Il Capo dei Vampiri di _piccolascrittrice_ (/viewuser.php?uid=725194)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo SPECIALE - e se...? ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 - FINALE ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1 ***
Il Capo dei Vampiri
Quattro mesi dopo
-Yui-chan,
sbrigatiiii....!-. La voce canzonatoria di Raito arriva alle orecchie
della diretta interessata piuttosto chiaramente.
La fanciulla in quel momento finisce di annodare il fiocco della sua
divisa scolastica, dopo di che si fionda a prendere la cartella da
sotto il letto a baldacchino
(come ci è finita lì?).
-Arrivo!-. Grida, per farsi sentire. Non esattamente da
Raito.
Attraversa a grandi passi l'uscio della sua stanza, per poi dirigersi
frettolosamente alle scale.
Riesce quasi a vedere gli occhi furenti e la mascella contratta di Reiji, fermo ad
aspettarla come uno stoccafisso all'entrata.
La giovane deglutisce un groppo in gola, mentre scende l'ultimo gradino
e si avvia al portone principale.
Come immaginava:
il vampiro ha le braccia conserte, le gambe leggermente divaricate e
un'espressione poco
raccomandabile.
E blocca l'uscio con il suo corpo imponente.
Yui si costringe ad avvicinarsi, rassegnata,
e gli scocca un'occhiata supplichevole.
Ahia. Quello
sguardo non
promette bene.
Il vampiro però, si scosta senza proferire parole
né guardarla, liberando il passaggio.
Cosa?
Niente ramanzina? Rimproveri?
Intimorita dal pensiero che possa cambiare idea e azzannarla seduta stante, Yui
gli passa di fianco, incrociando gli occhi divertiti di Raito, che
è poggiato con la schiena contro
la limousine bianca. Ha le braccia incrociate al petto e non indossa il
cappello, cosicché alcune ciocche rosse li ricadono sul viso
leggermente inclinato di lato.
I vetri oscurati le impediscono di scorgere gli altri quattro fratelli,
probabilmente intenti a guardare la scena.
Abbozza un sorriso di intesa al vampiro di fronte a lei, e fa per
andargli incontro.
Ma in quell' istante delle dita si serrano alla sua spalla sinistra,
inchiodandola sul posto. Yui si irrigidisce tutta, mentre percepisce il
sospiro pesante di Reiji soffiarle sul collo.
Ah. Non
gliela avrebbe fatta passare liscia.
Ha la sensazione di avere la fronte imperlata di sudore, sicuramente non per l'aria
afosa di quella sera estiva.
-Azzardati di nuovo a fare ritardo, e io mi occuperò personalmente della
tua disciplina.-.
Le intima il vampiro
all'orecchio, glaciale, scandendo bene le parole.
Dopo di che lascia la presa sulla sua spalla e si dirige all'auto, con
l'aria di chi è tranquillo e soddisfatto.
Raito si scosta dalla macchina e il fratello apre lo sportello,
immergendosi nella semi-oscurità dell'ampio abitacolo.
Accidenti.
La vampira ingoia a vuoto e resta ferma sul posto, tormentandosi su
cosa intendesse precisamente
il vampiro.
-Intendi rimanere lì e farti punire ora da Reiji?-. Chiede
Raito
in tono divertito, a pochi passi da lei. Le sorride malizioso.
Yui riporta l'attenzione su di lui e gli scocca un'occhiata indignata,
ma ritorna ad avere il controllo delle gambe e si accinge a salire
sull'auto, d'improvviso irata.
Invece che difenderla, di sicuro il fratello si sarebbe messo a
spiarli, godendosi la scena della sua punizione.
Che pervertito.
La fanciulla scivola sul lato del sedile alla sua sinistra, beandosi
dell'aria refrigerata che avvolge l'abitacolo. L'estate è
iniziata da poco, ma fa già molto caldo.
L'ormai debole luce del tramonto rischiara poco i fratelli vicino a
lei, gettando ombre sui loro corpi.
Kanato è al suo fianco, e difatti incrocia i suoi occhi
violetti
curiosi. La testa dell'orsacchiotto nasconde la sua bocca,
così
da non farle capire se stia ghignando o meno.
Lo sbattere dello sportello le fa volgere lo sguardo verso Raito, che
si accomoda sul sedile di fronte, al fianco di Ayato.
Il motore della limousine fa le fusa mentre si accende, e si ode il
crepitio del selciato sotto le ruote mentre iniziano a muoversi.
Ayato. La
giovane percepisce le guance accaldarsi e l'ira riaccendersi.
è colpa
sua se
ultimamente le sta capitando di fare spesso ritardo per le lezioni (da
cui, a quanto pare, non possono astenersi neanche d'estate).
I suoi...giochi...la
stancano parecchio, tant'è
che non riesce a non assopirsi.
E non s'è mai degnato di difenderla dalle minacce di Reiji,
come se non c'entrasse
nulla.
Yui stritola il manico della cartella in grembo e lo fissa torvamente,
mentre il vampiro ha la testa ostinatamente
voltata verso il finestrino e le braccia serrate al petto.
Gli farà un bel discorsetto. Deve mettere da parte un po'
della
sua arroganza e orgoglio se vuole che lei continui a stare (in un modo
perverso e alquanto fuori dalla norma) con lui.
-Lo vuoi ricattare
quindi?- Si chiede tra sé e sé, e
si sente quasi in colpa a questo pensiero.
Avvertendo la sensazione di essere osservata, distoglie gli occhi da
Ayato,
e vagano poco prima di incontrare un paio di iridi rosse,
incorniciati da ciocche chiarissime.
Colto a fissarla, Subaru distoglie lo sguardo e lo pianta fuori dal
finestrino, con l'ombra di una smorfia sul viso.
Oh. Che cosa ha compreso dall'espressione con cui lei stava fissando
poc'anzi Ayato?
La giovane si agita un poco sul posto, mentre le gote avvampano di
imbarazzo.
Istintivamente, si porta le mani al collo e sente sotto i polpastrelli
i segni impressi nella cute, che probabilmente saranno già
scomparsi al termine della giornata.
Il suo sospiro concitato viene sovrastato da un sonoro sbadiglio.
Volge la testa a sinistra e la sporge un po', e le si allarga un
sorriso ilare sul volto osservando Shu in stato comatoso.
Ha i capelli
arruffati, la maglia verde un poco stropicciata e siede scomposto, con
una mano a sostenergli il mento.
Kanato sghignazza e con la coda dell'occhio, Yui può
scorgere il sorriso di Subaru.
Ayato sembra più rilassato, ma non accenna a voltarsi
(testardo
fino alla fine eh), mentre Reiji continua ad emanare un'aria cupa e
minacciosa.
Lo vede fulminare con lo sguardo il fratello, per poi raddrizzare gli
occhiali sul dorso del naso e sospirare pesantemente.
-Mh, meglio stargli
lontano per
ora-. Osserva nervosamente la vampira, tra sé e
sé.
***
La limousine si
ferma davanti
l'entrata della scuola, ed i fratelli scendono uno ad uno. Yui
è
la penultima, seguita da uno Shu piuttosto scocciato.
Reiji si dirige come un'automa dentro l'edificio, senza guardare in
faccia nessuno, mentre Ayato e Kanato si spingono a vicenda nel
corridoio, in una sorta di gara a chi entra
per primo in classe. Subaru scuote la testa, imitato dalla fanciulla,
che ora si sente più tranquilla senza la presenza di Reiji.
Ayato invece...
-Su, andiamo in classe, Bicchi-chan-.
La esorta provocatorio Raito da sopra la testa,
distraendola da pensieri cupi.
Le sfiora le spalle con le mani, e Yui gira la testa e lo guarda con
finto rimprovero, sentendolo usare quel nomignolo.
Ma sa che ormai la chiama così in tono sinceramente giocoso,
perciò ricambia il suo sorrisetto.
Allora il vampiro si allontana, e con un braccio infilato nel manico
della cartella e le mani nelle tasche dei pantaloni neri, segue Subaru
dentro la scuola, imitato da lei e Shu.
Quest'ultimo si passa la mano libera tra i capelli, districando le
ciocche arruffate, e affianca la vampira in silenzio.
Poi Raito le fa l'occhiolino e scompare dalla loro vista, salendo le
scale per il piano superiore.
Subaru invece si limita a lanciarle un'occhiata indecifrabile, prima di
seguire il fratello su per i gradini.
Solo allora Yui si volge a guardare Shu, che è rimasto fermo
al suo fianco e ora la sta fissando.
Per spezzare il silenzio sceso, la giovane si decide a chiedergli -Ehm,
tu
non vai?- con tono tra il perplesso e l'imbarazzato (causa il suo
sguardo intenso).
Lui allora alza le braccia e le circonda la schiena, attirandola a
sé. Lo sente affondare il naso nei suoi capelli e borbottare
-Fosse per me non ci andrei mai a lezione-.
Tipico di Shu.
Yui ridacchia concitata, con il viso rossissimo premuto nell'incavo del
suo
collo e le braccia distese lungo i fianchi, intrappolate dalle sue.
Lo sente inspirare e mugugnare qualcosa di insensato, avvolgendole con
più forza la schiena.
-Shu, ehm,
credo che Reiji non gradirebbe il fatto che non ora non siamo in
classe-.
Lo avverte la ragazza, ma con un tono che allude a un -Non me ne frega niente della
lezione e voglio stare qua con te-.
Percepisce il sorriso (un sorriso!) del vampiro contro i suoi capelli.
-Hai ragione.-. Lo sente bofonchiare, mentre scioglie la presa. Il suo
tepore e il suo profumo svanisce, e Yui si ritrova a battere le
palpebre, un attimo disorientata.
-Ma se tu non ci facessi fare così spesso ritardo, forse
andrei
a lezione più volentieri-. Asserisce il vampiro, guardandola
con
occhi indecifrabili.
è solo un'impressione o la sta rimproverando?
Riporta l'attenzione su di lui quando la scia calda di profumo torna ad
investirla. Le stringe piano un braccio, calamitando il suo sguardo.
-Devi stare attenta. E ora
come ora non dobbiamo attirare l'attenzione.-. Le
sussurra, con un cipiglio serio e deciso.
La giovane corruga le sopracciglia, non riuscendo a comprendere
l'avvertimento del fratello.
Lui si sporge ancor di più, e le sfiora la fronte accaldata
con le labbra.
Dopo di che si allontana bruscamente, e fa per andarsene.
Quasi sconcertata, Yui gli afferra la mano prima che possa posarla sul
corrimano delle scale, cercando i suoi occhi.
-Cosa vuoi dire Shu-kun?-. Gli domanda, tesa, scrutando il profilo
perfetto del suo viso.
Perché non la guarda? Che
cosa nasconde?
-Niente, Yui. Vai in classe.-. Glissa lui, scostando la mano dalla sua.
La fanciulla allora tace, e rimane immobile a fissare la figura di Shu
fin quando non scompare dalla sua vista.
Riconosce perfettamente la sensazione che le sta crescendo dentro.
Proprio come quattro mesi prima.
Un brutto, un
bruttissimo presentimento.
***
Yui trascorre le
quattro ore e mezza di lezione in una sorta di trance.
Si è seduta accanto a Kanato, ma il fratello si è
limitato a scrutare la sua figura destabilizzata con occhi curiosi,
come ormai fa da molto tempo a questa parte.
Pare ammansito, e i suoi momenti di sclero non sono
più all'ordine al giorno.
Ayato le ha lanciato più di un'occhiata, una fila e due
banchi
più in là, mordicchiando una matita con fare
pensoso.
Con un accenno di attività
di pensiero, Yui si è chiesta se una sorta di
rimorso non lo stesse rodendo.
Si è anche ritrovata a sperare così,
poiché una
possibile punizione da parte di Reiji la intimorisce non poco.
Gli insegnanti, comunque, hanno dato atto di non accorgersi della sua
estrema passività, e il momento dopo il suono di ogni
campanella,
la vampira si è già dimenticata quale materia avrebbe dovuto seguire durante
tutta l'ora prima.
Scarabocchia con una penna rossa sul quaderno di turno, e scocca
qualche occhiata fuori dai vetri alla sua destra, perdendosi nelle
vaghe curve delle nuvole, che si confondono
con il cielo plumbeo.
Ogni qual volta le
pare che ondeggi qualcosa
davanti agli occhi, li volge altrove.
è in trance perché cerca di scacciare via i ricordi.
E quella fitta e pressante sensazione che non l'abbandona
da
quando ha parlato con Shu, le attorciglia lo stomaco in un nodo
nauseante.
***
G uarda
l'orologio appeso alla parete alle spalle della cattedra: le 23:45. Bene.
L'ultimo quarto d'ora fuori dalla classe potrebbe servirle per riuscire
a schiarire le idee. Letteralmente.
Chiede cortesamente al professore (a giudicare dai segni sulla lavagna,
di matematica) di poter andare in bagno, con un tono rauco che non le
appartiene.
L'uomo borbotta un assenso, per poi tornare all'intrico di segni e
numeri impressi col gesso bianco sulla lavagna verde.
Yui percepisce gli occhi dei due vampiri incollati alla sua schiena,
mentre esce dall'aula con le gambe un po' molli.
Appena chiusa la porta alle sue spalle, si sente già meglio.
Si accosta al muro freddo e vi appoggia la fronte, emettendo un sospiro
leggero.
Pensa di poter aspettare il suono della campanella così,
accarezzando la superficie ruvida e fredda della parete e strofinandovi
la fronte;
quando scorge con la coda dell'occhio un'ombra.
Poi ode l'eco di un vocio fitto, e il suo corpo si tende come la corda
di un violino.
Si allontana bruscamente dal muro e si dirige al bagno senza guardarsi
indietro, desiderosa solo di rilassarsi in pace.
Schiude la porta sgangherata e si addentra nell'anticamera del bagno,
sperando che quelle voci non fossero appartenute a ragazze intenzionate
a spettegolare in quel posto.
Una piccola lampada a neon pendente dal soffitto illumina fiocamente le
pareti d'intonaco bianco sporco e graffiato, e il pavimento
piastrellato di una ridicola sfumatura sul verde.
Leggermente innervosita da quel cambio
di programma, sbatte le porte che immettono nei bagni
claustrofobici. L'aria satura di disinfettante le fa salire la bile in
gola.
Non riesce a pensare. La testa non è in tumulto,
è semplicemente...vuota.
Non è la prima volta che le capita.
Si volta, e arranca fino ad uno dei lavandini disposti a schiera.
Afferra con le mani il bordo del lavabo e alza gli occhi sul lungo
specchio, inquadrando il suo riflesso.
Ogni segno di innocenza e delicatezza è stato smussato: la
linea del mento pare più marcata, gli occhi leggermente
sfilati, e le
ciocche di capelli mossi le ricadono ben oltre le spalle.
Inoltre, si è alzata di un paio di centimetri
(tant'è che
arriva alla stessa altezza di Kanato) e ha le curve del seno e dei
fianchi più morbidi.
E i denti sono ancor più affilati.
...Sembra davvero una vampira, ecco.
-...Ma sei sicuro che la troveremo qui?-.
Yui volta di scatto la testa verso la porta principale, tolta
bruscamente dalle riflessioni all'udire una voce maschile dall'altra
parte dell'infisso.
Mh?
Si sente uno scalpitio, seguito da un breve tonfo.
-Sì, Karl è stato molto chiaro.-. Un'altra voce
maschile, più fredda di quella di prima. -A proposito
di...-. Ma la fanciulla ha smesso di origliare.
Le orecchie iniziano a fischiarle, e percepisce la gola prosciugarsi.
Cosa? K-Karl? Co-co cosa c'entra?
Si porta le dita alle tempie, che hanno preso a pulsare furiosamente.
Il fantasma di quell'uomo la perseguita ancora.
-Perché? Perché?-. Inizia a mormorare senza
rendersene conto, facendo guizzare gli occhi dappertutto, ma senza
vedere realmente cosa la circonda.
Quella terribile
sensazione torna ad assalirla, impedendole di ingoiare il
nauseante groppo in gola.
Preme i palmi delle mani contro la nuca, mentre le lacrime iniziano a
rigarle il volto.
No, no. Chi sono?
Barcolla fino alla porta, digrignando i denti.
-No, no...-. Sussurra con voce roca, destabilizzata. Abbassa una mano e
con fare tremante afferra la maniglia.
Scaccia via il baluginio di un ricordo,
scuotendo la testa.
-..Come facciamo a trovarla?.-.
Karl..perché
Karl? Chi sono?
Yui gira la maniglia.
Angolo autrice:
Buon pomeriggio!
Ebbene sì, sono tornata! Con il seguito della storia a
capitoli de "Il risveglio"! :D
Questa volta la fan fiction è ambientata in un momento
indefinito del sequel della serie originale, ossia "Diabolik
Lovers-More blood".
Consiglio candidamente a tutti i lettori interessati a seguire il mio
seguito, di leggere a grandi linee la trama di "-More blood"
(a meno che ovviamente già non la conosciate ;] ),
perché probabilmente io non spiegherò tutti i
particolari (inteso nei termini di trama, perché nelle
prossime volte verranno approfondite molte cose :) )
Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto o comunque intrigato,
magari fatemi sapere il vostro parere ^-^ (che è di vitale
importanza per me.)
Avviso già da ora che gli aggiornamenti avverranno quasi
sempre una sola volta a settimana (causa scuola-studio-impegni) ,
ma i capitoli saranno più lunghi (è una promessa
che spero apprezzerete xD).
Avete visto che tenera la foto che ho messo? *w* Ci sono anche i
quattro nuovi personaggi ( disegnati sulla destra <3)
che a mio parere sono belli (molto belli ahahahah) e interessanti
quanto lo sono i nostri cari e vecchi fratelli Sakamaki ^^
...
Bene.. non so che altro dire "xD
Per ora la vostra _piccolascrittrice_ vi saluta, arrivederci!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Capitolo 2 ***
Conoscenza
Non
appena schiude la porta, qualcosa le capitombola addosso, oscurandole
d'immediato la vista.
In un'insieme confuso di tonfi e grugniti, Yui si ritrova distesa lungo
il pavimento freddo del bagno, schiacciata da qualcosa di pesante.
Ha la guancia sinistra premuta sulle piastrelle e i
capelli
riversi sul viso, ed il resto del corpo è immobilizzato a
terra
da quella che sembra proprio una persona.
Destabilizzata, non riesce a far altro che inspirare il meraviglioso
profumo che quasi le aggredisce le narici.
Poi sente borbottare un'imprecazione, da una voce roca e profonda che
non riconosce affatto, e finalmente è libera di muoversi.
Colta dalla curiosità e la confusione, la fanciulla tira su
il busto con veemenza e volta il capo verso l'estraneo.
-Senti un po' tu..-. Comincia a dire il ragazzo, alterato, ma quando
incrocia i suoi occhi si ammutolisce all'istante, con aria sbigottita.
A bocca asciutta, Yui scruta i bellissimi lineamenti di quel viso
sconosciuto: le iridi ambra, la loro forma sfilata, le ciocche biondo
scuro che le incorniciano, e che si intrecciano
con alcune più chiare che gli ricadono sulla gote sinistra,
il
naso diritto, e le labbra invitanti ora leggermente schiuse.
Anche lui sembra preso ad esaminarla, ed ha un tale sguardo concentrato
e al tempo stesso confuso che le fa venire la voglia di chiudere le
gambe, se non fosse che sono già strette tra quelle flesse
del
giovane.
I pensieri le si sono prosciugati proprio come la gola.
-Caspita, è più carina di quanto ricordassi-. Si
ode una
voce squillante e sinceramente stupita, alle spalle del ragazzo
accovacciato su di lei.
Ricordandosi in quell'istante di non essere soli, la fanciulla
sussulta, mentre il belloccio scatta in piedi, storcendo la bocca in
una smorfia.
In estremo imbarazzo, Yui volge lo sguardo verso una chioma bionda, che
ha fatto capolino da sopra la spalla destra del (molto probabilmente)
compare.
Percepisce lo stomaco attorcigliarsi. Dio, come fa ad essere
così bello?
-Sono sicuro che sia proprio lei-. Il biondino si apre in un sorriso
abbagliante, mentre l'altro incrocia le braccia al petto, fissandola.
Il fuoco praticamente le incendia la pelle, mentre si perde nei
lineamenti perfetti del ragazzo biondo.
L'occhio destro è nascosto da ciocche bionde chiaro, ma pare
brillare di un colore diverso da quello sinistro, azzurissimo.
Sembra davvero un angelo.
La ragazza si riprende dalla semi-trance solo quando una vocina le
sussurra in testa -Sono
sconosciuti, non sai cosa vogliono!-, così cerca di rialzarsi
in piedi.
Ed è in quel momento che si accorge della presenza di altri
due
individui fermi sull'uscio, ed incrocia un attimo i loro occhi.
Un paio di iridi color lavanda l'attirano più del dovuto.
Mh. è nel
bagno delle ragazze con quattro splendidi quanto estranei tipi che
la stanno fissando...
Perché la cosa non sembra promettere nulla di
buono?
-Chi siete? Che cosa volete?-. Balbetta all'improvviso, piuttosto
intimorita, facendo guizzare lo sguardo da un viso all'altro.
Senza rendersene conto, indietreggia fino a premere la schiena contro
il dorso della porta del bagno centrale.
Non le sfugge l'occhiata eloquente che si scambiano i due giovani
più vicini.
-...Karl è
stato molto chiaro.-. Quelle parole le tornano in mente
colpendola come uno schiaffo, e d'improvviso sente le gambe molli.
Quando poi si fa avanti uno dei due ragazzi rimasti in disparte, le
gambe minacciano di cedere.
Quel tipo trasuda freddezza e controllo: dal modo in cui si sta
pericolosamente avvicinando a lei, dall'espressione insolente,al tono
noncurante mentre
domanda -Yui Komori, giusto?-, con il suo timbro di voce cupa.
La fanciulla sente lo stomaco contorcersi dall'ansia, mentre il suo
sguardo è incantenato a quello del giovane ormai di fronte a
lei.
Non può non notare quanto siano affascinanti quelle iridi
grigio-azzurre, incorniciate da ciocche nere dalla punta bianca.
- Come fai a sapere il mio nome?-. Replica diffidente, malcelando il
tremore nella voce.
Lui allora si sfiora il mento con il dorso di una mano, e ricambia con
uno sguardo più intenso.
-Noi sappiamo tutto di te-. Dice, sibillino.
Un groppo le intasa la gola, mentre sgrana gli occhi.
Cosa intende dire?
Chi sono..Cosa vogliono?
Poi un pensiero fulmineo la colpisce.
-Siete vampiri?-. Chiede d'impulso, in tono vagamente
smarrito.
Sul viso del ragazzo compare l'ombra di un sorriso condiscendente.
Ecco perché inspira il loro profumo, ma non sente la gola
ardere.
Hanno nominato Karl.
Dicono di sapere tutto su di lei.
E sono dei vampiri.
Il suo corpo reagisce simultanemante all'elaborazione di quella
consapevolezza.
Si scosta dalla porta e scansa il vampiro
in un unico movimento fluido, ma senza pensare a come
accidenti avrebbe dovuto fare per sorpassare gli altri tre,
che bloccano l'uscio con la loro virile imponenza.
Infatti, Yui non si stupisce più di tanto quando delle dita
si
stringono alle sue spalle, trattenendola senza difficoltà.
O forse è lei che è senza speranza.
A questo punto, davanti a sè ha Mr-occhilavanda, alla sua
sinistra il tipo che le è caduto addosso, mentre alla destra
c'è quello che sembra il leader della combriccola.
Quindi, senz'ombra di dubbio, quello che la tiene ferma e le sta
soffiando sul lobo deve essere l'angelo.
-Ora, devi venire con noi-. Le sussurra il biondo all'orecchio, e la
fanciulla rabbrividisce di terrore misto a piacere, provocato da quella
voce maledettamente suadente.
Le ricordano così tanto i Sakamaki...
Ma per loro, all'inzio, è stata cibo, una Sposa sacrificale.
..Questi cos'altro potrebbero volere?
Un brivido gelido le percorre la schiena.
-Lasciami-. Sussurra di scatto, con voce incrinata da crescente
terrore.
Si volta con un violento strattone e barcolla indietro, scontrando la
schiena contro il petto del vampiro taciturno.
-Azusa-.
Sente dire il leader, scocciato,
e all'istante delle lunghe braccia si serrano intorno al
torace della fanciulla, intrappolandole le braccia lungo i fianchi.
La giovane emette un gemito di frustrazione, mentre guarda in cagnesco
i tre vampiri di fronte. Il biondo sorride in modo cattivo.
-Almeno, se riuscirò a tornare intera dai
fratelli, so
il nome di uno dei rapitori-.
Si ritrova a pensare Yui, sarcasticamente.
Ma si rifiuta di pensare a cosa le succederebbe se i quattro
riuscissero a portarla via con loro.
All'improvviso però, un'idea le scatta in mente. Abboccheranno?
-Non vi conviene portarmi via. Verranno a cercarmi-. Intima con voce
più ferma possibile, guardando dritto negli occhi il leader.
-E spero davvero che sia così-. Aggiunge, tra sé
e sé.
Per tutta risposta, il biondino e il belloccio si mettono a ridere,
lasciandola letteralmente a bocca aperta.
Il capo invece, si limita ad un sorriso di scherno. No, non abboccano.
-I tuoi cari
Sakamaki, sono
proprio quelli che hanno più paura di noi al momento.-.
Dice, ed
incrocia le braccia al petto, mentre i due compari fanno fatica a
ricomporsi.
Oh. Ecco che le parole
di Shu prendono più senso...
Il trillo prolungato della campanella interrompe il flusso
dei suoi pensieri.
-Mh. Meglio
togliere il disturbo.-. Dice il vampiro dagli occhi ambra, di colpo
serissimo, lanciando un'occhiata nervosa alla fanciulla.
Il biondino si apre in sorriso malizioso, mentre il leader si avvicina
a lei, ancora imprigionata dalle braccia di..Azusa (che non ha mai
proferito parola).
Lo sguardo che le riserva le fa accaponare la pelle. Le tempie tornano
a pulsarle, mentre la testa esplode in un tumulto di domande.
-Stiamo già correndo un rischio in più.
Andiamocene.- Asserisce il capo, pragmatico.
Allora Yui viene spinta all'indietro (con una delicatezza
sorprendente), e si ritrova nel corridoio principale dell'edificio, con
un polso saldo tra le dita del vampiro schivo.
Lo sguardo le guizza tra gli studenti che si stanno dirigendo
all'uscita, cercando dei lineamenti familiari. Invano.
Sull'orlo del pianto, incrocia gli occhi di quella particolare
sfumatura viola, delicati e timidi, e solo allora nota il taglio
profondo sul ponte del suo naso,
e poi uno più superficiale sul fondo della pallida gote
sinistra.
E ancora, la benda avvolta al suo collo.
Un'oscura sensazione le percuote profondamente il petto, e sente di non
aver più il bisogno impellente di dimenarsi.
Poi, in un battito di ciglia, a stringerla non è
più solo lui, ma anche il biondo e il compare: le spalle, le
braccia, la schiena...
La fanciulla viene condotta verso l'entrata della scuola, i suoi occhi
non si discostano dalle spalle alte e strette del vampiro autoritario,
la cui chioma nera e tendente al bianco ondeggia ad ogni suo passo
sinuoso.
Yui non si ribella, nè inveisce nè piange.
..Ma il destino vuole che lei non varchi l'abitacolo di quella
limousine nera parcheggiata all'angolo del marciapiede.
Subaru si materializza dal nulla, aggredendo il vampiro le cui iridi
grigio-azzurre stavano intimando alla giovane di salire.
Viene sballottata da una parte all'altra, ma nella confusione riesce a
distinguere anche le figure di Reiji, Shu, Raito e Kanato, mescolate a
quelle dei vampiri sconosciuti.
Quella vista le pare talmente tanto bizzarra che, quando perde
l'equilibrio (dopo l'ennesimo spintone) e cade a terra, resta immobile
a fissare la scena che si sta svolgendo a pochi metri da lei.
Non sta ascoltando quello che si gridano, piuttosto i pensieri che le
evocano tutti quei occhi, quelle labbra, quei denti, quelle mani, quelle bende...
Sbatte energicamente le palpebre quando delle mani si insinuano sotto
le sue ascelle, per tirarla su.
Sempre quelle dita le voltano il busto, affinché Yui possa
vedere il viso di ..Ayato.
-Vai in macchina, capito?-. Le ordina, in tono tagliente.
Quei vampiri vogliono lei. Lui lo sa, lo sa.
-Ayato..-. Inizia a replicare, consumata da un desiderio
oscuro, che neanche lei riesce a comprendere.
Lui però la ammutolisce, affilando sinistramente lo sguardo,
e dopo aver lanciato un'occhiata agli altri (che continuano ad
abbaiarsi contro), aggiunge a voce più bassa
-Ti conviene entrare subito in macchina, se non vuoi che io sia
piuttosto violento la
prossima volta-.
Detto questo, sposta le dita per afferrarle gli avambracci, e la spinge
in direzione dello sportello schiuso laccato di bianco alla sua
sinistra.
Completamente senza parole, Yui non riesce a far altro che obbedire,
infilandosi nella limousine con le gambe rigidissime.
Non ha la forza di guardare fuori dal finestrino, così
chiude gli occhi abbacinati, e abbandona la nuca sullo schienale in
pelle.
Ha il corpo in fiamme, ed è così confusa da
sembrare febbricitante.
Il motore si accende, facendo vibrare lievemente il sedile sotto di
lei.
E in quel momento, un pensiero nitido la colpisce.
Con o senza minacce, sa che non è finita qui.
Angolo
autrice:
Buonasera :)
Prima d'ogni cosa, ringrazio davvero tanto per la calorosa accoglienza
del primo capitolo di questo seguito :D
Sono felicissima delle ragazze che mi seguono ancora, non potrei avere
di migliori ^---^
Mi scuso invece, per non essere riuscita ad aggiornare prima, e per il
capitolo relativamente corto, ma la scuola e gli impegni non mi danno
molta tregua :P
Comunque, vorrei tenervi un po' sulla corda ;3, e vi posso dire che
quasi sicuramente questa storia avrà più capitoli
dell'altra :)
Beh, come v'è sembrato? Spero di non deludere l'attesa e le
aspettative..ma se è così ditemelo, mi
raccomando, perché voglio davvero che le mie parole vi
prendano!
Vi lascio con un'altra foto dei nostri vampiri (voglio abituarvi il
più possibile allo splendore dei Mukami *O*).
Mi piacerebbe tanto e mi fareste davvero contenta se lasciaste un
vostro commento, di critica o complimento che sia ^^
e vi chiedo che idea vi siete fatte (/i?) dei quattro nuovi fratelli
leggendo questo capitolo (:
Un grosso abbraccione alle mie lettrici numero uno (devo nominarvi?
u_u), e un saluto a tutti gli altri <3 (faccio le preferenze xD ahaahahah)
Dalla vostra gratissima e ansiosa
_piccolascrittrice_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Capitolo 3 ***
capitolo 3
Una settimana dopo
è
uno strazio.
Yui scende dalla limousine, con Subaru e Ayato letteralmente
appiccati ai suoi lati.
Si incammina verso l'entrata della scuola con un certo
nervosismo, che i due vampiri al suo fianco sembrano proprio voler
accrescere, con i loro occhi diffidenti che saettano da una parte
all'altra.
La giovane ormai non si appresta più a far lo
stesso: non nutre paranoie o timori reverenziali nei confronti di
quelle quattro
misteriose creature (a dispetto della banda che le sta con
il fiato sul collo ogni minuto della sua giornata).
Anzi, a essere sincera con se stessa, si strugge dalla
voglia di poter incrociare un paio di quei occhi, corrosa da una
sconsiderata quanto morbosa curiosità.
E più i fratelli la allontanano anche solo dalla
loro vista in lontananza nel corridoio scolastico, più lei
si sente calimitata dalle loro oscure intenzioni.
Sì perché, proprio a partire dalla
sera seguente al tentato rapimento, i quattro vampiri hanno iniziato a
frequentare quell'istituto.
Ad esclusione di quello che sembra il leader, gli altri tre
seguono le lezioni nella stessa classe di Yui, Kanato e Ayato (quindi
presumibilmente hanno 17 anni),
tant'è che quest'ultimo sembra un cane rabbioso,
a giudicare da come ringhia anche ai professori e dal modo in cui
gironzola costantemente intorno a lei.
Per non convincerlo ad alzarsi ed andare a staccare la testa
a quei tre (chiedendosi cosa lo stia trattenendo a prescindere), la
giovane si limita a lanciare qualche occhiata
di sottecchi ai loro banchi, due file più avanti,
indugiando su di una chioma grigia.
Finora, dopo quella famosa sera, solo il biondino da urlo
osa ammiccare nella sua direzione (con evidenti sobbalzi di Ayato e
compagnia bella), ma in linea generale si tiene a debita distanza come
i suoi compari.
E così, mentre rimugina su cosa abbiano in mente
i quattro tipi, Raito le scocca un sonoro bacio sulla guancia sinistra,
e dopo averle arruffato un po' i capelli, si allontana verso le scale,
sorridendole da sopra una spalla.
Lui sembra l'unico a cui la situazione non pesi o stressi,
poiché si atteggia con la sua solita malizia e
spensieratezza, e per questo Yui è ben felice di passarci
del tempo insieme.
Gli sorride di rimando.
-Sta' attenta-. Borbotta Subaru, senza guardarla.
L'implicita dolcezza del vampiro la farebbe arrossire, se non fosse che
appare così rigido e severo, con il pensiero fisso a quei
vampiri.
Questa sorta di iperprotettività maniacale la sta
davvero stufando.
Presa da questa considerazione snervante, lascia che Subaru
si allontani, senza degnarlo di benché minime attenzioni.
Non si azzarda a riservare lo stesso trattamento ad Ayato,
che cammina accanto a lei cingendole possessivamente un fianco. Lui sa
essere molto vendicativo.
Reiji li guarda in malo modo ed intima silenziosamente di
accelerare il passo,mentre si dirige verso la sua classe guardandosi
nervosamente intorno.
è sicuramente il primo tra tutti che intende
tenerla lontana da quei vampiri, e che non accenna a spiegarle qualcosa.
Perché è evidente che i Sakamaki
conoscano i nuovi arrivati, sopratutto Shu.
Da quando i quattro hanno fatto la loro comparsa, lui ha
cominciato a comportarsi in modo... strano.
Sembra essersi di nuovo chiuso ermeticamente in
sé stesso, e più volte Yui lo ha visto volgere
uno sguardo vitreo verso i loschi vampiri.
Più precisamente, verso quello alto e dagli occhi
ambra, che spesso lo si vede portare la folta e mossa chioma castana
legata in un codino dietro la nuca.
Ogni volta le sembra come se Shu stesse vedendo un fantasma.
Per ora, non osa chiedergli nulla al riguardo, timorosa di
scatenare una violenta reazione da parte sua o di quei origlioni di Ayato,
Subaru o Kanato.
Quest'ultimo, proprio in quel momento compare al suo fianco,
guardandola con la sua espressione di apparente curiosità.
Ultimamente sembra coltivare un vivo interesse (al limite
della fissazione) per gli occhiali: non si separa più da un
paio con una montatura color prugna e dalla forma sfilata,
che gli aggrazia gli occhi.
C'è da dire anche che gli donano un'aria saccente
e raffinata.
-Hai studiato per il compito di oggi?-. Le domanda,
riportandola alla realtà.
Quel suo nuovo tratto assennato comincia davvero a piacerle.
-Sì,sì-. Risponde, abbozzando un
sorriso.
Il vampiro allora le lancia un'occhiata da far venire i
brividi, prima di allontanarsi con la sua andatura incerta.
Beh, Kanato
rimane Kanato.
E a prima ora c'è compito di filosofia. Meglio
sbrigarsi.
***
-Posso andare in bagno?-. Chiede la fanciulla, celando
l'agitazione crescente dietro la cortesia.
La professoressa inforca gli occhiali sul naso aquilino ed
accenna un consenso seccato, gettandole a malapena un'occhiata.
Yui si dirige alla porta con lentezza calcolata, percependo
tutti e cinque gli sguardi dei vampiri presenti nell'aula puntati sul
suo profilo.
Indugia un attimo sulla maniglia, travolta dal profumo
emanato dalla pelle della donna alla cattedra.
Poi apre la porta, esprimendo un muto desiderio.
Sa che Ayato non tarderà a raggiungerla, nel suo
ossessivo tentativo di tenerla d'occhio. La cosa è irritante
e allo stesso tempo piuttosto inquietante.
Non ha bisogno di andare al bagno, né ha voglia
di restare sola.
Il suo è un patetico, rischioso tentativo per... vederli (senza la
sua personale scorta).
Ci prova dal primo giorno in cui li ha visti gironzolare per
la scuola, in veste di studenti.
Ha la costante impressione di essere esclusa da tutto,
all'oscuro d'ogni cosa, e lei invece vuole, per una volta, sapere cosa
diamine succede ed è successo.
Se avesse avuto questa fortuna con la "faccenda" di Karl Heinz, forse
le cose sarebbero andate diversamente.
...
Deve sapere a tutti i costi.
Così spera, ogni sera, che uscendo dalla classe
con una scusa, venga raggiunta da uno di loro quattro.
-Tutti
insieme magari no- pensa, indispettita.
Appena si scosta dal muro, si accorge subito che non
è più sola.
E volgendo lo sguardo verso sinistra, lo vede.
Il vampiro dagli occhi grigio-azzurri, freddi e calcolatori,
che percorre il corridoio con passo lento e cadenzato, avvicinandosi a
lei come un predatore fa con la sua preda.
Perché lei è questo, vero? Una fragile
preda inchiodata al posto dall'autorità e la soggezione
emanata da quel cacciatore
sempre più vicino.
In realtà, l'ultimo che avesse sperato di vedere.
Il vampiro alla fine arriva a pararle davanti, e Yui non fa
niente per nascondere la paura crescente.
Incapace di sostenere troppo a lungo il suo sguardo
affilato, la giovane si concentra sui suoi vestiti:
indossa solo la camicia bianca messa in dotazione
dall'istituto, con i primi bottoni liberi dalle asole, che lasciano
intravedere la maglietta scura sottostante.
La lunga cravatta nera è volutamente allentata, e
il suo profumo è vagamente pungente.
Quando incrocia le braccia al petto, la fanciulla alza lo
sguardo.
-Si dice che la curiosità uccise il gatto-.
Asserisce caustico, schernendola con lo sguardo.
Ah.Colpita e
affondata.
L'acutezza del vampiro l'ammutolisce per parecchi secondi.
-Che cosa volete da me?-. Riesce poi a domandare, quasi in
un gracchio, percependo le guance bruciarle di vergogna.
Lo dice al plurale, ma capisce che è lui il capo
a tutti gli effetti.
-Probabilmente gli altri si stanno tenendo lontano solo per
suo comando.-. Riflette tra sé e sé, seguendo con
attenzione ogni più piccolo movimento del vampiro di fronte
a lei.
-Ho troppo poco tempo per dirtelo.-. Risponde lui, evasivo,
e scocca un'occhiata alla porta vicino a loro.
Yui lo imita subito dopo, timorosa di veder comparire Ayato
da un momento all'altro.
Probabilmente stanno pensando la stessa cosa.
-Se vuoi sapere la verità, devi venire con noi.-.
Sente dire il vampiro, enigmatico.
Quando torna con gli occhi su di lui, è
già molti metri lontano.
-Aspetta! Dove mi portereste? Di che verità
parli?-. Chiede la fanciulla, a raffica e con foga, assalita
dall'agitazione.
Vede un sorriso ambiguo distendersi sul suo bel viso, mentre
fa un passo indietro.
Il corpo di lei allora si tende tutto, pronto a seguirlo,
quando la porta alla sua sinistra si spalanca. Emette un impercettibile
sospiro.
E poi un paio di iridi verdi la fulminano.
-Con chi stavi parlando?-. Chiede Ayato, brusco, con un
palmo sul dorso della porta appena chiusa.
Gli occhi di Yui guizzano velocemente al corridoio
più avanti: il vampiro è sparito.
Percepisce qualcosa appesantirle le spalle.
-Con..nessuno.-. Sussurra, dopo aver riportato gli occhi sul
viso di Ayato.
Lui distende la bocca in una linea dura, poi avanza verso di
lei e l'afferra per gli avambracci con veemenza.
Yui si sente avvampare di imbarazzo quando il vampiro
inspira profondamente dal naso nel suo incavo del collo.
Non le sembra affatto il momento giusto per...
-Hai addosso il fetore
di Ruki.-.
Lo sente constatare con disgusto, per poi accostare il viso al suo per
incenerirla con lo sguardo.
F-fetore? Ruki?
-Ora andiamo in classe. Poi faremo i conti una volta tornati
alla villa.-. Le sibila, con i canini sporgenti a un palmo dalle sue
labbra serrate.
La fanciulla inghiotte a fatica il groppo in gola, mentre
rientra in classe con un braccio stretto tra le dita di Ayato.
Se l'è andata cercando. Ora succederà la
stessa cosa della settimana scorsa.
***
Yui abbandona la cartella sul letto, ed inizia a sciogliere
il fiocco rosso della divisa scolastica, sbadigliando sonoramente.
-Finalmente domani è giorno di riposo!-. Pensa,
accigliata, mentre si sfila il gilé nero.
Farà una doccia fresca e poi si
riposerà, o meglio, rimuginerà
sull'incontro di oggi.
Si è appena sfilata le scarpe marroncine dalla
suola consunta quando bussano alla porta.
Un dubbio atroce la paralizza sul posto.
Ode lo scricchiolio della porta, e volta la testa in quella
direzione con lentezza esagerata.
Sa benissimo ancor prima di inquadrare quella figura che non
si tratta di Raito.
Ayato sbatte la porta dietro di sé, e si avvicina
al letto con passi da felino, senza mollare un'istante il contatto dei
suoi occhi.
-Come ho fatto a scordarmene?-. Inizia a chiedersi lei, come
un mantra, dritta come un fuso.
Intanto il vampiro si è seduto sul letto, con un
brutto cipiglio sul viso. Quella maglietta bianca con lo scollo a V
nero gli sta davvero bene.
E visto che l'ha abbinata ad un paio di bermuda neri, Yui fa
quasi fatica a non incantarsi. Quasi.
-Che cosa ti ha detto Ruki?-. Le domanda senza giri di
parole, riducendo gli occhi a due piccole fessure.
Mmh, meglio essere altrettanto diretti.
-Ha detto che se voglio sapere la verità, devo
andare via con loro.-. Risponde risoluta, e scruta con attenzione la
reazione di Ayato.
Che si mette a ridere sguaiatamente.
Lo guarda in tralice, mentre percepisce il sangue
ricominciare a fluirle nelle gambe.
Decide di non ribattere (l'umore di Ayato è in
equilibrio fin troppo
precario), e aspetta irritata che si ricomponga.
-Stupida!
Non c'è nessuna
verità, vogliono solo rapirti e farti schiava per vendicarsi
di noi!-.
La schernisce duramente, alzandosi di scatto in piedi.
Yui spalanca la bocca e fa un passo indietro, rifiutandosi
di metabolizzare le sue parole.
è questa
la verità?
- V-vendicarsi?-. Mormora allibita, tentennando.
Lui arriccia le labbra e le si fa di fronte. Un luccichio
sinistro gli brilla negli occhi.
-Ti dobbiamo tenere lontana da loro.-. Dice, aspro.
Lei si porta una mano alla gola e stringe tra loro le gambe
tremanti.
Non riesce a dare un senso ai pensieri che le affollano la
testa.
-E visto che sei così stupida da non arrivarci
sola, ed oggi hai osato avvicinarti ad uno di loro..-. Continua lui,
sibilando e facendosi sempre più vicino.
Alla fanciulla ora sembra di sudare freddo.
Farla schiava? Vendicarsi?
-Questa volta mi divertirò solo io.-. Conclude
il vampiro, in un tono gelido e al contempo sadico che ha attirato
l'attenzione di Yui.
La mascella serrata e gli occhi fessurizzati preannunciano
violenza.
Sapeva che sarebbe finita
così.
La giovane viene scaraventata sulle lenzuola, e il suo corpo
immediatamente schiacciato da quello di Ayato.
Perché quel maledetto sta ghignando?
-Che bella
mise che hai, Chichinashi-.
La deride, indugiando con lo sguardo sulla gonnellina nera della divisa
scolastica rialzata.
Inviperita, Yui gli molla un ceffone in pieno viso, cercando
poi di divincolarsi.
Non è in vena
di giochetti perversi questa sera.
Per tutta risposta, Ayato serra i denti e inchioda i polsi
della ragazza sul letto, guardandola dall'alto come si fa con un
cucciolo ferito.
-Che cosa speravi,eh? Che quelli venissero a... che so, salvarti?-. Le
ringhia contro, raggelandola con lo sguardo.
Yui percepisce le lacrime pungerle le palpebre, mentre
l'assale una sensazione di agonizzante vuoto.
Smette di fare resistenza, e lascia che Ayato le chiuda le
gambe tra le sue.
Ma non ha intenzione di vedere il suo eccitamento mentre le
stilla il sangue, così distoglie lo sguardo da lui
(esponendogli volutamente di più il collo)
e si abbandona all'avvilimento.
Lei non deve salvarsi da
niente...
Percepisce come in lontananza un sospiro sul suo collo.
Quelle bende...
...Forse
credeva di dover salvare loro.
Sente sciogliersi la presa sui suoi polsi.
Con occhi acquosi si volta a guardare Ayato, ora disteso
accanto a lei, sul letto sfatto, i visi a pochi centimetri.
-Io non voglio che ti portino via-. Lo ode sussurrare, e
riuscendo a scrutarlo con più nitidezza, nota il rammarico
nella sua voce, la sua espressione contrita.
La fanciulla si sente appena più leggera.
-...vogliono
solo rapirti e farti schiava!-. I suoi occhi tornano ad
adombrarsi.
Nella foschia, intravede Ayato portarsi alle labbra una sua
mano.
E poi vi affonda i canini,
e il dolore, e il piacere travolgono tutto il resto.
Angolo autrice:
Buon
pomeriggiooo!
Che bello
riuscire a pubblicare il capitolo un giorno prima del solito :D
E spero di
aver ripagato bene le attese con uno ben più lungo dello
scorso ^-^ <3
Sono stata
davvero brusca sul finale, ma mi piace tenervi sulla corda 3:) (non
vogliatemi male XP)
Comunque, come
vi è sembrato? C:
Accetto con
onore e gratitudine sia critiche che consigli che complimenti ^-^
Solo una
piccolissima cosa vi chiedo...diciamo, ecco, non saltate subito a
conclusioni dopo aver finito di leggere i capitoli.
Insomma, credo
potrà capitare, e non vorrei alimentare false o brutte
speranze ç.ç
Ringrazio
tantissimissimo le ragazze che hanno recensito i primi due capitoli
*_______*
E per ora vi
saluto, augurandovi una buona settimana (perlopiù scolastica
*sigh*)! <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Capitolo 4 ***
Capitolo 4
Domenica.
Giorno libero. I quattro
vampiri.
è il primo pensiero che Yui elabora, ed è anche
quello che la fa scattare seduta tra le lenzuola del suo letto.
L'improvvisa lucidità, però, riporta con
sé il
fastidioso pizzicore alla mano e tutt'intorno al collo che la giovane
ritorna a percepire.
Evita di immergersi nei ricordi della notte prima, scandagliando la
camera con sguardo concitato.
Ayato è stato più
violento del solito, e lei può ben vederlo sulla
propria pelle, ma per la seconda volta si è svegliata con la
gola arsa.
E questo comincia a
seccarla.
Sentendosi immediatamente colpevole a quel pensiero, tira
via la
leggera coperta di cotone e scende dal letto, senza però
sapere
bene cosa fare.
L'avvampo intanto le è sceso fin alle punte dei piedi, che
ora paiono stridere sul pavimento perennemente freddo.
Udendo in lontananza l'eco di un parlottio sommesso, decide di
cambiarsi ed andare giù dai fratelli.
Per ora.
-Buongiorno,
Yui-chan-. La saluta Raito, non appena la scorge varcare
la soglia della sala da pranzo.
La fanciulla gli risponde cortesamente e si dirige verso il lungo
tavolo in legno scuro, ove i sei vampiri stanno facendo colazione.
è ormai tradizione che la domenica mattina debbano riunirsi
tutti e sette per mangiare. Anche se il clima che si respira non
è sempre armonioso.
La giovane si accomoda al solito posto, tra Raito e Shu,
mentre
lancia un'occhiata ad Ayato e Kanato, che stanno discutendo
animatamente su come si debba preparare
un dolce perfetto (al che lei alza mentalmente gli occhi al cielo).
In effetti però, se non fosse per loro, ci sarebbe solo un
lugubre silenzio.
Reiji sta mangiando la sua porzione di Yudofu con
compostezza, ma gli occhi incollati al piatto e la vena pulsante sulla
sua tempia tradiscono irritazione.
Forse è
meglio che faccia quello e basta.
Alla sua destra, Subaru rigira la sua omelette nel piatto con fare
distratto, guardando insistemente nella direzione di Yui
(che volge subito lo sguardo altrove sentendosi in soggezione).
Alla sinistra di lei invece, Shu sta sonnecchiando:
con il capo reclinato all'indietro e le spalle rilassate contro lo
schienale della sedia, sembra non essersi neanche accorto della sua
presenza (e anche adesso si chiede come faccia a stare sempre
così calmo).
Infine, escludendo i due vampiri che ora hanno iniziato a bisticciare
su quanto debba essere friabile
il fantomatico
dolce perfetto, Raito si è sporto su di lei e
le sussurra all'orecchio battute sconce.
Di cui preferisce non cogliere il senso.
Si limita invece ad esaminare pigramente le pietanze sparse sul tavolo,
e una volta individuata la ciotola di umeboshi, la
agguanta e la trae a sé, anche se non ha esattamente fame.
Ad un tratto, Reiji si schiarisce la gola ed alza finalmente lo sguardo
dal piatto (su cui non è rimasta nemmeno una briciola),
indirizzandolo ad Ayato e Kanato in modo piuttosto sinistro.
-Potreste ricomporvi, ora?-. Domanda spazientito, attirando
immediatamente su di sé gli occhi quasi allibiti dei due
fratelli.
In realtà, quelli di tutti: Reiji non si pronuncia
così direttamente
da ormai...beh, da
quella sera.
Shu infatti sembra essersi destato, e guarda il fratello maggiore con
occhi semi aperti ma vigili.
Subaru invece ha smesso di torturare con le bacchette la sua colazione,
e Raito si è scostato dal viso di lei, mentre Ayato e Kanato
si
sono zittiti e seduti, stranamente obbedienti.
La ragazza quasi si è strozzata con il boccone di prugna.
Apparentemente soddisfatto dell'effetto sortito dalle sue parole, Reiji
si alza in
piedi e raddrizza gli occhiali sul dorso del naso, prima di congiungere
le mani davanti a sé.
Yui potrebbe giurare che il vampiro la sta fissando, ma la luce del
lampadario sopra le loro teste si riflette sulle lenti dei suoi
occhiali, impedendole di accertarsi dove stiano gravitando i suoi
occhi.
-In merito alla situazione incresciosa
con cui stiamo convivendo...-. Comincia a dire, ma viene prontamente
interrotto dalla giovane,che non riesce a trattenersi dal replicare
-Quale situazione?-;
risultando più tagliente di quanto volesse.
Sa benissimo a cosa, o meglio, chi
si riferisce il vampiro, ma
vuole sapere tutto, e visto che lui ha uscito il discorso,
ora si farà
dire ciò che sanno.
-Credo tu sappia piuttosto chiaramente di cosa stiamo
parlando, Yui, visto
che sembra tu muoia
dalla voglia di parlare con quella feccia
di vampiri.-.
Le ringhia lui in risposta, e pare sputare fuori ogni singola parola
con assoluto disprezzo.
La fanciulla sbatte le palpebre, inizialmente sorpresa; poi il petto le
si gonfia di indignazione, sentendosi punta sul vivo.
Non le sfugge l'occhiata confusa che si scambiano Subaru ed Ayato, alle
parti opposte rispetto al tavolo.
-è solo perché voi non mi dite mai niente!-. Ribatte
la giovane, scattando inconsapevolmente in piedi.
Si ode il tonfo della sua sedia quando si rovescia a terra, mentre lei
ricambia lo sguardo con cui Reiji la sta fulminando.
Intorno a loro, i cinque vampiri paiono trattenere il respiro, in
attesa.
-Sei una tale incosciente
che,
anche conoscendo la verità, ti fionderesti nelle loro
mani!-. La
schernisce lui, sbattendo i palmi delle mani sul bordo del tavolo con
una veemenza tale da farla sussultare.
Il cucchiaino sul piattino vuoto di Kanato tintinna sulla tovaglia
bianca. La tazza di tè di fronte a Shu vacilla
pericolosamente.
Lacrime di frustrazione le pungono le palpebre spalancate.
-E quale sarebbe allora il tuo piano per tenermi lontana da loro?-. Gli
domanda, caustica e spazientita. Incrocia le braccia al petto per
impedirsi di tremare.
Il vampiro a questo punto, si apre in sorriso maligno e raddrizza la
schiena, dando la parvenza di aver riassunto il controllo di
sé
stesso.
-Semplice. D'ora
in poi studierai esclusivamente nella villa. Volevo giusto informarti
di questa mia decisione.-.
Ne parla come se fosse una cosa assolutamente
normale: segregarla
in casa, per impedire che quei vampiri la possano in
qualunque modo avvicinare.
Yui allora spalanca la bocca, per un attimo senza parole.
Reiji intanto, che pare molto compiaciuto a giudicare dall'espressione
in viso, si accinge ad uscire dalla sala.
Quando ormai è sul punto di attraversare l'uscio, la
fanciulla si volta verso di lui e sbotta -Perché
lo vuoi fare?
Qui non si tratta di proteggermi, non
è così?-,
tentando invano di nascondere il tono di voce risentito e ferito.
Lui allora si gira a sua volta, e le sorride di sbieco. A conferma del
suo più oscuro timore.
All'improvviso, le mani di Raito le cingono le spalle, e Yui non
è sicura che il fratello lo faccia per rassicurarla, o
perché teme che Reiji l'assalga, o viceversa.. ma non le
importa.
