Il desiderio nasce da quello che osserviamo ogni giorno, Clarice. E tu cosa desideri?

di Diamont Duchess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** "Tu ti innamori dell'FBI , ma l'FBI non si innamora di te " ***
Capitolo 2: *** "Lei è una Guerriera,Clarice" ***
Capitolo 3: *** “Lei usa la crema per la pelle Evian, e a volte si mette l’Air du Temps, ma non oggi ***
Capitolo 4: *** Dr Fell AKA Dr Hannibal Lecter ***



Capitolo 1
*** "Tu ti innamori dell'FBI , ma l'FBI non si innamora di te " ***


I

 
Sospesa temporaneamente dall’FBI . Sbattuta fuori da quell’organismo che aveva servito per troppo tempo e al quale aveva dedicato tutte le sue forze e tutta la sua vita.
Fino ad adesso, alla veneranda età di 32 anni e mezzo , non si era concessa nemmeno un attimo di riposo l’agente , o sarebbe meglio chiamarla, l’ex Agente Speciale Clarice Starling.
Sempre dietro a scartoffie , dietro ad una scrivania , pronta a dare il massimo per un’istituzione che forse non meritava tutto l’amore che Clarice aveva donato.
E adesso si trovava sbattuta fuori dall’FBI per il caso Evelda.
Non pensava che si arrivasse a tanto , addirittura esonerarla fuori dalle sue mansioni era un po’ eccessivo, ma il Dipartimento di Giustizia che parlava per bocca di quel viscido Klender aveva espresso, in accordo con i massimi dirigenti dell’FBI , la condanna dell’Agente Starling.
Aveva cercato di difendersi attorno a tutti quei lupi, ma non ci era riuscita.
Per quanto avesse cercato di spiegare come fossero andate realmente le cose , come tutta l’operazione – costata la vita a ben cinque persone di cui una in particolare , l’Agente Brigham , era rimasta uccisa – fosse stata organizzata in modo pessimo, come , per quanto Evelda ( trafficante di Droga famosa in tutta l’America per il suo commercio ) avesse sparato per prima e lei , per legittima difesa, aveva sparato uccidendola, ma risparmiando il bambino che portava in braccio ,ma a niente erano valse le sue parole davanti al Tribunale dell’Inquisizione, come ora lei lo vedeva.
Aveva dovuto abbandonare la sua pistola d’ordinanza insieme al distintivo, per quanto il capo della sua sezione gli aveva assicurato che in un modo o nell’altro, per quanto adesso fosse stata sospesa dal suo lavoro, sarebbe tornata se non ci fossero state accuse schiaccianti.
Ma Clarice sapeva bene, mentre usciva dall'imponente edificio dell’FBI, che non  sarebbe ritornata facilmente in servizio. Era una sensazione la sua, non certezza, ma temeva che lo diventasse presto.
Alzò la testa verso il cielo osservando , con una certa malinconia, le nuvole che iniziavano a condensarsi sopra la sua testa.
Da lì a poco avrebbe piovuto e lei non aveva nemmeno la sua Mustang sotto mano. Imprecò a bassa voce quando una piccola goccia d’acqua le scese sulla guancia.
Con un dito la raccolse , affrettando il passo  ed allontanandosi sempre più velocemente dall’edificio dell’FBI, quella fortezza che sapeva di aver conquistato anni prima grazie al caso “Buffalo Bill” e che adesso la rispediva a casa senza troppi complimenti.
Una seconda ed una terza goccia la colpirono sulle braccia nude.
Non era un buon segno, affatto.
Clarice dovette iniziare a correre sempre più velocemente per sfuggire a quelle nuvole che sembrano inseguirla, ma ecco che nuove gocce, questa volta molte di più, la colpirono sul capo proprio mentre la donna cercava, nella sua borsetta , le chiavi della Mustang.
Finalmente riuscì a trovarle, aprì la portiera della sua splendida e amata macchina  e ci si infilò dentro , sbattendo con forza la portiera e sfogando in quel modo tutta la rabbia che aveva dentro.
Non mise subito in moto, non desiderava partire subito, ma fermarsi a riflettere qualche istante dato che fuori era pressoché impossibile.
Sbattuta fuori dall’FBI , anzi “Temporaneamente sospesa dal servizio fino all’Udienza , data che le comunicheremo a breve “ come aveva detto Klender  con quell’aria da saputello , con le scarpe lustrate e il sapore di una donnaccia ancora sulle labbra.
Cosa avrebbe mai da dire suo padre adesso?
Sua figlia sbattuta fuori e quasi senza lavoro… A quel pensiero Clarice sferrò un colpo al volante della macchina . In qualche modo doveva sfogare la sua rabbia e quello le parve il metodo migliore.
Si fermò a guardare le gocce che cadevano sempre più veloci sul parabrezza rendendo così impossibile la vista a Clarice sull’ampio parco che circondava il Dipartimento.
Sospirò profondamente sprofondando nel sedile, sconfitta e delusa da una “giustizia” che non sembrava capire le sue intenzioni.
Dal caso “Buffalo Bill” non aveva avuto un singolo avanzamento di carriera, nemmeno uno, sempre compiti minori, di poca importanza.
Solo quel caso l’aveva resa famosa o almeno nota ai suoi superiori.
La stampa aveva parlato di lei solamente in tre occasioni : la cattura di Buffalo Bill, il tremendo disastro con l’operazione Evelda e… i suoi colloqui con il Cannibale di Baltimora.
Non appena la sua mente tornò a “quei momenti”, la mano, come se fosse stata mossa da una paura irrazionale, infilò le chiavi ed girandole, accese il motore della macchina il quale , con il suo ruggito meccanico , risvegliò Clarice da pensieri che la ossessionavano tacitamente da troppi anni.
Si passò entrambe le mani fra i capelli mentre avvertiva che lentamente la vista le si appannava.
Lacrime iniziavano a formarsi nei suoi occhi, lacrime di delusione e di rabbia, ma Clarice fu talmente forte da non permettere loro la discesa sulle guance
Doveva esser risoluta in qualche modo.
Avrebbe continuato comunque ad avere accesso ai luoghi pubblici dell’Fbi, non a tutti gli archivi, ma almeno, in qualità comunque di agente sospeso da servizio, avrebbe potuto compiere delle ricerche su casi ancora irrisolti.
Non era definitiva , si ripeteva mentre metteva in moto la sua Mustang , la decisione .
Klender avrebbe potuto sbraitare quanto voleva per sbatterla fuori, ma la decisione spettava all’FBI e non sembravano tanto convinti i suoi diretti superiori di volerla radiare fuori per sempre.
Una fitta al cuore le si aprì quando la Mustang velocemente si allontanava dagli ampi edifici dell’FBI che l’avevano vista per qualche tempo una protagonista .
Ora , senza più quel suo distintivo, si sentiva praticamente nuda.
Avrebbe dovuto imparare a tenere a freno la lingua o almeno tenerla tra le labbra in modo che non fosse sempre così puntigliosa.
Ma era difficile tradire il proprio carattere.
La pioggia continuava a battere sul parabrezza , una tristezza si era ormai impadronita di Clarice che non riuscì a dissimulare tale sentimento nemmeno ad Ardelia.

