Neptune

di Sereko
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


 Neptune

 

 
Diario di bordo,
data astrale 5914, sesta dinastia Selene sotto la reggenza di Queen Serenity.
Giorno 45 del 378 esimo mese,secondo il calendario uraniano.
 
    La missione di salvataggio su Nettuno si è rivelata un completo fallimento.




 

Ψ
 

 
 
Su Urano,quando il tempo dava il meglio di sé,il vento poteva raggiungere anche i 900 km orari.
 
In quelle giornate,il vento portava con sé l’odore pungente dell’ammoniaca mescolato a quello fresco dell’acqua. Le nubi davano vita a disegni sempre diversi e con una  velocità tale da dare l’impressione che lassù ci fosse una strada trafficata dalle creature più singolari.
 
I bambini approfittavano di queste raffiche per far volare i loro modellini di WindBoat mentre i più grandi preferivano cavalcare il vento con i WindSurf.
 
Il cielo così prendeva vita e colore. Le urla dei ragazzi,lo schiamazzo divertito dei bambini ed i colori infiniti,vivaci,vivi,che sembravano rincorrersi lì in alto.
 
Quando il vento dava il meglio di sé,su Urano era festa.
E se si prestava molta attenzione,nascosto fra gli odori più forti e acri,dall’aria gelida e pungente ,si riusciva a percepire l’aroma frizzante e vivo delle stelle.
 
Ad Haruka piaceva quell’odore. Era qualcosa di vivo,di caldo,che dava un vago e diffuso senso di pizzicore sulla pelle e che sembrava quasi esplodere in mille scoppiettii sulla lingua ,facendole il solletico.
 
L’aroma delle stelle si poteva sentire solo quando il vento soffiava al massimo della sua potenza,perché solo così riusciva ad oltrepassare gli infiniti e spessi strati di nubi. In giorni come questo ,giorni che duravano intere settimane,lei usciva dal palazzo alle prime luci dell’alba e rientrava solo a notte inoltrata.
 
Correva sfidando il vento,poi assecondava i suoi movimenti e si lasciava trasportare in alto,come i windsurfer che sembravano vivere solo per quello.
 Certe volte invece stava semplicemente immobile,distesa nel vasto giardino di ghiaccio del Miranda Castle,cercando di sentire l’allegro vociare di ragazzi e bambini,ed assaporare i dolci sapori che il vento portava con sé.
 
In giorni come queste Haruka era serena.
Completamente immersa nel suo elemento,si lasciava accarezzare e abbracciare; il vento non era mai aggressivo con lei,era più come un padre affettuoso,un amante attento. Si lasciava sfiorare,poi tremava,fremeva ed infine espirava, felice e soddisfatta.
 
 
Una raffica di vento sferzò il terreno ghiacciato,fece vorticare la neve formando una nube candida,e sfiorò il corpo disteso di Haruka,accarezzandolo come un velo di seta liscia.
 
Inspirò a pieni polmoni,felice.
I capelli le erano ricaduti scomposti sulla fronte,ma non fece nulla per sistemarli. Invece,rimase placidamente immobile,gli occhi chiusi e le braccia distese lungo i fianchi,ad aspettare che il vento tornasse ad abbracciarla,portandole gli aromi della sua terra.
 
Inspirò di nuovo e storse il naso.
La bocca le si piegò in una smorfia e corrugò le sopracciglia.
 
C’era … un odore nuovo,strano.
Era acre,sgradevole e non l’aveva mai sentito prima. Inspiegabilmente il cuore accelerò i suoi battiti e sentì una fitta d’inquietudine allo stomaco.
 
Non poteva essere qualcosa di positivo,si disse, se quell’odore le provocava reazioni tanto sgradevoli. Doveva trattarsi per forza di qualcosa di negativo.
 
Il vento non l’aveva mai tradita ed il suo istinto non sbagliava mai.
 
Si mise seduta e poi in piedi. Fece vagare lo sguardo sopra di sé, verso le nuvole cerulee che si muovevano come un mare in tempesta.
Quindi chiuse gli occhi ed inspirò a pieni polmoni,con le braccia larghe e la bocca aperta.
 
L’odore acre le fece arricciare nuovamente il naso,ed il sapore sulla lingua le diede una leggera nausea: era amaro,secco e sulfureo.
 
Mentre i suoi sensi percepivano queste sensazioni,il suo corpo rispose come la prima volta. Si sentì inquieta e con una strana voglia di scappare per sfuggire l’odore sgradevole.
 
La cosa la innervosì, Haruka non fuggiva. Mai.
 
Poi il vento le si attorcigliò intorno,avvolgendola come un velo impalpabile,e le sussurrò contro pelle parole d’avvertimento.
 
Haruka spalancò gli occhi, e di colpo comprese perché quel nuovo odore la innervosisse tanto : era l’odore del pericolo.
 
Qualcuno si era infiltrato nel Sistema Solare!
 
Senza perdere altro tempo,e cercando di ignorare il sapore amaro del senso di colpa – perché sì,certo che era colpa sua se quel qualcuno era riuscito ad oltrepassare il confine senza che lei se ne accorgesse – corse all’interno del Miranda Castle e si diresse verso la torre di controllo.
 
Quando entrò,vi trovò Ariel e Umbriel,già sedute di fronte al computer centrale intente a smanettare senza sosta.
 
Quando la sentirono entrare,le due guerriere si voltarono a guardarla. Le loro espressioni passarono comicamente dall’indaffarato al preoccupato nel medesimo istante,come se si fossero allenate per coordinare le loro reazioni e mostrarle in sincrono.
 
Ariel fu la prima a parlare << Quindi è vero? >>
 
Haruka chiuse la porta dietro di se e si avvicinò allo schermo gigante,senza rispondere. Umbriel tornò a pigiare convulsamente sulla tastiera mentre Ariel rimase a guardarla,incerta.
 
<< Cosa avete scoperto? >> domandò Haruka.
 
<< Un accumulo di energia che si muove alla velocità costante di 1000 km al secondo. >> le rispose Umbriel << Secondo i nostri calcoli,e se continua procedendo su questa rotta, dovrebbe intercettare l’orbita di Nettuno fra dieci giorni,tre ore e quattro minuti. >>
 
Haruka si accigliò << Perché procede così lentamente? >>
 
Ariel scosse la testa,facendo ondeggiare i boccoli neri << Crediamo che volessero nascondere più a lungo possibile la loro presenza. Meno velocità uguale meno energia dispersa. In parte ci sono riusciti >>
 
Umbriel annuì << Sì,anche perché non sappiamo di preciso le dimensioni dell’aeronave,quante persone contenga,la loro potenza,la loro natura e non siamo nemmeno riuscite a tracciare la loro rotta a ritroso,quindi non sappiamo nemmeno da dove provengono. >>
 
Haruka imprecò sottovoce. Poi  si avvicinò allo schermo e indicò un grafico sulla parte inferiore del monitor << Questo? È quello che penso? >>
 
La ragazza con i capelli castani annuì << Sì,è l’aura che circonda l’aeronave. Energia nera,nessuna visita di cortesia quindi. >>
 
<< Beh,qualcosa la sappiamo quindi >> commentò sarcastica Haruka. Umbriel e Ariel chinarono leggermente il capo,imbarazzate.
 
Haruka raddrizzò la schiena e si passò una mano sul viso. Cosa doveva fare? Avrebbe potuto benissimo lasciare che Sailor Neptune se la cavasse da sola,insieme alle sue guerriere. Nessuno l’avrebbe incolpata di nulla. Ognuna pensava al proprio pianeta ed insieme pensavano alla sicurezza del Sistema Solare. Ma se i nemici ,perché non potevano che essere definiti tali, si fossero rivelati più potenti di quanto pronosticato,cosa sarebbe successo? Non poteva certo dar loro la caccia per tutto il Sistema Solare,di certo Queen Serenity l’avrebbe saputo.
 
Haruka sbuffò, quindi incrociò le braccia al petto ed assunse l’espressione di chi sta per fare qualcosa che sicuramente non ha voglia di fare,ma che è –purtroppo - necessario.
 
<< Mettiti in contatto con Sailor Neptune >>
 
Umbriel le lanciò un’occhiata di sbieco << Perché? >>
 
Haruka sospirò << Voglio chiederle se possiamo raggiungerla ,se una nostra collaborazione le sarebbe gradita >>
 
Umbriel annuì ed avviò la comunicazione. Dopo nemmeno cinque secondi si udì uno crepitio in sottofondo,seguito da un fruscio e poi il silenzio.
 
<< Torre di controllo,qui Triton Castle ,parlate pure >>
 
<< Torre di controllo,qui Miranda Castle,Sailor Neptune è li con voi?  >> chiese Umbriel.
Haruka fece il giro della sedia e le si posizionò vicino,accanto al microfono,pronta a parlare.
 
Si sentirono dei mormorii in sottofondo ed uno scalpiccio di passi,quindi altri mormorii ed un sospiro.
 
<< Miranda Castle,sono Sailor Neptune,qualcosa non va? >>
 
Haruka aprì la bocca e la richiuse. Era la prima volta che sentiva la voce di Sailor Neptune e,anche se alterata dal microfono,poteva sentire quanto fosse delicata e musicale. Non se l’aspettava.
 
<< Sailor Neptune sono Sailor Uranus, abbiamo appena scoperto che un’aeronave si sta dirigendo verso il tuo pianeta e … avrei una proposta da farti. >>
 
 
 
 

Ψ

 
 
Diario di bordo,
data astrale 5914,sesta dinastia Selene sotto la reggenza di Queen Serenity.
Giorno 36 del 378esimo mese,secondo il calendario uraniano.
 
Ci stiamo dirigendo verso il pianeta Nettuno a bordo dell’Oberon Fl95.
Dopo aver trovato una concentrazione di energia nera entro i confini della nostra giurisdizione,abbiamo contattato il Miranda Castle e chiesto se potevamo avviare una cooperazione ai fini della sicurezza del Silver Millennium.
Eravamo pronti ad un eventuale rifiuto,ma Sailor Neptune si è rivelata estremamente cordiale e disponibile. Ha convenuto con noi che ,unendo le nostre forze,saremmo riuscite a proteggere il pianeta con più facilità. Meglio prevenire che curare,ha detto.
 
Sto portando con me Ariel,Umbriel e Titania, le guerriere più valide e forti di tutta Urano. Sono sicura che il nostro dispiegamento di forze sarà addirittura eccessivo,ma preferisco andare sul sicuro.
Entrambe lo vogliamo.
 
La nostra velocità è pari a 300 000 Km/s . Raggiungeremo Nettuno in due ore e trentasette minuti.
 
       È la prima volta che vado su un pianeta diverso da Urano e devo ammettere di essere curiosa. Nettuno è uno dei Giganti di Ghiaccio,insieme ad Urano. Devo aspettarmi un ambiente simile al mio quindi? È un po’ più vicino al Sole,quindi dovrebbe essere più caldo.
Il vento soffia forte come su Urano? Porta gli stessi odori?
No,ci saranno odori diversi,forse mai sentiti.
 
Sono curiosa.
 
Curiosa ed impaziente. È strano. È passato tanto tempo da quanto mi sono sentita così.
È … qualcosa di diverso.
Ma poi,credo sia normale. Non sono mai stata oltre Urano,mi sto ufficialmente addentrando in un mondo nuovo.
 
 
 
Spero che il vento mi parli anche lì.
Non potrei vivere senza sentirne le soffici carezze.
 
 
 
 

ψ

 
 
Quando atterrarono su Nettuno,quattordici ore dopo,trovarono ad accoglierle diverse centinaia di nettuniani,insieme alle guerriere personali della Principessa, Sailor Neptune,  e lei stessa.
 
Prima di intraprendere il viaggio,erano convenute sul fatto che il motivo della sua visita dovesse rimanere,in attesa di ulteriori dettagli,segreto. Il pretesto ufficiale era quindi la promessa di collaborazione che i due pianeti avrebbero stabilito da quel momento in poi.
 
Non si poteva parlare di un’alleanza vera e propria,perché i due pianeti erano fratelli.
 
Era più un gemellaggio,il permesso consentito agli abitanti di entrambi i mondi di spostarsi fra i due pianeti a proprio piacimento.
Ma non prima della conclusione del suo soggiorno.
 
L’idea sembrava aver entusiasmato gli uraniani,e a giudicare dalle espressioni che le accolsero,anche i nettuniani. E quando Haruka vide il luogo in cui era atterrata pensò che,tutto sommato,l’idea di un gemellaggio non era tanto male.
 
Come aveva pensato,la differenza di temperatura era così minima da passare quasi inosservata.
Il pianeta era quasi interamente ricoperto di ghiaccio,come Urano,con la differenza che,mentre quello era perlopiù composto da rocce,questo alternava terreno solido con bacini ghiacciati,
 
Grandi,immensi,infiniti bacini ghiacciati.
 
Con sua grande gioia,si accorse immediatamente che il vento era anche più forte di quello che aveva a casa sua,e provò subito una grande invidia per questi abitanti che potevano gioirne.
 
Gli odori che portava erano quasi simili,ma più variegati. Questi nuovi aromi erano tutti da scoprire e Haruka si trovò a desiderare di poter stare ore,giorni e settimane intere a cercare di scoprirli e classificarli tutti.
 
Sailor Neptune si avvicinò a loro con un sorriso gentile e i palmi aperti,come segno di benvenuto. Le sue guardiane la seguirono rimanendo indietro di pochi passi. Avevano anche loro un’espressione gentile ed accogliente.
 
<< Sailor Uranus,guerriere,benvenute su Nettuno >> agitò le mani come a disegnare una sfera e, mantenendole  vicine al petto, fece un lieve inchino in avanti. Le guerriere la imitarono. << Siamo felici ed onorati di avervi qui >>
 
<< L’onore è tutto nostro Sailor Neptune >> fece Haruka ,stringendo la mano sinistra in un pugno e poggiandola contro il palmo aperto della destra,parallela al petto,e chinando un po’ il capo in avanti << Siamo felici di essere vostri ospiti >> Ariel,Umbriel e Titania imitarono il suo saluto.
 
Sailor Neptune sorrise,quindi accennò col capo alle sue spalle << Seguitemi,c’è un banchetto in vostro onore che vi aspetta >>
 
Mentre la seguiva lungo il corridoio di persone che portava al palazzo,Haruka notò altri nuovi dettagli.
 
Il terreno su cui camminavano era una striscia sottile di terra,ai cui lati si trovavano gli specchi d'acqua dalla superficie solida come il diamante,e che giungeva sino all’inizio di quello che pensava si trattasse di un oceano.
 
Mentre si avvicinava,si accorse che il Triton Castle sorgeva proprio sul mare gelato,sorretto da un’impalcatura simile alle palafitte ma molto più elaborata ed elegante.
 
In alto,il palazzo terminava con guglie e cupole,le prime ai lati e l’ultima al centro. Da lì,scendevano sino al suolo rivoli d’acqua cristallizzata,simili a stalattiti ma di un azzurro intenso.
 
L’intero castello ritagliava per sé il proprio spazio all’interno del territorio in maniera armonica,quasi si trattasse di un prodotto della natura . Come quasi tutto intorno a sé,era di varie tonalità che andavano dal celeste più chiaro al verde acqua.
 
Era certamente qualcosa di unico e di assolutamente perfetto per la Principessa dei mari.
 
Quando entrarono,le guerriere di Urano vennero accolte da mormorii di approvazione e diversi inchini.
 
Sailor Neptune voltò il capo verso di lei e sorrise << Siamo tutti molto felici di avervi qui,come vedete. Non succedeva  una cosa del genere da … beh,mai! >> Scoppiò in una breve risata ed Haruka si ritrovò a sorriderle.
 
<< È qualcosa di nuovo anche per noi. Siamo felici di aver ricevuto questo benvenuto >> disse. Le tre ragazze dietro di lei annuirono per mostrarsi d’accordo con lei.
 
Sailor Neptune sorrise << Bene >> allungò un braccio davanti a sé per indicare l’ampia sala << prego,da questa parte. Spero non vi dispiaccia l’attenzione,credo che per un po’ avrete gli occhi di tutti addosso >>
 
Haruka cercò di reprimere una smorfia,ma vi riuscì solo in parte. Sailor Neptune se ne accorse e accennò un sorriso. Quindi le fece segno col capo di seguirla e l’accompagnò al tavolo principale,facendola accomodare alla sua sinistra.
 
 
Quando la cena terminò,e tutti gli invitati furono congedati, Sailor Neptune si offrì di far fare un giro del Triton Castle a Sailor Uranus. Lei accettò, e dopo essersi congedate dalla altre guerriere, si allontanarono dalla sala del banchetto.
 
<< Non ho mai visto nulla di simile Sailor Neptune. Devo dire che questo posto è a dir poco incredibile >> disse mentre cercava di cogliere ogni particolare della sala in cui si trovava.  Sembrava di trovarsi in un … enorme scatola di vetro interamente circondata da acqua ,pesci e … altre cose. Non aveva mai visto tante creature così colorate e diverse in un posto solo. Figurarsi in una stanza! O forse era meglio dire intorno alla stanza.
 
<< Chiamami Michiru >> sorrise nella sua direzione.
 
<< Allora tu chiamami Haruka. >> si affrettò a dire lei.
 
Il sorriso di Michiru si ampliò. << Bene,direi che finalmente possiamo mettere da parte le formalità. E questa …  >> aggiunse indicando con un ampio gesto la stanza intorno a loro << è la parte che preferisco di tutto il castello. Ho modificato questa stanza rendendola molto simile ad un acquario ,così da potermi sentire come se fossi sempre dentro l’oceano. >> spiegò con gli occhi che le luccicavano di gioia ed orgoglio.
 
Haruka sorrise,guardandosi intorno. Era davvero un posto meraviglioso,e sembrava davvero di trovarsi sotto l’oceano , ora che ci faceva caso.
 
<< Ci sono questi animali qui? Sono stupendi. >> disse mentre guardava un piccolo pesciolino arancione e nero guizzarle davanti il viso.
 
<< Oh,no no. Non sono di Nettuno. >> Haruka si voltò a guardarla e notò che era arrossita. Sembrava addirittura più carina ora,con le guance tutte rosse.
 
Provò il forte impulso di sfiorare quel rossore con un dito.
Si trattenne serrando i pugni.
 
<< No? >>
 
Michiru scosse la testa, e la fissò da sotto le lunghe ciglia. Sembrava quasi imbarazzata.
 
<< Uhm … sono andata sulla Terra una volta. Diverso tempo fa. Tanto tempo fa. Ho visto questi pesci e ho deciso di portarne alcuni qui. Ho avuto fortuna,si sono ambientati bene e si sono riprodotti fino a diventare tutti questi. >>
 
Haruka sollevò un sopracciglio << Sei andata sulla Terra? >> Aveva davvero trasgredito le regole? Non poteva crederci.
 
Lei incrociò le braccia dietro la schiena e si dondolò sui piedi,guardandosi in torno. Poi le sciolse e tornò a guardarla,indicando le ampie vetrate << Non vedi che meraviglie? Questi pesci,e i molluschi vivono tutti in mare. Me ne sono innamorata subito quando li ho visti. E … la Terra è un posto affascinante. È colorata e così piena di vita! È molto calda sì,e i terrestri sono molto rozzi e sempre pronti a darsi battaglia e non rispettano la natura, ma come pianeta è stupendo. Ed il vento,dovresti sentirlo! Così delicato,così … bello! E gli oceani … >> lasciò la frase a metà ,gli occhi ancora spalancati. Aperti, entusiasti e … belli.
 
Haruka notò che erano di diverse tonalità più scuri del suo vestito. Erano di un blu intenso,profondi e limpidi come gli specchi d’acqua che aveva visto da quando era atterrata,o come il pianeta stesso visto dall’alto. Sailor Neptune… Michiru,era un tutt’uno con il suo mondo; lo vedeva,lo sentiva.
 
<< Indipendentemente dalla bellezza del pianeta,o della sua fauna … le regole parlano chiaro. >> disse impassibile,continuando a guardarla.
 
Michiru strinse le labbra e la guardò di rimando,assottigliando leggermente gli occhi. Sembrava offesa,indispettita,quasi … ferita. Si rese conto che era la prima volta che non vedeva un sorriso sul suo volto sempre così dolce e gentile. Se ne dispiacque. A lei piaceva il suo sorriso.
 
Ma le regole sono regole,e lei era una Sailor,come poteva,proprio lei,trasgredire a quella più importante?
 
<< Sai che presto si celebrerà il matrimonio fra la Principessa Serenity ed il Principe Endymion? >> chiese Michiru calma,nonostante il suo viso fosse ancora un po’ ostile.
 
Haruka sollevò un sopracciglio. << Un matrimonio? >> chiese stupidamente. Un matrimonio fra la principessa della Luna ed il Principe della Terra? Impossibile! Il suo viso si aprì in un sorriso,come se si aspettasse che presto lei le dicesse che si trattava solo di una battuta. Aspettava un suo cenno per liberare la risata,perché ,insomma! Le relazioni fra i due regni erano già precarie di loro,un matrimonio non poteva certo essere un evento plausibile.
 
Ma Michiru non modificò la sua espressione e non disse che si trattava di uno scherzo,così il suo sorriso si spense,e  tornò a guardarla seriamente.
 
<< Già. Fra tre mesi. >> rispose ,con il tono di voce ancora pacato. << Tre mesi terrestri >> puntualizzò un attimo dopo. Già,perché tre mesi terrestri erano davvero molto poco tempo. Haruka si accigliò,non riusciva ancora a capire come …
 
<< Pare che i due si vedessero di nascosto già da un po’. >> iniziò a spiegare,come se avesse intuito i suoi pensieri. << Questo ha permesso alla regina di sapere per tempo dei sentimenti di odio che stavano maturando in seno ai terrestri,alimentati da Queen Metaria ,ed intervenire in tempo. E’ riuscita a salvare i due regni dalla distruzione,e ora i due principi possono sposarsi. Hanno già ripristinato le comunicazioni ed i viaggi da e per la Luna. Questo matrimonio non potrà che giovare alla Terra. >>
 
Haruka non potè evitarsi di fare una smorfia.
Era felice che non fosse scoppiata una guerra – anche se il fatto di non averne saputo nulla,di essere stata quasi all’oscuro di tutto la preoccupava ed irritava insieme. Che si fosse troppo cullata nel senso di protezione e pace? O forse si era preoccupata troppo dei pericoli esterni ,quando invece il nemico proveniva dal Sole? -  ma era ancora più perplessa dal matrimonio. La Terra era troppo giovane,troppo inesperta,troppo battagliera per poter entrare a far parte dell’alleanza Imperiale e non sconvolgerne gli equilibri. Non era semplicemente all’altezza!
 
Poi si ricordò che tutto era iniziato perché Michiru aveva detto di essere andata sulla Terra,e la guardò con la fronte aggrottata << Indipendentemente da ciò,mi sembrava di aver capito che il tuo viaggio sulla Terra fosse successo molto tempo fa. Prima ancora dell’annuncio del matrimonio quindi. >> Non continuò,ma sapeva che avrebbe colto la velata accusa.
 
 Infatti la vide irrigidire la mascella,per poi rilassare l’espressione ed accennare un sorriso. Haruka cercò di non mostrare la sua confusione di fronte a questo cambio repentino.
 
<< Infatti. Molto prima della nascita del Principe Endymion,se vogliamo proprio dirla tutta. E questo mi fa venire in mente che forse dovrei rifare al più presto questo viaggio,chissà quante cose saranno cambiate da allora! >> disse,e le sorrise ironica.
 
Haruka la guardò sorpresa da tanta sfacciataggine. Chissà cosa avrebbe pensato la regina di questo. Ma poi le venne in mente che sua figlia aveva ripetutamente infranto la legge andando sulla terra per incontrare il principe,e allora si disse che forse,in fondo,non ci avrebbe nemmeno fatto caso.  E Michiru lo sapeva. Non voleva darle però questa soddisfazione,così si strinse nelle spalle e  scosse la testa,come si farebbe di fronte ad un bambino che si sa,ha combinato una marachella ma che rimproverarlo a fare? Tanto la rifarebbe di nuovo.
 
Michiru le si avvicinò di un passo e le si mise a fianco,con lo sguardo rivolto verso l’ampia vetrata. Harula le lanciò uno sguardo di sottecchi.
 
<< Quello che volevo dire … >> iniziò Michiru a bassa voce << è che certe volte non importa se si infrangono le regole, se quello che ne consegue è qualcosa di splendido come questo. >> indicò i pesci con una mano. << certe volte infrangere le regole è l’unica cosa da fare per avere un pizzico di felicità . >>
 
Haruka abbassò lo sguardo verso il suo viso ed incontrò i suoi occhi. E mentre si perdeva in quel mare profondo , capì finalmente quello che voleva dire.
 
Perché anche lei sentiva quel macigno pesante che spesso le opprimeva il petto. Quella voglia di andare via,di vedere luoghi nuovi, luoghi più vivi,più caldi.
Perché anche se il vento era la sua fonte di vita, certe volte sentiva anche il bisogno di essere parte di qualcosa,invece che una guerriera relegata nel suo palazzo ai confini del regno.
Perché semplicemente, certe volte la tristezza e la solitudine erano così forti da coprire perfino il rumore del vento, e mentre il suo sguardo si perdeva in lontananza,il suo cuore non desiderava altro che l’amenità della Luna ed il calore della Terra.
 
 
 
 
 
Prima storia su Sailor Moon. Prima su Haruka e Michiru. Prima Shoujo-ai.
Direi che è la storia delle prime volte xD
 
Dunque,questa mini ff si comporrà di tre capitoli,tutti più o meno della stessa lunghezza di questo.
I nomi di persone,oggetti e luoghi sono (quando non inseriti di mia iniziativa) ripresi dal manga.
 
Il Triton Castle ed il Miranda Castle sono i nomi che i palazzi di Haruka e Michiru hanno nel manga.
 
Ariel,Umbriel,Titania,Miranda e Oberon sono i nomi di alcuni dei satelliti di Urano.
 
Urano : La rivoluzione del pianeta dura 84 anni e 7 giorni. La rotazione 10 ore e 49 minuti. Venti e altro sono già descritti sopra.
 
Nettuno: la rivoluzione dura 364 anni e 9 giorni. La rotazione 15 ore e 48 minuti.
 
“Diario di bordo … “ liberamente tratto da Star Trek,il quale inizia le sue puntate con “Diario del capitano,data astrale … “.
 
“La nostra velocità è pari a 300 000 Km/s .” 300 000 Km/s è la velocità a cui viaggia la luce. La distanza fra un corpo celeste e l’altro si calcola (fuori dal Sistema Solare) in anni luce . Al momento,è una velocità non raggiungibile dall’uomo,il quale riesce però a viaggiare alla velocità del suono,di molto inferiore a quella sopracitata.
Non so quanto occorra per andare da Urano a Saturno, pensate comunque che da Plutone alla Terra ci vogliono 5,4 ore luce.
Mi sono permessa di scrivere due (le 14 ore erano comprensive di preparativi e quant’altro) ma non so quante siano in realtà.
 
Queen Metaria è il nome che ha la Regina Metallia nel manga.
 
Se avete domande,perplessità,sentite il bisogno di criticare/consigliare o altro,sentitevi liberi di farmelo sapere,in forma di commento o per via privata.
 
 Precisato ciò,a presto ^^

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Neptune

 
 
 


 
Haruka non indossava mai l’abito tradizionale del suo pianeta.
 
L’unica volta che l’aveva utilizzato era stato per festeggiare la nascita dell’attuale Principessa Serenity,durante una festa tenutasi sulla Luna e a cui avevano partecipato anche alcune famiglie reali delle galassie vicine.
 
Anche allora,però,si era separata dalla sua Sailor Fuku con non poco fastidio ; lei così poco avvezza ad indossare abiti che prevedessero lunghe e – decisamente poco pratiche – gonne.
 
Quando si trovava su Urano quindi,e ciò accadeva praticamente sempre,indossava costantemente la sua divisa, che per lei era più come una seconda pelle,un simbolo di appartenenza e motivo d’orgoglio.
 
Michiru invece sembrava trovarsi perfettamente a suo agio con l’abito lungo,constatò. La sera prima pensava che l’avesse indossato per via della cena in pompa magna,che fosse un modo per mostrare loro che la loro visita era più che gradita – anche se lei non avrebbe pensato nulla di meno se le avessero accolte con gli abiti da guerriere Sailor – ma ora iniziava a pensare che,forse,era solita portare l’abito tutti i giorni.
 
Un po’ come la Regina e la Principessa.
 
E non che l’abito non le donasse,ma era convinta che nei panni di Sailor Neptune sarebbe stata molto più … cosa?
Non riusciva a trovare le parole.
Pronta? Battagliera? Determinata? Bella?
 
Scacciò l’ultimo pensiero,non aveva nulla a che fare con l’abito,era bella anche così,e comunque la bellezza non c’entrava nulla e lei forse si stava fissando sulle cose sbagliate. Che importanza avevano i vestiti che indossava? Non era meno guerriera o meno attenta così,e il fatto che lei si ostinasse ad indossare sempre la divisa non voleva dire che anche tutte le altre dovessero indossarla ogni giorno.
 
Però l’abito di Michiru le lasciava le braccia e le spalle scoperte, e la scollatura scendeva fin quasi sopra il seno e questo la deconcentrava ,e lei non doveva deconcentrarsi.
Ma ogni volta che si sforzava di mantenere lo sguardo fisso davanti a sé,ecco che quella piccola,tonda e luccicante spilla, con su disegnato un tridente stilizzato ,e che sembrava tenere insieme i due lembi del vestito all’altezza della spalla destra,la distraeva.
Sembrava quasi farlo a posta. Tutte le volte che cercava di concentrarsi,eccola lì che luccicava nella sua direzione,quasi come se ammiccasse,sfidandola a non guardare.
 
E lei prontamente cedeva e si voltava a fissarla. E poi lo sguardo scivolava via,su per la spalla,sfiorava la curva dolce del collo e scendeva giù ,ma prima che arrivasse dove non doveva,risaliva e tornava indietro,su per la spalla e poi giù per il braccio,fino al polso sottile e alla mano piccola dalle dita lunghe e affusolate.
Dita da violinista.
 
Il viso lo lasciava per ultimo.
Iniziava dai capelli,che si curvavano in onde morbide sopra la spalla,poi le orecchie,piccole e perfette. Quindi la curva della mascella,le labbra piene e a cuore,il naso dritto e,per ultimi,gli occhi. Grandi,profondi,blu.
 
Aveva fatto così per tutta la mattina,e la colpa era di quella maledetta spilla luccicante che la chiamava. Era peggio del canto della sirena e a cui lei non riusciva a sottrarsi. E la cosa la sconcertava perché era sempre stata così decisa,così forte e non aveva mai ceduto a nessuna debolezza.
Era implacabile e forte come il vento,e non si aspettava che il mare,per lei,avrebbe avuto così tanta attrattiva.
 
Alla fine però,il canto della sirena si chetava,e lei era di nuovo libera –anche se per poco- di tornare ad essere l’Haruka si sempre. Seria e concentrata,una guerriera tutta d’un pezzo.
 
Ma quando stava per girare la testa,per tornare a guardare lo schermo del computer,si accorse che Michiru la stava guardando. Era seria,ma non sembrava infastidita,più che altro curiosa. O forse si domandava per quale assurdo motivo lei era stata a fissarla per tanto tempo. E da quanto,comunque,aveva notato che la fissava?
 
Sentii che le guance iniziavano a riscaldarsi e voltò la testa di scatto,fingendo di trovare interessante quello che scorreva sullo schermo.
Da quando lei arrossiva?
E poi non era per l’imbarazzo,no. Era per il fastidio. Il fastidio di essere stata beccata e di rabbia,sì. Rabbia per quella spilla maledetta che sembrava prendersi gioco di lei.
 
Si schiarì la gola e fece qualche passo in avanti,appoggiando entrambe le mani sullo schienale della sedia di Titania. Forse se si fosse allontanata abbastanza non avrebbe visto quel malefico luccichio e non si sarebbe sentita costretta a voltarsi.
 
<< Allora? >> chiese. E fu fiera di sentire che la sua voce era ferma come sempre.
 
La guerriera con i capelli mogano,che aveva capito si chiamasse Nereide,alzò lo sguardo verso di lei e scosse il capo. << Non percepiamo nulla. >>
 
Haruka aggrottò la fronte,guardando lo schermo. Ora che prestava attenzione,realmente attenzione,vedeva che il radar non segnalava nulla di anomalo. I grafici erano nella norma.
 
<< Ma com’è possibile? Ormai l’aeronave dovrebbe essere più vicina,fra otto giorni dovrebbe incrociare l’orbita di questo pianeta! >>
 
<< Non lo capiamo >> disse Titania con la sua voce profonda << abbiamo segnato le ultime coordinate conosciute ed effettuato una ricerca più ampia,ma sembra essere tutto svanito nel nulla. >>
 
<< Avete provato a controllare nei pressi di Saturno ed Urano? Per vedere se hanno cambiato rotta? >> s’intromise Michiru. Si era avvicinata anche lei,ora era proprio dietro Umbriel e ad un paio di passi da Haruka.
 
Larissa annuì e si sporse oltre Ariel,seduta di fronte ad una delle postazioni radar ,per digitare alcuni tasti << Sì,ma vedi >> lo schermo cambiò,mostrando ciò che intendeva << anche qui nulla di strano. >>
 
Haruka scosse la testa,irritata << Non è possibile che siano spariti nel nulla. Anche se avessero ridotto al minimo la dispersione di energia dovremmo comunque captare qualcosa. >>
 
Larissa piantò i suoi occhi chiari ,del colore del ghiaccio,in quelli di Haruka << Abbiamo fatto tutto quello che potevamo. Abbiamo spinto il computer al massimo,scandagliato ogni punto dell’universo in cui fosse plausibile ,e non, trovare un’aura negativa. Ma non c’è nulla. Zero. Il vuoto. >>
 
<< Forse non avete fatto abbastanza >> ribattè Haruka a denti stretti.
 
Larissa aprì la bocca per replicare ma Michiru sollevò le mani,mostrando ad entrambe i palmi aperti << Non mi sembra il caso di iniziare discussioni,né di incolparsi a vicenda. Evidentemente quelli con cui abbiamo a che fare sanno il fatto loro,ma non è nulla di grave,il massimo che possiamo fare è attendere e continuare a cercare. Non possono avvicinarsi senza che notiamo la loro presenza,è impossibile. Non potranno nascondersi per sempre. >>
 
Haruka incrociò la braccia sotto il seno e fissò con insistenza lo schermo. Non si sarebbe mossa da lì fino a che non avrebbero trovato quella dannata aeronave. C’era qualcosa che sbagliavano,e lei sarebbe rimasta lì fino a che non avessero scoperto cosa.
<< Che metodo avete utilizzato per le ricerche? >>
 
Larissa le lanciò un’occhiata di fuoco,come se Haruka le avesse appena rivolto una terribile offesa,e si posizionò meglio di fronte al radar. Ariel si spostò con la sedia per farle spazio e finì appiccicata ad Umbriel.
 
Senza pronunciare nemmeno una parola,iniziò a digitare velocemente i tasti sulla tastiera, e sullo schermo la porzione di universo da loro analizzata fu attraversata da un reticolo dorato. Larissa ci lavorò su ancora per qualche istante fino a che l’immagine non divenne un elissoide oblato.
 
Ogni porzione della mappa era suddivisa in esagoni e ruotava lentamente su se stessa.
Haruka strinse forte i denti,pur mantenendo l’espressione perfettamente impassibile, e quando Larissa la guardò con un sopracciglio sollevato,con una aria di sfida che avrebbe fatto perdere le staffe a chiunque,serrò forte anche i pugni,congratulandosi mentalmente per la sua mania di tenere sempre le unghie corte.
 
<< Abbiamo suddiviso la mappa in esagoni,creando una trama a nido d’ape,che poi abbiamo fatto analizzare dal computer uno per uno,mantenendo l’intervallo di valori percepibili dal radar ampi abbastanza da poter captare anche la più piccola emissione di energia. Per intenderci,se qualcuno dovesse grattarsi il culo noi lo verremmo sicuramente a sapere >> concluse senza mai smettere di guardarla.
 
Michiru accennò un lieve sorriso e ad Haruka venne voglia di prenderla a pugni.
 
Alla biondina dalla faccia antipatica,non a Michiru.
 
Invece respirò piano due volte e contò fino a cinque,prima di annuire e controllare i dati sull’altro schermo.
 
Come poteva un’aeronave svanire così nel nulla? Come poteva qualsiasi cosa,svanire nel nulla?
 
<< Suppongo che non ci resti che aspettare >>
 
Haruka voltò rapida la testa e guardò Michiru sorpresa. Aspettare? Non aveva capito che più tempo aspettavano più i rischi aumentavano?
 
<< Non sono d’accordo >> scosse il capo. Michiru si voltò col corpo verso di lei,con le braccia incrociate e le sopracciglia sollevate. L’espressione incredula lasciò poi il posto ad un sorriso appena accennato,quindi si voltò nuovamente verso le ragazze sedute di fronte ai computer,la cui l’attenzione era palesemente divisa fra il loro compito e la discussione fra le due Senshi, e parlò << Avvertiteci se ci sono novità,anche nel caso in cui si dovesse trattare di qualcosa di apparentemente insignificante. Intesi? >>
 
Le cinque ragazze annuirono ed iniziarono a parlottare fra di loro sul modo migliore per effettuare le ricerche. Quando Larissa iniziò a suggerire di creare da capo un nuovo algoritmo di ricerca,Michiru riportò la propria attenzione su Haruka.
 
Sorrise alla sua espressione accigliata e le si avvicinò. Quando la prese sottobraccio Haruka inarcò un sopracciglio ma non disse nulla,e la trascinò fuori dalla stanza.
 
<< Voglio farti vedere una cosa >> spiegò quando Haruka iniziò a fare un po’ di resistenza. << Ne avranno ancora per molto e la nostra presenza è superflua >>
 
Haruka provò a controbattere ,punta sul vivo,ma Michiru la precedette << Non iniziare a brontolare,goditi questi momenti di pausa invece. Andiamo >>
 
Haruka roteò gli occhi e borbottò qualcosa sotto voce,a proposito di ‘dovere’ e ‘irresponsabilità’, ma si lasciò trascinare lungo i corridoi e fuori la torre di controllo.
 
Felice per questa piccola vittoria, Michiru lasciò che sul suo viso spuntasse un sorriso,che non accennò a scomparire nemmeno quando Haruka la guardò come se dubitasse della sua sanità mentale.
 
 

Ψ 


 
Su Urano,quando scendeva la notte,l’oscurità era quasi totale. Le uniche fonti di luce provenivano dalle case e da qualche lampione posto dove non arrivava l’illuminazione delle abitazioni.
 
La neve perdeva il suo luminoso candore,assumendo tonalità quasi grigiastre,e l’alternarsi di luci gialle e ombre lunghe e fitte,conferivano al paesaggio un aspetto sensibilmente diverso rispetto a ciò che si vedeva durante il giorno. Dove non arrivavano le luci,l’oscurità sembrava risucchiare tutto,dando l’impressione che i piccoli agglomerati urbani fossero sospesi al centro di un enorme buco nero.
 
La differenza con Nettuno era abissale.
 
La notte era scesa già da un po’,ma invece di ritrovarsi nel buio più fitto,tutt’intorno a sé si muovevano centinaia di luci azzurre. Sembrava come se il terreno sotto i suoi piedi si fosse tramutato,con il calare della notte,in un mare di luci tremolanti.
 
Guardando con più attenzione,Haruka si accorse che le piccole luci che le era sembrato si muovessero,stavano invece ferme al loro posto,affievolendo ed aumentando l’intensità dell’azzurro,dando la sensazione – luccicando così tutte insieme – di un onda che si allunga e si ritira.
 
Lo spettacolo che aveva di fronte agli occhi,le ricordò il prato fiorito – il primo prato fiorito che avesse mai visto – all’interno della cupola del Moon Castle ,sedici anni or sono.
Solo che,invece dei fiori che ondeggiavano,c’erano queste … questi …
 
<< Sono Nuptilli >> disse Michiru alla sua sinistra. Haruka corrugò un po’ la fronte ed annuì piano,senza staccare gli occhi da quelle onde di luce.
 
<< Sono l’equivalente dei fiori,in un certo senso,anche se la loro struttura biomolecolare è un po’ differente. E’ l’unica specie vivente,di questo genere,che vive senza l’ausilio di serre. >> Le indicò un Nuptillo e le fece cenno di avvicinarsi. Visti da vicino capì perché Michiru li avesse accomunati ai fiori. Lo stelo ed i petali c’erano,ma mancavano le foglie e ,cosa di non poca importanza, al posto di pistilli e stami,c’erano queste piccole luci che ricordavano tante piccole lucciole.
 
<< Fioriscono solo la notte,tutte le notti, e producono questa luminescenza durante il periodo della riproduzione,che avviene quando le temperature di Nettuno raggiungono i picchi più freddi. Belli,vero? >>
 
Haruka annuì assorta << Davvero affascinante. >>
 
Michiru sorrise e si spostò un po’ di lato,sfiorando il braccio di Haruka con il proprio. Lei la guardò di sottecchi e quando non accennò a muoversi ,la vide ampliare il sorriso.
 
<< I fiori ovviamente sono molto più belli >> disse piano.
 
Haruka si strinse nelle spalle << Li ho visti,e nessuno di loro luccicava così >>
 
Con la coda dell’occhio vide Michiru voltare la testa per guardarla e si girò per incrociare suoi occhi.
 
<< Pensavo non fossi andata sulla Terra >> disse,e nel tono poté cogliere un velato tono d’accusa. Se le ultime ore passate in sua compagnia erano un indizio sul particolare carattere della ragazza, Haruka era sicura che si stesse preparando a darle dell’ipocrita.
 
Sorrise al pensiero ed inclinò il capo di lato,fermandosi ancora a guardare quell’espressione lievemente corrucciata. << Li ho visti sulla Luna. La Principessa possiede un discreto giardino >>
 
I lineamenti di Michiru si rilassarono all’istante,lasciando il posto ad un piccolo sorriso. Sì,convenne tra sé Haruka,quando sorrideva era decisamente più bella.
 
<< È vero >> convenne Michiru. E per un attimo Haruka si chiese se non le avesse per caso letto nel pensiero. << Ma al Moon Castle non ci sono tutte le varietà esistenti e,soprattutto,non c’è l’Helleborus niger, la specie che assomiglia ai Nuptilli. Quindi il tuo non è un giudizio assennato >>
 
<< Non ho dato nessuno giudizio >> ammise sorridendo << Cosa che invece hai fatto tu affermando che i fiori sono più belli di questa specie. Ho solo detto che a me piacciono entrambi >>
 
Michiru aggrottò le sopracciglia ,quindi scrollò le spalle << Forse >> concesse. Poi l’afferrò per una mano e la trascinò lontano da quel prato luminescente.
 
<< Che fai? >>
 
Michiru le sorrise oltre la spalla << Voglio farti vedere una cosa >>
 
<< Sai,non ti facevo così esuberante. Pensavo fossi più pacata … >>
 
Michiru si fermò all’improvviso ed Haruka quasi le finì addosso. Poi si voltò e,senza togliere la mano dalla sua,intrecciò le loro dita. Haruka le guardò lievemente a disagio.
 
<< È che sono felice di averti qui. >>
 
<< Oh? >>
 
Michiru annuì e le si fece più vicina << Sì. Sai,non capita spesso di incontrare qualcuna come te >>
 
Qualcuna come te? Come te in che senso?
 
Haruka aggrottò la fronte e si limitò a fissarla,senza sapere cosa risponderle.
Si sentì afferrare anche l’altra mano e,senza distogliere lo sguardo dal sorriso di Michiru,lasciò che lei intrecciasse le loro dita.
 
<< Ti ho aspettata >> Sussurrò lei,facendo un altro passo avanti. Ora non erano solo le mani a toccarsi,ma anche le braccia e le gambe,dove Haruka sentiva la lieve pressione delle sue ginocchia e i lievi tocchi del suo vestito sospinto dal vento. E il suo seno … oh,il suo seno …
 
Haruka deglutì e il suo sguardo si posò sulle sue labbra. << Sì? >> chiese solamente,e si sentì profondamente stupida per quella risposta,che era uscita più come una domanda,e che non era proprio da lei. Ma ormai non sapeva più cos’era da lei quando era in sua presenza,la sua vicinanza la inebriava e la confondeva al tempo stesso.
 
<< Sì >> soffiò Michiru sulle sue labbra,e lei dimenticò la risposta sagace che voleva darle,persino di chiederle come mai la stesse aspettando,visto che lei non l’aveva mai vista,e dimenticò di dirle che anche lei la stava aspettando,anche se ancora non lo sapeva,ma che ora era felice di averla trovata e …
 
Aprì gli occhi di scatto.
 
Il blu baltico del soffitto non era della gradazione giusta. Non era quel blu vivo che si era aspettata di trovarsi davanti. Non era il blu degli occhi di Michiru.
 
Con un sospiro,scostò le coperte e si mise seduta contro la spalliera del letto.
La stanza era fiocamente illuminata dall’acquario che si trovava lungo la parete di fronte,e che la occupava per metà in altezza e per intero in larghezza. La luce proveniva da alcune pietre che si trovavano sul fondale e che,come i Nuptilli che aveva visto poche ore prima,brillavano di luce propria.
 
I Nuptilli. Non era stato un sogno. Si disse , o almeno non del tutto.
 
Si alzò dal letto e si avvicinò all’acquario. La luce delle pietre era fioca,debole ma rilassante. Niente a che vedere con la luce brillante dei fiori in giardino.
 
Seguì pigra il movimento di un pesciolino blu come la notte,cercando di districarsi fra il sogno e la realtà. O più propriamente, fra ciò che lei voleva che fosse la realtà .
 
E quel bacio ,no,quel mancato bacio, non era certo successo. Il loro semi abbraccio,la sua mezza confessione,niente di tutto ciò si era mai verificato.
 
La realizzazione le provocò una piccola fitta al petto,come se una mano le avesse preso il cuore e glielo avesse stretto. Storse la bocca e si allontanò dall’acquario con uno sbuffo.
 
Dopo una rapida occhiata al letto,decise che non sarebbe riuscita a riprendere sonno e uscì dalla camera.
 
Il corridoio era illuminato da una debole luce azzurra,quel tanto che bastava per permetterle di riconoscere la strada che l’avrebbe portata al giardino.
 
Nel silenzio della notte,il rumore dei tacchi sul pavimento risultava come amplificato,ed il timore di poter svegliare qualcuno la fece fermare. Non le andava di tornare in camera però,e per un momento valutò l’ipotesi di togliersi le scarpe. L’idea le sembrò subito ridicola,considerato che nessuno si sarebbe svegliato per un rumore così insignificante, e riprese a camminare svelta.
 
Una volta fuori,la prima cosa che la colpì fu la luce sgargiante dei nuptilli,che sembravano muoversi a ritmo con il vento ,e pensò che il sogno non aveva reso loro giustizia. Erano molto più colorati,raffinati,eleganti,delicati.
 
Mentre si avvicinava alle piccole piante,si chiese se con quegli aggettivi non stesse invece descrivendo Michiru: delicata e aggrazziata ,raffinata ed elegante.
 
Sorrise rievocando alla mente il loro pomeriggio,e poi ancora il sogno di poco prima. Mai nessuna ragazza l’aveva colpita come aveva fatto lei,mai nessuna l’aveva attratta così come faceva lei.
 
Non era come quando si sente quel bisogno di vicinanza,di appagamento fisico.
No,questa era un tipo di attrazione diversa,che superava la voglia di fisicità,il desiderio di appagamento intellettuale,il bisogno di conoscere l’altra. Era qualcosa di più forte,qualcosa che - e lo pensò con un certo sconcerto - arrivava a superare persino l’affetto che provava nei confronti di Queen e Princess .
 
Era come la forza di gravità.
 
Come Urano teneva vicino a sè i suoi satelliti, come la Terra teneva vicina a sè la Luna, così Michiru la costringeva a rimanere nella sua orbita,rendendole difficoltoso l’avvicinamento ma impedendole il distacco completo.
 
Al contrario della forza gravitazionale tuttavia, Haruka confidava nel fatto che - una volta conclusasi questa faccenda con chiunque fosse alla guida di quell’aeronave - lei e Michiru sarebbero riuscite a toccarsi ,in barba a tutte quelle rigide leggi della Fisica.
 
<< A che pensi? >>
 
Haruka sussultò come se fosse stata colta nell’atto di fare qualcosa di illegale e si voltò,incrociando gli occhi ridenti di Michiru.
 
La sorpresa per non essere riuscita a sentirne la vicinanza lasciò il posto ad un sorriso malizioso.
 
<< Fisica >>
 
Le sopracciglia di Michiru si aggrottarono.
 
<< Fisica? >>
 
Haruka annuì  compiaciuta e tornò a guardare i nuptilli che ondeggiavano al vento.Fisica,sì. Cercò di non scoppiare a ridere e sbirciò Michiru,che la guardava con l’espressione concentrata di chi cerca di risolvere un rompicapo. Con la coda dell’occhio la vide scuotere impercettibilmente il capo,mimando con le labbra qualcosa di inintelligibile.
Haruka sorrise tra sé.
 
<< E cosa ci fai qua fuori? Oltre a pensare alla Fisica s’intende >>
 
Questa volta non cercò nemmeno di trattenere un sorriso quando rispose << Stavo ammirando i nuptilli,sono più belli di quanto ricordassi >>
 
<< Sono molto belli,sì. >> sorrise andandole vicina e sfiorandole il braccio col proprio << Ma non credo tu ti sia svegliata nel cuore della notte solo per questo,vero? C’è qualcosa che ti preoccupa? >>
 
Di saltarti addosso , pensò. Infinite scariche di elettricità si propagavano dal punto in cui la loro pelle era in contatto,provocandole una piacevole stretta allo stomaco. Cercò di mantenere il braccio immobile,attenta tuttavia a non perdere il contatto con il suo.
Concentrata com’era a fingersi una specie di statua,impiegò più del tempo per rispondere.
 
<< Non riuscivo a dormire. Giorno e notte hanno lunghezza differente rispetto a quella di Urano,credo sia solo questione di prendere il ritmo >> Si strinse nelle spalle per dare magior valore a quella che era solo una mezza bugia. << Oltretutto questo pianeta è moldo diverso dal mio,ci sono tanti odori diversi,e I colori … >> si spense guardandosi intorno.
 
<< Sì,può essere un po’ destabilizzante,però — >>
 
Haruka non riuscì a sentire il resto della frase,aveva smesso di ascoltare nel momento in cui le era sopraggiunto un odore familiare,fresco e delicato. Voltò il capo per guardare oltre la testa di Michiru ,ancor prima che lo scalpiccìo affrettato iniziasse ad essere udibile.
 
Quando anche Michiru si accorse che stava per arrivare qualcuno,Ariel era già ad una manciata di metri da loro. La distanza rimanente la percorse facendo uno sprint veloce e fermandosi con una scivolata di fronte alle due guerriere.
 
<< Abbiamo localizzato l’aeronave >>
 
 

Ψ 


 
 
Michiru entrò nella torre di controllo seguita a ruota da Haruka e Ariel. Si fermò di fronte il computer centrale e diede un’occhiata allo schermo,che riproduceva una mappa stellare su cui lampeggiavano due puntini rossi,quindi girò la testa per incrociare lo sguardo di Larissa,in attesa di spiegazioni.
 
<< Quello lì >> Larissa indicò il puntino rosso che stava al centro della mappa << è Nettuno. Mentre quello >> disse indicando l’altro puntino << è l’aeronave. >>
 
<< E’ più vicina di quanto avessimo pronosticato >> fece Haruka,che intano si era spostata alla destra di Michiru e osservava la mappa con una smorfia appena accennata.
 
<< Esattamente >> disse Larissa << e … >> si avvinò alla tastiera e ingrandì l’immagine,fino a quando il puntino non assunse le sembianze di un’aeronave << questo è il motivo per cui facevamo fatica a trovarli. Se non fosse stato per Titania non ci saremmo mai riuscite. >>
 
Haruka osservò con attenzione la navicella,ma prima che potesse esprimere il proprio sconcerto,Michiru l’anticipò << E’ trasparente? >>
 
<< No >> rispose Titania << è stata costruita in modo da essere invisibile ai radar e rendere quasi nulle le emissioni elettroniche e la tracciatura degli infrarossi. Quando abbiamo riscritto l’algoritmo di ricerca abbiamo messo in conto una possibilità del genere,era l’unica spiegazione plausibile all’improvvisa scomparsa dell’aeronave. Abbiamo poi inserito tutte le variabili possibili considerando le velocità a cui può andare la navicella e tracciando le traiettorie probabili dall’ultimo punto a noi noto. >>
 
Haruka annì impressionata e continuò a guardare la navicella,che sembrava fluttuare immobile nello spazio.
 
<< Questo spiega molte cose >> disse Michiru << ma perchè sembra essere… insomma,trasparente? Non ha a che vedere col radar,no? >>
 
Titania scosse il capo << E’ per via del colore scuro e del materiale particolare con cui è stata costruita. E’ come se la sua superficie fosse cosparsa di miliardi di piccoli specchi che riflettono ciò che gli sta intorno,così da renderne difficoltoso anche l’avvistamento. Ma ora che l’abbiamo agganciata non dovrebbe più sfuggirci. >>
 
<< Siete riusciti a capire da dove proviene? >> chiese Haruka.
 
<< Non ancora >> rispose Nereide << l’algoritmo è ancora in funzione,ma se riuscissimo ad avviare una comunicazione potrebbe risultarci più facile. >>
 
Michiru annuì << Perfetto. Procedi >>
 
Nereide si girò sulla sedia ed iniziò la procedura per iniziare la comunicazione radio.
<< Torre di Controllo qui Triton Castle,chiediamo di parlare con il Capitano . Passo >>
 
In risposta Haruka sentì solo un lieve crepitio in sottofondo. Inclinò leggermente il capo,come per cercare di sentire oltre il silenzio,di percepire anche solo un lieve respiro,un fruscio ,per cercare di capire se ci fosse qualcuno in ascolto.
Dopo due minuti Nereide ripetè la frase iniziale,ottenendo lo stesso risultato di prima. Questa volta però,i successivi trenta secondi furono seguiti da un click.
 
Gli altri avevo interrotto la comunicazione.
 
Michiru incrociò le braccia al petto,continuando a fissare con un certo disappunto lo schermo di fronte a sè. Haruka continuò a fissare la nuca di Nereide,come se tra le ciocche mogano vi fossero nascoste le informazioni che cercava.
 
Sapeva già che non c’era da aspettarsi nulla di buono da questa navicella che cercava in ogni modo di occultare la propria presenza e che si avvicinava furtiva a questo pianeta,ma il recente rifiuto di avviare una comunicazione era la prova che le intenzioni di questi individui erano tutt’altro che nobili. Fu immediatamente contenta di aver portato con sè le sue migliori guerriere,forse la decisione migliore che avesse mai preso.
 
<< Una cosa positiva c’è >> fece Umbriel rompendo il silenzio. Sei paia di occhi la guardarono interrogativi e lei si sentì arrossire << abbiamo scoperto da dove provengono. >> l’immagine dell’aeronave lasciò il posto a quella di una galassia . Michiru si sporse per guardare meglio.
 
<< Galassia Lenticolare M85 di tipo S0,nella Costellazione della Chioma di Berenice. >>
 
Haruka vide Michiru raddrizzare di scatto la schiena e sgranare gli occhi. La guardò interrogativa << Diadem >> disse Michiru a mo’ di risposta,senza nascondere la sorpresa. Haruka la guardò senza capire << è il sovrano ,Diadem. E’ una vecchia conoscenza di Queen Serenity. >> si mordicchiò il labbro inferiore poi scosse la testa << Tenete d’occhio l’aeronave. Se si avvicinano ancora fatecelo sapere >> le ragazze annuirono e lei si voltò per incrociare gli occhi di Haruka << Faceva parte dell’alleanza interstellate,fu cacciato quando intraprese una politica espanzionistica. >>
 
Haruka inarcò le sopracciglia. Certo,Diadem. Del pianeta Novae Cygni. Era successo tutto tanto di quel tempo fa che quasi l’aveva dimenticato. Quando capì le implicazioni del discorso si adombrò << Se la situazione degenera dovremmo avvertire la Regina Serenity >>
 
Michiru annuì e con un sospiro tornò a guardare l’immagine dell’aeronave,senza tuttavia vederla davvero.
 
 
 
 
 

 
Chiedo perdono per la lunga attesa. La prima metà del capitolo era già pronta tantissimo tempo fa,ma non riuscivo proprio ad andare avanti. Ho finito tutto negli ultimi giorni.

Grazie infinite per gli splendidi commenti al capitolo precedente,non pensavo proprio che questa storia sarebbe piaciuta! Spero vivamente che questo capitolo non sia stato una delusione ^^

Ora,prima di passare alle note, un piccola precisazione per tutti :

_ Questa storia è un AU. In teoria si svolge prima della distruzione del Silver Millennium. In pratica il Regno della Luna non sarà mai distrutto (Serenity ed Endymion stanno infatti organizzando le nozze).

_ L’idea della vita su Urano è Nettuno è parecchio difficile da realizzare,me ne rendo conto. Ma devo dire che di mio c’è solo un pizzico di fantasia ed un po’ di pena per Uranus e Neptune. Nel manga infatti,le due principesse vivono nei loro pianeti all’interno dei loro castelli,assolutamente da sole. Non mi piaceva l’idea di loro due in completa solitudine per secoli e secoli,così ho dato loro un po’ di compagnia.

_ Per quel che riguarda l’aeronave invisibile ,mi sono ispirata ai velivoli Stealth .

_ Diadem è la stella principale della costellazione della Chioma di Bernice.

_ Novae Cigny (della costellazione del cigno) è una stella esplosa il 19 Febbraio 1992.

_ Tritone,Nereide, Larissa e Proteo (non ancora comparso ma è il nome dell’aeronave di Michiru) sono alcuni dei satelliti di Nettuno.

Detto questo,grazie a tutti per la pazienza e a presto!
 

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Capitolo 3
*** AVVISO ***


E' passato così tanto tempo dall'ultimo aggiornamento che mi sembra sia giunto il momento di dare qualche spiegazione.
Non sono morta, e la storia non è abbandonata, benchè tutto possa indicare il contrario.
L'univesità mi ha uccisa - e continua ad uccidermi - e il tempo, o la voglia, di scrivere qualcosa di anche lontanamente creativo non c'è stata. Ormai però sono alla fine, quindi, se tutto va bene, entro la fine dell'anno dovrei (e vorrei) pubblicare il capitolo conclusivo.
Probabilmente prima rivedrò anche i due capitoli precedenti, ma non ho ancora deciso. 
Detto questo, chiedo ancora scusa per il ritardo e spero, se ancora ci fosse qualcuno interessato a questa storia, di ritrovarvi alla fine di questo viaggio infinito. 

Un saluto,
Sereko.
 

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