Anzi, quelle dita su di lei sembrano di colpo scottare, così
si
discosta da lui, mentre un moto di sdegno le contorce lo stomaco.
Distoglie lo sguardo da Reiji, che si è incamminato con fare
vittorioso nel corridoio, e caccia indietro le lacrime che minacciano
di uscire.
-Yui-chaaan...-. Mormora Raito alle sue spalle, sconsolato, sfiorandole
il mento con i polpastrelli.
La fanciulla allora si volta a guardarlo in tralice, e vedendolo
indietreggiare, fa saettare lo sguardo su tutti gli altri fratelli
nella sala.
Shu è ancora seduto, ma la fissa attentamente con l'accenno
di
un cipiglio sul bel viso; Subaru, Ayato e Kanato invece sono in piedi,
e sembrano stranamente vulnerabili,
nelle loro pose rigide e gli occhi incerti.
-Yui, lo sai che in realtà lo facciamo per proteggerti.-.
Dice
Ayato, tendendo le mani verso di lei, dall'altra parte rispetto al
tavolo.
Assimilate le sue parole, l'ombra di un sorriso sardonico appare sul
volto della giovane, al pensiero del possessivo,geloso ed egocentrico
Ayato, che parla al plurale.
Focalizza lo sguardo di lui, che sta aggirando lentamente il
tavolo,con fare insicuro e allo stesso tempo calmo, come si farebbe con
una belva indomabile nelle vicinanze.
Vuole solo ammansirla.
Nient'altro.
La vampira fa un passo indietro.
-Non metterò più piede in questo posto
finché non mi direte la verità.-.
Le parole le escono d'impulso, rapide, dense di avvertimento.
Ayato si ferma immediamente, Shu sembra scosso, Subaru si paralizza,
Kanato la guarda stranito, Raito spalanca impercettibilmente gli occhi.
Mentre Yui percepisce un fiotto di adrenalina infiammarle le vene.
-Cosa stai dicendo?-. Sbotta di scatto Subaru, ma senza muovere un solo
muscolo.
La vampira si limita a lanciargli un'occhiata, e, con i pugni serrati
lungo i fianchi, fa un altro passo indietro. Verso la finestra.
-Tu non lo farai.-.
Sibila allora Ayato, intuendo le sue intenzioni, ed incide
minacciosamente verso di lei.
A questo punto la fanciulla è in procinto di darsela
letteralmente a gambe levate, timorosa che il vampiro possa
raggiungerla, quando Shu si alza dal suo posto e si para davanti
a lei, dandole le spalle.
-Non mi importa cosa ordini o meno Reiji. Lei è libera di
decidere da sola.-. Si ode asserire la sua voce profonda e velatamente
autoritaria.
Yui vacilla, stupita dalle parole del vampiro.
-Intendi dire che ti va bene
consegnarla ai Mukami?-.
Sibila a questo punto Kanato, mentre la sua voce sale di un'ottava alla
pronuncia...di quel...nome.
-Mukami?-. Chiede di riflesso la giovane, con malcelata
curiosità.
Shu allora si volta verso di lei, e la guarda dall'alto in basso con
espressione seccata. -In realtà no.-. Ammette, volgendo il
capo in direzione di un Kanato irato.
-..Ma credo possa prendersi il suo tempo per capire di dover restare con noi.-.
Conclude il fratello.
La vampira indietreggia impercettibilmente, confusa e allo stesso tempo
sulla difensiva.
Le ci vorrà
molto tempo.
-E chi ti dice che io sia
d'accordo con questo?-. Scatta all'improvviso Ayato, e in un battito di
ciglia si trova di fronte a Shu, con un dito puntato contro il suo
petto e la mascella evidentemente serrata.
Per tutta risposta, il fratello gli rifila un'occhiata gelida e gli
scosta bruscamente via il dito.
-In quanto primogenito, ho sicuramente più potere
decisionale di te
e Reiji.-.
Afferma con durezza, prima di voltarsi a scrutare con disappunto la
fanciulla, la cui attenzione è stata assorbita dalla scena.
-Sei ancora qui?-.
La incalza in tono aggressivo, guardandola di sbieco; al che Yui
sussulta e retrocede, fino a percepire il freddo vetro della finestra
premerle contro i polpastrelli.
Non è
più sicura di niente.
A quel punto il tempo pare fermarsi di colpo, per un
lunghissimo attimo: la giovane vede l'espressione risentita di Ayato,
gli occhi rammaricati di Raito, le nocche bianche
di Subaru, le labbra di Kanato distese in una linea dura, lo sguardo
indecifrabile di Shu.
E forse, da lontano, il luccichio di un paio di lenti dalla montatura
rettangolare.
Non è
più sicura di niente.
Yui si volta e spalanca la finestra.
Angolo autrice:
Buonasera...Scusate l'orario!
Purtroppo la scuola mi sta letteralmente
tartassando, e sto trovando a malapena il tempo per
scrivere il capitolo settimanale >.<"
Seriamente, non so voi, ma io non vedo l'ora che arrivino le vacanze di
Natale!
Così potremo tutti quanti dormire di più, avere i
pomeriggi liberi ...e io potrò scrivere molto più
che un solo capitolo a settimana =3
...Beh, spero che questo semi-capitolo di transizione vi sia piaciuto e
che non vi abbia confuso troppo le idee x)
Detto questo, spero di sentire Ale, Tsuki, Mari, Cristie, Marghi,
Haruhi, Sol,Violy,Alison,Gaia e Ramona!!! <3
(perdonate i sottospecie di nomignoli che vi ho affibbiato, ma ci
tenevo a nominare le mie conoscenti/amiche virtuali sinora ^_^)
Arrivederci a tutti dalla vostra piccola piccola Scrittrice!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** Capitolo 5 ***
Capitolo 5
Con un
tonfo appena udibile, le suole rovinate degli stivali atterrano sulle
tegole scure.
Poi l'aria si sposta, si oppone, come un fluido malleabile, al corpo
che per un attimo pare fluttuare nel vuoto, al di sopra dei tetti a
spiovente.
Un altro tonfo. Ed ora i passi incidono, impercettibilmente,
sull'ennesima superficie livellata dalle tegole; mentre la polvere e i
ciottoli rotolano giù lungo le intersezioni, scrosciando
nel fogliame degli alberi da frutto per poi affondare nell'erba folta.
Gli umani non possono sentire quei suoni apparentemente allarmanti.
Dormono beati, ignari del reale pericolo, da cui solo un soffitto,
qualche porta in legno, e un paio di vetrate
li separano.
La tentazione è forte: tutti quei cuori palpitanti battono
ad un ritmo che sembra voglia persuadere a succhiarne via il contenuto;
denso fluido scuro, dall'odore, il gusto,
che inducono alla più totale dipendenza.
...Per quelli come lei.
La sua figura sinuosa, rallentata dall'umidità
che pare appensantirla,
ora si muove lungo un marciapiede. L'illuminazione è
scarsissima, e i locali risultano "aperti" solo dal cartoncino posto
dietro il vetro della porta.
Non vi è anima viva. Ed
è un bene, visto che non vuole incorrere in
ulteriori istigazioni.
Forse,bere il sangue
di un suo simile,
non è esattamente il modo più facile e giusto per
mantenere la promessa.
Allora i suoi passi risuonano chiaramente, senza
più
ombra di cautela, mentre la sua mente viene risucchiata da un altro
flusso di pensieri.
Ad un certo punto, nei pressi di una cabina telefonica dalle
circostanze stranamente familiari,
Yui inizia a sentersi osservata.
Il pensiero di ritornare alla villa le fila rapido in mente, ma scuote
con decisione la testa, cacciandolo via.
Con ogni probabilità, sono proprio i Sakamaki che la stanno
sorvegliando. E
perché dovrebbero?
In un moto di stizza, la fanciulla serra i pugni lungo i fianchi, e si
incammina con un'andatura innaturalmente veloce per gli umani.
Tornerà da
loro solo se si imporranno di vederla come una loro pari.
Percorre il vialetto che immette ad una piccola piazzetta,
dove
vi sono le usuali panchine in legno scuro disposte lungo tutto il
perimetro, delimitato da siepi incolte brulicanti
di libellule. Quattro lampioni sono disposti asimmetricamente sui lati
della piazzetta, illuminando fiocamente le mattonelle sporche e
mettendo in risalto la danza dei corpuscoli
e dei moscerini.
Lasciandosi distrarre dall'innocuo ronzio degli insetti, Yui si
accomoda su una panchina, e prende a girarsi i pollici delle
mani
in grembo.
Intende preparare un discorsetto da fare a Reiji, e aspettare
che lui o uno dei fratelli (e sarà così
perché Reiji non metterebbe mai da parte la
propria superbia)
si faccia avanti per parlare di un eventuale
ritorno alla villa da parte sua.
-E così
rinuncerai a conoscere i Mukami...-. Le rimbecca
un'inopportuna vocina nella testa, in tono volutamente rassegnato e
allo stesso tempo canzonatorio.
I Mukami...
-Che ingenui-.
La giovane volta di scatto il capo, verso dove ha sentito provenire
quella voce cupa,
fredda, familiare.
-Ru-Ru-Ruki?-
Osa mormorare, rivolta ad un angolo buio al di là della
siepe più vicina.
Non dovrebbe,
è pericoloso; ma Yui non accenna ad alzarsi
dalla panchina, anzi, sporge la testa in quella direzione, scrutando
l'oscurità quasi con foga
e affanno.
E nell'esatto istante in cui la fanciulla inzia a pensare che sia stato
tutto frutto della sua immaginazione, sotto
il fascio di luce del lampione alla sua sinistra
appare la figura del vampiro.
La prima cosa che la colpisce sono gli occhi: la luce artificiale vi si
riflette facendo brillare il grigio e l'azzurro, e la giovane capitolerebbe all'istante,
se non sapesse
che il proprietario nasconde
ambigue intenzioni nei suoi riguardi.
Ruki rimane fermo a scrutarla per qualche secondo, e lei fa lo stesso:
la maglietta bordò, scollata e a maniche lunghe, mette in
evidenza
il suo ventre piatto, e i pantaloni neri
gli calzano perfettamente. Come Shu, anche lui indossa delle auricolari
a girocollo, donandogli la stessa aria eccentrica e riservata.
Yui torna a concentrarsi sul suo viso nel momento in cui lo vede
inarcare un sopracciglio e tendere il corpo verso di lei, ma senza
avanzare, come in un tacito permesso.
Considerata la sua espressione impassibile, la giovane capisce che
è la sua ultima opportunità per dileguarsi.
Sbatte le palpebre, ammirata dall'atteggiamento apparentemente
inoffensivo del vampiro, ma non si muove di un millimetro.
La curiosità
la ucciderà, proprio come ha detto lui.
Passa un secondo interminabile, prima che Ruki si avvicini, con
espressione vagamente compiaciuta.
-Non so se i più stupidi sono stati loro, a lasciarti
andare via, o tu, a
cui sembra piace rischiare per la tua incolumità.-.
Le dice in tono di scherno, fermandosi a una spanna
dalla panchina.
Indispettita, le labbra di Yui si distendono in una linea dura, mentre
tutto il corpo si ritrae dalla vicinanza del vampiro.
Il movimento non gli sfugge, e pare proprio farlo apposta, quando
appoggia la mano sinistra sullo schienale della panchina e piega il
busto in avanti.
Per un attimo si trovano faccia a faccia, tanto che la fanciulla riesce
a percepire il suo accenno di respiro sfiorarle il naso; poi si accorge
di come la stia studiando,
e spezza
bruscamente il contatto visivo, guardando accigliata le sue mani.
-Sembra quasi che tu voglia mettermi in guardia-. Borbotta la ragazza,
e lo vede con la coda dell'occhio strofinarsi una mano contro il mento,
quasi a...
voler nascondere un sorriso
(sardonico, s'intende).
-Forse era ora che qualcuno lo facesse direttamente-. Risponde lui, e
le sue parole le suonano enigmatiche.
Resiste alla tentazione di guardarlo, e le pare di sudar freddo, mentre
si chiede perché stia rimanendo così vicino.
-Cosa vuoi dire?-. Gli chiede, senza riuscire a reprimere del tutto
l'ansimo nella voce.
A quel punto, in un batter di ciglia, Yui se lo ritrova di fianco, con
le gambe che sfiorano le sue.
Nel debole chiarore del lampione alle loro spalle, la sua pelle
scoperta appare pallida e accaponata.
-Sei davvero così
stupida?-. Le dice, seccato.
La fanciulla allora sbatte le palpebre, e si volta a guardarlo
stranita.
Per certi versi, Ruki
è proprio uguale ai Sakamaki.
-Vuoi sapere cosa vogliamo da te?-. Le domanda di colpo il
vampiro, attirando la sua attenzione.
Perché la sta guardando in quel modo ambiguo?
All'improvviso, si sporge verso di lei e le afferra il polso destro,
esibendo la schiera di denti bianchissimi e aguzzi.
Yui sussulta, ma è troppo scioccata per riuscire a muovere
una sola articolazione.
-Macchieremo
indelebilmente la tua purezza.-. Sussurra il vampiro, in
un tono di voce da far rabbrividire.
La luce alle sue spalle getta cupe ombre sui suoi lineamenti,
contribuendo al terrore che invade rapidamente la fanciulla.
Cosa?
Yui strattona il braccio stretto nella morsa, e in un
secondo si ritrova qualche metro lontano dalla panchina, da dove Ruki
continua a tenere incatenato il suo sguardo.
Cosa?
Un fruscio alla sua destra la distrae; volge il volto in
quella direzione e sbianca.
Azusa si
fa strada in mezzo alle siepi, seguito dagli altri due compari, che
immersi nella semioscurità paiono solo come due vampiri assetati.
La ragazza arretra, andando ad urtare con i polpacci un
cestino della spazzatura, che si rovescia a terra con gran fracasso.
-Quanto è rumorosa.-. Sente borbottare il vampiro dagli
occhi ambra, e voltandosi verso di lui sente la bile saltarle in gola:
le è praticamente di fronte, a braccia conserte e con
un'espressione astiosa dipinta in viso.
Poi alla sua destra si materializza il vampiro biondo, che la fissa con
la testa reclinata e le labbra corrucciate.
-Che-che cosa volete fare?-. Domanda Yui, con voce incrinata dal
terrore.
Ruki e Azusa si accostano alla sua sinistra, finendo di circondarla.
-Loro intendono fare la medesima cosa, non
lo hai ancora capito, Yui?-. Le dice Ruki, guardandola con pena.
A quel punto, la ragazza barcolla pericolosamente,
percependo la testa esplodere in un tumulto caotico di pensieri, urla e
domande inespresse.
Una piccolissima parte di lei si accorge che il vampiro coi capelli
legati nel codino l'ha sorretta da una spalla (evitandole una caduta
certa).
-GIU'.LE MANI. DA LEI!-. La voce tuonante di Ayato squarcia il silenzio
surreale.
La vampira fa appena in tempo a scansare via il vampiro castano,
facendo scattare a vuoto il pugno di Ayato.
Sente su di sé un paio di occhi ambra sgranati, mentre si
para davanti al fratello incollerito.
Con la coda dell'occhio scorge tutti gli altri Sakamaki venire alla carica.
No.
-Fermi!-.
Esclama Yui, al limite della disperazione, facendo guizzare lo sguardo
su quei volti
così familiari. E oscuri.
Tutte e dieci paia di occhi presenti si fissano su di lei,
ma i proprietari non smettono di agitarsi.
-Ditemi come fate a conoscervi! Voi Sakamaki con loro Mukami. E voglio
sapere se sono o no,
solo una vampira!-.
Quando ha finito di parlare, la fanciulla ha le guance rosse dallo
sforzo e un palmo ancora premuto contro il petto di Ayato, che la
guarda con espressione indecifrabile.
Così come tutti gli altri.
Segue un silenzio ancora più grave di quello di prima,
mentre i vampiri iniziano a lanciarsi occhiate di sottecchi, immobili
sul posto.
Poi Reiji appare al fianco di Ayato, schiarendosi la gola.
-Ti deve essere detto tutto a
tempo debito. Ora devi solo accettare di fidarti di noi.-.
Proferisce il fratello, e per la prima volta Yui ha la sensazione che
il vampiro non le si sia rivolto con condiscendenza.
Ma quando Ruki la affianca (e tutti i Sakamaki si irrigidiscono
impercettibilmente), nascondendo un ghigno dietro le dita della mano,
la giovane si sente nuovamente confusa.
-Immagino che dirle ora dei vostri piani non... come dire, gioverebbe,
al vostro rapporto
altalenante, non ho ragione?-. Asserisce il
vampiro, convogliando tutto il suo sguardo
attento su Reiji.
Macchiare indelebilmente
la sua purezza...
Ripensa alle
parole di Ruki.
-Loro intendono fare la
medesima cosa...-.
Perché Reiji ha serrato la mascella?
-...anche conoscendo la
verità, tu ti fionderesti nelle loro mani!-.
L'esclamazione del fratello le ritorna in mente.
Ma...allora...
Yui si sente strattonare bruscamente via dal suo flusso di
pensieri, ritrovandosi con le spalle strette tra le dita dell' angelo.
Allora Reiji, Ayato, Subaru e Kanato iniziano a gridare
contemporaneamente, confondendo le loro voci a tal punto da non far
distinguere le parole pronunciate.
Ruki e i due fidati compari li fronteggiano, mentre Yui non riesce a
distogliere lo sguardo da Shu, che guarda davanti a sé con
occhi spenti, lontani.
Poi un avambraccio bendato
fa capolino nella visuale della fanciulla, e lei si volta
con veemenza verso Azusa, che le ha sfiorato con leggerezza un fianco.
-Vieni con noi, Yui-chan*?-.
Quegli occhi color lavanda le scavano nell'animo.
*Yui-chan è
principalmente il modo in cui Azusa chiama la nostra vampira nel manga
e nel visual novel, e io non ci penserò due volte ad
utilizzarlo *^*
Mi volevo solo scusare perché questo nomignolo l'ho fatto
usare anche da Raito/Laito. Sinceramente, all'epoca a cui ci ho
pensato, ancora non sapevo che venisse detto anche
da Azusa. Spero non vi infastidirà l'eventuale uso anche da
parte del fratello dei Saki :)
Angolo autrice:
'Sera!!!
Immagino vi aspettavate il capitolo ieri o l'altro ieri, ma oltre al
fatto che non ho avuto il tempo per finirlo prima di oggi, come potete
notare è più lungo di quello scorso :D (e spero
che Tsuki apprezzi il mio impegno ç___ç)
Per quanto riguarda le foto sexy (ahahaahah) dei nostri vampiri, credo
sia già tanto se riuscirò a pubblicare questo
capitolo senza aspettare tre ore >_>!
Insomma, Internet va lentissimo, quindi non riesco a caricare immagini
(ed usare poi Tiny pic per convertirle...pfff, mission impossible "xD);
per il prossimo
sicuramente ve ne potrò postare una ;D se magari avete delle
preferenze, o vorreste "ammirare" qualcuno in particolare, basta
scrivermelo ;]
Questo è un capitolo moolto importante per il risvolto della
trama, vi consiglio di tenere bene a mente i dialoghi così
da non cadere in confusione successivamente.
Ovviamente accetto recensioni d'ogni genere, che mi farebbero in ogni
modo piacere ^=^
Chiedo scusa alle ragazze che magari non contatto da molto nei messaggi
privati o alle quali non recensisco le loro storie che seguo, ma allo
studio si sono aggiunti dei problemi personali che non mi fanno stare
serena e che non mi fanno concentrare a cose belle come queste.
Confido sempre nella vostra comprensione e pazienza (e per questo non
sapete quanto vi ringrazio), e vi saluto! <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Capitolo 6 ***
Capitolo 6
Se non
fosse per le
parole cariche di premura e ansia pronunciate da Azusa, la giovane Yui
penserebbe che l'accadere di lì a poco sia un vero e proprio rapimento.
Infatti, non appena Ruki si accorge del compare a lei
vicino, si
distacca dalla calca di vampiri ed incide verso di loro, malcelando un
ghigno di soddisfazione.
In un riflesso involontario, la fanciulla si accosta al petto
di
Azusa (che sussulta in modo impercettibile); e dalle labbra le esce un
ringhio sommesso quando Ruki la strattona a sé
per gli avambracci.
Un profondo senso di vulnerabilità la travolge, e i suoi
occhi
corrono istintivamente a quelli di Azusa, lanciandogli una muta
implorazione. Di
conforto? Di protezione?
Lui incrocia il suo sguardo solo per un nanosecondo, le sue iridi
lavanda che esprimono una malinconia immensa; poi Ruki gli fa un cenno
del capo, che pare un tacito ordine,
e il vampiro si allontana.
A quel punto gli altri due Mukami li affiancano, mentre Yui non riesce
a togliere gli occhi dal telefonino nero premuto contro l'orecchio di
Azusa.
Distingue le sue labbra schiudersi più volte, prima che
allontani l'apparecchio e volga lo sguardo inespressivo allo schermo
luminoso.
Con chi avrà parlato?
All'improvviso, un rumore secco, come di un impatto, risuona
alla sua destra, facendole voltare la testa in quella direzione (mentre
il corpo rimane intrappolato nella morsa
di Ruki): Reiji si è fatto avanti, e tiene le lunghe braccia
distese, con i palmi rivolti rispettivamente contro il petto di Ayato e
Subaru.
Entrambi i fratelli hanno i pugni serrati e gli occhi furenti, mentre
è evidente la mascella serrata di Reiji e la sua posa
rigida,
nel tentativo di...trattenerli?
-Sapete cosa comporterà questo, vero?-.
Domanda il fratello, in un ringhio retorico e minaccioso,
mentre il suo sguardo gelido percorre i volti dei Mukami,
soffermandosi
su quello di Ruki.
Contrariamente a come si aspettasse, Yui percepisce la stretta delle
sue mani rafforzarsi.
-Al vostro posto, io mi preoccuperei più di cosa
comporterà questo a
voi-. Ribatte il vampiro alle sue spalle, in tono
tagliente e arrogante.
Perché sono
così sicuri di loro stessi?
E di nuovo, nella mente della fanciulla si affaccia la
stessa domanda:
Qual'è la
verità?
Scarta l'idea di rimuginarci sopra, attirata
dall'apparizione di Shu, Kanato e Raito al fianco degli altri tre
fratelli.
In quello stesso istante, si ode uno stridere acuto provenire dalla
strada, e mentre i Mukami si voltano in quella direzione, i Sakamaki
fissano gli occhi su Yui.
E lei rimane immobile a guardare loro.
Uno per uno, notando l'inespressività inquietante di Shu, la
rigidezza di Reiji, il modo disperato con cui Kanato stringe a
sé Teddy; e ancora, il volto adombrato di Ayato,
le nocche bianche (più della sua stessa carnagione) di
Subaru, e infine le labbra di Raito incurvate all'ingiù.
Poi viene strattonata da Ruki, e la vampira volta le spalle ai sei
fratelli.
Perché non la
fermano?
..Perché lei non si ferma?
...-Perché vuoi sapere la verità-.
La giovane percepisce le spalle appesantirsi di colpo,
all'assimilare quella spiacevole ammissione.
Quell'ammissione che le fa contorcere lo stomaco da un senso di
colpevolezza, di confusione, di curiosità.
Pianta gli occhi sulle punte dei suoi stivali, cosicché solo
una
piccola parte della sua mente registra la presenza di uno sportello
aperto, verniciato di nero, dagli interni in pelle nera,
a cui si sta avvicinando per volere delle mani di Ruki sui suoi
avambracci.
Ma chi vuole prendere in
giro. Per volere suo.
Cerca di non badare ai mormorii, e gli sbuffi, e gli
scalpitii che ode alle sue spalle, sapendo perfettamente a chi
appartengono; e preferisce, piuttosto, concentrarsi sulle rifiniture
della limousine ormai di fronte a lei.
A quel punto, Ruki sposta le mani dietro la sua schiena, dandole una
spinta
leggera, e Yui reagisce varcando lo scuro abitacolo; subito, come un
automa.
E mentre sprofonda nel lato estremo del sedile grigio cenere,
la
fanciulla evita accuratamente di incrociare gli sguardi cospiratori ed
evidentemente compiaciuti dei due compari accomodati di fronte a lei.
Ma, in quello stesso istante, capta un paio di iridi color
lavanda
puntate nella sua direzione, e le sembra di percepire la guancia destra
accalorarsi, sotto quello sguardo alquanto singolare.
Poi Ruki fa il suo ingresso, andando a sedersi proprio al
suo fianco, ed ella sente il proprio viso impallidire di colpo.
***
-Dove mi state
portando?-. Chiede la fanciulla, in un tono rauco che non le
appartiene.
è nervosa. Molto nervosa.
E la cosa deve essere ben evidente, se si considera che ha posto la
domanda un
secondo dopo aver udito l'accendersi del motore (peraltro
appena
udibile).
Non le sfugge l'occhiata complice che si scambiano i compari di fronte.
-Ti portiamo lontano dai Sakamaki.-. Si ode la risposta evasiva di
Ruki, mentre si volta a guardarla con sguardo indecifrabile.
Assalita da una fitta di panico, Yui si agita sul posto e si strofina
la fronte con una mano, nel tentativo di asciugare goccioline di sudore
immaginarie.
-Dove?-.
Insiste, senza riuscire a nascondere il tremore nella voce.
In quello stesso istante, la coglie l'impellente voglia di guardare quei volti familiari,
ma quando gira il capo verso il finestrino alla sua sinistra,
vede solo il susseguirsi di marciapiedi ed alberi, avvolti dalla tenue
luce dei lampioni. Troppo tardi.
Troppo tardi.
Yui percepisce la gola seccarsi bruscamente, mentre inizia
a guardarsi nervosamente intorno, ma senza osare soffermarsi con lo
sguardo su uno di quei vampiri.
... Ma che cosa sta
facendo?
-Ehi, rilassati!-.
Sente d'un tratto esclamare il biondino, divertito.
Quando la fanciulla fa saettare gli occhi, traboccanti di
incredulità mista a frustrazione, nella sua direzione; lui
sta ridacchiando
insieme al compare di fianco.
Siedono entrambi con le gambe divaricate e le braccia poggiate sullo
schienale del lungo sedile, e con la testa buttata all'indietro dalla
risa,
sembrano totalmente a
loro agio (nel deriderla).
...La sua mente è vicina a un collasso nervoso.
-Non ha tutti i torti, Yui Komori. Dopotutto, sei stata avvisata... E
comunque, tra poco giungeremo alla nostra magione.-. Asserisce Ruki,
scoccandole un'occhiata piuttosto fredda.
Anche se le loro spalle
non arrivano neanche a sfiorarsi, Yui ha la sensazione di avercelo addosso.
Poi,
colpita duramente dalla sua frecciatina (maledettamente vera), la giovane
si irrigidisce tutta; prima di fermarsi a riflettere sulla sua ultima
parola pronunciata.
Magione.
..I Mukami hanno una magione?!
A quel punto, un flusso di pensieri la risucchia
via; tra ricordi
dei primi giorni vissuti con i fratelli Sakamaki, all'idea
di una possibile convivenza con i Mukami.
-...Sei stata avvisata-.
Per Ayato, Raito, Shu, Subaru, Kanato e Reiji all'inizio
era solo cibo, una
possibile ospite di loro madre.
Così, si pone di nuovo la domanda:
Per questi cos'altro potrebbe essere?
-Siamo arrivati, finalmente.-.
La voce profonda del vampiro dagli occhi ambra la ridesta bruscamente
dalle sue riflessioni, portandola a volgere lo sguardo fuori dal
finestrino, imitando quest'ultimo.
E una volta messo a fuoco l'ambiente, Yui sbatte più volte
le palpebre, come abbacinata da quella vista.
Proprio di fronte alla limousine, si staglia un enorme villa ad angolo,
il cui tetto a spiovente di tegole blu cobalto si intona perfettamente
con i lunghi muri in pietra.
Su di essi si affacciano delle eleganti vetrate, la cui forma e
rifiniture coincidono con le tre finestre spiccanti sul tetto: due sul
versante dell'edificio principale, ed una sulla parte terminante ad
angolo. Ma la cosa che più la stupisce sono le torri: due
disposte agli angoli estremi della magione, che culminano in cupole di
un color rassomigliante al blu oltremare; ma che non raggiungono
l'altezza e lo slancio della terza cupola, appartenente alla torre
collocata nel punto in cui la villa volta ad angolo.
Davanti l'imponente ingresso, sorretto da un arco anch'esso in pietra,
delle grandi lastre di cemento tappezzano il terreno a formare una U
capovolta,
circondando un tappeto d'erba ben curato nel quale si erge una
piccola fontana.
Il complesso
è...è...
-Bello, vero?-. Dice Ruki, concludendo il suo pensiero.
E,voltandosi a guardarlo, Yui fissa esterefatta il suo sorriso radioso.
...Niente da contraddire.
Angolo autrice:
Perdonate tutti voi il giorno e l'orario con cui pubblico questo nuovo
capitolo.
Purtroppo però, ai problemi personali si è
aggiunto un vero e proprio malessere fisico, causato dall'intervento al
dente a cui mi sono sottoposta questo pomeriggio.
Mi sembra fuori luogo entrarne in dettaglio x) voglio semplicemente che
voi possiate mantenere la pazienza comprendendo i motivi che mi
spingono a non essere puntuale >.<
Comunque, spero che la lunghezza del capitolo soddisfi la a me cara
Tsuki <3 (anche gli altri vabè ahahaha xD) ,
e che il contenuto vi sia piaciuto e intrigato :D
Insomma, ora Yui è sola nelle grinfie dei Mukami, ed
è appena arrivata alla loro villa O:
La cui descrizione, ci tengo a precisare, non me la sono inventata di
sana pianta xD, ma l'ho basata su una foto trovata su internet :3
Dal prossimo capitolo si vedranno le peripezie che la nostra vampira
dovrà affrontare in "Casa
Mukami", ma vi prometto che i Sakamaki non
resteranno a lungo esclusi ;]
Detto questo, auguro a tutti quanti (con un bacino dolce dolce a tutte
le mie amiche 'virtuali' <3<3) buonanotte!
Se avete voglia di lasciarmi il vostro parere, positivo o negativo che
sia, sappiate che renderete mooooolto felice questa piccola scrittrice
malaticcia! :D
Au revoir! (si scrive così, Ale? xD)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Capitolo 7 ***
Capitolo 7
Con
gambe tremanti, Yui scende dalla limousine nera, seguita poi da Azusa e
gli altri due Mukami.
Subito dopo, ignorando gli occhi puntati addosso, la giovane si volta
repentinamente verso l'imponente magione.
Si sente così destabilizzata da doversi reggere con entrambe
le
mani al tettuccio dell'auto, mentre il suo sguardo non fa che rimirare
ogni più piccolo dettaglio di quella facciata;
quasi a voler sincerarsi
che si trovi a pochi metri da lei, in tutta la sua
sontuosità.
-Nulla a che vedere con la baracca
dei Sakamaki-.
Sente udire alle sue spalle, e lo sghignazzare che ne segue non
può che appartenere al vampiro alto e castano.
Ma il tumulto che tormenta l'animo della fanciulla le impedisce di
provare una fitta di rimorso al pensiero dei fratelli che ha lasciato indietro.
-Vogliamo entrare?-. Chiede poi Ruki in tono affabile, tirandola via da
un vortice di pensieri opprimenti, accostandosi alla sua figura
fremente.
Voltandosi a guardarlo, Yui scruta la sua espressione tra l'incuriosito
e il beffardo, e si ritrova a domandarsi se sia così
evidente la
sua confusione.
Esita un attimo, prima di asserire un -Va bene- con voce flebile, e
allontana le dita arrossate dal bordo del tettuccio nero.
Cogliendo il riflesso della luna, per un momento le pare di scorgere la
sagoma delle proprie dita impressa nel metallo lucido dell'auto.
-Tranquilla dolcezza,
ti troverai benissimo
con noi-. Dice all'improvviso il biondino, comparendo dal nulla al
fianco della giovane.
Senza darle il tempo di replicare o,
quantomeno, di sussultare;
le circonda le spalle con un braccio e la trascina con sè al
seguito di Ruki.
Inspirando inavvertitamente il suo profumo dolce e avvolgente, la
fanciulla arrossisce violentemente, mentre cerca di adeguare il passo a
quello piuttosto sostenuto
del vampiro
al suo fianco.
-Vai piano, Kou, tanto
non scappa da nessuna parte-. Si ode grugnire, tra l'irritato e il
divertito, il compare dagli occhi ambra vicino a loro.
Per tutta risposta, Kou,
esplode in una risata e rallenta il passo, mentre Yui
percepisce la pelle accaponarsi all'istante.
-Non mi farete del male, vero?-. Le sfuggono le parole di bocca, in un
tono che rasenta la più cupa angoscia.
A quel punto, Ruki sembra voler trattenere una risata; i due vampiri
che si lanciano un'occhiata alquanto
eloquente.
-Tranquilla, non lo faremo, Yui-chan.-.
Tremolante come la fiamma di un candela allo spiffero di un uscio, ma
ipnotica come il lambire del sonno, la voce di Azusa le giunge alle
orecchie incredibilmente vicina.
I suoi occhi vengono immediatamente catturati da quel paio del color
della lavanda, e quando lui le sfiora il collo con le dita, Yui sente
sormontare dentro di sè un profondo senso di pace.
Solo per quell'istante. Solo mentre i suoi polpastrelli emanciati le
scorrono sulla pelle, lasciando dietro di loro una scia ustionante che
non si addirebbe a quelle dita fredde e ossute.
Poi però Azusa si allontana, e con sè tutto il
sentimento di quiete
percepito dalla fanciulla, che si ritrova ad incrociare gli occhi
adombrati di Ruki.
Il vampiro in questione pare ridestarsi in quel momento, anche se si
avvicina a lei continuando a guardarla in obliquo.
-Stiamo perdendo solo tempo. Andiamo.-. Dice in tono duro, ed afferra
la ragazza per un braccio, sottraendola alla vicinanza di Kou.
Questo inclina il capo di lato, guardandoli con fare ingenuo, mentre
Azusa riprende a camminare senza staccare gli occhi da loro.
-Quanta prepotenza...Ma
che gli è preso?-. Si
chiede Yui tra sé e sé, intanto che il vampiro
castano
(l'unico rimasto di cui non sa il nome) spalanca il portone d'ingresso,
di un legno levigato e chiaro, con i bordi dei battenti in ferro.
Nel momento in cui gli occhi della giovane si addentrano nell'ingresso
della magione, lo stato confusionale post-tocco di Azusa
lascia immediatamente spazio alla più totale meraviglia; ed
il candore
dell'ambiente dinnazi a lei è tale da costringerla a
socchiudere le palpebre.
Percorrono un corridoio lungo e ampio, suddiviso in due parti da una
triade di colonne bianche, disposte a schiera lungo il centro
dell'ambiente.
La parete di sinistra è di un bianco perlaceo, e costellata
di
quadri dall'aspetto antico di varie dimensioni e cornici, mentre la
parete opposta è occupata da particolari superfici plumbee e
traslucide, di cui Yui non riesce ad annoverare l'utilizzo.
Il pavimento è ricoperto da grandi lastre in marmo
fumé,
con il disegno di un quadrato nero e un piccolo cerchio dello stesso
colore all'interno; e su di esse si riflette la forte luce
di sei lampadari pendenti dal soffitto, anch'esso bianco, in modo
asimmetrico.
Il complesso
è elegante, puro, asettico.
-Voi vivete veramente qui?-. Non riesce a far meno di
osservare la fanciulla, piena di stupore.
Ruki sembra rilassarsi, difatti lascia la presa sul suo braccio, anche
se la sua figura continua a sovrastarla.
A dar la parvenza di una risposta è il castano, che le
scocca un'occhiata ridendo impettito.
- Il giro di perlustrazione possiamo lasciarlo a domani. Vieni con me-.
Dice d'improvviso il vampiro dagli occhi screziati di grigio, in un
tono che suona molto
come un ordine.
L'attimo dopo si accinge in direzione di una scala in legno scuro,
posta in fondo al corridoio affiancato dalla parete con i quadri;
mentre lei resta ferma a guardarlo con le mani chiuse sul petto, senza
nascondere la punta di delusione che prova.
-Oh, maddai! Proprio ora che l'abbiamo tutta per noi.-.
Asserisce Kou, materializzandosi alle spalle della giovane.
Il tono in cui pronuncia la frase la
fa rabbrividire, più delle mani che si insinuano intorno al
suo bacino.
Con la gola improvvisamente secchissima, Yui fa vagare lo sguardo
smarrito sul volto del vampiro castano, ora anch'egli vicino, i cui
occhi ambra brillano sinistramente.
Poi Kou, che è alle sue spalle e la stringe a sé,
strofina il naso lungo tutta la sua clavicola destra scoperta, e la
ragazza vede chiaramente come il vampiro si passa la lingua sui denti
affilati, una volta reclinato il capo all'indietro.
-Potremmo risolvere
tutto questa notte stessa...-.
Continua il biondo, con voce sempre più sommessa, roca, sibillina; che le
si riverbera attraverso l'orecchio in ondate di brividi di paura in tutto il
corpo.
La vista le si offusca, e serra i denti dalla frustrazione, mentre si
sente così dannatamente inerme
sotto il tocco di quelle mani impudenti.
...Perché
è lì?
Perché non fa niente?
-...Lasciala andare, Kou.-. Si ode il sibilo di Ruki, al che Yui
sussulta e spalanca di scatto gli occhi, colpita da quanto fosse
risuonata vicino la sua voce cupa.
La minaccia ha però l'effetto desiderato, poiché
Kou si discosta bruscamente, ma non senza sbuffare con fare annoiato.
-Come vuoi-. Dice, secco, andando a poggiarsi con la schiena contro una
colonna bianca.
Si comporteranno esattamente come i Sakamaki.
La fanciulla incolla gli
occhi al pavimento, e si sposta una ciocca ribelle dietro l'orecchio,
innervosita da quel pensiero.
-Muoviamoci-. Le fa Ruki, e lei decide di non ribattere
né di esitare, sorpresa della sensazione di stanchezza
trapelata dalle parole del vampiro.
Insieme quindi, si dirigono verso la scala, sotto lo sguardo attento
degli altri Mukami.
-Perché non
vengono anche loro?-. Si chiede Yui, e presa da questa
riflessione non si accorge subito che Ruki si è fermato sul
primo scalino; e va quasi a sbatterci contro.
Lui le scocca solo una breve occhiata fredda, prima di rivolgere gli
occhi oltre la sua testa e dire, in tono vagamente di rimprovero
-Azusa, il portone.-;
al che quest'ultimo, rimasto in piedi accanto al castano, si accinge a
serrare i battenti socchiusi, con un andamento bieco che cattura (di
nuovo) l'interesse della fanciulla.
Si sente il cigolio dei cardini, poi lo sbattere delle imposte.
E dopo lo scricchiolio dei gradini della scala, sotto il peso dei passi
dei due vampiri.
Ed infine, quando ormai Yui ha messo piede sulla raffinata moquette
nera che riveste il pavimento del piano superiore, si ode la voce
inconfondibile del vampiro castano
asserire -La vuole tutta
per sé, quel fetente- in tono
scherzoso, ma che di
divertente non le sembra abbia proprio niente.
***
Ruki non le da'
il tempo materiale per ammirare il nuovo ambiente nei particolari,
perché spalanca una porta nera sulla loro sinistra,
oscurandole la visuale;
cosicché la giovane vede solo di sfuggita, in fondo a quello
che pare proprio un altro corridoio, una grande tenda blu avio celare
un uscio.
-Entra-. Intima il
vampiro, attirando subito la sua attenzione.
Timorosa di come potrebbe reagire ad un suo diniego, la giovane
oltrepassa l'uscio di quella che è una stanza grande, ma
immersa nell'oscurità della notte in corso.
Piuttosto agitata allora, decide di accostarsi alla parete
immediatamente attingua all'entrata, e concentrarsi sul profilo del
vampiro di fronte a lei.
All'istante, una prorompente sensazione di pericolo la assale, mentre
balbetta la domanda -Dove siamo?-; tenendo come punti di riferimento
quelle due pozze grigio-azzurre
a pochi centimetri da lei (quand'è che si avvicinato
così tanto?).
Il tempo pare fermarsi, nell'attesa che Ruki risponda, con voce fredda,
ferma, autoritaria -Nella mia stanza.Tu dormirai qui.-.
Angolo autrice:
'Seeeraaa!!!
Cavolo, mai di nuovo la fortuna di poter pubblicare in anticipo o
quantomeno ad un orario "decente" xP.
Comunque, spero che il nuovo capitolo vi sia piaciuto (sia in lunghezza
che in contenuto) :D
Man mano vi posto la foto degli esterni/interni della magione Mukami,
così che possiate avere una idea ben chiara dell'ambiente,
perché son sicura che non si capisce molto con le mie
descrizioni XD
Insomma, il finale lascia spazio a mooolta immaginazione, voi che cosa
vi aspettate o desiderate che succeda? ;D
I vostri commenti, opinioni, consigli, critiche, complimenti sono
fondamentali per me, ricordatelo ^=^ (ma come ad ogni scrittore
esordiente =3)
Ringrazio al limite dell'esaurimento tutte le mie amiche virtuali, che
mi spronano a impegnarmi sempre di più e a non mollare mai,
e che mi fanno sempre, e dico sempre,
sorridere come un ebete! *ride*
Dedico questo
capitolo a Sol_chan, un po' per restituire il gentilissimo favore e un
po' perché se lo merita va' ahahahah <3
Per ora tolgo le tende, spero di essere in anticipo per il
nostro prossimo "incontro", e per le risposte da dare alle eventuali
recensioni che vorrete lasciarmi =D
(vi prego ç__________________ç)
Buon fine di serata a tutti! <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** Capitolo 8 ***
Capitolo 8
Un
vento leggero smuove
le ampie tende antracite al di sopra del suo capo, circondato da lunghe
ciocche bionde aggrovigliate tra loro, di una chiarezza che a tratti si
confonde
con la fodera bianca del cuscino soffice.
Lascia frusciare le braccia e le gambe contro la coperta di lino nera,
rimboccata fin al petto morbido, e percepisce la pelle nuda fremere al
debole contatto con il tessuto ruvido.
Deve essere in intimo (perché
è in intimo?).
Continuando con quel spasmodico movimento degli arti, lingue di fuoco
le lambiscono il ventre in modo sempre più vorace,
sormontando
in lei un'eccitazione incontrollabile.
Sa che la sta guardando (chi?).
Allora si immobilizza, e volge gli occhi nella penombra dinnanzi un
mobile. Grande, rassomigliante ad un cristalliere.
Una figura attira la sua attenzione: ne delinea l'ampia curva delle
spalle, il bacino stretto, le lunghe gambe fini.
Sincerata della presenza, quel che prova è tutt'altro che
timore (ma...?).
Lui inizia ad avvicinarsi, con passo lento, misurato, che la fa
contorcere (non...capisce) dallo
struggimento.
Ella si puntella sui gomiti, e tira via la coperta leggera, esponendo
il corpo alla brezza fresca. Al suo sguardo.
Subito dopo il suo intenso profumo la avvolge, mentre il viso le viene
intrappolato in quelle dita lunghe e affusolate.
E' un tocco che si spande sotto la pelle come fuoco.
Mugolano entrambi qualcosa, prima di cercare l'una le labbra
dell'altro, ma cautamente: il dolce momento finirà presto,
lo
sanno (come?).
E finalmente uniscono le labbra; l'indugio non può
sussistere a tale urgenza.
La scena si fa frenetica: si odono gli schiocchi delle loro lingue
vogliose, si vede lo stretto materasso incurvarsi sotto il peso dei due
corpi ansanti.
Poi, all'improvviso, una fitta di ansia la colpisce.
Le sale dalle viscere del ventre, dove le mani di lui premono con
insistenza, al limite della violenza; e si inceppa in un groppo in gola
che non può dar voce ai suoi gemiti.
Ma si ritrova a reclinare la testa (aspetta....), ad
abbandonarsi alla prigionia sotto il corpo di quell'individuo
prorompente.
Lo sente armeggiare con la cintura dei suoi calzoni e, repentino,
l'odore di sangue le intasa le narici.
E' nauseante; per un attimo c'è solo buio.
Poi un brivido di terrore le percuote la schiena, tanto potente da
farla rinvenire; ma la visuale pare imbrattata di quello stesso liquido
denso e scuro.
Senza comprendere il motivo, fissa la chioma corvina china sul suo
ventre, chiedendosi perché stia provando dolore (ah!).
Vorrebbe dire qualcosa, ma sembra che
qualcosa glielo impedisca.
Sta aspettando (cosa?).
Come se l'avesse letta nel pensiero, lui alza il viso
nella sua direzione.
E' sporco di sangue.
Le labbra sottili sono piegate in un sorriso sibillino.
E due occhi azzurri screziati di grigio la fissano.
***
Yui
spalanca le palpebre di scatto, ma è subito costretta a
schermarsi con una mano, ferita dalla forte luce che la circonda.
Che cosa è
stato?
Un turbine di pensieri e sensazioni la invadono, facendo
culminare all'istante il rischio di esaurimento nervoso.
Proprio un bel modo di cominciare la giornata.
Sospirando, si stropiccia gli occhi con le dita ancora intorpidite, per
poi sollevarsi sui gomiti.
Ed è allora che si accorge di essere avvolta da una coperta di lino nera, poiché
le scivola giù sui fianchi.
Colta all'improvviso da una stranissima sensazione, alza gli occhi per
guardarsi intorno, ormai abituata alla luce mattutina.
Si trova nella stanza dove le pare fosse entrata la sera prima (non
sarà passato più di un giorno, vero?) insieme a Ruki, difatti le
sembra di riconoscere le pareti bianche
e la porta d'ingresso nera.
Il pavimento, invece, è di cemento, ad una fantasia
a scacchi sui toni del marrone.
Ma la cosa che attira rapidamente la sua attenzione è la
presenza di un cristalliere,
addossato alla parete di fronte a lei; e non è
la sua imponenza o le rifiniture eleganti delle ante
in legno a calamitare il suo sguardo, ma la familiarietà con
cui lo colloca proprio
lì.
Perché è lo stesso cristalliere del...sogno.
Destabilizzata da quella consapevolezza, Yui scosta
bruscamente via la coperta e scende dal lettino, mettendosi
inconsapevolmente le mani nei capelli.
Si volta, e si ritrova ad esaminare con sconcerto le tende antracite che
affiancano le tre finestre occupanti l'intero muro.
-Ma...c-c'era del sangue
e...-. Persino la tagliente vocina nella sua testa balbetta.
Sempre più sconvolta, la fanciulla si dirige verso la
branda, e
in un impeto furioso tira via la coperta nera, che si ammucchia sul
pavimento sollevando una nube di polvere,
ben visibile sotto il fascio di luce penetrante dalle finestre.
Le sue mani si fiondano a tastare il materasso flessuoso, gli occhi ne
scandagliano scrupolosamente la superficie; alla paranoica ricerca
di una prova del fatto che non
abbia sognato.
Perché i
vampiri non possono sognare, giusto?
Quando è sul punto di togliere
anche la fodera
bianca del materasso, un rumore improvviso alle sue spalle la fa
voltare (non prima di essere sobbalzata dallo spavento).
Due labbra sottili schiuse.
Un sopracciglio curato inarcato con fare interrogativo. Occhi grigio-azzurri
perplessi.
Ruki rimane fermo a fissarla per parecchi secondi, come se dovesse
prendersi tempo per capacitarsi della scena che gli si presenta davanti(che non deve essere un gran
spettacolo) :
ha una mano ancora strinta alla maniglia della porta nera, mentre con
l'altra mantiene un vassoio, sul quale le par di distinguere un piatto
di uova strapazzate.
La saliva le raschia dolorosamente in gola.
-Che cosa dovrebbe significare questo?-. La voce del vampiro, di una
freddezza paragonabile ad una tormenta di neve; la riporta bruscamente
col pensiero a quel...sogno.
-Io...ehm...stavo sentendo caldo e..-. Prima che possa
fermarsi, Yui inizia a borbottare questa bugia, e, frustrata
ogni oltre limite, si accovaccia per recuperare il copriletto,
stando ben attenta a non alzare lo sguardo (timoroso) verso di lui.
Quando si sentono i passi di Ruki incidere nella sua direzione, la
fanciulla artiglia con le dita il lenzuolo tra le mani, mentre
percepisce le gote avvamparsi velocemente.
Perché
è in imbarazzo, piuttosto che in vergogna?
-Forse perché hai sognato di baciarlo in modo piuttosto appassionato...
e gli stavi quasi per sfasciare
il letto.-.
Dannata vocina.
Il cuore è sul punto di balzarle in gola nel momento in cui
il vassoio con le uova viene sbattuto sul
pavimento accanto alla sua figura accucciata.
Poi un paio di dita gelate
la costringono ad alzare il viso verso quello del proprietario,che,
contrariamente a quanto si aspettasse, sembra voler trattenere un
sorriso (sardonico).
-Yui Komori,
prima che tu mi spieghi cosa sia successo,
è già chiaro il fatto che questo scempio non
deve più ripetersi?-.
Con gli occhi incatenati ai suoi, la raccomandazione perentoria la
induce ad acconsentire frettolosamente col capo, e al contempo, di
tentar di mettere più distanza
da quel corpo trasudante insidia
chino su di lei.
Ruki sembra intuire le sue intenzioni, tant'è che quando si
accovaccia, senza lasciare la presa sul suo mento, le pare che di
proposito se lo ritrovi ancora
più vicino.
- Ti ho concesso il lusso
di farti portare la colazione poiché non volevo
che riversassi la tua sbadataggine
in cucina, ma a quanto
pare, era di qui che mi dovevo preoccupare.-.
Dice, in tono fortemente sarcastico e tagliente, mentre la giovane
tiene gli occhi fissi in un punto indefinito, ignorando deliberatamente
la provocazione del vampiro.
- Scusami, mi sono svegliata e mi sono sentita impaurita. -. Azzarda ad
asserire, anche se si rende conto lei stessa che è una mezza
verità.
A questo punto, cede alla tentazione di incrociare il suo sguardo, che
pare per un attimo pensieroso, come se stesse decidendo se crederle o
meno.
- Allora abituati all'idea di dormire qui. Almeno finché non
sarò sicuro che non corriamo pericoli.-. Afferma poi,
volgendo
gli occhi altrove.
La giovane capisce che non riuscirà a vedere i Sakamaki per molto tempo.
-Ruki....I vampiri possono sognare?-. Le vien da chiedere, in un primo
momento, per distrarsi dai pensieri lugubri. Poi comincia a sperare in
una risposta che dissipi le sue paranoie.
Lui pare interessato, poiché riporta
d'immediato gli
occhi nei suoi e raddrizza un po' le spalle, ma allontana le dita dal
suo viso.
-Il nostro è uno strano mondo, Yui Komori. A volte
può capitare che, durante il riposo, manifestiamo i nostri più oscuri
presagi, o
dei pensieri repressi.-.
Risponde serio, ma dietro l'espressione risoluta cela
curiosità.
Presagi?
-Perché me lo hai chiesto?-. Le chiede, e i
suoi occhi prendono a scrutarla in viso.
Abbastanza confusa, la fanciulla stringe in una mano la coperta e con
l'altra prende il vassoio, mentre si alza.
-Queste quindi sono per me?-. Glissa la domanda, indicando le uova nel
piattino e abbozzando un sorriso che non convince neanche sé
stessa.
Lui torna a sovrastarla in tutta la sua altezza, e dopo averla fissata
in silenzio per qualche secondo, sembra abbandonare l'idea di insistere, poiché accenna anch'egli un sorriso (più
simile
ad una smorfia, in realtà).
Poi dice -Muoviti, ti faccio fare il giro della villa.-.
E sul viso di Yui sboccia un sorriso timido.
Angolo autrice:
Buonasera a tutti.
Sì, sono ritornata, ma non me la sento di aggiungere
"più forte che mai".
L'innumerabile ritardo con cui pubblico il nuovo capitolo merita
perlomeno una spiegazione, aldilà delle infinite scuse in
cui devo prodigarmi.
Ci tengo a dire che non è assolutamente per mancanza di
VOGLIA. Anzi!
E' tutta questione di mancanza di TEMPO. E sono sicura che la maggior
parte di voi potrà ben capirmi se nomino cose (a caso
proprio eh ahaha) come
scuola, compiti, studio, imprevisti, appuntamenti, impegni... E chi
più ne ha (ahimè) ne metta.
Mi sento davvero affranta al pensiero di non aver ancora risposto alle
recensioni delle mie carissime amiche virtuali, né di aver
letto i nuovi capitoli delle loro storie che letteralmente adoro.
Vorrei davvero avere il vostro ( ma sopratutto quello delle mie care
ragazze) appoggio.
Insomma, vi chiedo di non prendervela se non rispondo subito ai vostri
messaggi, e cercare di irritarvi il meno possibile se non rispetto le
"scadenze" che mi sono auto-imposta riguardo la pubblicazione dei
capitoli.
Io cerco di pensare ottimista, riflettendo sul fatto che magari ad
alcuni di voi fanno comodo i miei ritardi perché siete a
vostra volta impegnati;
e sperando che le vacanze di Natale (non manca più
così tanto 'raga :D) arrivino presto, così saremo
tutti più liberi e rilassati, e allora sì che
avrete tutte le ragioni per
incazzarvi (questo termine rende meglio l'idea, no? ahahaha) se non
pubblico minimo una volta ogni tre giorni e non vi scrivo/rispondo
massimo entro il giorno seguente v___v
Spero con tutta me stessa che il capitolo vi sia piaciuto (o confuso?
;]), e che abbia almeno un pochino compensato al ritardo.
Grazie davvero a tutti ( ma come al solito il pensiero mi va a finire
sulle mie amiche , scusate xD <3);
questo è un desiderio che si sta avverando, lentamente, con i
suoi numerosi intoppi,
ma si sta avverando cazzo.
....E sfoggiata tutta la mia finezza, vi lascio ad un buon
proseguimento di serata ='3
SI SPERA DI "RIVEDERCI" AL PIU' PRESTO.
