madre tornasse e mi dicesse che mi amava, così come aveva fatto nella lettera lasciatomi.
...Ma ciò non avvenne mai: finì in strada e successivamente in orfanotrofio, dove conobbi gli unici ragazzi decenti della mia vita,
Azusa, Kou e Yuma.-. I nomi dei suoi compari, pronunciati con sorprendente affetto, fanno distendere a poco a poco il cipiglio di Yui, la quale, anzi, si capacita seriamente della vicinanza del vampiro ed inizia ad arrossire.
In un certo senso, sembra che lui abbia voluto sdrammatizzare la sua triste infanzia.
-
In realtà, non riuscimmo a scappare dall'orfanotrofio. Fummo catturati e severamente puniti - per un attimo gli si smorza la voce -...Cosicché ci venne data una seconda possibilità di vita solo quando Karl venne a farci visita-.
Il solo nominare quell'uomo le fa venire l'impulso di rigettare tutto. I Mukami sono dalla sua parte. Loro...
-
Trasformandoci in vampiri, Heinz ci fece rinascere. E di questo gli siamo eternamente debitori, perciò vendicheremo la sua morte
e compiremo la missione assegnataci.-. Proferisce Yuma, alzandosi dal sedile ed incidendo verso di lei, con lentezza.
-Tu sei Eva, figlia del signore dei demoni, e sceglierai di mescolare il tuo sangue con un Adamo, sicché sarà in grado di ottenere il potere per controllare il mondo, e procreare discendenti che lo cambieranno.-. Pronunzia il vampiro, senz'ombra di incertezza,
o ilarità, puntandole contro indice e sguardo nefasto. Mentre Yui è impietrita da una paura viscerale, lui si flette sulle ginocchia
e la osserva con la testa inclinata di lato, alla stessa altezza dei suoi occhi vitrei.
-Ed eccoti al dessert, Yui: io sono cresciuto in una banda di strada, sì, ho rubato e lavorato come schiavo, ho malmenato ed insultato, anche; ma a te questo non interessa. Tantomeno vuoi sapere come mi sia potuto ritrovare sotto il grigio soffitto d'orfanotrofio,
in compagnia dei qui presenti. -. Ammutolisce un secondo, forse aspettandosi una sua reazione.
Ma la vampira è troppo scossa per agire in qualsiasi modo.
Così Yuma decide di darle il colpo di grazia: -Io, io sono la causa degli incubi e il malessere di Shu-san. Chiedigli pure di Edgar, l'amico di infanzia con cui giocava, finché il villaggio non è stato messo a fuoco. Digli che non sono arso tra le fiamme, ma cresciuto come Orso nella banda dei Venturi. E ribattezzato, da suo padre...vostro padre, col nome di Yuma.-.































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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21 Angolo autrice:
Buonasera carissimi, vogliate scusare l'ennesimo, mega ritardo.
Non sto più riuscendo a racapezzarmi con la scuola, mi pare che debba fare gli esami di Stato da un giorno all'altro, per la miseria. Ormai mi riduco a scrivere sempre di domenica e in alcune ore rubacchiate a random xD nei giorni normali... Quindi, anche se la storia è giunta agli sgoccioli, non so dirvi quando o quale sarà l'ultimo capitolo che pubblicherò. Da qui a un mese, però, non vi sarete ancora liberati di me, questo è sicuro! "xD
Ci tengo a dirvi che, per come la penso ora, non concluderò con dei finali alternativi. Ma su questo vorrei in assoluto sapere del vostro parere.
Ah, mi sento piuttosto amareggiata per non aver ancora risposto a nessuna delle ultime recensioni: tengo davvero, davvero tanto
a ognuna delle mie amiche, però mi sembra più crudele scrivervi mentre ho la testa all'aria o sono di fretta piuttosto che aspettare di avere un momento tutto per me per poter ridere, allegrarmi e addolcirmi (mi sciolgo come caramello fuso in pratica ahahahahah) delle vostre parole.
Chiunque stia leggendo ora questo angolino, grazie, grazie di cuore della pazienza, l'attenzione e l'interesse.
...E anche dell'umana comprensione x)!
Buona lettura

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Scioccata dalle rivelazioni fatte da Yuma,
cioè, Orso..ah no, Edgar; la mente della giovane Yui annaspa come un esploratore caduto
in un torrente impetuoso, in cerca di un aggrappo, un filo logico nell'intreccio di ramoscelli: si immagina proiettata nella camera da letto di Shu, mentre gli chiede di sfogare le proprie inquietudini, che per troppo tempo sono rimaste segregate nei suoi incubi, i ricordi distorti, a contornargli le sofferte iridi cristalline, aleggiando sul suo viso in un'espressione fredda, talvolta angustiata. Sapendo questo, la fanciulla può spiegarsi perché lui ami fare lunghi bagni, ammollato nell'acqua gelata, a detergere con metodo la sua cute già perfetta, ora con il pollice in piccoli movimenti circolari, un'altra volta sfregandovi l'accappatoio bianco con lentezza calcolata, quasi si tratti di sporcizia difficile da svellere; ecco come mai il vampiro non osa avvicinarsi al fuoco, che sia lo scoppiettio nel camino o la fiammella sotto una pentola, e se ne allontani con un brontolio sommesso o cadendo in apparente stato comatoso sul divano poco più distante.
Tutti quegli atteggiamenti, sguardi, parole, delineano il profilo di un vampiro pigro, insensibile, schivo.
Yui, però, ora ha compreso che quel "tutto" costruisce solo una maschera.
***
-Io..Io credo di dover andare adesso-. Balbetta la ragazza, mordendosi un labbro screpolato, mentre armeggia per togliersi le cinture di sicurezza con mani tremanti. I suoi occhi palpitanti di paura sono già guizzati allo sportello, sicché percepisce l'ilarità di Yuma udendo
la risata, con ogni probabilità di scherno, che gli gorgoglia in gola.
Nel momento esatto in cui il suo polso centra il tasto automatico che le blocca la cinghia nera sul torace, una mano le si insinua sotto il mento e lo afferra, costringendola a rivolgere lo sguardo a due iridi ambra scintillanti di malizia.
-Grazie per la chiaccherata, zuccherino. Ora va, e riferisci-. Le sussurra il vampiro castano, ammiccandole.
Quell'occhiolino annichilisce all'istante il sentimento di paura: Yui si divincola dalla presa con sdegno, fa riavvolgere la cintura di scatto e si allunga ad aprire con impeto lo sportello, sbraitando: -Fermate la macchina!-.
Con prontezza sorprendente, le ruote della limousine nera stridono un paio di secondi sull'asfalto, prima di inchiodare a ridosso del marciapiede: la vampira vi pianta gli stivaletti con baldanza, nonostante il brusco arresto della guida abbia invece calcato i Mukami contro la parete opposta dell'abitacolo (sormontandola di compiacimento).
Poi, mentre lei aguzza la vista per individuare la limousine bianca nei dintorni, Yuma, deciso fino alla fine a prendersi gioco di lei,
è il primo a riassettarsi fra i vari grugniti, e protendendosi dall'apertura, comincia a dice:- Sono sicuro che ci rivedremo molto presto. Già, sicuramente sarai proprio tu a...-. Ma non riesce a concludere la frase che, con uno sbuffo esasperato, Yui gli sbatte lo sportello in faccia.
***
Nell'esatto istante in cui lei è salita sulla limousine distante di lì qualche centinaio di metri, la vettura dei Mukami -in perfetto sincronismo- è ripartita, voltando con sinuosità alla prima svolta a destra del viale alberato.
Dimodoché, accomodarsi su un sedile di pelle bianca non l'ha mai fatta sentire così...risollevata: nella rassicurante stretta tra le figure di Ayato e Subaru, la fanciulla si bea del mescolio di profumi che la circondano, e ammira in lontananza il familiare profilo della villa Sakamaki, ascoltando pure con attenzione i discorsi dei sei fratelli.

Appena salita in auto, però, le era stato impossibile distinguere subito le voci, poiché i vampiri avevano avuto la bella idea di aggredirla tutti nel medesimo momento: Reiji aveva subito preteso di farsi dire minuziosamente degli interventi di Ruki; Raito chiese
con fare caustico
se non l'avesse per caso tradito con uno dei Mukami; Ayato si limitò a ringhiare qualcosa riguardo una punizione
(al che lei lo ignorò spudoratamente); Kanato la rimbrottò a gran voce di aver spaventato a morte il suo Teddy,mentre Subaru esigeva di accertarsi che non le avessero torto un capello.
E Shu grugnì.
***
-Ora vai e parli con lui-. Si ripete la fanciulla, per la quinta volta, all'atto di varcare l'ingresso della grande dimora, immersa nel buio afoso di una notte d'estate. Affiancando le colonne in marmo dell'entrata, il diretto interessato intercetta per un momento il suo sguardo concentrato, come a captarne le intenzioni, al che la vocina dentro di lei le suggerisce: -No, mia cara, stai solo andando in paranoia-, in tono vagamente preoccupato.
Poco dopo, quando il vampiro è sul punto di slogarsi la mascella a causa di uno sbadiglio, Yui è lungi dal dubitare riguardo le sue capacità intuitive.

-Non intendo ricevere altre spiacevoli sorprese per questo giorno, quindi vorrei che stanotte uno di voi badasse a far dormire Yui quanto più serenamente possibile, grazie-. Prorompe dal nulla la richiesta di Reiji, cogliendo di sorpresa la ragazza, tanto da farla vacillare vistosamente sulle scale. Stringendo con forza il corrimano, lei lo guarda di traverso, consapevole che sta ridendo alle sue spalle, mentre gli altri fratelli si scambiano un'occhiata equivoca. Yui è lì per lì di rimbeccare il secondogenito acidamente, quando l'apparizione della languida mano di Raito su una sua spalla la induce a fare solo un sospiro. -Ahh, Bicchi-chan, io e te dobbiamo fare un discorsetto!-. Esclama il vampiro, in tono canzonatorio e allo stesso tempo puntiglioso, agitando un indice per aria. Udendo quel soprannome, la giovane si trattiene dal spintonarlo via; lui, forse sollevato dal fatto di non essersi ancora ritrovato oltre il corrimano, azzarda a soggiungere: -Sentito, fratello? Me ne occupo io stanotte-.
A quel punto, nella penombra del corridoio del primo piano, gli occhi -inconfondibili- di Ayato volgono lentamente su Raito, con un luccicchio ferino. Allora, lanciando ad Ayato uno sguardo apprensivo, Yui scansa via il corpo del briccone, e dice d'impulso:
-Non ce n'è bisogno! Vorrei, infatti, dormire in camera con Shu..-, però, vedendo il modo in cui sobbalza il vampiro chiamato in causa, si affretta ad aggiungere: -Sempre, ehm, se non ci sono problemi-.
La sua presa di posizione attira subitaneamente Reiji, che la osserva con una punta di curiosità; Ayato spalanca la bocca, con fare scioccato; Subaru arrossisce lievemente di...gelosia? Kanato e Raito erompono in una risata, sinceramente stupiti. Shu, invece,
si passa una mano tra i capelli, imprecando sottovoce qualcosa a proposito del pudore.
-No, Yui, ovviamente non c'è nessun problema. Anzi, ti ringrazio della collaborazione.-. Risponde Reiji, mellifluo, e rivolge a suo fratello maggiore un sorriso assassino. A quel punto la fanciulla si torce le mani, piccata dell'atteggiamento del vampiro, anche se Shu -messo,in un certo senso, con le spalle al muro- tergiversa sulla chiara provocazione e si limita ad dire: -Come volete voi. Prenda le sue cose e venga da me-.
Yui non fa in tempo ad intercettare il suo sguardo che lui si dilegua dalla loro vista, lasciando dietro di sé solo il rumore di un battente chiuso.
Piombati nel silenzio, i restanti fratelli la fissano più o meno con curiosità, ma non osano asserire altro (almeno per il momento),
e c'è chi si congeda con una scrollata di spalle, chi sorridendo in modo perverso, o gettandole un'occhiata circospetta.
Alla fine, resta solo Ayato in piedi nel corridoio, con il viso che pare scolpito nella pietra, tanto è la durezza e l'impassibilità della sua espressione.
-Mi dispiace, Ayato-kun, ma ora devo andare da lui.-. Pensa la fanciulla, cercando di comunicargli con lo sguardo la sua costernazione.
Non può sapere se lui l'abbia capito o meno, ma gli volta comunque le spalle, e si dirige con foga verso la camera di Shu.
***
-Ho intravisto una nuova consapevolezza nei tuoi occhi. Sei qui per questo motivo, vero?-.
Le parole del biondo vampiro la spiazzano: è seduto a cavalcioni sul suo letto sfatto, con le spalle cadenti rivolte verso l'uscio,
dove Yui si è immobilizzata, con ancora una mano stretta alla maniglia della porta.
-Shu-kun...-. Mormora, confusa, contemplando l'armonia delicata del suo collo marmoreo, le braccia lunghe, il busto slanciato.
D'un tratto, nella sua testa tutto quello che intendeva chiedergli è cascato giù come un castello di carte al primo spiffero di vento.
-Sai quanto mi infastidisce chi osa disturbare il mio sonno, Yui. Avanti, eri venuta solo per provocarmi?-. Insiste lui, in una sorta di velata minaccia, torcendo lentamente il capo a squadrarla con occhi tediosi. La fanciulla allora, sorprendendosi ad arrossire, replica con cautezza: -I Mukami mi hanno raccontato del loro passato e...-.
Il petto del vampiro è scosso da un pesante sospiro, che le inibisce all'istante la capacità di articolare le parole. Così, frustrata dalla piega che sta prendendo la situazione, la giovane è in procinto di girare la maniglia e andarsene, mentre affiora in lei un pensiero opprimente: forse, non vuole condividere con lei il suo passato doloroso. -O, magari, tu vuoi costringerlo a rammentare qualcosa che lui preferirebbe dimenticare-. Infierisce con crudezza la vocina nella sua testa.
-...Niente, sono stata indiscreta, scusami Shu. Oyasumi nasai-.
Il suo amaro saluto di congedo è seguito da uno sbuffo (esacerbato?) del vampiro, il quale si materializza di colpo al suo fianco e le trattiene la mano dallo schiudere la porta.
E' freddissimo. Ma le iridi azzurre brillano in modo strabiliante.
-Ho sempre apprezzato la tua innocenza.-. Le sussurra, sfiorandole dolcemente una gote con il polpastrello, che si incendia sotto il suo tocco.
Gli occhi ora paiono zaffiri fusi.
-Cosa ti hanno detto di me?-. Domanda, quasi febbrile, e prima che lei possa in alcun modo reagire, si ritrova distesa sul letto del vampiro, un fianco cinto dalle dita affusolate di lui che, puntellandosi su un gomito, la fissa dall'alto intensamente.
Lo sguardo rivela una sfumatura d'emozione differente per ogni sua sfaccettatura.
Così, la vista di quel viso le satura il cervello
, facendole risultare difficile parlare.
-Io...cioè, ho parlato anche con..Yuma e..-. Al pronunciare quel nome, Shu si ritrae di colpo, borbottando un'imprecazione tra i denti.
Yui percepisce all'istante una fitta al petto, cosicché si poggia sui gomiti, per riavvicinare il viso al suo. Poi, però, vedendo che lui non reagiva -se non passandosi una mano tra i capelli arruffati-, esclama d'impeto, più incredula che altro: -Mi ha detto di essere Edgar!
Il tuo amico d'infanzia, è così? E'...è vivo Shu, dice di non essere morto nell'incendio!-.
Lasciandole appena il tempo di finire di parlare, il vampiro le tappa la bocca con un palmo della mano, sibilando: -Come ha osato metterti in mezzo a questa storia?-, rivolto più a sé stesso. Vedendolo adirato, la fanciulla si maledice per aver fatto, in fin dei conti, esattamente ciò che le aveva imposto Yuma nella limousine.
Forse resosi improvvisamente conto del gesto veemente compiuto, Shu discosta la mano dalla sua bocca, ma dardeggia la ragazza con un'occhiata vagamente irritata, quando gli domanda: -Ma di quale incendio parlava?-, senza che riesca a tenere a freno l'inopportuna curiosità.

-Ah! Intendeva l'incendio che io appiccai al villaggio del piccolo Edgar. Pittoresco, non c'è che dire. In quel bel pomeriggio d'estate, senza dubbio tu e lui vi stavate divertendo nel bosco limitrofe, non è così? Rimane un peccato che i genitori siano soffocati nel fumo, mentre Edgar ne è uscito miracolosamente salvo. Oh, ma tu non potevi saperlo questo, Shu. Già, è stato appagante dannarti l'anima per tutti questi decenni.-.
 
Né Yui né Shu hanno sentito arrivare Reiji-sama.
Neanche quando quest'ultimo ha spalancato l'uscio della stanza, accostandosi alla parete monocromatica in una posa tracotante.
Tantomeno nel momento in cui ha sorriso e si è preparato ad esporre il suo monologo, frutto di anni di ripensamenti e correzioni.
Né l'una né l'altro l'hanno visto veramente, finché il primogenito non ha asserito: -Yui, potresti uscire un attimo?-.

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Post Scriptum:
Un paio di giorni fa, la mia carissima cristie13 mi ha fatto presente una cosa che ha lasciato entrambe -e lascia tutt'ora-, piuttosto amareggiate e risentite.
Lei ha visto sul famoso e sicuramente a voi noto sito di Wattpad, che un certo user di nome Auri64 (al diavolo la discrezione)
ha pubblicato come sue storie e "a sua inventiva" proprio
Il Risveglio
e Il Capo dei Vampiri, di cui, come è ovvio che sappiate, sono io l'autrice!

