Le note del cambiamento

di Anita_00
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Incontro ***
Capitolo 2: *** 2. Non credo ai miei occhi ***
Capitolo 3: *** 3. Invito inatteso ***
Capitolo 4: *** 4. Primo appuntamento ***
Capitolo 5: *** 5. Ritorna sui tuoi passi ***
Capitolo 6: *** 6. Lara ***
Capitolo 7: *** 7. Nuovo inizio ***
Capitolo 8: *** 8. Tra le tue braccia ***
Capitolo 9: *** 9. Nuovo gruppo ***
Capitolo 10: *** 10. Doccia fredda ***
Capitolo 11: *** 11. Dichiarazione shock ***
Capitolo 12: *** 12. Quotidianità ***
Capitolo 13: *** 13. Trasferta ***
Capitolo 14: *** 14. Lasciami ***
Capitolo 15: *** 15. Stato confusionale ***
Capitolo 16: *** 16. Dimentichiamo ***
Capitolo 17: *** 17. Sorpresa ***



Capitolo 1
*** 1. Incontro ***


Sono alla stazione ad aspettare il treno che mi porterà a Bologna. Siamo agli inizi di Settembre ed è freddo, l'inverno sta arrivando. L'estate è passata velocemente ed ora la routine ricomincia, ma quest'anno sarà diverso. Lascerò il mio paese per frequentare un corso di Letteratura e spero di entrare alla facoltà di Bologna così potrò stare con Giulia. Ci conosciamo fin dalle elementari. Siamo molto unite, come sorelle. Non c'è persona che mi conosce di più al mondo.
 

Il suono della campanella annuncia l'arrivo del treno al binario 1. Mi avvicino alla linea gialla. Quando le porte si aprono salgo e cerco un posto nel vagone senza aria condizionata, è già freddo così. Il vagone è quasi vuoto. C'è una signora anziana con folti capelli bianchi che sta sonnecchiando, un ragazzo che ascolta della musica dall'iPod e un signore sulla quarantina in giacca e cravatta che legge il giornale. Mi siedo vicino al finestrino e guardo fuori mentre il treno riparte.
 

Dopo due ore scendo alla stazione centrale di Bologna. Sono le dieci di mattina e sono circondata da persone che corrono freneticamente da una parte all'altra. Mi dirigo verso il primo bar che vedo.
<< Buongiorno! >> esclama il cameriere con un gran sorriso appena entro nel locale.
<< Buongiorno. Un caffè macchiato, grazie >> Mentre aspetto di essere servita, il telefono squilla. E' Giulia.
<< Pronto Giulia >>
<< Tesoro! Sei arrivata? >> chiede euforica.
<< Proprio ora. Sono al bar a prendere un caffè >>
<< Ti raggiungo subito >> mi interrompe.
<< Va bene, perfetto >>
<< A tra poco, ciao ciao >>
<< Ciao ciao >> dico chiudendo la telefonata. Nel frattempo il cameriere viene verso di me con il mio caffè.
<< Sei appena arrivata o stai partendo? >> mi chiede.
<< Arrivata >> rispondo sperando di troncare la conversazione. Non sono particolarmente affine a questo tipo di approccio, anzi, non lo gradisco proprio. Prendo una bustina di zucchero di canna e verso il contenuto nella tazzina.
<< E dove sei diretta? >> chiede insolente. Un po' scocciata lo guardo e indicando gli altri clienti << Stanno aspettando >> dico.
Lui scatta all'indietro come se avesse ricevuto uno schiaffo e zitto zitto se ne va. Mi volto dando le spalle al bancone e mentre bevo il caffè mi accorgo che un ragazzo dietro di me mi sta osservando con un ghigno divertito. Avrà assistito alla scena di poco fa. Poso la tazzina e mi dirigo alla cassa.

 

Uscendo dalle porte scorrevoli della stazione vedo Giulia venirmi incontro. E' bella e radiosa come al solito con quel suo fascino un po' dark. E' alta, slanciata e molto magra anche se mangia per due persone. Ha un caschetto nero con delle sfumature violacee e due grandi occhi scuri. Mentre attraversa la strada mi vede e il suo viso si illumina con un gran sorriso.
<< Liaaa! >> urla abbracciandomi.

 

Giulia apre il portone di casa e mi fa cenno di entrare. Davanti a me c'è un lungo corridoio e sulla destra c'è una porta ad arco da cui proviene molta luce. Giulia mi sorpassa ed entra nella stanza ed io la seguo.
<< Buongiorno coinquilini! Vi presento Livia >> dice indicandomi. Con un sorriso e un cenno di mano saluto a mia volta. Un ragazzo moro, alto e molto carino che sta fumando sul balcone spegne la Marlboro e viene verso di me. 
<
< Piacere Francesco >>
<
< Livia >> dico arrossendo. La ragazza che era seduta al tavolo a fingere si studiare, sentendosi presa in causa, si alza e a sua volta si presenta.
<< Piacere Veronica >>
<< Livia >>
<< Bene! Noi andiamo in camera così si sistema >> annuncia Giulia mentre lascia un bicchiere d'acqua nel lavandino. La camera di Giulia è molto grande, si trova in fondo al corridoio, proprio vicino al bagno. Ha un letto matrimoniale, un armadio, una scrivania e perfino un balconcino. 
<< Allora? Che mi racconti? >> chiede buttandosi sul letto.
<< C'è poco da dire, sono stata rinchiusa in casa da quando sei partita. Ho studiato per il test d'ingresso >> dico aprendo la valigia. << Tu piuttosto? Che mi dici di Stefano? >>
<< Bah... con Stefano è un capitolo chiuso. Ora si ricomincia! Nuova vita! >>
Le lancio una maglia sul viso e ridiamo insieme. Quanto mi è mancata.

 

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Capitolo 2
*** 2. Non credo ai miei occhi ***


Dopo pranzo decido di andare a ripassare qualcosa in biblioteca mentre Giulia è ad un seminario. Arrivo in centro e non trovo molta gente. Vedo l'insegna Starbucks e opto per un lungo caffè forte per iniziare al meglio. All'uscita mi incrocio con un ragazzo, ha un'aria familiare ma subito non lo riconosco. Mi sorride e io ricambio con un sorriso di circostanza e mi allontano. In biblioteca cerco un posto abbastanza appartato. E' una struttura bellissima ed è piena di studenti. Mi siedo, bevo un sorso di caffè, apro il libro e inizio a studiare. Dieci minuti dopo sento che qualcuno si siede di fronte a me, alzo lo sguardo e rimango meravigliata: è il ragazzo di poco fa.
<< Ciao! Ti disturbo? >> mi chiede sorridendo. Mi accorgo che i ragazzi intorno ci guardano infastiditi.
<< Shhhh >> dico facendogli segno di non parlare. Si guarda intorno divertito e si sporge verso di me. Lo guardo perplessa mentre prende una penna dal mio astuccio con un foglio e lo vedo scrivere qualcosa. Mi sporgo un po' per leggere ma non riesco a vedere nulla. Mi ripassa il foglio e se ne va facendomi l'occhiolino.
eggo “Piacere sono Matteo. Ci siamo visti stamattina. Troppi caffè ti fanno male! 335 4116215 questo è il mio numero, se ti va chiamami”. Ci siamo visti? Effettivamente ha qualcosa di familiare ma.... ma certo, il ragazzo del bar che ha assistito alla mia pessima performance con il cameriere; però non avevo notato fosse così carino. Due occhi verdi penetranti, carnagione mediterranea, un sorriso stupendo. Comunque non lo chiamerò mai. Verso le sette di sera torno a casa e trovo tutti in cucina.
<< Ciao! >> saluto tutti e mi siedo al tavolo.
<< Stavamo decidendo cosa fare >> spiega Giulia << pensavamo di mangiare qualcosa veloce e poi andiamo a fare un giro per locali >>.
<< Perfetto, allora mi vado a cambiare >> dico alzandomi. Dopo aver fatto una doccia mi sento rigenerata. Spalmo un po' di crema sul corpo, asciugo i capelli e cerco qualcosa da mettermi. Decido per un pantalone nero strappato, camicia floreale, giacca di pelle e tronchetti con tacco vertiginoso. Quando Giulia entra in camera trova il foglietto di Matteo sopra al letto << e questo? >> chiede stupefatta.
<< Me lo ha dato un tizio che ho incontrato in biblioteca >>
<< Dice che vi siete già visti >> ribatte Giulia intenta a non far cadere il discorso.
<< Si, al bar della stazione ma lascia stare, me ne ero già dimenticata >> Basita rimette il foglio sul letto scuotendo la testa.
<< Non ho parole >> sussurra << Almeno, ti prego, dimmi che era brutto >> dice scherzando.
<< Ti devo deludere >> rispondo facendola innervosire.


Le strade brulicano di ragazzi. E' una bella serata e sono tutti in piazza con gli amici. Dai locali proviene un po' di musica e la luna illumina la città. Entriamo in uno dei tanti bar e penso sia il locale dove si ritrovano spesso Giulia e i suoi amici perchè sembrano conoscere parecchia gente. Arriviamo lentamente al bancone facendoci strada tra la folla. Il cameriere, quando si accorge di Giulia, viene subito a servirci.
<< Hey Giù Giù! >> le dice spettinandola con fare affettuoso.
<< Ciao Tommi >> risponde lei ricomponendosi.
<< Cosa posso servirvi? >> domanda lui guardando anche il resto del gruppo.
<< Un vodka lemon >> intervengo. << Due >> aggiunge Giulia e così anche gli altri ordinano un drink. Una volta serviti usciamo nella piazza e Giulia mi racconta di Tommaso, di come si sono conosciuti, sottolineando sempre che sono solo amici, niente di più. Verso l'una di notte la piazza inizia a svuotarsi poiché i ragazzi entrano nei vari locali, discoteche e centri sociali per proseguire la serata. Noi decidiamo di andare alla Gazza.
<< Lia è un posto fantastico, cioè, il posto non è un gran che ma le serate sono fighissime >> dice Veronica per convincermi ad andare con loro. Devo dire che dopo un paio di drink diventa più simpatica.
<< Non caricarla troppo Vero, a lei il rap non fa impazzire >> interviene Giulia.
<< Stasera è diverso, c'è MetClash!! >> ribatte Veronica quasi urlando per l'emozione. Io non so nemmeno di cosa sta parlando.
<< MetClash? >> domando per avere ulteriori spiegazioni, così Giulia mi prende sotto braccio mentre ci avviamo verso La Garza e inizia a parlarmi di questo tizio.
<< Vedi Lia, da ignorante del rap, devi sapere che MerClash è uno degli Mc più popolari al momento, puoi paragonarlo a Madonna nel pop ecco >> dice in modo scherzoso.
<< Oh! Adesso è tutto chiaro >> rido e voltandomi verso Veronica la incito ancora di più innalzando un coro << MetClash! MetClash! >>.


Entriamo nel locale ed è affollatissimo. Dentro quasi non si respira. Mi tolgo la giacca e la infilo nello zaino di pelle. Il locale è molto buio, ci sono dei led blu che ruotano sopra la sala ma solo il palco emette una forte luce dove c'è un dj che suona un po' di musica commerciale accompagnato da una ragazza che balla in modo indecente, nemmeno fossimo in un night club.
<< Andiamo a prendere qualcosa da bere! Il bar è laggiù >> urla Giulia per farsi sentire.
<< Ti raggiungo subito ma prima vado in bagno, l'ho visto vicino all'entrata >>
<< Va bene, ti aspetto al bar allora >> Ritorno verso l'entrata e non ho difficoltà ad orientarmi così trovo subito il bagno. Quando esco trovo un ragazzo davanti alla porta. Faccio per passare ma vengo bloccata. Di scatto mi volto e di nuovo trovo quel sorriso, ormai non ho più dubbi e lo riconosco subito.
<< Mi stai seguendo per caso? >> domando ritirando il braccio dalla sua presa. Lui si mette a ridere e alza le mani in segno di difesa.
<< Ti giuro che è pura casualità >> << Lo spero >> dico divertita. << Non mi hai chiamato >> dice lui spiazzandomi, non mi aspettavo un simile attacco.
<< Non sono abituata a chiamare gli sconosciuti >> ribatto. Lui ride di nuovo e mi porge la mano << Piacere Matteo >>. Lo guardo e cercando di vedere bene il suo viso in quell'atmosfera così tetra << Livia >> dico stringendogli la mano.
<< Ora non sono più uno sconosciuto >> dice allargando le braccia come a chiarirmi una cosa così ovvia, intento a mostrarmi una sua piccola vittoria. Scuoto la testa. << Sapevo lo avresti detto, sei prevedibile >> Subito sembra rimanerci male poi, di nuovo sfrontato, si avvicina al mio orecchio e sussurra << Mi chiamerai >> e se ne va. Non faccio in tempo a ribattere, si è dileguato in fretta. Che ragazzo presuntuoso e arrogante, chi si crede di essere. Torno da Giulia che mi sta aspettando al bar impaziente.
<< Pensavo ti fossi persa! >> esclama.
<< C'era un po' di fila >> mento per non dover spiegare quello che è appena accaduto perchè non voglio ascoltare Giulia che cerca di convincermi a chiamare quel tipo. << Tieni ti ho preso un vodka lemon >> dice passandomi il drink. Intanto dalla folla esce Veronica tutta accaldata e agitata.
<< Ragazze! Sta per iniziare! Muovetevi >> dice tirandoci nel mezzo con lei. Pochi minuti dopo sul palco si spengono le luci e tutti iniziano ad urlare. Sento Giulia che mi si avvicina ed urla << Ora vedrai che figo da paura è MetClash! >>. Si accendono le luci e << Buonasera Bologna!! >>.
Oh mio Dio! Di nuovo lui!