Per sempre vostra,
_piccolascrittrice_
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Capitolo 9 ***
Capitolo 9
Con
una forchetta in argento dalla forma sfilata, Yui mangia un altro
boccone delle uova nel piattino, che regge avidamente con una
mano, mentre segue Ruki nel lungo corridoio in marmo nero.
Intanto che lei si crogiola nel suo pasto, il vampiro le mostra
l'interno di solo alcune delle stanze (perlopiù studi
inutilizzati) del piano superiore:
che cosa celeranno le restanti porte alte, lucide e nere?
-Ora ti faccio vedere la tua stanza-. Le dice ad un punto, lanciandole
l'ennesima occhiata impassibile da sopra le spalle.
-Mi prende in giro?-.
Scatta
all'istante la vocina nella mente della fanciulla, che si è
immobilizzata, la bocca piena di una forchettata della colazione.
-Quindi non
sono costretta a dormire con
te-. Deduce seccamente, sputacchiando qualche briciola
mentre parla.
Lui si volta completamente e per un lungo attimo la fissa in silenzio,
scioccato.
-Prima di tutto, non
osare parlarmi mentre stai mangiando. Seconda cosa, tu dormi con me
perché lo dico io.-. Asserisce poi, oltraggiato,
avvicinando pericolosamente il viso verso quello della
fanciulla,
che è avvampato violentemente (se per la prima o la seconda affermazione, non
riesce a far chiarezza).
Deglutendo rumorosamente, in un'impeto di avventatezza gli
punta la forchetta contro il naso, sfiorandone la punta con i quattro
denti.
-Allora spiegami perché avreste dovuto preparare una camera
per
me.-. Riesce a ribadire, nonostante la consapevolezza del suo imbarazzo
evidentissimo
e la soggezione che le mettono addosso quelle iridi grigio-azzurre così vicine.
Lui,però, si allontana repentinamente, e mentre si passa il
dorso di una mano sul naso, le scocca un'occhiata che è gelo puro.
-Ma che mi viene in
mente di fare?-. Pensa la giovane, sentendosi
all'improvviso a disagio.
Fa per ritrarre la forchetta stretta nelle dita, ma celere una mano del
vampiro le blocca il polso.
Allora gli occhi le guizzano in quelli di lui, che paiono assassini. Un
groppo le intasa all'istante la gola.
-Non prenderti questa confidenza,
Yui Komori. Ora lascerai quel piatto e mi seguirai in silenzio.-. Le
intima, con una freddezza tale da farla rabbrividire tutta.
Poi, con la mano libera, le toglie bruscamente di mano la stoviglia, e
senza abbandonare il suo sguardo vacquo,
la piega in due come nulla fosse.
-Un chiaro avvertimento-.
Pensa fra sé e sé la fanciulla, tra il sarcastico
e il terrorizzato.
Le viene da sbattere le palpebre spaventata quando la forchetta
distorta viene lasciata cadere sul pavimento, seguito da un tintinnio
che assorda
nell'aria di grave silenzio sceso.
Dalle labbra di Ruki esce un grugnito indistinguibile, mentre lascia la
presa sul suo polso vistosamente arrossato, che le comincia a pizzicare
un poco.
Voltandole le spalle, a Yui sembra un attimo di distinguere delle
infossature oblicque nella sua schiena, al di sotto della fina
maglietta nera, colpita dalla luce proveniente da una delle tante
lampade appese accanto ad ogni porta.
Quando Ruki riprende a camminare, lei si accinge a seguirlo, confusa.
La sua ipotetica camera
è davvero carina e dall'aspetto confortevole: la prima cosa
che colpisce è la chiarezza
sprigionata dall'arredo bianco, in aggiunta alla luce mattutina
penetrante dalle due strette finestre, orlate di tende in velluto rosa
confetto, poste sulla parete -anch'essa perlacea- di fronte
a loro.
Il pavimento è invece tappezzato di una moquette marrone con
arabeschi di un colore più tenue, creando così un
vivido
contrasto con il candore
circostante.
Il letto, posizionato all'angolo destro, non ha nulla a che vedere col lussuoso baldacchino della villa Sakamaki:
è una semplice branda coperta da un lenzuolo rosa, con la
testata bianca dalla linea fine.
Prima che i ricordi di tutt'altra
camera riescano
a prendere possesso di lei, lo sguardo viene fatto scorrere sulle due
lunghe mensole appese alla parete attingua al letto, su cui sono posate
cornici di foto vuote e libri di trascurabile interesse. Scendendo con
gli occhi in basso, invece, si vede una scrivania con i sostegni
bianchi e la superficie laccata di un nero petrolio. Posizionatovi di
fronte c'è una sedia, la cui imbottitura dello schienale e
del
sedile rimanda al colore della coperta della branda.
Infine, nell'angolo sinistro della stanza spaziosa, si innalzano i rami
di una bella pianta, le cui foglioline si raccolgono in chiome curate.
Il timido sorriso che sta comparendo sul viso della fanciulla si spegne
rapidamente nel momento in cui Ruki le toglie di mano il piatto, su cui
giace ancora buon parte della porzione.
Colpita da una fitta inspiegabile di malinconia, lo segue con lo
sguardo mentre appoggia il piatto sulla scrivania e guarda un attimo
fuori dalla finestra, prima di voltarsi verso di lei.
-Raggiungiamo i miei fratelli nella sala da pranzo.-. Asserisce. In
tono perentorio.
***
-...E allora il reggiseno gli
risponde: siamo amici intimi!-.
La squallida battuta,
pronunciata dall'inequivocabile
voce del castano, è seguita dallo scoppio di risate
sguaiate, scalpitii e tonfi, che fanno da sottofondo
all'ingresso di Ruki e Yui nella grande sala da pranzo.
Ma non appena i due compari - seduti ad un tavolo grande per un totale
di sei
commensali - si accorgono della loro presenza, troncano
bruscamente le risate e si irrigidiscono vistosamente.
-Evidentemente non se
l'aspettavano.-.
Riflette seccamente la fanciulla, osservando i loro calici nelle mani
fermi a mezz'aria, le briciole di cibo cosparse intorno alla bocca,
le espressioni frastornate e le pose scomposte.
A spezzare il silenzio surreale sceso è la voce di Ruki,
mentre pronuncia un freddo -Buongiorno-
e si dirige al tavolo, alternando lo sguardo sui due compari con un
sopracciglio inarcato.
Questi gli lanciano di rimando un'occhiata perplessa, prima di
schiarirsi la gola e di ricomporsi sulle proprie sedie grigie, dalle
rifiniture eccentriche quanto raffinate.
Yui, intanto, rimane impalata
all'entrata del salone, guardandosi attorno leggermente spaesata: davanti a
lei, il lussuoso tavolo in
marmo è collocato -oblicquamente-
in corrispondenza di un lampadario nero dallo stile gotico; e di un
enorme tappeto persiano, il cui motivo è un complicato
intarsio
spiccante per i colori contrastanti, viola e giallo.
Aldilà della tavolata, due colonne delimitano un uscio immenso, celato
completamente da ampie tende di velluto rosso.
Le pareti attingue alle colonne sono di una chiara tonalità
di
grigio, ma presentano varie scanalature e rilievi che richiamano le
figure di archi
e rettangoli, talvolta di un grigio più scuro.
Tutti quegli sfarzosi quanto eleganti elementi, messi insieme creano
una sala... degna di un
vero castello.
-Vieni a sederti, Yui-.
Di colpo, la fanciulla si ritrova a fissare due occhi lavanda meravigliosi, ora
animati da un' incertezza tale da farla immediatamente capitolare.
Frastornata dalla fastosità che la circonda, e
dalla struggente attrazione per quello
sguardo;
si accorge a malapena della stretta delicata sulle sue
spalle, che la direzionano verso il posto centrale del lato sinistro
del tavolo.
Percepisce di avere la mente più lucida solo quando si
siede,
trovandosi sotto l'attenzione di tutti e quattro i vampiri: il castano
le siede esattamente di fronte, fissandola sfacciatamente mentre
sorseggia dal suo
calice di cristallo; Kou gli è di fianco, e la guarda con
l'ombra di un sorriso, un dito che sfiora continuamente il labbro
inferiore; alla destra del castano c'è invece Azusa, a capo
chino, che la scruta con attenzione da sotto le lunghe ciglia nere; ed
infine Ruki, immancabilmente
accanto a lei, nasconde le labbra dietro il dorso di una
mano, e la osserva con discrezione.
Presa da una fitta di disagio misto a nervoso, Yui inizia a
tamburellare le dita sul bordo del tavolo, e cerca di distrarsi
concentrando lo sguardo sulle fiamme tremolanti dei due candelabri
d'oro, posti a mo' di centrotavola su di una stretta e lunga tovaglia
rossa, simile al color delle tende retrostanti.
Devono aver già finito di fare colazione, poiché
le
vivande, perlopiù piatti vuoti, sono ammassate su di un
mobile
basso e dall'aspetto pesante
addossato alla parete frontale rispetto a lei.
Peccato. Ha davvero
tanta....fame.
-Beh dolcezza, ma è vero che hai dormito in
camera di Ruki?-.
Yui ci mette un bel po' di secondi per realizzare che Kou si
è rivolto a
lei.
Allora alza lo sguardo, arrossendo, e lo indirizza al vampiro in
questione, che da' la parvenza di essere ironico e al tempo stesso
interessato.
Proteso in avanti con i gomiti, qualche ciocca bionda gli scivola sulla
fronte seguendo l'inclinazione del capo, rivelando così
l'occhio
destro, rosso vivo, in
totale contrasto con
l' azzurro limpido dell'iride sinistra.
Un groppo ostruisce d'improvviso la gola della fanciulla,
che si mette a tossire violentemente, nel tentativo di ingoiare quella bile intrisa di sorpresa,
confusione, dolore.
Non le sfugge l'occhiata alquanto perplessa che si
scambiano il
castano e Azusa, né le braccia incrociate al petto di Ruki,
che
fissa con disappunto Kou, ma
non alza un dito per aiutarla.
-Ah-ah! Non
è che vuoi nasconderci qualcosa, eh?-. Continua il biondo, imperterrito,e
dando una gomitata all'avambraccio del castano, questo fa una breve
risata gutturale.
-Finitela-. Borbotta freddamente Ruki, che pare non curarsi minimamente della
faccia quasi paonazza della giovane; mentre Azusa la osserva in
silenzio.
Verità,tagli,bende,presagi,occhi
rossi,celesti...
Tutti quei pensieri le vorticano in testa, confondendola,
costringendola a stringere le tempie tra i palmi delle mani, cercando equilibrio. Ordine.
Scatta in piedi molto prima di aver la consapevolezza di
farlo,
e percependo su di sé gli sguardi confusi e allo stesso
tempo
guardinghi dei quattro Mukami,
si costringe a dire - V-vado a prendere un bicchiere d'acqua-, con voce
flebile.
In realtà non ha la ben
che minima idea di dove possa trovarsi la cucina, ma pensa
che allontanarsi un momento possa schiarirle le idee.
Così, a passo incerto si dirige verso l'ingresso spalancato
del salone, mentre ode dietro di sé sollevarsi un brusio
allarmato.
Affianca la parete coi quadri finché non si ritrova nel
corridoio principale.
Qui rimira con una strana malinconia il portone d'ingresso, ma invece
che fiondarsi lì per
scappare, si accascia contro la colonna portante
più vicina, ma col capo rivolto verso l'uscita.
Neanche il tempo di chiudere le palpebre per rilassarsi, che sente
risuonare dei passi, man mano più vicini.
Sospirando piano, ma senza voltarsi verso quello che è senz'ombra di dubbio il
leader dei Mukami, dice -Stai
tranquillo, Ruki. Posso andare nella m...tua stanza?-.
Ma invece che giungerle la risposta che si aspetta, si sente afferrare
per le spalle e voltare con veemenza.
E Yui si lascia sfuggire un gemito di sorpresa, trovandosi un paio di occhi ambra a
pochi centimetri di distanza, in cui scintilla qualcosa di pericoloso.
-Io sono Yuma.
E ora devi seguirmi.-. Le dice in tono fermo e inflessibile, malcelando
aggressività.
Destabilizzata dal colpo
di scena, con le spalle schiacciate dalle sue mani contro
la colonna, le gambe imprigionate dalle sue, e quegli occhi insidiosi puntati
addosso;
la fanciulla non riesce a far altro che acconsentire.
Angolo autrice:
Buonasera a tutti!!! :D
Cavolo, sono riuscita perfettamente nel mio intento: pubblicare presto
e in anticipo, scrivendo anche un capitolo più lungo *_*
Che spero vivamente vi sia piaciuto! :D
Le foto delle stanze descritte cercherò di inserirle nel
prossimo capitolo: purtroppo per ora già è tanto
se riesco a caricare il testo xD
Insomma, cosa ne pensate? Vi sembra che il ritmo della narrazione sia
rimasto lento? Perché invece spero di essere riuscita a
renderlo più "sostenuto".
Credete manchi anche a questo capitolo quel.... "di più"?
Scusate le mille domande x) , ma ci tengo a coinvolgervi pienamente ed
a emozionarvi, perciò se avete consigli, critiche o parere
da darmi, sono tutta orecchi! :D
Detto questo, ringrazio infinitamente tutte le mie amiche virtuali, che
mi stanno dando un sostegno inimmaginabile e numerosissimi spunti per
compilare l'elenco delle "Battute più epiche di sempre" (XD).
E quindi, con un sorriso ansioso stampato in faccia, saluto tutti e
spero di sentirvi!
Buon fine di serata ^___^
la vostra,
piccola Scrittrice <3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 10 *** Capitolo 10 ***
Capitolo 10
Yuma
la porta in giardino. Nell'immenso giardino retrostante la magione.
Davanti a loro si allunga un viale mattonato, affiancato da basse siepi
verdeggianti e cariche di preziosissima frutta.
Mentre oltrepassano due archi in ferro lucente, Yui non può
fare
a meno di rimirare quel buon di Dio, perfettamente curato, senz'ombra
di ammaccatura o vermi.
Lei non può vederlo, ma il vampiro si apre in un sorriso
orgoglioso.
Sotto il sole cocente della tarda mattinata in corso, i due raggiungono
il bivio del viale: guardandosi alternativamente sulla sinistra e sulla
destra, la fanciulla non scorge che
interminabili stradicciole costeggiate da ampie piantagioni, divise
l'una dall'altra da alte inferriate.
Davanti a lei ,invece, si parano in successione dei graziosi alberelli,
anch'essi punteggiati
di frutta tondeggiante; aldilà si erge un imponente muro in
cemento, che si estende a perdita d'occhio in entrambe le direzioni,
probabilmente perimetrando l'intero giardino.
Inspirando a fondo, ella può percepire un miscuglio divino di effluvi:
l'odore della terra battuta, quello dell'erba umida di rugiada, il
profumo dei fiori, il ruvido
sentore dei tronchi impregnati di resina, ed ancora, la
debole fragranza di zucca, carote, pomodori, latte, formaggio...
-Perché mi hai voluta portare qui?-. Chiede all'improvviso
al
vampiro -che le sta di fianco- piena di meraviglia e stranamente
eccitata.
Può mai esistere un luogo che ispiri più quiete,
pace, di quel giardino?
In quel momento, un paio di uccellini plana a pochi centimetri dal suo
capo, intonando un pigolio melodioso che pare voler dissipare i suoi
dubbi.
Escludendo l'entrata in scena poco
rassicurante di
Yuma, e la sua figura intimidatoria che ora si protende un
poco verso di lei; non si è mai sentita così...leggera.
-Questo è il mio
giardino.- Le bisbiglia con espressione seria, soffiando poi via una
ciocca castana sfuggita al codino.
All'udire quelle parole, Yui sbatte ripetutamente le palpebre, stupita,
per poi protendersi a sua volta verso di lui, inesorabilmente curiosa.
-Davvero? Quindi vuoi dire che coltive queste cose tutto da solo?-. Gli
domanda,
aprendo le braccia come a voler abbracciare ciò che la
circonda.
Il vampiro si limita ad esibire un sorrisetto pieno di superbia.
Chi l'avrebbe mai detto,
uno dei Mukami che ha il pollice verde?
L'istante dopo aver formulato questo pensiero, non riesce
a
trattenere una risata, che scoppia fragorosa sotto lo sguardo
accigliato di lui.
Tentando di soffocare l'ilarità, Yui non trova altro modo
per sdrammatizzare quel
che è sincero
stupore verso la passione appena rivelata.
-Che ci trovi da ridere, ragazzina?-. Scatta il giovane, decisamente
alterato, incenerendola con lo sguardo.
Lei tronca bruscamente il riso con un colpo di tosse, e, preoccupata
del cipiglio che va aggravandosi sul viso di Yuma, si affretta a dire -
Scusami, sono solo impressionata-.
Dopo averla studiata per qualche secondo con espressione arcigna, lui
contrae le labbra in un ghigno, ma è questione di un attimo,
prima che riporti la bocca ad una linea rigida.
-Che cosa gli
sarà passato per la testa?-. Si domanda la
fanciulla fra sé e sé, con una punta di
inquietudine.
-Qui c'è troppo sole, seguimi.-. Sbotta il vampiro
all'improvviso, distraendola dalle sue congetture.
Meravigliandosi di quanto effettivamente
le procuri una sensazione di insofferenza il cielo terso e soleggiato
che la sovrasta; Yui lo segue lungo il viale sulla sinistra,
guardandosi attorno con gli occhi di una bambina in un negozio zeppo di
dolciumi.
Camminano per qualche minuto in silenzio, finché davanti a
loro
non si para il muro in cemento, che segnale il confine
dell'estremità di giardino.
Un vivido luccichio cattura rapidamente lo sguardo della giovane,
lasciandolo cadere su una piantagione di zucche, grandi, non del solito
arancione smorto, ma con le tipiche foglie avvolte a vite insolitamente
grandi, tali che gli steli ricadono copiosamente sul terriccio umido a
partire dal cucuzzolo di ogni pianta.
Si costringe a strizzare le palpebre un paio di volte, convinta di aver
visto quelle foglie palpitare.
-Hai mai visto delle zucche più invitanti?-. Le chiede Yuma,
impettito, mentre affonda le scarpe nella terra con noncuranza.
-E' molto fiero di
sé-. Pensa lei, e abbozza un sorriso, seguendo
solo con lo sguardo i movimenti del vampiro.
Ma ben presto si rende conto di quanto i raggi del sole picchino forte,
costringendola ad avanzare verso l'area di coltivazione, cercando
invano un po' d'ombra.
-Dove si può stare al fresco?-. Gli domanda, al che lui
-chinato a lucidare la
superficie di una zucca con la manica della maglietta- si raddrizza di
colpo e le rifila un sorriso sbilenco. Ad un tratto, Yui prova
l'impellente desiderio di tornare indietro.
-Sarà
divertente-. Lo sente sghignazzare, e non ha il tempo di
rivolgergli un'occhiata perplessa che si ritrova lo stomaco compresso
contro una sua scapola larga e resistente,
il bacino stretto da un braccio ferreo e i piedi penzoloni.
L'improvviso cambio di
posizione le fa girare vorticosamente la testa, mentre
percepisce distintamente la bile di uova risalirle su.
-Che-che cosa fai? Mettimi
giù!-. Esclama, con voce incrinata dalla
nausea, la sorpresa, l'imbarazzo.
Ma Yuma, fischiettando
allegramente, la sballonzola sulla propria spalla fino al
limite dell'area della piantagione.
Prendendo a scalciare furiosamente (nella speranza di centrarlo con la
punta dello stivale proprio
lì), Yui alza il capo ciondolante, e le scappa
un grido d'orrore:
l'angolo di muro, che sulla sinistra lascia spazio all'inferriata,
è interamente ricoperto da un fitto intrico di foglie
avvitate e rametti marciti, assalendole le narici con un tanfo
asfissiante.
I rami e le foglie e gli steli che compongono l'ammasso verde pulsante ancorato
al muro iniziano a muoversi convulsamente, attorcigliandosi, intrecciandosi, inarcandosi
come fossero
vivi.
La giovane
percepisce le gambe paralizzarsi e lo stomaco accartocciarsi su
sé stesso. Il nulla risucchia ogni suo pensiero.
E prima che dalle sue labbra possa liberarsi l'urlo imprigionato nella
gola, Yuma la scaraventa di peso contro la colonna d'edera
raccapricciante.
***
Nel lasso di
tempo che precede l'impatto con la colonna di viscido verde, Yui
rivede, come in un flashback, il momento in cui il
pugnale era stretto tra le
sue mani, la punta acuminata rivolta verso il suo petto, fasciato dal
corpetto blu notte del sontuoso abito di Cordelia, palpitante d'un
cuore che non era il suo.
Yui
chiude le palpebre.
Il rumore d'un
risucchio. Nessun urto, tonfo. I lineamenti del viso
vengono baciati con violenza dai raggi del sole.
Un laccio d'erba
le si stringe intorno alla gola, tirando indietro,
come dotato di volontà propria, costringendola ad
abbandonare ancor di più il corpo tra le spire.
Sottili e ruvidi,
gambi di corteccia le imprigionano rapidamente i
polsi, compiendo più giri attorno alle braccia, sgualcendo
le maniche della maglietta, fino ad arrivare a lambirle i gomiti.
Delle foglie
marce si avvinghiano, avide, ai suoi polpacci nudi,
forandole la pelle con i loro profili taglienti, simili a lame
affilatissime, tale è la loro sottigliezza.
Le cosce vengono
strattonate dai lati, lei serra i denti, oppone
resistenza, poi un ramo le avvolge il torso, comprimendolo con forza
inaudita; e le gambe si divaricano,
quanto i lunghi
steli esigono.
Quel mostro
serpeggiante tutt'intorno a lei deve per forza averle compromesso in
qualche modo anche il cervello, perché nessun pensiero,
emozione o reazione la anima.
Se non avesse la
consapevolezza che qualcosa le stia strisciando tra i
capelli, potrebbe benissimo essere già morta.
-Strana come
sensazione, vero?-. La voce di Yuma le rimbomba nelle
orecchie tremendamente cupa, e allo stesso tempo priva di inflessione.
Lei allora
spalanca lentamente gli occhi, e con altrettanta
impassibilità domanda -Perché lo hai fatto?-.
In quel momento
le pare che ci siano solo loro due, senza i rami e le
fogli a legarla, non nel giardino della magione Mukami; solo lei e
quegli occhi ambra improvvisamente spenti.
Qualcosa le
scatta in mente, ed associa la situazione alla
consapevolezza di essere sotto shock.
-Impotente,
debole, sola. Inevitabilmente, finendo con l' implorare
aiuto.-. Yuma fa' una lunga pausa, prima di riprendere a parlare con
sguardo lievemente rianimato.
-Avevo
già deciso di ridurti così.
Servirà a ricordarglielo.
-. Conclude, facendo un passo avanti.
Yui è
così intontita da non ricordare
più neanche se lui le abbia risposto o meno.
Istintivamente,
fa' per portarsi una mano alla tempia, ma all'istante
percepisce il laccio d'erba scavarle nella cute del polso sinistro.
-Ti prego,
liberami-. Sussurra d'impulso, in direzione del vampiro, con
voce così roca e flebile da non darle la sicurezza
di esser stata udita.
Ma a quanto pare
lui l'ha sentita, perché le sue labbra
piene si convergono in un sorriso (seppur tiratissimo), e le sue mani
grandi si protendono verso di lei.
Quei polpastrelli
ruvidi, consunti e sporchi sciolgono abilmente e in
poco tempo la stretta d'ogni parte dell'orrida pianta rampicante, e,
afferrata la fanciulla per le esili e tremanti spalle, la riporta
rapidamente in piedi.
Poi, rimangono
così per un tempo che pare infinito: lui con
le mani posate sulle sue spalle, gli occhi sfuggenti e la mascella
rigidissima; lei, gli occhi colmi di tutte le lacrime fino
ad allora
trattenute, le braccia intropidite abbandonate lungo i
fianchi, e le scapole infiammate dalla pressione di quei palmi grandi e
pesanti.
La mente di Yui
sembra riaccendersi di colpo, e lei pensa...pensa che
dovrebbe avere paura di quelle dita più di quanto l'abbiano
gratificata per l'aiuto dato.
Ma...ma
perché allora non lo caccia via? Perché
non scappa? Perché rimane lì? Dopo
quello?
-Torniamo
dentro-. Il ringhio di Yuma vibra nella sottile striscia
d'aria che separa i loro volti, facendola sussultare vistosamente.
Ma non
sembra arrabbiato con lei.
Con le mani
serrate a pugno, le volta le spalle e si incammina lungo la
strada mattonata, senza voltarsi a farle qualche intimazione di
seguirlo, di cui, invece, di sicuro Ruki non si sarebbe risparmiato.
Per un attimo
l'idea di scappare si insidia in lei, ma poi qualcosa la
frena.
Qualcosa che non sa definire. Né comprendere.
E
allora rimane in piedi, ferma, lo sguardo fisso sulla
schiena possente del vampiro.
Finché
una voce alle sue spalle non la chiama.
-Yui-chan-.
Sente dire.
Si volta, ma non
si trova di fronte Azusa.
Raito la fissa
con un' espressione intrisa di malinconia. Le braccia,
fasciate dalle maniche della camicia bianca inamidata, sono tese verso
di lei.
Entrambi sanno
che all'altro non importa minimamente di cosa
succederebbe se Yuma decidesse di voltarsi.
Così,
senza aspettare un secondo di più, Yui si
fionda tra le sue braccia, e le lacrime iniziano a rigarle copiose il
viso.
L'ingresso della magione Mukami
Il piano superiore (io ho
aggiunto la presenza di porte per stanze superflue)
Il salone principale
Angolo autrice:
Pubblico ad un orario inadeguato , me ne rendo conto, ma non volevo
aspettare e farvi aspettare un giorno di più. Entro domani
sera vedrò di rispondere a tutti i messaggi inviatomi,
perdonatemi per il ritardo ragazze *faccia affranta* Soprattutto
perché, come va sempre ribadito, questa storia non andrebbe
avanti senza il vostro supporto <3 ...Ma che dico, qui parliamo
di fondamenta ahahahaah xD <3 Come avete potuto capire, non so
ancora come avete giudicato il capitolo precedente o: però
spero che se siete arrivati/e fin qui il capitolo (anche abbastanza
lunghetto) vi sia piaciuto =D A me pare un po' tetro, se lo pensate
anche voi allora devo scusarmi, non credo sia una gran scelta di
scrittura x) , ma evidentemente rispecchia il mio stato d'animo di
questi giorni. A voi invece, come va? Perché non me lo
scrivete in un eventuale recensione o messaggio privato? Mi piacerebbe
conoscere meglio chi c'è dietro a un dolcissimo o carino
quanto anonimo nickname, un' amica in più con cui parlare di
ciò che si vuole e con leggerezza credo non guasti
a nessuno! ;D Beh si, vedete la proposta di sopra anche come un modo
per ri-avvicinarmi a voi. Facendo ritardo mi sembra di non rispettare
nessuno. Ovviamente siete tutti liberi di criticarmi, fare gli offesi o
ignorarmi: sicuramente me lo merito un bel po'! Comunque sia, questo
capitolo contiene una scena non irrelevante, riflettendoci sopra si
possono capire delle cose ;] Okay, auguro la buonanotte a tutti
<3 e la qui presente piccola (stupida e ritardataria) scrittrice
vi saluta, sperando di poter scrivere a tutti mooooolto presto.
Grazie.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 11 *** Capitolo 11 ***
Capitolo 11
Angolo autrice:
Salve a tutti.
Sono ritornata -ci può stare un
"ovviamente"?-, decisa a
voler dare un tocco accattivante in più ai capitoli ed
incalzarne il ritmo.
Mi sembra bello perché in questo modo credo sarà
più coinvolgente la lettura ^^, ma anche doveroso, in quanto
sono una ritardataria cronica.
Continuerò con la pubblicazione di un capitolo a settimana
(parlare di più di uno è praticamente
un'utopia) che
potrà, però, essere di martedì come di
domenica, o
venerdì notte etc...
Come credo valga anche per voi, il tempo lo devo trovare tra gli
impegni della settimana (che comprendono spesso ore e ore di
studio -.-), perciò vi prego di non allarmarvi o comunque di
inveire troppo contro di me xD se non pubblico il capitolo lo stesso
giorno della settimana prima.
Questa volta il ritardo -che mi ha anche portato a dirvi quanto scritto
sopra- è stato dovuto ad un raffreddore micidiale che mi ha
messo K.O per più di due giorni, e ad un progetto scolastico
sui
cui mi sono concentrata gli altri pomeriggi.
Vabbo', bando alle ciance xD, ringrazio immensamente
le mie amiche per il loro immancabile supporto, e spero di poterle
sentire presto ^()^ <3
Le foto del giardino dei Mukami verranno postate col prossimo capitolo:
purtroppo ora internet va troppo lento per caricarle x/!
Detto questo, buona lettura a tutti!
-Shhh, shhh,
perché piangi, Yui-chan?-. Le bisbiglia Raito, con un
polpastrello posato sulle sue labbra umide e il pollice dell'altra
mano, ancorata alla sua guancia con delicatezza,
che cattura svelto le lacrime salate lungo il suo viso arrossato.
-So-sono felice di vederti-. Singhiozza sommessamente lei, ma non sa se
è veramente per quel motivo.
Percependo una bruciante e crescente sensazione di vuoto e confusione,
alza il capo ed incontra lo sguardo afflitto del vampiro, le cui iridi
verdi ora sono di una lucentezza impressionante.
-Non posso stare molto. Lui
si potrebbe voltare a momenti, Yui-chan-. Le sussurra, in
un tono incrinato dal turbamento che non gli è solito.
Il suo polpastrello scivola via giù per il mento, ma
l'istante
dopo la pressione della sua mano le incendia il lembo di pelle scoperto
di un fianco.
All'improvviso, Yui sente scendere di sé tutto il senso di
pericolo di quello che sta facendo, completamente consapevole di essere
con Raito
nel giardino dei Mukami,
mentre Yuma
le da le spalle.
-Perché stai correndo questo rischio, Raito-kun? Vai, non
devono
vederti!-. Gli dice di colpo, trasognata, ma invece di distaccarsi, gli
artiglia la camicia con le dita, lasciando solo un fil d'aria a
separare i loro visi.
Sente l'urgenza di allontanarsi da quel vampiro maledettamente familiare,
per lasciarlo andare, metterlo al
sicuro; ma più cerca di afferrare quel
pensiero, meno distanza va a mettere fra i loro corpi.
-Ma che sto facendo?-.
Si chiede, ma i pensieri iniziano a vorticarle caoticamente in mente,
sfuggendole.
-Dovevo avvertirti
del pericolo
che stai correndo, Yui. Perché ora non si tratta
più solo
dei Mukami, e noi
dobbiamo proteggerti.-.
Il vampiro le parla sottovoce, velocemente, con gli occhi attenti
puntati nei suoi, e le mani che sono risalite ad incorniciarle
dolcemente il viso.
Dapprima, lei si concentra su come le sembri ...diverso il Raito
che ha davanti: afflitto da qualcosa che non può definire,
che la guarda e la tocca con fretta ma delicatezza,
come se avesse paura che lei si possa dissolvere o incrinare da un
momento all'altro, come un mucchio di granelli di sabbia al vento o lo
stelo di un canna dello stagno.
Poi metabolizza ciò che ha detto, e le arriva come una
stilettata di ghiaccio al cuore.
-Cosa stai dicendo?-. Le esce dalle labbra, mentre percepisce le gote
farsi paonazze e gli occhi spalancarsi dallo sconvolgimento.
Pericolo?
-Torna da noi, Yui-chan.-. Raito sembra implorarla, e i
suoi occhi paiono consumati da una paura che la destabilizza.
Ma prima che possa ribadire o fare qualsiasi cosa, lui abbandona le
mani lungo i fianchi e fa un passo indietro, scoccando un'occhiata
probabilmente in direzione di Yuma.
La consapevolezza che la stia per lasciare, in balia di dubbi e di
pensieri penosi e dei quattro Mukami, le ingroppa all'istante la gola,
e in un impeto disperato si getta su di lui.
Le loro labbra cozzano con violenza, ma con grande stupore della
fanciulla, il vampiro non si ritrae, e anzi, la stringe a sé
con
rinnovata energia.
Si baciano, consumando le loro lingue in una passione feroce, fatta
d'urgenza e bisogno, mescolata all'eccitazione di sapere che tutto
ciò è oltremodo
rischioso.
-Devo andare, Yui, devo andare-. Inizia a ripetere il vampiro, tra un
bacio e l'altro, come se dovesse convincersi di farlo, e allontana pian
piano la fanciulla dalle esili spalle.
Lei allora fa una smorfia di frustrazione mista all'imbarazzo del suo
gesto impulsivo, e si discosta definitivamente da lui.
Incrociano gli sguardi, mentre nell'aria rimangono sospesi gli echi di
quell'incontro.
-Devo andare-. Dice Raito, fissandola ancora per un istante con quelle
sue iridi verdi splendenti.
Poi sparisce nel nulla, e con lui anche un pezzo di cuore della giovane.
***
Yuma
sceglie esattamente quel momento per voltarsi verso di lei, e
l'imprecazione grugnita fra i denti giunge fino alle sue orecchie.
-Vuoi pranzare o no?!-. Le grida da lontano in tono stizzito,
probabilmente per la sua stessa disattenzione mostrata.
A questo pensiero, le labbra di Yui si curvano spontanamente in un
piccolo sorriso, riflettendo su quanto
sia stato distratto Yuma,
mentre le gambe leggermente tremanti si accingono a percorrere il viale
mattonato per raggiungerlo.
***
I
due vampiri fanno il loro ingresso nella sala da pranzo avvolti da un
grave silenzio, che si trascinano da quando hanno camminato fianco a
fianco per il giardino sulla via di ritorno.
La fanciulla, d'altro canto,
non ha fatto altro che pensare alle parole di Raito e, di tanto in
tanto, quando l'occhio le è caduto sul codino castano a lei
vicino, alla terrificante pianta rampicante in cui Yuma l'ha gettata.
...Il silenzio
è stata la miglior cosa
.
-Bentornati-. Esordisce Ruki, staccando gli occhi dal libro che ha in
mano e piantandoli in quelli di Yuma.
A Yui non sfugge quello strano scambio di sguardi, che si conclude con
una scrollata di spalle nervosa del vampiro castano.
Prima che possa domandarsi che cosa abbia voluto Ruki, l'attenzione
della fanciulla viene calamitata dalla tavolata imbandita, alla quale
hanno preso già posto pure Kou e Azusa.
L'ardente bruciore della gola prende il sopravvento, e prima che se ne
possa rendere conto, è seduta al tavolo al fianco di Ruki.
Yuma le siede di fronte e le rivolge la stessa occhiata caustica di
poche ore prima, come se lei facesse sempre qualcosa di sbagliato.
-O forse non gli va di
ammettere a sé stesso che è stato lui a sbagliare?-.
La vocina impertinente fa il suo capolino tra gli altri pensieri,
distranendola per un attimo dal setacciare le squisitezze disposte a
raggiera sulla tovaglia rossa: ramen
e udon,
nelle varianti più colorate e dall'odore più
invitante.
-Immagino tu abbia fame, Yui-. Prorompe la voce, piuttosto tagliente, di Ruki.
Senza dare atto di aver colto la provocazione, la giovane si sporge a
prendere la ciotola fumante di ramen shōyu, e,
agguantata la forchetta lucida posata sul tovagliolo ricamato
(ma non usano le bacchette?), inizia a mangiare rumorosamente, per il
puro gusto di infastidire il vampiro di fianco, intento a leggere la
fitta scrittura nelle pagine ingiallite dal quel suo tomo blu.
Il pranzo si trascina con lentezza, e Yui finisce il suo pasto con il
volto un poco arrossato dall'imbarazzo, rendendosi conto di esser stata
l'unica ad aver toccato cibo.
Non ne carpisce il motivo, ma i Mukami, escluso Azusa, sembrano
innervositi, e difatti picchiettano con le dita sul bordo del tavolo o
giocherellano con le briciole sulla tovaglia, scoccando insistenti
occhiate nella sua direzione.
-Eppure hai finito di
mangiare silenziosamente-. Osserva la vocina nella sua
testa, con una punta di sarcasmo.
Una sensazione oscura e al contempo familiare le fa
accaponare la pelle.
-Yui, mi aiuti a sparecchiare?-. Le si rivolge ad un certo punto Azusa,
mentre si alza in piedi.
Lei ci mette qualche secondo a rispondere, attonita.
-Si-Sì va bene-. Dice poi, e prendendo il primo bicchiere
che le capitasse a tiro segue Azusa verso la cucina, dove trasporta in
equilibrio perfetto quattro ciotole di cibo rimaste intatte.
La stanza è grande e confortevole, con il pavimento
piastrellato di un grigio fumé simile a quello delle pareti,
perlopiù coperte da mobili pensili di squisita fattura in
legno chiarissimo, con i pomelli di quello che a prima vista sembra
ottone. Dal ripiano nel quale è incassato il lavabo si
allungano dai lati due banconi, sempre fatti di un marmo che
richiama il color crema dei mobili pensili. I condimenti e le spezie
sono ordinatamente disposti alla sinistra del lavabo, e questo
particolare contribuisce a dare un aspetto fin troppo lustro
a quella che dovrebbe essere propriamente una cucina.
-Ma chi prepara queste cose?-. Chiede la fanciulla, un po' per sincera
perplessità, un po' perché vuole spezzare il
silenzio sceso nel frattempo che Azusa poggia le ciotole sul ripiano
centrale.
Lui però le da le spalle e rimane in silenzio, prima di
sussurrare, con estrema
tranquillità -Hai sbagliato a fingere: loro
sanno che Raito
ti ha appena incontrata-.
Le parole del vampiro si riversano come una cascata d'acqua gelata
lungo la schiena di
Yui, che è costretta a retrocedere fino a premere il
fondoschiena contro il bordo del bancone sulla destra.
-Come ho fatto a non
pensare all'odore che mi avrebbe lasciato addosso Raito?- .
Pensa, con il volto rosso di frustrazione e gli occhi spalancati.
Ma prima che l'ansia la possa assalire, sente risuonare, in quell'aria
divenuta opprimente, la voce del vampiro -Potresti stare un po' con me,
Yui-chan-.
E sollevando il volto pieno di stupore, si ritrova le sue
iridi lavanda a fissarla da pochi centimetri di distanza.
Il cuore pare balzarle in gola, mentre lui solleva un polpastrello
scarno e va a sfiorare, o meglio, incendiare,
il suo labbro inferiore leggermente gonfio.
-...Sai, ora non conviene affrontare Ruki-. Le continua a
sussurrare in tono calmo, mentre segue con occhi assorti il
movimento eseguito dal suo stesso dito,
che pizzica piacevolmente ogni terminazione
nervosa del viso della fanciulla ipnotizzata.
Perché mai
vuole...proteggerla?
Senza riuscire ad afferrare il filo logico dei pensieri
che la tempestano, le esce dalla bocca -Ma come facciamo con la
tavola?-, in modo tale da non impedire lo strofinio del polpastrello
sul suo labbro.
A quel punto, Azusa inclina il capo di lato e accenna un sorriso, che
per poco non
la fa letteralmente
sciogliere ai suoi piedi.
-Oh, Yui-chan, loro sanno che è un diversivo.-. La
schernisce con leggerezza, e prima che lei possa ribadire, ritrae il
polpastrello e la prende per mano, trascinandola fuori dalla cucina.
***
Prendendo l'uscita
collocata sulla sinistra, i due devono
semplicemente percorrere un breve corridoio e svoltare l'angolo per
ritrovarsi nell'ingresso della magione.
In questo modo,
raggiungono il piano superiore senza passare per il salone principale.
Per un attimo, a
Yui viene da tremare all'idea di cosa le succederà una volta
sola con Ruki.
Poi Azusa si
ferma davanti all'ultima porta sulla sinistra del corridoio del piano,
tant'è che accanto a lei c'è la grande e
misteriosa tenda blu avio, che lascia visibile solo un sottile
spiraglio dell'uscio retrostante. E sbirciandoci attraverso, la
fanciulla non ha dubbi sull'affermare che anche
il bagno dei Mukami è in marmo.
Il
sonoro scatto di serratura le fa volgere lo sguardo, mentre la mano di
Azusa la esorta a seguirlo dentro
la sua stanza.
La
stretta sembra aver sigillato tra le loro dita anche i suoi pensieri,
poiché Yui si sente la testa vuota.
Così,
portandosi la mano libera al petto, affonda insieme a lui
nell'oscurità aldilà dell'uscio, sobbalzando un
poco quando il braccio del vampiro la sfiora per poter richiudere la
porta.
Udito lo schiocco
dei cardini, rimangono immobili e in silenzio per qualche secondo, al
buio, permettendo alla fanciulla di orientarsi unicamente con l'olfatto.
Che, lentamente, quasi
di soppiatto, viene
sopraffatto da un'odore opprimente.
Metallico. Denso.
Nel
momento in cui i pensieri ricominciano ad affiorare, forse
perché Azusa le ha lasciato la mano per accendere con quella
la luce, o forse perché la consapevolezza che si vuol fare
strada è troppo forte per qualsiasi resistenza; la stanza si
illumina dei raggi esplosi da una lampada pendente dal soffitto.
E una volta che
la vista si è abituata alla forte luce bianca che pervade
nella stanza, la prima cosa che distingue è la lunga fila di
coltelli, disposta sul copriletto della branda di fronte a loro.
Lame lunghe,
corte, affilate, aguzze, taglienti, sporche.
Ordinate
meticolosamente.
-Mi sarebbe
sempre piaciuto farti vedere la mia collezione di coltelli-. Dice
Azusa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 12 *** Capitolo 12 ***
Capitolo 12
Angolo autrice:
Eccomi qua!
Ammetto di essermi presa una pausa per la festa dell'Immacolata, ma
penso anche che sia meglio aspettare per pubblicare un capitolo
interessante piuttosto che una cozzaglia di scene banali e inutili.
Siete d'accordo? Magari fatemi sapere!
Allora, le foto relative alla villa Mukami non posso pubblicarle
neanche con questo capitolo, perché Internet ha deciso di
andare
a farsi benedire -.-"
Ringrazio le mie immancabili amiche e spero che questo nuovo capitolo
piaccia, in primis, a loro <3
A giudicare dai pareri avuti riguardo il bacio tra Yui e Raito...Non
so, vorrei proporvi una specie di sondaggio, per sapere di quale bacio
più ambireste di leggere!
Che ne dite? Così sono contenta io, che lo descrivo x///D, e
contente (ammettiamolo, questo riguarda sole le ragazze xD) voi, che vi
gongolate leggendolo! ahahahaha x')
Insomma, magari fatemi sapere in una recensione =D
...Questo è il momento di Azusa! E siccome sto scrivendo il
mio
angolino prima della stesura del capitolo stesso, non posso assicurarvi
la presenza di scene molto..ehm, allegre?
Però lascio a voi il verdetto, ovviamente! u.u ;D
Buona lettura a tutti, dalla sempre vostra _macabrascrittrice_ ^^
(lasciamo perdere il nomignolo <-<")
P.S. Carissima
Tsuki, appena
Internet decide di velocizzarsi lascerò una recensione al
tuo
formidabile capitolo del seguito delle avventure di Mary &
Company
XD
(a parte gli scherzi, consiglio a tutti quanti di leggerlo!)
___________________________________________________________________________________________________________________________________________________
Yui non crede ai suoi
occhi. Yui non
vuole credere ai
suoi occhi.
Con la schiena rigida come uno stoccafisso e la gola chiusa da un
groppo di terrore misto a stupore, la giovane coglie il luccichio delle
lame, che riflettono sulla loro superficie
in acciaio levigato la luce proveniente dalla piccola finestra al di
sopra della branda.
E a confermare il fatto che l'arsenale sia stato disposto lì
appositamente, il fascio di luce lo
racchiude perfettamente in un cerchio, gettando nell'ombra il resto del
copriletto.
Allora le pareti della stanza paiono all'improvviso distorcersi, il
pavimento inclinarsi pericolosamente, e mentre Yui tenta di mantenere
l'equilibrio,
il vampiro si avvicina con passo lento e misurato alla branda, come se
davanti a sé avesse qualcosa di prezioso,
raro, fragile.
-Perché fai quella faccia, Yui-chan?-.
All'udire il suo nome, lei sobbalza vistosamente e fa guizzare gli
occhi terrorizzati sulla figura ondeggiante di Azusa.
Incontrate le sue splendide quanto oscure iridi
lavanda, è
combattuta tra l'idea di darsela a gambe levate e quella di
affrontarlo.
Ma mettendo meglio a fuoco la scena, e osservando con più
attenzione il vampiro, le viene da chiedere -Perché
volevi farmi vedere la tua...collezione?-, con voce in bilico
(con suo conseguente stupore) tra l'indulgente e il dolce.
A questo punto, il viso di lui si accende di colore, creando un netto
contrasto con il collo diafano.
Sta
arrossendo?
-Vo-volevo
vedere la tua reazione-. Le risponde,
incerto, facendo correre gli occhi in basso e portandosi alle labbra il
polpastrello del pollice.
Prima che le si possa anche solo stringere il cuore a quella vista dannatamente
conturbante,
il vampiro scatta verso di lei, e in un batter di ciglia Yui si ritrova
con la fronte pigiata alla sua, lasciando così solo qualche
centimetro di distanza tra le loro labbra.
Pronta a svenire da un momento all'altro,
la giovane viene tenuta in piedi unicamente dalla stretta delle mani di
Azusa intorno alle sue.
-Se devo essere io il prescelto, devi sapere la verità, Yui-chan-. Le sussurra,
e le sue iridi splendenti e allo stesso tempo cupe paiono
palpitare,
provocandole un giramento di testa che le ingarbuglia i pensieri e le
emozioni.
-Che-che cosa vuoi dire?-. Gli domanda, anch'ella a bassa
voce, quasi con affanno. Cerca di pensare alle parole dette, ma i
pensieri sembrano scivolare via verso quel groviglio all'apparenza
indistricabile.
Lui inclina di poco il capo e sospira, fissandola ora con una punta di
rammarico.
-Ruki ci ha proibito di parlartene, ma devi almeno sapere che tutto
dipende da
che parte decidi di stare, Yui-chan-. Le spiega, con voce che
sarebbe stata inudibile per un essere umano, come se fosse davvero rischioso parlarne.
-Ma
che cosa dipende dalla mia decisione?-. Si fa strada questo
pensiero in lei, gettandola nel solito interrogativo
che l' affligge dall'inizio.
E' sul punto di dar voce alla sua domanda, quando Azusa si allontana
bruscamente e si arrotola le maniche della camicia bianca, rivelando le
braccia interamente fasciate fino al gomito, mentre mormora -Se
scegli me, amami
per questi-.
Simultaneamente,
egli afferra con la mancina il lembo sporgente
dell'interminabile benda bianca avvolta all'altro braccio, per poi
tirarlo con forza.
Sotto gli occhi destabilizzati della giovane, la benda si srotola
velocemente per poi librarsi in aria come un serpente, scoprendo la
pelle chiarissima del suo braccio.
Su cui spiccano, per il loro vivido colore rossastro..per la loro profondità, tagli e tagli e tagli.
Tutti della stessa
lunghezza,
ognuno distanziato dall'altro di un
paio di centimetri.
Ma
Azusa sembra non volersi fermare a quel punto, dirigendo le dita alla
fasciatura dell'altro braccio. Dove
nasconde altre ferite. Inflitte da sé stesso.
Investita
da quell'atroce consapevolezza, Yui svelta gli si
avvicina ed intreccia le dita alle sue, impedendogli di afferrare la
benda sporgente.
Reprimendo un singhiozzo, gli strattona la mano, costringendolo ad
incrociare i suoi occhi affranti.
-Perché lo hai fatto, Azusa-kun?-. Gli chiede in sussurro,
in un tono con cui sembra lei ad aver bisogno di conforto.
L'espressione del vampiro vira in un attimo dalla
perplessità
alla cupezza, prima di liberare la mano e afferrarla per una spalla,
con gli occhi luccicanti di qualcosa di oscuro.
-Fammi del male, Yui, ti prego-. La
implora,
fissandola con un' intensità tale da scioccarla ancor di
più.
A quel punto, la colpisce un altro giramento di testa, questa volta
più violento, che mina i cardini della sua integrità
mentale.
-Che-che
stai dicendo, Azusa-kun...-. Balbetta,
percependo il ventre accartocciarsi dolorosamente via via che lui
continua a guardarla in quel
modo.
Per
la prima volta, è lei ad avere davanti una persona fragile e
indifesa.
Scossa da quella constatazione, non si accorge subito che il vampiro ha
lasciato la presa sulla sua spalla e si è proteso verso il
copriletto.
Prima che possa fermarlo, lui ha già afferrato l'ultima lama
a partire da destra, la
più corta e affilata.
-Azusa-kun...-.
Comincia a dire, allarmata, ma lui la zittisce con il suo movimento
brusco: si volta verso di lei e le chiude le dita attorno alla lama,
con tale impeto da farla affondare nel palmo.
Per qualche secondo, Yui resta ferma a guardare sbigottita il suo
sangue che gocciola sul pavimento, sorpresa del gesto del vampiro
più che dell'improvviso e intenso pizzicore percepito al
palmo
della mano.
Poi, come ripresasi dallo shock, cerca di ritrarre la mano ferita, ma
lui serra la presa delle sue dita insanguinate e la costringe ad
avvicinare la punta della lama al suo braccio sinistro.
Consapevole di quello che sta per accadere, uno spasmo di protesta si
fa strada nella gola della fanciulla, ma è questione di un
attimo, prima che la lama che tiene forzatamente tra le dita fenda la
cute lattea del braccio di Azusa, appena sotto la piega del gomito.
In quello stesso istante, lui reclina la testa all'indietro e dalle
labbra gli sfugge un gemito di
puro piacere,
mentre il braccio gli trema leggermente.
Allora, come ustionata da quel contatto, Yui scaglia via con
violenza la lama, che va a conficcarsi nell'anta di legno nera
appartenente al grande mobile alla loro destra.
Poi, trattenendo a stento lacrime di frustrazione, si copre la bocca
con la mano ferita, rivolgendo il palmo verso il viso estasiato del vampiro.
-Che cosa mi hai fatto fare?-. Mormora, con voce flebile e incrinata,
attraversata da una fitta di dolore che va ben
oltre
il taglio profondo della mano.
Azusa, però, le scocca un'occhiata di vera
adorazione,
mentre il suo braccio ferito abbandonato lungo il fianco continua
a perdere sangue.
Quindi i due vampiri si fissano, in silenzio, per un attimo che pare
infinito: lui ha le palpebre semichiuse ma gli occhi brillanti di
eccitazione, lei ,invece, si morde il labbro inferiore, corrosa dal
risentimento.
Però, dopo l'ennesima goccia di sangue stilata dalla ferita
di
Azusa, lei percepisce qualcosa gorgogliarle in gola, fin troppo simile alla
sete di sangue,
e, disgustata da sé stessa, distoglie lo sguardo e fa
qualche passo indietro, arrossendo leggermente.
Tra loro rimane sospesa l'aria macabra e tesa, finché la
porta alle loro spalle non si spalanca.
Yui volge lentamente il capo verso l'uscio, imitata da Azusa, ed
entrambi si irrigidiscono alla vista di Ruki:
ha i capelli in disordine, gli occhi sgranati, le labbra schiuse, e
ancora, le maniche della maglia bordeaux tirate su in modo trascurato,
una mano ancora premuta sul dorso della porta, e le gambe divaricate di
chi ha appena smesso di correre.
I suoi occhi screziati -all'apparenza stranamente impauriti- si piantano
immediatamente sulla figura della giovane, che rabbrividisce
vistosamente.
-Dio
solo sa cosa mi succederà ora...-. Pensa, anche se la
vocina nella sua testa lotta per esprimere la sua
perplessità.
Perché
Ruki non sembra arrabbiato, ma solo teso.
-Credevo
ti avessero già trovata...Forza, seguitemi.-.
Ordina il vampiro, in tono sollevato e al tempo stesso sbrigativo.
Senza darle il tempo di riflettere sulle sue parole, Ruki l'afferra per
un polso e la strattona verso di sé, facendo un cenno del
capo
ad Azusa.
-Ma
non si è accorto del sangue?!-. Esclama la vocina,
incredula, mentre Yui viene trascinata fuori dalla stanza.
-...E non so che razza di giochetto hai fatto con Azusa, ma
il sangue che perdi non ci è d'aiuto.-. Ringhia il vampiro
-senz'ombra della sua solita raffinatezza-
mentre percorrono il corridoio in direzione delle scale, e scoccando
un'occhiata truce ad Azusa, dietro di loro.
Se
n'è accorto.
-Cosa sta succedendo, Ruki-kun?-. Domanda la fanciulla, piuttosto
confusa, guardandosi intorno alla ricerca della cosa
che sta innervosendo Ruki.
Lui
sembra sul punto di risponderle, quando si ode l'eco di uno schianto,
giù al pianterreno.
Ruki e Azusa si scambiano uno sguardo eloquente, mentre lei rimane in
ascolto, in crescente ansia.
Poi il leader si volta verso di lei e, inchiodandola con sguardo
incredibilmente serio, dice -Ci sono degli intrusi nella villa.
Non allontanarti da me per nessun motivo-.
E la prima cosa che Yui pensa è -Perché
non ha menzionato i Sakamaki?-.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 13 *** Capitolo 13 ***
Capitolo 13
Angolo autrice:
Buona sera.
Le vacanze di Natale si avvicinano, ed io sento già il dolce
richiamo del pandoro *-*
Insomma, siete tutti pronti a godervi venti giorni di ozio?
...Che poi dico così, ma sono la prima ad alzarmi presto la
mattina per pura abitudine della sveglia, e a scervellarmi per regali e
regalini x)
Bando a questa leziosa promessa, come al solito vi devo le mie scuse
per il ritardo nella pubblicazione.
Ma credetemi quando vi dico che questa è stata una settimana
di fuoco per la mia classe, con
verifiche e test e interrogazioni.
E ho il presentimento che molti di voi non mi possano biasimare ..!
Comunque, credo che tutti abbiate
capito che come amica virtuale non
valgo niente, ma forse come scrittrice c'è ancora qualche
speranza...