 

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Spazio Autrice : Non ero sicura di pubblicare questa mia prima vera Long Fic , ma grazie agli incoraggiamenti di molte persone, ho deciso che valesse la pena pubblicarla. In verità non sarei arrivata nemmeno al secondo capitolo se non fosse stato per due persone che fin da subito mi hanno seguito, leggendo ogni capitolo con entusiasmo . Sono loro che mi hanno spinto a pubblicare questo mio racconto ed io l'ho fatto sperando che possa suscitare in voi l'attenzione per questa bizzarra e inusuale coppia . Era sempre nei miei pensieri scrivere una Fan Fiction che avesse come protagonisti Hannibal Lecter e Clarice, trovando questa coppia estremamente originale . Ho deciso di ispirarmi al "Silenzio degli Innocenti" e ad "Hannibal" di Thomas Harris per personaggi e alcuni avvenimenti per quanto , già da adesso, abbia iniziato a distaccarmi dalla trama originale. Non credo ( sono ancora all'inizio e non mi impongo alcun limite ) di far converge in questa storia Mason Verger e sua sorella Margot , distoglierebbero l'attenzione dai personaggi principali : Hannibal e Clarice.
Al contrario ho voluto tenere nella mia storia personaggi come Ardelia Mapp ( amica di Clarice) , Jack Crawford ( superiore di Clarice ) e Klender ( vicedirettore del Dipartimento di Giustizia) . Non so ancora come andrà a finire.
Scriverò sperando di attrarre la vostra attenzione! 

Ogni Recensione è ben accetta , positiva e non . Non posso fare altro che imparare dalle critiche e migliorarmi sempre di più.

