Hell

di _E r i s_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo-Inferno ***
Capitolo 2: *** Risvegli, ricordi e ritorni ***
Capitolo 3: *** Il Trio della Pioggia ***
Capitolo 4: *** Guerra ***
Capitolo 5: *** Anbu ***
Capitolo 6: *** Missione Compiuta ***
Capitolo 7: *** Vendetta ***
Capitolo 8: *** Canzone d'amore per Kakashi:Hanare ***
Capitolo 9: *** La Tecnica della Trasmigrazione ***
Capitolo 10: *** Pain ***
Capitolo 11: *** Itachi:un ragazzo particolare ***
Capitolo 12: *** Diciottesimo Compleanno per Kakashi ***
Capitolo 13: *** Due anni dopo ***
Capitolo 14: *** Questo è il mio rivale! ***
Capitolo 15: *** Colpevole ***
Capitolo 16: *** Rivelazioni e scuse ***
Capitolo 17: *** Arte del Legno1|Missione segreta:Orochimaru ***
Capitolo 18: *** Arte del Legno2|Missione segreta:Sangue ***
Capitolo 19: *** Arte del Legno3|Missione segreta:Uccidere Kakashi ***
Capitolo 20: *** Coordinatore jonin? ***
Capitolo 21: *** Campanelli, prove e ricordi ***
Capitolo 22: *** Allievi e chiacchere ***
Capitolo 23: *** Epilogo~Migliore amico ***



Capitolo 1
*** Prologo-Inferno ***


Si guardò attorno.
Era un posto così malinconico.
Era da giorni li, e non se ne poteva andare.
''Sei tra la vita e la morte.''
Quelle parole risuonavano nella sua mente continuamente.
Non aveva paura di morire.
Ormai era fuori pericolo.
Ma forse per lui il vero pericolo era rimanere in vita.
Obito odiava soffrire, ma ancor di più veder soffrire i suoi amici, e non poter fare nulla.
Non sapeva cosa sarebbe successo, una volta andato via da quel posto.
Ripensava a Kakashi e Rin.
Rin non sarebbe morta, era insieme a Kakashi.
Lui glielo aveva promesso.
Non sarebbe successo nulla a Rin.
Poteva pensare solo questo.
Tutto stava prendendo una brutta piega.
Non sapeva se poteva veramente fidarsi di quello che gli aveva detto Kakashi.
Se gli avesse mentito, non avrebbe più avuto motivo vivere.
Poi si aggiunse quel ''Dio della morte'', Madara Uchiha.
Si sentiva ancor più solo  di quanto fosse.
Tornare al villaggio era la sua unica preoccupazione.
Però se fosse successo qualcosa a Kakashi, cosa sarebbe toccato a Rin?
Non poteva non pensare anche questo.
Quando finalmente potè uscire, Madara Uchiha lo intimò che sarebbe tornato.
Lui pensava che fosse uno sciocco.
Ma Madara, purtroppo, aveva ragione.
La scena che si ritrovò davanti gli fece cadere il mondo addosso.
Lui era immobile, mentre la sua amata moriva e il suo amico la uccideva.
Non era più un suo amico ormai.
Traffitta dal mille falchi  di quel traditore, la ragazza cadde a terra, seguita dall'altro, privo di sensi.
Kakashi glielo aveva promesso.
Non poteva essere vero.
Eppure non stava sognando.
L'aveva uccisa lui stesso.
Forse era meglio che moriva, quel giorno.
Sotto le macerie.
Invece il suo destino era continuare a soffrire, patire le pene dell'inferno, finchè la pace non si sarebbe acquisita.
Ma la pace è un sogno impossibile.
''Questo mondo è pieno di cose che non vanno come vorremmo. Più a lungo vivi, più ti accorgi che la realtà è fatta solo da dolore, sofferenza e vuoto. In questo mondo, ovunque ci sia una luce c'è anche un'ombra. Finché il concetto di "vincente" esisterà, ci sarà anche quello di "perdente". L'egoistico desiderio di mantenere la pace scatena le guerre. E nasce l'odio per proteggere l'amore''
Infondo, Madara aveva ragione.
L'Uchiha si avvicinò al corpo della giovane.
''Creerò un mondo di soli vincitori, senza odio e senza perdenti. Un mondo di solo amore e pace. Di cui farai parte anche tu, Rin.''
Si alzò.
Riguardò il corposenza vita.
Alzò lo sguardo alla luna rossosangue.
''Mi trovo all'inferno.''
 

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Capitolo 2
*** Risvegli, ricordi e ritorni ***


Obito tornò da Madara.

Quest'ultimo gia lo sapeva.

Sapeva com'era fatto il mondo.

Di sofferenze e di disuguaglianze tra ''vincenti'' e ''perdenti''.

Obito alzò gli occhi verso Madara.

''Qual'è il favore che tempo fa mi volevi chiedere?''

''Ormai l'avresti dovuto capire da solo.''

Obito esitò.

''Un mondo senza sofferenze...''

Madara non rispose, ma gia si poteva capire la risposta dallo sguardo.

''Come ti potrei essere utile... in una cosa del genere...?''

''Tu sei la parte principale, Obito. Mi serve il tuo sharingan.''

''Mi caverai l'unico occhio che mi è rimasto?''

Disse il giovane con aria di disapprovazione.

''Al contrario. Ti farò riavere indietro i tuoi occhi. Il tuo sharingan mi serve per proiettarlo sulla luna.''

''Eh?!''

Intanto a Konoha, Kakashi era stato portato in ospedale.

''Rin...''

Mugulò mentre ancora era svenuto.

Riaprì di colpo gli occhi e si alzò.

''Rin! Dov'è Rin?!''

Urlò con tutta l'energia che aveva in corpo.

La porta si aprì,ed entrò un infermiera.

''Non ti preoccupare, Hatake. Il tuo maestro ti vorrebbe vedere.''

''Va bene...''

L'infermiera uscì ed entrò Minato Namizake.

''Maestro... Rin, dov'è?''

Chiese il ragazzino dai capelli argentei, sempre con meno speranza nella voce.

Aveva ricordi scollegati di quello che era successo.

Sapeva che Rin era morta.

Ma non voleva ammetterlo.

''Rin... è rimasta vittima...''

Disse il futuro Hokage abbassando la testa.

''Capisco...''

Riuscì solo a dire il ragazzino, sempre con lo sguardo basso.

''L'abbiamo trovata vicino a te, mentre eri svenuto.''

Non gli arrivò mai nessuna risposta.

''Le ferite che hai, non sono gravi. Forse potrai essere dimesso anche ora.''

Kakashi non accennò nessuna risposta si limitò a fissare le lenzula bianche che gli ricoprivano le gambe.

''Hatake, puoi uscire. Ci servirebbe la firma di un genitore, però...''

Disse esitando l'infermiera, apparsa dietro il maestro del ragazzo, essendo a conoscenza del fatto che Kakashi era orfano.

''Firmo io.''

''Va bene.''

Disse l'infermiera indicando un punto in un foglio, che venne firmato da Minato.

''Puoi uscire. Io ti aspetto fuori. Prendi quanto tempo ti è necessario...''

Disse Minato con un filo di malinconia nella voce, uscendo dalla camera.

''Io mi sento di troppo qui, se non ti dispiace...''

Disse l'infermiera uscendo anche lei dalla camera.

Kakashi chiuse gli occhi rassegnato.
Tutti i ricordi di 48 ore affollarono la sua mente.
Sospirò.
Riaprì gli occhi e a malavoglia si alzò dal letto, infilandosi le scarpe e uscendo dalla camera.
Prima di uscire si guardò allo specchio.
Fissò per qualche attimo l'occhio donatogli da Obito.
''Perchè mi hai salvato... Quel giorno?''
Rialzò lo sguardo verso lo sharingan.
''Dovevo essere io a morire...''

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Capitolo 3
*** Il Trio della Pioggia ***


Kakashi, quindi, uscì dalla camera.
Li trovò Minato che lo aspettava.
''Andiamo?''
Kakashi non rispose.
Si limitò a seguire Minato, una volta che ebbe accellerato il passo.
Non si parlarono per tutto il tragitto fino a casa del ragazzino.
''Kakashi, mi dispiace un sacco. Lo so che ci sono i tuoi amici, ma se vuoi parlare io ci sono.''
Kakashi annuì debolmente.
Minato sforzò un sorriso.
''A domani!''
E il futuro Hokage uscì di scena.
Kakashi rimase ancora qualche secondo davanti alla porta.
Dopo la aprì.
Ad accoglierlo all'entrata, c'era la foto del team 7.
Strinse gli occhi, o meglio, l'occhio visibile, quando poggiò lo sguardo su le due figure di Obito e Rin.
Sospirò e si diresse nella sua camera da letto per riposarsi.
Intanto, al nascondiglio di Madara, Obito continuava ad allenarsi.
''Obito, devo ritrovare i miei occhi.''
''Io che c'entro...?''
''Trovali.''
''Come fai a non avere i tuoi veri occhi?''
''Niente domande. Li ha un certo Nagato Uzumaki.''
''Uzumaki... Come la moglie del maestro...'' Pensò Obito.
''Va bene.'' Invece rispose.
Obito, presentatosi come Madara, si diresse nel paese della pioggia, per incontrare Nagato.
Si mise una maschera con un buco per l'occhio destro.
C'erano tre ragazzi, uno con i capelli alti e arancioni, il futuro Pain, un ragazzo con i capelli rossi lunghetti, con la frangia e con il rinnegan, una ragazza con i capelli indaco, raccolti in un tuppo, su cui c'era un origami.
''La figura più autorevole dei tre pare il ragazzo dai capelli arancioni. Sarà lui il capo.''
''Chi sei tu?''
Fece il ragazzo dai capelli aranconi.
''Sono qui per parlare con Nagato Uzumaki. Sei tu?''
Disse ''Madara'' indicando il ragazzo con i capelli rossi, riconoscendo il sangue del clan Uzumaki scorerre nelle sue vene, e il particolare tipo di occhio.
''Si! E'lui! Che vuoi?!''
S'intromise di nuovo l'altro ragazzo.
''Vorrei trattare. Ho bisogno dei suoi occhi.''
''Tu non tratti nulla, vattene!''
''Yahiko...''
''Statti zitto, Nagato!''
''Va bene. Non tratterò. Ma Nagato prima o poi, cadrà sotto il controllo del mio capo.''
Fece Obito girandosi e dandogli le spalle, per poi prendere a camminare.
''Chi è il tuo capo?!''
''...''
''Rispondi!''
''Madara Uchiha.''
''Pazzo... Quello è morto da un pezzo...''
Obito continuò a camminare, poi prese a saltare da un albero all'altro, per poi giungere dal vero Madara.
Intanto, a Konoha, l'incredibile sensibilità di Gai, torna a farsi sentire.
''Ehi, Kakashi! Ti va di mangiare degli gnocchi dolci con noi?''
Disse Gai, vedendo l'amico-rivale passare davanti a lui, Asuma e Kurenay.
Di tutta risposta Kakashi li guardò solo con la coda dell'occhio.
Poi riguardò in avanti senza dire nulla.
''Ma che fa, ora mi eviti?!''
Kakashi non lo ascoltava più.
''Insomma Gai... Kakashi è in un brutto momento!''
Ebbe il coraggio di dire Asuma.
''Che sarà successo mai di tanto traumatizzante?!''
''Forse il fatto che Obito e Rin sono morti?''
Disse seria Kurenay.
''Ah...Giusto... Ma se sta con noi, non dovrebbe riprendersi?''
''Gai, sono morti per colpa sua.''
Disse secco Asuma.
''Ah...''
Intanto Kakashi si comprò un libro sui ninja.
Ovviamente era una storia tragica, le cose che piacciono a Kakashi.
Giusto giusto mentre lo comprava, davanti a lui passò una ragazza tale uguale a Rin, stesso sorriso, viso, capelli ecc, esclusi i ''cerotti'' viola sulle guance.
Infatti, Kakashi mollò il libro a  terra, e a momenti afferrava quella ragazza da dietro e incominciava a piangere.
Ma aveva un orgoglio.
Si trattenne.
Sapendo che quella ragazza non poteva essere e non era Rin.
Incominciò a leggere il ibro seduto su una panchina.
Ma in poco tempo arrivò quel rompiscatole di Gai.
''Kakashi!''
''Che vuoi?''
''Almeno mi parli...''
Kakashi alzò lo sguardo serio.
''Ah, scusa. Il tuo maetsro è stato scelto per essere il Quarto Hokage!''
''Cosa?! Il mio maestro?!''

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Capitolo 4
*** Guerra ***


''Sul serio?''
Chiese incredulo il ragazzino dai capelli argentei.
''Certo! Vieni!''
Disse l'altro prendendolo per il polso e cominciando a correre verso il palazzo dell'Hokage.
Quando arrivarono a destinazione, si potè notare failmente un cartello, con scritto chiaramente:''Nomino Minato Namizake Quarto Hokage.''
Firmato Terzo Hokage.
''Ti dovresti congratulare, no? E' sempre il tuo maestro!''
Intanto, a casa Namizake...
''Perchè il Terzo ti ha convocato?''
''Per un incarico importante.''
''Overro?''
''Mi ha nominato Hokage.''
Disse serio l'uomo.
Kushina incominciò a ridere.
''Si si certo! Ehi, aspetta? Che cosa?! Davvero?! Stai scherzando? Non può essere! Bravvisimo!''
Kushina cominciò a delirare, saltando completamente addosso Minato, che in preda alla disperazione, stva per perdere l'equilibrio.
''Non sei arrabbiata?''
''Perchè dovrei esserlo?''
''Diventare Hokage era anche il tuo sogno....''
''Mi basta che lo sia tu!''
Disse dando un bacio sulla guancia al marito, che a sua volta sorrise.
Poi bussarono alla porta.
''Vai tu?''
''Si!''
Disse Minato per evitare liti.
Lui la conoscea bene Kushina.
Aprì la porta e si ritrovò davanti il protagonista della storia.
''Ciao, Kakashi! Stai meglio?''
Quando disse l'ultima frase fece una specie di smorfia.
''Si, grazie.''
''Come mai qua?''
Lo anticipò l'Hokage.
''Volevo congratularmi con lei, Hokage.''
''Sono sempre il tuo maestro! Dammi del tu!''
Disse fra le risate l'altro.
Da dietro Minato apparve Kushina.
''Salve signora Uzumaki.''
''Ciao caro! Minato, visto che cortese? Dovresti prendere esempio da lui!''
''Io, dovrei prendere esempio dal mio allievo? Ovvio, io sono quello scortese!''
Disse quello ironico.
Minato faceva meglio a stare zitto.
Perchè dopo Kushina mandò un'occhiata traumatizzante al marito.
''Dicevo... Grazie Kakashi!''
Si voltò velocemente verso Kakashi.
''Io ora vado.''
Disse il ragazzino voltandosi e dandogli le spalle per poi salutarli gesticolando con la mano.
''Ciao, Kakashi!''
''Ciao, caro!''
''Perchè caro?''
''Lascia stare, genio...''
''Basta con tutta questa ironia, Kushina!''
Inatnto al covo di Madara, Obito aveva fatto il suo ritorno.
''Vedo che con te non c'è Nagato. Perchè?''
''Quel tizio con lui, Yahiko, pensando volessi del male per Nagato, non l'ha lasciato parlare di sua volontà. Non mi ha proprio lasciato trattare.''
''La prossima volta Nagato deve essere solo.''
''Si. Mi spieghi cosa intendevi prima per ?''
''Da quando è morta la tua amata, hai notato che il tuo sharingan ha cambiato forma?''
''Si.''
''Quello è lo sharingan ipnotico. Lo devo proiettare sulla luna, così da far cedere tutti in un'illusione.''
''A che ti serve?''
''Mischiando la realtà e un'illusione, la guerra non esiste. Tutti i sogni possono diventare realtà...''
Il suo sguardo si fece più deciso.
Assottigliò gli occhi.
''Riportare in vita le persone.''
''Intendi Rin?''
Madara annuì impercettibilmente.
Obito socchiuse gli occhi.
Ci riflettè per qualche minuto.
''Ti aiuterò.''
Madara sorrise.
Era un sorriso malvagio.
Non di uno che voleva la pace.
Era il sorriso di uno che voleva scatenare una guerra.
La Quarta Guerra Ninja.

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Capitolo 5
*** Anbu ***


A Konoha venne il giorno che la famiglia Namizake tanto aspettava.
Minato diventava Hokage.
Lui era sulla terrazza del palazzo dell'Hokage, assieme al Terzo.
C'era una folla enorme sotto.
Probabilmente tutta la gente di Konoha.
C'erano Kushina, Asuma, Kurenay, Gai, Shizune, e, immancabilmente Kakashi, insieme ad un sacco di altra gente.
Quest'ultimo, non aveva un'espressione molto entusiasta.
Pensava stesse per succedere qualcosa di tremendo, aveva paura di soffrire.
Quindi, dopo che Minato divenne Hokage, tutti andarono a festeggiare, escluso Kakashi.
Lui se ne tornò a casa e restò da solo.
Continuava a fissare la foto del team, come se potessero rispondergli, coloro raffigurati nella foto.
Non faceva altro che sospirare, da quando morì anche Rin.
E pensare che forse stava per perdere anche quello che considerava come un padre, lo faceva soffrire.
Si sa, tutti i Kage sono molto spesso presi di mira.
Era tarda notte, ma comunque i cittadini continuavano a festeggiare.
Dopo un pò, forse per la malinconia provata in quelle ultime ore, si mise a letto e smise di pensare a tutto l'accaduto.
Si addormentò.
Ad un certo punto vide un braccio, il suo braccio, trafiggere un corpo.
Sgranò gli occhi a vedere che quella persona era proprio Rin.
L'espressione di lei si fece rabbiosa, e si mise a sussurrare il nome di lui, con fare di rimprovero.
Dopo vide il nulla.
Era tutto buio.
Aprì di scatto gli occhi e si accorse che la sveglia stava suonando da un bel pezzo.
Arrivò l'ennesimo sospiro.
Lo stesso incubo lo tormentava tutte le notti.
Kakashi, da tempo, non dorme più.
Quindi il jonin si alzò e si diresse verso il lavandino per sciacqursi la faccia.
Successivamente notò con orrore che non poche lacrime stavano cadendo dai suoi occhi.
Si lavò la faccia, spazzando via quelle lacrime.
Si vestìal solito e mise il coprifronte sull'occhio sinistro, quello con lo sharingan.
Si avvicinò alla porta e si voltò verso la stessa foto che guardava per ore quasi ogni giorno.
Ed arrivò un altro sospiro.
Si decise ad aprire la porta e uscì.
Salì sul tetto e si mise seduto la sopra.
Si rimise a riflettere tenendo le gambe fra le esili braccia, che però avevano spezzato molte vite.
Riflettere all'aria aperta è sempre diverso da riflettere chiusi a casa.
Anche se comunque soli in ogni caso.
I cinguettii degli uccellini, le risa dei bimbi, il flirtare dei ragazzi, tutta quella felicità e spensieratezza, lo mettevano veramente a disagio, forse perchè lui era l'unico a non essere felice come lo erano tutti gli altri.
Dopo tanta tranquillità forzata, al solito, arrivò Gai.
Aspettandosi che lo invitasse a fare cose stupide o a sfidarsi, Kakashi, prima che l'altro parlasse, lo rifiutò molto ''gentilmente''.
''Sparisci, idiota.''
Gai aggrottò la fronte arrabbiato.
''Ti vuole il Quarto Hokage.''
Disse guardando ''l'amico'' per vedere la sua reazione.
Infatti il ragazzino si alzò di scatto e si precipitò verso il palazzo, senza degnare d'uno sguardo l'altro.
Una volta arrivato...
''Signor Hokage, per cosa mi ha convocato?''
''Kakashi, vorrei che tu entrassi nella squadra speciale Anbu.''


Angolo autrice
Scusate se questo capitolo è tutto su Kakashi, ma non avevo idee...
Insomma come potevo pensare che fare con Obito, se ero al concerto di Ligabue???
Il prossimo capitolo sarà, forse, possibilmente, tutto su Obito.
Promesso.
Seguite ancora la mia storia!
E scusatemi se è piuttosto corto, ultimamente non ho tempo, sto per partire! Baci!!!

NaruSaku123

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Capitolo 6
*** Missione Compiuta ***


Mentre a Konoha si festeggiava l'Hokage, al confine col paese della roccia, ancora due Uchiha bramavano potere e vendetta.
''Ho bisogno del rinnegan. Devi convincere Nagato a unirsi a noi.''
''Con lui c'è sempre quel tizio, come faccio?''
''Te l'ho gia detto. Nagato deve essere solo.''
Obito fece una smorfia.
''Ma come faccio a becarlo mente è solo? Yahiko non lo molla un attimo!''
Lo sguardo di Madara si fece ancor più serio di quanto non fosse.
''Almeno può dirmi perchè lui ha i suoi occhi?''
Madara non rispose.
Obito chinò il capo, voltò le spalle a Madara e incominciò a camminare verso l'uscita del ''rifugio''.
Dopo essere uscitò, sempre con l'ormai inseparabile maschera arancione, Obito si diresse nuovamente nel paese della pioggia, alla ricerca di Nagato.
Sperando fosse solo.
''Ma quel tizio come fa ad avere gli occhi di Madara?''
Rifletteva tra sè e sè, senza trovare una rispsta valida.
Si guardòin giro.
Molti lo guardavano straniti.
Obito non sapve se fosse perchè non l'avevano mai visto o per la maschera che portava quasi sempre, o perchè l'avevano visto assieme a Nagatoe gli altri due, o forse per tutti e tre i motivi.
Obito non lo sapeva.
Non si lasciò più distrarre e continuò a camminare come fosse niente alla ricerca dell'Uzumaki.
Ad un certo punto, tra tutte quelle chiome nere o bionde, spiccò una lunga chioma rossa.
''E' lui?''
Si diresse verso il rosso, pregando il cielo che fosse lui.
E che fosse solo.
Era di spalle, quindi non capiva se fosse lui o no, quando il rosso si voltò di propria volontà e si avvcinò a Obito.
''Ti serve qualcosa? Ehi, aspetta... Tu non sei quello dell'altra volta?''
''Si...Appunto sono io.''
Nagato si guardò attorno, probabilmente per controllare se in giro ci fosse Yahiko.
Poi si voltò verso Obito, con quel rinnegan, aveva uno sguardo a dir poco inquietante.
''Che ti serve?''
Chiese serio.
''Volevo trattare.''
Nagato rimase zittò, annuendo debolmente.
''Vorrei lavorassi per il mio capo.''
''Questo gia me l'hai detto.''
''Ah...''
''Che dovrei fare?''
''Gli serve il tuo rinnegan.''
Nagato assottigliò l'unico occhio visibile.
''Non lo deve cavare, o usare per cosa losche,''
Aggiunse di fretta e furia l'Uchiha.
''Perchè proprio io?''
''So del tuo passato. Parliamoci onestamente, tu ti vorresti vendicare contro la foglia, vero?''
Nagato spalancò gli occhi.
''Come fai a saperlo?!''
In effetti, durante la festa a Konoha, Madara raccontò la storia di Nagato ad Obito, overo dell'omicidio ''involontario'' dei suoi genitori, da parte di due ninja della foglia.
''Rispondi.''
Disse in tutta serenità.
''Si...''
Disse sussurrando il rosso.
''Appunto. Noi stiamo progettando questa vendetta.''
''Perchè?''
''Io ho avuto dei problemi con qualcuno, ha ucciso la ragazza che mi piaceva, poi il mio capo non lo so.''
''Quinsi se io vi aiuto... Voi vi vendicherete della foglia?''
''Esatto.''
Disse Obito porgendo la mano all'altro, sapendo la risposta.
Nagato fissò per quache secondo la mano, dopo sospirò e la strinse.
Anche se da sotto la maschera, si potè notare un ghigno.
''Yahiko non sarà d'accordo.''
''E' il capo di un'organizzazione, giusto?''
''Si.''
''Non durerà ancora molto.''
Disse voltandogli le spalle e incamminandosi.
''Che vuoi dire?!''
Urlò Nagato, ormai distantissimo da Obito, prima di vederlo scomparire nella nebbia.