Sono grata dell'immensa
pazienza di chi confida in me, e auguro a tutti una buona lettura,
concludendo il mio posticino con una carrellata di foto,
come promesso! <3.
-Primo piano dei Mukami ** A partire da sinistra, Ruki, Kou, Yuma e
Azusa <3
-Ditemi voi se questa foto non è incantevole !!! *OOO*
-Ecco a voi la cucina della magione Mukami! Personalmente, mi piace di
più quella dei Sakamaki, voi che ne pensate?
-Dulcis in fundo, una vista del giardino della magione Mukami ^^
<3
Molto meno lugubre di quello dei Sakamaki, a mio parere xD
-Perché
non ha menzionato i Sakamaki?-.
Accovacciata vicino il primo gradino della rampa di scale, Yui
è
percorsa da un brivido gelido, mentre il pensiero le rimbomba in testa
propagando ansia ed inquietudine.
Con le orecchie tese a recepire un qualsiasi altro rumore sospetto, la
giovane tenta invano di leggere il labiale di ciò che si
bisbigliano Ruki e Azusa con fare concitato, a pochi passi da lei.
Dopo qualche secondo, entrambi si voltano nella sua direzione, e la
loro evidente apprensione fa culminare la sua ansia, provocandole un
fastidio ronzio nelle orecchie.
-Che cosa sta
succedendo?-. Si
chiede tra sé e sé, mentre si rialza con il
sostegno di
Ruki, e tutte le sue congetture cascano come castelli di carta.
-...La limousine è parcheggiata fuori. Dovrai portarla via, ad ogni costo.-.
Rivolto ad un Azusa particolarmente attento, il sibilo teso del vampiro
giunge a lei come lo schiocco improvviso di una frusta. Doloroso, e
scioccante.
Allora incassa la testa tra le spalle tremolanti, che parrebbero le
pareti gelatinose di un budino se non fosse per la salda presa delle
mani di Ruki.
E proprio quando percepisce soffiarle sulla clavicola scoperta un suo
pesante sospiro, sulle pareti della scala rimbalza un altro rumore
sinistro,
questa volta rassomigliante a qualcosa che viene squarciato.
Quasi a volerlo fare di proposito, i tre vampiri si scambiano
reciprocamente un'occhiata ansiosa.
-Se Yuma e Kou non li hanno respinti...-. Riflette Ruki ad alta voce,
-...Allora sono davvero loro.-.
Conclude in modo enigmatico, puntando di scatto gli occhi in quelli di
Yui.
Loro chi?
-Troveremo un diversivo...ma ora sarebbe meglio se non
facessimo spazientire i nostri ospiti.-.
Con tono nervoso, e l'espressione del viso atta a reprimere un profondo
turbamento, il leader la sospinge verso le scale.
***
Mentre discendono i
gradini scricchiolanti, vengono inondati dall'atmosfera silenziosa
regnante al pian terreno.
Man mano che si amplia la visuale sull'ingresso della magione, alla
fanciulla pare di andare sempre più in paranoia, udendo respiri raschiosi e
ansanti, cuori che battono ferocemente, artigli che incidono nel
pavimento.
E percepisce l'inconfondibile odore di sangue.
Ottembrata dal terrore misto ad una sorta di concitazione,
Yui
si mette in punta di piedi e sporge il capo oltre la spalla destra di
Ruki, che
si è immobilizzato ai piedi della scala.
...Di tutte le cose che si aspetta di vedere, la scena che
le si presenta è al di fuori di qualsiasi suo schema
mentale.
Yuma si staglia rigido a qualche metro da loro, dandoli le spalle, con
i pugni serrati pronti a colpire.
Una striscia di sangue fresco sul pavimento
conduce poi lo sguardo un po' più a sinistra, verso la
triade di colonne marmoree, ove Kou è accostato, dall'aria
sofferente, mentre si preme una mano in corrispondenza del fianco
destro sanguinante,
senza più ombra di tessuto a coprirlo. Ma anche lui, come il
compare del resto, mantengono gli occhi fissi su... qualcosa, che deve
erigersi proprio di fronte al portone d'ingresso.
Corrosa dall'orribile
curiosità di ciò che sta per
scoprire, Yui si sposta un poco verso sinistra, in modo tale che la
figura dall'aria impotente
di Yuma non le ostruisca la visuale.
Il tempo pare fermarsi nell'esatto istante in cui li scorge: due belve enormi, incredibilmente
somiglianti a dei lupi,
con le possenti zampe posteriori piegate, pronte a
scattare, e quelle anteriori divaricate in una posa aggressiva. Salendo
con lo sguardo, il muso li si arriccia a scoprire due file di denti
aguzzi e scintillanti, mentre nei grandi occhi sono incastonati due
topazi dall'aspetto cupo e sinistro.
Infine, l'ampio ventre, coperto da una folta pelliccia bianca, si alza
e si abbassa ad ogni loro pesante sospiro, mentre il resto del manto,
nero come la pece, è rizzato in gesto difensivo.
Quando i minuti paiono riprendere a scorrere, la prima reazione della
fanciulla è di sconcerto.
-Che accidenti ci fanno
qui due lupi?!-. Esclama la vocina nella sua testa, mentre
la schiena si prepara ad inarcarsi sotto l'ondata di un brivido
raggelante.
-Perché delle
belve? Perché dovremmo averne paura?-. Il suo
inconscio non riesce a capacitarsi di ciò che vede, ed in
lei si fa rapidamente strada l'idea che le stia sfuggendo qualcosa di molto importante...che le
abbiano nascosto qualcosa di molto importante.
-Dovete andarvene.-.
Ruki pronuncia le due parole lentamente, rivolto agli
ospiti selvaggi, ma senz' ombra dell'autorità naturale che
caratterizza la sua figura.
Piuttosto, il vampiro appare scosso,
e nel fondo delle sue iridi screziate pare brillare
un'emozione di timore
riverenziale.
Come se quelle bestie
fossero superiori a lui.
Smarrita nei suoi pensieri, Yui si trattiene a stento dal
sobbalzare quando ode chiaramente lo sghignazzo dei due
lupi, che arricciano ancor di più il muso sfilato, mentre
dalle fauci enormi esce un ringhio singhiozzante.
-Ci capiscono?-. Chiede d'impulso all'orecchio di Ruki, terrorizzata da
cosa possa significare ciò.
Lui volta impercettibilmente il capo verso di lei, perforandola con lo
sguardo ostentatamente
impassibile, la bocca tesa in una linea dura.
Poi però un ringhio sommesso costringe loro a riportare
l'attenzione sulle due belve, che muovono una zampa avanti.
Nei topazi ora brilla una luce diversa, che sembra esprimere pura
brutalità.
Il cambiamento lo sembra percepire anche Yuma, che si fa
coraggiosamente avanti.
E a quel punto, un filo invisibile nell'aria si spezza.
In meno di un secondo, i due lupi balzano addosso al vampiro, ululando
selvaggiamente.
Una frazione di tempo dopo, Ruki si precipita verso di lui, che
è stato sbattuto con fragore a terra dalla forza inaudita
delle due bestie.
Azusa accorre l'attimo seguente, e nel suo palmo destro compare dal
nulla una lama corta e
affilata, che sfregia con violenza l'occhio destro di uno
dei due lupi.
Lo schizzo di sangue è accompagnato da un ululato di dolore,
che però serve solo a far inferocire l'altra bestia, che
artiglia in modo ferino la mano contundente del vampiro, strappandogli
un gemito a metà fra l'eccitazione
e il dolore.
Ruki gli scocca un'occhiata d'obliquo, mentre Kou si dirige a fatica
nella loro direzione e cerca di spingere via il lupo ferito che,
letteralmente addosso a Yuma, tenta invano di azzannargli il volto.
Mentre le due bestie si battono con tutta la loro ferocia, emanando
quell'aria di superiorità che ora anche la giovane
percepisce;
i Mukami si limitano ad
allontanare, spingere via, difendersi , atteggiandosi con
inspiegabile remissività.
Come se non fossero nella condizione di poter affrontare il nemico.
Yui, inerme, scioccata, assiste alla scena senza riuscire
a muovere un muscolo.
Nel groviglio di abiti e di capelli e di pelle e di pelliccia che si
agita di fronte a lei, paiono perdersi anche i suoi pensieri, lasciando
un vuoto che intendono colmare le lacrime alle palpebre.
-Basta! Andatevene! Andatevene!-. Grida Kou, con una tale angoscia da
spingere la fanciulla a fare un passo avanti, a sporgere un dito
tremante verso la coda lunga e robusta di uno dei due lupi, quello
illeso, il più feroce.
-Non sono qui per me...
Devo aiutare i Mukami...Devo aiutare i Mukami...posso aiutare i...-.
Non ha neanche il tempo di concludere il pensiero, che la
bestia si volta nella sua direzione, inchiodandola con i suoi occhi
cupi.
All'istante, una sensazione agghiacciante la travolge, e con occhi
sbarrati fissa il lupo, che spalanca le fauci, si passa la lunga lingua
umida sull'arcata superiore, solleva gli artigli anteriori dalla spalla
di Yuma.
-Yui, scappa!-.
Le grida Ruki, intento a sollevare da terra la figura lesa del compare.
La giovane capisce di non avere altra scelta.
Quando il lupo sferra una zampata, le strappa, facendola gemere di
sgomento, solo un paio di ciocche di capelli prima che lei aggiri la
massa di corpi e si metta a correre verso l'uscio.
Oltre ai grugniti dei Mukami, ode l'impatto delle zampe della bestia
sul pavimento all'atto di inseguirla, perciò spalancando
l'uscio socchiuso, lo richiude poi con veemenza dietro di
sé, e mugola di lieve sollievo quando si sente l'urto del
corpo del lupo contro il portone di legno.
-Che cosa sono? Cosa
vogliono?-. Si chiede, senza fermarsi, continuando a
correre nonostante il crescente tormento, la confusione,
a mano a mano che si avvicina al cancello.
-Perché Ruki
mi ha lasciato scappare?-. Quel pensiero la fa rallentare
bruscamente.
Nello stesso istante, scorge una figura materializzarsi a pochi metri
da lei, probabilmente accostata al cancello stesso.
Quegli occhi li riconoscerebbe ovunque.
-Ayato-kun...?-.
E' quasi sul punto di perdere l'equilibrio.
-Ayato-kun?..-. Mormora,
disorientata,
in contemporanea al fragore che si sente risuonare alle
sue spalle.
Con la testa che le gira vorticosamente e la gola secchissima, Yui si
volta in direzione dell'ingresso.
E lancia un grido di spavento, scorgendo un'altra figura,
che avanza velocemente verso di lei.
Non è uno dei Mukami, e neppure uno dei due lupi.
L'individuo alto e sinuoso continua a correre, mentre la fanciulla
sente le gambe cedere.
E i suoi occhi gialli si fanno sempre più vicini.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 14 *** Capitolo SPECIALE - e se...? ***
Capitolo SPECIALE - E se...?
E SE...nel
magico giorno del Natale, Yui si fosse rivelata essere un po' diversa
dal
consueto? ;)
E SE i
Sakamaki e i Mukami fossero stati...in buoni rapporti? xD
Come avrebbero trascorso la festività?
Ringrazio la mia carissima amica cristie13 per avermi dato l'idea per
questo capitolo speciale,
che dedico con il più sincero affetto ad HaruhiB_10 per
il suo compleanno!
:D
-Accetta questo come
mio regalo <3-
Spero che abbiate tutti trascorso un buon Natale ^_^ ,
e vi auguro in anticipo un felice inizio di anno nuovo!
Vi posto le immagini che ho trovato suoi nostri vampiretti in tema
natalizio <3
(sui Mukami non
c'è niente purtroppo
:c)
e vi lascio ad un' allegra lettura! ;D
I battibecchi iniziarono a
partire dalla scelta della locazione.
I Sakamaki non
avevano intenzione di spostarsi dalla loro amata dimora, mentre i Mukami insistevano
col dire quanto sarebbe stato meglio trascorrere il Natale nella loro
magione.
Alla fine, però, su questo la spuntarono i Sakamaki, anche
perché la sera del 23, Subaru si era slogato una
caviglia nel tentativo di porre il puntale sulla cima dell'enorme abete
decorato (solo il tronco superava i due metri...), asserendo subito di
dover mantenere la gamba a riposo almeno una settimana.
Anche se poi fu il primo ad alzarsi in piedi per il momento del karaoke.
I Mukami accettarono quindi di varcare la soglia della "villa più rozza e
desolata mai vista" (a loro dire), tramite l'invio di una
cartolina che, ad una prima occhiata , poteva sembrare una minaccia di morte
(ed effettivamente non era tanto lontana da quel significato,
considerato il risentimento dei quattro per la straordinaria
concessione fatta e le gentili
espressioni scritte quali
"vampiri fetenti",
"che siate maledetti"
o "la pagherete cara").
Il motivo impresso sul cartoncino ruvido, poi, richiamante
l'improbabile accoppiata di un Santa-san
gioioso e paffuto e dei
suoi elfetti, seminudi
e all'apparenza indemoniati, non poteva rimandare che al
cattivo gusto di Yuma.
Ottenuta la vittoria,
i trigemini Sakamaki si spaparanzarono sui divanetti di fronte al
camino acceso, aspettando pazientemente
finché
la grande tavolata per il pranzo non fosse stata allistita (e
beccandosi più di un mestolo in testa da parte di una Yui furente per il
loro dolce far
nulla).
Shu, invece, scomparve per tutta la mattinata, per essere poi ritrovato
da Subaru mentre sonnecchiava nella cantina (?!).
Ma non fu un caso se proprio quei due vampiri avessero ritardato al
pranzo: se da una parte Shu ebbe bisogno di farsi uno dei suoi lunghi
bagni per svegliarsi;
dall'altra Subaru aveva paura
di farsi vedere da Reiji e Yui (gli addetti cuochi..a loro insaputa),
dopo aver quasi
fatto esplodere
la cucina nel tentativo di cucinare un pentolone di misoshiru.
Come si può intuire, le vene sul collo di Reiji erano particolarmente evidenti,
anche a causa della cocciutaggine
di Yui
(e, anche se non lo
avrebbe mai ammesso, per la sua bravura in cucina).
La vampira, infatti, era decisa a voler preparare lei il pollo fritto
piuttosto che andarlo a comperare al fastfood del KFC, come da
tradizione.
Reiji la lasciò fare, con la sadica speranza che
le uscisse un pastrocchio (per poterle dare una bella strigliata),
ed invece, al momento di portare in tavola il vassoio con i petti di
pollo, constatò a malincuore
quanto fossero invitanti, e con quale sguardi voraci
i commensali vi diressero un'occhiata.
Ritornato in cucina, allora, decise di dare il via ad una tacita lotta
contro la cuoca,
nonché temibile avversaria, la quale
(una volta accortasi del subdolo
impegno del vampiro) , per fargli subito intendere la sua
determinazione a vincere,
si strinse con violenza il fiocco dietro il grembiule
bianco, mentre affilava gli occhi lampone da assassina.
In una corsa contro il tempo, trafiggendosi a vicenda con lo sguardo e
spintonandosi continuamente per aver maggior spazio sul bancone da
cucina, i due vampiri sfornarono una decina di kurisumasu ke-ki
(perlopiù trangugiate da Kanato ancor prima di arrivare al
tavolo) ed altre pietanze, tutte impeccabili ed invitanti.
Finirono parità, sia in fatto di perfezione dei piatti che
per il numero, anche se gli spettatori
(in particolar modo, Kou e Raito), giurarono di aver visto
scendere qualche gocciolina di sudore lungo una tempia di Reiji.
Dopo aver messo a ciascuno in testa un berretto natalizio, Yui sedette
a capotavola, ed attaccò con la preghiera di ringraziamento,
imitata subito dagli altri vampiri, che, nonostante i loro mormorii
privi di senso palesassero il fatto di non sapere assolutamente cosa
ringraziare, non ebbero il coraggio di contrariare la
giovane e colmare immediatamente l'abisso
nello stomaco.
Alla fine, mangiarono così
tanto da convenire all'unisono di non rimettersi a tavola
per la cena.
Nel primo pomeriggio, Reiji si propose di portare i Mukami a fare un
giro della villa (nell'orgoglioso
tentativo di dimostrarli quanto fosse stata accogliente la loro
dimora), e Yui impose che l'accompagnasse Shu, il quale aveva
già adocchiato il divano centrale del salone.
I due vampiri le scoccarono un'occhiata contrariata, ma lo scrocchio
delle nocche della giovane li fece cambiare rapidamente
espressione, portandoli ai lati opposti del gruppetto in attesa,
piegato in due dalle risate.
Fu poi la volta di
sistemare i trigemini, che già si preparavano
per avvincenti partite di shogi;
Yui invece sibilò loro di andare in cucina e di lavare tutte le stoviglie
usate.
Ayato e Raito ingoiarono il groppo amaro e sgaiattolarono via dalla
sala da pranzo, mentre Kanato rimase ostinatamente immobile vicino al
mobiletto dov'era custodito il gioco da tavolo, fissando la vampira con
aria di sfida.
...Così, dopo averla pregata di non buttare via dalla
finestra il suo amato Teddy, anche lui si diresse in tutta fretta a
dare una mano in cucina.
Anche se i tre finirono per frantumare tre piatti, scheggiare cinque
bicchieri, rompere otto bacchette, graffiare le pareti di quattro
pentole e creando un ingorgo nella tubatura del lavabo; Yui apprezzò il loro
impegno a darsi da fare.
Lei, comunque, chiaccherò con Subaru davanti al camino,
sorseggiando del vino che
sembrava non finire mai.
Il vampiro si divertì a nascondere
continuamente la bottiglia dopo averle riempito il bicchiere, ma ad un
certo punto smise di farlo, osservando con una certo stupore la
lucidità della fanciulla nonostante i centilitri di vino che
le aveva fatto ingollare.
Poi, udendo rumori sinistri provenienti dalla cucina, si erano alzati
per andare a controllare.
Tenendo a freno il tic
all'occhio per il nervosismo, Yui e gli altri fratelli
cercarono un modo per spurgare la tubatura del lavabo.
Dopo vari tentativi vani, la fanciulla, spazientita, assestò
un calcio rotante al gomito della tubatura, che si incrinò,
schizzando l'acqua contenuta dappertutto.
Allora, con uno sbuffo, lei si chinò e raddrizzò
il tubo, fermando immediatamente l'afflusso d'acqua.
I fratelli la fissarono quasi sconcertati, accalcati sul lato opposto
della cucina, mentre lei si strofinava le mani, soddisfatta: i berretti
natalizi si erano inzuppati completamente, ma tutto sommato il lavello
non sembrava più tappato.
Stesi i copricapi ad asciugare (e pulito la cucina), con grande
soddisfazione di Ayato si uscirono i tabelloni di gioco di shogi, go e le hanafuda.
Yui si appropriò di quest'ultime, attirando
subito l'attenzione di Azusa, che si mise in disparte a giocare con
lei,
da sempre affascinato dai disegni floreali impressi sulle carte.
Ayato, ovviamente, dispose
alla velocità della luce i pezzi sulla scacchiera del shogi,
abbaiando a Raito di giocare con lui (probabilmente per ottenere la
rivincita su qualche antica
partita). Kanato si accontentò di seguire le loro mosse,
sghignazzando nei momenti in cui Ayato digrignava i denti ed il suo
avversario sorrideva con fare sibillino.
Reiji e Ruki, infine, si diedero ad un'interminabile partita di go,
soppesando ogni possibile mossa e spostando le pedine con estrema
lentezza. Ciò nonostante, emanavano una tale aria pensierosa
e determinata da scatenare ad ogni azione un'onda di scalpore nel folto
pubblico
radunato, ossia Kou, Subaru, Yuma e persino Shu.
Quando ormai s'era fatta sera, i vampiri inziarono a metter da parte i
giochi, mentre Yuma si dileguava dal salone balbettando qualcosa di
incomprensibile.
Qualche minuto dopo, si udì qualcosa di molto simile ad un'imprecazione,
seguita da un tonfo proveniente dal camino
(in cui ardevano ancora i tizzoni del legname).
A metà tra lo sconcerto e la risa, i vampiri videro una
figura travestita da Babbo Natale balzare nel salone, mentre si premeva
una mano guantata sul sedere (da cui si levava un fil di fumo), e
tossiva polvere e cenere.
-Buon Natale a tutti!-. Gridò rudemente la figura, che non poteva essere che Yuma.
Poi si piegò in due dalla tosse e
barcollò sugli stivaloni neri, mentre la finta barba bianca
si scollava.
Tra le risate generali, Kou gli si affiancò e gli diede
ripetute pacche sulla schiena, mentre il compare continuava a tossire
ed imprecare.
Quando sembrò essersi ripreso, Babbo Natale mostrò
agli altri il piccolo sacco di iuta che teneva in una mano, e
borbottò con
tagliente allegria -questo è per Yui-,
lanciandolo con perfetta mira in faccia
all'interessata.
La giovane attutì il colpo con un gomito e, afferrando
l'estremità del sacco, guardò in tralice il
vampiro travestito (pronta a restituirgli il favore con un pugno), il
quale si era piegato di nuovo in due, questa volta dalle risate.
Poi però Kou lo spintonò scherzosamente, lui si
sbilanciò e prese una storta (gli stivaloni neri erano
larghi il doppio della sua gamba), urtando la testa contro il bordo del
camino e finendo sul pavimento a pancia all'aria.
Avendo avuto la bella
idea di imbottirsi i vestiti di stoffa per sembrare
più grasso,
il vampiro dovette farsi dare una mano per rialzarsi in piedi.
L'aiuto, però, giunse dopo parecchi minuti,
perché stavano ridendo tutti fino a star male.
Mentre gli altri si preparavano per il karaoke, Yui aprì il
sacco, che rivelò contenere un completo nuovo di zecca
adatto a lei, composto da un cardigan leggero blu cobalto, una blusa
bianca dall'aspetto delicato e femminile, un paio di pantaloncini blu
scuro e dei tacchi neri aperti da allacciare alla caviglia.
Prima che avesse potuto anche solo sgranare gli occhi di piacere,
percepì il viso di Ayato accostarsi ad un suo orecchio,
mentre le sussurrava -auguri da parte di tutti noi-.
L'attimo dopo la fanciulla sentì le morbide labbra del
vampiro premerle sul collo, e le loro dita si intrecciarono, lesti.
Gli occhi scintillanti d' eccitazione, Yui gridò -Grazie a
tutti! Ora, si canta!-.
Condusse un Ayato ridente al centro del salone, sgomberato dai divani,
dove al loro posto era stato sistemato un tavolino con delle grandi
casse, una console ed uno stereo, per
il momento spento.
Si radunarono tutti intorno a loro due, con i berretti natalizi di
nuovo in bella vista.
Poi Subaru accese lo stereo, e,
tutti assieme intonarono uno stonato, ma allegro, Jingle Bells.
Okay,
se siete arrivati fin qui, allora vuol dire che il capitolo non vi ha
annoiato, e magari vi è piaciuto pure :'D !
Spero di ricevere in primis
il parere delle mie amiche, di vecchia data e recenti *^* <3
Ordunque
xD son
di nuovo qui per dire qualcosina a proposito dei termini giapponesi
scritti nel capitolo
(l'idea
di Tsuki
mi ha affascinato molto: è un bel modo per saperne di
più sulla lingua e i costumi giapponesi in tema natalizio =D )!
- misoshiru :
letteralmente, zuppa
di miso. Si fa con brodo
dashi,
ossia di pesce, mescolato con pasta
di miso,
cioè soia gialla ^^
. Le circostante per cui
Subaru stava per farne esplodere un pentolone sono sconosciute! XD
- KFC : sta per Kentucky Fried Chicken,
una catena di fastfood americana che, a partire dal secondo dopoguerra,
ha spopolato in Giappone e indotto alla tradizione di mangiare pollo
fritto nel giorno di Natale! A mio parere, Yui ha fatto bene ad
insistere per prepararlo lei U_U
- kurisumasu ke-ki :
Yui e Reiji si sono affannati tanto xD per preparare
la torta di Natale! I giapponesi usano solitamente farla con
pan di spagna, panna e fragole <3
Da leccarsi i baffi, insomma ;)
- shogi : è un gioco da
tavolo giapponese molto popolare negli anime (Ayato, Kanato e Raito non
potevano non giocarci :"]
). Vi basti sapere che è molto simile al gioco
degli scacchi, sia in fatto di regole che pezzi.
- go :
si tratta probabilmente del gioco più rappresentativo della
cultura
giapponese! Si hanno due avversari, pedine bianche e nere da
posizionare sulle intersezioni vuote di una scacchiera, detta goban. Vince chi ha il controllo di
una zona del goban maggiore e di quella controllata dall'avversario u_u
- hanafuda : letteralmente, carte dei fiori.
Indica un gioco tradizionale di carte giapponesi caratterizzata da
disegni floreali. Il mazzo comprende dodici semi in cui possono esserci
carte normali, carte nastri, carte animali e carte potenti, per un
totale di 48 carte. Le hanafuda si apprestano a fare diversi giochi ^^
Bene,
ancora auguri alla mia cara Haruhi, ci "rivediamo" al capitolo seguente della trama!
=D
|
Ritorna all'indice
Capitolo 15 *** Capitolo 14 ***
Capitolo 14
Angolo autrice:
Ahhhhhh, che soddisfazione poter dire che scrivo sul sito di EFP
dall'anno scorso *^^^^^* XD !
Quante storie e fiction che ho letto, quanti sogni ad occhi aperti mi
son fatta per i miei capitoli, quante gentilissime e simpatiche ragazze
che ho conosciuto...! Non so davvero cosa ringraziare per primo e____e
<3
...Ma mettendo da parte le mie escandescenze xD, auguri di buon anno
nuovo a tutti! :D
Ora urgerebbe farvi un interrogatorio di terzo grado per sapere i
vostri buoni propositi per il 2015 ... >_>
Però credo che sarebbe meglio se per adesso risponda io
a delle vostre domande, per far luce sulla confusione in cui ho
lasciato la combriccola <3 di vampiri nell'ultimo capitolo
"ufficiale" ;) (o forse si crearanno nuovi dubbi? xD)
Bando alle ciance, spero che la lettura vi interessi e che possa
ricevere il parere delle mie amiche in merito *^*
(nessunissima obbligazione, in fondo sono solo una piccola scrittrice
v.v)
-BUON 2015-
Quegli occhi scatenano in
lei un ricordo.
Un ricordo che l'abbatte come un'onda contro la battigia, durante una
tempesta: furioso ed
implacabile.
Risucchiata dal suo stesso terrore, si
rivede in uno spazio angusto, sola e al buio, riversa su di un mobile
la cui superficie è puntellata di zanne affilate, che
affondano
nella sua carne: i palmi delle mani, il fondoschiena, il retrocoscia;
ma non sente dolore, il sangue non sta sgorgando. Poi, però,
avverte una fitta lancinante alla gola, mani invisibili la vogliono
soffocare.
Allora inizia a divincolarsi, mentre davanti a lei si apre la visuale,
offuscata da strane chiazze violacee.
E a quel punto dal buio emerge un volto, proprio all'altezza dei suoi
occhi abbacinati :
le labbra carnose sono piegate in un sorriso crudele, i lunghi capelli
rosso scarlatto vi levitano intorno,
e nel momento in cui lei incrocia i suoi occhi gialli, questi si
illuminano di uno scintillio folle.
Karl Heinz rafforza la presa delle mani sulla gola di Yui, che lancia
un grido straziante.
Un secondo dopo, accesa da un impulso oscuro, gli sferra uno schiaffo
in volto, impattandosi contro una sua guancia levigata,
propagando un' onda d'urto che lo scaraventa nel buio.
Lei allora si solleva dal mobile, il suo corpo fluttua nell'aria densa
di oppressione, finché un rumore alle sue spalle non attira
la
sua attenzione: si ritrova immediatamente con i piedi piantati sul
logoro pavimento, mentre volge lentamente il capo in quella direzione.
Sul mobile è comparso un grande specchio, dalla superficie
opaca, in cui si diramano innumerevoli crepe.
Nel vetro si riflette il suo viso frammentato: gli occhi piangono
sangue, copiosamente, segnandole le gote con lunghe striscioline rosse.
Sgranando le iridi lampone iniettate di sangue, è sul punto
di
emettere un urlo di orrore, ma le si tronca bruscamente in gola quando
si accorge che, nell'angolo sinistro in alto dello specchio, sono
apparse un paio d'iridi topazio.
Le sue orecchie vengono aggredite dalla risata sprezzante di Karl Heinz.
Poi lo specchio si frantuma in una pioggia di schegge, e tutto
capitombola nell'oscurità.
Yui annaspa, cercando di
risalire in superficie.
Il terrore si mescola ad una trepidazione che la rende
all'istante lucida.
Quello non era un
ricordo.
Come risvegliatasi da uno stato di trance,
la fanciulla spalanca gli occhi e scuote il capo con veemenza, mettendo
rapidamente a fuoco uno scorcio di crepuscolo, ostruito quasi
interamente dall'imponente facciata della magione dei Mukami.
Ma non è quello che
le interessa vedere; il suo sguardo trafelato localizza
subito dopo la figura in movimento, diretta verso di lei,
ormai vicinissima.
Quant'è
durata quella visione?
Percepisce lo stomaco accartocciarsi e un terribile ronzio ovattarle le
orecchie, ma non ha neanche il tempo di provare a rialzarsi
in piedi, che l'individuo le si ferma di fronte.
Un secondo dopo, Yui si sente afferrare per i capelli e tirare su con
una violenza inaudita.
Ansimando di sorpresa e di sofferenza,
la giovane si ritrova faccia a faccia con lui.
E
si sente dilaniare dallo sconcerto: le sue labbra dispiegate in un
sorriso tagliente le
ricordano Karl Heinz, le ciocche di capelli tendenti al
rosa lo fanno
assomigliare a Karl Heinz e i suoi occhi
gialli sono
identici a quelli di
Karl Heinz.
...Fuorché un dettaglio: la palpebra destra
è orribilmente
sfregiata, tant'è che l'iride è
vitrea ed imbrattata di sangue ancora
fresco.
A quella vista, un atroce presentimento le fa accaponare la pelle
cinerea.
Buon Dio...
-Lasciala andare!-.
Il ringhio di Ayato alle loro spalle squarcia il silenzio tombale
sceso, attirando d'immediato l'attenzione dell'uomo, il quale ruota
lentamente le dita con cui stringe i capelli di Yui in modo che anche
lei possa dirigere lo sguardo verso il vampiro.
L'individuo la tiene letteralmente
sollevata da terra, e lei trova la cosa spregevole quanto penosa, ma lo
sconcerto pare averle atrofizzato ogni arto, impedendole di reagire.
-Come osi...? Compio quello che avrebbe dovuto fare Karl tempo
addietro: ucciderla,
per poi ripristinare la disciplina
necessaria
alla tua feccia
di famiglia.-.
La prima cosa che colpisce la giovane è il timbro di voce
dell'uomo, basso ma cristallino, venato d'insolenza.
Cerca di
assimilare le parole
da lui pronunciate, ma ci riesce con una lentezza ed una
difficoltà che le fanno girare la testa, come se il suo
cervello
si rifiutasse di credere, o quantomeno elaborare,
ciò che ha sentito.
Prima che lo shock possa prendere il sopravvento sul senso di
confusione, l'individuo si volta verso di lei e l'afferra per la gola
con la mano libera, lasciando la presa sui suoi capelli.
Le sfugge un singulto sofferente, e d'istinto si porta le mani al
collo, tentando invano di liberarsi dalla stretta con cui la grande
mano guantata intende toglierle la vita.
Come uno spettro persecutore, la figura di Karl Heinz danza per un
attimo di fronte al suo sguardo smarrito, mentre dentro di lei inizia a
ribollire un sentimento oscuro, ma incontenibile.
-Forse la voglia di
piangere?-. Sussurra la vocina, nei recessi della sua
mente; l'unico mesto pensiero in un oceano di vuoto.
Un momento dopo, il braccio dell'uomo sollevato per soffocarla viene
artigliato dalle dita di Ayato, che, scuro in volto, gli ripete, in
tono grave e raggelante -Lasciala. Andare.-, scandendo lentamente le
due parole.
Quasi inspiegabilmente,
la giovane percepisce il petto irradiarsi di un piacevole calore.
Poi,
osserva l'individuo voltare il capo verso il vampiro, con un sorriso
beffardo e un sopracciglio inarcato, di chi è sicuro di
sé.
Quando Ayato pare sul punto di voler spezzare in due il suo braccio, il
rumore di ghiaia smossa converge l'attenzione di tutti e tre in
direzione del cancello.
Strabuzzando gli occhi dalla confusione, Yui alterna lo sguardo sui
cinque fratelli di Ayato, fermi a qualche metro da loro:
Subaru è proteso in avanti, con i pugni serrati lungo i
fianchi e gli occhi, ardenti,
fissi sulla stretta alla sua gola; Kanato sta attanagliando l'orsetto
al petto, e dirige uno sguardo vitreo verso l'uomo. Reiji, invece,
nonostante l'espressione impassibile e le dita che gli sorreggono il
mento, pare sull'orlo di un collasso,
mentre i lineamenti di Shu sembrano intagliati nella pietra,
esprimendo totale passività.
Anche Raito guarda la scena, ma
con occhi stranamente infossati e dando la parvenza
d'avere precario equilibrio.
Percependo un tuffo al cuore, lei si chiede -Perché non si
avvicinano?- ,non sapendo bene se gioire o piangere della
loro presenza.
Ma non le ci vuole molto per capire il motivo per cui si tengono a
distanza.
Dalla parte opposta rispetto a loro, i quattro Mukami stanno avanzando,
dando le spalle alla silenziosa magione.
Se i Sakamaki lasciano trapelare afflizione e tormento, Ruki, Yuma, Kou
ed Azusa esprimono un connubio fra ira e sconcerto.
-E' finita, Shin. Liberala
e raggiungi tuo fratello.
E lascia questo posto.-.
Nonostante abbia i vestiti strappati e il volto contuso, Ruki parla in
tono conciso e dispotico, scoccando un'occhiata aggressiva all'uomo, e
dando l'impressione di nascondere una punta di appagamento.
Quasi a volerlo incentivare nella decisione, Ayato serra con violenza
le dita attorno al braccio di...Shin,
guardandolo d'obliquo.
Rendendosi probabilmente conto di non avere altre
possibilità, finalmente, l'uomo la lascia andare.
Nel nanosecondo in cui il corpo di Yui si prepara all'impatto col
suolo, le domande inespresse le intasano il cervello,
ma solo una le si imprime a fondo.
Cosa c'entra Karl Heinz?
Non ha altro tempo per pensare.
Ayato si materializza al suo fianco e la fa ricadere fra le sue
braccia: il tocco dei suoi polpastrelli le si riverbera dentro
come un ondata di piacevole calore che la rianima, fermando
il corso del brivido gelido lungo la schiena.
Di colpo, l'aria intorno a loro due pare alleggerirsi, e si potrebbe
dire che tutti i fratelli tirino un sospiro di sollievo.
Yui tossicchia e chiude le mani a pugno, premendole sul petto di Ayato,
e lui sfrega una guancia contro i suoi capelli.
In quell'attimo, il gradevole calore è l'unica cosa che
conta.
...Ma c'è qualcosa di sbagliato in quel momento. Entrambi
sanno di non poterne gioire.
Dopo averli scoccato una lunga occhiata indecifrabile, Ruki schiude le
labbra per parlare, ma l'uomo
lo interrompe con un gesto arrogante della mano.
-Sappiate solo che non è finita qui.-.
Il suo avvertimento sibillino risuona nell'aria, aggravandola di un
lugubre silenzio.
Ruki serra la mascella.
Dopo di questo, sotto gli occhi increduli della fanciulla, e gli
sguardi tesi degli altri vampiri, Shin cambia aspetto.
Nell'arco di poco più di un secondo, il suo viso si
rimpicciolisce, così come torso, braccia, gambe.
I suoi vestiti ricadono come stracci al suolo, mentre un fitto strato
di peluria nera va a ricoprire quel piccolo corpo.
I grandi occhi topazio si riducono a due minuscole gemme scintillanti, dal
muso affiorano due zanne bianchissime, le orecchie si allungano a
dismisura. E, cosa che rende inequivocabile il suo nuovo aspetto, al
posto della braccia spuntano due ali, le quali spiccano per la loro
sottile membrana elastica.
Grande quanto un rapace, Shin si è trasformato in un pipistrello.
Nell'immobilità generale, l'animale emette uno
squittio acuto dal
sentore minaccioso, prima di sollevarsi sopra le loro teste e volare
via.
In silenzio, i vampiri lo seguono con lo sguardo, finché in
lontananza non scorgono emergere dal profilo della magione un altro
volatile, che si libra in proprio in direzione di.. Shin.
Yui trattiene un gemito di stupore. -Il fratello...anche lui, un
pipistrello...?-. Tenta di capacitarsi la vocina dentro di
lei.
Una volta che la sagoma dei due volatili è solo una macchia
nera indistinta nel tramonto, profondamente confusa e scossa e
terrorizzata, la fanciulla si libera volontariamente delle mani di
Ayato.
I suoi piedi toccano il suolo, e la assale un senso di
nausea.
Non riesce ad evitare di barcollare, attirando su di sé
l'attenzione di tutti, che sembrano in attesa di vederla reagire.
Ignorando gli sbuffi collerici di Ayato, che la preferirebbe stretta
fra le sue braccia, Yui ingoia la bile amara in gola, e spezza il
silenzio.
-Voglio che mi spiegate cosa sta succedendo, ora.-. Nonostante
il suo corpo tremi, la voce le esce sorprendentemente ferma.
Alzando il capo, si assicura di incrociare gli occhi di tutti gli altri
presenti almeno una volta.
Le sue parole sono seguite da uno sguardo muto, e un'
atmosfera dilatata dalla tensione.
Poi, Ruki si fa avanti.
Yui riporta l'attenzione su di lui, per niente sorpresa.
-Non lo sappiamo più neanche noi.-. Dice, lievemente
sottotono. Si schiarisce la voce.
-Ma qualcosa che possiamo spiegarti c'è, Yui
Komori.
Quei due sono i vampiri della
famiglia Tsuminaki. Ma anche i due lupi, e i due pipistrelli.
Loro, sono i fratelli
di Karl Heinz.
E se non l'avessi capito, hanno intenzione di ucciderti.-.
.... ;)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 16 *** Capitolo 15 ***
Capitolo 15
Angolo autrice:
Cari lettori, vi scongiuro di perdonarmi per l' ENORME ritardo con cui
pubblico.
Purtroppo però, appena è ricominciata la scuola
sono stata letteralmente
travolta da studio, compiti, verifiche, appuntamenti e anche impegni
imprevisti.
Tant'è che scrivevo per il capitolo di notte, e finivo
sempre con l'addormentarmi sulla tastiera o-o
(non vi dico quanto c'ho messo a cancellare le parole insensate dalla
pagina X"D)
Mettendo da parte le mie gaffe, è probabile che molti di voi
si sono ritrovati nella mia stessa situazione, o sbaglio?
Ovviamente spero che questo inconveniente non torni a verificarsi mai,mai più...
Comunque sia, il capitolo precedente vi ha schiarito un poco le
idee? :3
Su quanto state per leggere, non v'anticipo niente e.e Ma mi auguro che vi piaccia :D
(magari poi scrivetemi se secondo voi ne è valso questa
lunga attesa ":) ).
Ringrazio dal profondo del cuore tutte le mie amiche, per il loro supporto, attenzioni, affetto e la gran simpatia =) <3.
Ora che ci penso, non riesco ancora a credere di aver superato da un
po' la soglia delle 100 recensioni (e per di più, tutte
positive!)
...
Wow =O non posso che essere grata. Alle mie. Ragazze! *_* <3
...Detto questo *^*, buona lettura a tutti ^----^!
...P.S. Noterete che nel corso del capitolo cambio più volte il punto di vista del personaggio ...Ciò non toglie che Yui rimane sempre la protagonista di queste vicende x) Ho voluto provare quest'esperimento, magari scrivetemi se vi sia piaciuta o meno come trovata :)
Il silenzio avviluppa l'aria tutt'intorno i
vampiri,
mentre le parole di Ruki rimbombano nei timpani dei presenti come un
macabro rullo di tamburi.
-I fratelli di Karl
Heinz vogliono uccidermi-.
La cruda verità perfora il cervello della fanciulla, che
è costretta ad aggrapparsi ad una spalla di Ayato, nel
tentativo
di mantenere l'equilibrio ormai precario.
Perché l'onda di pensieri fa tremare il suolo sotto i suoi
piedi, ovatta le orecchie, scardina la cognizione.
Anche il vampiro al suo fianco deve essere preda di qualcosa del
genere, perché non fa nulla per avvicinarla a sé
o
quantomeno scostare la mano artigliata alla sua spalla.
In realtà, dando un'occhiata più attenta, la
giovane si accorgerebbe di come tutti
sembrino
in qualche modo stravolti, come se la vicenda di quel pomeriggio si sia
rivelata essere un risvolto quantomai inprevisto della situazione.
-Quell'uomo mi
perseguiterà per tutta la vita-.
Pensa tra sé e sé lei, le tempie che pulsano
furiosamente, mentre lotta contro l'impulso inconscio di rievocare in
mente
lo spettro del Capo dei
Vampiri: il volto marchiato dal sorriso
assassino, lo sguardo freddo e calcolatore, le movenze agili e brutali.
Rabbrividendo d'orrore, Yui fissa lo sguardo sui pugni serrati di
Subaru, poi le spalle rigide di Ruki, il leggero tremolio della mani di
Kanato mentre stringe al petto il suo peluche, ed infine le iridi
vacque di
Raito; ma non sta
vedendo niente.
Cerca solo di distrarsi.
Un patetico modo per
segregare lontano i ricordi che la torturano.
-Che cosa dovremmo fare ora?-.
Contro le aspettative della ragazza, la voce che si leva dal lungo
oblio generale è quella di Reiji.
Il volto è cinereo, ma esprime lucidità e
freddezza.
-Già, che
cosa dovremmo fare adesso?-. Gli fa eco lei, tra i
pensieri.
Yuma è il primo a reagire: reclina il capo ed inspira
profondamente, infilandosi le mani nei calzoni.
-Per prima cosa, ci converrebbe rientrare. Sta per iniziare a
piovere.-. Asserisce, volgendo
lo sguardo in un punto impreciso sopra le loro teste: il tono di voce
è suonato monocorde, appiattito, e gli occhi ambra paiono
stranamente acquosi.
Neanche lui sembra essere tanto in sé.
Un minuto dopo, Yui sussulta, percependo d'improvviso una scia
ghiacciata scenderle lungo la mandibola.
Una goccia. Poi un'altra ancora.
Tutti alzano gli occhi al cielo: come previsto dal vampiro, minacciose
nubi grigie hanno oscurato il crepuscolo, e le gocce d'acqua gelata
precipitano su di loro sempre più numerose.
La giovane inchioda con sguardo stupito Yuma: come ha fatto a capire della
pioggia imminente?
Lui la fissa di rimando, mentre negli occhi balugina un lampo
divertito, poi svanisce nel nulla, imitato un secondo dopo da Kou e
Azusa. In lontananza, i cardini dell'uscio della magione scricchiolano,
a testimoniare la loro entrata impercettibile.
Prima che possa riprendersi dal senso di disorientamento, Yui
si sente trarre con forza al petto di...Ruki: l'ha serrata
fra le sue braccia scivolose, e la scruta con sguardo indecifrabile da
sotto le lunghe ciglia bagnate.
-Entriamo dentro.-. Le sussurra, la voce venata di...premura?
Lei percepisce all'istante contrarsi il ventre, ma solo
perché pensa -Non
è un caso se voglia accompagnarmi lui dentro, nevvero?-.
Senza lasciarle tempo per rispondere, il vampiro la scorta fino
all'arco in corrispondenza dell'entrata, dove il pavimento è
asperso delle orme degli altri tre fratelli Mukami.
Dopo di che la libera dalla stretta, ma solo per poter afferrare con
veemenza un suo polso: lo solleva dinanzi a sé con fare
possessivo e trionfante, in direzione delle figure titubanti dei
Sakamaki.
-Le cose sono cambiate, non
potete tirarvi indietro proprio adesso, non credete?-.
Confermando l'irritante
presentimento della giovane, Ruki conferisce in modo tagliente e
beffardo, rassicurato dal fatto di stringere
a sé l'unica
cosa cui non sono disposti a rinunciare i Sakamaki. Per un motivo o per
un altro.
Frenando il desiderio di schiaffeggiare il vampiro
insolente, Yui
strizza gli occhi, cercando di scorgere, nel fitto scroscio d'acqua, le
reazioni dei sei vampiri a quella
chiara provocazione.
Lei non può intravederlo, ma i fratelli si sentono vagamente
smarriti: un branco di
pecore, incappate al cospetto della tana dei lupi.
Snervato dalla metafora da lui stesso pensata, Reiji si sfila dal ponte
del naso gli occhiali appannati e sibila
-Riprendiamoci ciò che è nostro e
congediamoci alla svelta.-,
con voce che non ammette repliche.
E si incammina a passo deciso in direzione dell'imponente magione,
seguito dai cinque fratelli determinati
a fare quanto detto.
***
-Prego, accomodatevi-.
Ostentando la gentilezza riservata a degli ospiti, Ruki esorta
i Sakamaki ad entrare nella grande sala da pranzo, pregustandosi una
serata all'insegna dello scherno.
Gli avvenimenti di qualche ora prima hanno radicalmente mutato la
situazione, ma ciò non vuole dire che lui e i suoi fratelli
non
possano approfittarne per ruotare tutto a loro favore.
...Riuscirà a soggiogare i Sakamaki affinché
siano loro
ad occuparsi di Shin
e Carla.
Accostando
il busto
allo schienale della sedia a capotavola, il leader nasconde le labbra
dietro una mano, come di consueto quand'è pensoso, e scruta
di
sottecchi Yui Komori, stretta sul lato destro del tavolo tra i corpi
vigorosi di Ayato-san e Subaru-san.
L'immortalità
le sta
d'incanto, esaltando i lineamenti delicati del viso e arrotondando i
punti giusti del corpo, che un tempo devono essere stati appena
accennati, a giudicare dalla sua complessiva gracilità.
Lui e i suoi fratelli hanno iniziato a spiarla appena dopo aver appreso
della morte di Karl, e ricorda chiaramente lo sguardo perverso
di
Kou mentre gli confidava -Sarà un vero piacere
occuparsi di lei, neh?-.
La ragazza è comunque troppo sciocca e fragile
perché
Ruki possa pensare anche lontanamente di arrivare ad amarla, ma ora le
mani gli formicolano dal desiderio di
averla a
sua completa disposizione.
Tentando di contenere il calore nel ventre irradiato dal segreto appagamento,
il vampiro si agita sulla sedia e si schiarisce la gola, spostando lo
sguardo all'altro capo del tavolo ed incrociando un paio d'iridi
vermigne: quel Reiji-san
sarà difficile da aggirare.
Ma è rischioso perdere tempo. E Yui Komori deve diventare
esclusivamente sua.
-Io non sono dell'opinione che ci sia molto da discutere, qui e con
voi.-. Esordisce Reiji, diretto e caustico.
Restio dal sedere sulla sedia di velluto, immerso nell'atmosfera
magniloquente della sala, il vampiro trattiene l'istinto delle mani di
afferrare la tazzina di té fumante portata per lui da quel
certo
Azusa-san; si rende conto di essere bisognoso di quel gesto usuale e
tranquillizzante, ma al contempo è consapevole che nell'infuso possa esserci
del veleno.
Reiji sa di essere l'unico in grado di cogliere gli inganni di
Ruki-sama.
-Suvvia, non
prendiamoci in giro. La situazione si è
aggravata e voi sapete
di non poter semplicemente nasconderla
e prendere il potere.
Gli Tsuminaki vi daranno la
caccia.-.
Le ultime parole di Ruki hanno un'inclinazione particolarmente
minacciosa che fa rabbrividire Yui da capo a piedi.
-Di che cosa stai parlando? Perché quei due vampiri non
dovrebbero lasciarli in pace?-.
Ribatte a gran voce, angustiata.
A quel punto gli altri si voltano a guardarla, con fare circospetto,
mentre Kou beve un sorso dal calice del suo alcolico e si apre in un
sorriso impudente.
-Il tuo bel faccino ci
sta facendo impazzire tutti, ragazza-. La provoca, in tono spudoratamente
malizioso.
All'istante, Yui arrossisce violentemente e gli scocca un'occhiata
allibita, mentre Yuma, seduto di fronte a lei, da una spallata al
compare affianco ed emette una risata gutturale.
-Ma come fanno a
scherzare in un momento simile?!-. Esplode la vocina nella
testa della giovane.
Infatti, a parte l'ombra di un sorriso sul volto di Ruki, nessun altro
commensale oltre i due compari pare contagiato dalla loro inopportuna ilarità.
Con la coda dell'occhio, lei scorge Reiji che lascia cadere i suoi
occhiali sul dorso del tavolo con ben
poca delicatezza, per poi prendere a massaggiarsi
convulsamente le tempie.
Il collasso nervoso
è ormai imminente. Come non compatirlo.
-Prenderci in giro? Voi vi ridicolizzate da soli.-. Ringhia
Subaru, scattando in piedi.
Yui, spaventata dal suo gesto improvviso, si addossa ad Ayato, che
intanto lo sta fissando con sguardo apprensivo.
-Non fare cazzate,
fratello. Abbiamo già contro gli Tsuminaki, ci manca solo di
dover affrontare i Mukami..-.
Pensa il vampiro rossiccio, illudendosi di potergli comunicare
telepaticamente la sua preoccupazione.
Purtroppo, sa di non poter decidere di sparire nel nulla portandosi Yui.
Ma non si alzerà in piedi; serra la presa attorno alle sue
spalle tremanti.
Non permetterà a nessuno di avvicinarsi, ma intende
riportarla a casa,
in un modo o nell'altro.
...Così
potrà fare i conti con lei.
Dopo un attimo di silenzio, anche Raito si alza in piedi, seguito da
Kanato e poi Shu, il quale, ostentando indifferenza, dice a denti
stretti -Questa farsa è
durata anche troppo.-.
Condividendo l'impressione del fratello, la fanciulla si alza a sua
volta, imitata da Ayato, che si direbbe rimanerle col fiato sul collo.
Ruki osserva la scena livido in viso, come intontito, senza riuscire a
muoversi, finché non inquadra la sua balia avvicinarsi
pericolosamente all'uscio del salone, circondata dai Sakamaki.
-Non potete andarvene così! Dovremmo stipulare un accordo!-. Si oppone
energicamente il leader, sentendo sfuggirgli la situazione di mano.
Percepisce su di sé quei tanto agognati occhi
lampone.
-Sarebbe impossibile
prenderla con la forza. Loro sono più di noi.-.
Riflette, scandagliando in modo risoluto i sei volti dei vampiri nemici. Ma il suo
sguardo nasconde rassegnazione.
-Non ci accorderemo in alcun modo con voi. Oltre che stolti, non vi
siete dimostrati all'altezza di preservare la potestà.-.
Ribatte Reiji, con voce fredda e crudele, dall'altra parte della sala
rispetto a lui.
A quelle parole, una voragine di odio si apre nel petto di Ruki.
-Come osi prenderti il diritto
di parlarmi in questo
modo? Voi
non siete in grado di proteggerla! E se non accetterete di collaborare
con noi, Shin e Carla la uccideranno, e tutto resterà come
prima. O peggio. Probabilmente periranno anche le nostre famiglie.-.
Sibila il vampiro, con estrema durezza, incrociando gli occhi di ogni
Sakamaki, per poi soffermarsi sull'espressione terrorizzata di Yui.
Metabolizzata la sua infausta affermazione, i sei fratelli
indietreggiano quasi contemporaneamente, trascinando con loro la
fanciulla.
-Noi ce ne andiamo.-. Proferisce Raito, parlando per la prima volta
nella serata.
Una frase carica di fermezza, ma che nasconde un profondo
turbamento.
Ruki potrebbe avere ragione.
Ma, comunque esso sia, Yui si sente afferrare da
più mani e tirata oltre l'uscio.
I fratelli hanno già dato le spalle ai silenziosi Mukami, ma
lei no.
Le sue iridi vitree scrutano un paio color della lavanda, poi
intercettano un occhio cristallino, ed infine due ambra.
La giovane vampira è troppo sconvolta per notare il bagliore
oscuro nei recessi dello sguardo di Ruki.
Che predice
, silenziosamente,
-La tua paura ti renderà nostra.-.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 17 *** Capitolo 16 ***
Capitolo 16
Angolo autrice:
Cari lettori, questa volta son puntuale con la pubblicazione, siete
d'accordo ç--ç?
Avete una pazienza che non immaginavo possibile, ve ne sono grata!
Mi scuso per l'errore commesso nello scrivere il nome dei vampiri
Tsukinami X)
Visto che descrivere il punto di vista anche degli altri personaggi
è piaciuta come idea sia a me che a molti (molte per quanto ne sappia x3 )
di voi, ho deciso di continuare talvolta a farlo nei capitoli a seguire
=D
...A partire da quello che state per leggere! e.e
Tanto per incuriosirvi ;D vi anticipo che...
Immersi
nell'oscurità dell'ampio abitacolo, i Sakamaki possono
scrutare
indiscretamente il profilo della giovane Yui, che è
appiattita
contro la sportella destra, come se quegli sguardi seri ed equivoci
convoglino su di lei una pressione in grado di schiacciarla.
Reiji, come al solito, si ritrova sedutole di fronte, e la osserva
sfiorare ripetutamente il tasto di chiusura della sportella, mentre
egli stesso si tira su i lembi dei guanti bianchi in continuazione.
I folti capelli biondi della fanciulla gli fanno baluginare in mente
l'immagine del suo frustino: fino, di liscio cuoio scuro, dall'odore
caratteristico. Abbastanza lungo da riuscire, con uno schiocco ben
mirato, a colmare la distanza che li separa per avvolgerle un polso e
trarla a sé.
Mentre la limousine bianca sfreccia tra le strade in direzione della
villa, sulle lenti di Reiji si riflette il bagliore della luna,
illuminando per un attimo le sue pupille plumbee dilatate a dismisura.