Un Saluto dalla Vostra Clarice

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Capitolo 2
*** "Lei è una Guerriera,Clarice" ***


II

-  Clarice per l’amor del Cielo. Hai una faccia che fa paura! Che ti è successo? – domandò Ardelia,  amica di Clarice che fin dai tempi dell’Accademia condivideva con lei la stanza ed ora la casa.
- Nulla Ardelia, nulla. Cosa pensi che possa esser successo? – rispose Clarice mentre entrava in casa, evitando Ardelia che le si era parata di fronte e non le consentiva di passare  - Nulla, mi hanno solo sospesa dal servizio. Ringrazio con tutto il cuore Klender  del servizio resomi …– continuò la donna sibilando il nome del vicedirettore del Dipartimento di Giustizia.
- Quella merda di nome Klender? E’ stato lui ? – chiese Ardelia incalzano l’amica che non appariva dell’umore adatto per rispondere alle sue domande  - Rispondimi , tanto lo sai che alla fine lo verrò a sapere comunque , se non oggi , sarà domani e dalle tue labbra, Starling. Quindi parla!
Clarice, stanca di quella giornata che le pareva infinita, si tolse velocemente il suo ampio giubbotto grigio e lo gettò sull’attaccapanni , adirata e seccata con Ardelia e la sua intrusione, ma sapeva che alla fine avrebbe dovuto  sputato il rospo, meglio farlo subito .
- Sì, Ardelia. Crawford non ha potuto far niente per me, per quanti poteri avesse … Aveva anche lui le mani legate. Pearsall, il nostro capo, ha dovuto sospendermi grazie sicuramente ai “consigli” di Klender. Quell’uomo mi odia tanto perché non ho mai accettato le sue avances …  Ecco spiegato il motivo di tanto astio nei miei confronti …Vuole sbattermi fuori e ci sta riuscendo, lentamente , ma sta raggiungendo il suo obbiettivo o vendetta… - rispose Clarice buttandosi a peso morto su una poltrona nel salotto che condivideva con l’amica Ardelia.
La loro casa era divisa nettamente in due alee e solamente la cucina e il salotto erano in comune, tralasciando gli ovvi corridoi. Stranamente la parte di Clarice sembrava un campo da battaglia per il disordine e le carte ammassate in vari angoli della casa, al contrario la parte di Ardelia era pulita, perfetta ed ordinata il che suscitava sempre ammirazione ed invidia in Clarice .
- Hai spiegato per filo e per segno? Tutto ? Quello che hai detto a me lo hai spiegato? – la incalzò nuovamente Ardelia i cui occhi fiammeggiavano di rabbia.
- Certamente – rispose Clarice chiudendo gli occhi e reclinando il capo all’indietro – ma potevo far ben poco. Hanno detto che le immagini che sono state scattate e le riprese che sono state girate mi incolpano di aver sparato per prima ad Evelda , quando così non è. E pensare che nessuno ha pensato alle vite perse in quella operazione del cazzo… -
- “Tu ti innamori dell’FBI, ma l’FBI non si innamora di te”  - commentò Ardelia prendendo la mano dell’amica che sapeva ancora sconvolta per la morte dell’agente Brigham, loro istruttore al poligono di tiro ed divenuto collega ed amico in diverse missioni.
- Ne ho avuto la prova stamane Ardelia. Sospesa fino a nuovo ordine. Fino all’Udienza preliminare, anche se ho buone possibilità di cavarmela. Posso continuare comunque ad operare nei vari casi , a fare ricerche, ma non potrò scendere sul campo…  - concluse Clarice stringendo la mano dell’amica che sentiva calda e rassicurante .
- Starling senti : fatti una doccia, mangia qualcosa e vai a letto. E’ inutile rimanere alzati . Hai una faccia da far paura, dico sul serio. Vedrai che sarà tutto finito tra qualche giorno o settimana e Klender rimangerà tutte le stronzate che ha sputato contro di te. Vedrai, fidati ! – Ardelia in qualche modo cercava di rassicurarla, ma sentiva Clarice lontano, persa in chissà quali pensieri o congetture.
Starling accolse la proposta della donna, si alzò , la ringraziò con un mezzo sorriso forzato e sparì nella parte di casa a lei destinata .
Una doccia era quello che le ci voleva.
Tolti gli abiti , Clarice si infilò sotto la doccia.
L’acqua le rilassò tutti i muscoli tesi e coprì le lacrime che solcavano finalmente le sue guance.
Tutto era finito per una stupida operazione e per una stupida persone che stava ai vertici del potere?
Clarice non avrebbe mollato, era una persona combattiva, lo era sempre stata e non sarebbe stato Klender ad averla vinta. No, ne andava del suo orgoglio personale.
Uscì dalla doccia con ancora qualche lacrima che le correva sul volto.
Subito si coprì con un telo avvolgendoselo lungo tutto il corpo e avviandosi con passi lenti verso la sua camera. Una volta dentro chiuse la porta, non voleva esser disturbata da nessuno, Ardelia compresa.
Aveva un disperato bisogno di solitudine.
Indossò un pigiama comodo, largo , caldo e si distese sul letto con lo sguardo rivolto verso il soffitto.
Notò con un certo disappunto che si era formata , nell’angolo a destra , una macchia d’umidità.
Bisognava farla riparare al più presto.
Ripensava alla giornata , alle parole che aveva detto e che le erano state dette mentre la mano si protraeva verso un cassetto del comodino.
Lo aprì senza nemmeno voltarsi e con le dita tastò i vari oggetti in esso contenuti.
Finalmente trovò quello che stava cercando : la lettera.
La prese e se la portò di fronte agli occhi.
Erano passati sette anni dall’ultimo contatto eppure sembrava  ieri che lo aveva scorto nella cella di Massimo isolamento a Baltimora.
Rilesse velocemente il contenuto della lettera, gli occhi veloci correvano tra le righe.
Finalmente si fermarono su una singola riga. Clarice cercava proprio quella.
Lei è una guerriera , Clarice.  La nemica è morta , il bambino è salvo. Lei è una guerriera
Forse il Dr Lecter aveva ragione nell’averle scritto così. Ma ormai che senso poteva avere esser una guerriera senza armi e senza riconoscimenti?