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Capitolo 3
*** 3. Invito inatteso ***


Rimango di pietra mentre lo guardo muoversi sul palco. E' sicuro, spiritoso e dannatamente affascinante. Indossa un pantalone verde militare e una camicia di jeans con le maniche tirate su che lasciano vedere alcuni tatuaggi, ma sono troppo distante per distinguerli bene uno ad uno. Inizia a rappare e qualche testo mi sembra di averlo sentito in radio; anche se il genere non mi piace molto, devo ammettere che non è poi così male. Non so per quanto rimango così, immobile, a guardarlo.
<< Chiudi la bocca, stai sbavando >> dice scherzosamente Giulia alludendo a Matteo. Le do una spinta amichevole ma non oso svelarle il mio piccolo segreto. Se solo sapesse che il Matteo del foglietto in realtà è MetClash, sarei una donna morta. Continuiamo ad ascoltarlo per circa due ore, la folla è in delirio, soprattutto le ragazze. Alcune sono veramente ridicole. Anche la ragazza che accompagnava il dj è salita sul palco ed ora simula una lap dance usando Matteo come palo, che volgarità. Dà la nausea. Quando il concerto finisce, il locale si svuota in fretta. Veronica non ne vuole sapere di andare via e Francesco è scomparso con alcuni amici così decidiamo di rimanere ancora un po'. Mi guardo in giro e vedo Matteo nel privée che sta guardando nella mia direzione con quel ghigno arrogante da spaccone sul viso. Alzo gli occhi al cielo e mi volto dall'altra parte.
<< Allora ti è piaciuto? >> mi domanda Veronica.
<< Non è male >> dico alzando le spalle << credo di averlo sentito in radio >>
<< Molto probabile >> commenta lei. Improvvisamente non vedo più Giulia.
<< Ma Giulia dov'è? >> chiedo confusa, era seduta accanto a me fino a due secondi fa.
<< Sta parlando con una compagna dell'università >> risponde Veronica indicando verso il bagno. Poco dopo anche lei si alza per parlare con un ragazzo e così rimango sola al bancone del bar. Sono stanca e non ho per niente voglia di raggiungere né Giulia né Veronica.
<< Scusa >> dico ad alta voce per chiamare il cameriere << una bottiglietta d'acqua naturale >>. Il ragazzo mi sorride e mi serve subito << Grazie >>. Bevo un lungo sorso, avevo una gran sete. Nel frattempo non avevo fatto caso ad un ragazzo che si era avvicinato, è seduto accanto a me e mi guarda in modo insistente. Lo ignoro, non ho proprio voglia di ascoltarlo ma, come al solito, non sono molto fortunata.
<< Ciao >> dice richiamando la mia attenzione. Mi volto facendogli un mezzo sorriso sperando di fargli cogliere la mia riluttanza per una conversazione indesiderata.
<< Sei sola? >> domanda.
<< No >> rispondo guardandolo a malapena. Purtroppo dalle mie esperienze ho capito che i ragazzi non sono molto svegli nel capire quando non hanno corda.
<< Piacere Mirco >> dice allungandomi la mano. Non posso continuare ad essere così antipatica, alla fine si sta solo presentando, perciò decido di presentarmi e poi cercare un modo per troncare gentilmente la conversazione << Livia >>. Non ho bisogno di inventare nulla perchè improvvisamente davanti a me compare Matteo.
<< Posso portarla via un attimo? >> chiede rivolto al ragazzo. Lui subito in riverenza risponde << Certo Met! Fai pure >> e si dilegua in meno di un secondo. Lo guardo scuotendo la testa.
<< Inizio seriamente a preoccuparmi >>. Mi guarda con un'espressione interrogativa.
<< Da quando ci siamo incontrati questa mattina continui ad apparire, così, dal nulla >> spiego.
<< Volevi continuare a parlare con quel tizio? Ho interrotto qualcosa? >> dice sulla difensiva.
<< No no, anzi >>
<< Perchè mi era sembrato che ti stesse dando un po' fastidio >> continua giustificandosi.
<< Si, infatti >>
<< Allora non capisco, perchè non puoi semplicemente ringraziarmi come farebbe qualsiasi altra ragazza? >> chiede attonito. A questo punto capisco che forse ho un po' esagerato, non volevo offenderlo, ho solo fatto una constatazione. Inoltre, non sono abituata a dare confidenza così in fretta.
<< Ok, tregua. Hai ragione, grazie >> dico accennando un sorriso sperando di aver in parte rimediato. Ed è così. Si addolcisce subito, visibilmente più rilassato e si siede accanto a me.
<< Allora ti è piaciuto? >> dice indicando il palco.
<< Ti devo deludere, non sono una tua fan... del genere in generale. Però si, mi è piaciuto >>
<< Sei sempre così diretta eh? >> scherza. Sbuffo alzando gli occhi al cielo.
<< Non ti sarai offeso? Ti ho fatto un complimento >>. Mi guarda, ride e alza le mani.
<< Liaaa! >> sento la voce di Giulia urlare il mio nome, mi volto e la vedo vicino all'entrata che mi fa cenno di raggiungerla.
<< Devo andare >> dico alzandomi e raccogliendo le mie cose.
<< Buonanotte Livia >> dice sorridendo.
<< Buonanotte >>.

 

Mi sveglio accecata dalla luce del giorno. Ieri notte abbiamo dimenticato di chiudere le persiane. Guardo accanto a me Giulia che dorme profondamente, chissà come reagirà quando gli racconterò di Matteo. Rido tra me e me e ripenso alla giornata appena passata. E' stata lunga ed intensa, come primo giorno non male direi. Mi alzo lentamente per non svegliarla e vado in cucina. La casa è silenziosa, dormono tutti. Preparo la caffettiera e apro la porta del balcone per far entrare un po' di aria fresca. Vado in bagno e quando esco incontro Giulia.
<< Buongiorno >> dico salutandola con una bacio sulla guancia.
<< Buongiorno, sei di buon umore. Cosa è successo? >> domanda stiracchiandosi.
<< Prima vieni a bere un po' di caffè >> dico trascinandola in cucina. Prendo due bicchieri, verso il caffè, un goccio di latte e porto la zuccheriera al tavolo. Mi siedo davanti a Giulia e << Allora... >> inizio a raccontare tutto. Al nome MetClash rischia di strozzarsi e mi guarda sgranando gli occhi. Continuo senza fermarmi fino alla fine e poi, silenzio.
<< Sono senza parole Lia >> dice esterrefatta << cioè... >>. Rimango in silenzio aspettando qualcosa di più di una Giulia ammutolita.
<< Spero proprio che ora ti convincerai a chiamarlo >> commenta come se fosse scontato.
<< Be, aspetta. Io non ho intenzione di chiamarlo.. >> non riesco a finire la frase che Giulia mi tira un pacchetto di fazzoletti.
<< Liaa! Sai quante ragazze vorrebbero essere al tuo posto? >> dice quasi urlando.
<< Ok, ma al mio posto ci sono io e tu mi conosci, sai che non chiamerei mai un ragazzo che conosco da un giorno >>
<< Dai Lia! Questa volta è diverso! Per una volta, una sola volta, mi vuoi dare ascolto? >> dice implorandomi.
<< Sono arrivata solo ieri, Martedì ho l'esame e non voglio pensare ad altro, quel che sarà sarà >>
<< E' più di un anno che monti delle scuse e alla fine non sei mai uscita con nessuno da quando ti sei lasciata con Filippo >> ribatte Giulia alzandosi per lavare i bicchieri. Con mio grande sollievo la discussione termina quando nella stanza compare Francesco.
<< Che mal di testa ragazze >> annuncia.

 

<< Giulia sei pronta? >> urlo fuori dalla porta del bagno.
<< Cinque minuti >>. Torno in camera e mi guardo allo specchio. Indosso un tubino rosso con un paio di stivaletti neri fino alle caviglie e la giacca in pelle. Spazzolo i lunghi capelli castano chiaro. Metto un po' di cipria, ripasso il contorno occhi con la matita nera e dipingo le labbra con un rossetto scuro.
<< Fatto! >> urla Giulia dalla porta della camera facendomi saltare.
<< Andiamo ragazze >> ci richiama Francesco e usciamo tutti insieme per andare a prendere un aperitivo in piazza. E' sabato pomeriggio e il centro è stracolmo di persone che vanno per negozi, chi passeggia, chi è al bar e anche qualche turista. Entriamo nel solito locale e ordiniamo quattro spritz. Al tavolo iniziano a commentare la serata di ieri estasiati dalla performance di MetClash mentre io sono assorta nei miei pensieri, Ci raggiungono altri amici che, da come parlano, credo siano i vicini di casa.
<< Lia ti presento Gioia, Federica, Carlo e Giampiero >> dice Giulia. << Piacere Livia >>. Si siedono con noi e proseguono i loro discorsi. Io continuo ad estraniarmi ma stavolta vengo distratta da un po' di confusione che si è creata davanti al locale. Dopo qualche istante vedo Matteo sulla porta del bar che sta parlando con un tizio. Non è possibile. E' una persecuzione. Mentre lo osservo, punta i suoi occhi su di me e un sorriso gli aleggia sul viso. Con il bicchiere in mano lo sollevo un po' in segno di saluto e lui risponde con un cenno del capo prima di essere trascinato via dai suoi amici.
<< Hey sei con noi? >> mi riprende Giulia sventolandomi una mano davanti al viso.
<< Certamente >> sorrido.

 

Quella sera decidono di andare nuovamente alla Garza. Non sono particolarmente entusiasta perchè non vorrei incontrarlo nuovamente e fargli credere che stavolta sono io a seguirlo. Già è abbastanza presuntuoso così, non ha bisogno di incentivi. L'atmosfera è la stessa di ieri ma il locale è meno affollato. Ci sediamo al tavolo e ordiniamo qualcosa da bere.
<< Lia per te vodka lemon? >> mi chiede Francesco che è intento a dare le ordinazioni al cameriere.
<< No, stasera vado più leggera. Una birra bionda, grazie >> Mi guardo intorno per vedere se Matteo si trova qui ma non lo vedo, meglio così. Non si farà illusioni. Quando il cameriere arriva con i drink, i ragazzi innalzano ii bicchieri.
<< All'arrivo di Lia! >> Arrossisco e bevo un sorso di birra.
<< Livia ti posso parlare? >> una voce maschile mi prende di sorpresa. Mi volto e trovo di nuovo lui. Mi alzo e ci allontaniamo dagli sguardi indiscreti dei miei nuovi amici che nel frattempo staranno tempestando Giulia di domande.
<< Dimmi, è successo qualcosa? >> aveva un tono di voce strano perciò la domanda è uscita spontanea.
<< No no >> mi rassicura con il suo bel sorriso << volevo solo chiederti se domani sera sei libera >>. Panico. Non mi aspettavo una simile svolta. Questo ragazzo è sorprendente. Ci siamo incontrati per la prima volta ieri mattina ma mi ha già stravolto la permanenza a Bologna. Non posso rifiutare l'invito ma sono un po' titubante. C'è qualcosa in lui che mi attira ma allo stesso tempo mi respinge.
<< Si, sono libera >> rispondo.
<< Allora ti andrebbe di venire a cena con me? >> lo chiede in un modo molto dolce, quasi come se non ci credesse nemmeno lui.
<< A cena >> ripeto << Va bene >>. Risponde con un gran sorriso, molto più rilassato. Questo ragazzo è molto strano. Sfacciato, arrogante, presuntuoso e poi si agita per un invito a cena. Forse è proprio questo il lato che mi attrae.
<< Ti passo a prendere verso le otto va bene? >> domanda.
<< Si ma non sai dove abito >> ribatto ironica.
<< Oh già! >> dice toccandosi i capelli, l'ho messo in imbarazzo.
<< La via parallela alla strada maggiore, via dei Lumi 3 >> dico con un sorriso per sciogliere l'atmosfera un po' tesa.
<< Perfetto. Ora salgo nel privée che festeggiamo un mio amico. A domani >> e si dilegua. Rimango li a guardarlo mentre se ne va con mille domande che mi ronzano in testa e che dovranno aspettare per ricevere risposta. Torno al tavolo e come mi siedo scende il silenzio. Prendo un lungo sorso di birra.
<< Allora? Cosa voleva? >> sbotta Giulia in trepidazione.
<< Mi ha invitata a cena, domani sera >>
<< Uhhhh! >> trattiene a stento un grido e mi abbraccia emozionata, poi, d'un tratto mi guarda e torna seria << Gli hai detto di si vero? >>. Scoppio a ridere e faccio segno di si con la testa e torna di nuovo a ridere. Dopo un'ora di domande di Veronica e le altre ragazze su come, dove e quando l'ho incontrato, sgattaiolo al bagno al riparo dai pettegolezzi. Quando mi sento pronta esco e lancio un'occhiata fugace al privée. Vedo quattro, cinque ragazzi circondati da una decina di ragazze vestite, o meglio, svestire in maniera quasi indecente. Il cameriere ha portato torta, bollicine e sparkler. Matteo è seduto sul divano con una ragazza che gli accarezza i capelli in modo piuttosto provocante e un moto di gelosia mi attraversa. Torno al tavolo ma non smetto di pensare a ciò che ho appena visto. E' proprio questo che mi preoccupa di più di lui. Matteo non è un ragazzo qualsiasi, ha una certa fama e si sa come sono quegli ambienti e io non voglio finite per prendermi una cotta per uno che magari la settimana prossima non sa più nemmeno come mi chiamo. Allo stesso tempo non posso lasciare che dei pregiudizi mi limitino nella conoscenza ma, soprattutto dopo quello che ho visto, a conferma dei miei timori, andrò molto cauta. Non mi farò ingannare facilmente.

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Capitolo 4
*** 4. Primo appuntamento ***


Esco da una lunga doccia calda. Spalmo della crema sul corpo e asciugo i capelli domandoli con la spazzola. Indosso un jeans a vita alta, una blusa a righe bianca e nera e un paio di tronchetti. Correggo le occhiaie con il correttore, un po' di cipria, eyeliner e matita nera per il contorno occhi e un filo di rossetto. Mancano dieci minuti alle otto. Vado in cucina dove ci sono Giulia e Veronica.
<< Wow >> esclama Giulia << Lo stendi stasera >> scherza.
<< Giulia non cominciamo eh >> l'avverto << sai bene che è solo una cena >> sottolineo. Lei sbuffa e sotto voce mugugna qualcosa. Mi affaccio dal balcone e alle otto in punto una wrangler nera arriva sotto casa e parcheggia. Emozionata, lo devo ammettere, rientro. Prendo giacca e pochette, saluto tutti e con il << Mi raccomando! >> di Giulia, lo raggiungo.
<< Sera! >> saluto salendo in macchina.
<< Ciao! >> risponde lui sorridente. Indossa una camicia celeste con una fantasia particolare, giacca nera e un paio di jeans. A suo modo è elegante e originale, ha stile il ragazzo.
<< Dove andiamo? >> chiedo per sciogliere il ghiaccio. In fin dei conti non siamo mai stati insieme, i nostri incontri/scontri sono stati intensi ma veloci.
<< Ho prenotato in un posto particolare >> dice rimanendo misterioso ma gli si legge in viso che è emozionato.
<< Cavallette fritte? >> scherzo. Scoppia a ridere << No, per questa volta mi sono mantenuto sul tradizionale >> e mi guarda in un modo particolare che toglie il fiato. Dopo pochi minuti arriviamo a destinazione. Mi guardo intorno ma non vedo nessun ristorante. Scendo dall'auto e Matteo mi viene incontro.
<< Vieni >> dice facendomi strada verso l'entrata di un giardino. Vedendomi un po' riluttante torna indietro.
<< Che c'è? Non ti fidi? >> ride << Dai vieni! >>. Così mi lascio convincere a seguirlo. Entriamo in questo giardino illuminato da qualche lampione ed in fondo intravedo un locale. Ad una ventina di metri riesco a distinguere la struttura e rimango meravigliata. Nel mezzo di giardino è posizionato un tram ristrutturato come fosse il vagone ristorante del Pechino Express. Mi fermo a contemplare questa meraviglia. E' romanticissimo.
<< Ti piace? >> chiede lui. Lo guardo estasiata con un sorriso a trentadue denti e faccio cenno di si.
<< E' meraviglioso >> aggiungo.
<< Vieni, andiamo dentro >>.

 

Ci sediamo in fondo al vagone dove l'atmosfera è ancora più riservata. Ci sono poche persone a bordo e non smetto di guardarmi intorno per contemplare il posto. Sono veramente sbalordita. Dopo che il cameriere ha preso le nostre ordinazioni, rivolgo le mie attenzioni a Matteo.
<< Allora, come mai questo invito? >> domando mentre prendo un sorso di vino bianco.
<< Avevo voglia di passare del tempo insieme, per conoscerci >>
<< Bene, allora dimmi, MetClash? >> chiedo alludendo alla sua vita da rapper e a come è iniziato tutto. Sono curiosa. Lo vedo mettersi a suo agio e inizia a parlare, aprendosi.
<< Sai, sono nato nella periferia di Milano. Ho vissuto solo con mia madre e l'ho fatta dannare >> ride scuotendo la testa << ero un bambino non semplice da gestire. Poi un giorno mi sono imbattuto in dei ragazzi che facevano cose strane per strada, li vedevo tutti carichi che parlavano a raffica. Per me erano filastrocche velocizzate >> ride di nuovo mentre lo ascolto assorta. Mi piace guardarlo mentre si racconta, è molto più simile a me ora.
<< Così ho iniziato a farlo anche io e crescendo ho continuato a seguire e penetrare meglio nel mondo underground fino a che è stato il boom di youtube, poi cosa porta cosa e con tanto duro lavoro e tanta fortuna, ho fatto carriera. Ma c'è ancora tanto da fare >>.
<< Praticamente ti sei fatto da solo >> concludo << Complimenti >> dico alzando il calice del vino.
<< Diciamo che ho saltato una buona parte di intercessioni da parte dei talent scout >> aggiunge. Non è un tipo che si da le arie, cerca di sminuirsi quasi.
<< Tu invece che mi dici? >> chiede guardandomi curioso.
<< Che ti dico... >> alzo le spalle << vengo da un paese vicino Verona, sono scesa a Bologna perchè dopo domani ho il test d'ingresso per un corso alla Facoltà di Letteratura e spero da morire che mi prenderanno >> dico incrociando le dita strappandogli un altro sorriso.
<< Scusa se te lo chiedo, ma quanti anni hai? >>
<< Ti sei spaventato alla parola “test d'ingresso”? >> rido << ne ho ventitré, mi sono laureata da pochi mesi in Letteratura moderna ed ora ho trovato questo corso, una specie di master >> spiego.
<< Aaa ecco! Ci avevo visto giusto >> dice facendomi l'occhiolino. La cena continua così con una chiacchierata per conoscerci un po'. Dopo i primi imbarazzi siamo entrambi rilassati e non facciamo altro che ridere e spizzicarci. Questa serata sta oltrepassando alla lunga le mie aspettative. Mentre usciamo dal tram, Matteo riceve una telefonata. Prende il cellulare dalla tasca, legge il nome sul display e mi guarda.
<< Scusami un secondo >> dice allontanandosi di qualche metro. Ne approfitto per ammirare ancora il paesaggio, ci sono molte foto di tutti i personaggi che sono passati di qua, gadget curiosi, quadretti. E' tutto molto particolare e affascinante. Matteo torna e lo vedo un po' turbato.
<< Tutto a posto? >> chiedo.
<< Si però devo … passare in un posto, ti dispiace? >> chiede toccandosi i capelli.
<< Figurati >> dico per cercare di allentare un po' la tensione. Fino a due minuti fa era tutto bellissimo, una serata stupenda e ora c'è di nuovo questa atmosfera tagliente. Saliamo in macchina e rimaniamo in silenzio fino a quando si ferma davanti ad un locale “Cicuta”. Considerando che non mi invita a scendere, deduco che vuole entrare solo.
<< Vuoi che ti aspetto qui? >> domando nel modo più gentile che riesco per nascondere l'irritazione che in realtà sta nascendo.
<< No... però preferirei che mi stessi molto vicina ok? >> risponde con un tono di voce quasi implorante. Che cosa ci sarà mai la dentro. Mi sta facendo salire l'ansia.
<< Ok >> rispondo e scendiamo dall'auto. Il locale in realtà è un magazzino. E' molto scuro e si intravedono lunghi corridoi, assomiglia ad un labirinto. Mi mantengo vicina a Matteo, camminando leggermente dietro mentre mi fa strada. Tutti lo salutano. << Bella bro! >>, << Ciao Met! >> mentre io mi prendo le occhiatacce delle ragazze. Proseguiamo su di un lungo corridoio dove si aprono diverse stanze con tavoli da poker e altro che non riesco a distinguere. Arrivati in fondo troviamo una specie di terrazza che da sulla pista da ballo sottostante. E' l'equivalente del privée. Ci sono divanetti e lampade che creano un'atmosfera soft. << Ciao Met! >> lo salutano gli amici, io rimango lì in disparte. Non conosco nessuno e di certo non è il mio ambiente. Mi sembra che il gruppo è più o meno quello di ieri sera ma non ne sono sicura. Un ragazzo si avvicina a Matteo e gli sussurra qualcosa all'orecchio. Lui annuisce poi torna verso di me.
<< Aspettami qui. Torno subito >> dice e se ne va. Subito arriva un altro suo amico che mi offre un bicchiere di bollicine.
<< Tieni, l'attesa sarà lunga >> scherza. Prendo il bicchiere e lo ringrazio. Mi avvicino alla ringhiera per guardare la pista e il locale sottostante. C'è più gente di quanto mi aspettassi.
<< Allora, come vi siete conosciuti? >> chiede il ragazzo.
<< Per caso, alla stazione >> rispondo.
<< Queste fortune solo a lui capitano >> e aleggiando in aria il bicchiere continua << cogliere un fiore così bello per caso alla stazione >> dice spostandomi i capelli dalla spalla. Lo guardo perplessa. Che cosa sta facendo. Subito arriva Matteo, lancia un'occhiata all'amico e questo si dilegua in fretta, poi mi guarda ma capisco che c'è qualcosa che non va. Fin dalla telefonata è stato molto ambiguo ma ora ancora di più.
<< Devo rimanere qui, mi dispiace di aver rovinato la serata. Ti porto a casa >> dice in modo freddo. Non so cosa pensare.
<< Non ti preoccupare, chiamo un taxi >> dico con una punta d'irritazione. Lui continua a guardarmi.
<< Non se ne parla, ti accompagno >> Continuo ad insistere ma alla fine acconsento. Nel viaggio di ritorno c'è un silenzio tombale. Arrivati sotto casa lo guardo.
<< Mi dispiace... >> inizia a scusarsi. Lo blocco con una mano.
<< Grazie per la cena >>> e scendo dall'auto così velocemente da non lasciargli il tempo di ribattere. Sono amareggiata, delusa e irritata. Non riesco proprio a capirlo. Siamo passati dal paradiso al purgatorio in un minuto. Entro nel portone e chiudo la serata fuori.


Angolo autrice:
ciao ragazzi! :) questa è la mia seconda storia. Avevo la trama in mente da un po' di tempo e l'ho buttata giù di getto, speriamo di arrivare alla fine :)
Fatemi sapere se vi piace, se ci sono errori... o qualsiasi cosa vogliate!!! Ringrazio tutti i lettori e chi recensisce!!! Grazie davvero!

 

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Capitolo 5
*** 5. Ritorna sui tuoi passi ***


Il lunedì l'ho passato a ripassare per l'esame di questa mattina. Sono un po' in ansia. Ci spero così tanto che l'essere rifiutata sarebbe insopportabile. Una signora con un tailler beige esce nel corridoio e ci invita a prendere posto. Improvvisamente ho un deja vu, rivivo l'esame della maturità. Più o meno l'agitazione è la stessa. Prendo posto vicino la finestra e ci consegnano il test. Iniziamo. Trascorse due ore e mezze esco dall'aula con un mal di testa lancinante e zero energie. Tuttavia sono soddisfatta. Penso di aver fatto bene, almeno per la maggior parte. La luce del sole mi colpisce in pieno, è una bella giornata.
<< Livia! >> mi volto di scatto e vedo Matteo vicino al portone dell'università seduto sul muretto. Non lo avevo per niente notato.
<< Tu che ci fai qui? >> domando un po' scontrosa. Si alza in piedi e si avvicina.
<< Senza un numero di telefono non potevo chiamarti, poi mi sono ricordato del test >> dice indicando l'edificio dietro di noi.
<< Com'è andata? >> aggiunge.
<< Credo bene >> dico vaga, iniziando a scendere le scale.
<< Ti andrebbe un caffè? >> chiede seguendomi. Non ho per niente intenzione di assecondarlo. Non può fare il bello e il cattivo tempo.
<< Veramente avrei un po' fretta. Ho un impegno >> rispondo. Evito di guardarlo per non far trasparire la mia piccola bugia. Rimane un po' in silenzio poi, titubante, continua.
<< D'accordo, almeno lasciami il numero così ci sentiamo >> ribatte. Senza neanche pensarci un secondo rispondo << Tranquillo, ho io il tuo >> poi mi volto, saluto e scappo. Pensa di incantarmi con il suo bel faccino. Non so con chi ha avuto a che fare in passato ma non mi incanta. Il gioco lo conduco io.

 

Tornata a casa inizio a chiudere la valigia. Ho il treno per Verona alle due del pomeriggio. Si ritorna a casa. Giulia compare alla porta.
<< Come è andata? >> domanda un po' moscia per la mia partenza.
<< Credo bene >>
<< E quando torni? >>
<< La settimana prossima escono gli esiti del test, se sono ammessa torno immediatamente >> dico lanciandole un sorriso.
<< Allora ti preparo la stanza >> continua più allegra. Il giorno dopo chiamo Giulia. In questi tre anni che abbiamo vissuto lontane ci siamo sentite sempre, almeno una volta al giorno per rimanere aggiornate.
<< Lia! Ti stavo per chiamare >> dice con tono concitato.
<< E' successo qualcosa? >> domando.
<< Ieri sera ho incontrato Matteo >> inizia cauta. Ho un tuffo al cuore. Mi coglie di sorpresa. Rimango in silenzio e aspetto che continui.
<< Mi ha chiesto di te e quando gli ho detto che eri partita... non l'ha presa bene, cioè, ci è rimasto male >>. Pausa. Cerco di riordinare le idee che ho nella tasta ma sono in blackout.
<< Cosa ha detto? >> chiedo titubante.
<< Mi ha chiesto il tuo numero di telefono >>
<< Gliel'hai dato? >> la interrompo subito.
<< No no >> ride nervosa << so che tu non vuoi >>
<< E dopo? >>
<< Niente, se n'è andato >>
<< Ah >> Non riesco a dire altro e subito cambio discorso.

 

E' trascorsa una settimana da quando ho lasciato Bologna. Devo ammettere di aver pensato spesso a lui. Quella sera, a cena, siamo stati davvero bene e se fosse così non avrei dubbi a chiamarlo. Il punto è che quella è stata una parentesi piacevole di un ragazzo strano, lunatico, arrogante. La verità è che veniamo da due mondi completamente diversi. Io non sto bene nel suo e lui non può stare nel mio. Mentre farnetico ripensando a quegli episodi, sono davanti al pc aspettando i risultati del test. L'attesa mi distrugge. Ricarico la pagina ed eccoli. In quel file scoprirò il mio destino. Ammessa o non ammessa? Clicco e si apre il pdf. Scorro i nomi e mi trovo: Giusti Livia. Ammessa! Mi esce un urlo di gioia e quasi mi viene da piangere. Chiamo subito Giulia.
<< Pronto >>
<< Ammessaaaaaa >> urlo felice e subito si unisce anche lei.

 

Sabato mattina parto di nuovo per Bologna. Stavolta sono ancora più felice perchè non solo vivrò con Giulia, ma frequenterò anche il corso che speravo. La partenza è alla solita ora. Mi piace viaggiare presto perchè, a parer mio, si incontrano meno inconvenienti e poi ho l'intera giornata a disposizione. Salgo sul vagone e trovo pochissima gente in quanto, il sabato neanche i pendolari ci sono. All'arrivo in stazione c'è qualcuno ad aspettarmi: Matteo. Si avvicina sorridente mentre lo guardo interrogativa.
<< E tu che ci fai qua? >> domando.
<< Sono venuto a prenderti >> dice come se fosse la cosa più naturale del mondo.
<< Come sapevi del mio arrivo? >>
<< Ho i miei informatori >> dice allargando le braccia. Sono sicura che è opera di Giulia, quella traditrice. Non è riuscita a non intromettersi. Però, devo dire, che mi fa piacere rivederlo.
<< Prendiamo un caffè? >> domanda.
<< Volentieri >> e si sposta prendendomi il trolley. Addirittura. Entriamo nel bar della scorsa volta e troviamo lo stesso cameriere. Chissà se anche oggi farà il piacione. Rido tra me e me e Matteo se ne accorge.
<< Buongiorno >> saluta il ragazzo << ditemi pure >>.
<< Un caffè e … >> si volta verso me << caffè macchiato? >> chiede. Annuisco. Si ricorda come prendo il caffè? Ha preso appunti. Sorrido.
<< Allora ti hanno presa >> non è una domanda e lo dice come a congratularsi.
<< Già, ci speravo >>
<< Anche io >> dice facendomi l'occhiolino. Beviamo i nostri caffè ed usciamo dalla stazione. In macchina sono un po' in soggezione, non so cosa dire dopo gli ultimi avvenimenti e stavolta è lui a rompere il ghiaccio.

<< Ti andrebbe di accompagnarmi in un locale domani sera? >>
<< Ho una serata al Kart >> aggiunge.
<< Kart? >> domando.
<< Non ci sei mai stata? E' stupendo >> dice sorridente. Non ricevendo risposta mi lancia delle occhiate fugaci.
<< Dammi una possibilità >> aggiunge. Lo vedo sincero e mi strappa un sorriso.
<< Va bene >> rispondo. Arrivati sotto casa scendo dall'auto. Matteo prende il trolley e prima di darmelo aggiunge << Ora puoi anche darmi il numero >> dice con aria divertita. Gli faccio cenno di darmi il suo telefono e digito il numero.
<< Fanne buon uso >> dico scherzando.
<< Ti passo a prendere per le otto. Prima andiamo a cena >>
<< Ok, a domani >>
<< Ciao Livia >>

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Capitolo 6
*** 6. Lara ***


Alle otto in punto arriva sotto casa. Scendo e andiamo verso il centro. Entriamo in un parcheggio sotterraneo e si ferma. Mi guarda con gli occhi che brillano e un sorriso smagliante.
<
< Andiamo >> dice. Ci dirigiamo verso l'ascensore e spinge il tasto 10, l'ultimo.
<< Sei bellissima stasera >> dice guardandomi attraverso lo specchio. Indosso un vestito nero attillato con trasparenze e pizzo, tacchi alti e un cappotto che in questo momento tengo in mano. Arrossisco. << Grazie >>. Le porte dell'ascensore si aprono e lui, prendendomi per mano, mi guida nel ristorante. Siamo all'ultimo piano di un palazzo al centro di Bologna, il ristorante ha solo vetrate che si aprono su una bellissima terrazza che ha un paesaggio incantevole. Il cameriere ci accompagna al tavolo che è nel punto migliore della sala.
<< Che ne pensi? >> mi chiede mentre mi osserva attentamente.
<< E' incantevole >> rispondo. Nel frattempo arriva il cameriere a prendere le ordinazioni e ci porta il vino. Ne bevo un sorso. E' buono, fresco e frizzantino. Una goduria.
<< Mi hai giocato un bello scherzo >> dice Matteo cogliendomi di sorpresa. Lo guardo interrogativa. << Te ne sei andata così, di punto in bianco >>.
<< Era deciso da tempo che sarei partita il Martedì >> rispondo facendo la finta ingenua.
<< Non capisco se fuggi per paura o per disinteresse >> continua. Questa sera è ben disposto, parla senza freni.
<< Paura? >> ribatto << e di cosa? >> chiedo accigliata.
<< Di me >> risponde bevendo un po' di vino. Rido scuotendo la testa.
<< Presuntuoso il ragazzo >> sdrammatizzo e ride anche lui.
<< Se io fuggo, perchè mi rincorri? >> chiedo curiosa. Voglio provare a farlo esporre. Non sarà un'impresa facile immagino. Mi guarda intensamente cercando una risposta appropriata. Lo vedo dal suo sguardo, è combattuto.
<< Per me sei una calamita >> risponde infine e risponde con l'unica cosa che non mi aspettavo. Rimango senza parole. Sono sicura che al suono di quelle parole mi sia scappato un sorriso ma a chi non verrebbe quando sono pronunciate da un ragazzo così sexy. Mi ritiro indietro, appoggiandomi alla sedia senza smettere di guardarlo. E' una cena di sguardi e frecciatine.
<< Con me non puoi giocare >> ribatto.
<< L'ho capito dal primo giorno che ti ho vista>>. Veniamo interrotti dal cameriere che porta le nostre ordinazioni e iniziamo a mangiare spostando la conversazione su argomenti più leggeri.

 

Usciti dal ristorante ci dirigiamo in quel locale, il Kart. Entriamo da una porta secondaria dove troviamo un buttafuori intento ad allontanare un gruppo di fan. Non avevo per niente pensato ad una simile situazione. Quando sono con Matteo il mio ultimo pensiero è MetClash. Si, è il suo lavoro e ne sono conscia ma di solito, quando penso ad un cantante, non mi ci vedo ad un tavolo a chiacchierare del più e del meno. Il locale è veramente molto bello, aveva ragione. Elegante, con lampadari cristallo o comunque qualcosa che gli assomiglia, divanetti bianchi, tappeti zebrati; un'infinita distesa di bellezza. Saliamo una scala alla destra del palco che ci porta dietro la consolle dove si trova il tavolo riservato ai vip che, in questo caso, sono Matteo e i suoi amici. E' ancora presto per il suo concerto per cui ci sediamo e mi presenta alcuni amici. L'unico che riconosco è Roberto, il ragazzo che mi avvicinò al Cicuta. Le ragazze mi snobbano alla grande, solo una sembra la più carina.
<< Ciao, io sono Nina >> dice sorridente. E' piccolina, con lunghi capelli castani e due occhi a cerbiatto. Ispira simpatia.
<< Piacere Livia >> dico presentandomi.
<< Vieni, lasciamo parlare i ragazzi >> aggiunge mentre si avvicina al tavolo << cosa preferisci? Cuba libre, Gin lemon... >> dice indicando le varie bottiglie.
<< Vodka lemon >> esclamo. Mi prepara il drink e iniziamo a chiacchierare su cose tipo da dove vieni, cosa fai e cose varie. Mezz'ora dopo Matteo si avvicina e mi prende in disparte.
<< Tutto ok? >> chiede premuroso.
<< Si, tranquillo >> rispondo accarezzandogli il petto con una mano. Forse saranno stati il vino e il drink perchè quando realizzo il gesto ho voglia di sotterrarmi. Lui invece mi guarda sorridendo e aggiunge << Tra poco salgo sul palco. Durerà un paio d'ore poi ce ne andiamo ok? >> dice spostandomi una ciocca di capelli dal viso. Al suo tocco rimango immobile. E' dolcissimo.
<< In bocca al lupo >> sorrido e torno da Nina.

 

A poco dalla fine del concerto colgo un brusio generale tra gli amici di Matteo. Mi guardo intorno e vedo le ragazze lanciare occhiate veloci che rimbalzano tra me e le scale vicino al palco, accompagnate da risolini insopportabili. Dopo qualche istante, dalla scala compare una bella ragazza mora molto provocante. Ferma all'ingresso punta il suo sguardo glaciale su di me per un tempo che sembra infinito poi raggiunge le altre.
<< Chi è quella? >> domando a Nina.
<< Lara. Non ci fare caso è un po' esuberante >> commenta. Si avvicina al tavolo con un paio di ragazze e continua a guardarmi. Evito di dargli importanza e mi fingo indifferente mentre ascolto Matteo e parlo con Nina.
<< E' lei? >> sento esclamare con tono meravigliato << Non ci credo! E' così sfacciato da portarla qua! >> continua. Sono sicura che lo sta facendo di proposito. Parla ad alta voce di me con le altre per irritarmi. Sfortunatamente per lei non mi abbasso alle provocazioni. Continuo a fare finta di niente ma noto che Nina è visibilmente in imbarazzo.
<< Andiamo vicino al palco? >>. Cerco di trovare una soluzione per quella strana situazione. Nina annuisce e ci alziamo ma vengo subito bloccata da Lara.<< Qualche problema? >> domando irritata.
<< Ha carattere la ragazza >> dice come se stesse annotando i miei pregi e difetti. La guardo fissa e lei mi tiene testa. Poi si decide.
<< Sai chi sono? >>
<< Dovrei? >> ribatto.
<< Lo vedi quello lì >> dice indicando Matteo << stiamo insieme da tre anni >>. La guardo incredula ma a primo colpo non le credo. Piuttosto credo, e in cuor mio spero, che voglia allontanarmi da lui per invidia o gelosia. Mi guarda perplessa, evidentemente confidava in una reazione diversa ma io rimango ferma, di pietra.
<< Ha quasi finito, adesso glielo chiediamo >> dico decisa. Non so cosa pensare. Credevo che dicendole così si sarebbe tirata indietro e l'avrei smascherata, invece rimane qui davanti a me e un dubbio mi attraversa. L'idea però, è talmente assurda che non mi capacito. Che senso avrebbe. Nel frattempo Matteo è alle battute finali e poco dopo ci raggiunge. Lo vedo avvicinarsi cereo in viso, come inizio non ci siamo.
<< Che succede? >> domanda mettendosi tra me e lei. Lara rimane in silenzio perciò mi vedo costretta a spiegare.
<< Dice che state insieme da tre anni >> esclamo. Lui accusa il colpo ma tace. Lo guado mentre dentro mi esplode un fuoco che mano a mano divampa fino a farmi esplodere.
<< Allora? >> lo esorto. Guardo Lara che ha un'espressione compiaciuta in viso e la mia razionalità sta svanendo nel nulla.
<< E' la tua ragazza? >> chiedo quasi urlando. Non mi accorgo più di nulla, non sento la musica, non vedo le persone che ci circondano. Davanti agli occhi ho solo il sorrisetto di lei e lo sguardo cereo di lui. Giro i tacchi e me ne vado. Cammino più veloce che posso ed esco fuori. L'aria fredda mi colpisce in pieno e quasi mi toglie il fiato. Sono in un vortice di emozioni tra rabbia, delusione, gelosia e una tristezza infinita. Adesso che iniziavo a dargli fiducia guarda che combina.
<< Livia! >> sento la sua voce urlare il mio nome. Non rispondo e inizio a camminare.
<< Livia! >> insiste. Cammino più veloce, non ho voglia di ascoltare niente, voglio andare a casa, addormentarmi e pensare che è stato solo un incubo. Nel frattempo Matteo si era messo a correre e mi ha raggiunta. Mi blocca la strada mentre riprende fiato. Non riesco nemmeno a guardarlo.
<< Livia ti prego! Non saltare alle conclusioni, lasciami spiegare >>. Sono ferma davanti a lui ma continuo a non guardarlo. Metto il cappotto e lo ascolto.
<< E' una situazione complicata ma non stiamo insieme >>. A queste parole non riesco più a trattenermi ed esplodo.
<< Vedi scritto “stupida” sulla mia fronte? >> gli urlo contro << Perchè me lo dici ora? Te l'ho chiesto dentro e non hai risposto ed ora mi rincorri e dici “non stiamo insieme” >>.
<< Lasciami almeno il beneficio del dubbio! >> ribatte. Gli lancio uno sguardo gelido.
<< L'ho fatto! Altrimenti sarei andata via dopo aver parlato con Lara... ma non mi sembra sia servito! >>
<< Livia, ti prego >> m'implora. Il suo sguardo è sincero ma come posso dargli fiducia dopo la scena patetica di poco fa.
<< Che cosa vuoi ancora? >> chiedo stremata. E' combattuto.
<< Ok >> dice rassegnandosi << se ci calmiamo ti dico tutta la verità >>. Lo seguo in macchina e rimaniamo in silenzio per qualche istante.
<< Io e Lara siamo stati insieme per due anni e mezzo circa poi, per vari motivi, ho deciso di troncare la nostra storia ma lei non ne voleva sapere. Credevo che dopo qualche tempo se ne sarebbe fatta una ragione ma continuava a chiamarmi, seguirmi ovunque, era diventata un'ossessione >>. Lo guardo spiegare e ha l'aria contrita, dispiaciuta. Mi sta raccontando questa storia per non lasciarmi andare.
<< Ero arrivato ad un punto che non sapevo più che cosa fare. Poi, un giorno, mi ha visto con una ragazza e ha dato fuori di testa. Ha tentato di tagliarsi e mi sono sentito malissimo, mi ritenevo responsabile. Le sono stato vicino, cercavo di aiutarla ma avrei dovuto starle lontano perchè così alimentavo solo la sua ossessione >>. Mi lancia un'occhiata e continua a parlare.
<< Quella non è stata l'unica volta e alla fine decisi di farla seguire da qualcuno. E' stata una lunga battaglia ma ora è in cura da uno psicoterapeuta. Andava tutto bene fino all'altra sera, la prima sera che io e te siamo andati a cena >> dice guardandomi nuovamente.
<< Aveva saputo di noi e ha preso delle pasticche, poi è andata al Cicuta dai miei amici per farmi arrivare la notizia. L'ho portata in ospedale e gli hanno fatto una lavanda gastrica, poi ho chiamato lo psicoterapeuta e, insieme, abbiamo concordato di mandarla in un centro di recupero perchè la situazione è insostenibile. Poi, anche se non sono più innamorato di lei da molto tempo, non vorrei che le capitasse qualcosa >>.
Non so cosa dire, l'arrabbiatura è passata ma l'amarezza è rimasta. Non penso abbia inventato questa storia dal nulla ma, non lo so, sono confusa. Sono successe troppe cose nell'arco di poco tempo. Ho bisogno di andarmene. Di stare sola. Sento il suo sguardo addosso, mi volto e rimaniamo a guardarci, distrutti.
<< Vuoi andare a casa? >> domanda. Annuisco. Arrivati sotto casa non ho voglia di proseguire il discorso su Lara perciò esco dall'auto.
<< Buonanotte >> dico semplicemente.

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Capitolo 7
*** 7. Nuovo inizio ***


Mi sveglio con un fortissimo mal di testa. Sono nella mia nuova stanza che Giulia ha preparato durante la mia assenza. E' piccolina ma c'è tutto ciò che occorre; un letto ad una piazza e mezza, la scrivania e l'armadio. Le pareti sono bianche e il soffitto è di un blu intenso. Dietro al letto ho appeso uno stencil che raffigura uno stormo di rondini ed ora manca solo la libreria, altrimenti verrò sommersa dai miei innumerevoli libri. Mi alzo e prendo il cellulare. Un nuovo messaggio: Matteo.
“ Buongiorno. Ti devo far vedere una cosa, prendiamo un caffè?” Subito vengo risucchiata dalle vicende di ieri sera, per un momento quasi non ricordavo.
Rispondo: “Ok,14.30 da Starbucks”.

 

Arrivo puntuale all'appuntamento e lo trovo già lì. E' pensieroso e non si è accorto del mio arrivo. Mi avvicino lentamente.
<< Ciao >> dico. Alza lo sguardo e mi rivolge un tenero sorriso. Entriamo nel bar e ordiniamo due caffè e ci sediamo ad uno dei tanti tavoli.
<< Che cosa mi devi far vedere? >> chiedo. Dalla tasca interna della giacca estrae alcuni fogli e li appoggia avanti a me.
<< Questa è la prova di ciò che ti ho raccontato >> dice guardandomi attentamente. Sono documenti che riguardano Lara, il suo ricovero in ospedale, i tentativi di suicidio, analisi.
<< Perchè li hai tu? >> chiedo con un filo di voce.
<< Non posso lasciarli a lei, altrimenti li distruggerebbe. Mi servono per l'ingresso in clinica >> spiega. Annuisco ma non so cos'altro dire. Apprezzo la sua voglia di dimostrarmi che non mente e, mostrandomi queste cose, mi fa intendere che si fida. Ma la domanda è: io mi fido? Non lo so. Rimaniamo in silenzio, uno avanti all'altro. Ogni tanto ci guardiamo ma i nostri sguardi sono spenti. L'aria è tesa e nessuno ha il coraggio di dire nulla.

 

Torno a casa pensierosa. Mi rinchiudo in camera e per tutto il pomeriggio non faccio altro che pensare e ripensare a Matteo, Lara, la clinica. All'ora di cena mi decido e lo chiamo. Risponde al primo squillo.
<< Pronto >> esclama.
<< Ciao, ti disturbo? >>
<< No no, dimmi >>
<< Hai da fare questa sera? >> chiedo cauta. Probabilmente sarà in qualche locale con gli amici, magari dovevo telefonare prima. Ormai è tardi.
<< Mi posso liberare >> risponde e colgo entusiasmo nella sua voce.
<< Non fa niente, non voglio rovinarti la serata >>
<< Tra un'ora sono da te >> ribatte. Come una scema sorrido a trentadue denti.
<< A dopo >> aggiunge.
<< A dopo >>. Chiudo la telefonata e corro sotto la doccia. Indosso una camicia blu, un paio di jeans e sneakers. Raccolgo i capelli in una treccia laterale e mi trucco leggermente. Puntuale come sempre arriva sotto casa.
<< Ciao! >> dico salendo in auto.
<< Hey, mi ha sorpreso la tua telefonata! >> esclama subito.
<< Ho pensato molto dopo che ci siamo lasciati questo pomeriggio e, alla fine, ho deciso che per chiarire i dubbi che ho, devo passare del tempo con te >> dico sinceramente. Mi sorride, non sembra preoccupato.
<< Dove vuoi andare? >> domanda cambiando argomento.
<< Tu hai mangiato? >> chiedo.
<< Ho preso un aperitivo, devi mangiare? >>. Annuisco sorridente.
<< Ho una fame! >> rido.

 

Entriamo all'American Graffiti e ordino subito un hamburger di pollo con patatine. Ci sediamo ad un tavolo e mentre io mangio affamata, lui mi guarda e ruba qualche patatina inzuppandola nel ketchup.
<< Che cosa hai fatto oggi? >> domando tra un boccone e l'altro.
<< Sono andato in studio a buttare giù qualche idea per il nuovo album ma non ho finito per cui domani mi devo svegliare presto e tornarci >>
<< E' il tuo primo album? >> domando completamente ignorante del suo lavoro. Mi guarda fintamente imbronciato e ride sotto i baffi.
<< Il terzo cara >> mi riprende. Alzo le spalle e faccio gli occhi dolci per scusarmi ma gliel'ho detto fin dal primo giorno che non sono esperta del campo.
<>
<< Si ma questo è diverso... diciamo che i primi due sono più scherzosi mentre questo tratta tematiche di interesse sociale >>. Gli brillano gli occhi mentre parla del suo progetto si vede che ama quello che fa e ci mette l'anima. Magari è anche questa la chiave del successo.
<< Domani che cosa hai da fare? >> domanda interrompendo le mie fantasticherie.
<< Inizio il corso, non vedo l'ora! >> esclamo contenta.
<< Hai lezione fino al pomeriggio? >>
<< Mi sembra fino alle 18 >> rispondo addentando una patatina.
<< Ti andrebbe di venire a casa mia e ceniamo insieme? >> chiede strizzando la bustina del ketchup per far uscire l'ultima goccia. Cerca di fare il gradasso ma ormai ho capito che sotto questa corazza si nasconde un ragazzo dolce.
<< Va bene >> sorrido << cosa mangiamo? >>
<< Qualcosa inventeremo >> risponde vago.
<< Ho capito, cucino io! >>

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Capitolo 8
*** 8. Tra le tue braccia ***


L'aula è piena di studenti di ogni genere ed età. In tutto saremo un centinaio. Sono seduta in terza fila rigorosamente vicino alla finestra e sorseggio un caffè macchiato preso al distributore che assomiglia più ad acqua colorata. Dopo il quarto d'ora universitario scende il silenzio per l'arrivo del professore; un uomo affascinante, sulla quarantina, elegante ma allo stesso tempo sportivo con l'occhiale da intellettuale. Ci introduce il corso, spiega le modalità d'esame e racconta aneddoti divertenti. Passiamo un'ora in chiacchiere e battutine poi inizia a fare delle domande random nella platea e sale l'agitazione. Fare una pessima figura il primo giorno non rientra nei miei piani.

 

Alle sei del pomeriggio ci lascia andare. Fisicamente distrutta ma soddisfatta vado a casa. Nel tragitto ricevo un messaggio da Matteo: “Via Polidori 5. Ultimo piano. Ti aspetto”
Dopo una doccia calda infilo una blusa bordò, un paio di jeans e stivaletti neri. Sistemo i capelli, mi trucco velocemente e mi dirigo al supermercato più vicino a casa sua che trovo grazia a Google Maps. Che invenzione la tecnologia. 
Alle otto suono il citofono. Il portone si apre e salgo nell'ascensore. Quando arrivo all'ultimo piano le porte si aprono direttamente nella hall del favoloso attico di Matteo. Per un attimo rimango senza fiato. Mi trovo in un open space immenso; sulla sinistra c'è la cucina ad isola con il tavolo da pranzo per almeno quindici persone, sulla destra invece, il salotto con un divano di pelle bianca e una parete a vetrata che dona la visione di un bellissimo paesaggio. Nel centro si prolunga un corridoio che credo porti al reparto notte mentre una scala in legno sale in un soppalco che si apre sopra al salotto. Da lì proviene della musica, mi dirigo al tavolo della cucina, appoggio la busta della spesa e poi seguo le note. Trovo Matteo concentrato al computer con delle cuffie mentre su di un taccuino annota delle parole. Mi avvicino lentamente e mi siedo dietro di lui su di un puffo. La stanza è molto particolare, c'è di tutto e di più: strumenti musicali, dischi, microfoni, attrezzature varie e, per di più, l'arredamento è molto originale. Un intenditore di arte potrebbe sbizzarrirsi. Mentre ammiro il nido dell'artista, Matteo torna sul pianeta Terra.
<< Da quanto tempo sei qui? >> domanda incuriosito.
<< Poco, non volevo disturbarti >>
<< Scusami stavo ascoltando una bozza del testo e mi sono completamente estraniato >>
<< Se devi finire fai pure intanto posso preparare la cena >>
<< Due minuti e arrivo, fai come fosse casa tua >> dice mostrandomi uno dei suoi sorrisi migliori. Torno al piano di sotto e cerco una padella nei reparti della cucina ma, con gioia, trovo una piastra. Inizio a cuocere il petto di tacchino mentre pulisco l'insalata. Non sapevo che genere di attrezzi avrei trovato nella casa di uno scapolo artista perciò mi sono mantenuta sul semplice. Apparecchio la tavola e finisco gli ultimi ritocchi. Quando mi volto trovo Matteo che mi guarda da dietro il bancone dell'isola.
<< Cosa stai facendo? >> domando divertita.
<< Prima mi osservavi tu, ora tocca a me >> scherza. Accende le stereo e un sottofondo musicale crea un po' di atmosfera. Porto i piatti in tavola e ci sediamo uno vicino all'altro.
<< Cosa hai preparato? >>
<< Tagliata di petto di tacchino con cascata di rucola, ananas e mela >>
<< Sembra interessante >> esclama. Iniziamo a mangiare e in un baleno lui ha già finito io invece sono molto lenta e ci metto un po' di più. Nel frattempo ci scambiamo informazioni sulle nostre giornate. Gli chiedo del suo progetto, lo ascolto mentre mi confida le sue preoccupazioni, gli racconto del corso, di come si sono svolte le lezioni. A fine cena mi aiuta a sparecchiare e a sistemare la cucina poi mi versa un bicchiere di vino e ci spostiamo in sala.
<< Hai una casa molto bella >>. Sorride imbarazzato. Mi avvicino alla vetrata per ammirare meglio il panorama e sorseggio il vino delicatamente. Mi volto per domandargli una cosa ma, inaspettatamente, lo trovo ad un palmo dal mio viso. Non mi ero resa conto che mi stesse dietro. I nostri sguardi si incrociano, il suo è intenso e bruciante. Guardo le labbra così carnose che mi verrebbe voglia di morderle. Lentamente posa una mano sul mio viso e accarezza dolcemente una guancia e, d'un tratto le sue labbra sono sulle mie. Lascia un bacio delicato poi si ritrae e mi guarda cercando una mia risposta. Ricambio lo sguardo e lo tiro a me con un bacio più appassionato. Mi spinge contro la vetrata mentre le nostre lingue non smettono di cercarsi e con entrambe le mani mi tiene il viso come a non lasciarmi andare. Sento il suo desiderio crescere e mi lascio trasportare dalle emozioni. 



Angolo autrice:
ciao ragazzi! :) inizio con il ringraziare tutti quelli che leggono, chi recensisce, chi mi ha insertito tra le seguite e ricordate! E' davvero un piacere.
Per questo capitolo ho in mente di approfondire la relazione fisica tra i due ma siccome non voglio cambiare il colore della storia per passare ad un rosso, farò un capitolo a se così chi vuole lo può leggere altrimenti la storia proseguirà normalmente! Fatemi sapere se vi piace l'idea ;)

Non riesco ad inserire il link, ci ho provato ma mi mandava alla pagina iniziale di efp!! Comunque trovate la OneShot nel mio profilo!

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Capitolo 9
*** 9. Nuovo gruppo ***


Siamo sotto le coperte ancora nudi mentre lui mi accarezza la schiena e la mia testa è sul suo torace.
<< Che ore sono? >> domando. Si gira verso il comodino e si sporge per ruotare la radiosveglia.
<< Mezzanotte e mezza >>
<< Oh no! E' tardissimo! >> esclamo. Mi alzo in piedi di corsa e raccolgo le mie cose incurante del fatto che sono completamente nuda.
<< Dov'è il bagno? >> chiedo girandomi verso di lui che mi osserva divertito.
<< La prima porta a destra >>. Corro e mi chiudo dentro. Apro l'acqua calda, mi sciacquo velocemente, sistemo i capelli, mi vesto ed esco. Torno in camera ma Matteo non c'è. Vado in salotto a recuperare il resto della roba e lo trovo in cucina. Mi passa un bicchiere d'acqua che bevo di gusto e allaccio i bottoni della blusa.
<< Dove ho messo la borsa? >> chiedo a me stessa ad alta voce. << Devo chiamare un taxi >> aggiungo iniziando a guardare ovunque.
<< Un taxi? >> chiede lui meravigliato << Ti porto io >> esclama. Mi avvicino sorridendo.
<< Non ti preoccupare, tu ti devi alzare presto domani non c'è bisogno che esci ora >>
<< Non mi piace che vai in taxi >> aggiunge e si dirige verso la camera. Non credo che cambierà idea. Nel frattempo ho ritrovato la borsa. Matteo torna con in mano le chiavi della macchina e ci dirigiamo verso l'ascensore. Mentre siamo in quella cabina la stanchezza inizia a farsi sentire e mi esce uno sbadiglio. Lui sorride e mi avvolge un braccio intorno alla vita avvicinandomi a se così appoggio la testa sulla sua spalla. Dolcemente mi lascia un bacio sui capelli e chiudo gli occhi assaporando il momento.
Arrivati sotto casa mia ci salutiamo con un lungo bacio.
<< Buonanotte >> dico uscendo dall'auto.
<< Notte! >>

 

Il suono della sveglia è assordante. Mi rigiro nel letto e la spengo. Non ho la forza di alzarmi, voglio dormire. Improvvisamente la porta della stanza si spalanca facendo un gran rumore.
<< Buongiorno! >> esclama Giulia quasi urlando. La detesto quando fa così. Prendo un cuscino e glielo lancio contro.
<< Come siamo scontrose questa mattina! >> fa la spiritosa.
<< Giulia! >> la riprendo nascondendomi sotto le coperte.
<< Dai Lia! Farai tardi! >>. Lentamente scivolo fuori dal letto e trovo la colazione sul comodino: caffè macchiato e un pezzo di crostata di fichi, la mia preferita.
<< Sei perdonata >> dico sorridendole.
Arrivo a lezione appena in tempo, come mi siedo entra il professore. Ci distribuisce dei fogli e ci chiede di descrivere il nostro primo giorno al corso. Una richiesta un po' strana, fa molto tema delle elementari, ma sicuramente ci sta mettendo alla prova per capire chi ha di fronte e anche per iniziare a metterci in competizione rendendo le cose più divertenti; d'altronde si sa che il genere umano dà il meglio di sé quando è sotto pressione.
Durante la pausa pranzo mando un messaggio a Matteo: “Come vanno le registrazioni? Qui le cose stanno iniziando ad essere interessanti! Stasera ci vediamo?”
Dopo dieci minuti mi risponde: “Stasera farò tardi in studio. Ti chiamo quando mi libero”.
Questa risposta non mi piace, vedo negatività all'orizzonte. Fortunatamente la pausa è finita quindi non ho tempo di pensare troppo e torno a lavoro. Non posso permettere che il suo essere lunatico interferisca con le mie opportunità.
Alle sei esco dall'università e torno a casa. E' tutto buio, sembra non ci sia nessuno. Vado in camera di Giulia e busso alla porta. Niente. Prendo il cellulare e la chiamo.
<< Pronto >>
<< Hey dove sei? >>
<< Ti ho lasciato un foglietto in cucina, siamo usciti. Siamo al bar a prendere un aperitivo ti avevo scritto di raggiungerci. >>
<< Ok, arrivo >> Chiudo la telefonata e vado in bagno per sistemarmi. Cambio maglia, prendo la giacca ed esco. Ho bisogno di svagarmi. Quando arrivo al bar trovo tutti dentro, ci sono Giulia, Francesco, Veronica e i vicini di casa. Vado al bancone e vengo servita da Tommaso.
<< Ciao! >> esclama vedendomi.
<< Ciao! Mi puoi portare uno spritz al tavolo laggiù? >> dico indicando il tavolo dove sono seduti gli altri.
<< Arriva subito! >>. Li raggiungo e mi siedo accanto a Francesco.
<< Cosa si festeggia? >> domando curiosa.
<< Veronica ha preso 30 all'esame di Sociologia >> risponde Giulia. Solo in quel momento mi rendo conto di non conoscere quasi nulla degli altri ragazzi.
<< Congratulazioni! >> dico rivolgendomi a lei.

 

Nella confusione del locale Giulia si avvicina.
<< Tutto bene? >> chiede.
<< Si, sono solo un po' stanca >> mento per non parlare di lui, non ne ho voglia in questo momento e non è neanche la sede adatta. Dal suo sguardo capisco che non se la beve però non insiste e in cuor mio la ringrazio. L'aperitivo è concluso e mi è venuta una gran fame. Ho un'idea.
<< Ragazzi che ne dite di andare a casa? Facciamo una spaghettata! >> propongo. I loro sguardi si illuminano e qualcuno ha già l'acquolina in bocca, perciò, con acclamazione generale andiamo verso casa. Quando saliamo le scale scopro che “i vicini” in realtà sono i nostri dirimpettai. Visto che l'idea è stata mia, usufruiamo di casa nostra e mi offro di cucinare. Vado alla dispensa e cerco gli ingredienti.
<< Carbonara? >> domando.
<< Ti adoro >> risponde Francesco e gli altri si uniscono. Vada per la carbonara allora. Giulia sintonizza la tv su rtl 102.5 e tutti si scatenano sulle note di La la la di Shakira creata per i mondiali di calcio. Accendo l'acqua per la pasta e mi butto nella mischia. Terminata la canzone ci ricomponiamo e Veronica prende alcune birre dal frigo. Bevo un lungo sorso e peso la pasta.
<< Ragazze quanti ne butto? >> dico indicando il pacco di spaghetti. Giulia e Gioia si avvicinano.
<< Non so... 550 grammi penso bastino >> conclude Gioia.
<< Mi fido >> dico sorridendole. Nel frattempo taglio il guanciale e lo rosolo con un filo di olio. Sbatto le uova in una ciotola con sale, pepe, parmigiano e noce moscata, poi mi avvicino alle ragazze.
<< Propongo di fare una serata sole donne >> esclama Giulia.
<< Io ci sto! >> intervengono Gioia e Veronica quasi contemporaneamente, poi mi guardano interrogative.
<< Si, certo, anche io! >> dico rispondendo alla loro domanda inespressa.
<< Facciamo Giovedì sera, i ragazzi hanno la partita >> propone Federica.
<< Buona idea >> commenta Giulia.
<< Dove si va? >> chiedo.
<< Possiamo cenare da noi poi usciamo e si vede cosa c'è in giro, una serata la troviamo >> risponde Gioia.
<< Anche a costo di tornare a casa e fare serata in cucina! >> scherza Giulia. Dieci minuti dopo la pasta è cotta, la scolo e verso tutto in una grande ciotola poi servo. Siamo tutti affamati e non rimane neanche uno spaghetto. Mentre mangiamo non vola una mosca. Francesco è il primo a finire il piatto.
<< Un applauso alla cuoca! >> esclama.

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Capitolo 10
*** 10. Doccia fredda ***


Giovedì pomeriggio ancora non ho sentito Matteo. Mi rifiuto di chiamarlo o di contattarlo in qualsiasi modo. Si sta comportando davvero male, se voleva solo farsi una botta poteva sceglierne una più facile invece di venirmi dietro per più di due settimane. Poi mi ha raccontato della sua vita, di Lara, avrebbe fatto tutto per una sola notte? Se è così davvero sono allibita. Fino a che punto un uomo può scendere in basso? Con queste domande che mi girano e rigirano in testa esco dall'università. Stasera c'è la serata sole donne e sarà divertente. Non vedo l'ora. Quando arrivo incontro Francesco per le scale.
<< Vai alla partita? >> domando.
<< Si, sono in un fottuto ritardo. >> esclama oltrepassandomi di corsa. Rido.
<< Fate le brave stasera!! >> dice prima di dileguarsi. Entro in casa e vado in camera, mi butto sul letto e chiudo gli occhi.
<< Ancora niente? >> domanda Giulia dalla porta. Alzo la testa leggermente e dal mio sguardo intuisce già la risposta. Mentre ieri le raccontavo la serata era al settimo cielo, continuava a ripetere “Che bello Lia”, “Come sei fortunata Lia”, finchè non sono arrivata al messaggio dove ha lanciato un “Che grandissimo stronzo!”. Come darle torto. E' proprio la definizione adatta.

 

Indosso una mini gonna maculata bianca e nera, una maglia bordò oversize e stivaletti neri. Raccolgo i capelli in uno chignon spettinato e inizio a truccarmi. Stasera mi voglio sentire bella perciò esagero: correttore per le occhiaie, cipria, eyeliner e matita nera per centrare l'attenzione sugli occhi celesti, rossetto scuro. Aspetto Giulia e ci dirigiamo nella casa di fronte. Busso. Ad aprire è Gioia. E' una ragazza mora con la carnagione molto chiara, occhi verdi enormi e un sorriso stampato in viso. E' allegra, spensierata, da subito mi ha fatto un'ottima impressione. Ci fa strada verso la cucina, l'appartamento è identico al nostro, perfino nell'arredamento. Federica è ai fornelli, mi avvicino per sbirciare.
<< Cosa prepari di buono? >> domando. Subito chiude il coperchio per non far né vedere né sentire odori.
<< Sorpresa! >> esclama. Lei è meno espansiva di Gioia, si vede che è un po' come me, non dà subito confidenza. Ha i capelli rossi ricci, occhi scuri e le lentiggini che le danno un'aria selvaggia. Mi siedo al tavolo e prendo un bicchiere di vino.
<< Veronica dov'è? >> chiede Gioia.
<< Arriverà a minuti >> risponde Giulia. Poco dopo, infatti, bussano alla porta. Al suo arrivo Federica inizia a preparare i piatti e l'aria si profuma di spezie. Una volta sedute tutte al tavolo iniziamo a mangiare. Assaggio e subito indovino la pietanza.
<< Pollo al curry! >> esclamo. Federica mi lancia un'occhiata d'intesa.
<< Ti piace? >>
<< E' delizioso, piccante ma al punto giusto, rimane delicato >>

 

Dopo cena siamo un po' su di giri. Usciamo ma la piazza ci delude, non c'è movimento. Andiamo al solito bar e troviamo Tommaso al bancone.
<< Ragazze! Dove andate? >> chiede stupito. Non capita quasi mai di uscire senza i ragazzi e poi di Giovedì sera.
<< Volevamo fare serata ma qua è un mortorio! >> esclama Giulia.
<< Stasera potete provare solo al Kart >> ci consiglia Tommaso. Al solo nome mi vengono i capogiri. Quel luogo non voglio più vederlo.
<< Nel frattempo facci fare un giro >> ribatte Giulia sconsolata. Tommaso prende quattro bicchierini e li adagia sul bancone. Estrae una bottiglia dal basso e versa un liquido giallo.
<< Cos'è? >> domando.
<< Prima assaggia >> Tutte insieme prendiamo il bicchierino e al tre lo beviamo in un sorso. E' molto forte e sa di limone, però è buono.
<< Amaro al limone >> dice Giulia rispondendo alla domanda di prima.

 

Alla fine mi convincono ad andare al Kart, ma le assecondo solo perchè l'alternativa sarebbe davvero quella di tornare a casa. Contro ogni aspettativa lo troviamo abbastanza affollato, mi guardo intorno per vedere se lui c'è m sicuramente se si trova qui sarà nel privée che da dove sono io è impossibile vedere. Veronica e Gioia sono scatenate e si buttano subito tra la folla, Giulia le segue senza farsi pregare e mi trascina con se. Mentre ballo, allontano i pensieri abbandonandomi completamente nella musica. D'un tratto sento una mano sulla spalla, d'istinto penso sia Matteo, mi volto e trovo Nina.
<< Ciao! >> la saluto.
<< Hey, ti ho vista dal sopra >> dice indicando il palco << Sei con Matteo? >> chiede.
<< No, sono con delle amiche >> Quindi Matteo non è qui. Forse è davvero impegnato con il lavoro.
<< Mi è dispiaciuto l'altra sera >> dice guardando il drink che tiene in mano << sai... per Lara. Te l'avevo detto che era una tipa esuberante ma non pensavo arrivasse a tanto >> commenta quasi dispiaciuta.
<< Tranquilla! Nessuno poteva immaginare >> dico rassicurandola.
<< Ora torno sopra, se vuoi una di queste sere ci vediamo >> dice estraendo il cellulare dalla borsetta.
<< Volentieri >> Le scrivo il numero e lei mi fa uno squillo per darmi il suo.
<< A presto! >>

 

Dopo un paio di ore esco dalla mischia e mi dirigo verso il bagno. Entro nella toilette ma trovo occupato perciò mentre aspetto il mio turno, mi sistemo i capelli allo specchio. Dentro ci sono delle ragazze che stanno parlando ad alta voce ed è impossibile non ascoltare i loro discorsi.
<< E' lui? Che cosa ti ha detto? >>
<< Dice che sta venendo >> ride la ragazza.
<< Non ci credo! Fammi leggere! >> c'è un minuto di silenzio poi scoppiano entrambe a ridere sguaiatamente.
<< Chiedigli se c'è anche Met! >> Vedo le mie pupille dilatarsi. Ho una brutta sensazione. Chiudo gli occhi sperando di sbagliare, sperando che il mio sesto senso mi tradisca.
<< Ha detto si! >> dice la ragazza e le urla dell'altra mi trapano il cervello. Escono dal bagno e mi trovo avanti due ragazze, una bionda e l'altra mora, con mini vestitini e un trucco pesante. Devo ammettere che sono due belle ragazze ma così conciate non fanno una bella impressione, sicuramente i ragazzi apprezzeranno più di me. Entro velocemente nel bagno e quando esco sono ancora davanti allo specchio ad aggiungere trucco al trucco. Lavo le mani e torno da Giulia. Controllo la porta del bagno per vedere i spostamenti delle ragazze, mi sento una stupida ma devo sapere se si devono incontrare con Matteo.

 

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Capitolo 11
*** 11. Dichiarazione shock ***


Inizio a ballare per non dare nell'occhio ed ecco che la porta si apre. Le due ragazze escono e si dirigono verso l'uscita. Senza pensarci un secondo afferro Giulia per un braccio.
<< Vieni con me >> le dico senza spiegarle nulla e trascinandola tra la folla.
<< Lia! Che succede? >> chiede preoccupata. Non le rispondo, non posso voltarmi ora altrimenti perderei le tracce delle due ragazze. Arriviamo alla porta ed esco dal locale, mi guardo intorno con fare furtivo e le vedo sulla destra, vicino al muretto ad aspettare qualcuno.
<< Mi spieghi che succede? >> dice Giulia un po' irritata mettendosi avanti a me con le braccia ai fianchi.
<< Le vedi quelle due? >> dico accennando con la testa verso di loro << le ho sentite nel bagno che parlavano di un incontro con dei ragazzi.... poi una ha fatto il nome di Matteo >>
<< Ne sei sicura? >> dice in maniera più dolce.
<< Si, cioè, no! Ha detto Met... ma voglio verificare con i miei occhi >> Dopo un momento di silenzio Giulia mi prende per mano.
<< Vieni, mettiamoci qua allora >> dice portandomi verso la porta << così siamo nell'ombra e non ci possono vedere >>. Le sorrido, un sorriso amaro ma la ringrazio di essere qui con me. Non sopporterei il peso da sola. Qualche istante dopo una macchina sportiva si ferma davanti alle ragazze, parcheggia e due tipi scendono raggiungendole. Mi sforzo per riconoscerli ma non ci riesco, sono lontani e al buio. Presa dall'agitazione sto per uscire dalla porta quando Giulia mi afferra per un braccio.
<< Aspetta! >> Improvvisamente la luce illumina due figure. Riesco a distinguere chiaramente Giacomo, l'amico di Matteo, che scherza con la bionda e … Matteo! Matteo che tiene un braccio sulle spalle della mora. Rimango immobile ad osservarli mentre si avvicinano sempre di più, gli occhi si riempiono di lacrime e pian piano non distinguo più nulla. Una lacrima scende e mi riga il viso. Giulia non sa che fare, fino all'ultimo ha sperato che mi sbagliassi. Mi prende di nuovo per mano e mi sposta dalla porta per non farmi notare, ci mettiamo nell'angolo più buio del locale mentre le due coppie fanno il loro ingresso. Lo vedo tranquillo, ride, scherza. Salgono nel privée e scompaiono dalla mia vista.
<< Hey >> dice Giulia accarezzandomi i capelli. La guardo e non riesco a trattenere le lacrime.
<< Ora mi passa >> dico asciugandole.
<< Dai andiamo in bagno >> Entro di nuovo nella toilette e sistemo il trucco provando a mascherare il più possibile gli occhi gonfi. Metto i polsi sotto l'acqua fredda per riprendermi un po' e mi sento già meglio. Giulia non parla e io non so cosa dire. Bastano gli sguardi che valgono come mille parole. Ad un tratto il silenzio viene rotto dal suono del mio cellulare. Un messaggio. Guardo il display e rimango a bocca aperta, è Matteo. Lancio un'occhiata a Giulia e leggo subito il messaggio.
“Nina mi ha detto che sei al Kart ma non ti vedo, sei già andata via?” Mi appoggio con la schiena alla parete mentre passo il cellulare nelle mani di Giulia.
<< Che cosa vuole? >> dice esterrefatta << Si è già dimenticato che è in dolce compagnia? >>. Metto le mani sulla fronte e penso a cosa fare ma non ne ho la più pallida idea.
<< Ora che faccio? >> sussurro.
<< Non so cosa dirti... o non gli rispondi... oppure gli mandi un bel messaggio minaccioso >> dice con la faccia nera di rabbia.
Nuovo messaggio. “Perchè ti interessa? La bionda non ti soddisfa abbastanza?” Non faccio in tempo ad inviarlo che subito ne arriva un altro.
“Di cosa stai parlando?” Spalanco gli occhi a quella risposta. Giulia mi guarda interrogativa.
<< Ha capito che l'ho visto e fa anche il finto tonto?! Non ci credo! >> dico allibita.
<< Che ha detto? >>
<< “Di cosa stai parlando” >> dico imitandolo.
<< Che stronzo! >> ribatte Giulia.
<< Usciamo da qui... >> dico andando verso la porta. Non gli rispondo. Non merita alcuna risposta. Come esco lo vedo scendere le scale. Vorrei tornare indietro ma ormai è troppo tardi, mi ha già vista e si dirige verso di me come un fulmine. Giulia mi lancia uno sguardo d'intesa e ci lascia soli raggiungendo le altre ragazze.
<< Che ti prende? >> dice inchiodandomi al muro.
<< Che faccia tosta! >>
<< Ma di cosa stai parlando! >> ribatte quasi urlando. Cerco di spostarmi ma il suo corpo imponente non me lo permette.
<< Non provare ad alzare la voce con me! >> dico irritata. Si passa una mano sugli occhi e quando li riapre è più calmo.
<< Mi vuoi spiegare, te lo chiedo per favore >>
<< Ti ho visto! >> dico decisa. Mi guarda aspettando qualcosa di più e inizio a perdere la pazienza di nuovo.
<< Matteo >> dico portando una mano sul viso << ti ho visto mente tu e il tuo amico vi incontravate con quelle ragazze e siete entrati nel locale >>
<< Stiamo litigando per questo? >> domanda incredulo. Lo guardo senza capire, ma sta scherzando? Mi prende in giro?
<< Sono due comparse del mio nuovo video! >> dice ridendo. Continuo a fissarlo seria, non ci trovo niente di divertente. Si avvicina per accarezzarmi il viso ma mi sposto.
<< Livia, te lo giuro! >>
<< Le ho sentite mentre parlavano nel bagno e sembrava molto più di un incontro di lavoro >> ribatto.
<< Sono libere di pensare ciò che vogliono ma non mi ha minimamente sfiorato l'idea di stare con loro se non per lavoro >> prova nuovamente ad avvicinarsi ma mi scanso di nuovo. Esasperato mi prende per mano << Vieni >> dice. Si incammina verso le scale che portano al privée e si dirige al tavolo dove sono seduti Giacomo e le due ragazze.
<< Caterina, Sara, vi posso presentare la mia ragazza? >> Rimango senza fiato. La mia ragazza. E' impazzito. Guardo le due ragazze e anche loro non hanno una bella cera nonostante i due chili di trucco. Riacquisto lucidità e prendo la mia rivincita.
<< Piacere Livia >> dico sorridente.

 

Mano nella mano usciamo dal locale sotto gli occhi indiscreti dei passanti, non si sono ancora abituati a vederci insieme. Nella mia testa risuona la frase che Matteo ha pronunciato inaspettatamente davanti alle due ragazze per togliermi ogni dubbio. La mia ragazza. Arriviamo in macchina e si dirige verso casa sua. Non dico nulla, non voglio andare da me, non voglio separarmi da lui. Saliamo nell'ascensore in silenzio, nessuno ha aperto bocca da quando abbiamo lasciato il Kart.
<< Sei silenziosa >> commenta. Mi volto guardandolo negli occhi. Mi avvicino sempre più fino a lasciargli un dolce bacio sulle labbra. Sul suo viso compra l'ombra di un sorriso e ritorna a baciarmi. Il suono dell'ascensore ci riporta con i piedi per terra ed entriamo nell'attico.
<< Vuoi qualcosa da bere? >> chiede dirigendosi verso la cucina.
<< Un bicchiere d'acqua >> rispondo seguendolo. Mi siedo su di uno sgabello sul bancone dell'isola mentre Matteo prende due bicchieri dalla dispensa e li riempie di fresca acqua frizzante aggiungendo anche una fettina di limone. Si avvicina, mi porge il bicchiere e si siede accanto a me. Mentre bevo non mi toglie gli occhi di dosso.
<< Che c'è? >> chiedo ridendo.
<< Mi sei mancata >> risponde con gli occhi che brillano. Allungo una mano sul suo viso, lo avvicino e lo bacio. Stavolta un bacio lungo e passionale. Afferra lo sgabello e lo avvicina al suo così che i nostri corpi si intreccino. Mi abbraccia mentre le nostre lingue si rincorrono e sento la sua voglia di me.

Angolo autrice: ciao ragazzi! inizio con il ringraziarvi per essere così numerosi a leggere questa storia e per tutte le recensioni! siete davvero troppo carini :) Anche in questo capitolo aggiungo una One Shot ... spero vi faccia piacere :) ps purtroppo ancora non ho capito perchè non riesco ad inserire il link giusto quindi la troverete sul mio profilo :) mi scuso per questo piccolo disagio. Solo noi - extra di Le note del cambiamento

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Capitolo 12
*** 12. Quotidianità ***


Apro gli occhi e sono avvolta dalle braccia muscolose di Matteo. Mi tiene stretta come se dovessi scappare da un momento all'altro. La luce del sole entra dalla finestra e sento il canto degli uccelli che salutano il nuovo giorno. Lentamente esco dalla stretta di Matteo facendo attenzione a non svegliarlo, guardo la sveglia: sono le sette e dieci. E' presto però devo passare a casa a cambiarmi, non posso andare al corso vestita così. Mi alzo dal letto e mi dirigo in cucina, prendo un bicchiere d'acqua e vado in bagno. Sciacquo il viso e torno in camera per recuperare i miei abiti.
<< Buongiorno >> la voce soave di Matteo mi sorprende. Lo guardo e sorrido.
<< Buongiorno >> mi avvicino al letto e gattonando mi ritrovo su di lui. Mi stendo al suo fianco e lo guardo negli occhi. Mi accarezza i capelli e si sporge, lasciandomi un bacio sulle labbra.
<< Cosa fai già sveglia? >> domanda strofinandosi gli occhi.
<< Devo passare a casa e poi ho il corso >> rispondo.
<< Mmmm .. che ore sono? >>
<< Le sette e un quarto >> Mi prende per i fianchi e mi abbraccia da dietro.
<< Allora è presto! Torna qui con me >> dice lasciandomi un altro bacio sul collo. Rido. Restiamo abbracciati per dieci minuti poi lo convinco ad alzarsi.
<< Posso fare una doccia? >> chiedo.
<< Certo! >> dice andando verso la cucina. Entro in bagno, apro l'acqua nella cabina e subito parte della musica. Mi guardo intorno per vedere da dove provengono quelle note e noto uno stereo proprio dentro la doccia. Sorrido e scuoto la testa. Vado sotto il getto dell'acqua che trovo bollente, faccio attenzione a non bagnare i capelli che ho raccolto in una coda e prendo il bagnoschiuma. Mentre sono chinata per insaponarmi le gambe, la porta a vetro si apre. Mi volto spaventata e vedo Matteo nudo che mi sorride.
<< Non ho resistito >> dice alzando le spalle con un sorriso magnifico. Prende la spugna che tengo in mano imbevuta di sapone e inizia a massaggiarmi le spalle.

 

Parcheggiamo sotto casa mia.
<< Sali? >> domando. Lui sorride e scende dall'auto. Entriamo nel portone e troviamo l'appartamento ancora deserto. Mi volto verso Matteo facendogli segno di fare piano e ci dirigiamo verso la mia camera. Fortunatamente ieri sera l'ho lasciata in modo decente così non mi devo vergognare di farlo entrare in un armadio più che in una camera da letto. Si siede mentre io cerco cosa mettermi. Mi cambio velocemente e lo lascio un secondo per andare in bagno a truccarmi.
<< Fatto >> dico attirando la sua attenzione. Prendo la cartella e andiamo in cucina.
<< Buongiorno! >> dico entrando. Non avevo notato che i miei coinquilini si fossero svegliati.
<< Buongiorno! >> rispondono in un coretto rimanendo poi imbarazzati quando dietro di me vedono comparire Matteo.
<< Ragazzi vi presento Matteo, Matteo loro sono Francesco, Giulia e Veronica >>. Dopo le dovute presentazioni usciamo di casa per andare a mangiare qualcosa. Optiamo per un bar in centro a metà strada tra l'università e il suo studio. Ci sediamo e una ragazza viene subito a servirci.
<< Buongiorno! >> esclama un po' troppo vivace rivolgendo languidi sguardi verso Matteo. Roteo gli occhi nauseata e leggo il menù.
<< Cosa posso portarvi? >> aggiunge.
<< Un caffè lungo, un cornetto alla crema... >> risponde Matteo poi si ferma e mi guarda interrogativo aspettando che decida cosa prendere.
<< Cappuccino e un fagottino alle mele, grazie >> aggiungo rivolgendole un sorriso abbastanza forzato. Quando se ne va Matteo inizia a ridere. Lo guardo accigliata.
<< Cosa ridi? >> chiedo.
<< Sei incredibile >> risponde continuando a sghignazzare. << Che cosa ha fatto? >> aggiunge facendo un cenno verso la cameriera.
<< “Buongiorno” >> ripeto imitando la ragazza caricando un po' sullo sguardo svenevole sbattendo le palpebre ripetutamente. Matteo scoppia a ridere di nuovo e scuote la testa. Arrivate le ordinazioni mangiamo in silenzio divorando le nostre colazioni.
<< Oggi cosa devi fare? >> chiedo bevendo l'ultimo sorso del cappuccino.
<< Devo completare alcune cose per il nuovo album e fare qualche prova >> Ci alziamo e mentre paga il conto aggiungo << Ora mi raccomando scompari come l'ultima volta >> dico scherzando ma colpendo il bersaglio. Mi guarda serio e scuote la testa.
<< Ci sentiamo più tardi >> dice avvicinandosi e prendendomi per i fianchi.
<< Buon lavoro >> Ci baciamo e ognuno va per la sua strada.

 

Arrivo in aula e mi siedo al solito posto, quarta fila vicino alla finestra. Poco prima dell'inizio della lezione il posto accanto al mio viene occupato da una ragazza. Noto subito che è un po' goffa e sedendosi mi dà conferma facendo cadere a terra il mio quaderno seguito dall'astuccio.
<< Oh Dio! Scusami! >> dice portandosi le mani congiunte alla bocca.
<< Non ti preoccupare >> rispondo mentre mi abbasso per raccogliere ma mi trovo ad andare a sbattere con la sua testa perchè, improvvisamente, si era chinata anche lei.
<< Aaah! >> urlo massaggiandomi il punto dolente.
<< Oh Dio scusa! >> ripete un altra volta.
<< Tranquilla non fa niente! >> Fortunatamente arriva il professore e iniziamo la lezione prima che accada qualche altro disastro. Alla pausa pranzo esco fuori e mi avvio verso il distributore per prendere una lattina di Fanta. Guardo il telefono e trovo un messaggio. Matteo: “Hey stasera ho una serata a Rimini, ti va di venire?” Sorrido, questa volta non dovrò aspettare due giorni per rivederlo. Rispondo: “Si :)“ Subito arriva la risposta. “Ti passo a prendere alle 19.30”. Rimetto in tasca il cellulare e bevo un sorso di aranciata mentre guardo fuori dalla finestra.
<< Scusa se ti disturbo >> dice una voce esile alle mie spalle, mi volto intuendo che forse sta parlando con me. E' la ragazza disastro. La osservo e fisicamente non è male, è alta e magra ma il suo aspetto viene completamente rovinato dalla poca cura che riserva alla sua immagine. Ha lunghi capelli castani racchiusi in una treccia, enormi occhiali rotondi che le danno un'aria un po' da sfigata, maglioncino informe celeste, jeans a zampa di elefante e converse.
<< Ciao, dimmi pure >> dico gentilmente.
<< Volevo scusarmi per prima >> dice tirandosi su gli occhiali.
<< Ma figurati! Non ci pensare più >>
<< Comunque io sono Claudia >> aggiunge allungandomi una mano << Piacere Livia >>.
<< E' il primo giorno per me, ho avuto dei problemi con l'appartamento. Mi sono persa molto? >> chiede.
<< No, il primo giorno non abbiamo fatto un gran che. Per il resto qualcosina si, però se vuoi quando rientriamo ti faccio vedere gli appunti >>
<< Grazie, sei gentilissima >>. Sorrido.

 

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Capitolo 13
*** 13. Trasferta ***


Alle sette e mezza di sera esco dal portone e trovo Matteo alla porta.
<< Hey >> esclama guardandomi dall'alto in basso nel vestito effetto pelle a manica corta << sei bellissima >>. Sorrido e sicuramente divento rossa mentre gli do una botta sulla spalla. Lo abbraccio e lo bacio mentre lui mi tiene stretta a sé. Guardo la strada e vedo due macchine. Notando la mia espressione interrogativa mi chiarisce subito.
<< Questa è la nostra, dietro ci sono i ragazzi dello staff >>
<< Ah >> dico salendo in macchina e mi sorprendo di trovare l'autista. Non era mai successo.
<< Livia ti presento Alfredo >> esclama Matteo indicando il signore seduto al posto della guida << Piacere! >> dico sorridente. E' un uomo sui quarant'anni, muscoloso, rasato, sembra un militare. Ha l'aria seriosa ma credo sia solo un'immagine creata dal ruolo che rappresenta. Partiamo diretti verso Rimini e dopo un'ora siamo già a destinazione. Esco dall'auto ed entriamo in un ristorante per cenare. Il cameriere ci attende all'entrata e subito ci accompagna al tavolo. Mi siedo alla destra di Matteo che è a capotavola. All'inizio mi presenta il suo staff, in realtà più che uno staff sono i ragazzi che lo seguono ad ogni evento e che si occupano di far si che ogni cosa proceda nel senso giusto.
<< Loro sono Lillo, Berto, Schizzo e Ciccio >> Sono tutti tipi abbastanza strani ma sembrano simpatici e, come dire, alla mano. La cena procede molto tranquillamente tra battute, risate e racconti di vario genere.
<< Livia! >> mi chiama Schizzo << ti devi aspettare di tutto nelle serate! Te la devi prendere proprio scialla >> rido dal suo modo di fare e di parlare, ovviamente il nome deve venire dal fatto che è agitatissimo, parla a raffica e gesticola tantissimo.
<< Una sera eravamo quasi a fine concerto quando una tipa inizia ad urlare “Met ti amooo! Ti prego prendimi oraaa”. Una cosa allucinante! Ti giuro! Mai vista una cosa simile! >> continua a raccontare mentre non smetto di ridere completamente presa << ad un certo punto, questa era in canottiera, si sfila il reggiseno e lo tira sul palco proprio ai piedi di Met! Lui tira su questo coso con una faccia improponibile! Ci siamo stesi dal ridere! >> Mi hanno raccontato decine di racconti divertenti e stravaganti delle varie serate ma vedendo il loro atteggiamento non mi hanno agitata anzi mi hanno reso le cose più semplici dandomi anche il modo di interpretare certi comportamenti. Essendo una ragazza estremamente gelosa questo è il lato che più mi preoccupa del lavoro di Matteo però Schizzo e gli altri mi hanno messo nell'inquadratura giusta della cosa.

 

Dopo cena è ora che Matteo faccia la sua entrata nel locale dove ha programmato la serata. Come arriviamo nel retro, ci sono centinaia di fan che lo aspettano bloccati dalle ringhiere e dalle guardie del corpo. L'auto si ferma ai piedi di un tappeto rosso che costituisce una specie di passerella dove dobbiamo passare per entrare nel locale. Non mi aspettavo nulla del genere e sono imbarazzatissima. Matteo si gira e mi guarda.
<< Hey, tranquilla! Tu cammina dietro di me e non succederà niente >> dice toccandomi il ginocchio con una mano in modo affettuoso. Lui è tranquillo e sicuro di sé. E' impeccabile e dannatamente bello. Indossa un paio di jeans scuri con una maglietta nera con delle aquile stampate e nike bianche. I tatuaggi ornano le sue braccia e i capelli sono sistemati alla perfezione in un ciuffo. Esce dall'auto e io lo seguo un po' impacciata. Percorriamo quella specie di red carpet, lui avanti e io dietro con lo staff al seguito mentre i fan urlano di tutto e di più cercando di attirare la sua attenzione. Mi concentro per non cadere dal mio tacco dodici e guardo dritta davanti a me perchè il solo pensiero di essere al centro dell'attenzione mi fa tremare le gambe. Fortunatamente sono solo dieci metri e in un baleno sono nel locale. E' tutto buio e distinguo delle ombre a malapena, Matteo cerca la mia mano e mi guida su per le scale che ci portano al palco. Come al Kart, dietro al palco ci sono due tavolini destinati ai vip ed amici e così mi siedo su di un divanetto mentre Matteo e gli altri si preparano per il concerto. Qualche istante dopo arrivano anche i suoi amici e, con mia grande gioia, c'è Nina. Appena mi vede, mi raggiunge subito. Mi alzo e le vado incontro per salutarla.
<< Ciao! Non pensavo venissi anche tu! >> esclamo felice.
<< Mi hai rubato le parole di bocca >>
<< Sono contentissima di vederti! Una faccia amica >> rido.
<< E' una serata stupenda, non potevo assolutamente perdermela! >> Arriva il cameriere con un vassoio e ci spostiamo per fargli posto al tavolo. Nel frattempo anche Matteo ci raggiunge.
<< Ciao Nina >> la saluta << Ciao Met! >> ricambia lei sorridente. Si avvicina e mi cinge i fianchi con un braccio.
<< Tra poco inizio >> esclama, poi all'orecchio mi sussurra << però questa sera non torniamo a casa >>. Lo guardo con uno sguardo interrogativo e malizioso allo stesso tempo.
<< Ho prenotato una stanza in un albergo sul mare >> aggiunge stringendomi a sé. Lo bacio e le nostre lingue si incontrano subito. Il bacio è caldo e alcolico, mi stacco mettendogli una mano sul petto.
<< Basta... >> sussurro << Vai sul palco >> Poso un bacio veloce sulle sue labbra e lo mando a fare il suo lavoro. Tra noi c'è una chimica devastante, come ci avviciniamo un po' di più, il fuoco divampa. Mi volto e vedo Nina parlare con un gruppo di ragazze, mi ero completamente dimenticata di lei. La raggiungo e mi presenta le altre mentre il concerto ha inizio. 

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Capitolo 14
*** 14. Lasciami ***


Mi avvicino al tavolo dei drink e opto per un cuba libre. Prendo un bicchiere, lo riempio di ghiaccio e doso il rum e la coca cola in modo impeccabile, piccole rimembranze del lavoro estivo di qualche anno fa. Prendo un sorso per assaggiare come è venuto ed è perfetto, nel frattempo non avevo fatto caso a Roberto che si era avvicinato.
<< Vorrei essere quel drink >> esclama. Non capendo la frase lo guardo accigliata.
<< Come scusa? >> chiedo avvicinandomi per sentire meglio. Mi sorride e scuote la testa.
<< Ti stai divertendo? >> ribatte. Annuisco mentre sorseggio la mia bevuta. << Tu? >>
<< Ora si >> risponde. Faccio per tornare da Nina mentre lui sta prendendo da bere ma subito mi blocca.
<< Hey aspetta! Mica mordo >> esclama. Un po' in imbarazzo sorrido. Non so che cosa fare né cosa dire, questo ragazzo mi agita. Dal primo incontro non l'ho ben inquadrato ma sembra quasi che ci provi e questo mi infastidisce.
<< Come va con Met? >> chiede.
<< Bene >> dico alzando le spalle e guardando verso il palco.
<< Non deve essere facile con tutte quelle ragazze che gli girano intorno >> Non rispondo e continuo a guardare nell'altra direzione. Si avvicina impercettibilmente e quando torno a guardarlo noto la cosa ma faccio finta di nulla prestando però maggiore attenzione.
<< Sei molto bella sai? >> dice accarezzandomi un braccio. Subito lo ritiro con un grazie forzato. Ora mi sto innervosendo davvero.
<< Scusa ma devo tornare da Nina >> dico e senza dargli tempo di ribattere né di bloccarmi, me ne vado.
<< Tutto ok? >> chiede lei vedendomi agitata. Annuisco e cerco di sembrare il più spensierata possibile.
<< Cosa hai preso? >>
<< Un cuba libre, vuoi provare? >> dico porgendole il drink. Assaggia e mostra apprezzamento.
<< Buono! >> esclama.
<< Segreti del mestiere >> scherzo facendole l'occhiolino. Dopo alcune chiacchiere con Nina e le altre ragazze sento il bisogno di andare in bagno.
<< Sai dov'è la toilette? >> chiedo.
<< Dovrebbe essere dietro quella tenda >> dice indicando una parete alle nostre spalle. Mi dirigo nella zona e spostando la tenda trovo una porta. Quando la apro scorgo una stanza rossa con pavimento e ripiani in marmo, è molto elegante e l'ambiente profuma di fiori, non proprio l'odore che si trova normalmente nei bagni delle discoteche. Usufruisco del bagno, esco e sistemo i capelli e il trucco. Mentre sto mettendo il rossetto, una delle porte alle mie spalle si apre e ciò che vedo non mi piace. Roberto. Indifferente continuo a colorare le mie labbra ma lui si pone alle mie spalle. Metto il tappo al rossetto e lo chiudo nella pochette. Improvvisamente sento due mani sui fianchi. Mi volto di scatto.
<< Toglimi le mani di dosso >> dico decisa. Lui mi guarda, è visibilmente ubriaco e puzza di alcol misto al fumo di sigaretta.
<< Hai sentito? >> dico con più vigore.
<< Shhh >> ricevo in risposta. Scatto in avanti per andarmene ma mi blocca facendomi anche male imponendosi con il suo corpo. Sono stretta tra lui e il marmo e con le braccia cerco di spostarlo.
<< Che cosa credi di fare? >> urlo.
<< Non ti agitare... lo so come siete voi... no no no ma vi piace da impazzire, volete solo farvi desiderare >>
<< Senti, io non so con chi hai avuto a che fare ma con me ti sbagli di grosso perciò togliti immediatamente >>
<< Rilassati >> dice allungando le sue schifose mani sulle mie gambe. Questo è decisamente troppo. D'istinto gli lancio uno schiaffo così forte da farmi male. Purtroppo questo non lo fa desistere dal suo lurido approccio, anzi, lo rende più deciso. Inizia ad alzarmi il vestito mentre con una mano mi tiene le mani.
<< Lasciami stare! >> urlo. Improvvisamente, avendo le gambe libere decido di provare l'ultimo gesto ovvio, una ginocchiata ai gioielli.
<< Aaah!! >> urla lasciando la presa << Grandissima troia torna qua! >> inveisce contro di me mentre raccolgo la borsa caduta a terra. Contemporaneamente la porta si apre e spunta Nina esterrefatta. Rimane di pietra vedendo la scena ma umiliata e con le lacrime agli occhi la sorpasso uscendo dal bagno e senza dare nell'occhio esco dal locale correndo il più lontano possibile.

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Capitolo 15
*** 15. Stato confusionale ***


L'aria fredda della notte mi colpisce in pieno e sulla pelle sento come degli aghi che pungono ripetutamente. Nella fretta non ho preso il cappotto ma l'ultima cosa che intendo fare è rientrare. Sono dovuta uscire dalla porta sul retro e fortunatamente i fan non erano appostati così nessuno si domanderà perchè la ragazza di MetClash è scappata in lacrime durante il concerto e gli eviterò una prima pagina non gradita. Cammino verso il parcheggio tenendomi stretta le braccia per scaldarmi un po' mentre gli occhi sono completamente appannati dalle lacrime. Mai nessuno mi aveva trattata in quel modo, sentirsi così impotente, non poter fare niente, è una sensazione orribile. Sento ancora nel naso la puzza di alcol e fumo provenire da quell'essere schifoso e le sue mani che mi afferrano per i fianchi e tirano su il vestito con foga. Mi dispiace anche per Matteo, è un suo amico, ma quale amico può fare una cosa simile? Forse tra di loro sono abituati così? “So come siete fatte... no no no e poi... “ Al solo pensiero mi viene da vomitare. Quando ho visto Nina alla porta, era impietrita. E se fosse entrato Matteo, che cosa sarebbe successo? Mentre tutti questi pensieri mi ruotano in testa sono in pieno shock confusionale. Trovo un muretto e mi siedo.
<< Livia >> una voce maschile mi chiama ma non la riconosco. Non è Matteo, è più profonda e adulta.
<< Livia >> ripete. Alzo la testa e vedo Alfredo davanti a me. Quando vede il viso rigato dalle lacrime e l'espressione che non deve essere che disastrata, ha un attimo di esitazione. Non fa domande.
<< Vieni con me >> dice allungandomi una mano che, dopo un momento di indugio, decido di afferrare. Si toglie la giacca e me la avvolge intorno mentre con un braccio mi aiuta a camminare. Ci dirigiamo verso l'auto che ha parcheggiato non molto lontano mentre attendeva la nostra uscita e mi fa accomodare sul sedile posteriore mentre accende i riscaldamenti per stiepidire l'abitacolo. Appoggiata con la testa sul finestrino e la giacca di Alfredo a mo di coperta, scendo in una specie di dormi veglia in cui la mente gira e rigira sull'episodio portandomi allo sfinimento.

 


<< Livia >> una voce lontana mi chiama. Qualcosa mi tocca i capelli.
<< Livia >> continua dolcemente e una mano fredda mi accarezza una guancia. Apro gli occhi, stavo dormendo. Mi ritrovo in macchina e Matteo è vicino a me con lo sguardo perso e struggente.
<< Hey >> mi richiama soave rivolgendomi un sorriso amaro. Ho la bocca impastata e non riesco a parlare. Lui capisce subito e mi porge una bottiglietta d'acqua naturale. Ne bevo un lungo sorso, poi, schiarisco la voce.
<< Che ore sono? >> chiedo spaesata.
<< Le due e mezza >> risponde << tieni, ti ho preso il cappotto >> aggiunge aprendolo per aiutarmi ad indossarlo.
<< Grazie >> Ricordandomi di aver pianto molto, mi sistemo la matita sotto gli occhi con le mani alla bella e meglio. Non so cosa dire. Non so se Matteo sa.<< Come stai? >> chiede cauto prendendomi una mano. Alzo le spalle e stringo la presa ma subito sento qualcosa che non va. Guardo la sua mano e vedo del sangue.
<< Ma cosa hai fatto? >> domando accigliata.
<< Lascia stare >> dice cercando di cambiare discorso.
<< Matteo >> lo riprendo spingendolo a raccontare ciò che è successo. Porta una mano sul mio viso e d'istinto mi spingo verso il palmo della sua mano, poi, voltandomi un po' più gli lascio un bacio. Di risposta si avvicina guardandomi penetrante con quello sguardo malinconico e mi bacia, un bacio possessivo, pieno, un bacio che racchiude tutte le mie e le sue emozioni.
<< Quando ho finito il concerto sono venuto a cercarti ma non ti vedevo e mi stavo già agitando. La situazione è peggiorata quando ho visto Nina corrermi incontro con un'espressione terrorizzata. Mi ha detto ciò che aveva visto e che eri scappata dal locale, ti è venuta a cercare ma non ti ha trovata e così è tornata dentro da me. Al suo racconto non ci ho visto più, mi è salita una rabbia che raramente mi ha visitato e sono andato da Roberto >> si ferma, mi guarda e deglutisce. Mi avvicino e gli lascio un bacio all'angolo della bocca. << Gli ho chiesto cosa aveva fatto, l'ho spinto a raccontarmi tutto e più parlava più l'ira mi divorava, accecandomi sempre più >> un'altra pausa. Dopo un sospiro, riprende << Mi sono avventato su di lui, fortunatamente c'erano i ragazzi che mi hanno allontanato altrimenti non so se e quando mi sarei fermato poi sono venuto a cercarti ma Alfredo sapeva che avevo finito il concerto perciò l'ho trovato ad aspettarmi all'uscita del retro e mi ha detto di averti portata in macchina >> dice concludendo il suo racconto. Mi butto tra le sue braccia e lui mi accoglie stringendomi forte a sé, con la testa tra i capelli aspira forte e in quel gesto sento tutta la sua paura e il desiderio di proteggermi. Prendo la mano ferita e bacio ogni nocca, mi ha difesa scagliandosi contro un suo amico. Ha difeso me.
<< Mi sono difesa >> esclamo. Lo sento sorridere e subito dopo mi bacia i capelli.
<< Me l'ha detto, uno schiaffo e una bella ginocchiata! >> dice fiero << Dovrò ricordarmelo la prossima volta che litighiamo >> sdrammatizza. 

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Capitolo 16
*** 16. Dimentichiamo ***


Arriviamo in albergo e Matteo si avvicina al banco della receptionist.
<< Buonasera >> esclama un uomo impeccabile nella sua divisa.
<< Buonasera, ho una camera prenotata a nome Giacobini >> risponde lui serio. Mi avvicino al banco e stretta nel mio cappotto mi guardo intorno. La hall è enorme e risplende di marmo bianco, ci sono divanetti in pelle, fiori ovunque. Le pareti sono ricoperte da vetrate immense e le tende scendono delicatamente a terra. In questo luogo si perde completamente il senso del tempo, sembra mezzogiorno quando in realtà sono quasi le tre di notte. Nel frattempo l'uomo porge la tessera della stanza a Matteo che la prende e subito mi afferra la mano guidandomi verso l'ascensore. Il bip annuncia l'arrivo al piano terra, le porte si aprono accogliendoci all'interno. Mentre saliamo appoggio la testa sulla sua spalla mentre lui mi tiene stretta. Nessuno parla, siamo stanchi e provati da una situazione spiacevole. Arriviamo all'ultimo piano del Grand Hotel. Quando Matteo apre le porte della stanza, mi ritrovo in una lussuosissima suite. All'ingresso si trova un salottino molto grazioso con divano e televisore al plasma sopra un finto caminetto, un tavolo rotondo e dietro una porta finestra immensa che presumo dia sul mare. Sulla destra si apre la camera da letto e rimango senza fiato. Non avevo mai visto un letto così enorme coperto interamente da cuscini. Infine, il bagno; moderno, funzionale e, ciliegina sulla torta, vasca idromassaggio. Tutto è perfetto e curato nei minimi dettagli.
<< Ti faccio vedere una cosa >> dice sorprendendomi alle spalle mentre finisco il mio giro di perlustrazione. Mi volto sorridente e lo seguo verso il terrazzo. Appena apre la porta finestra la brezza del mare mi scompiglia i capelli e l'odore di salsedine sale nelle narici. Per un momento chiudo gli occhi e lascio che questa sensazione piacevole mi travolga. Matteo si porta dietro di me e spingendomi mi avvicina alla ringhiera. Rimaniamo così a guardare le onde infrangersi sulla spiaggia proprio sotto di noi.
<< E' bellissimo >> esclamo appoggiandomi contro il suo petto. Con le braccia muscolose mi avvolge e lascia un bacio sui capelli.

 


Sono in bagno a pettinare i capelli quando sento bussare.
<< Avanti >> dico dolcemente incuriosita. Pian piano la porta si apre e Matteo fa capolino con un'espressione singolare in viso. Lo guardo avvicinarsi e i nostri sguardi si incrociano nello specchio. Delicatamente prende la spazzola che ho in mano e la posa sul lavandino. Sposta i capelli da una parte scoprendo la spalla e si china lasciando piccoli baci lungo il collo che mi provocano dei brividi sulla schiena. D'istinto chiudo gli occhi ma poi li riapro per assaporare la scena che si sta consumando allo specchio. E' così erotico. Mentre continua la distesa di baci, con le mani mi accarezza il ventre fino ai seni, senza toccarli. Si ferma, inchioda lo sguardo al mio e, spostando di nuovo i capelli, inizia ad aprire la lampo del vestito.
<< Che cosa fai? >> domando divertita.
<< Shhh >> sussurra al mio orecchio provocandomi ulteriori brividi. Rido armoniosamente e lascio a lui le redini. Pian piano il vestito inizia a scivolare lungo il mio corpo e rimango sui tacchi con un completino di raso nero e ricami panna.

 

Dopo un bagno più che rilassante ci stendiamo sul letto avvolti dall'accappatoio più morbido che abbia mai indossato. Siamo distesi uno vicino all'altro a guardarci e perderci negli occhi che brillano. Poi ho un flash.
<< Ti posso fare una domanda? >> chiedo titubante.
<< Certo >> risponde lui accarezzandomi la guancia.
<< Dove sei stato dopo la prima notte che abbiamo passato insieme? >>. Lo vedo accigliarsi e mi guarda come se non capisse a cosa mi sto riferendo.
<< Di che parli? >>
<< Il giorno dopo mi hai detto che avevi da fare e che mi avresti chiamata tu.. >> spiego.
<< E allora? >> risponde continuando a non capire o per lo meno questo è quello che vuole far intendere.
<< Mi chiedevo se stavi lavorando.... o... >>
<< Si, mi sembra già di avertelo detto >> ribatte secco. Mi stupisco di questi suoi sbalzi d'umore repentini. Non vedo che cosa ho chiesto di male per farlo agitare così. Forse meglio cambiare discorso, non voglio rovinare questa serata, a questo già ci ha pensato Roberto. 




Angolo autrice:
scusate il ritardo, so che aggiorno ogni giorno ma questo capitolo mi ha dato un po' di problemi. Ho anche fatto dei cambiamenti perchè in una recensione mi è stato chiesto il perchè Matteo non si fosse fatto vivo dopo la prima notte d'amore perciò inizio a farvi capire qualcosa di più :) 
Vi ringrazio tutti per leggere la storia, recensire, ecc... siete molto carini!
Ho aggiunto anche qui una scena hot per la vasca da bagno. Prendimi - extra di Le note del cambiamento la trovate nel mio profilo

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Capitolo 17
*** 17. Sorpresa ***


<< Che cosa? Com'è possibile! >> le urla di Matteo mi svegliano di soprassalto. Non sono assolutamente in grado di dire che ore sono ma il sole è alto quindi presumo sia mattinata inoltrata. Sono ancora in accappatoio, ci dobbiamo essere addormentati mentre chiacchieravamo. Mi alzo lentamente e sgattaiolo in bagno. Mi guardo allo specchio e sono un disastro: pallidissima con i capelli gonfi e un accenno di occhiaie. Cerco un pettine tra i gadget che l'hotel mette a disposizione degli ospiti ma niente, in compenso c'è un elastico con cui posso legarli decentemente. Opto per uno chignon piuttosto spettinato, mi sciacquo il viso con acqua fredda ed esco raggiungendo Matteo nel salotto. Lo trovo al telefono che parla animatamente, è alquanto agitato. Non si accorge che sono entrata nella stanza poiché è rivolto verso il terrazzo per cui mi avvicino lentamente. Noto che la tavola è apparecchiata per la colazione e ci sono una miriade di cose: crostatine, croissant, cereali, spremuta, latte, caffè, toast, marmellata e altro ancora. Mi avvicino a lui e con una mano gli sfioro la spalla. Di scatto si gira e sul viso serio e imbronciato compare un bellissimo sorriso. Gli lascio un bacio a stampo e mi siedo. Mentre lo guardo e cerco di capire cosa è successo di così grave mi verso una tazza di caffè a cui aggiungo del latte e scelgo una crostata alla crema di mandorle. Qualche istante dopo chiude la telefonata e si siede avanti a me.
<< Buongiorno >> dice con un enorme sorriso come se avesse dimenticato completamente la litigata di due secondi prima.
<< Buongiorno? Non mi sembra sia iniziata bene la giornata >> dico ironicamente. Abbassa lo sguardo e prende una tazza di caffè.
<< Si, bè... qualche problemino ma niente di cui ti devi preoccupare >> risponde con indifferenza << Comunque hai un mini trolley ai piedi del letto, l'ha preparato Giulia >> aggiunge.
<< Giulia? >> chiedo accigliata.
<< Si, lei lo sapeva che non saresti tornata e gli ho chiesto di prenderti qualcosa dall'armadio... se lo chiedevo a te non sarebbe stata una sorpresa >>. Rido e addento la mia deliziosa crostata.
<< Ma che ore sono? >>
<< Le undici e un quarto >>
<< A che ora dobbiamo partire per Bologna? >> dico prendendo un sorso di caffè.
<< Già te ne vuoi andare? >> ribatte un po' spiazzato.
<< No! Pensavo volessi tornare .. però se hai in mente qualcos'altro... >>
<< In realtà si! >> risponde sorridente.
<< Bene >> dico ricambiando con un bel sorriso << Allora mi vado a vestire >> e così dicendo mi alzo dal tavolo e vado ad aprire il trolley, chissà cosa avrà messo in valigia Giulia. Capace che trovo solo canottiere e lingerie in pizzo! Rido tra me e me. Invece, quando scopro l'interno devo ammettere che è stata bravissima. C'è tutto il necessario. Poi, mi viene in mente una cosa, torno svelta da Matteo.
<< Ma come mi devo vestire per questa cosa che hai in mente? >> domando divertita. Mi guarda in un modo così sexy che mi avvicino velocemente e mi siedo su di lui baciandolo intensamente.
<< Allora? >> domando con un filo di voce.
<< Casual... e... comoda >> risponde.

 

Esco dal bagno con skinny jeans, camicia a quadri rossa e nera e scarpe da tennis. Raggiante mi dirigo verso Matteo che è seduto al tavolo a bere del caffè mentre guarda qualcosa di indubbiamente interessante sul tablet visto che è completamente assorto. Mi avvicino e alza lo sguardo.
<< Pronta? >> chiede. Annuisco.
<< Allora andiamo >> così dicendo si alza, prende una felpa che era posata sul divano e voltandosi verso di me aggiunge << Prendine una anche tu, ti servirà >> dice facendo l'occhiolino. Lo guardo dubbiosa poi torno in camera a cercare una felpa nel trolley che fortunatamente trovo. Usciamo dall'albergo e stupita noto che è ancora più bello alla luce del sole. Fuori Alfredo ci aspetta sul suv nero ed elettrizzata salgo nel sedile posteriore.
<< Buongiorno! >> dico salutandolo. Mi vergogno per la scena pietosa a cui ha assistito ieri sera ma devo trovare il momento per ringraziarlo.
<< Buongiorno! >> saluta di rimando con un sorriso paterno. Matteo ci raggiunge salendo nel sedile anteriore e partiamo verso una destinazione sconosciuta. Chissà cosa avrà in mente. 




Angolo autrice:
Ciao ragazzi! Scusate se questa volta ho aggiornato tardi ma sono ricominciate le lezioni all'università e ho avuto molto da fare! Spero che il capitolo vi piaccia!

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