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Capitolo 7
*** Vendetta ***


''Sto per diventare madre, hai capito?''
Disse tutta sorridente lei.
''E io padre!''
''E io madre, hai capito?''
Kushina saltò al collo di Minato.
Le forze portanti donne, durante la gravidanza, specialmente durante il parto, perdono il controllo del demone, che potrebbe uscire senza problemi, quindi era necessario tenere sott'occhio il sigillo e trovare un posto appartato dove far nascere il bimbo, oltre a non farne parola con nessuno in tutto il villaggio o fuori, Minato aveva intenzione di fare questo.
Diede a Kakashi, ormai Anbu da un bel pò di tempo, il compito di sorvegliare Kushina, sino al momenti del parto, per impedire presunti attacchi.
Kakashi non potè non accettare, quindi per i nove mesi di gravidanza le stava, anche di nascosto, sempre dietro.
''Maestro Jiraya, le posso parlare?''
''Certo! Ah! Congratulazioni per il bambino! Come lo volete chiamare?''
''Era di questo che le volevo parlare. Vorrei chiamare nostro figlio come il protagnista di questo libro.''
Disse il lampo giallo indicando un libro che aveva davanti, scritto dallo stesso Jiraya.
''Davvero?!''
Disse Jiraya tutto sorridente.
''Naruto è davvero un bel nome.''
Fece la sua apparsa Kushina.
''Come mai proprio Naruto?''
''Vorremo che crescesse come l'eroe del libro.''
Jiraya acconsentì, a momenti il piccolo Naruto sarebbe nato.
La vendetta di Obito si manifestò lo stesso giorno del parto.
Sempre con la maschera sfidò il Quarto Hokage.
Lo ricattò, si sarebbe dovuto allontanare da Kushina, dato che stava tenendo sotto controllo il sigillo, o Naruto sarebbe morto.
Minato non si mosse.
''Minato, salva Naruto!''
Obita stava per trafiggere Naruto con un  kunai, quando Minato, con la sua straordinaria velocità glielo scippò dalle mani e si appoggiò al muro.
''Degno del tuo nome.''
Disse Obito riferendosi al nomignolo ''Lampo giallo della foglia''.
Delle carte-bomba esplosero separando Kushina e Minato, che aveva ancora in braccio Naruto.
Dopo una serie di eventi, la volpe a nove code devastò il villaggio della foglia, uccidendo un sacco di persone, compresi Minato e Kushina, che sigillarono la volpe in Naruto, morendo per il bene del villaggio.
Il villaggio fu segnato da quell'avvenimento, cominciarono ad odiare Naruto.
Lui non sapeva chi fossero i suoi genitori, ne perchè lo odiavano.
Il suo cognome era Uzumaki, per impedire che venisse a sapere di essere il figlio del Quarto Hokage.
Quel giorno Obito uccise un sacco di persone, e la sua vendetta non era finita, sarebbe continuata per un sacco di altri anni.
Tutti i ninja più giovani non poterono passare, e quindi aiutare il villaggio.
Anche Kakashi, essendo Anbu e Jonin, non potè aiutare per ordine dei piani alti.
Dopo che la volpe fu sigillata, tutto assunse un'inquietudine totale.
Nel villaggio regnava il silenzio.
Kakashi si avvicinò lentamente al corpo del proprio maestro, disteso a terra, in una pozza di sangue.
Non riuscì a trattenersi e cominciò per lui un pianto lungo e silenzioso.
Infondo cosa poteva fare?
Era la terza volta che qualcuno moriva e lui non poteva fare nulla per salvarlo.
Minato per lui era come un secondo padre.
Kushina come una specie di zia o qualcosa del genere.
Notò di non essere l'unico a piangere e voltò lo sguardo verso un bambino biondo, con gli occhi azzurri, sei segnetti sulle guance, come baffi, avvolto in un telo arancione.
Sulla sua pancia c'erano un insieme di cerchi e segni, un sigillo.
''E' di sicuro il figlio del maestro...''-Pensò il ragazzino tra i singhiozzi provocati dal lungo pianto, ascoltato da nessuno.
Il Terzo Hokage assisteva alla scena.
Un ragazzino e un bambino quel giorno avevano perso tutto.

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Capitolo 8
*** Canzone d'amore per Kakashi:Hanare ***


Aprì lentamente gli occhi, con una espressione imbronciata.
Come volle la quotidianità, sbattè ripetutamente il pugno a terra, sospirò, finalmente si alzò dal letto, fece una lunga riflessione sul perchè della sua sofferente esistenza, si lavò, si vestì e finalmente uscì da casa.
Erano le 3:00 di notte, ma ormai ci era abituato a svegliarsi a quell'ora a causa dello stesso incubo che tormentava le lunghe nottate.
Aveva le braccia più muscolose, ma sempre esili, era molto più alto e aveva, anche se coperto dalla maschera, il volto più da uomo.
Non a caso Kakashi non aveva più 13 anni, bensì 17.
Da quando morì Rin, lo stesso incubo lo tormentò ogni singola notte, sino ad ora.
Dopo la lunga camminata si fermò un attimo, osservando le strade di Konoha, una volta erano sempre colorate e vive, anche a quell'ora tarda, da quando successe tutta la storia della volpe, quelle stesse strade erano buie e spente.
Come sospettava Kakashi, Naruto fu odiato, e molto anche.
In quel momento viveva col Terzo Hokage, fino a quando fosse stato abbastanza grande per vivere da solo.
Riprese a camminare, ripensando alla tremenda notte di quattro anni prima, mentre l'uomo mascherato stva per liberare la volpe, lui era in quelle strade con Gai che parlavano, quando si accorse di un'aria gelida.
Sospirò l'ennesima volta.
Da quando morì Minato non faceva altro che sospirare di continuo.
Riprese a camminare, senza una meta.
Chiuse gli occhi continuando a camminare, nella speranza di perdere l'orientamento, sbattere contro qualcosa la testa e perdere la propria identità, ricordando Minato, Obito e Rin solo come nomi.
Sapeva che non era possibile, ma voleva seriamente ricominciare tutto da capo, fare una nuova vita, ma il suo cuore era solcato da troppe cicatrici per ricominciare.
Minimo desiderava perdere i ricordi delle tre, delle quattro persone, contando Zanna Bianca, che tanto l'avevano fatto sospirare incessantemente.
Massimo desiderava morire.
Ma era troppo giovane, eppure aveva vissuto tragedie che neanche i daymo si sognerebbero.
Tanto era preso dai suoi pensieri che non si era accorto di essere finito nella foresta al confine del villaggio.
Purtroppo si era perso.
Rilanciò un sospiro.
E continuò a camminare a vuoto.
Non temeva nè i ninja che potevano sbucare, nè la morte.
Anzi se proprio doveva morire, desiderava morire di una morte lenta e dolorosa, per pentirsi di tutto quello che aveva fatto.
Arrivò in una valle fiorita, piena di rosa, viola, rossi, illuminati dalla luce dell'aurora che pian piano illuminava il paesaggio circostante, era lunghissima, come se non finisse mai.
Arancione, rosso, rosa, anche un pò di giallo, si attorcigliarono nel cielo, tra le nuvole e gli uccelli, che cantavano felici.
Kakashi mise il broncio, gli ricordava il carattere solare dei suoi compagni di squadra.
Kakashi non poteva di certo dire che era un posto brutto, ma era un posto gioioso per lui.
Scesa la valle, superandola.
Stava camaminando da un sacco di ore incessantemente, non preoccupandosi che al villaggio lo davano per scomparso.
Il cielo si era tinto di un azzurro nitido.
Alzò lo sguardo verso le nuvole, poi lo riabbassò.
Rincominciò a camminare, quando sentì piangere.
Era un posto desolato, c'erano solo rocce.
Seguì il suono provocato dai singhiozzi, probabilmente era una ragazza.
Infatti era così.
Si ritrovò una ragazza poco più giovane di lei, con due grandi occhi castani e lunghi capelli neri.
Lei alzò lo sguardo verso di lui, un pò intimorita.
''...Chi...Chi sei?''
''Kakashi Hatake, della foglia. Tu sei...?''
''Hanare, del villaggio della serratura...''
Kakashi non rispose, si limitò a guardare incuriosito la ragazza, dimenticando la tristezza che prima provava.
''Perchè piangi?''
''Mi sono persa...''
Disse la ragazza chinando il capo.
Kakashi le si avvicinò, lei d'istinto si spinde indietro per non avere contatti.
Kakashi rise.
Era raro, non rideva da molto tempo.
''Cosa pensi che ti faccia?''
Disse tra i risolini.
Lei aggrottò la fronte.
''Che c'è?''
''Voglio solo darti una mano.''
Disse Kakashi smettendo di ridere e sorridendole.
Lei ricambiò il sorriso.
Kakashi le fece cenno di avvicinarsi, lei lo fece ma dopo cadde come un peso morto a terra.
''Che ti prende?''
Chiese preoccupato il ninja.
''Mentre correvo mi sono ferita la caviglia...''
Kakashi fece un sorissino un pò malinconico.
Poi la prese in braccio.
''Ehi, ma che ti salta in mente?!''
Chise imbarazzata la ragazza.
''Devo aiutarti, ma hai la caviglia slogata. Saresti solo un peso. Conosci alternative?''
Disse costringendola ad aggrapparsi al suo collo, facendola appoggiare alla sua schiena, mettendosela in spalle.
Cominciarono a camminare, o almeno Kakashi cominciò a camminare, lei se la godeva sulle sue spalle.
''Dal villaggio delle serrature, eh?''
La ragazza annuì.
''E' un villaggio parecchio piccolo.''
''Davvero?''
Kakashi si girò verso la ragazza:''Come fai a non sapere com'è il tuo villaggio?!''
''In realtà sono nata li, ma mi hanno portata via appena nata, poi i miei genitori sono morti per proteggermi il primo giorno della mia vita e mi ha accolta uno strano vecchietto, che in cambio mi chiede informazioni sugli altri villaggi.''
''Ah...''
Calò il silenzio.
Nessuno si azzardava ad interromperlo. Come se avessero paura di offendere l'altro. ''Ogni tanto cerco di immaginare i miei genitori...Ma non ci riesco...''
''Guarda le nuvole.''
Disse Kakashi indicando il cielo, mentre Hanare fece come le era stato detto.
''Proprio perchè cambiano forma, in loro puoi vedere tutto quello che vuoi, anche le cose più impossibili. Basta solo crederci.''
Hanare gli sorrise.
''Chi te l'ha insegnata questa frase?''
''Il mio maestro...''
Disse Kakashi con un filo di malinconia nella voce.
Davanti a loro apparve uno strano vecchietto con un bastone e un alquanto strano copricapo.
''Hanare.''
Disse lo strano vecchietto.
''E' lui il vecchietto di cui parlavi?''
''Mhm-mh''
Kakashi lasciò scendere la ragazza, che corse verso il vecchietto.
''Chi è quel ragazzo?''
Disse sottovoce.
''Mi ha salvata.''
Disse arrossendo debolmente e guardando Kakashi con tenerezza.
''Dobbiamo andare.''
Disse il vecchio, avendo compreso i sentimenti della ragazza.
Kakashi le sorrise dolcemente, chiudendo l'unico occhio visibile.
Lei ricambiò il sorriso, prime che il copia-ninja sparisse.




 

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Capitolo 9
*** La Tecnica della Trasmigrazione ***


''Forse è ora che mi spieghi perchè non hai il tuo rinnegan, Madara.''
''L'ho trapiantato a Nagato, per riavere lo sharingan.''
Obito rimase a guardarlo. ''Solo questo?''
''Che ti aspettavi?''
''Lo sai che ho accettato di aiutarti, ma stai morendo, come faccio a portare a termine il proggetto dell'occhio lunare?''
Madara, dopo molti anni attaccato ad una statua demoniaca che gli alimentava il chakra, stava per morire.
''Insomma, è un tuo piano, io come faccio?''
''Hai ragione, Obito, io sto morendo. Ma ora che sto morendo, figurati se Nagato rimane della stessa idea. Zetsu Nero ti aiuterà. Devi di nuovo convincere Nagato. Mi riporterà in vita grazie alla tecnica della trasmigrazione del mondo esteriore. Può essere usata solo dai possessori del rinnegan.''
''Tecnica della trasmigrazione del mondo esteriore?''
''Fallo, Obito...''
Dopo questa frase, Madara esalò il suo ultimo respiro.
Obito sbattè più volte gli occhi.
''Che razza di tecnica sarà?''
Intanto al villaggio della foglia, Kakashi fece il suo ritorno. Ad accoglierlo c'erano Gai, Asuma e Kurnai.
''Kakashi! Ma dove cavolo ti eri cacciato?!'' A parlare fu Gai.
''Cretino! Ci hai fatto prendere un colpo!'' Ora Kurenai.
Asuma rimase in silenzio.
''Stavo solo facendo quattro passi.''-Disse superando i tre senza problemi.
''A volte non lo capisco proprio sto ragazzo...''
''Infatti, sono passati quattro anni e non si è ancora ripreso!''
Asuma si voltò nella direzione in cui era andato Kakashi, poi verso gli altri due.
''Ragazzi, Kakashi non ha avuto una bella infanzia. Voi come vi sentireste se vostro padre si suicida, i vostri compagni muoiono per colpa vostra e il vostro maestro muore per un dannato cercoterio?''
Asuma infondo proteggeva Kakashi, forse perchè era l'unico con un pò di buon senso.
''Ma sono passati quattro anni!''
''Sei un idiota, Gai...''-Dicendo questa frase, non del tutto falsa, Asuma diede le spalle agli altri due e cominciò a camminare.
Intanto al nascondiglio del, ormai defunto Madara...
''Io non ci capisco nulla! Come faccio a portare a termine questo proggetto, se non so da dove cominciare? E cosa cavolo è sta tecnica della trasmigrazione del mondo estesriore?'' Obito non faceva altro che tormentare Zetsu conassurde domande.
''Questa è una delle tre tecniche del Rinnegan che possono strappare le anime o come in questo caso ridarle riportando in vita le persone. In pratica si crea un demone, che a sua volta crea molte mani spirituali che, entrando nel corpo di persone uccise dall'utilizzatore, le resuscitano.''
''Non ti facevo tanto intelligente...''
Zetsu aggrottò la fronte, mise il broncio, facendo l' offeso.
''In ogni caso, come faccio a riflettere lo sharingan sulla luna?!'' ''Con i cercoteri.'' ''I cercoteri?! E come?''
''Forse è meglio che ti racconto tutto dall'inizio. Come saprai, il creatore del Chakra è una donna.''
''Una donna?''
''Si, Kaguya Otsostuki, una principessa. Ere prima della fondazione dei villaggi ninja, durante un periodo di guerre infinite tra uomini, Kaguya, che proveniva da una terra lontana, decise che sarebbe stato un bene per tutti se qualcuno avesse ottenuto un potere divino al fine di fermare le guerre. Per questo ruppe il tabù di mangiare il frutto del Dio Albero, ottenendo così un grande potere. Dopo aver portato la pace, Kaguya diede alla luce due bambini, Hamura e Hagoromo, l'eremita delle sei vie, la forza portante della decacoda, che la sigillarono.''
''La sigillarono? E perchè?'' ''Per poi riportarla in vita.'' ''Io non ci sto capendo molto...'' ''Forse se mi lasci parlare capisci, Obito!''
Dopo averlo rimproverato, Zetsu prese fiato e continuò a raccontare.
''Infatti, nella Decacoda, è sigillata Kaguya.''
''L'hanno sigillata in quel demone?''
''Si. Hamur è l'antenato del clan Hyuga, infatti ottenne il byakugan. Comunque lui non è molto importante, il punto è Hagoromo.  Egli avrebbe creato tutte le arti ninja conosciute, avendo scoperto, grazie all'utilizzo della sua esclusiva abilità innata, il rinnegan, le fondamenta del funzionamento del chakra e avendo così inventato le tecniche basilari dei ninja. Infatti possedeva tutti i tipi di chakra. Per molti si tratta solo di una leggenda.''
''Ok, ma io ancora non capisco.''
''Ci sto arrivando al punto, Obito. Hagamoro ebbe a sua volta due figli, Indra e Asura. Indra, l'antenato del clan Uchiha, era il figlio maggiore. Il più anziano dei due, era nato con l'occhio Saggio: il chakra più potente e l'energia spirituale. Egli credeva che il potere era la chiave per la pace. Quando il saggio era sul letto di morte, ha scelto il fratello minore per portare avanti il suo sogno di pace per il mondo ninja. Il fratello maggiore, credendo che il Saggio avrebbe scelto lui, ha combattuto il fratello per cercare e pretendere ciò che sentiva suo legittimamente. I suoi discendenti, il clan Uchiha, continuerà questa battaglia con i discendenti del fratello minore.''
''Ok, sino a qua ci sono.''
''Asura era il figlio minore, antenato del clan Senju. Come ho gia detto fu scelto dal padre.''
Obito annuì, per far capire che aveva capito la storia.
''Ma esistono le reincarnazioni di Asura e Indra.''
''Ah si?''
''Si. Di Indra fu Madara Uchiha. Ora dovrebbe essere un certo Sasuke. Di Asura fu Hashirama Senju, il primo hokage. Ora non so chi sia la sua reincarnazione. Kaguya però aveva un terzo figlio, Zetsu.''
''Tu?''
''No, io sono una specie di reincarnazione. Il vero Zetsu è ancora vivo.''
''Ma se hai detto che per alcuni è una leggenda, è di tanto tempo fa, quindi come fa ad essere vivo?!''
''E' una specie di immortale.''
Obito annuì di nuovo. Dopo la sua faccia assunse un non so che di interrogativo.
''Ma...Che c'entra la luna in tutto questo?''
''Per risvegliare l'occhio lunare, si deve ottenere il potere del rinnegan, detto di Samsara, poi diventare la forza portante della decacoda. Tramite tale occhio, che può aprirsi o sulla cima dell'Albero o in mezzo alla fronte della forza portante, è possibile lanciare la tecnica dello Tsukuyomi infinito.Tramite il contatto visivo con un normale Sharingan mentre si è connessi alla Statua Diabolica, l'utilizzatore crea una dimensione vuota sotto il suo controllo, che può poi essere riempita con qualsiasi cosa egli desideri, in cui attrae le vittime. Per poter intrappolare tutti gli esseri umani in tale dimensione, tuttavia, l'utilizzatore deve riflettere l'occhio del Shinju, la decacoda, sulla luna.''
''Ora mi è tutto chiaro! Ma come ottengo il rinnegan? E perchè Madara deve tornare in vita? Non lo posso ricreare nel nuovo mondo?''
''Obito, è Madara a doverlo creare. Tu gli servirai per raccogliere i cercoteri. E anche per un'altra cosa...''
''Che cosa?''-Chiese curioso Obito.
''Un uomo resuscitato, non può diventare una forza portante. Quindi tu dovrai sacrificare la tua vita affinchè lui resusciti per davvero.''
Obito saplancò gli occhi. ''E' a questo che gli servo?''
Zetsu annuì.
''Ormai ho preso una decisione. Non posso tornare indietro.'' Disse Obito un pò insicuro.
Intanto nel paese della pioggia, Yahiko era diventato il capo di un'organizzazione, Alba, per portare la pace, insieme a Nagato e a Konan.
Strinsero un'alleanza con Hanzo, che per paura si alleò con Danzo e con gli Anbu. Successivamente li tradì, prendendo in ostaggio Konan.
''Uccidi Yahiko, o uccideremo tutti e tre.''
Nagato si voltò verso Yahiko.
Lui gli sorrise.
''Nagato, fallo.''
''No...Io avevo promesso di proteggervi...''
Yahiko abbassò lo sguardo. Successivamente corse verso Nagato, facendosi trafiggere con il kunai che Nagato teneva stretto in mano, ma che non aveva la minima intenzione di usare.
''Tue..Konan...Do..Dovete vivere...'' Disse mentre il sangue incominciava a colare dalle sue labbra, sorridendo.
Nagato sgranò gli occhi.
Il corpo di Yahiko cadde a terra, Nagato era sempre in piedi, col kunai sanguinante.
Per la disperazione, Nagato liberò i pieni poteri del Rinnegan evocando la Statua Diabolica, uccidendo tutti gli avversari ad eccezione di Hanzo che riuscì a teletrasportarsi in tempo per evitare il colpo mortale di Nagato, e Danzo, che molto probabilmente riuscì anch'egli a scappare.  Dopo lo sterminio, Nagato assunse il nome di Pain e uccise Hanzo, i suoi parenti, i suoi amici e anche chi aveva avuto un semplice rapporto con lui, in pratica fece piazza pulita.
La morte di Yahiko era anche colpa di Danzo.
La morte dei suoi genitori era colpa della Foglia.
Nagato rialzò gli occhi verso i cadaveri che si trovavano davanti a sè.
''Nagato, ragiona.''-Tentò di fargli cambiare idea Konan, avendo capito le sue intenzioni.
''Da oggi in poi io sono Pain, il  capo dell'Organizzazione Alba. E il suo scopo è...''
Konan deglutì preoccupata.
''Distruggere la foglia.''