Raito si porta nuovamente alle labbra il bordo di cristallo del
bicchiere d'alcool, fresco del minibar incassato al fianco del suo
sedile.
I ghiaccioli all'interno tintinnano, il liquido chiaro scivola dalla
lingua alla carotide, dallo sterno s'irradia un'altra vampata di calore.
Le iridi verdi dalla parvenza acquosa e il percettibile ciondolio del
capo fanno rendere conto a lui per primo di non essere propriamente
sobrio.
Privo di coordinazione, la sua mano libera impiega un minuto buono per
riuscire a liberare la chioma spettinata dal cappello,
gettato poi nello spazio di sedile fra le sue cosce divaricate.
Mantenendo lo sguardo fisso sulla vampira dall'altra parte
dell'abitacolo rispetto a lui, finisce il terzo bicchiere della serata.
Con ogni
probabilità, gli Tsukinami faranno quello che lei si
è rifiutata di regalargli.
Facendo oscillare i polpacci emanciati, Kanato abbandona lo sguardo su
una cucitura del corpicino di Teddy, incapace di voltarsi verso Yui,
che è proprio alla sua destra, quasi raggomitolata
nell'angolo.
Sente di odiarla.
Lei se ne sta lì, e par così fragile; la testa di
Teddy
inizia a pendere di lato; la sua pelle diafana e sottile emana un
profumo dolce, avvolgente; il muso dell'orsetto punta
all'insù , annerito e logorato dal tempo; lei giacerà... e lui
prova l'istinto di dover essere
il prescelto; il peluche ricambia il suo sguardo
dall'immobile e vitrea biglia cucita sul volto; sente l'impulso di volerla, ma
lei ama indistintamente tutti.
Sorridendo d'obliquo al suo amico, Kanato gli serra le
mani
intorno all'attaccatura della testa al corpo, incanalando nelle dita il
suo odio crescente.
Shu lancia un'ultima lunga occhiata alla ragazza, che in linea retta
con i suoi occhi, poi li chiude, pronto a scivolare il più
rapidamente possibile nella dormiveglia, sospeso tra il paradiso dei
ricordi e l'inferno della realtà.
Sì, rammenta
di due bambini, che correvano su un largo sentiero di ghiaia e
trucioli. I raggi cocenti di sole filtravano dalle chiome degli alberi
secolari, illuminando con chiazze di luce il terreno sotto i loro
piccoli piedi. Uno dei due stringeva in mano un ramoscello umido,
raccolto dalla sponda del fiumiciattolo che tagliava in due la loro
via, inoltrante nel bosco.
Il bimbo dai capelli color oro iniziò a saltellare da una
chiazza di luce all'altra, spensierato, mentre l'altro si
limitò
a fendere l'aria tersa col suo legnetto, barbugliando rumori di urti e
di scontri, con le lunghe ciocche castane che oscillavano sulle sue
spalle larghe. Era estate, perciò non era necessario
raccogliere
la legna da ardere; non avevano portato gli archi con loro,
perché in casa era pronto da spellare il pollame. Avrebbero
potuto giocare insieme tutto il pomeriggio, se non fosse stato per la
zaffata di miasma che ben presto gli aggredì. Allora si
fermarono di botto e voltandosi, scorsero in lontananza una colonna di
fumo annebbiare il cielo. Non poteva che venire dal villaggio.
I
due bimbi allampanati ripresero a correre in quella direzione.
Con un sospiro carico di sofferenza, inudibile, Shu
sprofonda nel sonno.
Subaru si tortura le mani, indeciso se slanciarsi sulla ragazza,
rannicchiata nell'angolo a un paio di metri da lui, o afferrare la ragazza e tirarla
a sé.
Facendo scrocchiare le nocche, si rende subito conto che la sua
intenzione è la medesima, in fondo, ma lui si sente
agitato e lei è in pericolo,
perciò vorrebbe poterla tenere vicino e
proteggerla da future
aggressioni. Perché sa che ci saranno.
Soprattutto da parte dei Mukami: suo fratello Reiji ha sbagliato a non
volerli affrontare seduta stante nella loro miserabile magione;
lui sarebbe stato pronto e ben lieto di spaccare la faccia
a quei quattro, in particolare Ruki-sama.
Quando hanno seduto al tavolo del loro salone, Subaru si
è accorto di come quel manigoldo abbia fissato Yui.
Con gli Tsukinami,
lui spera, si
troverà un accordo, ma i fratelli Mukami vanno tolti
di mezzo.
Ayato è
incazzato. Seduto rigidamente affianco a Raito,
è tentato di prendere dal minibar la bottiglia di osake aperta e
trincarla per intero.
I suoi occhi ardenti si piantano sul fondoschiena di Yui, anche se
vorrebbe che lei si giri per ricambiare il suo sguardo e comprendere anche solo lontanamente cosa
l'aspetta.
Invece resta ferma a guardare fuori dal finestrino con aria
pensierosa, e lui percepisce le tempie pulsare sempre con
più
furia.
I fratelli di Heinz
hanno capito il
suo potenziale, ora la vogliono uccidere; i Mukami sono informati del
suo ruolo, ora vogliono adempiere al loro.
E lei quel giorno è stata ancora in compagnia
dei Mukami e se non fosse stato per il suo arrivo e quello degli altri
fratelli,
si sarebbe lasciata uccidere da Shin.
Sì, è
decisamente incazzato.
Chiusa in sé stessa, cercando di controllare i brividi che
la
percorrono su e giù per la schiena, Yui pensa una sola cosa.
-Cosa buon Dio sta
succedendo?-.
***
I sette
vampiri fanno il
loro stanco ingresso nella villa buia e umida.
Si scoccano ognuno un'occhiata, ma nessuno fiata. Le vicende del giorno
hanno interloquito abbondantemente per loro.
Allora, accompagnati dall'eco dei loro passi sul pavimento, i vampiri
si dirigono rispettivamente nelle loro stanze:
le ultime cose che si vedono sono la bottiglia di liquido scuro e
dall'odore pungente stretta in mano a un Raito barcollante e
le palme
di Yui che strascicano lungo il muro, fornendole sostegno.
Quando la fanciulla cerca a tentoni la maniglia della porta della sua
camera, avvolta dall'oscurità, d'improvviso si sente
afferrare
per i fianchi e tirare indietro: una mano le sigilla la bocca ed
un'altra le serra abilmente le braccia dietro la schiena,
tant'è
che non può far altro che indietreggiare sulle gambe
malferme e
assecondare i passi di quello che deve essere un unico individuo.
Infatti, l'adrenalina e la paura che pompano nel sangue, Yui tenta di
divincolarsi e gridare aiuto e percepisce soffiarle sul lobo
dell'orecchio un solo sospiro.
-Ti lascio andare solo
se smetti di fare la stupida-. Sibila una voce, con le
labbra premute contro il suo orecchio.
Riconoscendo Ayato,
la giovane sussulta e arrossisce violentemente, interrompendo
all'istante la veemente torsione delle braccia
e del capo.
-Ma cosa gli passa per
la testa?-. Esordisce la vocina dentro di lei, allarmata e
vagamente confusa.
Il vampiro, intanto, le toglie la mano dalla bocca e libera le braccia,
limitandosi a stringerle un polso.
Nel debolissimo chiarore del corridoio, a Yui par di scorgerlo
intimarle di fare silenzio.
-Ayato-kun,
che cos...-. Inizia a sussurrargli, suo malgrado, ma perde
il filo del discorso quando lui la strattona nella sua direzione.
***
Dopo
aver disceso una rampa di scale, lo scricchiolio dei loro passi sul
pavimento in lineoum e l'improvvisa zaffata di naftalina fanno
intendere alla fanciulla che Ayato l'ha portata nello scantinato, la
spaziosa stanza sotterranea famosa
per il bersaglio di freccette affisso ad una parete e il tavolo da
biliardo posto al centro, lustro e brillante.
Prima
che Yui riesca a formulare qualcosa da dire, o meglio, domandare
al vampiro, si ode lo scatto dell'interruttore della luce, che fende
all'istante l'oscurità da una lampada ovale sul soffitto.
Ferita dal
chiarore, la vampira si scherma le palpebre con una mano,
mentre l'altra asseconda i movimenti di Ayato.
Senza preavviso,
lui le afferra anche l'altro polso e lo congiunge
all'altro, sollevandoli: le fa urtare la schiena contro la parete
dietro di loro e, con un'allarmante clic, Yui
si ritrova ammanettata
al
bersaglio di freccette.
Ayato esamina
compiaciuto il risultato:
la ragazza ha le gambe tremanti, la schiena inarcata e i gomiti
sollevati ai lati del viso, su cui balenano alternativamente lo stupore
e la paura. L'insieme è oltremodo seducente.
Le manette
argentee hanno già segnato di rosso vivo la cute
dei
suoi polsi minuti, constatazione che lo sfiora con un sorriso.
Inesorabilmente
attratto, le si avvicina, inspirando il suo profumo
irresistibile, che lo richiama come fosse ambrosia.
Senza incrociare
i suoi occhi lampone deliziosamente
sgranati, prende tra le dita una delle sue lunghe ciocche bionde,
intrappolate tra un gomito e il lobo dell'orecchio, e inizia a
giocherellarci, tanto per provocarla.
-Ayato-kun,
liberami per favore.-. Mormora a quel punto Yui, con il suo
timbro di voce delicato, ma in tono stranamente impassibile, quasi seccato.
Oh,
non siamo in vena di
giochetti oggi, neh?
Sentendosi
montare dall'ira repressa fino a quel momento,
Ayato
sbatte con violenza i palmi delle mani sulla parete, in corrispondenza
dei fianchi della ragazza e la incenerisce con lo sguardo, sbuffando
tra i denti serrati.
La
lascerà
qui, dove nessuno dovrà entrare e lui e lui solo la
potrà proteggere.
Lei non batte
ciglio, anzi, i suoi occhi scintillano di rabbia.
-Cosa hai
intenzione di fare? Vuoi avere il
potere?
E' per
quello vero? Ora che mi hai qui, trova il modo di prenderlo, Ayato-kun,
te ne prego.-.
Sussurrando
lentamente quelle parole, Yui esprime una tale rabbia, poi
disperazione, supplica... che lo preoccupano e lo eccitano allo stesso
tempo. Da
morire.
Senza
più riuscire a veder altro che quelle iridi lamponi
annebbiate dalle lacrime, Ayato si avventa sulle sue labbra.
I singhiozzi si
mescolano a grugniti e gemiti e il tintinnio delle
manette.
Le mani
corrono alle sue cosce scoperte, le unghie incidono
nella sua pelle candida, il sangue inizia a colare, Yui continua a
piangere.
Non
sa quanto vorrebbe
farlo. Renderla sua. Per l'eternità. Qualcosa che va ben
oltre il semplice...potere.
Ma non può farlo così, non può, e
divora le sue labbra morbide e umide.
-Portami via di
qui, Ayato-kun, ti prego. Resterò con te,
con voi, ma liberami, ti prego.-. Gli sussurra a tratti, scossa dai
violenti singhiozzi e straziata dalla sofferenza traboccante.
-Perché,
dimmi perché
dovrei!-. Grida lui,
impotente,
battendo un pugno contro la parete.
-Ora,
perché io possa accarezzarti i capelli e dirti che
andrà tutto bene-. Risponde la fanciulla, con voce
più bassa, vibrante d'emozione.
Rabbrividendo, il
vampiro si discosta, la guarda: il suo volto
è rigato dalle lacrime, segnato dal patimento, ma
è così
bello.
Sono tutti in
pericolo, ma lei è lì, fra
le sue braccia.
No, le
manette non
servono.
Prima che se ne
renda conto, tra le dita stringe una piccola chiave
d'argento: senza staccare gli occhi dai suoi, la infila nella serratura
delle manette e la fa ruotare lentamente.
Clic.
Insieme
alle manette, crollano a terra anche i due
vampiri, sfiniti.
L'uno appoggia la
fronte su quella dell'altra, i sospiri pesanti si
mescolano tra loro e le dita calde si intrecciano.
-Ora torniamo
indietro, va bene? Ognuno va nella propria camera, e si
riposa. Poi, quando il sole tornerà a splendere, usciremo.
E andremo...da
qualche parte. Con tutti gli altri fratelli, che ne
dici? Va bene?-.
Yui non ha la
minima idea di quel che ha detto, ma pensa sia bello
affondare le dita tra i capelli di Ayato.
Il suo tono
accondiscente sembra averlo rassicurato. In
realtà, anche lei si sente calma.
Gli
incubi incombono, ma
non importa.
-Va bene-. Odono
ad un certo punto le sue orecchie, due parole
sussurrate in un silenzio assordante.
No,
infatti, non importa.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 18 *** Capitolo 17 ***
Capitolo 17
Angolo autrice:
Salve a tutti, eccomi qui ^-^
Mi è sembrato di capire che l'ultimo capitolo v'è
piaciuto molto, infatti ringrazio con tutto il cuore le mie dolcissime
amiche per
i loro pareri :D
Scusate per il piccolo ritardo, ma la stesura di questo capitolo ha
portato più tempo del solito x)
Vi anticipo che ci tengo in modo particolare a conoscere il vostro
giudizio su quanto ho descritto qui...
Comunque vada, auguro buon Febbraio e buona lettura a tutti!
-Su, Kanato-kun, vieni
qui!-.
La giovane Yui si sbraccia per attirare l'attenzione del vampiro, che
è rimasto indietro, imbambolato di fronte alla vetrina di un
negozio di giocattoli: che cosa avrà visto di tanto bello?
Forse
un orsacchiotto più avvenente
del suo Teddy?
Fatto sta che lui si volta lentamente in direzione della fanciulla e la
combriccola
al seguito, come se solo in quel momento si renda conto di
dove sia, e, sorseggiando rumorosamente dalla cannuccia il sake nel bicchiere
di carta, li raggiunge con la sua andatura incerta.
Yui si sforza di sorridere e da un buffetto al muso del peluche
(beccandosi un'occhiataccia da parte del proprietario), poi
intreccia teatralmente le mani e si rivolge ai sei vampiri che la
circondano, ostentando allegria.
-Allora, che ne dite di accompagnarmi alla pasticceria, adesso?-.
Le sue parole sono accolte da un borbottio sommesso, anche se Kanato e
Ayato si scambiano un fugace sguardo luccicante.
Come promesso
la sera prima ad
Ayato, in uno spasmodico
bisogno di calma, Yui s'era alzata di
buon'ora, aveva preparato una colazione veloce per lei e gli altri
fratelli ed era andata a chiamarli, uno per uno, imponendo loro
l'idea di andare al centro commerciale in città per tutta la
giornata.
Il primo ad essere svegliato fu, ovviamente,
Reiji, che spalancò gli occhi incredulo nel momento in cui
la
fanciulla tirava bruscamente via le tende di velluto dalla finestra,
inondando di luce la sua stanza spaziosa.
Il vampiro inforcò gli occhiali, appoggiati sul comodino
accanto
al letto in malo modo, e si passò una mano tra i capelli
arruffati,
con i nervi già
a fior di pelle.
Lei incrociò le braccia al petto e gli fece la proposta in
tono perentorio, trattenendo una risatina alla vista dell' inappuntabile Reiji-sama
infagottato nelle coperte.
Lui, comunque, annuì a denti stretti e le
sibilò di
sparire, se non voleva che cambiasse subito idea.
La giovane preferì non ribattere e si dileguò,
pensando
che il leggerissimo rossore sulle gote del vampiro fosse dovuto ad un
sentimento di vergogna.
Entrando nella camera di Kanato, si era un po' stupita scorgendolo
seduto a gambe incrociate sulla moquette porpora, attorniato dai suoi
balocchi, mentre accarezzava il capo di Teddy.
Allora si era avvicinata, guardandolo con dolcezza, ed aveva avanzato
la
proposta con titubanza: lui l'aveva fissata in modo imperscrutabile per
qualche attimo, prima di acconsentire con un cenno della testa.
Mentre si dirigeva in camera di Raito, la fanciulla si era chiesta a
cosa avesse pensato il gracile fratello dagli occhi malinconici.
Il vampiro rossiccio lo trovò sbivaccato sulle lenzuola
verde
felce intatte, con indosso i vestiti stropicciati della sera prima.
Dalle due porta-finestre filtravano i raggi di sole, che illuminavano
direttamente il suo profilo, anche se lui non sembrava curarsene,
immerso nel sonno. Due bottiglie vuote, esalanti un odore
secco e pungente, giacevano sul
basso tavolino in legno di fronte al letto: sospirando,
la ragazza si accinse a scuotere il fratello esanime dalle spalle,
abbastanza
energicamente da svegliarlo.
Lui mugulò una lamentela e si
stiracchiò, mentre si parava con un braccio gli occhi dalla
forte luce.
-Fai un bagno e mettiti dei vestiti puliti: andiamo al centro
commerciale tutti
insieme-. Gli disse, in tono più duro di quanto volesse,
e si
allontanò senza aspettare che rispondesse.
Tanto poco dopo lo udì biascicare un vago consenso.
La fanciulla incontrò poi Ayato nel corridoio. A giudicare
dai
capelli in ordine, lo sguardo lucido e la camicia pulita, doveva
essersi alzato da un po'.
-Dalla cucina proviene un buon odore. Aspetterò te e gli
altri
per fare colazione-. Le sussurrò, torreggiando su di lei.
-Si è
ricordato-. Pensò in quel momento Yui, rossa in
volto, percependo un fremito all'altezza del petto.
Lui increspò le labbra in un sorriso, prima di eclissarsi
giù per le scale.
Con lui non c'era bisogno di dire altro.
Fu allora la volta di Subaru: la sua camera era immersa nel buio, il
sarcofago chiuso.
La ragazza si diresse a tentoni verso la finestra, situata alla parete
opposta rispetto all'uscio, ma incespicò nello spigolo
inferiore
del sarcofago e cadde lungo distesa sul lineoum scuro, con uno
scricchiolio
assordante.
Si udirono imprecazioni e tonfi; l'istante dopo, Yui era letteralmente
inchiodata al pavimento: il vampiro le era addosso, stringendo le gambe
tra le sue e serrandole le dita intorno ai polsi.
Presa in contropiede, le ci volle qualche secondo per riuscire a dire
-Subaru-kun, sono io!-, poi aggiunse, decisa:
-Lasciami andare e scendi giù per la colazione, oggi
usciamo-.
Lo sentì inspirare bruscamente, ma non accennò a
spostarsi.
Tra loro calò un breve silenzio imbarazzato.
-Subaru-kun, hai capito?-. Gli domandò ad un certo punto la
ragazza, le guance accese dall'impaccio, scrutando
l'oscurità
sopra di lei:
le sembrò di scorgere le sue iridi vermigne indecise. Su che
cosa, poi?
Ben presto,comunque, si ritrovarono entrambi in piedi, circondati dalla
luce proveniente dalla fatidica
finestra, Subaru che grugniva approvazione. Di certo non l'avrebbe lasciata
uscire solo con quegli incapaci dei suoi fratelli.
Shu fu l'ultimo ad essere chiamato.
Ad una prima occhiata, Yui si spaventò: il vampiro era
disteso supino sul suo letto,
la pelle che appariva cinerea sotto l'alone della luce, le dita che
artigliavano le lenzuola ocra, il volto contratto dallo
sforzo.
Metabolizzati i dettagli della scena, si era precipitata
verso
di lui e l'aveva chiamato a gran voce, senza badare d'esser cauta.
Shu aveva spalancato di scatto gli occhi e l'aveva guardata con l'aria
di chi avesse appena avuto un incubo. Non si era mosso,
e nessun emozione
gli attraversò il viso neanche mentre lei prese a mormorare
riguardo la sua idea.
Aggiunse che lui poteva anche non venire.
Ma il vampiro si mise seduto, con un tale senso di spossatezza che la
giovane fu tentata di farlo ridistendere, e disse:
-Verrò. Ah, e grazie.-.
La cosa che la colpì di più fu la
serietà delle sue parole.
***
Il negozietto
di pasticceria si trova nell'ala ovest del centro commerciale, in una
galleria relativamente grande, brillante di gradevoli sfumature di
colore: il soffitto a volta arancione pastello, le pareti d'intonaco
giallo chiaro e il pavimento in resina grigio perlato.
Yui e gli altri vampiri voltano l'angolo, mescolandosi al tranquillo
via vai di persone che entrano ed escono dai sei negozi lì
ubicati,
tre per lato: in fondo alla galleria, infatti, lampeggia l'insegna
dell'ingresso al bagno pubblico,
soprastante una porta a doppi infissi celeste dall'aspetto asettico.
Ignorando il pressante languorino,
la vampira scansa un signore nerboruto e varca l'ingresso
della piccola pasticceria, guardandosi intorno con occhi emozionati.
Anche gli altri la seguono con piacere nei pressi del lungo bancone di
servizio.
Alla vista dell' infinità di dolciumi esposti, tra ammitsu profumati,
daifuku colorati,
dango succulenti,
dorayaki, taiyaki...
i Sakamaki iniziano quasi a scalpitare sul
pavimento piastrellato lucido, attirando l'attenzione della commessa
mingherlina dall'altra parte del bancone, che assume un'aria piuttosto
intimorita.
-Come biasimarla, se si
trova di fronte sei bellissimi e inquietanti ragazzi agognanti
cibo...-, pensa Yui, lanciandole un'occhiata
a metà tra ironia e compassione.
Intercettando i suoi occhi lampone, la commessa si affretta a
rivolgersi a lei, ignorando deliberatamente l'espressione di Ayato,
che sembra voler ringhiare: -Bada
a me e dammi un takoyaki.-, ma, più in
generale, i sei individui assatanati
che sono stipati alle spalle della fanciulla, compressi tra uno
scaffale a muro, che occupa l'intera parete, e gli altri clienti.
-Che cosa desidera?-. Cinguetta la donna, ostentando disinvoltura.
Ayato pare fumare di rabbia.
Kanato succhia dalla cannuccia in modo decisamente poco educato, mentre
Raito sembra voler trattenere un sorriso.
Yui ordina gli ingredienti per una torta, tanto per distrarsi in cucina e
far contenti i fratelli.
-Sono 2662 yen-. Le fa poi la commessa, porgendole il
grosso cartoccio degli acquisti.
La fanciulla sta estraendo il portamonete dalla borsa, quando una voce
al suo fianco dice: -Signorina, li metta pure sul mio conto,
io pago anche questo biscotto della fortuna-.
Entrambe (con ogni probabilità, anche i sei vampiri) si
voltano verso il benefattore:
alla vista di quell'anziano signore, Yui sbianca.
***
-Padre,
sei davvero tu?-.
Chiusa
nell'anticamera claustrofibica del bagno pubblico, spalmata contro la
parete attingua al washlet per le donne,
Yui non riesce a
credere di vedere, proprio lì, di fronte a lei, l'uomo che
l'ha cresciuta ed accudita come una
figlia:
si è
ingobbito leggermente, le rughe si sono accentuate, gli occhi castani
hanno perduto la loro scintilla di vitalità, ma i capelli
sfumano ancora sul grigio, le spalle rimangono possenti, ed
indossa il completo da sacerdote. Proprio
come nella foto che la giovane, ancora umana, ha rinvenuto in un
diario, nello sgabuzzino della villa Sakamaki, tanto
tempo addietro.
Nella
pasticceria, si sono fissati a lungo, fino a quando qualcosa non
è scattato nella mente della fanciulla, e lui si
è sporto con veemenza, prendendole le mani tra le sue,
fredde e consunte dall'età, sussurrandole con foga, e
fretta: -Non c'è tempo, cara,
e dobbiamo
parlare.-.
Ha gettato sul
bancone una mancia più che generosa, e l'ha sospinta fuori
dal negozio, sotto gli occhi increduli dei presenti.
Ma i sei vampiri
non si sono mossi, lei non ha reagito, l'uomo ha richiuso la doppia
porta del bagno dietro di sé.
Poi, come se
l'odore di disinfettante e la scarsa luce avessero riattivato i suoi
sensi, Yui ha indietreggiato fino a premere
la schiena contro
l'angolo più lontano, rivolgendo occhi vitrei e smarriti
all'anziano, che respira con fatica e trema, mentre spranga l'uscio con
due scope accostate al muro dagli inservienti.
Vuole
tenere dentro lei, o tenere fuori qualcuno?
Lo ode sospirare
pesantemente, gli si afflosciano le spalle, poi volge di nuovo lo
sguardo su di lei.
A quel punto, la
fanciulla si sente trafiggere il petto come da uno stiletto di
ghiaccio, lungo e affilato, che serba con sé dolore,
nostalgia, confusione, paura, rabbia...Tutto
contemporaneamente.
-Che ci fai..tu,
qui?-. Pronuncia, stupendosi per prima di aver parlato. L'uomo aggrotta
impercettibilmente le sopracciglia, ferito dal suo evidente tono
distaccato, fa un passo avanti, come se voglia avvicinarsi, poi ci
ripensa, e strascica i piedi indietro.
-Mi dispiace
tanto per quello che ti sta succedendo-. Balbetta, con il suo timbro di
voce profondo, congiungendo le mani tremanti;
le palpebre
luccicano delle lacrime in procinto di scendere.
Cosa?
Yui si sente
invadere dalla nausea, mentre domanda, a voce bassissima, in tono che
rasenta l'isteria: -Tu sai...cosa sta succedendo?-.
Lui fa scivolare
dalla manica al palmo destro della mano un rosario, sfrega
convulsamente un polpastrello contro il piccolo crocifisso di legno, e
annuisce col capo.
Lo stiletto di
ghiaccio trapana più in profondità.
-Aspetta,
lasciami spiegare!-. Esclama l'anziano, forse notando l'espressione
particolarmente sofferente della giovane.
La scruta per un
lungo attimo, lo sguardo colmo di mestizia e pentimento, poi inizia a
parlare.
-C'è
una leggenda...Una leggenda che narra degli albori della dinastia dei
vampiri.
Si diceva vi
fosse una donna di ineguagliabile bellezza, la quale, terrorizzata
dall'idea di invecchiare, immaginò che bere il sangue fresco
e di giovane individuo avesse potuto mantenere il suo corpo florido e
sano. Così, iniziò a frequentare gli uomini dal
fascino più illustre del suo tempo, tagliando loro la
carotide con un pugnale
d'argento
al momento del coito.
Ella non rimase
mai gravida ed uccise tutti i suoi amanti, nutrendosi del loro
sangue... meno che di uno.
Non si conosce
l'identità dell'uomo che mise incinta la donna per ben tre
volte, ma alcuni sospettano dell'incarnazione di Satana stesso.
Qualsivoglia il caso, vennero al mondo simultaneamente tre splendidi
fratelli, riconoscibili per le loro iridi topazio.
Erano gli Tsukinami.
Subito dopo la
loro nascita, il padre scomparve e nulla più si seppe sul
suo conto, mentre la donna scoprì di essere il primo
esemplare di vampiro. Diede la caccia a molti altri uomini, sempre
particolarmente affascinanti e giovani, e con il loro sangue
riuscì ad ottenere l'eterna giovinezza.
Soltanto dopo
aver superato l'età della pubertà, i tre
Tsukinami capirono di essere a loro volta dei vampiri.
Due di loro, Shin e Carla, non solo seguirono
l'esempio della madre, nutrendosi in modo selvaggio e sfrenato, ma si
diedero anche allo studio di libri d'arte proibiti, sviluppando il
potere di trasformarsi in bestie come un lupo,
un serpente, un'aquila o un pipistrello.
Il terzo
fratello, Karl, invece, rimase
perlopiù al fianco della donna, che si avviava verso un
profondo stato di depressione.
Il senso cronico
di solitudine che ella provava era colmato solo dalla presenza di suo
figlio, tant'è che da un giorno all'altro se ne
infatuò. Così, il giovane conobbe il piacere
carnale con sua madre, che rimase nuovamente incinta.
Quella gravidanza
assunse un significato simbolico per tutta la famiglia: intuirono che
Karl era il successore del padre, scelto per guidare la dinastia a
venire.
Dopo nove mesi,
la donna finalmente partorì. Ma non un maschio,
bensì una femmina.
Due anni dopo la
sua nascita, però, la madre si tolse la vita, straziata
dalla depressione.
Avendola amata
profondamente, Karl assunse uno dei suoi cognomi, Heinz.
A sua figlia,
invece, affibbiò l'altro appellitivo: Komori.
Perché
sì, Yui, quella bimba eri proprio tu.-.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 19 *** Capitolo 18 ***
Capitolo 18
L'unica
immagine in cui appare (parzialmente, oltretutto) il padre adottivo di
Yui, Seiji-sama
L'agghiacciante, atroce, crudele, indubbia consapevolezza
piomba su di lei con un boato assordante.
Da quell'istante, non ci sono più pareti né
pavimento né porte né anziano;
solo un pensiero, un'unica, semplice frase ripetuta all'infinito nella
sua mente:
Sono la figlia di Karl
Heinz.
Profondamente ripugnati, il suo
corpo e la sua anima tentano
di ribellarsi: le impongono di accucciarsi, abbracciando
le ginocchia tremanti con braccia altrettanto inferme; le comprimono
il torace,
nell'utopia di soffocarla; lasciano che
i suoi
occhi si sgranino,
le
iridi lampone così simili a quelle di sua madre;
la fanno scoppiare in lacrime, tra singulti strazianti.
Con tutta sé
stessa, si rifiuta di accettare la verità.
...Ma il suo passato è deciso a non darle pace.
Infatti, da un momento all'altro si sente strappare via dalla sua bolla
di agonia, tirata in piedi con forza da Seiji-sama:
quell'uomo, ormai consunto dall'età e dal pentimento, che le
ha
saputo insegnare solo la fede in Dio rispetto alla cruda
realtà
che l'ha sempre
circondata,
abbandonandola poi in balia di una famiglia di vampiri, nonostante
conoscesse la verità sul suo passato e,
con ogni probabilità, anche
il suo triste destino.
A quel punto, animata da una scarica di puro odio, la fanciulla lo
spinge via, sussurrando con voce grave: -Non mi toccare.-.
L'anziano urta la schiena contro la parete, senza cercare in alcun modo
di attutire il colpo, e le rivolge uno sguardo carico di rimorso
e rammarico.
-Ti prego, non fare così figlia mia-. Le dice, quasi
implorando, e calcando con
naturalezza il tono di voce sulle ultime due
parole.
Il volto di Yui viene solcato da altre lacrime, questa volta di muto fiele, mentre si
prepara ad urlargli addosso.
Ma, congiungendo le mani in segno di preghiera, l'anziano la precede e
domanda, con una punta di accondiscendenza: -Non sei stanca di vivere
all'oscuro di tutto?-; poi si affretta ad aggiungere, notando la
collera divampante della giovane: -Non cacciarmi via proprio ora. Sono
venuto qui per dirti tutta la verità e chiedere il tuo
perdono-.
Quell'affermazione, pronunziata con innegabile sincerità, e
la
penosa postura del vecchio, in procinto di inginocchiarsi ai suoi piedi
come farebbe un peccatore dinnanzi al suo Dio, la svuotano dal
risentimento. Da ogni
emozione, in realtà.
Così, accompagnata da un sospiro, si accosta
nuovamente
al freddo angolo e gli fa un cenno con la mano, invitandolo a
proseguire.
L'uomo si accinge a parlare, mentre lei chiude istintivamente le
palpebre.
-...Sin dalla tua nascita, eri destinata a trasformarti in vampiro.
Perché il tuo scopo è sempre stato quello di tua
madre,
una volta scoperta la sua nuova natura: partorire il nuovo capo della
dinastia dei vampiri. Nel tuo caso, il secondo, in linea
di successione.
Karl non ci mise tanto a capirlo. Ma intuì anche che tu
avresti
dovuto concepire il prescelto
accoppiandoti con un individuo del suo stesso sangue, in un certo
senso, reale.
Shin e Carla furono estraniati da questo progetto,
poiché solo e soltanto il capo della dinastia poteva
adempiere
all'eredità del potere.
I due fratelli, allora, sentendosi oltraggiati ed invidiosi,
abbandonarono te e tuo padre a voi stessi. Karl, comunque, aveva
già preso una decisione. Fu allora che lo conobbi: venne a
bussare alle porte della mia chiesa
in una notte tempestosa, cercando riparo per l'infante che teneva in
grembo. Osservando le tue piccole dita intirizzite dal freddo, la tua
cortina profumata di capelli chiari, gli
occhi color lampone grandi e innocenti, l'espressione del tuo visino,
fragile e al tempo stesso determinata...Capì subito che
c'era
qualcosa di speciale in te. Chiedendomi di accudirti, tuo padre mi
diede una sola raccomandazione,
portandomi, con il suo sguardo intenso e oscuro puntato su di me mentre
parlava, ad imprimerla nella mia memoria per tutti gli anni a venire:
al compimento dei tuoi diciassette anni, avrei dovuto lasciarti partire
per andare a vivere in una grande villa
di sua proprietà, allora disabitata, nelle vicinanze della
cittadella. Io acconsentì alle sue richieste non senza pormi
domande, e lo
vidi dileguarsi nel buio per l'unica ed ultima volta nella mia vita.
Profondamente colpito dalla fiducia riposta in me, affiancata da
un'incrollabile fede in Dio, mi presi cura di te con amore e pazienza,
ritenendo giusto proteggerti da ogni scaglia di quell'
ambigua verità di cui venni a conoscenza nel corso
degli
anni. Ci fu un lungo periodo, infatti, dove tra le panche della chiesa
veniva a pregare una giovane donna, di nome Christa:
minuta e costantemente pallida, aveva lunghissimi capelli ondulati
tendenti al bianco e due iridi rosee che esprimevano immensa
malinconia. Volendo riuscire a carpire le ragioni dietro quella sua
espressione sofferente,
entrammo presto in confidenza e lei mi raccontò poco per
volta la storia narrata della leggenda, il tuo passato, la sua
vita. L'ultima cosa che mi rivelò fu del suo matrimonio con
tuo padre.
Poi, da quella placida mattina di domenica, non la rividi mai
più, ma poco tempo dopo sentì dire che era stata
rinchiusa prigioniera in un' alta torre nella villa di suo marito.
-sembra d'un tratto avere il respiro corto. -Nella sua
proprietà
abitarono, tra l'altro, le sue due altre mogli, Cordelia e Beatrix, e la
prole a seguito: sei
giovanotti di età vicina, tutti bellissimi e misteriosi,
diversi
tra loro sia d'aspetto che di carattere. -fa una lunga pausa. -...Non
ebbi mai il coraggio di cercare Karl, chiedergli risposta ai
dubbi che m'assillavano sin da quell'oscura notte di tanti anni fa.. Ma
presumo che la ricomparsa di Cordelia, il successivo ritorno di lui
stesso in persona, la sua...morte -sospira pesantemente-, non facessero parte dei suoi
piani. Io...Io ho sempre nutrito grande rispetto per
quell'uomo, tant'è
che mi sembrò giusto che tu andassi ad adempiere al tuo
compito,
per quanto mi fossi diventata cara, comprendi? -Inizia ad infervorarsi-
Ho messo da parte il mio egoismo poiché la tua venuta alla
villa, dov'erano rimasti solo i suoi sei figli, i tuoi fratellastri,
non poteva che significare una cosa: era arrivato il momento!
Il momento in cui il potere di capo della dinastia sarebbe stato
ereditato dal vampiro da te scelto. -Ora la guarda quasi con
disperazione- Tuo padre
ha fatto tutto questo
per te,
non capisci? Se non fosse stato per sua moglie...A quest'ora tu saresti
felicemente sposata con Shu-san, o magari Ayato-san, Subaru-san...E non
ci sarebbero Shin e Carla a darti la caccia per vendicarsi,
né quei quattro
orfani avrebbero osato acquisire il potere!-.
Uno scalpitio improvviso, proveniente dall'altra parte dell'uscio
principale, interrompe bruscamente il soliloquio dell'anziano.
-I Sakamaki...-.
Riflette debolmente la fanciulla, la mente inghiottita da un vortice
d'emozioni contrastanti.
Decide di aprire gli occhi: vede l'uomo inghiottire a vuoto, poi, con
voce
vibrante di paura reverenziale, sussurrarle: -Ho parlato anche
troppo...e non mi sento pronto a raggiungere Dio, oggi.-. Pare un
attimo perso nei suoi pensieri, dopo di che, i suoi occhi si
accendono di nostalgia ed aggiunge, guardandola dritto in viso: -Yui,
ora pensa a metterti al sicuro. Un giorno, potremmo incontrarci.
Potresti venire a farmi visita in chiesa, cosa ne pensi?
Così
potremo pregare insieme, ed io potrò chiedere il tuo
perdono.-.
Nonostante tutto quello che le ha detto, malgrado ciò che non ha fatto; in
quel breve, effimero istante Yui
percepisce l'impulso di stringerlo a sé in un abbraccio,
piangere sulla sua spalla, consolarlo, dirgli che lo avrebbe perdonato.
Ma è solo un
istante.
Se ne resta lì, infatti, abissata nell'angolino freddo e
semibuio, mormorando: -Va bene. Ora ho bisogno di restare da sola.-.
Il vecchio incassa il colpo e si stringe tra le spalle cadenti,
fissandola per un lungo attimo con sguardo vacuo.
Poi dice: -Va bene-; nient'altro. Si avvicina all'uscio sprangato. Fa
rotolare sul pavimento i due manici di scopa. Spalanca cautamente la
porta sinistra. Le volta le spalle. Sparisce.
-Finalmente sola.-. Pensa
allora la fanciulla, ma senz'ombra di sollievo.
Barcollando pericolosamente, riesce ad aggrapparsi in
tempo al bordo del lavandino, posto lì nell'anticamera dei
bagni, prima che possa cadere rovinosamente a terra.
Maledicendosi tra sé e sé, afferra il pomello del
rubinetto con entrambe le mani e lo ruota lentamente: china il viso sul
getto d'acqua ghiacciata ed inizia a lavarlo, sfregandovi con letargia
le palme delle mani. L'acqua pare riattivarle piacevolmente i sensi,
placando anche il furioso pulsare delle tempie. D'un tratto, anche i
pensieri che le vorticano in testa sembrano assumere una certa logica.
Sicché, quando le due porte dell'ingresso sbattono alla sua
destra, lei si sente piuttosto rilassata. Ipotizza, persino, che sia
semplicemente ritornato Seiji-sama, magari perché vuole
insistere per incontrarla quanto prima.
Si sarebbe rivolta a lui con gentilezza e calma, se non fosse che la
figura, ora ferma accanto a lei, non
è il
suo padre adottivo.
L'impatto contro il muro le manda in panne il cervello: senza sapere
come, da quanto e soprattutto, perché;
si ritrova schiacciata contro il petto di Ruki, il quale le
ha immobilizzato avambracci e gambe in una morsa delle sue lunghe dita.
-Basta, vi prego-.
Implora silenziosamente Yui, avvertendo l'impulso di vomitare.
Il vampiro, incurante della sua espressione febbricitante, sbuffa a
denti stretti, sibilando: -Abbiamo poco tempo. Vedi di non urlare
e farò in fretta, capito?-.
Lei sgrana gli occhi, sicura di non aver compreso che cosa intendesse
dire, anzi, prima di tutto, cosa
accidenti ci faccia
lì con lei, mentre la solleva per le anche e...si slaccia la cintura dei
pantaloni?
Folgorata da
quell'ovvietà,
il nanosecondo dopo gli ha già sferrato una gomitata in
pieno viso, urlandogli di lasciarla andare.
Lui, evidentemente preso in contropiede, indietreggia bruscamente,
mentre si tasta con aria allibita il labbro ferito. Un rivolo di sangue
gli cola giù per il mento.
Bruciante di un misto d'ansia, terrore e adrenalina, Yui guizza
rapidamente lontano dal vampiro, scivolando lungo la parete.
Quando è vicina all'uscita, la sua vocina interiore si
azzarda a commentare, sgomenta: -Non
riesco a credere che Ruki sia disposto ad assoggettarti in questo
modo.. pur di avere il potere.-.
La giovane si morde il labbro inferiore e, reprimendo l'istinto di
voltarsi per prenderlo a
schiaffi, si fionda sulla porta a doppi infissi.
Ruki non le permette neanche di lanciare un grido di sorpresa quando
l'afferra da dietro, tappandole prontamente la bocca con le dita
insanguinate. Le avvolge l'altro braccio intorno al torace,
imprigionandola, e la strattona indietro.
-Sappi, Kachiku, che fuori non ci siamo
solo noi e
i tuoi fratellastri
ad
aspettarti. Permettimi di violare adesso la tua
purezza
e magari
anche il vecchio avrà vita salva. Tutto
finirà qui, con
me e te.-.
Le ringhia ad un orecchio, freddo e tagliente.
Se ha pensato
veramente di poterla violarla, si è sbagliato.
L'indignazione
inizia
ad arderle nelle vene.
Con
uno scatto dominato da quel sentimento pressante, Yui
morde un dito della mano premuta sulle sue labbra, facendo
grugnire il vampiro, e percependo la stretta intorno al torace
allentarsi, ne approfitta per dinvincolarsi. In questo modo, riesce a
spalancare l'uscio, ma nello stesso momento lui l'artiglia dalle
spalle: stramazzano entrambi sul pavimento della galleria, accompagnati
da tonfi inequivocabili. Schiacciata dal corpo del vampiro, la giovane
si aspetta di udire gridolini di sorpresa da parte dei passanti, che si
li vede capitombolare così all'improvviso dal bagno pubblico.
Invece si sente
soltanto, in lontananza, l'eco di un grido, e il rumore
di passi frenetici.
Per fortuna, la
galleria sembra deserta.
O forse no. Forse
non è neanche una fortuna.
Si scambia
un'occhiata con Ruki, nei cui occhi pare riflettersi il suo
stesso panico, dopo di che è libera di muoversi: lui si
sta alzando in piedi, con circospezione.
Oppressa da un
terribile presentimento, Yui lo imita.
Ed
è allora
che,
sotto i suoi occhi allibiti, stanchi, confusi,
impauriti...che
Carla
spezza l'osso del collo a Seiji-sama.
Angolo autrice:
...Buooonasera a
tutti!
Beh, come
v'è sembrato il capitolo? ":D
Sono riuscita a
farvi comprendere tutta la storia che c'è
dietro la nostra Yui? Per qualsiasi dubbio o incomprensione,
ci tengo che me
lo facciate presente!
E insomma,
sfatiamo il mito del mega-incesto tra Yui e i fratelli
Sakamaki c.C ...Sono "solo" i suoi fratellastri xD
Anche se l'ho
appena fatto brutalmente fuori x'), vorrei sapere il
vostro parere sul personaggio di Seiji-sama ((:
Vi ha sorpreso il
finale, quindi? Secondo voi cosa succederà
ora?
Non
smetterò mai di ringraziare tutte le mie amiche, di cui
desidero leggere il parere anche su questo capitolo *^*
Perché
senza di loro non sarei mai, e dico mai, arrivata
fino a questo punto!!! <333
Bene,
sperando di non aver deluso le vostre aspettative in
alcun modo...
La vostra
piccolissima scrittrice va a trastullarsi con la neve X"D; arrivederci
a tutti e
alla prossima!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 20 *** Capitolo 19 ***
Capitolo 19
Angolo
autrice:
Buonasera
a tutti! Sono
ritornata u.u!
Scusate
per la lunghiiiiiiiiissima
attesa, ma approffitando dei tre
giorni di festa di
Carnevale da scuola (*^^^*), avevo deciso di
prendermi una pausa
da tutto, compreso aggiornare la fic! (ma non si
sono astenuta dall'abbuffarmi di chiacchere, OVVIAMENTE XD)
Dall'ultimo
capitolo vi ho lasciato un po' con l'amaro in bocca, o
sbaglio?
A
questo punto, cerco di rimediare con questo nuovo capitolo, non tanto
lieto, ma descritto (o almeno spero) in modo
meno...crudele x)!
Però,
bando alle ciance, aggiungo solo che mi piacerebbe
sapere dalle mie amiche
come sono state per loro le vacanze ^-^
Saluto
e ringrazio calorosamente tutti
(i motivi li sapete
no? =)
<3) e vi lascio con una foto comprendente i nostri vampiretti
al
completo (P.S. I nomi li ho aggiunti io nel caso ci sia qualcuno che fa
confusione tra loro) <3
Buona lettura!
Karla lascia
lentamente la presa dal fragile collo del vecchio, il cui corpo esanime
si affloscia sul pavimento ai suoi piedi.
-Avremmo potuto evitare
la sua morte, lo sai Karl, vero?-. Medita, in un moto di
desolazione, come se il suo defunto fratello potesse davvero sentirlo,
mentre osserva il volto della vittima disteso in un'espressione
pacifica, priva di quella perpetua ombra di sofferenza
e colpevolezza che si rendevano manifeste da molti decenni.
-Precisamente, da quando
ha dovuto abbandonare...lei-.
La riflessione è seguita dal tipico raptus che gli
perfora brutalmente le tempie, come un accesso di emicrania, facendo
scattare i suoi occhi sull'esile figura a qualche metro da lui, nel cui
sguardo imprime il
Terrore: sa che le sue iridi topazio deflagrano di furia omicidia,
apparendo strabuzzate e.. spiritate.
-Vorrei che fossero
l'ultima cosa che tu possa vedere, ma qui ci sono.. soverchi testimoni.-.
Ragiona tra sé e sé, bramando come non mai la
morte di quella pusilla, insulsa vampira...così dannatamente
simile all'ignobile di sua madre, o meglio, loro madre.
L'improvviso miasma che gli assale le narici e lo spostamento repentino
d'aria percepito dalle sue orecchie tradiscono l'imminente arrivo del
resto della feccia di vampiri. Perlomeno,
quel Ruki ha deciso saviamente di non osare fronteggiarlo.
Poi, avvertendo gli "antagonisti"
appressarsi nella sua direzione con crescente impeto, egli pensa, con
una punta di amarezza:
-Mi dispiace, Shin-dono, ma la nostra vendetta dovrà
attendere.-. Dopo di che, stiracchia il capo con fare
annoiato, e serbando lo sguardo negli occhi sgomenti di Komori, proferisce,
flemmatico: -Consideratelo voi tutti come un ultimo avvertimento.-.
Contempla ancora per un'istante l'espressione in viso della donna, squisitamente
distorta dal Dolore,
e la Paura, dunque
tramuta tempestivamente in aquila:
maestosa, rapace, scattante; in quel corpo sconosciuto quanto
familiare, Karla si volatilizza, radendo l'aria
refrigerata della galleria al di sopra degli ivi presenti:
Komori, la famiglia Sakamaki, gli orfani Mukami.
-Potremmo distruggervi
tutti..-.
Constata mentalmente, sorvolando l'ampio ingresso
desolato, e dal becco emette un grido lacerante.
***
Ruki
scrutò lo svolgersi della metamorfosi di fronte ai propri
occhi con riluttanza, assimilando le parole del sommo vampiro con
la gola otturata da una bile di raggelante
consapevolezza.
Un secondo prima che Karla tramutasse, lui aveva scoccato un' occhiata di rammarico alla
giovane, inghiottita
a tal punto dalla scena da non accorgersene, pensando: -Mi dispiace, Yui. Non c'era più tempo,
mi dispiace.-.
Poi il suo sguardo venne attirato dal vampiro, che avviò la
sua trasformazione: la bocca carnosa si arcuò in un
becco ocra tozzo
e biforcuto, la pelle mutò in penne nere come la pece,
ad eccezione del capo e la coda, che si ricoprirono invece di
piumaggio sfumato tra il grigio e il bianco; dalle braccia tornite si
dispiegarono le due ampi ali, mentre le gambe si accorciarono a
costituire le cosce possenti e gli artigli affilati.
A giudicare dalle dimensioni, nella galleria del centro commerciale
parve stagliarsi una bestia rassomigliante ad un imponente
grifone mitologico.
Ma il dettaglio che fece accapponare Ruki furono quegli occhi a forma
di nocciolo, scintillanti di topazio fuso.
***
Nel momento
stesso in cui l'aquila scompare dalla sua vista, Yui si accascia
pesantemente a terra: le ginocchia sono divaricate,
i dorsi della mani premono sul pavimento, i lunghi capelli
nascondono le spalle cadenti, mentre la testa è leggermente
inclinata da un lato, il volto solcato da lacrime silenziose.
Ogni emozione pare una di quelle gocce d'acqua salata, che scivola via
lungo una guancia, infrangendosi contro i suoi pantaloncini
stropicciati, inumidendole la cute sottostante pallida e gelata.
Nella sua mente, i pensieri sembrano semplicemente ciondolare in un
dolce oblio, privo di coerenza o logica.
L'unica cosa a cui deve badare è di reprimere l'impellente
desiderio, tale da farle formicolare ogni terminazione nervosa delle
mani,
di accostarsi al corpo di Seiji-sama, per accarezzargli i capelli, grigi, setosi,
sicuramente profumati.
...Ma perché
trattenersi?
In fondo, lei non ha più nulla da perdere.
Come rincuorata, la fanciulla trova la forza di andare
carponi dal suo
vecchio, proprio come da piccolina, quando lui voleva insegnarle a
camminare.
Quando gli è accanto, Yui osserva quanto sia bello
con quell'espressione serena in volto, come lo era anche mentre dormiva,
e la stringeva a sé nel lettuccio della sua camera,
scacciando via gli incubi e il freddo.
Sedendosi a gambe incrociate, la giovane gli solleva
delicatamente la testa e poi la adagia sulle sue cosce, chiedendosi per
un attimo perché
non si svegli; smorza una risatina e un singhiozzo,
e finalmente può infilare le dita, tremanti, tra quelle
ciocche, appurando il loro gradevole e familiare odore di fibra di lino, lenzuola
pulite, incenso.
Invasa da un effimero senso di pace, Yui vorrebbe rimanere
così.
Perché lei non abbandonerà Seiji-chan.
Ma i Sakamaki non la pensano allo stesso modo. Difatti, da un momento
all'altro i sei fratelli la circondano, attenti a tenersi distanti
dal corpo
dell'anziano, e Subaru l'afferra da sotto le braccia, per
tirarla su.
E' solo a quel punto che Yui inizia a urlare. Dibattersi. Ansimare di
rabbia, singhiozzando in modo irrefrenabile.
-Seiji, Seiji!
Lasciatemi, lasciatemi ho detto!-. Strilla, strattonando
con violenza la stretta con cui le hanno imprigionato i polsi dietro la
schiena, mentre tentano di trascinarla via da lì.
-Non possono, non
possono. Che fine farà lui? Che fine farò io?
Loro? Tutti noi?-. Si tartassa di domande, scuotendo la
testa
e mordendosi furiosamente il labbro inferiore, e continua ad opporre
resistenza ai vampiri.
-Non fare così, Yui. Non sei al sicuro qui, torniamo almeno
alla villa-. Sente dire Ayato a denti stretti, che si ostenta calmo.
Le sue parole, però, la convincono ad abbandonarsi tra le
loro braccia.
Avvinta dallo strazio, la stanchezza cala su di lei come piombo.
***
Senza essersene resa
prima conto, Yui si ritrova sprofondata in un sedile di pelle, con il
torace compresso dalle cinture di sicurezza allacciate ben strette, e
la nuca premuta contro un poggio duro che, a giudicare dall'odore secco
e pungente, deve essere anch'esso di pelle. Non riuscendo ancora a
ritrovare la
coordinazione necessaria per aprire gli occhi, la
fanciulla si concentra, per quanto possano permetterle di fare il
ronzio nelle orecchie e il martellare delle tempie, sui rumori
circostanti: fuor di dubbio, sta viaggiando in auto, probabilmente su
di un'autostrada, considerando che si ode continuamente sfrecciare
gomme sull'asfalto da entrambi i lati. Poi, un'altra cosa certa
è che ci sia qualcuno lì con lei.
Però...
Uno strano
presentimento le fa spalancare di scatto le palpebre: soffocando un
gemito di sgomento, la giovane fissa lo sguardo abbacinato
alternativamente su Ruki,
Kou, Yuma e Azusa, schierati sul lungo
sedile di fronte a lei.
-Che
accidenti ci faccio nella loro limousine?-. Si chiede,
riconoscendo l'ampio abitacolo dai toni scuri. Presa dal panico,
artiglia con i polpastrelli il sedile sotto di lei.
-Puoi restare
calma, Yui Komori. Sei qui solo per gentile, e
momentanea,
concessione dei Sakamaki.-. Asserisce Ruki, con placida
rassegnazione,
sfiorandosi il labbro ferito (su cui spicca un piccolo grumo di sangue)
con la punta dell'onigiri che stringe con due
dita. Dal modo in cui la fissa mentre addenta la polpetta di riso,
sembra solo volerla
provocare.
-Oh
sì certo, come no.-. Ignorando il
borbottio dello stomaco, lei ricambia il suo sguardo con un'occhiata
diffidente e fa per slacciarsi la cintura, quando Azusa interviene,
sussurrando con un velo d'ironia: -E' così, Yui-chan. La loro limousine ci
sta seguendo a breve distanza-.
Mantenendo la
mano sinistra in prossimità dello sblocco della cintura, la
fanciulla gira repentinamente il capo verso il tergicristalli
posteriore, volendo sincerarsi di quel che le dicono, e nella coda di
macchine dietro di loro intravede, effettivamente, il cofano lucido di una
limousine bianca.
Tornando a
volgersi verso i Mukami, però, si agita sul posto, comunque
innervosita dalla situazione.
-Perché
loro avrebbero dovuto farvi questo favore?-. Domanda, schiarendosi
più volte la voce, mentre Yuma sta borbottando frasi del
tipo: -E' una cosa ridicola-, o: -Se avessimo voluto, l'avremmo
già rapita-.
Stranamente, Kou
non asseconda il compare con una risata, come è solito fare.
Anzi, è proprio lui a risponderle, serio e pragmatico:
-Perché anche loro sanno che siamo arrivati a un punto di
svolta. Tu sei al corrente della verità ora, quindi devi
decidere.-.
Si ferma un attimo, come sovrappensiero, poi, scostando i capelli dall'
iride rubino,
aggiunge, con una punta di sarcasmo: -Immagino che i Sakamaki
ci concedano quest'incontro per uno slancio di correttezza.-.
Lei aggrotta le
sopracciglia, non capendo a cosa si riferisca il biondo, e distoglie lo
sguardo dalla sua pupilla attorniata di rosso vivo per osservare Yuma
che rotea gli occhi, apparentemente scocciato.