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Capitolo 3
*** “Lei usa la crema per la pelle Evian, e a volte si mette l’Air du Temps, ma non oggi ***


III
 

Clarice si era addormentata con la lettera ancora saldamente tra le dita.
Non era riuscita a rimanere sveglia a lungo data la giornata carica di forti emozioni.
La lettera le cadde sul petto durante il sonno, un sonno in verità infestato da incubi e da persone che credeva scomparse dalla sua vita e dalla sua memoria, ma erano sempre lì , pronte a balzare fuori dal suo inconscio per salutarla.
Ecco, nuovamente lo stesso sogno che ripeteva ormai da anni la tormentava.
Era sempre la stessa base, la stessa matrice a spaventarla e a farla sudare freddo : quelle grida inumane che ancora infestavano i suoi sogni, le grida dei poveri agnelli macellati nel ranch nel Montana , alla famiglia alla quale era stata data in affidamento dopo la morte di suo padre.
Sempre le stesse grida che da anni non la lasciavano mai in pace.
Grida che le penetravano il cervello e i timpani e distruggevano la pace che si era creata nel giorno.
Ogni volta che era tesa per qualcosa o qualcuno, ogni volta che qualcosa non andava come doveva o secondo i suoi piani, ecco gli agnelli e le loro infernali grida comparire nei sogni che si mutavano in incubi.
Clarice non resistette un minuto di più a quella tortura irrazionale e sbarrò gli occhi svegliandosi di soprassalto. Il suo pigiama era intriso di sudore come del resto lo era la sua fronte. Si sentiva accaldata e sapeva di avere il respiro corto. Si portò entrambe le mani al petto percependo i battiti accelerati del suo cuore.
Niente era cambiato in così tanti anni, assolutamente niente. I sogni erano sempre gli stessi, un cliché tristemente famoso per lei.
Scosse il capo cercando di posare l’attenzione su altro e vide la lettere inviata qualche giorno prima dal Dr Lecter adagiata fra le coperte.
Realizzò che si doveva esser addormentata con quella tra le mani e un brivido attraversò le sue membra ancora intorpidite dal sonno e dal brusco risveglio.
Le parve, per un istante, di aver riposato con quel Cannibale avendo stretto la sua lettera durante il sonno, ma subito accantonò quel pensiero raccogliendola fra le mani sudate.
Aveva ricevuto questa lettera qualche giorno fa, naturalmente nessun indizio sulla busta poteva far risalire al luogo da dove era stata spedita, nessuna impronta digitale, niente che potesse alzare sospetti sulla nuova dimora del Dr Hannibal Lecter, evaso da Memphis 7 anni fa lasciandosi sul tragitto i cadaveri di sei persone, due poliziotti addetti alla sua sorveglianza, due infermieri che lo trasportavano per errore credendolo un poliziotto ferito e in fin di vita e in ultimo una ricca persona la quale non si limitò a perdere la vita, ma anche l’identità presa in prestito da Lecter e svariate carte di credito con le quali era riuscito a scappare chissà dove.
Una lettera strana, non la prima che Clarice avesse ricevuto, ma la prima dopo così tanti anni, ma ancora era fresco nella sua memoria quel losco individuo dagli occhi sanguigni , dai denti perfettamente bianchi e dalla mente diabolica e geniale.
Avvicinò la lettera al naso.
Profumava di qualche essenza strana, costosa sicuramente, ma piacevolissima per l’olfatto.
Sembrava quasi che il Dottor Lecter avesse volutamente cosparso del profumo sulla lettera per stimolare la curiosità di Clarice, ma non era tanto il profumo ad interessarla quanto il suo contenuto.
Nuovamente era tornato a parlare della sua famiglia e di suo padre, una figura fondamentale per Clarice, ma in un modo che l’aveva sconvolta e ancora la sconvolgeva rileggendo le poche righe.
L’occasione per scriverle, a dir del Dottore, era nata dal suo recente insuccesso nel caso Evelda .
Non mancavano nella lettera i soliti misteri ed indovinelli ai quali lei si era abituata al Manicomio di Baltimora, ma questi erano diversi, ma Clarice non sapeva in che cosa consistesse la loro diversità.
