Sono complicata. Avremo un amore complicato. -Jortini

di Niley story
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rieccomi Buenos Aires ***
Capitolo 2: *** Nuovi incontri ***
Capitolo 3: *** Devo chiederti un favore ***
Capitolo 4: *** Kick boxing ***
Capitolo 5: *** Notti insonne ***
Capitolo 6: *** Un pacco dal passato ***
Capitolo 7: *** Un vero amico ***
Capitolo 8: *** Guerriero - Non sei sola ***
Capitolo 9: *** Una giornata al centro commerciale ***
Capitolo 10: *** Obbligo o verità ***
Capitolo 11: *** Dietro un sorriso ***
Capitolo 12: *** Mercoledì ***
Capitolo 13: *** La chiave ***
Capitolo 14: *** Il cambiamento di Jorge ***
Capitolo 15: *** Angel ***
Capitolo 16: *** Il cuore detta ***
Capitolo 17: *** Impulsi irrefrenabili ***
Capitolo 18: *** Bloccata nel passato ***
Capitolo 19: *** Il ballo di gala ***
Capitolo 20: *** Il volto di Angel ***
Capitolo 21: *** Libera dalle catene ***
Capitolo 22: *** Sono complicata ***
Capitolo 23: *** Avremo un amore complicato(?) ***
Capitolo 24: *** Appartenenza. ***
Capitolo 25: *** Passo a Passo ***
Capitolo 26: *** The Dreamers ***
Capitolo 27: *** Sensazione ***
Capitolo 28: *** Il mittente ***
Capitolo 29: *** First time ***
Capitolo 30: *** Segreti e bugie ***
Capitolo 31: *** Una decisione importante ***
Capitolo 32: *** Colpi di scena ***
Capitolo 33: *** Quello che succede in Messico non resta in Messico ***
Capitolo 34: *** Gli angeli non muoiono ***
Capitolo 35: *** Devastata. ***
Capitolo 36: *** Dolore come Amore ***
Capitolo 37: *** Lontano dai miei giorni ***
Capitolo 38: *** Solo tu ***
Capitolo 39: *** Dritti al punto ***
Capitolo 40: *** Vivere ***



Capitolo 1
*** Rieccomi Buenos Aires ***








~~Eccomi qui, all’aeroporto di Buenos Aires. Era da tanto che non ero qui…mia madre è morta quando io ne avevo solo dodici per un tumore al cervello e mio padre l’ha seguita due tre anni dopo per un malore tuttavia misterioso. Sfortunatamente prima di morire mio padre si era risposato con Cassandra la mia attuale matrigna, lei non mi ha mai sopportato, io non ho mai sopportato lei ma ancora più di lei non sopporto Fernando, suo figlio. Ha un anno più di me è un viscido verme schifoso che mi fa venire la pelle d’oca solo a guardarlo, un anno dopo la morte di mio padre è successa una cosa che ho cercato di rimuovere dal mio cervello…ovviamente senza successo. Fu a causa di quella cosa che presi la decisione di andare a vivere in Messico da mia zia Lucinda, lei mi adora e mi tratta come se fossi una principessa, ma ora devo andare all’università e ce ne solo una nella quale voglio andare. La Princeton University, la stessa università dove mia madre e mio padre si sono conosciuti e dove avrebbero voluto che andassimo anche io e mio fratello maggiore Francisco. È un’università che inizialmente fu fondata negli Stati Uniti per poi aprire altre diverse sedi in giro per il mondo, è molto prestigiosa è solo i migliori vi possono accedere e io ce l’ho fatta. Per frequentare quest’università dovrò vivere sotto lo stesso tetto con la mia matrigna e il mio fratellastro ma va bene farei qualsiasi cosa per andare lì. Sono vicino al nastro trasportatore dove escono le valige e attendo con impazienza le mie. Una volta prese le due valige mi dirigo verso la fermata dei taxi ce ne sono tre ma a quanto pare sono tutti prenotati. Incrocio le braccia attendendo che arrivi uno e mi guardo intorno e dalla porta dell’aeroporto vedo uscire un uomo alto, con gli occhiali da sole, ha una maglietta aderente a mezzemaniche che marca perfettamente i suoi pettorali, i jeans blu scuro anche questi stretti ma non in modo eccessivo, ai piedi porta un paio di Nike nere con il segno della marca in blu. Si passa la mano destra tra i capelli castani che brillano alla luce del sole spettinando ancora di più il suo ciuffo ribelle rivolto verso destra. Volta lo sguardo verso di me e mi sorride, dannazione deve avermi notata, chino il capo osservando il suolo nella speranza che serva a non degnarmi di uno sguardo ma sento il suono dei suoi passi avvicinarsi sempre più a me -Ciao splendore- lo guardo mentre si toglie gli occhiali mostrando i suoi occhi verdi e mi sorride, al collo porta una collana con due ciondoli, uno è una medaglietta rettangolare nera e l’altro è una spada, lo guardo e faccio un cenno col capo per salutarlo per poi voltarmi dall’altra parte -Cose ci fa una tale bellezza qui tutta sola?- sbuffo -Sto aspettando un taxi- -Che coincidenza anche io, se vuoi possiamo prenderne uno insieme- roteo gli occhi per poi guardarlo -Siamo alla fermata dei taxi non è una coincidenza che entrambi aspettiamo un taxi e no grazie non ho nessuna intenzione di prendere un taxi con lei- sbotto irritata -Come siamo nervosi…scommetti che io riuscirei  a farti rilassare?- bello sì ma anche arrogante e presuntuoso, il classico playboy. Ringrazio il cielo che finalmente mi manda un taxi -No grazie, arrivederci- gli sorrido prima di allontanarmi per prendere il taxi appena arrivato, gli do l’indirizzo di casa e mi metto a guardare il panorama fuori dal finestrino. Mi è mancata Buenos Aires, la città affollata piena di negozi e gente che va freneticamente avanti e dietro per le strade. In Messico vivevo in un piccolo paesino abbastanza carino dove tutto conoscevano tutti e lì il massimo del lusso era il mercato non c’erano i grandi centri commerciali che ci sono qui, anche se i negozietti erano davvero graziosi tutti arredati secondo lo stile messicano. Arrivata a destinazione pago l’autista e poi scendo dall’auto, sulla porta ad attendermi ci sono mio fratello maggiore, Francisco e mio cugino Diego Dominiguez. Diego è il figlio di zia Sol, una delle sorelle di mia madre, è voluto venire a vivere qui per frequentare lo stesso liceo di Fran e successivamente anche lui l’università di Princeton. Diego ha la stessa età di mio fratello cioè due anni più di me. -Fran!!! Diego!!!- lascio le valige e gli corro incontro abbracciandoli, loro ovviamente ricambiano -Sorellina!!! Quanto mi sei mancata- -La piccola Tini è tornata- mi allontano e do un pugno sulla spalla di Diego -Heyyy non sono più così piccola- protesto mentre loro ridono -Su su prendete le mie valige- -Signor si signora- rispondono all’unisono andando a prenderle. All’interno noto che la casa è cambiata, è più luminosa i divani di pelle nera sono stati sostituiti da quelli in pelle bianca e i mobili marroni in stile antico rimpiazzati da bellissimi mobili moderni, lucidi bianchi e azzurri e le pareti sono state ricoperte da una carta da parati azzurra con il disegno in bianco di tanti rami e alcuni fiori. C’è anche una parete attrezzata che si intona col resto -Wow- -Belli vero? Opera della signora Blanco- mi dice mio fratello e io lo guardo corrugando la fronte -La signora Blanco?- -Si, ricordi due giorni dopo che sei partita sarebbe dovuta venire a vivere qui una famiglia- mi spiega mio fratello -La famiglia Blanco per l’appunto- continua Diego -La casa apparteneva a Javier Blanco e papà pagava l’affitto, alla sua morte Javier ha lasciato la casa in eredità al figlio che si è trasferito qui con la sua famiglia e loro sono stati così gentili da proporci di restare a vivere con loro invece di cacciarci- conclude Francisco -Ah bene! Non vedo l’ora di conoscerli allora-. La casa ha completamente cambiato aspetto, è tutto in stile moderno vicino alle grandi finestre del salone c’è un piano a coda nero assolutamente bellissimo. -La mia stanza è sempre la stessa?- chiedo avendo seri dubbi in proposito -No, la signora Blanco ha fatto una ristrutturazione completa- conferma Francisco, un po’ mi dispiace ero affezionata alla mia vecchia stanza ma d’altro canto non vedo l’ora di vedere com’è cambiata adesso. Diego apre la porta della mia stanza, sta per entrare ma io lo precedo, è sempre grande, è stata fatta aggiungere un’altra finestra vicino a quella già esistente, adesso entra più luce, il pavimento è stato tappezzato con una specie di tappeto rosa scuro, lo tocco con la mano, sembra di stare accarezzando un peluche, anche queste pareti sono state ricoperte da una carta da parati, color rose antico con una striscia bianca al centro, c’è anche una scrivania bianca e il letto a una piazza e mezza, mi ci butto sopra e…-Non ci credo! È un materasso ad acqua!!!- esulto continuando a buttarmici sopra come una bambina di sette anni -Si!!!- esclama mio fratello per poi buttarsi al mio fianco insieme a Diego facendomi cadere sul materasso. -Heyyy è il mio letto!!!- -Si da soli cinque secondi- gli faccio la linguaccia -Sei un fratello odioso- -e tu una sorella odiosa- -Tini, dovresti venire a conoscere la signora Blanco- suggerisce mio cugino e io annuisco. Entriamo in cucina e vedo una donna con un’acconciatura impeccabile, dei boccoli castani che le scendono morbidi sulle spalle, un vestito bige con la gonna a campana e un cinturino marrone in vita, molto semplice, porte delle scarpe dello stesso colore della cinta con il tacco e delle strisce che lasciano mostrare il piede con le unghie perfettamente curate. -Lola per favore ricordati della caprese, è il dolce preferito di Jorge- -Certo signora- la domestica si allontana, ci sono tantissimi piatti in questa cucina e tantissime persone che si muovono tra i fornelli, Francisco avanza di un passo -Anahi, Jorge è già arrivato?- la donna si volta verso di lui posandogli una mano sulla guancia -Oh caro non lo so ancora, quel benedetto ragazzo non si degna neanche di rispondere al cellulare!- mi volto verso mio cugino -Chi è Jorge?- gli chiedo sottovoce -è il figlio dei Blanco, viene all’università con noi ed è il nostro migliore amico- e capisco subito da come ne parla che Diego è molto affezionato a questo Jorge, mio cugino è sempre stato un don Giovanni come del resto anche mio fratello ma con gli altri ragazzi non facevano molta amicizia anzi, si tenevano distanti per questo il fatto che abbiano permesso a qualcuno di entrare nel loro “clan” mi fa pensare che questo ragazzo sia un tipo in gamba. -Mamma dopo la ventesima chiamata dovresti aver capito che non ti risponderò- tutti quanti ci voltiamo verso la porta e riconosco subito il ragazzo dell’aeroporto -Oh! Tesoro!!!- la donna corre ad abbracciare quello che suppongo sia il figlio mentre io faccio un ultimo misero tentativo pregando in silenzio con gli occhi chiusi che quello non sia davvero Jorge Blanco. -Ti prego dimmi che non sei Jorge Blanco, ti prego dimmi che non sei Jorge Blanco, ti prego, ti prego, ti prego- supplico con le dita incrociate -Beh te lo direi pure, ma sarebbe una bugia- apro gli occhi ispirando dal naso e me lo ritrovo molto vicino a me -potevi almeno farmi illudere per un altro po’ no?- rispondo io -Tu sei la ragazza dell’aeroporto- dice indicandomi col dito -Ah però! Molto perspicace- sorrido ironica -Jorge!!!- Francisco e Diego gridano il suo nome all’unisono per poi abbracciarlo, Francisco gli avvolge il collo sotto al braccio sinistro facendolo piegare in due mentre gli strofina il capo con un pugno chiuso nell’altra mano -Te la sei spassata eh- -Racconta! Come sono le inglesine?- chiede mio cugino e io inarco un sopracciglio guardandoli. Decisamente non sono cambiati affatto. -Beh che dire, se la tirano un po’ ma sotto sotto sono carine e poi nessuna di loro mi ha resistito ovviamente- pff quante arie! -Cara, tu devi essere Martina- la voce della donna al mio fianco mi distrae da quell’oscena conversazione -Si signora, molto piacere- dico stringendole la mano -Chiamami pure Anahi cara, tuo fratello mi ha detto che vai pazza per il salame di cioccolata ne ho fatto preparare uno tutto tuo e ci sono anche le fragole bagnate nel cioccolato con le noccioline- wow questa non me l’aspettavo -Emm…grazie! È…è davvero troppo, sul serio non doveva- dico un po’ imbarazzata, questa donna neanche mi conosce e si è presa così tanto disturbo per me? -Sciocchezze cara e se vuoi altro devi solo dirlo- sento il suono del forno e lei si volta mettendo le presine, apre il forno e tira fuori una pastiera che ha davvero un buon’odore, ho l’acquolina in bocca. -Quindi tu sei Martina Stoessel- mi volto verso il figlio dei Blanco -E tu sei Jorge Blanco- scrollo le spalle -Sembra che entrambi rimarremo delusi da questa storia- affermo con fino dispiacere -E chi dice che io sono deluso?- chiede mordendosi il labbro inferiore e guardandomi da capo a piede -Volatilizzati- gli dico categorica -Che caratterino, sai mi piacciono quelle aggressive- mi volto dall’altra parte per ignorarlo -Jorge- una voce maschile lo richiama dall’uscio della porta, un uomo vestito elegante, magro, capelli marroni e occhi verdi è un po’ più alto di Jorge -papà!- esclama lui abbracciandolo -Com’è andato il viaggio d’affari?- -Bene, ma la prossima volta vorrei portarmi anche Francisco e Diego è noioso stare lì da solo- -Va bene, va bene- vedo mio fratello e mio cugino darsi il cinque -Andate tutti a lavarvi le mani, tra poco si cena e non voglio sentir parlare di lavoro mentre siamo a tavola- annuncia la donna di casa, mi piace la signora Blanco e non solo perché ha preparato i miei dolci preferiti ma perché mi ricorda la mia mamma, basta guardarla per vedere il bene che vuole a suo figlio, a suo marito e persino a Francisco e Diego. Mi dirigo verso l’uscita e dinnanzi a me mi ritrovo lei, Cassandra Garcia, la mia matrigna. I suoi ricci rossi sono lucenti, gli zigomi sono più alti di come me li ricordavo ma probabilmente la memoria non mi inganna perché anche la labbra sono più gonfie e sono sicura che non avesse quel davanzale prima che io mi allontanassi -Cassandra- la saluto con la testa alta e sollevando di poco il mento, non mi intimidisci più come quando ero una bambina posso reggere il tuo sguardo da serpe velenosa senza neanche fare troppa fatica -Bentornata Martina, è un piacere rivederti-  falsa, fredda, gelida come il ghiaccio e il mio tono di voce non sarà da meno -Vorrei poter dire lo stesso, ma mentirei quindi non lo farò. Con permesso stavo andando a lavarmi le mani- vedo il suo sorrisetto, quello che usava anni fa prima di chiamarmi insolente o di picchiarmi, ma adesso non sono più una bambina Cassandra, adesso non puoi alzare una mano e darmi un ceffone per il tuo divertimento. Le passo davanti e mi dirigo nella mia stanza, una volta dentro prendo la valigia poggiandola sul letto, la apro e mi tolgo il jeans e la maglietta che avevo usato per il viaggio, mi do una sciacquata rapida, indosso un vestito verde acqua corto davanti e che arriva poco sotto le ginocchia dietro, a giro maniche con una molla in vita coperta dal cinturino beige. Mi guardo allo specchio e dopo aver indossato dei sandali a schiava intonati con la cinta mi alzo in piedi. Sento il rumore della porta aprirsi e un brivido percorre la mia schiena al vedere di chi si tratta -Fernando- dico utilizzando il tono più acido e sprezzante di cui sono capace. Fernando ha gli occhi scuri è alto, magro, con i capelli neri lunghi fino alla fine del collo stile emo, porta una camicia bianca con una cravatta, dei pantaloni grigi e il suo sorrisetto raggelante stampato in faccia -Guarda, guarda chi è tornata all’ovile. Complimenti Tini, sei più bella di quanto ricordassi o chissà forse lo sei diventata- -Per te sono Martina- vorrei potergli sputare in faccia ma mi manca il coraggio e per questo mi odio. Avanza di un passo e io indietreggio dietro al letto come se questo potesse sollevare una barriera tra di noi -Non ti avvicinare- ordino con una voce troppo debole cercando di reggere il suo sguardo, lui ghigna -Altrimenti che fai?- -Non sono più la ragazzina di quattordici anni Fernando- lo avverto ma lui continua ad avanzare -Davvero? Io credo proprio di si- i miei piedi sono incollati a terra come se non potessi più muovermi e sento il cuore salirmi in gola, deglutisco mentre sembra che il tempo si sia fermato. -Martina sei…- quella voce…finalmente il tempo torna a scorrere normalmente e in silenzio ringrazio Jorge di essere entrato nella mia stanza, non posso evitare di sorridergli quando lui sposta lo sguardo da Fernando a me -ho interrotto qualcosa?- chiede guardandomi -No!- rispondo subito sorridendo, salgo con i piedi sul letto per attraversarlo e poi salto giù avvicinandomi a lui, avvolgo le braccia intorno al suo braccio sinistro -Andiamo a cenare Jorge?- lui ricambia il sorriso -Certo, sei bellissima con questo vestito- mi sussurra all’orecchio mentre camminiamo -Grazie Jorge- e mentalmente non gli sono grada per il complimento ma per essere entrato nella mia stanza. Una volta fuori noto che anche lui si è cambiato, adesso porta una camicia bianca di seta con i risvolti all’altezza dei gomiti, un paio di jeans chiari e…ha un buon profumo di colonia. Arrivati al tavolo sposta la sedia per farmi accomodare e io gli sorrido per ringraziarlo, prende posto alla mia destra mentre alla mia sinistra c’è mio fratello, di fronte Jorge è seduto mio cugino, di fronte a me Cassandra, il posto vuoto suppongo sia di Fernando, ai due posti a capotavola siedono i signori Blanco, dopo qualche secondo arriva anche il mio fratellastro e prende posto accanto alla madre. Le cameriere iniziano a portare alcuni antipasti come bruschette, frittura di pesce, patatine fritte e via dicendo…sembra di essere in un ristorante. -Jorge mi passi la saliera?- chiede mio cugino -Certo- Jorge allunga la mano per dargliela ma scappa il tappo facendo finire una piccola montagna di sale sulle patatine di Diego -Ops- ridacchia il ragazzo seduto accanto a me -Questa me la paghi!- Diego gli afferra il contenitore del sale da mano e glielo getta addosso, io mi scanso il prima possibile mentre loro ridono -Ah si? Vuoi la guerra?- Jorge si alza e prende la bottiglia d’acqua -Ragazzi per favore!- ignora la mente e versa l’acqua in testa a mio cugino fino a quando lui con un gesto della mano rivolge la bottiglia verso la persona che la sta reggendo e così anche la camicia bianca di seta viene bagnata -Jorge!!! Diego!!! Seduti e mangiate- ripete la madre mentre loro ridono e questa volta obbediscono -Mi hai bagnato i capelli!- mio cugino si passa una mano tra la capigliatura piena d’acqua -Se è per questo tu mi hai bagnato la camicia nuova- lo guardo, la camicia gli si è appiccicata addosso e mostra i suoi pettorali, inclino la testa verso sinistra mentre lo guardo sembra che abbia un tatuaggio sulla parte destra del petto ma non riesco a focalizzarlo bene, è davvero bello. Quando alzo di poco lo sguardo incrocio i suoi occhi e il suo sorrisino carico di malizia mentre mi guarda, arrossisco e mi muovo incomoda sulla sedia tornando a fissare il mio piatto. Spero che nessuno a parte lui si sia accorto che lo stavo fissando, con la coda dell’occhio guardo mio fratello che sta tranquillamente mangiando segno che non si è accorto di nulla, anche Diego è occupato a pensare al cibo mentre gli adulti intrattengono una conversazione rabbrividisco quando i miei occhi incrociano quelli di Fernando che mi guarda storto, forse lui lo ha notato mi avvicino a Francisco come in cerca di protezione ma mio fratello non mi degna neanche di uno sguardo, al contrario invece quando guardo Jorge vedo che lui sta fissando Fernando in cagnesco, come se volesse sbranarlo. Questo mi conforta e così riprendo a mangiare. Finito il pranzo mi alzo in piedi prendendo un altro piattino con le fragole al cioccolato -Con permesso, vado a riposare in camera mia, sono molto stanca- -Certo cara, va pure- annuisce Anahi e io non me lo faccio ripetere due volte -Ah Martina- mi fermo dopo due passi per guardarla -Nel tuo armadio c’è un regalo per te da parte nostra, spero che ti piaccia- -Oh…no-non era necessario sul serio questo è…è troppo davvero- dico scuotendo il capo -Cara, i soldi non ci mancano quindi per noi non è un problema, davvero ci terrei molto che tu accettassi- ora mi sento ancora più in imbarazzo di prima, sorrido debolmente e annuisco -Allora grazie- -Di nulla-. Mi dirigo verso la mia stanza e una volta chiusa la porta poggio il piatto di fragole sul letto e mi avvicino all’armadio. Dentro c’è un’enorme felpa grigia con la scritta Princeton e l’unica cosa che posso dire è WOW! Non ci posso credere! Mi hanno preso una felpa dell’università? Chissà quanto deve essere costata…la indosserò dopodomani per il primo giorno! Dopo aver ripiegato accuratamente la felpa richiudo il cassetto, prendo la rivista dalla mia valigia e mi getto sul letto a pancia in giù gustandomi il sapore delle fragole bagnate nel cioccolato. Finito di leggere il giornalino lo chiudo e lo getto a terra, nello stesso momento sento il rumore della porta aprirsi lentamente, trattengo il fiato immaginando già chi possa essere






Hola chicaaass y chicos u.u...allora che ne pensate del primo capitolo?...Ho deciso di provare un nuovo tipo di dialgo cioé quello con i trattini (-) in questa storia diversamente dalle altre non credo saranno presenti tutti i personaggi o forse si ancora non lo so per ora hanno trovato posto sicuro solo quelli che avete letto più altri due lol. Ho deciso di postarla dato che manca poco alla fine di Jortini: L'amore non ha età e beh...si ma non vi rattristate per questo...insomma...no va beh non dico niente solo non vi rattristate per questo. ù-ù e bene vorrei tanto sapere cosa pensate di questa storia se la trama vi aveva già incuriosito ecc...xD
Aspetto con ansia i vostri commenti baci baci <3
Niley story
 

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Capitolo 2
*** Nuovi incontri ***








~~Finito di leggere il giornalino lo chiudo e lo getto a terra, nello stesso momento sento il rumore della porta aprirsi lentamente, trattengo il fiato immaginando già chi possa essere…tiro un sospiro di sollievo quando i miei occhi incrociano quelli verdi di Jorge << Pensavi che fossi Fernando? >> chiede richiudendosi la porta alle spalle << Tu non bussi mai prima di entrare? >> cerco di cambiare discorso << Ogni tanto, quando me ne ricordo >> risponde avvicinandosi al mio letto << Non ricordo di averti autorizzato ad entrare >> dico guardandolo mentre lui si accomoda tranquillamente sul bordo del mio letto. << Sei a casa mia baby >> dice prendendo una fragola dal mio piatto e io mi metto seduta con le gambe incrociate << Sei nella mia stanza baby >> gli rispondo acida e prendendo il piatto di fragole per allontanarlo da lui. Jorge ride e scuote la testa << Cos’è successo tra te e Fernando? >> una fitta al cuore, credevo di essere riuscita ad evitare questo discorso << Niente >> rispondo con un tono di voce che lascia trapelare la mia paura e il mio disgusto nell’affrontare quest’argomento. Lui mi guarda torvo << Stai mentendo >> chino il capo guardando un punto fisso del letto << No invece >> << Si invece. Tu lo temi >> risponde sempre con il suo tono calmo e io scuoto la testa << Ti sbagli non ne ho motivo >> sta iniziando a darmi sui nervi. La porta della mia stanza s apre nuovamente e questa volta entrano mio fratello e mio cugino << Ah sei qui Jorge? Ti stavamo cercando >> Francisco entra seguito da Diego gettandosi sul mio letto << ma nessuno di voi in questa casa sa cos’è la privacy? >> chiedo esasperata mentre roteo gli occhi. << Non ti scaldare cugina >> Diego prende una fragola dal mio piatto e io lo guardo male. << Martina quanto tempo ci metti a prepararti la mattina? >> guardo Jorge interrogativamente non capendo il motivo della domanda << Perché? >> chiedo prima di rispondere << Per andare all’università l mattina no? O vieni con noi o vai con Fernando >> a rispondere è mio fratello, il pensiero di andare in macchina con Fernando da soli mi dà il voltastomaco; arriccio il naso << vengo con voi. Per le 8:00 sono pronta >> << ok >> dice Jorge allungando la mano per prendere l’ultima fragola nel piatto << Giù le mani! Questa è mia! >> dico prendendola per prima e dandogli un morso. Vedo Jorge allungare tranquillamente la mano sinistra mentre sorride, mi afferra delicatamente il polso nella quale tengo l’altra metà della fragola e l’avvicina alla sua bocca addentandola. << Heyyy >> protesto quando è ormai già tardi << Ricorda che sono io quello che deve portati all’università tutte le mattine splendore >> << smettila di chiamarmi splendore >> dico guardandolo male << Preferisci spendor? >> questo mi ricorda qualcosa…<< aspetta ma è il nome di un cavallo >> << già >> << mi stai dando del cavallo >> chiedo inarcando un sopracciglio << ma no! Lo stai dicendo tu! >> prendo il cuscino e glielo tiro in faccia << fuori dalla mia stanza tu e pure voi due >> dico rivolgendomi ai miei parenti << Ma che cattiva che sei cugina. Il Messico ti ha reso acida >> caccio la linguaccia a Diego e poi riprendo il cuscino per buttarlo addosso a lui << Adesso stai abusando troppo sorellina >> Francisco mi prende il cuscino di mano, Diego mi afferra le caviglie dei piedi mentre Jorge mi blocca i polsi e mio fratello mi prende a cuscinate << Così non valeeeeeeeeee siete tre contro unaaaaaa aaaaaaaaaaaaaa lasciatemiiiiiiiiiiiiii!!! >> tutto fiato sprecato. Il giorno seguente mi alzai alle 10:00 e andai a fare colazione, avevo ancora il sonno del viaggio arretrato. A tavola c’erano seduti Jorge, Diego e Francisco << Buongiorno a tutti >> dissi sedendomi allo stesso posto di ieri << Buongiorno >> mi risposero all’unisono << Latte e caffè >> mi chiede il ragazzo accanto a me porgendomi una tazza vuota << Si per favore >> prende la caraffa con il latte e lo versa nella mia razza e poi prende il caffè e fa lo stesso versandone di meno. << Grazie >> << Prego >> Diego anche è seduto allo stesso posto di ieri mentre mio fratello oggi è di fronte a me. << Martina viene con noi? >> chiede Jorge rivolto a mio fratello e il mio sguardo si sposta su quest’ultimo << Non lo so…Tini vuoi venire con noi? >> << Dove? >> << Andiamo al negozio dell’università per comprare i libri, i quaderni e anche gli zaini e le penne e si insomma tutto >> risponde mio fratello e io inarco un sopracciglio << Tutto? Anche lo zaino? E l’anno scorso come avete fatto? >> << L’anno scorso avevamo degli zaini >> mi volto verso Jorge << e che fine hanno fatto? >> << Sono serviti per il falò di fine anno sulla spiaggia. Hai presente quando dici a fine anno darò fuoco a tutti i libri? >> mi dice mio cugino e io lo guardo torva << Si… >> << Beh noi abbiamo il detto a fine anno brucio tutto ciò che ha a che fare con la scuola >> riprende Jorge << E lo seguiamo alla lettera >> conclude mio fratello. Roteo gli occhi negando col capo << Voi siete pazzi! >> Jorge mi guarda << La pazzia è una delle cose più belle della vita ricordatelo Tinucha! >> sgrano gli occhi << Chi te lo ha detto? >> << Chi mi ha detto cosa? >> chiede facendosi il finto tonto << Io odio essere chiamata così >> esclamo colpendo il tavolo con un pugno destro << Ecco glielo hai detto tu adesso >> dice mio fratello pulendosi il muso con un fazzoletto << Davvero? Uuu questo lo renderà ancora più divertente >> lo vedo alzarsi e prendere il biscotto che ho tra le mani per metterselo in bocca << Heyyy >> << Muoviti gattina abbiamo fare >> << Non chiamarmi gattina! >> vedo Francisco e Diego alzarsi e seguirlo, roteo gli occhi e finisco quello che c’è nella tazza. Incredibile come l’aspetto di questa casa sia cambiato, il prato verde, curato, pieno di fiori, hanno fatto mettere anche un paio di fontane molto belle. Arriviamo in un posto dove ci sono due macchine davanti ad un garage << Perché davanti e non dentro? >> chiedo guardandole << Perché dentro ci sono altre macchine e dall’altra parte invece ci sono quella della tua matrigna e quella del tuo fratellastro >> mi risponde Jorge << Qual è la tua? >> chiedo osservandole << La bmw x6 nera >> << Quante macchine hai? >> chiedo avvicinandomi al posto del passeggero << Tre, questa l’r8 e la ferrari four e ho anche una bmw HP4 >> << Una moto? >> chiedo inarcando sopracciglio << Esattamente >> vedo Francisco e Diego con le mani chiuse che giocano a morra cinese << Perché giocate a morra cinese? >> << Così stabiliamo chi si siede davanti >> risponde Diego applicato a pensare alla sua mossa << Non disturbatevi, adesso ci sono e mi siederò sempre io davanti >> dico prendendo posto dopo aver aperto la portiera << Che?! >> protestano entrambi all’unisono…mi viene da ridere ma mi trattengo << Sono una ragazza >> tutti e due si voltano a guardare Jorge che alza le mani << Ha ragione lei >> mio cugino incrocia le braccia << Questo non è corretto! >> roteo gli occhi << Ok facciamo morra cinese chi vince si sede avanti fino alla fine dell’anno scolastico e non solo quando dobbiamo andare a scuola >> dico guardandoli entrambi e loro annuiscono col capo << Fatelo prima tra voi due chi vince contro di me >> a vincere è stato mio cugino e a batterlo sono stata io. Sorrido sedendomi al mio posto e durante il viaggio mi sono dovuta sorbire le lagne di Fran e Diego << Hai barato! >> borbotta quest’ultimo << Non ho barato Diego ma tu segui sempre lo stesso ordine da anni! Sasso, forbici, carta! Hai fatto sasso con mio fratello era ovvio che avresti fatto forbici con me >> affermo ovvia << Non è vero che seguo sempre quest’ordine! >> sto per rispondergli ma Jorge mi anticipa << Si invece! E Francisco invece fa carta sasso forbici >> annuisco alle sue parole << Precisamente! >>
Finalmente arriviamo all’università, la guardo a bocca aperta è ancora più bella di come la ricordavo << Oh Mio Dio sembra un castello! >> << Si il castello delle torture! >> ignoro le parole di Francisco e continuo ad osservare quell’imponente ed enorme struttura fatta in mattoni, l’enorme arco all’entrata che è costruita in modo da sembrare davvero un castello, uno di quelli del medioevo, la scritta Princeton University e lo stemma della scuola, uno scudo nero e arancione. Nel giardino e nei dintorni della scuola ci sono già molti gruppetti di ragazzi che parlano tra loro << è immenso >> esclamo non riuscendo a vedere la fine << Si, ti ci vorrà molto per memorizzarlo e poco per perderti >> mi dice Jorge. Parcheggiata la macchina sto per aprire la portiera ma vengo preceduta da quest’ultimo << Prego >> mi tende la mano per aiutarmi a scendere dall’auto >> << Grazie playboy >> rispondo accettando il suo aiuto << Io non sono un playboy >> dice avvicinandosi a me << Ceeerto e io sono la fata turchina di Cenerentola >> << Davvero? Avrei giurato che fossi la principessa degli angeli perché sembri caduta dal cielo >> ma sentitelo << Uno Bleah! Mai sentita frase più sdolcinata di questa, due diciamo che la tua tendenza all’essere un playboy è abbastanza ovvia e tre…per ora non c’è un tre ma sono sicura che me lo farai trovare presto >> lui sorride mentre io avanzo raggiungendo mio fratello e Jorge affianca mio cugino. Il soffitto e altissimo e sorprendentemente lo stile degli interni è moderno, resto impalata a fissare ancora il soffitto, quanto può essere alto? Dodici metri? << Martina >> Jorge mi chiama essendo più avanti insieme agli altri e io mi affretto a raggiungerli << Non incantarti sorellina se ti perdi poi ci tocca cercarti >> Francisco mi afferra il braccio mettendomi dinnanzi a lui in modo da potermi controllare << è di qua vieni >> Jorge mi mette una mano alla base della schiena facendomi entrare per prima in un negozio con i la porta fatta di vetro e scritto “University center” << Questo è il negozio della scuola ci trovi di tutto e alla cassa…una delle donne più belle e disponibili di questo mondo >> Mi dice avvicinandosi alla cassiera, è una donna di all’incirca  cinquant’anni con i capelli neri raccolti ordinatamente in uno chignon che indossa un tailleur stile vecchi tempi blu scuro col colletto bianco, è alta e magra. Jorge le prende la mano e la bacia mentre la donna rotea gli occhi << E lei Blanco è uno dei playboy più famosi di tutto il sistema solare >> scoppio a ridere mentre lei ritira rapidamente la mano << Ma dai Geltrude sto cercando di fare buona impressione alla nuova arrivata >> dice guardando me << Vuoi evitare i problemi e avere una buona carriera scolastica? Allora sta lontana da questi tre cerca guai ragazzina >> mi dice la donna e io annuisco << Mi creda se potessi lo farei >> << Geltrude mi serve la lista dei libri del primo e secondo anno e mi servirebbero anche gli orari delle lezioni >> dice Jorge poggiando il gomito destro sulla scrivania e dandosi le sue solite arie << Il giorno prima che inizino i corsi? >> chiede l’impiegata << Lo sai che a me piacciono le sfide Geltry fare tutto all’ultimo minuto è più eccitante! È come una competizione contro la scuola qualcosa tipo…ce la farò a batterti vedrai che prima del tuo inizio io sarò pronto! Capisci? >> la donna rotea gli occhi esasperata mentre si mette davanti al computer e io rido per le parole assurde che sono uscite dalla bocca di Jorge << Andiamo Tinucha, mentre Geltry ci fa la lista prendiamo quello che ci serve >> si avvicina allo scaffale dei quaderni e io lo guardo male << Ti ho detto di non chiamarmi Tinucha >> grido seguendolo. Sono vicino lo scaffale delle penne a prenderne un paio blu, una rossa, una verde e si anche una nera non si sa mai. Quando alzo lo sguardo vedo una bellissima ragazza dai capelli rossi entrare all’interno del negozio << Amore! Ciao! >> ha un sorriso smagliante e i suoi capelli sembrano un mantello, lunghi e ondulati, è alta e ha un bel fisico. Si avvicina a mio fratello e gli cinge il collo per poi baciarlo sulle labbra << Ciao scoiattolo >> dice Francisco e non l’ho mai visto con un sorriso così grande stampato in faccia << Cosa vedono i miei occhi…qualcuno è riuscito a metterti il guinzaglio Fran >> chiedo avvicinandomi ai due. Mio fratello sorride alla fidanzata imbarazzato per poi guardare me in cagnesco << Lei è mia sorella minore Martina detta anche Tini, Martina lei è la mia fidanzata Candelaria detta anche Cande >> sorrido falsamente a mio fratello per poi guardare la sua ragazza << Ciao Martina! È un vero piacere conoscerti, tuo fratello mi ha parlato spesso di te >> le tendo la mano e lei l’afferra << Grazie Candelaria posso dire lo stesso di te tranne che mio fratello non mi ha mai parlato di te >> dico guardando di nuovo mio fratello e lui mi guarda male << Come avrei potuto se non rispondevi mai al telefono? >> quanto mi sta facendo divertire << Ciao Cande >> Jorge le si avvicina e la ragazza gli mette una mano sulla spalla per poi dargli un bacio sulla guancia << Ciao Jorge!!! >> anche mio cugino si avvicina e riceve lo stesso saluto. << Blanco qui ci sono le liste >> dice la donna poggiando due fogli sul bancone e Jorge si avvicina per prenderli << Jorge la fai vedere anche a me? Sai qualcuno ha bruciato i miei libri l’anno scorso >> dice Candelaria guardando mio fratello << Tesoro serviva qualcosa per alimentare il fuoco >> rido per le parole di mio fratello e mi avvicino a Jorge << Qual è la mia? >> << Questa, i libri sono lì >> dice passandomi la lista << Grazie >> mi avvicino alla libreria e prendo i libri che sono segnati sul foglio. Usciti dall’università ci dirigiamo verso l’auto di Jorge << Cande ti ha accompagnata tuo padre? >> chiede quest’ultimo << Si! Ho detto che mi avresti accompagnato tu >> Candelaria sorride avanzando e mettendosi sotto al braccio di Jorge, da quello che vedo ha molta confidenza sia con lui che con Diego << Va bene sirenetta ti do un passaggio >> dice Jorge e la ragazza gli schiocca un bacio sulla guancia per poi battere le mani e tornare sotto il braccio di mio fratello. Io mi fermo di colpo per voltarmi di nuovo a guardare l’istituto << Sei proprio fissata con queste quattro mura eh? >> la voce di Jorge è vicina, avverto la sua presenza << È bellissima ed è il luogo dove mia madre e mio padre si sono conosciuti e si sono innamorati >> << Sei molto romantica >> << Naaa >> << Vuoi che ti faccia fare un breve giro dentro? >> mi volto di scatto verso di lui << Dici sul serio? >> << Si, se vuoi ti faccio fare un giro >> Lancio un urlo iniziando a correre verso l’interno dell’istituto << Heyyy no aspettami! Fraaann faccio fare un giro a tua sorella ci vediamo al bar >> continuo a correre arrivando vicino l’entrata ridendo quando sento le mani di Jorge posarsi sui miei fianchi e tirarmi indietro per fermarmi << Presa! >>  ride anche lui iniziando a camminare un passo avanti a me << Ma quanti anni hai? Tre? >> chiede voltandosi per guardarmi << Ti informo tesoro che tu mi sei corso dietro e quando mi hai afferrata hai urlato “presa!” quindi sei stato al gioco >> affermo facendogli la linguaccia, lui sorride ancora; non è un sorriso da playboy, presuntuoso o altro…è un sorriso dolce come quello di un bambino in imbarazzo e mi fa tenerezza << Punto per te sweety >> << Sweety? >> inarco un sopracciglio guardandolo << Si è l’abbreviazione di sweetness >> << Vuol dire dolcezza giusto? >> << Giusto sweety! >> << E ora perché mi chiami sweety? Smettila di chiamarmi sweety! >> << Ma non ti accontenti proprio mai eh? >> sto per rispondergli quando una bionda slavata ci piomba davanti abbracciando…no un attimo…stritolando letteralmente Jorge, dal suo abbigliamento è facile intuire che tipo di ragazza sia, una di quelle che puoi portarti a letto facilmente dopo il scambio di parole ovvero “ciao” “ciao”. << Jorge mamma mia che bello vederti! Non posso credere che tu sia qui sei venuto a trovarmi prima che inizi l’anno? >> il solto sorrisetto da portami a letto. Roteo gli occhi e avanzo, non sopporto questo tipo di ragazze che hanno zero rispetto per se stesse e per il proprio corpo. Sono assurde, stupide e oche << Emm…veramente io non ricordo neanche il tuo nome… >> oltrepasso la porta che era a pochi passi da noi ed entro in quella che ovviamente è la biblioteca. La osservo a bocca aperta per quanto sono alte queste librerie, c’è anche una scala altissima che permette di arrivare agli scaffali più alti e sono tutti pieni di libri senza neanche uno spazio vuoto. I miei occhi si illuminano mentre mi avvicino allo scaffale di fronte a me, non posso fare a meno che alzare di nuovo il capo, assurdo! Il mobile arriva quasi al soffitto, poggio l’indice sinistro sul libro che vi è davanti a me e lo faccio scorrere andando avanti, non ci sono solo libri scolastici ma anche libri moderni quelli che trovi nelle librerie per intenderci. << Ma mi spieghi perché te ne sei andata così? Saresti potuta perderti >> Mi volto con il sorriso stampato in faccia guardando Jorge << Questa biblioteca è fantasticaaaa!!! >> salto e batto le mani euforica << La devo vedere tutta è assolutamente aaaaaa >> sto per avanzare ma lui afferra il polso di scatto facendomi finire di fronte a lui << Shhhh! Sai qual è la caratteristica delle biblioteche? >> mi chiede togliendosi l’indice sinistro dal naso che aveva usato in segno di silenzio << Che hanno tanti libri >> rispondo ovvia << Si che hanno tanti libri ma soprattutto che bisogna fare silenzio! Se Wilfred ci becca qui ci butta giù dalla finestra e siamo al quinto piano quindi spiccheremo il volo mi sono spiegato? >> annuisco col capo e lui mi lascia andare, inizio a correre verso gli altri scaffali della libreria << No! Martina! >> sgrano gli occhi e afferro immediatamente il libro che mi si presenta davanti << Guarda! È uno splendido disastro! È uno dei miei libri preferiti! >> lui sospira e mi sorride quando mi raggiunge << L’avevo detto io che eri una romantica…ma non hai ancora capito che devi stare buona qui dentro, non puoi correre così sono serio >> inarco il sopracciglio << Tu serio? In un universo parallelo forse >> dico riposando il libro, lui mi sorride << Ti piace molto leggere? >> annuisco << Si è una delle cose che preferisco >> << Dai vieni ti mostro altre parti >> dice spingendomi leggermente ad uscire da lì. Contro la mia volontà ci allontaniamo dalla biblioteca alla quale ogni tanto getto ancora un occhio mentre camminiamo. << Questo è uno dei laboratori di chimica, questo è quello di informatica, da quella parte c’è la segreteria e poco più distante trovi il bar >>. Jorge continua a farmi fare un giro di perlustrazione e io ammiro ogni singolo dettaglio di quel luogo anche se niente potrà superare la biblioteca.  Finito il giro raggiungiamo i ragazzi in uno dei bar della scuola, ci sediamo e ordiniamo un frappè al cioccolato e nocciola. Successivamente ci dirigiamo verso la macchina di Jorge, Candelaria si siede dietro in mezzo a mio fratello e mio cugino e io mi siedo al mio posto. Abbasso il finestrino dell’auto mentre camminiamo, è stupendo sentire l’ebrezza del vento che ti accarezza il viso << Quindi…tu sei al primo anno Martina giusto? >> mi volto indietro verso la ragazza dai capelli rossi << Si, tu sei al secondo? >> lei annuisce sorridendomi << Sono sicura che diventeremo grandi amiche! >> ricambio il sorriso << Si lo credo anche io! >> mi sta simpatica, è una ragazza molto solare e attiva, il genere di persona che pensa sempre in positivo. Quella sera non riuscivo a dormire ero elettrizzata da ciò che mi avrebbe aspettato l’indomani. D’un tratto ricordo di non aver chiuso a chiave la porta della mia stanza e allora scatto immediatamente in piedi per farlo per poi tornare a letto. Sorrido mentre guardo il soffitto, a partire da domani sarò un’alunna della Princeton University…e con quel pensiero mi addormento e cado in un sonno profondo. Alle 6:30 sono già in piedi, mi affretto a fare una doccia, poi indosso i miei pantaloncini di jeans chiari e una t-shirt bianca, sopra ovviamente la mia bellissima felpa con il nome dell’università, mi guardo allo specchio indecisa se lasciarmi i capelli sciolti o legarli, opto per la prima opzione, prendo la mia borsa già pronta da ieri sera e scendo le scale vedo i ragazzi camminare frettolosamente avanti e indietro frugando tra le buste del negozio dell’università << Aaaah ma dove cavolo è quel libro? Diego vedi se ne hai presi due? >> Jorge si gratta la testa voltandosi verso mio cugino << Nella mia borsa non entra più niente! >> esclama Fran mentre litiga con un libro << Jorge tieni, ho dimenticato di prendere una penna >> Diego passa un libro a Jorge e lui gli dà una penna << Buongiorno cara >> la signora Blanco viene a salutarmi vicino alle scale e mi dà un bacio sulla guancia << Buongiorno signora Blanco >> << Tesoro chiamami Anahi ti prego, la tua borsa è pronta? >> chiede osservandola << Si certo! >> rotea gli occhi e torna a guardare i tre ragazzi che stanno ancora discutendo << Ma i quaderni li abbiamo comprati no? >> chiede Francisco, Jorge e Diego si lanciano uno sguardo << Boh >> << Santo cielo ragazzi! Non potete essere più ordinati come Martina? >> la signora Blanco mi indica e i tre ragazzi mi guardano << Secchiona >> mi grida mio cugino e mio fratello mi lancia una gomma per cancellare addosso << Hey! Poi dici che non hai la gomma >> dico rilanciandogliela << Buongiorno sweety >> Jorge mi si avvicina e mi tende la mano per aiutarmi a scendere gli ultimi tre gradini << Ti ho già detto che voglio che mi chiami Martina e non sweety! >> esclamo ignorando la sua mano e scendendo le scale << Jorge pensa a finire di sistemare la cartella! Martina siediti, ti faccio portare la colazione >> Sorrido ad Anahi e torno a sedermi allo stesso posto di ieri << Buongiorno Martina >> alzo il capo di scatto al suono della viscida voce del mio fratellastro che si trova davanti a me, alzo il mento e deglutisco << Buongiorno Fernando >> dico con ribrezzo << Fernando anche la tua borsa è pronta? >> la voce di Anahi alle mie spalle mi fa voltare verso di lei, si certo Anahi >> << Jorge, Diego, Francisco ave… >> le parole della donna vengono interrotte dal figlio << Si mamma abbiamo sentito! Smettila di essere straziante e pensa alla colazione per favore >> << Ma sentitelo, se fossi nei panni di tua madre te la darei in faccia la colazione per avergli risposto così >> mi intrometto gettandogli una fetta di pancarré addosso << Ma tu di che ti immischi? >> mi restituisce la fetta lanciandomela nello stesso modo << Basta! Con me questa borsa ha chiuso! Quello che c’è c’è quello che non c’è non c’è >> esclama Diego mettendosi in piedi e prendendo posto << Idem >> dice mio fratello seguendolo a ruota e poi anche Jorge. Io e Fernando siamo i primi a finire di fare colazione e lui si alza in piedi << Vieni Martina? >> chiede guardandomi con uno dei suoi sorrisini irritanti sto per rispondergli ma Jorge mi precede << Martina viene con noi >> << Dato che abbiamo finito prima noi oggi può fare un’eccezione soprattutto se non vuole arrivare tardi il primo giorno >> Fernando continua a fissarmi << Sta tranquillo non sono mai…quasi mai arrivato tardi all’università e di sicuro non ci arrivo oggi che c’è Tini, vedi? Ho già finito >> dice pulendosi le mani e mettendosi in piedi. Gli sorrido, la sua tazza è ancora mezza piena e ha inghiottito la fetta di pancarré con la nutella in un solo boccone << Hey noi stiamo ancora mangiando! >> Esclama mio fratello guardando Jorge << State tranquilli, Jorge anche tu, siediti e finisci la colazione io aspetto voi in ogni caso >> dico guardolo e mettendogli la mano destra sull’avambraccio in segno che si sieda. Lui annuisce e riprende a bere la sua tazza, il sorriso da volto di Fernando è sparito e mi guarda con…si con rabbia << Allora io vado! >> si allontana e nessuno di noi quattro gli rivolge la parola né per salutarlo né per altro.
Appena arriviamo a scuola tutti gli occhi sono puntati su di noi << Perché tutti quanti ci fissano? >> chiedo guardandomi intorno mentre parcheggiamo la macchina << È ovvio cugina ti trovi con i ragazzi più popolari della scuola >> << Cosa? >> mi volto di scatto verso Diego che mi ignora aprendo la portiera della macchina, come ieri anche oggi Jorge fa il giro dell’auto per aprimi lo sportello e aiutarmi a scende << Com’è che mi sento osservata? >> chiedo sottovoce mentre fisso l’asfalto << Perché lo sei sweety, alza la testa non hai nulla di cui vergognarti >> mi sussurra all’orecchio mentre camminiamo, alla mia destra c’è Francisco mentre alla sinistra di Jorge c’è mio cugino. Tutti quanti si avvicinando per salutarli con una spallata, con un pugno, un cinque o robe del genere e le ragazze si toccano le ciocche dei capelli sbattendo le palpebre ma quando i loro sguardi si posano su di me diventano tutt’altro che allegri. Sospiro se avessi saputo di essere così al centro dell’attenzione me ne sarei venuta a piedi. Arriviamo agli armadietti e lì mi sembra di avere almeno un po’ più di privacy << Dobbiamo andare in segreteria a ritirare le chiavi? >> chiedo guardandoli << No è andata Cande tra poco sarà qui >> mi risponde Jorge e di fatto Candelaria piomba subito dinnanzi a noi sorridendo e mostrandoci le chiavi << Ci sono scritti i vostri nomi sopra ognuno di questi >> dice consegnandoci le chiavi e neanche a farla apposta ci troviamo proprio vicino al mio armadietto << I nostri sono di fronte >> dice Jorge prendendo la chiave e avvicinandosi al suo armadietto insieme ai ragazzi. Io apro il mio e Candelaria quello che si trova due armadietti più avanti << Emozionata? >> mi chiede aprendo il suo lucchetto << Assolutamente si >> dico mentre sistemo la borsa nel mio e posando l’occorrente in eccesso nella mia borsa << Che hai alla prima ora? >> guardo il mio foglietto degli orari << Arte >> Candelaria rotea gli occhi << Povera te dovrai sorbirti quella palla della Dogger buona fortuna! >> << Grazie Candelaria sei incoraggiante >> dico ironica e lei ride << Puoi chiamarmi Cande e si hai ragione ma guarda il lato positivo conoscerai nuova gente >> annuisco << Farò il possibile per concentrarmi su questo >> > Cande mi batte ironicamente la mano sulla spalla << Hey ciao bellezza…ti andrebbe di fare un giro con me dopo le lezioni? >> mi volto e vedo un ragazzo alto biondo con gli occhi azzurri e il sorriso smagliante, ha definitivamente l’aria da tutto muscoli niente cervello, ha poggiato la mano sinistra sul mio armadietto e si trova a pochi centimetri di distanza dal mio volto. Sto per aprire bocca quando << No non le va, girale a largo se vuoi continuare a vivere! >> Jorge lo spinge con un solo gesto della mano allontanandolo da me << Jorge…mi dispiace io non sapevo che lei… >> il ragazzo biondo sembra essere diventato bianco << Beh adesso lo sai! Lei è la sorella di Francisco ed è off limits per tutti mi sono spiegato? >> << S-si certo >> << Bravo, fa girare la voce >> guardo Jorge e inarco un sopracciglio << So difendermi da sola sai >> dico incrociando le braccia << Si certo ho visto ci hai messo tre ore per rispondere a quello anzi no aspetta non gli hai neanche risposto >> sgrano gli occhi << Perché tu non me ne hai dato neanche il tempo! >> << Che tempo avrei dovuto darti? Quello di farti mettere la lingua in bocca? >> gli do un ceffone facendogli voltare la faccia e cancellando il suo sorriso idiota << Non sono quel tipo di ragazza! Non glielo avrei mai permesso! Sei tu quello che va a letto con le s********e non io e non sono una di quelle Blanco ricordatelo >> il suono della campanella annuncia l’inizio delle lezioni e io mi allontano frettolosamente da Jorge per non dargli occasione di controbattere. Quel ragazzo è irritante ma chi si crede di essere? Ci conosciamo a malapena da tre giorni e pensa già di avere dei diritti su di me? Entro in aula e sbatto la borsa nera con lo stemma della scuola sul banco. Dio è così frustante, sono seduta all’ultimo banco della fila sinistra isolata dal mondo dove voglio stare almeno per ora…<< Ciao! Posso? >> alzo lo sguardo e incrocio gli occhi marroni di una ragazza molto carina poco più bassa di me, ha i capelli neri che arrivano alle spalle, un top bianco e una gonna stile anni ottanta nera di pelle << Prego, accomodati pure >> le dico segnalandole il posto accanto a me << Io sono Lodovica e tu? >> chiede tendendomi la mano << Martina, per mi amici Tini puoi chiamarmi così >> << Tini, mi piace! Emozionata >> << Abbastanza e tu? >> << Assolutamente Si! Sono innamorata di questo collegio vengo qui dall’anno scorso per imparare perfettamente la struttura e conoscere anche un po’ le persone che la frequentano >> annuisco mentre mi viene da ridere ho trovato una più fissata di me con questa scuola << Lo so è da pazzi ma… >> la interrompo << No! Assolutamente mi stai molto simpatica >> << Davvero? >> << Davvero >> << Che carina anche tu mi stai simpatica! Vediamo se abbiamo lo stesso orario? >> << Si certo >> e per fortuna la risposta era si! Siamo in corridoio e noto che vicino all’armadietto dei ragazzi c’è un affollamento di persone << Quelli sono da evitare >> mi dice Lodo e io mi volto verso di lei << Cosa? >> << Sono i ragazzi più popolari della scuola, Jorge Blanco, Diego Dominiguez e Francisco Stoessel. Non fanno altro che darsi delle arie sono dei palloni gonfiati e presuntuosi. Tutte le ragazze della scuola gli sbavano dietro fanno pietà insomma per sbavare dietro a uno così devi essere davvero un’oca senza cervello che pensa solo a una cosa e ovviamente non ha dignità per sé stessa! Insomma li hai visti? Sono i classici playboy senza cervello scommetto che il loro quoziente intellettivo non supererebbe quello di una capra >> ho già detto che stimo questa ragazza? << Quelli che gli stanno intorno sono il resto del gruppo dei popolari, Tiffany Tylor che è ossessionata da Jorge, dice a tutti che stanno insieme lui dice di no ma valli a capire >> << Ah davvero? >> chiedo guardando la bionda che è avvinghiata al girovita di Jorge << Si! Quella coi capelli neri e lunghi è Jessica Parker una gallina senza cervello che sbava per Diego, il ragazzo grosso lì è del quarto anno si chiama Tod Logan tutto muscoli niente cervello e quello accanto a lui coi capelli neri è Robert  Drew stesso anno e stessa razza e infine Candelaria Molfese la fidanzata di Francisco, a mio parere lei è l’unica degna di rispetto, è bella, intelligente, disponibile e dolce con tutti mi chiedo che ci faccia una come lei con un decerebrato come lui >> e si confermo il fatto che stimo questa ragazza << Sai ho sentito che è arrivata anche la sorella di Francisco niente meno che cugina di Diego te l’ho detto che sono cugini? Sicuramente sarà un’altra snob da evitare un altro clone di Tiffany mi spiego >> << Aha… >> dico guardandola << Martina! >> alzo il capo per vedere chi mi ha chiamato, Francisco che mi fa segno di avvicinarmi a lui << Tu lo conosci? >> mi chiede Lodo spalancando gli occhi << Sip! Sono io la sorella >> vedo il volto di Lodovica misto tra il confuso, il sorpreso e l’imbarazzato << Oh…mi dispiace io non volevo… >> << Stai scherzando?! Lodo io ti adoro! E la penso esattamente come tu su mio fratello e il suo gruppo io l’ho detto tu e io saremo grandi amiche >> le sorrido e lei ricambia credo di averla tranquillizzata << Torno subito >> dico per poi avvicinarmi a mio fratello << Che c’è? >> chiedo scocciata << Chiedi scusa a Jorge >> sgrano gli occhi << Che!? No! Hai sentito quello che mi ha detto o no? >> << Martina non lo ha detto per il motivo che pensi tu, lui sa che tu non se quel tipo di ragazza ma sei molto ingenua e quel ragazzo invece era il tipo di ragazzo che poteva ottenere quello che voleva da te con la forza capisci >> << Io non chiedo scusa! Lui deve chiedermi scusa! >> dico incrociando le braccia << Ma lui non ha fatto niente se non difenderti >> << Non ho bisogno di essere difesa e se Jorge ha qualcosa da dirmi che lo faccia lui >> Francisco sospira << Jorge non sa che ti sto rimproverando per la scena di prima Martina ma perché non rifletti! >> rido ironicamente << Certo io non rifletto >> lui rotea gli occhi << Continuiamo a casa adesso abbiamo cose più importanti…Ragazzi >> si rivolge verso la sua comitiva che immediatamente smette di parlare e gli presta attenzione << Questa è una nuova componente del gruppo, mia sorella minore Martina >> guardo mio fratello << Scusa?! E chi ha detto che io voglio entrare nel tuo gruppo?! >> Francisco rotea ancora gli occhi << Martina per favore… >> << Martina per favore niente Fran! Non voglio entrare nel tuo gruppo io ho già il mio >> mi volto verso Lodovica << Lodo >> le faccio cenno con la mano di avvicinarsi e lei si guarda intorno per poi indicarsi con l’indice destro, annuisco e lei si avvicina, mi metto sotto il suo braccio e guardo mio fratello << Lei è la mia amica Lodovica e adesso con permesso ci allontaniamo da voi perché onestamente a parte Cande siete tutti insopportabili no Lodo >> chiedo rivolgendomi alla mia amica << Beh insopportabili e decerebrati soprattutto no? >> rido alle sue parole << Esatto! Quindi con permesso >> ci allontaniamo  << Hai visto le loro facce? >> dico ridendo << Si assolutamente epiche >> ridiamo tutte due mentre ci dirigiamo verso la nostra aula << Aspetta, ti va un frappè prima di andare a lezione? >> mi chiede lei e io annuisco << Grande! Allora aspettami qui vengo subito, offro io >> << Ma no dai offro io >> << No! L’ho proposto io e quindi offro io non discutere con me Stoessel >> il suo tono di voce mi fa ridere e la guardo mentre si allontana dirigendosi verso il bar, d’un tratto sento qualcuno tirarmi all’interno dell’aula << Finalmente un po’ di privacy Martina >> il sangue mi si gela nelle vene alla vista della persona che più odio sulla faccia della terra. << Beh? Stamattina parlavi così tranquillamente e ora che c’è? >> ed è in questo momento che vorrei che Jorge fosse qui, adesso ho bisogno di essere difesa







Buuuu ciaoooooooooo ed ecco qui anche il secondo capitolo *---*
Spero che anche questa storia inizi ad appassionarvi come potete vedere ho creato anche un logo anche se non è bellissimo ma ok lol ci conviveremo
In questo capitolo succedono un po' di cose e quell'insopportabile di Fernando rompe le scatole! Io lo odio ù_ù
Tini e Jorge fanno scinitille e non nel senso positivo per ora lol...
Tini ha due nuove amiche Cande e Lodoooo vi piacciono? Io le adoro!!! *---* sono troppo eojfroeirfjoeirjf
Aspetto con ansia di sapre i vostri giudizi grazie a tutte le lettrici della storiaaaaa <3


Ps: Ditemi anche se vi sembra meglio con "<<  >>" invece dei trattini ^-^

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Capitolo 3
*** Devo chiederti un favore ***








~~<< Vuoi farmi continuare a parlare da solo? Guarda prima o poi mi scoccio e inizierò a fare altro >>  << Stammi lontano! >> riesco a dire con voce tremante  << Oh Martina è troppo facile con te >> a furia di indietreggiare mi ritrovo con le spalle al muro mentre lui si avvicina ancora ma ecco che la porta dell’aula si spalanca  << Tini ti ho portato il frappè ma dov’eri…oh interrompo qualcosa >> Lodovica sposta lo sguardo da me a Fernando e poi torna su di me  << No! Assolutamente no >> mi getto su di lei e l’abbraccio stringendole il collo, vedo Fernando stringere i denti e poi uscire fuori  << Io ti adoro! Tu sei la mia salvatrice! >>  << Okey non ho capito bene il motivo ma va bene, adesso non che non mi piaccia essere abbracciata da te anzi…ma se continui a stringermi così i frullati finiranno a terra >>   afferro il mio frappè sorridendo a Lodovica mentre usciamo dall’aula e ci dirigiamo verso la quarta ora di lezione appena suona la campanella. Il primo giorno è andato bene, è stata una giornata tranquilla, i professori si sono solo presentati e hanno fatto qualche domanda personale a noi, io e Lodo siamo state poche partecipi eravamo troppo occupate a prendere in giro sia loro che i nostri compagni di classe. Finita anche l’ultima ora mi metto sotto il suo braccio mentre ci dirigiamo verso l’uscita  << Hey Tini mi dici chi era quello? >>  << Quello chi? >>  << Quando ti ho portato il frappè sembravi nervosa con quel ragazzo, ti ha fatto qualcosa? >> deglutisco  << Quello è il mio fratellastro Fernando, non mi piace stare da sola con lui, lui…non mi ha mai trattato benissimo insomma quello che voglio dire è che... >>  << Hey ho capito! Fernando è uno stronzo che va evitato e tu non vuoi stare da sola con lui, fine. >> Adoro Lodovica, lei è straordinaria! Ha questa capacità di capirmi al volo  << Tu sei il mio angelo >> dico stampandole un bacio sulla guancia mentre usciamo fuori al parcheggio  << Lo so! È arrivato mio padre ci vediamo domani >>  << Sicuro! A domani Lodo >>  << Ciao Tini >>
Dopo esserci salutate con un bacio sulla guancia mi dirigo verso l’auto di Jorge e aspetto che escano.
Una volta a casa mio fratello continua il suo straziante discorso  << Mi vuoi dire che intenzioni hai Martina? >>  << Stai facendo un casino enorme solo perché ho deciso di non unirvi al vostro gruppo di popolari >>  << Fran lasciala stare >> dice Jorge ed entrambi lo guardiamo  << Jorge che cavolo dici?! Come faccio a proteggerla se non la tengo vicino? >>  << Ha vent’anni non tre e anche se fosse basta spargere la voce che è tua sorella per proteggerla e il gioco è fatto >>  << Non c’è bisogno neanche di questo! Ripeto che so difendermi da sola! >> ribatti mettendomi tra i due, Jorge alza gli occhi al cielo per poi guardarmi  << Io ho chiuso. Con te non si può parlare >> lo vedo allontanarsi verso la cucina  << Scusa?! Cosa vuol dire che con me non si può parlare? Blanco vieni qui ti sto parlando! >> lo seguo in cucina mentre lui apre il frigorifero e si prende una bottiglina d’acqua  << Cosa vuol dire che con me non si può parlare?! >>  << Ogni volta che cerco di dire qualcosa tu mi attacchi, cerco di difenderti e nella tua testa io penso che tu sei una debole o una poco di buono cerco di aiutarti con tuo fratello e mi urli di nuovo contro che sai cavartela da sola allora sai cosa? Cavatela da sola sono stanco di sentire i tuoi urli isterici >> ma non è vero che lo attacco sempre…o-o si  << No dai aspetta >> gli afferro l’avambraccio quando sta per uscire costringendolo a fare un mezzo giro e trovarsi di fronte a me. Osservo il suo avambraccio sotto i palmi delle mie mani…è davvero forte  << Allora? Che c’è? >> alzo di scatto la testa  << Ok hai ragione ti ho attaccato un po’ spesso è che…sono abituata a cercare un modo di difendermi. E poi sei anche tu insomma con quello che hai detto… >> lo vedo sospirare tipo un pochino arrabbiato e io allora decido tipo di mordermi il labbro quando poi lui mi guarda con aria di rimprovero. Scrollo le spalle non sapendo che dire  << Non penso che tu sia una s********a come hai detto tu, semplicemente conosco i ragazzi della scuola e conosco quello che ci stava provando con te e ti assicuro che ti avrebbe baciato da un momento all’altro e io non metto in dubbio il fatto che tu sia forte ma quello lì va in palestra da anni e ha un corpo palestrato non ha una stazza media avrebbe potuto farti male >> questa volta a scollare le spalle è lui mentre mi guarda con una faccia dolce da cucciolo. Sorrido e mi avvicino per dargli un bacio sulla guancia  << Grazie >> si morde il labbro inferiore per trattenere una risata e scuote il capo  << Di nulla…mi lasci il braccio? >> chino il capo e guardo le mie mani ancora strette intorno al suo avambraccio, le tolgo di scatto  << Scusa >>  << Niente… >> si gira ed esce dalla cucina.   << Martina! >> nella cucina entra Anahi, io le sorrido  << Salve si…Anahi >> mi correggo in tempo  << Ciao tesoro, com’è andato il primo giorno all’università? >>  << Bene! Mi sono già fatta una nuova amica >>  << Ah sì? >>  << Si, si chiama Lodovica >>  << Che bello! Sappi che puoi invitarla qui quando vuoi, non dimenticare che questa è anche casa tua >>  << Davvero? Grazie mille Anahi! >>  << Oh tesoro non mi devi ringraziare, come ho detto questa è casa tua >>  << Allora credo che domani la inviterò >>  << Bene! >>. Sto per riuscire ma decido di fare marcia indietro  << Anahi? >>  << Si? >>  << Jorge…lui…non lo capisco. Voglio dire a volte ha un carattere così espansivo mentre…altre è freddo. È lunatico o cosa? >>  << Jorge…ha un carattere molto espansivo ma è una persona molto orgogliosa, può sembrare un ragazzo superficiale ma ti assicuro che non lo è affatto. Almeno non con quello che gli importa >> annuisco alle sue parole ed esco fuori dalla cucina.
Il giorno seguente giorno dovetti sopportare la stessa tortura di quello anteriore, di nuovo tutti gli occhi puntati su di me perché cammino con questi tre deficienti ma appena entriamo nell’enorme edifico vedo Lodo intenta ad aprire il suo armadietto e così mi avvicino a lei  << Hey! >> esclamo per attirare la sua attenzione  << Hey…ho perso l’orario! >>  << Oh…questo spiega tutta la roba a terra invece che nel tuo armadietto >> rido mentre lei rotea gli occhi e si china per raccogliere le sue cose e riporle nell’armadietto, io l’aiuto.  << Comunque non è così grave, sta tranquilla! Io ho il tuo stesso orario ricordi? >> lei mi sorride e poi mi abbraccia  << Cosa farei senza di te? >>  << Saresti persa! >> rispondo ricambiando l’abbraccio. Dopo le prime due strazianti ore di lezione torniamo agli armadietti per cambiare ancora i libri  << Martina >> riconosco la voce di mio fratello, chiudo l’armadietto e mi volto verso di lui, si sta dirigendo verso di me.  << Ho parlato con il gruppo e…sono riuscito ad ottenere che oltre te entri nel gruppo anche la tua amichetta, contenta? >> mi volto verso Lodo che ha appena chiuso lentamente l’armadietto  << E “l’amichetta” non ha voce in capitolo? >> chiede lei guardando mio fratello  << Andiamo! È ovvio che vuoi entrare nel gruppo…tutti lo vogliono >>. Trattengo una risata guardando la smorfia disgustata di Lodovica  << Io non sono tutti e ti assicuro che l’ultima cosa che voglio è entrare in un gruppo di cervelli sottosviluppati, mono neuroni che pensano solamente con quello che hanno al di sotto del ventre >> oddio! Mi sforzo di tenere una risata mentre la mia amica sorride, Francisco la guarda scioccato  << Detto questo…grazie dell’offerta ti potrei dire che sono onorata ma sarebbe una bugia quindi ti dico semplicemente che rifiuto l’offerta >>. Incrocio le braccia e guardo Francisco  << Ops…non è andata come volevi fratellino >> gli faccio l’occhiolino e poi mi metto sotto al braccio di Lodo mentre ci allontaniamo  << Voi due state dando i numeri >> ci grida alle nostre spalle ma noi continuiamo ad ignorarlo  << Sei stata grande Lodo! >>  << Dico solo quello che penso, mi dispiace solo che sia tuo fratello, povera te >>  << Si lo so…hey domani vieni da me? >>  << Da te? >>  << Si! Così potremmo passare del tempo insieme, conoscerci meglio e svolgere la ricerca di biologia insieme. Che ne dici? >>  << Si va bene, mi piace come idea >>  << Grande allora è deciso! >>  << Si! Vamos >>. Io e Lodovica eravamo praticamente inseparabili, è straordinario come possa sentirti bene con una persona che conosci da soli due giorni…forse dipende dal fatto che entrambe abbiamo un carattere abbastanza espansivo soprattutto lei. Dopo la terza ora Lodo decide di andare in segreteria per chiedere di nuovo l’orario  << Ci vediamo dopo >>  << Ti aspetto qui >> rispondo salutandola con la mano. Mi volto verso destra, siamo arrivate giusto davanti al bar; noto Jorge seduto a un tavolo per conto suo con un libro aperto davanti e uno Starbucks nella mano destra. Sembra così concentrato in quello che sta facendo…ha un’aria da ragazzo misterioso, intelligente e…sexy è estremamente sexy. Sorrido mordendomi il labbro inferiore e decido di avvicinarmi al suo tavolo e sedermi di fronte a lui  << Ciao straniero! >>  lui solleva lo sguardo dal libro e un sorriso appare sul suo volto  << Ciao sweety, posso offrirti qualcosa? >>  << Uno Starbucks anche per me >> si volta verso la cameriera e ordina ciò che gli ho chiesto  << Cosa leggi con così tanta attenzione? >> chiedo osservando il libro  << Ripasso chimica >>  << Uuu sembra interessante >>  << Lo sarebbe molto di più ripassarla con te >> osservo il suo sorriso malizioso e scuoto il capo fallendo miseramente nel mio tentativo di non ridere.  << Hai una mente perversa! >> esclamo io  << Ma tu mi hai capito al volo vuol dire che la tua testa non è così diversa dalla mia sweety >>  << Non è vero! >>  << Oh sì che lo è >>  << Martina! >> mi volto verso Lodovica che si sta dirigendo verso di noi  << Me lo hanno dato >> esulta mostrandomi il foglio con l’orario. La campanella suona e Jorge scatta in piedi  << Io vado ci vediamo dopo sweety >> si sporge verso di me per darmi un bacio sulla guancia e io gli sorrido  << Ciao mora >>  << Mi chiamo Lodovica >>  << Ciao Lodovica la mora >> lui gli scompiglia i capelli accarezzandole la testa per poi allontanarsi  << Heyyy! >> esclama la mia amica aggiustandosi la capigliatura e io rido  << Buona fortuna per l’interrogazione di chimica! >> gli grido dietro e lui si volta e mi sorride facendomi un segno con la mano come risposta, mi alzo e mi dirigo insieme a Lodo alla nostra prossima lezione.  << Cosa c’è tra te e Jorge? >> chiede la mia amica mentre camminiamo e io la guardo interrogativamente  << Cosa vuoi dire? >>  << C’era una strana atmosfera ti attrazione tra di voi prima che arrivassi >>  << Una strana cosa? >> sono sul punto di ridere per le sue parole  << Hai sentito >>  << Tu stai male! >>  << Io eh? >>  << Si tu! >> d’un tratto urto contro qualcuno  << Oh scusami >> riconosco la ragazza bionda che ho visto ieri vicino a Jorge…com’è che si chiama?  << Tu sei… >> dico aspettandomi una risposta che non tarda ad arrivare  << Tiffany Taylor >> risponde con un tono di superiorità. Ha le braccia consorte i boccoli biondi, è alta magra e vestita con dei pantaloni attillati bianchi, un top rosa che lascia intravedere il suo petto e un paio di scarpe con il tacco…e quando va in discoteca che fa? Si mette il babydoll? Accanto a lei c’è anche la sua amichetta di cui non ricordo il nome  << Okey Tiffany e perché ti sei piazzata davanti a me? >>  << Tu ed io dobbiamo parlare >>  << Davvero? Perché io non ho niente da dirti e tu non sai cosa vuol dire parlare, almeno non correttamente quindi che senso ha? >> poggia la mano sinistra sul fianco e mi si avvicina ancora di più con l’aria minacciosa  << Sta-lontana-dal mio-ragazzo >> scandisce ogni singola parola  << Il tuo ragazzo? >> chiedo inarcando un sopracciglio  << Si esatto il MIO ragazzo >>  << Strano…ieri quando eravamo a letto non mi ha proprio parlato di te beh…è anche vero che non abbiamo praticamente parlato sai eravamo un pochino impegnati a...insomma sei maggiorenne un ragazzo e una ragazza su un letto fai 2+2 sono sicura che fino a qui il tuo cervello ci arriva ciao ciao Tiffany >> vedo il suo volto scioccato, gli occhi che le escono fuori dalle orbite se gli do dieci minuti la notizia arriverà al cervello e mi salterà addosso come un leone inferocito e non posso evitare di riderle in faccia mentre muovo le dita della mano destra per salutarla. La sua amica mi guarda a bocca aperta e Lodovica ride come una matta dietro di me mentre le superiamo.  << Hai visto la sua faccia? >> chiedo rivolta a Lodo, lei ha le lacrime agli occhi per le troppe risate  << Si! Ma ascolta davvero tu…insomma ieri sera eri con Jorge…a letto? >>  << Si certo! >> vedo Lodo sgranare gli occhi e adesso le lacrime vengono a me per le troppe risate.  << Io e Jorge sul letto e c’erano anche Francisco e…Diego e…abbiamo mangiato tante patatine! Per questo non abbiamo parlato molto >> Lodovica mi dà una spinta continuando a ridere  << Stronza >>  << Ma come sei malpensante! Non mi dire che non lo avevi capito! Cosa pensavi fosse successo? >> chiedo guardandola, si mise sotto il mio braccio e continuammo a ridere insieme entrando in aula.
Quella sera continuai a girarmi e rigirarmi nel mio letto, non riesco a prendere sonno. Mi alzo camminando in punta di piedi verso la porta, giro la chiave per aprirla cercando di fare il minimo rumore. Mi dirigo in cucina e appena entro dentro sto per lanciare un urlo nel vedere qualcuno vicino al frigorifero che si sta scolando una bottiglia di latte, ma quando vedo che è solo Jorge tiro un sospiro di sollievo  << Porca miseria Jorge! Vaffanculo! >>  << Porca miseria Jorge vaffanculo? Credo che nessuno abbia mai usato il mio nome in una frase composta solo da parolacce grazie >>  << Prego! >> mi avvicino a lui e gli prendo la bottiglia da mano prima che torni ad avvicinarla alla bocca  << E non bere da vicino la bottiglia! Lo prendiamo tutti il latte >>  << Stavo bevendo da vicino perché tanto avevo intenzione di finirlo >>  << Beh adesso lo finisco io >> rispondo sorseggiando il latte dalla bottiglia.  << Come mai sveglia a quest’ora? >> chiede poggiandosi alla credenza e incrociando le braccia. Scrollo le spalle  << Non riuscivo a dormire. E tu? >>  << Volevo bere il latte >>  << Okey >>  << Tutto apposto Tini? >>  << Si certo, perché? >>  << Non lo so…ho sempre l’impressione che tu stia sull’attenti >>  << Sull’attenti? >>  << Si…come se avessi paura di qualcosa e ti guardi sempre le spalle >>. Lo ha notato. Il mio cuore perde un battito e mi schiarisco la gola per cercare di mantenere il mio tono normale  << Non so di cosa stai parlando. Ti sbagli io sono normalissima >> come al solito ho fallito ma spero che non mi faccia altre domande quindi forzo un sorriso; Jorge mi scruta con lo sguardo e io ho la pelle d’oca…ho sempre come l’impressione che lui possa vedere oltre quello che mostro, che lui possa scovare i miei segreti più profondi semplicemente con i suoi bellissimi occhi verdi, quasi trasparenti  << I-io vado a letto mi è venuto sonno >> dico balbettando e poggio la bottiglia vuota sulla tavola  << Si anche io, andiamo >>. Si avvicina alla porta e si fa da parte per consentirmi di uscire prima, spegne la luce e ci dirigiamo verso le stanze. Mi affretto a raggiungere la porta e quando sto per aprirla sento la voce di Jorge pronunciare il mio nome.  << Martina >>  << Si? >>  << Sei davvero sexy con il pigiama >> mi fa l’occhiolino e io arrossisco sorridendo mentre scuoto il capo  << Pervertito >>  << Solo a causa >>  << Buona notte >>  << Notte >>. Entro nella mia stanza e chiudo la porta a chiave per poi tornare al letto.
Nuovo sole, nuovo giorno. Sono vicino agli armadietti a parlare con Lodovica di quello che avremmo fatto oggi quando all’improvviso sentiamo un forte rumore; spontaneamente ci voltiamo verso questo.  << COME HAI POTUTO FARMI QUESTO JORGE?! MIA SORELLA! ME LO AVEVI GIURATO CHE NON CI AVRESTI NEANCHE PROVATO >> Francisco ha dato una fotte spinta a Jorge facendolo finire, io e Lodo ci lanciamo uno sguardo di preoccupazione e confusione  << MA SEI SCEMO?! TI HO DETTO CHE NON È VERO FRAN! >>. Con passo svelto mi faccio spazio tra la folla che si è creata intorno a loro e Lodo mi segue. Arrivo al lato di Jorge superando anche Candela e guardo mio fratello, lui è infuriato e rivolge sguardi minacciosi al suo migliore amico. Dietro Fran c’è Diego che ha un’espressione alquanto confusa e dall’altra parte Tiffany con le braccia consorte e la sua amichetta accanto.  << Posso sapere che sta succedendo? >> chiedo guardando prima Jorge e poi mio fratello.  << Cos’hai detto a Tiffany? >> mi chiede Jorge guardandomi  << Cosa?! >>  << SEI ANDATA A LETTO CON LUI MARTINA? RISPONDIMI! >> mio fratello si è avvicinato, è a un soffio dal mio naso e se lo sguardo avesse la capacità di uccidere una persona in questo momento sarei morta.  << NO! Ma cosa… >> non capisco di cosa stanno parlando fino a quando non torno a guardare Tiffany e allora capisco. Sospiro e scuoto col capo guardandola  << Te l’ha detta lei questa scemenza? >> chiedo indicando la biondina con il dito  << SI! È vero? >>  << Nooo non lo è Francisco!  Pensa prima fare l’idiota, io Jorge neanche lo sopporto cioè sì! Ma non in quel senso insomma è un playboy e io non sopporto i playboy >>  << Sta mentendo! Lo ha detto a me ieri! >> mi passo la mano destra sulla fronte strofinandola per poi passarla sul viso alle parole di quell’oca bionda. Mi avvicino a lei con passo deciso e guardando seriamente  << Vediamo…ti ho detto per caso “sono andata a letto con Jorge?” >> dico facendo le virgolette con le dita  << No tu hai… >>  << Ti ho detto “Ho fatto sesso con Jorge?” >>  << No ma hai… >>  << Tu hai detto che sei la ragazza di Jorge! E io ti ho detto che non mi ha parlato di te perché la sera prima quando eravamo sul suo letto non abbiamo parlato molto! >>  << Perché stavate facendo sesso! >>  << NO! Perché stavamo mangiando! >>. Ancora una volta mi riesce difficile non riderle in faccia per la sua espressione  << Fran, c’eravate anche tu e Diego stavamo mangiando le patatine ricordi? >> chiedo voltandomi verso mio fratello e lui annuisce mentre assume un’espressione tra il dispiaciuto e il colpevole…il senso di colpa. Si volta verso Jorge  << Mi dispiace tanto non avrei dovuto comportarmi così. E poi tu sei il mio migliore amico e mi hai fatto una promessa e io so che tu mantieni sempre le promesse >>  << Già >> si danno la mano e Fran lo abbraccia dandogli una pacca sulla spalla  << Scusa >>  << Non è successo niente >> sorrido guardando la scena e noto che Jorge mi sta osservando  << Emm…Lodo, andiamo? >>  << Si! >>
Come al solito Lodo mette il suo braccio sotto il mio ma mi blocco di colpo quando i miei occhi trovano lo sguardo freddo, gelido e inquietante di Fernando.  << Hey tutto okey? >> chiede la mia amica, faccio fatica a distogliere lo sguardo per voltarmi verso di lei, combatto contro me stessa ma ci riesco, forzo un sorriso  << Si certo, andiamo >>.  In macchina prendiamo i soliti posti, Lodo si siete dietro vicino a Diego,  << Ma quanto profumo ti sei messo!? >> chiede la mora a mio cugino  << Bello eh? >>  << Per niente! Fa schifo è inoltre collabora all’inquinamento ambientale…è assurdo ciò che è disposta a fare la gente pur di non farsi una doccia e usare il bagnoschiuma >> tutti in macchina scoppiamo a ridere tranne Diego  << Parli così perché sei attratta da me >>  << Oh sì Diego! Sono attratta da te come un vampiro lo è al sangue umano >>  << Nel senso che vorresti mordermi? >> chiede mio cugino usando il suo solito tono da voce roco, perfetto per flirtare. Mi sporgo per vedere la scena, Lodovica sorride ricambiando il sorrido malizioso di Diego  << No…nel senso che muoio dalla voglia di ucciderti >> risponde usando il suo stesso tono di voce roco e io, Jorge e Fran scoppiamo nuovamente a ridere. Verso le 16:00 io Lodo ci dirigiamo in salone con il mio portatile per svolgere la ricerca da brave studentesse quali siamo. Entrate in salotto ci mettiamo in ginocchi ai due lati del tavolino  << Bella questa casa >> Lodovica si guarda intorno  << L’ha arredata la signora Blanco >>  << Già la signora Blanco…mi chiedo come una donna così meravigliosa possa avere un figlio del genere >>  << Hahaha sì anche io >>  << Però bisogna dire che tra lui, tuo fratello e tuo cugino, Jorge è il più accettabile >>  << Preferisco mio fratello >>  << Preferisci tuo fratello a cosa? >> chiede Francisco entrando in salotto sale con i piedi sul divano per poi stendersi sopra e Diego arriva dietro di lui sedendosi accanto a Lodovica.  << Che ci fate voi due qui? >> chiedo guardando prima uno poi l’altro  << Vogliamo giocare alla play >> Francisco indica la playstation  << No! Noi qui dobbiamo studiare! >>  << Ooo la mia sorellina studiosa…cambia stanza >>  << Avanti dillo che ti piaccio, io piaccio a tutte e sono sicuro di aver capito la tua tattica per attrarmi e sai…sta funzionando >> vedo Lodovica roteare gli occhi alle parole di mio cugino per poi rispondergli  << Io non sono TUTTE Diego inoltre per capire qualcosa bisogna avere un cervello e ame sembra evidente che tu NON hai un cervello…parlando d’altro dov’è il terzo moschettiere? >>. Si mi stavo facendo la stessa domanda… << Si sta allenando >> risponde mio fratello  << Allenando? >> chiedo io  << Si e quando si allena è meglio non disturbarlo se no poi diventa furioso e può fare molto male >>  << Ma allenando in cosa? >>  << kick boxing >>  << kick boxing?! >>  << Si, lo pratica da quando era piccolo, è molto bravo e forte… >>. Kick boxing. Stringo le mie mani chiudendole in pugni, è come se fosse la risposta a ciò che avevo bisogno.  << Dove si allena? >>  << Nella casetta in piscina perché? >>  << Abbiamo una casetta in piscina? >>  << Si…Anahi la fece costruire sia la piscina che l’altra, non li hai ancora visti? Sono sul retro di là >> mio fratello me lo indica col dito  << Lodo torno subito >>  << CHE?! >> esclama la mia amica con una faccia terrorizzata.  << Tu vuoi lasciarmi con questi due trogloditi!? >>  << Torno subito! >> dico allontanandomi  << Ma dove vai? >> ignoro la domanda di mio fratello e continuo ad andare verso la piscina. Wow come cavolo ho fatto a non rendermi conto di questa piscina?! È enorme! Da qui vedo una piccola casetta con le porte scorrevoli in vetro. Ci sono tantissimi attrezzi dentro, al centro c’è appeso un’enorme sacco rosso che Jorge sta prendendo a pugni con i guantoni del medesimo colore, i pantaloncini neri della tuta e il dorso nudo. La porta è aperta e cerco di fare il minor rumore possibile arrivando alla soglia. Lo osservo, credo che lui non si sia neanche reso conto della mia presenza  << Che ci fai qui? >> come non detto…la sua voce mi coglie alla sprovvista. Non mi guarda continua a prendere a pugni il sacco  << I-io…Francisco e Diego mi hanno detto che ti alleni qui >>  << E allora? >> la velocità dei suoi colpi aumenta, sono forti e precisi, il sacco sembra troppo leggero per lui sferra un calcio e il rumore del colpo rimbomba così tanto che sbatto le palpebre mentre mi avvicino a lui, gli giro intorno arrivando di fronte a lui e poggio una mano sul sacco per farlo smettere e ci riesco. I suoi muscoli sono in tensione fino a quando non si rilassa facendo cadere le braccia lungo i fianchi. È sudato e bello, molto bello, adesso posso vedere il suo tatuaggio sulla parte destra del petto, c’è la scritta “fly” con le ali d’angelo spalancate che sembrano formare un cerchio. Mi sento osservata, sbatto un paio di volte le palpebre e poi sollevo lo sguardo per guardarlo negli occhi,  << Da quanto tempo lo pratichi? >>  << Da quando avevo sette anni >>  << Sei abbastanza forte per insegnare? >>  << Sono forte e sono bravo, non per vantarmi ma sono sempre stato uno dei migliori. Ma se la domande è se sono all’altezza di un’insegnante di kick la risposta è no >> ha uno sguardo serio, uno sguardo che non gli praticamente mai visto.  << Insegnami >>  << Che cosa?! >>  << Insegnami a boxare >>  << No >>  << Perché no? >>. Si allontana da me e toglie i guanti  << Toglitelo dalla testa Martina >>  << Non pensavo fossi un maschilista! >>  << Infatti non lo sono, ho conosciuto ragazze molto brave in questa disciplina anche più di alcuni ragazzi >>  << E allora qual è il problema? Mio fratello? >>  << Tanto per dirne uno >>  << Lui non verrà a saperlo! >> esclamo avvicinandomi a lui  << Martina ho detto di no! >>  << Dimmi un altro motivo >>  << Ho già capito come sei fatta, hai un carattere forte e non ti piace prendere ordini. Sarebbe tempo sprecato se tu non mi ascoltassi >>  << Ti ascolterò te lo prometto! >>  << Ti ribellerai e farai di tutto per farmi infuriare e sai sono un tipo abbastanza impulsivo >>  << Mi picchieresti? >>  << Mai >>  << E allora qual è il problema? >>  << Potrei dirti cose che non penso >>  << Sopravvivrò >>. Sospira e si volta verso di me  << Tuo fratello se la prenderà con me >>  << Nessuno ha detto che mio fratello deve saperlo >>  << Vorresti tenerglielo nascosto? >>  << Si se è necessario >>. Lui si morde il labbro inferiore mentre regge il mio sguardo, ci sta pensando e io sto riuscendo a farlo cedere; mi avvicino di più a lui  << Jorge ti prego è davvero importante per me, ne ho bisogno >>  << Ne hai bisogno? >>  << Si >>  << Perché? >>. Sospiro io questa volta e mi avvicino ancora a lui che al contrario resta immobile; ecco più vicino di così è impossibile.  << Facciamo un patto, tu accetti la mia proposta e io ti dirò una cosa che non ho mai detto a nessuno…ci stai? >> chiedo tendendogli la mano, lui la osserva per alcuni secondi per poi tornare a specchiarsi nei miei occhi.