-Il vecchio non
t'ha raccontato la nostra
storia.-.
Afferma, calcando la voce baritonale sulle ultime due parole, quasi
inorgoglito.
Poi, sfoderando
un sorriso tracotante, estrae dal taschino
della sua camiciola una zolletta di zucchero, e le chiede:
-Non sei curiosa,
zuccherino?-.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 21 *** Capitolo 20 ***
Capitolo 20
Angolo autrice:
Eccomii, sono ritornata!!
Perdonate
l'incalcolabile ritardo, ma al mio ritorno a scuola, ho
dovuto mettermi sotto con lo studio tutti i
pomeriggi.
Questo sarà un capitolo dedicato completamente ai nostri
quattro
orfani Mukami =] Ma vi prometto che dopo di qui ci sarà solo
un'altra parte di monologhi infiniti XD
Prima di lasciarvi ad una buona lettura, ringrazio ancora con tutta me
stessa l'appoggio e la costante presenza delle mie amiche,
le quali, con la loro spontaneità, allegria e dolcezza,
hanno
saputo farmi maturare sia come scrittrice che in fatto di autostima!
E sono anche grata a tutti i lettori "silenziosi": ogni vostra vista ad
un capitolo equivale (letteralmente) ad un mio sorriso!
A questo punto, mi rivolgo a coloro che amano esprimere la propria
creatività attraverso la scrittura e desiderano mostrarla
agli
altri: non vergognatevi! Abbiate coraggio e perseveranza, buttatevi a
capofitto in un racconto, un romanzo, una favola...
E pubblicatelo. Su EFP ci saranno tantissime persone che apprezzeranno
il vostro lavoro e la vostra passione.
Parola di piccola Scrittrice.
Le
iridi ambra del vampiro scintillano nella penombra, mentre le labbra
carnose si schiudono per lasciar assaporare la zolletta di zucchero al
palato: Yuma par di proposito rigirarla con la lingua, sfiorando
più volte i denti bianchissimi ed aguzzi, sfacciatamente
rivolto
in direzione della giovane che non riesce a distogliere lo sguardo dalla
sua bocca.
-Da chi vuoi
cominciare?-. Le domanda, con voce arrochita, e distende
le braccia tornite su ambo i lati dello schienale in pelle nera,
muovendo la mascella come se stesse masticando una gomma.
Il suo tono inopportunamente equivoco e le movenze
arroganti la fanno agitare sul posto, rossa in viso.
-Calmati,
Yui. Vuole solo provocarti-.
Sussurra la vocina dentro di lei, intanto che getta un'occhiata allo
specchietto retrovisore, individuando nuovamente il cofano della
limousine bianca.
Okay,
può anche concedersi di stare al loro gioco.
-Immagino da
te-. Gli risponde allora, inclinando leggermente il capo di lato ed
accennando un sorriso ironico.
Il vampiro non
deve aspettarsi una reazione del genere, poiché
si raddrizza di scatto sul sedile e asserisce, in modo brusco e con
impeto: -Oh no, io
sarò il tuo dessert.-,
ingoiando rumorosamente lo zucchero. Dopo di che, si caccia una mano
nello stesso taschino di prima della camicia candida e ne estrae
un'altra zolletta, portandosela alle labbra senza distogliere lo
sguardo torbido da lei.
-Sarà
un'ossessione?-.
Si chiede la fanciulla, innervosita ed allo stesso tempo ipnotizzata
dalla vista di quel cubetto bianco che si scioglie rapidamente
sotto
gli schiocchi della sua lingua, in una sorta di danza impudente e
indiscreta.
-Suvvia, Yuma, un
po' di contegno. Spero che avrai altri
momenti per poter
giocare
così con lei, perché ora siamo in dovere di
parlare
seriamente-. Lo riprende con finto rimprovero il leader, scambiando con
il compare un'occhiata complice.
A quelle parole,
Yui si sente accendere dall'indignazione.
-Guardate come la
fate arrossire: potrei restare a
guardarla per
ore,
ma purtroppo, Ruki ha ragione-. Interviene Kou, ravviandosi i capelli
chiari e rivolgendole un lento sorriso di scherno.
A quel punto, la
ragazza incenerisce con lo sguardo i tre vampiri ridacchianti,
mentre Azusa, seduto composto nell'angolo opposto rispetto a lei, si
limita a fissarla di sottecchi con i suoi grandi occhi lavanda
imperscrutabili.
-Scusate un
attimo, ma chi vi dice che io
sia disposta ad ascoltarvi?-. Sbotta di scatto la fanciulla,
stringendo convulsamente il blocco della cintura di sicurezza in un
moto di stizza.
I tre Mukami
troncano all'istante il momento d'ilarità, posando su di lei
sei paia d'occhi cupi e freddi.
In un battito di
ciglia, i suoi polsi si trovano inchiodati ai lati
della testa, premuti sul tessuto in pelle dalle dita affusolate di
Ruki,
il quale
torreggia su di lei, con un ginocchio piegato sulla porzione
di sedile fra le sue gambe divaricate; Yuma è seduto alla
sua
sinistra ed ha proteso il viso sul suo, mordicchiando la zolletta di
zucchero con l'ombra di un sorriso crudele; Kou, infine, le soffia sul
lobo dell'orecchio destro, accarezzandole una coscia scoperta con il
dorso di una mano.
Notando con orrore come si sia rovesciata
la situazione, Yui si sente colpire da
un violento giramento di testa, che la fa boccheggiare
ed irrigidire da capo a piedi.
-Devi sapere,
Yui...che io, io ho considerato per tanto tempo
l'orfanotrofio come il più bel posto che ci fosse-.
Esordisce
Kou, sussurrandole all'orecchio in apparenza incurante ed
ignaro
del fatto che lei sia schiacciata tra il suo e il corpo virile degli
altri due vampiri, i quali rimangono immobili e la fissano con sguardo congiurante.
La
ragazza si convince di contare fino a dieci prima di mettersi a gridare.
-Ero stato
abbandonato in un tombino, cresciuto nelle fogne come un
reietto, aspettando di
poter ottenere il cielo intravisto da quelle
grate arrugginite...E lo ottenni, un giorno: la guerra civile
imperversava, e dei soldati mi scorsero, soccorsero e mi mandarono in
orfanotrofio. Quel manipolo di uomini uccise tante persone davanti ai
miei occhi, lo sai? Ma io ero un bambino che poteva finalmente
correre con il sole di giorno e passeggiare sotto le stelle di notte, e questo mi
bastò per riverirli per qualche tempo, loro e quei verri
dell'orfanotrofio.-. Questa volta, finito di parlare, il vampiro
protende minacciosamente il viso in modo da guardarla direttamente
negli occhi, e trascina la sua mano dalla coscia fino al ginocchio,
artigliandolo. Alla fanciulla pare che le balzi in gola il
fegato,
inghiottita dal suo sguardo sinistro e profondamente...turbato.
-Poi, il tracollo
delle casse di Stato impose ai porci di spedire noi orfanelli nel "club"-.
Fa
una pausa,
come ad effetto,
tant'è
che a quel punto tutti i
presenti pendono dalle sue labbra.
-Fummo tutti
offerti per
intrattenere un
nutrito gruppo di aristocratici, i quali pagarono
profumatamente
il servigio all'orfanotrofio,
o
meglio,
al nostro paese incrinato: noi bambini eravamo considerata...
merce rara,
che venne tagliata,
torturata, frustata
e picchiata.-.
Il suo bel e
povero viso
ha una contrazione dolorosa, mentre riprende a parlare a denti stretti,
inchiodandola con occhi fuori dalle orbite: -Mi
sfregiai l'occhio destro per farmi disgustare, ma finì per
farmi desiderare di più, sempre
di più dai clienti: saranno
state le ferite inguaribili, l'evidente strazio della
mia espressione a far sognare la loro depravazione?- per un
attimo
il suo sguardo si perde nel vuoto -...Capì che il mio mondo
in realtà era
un inferno;
tentai di suicidarmi più volte, ma invano. Quando incontrai
Ruki- nominandolo, il vampiro gli lancia un'occhiata fugace ed ambigua
-lui mi spiegò che non sarei mai riuscito ad uccidermi
perché conservavo ancora speranza.-. Finisce di parlare
con l'ombra di un antico
scetticismo,
dopo di che si porta l'indice destro alle labbra secche e si passa
l'altra mano nei capelli, scrutandola con l'iride rossa...il
suo occhio sfregiato.
-Affidandoci la missione, Karl
Heinz
mi ha fatto anche un dono-.
All'istante, Yui
si sente tanto sorbita dalle sue ultime parole da non
accorgersi che lui ha sporto il viso fin a sfiorarle la punta del naso
con il suo. -Guardami-, le ordina in un basso
ringhio, imprigionandole il mento tra le sue dita. Come non dotato di
volontà propria,
lo sguardo della
fanciulla vortica fino ad incatenarsi a quell' iride destra, rossa
e oscura.
-L'occhio che non
mi ha permesso di rimirare il cielo, ora può scrutare
nell'anima degli umani per
appurare la verità.-.
Il modo in cui lo
dice, in un sussurro macabro e compiacente, o forse la consapevolezza
che si ritrovi nuovamente inerme
ed indifesa,
la fa sobbalzare dal panico.
Come spezzatosi
l'incantesimo, Yui si libera con forza dalla presa di
Ruki e si divincola tra i corpi degli altri due vampiri, prendendo un
tale slancio da andare a sbattere con le spalle allo sportello destro
dell'abitacolo.
Accesa dall'
adrenalina, sta per afferrare la maniglia, quando si sente
strattonare con violenza indietro. Cacciando un grido di sorpresa, si
dibatte debolmente contro la presa al ventre delle braccia di...Azusa:
solo lui può averla imprigionata sul sedile in quel modo,
visto
che gli altri tre Mukami la scrutano ardentemente a un metro di
distanza, sovrastandola in tutta la loro altezza.
I
loro sguardi eccitati, maligni, la indignano più dell'atto
compiuto da Azusa.
-Perché
hai così fretta di andare, Yui-chan? Vorrei
raccontarti anche la mia, di storia-. Avendola imprigionata da dietro,
il placido vampiro ha accostato le labbra ad un suo orecchio, mentre le
punte dei capelli le solleticano il collo e la clavicola scoperta.
-Ah,
Dio mio, siamo ancora ad otto-.
Pensa la ragazza, in un connubio tra il rassegnato e l'affascinata. Il
profumo delicato da lui sprigionato, poi, contribuisce a farla
arrendere a quelle braccia fasciate.
Intanto, Yuma e
Kou si lasciano cadere sul lungo sedile di lato con in
viso stampato un sorriso vagamente sollevato, mentre Ruki rimane in
piedi ad osservare lei ed Azusa attentamente, con la testa reclinata
leggermente all'insù e le braccia rigide lungo i fianchi.
-Ecco, in
realtà non c'è molto da dire su di me,
Yui-chan. Da bambino girovagavo per strada e non avevo da mangiare.
Però
avevo conosciuto i tre figli di un ladro, che stavano
con me e mi picchiavano. Io ridevo, perché il dolore mi
faceva
sentire vivo,
e non capivo
perché ad un certo punto si fermavano.- facendo calare
nell'abitacolo un breve silenzio, pare
seriamente pensieroso -...Poi
però vennero uccisi da un nobile, nel tentativo di
derubarlo. Mentre me ne tornavo a vivere sulla strada, piansi molto per
la loro morte- ora sembra trattenersi
dall'aggiungere qualcos'altro -Un giorno, svenni dalla fame ai piedi di
un panificio.
Il proprietario
uscì a prendermi a calci
perché interferivo con il suo lavoro, ma il mio godimento lo
schifò al punto da farmi spedire
in
orfanotrofio.-. Parlando,
Azusa si mostra così.. naturale, sereno, ingenuo, da
attirare sguardi malcelanti pena.
-Anche
lì gli altri orfani finirono per picchiarmi. Ad
esclusione di Yuma-. A quel nome, la ragazza ruota il capo come
può per osservare lo scambio d'occhiata dei due vampiri, che
per
un lungo momento paiono persi in un altro mondo.
-Yuma?
Gentile? Con Azusa? E chi se lo aspettava-. Commenta con stupore
la vocina dentro di lei.
Poi Azusa le si
rivolge con un timido sorriso, dicendo: -Lui fu l'unico
ad essere gentile e disponibile con me, e il pezzo di pane che mi
regalò mi fece...sperare.-. Pronunciando quella
parola con un vago senso di sorpresa, continua a guardarla con
rinnovato sorriso.
E
Yui cerca di imprimerlo bene in mente.
-...Io
invece lo schiaffeggiai poco prima che
tentassimo di fuggire dall'orfanotrofio, dove ci avevano rinchiusi
tutti e quattro insieme:
allora era ancora
in bilico tra
il fuggire e il restare.-.
Ruki si
intromette con aggressività, scrollando le spalle come
per giustificarsi.
Contemporaneamente
all'impulso della giovane di ribattere, il leader si
lascia cadere pesantemente sulla porzione di sedile accanto
a lei e la tira a
sé con forza: Azusa, a
mani vuote,
scivola nell'angolo di pelle nera opposto a loro con indifferenza,
mentre Yuma
e Kou si
scambiano un'occhiata eloquente.
-Okay,
il tempo è finito!-.
Si allarma la ragazza tra sé e sé, constatando
con
inquietudine che il vampiro le ha passato un braccio sulle spalle ed
indugia con le dita sulle gote e il mento.
-A differenza
loro, piccola, io sono nato in una
ricca famiglia di aristocratici.-. Asserisce, in un tripudio di arroganza,
scherno
e
causticità. Ma è l'uso del
nomignolo
a farla lividire di collera.
-Non mi
interessa, Ruki. Lasciami andare-. Replica seccamente, facendo leva
sulle palme per spingere via il suo petto trasudante
virilità. Ma
il vampiro, scosso da una breve risata, le afferra il mento con le dita
e la obbliga a guardarlo negli occhi, mentre rafforza la presa del
braccio. Dio, cosa
ha intenzione di fare?
-Oh, invece mi
ascolterai, Yui Komori. Devi sapere, infatti, che mi divertivo molto a
sottomettere le persone per le mie frivolezze
(solo nel passato?). Poi
però la mia brutalità mi si ritorse contro,
poiché gli stessi servi della mia famiglia mi
picchiarono...
Pensa un po',
proprio mentre erano intenti a saccheggiare la villa dagli oggetti di
valore.-. Ora sorride con
tagliente ironia, e continua a beffarsi
dell'espressione irritata della fanciulla, celando nello sguardo che le
rivolge qualcosa di indecifrabile.
-Furono loro a
rivelarmi, prima di pestarmi "per
tutte le cose crudeli che li avevo fatto", che mio padre era
andato in bancarotta
e mia madre era
fuggita con il suo amante segreto. - man mano che
continua, il suo tono di voce si fa più freddo -Quando andai
in
giardino, trovai mio padre impiccato. Ma ricordo che rimasi nella casa
di famiglia per qualche tempo, sperando che mia madre tornasse e mi
dicesse
che
mi amava, così come aveva fatto nella lettera lasciatomi.
...Ma
ciò non avvenne mai: finì in strada e
successivamente in orfanotrofio, dove conobbi gli unici ragazzi decenti della mia vita,
Azusa, Kou e
Yuma.-. I nomi dei suoi compari, pronunciati con sorprendente
affetto,
fanno distendere a poco a poco il cipiglio di Yui, la quale, anzi, si
capacita seriamente della vicinanza del vampiro ed inizia ad arrossire.
In
un certo senso, sembra che lui abbia voluto sdrammatizzare la sua
triste infanzia.
-In
realtà, non riuscimmo a scappare dall'orfanotrofio. Fummo catturati e
severamente puniti - per un attimo gli si smorza la voce
-...Cosicché ci venne data una
seconda possibilità di vita solo quando Karl venne a
farci visita-.
Il
solo nominare quell'uomo le fa venire l'impulso di rigettare tutto. I
Mukami sono dalla sua parte. Loro...
-Trasformandoci
in vampiri, Heinz ci fece rinascere. E di questo gli siamo eternamente
debitori, perciò vendicheremo la sua morte
e compiremo la
missione assegnataci.-. Proferisce Yuma, alzandosi dal sedile
ed incidendo verso di lei, con lentezza.
-Tu
sei Eva, figlia del signore dei demoni, e sceglierai di mescolare il
tuo sangue con un Adamo, sicché sarà in grado di
ottenere il potere per controllare il mondo, e procreare discendenti
che lo cambieranno.-. Pronunzia il vampiro,
senz'ombra di incertezza,
o
ilarità, puntandole contro indice e sguardo
nefasto. Mentre Yui è impietrita da una paura viscerale, lui
si flette sulle ginocchia
e la osserva con
la testa inclinata di lato, alla stessa altezza dei suoi occhi vitrei.
-Ed eccoti al
dessert, Yui: io sono cresciuto in una banda di strada, sì,
ho rubato e lavorato come schiavo, ho malmenato ed insultato, anche; ma
a te questo non interessa. Tantomeno vuoi sapere come mi sia potuto
ritrovare sotto il grigio soffitto d'orfanotrofio,
in compagnia dei
qui presenti. -. Ammutolisce un secondo, forse aspettandosi una sua
reazione.
Ma la vampira
è troppo scossa per agire in qualsiasi modo.
Così
Yuma decide di darle il colpo di grazia: -Io,
io sono la causa degli incubi e il malessere di Shu-san. Chiedigli pure
di Edgar, l'amico di infanzia con cui giocava, finché il
villaggio non è stato messo a fuoco. Digli che non sono arso
tra le fiamme, ma cresciuto come Orso nella banda dei Venturi.
E ribattezzato, da suo padre...vostro padre, col nome di Yuma.-.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 22 *** Capitolo 21 ***
Capitolo 21
Angolo
autrice:
Buonasera carissimi, vogliate scusare l'ennesimo, mega ritardo.
Non sto più riuscendo a racapezzarmi con la scuola, mi pare
che
debba fare gli esami di Stato da un giorno all'altro, per la miseria.
Ormai mi
riduco a scrivere sempre di domenica e in alcune ore rubacchiate a
random xD
nei giorni normali... Quindi, anche se la storia è giunta
agli
sgoccioli, non so dirvi quando o quale sarà l'ultimo
capitolo
che pubblicherò. Da qui a un mese, però, non vi
sarete
ancora liberati di me, questo è sicuro! "xD
Ci tengo a dirvi che, per come la penso ora, non concluderò
con dei finali alternativi. Ma su questo vorrei in assoluto sapere
del vostro parere.
Ah, mi sento piuttosto amareggiata per non aver ancora risposto a
nessuna delle ultime recensioni: tengo davvero, davvero tanto
a ognuna delle mie amiche, però mi sembra più
crudele
scrivervi mentre ho la testa all'aria o sono di fretta piuttosto che
aspettare di avere un momento tutto per me per poter ridere, allegrarmi
e addolcirmi (mi sciolgo come caramello fuso in pratica ahahahahah)
delle vostre parole.
Chiunque stia leggendo ora questo angolino, grazie, grazie di cuore
della pazienza, l'attenzione e l'interesse.
...E anche dell'umana comprensione x)!
Buona lettura
Scioccata dalle rivelazioni fatte da Yuma,
cioè, Orso..ah no, Edgar; la mente della giovane
Yui annaspa come un esploratore caduto
in un torrente
impetuoso, in
cerca di un aggrappo, un filo logico nell'intreccio di ramoscelli: si
immagina proiettata nella camera da letto di Shu, mentre gli chiede di
sfogare le proprie inquietudini, che per troppo tempo sono rimaste
segregate nei suoi incubi, i ricordi distorti, a contornargli le
sofferte iridi cristalline, aleggiando sul suo viso in un'espressione
fredda, talvolta angustiata. Sapendo questo, la fanciulla
può
spiegarsi perché lui ami fare lunghi bagni, ammollato
nell'acqua
gelata, a detergere con metodo la sua cute già perfetta, ora
con
il pollice in piccoli movimenti circolari, un'altra volta sfregandovi
l'accappatoio bianco con lentezza calcolata, quasi si tratti di
sporcizia difficile
da svellere;
ecco come mai il vampiro non osa avvicinarsi al fuoco, che sia lo
scoppiettio nel camino o la fiammella sotto una pentola, e se ne
allontani con un brontolio sommesso o cadendo in apparente stato
comatoso sul divano poco più distante.
Tutti quegli
atteggiamenti, sguardi, parole, delineano il profilo di un vampiro
pigro, insensibile, schivo.
Yui,
però, ora ha compreso che quel "tutto"
costruisce solo una maschera.
***
-Io..Io
credo di dover andare adesso-. Balbetta la ragazza, mordendosi un
labbro screpolato, mentre armeggia per togliersi le cinture di
sicurezza con mani tremanti. I suoi occhi palpitanti di paura sono
già guizzati allo sportello, sicché percepisce
l'ilarità di Yuma udendo
la risata, con ogni probabilità di scherno, che gli
gorgoglia in gola.
Nel momento esatto in cui il suo polso centra il tasto automatico che
le blocca la cinghia nera sul torace, una mano le si insinua sotto il
mento e lo afferra, costringendola a rivolgere lo sguardo a
due iridi ambra scintillanti di malizia.
-Grazie per la
chiaccherata,
zuccherino. Ora va, e
riferisci-. Le sussurra il vampiro castano, ammiccandole.
Quell'occhiolino annichilisce all'istante il sentimento di paura: Yui
si divincola dalla presa con sdegno, fa riavvolgere la cintura di
scatto e si allunga ad aprire con impeto lo sportello, sbraitando: -Fermate la macchina!-.
Con prontezza sorprendente, le ruote della limousine nera stridono un
paio di secondi sull'asfalto, prima di inchiodare a ridosso del
marciapiede: la vampira vi pianta gli stivaletti con baldanza,
nonostante il brusco arresto della guida abbia invece calcato i Mukami
contro la parete opposta dell'abitacolo (sormontandola di
compiacimento).
Poi,
mentre
lei aguzza la vista per individuare la limousine bianca nei dintorni, Yuma, deciso fino alla fine a
prendersi gioco di lei,
è il primo a riassettarsi fra i vari grugniti, e
protendendosi
dall'apertura, comincia a dice:- Sono sicuro che ci rivedremo molto
presto. Già, sicuramente sarai proprio tu a...-. Ma non
riesce a
concludere la frase che, con uno sbuffo esasperato, Yui gli
sbatte lo
sportello in faccia.
***
Nell'esatto
istante in cui lei
è salita sulla limousine distante di lì qualche
centinaio di
metri, la vettura dei Mukami -in perfetto sincronismo- è
ripartita,
voltando con sinuosità alla prima svolta a destra del viale
alberato.
Dimodoché, accomodarsi su un sedile di pelle
bianca non l'ha mai fatta sentire così...risollevata: nella
rassicurante stretta tra le figure di Ayato e Subaru, la fanciulla si
bea del mescolio di profumi
che la circondano, e ammira in lontananza il familiare profilo della
villa Sakamaki, ascoltando pure con attenzione i discorsi dei sei
fratelli.
Appena
salita in auto,
però, le era stato impossibile distinguere subito le voci,
poiché i vampiri avevano avuto la bella idea di aggredirla tutti
nel medesimo
momento:
Reiji aveva subito preteso di farsi dire
minuziosamente degli interventi di Ruki; Raito chiese
con fare caustico se non l'avesse per caso tradito con uno dei Mukami;
Ayato si
limitò a ringhiare qualcosa riguardo una
punizione
(al che lei lo ignorò spudoratamente);
Kanato la rimbrottò a gran voce di aver spaventato a morte il suo Teddy,mentre
Subaru esigeva di accertarsi che non le avessero torto un capello.
E Shu
grugnì.
***
-Ora
vai e parli con lui-. Si ripete la
fanciulla,
per
la quinta volta,
all'atto di varcare l'ingresso della grande dimora, immersa nel buio
afoso di una notte d'estate. Affiancando le colonne in marmo
dell'entrata, il diretto
interessato intercetta per un momento il suo
sguardo concentrato, come
a captarne
le
intenzioni, al che la vocina dentro di lei le suggerisce: -No, mia cara, stai solo andando
in paranoia-, in tono vagamente
preoccupato.
Poco dopo, quando il vampiro è sul punto di slogarsi la mascella a
causa di uno sbadiglio,
Yui è lungi dal dubitare riguardo le sue
capacità intuitive.
-Non intendo ricevere altre spiacevoli
sorprese per questo giorno, quindi vorrei che stanotte uno di voi
badasse a far dormire Yui quanto più serenamente possibile, grazie-.
Prorompe dal nulla la richiesta di Reiji, cogliendo di sorpresa la
ragazza, tanto da farla vacillare vistosamente sulle scale. Stringendo
con forza il corrimano, lei lo guarda di traverso, consapevole che sta ridendo alle
sue spalle,
mentre gli altri fratelli si scambiano un'occhiata equivoca. Yui
è lì per lì di rimbeccare il
secondogenito
acidamente, quando l'apparizione della languida mano di
Raito su una sua spalla la induce a fare solo un sospiro. -Ahh, Bicchi-chan, io e
te dobbiamo fare un discorsetto!-. Esclama il vampiro, in tono
canzonatorio e allo stesso tempo
puntiglioso,
agitando un indice per aria. Udendo quel soprannome, la giovane si
trattiene dal spintonarlo via; lui, forse sollevato dal fatto di non
essersi ancora ritrovato oltre
il corrimano, azzarda a soggiungere: -Sentito, fratello?
Me ne occupo io stanotte-.
A quel punto, nella penombra del corridoio del primo piano, gli occhi -inconfondibili- di
Ayato volgono lentamente su Raito, con un luccicchio ferino.
Allora, lanciando ad Ayato uno sguardo apprensivo, Yui scansa via il
corpo del briccone,
e dice d'impulso:
-Non ce n'è bisogno! Vorrei,
infatti, dormire in camera con Shu..-, però, vedendo il modo
in
cui sobbalza il vampiro
chiamato in causa, si affretta ad aggiungere: -Sempre, ehm, se non ci
sono problemi-.
La sua presa di
posizione attira subitaneamente Reiji, che la osserva con
una punta di curiosità; Ayato spalanca la bocca, con fare scioccato; Subaru
arrossisce lievemente di...gelosia?
Kanato e Raito erompono in una risata, sinceramente stupiti. Shu,
invece,
si passa una mano tra i capelli, imprecando sottovoce qualcosa a
proposito del pudore.
-No, Yui, ovviamente
non c'è nessun problema. Anzi, ti ringrazio della collaborazione.-.
Risponde Reiji, mellifluo,
e rivolge a suo fratello maggiore un sorriso assassino. A quel
punto la fanciulla si torce le mani,
piccata dell'atteggiamento del vampiro, anche se Shu
-messo,in un certo senso, con le spalle al muro- tergiversa
sulla chiara
provocazione e si limita ad dire: -Come volete voi. Prenda le sue cose
e venga da me-.
Yui non fa in tempo ad intercettare il suo sguardo che lui si dilegua
dalla loro vista, lasciando dietro di sé solo il rumore di
un
battente chiuso.
Piombati nel silenzio, i restanti fratelli la fissano più o
meno con curiosità, ma
non osano asserire altro (almeno
per il momento),
e c'è chi si congeda con una scrollata di spalle, chi
sorridendo in modo perverso, o gettandole un'occhiata circospetta.
Alla fine, resta solo Ayato in piedi nel corridoio, con il viso che
pare scolpito nella pietra, tanto è la durezza e
l'impassibilità della sua espressione.
-Mi dispiace, Ayato-kun,
ma ora devo andare da lui.-. Pensa la fanciulla, cercando
di comunicargli con lo sguardo la sua costernazione.
Non può sapere se lui l'abbia capito o meno, ma gli volta
comunque le spalle, e si dirige con foga verso la camera di Shu.
***
-Ho
intravisto una nuova consapevolezza nei tuoi occhi. Sei qui per questo
motivo, vero?-.
Le parole del
biondo vampiro la spiazzano: è seduto a
cavalcioni
sul suo letto sfatto, con le spalle cadenti rivolte verso l'uscio,
dove
Yui si è immobilizzata, con ancora una mano stretta alla
maniglia
della porta.
-Shu-kun...-.
Mormora, confusa, contemplando l'armonia delicata del suo
collo
marmoreo, le braccia lunghe, il busto slanciato.
D'un tratto,
nella sua
testa tutto quello che intendeva chiedergli è cascato
giù
come un castello di carte al primo spiffero di vento.
-Sai quanto mi
infastidisce chi osa disturbare il mio sonno, Yui.
Avanti, eri venuta solo per provocarmi?-. Insiste lui, in una sorta di
velata minaccia, torcendo lentamente il capo a squadrarla con occhi
tediosi. La fanciulla allora, sorprendendosi ad arrossire, replica con
cautezza: -I Mukami mi hanno raccontato del loro passato e...-.
Il petto del
vampiro è scosso da un pesante sospiro, che le
inibisce all'istante la capacità di articolare le parole.
Così, frustrata dalla piega che sta prendendo la situazione,
la giovane è in procinto di girare la maniglia e andarsene,
mentre affiora in lei un pensiero opprimente: forse,
non vuole condividere con
lei il suo passato doloroso. -O, magari, tu vuoi costringerlo a
rammentare qualcosa che lui preferirebbe dimenticare-. Infierisce
con crudezza la vocina nella sua testa.
-...Niente, sono
stata indiscreta, scusami Shu. Oyasumi
nasai-.
Il suo amaro
saluto di congedo è seguito da uno sbuffo
(esacerbato?) del vampiro, il quale si materializza di colpo al suo
fianco e le trattiene la mano dallo schiudere la porta.
E' freddissimo.
Ma le iridi azzurre brillano in modo strabiliante.
-Ho
sempre apprezzato la
tua innocenza.-.
Le sussurra, sfiorandole dolcemente una gote con il polpastrello, che
si incendia sotto il suo tocco.
Gli occhi ora
paiono zaffiri
fusi.
-Cosa ti hanno
detto di me?-. Domanda, quasi febbrile, e prima
che lei possa in alcun modo reagire, si ritrova distesa sul letto del
vampiro, un fianco cinto dalle dita affusolate di lui che,
puntellandosi su un gomito, la fissa dall'alto intensamente.
Lo sguardo rivela
una sfumatura d'emozione differente per ogni sua
sfaccettatura.
Così, la vista di quel viso le satura il cervello,
facendole risultare difficile
parlare.
-Io...cioè,
ho parlato anche con..Yuma e..-. Al pronunciare
quel nome, Shu si ritrae di colpo, borbottando un'imprecazione tra i
denti.
Yui percepisce
all'istante una fitta al petto, cosicché si
poggia sui gomiti, per riavvicinare il viso al suo. Poi,
però, vedendo che lui non reagiva -se non passandosi una
mano tra i capelli arruffati-, esclama d'impeto, più
incredula che altro: -Mi ha detto di essere Edgar!
Il tuo amico
d'infanzia, è così?
E'...è vivo Shu, dice di non essere morto nell'incendio!-.
Lasciandole
appena il tempo di finire di parlare, il vampiro le tappa
la bocca con un palmo della mano,
sibilando: -Come
ha osato metterti in mezzo a questa storia?-, rivolto
più a sé stesso. Vedendolo adirato, la fanciulla
si maledice per aver fatto,
in fin dei conti,
esattamente
ciò che le aveva imposto Yuma nella limousine.
Forse resosi
improvvisamente conto del gesto veemente compiuto, Shu
discosta la mano dalla sua bocca, ma dardeggia la ragazza con
un'occhiata vagamente irritata, quando gli domanda: -Ma di quale
incendio parlava?-, senza che riesca a tenere a freno l'inopportuna
curiosità.
-Ah!
Intendeva
l'incendio che io appiccai al villaggio del piccolo Edgar. Pittoresco,
non c'è che dire. In quel bel pomeriggio d'estate, senza
dubbio tu e lui vi stavate divertendo nel bosco limitrofe, non
è così? Rimane un peccato che i genitori siano
soffocati nel fumo, mentre Edgar ne è uscito miracolosamente
salvo. Oh, ma tu non potevi saperlo questo, Shu. Già,
è stato appagante dannarti l'anima per tutti questi
decenni.-.
Né
Yui né Shu hanno sentito arrivare
Reiji-sama.
Neanche quando
quest'ultimo ha spalancato l'uscio della stanza,
accostandosi alla parete monocromatica in una posa tracotante.
Tantomeno nel
momento in cui ha sorriso e si è preparato ad
esporre il suo monologo, frutto di anni di ripensamenti e correzioni.
Né
l'una né l'altro l'hanno visto
veramente,
finché il primogenito non ha asserito: -Yui, potresti uscire
un attimo?-.
Post
Scriptum:
Un paio di giorni fa,
la mia carissima cristie13
mi ha fatto presente una cosa che ha lasciato entrambe -e lascia
tutt'ora-, piuttosto amareggiate e risentite.
Lei ha visto sul famoso e sicuramente a voi noto sito di Wattpad,
che un certo user di nome Auri64
(al diavolo la discrezione) ha pubblicato come sue
storie e "a sua inventiva" proprio
Il Risveglio e Il Capo dei Vampiri,
di cui, come è ovvio che sappiate, sono io
l'autrice!
Non ho
ancora ben capito come abbia fatto, e
osato sopratutto,
questa ragazza (ironia della sorte, il suo profilo Facebook
è facilmente rintracciabile) a trovare la mia pagina su EFP
e scopiazzare i miei lavori. Spero che tutti
voi conveniate con me che si tratta di un atto ingiusto e disonesto
verso un qualsivoglia scrittore che crede in ciò che esprime
con le sue parole e si vede d'improvviso rubare tutto da qualcun'altro.
Peraltro nel mio caso c'è la beffa oltre il danno,
perché ci sono molti lettori di Wattpad che seguono le due
storie e le fanno pure i complimenti..!
Vi ho scritto
questo p.s come un sfogo ed anche un'avvertenza per chiunque non si
spiegasse nel vedere le mie storie pubblicate su Wattpad. Ho
già contattato gli amministratori del sito e spero che
risolvano presto il mio problema, altrimenti ho già pensato
di vedermela personalmente con quest'user.
La vostra ritardataria
cronica, astiosa e piccola scrittrice ora vi deve
lasciare, ma sappiate che desidera ogni altro modo di farsi rivedere
presto.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 23 *** Capitolo 22 ***
Capitolo 22
Angolo autrice:
Buondì! Sono lietissima di potervi dire che
la questione con la "tizia" di Wattpad si è risolta nel
migliore dei modi
(dal mio punto di vista, logicamente XD): le mie storie sono state
rimosse dal suo profilo, e, dai post degli altri user sulla
sua pagina, è saltato fuori che non era la prima volta che
"rubava" il lavoro di qualcun'altro! Comunque sia, possiamo considerare
chiuso il discorso u.u
Ringrazio tutte le mie amiche a profusione per la loro INUMANA
comprensione xD <3 e spero che gli ultimi capitoli vi stiano
coinvolgendo e che sia riuscita a chiarire tutti i "misteri" ruotanti
attorno alla trama principale.
Aggiungo che mi ha convinto l'idea appoggiata da molte di voi sullo
scrivere finali alternativi, però mi frulla in testa il
pensiero
di scriverne uno solo con determinati fratelli, non tutti. Cosa ne
dite? Sarei felice di sapere la vostra opinione :D
Ora vi lascio ad una buona lettura, che è incentrata
su...beh, lo
avrete intuito, no? ;)
-Finalmente-.
Reiji scruta
con un certo compiacimento la figura della giovane mentre si appresta a
lasciare la stanza, facendo ciondolare il capo, come attonita. Quando
arriva alla porta, egli vede che la sua esile mano esita un attimo
sulla maniglia, e la scorge mordicchiarsi violentemente il labbro
inferiore, forse per trattenersi dal dire qualcosa, o perché
cerca di mantenere il contegno
morale di fronte a quella che è
una
situazione destinata a degenerare in un affronto.
Se n'è capacitata ora come lui stesso ha fatto molto
tempo addietro -precisamente, dal momento in cui il primo fil di fumo
si è sollevato dal mucchio di balle di fieno nella fattoria
del
villaggio-, ma i suoi conti
in sospeso con il fratello non la riguardano, tantomeno
Reiji è restio dall'ammettere che anela da
innumerevoli decenni di poter approntare un confronto -non
necessariamente diplomatico-
con uno Shu dalla parvenza tanto...infervorata.
Sicché, non appena Yui si dilegua oltre l'uscio con aria
tremante, il secondogenito si sfila lentamente i guanti bianchi,
fissando con le sue vivide iridi bordeaux il fratello, il quale
ricambia con
uno sguardo turbolento,
una mano avviluppata tra le ciocche bionde
della sua chioma.
-Mi sono sempre chiesto perché siamo così
differenti...Anche se siamo fratelli e condividiamo lo stesso sangue-.
Esordisce Reiji, lasciando cadere i suoi guanti inamidati sul
pavimento. Il primogenito si limita a guardarlo di traverso.
-Lo pensi anche tu, vero? Anche tu ti sei sempre chiesto se siamo
veramente fratelli, non è così?-. Insiste
l'altro, con
voce dall'intonazione già più dura rispetto a
poco prima,
al che, in qualche modo, Shu riesce a raggelare l'aria intorno a loro
con il solo gesto di incrociare le
braccia al petto.
Le tempie del fratello iniziano a pulsare, prima che scatti:- Sei
davvero senza speranze! Fuggi via così, da tutto. Anche se
ti
accorgi che qualcosa potrebbe
accadere alle cose che ami, tu fai finta di non notarlo. Ma
c'è
qualcosa di unico qui. Qualcosa di insostituibile che non
può
essere riportato indietro-.
All'udire quelle parole, il biondo, evidentemente punto sul vivo,
gli domanda con veemenza:- Cosa stai cercando di dire?-.
Allora, in un atto di chiara provocazione, Reiji si lascia andare ad un
sogghigno, mentre lui, con
aria sempre più scossa, ripete:
- Ti sto facendo una domanda. Cosa stai cercando di
dire?-.
Improvvisamente, come
due magneti vicini, inesorabilmente attratti a vicenda, i
fratelli si trovano dirimpetto, mentre
l'intensità dei loro sguardi lotta per prevaricare: da una parte, iridi
pure e cristalline, divorate dalle fiamme del tormento; per contro,
occhi rosso vermiglio, ottenebrati dalla resipiscenza.
...Ma sono concepiti per
annullarsi a vicenda.
-Non capisci? Anche quando le cose che ami sono perdute,
portate
via, ti comporti sempre come se comprendessi la situazione. Quello che
sto dicendo
è che ti odio
per questa ragione.-.
Finito di sibilare, i
capelli
plumbei del vampiro gli ricadono sulla fronte come siano imperlati di
sudore, tale è lo sforzo che sta impiegando per mantenere un briciolo di autocontrollo.
Ma il primogenito non reagisce come
lui si aspetta. Infatti, in modo del tutto freddo e distaccato, Shu
replica:- Sei tu che l'hai causato.-.
Dopo di questo, Reiji, sormontato dall'ira repressa nel corso di
numerosi anni d'attesa, scaglia via i propri occhiali, con
tale ferocia da far sussultare -seppur in modo appena percepibile- il
fratello.
-Ecco, stai
commettendo lo stesso errore! Nonostante dentro di te, tu, tu
devi odiarmi fino al
punto da volermi uccidere, ora fai finta che
nulla sia successo!-. Ringhia, puntandogli l'indice e il medio destro
contro lo sterno.
E' in quel momento che le iridi di Shu si iniettano di pura virulenza: una
furia capace di spazzare
via l'espressione risoluta dal volto del secondogenito, il
quale non riesce a fare a meno di indietreggiare sotto quello sguardo.
-Stai osando incolparmi?
Sfogare il tuo odio per...cosa?
Sei stato tu
ad appiccare l'incendio,
tu mi hai separato dal mio unico, vero amico, e sei sempre stato tu a
farmi credere per tutti. Questi. Anni. Che lui fosse morto. Facendomi
arrivare a pensare che se
ne fosse andato per
colpa mia.-.
Il ruggito del biondo vampiro è seguito da un sonoro
schiaffo,
che allontana le due dita di Reiji dal suo petto marmoreo. Mentre il
fratello si guarda la mano arrossata dal colpo vagamente incredulo, lui
soggiunge: -Prima che decida di ucciderti definitivamente, ti
conviene spiegarmi cosa ti avrei fatto io per meritarmi tutto questo.-,
in tono e sguardo taglienti come la lama di un'assassino. Nell'arco di
qualche secondo, però, Reiji tenta solo di ingoiare il
groppo
amaro che gli intasa la gola, sicché il primogenito incide
nella
sua direzione, trasudando una violenza che l'altro non ha mai creduto possibile
manifestarsi in lui.
-D'accordo, allora.-, asserisce Shu, con iridi innaturalmente rilucenti
del colore della notte, -ora trafiggerò il tuo cuore con la
stessa spada che in
passato puntavo contro di te per gioco, e la medesima
crudeltà che
tu hai usato contro di me per tutto questo tempo.-.
Conclude poi, con freddezza spietata. Al che, ferito nel profondo dalle sole
parole, il fratello si sporge in avanti, nell'intento di
afferrargli convulsamente un lembo di vestito, riesumato il coraggio di dirgli
la vile verità,
ma è troppo tardi: Shu si è teletrasportato in
una
frazione di secondo dall'altra parte della stanza, di fronte alla
parete -dalla chiara tonalità di giallo- dove sono affisse due spade,
con la loro lunga lama in acciaio ben levigata, l'impugnatura solida e
finemente lavorata e i due pomoli foggiati nell'argento,
i quali consentono di distinguere un'arma bianca dall'altra: in un
pomolo è incastonato uno zaffiro, nell'altro
un rubino;
le gemme preziose simboleggiano l'appartenza dei due cimeli
rispettivamente a lui e
Reiji.
-Le regole sono cambiate ora.-. Proferisce il biondo, apatico, e,
fissando gli occhi inquietanti sul fratello, solleva una mano ad
impugnare l'elsa della propria spada.
-Aspetta, Shu! Ora ti dirò la verità!-. Erompe il
vampiro con foga, ricambiando il suo sguardo con un misto di
circospezione e
sconcerto.
Dopo quello che pare un attimo infinito di silenzio, il primogenito
inclina di lato il capo e, facendo roteare la sua arma con la mano
destra, sbraita: -Ora
io sono stanco di sentirti parlare!-.
Però, nel momento in cui si prepara ad attaccare -emettendo
un
grido beduino-, la sua mano sinistra scatta verso l'impugnatura
dell'altra
spada, la estrae dai supporti alla parete, e, sorprendentemente, la sbalestra in direzione del
secondogenito.
A quel punto, se Reiji non avesse avuto i riflessi abbastanza pronti
-nonostante lo sgomento- dall'afferrare al volo il proprio cimelio,
probabilmente sarebbe stato già trapassato dalla lama del
fratello: egli infatti, subito dopo aver compiuto quel gesto, si
lancia su di lui, brandendo l'arma al fine di infilzargli il torace, ma
la sua altrettanta perizia gli
permette di parare il colpo, in un clangore di metallo e
scintille. Subitaneamente, le iridi di Shu si schiariscono, mentre
osserva con irreale pacatezza: -Come
da piccoli, neh?
Noto che, malgrado io sia sempre stato più bravo di te, te
la
cavi ancora bene nella scherma-, dopo di che aggira il fratello con
l'accenno di un sorriso, mantenendo la punta della spada proiettata
contro di lui.
Reiji affetta a sua volta un sorriso arrogante, malcelando l'ansia che
l'ha assalito, e decide di assecondare i passi dell'altro, maneggiando
l'arma con la giusta disciplina da
sembrare inoffensivo. -Non ti avrei
mai creduto un vampiro sentimentale.
Comunque sia, intendo placare il tuo
tormento interiore-. Replica, ostentando sarcasmo.
Shu però non
sembra apprezzare quell'uscita, poiché
-portando le labbra a formare una linea dura- fende all'istante l'aria
con la sua lama luccicante, mancando
di poco la clavicola destra del fratello, il quale
è arretrato prontamente.
Non senza impallidire in
volto.
-Il mio tormento interiore? Tsk, sei davvero un bastardo, Reiji-sama.-.
Lo rimbecca il primogenito, con tono di voce sospeso tra l'acredine e
lo scherno. Poi abbassa la punta della spada ad incidere un cerchio
immaginario nel pavimento in lineoum, studiando l'altro con sguardo
stralunato ed...instabile,
facendogli risalire la bile amara in gola.
-Avanti, Shu, in fondo è così che reagisci ogni
volta, no? Segreghi il tuo dolore e i rimpianti in gesti insofferenti e
negli incubi notturni. Ad essere franco, non sono il tipo di reazioni
che...-.
Il monologo del vampiro, al
limite del sardonico, viene troncato dal guizzo dell'arma
in mano a Shu, che lo imbrocca in faccia, tagliandogli per lungo la
gote destra finché lui -grugnendo rudemente- non schianta la
propria lama contro la sua, facendo indietreggiare entrambi in una
pioggia di sangue e minuscoli frammenti d'acciaio.
-Incosciente quale sei! Non hai mai capito che io mi sono comportato
come un burattino
nelle mani di Beatrix e
Cordelia?!-.
Urla Reiji, iniziando a
dar voce alla sua più denigrante consapevolezza,
smosso dalla collera di percepire il sangue affiorare copiosamente
dalla ferita alla guancia.
-Cosa?-. Mormora a quel punto il fratello, con voce spezzata. Il
cimelio gli scivola dalla mano, fino ad un attimo prima stretta al
punto da rendere la nocca bianca dallo sforzo, abbattendosi in modo
fragoroso sul pavimento ai suoi piedi, mentre lo sguardo si fa assente.
Il secondogenito allora approfitta di
non provare la frustrante sensazione d'essere osservato
per proseguire: -Dovresti sapere meglio di me quanto Cordelia si fosse
inimicata nostra madre, perché gelosa che
Beatrix avesse partorito te,
il primo figlio fra tutti- fa una pausa, intrisa di innegabile rancore, -Mentre
tu non tolleravi tutte le restrinzioni, ed attenzioni
ricevute, io...io avrei solo voluto sentirmi meno negletto da parte
di nostra madre. Questa è stata la causa che mi ha portato
a...distruggere nelle fiamme ciò che più ti era
caro. Pensavo di riuscire a...impressionare
Beatrix.-. Confessa, scagionandosi con
difficoltà dalla
riluttanza.
A quel punto, il modo in cui lo guarda Shu lo induce d'istinto ad
abbandonare la presa sulla propria arma, la quale si infrange a sua
volta contro il lineoum, irradiandolo delle schegge di luce provenienti
dal rubino incastonato, che riflette la luce dell'elegante lampadario
pendente dal soffitto.
-Sì, il mio egocentrismo voleva che io la impressionassi in
questo modo-. Ammette stancamente il vampiro, -Ma non è
servito a niente. Io stesso ho assunto un cacciatore
affinché la uccidesse, e poi ognuno si è recluso
nel proprio isolamento di odio reciproco.-, aggiunge, sospirando.
***
Trascorrono molti minuti
prima che Shu reagisca: quando lo fa, egli si china ad afferrare la
propria spada, si raddrizza in silenzio, punta l'arma in direzione di
Reiji, avanza, non si immobilizza finché la punta
della lama non gli punga il pomo d'adamo; lui non fiata né
batte ciglio: resta lì, perdendosi nei due abissi incavati
negli occhi che lo scandagliano da pochi centimetri di distanza,
in attesa del verdetto.
Che pare essere
quello di recidergli la gola, finché il primogenito non
proferisce: -Ti perdono-.
Allorché
il secondogenito replica, con un sorriso indecifrabile: -Allora ti andrebbe un buon
tè?-.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 24 *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24
Angolo autrice:
Sono tornata!!! :D Perdonate i miei continui ed immancabili ritardi
T-T, ma *rullo di tamburi*, la scuola è agli sgoccioli
(mancano
quasi due mesi, eh, però io sono mooolto ottimista) e non
posso
permettermi il lusso di tralasciare più di tanto lo studio...
Vi confesso anche che la mia buon, cara, vecchia Playstation esercita
su di me una sorta di richiamo ("piiiiiccola sttttuuuupidaaa, giooooca
con meeee" e sussurri simili XD) ogni qual volta rimetto piede
in
casa. Arduo resisterle.
Nonostante tutto, comunque, in questi giorni sono di buon umore e spero
lo siate pure voi =D Se invece vi sentite giù di morale, ci
pensano qui i nostri vampiretti a farvi spuntare un bel sorriso xD
Ah, vi avverto che da questo capitolo apparirà chiaro
l'avvio del grande finale! c.c
Vi auguro buona lettura e recapito un abbraccio fortissimo a tutte le
mie amiche<3.
-Ora basta, io vado a
vedere!-.
L'esclamazione esasperata della giovane Yui provoca lo sbuffo unisono
dei quattro vampiri radunati con lei nella sala da pranzo,
i quali, dal momento in cui si è chiusa alle spalle la porta
della camera di Shu, l'hanno dovuta seguire con lo sguardo nell'atto di
torturarsi le labbra coi suoi denti bianchissimi e letali.
Raito, probabilmente innervosito dallo scorgere la sua figura scossa da
brividi continui, le ha persino preparato una tazza di camomilla
(inzeppando la cucina di mestoli, pentole e ramaioli), ma l'unica
utilità di quest'ultima è sembrata essere quella
di usare
il bordo del piccolo recipiente -inumidito dall'esalazioni della tisana
scottante- come mezzo di ricreo per i suoi polpastrelli.
Non che i fratelli non siano preoccupati della sorte di
quell'affronto, in un certo grado improvvisato
perfino per un individuo come Reiji,
ma preferiscono ostentare placidità piuttosto che sfidare la bravura
dei due nella scherma.
Un piccolo dettaglio di cui Yui non è a conoscenza.
-Ah, per favore Yui-chan, non fare così...!-. Interviene
allora
Raito, strascicando le parole con ilarità parvente, e si
materializza dietro di lei, soffocandola
in un abbraccio che la immobilizza alla sedia su cui si è
sistemata. -Raito-kun, lasciami! Sono preoccupata, devo andare a
vedere!-. Replica la fanciulla, tentando di divincolarsi dalla presa espansiva del
vampiro come una forsennata, mentre gli spettatori ivi
presenti si concedono una sghignazzata.
La prorompenza di quelle voci cristalline la fa illividire di rabbia,
portandola a compiere uno scatto fluido ed inatteso per liberarsi dall'importunatore: nell'arco
di qualche secondo, spinge con forza la sedia a ritroso, afferra lo
schienale con le mani, flette le gambe al petto, caprioleggia in aria,
si addossa alle spalle di Raito, scende.
La ragazza aspetta che lui abbia il riflesso di voltarsi nella sua
direzione per ammiccargli, cosa che, a giudicare dalle pupille dilatate
e il pesante sospiro, sembra conturbarlo
profondamente.
Gli altri vampiri, d'altro canto, registrano
la scena con un centesimo di ritardo, sicché la giovane sta
già oltrepassando la soglia della sala quando la puntano con
occhi strabuzzati ed increduli.
Fuori dalla loro portata, Yui è sormontata da rinnovata
ansia e
si dirige con foga in direzione della camera di Shu, dal cui uscio
chiuso spira
un silenzio che l'allarma più di quanto avrebbe fatto
sentire l'eco di urti,
schianti e gridi.
Percorrendo il corridoio fatidico,
ella richiama alla mente, quasi d'impulso, tutte le manifestazioni di
risentimento reciproco tra i due fratelli, che, nel corso della sua
lunga permanenza alla villa, ha intravisto, carpito, udito: ognuna
delle occhiate di traverso, il piglio crudele delle labbra o le
sopracciglia, l'espressioni insofferenti del viso, le risate taglienti,
la durezza della postura.
Yui riesce a sottrarsi dal turbine di quei criptici ricordi
poiché alle sue spalle iniziano a ticchettare sul pavimento
pregiato altri passi,
i quali identificano l'andatura incerta di Kanato, l'incidere di
Subaru, la marcia di Ayato e il movimento strascicato di Raito.
Mentre si accosta alla porta della camera del primogenito, lei non si
volta, né loro cercano di fermarla: in
quell'istante, sono
solo falene attratte dalle fiamme che arroventano in una lampada d'oro.
All'improvviso, però, la maniglia si gira
dall'interno
-al che la fanciulla arretra con un misto di sorpresa e timore-, e di
lì a poco tempo sul corridoio si affacciano Shu e Reiji, i lineamenti
dispiegati in un sorriso
rilassato,
un braccio cinto l'uno intorno alle spalle dell'altro
e una mano che impugna
mollemente la spada rilucente di blu zaffiro e quella di rosso rubino.
Nonostante
Yui e gli altri fratelli (ma soprattutto lei!) appaiano sconvolti,
i due sembrano essere
perfettamente a loro agio, tanto che Reiji ha l'ardire di chiedere,
con naturalezza:
-Bene, bene, volevate unirvi a noi per la pausa del tè?-.
La prima reazione a quella scena assurda
è la risata -al limite con l'isteria-
di Ayato, che arriva a piegarsi letteralmente in due, strizzando gli
occhi lucidi di lacrime intrise d'ilarità. Poi, nello stesso
tempo in cui Yui si fa da parte e fissa alternativamente i sei
vampiri a bocca aperta, inebetita,
Kanato tende il suo inseparabile peluche davanti a sé,
nascondendoci dietro la testa come a voler dire: -Questo è troppo-;
Subaru inizia a grattarsi nervosamente il collo con la mancina, dando
l'impressione -le guance velate da un lieve rossore- di essere a
disagio; Raito si calca il cappello sui capelli scompigliati, esibendo
un sorrisetto indecifrabile.
-Una pausa per il
tè?
Si può sapere cosa è successo lì
dentro?-. Domanda
Ayato in modo sguaiato, non riuscendo ancora a credere a ciò
che
vede: Shu e Reiji?
L'uno accanto all'altro? Quasi abbracciati?.. A prendere del
tè insieme?!
Effettivamente, se la fanciulla è scioccata dal
fatto di averli entrambi ancora
integri,
nonostante brandiscano due
lunghe lame aguzze, gli altri quattro, piuttosto, non si
capacitano che i due possano ritornare a rapportarsi da fratelli, come ai
vecchi, vecchissimi tempi,
dopo tutte l'incomprensioni avute.