Girò più volte la lettera e la rilesse più volte sperando di trovarci qualcosa di nuovo.
Niente …
Eppure quel finale adesso le sembrava così attuale , come se il Dottore si fosse divertito a spiarla nel cuore della notte e a scriverle all’alba quella lettera per fargliela trovare al mattino sulla porta.
Il Dr Lecter la conosceva e sapeva bene quali fantasmi si nascondevano nella sua mente.
“ Ps : Sa , lei mi deve ancora alcune informazioni. Mi dica se continua a svegliarsi perché senta gli agnelli” così il Dottor Lecter chiudeva la sua lettera.
Clarice guardò istintivamente verso la finestra . Era ancora buio fuori , ma poteva ben distinguere i contorni della sua Mustang parcheggiata nel vialetto .
Aguzzò la vista quasi avesse paura che il Dr Lecter fosse lì, dietro la sua finestra, a spiarla.
Sbuffò e si diede nella testa della stupida per quei pensieri.
Impossibile come ipotesi, eppure il finale di quella lettera calzava alla perfezione con ciò che stava vivendo in quel momento.
Del resto non si era svegliata per quelle grida sovrumane? Il Dr Lecter aveva ragione , ma di certo Clarice non avrebbe scritto niente di niente al Dottore, per quanto , da vero gentiluomo, quest’ultimo si fosse prodigato nell’inserire, nella lettera, un metodo ingegnoso per iniziare una corrispondenza con lei.
Ripiegò la lettera e la ripose nel cassetto che era rimasto aperto.
Fece attenzione e ripose quella lettera in fondo , tra varie cianfrusaglie , in modo che nessuno l’avrebbe vista per sbaglio e richiuse il cassetto, per poi stendersi nuovamente sul letto.
Le mani ancora profumavano di quella strana essenza presente sulla lettera.
Clarice si porto prima una mano , poi l’altra, vicino al naso ed odorò a lungo quel profumo.
Non era nuovo, doveva averlo sentito da qualche parte.
Ma dove?
Cercò di fare mente locale , ma niente riuscì a convincerla.
“Lei usa la crema per la pelle Evian, e a volte si mette l’Air du Temps, ma non oggi”.
Quella frase le balenò in mente, una frase detta sette anni prima dal Dr Lecter al Maniconio di Baltimora, in occasione del loro primo incontro.
Respirò ancora più a fondo il profumo impregnato sulla pelle delle sue mani e si accorse di come quel profumo era terribilmente somigliante a L’Air du Temps che non metteva da tempo.
Ormai quel profumo non era più in vendita e trovarlo sarebbe stato un miracolo!
Come aveva fatto il Dr Lecter ad averne un campione e a spruzzarlo sulla lettera?
Strinse i pugni cercando di calmare i troppi pensieri che le correvano su e giù per la testa come se fossero tanti ottovolanti destinati prima o poi a scontrarsi.
Non aveva fatto parola con nessuno di questa lettera, nemmeno con i suoi superiori, come nemmeno la prima lettera che le aveva mandato sette anni fa dopo la sua fuga.
Del resto né in questa né nella prima vi erano minacce che avrebbero potuto farla preoccupare tanto da mettere in allerta il Bureau , ma non vi era nemmeno un contenuto tale da renderle pubbliche.
Era quasi gelosa di quelle lettere che parlavano di lei .
Non avrebbe permesso a nessuno di intromettersi , non per via di Lecter che considerava un pazzo geniale che doveva stare dietro le sbarre , ma per via degli aspetti privati contenuti.
Avrebbe avvertito l’FBI solo in caso di necessità.
Del resto l’avevano sbattuta fuori no?
Però tenere all’oscuro il Bureau equivaleva a tradire quel giuramento fatto.
Clarice si morse le labbra per la tensione che la dilaniava, questa era la seconda volta che si trovava in una situazione simile.
Avrebbe svolto delle ricerche e solo a cose fatte avrebbe mostrato i risultati, seppur parziali , all’FBI .
Almeno avrebbero avuto l’occasione di riprenderla proprio per le ricerche svolte su un caso da tempo archiviato , ma mai risolto!
L’Air du Temps… Era fuori commercio da anni, come se l’era procurato?
 

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Capitolo 4
*** Dr Fell AKA Dr Hannibal Lecter ***


IV
 

  Firenze


- Una copia del “Corriere della Sera” e del “National Tattler” – ancora dopo anni il Dr Fell si stupiva della sua voce , ancora così spigolosa e ruvida , quasi metallica , come se le sue corde vocali non si fossero ancora del tutto abituate a quella continua sollecitazione che stava avvenendo da qualche anno a questa parte.
Si calò la visiera dell’ampio capello bianco che indossava maggiormente sul volto, per via precauzionale.
Non si fidava ancora di questi italiani, potevano giocargli un brutto scherzo se solo uno di questi individui l’avesse riconosciuto non avrebbero esitato a denunciarlo alle autorità per un posto in prima pagina sui qualche giornale di tiratura nazionale.
Ormai stava iniziando a conoscere questi italiani che potevano sì vantarsi di possedere un passato glorioso alle spalle, ma potevano esser parecchio delusi dall’andamento di un presente sciatto e scialbo.
L’edicolante non si soffermò a lungo su quell’uomo che aveva l’aria di esser un pezzo grosso a Firenze, un Letterato, forse faceva parte del famoso “Studiolo” ( un élite di studiosi appassionati della Cultura fiorentina Medioevale e Rinascimentale ) e quindi , come i suoi colleghi , avesse la puzza sotto il naso.
Ma comunque all’edicolante poco importava l’estrazione di quel particolare individuo vestito con giacca bianca , camicia nera, su pantaloni anch’essi bianchi.
Ebbe per un singolo istante , quando porse i giornali a quell’uomo particolare, che fosse uscito da qualche libro ottocentesco per via , non solo del suo abbigliamento, ma per il forte profumo che indossava.
“Un uomo che indossa i profumi non è un uomo, ma una checca!” pensò l’edicolante mentre tendeva la mano per prendere il magro compenso per quei due giornali.
Inavvertitamente sfiorò le mani dell’uomo e una sensazione di gelo attraversò tutto il braccio fino ad arrivare al petto, gelando anche il suo cuore.
Si ridestò subito da quella strana sensazione quando quell’uomo, girati i tacchi, se ne stava andando.
A Firenze di gente insolita se ne incontra in ogni buco, in ogni maledettissimo buco.
Il Dr Fell, con entrambi i giornali arrotolati sotto il braccio, proseguì per la sua strada, non potendo non ricordare gli occhi di quell’edicolante, occhi dai quali traspariva rispetto e quasi un timore reverenziale per la sua persona.
Di ciò si compiaceva , sapeva bene che il suo solo aspetto, tralasciando il suo nome , incuteva queste sensazioni e non poteva non andarne fiero.
Una giornata come quella, con il Sole alto che illuminava tutta la grande città di Firenze, sarebbe stato un peccato buttarla via addentrandosi in strade secondarie e maleodoranti, ecco perché il Dr Fell optò per un giro più lungo per giungere a Palazzo Capponi, sua “modesta” residenza , un giro che toccasse le arterie principali di Firenze dove si nascondevano i suoi tesori più affascinanti.
Camminò su Ponte Vecchio gustandosi ancora una volta una leggera brezza che gli correva sul volto e tra i capelli, assaporando con gli occhi l’Arno illuminato dai raggi del Sole e gustando quel panorama che non aveva eguali in nessuna parte del Mondo e forse del Cosmo.
Sostò qualche istante per godere appieno di tutte le sensazioni che lo investivano .
Tutti i suoi sensi erano concentrati e attivi , non voleva perdere nemmeno un frammento o un’essenza di quel panorama.
La gente dietro di lui lo sorpassava , ignara della bellezza che il Dr Fell contemplava con gli occhi e con l’anima.
Tutta quelle gente era abituata a quella visione, ma il Dr Fell, dopo due anni, non si stancava di ammirare tutti quei particolari che ai suoi occhi erano sempre nuovi, diversi, con qualcosa di speciale che la volta precedente non aveva scorto.
Impresse nella sua mente quell’immagine fatta di colori e di profumi per poi abbandonarla alle sue spalle e alla sua memoria, diretto verso la sua abitazione.
Abitava nel vecchio Palazzo Capponi da qualche mese, da quando l’ex curatore della Biblioteca era scomparso misteriosamente non lasciando nessuna traccia di sé.
Molti, nel Consiglio amministrativo , parlavano di una fuga romantica con la sua segretaria volendo addolcire la questione di una fuga inaspettata , dal momento che erano a conoscenza dei suoi problemi personali con la moglie, ma l’ex curatore della Biblioteca Capponi non era sparito, tutti l’avevano sotto gli occhi, sarebbe stato necessario osservare meglio ed aguzzare la vista e la Questura di Firenze l’avrebbe trovato in fondo all’Arno con due grosse pietre legate alle caviglie e il volto sfigurato da tre singoli morsi, due sulle guance e uno sul collo.