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Alloraaaaaaaaaaaaaaaaaa siccome ho avuto tante richieste per avere il seguente capitolo...aqui lo tienen!
Vi è piaciuto?...spero di siiiii *W*
Che cosa avrà da dirgli Tini? Jorge accetterà la sua proposta?
Beh questo lo scoprirete nel prossimo capitolo ù_ù
Intanto ringazio tutti i lettori e le lettrici e voi che avete messo la storia tra le preferite *W*
Il capitolo l'ho postato perché lo avevo già scritto come anche il 4 e 5...purtroppo a causa della scuola non riesco più a scrivere perché ho troppi compiti quindi per quanto "Jortini: l'amore non ha età" credo che dovrete aspettare più o meno la fine di maggio perché finalmente potrò scrivere in santa pace. Chiedo mille scuse se non ho risposto alle recensioni cercherò di farlo quanto prima ma ora vado proprio di fretta perchè mi sono staccata giusto 2 minuti da fisica solo per postare dato i vostri messaggi che lasciatemi dire apprezzo molto e leggo sempre le vostre recensioni siete dolcissime e mi fate venire sempre tanta voglia di andare avanti quindi grazie si <3 a tutte voi!
Ps: mi scuso anche per i possibili errori di battitura che potreste trovare sorry ^-^''

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Capitolo 4
*** Kick boxing ***








~~Jorge si sta mordendo il labbro inferiore mentre mi guarda << D’accordo >> finalmente mi risponde! Sorrido e lui mi stringe la mano. << Grazie mille! Prometto di essere obbediente >> << Non fare promesse che non puoi mantenere >> << Uomo di poca fede >> << Aha >>. Gli do le spalle e mi dirigo verso la porta << Hey aspetta un attimo >> mi fermo e mi volto guardandolo interrogativamente << …allora, cos’è che non hai mai detto a nessuno? >> << Oh giusto… >> sospiro e poi mi avvicino a lui, sollevo l’indice destro facendogli segno di avvicinarsi di più a me. Lo fa e io avvicino le mie labbra al suo orecchio << In questo momento…il colore della mia biancheria è nero…anche se i calzini hanno due strisce fuxia >> dico cercando di trattenere la risata mentre mi allontano. Sul suo volto che fino a un attimo fa era teso e serio vedo un sorriso formarsi e allo stesso tempo scuote il capo << Sei un’imbrogliona >> << > gli faccio segno con l’indice destro poggiato al naso e poi scoppio a ridere avvicinandomi alla porta << Ci vediamo dopo >> dico alzando la mano destra per salutarlo << Questa te la faccio pagare >> << Non puoi più tirarti indietro. Un patto è un patto >> concludo io chiudendo la porto. Quando rientro in cucina vedo mio fratello seduto a terra con la schiena poggiata al divano mentre si strafoga con la patatine poco più distante alla sua sinistra è seduto Diego con il joystick in mano e giusto al centro seduta sul divano a gambe incrociate e sempre col Joystick in mano c’è Lodovica. << Battuto ancora >> la mia amica sorride vittoriosa guardando mio cugino << Ma-ma… >> << Fai schifo Diego. Ti fai battere da una ragazza? >> chiede mio fratello con la bocca piena di patatine << Hey se vuoi straccio anche te >> dice Lodo guardando Fran in modo aggressivo. << Non riusciresti a battermi mocciosa >> risponde lui sicuro di sé << Vediamo! >> esclama la mia amica, io rido e mi siedo accanto a lei sul divano << Hey…dove sei stata? >> << In bagno >> rispondo prontamente alla domanda di Lodo << E voi che fate? >> continuo a parlare prima che possano rivolgermi una seconda domanda. << Straccio tuo cugino e tra poco anche tuo fratello alla play >> << Si si certo…sogna mocciosa >> Fran mette inizia la partita e un nuovo scontro a mortal combat ha inizio. Io faccio il tifo per la mia amica e Diego…si anche lui fa il tifo per lei << Wuhuuu e Francisco Stoessel viene stracciato dalla bellissima, unica e incredibile Lodovica Comello!!! >> esclamo io come se fossi una cronista, poi applaudo e Diego fa lo stesso mentre Fran…lui sta rosicando di brutto << Hai solo avuto fortuna! >> << Ammettilo Fran che ti ha stracciato >> << Sta zitto Diego se non vuoi che ti faccia mangiare il joystick >> lotto contro me stessa per non ridere << Andiamo fratellone non è così grave che una ragazza ti abbia battuto…prendi Diego lui non se l’è presa così >>. Diego annuisce alle mie parole e poi guarda Lodovica << Specialmente se la ragazza in questione è così bella >> inarco un sopracciglio, mio cugino non si smentisce mai, la mia amica rotea gli occhi e poi posa il controller della play sul tavolino << Ora che ho stracciato tuo cugino e tuo fratello possiamo dedicarci alla nostra ricerca >> dice lei sul punto di alzarsi non ho neanche il tempo di risponderla che mio fratello mi anticipa << NON PENSARCI NEMMENO. TU. NON. TI. MUOVI. >> le ridà il joystick in mano e la guarda in cagnesco << Voglio la rivincita >> << Con vero piacere >> afferma lei riprendendo la posizione di prima per iniziare la partita. Mio fratello vinse e allora Lodo volle la rinvcita, vinse lei e poi ancora e ancora e ancora…sospirai capendo che avrebbero continuato così ancora per un po’ e mi alzai andando in cucina. Aprii il frigorifero prendendo un bicchiere di succo alla pesca e sorseggiandolo quando sento qualcuno posarmi la mano sulla parte bassa della schiena. Sgrano gli occhi e deglutisco il succo rapidamente riconoscendo quella sensazione di ribrezzo che il corpo prova in sua presenza. << Ne versi un po’ anche a me tesoro? >> mi allontano rapidamente riponendo la bottiglia di succo nel frigo << Non chiamarmi “tesoro” Fernando, e versatelo da solo se vuoi >>. Mi dirigo verso la porta per uscire di lì quanto prima ma Fernando mi si piazza davanti << Sai, non riesco proprio a capire perché tu sei così acida con me. Infondo io ti ho sempre trattato bene no? >>. Vorrei tanto che l’ansia, la paura o meglio il terrore, non avessere così tanta influenza su di me, vorrei poter riuscire a controllarle e non immobilizzarmi, soprattutto adesso che sta allungando la mano destra per toccarmi la guancia. << Permesso! >> la voce forte e graffiante di Jorge mi fa sorridere, mi dona calma e la forza necessaria per allontanarmi rapidamente da Fernando. Quest’ultimo si sposta lasciando entrare Jorge ancora senza maglietta e tutto sudato in cucina. Lo guardo e gli vado dietro mentre si avvicina al frigorifero, prende una bottiglina di powerade blu, quando si volta il suo petto si scontra col mio facendomi indietreggiare e io mi rendo conto di essermi avvicinata un po’ troppo. Finito di bere mi guarda e poi guarda Fernando. << Allora? Qualcuno di voi due vuole qualcosa da me? >> << No, stavo parlando con  Martina ma come al solito tu ci hai interrotto >> dice Fernando avvicinandosi a noi e io cammino fino ad arrivare alle spalle di Jorge  << Però non mi pare che lei voglia parlare con te >> << Dici sempre le stesso cose Jorge >> << Posso dire la stessa cosa Fernando >>. Jorge gli dedica il suo solito sorrisino falso e poi ripone la bottiglia nel frigo, si volta e guarda nuovamente Fernando incrociando le braccia al petto, i due si guardano per alcuni minuti fino a quando quel viscido verme non apre bocca << Hai finito? Te ne puoi andare? >> sbotta irritato. Io guardo Jorge, lui inclina la testa da un lato guardando Fernando << No! >> si avvicina al mobile e io continuo a seguirlo, prende la nutella e il pan bauletto, si siede vicino al bancone e spalma la nutella sulla fetta di pancarré e poi me la tende << G-grazie… >> dico sorpresa prendendola e poi lo osservo mentre ne prepara un’altra per sé. << Ecco Fernando, ora ho finito e la cucina e tutta tua. Andiamo Tini >> << Scusa?! Tini stava parlando con me! >> << Errore Ferni caro, tu stavi parlando. Lei poverina, ti stava solo sopportando QUINDI se ci vuoi scusare… >> Jorge mi poggia delicatamente la mano sulla parte bassa della schiena spingendomi ad uscire e nonostante sia di spalle sento la voce di Fernando chiaramente diretta a me << Continueremo la nostra conversazione stasera Tini >>, faccio un lungo sospiro fino a quando non sento il braccio di Jorge intorno alle mie spalle << Interessante, vieni a trovarci nel mio letto Ferni? >> subito dopo scoppia a ridere e io cerco di rilassarmi. Mentre camminiamo mi rendo conto che parte del mio corpo è praticamente appiccicata a quello di Jorge; posso sentire il suo calore e il suo buon profumo. Quando arriviamo in cucina vediamo Lodo che esulta per l’ennesima volta della sua vittoria mentre Francisco getta il controller a terra << Ma non è possibile!!! Tu imbrogli! >> << Se vuoi crederlo per giustificare il fatto che fai schifo >> io e Jorge ridiamo attirando l’attenzione dei presenti in sala. << Wow! >> esclama Lodovica guardando il ragazzo che è al mio fianco << Lodo!!! >> la rimprovero in tono canzonatorio trattenendo una risata << Hey cosa ci fate così vicini? E cos’è quel braccio? >> chiede mio fratello e immediatamente Jorge toglie il braccio allontanandosi di qualche passo. << State giocando? >> chiede quest’ultimo avvicinandosi ai divani, mi avvicino anche io e guardo Lodo che sta squadrando il petto di Jorge, afferro un cuscino e glielo tiro in faccia << Ahia!!! Mi hai fatto male >> esclama lei ritirandomi il cuscino in faccia. Jorge non si rende conto di niente perché è occupato a parlare con mio fratello. << Smettila! Cioè ti facevo più intelligente >> dico ironica << Io sono intelligente ma hey…in questi casi l’occhio non può fare a meno di prendersi la sua parte >> dice tornando a guardare il fisico di Jorge e mordendosi il labbro inferiore, afferro di nuovo il cuscino ma questa volta non glielo lancio la colpisco e basta << Martina!!! >> << Anche io ho un bel fisico! >> esclama mio cugino ed entrambe voltiamo per guardarlo mentre si sfila la maglietta. << Mmm…niente male…ma Jorge ti batte, giusto Tini? >> << Assolutamente Lodo! Insomma lo straccia letteralmente >> sento mio fratello schiarirsi la voce e guardarmi storto, Jorge invece mi sorride e Diego guarda Lodovica << Forse dovremo andare a fare il compito no Lodo? >> dico rivolta alla mia amica << Si! Vamonos! >> esclama lei mettendosi in piedi sul letto per poi scendere. Ci dirigiamo in camera mia e accendiamo il computer. << Vergognati, tu che sei così intelligente e tutto cedi di fronte a un bel fisico? >> dico sfottendo la mia migliore amica << Senti chi parla! Ci mancava poco che svenissi tra le sue braccia >> sgrano gli occhi e spalanco la bocca << Che cosa?! >> Lodo fa la mia imitazione e poi si mette a ridere prima di continuare << Andiamo io l’ho visto >> << Visto cosa? >> << Quello che c’era tra voi due. Lui ti mangia con gli occhi tu…tu non sei da meno >> << Tu ti fai dei film in testa! E poi senti chi parla! Se non fosse stato per me neanche ti saresti mossa dal divano >> << Heyyy stracciare tuo fratello e tuo cugino era sulla lista delle mie cose da fare! In realtà c’era anche stracciare Jorge ma i suoi pettorali mi hanno distratto >> << Si…è sexy vero? >> << Assolutamente! Confesso che lo odio un pochino di meno >> << Si? >> << Si! >> tutte due scoppiamo a ridere << Devo dire che ha un corpo che sembra scolpito >> continua lei << Si è vero. Insomma non avrei mai detto che pratica kick boxing perché non è pompato per niente! Lui ha il corpo alla “tartaruga giusta” >> << Tartaruga giusta? >> << Si >> ridiamo nuovamente e dopo un po’ di chiacchiere al femminile abbiamo fatto la ricerca per il compito di domani.
Quella sera continuai a girarmi e rigirarmi nel letto non riuscendo a trovare pace…di nuovo. “Continueremo la nostra conversazione stasera Tini” ho chiuso la porta a chiave come al solito e allora perché ho paura che possa aprirsi comunque? Mi alzo a sedere poggiando la schiena alla spalliera del letto, osservo la porta e continuo a stringermi nelle braccia. Posso continuare a vivere così? Si può continuare a vivere nel terrore? Credevo di averlo superato, credevo di aver superato tutto e invece no. Francisco avrebbe qualcosa da ridire se mi infilassi nel suo letto e mi addormentassi accanto a lui? No, non credo…anche se probabilmente mi prenderà in giro in eterno, potrei andare da Diego…sarebbe la stessa cosa. Okey non importa andrò da mio fratello e troverò un modo per ricattarlo nel caso voglia prendermi in giro. Mi alzo dal letto, mi avvicino alla porta e cerco di aprirla senza fare troppo rumore. In punta di piedi mi dirigo verso la stanza di mio fratello, una volta dentro mi intrufolo accanto a lui sotto le coperte; << Fran, posso restare qui a dormire con te? >> cerco di vede il suo volto nel buio ma non ci riesco molto bene << Per me puoi restare ma non sono Francisco >> riconosco la voce e lancio un urlo dandogli un ceffone in faccia. Lui mi copre la bocca con la mano facendomi affondare la testa sul cuscino, adesso è sopra di me << Shh!!! Se urli così farai svegliare tutti quanti! Fa silenzio, ok? >>. Annuisco e lui mi toglie la mano dalle labbra, ritorna a rilassarsi e stendersi al mio fianco << Che ci fai qui? >> scrollo le spalle troppo imbarazzata per guardarlo negli occhi << Pensavo fosse la stanza di Francisco >> confessi e sento le mie guance andare a fuoco. Fortuna che è buio << perché volevi dormire con Francisco? Hai paura di qualcosa? >> << Certo che no idiota! >> rispondo prontamente cercando di individuare i suoi occhi << Come non detto sweety…che caratterino che hai. Comunque puoi restare a dormire qui con me a patto che non urli e non mi dai più schiaffi in faccia >> << I-io preferisco tornare in camera mia Jorge ma…grazie dell’offerta >> faccio per alzarmi ma lui afferra il mio polso destro, mi avvicina a se e mi stringe al suo petto. So che non porta la maglietta perché la pelle del mio volto è a stretto contatto con quella del suo petto << Dai lascia stare, se fai altro rumore rischi di svegliare tutti. Chiudi gli occhi e dormi, domattina appena sveglio ti porto in camera tua e così nessuno saprà niente >>. Il suo mento è posato sul mio capo mentre sento il suo respiro regolare attraverso l’orecchio, di nuovo quella strana sensazione di calma e di protezione mi avvolge come le sue braccia. Non so cosa fare ma sono così stanca che prima di rendermene conto sono già caduta in un sonno profondo. Quella notte non feci nessun incubo, non dormivo così da quando stavo in Messico, è così strano. Il giorno seguente me sentii sollevare dal letto, era Jorge che mi stava portando nella mia stanza << Ecco qui sweety, tra poco dovrai svegliarti, sono le 6:50 >> sussurra ridacchiando al mio orecchio ma io lo ignoro. Una volta avermi posato sul mio letto e coperto con le lenzuola esce fuori dalla stanza. Passò una settima da quel giorno, ho provato a dormire con Francisco, con Diego ma niente…solo con Jorge riuscivo a dormire davvero, a stare calma e in pace senza essere paranoica. Mio fratello e mio cugino neanche si erano accorti quando mi sono avvicinata a loro. Ma di certo non potevo dormire con Jorge! No era assolutamente fuori discussione! Era una cosa insensata. Una nuova settimana scolastica era iniziata e con questo lunedì sarebbero finalmente iniziate anche le mie lezioni di boxing.
Appena entriamo a scuola quella gatta morta di Tiffany si getta al collo di Jorge rubandogli un bacio e non è certo la prima volta…<< Buongiorno amore mio! >> esclama sorridendogli, sarà una mia impressione ma questa ragazza diventa ogni giorno più insopportabile, sul serio non la reggo ma poi dico un po’ di dignità per te stessa ce l’hai? Baci un ragazzo che neanche ti vuole, di fatti Jorge poggia le mani sulle sue braccia liberandosi dalla sua stretta << Tiffany per favore, ti ho già spiegato che non devi baciarmi, non stiamo insieme! >> stupida idiota senza cervello! Mi avvicino al mio armadietto e cambio i libri con quelli che mi servono << Uuu cos’era quello? >> chiede la mia migliore amica appena arrivata, si è poggiata con la schiena vicino agli armadietti << Quello cosa? >> chiedo senza capire di cosa sta parlando << La tua mano? >> << La mia mano cosa? >> sbotto irritata sbattendo l’anta dell’armadietto << Wow…nervosetta eh? >> << Di cosa stai parlando? >> le chiedo iniziando ad incamminarmi verso l’aula di scienze seguita da lei << La tua mano prima si è chiusa in un pugno e poi si è riaperta e il tutto velocemente mentre assistevi al “tenero bacio amoroso” di Jorge e Tiffany >> guardo la mia amica interrogativamente continuando a camminare << Io non ho fatto proprio niente >> << Aha…certo sono stati i muscoli involontari >> << Le persone come Tiffany mi irritano >> << Le persone che baciano Jorge ti fanno invida…perché vorresti baciarlo anche tu >> sgrano gli occhi guardandola << Tu sei pazza?!!? MA CHE SCHIFO! >> << Oh andiamo! Hai anche detto che ha un bel fisico! >> << Si! Ma niente di più! >> << Quindi mi stai dicendo che provi attrazione fisica nei suoi confronti? >> << No! Lodovica Comello smettila di rigirare le cose a tuo piacimento >> << Ooo non chiedermi questo mi sto divertendo troppo >>. La guardo mettere il broncio e scoppio a ridere dandole una piccola spinta << Che scema che sei! >> << Anche io ti voglio bene >>. Come al solito ormai dopo la terza andare a fare una pausa al bar era obbligo per noi << Cos’è che ti fa irritare di più di Tiffany? >> chiede la mia amica << Il fatto che non ha dignità per se stessa! Insomma sei o non sei una donna? Ti giuro che mi fa vergognare di appartenere alla mia specie >> rispondo io riprendendo a sorseggiare il mio caffè << Si ti capisco, ma non vergognarti perché tu sei una donna! Lei è solo una gallina >> sorrido alle parole della mia amica << Ma dai povere galline non offenderle >> << Si hai ragione. Ma vogliamo parlare della sua amichetta? >> << Amichetta? Quella è soltanto una dei suoi tirapiedi >> << È vero! Mi fa irritare anche lei è così inutile… >> << Inutile e senza carattere >> aggiungo io, Lodo annuisce ed entrambe ridiamo quando sentiamo i passi di qualcuno che si avvicina a noi. << Uuu…parli del diavolo… >> << E spuntano le corna… >> concludo io la frase iniziata dalla mia amica << Ciao Tiffany, possiamo aiutarti in qualcosa? >> chiedo io ironica << Aiutarti viene dalla voce del verbo aiutare, so che è molto probabilmente è un verbo che non conosci dato che non lo usi praticamente mai >> me la rido sotto i baffi mentre Lodovica la prende in giro. << Tu sta zitta mora psicopatica e TU MOCCIOSA! >> << Si signora? >> rispondo sfottendola << Ti avevo già detto di stare lontana dal MIO ragazzo >> << Sai credo che dovresti informare anche Jorge del fatto che lui è il “TUO” ragazzo perché di solito funziona così, insomma in una relazione entrambi sanno di essere impegnati non uno si e l’altro no >> << Jorge lo sa! >>. Scoppio a ridere vedendo Jorge seduto a un tavolo insieme al suo gruppo e una bellissima ragazza seduta sulle sue gambe << A me non sembra ma…hey sono punti di vista! Andiamo Lodo? >> << Certo Tini! >> << Bye mono neurone >> diciamo all’unisono io e la mia amica mentre ci allontaniamo. Qualcosa mi colpisce dietro la testa e quando mi volto vedo una bottiglina di plastica a terra e mio fratello che sorride insieme ai suoi amichetti, tranne Cande che invece rotea gli occhi << Ma quanto sei infantile Francisco, insomma se vuoi fare una cosa falla bene no? >> mi avvicino a lui e gli verso metà del caffè rimanente in testa << Ecco, vedi fratellino? Così si fa >> Jorge, Diego e Cande ridono mentre gli altri mi guardano scioccati. << Martina Stoessel sei MORTA! >> mio fratello si alza di scatto e io decido che è meglio iniziare a correre, mio cugino si alza tranquillamente avvinandosi alla mia mica e poggiandogli un braccio intorno al collo << Allora piccola, stasera ti va di divertirti un po’? >> << Diego? >> << Si? >> << Io ho ancora metà del caffè nel mio bicchiere ed è ancora caldo ma a differenza di Tini io non miro alle parti alte ma a quelle basse quindi togli subito la mano se non vuoi che versi il mio caffè sui tuoi pantaloni >> << Okey…ma tanto lo so che mi vuoi >> << Aha…il giorno in cui avrò perso la ragione sarai il primo a saperlo >>. << Dai fratellino era solo uno scherzo >> protesto per cercare di calmarlo ma lui corre ancora come una furia, Jorge si alza in piedi e involontariamente mi scontro col suo petto ritrovandomi tra le sue braccia << Ciao sweety >> << Lasciami andareee >> piagnucolo dando un’occhiata alle mie spalle, Francisco si sta avvicinando, quando mi volto di nuovo verso Jorge vedo che sta guardando mio fratello e ha sollevato la mano destra come per fargli segno di fermarsi. << Dai Fran lasciala stare, potrai vendicarti a casa no? >> guardo torva Jorge per avergli dato l’idea mentre mio fratello sorride malignamente << Si, hai ragione >> povera me non so cosa mi aspetta. La campanella suona e io mi divincolo dalla stretta del braccio sinistro di Jorge << Traditore! >> esclamo facendogli la linguaccia, in risposta lui sorride e mi fa l’occhiolino, pff questa me la segno ù_ù
Sono le 15:55, Jorge mi ha detto di farmi trovare nella casetta in piscina per le 16:00 e io non so cosa mettermi. Sbuffo guardando le tute sul mio letto, intanto raccolgo i capelli in una coda di cavallo, decido di indossare i pantaloni fuxia della nike che arrivano fino al ginocchio e la canottiera grigia coordinata. Una volta finito di cambiarmi mi dirigo verso la casetta in piscina << Hey hey hey sono qui…Jorge? >> mi guardo intorno ma non vedo nessuno << Jorge? >> all’improvviso sento dell’acqua FREDDA dietro la schiena e lancio un urlo voltandomi di scatto << Oddio Jorge!!! Mi hai buttato l’acqua dietro la schiena! Ed era FREDDA >>  << Che ore sono Martina? >> mi tende un asciugamano guardandomi male e io la prendo per togliermi l’acqua da dietro la schiena << Che ore sono? >> ripeto la domanda senza caprine il senso << Si, rispondi >> guardo l’orologio che attaccato alla parete << Le 16:30 >> << E a che ora ti avevo detto di presentarti qui? >> << Alle 16:00 ma… >> << Niente ma! Voglio che tu sia puntuale, la prossima volta ti fai 40 minuti di corsa sulla pedana se ritardi, mi sono spiegato? >> << Ma… >> << 50 minuti. Vuoi continuare Martina? >>. Ma è incazzato o cosa? Non ho mai visto Jorge così…serio(?) o forse si…quella volta che litigammo. << Inizieremo con un po’ si stretching okey? >> << A che serve? >> << È necessario. Vieni. >> sbuffo e lo seguo << Stenditi a terra e fai quindici piegamenti >>  << Ma perché? >> << Non fare domande e obbedisci Martina >> scrollo le spalle guardandolo << Non le voglio fare >> << Perfetto allora esci fuori >> << Scusa? >> << Martina ti avevo detto che se non mi avresti ascoltato ti avrei mostrato l’uscita. O fai quello che dico io oppure quella è la porta >> dice indicandomela con l’indice destro. Sbuffo ancora e poi  mi stendo a terra cominciando a fare le flessioni, lui indossa dei guanti neri e poi si avvicina a un sacco iniziando a prenderlo a pugni. Uffa perché lui può andare dritto al sodo e io no? Appena finisco le flessioni mi alzo in piedi mentre lui si toglie i guanti << Allora, adesso possiamo iniziare a fare sul serio? >> chiedo avvicinandomi al sacco, mi metto in posizione per sferrare un un pugno e lo faccio << NO! >> Jorge afferra il mio polso destro prima che il pugno posso arrivare a colpire il sacco e io ho quasi un sussulto per lo spavento. << Cosa? >> chiedo spaventata << Questo sacco pesa 80kg rischi di spezzarti il polso. Inoltre non puoi colpire niente senza questi >> prende i suoi guanti da terra e me li mette in mano << Forza mettili >> faccio come mi ha detto e lo osservo mentre si avvicina ad una specie di ripostiglio, tira fuori un sacco rosso e se lo mette in spalla, con un gancio lo appende al soffitto abbastanza lontano da quello nero. << Vieni qui >> mi avvicino a Jorge mentre lui si toglie la canottiera bianca restando solo con i pantaloncini neri e larghi dell’adidas che arrivano fino al ginocchio. Mi immobilizzo guardandolo a pochi centimetri di distanza, dopo aver buttato la canotta a terra mi guarda << Beh? >> chiede inarcando il soppraciglia e io distolgo gli occhi dalla tartaruga e lo guardo in faccia << Co-cosa? >> << Ti ho detto vieni qui. Cammina >> mi avvicino di più e quando siamo a pochi centimetri di distanza lui posa le mani sulle mie spalle mettendomi dinnanzi a lui, io lo lascio fare come se fossi un burattino nelle sue mani. << Allarga le gambe >> con il suo piede destro fa separare i miei piedi lasciando una certa distanza tra loro << Ascoltami bene Martina >> è difficile non ascoltarti bene quando sussurri con voce roca al mio orecchio destro Jorge. << Una delle regole fondamentali è tenere i pugni stretti e alzati all’altezza del viso okey? >> chiede lui mentre con le mani poggiate sotto imiei gomiti mi solleva le braccia << O-okey >> e mi sento davvero stupida per aver usato un tono così tremante. << Colpisci >> faccio come mi ha detto e do un pugno al sacco con la mano destra << Più forte, ricorda ti ho detto che non devi abbassare nessuna delle due mani >> lui rimette le mie mani nella giusta posizione e io mi rendo conto di aver quasi abbassato del tutto il braccio sinistro mentre colpivo. Colpisco ancora, questa volta facendo attenzione a non abbassare l’altro braccio << Il busto…deve stare così >> sento la sua mano destra posarsi delicatamente sul mio ventre, mi attira verso di lui facendo aderire perfettamente il mio corpo con il suo. << Sta calma Martina, sei troppo nervosa >> mi accorgo che ha ragione, i battiti del mio cuore aumentano e mi sento accaldata nonostante abbiamo iniziato da poco, sto già ansimando.  << Quando colpisci non devi farlo con il dorso del pugno ma con la parte davanti >> afferra i miei polsi portatoli uno alla volta a colpire il sacco delicatamente prima il destro e poi il sinistro << Okey? >> << S-si >> << Vai >> sferro un pugno, poi il secondo. << Bene, continua così, adesso voglio che sposti leggermente il tuo peso da destra a sinistra con dei piccoli salti mentre colpisci il sacco. Ci riesci? >> posa le mani sui miei fianchi per farmi vedere il movimento che devo fare << Si >>. Faccio come mi ha detto e colpisco il sacco << Bene, concentrati, non devi dimenticare di tenere i pugni sempre all’altezza delle mani, ricroda la miglior difesa è l’attacco >> lo sento allontanarsi e girarmi intorno ma non posso distogliere lo sguardo dal sacco << Con più precisione Martina, focalizza un punto e colpisci sempre lì >> continuo a seguire le sue indicazione cercando di non sollevare lo sguardo dal sacco per guardarlo. << Okey ferma >> ho già caldo, non pensavo che potesse essere così stancante << Adesso voglio che sferri un calcio destro al sacco si? >> annuisco col capo << Al mio tre. Uno. Due. Tre! >> sollevo la gamba destra e sto per colpire il sacco ma Jorge mi afferra la caviglia facendomi ripoggiare il piede a terra. << Non colpire MAI il sacco con la caviglia. È un gravissimo errore e puoi farti male, il sacco come anche la persona che ti trovi davanti va colpita col piede mi sono spiegato? >> << Si >> << Okey, riprova calcio >> sollevo la gamba destra e colpisco il sacco << Adesso la sinistra. Calcio >> alzo il piede sinistro e colpisco il sacco un po’ più in basso << Con la parte sinistra del tuo corpo sei scoordinata. Ci dobbiamo lavorare di più. Per oggi è tutto riposati >> cerco di riprendere più fiato possibile mentre lo guardo << Di già? >> << Si, sei stanca ed è inutile continuare, non capiresti niente e non renderesti affatto >> guardo l’orologio, non mi ero neanche accorta che fosse già passata poco più di un’ora. << Ti prendo la bottiglina d’acqua >> annuisco mentre Jorge si avvicina a un mini bar che si trova non molto lontano dal ripostiglio, lo osservo camminare, spostando di poco lo sguardo mi accorgo di avere l’enorme sacco nero davanti a me. La tentazione è troppo forte, mi metto in posizione e sferro un calcio destro contro il sacco << AH!!! >> DANNAZIONE! Adesso so perché non bisogna colpire con la caviglia. << Martina!!! >> mi siedo immediatamente a terra e stringo la caviglia tra le mani, mi sono fatta male. Jorge corre verso di me con le due bottigline d’acqua e prende delicatamente la mia caviglia << Ahi! Fa male >> << Sta ferma! Fa vedere >>.Mi toglie la scarpa e il calzino e piega leggermente il piede << Ahi!!! No mi fa male! >> lui mi guarda negli occhi con aria di rimprovero, poi  prende la bottiglina d’acqua fredda e la poggia sulla parte davanti della caviglia. << Non ti sei fatta niente, tra un po’ ti passa ma quando ti dico di NON colpire il sacco il 80kg intendo dire che NON devi colpire il sacco di 80kg né con le mani né con i piedi okey? >> << S-si >> chino il capo mortificata non riuscendo a guardarlo negli occhi. << Tieni bevi >> toglie la bottiglina d’acqua dalla mia caviglia e inizia a massaggiarla fino al piede. È bravo, ci sa fare. Continua a massaggiare risalendo con le mani fino al polpaccio e poi riscende giù, soltanto adesso noto che ha un altro tatuaggio, una scritta piccola sotto pettorale sinistro “stay strong” << Sei fan di Demi Lovato? >> chiedo guardando la scritta per poi sollevare lo sguardo su di lui. << Si, ma la scritta non è dedicata a lei. È passato? >> << Emm…si ma se vuoi continuare con il massaggio io non farò obbiezioni >> lui sorride e scuote il capo mentre mi rimette il calzino e poi la scarpa. Si siede accanto a me e prende le mie mani per togliermi i guanti << Martina, dico sul serio non colpire mai più quel sacco okey? >> << Si okey >> << Mi hai fatto prendere un colpo >> di scatto sollevo lo sguardo guardandolo << Perché? >> gli chiedo sottovoce, quasi come un sussurro. Finito di togliere anche l’altro guanto alza lentamente la testa per guardarmi negli occhi e solo ora mi rendo conto di quanto siamo  vicini. << Perché cosa? >> sento il suo fiato caldo scontrarsi sulle mie labbra << Perché ti preoccupi così tanto per me? >> quando i nostri nasi si sfiorano capisco di essermi avvicinata ancora, i suoi occhi guardano le mie labbra.
 

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Capitolo 5
*** Notti insonne ***








~~<< Emm… >> chino il capo allontanando il mio volto dal suo << I-io non lo so, forse mi preoccupo perché sei la sorella di Francisco e in un certo senso sento come se fossi anche mia sorella… >> la sua risposta non mi convince ma annuisco comunque e con il suo aiuto mi rimetto in piedi.
Ancora una volta mi sveglio di soprassalto tutta sudata a causa dell’ennesimo incubo. Accendo il lume sul mio comodino sinistro, mi tocco il collo con la mano destra e lo faccio scendere fino al petto, sono tutta sudata; afferro la bottiglina d’acqua che è sul mio comodino e la apro sorseggiandone un po’, è calda ma ne ho bisogno perché ho la gola secca, succesivamente mi allungo per aprire l’ultimo casetto del comodino e prendo un’asciugamano per togliermi il sudore di dosso, dopo di che spengo il lumo e torno a stendermi sul fianco destro sotto le coperte. Guardo fisso davanati a me anche se in realtà non c’è niente da guardare dato che con questo buio non è possibile vedere nulla. Mi volto dall’altra parte continuando ad avere gli occhi aperti, non provo neanche a chiuderli. Sospiro, ho bisogno di dormire e se voglio farlo in modo sereno ho bisogno di lui. Come al solito sgaiattolo fuori dalla mia stanza per dirigermi in quella più vicina ovvero quella di Jorge, apro lentamente la porta della sua camera e mi intrufolo dentro per poi richiuderla. << Jorge? >> mi avvicino al letto e resto in piedi al lato destro, è tutto buio quindi decido di non muovermi di un centimetro << Jorge? Jorge…Jorge >> << Mmm… >> finalmente dà segni di vita << Ma cosa…Martina? >> << Si… >> << Tutto ok? È successo qualcosa? >> << Emm…no >> << Che ore sono? >> << Le due… >> << Le due?! E che ci fai qui? >> << Io…ecco…mi fai dormire nel tuo letto? >> << Nel mio letto? >> << Si, cioè non voglio dire che ti devi alzare è che ho fatto un incubo e allora…si insomma hai capito >> non ne sono sicua ma credo che si stia passando la mano sinistra sulla faccia << D’accordo vieni, basta che mi fai dormire >> << Si signore >> lui si sposta facendomi spazio e scopre le coperte in modo che possa sistemarmi, mi avvolge la cintura col braccio destro e avvicina il suo petto alla mia schiena come l’ultima volta e come l’ultima volta riesco a dormire senza incubi. Al mio risveglio mi ritrovo nella mia stanza, questa volta non mi sono neanche resa conto di quando Jorge mi ha preso in braccio per portarmi qui. Vado in bagno a farmi una doccia apprna finito indosso il mio accappatoio bianco che arriva poco sopra le ginocchie, arrivo davanti allo specchio e mi tolgo la moletta per sistemarmi i capelli d’un tratto la porta del bagno si apre e io mi volto di scatto << JORGE! >> << WOW! >> afferro la prima cosa che mi capita in mano, l’asciugamano e gliela getto in faccia << ESCI SUBITO DI QUI! MA SEI MATTO?! >> << Heyyy sei tu che non hai chiuso la porta a chiave quindi ora non prendertela con me >> << E tu non hai bussato!!! >> sbuffo e mi dirigo verso la porta, una volta entrata nella mia stanza indosso un paio di jeans stretti, chiari e un top bianco, come tutte le mattine dopo aver fatto colazione ci dirigemmo verso l’auto e una volta a scuola tutti gli occhi erano puntati su di noi, ormai neanche ci facevo più caso. << Buongiorno Lodo! >> << Giorno a te! Sei di buon’umore? >> << Diciamo che sono riuscita a fare sogni d’oro! >> << Ohw! Come mai? >> << Lunga storia un giorno forse te la racconto >> << Aha…sai che stavo pensando? >> << Cosa? >> << Dovremmo andare a fare shopping >> << Si! È una grande idea! Potremmo andarci domani >> << Per me va bene ma…tu hai la macchina? >> << Ehm…no e neanche la patente MA potrei chiedere a Jorge di prestarmi una delle sue auto in fondo so guidare >> << Davvero? E pensi che te la cederebbe? >> << Tu lascia che ci lavori su >> dico sorridendole e le faccio un occhiolino << Okey! Se lo dici tu >>. Come al solito dopo le tre estenuanti ore di lezione pretendevamo la nostra pausa caffè, uscimmo dall’aula a braccetto e ci dirigemmo verso il bar, successivamente ci dirigemmo verso gli armadietti << Martina! >> mi volto al suono della voce di fratello roteando gli occhi immaginando già cosa voglia << Che c’è Francisco? >> << Per quanto ancora volete continuare a fare le mine vaganti senza gruppo? >> << E chi ti ha detto che non facciamo già parte di un gruppo? >> << Non si crea un gruppo di due persone Martina >> << Echi ti ha detto che siamo due? >> interviene la mia amica << Perché vuoi farmi credere che non è così Lodo? >> questa volta intervengo io << Infatti non è così! Per ora…siamo in tre! >> Fran e Lodo mi guardano interrogativamente << Si insomma, io, Lodo e…quel ragazzo laggiù vedi? >> dico indicando con l’indice sinistro un ragazzo che si trova vicino agli armadietti << Oh…Giusto! >> dice Lodovica. Ci lanciamo uno sguardo e prima che mio fratello possa aprire bocca ci allontaniamo da lui avvicinandoci al ragazzo degli armadietti continuando a restare a braccetto << Ciao ragazzo! >> urliamo all’unisono, il ragazzo si volta di scatto guardandoci, è più alto di noi ha i capelli neri e corti molto corni, gli occhi marroni e ci guarda interrogativamente << Sai chi siamo? >> gli chiedo io << Voi siete le chiacchierone dell’aula di biologia >> io e Lodo lo guardiamo a bocca aperta e poi ci specchiamo l’una negli occhi dell’altra << Ci hanno già etichettato >> dice lei << Si…e come le chiacchierone della classe! >> << Già!!!...Beh ci rifaremo col compito >> << Si hai ragione >> conclusa la nostra piccola conversazione ritorniamo al ragazzi dinnanzi a noi << Come ti chiami? >> chiedo io << Nicolas >> << Nicolas! Benvenuto nel nostro gruppo! >> esclama Lodo entusiasta << Emm…grazie…credo >> il ragazzo ci guarda dubbiosamente mentre richiude il suo armadietto << Ora devo andare…ci si vede in giro ragazze ciao >> << Ciao! >> rispondiamo ancora una volta all’unisono io e la mia amica << Ooo siamo sincronizzate! >> dice lei << Siiippp!!! Vamos? >> << Vamos! >> passando davanti agli armadietti dei popolari vedo Jorge che parla con Diego e uno di quei ragazzi…Tod mi pare << Lodo? >> << Si? >> << Mi aspetti qui? Torno subito >> << Okey >>. Mi avvicino al gruppetto con un sorriso smagliante decisa a stare lì in mezzo nel minor tempo possibile << Heyyy ciao a tutti! Come va? Bene? Bene! Si anche a me grazie…Jorge possiamo parlare un attimo in privato? >> lui annuisce e così ci allontaniamo dal gruppo degli idioti << Ho bisogno di chiederti un favore >> dico mordendomi il labbro inferiore, lui incrocia le braccia e mi guarda con gli occhi a fessura << Sarebbe? >> << Ecco volevo chiederti se…potevi prestarmi una delle tue auto! >> << Scusa!? >> << Dai!!! Io e Lodo vogliamo andare a fare shopping ma nessuna delle due ha la macchina >> << Hai la patente? >> << Si >> << Bugiarda >> << E tu che ne sai?! Ok non ho la patente ma so guidare te lo assicuro! >> << No >> << Ma…perché no?! >> << Uno, ci tengo troppo alle mie macchine per darle in mano a una che non sa neanche guidare, due non ho intenzione di avervi sulla coscienza se vi succede qualcosa, potreste fare un’ingidene te ne rendi conto?! E tre non voglio litigare né con tuo fratello né con mio padre per essere stato così irresponsabile da dare una macchina in mano a una che non ha neanche la patente >> lo guardo male << IO SO GUIDARE! >> << Martina NO. Il caso è chiuso >>. Lo fulmino con lo sguardo mentre si allontana per tornare dai suoi stupidi amichetti senza cervello…come lui del resto, intanto io ritorno ad Lodo << Ha detto di no vero? >> chiede lei mentre andiamo in classe per la prossima lezione << No! Non ha detto di no ha detto solo…ok ha detto di no ma hey fammici lavorare e ti assicuro che dirà di si! >> affermo sicura di me << Che cosa vuoi fare? >> mentre mi porge questa domanda il volto della mia amica assume un’espressione tra l’esasperato e lo spaventato << Sta tranquilla non farò nulla di male!!! >> dico per tranquillizzarla << Sai non è così grave che non abbiamo la macchina, in fondo potremmo sempre arrivare a piedi alla fermata e aspettare l’autobus >> continua lei << Ma ci metteremo un’eternità! E poi al ritorno?! Staremo un’ora sotto la fermata ad aspettare. Non esiste! Prenderemo una delle auto di Jorge fidati di me! >> le dico incoraggiandola, lei rotea gli occhi << Non metterti nei guai >> << Scherzi?! In che guaio dovrei finire?! Pff >> ok forse mi metterò nei guai ma hey lui ha quattro auto non gli cosa niente prestarmene una…e poi so guidare!
Il pomeriggio ho lezione di kick boxing, la mia seconda lezione e questa volta riesco a fare in modo di arrivare in orario. << Vai sul tappeto e fai dieci minuti di camminata veloce per riscaldarti, intanto io finisco il mio allenamento >> << Ok… >> faccio quello che m dice e dal tappeto lo osservo, è di spalle davanti a me mentre continua a colpire il sacco con dei pugni ben mirati, come al solito senza maglietta. Lui è molto forte, mi chiedo cosa lo abbia spinto a praticare questo sport, in ogni caso è molto bravo. Gira intorno al sacco mentre lo prende a pugni adesso è di profilo, è così concentrato vorrei sapere cosa sta pensando in questo momento. I suoi capelli sono bagnati di sudore e gli cadono leggermente sulla fronte, più lo guardo più mi convinco che sia di una bellezza unica, ammiro come si passa la lingua sul labbro superiore mi lascia la gola secca. Non pesavo potesse esiste un’attrazione fisica così forte, insomma prima di conoscere lui ci sono stati dei ragazzi che carini che ho conosciuto ma lui…lui scatena qualcosa dentro me, qualcosa di nuovo. Ma insomma Tini smettila! Che cavolo di pensieri ti passano per la testa? Ci manca solamente che inizi a fare pensieri poco casti su un ragazzo che conosci da sole due settimane. E a questo punto mi rendo conto che è davvero così, io e lui ci conosciamo da sole due settimane, com’è possibile che in sole due settimane una persona diventi così importante per te? Una persona che a stento conosci eppure avere così tanta fiducia in lei, sentire che è in grado di proteggerti come nessuno prima ad ora lo è mai stato. Mi dispiace essere cosciente del fatto di sapere così poco di lui, vorrei conoscerlo meglio magari se mi prendessi la briga di parlargli ogni tanto invece che di respingere solo le scherzose avance potrei conoscerlo meglio. << Martina! >> sbatto una volta le palpebre al richiamo di Jorge che è poco distante de ma << Co-cosa? >> << Che stai aspettando? Si è fermato scendi >> << S-si non me ne ero accorta >> << Si ho visto, hai troppo la testa tra le nuvole cerca di essere più concentrata soprattutto nella kick non va bene okey? >> << Si okey cercherò di essere più concentrata >> mi guarda intensamente negli occhi per alcuni secondi << Okey vieni >>. Mi fa posizionare davanti al sacco e ripetere le stesse mosse dell’altra volta << Molto bene, adesso ascoltami. Quando ti trovi davanti un avversario più forte di te tipo…me queste mosse diventano quasi inutili >> << Che?! E allora cosa posso fare per difendermi? >> << Devi giocare tutto sull’agilità >> << Sull’agilità? >> << Si. Innanzitutto ricorda di sferrare il primo colpo sul lato del collo così >> chiude la sua mano destra in un pugno e l’avvicina al lato sinistro del mio collo come per colpirlo << Capito? >> << Si >> << Fa vedere, dove colpisci? >> << Qui >> faccio lo stesso anche io avvicinando il pugno al lato sinistro del suo collo senza colpirlo effettivamente. << Bene, questo ti servirà a stordire per un attimo il nemico. Approfittane e non lasciargli il tempo di riprendersi, piccoli colpi ma forti e nei punti giusti >> << Okey e quali sono i punti giusti? >> << Beh senza ombra di dubbio quello più efficace lo conosci >> << Cioè? >> lui inarca un sopracciglio guardandomi mentre io rifletto << Oh! Si!!! >> << Già come prima cosa puoi colpire lì ti assicuro che è molto efficace ma devi farlo in modo preciso, è più consigliabile che tu lo faccia tirando un calcio invece che con una ginocchiata, il calcio ha più potenza quindi infiggi un danno maggiore >> << Okey >> << A quel punto il tuo nemico si piegherà in due per il dolore, mira al naso con un pugno bello forte >> << Queste sono regole della kick? >> << Queste sono regole per difenderti >> << Okey agilità! >> << Si e come il corpo anche la vista deve essere veloce in modo da capire se l’avversario sta per attaccare o meno. Ricorda sempre di tenere i pugni alti all’altezza del viso >>. Finita la lezione prendemmo le asciugamani per toglierci un po’ di sudore di dosso e le bottigline d’acqua per bere. << Vuoi farla prima tu la doccia? >> gli chiedo guardandolo, entrambi siamo seduti a terra con la schiena alla parete << Va tu, io la faccio nel bagno che c’è qui >> << Che?! Qui in palestra c’è un bagno?! >> gli chiedo guardandomi intorno per cercare di trovarlo << Si, è nella camera da letto >> << Camera da letto?! >> chiedo ancora più scioccata e lui mi indica una porta accanto alle pedane << Oh…non l’avevo mai notata. Jorge? >> << Si? >> << Ritornando alla questione dell’auto… >> << Oh no sweety la discussione è finita. Il mio NO era categorico >> mi sorride soddisfatto facendomi irritare e poi entra in quella stanza. Grr che nervi! Ma non ti preoccupare Jorge in fondo questa era la TUA ultima opportunità.
Anche quella sera fui perseguitata dallo stesso incubo, dannazione! Quando ero in Messico riuscivo a salvarmi qualche sera di tanto in tanto, riuscivo a dormire senza sogni senza incubi e così mi andava bene…sospiro posso andare per la terza volta da Jorge? No. Sono al buio, nel mio letto con la schiena poggiata alla spalliera, il capo chino e mi guardo i pollici, sento bussare alla mia porta e di scatto alzo il capo. Deglutisco e poi cerco di schiarirmi la voce << Chi-chi è? >> << Jorge, posso entrare? >> tiro un sospiro di sollievo al suono della sua voce. Mi alzo e mi avvicino alla porta per aprirla << Entra… >> è buio ma riesco a vedere la sua sagoma << Che ci fai qui? >> gli chiedo inclinando la testa dalla parte destra << Sospettavo che non riuscissi a dormire. Ma perché hai chiuso la porta a chiave? >> << Io…è un’abitudine >> << è una brutta abitudine se scoppia un incendio mentre stai dormendo è difficile venire a svegliarti << Tranquillo, ho il sonno leggero >> << No, ti ho portato io in braccio fino a qui e ti assicuro che non hai il sono leggero >> << Okey vuoi restare sull’uscio della porta oppure entrare? >> << In realtà ero venuto a proporti di venire a dormire in camera mia >> a quelle parole lo guardo torva per alcuni secondi << Perché? >> << Perché continui a sognare qualcosa che non ti lascia dormire quando sei sola >> << Si ma è un problema mio, tu che c’entri? >> << A quanto pare non riesco a dormire se so che tu non riesci a farlo >> sorrido << Davvero? >> << Si ed è snervante! Soprattutto perché voglio dormire, andiamo a letto? >> << Beh…visto che non riesci a dormire senza di me >> dico uscendo dalla stanza e chiudendomi la porta alle spalle << Sei tu che non riesci a dormire senza me! >> ribatte mentre camminiamo verso la sua stanza << Oh ma sentitelo! Chi mi è venuto a cercare? >> << Io…però ieri tu! >> << Ieri era ieri e oggi e oggi >> << Si ma hai dato tu inizio a questa cosa >> << Okey ho capito me ne torno in camera mia >> dico quando siamo arrivati sull’uscio della sua stanza, mi volto ma lui mi afferra il polso facendomi tornare a voltarmi verso di lui, la luna che entra dalla finestra della sua stanza illumina i suoi bellissimi occhi verdi e mi permette di vedere chiaramente il suo volto << No dai…entra >> sospiro << Va bene, ma se dici un’altra parola sulla storia di ieri me ne vado >> << Ci sto! >>. Una volta entrati chiude la porta della sua stanza, aspetto che lui si metta a letto e poi mi fa segno di stendermi accanto a lui. Lo faccio, mi stendo al suo fianco ma questa volta con la schiena piantata sul materasso e chiudo gli occhi << Sweety? >> apro gli occhi e lo vedo disteso accanto a me sul fianco sinistro, ha la testa poggiata sulla mano che è sorretta dal gomito << Stavo pensando… >> << Sicuro? Perché per pensare bisogna a vere un cervello e ho i miei dubbi che tu ne possieda uno >> lo interrompo sorridendogli << Ah ah molto spiritosa. Comunque…quello che fai tutte le notti è sempre lo stesso incubo? >> torno seria mentre lo fisso negli occhi << Perché questa domanda? >> << Sto solo cercando di capire… >> << Capire cosa? >> << Voglio capire cos’è che ti perseguita, perché vivi nella paura >> << Io non vivo nella paura >> << Si invece…voglio dire non riesci a dormire camera da sola, mi hai chiesto di insegnati a boxare, chiudi la porta a chiave quando sei a letto…e non quando sei in bagno a proposito di questo sei una vera idiota >> << Hey!!! Tu dovevi bussare! >> << La gente normale si chiude dentro a chiave IN BAGNO >> << E se poi scoppia un incendio e io sto sotto la doccia eh? Col rumore dell’acqua e la cabina chiusa è probabile che non senta niente! >> << Mm…touché >> << Esatto! >> esclamo vittoriosa e facendo il simbolo della V con la mano destra. << Un giorno mi dirai cos’è che ti spaventa tanto? >> << Perché ci tieni così tanto a saperlo? >> << So che probabilmente non mi crederai ma…non lo so >> << Non sai perché vuoi saperlo? >> chiedo inarcando un sopracciglio << No…io…non me lo so spiegare okey? Però ci tengo molto a saperlo >> << Beh…chissà forse un giorno te lo dirò >> << Un giorno? Vuol dire che non lo farai adesso? >> << No, adesso ho tanto sonno! Buona notte >> gli do le spalle sentendomi sul fianco sinistro e chiudo gli occhi << Buona notte… >> lo sento schioccarmi un bacio sulla guancia e apro immediatamente gli occhi. Lo guardo con la coda degli occhi, sta dormendo, porto i polpastrelli della mano destra sulla guancia un sorriso ebete si fa largo sul mio viso, chiudo immediatamente gli occhi e decido di dormire…finalmente.
Il giorno seguente mi ritrovo a guardarmi intorno per cercare la mia amica << Stai cercando Lodovica? >> mi chiede Cande che è al mio fianco…e in questo momento mi rendo conto di essere troppo vicina al gruppo dei mono neuroni ma finché c’è Cande è ok << Si, non è che per caso tu l’hai vista? >> << No mi dispiace… >>. Sbuffo continuando a cercarla con lo sguardo fino a quando qualcuno non mi tocca la spalla << Hey hey hey >> e subito riconosco la voce della mia migliore amica << Heyyy!!! >> esclamo abbracciandola << Andiamo via! Potrebbero provare a succhiarci il cervello dato che loro non ce l’hanno >> dice ironica la mia amica << Ma per capire come rubarcelo dovrebbero pensare e non ne sono in grado >> rispondo io << Mmm..si hai ragione >> << Lodovica Comello. Possiamo parlare un attimo? >> chiede mio cugino rivolto alla mi amica << Con me? Tu vuoi parlare con me? >> << Si >> trattengo una risata per l’espressione esterrefatta che ha assunto Lodovica << Diego, sai che parlare implica tenere una conversazione? E per tenere una conversazione bisogna usare il cervello e tu…si insomma io so che hai dei problemi al riguardo >> << Lodovica, Lodovica adesso basta! Smettila okey? È tutto apposto non c’è bisogno di fingere. Oggi sarò buono quindi ti darò la tua occasione >> non so se ridere di più per faccia assassina di Jessica nei confronti della mia amica oppure per la faccia quasi isterica di quest’ultima…in effetti anche mio cugino mi sta scatenando un forte attacco di risata per quello che dice, per non parlare di COME lo dice…è così sicuro di sé. << Domani avrai l’opportunità  di venire a fare un giro con me su una fantastica R8 >> << SCUSA?! Quale R8?! >> interviene Jorge guardando mio cugino, Diego gli risponde continuando a guardare Lodovica negli occhi << La tua >> << Si nei tuoi sogni! >> gli risponde Jorge << Non credevo che lo avrei mai detto ma si, Jorge ha ragione. Tu che esci con succederà solo nei tuoi sogni Dieguito…non offenderti ma a differenza delle ragazze che ti porti a letto io ho un cervello. Sono sicura che un giorno te ne farai una ragione. Ciao Dieguito! >> Lodovica gli da un colpetto con l’indice sul naso e poi si allontana << Io le piaccio! >> continua mio cugino << Certo continua a crederci >> dice mio fratello prendendolo in giro << Magari se continui a ripetertelo un giorno diventerà realtà >> continua Jorge e io continuo a ridere << Ma…Martina dì qualcosa in mia difesa! >> esclama Diego guardandomi e tutti gli occhi sono puntati su di me. << Sognare non costa niente >> dico scollando le spalle e Jorge, Francisco e Cande riprendono a ridere mentre io mi allontano per seguire Lodo. << Hey Lodo ho una grande notizia! >> << Davvero? Quale? >> << Abbiamo una macchina?! >> << Siiii >> esclamo sorridendo e in modo abbastanza insicura mentre sposto le mie pupille sugli armadietti << Cos’era quel “Siiii” acuto? >> la mia amica è troppo sveglia << Diciamo che Jorge mi presterà la sua auto incoscientemente >> << Incoscientemente?! >> << Sip! Ti piace l’idea? >> << Non molto a dire il vero >> << Ma, Lodo pensaci. Non ti piacerebbe fargli un piccolo scherzetto? >> << Mmm… >> << So che muori dalla voglia >> << Okey va bene, ma se scopre qualcosa darò tutta la colpa a te e dirò di non sapere niente >> dice alzando le mani << Non scoprirà niente! >> << In ogni caso io ti avviso >> << D’accordo! Donna di poca fede, se scopre qualcosa tutta la colpa andrà alla sottoscritta >> << Perfetto. Ci divertiremo un mondo al centro commerciale!!! >> << Oh si puoi giurarci! >> la presi sotto braccio e insieme entrammo nell’aula della prima ora.
Quel pomeriggio invitai Lodo a mangiare a casa nostra e verso le quattro era arrivata l’ora x! Jorge stava giocando con la play station insieme a Diego e Fran quindi era un momento perfetto. Io e Lodovica sgattaiolammo fuori dalla mia stanza per arrivare al garage. << Tini ma conosci la combinazione per aprire il garage? Perché senza non andiamo da nessuna parte >> << Certo che la conosco! Ho Visto Jorge digitarla parecchie volte è…1…7…3…0…9…4 >> come non detto…non si apre << A quanto pare non è questa >> afferma la mia amica guardandomi con le braccia incrociate >> << Grazie Lodo! Lo vedo anche io che non è questa! >> << Beh e allora?! >> << Dammi tempo! >> avvicino l’orecchio al si sistema di sicurezza << Che stai facendo?! >> << Shh l’ho visto fare in un film mi servirà per capire il codice >> << Martina!!! Quel sistema si usa per le casseforti! >> << Oh…si hai ragione tu >> sbuffo mentre guardo l’aggeggio con i numeri << Riflettiamo un attimo, è una data? >> mi chiede Lodo << Io…non lo so credo di si >> la vedo avvicinarsi all’impianto di sicurezza << Okey allora il 17 ci sta, ma 30 no perché i mesi sono 12 >> << Quindi… >> << Quindi probabilmente è 03 che sta per marzo e 94 e…voilà! >> dice mentre il garage si apre e io la guardo a bocca aperta << Lodo sei un genio! >> << Lo so! Per questo dovrei guidare io >> << Scordatelo! Se guidi tu non puoi accusare me >> rispondo prontamente e lei rotea gli occhi appena entriamo ci troviamo davanti tre bolidi da corsa due auto (escludendo quella che già conosco alla perfezione) e una moto << OH-MIO-DIO >> esclamiamo all’unisono tutte due << Un R8, una Ferrari four e una BMW HP4 >> << Già! Sono bellissime, insomma guarda posso specchiarmici dentro >> Lodovica si avvicina alla Ferrari ammirando il suo riflesso sulla parte anteriore << Adesso la domanda è…Ferrari o R8? >> chiedo guardando la mia amica << Oh e se ne prendessimo una a testa? >> << Non esagerare Lodo. Facciamo così siccome mi sembra di aver capito che Jorge è più legato all’R8 prendiamo la Ferrari si? >> << Per me va benissimo! >> << Grande! >> mi avvicino al quadro dove sono appese le chiavi ma quando allungo la mano destra per afferrare quelle della Ferrari qualcun altro le prende prima << HEYYY MA COME TI… >> e quando mi volto mi rendo conto che è Jorge. Mi sorride facendo girare le chiavi dell’auto intorno al suo indice destro e io gli sorrido innocentemente << Posso esserti utile in qualcosa Martina? >> << I-io… >> << Si continua ti ascolto >> << Perché Jorge, Tini non ti ha chiesto il permesso di usare la tua auto? >> chiede Lodovica come se stesse cadendo dalle nuvole e io lo fulmino con lo sguardo << Si me l’ha chiesto e io gli ho detto di no, ma sono sicuro che tutto questo tu già lo sai vero Lodovica? >> e finalmente distoglie lo sguardo da me per guardare lei << Emm…i-io >> << Già, non sprecare fiato, anzi fa una cosa, lasciaci soli ed entra in macchina >> dice aprendo la Ferrari << Oh…si certo Jorge come vuoi! >> oh-oh perché dobbiamo restare soli?! Appena Lodovica entra in macchina io apro bocca prima che lo faccia lui << Posso spiegare! >> << Non ce ne bisogno, ho già capito tutto >> << Non è come sembra >> << Fidati è esattamente come sembra ma sono disposto a chiudere un occhio >> << Davvero? >> << Si, ma a una condizione >> << Sapevo che c’era la fregatura. Cosa vuoi Blanco? >> << Nessuna fregatura, io vi accompagno al centro commerciale e poi vi vengo a prendere e in cambia tu…farai una cosa che voglio io >> << Cosa? >> << Vedrai… >> << Mi chiederai di venire a letto con te? >> << No! Per quello sarai tu a supplicarmi >> dice ironico << Aha, si certo contaci >> << In ogni caso decidi o questo oppure vi dovreste muovere, perché se perdete l’autobus ce ne vorrà di tempo prima che passi quello successivo >> eccolo lì, il sorriso trionfante sul suo volto, non c’è cosa più irritante al mondo. Il punto è adesso che faccio? Gli dico di si a mio rischio e pericolo o devo andare a prendere l’autobus?
 