Su questo ci avrebbero ragionato in seguito, quando ormai Shu e Reiji
si cimentavano in periodiche partite agli scacchi, e prendevano
giornalmente il tè insieme nello studio del secondogenito,
dimodoché Subaru avrebbe osservato, ricevendo l'unanime
consenso
da parte della combriccola,
: -Probabilmente erano stanchi di convivere con quella situazione-.
Comunque sia, Shu piega le labbra in un sorriso
insospettabilmente
malizioso, prima di asserire: -Reiji ha pagato molto caro il mio
perdono-, rigirandosi fra le dita, con aria compiaciuta, l'elsa
della sua spada.
Solo e soltanto allora Yui nota la scheggiatura del filo destro e
sinistro delle rispettive spade, poi le macchie di sangue rappreso sui
loro abiti, ed infine, lo
squarcio carnoso sulla guancia di Reiji. Metabolizzati
quei dettagli quanto mai evidenti
(come hanno fatto a non notarli prima?!),
la ragazza sussulta vistosamente e, coprendosi la bocca spalancata con
il dorso di una mano, si catapulta al fianco di Reiji ed esamina la
gote ferita con occhi inorriditi, chiedendo con voce stridula: -Cosa
avete fatto?-.
La sua apprensione è presto liquidata da un gesto sbrigativo
del vampiro occhialuto, che ribatte, in tono vagamente affettuoso, :
-Era necessario.
Posso occuparmene dopo, ora ho bisogno di qualcosa di dissetante.-.
Ma l'intransigenza
della fanciulla, per una volta, non lascia scampo: difatti, frattanto
che Ayato e Kanato riassettano la cucina
(per non beccarsi mestolate in testa, causa disordine,
da lei in persona), Raito e Subaru apparecchiano in sala da pranzo (non
senza sbuffare o imprecare a mezza voce per il mancato trovamento del
cassetto delle posate) e Shu prepara il tè, Yui si dedica a
Reiji, placcandolo
nel bagno per più di mezz'ora, al fine di disinfettargli e
medicare la ferita.
Poi, quando le sembra che la guancia del vampiro sia incerottata nella giusta misura,
insieme raggiungono il tavolo allestito dagli altri per la pausa del
tè e, superato con successo l'esame dello sguardo critico della
fanciulla, i commensali iniziano a rilassarsi, bere, spiluccare
qualcosa, ridere, chiaccherare, ma soprattutto, felicitarsi di Shu e Reiji.
***
La lettera arriva nel bel
mezzo dei festeggiamenti: nel secondo esatto in cui l'orologio a
pendolo risuona nella villa lo scoccare delle otto di sera, gli immensi
portoni dell'entrata vengono percossi da un toc
toc rimbombante
e minaccioso.
I vampiri
percepiscono nello stesso istante un'ondata
d'inquietudine riversarsi tra le pareti della sala da pranzo, dove sono
rimasti riuniti, e che sbatacchia via l'atmosfera giuliva.
Dopo essersi
tutti guardati dritto negli occhi per un momento
interminabile, il silenzio, carico di aspettativa, è
spezzato
dalla voce, stranamente roca, di Subaru, che dice: -Continuate pure,
vado a vedere io.-.
Nessuno osa
intercedere alle sue parole, vuoi per indifferenza o pura e
semplice voglia di continuare a divertirsi, tant'è che
l'albino
lascia la sala, mentre Ayato sposta con svogliatezza una
pietra
nera sul tabellone di gioco del go, sotto lo sguardo d'un
tratto pensieroso di Raito; Yui, insieme agli altri, malcelano il
nervosismo improvviso.
Scendendo le
scale principali, Subaru si sorprende di avere la pelle
accaponata, ma non pensa niente per dissimulare la propria agitazione.
Allora, accostandosi ai battenti chiusi, acuisce l'udito ed inspira
profondamente, come nella speranza di identificare l'intruso
aldilà dell'uscio, ma l'unico suono captato è
delle
folate di vento che sferzano le solide pareti della villa, e il solo
odore percepito quello di un temporale imminente.
Così,
sbuffando d'irritazione, il vampiro si decide a spalancare
il portone sinistro: nel cielo plumbeo si ravvisano nuvole cariche di
pioggia, ma non si scorge anima viva nelle sue vicinanze né
oltre l'imponente cancellata che attornia la villa.
Lui non si
spiegherà mai come il suo occhio si sia focalizzato,
di punto in bianco, su quella missiva color carbone, dall'incarto
spesso e prezioso, sigillata dalla ceralacca rosso sangue, collocata ad
una spanna dai suoi piedi.
Prima ancora di
chinarsi, allungare le dita incerte, stringendo nella mano quella
lettera dalle fattezze quasi... vellutate,
Subaru aveva già intuito il mittente, anche se non avrebbe
appuntato il suo nome, e come avesse scritto, con inchiostro dall'odore
pungente, poche parole in bella grafia, parole,
parole
di
morte.
Nonostante
questo, l'albino spezzò il sigillo, con occhi
vitrei, ed estrasse il foglio ocra di carta di canapa, rivelando al
debole bagliore della Luna piena, offuscata dalle nubi, la minaccia
vergata in nero, recitante: -E'
giunta la notte simbolica della morte di Eva. Decidete solo se
lasciarla uccidere nella vostra dimora, o nella nostra, ch'era anche la
dimora di vostro padre.-.
Proprio come temeva: i festeggiamenti erano finiti.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 25 *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25
Le
raffiche di vento
le sferzano il viso. Malgrado siano cariche di umidità,
però, le labbra di Yui stanno tremando visibilmente, accese
di
un violaceo innaturale.
Ha anche incominciato a piovere. Le nubi nere accumulate nel cielo
notturno sopra di lei scaricano grosse gocce d'acqua gelida e sporca,
con un intervallo irrealmente ampio tra l'una e l'altra: cade una
goccia, si ha l'impressione che rimanga isolata, poi, quando meno se lo
si aspetta, l'ennesimo rivolo ghiacciato si infiltra tra le ciocche di
capelli, o riga una guancia. Nel caso della giovane vampira, invece,
s'insinua nello scollo della blusa, percorrendole la schiena
indisturbato. A quell'algido contatto, la fanciulla si stringe ancor di
più nelle spalle, esalando un pesante sospiro che viene
prontamente sovrastato dall'eco di un tuono. Nonostante ciò,
ad
Ayato-kun non sfugge il suo sussulto improvviso, tant'è che
si
sfila il giubbino di pelle nera -il cui odore pungente le infonde un
poco di sicurezza- per adagiarlo sulle sue spalle esili, vuoi per
evitare che il nuovo capo regalatole da lui e gli altri vampiri si
inzuppi,
o semplicemente perché crede che lei stia rabbrividendo
davvero
per il freddo. Oppure, forse, preferisce fingere che sia
così e
approfittarne per tenerla stretta a lui. Piuttosto che mentirle
rassicurandola sul fatto che riusciranno
a venirne fuori incolumi da quel
castello, stagliato in tutta la sua imponenza proprio dinnanzi a loro.
A causa di una folata particolarmente forte, i biondi capelli di Yui si
inerpicano nell'aria tutt'intorno le sue gote pallide, mentre la notte
si illumina nuovamente di un bianco quasi accecante, e le nubi
temporalesce vengono trasportate dal vento in direzione delle torri in
pietra del castellaccio, quasi a voler ammonire del pericolo insito
aldilà del ponte elevatoio di legno massiccio.
Insieme a lei, anche gli altri fratelli rimangono ammutoliti in attesa
del fragore del secondo tuono, il segnale inequivocabile che
è
arrivato il momento di affrontare gli Tsukinami nella loro dimora.
***
Di
colpo, tutto è precipitato. Yui e gli altri fratelli lo
hanno
intuito da come i battenti dell'entrata si richiudevano, rimbombando in
modo violento, ed hanno avuto la certezza che qualcosa non andava
udendo lo scalpitio affrettato degli anfibi di Subaru sulle scale
principali, e l'eco dei suoi respiri incontrollati, benché
privi
di beneficio per i suoi polmoni atrofizzati da decenni.
Ma non hanno espresso se non un misto di sorpresa e
incredulità vedendo l'albino affacciarsi sul salone con la
faccia stravolta.
Hanno solo soffermato lo sguardo sulla sua mano sinistra, che stringeva la lettera, con
tale forza da apparire cianotica.
-E' arrivata questa-. Ha esordito il vampiro in tono
lugubre,
sollevando impercettibilmente la missiva nera in direzione dei
commensali, senza trovare le parole per aggiungere altro.
A quel punto nessuno ha osato fiatare né scomporsi, come se
farlo avrebbe irrimediabilmente spezzato il fragilissimo fil
d'equilibrio e tranquillità che avviluppava ancora
l'atmosfera
nella sala da pranzo, dimodoché sono stati gli occhi di Shu,
d'un tratto persi nel vuoto,
a spingere Reiji a domandare, a sua volta sconvolto: -Cosa
c'è scritto?-.
Senza farselo ripetere due volte, forse
per poter esternare il peso di quella consapevolezza,
Subaru ha predicato -in un ringhio soffocato-
il messaggio senza esitare, né storpiare le poche, concise
parole, poiché esse erano ormai incise indelebilmente nella
sua
memoria.
Metabolizzandolo, Shu ha subito chinato il capo, le spalle appesantite
dall'angoscia, e
il fratello Reiji gliele ha cinte, probabilmente perché
bisognoso a sua volta di un sostegno.
Poi, mentre Ayato e Raito sgomberavano il tavolo dai
giochi come due automi, Kanato fissava assente il suo pupazzo, e Yui tratteneva a stento le
lacrime. Di rassegnazione, rabbia, disperazione, dolore,
afflizione: chi l'ha osservata non avrebbe saputo affermarlo con
certezza.
Fatto sta che Subaru, ravviandosi con ferocia i capelli, ha chiesto a
denti stretti: -Qualsiasi decisione prendiamo, come facciamo ora a
comunicarli una risposta?-. A quel punto è stato Raito,
appoggiato a uno spigolo del tavolo, a proferire: -Non ho voglia che
si sparga altro sangue in questa casa, perciò troviamo
l'antica
dimora di
nostro padre ed uccidiamo i fratelli che gli sono rimasti in vita.-.
Il cinismo dei suoi pensieri, la crudezza dei suoi commenti,
l'intrinseca crudeltà delle sue azioni in quella nefasta
notte
di luna piena avrebbero impressionato gli altri più che in
qualunque altra occasione. Perché sarebbe stato l'unico a
non
farsi schiacciare dal peso del tormento, il terrore che tutto sarebbe
finito, lì,
con la loro morte.
Così, mentre negli altri germina lentamente quel pensiero,
sul
tavolo -proprio vicino la mano destra di Raito, che ne sta accarezzando
la superficie- si adagia un biglietto. Sempre di carta di canapa,
vergato in nero, ma
stavolta con i bordi frastagliati. Come se il mittente lo abbia
strappato dall'angolo di un foglio più grande, in fretta.
La grafia che vi appunta quell'indirizzo,
difatti, non ha più uno stile elegante, bensì
appare arcuata, in un certo senso graffiante.
Ma i vampiri sanno che
appartiene alla stessa mano di prima. Egli ha solo dovuto sbrigarsi per
non essere visto mentre schiudeva un poco i vetri della porta finestra
nella sala, facendo svolazzare il messaggio all'interno. Per poi
ritornare dal fratello, appollaiato sul tetto della villa. Era ragionevole
che i Sakamaki si sentissero osservati.
-...Vi conviene
presentarvi al nostro cospetto entro quando inizierà il
temporale.-.
La frase conclusiva del biglietto li ha spinti a mobilitarsi
d'impellenza. Subaru si è rimboccato le maniche della
maglietta
rosso cremisi, Kanato ha fatto dondolare per qualche secondo il
cavalluccio di legno nella sua camera, Yui ha indossato il nuovo
completo di vestiti, Reiji ha lucidato i suoi occhiali, Ayato ha
colpito con il palmo delle mani i battenti dell'entrata, Shu si
è sciacquato il viso, Raito ha tracannato un cicchetto
alcolico.
Infine hanno preso la limousine.
***
Il ponte
elevatoio viene abbassato con lentezza allucinante, come a voler
incitarli ad andarsene, finché
sono ancora in tempo.
I fratelli di Heinz non aspettano altro che poterli
massacrare alle spalle. Perciò i Sakamaki
attendono flemmaticamente, mentre il vento infuria e il temporale
imperversa. Devono
restare congiunti.
Soprattutto, difendere l'anello debole quanto prezioso di quella catena
di vampiri indrappellati, in fondo alla loro psiche, l'uno contro
l'altro.
Ma questo Yui l'ha inteso appieno. Quando il ponte ricade con un tonfo
ai suoi piedi, ella si sente avvivata dalla volontà di
compiere
il suo destino. Affinché
i discendenti cambino il mondo.
Ora più che mai, non può concedersi il lusso di
perire e abbandonare a sé stessi i suoi diabolici amanti.
Poiché, in verità, hanno bisogno di lei. La sua
figura
placherà nell'eternità i loro spiriti tormentati
e
turbati e addolorati dall'infanzia, qualsiasi sia il loro approccio.
Che lei ama, nel bene e nel male, in modo irragionevole e masochistico,
perché è Eva.
In quella nefasta notte di luna piena, sceglierà
-inconsciamente, d'istinto, liberalmente; chi può dirlo?- il
suo Adamo.
Può già percepire su di
sé gli sguardi
velatamente famelici di tutti i fratelli, compresi i Mukami.
Altresì loro pazientano di poter presentarsi al cospetto degli
Tsukinami, lo sa.
Finalmente, le grate in ferro si sollevano e
aprono il
passaggio: i presenti si avviano sul ponte in fila indiana, stando
attenti a non farsi bagnare dallo sciabordio
impetuoso dell'acqua
nel canale che circonda il castellaccio. Focalizzando l'attenzione al
riflesso della luna sulla superficie dell'acqua torbida, si figurano
nuotare tante piccole creature: come intuisce Subaru incontrando
più volte un paio di occhietti fluorescenti e sinistri, il
canale è infestato da pesci piranha. C'era da aspettarselo.
Passati al di sotto degli spunzoni acuminati delle grate, i vampiri
vengono inghiottiti dal buio. A rischiarare l'aria opprimente e stantia
è un'unica torcia fissata al muro in prossimità
di un
portone di legno, crivellato dalle tarme. La luce danza sulle spoglie
pareti di pietra scabra, dando l'impressione di essere entrati in una
vera e propria catacomba. L'unico suono percepibile è quello
del
maltempo sferzante e dei loro passi sul ristretto pavimento
cosparso di brecciolino. -Non vedo già l'ora di uscire da
questo
posto-. Grugnisce Subaru, al che si ode d'improvviso il rumore di come
qualcosa che si riavvolga, sicché l'attimo dopo le grate
ricadono drasticamente alle loro spalle, sbarrando la via d'uscita,
mentre il ponte elevatoio inizia a staccarsi da terra.
-Ah, allora
vuol dire che ci
sentono. Forse dovresti imparare a stare zitto-. Borbotta Ayato,
accostandosi con veemenza al portone in fondo alla stanza e
spalancandolo senza tante cerimonie.
Trovarsi proiettati direttamente nella sala del trono li
destabilizza.
Di fronte a loro si apre una stanza immensa, con pareti in pietra
dall'aspetto anch'esso ruvido che si allungano su entrambi i lati,
illuminate da numerose torce di ferro in alcuni punti divelto. Ai
quattro angoli si ergono le sculture di bronzo, perlopiù
arrugginito,
di antiche armature, poste vicino a delle porte identiche a quella da
cui sono entrati.
In corrispondenza del piedistallo sopraelevato in fondo alla sala, il
pavimento in granito è rivestito da un logoro tappeto rosso
esalante un odore pungente, metallico, stuzzicante, che i
vampiri non possono non riconoscere. L'odore del sangue,
che nutre, uccide, appaga,
li pervade, mentre i loro occhi concitati guizzano al piedistallo,
affiancato da due altissime vetrate, ove è collocato il
trono.
Lo schienale di velluto azzurro ormai stinto e sporco, i braccioli in
legno scuro sbeccato, le rifiniture d'oro di cui è rimasto
solo
qualche granello, da dove un tempo lontano e dimenticato presidiava
Karl Heinz.
Quella notte, nel bagliore di un lampo che attraversa le vetrate, i
Sakamaki discernono le figure di Carla e Shin, appoggiati ai lati del
trono, un'espressione strafottente dipinta in viso, le braccia conserte
e un piede contro un sostegno del seggio.
Sapevano di dover agire subito. Non potevano rischiare che i due nemici
sfoderassero le loro arti
oscure in alcun modo.
Per questo motivo, Yui e gli altri sei fratelli erano avanzati, pronti
ad attaccare. Nella speranza di mettere rapidamente fine alla
loro ignobile vita.
Ma non avevano messo in conto tutti i possibili pericoli, ed
imprevisti.
Mosso il primo, effimero passo in avanti, una piccola botola si
aprì sotto ognuno dei sei fratelli: senza avere neanche il
tempo di
formulare un qualsivoglia pensiero, i Sakamaki precipitarono nelle
prigioni sotterranee.
***
Subaru è davvero incazzato.
Non basta che è sottostato all'implicazioni della minaccia
degli Tsukinami per poterli fare
il culo una volta per tutta, ora si scopre pure che quel malato di suo padre
ha messo a punto delle trappole nella
sua stessa dimora,
e lui ne va di mezzo con la sua cara maglia, che ora è
imbrattata di sterco di topo e piscio. Ed hanno anche osato dividerlo
da Yui.
-Oh sì,
ora che torno in
superficie gliela faccio vedere io.-. Ringhia, senza
curarsi di tenere bassa la voce, intanto che ingoia la bile di paura
che tenta di risalirgli la gola.
Sta percorrendo un corridoio -talmente angusto che le pareti gli
sfiorano le spalle e la testa- buio e maleodorante, tant'è
che
prosegue quasi a tentoni, prendendo come punto di riferimento un fioco
guizzo di luce distinguibile in lontananza. Lo circonda un silenzio di
tomba, spezzato di tanto in tanto da uno squittio, scalpiccio o
scricchiolio a cui cerca di non badare. Dopotutto, anche se l'iracondia
brucia nelle vene, ha la pelle accapponata.
Man mano che si dirige verso la fonte di luce, inizia a scorgere i
contorni di quella che dovrebbe essere una scala a chiocciola.
-Ah! Pensavate di fermarmi così?-. Borbotta, stavolta a
mezza voce, ma alza il passo, rincuorato.
Ma anche questa volta ha parlato troppo presto: il guizzo luminoso si
spegne di colpo, gettandolo nelle tenebre.
Subaru rimane paralizzato, le tempie che pulsano furiosamente.
Ad un certo punto,
qualcosa gli alita sull'orecchio destro.
Lui rabbrividisce dalla testa ai piedi, poi inizia a correre.
Non avrebbe mai riuscito a capire cosa lo avesse aggredito
nell'oscurità del cunicolo, ma a giudicare dai graffi,
morsi,
tagli e bruciature rinvenuti sul torace, la schiena e la nuca quando
riuscì finalmente a prendere le scale a chiocciola, tra
gridi di
dolore e di terrore, non poté che trattarsi di un mostro
creato
dagli Tsukinami.
***
-Andrà tutto bene, Teddy.-.
Sussurra Kanato, condiscendente, al suo peluche, stritolandolo al petto
nonostante il tanfo che emani sia vomitevole. Durante la caduta gli
è scivolato di mano, per cui quando l'ha recuperato
-attanagliato dal panico-, l'ha trovato immerso in una pozza di feci ed
acqua sporca, ma non ha potuto far niente per la puzza se non strizzare
per bene il suo corpicino.
-Andrà tutto bene ho detto, tranquillizzati.-. Ripete il
vampiro, ora però scoccandogli un'occhiata irritata,
perché lo vede tremare violentemente fra le sue mani.
-Sì, sì, verranno a prenderci presto.-. Gli
risponde,
guardandosi furtivamente intorno: è buio pesto e,
a meno che non vengano individuati in altro modo, non possono essere
visti da nessuno, ma non vuole che Teddy si spaventi più di
quanto già non sia, perciò rimane in silenzio e
gli
carezza la testa umida.
Contento della sua richiesta, Kanato inizia a canticchiare
sommessamente, rassicurato dal pensiero che tutto si
risolverà,
e Yui riuscirà per una buona volta ad aiutare lui e gli
altri
fratelli. Ridacchia.
Non può sapere che in realtà la fiamma di una
torcia ha
illuminato la sua prigione, ma è stata subito smorzata.
Le infide, viscide, brutali creature degli Tsukinami si
avvicinano
indisturbate all'ignaro vampiro, cercando di soffocare gli sghignazzi.
Quando si sono stufate di sentirlo canticchiare, le Ombre si gettano
su di lui, trapassandolo da parte a parte, ripetutamente, con i loro
artigli.
Questa volta, Teddy cade in una pozza di sangue.
***
Raito, Shu,
Ayato, Reiji,
cercano tutti la via d'uscita dal loro corridoio cavernoso, ognuno dei
quali percorre parallelamente agli altri il sotterraneo del castello,
dieci metri al di sotto della sala del trono. Affrontano i mostri
deleteri da loro
sguinzagliati, cercando di raggiungere la luce, le scale, la salvezza.
La ottengono, chi con i vestiti ridotti a brandelli, altri
trascinandosi dietro una scia di sangue. Ma non possono intuire,
sormontati come sono dalla Paura,
che i fratelli di Heinz abbiano usato tutto come diversivo.
A loro interessa relativamente che tutti i Sakamaki trovino la morte
nelle prigioni. Hanno preso molto tempo in ogni caso, e
l'unica
cosa degna d'importanza, eccitazione, odio, è che Yui sia rimasta
lì con loro, in quella sala.
In fondo, è sua la colpa se si trovano costretti a dover
massacrare i loro amati
nipotini, è sua la colpa se rimpiangono un
fratello che non
c'è mai stato per loro, ed è sempre
sua la colpa se assomiglia così
maledettamente tanto a loro madre.
Legata al trono, l'avrebbero frustata in viso fino a renderla
irriconoscibile, umiliata per la sua inanità e l'astio che
serbano contro di lei da quand'è nata, poi, afferatala Shin
dai
capelli, Karla le avrebbe reciso la carotide con agognata lentezza,
servendosi dello stesso stiletto da cui è stato forgiato
quello
un tempo affidato a Christa.
Da ultimo, gli Tsukinami avrebbero ottenuto la loro vendetta.
Se non fossero arrivati i Mukami.
Come i Sakamaki non avevano previsto la presenza di trappole nella loro
roccaforte, Karla e Shin non si sarebbero aspettati che Ruki avesse l'ardire di
presentarsi al loro cospetto con al seguito gli altri tre poveri orfanelli.
Avevano giusto imbavagliato Yui -non la smetteva di strepitare- ficcandole in bocca un
fazzoletto di seta appallottolato, quando alle loro spalle era
risuonato il latrato furioso: -VOI! SLEGATELA
IMMEDIATAMENTE!-, che non poteva che appartenere a Yuma.
Shin aveva
malignamente sorriso alla fanciulla in lacrime, come a dire: -Rimandiamo
il divertimento a dopo-,
e si era voltato, rassegnandosi ad incontrare il manrovescio del
vampiro massiccio, che gli costò l'assetto della mandibola.
Perlomeno, mentre
lui si sorreggeva a un bracciolo del trono e cercava
con la mancina di rimediare alla dolorosa frattura -Yui gli
strattonò con violenza la manica della camicia con le punte
delle dita-, Kou, che lo stava per aggredire alle spalle, venne tolto
di mezzo da Karla, il quale gli trapassò il torace con il
pugnale, rigirando la lama nella piaga per udire più
distintamente i suoi ultimi singulti.
Poi Shin rimise
al suo posto la mandibola con uno schiocco atroce; il
corpo esanime di Kou cadde pesantemente a terra; Karla ritrasse l'arma,
leccandone con gusto la superficie della lama per tutta la sua
lunghezza; Yui si dibatté sul seggio con tale impeto da
farlo
spostare in avanti di qualche centimetro, gridando così
forte da
essere sul punto di inghiottire il bavaglio; Azusa fece scivolare nel
palmo della mano destra il suo coltellino, fissando ardentemente
l'occhio buono di Shin; Yuma percepì la vista annebbiarsi,
sormontato da una collera indomabile; Ruki sentì le gambe
mancare, e si accasciò accanto al volto di Kou, che era
distorto
in una smorfia di dolore, pressocché eterna; Reiji, Ayato,
Shu,
Subaru e Raito si precipitarono nella sala, spalancando l'uscio
posto nell'angolo di parete alla destra del piedistallo, una volta che
si erano
ritrovati assieme in un'anticamera sotterranea.
I Sakamaki non
riescono a credere ai loro occhi. Ma cos'è che li sgomenta
maggiormente?
La cruda
realtà che Kanato non ce l'abbia fatta?
La vista del
cadavere di Kou?
La presenza dei
Mukami stessi?
La figura di
Karla intento a leccare via ogni traccia di sangue dal suo stiletto?
L'udire i gridi
soffocati di Yui, letteralmente inchiodata al trono?
Loro non hanno la
mente abbastanza lucida per chiederselo.
Perfino,
semplicemente, sono traumatizzati da tutte le circostanze, nel medesimo momento, allo stesso modo.
Una
cosa sola è certa.
-Shin, Karla, preparatevi
a morire.-.
Pronunzia duramente Raito, incidendo in direzione del piedistallo, i
capelli unti e scarmigliati,
un rivolo di
sangue che gli cola da un taglio sulla fronte, il cappello stretto
nella mancina, la manica destra della camicia ridotta a poco
più di uno straccio, uno squarcio all'altezza del ginocchio
sinistro.
-Nessuna arte
oscura potrà ausiliarvi.-. Aggiunge poi,
pragmatico, mentre agli Tsukinami pare che la sala inizi a vorticare
intorno a loro, circondati dai membri di quelle due famiglie,
finalmente unite da un obiettivo comune.
-Sì,
ora pagherete per quello che avete fatto.-. Commenta Ruki, con un
sibilo raggelante, e si alza in piedi, dardeggiando con lo sguardo i
due nemici. In tramite di un secondo, le due famiglie, fameliche
e assetate,
hanno messo piede sull'orlo del tappeto rosso.
Shin e Karla si
guardano reciprocamente, poi scoccano un'occhiata a Yui: il
suo sguardo, pulsante, denso d'odio, eccitato, li turba profondamente.
Solo in quel
momento, brilla qualcosa di oscuro, nei suoi occhi, che li priva della
vita ancor prima che ci pensino gli altri vampiri.
Angolo autrice:
Buonasera, se siete giunti leggere fino a qui, vi ringrazio
immensamente.
Pubblico esattamente due settimane dopo l'ultimo capitolo, e spero di
tutto cuore che mi perdoniate per l'ennesima, lunghissima attesa. I
motivi, ahimé, sono sempre gli stessi, però
altrettante sono le buone ragioni per cui mi ritrovo qui a scrivervi,
desiderosa di condividere la mia passione per la scrittura e per questa
storia meravigliosa, parlare con le mie amiche...!
E perché no, anche per sapere se mi sono impegnata
abbastanza, e se ne è valsa la pena.
Quindi, vi pongo la fatidica domanda: come vi è sembrato il
capitolo? Vi ha emozionato? Vi immaginavate altri avvenimenti?
Sappiate che io farò tesoro di tutto quello che mi dite,
se avrete voglia di farlo ^-^, che sia un complimento o una
critica!
Non lasciatevi illudere dalla lunghezza del capitolo ;')
perché non sarà l'ultimo che
pubblicherò.
Dobbiamo scoprire insieme i finali alternativi!
Le prossime pubblicazioni saranno più volte a descrivere
emozioni intense di piacere, amore, determinazione; anche se il filo
della mia storia ha voluto che ben due vampiri ci lasciassero, non mi
va di lasciare che la tristezza continui insistentemente il suo corso.
Più di 200 recensioni. Tantissime amiche gentili, dolci e
simpatiche. Un sacco di lettori. La soddisfazione di portare a termine
questo seguito.
Sorridendo di pura felicità, la vostra
piccola_scrittrice vi lascia ad un buon proseguimento di serata.
GRAZIE E A PRESTO (ho scoperto di amare
l'arancione xD <3)
|
Ritorna all'indice
Capitolo 26 *** Capitolo 25 ***
Capitolo 25
Cogliendo
il puro senso di smarrimento negli occhi degli Tsukinami, Yui gode. Sebbene
abbia i polsi e le caviglie chiusi in una morsa al seggio di
suo padre, la bocca forzata al silenzio dal fazzoletto di seta
appallottolato, i lineamenti del viso provati dal recente, recentissimo
pianto.
Mentre i fratelli di Heinz vengono fatti inginocchiare ai piedi di
Raito, Ruki e Azusa, la lingua della fanciulla s'insinua con
dimestichezza tra i solchi e le pieghe, umide di bava, della seta che
ha stretta fra le labbra, come se voglia testarne veramente la
consistenza, assaggiare
la nota speziata di cui il fazzoletto è ancora permeato: l'odore di Karla, l'odore del
muschio.
Azusa fa scivolare il coltellino al viso di Shin, ne
percorre la circonferenza da un orecchio all'altro, lasciando dietro la
punta della
lama un solco rosso di sangue. La vampira, intanto, affonda i denti
aguzzi nel bavaglio, desiderando per un folle attimo di star morsicando
il collo di Karla, inebriata dall'effluvio di muschio. Poi si sorprende
ad ammirare il muto perire dei due nemici, i quali iniziano a
sanguinare da più punti -senza che la fanciulla riesca a
registrarne in tempo la causa-, ma si limitano a serrare la mascella e
a strizzare gli occhi. Ma, rendendosi subito dopo conto che il loro
è solo un atto di
arroganza, anche sul
punto di morte, le viene d'impulso di artigliare
ferocemente i braccioli a cui è legata.
Ora Raito si avvicina a Shin e gli afferra i corti capelli rossi con
una mano, scoccandogli una gelida occhiata d'obliquo; lo stesso fa Ruki
con Karla, sicché lo sguardo della fanciulla luccica di
sarcasmo: i due vampiri paiono acquirenti che valutano la merce
esposta. Però, pensandoci, gli Tsukinami non sono ormai
quello?
Sì, merce
anodina,
buttata sul piedistallo, sul punto d'essere scartata, dinnanzi a dove lei troneggia.
Come per il padre, così per la figlia, in quella sala
millenaria
si consumerà la stessa scena: cadaveri a terra, schizzi di
sangue, vestiti imbrattati, coscienze stravolte.
Ma le analogie finiscono qui. Karl
Heinz ha presidiato innumerevoli occasioni a massacri di creature per
sete di faida e sangue, compiaciuto della sua irraggiungibile
autorità. Yui Komori, invece, assiste per la prima ed unica
volta all'uccisione di due vampiri spregevoli ed esecrabili, agognando
di poterli assassinare con
le sue stesse mani.
Il
momento
è giunto. La giovane lo intuisce da come gli altri presenti si
protendono, quasi incosciamente, verso il piedistallo.
Poi, repentinamente, il coltellino di Azusa si conficca nell'oculo sano
di Shin, producendo un suono viscido e agghiacciante.
Subito dopo, Raito gli spezza
l'osso del collo, facendolo schiocchiare in modo inequivocabile. Le
dita di Azusa, allora, si apprestano a estrarre la lama dal suo occhio
destro, ma la ritraggono con una veemenza tale da spappolare il bulbo
oculare. Mentre il sangue zampilla intorno a lui, il cadavere di Shin
stramazza a terra, colto dagli ultimi spasmi.
Come se aspettasse un segnale per agire, Ruki -sul cui volto scendono
rivoli di sangue fresco- sloga con violenza la mandibola di Karla,
soffocando un verso
rabbioso. A quel punto interviene improvvisamente Ayato, sferrando un
pugno che
causa una contusione irrimediabile al cranio del vampiro: le iridi
topazio si
rovesciano all'indietro, il
loro scintillio vitale si estingue, dopo di che anche
il corpo di Karla si accascia pesantemente
al suolo.
Non un gemito, un grido, un'imprecazione. Gli Tsukinami sono riusciti a
torturarla anche
ora,
soccombendo in silenzio, privandola della soddisfazione di sentir
soffrire le loro anime.
Accertarsi che loro hanno provato almeno
un minimo
del dolore che lei ha patito in tutti
questi mesi.
Le hanno portato via Kanato. Hanno brutalmente ucciso Kou.
La nuca cinerea di Shin preme contro il tappeto insanguinato a una
spanna dal trono. Assalita da un raptus incontenibile, Yui solleva una
gamba del seggio con tutte le sue forze, e sfracella il volto esangue
del vampiro.
***
Il marchio della passione
E'
Ruki-kun
a soccorrerla.
Mentre gli altri trascinano via i corpi dissanguati degli Tsukinami
-con ogni probabilità per gettarli nell'acqua del canale
esterno-, il leader dei Mukami si avvicina al trono e la fissa,
reggendosi al bracciolo destro come se gli manchino le forze.
Effettivamente, inizia a slegarle i polsi con lentezza -le dita fredde
e dalla parvenza impacciata-, guardandola dritto negli occhi in modo
penetrante, ma senza proferire parola. Si limita a sospirare,
soffiandole sui capelli, le braccia, le caviglie, frattanto che la
presa delle sue mani si fa più decisa e calda, cominciando
a sfregarle
la pelle, non solo sfiorarla.
Le sembra quasi che Ruki, man mano che slaccia quelle
staffilanti corde di cuoio, si adombri.
-Si sta arrabbiando solo
per avermi trovato in queste condizioni? Oppure è il
pensiero...di..Kou a frustrarlo?-.
Si chiede la fanciulla tra sé e sé, quando i
polpastrelli
del vampiro arrivano a toccare il bavaglio. I loro occhi si incontrano.
-Saremmo dovuti intervenire prima.-. Lo sente mormorare a denti
stretti, un attimo prima che le sgombri con impeto la bocca dal
fazzoletto. Yui boccheggia, sorpresa del gesto repentino. -Non
avrebbero potuto legarti e sarebbe stato Kou ad assassinare per primo
quel verme-.
Inveisce Ruki, sempre a mezza voce, dardeggiandola con le sue iridi
screziate quasi palpitanti.
Il suo accesso d'ira la fa rabbrividire e al tempo stesso avvampare
più di chiunque altro: sarà perché lui
mantiene un
tono di voce pacato, ma che lascia trasparire ugualmente una freddezza
sferzante? O è per il suo sguardo indecifrabile, che si
fissa su
di lei ardentemente?
Cercando una spiegazione plausibile alla sua duplice reazione,
la giovane si massaggia i polsi indolenziti e si passa la lingua
disidratata sulle labbra. Ruki sussulta all'improvviso, facendole
alzare gli occhi su di lui con aria allarmata. Ma il vampiro la
sta solo osservando in viso con sguardo ambiguo.
Prima che possa dar voce alla sua
apprensione, Yui è messa di nuovo a tacere, ma
stavolta dalla sua bocca.
Ruki la
divora con un
bacio che le gonfia di rossore le due pieghe carnose, stimola le
papille gustative raggirandole la lingua con la sua, mentre l'alito
fresco le refrigera la gola secca. La fanciulla si dimentica
di
essere premuta al suo corpo slanciato, entrambi schiacciati sul sedile
del trono in quella sala infausta.
Ad un certo punto, lui interrompe bruscamente il bacio, inghiottendola
con lo sguardo. -Avevi bisogno di riattivare la circolazione-. Le
labbreggia, peccaminoso. Yui non può fare a meno di
rivolgergli un'occhiata scioccata.
-Permetteteci di averla con noi al momento della sepoltura di Kou-.
Asserisce Ruki con aria solenne, rivolto ai Sakamaki.
Si trovano tutti quanti ancora sotto l'opprimente soffitto del
castellaccio, una famiglia schierata alle spalle dell'uscita, l'altra
in corrispondenza del piedistallo. La circostanza per cui Yui affianca
Azusa -accarezzandolo, nel tentativo di tirarlo su di morale-,
è
già un punto in favore per il leader dei Mukami. -E non
avete
pensato che lei vorrebbe essere presente alla sepoltura di Kanato?-.
Ribatte prontamente Ayato, ma senza la sua solita aria aggressiva. La
sua voce, piuttosto, è incrinata dall'afflizione.
-Dovete ancora riesumare il
corpo di vostro fratello. Vi prometto che
Yui sarà di ritorno entro sera.-. Insiste l'altro, frattanto
che
i suoi foschi capelli vengono debolmente rischiarati dall'alba
inoltrante le vetrate.
La sua totale mancanza
di tatto colpisce la ragazza come un pugno nello stomaco,
tant'è che lei intende subito farglielo notare,
quando Ayato replica stizzito: -Come
non detto. Ma vedete di non trattenerla oltre l'ora
prestabilita.-, zittendola suo malgrado. -Grazie per averci chiesto
del nostro volere in merito a questo.-. Rimbecca
acidamente la vocina dentro di lei.
Sotto le sue mani, le spalle di Azusa vengono nuovamente scosse da un
tremito, sicché la fanciulla lo cinge con maggior decisione,
scegliendo di non accanirsi. -Perlomeno, così
potrò
pregare per l'anima di Kou e assistere Azusa..-. Medita, malinconica,
fissando la lama del coltellino incidere nei polpastrelli del vampiro
stretto a lei. Ben presto un fil di sangue inizia a scorrere
giù
per il suo palmo destro, ma lui sembra non accorgersene.
Prima che inizi a rabbrividire anche lei, una voce le sussurra
all'orecchio: -Dobbiamo andare, Yui Komori.-, fredda ed implacabile.
Ruki-kun
l'afferra per un gomito subito dopo, sospingendola verso l'uscita.
Stordita dal dolore sordo al
petto, esausta di respirare l'aria viziata di quella dannata sala, la
giovane guarda appena in volto i cinque fratelli Sakamaki, dopo di che
viene inglobata dal furore del temporale.
***
Nel giardino retrostante
la magione dei Mukami, Yuma sta scavando una fossa ai piedi di un
florido melo.
-Quella buccia
rossa ci ricorderà l'occhio destro di nostro
fratello.-. Ha grugnito i vampiro castano, indicando con la punta della
pala i frutti polposi ondeggianti tra i rami scossi dal vento forte.
Dopo di che si è chiuso nel silenzio ed ha iniziato a
lavorare
con gran lena, all'apparenza incurante delle folate che gli sferzano il
viso, la pioggia che si infrange con violenza contro le sue spalle
larghe, i tuoni che rimbombano intorno a lui. Più volte i
lampi
hanno gettato luce sui suoi capelli gocciolanti e i vestiti inzuppati,
ma Yuma-kun non ha mai alzato la testa in direzione del cielo o la sua
dimora, continuando ostinatamente a livellare il terreno fertile per la
tomba di Kou.
Yui osserva come
ipnotizzata la scena dalla porta finestra della sala
da pranzo, finché un fruscio alle spalle non attira la sua
attenzione. Si volta, e i suoi occhi vengono imprigionati da quelli di
Ruki: i capelli hanno un aspetto insolitamente scarmigliato, le gote
diafane sono accarezzate dai lembi di tenda rossa, la camicia bianca
sbottonata lascia scoperto lo sterno, le gambe sono fasciate da un
pantalone nero, i piedi sono scalzi.
-Vieni con me-.
Esordisce senza mezzi termini, porgendole il palmo della mano destra.
-Perché
ha la voce arrochita? Perché mi fissa con quello sguardo...
irresistibile?-.
Pensa la ragazza, avvampando violentemente.
-Ruki-kun...Do..dovremmo
aiutare Yuma. La..la salma di Kou..-. Balbetta
in modo sconnesso, spalmandosi ai vetri della porta finestra. Il
vampiro, incoraggiato da qualche oscura
ragione, si
protende verso di lei, puntellandosi su un gomito accanto al suo viso
arrossato. -In questo preciso istante, se provassimo ad avvicinarci a
Yuma con ogni probabilità ci
tramortirebbe con una vangata. Abbiamo molto tempo prima
che lui termini l'opera, Yui-. Ribatte, in tono suadente.
Ora
la sua pelle è incendiata.
-Tempo per cosa,
Ruki?-. Ha l'audacia di chiedergli, succhiandosi il labbro inferiore
senza rendersene conto.
L'occhiata
equivoca che le rifila subito dopo la costringe a reggersi al suo
gomito per evitare di
capitolare all'istante.
-Oh, ormai ti
considero più intuitiva di così, Eva.
Ora vieni con me.-. Le
sussurra maliziosamente all'orecchio, facendole annodare un groppo in
gola, dopo di che abbassa il braccio e la prende per mano,
trascinandola oltre il largo sipario di velluto rosso.
Incapace di
ritrarsi dalla stretta fredda ma risoluta delle sue dita,
Yui segue il vampiro per i corridoi eleganti, su per le scale, nella
sua camera da letto.
Dove ha già dormito in un'occasione, e ha sognato...
-Ora
sei solo mia.-. Dichiara Ruki, chiudendo la porta dietro di
sé con uno scatto impetuoso. La giovane ingoia invano il
groppo
in gola, paralizzata a qualche metro dalla branda.
Le piccole
finestre disposte fianco a fianco sono state lasciate
aperte, perciò la camera è attraversata da una
corrente
d'aria fresca che agita furentemente i tendaggi scuri, così
come
svolazzano i suoi biondi capelli e l'orlo della blusa blu.
Malgrado sappia
quanto sia fatale il peso di quella situazione, in cosa
possa incorrere da un momento all'altro, Yui si sente completamente in
balìa del vampiro che la contempla da sempre più
vicino,
passo dopo passo, coi suoi occhi mirabili e screziati di mille emozioni
contrastanti.
-Questa volta non
cercherai di scappare da me, vero?-. Le chiede, ma suona più
come una domanda retorica.
-Sa che non lo
farò.-. Riflette lei con un moto di fastidio, squadrando il
suo sorriso arrogante.
Lui allunga una
mano e le cattura il mento fra due dita, studiando per
un attimo la sua espressione. -No, stavolta ti concederai totalmente a
me.-. Constata in tono evidentemente compiaciuto, a giudicare pure
dalla piega presa dalla sua bocca, e le sfiora lentamente le labbra con
un polpastrello. La fanciulla stringe le gambe, travolta da ondate di
piacere che la fanno arrossire di frustrazione.
-Come sei
sensibile...-. Lo sente mormorare assorto, prima che
aggiunga, provocatorio: -O è l'impazienza a farti
agitare tanto sotto il mio tocco?-. Yui spalanca
la bocca, punta sul vivo, ed è lì per
lì di
mollargli un ceffone, quando lui l'afferra per entrambi i polsi e la
costringe ad indietreggiare, facendola finire lungo distesa sul letto.
Lei soffoca un
verso stizzito e tenta di liberarsi dalla presa, ma Ruki
sale a cavalcioni su di lei e le blocca le mani sopra la testa,
ridendosela di gusto. -Oh, suvvia, tutti e due vogliamo ben altro che questo-.
La
rimprovera in vena ironica, serrandole le gambe scalcianti tra le sue. -Sei
un maledetto bastardo-. Sibila la ragazza,
tuttavia si arrende, sprofondando così nel soffice materasso
sotto di loro. Il suo complimento è accolto da
uno sguardo eccitato.
Dopo qualche
secondo, si sente dire: -Ti lascio andare le mani a patto che le usi
per spogliarmi.-, questa volta in tono
mortalmente serio. Yui ammutolisce
dalla concitazione, inarcando entrambe le sopracciglia. Accidenti.
Il volto di lui
è attraversato dall'ombra di un sorriso condiscendente.
-Quella tua espressione innocente mi fa impazzire.-. Osserva con voce
roca, raddrizzando di colpo la schiena: strattona bruscamente i bottoni
della camicia, facendoli volare dappertutto, e se la sfila in un unico
movimento fluido. Prima ancora che la cute della fanciulla possa
diventare incandescente,
Ruki la schiaccia sulle
lenzuola sotto il peso del suo corpo virile, facendola gemere di
sorpresa.
-Quanto ho
aspettato questo momento, Yui Komori...Ma ora.. provo qualcosa che...
non avevo mai percepito prima. Qualcosa che..-. La sua voce si spezza.
In corrispondenza dell'interno coscia, lei sente premere la sua
erezione. Le vengono le lacrime agli occhi.
-Ruki-kun..Io..io
sono davvero pronta ad offrirmi a te. Ma devo sapere...devo sapere se
quel qualcosa
va
oltre la volontà di potere, capisci?-. Labbreggia con la
voce rotta dal pianto silenzioso, accarezzandogli i capelli con dita
tremanti.
La sua esitazione
a rispondere la colpisce al petto con una fitta lancinante.
Quando il
desiderio è sul punto di svanire, lui le sussurra, con una
certa riluttanza: -Avanti, toccami la schiena.-.
Lei gli rivolge
un'occhiata perplessa, sicché è il vampiro a
dirigere le sue mani lì, con una delicatezza che le gonfia
il petto di rinnovata emozione.
Poi le sfiora.
Due cicatrici, trasversali, profonde, ruvide al tatto, ampie, troppo
ampie.
-Ero
poco più che un ragazzino. Ma avevo già perso
tutto, vivevo per strada. Un giorno mi imbattei in due vecchi soci
d'affari di mio padre. Iniziarono a picchiarmi; dissero di aver sempre
odiato il mio atteggiamento strafottente nei confronti degli altri.
Furono loro a marchiarmi. Come
fossi un capo da bestiame, per incidere nella mia
carne il fallimento della mia famiglia.-. Racconta il vampiro, con
sguardo eccezionalmente lucido. La voce, invece, è priva di
sentimento.
-Ecco, ti ho
appena mostrato
il
mio più grande segreto, l'unica cosa di cui mi vergogno e
che tortura la mia anima dannata. Mi
sono appena affidato a te, Yui. Pensi ancora di poter
fare lo stesso? Pensi davvero di donarmi il privilegio del tuo amore e
l'autorità in veste di Capo dei Vampiri?-. Le domanda in
tono grave, fissandola intensamente.
La risposta della
giovane è inequivocabile. Accarezza le sue cicatrici, e
sorride con dolcezza. Gli prende il viso tra le mani, e lo bacia a fior
di labbra. Si sfila i pantaloncini, e lo guarda. Gli abbassa la
cerniera dei pantaloni, ed ansima.
Ruki-kun la penetra con
violenza, travolto dal desiderio e la passione di possedere il suo
corpo morbido ed incantevole. Grugnisce e spinge sempre più
in profondità, cercando follemente un contatto con la sua
anima pura ed innocente. La priva della verginità con una
lussuria tale che la fa gridare di solo piacere. Le lenzuole candide
sotto di loro si impregnano di rosso, così come le labbra
del vampiro mentre premono sul suo collo, assaggiando ancora e ancora
il suo sangue sublime.
Ruki Mukami viene
consacrato al titolo di Capo dei Vampiri e Yui Komori come sua sposa,
ma questa consapevolezza non tocca nessuno dei due. Perché
ora sono rapiti l'uno dall'altro, smarriti in un vortice di godimento
carnale e gioia profonda.
***
Angolo autrice:
Buonasera a
tutti! Posso scrivere di avercela fatta a pubblicare entro domenica,
che sollievo!
Come avete ben
potuto capire, il primo dei finali alternativi ho deciso di dedicarlo a
Ruki. Desidero vivamente avere il parere delle mie amiche in merito..
Insomma, mi sono spinta un pochino più in là con
le descrizioni delle scene...osé? xD Anche se questo lo
considero solo un primo tentativo, mi piacerebbe sapere cosa ne
pensate. Sì, ce l'ho anche con voi lettori che vi
nascondete nelle semplici (ma preziosissime) visite al capitolo u_u
Chiedo venia per
il ritardo o la totale assenza di risposta ai messaggi personali o le
recensioni. Ammetto che talvolta il poco tempo libero che ho lo uso per
leggere le pagine di un buon libro (ultimamente mi sono data ai gialli
xD), ma quando mi collego ad EFP, faccio sempre tutto il possibile!
Grazie, grazie a
tutti dell'attenzione.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 27 *** Capitolo 26 ***
Capitolo 26
Angolo
autrice:
Salve, miei carissimi lettori. Vi scrivo in ritardo, e di questo mi
scuso. Per quanto possa essere impegnata o meno, ci tengo a rispettare
la scadenza di una settimana, e
quindi condividere con tutti voi ciò che mi frulla in testa
a proposito di questi amanti diabolici **,
per cui scusatemi ancora una volta x).
Domenica scorsa, quando mi ero messa in testa di pubblicare il nuovo
capitolo, devo aver manifestato il cosiddetto "blocco
dello scrittore": per quanto mi spremessi le meningi, non riuscivo a
scrivere
una sola frase del finale alternativo di Subaru che non fosse stupida o
dotata di un acciacco. Solo verso sera, quando ormai mi ero arrangiata
a rimandare la stesura del testo a non-so-manco-io, ho improvvisamente inteso che volevo descrivere
il finale di Shu.
Non
saprei come spiegarvi, ma dovevo decidere se inventare una conclusione
per un vampiro o per l'altro, e di colpo mi è saltato in
mente il viso di Shu, nient'altro! Insomma, spero
che le fan di Subaru non me ne vogliano, ma qui intendo lasciare lo
spazio unicamente al primogenito <3 Credetemi, fosse unicamente
per
il mio piacere di scrivere e riuscire ad emozionarvi, farei tanti
capitoli quanti sono i vampiri rimanenti, ma le vacanze estive iniziano
tra meno di un mese e con loro si avvicinano due esami molto importanti
per me. Del resto, sono sicura che anche voi bramate come me di
prendervi una pausa da tutto, soprattutto dalla scuola!
...Okay, sono logorroica ed essenzialmente questo angolino potrebbe non
interessare a nessuno, perciò buona lettura e grazie di tutto, ma proprio tutto cuore alle mie amiche.
***
Profondo blu
Shu
osserva relativamente da lontano la scena, tale è il
distacco
fisico e morale che prova rispetto a quella situazione. O forse no,
forse quello che lo immobilizza è rabbia. Cieca,
sorda, profonda.
Forse è solo lui a non essere abituato a percepire
un'emozione
intensa come quella. Inconsciamente, deve essersi ingessato in una
sorta di impassibilità che reprime come può il
suo
istinto primitivo di sfondare il cranio dei fratelli di Heinz con le
sue stesse mani.
Colpito da quella nuova e quanto mai plausibile consapevolezza, il
vampiro si ritrova a chiedersi quali, e quanti,
altri sentimenti abbia mai trattenuto -mentre i suoi occhi registrano,
in un angolo recondito della mente, l'accasciarsi al suolo di Shin-.
Come se solo analizzando il rapporto con lei possa
rispondere alla sua domanda interiore, Shu fissa lo sguardo sulla
fanciulla legata al trono.
Vederla in quello stato lo devasta. -Ecco, ecco, cos'è
questa sensazione? Per quale ragione percepisco questa fitta allo
sterno? Perché mi sento sormontare dal bisogno di
soccorrerla?-. Riflette, con il palmo della mancina premuto contro il
torace, quasi possa lenirne il dolore che lo strazia. Il fatto che lei
-con
il suo bel viso dall'aria sbattuta- non accenni a voltarsi nella sua
direzione, ad accorgersi della sua presenza,
lo fa sentire ancora più male. In fondo, è
rimasto in quella catacomba solo
per lei: gli Tsukinami sono morti, Kanato è
morto. Per quanto gli riguarda, non avrebbe più senso
restare.
Da nessuna parte, forse.
Se non fosse che un bavaglio sta per
soffocare quella dannata ragazza.
Prima che se ne renda conto, il vampiro guarda i fratelli con aperta
ostilità. -Quanto ci metteranno a togliersi dai piedi?-, si
domanda tra sé e sé. L'attimo dopo, credendo che
Subaru
abbia intercettato il luccicchio astioso nei suoi occhi, Shu ritorna a
fissare intensamente in direzione del trono. Il movimento delle labbra
della fanciulla attorno al fazzoletto gli fa sgranare
impercettibilmente le palpebre. D'istinto, si sbottona il colletto
della camicia inamidata. Deglutisce rumorosamente, il suo pomo d'Adamo
guizza verso l'alto, ma, d'improvviso, quella visione conturbante viene
ostruita da due iridi verdi che lo squadrano con indifferenza. E'
Ayato.
Lui soffoca uno sbuffo d'irritazione. -Dovresti aiutare Raito a cercare
il corpo di nostro fratello.-.
Gli viene detto, in un tono vagamente dispotico che lo innervosisce
ancor di più. -Non
hai capito niente. Yui deve prestare attenzione esclusivamente a me.-.
Pensa lui, replicando freddamente: -Sì, lo immaginavo.-. Il
vampiro rossiccio non aggiunge altro, mima un'espressione di
approvazione, dopo di che
si presta ad aiutare Ruki a trascinare via il corpo massiccio di Karla.
-Nostro fratello è
morto. Perché ostinarsi con il suo povero corpo? Va lasciato
in
pace, ovunque sia finito.-. Riflette Shu, nauseato, mentre
attende
l'uscita di scena di Ayato e il leader dei
Mukami. In contemporanea a loro, anche gli altri vampiri spariscono
dalla sala cavernosa, diretti loro malgrado nelle carceri sotterranee.
Scrutando la fanciulla dal suo angolo, si chiede come
i fratelli abbiano potuto abbandonarla in quel modo. O forse
è
stato lui ad aver esternato piuttosto chiaramente il suo desiderio di possesso?
L'attimo dopo, scrolla le spalle. In fondo non gli interessa la
motivazione, tanto non intende muoversi da quella sala.
Un piatto sublime e ricercato gli sta venendo servito su un piatto
d'argento, perché lasciarlo raffreddare?
A quel punto, il viso ombrato da un sorriso ambiguo, il vampiro si
materializza al fianco dello scranno
regale, annunciando alla ragazza il suo brusco avvicinamento con uno
spostamento d'aria che le scompiglia i lunghi capelli biondi.
-Di cosa saprà il loro odore?-, si ritrova a
pensare,
segretamente affascinato, intanto che esordisce a voce alta: -E' ora di
tornare a casa, Yui.-,
con aria disincantata.
Al fine di memorizzare ogni sua minima reazione, la studia con sguardo
affilato, all'apparenza disinteressato, e pensa con fervore: -Piuttosto
che parlare a sproposito, dovrei liberarla e portarla via-.
Gli occhi della fanciulla, difatti, guizzano alle corde di cuoio
strette attorno ai polsi per poi volgersi su di lui, inarcando
lentamente le sopracciglia. La sua espressione confusa e al tempo
stesso satura di sarcasmo lo punge nel vivo.
Sicché, chinatosi su di lei, Shu le toglie rudemente di
bocca il bavaglio, asserendo con voce annoiata, sormontato dall'acredine:
-Dovrai darmi qualcosa in cambio per l'aiuto, neh-. L'istante dopo, lo sgomento dei
suoi occhioni lampone si riverbera in lui come una fiammata. -Ma cosa vado dicendo?-.
Riflette, a sua volta scioccato, ma d'impulso aggiunge: -Non sto
scherzando.-. Questa volta Yui lo fulmina con sguardo torvo, facendogli
ingoiare un groppo
incandescente.
Eppure,
anche se è una sensazione che gli lacera il petto, Shu
pensa che continuerebbe
a provocare la fanciulla solo per provarla e riprovarla,
perché è maledettamente...intensa.
Profonda.
-Immagino che ora dovrei prenderti in braccio. Mi sembri troppo
impedita per riuscire a camminare da sola-. La prende in giro, una
volta slegato l'ultimo nodo. Il tono di voce sprezzante gli riesce
piuttosto bene. -Guarda che nessuno ti costringe ad aiutarmi!-.
Lo rimbecca la giovane, ingenua
e risentita, spingendolo via. A quel punto, trattenendo a stento un
sorriso, Shu l'afferra per il bacino e se la carica in spalla, incidendo verso l'uscita
con scioltezza. Yui sibila più volte di metterla immediatamente giù,
però -sorprendendolo suo malgrado-, non scalcia
né tenta di
picchiarlo.
La loro bolla di spensieratezza, estranea alla desolazione e lo strazio
che li circonda, scoppia non appena una mano trattiene il vampiro per
il braccio destro, mentre il vento di fuori ingolfa i vestiti sdruciti.
-Avrei dovuto immaginare che l'avresti accompagnata tu alla villa.-.
Mormora Subaru-kun con inaspettata gentilezza, ma dallo sguardo pare
tremendamente infelice. Shu, fissandolo qualche secondo con freddezza
spietata, si limita a replicare: -Già, avresti dovuto
presumerlo
prima.-. Allora si scrolla di dosso la sua mano ed avanza di un passo
sul ponte elavatoio abbassato, venendo investito assieme alla ragazza
dalla pioggia e le folate sferzanti.
Dopo di che, nell'intervallo di tempo in cui il vampiro ravvisa
nell'oscurità del temporale una
limousine parcheggiata su
di un'altura poco distante, alle sue spalle Subaru, nascosto nel buio
dell'anticamera del castello, sussurra nella loro direzione: -Buona
fortuna, Adamo ed Eva.-.
Shu non ha modo di sentirlo, concentrato com'è sul profilo
dell'auto laccata di bianco, ma Yui sgrana gli occhi, prendendo
finalmente consapevolezza di ciò che succederà.
***
-Shu-kun,
che ci facciamo qui?-. Gli chiede la fanciulla, che non sembra essere
più in vena di nascondere la propria mestizia. Essa
è
evidente nelle ombre che le cerchiano gli occhi, le palpebre pesanti,
le ciglia impiastricciate dall'ultimo pianto e le gocce di pioggia, gli
angoli della bocca screpolata piegati all'ingiù, le braccia
abbandonate lungo i fianchi, le gambe che stentano a reggere il peso
del suo esile corpo.
Giusto,
perché ha
deciso di portarla in quella stanza della villa? Solo per via del
magnifico pianoforte collocato nell'angolo, il paesaggio visibile dalla
porta finestra? O a causa dei ricordi che permeano le pareti, come ci
fossero miriadi di schermi che replicano inquadrature sempre diverse
dei loro vecchi sorrisi, sguardi, passi di danza..?
Sentendosi
d'improvviso
soffocare, Shu pensa che in quel momento dovrebbero trovarsi nella sua
camera da letto, la pelle nuda accarezzata dalle lenzuola di lino, mentre
lui..
-Shu-kun,
suona qualcosa per me.-. Mormora
la giovane di punto in bianco, avvicinandosi dirimpetto a lui, le mani
debolmente intrecciate in segno di preghiera. Solo in quel momento, il
vampiro inizia ad individuare le curve dei seni sotto la blusa
sgualcita, delineare la sagoma dei fianchi morbidi in
corrispondenza dei pantaloncini umidi di pioggia, osservare le gambe
esposte e dalla cute vellutata, immaginare i lunghi capelli biondi
scarmigliati inerpicarsi sul suo petto, le braccia, le spalle.
Indietreggia, spaventato.
-No, non fare
così, ti prego. Siediti al pianoforte e suona qualcosa..
suona qualcosa per Kanato-.
Lo
supplica la fanciulla, afflitta, ma non osa avanzare, né
toccarlo. Lui capisce all'istante. -Lei
sa a cosa sto pensando-, constata tra
sé e sé, a bocca asciutta.
-Io la
violerò per prendere il posto di quel mostro di nostro
padre, e lei
lo sa.-.
Continua a riflettere, stravolto, voltandole bruscamente le spalle per
dirigersi verso il pianoforte. -Kanato è morto
affinché
uno di noi altri prendesse il posto di quei tre mostri. E lei mi ha
chiesto di suonare per mio fratello. Lei
sa.-.
Accarezza la superficie della tavola armonica nera, prima di lasciarsi
cadere sullo sgabello di velluto rosso. Nella penombra della stanza, la
tastiera attende il tocco delle sue dita esperte. Insieme a
Yui,
lo spirito di Kanato aspetta che lui ne rievochi la memoria con una
melodia. "Scarborough
Fair", l'unica
che Cordelia facesse intonare al suo piccolo
uccello canterino.
Così,
Shu chiude
gli occhi, ed inizia a suonare. Ben presto, due mani si posano
delicatamente sulle sue spalle, ma lui non ha più paura. Il
tocco di Yui ora gli infonde calore, e pace. Entrambi possono percepire
la presenza di Kanato, in piedi dietro il vetro della porta finestra,
mentre ascolta quella melodia dolce e lenta, malinconica e nostalgica.
La fanciulla
inizia a piangere, facendo infrangere le gocce salate sui capelli e la
camicia del vampiro.
Lui stringe le
palpebre e
rievoca l'ultima, bassa nota. Due sole lacrime stillano dai suoi occhi,
ma gli rigano il viso come lame.
-Aspettami qui.-.
Asserisce
Shu, alzandosi dallo sgabello con tale foga da farlo
rovesciare ai
piedi di Yui, e corre via dalla stanza senza curarsi di chiudere la
porta. Fende il corridoio a grandi passi, diretto alla sua camera da
letto, e nel contempo si strofina gli occhi con energia, arrossandoli
fino ad offuscare la vista. Raggiunta la sua meta, avvolto da un
silenzio surreale, il vampiro spalanca con decisione l'uscio e accosta
la sua branda, tirando via le lenzuola con veemenza. Sprimaccia i suoi
tre cuscini e li raccoglie come può sotto un braccio, mentre
con
l'altro acciuffa i lembi delle coperte e se le trascina dietro. In
tutta fretta, percorre il corridoio a ritroso, finché non si
imbatte in Reiji. -Cosa stai facendo? Non mi dire che ti sei deciso a
fare il bucato?-. Gli chiede quest'ultimo, stranamente pallido e
stralunato, le mani immancabilmente guantate che stringono una tazza di
tè ormai freddo. -No, non ancora. Reiji, visto che sei qui,
vorrei chiederti una cosa..-. Inizia a dire lui, ma viene subito
interrotto dall'altro che, sospirando, continua: -Ah, avrei dovuto
aspettarmi una risposta del genere! Ma allora cosa ci fai con quelle
coperte? Ti va di parlarne davanti a una tisana fumante?-. A quel
punto, Shu sbuffa e replica: -Per ora ti consiglio di riscaldare la
tazza che hai in mano. Ecco, a proposito di coperte: secondo te
è inconcepibile addormentarsi sul pavimento, ma steso sul
tuo
cuscino?-. Il fratello pare ragionarci su qualche secondo. Alla fine
proferisce: -No, non esattamente. Anzi, ipotizzo che si possa avere un
sonno ristoratore-, sfoderando un sorrisetto che pare più
una
smorfia contrita. Sentendosi di colpo sollevato, l'altro gli assesta una
pacca di gratitudine sulla spalla, prima di ritornare dalla sua Yui.
Non appena varca
la soglia
della stanza, Shu viene assalito dalla ragazza, la quale lo soffoca in
un abbraccio ribadendo più volte di averlo aspettato e di
non
averci capito più niente. Lui, sormontato all'istante da
un'emozione mai provata prima, che gli rode piacevolmente il sangue,
getta a terra lenzuola e cuscini e solleva la fanciulla per il bacino,
facendola volteggiare un paio di volte su sé stesso. In quel
breve lasso di tempo, la osserva ridere concitata, e si sente invadere
dal calore, come se nel suo petto arda una fornace che solo Yui sa come
alimentare. Quando le pareti della stanza iniziano a vorticare troppo
velocemente intorno a loro, Shu la fa stendere al suo fianco sulle
coperte stropicciate, adagiate sul pavimento con i cuscini alla
rinfusa. A quel punto non parlano, si limitano a fissarsi intensamente
l'uno negli occhi dell'altra. Potendola scrutare da così
vicino,
Shu appura quanto sia bella. Rimembrare
Kanato è servito loro a liberarsi dal rimpianto e dal
tormento.
Perso un attimo
in quel
pensiero, il vampiro non si accorge subito del movimento delle gambe
della fanciulla, la quale si siede a cavalcioni su di lui, guardandolo
da sotto le ciglia chiare con un velo di rossore in viso.
Senza riuscire
più a
contenerla, la sua erezione inizia a premere contro il cavallo dei
pantaloni, a contatto con l'inguine coperto di lei.
-Shu-kun...Mi
baceresti?-. Gli
domanda a mezza voce. Poi, d'un tratto dall'aria incerta, fa per
discostarsi, ma Shu l'afferra per le anche -grugnendo e baciandola a
fior di labbra- e sovverte fluidamente la loro posizione,
sovrastandola.
-Per te, questo e
molto
altro-. Le sussurra con voce roca ad un orecchio, scorgendo i brividi
di piacere che le scuotono il corpo.
Poi, come se
l'eccitazione la
rendesse veramente spigliata e audace, Yui si sfila i pantaloncini con
rapidità, dopo di che gli toglie la cintura e abbassa i
pantaloni. Innaturalmente bisognoso d'aria, Shu scalcia via i calzoni
con il respiro corto, mentre lei si morde il labbro e arrossisce in un
modo che lo fa impazzire.
Da lì
a pochi attimi,
il vampiro sprofonda dentro di lei, così delicatamente da
farla
gemere appena di dolore. Poi, aspettando il muto consenso dei suoi
occhi, inizia a muoversi, incurante delle mani che gli stanno
artigliando la schiena, o del sangue che avviluppa lentamente le
coperte. Ci sono solo loro, le sue iridi lampone, i suoi gemiti di
piacere, le sue gambe cinte a lui. C'è quella sensazione di
meravigliosa e profonda completezza ogni qual volta entra dentro di
lei. No, non c'è più solo il
sangue,
non intende più sottrarglielo in alcun modo. Anzi, Shu
capisce di amare come quel fluido sublime
le imporpori le gote. Shu
capisce di amarla.
Pervaso da quella
pura e
semplice verità, profonda e intensa emozione, accelera il
ritmo
delle spinte e grugnisce. Yui lo asseconda, divaricando ancor di
più le gambe, e grida di piacere. Consumano il loro primo
atto,
sprofondando l'una nell'altro.
Solo per un singolo, effimero secondo, si domandano entrambi
perché abbiano aspettato tanto a scegliersi, ed accettare i
ruoli di Adamo ed Eva.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 28 *** Capitolo 27 ***
Capitolo 27
Angolo autrice:
Salve miei
carissimi lettori. Prima di tutto ringrazio tutti quanti per
le continue e calorose attenzioni, ma soprattutto, sono grata alle mie
amiche della loro immane dolcezza e spontaneità,
incoraggiandomi
come solo ognuna di loro sa fare. <3
Spero con tutta
me stessa che quest'altro finale alternativo riesca ad
emozionarvi come vorrei, ma prima di augurare una buona lettura, vorrei
esporvi la paura che mi attanaglia negli ultimi giorni: se io decidessi
di concludere la storia con il prossimo capitolo (il protagonista
sarebbe abbastanza scontato xD ), voi mi lincereste all'istante, ne
rimarreste estremamente delusi? Purtroppo, ribadisco, con
l'inizio di giugno credo che non riuscirei a dedicarmi alla
storia
come negli scorsi mesi. Stavolta ci tengo davvero tantissimo a
sapere il vostro parere a riguardo, quindi se deciderete di darmelo,
non risparmiatemi di argomentazioni. Vorrei solo aggiungere che i
fratelli su cui finora ho scritto il finale non sono stati scelti
casualmente, ma
perché io li ho seriamente considerati gli unici in
grado
di
amare e sostenere Yui in quanto Adamo ed Eva. Per non privarvi di altro
tempo prezioso, le mie motivazioni le fornirò con piacere in
privato (non fatemi diventare di nuovo logorroica
e leggete la parte importante di questa pubblicazione XD <3).
Ora la
piccolissima scrittrice vi saluta e si ritira dal suo angolino.
***
Amara dolcezza
-Sei davvero
una pappamolle-.
L'insulto gratuito di YUMA-KUN la
colpisce come uno schiaffo dato in pieno viso. Spalancando in modo
smisurato la bocca, Yui rischia di soffocarsi con il bavaglio, tanto
è il suo sgomento. -Ma
con quale sfacciataggine...-,
inizia a pensare, rabbiosa, finché gli occhi ambra del
vampiro
non si piazzano a pochi centimetri dai suoi, facendole affacciare in
mente una sfilza di imprecazioni lungi dal suo consueto essere
delicato. -Possibile che non tu non abbia fatto il culo agli Tsukinami
perché bloccata da queste quattro cordicelle?-, rincara la
dose
il castano, petulante, e le strappa via il fazzoletto di seta dalla
morsa dei suoi denti. Nel mentre la ragazza si riassetta la mandibola
intorpidita, lui distoglie gli occhi per osservare la dinamica del dito
molesto sul suo polso sinistro: tende al massimo il laccio che le serra
la mano al bracciolo del seggio, dopodiché lo lascia andare,
accompagnato dallo schiocco del cuoio che scava più a fondo
nella sua pelle martoriata. Il millisecondo dopo, mordendosi
ferocemente il labbro inferiore per non gridare, la fanciulla sibila
fra i denti: -Yuma, ti conviene sparire. Ora.-, -Se non vuoi che ti combini
quello che avrei voluto fare a quei due-, soggiunge fra
sé e sé, animata da seri intenti omicidi. Ma lui
le rifila un buffetto sulla guancia -un beffardo buffetto sulla
guancia-,
esclamando: -Ah, no! Se sei così pappamolle da non riuscirci
da
sola, ti libero io, così poi mi dai una mano a gettare i
cadaveri nel canale qui fuori!-, ed indica l'uscita del castellaccio
con un pollice alzato in quella direzione. Yui lo fissa un attimo in
silenzio, sbigottita, poi, metabolizzate le sue parole, per prima cosa
sbraita: -Non chiamarmi
pappamolle!-,
ed inizia a dimenarsi sullo scranno. -E questo lo reputi un buon modo
per riuscire ad alzarti?-, commenta il castano, mezzo ridendo, prima di
sporgersi per aiutarla.
-Oh, mi dimeno per
trattenermi, Yuma caro.-,
riflette causticamente la fanciulla, scrutandolo con attenzione mentre
le slaccia i nodi di cuoio con un sopracciglio inarcato. Appena ha
terminato la sua opera
di bene,
il vampiro comincia a dire: -Visto? Ecco fatto, ora..-, lei
però, avendo subito recuperato un corretto circolo del
sangue
negli arti, gli balza addosso, tramutando le sue parole
compiaciute in un grugnito di sorpresa.
La vampira lo placca al pavimento, inchiodandogli le spalle larghe con
entrambe le mani, poi gli sferra una ginocchiata nei
testicoli e soffoca il suo sbuffo di dolore sigillandogli brutalmente
le labbra con le sue. Allora si ritrova a studiare -con una sorta
d'eccitazione che le comprime lo sterno- come quelle scintillanti iridi
ambra lentamente si sgranino, finché due forti mani non la
strattonano indietro, evitando per poco di farle staccare con un morso
le pieghe carnose del vampiro. Egli, d'altro canto, non le stacca gli
occhi di dosso, anche se sanguina dalla bocca e Raito sta cercando di
rimetterlo in piedi sollevandolo da sotto le braccia.
-Yui Komori, i tuoi
raptus violenti non sono graditi.-,
prorompe Ruki, non senza nascondere una punta d'incredulità,
e
tira a sé la ragazza con una violenza tale da strapparla letteralmente
alla presa, ben più delicata, di Azusa. -Abbiamo
già
sopportato abbastanza per oggi. Perciò..-, Continua il
leader,
il quale, da come le stringe il braccio destro, sembra essere sul punto
di perdere il controllo. Prima ancora che decida di farlo lei stessa, l'aggressione verbale si
interrompe con il risuonare della risata roca e gutturale di Yuma, che
dice: -Lasciala andare, fratello. Tanto avrà l'occasione di farsi perdonare-,
con voce in bilico tra la minaccia e l'equivoco.
-Cosa accidenti vuole
dire?-, si chiede di riflesso lei, guardando di sbieco il
castano mentre si discosta da Raito con ben poca gentilezza. -Non ti
dispiacere Ayato, ma oggi la
donzella deve venire con noi per darmi una mano con la
sepoltura-, continua Yuma, e rivolgendosi all'interessato -che se ne
sta con il volto incupito e la mancina sospesa sulla spalla di Ruki-,
scrolla le spalle con fare strafottente. Dopodiché, prima
che Ayato riesca a formulare un'intimazione abbastanza convincente, e il
leader dei Mukami si renda conto delle imminenti conseguenze
della morsa in cui ha chiuso la giovane, Yuma afferra quest'ultima per
un gomito e se la porta dietro, sotto gli occhi indispettiti di
Raito e Azusa, vagamente
divertiti
di Reiji e Shu, allibiti
di Ayato e Ruki, furiosi
di Subaru. -Ma chi ti credi di essere? Lasciami subito
andare!-, sibila Yui in direzione del colosso che si
staglia davanti a lei. Per fargli mollare la presa, prova pure ad
opporre resistenza piantando i piedi al pavimento, ma finisce solo col
farsi letteralmente
trascinare da lui, sollevando dietro di loro una nuvola di polvere.
-Bravi, avete già buttato via i corpi di quegli stronzi, ora
cosa aspettate ad uscire da lì?!-, sbraita ad alta voce il
vampiro, per sovrastare il rumore dei tuoni improvvisi, e trasporta la
ragazza al di là del ponte elevatoio, facendole scudo con la
sua mole possente mentre il vento e la pioggia imperversano. -Sei
davvero un cafone!-,
gli grida lei ad un orecchio, ma in risposta ode soltanto il gorgoglio
della sua risata profonda. Per un attimo, si sente scuotere da un
brivido che non deve avere a che fare con le intemperie sferzanti.
Ravvisando Ruki e Azusa incidere nella loro direzione, Yuma la guida
nella coltre di nebbia finché i loro occhi non delineano i
contorni della limousine di proprietà Mukami, anche se la
laccatura nera della carrozzeria quasi si confonde con il cielo
plumbeo.
-Sali e non osare badare all'odore di sangue: non è colpa
mia se Kou ha avuto un'emorragia di quelle dimensioni-, la
redaguardisce il vampiro, vagamente accusatorio, ed apre uno degli
sportelli posteriori, spingendola nell'abitacolo senza tante cerimonie.
-Oh Kou, ora
non...dovresti trovarti nel bagaglio-, riflette la
fanciulla, raggomitolandosi sull'altro lato del sedile, e, nonostante
la gola le arda debolmente d'arsura, trattiene a stento lacrime di puro
dolore. -Suvvia, non dirmi che l'odore del sangue ti fa lo stesso
effetto delle cipolle-,
obietta Yuma di punto in bianco, evidentemente notando nella penombra i
suoi occhi lucidi, e scivola accanto a lei con tale
repentinità da farle urtare il fianco contro lo sportello.
Yui soffoca un mugugno, domandandosi perché il vampiro non sappia usare la delicatezza,
ma si rende conto che è una causa persa quando
lui le cinge un fianco e la stritola a sé. -Un po' di
zucchero risolverà tutto-, le labbreggia in tono
provocatorio, forse ignorando che le sue dita le stanno comprimendo gli organi
interni, sicché le offre una delle sue famose
zollette zuccherine. A quel punto, malgrado tutto, sul viso della
fanciulla sboccia un sorriso ilare prima che prenda tra le labbra l'esclusiva di
Yuma, sfiorandogli i polpastrelli con la lingua. Non si stupisce più
di tanto che la sua pelle sappia di qualcosa di dolce.
Mentre Ruki e Azusa si accomodano sul sedile di fronte a loro, il
vampiro si succhia rumorosamente le dita che hanno stretto la zolletta
da lei appena addentata.
***
-Ma cosa vorresti fare
con questo brutto tempo?!-, esclama la giovane Yui, esasperata, mentre
corre appresso a quello scellerato di
Yuma-kun
per i corridoi della magione Mukami. -Puoi liberarti del peso di
quell'ombrello, dolcezza, perché tanto fuori non
servirà a molto-, tergiversa lui, dirigendosi con passo
implacabile in direzione dell'immenso giardino retrostante, con il
codino sfatto, gli stessi vestiti -ormai zuppi- di quella mattina e il
manico di una pala stretto nella mano destra. Dinnanzi alla sua
ostinazione, lei alza gli occhi al cielo e ribatte: -Se non intendi
aspettare, perlomeno ti riparo dalla pioggia mentre scavi-. -Oh,
come farei senza di te? Avanti, andiamo
pappamolle.-, replica lui, acido, ma da sopra le spalle le scocca
un'occhiata ilare. La giovane preferisce fingere di non averlo sentito
chiamarla in quel modo.
-Gli
verrà un accidenti-, pensa la fanciulla,
osservando con velata apprensione come il vento freddo ingolfi la
maglietta bianca scollata del vampiro, i poderosi muscoli delle braccia
che guizzano in evidenza ogni volta che egli vanga una zolla di terra,
un moto meccanico che va avanti da più di mezz'ora.
Nonostante questo, Yuma continua a lavorare con zelo e lei mantiene
l'ombrello aperto sulle loro teste, senza permettere che le folate lo
smuovano di un millimetro o che una goccia di pioggia inumidisca
più di quanto già non siano i vestiti del
vampiro.
Entrambi
capiscono di non farlo per sé stessi, ma per Kou-kun. Non
perché devono, ma perché vogliono.
Intendono poter
sentirlo vicino a loro il giorno dopo, fra decenni, secoli.
Lì, in modo che la sua anima possa rimirare ogni giorno il
cielo, ma mai più da sola.
Quando iniziano a
tremarle le gambe e lo sente starnutire più e più
volte, Yui ardisce spezzare la loro bolla di silenzio suggerendo con
voce flebile: -Dovremmo tornare dentro, Yuma-kun-. Ma, forse
perché ha parlato davvero troppo piano, lui non si ferma
né la guarda finché non ha completato l'opera.
Allora, piantata la punta della pala nella terra smossa, il vampiro
esamina per un lungo momento la fossa fangosa perfettamente
rettangolare, all'ombra del melo simbolico -come lui stesso l'ha
definito in riferimento agli occhi di Kou-, prima di biascicare:
-Sì, torniamo dentro-. Così, starnutendo per
l'ennesima volta, le sfila di mano l'ombrello e lo mantiene aperto
lungo i pochi metri che li separano dalla porta finestra del salone, a
causa della pioggia incessante.
Appena entrati
dentro, la prima cosa che fa Yuma è quella di scagliare
rudemente l'ombrello sul tavolo immacolato.
-I vampiri
possono ammalarsi? Perché io penso che tu ti sia preso la
febbre-, si allarma Yui, fissando le sue palpebre pesanti, le gote
arrossate, le spalle scosse da tremiti appena percepibili. La domanda
pare quasi metterlo in imbarazzo, poiché, grattandosi la
nuca con le dita anch'esse bagnate, lui borbotta: -Ammetto che ora
vorrei solo coricarmi a letto-. Allorché, intenerita, la
fanciulla dice: -Bene allora, intanto che tu riposi un po', io ti
preparo una zuppa che ti farà stare sicuramente meglio!-, e
fa per incamminarsi verso la cucina, quando viene trattenuta dalle sue
braccia bollenti, che la stringono da dietro all'altezza della
clavicola, come
in un abbraccio.
-No, non ho fame.
Stai
con me.-,
le sussurra debolmente ad un orecchio, facendole stringere di scatto le
gambe, tutt'altro che tremanti. -D'ac-cordo, Yuma-kun-, ha il tempo di
rispondere, prima che lui la volti e se la carichi in spalla con un
grugnito. Rossa fin alla punta delle orecchie, Yui non si dibatte ma
geme più volte, intimorita che il vampiro possa perdere da
un momento all'altro il suo precario equilibrio. Ma, talvolta ridendo
sguaiatamente e senza apparente motivo, lui riesce a trasportarla incolume
sino
alla sua camera da letto.
Quando finalmente
la lascia scendere per chiudere la porta, la ragazza si sorprende suo
malgrado di quanto quella stanza appaia spoglia: sul pavimento
piastrellato di ceramica bianco opaco sono sistemati centralmente un
tavolo di legno rotondo su di una moquette rossa rettangolare, mentre a
ridosso del muro frontale all'uscio è stato posizionata una
branda nera, con a sinistra uno specchio dalla linea semplice, e a
destra un lume di acciaio slanciato in altezza, che arriva quasi a
sfiorare il soffitto.
-Quindi tu dormi
qui..-, è il suo sciocco commento, mentre il vampiro si
svacca sul
letto, facendo sprofondare l'intero materasso sotto il suo peso. Lei,
ridacchiando, sta per avvicinarsi, quando lui si alza bruscamente sulle
ginocchia ed inizia a spogliarsi, finché non rimane in mutande.
L'attimo
dopo, si lascia cadere nuovamente sulle lenzuola scure, questa volta
affondando la faccia nel cuscino. Lei, impietrita sul posto da una
ridda di emozioni contrastanti, lo ode brontolare, la voce roca
attutita dal morbido guanciale:
-Ho
così tanto caldo..-. I pollici affusolati
dei suoi piedi spingono il cumulo di vestiti bagnati fuori dal letto,
facendoli accatastare sul pavimento con uno: -splat-, poi Yuma stiracchia le
lunghe gambe muscolose, e con una mano si libera i capelli umidi e
scarmigliati dall'elastico nero. Anche da lontano si capisce quanto
siano possenti e marmoree le sue spalle.
Il corpo
altrettanto accaldato
di
Yui decide di tradirsi proprio nel momento in cui i suoi occhi ambra e
torbidi si volgono su di lei: rabbrividisce da capo a piedi, stringendo
le gambe tra loro. A quel punto, puntellandosi su un gomito -mettendo
così in vista il torace scolpito-, il vampiro chiede con
naturalezza: -Hai freddo?-, al che lei arrossisce violentemente ed
è scossa da un altro brivido eccitante. Lui allora, senza
aggiungere altro, scende dal letto, la raggiunge, la prende per un
polso, la strattona verso di sé, ed inizia a spogliarla. -Ti
riscalderò io-, le promette, esibendo
un sorriso sfacciatamente pervertito, e dopo averle sfilato
la blusa,
le rimuove i
pantaloncini, indugiando con le dita bollenti sulle sue cosce. La
fanciulla, seminuda, inerme ed ansimante, incatena i suoi occhi al suo
sguardo febbrile, famelico, dolce.
Poi
si ritrova sdraiata sulla branda, a stretto contatto con la sua pelle
scottante. Lei può sentire il seno turgido strofinare contro
la stoffa del reggiseno blu notte, così come può
notare il rigonfiamento degli slip neri del vampiro. La situazione
è mutata improvvisamente: ora il desiderio e l'eccitazione
sono palpabili. -Yui, lo sai cosa
succederebbe se decidessi di concederti totalmente a me?-, le domanda
Yuma-kun, incredibilmente serio. Le appoggia una mano sulla schiena e
la spinge verso il suo petto bruciante, su cui lei aderisce lentamente
i palmi delle piccole mani. -Tu saresti pronto ad accettarmi?-,
gli chiede di
rimando, fissandolo intensamente, in attesa. Sul suo viso passa
un'ombra di dolore, prima che borbotti: -Non
sono un cafone-,
e pare sul punto di immusonirsi. Quella vista la fa
sciogliere di piacere. -E' vero, in fondo ho sempre saputo che la tua
anima è dolce come le tue zollette-, scherza, rivolgendogli
un sorriso luminoso. A quel punto lui ride,
facendo vibrare il torace sotto le sue palme, deliziandola, e aggiunge:
-Magari imbevute nel caffé, per non risultare stucchevoli-.
-Sì, sì, immagino che un Capo dei Vampiri che si
rispetti non debba essere sdolcinato-, conclude lei, unendosi alla
risa spontanea, gioiosa.
Dopodiché
nella stanza cala il silenzio, perché i vampiri sentono il
bisogno
di baciarsi, toccarsi, unirsi. Predistinati al potere più
grande, quello a partire dall'attimo in cui hanno perpetuato il loro
fratello. L'amore.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 29 *** Capitolo 28 - FINALE ***
FINALE
Angolo
autrice:
Eccoci qui, all'ultimo capitolo, "Il finale dei finali". Letteralmente.
Eh sì, la persemprevostramicroscopicascrittrice
ha deciso di
battere la fiacca di fronte a due deliziosi capitoli incentrati su
Raito-kun e Subaru-kun, preferendo lasciare carta bianca ad Ayato-kun.
Ecco,
la verità è che non c'è
più tempo. La scuola è più che agli
sgoccioli, ed
in effetti le bottiglie che sto preparando -a
quantità
industriale-
per i gavettoni sono traboccanti d'acqua di sorgente
pu-ris-si-ma.
La mia testa, poi, ha già fatto le valigie
per le Bahamas (anche se mi butterò nel primo quadrato di
sabbia
libera della spiaggia vicino casa mia, ma che rimanga tra noi eh). Per
non parlare delle mie chiappe, che si stanno allenando duramente da
settimane per
appiattellarsi nel migliore dei modi prima su una sedia della sede
d'esame (ho fatto quasi rima, toh) per la certificazione di lingua
inglese, e poi sul pavimento della palestra dove gareggerò
per
la prima volta, in veste di pusillanime cintura mezza
gialla (arti
marziali, per intenderci). Insomma, sono sicura al 99,99% che non
riuscirei ad aggiungere altri capitoli alla storia oltre che il qui
presente.
In
fondo, se ci pensate, siamo qui insieme dal 13 settembre 2014.
Incollati allo schermo del computer/tablet/cellulare di turno da ben
nove mesi. Un intero anno scolastico, in pratica. Ma che mi ha reso
felice, tanto felice.
Con
questa pubblicazione, potrò dire di
aver finito il secondo superiore in bellezza. Sì, sto
parlando
di me ed anche in modo logorroico, ma ora, ora che siamo giunti alla
fine,
voglio che tutti (e non solo le mie amiche!) coloro che si sono presi
la briga di venire a leggere questa pagina, si fermino per fare un po'
la conoscenza di quella ragazzina ambiziosa che è
andata in trip
mentale
con la storia dei Diabolik
Lovers. E che ne ha fatto non una, ma ben due fan fiction
a sfondo alla CinquantaSfumaturediGrigio
(l'unica differenza è che Mr Grey è uno, mentre i
nostri
vampiri sono in dodici *Q*________________), apprezzate più
di
quanto la sottoscritta avrebbe mai (e ribadisco, mai)
potuto immaginare.
Allora,
se anche stavolta ciò che ho scritto vi
emozionerà, gli
applausi e i ringraziamenti andranno tutti a voi, perché
senza
tutte le vostre visite ai capitoli, le recensioni, i messaggi
personali, e, più in generale, gli
incoraggiamenti e le attenzioni,
io
non sarei riuscita ad arrivare fino a questo punto. Meglio ancora, non avrei potuto
mettere un vero e proprio punto alla mia storia.
Ordunque,
premesso tutto quanto questo, la vostra _piccolascrittrice_ (sto
piangendo, mannaggia la miseria) vi augura che sia la miglior lettura di sempre.
P.S:
carissime amiche,
a voi dedico tutti i miei abbracci nei "titoli di coda" <3.
***
Per l'eternità
Qualcosa
era cambiato. La giovane Yui non se ne rese conto, così come
nessuno dei vampiri ancora in vita. Ma come potevano accorgersene? Il
potere di cambiare il mondo, il futuro della stirpe dei vampiri, era
sempre stato nelle mani di ognuno di loro. Il sacrificio -volontario o
involontario, chi può affermarlo con certezza?- di Kanato e
Kou,
però, era in grado di aprire gli occhi ad un solo vampiro.
Stava
a quest'ultimo cogliere quel bagliore intenso, profondo, intrinseco
nella sua anima: l'amore
per Yui.
Potersi unire a lei era l'unico vero desiderio dei fratelli vampiri.
Per quanto pensassero di agognare il sangue della fanciulla, il sapore
irresistibile e appagante era dovuto all'amore struggente
che provavano per lei, scambiandolo, cechi com'erano, per semplice arsura.
Ecco, in pochi di loro sarebbero riusciti a non lasciarsi accecare
dall'odio provato nel passato. Il quale fluiva come lava nelle vene
ogni qual volta quegli occhi grandi, color lampone, indifesi, si
posavano su di loro. Poiché ella li ricordava
così tanto
Cordelia, Beatrix e Christa da scatenare una violenza, un sadico
eccitamento che si sarebbero potuti concatenare per
l'eternità
senza che preda e
predatori ne avessero cercato la reale ragione.
Tuttavia, ciò non si era realizzato. Quel giorno, il
pomeriggio
della morte di Shin e Karla Tsukinami, i prescelti avrebbero finalmente
osservato Yui
con gli occhi di Adamo.
Tra i predestinati c'erano Ruki, Yuma e Shu, coloro in
grado di intendere la grandezza del proprio amore nei confronti di Eva. Tre possibili
scelte, ma un solo, lieto futuro: l'eden.
Ma non ci si era posti ancora una prerogativa, radicata nella Genesi
più di qualunque altra: la presenza del serpente. Colui che
avrebbe tentato e inesorabilmente sedotto Yui, trascinandola nel
peccato, il dolore e la passione terrena.
Ayato-kun.
Con lui avrebbe trovato l'eden?
***
Non
appena la superficie dell'acqua del canale circolare si infrange contro
i due cadaveri, il cielo plumbeo pare schiarirsi
all'improvviso, come se il furore del temporale si sarebbe potuto
placare solo con la morte degli ultimi redentori del castellaccio.
Stiracchiando le braccia indolenzite, la fanciulla percorre il ponte
elevatoio dalla superficie vischiosa, mentre un sole irrealmente alto e
luminoso si riflette sui suoi lunghi capelli in onde dorate. Gli
altri vampiri la seguono, fissando la sua snella figura avanzare
traballando, probabilmente sensibile al vento fresco che tarda ad
affievolirsi. Irritato dai troppi sguardi puntati su di lei, Ayato si
appresta a raggiungerla con la scusa di stringerla nel suo giubbotto di
pelle per riscaldarla. -Non ce n'è più bisogno,
Ayato-kun-, si schermisce lei, una volta avvicinatosi, e si fa rossa in
viso benché gli occhi siano ancora gonfi di pianto. -Quando gliel'ho posato sulle
spalle prima di venire qui, ho avuto il presentimento di vederla
arrossire per l'ultima volta-, riflette il vampiro,
ritraendo il giubbotto con un gesto
suo malgrado stizzoso.
-Hai ragione, è tutto finito. L'unica
cosa che ti resta da temere siamo noi-, replica, sghignazzando. Ma
dal modo in cui lo guarda la fanciulla l'attimo dopo, si sente
costretto a replicare: -Ora potremo riposarci-; -Anche se vorrei solo poterti
addentare il collo-,
aggiunge tra sé e sé, fissandola di sottecchi con
sguardo
incupito. -Hai ragione. Adesso potranno farlo anche l'anima di Kanato e
Kou-, commenta placidamente la fanciulla, rivolgendo la sua attenzione
alle due
limousine parcheggiate in cima all'altura di fronte. Shu, Reiji e Ruki
sono già lì, e da lontano sembra che si stiano
stringendo
amichevolmente le mani. -E' un sollievo vedere che anche questa
questione si è risolta, no? Che ne diresti se qualche volta
invitassimo i Mukami a pranzo?-, domanda Yui, raggiante, mentre
gli steli d'erba imperlati d'acqua frusciano tra le loro gambe. -Oh, tu sarai la portata
principale?-, la schernisce mentalmente il vampiro,
però, mordendosi il labbro inferiore
con i canini affilati, si limita a rispondere: -L'importante
è
che mi prepari i takoyaki-.
-Va bene, te lo prometto!-, esclama di rimando lei, ridacchiando come
una scolaretta.
Quella sua presunzione gli fa saltare i nervi.
Senza pensarci due
volte, la trattiene per un polso e l'afferra per il mento,
sibilando al suo orecchio in tono risoluto: -Non vederla come
una
promessa, perché è un tuo dovere.-.
A quel punto, la ragazza si discosta bruscamente, livida di
frustrazione, mentre lui inarca
un sopracciglio ed esibisce un sorrisetto molesto, sebbene percepisca
una fitta al petto.
D'impulso, riprende il controllo sul suo polso
-segnato in modo evidente dalla corda di cuoio- e piegandosi su di
lei, sussurra contro
le sue labbra: -Non reagiresti così se ti ricordassi a chi
appartieni-, dopodiché, senza lasciarle scampo, la divora
con un
bacio.
-Sì,
è solo mia, e tutti devono capirlo.-.
Ma non appena allontana le labbra turgide, compiaciuto, lei staffila:
-A volte penso di volerlo dimenticare.-, facendolo rabbrividire come se
gli avesse versato addosso una secchiata d'acqua gelata.
Di colpo, davanti a lui la fanciulla sembra trasfigurare in tutt'altra
persona, mutando le fattezze come le increspature d'una superficie
d'acqua a contatto con un sassolino. -Tu devi essere il migliore in
tutto. Tu sei il migliore. Quello che diventerà il prossimo
Capo di famiglia sei tu.-, proferisce la voce di Cordelia.
-Pensi di poter essere
il migliore in questo modo?! Tu non puoi perdere!-,
insiste la donna, schiaffeggiandolo.
-Non
dovresti essere inferiore a nessuno. Ma se tu non sei il più
forte, allora non sei il
mio bambino. Se non sei il migliore, allora non ho bisogno di te.-, lo
ripudia sua madre, cinta dalle languide mani di Ritcher. -Io ho finito con te.-,
labbreggia la sgualdrina, mentre lui annega nel lago.
Quando finalmente si accorge che qualcosa gli sta scuotendo una spalla,
Ayato ritorna a vedere Yui, il cielo azzurro e la limousine bianca.
Soprattutto Yui.
-Fratello, vuoi tornare a casa o no?-, gli viene chiesto,
sicché, riconoscendo la voce di Raito, si volta verso di
lui, e
lo scrollio cessa.
Tanto ha già
carpito il terrore nel suo sguardo.
-Stiamo aspettando voi-, continua intanto il secondogenito, scoccando
un'occhiata indecifrabile in direzione della fanciulla. Lui si sente
pizzicare dietro la nuca, consapevole che è ancora alle
sue spalle.
La sbatterà a
terra e la violenterà.
Biascicando un assenso, Ayato apre uno sportello a caso
della
limousine e si lascia cadere sul primo posto libero. Dopo qualche
secondo, Yui si immette nell'abitacolo refrigerato accompagnata da
Raito, sedendosi fianco a fianco sul sedile di fronte al suo.
Ma lui non è più lì. Ha la sensazione
di precipitare in un abisso nero. I suoi occhi ravvisano solo
Yui, ma anche Cordelia, permeate da una luce aurea. I loro lineamenti
si sovrappongono. Per alcuni
tratti coincidono, brillando con maggior intensità.
Un brivido raggelante lo costringe ad inarcare la schiena. Percepisce
le mani tremare, incerto se cingere i fianchi della donna, o
strangolarla.
***
Rincasano allo scoccare delle
sei di pomeriggio. La giovane Yui, indifferente alle proposte avanzate
dai vampiri come "prendere
un tè tutti assieme", "poltrire
per decenni"
o "andare a
farsi fottere"
(chissà chi potrà mai aver parlato..), si chiude
in camera sua e si affaccia alla finestra.
Resta in piedi,
immobile, le mani
pallide e tremule premute al vetro, gli occhi atterriti puntati sulla
figura che, nell'immenso giardino sottostante, sta portando in braccio
il corpo di Kanato, diretto allo spiazzo circondato dalle siepi di
rose. Molte delle quali risultano
scarnificate
delle loro sgargianti corolle, sicché i petali si librano
nell'aria tutt'intorno i due fratelli.
Quella vista
infittisce il dolore irradiato dal petto, ma anche il nugolo di terrore
che le ottenebra la mente. -In quel
momento, ciò che gli ho detto..I suoi occhi...-,
la fanciulla sbianca dal volto, non ha le forze di concludere quel
pensiero. Poi, quando scorge Ayato intento ad avvolgere delicatamente
il cadavere con un lenzuolo candido, non riesce più a
controllarsi: apre d'impeto la finestra e si arrampica sul cornicione.
L'aria stantia stride con la freddezza della
pietra sotto i suoi piedi nudi. Il senso
di colpa è insostenibile.
La vampira salta nel
vuoto, e
atterra con grazia molti metri più giù,
sollevando
attorno a sé un turbine di foglie delicate e profumate.
Chinato sul corpo
ammantato, Ayato volta solo la testa, alzando su di lei occhi neri, tali sono le pupille
dilatate.
Entrambi sono
esausti: lo si
può intuire dai visi slavati, le spalle cadenti, i vestiti
stropicciati. Tuttavia, differenti sono le emozioni che percuotono i loro cuori. Yui prova
rimorso, paura, nostalgia. Lui, invece, si sente negletto, e geloso. Terribilmente.
Allorché,
prima che la fanciulla possa tentare un approccio con quell'uomo -che uomo
non è, ma solo un bambino desideroso di cure e affetto-,
il vampiro si alza di scatto e l'aggredisce, facendola cadere
rovinosamente sul pavimento in pietra. Lei ansima e scalcia, ma non
può far nulla contro la furia
scaturita dal rifiuto:
Ayato la imprigiona sotto il suo corpo, squarcia la spallina
sinistra della blusa e le addenta la clavicola con
brutalità. -Kyaaaaaaa!-,
soffia la vittima. -Perché mi fai questo, Ayato?!-, urla
addolorata, mentre lui succhia voracemente il suo sangue
e le artiglia un seno con una mano.
I petali di rose si
inumidiscono di lacrime, e si macchiano di rosso scarlatto.
Quando la fanciulla
inizia a
sentirsi mancare, il vampiro decide finalmente di alzare la testa,
ringhiando: -Perché tu mi appartieni. Ma hai osato
rifiutarmi. Proprio
come lei!-, e
le sputa un grumo di sangue sulla guancia.
Le
inesauribili lacrime si mescolano al fluido scuro, rigandole il viso
con più scioltezza.
-No, ti prego, io non
sono
Cordelia! Perdonami, perdonami e fammi tua in qualunque modo tu voglia.
Sto male e... e io voglio appartenerti, Ayato-kun!-, lo implora la
giovane Yui, spinta dalla sofferenza di dover guardare quegli occhi
indemoniati, il rivolo di sangue che cola dalle labbra distorte in un
ghigno; percepire la pelle e il cuore dilaniati; capire
che non è affatto così che vorrebbero amarsi.
A lui sembra mancare
il fiato. Allenta impercettibilmente la presa delle mani, la fissa
stralunato.
Poi, dopo un lungo
attimo di
silenzio, proferisce: -Lo farò solo se devorrai il tuo
sangue
esclusivamente a me, per l'eternità.-.
Le sue ultime parole
paiono avere
il potere di smuovere l'aria, tant'è che i sepali iniziano a
vorticare sulle loro teste. Lei, guardandolo
intensamente, sorride. -Sì, Ayato, per l'eternità.-,
gli sussurra.
A
quel punto, lui ricambia il sorriso, come mai ha fatto prima di allora.
Poi ride -il riso
cristallino e innocente di un bimbo felice-,
intreccia le mani a quelle della fanciulla e si rialzano insieme.
Allora, rendendosi conto di avere entrambi una miriade di petali -blu,
rosa, rossi, bianchi- impigliati fra i capelli, iniziano a fare un girotondo,
ridacchiando come pazzi mentre le foglie svolazzano dappertutto.
***
Sette
anni dopo
La
giovane donna si mette in punta in piedi, arrivando a prendere il
ricettario dalla mensola. Fatto ciò, si dirige verso il
bancone
da cucina e si inumisce un dito con la punta della lingua, per
sfogliare con metodo il tomo voluminoso fino alla pagina che le serve.
Trova che quel dolce sia perfetto per l'occasione: chi non vorrebbe
assaggiare ad un compleanno una bella fetta di kasutera?
In realtà, lei è perfettamente in grado di
cucinare la
base di quella torta soffice ed aromatizzata al miele, ma l'ha colpita
quella variante proposta con la meringa di mandorle. Reiji non poteva
regalarle libro più interessante per la festa della mamma.
In
fondo, lei si prende cura anche di lui proprio come farebbe una madre.
Sicché, canticchiando a mezza voce, si raccoglie i lunghi
capelli in una coda disordinata e
rinforza il nodo fatto dietro il grembiule chiaro, pronta a mettersi al
lavoro. Non può perdere tempo: gli invitati arriveranno tra
meno
di cinque ore, e lei deve riuscire a sfornare anche una teglia di
takoyaki.
I suoi familiari ben sanno di non doverla disturbare in alcun modo
mentre cucina, eppure, ad un certo punto, qualcuno spalanca
rumorosamente la porta alle sue spalle. La fanciulla inizia a sbattere
le uova nella ciotola con più fervore, irritata,
finché
non ode il gorgoglio inequivocabile di uno stomaco affamato.
-Come vanno i preparativi tesoro?-, domanda Ayato, fermandosi alle sue
spalle.
Lei sta per replicare duramente di andare a controllare i bambini,
quando il compagno le palpa il sedere e si ficca in bocca una
mestolata di panna fresca, facendola inviperire. -AYATO-KUN!-, ringhia
la ragazza, voltandosi ad incenerirlo con lo sguardo. Lui ridacchia
nervosamente ed alza le mani in alto, fin troppo consapevole del
rischio che stiano correndo i suoi testicoli in quel momento,
e dice: -Okay, okay, immagino che non hai ancora finito. Piuttosto,
dove sono i marmocchi?-, al che lei, spalancando occhi e bocca con aria
incredula, ribatte: -Questo dovrei domandarlo io a te! A quanto
mi risultava all'incirca tre ore fa, quando ti avevo espressamente
chiesto di badarli,
Eveline era in giardino ad innaffiare le rose, mentre Adam stava
cercando di gonfiare i palloncini in soggiorno. Ma davvero non lo
sai?-. Pronunciata l'ultima frase, la giovane donna si morde il labbro
inferiore e gli lancia un'occhiata allarmata: dove sono finiti i loro
gemellini?
-Yui-chan, ti giuro che...-, comincia a dire il vampiro,
ma si
interrompe quando sente uno scalpitio poco lontano. Si voltano entrambi
verso l'uscio, sormontati all'istante da un senso di pace. Il suono di quei passi non
è cambiato sette anni or sono.
-Mamma, papà!-,
strepitano all'unisono i due bimbi,
affacciandosi di corsa alla cucina. -Sono già arrivati gli
zii
Ruki, Yuma e Azusa! Venite ad aprire?-, domanda Eveline, che pare ancor
più tenera col suo timbro di voce nasale. -Ma che ci
stanno a fare Raito e gli altri in questa casa?-, borbotta Ayato,
prendendo al volo quello scalmanato di Adam. Yui si protende a
scoccargli un bacio sulla fronte, asserendo ad alta voce:
-Sì,
sì, ora ci pensa papà-, e ammicca in direzione di
Eveline. Il compagno alza gli occhi al cielo, ma rimesso giù
il
figlio, lo prende per mano ed esorta la bimba ad uscire dalla stanza
con un: -Dai, la mamma non vuole che si sappia in giro quale
ingrediente segreto usi per la vostra torta di compleanno-, al che lei,
coprendosi di scatto il viso con entrambe le manine paffute, lo segue.
La giovane donna, intanto, sorride radiosa, osservandoli mentre se ne
vanno: Eveline ha
capelli biondi e scarmigliati, due meravigliosi occhi verdi e un fisico
sicuramente destinato a mozzare il fiato; Adam è un po'
più magrolino, ma quando sorride gli si formano due fossette
adorabili, senza contare che i suoi occhi lampone incorniciati da
ciocche rossicce e setose creano un contrasto miriabile; Ayato rimane
slanciato, bellissimo e
cocciuto. Yui rimpiange solo che i figli sembrano aver
preso il carattere
del padre.
Allorché, scuotendo la testa con aria sconsolata, torna
ad occuparsi dei dolci, finché non ode Adam gridare
istericamente: -Maaaammaaa!
Gli zii mi hanno regalato una pista per le macchinine!-.
Sì, sarebbero vissuti nell'eden.
Fine
***
Ringraziamenti:
Un
immenso e sentitissimo "GRAZIE"
da
parte mia va a:
- cristie13,
per la tua sconfinata simpatia e le interminabili chiaccherate a
telefono. Per non parlare della tua capacità di
tranquillizzarmi
nei miei momenti di crisi XD! In generale, grazie della tua amicizia
<3;
- marghi1D,
perché ho sempre aspettato le tue recensioni come un
cagnolino
fa col suo padrone! Non dimenticherò mai la tua
spontaneità e le "perle di saggezza" sulla vita quotidiana
xD;
- Lady Morjana,
la mia poetessa <3 nonché amica d'élite
U_U. Ho apprezzato tantissimissimo la tua disponibilità :D;
- Tsuki
96, per la tua maturità e gli innumerevoli consigli e pareri
che
mi hai dato, sin da "Il risveglio". Ricorda che un giorno ti
arriveranno trecentomila recensioni (positive!) da parte mia alla tua
storia *faccina serissima* ;
- Alison Cole, per
esserci stata fin dall'inizio <3. ;
- Slanderman,
alias Slandy-chan <3, per la tua formidabile acutezza e
gentilezza;
- marimarufourever, perché
mi hai seguito fin dalla prima fanfic e scritto sempre in modo dolce e
conciso <3;
- Nephertiti
<3. Altra gentilissima amica che mi ha dedicato molto del suo
tempo..Grazie Nephy **;
- G_saske! Quando
ormai pensavo di non poter avere l'onore di conoscere altre fantastiche
lettrici, sei arrivata tu, quindi grazie anche a te! ;
- _DarkFate_,
per avermi scritto così spesso :D ;
- _Mamoru, conosciuta
anche come Mamo-chan <3 Il tuo nickname fa già capire
come
sei: dolcissima (non da mangiare eh u___U);
- Isabelle_Mavis, altresì
chiamata Isa-chan, per aver cominciato inaspettatamente a scrivermi,
portando con sé tanto buonumore ^^;
- Spring_Sun,
perché con le tue recensioni ti considero un'amica :D;
- shiro_neko18, o
Neko-chan <3 Sei una gattina che vorrei strapazzare di abbracci!;
- HaruhiB_10,
perché anche se non ti sento da un po' di tempo (massima
comprensione!), con le tue recensioni mi hai fatto sempre sorridere! ;
- lady clariss,
per tutti i complimenti **;
- Sol_chan. Ovviamente mi ricordo di te =)
<3;
- Ale_LoveBS, soprattutto
per le tue grandi attenzioni alla mia prima storia. Prima o poi
ri-troverò il tempo per leggere la tua fantastica storia *_*;
- Sufycchi,
anche se ho avuto il piacere di parlarti solo un paio di volte =] ;
- kurumitokisaki02 <3 Cavolo,
quante ragazze gentili che ho conosciuto in questi due anni..! ;
- hinasasu, il
cui nickname mi ispira tanta tenerezza..<3;
- Trueheart, per
tutte le tue parole"accattivanti" e.e ;
- LedyA, perché
le tue recensioni mi hanno fatto, oltre che piacere, anche ridere ^^;
- shera_darknight, per
i gentili pareri;
- giulyloveanime, perché
mi hai saputo incoraggiare con pochissime parole xD.
Credo di aver finito (Quante
sieteeeeeeeee *======*)!
Nota Bene
u.u : per l'ordine di apparizione, ho seguito più che altro
la
lista delle recensioni, in modo da non dimenticare nessuno (ma come
potrei? <3) Se ciò è comunque accaduto,
non esitate a
farmelo notare!
Che aggiungere?
Grazie, grazie ancora per le 252
recensioni totali (*sviene*) e le innumerabili visite ai capitoli.
Ecco, vi confesso che sono orgogliosa di me stessa. Non c'è
cosa
più bella e gratificante su questo sito di poter finalmente
spuntare la casella accanto a "Completa?".
Questa volta però non vi posso annunciare l'esistenza o
l'idea
di un seguito. E' ora di lasciare Yui e la sua grande famiglia di
vampiri vivere per sempre felici e contenti, non credete anche voi?
Spero vivamente e con tutto il cuore che il finale vi abbia preso ed
emozionato. Se poi le mie amiche volessero darmi un ultimo parere,
sarei al settimo cielo.
Bene allora, ora vi saluto, ma non è un addio.
Arrivederci,
_piccolascrittrice_
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=2828846
|