Fendendo la folla in due , il Dr Fell si avvicinava sempre di più alla sua nuova abitazione che trasudava di storia e d’antichità da ogni singolo poro, ma prima aveva desiderio di osservare Palazzo Vecchio e non mancò di osservarlo nemmeno quel giorno, deviando per la seconda volta la strada principale che l’avrebbe portato a casa in due minuti , per poter ammirare quel pezzo di Storia .
Sorrise appena soddisfatto di quella visione , ma decise che era venuto veramente il momento di tornare a “casa”.
Affrettò il passo inconsapevolmente , desiderava adesso solo un bagno caldo, un buon bicchiere di Lambrusco e fare della buona musica con quello splendido clavicembalo del XVI dove poteva suonare Bach in una maniera divina.
Aveva anche un’altra commissione da sbrigare , ma quella sarebbe potuta avvenire in un secondo tempo, prima voleva curarsi del suo corpo e della sua anima, già piena delle visioni precedenti, ma non appagata completamente.
Arrivato di fronte al portone , infilò la chiave nella toppa, la girò per poi entrare in quell’atrio immenso e chiudere quel portone altrettanto enorme alle sue spalle.
Un forte profumo d’antichità lo investì mentre saliva le scale che lo avrebbero portato alla sua dimora.
Ecco lì la sua augusta dimora, rilucente di Storia e di Cultura.
Non appena fu dentro il suo appartamento , non esitò a posare la giacca e il capello sull’appendiabiti, portandosi i due giornali ancora sotto il braccio.
Desiderava leggerli nel momento di relax estremo : mentre si detergeva .
Bagno, bagno, bagno : era imperativo.
Si tolse la giacca e i calzoni posandoli accuratamente sul letto per poi dirigersi verso l’ampio bagno che si apriva di fronte ai suoi occhi, un bagno signorile dotato di tutte le comodità, non pacchiano, ma di gusto raffinato.
Aprì l’acqua caldo e aspettò fin quando la vasca non ne fu piena, solo allora si tolse l’ultimo indumento che guadagnò il pavimento per immergersi totalmente nell’ampia vasca fumante.
Una dolce sensazione catturò le sue membra quando il corpo agile e snello del Dr Fell lentamente si abbandonava alle cura dell’acqua bollente sul corpo.
Chiuse gli occhi reclinando il capo all’indietro fino a quando la testa non si abbandonò sull’orlo della vasca.
Una vera pace per tutti i sensi.
Adorava quel piccolo lusso che si concedeva quasi ogni giorno, adorava stare in quella vasca mentre i pensieri erano liberi di galoppare nella sua mente.
In questo piccolo angolo di terra nessuno sarebbe venuto a disturbarlo, né con la presenza fisica né con una voce assordante.
C’era solo lui assieme ai suoi pensieri.
Allungò un braccio fuori dalla vasca per afferrare una piccola fialetta di bagnoschiuma il cui contenuto fu velocemente versato nella vasca da bagno.
Solo allora il Dr Fell spalancò le narici per inspirare l’essenza che ne usciva.
Sembrò quasi che i suoi polmoni fossero avidi di quella strana e dolce essenza che adesso andava, pian piano, a creare delle piccole nuvole di schiuma che galleggiava a pelo dell’acqua.
Richiuse la piccola fialetta ormai vuota per poi abbandonarla su un cassetto vicino : aveva fatto ben il suo lavoro risvegliando totalmente l’olfatto assopito del Dr Fell.
Adesso però la sua attenzione non era più monopolizzata sulle piccole nuvole di schiuma che si andavano a creare e depositare lungo il suo corpo , ma erano i due giornali, in particolare uno, il “National Tattler” dall’America.
Non era stato facile rintracciarlo, ma ormai da tempo conosceva l’edicola dove poteva trovarlo.
Ovviamente non si curava del piccolo aumento di prezzo imposto arbitrariamente dal venditore che puzzava di pesce marcio , con quei pochi soldi in più sperava si comprasse un buon deodorante e parecchio bagnoschiuma, avrebbe potuto consigliarlo favolosamente in merito.
Allungò le mani verso un asciugamano adagiata sul fianco della vasca e se le asciugò per bene prima di raccogliere l’ampio giornale.
Sorrise non poco nel vedere l’ampio titolo , a caratteri 72 , spiccare sull’ampia pagina : “L’Agente Starling è stata temporaneamente rimossa dal servizio per il caso Evelda. Responsabile della morte di cinque persone nell’operazione, l’Agente Starling sarà portata di fronte ad un Tribunale. Continua a pagina 6 “
Il Nation Tattler era famoso per le sue ripetizioni e già la settimana scorsa aveva presentato un tiolo del genere, supponendo che l’FBI avrebbe in poco tempo sbattuto fuori l’Agente Starling, e così è stato.