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Capitolo 10
*** Pain ***


Dopo lo sterminio, l'unico motivo per cui esisteva ancora Alba, era per la pace, vendicandosi contro il villaggio della Foglia,
Obito, avendo capito tutta la storia dell'occhio lunare, non poteva tirarsi più indietro oramai.
Doveva convincere a tutti i costi Nagato, o meglio Pain.
Obito, tornando al villaggio della Pioggia, notò tutti i numerosi cadaveri.
''Ma che è successo qui?!''
Una ragazza le si avvicinò:''E' stato lui.''
''Konan, giusto? Lui chi?''
''Nagato.''
''Nagato non voleva la pace? Come si è ridotto così?''
''Ha liberato tutto il potere del rinnegan... Ormai lo scopo di Alba è distruggere la Foglia...''
Sotto la maschera, Obito sorrise.
''Credo che noi andremo molto d'accordo.''
La ragazza spalancò gli occhi, sbattendoli poi più volte.
''Il tuo obbiettivo è distruggere la Foglia?''
''Si. Più o meno è questo.''
Nagato una volta ripreso dal tormento che lo assaliva, si avvicinò a Tobi e a Konan.
''Che dovrei fare?''- Disse avendo capito le intenzioni dell'Uchiha.
''Devi usare la tecnica della trasmigrazione su Madara Uchiha.''
Nagato assottigliò l'unico occhio visibile. ''Questo servirebbe a portare la pace?''
''Poi ti spiego il piano. Comunque solo noi tre, e in futuro Madara, e anche un paglio di miei seguaci, non ce la faremo mai a portare la pace.''
''Dove vuoi arrivare?''-Si intromise Konan.
''Nagato, tutti i ninja più potenti, come saprai, sono morti. Puoi riportarli i nvita tramite la tecnica di cui parlavo e creeremo un esercito, ovviamente anche con persone in vita.''
''Si.''
''Ma, una volta usata quella tecnica ti indebolirai, lo stesso vale per le altre volte, insomma diventerai una specie di morto vivente. Quindi, se devi essere il capo devi trovare qualcuno di autorevole che potrai dominare a tuo piacimento. Diciamo il falso capo di Alba.''
''Yahiko...''
''Nagato non intenderai riportarlo in vita? Vero?!''-Disse in preda al panico Konan.
''Io da oggi sono Pain, il capo di Alba. E Yahiko il falso capo, il mio burattino. Che si vendicherà della Foglia.''
''La nostra collaborazione ha inizio, Pain.''
Intanto al villaggio della Foglia, Kakashi continuava a fissare quella foto, diventata tanto angosciante.
Ssospirò l'ennesima volta, prima di essere convocato dall'Hokage.
''Kakashi, vorrei ti occupassi di un nuovo Anbu. E' già un jonin, ma è molto giovane. Tu sei il capo della squadra speciale. Spiegagli un pò come vanno le cose qua dentro.'' Kakashi annuì.
Si diresse fuori dal palazzo, dove lo aspettava il misterioso ragazzino.
Lo scrutò. ''Tu sei un Uchiha, vero?''
''Itachi Uchiha. Piacere''
''Kakashi Hatake, piacere mio.''
I due cominciarono a camminare, mentre Kakashi mostrava ad Itachi i nascondigli, e gli parlava un pò delle regole.
''Reprimere i sentimenti?''
''Secondo Danzo, un consigliere, i sentimenti provocano l'odio, e l'odio provoca la guerra.''
''Infondo ha una sua logica.''-Rispose solamente il ragazzino.
Poi si girò verso Kakashi. ''Di lei girano molte voci.''
''Sul serio? E che dicono di me?''
''Dicono che lei sia un ninja straordinario, temuto in tutte le nazioni ninja per lo sharingan nell'occhio sinistro. Si dice anche che da quando è negli Anbu, non abbia mai fallito una missione nè lasciato sopravvissuti, se non necessario.''
''Sono voci vere. Anche se non mi considero un nija straordinario. Nella mia vita ho fatto delle tremende cavolate...''
''Del tipo?''
''Un giorno te ne parlerò.'' Disse il ragazzo mettendo una mano sulla testa dell'Uchiha.
''Approposito, come mai avete lo sharingan?''
''E' una di quelle cavolate. E, perfavore, non darmi del lei. Io non ti sono superiore, forse ti sono anche inferiore.''
''Ma lei...Cioè, tu sei il capo della squadra speciale! Nonchè figlio di Zanna Bianca!''
''Zanna Bianca è odiato dal villaggio...''
''Secondo me è un eroe!''
Kakashi si girò velocemente verso Itachi.Riaffiorarono in lui i vecchi ricordi. ''Secondo me Zanna Bianca era un eroe'' aveva detto Obito, prima di andare in contro alla morte, quel maledetto giorno di quattro anni prima.
''Non ne capisci ancora nulla di queste cose!''
''Si che capisco, invece! Sono già un jonin io!''
Kakashi sorrise.
''Bè...Il vero eroe sei tu!''
Kakashi si girò ancor più velocemente di prima.
''Ma che cavolo spari!? E sentiamo, perchè sarei un eroe?''
''Dico solo la verità!E comunque gliel'ho spiegato. E' un ninja di primo ordine!'' Disse il ragazzino sorridendo.
''Bè non devi dire la verità! Siamo Anbu!''
''Si, si! Certo!'' Disse Itachi sorridendo. ''Comunque gli eroi non sono quelli che portano sempre a termine le missioni, ricordalo.''
''E allora chi sono?''
''Già hai una mentalità da anbu... Secondo te perchè Minato Namizake è un eroe?''
''Perchè era Hokage?''
''No. Perchè ha sacrificato la sua vita per il villaggio.'' ''Ma la cosa più importante non è la missione?''
''Non lasciarti convincere da queste cose. A me non hanno fatto che rendere ancora più solo di quanto non fossi.''
''Intende per la morte dei suoi compagni di squadra?'' Disse il ragazzino abbassando il capo, come per portagli rispetto.
Kakashi gli sorrise.
''Proteggi i tuoi compagni anche a costo di morire. E' questa la tua vera missione.'' Itachi rimase per qualche attimo a guardarlo.
''Non eri tu quello fissato con le regole?''
''Lo ero. E mi sono reso conto di essere stato un idiota, non seguire la mia strada.''
''Ma ora sono un anbu...In pratica è questa la mia strada...''
''Hai un migliore amico?''
''Si, Shisui Uchiha!''
''Se lo vedi in pericolo, o solo in difficoltà, fai di tutto per aiutarlo. Vedrai che così il tuo altruismo non si lascerò corrompere dalle regole!''
''E' davvero così?''
Kakashi annuì sorridendogli.
E pensare che qualche anno dopo quel ragazzino sarebbe un traditore di livello S...
''Credo di averti detto tutto. Sei in grado di tornare a casa da solo?''
''Si, ma prima ti volevo chiedere una cosa.'' ''Sentiamo.''
''Potresti dirmi qualcosa di più su Danzo?''
''Come mai?'' ''Dato che sa delle mie abilità, dello sharingan a otto anni e altro, ha detto che forse vorrebbe inserirmi nella Radice. Cos'è?''
''E' un'organizzazione Anbu più interna, comandata unicamente da Danzo. Di lui ti posso dire che brama potere, influenza le scelte del Terzo e spesso è coinvolto in cose piuttosto losche.''
''In che senso?''
''Che prima di agire, diciamo legalmente, discutendo, mettendo in carcere e cose del genere, passa subito alla violenza...''
''E invece dicono che c'è un tizio che riesce a far confessare tutti, anche usando armi, e anche sulle donne. Come fa? E perchè fa del male anche alle donne? Non è sbagliato?''
''Non eri tu quello che capivi? Comunque è molto persuasivo, alla fine confessano tutti. Sul fatto delle donne, dipende dalle persone. Sarà maschilista.''
''Ah...'' Itachi salutò e poi girò l'angolo, mentre Kakashi continuò dritto.
''Che ragazzino singolare...''

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Capitolo 11
*** Itachi:un ragazzo particolare ***


''Allora, incominciamo la cattura dei cercoteri?''
''Obito, è ancora presto.''- Zetsu nero rifece la sua comparsa.
''Ma non è giusto! Insomma, quando la posso portare in vita quella che mi piace?!''
''La cattura dei cercoteri richiede molta pazienza. Solo in quattro non ci riusciremo mai. Non a caso Nagato sta cercando dei mercenari.''
''Approposito, a che punto è?''
''Do un'occhiatina...''-Zetsu nero, in qualche modo, dato che non c'erano uscite da quel nascondiglio, uscì e cominciò a cercare Nagato e Konan.
Ovviamente Zetsu e Obito potevano comunicare telepaticamente, ma solo se un Zetsu bianco ricopriva Obito.
A questo punto uno Zetsu bianco si attaccò da diero ad Obito, diventando uniforme con quest'ultimo.
''Allora, come va?''- Disse Obito, una volta avvisato da Zetsu nero del ritrovamento di Nagato e Konan.
''A quanto pare hanno arruolato un tizio che pare una bambola...E' legato da fili. Un certo Kakuzu.''
''Ok.''-Disse Obito annuendo, a nessuno.
''Poi un ragazzo parecchio religioso. Immortale non ho capito perchè. Hidan.''
''Molto bene.''
''E anche Orochimaru.''
''Il tizio per metà serpente? Il Ninja Supremo?''
''Si! Cominciamo bene, però!''
''Ma siamo ancora in sette... E' impossibile!''
''Continueremo a cercarli nom ti preoccupare. Inoltre, ricorda che i cercoteri vanno cercati per ordine. Se parti dalla Volpe sei fregato. E' il più forte cercoterio, ovviamente esclusa la Decacoda.''
''Quindi partiamo da Shukaku, poi Matatabi, poi Isobu, Son Gok(?), Kokuo, Saiken, Chomei, Gyuki e infine Kurama.''
''Esatto. Ora torno.''
Intanto a Konoha stava per avere inizio la prima missione del neoAnbu Itachi.
Come tutti gli Anbu, portava l'inconfondibile maschera, ispirata al mondo animale.
C'erano un altra decina di uomini li, sempre con la maschera.
''Secondo me è troppo giovane...''
''Infatti, potrà essere bravo ma è un moccioso!''
Questo si sussurravano gli Anbu, che non temevano di certo la presenza di un ragazzino, credendolo innocuo, non sapendo della sua pericolosità.
Infatti cominciarono a lanciargli kunai, il ragazzino continuò a camminare tranquillamente, come se fosse niente, schivandoli tutti.
Tutti si bloccarono di colpo quando sentirono la voce del capo della squadra, Kakashi, appenna arrivato li, dire forte è chiaro: ''Che succede qui?''
Alcuni si giustificarono dicendo ''volevamo vedere quant'è forte.'' altri non risposero completamente.
''Che non accada mai più. Intesi?''
Tutti, escluso Itachi, abbassarono il capo, per chiedere scusa, sussurrando qualcosa di impercettibile.
Idioti, pensò Itachi.
''Comunque dobbiamo agire in coppia. Ai confini del villaggio sonostati avvistati dei ninja della Roccia. Datevi da fare.''
Kakashi poggiò la mano sulla spalla di Itachi: ''Tu sei con me.''
Una volta arrivati nel luogo in cui si erano avvistati i ninja della Roccia, Kakashi si ritrovò la peggiore cosa, la peggiore persona che gli potesse mai capitare durante una missione : Gai.
''Ehilà, Kakashi!''
''Gai...Che fai qui?''
''Non mi presenti il moccioso?''
''Gai, vattene.''
''Kakashi?''
''Gai?''
Calò un lungo e tombale silenzio. Lo ruppe Itachi. ''Gai, giusto? Scusi, noi saremmo in missione.''
''Un bamboccio come te in missione? Non farmi ridere! Come si chiama, Kakashi?''
''Mi chiamo Itachi. E guardi che io sono un jonin.''
''Oh Dio!''- Gai urlò, come un genio, facendo saltar fuori tutti i ninja nemici.
''Grazie, Gai! Sei un vero amico!''-Disse Kakashi ironicamente.
''Di niente!''-Il punto è che Gai era serio.
Kakashi e Itachi ci  rimasero di sasso dopo quella affermazione.
''Ironia, Gai. Ironia...''-Disse Kakashi, prima di buttarsi addosso al ninja nemco più vicino.
''Fai vedere cosa sai fare, moccioso!''- Urlò Gai.
''Si! Voglio proprio vedere, moccioso!''Urlò un ninja della Roccia.
''Non sono un moccioso.''- Disse Itachi prima di levarsi la maschera, tenendo gli occhi chiusi.
''Non dirmi che sei cieco!''- Disse lo stesso ninja improvvisando una specie di pianto.
''Non direi.''-Disse dopo aver aperto gli occhi, dove era ben visibile un perfetto sharingan ipnotico, a soli undici anni, undici.
Itachi sorrise, un sorriso inquietante. ''Non ti conviene provare a farmi spaventare, moccioso!''-Disse il ninja, visibilmente gia spaventato.
''Io non ci sto provando. Hai fatto tutto da solo. E comunque io...''-Si avvicinò molto, molto velocemente al ninja.
''Non sono un moccioso.'' -Disse, sempre col sorrisino inquietante, mollandogli un calcio nel posto innominabile.
Il ninja si chinò su se stesso.Itachi continuò a guardarlo, facendo sparire il sorrisetto inquietante. Gai si guardò più volta intorno.
''Itachi, dov'è Kakashi?''-Chiese confuso Gai.
Itachi si voltò verso Gai, che si trovava dietro di lui. ''E che ne so io?''
Dietro Gai apparve un ninja della roccia, senza farsi sentire si avvicinò piano piano a Gai.
Itachi lo notò, ma non disse nulla a Gai. Si limitò a lanciare con molta calma un kunai prendedo in pieno volto il ninja nemico.
''Dannazione! Per poco non mi amazzavi!''-Gai cominciò a urlare come un ossesso.
''Potevi benissimo schivarlo incaso avessi voluto ammazzare te, o se avessi sbagliato la mira, cosa impossibile.''
''Mi parevi più modesto...''
Kakashi si avvicinò ai due.
''Ma dov'eri finito?''
''Mentre voi due chiaccheravate, io e il resto della squadra abbiamo fatto piazza pulita.''-Disse guardando malamente Gai.
''Lui non ha fatto nulla, e guardi male me?!''- Disse indicando il ragazzino.
''Non si danno le colpe ai ragazzini, Gai. E poi è la sua prima missione, tu invece di missioni ne hai fatte e come.''-Rispose serio.
Itachi annuì soddisfatto, cosa che diede fastidio a Gai.
''Io vado a fare raporto all'Hokage con Itachi. Gai, se vuoi essere utile, porta quel ninja semi-vivo con noi.''
''A che vi serve?''
''Non lo so, Gai. Magari sarebbe interressante capire come mai la roccia ci ha attacati, non credi?''-Disse ironicamente il ragazzo dai capelli argentei.
Gai fece una smorfia, poi prese in braccio il ninja colpito da Itachi, che aveva perso conoscenza, non per il calcio la sotto, ma nella caduta a terra per aver sbattuto violentemente la testa su una roccia.
Andarono dall'Hokage e Kakashi fece rapporto. Fu una giornata parecchio impegnativa.
 ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!!! Inanzitutto voglio ringraziare chi sta seguendo e recensendo costantemente la mia storia, e anche chi la legge e basta (Potete lasciare recensioni, non mordo mica!) Poi vorrei ringraziare in particolare Gaara_3 che nella recensione nel primo capitolo, mi ha spinta a continuare la storia, mentre doveva finire al primo capitolo! Ti ringrazio! Poi vorrei precisare che sta storia doveva essere tragica. Da come mi dicono le recensioni, sta prendendo una piega comica... Vabbè, l'importante è che piaccia! Alla prossima!  

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Capitolo 12
*** Diciottesimo Compleanno per Kakashi ***


Dopo aver fatto rapporto all'Hokage, Kakashi rimase un pò in giro, man mano che passava il tempo, il villaggio si stava poco a poco rianimando.
Tornò a casa a tarda notte, circa le 23:00, come al solito non riuscì a prendere sonno, ma dopo aver passato tutta la giornata fuori, gli seccava uscire.
Si mise a letto, spernado che Morfeo lo accogliesse, ma si sbagliò.
23:37, gli occhi spalancati a fissare il soffito.
23:42, gli occhi diventarono stranamente pesanti.
23:49, gli occhi si chiusero definitivamente.
Ma come tutte le cose belle, il beato sonno di Kakashi non poteva ancora durare.
A mezzanotte in punto, un sasso sfasciò la sua finestra.
''Fai che sia un ladro. Fai che sia un ladro.''-Pensava mentre, furioso, si dirigeva verso la finestra rotta, gia sapendo chi era il presunto ladro.
Infatti si ritrovò davanti Gai.
''Ehilà, Kakashi!''
''Ehilà? Ehilà?! Che cacchio vuoi dire con Ehilà?!'' Aveva completamente perso il controllo.
Era troppo.
''Su, su! Calma!''- Disse il rivale tentando di calmarlo, gesticolando, come per giustficarsi.
''Ora ti spiego tutto!''
''Oh, certo! Vorrei proprio sapere perchè di punto in bianco cominci a lanciarmi sassi alla finestra in piena notte!''
Gai deglutì.
''Ecco, volevo essere il primo a farti gli auguri per il tuo diciottesimo compleanno! Tutto qui!''
Kakashi assottigliò l'occhio visibile,dato che teneva quello con lo sharingan chiuso, poco convinto.
''Della nostra generazione sei l'unico che non aveva compiuto diciotto anni, quindi mi pareva un gesto carino!''
''Un gesto carino?Un gesto car...''
Si bloccò di colpo, con lo sguardo perso nel vuoto.
Rammentò una missione, di molti anni prima, in cui lui Obito, Rin e Minato avevano dormito fuori e insieme e Rin l'aveva svegliato nel bel mezzo della notte per fargli gli auguri dei suoi dodici anni appena compiuti.
Gai deglutì di nuovo. ''Te l'ho detto! Volevo essere il primo a farti gli auguri!''-Disse Gai in preda al panico, credendo che ancora Kakashi fosse arrabbiato.
''Grazie...Gai...''-Kakashi abbassò lo sguardo ripensando a quella nottata. Gai lo scrutò attentamente.
''M sappi che sino alle otto del mattino, nessuno mi fa visita. Quindi potresti anche venire a quell'ora e non a mezzanotte.''-Disse rialzando lo sguardo.
Gai fece il suo solito sorriso da ebete e se ne andò.
Bene, pensò Kakashi.
Ora non aveva neanche più sonno.
Si decise nuovamente a uscire. Almeno questa volta non farà il solito incubo.
Cominciò a camminare sulle medesime strade.
Ora a Konoha c'era un pò più di vita.
Passò davanti a vari negozi di cui conosceva bene i venditori, che gli fecero gli auguri. In mezzo alla strada incontrò anche Shizune.
Non erano in stretti rapporti, ma una chiaccherata qua e la se la concedevano anche loro.
Si salutarono e andarono per vie diverse.
Ultimamente aveva smesso di sospirare.
Infondo, l'allegria di Gai, la simpatia di Asuma, l'interresse di Shizune e le parole di Kurenai lo stavano facenso pian piano riprendere.
Non era più il tipo sempre chiuso, che non parlava più con nessuno.
Era molto più estroverso, più amichevole, anche se solo qualche giorno prima era tutto il contrario.
Assomigliava di più a Obito.
Anche se la sua riservatezza era riconosciuta da tutti, e qualche momento di malinconia se lo permetteva.
Tranne nelle missioni, si era preso la buona abitudine di prendersela comoda e arrivare in ritardo.
Si, assomigliava sempre di più a Obito.
Incontrò anche Asuma, stranamente solo e non in compagnia di Kurenai.
''Ehi, Kakashi!'' ''Ciao, Asuma.''- La sua calma in confronto agli altri era leggendaria.
''Stai bene?''-Ovviamente non si stava riferendo alle missioni concluse prima, si riferiva a Minato, Obito e Rin, non sapendo che gli era passata.
''Si, tu?''-Aveva il sorriso stampato in faccia. Si vedeva anche se aveva la maschera.
''Si, benissimo! Ah, dimenticavo! Buon compleanno! Finalmente anche tu sei un adulto! Come ti senti all'idea?''
''Grazie! Bè, è un pò strano sapere di aver passato l'infanzia e l'adolescienza da schifo...Ma credo che con la mezza età mi rifarò!''
''Addirittura la mezza età? Allora io ho gia un piede nella fossa!''-Disse sherzosamente Asuma.
Non sapeva che era vero...
Parlarono un altro pò, poi ognuno andò per un'altra strada.
Era strano trovare i suoi amici li.
Da quando era successo l'incidente della volpe, loro non c'erano quasi mai per strada.
In realtà si vergognava a chiamarli amici.
Non per loro, ma per il modo in cui si comportava lui.
Non da amico, dopotutto.
Loro c'erano sempre. Lui no. Loro lo aiutavano quando aveva bisogno. Lui no. Loro provavano a stringere una forte amicizia. Lui no.
Ma qualcosa in Kakashi era diverso. Che fosse veramente cambiato?
Probabilmente si.
Si sentiva molto più attaccato a Gai, anche se a volte lo considerava di troppo.
Si sentiva molto più attaccato a  Asuma, che sapeva quando non era il momento per parlare.
Si sentiva molto più attaccato a Kurenai, con lei poteva dire tutto quello che voleva.
Lo stesso valeva per Shizune.
Gli voleva molto più bene, lo stesso sentimento che provava per Rin, lo provava per Kurenai e Shizune, amore fraterno, protezione.
Lo stesso sentimento che provava per Minato, lo provava per Asuma, rispetto, ma infondo amicizia, divertirsi le nottate a raccontarsi storie divertenti.
Lo stesso sentimento che provava Gai, lo provava per Obito, un rivale, la fissa di doversi migliorare più dell'altro per non essergli da meno.
Si, Kakashi era profondamente cambiato.
Era più umano.
Ed era fiero di sè stesso proprio per questo motivo.


Angolo Autrice
Ciao a tutti! Mi secca dire chi ringrazio, oramai lo sapate. Onestamente sto facendo solo capitoli su Kakashim mi viene più facile inventare su di lui, più che con Obito... Ma spero che non faccia nulla! Spero di aver inteso abbastanza bene i sentimenti di Kakashi! Grazie a chi sapete voi! Ciao!
NaruSaku123




 

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Capitolo 13
*** Due anni dopo ***


Erano passati di nuovo gli anni. Due. Kakashi e gli altri jonin avevano vent’anni, Itachi tredici anni, Naruto sette anni, oramai era meno odiato dal villaggio, qualche amico lo aveva, ad esempio Sasuke Uchiha, il fratello minore di Itachi.
In realtà i due non si sopportavano per niente, anzi si odiavano.
Comunque c’era qualcuno che continuava a guardare male o in modo strano Naruto.
Il Terzo Hokage si era messo in testa di far diventare anche Naruto un ninja, ma non sapeva che lui era una frana totale nelle arti magiche, e si, anche nelle arti marziali.
Si era deciso di non far sapere nulla a Naruto dei suoi genitori.
Infatti lui di cognome non faceva Namizake, ma bensì Uzumaki.
E non sapeva di essere la forza portante della Volpe a Nove Code, credevano fosse meglio per lui.
Tornando al protagonista, era diventato la copia di Obito, estroverso e ritardatario.
Lui e Gai erano diventati gli ‘’Eterni Rivali’’, ovviamente questo fantastico nomignolo era di Gai.
Itachi era diventato il capitano di una delle squadre speciali, questo Sasuke neanche era in accademia, aveva otto anni, ci sarebbe andato molto presto.
Kakashi se la spassava, ritardi su ritardi, tra visite al cimitero e missioni, e rimproveri a Gai, non poteva dire di essere in uno stato penoso, anche se le missioni stavano diventando asfissianti.
Si affidavano troppo a lui, infatti non aveva mai fallito una missione, ma questo gli dava fastidio.
Gli davano missioni su missioni, anche di rango S. In continuazione.
Ok. Infondo un po’ in uno stato penoso lo era.
Ma era per il bene del villaggio, se ne doveva fare una ragione.
Ritornando a Itachi, gli andava molto male. Doveva fare da tramite tra il suo clan e i piani alti.
E il suo migliore amico, Shisui Uchiha si era suicidato, ma si presumeva un omicidio.
Lui aveva vissuto la guerra, era diventato un pacifista, e tutto quello che stava per accadere gli avrebbe sconvolto la vita.
Era una normale giornata a Konoha, così credevano tutti.
Itachi doveva collaborare col suo clan, che aveva intenzione di fare un colpo di stato.
Ma Itachi sapeva come andavano a finire queste cose, e lui era un pacifista, quindi informò i piani alti.
Il Terzo Hokage tentò di trattare col clan Uchiha, ma si scoprì troppo tardi.
Danzo, un consigliere del Terzo, diede uno specifico ordine a Itachi, che gli avrebbe rovinato la vita.
Sasuke finalmente era in accademia. Era contentissimo. Lo sarebbe stato di più se il fratello gli avesse dato qualche attenzione in più, ma era un anbu, c’era da aspettarselo da un tipo come lui.
Aveva imparato una nuova tecnica con gli shuriken, e stava tornando a casa, avendo fatto molto tardi.
Notò una figura su un palo, dopo qualche istante sparì.
Sasuke chiuse più volte gli occhi. L’aveva immaginato? Quando guardò davanti a sé, trovò l’inferno.
C’era una pozza immensa di sangue, tutti i corpi degli Uchiha morti a terra, uccisi da una sola persona.
Spalancò gli occhi e incominciò a respirare velocemente, il cuore gli batteva fortissimo.
Corse verso  casa sua, che era più avanti e spalancò la porta.
Quando vide quella scena,  perse un battito.
C’erano i suoi genitori morti a terra, in una pozza di sangue, con dietro un ragazzo dagli occhi rossi.
Sasuke lo guardò meglio. Lo riconobbe.
‘’Itachi! Mamma e papà sono morti! Chi può essere stato?!’’-Urlò mentre le lacrime cominciavano a rigargli il volto.
‘’Stupido fratello.’’- Itachi lanciò uno shuriken, colpendo la spalla di Sasuke, che cominciò a sanguinare cadendo a terra.
Sasuke capì.
‘’P-Perché Itachi?!’’-Urlò il bambino in preda alla disperazione.
‘’Volevo solo testare le mie abilità.’’
Sasuke spalancò gli occhi:’’Tu sei pazzo!’’
Itachi non se ne curò e lo superò uscendo dall’abitazione.
Sasuke perse un altro battito. Si alzò dolorante, piangendo. Cominciò a correre verso Itachi che gli si sbarrò davanti.
‘’Non è possibile! Non puoi essere tu! Non ci credo!’’
Le lacrime non cessavano.
‘’Il motivo per cui mi comportavo da fratello maggiore con te era per testare le tua capacità. E tu sarai l’avversario che servirà a testare le mie capacità. In te si nasconde questa forza. Tu mi hai sempre odiato. Hai sempre desiderato superarmi. Ed è per questo che ti lascerò vivere. Lo farò per me. Anche in te un giorno si svilupperà lo sharingan ipnotico. Ad una condizione: Devi uccidere il tuo più caro amico.’’
‘’Uccidere il mio più caro amico?!’’
‘’Ed è ciò che ho fatto io.’’
‘’Allora sei stato tu.. Tu… Hai ucciso Shisui?!’’
‘’Ed è così che ho ottenuto questi occhi.’’
Sasuke rimase fermo, immobile dalla paura.
‘’Devi continuare a vivere come un miserabile, continuare a scappare e aggrapparti alla vita. Se mi vuoi uccidere… Mi devi odiare.’’
Sasuke cominciò a tremare.
‘’E un giorno presentati a me … Con i miei stessi occhi.’’
Detto questo, sparì.
Sasuke si svegliò di colpo. ‘’Un sogno?’’
Sentì un dolore lancinante alla spalla, alzandosi la manica, trovò la ferita. Le lacrime gli tornarono agli occhi.
Quella notte si fece ospitare da alcuni amici dei suoi genitori.
Si alzò dal letto e tornò a casa sua.
Li davanti trovò un sacco di persone, Anbu, li c’era anche Kakashi.
‘’Ma chi potrebbe aver fatto una cosa del genere?!’’-Si chiese quest’ultimo.
Danzo, il consigliere, apparve dal nulla e gli si avvicinò:’’Itachi Uchiha.’’
‘’Che cosa?!’’
Mentre nessuno se ne accorgeva, Sasuke entrò di nascosto nell’abitazione.
Li, a terra, si trovavano le sagome dei corpi dei suoi genitori. Riprese a piangere.
Il giorno dopo Sasuke si recò di mattina al molo.
Incominciò a guardare il suo riflesso nell’acqua. Prese un sasso da terra e lo lanciò sulla sua figura, che deformandosi, prese la forma del viso di Itachi.
Sasuke sgranò gli occhi, vedendo quella figura. Ovviamente era la sua immaginazione.
‘’Se mi vuoi uccidere…Mi devi odiare.’’Quelle parole gli tornarono in mente e incominciò a tremare dalla rabbia.
Si tuffò in acqua. Incominciò a pensare.
‘’Itachi, per ucciderti supererò qualsiasi oscurità! Conseguirò il potere ad ogni costo! Mi vendicherò!’’
La sua fu una promessa. Itachi divenne un traditore, Sasuke un vendicatore. A loro torneremo dopo.
Kakashi era ancora sconvolto dalla notizia. Era nello spogliatoio degli Anbu, fermo, seduto su una panchina a pensare.
Un suo compagno di squadra, Tenzou, gli si avvicinò.
''Che ti prende Kakashi?''
''Siamo stati nella stessa squadra per due anni. Credevo di conoscerlo abbastanza. Non capisco come abbia potuto fare una cosa del genere...''
Tenzou abbassò lo sguardo, mordendosi il labbro.
''Non lo so neanchio...''
Kakashi e Tenzou si conoscevano da anni, sette anni. Quando entrò nella squadra speciale, c'era anche lui.
''Capita...''-Disse Tenzou, non sapendo dargli una risposta.
''No. Ci deve essere una spiegazione logica... Lui non è tipo da fare cose del genere...''
''Le persone cambiano, Kakashi...''

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Capitolo 14
*** Questo è il mio rivale! ***


''Tu sei stato uno dei tanti a cambiare. Dovrest essere tu a dirlo.''-Disse scherzosamente Tenzou.
''Lo so. E' che lui è cambiato troppo...'' - Tenzou sospirò.
''Potrebbe essere stata una missione? Che io sappia Itachi ha informato del colpo di stato, i piani alti abbastanza tardi.''
''Potrebbe, ma i sta difatto che ha deciso di diventare un traditore, e d'ora in poi lo dovremmo vedere come tale.''
''Hai ragione...''-Disse sospirando il ninja dai capelli argentei.
''Mi ha convocato l'Hokage.''-Dopo che rimasero in silenzio, Kakashi lo ruppe.
''Ha convocato anche me.''-Disse Tenzou guardandolo storto. Deglutirono contemporaneamente e si diressero insieme dall'Hokage.
Spalancarono la porta, irrigiditi come dovesse dirgli chissà cosa.
Si inchinarono e dopo si misero sull'attenti. L'Hokage non si mosse, rimase zitto a firmare i documenti. Kakashi si voltò stranito verso Tenzou, che gli fece spallucce. Tenzou provò a tossire, per attirare l'attenzione, ma niente. ''Ehm...Hokage?'' Non rispose. I due ragazzi si guardarono perplessi.
''Hokage, ci voleva parlare di Itachi Uchiha?''-Fu allora che il Terzo alzò lo sguardo, per poi continuare a firmare documenti.
Kakashi si rigirò verso Tenzou, che rimase zitto a guardarlo preoccupato. Poi, quest'ultimo, si avvicinò all'orecchio dell'altro. ''Io sto perdendo le speranze...''
Kakashi fece un lungo respiro. ''Hokage, con questo suo lungo silenzio, ci sta accusando di qualcosa?'' L'unica risposta che Kakashi non voleva era un si.
Infatti fu la risposta ricevuta. ''Ieri sera...Avevate voi il turno con Itachi.'' Tenzou spalancò gli occhi. Cominciarono a sudare freddo.
''Ora mi chiedo:come possono due anbu e jonin, di altissimo livello per giunta, non accorgersi di tale rarità?''-Disse calmo l'Hokage, riferendosi allo sterminio della nottata precedente. ''C-credevamo stesse male...''-Tentò di giustificarsi Tenzou.
''Come poteva stare male, se l'avevate visto la nottata prima?''
''C-capita...''-Si rigiustificò Tenzou. ''Scusi, ma cosa vuole fare ora che ha capito che siamo stati idioti? Metterci in carcere?!''
L'Hokage guardò stupito Kakashi. ''Intendevo che potevate stare più attenti. Avermmo potuto evitare lo sterminio. Però niente paga per le prossime venti missioni.''- Tenzou spalancò gli occhi. ''Io...Io sono gia al verde ora! Venti missioni significano un mese senza soldi! E io che faccio?!''
''Fatteli prestare da Kakashi.'' Kakashi maledisse mentalmente l'Hokage. ''Quanto hai?''
''Lo stretto necessario per mangiare.'' ''Sei un amico!'' Onestamente Kakashi si aspettava un no. Forse Tenzou non aveva capito bene la parte ''Lo stretto necessario per mangiare.'' Infondo non era mai stato un tipo molto sveglio.
Ancora rigidi, uscirono dalla stanza, sudando ancora freddo. ''Per poco non ho pensato che volesse farci giustiziare.''
''Tenzou, stai esagerando.'' ''Io non direi...''
I due ragazzi si salutarono e tornarono alle proprie case. Al solito Kakashi no.
Passò davanti l'accademia ninja. C'era anche quel Sasuke. Che si ammazzava con Naruto.
Certo che Naruto assomigliava proprio a Minato. Per la forma degli occhi invece a Kushina. I capelli erano uguali a quelli del Lampo giallo, ma non aveva i due ciuffi sopra le orecchie. Si fermò li, un pò a guardare il figlio prediletto.
Lo osservò per un bel pò. Arti magiche, arti marziali...
Una schiappa. Kakashi si chiedeva se seriamente quello era il figlio di Minato.
C'era troppa differenza tra loro. Il Quarto Hokage, era bravissimo in tutto a quattro anni. Naruto non riusciva ad usare la tecnica della moltiplicazione e della trasformazione.
Si sentì chiamare. Un ragazzo della sua età, con i capelli castani, legati da una coda e con uno starno taglio sul naso, lo salutò.
Lui si avvicinò. ''Com'è fare l'insegnante d'accademia?'' ''Io i bambini non li sopporto. Si commenta da solo.''- Scoppiarono in una risata, sotto gli sguardi straniti dei mocciosetti. ''Bambini, questo è Kakashi Hatake, anbu, jonin, nonchè allievo del Quarto Hokage!''
Tutti i bambini urlarono un ciao o qualcosa del genere. ''Come va Naruto Uzumaki?'' Iruka deglutì. ''Non pare il figlio di tu sai chi.''- Disse Iruka a bassa voce, notando la vicinanza del bambino della volpe.
''L'ho osservato per un pò. Non ha un buon controllo del chakra.'' ''Grazie Kakashi non lo sapevo proprio!''-Rise ironicamente l'altro.
''Non so come fargli capire che si deve impegnare..." " Iruka, devi però ricordati il perchè della sua difficoltà. E' a causa del chakra della Volpe"
''Lo so, ma come fa a diventare bravo se continua così?''
''Secondo me da grande diventera un insostituibile ninja per il villaggio.'' Iruka si girò lentamente verso Kakashi. ''Naruto Uzumaki? Quel Naruto?''- Kakashi annuì. ''Che ci trovi di strano?''
''Continua a ripetere che diventerà Hokage. Ma non sa neanche usare la tecnica della trasformazione!''
''Allora sarà bravo nelle arti marziali!''-Iruka prese a ridere. ''Che c'è di divertente?'' Iruka smise di ridere mettendo il broncio. ''Fa schifo pure in quelle...''
''Ho detto sarà, Iruka. Sarà, forse...'' - Entrambi cominciarono a guardare il piccolo Uzumaki all'opera.
Kakashi si voltò lentamente verso Iruka. ''Hai ragione. Non è bravissimo, ma almeno è intelligente?''-Iruka non rispose.
''Ok...''-Avendo perso le pseranze il copia-ninja se ne andà dall'accademia. ''Non può essere veramente figlio di Minato...''-Continuava a ripetersi mentre camminava. Finchè il suo nuovo peggior incubo si manifestò davanti a lui.
''Ciao Gai...'' ''Ehilà, Kakashi!''
''Basta tormentarmi, Gai.'' Lo superò. Gai si rimise davanti a lui. ''Che ne dici di una sfida?''
''Carta forbice sasso?''-Chiese rimanendo impassibile.
''L'abbiamo gia fatta ieri! Qualcosa di più eccitante!''
''Carta forbice sasso?''-Ripetè Kakashi. Gai mise il broncio.
''Kakashi...?'' ''Gai.''- Lo superò di nuovo, serissimo. ''Eh dai! Una sfida!'' ''Morra cinese?''- Disse serio Kakashi.
''Carta forbice sasso e Morra cinese sono la stessa cosa! Non provare a confondermi!''
''Il goban*?''- Propose Kakashi. ''Giochi da tavolo? Che noia!''
Kakashi sospirò. ''Chi arriva prima al monte dove sono scolpiti gli Hokage?''-Chiese, in qualunque modo, tranne felice o eccitato.
''Questo è il mio rivale!''
Kakashi e Gai si diressero al confine del villaggio. Gai era su di giri, Kakashi si chiedeva il perchè di quella tortura costante.
Si misero a due metri di distanza, accanto e davanti al cancello che delimitava il confine di Konoha. Gai prese parola tutto contento. Kakashi aveva la faccia  a terra. ''Allora, definiamo le regole!''-Disse eccitato il frangetta. ''Gai, quali regole ci devono essere in una sfida di velocità, fatta tanto per farla?''
''Non dobbiamo usare le arti magiche o illusorie.''-Disse con aria di superiorità il frangetta. ''Hai paura che ti faccio qualcosa con lo sharingan?''
Gai divenne rosso come un pomodoro,dall'imbarazzo e dall rabbia. ''Assolutamente no! E' giusto che sia così!''
''Continua a crederci...''-Kakashi non era speranzoso nei confronti di Gai.
''Andiamo o no?''- Chiese il ragazzo dai capelli argentei stufo, gia per i fatti suoi, e anche per quell'attesa stressante insieme all''amico''.
''Niente fretta!''-Disse Gai arrossendo di più. Kakashi assottigliò l'occhio.
''Tu...Hai paura di perdere.''
''Non è vero! Andiamo! Al mio tre!''- Disse il frangetta perdendo il rossore accumulato.
''Uno''-Entrambi misero il piede destro indietro in confronto all'altro, e chiusero i pugni.
''Due''-Si portarono un pochino avanti, e alzarono il piede destro, come per dare una spinta per cominciare a correre.
''Tre!''-Urlò. Partirono come due saette.Si contendevano il primo posto della peggior gara mai fatta. Erano alla pari. Passarono dalla via principale, dove alcuni li prendevno per pazzi, altri dicevano ''Oh, quelli sono gli eterni rivali!'' Quel nomignolo per Kakashi era davvero disgustoso.
Passarono davanti al chiosco di ramen, da Teuchi. L'odore di ramen era nell'aria. Lo stesso Teuchi si sorprese di quei due.
''Corri! Corri! Corri!''- Si ripeteva Gai, vedendo Kakashi nettamente avanti a lui.
Quest'ultimo si voltò verso di lui, non rallentando, caso mai accellerando. ''Scusa, Gai. L'hai voluto tu.''
''Ma statti un pò zitto! Ho la vittoria in pugno!''
Gai incominciò a respirare affannosamente e a correre molto più veloce, superando Kakashi. Gai cominciòa ridere di gusto.
''Credi di passarla così liscia?''-Kakashi prese la carica giustae diventò un lampo.
''Ehi, aspetta!''-Urlò Gai in preda al panico. Non poteva perdere. Di nuovo. Ma proprio non riusciva a raggiungerlo.
Erano davanti al Palazzo dell'Hokage. Chi sarebbe salito in cma per primo, si sarebbe aggiudicato una vittoria in più. Ma questa volta la fortuna era dalla parte di Gai. Infatti Kakashi voltandosi di nuovo verso di lui, prese in pieno una buca. ''Aahahaha! L'hai voluto tu!''-Disse Gai ridendo. E superandolo.
Ma anche Gai cadde, sbattendo contro una ragazza. Kakashi si alzò e guardò un attimo la ragazza infuriata con Gai, mentre lui si inchinava pregando.
Sospirò e si rimise a correre. ''Kakashi! Che fai?! Io sono ancora qui!''
''Se non mi sbaglio quando io sono caduto, tu hai continuato a correre. Ci si vede in cima!''-Urlò.Era ormai lontanissimo da Gai.
''Non posso perdere!''-Si mise a urlare come un ossesso. Fregandosene della ragazza, ricominciò a correre.
Ma quando arrivò, Kakashi era gia li. Sul monte. Eattamente sul viso scolpito nella pietra di Minato.
''La prossima è morra cinese, Gai.''-Il frangetta mise il broncio.
''Uffa...''
Dopo l'amara sconfitta, Gai se ne tornò a casa, più convinto che mai che prima o poi avrebbe battuto Kakashi.
Invece Kakashi, al suo solito, rimase a girare per Konoha. Era una giornata bella, il sole splendeva, le nuvole erano pressocchè assenti. Un vento caldo scompigliava i capelli, il calore tipico dell'estate. Nelle strade si sentivano solo risate.
Ma d'un tratto, tutto divenne cupo. Notò una folla. Erano un sacco di persone. Attornate, messe a cerchio.
Kakashi si avvicinò per capirne di più. Si fece spazio tra la folla e si bloccò di colpo. In mezzo a tutta quella folla, c'era Naruto. Stava piangendo, e tutti lo guardavano malissimo. Ancora lo odiavano. Kakashi si morse il labbro. Naruto era il figlio del suo maestro. Non poteva rimanere li e non far nulla, a guardare e a lasciarlo odiare dal mondo intero. Ma che ci poteva fare lui?
Si mise davanti al bambino che, sorpreso, alzò il viso verso l'uomo. I volti arrabbiati divenirono volti straniti.
''Che avete da guardare? E' per caso un mostro? Andate ad importunare qualcun'altro!''- Urlò il ragazzo con tutta l'energia che aveva in corpo.
Alcuni, per evitare risse o discussioni, se ne andarono. Mentre un gruppetto di ragazzi restò li a fissarlo.
''Vale anche per voi.''- Disse Kakashi notandoli.
''Perchè lo aiuta? E' odiato da tutto il villaggio.''-Disse calmo uno.
''Sarà anche odiato da tutto il villaggio. Ma è una persona, un bambino per giunta, con dei sentimenti. Diventerà un grandissimo ninja. Più del Quarto Hokage! E non venite a chiedergli l'autografo quando lo diventerà. Andate via, forza!''-Urlò severo il ragazzo, sotto lo sguardo spaventato dei ragazzi e sorpreso del bambino.
''Vi ho dato un ordine.''- Disse con uno sguardo serio. I ragazzi deglutirono e corsero via. Ora la folla era sparita.
Naruto provò ad aprire bocca, ma non sapeva che cosa dire.''Ehm..G-grazie.''-Disse il bambino, tra qualche singhiozzo, che poi cessò.
Kakashi si voltò verso di lui sorridendo. ''Di niente!''- Naruto rimase ancora qualche secondo a guardarlo in viso. Erano poche le volte che vedeva qualcuno sorridergli. ''Lei...Lei crede davvero che io diventerò un ninja più forte del Quarto Hokage?''-Chiese serio.
''Mhm-mhm''- Disse Kakashi annuendo e sorridendo.
''Ricorda di non farti mettere sotto così dalle persone!''- Disse Kakashi allontanandosi dal bambino, ancora sorpreso.
''S-si!''- Rispose lui, ricambiando il sorriso. Kakashi alzò il braccio, salutandolo.
Si decise a tornare a casa. Era vero che non viveva più solo di malinconia, però faceva sempre lo stesso incubo, però non gli faceva più l'effetto di qualche anno prima.
Una volta entrato a casa, si sedette sul divano. Prese la foto, appoggiata sul tavolino davanti a lui. Ma nonera la foto del Team 7, era una foto di lui, suo padre e sua madre. Incominciò a guardare attentamente la figura di sua madre.
''Sei morta decisamente troppo presto... Se stata il mio primo dolore.''- Pensò, continuando a guardare la donna.
Aveva occhi azzurro chiarissimo, i capelli castani chiaro, gli occhi grandi le labbra carnose, il naso piccolo piccolo.
Passò alla figura di suo padre, un uomo alto e robusto, dai linemanti raffinati.
''Credo di aver capito solo ora le tue parole, papà...''- Continuò a pensare per una buona mezz'ora.
Si erano fatte le otto e mezza di sera. La sua pancia di punto in bianco cominciò a brontolare. Ripose la foto dul tavolino e si alzò.
Neanche il tempo di arrivare in cucina, che il campanello cominciò furiosamente a suonare. ''Uffa...''-Pensò andando ad aprire la porta.
Si ritrovò davanti Asuma, Kurenai, Shizune e Gai .
Rimase sulla porta con una faccia da ebete.
''Ciao!''-Urlò Asuma. Urlò veramente.
''Voi...Voi che ci fate qui?''- Chiese confuso il ragazzo.
''Un'uscita tra amici?''- Disse seria Kurenai.
''Ma noi siamo usciti praticamente solo una volta...''
''Si. E' vero. Ma una seconda volta non fa male!''- Disse Asuma tirandolo per il braccio fuori dall'abitazione.
''Come mai questo fuori programma?''
''Ultimamente ti vedo depresso.''- Si intromise Shizune.
''Non sono depresso!''
''Si che sei depresso.''
''No, non sono depresso.''
''Si, sei depresso.''
''No, non sono depresso.''
''Si, sei depresso.''
''No, non sono depresso!''- Kakashi stava incominciando a perdere il lume della ragione.
''Ok. Non sei depresso.''
''Certo che sono depresso! Eh? Dannazione Asuma!''- Disse in faccia all'amico.
''Dai, era tanto per farti ridere!''- Disse, appunto Asuma, ridendo a crepapelle.
''Vi odio...''- Sbuffò.
''Non la dai a bere a nessuno! Tu ci ami troppo!''- Urlò divertito Gai.
''Voi dovete morire.''- Sbuffò ancora.
''Ti vogliamo bene anche noi!''
Trascinarono a calci Kakashi fuori da casa sua. Gai lo teneva per un braccio e Asuma per l'altro, per impedire qualche millefalchi in faccia a qualcuno.
Kakashi fece un lungo respiro. ''Ora mi potete anche lasciare.'' Asuma e Gai esitarono un pò, dopo lasciarono le braccia libere all'amico.
''Almeno dove volete andare me lo dite?''-Kakashi non ottenne nessuna risposta.
''E' vero che mi sono arrabbiato, ma non c'è bisogno che fate gli offesi.''
''Non ci hai offesi, è che è una sorpresa. Approposito...''- Shizune prese il coprifronte di Kakashi da dietro, facendolo indietreggiare., e glielo mise su entrambi gli occhi. ''Così non vedi dove ti portiamo.''
''Che intenzioni avete?''-Chiese leggermente preoccupato quest'ultimo.
''Niente di che.''-Rispose Asuma.
Continuarono a camminare tranquillamente, almeno tutti tranne Kakashi. ''Siamo arrivati!''-Urlò con una voce acutissima Kurenai.
Kakashi riconobbe quell'odore. L'aveva sentito quel giorno stesso.
''Ramen.''- Disse convinto. Tutti si girarono sorpresi verso di lui.
''Mi avete fatto uscire di casa, per mangiare del ramen.''- Tutti incominciarono a ridere nervosamente.
''Pensavamo fosse un gesto carino!''- Si giustificò Gai.
''Ancora con questo -gesto carino- ?''- Disse Kakashi rammentando il suo diciottesimo compleanno, in cui Gai si era giustificato con la stessa scusa.
Asuma deglutì. ''Dai Kakashi. Fallo per noi!''
Kakashi prese un altro lungo repsiro, si tolse il coprifronte dagli occhi e prese posto, sospirando.
''Almeno mi dite il perchè?''
''Tanto per!''- Rise Shizune.
''Cosa volete in cambio?''
''Ehehe! Noi? Noi?! Assolutamente niente!''
''Shizune. Parla.''- Lei deglutì.
''Nulla. E' che non stiamo mai insieme, quindi...''
''Solo questo?''- La ragazza annuì.
''Ci vuoi bene anche tu?''- Si intromise Gai. ''Ma che cavolo c'entra?''
''Noi te l'abbiamo detto!''- Si rigiustificò Gai. Kakashi si voltò dall'altra parte. Non voleva dirlo. Non voleva infangare il suo orgoglio.
''Dillo.''   ''Mmm...''
''Kakashi.''
''Gai, io ti odio!''
''Anchio ti voglio bene!''-Disse Gai, appendendosi al braccio di Kakashi.
''Mollami subito, idiota!''-Urlò l'altro, cercando di scrollarsi Gai di dosso.
''Quei due non cambieranno mai.''
-Commentò divertito Asuma. Angolo autrice
Ciao a tutti! Questa storia sta diventando davvero demenziale! Ma spero che vi piaccia comunque! Un pò di commedia ci sta! Ringrazio Ciao_Amico che mi ha dato l'idea di questa piccola scenata tra amici! Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo! Alla prossima!

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Capitolo 15
*** Colpevole ***


La serata passò più o meno bene. Ad eccezione di Kurenai e Shizune, che parlavano di ragazzi e appunto, cose da ragazze, Kakashi, Asuma e Gai, non fecero altro che parlare di allenamenti, di piani futuri (da ninja, si intende) e niente di più.
L'argomento più intressante fu quello che Gai doveva per forza proporre, facendo perdere l'allegria a Kakashi e Asuma.
Ovviamente si trattava di Obito e co. Cambiando discorso, sempre Gai, propose un nuovissimo argomento per tutti e tre: ragazze.
''Vi piace qualcuna?''-Fece il frangetta curioso.
''Credo sia più che ovvio.''-Rispose Asuma.
''E chi è?''-Chiese il frangetta curioso e stressante.
''Credo sia più che ovvio.''- Si limitò a ripetere. Non poteva non dire che una bella cotta per Kurenai se l'era presa.
''E tu Kakashi?''-Si voltò Asuma verso di lui. Quello rimase in silenzio, guardando non bene gli altri due.
Calò il silenzio. ''Ma ti sembrano domande da fare?!''-Chiese Kakashi imbarazzato.
''Si, c'è qualcuna.''-Rispose Asuma. ''Non c'è nessuna!''
''Se rispondi vuol dire che c'è.''
''Non è vero!''-Ed ecco che Kakashi stava, di nuovo, per perdere il lume della ragione.
''Se protesti e neghi c'è, caro mio!''- Rise Gai. ''Ti odio...''-Sbuffò il ragazzo dai capelli argentei.
''Allora...Come si chiama?''-Si intromise Asuma. Kakashi, per evitare qualche pugno in faccia a qualcuno, fece un lungo e profondo respiro.
''Hanare.''-Disse tutto d'un fiato. ''Eh? Come si chiama?''-Chiese Gai, non avendo capito.
''Si chiama Hanare.''-Lo ridisse tutto d'un fiato. ''No scusa, ma non parlare veloce quanto il Quarto Hokage...''-Ridisse Gai.
''Si chiama Hanare, ok?!''-Questa volta urlò. Kurenai e Shizune si voltarono sconcertate, a bocca aperta.
''Una ragazza?''-Strillò Kurenai tutta sorridente. Kakashi, dopo aver compreso che aveva urlato a tutto il mondo che le piaceva una, divenne rosso come un pomodoro. ''E da quanto vi conoscete?''-Chiese sempre più curioso Gai.
''Da quando avevo 17 anni...''
''Ah, ma io non conosco nessuna che si chiama Hanare!''- Fece Asuma.
''E' di un altro villaggio! E' comunque non credo che mi piaccia! Provo solo una certa simpatia per lei, dato che siamo stati assieme tipo mezz'ora!''-Urlò di nuovo, accecato dalla rabbia, causata da quella spudorata curiosità. Rimasero di nuovo a bocca aperta.
Rendendoi conto di aver di nuovo urlato, si alzò dal tavolo. ''Ehm...Io vado, pagate voi per me?''-Disse allontanandosi.
''Che cosa?!''-Ormai Kakashi era troppo lontando. Chi lo vedeva più? Se ne tornò dritto dritto a casa sua. Si mise a letto, e dopo cinque ore, il solito incubo.
Il solito braccio sanguinante, conficcato nel petto di Rin, e lei che lo chiamava per nome. Si svegliò al solito di colpo. E sentì la sveglia suonare.
Assottigliò gli occhi, stanco di quell'incubo. ''Forse dovrei andare da uno psicologo...''-Pensava mentre molto, molto lentamente si lavava, si vestiva e infine usciva, diretto chissà dove. Quello era il suo unico giorno libero dalla squadra speciale. Che fortuna...
Almeno sapeva che fare quando era in missione, ma cosa faceva nel tempo libero? Era questa la domanda che lo assillava. Cosa doveva fare?
Incominciò a camminare, sperando di non incontrare Gai.
Ma stranamente non fu così. Forse era in missione.
Si suardò attorno. Era strano non vedere gli Uchiha in giro per strada. Molti negozi li gestivano loro.
Ed era strano vedere anche la base della polizia di Konoha vuota, dato che ci lavoravano gli Uchiha. Tra la folla, notò Tenzou, che a sua volta lo vide, andandogli in contro. ''Ciao!''-Urlò esaltato quello.
''Ciao.''-Rispose calmo lui. ''Almeno un giorno di vacanza!''-Sospirò quello. Kakashi annuì. Dopo vide in mezzo alla folla, anche l'ultimo degli Uchiha, e li gli venne l'iluminazione. ''Tenzou, ti ricordi quanti anni ha Itachi, vero?''
''Credo tredici.''-Rispose. ''Appunto. Tredici. Come ha fatto a sterminare un clan?''
''Ha finito l'accademia in un anno, ed era un pò speciale.''
''E'vero. Ma anchio ho finito l'accademia in un anno. Ma un clan è un clan, Tenzou.''
''Mi stai per caso dicendo che si è fatto aiutare?!''-Chiese stupito lui. ''E' possibile.''-Rispose Kakashi.
‘’Ne sei  sicuro?’’-Richiese preoccupato Tenzou.
‘’Non lo so.’’-Disse lui abbassando il capo.
Dopo una lunga chiacchierata, entrambi se ne andarono in posti diversi.
‘’Ma chi è che può conoscere così bene il clan Uchiha?’’-Si chiese fra sé e sé.
Rimase a riflettere qualche minuto.
Spalancò gli occhi. ‘’Certo!’’- Pensò, incominciando a correre verso il Palazzo dell’Hokage.
Aprì di colpo la porta, non preoccupandosi di cosa dicevano.
‘’Insomma, Kakashi! Noi stiamo parlando di cose importanti!’’-Si arrabbiò il Terzo.
‘’Anche io le devo parlare di una cosa importante!’’-Rispose lui.
‘’Di che si tratta?’’-Chiese curioso, cercando di non perdere la pazienza.
Kakashi fece un lungo respiro, sperando di non sbagliarsi.
‘’Credo di aver capito chi è il vero assassino del clan Uchiha!’’-Urlò.
Tutti si alzarono di scatto, splancando gli occhi: ''Che cosa?! E chi sarebbe?!''-Urlò il Terzo.
''Madara Uchiha!''-Continuò Kakashi. ''Ma che dici? Madare è morto e sepolto!''-Urlò di nuovo il Terzo.
''Ci pensi, come può un tredicenne sterminare un intero clan? Si deve essere fatto aiutare da qualcuno, no?''
''Sin qui ti do ragione.''
''Chi altro può conoscere meglio di Madara Uchiha il clan, per poterlo sterminare, prevedendo ogni posto in cui un solo Uchiha si trovava, così da ucciderlo?''- Tutti rispalancarono gli occhi.
''Hiruzen...Non ha tutti i torti! Madara è un mostro! Si sarà tenuto in vita attraverso qualcosa!''
Kakashi rimase un attimo in silenzio, come il Terzo. ''La Statua Diabolica!''-Urlò il ragazzo. ''Cosa?!''
''E' in grado di tener le persone in vita!''- Il Terzo fece per aprire bocca, ma non disse nulla. Poi il suo viso riacquistò vigore.
''Informate immediatamente i daymo! Forza!''-Tutti i presenti si alzarono di nuovo e corsero fuori, esclusi Kakashi e l'Hokage.
''Dannazione! Come ho fatto a non arrivarci!''-Si ripeteva il Terzo.
''Quindi è veramente lui...''-Disse il Terzo. Kakashi alzò lo sguardo, guardandolo in faccia.
''Il vero assassino del clan Uchiha, è Madara.'' ''Potrebbe essere stato Itachi, anzi, è sicuro. Ma da solo non ce la potrebbe mai fare.''-Rispose secco Kakashi.
''Ma per quale motivo Madara si dovrebbe vendicare del clan?''- Chiese quel genio dell'Hokage.
''Prima di essere, apparentemente, sconfitto da Hashirama, credo di aver capito che si mise il clan contro.Essendo il capo del clan gli dovevano ubbidire e non l'hanno fatto, o qualcosa del genere...''-Rispose nuovamente secco Kakashi.
''Solo per questo?''
''Forse gli aveva ordinato qualcosa che per lui era molto importante, non so...''
''Ah... Ma come mi sto riducendo? Un moccioso che ne sa più di me...''-Sbuffò il Terzo.
Kakashi si voltò lentamente verso l'Hokage. ''Un...Moccioso?''- Chiese. ''Certo, hai solo vent'anni.''
''Lei lo dice perchè è vecchio, Terzo. Io non sono un moccioso.''-Disse con uno strano sorriso in faccia. Rendendosi conto che aveva dato del vecchio a quello che in due secondi lo poteva esiliare dal villaggio, fece per aprire bocca, ma venne bruscamente interrotto da un tizio che entrò di fretta e  furia nella stanza. ''Terzo, le cose coincidono. Se ci riflette, sette anni fa, durante l'attacco della Volpe, c'era un uomo mascherato. Prima di morire Minato Namizake disse che era Madara Uchiha! E per di più, Madara, col suo sharingan, è l'unico hce può controllare i cercoteri!''-Urlò con tutta l'eneregia che aveva in corpo.
''Dannazione!''-Urlò di nuovo il Terzo. Per poi ripetere ''dannazione'' qualche centinaiodi volte.
''Cosa vorrà ora Madara?! Si è vendicato! Che cavolo vuole ora?!''-Urlò il Terzo Hokage.
''Una...Guerra?''-Disse insicuro Kakashi. Hiruzen spalancò gli occhi. ''Oddio...Avvisate immediatamente tutti i Kage!''
''Non ci crederanno mai.''-Disse Kakashi.
''Che stai dicendo?! Io ti ho creduto!''
''Dobbiamo tentare di risolvere la faccenda con le nostre forze!'' ''Ma che stai dicendo?!''-Urlò il Terzo. Kakashi sbattè bruscamente le mani sul tavolo:''La Foglia è tanto debole da chiedere immediatamente aiuto agli altri paesi per una schiocchezza?''-Chiese ironicamente, calmo. Il Terzo rimase in silenzio. Il Terzo sospirò. ''Va bene. Mi fido di te. Tornatene pure a casa.''-Detto questo, l'Hokage vide il ragazzo inchinarsi e uscire.
Kakashi decise stranamente di dirigersi immediatamente a casa.Alzò lo sguardo verso la porta. Tenzou?
Si avvicnò all'entrata, il compagno si girò. ''Ciao Kakashi!''
''Ciao Tenzou...Tu che ci fai qui?''-Chiese perplesso l'anbu.
''Bè, vedi, dato che il Terzo ci ha rimproverati, mia mamma mi ha buttato fuori di casa, come avessi fatto chissà che...Comunque non sapevo dove andare, e perciò ho pensato a te! E per giunta dovevamo dividere i soldi! Te lo sei scordato?''-L'ultima frase fu detta da Tenzou con un tono acido.
''No, certo...che no...''-Disse ancora confuso Kakashi.
''Quindi...Da oggi e per un mese siamo coinquilini?''-Chiese stranito il ragazzo dai capelli argentei.
''Certo!''-Urlò il moro. ''Non sei contento?!''-Esultò il ragazzo.
''Si...Certo...Wow, che...felicità...''- Rispose il ragazzo molto molto felice. Kakashi aprì prese le chiavi e aprì la porta, facendo cenno all'amico di entrare. Tenzou fece come gli venne umilmente chiesto.
Entrò anche Kakashi, chiudendo a chiave la porta, per evitare intrusioni dal frangetta, e per avere privacy, appunto per astenersi da Gai.
Prima che Kakashi abbia detto niente, Tenzou si era allegramente accomodato, sinonimo di spaparanzato sul letto dell'anbu.
Kakashi sospirò e si sedette sulla sedia davnti al letto, sapendo di non potersi sedere nel suo letto.
Tenzou si stiracchiò più volte, successivamente si decise a non far sentir solo l'amico e si mise a sedere.
Ma nessuno parlò. In quella casa regnava un silenzio tombale.
Tenzou fece per aprire bocca, per parlare. Non potevano di certo stare un mese così... ''Bè, come vanno le missioni?''-Fece il più giovane.
''Ecco, abbastanza bene. E se venissi pagato, andrebbero ancora meglio...''-Sbuffò quell'altro.
''Idem.''-Ricalò il silenzio. ''Ehm...Non ci tengo a parlare di missioni...Quindi...Se ci conoscessimo un pò meglio?''-Propose insicuro il copia-ninja.
''Ehm...Io ti considero il mio migliore amico...Quindi direi che ci conosciamo abbastanza...''-Rispose, anche lui insicuro. Kakashi si voltò di lato, a guardare la finestra, da cui entrava una luce accecante. ''Ti va di fare un giro?''-Propose nuovamente insicuro Kakashi.
''Buona idea.''-Rispose l'altro, alzandosi dal letto.
Uscirono e chi incontrarono? L'allegra combriccola:Asuma, Kurenai, Shizune e Gai.
Quando Gai andò incontro a Kakashi, quest'ultimo alzò gli occhi al cielo, pregando di avere le allucinazioni. Ma quando Gai gli diede una pacca sulla spalla, capì di essere preda della dura realtà.
''Ciao...''-Disse a malavoglia.
''Ehilà!''-Urlò l'altro. ''Sono qui e ti sento, Gai.''-Lo rimproverò. Calmo come sempre.
''Come va?''-Si unì anche Asuma. E poi anche Kurenai e Shizune.
''Bene, tu?''-Rispose il ragazzo più giovane, esludendo Tenzou. ''Bene, tranne il fatto che Kurenai mi sta sempre appiccicata!''
''Ehi!''-Urlò la ragazza dagli occhi rosso fuoco. Kakashi si voltò verso Tenzou, accanto, ma un pò più indietro di lui. Gli fece cenno di avvicinarsi.
''Ragazzi, lui è Tenzou, un mio compagno della squadra speciale.''
''Ciao!''-Urlò la combriccola, quasi tutti i suoi componenti lo urlarono insieme.
''Ciao!''-Disse Tenzou sorridendo.
''Lui è Asuma.''-Disse indicando per l'appunto Asuma.
''Kurenai.''-Disse indicando la ragazza.
''Shizune.''-Disse indicando l'altra ragazza.
''E Gai...''-Disse alzando gli occhi al cielo. Gai aggrottò la fronte arrabbiato. A quella reazione Tenou fu convolto nella rumorosa risata degli altri tre.

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Capitolo 16
*** Rivelazioni e scuse ***


''Usciamo insieme?''-Prorpose Asuma. ''Ancora?''-Sbuffò Kakashi.
''Dai, Kaka-scemo!''-Lo incitò Gai. Peggio. ''Kaka-scemo?!''-Urlò lui.
''Lo diceva Obito!''-Si giustificò Gai. Kakashi abbassò lo sguardo. ''Kakashi, l'hai presa troppo male...''
''L'ho presa come andava presa...''-Disse volando le spalle agli amici e cominciando a camminare, lasciando indietro anche Tenzou, che rimase a guardarlo, senza seguirlo.''Obito era un Uchiha, vero?''-Chiese voltandosi verso Asuma, che era il più vicino a lui. Lui annuì.
''C'entra con lo sharingan?''-Annuì di nuovo, con uno sguardo malinconico. Asuma sbuffò. ''Sei un idiota, Gai.''-Se ne andò, seguito da Kurenai.
Sbuffò anche Gai. Rimase a guardarè la figura di Kakashi molto più in la, poi sositò, congedandosi.
Rimasero solo Tenzou e Shizune. Il primo si voltò verso di lei. ''Non mi ha mai detto...Perchè ha lo sharingan.''-Shizune prese fiato.
''Forse non te ne dovrei parlare senza il suo permesso, ma è da anni che vi conoscete, è meglio.Ti racconto tutta la storia''-Sospirò. Tenzou continuava a guardarla negli occhi perplesso. ''Devi sapere che Kakashi da piccolo non era così.''-Disse più o meno calma. ''Com'era?''-Chiese lui preoccupato.
''Lui da bambino andava molto fiero di suo padre, era un colosso della foglia, ammirato da tutti. Quindi si stancava a dover stare con gente che non soddisfava la potenza di suo padre.''-Disse Shizune, mentre l'altro ascoltava. ''Successivamente... In seguito ad una missione, il padre di Kakashi, Zanna Bianca, venne preso di mira da tutto il villaggio.''-Tenzou spalanzò gli occhi. ''Ne ho sentito parlare! All'interno della radice dicevano che è stato denigrato!''
''Appunto. Era stato denigrato perchè avevasalvato dei suoi compagni di squadra.''
''Cosa? Ma se ora salvi dei tuoi compagni sei un eroe!''
''I tempi erano diversi. Comunque caduto in depressione e in condizioni mentali e fisiche disastrose, si tolse la vota.''-Tenzou rimase a bocca aperta a guardarla stupito. ''Da quel giorno Kakashi non nominò mai più suo padre, neanche ora. Continuando, Kakashi si impegnò nelle arti ninja, finendo l'accademia in un anno, e si diplomò a ninja a sei anni, per poi diventare a ottto chunin e a tredici jonin. Ma lui non aveva la logica del padre. Era fissato con le regole...''
''La missione è più importante di tutto.''-Anticipò Shizune, che annuì.
''Quando diventò jonin, non fu più il maestro a giudarli, ma i suoi compagni di squadra seguivano Kakashi. In pratica si divisero in due squadre: maestro e i tre componenti del gruppo a parte. Dovevano andare al confine del paese della Roccia.''-Disse abbassando lo sguardo, con tono malinconico. Tenzou deglutì. ''Cambiò idea. Si diresse da Obito e per avvertirlo di un ninja dietro di lui, una spada lo colpì all'occhio sinistro, e glielo cavò. E li, in seguito  vari eventi, Obito Uchiha venne colpito da un masso, che gli cadde di sopra.Per salvare Kakashi. Ecco perchè lui l'ha presa così male.... Aveva la parte destra completamente schiacciata. Allora decise di donargli lo sharingan,la loro compagna di squadra, Rin Nohara, lo trapitnò nel suo occhio sinistro.''-Disse riabbassando lo sguardo, per poco non scoppiava in lacrime. ''Ma che fine ha fatto Rin Nohara?''-Chiese preoccuopato.
''In quei giorni morì anche lei, trafitta dal taglio del fulmine di Kakashi.''-Disse cominciando a camminare, alzando il braccio a mo' di saluto.
Lui rimase qualche istante li, dopo corse a casa dell'amico, bussò. Gli aprì appunto Kakashi, che lo fece entrare.
''Senti...Shizune mi ha detto di Obito e Rin...''-Kakashi abbassò lo sguardo sedendosi sul letto, seguito dll'amico.
''Ma...Sei stato tu a uccidere Rin?''-Chiese perplesso. ''Ma che stai dicendo?''
''Shizune ha detto che è stato il tuo taglio del fulmine a colpire Rin...''-Disse quasi sottovoce.
''Avevano rapito Rin. L'avevano fatta diventare la forza portante del Tricoda, quando la salvai. Lei diceva di ucciderla, perchè una volta arrivati alla foglia, il tricoda si sarebbe scatenato. Io non ne volevo sapere.Obito mi aveva fatto giurare di proteggerla . Quindi quando stavo per colpire con il taglio del fulmine il nemico, lei si mise in mezzo, e morì. Quel giorno ho infranto la promessa più importante della mia vita.''-Kakashi sospirò.
''I-io non credevo che avessi una vita tanto difficile...''-Disse guardando con aria triste l'amico, che guardava il suolo.
Poi Kakashi sorrise, in modo triste:''Fa niente. Ormai sono passati anni.''
Tebzou ricambiò il sorriso. ''Io vado in bagno! Mi scappa!''-Urlò il moro.
''Che schifo...''-Mugognò l'anbu più grande.
''Non la fai anche tu?''-Chiese scherzosamente quello più giovane.
''Tenzou, zitto.''-Ribadì l'altro. Tenzou cominciò a ridere come un pazzo.
''Ti ho detto di smetterla!''
''Quando ti arrabbi mi fai morire dalle risate!"-Disse entrando in bagno e sbattendo violentemente la porta.
''Tanto i soldi sono miei...''-Pensò Kakashi, avendo avuto la visione della porta del bagno completamente sfasciata.
Ad un certo punto bussarono alla porta. Kakashi rimase fermo sul letto, sperando che si arrendessero.
Bussarono un'altra volta. Kakashi non si mosse.
Alla terza e alla quarta volta, Kakashi si mosse e andò alla porta aprendo, alzando gli occhi al cielo alla vista di Gai, che stranamente aveva un'espressione più che seria. ''Scusa, non volevo farti deprimere.''-Dice guardando altrove.
''Fa nulla.''-Gai lo guarda triste dopo gli fa un sorriso a trentaduedenti, avvicinandosi pericolosamente all'anbu e allargando le braccia.
''Alt.''-Kakashi stava per perdere l'equilibrio tanto era indietro, mentre Gai si ritirò, mettendosi dritto.
Gai sbuffò. ''Così non vale.''-Sbuffò un'altra volta.
''Che cosa?''-Kakashi ricambiò lo sbuffo. Gai incrociò le braccia. ''Siamo amici, no?''-Chiese speranzoso Gai, rimanendo serio. La cosa che lo fece deprimere fu il fatto che Kakashi rimase impassibile da quell'affermazione e non disse nulla.
Si limitò a chiudere gli occhi per qualche secondo, per poi riaprirli, con la stessa identica espressione di prima. Gai guardò di lato, per poi guardare di nuovo in faccia Kakashi, tutto sorridente. Un sorriso strano... ''Che ti prende?''-Chiese perplesso il jonin.
''Saldiamo il rapporto?''-Chiese amichevolmente Gai.
''Quale rapporto?''-Chiese sempre perlplesso il jonin. A Gai cascarono le braccia. ''Il nostro.''
''Il nostro è un rapporto? Lo sai che si saldano quando sono rapporti amichevoli, vero?''-Disse con un tono da saputello.
''Certo che lo so!''-Sbuffò l'altro.
''Appunto.''-Affermò l'anbu, sbattendo in faccia la porta a Gai, che più deluso di così non poteva essere. ''Non è giusto... Sei cattivo con me...''-Mugolò mentre si allontanava lentamente e a malavoglia dalla casa del suo caro ''amico''. Gai si bloccò di colpo, ancora vicino alla casa di Kakashi. Si girò velocemente, e poi prese a camminare di nuovo verso la casa dell'anbu, che di rivederlo non ne voleva sapere. Ribussò, e quando Kakashi aprì la porta e si ritrovò davanti Gai, sbuffò. Di nuovo.
''Che c'è ancora?''-Chiese stufo.
''Noi saldiamo il nostro rapporto.''-Dice con fare autoritario. E prendendo per il braccio Kakashi cominciando a camminare, senza neanche dargli il tempo di chiudere la porta di casa. ''Gai, guarda che a casa mia c'è Tenzou.''-Disse semplicemente.
''Che ci fa li?''-Chiese curioso voltandosi verso il suo ''amico''.
''Siamo coinquilini...''-Gai rimase a guardarlo:''Ah...Meglio per voi!''
''Tsk!''-Kakashi si voltò verso il rivale.''Dammi almeno il tempo di chiudere la porta!''-Gai lasciò Kakashi, che si diresse verso casa sua.
''Io esco!''-Urla. Poi chiuse la porta dietro di sè. ''Sigh...''-Si rigirò verso Gai, con uno sguardo seccato e svogliato.
''Ma guarda che mi doveva capitare...'' Kakashi cominciò a camminare verso Gai seccato. Abbassò lo sguardo, per evitare di incrociare quello del frangetta.
''Allora...Cosa facciamo?''-Si girò a malavoglia verso Gai, che gli sorrideva. ''Ci divertiamo!''-Urlò Gai.
''Arriva al punto.''-Disse spazientito, all'apparenza calmo. ''Eh?''
''Come?''-Chiese il ragazzo più giovane.
''Eh?Ah! Per prima cosa, andiamo a mangiare!''-Kakahi alzò gli occhi al cielo, che per molto tempo continuò a fissare.
''No...''-Mugolò vedendo il posto in cui erano.
''Non sei contento! L'ultima volta ti è piaicuto!''-Si esaltò Gai.
''Di nuovo...''-Abbassò il capo.
''Che c'è? Non ti piace Ichiraku?''-Rise Gai.
''E poi a me e Asuma devi dei soldi, te lo sei dimenticato?''-Sussurrò.
''Ma sono al verde...''-Mugolò Kakashi.
''Peggio per te, amico!''
''Perchè?! Perchè tutti ce l'hanno con me?!''-Mugolò l'ennesima volta, per poi gustarsi a malavoglia una ciotola fumante di ramen.

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Capitolo 17
*** Arte del Legno1|Missione segreta:Orochimaru ***


''Non credi sia ora di cambiare maschera?''-Sbuffò il ragazzo.
''Ah si? E perchè?''-Ricambiò lo sbuffo uno strano essere bianco e nero. Un'aloe spinosa, in poche parole.
''Non mi piace più questa a forma di girella!''-Ribadì il ragazzo.
''Girella?''-Nella conversazione si unì uno strano tizio completamente bianco, con la faccia malformata.
''Si, girella.''-Il ragazzo cominciò a disegnare cerchietti immaginari uno dentro l'altro, a forma di spirale.
''Girella...''-Ripetè scioccato l'aloe spinosa, scioccato dal fatto che un ventenne si potesse divertire in certi modi.
''Tu non crescerai mai...''-Sbuffò l'aloe.
Anche il tizio dalla faccia malformata incominciò a tracciare nell'aria una ''girella''.
''Voi non crescerete mai...''-Si corresse.
''Io sono solo un clone. Non ho un età.''-Si giustificò il tizio dalla faccia malformata.
''Bah...''-L'aloe spinosa sparì insieme al ''ventenne''.
La serata finì tra Kakashi e Gai in un modo molto sgradevole.
Kakashi e Gai urlavano di tutto e di più. Niente di chè, solo una delle loro solite litigate.
Kakashi tornò senza ritegno a casa, neanche questa olta pagò il conto, figuriamoci i soldi a Gai e Asuma...
Si buttò sul letto e si mise a guardare il soffitto. Inconscio del fatto che due occhi nerissimi lo fissavano.
Si voltò lentamente, e vedendo vicino a sè una faccia molto familiare sobbalzò.
''Tenzou!''-Urlò. ''Ciao!"-Urlò quest'ultimo. ''Oddio! Avverti quando sei in casa!"-Il moro annuì.
Il moro fece sposare a malavoglia il coinquilino e si buttò anche lui sul letto.
''Ti ricordi come ci siamo conosciuti?''-Fece il più giovane. Kakashi annuì. Dopo aggrottò la fronte.
''Hai provato ad uccidermi...''-Sbuffò l'anbu più grande. ''Quello è venuto dopo.''
Era una giornata quasi del tutto normale a Konoha. Kakashi era finalmente diventato un anbu, e il giorno della sua prima missione fu accolto da un ragazzino.
Che usava l'arte del legno.
Singolare, no? Insomma, l'arte del legno la usava solo Hashirama, il primo Hokage.
Comunque una notte di nascosto andò nella biblioteca, cercando tutti i contenuti possibili su quest'arte.
Con una torcia in bocca, nonostante la maschera, sfogliava pagine alla ricerca di una ovvia spiegazione.

Scrutò per qualche attimo il tavolo. Notò una busta:''Top Secret''. Come poteva dire di no? Aprì leggermente la busta. Dentro era vuota.
''Ma che..?!''-Sentì dei passi. Alzò lo sguardo e ripose immediatamente la busta sul tavolo.
''E' questo che cerchi?'''-Apparve il Terzo. Lanciò dei fogli sul tavolo. Kakashi si inchinò all'istante:''Hokage!''
''Fa nulla. Puoi leggerli.''-Kakashi alzò il capo e lentamente prese i documenti sul tavolo, rimettendosi la torcia in bocca, e cominciò a leggere.
Passò qualche minuto. ''Esperimenti?''-Chiese confuso il ragazzo. ''Si. L'arte dle legno è l'unica che può controllare
le forze portanti. Si provò a inserire nel Dna di sessanta bambini le cellule di Hashirama, ma uno dopo l'altro morirono. Tranne uno, che durò di più. Si dice sia morto. Se adesso fosse vivo avrebbe più o meno dieci anni.'''-Rispose sicuro l'Hokage.
''Dieci anni...''-Kakashi riflettè. ''Quello che ti sto per dire sono solo dicerie, Kakashi, ma c'è qualcuno la fuori che sta continuandogli esperimenti.''-Kakashi alzò lo sguardo perplesso. ''Ne è sicuro?'''-Chiese ancora perplesso. ''Ti ho già detto che sono dicerie.''-L'Hokage uscì dalla stanza.
Intanto nell'organizzazione interna agli anbu, la Radice, Danzo, il capo, assegnava una missione.
''Io devo salire al potere. So che Hiruzen sta andando dai Daymo per riprendere il titolo di Hokage. MA questo non succederà, perchè voi vi libererete di lui prima che arrivi a destinazione. Farete finta che sia stata opera di ninja briganti. Con sè avrà alcuni dei più potenti anbu. Andate.''-Danzo fece cenno con la mano e tutti saltarono via, tra cui quel misterioso ragazzino, precedentemente incontrato da Kakashi.
Il giorno dopo l'Hokage si diresse dai Daymo, con quattro anbu, due perlustravano il territorio circostante, gli altri due erano davanti e dietro l'Hokage.
Di colpo sbucarono gli uomini di Danzo. L'Hokage rimase solo, mentre gli altri combattevano. Il più giovane della Radice, il ragazzino misterioso, si diresse davanti all'Hokage, mettendo le mani in complicate posizioni. Un ramo enorme sbucò da terra, e trafisse l'Hokage, che si dissolse in una nuvola di fumo. Poi ricomparve su un albero. Ed ecco un'altra nuvola di fumo, da cui apparve Kakashi. ''La tecnica della trasformazione...''-Pensò il ragazzino. Kakashi portò la mano sinistra sull'avambraccio. Una scarica elettrica si formò sulla mano destra, il taglio del fulmine. Il ragazzino portò le mani a terra, e un sacco di rovi, rami, uscirono dal sottosuolo, raggiungendo Kakashi, che con facilità li eliminò col taglio del fulmine, o mille falchi.
Cors everso il bambino e gli bloccò le braccia. ''Vattene finchè sei in tempo.''-Gli ordinò, lasicandogli le braccia esili. Quello eitò un attimo, poi strisciò indietro e si alzò, correndo via e saltò in un cespuglio.
Intanto il vero Hokage giunse a detsinazione e venne nominato nuovamente Terzo Hokage.
Lo stesso giorno, nel palazzo dell'Hokage, Kakashi si ritrovò inginocchiato a terra, dopo aver buttato la maschera da anbu a terra.
''L'ho tradita... Non merito di far parte della squadra speciale.''
''Per quale motivo mi avresti tradito?''
''Ho lasciato scappare quel ragazzino...'''-Kakashi abbassò il capo.
''Tu seiuno shinobi valoroso. Ho voluto io che diventassi un mio anbu. Quando era in vita, Minato mi parò di te.''-Kakashi alzò il capo sorpeso.
''Capisco...''-Rispose solamente. ''Continuerai ad aiutarmi come anbu?''-Lui annuì.
''Le devo dire una cosa.''
''Sentiamo.''
''Quel ragazzino...Usava l'arte del legno.'''-Il Terzo deglutì. ''Ne parliamo domani.''-Ribadì il Terzo preoccupato. Il giorno dopo al cimitero...
''Sempai!''-Una ragazza corse incontro a Kakashi, che, come al solito, si trovava davanti alla tomba di Rin.
Lui girò il capo verso la ragazza. ''Sempai, il Terzo la vuole per una missione!''-Disse la ragazza sudata.
Aveva i capelli violacei fino a metà schiena, era vestita come Kakashi, a parte che portava dei pantaloncini.
Kakashi la guardò distrattamente, poi cominciò a camminare, seguito da lei.
''Non chiamarmi Sempai, non sono molto più grande di te.''-Non la degnò d'uno sguardo.
''Ha ragione... Però è da molto tempo più di me negli Anbu, ed è di rango maggiore rispetto al mio.''-Kakashi non rispose, e si limitò a camminare più veloce, lasciandola indietro. Arrivato a destinazione... ''Kakashi, sto raggruppando i ninja migliori per una missione.''
''Di che si tratta?''-Chiese il ragazzo distrattamente. ''Orochimaru, si sta avviando al confine, devi fermarlo.''-Kakashi annuì. Poi si alzò. ''Partite subito.''-Kakashi annuì di nuovo, poi si inchinò e si congedò. All'uscita del palazzo, ad aspettarlo c'erano già un paio di Anbu.
''Pronti?''-Chiese uno. ''Si!''-Urlarono altri. ''Prima vorrei illustrarvi la missione.''-Fece un altro ancora. ''Noi tre...''-Disse indicando sè stesso, un altro tizio e un altro.''Saremo di guardia. Ogni movimento sospetto, ogni rumore, ogni persona, me lo dovete dire. Capito?''-Gli altri du annuirono. ''Voi due...''-Disse indicando altri due tizi. ''Danzo è furbo, avrà mandato qualcuno per le sue ricerche. Una volta trovato Orochimaru lo seguirete.Lo stesso vale per tizi incaricati da Danzo, se mai ci saranno.''-Annuirono. ''Tu...''-Disse indicando Kakashi. ''Al momento opportuno lo attaccherai.''-Anche lui annuì. ''Andiamo!''-In meno di un secondo si volatilizzarono.Intanto anche Danzo stava dando degli ordini.
''Kinoe, ti incarico una missione di importantissimo valore.''-Il ragazzino della radice rimase zitto in ginocchio. ''Devi aspettare Orochimaru al confine. C'è un albero enorme. Li vive una comunità di cavie, come te, Kinoe.''-Il ragazzino alzò lo sguardo curioso e stranito.
''Hiruzen ha assegnato una missione, per la cattura di Orochimaru. Ci saranno alcuni dei ninja più forti della Foglia. Non deludermi.''-Fece un cenno con la mano e il ragazzino si alzò, si inchinò e si diresse verso la foresta, come gli Anbu.
Questi ultimi si divisero, quei tre incominciarono a perlustrare la zona, gli altri due cominciarono la ricerca di Orochimaru, seguiti da Kakashi, che però stava a terra e non sugli alberi, aspettando un segnale dall'alto. Che non tardò ad arrivare. Kakashi aprì l'occhio contenente lo sharingan, cominciando a guardare attorno a lui, finchè i due dall'alto gli parlavano. ''Noi dobbiamo cercare uomini di Danzo. Si dirigeverso di te. Possiamo lasciare tutto nelle tue mani?''-Fece uno. ''Contateci.''-Rispose Kakashi. I due presero velocità e scomparirono dalla visuale dell'anbu.
In poco tempo sentì dei passi, Kakashi si nascose dietro un albero e attese l'arrivo del traditore. Appena si voltò, senza farsi vedere, lo riconobbe.
Nella mano destra gli si sviluppò il mille falchi, e corse verso Orochimaru, con sorpresa di quest'ultimo.
Orochimaru lo schivò con facilità, prese un kunai e tagliò esattamente a metà la maschera di Kakashi, una volta annullato l'effetto del mille falchi.
Kakashi rimase immobile, con gli occhi spalancati. ''Hai un bell'occhio. Peccato che non abbia bisogno di una copia.''-Lo sorpassò. Kakashi rimase fermo.
Per la paura. ''Non posso lasciarlo andare...Ho tradito l'Hokage già una volta!''-Pensò tra sè e sè Kakashi, lanciò un kunai verso Orochimaru, che lo schivò facilmente. ''Che pena...''-Fece quest'ultimo con un sorriso compiaicuto. ''Non ho finito.''-Ribadì Kakashi. ''Mpf!''-Orochimaru guardò il kunai sull'abero davanti a lui, lo scrutò per qualche attimo. ''Maledetto!''-Urlò prima che la carta-bomba applicata sul kunai esplodesse. Kakashi scappò all'ultimo secondo, procurandosi qualche graffio. Orochimaru si ritrovò ferito molto gravemente. La parte sinistra del torace era zuppa di sangue, così come il dorso. In pratica aveva il fianco sinistro quasi del tutto bucato.Purtoppo nell'esplosione si erano persi.
Kakashi, avendolo perso di vista, incominciò a correre verso il confine, Orochimaru doveva andare li.
Intanto il ninja della radice, Kinoe, si ritrovò davanti quell'albero di cui parlava Danzo. Essendo piccolo e agile, gli Anbu non si accorsero della sua presenza. C'era un enorme apertura. Entrò all'interno. C'erano vari cunicoli, andò in quello più largo. Arrivò in una specie di piazzetta. Era un posto parecchio grande, chiuso fra le radici e i rami dell'albero. Fece qualche passo avanti e una strana nebbia si formò intorno a lui. Rimase a bocca aperta a guardarsi intorno. ''Ma che...?!''-Una persona gli apparve davanti, comparsa da quel fumo. ''Chi sei?''-Disse in modo sospetto quella persona. ''Sono qui da parte di dell'onorevole Danzo. Sono qui per permettere ad Orochiamru di scappare.''-Disse sicuro di sè Kinoe. ''Orochimaru?! Lui ci ha salvati! Ti accogliamo a braccia aperte se servi il nostro signore!''- Davanti al membro della Radice si materializzò un'intera popolazione, il fumo sparì. Kinoe li guardò straniti. ''Il vostro signore?''-L'uomo annuì. ''E' lui che ci ha donato la vita. Noi siamo frutto di un suo esperimento, siamo fatti di fumo.''-Spiegò.
''Siete della cavie?''-Annuirono. ''Tenzou!''-Urlò una ragazzina, correndo incontro a Kinoe, che rimase a guardarla stranito e confuso. Lei si parò davanti a lui. ''Non è Tenzou! Tuo fratello è stato portato via da Orochimaru!''-Ribadì il primo uomo apparso. ''Invece si! E' uguale!''-Disse guardandolo male, poi si girò verso Kinoe. ''Sei tornato!''-Disse sorridendo, con le lacrime agli occhi. ''Io...Io mi chiamerei Kinoe...''-La ragazzina lo prese per mano e corse più all'interno della loro ''casa''. L'uomo sospirò. La ragazzina lo fece appoggiare al muro, dove vi erano dei segni bianchi. ''Da quando te ne sei andato, ogni anno ho disegnato una linea col gesso, sempre della stessa altezza distante da quella precedente, per vedere quanto saresti stato alto! E guarda! Sei uguale!''-Disse indicando l'ultima linea, la più alta, che coincideva perfettamente con il viso di Kinoe. ''Ma... Io in realtà...''-Lei non lo fece finire. Lo prese per mano e ricominciò a correre. Intanto Kakashi, essendo andato verso il confine, trovò anche lui quell'albero. Entrò. ''Ma dove sono finito?''-Inocminciò a camminare lentamente, guardandosi attorno confuso. Intanto, il resto della popolazione ''di fumo'' notarono dei passi. ''Se sarà il nostro signore lo accoglieremo a braccia aperte. Ma se sarà uno della Foglia...''-In quel preciso istante Kakashi si addentrò nel cunicolo che portava da quei misteriosi uomini. ''...Lo uccideremo!''

Proprio in quell'istante Kakashi si ritrovò davanti della nebbia, che a poco a poco incominciò a ''roteare'' intorno a lui.
''Questa nebbia non è normale...''-Disse prima che gli uomini si materializzarono, attaccandolo.
I pugni, calci, armi, li schivò tutti. Ma, essendo uomini fatto di fumo, erano imprevedibili.
Intanto la ragazzina portò Kinoe in uno strano posto,dove vi erano piantate della piante.''Il cimitero''-Disse lei. Lui la guardò stranito.
''Non possiamo uscire, perchè non controlliamo il nostro potere e di conseguenza se usciamo e diventiamo fumo e c'è vento muoriamo. Quindi al posto delle lapidi mettiamo le piante con inciso il nome del defunto''-Dopo si guardò attorno e spalancò gli occhi, avvicinandosi a una pianta. Incominciò a sradicarla urlando. ''Lui non è morto! Non è morto!''-Kinoe indietreggiò spaventato e confuso.
Intanto un uomo di fumo, si trasformo in fumo/nebbia e si avvicinò a Kakashi.
*Questa cosa è estremamente complicata da spiegare. In pratica il tizio che diventa fumo, attraverso il naso, la bocca, ecc entra nel corpo di un'altra persona(avete presente quando Gaara muore e gli estraggono il cercoterio? E gli esce quel fumo rosso, che poi è il cercoterio, da naso, occhi e bocca? E' una cosa del genere, ma è fumo.) Il corpo ha movimenti volontari, ovvero la persona-fumo non controlla la mente della vittima, ha una mentalità propria. Ecco, qui ossida lentamente il corpo fino a farlo soffocare dall'interno...E si muore. Lo so che probabilmente non si sarà capito niente, ma capitemi, sono in difficoltà. Vedete i filler, che è meglio! Scusate l'interruzione, NaruSaku123*
Attraverso la maschera e alcuni pori del viso, riuscì a ''possedere'' il corpo di Kakashi. Ed essendo di fumo, il ''possessore'' sarebbe morto soffocato.
''Ossigenerò il tuo corpo fino a farti soffocare!''-La voce dell'uomo si sentiva. Kakashi spalancò gli occhi:non respirava più. Cadde a terra, stringendosi il collo, come per scacciar via l'intruso. Cominciò a tossire rumorosamente. Molti dei presenti indietreggiarono spaventati.
Kakashi continuava a dimenarsi. ''Sto soffocando!''-Si ripeteva, cercando di liberarsi invano.

''Ci penso io a lui!''-Da dietro la folla spuntò Kinoe. Un gruppo di uomini si girò di colpo verso il ragazzino. ''Gli farò dire tutto quello che sa.''-Ribadì.
Si sentì uno sbuffo, si ricreò lo stesso fumo di qualche tempo prima. Riapparve quell'uomo, quello che stava ossidando il corpo dell'anbu più grande.
La testa continuava a girare, Kakashi continuò a tossire, per poi sbattere la testa a terra privo di sensi.
In poco tempo si risvegliò. Le manie erano tenute, o meglio dire legate, da del legno, così come i piedi. Alzò lentamente lo sguardo, ancora stordito.
E rimase fisso a guardare Kinoe. ''Che stai facendo?!''-Disse con un filo di voce. ''Faccio io le domande.''-Sentenziò il ragazzino.
''Quali sono i piani dell'Hokage?''-Chiese Kinoe. ''Di certo non lo dirò a te.''-Si giustificò Kakashi.
''Ce ne hai di coraggio! Allora ti faccio parlare io!''-Urlò un uomo nella folla. ''Vorrei farlo parlare io, perfavore. E vorrei rimanere solo.''-Chiese cortesemente Kinoe.
Molti protestarono, sbuffarono, altri fecero all'istante come era stato ordinato. In poco tempo quel luogo si svuotò. C'erano solo loro due.
''Che stai facendo...?"-Ripetè con voce ancora più flebile il ragazzo dai capelli argentei.
''Mi dispiace.''-Si scusò il ragazzino, allargando le ''manette'' di legno, permettendo a Kakashi di poter toccare terra, essendo libero dalla prigionia imposta nel sonno.
''Andiamo.''-Ordinò Kakashi. Kinoe sbuffò irritato. ''Ti sei appena svegliato e già ti senti il capo?''-Disse in tono ironico.
''Per tua informazione, tra noi due, sono il più grande. Di conseguenza sono il capo.''
''Tsk!''-Entrambi presero a camminare, ignari del fatto di essere osservati.


FINE PRIMA PARTE

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Capitolo 18
*** Arte del Legno2|Missione segreta:Sangue ***


''Dove credete di andare?''
I due ragazzi si girarono di colpo, e c'era di nuovo quell'uomo, insieme alla folla e a quella strana bambina.
''Kinoe, cos'hai da dire in tua discolpa?''-Fece quell'uomo.
Kinoe si morse il labbro, non sapendo dare una risposta convincente rimase zitto.
''Facciamoli fuori.''-Intimò agli altri uomini-fumo, facendo qualche passo in avanti.
Kakashi e Kinoe indietreggiarono invano.
''Non lo lascerò morire!''-Urlò la ragazzina, che si era affezionata a Kinoe, credendolo Tenzou.
''Ma che stai dicendo?''-Gli rispose il padre, che poi era l'uomo che esponeva tutte quelle minacce.
La bambina cominciò a correre, sbarrandosi davanti ai due ragazzi increduli.
''Chihiro, cosa fai?!''-Urlò il padre. *Scusate l'ennsima volta, volevo solo dire che il nome vero della bambina non è Chihiro, è solo che non me lo ricordo...*
La ragazzina, Chihiro, si dissolse lentamente in fumo, e attornò Kakashi e Kinoe, uno più sconcertato dell'altro.
Kinoe afferrò la mano a Kakashi, ma in quel momento non gliene poteva fregar di meno.
Il fumo lentamente si dissolse, ma non c'erano i tre. ''Trovateli!''-Urlò il capo-padre.
Intanto, da Kakashi, Kinoe e Chihiro, in una parte indefinita di quella strana casa-albero...
''Dove ci stai portando?''-Richiese Kinoe. ''Fuori di qui.''-Rispose Chihiro.
La bimba indicò una specie di tunnel, dove successivamente entrò.
Loro due rimasero fermi. ''E' sempre una di loro...Come facciamo a sapere che non...?''-Kakashi mugolò.
''Fidiamoci invece.''-Affermò sicuro Kinoe, afferrando di nuovo Kakashi per la mano ed entrando nel tunnel, costringendo quest'ultimo a gattonare.
Arrivarono a metà, si scorgeva un pò la luce.
Chihiro sospirò. ''Tenzou...''
Kinoe alzò il capo, avendo memorizzato il nome datogli da Chihiro.
Lei sorrise. ''Mi accompagni fuori?''-Disse euforica.
''Ma sei scema? Mi hai detto tu che...''
''Fa nulla!''-Rispose lei. ''Avanti.''-Lo incitò.
Si dissolse di nuovo in fumo e ''girò'' intorno Kinoe, e i due sparirono chissà dove.
Kakashi, nel tunnel, aggrotto la fronte. ''Mi hanno lasciato qui...''-Mugolò, riprendendo a gattonare.
Intanto, Chihiro e Kinoe, si dirigevano in città correndo.
''Io non credo che sia una buona idea!''-Ribadì Kinoe.
''Ma taci! E fammi usare il tuo corpo!''-Detto questo, fece la stessa identica cosa del padre, diventò fumo ed entrò nel corpo del ragazzo, controllandone i movimenti, ma senza farlo soffocare. Prese a saltare ovunque. ''Dai, smettila...''-Kinoe aveva almeno la decenza di proferire due parole.
Anche se il suo corpo non era più suo.
Arrivarono in città, dove la ragazzina lasciò in pace Kinoe, facendogli riacquistare il suo corpo.
''Che bello!''-Urlò Chihiro cominciando a corerre verso la città.
''Aspetta!''-Urlò Kinoe correndole dietro.
Una volta uscito dal tunnel, Kakashi fece un lungo respiro. ''Finalmente...''
''Non direi.''-Ribadì una voce. Di nuovo quell'uomo.
''Ma sei sempre in mezzo ai piedi?''-Ribadì scocciato l'ambu.
''Che maleducato.''-Disse l'uomo diventando fumo.
''Mi basterà fare così, allora.''-Affermò Kakashi. Afferrò la spada e cominciò a farla roteare, creando del venticello, se così si può chiamare, respingendo l'uomo.
Lentamente fece molti passi indietro, fino a uscire dall'albero-comunità. *Non badate a 'sti nomi*
L'uomo esitò un pò, ma poi si decise ad uscire, ma arivò il vento.
E come disse Chihiro non controllavano bene il loro potere.
Essendo fumo ed essendoci vento, l'uomo morì all'istante. Poi riprese la forma umana, cadendo a terra.
Kakashi rimase immobile a bisbigliare qualcosa di non udibile, per poi avvicinarsi all'uomo, che a sua volta stava bisbigliando qualcosa.
''Cosa?!''-Urlò il ragazzo alzandosi, l'uomo annuì. ''Dannazione, la devo trovare!''-Urlò il ragazzo, per poi cominciare a corerre.
Arrivò nella città più vicina, dove si trovavano Kinoe e Chihiro, e cominciò a cercarli.
Intanto, questi due, o almeno lei, lui era seduto su una panchina a guardarla curioso, girava per i negozi.
Comprò vestiti, cibi, dolci, insomma, le solite cose che si trovano in città.
In realtà non comprò. Prese il possesso di altri corpi e poi ne uscì come fosse nulla, e nessuno se ne accorse.
Kakashi, scorse la figura di Kinoe da sopra, e scese da un tetto verso di lui.
''Kakashi!''-Urlò quello. ''Kinoe, dove è Chihiro?!''-Urlò di tutta risposta il più grande.
''A fare compere, perchè?''-Chiese curioso. ''Trovala.''-Ordinò Kakashi, ma prima che qualcuno dei due si potesse muovere, Chihiro si presentò in persona.
''Devi venire con noi.''-Ordinò Kakashi, afferrandola per il braccio. ''Che cosa?''-Chiese lei stranita e spaventata.
''Cosa c'entra lei? La nostra missione, che aveva pure scopi diversi, era Orochimaru! Che c'entra lei?!''-Ribadì.
''Lei è indispensabile per trovare Orochimaru.''-Affermò Kakashi. ''M...Ma...No!''-Urlò Kinoe, afferrando la bambina per l'altro braccio, Kakashi, sorpreso da quel gesto, si lasciò sfuggire entrambi. Incominciò di nuovo a correre sbuffando.
''Kinoe! E' vero che i nostri capi hanno idee diverse, ma rimaniamo entrambi due ninja della Foglia!''-Gli urlò Kakashi da dietro, mentre li inseguiva.ù
''Entrambi vogliamo trovare Orochimaru, anche se con scopi diversi, entrambi lo dobbiamo trovare! E lei è indispensabile!''-Urlò l'ambu.
''Perchè lei?!''-Rispose Kinoe, non rallentando, caso mai acquistando velocità.
''Se ti fermi, te lo dico!''-Ribadì Kakashi. ''Allora non m'importa saperlo!''-Urlò il più giovane.
''Dannazione, Kinoe! Lo so che ti sei affezionato a quella ragazzina, ma fattene una ragione!''-Urlò Kakashi.
''Muori!''-Urlò Kinoe. Kakashi aggrottò la fronte. ''Ma perchè a me?''-Si ripeteva.
Scesero dai tetti in una foresta. ''Kinoe, se non ti fermi, sarò costretto a fermarti con la forza!''-Lo minacciò il più grande.
''Allora fallo!''-Urlò Kinoe, continuando a corerre, tenendo saldo il polso di Chihiro. ''Tenzou, dove stai andando?!''-Urlò da dietro Chihiro.
''Nont i preoccupare!''-Ribadì Kinoe.
Kakashi, ancora sul tetto confinante con il bosco, preparò il mille falchi nella mano destra, e saltò, dirigendosi verso Kinoe, che si scansò.
Avendo lasciato la mano alla bambina, Chihiro rimase immobile, come se avesse visto la morte davanti agli occhi, cosa che stava per succedere.
''Oddio, spostati!''-Urlò Kakashi, ancora in aria, a Chihiro, che non si mosse.
Nella mente di Kakashi si riaffollarono le immagini di Rin, della sua morte, e annullò all'ultimo le'ffetto del taglio del fulmine, o mille falchi, spingendo semplicemente indietro Chihiro, facendola cadere a terra.
''Perchè lei?!''-Urlò di nuovo Kinoe. ''Il suo sangue!''-Urlò Kakashi, Kinoe rimase zitto a fissarlo. ''Che c'entra il suo sangue?''-Chiese.
''Non ne ho idea...Ha un sangue particolare, o qualcosa del genere, e ristabilizza le ferite di Orochimaru, dato che l'ho ferito, ma comporta la morte di chi offre il proprio sangue a Orochimaru, credo. Me l'ha detto suo padre''-Mandò un'occhiata a Chihiro.
''Prima di morire.''-Kakashi completò la frase. ''E' morto?''-Chiese con voce spezzata la bimba, Kakashi annuì non guardandola.
''Ci saranno altri come lei, dio! Perchè proprio lei?!''
''Perchè lei è l'unica, Kinoe!''
Le urla continuarono per un bel pò di tempo. ''Chihiro, andiamo.''-Affermò Kinoe, voltandosi dove prima era caduta la ragazzina.
Spalancò gli occhi. ''Non c'è! E' scappata!''-Urlò Kinoe.
''Calmati!''-Urlò Kakashi cominciando a correre.
Kinoe prese a correre dietro Kakashi, si diressero dritto all'albero...insomma quello.
Entrarono correndo.
Intanto, in una parte non identificata di quello strano edificio...
Chihiro si guardò attorno, c'erano solo morti, c'era lui.
''Ti aspettavo.''-Affermò Orochimaru, gettando a terra il corpo esamine senza vita di un uomo.
Lei cominciò a tremare e indietreggiare.
''Che cosa egoistica...Per trovarti ho ucciso un sacco di gente...Dovevi consegnarti prima. Ma tanti non vi avrei risparmiati''-Disse Orochimaru col suo solito ghigno.
Si avvicinà a Chihiro, che indietreggiò spaventata. ''Ma avevi detto che ci avresti aiutato...''-Mugolò spaventata Chihiro.
''Siete dei mie esperimenti. Dipendete da me, posso aiutarvi, come posso far finire la vostra razza.''-Affermò.
'E' così che va la vita; vince il più forte.''-Disse facendo un balzo disumano *figuriamoci se lui lo è* e afferrando la ragazzina.
Sentirono le voci dei ragazzi. ''Non è un posto sicuro qui.''-Affermò Orochimaru.
Portò via con sè Chihiro, ma sempre all'interno di quel posto.
''Chihiro!''-Urlò Kinoe, intravedendola. ''E' li!''-Urlò di nuovo. Kakashi annuì e riprese a correre.
Intanto, da Orochimaru e Chihiro. ''Una giocca basta e avanza.''-Disse perfido il Ninja Supremo.
Premette un dito sul collo della ragazzina, dove vi era applicato un segno maledetto, che cominciò a bruciare.
''Uh...''-Chihiro si inginocchiò a terra, tenendosi il collo. Orochimaru prese un kunai e lo avvicinò a Chihiro.
''Corri!''-Urlò Kinoe. ''Che sto facendo secondo te?''-Rispose Kakashi, superandolo.
Arrivati sul luogo del delitto, trovarono Chihiro a terra, e Orochimaru con in bocca *Bleah...* un kunai, da cui gocciolava sangue.
''No...''-Sussurrò Kinoe. ''Non può essere!''-Urlò. Orochimaru ghignò.
Kakashi appoggiò il palmo della mano sinistra sull'avambraccio destro, e creò il taglio del fulmine, corse contro Orochimaru, che lo schivò facilmente.
''Diventa più forte. Allora giocherò con te.''-Disse ridendo Orochimaru, dileguandosi.
Kinoe corse verso Chihiro, poggiando una mano sul suo collo. ''Ma quello...''-Sussurrò Kakashi, notando il segno maledetto.
Kinoe deglutì e annuì. ''C'è qualcosa che possiamo fare?!''-Disse Kinoe, voltandosi velocemente verso Kakashi, che rimase zitto a guardarlo.
Sia vvicinò lentamente. ''Respira.''-Affermò. ''Quindi...E' viva?!''Urlò Kinoe perplesso.
Kakashi rimase muto. ''Curala come puoi.''-Disse alzandosi e guardandoli. Kinoe annuì.
''Alla fine hai portato a termine tu la missione.''-Affermò Kakashi. Kinoe sorrise. ''Non so che piani abbia l'onorevole Danzo, ma di sicuro per il bene della Foglia.''
''Certo!''-Rise ironico Kakashi, dopo le debite cure alla ragazzina. Erano tutti e tre impiedi, c'erano due strade (ovviamente fuori dallo stranoe idifico).
Kakashi fece un lungo respiro. ''Non ho visto nè un sottoposto di Danzo, nè dei tizi che si dissolvono in fumo.''-Affermò quest'ultimo, voltandosi e cominciando a camminare per una strada. ''Ora che farai?''-Chiese Kinoe, voltandosi verso Chihiro.
''Non lo so, Tenzou, vedrò.''-Disse sorridente, avviandosi per la strada inversa alla loro. Kinoe alzò il braccio a mò di saluto.
Chihiro sorrise, ricambiando il gesto.
''Ognuno per la sua strada.''-Sospirò Kinoe, cominciando a camminare verso Kakashi.
''Ehi, aspettami!''-Urlò, cominciando a correre verso l''amico''.


FINE SECONDA PARTE

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Capitolo 19
*** Arte del Legno3|Missione segreta:Uccidere Kakashi ***


Passò molto tempo da quando Kakashi e Kinoe svolsero quella missione ''insieme''.
E Kakashi fu convocato di nuovo dall'Hokage, per Orochimaru.
''Dei ninja hanno scoperto una specie di laboratorio. Prima di farlo sapere, vorrei che lo controllassi.''-Affermò il Terzo.
''Riguarda Orochimaru?''-Chiese Kakashi alzando il capo. Il Terzo annuì. ''Agli ordini.''-Disse Kakashi.
Ed ecco che Kakashi si avviò verso il cimitero, per poi andare nel laboratorio
Anche Danzo stava dando i suoi ordini.
''Devo cambiare lo sharingan.''-Affermò Danzo. ''Questo è inutile.''
I due ninja, tra cui Kinoe, annuirono. ''Conoscete qualcuno, che non ha nè genitori nè maestri, che magari ha ucciso qualche suo amico o compagno?''
''Kakashi...Hatake.''-Affermò Kinoe sicuro.
''Bene. Uccidetelo e rubate il suo sharingan. Conto su di voi.''
Ed ecco che anche Kinoe e l'altro ninja cominciarono a pedinare Kakashi, che non aveva nessun sospetto.
Al cimitero...
''Io ora parto per una missione...Ciao.''-Disse alla lapide, come se Rin ci fosse veramente, e poi si dileguò verso il bosco.
''Chi è?''-Fece il ninja. Kinoe si avvicinò alla lapide. ''Una certa Rin Nohara...''
Il ninja annuì. ''Seguiamolo.''
Arrivato nel laboratorio, Kakashi entrò cauto. Si girò dietro di sè. ''Kinoe, se tu?''
Kinoe deglutì ed entrò in scena. ''Che fai qui?''-Fece Kakashi. ''Sono qui per una missione.''-Disse serio, negando l'evidenza della vera missione.
''Bene. Entri insieme a me?''-Chiese Kakashi, privo di qualunque sospetto. Kinoe annuì ed entrarono.
Kakashi si guardò attorno. ''Qui teneva le cavie...''
Kinoe sobbalzò. ''Le cavie, dici?''-Chiese insicuro, il più grande risposte con un si.
''Lo so che anche tu eri una cavia di Orochimaru.''-Disse Kakashi, voltandosi verso Kinoe, dietro di sè.
''Ah...''-Bascicò il più giovane.
''Come lo sai?''-Chiese curioso. ''Ho le mie fonti.''-Affermò Kakashi, ricordandosi il dialogo col Terzo. *Nella prima parte della storia di Tenzou*
Kakashi si sporse da un lato, dove c'era una teca.
Si avvicinò, ma all'interno c'era come vapore. Non si vedeva cosa contenesse effettivamente.
Kinoe prese la spada, e lentamente si avvicinò a Kakashi, che accortosi all'ultimo minuto del tradimento, si scansò, ma si ritrovò una ferita al braccio.
''Kinoe?!''-Fece. ''Fai sul serio?!''-Urlò schivando un ramo, creato con l'arte del legno.
Kinoe non rispose si e limitò ad usare le tecniche del Primo Hokage.
Kakashi si mise dietro ad una sbarra *Larga quanto Choza, per intenderci*
Ma Kinoe usò l'arte del legno, e circondò con dei rami Kakashi, che venne stritolato da questi, per poi scomparire.
''Una copia.''-Affermò secco Kinoe.
''Ti pare giusto uccidere i tuoi compagni?!''-Urlò Kakashi, apparso dietro Kinoe, che usò di nuovo l'arte del legno, ma Kakashi schivò i vari attacchi.
''Parli proprio tu!''-Urlò Kinoe. Kakashi spalancò gli occhi. ''Perchè l'hai uccisa? Perchè? Perchè?!''-Urlò usando ripetutamente l'arte del legno contro Kakashi, che usò il taglio del fulmine, schivando gli attacchi del più giovane.
''Non parlare di lei!''-Urlò, afferrando Kinoe, tenendogli stretto il collo, e puntandogli il taglio del fulmine contro.
''Non sono riuscito a proteggerla...''-Bascicò allentando la presa al collo.
''Non...sei riuscito a proteggerla?''-Ripetè Kinoe, Kakashi abbassò lo sguardo.
Dalla teca si intravide un'ombra, in men che non si dica, quesat teca si ruppe, e fuori ne uscì un serpente bianco enorme.
''E' un esperimento di Orochimaru...''-Affermò Kakashi, lasciando libero Kinoe, che tossì.
''Attento!''-Urlò Kakashi, vedendo il serpente che attccò Kinoe, che venne colpito leggermente, ma perse i sensi.
Al risveglio, vide Kakashi scuoterlo e dire il suo nome, dietro di lui c'era il serprente tagliato a metà.
L'aria assunse uno strano colorito. Divento come viola. ''Non respirare! E' un veleno!''-Disse Kakashi a Kinoe.
Kakashi però, avendo respirato il veleno, svenne.
Kinoe gli prese il braccio e se lo mise attorno al collo, cominciando a trascinarlo fuori.
Lo appoggiò al muretto all'entrata del laboratorio.
Si ricordò della missione, e guardò la cicatrice sul volto di Kakashi.
Qualche minuto dopo uscì dal laboratorio, incontrando il suo compagno. ''Missione compiuta?''
Kinoe annuì, mostrando un baratolo, in cui dentro si trovava lo sharingan.
All'interno del laboratorio, intanto Kakashi aprì lentamente gli occhi, voltò lentamente il capo verso destra, dove c'era un biglietto.
Lo prese, c'era scritto:''Kakashi, sono Kinoe. Mi dispiace per aver povato ad ucciderti. Non ho portato a termine la missione impostami da Danzo, come avrai visto. Ho capito il lavoro di squadra. Quindi mi dispiace per quello che ho fatto. Kinoe.''
Kakashi lo rilesse più volte, dopo uscì di fretta e furia dal laboratorio, dirigendosi verso Konoha.
Una volta arrivato, andò dritto dall'Hokage.
''Sempai, le devo curare le ferite!''-Da fuori l'ufficio del Terzo si sentirono delle voci. ''Devo prima fare rapporto.''
Entrò nell'ufficio Kakashi, che fece un inchino e si mise in ginocchio, non preoccupandosi di coprire lo sharingan.
''Terzo, un sottoposto di Danzo ha provato ad uccidermi sotto suo ordine.''
Il Terzo spalancò gli occhi. ''Ma dopo ha lasciato un biglietto in cui diceva di aver abbandonato la missione. Danzo non gliela farà passare liscia. La prego, gli dica qualcosa! Salvi Kinoe!''-Disse nel panico il ragazzo. L'Hokage rimase scioccato da quel lato di Kakashi che non aveva mai visto o notato. ''Perfavore...''
''Vabene.''-Il Terzo annuì. ''Hayate, vieni qui!''
La ragazza che voleva curare le ferite a Kakashi entrò e si mise in ginocchio..
''Porta qiesto messaggio a Danzo. Tu Kakashi vai in infermeria per farti curare le ferite.''
Entrambi gli ambu annuirono.
Il Terzo diede il messaggio ad Hayate che uscì dall'ufficio, come Kakashi.
Hayate, mentre con la maschera e la divisa correva sui tetti, per raggiungere la base della radice, ssentì dei passi.
Si voltò:''Sempai?''-Chiese vedendo Kakashi dietro di sè, anche lui in divisa e con la maschera.
''Vengo con te.''-Affermò. Lei annuì.
Una volta arrivati...
''Questo messaggio è per Danzo-sama.''-Fece Hayate, consegnando il messaggio a due ninja che facevano la guardia davanti all'ingresso della base della radice.
Hayate si incamminò verso il villaggio. ''Sempai, lei non viene?''
''No, aspetto Danzo.''-Una volta che Hayate uscì, Kakashi buttò a terra la maschera.
Avanò in avanti, fregandosene delle guardie. ''Ehi, tu! Dove vai?''-Disse uno mettendogli una mano davanti.
Kakashi lo guardò negli occhi. Aprì l'occhio con lo sharingan. I due si immobilizzarono. ''Dov'è Kinoe?''
Intanto, da Danzo.
''Cos'è questo?!''-Urlò Danzo, buttando il contenitore in cui c'era il finto sharingan, fatto di legno.
''Da te non me l'aspettavo, Kinoe!''-Urlò, levandosi le bende di un occhio, che aprì, facendo cadere in un'illusione il ragazzino.
''Quello era l'occhio di Shisui Uchiha?''-Chiese un ninja. Danzo annuì. ''Portatelo via.''
Kinoe venne portato in uan stanzetta quasi all'entrata, su un letto.
I due che l'avevano portato se ne andarono.
Kakashi, intanto, avendo messo K.O. le guardie entrò cauto e silenzioso nella base, cercando Kinoe.
Notò la stanzetta in cui si trovava e vi si avvicinò.
Notò che era sotto illusione.''Kai!'' *Liberazione*
Kinoe aprì di colpo gli occhi. ''Dove sono?''-Mugolò.
''Non c'è temp oper le domande, vieni.''-Disse afferrandolo per un braccio e tirandolo. ''Kakashi?''-Chiese stranito.''Che ci fai qui?''
''Ti ho detto niente domande.''-Ribadì serio Kakashi, arrivato all'ingresso.
''Andiamo.''-Disse Kakashi. ''E dove?''-Entrambi alzarono lo sguardo e sul primo piano c'erano un sacco di ninja, della radice, con Danzo stesso.
Kakashi deglutì e sorrise soddisfatto. ''Che hai da sorridere?''-Fece Danzo, po ialzò lo sguardo, e ancor più sopra c'erano gli anbu dell'Hokage, che apparve davanti a Danzo e a Kakashi e Kinoe.
''Mi potevi dire che c'era qualcuno che usa l'arte del legno, Danzo.''-Fece Hiruzen. Danzo ringhiò.
''La forza portante ormai ha quatro anni, concedimi di tenerlo nei miei anbu. Sarà utile l'arte del legno per la Volpe.''-Affermò.
Danzo abbassò lo sguardo. ''Va bene.''-Disse con un ghigno e voltandosi, andandosene, seguito da tutti i ninja della radice.
Kakashi poggiò una mano sulla spalla di Kinoe che gli sorrise.
Qualche tempo dopo, prima della prima missione che Kinoe doveva svolgere come ambu, andò a conoscere i componenti della squadra.
''Ragazzi, lui è Tenzou.''-Affermò Kakashi.
''enzou? Io sono Kinoe.''-Disse stranito l'altro.
''Kinoe è i ltuo nome nella Radice, negli ambu sei Tenzou. Non ti chiamavano così?''-Rispose Kakashi.
Kinoe...Tenzou sorrise, mentre tutti urlarono un ''Benvenuto, Tenzou!''
''Mi aspetto molto da te.''-Disse Kakashi alzando il pollice.
''Certo...'

''Capitano!''-Tenzou completò il suo racconto.
''Si, e anche tutt'ora dovresti chiamarmi capitano.''-Sbuffò Kakashi ancora buttato allegramente sul letto.
Dopo la sua espressione divenne interrogativa.
''Come mai ti è venuto in mente?''-Gli chiese Kakashi.
''Boh...Se non fosse stato per te, ora sarei ancora nella Radice.''-Disse rabbrividendo Tenzou.

''C'est la vie...''-Sussurrò Kakashi, che si alzò.
''Sbrigati, il Terzo ci vuole.''-Disse Kakashi aprendo la porta dell'ingresso e uscendo.
Tenzou si alzò di colpo. ''Ehi, Kakashi! Aspettami!''
Urlò, correndo verso l'amico.


FINE PARTE 3





 

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Capitolo 20
*** Coordinatore jonin? ***


*Credo che fino alla Quarte Guerra non avrete notizie di Obito xD*


Guardò stranito la maschera a terra, per poi alzare lo sguardo sull'orizzonte.
''Ho capito solo ora che continuare così non migliora la tua situazione. Da oggi sei un coordinatore jonin!''-Aveva affermato convinto il Terzo, lanciando in aria la maschera anbu di Kakashi, per poi dileguarsi.
Rimase qualche secondo ancora zitto a guardare la maschera.
Chiuse per poco tempo gli occhi (il necessario per realizzare cosa fosse veramente successo).
Alzò lo sguardo e come un soldatino, fece retromarcia, destinazione:palazzo del'Hokage.
''Ovvio, io sono la persona più adatta per insegnare le arti ninja a dei mocciosi, è logico, infondo ho solo fatto morire tutte le persone a me care..''-Sbuffò tra sè e sè l'ex anbu.
Aprì violentemente la porta della camera dell'Hokage che firmava dei documenti, e si sbalordì di quelal sua improvvisa reazione.
''No.''-Negò Kakashi. Il Terzo lo guardò storto. ''No?''-Chiese stranito Hiruzen.
''Io non sono adatto. Li lascerei morire!''-Replicò scocciato il ragazzo dai capelli argentei.
Il Terzo lo scrutò un attimo, poi fece un lungo respiro. ''Kakashi, se vuoi lasciarti il tuo passato alle spalle, questa è l'unica alternativa.''
''E se non lo volessi lasciare?''-Chiese Kakashi inarcando un sopracciglio.
''Kakashi, non sei più un bambino, proprio perchè non lo sei più, sai che dimenticare è la cosa migliore.''
''Non è facile dimenticare''-Abbassò lo sguardo.
''Lo so.''-Affermò Hiruzen.
''Ma prima o poi si dimentica, e tutti i dolori si dissolvono. Non sei più il ragazzino che pavoneggiava e che penasava a sè stesso. E non sei nemmeno più il ragazzo che viveva ogni giorno nei propri ricordi.''
Kakashi alzò lo sguardo.
''Sei un ninja di valore, e come tale devi favorire la protezione del villaggio, proteggendo le persone a te care.''
''Non sono riuscito a fermare Itachi.''-Affermò il ragazzo, riabbassando lo sguardo.
''E' stata una sua scelta.''-Disse Hiruzen, socchiudendo gli occhi.
''Si dice che se le persone si amano, si devono lasciare andare.''-Affermò Kakashi, ripensando a suo padre, sua madre, Rin, Obito, Minato, Itachi...
''Non quelle che ricambiano quel sentimento.''
''Ma non lo capisce? Non sono riuscito a proteggere una mia compagna di squadra, e ho infranto la promessa più importante che potessi mai fare!''
''Il ninja perfetto è quello che non prova emozioni. Ma non provandone non può amare, stringere amicizie, odiare, essere triste o felice. Il tuo rammarico è normale, ma se ci tieni seriamente alle persone che adesso ti stanno intorno, fai come ti ho detto.''
Il ragazzo rimase qualche attimo a guardare la figura del suo superiore, senza dire una parola.
Annuì debolmente. ''So che non funzionerà.''-Affermò il ragazzo, uscendo dalla stanza, sotto lo sguardo soddisfatto-intenerito del Terzo.
Quel Kakashi gli riservava davvero tante sorprese. Un giorno impassibile, l'altro malinconico, l'altro determinato, l'altro supplichevole, l'altro felice...
Al solito, Kakashi se ne andò dritto dritto al cimitero.
Si fermò davanti ad una lapide.
凛野原
忍者臨時医師、
あなたはいつも私たちの心になります*
 
''Se va a finire come dice il Terzo, ti dimenticherò. Ma, come dice la lapide, è teoricamente impossibile.''
Si abbassò e si sedette a terra. ''Sai, ha deciso che sarò un coordinatore jonin.''-Fece una pausa.
''Non so se è la scelta più giusta, ma ci proverò.''-Fece un'altra pausa.
''Infondo la cosa essenziale è il lavoro di squadra, no?''-Chiese ingenuamente, come se la ragazza fosse lì.
''Oh, che sciocco... Non mi risponderai mai, vero?''-Chiese secco alla lapide.
''Mi fai sentire tremendamente solo, a volte. Vado da Obito.''-Affermò Kakashi, alzandosi e andando verso la lapide dei caduti.
Si sedette lì davanti e fissò per molto tempo quella stramaledettissima scritta.


サスケ*
 

''A quanto pare dimenticherò anche te, amico.''-Affermò rialzandosi dopo neanche dieci secondi.
''Ehilà!''
Una voce assillante da lontando catturrò l'attenzione del copia-ninja, che sbuffò voltandosi.
Un ragazzo dai capelli a scodella si avvicinò a lui con una velocità straordinaria.
''Sentivo che parlavi...con chi?''-Chiese curioso Gai.
Kakashi rivolse lo sguardo alla lapide.
''Ancora parli con loro? Se qualcuno non sa la tua storia, ti prende per pazzo!''
''Non mi importa cosa pensano gli altri di me.''-Affermò Kakashi cominciando a camminare, seguito dal frangetta.
''Notizie?''-Fece Gai dopo qualche minuto di camminata.
''Coordinatore.''-Affermò Kakashi. Gai lo guardò stranito. ''Coordinatore?Coordinatore jonin?!''-Chiese euforico Gai.
''Si...''-Sbuffò Kakashi, stufo dell'euforia dell'amico. ''Allora le mie suppliche sono servite a qualcosa!''-Urlò Gai sorridente, alzando lo sguardo verso il cielo.
''Le tue suppliche?''-Chiese Kakashi inarcando un sopracciglio. ''Ops...''-Mugolò l'altro. Kakashi rimase in silenzio.
''Forse l'Hokage ha ragione, dimenticherò...Allora...''-Anche Kakashi alzò lo sguardo al cielo.
''Grazie.''-Mugolò, riguardando davanti a sè, e riprendendo a camminare.
Gai rimase fermo a fissare il rivale. Era già successo quando Kakashi aveva fatto diciotto anni. Quei ''grazie'' malinconici, ma stranamente sinceri...
''Tu sei strano.''-Affermò Gai. ''Ne sono consapevole.''-Affermò Kakashi, continuando il tragitto verso casa.





*Il primo vuole dire:''Rin Nohara, ninja medico straordinario, ti porteremo sempre nel cuore''. Credo-
*Il secondo vuol dire ''Uchiha.'' Dovrebbe essere Obito Uchiha, ma non me lo traduceva su google translate... -.-"

 



 

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Capitolo 21
*** Campanelli, prove e ricordi ***


Kakashi si recò nel posto in cui lo attendevano tre ragazzini.
Quando arrivò, li guardò per qualche secondo, pensando come interagire con i ragazzi, dopo 10 anni di  quasi totale solitudine.
‘’Allora…’’-Cominciò. ‘’Come vi chiamate?’’-Cercò di mettere insieme qualche parola, era nuovo in questo genere di cose.
‘’Io sono Akira.’’-Affermò un ragazzino, altezzoso.
‘’Io mi chiamo Sean.’’-Rispose più timidamente un quattrocchi.
‘’E invece io sono Rin.’’-Affermò una ragazzina, lasciando spiazzato il ‘’maestro’’.
 ‘’Hai detto Rin?’’-Chiese lui calmo, cercando di mantenere l’ultimo briciolo di dignità rimastogli.
‘’Si, perché?’’-Chiese curiosa quella. ‘’No…niente. La mia ex compagna di squadra si chiamava Rin.’’
‘’Chiamava? E’ morta?’’-Chiese malinconico il quattrocchi.
Kakashi esitò un po’. ‘’Si.’’-Sussurrò.
‘’Sono sempre quelle che si chiamano Rin a finire male’’-Affermò l’altezzoso.
‘’Ehi...’’-Mugolò invece la ragazzina.
Kakashi rimase circa un minuto a guardarli nostalgico mentre litigavano amichevolmente.
‘’Bene. Io sono Kakashi Hatake, un jonin. Adesso vi sottoporrò a un test.’’  ‘’Un test?! Ma l’abbiamo già fatto per diventare ninja!’’-Sbraitò Akira.
‘’Infatti, non ci avevano parlato di altri test!’’-Lo informò Sean.
‘’Appunto questa è una mia esigenza personale.’’-Affermò Kakashi.
I tre ragazzini rimasero in silenzio a guardarlo preoccupati. Il ragazzo, gli mostrò due campanellini. ‘’Li dovete rubare.’’-Annunciò.
‘’Ma se ha appena detto che lei è un jonin…come facciamo?’’-Chiese Rin. ‘’L’importante è provare.’’-Rispose semplicemente il più grande.
‘’Ma uno rimarrà fuori, noi siamo tre, mentre i campanelli sono due!’’-Osservò Sean.
‘’Infatti uno si sacrificherà, se così si può dire.’’-Affermò l’ex anbu.
Ed ecco che il piccolo Akira si scatenò. ‘’Li prenderò io! Vi farò vedere di cosa è  capace un vero ninja! Vi pentirete di  esser finiti nella mia squadra!’’
‘’Teoricamente la squadra è mia, io ne sono il capo.’’-Affermò, giustamente, Kakashi.
‘’Ho affinato un sacco le mie tecniche, riuscirò a battervi!’’-Continuò Akira.
‘’Siete una squadra.’’-Lo riprese Kakashi. ‘’E io ti farò vedere di quello che sono capace! La tecnica del mio clan è super!’’-Ribadì Sean, ignorando anche lui i richiami del maestro. ‘’Ma che dite? Sarò io a farvi vedere di cosa necessita un ninja!’’-Rin, si sbarrò davanti ai due ragazzini.
‘’E io ti farò vedere cosa significa essere un ninja!’’-Akira civettò la voce di Rin.
‘’Ora basta!’’-Urlò Kakashi, lasciando spiazzati i ragazzini.
‘’Voi non siete adatti per essere dei ninja.’’-Affermò convinto il maggiore.
‘’Che cosa?!’’-Urlò Akira. ‘’perché?’’-Chiese Rin, che per poco non scoppiava in lacrime.
‘’Vi manca un elemento fondamentale.’’-Affermò Kakashi, guardandoli tutti e tre.
‘’Cioè?’’-Chiese curioso, ma demoralizzato, Sean. ‘’Lo scoprirete quando tornerete in accademia.’’-Disse Kakashi, dileguandosi.
Mentre tornava a casa, lasciando i tre ragazzini in quella radura da soli, rammentò i vecchi tempi.
‘’Formazione A!’’-Urlò il ragazzino, mentre gli altri tre annuirono.
I tre si lanciarono verso il biondo, che si scansò in tempo, schivando l’attacco. ‘’Di nuovo!’’-Urlò Kakashi.
Minato, ritrovandosi accerchiato dai propri allievi, scomparì in un lampo, usando la tecnica del volo del dio del fulmine, cosa un po’ eccessiva considerando gli ‘’avversari’’ che si ritrovava davanti.

‘’Quella volta li ho sfruttati per poter superare la prova…’’-Rammentò Kakashi, infilando la chiave nella serratura della porta della propria casa.
Entrò e si sedette sul letto, dopo aver chiuso la porta.
Prese un bigliettino, poggiato sulla scrivania davanti al letto.
Ciao, Kakashi. Mia madre mi ha riaccolto a casa, finalmente ha capito che non può buttarmi fuori per un minimo rimprovero del Terzo.Comunque, quest'ultimo ha detto che domani mattina devi essere al campo di pratica per un'altra prova. La squadra sarebbe composta da Sasuke Uchiha, Sakura Haruno e Naruto Uzumaki, spero che non ti portino guai...Tenzou.
''Naruto Uzumaki...''-Ripetè il ninja tra sè e sè. ''Chissà cosa sarà capace di fare, Iruka diceva che è una frana''-Continuò a pensare.
''E' il figlio del maestro Minato, però non riusciva ad usare la tecnica della trasformazione correttamente...''-Pensò. ''Si vedrà domani.''-Affermò ad alta voce, sdragliandosi nel proprio letto.
Non sapeva che l'indomani sarebbe stata una giornata tanto impegnativa...


 

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Capitolo 22
*** Allievi e chiacchere ***


''Siete promossi'' Disse ridacchiando.
I tre ragazzi lo guardavano stupiti, con la mascella che toccava terra.
Ovviamente tranne l'onorevole Sasuke Uchiha, è ovvio.
Naruto fece un sorriso enorme (se così si può definire) e cominciò a urlare, nonostante fosse legato.
Sakura arrossì e spostò lo sguardo a terra sorridendo.
Sasuke sorrise impercettibilmente, guardando terra.

''Allora è andata bene.'' Disse Gai.
Kakashi annuì.
''Credevo che Naruto fosse solo bravo a fare scherzi.'' Disse Kakashi, sorseggiando, in qualche modo, il thè.
''Lo credeva tutto il villaggio. Ma quando ti sei parato davanti a lui urlando contro gli abitanti, tutti si sono spaventati, conoscendo la tua fama.'' Affermò  Asuma, stranamente solo.
Eh si, finalmente lui e Kurenai si erano fidanzati.
Peccato che i momenti da passare solo con gli amici si erano ridottia  meno di zero.
''E' stato anni fa.'' Sbuffò il copia-ninja.
''Una cosa così non si scorda.'' Ridacchiò Tenzou.
''Non ti ci mettere anche tu!'' Lo rimproverò l'ex anbu.
''Dovresti essere felice, no? E' il figlio di Minato, e poi Sasuke è il fratello di Itachi.'' Sorrise Gai, ricevendo in seguito un pugno da Asuma.
''Idiota! Così si deprime!'' Disse un pò troppo forte,
''No, ha ragione.'' Anche Kakashi sorrise, però amaramente.
''Voi quando avrete degli allievi?''
''Per tua informazione tu sei l'ultimo che ha promosso i ragazzi.'' Affermò Asuma, facendo sputare tutto il thè a Kakashi.
''Come l'ultimo?'' Il diretto interessato dai capelli argentei guardò uno dopo l'altro i suoi amici.
''Si...non lo sapevi?''-Chiese scioccato Gai. Kakashi rimase qualche secondo a fissarli stupito.
''O-ovvio...'' Disse riprendendo a bere.
''Bè, io vado a casa, altrimenti Kurenai mi uccide'' Disse Asuma improvvisamente alzandosi.
Gai e Tenzou ridacchiarono. ''Sembrate delle oche.''-Sbuffò Asuma gonfiando le guance, lo faceva sempre, quando era arrabbiato.
E Kurenai lo trovava adorabile quando gonfiava le guance abbronzate, che si imporporavano.
Asuma ghignò e uscì dal locale, sotto gli schiamazzi di Gai e Tenzou, mentre Kakashi rimaneva impassibile. Il suo solito, insomma.
''Come sono i tuoi allievi?''- Chiese improvvisamente Kakashi a Gai.
''Una è esaltata, uno è fissato col destino, e l'altro soffre di manie di inferiorità.''
''Oh, bene'' Disse ironico Kakashi.
''Non poteva andare meglio'' Disse fiero Gai, sotto lo guardo stranito dei due presenti.
''E i tuoi?''
''Negativo, esaltata e allegro, molto allegro.'' Disse serio Kakashi.
''Chi, Sasuke?''- Gai bevve lentamente il thè, aspettando la risposta dell'amico.
''Naruto.''-Lo corresse Kakashi.
''E che motivo ha di essere felice?'' Chiese stranito Gai, rammentando il passato del biondo.
''Che motivo ha Sasuke di essere felice?'' Lo corresse nuovamente, facendolo sentire un idiota.
''Già...'' Disse solamente Tenzou, che fino a quel momento nell'argomento allievi era stato in silenzio.
Come biasimarlo, lui allievi non ne poteva avere. Era un anbu. A vita, probabilmente. Sospirò solo a quel pensiero, e questo incuriosì gli altri due.
''Che c'è?'' Chiese innocentemente Gai.
''Bè, io fra tutti noi sono l'unico a non avere allievi, poichè sono un anbu'' Sbuffò tristemente il ragazzo.
''Sarebbe bello poter avere contatti con le nuove generazioni'' Continuò Tenzou.
Kakashi sorrise. ''Vedrai che un giorno sarai anche tu un maestro.'' Disse poggiando la mano sulla spalla dell'amico.
'Lo spero!" Ridacchiò il più giovane.

 

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Capitolo 23
*** Epilogo~Migliore amico ***


Note Autrice: Allooora, finalmente l'ultimo capitolo di sta maledetta long. Ok, non l'ho fatta finire del migliore dei modi. Comunque, mi scuso in anticipo per gli errori, ma scrivo con il telefono e con il t9...Alla prossima ^^ Naru-chan.



"Nonostante sia passato così tanto tempo, sono rimasto sempre un ritardatario, vero?"
Kakashi rimase fermo sul proprio posto sudando freddo.
"Per colpa mia il mondo sta per morire, e io sono arrivato in ritardo." La figura precedentemente mascherata si voltò verso il copia-ninja sorridendo tristemente.
"Mi dispiace di averti causato così tanti problemi, Kakashemo." Sorrise malinconico Obito, mentre il suo corpo cominciava lentamente a emanare una strana luce.
"Sei diventato un maestro fantastico e tu e tutti i tuoi compagni non meritate questo." Continuò l'Uchiha, guardando il campo devastato dalla guerra.
Kakashi rimase in silenzio trattenendo inconsapevolmente il fiato.
"Il Maestro Minato è morto per colpa mia. Ora lo sai."
L'Hatake abbassò lo sguardo, tentando di non incontrare quello dell'ex compagno, che a sua volta guardò il terreno.
"Prima che sia troppo tardi, devo parlarti di alcune cose."
Il copia-ninja sospirò pesantemente, puntando gli occhi in quelli dell'amico, che osservò attento il campo seminato di cadaveri.
"È stato Madara Uchiha a salvarmi quella volta, l'avrai capito." Cominciò Obito, riferndosi alla missione nel paese della Roccia e ricevendo risposta affermativa da Kakashi.
"All'inizio non potevo muovermi. Aveva ricostruito la metà del mio corpo con le cellule di Hashirama, rendendolo artificiale. Quando fui in grado di uscire, mi diressi immediatamente da te e Rin perché Zetsu mi aveva detto che eravate in pericolo. So che Rin non è stata uccisa da te. L'ho sempre saputo. Ma, nonostante tutto, non riuscivo a perdonarti."
Obito fece una pausa, mordendosi il labbro e ricacciando le lacrime amare che tentavano di solcare il volto.
"Quindi, dopo che Madara mi parlò del suo piano, credevo che sarebbe stata una buona idea. Infondo volevo stare con voi, volevo illudermi che tutto ciò che era successo fosse stato frutto della mia immaginazione. Così, attaccai Konoha, uccidendo il Maestro e sua moglie. Però non era il mio piano."
Kakashi sospirò, ricordando quel giorno. Era stato orribile. Da quel momento aveva totalmente finito le lacrima da versare.
"Così, la mia rabbia divenne sempre più forte. Non riuscivo ad immaginare un mondo senza di voi. E poi, Alba, Nagato e il secondo attacco a Konoha, la morte di Asuma, e la Guerra, è tutta colpa mia. Volevo che il mondo sparisse."
Obito sorrise tristemente con lo sguardo basso, per poi rivolgerlo a Kakashi.
"Sai, se tu, Naruto e il Maestro Minato non mi aveste fatto combiare, anche se di così poco, adesso starei ancora blaterando del nuovo mondo." Sorrise e si voltò completamente verso gli altri presenti.
"Scusate, sul serio, e Kakashi..." La luce provenienti dal suo corpo divenne sempre più luminosa, portandolo lentamente come a sgretolarsi.
"...Anche se non l'ho mai voluto ammettere, sei sempre stato il mio migliore amico..."
Il ninja dai capelli argentati sentì qualcosa spezzarsi all'altezza del cuore, ma ignorò quella sensazione per poter ascoltare le parole dell'amico.
"...Davvero...Grazie..."
Sorrise a trentadue denti come era solito fare da ragazzino, spezzando definitivamente il cuore a Kakashi per i ricordi dolorosi che erano riaffiorati.
"Anche tu sei sempre stato il mio migliore amico." Rispose, osservando il corpo di Obito sparire.
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"Obito! Sei in ritardo! Lo sai da quant'è che aspetto?!"
Una voce melodiosa risuonò in un posto che Obito non seppe immediatamente descrivere, ma al suono di quella voce sentì il cuore più leggero.
"Già, sono sempre lo stesso. Scusa il ritardo...Rin" Obito sorrise nuovamente, più felice di come non era mai stato.
"Hai raccomandato a Kakashi si non raggiungergi presto? Certo, lo voglio vedere, ma è giovane!" Sbuffò la ragazzina, gonfiando le guance in maniera bambinesca.
"Certo."
"Mi devi raccontare tutto quello che è successo in questi anni!" Esclamò ad un certo punto Rin, curiosa.
"Certo!" Rise.

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