Yeaaaa eccolo quiii il nuovo capitolo :3
Purtroppo in questi due giorni ho avuto problemi di connessione e quindi non ho potuto postare altrimenti lo avrei fatto prima. Stupida infostrada -.-''
Comunqueeee sono commossa per l'amore che avete dimostrato nei confronti di "Jortin: L'amore non ha età" :'D e vi dico che le probabilità che ci sia una seconda serie non sono da scartare (il mio cervello è tipo work in progress) ma adesso voglio concentrarmi su questa perché il mio cervello ha già elaborato tutta la storia e spero tanto che vi piacerà. Fino ad ora siamo stati molto concentrati sul carattere di Tini e sui suoi pensieri, ma nel prossimo capitolo scopriremo anche qualcosina su Jorge e sottolineo la parola "qualcosina" la storia verrà sempre raccontata dal punto di vista di Tini quindi la mente di Jorge resterà un mistero per lei e per voi ancora per  un bel pezzo. Vorrei ricordarvi che Jorge è molto amico di Francisco quindi non esultate per la battutta che ha fatto alla fine, lo ha detto ironicamente ma sa benissimo che non succederà mai anche perché lui non lo permetterebbe, insomma da quello che ha detto per lui Tini è una sorella (...) (?) (...)
Se...va beh lol. Grazie mille a tutte voi che state seguendo la storia, spero davvero che riuscirete ad amare anche questa un saluto a tutte voi che la seguite in particolare a Lia che mi sembra di aver capito che già le piace molto la storia e questo mi rende felice ^-^
Baci a tutte e al prossimo capitolo <3

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Capitolo 6
*** Un pacco dal passato ***








~~Il punto è adesso che faccio? Gli dico di si a mio rischio e pericolo o devo andare a prendere l’autobus? Sbuffo prima di afferrare la sua mano << Okey ci sto >> << Perfetto! >> ci dirigemmo verso l’auto e quando aprii la portiera al lato del conducente vidi Lodo seduta << Passa dietro >> << Okeyyy >> rispose lei e stava per arrampicarsi fino ai sedili posteriori << Who who who!! Che stai facendo!? >> chiese Jorge scioccato ancora prima di entrare nell’auto << Sto passado dietro >> dice Lodo cercando di capire cosa aveva fatto di male << Esci, apri la portiera di dietro e entri >> risponde lui, mi viene da ridere mentre Lodovica rotea gli occhi ed esce dall’auto per passare sui sedili posteriori << Non ti preoccupare tesorino, queste due pazze non ti faranno niente >> di Jorge accarezzando il cruscotto della macchina << Parli con la macchina?! >> chiedo scioccata << Certo! E attenta a quello che dici! Lei ha dei sentimenti >> << Lei?! >> chiedo sul punto di a ridere << Beh Tini, adesso sappiamo perché Jorge non si impegnerà mai seriamente con nessuna ragazza. È innamorato delle sue auto >> scoppio a ridere alle parole di Lodo mentre Jorge mette in moto e continua a parlare con la sua auto. Una volta arrivate fuori al centro commerciale io e Lodo scendiamo dall’auto, Jorge ci dice di avvisarlo quando vogliamo che venga a prenderci così ci scambiamo i numeri di telefono e poi ognuno per la sua strada. << È stato carino da parte di Jorge accompagnarci nonostante stavamo per rubare la sua macchina >> dice la mia amica << Mmm…si certo >> lo dici perché non sai che mi ha costretta a fare un patto con lui…<< Andiamo da 47 street? >>  mi chiede indicando il negozio << Certo! Amo quella roba >>. Io e Lodo ci dietimo alla pazza gioia, facemmo il giro di quasi tutto il centro commerciale e ci prendemmo una pausa al bar degustandoci due granite, lei a menta e io al latte di mandorla. << Sai che stavo pensando? >> chiede lei, << Cosa? >> << Jorge si comporta in modo diverso con te >> << Cosa vuoi dire? >> chiedo non capendo la sua osservazione << Con te è molto…carino, iperprotettivo insomma non lo avevo mai visto comportarsi così con nessuna ragazza prima. Per farla breve non ti vede come un oggetto >> scrollo le spalle succhiando dalla cannuccia quel che rimane della mia bevanda << Probabilmente è perché sono la sorella di Francisco e lui è il suo migliore amico >> << Mmm…si probabile. Che ore sono? >> prendo il mio cellulare per controllare l’ora << Le 18:10 >> << Di già?! Cavolo avevo detto a mio padre che sarei rientrata per le 18:00 >> << Non ti preoccupare con la ferrari di Jorge tornerai a casa in un batter d’occhio >> << Lo spero >> presi il cellulare chiamai Jorge, dalle voci in sottofondo di Fran e Diego intuì che stavano giocando alla play. Io Lodo facemmo un giro nei negozi nella quale non eravamo ancora state fino a quando Jorge non arrivò e mi fece uno squillo sul cellulare. << Ma quante buste avete?! >> chiede quest’ultimo guardandoci << Ci siamo datte allo shopping sfrenato >> rispondo io facendogli l’occhilino << Aha…le buste dietro al cofano grazie >> << Perché? Hai paura che ti rovinano i sedili in pelle? >> dico prendendolo in giro << Si! >> roteo gli occhi e appena apre il cofano infiliamo le buste al suo interno << Vi va un gelato? >> ci chiede una volta entrate in macchina << Mi piacerebbe ma io devo volare dritta a casa >> << Io invece lo voglio il gelato >> rispondo avendo già l’acquolina in bocca al pensiero  << Okey allora accompagnamo Lodo a casa e poi andiamo al bar. Lodo qual è l’indirizzo? >>. Così riportammo Lodovica a casa e poi andammo in un bar che presumo lui conosco abbastanza bene. È un posto carino abbastanza grande con dei tavoli rettangolari e le poltroncine << Che gusti vuoi? >> mi chiede lui guardandomi << Nocciola e Kinder bueno >> << Cono o coppa? >> << Coppa >> << Okey, due coppe per favore, una nocciola e Kinder bueno e l’altra nutella e Kinder cereali >> << Subito signore, volete anche la cascata di cioccolata sopra? >> chiede cordialmente il cameriere dietro al bancone << Si io si grazie, tu? >> annuisco col capo e Jorge, in poco tempo il cameriere ci servì le due coppe di vetro e noi prendemmo posto a un tavolino. << Mi fai assaggiare il tuo? >> chiedo fissando il suo gelato << Si, se tu mi fai assaggiare il tuo >> << Ci sto! >> prendo una cucchiaiata di gelato e lui fa lo stesso avvicinandolo alle mie labbra. Metto il cucchiaio in bocca e lui fa lo stesso col mio << Buono! >> affermo leccandomi i baffi << Anche il tuo >> << Facciamo cambio? Mangiamo 50 e 50 di tutte due  >> << Ci sto! >> mi passa la sua coppa e io gli passo la mia. << Allora…quando mi dirai cosa mi aspetta per essermi fatta accompagnare al centro commerciale? >> chiedo prendendo una cucchiaiata di gelato << Posso dirtelo anche ora se vuoi >> a quelle parole distolgo l’attenzione dal gelato e lo guardo negli occhi << Mi andrà il gelato di traverso? >> << Non credo… >> << Mmm…allora okey dimmi >> << La richiesta è semplice, voglio che tu dormi con me tutte le notti >> lo guardo torva << Tutto qui? Sul serio? >> << Certo che si! Per chi mi hai preso >> scrollo le spalle, mi ero preparata a peggio e invece è una richiesta non male << Okey >> rispondo tranquillamente in fondo non posso negare che una parte di me è felice ma riesco a non darlo a vedere mangiando il gelato, addio notti insonne. << Cambio? >> mi chiede lui e io alzo il capo per guardare la sua coppa di gelato << Si! >> rispondo e ci scambiamo nuovamente le coppe di gelato. << Jorge? >> << Si? >> << Stavo pensando…da quanto tempo pratichi kick boxing? E quando hai iniziato? >> << Mmm…la pratico da quando avevo otto anni mi pare. Il motivo per cui mi sono avvicinato a questa disciplina è perché l’ho sempre vista come una forma di difesa utile per difendere le persone che amo inoltre ero un appassionato di Dragon ball e qualsiasi film o telefilm sui ninja tipo i tre ragazzi ninja lo hai mai visto? >> << Si certo, Francisco amava quella saga >> << Si anche io >>. Restiamo in silenzio per qualche secondo fino a quando << Cambio! >> dico io e ci scambiamo nuovamente le coppe di gelato << E tu? >> << Io cosa? >> chiedo imboccandomi il cucchiaino << Perché ti sei avvicinata alla kick boxing? >> scrollo le spalle fissando il gelato davanti a me << Mi piace…tutto qui >> << Okey fingiamo che questo sia l’unico motivo e la scuola? >> << È l’unico motivo! La scuola cosa? >> << Sei così fissata solo per i tuoi genitori? >> << Sip, loro si sono conosciuti lì e si sono innamorati…spero che mi possa succedere la stessa cosa >> << Ti vuoi innamorare del principe azzurro? >> << Sip! E tu? Aspetti che arrivi la tua principessa a metterti il guinzaglio e in attesa ti diverti con le damigelle? >> << Nessuna riuscirà mai a mettermi il guinzaglio Martina, io non mi innamoro io mi diverto. Lo hai capito anche tu appena mi hai conosciuto no? Io sono un playboy >> e lo dice con così tanta sicurezza che capisco che lui non ha davvero intenzione di innamorarsi << Non sei tu a decidere se innamorarti o meno >> dico facendo una smorfia lui sorride << Posso tenere lontano l’amore. Basta non frequentare seriamente nessuna ragazza >> << Perché questa decisione Jorge? >> << Non c’è un perché sweety sono fatto così. Mi diverto e basta >> sto per aprire nuovamente bocca quando la suoneria del suo cellulare attira l’attenzione di entrambi << Pronto?...Si Fran, tranquillo. Sono con le ragazze a prendere un gelato…si…certo che gusto?...d’accordo allora lo prendo e dopo aver portato Lodovica a casa ve lo porto…si, ciao >> attacca e poi ripone il cellulare nella tasca dei jeans << Perché gli hai detto che c’era anche Lodo? >> << Conosci tuo fratello, si sarebbe arrabbiato se avesse saputo che eravamo io e te da soli in un bar >> << Mm…si hai ragione avrebbe dato i numeri >> << Mi ha detto di portargli una vaschetta di gelato, andiamo? >> << Si andiamo, prendi un altro po’ di gelato Kinder cereali? >> << Sip >> << Perché continui a ripetere “sip” invece di “si”? >> << Perché è divertente e poi dicevo così anche quando ero piccola >> << Sip? >> << Sip! >>.
Una volta a casa ci dirigemmo verso il salotto dove si trovavano Fran e Diego, ci sedemmo a cerchio e mettemmo la vaschetta di gelato al centro per poi iniziare a mangiarla con i cucchiaini << Mmm…amo il gelato! E amo questi gusti >> dice mio cugino prendendo la terza cucchiaiata di gelato << Ragazzi andate a lavarvi le mani e venite a la cena e quasi…ma cosa… >> la madre di Jorge si interrompe appena ci vede degustare la vaschetta di gelato << Credo che questa sia la nostra cena mamma >> dice Jorge, Anahi rotea gli occhi e incrocia le braccia << D’accordo ma se vi viene mal di pancia io non voglio sapere niente. Non ne avete lasciato un po’ a Ferni? >> chiede e lo fa perché proprio in quel momento Fernando è entrato nel salone, i suoi occhi mi stanno scrutando e io chino il capo non volendo incrociarli << Emm…no ce ne siamo dimenticati >> dice mio fratello << Non preoccuparti Anahi, comunque non lo volevo >> la voce di Fernando è praticamente inquietante per me << Okey allora andiamo a mangiare caro, Jorge dopo pulisci tutto e non lasciare niente in giro >> << Si mamma >> la porta si chiude e io continuo a restare ferma col cucchiaio vuoto in bocca fino a quando non sento qualcosa di freddo sulla punta del naso << Ma cosa…JORGE!!! >> tutti e tre scoppiano a ridere siccome Jorge mi ha sporcato il naso di gelato << Non è divertente!!! >> sclamo irritata dato che non la smettono di ridere. Prendo una cucchiaiata abbondante e gliela spalmo su tutta la faccia mettendo finalmente fine alle sue risate e facendo aumentare quelle di Fran e Diego. << Questo vuol dire guerra sweety! >> prende un’altra cucchiaiata e mi sporca la guancia destra e quando riesco a spostarmi colpisce anche Francisco che smette di ridere << No cioè siete ridicoli servirebbe una foto! >> esclama mio cugino con le lacrime agli occhi dalle risate << Ah ma sentitelo, secondo me è più divertente così! >> Francisco prende una manciata di gelato con la mano destra e spalma sulla faccia di Diego, e Jorge scoppiamo a ridere per la sua espressione, per vendicarsi Diego fa lo stesso, Fran sta per rispondere ma Jorge lo ferma << Ricordatevi che è la nostra cena…e poi è uno spreco di gelato! >> << Si…hai ragione >> dice Fran << Pienamente d’accordo! >> Diego prende un fazzoletto per pulirsi il viso, Jorge anche lo prende e ne passa uno anche a me << Ho il viso gelato per colpa tua! >> affermo mentre mi pulisco << Oooh poverina! >> mi prende pure in giro, gli faccio la linguaccia e poi riprendo a mangiare il gelato. Quella sera attesi nel mio letto che arrivasse l’una e poi andai nella stanza di Jorge << Hey >> disse lui << Hey…fammi spazio >> dissi mentre salivo sul letto. Lui si sposto’ e mi fece spazio per farmi mettere sotto le coperte << Comoda? >> chiese una volta che mi ero sistemata << Certo >> si stese dietro di me e come al solito mi circondò la vita addormentandosi.
Il giorno seguente a scuola il professore di biologia mi mandò nello stanzino a prendere un scatolo che conteneva non so cosa per la lezione. Sono sullo scaletto a cercare uno scatolone pieno di polvere, il problema è che qui ci sono parecchi scatoloni pieni di polvere << bhu! >> esclama qualcuno entrando nello sgabuzzino e facendo muovere la scala, io urlo e mi afferro forte a questa prima di vedere di chi si tratta << Jorge!!! Ma sei scemo?! >> << Scusa è stato più forte di me, che stai facendo? >> << Sto cercando lo scatolone di biologia per il professor Fortly. Eccolo qui! Aiutami >> dico prendendo lo scatolone e passandoglielo, purtroppo  mi sporgo troppo dallo scaletto e rischio di cadere con la faccia per terra, ma Jorge lascia immediatamente cadere lo scattolone per afferrarmi al volo cingendomi la vita e sollevandomi come se fossi una piuma. << Stai bene? >> mi chiede facendomi poggiare i piedi a terra con delicatezza << I-io…si. Grazie >> << Prego >>. Restiamo fermi in quella posizione per un po’ le sue braccia forti e possenti intorno alla mia vita, le mie mani delicate e tremanti inizialmente per lo spavento posate sui suoi muscolosi bicipiti e i nostri corpi poggiati l’uno all’altro << O-ora devo tornare in classe >> balbetto cercando di rompere il contatto visivo e allontanarmi da lui << Certo >> quando le sue braccia mollano la presa mi sento quasi cadere a terra ma cerco di non darlo a vedere e mi chino per raccogliere lo scatolone << Ci vediamo dopo >> continuo a balbettare mentre esco di lì << Si, a dopo >> mi sorride e saluta con un gesto della mano mentre io mi allontano. Ma che figura! Non potevo fare più attenzione? Sento di essere rossa in viso dannazione!
La lezione trascorre tranquilla, appena finita io e Lodo andiamo in giardino a prendere un po’ d’aria fresca << Sediamoci sotto quell’albero!!! >> dice lei e inizia correre << Ma…Lodovica aspetta!!! >> cerco di andarle dietro ma quando arrivo vicino la fontana urto qualcuno e tutti i miei libri cadono a terra. << Accidenti!!! >> mi chino per raccoglierli e noto che anche la persona o meglio il ragazzo che ho urtato si è chinato. << Lascia faccio io >> dico prendendogli il libro da mano << Ma no ci mancherebbe, ecco >> un ragazzo alto, con gli occhi azzurri e biondi quasi come il mio shatush, mi sorride porgendomi uno dei miei quaderni << Grazie >> rispondo ricambiando il sorriso e prendendo il quaderno, è molto carino << Figurati…Martina >> dice leggendo il mio nome sulla copertina del libro, mi fa l’occhiolino e poi si allontana. Lo osservo, lui cammina all’indietro e mi guarda fino a metà strada, scuoto il capo ridendo e poi mi avvicino a Lodovica << Chi era? >> mi chiede mentre mi siedo di fronte a lei << Non lo so, non lo conosco >> << Era carino >> mi dice sorridendo e io annuisco << Puoi ben dirlo…aspetta un attimo! >> d’un tratto ho come un flashback; mio padre mi racconta dell suo incontro con la mamma, lei stava camminando vicino la fontana del liceo e lui la urtò facendole cadere i libri da mano così si chinò per aiutarla. << Oh mio Dio! >> esclamo scioccata << Cosa? >> chiede la mia amica in attesa di una risposta << Quel ragazzo…io…lui…ci siamo incontrati nello stesso modo in cui mia madre ha conosciuto mio padre! >> << Davvero? >> << Si!!! Potrebbe essere un segnale! Capisci?! >> << Tu credi in queste cose Tini? >> << Si, no beh…un po’ >> << Va bene! Ho capito, riprenditi su su >> dice dandomi dei colpetti sulla spalla.
Succesivamente siamo di nuovo vicino agli armadietti a sistemare le nostre cose << Ciao ragazze >> io e Lodovica ci voltiamo al suono della voce di un ragazzo…è lo stesso di ieri << Hey ciao mm…Nicolas giusto? >> dice Lodo e lui sorride annuendo << Volevo proporvi di far entrare nel gruppo anche un mio amico se vi va >> io e Lodo ci guardammo un pochino confuse e poi capimmo << Oooh…si certo! Il nostro gruppo si allarga! >> dico io guardando Lodo << Si certo, un giorno conquisteremo il mondo >> risponde Lodo facendo un gesto con la mano sinistra che mi fa ridere << Lui è un mio amico ed è in classe di biologia con noi, Damien >> e riconosco subito il bellissimo ragazzo che si trovava vicino la fontana << Di nuovo tu… >> dice guardandomi e sfoggiando un sorriso a trentadue denti, sorriso che ovviamente ricambio, lui mi prende la mano destra con delicatezza e me la bacia << Ciao… >> sussurro arrossendo leggermente e quindi chinando il capo. << Piacere di conoscerti io sono Lodovica! >> esclama la mia amica affernadogli la mano e facendo in modo che lasci la mia, lui gliela stringe << Piacere mio Lodovica, io sono Damien >>. Tutte quattro insieme ci dirigemmo verso la caffetteria e poi dritti verso la prossima ora di lezione…beh io e Lodo loro due ne avevano un’altra.
Finalmente siamo arrivate a fine giornata << Si okey papà…va bene tranquillo non fa niente…ciao >> la mia amica stacca il telefono e lo ripone nella borsa << Tutto okey? >> le chiedo vedendola sbuffare << Dovrò tornare a casa a piedi! Mio padre deve dilungarsi oin un ufficio e quindi non farà neanche la pausa >> << Vuoi che chieda a Jorge di darti un passaggio? >> << Pensi che accetterebbe? >> << Si certo! Guarda è lì…vieni! >> la prendo sotto braccio e ci avviciniamo alla porta d’uscita dove ci sono tutti i popolari << Hey Jorge >> << Si sweety? >> << Il padre di Lodo non può venire a prenderla ti dispiace se gli diamo uno strappo? >> << No, non ci sono problemi >> << Fantastico! >> << Grazie mille Jorge >> dice la mia amica e lui le fa l’occhiolino per poi afferrare delicatamente la mano di Tiffany per togliersela di dosso << Fran, Diego andiamo? >> chiede guardando mio e fratello e mio cugino che annuiscono. Tiffany mi sta uccidendo con lo sguardo, si lo so tesoro l’invidia è una brutta bestia << Candelaria lo sa che ti diverti così tanto a parlare con altre ragazze? >> chiedo a Fran per stuzzicarlo << Certo! Cande non è gelosa >> << Oh ma allora non avrai nulla in contrario se gli racconto di come mostravi i tuoi bicipiti a quella ragazza giusto? >> dico continuando a provocarlo << Fatti i fatti tuoi Martina! >> dice dandomi una spinta e io rido << Ma Cande mi sta simpatica e poi è mia amica sono fatti miei >> << Martina Stoessel! >> << Cosa? >> << Dì un’altra parola e ti spezzo le gambe >> << Che paura guarda sto tremando >> gli faccio la linguaccia e poi corro avanti vicino a Jorge per essere sicura che mio fratello  non possa farmi niente, Jorge mi guarda con la coda dell’occhio << Paura eh? >> << Nop! Io non ho paura tanto meno di mio fratello >> << E perché ti sei avvicinata così tanto a me? >> << Perché…voglio essere la prima ad entrare in macchina! >> all’improvviso sento le mani di Francisco posarsi sui miei fianchi tirandomi indietro e io lancio urlo per poi afferrare l’avambraccio destro di Jorge che ride attirandomi a se << Dai Fran lasciala stare >> dice avvolgendomi la vita con il braccio sinistro e allontando mio fratello con una leggera spinta << Tanto prima o poi me la paghi sorellina >> gli faccio la linguaccia e continuo a tenermi stretta il braccio sinistro di Jorge per sicurezza. Una volta entrati in macchina Fran allunga la mano dai sedili posteriori per accedere lo stereo, dallo stereo parte una canzone Blurred lines di Robin Thicke che io non sopporto, così premo il testo per cambiare canzone e metto What makes you beautiful dei One Direction ma mio fratello decide di rompere e torna a quella di prima << Heyyy!!! >> esclamo rimettendo la canzone che volevo << Martina! >> dice prima di tornare a quell’assurda canzone, così iniziamo a discutere premendo i stati dello stereo e cambiando canzone in continuazione fino a quando Jorge non mette le mani facendo partire Heart Attack di Demi Lovato << E il prossimo che tocca lo stereo se la vede con me >> dice quest’ultimo fulminando con lo sguardo prima Francisco e poi me. Entrambi deglutiamo e decidiamo di stare fermi dopotutto questa canzone mi sta bene, piace anche a me ha un significato a differenza di quella che voleva mio fratello che fa solo schifo pff. << Lodovica? >> << Che c’è Diego? >> risponde la mia amica esasperata << Sai che questi shorts ti stanno molto bene? >> e non posso fare a meno di voltarmi per assistere alla scena << Mmm…che carino e a quante ragazze lo hai detto oggi? >> << Tu sei la prima…oggi >> << Sentito Tini? Io sono la prima OGGI >> sorrido e annuisco alle parole della mia amica << Sai stavo pensando che potrei portati a fare un giro sulla mia moto se tu volessi >> << Quale moto?! >> chiediamo all’unisono io Jorge e Francisco << La BMW HP4 >> << Quella è la MIA moto >> dice Jorge con gli occhi puntati sulla strada << Quello è solo un dettaglio >> risponde mio cugino e io rido << Hey mi porti a fare un giro sulla tua moto? >> chiedo a Jorge mentre Diego e Lodo continuano a discutere << Scordatelo! >> e a rispondere è quel rompiscatole di mio fratello, roteo gli occhi per poi guardarlo << Ma la smetti di intrometterti sempre?! >> << No non la smetto! >> e in un attimo la macchina fu inondata dalle nostre grida e discussioni fino a quando Jorge non frena bruscamente << SIAMO ARRIVATI! >> annunciò con voce alta in modo da far tacere le nostre grida << Perfetto…ci vediamo domani Tini, grazie del passaggio Jorge >> << Figurati Lodo >> Lodo si allunga per darmi un bacio sulla guancia e con mia sorpresa lo da anche a Jorge << Francisco, Diego >> dice salutando anche loro due con un bacio sulla guancia cosa che non aveva mai fatto. << Ti senti bene Lodo? >> Le chiedo mentre sta scendendo dalla macchina e lei ride << Si certo, ci sentiamo dopo >> dice mostrandomi il suo cellulare << A dopo! >> le rispondo mentre si dirige verso la porta di casa sua. Jorge riparte e per qualche minuto il silenzio ritorna a regnare nell’auto, fisso le mani di Jorge sul volante, con gli occhi percorro le sue braccia fino ad arrivare al suo corpo, il suo collo e poi il suo volto. È molto concentrato mentre guida, non distoglie gli occhi dalla strada e sembra calmo e sicuro di sé…beh in effetti lui è calmo e sicuro di sé 24 ore su 24 quindi non capisco di cosa mi meraviglio ma okey, con la coda dell’occhio getto uno sguardo a mio fratello che sta messaggiando col suo cellulare così mi mordo il labbio inferiore prima di riaprire bocca << Allora…tornando alla questione della moto… >> << Martina Stoessel! >> mi richiama mio fratello << Cosa?! Fatti i fatti tuoi sei estenuante! >> << Jorge, sul serio non mi presti la moto? >> chiede Diego parlando sopra me e mio fratello << Poi vediamo Diego ma perché devo guidare con questo casino in macchina?! >> dice lui esasperato mentre noi tre continuiamo a parlare. Appena arrivati a casa sono le 17:12 più o meno << Sono distrutta! >> dico liberando della tracolla iniziando a trascinarla verso la mia stanza << A chi lo dici! >> afferma Jorge << Ragazzi ci facciamo una partita alla play tutti e tre? >> chiede Fran, Diego e Jorge annuiscono << L’ultimo che arriva al divano paga pegno! >> dice Jorge iniziando a correre verso il salone dopo aver gettato la cartella a terra << Hey ma… >> << Jorge!!! Così non vale!! >> dice Diego continuando la frase di mio fratello per poi iniziare a corrergli dietro. Guardo le loro cartelle a terra e scuoto il capo, non si degnano neanche di portarle nelle loro stanze << Tesoro, ciao bentornata >> volto il capo verso Anahi che è appena uscita dalla cucina per salutarmi << Ciao Anahi >> mi si avvicina e mi da un bacio sulla guancia << Cassandra è andata in una spa tornerà la settimana prossima quindi per qualsiasi cosa vieni da me >> mi dice mentre raccoglie le borse di quei tre fannulloni << Oh grazie, se fossi in te gliele farei portare a loro le borse >> dico indicandole con l’indice << Direbbero “dopo” e domani le troveremo di nuovo qui a terra >> scrollo le spalle << Si in fondo hai ragione >> mi volto per entrare nella mia stanza quando Anahi mi chiama nuovamente << Si? >> chiedo voltandomi << Questa mattina è arrivato un pacco per te >> << Un pacco? Di che si tratta? >> << Non lo so tesoro, l’ho messo in camera tua sul tuo letto >> << Emm...okey grazie Anahi >> << Di nulla >>. La donna mi sorride mentre si dirige verso le stanze dei ragazzi. Entro nella mia camera e getto la cartella a terra vicino la scrivania, sul mio letto c’è uno di quegli scatoloni di imballaggio di dimensioni rettangolari abbastanza grande con uno spessore di più o meno 8-9 centimetri. C’è un grande foglio bianco adesivo attaccato sopra c’è scritto “Per: Martina Stoessel” ma non c’è alcun mittente. Scrollo le spalle e mi avvicino scatola per sollevarla, è pesante, la scuoto un po’ per cercare di capire cosa c’è dentro ma qualsiasi cosa ci sia non fa molto rumore. La ripongo sul letto esattamente come l’ho trovata e cerco di togliere accuratamente il nastro adesivo che mi impedisce di aprirla. Sollevo di poco la parte superiore dello scatolo, quanto basta per riuscire avere cosa c’è dentro; sgrano gli occhi e deglutisco a quella visione. Ricordi per niente piacevoli che riguardano quell’affare infernale tornano alla mia mente, no non ce la faccio i miei nervi non riescono a restare saldi di fronte al ricordo di un periodo così sofferente della mia vita. Il cuore mi si blocca in petto e come se avessi perso il contatto con le mie mani, queste iniziano a tremare << No… >> sussurro come se questa semplice parola possa mettere fine ai flashback che appaiono nella mia testa, << No…NO! NOOOO!!! >> e non riesco a controllare la mia voce, la reazione successiva è quella di afferrare la scatola con il contenuto e sbatterla violentemente contro il suolo, continuo a prenderla a calci portandomi le mani alla testa senza neanche rendermi conto di stare urlando. << Martina!!! >> ignoro la voce di Jorge che ha appena spalancato la porta della mia stanza seguito da mio fratello e mio cugino e provo a calpestare con il piede destro la scatola per poter distruggere quello che c’è dentro << Martina che stai facendo?!?! CALMATI!!! >> Jorge mi si è avvicinato alzando il timbro di voce ma io continuo ad ignorarlo << MARTINA!!! >> continua a ripetere ma non interessa << Martina smettila! >> interviene mio fratello avanzando di due passi ma non ascolto neanche lui. << Adesso basta! >> Jorge mi avvolge la vita con le braccia da dietro e mi solleva di peso mentre io continuo ad urlare e a dimenarmi come una pazza per farmi lasciare << METTIMI GIU’! METTIMI GIU’!! >> << STA CALMA MARTINA! >> mi mette con le spalle alla parete e afferra il mio volto tra le sue mani per farmi distogliere lo sguardo dalla scatola e costringermi a guardarlo negli occhi << ADESSO CALMATI! >>. Il Mio respiro è agitato e sento di avere le guance bagnate dalle lacrime che neanche mi ero resa conto di versare. Fisso intensamente i suoi occhi verdi << Calmati… >> mi ripete e questa volta me lo sussurra quasi…funziona mi calmo ma appena mi lascia il volto porto entrambe le mani davanti a questo per coprirlo e scivolo contro la parete fino a sedermi a terra con le ginocchia al petto, chino il capo per nascondere ancora di più la mia faccia e singhiozzando cerco di fermare il pianto. << Martina… >> la voce di Jorge è vicina e so che si è chinato, con una mano mi sta accarezzando i capelli in attesa che smetta di piangere e dica qualcosa. Trascorrono alcuni secondi prima che riesca a cacciare le ultime lacrime dai miei occhi e trovi il coraggio di sollevare di poco il capo. Incrocio gli occhi di Jorge mi guardano con preoccupazione mentre continua a tenere la mano sinistra sul mio capo e la destra sul mio ginocchio chiusa in un pugno, sollevo un altro po’ lo sguardo e noto che dietro di lui ci sono Francisco e Diego entrambi hanno lo stesso sguardo di Jorge << Martina…ci vuoi dire che ti è preso? >> chiede nuovamente quest’ultimo e io non so cosa dire.








Ta daaammm....e ora cosa nasconde quel pacco? 😟😟😟 qualcuno ha una vaga idea del suo contenuto? Mangiamoci le unghie! 😟😟😟 ah no...un attimo...io sono cosa c'è nello scatolo...okey tutto apposto falso allarme 😪 beh tutto apposto si fa per dire. Cosa avrà mai scatenato questa reazione in Martina? Cos'è che può averla scossa fino a questo punto? Nessuno lo sa tranne lei ed evidentemente la persona che mandato il pacco. Poiii ma quanto è dolce Jorge che la porta pure a mangiare il gelato eh? *W*
In questo capitolo siamo venute a conoscenza del primo incontro dei genitori di Tini e parlando di questo abbiamo conosciuto anche Damien che dite vi sta simpatico? 😬😬😬 mamma mia a me no! Comunqueee Lodo si addolcita un po' eh? Oppure vuole solo attenere qualcosa...chissà. Comunque fatto sta che la domanda che ora frullerà nelle vostre testoline è..."cosa contine quel pacco?" ehm....è una lungaaa storia che un giorno forse Tini vi racconterà anche nella scena finale Jorge ha dimostrato di essere un'amroe non trovate anche voi? Sono adorabili! Comunqueee vi ringrazio davvero tanto per le 21 recensioni *W* ne sono super entusiasta non so  come ringraziarvi.
Mi auguro che anche questo capitolo vi sia piaciuto e di essere riuscita ad intrigarvi almeno un pochino. Baci a tutte e mille grazie per leggere e soprattutto avere la pazienza di recensire la storia grazie a tutteee ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘

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Capitolo 7
*** Un vero amico ***








~~~<< Martina? Parlaci… >> questa volta interviene mio fratello, lo guardo ancora per qualche secondo ma poi decido di chinare nuovamente il capo non sapendo cosa dire, le lacrime anche se silenziose questa volta ritornano a scorrere sulle mie guance << Okey ho capito, fate sparire quel coso >> riesco a distinguere la voce di Jorge e lo sento mentre poggia il braccio destro dietro le mie ginocchia e la mano sinistra all’altezza della schiena prima di sollevarmi << Lascia, me ne occupo io è MIA sorrella >> << Francisco non essere idiota, non è il momento di discutere di questo. Liberatevi di quel coso io la porto in camera mia >> e gli sono grata per non aver dato ascolto a mio fratello, sollevo di poco il capo, quanto basta perché il mio naso sfiori il suo collo in modo che possa respirare il suo profumo. Si siede sul suo letto senza mai lasciarmi e mi mette seduta sul suo grembo come si tiene un bambino piccolo quando lo si culla per farlo addormentare. Io resto immobile poggiata al suo busto mentre lui mi toglie le scarpe, successivamente torna a stringermi e mi dà un bacio sulla fronte << Ti vuoi stendere? >> faccio un cenno quasi impercettibile col capo ma credo che lui lo avverta perché fa in modo di stendermi sul fianco sinistro con la faccia rivolta verso la scrivania e lui dietro di me a cingermi la vita. << Mi vuoi dire cosa c’era in quella scatola? >> nego scuotendo di poco la testa e lui smette di farmi pressioni. Io fisso un punto vuoto della parete dinnanzi a me, sento la sua mano destra passare delicatamente per i miei capelli << Suppongo che tu adesso non voglia neanche fare lezione di kick >> e ha ragione, sbatto le palpebre un paio di volte senza rispondergli ma so che mi ha capito. Avverto le sue labbra calde posarsi sulla pelle della mia spalla destra e chiudo gli occhi mentre una strana sensazione di pace e calma inonda il mio corpo, facendomi sentire uno strano formicolio nel punto in cui le sue labbra si sono posate. L’ennesima dimostrazione di quanto Jorge sia importante per me, così tanto da farmi dimenticare i problemi, mi volto verso di lui e gli cingo il collo affondando la faccia nell’incavo di questo. Continuo a non capire come una persona che conosco così poco e da così poco tempo possa avere tutto questo potere su di me. Il suo braccio destro ricambia il mio abbraccio, sento la sua mano sulla parte alta del mio dorso e il resto dell’avambraccio stringere sempre conto questo in modo da tenermi forte a sé. Chiudo gli occhi decisa a smettere di pensare e torturarmi con i ricordi.
Il mio incubo di tutte le sere ritorna a perseguitarmi << No… >> e odio non riuscire ad aprire gli occhi e svegliarmi << No! >> << Martina! >> << NO!!! >> << Martina svegliati! >> sento una voce familiare in lontananza mentre vengo scossa per essere svegliata << NOOO!!! >> mi alzo di scatto col busto dal materasso riuscendo finalmente ad aprire gli occhi. La prima cosa che vedono i miei occhi sono quelli di mio cugino Diego che mi guarda preoccupato seduto sulla sedia vicino alla scrivania. Mi volto lentamente verso destra e vedo mio fratello che mi riserva lo stesso sguardo << Sorellina…stai bene? >> << Tu…mi hai chiamato tu? >> << Si… >> << Ed eri tu che mi stavi abbracciando? >> << Si >> i miei occhi vagano per la stanza in cerca dell’unica persona che non c’è << Dov’è Jorge? >> chiedo guardando la porta e ho quasi paura di sapere la risposta << Io credo che sia in cucina se…se ha finito di allenarsi ma perché? >> mi risponde mio fratello e io gli rivolgo uno sguardo rapido prima di alzarmi dal letto e scattare in cucina e so di aver lasciato Fran e Diego in uno stato di confusione ma adesso non ho tempo. Entro in cucina e vedo Jorge seduto dietro al bancone con un bicchiere di succo tra le mani e il dorso nudo come al solito quando si allena. << Hey…ti sei svegliata… >> dice guardandomi e poi si alza in piedi per rimettere la bottiglia di succo nel frigo, indossa i suoi pantaloncini lunghi fino alle ginocchia e tiene la maglietta appesa all’elastico di questi mentre io continuo a guardarlo e ho timore di sentire la risposta alla mia domanda << Che c’è? Perché mi guardi così? >> chiede una volta aver chiuso il frigo. << Dov’è? >> << Dov’è cosa? >> << Sai benissimo di cosa parlo Jorge, dov’è? >> si passa la lingua sul labbro inferiore spostando lo sguardo da me per una frazione di secondi << Lontano da te >> << Lotano quanto? Lo hai rotto? >> << Credo che lo abbia già fatto tu anche se non l’ho proprio toccato >> << Voglio vederlo, dov’è? >> << Vederlo?! E per cosa? Per farti venire un’altra crisi? Scordatelo! >> << Jorge! Ho bisogno di vederlo >> << Non puoi! È andato! Sparito! Scomparso! Volatilizzato okey? >>. Ispiro forte col naso e poi deglutisco, forse è meglio così. << Va bene…allora passiamo alla seguente domanda >> << Dovresti essere tu a subire un interrogatorio >> ignoro le sue parole e vado avanti << Perché te ne sei andato e mi hai lasciato da sola in camera tua? >> << Non ti ho lasciato da sola, eri con Francisco e Diego >> << Rispondi! >> << Ho pensato…che magari non ti sfoghi con me perché ancora non ti fidi abbastanza oppure perché mi ritieni un estraneo e quindi giustamente non vuoi raccontarmi i fatti tuoi. Così ti ho lasciato con tuo fratello e tuo cugino i modo che gli raccontassi cosa cavolo ti è preso! >>. Nego col capo << No? >> chiede lui  a bassa voce << No >> ripeto io con lo stesso tono << E se chiamo Lodovica? A lei lo dici? >> nego ancora col capo mentre sento ancora una volta i miei occhi riempirsi di lacrime, vedo Jorge passarsi la mano  destra sulla faccia << Ma che cosa devo fare? >> mi chiede esasperato con le braccia aperte, io non dico niente, chino il capo e cammino verso di lui a passo svelto per poi abbracciarlo passando le mie gracili braccia sotto le sue poggiando le mani dietro le sue spalle e nascondendo ancora una volta il volto nell’incavo del suo collo. Lui non reaziona subito ma dopo un po’ si e ricambia l’abbraccio avvolgendomi la parte superiore del busto, credo che fosse rimasto sorpreso dal gesto. << Martina >> sento la voce di mio fratello provenire dal corridoio dopo alcuni secondi così ci separiamo anche se lentamente prima che Francisco entri in cucina << Che c’è? >> chiedo una volta che è entrato con Diego << Dimmelo tu…ti sei alzata di scatto, mi devo preoccupare? >> << No >> rispondo scrollando le spalle << No? >> << No >> ripeto << Okey… >> << Io…vado a farmi una doccia, con permesso >> dice Jorge levando il disturbo e mio fratello e mio cugino mi chiedono per l’ennesima volta se sto bene e se voglio parlarne. Vado nella stanza di Jorge e mi stendo sul suo letto, non voglio dormire, non adesso. << Hey che fai? >> apro gli occhi e mi ritrovo Jorge che entra nella sua stanza con una t-shirt nera e dei jeans scuri e mi alzo a sedere << Niente >> dico scrollando le spalle << Andiamo a mangiare? È tutto pronto? >> mi chiede posando un asciugamano sulla sedia vicino la scrivania. << Non ho fame…va tu >> << Come sarebbe a dire “non ho fame”? >> << Non mi va di mangiare >> << Okey…torno subito >> mi lascio cadere nuovamente sul letto ad acqua di Jorge e fisso il suo comodino. Non ricordo di aver prestato molta attenzione a questa stanza anche perché non l’ho vista quasi mai alla luce del sole. La porta della stanza si apre di nuovo e mi sollevo sui gomiti per vedere di chi si tratta; è Jorge che sta entrando con un piatto di insalata e uno di frutta << Ma cosa… >> dico mentre si siede sul letto accanto a me << Se Maometto non va dalla montagna allora la montagna va da Maometto. Non ti ho portato niente di pesante, così non puoi discutere >> gli sorrido debolmente mentre lui poggia i piatti sul letto << C’è anche la carne se vuoi…e le patatine fritte >> << Vada per le patine >> dico prendendo un chicco d’uva << Agli ordini >> risponde lui per poi tornare con due piatti di patatine. Una volta finito di mangiare qualcuno bussa alla porta << Avanti! >> dice Jorge e ad aprire la porta è Francisco seguito da Diego. << Allora…hai mangiato? >> mi chiede Fran una volta dentro, io roteo gli occhi << Si, non ti preoccupare. Comunque io non ho più 2 anni eh >> << Per me si >> risponde lui guardandomi << Cugina, ti posso chiedere un favore? >> << Mmm? Dipende, quale Diego? >> chiedo guardandolo torva << Mi dai il numero di Lodovica? >> scoppio a ridere << Neanche morta. Scusa ma ho deciso di continuare a vivere >> << Ma Tini tu non capisci! >> mi dice sedendosi di fronte a me sul letto e Fran prende posto sulla sedia vicino la scrivania << Quella ragazza è pazza di me. Fa di tutto per attirare la mia attenzione e siccome mi sta simpatica io voglio solo esaudire il suo desiderio di uscire con me e di passare una notte indimeticabile >> << Certooo Dieguito contaci, dopo quello che mi hai detto te lo do sicuramente il numero di Lodovica >> << Sul serio? >> << No! >> dico prendendo il cucino e colpendolo in faccia facendo così ridere Jorge e Fran, mio cugino cerca di attaccare ma colpisce Jorge che lo fulmina con lo sguardo. << Scusa, scusa mi dispiace! >> esclama Diego alzando le mani in segno di resa ma Jorge afferra il cuscino e lo colpisce, Francisco ride e io gli lancio un cuscino in faccia in modo da farlo entrare nella rissa e in men che non si dica inziò una vera e propria battaglia coi cuscini. Dopo un po’ ognuno di noi entra nella propria stanza auguarandoci la buona notte ma quando la sveglia segna 00.00 precisa mi alzo e mi intrufolo nella stanza di Jorge che ha lasciato la porta aperta ma io la chiudo. Appena mi stendo percepisco il braccio destro di Jorge stringermi a sé ma questa volta mi abbraccia da sopra al petto quasi al collo. Io non chiudo gli occhi, non voglio provare a dormire stasera, ho troppa paura delle conseguenze, così resto ferma congli occhi aperti fissando un punto nero davanti a me. << Non riesci a dormire? >> chiede Jorge ma io non mi muovo dalla mia posizione << Non voglio… >> lo sento muoversi dietro di me, mi poggia un dito sotto al mento spingendomi a voltarmi verso di lui. Nonostante sia buio grazie alla luce della luna posso vedere benissimo i suoi occhi che brillano. Lui poggiato con il gomito sul cuscino e regge la guancia sinistra col palmo della mano << Perché? >> mi chiede e io sospiro prima di dargli una risposta << Perché non voglio fare brutti sogni >> confesso leggermente imbarazzata << Non puoi vivere nella paura >> << Non ho molte alternative >> dico sorridendo << Si invece. Fidati di me, qualsiasi cosa accada che sia nei tuoi incubi o nella vita reale io sono sempre qui a difenderti ogni volta che tu ne avrai bisogno >> lo guardo profonamente negli occhi e so che è sincero << è una promessa? >> << Se ti fa sentire più sicura si è una promessa >> mi si avvicina e io lo guardo mentre le sue labbra si posano sulla mia fronte e allora socchiudo per un attimo gli occhi. Quando li riapro mi volto col resto del corpo verso di lui stringendomi il più possibili al suo petto, lui mi abbraccia e in questo istante decido di chiudere gli occhi e lasciarmi trasportare dal sonno.
Il giorno seguente andammo all’università come tutte le mattine << Tini sicura che vada tutto bene? >> mi chiede per l’ennesima volta Lodovica quando usciamo dall’aula di storia << Si ti ho detto di si sta tranquilla! >> rispondo esasperata il cellulare nella tasca dei miei pantaloncini di jeans chiari vibra così lo tiro fuori. Quando leggo il mittente arrugo la fronte chiedendomi cosa mai può avermi scritto << Chi è? >> chiede la mia amica << Jorge >> rispondo aprendo il messaggio << Che vuole? >> << Dice di andare fuori scuola…adesso >> dico sollevando gli occhi dallo schermo << Perché? >> << Non lo so Lodo! >> << E ci andrai? >> << Certo! Ci vediamo dopo >> << Mhm…okey ciao >>. Dopo aver dato un bacio sulla guancia a Lodo corro verso l’uscita curiosa di sapere il motivo dell’SMS di Jorge. Appena esco vedo Jorge seduto in sella alla sua BMW HP4 e l’unica cosa che posso dire è << WOW! >> gli giro intorno per guardarla meglio è una moto bellissima, più di quanto immaginassi << Vuoi fare un giro? >> lui mi tende il casco << Adesso? >> chiedo inarcando un sopracciglio << Si! Oggi marineremo le lezioni per fare un giro in sella al mio bel cavallo e credimi ne varrà la pena >> mi mordo il labbro inferiore continuando a guardare quel casco nero, l’idea è parecchio allettante << E la macchina? >> << Ho dato le chiavi a Diego gli ho detto che dovevo spassarmela con una ragazza. Allora ragazza vuoi spassartela oppure no? >> sorrido e senza pensarci più afferro il casco dalle sue mani e me lo metto in testa, intanto lui indossa un altro casco identico a quello che io. Monto in sella dietro di lui << Reggiti forte >> dice quando gli cingo la vita e lo faccio, stringo forte le braccia intorno a lui mentre mette in moto. Non ero mai salita su una moto prima d’ora è una cosa elettrizzante, sembra che niente e nessuno possa ostacolarti, l’ebbrezza del vento che ti sfiora la pelle, la sensazione di stare volando quando provo a chiudere gli occhi. È tutto così magico, perfetto, potrei restare in sella a questa moto anche in eterno così. L’adrenalina sale e sono sempre più contenta di essere qui, adesso. << Ti Stai divertendo? >> mi chiede lui guardandomi nello specchieto e io apro di scatto gli occhi << Sip! >> grido sorridendo in modo che possa ascoltarmi e poi ritorno a godermi quel viaggio. Ancora qualche chilometro e la moto si ferma, quasi ci rimango male, Jorge è il primo a scendere e poi mette il cavalletto alla moto prima di aiutare me. << Dove siamo? >> domando afferrando la sua mano per posare i piedi a terra e successivamente togliermi il casco. Sento i miei piedi sprofondare e quando guardo giù vedo la sabbia, volto il capo a sinistra e osservo la rampa dalla quale siamo scesi con la moto, Jorge posa i caschi sotto la sella e poi mettendo una catena e un bloccasterzo alla moto. Mi guardo intorno << Siamo sulla spiaggia!!! >> esclamo vedendo il mare << Si…sorpresa! >> dice togliendosi le scarpe e i calzini, sorrido e decido di imitarlo, la spiaggia è deserta non c’è praticamente nessuno. Inizio a correre dirigendomi verso il mare e da lontano sento la voce di Jorge che mi grida << Hey! Aspettami! >> continuo a correre ignorandolo e arrivo alla riva del mare per poi bagnarmi i piedi << Brr!!! È congelata! >> affermo guardando Jorge che è appena arrivato al mio fianco. << Si però è piacevole. << Facciamo una passeggiata? >> << Sip! >> io e Jorge percorriamo la riva del mare con i piedi nell’acqua, lui si è alzati i jeans quasi all’altezza del ginocchio ma onestamente credo che si bagneranno comunque. << Perché mi hai portata qui? >> chiedo mentre camminiamo, l’acqua è splendida, è così pulita che riesco a vedere i miei piedi che l’attraversano. << Perché mi hai portata qui? >> lo guardo mentre cammina alla mia destra << Eri così tesa che ho pensato che questo posto potesse rilassarti un po’…con me di solito funziona >> mi guardo intorno << Si…è molto tranquillo qui >> << Si…perché è vietato stare qui >> sgrano gli occhi << COSA?! >> lui scoppia a ridere << Rilassati stavo scherzando. Su questa spiaggia non viene mai nessuno perché è molto piccola soprattutto rispetto alle altre. Per questo è isolata >> mi guardo intorno e mi accorgo che ha ragione, per essere una spiaggia è abbastanza piccola, una piccola zona circolare ma mi piace. << Ti va di farci un bagno? >> chiede guardando l’acqua << Che?! Ma sei fuori? Non abbiamo neanche il costume! >> << Parla per te! >> lo osservo mentre si toglie la maglietta e poi si allontana dalla riva per togliersi anche i pantaloni, sotto indossa un paio di bermuda neri, scuoto il capo guardandolo << Se mi avessi avvisato questa mattina avrei messo anche io il costume! >> << Hey era una sorpresa! E comunque guarda che hai l’abbigliamento giusto! >> dice indicando i miei vestiti e li guardo anche io << Ho degli shorts di jeans e una canottiera bianca a giro maniche! >> dico avvicinandomi a lui e lasciando cadere le mie scarpe nella sabbia accanto le sue. << Si e allora? >> << Come sarebbe a dire “e allora?” non posso farmi il bagno vestita così! >> << Hai ragione... >> << Già >> << Però posso sempre fartelo fare io >> << Cosa?! >> il tempo di finire la frase che corre verso di me, si piega in due per afferrarmi le cosce e mi carica sulla spalla mentre io inizio a gridare come una pazza ma non per molto perché ben presto lui si getta a mare facendo cadere anche me e lasciandomi solamente quando entrambi finiamo sott’acqua. Appena riemergiamo io  comincio ad agitarmi con gli occhi chiusi mentre lui ride e io tossisco << Non so…non so nuotare Jorge!!! >> dico continuando ad agitarmi << COSA?! >> sento la sua voce e sento l’acqua che si muove, d’un tratto avverto le sue mani che afferrano saldamente la mia vita stringendo il mio petto contro il suo << Tini, mi dispiace tanto stai bene? >>  smetto di tossire e lo guardo negli occhi << Io…si >> << Ma perché non mi hai detto subito che non sapevi nuotare?! >> << Perché…perché… >> scoppio a ridere e ini zio a schizzargli l’acqua in faccia << Hey ma che fai… >> << Perché non è vero Jorge >> << Cosa?! Piccola imbrogliona >> dice lui lasciandomi andare e allontanandosi da me per iniziare a schizzarmi anche lui l’acqua << Ora te la faccio vedere io! >> si immerge sott’acqua e io mi guardo intorno cercandolo con lo sguardo quando mi sento afferrare per la caviglia sinistra e cerco di prendere immediatamente fiato prima di finire nelle profondità del mare. Ho la vista sfocata ma posso vedere che Jorge sta sorridendo spingendomi con la schiena contro la sabbia tenendomi stretti i polsi mentre io cerco di dimenarmi, riesco a poggiare il piede sinistro sul suo torace e spingerlo in modo che mi lasci e appena riesco cerco di gettare lui giù contro la sabbia ma l’acqua ci riporta a galla. << Cosa credi di fare eh? >> chiede ridendo e afferrandomi nuovamente il polso sinistro per avvicinarmi a lui, avvolgo le gambe intono la sua vita se io vado giù viene giù anche lui e così fu, lui mi cinge la vita con il braccio destro, io avvolgo anche le braccia intorno al suo collo e nascondo il volto nell’incavo di questo, come se fosse possibile riuscire a difendere i miei occhi dall’acqua del mare. Quando riemergiamo mi stacco rapidamente da lui e inizio a nuotare verso le boe di segnalazione in modo da non finire di nuovo sott’acqua. << Ma dove vai?! >> mi grida Jorge per poi iniziare a seguirmi, rido ma cerco di trattenermi altrimenti so che rallenterò; sono quasi arrivata alla boa allungo la mano per toccarla ma Jorge riesce ad afferrare la mia caviglia ancora una volta e mi tira indietro << Dove credi di andare eh? >> rido gettando indietro la testa << Che fai? >> chiede ridendo << Reggimi >> fa quello che gli chiedo e io gli circondo il collo con il braccio destro, lui intanto mi sostiene con il braccio sinistro dietro la mia schiena e quello destro sotto le mie ginocchia. Immergo i capelli nell’acqua in modo da gettarli tutti indietro mentre Jorge mi fa girare. Quando ritorno in forma eretta lui mi avvolge la vita con le braccia e io tengo le mie intorno al suo collo. << Hai le labbra viola >> sussurra passando il pollice destro sul mio labbro inferiore << L’acqua è fredda >> dico lasciando che i nostri nasi si sfiorano. Con la luce del sole i suoi occhi verdi brillano ancora di più sono da mozzare il fiato per non parlare dell’acqua sul suo volto e il sorriso indelebile dipito sul viso. Le sue labbra invece non sono viola sono rosee e carnose, odio il fatto che qualsiasi cosa faccia riesce ad essere perfetto e a scatenare quella voglia matta in me di baciarlo. Durante la mia meditazione siamo stati in silenzio tutti e due a esaminare l’uno il volto dell’altro, anche lui mi sta fissando le labbra forse neanche io gli sono indifferente, forse anche lui prova una certa attrazione fisica per me << Vuoi che saliamo? >> chiede ancora sorridendo e io ricambio il sorriso e annuisco, ritorna a mettere il braccio sotto le mie ginocchia e mi solleva in braccio mentre usciamo dall’acqua facendomi ridere << Guarda che posso anche camminare >> dico guardandolo << Lo so, ma sei lenta e così facciamo prima >> chiudo gli occhi a fessura prima di dargli un pugno destro dietro la schiena ma ovviamente lo faccio solo ridere. Arriviamo al centro della spiaggia e lì posa delicatamente a con i piedi nella sabbia << Aspetta qui >> dice allontanandosi correndo. Io mi stringo nelle braccia per cercare di darmi un po’ di calore, Jorge torna con due borsoni neri uno rettangolare e l’altro a cilindro, da quest’ultima tira fuori un’enorme telo da spiaggia e la stende sulla sabbia, poi ne prende un’altra e mi si avvicina << Togliti la maglietta è tutta bagnata e prenderai una bronchite >> << No!!! Non ci penso proprio a togliermi la maglietta!!! >> lui mi guarda inclinando la testa dal lato destro e poi mi squadra da capo a piede mordendosi il labbro inferiore << Sweety la tua maglietta è bianca posso chiaramente vedere il tuo reggiseno in pizzo nero anche se non la togli quindi ti consiglio di farlo >> sgrano gli occhi e la bocca << Pervertito!!! >> grido ma non riesco a non ridere per l’espressione divertita che ha assunto lui << Dai sul serio toglila >> gli obbedisco mentre mi si avvicina e appena tolgo la maglietta lui mi copre con l’asciugamano posandolo sulle mie spalle e poi stringendomi a lui per strofinarmi dietro la schiena in  modo da riscaldarmi più in fretta. Non faccio obbiezioni e resto con la guancia sinistra poggiata al suo petto mentre cerca di riscaldarmi, quando ci separiamo lui mi tende la mano destro e io la fisso non capendo il motivo << Dammi la maglietta, la metto sulla barca così si asciugherà prima >> mi indica una piccola barca sottosopra non molto distante da noi. Io mi siedo sul telo steso a terra e lui si occupa di sistemare la maglietta al sole in modo da farla asciugare prima. << Guarda cosa ho portato! >> prende l’altra borsa << è una borsa frigo? >> chiedo guardandola << Si >> dalla borsa tira fuori tre piattini di plastica, nel primo ci mette l’uva verde, nel secondo delle fragole di un bellissimo colore rosso e nell’ultimo quattro fettine di anguria << E… >> dice tirando fuori un piccolo contenitore azzurro << Cioccolato! >> conclude aprendolo e i miei occhi si illuminano << Fragole e cioccolato?! >> << Visto? Me ne sono ricordato >> prende una fragola e la immerge nel cioccolato per poi avvicinarla alle mie labbra, io ovviamente l’addento e lui si mangia l’altra metà << Come hai fatto ad andare a prendere la moto? >> chiedo allungando la mano per prendere un’altra fragola e bagnarla nel cioccolato << Sono andato alla fermata dell’autobus, l’ho preso sono arrivato a casa, mi sono messo il costume ho preso il termos con la frutta e poi la moto >> << E l’auto? >> << Ho dato le chiavi a tuo cugino e gli ho detto che avevo da fare con una ragazza >> mi viene da ridere al guardarlo mentre lancia i chicchi d’uva in aria  per poi mangiarli << è facile così! >> dico io prendendolo in giro << Ah si? >> << Si certo! Sarebbe più difficile se qualcuno te li lanciasse >> << Vediamo >> dice tendendomi i chicchi d’uva che aveva in mano, li prendo e poi glieli lancio uno alla volta ma lui li prende tutti << Sono un campione! Applausi prego!!! >> << Non abbiamo finito sbruffone! >> prendendo altri tre chicchi d’uva << Sei pronto? Questo è l’ultimo se lo prendi ti faccio l’applauso! >> << Ci sto! >> conto fino a tre e poi gli lancio contemporaneamente tutti chicchi d’uva in faccia << Fai pena non ne hai preso nemmeno uno! >> scoppio a ridere mentre lui mi guarda male << Guarda che così non vale!!! >> << Si invece! Era il livello superiore e tu non lo hai superato perché sei una schiappa >> prende una fragola e dopo averci aggiunto il cioccolato me la punta contro << Ripetilo sei hai il coraggio >> << Jorge Blanco è una schiappa!!! >> grido io e lui si fionda su di me sporcandomi il viso di cioccolato con la fragola, io urlo e mi dimeno ma allo stesso tempo non posso fare a meno di ridere. Abbiamo finito tutta la frutta e Jorge sta riposando i piatti vuoti nella borsa con il contenitore del cioccolato << Vuoi bere? >> tira fuori una bottiglia d’acqua naturale e due bicchieri di plastica, annuisco e dopo aver bevuto e riposto tutto nella borsa la chiude. << Allora…sono un buon amico? >> chiede avvicinandosi << Sip!...ma lo saresti di più se mi facessi un bel massaggio, ho il torcicollo a furia di finire sott’acqua >> lo sento sorridere e poi si alza mettendosi dietro di me << Abbassa un po’ l’asciugamano e scopri le spalle >> faccio come mi ha chiesto e lui inizia a massaggiarmi il collo, chiudo gli occhi godendomi quella bellissima sensazione di relax completo, sentendo il suono delle onde del mare che arrivano alla riva, il caldo del sole sulla mia pelle e le mani d’oro di Jorge mentre massaggia la mia schiena. << Meglio? >> << Assolutamente si ma non ti fermare >> continua a massaggiarmi le spalle e il collo senza neanche rendermene conto lascio cadere l’asciugamano e i suoi pollici scendono lungo la mia spina dorsale facendomi provare una sensazione incredibile di benessere. << Hai una pelle molto morbida >> dice continuando a massaggiarmi e io scrollo di poco le spalle per non interferire con il suo lavoro. << Martina guarda! >> smette di massaggiarmi e mi volto verso di lui, allunga la mano destra e afferra una conchiglia abbastanza grande da sotto la sabbia << Una conchiglia! >> esclamo vedendola << Non è una conchiglia qualunque, se l’avvicini all’orecchio puoi sentire il rumore delle onde del mare >> e così fa, avvicina la conchiglia al suo orecchio e sorride per poi avvicinarla al mio << è vero! Posso sentire il suono delle onde! La possiamo tenere? >> << Certo la metto nella borsa, hey manda un sms a Lodo e dille che ti copre con tuo fratello >> prendo immediatamente il cellulare e mando un sms a Lodovica “Trova mio fratello e digli che vengo a casa tua please! Poi ti spiego. Besos” e conoscendola avrà sbuffato leggendo il messaggio, non sopporta proprio aver a che fare con qualcuno dei popolari e poi starà morendo di curiosità per sapere che cosa sto facendo con Jorge. Lo guardo, lui si è steso poco distante da me sul telo a prendere il sole, non capisco perché ogni volta resto colpita dalla bellezza del suo corpo, i suoi muscoli perfettamente scolpiti, i lineamenti del suo volto, le sue labbra socchiuse mentre respira tranquillamente con gli avambracci sotto al capo. Decido di imitarlo e così mi stendo anche io a prendere il sole in modo che il mio cervello smetta di concentrarsi sulla perfezione del suo corpo.
Io e Jorge ci facciamo un altro bagno e poi mangiamo un panino che lui stesso ha portato, una cosa leggera in modo da poter rituffarci a mare in fretta per poi tornare a prendere il sole. Sento un suono familiare in lontananza, è la suoneria del mio cellulare, apro lentamente gli occhi devo essermi addormentata. Mi accorgo di essere poggiata su qualcosa di morbido e si la mia testa è comodamente poggiata sul ventre di Jorge mentre lui si è addormentato la schiena posta contro la parete di una roccia, allungo la mano e afferro il mio telefono per rispondere << Pronto? >> dall’altra parte del telefono risponde mio fratello << Ma dove cavolo sei finita?! Sono le 18:00!!! È tardi torna subito a casa! >> e detto questo mi stacca il telefono in faccia…carino. << Chi era? >> chiede Jorge stiracchiandosi e facendo fatica ad aprire gli occhi << Francisco >> rispondo sollevando il capo dal suo ventre << Ma…dove siamo in una grotta? E perché ho la tua maglia addosso? >> domando guardandomi in torno e successivamente toccandomi la maglia << Una domanda alla volta mi sono appena svegliato. Si siamo in una grotta e hai la mia maglietta addosso perché ti eri addormentata sotto al sole e non avevo la crema prottetiva quindi ti ho messo la mia maglietta e ti ho portata qui e credo di aver finito…si >> sorrido e allungo la mano destra per posrla sulla parte davanti del suo collo e avvinarmi per dargli un bacio sulla guancia << E questo per che cos’è? >> chiede conduso << Per prenderti sempre cura di me! Andiamo? >> lui ricambia il sorriso mentre io mi alzo << Si andiamo >> dice alzandosi anche lui. Si avvicina ai teli che sono ancora sulla sabia e li ripone nella borsa, io afferro il colletto della maglietta che indosso e l’avvicino alla narice, ha un così buon profumo…anche con i capelli tutti arruffati e gli occhi assonnati riesce ad avere un’espressione sexy e dolce allo stesso tempo.
<< Mi restituisci la maglietta? >> dice una volta che siamo arrivati vicino la sua moto << Mmm...e se non voglio? >> << Non posso guidare così e non posso neanche mettermi la tua e tanto meno possiamo arrivare a casa con le magliette l’uno dell’altra ti pare? >> scoppio a ridere immaginandomi Jorge con la mia maglietta << Però secondo me la mia maglietta ti starebbe bene >> << Io non ho dubbi! A me sta tutto bene! >> << Sbruffone! >> esclamo togliendomi la sua maglia e prendendo la mia << Ma sono solo un ragazzo sincero! >> << Aha >>. Lui mi tende il casco e io lo guardo << Hey posso salire sulla moto senza casco? >> << Perché vuoi salire sulla moto senza casco? >> << Voglio vedere che si prova, lo hai mai fatto? >> << Mmm…nooo >> e dal suo tono di voce capisco che sta mentendo e lo ha fatto parecchie volte << Bugiardo!!! >> << D’accordo! Te lo faccio fare ma non adesso perché hai capelli ancora un poì bagnati, la prossima volta okey? >> << Ci sarà una prossima volta? >> chiedo entusiasta << Si se vuoi si >> << Yuppiiii!!! >> grido alzando le mani al cielo << Shhh pazza sta zitta e mettiti il casco! >> mi rimprovera lui ridendo.
Appena arriviamo scendo dalla moto e mi tolgo il casco avanzo un passo per uscire dal garage ma Jorge mi afferra il polso facendomi voltare verso di lui << Che c’è? >> lo guardando torva << Non devi dire per nessuna ragione al mondo a tuo fratello di questa storia intesi? >> inarco un sopracciglio alle sue parole << Perché temi così tanto mio fratello? Voglio dire se scoppiasse una rissa è lui quello che si farebbe male non tu >> << Tini non scherzare su questa cosa! Tuo fratelloo e tuo cugino sono i migliori amici non voglio litigare con loro e non li picchierei mai >> sbuffo << Okey sta calmo! Stavo scherzando. Non capisco perché mio fratello non vuole che usciamo insieme da soli…insomma siamo amici no? >> << Si ma lui ha paura che ti innamori di me…e se ti innamori di me potresti restare gravemente ferita >> << Viva la modestia! >> esclamo facendolo ridere << Io so che sei abbastanza intelligente da non innamorarti di me per questo credo che non faccia nulla se ogni tanto usciamo…mi piacerebbe che anche tuo fratello lo capisse >> dice chiudendo il garage. Ci penso su e poi arrugo la fronte << Perché sarebbe così male innamorarsi di te? Voglio dire tu non mi faresti mai del male >> << Non volontariamente ma ti respingerei quindi ferirei non credi? Ma comunque non ci dobbiamo preoccupare di questo giusto? >> << Giusto! Ma poi siete una banda di presuntuosi non sei così irresistibile >> affermo guardandolo con la coda dell’occhio e vedo spuntare sul suo volto il suo solito sorrisetto da “invece lo sono” << In ogni caso meglio che tu la pensi così! Vuol dire che non abbiamo nulla da preoccuparci! >> << Esattamente Blanco >>. Apre la porta di casa e lascia entrare prima ma, appena entriamo ci troviamo Francisco di faccia << Hey…perché siete insieme? >> << Tua sorella mi ha chiesto di andare a prenderla da Lodo >> risponde rapidamente Jorge << Devi sempre dare fastidio eh tu? >> chiede Fran e io lo spingo bruscamente << Ma che vuoi? >> << Stai ferma scema! Jorge vieni? Dobbiamo vedere quel fatto >> vedo lo sguardo che si scambiano Jorge e Francisco e poi gli occhi di entrambi si muovono rapidamente su di me per poi tornare gli uni sugli altri << Di cosa state parlando? >> << Niente che ti riguardi mocciosa fatti i fatti tuoi. Andiamo >> e invece ho come la sensazione che sia qualcosa che mi riguardi e l’ultimo sguardo colpevole che mi rivolge Jorge mi dice che ho ragione. Francisco e Jorge entrano nella stanza del primo e io decido di avvicinarmi la porta << Vedi? Non si riesce a fare niente! >> riesco a riconoscere la voce di Diego, apro di poco la porta e vedo mio fratello e Jorge in piedi a fissare qualcosa…mio cugino è seduto sul letto e davanti a lui ha…NO! << COSA STATE FACENDO CON QUEL COSO!? >> grido spalancando la porta e io tre sgranano gli occhi << Tini… >> sussurra mio fratello ma non gli lascio il tempo di finire e guardo Jorge << TU! HAI DETTO CHE LO AVEVI FATTO SPARIRE!!! >> continuo ad urlare portando entrambe le mani alla testa mentre fisso quell’aggeggio infernale e cerco di farmi prendere nuovamente dall’ennesima crisi ma non credo di riuscirci.







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Yeaaa eccolo quiiii allora io lo avevo scritto da un secolo ma una certa persona mi aveva chiesto di non postarlo fino a quando non avrebbe recensito l'altro capitolo u.u Non faccio nomi u.u...Comunque che ve ne pareeeeeee??!!?! *W* IO AMO la scena a mareeee *W* e Tini sa di avere un vero AMICO e.e eh eh tuttavia non può evitare di provare un minimo di attrazione fisica nei confronti del suo amico e.e ma quanto mi piace questa faccina? ---> e.e *W* ew
Quando torna a casa si ritrova con la bella "sorpresina" e voi ancora non sapete cosa c'è nel pacco e.e Lo scoprirete nel prossimo capitolo?......MISTEROOOOOO
Qualcosa mi dice che avremmo una Tini abbastanza incazzata u.u
GRAZIE MILLE a tutte voi che seguite la storia e soprattutto voi che larecensite e mi mandate messaggi per farmela continuare :') è bellssimo vedere che ci siete sempre e che adorate la storia quindi sul serio mille grazie <3

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Capitolo 8
*** Guerriero - Non sei sola ***








~Loro restano in silenzio guardandomi e io mi avvicino con passo frenetico verso al letto, afferro quel dannatissimo coso e lo schianto contro il suolo rompendolo a metà e mettendo fine definitivamente a questa storia. Alzo lo guardo infuriata per guardare quei tre, Diego ha il capo chino, Francisco mi guarda negli occhi e Jorge agli occhi chiusi con forza come se questa situazione ferisse lui. << Martina… >> osa dire mio fratello ma io lo guardo in cagnesco e poi esco rapidamente da quella stanza per andare nella mia. Ce l’ho fatta sono riuscita a controllarmi. Sbatto la porta della mia stanza e mi getto sul letto per poi sistemarmi sul fianco sinistro…e vorrei tanto riuscire a trattenere le lacrime che si sono formate nei miei occhi ma non posso e così mi limito a stringere i denti sul labbro inferiore per evitare di scoppiare letteralmente. Dopo un po’ la porta delle mia stanza si apre e non c’è bisogno che mi alzi o faccia qualche movimento per vedere chi è entrato, so benissimo che è stato Francisco ad apre la porta seguito da Jorge e Diego…ovviamente << Martina… >> ci riprova mio fratello << ANDATE VIA! >> grido senza muovermi dalla mia posizione << Martina ti prego parliamone >> questa volta ad avanzare è Jorge << NO! ANDATE VIA! >> e questo e l’ultimo avvertimento << Noi volevamo soltanto… >> e questa volta Jorge non ho intenzione di ascoltare né te né quei due traditori. Scatto a sedermi sul letto e afferro il libro che è sul comodino per poi tirarglielo addosso << ZITTO! ZITTO! NON VI VOGLIO SENTIRE! NON VOGLIO SENTIRE NESSUNO DI VOI TRE! FUORI! >> grido a scuarcia gola indicando la porta e loro mi guardano con quelle espressioni di compassione che tanto odio << FUORI! >> ripeto questa volta afferrando la lampada che era sul comodino << Va bene…come vuoi. Volevamo soltanto aiutarti >> conclude mio fratello uscendo dalla stanza, Diego lo segue e poi Jorge ma quando sta per chiudere la porta si volta verso di me e so che vorrebbe dirmi qualcosa ma lo fulmino con lo sguardo prima che lo faccia così da farlo uscire in silenzio. Affondo nuovamente il volto nel cuscino mentre i ricordi del passato ritornano alla mia mente ma cerco di cacciarli via il prima possibile. Sospiro e so che non è il caso di mettermi a dormire così prendo le mie cuffie fuxia dalla borsa e le collego al mio galaxy s4 mini e premo il tasto play facendo partire “Warrior” di Demi Lovato, la mia canzone preferita. E le parole di quella canzone sono la mia forza, il mio segreto e la mia debolezza. “Questa è la storia che non ho mai raccontato. Ogni parola oggi devo liberare. Recuperare la luce che mi hai rubato senza pensare, come un criminale…e non ti puoi più fermare. Tutto il dolore e la verità indosso come una ferita di battaglia. Così umiliata, così confusa ero distrutta e schiacciata” Amo questa canzone perché sembra parlare di me. Chissà se io riuscirò mai a raccontare la mia storia, a liberarmi di quel tormento che da anni mi affligge. La verità è che io non credo che riuscirei perché io non sono forte, voglio soltanto sembrarlo per rassicurare me stessa ma è inutile.
“Adesso sono guerriero più forte è la mia pelle, adesso sono un guerriero, sono più forte di quella che pensavo. La mia armatura è fatta d’acciaio e nessuno può scalfirla. Adesso sono un guerriero che mai più cadrà un’altra volta.” E vorrei pronunciare le parole del ritornello come se fossero mie e chissà magari in fondo lo sono, magari non è da deboli il mio comportamento. No. È inutile illudersi sono una debole, non riesco ad affrontare i miei problemi, non riesco a fingere che non esistano non sono ancora forte come vorrei…non sono un guerriero.
“Dalle ceneri sono rinata io, non voglio le tue scuse non sei altro che un bugiardo. Cicatrici dentro me non le dimostrerò un sopravvissuto per sempre io sarò.” E sono sicura che non riceverei le sue scuse ma comunque non le accetterei mai perché so che non sarebbero sincere perché non è pentito di ciò che mi ha fatto. Mi sto sforzando di non mostrare le mie cicatrici ma qualcuno…lui…sembra riuscire a vederle alla perfezione. Non posso ancora definirmi una sopravvissuta non finché non avrò combattuto i fantasmi del mio passato.
“C’è una parte di me che non posso recuperare una bambina cresciuta troppo in fretta, non sarò mai più la stessa. Ora mi riprendo la mia vita non c’è niente che tu possa dire perché in ogni caso non accetterai le tue colpe.” Una bimba che cresce troppo in fretta, che ha perso la sua innocenza troppo in fretta, che ha sofferto troppo e che ha conosciuto troppa crudeltà in questo mondo e ora non può tornare indietro come se nulla fosse perché sarebbe impossibile dimenticare. Porto entrambe le mani sui miei occhi che bruciano per le troppe lacrime versate in silenzio, sono pesanti e faccio fatica a tenerli aperti. Le canzoni della mia playlist scorrono e continuo ad ascoltarle, Strong forever sempre di Demi, if I were a boy di Beyonce, Really don’t care ancora Demi, Tell me something I don’t know Selena Gomez, Me duele amarte dei Reik, Noviembre sin ti sempre dei Reik, Perfecta Jessy y Joy, Because you live Jesse McCartney , Que él corazon no hable por mi delle fifth harmony, Give your heart a break di nuovo Demi e stranamente questa canzone mi fa pensare quel grandissimo idiota traditore del mio caro amico Jorge Blanco “Il giorno in cui ti ho conosciuto mi hai detto non mi innamorerò mai. Adesso ho capito che la paura ti ha impedito di amare” beh no lui non è paura è “essere stronzo” e basta. Ho perso il conto delle canzoni che ho ascoltato ma mi è servito a smettere di piangere e in parte anche di pensare. Le canzoni aiutano molto perché spesso dicono ciò che sentiamo, altre volte invece semplicemente ti aiutano a isolarti dal mondo che ti circonda, a farti smettere di pensare ai problemi. Alcune canzoni raccontano storie, storie in cui spesso riesco a rispecchiarmi…beh almeno quelle della mia playlist. Qualcuno mi toglie le cuffie alzo lo sguardo incrocio gli occhi verdi di Anahi la madre di Jorge. << Anahi… >> dico guardandola << Scusa cara ma ti sto chiamando e non mi sentivi >> mi sorride e io ricambio imbarazzata << M-mi dispiace >> << Non importa, sono venuta ad avvisarti che la cena è quasi pronta >> << Oh emm io…non ho molta fame >> dico chinando il capo << Tini…ascolta so di non essere tua madre e non voglio provare ad esserlo perché so che a stento mi conosci ma…se vuoi parlare di qualcosa, se stai male per qualcosa…io ci sono >> e ancora una volta questa donna mi lascia senza parole. Lei mi tratta come se fossi un’altra figlia e io non so cosa dire << Grazie >> sussurro quasi sapendo che è troppo poco da dire dato il modo in cui si comporta con me, lei mi fa un lieve sorriso e poi esce dalla stanza chiudendola. Mi rimisi le cuffie e mi sistemai sul letto continuando ad ascoltare le canzoni fino a quando non finì la playlist. Guardai l’orologio che segnava le 23:00 decisi di mettermi il pigiama andarmi a lavare i denti e poi infilarmi sotto le coperte anche se comunque non avrei dormito ma patto o meno non avevo nessuna intenzione di andare nella sua stanza, di stare con lui o di dormire con lui. In questo momento lo odio e se potessi vorrei soltanto strangolarlo. Continuo a girarmi e rigirarmi nel letto decisa a non chiudere gli occhi per non addormentarmi e so che devo distrarmi, così prendo il cellulare e comincio a vestire Sailor moon su gioco.it…okey è stupido ma dovrò pur trovare qualcosa da fare. Il mio cellulare segna la batteria scarica allora prendo il caricatore e lo metto in corrente. Fisso un’altra volta la sveglia adesso segna 1:12. Sospira tornando a letto e stendendomi sul fianco sinistro, guardo fuori dalla finestra la luna che splende e le stelle intorno quando qualcuno bussa alla mia porta. Allora ricordo di non aver chiuso la porta a chiave ma non posso farlo adesso così mi limito a chiudere gli occhi e fingere di dormire. Bussano ancora e io resto in silenzio, due persone frullano nella mia testa e spero tanto che fuori dalla mia porta ci sia la  seconda. La porta si apre leggermente << Tini?...Tini sei sveglia? >> mentalmente tiro fuori un sospiro di sollievo, è la seconda ovvero Jorge. Sento il rumore della porta mentre viene richiusa e i suoi passi che si avvicinano a me, non voglio parlare con lui quindi continuerò a fingere di stare dormendo. << Tini? >> ripete e questa volta so che non è lontano dal mio viso perché l’aria calda che fuoriesce dalle sue labbra mi sfiora il viso. Resta in silenzio per qualche secondo, poi allunga la mano sinistra per accarezzarmi i capelli. << Vorrei tanto che tu capissi…non abbiamo preso quel coso per farti incazzare o altro. Lo abbiamo fatto solo perché volevamo capire cosa ti faceva stare così male. Magari hai ragione ad essere arrabbiata, magari dovevamo stare al nostro posto e aspettare che tu ci dica qualcosa ma…quando una persona a cui tieni sta male fai tutto il possibile per capire come aiutarla senza pensare alle conseguenze. In ogni caso quell’aggeggio era già rotto dalla prima volta che lo abbiamo visto. >> fa una pausa ma continua a toccarmi i capelli << Vogliamo solo cercare di proteggerti e so che se in questo momento fossi sveglia mi grideresti contro che non hai bisogno >> lo sento sorridere e nel momento in cui la sua mano si solleva dal mio capo so che si è alzato in piedi. << Per questa notte mi addormenterò qui, buono buono >> dice e io non ho la più pallida idea di dove sia, lo avverto sospirare e poi un rumore mi annuncia che si è seduto a terra. Dopo un po’ apro lentamente gli occhi e lo vedo, è seduto sotto la finestra con le braccia incrociate, il capo poggiato alla perte leggermente inclinato con gli occhi chiusi e le gambe stese sul pavimento. Sorrido guardandolo dopo un po’ e senza neanche rendermene conto chiudo gli occhi. È buio. C’è una scrivania. Io cammino nel buio dirigendomi verso questa, mi sento osservata e so che è perché c’è davvero qualcuno che mi sta scrutando. << Martina! >> mi guardo intorno, qualcuno mi sta chiamando << Martina!!! >> mi guardo introno ma non posso vedere niente << Martina svegliati dannazione! >> svegliati? E così all’improvviso apro gli occhi, ho il cuore che mi batte all’impazzata come ogni volta che faccio questo incubo, cerco di capire cosa sta succedendo e mirendo conto che qualcuno mi sta abbracciando. << Finalmente era ora! >> mi stringe ancora più forte e io riconosco la voce di Jorge e anche il suo profumo chinando il capo poggiando la narice sulla sua spalla ma non rispondo all’abbraccio. È stato lui a svegliarmi dall’incubo. << Come ti senti? >> chiede sciogliendo l’abbraccio. Mi guardo le mani tremani illuminate dal lume che è sul mio comodino e poi volto lo sguardo verso questo. Prendo la bottiglina d’acqua e bevo un sorso << Sweety? >> alzo lo sguardo e incrocio gli occhi preoccupati di Jorge << Va un po’ meglio? >> annuisco e poi ripongo la bottiglina d’acqua sul comodino. << Cos’è successo? >> chiede allungando una mano per spostarmi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. << Io…non è successo niente >> riesco a malapena a parlare, lui serra le labbra in una linea dura e so che non mi crede ma non proverà a forzarmi. << Mi fai un po’ di spazio? >> domanda dopo un po’ e in un momento di confusione io annuisco e mi sposto per farlo stendere al mio fianco, anche io torno a coricarmi e lui copre entrambi con il lenzuolo. Mi avvolge il braccio destro intorno alle spalle e io stringo la sua canotta nera nei pugni delle mani il suo braccio destro circonda la mia vita, mi da un bacio sulla fronte e io chiudo gli occhi riuscendo a calmarmi. Vorrei non riaddormentarmi ma non ci riesco, ho pianto troppo e i miei occhi sono troppo pesante per non chiudersi…così finisco col lasciarmi andare, ma questa volta c’è Jorge accanto al mio fianco. Il giorno seguente mi sveglio da sela nel mio letto, sospiro e affondo il volto nel cuscino…sento un profumo familiare su di esso, lo respiro e allora riconosco l’odore di Jorge. Mi sollevo mettendomi a sedere, guardo la finestra e ricordo quello che è successo ieri sera. Guardo la sveglia segna le 7:10, devo muovermi, mi alzo dal letto e mi dirigo verso il bagno per una doccia veloce. Appena tornata in camera indosso i miei jeans grigi che aderiscono bandiera americana e la indosso, poi prendo gli stivaletti bassi con il cinturino dello stesso core della bandiera e posso definirmi pronta. Mi guardo allo specchio e sto per prendere la borsa quando il ritornello di “give your heart a break” risuona nella mia stanza. Afferro il cellulare e leggo nome della mia migliore amica sul display << Hey! >> dico rispondendo << Hey hey hey! Sei già uscita di casa? >> << No in realtà stavo andando a fare colazione >> << Grande! Che ne dici di venire da me dopo scuola? >> << Mmm…si ci sto! >> << Grande! Portati anche il pigiama e il cambio per domani >> << Perché? >> << Secondo te? >> la sento ridere e allora faccio 2+2 << Non vuoi restare da me a dormire? >> chiede con un tono di voce un po’ deluso << Oh si! Si certo che si! >> rispondo rapidamente << Perfetto! A tra poco! >> e detto questo mi stacca il telefono in faccia. Sospiro, non è che non voglia dormire a casa di Lodo ma…ma niente. Apro l’armadio e prendo una seconda borsa e ci infilo dentro l’occorrente. Quando scendo le scale per arrivare al tavolo dove stanno facendo colazione sento le voci dei ragazzi che ridono e scherzano. Appena entro in sala da pranzo cade il silenzio, ci sono solo loro tre e Fernando a fare colazione << Emm…Buongiorno sorellina >> dice Fran seguito dagli altri tre ma io non rispondo a nessuno di loro, mi siedo al mio posto e prendo la tazza << Vuoi che te lo versi io? >> chiede Diego quando prendo la caraffa di latte << No grazie. So farlo da sola >> rispondo fredda senza degnarlo di uno sguardo. Ce l’ho ancora con loro tre per la storia di ieri << Diego non voleva dire questo… >> interviene Jorge seduto al mio fianco e io lo fulmino con lo sguardo facendolo ammutolire. Finito di fare colazione ci dirigiamo verso l’auto, nessuno dice nulla fino all’arrivo all’università. Appena l’auto si ferma apro la portiera e mi allontano da questa entrando all’università << Ciao Tini! >> mi saluta Candelaria avvicinandosi a me e schioccandomi un bacio sulla guancia << Ciao Cande! >> la saluto ricambiando il bacio << Come stai? >> mi chiede con il suo ampio sorriso stampato sul volto << Bene grazie! E tu? >> << Idem! Qualche volta dovremmo fare qualcosa insieme non credi? >> << Si certo mi piacerebbe >> e sono sincera, non conosco molto bene Candelaria ma lei ha qualcosa…un non so che che mi fa stare bene in compagnia un po’ come Lodo…si in fondo credo che loro si somiglino molto sotto certi aspetti…tranne per il fatto che Lodo è molto diretta mentre Cande cerca sempre di non ferire i sentimenti degli altri. << Grande! Magari questo fine settimana puoi venire da me insieme alla tua amica Lodovica no? >> << Glielo chiederò ma non credo sarà contraria >> con la coda dell’occhio vedo i tre moschettieri che stanno per avvicinarsi a noi e così decido di svignarmela << Ora devo andare! Ci si vede ciao Cande! >> esclamo dandole un bacio sulla guancia e avvicinandomi agli armadietti dove già so di trovare Lodovica << Tragedia. Catastrofe. Sciagura! >> rido alle parole della mia amica che tira fuori tutta la roba dall’armadietto << Che stai facendo? >> << Non trovo il libro di biologia! >> << Ma Lodo oggi non abbiamo biologia! >> << Lo so! Ma non lo trovo più…non è che per caso ce l’hai tu? >> << Mmm…quando vado a casa controllo okey? >> << Okey >> sbuffa lei, entrambe ci chiniamo per raccogliere tutto quello che aveva gettato a terra e riporlo nell’armadietto. La campanella suona ed entrambe ci dirigiamo verso la nostra classe.
<< Stasera ci divertiremo! >> mi dice Lodo mentre usciamo dall’aula della prima ora << Hey quasi dimenticavo! Cande ci ha invitate entrambe a casa sua il fine settimana ci stai? >> << Dipende…ci saranno i tre idioti? >> << Nop! Cioè non li ha nominati >> << Allora ci sto! >> << Perfect! >> mentre stiamo camminando sentiamo le voci di qualcuno in lontananza che pronuncia il nome di Lodovica. Ci fermiamo e voltandoci vediamo Nicolas che ci corre dietro, qualche passo più indietro c’è Damien che cammina tranquillamente ridendo mentre guarda il suo amico. << Ciao Nico! >> dice Lodo guardandolo quando si ferma dinnanzi a noi con l’affanno << Ciao! Io…ho…il tuo libro di biologia. Credo di averlo preso per sbaglio >> dice tendendoglielo << Oh! Meno male credevo di averlo perso!!! >> esclama lei prendendolo. Damien arriva accanto a Nico e gli poggia una mano sulla spalla << Ha fatto una corsa per consegnartelo >> dice e poi sposta lo sguardo su di me sorridendomi e facendomi l’occhiolino, io ricambio il sorriso leggermente imbarazzata. << Non era necessario! Potevi anche restituirmelo domani! >> guardo Lodovica e scoppio a ridere << Si così avrebbe avuto la scusa perfetta per non fare gli esercizi! >> intervengo io << Si esatto! >> ammette Lodo e tutti e quattro ci mettiamo a ridere. << Hey ragazze vi va se domani andiamo a fare un giro al centro commerciale? >> chiede Damien e a rispondere è Lodovica << Ci piacerebbe ma non abbiamo la macchine e tanto meno qualcuno che ci accompagna << Ce l’ho io la macchina! Voi dovete solamente dire si! >> risponde lui. Io e Lodo ci lanciamo uno sguardo e poi sorridiamo << Sip! >> diciamo all’unisono << Copiona >> dico spingendola << Hey avevi ragione è divertente da dire! >> << Allora domani all’uscita da scuola ce ne andiamo tutti insieme al centro commerciale! >> al termine delle parole di Damien la campanella suona e quindi siamo costretti a separarci e ognuno per la sua strada. All’uscita venne a prenderci il padre di Lodovica, mentre eravamo diretti verso casa sua mi arriva un sms sul cellulare da Francisco “Dove sei? Ti stiamo aspettando vicino l’auto” avevo dimenticato di dirgli che non sarei tornata a casa con loro, beh poco importa “Sono in macchina col padre di Lodo. Resto a dormire da lei.” Invio il messaggio “Grazie dell’avviso eh sorella” figurati Fran. Sono ancora arrabbiata con te, dovresti ringraziare il cielo solo perché ti ho risposto. << Hey siamo arrivati! >> esclama Lodo scendendo dall’auto e io la seguo. La casa di Lodo è molto bella, ha un cancello nero fuori e la casa è circondata da un giardino abbastanza grande con tanti fiori, la struttura di due piani a forma rettangolare è bianca e vicino la porta d’entrata ci sono due vasi con delle piante rampicanti. Il padre apre la porta di casa e poi ci invita a passare per prime. Il padre di Lodovica è un uomo molto gentile e simpatico un po’ in carne e poco più alto di noi, hai dei baffi grigi e i capelli neri in poche parole è una persona…squisita! Mi ha fatto sempre ridere usare la parola “squisita” per una persona la trovo così ridicola no? L’interno della casa era molto moderno a terra c’era il parquet color ciliegio, la madre di Lodovica si trovava in cucina, le somiglia molto, ha dei lunghi capelli neri raccolti in una coda di cavallo e gli occhi marroni, è alta e ha un bel fisico. Appena entriamo in cucina ci saluta con un bacio sulla guancia e poi ci dice di andarci a lavare le mani per il pranzo. Quella sera i genitori di Lodovica sarebbero usciti a cena fuori così saremo rimaste solo noi due e…beh l’intera casa. << Che facciamo? >> chiedo gettandomi a peso morto su uno dei divani in pelle beige, << Mi sembra ovvio ci vediamo un film in streaming! >> risponde la mora attaccando il cavetto HDMI della televisione al pc << Cosa guardiamo? >> domanda mentre apre la pagina di Google << Che ne dici se ci facciamo una maratona di Step up? >> propongo io, amo Step up! << Grande idea! Ci sto! >>. Lodovica prepara i pop corno e porta anche le gocciole, i cookie, e un recipiente con delle barrette di cioccolato della Milka. Grande cena! << Il secondo è il mio preferito! >> dico guardando l’inizio << Si anche il mio, amo la scena del ballo sotto la pioggia >> << Si!!! Spettacolare! >>. Continuiamo a strafogarci tra pop corn e cioccolata. << Hey Tini…ti volevo dire. Sbaglio o oggi non hai proprio parlato con i tre moschettieri? >> Lodovica ha una manciata di pop corn in bocca mentre parla e mi fa morire dal ridere << Non sbagli…ieri abbiamo litigato >> rispondo io << Come mai? >> questa volta ingoia prima i pop corno e poi apre bocca. << Ecco…io…stavo male per una cosa e loro si sono impicciati troppo. Mi sono arrabbiata molto e quindi non gli rivolgo neanche più la parola >> decido di dire la verità…ma non tutta << Mmm…però senti, se lo hanno fatto in buona fede non capisco perché ti devi arrabbiare. Cioè tu lo sai che io non li sopporto no? Ma quel che giusto è giusto…non puoi avercela con loro perché si sono preoccupati per te, è il loro modo di volerti bene inoltre anche io se vedo una persona cara stare male farei qualsiasi cosa per cercare di aiutarla >> sospiro e formo una linea con le labbra perché una parte di me sa che ha ragione. Forse ho avuto una reazione esagerata con loro…ma quando ho visto quel maledetto aggeggio infernale non ci ho visto più. È più o meno mezzanotte quando il quarto step up finisce e io e Lodo stiamo praticamente dormendo sul divano. I suoi genitori erano già tornati verso la fine del terzo e ci avevano detto di non fare troppo tardi…certo. Andiamo in camera di Lodo, è una stanza molto carina, ci sono due letti e una scrivania bianca con la sedia girevole in plastica lilla, le pareti sono ricoperte da una carta da parati del medesimo colore con delle scritte. Noto che nell’angolo destro ha uno di quei coso enormi rettangolari con la luce dentro, quello che ha il gel che fluttua all’interno com’è che si chiama?...Lava lamp! Si ecco come si chiama, è bellissima assolutamente ipnotizzante, osservo le bolle all’interno che si muovono e anche i brillanti sembra quasi una magia << Hey ti sei incantata? >> chiede la mia amica fissandomi e io le sorrido << Sip! È bellissima >> << Grande! So cosa regalarti per il tuo compleanno! >> rido e poi la seguo dirigendoci verso il bagno. 
Siamo a letto e io fisso il soffitto. Ho paura che se mi addormento anche Lodovica saprà del mio incubo…e io non voglio che anche lei si preoccupi per me, ci sono già troppe persone che cercano di scavare nel mio passato e si mi riferisco a quei tre idioti. Mi stendo sul fianco sinistro come al solito tenendo la testa sul cucino, respiro l’odore ma non c’è il suo profumo…ovviamente Martina cosa ti aspettavi? Poggio il mio braccio destro intorno alla vita, mi sono così abituata a dormire accanto a Jorge che adesso mi fa strano non sentire il calore del suo corpo dietro la schiena e le sue possenti braccia intorno la vita. Mi volto verso Lodovica magari è ancora sveglia << Hey Lodo? >> nessuna risposta << Lodovica? >> ci riprovo ancora inutilmente. A quanto pare si è addormentata in fretta…e ha anche il sonno pesante. Ritorno nella posizione di prima quando sento il rumore del mio cellulare vibrare. Guardo Lodovica, lei dorme come un ghiro. Afferro il mio Galaxy e dopo averlo sbloccato vedo che c’è un messaggio su whatsapp. Chi manda messaggi all’una di notte?! Emm…cioè di giorno…si dice di giorno? Il messaggio è di Jorge e un sorriso stupido si forma sul mio volto al leggerlo “Stai dormendo?” “Si che vuoi?” rispondo mettendo anche la faccina rossa arrabbiata. “Niente…buona notte” ma che risposta è?! Okey ho capito pensa che sono ancora arrabbiata ma non avrei usato la faccina se fossi davvero arrabbiata “Guarda idiota che stavo scherzando 😒” immediatamente gli mando anche un altro messaggio “Non voglio addormentarmi perché…beh lo sai” per alcuni secondi non mi risponde e mi chiedo se si sia addormentato ma per fortuna poi leggo che sta scrivendo un messaggio “Posso chiamarti?” sgrano gli occhi chiamarmi?! A quest’ora?! “No Lodovica sta dormendo. Potrei svegliarla” “Cambia stanza, ci sono due piani no?” sospiro…guarda un po’ tu cosa devo fare per colpa di questo grandissimo idiota. << Lodo? >> ci riprovo per assicurarmi che abbia davvero il sonno pesante e per fortuna è così. Vado in cucina e accendo la luce, chiudo la porta, le stanze sono tutte al piano di sopra quindi sono sicura di non disturbare nessuno da qui “Chiama” invio l’sms e mi siedo sulla credenza aspettando che il telefono mandi segnali della chiamata che non tardano ad arrivare…<< Pronto? >> e pensandoci è stato stupido da parte mia dire “Pronto?” dato che già sapevo chi era << Sono io >> risponde lui e mi scappa una piccola risata << Ma no non mi dire…all’una di notte mi chiama sempre così tanta gente >> << Girono. L’una di giorno, quella di sera è l’una di pranzo >> risponde ovvio e io sbuffo << C’è la luna e il cielo è blu NOTTE. Per me è l’una di NOTTE. >> << Quindi per te viene prima 13 e poi 1? >> << Ma no!!! Che c’entra?! >> << C’entra! L’1 è di mattina le 13 di sera di conseguenza questa è l’una di giorno >> << Jorge se mi hai chiamato solo per discutere dell’una di giorno e l’una di notte ti stacco il telefono in faccia! >> lo sento ridacchiare prima che ritorni a parlare << Vuoi fare un giro? >> << Co-cosa?! >> chiedo guardando l’orologio << Dai, tanto non vuoi dormire e io neanche voglio. Potrei prendere la moto e così facciamo quel giro che tanto ci tieni a fare senza casco >> mi mordo il labbro inferiore. La proposta per me è davvero allettante e lui lo sa. Si lui sa sempre come prendermi e questo a volte mi irrita. << Sweety?...allora? >> << E se Lodo si accorge che non ci sono? >> << Non se ne accorgerà se al suo risveglio ti troverai a casa sua, basta che lasci una finestra aperta al piano terra e il gioco è fatto >> chiudo gli occhi e ci rifletto per qualche istante…mi sembra di sentire l’ebrezza del vento che mi accarezza viso << Okey ci sto >> e le parole sembrano quasi uscire da sole dalla mia bocca << Perfetto, sarò lì tra cinque minuti ti mando un messaggio >>. Corsi in bagno a prepararmi e appena mi arrivò il messaggio mi avvicinai al letto di Lodo << Lodo? Lodovica? >> la scossi un po’ per vedere se si svegliava ma definitivamente dorme come un ghiro…mi ricorda Diego…questa me la devo segnare per prenderla in giro. Scendo al piano di sotto cercando di fare meno rumore possibile, apro la finestra del salotto e poi esco fuori. Jorge mi sta aspettando in sella alla sua moto e ha qualcosa dietro la schiena che non riesco a focalizzare bene << Ma che ti sei portato? >> chiedo guardandola e adesso posso distinguere chiaramente la fodera di una chitarra << Tieni prendila tu >> dice togliendosela di dosso e passandola a me << Perché una chitarra? >> << Lo scoprirai, su monta in sella >> faccio come mi ha detto e gli cingo la vita con le braccia mentre lui fa risuonare il motore della BMW HP4. Fa freddo. Sto congelando. Ma il vento in faccia e i capelli letteralemente al vento sono qualcosa di assolutamente inspiegabile!!! È così forte! Così…adrenalinico, così…magico. Anche se credo che a differenza dei personaggi nei cartoni animati e le attrici nei film i miei capelli saranno tipo un accumulo di nodi alla fine del viaggio. Jorge accelera andando ancora più veloce e io stringo di più le braccia intorno alla sua vita << Paura? >> mi chiede guardandome dallo specchio retrovisore << Neanche per sogno!!! >> grido in modo che mi posso sentire al di sopra del rumore della moto. Arriviamo alla stessa spiaggia di ieri, lui scende per primo e poi mi tende la mano ma prima di prenderla e scendere dalla moto mi tolgo le scarpe << Vieni, dai a me la chitarra >> dice togliendomela di dosso. Credo che una delle sensazioni più belle del mondo sia sentire la sabbia fredda a quest’ora della not…del giorno…di quel che sia  tra i piedi. Guardo Jorge che cammina pochi passi più avanti di me e do’ un calcio nella sabbia gettandogliela  addosso << Che fai scema? Mi sporchi il jeans e mi fai entrare la sabbia nelle scarpe >> << Toglitele! >> si ferma e apre la fodera della sua chitarra tirando fuori un grande telo per poi sedercisi sopra, si toglie le scarpe e i calzini e poi prende la chitarra dalla custodia << Allora…mi vuoi dire perché hai portato quella chitarra? E comunque sappi che sono ancora arrabbiata con te >> tico sedendomi accanto a lui e prendendo una manciata di sabbia tra le mani per poi vedere come vola via. << Oggi ho scritto una canzone >> << Ah si? Tu scrivi canzoni? >> << Si è una delle mie tante qualità >> << Wow! Se continui così mi farai pensare che la tua lista di pregi superi quella dei difetti >> lui sorride leggermente chinando gli occhi sulle corde della chitarra che tiene tra le mani. << Che stai aspettando? Suona! >> lo sprono, dato che non si muove e allora comincia a suonare. << Quizás no percibimos que cuando estabas sufriendo…Hablamos por horas. Se nos pasó el tiempo Oh, oh. >> Forse non percepiamo che quando stavi soffrendo…abbiamo parlato per ore. Il tempo è volato. Prende fiato e poi continua
<< Y aunque tu sigues llorando aquí estoy para ayudarte asegurarme de siempre cuidarte. >> e anche se tu continui a piangere io sono qui per aiutarti, assicurarmi di prendermi sempre cura di te. E queste parole sono così belle e confortanti che non posso nascondere un sorriso a trentadue denti
<< Y sé que es así, cada minuto, junto a ti, cada segundo, pase lo que pase entiende bien…Que sola no estás que Aquí yo siempre estaré Porque tú lo sabes que nunca te dejaré. Que sola no estás Sé que siempre te sostendré contigo me quedaré y nunca te dejaré porque sola no estás Porque sola no estás Oh, oh >> E so che è così, ogni minuto, insieme a te, ogni secondo, accada quel che acada capiscilo bene…che non sei sola che io sarò sempre qui perché tu lo sai che non ti lascerò mai. Che non sei sola so che sempre ti sosterrò con te io sarò e non ti lascerò mai perché non sei sola Oh,oh. Il ritornello è qualcosa di speciale, qualcosa che mi fa stare bene e la melodia anche fa la sua parte, mi fa battere forte il cuore e mi specchio nei suoi occhi verdi che in questo momento stanno brillando come stelle sotto la luce della luna e credo che anche i miei occhi si siano illuminati.
<< Cuando sientas que no puedes Y que lo has perdido todo Si nadie te oye yo estaré escuchando. Woah oh!
Tienes que creer en mi. Aunque no me veas estoy ahí ayudándote a seguir. Oh, oh >> Quando senti di non farcela più e che hai perso tutto…se nessuno ti sente io ti starò ascoltando. Woah oh! Devi aver fiducia in me. Anche se non mi vede io sono lì ad aiutarti ad andare a vanti. E poi ritorna il ritornello seguito da una nuova strofa.
<< No importa lo que hoy pueda pasar, solo no tengas miedo. Oh, oh, oh, oh, oh, woah oh, oh oh, oh oh, oh. Y mientras yo respire prometo hoy cuidar tus sueños
Que sola no estás Sé que siempre te sostendré contigo me quedaré y nunca te dejaré porque sola no estás Porque sola no estás Oh, oh >> Non importa ciò che può succedere, non avere paura. Oh oh oh oh oh woah oh oh oh oh. E fino a quando respirerò prometto di custodire i tuoi sogni. Appena la canzone finisce spingo il mio corpo verso di lui avvolgendogli il collo con le braccia << è bellissima! >> e dico solo questo perché non credo esistano altre parole per descrivere la bellezza delle sue. Dopo un po sento la sua mano sinistra posarsi sulla scapola per ricambiare l’abbraccio. << L’ho composta oggi pensando a te >> sciolgo l’abbraccio e torno a sedermi per guardarlo negli occhi << Non abbiamo visto niente sul quel coso, quando lo abbiamo raccolto da terra era già fuori uso…ma in ogni caso volevamo vedere cosa c’era sopra solo per aiutarti non per farci gli affari tuoi >> sospiro guardandolo e mi porto le ginocchia al petto rivolgendo lo sguardo verso il mare. << È buio… >> dico continuando a tenere gli occhi sul panorama, lui fa una piccola risata mentre ripone la chitarra nella custodia. << Si beh…sono le 2:18 del giorno non pretenderai di vedere già la luce del sole >> << C’è una scrivania… >> continuo io e so di aver attirato la sua attenzione perché adesso mi fissa col suo sguardo penetrate, attento, che cerca di leggere dentro…forse è per questo che non voglio voltarmi a guardarlo perché ho paura che possa arrivare troppo in fondo.





 *Angolo autrice*
Hiiii I'm hereeeee lol come vaaa??? Non amate anche voi queste canzoni? Cioè io si! Yeaaa ancora non sapete il "coso" cosa cavolo è...okno freno l'entusiasmo dai non è giusto che non lo sappiate ancora MA...in compenso credo di aver scritto un bel capitolo no? u.u su su non si può avere tutto nella vita...magari sospettate già qualcosa su cosa sia esattamente questo "coso" in ogni caso vi prometto che nel prossimo capitolo lo scoprirete contente? LoL...in ogni caso qui abbiamo visto una parte dell'incubo che perseguita Tini e lei è sul punto di raccontarlo a Jorge...chissà magari a spronarla è stata la bellissima canzone d'AMICIZIA e.e che Jorge le ha scritto. Ma quanto può essere perfetto quel ragazzo?! *w* CIOE' OIWJFOWEJFOWJFEOWIJOJ...in ogni caso riuscirà ad andare fino in fondo? Cosa succederà al risveglio di Lodo? Voi dire che arrivano in tempo o danno l'occassione a Lodo per farsi prendere in giro a vita?! Dio ve l'immaginate la catastrofe?! poveri loro 
😂 😂 😂 Definitivamente non vorrei essere nei loro panni. Si ma non dimentichiamoci del caloroso invito di Damien al centro commerciale eh...cosa succederà mai? e.e Comunque sorvalando sulla perfezione di Warrior perché per me quella canzone è perfetta u.u (e non lo dico solo perché amo Demi) e anche sulla perfezione della canzone ripeto d'AMICIZIA che Jorge ha composto per Tini che altro c'è da dire? Bah avrei tante cose da dire...si sono così tante che le ho scordate pensate un po'...
Crazy_YDA!!!! MA CHE DOMANDE FAI?! Certo che ti posso salutare nel mio angolo autrice!!! Non è assolutamente chiedere troppo anzi è il minimo per le fantastiche recensioni che mi fai!!! ù_ù Zaoooooooooooooo
❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘
Beh parlando di recensioni fantastiche non posso fare a meno di salutare anche Debby ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘
StoesselMyLife_ ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘
Minori ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘
e ovviamente! Mi amiguisss Beyooooooo ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘 ( a pesar de que eres tarada...te quiero mucho! 😍)
Comuqnue scherzi a parte, apprezzo davvero tantissimo tutte le vostre recensioni! (ovviamente non mi riferisco solo a quelle elencate sopra lol) siete delle grandi! Non potete capire quando mi fate oijedoejfoeirjfoejoriejoj
😍 😍 😍 si insomma io sono come Tini quando ha sentito la canzone di Jorge e voi che recensite siete Jorge che canta la canzone ho reso l'idea? LOL. No okey basta sono fuori e sto dicevndo cavolate e.e
CHICAAAAASSSSSSSSSSSS GRAZIE A TUTTE VOI CHE LEGGETE E SOPRATTUTTO CHE RECENSITEEEE BESOSSSSSSSSS 
~❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘 💌 💋
 

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Capitolo 9
*** Una giornata al centro commerciale ***








~~Il silenzio resta sospeso tra noi ancora per qualche secondo, sta trattenendo il respiro, riesco a percepirlo. Vorrebbe dire qualcosa, vorrebbe spronarmi a continuare ma ha paura di forzarmi troppo, quindi resta in silenzio. << Sulla scrivania c’è…c’è quel coso >> riprendo a parlare << è un eurocom panther 2.0 del 2006 vero? >> chiede sapendo che avrei ripreso a restare in silenzio per un po’ << Si. Me lo regalò mio padre proprio quell’anno a Natale… >> << Avevi 12 anni? >> << Si. Quello fu il l’ultimo Natale che passai con la mia vera madre >> dico, mentre ricordi di quel giorno si fanno spazio nella mia testa, ero così contenta di aver ricevuto quel notebook che mai avrei pensato che due anni dopo si sarebbe trasformato nel mio incubo. << Mi pare che Francisco aveva detto che tuo padre si è risposato due anni dopo giusto? >> chiede avvicinandosi un po’ a me, io continuo a guardare tutto ciò che c’è dinnanizi ai miei occhi senza mai voltarmi. Mi inumidisco le labbra con la lingua perché le sento così secche che ho come la sensazione di restare muta per sempre…come se non lo fossi già abbastanza. << Si, avevo 14 anni. Mio padre conobbe Cassandra in un negozio di antiquariato, lei era la commessa. Lui diceva che era stato come un colpo di fulmine, io non riuscivo a concepire il fatto che avesse dimenticato la mamma e ancora meno che voleva sposare una donna con il quale era fidanzato da soli quattro mesi >> dico scuotendo il capo come se ancora adesso quell’idea per me era inconcepibile. E forse è così. << Glielo dicesti? Dicesti a tuo padre che eri contraria a quel matrimonio? >> << No. Quando ero piccola ero diversa, ero una bambina molto chiusa, non dicevo mai quello che pensavo, non mi ribellavo mai agli ordini degli adulti soffrivo in silenzio e basta >> << Non mi pare che l’ultima cosa sia cambiata >> e in quel momento mi volto verso di lui per guardarlo, lui sgrana gli occhi << N-non volevo dire…cioè… >>  << Era esattamente quello volevi dire >> dico osservandolo mentre li aveva chinato lo sguardo probabilmente in cerca di una scusa. Quando torna a guardarmi accenno un sorriso per fargli capire che non aveva fatto nulla di male e lui ricambia con il suo sorrisino dolce e leggermente imbarazzato. Cosa che non pensavo potesse appartenere a Jorge Blanco…l’imbarazzo. << Mi è diffcile immaginarti come una brava bambina obbediente e silenziosa >> cerca di farmi sorridere provocandomi e ci riesce << E tu invece scommetto che sei sempre stato un cascamorto rompi palle vero Blanco? >> << Si hai indovinato! >> scolla le spalle mostrandomi ancora il sorriso ma questa volta mostra anche una piccola parte bianca dei suoi denti. Il silenzio torna a fluttuare tra noi per qualche secondo ed entrambi rivolgiamo gli occhi al mare. << Quindi…sei al buio, c’è una scrivania e sulla scrivania c’è il tuo notebook >> << Si esatto e…e mi sento sola e spaventata. >> << Spaventata…da cosa? >> chino il capo << Da quello che potrei trovare >>  << E cosa potresti trovare? >> è molto preso dalla discussione e tiene pronte le domande ma le fa con cautela come se si aspettasse che da un momento all’altro io smetta di parlare << Cose brutte…cose che mi feriscono. Gli adolescenti possono essere crudeli a volte >> e decido di concludere lì la spiegazione volgendo lo sguardo verso di lui. << È un sogno stupido adesso >> dice marcando quell’ultima parola << E perché ”adesso”? >> << Perché ci sono io e non permetterei mai a niente e nessuno di farti male. >> un lieve  sorriso si fa spazio sul mio volto guardandolo negli occhi << E poi…ci sono anche tuo fratello e tuo cugino >>. Si, so che Francisco e Diego darebbero la vita per me eppure…nessuno sembra riuscire a farmi sentire davvero protetta, non come te. Lui ispira dal naso e poi si lascia cadere all’indietro poggiando la schiena sulla sabbia, lo imito ed entrambi ci soffermiamo a guardare le stelle. << La vedi quella? >> chiede indicandomi le stelle, osservo lo stesso punto che mi ha segnalato << Si e allora? >> << Quella è la costellazione di Orione >> cerco di osservare con attenzione le stelle per scorgere la figura << Io non riesco a vedere niente >> << Perché ci vuole un occhio esperto. Ecco guarda quella è la costellazione del cigno e…quella!!! Quella è la stella di Venere >> << La stella di Venere?! >> a me sembra una stella normale come tutte le altre << Si! Si chiama così perché è la stella più bella di tutto l’universo e compare una volta ogni 10 anni >> << Wow non sapevo che ti intendessi di astronomia >> << Infatti non me ne intendo. Mi sono inventato tutto, ti sto solo prendendo in giro e tu ci sei cascata come una scema! >> lo sento scoppiare a ridere e lo guardo a bocca aperta cercando di non farmi contagiare dalla sua risata. << Stupido!!! >> dico dandogli un forte schiaffo sul braccio sinistro << Ahi!!! Fai male! >> << Ti assicuro che non volevo farti bene! >> << Vieni qui >> mi afferra il polso e mi avvicina al lui facendomi poggiare il capo sulla sua spalla << Riposa, metto la sveglia sul cellulare alle 05:30 così tornerai presto da Lodo >> mette la mano nella tasca tirando fuori il cellulare e io mi sistemo sul fianco destro poggiando il capo sul suo petto in mancanza del cuscino…ed è la prima volta che siamo in questa posizione, è la prima volta che sento il battito regolare del suo cuore sotto l’orecchio. Così, così chiudo gli occhi e mi addormento. << Sweety…sweety ti devi svegliare >> sento qualcosa accarezzarmi la guancia << Hey svegliati >> riconosco la voce di Jorge mentre passa la punta delle dita sul mio volto, un miagolio fuoriesce dalle mie labbra mentre mi muovo un po’ stiracchiandomi ma non tolgo il capo dal suo petto né apro gli occhi…né ho intenzione di farlo. << Ti devo portare da Lodovica.. >> ed è in quel momento che li apro maledicendo il momento in cui ho detto a Lodo che potevo dormire da lei. A quest’ora  avrei potuto dormire ancora per un’oretta. Mi stiracchio ancora un po’ e poi mi sollevo con la schiena mettendomi a sedere. << Dai su in piedi! >> mi dice tendendomi le mani, sto ancora dormendo e non ho la forza di alzarmi e lui parla velocemente con tono allegro ma dove la trova questa forza? Con malavoglia metto le mie mani nelle sue sapendo che non riuscirei ad alzarmi da sola. Con un solo movimento, uno scatto mi fa sollevare rapidamente da terra facendo scontrare il mio petto con il suo << Whuo! >> esclamo con voce ancora assonnata al contatto. Mi ha tirata su come se fossi stata una piuma e se non fosse perché ha messo immediatamente le mani sui miei fianchi adesso sarei a terra. << Ci Sei? >> mi chiede guardandomi, io mi strofino l’occhio destro e poi sbadiglio << Si… >> sussurro cercando di aprire bene gli occhi, lui mi lascia e prende il telo da terra per metterlo nella tasca della fodera della chitarra << Andiamo >>. Arrivati alla moto Jorge mi afferra le mani e mi fa avvolgere le braccia in torno alla sua vita << Stringiti forte, devo legarti le mani per non farti cadere? >> << No ci sono >> brontolo io cingendogli la vita e posando il capo sulla sua schiena con gli occhi chiusi. Mette in moto e ancora una volta riesco a percepire quando bene mi faccia stare su questa moto. Apro gli occhi posando il mento sulla sua schiena, il vento di prima mattina è bello fresco e si mescola con il profumo di Jorge che finisce sotto al mio naso. Mi sporgo un po’ per cercare di guardarlo, per quello che i capelli in faccia mi permettono di guardare. Ha l’aria rilassata nonostante si sia svegliato da poco, i suoi capelli continuano a muoversi alla stessa velocità dei miei ma essendo corti non gli offuscano la vista. Sono passati quasi due mesi dal nostro primo incontro all’aeroporto, lui è molto diverso dal ragazzo che si mostra all’inizio, ha un sensibilità che poche persone hanno o almeno con me ce l’ha. Lui sa quando io sto male, sa quando mento, quando sono arrabbiata, sa come farmi ridire tirandomi su di morale lui…lui sa come prendermi, sempre. << Siamo arrivati >>  la moto si ferma e con un minimo di forza di volontà scendo da questa. << Ci vediamo a scuola >> dice lui guardandomi << Sip! Ciao! >> dico correndo verso la casa di Lodo. Entro dalla finestra e poi la chiudo, entro nella stanza della mia amica e la osservo mentre ancora dorme. Mi rimetto il pigiama infilandomi sotto le coperte e resto a guardare il tetto, allungo il braccio e afferro il mio cellulare decidendo di giocare su gioco.it. Beh una cosa la dovrò pure fare mentre aspetto che si sveglia. Alle 07:00 in punto suona la sveglia di Lodovica, mi alzo sui gomiti per guardarla, lei l’afferra e poi la scaglia contro la parete alla quale è poggiato il mio letto, abbastanza vicino ALLA MIA FACCIA << LODOVICA!!! >> urlo quando la sveglia cade a terra. Lei si sveglia di scatto e mi guarda << Cosa? >> chiede con gli occhi mezzi chiusi << STAVI PER COLPIRMI CON LA SVEGLIA! >> << Oh…scusa… >> e detto questo riposa la testa sul cucino voltandosi dall’altra parte fino a quando non arriva la madre a svegliarla. Una volta a scuola io e Lodovica ci dirigiamo come al solito verso gli armadietti. << Vuoi sapere una cosa strana? >> domanda la mia amica << Cosa? >> << Nella doccia c’era della sabbia! >> sgrando gli occhi << Che-che?! >> << Si! È strano…parecchio strano insomma nessuno è andato a mare no? >> << B-beh forse tua madre >> << Ma il bagno è quello della mia stanza e lo abbiamo usato solo io e te >> mi guardo intorno e vedo il gruppo dei popolari al solito posto. Quando gli occhi di Francisco incontrano i miei lo vedo incupirsi e so che è ancora dispiaciuto per la storia dell’altro ieri. << Lodo torno subito! >> lei annuisce col capo e io mi dirigo verso di lui << Buongiorno! >> esclamo sorridendo e gli do un bacio sulla guancia per poi darlo anche a Diego e a Jorge << Non sei più arrabbiata con noi? >> chiede mio cugino << Nop! Per ora mi è passato! >> il volto di Francisco si illumina visibilmente e poi mi abbraccia avvolgendo praticamente tutto il mio corpo. << Si fratellino anche tu mi sei mancato, ma è stato solo un giorno eh >> lo prendo in giro ricambiando comunque il suo abbraccio. << Visto? Te l’ho detto che Tinucha non vive senza noi >> appena sciolgo l’abbraccio do’ un pugno sul braccio di mio cugino per le sue parole << Lo sai che non mi piace che mi chiamino Tinucha! >> << Lo sai che non mi piace che mi chiamino Tinucha! >> ripete insieme a Jorge e Fran prendendomi in giro e tutti e quattro ci mettiamo a ridere. Anche se a volte ci trattiamo male e ci prendiamo in giro, so che Francisco farebbe qualsiasi cosa per me come ha detto ieri Jorge…e anche Diego…e beh si anche Jorge stesso! << Hey!!! Avete fatto pace? >> la voce allegra di Candelaria mi fa sorridere << Sip! Senti Cande a proposito del fine settimana da te, io e Lodo ci stiamo! >> << Grande! Ci divertiremo! >> << Non ho dubbi! >> esclamo continuando a sorridere, poi mi rivolgo nuovamente verso i tre moschettieri << Non aspettatemi all’uscita >> << Perché? Dove vai? >> chiede prontamente mio fratello e mi viene spontaneo roteare gli occhi << Vado da Lodo a mangiare e poi torno a casa >> mento perché so che farebbe il matto se sapesse che esco con un ragazzo. La camapanella suona e Lodovica mi si avvicina << Tini andiamo? Siamo già “le chiacchierone” non vorrai che diventiamo anche “le ritardatarie” Ciao Cande! >> conclude dando un bacio sulla guancia alla ragazza dai capelli rossi. << Lodovica! Da quanto tempo! >> ed ecco che mio cugino ritorna alla riscossa << Si e devo dire che stavo davvero bene Diego >> vedo Diego avvicinarsi un po’ troppo alla mia amica << Tanto lo so che ti sono mancato! >> poggia le mani sui fianchi di lei avvicinandola di poco a lui << Ah! Si certo come no, tu ti fai troppe illusioni bello mio! >> afferma Lodo stringendo di poco le guance di Diego con la mano destra  << Hai ammesso che sono bello >> continua lui con la bocca deformata dato che Lodo gli tiene ancora le guance. Io cerco di non ridere per la scena assurda che mi si sta presentando davanti. << Si ma è questo il problema Dieguito, hai solo un bel faccino e basta! Ciao! >> gli dà un leggero schiaffetto sulla guancia e poi mi prende sotto al braccio per andare in classe. << Wow hai degnato mio cugino di un dialogo al quanto accettabile >> << Mi sto addolcendo troppo vero? >> << Sip! >> << Troverò il modo di rifarmi >>.
Uscite da scuola ci dirigiamo con Nicolas e Damien verso l’auto di quest’ultimo. << Prego signorina! >> Damien mi apre la portiera della fiat panda rossa ultimo modello, anche Nicolas apre lo sportello di dietro per Lodovica. Una volto dentro vedo delle buste di patatine e bevande varie sparse nell’auto << Scusate il disordine ho dimenticato di pulire l’auto >> dice prendendo una busta e infilandoci tutto dentro. Osservo tutte quello che c’è dentro e mi metto a ridere come un’idiota da sola. << Il disordine di fa ridere? >> chiede Damien facendomi un sorriso << No, non è questo è che…stavo pensando all’auto di un mio amico. Se fosse ridotta come la tua gli verrebbe un infarto >> << Si la sua povera piccolina! >> dice Lodovica da dietro capendo già che parlavo di Jorge. Mi volto verso di lei guardandola en entrambe ci mettiamo ridere immaginando la scena. Arrivati al centro commerciale andiamo in un fast food per pranzare, i ragazzi hanno insisistito per offrirci il cibo nonostante noi non volessimo. << Voi ricordate che questa è un’uscita tra AMICI vero? >> Lodovica li scruta con lo sguardo << Certo che lo sappiamo! Vero Nico? >> Damien dà una gomitata al suo amico che annuisce e poi guarda Lodovica arrossendo. Qualcosa mi dice che le piace molto ma a quanto pare a Lodovica non interessa molto. Sorrido guardando Damien che si volta verso di me ricambiando il sorriso e facendomi l’occhiolino. Dopo aver prazato andiamo una libreria dato che sia io che Lodo amiamo leggere i libri. << Cos’hai preso Lodo? >> chiedo avvicinandomi a lei << Shadowhunters, ho visto il film e mi è piaciuto molto e poi Jace è sexy >> rido guardandola e so che mi farà vedere quel film appena ne avrà l’occasione. Io invece mi avvicino ai libri di Jessica Sorensen, una delle mie autrici preferite, prendo tra le mie mani il libro “The coincidance of Callie and Kayden” parla di una ragazza che ha deciso di chiudersi in sé stessa per qualcosa  che le è successo il giorno del suo dodicesimo compleanno. Tuttavia a distanza di sei anni il suo passato continua a perseguitarla. Kayden invece è un ragazzo che cerca di fare il possibile per accontentare suo padre soffrendo in silenzio. Lui sfiorerà la morte ma lei riuscirà a salvargli la vita e da allora Kayden si innamora del suo “angelo”. Questo è esattamente il tipo di libri che mi attire, storie d’amore complicate…forse perché io ho una vita complicata e basta. Peccato che i ragazzi di questi romanzi nella vita reale non esistano << Mi permetterai di farti un regalo? >> la voce di Damien mi riporta con i piedi a terra. << Co-cosa? >> << Posso regalarti questo libro? >> << I-io…non è necessario Damien dico sul serio >> << Anche io dico sul serio >> ribatte prendendomi il libro da mano e dirigendosi verso la cassa. Forse non è vero che i ragazzi dei miei sogni esistono solo nei libri, anche se un po’ mi imbarazza questa cosa insomma mi ha già offerto il pranzo. Nicolas e Lodo ci raggiungono alla casa dove lui si offre gentilmente di regalare il libro a lei esattamente come ha fatto Damien con me ma lei si rifiuta << Nico, siamo amici. Non è necessario che mi regali un libro dico sul serio. >> dichiara pagando il commesso. Nico sembra esserci rimasto un po’ male…ma Lodo voleva dire che insomma…ho fatto male a lasciare che Damien mi comprasse un libro << Così ogni volta che lo leggerai penserai a me >> mi dice lui consegnandomi la busta con il libro << G-grazie >> << Bene! E ora per sdebitarci del pranzo io e Tini vi offriamo da bere! >> annuncia la mia amica prendendomi sotto il braccio << Sei d’accordo? >> << Si certo! >>. Io e Lodo camminiamo a bracciato qualche passo più avanti dei ragazzi. << Lodo, secondo te ho fatto male ad accettare che Damien mi comprasse un libro? >> << No! Insomma tu vuoi che diventi qualcosa di più che un amico giusto? >> << N-no io…cioè… >> << Come no?! Sei stata tu a dirmelo ricordi? Lo stesso incontro dei tuoi genitori >> << Si hai ragione…e a te Nicolas non piace neanche un po’? >> << Mmm…si ma io sono più complicata. Cioè non permetto a un ragazzo che conosco a malapena di farmi un regalo capisci? Potrebbe pensare che sono una ragazza che si conquista con i regali >> sgrano gli occhi guardandola << E se adesso Damien pensa questo di me? >> << Ma non essere stupida! A differenza mia tu hai un carattere un po’ più “chiuso” con i ragazzi quindi tranquilla! >> sospiro quando un enorme orsacchiotto marrone travestito si avvicina a noi per darci un volantino. Lodovica lo afferra ed è in quel momento che sento una voce familiare << Hahahahaha vi abbiamo stracciato! >> quella risata…mi volto e vedo Jorge uscire dalla sala giochi ridendo insieme a Candelaria, dietro di loro ci sono Francisco e Diego che hanno l’aria arrabbiata. << Che cosa ci fanno loro qui? >> chiedo più per me stessa che per la mia amica. Io e Lodo ci scambiamo uno sguardo e poi  ci avviciniamo al gruppetto << Dai non fate quelle facce! Avete solo perso dieci partite su dieci >> Candelaria li provoca ridendo con Jorge che tiene il braccio sinistro intorno le sue spalle. << Tu sei la ragazza di FRANCISCO! Dovevi giocare con LUI e IO dovevo giocare con JORGE! >> Diego gesticola indicandosi mentre parla << Beh volevo vincere per questo ho scelto di giocare con Jorge! >> << Volevi vincere eh? Questa me la pagate tutti e due! >> la voce di mio fratello è quasi stridula mentre Jorge e Cande continuano a ridere. << Che cosa ci fate voi qui?! Mi avete seguita?! >> tutti e quattro si voltano verso di me, segno che ho attirato la loro attenzione. << Ciao Tini! Ciao Lodo! >> Candelaria ci saluta con la mano << No, Anahi ci ha detto che a casa non c’era nessuno e siccome non avevamo voglia di cucinare siamo venuti qui a mangiare e a giocare nella sala giochi…piuttosto la vera domanda è TU che ci fai QUI?! >> una luce si accende e so di essermi appena data la zappa sui piedi da sola avvicinandomi a loro. << Hey ragazze che fate? >> e proprio in questo momento arriva Damien a complicare la situazione seguito da Nico. << E questo chi è MARTINA? >> e si mio fratello vorrebbe strangolarmi in questo momento. Deglutisco prima di aprire bocca << D-Damien…lui è Damien e-e Damien questo è mio fratello >> << Francisco Stoessel?! Tu sei la sorella di uno dei ragazzi più popolari dell’università?! Wow! Piacere di conoscerti Francisco! E voi siete Jorge, Diego e Cande! >> Damien tende la mano a mio fratello << CANDELARIA. Per te lei è CANDELARIA >> mio fratello marca bene il nome della sua ragazza uccidendo Damien con lo sguardo, questo ritrae in fretta la mano. Mio fratello lo scruta ancora un po’ e poi guarda me << Sei una bugiarda! >> sto per aprire bocca ma Lodovica mi precede << Ma non è che abbia ucciso qualcuno eh Fran, rilassati! >> adesso quella che viene guardata in cagnesco è la mia amica. << I-io non ho detto niente! >> continua lei, adesso interviene Candelaria prendendo il braccio di Francisco << Andiamo Fran! Smettila di comportarti come un pittbull da guardia! È solo un ragazzo! >> a quanto pare lei riesce a farlo indietreggiare di qualche passo, gli occhi di Francisco tornano su di me. << Se fa così adesso, che fa quando mi metto con lei? >> le parole di Damien si sentono forti anche se le ha dette sottovoce a Nicolas << Fortuna che Lodo non ha un fratello >> << Scusa?!! Che hai detto tu?! >> oh fantastico ci mancava mio cugino adesso. << Hey Diego vieni qui! Calmo! Non fare l’idiota! >> Jorge interviene facendolo tornare al suo posto << Guarda Diego che questa non è una cosa che ti riguarda! >> no Lodovica perché gli rispondi? Non è una buona idea farlo << Che?! >> << OKEY! BASTA! Voi due…è meglio se andate in un negozio a farvi un giro, Tini e Lodo vi raggiungo subito >>  Jorge prende la situazione in mano e mi rilasso almeno un po’. Ma Il suo sguardo mentre guarda Damien è duro, contrai la mascella per poi guardare me e un brivido mi percorre la schiena mentre i ragazzi si allontanano. << Perché mi hai mentito Martina?! >> e si appena si allontano mio fratello ne approfitta per riprendere a parlare. << Ma lo vedi come fai?! E mi chiedi anche perché ti ho mentito?! >> << Quel tipo non mi piace! >> << A te non piacerà mai nessun ragazzo che mi si avvicinerà! >> << Forse! Ma comunque mi hai mentito >> << Stai facendo una tragedia per niente! >> << Spero solo che quell’idiota non abbia nulla a che fare con quel pacco! >>. Sgrano gli occhi. Allora è per questo che Francisco si è arrabbiato così tanto? Per questo ha avuto quella reazione esagerata, lui è ancora preoccupato per la storia del pacco e sta cercando di capire perché ho avuto quella reazione. << Perché pensi che lui abbia a che fare con il pacco Francisco? >> << I-io non lo so…forse perché è l’unica persona con cui ti ho visto parlare a parte noi. E poi è un ragazzo… >> Jorge mette una mano sulla spalla di tuo fratello << A quanto pare Tinucha non è così stupida da uscire con qualcuno che la ferisce >> lo guardo male mentre lui mi fa la linguaccia. Candelaria si avvicina a Francisco dandogli un bacio sulla guancia e prendendolo sotto il braccio. Io guardo Jorge e mi avvicino a lui << Anche tu pensavi che Damien avesse a che fare con il pacco? >> mi guarda per qualche secondo e poi mostra uno dei suoi sorrisi a trentadue denti << Si, certo! Beh se devo essere sincero ero più preoccupato per Fran. Mi dà fastidio che qualcuno si metta contro i miei amici >> << Ma…è stato Fran a mettersi contro di lui >> << Si. Ma se il motivo era quello che pensavamo noi aveva ragione lui >> Jorge allunga la mano per darmi un piccolo schiaffetto sulla fronte << Hey!!! >> protesto cercando inutilmente di fargli male con un pugno al petto. << Mi vuoi dire chi è quell’idiota? >> guardo mio cugino che ha le braccia incrociate mentre parla con Jorge. << Ma che ti frega?! >> << Quello è un’imbecille! Cioè sembra una femminuccia! >> << Ma come ti permetti di parlare così di lui?! Cioè neanche lo conosci >> io e Jorge ci guardiamo e ridiamo per poi intrometterci nella discussione prendendoli in giro << Cioè! Cioè! Cioè! >> Francisco e Cande si mettono a ridere mentre Diego e Lodovica ci guardano male << MA VOI CHE VOLETE?! >> << Ma che permalosi che siete! >> dice Jorge e io annuisco << Tini perché non richiami i tuoi amici? Gli offriamo da bere per “l’incidente” di prima >> mi propone Jorge. Per fortuna tutto sembra essere tornato come prima! << Si certo! >> rispondo io sorridendo, lui ricambia ma poi alza di poco lo sguardo e vedo il suo volto incupirsi di colpo. Deglutisce e poi afferra la manica della giacca di pelle di Diego che sta parlando ancora con Lodo. << Che c’è Jorge?! Sto parlando! >> << Guarda lì >> Jorge indica un punto un punto dietro di me e spontaneamente mi volto insieme a Lodovica << Oh no! >> torno a guardare i ragazzi, anche Diego deglutisce. << Ma che vi prende?! Sembra che abbiate visto due fantasmi >> dice Lodovica guardandoli << Peggio… >> mio cugino lascia la frase in sospeso e poi guarda Jorge << Le gemelle Barros! >> dicono all’unisono tutti e due per poi correre dietro l’enorme macchina per prendere i pupazzi. Io e Lodovica ci guadiamo nuovamente le spalle e vediamo due ragazze quasi identiche, hanno i capelli neri e lunghi, una li ha lisci e l’altra mossi, hanno dei fisici da modelle, sono alte e si beh…non prendiamoci in giro sono bellissime. Una delle due porta degli shorts con una t-shirt con la bandiera americana, l’altra invece ha una gonna colorata che le arriva quasi al ginocchio e una canotta bianca con il disegno di un cuore nero sopra. Quando ci giriamo di nuovo per guardare i ragazzi questi sono spariti. Francisco invece ha il braccio sinistro attorno la vita di Candelaria, lei ha le mani sulla sua spalla ed entrambi ridono guardando dietro l’enorme cartellone della sala giochi dove sono nascosti Diego e Jorge.  << Non capisco…insomma sono due belle ragazze >> dico guardandoli << Si. Ma ci sono già andati a letto >> mi risponde Cande e allora capisco e io e Lodovica ci mettiamo a ridere. << Bene noi torniamo da Damien e Nico >> annuncia Lodo, Diego salta fuori dal cartello mettendosi in piedi davanti a lei << Te lo proibisco! >> << Ma proibisci cosa?! Deficiente vieni qui! >> Jorge lo ritira giù tirandolo per il braccio. << Tini scusati con i tuoi amici da parte nostra e digli che dobbiamo offrirgli da bere per farci perdonare >> dice mio fratello << Si tranquillo >> gli sorrido di rimando e poi tutti torniamo a guardare Jorge e Diego << Ah…che bello non dover più fare certe cose! >> enuncia Francisco ridendo mentre guarda i due amici. << Sei sicuro Francisco!? >> tutti guanti guardiamo Jorge che un sorriso quasi maligno stampato in faccia…e Diego non è da mento << Le gemelle sono in compagnia della loro adorabile sorellina di sedici anni >> continua quest’ultimo << Si quella che si era fissata con te giusto? >> alle parole di Jorge mio fratello diventa bianco e volta lentamente il capo  verso le gemelle e la ragazzina che è con loro << Che poi dico…che pessimi gusti che ha quella bambina no Diego? >> << Si infatti! >> Jorge e Diego ridono dandosi il cinque << FATEMI SPAZIO!!! >> Francisco si getta a terra vicino a loro iniziando a spingerli << Hey no! Fermi!!! Non spingete e che cavolo! >> << è Francisco non sono io!!! >> << Fatti più in là!!! >> non so se ridere o piangere per loro, Lodovica e Cande hanno la mia stessa espressione sconvolta mentre quei tre continuano a litigare, urtano l’enorme macchina delle palline che si trova accanto a quella dei pupazzi facendola quasi cadere. Io e le ragazze ci copriamo immediatamente gli occhi coprendoci il volto con le mani aspettando di sentire l’enorme tonfo, ma questo non arriva così mi apro delle fessure tra le dita e vedo Francisco e Diego con gli occhi chiusi e le mani sulle orecchie, Jorge invece è quasi in piedi che mantiene la macchina delle palline per non farla cadere. Tutti quanti ci rilassiamo mentre lui rimette in piedi la macchina << Ma siete due imbecilli!!! E SPOSTATI DIEGO! >> pronuncia quelle parole a denti stretti facendoci ridere per non parlare di quando dà un calcio nel posteriore di mio cugino << AHI!!! Ma è colpa di Francisco!!! >> << NON MUOVETEVI! PORCA MISERIA! >> riprende Jorge. Mi scambio uno sguardo con Cande e Lodo dopo aver assistito alla scena. << Okey. Noi andiamo…buona fortuna con…con questo qualsiasi cosa sia Cande! >> proferisce Lodovica indicando i ragazzi con dei gesti delle mani. << Grazie ne avrò bisogno! >> risponde la rossa guardando quei tre che sono ancora lì a discutere mentre guardano le gemelle con la loro sorellina. << Andiamo? >> << Sip! >> rispondo mettendomi sotto al braccio di Lodo e andiamo da Damien e Nico che stavano aspettando in un negozio di informatica. << Hey hey hey! >> Lodo richiama la loro attenzione facendoli voltare mentre guardavano dei videogiochi. << Hey…allora risolto? >> Damien mi si avvicina << Sip! Mio fratello chiede scusa per il suo comportamento il fatto è che…qualcuno mi ha fatto un brutto scherzo in settimana e pensava fossi tu per questo si è arrabbiato così tanto >> << Ah ora capisco! Che sollievo allora! >> mi sorride prendendomi la mano << E sia lui che Jorge vogliono invitarvi a bere qualcosa per scusarsi! >> << Grande! Adesso? >> << Nop! Ora sono…un pochino occupati >> rispondo e guardo Lodovica che si copre le labbra con la mano destra e so che sta ancora morendo dalle risate per la scena di prima e io con lei. Con i ragazzi andiamo in un centro commerciale e compriamo dei vestiti, poi entrambi cercano di vincere dei Peluche alla macchinetta dei pupazzi che si trova vicino al chiosco ma purtroppo non ci riescono. Mi sento osservata e così mi guardo intorno. Vedo un’altra di quelle persone vestite da orso che mi guarda, ma non è lo stesso che ci ha dato i volantini perché è grigio. << Quell’orso è inquietante >> dico rivolta a Lodovica, lei lo osserva << Si hai ragione ma anche gli altri due eh >> guardando dietro  l’orso grigio ne vedo un marrone e un altro rosa che danno i volantini ai passanti e poi ne buttano uno a terra. << Ragazze! >> al suono della voce di Damien ci voltiamo << Io e Nico vogliamo andare a vedere una cosa nel negozio di videogame volete venire anche voi? >> << Io veramente preferirei andare da 47 street ancora non ci siamo andate >> annuisco alle parole di Lodovica << Noi vi aspettiamo lì tanto è vicino >> dico e poi insieme a Lodovica mi dirigo verso 47 street quando l’orso marrone e quello rosa ci circondano mettendosi ai nostri lati con un salto. << Ehm…no grazie ce lo avete già dato >> dico vedendo che vogliono darci dei volantini << Hey no ma che fate?! >>  continua Lodovica vedendo che ci danno tutti i volantini in mano. Poi fanno due saltelli e infine ci spingono in modo abbastanza brusco per allontanarci. Ci voltiamo per guardarli i due orsi battono le mani e poi ci salutano con la zampa cioè con la mano, per poi correre vicino all’orso grigio. << Che strani >> affermo continuando a guardarli << Puoi ben dirlo! >> concorda la mia amica. Ci voltiamo ancora una volta verso il negozio quando Lodovica mi ferma dandomi un colpo sul braccio destro << Hey ma quella non è Cande? >> guardo nella sua stessa direzione e vediamo Candelaria seduta su uno sgabello con le gambe accavallate, i gomiti poggiati sul tavolo rotondo mentre succhia dalla cannuccia la sua bevanda fresca. << Si è lei…ma perché è sola? >> << Non lo so…andiamo! >>. Ci avviciniamo al suo tavolo sedendoci di fronte a lei. << Hey perché sei sola? >> chiede la mia amica. << Perché i ragazzi hanno l’ordine di non avvicinarsi a me! >> risponde con un’espressione tra l’esasperato e lo spaventato. << Perché? >> questa volta domando io. << Perché?! Ma avete visto come sono conciati?! >> io e Lodo ci scambiamo uno sguardo e poi scuotiamo il capo. << Dove sono? >> la mora si guarda intorno per cercarli e io con lei << Lì >> Candelaria indica l’enorme corridoio del centro commerciali << Io non li vedo >> enuncio guardando attentamente le persone che mi passano davanti, << Già neanche io >> concorda Lodovica. << Davvero!? Perché sono grandi! Grigio, Marrone e ROSA! >> guardiamo Candelaria e poi ci voltiamo nuovamente verso il corridoio << Ma…di grigio, marrone e rosa ci sono solo gli orsetti >> afferma la mia amica ed entrambe torniamo a Candelaria che ci sorride << Già. >> dopo qualche secondo assimiliamo la situazione << GLI ORSETTI SONO LORO?! >> gridiamo all’unisono. << Il grigio è Francisco, il marrone è Jorge e quello rosa è Diego >> << So che in questo momento quella che sto per fare è la domande meno sensata data la situazione ma…perché Diego ha quello rosa? >> Lodovica si rivolge a Cande << Ha perso a sasso carta e forbice prima contro Jorge poi contro Fran >> << Oh okey. >> e non possiamo fare a meno di voltarci di nuovo verso gli orsetti colorati. << Sono davvero inquietanti >> dico tornando con gli occhi sul tavolo << Si e adesso che so chi c’è dentro lo sono ancora di più >> annuisce Lodo. D’un tratto vedo un sorriso formarsi sulle labbra della mia migliore amica << Cosa? >> chiedo sapendo già che sta a pensando a qualcosa << Sai Tini…credo che possiamo volgere questa situazione a nostro favore >> la scruto con lo sguardo mentre lei sta pensando a non so cosa…e non so neanche se voglio sapere a cosa. << Lodovica Comello a cosa stai pensando? >> domando e il suo sorriso si fa ancora più ampio fino a coinvolgere anche gli occhi.






*Angolo autrice*
Yeyyy si....stavo sempre aspettando una certa persona che doveva recensire MA sicomme alcune persone su twitter hanno protestato to...eccovi il capitolo contente? u.u
La scena all'inzio è eoiirfjeorifjoerj. E Tini fa pace con Fran Diego e Jorge ohwww *w* Era ora!
Veniamo al centro commerciale! Si allora...mi avete odiato? Naaaah....o si?....hahaha Tini pensa che Damien sia il principe dei suoi libri [spoiler nella parentesi se non volete non leggete lol ](A proposito del nome "Damien" vorrei dire che non c'entra niente con l'attore francese che interpreterà Alex/Clermont in Violetta3 lol è stata solo una coincidenza anzi io pensavo che quello si chiamassi Damian...ma credo che lo avevate capito anche dalla descrizione dato che è diversa) comunque vi ho fatto ridere almeno un pochino? Beh almeno ci ho provato su su apprezzate il gesto. E adesso? Lodovica farà altre domande sulla sabbia? LoL...vorrà sapere di più sul pacco? Cosa succederà a casa di Cande?! 😲😲😲 ma poi sta storia degli orsi ne vogliamo parlare? 😂😂😂
Amettetelo avete amato Francisco come non mai in questo capitolo. Lo so. Hahaha ma cosa frullerà nella testa di Lodo? Ci sarà da divertirsi o da spaventarsi? Insomma parliamo sempre di Lodo ^-^'' vi sembra che si sia addolcita con Diego? Beh ora mi metto buona bona ad apettare le vostre fantastiche opinioni riguardo al capitolo u.u
Nel caso vorreste ammazzarmi in questo momento ricordatevi che senza me la storia non continua u.u
Tanti baci a tutte voiiii che seguite la storia vi adoro! 😍😍😍 E un abbraccio virtuale soprattutto a voi che la recsite chicas grazieeeeeeeeeee 💛 💙 💜 💚 ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘 💌 💋
Ps: Salutiii a anime_manga ^-^ E anche a fragola94 e poprock24

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Capitolo 10
*** Obbligo o verità ***








~<< Loro si sono vestiti così per scappare dalle gemelle giusto? >> chiede la mora alla rossa << Si giusto…loro sono sedute a quel tavolo lì in mezzo al corridoio >> risponde quest’ultima << Perfetto! Tini cosa ne dici di ricattarli? >> sbatto le palpebre due volte prima di risponderle con un’altra domanda << Ricattarli? >> << Sip! Diciamo alle gemelle che i ragazzi vestiti da orsi hanno chiesto di loro e ovviamente dobbiamo dirgli i loro nomi mi segui? >> ho un po’ paura delle idee di Lodo e anche il “Sip” detto da lei suona inquietante << Aha… >> << Bene, dopo aver fatto ciò proporremo ai ragazzi di aiutarli in cambio di…un favore. Che ne dici? >> << Mmm…non suona male come idea >> Candelaria si schiarisce la voce posando il bicchiere vuoto con la cannuccia sul tavolo << Preferirei che teneste Francisco fuori da questa storia…l’ultima cosa che mi serve è avere una discussione con una sedicenne >> Lodovica scrollò le spalle << Si certo tanto i pesci grossi da colpire sono Diego e Jorge >> rispose la mia migliore amica facendomi l’occhiolino. Sorrisi alle sue parole, non era niente male come idea e poi già sapevo cosa avrei chiesto. I tre “orsetti” si erano allontanati abbastanza dissimulatamente e quella era l’occasione giusta! Mi alzo e sto per andare verso le due ragazze quando Lodovica mi afferra il polso << Ferma! Che fai?! >> la guardo interrogativamente per le sue parole e la sua reazione. << Non possiamo andare noi direttamente altrimenti avremo difficoltà con la fase tre? >> << La fase tre? >> chiedo confusa << Riuscire ad allontanare le gemelle >> << E allora che facciamo? >> alla mia domanda Lodovica sorride e poi ferma un gruppo di ragazzini di più o meno dodici anni << Hey volete guadagnarvi 10 pesos a testa? >> i bambini annuiscono entusiasti e Lodovica gli dice di andare verso le gemelle e riferire che un certo “Diego” e un tale “Jorge” nascosti rispettivamente in un orso rosa e uno marrano le stanno cercando per farle una sorpresa. I volti delle gemelle sembrano illuminarsi alle loro parole e immediatamente si guardano intorno. Lasciano le bevande e il cibo sul tavolo e una volta che una delle due afferra la mano della sorellina iniziano a camminare a passo svelto, io e Lodo ci guardiamo in faccia per poi ridere. << Qualcosa mi dice che questa sarà una luuunga giornata >> afferma Cande ancora seduta sullo sgabello. Stiamo per seguire le gemelle quando veniamo ostacolate da Damien e Nicolas << Hey dove andate? >> chiede il primo << Dobbiamo fare una cosa molto importante! >> Lodovica ha la risposta pronta come sempre ed è evidente che cerca di liquidarli << Non volete ancora tornare a casa?... >> questa volta Damien guarda me e sto per aprire bocca ma come al solito la mora mi interrompe << No grazie! Cioè voglio dire…andate pure, ci accompagnerà Jorge >> << Ma per me non è disturbo dico sul serio posso… >> << Grazie Damien! Ma abbiamo da fare ci vediamo domani! Ciao! >> Lodovica non lo lascia nemmeno finire e mi afferra il polso iniziando a correre nella stessa direzione delle gemelle. << Lo hai trattato male! >> dico riferendomi a Damien << Si beh sopravvivrà! Non mi faccio mandare a monte il piano! >> mm…mi chiedo cos’è che vuole Lodovica da Diego…o da Jorge. << Tini, dobbiamo trovarli prima delle gemelle! >> << E come facciamo?! >> << Aiutami a cercarli!!! >> << Ma è quello che sto facendo Lodovica! >> in lontananza riesco a vederli << Eccoli! >> esclamo indicandoli con l’indice destro. << Finalmente! Andiamo! >> Lodovica mi afferra il polso dirigendosi verso di loro << Ma se rifiutano che facciamo? >> domando mentre camminiamo a passo svelto << Ci godremo una divertente scena e la filmeremo anche per poi caricarla sul sito della scuola dato che si vedranno le loro facce immagina lo spasso >> rido insieme alla mia amica quando finalmente raggiungiamo Jorge e Diego << Dov’è Francisco? >> chiedo una volta arrivata dinnanzi ai due, Jorge mi indica mio fratello che è con Candelaria e sta litigando con un tipo perché credo si sia avvicinato troppo alla sua ragazza. << Mi chiedo come pretende di prendere a pugni  quel tipo con quel costume >> dico più per me stessa che per gli altri << Si me lo sto chiedendo anch’io >> mi volto verso Lodovica e vedo che anche lei come Jorge e Diego assistevano alla scena di mio fratello con Candelaria e il tizio che cercava di corteggiarla. Do una gomitata a Lodovica per ricordarle che il tempo scorre e le gemelle non ci avrebbero messo molto a trovarli << Oh! Si giusto! Jorge, Diego è inutile che continuate a stare lì dentro, le gemelle sanno che siete in quei costumi >> << Cosa?! >> urlano all’unisono e devo dire che non hanno una voce molto udibile. << Come lo hanno scoperto? >> Diego si toglie finalmente l’enorme testa da orso rosa << Non lo sappiamo, ma si sono avvicinate a noi per chiederci se per caso abbiamo visto un orso rosa e uno marrone perché ci sono i loro fidanzati dentro >> cerco di non ridere per le parole di Lodovica anche se giuro era una fatica! È una bravissima attrice dovreste vedere le sue smorfie. << Porca miseria! E ora che facciamo?! >> anche Jorge si toglie l’enorme testa del costume << Io avrei un idea ma…avrete bisogno di me e Tini >> ed eccolo lì! Il sorriso vittorioso di Lodovica che io tanto adoro, non posso fare a meno di sorridere e voltarmi verso i ragazzi << Sentiamo! >> dice mio cugino, evidentemente non sospettando del nostro piano mentre Jorge invece si. Mi guarda negli occhi sospettoso, lui sa che c’è qualcosa sotto lo ha capito benissimo, quando Lodovica apre bocca sposta lo sguardo verso di lei. << Ma ovviamente questo vi costerà caro >> << Cioè volete dei soldi? >> mio cugino è sempre così sveglio << No Diego, non vogliono dei soldi. Vogliono qualcos’altro dico bene? >> ed ecco che gli occhi verdi di Jorge tornano su di me. << Bingo! Allora Jorge, io voglio che tu mi venga a prendere per andare a scuola e mi riaccompagni a casa >> << Che?! Tutti i gironi?! >> Jorge sgrana gli occhi << Si beh…per andare a scuola. Per tutto il resto dell’anno mentre tu Diego mi regalerai la tua felpa rossa >> << Quale felpa rossa? >> chiese mio cugino e dalla sua espressione so che sospetta di aver capito di quale felpa si tratta…la sua preferita << Quella che avevi l’altro giorno con la scritta “London” mi piace molto! >> << Ma quella l’ho comprata a Londra! È la mia felpa preferita! >> << Non è un problema mio >> << E tu invece che vuoi? >> domanda Jorge guardandomi io sorrido e cerco di raggiungere il suo orecchio per dirgli ciò che volevo. Quando mi allontano lo vedo sgranare gli occhi e pronunciare un severo e categorico << NO! >> con le labbra. << Come vuoi, insomma noi non ci perdiamo niente siete voi quelli in difficoltà >> interviene Lodo << Accetto le tue condizioni ma quelle di Martina no! Trova un’altra cosa! >> i suoi occhi sono penetranti ma io non mollo, gli sorrido << Non voglio altro, o questo o niente >>. Ci guardiamo per qualche secondo fino a quando la mia amica non interrompe il silenzio << O accettate le condizioni di entrambe e non se ne fa niente e vi vorrei ricordare che il tempo scorre e il centro commerciale non è immenso >>. Io e Jorge non spostiamo lo sguardo, come se questa fosse una sfida. Non ti lascio vincere Jorge o fai quello che ti chiedo o mi godo lo spettacolo che avverrà tra poco << Jorge accetta! Anche io rinuncio a una cosa importante! È la mia felpa preferita! >> Diego gli parla all’orecchio ma le sue parole sono perfettamente udibili anche perché con quei costumi non possono avvicinarsi di molto << Si Diego ma se accetto io perderò qualcosa di molto più importante della tua felpa! >> << Uomo di poca fede! >> esclamo guardandolo male. << > gli chiede mio cugino << No! Niente del genere ovviamente ma… >> << Allora accetta! >> da lontano sentiamo delle urla, ci voltiamo e si in lontananza vediamo proprio le gemelle << Tic tac Jorge il tempo sta per scadere! Sbrigati! >> ancora una volta rido alle parole di Lodo << Jorge!!! >>> Diego gli mette pressione e le gemelle corrono sempre più velocemente << D’ACCORDO!!! >> esplode finalmente e io e Lodo ci scambiamo uno sguardo e poi ci allontaniamo rapidamente dagli orsi, giusto in tempo per non far capire niente alle gemelle che saltano addosso al collo di Jorge e Diego. << Cos’hai chiesto a Jorge? >> la mia amica è curiosa, io le sorrido e poi mi avvicino al suo orecchio per dirglielo in modo che Francisco che era nei paraggi non senta. << Sol…Tali >> gli stanno strozzando il collo lo capisco dal modo in cui parala Jorge << Dov’è Francisco? >> chiede la bambina guardandosi intorno. << Quando interveniamo? >> domando alla mora << Aspetta… >>.  << Che fine avete fatto? E perché siete vestiti così? >> a prendere la parola è una delle due gemelle precisamente quella che aveva abbracciato mio cugino che sta per risponderle << Lavoro…Abbiamo avuto parecchie cose da fare in oltre io e Jorge vi abbiamo detto di essere dai ragazzi che non si “impegnano” no? >>. << Okey adesso! >>  annuncia Lodo, ferma il cameriere che sta per passarci davanti con il vassoio e due bicchieri di…menta credo tra le mani prendendoli e gli mette i soldi sul vassoio << Grazie ragazzo ciao! >> gli dà una pacca sulla spalla e poi mi dà uno dei bicchieri << Tini seguimi il gioco. << Si ma avevate anche detto che forse noi saremmo state l’eccezione! >> l’altra gemella marca bene l’ultima parola guardando Jorge. I ragazzi stanno per aprire nuovamente bocca ma vengono interrotti da me e Lodo << Tesoro ti ho portato da bere! >>. Lodovica sorride a Diego tendendogli il bicchiere di mente, questo la guarda dubitoso prima di prenderlo e in quel momento capisco il piano di Lodo << Tieni Jorge >> dico tendendogli il bicchiere, Lodovica si mette sotto il braccio di Diego e poi guarda le due sosia << E voi chi siete? >> e sfodera il suo sorriso smagliante mentre i ragazzi confusi si scambiano uno sguardo. << Chi siamo noi?! Chi siete voi! >> uuu una delle due gemelline è diventata irascibile guardando la mia amica << Io sono Lodovica, la ragazza di Diego e lei è Martina, la ragazza di Jorge…stiamo insieme da una settimana! >> disse non sapendo se poteva spingersi oltre “la settimana” in effetti con quei due i dubbi sorgono. Alla parola “fidanzata” la bevanda va di traverso sia a mio cugino che al suo amichetto. << Ma non avevate detto che NON vi “impegnavate”? >> anche l’altra gemellina ora sembra nervosetta << Si beh è stato prima di conoscere noi…giusto amore? >> date un premio Nobel per la recitazione a Lodovica. Adesso. << Ehm…s-si >> la voce di Diego è confusa esattamente come  il suo attuale stato. Jorge mi guardava in silenzio e so che voleva ancora uccidermi per il ricatto che gli ho  fatto ma la cosa mi fa sorridere << Vergognatevi! Ci avete soltanto usato! >> le due gemelle gli tolgono i drink da mano per gettarglieli in faccia e poi si allontanano con la loro sorellina. Appena le tre si allontanano io e Lodo scoppiamo a ridere spostandoci di fronte ai ragazzi << Per questo ci avete dato i drink? >> Jorge cerca di pulirsi la faccia con la mano << No. Giuro che non era previsto! Ma è stato fortissimo >> cerca di dire Lodovica tra una risata e l’altra e io con lei.  A quel punto ci si avvicinano anche Francisco e Candelaria e il primo si toglie la maschera << Bell’amico che sei eh Fran! >> gli rinfaccia subito Jorge << Hey io non sono andato a letto con una delle gemelle e poi Lodo e Tini vi hanno tirato fuori dai guai no? >> anche mio fratello sta ridendo per il modo in cui sono conciati Jorge e Diego << Sei morto! >> esclama quest’ultimo e poi insieme a Jorge inizia a corrergli dietro mentre noi ragazze ridiamo << Hey orsetti sono le 19:00!!! Dobbiamo tornare a casa restituite i costumi! >> li avvisa Cande urlandogli dietro.
Mandai il messaggio della “buonanotte” a Lodo con la quale stavo messaggiando e poi guardai l’orologio. Mezzanotte. Mi alzai dal letto e come al solito mi diressi nella stanza di Jorge in punta di piedi. << Jorge? >> Lo chiamami sottovoce entrando nella sua stanza e chiudendo la porta alle mie spalle << Vieni >> e dal suo tono di voce so che mi stava aspettando. Faccio attenzione a non inciampare in niente e una volta arrivata al letto gattono fino ad arrivare accanto a lui. << Ciao! >> dico guardandolo, lui mi sorride come al solito senza maglietta, entrambi siamo sdraiati sopra le lenzuola << Vuoi che scopra il letto? >> mi chiede dolcemente e io scrollo le spalle << Nop! Sto bene così >> << Perfetto! >>. Con una sola mossa senza che io capisca nulla Jorge si piazza sopra di me spaventandomi in un primo momento. Afferra entrambi i miei polsi e li posiziona sopra la testa tenendoli fermi lì con la mano destra. Quando si ferma e io suoi occhi si riflettono nei miei mi sorride e io mi calmo ricambiando il sorriso << Che stai facendo? >> chiedo ancora confusa. Insomma si è posizionato sopra di me e mi ha bloccato i polsi e di conseguenza l’uso delle braccia, questa cosa mi faceva ridere. << Che domande…sto per farti…il solletico! >>. Sgrano gli occhi a quelle parole e quando la sua mano si posiziona sul mio ventre scoppio a ridere non riuscendo a trattenermi. Si io soffro il solletico e non poco, mi dimeno continuando a ridere e vedo il suo volto sopra di me sorridente, trionfante. Non posso muovere le braccia, non posso fare niente per fermarlo se non dimenarmi per cercare di liberarmi. Continuando a ridere lancio un urlo e finalmente lui smette di farmi il solletico << Shh ma scema?! Così sveglierai tutti >> sta ridendo anche lui e con l’indice sinistro mi fa segno di tacere. Sto ancora ridendo come una scema nonostante abbia smesso di farmi il solletico, rimane a cavalcioni su di me senza però posare il peso sul mio corpo; alcuni secondi di silenzio restano tra noi << è colpa tua >> oso dire dopo un po’ con il sorrise indelebile sulle labbra. Non so perché continuavo a ridere e lui che mi provocava beh forse è questo che mi divertiva tanto. Lui sbatte le palpebre e poi lo vedo chinarsi su di me, non molla la presa sui miei polsi continua a tenerli ferrei sul cuscino sopra la mia testa. Lo osservo con attenzione per cecare di capire cosa sta facendo << Pensavi…che ti avrei lasciata impunita dopo il ricatto che mi hai fatto oggi? >> sussurra al mio orecchio destro con una voce così roca, calda, sento il suo respiro sfiorare il mio orecchio e mi irrigidisco. Il suo naso sfiora leggermente il mio collo e io deglutisco mentre sento dei brividi lungo ogni parte del mio corpo, non so cosa sta succedendo, non so cosa MI sta succedendo. Sento le sue labbra posarsi sul lato destro del mio collo abbastanza in fondo, le sue labbra sono morbide e mi fa un po’ di solletico << Jo-Jorge >> il battito del mio cuore accelera quando inumidisce quella parte della mia pelle chiudo gli occhi quella sensazione è piacevole anche se mi spaventa un po’…forse perché è nuova. Apro gli occhi quando lo sento ridere vicino al mio collo e poi si avvicina di nuovo al mio orecchio << Adoro la vendetta >> sussurra con lo stesso tono di voce do prima. Finalmente libera i miei polsi e ritorna a stendersi al mio fianco lasciandomi in uno stato di confusione per alcuni secondi. Lo guardo con la coda dell’occhio lui invece e poggiato col gomito sinistro sul cuscino e mi osserva << Quindi dovrò darti lezioni di guida…e dovrò usare una delle mie auto >> sorrido e mi volto per guardarlo << Sip! Sto pensando che potremmo usare… >> << Oh no Sweety! Non pensarci proprio. Mi hai chiesto di darti lezioni di guida ma nessuno ha detto che avresti dovuto scegliere tu l’auto da usare. L’R8 e la Ferrari sono fuori dalla tua portata quindi accontentati. È già tanto che ti faccio usare la BMW x6…anche se potrei affittare un auto >> gli do un colpo sulla spalla << Non sono un’impedita! Non ti romperò l’auto! >>. Jorge scoppia a ridere e vorrei tanto non farlo ma alla fine sorrido anche io, la sua risata è contagiosa << D’accordo Sweety lo vedremmo. Ora dormiamo, su vieni qui >>. Allunga il braccio sinistro verso di me per farmi avvicinare a lui posare il capo sulla sua spalla. << Mi hai fatto male i polsi >> dico strofinandomi il polso sinistro nella mano destra, d’un tratto vedo la mano di Jorge afferrare il dorso della mia mano sinistra premendo col pollice sul palmo. Lo attira a sé e mi lascia un bacio poco sotto il palmo della mano, sul polso, poi prende anche quello destro e fa lo stesso.  << Scusa…non volevo farti male stavo solo giocando >> sorrido, a volte è così dolce e diverso dal Jorge “popolare” che a scuola tanto amano. Io invece preferisco questo, dolce, a volte timido, divertente. Ma entrambi i “due” Jorge hanno una cosa che li accomuna. So che entrambi hanno cura di me e mi proteggerebbero sempre e comunque. Mi avvicino al suo orecchio vedendo che con il pollice continua a sfiorare il mio polso << Stavo scherzando…non mi hai fatto niente volevo solo farti sentire in colpa e ci sono riuscita >> sussurro al suo orecchio e poi torno a guardarlo negli occhi mentre mi sorride di rimando. Torno ad accomodare il capo sul suo petto e lui continua ad accarezzarmi la mano ora anch’essa posata sul suo corpo.  << Questo fine settimana resto a dormire da Cande… >> << Vuoi che venga a prenderti come l’altra volta? >> << No…magari ti chiamo e parliamo un po’ giusto per tenermi sveglia >> << Okey >> << Okey >> ripeto io e poi chiudo gli occhi lasciandomi cadere in un sonno profondo.
Il girono seguente passammo a prendere Lodovica << Hey hey hey >> saluta entrando in macchina << Ciao Lodo! >> dico voltandomi verso di lei << Buongiorno mora >> Jorge la saluta guardandola nello specchietto retrovisore anche fratello la saluta mentre Diego la guarda in silenzio << Non ho dimenticato Diego! Dammi la felpa! >> lo avvisa mentre Jorge parte con la macchina, sia io che lui e Fran ci mettiamo a ridere << Non è una cosa giusta >> borbotta Diego aprendo la sua borsa, le tende la felpa ma non la molla subito << Diego!!! >> e fu a quel punto che dovette mollarla per forza. << Me la lascerai mettere ogni tanto? >> Diego piega il labbro in fuori facendo la faccia da cucciolo a Lodovica che rotea gli occhi << Forse si d’accordo? >> Diego sorride e poi le dà un bacio sulla guancia, Lodo ricambia il sorriso e poi scuote il capo. Una volta arrivati a scuola salutiamo Cande che ci viene in contro e poi ci dividiamo, io e la mia amica andiamo verso gli armadietti. << La vuoi sapere una cosa divertente? >> chiede lei << Cosa? >> domando di rimando << A casa mia, quando andiamo a dormire si azionano le telecamere che usiamo in caso di furto, quella nel soggiorno che punta alla porta principale e quella fuori la porta che punta al cancello >>. Sgrano gli occhi voltandomi verso l’anta dell’armadietto di Lodo, lei lo chiude e poi mi mostra il suo sorriso da “Ti ho beccata” << Non è come sembra! >> butto fuori le prime parole che escono di bocca << è stupido dire “non è come sembra” non li guardi i film? È come ammettere che è esattamente come sembra! >>. Lodovica cammina verso i bagni e io mi affretto a chiudere l’armadietto e seguirla, << Che cosa hai visto di preciso? >> << Te e Jorge >> << Anche i tuoi lo hanno visto? >> << Non mancava niente in casa, non guardiamo i video per niente. Io l’ho visto perché avevo il sospetto sulla storia della sabbia e il video me lo ha confermato! >> Lodovica si aggiusta leggermente il trucco guardandosi allo specchio, io parlo a bassa voce dato che non so se c’è qualcuno nei bagni << Che cosa frulla di preciso nella tua testa? >> chiedo immaginando già la risposta SBAGLIATA di Lodovica << Tra te e Jorge c’è qualcosa! >> lo sapevo! << NO! >> << Oh andiamo! È venuto a prenderti nel cuore della notte per fare una romantica passeggiata… >> si ferma e poi mi guarda da capo a piede << …o una passionale passeggiata? >> e capisco subito a cosa sta alludendo << LODOVICA!!! >> le do un leggero colpo sul braccio facendola ridere e io cerco di non farlo ma non ci riesco. Mi guardo allo specchio e con le mani mi alzo i capelli formando una coda di cavallo << Secondo te dovrei legarli? >> chiedo guardandomi allo specchio, Lodovica si volta verso di me per valutare l’idea << Hey che hai sul collo? >> l’espressione della mia amica diventa seria preoccupandomi << Che ho sul collo? Un insetto? TOGLILO LODO TOGLILO! >> lascio immediatamente i capelli iniziando ad agitarmi << No non è un insetto…e se lo fosse non contare sul fatto  che te lo toglierei mi fanno schifo >> mi avvicina la mano ai capelli in modo da scostarli e mostrare anche a me attraverso lo specchio il segno rosso che ho sul collo. << Sembrerebbe un…si beh un segno di appartenenza che di solito si fa quando… >> << Jorge!!! >> esclamo interrompendo il discorso della mora. Lei sgrana visibilmente gli occhi guardandomi << Tu e Jorge avete… >> << NO!!! >> mi copro il segno con la mano << è la sua vendetta per la tua fantastica idea di ricattarlo ieri! >> << Hey a me non ha fatto niente >> << Tu non lo hai obbligato a farti guidare una delle sue auto >> << Okey ma…te lo ha fatto mentre dormivi o cosa? >> << No non dormivo >> << E allora come hai fatto a non percepirlo? Lo hai lasciato avvicinare al tuo collo? >> << No! Cioè si! Insomma…è una lunga storia >> << Sono tutta orecchie >> ma per mia fortuna la campanella suona, io alzo l’indice destro per indicarla e sorrido << Ops! Dobbiamo andare in classe >> Lodovica chiude gli occhi a fessura scrutandomi << Non finisce qui Stoessel io ho appena iniziato. >> avvisa mentre prende la sua borsa dirigendosi verso l’uscita e so che non sta scherzando…come so che potrà rendere la mia vita un inferno di questo passo. 
Quel fine settimana come avevamo accordato andammo a casa di Candelaria. I suoi genitori sarebbero stati fuori per due settimane quindi la sua enorme casa con piscina era tutta per noi. << Accomodatevi fate come se foste a casa vostra >> ci dice gentilmente appena entrate in casa. << Hai una bellissima casa Candelaria >> dice Lodo guardandosi intorno << Si è vero >> concordo io. << Grazie! Potete andare dove volete. Ci sono due bagni uno è dietro le scale, in quella direzione e l’altro si trova al piano di sopra vicino la mia stanza, venite ve la mostro >> la stanza di Candelaria era molto bella, le pareti erano colorate di un bell’arancione sgargiante e su una delle parete c’è un graffito con la scritta “Peace and Love” e il segno della pace << Che bello, lo hai fatto tu? >> chiedo indicandolo << Si! Volevo qualcosa di originale! >> dal soffitto penzolano dei fili con dei quadratini di vetro colorati che fanno dei bellissimi giochi a colori, i fili sono attaccati a un cerchio che a sua volta e appeso al soffitto, ce ne sono due abbastanza vicini tra loro. Vicino al muro ci sono tantissimi peluche di tutte le dimensioni, vicino al letto c’è un bellissimo acchiappasogni azzurro con le piume, la sua scrivania è bianca e sopra ha un lampadario fuxia intonato con la sedia. Bisogna dire che Cande piacciono molto i colori. La sua stanza è grande praticamente quanto la mia. Quella sera dopo esserci messe il pigiama ordinammo la pizza e intanto che l’aspettavamo sgranocchiavamo schifezze sedute sul divano, io e Lodo quello di fronte la televisione e Cande distesa su quello al lato sinistro. << Sai Cande, mi sono sempre chiesta cosa ci fa una come te con uno come Francisco Stoessel >> Lodovica parla con la bocca piena di patatine, Candelaria sorride e prima di rispondere ingoia ciò che sta masticando << Hai un’idea sbagliata di lui e anche di Diego e Jorge >> << Davvero? Illuminami perché quella accanto a me vive sotto lo stesso tetto e da quello che so non ha un’opinione più alta voglio dire anche lei pensa che siano senza cervello >> rido e annuisco alle parole di Lodo << Avete mai visto la graduatoria della scuola? Jorge, Diego e Francisco rientrano tra i ragazzi con la media più alta >> sia io che Lodovica sgraniamo gli occhi e quasi ci strozziamo con le patatine a quelle parole << Inoltre voi vedete solamente una parte di loro, quella dei playboy >> continua Cande << Perché c’è un’altra parte? >> domanda ancora la mora. << Si certo, loro sono molto dolci, sono divertenti, è vero che sono dei playboy e spesso molto superficiali ma…darebbero la vita per le persone che amano. Sono dei ragazzi speciali. Dovresti frequentarli di più Lodo e tu Tini…non ci credo che in due mesi che vivi sotto lo stesso tetto non hai visto questa parte di loro, soprattutto dato che due di loro sono tuoi parenti >> rido e annuisco << Si è vero Lodo, anche se non sapevo fossero bravi a scuola >> dico leggermente inquietata dalla cosa. << Mmm…beh ultimamente in effetti devo dire che frequentandoli…non sono così male come sembrava all’inizio… >> sono stupita dalle parole di Lodo e so che le è costato dirlo data la sua espressione << Ma restano sempre tre stupidi moschettieri e niente di quello che voi due direte potrà farmi cambiare idea sugli altri membri del gruppo dei popolari! >> a quelle parole alzo le mani in segno di difesa << Tranquilla su quelli siamo 100% d’accordo! >> anche Cande alza le mani << Va tutto bene io sono nel gruppo dei popolari solo per i tre moschettieri sugli altri non ho niente di buono da dire >> << Bene >> dice Lodo versandosi un bicchiere d’acqua quando bussano alla porta. Io e Lodo incrociamo le dita per far si che sia quello delle pizze e…si!!! Vittoria! Tutte tre abbiamo ordinato una margherita e dal profumo e il calore che emana sembrerebbe davvero ottima << Le ho ordinate in una pizzeria napoletana, dove il proprietario che è anche il cuoco è un napoletano. Fanno le pizze migliori di Buenos Aires! >> ci informa Cande e io e Lodo non possiamo che essere d’accordo sono buonissime. << Cavoli ragazze mi sento come se avessi mangiato un bisonte! >> dico mettendomi le mani sulla pancia << Prendiamo appunti. Mai mangiare schifezze prima della pizza >> suggerisce Candelaria indicando le buste vuote delle schifezze << Pianamente d’accordo! >> conferma Lodo e io mi limito ad annuire. Accendiamo la televisione e guardiamo un film “Wild Child” uno dei miei preferiti con Emma Roberts e Alex Pettyfer.  Dopo il film la padrona di casa tira fuori i giochi da tavolo e così ci mettiamo a giocare al “giro del mondo” “Monopoli” (che non ho mai capito come funziona e infatti ha vinto Lodo) e poi a scarabeo (dove ho avuto la mia vittoria su tutte due dato che Cande aveva vinto al primo gioco). Guardo l’orologio segna l’una in punto << E ora? >> chiede la rossa << Potremmo giocare a obbligo o verità >> suggerisce la mora al mio fianco e da come mi guarda capisco che non è una grandissima idea per me…<< Okey ci sto! >> acconsente Cande incrociando le gambe << Mmm…si anch’io >> e non ne sono sicura al 100% ma okey. << Cande visto che sei la padrona di casa a te gli onori. Obbligo o verità? >> Lodovica la guarda con aria di sfida mentre lei è totalmente rilassata << Verità >> << Tu e Francisco avete già…si insomma hai capito >> << Si! Tocca a te Tini Obbligo o verità? >> mi irrigidisco e ci penso per un po’ << Verità >> in fondo per questo giro è Cande che mi deve fare la domanda cosa può mai capitarmi…<< Chi ti ha fatto il segno che hai sul collo? E come? >> sgrano gli occhi toccandomi quella marca che ho da  tre giorni sul collo anche se si è sbiadita << Sono due domande non vale! >> protesto io in cerca di difesa << Glielo ha fatto Jorge. Rispondi alla seconda >> Lodovica mi sorride mentre io vorrei tanto strozzarla. Lo ha fatto apposta! Candelaria mi guarda con gli occhi sgranati << Co-con la bocca me lo ha fatto con la bocca >> balbetto guardando il pavimento << Si Tini non è che poteva fartelo con il pollice, vogliamo sapere come è successo dov’eravate e perché non ti sei negata >> Lodovica continua ad “aiutarmi” << Posso cambiare? >> << NO! >> la risposta arriva forte e chiara pronunciata all’unisono dalle mie carissime amiche << Io…ero sul letto e…stavamo giocando lui mi stava facendo il solletico e quindi…non mi sono accorta di niente okey? Francisco non lo deve sapere! >> dico rivolta a Candelaria che sta ridendo insieme a Lodo, la prima scuote il capo in segno di negazione << Io non gli dico niente >> sospiro sentendomi leggermente più tranquilla. E finalmente potrò vendicarmi << Lodovica, Obbligo o verità? >> la guardo con aria di sfida e lei scrolla le spalle << Obbligo >> << Ma tu guarda qualcuno ha qualcosa da nascondere >> dico ridendo appoggiata da Candelaria << Non è vero! >> << Okey Lodo come vuoi. Comunque devi chiamare il professor Fernandez con l’anonimo e dirgli che gli puzza l’alito e le sue lezioni sono così noiose che i suoi alunni non fanno altro che prenderlo in giro >> sorrido trionfante nel vedere l’espressione avvilita della mia amica fino a quando un sorriso non si estende sulle sue labbra << Non posso non ho il suo numero! >> uffa! Questo non lo avevo previsto << Non c’è problema ce l’ho io! >> dice Cande tendendogli il suo telefono. Torno a sorridere mentre Lodo la guarda sospettosa << Come fai ad avere il numero del prof? >> << Diciamo che essere amica di tre che amano fare scherzi ai prof. può essere utile. >> scoppiai a ridere mentre Lodo prendeva il telefono << E se riconosce la mia voce? >> << è obbligo o verità Lodo non puoi tirarti indietro e non puoi cambiare. >> Jorge aveva ragione adoro il sapore della vendetta. Continuammo a giocare a quel gioco per un bel po’ << Okey Cande obbligo o verità? >> chiede Lodovica << Obbligo! >> << Chiama Francisco digli che tra voi due è finita e domani gli dirai che era uno scherzo >>. Sgrano gli occhi e Cande con me << No dai chiedimi un’altra cosa. A parte che stanno dormendo a quest’ora ma poi non mi va >> << Niente da fare Cande. È il gioco e metti il vivavoce >> un po’ mi fa pena Cande…poverina, rassegnata prende il suo cellulare e digita il numero di Francisco che suppongo conosca a memoria. << Pronto? >> la voce di mio fratello è leggermente assonnata << Francisco…Tra noi due è finita! Non voglio vederti mai più! Ciao! >> non gli lascia il tempo di rispondere stacca la chiamata e poi getta il cellulare sul tavolo. << E se ora fa una scemenza? >> << Credo e spero che sia troppo tardi per fare una scemenza >> cerco di rassicurare Cande anche se non ne sono molto sicura. << Lodovica, obbligo o verità >> domando aspettandomi già la risposta << Obbligo >> e ti pareva è la terza volta << APPENA VEDI DIEGO LO BACI >> e questa frase viene gridata all’unisono da me e Cande come se l’avessimo pensata allo stesso tempo. Lodovica ci guarda sgranando gli occhi<< Questo non è giusto! >> << Oh si che lo è tesoro! >> ribatto sorridendole << Aspetta di dire “obbligo” e te la faccio vedere io mocciosa >> mi sfida lei, scrollo le spalle e al mio turno decido di dire di nuovo << Verità >> << Cosa avete fatto tu e Jorge quando è venuto a prenderti a casa mia nel cuore della notte? >> cacchio! cacchio!! cacchio!!! Me lo sarei dovuta aspettare. Ancora una volta Cande spalanca gli occhi guardandomi << I-io…noi…abbiamo solo… >> la mia frase viene bloccata dal campanello. Tutte tre volgiamo lo sguardo spaventato verso la porta e poi all’orologio. << Sono le due e mezza! >> afferma Cande << Chi sarà mai a quest’ora? >> e si mentre parlo sono spaventata. << Forse sono i tuoi che hanno dimenticato qualcosa >> suggerisce Lodovica e forse per tranquillizzarci tutte lei stessa compresa. << Restate sul divano…io vado ad aprire la porta >> e si Candelaria è la più coraggiosa delle tre, io e Lodovica ci sediamo sul divano e osserviamo la scena da lì pregando in silenzio che non siano né ladri né serial killer.


*Angolo autrice*
Ammettetelo mi state amando per la scena della vendetta di Jorge hahaha
Ora chi sarà mai alla porta? I genitori di Cande? I tre moschettieri? Fernando? Oppure......beh lascio ipotizzare voi u.u
Avevo deciso di non postare perché stavo aspettando la recensione di una certa persona e.e come sempre...ma oggi è il gran giorno inizia Violetta 3 in Argentina *w* e così mi sono detta no dai posto...anche Lodo si è addolcita no? u.u e sembra anche determinata a ficcanasare e.e
Molto presto il nostro amato gruppetto dei 6 sarà costretto a passare del tempo insieme eh eh e.e ma non vi dico perché u.u lo scoprirete verso i capitoli 12-13 u.u
Tini prende lezioni di guida da Jorge O-O si salvi chi può...l'auto di Jorge evidentemente non può povero
😂😂😂
Io non so se dovevo dirvi altre cose mi pare di si ma per ora non me le ricordo O.O quindi vi dico solo...al prossimo capitolooooooooooooooooooooooo ~~💛 💙 💜 💚 ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘 💌 💋
 

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Capitolo 11
*** Dietro un sorriso ***








~~Cande si avvicina alla porta e proprio nello stesso momento in cui la persona che è fuori la colpisce nuovamente << Candelaria!!! Dannazione! Apri questa porta! >> grida la persona al di là della porta. Io e le ragazze ci scambiamo uno sguardo, << Ma questa voce non è quella di… >> dico io non finendo in tempo la frase dato che appena Candelaria ha aperto la porta mio fratello si è fiondato in casa. << Francisco >> riesce a dire a stento la rossa << MI VUOI SPIEGARE CHE CAVOLO SIGNIFICA CHE TRA NOI E’ FINITA?! >> mio fratello urla come un pescivendolo al mercato del pesce. << Si Candelaria ti prego spiegaglielo >> dalla porta entra anche Jorge seguito da Diego ed entrambi hanno un’espressione esasperata << Così viviamo tutti felici e contenti e torniamo a dormire! >> dice mio cugino quasi a voler continuare la frase di Jorge. Adesso tutti gli occhi sono puntati su Cande, Diego e Jorge sono a pochi passi dietro Francisco e quest’ultimo ha il gomito poggiato sulla spalla del primo. << Posso spiegarti tutto >> balbetta Candelaria alzando le mani in segno di difesa << Sto aspettando! >> mio fartello sembra molto irritato << Era uno scherzo o meglio un gioco. Stavamo giocando ad obbligo o verità  e le per obbligo le ragazze mi hanno costretta a fingere di lasciarti! >> la seconda parte della frase viene pronunciata a tono abbastanza alto  e rapido e io ovviamente non posso che usare lo stesso tono e la stessa volecità << E per ragazze intende Lodo! >> la indico con l’indice sinistro e lei mi da un pizzicotto guardandomi male << Ahia!!! >> esclamo toccandomi il braccio. Jorge e Diego roteano gli occhi e si dirigono verso il divano su cui era stesa Cande per gettarcisi sopra. << Parlando di obblighi…tu non ne hai uno da compiere? >> dico sorridendo trionfande a Lodovica, lei chiude gli occhi a fessura mentre mi guarda e poi mi dà un altro pizzicotta << AHI!!! LODOVICA! >>. << Quindi…tu non hai mai voluto lasciarmi? >> mio fratello cinge la vita della sua ragazza << Ma certo che no sciocchino come ti salta in mente?! >>. Candelaria si avvicina per baciarlo e i due cominiano a sbaciucchiarsi appassionatamente così io e Lodo decidiamo che non abbiamo più voglia di assistere alla scena e ci voltiamo tornando sedute sul divano. << Buttati giù dal letto nel cuore della notte… >> dice Diego e Jorge finisce la frase << …Per uno stupidissimo gioco >> entrambi avevano le braccia in crociate, il primo guardava male Lodo il secondo me. << Heyyy perché guardi me così?! Ti ho detto che l’idea è stata di Lodo io non c’entro niente! >> mi giustifico alzando le mani << Tu c’entri sempre qualcosa >> risponde con tono canzonatorio << Ma come?! >> << Potevi mandare un messaggio a Fran per dirgli del gioco…o a me…o a Diego. Ma no hai lasciato che tuo fratello ci buttasse giù dal letto e ci trascinasse qui! >> sto per replicare ma Diego << Per non parlare di te e le tue idee stupide e folli. Stavo sognando Selena Gomez nella mia stanza >> mio cugino riferisce la prima frase a Lodo e la seconda a Jorge. << SIETE VOI CHE SIETE ESAGERATI >> << SHHH >> tutti e tre facciamo segno a Lodovica di fare silenzio o almeno non urlare come ha appena fatto << Ma sei scema?! C’è gente che sta dormendo >> la rimprovera Diego e lei scrolla le spalle e incrocia le braccia come se la cosa non la toccasse minimamente. Candelaria e Francisco si avvicinano a noi abbracciati e con un sorriso a trentadue denti. << Lodovica…parlando del gioco tu non hai un obbligo da compiere? >> la rossa sorride maliziosamente a Lodo che la guarda un po’ spaventata << Su Lodovica muoviti >> la sprono io dandole una spinta e imitando il sorriso di Cande. I ragazzi ci guardano con la fronte aggrottata cercando di capire cosa stesse succedendo. Lodovica emette un suono estenuante con la bocca per poi roteare gli occhi alzarsi in piedi << Diego vieni con me >> gli afferra il polso facendolo alzare in piedi << Scusa…ma vieni dove? >> chiedo cercando di trattenere una risata << Lo faccio in cucina >> si certo Lodovica ci hai provato << Sognatelo. Devi farlo qui davanti a noi e ringrazia che non devi farlo a scuola davanti a tutti >> alle parole di Candelaria, Lodovica la fulmina con lo sguardo ma lei non si intimidisce e anzi, alza il mento in segno di superirità e la mora si arrende. Fa un profondo respiro e poi si volta verso Diego << Che ti sia chiaro che questo è solo un obbligo! >>. Mio cugino ha lo sguardo ancora più confuso di prima, Lodo si da una spinta verso di lui avvolgendogli le braccia intorno al suo collo e le bacia. Diego in un primo momento sgrana gli occhi come quelli dei presenti del resto…ma non ci mette molto a cingerle la vita e ricambiare il bacio. Il volto di Lodo in un primo momento disgustato dall’obbligo che doveva compiere si rilassa. Vedo Diego che fa scivolare le sue braccia dalla vita ai fianchi di Lodovica per poter poggiarci le mani e sollevarla da terra. Mi aspetto che Lodovica si stacchi gli dia un calcio o faccia qualcosa del genere ma invece no, avvolge le gambe intorno la vita di Diego e continuano a baciarci. Io e Candelaria non possiamo fare a meno di lanciarci uno sguardo estrefatto per poi iniziare a ridere, Jorge e Fran si scambiavano qualche sguardo e si limitavano a ridere. << Mm…basta! Diego! >> Lodovica si separa da lui e torna a poggiare i piedi a terra per poi dargli una spinta in modo da allontanarlo da lei. << Se lo racconti a qualcuno mi procuro un fucile che arriva direttamente dall’Afghanistan per farti fuori e con un passaporto falso vado a vivere in Alaska quindi non verrai neanche vendicato mi sono spiegata? >> Lodo lo indica con l’indice destro in modo minaccioso, Diego inarca un sopracciglio guardandolo e noi intorno continuiamo a ridere << Rispondi! >> esige la mia amica e così mio cugino annuisce. << Bene. E lo stesso vale per i presenti in questa stanza! >> dice voltandosi verso di noi indicandoci uno ad uno, noi alziamo le mani in segno di difesa e parlando allo stesso tempo acconsentiamo al silenzio di tomba. << Candelaria hai un posto per noi visto che i tuoi non ci sono? >> le chiede Jorge guardandola, lei annuisce << C’è sia la stanza dei miei che quella degli ospiti >> << Ah tesoro…perché non dormiamo noi nella stanza dei tuoi? >> mio fratello è il solito inopportuno, Jorge e Diego ridono e fischiano come se stessero gioendo per un gol fatto dalla loro squadra di calcio.<< DORMIAMO Francisco? >> Candelaria marca bene la prima parola << Si beh se poi vuoi… >> la frase di Francisco viene interrotta << Se DORMIAMO va bene. Lodo e Tini possono dormire nella mia stanza, avevo fatto portare il letto matrimoniale della stanza degli ospiti nella mia camera apposta per voi due, comunque Jorge e Diego potete dormire nella stanza degli ospiti ci sono i due letti singoli >>. << Perfetto! Buona notte a tutti! Jorge vieni? >> Diego si mette in piedi e poi guarda Jorge << Mmm…si andiamo >> Jorge lo segue e insieme si dirigono le scale, io e Lodo facciamo lo stesso seguiti da Cande e Fran. Io e Lodo ci stendiamo sul letto, dopo qualche minuto la chiamo ma lei non mi risponde << Ma Lodo ti sei già addormentata? >>. Sbuffo e poi decido di alzarmi dal letto tanto so già che Lodo non si alza neanche con le cannonate.
Scendo le scale e sento delle voci provenire dal salotto, la televisione è accesa e le voci che sentivo provengono dalla televisione. Jorge è seduto sul divano e sta guardando un incontro di box.
<< Hey >> dico avvicinandomi al divano, lui come al solito non ha la maglietta e indossa un paio di pantaloni di un pigiama che gli va un po’ troppo grande << Hey >> mi risponde e si volta verso di me sorridendo << E quello? >> chiedo cercando di trattenere una risata indicando il pantalone << Me lo ha dato Cande è di suo padre…ne ha dato uno anche a Diego e Fran >>. << Ti va grande >> ridacchio mentre mi avvicino al divano per sedermi accanto a lui << Si beh grazie non c’era bisogno che venissi a dirmelo tu >> mi volto verso la televisione e vedo l’incontro di box. << Che noia! Cambiamo canale! >> allungo la mano per togliergli il telecomando di mano ma lui lo sposta << No. Voglio vedere questo! >> << Ma io no è noioso >> << Non è un problema mio Sweety >> sbuffo per poi tornare ad osservare il telecomando. Se lascio che si rilassi un po’ posso riuscire a prenderlo…devo solo aspettare il momento giusto…ADESSO! Mi allungo e cerco di afferrare il telecomando e si! Ci riesco << Heyyy ma che fai?! >> cambio canale e vedo che sta facendo una sfilata di moda. << Sweety  ridammi il telecomando! >> << Ma non ci penso proprio! Il minimo che puoi fare dopo avermi lasciato questo segno sul collo è lasciarmi scegliere che canale vedere >> . Non lo guardo ma so benissimo che sta sorridendo, prima che possa rendermene conto si fionda su di me e mi fa il solletico costringendomi a lasciar cadere il telecomando che ho in mano. Mi dimeno e so che non posso urlare per farlo smettere ma non ci riesco << Shh così svegli tutti! >> mi fa segno con l’indice destro vicino al naso di fare silenzio ma sta ridendo anche lui. È sopra si me e restiamo a guardarci per qualche secondo. Una delle cose che più mi piace di Jorge sono i suoi occhi. Sono di un verde così speciale…sembra vetro, un vetro chiaro, limpido che può riuscire a trafiggere i tuoi occhi per riuscire a scovare la tua anima e poter leggerla senza alcuna difficoltà. Li adoro e a volte li temo. Si temo che questi occhi possano ferirmi scovando la parte più fragile di me quella che purtroppo è forte solo quando c’è lui. E adesso me ne rendo conto, è così. Lui non mi dà solo protezione, mi dà anche più sicurezza in me stessa, lui mi rende più forte e fragile allo stesso tempo. Può sembrare stupido ma è vero, è proprio così. << Facciamo così, scegliamo un programma che sta bene a tutti e due >> dice alzandosi dal divano per raccogliere il telecomando, poi torna nella stessa posizione di prima, il piede sinistro sotto al piede e quello destro sul divano piegando la gamba in modo da poter poggiare il gomito sul ginocchio. Anche io torno su a sedermi mentre lui cambia canale, arriva ad un film << Cosa ne dici di questo? >> domanda lui, scrollo le spalle << Si va bene >>. Posa il telecomando sul tavolino e io decido di stendere le mie gambe sulle sue, lui le guarda mentre le muovo e rapidamente stende le sue per poggiare i piedi sul tavolino. Poi mi guarda e io ricambio lo sguardo senza capire perché mi stia fissando così. Ho fatto qualcosa che non dovevo? << Che c’è? >> chiedo continuando a non capire << Niente. Vieni… >> mi tira per le gambe avvicinandomi a lui, mi fa poggiare le cosce sul suo grembo e il capo sulla sua spalla avvolgendomi il busto con il braccio sinistro. Mi accomodo come si deve e mi metto a guardare la televisione insieme a lui. << Ti eri addormentato quando Fran è venuto? >> domando con gli occhi fissi sulla televisione << No, sai che stavo aspettando il tuo messaggio >> << Beh era tardi…avrei capito se… >> << Avevo il telefono vicino a me sul letto. Aspettavo il messaggio ma quando ho sentito i passi di Fran ho finto di dormire >>. Sorrido come un’idiota senza neanche rendermene conto. Stava aspettando il mio messaggio, chiudo gli occhi rilassandomi con quel pensiero nella testa.
Sento uno strano rumore di mani che battono in lontananza << Ho detto sveglia! Svelti! >> è una voce femminile…<< Cande?... >> non ci metto molto a riconoscere la voce assonnata di Jorge. << Se Francisco vi trova così a lei la manda in Svizzera e a te al patibolo! Sono le dieci sta per alzarsi portala in camera mia prima che scenda Fran >> << Si certo…la porto subito >>. Torno a chiudere gli occhi sapendo che Jorge mi prenderà in braccio e mi porterà sul letto nella stanza di Cande. << E questo? >> sento la voce stupita di Jorge e apro di poco gli occhi per vedere la stessa scena che sta vedendo lui. Lodovica che dorme sul letto  e Diego accanto a lei che le cinge la vita. Non è possibile. Mi strofino gli occhi più volte per mettere bene a fuoco ciò che sto vedendo e…non ho sbagliato. << Hey buongiorno >> Jorge mi poggia a terra, io sono ancora un po’ frastornata e vorrei che non lo avesse fatto << Non ho le allucinazioni? >> voglio avere una conferma che ciò che vedo è reale << No >> okey allora passiamo alla richiesta b << Prestami il tuo cellulare! >> okey magari è più un ordine che una richiesta ma l’importante è che Jorge obbedisce e io scatto una foto. << Mmm…ma cosa… >> Non ci credo. Il rumore dello scatto ha svegliato Lodo. << Ti sei svegliata in fretta eh tu? >> mi dice Jorge all’orecchio e io scrollo le spalle. Non può capire lui la soddisfazione di poter ricattare Lodovica Comello. Quando Lodovica si volta e vede Diego lancia un urlo pazzesco e lo butta giù dal letto facendolo cadere a terra << AHI!!! >> mi cugino si sveglia di colpo con una bella botta alla testa. << COSA CAVOLO CI FACEVI TU NEL MIO LETTO?! >> grida Lodo come una pazza guardando Diego dall’alto << I-io…non lo so…sono sonnambulo… >>. Diego si guarda intorno confuso e Lodo gli dà una pesante cuscinata in testa << TE LO DO’ IO IL SONNAMBULO! >> << M-ma no! Jorge dì qualcosa! >> e fu così che mio cugino chiese aiuto al suo amico…<< Si Lodo lui è sonnambulo, lui è molto sonnambulo guarda! >> Jorge schiocca le dita e mio cugino chiude gli occhi e si alza in piedi. << Molto bene sonnambulo! Adesso vieni con me nella nostra stanza su. Un passo avanti…un altro….spostati un pochino più a sinistra…un altro passettino a sinistra. Okey ora continua dritto, sei quasi vicino alla porta >> mi copro le labbra con la mano per non ridere dato che Jorge lo sta mandando dritto dritto a sbattere contro….<< AHI!!! JORGE!!! >>…la parete che si trova vicino la porta << Ops ho confuso la sinistra con la destra scusa >> ridacchia il ragazzo accanto a me mentre Diego tiene le mani sul naso e poi gli da’ un pugno sul braccio << Heyyy i sonnambuli non aprono mai gli occhi neanche quando prendono una botta! Su su andiamo >> Jorge gli afferra il braccio conducendolo verso le scale. Dalla nostra stanza possiamo ancora sentire le loro voci in mezzo al corridoio << No Diego a sinistra ci sono le scale, vieni qua. Attento al tavolino col vaso… >>. Io e Lodo ci lanciamo uno sguardo e poi scoppiamo a ridere, chiudo la porta e mi avvicino al letto per sedermi accanto a lei. << Ma tu dov’eri? >> mi chiede guardandomi. Devo pensare in fretta. Molto infretta. << Aspetta non dirmelo! Hai dormito con Jorge! >> sgrano gli occhi << NO!!! >> << AHA! LA VOCE ACUTA! LO HAI PRATICAMENTE AMMESSO >> mi rimprovera puntando l’indice destro accusatorio verso me << NON HO FATTO… >> mi schiarisco la voce rendendomi conto di essere sul punto di usare di nuovo quel tono di voce << Non ho fatto la voce acuta >>. La mora incrocia le braccia e alza lentamente il mento << Scoprirò cosa c’è tra voi due >>. La imito << Buona fortuna! >>. E so di averla appena sfidata. Quel giorno lo passammo tutta la giornata insieme. Facemmo colazione a casa di Cande, poi guardammo un po’ di televisione, poi decidemmo di uscire e andare a stuzzicare qualcosa al Burger King.
<< Mi siedo io davanti! È mio di diritto >> annuncio correndo verso l’auto << E perché avresti questo diritto? >> chiede Lodo camminando con gli altri. << Perché ho stracciato Fran e Diego a morra cinese >> << HAI BARATO! >> gridano all’unisono << Nop! Siete voi che siete due idioti. >> rispondo col sorriso sulle labbra. Una volta in macchina poggio i piedi sul cruscotto e prendo i cd che ha Jorge. << HEY! GIU’ I PIEDI DAL CRUSCOTTO TINI! >>. Jorge mi rimporeva subito e io sbuffo << Damien me li lascerebbe tenere >> << Io non sono Damien. E se non ti muovi te ne faccio pentire molto amaramente Sweety… >> prima che me ne renda conto sento il suo fiato caldo sul mio collo << E sai meglio di me quanto posso essere vendicativo giusto? >>. Con l’indice destro sfiora il mio collo, il punto dove mi ha lasciato il segno provocandomi dei piccoli brividi lungo la spina dorsale. << Hey separatevi un po’ voi due! >> la voce di mio fratello sembra farlo tornare al suo posto. Dietro sono seduti Diego, Lodo e Fran con Cande sulle sue gambe. Guardo Jorge mentre abbasso i piedi e lui fa quel suo irritante sorrisetto trionfante. Anche io posso essere vendicativa Jorge. Anche io. Andiamo al fast food e poi decidiamo di andare al parco a prendere un gelato. Ci sono anche le giostre e non posso fare a meno di mettermi di punta vicino all’altalena ed aspettare che uno dei due bambini che siede sopra scenda. Su bambini sono le 16:00 tornate a casina tra poco iniziano i cartoni animati. Ci sono solo cinque bambini e con tante giostre questi due devono giocare qui…ma uffa! << BUH! >> sussulto per lo spavento e quando mi volto vedo Jorge piegato in due che ride << STUPIDO! >> dico spingendolo << Che stai facendo? Siamo tutti seduti sulle panchine >> << Io non sono tutti! >> affermo incrociando le braccia. << Dan,  Dean venite è ora di tornare a casa >>. Mi volto e vedo che i bambini scendono dall’altana per andare verso la  mamma, sorrido e mi affretto a sedermi su una delle due altalene << Jorge vieni a spingermi! >> gli ordino io, lui ride e poi esegue gli ordini. << Ti piacciono le altalene? >> mi chiede mentre spinge << Sip!!! Le adoro! Se chiudi gli occhi  sembra che stai volando >> << Si…è vero… >> sento un velo di tristezza nella sua voce, ha smesso di spingermi e così cerco di poggiare i piedi a terra in modo da fermare l’altalena. Jorge è accanto a me con lo sguardo perso nel vuoto mentre fissa il suolo; si siede silenzioso sull’altalena al mio fianco. Non l’ho mai visto così è un’immagine…asfissiante. Sento il cuore stringermi in petto e poggio la mia mano sinistra su di esso chiedendomi perché Jorge ha quell’espressione…come se provasse dolore. Come se il mio cuore potesse riflettere i sentimenti del suo in questo momento. È possibile questa cosa? Possono due persone essere connesse come da un filo invisibile che riesca a far percepire i sentimenti l’uno dell’altro? Perché in questo momento sento la sua sofferenza e fa così male che potrei persino piangere. << Jorge… >> lo chiamo con una voce sottile, quasi un sussurro ma lui non mi sente. Deglutisco e con voce sempre tremante lo richiamo alzando un po’ di più il tono << Jorge >>. Questa volta mi sente, si volta di scatto verso di me e riesco a percepire qualcosa nei suoi occhi…qualcosa che non avrei mai pensato di poter vedere proprio lì, in quegli occhi smeraldo, qualcosa che conosco molto bene…il dolore. << È tutto okey? >> mi sorride dolcemente come se fosse tornato sulla terra << Si certo >> fa una pausa mentre mi guarda, come per assicurarsi che io creda alle sue parole. << Facciamo una gara Sweety! A chi vola più in alto e chi perde offre il gelato! >>. Adesso riconosco il Jorge di sempre…o almeno all’apparenza, perché ora so che dietro il suo splendido sorriso si nasconde una storia dolorosa, una che probabilmente nessuno ha mai visto perché nessuno ha mai davvero guardato aldilà di ciò che mostra. Io e lui siamo più simili di quanto pensassi. Entrambi sorridiamo cercando di nascondere al mondo intero quella parte di noi che sta gridando per il dolore, la sofferenza di non aver mai potuto raccontare una storia che ha lasciato delle cicatrici nella nostra anima. In ogni caso mi riprendo e decido di ricambiare il sorriso << Ci sto! >> mi metto in posizione accanto a lui indietreggiando con i piedi, pronta a darmi uno slancio per volare sull’altalena. << Pronti. Partenza. VIA! >>. E mentre noi dondoliamo vedo Diego tirare Lodo per il polso << Diego! Ti ho detto di no! >> << Su dai che sarà divertente! Mio cugino trascina la mia amica sul girello  e poi si siede accanto a lei cominciando a far girare la giostra prendndo sempre più velocità, Lodovica urla e ride allo stesso tempo << Diego!!! Mi gira la testa rallenta! >> so che non lo ammetterà mai ma si sta divertendo un mondo, mio fratello e Cande invece stanno facendo una sfida sull’enorme parate su cui bisogna arrampicarsi e poi scalare i quadri fatti con le corde per riuscire a raggiungere lo scivolo. La sfida dell’altalena la vinse Jorge ma alla fine volle offrirmi lui il gelato a tutti i costì. Alle 18:00 tornammo all’auto per andare a casa…purtroppo il giorno seguente l’università ci avrebbe atteso.
Come al solito prima di entrare in classe scambio due chiacchiere con Lodovica ma questa volta c’è anche Cande con noi! Bisogna dire che formiamo proprio un bel trio noi. La campanella suona e così ognuna di noi è costretta ad andare per la sua strada.
Quando entriamo nell’aula di spagnolo, la professoressa non è ancora arrivata e vediamo tutte le ragazze della classe radunate intorno al banco di Tessa e Lydia due nostre compagne di classe. << Lodo, Tini venite qui! >> veniamo chiamate da quest’ultima, così ci scambiamo uno sguardo prima di avvicinarci. << Che state facendo? >> Domanda Lodovica vedendole tutte quante ridere, << Stiamo facendo una graduatoria dei ragazzi più belli e più sexy della scuola, voi chi mettereste al primo posto? >> ci spiega Terry, io ci penso un po’ su e poi mi decido a parlare << Damien >> tutte le ragazze mi guardano sgranando gli occhi tranne qualcuna che evidentemente non sapeva neanche di chi stessi parlando…<< Bugiarda. Jorge Blanco >> risponde Lodovica e questa volta sono io a sgranare gli occhi << Lodovica!!! >> << Cosa? >> << Sei un’ipocrita! >> << Non è vero sono solo obbiettiva >> tutte le ragazze ridono << Io sono pienamente d’accordo con Lodovica…Jorge Blanco è il più “caliente” della scuola >> dice una ragazza e tutte le altre acconsentono iniziando a fare degli urletti e parlare di quanto sia bello Jorge << Esagerate! >> sbuffo incrociando le braccia << Ooo andiamo Tini vuoi dirmi che non hai notato quanto sia bello Jorge? Proprio tu che hai la fortuna di vivere sotto il suo stesso tento? Ha un fisico da paura, pettorali perfetti, occhi penetranti, capelli selvaggi, labbra invitanti. Tipo immaginati mentre sei seduta a fare i compiti, lui ti arriva dietro sexy e senza maglietta, ti stringe la vita e comincia a darti dei baci sul collo. Vuoi farmi credere che non perderesti la testa Tini? >> guardo Lodovica a bocca aperta per le parole che ha detto e non riesco neanche a risponderle mentre le ragazze continuano a parlare di Jorge << Lodovica chi metteeresti al secondo posto? >> le chiede Tessa << Diego! >> risponde senza neanche pensarci << MIO CUGINO?! >> marco bene le parole << Si te l’ho detto che sono obbiettiva, ho sempre pensato che siano tre idioti senza cervello ma non posso negare che fisicamente sono sexy e si al terzo posto metterei tuo fratello >>. Scuoto il capo mentre la professoressa di spagnolo entra in classe e tutte le ragazze prendono posto. << Quindi andresti a letto con mio cugino… >> dico sotto voce a alla mia compagna di banco per provocarla << No! Ho detto che è sexy non che ci andrei a letto, quella è una cosa seria >> << Uyyy que calor chicos no? Abréis la ventana por favor >> osservo la professoressa di spagnolo e la sua frase “calor” fa eco nella mia testas seguita dalla frase di quella ragazza “Jorge Blanco è il più caliente della scuola” e immediatamente le parole di Lodovica, senza rendermene conto chiudo gli occhi, immagino la scena, sono in salotto seduta in ginocchio vicino al tavolino con il libro di chimica aperto e la parte opposta alla punta della matita tra i miei denti. D’un tratto due braccia forti e muscolose mi circondano la vita, la mia schiena preme sul suo petto e il suo fiato caldo mi sfiora l’orecchio << Basta con la teoria…perché non passiamo alla pratica?... >> la sua voce e roca e seducente come quella di ieri sera, mi morde delicatamente il lobo dell’orecchio e poi le sue labbra si posano sul mio collo. DANNAZIONE!!! Apro immediatamente gli occhi e mi rendo conto di aver serrato i pugni, mi volto verso Lodovica che mi sta guardando preoccupata << Stai bene? Sei tutta rossa >> << Dannazione Lodovica! È tutta colpa tua! >> esclamo cercando di non alzare troppo il tono in modo che possa sentirmi solo lei << Io?! Ma che ho fatto? >> è confusa e per mia fortuna non ha capito niente << L’acqua è fredda? >> indico la sua bottiglina che sembra gelata << Si ma… >> << Dammela! >> le ordino e lei me la porge così inizio a sorseggiare << Señorita Stoessel se siente bien? >> l’insegnante mi si avvicina MA CHE FIGURA! << Ehm…si profe solo…tenia caliente…calor! Tenia calor! >> la professoressa mi guarda sospettosa e poi si allontana invece Lodovica si è coperta la bocca con la mano destra per nascondere l’imminente risata che cerca a malapena di trattenere << Smettila non è divertente! >> le do una gomitata << Si invece! >> << è tutta colpa tua! >> << Mia?! Sei tu che hai una mente perversa tesoro assumiti le tue responsabilità >> << Sei tu che mi hai messo strane idee in testa! >> ribatto guardandola << Si ma se le hai prese così a cuore vuol dire che le pensavi anche tu tesoro >> mi fa l’occhiolino e poi si volta verso la professoressa lasciandomi con le parole in bocca.
Finita l’ora di spagnolo usciamo dall’aula e do’ un pizzicotto a Lodo mentre ci dirigiamo in quella di chimica << Ahia!!! >> << è tutta colpa tua! >> esclamo guardandola in cagnesco << Di nuovo?! Ne abbiamo già parlato se provi una certa attrazione fisica per Jorge Blanco non dare la colpa a me dolcezza >> << NON CHIAMARMI DOLCEZZA! >> alzo un pochino troppo il tono spingendola proprio quando siamo arrivate davanti l’aula di chimica, lei ride e poi si ricorda di aver dimenticato il libro nell’armadietto << Sei una stupida >> e non lo dico solo per il libto << Gne gne…aspettami qui vado aprenderlo, tu intanto prendi posto. >>. Roteo gli occhi e poi faccio come mi ha detto. Occupo il secondo banco dela fila sinistra. Né troppo sotto al prof né troppo lontano. Perfetto. D’un tratto sento il rumore della porta alle mie spalle e di scatto mi volto verso questa. Lo spavento diventa terrore quando vedo che la persona che è entrata nell’aula è lui…il mio fratellastro. << Fe-Fernando! Che cosa vuoi?! >> perché devo sempre essere sola con lui in un modo o nell’altro? << Solo dirti…che la lunga attesta sta per finire. Mercoledì Tinucha…l’attesa finirà >>. Schifo e ribrezzo sono le sensazioni che provo al suono della sua voce, le sue parole mi confondono non capisco che cosa vuole dire << Che cavolo significa?! >> il mio tono di voce come al solito tradisce la mia paura. Fernando sorride e avanza di un passo verso di me. Solo uno. Io resto pietrificata al mio posto cercando di stare in guardia e…di capire il significato delle sue parole




 *Angolo Autrice*
Biennn eccoci quiii. Confessate pensavate che il titolo era riferito a Tini e invece...beh in parte si anche a lei lol. E mo che cavolo vuole Fernando? Mamma mia fa venire la pelle d'oca anche a me. Chissà che cavolo gli passa per la testa povera Tini
😬😬😬 Qual'è stata la vostra parte preferita? Io ho amato quella sul divano mentre tutti dormono e beh ovviamente anche il bellissimo sogno "ad occhi aperti" di Tini poverina lol 😂😂😂 ringraziamo Lodo. Beh la scena dell'altalena ci fa capire qualcosina sul personaggio di Jorge...qualche accenno c'era anche nella trama se ve lo ricordate xD ma ora lo sa anche Tini..."lo sa" si far per dire perché nessuno sa un c***o lol. Voi che cosa ne dite dei sentimenti di Tini? è davvero solo attrazione fisica quella che provo per Jorge oppure lei sente già qualcosa di più forte per lui? 😍😍😍...Poiii ditemi la verità. Quanto avete amato Diego e Lodo in questo capitolo?!?! Hahahaha vi ho fatto sclerare almeno un pochino?
Beh avrei molte cose da dire ma devo andare e devo mollare il capitolo in modo che delle persone che mi continuano a scrivere su twitter lo possano leggere e.e
Sto pensando se ho qualcosa di importante da dirvi...Ah si! La settimana prossima niente capitolo perché non ci sarò (in realtà non so se una settimana o due
😬 che splendida notizia no? xD) quindi dovrete aspettare un bel po' per sapere cosa intende dire Fernando...ma vedetela così potevo farlo finire ancora peggio il capitolo...e invece la fine "ancora peggio" ho deciso di tenerla per il capitolo 12 😬 spero apprezzerete il gesto...
Comunqueeeeeeee è sempre un piacere leggere le vostre recensioni! Sappiate che vi adoro e adoro soprattutto il fatto che a voi piace tanto anche questa mia nuova storia *W* grazie a tutte per seguirmi...ci avviciniamo a nuovi segreti da scoprire...e alcuni che verranno svelati ;-D
Un beso a todo el mundo las quieroooo
❤❤❤

Ps: L'autrice della storia "Juntos podemos hacer y pasar por lo que sea" mi ha chiesto di avvisarvi che è in ritardo perché le si è rotto il pc e mi ha chiesto di dirvi che comunque questa settimana posta =D e si scusa per il colossale ritardo u.u (non perdonatela. Se la fate sentire in colpa scrive di più) Baciiii
 

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Capitolo 12
*** Mercoledì ***








~~Mi fece un ultimo sorriso raccapricciante e poi andò via. Purtroppo non mi fu possibile riuscire a concentrarmi sulla lezione, fortunatamente il professore non se ne rese conto ma Lodo…si. << Mi vuoi dire cos’hai?>> mi chiede appena usciamo dall’aula. << Non ho niente, tranquilla>> cammino nervosamente guardando il pavimento << Non prendermi in giro! Sono la tua migliore amiche e si vede lontano un miglio che qualcosa non va>> << Lodovica lasciami in pace!>> << Voglio solo aiutarti!>> << Non c’è ne bisogno d’accordo?!>> pronuncio le mie ultime parole fermandomi per guardarla negli occhi. Senza aspettare la sua risposta mi dirigo verso il bar. << Vado a prendere un cappuccino lo vuoi?>> chiede restando in piedi, io invece prendo posto a un tavolino rotondo, vuoto << Si>> rispondo annuendo e poi aspetto che torni. Le parole di Fernando fanno eco nella mia testa…che cosa succederà mercoledì? Lodovica si siede di fronte a me e mi poggia il bicchiere fumante di cappuccino dinanzi. Le sorrido doblmente per ringraziarla, ma non mi fermo a guardarla negli occhi, so che vorrebbe sapere cosa sta succedendo e che è preoccupata per me ma non voglio e non deve. << Allora…mi vuoi spiegare com’è che tu e Jorge stavate insieme da Cande?>> osservo la mia amica impicciona di sottecchi, lei mi mostra il suo sorriso smagliante a trentadue denti stile “voglio sapere tutto. Dimmelo. Ora. Adesso. NOW. Non accetto nop come risposta.” Fa sorridere anche me, Lodo sa come farmi dimenticare di un problema anche se solo per qualche minuto << Non c’è niente da spiegare!>> cerco di filare subito fuori da questa conversazione << AH No! Non provarci nemmeno! Voglio sapere tutto. Dimmelo. Ora. Adesso. NOW. Non accetto nop come risposta>>. Ecco appunto…e quando fa così so che non uscirò salva senza averle raccontato qualcosa. Sospiro e mi muovo incomoda sulla sedia << Non è successo niente, abbiamo solo…dormito insieme>> sussurro quasi a sperare che non abbia sentito bene o…che so che la campanella mi salvi ancora. È chiedere troppo? << CHE?!>>. Lodovica quasi si affoga col cappuccino mentre sgrana gli occhi. << Bevi>> le dico io per farla smettere di tossire. Non si lascia neanche il tempo di riprendere fiato che apre bocca << Tu…lui…voi due lo fate sempre!>> << No!!!>> mi affretto a protestare ma con Lodovica sembra inutile…è già partita in quarta con il suo film mentale << Si invece…anche quella volta che ti è venuto a prendere a casa mia è andata così! Voleva dormire con te!>> e lo capisco dal fatto che non mi sta più ascoltando, guarda un punto fisso del tavolo con la fronte corrugata e fa degli strani disegni nell’aria con l’indice destro. La richiamo più volte ma inutilmente << Da quanto dormite insieme?>> spara la domanda azando di scatto il capo, è stato quasi iniquietante << I-io…non da molto cioè…si da un po’...insomma…>> non so che dire, ma ancora non sono passati i 10 minuti?! Stupida campanella! A me sembra passa un’eternità! Lodo mi guarda attentamente aspettando la risposta. << Dormite solo?>> spara la seconda domanda, quella che mi fa sgranare gli occhi e guardarla inquietata << MA SEI SCEMA?! COSA CREDI CHE FACCIAMO?!>> quando mi rendo conto di aver alzato un pochino troppo la voce, mi guardo intorno e si, come temevo avevo richiamato l’attenzione di un paio di persone. Sorrido innocentemente guardandole mentre la mia amica se la ride sotto i baffi. << Non è divertente Lodovica!>> esclamo a denti tretti, lei continua a ridacchiare << Invece lo è>> << È tutta colpa tua!>> la rimprovero con lo stesso tono di prima, ma questo sembra non toccarla minimamente. << Beh scusa ma la domanda sorge spontanea>> si giustifica alzando le mani e io la fulmino con lo sguardo << Non sorge spontanea. Sei tu che hai una mente malata.>> prima di proferire nuovamente parola rotea gli occhi << Okey si forse un pochino…comunque devi ammettere che non è normale>> la guardo interrogativamente << In che senso? Io e lui siamo amici>> << Si okey ma…io non dormirei mai nel letto con il mio migliore amico>> << Perché no? Cioè cos’ha di male?>> domando io cercando di capire. << Beh Tini, non avete cinque anni…lui è un uomo e tu sei una donna…devi ammettere che è strano>>. Scrollo le spalle, forse ha ragione, forse sono stata ingenua, o forse ho voluto fare l’ingenua. Ma la verità è che io ho bisogno di dormire accanto a lui per stare bene…e poi a me non sembra una cosa così grave. Siamo amici, è la stessa cosa di…è come se dormissi con Lodo no?
<< Buh!>> la voce di mio cugino mi tira fuori dai miei pensieri. È arrivato alle spalle della mia amica surrandole quel “buh” vicino all’orecchio così da farla sussultare. << Ma sei scemo Diego?!>> lei gli da uno schiaffo sul braccio mentre lui ride e poi si siede al tavolo accanto a noi insieme al resto dei popolari, Francisco mi passa la mano sulla testa scompigliandomi i capelli << Hey!!!>> protesto io riaggiustandomeli; quando vedo Jorge lui ricambia lo sguardo e mi da un’occhiolino per salutarmi. << Hey hey hey>> al suono della voce di Cande che si è seduta al nostro tavolo, in mezzo a me e Lodo mi volto di scatto << Che fate?>> la rossa guarda prima mee e la mia amica. Decido che è meglio che parli io prima che lo faccia lei, soprattutto viste le persone che sono al tavolo accanto << Nienta di che. Parlavamo di quanto sia noiosa questa giornata>>. Candelaria mi scruta con lo sguardo, sa che sto mentendo ma è intelligente e capisce subito il motivo della bugia << Ma noi stavamo parlando di…>> al contrario di Lodovica che invece si prende un calcio sotto al tavolo per farla inzittire << AHI!!!TINI!>> << Ops…scusami Lodo non l’ho fatta apposta!>> le sorrido ironicamente mentre lui continua a guardarmi male. << Tiffany non devi dire niente a Lodo e Tini?>> a sentir pronunciare i nostri nomi sia io che Lodo ci voltammo verso Candelaria e successivamente verso Tiffany. Quest’ultima ci rivolge uno sguardo quasi disgustato << No Cande non devo dirle niente>> ho detto quasi? No no togliamo il quasi, è uno sguardo disgustato con un tono di voce acido. << Io credo che tu debba dirle qualcosa riguardo a mercoledì>> mercoledì. Un campanellino di allarme suona nella mia testa << Cosa succede mercoledì?>> chiedo all’improvviso guardando Cande. << Tiffany farà una festa a casa sua>> << Al quale VOI non siete invitate>> Tiffany alla già la risposta pronta e come lei anche Lodovica << Tranquilla tesoro comunque non saremo venute alla tua stupida festa. Insomma io e Tini non siamo il tipo di persone a cui piace essere circondate da oche in calore capisci cosa voglio dire?>>. Mercoledì. Se Francisco, Diego e Jorge andranno alla festa torneranno tardi o forse neanche tornano…i genitori di Jorge sono fuori per lavoro e questo significa…significa che in casa ci saremo solo io Fernando e Cassandra. << Dai Tiffany falle venire!>> interviene mio cugino guardando la bionda che è seduta poco distante da lui. << Si che cosa ti costa? E poi Tini è la sorella di Francisco!>> questa volta ad intervenire è Jorge e io prego in silenzio che Tiffany acconsenta a farci andare a quella stupidissima festa. << No! Non voglio>> ma dal suo tono di voce mi sembrano preghiere inutili, << Perché no? Su Tiffany ti prometto che né mia sorella né la sua amichetta faranno disastri>> << Francisco tua sorella è una sfigata! E poi…vuoi davvero che la inviti a una festa piena di ragazzi?>> evidentemente Tiffany sa dove colpire mio fratello. Mio fratello resta in silenzio a guardare Tiffany come se ci stesse pensando << FRANCISCO!!!>> lo richiama subito la fidanzata con tono canzonatorio. << Lascia perdere Cande tanto comunque non ci saremo andate, giusto Tini?>> guardo Lodovica e forzo un sorriso annuendo alle sue parole. Candelaria rotea gli occhi e poi sbuffa, successivamente sale in piedi sul nostro tavolo e cerca di richiamare l’attenzione degli studenti << Hey! Un attimo d’attenzione per favore. Questo venerdì ci sarà una super festa a casa mia! Le invitate d’onore sono le mie migliori amiche Lodovica Comello e Martina Stoessel! Che è anche la mia cognatina. Siete tutti invitati vi aspetto ciao!>>. Tutti quanti applaudiscono Cande mentre lei scende dal tavolo, Tiffany la guarda male, le ha rovinato il piano di farci diventare “le sfigate della scuola” suppongo. << Wow Cande gazie!>> Lodovica sorride evidentemente sorpresa e poi abbraccia la rossa << Figurati! Ci divertiremo un mondo!>> entrambe posano gli occhi su di me, io cerco di sorridere ancora ed annuisco. Suona la campanella e tutti gli launni scattano in piedi io per prima << Ci vediamo dopo!>> esclamo prendendo la borsa e cominciando a dirigermi verso la successiva aula, in lontanazna sento la voce di Lodovica che mi dice di aspettarla e quella di Jorge che a quanto pare ha dimenticato un libro nell’armadietto. << Hey Sweety aspetta!>> quest’ultimo mi afferra il polso << Che cos’hai?>> mi mancava l’interrogatorio di Jorge! << Niente!>> e sfodero uno dei miei sorrisi a trentadue denti. << Mmm…okey, senti devo dirti una cosa alla prossima ora ci vediamo in giardino?>> << Ma arriveremo tardi a lezione>> << Ci inventeremo qualcosa! Ti aspetto ciao!>>. Non mi lascia il tempo di rispondergli mi dà un bacio sulla guancia e corre via. Lo guardo correre e mi viene da sorridere, quel ragazzo non accetta “no” come risposta. << Finalmente un sorriso vero>> sento la voce di Lodo provenire dalle mie spalle e mi volto verso di lei << Co-cosa vuoi dire?>> balbetto guardandola << Niente. Andiamo in classe su!>>.
Dopo due ore di spagnolo e una di chimica era il turno di storia. Storia è una delle materie più noiosa che conosca! E le date…andiamo chi si ricorderà mai tutte queste date?! Nessuno! È solo una perdita di tempo. Appena suonò la campanella della fine della lezione mi affrettai a prendere la borsa << Hai così tanta voglia di andare a fare educazione fisica?>> Lodovica mi osserva con la fronte corrugata << Jorge voleva parlarmi di una cosa, coprimi. Ci vediamo dopo>> << Okey>>. Non le lascio il tempo di dire altro e filo via, spero che qualunque cosa mi debba dire Jorge sia veloce, non sono mai arrivata tardi a educazione fisica e il professore incute timore. Arrivo in giardino e inciampo in qualcosa, chiudo gli occhi sapendo che tra non molto mi ritroverò con la faccia spiaccicata sul suolo ma tuttavia questo non succede. Qualcuno mi ha afferrato la vita e rimesso in piedi quando apro gli occhi mi volto e vedo Jorge dinnanzi a me << Morivi dalla voglia di vedermi?>>. Scuoto il capo spingendolo per allontarlo un po’ me << Presuntuoso!>> << > cominciamo a camminare in direzione della fotana più vicina. << Di cosa volevi parlarmi?>> << In realtà volevo che tu mi parlassi>> << Di cosa?>> chiedo confusa << Di cosa ti prende. Ti ho visto prima, eri agitata, nervosa come se qualcosa ti preoccupasse>> se ne accorto anche lui? Lodovica so scansarla ma Jorge…ho sempre come l’impressione che lui capisca subito quando mento. << Ti sbagli non c’è proprio niente di cui preoccuparsi!>> gli sorrido << Bugiarda>> e so che se non gli dò una ragione il terzo grado non avrà fine. Sospiro e poi salgo con i piedi sulla parte di cemento che divide il pavimento in pietra fatto nel giardino, dalla zona ricoperta dagli alberi e i cespugli. << Okey hai ragione, c’è qualcosa che mi preoccupa>> apro le braccia mentre avanzo di un passo cercando di stare in equilibrio per non cadere. << Cosa?...Sweety stavi per cadere sul pavimento piano, camminare in equilibrio sul margine del pavimento ti porterà a romperti una gamba>> << Pff! Uomo di poca fede, e poi tanto se cado tu mi prendi no?>> << Quanto ti piace rendermi le cose difficili?>> << Non puoi capire quanto!>> rispondo senza guardarlo, tengo d’occhio la linea di cemento su cui sto camminando facendo attenzione a non cadere. Dopo qualche secondo lui riprende la parola << Allora? Mi vuoi dire che cosa ti preoccupa tanto?>> devo mentire, non ho alternative << Damien>> dico senza pensarci << Chi?>> << Il ragazzo del centro commerciale ricordi?>> << Ah si…e allora?>> << Ecco lui…lui mi piace molto e vorrei poter fare qualcosa per farglielo capire, per conquistarlo ma non so se è una buona idea perché…si insomma non so se gli piaccio davvero come lui piace a me capisci?>>. Sono arrivata alla fine del margine e allora salto giù tornando a camminare sul pavimento sempre affiancata da Jorge ma non voglio guardarlo negli occhi, so già che capirebbe che sto mentendo. << Mm…tutto qui?>> se non lo ha già capito…<< Sip! Tutto qui, perché cosa credevi?>> sfodero uno dei miei sorrisi, quelli che ero abituata a fare da piccola e che mi riuscivano molto bene, quelli nascondono dei segreti che non vogliono essere liberati. << Mmm…è stupido>> << Ah bene! Dico, io ti racconto il mio problema e tu mi dici che è stupido? Non sei per niente carino>> incrocio le braccia al petto facendo la parte dell’offesa e torno a guardare avanti mentre camminiamo. << Non volevo dire che il tuo problema è stupido Martina, volevo dire che il tuo pensiero lo è.>> mi fermo posizionandomi davanti a lui, anche lui si è fermato ma non mi guada, fissa il pavimento e continua a parlare << Sei senza ombra di dubbio una delle ragazze più belle che abbia mai visto in tutta la mia vita. Hai fascino, carisma, sei simpatica, dolce, ingenua. Sei una vera donna e allo stesso tempo una bambina, ti basta schioccare le dita per far cadere un ragazzo ai tuoi piedi, Damien ne è la dimostrazione, potresti avere il mondo se lo volessi nessun uomo sano di mente potrebbe dire di no a te.>> le sue parole mi colpiscono, mi penetrano dentro e sento il battito del mio cuore accelerare. << Stai dicendo…che potrei fare innamorare di me chiunque io voglia?>> aspetto che alzi la testa e mi risponda ma non lo fa, non mi guarda, sorride e poi torna a parlare << Esattamente. Tu puoi fare innamorare di te chiunque tu voglia>> e finalmente adesso alza lo sguardo per permettermi di specchiarmi nei suoi occhi. Restiamo qualche secondo in silenzio e poi gli sorrido, questa volta un sorriso sincero e allo stesso tempo divertito << Attento Jorge, con questo discorso stai comprendendo anche te!>> << Si beh…è vero ma io non corro pericolo perché a te interessa Damien non io, giusto?>> questa volta e lui a ridere svagato. << Giusto! Ma credevo che tu non credessi nell’amore>> riprendiamo a camminare uno al fianco dell’altro esattamente come prima. << Io non ho mai detto di non credere nell’amore, io ci credo, semplicemente…ho deciso che non fa per me. Per questo non mi innamorerò mai.>>
Quella sera mi addormentarmi nella camera di Jorge come al solito, la giornata a scuola trascorreva tranquilla e mi sforzavo di non pensare che il giorno successivo sarebbe arrivato mercoledì. Sono 16:15 e sono  in palestra per la mia solita lezione di Kick boxing. << Più forte Martina! Concentrati!>> devo dire che Jorge quando ci si mette sa essere un tiranno, sono passati solo 15 minuti e sto già sudado! << Mi sto conce…>> << Silenzio! Non sprecare il fiato! Sei debole, forza colpisci, ginocchio! Clacio, ti ho già detto di non usare la caviglia quando dai il calcio ti fai male. Ricomincia. Destro. Sinistro. Ginocchio. Calcio. L’altra gamba, gioncchio. Calcio.>> definitivamente sapeva essere uno stacanovista. << Vieni qui, girati>> mi prende il polso destro per farmi voltare di fronte a lui. << Togli i guanti>> faccio come mi dice ma ho già praticamente il respiro affannato. Getto i guantoni a terra e poi lo guardo << Voglio che mi colpisci al collo e cerchi di farmi cadere>> << Di nuovo? Sai che non ci riesco!>> non è la prima volta che vuole provare a farmi fare questa cosa, ma è molto più forte di me, colpire lui è come colpire una cassa forte, se sei fortunato riesci a fargli un graffio ma niente di più. << Ci devi riuscire! Se ti trovi davanti qualcuno della mia stessa potenza e devi difenderti, devi saperlo fare! Muoviti colpisci!>>. E ci provo, riprovo, ancora una volta ma è tutto inutile. << Dalla settimana prossima ogni volta che non riuscirai a buttarmi a terra ti ci butterò io e ogni volta con una mossa diversa mi sono spiegato?>> apro bocca per protestare ma dal suo sguardo capisco che sarebbe una fatica inutile. Jorge va a farsi la doccia nel bagno della casetta in piscina e così io vado in quello di dentro. Una volta lavata e vestita mi dirigo in camera mia per fare i compiti. Ho impiegato due ore intere per riuscire a finirli ma…li ho finiti! Mi dirigo verso il salone quando vedo la porta della stanza di mio cugino aprirsi, ma dalla stanza il primo ad uscire non è Diego ma bensì la mia migliore amica seguita da lui << Lodovica?!>> la guardo scioccata senza capire cosa ci facesse lei nella stanza di Diego. << Ciao Tini!>> mi saluta come se niente fosse con un sorriso sulle labbra, << Hey mora ciao!>> Jorge arriva dalla cucina con un mottino al cioccolato in mano e saluta Lodovica dandole un bacio sulla guancia << Ti ho già detto di non chiamarmi mora!>>. Jorge e Diego ridono al rimprovero della mia amica mentre io sono ancora sotto shock << Lodovica che cosa ci fai qui? O meglio dire…in camera di Diego?>> << Beh ricordi che Cande ci aveva detto che Diego, Francisco e Jorge sono tra i più bravi dell’istituto? Mi serviva una mano con l’esercizio di chimica e così ho chiesto a Diego di aiutarmi>> << Chimica eh?>> Jorge fa un sorriso malizioso guardando il suo amico del cuore che ricambia il sorriso, si danno un pugno con la mano mentre Lodovica rotea gli occhi per poi mollare uno schiaffo sul braccio sinistro di Diego. << Ahii!!>> << Così impari!>> << Va bene ma…perché non hai chiesto aiuto a me?>> domando continuando ad essere confusa, Lodovica scrolla le spalle << Ho pensato che fossi occupata e poi oggi ti ho visto un po’ sovrappensiero quindi…comunque adesso è tutto risolto, ci vediamo domani a scuola>> mi da un bacio sulla guancia per salutarmi e poi fa lo stesso con Jorge << Aspetta nena ti accompagno io>> << Non chiamarmi nena Diego!>> Lodovica ringhia quasi come un cane, mio cugino ride e la ignora << Jorge mi presti la tua auto?>> << Si, tieni>> gli dà le chiavi della BMW e poi segue Lodovica verso l’uscita. Continuo a fissare la porta fino a quando non connetto una cosa, mi volto verso Jorge e gli do uno schiaffo sul braccio << Ahi!!! E questo perché?>> chiede toccandosi il braccio << Perché a lui hai prestato la macchina e a me no!>> << Lui ha la patente e tu no!>> << A proposito…quando vuoi iniziare le nostre lezioni di guida?>> << Quando riuscirai a buttarmi a terra>> Jorge si dirige verso la sua stanza << COSA?! JORGE BLANCO VIENI SUBITO QUI! SEI UN IMBROGLIONE!>>. Quella sera continuo a girarmi e rigirarmi nel letto non riuscendo a trovare pace, sbuffo guardando fuori dalla finestra << Stasera non riesci proprio a trovare pace eh?>> mi volto di scatto verso Jorge << Ti ho svegliato?>> << Per svegliarmi prima dovrei essere riuscito ad addormentarmi>> << Scusa…forse è meglio che vada in camera mia…>> << Non c’è ne motivo. Voglio dire…comunque non dormiresti e io…neanche insomma sono quasi quattro mesi che dormiamo così ormai ci ho fatto l’abitudine.>> gli sorrido…sì è vero anche io ormai ci avevo fatto l’abitudine. Jorge si poggia sul fianco sinistro, poggia il capo nella mano facendo leva col gomito << Mi vuoi dire cosa ti preoccupa tanto? E non rispondere Damien perché non ti credo>> << Io...>> io non so cosa dire, li labbra tornano a chiudersi formando una linea dura. Sembra che mentire a Jorge sia un’impresa impossibile. Fisso in silenzio un punto fisso sul materasso, il mio mento viene preso delicatamente dal pollice e l’indice destro di lui in modo tale che sollevi lo sguardo. << Se non vuoi che vada a quella festa devi soltanto chiedermelo. Non è grave e poi venerdì c’è quella di Cande quindi non ho problemi>> deglutisco, stare con Jorge mi farebbe sentire al sicuro ma sarei una persona egoista a chiedergli di restare qui con me per un problema che è solo MIO. Gli sorrido leggermente << No, voglio dire…non voglio che tu resti qui. Vai alla festa con Francisco e Diego, non c’è nessun motivo per cui tu non debba farlo>> << Sei sicura?>> << Sicurissima!>> << Magari posso convincere Tiffany a…>> << Come ha detto Lodovica non andrei mai a una festa di Tiffany>> << Beh ma non dovresti venirci per stare con Tiffany ma con me, Diego, Francisco, Cande…potresti invitare anche Lodovica e quel ragazzo che ti piace…Damien no?>> << Grazie Jorge ma no. E poi ci divertiremo tutti quanti insieme venerdì alla festa di Cande no?>> << Okey…come vuoi>>.  Entrambi restiamo in silenzio, non riesco a smettere di pensare, di conseguenza non riesco a dormire. << Mi è venuta un’idea, e se ti cantassi quella canzone che ti cantai in spiaggia?>> gli sorrido, non un accenno di sorriso un vero sorriso a trentadue denti, come fa ad essere così dolce? << Sei carino ma dubito che tu possa suonare la chitarra a quest’ora>> << E chi ha detto che devo suonare per forza la chitarra? So cantare anche senza>> lo guardo ancora per qualche secondo, poi lui mi fa un cenno col capo di stendermi al suo fianco e lo faccio, lui resta a guardarmi dall’alto e poi inizia a cantare. E incredibilmente dopo il ritornello sento di essere sul punto di scivolare nel mondo dei sogni.
Il giorno seguente è mercoledì e io non riesco a pensare ad altro che stasera. << Martina!!!>> sussulto al richiamo di Lodovica che è seduta al mio fianco << Ma mi stavi ascoltando?>> chiede inclinando leggermente il capo << I-io…no, scusami>> << Dicevo che il professore è in ritardo e se siamo fortunate non c’è neanche>> << Oh…mi sembra fantastico!>> le sorrido forzatamente << Abbiamo un concetto diverso di “fantastico” se me lo dici con quella faccia. Io vado fuori a fare un giro tu vieni?>> << Comincia ad andare tu io…vengo tra poco…>>. So che Lodovica vorrebbe sapere cosa sta succedendo ma non mi va di pargliene, lei non deve sapere, nessuno deve sapere. << Hey>> sulla soglia della porta vedo Jorge che mi guarda, gli vado in contro << Che ci fai qui? Dovresti essere in classe tua no?>> << Ora buca, manca il prof. Come mai Lodo è uscita?>> << A quanto pare manca anche a noi il prof…>> << Jorge!!!>> vedo una ragazza con i capelli castani saltargli letteralmente al collo << Questa sera ci sarai anche tu alla festa di Tiffany vero?>>. Roteo gli occhi ed esco dall’aula decidendo che non voglio assistere a quella stupidissima scena raccapricciante, appena uscita vedo Lodovica vicino gli armadietti con Diego e nuovamente mi chiedo che cosa ci facciano quei due insieme. Mio cugino alza lo sguardo e incrocia il mio, dopo poco anche Lodovica si volta per guardarmi. Mi avvicino ai due guardando prima lui e poi lei << Come mai voi due…state insieme?>> << Niente di che stavamo parlando del compito>> la mia amica scrolla le spalle parlandone tranquillamente. << Io vado ci vediamo dopo ragazze, ciao nena>> << Ti ho detto di non chiamarmi nena!>> grida la mia amica alle spalle di Diego. Conoscendo mio cugino se la starà ridendo, Si avvicina a Jorge poggiandogli una mano sulla spalla e lo allontana da quella ragazza.
Resto ferma a guardare l’orologio nella mia stanza. Tic tac, tic tac, questo è l’unico suono che si sente; è mezzanotte, di solito a quest’ora vado nella stanza di Jorge. Sento lo scricchiolio della porta ed è in quel momento che ricordo di non averla chiusa a chiave, da quando dormo con lui ho perso l’abitudine di farlo. Mi stringo le coperte al petto pregando in silenzio che non sia chi penso io ma purtroppo non serve a nulla. << Buonasera Martina…>> la suo voce mi fa venire la pelle d’oca e in senso negativo intendiamoci. << Che cosa vuoi Fernando? Esci fuori dalla mia stanza!>> << Ma dai sono solo venuto a giocare>> << Se non te ne vai mi metto ad urlare!>> lui avanza di un passo e io mi muovo leggermente preparandomi ad alzarmi dal letto. Vorrei che il mio tono di voce non tremasse ma a quanto pare sembra inevitabile. Fernando ride di scherno << E chi ti sentirà? Mia madre? Ne dubito>> lui avanza ancora e io mi metto immediatamente in piedi allontanandomi dal letto. << Farò in modo che mi senta tutto il quartiere!>> << Uuu che paura sto tremando>> e so che non è vero. Lui si diverte a spaventarmi, gli riesce naturale. È un verme, un odioso, un viscido. È molto vicino tra me e lui c’è soltanto il letto a dividerci. Approfitto di quella frazione di tempo in cui è fermo a fissarmi per correre via. Arrivo in cucina e mi nascondo sotto l’enorme bancone dove si trova il lavello. Stringo le ginocchia al petto abbracciandole mentre ricordi del periodo più orrendo della mia esistenza si fanno spazio nella mia testa. Senza che possa contenerle delle lacrime rigano il mio viso, ma non posso piangere, devo restare in silenzio altrimenti mi troverà. << Martina…non sono in vena di giocare a nascondino…dove sei?>> e inevitabilmente le lacrime cadono una dietro l’altra, chiudo forte gli occhi devo resistere, devo resistere, io posso farcela. Sento i suoi passi avvicinarsi allungo la mano destra sul bancone nella speranza di riuscire ad afferrare un arma, un coltello. Credo di aver toccato qualcosa ma non sono riuscita a prenderla, allungo ancora un po’ la mano ma ecco che lui l’afferra. << Trovata!>> esclama allo stesso tempo, di scatto ritorno in piedi e comincio ad urlare << LASCIAMI!!!>>. Cerco di liberarmi dalla presa ma non ci riesco lui è più forte di me << Dove credi di andare eh? Non ti lascerò scappare ancora>>. Non so cosa fare, sono presa dal panico, dalla paura, dal terrore! Inutile dire che anche il mio pianto ha preso il sopravvento, conosco questa storia, so già come andrà a fine e odio il finale. D’un tratto ho un flashback e le parole di Jorge rimbombano nella mia testa << Il primo colpo sul lato del collo. Coraggio Tini un colpo secco>>. Serro la mano sinistra in un pugno e poi colpisco il più forte possibile nell’incavo del suo collo, ci metto davvero tutta la forza che possiedo,<< AH!>> lui cade a terra, evidentemente colto di sorpresa, ma so che non ci metterà molto a rialzarsi, del resto è solo caduto. Corro velocemente verso la casetta in piscina appena dentro afferro il peso da 8kg con due mani e mi avvicino alla porta scorrevole. Questa inizia ad aprirsi poco a poco e così sollevo il peso sulla mia testa pronta a colpire Fernando.







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*Angolo autrice*
E riesccomi quiiiiiiii vi sono mancata almeno un pochino? E ora? Tini avrà il coraggio di colpire Fernando o questa volta lo troverà più preparato di prima?
😬😬😬
Poiii...ma quanto è dolce Jorge?! *W*....ma parliamo anche di Lodo e Diego, che cosa stanno tramando quei due? Avranno una storia d'amore segreta? O.O Lodo farebbe una cosa del genere?...misterooooooooooo lol
Allora mi voglio scusare per la scena finale cioè in pratica da quando Tini guarda l'orologio, so di non averla resa molto bene ma devo ancora prendere confidenza con questo tipo di scene quindi chiedo umilmente perdono per com'è scritta
😢😢😢 ma cercherò di migliorare anche con questo...
Poi...fatemi pensare che non ricordo più bene cosa dovevo dire...O.O La parte nel girardino della scuola è stata iejofrjeoijfroej no? *w*
Ah...vorrei aprire una piccola parentesi su una cosa che non riguarda la storia. Cioè più o meno perché in parte la riguarda. Sono stanca di essere plagiata! Lo so magari per voi esagero ed è una cosa di poco conto e forse avete ragione sul fatto che esagero ma non posso farci niente è più forte di me. Allora io sono disposta  ad aiutare chiunque voglia scrivere una storia, ma che prendete le mie e le spacciate per vostre NO. Non mi va per niente bene perché io nelle mie storie ci metto il cuore, ci passo ore a scrivere e mi fa rabbia che il mio lavoro venga preso da qualcun'altro, non solo per la storia del prendersi i meriti ma soprattutto perché è una mancanza di rispetto nei miei confronti! Io sul serio non ho problemi ad aiutare nessuno se magari qualcuno è alle prime armi o cose del genere però per favore dopo la quattordicesima volta basta! Sono stanca che mi rubino le storie e soprattutto di quelle che poi si spacciano per me! Cioè almeno abbiate la dignità di ammettere che non le avete scritte voi quando parlate con me no?!
Scusate la piccola parentesi di sfogo ma ne avevo bisogno, vi informo che il mio contatto twitter è @magicgirl96 e quello di instagram è i.believe.in.dreams quindi se ne trovate altre che dicono di essere "Niley story" sappiate che mentono u.u...facebook...io non posto mai le mie storie lì quindi credo e spero di non avere problemi...wattpad non credo sia necessario...Comunque chiuso questo argomento ripeto, sono disposta ad aiutare tutti ma vi prego di non rubare il lavoro altrui perché per l'autore non è una cosa per niente bella Anzi...vi giuro che a volte mi fanno passare la voglia di scrivere e.e
Ma comunque voglio ringraziare di cuore tutte le lettrici fedeli che mi segnalano sempre quelle che copiano la mia storia, sul serio grazie di cuore, non so come ringraziarvi senza di voi non so come farei lol
Detto questo chiudo questa parentesi eterna lol e ritorniamo al capitolo! Spero che vi sia piaciuto e attendo con ansia di leggere i vostri giudizi
😍😍😍
Un bacio grande a tutte voi! A presto!

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Capitolo 13
*** La chiave ***








~Appena mette piede nella casetta in piscina cerco di colpirlo violente mente alla testa ma lui di scatto riesce a bloccarmi entrmabi il polsi sopra le nostre teste << Wuho Martina! >> questa voce…nella luce della penombra riesco a focalizzare il volto di Jorge. Non posso crederci, lui è qui, non sto sognando vero? Il suo volto è teso ed evidentemente preoccupato, tiene ancora saldamente miei polsi e io lascio andare il manubrio in modo che cada al lato destro in mezzo a noi senza colpire nessuno; successivamente  mi getto in lacrime tra le sue braccia << Jorge! >> esclamo affondando  il volto nel suo petto, ho le braccia avvolte intorno alla sua vita e tengo stretta nei pugni la sua camicia << Non farlo mai più ti prego. Non lasciarmi mai più >> lo supplico con voce singhiozzate, continuo a piangere non riuscendo a fermarmi, Jorge sembra rimasto paralizzato dalla mia reazione ma lentamente sento come il suo corpo teso si rilassa e le sue braccia avvolgono il mio corpo tenendomi al sicuro insieme a lui. << Martina parla ti prego, cos’è successo? >> vorrei parlare, raccontargli tutto ma non posso << Martina perché stai piangendo? >> la voce di Francisco mi spinge a voltarmi verso di lui ma non sciolgo l’abbraccio con Jorge. Resto stretta a lui con il capo sul suo petto, ho la vista offuscata per le lacrime, le caccio via con il dorso della mano sinistra per poi tornare a posarla dietro la schiena di Jorge, riesco a vedere l’espressione preoccupata di mio fratello, poco più dieitro c’è Candelaria e ancora più dietro c’è Diego. Non so cosa dire e resto in silenzio << Sono entrati dei ladri >> in lontananza si sentono le parole di Fernando. Tutti quanti me compresa posano lo sguardo verso di lui, avanza di qualche passo arrivando accanto a Diego. << Dei ladri?! >> ripete Francisco << Si, mi sono svegliato per le urla di Martina e li ho visti correre fuori dalla finestra >>. Gli occhi oscuri e raggelanti di Fernando penetrano nei miei e so che non vuole essere contraddetto, devo assecondarlo perché ho troppa paura per non farlo. << Si, è-è vero e uno di loro ha cercato di inseguirmi…aveva un coltello e sono scappata… >> cerco di dire seguendo il gioco di Fernando. << E TU NON HAI DIFESO MIA SORELLA?! >> urla Francisco rivolto a Fernando, quest’ultimo scrolla le spalle << Mi sono svegliato da poco per i rumori >> dice tranquillamente. << Forse se ci muoviamo con la macchina riusciamo ancora a raggiungere quei figli di p*****a >> suggerisce mio cugino, ma io non voglio che loro se ne vadano, soprattutto perché so che non esistono ladri. << Si buona idea! Jorge andiamo? >> mio fratello guarda il suo amico che annuisce senza neanche pensarci. Afferra delicatamente i miei polsi per fare in modo che molli la presa sulla sua vita << Cande accompagnala in camera sua e resta con lei >> dice lui mentre ancora tenta di allontanarmi ma io non voglio lasciargli la camicia, non voglio che se ne vada. << Sweety…torno subito, promesso >> mi dà un bacio sulla fronte costringendomi a lasciarlo mentre Candelaria mi afferra i polsi. Vedo Jorge seguire Francisco e Diego verso l’uscita. << Vieni Tini, andiamo in camera tua >> la rossa mi avvolge il braccio intorno alle spalle mentre camminiamo verso la mia stanza, con la coda dell’occhio guardo Fernando che mi fa segno di restare in silenzio avvicinando l’indice destro al naso. Stronzo! Ma so che non opporrò resistenza. Una volta entrate in camera mia sia io che Cande ci sediamo sul mio letto << Tini vuoi che ti prepari qualcosa? Una tazza di tè? Una camomilla? >> << No! Resta qui per favore.. >> la prego afferrando il suo polso, lei annuisce e poi mi abbraccia. << Hai avuto molta paura immagino… >> e le sue parole sono la goccia che fa traboccare il vaso. Si Candelaria ho avuto molta paura, così tanta che tu non puoi neanche immaginarla, avrei preferito un milione di volte che fossero entrati dei ladri piuttosto che subire ciò che ho dovuto subire questa sera. << Mi passi l’acqua? >> sussurro quasi << Si certo! >> Candelaria scioglie l’abbraccio e prende l’acqua dal comodino per passarmela. La porta della mia stanza si apre lentamente, i miei occhi la scrutano attentamente e vedo il volto di Jorge spuntare fuori. << Posso? >> << Entra >> risponde Cande per me, lui entra e si chiude le spalle << Come stai? >> chiede guardandomi << Bene >> riesco a dire, lui posa i suoi occhi verdi su Cande << Tu dormi in camera di Fran giusto? >> << Si ma se Tini vuole che dorma con lei io non problemi >> lei mi guarda posando una mano sulla spalla, io guardo fisso un punto sul mio letto ancora con la bottiglina d’acqua in mano << Non ce ne bisogno…resto io con lei >> con la coda dell’occhio osservo la reazione di Cande alle parole di Jorge. Lei chiude gli occhi a fessura mentre guarda Jorge come per assimilare le parole, poi guarda me e una volta tornata a lui sembra aver compreso la situazione << Oh…okey…Francisco ovviamente non… >> << No >> le risponde prontamente Jorge << Okey… >>. La porta della mia stanza si apre nuovamente ed entra mio fratello seguito da mio cugino << Ci siamo fatti il giro di tutto il quartiere ma non abbiamo trovato niente e nessuno ha visto niente >> dice Francisco avvicinandosi a me, ha un vassoio tra le mani, lo poggia sul letto dinnanzi a me << Prendi ti ho fatto una tisana >> << E qui ci sono anche le fette biscottate >> aggiunge Diego mettendole sul vassoio, sorrido debolmente, si preoccupano così tanto per me anche se a volte non lo danno a vedere << Grazie >> dico con voce fioca. << Se solo fossimo riusciti a prenderli >> borbotta ancora Fran << Cos’hanno rubato? >> Diego mi guarda attendendo la risposta, non so che dire e allora scrollo le spalle << Credo che non siano riusciti a rubare niente. Quando mi hanno vista uno di loro mi ha presa e…aveva un cortellino così mi hanno inseguito… >> cerco di sostenere la bugia quanto più mi è possibile mentre continuo a rimpensare a ciò che è successo << Quanti erano? >> mio cugino continua con le domande << Non ricordo bene…due o tre credo >> e credo anche che grazie alla vera paura che ho provato il mio tono di voce risulti abbastanza credibile. Riesco a leggere la rabbia sul volto di mio fratello per l’impotenza. Il fatto di non aver potuto fare niente lo fa sentire colpevole, lo so. << Non è stata colpa tua Fran >> dico poggiandogli la mia mano destra sulla sua, mi sorride debolmente e io ricambio poi mi accarezza i capelli. << Adesso ti senti meglio? >> << Si fratellino, sta tranquillo >> << Vuoi che resti a dormire con te? >> << No, tranquillo anzi…in realtà avrei un po’ di sonno >> mento, sono stanca ma non ho sonno << Certo! Ce ne andiamo subito! >> dice lui scattando in piedi, Diego prende il vassoio da sopra al letto con la tazza vuota e alcune fette biscottate << Buona notte cugina >> << Notte Diego >> tutti quanti mi danno un bacio ed escono dalla stanza, tutti tranne…<< Jorge che fai non vieni? >> << Si Fran, voglio solo accertarmi che tua sorella stia davvero bene >> << Okey >>. La porta della mia stanza viene chiusa, Jorge è poco distante da questa, in piedi con le braccia incrociate. I suoi occhi verdi mi dicono che è arrabbiato, confuso e molto probabilmente non crede neanche a una parola di quello che ho detto. Deglutisco. << La mascatura della porta non è stata forzata, le finestre sono intatte e anche se quella del salone è aperta ricordo benissimo di averle lasciate tutte chiuse. Inoltre eri già nervosa ieri, sapevi che sarebbe successo qualcosa stasera e a meno che tu non abbia una palla di cristallo dubito che avresti potuto prevedere l’entrata dei ladri >> come pensavo. << Che cosa è successo Martina? C’entra Fernando? Ti ha fatto qualcosa? >> << NO! >> rispondo di scatto, velocemente, troppo velocemente. Restiamo in silenzio a guardarci per qualche secondo quasi come fosse una sfida a chi cede prima. Lo vedo ispirare pesantemente e rassegnato a continuare il suo interrogatorio. << Vuoi che dormiamo in camera tua o in camera mia? >> inclina la testa da un lato mentre mi guarda, io allungo le braccia per fare in modo che si avvicini a me << Portami in camera tua >>. Lui mi si avvicina e mi prende in braccio, riposo il capo sul suo petto mentre mi porta nella sua stanza, chiude la porta con il piede e poi abbassa la maniglia con il gomito sinistro in modo da chiuderla definitivamente. Mi poggia delicatamente sul letto e alza in il lenzuolo per coprirmi fin sopra al petto. Lo osservo mentre si sfila la camicai da dentro i pantaloni, toglie le scarpe e successivamente anche la camicia. Lo vedo di schiena davanti me, quando sbottana la cintua dei pantaloni mi volto dall’altra parte leggermene imbarazza, dopo poco lo sento accanto a me che avvolge il braccio sinistro intorno la mia vita.  Mi volto verso di lui e nascondo il volto nel suo petto, riesco a chiudere gli occhi perché con lui accanto so che nessuno potrà farmi niente. << Non mi dirai mai cosa nascondi vero? >> lo sento dire, ma non posso vederlo, sia per il buio sia per il fatto che il suo mento è sulla mia tesa. << Ti prometto che quando sarò pronta a parlarne…lo farò con te >> ed è una promessa che manterrò…se e quando sarò pronta a parlarne. << Okey >> << Okey >> ripeto io.
Il girono seguente Fernando non lo vidi neanche per colazione, forse era andato già all’università…beh tanto meglio. Quella giornata fu davvero stressante ma seguire le lezioni dei prof, prendere appunti e il resto teneva la mente occupata. Io e Lodo camminava tranquillamente per i corridoi quando veniamo raggiunte da Candelaria << Hey chias, ciao >> dice prendendoci sotto braccio << Ciao Cande! >> salutiamo entrambe con un sorriso. << Tini come va? Ti senti meglio? >> il suo tono di voce è leggermente preoccupato, mi fa ridere, Candelaria è davvero dolce << Si Cande tranquilla >> << Perché? Che aveva? >> ops…forse la versione della storia andava raccontata anche a Lodo << Non lo sai? Ieri sono entrati dei ladri in casa e c’erano solo lei,Fernando e la matrigna. Quegli idioti l’hanno spaventata e cercato di farle del male >> spiega la rossa, la mia cara amica mora sgrana gli occhi poi mi guarda << E TU NON MI HAI DETTO NIENTE?! >> << B-beh non volevo che ti preoccupassi… >> << Questa me la segno Stoessel! Vedrai che me la paghi >> roteo gli occhi sapendo già di dover temere le minacce di Lodovica Comello. << Hey bellissime ciao! >> a venirci in contro con un sorriso smagliante è Damien, io rimando il sorriso e lo saluto sollevando la mano sinistra, accanto a lui c’è anche Nicolas << Ciao ragazze… >> tutti e cinque ci salutiamo con un bacio sulla guancia. << Vi va se andiamo a bere qualcosa tutti insieme? >> a rispondere alla domanda del ragazzo con gli occhi azzurri sono << Si certo! Volentieri! >> sento il braccio di Cande scivolare via da sotto al mio e così mi volto verso di lei come anche Lodovica << Io devo aspettare Francisco Diego e Jorge >> dice facendo spallucce. << Ma dai Cande non devi sempre stare insieme a loro >> dice Lodovica ridendo << Non è un dovere…un giorno ve lo spiegherò okey? >> ci fa l’occhiolino e sta per andare via ma qualcosa la ferma. Ci giriamo nuovamente sia io che Lodo e vediamo i tre moschettieri arrivare alle spalle di Nicolas e Damien. << Salve! >> Jorge mette un braccio intorno alle spalle di Damien << Voi siete i ragazzi del centro commerciale giusto? >> si Francisco fa finta di non ricordartelo…<< Si giusto! Io sono Damien e lui e Nicolas >> tende la mano a mio fratello che accenna un sorriso e gliel’afferra, fa lo stesso con Jorge e con Diego, Nicolas sembra meno espansivo del suo amico ma azzarda comunque a dargli la mano, prima a Francisco, poi a Jorge e poi…no, Diego lo guarda male quindi decide molto saggiamente che non è il caso di dare la mano anche a lui se vuole continuare a vivere. << Sbaglio o noi vi dobbiamo un drink? >> << Si, giusto Jorge hai ragione! >> quota mia fratello e non so perché i loro toni da “amiconi spimpaticoni” mi preoccupano leggermente. << Ragazzi ma non è necessario, insomam voi siete i popolari della scuoola al massimo offiramo noi >> << Oh no Damien così ci offendi! Dai vieni ti offriamo qualcosa >> risponde prontamente Jorge << Quindi ci offrirete da bere? >> chiedo io guardandoli << Scusa? Qualcuno ha parlato di te sorella? No giusto? >> Francisco mi fa l’occhiolino e poi allunga il braccio per poggiarlo sulle spalle di Candelaria, Jorge non ha tolto il suo dal collo di Damien e trascina verso il bar. Io e Lodo ci scambiamo uno sguardo prima di seguirli, vedo Nico che sta per avvicinarsi alla mora ma Diego si mette in mezzo e lo fulmina con sguardo; così Nico si allontana per raggiungere Damien e Jorge. << Diego! >> esclama Lodo dandogli uno schiaffo sul braccio << Ahi! Cosa?! >> << Ti ricordo che tu ed io non stiamo insieme non puoi allontanare ogni ragazzo che mi si avvicina okey? >> << Ma quello non è neanche un ragazzo! È una pecora! >> Lodovica gli dà un altro schiaffo << Ahu! Lodovica! >> poi accelera il passo per raggiungere me. Siamo seduti a un tavolino a bere tranquillamente le nostre bevande quando qualcosa viene rovesciato addosso a Damien. Tutti quanti ci scansiamo e poi guardiamo il ragazzo enorme che gli ha rovesciato la limonata sul cavallo dei pantaloni. Lo riconosco è uno dei ragazzi che fa parte del gruppo dei popolari, sta spesso con i tre moschettieri qui presenti << Oh scusa non volevo! >> dice il ragazzo…Tod Logan! Ecco come si chiama, con la coda dell’occhio guardo Jorge e Francisco scambiarsi delle occhiate e nascandersi le labbra con la mano destra…stanno ridendo! Anche Diego è loro complice dato che si è unito agli sguardi e le risate. Ma tu guarda che grandissimi…<< Tranquillo Tod sul serio, non è successo niente >> << Scusa ancora amico >> gli da una pacca  sulla spalla e poi si allontana ma non senza aver dato il cinque a Jorge. << Ehm…io vado in palestra a cambiarmi >> dice Damien << Si certo tranquillo, va pure >> dico io dato che ha guardato me << Jorge, Francisco, Diego grazie mille dell’invito è stato divertente dovremmo farlo più spesso no? >> no Damien, per il tuo bene no! << Certo! >> << Sicuro! >> acconsentono Fran e Jorge. Nicolas va via con lui e quando sono abbastanza lontani i tre moschettieri scoppiano a ridere << Siete dei bambini! >> << Quoto con Cande >> dice Lodo ma entrmabe ridacchiano << Andiamo state ridendo anche voi! >> Diego indica prima Lodo e poi Cande << Si beh era un pochino divertente >> Candelaria fa il segno di “pochino” con l’indice e il pollice. Guardo male i ragazzi e loro si lanciano uno sguardo << è stata un’idea sua! >> dicono all’unisono, Diego indica Jorge, Jorge Francisco e Francisco Diego. << In realtà è stata un’idea di Tod >> Jorge cerca di portare tutti sulla stessa barca << Si esatto >> << Infatti prenditela con lui sorella >>. I cinque riprendono a ridere, io scuoto il capo ma dopo un po’ vengo contagiata dalla risata.
Il resto della giornata trascorre tranquillo come anche il giorno successivo. Sono 20:00 in punto e io ho appena finito di prepararmi per la festa di Cande! Metto le calze nere, indosso un semplice top nero a giro maniche con un cardigan grigio a pois neri, alzo le maniche all’altezza del gomito, la gonna nera a vita alta stile anni 80 e gli stivaletti che arrivano poco sopra la caviglia col tacco del medesimo colore. Quella sera vidi i ragazzi prepararsi andando avanti e indietro, sono poggiata alla soglia della porta della stanza di Jorge con le braccia consorte, lui aveva dei jeans scuri e una camicia jeansata infilata nei pantaloni con i risvolti all’altezza dei gomiti, ai piedi porta un paio di air max nere e al collo riconosco la stessa collana che aveva la prima volta che ci siamo incontrati. Si guarda ancora una volta allo specchio continuando ad alzarsi e abbassarsi il collo della camicia nera. << Tienilo abbassato >> dico entrando nella sua stanza e camminando verso di lui, si volta verso di me e io poggio le mani sul collo della sua camicia per aggiustarglielo. << Hai già i capelli spettinati che ti danno l’aria del cattivo ragazzo >> sorrido spettinandogli ancora di più i capelli. << Grazie! Mi passi il profumo? >> mi indica il profumo che si trova sul mobiletto e io lo prendo spruzzandogliene un po’ addosso << Devi infrangere cuori? >> chiedo riposando il profumo << Io infrango sempre cuori Sweety >> << Ah giusto! Tu sei un don Giovanni >> << Esatto! >> entrambi ridiamo per qualche secondo. Resto ferma a fissare le sue labbra assolutamente perfette e prima che me ne renda conto mi ritrovo a mordermi il labbro inferiore, alzo di poco gli per incrociare il suoi ma non posso dato che anche lui è occupato a fissare la mia bocca. << Hey!!! Ci muoviamo? >> La voce di mio fratello mi fa sussultare e fa allontanare entrambi l’uno dall’altra. << Si eccomi! >> dice Jorge prendendo il cellulare dal mobiletto << Scusate…ho interrotto qualcosa? >> mio fratello sta fulminando con lo sguardo il suo amico che prontamente gli risponde << No! Assolutamente, Sweety mi stava solo aiutando col colletto della camicia, andiamo! >> << Jorge, le chiavi >> dico indicando le chiavi del BMW sul mobiletto << Non servono prendiamo il Ferrari, vieni >> << cammina tu! >> dice mio fratello dando uno schiaffo dietro la testa dell’amico << Ahi! Ma non ho fatto niente! >> << Si si certo >>. Sospiro e poi mi decido a seguirli. Vedo Francisco e Diego correre in direzione dello sportello al lato del paseggero << Hey hey hey Pippo e Pluto! Vi ricordo che IO la precedenza >> << Avevamo stabilito sul BMW non sulla Ferrari >> mi contraddice mio cugino. Roteo gli occhi e dopo averli battuti DI NUOVO entrambi a morra cinese troviamo pace. La musica a palla si sente fin da fuori. Non ho mai visto una casa così affollata, ci sono anche i palloncini e i festoni colorati. Cande fa le cose in grande. Ci intrufoliamo all’interno della casa dove a stento si riesce a camminare. Tutti i ragazzi intorno a noi ridono, bevono, ballano e chiacchierano ma soprattutto si divertono << Tini! >> riconosco la voce Lodovica e la cerco con lo sguardo, la vedo avvicinarsi a noi insieme a Candelaria. La prima porta una camicia bianca a giromaniche leggermete trasmarete ma sotot indossa un top dello stesso colore, una gonna di pelle a vita alta leggermente simile alla mia e gli stivaletti col tacco. Candelaria invece ha un top nero a giro maniche e una gonna arancione anche questa a vita alta ma molto diversa dalla mia, la parte davanti arriva poco sopra le ginocchia mentre quella di dietro poco più sotto, ai piedi ha degli stivaletti stile indiano marroni. Abbraccio entrambe e le saluto con un bacio poi guardo il bicchiere di Lodovica mezzo vuoto << Già ti stai preoccupando di ubriacarti Lodo? >> << Scema! È solo succo di frutta >> << No Lodovica quello è ginger >> la corregge Cande ridendo e io con lei << Beh comunque non è alcolico! >> protesta la mora e io rido. << Fran andiamo a ballare? >> << Certo scoiattolo! Andiamo >> i due si prendono per mano e si dirigono verso l’enorme pista da ballo che è il salone, noto che Cande ha tolto anche i sofa. << Vieni nena, balla con me >> Diego afferra il polso di Lodovica trascinando anche lei verso la pista da ballo. Li guardo allontanarsi quando noto una mano propensa verso di me. Sorrido nel vedere che appartiene a Jorge e l’afferro. << Largo prego sono arrivait i migliori! >> urla mio fratello e trovo sorprendente come tutti si facciano da parte lasciando un quadrato enorme solo per noi. I ragazzi si mettono di fronte a noi  e sia io che Lodo guardiamo Cande supponendo che sia l’unica cosciente di ciò che sta per fare. La musica parte, è una canzone che ho già sentito un paio di volte si chiama “Rescata mi corazon” mi pare. I ragazzi portano il tempo della musica schioccando le dita, Cande fa lo stesso quindi io e Lodo la imitiamo. I ragazzi ci afferrano la mano sinistra e facendoci passare sotto il loro braccio finiamo con lo scambiarci i posti, intecciamo mani e cerco di seguire i passi di Jorge, lancia dei calci in avanti, è un passo stile anni 80 lo vedo molto adatto alla canzone. Hoy puedo morir de amor. Rescata mi corazon quedate conmigo… al ritornello Jorge  mi prende la vita inaspettatamente sollevandomi in aria e facendomi girare, io sollevo le gambe piegandole cercando di assecondarlo. Mi fa segno di aspettare e guardiamo Francisco e Candelaria. Improvvisano una sorta di tango più veloce del naturale e quando con una tirata di braccio mio fratello la fa avvicinare al suo volto cattura le sue labbra in un favoloso bacio passionale che fa urlare tutti i presenti. Dopo indicano me e Jorge e io non capisco fino a quando Jorge non mi fa girare velocemente su me stessa per tre volte, afferra saldamente la mia cintura e mi solleva da terra, istintivamente piego le ginocchia, lui mi poggia sul suo fianco destro e io allungo le gambe riuscendo finalmente a capire il passo che ha in mente di fare, mi poggia sul fianco di prima facendo la stessa cosa di prima e poi di nuovo sul fianco destro, questa volta mi ci fa quasi sedere e poi mi fa fare una sorta di casquè, infine mi ripoggia a terra  e indica Diego che sta ridendo mentre scuote il capo. Diego afferra la mano di Lodovica fanno lo stesso passo di prima ma ad un certo punto  gli avvolge un braccia sulla parte davanti della vita, poggia l’altro sulle sue ginocchia e le fa fare una ruota completa sollevandola letteralmente da te. Io resto a bocca aperta come anche Lodovica che ha il volto scioccato << Oh Mio Dio! Hai visto cos’ho fatto? >> mi dice avvicinandosi a me << Altro che! >>. Guardiamo i ragazzi, Jorge si è piegato a meta e Diego passa dall’altra parte lanciandosi con la sua schiena su quella di Jorge, poi si piega esattamente come stava Jorge e mio fratello fa lo stesso, Jorge sale sulla schiena di Diego con i piedi, poi poggia le mani sulla schiena di Francisco e fa una capriola. Tutti quanti urlano e applaudiscono << Esibizionisti! >> grida Cande ridendo, loro si avvicinano di nuovo a noi e continuiamo a ballare. Finito quel ballo dove ci siamo scatenate letteralmente siamo praticamente gasate. Una massa di ragazze si avvicinano a Jorge e Diego mentre Cande porta via Francisco dalla pista. << Wow! >> esclamo riferendomi a ciò che è successo << Puoi ben dirlo amica! È stato elettrizzante! >>. Entrambe guardiamo Jorge e Diego circondati da ragazze << Non posso crederci! Guarda come fanno le gatte morte vicino a loro e Diego che non fa niente! >> rido per le parole della mia amica << Beh sai com’è è quello che vogliono >> << Pff e poi dice di voler uscire con me. È esattamente per questo che non uscirò mai con lui vedi? >> << Si certo >> acconsento sarcastica. Se non conoscessi bene Lodovica direi che sembra gelosa di Diego. << Martina! >> mi volto e vedi Damien vestito con un pantalone bianco e una camicia azzurra, gli sta davvero bene << Ciao Dami >> ci salutiamo con un bacio sulla guancia e poi saluta anche Lodo. << Bella festa vero? >> dico indicandola con il dito << Ma bella quanto te >> sorrido arrossendo leggermente per le sue parole, sta per dire qualcos’altro ma viene interrotto dalla voce di Cande che un microfono in mano << Un attimo d’attenzione per favore, solo qui alla mia festa. Francisco Stoessel, Jorge Blanco e Diego Domiguez I dreamers!!! >> e Lodo ci lanciamo uno sguardo confuso << I dreamers?! >> ripetiamo. Candelaria si avvicina a noi, parte la base di una canzone ritmata che non conosco. << Cande! Chi sono i dreamrs? >> << Loro tre, non lo sapevate? Sono una band da quasi da quando si conoscono. Adesso stanno cantando con la base ma sanno anche suonare >> spiega Cande a Lodo e beh anche a me. Cantano una canzone che se non ho capito male si chiama “The queen of the dance floor” qui sembrano conoscerla tutti quanto a un certo punto Francisco e Jorge sollevano Candelaria sulle loro spalla portandola al centro della pista, Diego si avvicina a Lodo le dà un bacio sulla mano alla  frase “es tentancion y todos quieren miren su atencion”. Finita la canzone, Damien mi chiede se possiamo andare fuori in giardino visto che c’è meno gente e io acconsento. << Ti ho già detto che sei bellissima stasera? >> sorrido abbassando lo sguardo << In un certo senso si >> dico a voce bassa. Ci fermiamo sopra una panchina abbastanza lontani dalla piscina. << Lo sai è da quando ti ho visto la prima volta che ho pensato, wow questa ragazza è un angelo >> << Un angelo? >> << Si un angelo venuto dalla terra per me >> << Per te? E perché per te? >> << Perché da quando ti conosco non faccio altro che pensare a te, al tuo sorriso, alla tua bellezza >> le parole di Damien sono così dolci che mi sembra di essere in una favola << Le tue labbra… >> mi si avvicina lentamente quasi a chiedere il permesso di potermi baciare e io lo assecondo, in fondo lo voglio anche io. Ci avviciniamo ancora fino a quando le nostre labbra non si congiungo in un dolce bacio. Le sue labbra sono morbide e lui…beh lui sa baciare bene. Quando lentamente ci separiamo entrambi stiamo sorridendo. Non posso crederci è successo davvero? Proprio come nei sogni. In lontananza riesco a vedere Jorge che ci guarda, mi sorride e mi fa l’occhiolino, io ricambio il sorriso, poi arriva una ragazza bionda e lo porta via. << Che stai guardando? >> domanda Damien voltandosi << Niente. È stato bello >> << Mi è sembrato di volare >>.
Ero euforica. Io avevo un fidanzato! Si okey lo ammetto avevo già avuto un fidanzato…in realtà due ma non credo che contino dato che uno è stato all’asilo e l’altro in Messico ma è durato solo un mese. Quella sera ero super felice ma una cosa mi aveva stranito. Quella sera, Jorge mi aveva lasciato poggiare il capo sul suo petto ma non mi aveva stretta a sé come al solito << Jorge? >> lo chiamai ma lui non rispose, evidentemente si era già addormentato. Decisi di chiudere gli occhi e non pensarci. Il giorno seguente a scuola la lezione di economia cominciava ad essere davvero pesante, infatti appena suonò la campanella io e Lodovica CORREMMO letteralmente fuori. << Non la finiva più di parlare! >> << Per non parlare di come scuoteva il sederone >> rise Lodovica imitando la professoressa Mansilla. Continuiamo a camminare verso la prossima aula quando qualcuno correndo, ci spinge facendoci separare l’una dall’altra << Hey! >> gridiamo noi all’unisono e poi Lodo continua << Ma che modi! >> il ragazzo si volta ed entrambe restiamo sorprese quando vediamo che è Jorge << Scusate, vado di fretta >> ci dice ridendo << Jorge, dov’è il tuo zaino? >> chiede la mia amica << Adesso sai perché vado di fretta >> risponde indicandola col dito e continuando a correre. Mi accorgo che gli è caduto qualcosa dalla tasca così glielo prendo, è una piccola chiave << Heyyy Jorge hai perso questo!! >> grido in modo che mi senta. Funziona. Si ferma, si tocca le tasche dei pantaloni e poi sbianca quando vede la chiave << Dammela! >> mi si avvicina velocemente e cerca di prenderla, il suo atteggiamento mi incuriosisce così appena allunga la mano per prenderla io metto lo chiave dietro la schiena ridendo << Heyyy non così in fretta campione. A cosa appartiene questa chiave? >>. Lui non ride resta serio e muove lo sguardo come se potesse riuscire a vedere dietro la mia schiena prendere la chiave. << Jorge a cosa appartiene questa chiave? >> ripeto, questa volta restando seria.







*Angolo autrice*
Buuuu buuuu si lo so me lo state dicendo tutti quanti e in questo momento mi state odiando ^-^'' si ma ci sono cose che devono succedere per forza. Allora innanzittutto vorrei chiarire che il manubrio non è il sacco come qualcuno ha detto nei commenti lol il manubrio è quello che si usa per fare i pesi cioè...andate su google immagini e scrivete peso/manubrio per palestra così ci intendiamo meglio xD non mi so spiegare. Bonnn parliamo dell'inizio si? Dai che è meglio si? ^-^'' quanto è sveglio Jorge? Che carini Diego e Fran no? e beh si anche Cande no? ù.ù Poiii lo scherzo dei tre moschettieri a Damien quanto vi è piaciuto? Che bravi che sono stati tanto amore per loro e le loro genialate. Parlando di Fran...io so che lo avete odiato a morte nel momento in cui Tini stava aiutando Jorge lol. Beh Tini e Jorge alla festa hanno dato spettacolo no? E Lodo? Secondo voi sarà davvero gelosa? Cosa nasconde ancora con Diegooo?!? Aspettate perché mi faccio questa domanda? o.o io la so la risposta eh =D...pooiiii che altro? Ah si! Non parliamo proprio della scena brutta che c'è stata verso la fine è stata così difficile da scrivere lo giuro le mie dita e la mia testa non dovevano farlo ma so che serviva per i capitoli successivi, soprattutto per il capitolo 16. E VOI MI AMERETE QUANDO LGGERETE IL CAPITOLO 16 SAPPIATELO. Il tutto a titolo informativo eh u.u no non sto scherzando mi amerete davvero non lo dico solo per non demoralizzarvi troppo dato quello che è successo in questo lol. Ma concentriamoci della reazione di Jorge a letto, voi cosa ne dite? E la scena finale?...la chiave. Un altro mistero da svelare.......................................eh va beh lol io vi lascio, ricordatevi che voi mi volete bene e volete leggere il capitolo 16 si? Si okey? okey besos para todo el mundooooooooooooo ah si quas mi dimenticavo lol un saluto a tinista8
❤❤❤
Ora vi lascio e domani rispondo anche a tutte le recensioni stupende che mi avete lasciato al capitolo 12 *w* io vi adoro troppo wkeodieeoidoij Grazie milleeeeeeeeeeeeeeee besossss ❤❤❤❤❤❤❤ Las quiero ❤❤❤❤❤❤❤
 

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Capitolo 14
*** Il cambiamento di Jorge ***








~~Jorge mi guarda fisso negli occhi poi con uno scatto mi strappa la chiave di mano da dietro la schiena << Hey!!! >> esclamo leggermente arrabbiata per il gesto << Ho detto che vado di fretta okey? >> sembra quasi arrabbiato. Si allontana da noi a passo svolto e non riesco a nascondere che il suo atteggiamento mi ha ferita. Lui non mi ha mai trattata così, era freddo, distaccato ed era arrabbiato con me…e tutto per una chiave. << Hai visto come mi ha trattato? >> mi volto verso Lodovica alla mia destra, lei mi ha appena raggiunto << Ho visto eccome… >> << Non è normale! >> << Beh Tini ma tu sei stata invadente >> << Cosa?! Per una stupida chiave?! >> << Ammetto che la sua reazione è stata esagerata ma riflettici un attimo. A te piacerebbe se io insistessi e ti torturassi per sapere cosa si nascondeva in quel portatile? >> << No ma…hey aspetta un attimo. Tu…di quale portatile stai parlando? >> cerco di ricordare se qualche volta ho accennato a Lodovica della scatola e del contenuto ma no, non l’ho fatto, non sono così stupida. << Io…dovremmo andare in classe siamo già in ritardo. >> lei mi sorride nervosamente e poi si dirige verso la nostra prossima aula. Osservo la mia amica mentre si allontana e poi torno a guardarmi dietro dove Jorge mi ha dato le spalle. So che magari è una mia esagerazione ma il suo sguardo duro, il suo atteggiamento, il suo tono di voce. È inutile negarlo mi ha ferita, lo ha fatto davvero. Non riesco a concentrarmi sulla lezione, non riesco a pensare a nulla che non sia Jorge Blanco. Io e Lodovica ci stiamo dirigendo verso verso il bar quando qualcuno mi arriva dietro e mi cinge la vita dandomi un bacio sulla guancia. << Ciao bellissima >> mi volto di scatto e incrocio gli occhi azzurri di Damien << Ciao Dami >> forzo un sorriso mentre Lodovica scuote il capo e io non ne capisco il motivo. << Ciao ragazze >> << Ciao Nicolas >> rispondiamo all’unisono io e Lodo. Arriviamo al bar e vediamo il gruppo dei popolari seduto al loro solito tavolo. Stanno ridendo ma non so perché << Jorge sei unico! >> esclama mio cugino dandogli un pugno sul braccio << Si beh grazie, modestie a parte >> si vanta lui ridendo << Che succede qui? >> Lodovica si avvicina sorridente a quel tavolino << E a te che importa? >> Tiffany è la solita acida << Tiffany non parlarle così, prendi una sedia Lodo, vuoi sederti con noi? >> la invita mio cugino << No grazie Diego, non mi va di sedermi al tavolo con certe persone! >> esclama la mora guardando Tiffany e le sue amichette << Jorge ha sfidato il campione in carica di resistenza dell’università di Stale >> spiega Francisco << In realtà è stato lui a sfidare Jorge, doppia figura di merda >> specifica Diego. << Resistenza? >> Lodovica mi ha praticamente tolto le parole di bocca << Praticamente sarebbe tipo una corsa ad ostacoli, c’è anche la parete da scavalcare, la corda da salire e altre cose del genere >> dice Cande << Jorge lo ha praticamente stracciato e come pegno lui si è dovuto gettare un secchio di concime di maiale addosso >> racconta Diego facendo ridere tutti << Che schifo!!! >> esclama Lodovica ridendo anche lei << Volevo vederlo! >> << La prossima volta ti chiameremo >> Jorge le fa l’occhiolino << Grande! Ci conto >> << Amore, cosa vuoi da bere? >> chiede gentilmente Damien << Ehm…cappuccino >> << Okey, Lodo? >> << Io voglio una granita a menta >> << Okey, Nico vieni con me >> i due si allontanano e io e Lodo prendiamo posto al tavolo accanto a quello dei popolari. Osservo Jorge, lui sembra normale, il solito burlone, sta ridendo e scherzando con Diego e non mi degna di uno sguardo. << Tini! >> Al sentir pronunciare il mio nome con quel tono potente ritorno con la testa sul pianeta terra, guardo la mia amica e sbatto le palpebre << Guarda che non sono sorda Lodo… >> << A me sembrava di sì…ci sei rimasta molto male vero?...dico per come ti ha trattato Jorge… >> sospiro, si ci ero rimasta molto male ma sembra che a lui la cosa non lo abbia toccato affatto. Per lui è come se non fosse successo niente, << Tesoro, ecco >> Damien e Nico si siedono di fianco a noi poggiando le bevande sul tavolo. << Grazie! >> dico sorridendogli, lui ricambia poi si avvicina alle mie labbra per darmi un rapido bacio << Hey hey andateci piano voi due!!! >> grida mio fratello dal tavolo accanto, roteo gli occhi per poi guardarlo << Potresti pensare a te? >> << Sei MIA sorella, di conseguenza riguarda me. >> << Diego andiamo? >> la voce di Jorge attira la mia attenzione << Si certo! >> risponde l’amico alzandosi in piedi << Dov’è che andate voi due? >> per una volta Francisco sembra fare una domanda intelligente << Il professor Gerald ci ha chiesto di portare gli scatoloni che sono all’entrata nell’aula di chimica >> dice Diego << Sarà il nuovo materiale >> supponge Jorge e dopo essersi salutati con quelli del loro gruppo e aver detto un “ciao” a noi si allontanano. Jorge non mi ha chiesto scusa per come mi ha trattato, non mi ha neanche rivolto la parola durante la giornata, adesso è in salotto a giocare alla play con Fran e Diego mentre io sono chiusa nella mia stanza a cercare di fare questi stupidi compiti. Ho fame e decido di andare in cucina per prendere qualcosa da sgranocchiare quando sento le urla allegre dei ragazzi! << Hey, hey calma >> la voce dolce e inconfondibile di Anahi sembra quasi inudibile con tutto quel baccano << Chiedete a Fernando e Martina se vogliono venire anche loro << No! Fernando no! >> esclamano all’unisono i tre moschettieri << Chiedete cosa? >> mi intromisi sentendomi chiamata in causa << La settimana prossima la trascorreremo nello chalett in montagna dei Blanco. Solamente noi! >> dice entusiasta mio fratello << Cara, tu ovviamente sei invitata ad andare con loro se vuoi >> guardo Jorge, lui sta parlando con Diego di qualcosa o forse mi sta semplicemente ignorando. << Si mi piacerebbe >> dico non avendo intenzione di restare qui da sola con Fernando. << Io vado a chiamare a Cande! >> mio fratello vola nella sua stanza << Hey Tini, chiedi a Lodo se vuole venire? >> annuisco alle parole di mio cugino e poi questo torna a guardare Jorge << Torniamo a giocare? >> << Si andiamo! So che muori dalla voglia di essere schiacciato per l'e’nesima volta Domiguez >> << Questo è tutto da vedere…Blanco! >> i due corrono fuori dalla stanza. Sospiro chinando il capo << Qualcosa non va cara? >> alzo di scatto il capo per guardare Anahi << N-no è tutto okey, davvero >> i suoi occhi verdi mi sscrutano per qualche minuto << Sono sicura che ti divertirai cara >> le sorrido debolmente << Si lo credo anche io >>. Quella sera quando andai in camera di Jorge lui stava già dormendo, mi posai accanto a lui poggiando il capo sulla sua spalla e chiusi gli occhi cercando di non svegliarlo. << Buongiorno a tutti! >> dissi a colazione << Buongiorno Martina >> i tre moschettieri risposero all’unisono, Jorge mi sorrise normalemente e questo mi fece rilassare un po’ << Quindi non verrai Fernando giusto? >> chiede mio fratello con il sorriso sulle labbra << Ho cose più importanti da fare che perdere tempo con tre idioti >> dice il mio fratellastro con quella voce lucubre e mi guarda con la coda dell’occhio << L’affetto è reciproco Fernando >> risponde Diego. << Come faremo senza Fernandino? >> la voce ironica di Jorge è evidente e resa molto teatrale quando mette la mano destra sul cuore guardando prima Diego alla sua sinistra e poi Fran alla sua destra. Loro come me ridono per la sceneggiata. Arrivata a scuola Lodo mi aspetta vicino  al mio armadietto con i suei libri tra le mani e la brosa sulla spalla destra << Hey hey hey! >> mi saluta come al solito con un bacio sulla guancia << Hey! Hai programmi per dopodomani? Cioè la settimana prossima? >> << No…perché? >> << Io i ragazzi e credo anche Cande andremo allo chalet in montagna dei Blanco ti va di venire? >> << Si certo! Non vedo perché no >> << Grande! Ci divertiremo >> << Non ho dubbi >>.
Il lunedì mattina alle 16:00 precise ci trovavamo tutti in macchina di Jorge << Diego non buttarti addosso! >> esclama Lodovica che è seduta al centro, << Scusa! >> Diego è alla sua destra mentre alla sua sinistra c’è Francisco con Cande sulle gambe << Vi state fermi?! Starei cercando di fare manovra >> << Jorge accendi lo stereo? >> << Lo accendo io Cande >> le rispondo pigiando il tasto di accensione << Jorge, ci sei già andato altre volte da solo? >> chiedo io << No andavo sempre con i miei, poi l’abbiamo tenuta in affitto per un bel po’ e solo adesso si è liberata >> lui mi risponde con calma tenendo gli occhi fissi sulla stanza. La canzone girlfriend di Avril Lavigne risuona nell’auto facendo scatenare Lodo e Cande. Mi viene da ridere guardandole, un fischio annuncia che mi è appena arrivato un messaggio su whatsapp << è il tuo? >> domanda mio cugino << Si >> è un messaggio di Dami “mi mancherai molto xo” sorrido e poi gli  rispondo “anche tu xo” << Ragazzi chi ha il tom tom? >> Jorge osserva i ragazzi dallo specchietto retrovisore << Ce l’ho io! Dice di proseguire dritto e poi voltare a sinistra tre 20 km >> annuncia Franciasco << Okey >>. << Jorge attenzione all’autovelox >> << Tranquilla Lodo, l’ho visto >> << Jorge gira a destra >> << Cosa?! Di già? Francisco sei sicuro? >> << Si questo coso dice così >> guardo mio fratello e poi Jorge, lui non sembra tanto convinto della strada ma fa come gli viene detto. Stiamo camminando da più di un’ora ormai << Jorge quanto dista questo chalet? >> Lodovica ha fatto la fatidica domanda che tutti volevamo fare << Un’oretta e mezza, due massimo >> << Quindi siamo quasi arrivati? >> Jorge esita qualche minuti prima di risponderle << Si… >> e non so perché sembra che non ne sia così sicuro << Francisco dove devo andare? >> << Non lo so, lo ha preso Diego >> << Vai in fondo a destra >> dice mio cugino. Mi viene in mente quando eravamo piccoli e nascondavamo a vicenda i nostri giochi nel bosco. Fran e Diego non ricordavano mai la strada dove lo avevano sepolto, questo ricordo mi mette un po’ in allerta su quei due << Diego, lo fai vedere a me? >> dico tendendogli la mano << Perché non ti fidi? >> mio cugino fa una smorfia ma prima che possa rispondergli Lodovica gli toglie il navigatore da mano << Heyyy! >> protesta lui << Oh Mio Dio! >> Lodovica sgrana gli occhi guardandolo << Co-cosa c’è? >> chiedo non molto sicura di volerlo sapere << Lo stavano guardando AL COTRARIO! >> << COSA?! >> gridiamo tutti all’unisono. Jorge si avvicina ad una specie di bosco per accostare la macchina. << Io l’ho tenuto come me lo ha dato Fran! >> Diego alza le mani in segno di difesa << È stata Cande a darmelo così! >> << Quando io te l’ho dato era spento TESORO! >> Candelaria marca bene l’ultima parola guardando male il fidanzato. > dice Jorge voltandosi verso di loro << Stiamo facendo la strada al contrario da quando siamo partiti?! >> ed è evidente dal suo tono di voce e dalla sua faccia che sta trattenendo l’ira. << È stata colpa sua! >> mio fratello e mio cugino si indicano a vicenda. << Manteniamo la calma >> suggerisce la rossa << Possiamo riprocedere con il navigatore >> continua lei ma Lodovica nega col capo << Il navigatore è caput. Si è scaricata la batteria >> << Grandioso! Mi volete spiegare perché avete tolto la voce?! >> urla Jorge ai suoi amici << Era una voce maschile dava fastidio non ricordavo come si metteva quella femminile >> risponde Fran, Jorge rotea gli occhi e Cande da uno schiaffo sulla guancia destra a mio fratello << Ahi! Che ho detto?! >>. << E adesso che si fa? >> domando guardando Jorge, lui colpisce la testa sul sediolino e poi sbuffa << È tardi e tra poco sarà notte fonda, possiamo solo camminare in quesa specie di bosco e sperare che ci abiti qualcuno >> lui fissa il bosco dinnanzi a noi. << Prendetevi anche una borsa con l’essenziale, chitarre comprese. >> Apre la portiera dell’auto e io lo seguo a ruota seguita dagli altri. << Jorge credi che troveremo qualcuno qui dentro? >> affretto il passo per affiancarlo << Non lo so Tini, lo spero >> mi fermo di colpo a quelle parole…mi ha chiamata Tini…<< Tini! Che fai perché ti sei bloccata? >> Lodovica mi schiocca le dita davanti agli occhi per attirare la mia attenzione << I-io…lo hai sentito? Mi ha chiamata Tini >> Lodovica mi osserva con la fronte corrucciata << Tu ti chiami Tini, cioè Martina ma noi ti chiamiamo Tini >> << Si, voi ma non lui. Lui mi chiama SWEETY. >> le spiego con la dovuta “calma” << Non è una ragione per fermarti, cammina! >> mi spinge dietro la schiena in modo che riprendiamo a camminare insieme agli altri. << Scusate…io non vorrei interferire… >> comincia Diego ma viene interrotto dalla mora << Stai interferendo. Taci. >> << Si. Sono con Lodovica >> quota Jorge. Francisco e Diego cercano di avvicinarsi a lui e il primo cerca di parlargli << Jorge?...ce l’hai con noi? >> << Noooo Francisco!!! Perché dovrei avercela con voi? Solo perché mi avete fatto consumare non so quanti litri di benzina e ci troviamo nel mezzo del nulla con il navigatore scarico? Assolutamente noi! >> lui è ovviamente ironico. << Daiii Jorgito non fare così, per farci perdonare faremo i tuoi schiavi per una settimana se vuoi >> Diego incrocia le dita in segno di preghiera e fa il labbruccio, Francisco fa lo stesso. Jorge si ferma e li guarda per poi sospirare rassegnato << D’accordo idioti vi perdono >> i due si buttano su di lui per abbracciarlo con una tale forza che quasi cascano a terra tutti e tre ridendo, io e le ragazze li guardiamo sorridendo. << Adesso però occupiamoci di trovare un posto per dormire >> suggerisce Jorge e tutti riprendiamo a camminare << Uffaaa sono stanca…Diego mi porti sulle spalle? >> brontola la mora << Che?! >> << Daiii se lo fai dopo di darò un bacio >> << Davvero? >> Diego la scruta con lo sguardo, lei sorride maliziosa portandosi l’indice alle labbra e poi annuisce. Io guardo la mia amica sgranando gli occhi e a bocca aperta, mio cugino si inginocchia per permetterle di salire sulle spalle, lei avvolge le braccia intorno al suo collo e gli cinge la vita da dietro la schiena. << Hey lo sentite anche voi? >> Candelaria si ferma di colpo, noi la guardiamo e Fran sta per chiedere << Sentite co… >> << Shh…è il rumore del mare. Da questa parte! >> Candearia parte in quarta cominciando a correre e noi dietro di lei. Arriviamo su una piccola spiaggetta deserta e silenziosa << Potremmo dormire qui! >> suggerisce lei aprendo le braccia << Mmm…l’idea di Cande non è male >> acconsente Jorge, Diego che aveva corso con Lodo sulle spalle la poggia a terra << Ecco qui nena >> << Gracias! >> Lodovica sorride e batte le mani. << Ora devi mantenere la tua promessa però >> mio cugino le si avvicina e poggia le mani sui suoi fianchi sorridendo. Si avvicina lentamente alle sue labbra e Lodovica di scatto gli dà un bacio sulla guancia sinistra << Hey ma… >> lei ride per la faccia sbigottita di Diego e si allontana di scatto. << Ho detto che ti avrei dato un baccio ma non ho mai specificato dove…Dieguito >> << Ragazzi ci conviene accendere il fuoco per fare un po’ di luce e per riscaldarci. Io vado a prendere la legna >> osserva giustamente Jorge << Vengo con te >> dico avanzando di un passo verso di lui, ma la sua voce mi blocca. << No. Ci viene Diego con me tu stai qui >> << Ooo andiamo Jorge devo proprio?! >> << Si Diego. Devi. Su andiamo >> lo prende per un braccio spingendolo in avanti << Tesoro io vado con loro, Jorge, Diego aspettatemi >> Candelaria dà una bacio sulla guancia e poi gli corre dietro. Sospiro, non è giusto perché non ha voluto che andassi con lui?! << Martina, pensi di darci una mano o vuoi restare lì a fissare il nulla ancora per molto? >> si lamenta mio fratello mentre sta poggiando un telo da picnic a terra insieme a Lodo << E-eccomi >>. Dopo qualche minuto i raazzi tornarono con  la legna, Diego e Jorge accesero il fuoco e poi misero da parte la legna in più, io osservavo il ragazzo dagli occhi verdi nella speranza di poter incrociare il suo sguardo. Malesizione! Perché continua trattatarmi così!? Come se io neanche esistessi! << Hey Jorge guarda questo ramo sembra una spada >> Diego comincia a maneggiarla come se lo fosse davvero << Anche questo >> Jorge prende un altro ramo abbastanza lungo. I due si guardano e poi si sorrdiono << In guardia! >> cominciano ad usare quei rami come se fossero davvero delle spade << Anche io!!! >> Candelaria arriva tra loro con un altro ramo più piccolino e meno robusto rispetto ai loro, Jorge glielo fa cadere da mano << Heyyy >> << Sei fuori Cande, mi dispiace >> ridacchia lui ma senza guardarla, è concentrato a “combattere” con Diego. Dopo poco si aggiunge anche Francisco, Lodovica invece si siede accanto a me a guardarli, seguita da Candelaria. << Servirebbe una foto >> suggerisce quest’ultima << i tre moschettieri! >> esclama Lodo prendendo il suo cellulare >> io resto ipnotizzata con lo sguardo fisso su Jorge, sembra così normale eppure è diverso, con me lo è, è freddo, distaccato e non mi piace anzi mi spaventa. Odio che si comporti così con me come se…come se potessi perderlo da un momento all’altro…è una sensazione terribile. << Ah! Vi ho battuto sono il migliore! >> esulta lui alzando le braccia in alto in segno di vittoria dopo aver fatto cadere i rami dalle mani dei due amici. << Mi è scivolato di mano! >> << Certo Diego, tranquillo ti darò la rivincita prima o poi >> << Io la voglio adesso!!! >> Francisco recupera il suo ramo << Nah adesso no. Io ho fame >> Jorge si siede su uno dei teli da picnic e prende il suo zaino, Diego e Fran decidono saggiamente di imitarlo, l’ultimo si poggia su un telo vuoto e Cande gli va vicino mentre il primo si siede sul nostro telo accanto a Lodo. << Jorge hai panini per tutti? >> alle parole di mio fratello Jorge gli lancia un panino quasi in faccia ma questo riesce a prenderlo. Io trovo il coraggio di alzarmi e sedermi accanto a lui << > << Vuoi il panino? >> mi interrompe tendendomelo << N-no grazie. Vorrei solo parlarti >> << Dimmi >> dice masticando un pezzo di pane col prosciutto cotto. << Ecco io… >> il suono del mio cellulare blocca le mie parole << Scusa… >> sussurro prendendolo, sul display appare il nome di “Damien” sorrido nervosamente senza saperne il motivo e poi guardo Jorge << Devo… >> << Si rispondi, non preoccuparti >> dice lui. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso il bosco rispondendo al cellulare. << Pronto? >> << Ciao angelo…mi manchi >> << Dami….anche tu >> << Starete lì per molto tempo? >> << No te l’ho detto staremo qui solo una settimana >> << Sai, non pensavo mi saresti potuta mancare così tanto >> << Dai smettila… >> arrossisco sorridendo leggermente per le dolci parole di Damien ma quando vedo Jorge seduto su  quella tovaglia con la sua chitarra in mano mi torna in mente la sua indifferenza. Lui si comporta così da quando io sto con Damien che questo c’entri qualcosa con il suo cambio d’atteggiamento?...<< Martina! >> sento pronunciare il mio nome con un tono abbastanza alto dall’altra parte del telefono << Co-cosa? >> << Hai capito cos’ho detto? >> << S-si io… >> << Scusami tesoro ma adesso devo andare, mia madre mi chiama. Ci sentiamo domani? >> << Si…certo Dami ciao >> << Ciao piccola >>. Torno a sedermi accanto a Jorge, lui sta ridendo insieme agli altri per qualcosa che non so ma a giudicare dal broncio di mio fratello suppongo sia qualcosa che riguarda lui. << E poi per non dire che si era fatto l’occhio nero sbattendo contro l’anta dell’armadietto disse che aveva fatto a pugni con uno che ci provava con la sua ragazza >> ridacchia Jorge << Si! E che il tizio era combinato molto peggio di lui, che addirittura era in ospedale >> tutti ridono nuovamente tranne mio fratello io li guardo sorridendo. Guardo Jorge << Jorge…ora possiamo… >> non riesco a finire la frase perché questa volta ad interropermi è il cellulare di lui. Alza l’indice destro come per dirmi di aspettare un attimo e poi risponde al cellulare << Pronto?...Mamma non potevo avvisarti che eravamo arrivati dato che non siamo mai arrivati…no…perché quei due idioti dei miei amici non sanno neanche seguire un tom tom >> Jorge lancia un occhiata ai due che  fanno i finti tonti << Si sta tranquilla siamo tutti sani e salvi, siamo su una spiaggia ma domani cercheremo di tornare indietro…si mamma…no…sta tranquilla…ciao un bacio >>. << Vi va se canto una canzone? >> Diego prende quella che suppongo sia la sua chitarra acustica, è una chitarra molto bella, nera con una sfumatura rossa sulla parte in alto a destra e sopra quella sfumatura c’è il suo nome << Si dai! >> esulta Cande, Lodovica sorride guardandolo << E cosa vorresti cantarci? >> << Una canzone che ho scritto apposta per te >> Lodovica sgrana  gli occhi << Per me?! >> << Si! Jorge, Fran mi accompagnate? >> Jorge e Francisco prendono subito le loro chitarre in risposta, quella di mio fratello è nera con delle rondini in bianco che volano verso l’alto. Invece quella di  Jorge l’avevo già vista una volta, è binca con tante scritte sopra, ma non le ho mai lette tutte, ricordo solo “Stay strong” “Angel” “Friends” e “Love”. Tutti e tre iniziano a suonare e Diego guarda Lodovica negli occhi come per dedicarle la canzone << Hey mira esta cancion es mi cancion y quiero que la escuches si? Porque es para ti >> ride e per la prima volta vedo la mia migliore abbassare lo sguardo e arrossire e riesco a vederla nonostate sia tuttuo buio << Ahora puedo ver lo que vale. Ser sincero al hablarte de amor. Ir liviano y sin equipaje. Tú inspiración. Yo, mi canción. Ser valiente y tener coraje. No temer ser quien ahora soy. En la ruta cambia el paisaje. Comienzo a ver el sol >> Adesso posso vedere quello che vale. Essere sincero al parlarti d’amore. Andare leggero senza bagagli. La tua ispirazione. Io, la mia canzone. Essere coraggiosi e avere coraggio. Non temere chi sono adesso. La rotta cambia il paesaggio. Comincio a vedere il sole. Non temere chi sono adesso? Perché dovrebbe temere sé stesso? Insomma si mio cugino è spesso un pericolo pubblico ma da qui al temere se stessi. Il ritmo della melodia è molto spagnolo è allegro e divertente adesso canta il ritornello << Es el amor lo que arrancó el dolor. Es mi valor, la fuerza, el corazón. Lo que cambió. Y estoy mejor, estoy mejor. Por ti, por mí. >> è l’amore quello che cacciato il dolore. È la mia fede, la forza, il cuore. Quello che mi ha cambiato. E sto meglio, sto meglio. Per te, per me << Ahora puedo ver lo que vale. Ser sincero en mi interior. Transparente y sin maquillaje. Me hace mejor. Ahora siento en mí la energía. Y arrisgarme a lo que vendrá. Soy mi propio capitán. Digo donde navegar. Con mí canción >> Adesso posso vedere quello che vale. Essere sincero dentro di me. Trasparente e senza trucco. Sto meglio. Adesso sento in me l’energia. E rischiare per ciò che verrà. Sono il mio proprio capitano. Dico dove navigare. Con la mia canzone. Lodovica continua a sorridergli e vedo i suoi occhi brillare mentre ascolta di nuovo il ritornello. << Hoy decidó ser así. Arrisgarme y a decir que si, prefiero tu sonrisa al mal humor. Un "te quiero", un beso soñador. Yo quiero >> Oggi decido di essere così. Mettermi in gioco e dire di si, preferisco il tuo sorriso al malumore. Un “Ti amo” , un bacio che fa sognare. Io ti amo. Mio cugino sembra diverso, o forse sono solo le belle parole della canzone che lo fanno sembrare diverso. Sembra più maturo di prima…che sia davvero innamorato di Lodovica? E un’ultima volta si mette a cantare il ritornello e appena finisce si avvicina di scatto a Lodovica per schioccarle un bacio sulle labbra << DIEGO!!! >> urla lei cercando di fare la parte dell’arrabbiata, ma la sua felicità e la sua risata la tradiscono. Mentre Lodovica e Diego ridono e litigano allo stesso tempo Francisco e Cande sono stesi sul loro telo a baciarsi, lei sotto e lui sopra, Jorge si alza in piedi << Heyyy cercatevi una stanza voi due >> ridacchia lanciando un piccolo rametto addosso a mio fratello. Loro lo ignorano e continuano a baciarsi, Jorge si dirige nel bosco e io mi alzo in piedi per seguirlo. << Jorge ti devo parlare >> << Adesso no Tini >> << Tini?! Ancora?! La prossima volta come mi chiamerai signorina Stoessel?! >> lui scrolla le spalle << Se Vuoi >> prende dei rami da terra e continua a cammina verso di me come per tornare indietro ma io lo fermo << Perché mi chiami così? >> << Perché Tini è il tuo nome cioè…è Martina ma… >> << Sweety! Tu mi hai sempre chiamato Sweety! Perché non lo fai più? >> << Credevo che non ti piacesse quel… >> << E invece mi piace! >> << Okey… >> << Okey >> ripeto silenziosamente. Entrambi restiamo in silenzio per qualche minuto. Lui prova ancora ad avanzare ma nuovamente mi metto davanti a lui e cerco di trattenerlo poggiandogli le mani sul petto e facendogli cadere i rami da mano << Jorge Dimmelo >> << Dirti cosa? >> << Voglio sapere perché sei così freddo con me io…tu…DIMMELO! DANNAZIONE! >> urlo, e sento tanta voglia di piangere.



*Angolo autrice*
Yeaaaaaaah ed eccomi qui col  capitolo 14!!! Manca pochissimo al 16 *w* e voglio darvi un'altra anticipazione su questo captiolo...il titolo sarà..."Il cuore detta" e che sia chiaro eh non l'ho scritto perché temo di dimenticarlo eh u.u (okey forse si ma solo un pochino shhhhh) Dunqueee avete visto che carina la canzone che Diego scrive e dedica a Lodo??? *w* Che ne dite del comportamento di Jorge? E Tini? Se l'è cercata o forse...vede solo fantasmi dove non ci sono? Forse Jorge è davvero normale ed è lei che vede...o vuole vedere qualcosa di diverso? Che ne dite?...Ma cosa più importante QUALE SARA' LA RISPOSTA DI JORGE?!...Bah mistero. Ah ma avete visto che si sono persi? HAHAHAHA poverini non sanno guardare neanche un tomtom e chissà mo dove vanno a finire
😰😰😰 Bueno...ah si! Vorrei dedicare questo capitolo a 4 persone la mia amiguis @Beyosinger, e poi ovviamente a @ChibiRoby @simonuccia98 e @LeonettaLuna che mi hanno aiutata e difesa contro l'ennesima ragazza che spacciava DUE delle mie storie come se fossero sue...assurda se ci penso mi viene di nuovo il nervoso -.-'' e va beeeh ovviamente ragazze io ringrazio sempre tutte voi per il vostro supporto e appoggio (e con questo ovviamente non mi riferisco solo a loro 4 lol) sul serio mi riempie il cuore di gioia vedere che ci siete sempre e siete dalla mia parte :') *voglio fare una protesta perché non esiste l'emoji commossa! è un emoji importante! Deve esserci!* i cinque minuti...e a porposito di esserci sempre....NON POSSO CREDERE CHE IL CAPITOLO 13 HA RAGGIUNTO 24 RECENSIONI! Non lo avevo mai fattoooo *piango di gioia...stupida emoji che ancora non esiste...* grazie sul serio non so davvero cosa dire...ah si giusto vi rispondo alle recensioni lol ci tengo a ricordarvi che se non rispondo a tutte insieme è perché non ho molto tempo ma state pur certe che prima o poi rispondo a TUTTE. Perchè è il minimo che  io possa fare per le vostre splendide parole.
Beh finiamola con ste smancerie che non sono molto nel mio stile e....zaooooooooo chicaaaaaaaassss alla prossimaaa lol besos...os quiero muchooo
💛 💙 💜 💚 ❤ 💗 💓 💕 💖 💞 💘 💌 💋
 

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Capitolo 15
*** Angel ***








~~Restiamo a fissarci ancora per qualche secondo poi lui sospira << Io non so di cosa tu stia parlando >> i miei occhi restano fissi nei suoi << Si invece, lo sai. Sei freddo con me >> ripeto ancora una volta. << Voglio sapere il motivo >> << è…per il tuo bene >> mi acciglio << Per il mio bene? >> chiedo incredula << Per il tuo bene >> ripete lui << Ti dispiacerebbe spiegarti meglio? >> << Ascolta…tu ora stai con Damien no? >> << Si e allora? >> << Beh io non voglio che voi due litighiate a causa mia >> << Perché dovremo? >> << Diciamo che…non sarei molto contento se venissi a sapere che la mia ragazza dorme nel letto con il suo miglio amico. Quindi ho pensato che almeno per il generale dovessimo tenere un po’ le distanze >> << Co-cosa?! Frena! Lui non lo verrebbe mai a sapere voglio dire…che c’entra? Sai benissimo perché dormo con te. E poi noi siamo amici che c’è di male? >> << Si lo so io e lo sai tu che non c’è nulla di male ma io mi metto nei panno di quel ragazzo…non credo gli piacerebbe >> << Come ho già detto Jorge lui non lo verrà a sapere >> << Mmm…interessante >> << Cosa vuol dire “interessante”?! Perché devi essere così enigmatico? >> lui scrolla le spalle << Sono fatto così >> si china per raccogliere la legna che gli avevo fatto cadere di mano e poi mi supera dirigendosi nuovamente verso il falò. Io LO ODIO! Perché? Perché continua ad essere così freddo? Che cavolo di motivazione è quella che mi ha dato?! E che cavolo significava quel  “interessante”?! Cerco di calmare i miei bollenti spiriti e torno anche io dagli altri. Diego e Lodo si sono addormentati, lei ha il capo poggiato sulla spalla sinistra di lui mentre Diego ha avvolto le braccia intorno alla vita di lei. Anche Francisco e Cande si sono addormentati stretti l’un l’altro. Jorge sta mettendo qualche ramo di legna nel fuoco in modo da alimentarlo << Vuoi lasciarlo acceso? >> chiedo con le braccia incrociate, osservandolo a pochi passi di distanza << Si, terrà lontano gli animali selvatici nel caso ce ne fossero >> risponde concentrato su quello che sta facendo. Lui si stende sulla stessa tovaglia di prima e poi mi guarda << Non vieni a dormire? >> oh carino! Prima fa tutte quelle storie sul fatto che dormiamo insieme e ora mi chiede se voglio dormire?! Mi sta prendendo in giro o cosa? << Scherzi?! >> << Ho solo chiesto…sei arrabbiata? >> << Tu che dici?! Ti sembra sensato quello che mi hai detto poco fa?! >> ancora una volta scrolla le spalle, questo gesto inizia ad irritarmi << Ti ho detto quello che penso. Ma…tu hai ragione. Voglio dire…non facciamo nulal di male. Perché noi siamo amici >> << Si esatto! >> << Allora vieni a dormire? >> beh…in fondo devo dormire no? Sospiro e mi stendo accanta a lui dandogli le spalle, lui non si muove resta dietro di me con il capo poggiato sul suo avambraccio sinistro a fissarmi. Chiudo gli occhi decisa a smettere di pensare a questa storia e mi addormento. Un profumo familiare, fresco mi pervade le narici, la luce del sole di prima mattina è così fastidiosa, apro lentamente gli occhi e mi accorgo di aver nascosto il mio volto nel petto di Jorge. Devo essermi avvicinata a lui nel sonno. Torno a richiudere gli occhi infastidita dall’eccessiva luminosità emanata dal sole, non dovrebbe essere così potente di prima mattina. Percepisco i movimenti di Jorge e quindi cerco di nuovo di aprire gli occhi, fa leva sull’intero avambraccio sinistro per poter sollevarsi con la schiena dalla sabbia poi guarda me inclinando leggermente il capo verso sinistra << Buongiorno Sweety >> gli sorrido per il modo in cui mi ha chiamata e poi mormoro un << Buongiorno >> mi tende la mano sinistra una volta  essersi messo a sedere, io l’afferro e poggio la mano destra sul suo avambraccio facendomi aiutare a sollevarmi. << Che ore sono? >> chiedo guardandolo, lui prende il cellulare dalla borsa e guarda l’ora << Sono le 9:25 dovremmo rimetterci in viaggio >> << Senza navigatore? >> << Useremo i vecchi sistemi, chiedermo indicazioni una volta arrivata alla pompa di benzina >> << Ti ricordi la strada per arrivarci? >> << Si fortunatamente ho buona memoria >> << E allora com’è che abbiamo avuto bisogno di un navigato per raggiungere questo chalet? >> lo provoco ridendo << Hey ho buona memora quando sono io che guido okey? >> mi punta l’indice sinistro contro come in segno di avvertenza, sentiamo un suono provenire da uno dei nostri amici e di scatto la prima persone che osserviamo è Francisco. Per fortuna vediamo Candelaria stiracchiarsi e poi mettersi a sedere strofinandosi gli occhi << Buongiorno >> sussurra ancora tra veglia e sogno << Buongiorno Cande >> rispondiamo all’unisono << Svegliamo tutti, dobbiamo rimetterci in viaggio >> Jorge si alza e si avvicina a Diego, io lo seguo per svegliare Lodo e intanto Candelaria si occupa di Fran. Ritorniamo all’auto di Jorge e ci rimettiamo in camino verso lo chalet, questa volta però chiediamo indicazioni alle persone che PER FORTUNA incontriamo per strada a partire da dopo la pompa di benzina. << Qualcuno prende il mio telefono e risponde? >> domanda Jorge con gli occhi fissi sulla strada, io allungo la mano e gliela metto in tasca per afferrare il telefono, osservo il display << È tua madre >> dico guardandolo << Rispondi >> faccio come dici e avvicino il cellulare all’orecchio << Pronto, Anahi?...si…si siamo in viaggio, Jorge sta guidando…no tranquilla stiamo benissimo e per fortuna avevamo abbastanza roba per fare colazione…no…okey va bene! Un bacio ciao >> << Che voleva? >> Jorge mi lancia uno sguardo veloce dopo che ho riattaccato << Sapere come stavamo, se avevamo ritrovato la strada e se avevamo fatto colazione >> << Anche mio padre mi sta tartassando di chiamate! >> esclama Lodo esasperata << Si anche i miei Lodo >> Sorrido per le parole di Cande << Mia madre chiama tipo minimo una volta giorno >> si lamenta Diego e io guardo fuori dal finestrino. Anche a me piacerebbe avere una madre e un padre che si preoccupano per me e…mi tartassano di telefonate perché sono preoccupati per me. Chisà forse anche io starei a lamentarmi, forse in questo caso vale il famoso detto “Non capisci l’importanza di ciò che hai fino a quando non lo perdi”. Sento una mano calda posarsi sulla mia sinistra e mi volto di scatto << Tutto okey? >> chiede Jorge guardandomi con la coda dell’occhio, gli sorrido debolmente << Si >> << Si? >> chiede facendo un mezzo sorriso e inarcando un sopracciglio, capisco al volo cosa vuole dire << Sip!!! >> mi correggo subito sfoderando uno dei miei sorrisi a trentadue denti << Ora va meglio >> sorride e toglie la mano da sopra la mia per riposarla sul voltante. Gli altri continuano a discutere animatamente mentre mio fratello guarda fuori dal finestrino…chissà magari stavamo pensando la stessa cosa. Si volta di scatto incrociando il mio sguardo e accenna un sorriso che non posso fare a meno di ricambiare. Ci vollero quasi il doppio delle ore per raggiungere quel posto erano le 15:53. Appena scendiamo dall’auto ci troviamo in un luogo circondato dal verde << è bellissimo! >> urla Lodovica osservando il panorama e l’enorme chlaet di fronte a noi. È un “normale” chalet in legno….ovviamente normale si fa per dire, è gigante!!! << Ragazze potreste prendere gli zaini? >> Jorge passandoci davanti con tipo tre borsoni enormi al collo e due valige di cui una è mia << Certo! >> << Subito! >> io e Cande ci affrettiamo a prendere gli zaini mentre Lodovica resta ferma a fissare la casa << Lodovica!!! >> la richiamiamo facendola sobbalzare << Co-cosa? Oh…Diego dallo a me! >> si avvicina a mio cugino e prende il trolley piccolino portandolo dentro…mmm…furba lei. << Questo chalet ha due piani? >> chiede la mora << Si! Questo è il salotto >> spiega Jorge posando le borse a terra. Il salotto è enorme si beh credo di aver già usato questa parola una volta, c’è così tanto spazio tra il divano e il televisore al plasma che potrebbe esserci una piscina << Quanti pollici è quel televisore? >> la mia amica si avvicina a questo << 63, giusto Jorge? >> chiede conferma Diego, lui annuisce e io e Lodo esclamiamo << Wow! >> allo stesso tempo. A terra c’è un tappeto rosso scuro vicino al divano, la casa ha un aria così accogliente, il sofà di stoffa rosso, con un piccolo lenzuolo marrone che ricopre il centro dello schienale, il tavolino in legno color ciliegio posizionato giusto nel mezzo tra il divano e la televisione e alla sinistra del divano c’è anche un enorme poltrona dello stesso stile. << . Quella è la cucina >> Jorge ce la indica avanzando verso questa, è poco distante dal solone ma non c’è nessun muro o porta a dividerla sono collegati << Wow si può vedere la televisione mentre si cuicina >> esulta Lodovica battendo le mani >> << Esatto! Venite con me, vi mostro il resto della casa >> Jorge riprende i borsoni che aveva prima e la valigia e Diego lo accompagna. << Noi prepariamo qualcosa da mangaire! >> grida Fran dirigendosi in cucina con la sua ragazza. Appena arriviamo in cima alle scale i ragazzi posano le valige a terra e poi apre una ad una le porte delle stanze mostrandocele << Nelle due porte in fondo, queste di fronte a noi ci sono due bagni, la porta a sinistra è quella dove in genere dormono Cande e Fran, qui di solito ci dormo io e Diego dorme nella stanza degli ospiti ma questa volta dormiremo insieme qui >> ci spiega indicandoci le porte con l’indice << La porta vicino al bagno a destra è la stanza dei miei genitori mentre questa è quella degli ospiti che ovviamente sarà vostra >> Jorge apre la prima porta a destra vicino le scale e io e Lodo ci entriamo dentro. È davvero molto spaziosa e luminosa, entra tantissima luce. C’è un letto matrimoniale con lo schienale in legno coperto da un lenzuolo bianco, Gli armadi enormi sempre fatti in legno come anche il mobile a cassettoni e i comodini ai lati del letto con delle piccole lampade sopra. << Profuma di fresco! Non dovrebbe puzzare di muffa? >> osserva Lodo voltandosi verso Jorge e Diego << Qui vicino abitano delle persone che sono pagate per occuparsi della pulizia della casa almeno una volta a settimana e si occupano anche delle scuderie >> a quelle parole mi volto di scatto e sgrano gli occhi << Scuderie!? Vuoi dire che qui ci sono… >> << Ci sono i cavalli si >>  risponde tranquillamente lui, io e Lodo ci scambiamo uno sguardo per poi lanciare un urlo << VOGLIAMO VEDERLI! VOGLIAMO VEDERLI! >> cominciammo a saltare e gridare insieme << Li vedrete ma ora andiamo a mangiare >> << Sono con Jorge! >> dichiara Diego così tornammo in cucina da Fran e Cande e mangiammo.  << Quando andremo a vedere i cavalli? >> << Calmati nena adesso lo andremo a vedere >> risponde Diego alla mora. << Venite usciamo fuori >> Jorge ci fa strada e noi ovviamente lo seguiamo, uscite fuori ci dirigiamo verso quello che credo sia il maneggio ma prima di riuscire ad arrivarci sentiamo i zoccoli dei cavalli che corrono verso di noi, sia io che Lodovica ci fermiamo di colpi, quegli animali grossi e imponenti incutono timore, Jorge, Dego, Fran e Cande gli corrono contro << Blaze! >> mio cugino chiama quello che suppongo sia il suo cavallo, uno stallone tutto nero << Ciao, Aron >> mio fratello accarezza il cavallo marrone che è accanto mentre Jorge sta parlando con il terzo ultimo stallone che è…<< Quel cavallo è argentato? >> chiede sbigottita Lodo e io sono nel suo stesso stato << Vi volete avvicinare o no? >> Jorge ci guarda ridendo, io e la mia amica ci scambiamo uno sguardo e poi decidiamo di avvicinarci con molta cautela << È…una nostra allucinazione o quel cavallo è argentato? >> oso chiedere mantenendo sempre una debita distanza << No non  sbagliate, è un cavallo arabo ha un colore molto particolare, si chiama Pegaso. Avvicinatevi non vi mangia >> Jorge tende la mano sinistre verso di noi mentre tiene la sinistra sulla criniera del cavallo, io l’afferro e mi avvicino a lui. Posa delicatamente la mano destra sul dorso della mia in modo che l’avvicini ad Pegaso per accarezzarlo. Vediamo due uomini correre con l’affanno, quando ci vedono sembrano essersi calmati << Jorge, i cavalli si sono messi a correre come pazzi, ci siamo spaventati >> << Tranquillo Juan ci pensiamo noi adesso, volete fare un giro sul cavallo? >> << Sip!!! >> esclamo subito io, mentre Lodovica indietreggia << Dai nena non dirmi che hai paura >> Diego la prende in giro guardandola, lei lo fulmina con lo sguardo e poi cammina decisa verso di lui << Per niente! >> << Dai andiamogli a mettere le selle, vieni Aron >> mio dà un colpo al cavallo che lo segue come se fosse un piccolo cagnolino, appena Pegaso di muove io mi allontano sollevando le braccia in segno di difesa scatenando la risata di Jorge << Guarda che nel caso lui voglia attaccarti non ti servirà fare così per difenderti. >> << Non prendermi in giro! >> gli do un colpo sul braccio << Heyy attenta il mio cavallo potrebbe attaccarti per difendermi. >> faccio qualche passo indietro allontanandomi anche da Jorge << Martina stavo scherzando, vieni >>. Lo segue nelle scuderie dove loro stessi preparano i cavalli per essere montati. Lodovica sale su Blaze dietro Diego, Cande su Aron dietro Fran e io su Pegaso dietro Jorge. << Non cadremo vero? >> e non sono sicura di voler conoscere la risposta alla mia domanda << Tranquilla a meno che non voglia farti cadere non cadrai >> ride lui, certo perché lo trova divertente. Siamo andati a galoppare nei boschi, tengo stretta la vita di Jorge per paura di cadere, non avrei pensato che i cavalli potessero andare così veloci e onestamente mi sono un po’ spaventata e anche rotta il di dietro per stare su quel cavallo. Il posto dove ci hanno portati è semplicemente magico, c’era una cascata di acqua dolce ed era così cristallina che si poteva vedere la fauna marina attraverso questa << Come avete scoperto questo posto? >> chiedo seduta sul bordo del fiume mentre allungo un braccio per toccare l’acqua << A noi lo ha mostrato Jorge >> dice mio fratello steso sul prato << Quando ero piccolo mi ci portava sempre mio nonno >> spiega Jorge << è un posto molto bello e poi ci sono tanti fiori >> Lodovica si avvicina a una pianta di orchidee colorate. Quella sera eravamo letteralmente distrutti, ognuno di noi entrò nella sua stanza dopo essersi dato una sciacquata in bagno. Erano le 22:00 ma eravamo già tutti stanchi. << Tini vuoi che lasci la luce accesa? >> Lodovica accende il lume sul suo comodino << Non è necessario Lodo, ma grazie >> le sorrido leggermente e lei sospira guardandomi << Dormi solo con Jorge giusto? >> a quella domanda/affermazione sbatto le palpebre << Co- cosa? >> << Non riesci a dormire con nessuno che non sia Jorge è così? >> resto in silenzio a guardare le lenzuola << Okeyyy buona notte Tini, a domani >> << Cosa?! >> la guardo mentre lei si avvicina a me per darmi un bacio sulla guancia e poi esce fuori dalla stanza; ma dove ha intenzione di andare?
Lodovica si avvicina alla porta di Jorge e Diego e bussa due volte colpendola con la mano << Avanti >> la ragazza riconosce la voce del moro e li vede tutti e due stesi sul letto a guardare la televisione con il capo poggiato allo schienale del letto, Jorge era al lato sinistro con il braccio destro dietro la testa, Diego aveva il telecomando in mano e stava cambiando i canali. Entrambi si mantenevano a debita distanza l’uno dall’altro. << Che state facendo? >> Lodovica avanza verso il letto lanciando un’occhiata al televisore << Cerchiamo qualcosa da vedere, tu che ci fai qui? >> chiede Diego guardandola mentre lei sale con le mani sul letto e gattonando arriva a stendersi in mezzo ai due. << Ecco…io non riesco a dormire da sola qui, cioè non mi sento molto al sicuro. Quindi volevo chiedere a Jorge se…potevi dormire sul di vano e lasciarmi dormire con Diego. Il fatto è che mi sento più sicura a dormire con un ragazzo e con Diego ho più confidenza capisci? >> i due mori fissarono il ragazzo dagli occhi verdi che in un primo momento non sapeva cosa dire << Ehm…io… d’accordo. Non ho problemi >> << Jorge dormi nella stanza di mia cugina, non vorrei che si svegliasse perché come Lodo non riesce a dormire da sola qui >> << Ehm…Non credo sia una buona idea per Franciscco >> << Beh nessuno ha detto che Francisco deve venirlo a sapere >> Diego gli fa l’occhiolino, Jorge fa un gesto di assenso col capo e poi si alza dal letto dirigendosi verso la porta. Appena la porta viene chiusa, la mora guarda il ragazzo alla sua sinistra << Come mai hai suggerito a Jorge di dormire con tua cugina? Pensavo che né tu né Francisco premettavate una cosa del genere >> << Hey non ti confondere, è Francisco quello pesante e iperprotettivo non io, io mi fido ciecamente di Jorge e poi onestamente sarei contento se loro stessero insieme. Non credo che la farebbe soffrire come teme Francisco >> << Perché Francisco crede che Jorge potrebbe farla soffire >> << Beh perché…io e Jorge siamo dei Don Giovanni >> << Anche Fran lo era prima di conoscere Candelaria o sbaglio? >> << No non sbagli ma che vuoi che ti dica? Lui cerca di tenere la sorella chiusa in una campana di vetro perché…perché pensa che abbia già sofferto troppo nella vita >> << La vita è fatta sia di sofferenze che di gioie. E bisogna mettersi in gioco e avere il coraggio di buttarsi qualsiasi delle due cose otterrai. Altrimenti non è vita non credi? >> Diego sorride di fronte alle parole della ragazza che tanto gli piace. Lodovica era una ragazza diversa dalle altre, lei è bella, sveglia, intelligente, astuta, con dei principi morali. È una ragazza che non si conquista solo con la bellezza o con le parole, ma soprattutto con i fatti e questo Diego lo aveva capito negli ultimi mesi << Io sono d’accordo con te >> dice guardandola. I due restano in silenzio per qualche minuto guardandosi negli occhi << Chissà forse un giorno troverai anche tu ima ragazza capace di cambiarti Don Giovanni >> lo stuzzica Lodo ridendo << Sai, io credo di averla già trovata. Solo che lei sembra decisa a non darmi neanche un’opportunità perché è troppo prevenuta >> Lodovica capisce subito che Diego parla di lei dal tono di voce che lui usa << Prevenuta? O forse questa ragazza conosce molto bene i tipi come te >> << Tutti possono cambiare, lo hai detto tu poco fa >> la mora rotea gli occhi sapendo di non poter controbattere così decide di chiudere lì l’argomento << Dammi il telecomando >> dice tendendo la mano sinistra << Cos’è? Me lo stai ordinando? >> << Si, dammi il telecomando >> ripete ancora << Non ho intenzione di darti il telecomando, se lo vuoi vieni a prendertelo >> << Diego, non mi sfidare! >> << Non ti temo Lodo >> << Ah no? >> << No >> << Beh peggio per te! >> Lodovica si getta su Diego decisa ad entrare in possesso del telecomando, Diego rideva divertito mentre teneva stretto il telecomando e alla larga da lei in modo che non potesse prenderlo. << DIEGO! >> la ragazza si dimenava su di lui cercando prenderlo, ad un tratto Diego lo lascia cadere a terra, afferra i polsi di Lodovica e ribalta la situazione mettendosi sopra di lei e tenendo la ragazza bloccata con la schiena sul materasso << Questo non è corretto! Lasciami! Non vale sei più forte di me! >> lui continuava a ridere dinnanzi alle lamentele della ragazza e ad un tratto per farla inizittire posa le sue labbra si quelle di lei baciandola con passione. In un primo momento Lodovica sgranò gli occhi decisa a respongerlo, ma ci vollero solo pochi secondi per capire che non ci sarebbe riuscita perché in fondo quel bacio piaceva anche a lei. Le labbra di Diego continuavano a muoversi freneticamente su quelle di lei fino a quando non si allontana lentamente, Lodovica rispondeva a quel bacio entrambi erano così presi che si fermarono solo nell’istante in cui sentivano di dover recuperare il fiato. Tuttavia appena tornata nelle sue piene facoltà mentali, Lodovica dopo aver ripreso aria nei polmoni libera il braccio destro per dare un ceffone a Diego, lui si toccò la guancia lasciandola andare e stendendosi al lato sinistro del letto << Stupido! >> Lodovica invece si allungò per prendere il telecomando da terra << Tanto lo so che ti è piaciuto >> continua a provocarla lui, la mora non dice niente comincia a cambiare i canale della televisione e cercare qualcosa di interessante da vedere ignorando il ragazzo che le è accanto.
Vedo la porta della stanza aprirsi leggermente << Lodo? >> la chiamo aspettandomi di torvare lei << No, sono Jorge…lei ha voluto dormire con Diego perché ha detto…di avere paura >> << Paura? E di cosa? >> << Boh…non l’ho capito bene in realtà mi sembrava solo una scusa >> Jorge chiude la porta alle sue spalle e poi si avvicina al letto per stendersi al mio fianco << Glielo hai detto tu? >> chiede posando il capo sul palmo della sua mano destra << I-io ecco…le ho solo detto che non riesco a dormire bene da sola >> sì non so come dirglielo ma credo che lui lo abbia capito perché non fa altre domande, solleva il lenzuolo per stendersi alla mia sinistra << Vieni? >> mi fa segno di posarmi sul suo petto, questa volta porta la t-shirt nera di un pigiama suppongo, poso il capo sul suo petto e come al solito riesco a dormire tranquillamente. Il giorno seguente Jorge non è al mio fianco, beh probabilmente continua ad evigere la regola “Francisco non  deve scoprirlo”. Guardo l’orlogio al mio fianco sul comodino, sono le 10:12, mi alzo e vado in bagno a fare una doccia, indosso i miei pantaloncini di jeans chiari e una camicia rosa a giro maniche, le convers blu e poi scendo in cucina per fare colazione << Buongiorno a tutti >> << Buongiorno dormigliona! >> risponde mio fratello avvicianandosi e dandomi un bacio sulla guancia, sono tutti seduti a tavola a fare colazione, tutti tranne uno << Dov’è Jorge? >> domando istintivamente << Di prima mattina gli piace andare a cavalcare >> risponde Cande prendendo i biscotti << Vieni a fare colazione! >> Lodo mi indica il posto vuoto accanto a lei e io mi accomodo. La porta principale viene aperta e di scatto tutti ci voltiamo verso questa << Buongiorno! >> Jorge ci saluta con un sorriso smagliante e poi si siede vicino a Diego prendendo una fetta di pane con la nutella << Hey quella era mia >> protesta mio cugino << Vorrà dire che te ne farai un’altra no? >> il ragazzo dagli occhi verdi se la ride e fa venire da ridere anche a tutti noi << Jorge, quei tre cavalli appartengono alla tua famiglia? >> Lodovica si sporge in avanti per guardare oltre la testa di Diego che è seduto alla sua destra << Si e ne abbiamo anche altri due, se volete oggi possiamo andare alle scuderie e provate a galoppare >> << Io voglio Blaze! >> dichiara la mia amica e Diego si volta di colpo verso di lei << Blaze è mio! >> << Oh Dieguito non ricordo ci fosse scritto il tuo nome sopra. E poi io gli sto simpatica >> << Ma che ne sai?! >> << Si è lasciato accarezzare e poi quale carota ha preso, quella che volevo dargli io o quella che volevi dargli tu? >> << Le ha prese tutte e due >> << Si ha preso prima la mia. Discussione chiusa Domiguez >>. << Io e Cande andiamo a fare un giro al fiume, prendiamo Aron >> Francisco si alza in piedi strofinandosi le mani per pulirsele << Okey >> acconsente Jorge << Ci vediamo più tardi >> così la coppietta felice si dirige verso l’uscita. << Noi giochiamo a uno? >> mio cugino guarda prima il suo amico e poi me e Lodo << Io ci sto >> risponde la mia amica << Per me va bene >> << Anche per me >> annuisco. Trascorremmo una giornata tranquilla, giocando a carte, facendoci scherzi e dispetti (soprattutto nel caso di Lodo e Diego) e alle 18 saremo andati dai cavalli. Erano le 16:00 Jorge era seduto sulla poltrona a guardare la tv, io sul divano a fare la stessa cosa, Lodovica e Diego stavano giocando  a sinco seduti a terra vicino al tavolino che è tra la televisione e il sofa mentre Cande e Fran stavano cucinando. Abbiamo estratto a sorte per questa volta toccava a loro. << Ho vinto ancora io!!! >> esulta Lodo sollevando le braccia, mi fa venire da ridere il modo in cui gioisce della vittoria, sembra una bambina e mio cugino non sembra per niente dispiciuto della scofitta, comincio a credere che la stia lasciando vincere, possibile?
A richiamare l’attenzione di tutti è un suono che proviene dalla porta << Sbaglio o hanno bussato? >> mio fratello guarda prima noi e poi la porta, in risposta sentiamo di nuovo il rumore di una mano che batte contro questa. << Vado io >> sto per alzarmi ma Jorge mi precede << No ferma, ci penso io >>. Si avvicina alla porta e mettendo le mani sul pomello lo gira facendo aprire la porta << Sorpresa!!! >> urla la persona sulla soglia della porta che ovviamente viene subito riconosciuta da me << Damien!!! >> scatto in piedi avvicinandomi a lui << Ops…scusa Jorge ero convinto che aprisse Tini >> << Non importa >> Jorge lo guarda come se fosse un alieno o un specie non identificata e poi torna a sedersi sulla sua poltrona. << Entra Dami >> lo invito io chiudendo la porta << Entra Dami? Dove sei Martina? A casa tua? >> mi rimprvera subito mio fratello << No ma… >> << E allora? >> non mi lascia neanche il tempo di finire la frase << Fran è tutto okey >> la voce di Jorge non sembra calmare mio fratello << Che ci fai tu qui? >> oh no, il terzo grado di Francisco no << Volevo fare una sorpresa a tua sorella cognatino >> Damien gli mette una mano sulla spalla sinistra, pessima mossa, Francisco guarda minacciosamente quella mano e poi prendendogli il polso l’allontana << Cognatino a me non lo dici. Martina vuoi spiegarmi? >> adesso si rivolge a me, sento gli occhi di tutti quanti puntati addosso tranne Jorge, lui continua impassibile a guardare la televisione. << Ehm…n-noi stiamo insieme >> balbetto e non dovrei balbettare. << Insieme?! >> << Dai Fran non fare il palloso e lasciali in pace! Su torniamo a cucinare >> interviene Cande tirandolo per il braccio destro << Ma Cande… >> << Ma Cande niente! Sembri un orco smettila di essere antipatico! Scusalo Damien, lui è molto iperprotettivo nei confronti della sorella >> Candelaria continua a strattonare mio fratello cercando di riportarlo verso la cucina. Sono molto grata a Cande e imbarazzata per il momento che mi ha fatto passare mio fratello. Tutti sembra tornato normale, anche Lodo e Diego riprendono a giocare << Scusami Damien sono imbarazzata >> dico voltandomi verso di lui << Tranquilla non c’è problema, lo capisco >> mi sorride, un sorriso a trentadue denti << Cosa ci fai qui? >> chiedo avvicinandomi al divano << Beh volevo farti una sorpresa, quando mi hai detto specificamente dove ti trovavi ho capito che era lo stesso posto in cui vivevano i miei zii >> << I tuoi zii vivono qui? >> << Si, poco più avanti, sei contenta? >> << Assolutamente si >> gli sorrido, mi si avvicina e mi dà un bacio sulla guancia << Mi sei mancata Angel >> << Diego! Ammettilo mi stai facendo vincere apposta! Guarda che così giochiamo a soldi. Diego? >> prima di rispondere a Dami guardo Lodo che richiama mio cugino. Lui sembra paralizzato e deglutisce, a quel punto mi preoccupo anche io per lui << Diego che hai? >> non ricevo risposta ma lo vedo voltarsi lentamente verso Jorge, seguo la stessa direzione con lo sguardo. È Jorge quello che è rimasto paralizzato, mi volto verso Cande e Fran, mio fratello è dietro di lei e le sta cingendo la vita, ma il suo sguardo è fermo su Jorge come anche quello di Candelaria che ha smesso di tagliare i pomodori. Sento il cuore salirmi in gola, che sta succedendo? Torno a guardare Jorge e lui continua a rimanere lì, pietrificato e la mia domanda è perché? Non capisco, << Jorge? >> lo chiamo ma lui continua a non reagire.



*Angolo autrice*
Zan zan zan cos'è successo? Cos'ha fatto paralizzare il nostro Jorge? :'( beh credo che dal titolo lo abbiate capito lol ma insomma il motivo non è chiaro a nessuno. Abbiamo visto che all'inizio i due si sono riavvicinati o forse chissà Jorge è solo un bravissimo attore da premio oscar voi che ne dite? E parlando di Jorge la sua motivazione...sarà davvero quella che ha dato? Secondo si avverte ancora una certa freddezza tra i due?...e parlando di freddezza parliamo invece di coppie bollenti tipo...la scena Dievica *W* hahaha io spero di non avervi confuso troppo le idee uscendo fuori dalla narrazione in prima persona ma per quella scena dovevo per forza uscirne lol. Ah si le 25 recensioni!!! VENTICINQUE *w* grazie milleeee hai visto GeorgiaRose_? mi hai convinto a postare oggi hahahaha no va beh a parte te avevo anche un bel po' di persone a massacrarmi su twitter e.e quelle poverine che cercavano di convincermi da tipo sabato beh vi ho accontentate adesso no? u.u vi è piaciuta l'idea dei cavalli? *w* heyyy vi informo che questo è il capitolo 15 questo vuol dire che il prossimo sarà il famoso capitolo 16 *w* contente? Manca pochissimo per poterlo leggere lol solo una settimana. Damien è venuto a rompere pure qui :'( e ci mancava poco che Fran lo prendesse a pugni hahaha tanta stima per Fran no? LoL. Onestamente credo che questo capitolo non mi sia venuto molto bene forse l'ho scritto in modo un po' frettoloso lol ma okey chiedo scusa ^-^'' Beh io credo di aver detto tutto, come al solito risponderò una ad una tutte le vostre recensioni chicas! Vi ringrazio tanto e...ci vediamo al capitolo 16. Il cuore detta besosssssssssssssssss

   

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Capitolo 16
*** Il cuore detta ***








~~Jorge si alza lentamente in piedi guardando un punto fisso dinnanzi a lui << Io…vado a prendere una boccata d’aria >> << vengo con te! >> interviene subito Diego, sta per mettersi in piedi ma la voce di Jorge lo ferma << No. Ho bisogno di andare da solo. A dopo >> sembra quasi un robot mentre cammina, mi fa puara, sono preoccupata per lui. Cos’è questo modo così strano di agire? Lo seguo con lo sguardo fino a quando non arriva alla porta e se la chiude alle spalle << Dannazione! È tutta colpa tua! >> a farmi distogliere lo sguardo da questa è la voce di mio fratello che urla, ha afferrato con la mano destra Damien per il colletto della camicia e lo ha avvicinato al suo volto sollevandolo quasi di peso dal divano. << M-mia?! >> balbetta Damien << Francisco lascialo! Che stai facendo?! >> cerco di mettermi in mezzo posando la mano sinistra sulla spalla di Damien e cercando di stringere il polso sinistro di mio fratello che sembra intenzionato a dargli un pugno << LEVATI DI TORNO MARTINA! >> con una semplice mossa si libera dalla mi astretta << FRANCISCO SEI IMPAZZITO?! >> mi metto ad urlare anche io << Stammi bene a sentire moccioso, vuoi stare con mia sorella? Okey! Se lei è così stupida da voler stare con te va bene. Ma non ti azzardare mai più a chiamarla “angel” mi sono spiegato?! Perché ti giuro che ti spacco la faccia. MI HAI CAPITO? >> << Francisco, smettila! Lui non sa niente >> interviene Cande posando le mani sulla spalla destra di Francisco cercando di calmarlo. C’è tensione, Fran e Damien si guardano negli occhi, il primo sembra davvero infuriato, il secondo stringe i denti come per stare sull’attenti. Non mi piace, entrambi sembrano pronti a una rissa << FRANCISCO! >> Candelaria lo richiama ancora urlandogli nell’orecchio << Fran, andiamo da Jorge, lascialo perdere >> mio cugino si mette in piedi e guarda Francisco << Chiamala ancora Angel e ti giuro su mia sorella che non la passi liscia >>. Mio fratello gli lascia in colletto della camicia e segue Diego verso la porta. Quando la porta si chiude Damien mi guarda confuso << Ma cos’ho detto di male? >> << I-io non lo so >> chino il capo sentendomi leggermente in colpa anche se senza motivo << Non è niente, semplicemente non ripetere mai più quella parola per favore >> dice Cande per poi tornare verso la cucina << Cande aspetta, ti aiuto a cucinare >> Lodovica si alza da terra e le va dietro. << Ehm…tesoro ti va se facciamo una passeggiata fuori? >> annuisco alla richiesta di Damien e poi ci dirigiamo verso la porta << Ci vediamo più tardi >> le ragazze fanno un cenno col capo per salutarci mentre noi usciamo dallo chalet. << Che strano il comportamento di Jorge, non trovi? >> << Si >> eccome se non lo trovo strano. Non riesco a togliermi dalla testa quei suoi occhi congelati, freddi e distaccati da qualsiasi cosa lo circondasse. << Tu non sai che gli è preso? >> << Non ne ho la più pallida idea, per quanto cerchi di sforzarmi non capisco >> e io odio non riuscire a capire cosa passa nella testa di quel ragazzo. << Beh lasciamo stare, parliamo di noi due invece… >> mi sorride prendendomi la mano destra e intrecciandola con la sua. << Ti va se ti presento i miei zii? >> ricambio il sorriso e accetto la proposta, tuttavia non posso evitare di guardarmi intorno e chedermi Jorge Blanco dove sia finito. Io e Damien passiamo una tranquilla giornata, i suoi zii sono persone molto gradevoli e gentili. Abbiamo visto un film in bianco e nero e poi siamo andati a fare una passeggiata, abbiamo parlato del più e del meno e ogni tanto ci baciavamo come tutte le coppie normali. Ma la mia mente era del tutto assente purtroppo, non potevo togliermi dalla testa l’immagine di Jorge, quella sua reazione, il non sapere dove si fosse cacciato. Definitivamente mi è sembrata una delle giornate più lunghe di tutta la mia vita, non vedevo l’ora di tornare a casa e parlare con lui. Sono le 19:30, Damien mi ha accompagnato fino la porta di casa ma non misembra il caso di invitarlo ad entrare, quindi ci salutiamo e ognuno per la sua strada. Spalanco letteralmente la porta e osservo il divano e la poltrona, sono vuote e la televisione è spenta. Lodo e Cande mi fissano dal bancone della cucina << Ma sei impazzita!? Perché hai aperto la porta in quel modo?! Ci hai fatto prendere un colpo >> mi rimprovera la mia migliore amica << Scusate…dov’è Jorge? >> << Ancora non sono tornati…e tuo fratello non mi risponde al cellulare >> Candelaria sembra seriamente preoccupata. << Cande, tu sai cos’è preso a Jorge? >> << Ecco io…non esattamente Tini >> << Ha avuto una reazione strana e sembrava che tu, mio fratello e mio cugino sapevate molto bene ciò che sarebbe successo >> << Si beh…è una lunga storia >> << Ti ascolto >> dico rapidamente sedendomi su uno degli sgabelli. Candelaria mi osserva attentamente, posso vedere nei suoi occhi il conflitto che sta affrontando interiormente, non sa se parlarmi o meno, anche Lodovica fissa con attenzione la ragazza dai capelli rossi evidentemente curiosa di ascoltare la storia. << Beh ecco…all’inizio non è stato facile avvicinarsi a Jorge >> << Strano, Jorge sembra un ragazzo molto socievole. Quel tipo di persona che diventa facilmente amico di tutti >> interrompe la mora, io mi limito a prestare la massima attenzione al discorso << Si lui è quel tipo di persona ma…quando lo abbiamo conosciuto non lo era >> si prende una pausa e poi prende posto sullo sgabello di fronte a me << Sette anni fa…Jorge era appena arrivato, aveva 16 anni come Fran e Diego, io 15 e mia madre era ed è molto amica di Anahi. Per questo appena ci trasferimmo mia madre andò a trovare la famiglia Blanco con me…qual giorno conobbi anche Diego e Francisco >>.
*Flashback*
<< Candelaria, tesoro vieni qui >> quell’amorevole donna dagli occhi verdi la chiamò dolcemente invitandola ad avvicinarsi a lei, si chinò per raggiungere più o meno la sua altezza << Ascoltami cara, ti va di aiutare Diego e Francisco a far uscire mio figlio Jorge dalla sua stanza? >> << Si certo! >> << Dai va con loro >>
*Fine flashback*
<< Diego e Fran mi dissero che Jorge era un tipo strano e antipatico, da quando era arrivato si era chiuso nella sua stanza a chiave non aveva mai aperto la porta. Su madre gli portava la cena poggiandola a terra fuori la stanza, anche Fran e Diego iniziarono a farlo e io con loro. Ma Jorge non ne voleva sapere niente di cibo né di altro. Un giorno come un altro all’ennesimo tentativo di tirarlo fuori da quella stanza bussammo a quella porta >>
*Flashback*
<< Blanco, dai apri questa porta! >> Francisco bussava insisitentemente con il pugno sinistro e la spalla poggiata alla porta. Come al solito dalla stanza non fuoriusciva nessun rumore. << Jorge! Apri non fare il poppante. Vogliamo solo parlare con te e cercare di conoscerti >> continuò Diego, Francisco riprese la parola << Su su angioletto apri questa benedetta porta ed esci fuori una volta e per tutte eh? Angel? >>. Jorge aprì furioso la porta, si scaraventò su Francisco e iniziò a prenderlo a pugni << NON PERMETTERTI MAI PIU’ DI CHIAMARMI ANGEL MI SONO SPIEGATO?! NON TI DEVI PERMETTERE >>
*fine flashback*
<< Ricordo che gli fece uscire il sanfue dal naso, e gli lasciò qualche livido sotto l’occhio. Arrivò il padre e lo allontanò così lui tornò a chiudersi nella sua stanza. La reazione di Jorge rimase impressa nella mente di tutti noi. Sembrava posseduto. Quella sera non so di preciso cosa successe ma pare che Diego e Fran riuscirono ad entrare nella stanza di Jorge e ad avere una conversazione con lui, il giorno dopo quando andai nella casa dei Blanco li vidi tutti e tre giocare alla play station e da quel momento in poi divennero inseparabili. Ma come ho detto non so bene cosa successe quella sera, dovresti chiedere a uno dei tre per scoprirlo >>. Resto scioccata e confusa dalla storia che racconta Cande, Jorge esiliato di sua spontanea volontà nella sua stanza, lontano da tutto e tutti. Perché? Cos’era che lo tratteneva lì? E cosa gli avranno detto Diego e Francisco per convincerlo ad uscire dalla sua stanza? Sospiro sapendo di non avere le risposte a queste domande e che solo uno dei tre potrebbe darmele. << Tini, Lodo quello che vi ho detto deve restare tra noi intesi? >> Candelaria punta il suo sguardo su di me, poi su di Lodo e nuovamente su di me. << Si, tranquilla >> risponde la mora, io invece la guardo in silenzio << Tini? >> e vorrei parlare con uno dei tre per riuscire a conoscere la verità ma non posso tradire la fiducia di Candelaria << Si… >> chino il capo guardando un punto fisso del tavolo << Bene. Noi non parliamo mai di questa storia, a nessuno dei quattro piace. È la prima e ultima volta che la racconto quindi per favore non dovete dirla a nessuno >> << Puoi stare tranquilla Cande, fidati di noi >> Lodovica parla per entrambe. La porta dello chalet si apre e vediamo Jorge, Diego e Fran entrare ridendo << Vi ho stracciato >> sorride il ragazzo dagli occhi verdi << Solo perché Blaze ha rallentato! >> il moro gli dà una spinta << Tanto poi ce la paghi Jorge, mm…che buon profumino >> mio fratello si avvicina alla sua ragazza, Candelaria gli sorride e gli dà un breve bacioa stampo << Lo avete trovato subito? >> chiede sottovoce << No, ci sono volute due ore ma…alla fine è stato lui a trovare noi. Non sappiamo dove fosse, ha detto che stava facendo un giro a cavallo >>. Decido di sfoderare uno dei miei migliori sorrisi ed avvicinarmi a Jorge << Hey, vi siete divertiti? >> << Si certo Sweety! E il tuo ragazzo? >> << Beh sai com’è…è tardi e così è tornato a casa >> << Meglio così! >> esclama Fran, roteo gli occhi mentre tutti quanti prendono posto a tavola.
Quella sera come al solito sono al letto con Jorge e mi sto scervellando per trovare un modo utile per iniziare quel discorso senza intromettere Cande << Jorge? >> << Si? >> << Mi stavo chiedendo…perché oggi hai avuto quella strana reazione quando Damien mi ha chiamata…sì insomma lo sai >> << Non ho avuto nessuna reazione >> << Si invece l’abbiamo notata tutti >> lui resta in silenzio e io volto il capo verso destra per guardarlo << Non ti fidi di me? >> chiedo temendo un po’ la risposta << Si certo che mi fido di te >> << E allora? >> lui sospira continuando a guardare il soffitto << Sweety…anche tu ti fidi di me giusto? >> << Certo >> << Ma nonostante ciò non vuoi raccontarmi cosa ti è successo quando eri piccola, giusto? >> << Non è che non voglio Jorge io… >> << Non mi devi nessuna spiegazione Martina, calma. Hai le tue ragioni e le rispetto, tu però devi rispettare le mie >> formo una linea dura con le labbra, odio ammetterlo ma ha ragione, lui non mi ha forzata e non devo farlo neanche io. << D’accordo…hai ragione. Ma quando sarai pronto mi prometti che me lo racconterai? >> faccio leva sul braccio destro per guardarlo dall’alto, lui estende le sue labbra in un sorriso poi di scatto posa la mano destra dietro la mia nuca e mi dà un bacio sulla tempia destra << Promesso Sweety, adesso però dormi >>.  Sorrido e poggio il capo sul suo petto tornando a fare sogni tranquilli.
Il giorno seguente alee 10:00 siamo nelle scuderie, oggi io e Lodo avremmo imparato a galoppare…si può fare in una giornata? << Lodovica il piede non va messo così >> spiega Diego mentre la mia amica sta cercando di montare a cavallo sulla sella << Si invece! Vedi? Sto salendo >> Lodovica di fatto riesce a montare a cavallo, il problema è che è salita al contrario. Tutti quanti ci mettiamo a ridere << Ma brava nena vuoi provare il brivido di galoppare tenendoti alla coda? >> << Non sei divertente Diego! Aiutami! >> << Sì sì arrivo >>. << E tu? Chi vuoi galoppare? >> domanda Jorge, io osservo i tre cavalli dietro di lui << Pegaso già la conosci, e poi loro sono Skyler e Moon >> Pegaso già lo conoscevo, la seconda è una puledra bianca con una piccola macchia ovale marrone sulla fronte mentre il terzo cavallo è nero  con la stessa macchia solo che è bianca. << Pegaso! >> rispondo senza neanche pensarci? >> << Sicura? Lui…non fa avvicinare molto facilmente gli estranei >> << Ma se ci sono anche salita sopra >> ridacchio guardandolo mentre accarezza il suo cavallo << Si è vero ma devo ammettere che è stato strano comunque galoppare è tutt’altra cosa eh. Vieni >> Jorge mi tende la mano e con la scaletta mi aiuta a montare in sella. << Lodovica stiamo facendo giro giro tonro >> rido guardando Diego seduto dietro la mia amica che tiene le redini del cavallo << Ma è Blaze >> << Aha si certo come no e se le dai a me? >> << No! Voglio farlo io >>. D’un tratto sento la presenza di qualcuno alle mie spalle e so che è Jorge dal suo produmo. << Prendi le redini Sweety >> obbedisco e lui posa le sue mani sulle mie << Adesso devi dare un leggero colpo ai lati del cavallo con piedi, così >> quando Pegaso parte ho come la sensazione di cadere ricevendo una spinta all’indietro e lancio un urlo << Shhh Martina! Se sei nervosa il cavallo lo percepisce e buona notte ai sognatori >> << Va bene scusa >> << Tieni strette le redini, ecco, così. Ah! Vai bello, vai! >>. Non mi sembra vero che IO sto galoppando un cavallo, arriviamo al fiume dell’altra volta seguiti da Cande e Fran e poi da Lodo e Diego. Trascorremmo un bel paio d’ore a cavallo, visitammo tutti i posti nei dintorni e ci fermammo a pranzare in un osteria. Devo ammettere che andare a cavallo per così tanto tempo reca non pochi dolori al mio posteriore. Il resto della settimana passò tranquillo e ci divertimmo molto, ogni tanto passavo qualche minuto con Damien ma tenendolo a debita distanza dai ragazzi dato che non era molto ben voluto soprattutto da Fran. Domenica, al ritorno, decidemmo molto saggiamente che il navigatore lo avrei tenuto io anche perché ero seduta io avanti e così arrivammo a casa distrutti ma sani e salvi…e solo in DUE ore, ci tenevo a dirlo.
La settimana successiva saremo tornati all’università. << Dovremmo farlo un’altra volta >> suggerisce Lodo mentre ci allontaniamo dagli armadietti << Si è vero è stato piacevole >> concordo io << Voglio rivedere Blaze! E poi devo trovare un modo per fare una corsa a cavallo contro tuo cugino >> << Che?! Ma sei scema?! E poi Blaze è il suo cavallo, tu con chi vorresti correre? >> << Con Blaze ovviamente! Sarà lui a cambiare cavallo >> rido alle sue parole << Se lo dici tu >> << Certo! >> << Hey Lodo! Tini! >> entrambe ci voltiiamo e vediamo Nicolas correrci incontro << Hey come state? >> << Bene graie Nico e tu? >> << Bene anche io… >> arrosisce leggermente rispondendo alla domanada di Lodo. Nicolas sembra davvero cotto si lei mentre Lodovica…non so se non se n’è accorta o se evidentemente la cosa non le interessa proprio. << Buongiorno a tutti! Ciao bellezza >> Damien saluta Nico con una pacca sulla spalla, fa un cenno con la mano sinistra a Lodo che ricambia con un leggero sorriso e poi si volta verso di me e mi cinge la vita per poi baciarmi brevemente. Lodovica mi tira per il polso allontandomi leggermente da lui e non ne capisco il motivo << Scusate piccioncini ma dobbiamo andare in classe >> dice sorridendoci << Ma non è neanche… >> non riesco a finire la frase perché la campanella suona << Dicevi? >> la mia amica sfodera uno di quei suoi sorrisini trionfanti e io roteo gli occhi, come fa ad averla sempre vinta lei? << Dobbiamo andare… >> << Ciao ragazzi! >> continuando a tirarmi per il polso contro la mia volontà ci allontandiamo dal duo. << Lodovica! Vuoi rallentare?! Che succede? >> << Succede che dovresti lasciarlo >> << Cosa?! >> << Oh mio Dio Martina! Vedere i vostri baci è come vedere due iceberg che si toccano o…non so due corpi senza vita che si baciano. Si potreste essere due zombie in effetti… >> si sofferma a pensare strofinandosi il mento come se avesse una barba lunga quanto quella di mago Merlino. << A me lui piace! >> << Okey ma non ne sei innamorata, è evidente. Tu stai con lui per una stupidaggine >> << Ma che dici?! >> la verità! Martina ti sei messa con Damien perché vi siete conosciuti nello stesso modo in cui si sono conosciuti i tuoi e tu…tu hai voglia di innamorarti, di provare nuove cose e va bene. Io non dico assolutamente di no ma…se per un attimo solo riuscissi a chiudere la testa ed ascoltare ciò che detta il cuore. Capiresti che sei con la persona sbagliata >> io non capisco dove Lodovica voglia arrivare ma non mi dà neanche il tempo di chiederglielo, scrolla le spalle ed entra in aula e io sono obbligata a seguirla. La lezione di matematica sembra più noiosa del solito e anche più confusionaria, fisso l’ora sul cellulare più volta nella speranza che l’ora finisca << Su su puoi farcela mancano solo cinque minuti! >> mi incoraggia la mia amica. Sbuffo e attendo con ansia che quei benedetti cinque minuti passino in fretta. Oggi ho l’allenamento con Jorge alle 17:00 e so che se non sarò puntuale me la farà pagare cara. E tra l’altro se oggi non riesco a buttarlo a terra sarà lui a buttare me. La campanella suona e finalmente siamo libere! << Sia benedetto il signore che ci ha permesso di sopravvivere ad un’altra snervante lezione di matematica! >> esclamo con gli occhi rivolti al cielo quando mi rendo conto che la mia amica non mi sta ascoltando << Lodo?... >> cerco di guardare nella stessa direzione della mia amica ma non riesco a capire a cosa stia montando << È incredibile! Tuo cugino è uno sfacciato! Prima promette luna e stelle e ti bacia e poi GUARDALO! Sta già flirtando con un’altra! >> vedo mio cugino di spalle vicino agli armadietti è voltato di spalle e si intravede una ragazzina di fronte a lui. << Wow! E io che non lo avevo neanche visto >> Lodovicaggi mi ignora e si dirige verso mio cugino << Ma bravooo no dico, complimenti sei un bravissimo attore eh >> << Lodovica…che stai dicendo?... >> Diego la guarda leggermente imbarazzato << Che sto dicendo?! La verità! Ma guarda siamo tornati solo ieri e tu già… >> mio cugino la interrompe subito << E io sono già così carino e disponibile da mostrare alla figlia della preside dove si trova il suo ufficio? >> gli sorride in modo complice come per farle capire quello che ha appena detto e Lodo resta scioccata, sconvolta e imbarazzata, oh si non l’ho mai vista così imbarazzata << La figlia della… >> << La figlia della preside! >> tutti e due cominciano a ridere istericamente e Lodo gli dà una pacca della spalla << Tesoro, ti ho portato il succo di frutta >> un ragazzo si è avvicinato a quella che da quello che ho capito è la figlia della preside << Grazie amore, questo ragazzo mi ha appena spiegato dove si trova l’ufficio di mia madre. Andiamo? >> << Si certo >> tutti e due si allonanano salutando Diego e Lodo con la mano mentre loro sorridono nervosamente e onestamente, in me stanno scatenando una forte risata. << Oh Mio Dio! Che figura! Scusami Diego, scusami! >> la mia amica si mette di fronte a lui, Diego ride divertito e scuote  il capo << E quella cos’era? >> << Quella cosa? >> << Quella scenata di gelosia >> << Che?! >> ops…voce acuta Lodo cara, voce troppo acuta << Di che cavolo di scenata di gelosia stai parlando?! >> << Quella che mi hai appena fatto cara, si chiama scenata di gelosia in piena regola >>. La mora si è visibilmente innervosita e lo si può capire dal modo in cui sta gesticolando e quello in cui sta balbettando ovviamente << Non era affatto una scenata di gelosia Domiguez, ti stai illudendo >> << Aha, si certo >> Diego la mette con le spalle agli armadietti e posa la mano destra all’altezza del volto di lei << Lodovica io piaccio a te e tu piaci a me. Perché non mi dai un’opportunità? Bisogna avere il coraggio di mettersi in gioco ricordi? Sei stata tu a dirmelo… >> Lodovica scrolla le spalle e abbassa lo sguardo ma lui prontamente gli solleva il mento per far si che gli occhi di lei si specchino nei suoi << Allora Lodo? >> lei continua a tacere ma resta a guardarlo << Facciamo così se ti lasci baciare è un sì…se mi allontani anche solo con una parola io smetto di provarci okey? >> << okey >> e quasi non riesco a credere che abbia risposto. Resto con la bocca aperta mentre Diego si avvicina lentamente a lei, le labbra di lui premono su quelle di Lodo, lei risponde immediatamente al bacio senza neanche pensarci. Chiude gli occhi e affonda le dita della mano sinistra nei capelli di lui, Diego gli cinge la vita rendendo più profondo quel bacio e io sorrido guardandoli. A quanto pare è nata una nuova coppia. Quando si eparano per recuperare fiato lui sorride e dopo qualche secondo lei gli dà uno schiaffo << Ahi!!! Lodovica!!! Dovevi respingermi prima che ti baciassi non dopo! >> << Lo so, infatti non ti ho respinto perché non volevo farlo >> la mia amica scoppia a ridere e dopo un po’ Diego si unisce a lei per poi tornare ad avvicinarsi alle sue labbra ma solo per qualche istante perché vengono interrotti dalla campanella.
Sono le 17:00 in punto, affretto il passo dirigendomi verso la palestra nella casetta n piscina. Ho messo il pantaloncino corto, nero  e il top fuxia che lascia scoperte gran parte delle costole fin poco sotto l’ombelico. Sono degli indumenti che si utilizzano apposta per allenarsi soprattutto con la kick per quello che ho visto. Nella casetta in piscina Jorge sta prendendo a pugni il uso sacco, pugni violneti e precisi, per il rumore che sta facendo la catena che lega quel coso al soffitto ho come l’impressione che possa cadere da un momento all’altro. << Sei in ritardo! >> ringhia continuando a colpire il sacco, indossa solo un paio di pantaloncini neri che arrivano poco sopra il ginocchio e non mi ha neanche guardato << Solo di tre minuti >> mi giustifico guardando l’orologio << Va bene… >> smette di allenarsi e si volta verso di me. << Cominciamo, ricordi cosa devi fare? >> << Devo buttarti a terra >> << Si, ma prima riscaldati su >> mi indica il mio sacco e per i primi venti minuti sono costretta ad eseguire i suoi ordini << Destra! Sinistra! Taglio! Ancora! >> Jorge sa essere un vero stacanovista l’ho già detto? << Muoviti ricomincia >> insomma va bene essere rigidi e tutto ma…respira! Dannazione. << Okey…va bene, vieni qui >> sono già sudata e siamo solo all’inizio…andiamo bene. << Concentrati su quello che ti ho insegnato, voglio che mi butti a terra Martina. Concentrati >> certo, insomma buttare a terra te è come far cadere il ponte di Brooklyn toccandolo con l’indice destro quindi cosa vuoi che sia? Una sciocchezza << Ora! >> stringo il pugno sinistro e cerco di colpirlo sul collo ma lui non si smuove di un centimetro. Al contrario io credo di essermi fatta male le nocche della mano accidenti! D’un tratto lui mette la gamba destra dietro la mia e con uno scatto tocca le mie spalle facendomi cadere all’indietro. Succede tutto così in fretta che non ho neanche il tempo di assimilare la situazione, chiudo forte gli occhi cosciente del fatto che la mia schiena sta per prendere una batosta, tuttavia non succede. Non sento il rumore della mia schiena schiantarsi al suolo così apro lentamente un occhio e poi l’altro. Sono a poca distanza dal pavimente e se non sono caduta è solo perché Jorge sta stringendo saldamente i miei polsi nella mano destra per impedirmi di fare uno schianto << Caduta numero uno Martina >> lascia i miei polsi e io finisco con la schiena sul parquet. << Su rialzati >> obbedisco e ricomincio a mettere in pratica quello che ho imparato. Ancora. Ancora. E ancora. Sembra una missione impossibile da compiere lui è troppo, troppo forte maledizione! << Okey, calma e riprendi fiato, adesso proviamo un’altra cosa >> un’altra cosa? Io non ho le forze per provare un’altra cosa! Ho l’affanno e mi piego in due poggiando le mani sulle ginocchia. << Riprendiamo >> che?! Di già?! Oh Mio Dio sono passati solo tre minuti cinque massimo. << Dritta Martina >> torno in forma eretta e lui mi guarda negli occhi << Devi liberarti >> devo liberarmi? Liberarmi da cosa? Non capisco, sono confusa. Con una mossa Jorge mi spinge contro la parete sinistra della stanza, con la schiena al muro e le braccia immobilizzate. Le sua mano sinistra resta saldamente a bloccare i polsi sopra la mia testa. Non riesco a muoverli, non posso liberarmi, ogni mio sforzo è inutile perché lui è più forte di me << Forza Martina! Liberati! >> mi sprona mentre io con gli occhi chiusi, stringo i denti e cerco di liberare le braccia ma non ce la faccio è tutto inutile, dannazione! Mi fermo e inspiro pesantemente per cercare di recuperare fiato. Lo guardo negli occhi, i suoi occhi verdi, sono così nitidi, così lucidi, così trasparenti che non riesco non a perdermi guardandoli. Il mio sguardo cala lentamente sul suo naso, sulle sue labbra, percorre il suo petto nudo e sudato dinnanzi a mio, è strano nonostante il sudore lui continua a mantenere quello strano profumo che gli appartiene. Osservo i suoi tatuaggi, quell’angelo chiuso nelle sue ali che forma un cerchio, quella scritta “Stay strong” e poi torno a guardarlo negli occhi. Cavoli! Jorge è bellissimo, com’è possibile che al mondo possa esiste un essere umano di una tale bellezza? Il mio cuore già accelerato per l’allenamento continua ad aumentare i battiti mentre fisso le sue labbra. Le sue labbra, sono così perfette e invitanti, schiudo la bocca e lentamente allungo il collo per avvicinare il mio volto al suo. Lui resta fermo, immobile ma con le pupille segue con attenzione ogni mio movimento. Chiudo gli occhi man mano che mi avvicino di più a lui e non so cosa sta succedendo, non so cosa sto facendo perché ho perso il controllo del mio corpo. Poso le mie labbra sulle sue, lui reagisce subito rispondendo e con la stessa lentezza con cui mi sono avvicinata, mi allontano. Oh. Mio. Dio. È stato un bacio breve, ma intenso. Come risvegliata da un sortilegio sbatto due volte le palpebre << S-scusa. I-io non… >> balbetto guardandolo negli occhi imbarazzata, cos’ho fatto? Mi è dato di volta al cervello? Sento il cuore battere così forte che potrebbe farmi esplodere il petto, smettila, smettila di battere così forte porca miseria! Calmati! Mi rendi nervosa. Jorge non dice niente e non fa niente, come se stesse valutando la situazione mi guarda accigliato, perso nei suoi pensieri che in questo momento pagherei oro per conoscere. Il silenzio mi rende tutto ancora più difficile vorrei che mi parlasse che dicesse qualcosa, mi va bene anche un “sei impazzita?!” un qualsiasi cosa ma parla dannazione! In uno sbattere di ciglia le sue labbra si fiondano sulle mie senza lasciarmi via di scampo, chiudo istintivamente gli occhi rispondendo a quel bacio passionale, carico di desiderio, di attrazione di…non so spiegare bene cosa ma è qualcosa che ti lascia senza fiato e ti fa smuovere tutta l’anima come se un vulcano dentro di te stesse eruttando. Mai in tutta la mia vita ho provato delle emozioni del genere. Sento il suo corpo schiacciare sul mio bloccandomi contro la parete, lentamente le dita della sua mano destra lasciano liberi i miei polsi, immediatamente poso i polpastrelli delle dita sulle guance di lui sfiorandole delicatamente fino ad arrivare al suo collo. Continua a baciarmi freneticamente, mi sta letteralmente divorando le labbra e io faccio di tutto per riuscire a mantenere quel ritmo, sento le sue mani stringere i miei fianchi come a tenermi ancora più ferma contro la parte mentre continuo a dimenarmi e ormai non mi importa più di niente. Faccio scivolare le mie mani dietro il suo collo e poi vado oltre facendo in modo che i miei avambracci si posino sulle sue spalle, facendo leva su di essi, con un salto avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita. Come se avesse già percepito il gesto afferra saldamente la mia coscia sinistra facendomi urtare ancora contro il muro dietro di me ma senza farmi male. Avvolge il braccio sinistro intorno il mio girovita stringendomi il più possibile a sé, muove la mano destra sulla parte superiore della mia gamba più volte arrivando al ginocchio quasi e tornando su a risalire. Sento ogni centimetro del mio corpo avvampare, rispondere alle sue azioni, chiudo le mani in due pugni e stringo le braccia intorno al suo collo. Come se fosse possibile riuscire ad attirarlo ancora di più a me. Ci stiamo muovendo, lo percepisco ma non importa più di tanto. Mi poggia delicatamente con la schiena sul parquet in legno chiaro e ancora una volta il suo corpo preme sul mio mentre quel bacio infernale sembrava non voler avere fine. Ormai abbiamo letteralmente perso la ragione, nessuno dei due riesce a smettere, nessuno dei due è riuscito restare lucido e impedire che ciò accadesse. Ormai noi non abbiamo più nessuno controllo, adesso è tutto comandato dal cuore, adesso il cuore detta…e non c’è modo di farlo tacere.






*Angolo autrice*
Ta daaaa non ve lo aspettavate vero? E beh ogni volta che me lo chiedavate vi davo la mia solita risposta "in uno dei sette giorni della settimana prossima" lol e invece ho tenuto tutto nascosto perché ho voluto farvi una sorpresa per due motivi
1- La settimana prossima a me come a molte di voi comincia la scuola e il tempo per leggere, recensire (e ahimé per scriverre) scarseggerà parecchio. Quindi prendete il capitolo come un augurio per il nuovo anno scolastico lol
2- Oggi è il compleanno di due lettrici della storia yeaaaaaaaaaaaaaahhhh Feliz cumple chicaaaaaasssss e con chicas mi riferisco a Crazy_YDA e amoremiosora Chicas questo è il mio regalo di compleanno lol spero lo abbiate apprezzato
E beh in questo capitolo ne sono successe di cose e credo anche di avervi fatto sclerare no? u.u Che cosa succederà nel 17? No perché a quanto pare molte cose dovranno cambiare hahaha beh spero con tutto il cuore che vi sia piaciuto anche se ho fatto la pazza per riuscire a scriverlo tutto quanto oggi e riuscire a postarlo in tempo. Come al solito risponderò alle vostre recensioni il prima possibile e...grazie a tutte non mi aspettavo di riuscire ad arrivare a 20 recensioni in soli 2 giorni O.O hahaha un beso a todo el mundo e spero che sia valsa la pena aspettare il capitolo 16 e che per me come per voi sia sembrato un capitolo speciale
Zaooooooooooooooooooo
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Capitolo 17
*** Impulsi irrefrenabili ***








~~Le sue labbra avide continuano a baciare le mie e ogni parte del corpo sta desiderando che questo momento non finisca mai. È possibile provare qualcosa di così forte? Lentamente le sue labbra si separano dalle mie, ma lui resta con la sua fronte poggiata sulla mia. Apro leggermente gli occhi e vedo che lui li tiene ancora chiusi mentre entrambi cerchiamo affannosamente di recuperare fiato. Torno a chiudere anche io gli occhi per qualche minuto. Questo non è uno dei miei assurdi deliri giusto? Io e Jorge ci siamo davvero baciati? Ancora adesso non riesco a realizzare il momento né la situazione in cui mi trovo. << Forse dovremmo…alzarci da qui >> suggerisce lui tra un respiro e l’altro << Si dovremmo… >> concordo io. Ma non lo facciamo, nessuno dei due si muove, nessuno dei due ha il coraggio di riaprire gli occhi. Forse perché nessuno dei due vuole rendersi conto che questo è solo un magnifico sogno. Ma un magnifico sogno può farti provare delle emozioni così intense sotto la pelle? Si proprio sotto la pelle, toccano il cuore, l’anima e ogni parte che compone il tuo corpo. Senti come l’esplosione di un vulcano e io suoi frammenti che si spargono in giro, lungo le braccia, lungo la schiena, lungo le gambe, lungo le dita e lì, nello stomaco, senti come se avessi…no non dirò le farfalle anche se probabilmente è quello che vi aspettate, perché in realtà è come se ti si stesse contraendo lo stomaco. Lo sento staccarsi dalla mia fronte ed entrambi apriamo gli occhi come appena svegli da un sogno. Restiamo a guardarci per qualche secondo come per assimilare ciò che è appena successo, siamo confusi. Entrambi. << I-io vado a farmi una doccia…fredda. >> Si rimette in piedi mentre io resto ferma a terra << S-si vengo anche io >> balbetto alzandomi sui gomiti ma restando comunque a terra. D’un tratto sgrano gli occhi quando mi rendo conto di quello che ho appena detto << Ci-cioè non volevo dire che…che vengo con te a fare la doccia…insieme, i-io volevo dire che anche io devo fare la doccia, vado a fare la doccia…fredda ehm…cioè >> ma che cavolo sto farneticando?! << Si, si tranquilla lo avevo capito >> << Okay. Perfetto >> chino lo sguardo sul pavimento dopo aver risposto prontamente alle parole di Jorge. << Vado io nella casetta in piscina e tu vai dentro? >> << Si certo >> << Okay >> non riesco a guardarlo negli occhi, quindi in questo momento il pavimento è una visuale molto affascinante per i miei occhi. Lui si allontana e io torno a stendermi a terra. Cos’è quello che è appena successo? Stringo le braccia intorno al mio busto, quella sensazione di…di totale eruzione interiore non è ancora del tutto sparita. Non so come riesco a mettermi in piedi e dirigermi verso il bagno per riuscire finalmente a calmarmi e fare una rilassante doccia…fredda.
L’acqua fredda scivola lungo il mio corpo, tengo gli occhi chiusi e sfioro le mie labbra con i polpastrelli della mano destra. Non riesco a pensare a niente che non sia quel bacio, le sue labbra sulle mie, le sue braccia che stringono il mio corpo e…oh porca miseria! Che cavolo mi prende?! Non riesco a smettere di pensare a Jorge e a…a quel bacio così intenso. Mi sembra ancora di sentire le scariche elettriche, cavoli perché una cosa così sbagliata deve essere così dannatamente potente? Che cos’ho fatto? Cosa mi è saltato in mente? Io sto con Damien dannazione! Non avrei mai e poi mai dovuto…eppure non riesco a pentirmene, non riesco a promettere a me stessa che una cosa del genere non accadrà mai più. Non ci riesco, per quanto io voglia non ce la faccio. Esco dalla doccia e indosso un vestito leggero a giro maniche azzurro che utilizzo solo in casa. Mi sto dirigendo verso la cucina quando mi scontro con Jorge << Attenta >> << Scusa… >> dico sollevando il capo << No tranquilla >> lui avanza di un passo ma io sollevo i pugni all’altezza del suo petto per farlo indietreggiare << Jorge io…io non voglio che tu mi tratti con freddezza. Cioè non voglio che le cose tra noi cambino per quello che è successo… >> dico cercando di spiegarmi quanto meglio posso, lui non tarda a rispondermi << No, ovviamente neanche io. Tranquilla Martina non è successo niente, cioè si è successo qualcosa ma… >> << Faremo finta che non sia successo >> concludo la sua frase << Si, esatto >> << Mi sembra perfetto >> concordo io. << Okay…la cena è pronta andiamo a mangiare? >> << Si certo! >> annuisco, lui mi sorride come se nulla fosse e ci dirigiamo in cucina. Bisogna dire che Jorge è davvero bravo a farsi scivolare le cose addosso, a differenza mia lui non sembra per niente turbato da ciò che è successo, continua a ridere e scherzare con i suoi amici mentre io ho Candelaria e Lodovica alle calcagna << Sappi che è evidente che qualcosa ti è successo >> << Lodo ha ragione te lo si legge in faccia >> << No ragazze! Smettetela! >> sono esasperata, le mie care amiche/cognatine mi snervano. Una parte di me vorrebbe raccontargli ciò che è successo ma l’altra parte di me non vuole. Perché? Semplice, parlare dell’accaduto significherebbe affrontarlo e io non voglio affrontarlo. Ho paura di quello che potrebbero dire o pensare le mie amiche? Si è così, molto probabilmente perché so già cosa mi direbbero ma non voglio accettarlo, inoltre preferisco rimanere col dubbio, si avete presente quel “magari non direbbero questo” proprio questo dubbio me lo voglio tenere. Ecco che arriva Damien, lui è definitivamente la persona con cui mi sento più in colpa, insomma ho fatto una cosa letteralmente sbagliata nei suoi confronti! Eppure per quanto me ne dispiaccia non riesco a farmene una colpa. Forse è perché sono crudele o forse perché…perché non lo so. Questa storia è un vero rompicapo e non so per quanto ancora sarò in grado di reggerlo. Come ho già detto invece per Jorge sembra che davvero non sia successo niente, io non capisco se è un bravissimo attore o se per lui quel bacio non ha significato E NON CAPISCO NEANCHE PERCHE’ IO MI DEVO APPLICARE COSI’ TANTO E DARGLI COSI’ TANTA IMPORTANZA! VAFFANCULO!
È passato un mese da quel giorno, un mese che io e Damien stiamo insieme, un mese che Lodo e Diego stanno insieme, un mese da quel bacio…quel bacio che ancora oggi mi provoca emozioni così forti dentro.
<< Tesoro ciao! >> riconosco la voce di Damien che mi cinge la vita da dietro dandomi un bacio sulla guancia sinistra << Dami! Ciao! >> mi volto verso di lui per ricambiare il bacio sulla guancia << Che stai facendo? >> << Aspetto Lodo, è andata a prendere il caffè >> spiego sorridendogli << Capito, hey senti la settimana prossima ti va di venire da me? Ci guardiamo un film, ci mangiamo i pop corn…una cosa intima insomma >> una cosa intima?...<< Damien io…non sono pronta per conoscere i tuoi genitori. Insomma stiamo insieme da solo un mese e mezzo non me la sento >> << No certo, tranquilla tesoro i miei non ci saranno. Staranno dai miei zii quel giorno quindi…avremmo tutta la casa per noi >> mi sorride e mi cinge la vita avvicinandomi a lui. Le sue parole mi mettono in allerta, d’un tratto sento come un miscuglio tra paura e orrore si fa spazio nel mio corpo << Damien se tu vuoi…insomma io non sono pronta per… >> cerco di spiegarmi chinando il capo << Hey hey calma! >> Damien mi sorride rassicurante e io torno a guardarlo negli occhi << Noi non faremo niente tesoro, beh è sottointeso…niente che tu non voglia >> ride e io mi forzo di seguirlo << Ma poi quanto sei maliziosa eh! >> << Co-cosa? N-no io… >> cerco di giustificarmi cosciente del fatto di essere diventata rossa come un pomodoro, Damien ovviamente è divertito, mi dà un bacio sulla guancia destra e poi si allontana << Allora non prendere impegni per venerdì della prossima settimana okay? >> mi si allontana senza aspettare una mia risposta facendomi l’occhiolino. << Cosa succede la settimana prossima? >> mi volto verso Lodovica che tiene due bicchieri di cappuccino in mano << Vuole che vada a casa sua a vedere un film >> << Uuu conoscerai i suoi >> << No, i suoi non ci saranno >> << Oh…allora vuole…si insomma… >> << No! Cioè lui ha detto di no o…si…più o meno. Non l’ho capito bene >> << Oh andiamo Tini! Tu e lui da soli a casa sua cosa vuole secondo te un ragazzo? >> << Aspetta un attimo, anche Diego ti ha invitato a casa nostra quando non c’era nessuno! O sbaglio? >> << No non sbagli >> << E beh mi vuoi dire che voi avete… >> << No cara, ma solo perché io gli ho detto di no, sta pur certa che lui voleva arrivare lì >> Lodovica avanza e io le vado dietro << Cosa?! Aspetta mi stai dicendo che mio cugino voleva… >> << Si Tini è ovvio! >> << E tu… >> << No io…non mi piaceva la situazione e poi in una casa dove abita così tanta gente che potrebbe arrivare da un momento all’altro insomma…no! >> << Quindi…se Diego ti avessi invitato da un’altra parte tu… >> << No!!! Cioè…forse…non lo so…no è troppo presto! >> << Troppo presto? >> << Si…cioè ci conosciamo da cinque mesi ma stiamo insieme solo da uno e…non lo so okay? Dipende >> << Dipende da cosa? >> << Da tanti fattori Martina e poi…insomma io non ho ancora piena fiducia in lui okay? >> sorrido e afferro il polso della mia amica vedendola leggermente innervosita. Ora capisco qual è il punto << Ha cancellato dalla sua rubrica telefonica tutti i numeri di telefono di ragazze con cui è uscito, come gli hai chiesto tu, nei corridoi non degna più di uno sguardo nessuna ragazza che non sia tu… >> la mora mi interrompe << Bugia! Lui come quegli altri idioti dei suoi amici guardano tutte le ragazze carine che gli passano accanto >> << Beh aspetta un attimo però perché anche tu li guardi i ragazzi carini >> << Si ma io non sono mai andata a letto con nessuno di loro >> << Touché ma Lodo sta cambiando un po’ per volta, devi dargli tempo. E poi scusa eh ma quante ragazze guarda? >> << Tre. Miranda Heart, Jade Nicols e Tessa Richards >> sgrano gli occhi. Non mi aspettavo certo una risposta ma decido che è meglio riprendermi subito << Okay. E a quante di loro fa gli occhi dolci e/o sorride? >> << Lo hai visto tuo cugino? >> << Si… >> rispondo confusa << È ancora vivo giusto? >> << Si e?... >> << E allora puoi dedurre tu stessa che la risposte è NESSUNA. Altrimenti non sarebbe ancora vivo >> scoppio a ridere negando col capo << Vedi? È esattamente questo che intendo. Tu sei l’unica gli interessa davvero e vedrai che tra qualche giorno non guarderà più neanche quelle due >> << Tre! >> corregge prontamente << Tre! >> ripeto roteando gli occhi << Mmm…si okay andiamo >> i repentini cambi d’umore di Lodovica mi fanno sempre morire dal ridere. Dato che sono le 15:00 e Jorge ancora non è arrivato per riportarci tutti a casa decido di fare un giro in biblioteca per prendere in prestito un libro. Lascio scivolare il mio indice destro su quella schiera di titoli. Ce n’è più di uno che mi attira ma non so proprio quale scegliere. << Ragazze è una mia impressione o non state prestando attenzione alla spiegazione eh? >> il suono divertito di quella voce mi distrae attirandomi verso di essa. << Ma certo che ti stiamo sentendo Jorge! >> una ragazza bionda gira la sua ciocca tra le dita della mano destra, Jorge è seduto ad un tavolo con sei ragazze che pendono dalle sue labbra. << Va bene, allora vediamo cos’avete capito Cassie, da cos’è composto il fluoro e come si indica? >> una delle ragazze alza la mano mentre le altre restano incantate a guardare Jorge. << Dimmi Cece >>  la ragazza dai boccoli castani sorride e risponde alla domanda di Jorge, lui le sorride << Molto bene, davvero ma dovreste fare tutte attenzione a quello che dico chiaro Leti? >>  la ragazza dai capelli blu scuro sorride maliziosamente annuendo alle parole di Jorge. È chiaro che nessuna di quelle ragazze era lì per imparare qualcosa, ma solo ed unicamente per passare del tempo con Jorge. Per cosa poi? Non è che passando del tempo con lui riuscirete a conquistarlo eh! Inoltre lui non è intenzionato ad innamorarsi carine quindi è letteralmente inutile fare moine e sotterrare letteralmente quel poco di dignità che avete per voi stesse. Sembrano tante Tiffany che pendono dalle sue labbra, assurdo! E lui che gli dà anche corda poi! << Jorge! >> lo richiamo facendo in modo che si volti verso di me come anche le ragazze << Martina, ciao >> << Ciao. Ti stiamo aspettando ti muovi? Ho dei compiti da fare >> << Si va bene ma calmati >> << Io sono calmissima. Andiamo? >> incrocio le braccia guardandolo negli occhi, lui alza le mani come in segno di resa << Andiamo. Spero di esservi stato d’aiuto signorine, adesso come vedete devo proprio andare >> << Oh no dai >> << Rimani con noi Jorge! >> << Soltanto un'altra oretta >> << Candy sono già rimasto con voi un’altra oretta >> ridacchia lui. Candy? Cos’è il nome di una marca di caramelle? Bleah << Blanco andiamo! >> ripeto spaizentita e finalmente Jorge sembra salutare quelle mocciose che ancora fanno casino e usciamo dalla biblioteca. << Sweety tutto okay? >> chiede mentre ci dirigiamo verso l’uscita << Mai state meglio. >> << Sicura? Perché mi sembri fredda. Molto fredda >> << Io sono normalissima! Come ti ho già detto ho dei compiti da fare e non ho intenzione di perdere tempo solo perché tu devi dedicare un paio d’attenzioni a delle gatte in calore >> senti il suo ghigno e non mi volto perché so che in questo momento potrei dargli un ceffone. All’improvviso mi sento afferrare per il polso ed essere strattonata, mi spinge contro gli armadietti facendomici poggiare le spalle contro. Il suo corpo blocca il mio e tiene ancora stretto il mio polso sinistro. << Quindi è questo il problema?...vuoi che dedichi un paio d’attenzioni anche te Sweety? >> mi provoca con quella voce roca, calda e suadente che solo Jorge Blanco è in grado di fare. Deglutisco incapace di intendere e di volere. Fisso le sue labbra perfette e il desiderio che queste tocchino le mie si fa sempre più forte in me. << Perché se è così io ci metto due secondi ad accontentarti… >> sfiora le sue labbra con le mie e quel piccolo gesto basta a mandarmi delle scosse lungo la schiena. Schiudo la bocca continuando ad osservare la sua. Si avvicina ancora di più e mi lascia un bacio sulla guancia, poco distante dall’orecchio, poi mi si allontana sorridendo << Dai Sweety non fare quella faccia terrorizzata stavo solo scherzando! >> la sua risatina mi urta solo di più i nervi, stringo i pugni e cerco di freddare l’istinto omicida che ho in questo momento nei suoi confronti << SEI UNO STRONZO BALNCO! >> mi avvicino a lui per dargli uno schiaffo bello forte in piena faccia così da farlo smettere di ridere. Riprendo a camminare verso l’uscita a passo svelto seguita immediatamente da lui << Hey ma cosa…Martina! Martina aspetta! Che ti prende Martina?! Io stavo solo scherzando, lo sai, lo faccio sempre io…non capisco. Che cosa ti prende? Martina? Martina! >> continuo ad ignorarlo decisa a non rispondergli. Non ne vale la pena. Sono le 23:00, fisso il soffitto della mia stanza rivivendo mentalmente la situazione di oggi. Sono stata una grandissima stupida, che diritto avevo io di allontanarlo da quelle ragazze? E lo schiaffo? Porca miseria! Stava solo scherzando, avrei dovuto capirlo, è da Jorge del resto. Lui si stava solo comportando normalmente e io…io…io non lo so come cavolo mi stavo comportando, perché mi sono arrabbiata così tanto? E perché desideravo così tanto che mi baciasse?! Dannazione! Prendo il cuscino e me lo schiaccio sul volto lanciando un urlo di sfogo. Devo chiedergli scusa…e io odio chiedere scusa. Sospiro sollevando la schiena dal materasso, e dopo aver gettato il cuscino su di esso mi metto in piedi dirigendomi verso la sua stanza. << Jorge, sei sveglio? >> << Si >> la sua risposta non tarda ad arrivare e dalla sua voce so che mi stava aspettando. Chiudo la porta alle mie spalle e lo vedo lì con le braccia incrociate, a petto nudo poggiato con la schiena alla spalliera del letto. Sospiro e gattono sul suo letto fino ad arrivare al suo fianco. << Mi dispiace per quello che è successo oggi Jorge, i-io non dovevo…non avevo alcun diritto di… >> << Martina non mi importa sapere se quello che hai fatto oggi è giusto o meno. Voglio sapere il motivo, devo capire perché hai reagito come hai reagito. Chino il capo leggermente imbarazzata non sapendo cosa dire perché in realtà neanche io so perché ho reagito come ho reagito. << Jorge io non lo so è che…ho un carattere così…così… >> << Impulsivo >> conclude lui. E resto in silenzio cosciente del fatto che ha ragione lui << Si. Impulsivo >>. << E?... >> << E cosa? >> chiedo temendo la risposta << Carattere impulsivo o meno le cose si fanno per una ragione >> << Beh io non ce l’ho la ragione!!! >> esclamo leggermente alterata. Jorge scoppia a ridere e poi nega col capo << Okay va bene, come vuoi. Non voglio un altro ceffone. Adesso però dormiamo che ho sonno >>. Scrollo le spalle e mi stendo insieme a lui dandogli le spalle, ho preso un po’ di distanza ma sento il suo braccio destro posarsi sul mio girovita e con una semplice mossa mi attira verso di lui facendo in modo che la mia schiena combaci col suo petto. << Buonanotte Sweety >> mi dà un bacio sulla n e poi posa il capo sul cuscino << Buonanotte Jorge… >> sussurro per poi chiudere gli occhi. Il giorno seguente all’università ci fu il solito tram tram al quale ormai eravamo tutti abituati. << Hey Lodo, oggi viene Cande da noi ti va di unirti? Così facciamo anche l’esperimento di chimica >> propongo alla mia compagna di banco << Si d’accordo ci sto. Manderò un sms a mia madre >> >. Appena suonò la campanella ci dirigemmo verso gli armadietti per prendere quelli della seconda ora << Hey nena ciao >> Diego si avvicina a noi avvolgendo immediatamente la vita della mia amica tra le sue braccia << Ciao >> Lodovica gli sorride avvolgendo le braccia intorno al suo collo, i due iniziarono a baciarsi lentamente ma molto molto intensamente. Diego la fa indietreggiare facendola poggiare con la schiena all’armadietto e lei si lascia cadere i libri dalle mani. << Lodo! Devo prenderlo come un “occupati tu dei libri”?! >> domando scioccata, lei solleva il pollice destro come per fare “okay” senza degnarmi di uno sguardo, ovviamente troppo occupata a baciare mio cugino. Roteo gli occhi e prendo i libri della mia amica da terra, questi due sembrano decisi a non volersi separare. Mi Avvicino all’armadietto di Lodovica che non è molto lontano da loro, giusto tre ante, lo apro e ripongo i libri dentro per prendere quelli della seguente lezione. Quando lo chiudo noto che finalmente i due mori si sono staccati << Che hai adesso? >> << Storia, una vera palla >> << Io ho chimica, ho pensato di portarti con me come mio esperimento personale. Ci stai? >> Lodovica ride scuotendo il capo << Scemo >> gli dà una leggera spinta alla spalla ma lui resta fermo con le braccia saldamente avvinghiate a lei sorridendo << Mi dai un altro bacio? >> << Solo uno >> acconsente lei << Solo uno? >> Diego le si avvicina << Si, uno piccolo >> << Uno piccolo? >> ripete lui e lei annuisce ridendo ma quando le loro labbra si scontrano capisco al volo che si tratterà di un bacio tutt’altro che breve. Mi avvicino a Cande, Fran e Jorge e il resto dei popolari. << Hey! >> dico prendendo sotto braccio la rossa << Hey Tini! Come mai tutta sola? >> indico Lodo e Diego col capo e Candelaria ride << Però quei due ci danno dentro >> << E beh direi proprio di sì >> entrambe li guardiamo e poi scoppiamo a ridere. << Oggi vieni da noi vero? >> << Si, esatto! >> << Grandioso! Verrà anche Lodo >> << Hey sorellina >> mi richiama mio fratello e io sposto l’attenzione su di lui << Si? >> << Dove hai preso quel bracciale? >> con lo sguardo indica il mio polso destro, ho un laccio nero con un ciondolo attaccato vicino, il ciondolo rappresenta una nota musicale. << L’ho trovato sul mobile nel salone, mi piaceva e l’ho messo perché? >> << Mistero risolto! >>Francisco ride guardando Jorge e io continuo a non capire, Jorge allunga la mano destra per afferrare il mio polso e sollevarlo << Sei molto carina a prendere le mie cose senza avvisare Sweety. L’ho cercato da per tutto >> << È tuo? >> << Si >> << Oh…ops, credo che tu lo abbia perso >> ridacchio scrollando le spalle << Non pensarci nemmeno >> Jorge mi punta minacciosamente l’indice destro in segno di avvertenza. La campanella suona, mi volto verso Diego e Lodo e sì, finalmente quei due si decidono a separarsi. Mi avvicino a loro mentre si salutano, una ragazza passa accanto a Diego lanciandogli uno sguardo, mi pare che sia Jade Nicols, comunque lui continua a guardare Lodo, quando si volta per raggiungere i ragazzi però Lodovica gli afferra il braccio sinistro attirandolo a se e tornando a ricongiungere le proprie labbra. Diego ne sembra contento e posa le mani sui suoi fianchi ma d’un tratto vedo Lodo mordergli il labbro inferiore con l’intenzione di fargli male << Ah! Lodovica! >> e si direi che ci riesce, mio cugino si porta le dita della mano sinistra vicino al labbro inferiore << Attento Dieguito, sei stato avvisato. La prossima volta ti faccio più male. Andiamo Tini >>. La mia amica mi prende sotto braccio dando le spalle al fidanzato ed insieme ci dirigiamo verso la nostra aula. << Perché gli hai fatto male? >> << Perché non ha resistito alla tentazione di guardare il posteriore di Jade anche se solo per una frazione di secondo >> << Wow! Io non me ne sono accorta >> << E io invece sì. Per questo non ha detto niente, ma tranquilla gli farò togliere il vizio >> << Oh ne sono sicura! >> rido insieme a lei continuando per la nostra strada. Il pomeriggio io e Lodo siamo in camera mia a svolgere l’esperimento di chimica. << È diventato viola? >> chiedo guardando l’ampolla << No è azzurro >> << Ma cosa ci abbiamo messo? >> << Boh lo hai segnato tu >> << Che?! No credevo che lo dovessi segnare tu! >> guardo Lodovica sgranando gli occhi e lei solleva lo sguardo per ricambiare il mio. << Okay ci serve una pausa e poi ricominciamo. >> << Ci sto! >> rispondo senza esitare. In salotto i tre moschettieri stanno giocando alla play, Cande è seduta sul divano con le gambe incrociate mentre loro tre a terra con i joystick tra le mani << Whuuuuu sono il numero uno!!! >> esulta Jorge alzando i pugni al cielo << Ah ma non è possibile!!! >> mi fratello leggermente irritato getta il controller a terra << Tu imbrogli! >> Diego anche sembra irritato ma molto meno rispetto a Fran. Candelaria invece sorride e batte le mani << Jorge è imbattibile! >> << Ma da che parte stai tu Cande?! >> mio fratello la guarda << Da quella di chi vince eh! >> la rossa alza le mani in segno di difesa , io e Lodo ridiamo avvicinandoci a loro << Voglio giocare io contro Jorge! >> esclamo facendo spostare un po’ mio cugino in modo da sedermi tra lui e Jorge << Sicura Sweety? >> << Sip! >> affermo senza pensarci e poi prendo il joystick di mio cugino << Ti farò mangiare la polvere >> dico una volta seduta << Vedremo! >>. Lodo prende posto accanto a Diego dall’altra parte e io inizio a giocare. << Guarda attentamente, guarda…guarda…ops sei morta >> Jorge scoppia e ridere e io gli do uno schiaffo sul braccio << Ti odio! >> << Chi è che doveva farmi mangiare la polvere? >> << Sei odioso Blanco! >> << Sei come tuo fratello, non accetti la sconfitta >>. Dopo un altro paio d’ore decidiamo di spegnere la console…sì, io e Francisco decidiamo di spegnere la console stanchi delle continue vittorie di quel troglodita di Jorge Blanco. Ma dico io è possibile che deve vince SEMPRE?! << Hey ragazzi ci date una mano con il nostro esperimento di chimica? >> Lodovica guarda prima Diego e poi Jorge e successivamente Fran e Cande. << Si certo, cosa dovete fare? >> domanda Diego << Vado a prendere tutto così ve lo mostriamo >> la mora si mette in piedi dirigendosi in camera mia. << Sweety prendi il mio libro di chimica? Dovrebbe essere in uno dei cassetti nella mia stanza ovviamente tranne il mobile dei vestiti >> << Sippp vado subito! >>. Entro nella stanza di Jorge e mi guardo intorno, potrà sembrare strano ma non entro spesso qui dentro di giorno. Comincio ad aprire tutti i cassetti in cerca del libro, apro quelli del mobiletto che si trova vicino alla scrivania, un mobiletto bianco lungo più o meno un metro e qualcosa, comincio dal basso fino ad arrivare a quello di sopra a tutto << Hey ma cosa… >> impiego più forza per cercare di aprire quel cassetto che a quanto pare ha deciso di farmi penare. Mi chino per guardarlo. Noto che su di esso c’è una piccola serratura.
*Flashback*
Mi accorgo che gli è caduto qualcosa dalla tasca così glielo prendo, è una piccola chiave << Heyyy Jorge hai perso questo!! >> grido in modo che mi senta. Funziona. Si ferma, si tocca le tasche dei pantaloni e poi sbianca quando vede la chiave << Dammela! >> mi si avvicina velocemente e cerca di prenderla, il suo atteggiamento mi incuriosisce così appena allunga la mano per prenderla io metto lo chiave dietro la schiena ridendo << Heyyy non così in fretta campione. A cosa appartiene questa chiave? >>. Lui non ride resta serio e muove lo sguardo come se potesse riuscire a vedere dietro la mia schiena prendere la chiave. << Jorge a cosa appartiene questa chiave? >> ripeto, questa volta restando seria.
*Fine flashback*
Quella chiave…servirà ad aprire questo cassetto? Ma perché tenere un cassetto con una serratura? Che senso ha?...e dove sarà adesso quella chiave? Alzo il capo guardando la scrivania di Jorge. 


*Angolo autrice*
Eh buh!!! Sì sì aveste visto che bacio? L'ho fatto continuare anche all'inizio non ho resistito lol *w* Poi vediamo...ah si cosa ne dite dell'invito di Damien?...lo so lo so mi state odiando ma fidatevi quest'invito non porterà solo cose negative eh ^-^'' ...heyyy e la scenata di Tini? Sembra che lei non riesca a smettere di pensare al bacio eh ma la ragazze domande non se le fa u.u però pure Jorge che crudele farci credere a tutte che l'avrebbe baciata e invece... :'( hahahaha ma quanto sono adorabili Lodo e Diego? Vi è piaciuta la scena dove lei gli morde il labbro? Io l'ho adorata eh. E il cassetto con la serratura? Quella chiave servivrà davvero ad aprire quel cassetto oppure il pensiero della nostra Tini è sbagliato? Ma soprattutto perché lei guarda la scivania?...sarà lì la famosa chiave? Bon non vedo l'ora di andare a rispondere alle vostre recensione(OMG 27 RECENSIONI MA IO VI AMO *W* GRAZIE DI CUORE STO SCLERANDO. SIP MI FATE SCLERARE)...ne ho anche qualcuna arretrata del capitolo 15 ovviamente risponderò anche a quelle u.u e chiedo perdono a tutte per il ritardo delle risposte ma il fatto è che con la scuola io ho davvero poco tempo ç_____ç comunqueee vi informo che posterò solo il sabato perché credo che sarà l'unico giorno in cui potrò respirare e sì lo userò per scrivere lol. Che altro? Ah si spero che la storia stia continuando a piacervi anche perché adesso la mia testa sa già che capitolo conterrà la scena che c'è nella trama ma non ve lo dico altrimenti state in ansia per arrivare a quel capitolo e poi la mettete anche a me O___O e ci vuole un po' ma almeno adesso so che capitolo eh nop? LoL....beh che dire? boh non mi ricordo più se mi viene in mente cos'altro avevo da dire ve lo faccio sapere e beh vi mando tanti baci a tutte e appuntamento a sabato prossimooooooooooooooo ;-D

  

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Capitolo 18
*** Bloccata nel passato ***








~~<< Martina, lo hai trovato? >> la voce di Jorge mi fa sussultare. << N-no io… >> non so cosa dire, mi sento come una bambina che è stata colta con le mani nel sacco. Coraggio Martina! In fondo tu non hai fatto niente…per ora. << Hai già provato a vedere qui? >> Jorge si avvicina alla scrivania e apre il cassetto destro << Eccolo qui >> mi mostra la copertina del libro << Andiamo? >> << Si certo! >> rispondo senza neanche pensarci.
Torniamo in salotto e tutti gli altri sono già pronti ad aspettarci. Ci sediamo introno al tavolino rettangolare, Diego, Lodovica, io, da un lato, Cande al centro al lato lungo del tavolino e Francisco e Jorge di fronte a noi. Lodovica spiega cosa dobbiamo fare mentre Cande gira le pagine del libro. << In pratica dovete ottenere il permanganato di potassio >> dice Jorge e noi acconsentiamo. << Okay, Cande passami il libro >> Jorge tende le braccia e la rossa glielo dà. << Okay è facile, lo ricordavo bene. Dobbiamo unire l’anidride permanganica e l’ossido di potassio e otterremo il permanganato di potassio >> ci spiega lui, poi poggia il libro a terra e inserisce una polverina bianca nell’ampolla << Questo non serve? >> chiedo sollevando una boccetta con del liquido rosa << Fa vedere >> passo la boccetta a Jorge, mentre lui la osserva Diego mette qualcosa in polvere nell’ampolla << Diego che stai facendo!? >> esclama guardandolo << Ci sto mettendo l’ossido di potassio >> Diego è totalmente tranquillo << Ma ce l’ho già messo io!!! >> afferma Francisco << Come sarebbe a dire che ce l’hai già messa tu Fran? >> gli occhi verdi di Jorge si dilatano mentre guarda mio fratello << Mentre tu stavi leggendo >> << E non potevi dirmelo?! Ce l’ho messo anche io Fran! >> << Fermi un attimo! Mi state dicendo che lì dentro c’è un quintale di ossido di potassio? >> Candelaria li guarda tutti e tre indicando l’ampolla con l’indice destro. << Già… >> risponde mio fratello. << Ma…l’ossido di potassio non è una polvere bianca? Perché quella che ha messo Diego è gialla… >> Lodovica indica la bustina sul tavolino che è vicino a Diego. << Gialla?! Ditemi che non è zolfo, vi prego! >> Jorge sembra allarmato, io allungo il braccio sinistro. Deglutisco l’eggendo l’etichetta della polverina << E se fosse zolfo cosa succederebbe?... >> guardo Jorge, lui sgrana gli occhi e poi grida << AI RIPARIII!!! >>. I ragazzi fanno una corsa per saltare letteralemente dietro al divano che si trovano di fronte al televisore mentre noi ragazze ci mettiamo dietro il divano di lato. Ci alziamo di poco, quanto basta per osservare l’ampolal che è sul tavolino. Il Suo contenuto sembra quasi bollire, si forma una schiuma bianca che sale in superfice fino ad uscire dal recipiente di vetro ed emanando un odore per niente gradevole. Tutti quanti copriamo il naso con la mano destra lamentadoci del cattivo odore << Oh mio Dio! >> Lodovica muove la mano sinistra come per allontanare l’odore,  << è nocivo? >> domando continuando a tenermi il naso chiuso << No, nocivo non credo. Puzza solo >> Jorge è il primo ad alzarsi in piedi seguito dagli altri << Santissimi lumi ma cos’è questa puzza?! >> arriva Anahi con la mano destra si copre la bocca e le narici << Esperimento di chimica andato a male >> spiega il figlio << Aprite subito le finestre e fate sparire questa puzza altrimenti stanotte dormite qui in salotto mi sono spiegata? E si parlo con voi tre >> indica i ragazza << Ma Anahi sono state Lodo e Cande >> dice Diego mettendosi anche lui in piedi << COSA?! >> le mie amiche lo fulminano con lo sguardo << Zitte, voi non dormite qui okay? >> dice mio fratello << Si infatti >> seguito da Jorge << Pulite! Subito! >> detto ciò Anahi va via senza neanche voler aspettare una risposta. Appena Lodo si avvicina a Diego gli dà uno schiaffo dietro la testa con la mano sinistra dato che con l’altra era occupata ad impedirsi di respirare. << Ahiii >> << Accusami di nuovo di qualcosa e finisci male >>.
In ogni caso riuscimmo a mettere tutto quanto in ordine e con l’aiuto di un forte spray per ambienti la puzza si dissolse. Ricominciammo a fare l’esperimento, questa volta prestando attenzione alla quantità e al contenuto e finalmente in breve tempo ottenemmo quel liquido viola.
La settimana trascorse tranquilla fino a quando non arriva venerdì. A Francisco ovviamente non potevo dire che sarei andata a casa del mio fidanzato altrimenti col cavolo che mi ci faceva andare, a Jorge invece ho dovuto dire la verità dato che sarebbe stato lui ad accompagnarmi e venirmi a prendere. << Che film vediamo? >> chiedo mangiucchiando i pop corn che sono in un recipiente sul tavolino. La casa di Damien è abbastanza grande, ha due piani e ha uno stile americano, né troppo antiquato né troppo antico. << Avevo pensato a Fast and furious >> alzo il capo per guardare Damien, arriccio il naso << Non è esattamente il genere di film che adoro guardare >> dico prendendo il conenitore dei pop corn e sedendomi sul divano << Vuoi che vediamo Dracula? >> << Assolutamente no! È palloso >> rispondo senza neanche pensarci << Oh giusto, a te di vampiri piacciono solo quelli come Edward Cullen giusto? >> << Non sono una fan di Robert Pattison ma si preferisco quel genere di vampiro >>. Damien ride e intanto continua a girare i dvd << Cappuccetto rosso sangue? >> << Si questo potrei vederlo >> acconsento scrollando le spalle. Mi rende nervosa essere in questa enorme casa da sola con Damien. Come se ciò non bastasse le parole di Lodo non escono dalla mia testa, dovrò ricordarmi di ringraziarla è davvero una grandissima amica! Mentre stiamo guardando il film Damien allunga il braccio destro dietro le mie spalle, mi muovo incomoda sul divano, decisamente non mi sento a mio agio << Tutto okay tesoro? >> mi volto verso di lui e forzo un sorriso << Sì, certo Dami >> fisso nervosamente le lancette dell’orologio, Jorge deve venirmi a prendere alle 22:00, sono ancora le 20:43.  Siamo verso la fine, quando cappuccetto rosso capisce che il lupo è suo padre. I pop corn sono finiti e Damien toglie la ciotola dalle mie gambe per riporla sul tavolino. Perché mi sento così strana? Insomma è il mio ragazzo non dovrei essere così tesa…eppure lo sono. Il film finisce e sento le labbra di Damien avvicinarsi al mio collo; lo sfiorano ed istintivamente mi scanso << Non togli il dvd? >> chiedo indicando il televisore e voltando lo sguardo verso di lui. << Il dvd può aspettare >> mi sorride e si fionda sulle mie labbra, fa pressione su di me in modo che resti stesa sul divano sotto di lui. Poggio le mani sul suo petto cercando di ricambiare il bacio ma non riesco, non pienamente << Rilassati tesoro, ci stiamo solo baciando >> sussurra sulle mie labbra, ma non ce la faccio. Sento il panico invadermi il corpo, apro gli occhi e cerco di dimenarmi per allontanarlo da me, scene del mio passato appaiono davanti ai miei occhi come se stessi vedendo un cortometraggio. Non riesco a tenere a freno i miei impulsi così alzo di scatto la gamba destra in modo da colpirlo violentemente in quel punto lì. Damien si stacca di colpo lanciando un urlo con l’espressione segnata dal dolore, io scivolo via alzandomi dal divano e facendo restare solo lui sopra << S-scusami Damien >> cerco di sussurrare mentre lui tiene le mani sulla parte dolente, si sta contorcendo dal dolore devo avergli fatto molto male << MA COSA CAZZO TI E’ PRESO?! >> mi grida ancora incapace di alzarsi dal divano. Sono mortificata per quello che ho fatto, in fondo lui non voleva farmi del male, ma tutto questo mi è servito a capire una cosa importante. << Mi dispiace Damien, è meglio che me ne vada. Scusami >> prendo frettolosamente la mia borsa e mi dirigo verso l’uscita senza aspettare una sua risposta o altro. Cammino frettolosamente allontanandomi da quella casa, le lacrime iniziano a solcarmi il viso. In ogni caso questa sera ho capito una cosa, io sono bloccata nel mio passato, nella paura. Pensavo di essere riuscita a batterla e invece no, non lo ho fatto. Sì perché ci sono paure che ti avvolgono, ti soffocano ti fanno finire in un buco nero dal quale uscire è più difficile di ciò che sembra. La paura a volte, può renderti la vita impossibile, incatenarti a un ricordo e mostrartelo più volte fino a quando questo non ti corrode l’anima e poi a quel punto…tu puoi solo fingere di vivere perché non vivrai mai davvero. Mai. La paura è il più grande ostacolo da superare, sempre, persuade tutto il tuo corpo fino a renderti incapace di intendere e di volere, prendendo il totale controllo delle tue azioni. Sì, la paura è la cosa più brutta che so possa provare e io sono destinata ad provarla in eterno, ecco perché non potrò mai avere un ragazzo, per il mio bene e soprattutto per il suo. Cerco di asciugarmi le lacrime con la mano sinistra, mi rendo conto di stare singhiozzando ma dubito che gli abitanti di queste villette possano arrivare a sentirmi, per fortuna. Non c’è quasi nessuno qui fuori, la strada è deserta a parte qualche macchina che passa di tanto in tanto e le voci del televisore degli abitanti di queste enormi case. Allontano la mano tremante dalle mie guance e la infilo nella borsa per afferrare il mio cellulare. << Pronto? >> la voce di Jorge dall’altra parte del cellulare suona tranquilla << Jorge, vienimi a prendere per favore >> << Martina, tutto bene? >> adesso invece suona leggermente alterato << S-si tranquillo solo…solo non venire da Damien, sono qualche isolato prima >> << Che?! Sei per strada?! Ma sei impazzita?! >> << Jorge pe favore vieni qui e basta >> stacco la chiamata prima ancora che lui possa fare o dire altro. Mi stringo nelle braccia e chino il capo chiudendo gli occhi strizzandoli quanto più possibile, facendo sì che le lacrime possano scendere rapidamente con la speranza che finiscano per l’arrivo di Jorge. Sono passati circa cinque minuti e finalmente sembra che le lacrime si siano esaurite ma ho ancora il volto bagnato. Sento il rumore del motore di una moto e così mi volto di scatto verso questo. Riconosco la moto di Jorge illuminati dalle luci bianche dei lampioni. Si ferma di fronte a me, mette il cavalletto, scende dalla moto e poi si toglie il casco posandolo sulla sella. Ci guardiamo per qualche secondo senza dire nulla, successivamente mi getto su di lui stringendo la sua maglietta nei miei pugni all’altezza del petto, lui non dice niente, si limita ad avvolgere il mio corpo con le sue possenti braccia, la mia fortezza. Il profumo della calma che combacia perfettamente con il suo mi danno finalmente un po’ di pace. Pensavo di essere a corto di lacrime ma a quanto pare mi sbagliavo, una paio di queste scendono silenziose rigando il mio volto, tuttavia la ma faccia è nascosta nel suo petto quindi non c’è pericolo che le veda. Restiamo in silenzio, in quella posizione ancora per qualche minuto. << Sei un ghiacciolo >> sussurra lui stringendomi ancora più forte, come se fosse possibile. Sorrido scioccamente cosciente del fatto che non può vedermi << Tu invece sei caldo >> sussurro a mia volta. Lo sento ridere leggermente, dopodiché scioglie l’abbraccio, io non mollo ancora la stretta sulla sua maglietta ma quando mi rendo conto che ha fatto un passo indietro per guardarmi vengo costretta a farlo. Si toglie la giacca nera in pelle da motociclista con le protezioni all’interno e la apre indicandomi di indossarla. Non me lo faccio ripetere due volte, ilnfilo prima la manica destra e poi quella sinistra per poi voltarmi verso di lui. << Mi va un pochino grande >> dico ironica sollevando le mani che non vedono neanche un po’ poiché del tutto coperte da quell’enorme giacca. << Si ma solo un pochino >> ride lui afferrando i lati della giacca per farmi avvicinare a lui. Chiude la lampo alzandola quasi tutta << Mi sento come se avessi un’armatura addosso >> ridacchio sentendo la pesantezza di quest’indumento << Beh in un certo senso è così. Serve a non farsi danni nel caso di caduta >> mi spiega dando qualche colpetto all’altezza del cuore per farmi sentire il rumore della protezione che è nascosta all’interno della giacca. << Forte! >> << Già >> << Jorge, posso chiederti una cosa? >> << Dimmi >> << Non portarmi a casa…non voglio che Francisco mi veda…con gli occhi gonfi perché lo conosci, lui poi… >> << Darebbe di matto. Si lo so >> annuisce col capo mordendosi il labbro inferiore << Martina, rispondi sinceramente. Ti ha fatto qualcosa?...devo saperlo >> << No. Lui non mi ha fatto niente >> rispondo calma mentre il senso di colpa torna presente nella mia mente, non dovevo dargli quella ginocchiata. << Okay. Andiamo in spiaggia? >> << Sip! >> gli sorrido e lui ricambia, mi mette il casco e poi indossa il suo, monta in sella e io dietro di lui. Stringo le braccia intorno alla sua vita, è sempre una sensazione bellissima andare in moto, può sembrare stupido ma…ti senti come se nulla fosse impossibile, come se affrontare il mondo fosse un gioco da ragazzi, come se non avessi limiti, libera da tutto e da tutti. È davvero fantastico. Arrivammo alla stessa spiaggia dell’altra volta e vi sedemmo sullo stesso punto a fissare le onde del mare che si infrangevano alla riva. Entrambi teniamo gli occhi fissi sul panorama senza dire nulla fino a quando Jorge non decide di interrompere il silenzio << Allora, non vuoi proprio dirmi cos’è successo? >> finita la frase si volta verso di me. Muovo lo sguardo per incrociare i suoi occhi verdi, come al solito trasparenti e stupendi. Sospiro prima di rispondere << È successo che ancora una volta sono stata così stupida da permettere al passato di influenzare il mio presente. Sono un’idiota >> scuoto il capo in segno di disapprovazione nei miei confronti << No, non lo sei. Non è così stupido lasciare che il passato influenzi il nostro presente >> << Si invece! >> << No >> << Si! >> ribatto sicura di me e guardandolo negli occhi. Il silenzio resta sospeso tra di noi per qualche secondo. << Dipende dal tipo di passato. Ci sono cose che non si possono superare >> dice lui, io rispondo senza pensarci << Vedi? È qui che ti sbagli. Tutto prima o poi deve essere superato. Non possiamo vivere nella paura, nel ricordo, bloccati in una realtà che non ci piace. Dobbiamo andare avanti altrimenti non potremmo mai davvero vivere la nostra vita. Purtroppo è così ci sono cose che fanno male, molto male, che ci lasciano una ferita profonda, molto profonda nell’anima. Ma prima o poi dobbiamo fare in modo che quella ferita diventi una cicatrice indelebile del nostro passato. Qualcosa che non possiamo cancellare perché c’è, ma che smetta di sanguinare >> noto che Jorge mi osserva in silenzio in attesa che continui il mio discorso << Dio ci ha donato una vita e noi dovremmo viverla al massimo, metterci in gioco e dare il tutto per tutto per quello che vogliamo. Non dovremmo lasciare che sentimenti come la paura ci impediscano di provare cose nuove o anche di rivalutare le vecchie, di darci una seconda occasione. Però lo facciamo. Troppe volte la paura vince su tutto >> deglutisco chinando lo sguardo e poi ripeto << Tutto >>. Lo osservo voltare lo sguardo verso il mare, deglutisce e qualcosa mi dice che questa conversazione non ha riguardato solo me. Ancora una volta l’unico rumore che si sente è quello provocato dal mare, fino a quando Jorge non se ne esce con una delle sue “fantastiche” idee << Sei brava in inglese? >> a quella domanda mi volto verso di lui << Sì…perché? >> chiedo non capendo il perché di questa domanda così, di punto in bianco. << Conosci give your heart a break di Demi? >> << Sip! È una delle mie preferite >> << Ti va se improvvisiamo e proviamo a cantarla in spagnolo? >> << Che?! >> << Su dai è divertente >> << Jorge ma sei pazzo? Vuoi provare ad improvvisare una caznone qui? Nel mezzo del nulla? >> mi viene da ridere per quella sua assurda proposta << Sì! Dai non ci sente nessuno e poi è divertente cercare di adattare le canzoni nella propria lingua. Non è così difficile sai? >> << No certo, ne sono convita >> dico ridendo ma sono sincera. << E allora? Voglio sentirti cantare >> << E ora perché vuoi sentirmi cantare? >> << Perché si! Daii Sweety fallo per me >> con uno scatto mi si piazza di fronte e afferra le mie mani inserendo le sue nelle maniche del suo giubbotto, sbatte le palpebre facendomi il labbruccio e mi viene da ridere << Stai facendo la faccia da cucciolo con me Blanco? >> lui non risponde si limita a mantenere quell’espressione e continuare a sbattere le palpebre << Okay, d’accordo proviamo a cantare >> << Si!!! >> esulta sollevando le braccia e io nego col capo. Mi schiarisco la voce e dopo aver pensato rapidamente alla traduzione in spagnolo dell’inizio della canzone inizio ad adattarla << Recuerdo ese… >> << Che stai facendo? >> mi blocca lui << Sto cantando >> << No, stavi sussurrando. Dai Martina qui non ci vede e non ci sente nessuno. Tira fuori la tua voce, voglio sentirla >> sospiro e poi mi guardo alle spalle. In effetti è vero non c’è nessuno, neanche i palazzi o le case quindi non dovremmo disturbare nessuno cantando. Okay. Torno a guardare Jorge e poi decido di cantare << Recuerdo ese dia dijiste nunca me enamoraré >> Ricordo quel giorno, mi hai detto “non mi innamorerò mai” Jorge mi sorride e poi inizia a cantare lui << Ahora entiendo, que el miedo fue el que te impidio’ querer >> Adesso capisco che la paura è stata ciò che ti ha impedito di amare. Jorge si mette in piedi tendendomi le mani, io le afferro per sollevarmi continuando a cantare << Aqui estas, tan cerca, tan lejos, el tiempo se detendra’. Cuando comprendas. No soy como las demas >> Tu sei qui, così vicino, così lontano, il tempo si fermerà. Quando capirai. Non sono come le altre. << No quiero herirte amor, ya deja atras el dolor, deja atras el temor, confia en tu corazon. Quiero vivir por ti, quiero que seas feliz, feliz. Solo una oportunidad, confia en tu corazon, dale un oportunidad, confia en tu corazon oh ye yea >> Non voglio ferirti amore, adesso lascia indietro il dolore, lascia indietro il timore, fidati del tuo cuore. Voglio vivere per te, voglio che tu sia felice, felice. Solo un’opportunità. Fidati del tuo cuore, dai un’opportunità fidati del tuo cuore. Il ritornello lo abbiamo cantato entrambi guardandondoci negli occhi per cominciare a camminare/correre sulla spiaggia lui a destra e io a sinistra cercando di non perdere per molto tempo il contatto visivo. Adesso riprende lui << Te fuiste un domingo, tu no dejabas de llorar. Traté de llamarte, mi amor, no me querias hablar >> Te ne sei andata una domenica, non smettevi di piangere. Ho provato a chiamarti, amore mio, non mi volevi parlare. Mentre canta mi fa il segno del tefono vicino l’orecchio con la mano destra quando dice “traté de llamarte” e mi fa l’occhiolino. Sorrido e continuo la canzone << El mundo es tan nuestro, siempre unidos, jamas te dejaré. Es ahora o nunca. Baby trata de entender >> Il mondo è nostro, sempre uniti, non ti lascerò mai. E adesso o mai più. Baby cerca di capire. Viene ancora il ritornello e noi cantiamo a distanza rivolto l’uno verso l’altro gesticolando con le mani, lentamente mi si avvicina, io avanzo solo di un paio di passi e lascio che lui mi poggi il palmo destro sulla guancia << Tu me empiezas a besar. Ya no quiero escapar >> tu cominci a baciarmi. Non voglio più scappare. Chiudo gli occhi per qualche secondo percependo il calore di quella vicinanza e poi riprendo a cantare << Sé que no te voy a defraudar. Dejate amaaaaar >> So che non ti distruggerò. Lasciati amareee << Wuho ho ho oh >> riprendiamo al ritornello allontanandoci l’un l’altro, continuando a guardarci negli occhi << Tu mirada dice que algo en ti hoy cambiò tu mirada dice que esteoy en tu corazon. Quiero vivir por ti quiero que seas feliz, feliz… >> Il tuo sguardo mi dice che qualcosa in te oggi è cambiato, il tuo sguardo mi dice che sono nel tuo cuore. Voglio vivere per te, voglio che tu sia felice, felice…cantiamo all’unisono.
arriviamo al pezzo finale e ci avviciniamo nuovamente l’un l’atra << Recuerdo ese dia dijiste nunca me enamoraré >> sorridiamo e poi lui esclama << Wow! >> << Cosa? >> << Sei più stonata di una campana >> << Che cosa?! >> gli do uno schiaffo sul braccio ridendo, cosciente di avere una bella voce << Okay okay è una bugia. Dove hai imparato a cantare? >> alza le mani ridendo in segno di resa e poi insieme ci dirigiamo verso il telo steso sulla sabbia << Quando ero piccola mia madre e mio padre mi iscrissero in una scuola di canto, mi madre anche era una cantante >> << Davvero? >> << Sip! Si esibiva in teatro >> << La tua voce però è un talento naturale >> << Ma dai >> dico dandogli una leggera spinta e chinando il capo << No sul serio! Hai una voce dolce e potete allo stesso tempo, inoltre riesci ad arrivare ad acuti molto alti, dico sul serio sono esterrefatto >> << Beh ma neanche tu scherzi o sbaglio? Tu dove hai imparato? >> << Io? Il mio è un talento naturale, ma frequentato nessuna scuola di canto >> si vanta lui scrollando le spalle << Ah ecco perché adatti gli acuti, perché non sai arrivarci >> lo prendo in giro, in realtà ci sapeva arrivare eccome << Cosa?! Ma se ci arrivo benissimo bugiarda >> mi dà una leggera spinta mentre camminiamo verso la moto.
Il giorno seguente prima che iniziassero le lezioni ero con Lodo e le avevo appena raccontato ciò che era successo ieri con Damien << Quello che non capisco è…se vi stavate solo baciando…perché hai reagito così? >> << I-io…non lo so Lodo okay? >> mento. << C’entra qualcosa quel…ehm >> Lodovica ferma la frase come se stesse sul punto di dire qualcosa che non doveva dire << Quel?... >> la incalza inarcando un sopracciglio, lei mi sorride innocentemente come per dire “niente” e intanto un allarme suona nella mia testa << Il computer. Tu sai computer non è vero? Come  fai a saperlo? >> le chiedo guardandola negli occhi << Ehm…che computer? >> << Te lo ha detto Diego vero?! Adesso mi sente >> mi volto per andare da mio cugino ma la mia amica mi afferra il polso << No, Tini. Ti spiego tutto okay? Il fatto è che…all’inizio ero preoccupata per te perché ti vedevo strana. Così ho pensato do parlarne con qualcuno che ti conoscesse bene per capire cos’hai. Avevo due alternative o Diego o Fran e siccome col prima avevo più confidenza ho parlato con lui. Abbiamo deciso di tenerti sotto controllo iniseme e di avvisarci nel caso ti succedesse qualcosa, così diciamo abbiamo imparato a conoscerci anche un po’ noi capisci? Non ti arrabbiare con lui per questo, per favore >> Lodo mi fa il labbruccio e decido di lasciar perdere almeno per questa volta. Vedo Damien e Nicolas parlare vicino all’armadietto del primo, lui sta riponendo i libri al suo interno. << Lodo vado a parlare con Dami, torno subito >> mi avvicino ai due e dalle loro parole non è difficile capire di cosa stanno parlando. << Ma pensaci bene! Forse hai fatto qualcosa di avventato che l’ha spaventata >> << No Nico! Io la stavo soltanto… >> << Damien >> lo interrompo attirando sia la sua attenzione che quella dell’amico. << Nico scusa, ci lasci soli? >> gli chiedo << Certo >> si allontana da noi e io mi piazzo di fronte a Damien. << Damien io…ti chiedo scusa per quello che è successo ieri >> << Martina io vorrei capire che ti è preso… voglio sapere perché lo hai fatto >> << No, senti…Dami è stanto meglio così >> << Cosa?! >> << Sì…no aspetta! Non volevo dire che è stato meglio darti quel colpo, no assolutamente ma…quello che è successo ieri mi ha fatto riflettere. Io non posso e non voglio avere un ragazzo >> << Aspetta un attimo tu…mi stai lasciando?! >> << Sì Damien e so che questa frase è già stata sentita e risentita ma davvero non sei tu sono io. Mi dispiace ma… >> << Oh sai cosa?! Vaffanculo Martina! >> sbatte l’anta dell’armadietto e a passo svelto si allontana da me. << Come si è permesso quell’idiota di mandare a fanculo te?! Aspetta che gli metta le mani addosso >> mio fratello mi spunta alle spalle, io mi volto a guardarlo << No Fran lascialo stare. Ha ragione >> con lui ci sono anche Cande, Diego, Lodo e Jorge. << Ragione?! Quale ragione può avere quel deficiente per trattarti così?! >> << L’ho lasciato senza dargli una vera spiegazione, me lo sono meritato >> dico chinando il capo << Tu…lo hai lasciato?! >> un sorriso si fa spazio sul volto di Fran << Potresti almeno fingere che ti dispiace fratellino >> << Perché dovrei? È troppo faticoso e io sono troppo pigro. È STUPENDO! >> Francisco mi prende per la vita sollevandomi da terra e facendomi girare << Ma…Francisco! Mettimi già ci stanno guardando tutti! >> mio fratello mi leggermente ridere e quado mi poggia a terra vedo che anche gli altri mi stanno sorridendo.
Sono passati tre giorni da quando ho rotto con Damien, lui non mi degna più di uno sguardo né di una parola e cerca sempre di evitarmi. Mi dispiace che sia andata così ma almeno sono stata sincera, non avrei potuto continuare a fingere ancora per molto né per me né per lui. Sono nella mia stanza con Lodo e Cande e fare i compiti. Cande è seduta con le gambe incrociate sul mio letto, Lodo si è voluta sedere a terra sempre con le gambe incrociate poco distante da me che invece sono seduta sulla sedia vicino la scrivania << Perché non vai a prendere il libro di chimica di Jorge? Così finiamo prima questo dannatissimo questionario! >> Lodovica è sul punto di spezzare in due quella povera matita che ha tra le mani. << Ma non è lo stesso che ha anche Cande? >> chiedo guardando la rossa << Si ma io oggi non avevo Fisica quindi è a casa. Mi dispiace >> sbuffo rassegnata e mi alzo in piedi << Torno subito >>. Mi dirigo verso la stanza di Jorge e sento le voci dei tre moschettieri ridere dal salotto. Ma quei tre non studiano mai? Come fanno ad avere voti così alti dico io?! Entro nella stanza di Jorge e vado dritta verso la scrivania, apro lo stesso cassetto che aprì lui l’altra volta e come l’altra volta ci trovo il libro. Lo afferro con la mano destra ma sollevandolo per sbagli urto il cofanetto nero che si trova sulla scrivania facendolo cadere a terra insieme al suo contenuto. Mi chino a raccaglierlo pregnaod Allah che non ci sia niente di rotto. Ripongo i bracciali in acciaio, gli anelli e le collane al suo interno, lo rimpongo al suo posto e poi torno a guardare il suolo per verificare che non abbia dimenticato niente. Noto qualcosa che è finito sotto al letto, mi chino per raccoglierlo e quando lo prendo i miei occhi si dilatano. Riconosco immediatamente la chiave, la stessa che mi ha riempito la testa di domande fin da quel giorno. Sollevo il capo e osservo il cassetto con la serratura. Questa chiave servirà davvero ad aprirlo? E cosa custodisce quel dannato cassetto?





*Angolo autrice*
Go go go Hiiiiiiiiiiiiiiiiii i'm hereeeee lo so mi state adorando per aver messo finalmente fine alla storia di Tini e Dami u.u Dunqueeeeeee...vediamo cosa vi devo dire? Allora come promesso sono qui con il capitolo u.u allora che ne dite del capitolo? Qual'è stata la vostra parte preferita? *w* eofepfrokofk io me la immagino lol. E ora? Cosa farà Tini con quella chiave tra le manni? Con il potere tra le mani! *w* no va beh e lìinizio? I tre moschettieri si devono sempre fare riconoscere e.e Comunqueee continuo a non ricordare cosa devo dire....(?) bah, forse il fatto che questa storia avrà più di 30 capitoli(?) comunqueeeee (si lo sto ripetendo ancora) sono di fretta (e quando mai lol) Ah RINGRAZI DI CUORE PER LE 30 RECENSIONI DEL CAPITOLO 16 MAI SUCCESSO *W*  poi....poi cosa? ueeee che nervi la fretta mi fa dimenticare le cose. Come al solito non temete perché ripspondo sempre a tutte le vostre recensioni non importa quanto tempo passa (chiedo umilmente il vostro perdono per i ritardi ç___ç) perché è il minimo che io possa fare per le vostre splendide parole. E comunque...baci e abbracci a tutte ora non mi viene in mente quello che dovevo dirvi magari lo farò nel prossimo capitolo ^-^'' baci a tutteeeeeeeeeeeee scappooooo zaoooooooooooooooooooo

 

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Capitolo 19
*** Il ballo di gala ***








~~~~Mi avvicino al cassetto con la chiave tra le mani ma qualcosa mi ferma. Non posso fargli questo, non sarebbe giusto, lui ha sempre rispettato la mia decisione di non dire niente riguardo il “mio segreto”, non posso fargli questo. Rimetto la chiave al suo posto ed esco fuori dalla stanza, all’aprire la porta mi ritrovo faccia a faccia con Jorge << Hey che fai? >> chiede lui sorridendo, sollevo il libro nervosamente di chimica per mostrarglielo << Ho preso in prestito il tuo libro >> ma perché sono così nervosa se non ho fatto niente?! Accidenti che nervi! << Okay! >> con la mano destra mi scompiglia i capelli e poi entra nella sua stanza chiudendo la porta.
Il giorno seguente verso le 16:00 ero seduta sul divano a guardare un  film insieme ai tre moschettieri, Jorge era seduto alla mia destra, Diego accanto a lui e Fran steso sull’altro divano. << Famiglia un attimo di attenzione per favore >> il padre di Jorge arriva da dietro attirando l’attenzione di tutti noi battendo le mani. Jorge mette muto e tutti quanti noi ci alziamo per avvicinarci ad Alvaro che è accompagnato dalla moglie. << Allora questo fine settimana ci sarà un importantissimo evento di gala con i più importanti azionisti e imprenditori dell’America Latina e degli Stati Uniti. Voi sapete vero questo cosa significa? >> Alvaro guarda suo figlio e i suoi amici << Saremo la famiglia perfetta papà, sta tranquillo >> << Si giusto, Senti Alvaro mi dai i soldi per uno smoking nuovo? E posso portare io la tua macchina? Ah si Posso portare anche una ragazza una ragazza? >> chiede mio cugino << Si, no, dipende la conosco? Se la risposta è no voglio informazioni su di lei >> risponde in ordine Alvaro e dalle risposte deduco che conosce molto bene Diego << Grande, non è giusto e si. È Lodovica Comello >> << Ah okay perfetto, si è una ragazza a modo. Francisco anche i genitori di Cande sono stati invitati. Jorge per le auto io vengo con la mia nuova Audi A9 2014 che mi arriva domani mentre… >> << COSA?!?!?!?!? >> le voci dei tre ragazzi mi fanno sussultare, noto che Anahi si era già tappata le orecchie << Cazzo dici pà?! Hai compra un Audi A9 2014?!?! E NON MI DICI NIENTE!? >> << Se te lo avessi detto avresti fatto storie perché la volevi anche tu >> << Certo che la volevo anche io! È L’AUDI A9 2014!!! CAPISCI?! >> << Alvaro me la devi far guidare! >> << Scordatelo Diego, nessuno di voi tre metterà un dito su quella macchina >> << Ma sono tuo figlio! >> << E dici sempre che io sono responsabile! >> si aggiunge mio fratello << Enne. O. Discussione chiusa >> << Papà! >> << Tornando alla questione delle macchine, voi venite con la Ferrari? >> << Voglio l’Audi A9 >> << Procurati i soldi e compratela Jorge, ripeto la domanda. Voi venite con il Ferrari? >> << Si ma guido io! >> esclamano rassegnati allo stesso tempo Fran e Diego << Io guido l’audi A9 >> << Jorge! >> << Voglio guidare l’Audi A9! >> Anahi interviene poggiando la mano destra sulla spalla del figlio << Jorge ti prego, non fare il bambino, sono sicura che tuo padre ti presterà la macchina, ma desso è nuova fa giocare un po’ lui tanto prima o poi te la darà >> << Non gliela darò mai >> << Zitto caro, e non contraddirmi se vuoi continuare a vivere >> << Si cara >>. È sorprendente come Anahi riesce a tenere a guinzaglio tutti gli uomini di questa casa. Jorge sospira << Voglio venire con l’R8 >> << Okay perfetto, allora io con l’A9, tu con l’R8 e loro con il Ferrari? >> << Lo stai facendo apposta vero a ricalcare il fatto che tu verrai con l’A9 >> << Si figliolo puoi giurarci. Allora così va bene? >> Anahi rotea gli occhi in un silenzioso gesto di disperazione. Beh almeno adesso so Jorge da chi ha preso la sua ossessione per le auto. << Però voglio guidarlo io il Ferrari >> << No lo guido io! >> protesta Fran alle parole del cugino << Diego lo guida all’andata e tu Fran al ritorno. Problema risolto! >> dice Jorge esasperato, i miei parenti acconsentono. << Bene, ora la domanda successiva è, Jorge tu vuoi portare una ragazza? >> << Nop >> << Nop? >> << Volevo dire no. Colpa tua >> dice Jorge lanciandomi uno sguardo, io gli sorrido innocentemente << Martina, tu vuoi portare qualcuno? >> << I-io?! Un attimo perché sono invitata anche io? >> << Ma certo cara! Tu ormai fai parte della famiglia >> Anahi mi si avvicina prendendomi sotto braccio << Oh…e non posso obbiettare giusto? >> << La tua alternativa è restare qui con Fernando, di solito è l’unico che non viene a questi eventi. O viene raramente >> mi spiega Jorge facendomi accattonare la pelle << Ci divertiremo tantissimo! >> applaudo con le mani. << Perfetto, ti ripeto la domanda Martina, vuoi portare qualcuno? Se non sbaglio tu stai con… >> << Si sono lasciati! >> interrompe subito mio fratello con un sorriso a trentadue denti. Gli lancio un’occhiataccia ma lui neanche mi guarda. << Vengo sola Alvaro, grazie lo stesso >> << Se Martina è d’accordo io posso farle da accompagnatore >> dice Jorge scrollando le spalle << SCUSA?! >> mio fratello dietro di lui fa in modo di farsi sentire << Dai Fran non essere pesante! Ho detto accompagnatore non c’è niente di male >> << Per me va bene >> dico, in fondo anche per vendicarmi un po’ di mio fratello << Mmm…ma attendo a dove metti le mani Jorge, è mia sorella >> << Si Fran tranquillo! >> sia io che Jorge alziamo gli occhi al cielo esasperati. Vedo Alvaro dare qualcosa in mano al figlio che successivamente riconosco come soldi << Compratevi degli smoking nuovi, e un vestito alla signorina, intesi? Questo è budget >> << Certo papà >>. Anahi e Alvaro si allontanano << Quindi…vi vestirete da pinguini? >> dico guardando i tre moschettieri e trattenendo un sorriso, loro si lanciano degli sguardi << Martina quello è il frac. Noi indosseremo degli smoking >> spiega Jorge col sorriso sulle labbra, anche Diego e Fran stanno ridendo, io invece torno seria << Oh…beh io non distinguo neanche la differenza tra un abito normale e uno elegante >> confesso << Oh sì questo l’ho notato >> guardo Jorge dirigersi verso il divano e vado con lui << Heyyy che vorresti dire?! >> << Basta vedere come ti sei vestita la settimana scorsa. Avevi un vestitino bianco a busto stretto con le maniche a giro e la gonna a ruota. Di solito le ragazze normali mettono le scarpe col tacco sotto a quel vestito. Tu invece indossavi le converse nere >> << Heyyy non criticare le mie converse! >> esclamo dandogli uno schiaffo col dorso della mano sul braccio destro. << Non sia mai >> ridacchia lui alzando le mani. Resto ferma a pensare cosa rispondergli quando mi viene in mente una cosa << Però…mi osservi con molta attenzione, voglio dire io non ricordo neanche cos’ho mangiato oggi a pranzo e tu ricordi com’ero vestita la settimana scorsa? >> sorrido compiaciuta, Jorge mi guarda a bocca aperta non sapendo cosa dire, alzo le sopracciglia in attesa di risposta << Perché ti ho davanti 24 ore su 24, come faccio a non ricordarmelo?! >> << 24 ore su 24? Ohw che carino! Questo significa che mi hai davanti agli occhi anche quando non siamo insieme! Pensi sempre a me >> rido prendendolo in giro e scompigliandogli i capelli << NO! Non volevo dire questo >> << Nop? >> << Nop! Cioè no! Smettila di confondermi ragazzina >> mi punta minacciosamente l’indice destro contro e io alzo le mani in segno di resa ma non riesco a trattenere una risata, è troppo divertente provocarlo. Il Giorno seguente in macchina, parlavamo della fantastica serata di domani << Diego potevi avvisarmi un po’ prima però! >> << Ma nena io l’ho saputo solo ieri >> << Beh me lo dicevi ieri! Avrei chiesto più soldi a mio padre per la paghetta eh >> << Ma tu saresti bellissima anche solo con una busta addosso >> Diego le sussurra all’orecchio per poi darle un bacio sul collo facendola arrossire leggermente. Sì sì avete capito bene, Lodovica Comello che arrossisce. << Adulatore >> dice allontanandolo con il capo chino << Di solto a queste feste ci divertiamo a prendere in giro gli invitati >> dice Cande << Allora ci sarà da divertirsi >> dico io << Oh puoi giurarci >> Cande mi fa l’occhiolino. Appena usciti dall’università ci dirigiamo verso il centro commerciale, mangiamo qualcosa nel fast food e poi giriamo per i negozi. Francisco e Cande camminano davanti a noi, lui ha il braccio intorno al collo di lei mentre lei ha il braccio sinistro intorno alla vita di lui proprio come due perfetti fidanzati. Poco più dietro di loro, sulla destra ci sono Diego e Lodovica, camminano tranquillamente tra la folla con le mani intrecciate stretta l’un l’altro. Sono davvero carini, è sorprendente come dei piccoli gesti così semplici possano dimostrare tanto amore. Mi volto a guardare Jorge senza saperne neanche il motivo, lui tiene le mani nelle tasche fissando le vetrine alla sua sinistra << Ragazzi che ne dite di dividerci? >> suggerisce Lodo attirando l’attenzione di tutti. << Dividerci? >> chiede Fran << Si, così per voi ragazzi i nostri vestiti saranno una sorpresa! >> << Ma io voglio vederti mentre li provi >> << E io invece voglio che sia una sorpresa Diego! >> sorrido guardandoli << Per me va bene, anche se non devo fare sorprese a nessuno >> dico guardando Jorge << Cande non si trova a scegliere il vestito senza di me >> Francisco sembra leggermente essersi innervosito. << Scusa?! Non mi trovo a scegliere il vestito senza un consiglio, non senza di te >> risponde la fidanzata staccandosi da lui << E poi mi piace l’idea di farti una sorpresa, inoltre adesso ci sono due ragazze a consigliarmi! >> Candelaria batte le mani avvicinandosi a me e a Lodo << Okay allora questa è la tua parte di soldi Martina >> Jorge li conta e poi me li dà 500 pesos << Wow! Ma quanto sono cari i vestiti per questi eventi?! >> esclamo guardandoli << Lo vedrai da sola >> risponde Jorge << Ma allora ci dividiamo davvero? >> mio fratello non sembra essere d’accordo con l’idea di Lodo << Sip! >> affermo << Su su andiamo Fran >> Jorge gli dà una leggera spinta << M-ma…Candelaria ricordati che a te piacciono i vestiti LUNGHI >> io e Lodo scoppiamo a ridere capendo il perché di tanate storie mentre la povera Cande rotea gli occhi.
Io e le ragazze giriamo vari negozio fino a quando Cande non ci convince ad andare in uno chiamato “Passion for you” è un negozio abbastanza caro che vende solo abiti eleganti da cerimonie, tantissimi abiti eleganti per cerimonie e OH MIO DIO. Sono tutti stupendi. Ho perso il conto dei vestiti che abbiamo provato, le commesse indossano degli eleganti tailleur, hanno i capelli perfettamente acconciati e sono sempre pronte ad aiutare le clienti. << Ragazze io ho scelto. Mi sono innamorata di questo! >> afferma Cande. Ha scelto un vestito fuxia a giro maniche, ha il collo a V e ha delle decorazioni argentate sul laterale sinistro che scendono fino alla fine del vestito, come se fosse una pianta con delle foglie. Il Vestito ha due strati, quello di sotto è fatto a tubino ed arriva a metà coscia, lo strato di spora invece parte dalla vita, è come una sorta di mantello che le scende lungo dietro, ad ogni suo passo si apre mostrando il resto dello strato di sotto del vestito. Le stava benissimo. Lodovica invece sceglie investito blu monospalla abbastanza semplice, ha qualche decorazione argentata sulla spallina e sulla vita e le scende morbido arrivando fino ai piedi. Ammetto di essere stata la più problematica delle tre ma alla fine ho scelto un vestito rosso in stile principesco. Ha il corpetto fatto a cuore e una gonna abbastanza pomposa che scende fino a coprirmi i piedi. Sul busto ci sono anche a me dei ricami argentati sulla forma del cuore che scendo al centro fino a formare una punta che arriva più o meno all’altezza del bacino. Mentre stavo pagando mi accorgo che solo Cande è vicino a me << Dov’è finita Lodo? >> Candelaria si volta << Era dietro di me >>. Paghiamo il mio vestito e poi facciamo il giro del negozio per cercare Lodovica, la vediamo uscire dal reparto lingerie con una busta tra le mani (oltre quella del vestito) ed entrambe sgraniamo gli occhi << Che cosa ci facevi tu lì!? >>  gridiamo all’unisono << Non sono affari vostri, su su andiamo >> e quando dice così è sicuro che non le farai dire niente.
Sabato. Ore 11:30. Continuo a fissarmi allo specchio con il vestito addosso. Da quello che ho capito questi eventi posso durare anche fino a mezzanotte. Non mi piacciono i miei boccoli sciolti, non mi piace come mi sta questo vestito, non sono sicura di poter resiste sopra questi dannati trampoli che le persone normali chiamano scarpe col tacco. Respiro ed inspiro. Questo vestito è bellissimo eppure io mi sento così ridicola ad indossarlo. Alzo di poco la gonna per osservare le scarpe nere, aperte con delle fascette semplici che fasciano il piede fino alla caviglia. << Ragazzi, andiamo! >> la voce di Alvaro annuncia che ormai non c’è più tempo per i ripensamenti. Esco fuori dalla mia stanza e mi dirigo verso il salone dove sono tutti quanti << Dov’è Martina? >> vedo Anahi guardarsi intorno << Eccomi! >> esclamo arrivando dietro di lei, tutti quanti si voltano verso di me << Wow! >> esclama Jorge << Troppo? >> chiedo chinando il capo per tornare a guardare il vestito << N-no! S-sei assolutamente…WOW! >> alzo il capo per tornare a guardare Jorge, il suo volto e un miscuglio tra il sorpreso e lo spaventato  (?). Non ricordo di averlo mai sentito balbettare. << Grazie… >> sussurro non si cura che mi abbia sentito. << Prego… >> e invece lo ha fatto. << Martina, il vestito di Candelaria è lungo come il tuo? No perché è bellissimo eh >> guardo male Francisco, mi ha stressato con questa storia, non chiede altro da quando siamo tornarti a casa. << Lo vedrai tra poco Fran! >> noto che Anahi mi sta fissando, mi sorride e io ricambio. È davvero bellissima, ha un vestito azzurro ghiaccio, è a giro maniche ed ha uno scollo a V, davanti arriva poco sopra al ginocchio mentre da dietro scende un po’ più giù. Rispecchia perfettamente il suo stile semplice e raffinato. Entriamo in macchina e Jorge mi apre la portiera, quando si siede accanto a me lo osservo con la coda dell’occhio. La camicia bianca aderente, lascia intravedere i suoi pettorali. Così questo è uno smoking, c’è da dire che anche così lui riesce ad essere dannatamente sexy. Jorge è quel tipo di ragazzo che sembra uscito da una rivista di fotomodelli della Calvin Klein. << Cravatta di seta? >> chiedo guardandola << Si. Sei pronta? >> << Certo >>. Mette in moto la macchina, Siamo andati prima dietro il Ferrari guidato da Diego per raggiungere casa di Cande e poi quella di Lodo. Avrei tanto voluto vedere la faccia di mio fratello alla vista di quel vestito vedo/non vedo. I signori Blanco si erano già avviati verso l’evento. L’R8 è la mia auto preferita, è così bella sia dentro che fuori, si potrei innamorarmi anche io di questa macchina. Scivola sulla strada come se avesse gli sci, è una sensazione fantastica, non oso aprire il finestrino solo perché so che mi si rovinerebbe tutta l’acconciatura. Per la mani di correre di Jorge abbiamo superato di bel po’ il Ferrari e siamo arrivati prima degli altri. Jorge fa il giro della macchina e mi apre la portiera << Però…che cavaliere >> << Visto? >> mi tende la mano e io l’afferro, chiude la portiera e mette la sicura alla macchina, arriva anche il Ferrari e parcheggia accanto all’R8. Ci dirigiamo verso un’enorme edificio e sento già che questa sera prenderò una colossale caduta grazie a queste scarpe. Saliamo le scalinate e vedo un ragazzo che prende le chiavi dell’auto di un signore << Quello è il parcheggiatore? >> chiedo a Jorge << Si. Ma io non lascio parcheggiare la mia macchina a nessuno…tranne Fran e Diego >> << Aha >> rido mentre entriamo in una sala gigantesca e oh cavolo! Io cosa ci faccio qui dentro?! Mi sento come un pesce fuor d’acqua. Vedo tutti quanti vestiti in modo elegante, per la maggior parte sono persone adulte, che discutono tra loro << Ah eccolo, Jorge vieni qui! >> al sentire la voce di Alvaro tutti quanti ci voltiamo verso di lui << Eccomi papà, vieni? >> chiede rivolto verso di me << Oh, no no >> dico togliendo subito le braccia da sotto al suo destro << Dai >> << No sul serio preferisco andare vicino al tavolo del buffet >> << Ah beh se vuoi mangiare dillo eh >> << Ma non voglio mangiare! >> << Tanto lo so che lo fai per quello. Conservami qualsiasi cosa sia al cioccolato, ma non fondente quello non mi piace okay? Vengo subito >> dice allontanandosi da me. << Hey, tutto okay? >> chiede premurosamente mio fratello << Si certo! >> << Hey Fran! Cande! Diego! >> un ragazzo gli fa segno di avvicinarsi, mio fratello sorride e fa un gesto con la mano per salutarlo ma non si avvicina e so perché << Fran andate, io non ho problemi. Anzi come ha detto Jorge adesso vado a strafogarmi vicino al buffet >> << Sicura? >> << Si certo! Vai! E anche voi! >> dico rivolta a Cande e Lodo che mi stavano guardando. Non voglio assolutamente che loro si sentano obbligati a stare con me solo perché io non conosco nessuno. Mi avvicino al tavolino del buffet mettendomi in un angolo, osservo Fran e Candelaria vicino ad un gruppo di ragazzi, il modo in cui si muove Cande, il modo in cui sorride e gesticola, la sua grazia. Si vede che ha spesso a che fare con questi eventi, osservo Lodovica e Diego che sono un po’ più distanti con un altro gruppetto di persone, anche Lodo sembra già essere abituata a quest’ambiente, chissà forse ha già partecipato ad eventi del genere con la famiglia. << Bu! >> qualcuno arriva da dietro poggiandomi le mani sui fianchi e facendomi sobbalzare. << Jorge! Vaffanculo! >> gli do una leggera spinta << Sai Sweety, la grazia del tuo vocabolario mi colpisce sempre, voglio dire sei sempre così fine quando apri la bocca >> << Gne >> << Allora cosa mi hai preso di buono? >> << Trovi tutto lì sul tavolo >> dico indicandoglielo << Grazie Sweety, sei sempre molto disponibile >> << Ma figurati >>. Jorge mi porge nuovamente il braccio e io lo afferro mentre camminiamo << Dannazione! Odio questi cosi >> << Porti le scarpe col tacco? >> << Non si chiamano scarpe col tacco, si chiamano trampoli assatanati okay? >> << Stanati addirittura?! Okay >> << Jorge vieni qui >> suo padre lo chiama ancora, sto per lasciargli il braccio ma lui mette la mano sinistra sulle mie per impedirmelo << Non pensarci nemmeno, adesso vieni con me visto che sei inutile a prendere cibo dal buffet >> << M-ma Jorge io… >> non ho il tempo di reagire e/o rispondere << Salve >> dice il mio accompagnatore, gli uomini ricambiano il saluto << Così lei è la tua fidanzata Jorge >> sgrano gli occhi e guardo Jorge e quelle parole << Sì esatto. Vi presento Martina Stoessel >> continuo a guardare Jorge ancora scioccata << Molte piacere signorina >> vedo gli uomini tenermi le mani e gliele stringo una ad una. Appena gli adulti vengono distratti dalla conversazione propria faccio segno a Jorge di voltarsi in modo da parlare solo noi due, ma quando ci volgiamo entrambi lanciamo un piccolo urlo nel vedere mio fratello  così vicino a noi << La tua ragazza eh? >> << Mortacci tua Fran! Mi hai fatto prendere un infarto! >> esclama Jorge << Hey ma quello che ci sta provando con Cande è Dallas? >> definitivamente Jorge sapeva come spostare l’attenzione di mio fratello, Fran si volta e vede Cande parlare con due ragazzi << Ma che nervi oh! Quel ragazzino mi urta proprio! Ci vediamo dopo >> senza attendere risposta, Francisco si dirige verso la sua ragazza. << Jorge Blanco… >> una voce femminile proviene da dietro di noi e in breve tempo ce la troviamo davanti << Da quanto tempo… >>. Resto scioccata per la bellezza disarmante di questa ragazza che dovrebbe avere più o meno la nostra età. Mi sento intimidita da lei come se fossi un essere inferiore e più la guardo, più me ne convinco. << Non mi presenti la tua nuova bambolina? >> i suoi occhi color ghiaccio mi trafiggono come se fossero una lama, Ha i boccoli biondi che scendono morbidi sulle sue spalle, un abito rosso principesco come il mio ma in stile vittoriano e con le maniche arrivano fin poco sopra al gomito. Sembra una principessa non riesco neanche a parlare in sua presenza << Lei non è la mia nuova bambolina Eleana, ti ho sempre detto che mi dà fastidio che usi questa parola per le mie accompagnatrici >> << Ma alla fine dei conti è quello che sono. Le utilizzi una volta e poi non si vedono più Jorge >> << Con lei è diverso, è la sorella di Francisco, Martina Stoessel, Martina ti presento Eleana Jonas, la figlia di un amico di mio padre >> << Molto piacere >> dico tendendole le mano, lei osserva la mia mano senza dire niente poi solleva lo sguardo per incrociare i miei occhi, mi sorride e mi fa un cenno col capo come per salutarmi facendomi capire che ho sbagliato modo di presentarmi. << La tua accompagnatrice non sembra molto mm…”ben educata” >> dice guardando Jorge, io ritiro la mia mano lentamente chiudendola in un pugno << Neanche tu Eleana altrimenti l’avresti  messa a suo agio. Adesso se ci vuoi scusare noi andiamo a ballare >> Jorge sfila il braccio per liberarsi dalla mia stretta e poi mi afferra la mano sinistra, non lascia neanche il tempo alla ragazza di rispondere mi spinge a camminare verso la pista da ballo, solleviamo le mani facendo in modo di farle passare sopra la testa di Eleana senza lasciarci. Sento ancora lo sguardo di questa ragazza, finiamo davvero sulla pista da ballo, lui mi cinge la vita con il braccio sinistro e aggiusta la mia mano sinistra nella sua destra. << Io non so ballare il valzer! >> dico notando tutti gli altri che ballavano intorno a noi, Lodo, Diego,Fran e Cande compresi. << Non è così difficile, segui i miei passi >> ma certo che non è difficile, non sei tu che ti muovi su un paio di trampoli. Tuttavia ha ragione, il valzer non mi sembra così difficile, se evitiamo di pensare alle volte in cui gli ho calpestato i piedi, ma lui non ha detto niente come se non se ne fosse neanche accorto. << Perché hai liquidato così quella ragazza? >> chiedo mentre balliamo << Perché Eleana è insopportabile, tratta sempre male ogni mia accompagnatrice >> << Lo fa perché ha una cotta per, non dirmi che non lo avevi capito >> e questa storia mi lascia l’amaro in bocca, si è vero quella ragazzina ha una cotta per lui e potrebbe sicuramente conquistarlo. << L’ho capito a non mi interessa. Eleana è una ragazzina arrogante, presuntuosa che pensa di poter avere il mondo ai suoi piedi con un semplice schiocco di dita. Mi irritano le persone come lei >> << Beh però devi ammettere che è…wow! Voglio dire è bellissima non lo puoi negare >> lui scrolla le spalle prima di rispondere << Quando  conosci bene una persona il suo aspetto esteriore quasi sparisce e per quanto possa essere bella…ti sembra solo una persona in più tra tante, non ha nulla di speciale >> resto colpita dalle sue parole, Jorge è un ragazzo molto più profondo di quello che lui stesso vuole lasciare intendere. << La conosci da molto? >> << Da quando eravamo piccoli >> sento un pizzico di gelosia al sentire quella frase. Questo significa che lei potrebbe conoscere il suo segreto…o chissà forse potrebbe addirittura farne parte. È una serata abbastanza divertente diciamo…soprattutto quando io, le ragazze e i tre moschettieri ci mettiamo in un angolo a prendere in giro gli invitati. << Quella per me si è rifatta il seno due volte >> dice Lodo << E guardate il marito muore dalla voglia di farglielo scoppiare >> ride Jorge e noi con lui << È un pervertito >> afferma Diego.
Sono le 19:00 e i miei piedi hanno già sopportato troppo per questa sera, ho chiesto a Jorge le chiavi dell’R8 per prendere una cosa dalla macchina e poi sono tornata in sala, lui mi stava aspettando all’entrata. Quando arrivo vedo un sorriso idiota sulla sua faccia << Che c’è? >> chiedo tendendogli le chiavi, lui le prende e poi mi si posiziona davanti << Sbaglio o sei calata di qualche centimetro? >> fa segno con la mano della mia altezza << Ti sbagli! >> << Ah si? Posso vedere le scarpe >> << No >> dico scuotendo il capo << Dai Sweety tanto in un modo o nell’altro le vedrò dovessi alzarti il vestito lo faccio >> << No! >> << Si! >> << Jorge! >> << Lo faccio? >> mi si avvicina di un passo e io indietreggio << No! Okay! >> alzo leggermente il vestito per mostrare le converse nere che porto sotto. Lui ride leggermente e scuote il capo << Sei incorreggibile Sweety >> << Sono me stessa >> rispondo scrollando le spalle << Lo so >> mi sorride e resta in silenzio a fissarmi mentre io non capisco a cosa sta pensando << Che c’è? >> domando << Ti vuoi divertire? >> << Come? >> << Vieni con me >> Jorge mi prende la mano e mi trascina vicino al padre << Hey papà! >> << Ah eccolo qui! Lui è mio figlio Jorge Blanco >> lo presenta ai tre uomini dinnanzi a lui << E lei è la sua dolce compagna Martina Stoessel >> forzo un sorriso sentendomi in tremendo imbarazzo, si credo di essere diventata rossa come un pomodoro. << Quindi tuo figlio è già interessato all’azienda Alvaro? >> << Si certo, ha anche concluso degli affari a Londra, ho un figlio modello, non posso lamentare >> << Beh hai un figlio modello perché tu sei un padre modello papà >> sorride Jorge dandogli un leggero pugno sul braccio << Beh modestie a parte >> << Sì ma la cosa più bella è che mio padre ha piena fiducia in me capite?! Pensate ha addirittura approvato a farmi fare un giro con la sua nuovissima Aundi A9. Non è il massimo il mio papino? >> Jorge poggia una mano sulla spalla del padre che vedo visibilmente sbiancare. Sia io che Anahi sgraniamo gli occhi guardando Jorge, dopo qualche secondo di silenzio Alvaro forza una risata << Hahaha certo figliolo è ovvio! >> << Già! Mi dai adesso le chiavi? Sono le 19:30 mi avevi detto che alle 19:00 le avrei avute perché per le 20:30 precise devo essere qui per la cena >> << Certo…figliolo >> Alvaro prende con riluttanza le chiavi dalla tasca dei pantaloni e le tende a Jorge che gliele strappa letteralmente di mano << Visto? Che vi avevo detto io? Ho il papà migliore del mondo! >> tutti quanti sorridono mentre Jorge abbraccia il padre << Questa te la faccio pagare Jorge >> lo sento dire a denti stretti ancora sorridendo << Per l’A9 questo ed altro. >> risponde Jorge al padre allo stesso modo e credo che solo io e Anahi abbiamo potuto sentirli. << Vogliate scusarmi, vieni Sweety andiamo a fare un giro >>. Jorge mi tira per la mano trascinandomi verso l’uscita << Sei uno stronzo >> rido mentre usciamo dalla sala >> << Ma come?! Sono il figlio modello io eh >>. Arriviamo nel parcheggio, Jorge preme il pulsante del telecomando per far accendere le luci della macchina <<  OH CAZZO! NON CI CREDO! >> << Continui a sostenere che io sono quella poco fine giusto? >> domando guardandolo ma lui mi ignora e corre verso la macchina << OH DIO! MA LA STAI VEDENDO?! >> << Shhh non urlare! >> rido guardando la reazione di un bambino che ha avuto il suo giocattolo nuovo. Devo ammettere che però questa macchina attira anche me, è bellissima sembra una di quelle macchine futuristiche, è da mozzare il fiato, è tutta bianca e quando dico tutta intendo che anche il vetro della parte davanti e quella di dietro sono bianchi mentre le portiere e finestrini nei laterali sono neri. Okay ammetto che mi sto eccitando anche io. VOGLIO QUESTA MACCHINA. Beh non tanto quanto Jorge che la sta addirittura abbracciando << Jorge ci manca solo che tu ti metta a piangere! Dai saliamo dentro! >> esulto battendo le mani. << Non me lo faccio ripetere due volte. Prego! >> Jorge mi apre la portiera facendomi entrare. << No no no non ci credo. Guarda che gioiello Martina, STAI GUARDANDO!? >> << SI!! Sto guardando! Adesso però metti in moto! >> << Uuu muori dalla voglia di farla sgommare >> << Diciamo che è forte e mi piace >> > faccio come mi ha detto e dopo aver processato il fatto che ci trovavamo in quella macchina Jorge mette in moto e ci dirigiamo verso l’autostrada << Oh mio Dio! È fantastica >> dico guardando fuori dal finestrino, questa è la macchina più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita! Anche più dell’R8! Rendiamocene conto. I sedili in pelle sono il massimo e lo stereo con il lettore video, non credo possa esistere una macchina migliore di questa. Ho la schiena appiccicata al sedile per quanto corre, ma è forte! È adrenalina pura, non mi fa paura al contrario! Io AMO questa sensazione. Quando ci fermiamo dobbiamo ringraziare le cinture di sicurezza per non esserci scaraventati con la testa nel vetro. Entrambi togliamo la cintura e scendiamo dalla macchina << Wuhuu mi sento…WOW! >> << Si sembra che tu ti sia fatto una dose di cocaina >> rido guardandolo << Ti ho vista! È piaciuto anche a te ammettilo! >> << Mai >> << Dicendo “mai” lo hai ammesso >> << Non è vero! >> mi avvicino a lui dandogli una spinta << Si invece, ammettilo >> mi si avvicina e comincia a farmi il solletico << No, no no Jorge!!!! AAAA >> non riesco a smettere di ridere e indietreggio arrivando a toccare la parte d’avanti dell’auto << Jorge ti prego basta! >> finalmente si ferma restando con le mani sui miei fianchi, io ho le lacrime agli occhi per il troppo ridere e quando riesco a calmarmi vedo il suo sorriso smagliante a trentadue denti. << Dannazione! >> sussurra passandosi le mani sulla faccia per poi allontanarsi da me. Mi guardo intorno, siamo al bordo di una strada vicino ad una sorta di bosco e siamo andati sempre dritti quindi non ci siamo persi. Guardo il cielo e ci sono tantissime stelle che sono davvero bellissime, nessun diluvio universale in vista. Allora mi avvicino a Jorge << Hey che ti prende? >> gli afferro il braccio per farlo voltare verso di me << Che mi prende?! E me lo chiedi?! >> sono confusa, è arrabbiato? >> << Non capisco… >> confesso << Non capisci? Non campisci di essere così dannatamente perfetta? >> deglutisco e credo di non aver sentito bene. << Ch-che cosa?! Puoi ripetere quello che hai detto? >>


*Angolo autrice*
ZAN ZAN ZANNNN CHE HA DETTO JORGE?!? CHE HA DETTOOOOOOOOOOO?!?!?!?!?!?!?!??!?!?!?!??!?!?!.....e ora? Perché lo ha detto? Cos'è successo? Cosaa gli dirà? Lo ripeterà? Spiegherà il motivo?!? NOI VOGLIAMO SAPEREEEEEEEEEEEEEEEEEE...un attimo...io già so. Ah okay adesso va tutto bene, semetto di mangiarmi le unghie e pace e amore a tutti quanti u.u
Beh che ne dite di questo capitolo? Vi aspettavate che Tini decidesse di non aprire quel cssetto? Ma non pensate che la chiave abbia smesso di causarci problemi eh perché lei ha iniziato da poco a farlo, infatti ce lo dimostrerà nel prossimo capitolo. Bon, parlando invece di questo, abbiamo visto un altro aspetto di Jorge ovvero quello del figlio moderno, in abiti eleganti ed abbiamo anche scoperto da chi ha preso l'ossessione per le macchine lol. A quanto pare Jorge e il padre hanno un bel rapporto ma sarà davvero così oppure anche tra di loro c'è qualche spina? Chissà...in questo capitolo abbiamo anche conosciuto la bellissima e antipatica Eleana, sarà vero che lei conosce il passato di Jorge e che magari ne faccia anche parte? Mistero lol, tuttavia vi accenno che nel prossimo capitolo avremmo un vero e proprio colpo di scena che potrà rimescolare tutte le carte in tavola, il titolo del capitolo 20 sarà...nah non ve lo dico e non voglio restare oltre ad annoiarvi u.u avrei dovuto postare ieri ma ho avuto problemi con internet mi dispiace 😢😢😢 ma meglio tardi che mai no? E mi scuso per le recensioni a cui non ho ancora risposto ma ^-^'' oggi faccio il secondo round con quelle del capitolo 18 e poi inizio quelle del 19 se i compiti me lo permettono o.o
Io vi ringrazio davvero di cuore per tutto il vostro sostegno e le vostre bellissime parole che mi fanno sempre sclerare di felicità sul serio non so come ringraziarvi perché trovate addirittura il tempo di recensire oltre che leggere. Siete fantastiche ragazze! Vi voglio beneeeeeee baciiii 😚 💕💕💕 💟
Ah si...vi lascio le foto dei vestiti delle ragazze nel caso non sia riuscita a rendere bene l'idea lol

Cande:



Lodo:


Tini:

 

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Capitolo 20
*** Il volto di Angel ***








~Il cuore mi si è fermato in gola ed ha smesso in battere al suono di quelle parole pronunciate da lui. Dopo aver distolto lentamente lo sguardo da me fissa un punto davanti a lui. Attendo che parli ma non succede, resta in silenzio per un paio di minuti come per contemplare i suoi pensieri. << Sei dannatamente perfetta Martina Stoessel. Il tuo sorriso, il suono della tua risata, sono un arma letale. Mi fanno sentire debole ed indifeso, credevo che nulla potesse scalfirmi ma poi sei arrivata tu e…e cavolo >> fa un sorrisino senza mai distogliere lo sguardo << Sono in ginocchio davanti a quelle labbra. Farei qualsiasi cosa per non far spegnere quel sorriso, per poterlo sentire ancora e ancora. Tu sei la mia più grande debolezza Sweety e mi spaventi in un modo folle >>. Il mio cuore, non capisco più cosa mi succede, ogni parte del mio corpo sembra in tensione, sono immobile, pietrificata, incapace di intendere e di volere sul mio stesso corpo. Io lo spavento in un modo folle? Io sono la sua più grande debolezza?! IO?! Mi sforzo di sorridere e cercare di ironizzare il momento  << Un discorso degno di Romeo Montecchi >> ma quando i suoi occhi penetrano nei miei io non riesco più neanche a respirare. Cos’è quello sguardo così intenso? Quella serietà che non gli appartiene mi rende nervosa. Sbatto le palpebre mentre lo vedo avvicinarsi a me, sento le sue mani posarsi sui miei fianchi, cosa vuole fare? Si sta avvicinando lentamente a me, il nostro bacio nella casetta in piscina mi ritorna in mente come un flashback, il suo naso sfiora il mio, anche la scena successa scuola appare davanti ai miei occhi in un flashback, il momento in cui mi ha quasi baciato solo per scherzo. Poggio le mani sul suo petto per allontanarlo delicatamente da me << Smettila Jorge, ti prego. Ho già detto che questi giochi non mi piacciono. >> Lo vedo sorridere col capo chino, non si fa vedere negli occhi, come immaginavo era uno dei suoi giochetti, e pensare che quelle parole mi avevano quasi fatto uscire il cuore dal petto. << Hai ragione…scusami. Torniamo alla festa? >> solleva lo sguardo solo quando mi porge la domanda, annuisco una volta con un cenno del capo e torniamo in macchina. Mentre guida lo osservo con la coda dell’occhio, entrambi siamo in silenzio, decido che non voglio che ci sia imbarazzo tra noi quindi cerco di intramprendere un discorso << Tu e tuo padre avete un bel rapporto vero? >> << Si…mio padre è…lui è un bravo padre, il migliore probabilmente e non lo dico perché è il mio >> resta con lo sguardo fisso sulla strada e so che sta per continuare il discorso << Lui…non è quel tipo di genitore che  ti sta sempre addosso ventiquattro ore su ventiquattro…quella è mia madre >> entrambi sorridiamo e poi riprende a parlare << Ma non è neanche quel tipo di persona che se ne frega del figlio capisci? Ricordo ancora il discorso che mi fece quando compii  otto anni. Mi regalò una bicicletta nuova, era stato lui ad insegnarmi ad usarla quando avevo ancora cinque anni >> << Direttamente senza rotelle? >> chiedo guardandolo << Direttamente senza rotelle. Quando mi diede la bici nuova mi disse: Jorge nella vita succedono sempre cose che ti metteranno davanti ad una scelta, tu devi sempre avere il coraggio di prendere le tue decisioni da solo per questo motivo a partire da oggi io sarò uno spettatore della tua vita che interverrà soltanto quando sarà necessario >> << Cosa voleva dire? >> corrugo la fronte cercando di capire << Neanche io lo capii all’inizio, mi disse: lascerò che tu prenda le tue decisioni da solo e che tu faccia i tuoi sbagli e quando fallirai o trionferai sarò al tuo fianco per aiutarti a capire dove hai sbagliato oppure a per gioire con te ma voglio che tu capisca bene che la vita è solo tua, verrai premiato quando farai qualcosa di buono, verrai punito quando farai qualcosa di sbagliato, questo non cambia. Ma farai le tue scelte senza l’influenza di nessuno. >> << Wow…a soli otto anni? >> << Si, a soli otto anni >> << Saresti potuto diventare uno drogato tipo no? >> << No perché io avevo una responsabilità. Io avevo la fiducia di mio padre ciò stava a significare essere sempre all’altezza delle sue aspettative, non deluderlo mai. E poi te l’ho detto lui non era uno che se ne fregava di me, quando era necessario mi prendeva anche a schiaffi non credere >> << Non è un po’ contradditorio? >> << No è come ha detto lui, se facevo qualcosa di buono venivo premiato, se facevo qualcosa di brutto venivo punito >> << Quali erano i tuoi premi? >> << Cose semplici, potevo farmi portare al mc Donald’s, potevo farmi comprare una macchinina o anche chiedergli di andare al parco >> << E le punizioni? >> << Niente cioccolata per una settima, in camera senza uscire per un mese…si anche lì mio padre trovava diverse opzioni >> << Uuu niente cioccolata >> << Sì era la peggiore >> << Immagino, goloso come sei. E quindi hai imparato ad andare in bici a cinque anni >> << In bici a cinque, sui pattini a nove sullo skateboard a undici >> << Wow! Io a dieci sapevo andare a malapena sulla bici a due ruote >> << Sono un bambino prodigio >> << In realtà sei solo un’idiota che aveva parecchio tempo da perdere >> << Hey ragazzina la tua è solo invidia >> << Si certo come no >> così tra una battuta e l’altra, prendendoci in giro siamo tornati in tempo per la cena. Da perfetto cavaliere Jorge mi porge il braccio che io afferro molto volentieri, entrati nella sala scorgo la figura Cassandra in lontananza vicino ad un gruppo di uomini << Quella è la mia matrigna? >> chiedo per esserne sicura << Si, in questi eventi flirta sempre con i ricchi scapoli >> << È disgustosa >> << Beh anche lei ha diritto al piacere se vuole eh >> Jorge ride e io lo guardo male << Jorge! Sei tornato >> suo padre lo chiama << Sì, eccomi. Vieni? >> chiede guardandomi << Nop! Vado a cercare Lodo e Cande >> << Okay a dopo >>. Jorge si avvicina al padre io mi faccio spazio tra le persone in cerca delle mie amiche << Martina Stoessel >> mi volto e me ne pento subito appena vedo che la persona che mi ha chiamato non è esattamente una mia amica…<< Eleana, ciao >> non so perché ma le parole di Jorge sulla pista da ballo e quelle che mi ha detto poco fa anche se per scherzo, mi fanno sentire più sicura di me e sono decisa a non farmi mettere i iedi in testa da lei, come ha detto Jorge, se sotto la bellezza non hai un’anima sei solo una tra tante. << Da quanto tempo vi conoscete tu e Jorge? >> << Cinque mesi…perché? >> vedo un sorriso estendersi sul suo volto, un sorriso che non mi piace << Voi non state insieme vero? >> << Co-cosa? Perché dici questo? >> << Jorge non si innamora, non starebbe mai con nessuna ragazza, figuriamoci con te >> sgrano gli occhi << Come fai a dire che Jorge non si innamora? >> << È stato lui a dirmelo, sai…il suo segreto >> il suo segreto. Cosa vuole dire? Lei conosce il segreto di Jorge? Possibile? << Che c’è?...aspetta non mi dire che tu non sai niente. Beh allora è chiaro  che tu per lui non sei nessuno, sto solo perdendo il mio tempo con te. Se vuoi scusarmi >> mi passa accanto senza dire niente, non può essere vero, Jorge non può aver rivelato a LEI il suo segreto lui…no! