survival game

di Mana Selas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** survival game ***
Capitolo 2: *** second challenge ***
Capitolo 3: *** third pain ***
Capitolo 4: *** Non posso! ***
Capitolo 5: *** -2 ***
Capitolo 6: *** conto alla rovescia ***



Capitolo 1
*** survival game ***


Mi chiamo Gumi, sono un essere artificiale creato in provetta dalla scienza, nati per cantare e divertire i nostri creatori, questo fino a che non si stufarono di noi. Fino a quando non ritennero che il tempo delle voci artificiali era finito. Allora iniziò questo inferno, quando decisero di eliminarci in modo scenico,  ma non molto originario. Siamo come i gladiatori, dobbiamo combattere tra noi fino alla morte. Ho tenuto questo diario.
Tutto iniziò circa 4 mesi fa, fummo divisi in 2 squadre e portati in questo posto sperduto in mezzo alle montagne, le due squadre sono divise dal fiume e non possono avere contatti, beh un contatto lo abbiamo una volta ogni due settimane: uno di noi deve scontrarsi per la sopravvivenza degli altri, la squadra del vincitore riceve generi di prima necessità.  L’unico problema è che l’incontro finisce solo con la morte di uno dei due combattenti. Non abbiamo scelto noi di venire qui, siamo stati rapiti dai nostri stessi creatori.
Ho raccolto qui tutti gli avvenimenti degli scontri, finchè sarò in vita racconterò del nostro scontro fratricida.
Al primo scontro assistemmo tutti dal vivo. Gli scontri da allora si tengono sempre in una radura non molto lontana dai nostri accampamenti, noi dobbiamo attraversare il fiume per raggiungerla. Affianco al ponte ci sono appoggiate per terra tutte le nostre armi, sono identiche per entrambi i gruppi sono: una katana, una lancia, un pugnale, una mannaia e un accetta. Le armi da fuoco non sono previste, forse perché pensano che gli incontri sarebbero troppo veloci con una pistola in mano ad uno di noi.
Nel primo incontro si affrontarono Meiko e Megurine.
Meiko era alta e forte, scelse il pugnale. Mentre Megurine prese la mannaia, entrambe le ragazze erano agguerritissime, nessuna delle due voleva cedere e passare due settimane d’inferno senza cibo.
Con il volto serio Meiko si avvicinò alla radura fissando l’avversaria lo stesse fece la ragazza dai capelli lunghi e rosa che li stava raccogliendo in una treccia camminando decisa verso quello che era il loro terreno di scontro.
“mi dispiace, ma ti devo distruggere, non avercela troppo con me!”
“oh, certo, magari vedi di farlo prima che ti distrugga io!”
La ragazza dai capelli castani studiava l'avversaria per capire dove avrebbe dovuto colpire, magari alle gambe, ma per farlo attendeva la prima mossa del nemico. Megurine osservava Meiko passandosi la mannaia di mano in mano, poi improvvisamente si lanciò verso di lei; nello stesso istante si mosse anche Meiko,  puntava alle gambe dell'altra, una volta ferita la sfida sarebbe stata in mano sua, sarebbe scappata avrebbe implorato per la sua vita che avrebbe non di certo risparmiato, quello era ciò che pensava Meiko, ma i pensieri di Megurine erano diversi: pensava solo a quanto odiava dover combattere, ma pensava anche che doveva farlo per rimanere viva, e per gli altri della sua squadra che dipendevano da lei... vedendola puntare alle gambe Megurine optò per una gomitata dritta in testa spingendo la testa di Meiko sul proprio ginocchio. Il colpo fu molto forte e Meiko cadde a terra frastornata il sangue che usciva dal sopracciglio dove evidentemente era stata colpita. Posò le mani per terra come se cercasse di fermare il mondo che girava troppo velocemente, mentre Megurine le si avvicinava il volto scuro gli occhi lucidi. Quando Meiko alzò gli occhi ricordandosi della situazione si trovò l’avversaria che la sovrastava con la mannaia in alto
“scusami, scusami tanto!!”
“lo so, fallo, almeno voi starete bene!”
Meiko chiuse gli occhi e offrì il collo alla ragazza, che abbasso con tutta la forza che aveva in corpo la sua arma, staccando di netto la testa della ragazza.
 
Il silenzio più totale cadde tra gli spettatori, si sentivano solo i singhiozzi di Luka, che piano piano si alzò e raggiunse i componenti della sua squadra.
 

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Capitolo 2
*** second challenge ***


12.03.2XXX Sono passati sette giorni da quando siamo arrivati qua, dopo la vittoria di Luka onee-chan nel primo scontro ci è stato dato abbastanza cibo da sopravvivere alcune settimane, razionandolo al meglio potrebbe bastarci per un mese, ma allo scadere delle due settimane, anche se abbiamo abbastanza cibo, qualcuno di noi dovrà combattere; non importa che lo voglia o no. In questa prima settimana, abbiamo cercato una via di fuga, ci siamo separati e ognuno di noi setacciato la zona, abbiamo scoperto così in breve tempo che ci troviamo in una valle divisa in due parti quasi uguali dal fiume, tutto intorno solo montagne e boschi, l’area è delimitata da una barriera che circonda tutta l’aria costellata da filo spinato e preceduta da una seconda recinzione elettrificata. Insomma siamo come degli animali in trappola. Anche se abbiamo controllato solo nella “nostra” metà di valle. Nessuno di noi ha avuto il coraggio di attraversare il fiume, andando dove si trovano quelli che ora dobbiamo considerare nemici. Il morale di tutti è a terra. Oltre al dolore per la morte di Meiko, la paura sovrasta ogni cosa, l’ansia di essere i prossimi. Mentre scrivo, siamo tutti riuniti nella vecchia casa che ci fa da base, qualche ora fa ci è stato ordinato di riunirci per una comunicazione importante e sarà annunciato il nome del prossimo combattente, che a quanto pare avrà una settimana per abituarsi all’idea di uccidere un amico. Il silenzio è irreale e confesso che anche i miei pensieri sono piuttosto confusi, questa tensione è insopportabile devo calmarmi, o smetterò di pensare razionalmente … …. Ore 18.04: un annuncio stringato. Sul televisore con una musica di circostanza era spuntato prima uno sfondo infuocato e pian piano iniziarono ad apparire le parole “second challenge” poi sotto le due foto divise da un “vs” a destra quella di Miku e sinistra quella di Cul. I nostri sguardi si spostarono sbalorditi verso la ragazza dai lunghi codini color acqua marina che ancora fissava lo schermo con uno sguardo di terrore, poi senza abbassare la testa e si avvicino allo schermo; piano alzo la mano e le dita si posarono sulla sua foto, gli occhi erano pieni di lacrime. 19.03.2XXX Oggi è il giorno della sfida le due ragazze raggiunsero da sole da sole il luogo in cui si doveva tenere lo scontro. Il silenzio era rotto dal vento che soffiava così forte da coprire i respiri delle due combattenti, resi affannosi dalla tensione. Cul stringeva forte tra le mani, tanto da far diventare le nocche bianche, una lunga lancia, Miku invece aveva scelto la mannaia. La stessa mannaia che aveva usato Megurine, la stessa mannaia che aveva tranciato la sua testa di netto, ancora sporca di sangue della ragazza. Anche se ci era stato comunicato che solo le due contendenti dovevano raggiungere la radura, noi altri non potemmo astenerci dal seguire l’incontro che era proiettato su quello stesso televisore che appena sette giorni prima ci aveva annunciato i due sfortunati nomi, non che qualcuno di noi volesse farlo, per quanto doloroso possa essere vedere questi incontri, per noi è come rimanere al fianco di coloro che sono costretti a combattere; inoltre io lo avevo promesso a Miku stessa. In questa settimana la ragazza dai capelli azzurri non aveva fatto altro che piangere, non rispondeva a nessuno di noi, qualunque domanda le ponessimo. Solo oggi, dopo che le mostrai questo diario, decise di parlarmi, mi disse che si era preparata, che l’idea di morire la spaventava più, che si era rassegnata, e che più che rimpiangere la sua vita le dispiaceva che la punizione sarebbe toccata a noi, ma mi disse anche di scrivere per bene il suo scontro, perché se doveva uscire di scena, lo avrebbe fatto a modo suo. Ecco perché scrivo ora che l’incontro è appena termina. Voglio scrivere tutto ciò che è successo ora che lo ricordo ancora per bene, anche se non sarà nei minimi dettagli, voglio rendere giustizia più che posso al loro scontro. Per tutta la durata del combattimento nessuna delle due parlò all’altra. Ciò che mi stupì fu il comportamento di Miku appena fu dato via allo scontro: i suoi occhi erano iniettati di sangue, come se la paura provata durante quella settimana si fosse tramutata in un unico istante in follia, e così ormai del tutto impazzita iniziò a canticchiare il motivetto di kagome-kagome: kakome kakome nigerarenu you ni kakome kakome nani shite asobu no? yoake no ban ni nakama ni nareru ne! kagome kagome "Ushiro no shoumen daare?". Poi iniziò. Miku si lanciò all’attacco, ripetendo ininterrottamente quel motivetto inquietante, non appena fu a portata, descrivendo un’ampia circonferenza con il braccio, caricò il colpo. Continuò a colpire ancora, ancora e ancora l’avversaria, che parava ogni volta i colpi che la ragazza dai lunghi codini continuava a tirare contro l’asta metallica della lancia; il clamore delle armi, e il ritornello che imperterrita la ragazza continuava a cantare, si unirono in un’unica lugubre canzone, che preannunciava la morte imminente di una delle due. Cul sosteneva a fatica i colpi di Miku, in quanto quest’ultima, con quel movimento quasi teatrale, riusciva ad imprimervi tutta la forza che aveva nel suo corpo, ma proprio quel movimento rendeva i colpi ripetitivi e prevedibili, così che la ragazza riusciva a fermarli con la sua lancia o a schivarli abbastanza facilmente. Quella strana danza andò avanti per parecchi minuti finché la ragazza con i capelli rossi non ebbe deciso che fosse il momento di reagire; probabilmente fino a quel momento, aveva sostenuto i colpi della rivale per studiare il movimento che usava per imprimere tutta quella forza al colpo. E ottenne un buon risultato direi. Miku stava caricando l’ennesimo colpo, ma quando la lama stava per ricadere sopra il nemico, ecco che la mannaia inaspettatamente fu bloccata; la punta della lancia era a contatto con il sottile filo della lama. Tento disperata di affondare il colpo con entrambe le mani, ma la scure non si muoveva di un millimetro, di tutta risposta Cul tenendo saldamente la lancia entrò in scivolata sull’altra combattente prendendo in pieno una delle due caviglie e facendola cadere al suolo faccia a terra, nello stesso istante in cui la ragazza rovinava a terra, l’avversaria con balzo in avanti tirando un calcio alla mannaia che giaceva a terra, facendola finire nel fiume. Nemmeno Miku si face cogliere impreparata, si rialzo immediatamente, l’antagonista ebbe appena il tempo di girarsi e vedendola già in piedi porto dietro il braccio e tento di colpire la giovane disarmata, ma ella non si fece cogliere alla sprovvista, diciamo, perché afferrò con una mano la lama dell’arma avversaria. Gocce di sangue cadevano dalla sua mano a suolo, e sporcarono il ferro della lancia. Era chiaro a tutti, poiché era stata disarmata, la disperazione della diva era arrivata al culmine, tentò disperatamente di appropriarsi dell’arma ma visto che ogni tentativo era inutile inizio a tirare pugni contro l’altra concorrente, prima un gancio destro ben assestato, poi vedendo che la presa non diminuiva si fece più aggressiva. Cul afferrò con entrambe le mani la lancia, e sempre incassando calci e pugni, partì al contrattacco, sferrò un calcio e contemporaneamente tirò indietro la lancia. Miku gridò e si butto per terra in ginocchio, portandosi al petto la mano sinistra su cui si notava benissimo un profondo taglio. L’incontro finì in modo inaspettato, ancora ora sono senza parole. La ragazza dalla coda alta invece che attaccare la giovane che era a terra in lacrime con la sua arma, la abbraccio stretta a se, un infinito istante in cui si sussurrarono qualcosa, che per noi fu impossibile ascoltare, se ne avrò l’occasione chiederò a Cul le ultime parole della mia amica Miku, sì, perché alla fine anche se tendo gli occhi ben chiusi, Cul strinse i denti e pose fine allo scontro trapassando Miku da parte a parte. Qui riporto le parole che Cul e Miku si sussurrarono alla fine dello scontro. Miku: ti prego uccidimi! Cul: scusami ma non voglio, lo so, sono solo un idiota! Miku: uccidimi …… Poi iniziò a cantare: nozomarete umarete kita wake janai kono karada? Kurushii yo kurushikute shikata ga nai (chi potrebbe mai volere la mia esistenza in questo indesiderabile corpo? È doloroso, è doloroso e non possiamo farci niente) Salve a tutti ecco il secondo capitolo, nella speranza che sia migliore dal primo, anche se so che avrò di nuovo fatto casino con la grammatica spero sia più piacevole e che vi piaccia il secondo scontro. Devo precisare due cosette, le parti che scriverò in corsivo sono scritte in quel modo per dire che sono state aggiunte in un secondo momento (dico così perché se no rischio anticipazioni =P) L’altra cosa che tengo a precisare sono i riferimenti alle canzoni che ho inserito. Le canzoni sono 3: kagome kagome, I’m such an idiot e dark wood circus. Canzoni che personalmente adoro e che consiglierei a chiunque!!!! Mana

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Capitolo 3
*** third pain ***


26.03.XX Miku è morta. Parlando in modo cinico, le cose in questa settimana si sono fatte più dure, poiché avendo perso, non ci è stato dato il premio che aspetta al gruppo del vincitore. Abbiamo razionato ancora di più il cibo, dobbiamo essere pronti in caso che l’incontro della settimana prossima vada male, anche se nessuno vuole prendere in considerazione questa eventualità, perché oltre a perdere un altro di noi, ciò significherebbe altre due settimane senza rifornimenti. Per fortuna il tempo sta iniziando a migliorare, il sole è un po’ più caldo, gli alberi fioriscono, forse potremmo procurarci qualcosa da mangiare in altro modo. … … Come ormai d’abitudine, inizio a scrivere ora, siamo già tutti riuniti davanti allo schermo, aspettiamo come al solito le cattive notizie, sono passati sette giorni, puntuale come un orologio, ci dirà sicuramente del terzo scontro … …. Ore 15:47 come immaginavamo, non abbiamo dovuto attendere a lungo, come la volta scorsa, all’improvviso lo schermo si è illuminato, e comparvero i volti dei due sfidanti sotto la solita scritta. “third challenge”: Rin vs IA Sento un colpo al cuore, e la scena anche oggi si ripete, Rin guardava sconcertata lo schermo, mentre il gemello corse da lei e la strinse tra le braccia rassicurandola, dicendo che lei è forte, dicendo, quasi più per convincere se stesso che la sorella, che lei avrebbe sicuramente vinto; mentre lei non pronunciava parola. Mi stavo spostando anch’io per andare da lei, quando improvvisamente lo schermo invece che spegnersi si tinse d’azzurro; piano e inesorabile iniziarono ad apparire le lettere. Ora il silenzio più completo era sceso nella stanza, era come se nel mondo non ci fossero più suoni; “per festeggiare la battaglia che segna la metà del primo turno, lasceremo che ognuna delle due avversarie scelga una delle sue canzoni e che possa usare l’abilità del personaggio protagonista di quella canzone il titolo sarà l’incantesimo che attiva questa abilità fate attenzione a come la userete, perché questa abilità ha una durata limitata, durerà solo 5 min scegliete quindi con saggezza!!”. Mi avvicinai finalmente ai due fratelli, presi le mani di Rin e le piantai gli occhi addosso, ma lei non sostenne lo sguardo, i suoi occhi erano persi nel vuoto, la testa appoggiata sulla spalla del fratello che la guardava preoccupato, le sue labbra, invece, si muovevano veloci dicendo parole che non sembravano avere un senso, o un nesso tra loro, sembrava davvero che stesse recitando un incantesimo. Poi capii, erano i titoli delle canzoni che aveva interpretato. La chiamai, lei sciolse l’abbraccio e finalmente sostenne i nostri sguardi, prima il mio, poi quello del fratello; sembrò scorgere la nostra preoccupazione, il nostro dolore, ma ci disse solo: “Ragazzi, io … io ho scelto … quella andrà bene!”. Ma per quante volte glielo chiedessimo, non ci disse il titolo. 03.04.XX Sono le 04:50 del mattino, e lo ammetto ho aspettato troppo per scrivere questo racconto e mi scuso se risulterà confusionario. Anche se non volevo scriverlo in questo diario di morte, da quando siamo qui io e lui ci siamo avvicinati; dato che Rin mi ha chiesto di fermarlo in caso gli fosse saltato in mente di seguirla e di stare con lui qualunque cosa accada, credo anche che lei si sia accorta dei sentimenti che provo per lui, anche se ho cercato di nasconderli, perché ritengo inappropriato innamorarmi di lui in questa situazione, però mi ha scoperto. Ieri solamente io e lui abbiamo seguito lo scontro di Rin. Megurine onee-san non volle assistere insieme a noi, aspettava fuori insieme a Gakupo, abbracciati uno all’altra, ma attenti a sentire ogni nostra reazione. Per Megurine io, Rin e Miku siamo sempre state delle sorelle più piccole, infatti, tutte noi abbiamo preso il vizio di chiamarla “onee”, così se l’incontro di oggi fosse volto a favore di IA, non avrebbe sopportato di certo di vedere la morte della più piccola delle sue sorelline. Anch’io sono molto spaventata, ma so che Rin ce la metterà tutta per vincere, se non per se stessa per tornare da suo fratello. Le due avanzano a grandi passi verso la radura insanguinata, Rin impugnando decisa la katana avanza sicura verso IA che stringe tra le mani tremanti un pugnale, i suoi occhi correvano avanti e indietro, evidentemente terrorizzata da quello che stava per accadere. Il via fu dato e l’incontro cominciò, ormai non stringevo più le mani del ragazzo, le stavo stritolando, come se stringere più forte lui avrebbe potuto dare forza anche a lei. Rin sorrise verso la telecamera, come se volesse rassicurarci (In quel momento mi feci forza e mandai giù quel nodo che mi era salito in gola) e poi si lanciò verso l’avversaria, impugnando saldamente la spada con entrambe le mani e come se stesse danzando non so quale antica danza iniziò a colpire l’avversaria che stringeva più stretto che poteva il pugnale per fermare le sferzate della ragazzina. Il combattimento sembrava interminabile, nessuna delle due riusciva a sovrastare l’altra, stoccata, parata, e poi di nuovo stoccata, anche se i colpi cambiavano tempi e i movimenti non erano monotoni o tutti uguali, il risultato non cambiava mai, i ruoli si invertivano ritmicamente, se una avanzava e affondava riusciva a trovare solo la lama del nemico. Anche se a noi un pareggio sarebbe andato più che bene, per chi aveva ideato quest’orrendo gioco era inconcepibile, ed evidentemente avevano anche previsto che nessuna delle due aveva la forza per sovrastare l’altra, e per questo avevano ideato la storia del “potere speciale”. Dopotutto noi non siamo umani, ma ora come ora, dopo aver visto questo incontro mi chiedo se anche noi non siamo capaci di usare questo le abilità dei personaggi protagonisti delle canzoni che abbiamo interpretato; Miku cantava “kagome-Kagome” e si comportava come i dottori di quella canzone. Ma ora come ora è inutile continuare a tormentarsi quando sarà il mio turno proverò … Tornando all’incontro, non so dirvi quanto sia andato avanti il gioco di affondi e parate, ma posso dirvi che in modo del tutto inaspettato, il ritmo di colpo cambiò: Rin si allontanò, sospirò, e gridò “Iroha uta”; attorno ai suoi occhi apparve un alone rosso, del tutto uguale al trucco della protagonista di quella canzone. Len scattò in piedi gridando “cosa….cosa sta combinando!?! NON QUELLA!! NON CE LA FARA’ SE SCEGLIE QUELLA!” per un istante fisso il monitor ancora tenendomi la mano, poi lascio la presa su di me, “devo andare da lei” disse infine puntando alla porta. “cosa? No!! Len non puoi!!” “quella scema morirà!! Devo proteggerla, è sempre stato il mio dovere!” “quella scema mi ha fatto promettere di fermarti!!” “cosa!?quando? Non mi importa!” fece di nuovo per andarsene, quando mi lancia verso di lui, buttandogli le braccia al collo, facendolo crollare al suolo. “LASCIAMI” gridò infuriato il ragazzo “non farlo!!! Non puoi lasciarmi anche tu!!” nascondendo gli occhi lucidi nella sua schiena e cercando di controllare i singhiozzi continuai “è tutta colpa mia!! Ho lasciato morire Miku!! L’ho lasciata andare!! e ho lasciato andare anche Rin!! E anche la mia preziosa Megurine onee-san, solo lei per ora è tornata da me, ma non è più la stessa, non parla nemmeno con Gakupo onii-san!! Come puoi chiedere di lasciare andare proprio te??” finché la mia voce non si ruppe sulle ultime parole “ma se non vado…di sicuro lei…..la posso salvare ne sono certo” “lo sappiamo io, te e anche lei cosa succederà se andrai, per questo mi ha chiesto di fermarti! << l’ho perso troppe volte, nelle nostre canzoni lui è morto troppe volte a causa mia, l’ho capito quando pensavo ai titoli delle mie canzoni>> questo mi ha detto! << proteggilo ad ogni costo!>> ed io lo farò. Anche se tu dovessi odiarmi per l’eternità. L’HO PROMESSO!! ANCHE PERCHE’ NON POSSO! NON TE!” premetti la mia faccia ancora di più sulla sua schiena, in ginocchio per terra, stringendomi alla sua schiena per nascondere quelle lacrime che non riuscivo più a fermare, sarò sembrata patetica (anche perché era lui quello che doveva soffrire di più per quella situazione). Sciolse la mia patetica presa e si girò mettendosi seduto a guardarmi in volto, anche se mi vergognavo per quelle lacrime che mi rigavano, il viso sostenni il suo sguardo. Chiuse le sue mani era saldamente attorno ai miei polsi e suoi occhi scrutavano i miei poi finalmente quell’istante finì e mi parlò “perché? Perché non puoi lasciarmi andare proprio me?” “p..perchè…che domanda sarebbe?” “con nessuna di loro hai mai mostrato così il tuo dolore, ti sei sempre controllata, e da quando siamo qui hai proposto e analizzato tranquillamente la situazione, hai dato loro coraggio e hai dimostrato di credere in loro, parlando e consolandole, hai sempre mostrato di essere forte, ma ora, hai perso completamente il controllo e tenti di fermarmi ad ogni costo, perché?” “… … PERCHE’ SE PERDESSI TE PERDEREI OGNI COSA RAZZA DI IDIOTA!!” scoppiai, e il silenzio scese nella stanza per qualche istante poi abbassai gli occhi e dissi con un filo di voce “lascia stare, non intendevo dire quelle parole …” feci per liberare i polsi e andarmene di nuovo a sedere ma lui strinse appena capii che volevo liberarmi “cosa vorrebbe significare?” “lascia stare, ho detto…lasciami!” “no! Dimmelo!” “no, in questa situazione sembrerei solo un’ idiota disperata!!!” “dillo!!!! Non ti lascerò finché non lo dirai!!” “COSA VUOI CHE TI DICA, IDIOTA! VUOI CHE TI DICA CHIARO E TONDO CHE TI AMO!! TI AMO!!! ORA LASCIAMI!!” continuavo a torcere i polsi per liberarmi, senza guardarlo, non volevo vedere il suo disgusto gli occhi fissi sul monitor, con Rin che combatteva fiera , in netto vantaggio su IA. “ora capisco… a me disse << qui c’è qualcosa per te, anche se dovessi morire questa volta cerca di vivere! So che non verrai a salvarmi, ti fermerà>> … credo che lei voglia che io stia con te!crederò in lei, ma non ha speranze contro la canzone di IA” “cosa?” L’incontro finì di lì a poco. IA era ferita gravemente e chiamò la sua canzone a gran voce: “imagination forest”. Rin chiuse istintivamente gli occhi e iniziò a sferzare fendenti alla cieca. Naturalmente nessuno di essi andò a segno. Cercava di seguire la voce di IA, ma il suo udito era disturbato dal lento frusciare del fiume. Alla fine fece l’errore che le costo l’incontro e la vita, portata all’esasperazione da IA che continuava a muoversi veloce, aprì gli occhi e le si avventò contro. Non passo nemmeno un minuto quando incontrò lo sguardo dell’avversaria piano e inesorabilmente lei si trasformò in una statua di pietra. Len, ancora seduto per terra, si avvicinò a me nascose il volto sulla mia spalla mentre stringeva la presa sull’altra; avrei sopportato qualsiasi dolore, qualsiasi punizione lui avesse voluto infliggermi, dato che non gli ho permesso di andare da lei. Così gli dissi“puniscimi” “c..cosa?!” “ non ti ho permesso di andare da lei, puniscimi, mi odierai di certo ora” “non posso, dopo tutto … Da quando siamo qua mi sei rimasta sempre accanto, e non solo con me, hai cercato di aiutare tutti non preoccupandoti di te stessa nemmeno un secondo, come potrei odiare la persona che ha guardato questo incontro con me solo perché preoccupata di come mi sarei sentito. E poi non credere che non ti abbia sentito mentre salutavi Rin sta mattina…” “hai sentito?” “le hai detto, stai qua vado io, non è vero?” “ma come fai a saperlo…” “andiamo… non voglio stare davanti a questo monitor ancora” Mi tese la mano per aiutarmi ad alzarmi dal pavimento quando sul monitor apparve uno sfondo blu e una scritta: “per concludere in bellezza questa memorabile sfida Ecco a voi i Prossimi abbinamenti per l’incontro che si terra tra due settimane!!” La schermata cambiò e apparvero le due foto dei due nuovi sfidanti. “quella sono io!!!” dissi non riuscendo nemmeno a realizzare chi fosse il mio sfidante perché veloce Len mi tirò a se gridando così forte che i due fuori vennero a vedere che cosa stava succedendo. Non feci nulla mi abbandonai tra le sue braccia come paralizzata. Mi prese in braccio e mi portò nella mia stanza; ora siamo qui uno affianco all’altra. Sono le 04:50 del mattino, e lo ammetto ho aspettato troppo per scrivere questo racconto. salve a tutti!!! ci ho messo un sacco di tempo a pubblicare questo capitolo anche se lo ho scritto un sacco di tempo fa non avevo tempo tentare una correzione, mi scuso se la mia grammatica è pessima come al solito!! ora le comunicazioni di servizio!!! chiedo umilmente scusa per la scena mielosa/diabetica tra Len e Gumi ma ha un senso!!!! poi le canzoni questa volta ho scelto Iroha uta che mi piace tantissimo!! vista la brutta fine di Rin era l'unico momento in cui potevo citarla e invece che dire di imagination forest, beh che è una canzone del ciclo intitolato kagerou project di cui adesso ho iniziato a seguire l'anime (mekaku city actors se siete interessati non so esattamente cosa si ispiri a cosa quindi non chiedetemelo!) ringrazio chiunque avrà il buon cuore di leggere la mia storia e spero vi piaccia!!!

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Capitolo 4
*** Non posso! ***


18-04-XX Dovrei raccontare il mio incontro, ma mi perdonerete se non racconterò ogni minimo dettaglio di quello che è successo, anche perché mi sembra chiaro che se sto scrivendo queste pagine sono stata io a vincere. Il mio incontro è stato contro Seeu. Sento ancora la sensazione di cadere in un profondo baratro mentre la vita fluiva via dai suoi occhi, la sensazione calda delle gocce di sangue che mi scivolano addosso, ma non posso lasciarmi sopraffare … devo continuare a mostrarmi forte per gli altri … scriverò invece del così detto “potere speciale”. Ho voluto vedere cosa sarebbe successo a gridare il titolo di una canzone durante l’incontro, ma non credevo l’effetto fosse così forte, quando ho gridato “saigo no revolver” il mio corpo sembrava muoversi da solo, i suoni le sensazioni arrivavano attutiti sembrava un ricordo o un sogno. Anche Seeu alla vista della mia reazione provò a richiamare una canzone; “Hide and seek” aveva gridato a gran voce. All'improvviso cambiò, sembrava fosse diventata completamente pazza da un secondo all’altro. Continuava a ripetere come un disco rotto “ Toc-toc sto arrivando”. Ma 5 minuti passano in fretta, avrei preferito che l’effetto non fosse finito, poiché sono rimasta davanti alla mia avversaria morente. Di nuovo padrona del mio corpo non ho fatto altro che stringere la ragazza fra le braccia e chiederle scusa. Ormai sono sporca, ma se mi fossi comportata diversamente non avremmo avuto né cibo, né informazioni. Toc-toc …. Guardo spaventata la porta e rimango in silenzio mentre nella mia mente lei muore di nuovo …. Toc-toc …. Di nuovo rivedo Seeu che mi attacca con gli occhi iniettati di sangue … Toc-toc.. La voce di Len mi fa sussultare,anche se è lui e non il fantasma che mi perseguita, come posso solo guardarlo in faccia. “apri” mi ripete, ma io non posso andare da lui, ho ucciso per loro, per me, sono un essere orribile “apri, so che sei qui dentro”. Una vecchia legnaia sgangherata è il posto dove speravo di non essere trovata; guardo la porta seduta su di un grosso ceppo nodoso, mentre poso il diario. “apri, quanto ancora vuoi comportarti così, sai come ti ho trovato? Ho seguito il sangue! Sei ferita non è vero? Fammi vedere!! Gumi per favore!!!” “no, è un graffio, non è lì che fa male” “Gumi, te ne prego, ho perso la persona per cui avrei sacrificato ogni cosa, perché tu hai voluto proteggermi, ora lascia che faccia lo stesso con te, voglio curare le tue ferite, voglio proteggere la ragazza che ha incoraggiato tutti, grazie alla quale la mia gemella ha affrontato la morte a testa alta sacrificandosi per me, quante volte ancora devi farmi fare questo discorso!!!” Mi alzai lenta raggiunsi la porta e feci scattare il chiavistello e me ne tornai su quel tronco, di nuovo in posizione fetale, mentre lui piano entrava e mi raggiungeva. Mi cinse un polso, per farmi mettere eretta. “ se stai così come faccio a vedere dove sei stata ferita?!” Rimanevo lì in silenzio rannicchiata come una bambina imbronciata. “Gumi, ti prego” “non voglio mostrarti di nuovo la mia debolezza” Alzo delicatamente il mio volto e mi disse “facciamo un patto? Come io ho mostrato il mio dolore solo a te, tu mostralo solo a me! Piangi, disperati, arrabbiati, mostrami tutto quello che hai nel cuore! Solo e unicamente a me! Così avrò un motivo per combattere e tornare, per proteggerti” appena ebbe finito di parlare si mise ad analizzare la ferita che a mi aveva inferto Seeu. Aveva colpito il collo e all’addome. “questi li chiami graffii” “mi ha preso solo di striscio” dissi mentre piano puliva la ferita con una garza inumidita “combatterò per te e per l’onee-san, non permetterò che tu vada!” “cosa vorresti fare sentiamo” “andrò io al tuo posto!” “non lo farai, anche se dovessi legarti o incatenarti, devo andare io” “ho promesso di non lasciarti andare a tua sorella e a me stessa!!” “e quella volta mi hai fermato se ti ricordi …. e mi hai anche detto di punirti, bene questa è la tua punizione mi lascerai andare, anche io devo combattere, per lo stesso motivo per cui nessuno di noi si è tirato indietro, per garantire almeno uno di salvarsi da questa pazzia!” “ma com…” “smettila e il discorso finisce qui, beh almeno per questo incontro puoi stare tranquilla, guarda qua che disastro, non l’hai nemmeno pulita?!” disse dopo aver fasciato il collo ed essere passato ad analizzare la ferita sul fianco. “ma cosa vuoi dire con “ per almeno per questo incontro posso star tranquilla”??” “anche questa volta hanno annunciato subito l’incontro, ah finalmente non sei più in stato catatonico, sono contento” disse accennandomi un triste sorriso. “… Gakupo onii-san?! Devo andare dalla onee-san, come la ha presa, deve essere a pezzi” scattai in piedi ma rovinai a terra “cosa?!” “questo succede perché hai perso un sacco di sangue e non mangi o bevi da due giorni!” “ma che dici? Sono appena tornata” “non te ne sei resa proprio conto, il tuo incontro è stato ieri mattina, quei due erano così preoccupati, pensa che Gakupo era più in pensiero per te che per l’incontro e Megurine ha ripreso a parlare per convincerti ad uscire, almeno a mangiare ma tu non hai mai aperto o risposto, ne a loro ne a me! ” “D … davvero!?” “quindi adesso fa la brava e ubbidisci perché ho passato un giorno intero a tentare di forzare quella maledetta porta.” Disse finendo di fasciare il fianco e prendendomi in braccio “ora mangi, e poi ti metti a riposo, ma prima chiedi scusa a qui due … oh però ci arrivi a prendere quel flacone” mi allungai e afferrai una boccetta con dentro un liquido trasparente e con sopra scritto << acqua ossigenata>>. “i rifornimenti?” “già ci sono molti medicinali questa volta, e anche molto cibo, solo grazie a te, quindi smettila di portare il peso da sola”. 02-05-XX Lasciammo quella sgangherata legnaia e tornammo dagli altri a cui chiesi scusa; non sapevate quanto ero contenta di sentire la voce della onee-san. Anche adesso non lasciava il fianco di Gakupo. Il tempo trascorse inesorabilmente . Arrivo infine l’1 maggio, il giorno dell’incontro di Gakupo, fu allora che scoprii chi era la sua avversaria, Mayu; poiché non avevo avuto il coraggio di chiedere chi fosse. Questa volta davanti allo schermo c’eravamo raccolti tutti. L’incontro sarebbe sembrato impari agli occhi di tutti. Ma credetemi non ho respirato per tutta la sua durata; beh non è durato nemmeno un minuto. Subito dopo il via la situazione fu chiara la ragazza in un secondo fu addosso al ragazzo che si sposto di lato cerco di chiamare il titolo della sua canzone, ma la ragazza era già di nuovo ripartita all’attacco e facendo finta di schivare un colpo della katana dell’onii-chan, si porto veloce alle sue spalle e gli pianto la sua accetta nella schiena proprio all’altezza del cuore. Ora guardava il vuoto con un’aria da pazza, una luce sinistra negli occhi e il volto completamente ricoperto di sangue. Infine, dopo aver aggirato il corpo del ragazzo, piano si avvicinò a una telecamera aveva un sorriso spettrale e disse “ pensate che lascerò qualcuno di voi in vita, hahahahaha illusi, amici o nemici chi se ne importa, voglio vincere questo gioco!” poi si mise a colpire la telecamera che riprendeva l’incontro della radura. Nessuno osava parlare, era difficile anche respirare lo shock era troppo grande. Eravamo rimasti noi tre e naturalmente il prossimo incontro sapevamo tra chi sarebbe stato, anche se le scritte apparvero sul video come a ricordarci che non c’era salvezza. Len vs Kaito. ...................................Ed eccomi come al solito qui a stressarvi con le note. Allora ringrazio chi legge, e soprattutto chi mi ha lasciato delle recensioni!! NON SAPETE QUANTO MI RENDETE FELICEE!!! Soprattutto a chi mi chiede di continuare: GRAZIE!! Ora questo capitolo è un po’ corto anche se ci sono due incontri ma perché ho decisamente intenzione di impegnarmi nel prossimo è la sfida che aspetto di scrivere da quando ho iniziato questa storia, quindi vedetela come una specie di intervallo anche se mi dispiace per il povero Gakupo che non ha potuto brillare nel suo incontro (?) Bene passiamo alle canzoni!!! Allora incominciamo dalla mia preferita Gumi: Saigo no revolver direi che l’ho scelta perché è collegata alla canzone che nel ciclo dei peccati capitali rappresenta l’ira (che ho sentito proprio di recente ed è bellissima, quindi credo proprio la inserirò nella storia, anche se ciò mi porta a scombinare un po’ i miei piani) e poi anche perché parla di una ragazza costretta ad uccidere colui che ama costretta da un certo misterioso “santa-san” quindi mi sembrava molto in tema, invece Hide and seek è inquetantissima e anche lì Seeu anche se è la protagonista non ha come dire un lieto fine. Infine Mayu, qui ero completamente in pappa non ascolto molte delle sue canzoni e sappiate che di lei ho l’immagine della yandere ricoperta di sangue quindi ho preferito dare sfogo alla mia fantasia piuttosto che inserire un titolo u.u

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Capitolo 5
*** -2 ***


..........................12-05-XX oggi è lunedì … i giorni voglio fermarli … se continuano a scorrere così in fretta arriverà … non lo ho ancora convinto … non vuole che prenda il suo posto …. Venerdì potrei perderlo. Questi sono i pensieri che ormai mi frullano in testa da una settimana. Nemmeno la scenata isterica di Mayu era riuscita a distogliermi. La prima settimana è trascorsa in modo molto strano, Megurine invece che ricadere nel baratro di disperazione in cui si era rifugiata dopo la morte di Miku, si era ripromessa di fare a fettine l’assassina del suo amato, il che mi aveva tolto un gran peso dal petto, invece Len, beh passavo ogni notte tra le sue braccia da ormai 3 settimane, diceva che lo tranquillizzava avermi vicino, anche se in realtà passavamo quasi tutte le notti a discutere, soprattutto sul fatto che volessi prendere il suo posto, cosa che non poteva accettare, il discorso finiva quando prometteva che di tornare da me, sembrava aver un piano per cui, sono quasi sul punto di cedere. Avrei voluto evitare di scrivere oggi, dato gli argomenti trattati fin ora, così frivoli, ma è successo qualcosa che vale la pena riportare. Oggi nel primo pomeriggio una sirena ha squarciato il silenzio di quella piccola abitazione che è ormai la nostra casa, d’istinto siamo corsi a vedere se il solito monitor nel piano inferiore dell’abitazione di campagna avesse preso vita come capitava di solito nell’intervallo tra un incontro e l’altro per rivelare la triste sorte di qualcuno di noi. Ci aspettavamo chissà quale strana trovata di quei sadici organizzatori. Il monitor era acceso come ci aspettavamo, ma la sorpresa non ci era stata preparata da quelle menti misteriose, ma da uno di noi, infatti una scritta rossa su fondo nero era apparsa in mezzo al monitor, diceva: Avviso di sistema Soggetto: MYV3 serie vocaloid, Mayu Il soggetto sta sovvertendo il regolamento Il soggetto ha sottratto una delle armi dal campo di combattimento Il soggetto sta attualmente vagando ai confini dell’area stabilità Il soggetto ha inutilmente tentato la fuga Il soggetto è incontrollabile Il soggetto è pericoloso Il soggetto se non starà alle regole nell’immediato futuro sarà eliminato in quanto verrà classificato come errore! Avvertiamo i soggetti delle intenzioni ostili del soggetto in questione. “ok Mayu è andata di testa, confortante” disse Len “beh…v.. vediamola con ottimismo” tentò di dire Megurine “onee-sama …. Quale ottimismo!! se fosse riuscita a scappare sarebbe stato un ottima cosa, se l’avessero fatta fuori per questo, va beh, un avversario in meno… ma ti sei chiesta il senso di quell’ultima frase?” “che appena ci trova ci fa fuori” convenne Len “si lo so, che venga l’aspetto!” disse megurine con aria scura, la cosa mi rendeva ancora più nervosa. ..............................16.05.XX Il giorno che più temevo era arrivato. Non voglio lasciare Len per cui ho deciso di accompagnarlo. Oltre all’avversario questa volta c’era anche l’incognita Mayu che ancora non si era fatta viva, e la cosa ci lasciava alquanto basiti. Perché mai non era venuta subito a farci a fette. Lei era armata e noi no. Chissà che strano piano ha in mente. Scrissi sul diario quelle poche parole prima di partire per l’incontro. Piano piano, passo dopo passo ci avvicinavamo a quella maledetta radura, ad ogni passo i miei piedi sembravano più pesanti, ad ogni passo rallentavo fino a che non ci apparve il ponte che portava alla radura, oltre il quale vi erano quelle armi che avevano spezzato delle vite, a quella vista mi arrestai completamente, tremante. Lui mi prese tra le braccia e mi sussurrò: “va bene! Non serve che mi accompagni fin laggiù! Li ci sono dei brutti ricordi, no?” Scossi la testa “ho solo paura di perderti” “ho un piano ti ho detto” “dimmi la canzone” “..no…meglio di no”mi strinse di nuovo la mano e riprendemmo a camminare. “visto non ne sei sicuro, vengo lo stesso, se perderai sarò lì, se vincerai sarò lì” “prometti che non interverrai, lo sai la storia di Mayu vale anche per te, se non sottostai alle regole diventerai un errore e verrai eliminata!” “si, lo prometto. Ti aspetterò su questo maledetto ponte, abbastanza vicina da vedere, troppo lontana per intervenire!” dissi arrabbiata mentre imboccavamo l’entrata del ponte. Arrivammo a circa metà del ponte quando mi fermai e gli lasciai la mano. “va, non farmi aspettare troppo” Lui sorrise, mi prese il volto tra le mani e mi baciò fino a togliermi il respiro. ..............................17.05.XX il mio cuore su quel ponte sembrava impazzito, batteva forte, sembrava volesse esplodere da un momento all’altro. I miei occhi non perdevano di vista il ragazzo dai capelli dorati che esaminava le armi con cura, fino a che con sicurezza, facendo un cenno d’assenso con la testa afferrò il pugnale, anche se contro un avversario come Kaito, non ero sicura che quella fosse la scelta più appropriata; poi lui proseguì verso il centro della radura. Da lì mi era impossibile vedere l’incontro, così arrivai alla fine del ponte, proprio di fianco alle armi. Alzai lo sguardo fissando il mio compagno che ora era girato verso di me e senza emettere un suono mimò con la bocca un messaggio per me: “ricorda. Hai promesso.” Mi sorrise e si girò a guardare il bosco da cui da li a poco sarebbe apparso il suo sfidante. Ero in ansia su che arma avrebbe scelto il ragazzo dalla sciarpa blu, per cui rimasi di sasso nello scoprire che era venuto disarmato. Len sconvolto quanto me gridò “MA SEI IMPAZZITO, PER CASO VUOI SUICIDARTI!?!?” Kaito di tutto rimando si mise a ridere in modo spettrale e rispose “no, no, combatterò ma mi basteranno le mani, mi dispiace che sia proprio tu il mio avversario, ma voi siete i colpevoli, tu e i tuoi compagni, bisogna che la paghiate!!!!” . Così inizio quello scontro. Kaito partì all’attacco tentando di colpire con un destro il volto di Len, e ci riuscì, con un colpo talmente forte da far indietreggiare il biondo che per parare un secondo colpo perse di mano anche la sua arma. Entrambi ormai usavano le mani invece che le armi; trasformando in una scazzottata quell’incontro; pugni, ginocchiate, gomitate, usavano ogni cosa che potesse far male all’avversario e ben presto il più piccolo finì a terra dopo un secondo duro colpo del ragazzo dai capelli blu. Non ebbe nemmeno il tempo di rialzarsi che Kaito gli saltò sopra bloccando contro il terreno. Len decisamente non contento della situazione continuava a tentare di ribaltare la situazione, ma senza successo, mentre l’altro compiaciuto lo guardava con sprezzo. Piano avvinghiò le sue mani sul collo del ragazzo e iniziò a stringere sogghignando “mio caro Len, te lo avevo detto che non mi servivano le armi, e che non mi ero arreso, e soprattutto che l’avreste pagata. Me l’avete portata via. E io porterò via te a lei.” Questo probabilmente fece scattare qualcosa in Len che mollo la presa che aveva imposto istintivamente sulle mani dell’avversario, e inizio a colpirlo in testa, dapprima a mani nude, poi accorgendosi che non aveva molto effetto, afferrò una pietra abbastanza grandicella dal terreno e inizio a colpire finche dopo un colpo ben assestato butto a terra quello che lo sovrastava. In quei pochi secondi in cui Kaito si rialzava e controllava la ferita da cui sgorgava copiosamente il rosso sangue, Len attraverso di corsa la radura e afferrò il pugnale e rigirandoselo tra le mani grido “the fifth pierrot”. Teneva il volto basso così non mi accorsi subito del cambio di espressione. Con passi leggeri e veloci si avvicino all’altro, si fermò davanti all’altro e sussurrò “dovrò punire i bambini cattivi, è il mio lavoro da pierrot!” poi iniziò il suo attacco forsennato. Tirava fendenti precisi: un colpo dopo l’altro, con Kaito che ormai più che cercare di schivare, tentava disperatamente di fuggire dalle grinfie dell’avversario, finche non riuscì a mandare assegno un colpo fatale, dritto al centro del petto. Un tonfo sordo decreto la vittoria di Len che ora fissava con occhi vuoti e un sorriso ebete il pugnale ricoperto di sangue. Poi con una piroetta si voltò verso di me e fece un ampio e teatrale inchino, fissandomi, in attesa. Mi ci volle un po’ per capire, ma poi realizzai e iniziai a battere le mani, si tirò su e mi fece un sorriso innocente. Erano passati si e no 3 minuti da quando aveva gridato il titolo della canzone, evidentemente era ancora intrappolato in quella specie di trans, e quello che ora faceva avanti e indietro sorridente e leggiadro era il quinto, il pierrot. Ho pensato per tutto il tempo che scegliere quella canzone fosse stato un azzardo, il pierrot era un assassino, vero, ma in quella canzone “santa-san” fa uccidere il pierrot. Ora non rimaneva che aspettare che il ragazzo tornasse il solito di sempre, per tornare a casa, ancora salvi per 15 giorni almeno. Questo avevo pensato. Ebbene ho cantato vittoria troppo presto. Mentre quell’essere faceva la sua strana danza nell’arena vidi un ombra tra le frasche. “Len!” lo chiamai non sapevo cosa stava arrivando, ma sapevo che era meglio andarsene, ma lui mi ignorò “LEN!!!” sta volta si girò a fissarmi con aria di uno che non capiva, il volto ancora pallido e sorridente. E poi apparve dietro di lui, lo sguardo iniettato di sangue, lo sguardo da pazza, l’accetta sporca, probabilmente ancora dallo scontro con Gakupo onii-san. Mayu. Corse verso Len , nello stesso istante iniziai a correre anche io verso il ragazzo gridando “ ATTENTO! DIETRO!” . Lui si girò. Lei alzo l’ascia. Non li raggiunsi. Lei calò il braccio colpendolo in pieno. Indietreggio contemplando il suo operato dal bordo della radura, poi prese a fissarmi con quegli occhi accecati dalla follia. Lo aveva colpito, raggiunsi il ragazzo e gli presi il coltello dalle mani e prima che potesse muoversi glielo lanciai contro. Anche se non avevo mirato glielo piantai nella spalla. E con un urlo strozzato torno nel bosco a nascondersi, come una bestia ferita. Corsi dal ragazzo lo presi tra le braccia era ancora cosciente, lo squarcio del colpo di Mayu partiva dalla spalla e arrivava sino al petto. Lui mi strinse la mano e disse: “s…Santa-san, perché? Il petto del pierrot fa male! Il pierrot non vuole morire! Non vuole morire!” ....................................................E via con le nooooote!!!! Tan-tan-taaaaaan Ebbene si, anche se è odioso, vi lascio sul più bello. Non ho potuto resistere, dovevo finire questo capitolo in questo modo! Ok e anche Kaito è andato (si; siamo tutti tristi … certo … ) tirando le somme sono rimasti in pochi, beh anche se il bello deve ancora venire!!!! Bene, forse e meglio che non mi dilunghi nei miei soliti deliri insensati e passi alla canzone, si una, perché per quanto mi sia drogata delle canzoni di Kaito e sia andata per giorni canticchiando “Japanese Banquet Song” non sono riuscita a sceglierne nessuna (anche se sono stata molto tentata di mettere madness of duke venomania, non chiedetemi il perché, non lo so nemmeno io ), e poi per quanto ami kaito, lo ritengo abbastanza insensato e stupido da combattere a mani nude. Arriviamo così alla penultima canzone che citerò, una delle canzoni che preferisco di len … ok giudicatemi ancora più male, ma amo di più Spice, però in questa storia… ammettiamolo ci stava meglio the fifth pierrot!!!!.

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Capitolo 6
*** conto alla rovescia ***


Ormai respira a fatica …. Non so più che fare, è troppo debole! Non gli rimane molto, quando mi lascerà cosa farò? Credo di poter anche accettare quel ruolo! …. Oggi, oggi tutto finirà!!!! Queste erano le sole righe che aveva scritto Gumi. Ogni giorno stava al fianco di Len sospeso tra la vita e la morte. Ogni giorno cercava di rincuorare Megurine, perché il prossimo incontro sarebbe stato il suo. Passava ogni giorno a sperare che gli organizzatori eliminassero Mayu, poiché a causa sua al suo amato non rimanevano che pochi giorni di vita. Ogni giorno ogni giorno, fino ad arrivare al giorno dell’incontro. Megurine partì per la radura all’alba, con la scusa di volersi preparare all’incontro lasciò i due da soli, sapeva che il ragazzo era ormai al limite. Fu proprio quella mattina che le cose iniziarono a muoversi, o meglio, proprio durante l’incontro le cose iniziarono a precipitare drasticamente. Era iniziato come tutti gli altri scontri: Cul aveva scelto la solita lancia, Megurine prese di nuovo la katana. L’incontro era già cominciato e le due stavano combattendo, mettendo in gioco le loro vite, quando alle loro spalle arrivò Gumi. Le due ragazze nel mezzo dell’incontro incrociarono le lame, ma la loro attenzione fu completamente rapita da quella figura che barcollante raggiungeva il centro della radura, la testa bassa e lo sguardo fisso sulla mano destra in cui impugnava saldamente una pistola. Una volta raggiunto il centro del suo palco, non alzando la testa, con quanto fiato aveva in gola gridò : “ dove sei?! Ratto schifo!!!” “Gumi che diavolo succede??” disse Megurine, completamente sconvolta, ancora ferma nella posizione in cui era quando era arrivata la ragazza dai capelli verdi. “cerco la bestia che si sta nascondendo nei cespugli laggiù!” disse con voce monotona, alzò la pistola verso i cespugli davanti a lei e sparò un colpo, ma ottenne solo un fruscio come risposta. “M… Mayu?!” “si, sta solo aspettando di uccidervi entrambe, come la volta precedente, aspetterà un vincitore e lo colpirà quando è stanco e ferito! Non posso più permetterglielo!” “ e quella? Dove l’hai trovata??? Non è che questo è il tuo piano!!” disse Cul, mentre alzava la guardia “è solo un regalo di natale, non temere non ho interesse per te, eliminerò solo l’errore, solo il Santa che mi ha aperto le porte dell’inferno, ma, perché non vieni da me?” come risposta ottenne un altro fruscio dagli arbusti. “Gumi cerca di ragionare!!! Calmati …. Non sarà mica che!?” “sì, Len è morto, e hanno deciso che il gioco finisce qui!” Fu allora che alzo la testa, forzando un sorriso, con gli occhi rossi e lucidi, trattenendo con tutta la forza che aveva le lacrime, si rivolse alle altre due, con voce dolce disse loro “scusatemi, io mi occupo di lei e lascio il resto a voi! Mi raccomando niente colpi di testa!!” E sospirando profondamente grido: “MUZZLE OF NEMESIS”. Fece appena in tempo a finire il titolo. Mayu era appena uscita dal bosco, e le aveva piantato la sua scure in mezzo alle scapole “non ti lascerò il tempo di usare chissà quale trucco, MUOOORI!!!” Disse ridendo a crepapelle. “Gumi!!!!!!!” “Gumi!”disse il ragazzo alla compagna, accarezzandole i capelli verdi; lei era in ginocchio con la testa appoggiata al letto del ragazzo, doveva essersi addormentata durante la notte, mentre lo vegliava. Erano giorni non lasciava il suo capezzale, e il suo volto pallido dava l’idea di quanto fosse sfinita, stava esaurendo ogni sua energia per salvarlo, quasi non mangiava e se non crollava come era successo quella notte, non avrebbe nemmeno chiuso occhio, ma non era paragonabile a quello del ragazzo scavato da quel dolore che lo tormentava e lo divorava, ma ora su quel viso era appena nato un sorriso, dato che gli occhi di lei si erano spalancati in risposta a quel sussurro e lo fissavano con uno sguardo pieno di tristezza. “vieni qua, con me” “no, mi sono addormentata, vado subito a prepararti la colazione”. “non serve, vieni qua, non c’è molto tempo”. “!!?? Ti senti male??” “cos’è, mi prendi anche in giro adesso?” disse il biondo tentando di ridere, ma subito il sorriso si tradusse in una smorfia di dolore “lo sai lo sento il tempo che mi rimane, è così poco, le forze mi stanno abbandonando sempre di più, e lo vedi anche tu, quindi non essere così testarda e accontentami, vieni qua!” La ragazza ormai completamente sveglia, non potendo controbattere, si alzo e andò a distendersi accanto a lui che subito le cinse le spalle con le braccia. “ credo che tu abbia capito i miei sentimenti per te tempo addietro, ma non ho ancora avuto il coraggio di dirtelo!!” “come tu sai già i miei” “si, ma dovevo dirtelo almeno una volta, io ti amo. Vorrei anche dirti che vivrò, anche solo per stare insieme a te, ma ormai è impossibile, quindi, te ne prego, niente colpi di testa, niente stupidaggini. Vinci per noi!” “… si …” “ non sei per nulla convincente!” s’interruppe per tossire, lei fece per alzarsi, per aiutarlo o almeno lasciargli spazio, ma non glielo permise, mi strinse di più, e nel suo abbraccio porto la testa della ragazza al petto. Lei rimase per un attimo ipnotizzata, tum-tum …. Tum-tum … tum-tum … ascoltava il ritmo di quel cuore lento, troppo lento, così ridotto male che ogni tanto saltava un colpo. “non ti chiederò di promettere” riprese lui “ so che non riusciresti a uccidere ancora, soprattutto se parliamo di Megurine”. Tum … tum-tum … tum; più lento, ancora più lento. “fai quello che ritieni giusto!” “ lo farò, così quando ti raggiungerò non avrò alcun rimpianto!” Tum … … tum … … sentivo il suo cuore spegnersi. “ beh, nemmeno io voglio averne” afferrò il suo volto e la baciò, un bacio lungo e appassionato, ma aveva un sapore amaro, era quell’addio che nessuno dei due voleva pronunciare. Così piano e silenziose le lacrime iniziarono a scendere dagli occhi serrati di Gumi per finire la loro corsa sulle guancie di Len. Quando la lasciò gli mancava il respiro, lei lo strinse fra le sue braccia, lui la riprese nel suo abbracciò “avrei voluto restare con te!” “lo so, ma verrò io da te, molto presto” “preferirei tu facessi con calma, tanto lo sai che ti aspetterò. Morire tra le tue braccia …. Non … è così …. Male … “. “Len …” il braccio che la stringeva ricadde sul letto. “Len! Len!” lo strinse al petto, lo accarezzava, sembrava così sereno ora, sembrava che si fosse addormentato accanto a lei, per questo non voleva muoversi, per non svegliarlo, anche se quel sonno ormai sarebbe stato eterno. Appena riuscii a muoversi, col cuore che le scoppiava lo distese sul letto, lo baciò dolcemente sulla fronte. Scese al piano di sotto, con le gambe molli, gli occhi verdi sembravano privi di ogni emozione. La sua mente rimase vuota, nemmeno le lacrime riuscivano a scendere ora, neanche un suono. Almeno finché non entrò lì in quel soggiorno dove seguivano gli incontri, la tv già accesa faceva il countdown di quanto tempo rimanesse all’incontro di Megurine e una scatola bianca con un fiocco rosso sul divanetto la attendeva. Si avvicinò alla scatola afferrò il bigliettino che era posato sotto il fiocco, lo lesse ad alta voce “ Merry Christmas, your Santa”. Slaccio lentamente il fiocco, e la scoperchiò, dentro vi era una revolver. “saigo no revolver, eh?” afferrò la pistola e andò a prendere uno dei flaconi di antidolorifici che avevano ricevuto con i rifornimenti dopo di che corse più velocemente che poteva verso la radura. Arrivata all’imboccatura del ponte, aprì il flacone e con un sorriso tirato gridò “alla salute!” prima di buttar giù tutte le pillole lì contenute. “saanta-san” sussurrò Gumi con voce apatica “sai qual è la punizione per aver ucciso l’uomo che amo, non posso raggiungere l’inferno! Vivo per uccidere chi mi ha ordinato di prendere la sua vita, vivo per ottenere la mia vendetta!” “cosa!!!? Fino a questo punto??” fece in tempo a dire, prima di prendersi un pugno in faccia talmente forte che la fece schiantare violentemente a terra. Mayu proprio non capiva, aveva capito che si poteva cambiare la propria personalità con quella dei personaggi interpretati nelle proprie canzoni, che lo si poteva fare solo citando la canzone, e anche che lo si poteva fare solo in quella strana radura, ma proprio non riusciva a credere che la sua avversaria si muovesse ancora anche se aveva un ascia piantata a fondo nella schiena. “mh!? Cos’è quell’espressione, shock ? o paura? Ah ho capito hai paura di affrontarmi disarmata!!” con la mano andò a cercare il manico dell’arma che le lacerava la schiena , con un colpo secco la estrasse ed infine la lanciò all’avversaria che la fissava distesa per terra “andiamo, Santa, alzati!!” “Giochiamo, cecchino n° VII “ scoppiando in una fragorosa risata, stranamente divertita dalla situazione, dopo qualche minuto di silenzio, Mayu con uno scatto si alzo da terra e corse verso il proprio nemico, che la aspettava in piedi davanti a lei, poi abbassò la scure, ma Gumi non schivo, il colpo le aveva lacerato il collo e parte del petto, il sangue sgorgo copioso da quella ferita. Intanto l’altra l’aveva aggirata e ora era alle sue spalle, così lei si girò lentamente, piantò gli occhi smeraldo in quelli dell’avversaria “Time out, ora tu vieni con me all’inferno” alzò la pistola contro di lei, e sparò un unico proiettile che andò a conficcarsi nella fronte di Mayu. Il corpo di Mayu giaceva al centro della radura. Le altre due che prima stavano combattendo li erano completamente congelate, potevano solo guardare la scena ancora incredule, così il loro sguardo si piantò sulla vincitrice di quella strana sfida che come se avesse tutto il tempo del mondo, come se nulla fosse, come se non avesse quelle profonde ferite che la squarciavano, come se le sue vene non si stessero svuotando colorando di un rosso spettrale quel posto, avvicinarsi al ponte. Si portò la pistola alla fronte gli sussurrò “fatto” e infine la buttò nel fiume; poi si girò si mise a sedere proprio all’entrata del ponte, con la schiena poggiata al parapetto. E infine i suoi occhi tristi ricambiarono lo sguardo delle altre due, mentre la sua mente faceva il conto alla rovescia. 20, 19,18 Mentre le altre la raggiungevano, lei estrasse quell’insieme di fogli che erano stati il suo diario. 13 12 11 Con il suo stesso sangue scrisse “30/05/XX il mio gioco finisce qui.” 9 8 7 “ se vi va, mi piacerebbe lo continuaste!” disse Gumi passando il suo diario a Megurine che lo strinse a se “onee, devo andare, Len mi aspetta, anche se ha detto che non gli dispiaceva, non voglio fare tardi, tu non piangere e vai avanti ok?” “ vai tranquilla, non avevo la minima intenzione di vincere oggi, non ho il coraggio di togliere la vita a nessun altro, avrei solo voluto proteggere IA” intervenne Cul, Megurine ce la stava mettendo tutta per trattenere le lacrime, ma non riusciva a parlare. 4 3 2 1 “fine …” sussurro il suo sguardo si riempì di dolore diventando e piano piano il suo respiro rallentò fino a fermarsi, così come il suo cuore. .......NOTE!!! Bene bene, siamo arrivati all’ultimo capitolo della storia!!!! Anche se sono attratta dall’idea di fare un capitoletto extra dove dirò com’è finita, anche se la protagonista ahimè ci ha lasciati!!! Mi sono divertita troppo con questa storia lo ammetto, e non odiatemi troppo se ho fatto fare una brutta fine a coloro che adoravate!! Ci può essere un unico vincitore purtroppo!!! Mi stavo scordando le canzoni, penso che fosse prevedibile che avrei scelto: saigo no revolver e muzzle of nemesis, canzoni che adoro alla follia, e infine il cecchino n°VII viene sempre da fifth pierrot nominato nel capitolo precedente e dato come queste 3 siano tra loro collegate, direi che non avevo altra scelta!! Grazie a tutti quelli che leggeranno e spero di riuscire presto a dare una fine vera a questo Survival Game!!! Come al solito mi scuso per la mia orribile grammatica e per il mio odio smisurato per le interpunzioni e mi scuso anche se ci ho messo tanto, ma guardate il lato positivo, è a tema con il periodo, insomma buon natale a tutti!!!!

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