Ottima premonizione , pensò il Dr Fell mentre apriva l’ampio giornale, attento a non far bagnare nessuna delle pagina e tenendo alto il giornale per poter vedere meglio le parole in esso scritte.
Pagina 6 … Trovata!
Il Dr Fell continuò a leggere notevolmente divertito l’articolo sull’Agente Speciale Starilng, su come si era svolta l’operazione , articolo già usato nell’altro numero e raffazzonato alla bene e meglio , su come erano state sprecate vite umane e in ultimo, dopo aver infangato il nome della Starling , un piccolo trafiletto a piè di pagina dove era scritta in breve la sua carriera.
Su quello il Dr Fell volle soffermarsi ed avvicinò ancora di più il giornale agli occhi avidi di leggere.
Si parlava delle ottime credenziali di Clarice Starling, dei suoi due diplomi , di come si era messa in mostra all’Accademia lavorando per la Sezione Scienze del Comportamento di Quantico sotto la guida di Crawford e alla fine qualche parola sul caso Buffalo Bill.
“ La sposa del Cannibale di Baltimora è riuscita a catturare il pazzo misogino noto ai più come Buffalo Bill grazie ai contatti con Hannibal The Cannibal Lecter , evaso da Memphis più di sette anni fa. Non è impossibile credere che la Starling abbia favorito l’evasione di Lecter grazie ai suoi contatti con il Bureau falsificando prove e dando al Cannibale informazioni necessarie per la fuga”
Il Dr Fell non poté far a meno di sorridere ancora di più leggendo quelle parole.
Ancora si ricordavano di Lui. Strano, nel sito dell’FBI, nella sezione “I 10 latitanti più pericolosi” la sua faccia non era presente da anni, strano che si ricordassero ancora di lui.
Piano, con delicatezza estrema , passò due dita su una piccola fotografia di Clarice Starling scattata il giorno della sua promozione ad Agente Speciale a pieno titolo.
Sfiorò i contorni del viso con il polpastrello del pollice per poi portare le sue dita per tutta la lunghezza della fotografia.
Non era cambiata affatto quella piccola campagnola rustica. Portava ancora i capelli raccolti in una strana coda di cavallo, gli occhi battaglieri e fieri di chi sapeva il fatto suo .
Non si sarebbe arresa di fronte a questo smacco, il Dr Fell lo sapeva bene  e glielo aveva scritto chiaro e tondo nella sua ultima lettera, firmandosi con la sua vera identità : Hannibal Lecter.
Forse era delusa di se stessa per esser stata gettata fuori da quell’organismo al quale dedicava anima e corpo e di aver così infangato in buon nome della famiglia Starling, da tempo deceduta ?
Lecter sapeva bene di esser dalla parte del giusto.
La conosceva del resto meglio di chiunque altro quella campagnola, meglio di quanto lei conoscesse mai se stessa.
Ripose il giornale ripiegandolo accuratamente , facendo attenzione a non farlo cadere in acqua.
Una volta liberatosi di quell’ingombrante giornale, piano si immerse totalmente nell’acqua volendo bearsi ancora di quell’ultimo momento.
L’acqua avvolgeva tutto il suo corpo, si sentiva un tutt’uno con questa entità alla quale siamo tutti legati, come sosteneva il filosofo Talete.
Riemerse quando i suoi polmoni richiesero aria.
Prese una sonora boccata d’aria e poi, svelto e scattante , uscì dall’acqua per avvolgere il suo corpo rigenerato in un lungo accappatoio rosso e di finissima fattura.
Mentre usciva da bagno, raccolse il Tattler , doveva riporlo in un posto molto più sicuro del bagno e più consono soprattutto.
Il suo sguardo si soffermò per un istante su delle piccole mensole accanto allo specchio che troneggiava nel bagno.
La piccola fiala di l’Air du Temps era lì e il Dottor Lecter, scorgendola, non poté far a meno di abbozzare un vago sorridere.

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Spazio Autrice : Finalmente appare il Dr Fell o meglio noto come Hannibal Lecter. Ero parecchio indecisa se farlo apparire adesso o più in là nella storia lasciando così spazio a Clarice e alle sue disavventure , ma alla fine ho optato per la prima . Sono soddisfatta per adesso di questa trama ancora in elaborazione.
Non so come andrà avanti , ma spero che vi prederà come sta prendendo la sottoscritta mentre la scrive.
Forse ho aggiornato troppo in fretta , ma dovevo. Le idee erano troppe e le avrei perse se non avessi scritto.
Per adesso vi lascio con questi primi Quattro Capitoli, sperando di avervi incuriosito almeno un minimo con questa mia storia tra Lecter e Clarice.
Buona Lettura.

 

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