Non ho ancora ben capito come abbia fatto, e osato sopratutto, questa ragazza (ironia della sorte, il suo profilo Facebook è facilmente rintracciabile) a trovare la mia pagina su EFP e scopiazzare i miei lavori. Spero che tutti voi conveniate con me che si tratta di un atto ingiusto e disonesto verso un qualsivoglia scrittore che crede in ciò che esprime con le sue parole e si vede d'improvviso rubare tutto da qualcun'altro. Peraltro nel mio caso c'è la beffa oltre il danno, perché ci sono molti lettori di Wattpad che seguono le due storie e le fanno pure i complimenti..!
Vi ho scritto questo p.s come un sfogo ed anche un'avvertenza per chiunque non si spiegasse nel vedere le mie storie pubblicate su Wattpad. Ho già contattato gli amministratori del sito e spero che risolvano presto il mio problema, altrimenti ho già pensato di vedermela personalmente con quest'user.
La vostra ritardataria cronica, astiosa e piccola scrittrice ora vi deve lasciare, ma sappiate che desidera ogni altro modo di farsi rivedere presto.




 





 









































 












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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22 Angolo autrice:
Buondì! Sono lietissima di potervi dire
che la questione con la "tizia" di Wattpad si è risolta nel migliore dei modi
(dal mio punto di vista, logicamente XD): le mie storie sono state rimosse dal suo profilo, e, dai post degli altri user sulla sua pagina, è saltato fuori che non era la prima volta che "rubava" il lavoro di qualcun'altro! Comunque sia, possiamo considerare chiuso il discorso u.u
Ringrazio tutte le mie amiche a profusione per la loro INUMANA comprensione xD <3 e spero che gli ultimi capitoli vi stiano coinvolgendo e che sia riuscita a chiarire tutti i "misteri" ruotanti attorno alla trama principale.
Aggiungo che mi ha convinto l'idea appoggiata da molte di voi sullo scrivere finali alternativi, però mi frulla in testa il pensiero di scriverne uno solo con determinati fratelli, non tutti. Cosa ne dite? Sarei felice di sapere la vostra opinione :D
Ora vi lascio ad una buona lettura, che è incentrata su...beh, lo avrete intuito, no? ;)


-Finalmente-.
Reiji
scruta con un certo compiacimento la figura della giovane mentre si appresta a lasciare la stanza, facendo ciondolare il capo, come attonita. Quando arriva alla porta, egli vede che la sua esile mano esita un attimo sulla maniglia, e la scorge mordicchiarsi violentemente il labbro inferiore, forse per trattenersi dal dire qualcosa, o perché cerca di mantenere il contegno morale di fronte a quella che è una situazione destinata a degenerare in un affronto.
Se n'è capacitata ora come lui stesso ha fatto molto tempo addietro -precisamente, dal momento in cui il primo fil di fumo si è sollevato dal mucchio di balle di fieno nella fattoria del villaggio-, ma i suoi conti in sospeso con il fratello non la riguardano, tantomeno Reiji è restio dall'ammettere che anela da innumerevoli decenni di poter approntare un confronto -non necessariamente diplomatico- con uno Shu dalla parvenza tanto...infervorata.
Sicché, non appena Yui si dilegua oltre l'uscio con aria tremante, il secondogenito si sfila lentamente i guanti bianchi, fissando con le sue vivide iridi bordeaux il fratello, il quale ricambia con uno sguardo turbolento, una mano avviluppata tra le ciocche bionde della sua chioma.
-Mi sono sempre chiesto perché siamo così differenti...Anche se siamo fratelli e condividiamo lo stesso sangue-. Esordisce Reiji, lasciando cadere i suoi guanti inamidati sul pavimento. Il primogenito si limita a guardarlo di traverso.
-Lo pensi anche tu, vero? Anche tu ti sei sempre chiesto se siamo veramente fratelli, non è così?-. Insiste l'altro, con voce dall'intonazione già più dura rispetto a poco prima, al che, in qualche modo, Shu riesce a raggelare l'aria intorno a loro con il solo gesto di incrociare le braccia al petto.
Le tempie del fratello iniziano a pulsare, prima che scatti:- Sei davvero senza speranze! Fuggi via così, da tutto. Anche se ti accorgi che qualcosa potrebbe accadere alle cose che ami, tu fai finta di non notarlo. Ma c'è qualcosa di unico qui. Qualcosa di insostituibile che non può essere riportato indietro-.
All'udire quelle parole, il biondo, evidentemente punto sul vivo, gli domanda con veemenza:- Cosa stai cercando di dire?-.
Allora, in un atto di chiara provocazione, Reiji si lascia andare ad un sogghigno, mentre lui, con aria sempre più scossa, ripete:
- Ti sto facendo una domanda. Cosa stai cercando di dire?-.
Improvvisamente, come due magneti vicini, inesorabilmente attratti a vicenda, i fratelli si trovano dirimpetto, mentre l'intensità dei loro sguardi lotta per prevaricare: da una parte, iridi pure e cristalline, divorate dalle fiamme del tormento; per contro, occhi rosso vermiglio, ottenebrati dalla resipiscenza.
...Ma sono concepiti per annullarsi a vicenda.
-
Non capisci? Anche quando le cose che ami sono perdute, portate via, ti comporti sempre come se comprendessi la situazione. Quello che sto dicendo è che ti odio per questa ragione.-.
Finito di sibilare, i capelli plumbei del vampiro gli ricadono sulla fronte come siano imperlati di sudore, tale è lo sforzo che sta impiegando per mantenere un briciolo di autocontrollo.
Ma il primogenito non reagisce come lui si aspetta. Infatti, in modo del tutto freddo e distaccato, Shu replica:- Sei tu che l'hai causato.-.
Dopo di questo, Reiji, sormontato dall'ira repressa nel corso di numerosi anni d'attesa, scaglia via i propri occhiali, con tale ferocia da far sussultare -seppur in modo appena percepibile- il fratello.
-Ecco, stai commettendo lo stesso errore! Nonostante dentro di te, tu, tu devi odiarmi fino al punto da volermi uccidere, ora fai finta che nulla sia successo!-. Ringhia, puntandogli l'indice e il medio destro contro lo sterno.
E' in quel momento che le iridi di Shu si iniettano di pura virulenza: una furia capace di spazzare via l'espressione risoluta dal volto del secondogenito, il quale non riesce a fare a meno di indietreggiare sotto quello sguardo.
-Stai osando incolparmi? Sfogare il tuo odio per...cosa? Sei stato tu ad appiccare l'incendio, tu mi hai separato dal mio unico, vero amico, e sei sempre stato tu a farmi credere per tutti. Questi. Anni. Che lui fosse morto. Facendomi arrivare a pensare che se ne fosse andato per colpa mia.-.
Il ruggito del biondo vampiro è seguito da un sonoro schiaffo, che allontana le due dita di Reiji dal suo petto marmoreo. Mentre il fratello si guarda la mano arrossata dal colpo vagamente incredulo, lui soggiunge: -Prima che decida di ucciderti definitivamente, ti conviene spiegarmi cosa ti avrei fatto io per meritarmi tutto questo.-, in tono e sguardo taglienti come la lama di un'assassino. Nell'arco di qualche secondo, però, Reiji tenta solo di ingoiare il groppo amaro che gli intasa la gola, sicché il primogenito incide nella sua direzione, trasudando una violenza che l'altro non ha mai creduto possibile manifestarsi in lui.
-D'accordo, allora.-, asserisce Shu, con iridi innaturalmente rilucenti del colore della notte, -ora trafiggerò il tuo cuore con la stessa spada che in passato puntavo contro di te per gioco, e la medesima crudeltà che tu hai usato contro di me per tutto questo tempo.-. Conclude poi, con freddezza spietata. Al che, ferito nel profondo dalle sole parole, il fratello si sporge in avanti, nell'intento di afferrargli convulsamente un lembo di vestito, riesumato il coraggio di dirgli la vile verità, ma è troppo tardi: Shu si è teletrasportato in una frazione di secondo dall'altra parte della stanza, di fronte alla parete -dalla chiara tonalità di giallo- dove sono affisse due spade, con la loro lunga lama in acciaio ben levigata, l'impugnatura solida e finemente lavorata e i due pomoli foggiati nell'argento,
i quali consentono di distinguere un'arma bianca dall'altra: in un pomolo è incastonato uno zaffiro, nell'altro un rubino; le gemme preziose simboleggiano l'appartenza dei due cimeli rispettivamente a lui e Reiji.
 
-Le regole sono cambiate ora.-. Proferisce il biondo, apatico, e, fissando gli occhi inquietanti sul fratello, solleva una mano ad impugnare l'elsa della propria spada.
-Aspetta, Shu! Ora ti dirò la verità!-. Erompe il vampiro con foga, ricambiando il suo sguardo con un misto di circospezione e sconcerto.
Dopo quello che pare un attimo infinito di silenzio, il primogenito inclina di lato il capo e, facendo roteare la sua arma con la mano destra, sbraita: -Ora io sono stanco di sentirti parlare!-.
Però, nel momento in cui si prepara ad attaccare -emettendo un grido beduino-, la sua mano sinistra scatta verso l'impugnatura dell'altra spada, la estrae dai supporti alla parete, e, sorprendentemente, la sbalestra in direzione del secondogenito.
A quel punto, se Reiji non avesse avuto i riflessi abbastanza pronti -nonostante lo sgomento- dall'afferrare al volo il proprio cimelio, probabilmente sarebbe stato già trapassato dalla lama del fratello: egli infatti, subito dopo aver compiuto quel gesto, si lancia su di lui, brandendo l'arma al fine di infilzargli il torace, ma la sua altrettanta perizia gli permette di parare il colpo, in un clangore di metallo e scintille. Subitaneamente, le iridi di Shu si schiariscono, mentre osserva con irreale pacatezza: -Come da piccoli, neh? Noto che, malgrado io sia sempre stato più bravo di te, te la cavi ancora bene nella scherma-, dopo di che aggira il fratello con l'accenno di un sorriso, mantenendo la punta della spada proiettata contro di lui.
Reiji affetta a sua volta un sorriso arrogante, malcelando l'ansia che l'ha assalito, e decide di assecondare i passi dell'altro, maneggiando l'arma con la giusta disciplina da sembrare inoffensivo. -Non ti avrei mai creduto un vampiro sentimentale.
Comunque sia, intendo placare il tuo tormento interiore-. Replica, ostentando sarcasmo.
Shu però non sembra apprezzare quell'uscita, poiché -portando le labbra a formare una linea dura- fende all'istante l'aria con la sua lama luccicante, mancando di poco la clavicola destra del fratello, il quale è arretrato prontamente.
Non senza impallidire in volto.
-Il mio tormento interiore? Tsk, sei davvero un bastardo, Reiji-sama.-. Lo rimbecca il primogenito, con tono di voce sospeso tra l'acredine e lo scherno. Poi abbassa la punta della spada ad incidere un cerchio immaginario nel pavimento in lineoum, studiando l'altro con sguardo stralunato ed...instabile, facendogli risalire la bile amara in gola.
-Avanti, Shu, in fondo è così che reagisci ogni volta, no? Segreghi il tuo dolore e i rimpianti in gesti insofferenti e negli incubi notturni. Ad essere franco, non sono il tipo di reazioni che...-.
Il monologo del vampiro, al limite del sardonico, viene troncato dal guizzo dell'arma in mano a Shu, che lo imbrocca in faccia, tagliandogli per lungo la gote destra finché lui -grugnendo rudemente- non schianta la propria lama contro la sua, facendo indietreggiare entrambi in una pioggia di sangue e minuscoli frammenti d'acciaio.
-Incosciente quale sei! Non hai mai capito che io mi sono comportato come un burattino nelle mani di Beatrix e Cordelia?!-.
Urla Reiji, iniziando a dar voce alla sua più denigrante consapevolezza, smosso dalla collera di percepire il sangue affiorare copiosamente dalla ferita alla guancia.
-Cosa?-. Mormora a quel punto il fratello, con voce spezzata. Il cimelio gli scivola dalla mano, fino ad un attimo prima stretta al punto da rendere la nocca bianca dallo sforzo, abbattendosi in modo fragoroso sul pavimento ai suoi piedi, mentre lo sguardo si fa assente.
Il secondogenito allora approfitta di non provare la frustrante sensazione d'essere osservato per proseguire: -Dovresti sapere meglio di me quanto Cordelia si fosse inimicata nostra madre, perché gelosa che Beatrix avesse partorito te, il primo figlio fra tutti- fa una pausa, intrisa di innegabile rancore, -Mentre tu non tolleravi tutte le restrinzioni, ed attenzioni ricevute, io...io avrei solo voluto sentirmi meno negletto da parte di nostra madre. Questa è stata la causa che mi ha portato a...distruggere nelle fiamme ciò che più ti era caro. Pensavo di riuscire a...impressionare Beatrix.-. Confessa, scagionandosi con difficoltà dalla riluttanza.
A quel punto, il modo in cui lo guarda Shu lo induce d'istinto ad abbandonare la presa sulla propria arma, la quale si infrange a sua volta contro il lineoum, irradiandolo delle schegge di luce provenienti dal rubino incastonato, che riflette la luce dell'elegante lampadario pendente dal soffitto.
-Sì, il mio egocentrismo voleva che io la impressionassi in questo modo-. Ammette stancamente il vampiro, -Ma non è servito a niente. Io stesso ho assunto un cacciatore affinché la uccidesse, e poi ognuno si è recluso nel proprio isolamento di odio reciproco.-, aggiunge, sospirando.
***
Trascorrono molti minuti prima che Shu reagisca: quando lo fa, egli si china ad afferrare la propria spada, si raddrizza in silenzio, punta l'arma in direzione di Reiji, avanza, non si immobilizza finché la punta della lama non gli punga il pomo d'adamo; lui non fiata né batte ciglio: resta lì, perdendosi nei due abissi incavati negli occhi che lo scandagliano da pochi centimetri di distanza,
in attesa del verdetto
.

Che pare essere quello di recidergli la gola, finché il primogenito non proferisce: -Ti perdono-.
Allorché il secondogenito replica, con un sorriso indecifrabile: -Allora ti andrebbe un buon tè?-.














 








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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 24 Angolo autrice:
Sono tornata!!! :D Perdonate i miei continui ed immancabili ritardi T-T, ma *rullo di tamburi*, la scuola è agli sgoccioli (mancano quasi due mesi, eh, però io sono mooolto ottimista) e non posso permettermi il lusso di tralasciare più di tanto lo studio...
Vi confesso anche che la mia buon, cara, vecchia Playstation esercita su di me una sorta di richiamo ("piiiiiccola sttttuuuupidaaa, giooooca con meeee" e sussurri simili XD) ogni qual volta rimetto piede in casa. Arduo resisterle.
Nonostante tutto, comunque, in questi giorni sono di buon umore e spero lo siate pure voi =D Se invece vi sentite giù di morale, ci pensano qui i nostri vampiretti a farvi spuntare un bel sorriso xD
Ah, vi avverto che da questo capitolo apparirà chiaro l'avvio del grande finale! c.c

Vi auguro buona lettura e recapito un abbraccio fortissimo a tutte le mie amiche<3.


-Ora basta, io vado a vedere!-.
L'esclamazione esasperata della giovane Yui provoca lo sbuffo unisono dei quattro vampiri radunati con lei nella sala da pranzo,
i quali, dal momento in cui si è chiusa alle spalle la porta della camera di Shu, l'hanno dovuta seguire con lo sguardo nell'atto di torturarsi le labbra coi suoi denti bianchissimi e letali. Raito, probabilmente innervosito dallo scorgere la sua figura scossa da brividi continui, le ha persino preparato una tazza di camomilla (inzeppando la cucina di mestoli, pentole e ramaioli), ma l'unica utilità di quest'ultima è sembrata essere quella di usare il bordo del piccolo recipiente -inumidito dall'esalazioni della tisana scottante- come mezzo di ricreo per i suoi polpastrelli.
Non che i fratelli non siano preoccupati della sorte di quell'affronto, in un certo grado improvvisato perfino per un individuo come Reiji, ma preferiscono ostentare placidità piuttosto che sfidare la bravura dei due nella scherma.
Un piccolo dettaglio di cui Yui non è a conoscenza.
-Ah, per favore Yui-chan, non fare così...!-. Interviene allora Raito, strascicando le parole con ilarità parvente, e si materializza dietro di lei, soffocandola in un abbraccio che la immobilizza alla sedia su cui si è sistemata. -Raito-kun, lasciami! Sono preoccupata, devo andare a vedere!-. Replica la fanciulla, tentando di divincolarsi dalla presa espansiva del vampiro come una forsennata, mentre gli spettatori ivi presenti si concedono una sghignazzata.
La prorompenza di quelle voci cristalline la fa illividire di rabbia, portandola a compiere uno scatto fluido ed inatteso per liberarsi dall'importunatore: nell'arco di qualche secondo, spinge con forza la sedia a ritroso, afferra lo schienale con le mani, flette le gambe al petto, caprioleggia in aria, si addossa alle spalle di Raito, scende.
La ragazza aspetta che lui abbia il riflesso di voltarsi nella sua direzione per ammiccargli, cosa che, a giudicare dalle pupille dilatate e il pesante sospiro, sembra conturbarlo profondamente.
Gli altri vampiri, d'altro canto, registrano la scena con un centesimo di ritardo, sicché la giovane sta già oltrepassando la soglia della sala quando la puntano con occhi strabuzzati ed increduli.
Fuori dalla loro portata, Yui è sormontata da rinnovata ansia e si dirige con foga in direzione della camera di Shu, dal cui uscio chiuso spira un silenzio che l'allarma più di quanto avrebbe fatto sentire l'eco di urti, schianti e gridi.
Percorrendo il corridoio fatidico, ella richiama alla mente, quasi d'impulso, tutte le manifestazioni di risentimento reciproco tra i due fratelli, che, nel corso della sua lunga permanenza alla villa, ha intravisto, carpito, udito: ognuna delle occhiate di traverso, il piglio crudele delle labbra o le sopracciglia, l'espressioni insofferenti del viso, le risate taglienti, la durezza della postura.
Yui riesce a sottrarsi dal turbine di quei criptici ricordi poiché alle sue spalle iniziano a ticchettare sul pavimento pregiato altri passi,
i quali identificano l'andatura incerta di Kanato, l'incidere di Subaru, la marcia di Ayato e il movimento strascicato di Raito.
Mentre si accosta alla porta della camera del primogenito, lei non si volta, né loro cercano di fermarla: in quell'istante, sono solo falene attratte dalle fiamme che arroventano in una lampada d'oro.
All'improvviso, però, la maniglia si gira dall'interno -al che la fanciulla arretra con un misto di sorpresa e timore-, e di lì a poco tempo sul corridoio si affacciano Shu e Reiji, i lineamenti dispiegati in un sorriso rilassato, un braccio cinto l'uno intorno alle spalle dell'altro
e una mano che impugna mollemente la spada rilucente di blu zaffiro e quella di rosso rubino.
Nonostante Yui e gli altri fratelli (ma soprattutto lei!) appaiano sconvolti,  i due sembrano essere perfettamente a loro agio, tanto che Reiji ha l'ardire di chiedere, con naturalezza: -Bene, bene, volevate unirvi a noi per la pausa del tè?-.

La prima reazione a quella scena assurda è la risata -al limite con l'isteria- di Ayato, che arriva a piegarsi letteralmente in due, strizzando gli occhi lucidi di lacrime intrise d'ilarità. Poi, nello stesso tempo in cui Yui si fa da parte e fissa alternativamente i sei vampiri a bocca aperta, inebetita, Kanato tende il suo inseparabile peluche davanti a sé, nascondendoci dietro la testa come a voler dire: -Questo è troppo-; Subaru inizia a grattarsi nervosamente il collo con la mancina, dando l'impressione -le guance velate da un lieve rossore- di essere a disagio; Raito si calca il cappello sui capelli scompigliati, esibendo un sorrisetto indecifrabile.
-Una pausa per il tè? Si può sapere cosa è successo lì dentro?-. Domanda Ayato in modo sguaiato, non riuscendo ancora a credere a ciò che vede: Shu e Reiji? L'uno accanto all'altro? Quasi abbracciati?.. A prendere del tè insieme?!
Effettivamente, se la fanciulla è scioccata dal fatto di averli entrambi ancora integri, nonostante brandiscano due lunghe lame aguzze, gli altri quattro, piuttosto, non si capacitano che i due possano ritornare a rapportarsi da fratelli, come ai vecchi, vecchissimi tempi, dopo tutte l'incomprensioni avute.
Su questo ci avrebbero ragionato in seguito, quando ormai Shu e Reiji si cimentavano in periodiche partite agli scacchi, e prendevano giornalmente il tè insieme nello studio del secondogenito, dimodoché Subaru avrebbe osservato, ricevendo l'unanime consenso da parte della combriccola, : -Probabilmente erano stanchi di convivere con quella situazione-.
Comunque sia, Shu piega le labbra in un sorriso insospettabilmente malizioso, prima di asserire: -Reiji ha pagato molto caro il mio perdono-, rigirandosi fra le dita, con aria compiaciuta, l'elsa della sua spada.

Solo e soltanto allora Yui nota la scheggiatura del filo destro e sinistro delle rispettive spade, poi le macchie di sangue rappreso sui loro abiti, ed infine, lo squarcio carnoso sulla guancia di Reiji. Metabolizzati quei dettagli quanto mai evidenti (come hanno fatto a non notarli prima?!), la ragazza sussulta vistosamente e, coprendosi la bocca spalancata con il dorso di una mano, si catapulta al fianco di Reiji ed esamina la gote ferita con occhi inorriditi, chiedendo con voce stridula: -Cosa avete fatto?-.
La sua apprensione è presto liquidata da un gesto sbrigativo del vampiro occhialuto, che ribatte, in tono vagamente affettuoso, :
-Era necessario. Posso occuparmene dopo, ora ho bisogno di qualcosa di dissetante.-.
Ma l'intransigenza della fanciulla, per una volta, non lascia scampo: difatti, frattanto che Ayato e Kanato riassettano la cucina
(per non beccarsi mestolate in testa, causa disordine, da lei in persona), Raito e Subaru apparecchiano in sala da pranzo (non senza sbuffare o imprecare a mezza voce per il mancato trovamento del cassetto delle posate) e Shu prepara il tè, Yui si dedica a Reiji, placcandolo nel bagno per più di mezz'ora, al fine di disinfettargli e medicare la ferita.
Poi, quando le sembra che la guancia del vampiro sia incerottata nella giusta misura, insieme raggiungono il tavolo allestito dagli altri per la pausa del tè e, superato con successo l'esame dello sguardo critico della fanciulla, i commensali iniziano a rilassarsi, bere, spiluccare qualcosa, ridere, chiaccherare, ma soprattutto,  felicitarsi di Shu e Reiji.
***
La lettera arriva nel bel mezzo dei festeggiamenti: nel secondo esatto in cui l'orologio a pendolo risuona nella villa lo scoccare delle otto di sera, gli immensi portoni dell'entrata vengono percossi da un toc toc rimbombante e minaccioso.
I vampiri percepiscono nello stesso istante un'ondata d'inquietudine riversarsi tra le pareti della sala da pranzo, dove sono rimasti riuniti, e che sbatacchia via l'atmosfera giuliva.
Dopo essersi tutti guardati dritto negli occhi per un momento interminabile, il silenzio, carico di aspettativa, è spezzato dalla voce, stranamente roca, di Subaru, che dice: -Continuate pure, vado a vedere io.-.
Nessuno osa intercedere alle sue parole, vuoi per indifferenza o pura e semplice voglia di continuare a divertirsi, tant'è che l'albino lascia la sala, mentre Ayato sposta con svogliatezza una pietra nera sul tabellone di gioco del go, sotto lo sguardo d'un tratto pensieroso di Raito; Yui, insieme agli altri, malcelano il nervosismo improvviso.
Scendendo le scale principali, Subaru si sorprende di avere la pelle accaponata, ma non pensa niente per dissimulare la propria agitazione. Allora, accostandosi ai battenti chiusi, acuisce l'udito ed inspira profondamente, come nella speranza di identificare l'intruso aldilà dell'uscio, ma l'unico suono captato è delle folate di vento che sferzano le solide pareti della villa, e il solo odore percepito quello di un temporale imminente.
Così, sbuffando d'irritazione, il vampiro si decide a spalancare il portone sinistro: nel cielo plumbeo si ravvisano nuvole cariche di pioggia, ma non si scorge anima viva nelle sue vicinanze né oltre l'imponente cancellata che attornia la villa.
 
Lui non si spiegherà mai come il suo occhio si sia focalizzato, di punto in bianco, su quella missiva color carbone, dall'incarto spesso e prezioso, sigillata dalla ceralacca rosso sangue, collocata ad una spanna dai suoi piedi.
Prima ancora di chinarsi, allungare le dita incerte, stringendo nella mano quella lettera dalle fattezze quasi... vellutate, Subaru aveva già intuito il mittente, anche se non avrebbe appuntato il suo nome, e come avesse scritto, con inchiostro dall'odore pungente, poche parole in bella grafia, parole, parole di morte.
Nonostante questo, l'albino spezzò il sigillo, con occhi vitrei, ed estrasse il foglio ocra di carta di canapa, rivelando al debole bagliore della Luna piena, offuscata dalle nubi, la minaccia vergata in nero, recitante: -E' giunta la notte simbolica della morte di Eva. Decidete solo se lasciarla uccidere nella vostra dimora, o nella nostra, ch'era anche la dimora di vostro padre.-.

Proprio come temeva: i festeggiamenti erano finiti.










 




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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 25 Le raffiche di vento le sferzano il viso. Malgrado siano cariche di umidità, però, le labbra di Yui stanno tremando visibilmente, accese di un violaceo innaturale.
Ha anche incominciato a piovere. Le nubi nere accumulate nel cielo notturno sopra di lei scaricano grosse gocce d'acqua gelida e sporca, con un intervallo irrealmente ampio tra l'una e l'altra: cade una goccia, si ha l'impressione che rimanga isolata, poi, quando meno se lo si aspetta, l'ennesimo rivolo ghiacciato si infiltra tra le ciocche di capelli, o riga una guancia. Nel caso della giovane vampira, invece, s'insinua nello scollo della blusa, percorrendole la schiena indisturbato. A quell'algido contatto, la fanciulla si stringe ancor di più nelle spalle, esalando un pesante sospiro che viene prontamente sovrastato dall'eco di un tuono. Nonostante ciò, ad Ayato-kun non sfugge il suo sussulto improvviso, tant'è che si sfila il giubbino di pelle nera -il cui odore pungente le infonde un poco di sicurezza- per adagiarlo sulle sue spalle esili, vuoi per evitare che il nuovo capo regalatole da lui e gli altri vampiri si inzuppi,
o semplicemente perché crede che lei stia rabbrividendo davvero per il freddo. Oppure, forse, preferisce fingere che sia così e approfittarne per tenerla stretta a lui. Piuttosto che mentirle rassicurandola sul fatto che riusciranno a venirne fuori incolumi da quel castello, stagliato in tutta la sua imponenza proprio dinnanzi a loro.

A causa di una folata particolarmente forte, i biondi capelli di Yui si inerpicano nell'aria tutt'intorno le sue gote pallide, mentre la notte si illumina nuovamente di un bianco quasi accecante, e le nubi temporalesce vengono trasportate dal vento in direzione delle torri in pietra del castellaccio, quasi a voler ammonire del pericolo insito aldilà del ponte elevatoio di legno massiccio.
Insieme a lei, anche gli altri fratelli rimangono ammutoliti in attesa del fragore del secondo tuono, il segnale inequivocabile che è arrivato il momento di affrontare gli Tsukinami nella loro dimora.

***
Di colpo, tutto è precipitato. Yui e gli altri fratelli lo hanno intuito da come i battenti dell'entrata si richiudevano, rimbombando in modo violento, ed hanno avuto la certezza che qualcosa non andava udendo lo scalpitio affrettato degli anfibi di Subaru sulle scale principali, e l'eco dei suoi respiri incontrollati, benché privi di beneficio per i suoi polmoni atrofizzati da decenni.
Ma non hanno espresso se non un misto di sorpresa e incredulità vedendo l'albino affacciarsi sul salone con la faccia stravolta.
Hanno solo soffermato lo sguardo sulla sua mano sinistra, che stringeva la lettera, con tale forza da apparire cianotica.
-E' arrivata questa-. Ha esordito il vampiro in tono lugubre, sollevando impercettibilmente la missiva nera in direzione dei commensali, senza trovare le parole per aggiungere altro.
A quel punto nessuno ha osato fiatare né scomporsi, come se farlo avrebbe irrimediabilmente spezzato il fragilissimo fil d'equilibrio e tranquillità che avviluppava ancora l'atmosfera nella sala da pranzo, dimodoché sono stati gli occhi di Shu, d'un tratto persi nel vuoto,
a spingere Reiji a domandare, a sua volta sconvolto: -Cosa c'è scritto?-.
Senza farselo ripetere due volte, forse per poter esternare il peso di quella consapevolezza, Subaru ha predicato -in un ringhio soffocato- il messaggio senza esitare, né storpiare le poche, concise parole, poiché esse erano ormai incise indelebilmente nella sua memoria.
Metabolizzandolo, Shu ha subito chinato il capo, le spalle appesantite dall'angoscia, e il fratello Reiji gliele ha cinte, probabilmente perché bisognoso a sua volta di un sostegno. Poi, mentre Ayato e Raito sgomberavano il tavolo dai giochi come due automi, Kanato fissava assente il suo pupazzo, e Yui tratteneva a stento le lacrime. Di rassegnazione, rabbia, disperazione, dolore, afflizione: chi l'ha osservata non avrebbe saputo affermarlo con certezza.
Fatto sta che Subaru, ravviandosi con ferocia i capelli, ha chiesto a denti stretti: -Qualsiasi decisione prendiamo, come facciamo ora a comunicarli una risposta?-. A quel punto è stato Raito, appoggiato a uno spigolo del tavolo, a proferire: -Non ho voglia che si sparga altro sangue in questa casa, perciò troviamo l'antica dimora di nostro padre ed uccidiamo i fratelli che gli sono rimasti in vita.-.

Il cinismo dei suoi pensieri, la crudezza dei suoi commenti, l'intrinseca crudeltà delle sue azioni in quella nefasta notte di luna piena avrebbero impressionato gli altri più che in qualunque altra occasione. Perché sarebbe stato l'unico a non farsi schiacciare dal peso del tormento, il terrore che tutto sarebbe finito, , con la loro morte.
Così, mentre negli altri germina lentamente quel pensiero, sul tavolo -proprio vicino la mano destra di Raito, che ne sta accarezzando la superficie- si adagia un biglietto. Sempre di carta di canapa, vergato in nero, ma stavolta con i bordi frastagliati. Come se il mittente lo abbia strappato dall'angolo di un foglio più grande, in fretta.
 La grafia che vi appunta quell'indirizzo, difatti, non ha più uno stile elegante, bensì appare arcuata, in un certo senso graffiante.
Ma i vampiri sanno che appartiene alla stessa mano di prima. Egli ha solo dovuto sbrigarsi per non essere visto mentre schiudeva un poco i vetri della porta finestra nella sala, facendo svolazzare il messaggio all'interno. Per poi ritornare dal fratello, appollaiato sul tetto della villa. Era ragionevole che i Sakamaki si sentissero osservati.
-...Vi conviene presentarvi al nostro cospetto entro quando inizierà il temporale.-.
La frase conclusiva del biglietto li ha spinti a mobilitarsi d'impellenza. Subaru si è rimboccato le maniche della maglietta rosso cremisi, Kanato ha fatto dondolare per qualche secondo il cavalluccio di legno nella sua camera, Yui ha indossato il nuovo completo di vestiti, Reiji ha lucidato i suoi occhiali, Ayato ha colpito con il palmo delle mani i battenti dell'entrata, Shu si è sciacquato il viso, Raito ha tracannato un cicchetto alcolico.
Infine hanno preso la limousine.

***
Il ponte elevatoio viene abbassato con lentezza allucinante, come a voler incitarli ad andarsene, finché sono ancora in tempo.
 I fratelli di Heinz non aspettano altro che poterli massacrare alle spalle. Perciò
i Sakamaki attendono flemmaticamente, mentre il vento infuria e il temporale imperversa. Devono restare congiunti.
Soprattutto, difendere l'anello debole quanto prezioso di quella catena di vampiri indrappellati, in fondo alla loro psiche, l'uno contro l'altro.
Ma questo Yui l'ha inteso appieno. Quando il ponte ricade con un tonfo ai suoi piedi, ella si sente avvivata dalla volontà di compiere il suo destino. Affinché i discendenti cambino il mondo.
Ora più che mai, non può concedersi il lusso di perire e abbandonare a sé stessi i suoi diabolici amanti. Poiché, in verità, hanno bisogno di lei. La sua figura placherà nell'eternità i loro spiriti tormentati e turbati e addolorati dall'infanzia, qualsiasi sia il loro approccio. Che lei ama, nel bene e nel male, in modo irragionevole e masochistico, perché è Eva.
In quella nefasta notte di luna piena, sceglierà -inconsciamente, d'istinto, liberalmente; chi può dirlo?- il suo Adamo.
Può già percepire su di sé gli sguardi velatamente famelici di tutti i fratelli, compresi i Mukami. Altresì loro pazientano di poter presentarsi al cospetto degli Tsukinami, lo sa.

Finalmente, le grate in ferro si sollevano e aprono il passaggio: i presenti si avviano sul ponte in fila indiana, stando attenti a non farsi bagnare dallo sciabordio impetuoso dell'acqua nel canale che circonda il castellaccio. Focalizzando l'attenzione al riflesso della luna sulla superficie dell'acqua torbida, si figurano nuotare tante piccole creature: come intuisce Subaru incontrando più volte un paio di occhietti fluorescenti e sinistri, il canale è infestato da pesci piranha. C'era da aspettarselo.
Passati al di sotto degli spunzoni acuminati delle grate, i vampiri vengono inghiottiti dal buio. A rischiarare l'aria opprimente e stantia è un'unica torcia fissata al muro in prossimità di un portone di legno, crivellato dalle tarme. La luce danza sulle spoglie pareti di pietra scabra, dando l'impressione di essere entrati in una vera e propria catacomba. L'unico suono percepibile è quello del maltempo sferzante e dei loro passi sul ristretto pavimento cosparso di brecciolino. -Non vedo già l'ora di uscire da questo posto-. Grugnisce Subaru, al che si ode d'improvviso il rumore di come qualcosa che si riavvolga, sicché l'attimo dopo le grate ricadono drasticamente alle loro spalle, sbarrando la via d'uscita, mentre il ponte elevatoio inizia a staccarsi da terra.
-Ah, allora vuol dire che ci sentono. Forse dovresti imparare a stare zitto-. Borbotta Ayato, accostandosi con veemenza al portone in fondo alla stanza e spalancandolo senza tante cerimonie.

Trovarsi proiettati direttamente nella sala del trono li destabilizza.
Di fronte a loro si apre una stanza immensa, con pareti in pietra dall'aspetto anch'esso ruvido che si allungano su entrambi i lati, illuminate da numerose torce di ferro in alcuni punti divelto. Ai quattro angoli si ergono le sculture di bronzo, perlopiù arrugginito,
di antiche armature, poste vicino a delle porte identiche a quella da cui sono entrati.
In corrispondenza del piedistallo sopraelevato in fondo alla sala, il pavimento in granito è rivestito da un logoro tappeto rosso esalante un odore pungente, metallico, stuzzicante, che i vampiri non possono non riconoscere. L'odore del sangue, che nutre, uccide, appaga, li pervade, mentre i loro occhi concitati guizzano al piedistallo, affiancato da due altissime vetrate, ove è collocato il trono.
Lo schienale di velluto azzurro ormai stinto e sporco, i braccioli in legno scuro sbeccato, le rifiniture d'oro di cui è rimasto solo qualche granello, da dove un tempo lontano e dimenticato presidiava Karl Heinz.
Quella notte, nel bagliore di un lampo che attraversa le vetrate, i Sakamaki discernono le figure di Carla e Shin, appoggiati ai lati del trono, un'espressione strafottente dipinta in viso, le braccia conserte e un piede contro un sostegno del seggio.

Sapevano di dover agire subito. Non potevano rischiare che i due nemici sfoderassero le loro arti oscure in alcun modo.
Per questo motivo, Yui e gli altri sei fratelli erano avanzati, pronti ad attaccare. Nella speranza di mettere rapidamente fine alla loro ignobile vita.
Ma non avevano messo in conto tutti i possibili pericoli, ed imprevisti.
Mosso il primo, effimero passo in avanti, una piccola botola si aprì sotto ognuno dei sei fratelli: senza avere neanche il tempo di formulare un qualsivoglia pensiero, i Sakamaki precipitarono nelle prigioni sotterranee.

***
Subaru è davvero incazzato. Non basta che è sottostato all'implicazioni della minaccia degli Tsukinami per poterli fare il culo una volta per tutta, ora si scopre pure che quel malato di suo padre ha messo a punto delle trappole nella sua stessa dimora, e lui ne va di mezzo con la sua cara maglia, che ora è imbrattata di sterco di topo e piscio. Ed hanno anche osato dividerlo da Yui.
-Oh sì, ora che torno in superficie gliela faccio vedere io.-. Ringhia, senza curarsi di tenere bassa la voce, intanto che ingoia la bile di paura che tenta di risalirgli la gola.
Sta percorrendo un corridoio -talmente angusto che le pareti gli sfiorano le spalle e la testa- buio e maleodorante, tant'è che prosegue quasi a tentoni, prendendo come punto di riferimento un fioco guizzo di luce distinguibile in lontananza. Lo circonda un silenzio di tomba, spezzato di tanto in tanto da uno squittio, scalpiccio o scricchiolio a cui cerca di non badare. Dopotutto, anche se l'iracondia brucia nelle vene, ha la pelle accapponata.
Man mano che si dirige verso la fonte di luce, inizia a scorgere i contorni di quella che dovrebbe essere una scala a chiocciola.
-Ah! Pensavate di fermarmi così?-. Borbotta, stavolta a mezza voce, ma alza il passo, rincuorato.
Ma anche questa volta ha parlato troppo presto: il guizzo luminoso si spegne di colpo, gettandolo nelle tenebre.
Subaru rimane paralizzato, le tempie che pulsano furiosamente.
Ad un certo punto, qualcosa gli alita sull'orecchio destro.
Lui rabbrividisce dalla testa ai piedi, poi inizia a correre.

Non avrebbe mai riuscito a capire cosa lo avesse aggredito nell'oscurità del cunicolo, ma a giudicare dai graffi, morsi, tagli e bruciature rinvenuti sul torace, la schiena e la nuca quando riuscì finalmente a prendere le scale a chiocciola, tra gridi di dolore e di terrore, non poté che trattarsi di un mostro creato dagli Tsukinami.

***
-Andrà tutto bene, Teddy.-. Sussurra Kanato, condiscendente, al suo peluche, stritolandolo al petto nonostante il tanfo che emani sia vomitevole. Durante la caduta gli è scivolato di mano, per cui quando l'ha recuperato -attanagliato dal panico-, l'ha trovato immerso in una pozza di feci ed acqua sporca, ma non ha potuto far niente per la puzza se non strizzare per bene il suo corpicino.
-Andrà tutto bene ho detto, tranquillizzati.-. Ripete il vampiro, ora però scoccandogli un'occhiata irritata, perché lo vede tremare violentemente fra le sue mani. -Sì, sì, verranno a prenderci presto.-. Gli risponde, guardandosi furtivamente intorno: è buio pesto e,
a meno che non vengano individuati in altro modo, non possono essere visti da nessuno, ma non vuole che Teddy si spaventi più di quanto già non sia, perciò rimane in silenzio e gli carezza la testa umida.
Contento della sua richiesta, Kanato inizia a canticchiare sommessamente, rassicurato dal pensiero che tutto si risolverà, e Yui riuscirà per una buona volta ad aiutare lui e gli altri fratelli. Ridacchia.

Non può sapere che in realtà la fiamma di una torcia ha illuminato la sua prigione, ma è stata subito smorzata.
Le infide, viscide, brutali creature degli Tsukinami si avvicinano indisturbate all'ignaro vampiro, cercando di soffocare gli sghignazzi.
Quando si sono stufate di sentirlo canticchiare, le Ombre si gettano su di lui, trapassandolo da parte a parte, ripetutamente, con i loro artigli.
Questa volta, Teddy cade in una pozza di sangue.

***
Raito, Shu, Ayato, Reiji, cercano tutti la via d'uscita dal loro corridoio cavernoso, ognuno dei quali percorre parallelamente agli altri il sotterraneo del castello, dieci metri al di sotto della sala del trono. Affrontano i mostri deleteri da loro sguinzagliati, cercando di raggiungere la luce, le scale, la salvezza. La ottengono, chi con i vestiti ridotti a brandelli, altri trascinandosi dietro una scia di sangue. Ma non possono intuire, sormontati come sono dalla Paura, che i fratelli di Heinz abbiano usato tutto come diversivo.
A loro interessa relativamente che tutti i Sakamaki trovino la morte nelle prigioni. Hanno preso molto tempo in ogni caso, e l'unica cosa degna d'importanza, eccitazione, odio, è che Yui sia rimasta lì con loro, in quella sala.
In fondo, è sua la colpa se si trovano costretti a dover massacrare i loro amati nipotini, è sua la colpa se rimpiangono un fratello che non c'è mai stato per loro, ed è sempre sua la colpa se assomiglia così maledettamente tanto a loro madre.
Legata al trono, l'avrebbero frustata in viso fino a renderla irriconoscibile, umiliata per la sua inanità e l'astio che serbano contro di lei da quand'è nata, poi, afferatala Shin dai capelli, Karla le avrebbe reciso la carotide con agognata lentezza, servendosi dello stesso stiletto da cui è stato forgiato quello un tempo affidato a Christa.

Da ultimo, gli Tsukinami avrebbero ottenuto la loro vendetta.
Se non fossero arrivati i Mukami.
Come i Sakamaki non avevano previsto la presenza di trappole nella loro roccaforte, Karla e Shin non si sarebbero aspettati che Ruki avesse l'ardire di presentarsi al loro cospetto con al seguito gli altri tre poveri orfanelli.
Avevano giusto imbavagliato Yui
-non la smetteva di strepitare- ficcandole in bocca un fazzoletto di seta appallottolato, quando alle loro spalle era risuonato il latrato furioso: -VOI! SLEGATELA IMMEDIATAMENTE!-, che non poteva che appartenere a Yuma.
Shin aveva malignamente sorriso alla fanciulla in lacrime, come a dire: -Rimandiamo il divertimento a dopo-, e si era voltato, rassegnandosi ad incontrare il manrovescio del vampiro massiccio, che gli costò l'assetto della mandibola.
Perlomeno, mentre lui si sorreggeva a un bracciolo del trono e cercava con la mancina di rimediare alla dolorosa frattura -Yui gli strattonò con violenza la manica della camicia con le punte delle dita-, Kou, che lo stava per aggredire alle spalle, venne tolto di mezzo da Karla, il quale gli trapassò il torace con il pugnale, rigirando la lama nella piaga per udire più distintamente i suoi ultimi singulti.
Poi Shin rimise al suo posto la mandibola con uno schiocco atroce; il corpo esanime di Kou cadde pesantemente a terra; Karla ritrasse l'arma, leccandone con gusto la superficie della lama per tutta la sua lunghezza; Yui si dibatté sul seggio con tale impeto da farlo spostare in avanti di qualche centimetro, gridando così forte da essere sul punto di inghiottire il bavaglio; Azusa fece scivolare nel palmo della mano destra il suo coltellino, fissando ardentemente l'occhio buono di Shin; Yuma percepì la vista annebbiarsi, sormontato da una collera indomabile; Ruki sentì le gambe mancare, e si accasciò accanto al volto di Kou, che era distorto in una smorfia di dolore, pressocché eterna; Reiji, Ayato, Shu, Subaru e Raito si precipitarono nella sala, spalancando l'uscio posto nell'angolo di parete alla destra del piedistallo, una volta che si erano ritrovati assieme in un'anticamera sotterranea.

I Sakamaki non riescono a credere ai loro occhi. Ma cos'è che li sgomenta maggiormente?
La cruda realtà che Kanato non ce l'abbia fatta?
La vista del cadavere di Kou?
La presenza dei Mukami stessi?
La figura di Karla intento a leccare via ogni traccia di sangue dal suo stiletto?
L'udire i gridi soffocati di Yui, letteralmente inchiodata al trono?
Loro non hanno la mente abbastanza lucida per chiederselo.
Perfino, semplicemente, sono traumatizzati da tutte le circostanze, nel medesimo momento, allo stesso modo.
Una cosa sola è certa.
-Shin, Karla, preparatevi a morire.-. Pronunzia duramente Raito, incidendo in direzione del piedistallo, i capelli unti e scarmigliati,
un rivolo di sangue che gli cola da un taglio sulla fronte, il cappello stretto nella mancina, la manica destra della camicia ridotta a poco più di uno straccio, uno squarcio all'altezza del ginocchio sinistro.
-Nessuna arte oscura potrà ausiliarvi.-. Aggiunge poi, pragmatico, mentre agli Tsukinami pare che la sala inizi a vorticare intorno a loro, circondati dai membri di quelle due famiglie, finalmente unite da un obiettivo comune.
-
Sì, ora pagherete per quello che avete fatto.-. Commenta Ruki, con un sibilo raggelante, e si alza in piedi, dardeggiando con lo sguardo i due nemici. In tramite di un secondo, le due famiglie, fameliche e assetate, hanno messo piede sull'orlo del tappeto rosso.
Shin e Karla si guardano reciprocamente, poi scoccano un'occhiata a Yui: il suo sguardo, pulsante, denso d'odio, eccitato, li turba profondamente.
Solo in quel momento, brilla qualcosa di oscuro, nei suoi occhi, che li priva della vita ancor prima che ci pensino gli altri vampiri.


Angolo autrice:
Buonasera, se siete giunti  leggere fino a qui, vi ringrazio immensamente.
Pubblico esattamente due settimane dopo l'ultimo capitolo, e spero di tutto cuore che mi perdoniate per l'ennesima, lunghissima attesa. I motivi, ahimé, sono sempre gli stessi, però altrettante sono le buone ragioni per cui mi ritrovo qui a scrivervi, desiderosa di condividere la mia passione per la scrittura e per questa storia meravigliosa, parlare con le mie amiche...!
E perché no, anche per sapere se mi sono impegnata abbastanza, e se ne è valsa la pena.
Quindi, vi pongo la fatidica domanda: come vi è sembrato il capitolo? Vi ha emozionato? Vi immaginavate altri avvenimenti?
Sappiate che io farò tesoro di tutto quello che mi dite, se avrete voglia di farlo ^-^, che sia un complimento o una critica!
Non lasciatevi illudere dalla lunghezza del capitolo ;') perché non sarà l'ultimo che pubblicherò.
Dobbiamo scoprire insieme i finali alternativi!
Le prossime pubblicazioni saranno più volte a descrivere emozioni intense di piacere, amore, determinazione; anche se il filo della mia storia ha voluto che ben due vampiri ci lasciassero, non mi va di lasciare che la tristezza continui insistentemente il suo corso.
Più di 200 recensioni. Tantissime amiche gentili, dolci e simpatiche. Un sacco di lettori. La soddisfazione di portare a termine questo seguito.
Sorridendo di pura felicità, la vostra piccola_scrittrice vi lascia ad un buon proseguimento di serata.
GRAZIE E A PRESTO (ho scoperto di amare l'arancione xD <3)













 






















 

 



 

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Capitolo 25 Cogliendo il puro senso di smarrimento negli occhi degli Tsukinami, Yui gode. Sebbene abbia i polsi e le caviglie chiusi in una morsa al seggio di suo padre, la bocca forzata al silenzio dal fazzoletto di seta appallottolato, i lineamenti del viso provati dal recente, recentissimo pianto.
Mentre i fratelli di Heinz vengono fatti inginocchiare ai piedi di Raito, Ruki e Azusa, la lingua della fanciulla s'insinua con dimestichezza tra i solchi e le pieghe, umide di bava, della seta che ha stretta fra le labbra, come se voglia testarne veramente la consistenza, assaggiare la nota speziata di cui il fazzoletto è ancora permeato: l'odore di Karla, l'odore del muschio.
Azusa fa scivolare il coltellino al viso di Shin, ne percorre la circonferenza da un orecchio all'altro, lasciando dietro la punta della lama un solco rosso di sangue. La vampira, intanto, affonda i denti aguzzi nel bavaglio, desiderando per un folle attimo di star morsicando il collo di Karla, inebriata dall'effluvio di muschio. Poi si sorprende ad ammirare il muto perire dei due nemici, i quali iniziano a sanguinare da più punti -senza che la fanciulla riesca a registrarne in tempo la causa-, ma si limitano a serrare la mascella e a strizzare gli occhi. Ma, rendendosi subito dopo conto che il loro è solo un atto di arroganza, anche sul punto di morte, le viene d'impulso di artigliare ferocemente i braccioli a cui è legata.
Ora Raito si avvicina a Shin e gli afferra i corti capelli rossi con una mano, scoccandogli una gelida occhiata d'obliquo; lo stesso fa Ruki con Karla, sicché lo sguardo della fanciulla luccica di sarcasmo: i due vampiri paiono acquirenti che valutano la merce esposta. Però, pensandoci, gli Tsukinami non sono ormai quello? Sì, merce anodina, buttata sul piedistallo, sul punto d'essere scartata, dinnanzi a dove lei troneggia.

Come per il padre, così per la figlia, in quella sala millenaria si consumerà la stessa scena: cadaveri a terra, schizzi di sangue, vestiti imbrattati, coscienze stravolte.
Ma le analogie finiscono qui. Karl Heinz ha presidiato innumerevoli occasioni a massacri di creature per sete di faida e sangue, compiaciuto della sua irraggiungibile autorità. Yui Komori, invece, assiste per la prima ed unica volta all'uccisione di due vampiri spregevoli ed esecrabili, agognando di poterli assassinare con le sue stesse mani
.

Il momento è giunto. La giovane lo intuisce da come gli altri presenti si protendono, quasi incosciamente, verso il piedistallo.
Poi, repentinamente, il coltellino di Azusa si conficca nell'oculo sano di Shin, producendo un suono viscido e agghiacciante.
Subito dopo, Raito gli spezza l'osso del collo, facendolo schiocchiare in modo inequivocabile. Le dita di Azusa, allora, si apprestano a estrarre la lama dal suo occhio destro, ma la ritraggono con una veemenza tale da spappolare il bulbo oculare. Mentre il sangue zampilla intorno a lui, il cadavere di Shin stramazza a terra, colto dagli ultimi spasmi.
Come se aspettasse un segnale per agire, Ruki -sul cui volto scendono rivoli di sangue fresco- sloga con violenza la mandibola di Karla, soffocando un verso rabbioso. A quel punto interviene improvvisamente Ayato, sferrando un pugno che causa una contusione irrimediabile al cranio del vampiro: le iridi topazio si rovesciano all'indietro, il loro scintillio vitale si estingue, dopo di che anche il corpo di Karla si accascia pesantemente al suolo.
Non un gemito, un grido, un'imprecazione. Gli Tsukinami sono riusciti a torturarla anche ora, soccombendo in silenzio, privandola della soddisfazione di sentir soffrire le loro anime.
Accertarsi che loro hanno provato almeno un minimo del dolore che lei ha patito in tutti questi mesi.
Le hanno portato via Kanato. Hanno brutalmente ucciso Kou.
La nuca cinerea di Shin preme contro il tappeto insanguinato a una spanna dal trono. Assalita da un raptus incontenibile, Yui solleva una gamba del seggio con tutte le sue forze, e sfracella il volto esangue del vampiro.

***
Il marchio della passione 

E' Ruki-kun a soccorrerla.
Mentre gli altri trascinano via i corpi dissanguati degli Tsukinami -con ogni probabilità per gettarli nell'acqua del canale esterno-, il leader dei Mukami si avvicina al trono e la fissa, reggendosi al bracciolo destro come se gli manchino le forze. Effettivamente, inizia a slegarle i polsi con lentezza -le dita fredde e dalla parvenza impacciata-, guardandola dritto negli occhi in modo penetrante, ma senza proferire parola. Si limita a sospirare, soffiandole sui capelli, le braccia, le caviglie, frattanto che la presa delle sue mani si fa più decisa e calda, cominciando a sfregarle la pelle, non solo sfiorarla. Le sembra quasi che Ruki, man mano che slaccia quelle staffilanti corde di cuoio, si adombri.
-Si sta arrabbiando solo per avermi trovato in queste condizioni? Oppure è il pensiero...di..Kou a frustrarlo?-. Si chiede la fanciulla tra sé e sé, quando i polpastrelli del vampiro arrivano a toccare il bavaglio. I loro occhi si incontrano. -Saremmo dovuti intervenire prima.-. Lo sente mormorare a denti stretti, un attimo prima che le sgombri con impeto la bocca dal fazzoletto. Yui boccheggia, sorpresa del gesto repentino. -Non avrebbero potuto legarti e sarebbe stato Kou ad assassinare per primo quel verme-. Inveisce Ruki, sempre a mezza voce, dardeggiandola con le sue iridi screziate quasi palpitanti.
Il suo accesso d'ira la fa rabbrividire e al tempo stesso avvampare più di chiunque altro: sarà perché lui mantiene un tono di voce pacato, ma che lascia trasparire ugualmente una freddezza sferzante? O è per il suo sguardo indecifrabile, che si fissa su di lei ardentemente?
Cercando una spiegazione plausibile alla sua duplice reazione, la giovane si massaggia i polsi indolenziti e si passa la lingua disidratata sulle labbra. Ruki sussulta all'improvviso, facendole alzare gli occhi su di lui con aria allarmata. Ma il vampiro la sta solo osservando in viso con sguardo ambiguo.
Prima che possa dar voce alla sua apprensione, Yui è messa di nuovo a tacere, ma stavolta dalla sua bocca.
Ruki la divora con un bacio che le gonfia di rossore le due pieghe carnose, stimola le papille gustative raggirandole la lingua con la sua, mentre l'alito fresco le refrigera la gola secca. La fanciulla si dimentica di essere premuta al suo corpo slanciato, entrambi schiacciati sul sedile del trono in quella sala infausta.
Ad un certo punto, lui interrompe bruscamente il bacio, inghiottendola con lo sguardo. -Avevi bisogno di riattivare la circolazione-. Le labbreggia, peccaminoso. Yui non può fare a meno di rivolgergli un'occhiata scioccata.

-Permetteteci di averla con noi al momento della sepoltura di Kou-. Asserisce Ruki con aria solenne, rivolto ai Sakamaki.
Si trovano tutti quanti ancora sotto l'opprimente soffitto del castellaccio, una famiglia schierata alle spalle dell'uscita, l'altra in corrispondenza del piedistallo. La circostanza per cui Yui affianca Azusa -accarezzandolo, nel tentativo di tirarlo su di morale-, è già un punto in favore per il leader dei Mukami. -E non avete pensato che lei vorrebbe essere presente alla sepoltura di Kanato?-. Ribatte prontamente Ayato, ma senza la sua solita aria aggressiva. La sua voce, piuttosto, è incrinata dall'afflizione.
-Dovete ancora riesumare il corpo di vostro fratello. Vi prometto che Yui sarà di ritorno entro sera.-. Insiste l'altro, frattanto che i suoi foschi capelli vengono debolmente rischiarati dall'alba inoltrante le vetrate.
La sua totale mancanza di tatto colpisce la ragazza come un pugno nello stomaco, tant'è che lei intende subito farglielo notare, quando Ayato replica stizzito: -Come non detto. Ma vedete di non trattenerla oltre l'ora prestabilita.-, zittendola suo malgrado. -Grazie per averci chiesto del nostro volere in merito a questo.-. Rimbecca acidamente la vocina dentro di lei.
Sotto le sue mani, le spalle di Azusa vengono nuovamente scosse da un tremito, sicché la fanciulla lo cinge con maggior decisione, scegliendo di non accanirsi. -Perlomeno, così potrò pregare per l'anima di Kou e assistere Azusa..-. Medita, malinconica, fissando la lama del coltellino incidere nei polpastrelli del vampiro stretto a lei. Ben presto un fil di sangue inizia a scorrere giù per il suo palmo destro, ma lui sembra non accorgersene.
Prima che inizi a rabbrividire anche lei, una voce le sussurra all'orecchio: -Dobbiamo andare, Yui Komori.-,  fredda ed implacabile. Ruki-kun l'afferra per un gomito subito dopo, sospingendola verso l'uscita.
Stordita dal dolore sordo al petto, esausta di respirare l'aria viziata di quella dannata sala, la giovane guarda appena in volto i cinque fratelli Sakamaki, dopo di che viene inglobata dal furore del temporale.
***
Nel giardino retrostante la magione dei Mukami, Yuma sta scavando una fossa ai piedi di un florido melo.
-Quella buccia rossa ci ricorderà l'occhio destro di nostro fratello.-. Ha grugnito i vampiro castano, indicando con la punta della pala i frutti polposi ondeggianti tra i rami scossi dal vento forte. Dopo di che si è chiuso nel silenzio ed ha iniziato a lavorare con gran lena, all'apparenza incurante delle folate che gli sferzano il viso, la pioggia che si infrange con violenza contro le sue spalle larghe, i tuoni che rimbombano intorno a lui. Più volte i lampi hanno gettato luce sui suoi capelli gocciolanti e i vestiti inzuppati, ma Yuma-kun non ha mai alzato la testa in direzione del cielo o la sua dimora, continuando ostinatamente a livellare il terreno fertile per la tomba di Kou.

Yui osserva come ipnotizzata la scena dalla porta finestra della sala da pranzo, finché un fruscio alle spalle non attira la sua attenzione. Si volta, e i suoi occhi vengono imprigionati da quelli di Ruki: i capelli hanno un aspetto insolitamente scarmigliato, le gote diafane sono accarezzate dai lembi di tenda rossa, la camicia bianca sbottonata lascia scoperto lo sterno, le gambe sono fasciate da un pantalone nero, i piedi sono scalzi.
-Vieni con me-. Esordisce senza mezzi termini, porgendole il palmo della mano destra.
-Perché ha la voce arrochita? Perché mi fissa con quello sguardo... irresistibile?-. Pensa la ragazza, avvampando violentemente.
-Ruki-kun...Do..dovremmo aiutare Yuma. La..la salma di Kou..-. Balbetta in modo sconnesso, spalmandosi ai vetri della porta finestra. Il vampiro, incoraggiato da qualche oscura ragione, si protende verso di lei, puntellandosi su un gomito accanto al suo viso arrossato. -In questo preciso istante, se provassimo ad avvicinarci a Yuma con ogni probabilità ci tramortirebbe con una vangata. Abbiamo molto tempo prima che lui termini l'opera, Yui-. Ribatte, in tono suadente.
Ora la sua pelle è incendiata.
-Tempo per cosa, Ruki?-. Ha l'audacia di chiedergli, succhiandosi il labbro inferiore senza rendersene conto.
L'occhiata equivoca che le rifila subito dopo la costringe a reggersi al suo gomito per evitare di capitolare all'istante.
-Oh, ormai ti considero più intuitiva di così, Eva. Ora vieni con me.-. Le sussurra maliziosamente all'orecchio, facendole annodare un groppo in gola, dopo di che abbassa il braccio e la prende per mano, trascinandola oltre il largo sipario di velluto rosso.
Incapace di ritrarsi dalla stretta fredda ma risoluta delle sue dita, Yui segue il vampiro per i corridoi eleganti, su per le scale, nella sua camera da letto. Dove ha già dormito in un'occasione, e ha sognato...

-
Ora sei solo mia.-. Dichiara Ruki, chiudendo la porta dietro di sé con uno scatto impetuoso. La giovane ingoia invano il groppo in gola, paralizzata a qualche metro dalla branda.
Le piccole finestre disposte fianco a fianco sono state lasciate aperte, perciò la camera è attraversata da una corrente d'aria fresca che agita furentemente i tendaggi scuri, così come svolazzano i suoi biondi capelli e l'orlo della blusa blu.
Malgrado sappia quanto sia fatale il peso di quella situazione, in cosa possa incorrere da un momento all'altro, Yui si sente completamente in balìa del vampiro che la contempla da sempre più vicino, passo dopo passo, coi suoi occhi mirabili e screziati di mille emozioni contrastanti.
-Questa volta non cercherai di scappare da me, vero?-. Le chiede, ma suona più come una domanda retorica.
-Sa che non lo farò.-. Riflette lei con un moto di fastidio, squadrando il suo sorriso arrogante.
Lui allunga una mano e le cattura il mento fra due dita, studiando per un attimo la sua espressione. -No, stavolta ti concederai totalmente a me.-. Constata in tono evidentemente compiaciuto, a giudicare pure dalla piega presa dalla sua bocca, e le sfiora lentamente le labbra con un polpastrello. La fanciulla stringe le gambe, travolta da ondate di piacere che la fanno arrossire di frustrazione.
-Come sei sensibile...-. Lo sente mormorare assorto, prima che aggiunga, provocatorio: -O è l'impazienza a farti agitare tanto sotto il mio tocco?-. Yui spalanca la bocca, punta sul vivo, ed è lì per lì di mollargli un ceffone, quando lui l'afferra per entrambi i polsi e la costringe ad indietreggiare, facendola finire lungo distesa sul letto.
Lei soffoca un verso stizzito e tenta di liberarsi dalla presa, ma Ruki sale a cavalcioni su di lei e le blocca le mani sopra la testa, ridendosela di gusto. -Oh, suvvia, tutti e due vogliamo ben altro che questo-. La rimprovera in vena ironica, serrandole le gambe scalcianti tra le sue. -Sei un maledetto bastardo-. Sibila la ragazza, tuttavia si arrende, sprofondando così nel soffice materasso sotto di loro. Il suo complimento è accolto da uno sguardo eccitato.
Dopo qualche secondo, si sente dire: -Ti lascio andare le mani a patto che le usi per spogliarmi.-, questa volta in tono mortalmente serio. Yui ammutolisce dalla concitazione, inarcando entrambe le sopracciglia. Accidenti.
Il volto di lui è attraversato dall'ombra di un sorriso condiscendente. -Quella tua espressione innocente mi fa impazzire.-. Osserva con voce roca, raddrizzando di colpo la schiena: strattona bruscamente i bottoni della camicia, facendoli volare dappertutto, e se la sfila in un unico movimento fluido. Prima ancora che la cute della fanciulla possa diventare incandescente, Ruki la schiaccia sulle lenzuola sotto il peso del suo corpo virile, facendola gemere di sorpresa.
-Quanto ho aspettato questo momento, Yui Komori...Ma ora.. provo qualcosa che... non avevo mai percepito prima. Qualcosa che..-. La sua voce si spezza. In corrispondenza dell'interno coscia, lei sente premere la sua erezione. Le vengono le lacrime agli occhi.
-Ruki-kun..Io..io sono davvero pronta ad offrirmi a te. Ma devo sapere...devo sapere se quel qualcosa va oltre la volontà di potere, capisci?-. Labbreggia con la voce rotta dal pianto silenzioso, accarezzandogli i capelli con dita tremanti.
La sua esitazione a rispondere la colpisce al petto con una fitta lancinante.
Quando il desiderio è sul punto di svanire, lui le sussurra, con una certa riluttanza: -Avanti, toccami la schiena.-.
Lei gli rivolge un'occhiata perplessa, sicché è il vampiro a dirigere le sue mani lì, con una delicatezza che le gonfia il petto di rinnovata emozione.
Poi le sfiora. Due cicatrici, trasversali, profonde, ruvide al tatto, ampie, troppo ampie.
-
Ero poco più che un ragazzino. Ma avevo già perso tutto, vivevo per strada. Un giorno mi imbattei in due vecchi soci d'affari di mio padre. Iniziarono a picchiarmi; dissero di aver sempre odiato il mio atteggiamento strafottente nei confronti degli altri. Furono loro a marchiarmi. Come fossi un capo da bestiame, per incidere nella mia carne il fallimento della mia famiglia.-. Racconta il vampiro, con sguardo eccezionalmente lucido. La voce, invece, è priva di sentimento.
-Ecco, ti ho appena mostrato il mio più grande segreto, l'unica cosa di cui mi vergogno e che tortura la mia anima dannata. Mi sono appena affidato a te, Yui. Pensi ancora di poter fare lo stesso? Pensi davvero di donarmi il privilegio del tuo amore e l'autorità in veste di Capo dei Vampiri?-. Le domanda in tono grave, fissandola intensamente.
La risposta della giovane è inequivocabile. Accarezza le sue cicatrici, e sorride con dolcezza. Gli prende il viso tra le mani, e lo bacia a fior di labbra. Si sfila i pantaloncini, e lo guarda. Gli abbassa la cerniera dei pantaloni, ed ansima.

Ruki-kun la penetra con violenza, travolto dal desiderio e la passione di possedere il suo corpo morbido ed incantevole. Grugnisce e spinge sempre più in profondità, cercando follemente un contatto con la sua anima pura ed innocente. La priva della verginità con una lussuria tale che la fa gridare di solo piacere. Le lenzuole candide sotto di loro si impregnano di rosso, così come le labbra del vampiro mentre premono sul suo collo, assaggiando ancora e ancora il suo sangue sublime.
Ruki Mukami viene consacrato al titolo di Capo dei Vampiri e Yui Komori come sua sposa, ma questa consapevolezza non tocca nessuno dei due. Perché ora sono rapiti l'uno dall'altro, smarriti in un vortice di godimento carnale e gioia profonda.

***
Angolo autrice:
Buonasera a tutti! Posso scrivere di avercela fatta a pubblicare entro domenica, che sollievo!
Come avete ben potuto capire, il primo dei finali alternativi ho deciso di dedicarlo a Ruki. Desidero vivamente avere il parere delle mie amiche in merito.. Insomma, mi sono spinta un pochino più in là con le descrizioni delle scene...osé? xD Anche se questo lo considero solo un primo tentativo, mi piacerebbe sapere cosa ne pensate. Sì, ce l'ho anche con voi lettori che vi nascondete nelle semplici (ma preziosissime) visite al capitolo u_u
Chiedo venia per il ritardo o la totale assenza di risposta ai messaggi personali o le recensioni. Ammetto che talvolta il poco tempo libero che ho lo uso per leggere le pagine di un buon libro (ultimamente mi sono data ai gialli xD), ma quando mi collego ad EFP, faccio sempre tutto il possibile!
Grazie, grazie a tutti dell'attenzione.
















 



















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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


Capitolo 26 Angolo autrice:
Salve, miei carissimi lettori. Vi scrivo in ritardo, e di questo mi scuso. Per quanto possa essere impegnata o meno, ci tengo a rispettare la scadenza di una settimana
, e quindi condividere con tutti voi ciò che mi frulla in testa a proposito di questi amanti diabolici **, per cui scusatemi ancora una volta x).
Domenica scorsa, quando mi ero messa in testa di pubblicare il nuovo capitolo, devo aver manifestato il cosiddetto "blocco dello scrittore": per quanto mi spremessi le meningi, non riuscivo a scrivere una sola frase del finale alternativo di Subaru che non fosse stupida o dotata di un acciacco. Solo verso sera, quando ormai mi ero arrangiata a rimandare la stesura del testo a
non-so-manco-io, ho improvvisamente inteso che volevo descrivere il finale di Shu. Non saprei come spiegarvi, ma dovevo decidere se inventare una conclusione per un vampiro o per l'altro, e di colpo mi è saltato in mente il viso di Shu, nient'altro! Insomma, spero che le fan di Subaru non me ne vogliano, ma qui intendo lasciare lo spazio unicamente al primogenito <3 Credetemi, fosse unicamente per il mio piacere di scrivere e riuscire ad emozionarvi, farei tanti capitoli quanti sono i vampiri rimanenti, ma le vacanze estive iniziano tra meno di un mese e con loro si avvicinano due esami molto importanti per me. Del resto, sono sicura che anche voi bramate come me di prendervi una pausa da tutto, soprattutto dalla scuola!
...Okay, sono logorroica ed essenzialmente questo angolino potrebbe non interessare a nessuno, perciò buona lettura e grazie di tutto, ma proprio tutto cuore alle mie amiche.



***
Profondo blu

Shu osserva relativamente da lontano la scena, tale è il distacco fisico e morale che prova rispetto a quella situazione. O forse no, forse quello che lo immobilizza è rabbia. Cieca, sorda, profonda. Forse è solo lui a non essere abituato a percepire un'emozione intensa come quella. Inconsciamente, deve essersi ingessato in una sorta di impassibilità che reprime come può il suo istinto primitivo di sfondare il cranio dei fratelli di Heinz con le sue stesse mani.
Colpito da quella nuova e quanto mai plausibile consapevolezza, il vampiro si ritrova a chiedersi quali, e quanti, altri sentimenti abbia mai trattenuto -mentre i suoi occhi registrano, in un angolo recondito della mente, l'accasciarsi al suolo di Shin-.
Come se solo analizzando il rapporto con lei possa rispondere alla sua domanda interiore, Shu fissa lo sguardo sulla fanciulla legata al trono.
Vederla in quello stato lo devasta. -Ecco, ecco, cos'è questa sensazione? Per quale ragione percepisco questa fitta allo sterno? Perché mi sento sormontare dal bisogno di soccorrerla?-. Riflette, con il palmo della mancina premuto contro il torace, quasi possa lenirne il dolore che lo strazia. Il fatto che lei -con il suo bel viso dall'aria sbattuta- non accenni a voltarsi nella sua direzione, ad accorgersi della sua presenza, lo fa sentire ancora più male. In fondo, è rimasto in quella catacomba solo per lei: gli Tsukinami sono morti, Kanato è morto. Per quanto gli riguarda, non avrebbe più senso restare. Da nessuna parte, forse.
Se non fosse che un bavaglio sta per soffocare quella dannata ragazza.
Prima che se ne renda conto, il vampiro guarda i fratelli con aperta ostilità. -Quanto ci metteranno a togliersi dai piedi?-, si domanda tra sé e sé. L'attimo dopo, credendo che Subaru abbia intercettato il luccicchio astioso nei suoi occhi, Shu ritorna a fissare intensamente in direzione del trono. Il movimento delle labbra della fanciulla attorno al fazzoletto gli fa sgranare impercettibilmente le palpebre. D'istinto, si sbottona il colletto della camicia inamidata. Deglutisce rumorosamente, il suo pomo d'Adamo guizza verso l'alto, ma, d'improvviso, quella visione conturbante viene ostruita da due iridi verdi che lo squadrano con indifferenza. E' Ayato.
Lui soffoca uno sbuffo d'irritazione. -Dovresti aiutare Raito a cercare il corpo di nostro fratello.-. Gli viene detto, in un tono vagamente dispotico che lo innervosisce ancor di più. -Non hai capito niente. Yui deve prestare attenzione esclusivamente a me.-. Pensa lui, replicando freddamente: -Sì, lo immaginavo.-. Il vampiro rossiccio non aggiunge altro, mima un'espressione di approvazione, dopo di che si presta ad aiutare Ruki a trascinare via il corpo massiccio di Karla.
 
-Nostro fratello è morto. Perché ostinarsi con il suo povero corpo? Va lasciato in pace, ovunque sia finito.-. Riflette Shu, nauseato, mentre attende l'uscita di scena di Ayato e il leader dei Mukami. In contemporanea a loro, anche gli altri vampiri spariscono dalla sala cavernosa, diretti loro malgrado nelle carceri sotterranee. Scrutando la fanciulla dal suo angolo, si chiede come i fratelli abbiano potuto abbandonarla in quel modo. O forse è stato lui ad aver esternato piuttosto chiaramente il suo desiderio di possesso?
L'attimo dopo, scrolla le spalle. In fondo non gli interessa la motivazione, tanto non intende muoversi da quella sala.
Un piatto sublime e ricercato gli sta venendo servito su un piatto d'argento, perché lasciarlo raffreddare?

A quel punto, il viso ombrato da un sorriso ambiguo, il vampiro si materializza al fianco dello scranno regale, annunciando alla ragazza il suo brusco avvicinamento con uno spostamento d'aria che le scompiglia i lunghi capelli biondi.
-
Di cosa saprà il loro odore?-, si ritrova a pensare, segretamente affascinato, intanto che esordisce a voce alta: -E' ora di tornare a casa, Yui.-, con aria disincantata. Al fine di memorizzare ogni sua minima reazione, la studia con sguardo affilato, all'apparenza disinteressato, e pensa con fervore: -Piuttosto che parlare a sproposito, dovrei liberarla e portarla via-.
Gli occhi della fanciulla, difatti, guizzano alle corde di cuoio strette attorno ai polsi per poi volgersi su di lui, inarcando lentamente le sopracciglia. La sua espressione confusa e al tempo stesso satura di sarcasmo lo punge nel vivo.
Sicché, chinatosi su di lei, Shu le toglie rudemente di bocca il bavaglio, asserendo con voce annoiata, sormontato dall'acredine: -Dovrai darmi qualcosa in cambio per l'aiuto, neh-. L'istante dopo, lo sgomento dei suoi occhioni lampone si riverbera in lui come una fiammata. -Ma cosa vado dicendo?-. Riflette, a sua volta scioccato, ma d'impulso aggiunge: -Non sto scherzando.-. Questa volta Yui lo fulmina con sguardo torvo, facendogli ingoiare un groppo incandescente. Eppure, anche se è una sensazione che gli lacera il petto, Shu pensa che continuerebbe a provocare la fanciulla solo per provarla e riprovarla, perché è maledettamente...intensa. Profonda.

-Immagino che ora dovrei prenderti in braccio. Mi sembri troppo impedita per riuscire a camminare da sola-. La prende in giro, una volta slegato l'ultimo nodo. Il tono di voce sprezzante gli riesce piuttosto bene. -Guarda che nessuno ti costringe ad aiutarmi!-.
Lo rimbecca la giovane, ingenua e risentita, spingendolo via. A quel punto, trattenendo a stento un sorriso, Shu l'afferra per il bacino e se la carica in spalla, incidendo verso l'uscita con scioltezza. Yui sibila più volte di metterla immediatamente giù, però -sorprendendolo suo malgrado-, non scalcia né tenta di picchiarlo.
La loro bolla di spensieratezza, estranea alla desolazione e lo strazio che li circonda, scoppia non appena una mano trattiene il vampiro per il braccio destro, mentre il vento di fuori ingolfa i vestiti sdruciti.
-Avrei dovuto immaginare che l'avresti accompagnata tu alla villa.-. Mormora Subaru-kun con inaspettata gentilezza, ma dallo sguardo pare tremendamente infelice. Shu, fissandolo qualche secondo con freddezza spietata, si limita a replicare: -Già, avresti dovuto presumerlo prima.-. Allora si scrolla di dosso la sua mano ed avanza di un passo sul ponte elavatoio abbassato, venendo investito assieme alla ragazza dalla pioggia e le folate sferzanti.
Dopo di che, nell'intervallo di tempo in cui il vampiro ravvisa nell'oscurità del temporale una limousine parcheggiata su di un'altura poco distante, alle sue spalle Subaru, nascosto nel buio dell'anticamera del castello, sussurra nella loro direzione: -Buona fortuna, Adamo ed Eva.-.
Shu non ha modo di sentirlo, concentrato com'è sul profilo dell'auto laccata di bianco, ma Yui sgrana gli occhi, prendendo finalmente consapevolezza di ciò che succederà.

***

-Shu-kun, che ci facciamo qui?-. Gli chiede la fanciulla, che non sembra essere più in vena di nascondere la propria mestizia. Essa è evidente nelle ombre che le cerchiano gli occhi, le palpebre pesanti, le ciglia impiastricciate dall'ultimo pianto e le gocce di pioggia, gli angoli della bocca screpolata piegati all'ingiù, le braccia abbandonate lungo i fianchi, le gambe che stentano a reggere il peso del suo esile corpo.
Giusto, perché ha deciso di portarla in quella stanza della villa? Solo per via del magnifico pianoforte collocato nell'angolo, il paesaggio visibile dalla porta finestra? O a causa dei ricordi che permeano le pareti, come ci fossero miriadi di schermi che replicano inquadrature sempre diverse dei loro vecchi sorrisi, sguardi, passi di danza..?
Sentendosi d'improvviso soffocare, Shu pensa che in quel momento dovrebbero trovarsi nella sua camera da letto, la pelle nuda accarezzata dalle lenzuola di lino, mentre lui..
-Shu-kun, suona qualcosa per me.-. Mormora la giovane di punto in bianco, avvicinandosi dirimpetto a lui, le mani debolmente intrecciate in segno di preghiera. Solo in quel momento, il vampiro inizia ad individuare le curve dei seni sotto la blusa sgualcita, delineare la sagoma dei fianchi morbidi in corrispondenza dei pantaloncini umidi di pioggia, osservare le gambe esposte e dalla cute vellutata, immaginare i lunghi capelli biondi scarmigliati inerpicarsi sul suo petto, le braccia, le spalle.
Indietreggia, spaventato

-No, non fare così, ti prego. Siediti al pianoforte e suona qualcosa.. suona qualcosa per Kanato-. Lo supplica la fanciulla, afflitta, ma non osa avanzare, né toccarlo. Lui capisce all'istante. -Lei sa a cosa sto pensando-, constata tra sé e sé, a bocca asciutta.
-Io la violerò per prendere il posto di quel mostro di nostro padre, e lei lo sa.-. Continua a riflettere, stravolto, voltandole bruscamente le spalle per dirigersi verso il pianoforte. -Kanato è morto affinché uno di noi altri prendesse il posto di quei tre mostri. E lei mi ha chiesto di suonare per mio fratello. Lei sa.-. Accarezza la superficie della tavola armonica nera, prima di lasciarsi cadere sullo sgabello di velluto rosso. Nella penombra della stanza, la tastiera attende il tocco delle sue dita esperte. Insieme a Yui, lo spirito di Kanato aspetta che lui ne rievochi la memoria con una melodia. "Scarborough Fair", l'unica che Cordelia facesse intonare al suo piccolo uccello canterino.
Così, Shu chiude gli occhi, ed inizia a suonare. Ben presto, due mani si posano delicatamente sulle sue spalle, ma lui non ha più paura. Il tocco di Yui ora gli infonde calore, e pace. Entrambi possono percepire la presenza di Kanato, in piedi dietro il vetro della porta finestra, mentre ascolta quella melodia dolce e lenta, malinconica e nostalgica.
La fanciulla inizia a piangere, facendo infrangere le gocce salate sui capelli e la camicia del vampiro.
Lui stringe le palpebre e rievoca l'ultima, bassa nota. Due sole lacrime stillano dai suoi occhi, ma gli rigano il viso come lame.

-Aspettami qui.-. Asserisce Shu, alzandosi dallo sgabello con tale foga da farlo rovesciare ai piedi di Yui, e corre via dalla stanza senza curarsi di chiudere la porta. Fende il corridoio a grandi passi, diretto alla sua camera da letto, e nel contempo si strofina gli occhi con energia, arrossandoli fino ad offuscare la vista. Raggiunta la sua meta, avvolto da un silenzio surreale, il vampiro spalanca con decisione l'uscio e accosta la sua branda, tirando via le lenzuola con veemenza. Sprimaccia i suoi tre cuscini e li raccoglie come può sotto un braccio, mentre con l'altro acciuffa i lembi delle coperte e se le trascina dietro. In tutta fretta, percorre il corridoio a ritroso, finché non si imbatte in Reiji. -Cosa stai facendo? Non mi dire che ti sei deciso a fare il bucato?-. Gli chiede quest'ultimo, stranamente pallido e stralunato, le mani immancabilmente guantate che stringono una tazza di tè ormai freddo. -No, non ancora. Reiji, visto che sei qui, vorrei chiederti una cosa..-. Inizia a dire lui, ma viene subito interrotto dall'altro che, sospirando, continua: -Ah, avrei dovuto aspettarmi una risposta del genere! Ma allora cosa ci fai con quelle coperte? Ti va di parlarne davanti a una tisana fumante?-. A quel punto, Shu sbuffa e replica: -Per ora ti consiglio di riscaldare la tazza che hai in mano. Ecco, a proposito di coperte: secondo te è inconcepibile addormentarsi sul pavimento, ma steso sul tuo cuscino?-. Il fratello pare ragionarci su qualche secondo. Alla fine proferisce: -No, non esattamente. Anzi, ipotizzo che si possa avere un sonno ristoratore-, sfoderando un sorrisetto che pare più una smorfia contrita. Sentendosi di colpo sollevato, l'altro gli assesta una pacca di gratitudine sulla spalla, prima di ritornare dalla sua Yui.

Non appena varca la soglia della stanza, Shu viene assalito dalla ragazza, la quale lo soffoca in un abbraccio ribadendo più volte di averlo aspettato e di non averci capito più niente. Lui, sormontato all'istante da un'emozione mai provata prima, che gli rode piacevolmente il sangue, getta a terra lenzuola e cuscini e solleva la fanciulla per il bacino, facendola volteggiare un paio di volte su sé stesso. In quel breve lasso di tempo, la osserva ridere concitata, e si sente invadere dal calore, come se nel suo petto arda una fornace che solo Yui sa come alimentare. Quando le pareti della stanza iniziano a vorticare troppo velocemente intorno a loro, Shu la fa stendere al suo fianco sulle coperte stropicciate, adagiate sul pavimento con i cuscini alla rinfusa. A quel punto non parlano, si limitano a fissarsi intensamente l'uno negli occhi dell'altra. Potendola scrutare da così vicino, Shu appura quanto sia bella. Rimembrare Kanato è servito loro a liberarsi dal rimpianto e dal tormento.
Perso un attimo in quel pensiero, il vampiro non si accorge subito del movimento delle gambe della fanciulla, la quale si siede a cavalcioni su di lui, guardandolo da sotto le ciglia chiare con un velo di rossore in viso.
Senza riuscire più a contenerla, la sua erezione inizia a premere contro il cavallo dei pantaloni, a contatto con l'inguine coperto di lei.
-Shu-kun...Mi baceresti?-. Gli domanda a mezza voce. Poi, d'un tratto dall'aria incerta, fa per discostarsi, ma Shu l'afferra per le anche -grugnendo e baciandola a fior di labbra- e sovverte fluidamente la loro posizione, sovrastandola.
-Per te, questo e molto altro-. Le sussurra con voce roca ad un orecchio, scorgendo i brividi di piacere che le scuotono il corpo.
Poi, come se l'eccitazione la rendesse veramente spigliata e audace, Yui si sfila i pantaloncini con rapidità, dopo di che gli toglie la cintura e abbassa i pantaloni. Innaturalmente bisognoso d'aria, Shu scalcia via i calzoni con il respiro corto, mentre lei si morde il labbro e arrossisce in un modo che lo fa impazzire.
Da lì a pochi attimi, il vampiro sprofonda dentro di lei, così delicatamente da farla gemere appena di dolore. Poi, aspettando il muto consenso dei suoi occhi, inizia a muoversi, incurante delle mani che gli stanno artigliando la schiena, o del sangue che avviluppa lentamente le coperte. Ci sono solo loro, le sue iridi lampone, i suoi gemiti di piacere, le sue gambe cinte a lui. C'è quella sensazione di meravigliosa e profonda completezza ogni qual volta entra dentro di lei. No, non c'è più solo il sangue, non intende più sottrarglielo in alcun modo. Anzi, Shu capisce di amare come quel fluido sublime le imporpori le gote. Shu capisce di amarla.
Pervaso da quella pura e semplice verità, profonda e intensa emozione, accelera il ritmo delle spinte e grugnisce. Yui lo asseconda, divaricando ancor di più le gambe, e grida di piacere. Consumano il loro primo atto, sprofondando l'una nell'altro.
Solo per un singolo, effimero secondo, si domandano entrambi perché abbiano aspettato tanto a scegliersi, ed accettare i ruoli di Adamo ed Eva. 


 




 





 











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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Capitolo 27
Angolo autrice:
Salve miei carissimi lettori. Prima di tutto ringrazio tutti quanti per le continue e calorose attenzioni, ma soprattutto, sono grata alle mie amiche della loro immane dolcezza e spontaneità, incoraggiandomi come solo ognuna di loro sa fare. <3
Spero con tutta me stessa che quest'altro finale alternativo riesca ad emozionarvi come vorrei, ma prima di augurare una buona lettura, vorrei esporvi la paura che mi attanaglia negli ultimi giorni: se io decidessi di concludere la storia con il prossimo capitolo (il protagonista sarebbe abbastanza scontato xD ), voi mi lincereste all'istante, ne rimarreste estremamente delusi? Purtroppo, ribadisco, con l'inizio di giugno credo che non riuscirei a dedicarmi alla storia come negli scorsi mesi. Stavolta ci tengo davvero tantissimo a sapere il vostro parere a riguardo, quindi se deciderete di darmelo, non risparmiatemi di argomentazioni. Vorrei solo aggiungere che i fratelli su cui finora ho scritto il finale non sono stati scelti casualmente, ma perché io li ho seriamente considerati gli unici in grado di amare e sostenere Yui in quanto Adamo ed Eva. Per non privarvi di altro tempo prezioso, le mie motivazioni le fornirò con piacere in privato (non fatemi diventare di nuovo logorroica e leggete la parte importante di questa pubblicazione XD <3). Ora la piccolissima scrittrice vi saluta e si ritira dal suo angolino.

***
 Amara dolcezza

-Sei davvero una pappamolle-.
L'insulto gratuito di YUMA-KUN la colpisce come uno schiaffo dato in pieno viso. Spalancando in modo smisurato la bocca, Yui rischia di soffocarsi con il bavaglio, tanto è il suo sgomento. -Ma con quale sfacciataggine...-, inizia a pensare, rabbiosa, finché gli occhi ambra del vampiro non si piazzano a pochi centimetri dai suoi, facendole affacciare in mente una sfilza di imprecazioni lungi dal suo consueto essere delicato. -Possibile che non tu non abbia fatto il culo agli Tsukinami perché bloccata da queste quattro cordicelle?-, rincara la dose il castano, petulante, e le strappa via il fazzoletto di seta dalla morsa dei suoi denti. Nel mentre la ragazza si riassetta la mandibola intorpidita, lui distoglie gli occhi per osservare la dinamica del dito molesto sul suo polso sinistro: tende al massimo il laccio che le serra la mano al bracciolo del seggio, dopodiché lo lascia andare, accompagnato dallo schiocco del cuoio che scava più a fondo nella sua pelle martoriata. Il millisecondo dopo, mordendosi ferocemente il labbro inferiore per non gridare, la fanciulla sibila fra i denti: -Yuma, ti conviene sparire. Ora.-, -Se non vuoi che ti combini quello che avrei voluto fare a quei due-, soggiunge fra sé e sé, animata da seri intenti omicidi. Ma lui le rifila un buffetto sulla guancia -un beffardo buffetto sulla guancia-, esclamando: -Ah, no! Se sei così pappamolle da non riuscirci da sola, ti libero io, così poi mi dai una mano a gettare i cadaveri nel canale qui fuori!-, ed indica l'uscita del castellaccio con un pollice alzato in quella direzione. Yui lo fissa un attimo in silenzio, sbigottita, poi, metabolizzate le sue parole, per prima cosa sbraita: -Non chiamarmi pappamolle!-, ed inizia a dimenarsi sullo scranno. -E questo lo reputi un buon modo per riuscire ad alzarti?-, commenta il castano, mezzo ridendo, prima di sporgersi per aiutarla.
-Oh, mi dimeno per trattenermi, Yuma caro.-, riflette causticamente la fanciulla, scrutandolo con attenzione mentre le slaccia i nodi di cuoio con un sopracciglio inarcato. Appena ha terminato la sua opera di bene, il vampiro comincia a dire: -Visto? Ecco fatto, ora..-, lei però, avendo subito recuperato un corretto circolo del sangue negli arti, gli balza addosso, tramutando le sue parole compiaciute in un grugnito di sorpresa.
La vampira lo placca al pavimento, inchiodandogli le spalle larghe con entrambe le mani, poi gli sferra una ginocchiata nei testicoli e soffoca il suo sbuffo di dolore sigillandogli brutalmente le labbra con le sue. Allora si ritrova a studiare -con una sorta d'eccitazione che le comprime lo sterno- come quelle scintillanti iridi ambra lentamente si sgranino, finché due forti mani non la strattonano indietro, evitando per poco di farle staccare con un morso le pieghe carnose del vampiro. Egli, d'altro canto, non le stacca gli occhi di dosso, anche se sanguina dalla bocca e Raito sta cercando di rimetterlo in piedi sollevandolo da sotto le braccia.
-Yui Komori, i tuoi raptus violenti non sono graditi.-, prorompe Ruki, non senza nascondere una punta d'incredulità, e tira a sé la ragazza con una violenza tale da strapparla letteralmente alla presa, ben più delicata, di Azusa. -Abbiamo già sopportato abbastanza per oggi. Perciò..-, Continua il leader, il quale, da come le stringe il braccio destro, sembra essere sul punto di perdere il controllo. Prima ancora che decida di farlo lei stessa, l'aggressione verbale si interrompe con il risuonare della risata roca e gutturale di Yuma, che dice: -Lasciala andare, fratello. Tanto avrà l'occasione di farsi perdonare-, con voce in bilico tra la minaccia e l'equivoco.
-Cosa accidenti vuole dire?-, si chiede di riflesso lei, guardando di sbieco il castano mentre si discosta da Raito con ben poca gentilezza. -Non ti dispiacere Ayato, ma oggi la donzella deve venire con noi per darmi una mano con la sepoltura-, continua Yuma, e rivolgendosi all'interessato -che se ne sta con il volto incupito e la mancina sospesa sulla spalla di Ruki-, scrolla le spalle con fare strafottente. Dopodiché, prima che Ayato riesca a formulare un'intimazione abbastanza convincente, e il leader dei Mukami si renda conto delle imminenti conseguenze della morsa in cui ha chiuso la giovane, Yuma afferra quest'ultima per un gomito e se la porta dietro, sotto gli occhi indispettiti di Raito e Azusa, vagamente divertiti di Reiji e Shu, allibiti di Ayato e Ruki, furiosi di Subaru. -Ma chi ti credi di essere? Lasciami subito andare!-, sibila Yui in direzione del colosso che si staglia davanti a lei. Per fargli mollare la presa, prova pure ad opporre resistenza piantando i piedi al pavimento, ma finisce solo col farsi letteralmente trascinare da lui, sollevando dietro di loro una nuvola di polvere. -Bravi, avete già buttato via i corpi di quegli stronzi, ora cosa aspettate ad uscire da lì?!-, sbraita ad alta voce il vampiro, per sovrastare il rumore dei tuoni improvvisi, e trasporta la ragazza al di là del ponte elevatoio, facendole scudo con la sua mole possente mentre il vento e la pioggia imperversano. -Sei davvero un cafone!-, gli grida lei ad un orecchio, ma in risposta ode soltanto il gorgoglio della sua risata profonda. Per un attimo, si sente scuotere da un brivido che non deve avere a che fare con le intemperie sferzanti.
Ravvisando Ruki e Azusa incidere nella loro direzione, Yuma la guida nella coltre di nebbia finché i loro occhi non delineano i contorni della limousine di proprietà Mukami, anche se la laccatura nera della carrozzeria quasi si confonde con il cielo plumbeo.
-Sali e non osare badare all'odore di sangue: non è colpa mia se Kou ha avuto un'emorragia di quelle dimensioni-, la redaguardisce il vampiro, vagamente accusatorio, ed apre uno degli sportelli posteriori, spingendola nell'abitacolo senza tante cerimonie.
-Oh Kou, ora non...dovresti trovarti nel bagaglio-, riflette la fanciulla, raggomitolandosi sull'altro lato del sedile, e, nonostante la gola le arda debolmente d'arsura, trattiene a stento lacrime di puro dolore. -Suvvia, non dirmi che l'odore del sangue ti fa lo stesso effetto delle cipolle-, obietta Yuma di punto in bianco, evidentemente notando nella penombra i suoi occhi lucidi, e scivola accanto a lei con tale repentinità da farle urtare il fianco contro lo sportello. Yui soffoca un mugugno, domandandosi perché il vampiro non sappia usare la delicatezza, ma si rende conto che è una causa persa quando lui le cinge un fianco e la stritola a sé. -Un po' di zucchero risolverà tutto-, le labbreggia in tono provocatorio, forse ignorando che le sue dita le stanno comprimendo gli organi interni, sicché le offre una delle sue famose zollette zuccherine. A quel punto, malgrado tutto, sul viso della fanciulla sboccia un sorriso ilare prima che prenda tra le labbra l'esclusiva di Yuma, sfiorandogli i polpastrelli con la lingua. Non si stupisce più di tanto che la sua pelle sappia di qualcosa di dolce.
Mentre Ruki e Azusa si accomodano sul sedile di fronte a loro, il vampiro si succhia rumorosamente le dita che hanno stretto la zolletta da lei appena addentata.

***

-Ma cosa vorresti fare con questo brutto tempo?!-, esclama la giovane Yui, esasperata, mentre corre appresso a quello scellerato di Yuma-kun per i corridoi della magione Mukami. -Puoi liberarti del peso di quell'ombrello, dolcezza, perché tanto fuori non servirà a molto-, tergiversa lui, dirigendosi con passo implacabile in direzione dell'immenso giardino retrostante, con il codino sfatto, gli stessi vestiti -ormai zuppi- di quella mattina e il manico di una pala stretto nella mano destra. Dinnanzi alla sua ostinazione, lei alza gli occhi al cielo e ribatte: -Se non intendi aspettare, perlomeno ti riparo dalla pioggia mentre scavi-. -Oh, come farei senza di te? Avanti, andiamo pappamolle.-, replica lui, acido, ma da sopra le spalle le scocca un'occhiata ilare. La giovane preferisce fingere di non averlo sentito chiamarla in quel modo. 

-Gli verrà un accidenti-, pensa la fanciulla, osservando con velata apprensione come il vento freddo ingolfi la maglietta bianca scollata del vampiro, i poderosi muscoli delle braccia che guizzano in evidenza ogni volta che egli vanga una zolla di terra, un moto meccanico che va avanti da più di mezz'ora. Nonostante questo, Yuma continua a lavorare con zelo e lei mantiene l'ombrello aperto sulle loro teste, senza permettere che le folate lo smuovano di un millimetro o che una goccia di pioggia inumidisca più di quanto già non siano i vestiti del vampiro.

Entrambi capiscono di non farlo per sé stessi, ma per Kou-kun. Non perché devono, ma perché vogliono.
Intendono poter sentirlo vicino a loro il giorno dopo, fra decenni, secoli. Lì, in modo che la sua anima possa rimirare ogni giorno il cielo, ma mai più da sola.

Quando iniziano a tremarle le gambe e lo sente starnutire più e più volte, Yui ardisce spezzare la loro bolla di silenzio suggerendo con voce flebile: -Dovremmo tornare dentro, Yuma-kun-. Ma, forse perché ha parlato davvero troppo piano, lui non si ferma né la guarda finché non ha completato l'opera. Allora, piantata la punta della pala nella terra smossa, il vampiro esamina per un lungo momento la fossa fangosa perfettamente rettangolare, all'ombra del melo simbolico -come lui stesso l'ha definito in riferimento agli occhi di Kou-, prima di biascicare: -Sì, torniamo dentro-. Così, starnutendo per l'ennesima volta, le sfila di mano l'ombrello e lo mantiene aperto lungo i pochi metri che li separano dalla porta finestra del salone, a causa della pioggia incessante.
Appena entrati dentro, la prima cosa che fa Yuma è quella di scagliare rudemente l'ombrello sul tavolo immacolato.
-I vampiri possono ammalarsi? Perché io penso che tu ti sia preso la febbre-, si allarma Yui, fissando le sue palpebre pesanti, le gote arrossate, le spalle scosse da tremiti appena percepibili. La domanda pare quasi metterlo in imbarazzo, poiché, grattandosi la nuca con le dita anch'esse bagnate, lui borbotta: -Ammetto che ora vorrei solo coricarmi a letto-. Allorché, intenerita, la fanciulla dice: -Bene allora, intanto che tu riposi un po', io ti preparo una zuppa che ti farà stare sicuramente meglio!-, e fa per incamminarsi verso la cucina, quando viene trattenuta dalle sue braccia bollenti, che la stringono da dietro all'altezza della clavicola, come in un abbraccio.
-No, non ho fame. Stai con me.-, le sussurra debolmente ad un orecchio, facendole stringere di scatto le gambe, tutt'altro che tremanti. -D'ac-cordo, Yuma-kun-, ha il tempo di rispondere, prima che lui la volti e se la carichi in spalla con un grugnito. Rossa fin alla punta delle orecchie, Yui non si dibatte ma geme più volte, intimorita che il vampiro possa perdere da un momento all'altro il suo precario equilibrio. Ma, talvolta ridendo sguaiatamente e senza apparente motivo, lui riesce a trasportarla incolume sino alla sua camera da letto.
Quando finalmente la lascia scendere per chiudere la porta, la ragazza si sorprende suo malgrado di quanto quella stanza appaia spoglia: sul pavimento piastrellato di ceramica bianco opaco sono sistemati centralmente un tavolo di legno rotondo su di una moquette rossa rettangolare, mentre a ridosso del muro frontale all'uscio è stato posizionata una branda nera, con a sinistra uno specchio dalla linea semplice, e a destra un lume di acciaio slanciato in altezza, che arriva quasi a sfiorare il soffitto.
-Quindi tu dormi qui..-, è il suo sciocco commento, mentre il vampiro si svacca sul letto, facendo sprofondare l'intero materasso sotto il suo peso. Lei, ridacchiando, sta per avvicinarsi, quando lui si alza bruscamente sulle ginocchia ed inizia a spogliarsi, finché non rimane in mutande. L'attimo dopo, si lascia cadere nuovamente sulle lenzuola scure, questa volta affondando la faccia nel cuscino. Lei, impietrita sul posto da una ridda di emozioni contrastanti, lo ode brontolare, la voce roca attutita dal morbido guanciale:
-Ho così tanto caldo..-. I pollici affusolati dei suoi piedi spingono il cumulo di vestiti bagnati fuori dal letto, facendoli accatastare sul pavimento con uno: -splat-, poi Yuma stiracchia le lunghe gambe muscolose, e con una mano si libera i capelli umidi e scarmigliati dall'elastico nero. Anche da lontano si capisce quanto siano possenti e marmoree le sue spalle.
Il corpo altrettanto accaldato di Yui decide di tradirsi proprio nel momento in cui i suoi occhi ambra e torbidi si volgono su di lei: rabbrividisce da capo a piedi, stringendo le gambe tra loro. A quel punto, puntellandosi su un gomito -mettendo così in vista il torace scolpito-, il vampiro chiede con naturalezza: -Hai freddo?-, al che lei arrossisce violentemente ed è scossa da un altro brivido eccitante. Lui allora, senza aggiungere altro, scende dal letto, la raggiunge, la prende per un polso, la strattona verso di sé, ed inizia a spogliarla. -Ti riscalderò io-, le promette, esibendo un sorriso sfacciatamente pervertito, e dopo averle sfilato la blusa,
le rimuove i pantaloncini, indugiando con le dita bollenti sulle sue cosce. La fanciulla, seminuda, inerme ed ansimante, incatena i suoi occhi al suo sguardo febbrile, famelico, dolce. Poi si ritrova sdraiata sulla branda, a stretto contatto con la sua pelle scottante. Lei può sentire il seno turgido strofinare contro la stoffa del reggiseno blu notte, così come può notare il rigonfiamento degli slip neri del vampiro. La situazione è mutata improvvisamente: ora il desiderio e l'eccitazione sono palpabili. -Yui, lo sai cosa succederebbe se decidessi di concederti totalmente a me?-, le domanda Yuma-kun, incredibilmente serio. Le appoggia una mano sulla schiena e la spinge verso il suo petto bruciante, su cui lei aderisce lentamente i palmi delle piccole mani. -Tu saresti pronto ad accettarmi?-,
gli chiede di rimando, fissandolo intensamente, in attesa. Sul suo viso passa un'ombra di dolore, prima che borbotti: -Non sono un cafone-, e pare sul punto di immusonirsi. Quella vista la fa sciogliere di piacere. -E' vero, in fondo ho sempre saputo che la tua anima è dolce come le tue zollette-, scherza, rivolgendogli un sorriso luminoso. A quel punto lui ride, facendo vibrare il torace sotto le sue palme, deliziandola, e aggiunge: -Magari imbevute nel caffé, per non risultare stucchevoli-. -Sì, sì, immagino che un Capo dei Vampiri che si rispetti non debba essere sdolcinato-, conclude lei, unendosi alla risa spontanea, gioiosa.
Dopodiché nella stanza cala il silenzio, perché i vampiri sentono il bisogno di baciarsi, toccarsi, unirsi. Predistinati al potere più grande, quello a partire dall'attimo in cui hanno perpetuato il loro fratello. L'amore.





 
 


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Capitolo 29
*** Capitolo 28 - FINALE ***


FINALE Angolo autrice:
Eccoci qui, all'ultimo capitolo, "Il finale dei finali". Letteralmente.
Eh sì, la persemprevostramicroscopicascrittrice ha deciso di battere la fiacca di fronte a due deliziosi capitoli incentrati su Raito-kun e Subaru-kun, preferendo lasciare carta bianca ad Ayato-kun.
Ecco, la verità è che non c'è più tempo. La scuola è più che agli sgoccioli, ed in effetti le bottiglie che sto preparando -a quantità industriale- per i gavettoni sono traboccanti d'acqua di sorgente pu-ris-si-ma. La mia testa, poi, ha già fatto le valigie per le Bahamas (anche se mi butterò nel primo quadrato di sabbia libera della spiaggia vicino casa mia, ma che rimanga tra noi eh). Per non parlare delle mie chiappe, che si stanno allenando duramente da settimane per appiattellarsi nel migliore dei modi prima su una sedia della sede d'esame (ho fatto quasi rima, toh) per la certificazione di lingua inglese, e poi sul pavimento della palestra dove gareggerò per la prima volta, in veste di pusillanime cintura mezza gialla (arti marziali, per intenderci). Insomma, sono sicura al 99,99% che non riuscirei ad aggiungere altri capitoli alla storia oltre che il qui presente.
In fondo, se ci pensate, siamo qui insieme dal 13 settembre 2014. Incollati allo schermo del computer/tablet/cellulare di turno da ben nove mesi. Un intero anno scolastico, in pratica. Ma che mi ha reso felice, tanto felice.
Con questa pubblicazione, potrò dire di aver finito il secondo superiore in bellezza. Sì, sto parlando di me ed anche in modo logorroico, ma ora, ora che siamo giunti alla fine, voglio che tutti (e non solo le mie amiche!) coloro che si sono presi la briga di venire a leggere questa pagina, si fermino per fare un po' la conoscenza di quella ragazzina ambiziosa che è andata in trip mentale con la storia dei Diabolik Lovers. E che ne ha fatto non una, ma ben due fan fiction a sfondo alla CinquantaSfumaturediGrigio (l'unica differenza è che Mr Grey è uno, mentre i nostri vampiri sono in dodici *Q*________________), apprezzate più di quanto la sottoscritta avrebbe mai (e ribadisco, mai) potuto immaginare.
Allora, se anche stavolta ciò che ho scritto vi emozionerà, gli applausi e i ringraziamenti andranno tutti a voi, perché senza tutte le vostre visite ai capitoli, le recensioni, i messaggi personali, e, più in generale, gli incoraggiamenti e le attenzioni, io non sarei riuscita ad arrivare fino a questo punto. Meglio ancora, non avrei potuto mettere un vero e proprio punto alla mia storia.
Ordunque, premesso tutto quanto questo, la vostra _piccolascrittrice_ (sto piangendo, mannaggia la miseria) vi augura che sia la miglior lettura di sempre.

P.S: carissime amiche, a voi dedico tutti i miei abbracci nei "titoli di coda" <3.



***

Per l'eternità

Qualcosa era cambiato. La giovane Yui non se ne rese conto, così come nessuno dei vampiri ancora in vita. Ma come potevano accorgersene? Il potere di cambiare il mondo, il futuro della stirpe dei vampiri, era sempre stato nelle mani di ognuno di loro. Il sacrificio -volontario o involontario, chi può affermarlo con certezza?- di Kanato e Kou, però, era in grado di aprire gli occhi ad un solo vampiro. Stava a quest'ultimo cogliere quel bagliore intenso, profondo, intrinseco nella sua anima: l'amore per Yui.
Potersi unire a lei era l'unico vero desiderio dei fratelli vampiri. Per quanto pensassero di agognare il sangue della fanciulla, il sapore irresistibile e appagante era dovuto all'amore struggente che provavano per lei, scambiandolo, cechi com'erano, per semplice arsura. Ecco, in pochi di loro sarebbero riusciti a non lasciarsi accecare dall'odio provato nel passato. Il quale fluiva come lava nelle vene ogni qual volta quegli occhi grandi, color lampone, indifesi, si posavano su di loro. Poiché ella li ricordava così tanto Cordelia, Beatrix e Christa da scatenare una violenza, un sadico eccitamento che si sarebbero potuti concatenare per l'eternità senza che preda e predatori ne avessero cercato la reale ragione.
Tuttavia, ciò non si era realizzato. Quel giorno, il pomeriggio della morte di Shin e Karla Tsukinami, i prescelti avrebbero finalmente osservato Yui con gli occhi di Adamo. Tra i predestinati c'erano Ruki, Yuma e Shu, coloro in grado di intendere la grandezza del proprio amore nei confronti di Eva. Tre possibili scelte, ma un solo, lieto futuro: l'eden.
Ma non ci si era posti ancora una prerogativa, radicata nella Genesi più di qualunque altra: la presenza del serpente. Colui che avrebbe tentato e inesorabilmente sedotto Yui, trascinandola nel peccato, il dolore e la passione terrena.
Ayato-kun.

Con lui avrebbe trovato l'eden?

***

Non appena la superficie dell'acqua del canale circolare si infrange contro i due cadaveri, il cielo plumbeo pare schiarirsi all'improvviso, come se il furore del temporale si sarebbe potuto placare solo con la morte degli ultimi redentori del castellaccio.
Stiracchiando le braccia indolenzite, la fanciulla percorre il ponte elevatoio dalla superficie vischiosa, mentre un sole irrealmente alto e luminoso si riflette sui suoi lunghi capelli in onde dorate. Gli altri vampiri la seguono, fissando la sua snella figura avanzare traballando, probabilmente sensibile al vento fresco che tarda ad affievolirsi. Irritato dai troppi sguardi puntati su di lei, Ayato si appresta a raggiungerla con la scusa di stringerla nel suo giubbotto di pelle per riscaldarla. -Non ce n'è più bisogno, Ayato-kun-, si schermisce lei, una volta avvicinatosi, e si fa rossa in viso benché gli occhi siano ancora gonfi di pianto. -Quando gliel'ho posato sulle spalle prima di venire qui, ho avuto il presentimento di vederla arrossire per l'ultima volta-, riflette il vampiro, ritraendo il giubbotto con un gesto suo malgrado stizzoso.
-Hai ragione, è tutto finito. L'unica cosa che ti resta da temere siamo noi-, replica, sghignazzando. Ma dal modo in cui lo guarda la fanciulla l'attimo dopo, si sente costretto a replicare: -Ora potremo riposarci-; -Anche se vorrei solo poterti addentare il collo-, aggiunge tra sé e sé, fissandola di sottecchi con sguardo incupito. -Hai ragione. Adesso potranno farlo anche l'anima di Kanato e Kou-, commenta placidamente la fanciulla, rivolgendo la sua attenzione alle due limousine parcheggiate in cima all'altura di fronte. Shu, Reiji e Ruki sono già lì, e da lontano sembra che si stiano stringendo amichevolmente le mani. -E' un sollievo vedere che anche questa questione si è risolta, no? Che ne diresti se qualche volta invitassimo i Mukami a pranzo?-, domanda Yui, raggiante, mentre gli steli d'erba imperlati d'acqua frusciano tra le loro gambe. -Oh, tu sarai la portata principale?-, la schernisce mentalmente il vampiro, però, mordendosi il labbro inferiore con i canini affilati, si limita a rispondere: -L'importante è che mi prepari i takoyaki-. -Va bene, te lo prometto!-, esclama di rimando lei, ridacchiando come una scolaretta.
Quella sua presunzione gli fa saltare i nervi
.
Senza pensarci due volte, la trattiene per un polso e l'afferra per il mento, sibilando al suo orecchio in tono risoluto: -Non vederla come una promessa, perché è un tuo dovere.-. A quel punto, la ragazza si discosta bruscamente, livida di frustrazione, mentre lui inarca un sopracciglio ed esibisce un sorrisetto molesto, sebbene percepisca una fitta al petto.
D'impulso, riprende il controllo sul suo polso -segnato in modo evidente dalla corda di cuoio- e piegandosi su di lei, sussurra contro le sue labbra: -Non reagiresti così se ti ricordassi a chi appartieni-, dopodiché, senza lasciarle scampo, la divora con un bacio.
-Sì, è solo mia, e tutti devono capirlo.-.
Ma non appena allontana le labbra turgide, compiaciuto, lei staffila: -A volte penso di volerlo dimenticare.-, facendolo rabbrividire come se gli avesse versato addosso una secchiata d'acqua gelata.

Di colpo, davanti a lui la fanciulla sembra trasfigurare in tutt'altra persona, mutando le fattezze come le increspature d'una superficie d'acqua a contatto con un sassolino. -Tu devi essere il migliore in tutto. Tu sei il migliore. Quello che diventerà il prossimo Capo di famiglia sei tu.-, proferisce la voce di Cordelia. -Pensi di poter essere il migliore in questo modo?! Tu non puoi perdere!-, insiste la donna, schiaffeggiandolo.
-Non dovresti essere inferiore a nessuno. Ma se tu non sei il più forte, allora non sei il mio bambino. Se non sei il migliore, allora non ho bisogno di te.-, lo ripudia sua madre, cinta dalle languide mani di Ritcher. -Io ho finito con te.-, labbreggia la sgualdrina, mentre lui annega nel lago.

Quando finalmente si accorge che qualcosa gli sta scuotendo una spalla, Ayato ritorna a vedere Yui, il cielo azzurro e la limousine bianca.
Soprattutto Yui.
-Fratello, vuoi tornare a casa o no?-, gli viene chiesto, sicché, riconoscendo la voce di Raito, si volta verso di lui, e lo scrollio cessa.
Tanto ha già carpito il terrore nel suo sguardo.
-Stiamo aspettando voi-, continua intanto il secondogenito, scoccando un'occhiata indecifrabile in direzione della fanciulla. Lui si sente pizzicare dietro la nuca, consapevole che è ancora alle sue spalle.
La sbatterà a terra e la violenterà.
Biascicando un assenso, Ayato apre uno sportello a caso della limousine e si lascia cadere sul primo posto libero. Dopo qualche secondo, Yui si immette nell'abitacolo refrigerato accompagnata da Raito, sedendosi fianco a fianco sul sedile di fronte al suo.

Ma lui non è più lì. Ha la sensazione di precipitare in un abisso nero. I suoi occhi ravvisano solo Yui, ma anche Cordelia, permeate da una luce aurea. I loro lineamenti si sovrappongono. Per alcuni tratti coincidono, brillando con maggior intensità.
Un brivido raggelante lo costringe ad inarcare la schiena. Percepisce le mani tremare, incerto se cingere i fianchi della donna, o strangolarla.

***

Rincasano allo scoccare delle sei di pomeriggio. La giovane Yui, indifferente alle proposte avanzate dai vampiri come "prendere un tè tutti assieme", "poltrire per decenni" o "andare a farsi fottere" (chissà chi potrà mai aver parlato..), si chiude in camera sua e si affaccia alla finestra.
Resta in piedi, immobile, le mani pallide e tremule premute al vetro, gli occhi atterriti puntati sulla figura che, nell'immenso giardino sottostante, sta portando in braccio il corpo di Kanato, diretto allo spiazzo circondato dalle siepi di rose. Molte delle quali risultano scarnificate delle loro sgargianti corolle, sicché i petali si librano nell'aria tutt'intorno i due fratelli.
Quella vista infittisce il dolore irradiato dal petto, ma anche il nugolo di terrore che le ottenebra la mente. -In quel momento, ciò che gli ho detto..I suoi occhi...-, la fanciulla sbianca dal volto, non ha le forze di concludere quel pensiero. Poi, quando scorge Ayato intento ad avvolgere delicatamente il cadavere con un lenzuolo candido, non riesce più a controllarsi: apre d'impeto la finestra e si arrampica sul cornicione. L'aria stantia stride con la freddezza della pietra sotto i suoi piedi nudi. Il senso di colpa è insostenibile.
La vampira salta nel vuoto, e atterra con grazia molti metri più giù, sollevando attorno a sé un turbine di foglie delicate e profumate.

Chinato sul corpo ammantato, Ayato volta solo la testa, alzando su di lei occhi neri, tali sono le pupille dilatate.
Entrambi sono esausti: lo si può intuire dai visi slavati, le spalle cadenti, i vestiti stropicciati. Tuttavia, differenti sono le emozioni che percuotono i loro cuori. Yui prova rimorso, paura, nostalgia. Lui, invece, si sente negletto, e geloso. Terribilmente.
Allorché, prima che la fanciulla possa tentare un approccio con quell'uomo -che uomo non è, ma solo un bambino desideroso di cure e affetto-, il vampiro si alza di scatto e l'aggredisce, facendola cadere rovinosamente sul pavimento in pietra. Lei ansima e scalcia, ma non può far nulla contro la furia scaturita dal rifiuto: Ayato la imprigiona sotto il suo corpo, squarcia la spallina sinistra della blusa e le addenta la clavicola con brutalità. -Kyaaaaaaa!-, soffia la vittima. -Perché mi fai questo, Ayato?!-, urla addolorata, mentre lui succhia voracemente il suo sangue e le artiglia un seno con una mano.
I petali di rose si inumidiscono di lacrime, e si macchiano di rosso scarlatto.
Quando la fanciulla inizia a sentirsi mancare, il vampiro decide finalmente di alzare la testa, ringhiando: -Perché tu mi appartieni. Ma hai osato rifiutarmi. Proprio come lei!-, e le sputa un grumo di sangue sulla guancia.
Le inesauribili lacrime si mescolano al fluido scuro, rigandole il viso con più scioltezza.
-No, ti prego, io non sono Cordelia! Perdonami, perdonami e fammi tua in qualunque modo tu voglia. Sto male e... e io voglio appartenerti, Ayato-kun!-, lo implora la giovane Yui, spinta dalla sofferenza di dover guardare quegli occhi indemoniati, il rivolo di sangue che cola dalle labbra distorte in un ghigno; percepire la pelle e il cuore dilaniati; capire che non è affatto così che vorrebbero amarsi.
A lui sembra mancare il fiato. Allenta impercettibilmente la presa delle mani, la fissa stralunato.
Poi, dopo un lungo attimo di silenzio, proferisce: -Lo farò solo se devorrai il tuo sangue esclusivamente a me, per l'eternità.-.
Le sue ultime parole paiono avere il potere di smuovere l'aria, tant'è che i sepali iniziano a vorticare sulle loro teste. Lei, guardandolo intensamente, sorride. -Sì, Ayato, per l'eternità.-, gli sussurra.
A quel punto, lui ricambia il sorriso, come mai ha fatto prima di allora. Poi ride -il riso cristallino e innocente di un bimbo felice-, intreccia le mani a quelle della fanciulla e si rialzano insieme. Allora, rendendosi conto di avere entrambi una miriade di petali -blu, rosa, rossi, bianchi- impigliati fra i capelli, iniziano a fare un girotondo, ridacchiando come pazzi mentre le foglie svolazzano dappertutto.

***
Sette anni dopo

La giovane donna si mette in punta in piedi, arrivando a prendere il ricettario dalla mensola. Fatto ciò, si dirige verso il bancone da cucina e si inumisce un dito con la punta della lingua, per sfogliare con metodo il tomo voluminoso fino alla pagina che le serve. Trova che quel dolce sia perfetto per l'occasione: chi non vorrebbe assaggiare ad un compleanno una bella fetta di kasutera?
In realtà, lei è perfettamente in grado di cucinare la base di quella torta soffice ed aromatizzata al miele, ma l'ha colpita quella variante proposta con la meringa di mandorle. Reiji non poteva regalarle libro più interessante per la festa della mamma.
In fondo, lei si prende cura anche di lui proprio come farebbe una madre.
Sicché, canticchiando a mezza voce, si raccoglie i lunghi capelli in una coda disordinata e rinforza il nodo fatto dietro il grembiule chiaro, pronta a mettersi al lavoro. Non può perdere tempo: gli invitati arriveranno tra meno di cinque ore, e lei deve riuscire a sfornare anche una teglia di takoyaki.
I suoi familiari ben sanno di non doverla disturbare in alcun modo mentre cucina, eppure, ad un certo punto, qualcuno spalanca rumorosamente la porta alle sue spalle. La fanciulla inizia a sbattere le uova nella ciotola con più fervore, irritata, finché non ode il gorgoglio inequivocabile di uno stomaco affamato. -Come vanno i preparativi tesoro?-, domanda Ayato, fermandosi alle sue spalle.
Lei sta per replicare duramente di andare a controllare i bambini, quando il compagno le palpa il sedere e si ficca in bocca una mestolata di panna fresca, facendola inviperire. -AYATO-KUN!-, ringhia la ragazza, voltandosi ad incenerirlo con lo sguardo. Lui ridacchia nervosamente ed alza le mani in alto, fin troppo consapevole del rischio che stiano correndo i suoi testicoli in quel momento, e dice: -Okay, okay, immagino che non hai ancora finito. Piuttosto, dove sono i marmocchi?-, al che lei, spalancando occhi e bocca con aria incredula, ribatte: -Questo dovrei domandarlo io a te! A quanto mi risultava all'incirca tre ore fa, quando ti avevo espressamente chiesto di badarli, Eveline era in giardino ad innaffiare le rose, mentre Adam stava cercando di gonfiare i palloncini in soggiorno. Ma davvero non lo sai?-. Pronunciata l'ultima frase, la giovane donna si morde il labbro inferiore e gli lancia un'occhiata allarmata: dove sono finiti i loro gemellini?
-Yui-chan, ti giuro che...-, comincia a dire il vampiro, ma si interrompe quando sente uno scalpitio poco lontano. Si voltano entrambi verso l'uscio, sormontati all'istante da un senso di pace. Il suono di quei passi non è cambiato sette anni or sono.
-Mamma, papà!-, strepitano all'unisono i due bimbi, affacciandosi di corsa alla cucina. -Sono già arrivati gli zii Ruki, Yuma e Azusa! Venite ad aprire?-, domanda Eveline, che pare ancor più tenera col suo timbro di voce nasale. -Ma che ci stanno a fare Raito e gli altri in questa casa?-, borbotta Ayato, prendendo al volo quello scalmanato di Adam. Yui si protende a scoccargli un bacio sulla fronte, asserendo ad alta voce: -Sì, sì, ora ci pensa papà-, e ammicca in direzione di Eveline. Il compagno alza gli occhi al cielo, ma rimesso giù il figlio, lo prende per mano ed esorta la bimba ad uscire dalla stanza con un: -Dai, la mamma non vuole che si sappia in giro quale ingrediente segreto usi per la vostra torta di compleanno-, al che lei, coprendosi di scatto il viso con entrambe le manine paffute, lo segue.
La giovane donna, intanto, sorride radiosa, osservandoli mentre se ne vanno: Eveline ha capelli biondi e scarmigliati, due meravigliosi occhi verdi e un fisico sicuramente destinato a mozzare il fiato; Adam è un po' più magrolino, ma quando sorride gli si formano due fossette adorabili, senza contare che i suoi occhi lampone incorniciati da ciocche rossicce e setose creano un contrasto miriabile; Ayato rimane slanciato, bellissimo e cocciuto. Yui rimpiange solo che i figli sembrano aver preso il carattere del padre.
Allorché, scuotendo la testa con aria sconsolata, torna ad occuparsi dei dolci, finché non ode Adam gridare istericamente: -Maaaammaaa! Gli zii mi hanno regalato una pista per le macchinine!-.



Sì, sarebbero vissuti nell'eden.



Fine
***



Ringraziamenti:
Un immenso e sentitissimo "GRAZIE"  da parte mia va a:

  • cristie13, per la tua sconfinata simpatia e le interminabili chiaccherate a telefono. Per non parlare della tua capacità di tranquillizzarmi nei miei momenti di crisi XD! In generale, grazie della tua amicizia <3;
  • marghi1D, perché ho sempre aspettato le tue recensioni come un cagnolino fa col suo padrone! Non dimenticherò mai la tua spontaneità e le "perle di saggezza" sulla vita quotidiana xD;
  • Lady Morjana, la mia poetessa <3 nonché amica d'élite U_U. Ho apprezzato tantissimissimo la tua disponibilità :D;
  • Tsuki 96, per la tua maturità e gli innumerevoli consigli e pareri che mi hai dato, sin da "Il risveglio". Ricorda che un giorno ti arriveranno trecentomila recensioni (positive!) da parte mia alla tua storia *faccina serissima* ;
  • Alison Cole, per esserci stata fin dall'inizio <3. ;
  • Slanderman, alias Slandy-chan <3, per la tua formidabile acutezza e gentilezza;
  • marimarufourever, perché mi hai seguito fin dalla prima fanfic e scritto sempre in modo dolce e conciso <3;
  •  Nephertiti <3. Altra gentilissima amica che mi ha dedicato molto del suo tempo..Grazie Nephy **;
  • G_saske! Quando ormai pensavo di non poter avere l'onore di conoscere altre fantastiche lettrici, sei arrivata tu, quindi grazie anche a te! ;
  • _DarkFate_, per avermi scritto così spesso :D ;
  • _Mamoru,  conosciuta anche come Mamo-chan <3 Il tuo nickname fa già capire come sei: dolcissima (non da mangiare eh u___U);
  • Isabelle_Mavis, altresì chiamata Isa-chan, per aver cominciato inaspettatamente a scrivermi, portando con sé tanto buonumore ^^;
  • Spring_Sun, perché con le tue recensioni ti considero un'amica :D;
  • shiro_neko18, o Neko-chan <3 Sei una gattina che vorrei strapazzare di abbracci!;
  • HaruhiB_10, perché anche se non ti sento da un po' di tempo (massima comprensione!), con le tue recensioni mi hai fatto sempre sorridere! ;
  • lady clariss, per tutti i complimenti **;
  • Sol_chan. Ovviamente mi ricordo di te =) <3;
  • Ale_LoveBS, soprattutto per le tue grandi attenzioni alla mia prima storia. Prima o poi ri-troverò il tempo per leggere la tua fantastica storia *_*;
  • Sufycchi, anche se ho avuto il piacere di parlarti solo un paio di volte =] ;
  • kurumitokisaki02 <3 Cavolo, quante ragazze gentili che ho conosciuto in questi due anni..! ;
  • hinasasu, il cui nickname mi ispira tanta tenerezza..<3;
  • Trueheart, per tutte le tue parole"accattivanti" e.e ;
  • LedyA, perché le tue recensioni mi hanno fatto, oltre che piacere, anche ridere ^^;
  • shera_darknight, per i gentili pareri;
  • giulyloveanime, perché mi hai saputo incoraggiare con pochissime parole xD.
Credo di aver finito (Quante sieteeeeeeeee *======*)!
Nota Bene u.u : per l'ordine di apparizione, ho seguito più che altro la lista delle recensioni, in modo da non dimenticare nessuno (ma come potrei? <3) Se ciò è comunque accaduto, non esitate a farmelo notare!
Che aggiungere? Grazie, grazie ancora per le 252 recensioni totali (*sviene*) e le innumerabili visite ai capitoli. Ecco, vi confesso che sono orgogliosa di me stessa. Non c'è cosa più bella e gratificante su questo sito di poter finalmente spuntare la casella accanto a "Completa?". Questa volta però non vi posso annunciare l'esistenza o l'idea di un seguito. E' ora di lasciare Yui e la sua grande famiglia di vampiri vivere per sempre felici e contenti, non credete anche voi?
Spero vivamente e con tutto il cuore che il finale vi abbia preso ed emozionato. Se poi le mie amiche volessero darmi un ultimo parere, sarei al settimo cielo.
Bene allora, ora vi saluto, ma non è un addio.
Arrivederci,
_piccolascrittrice_



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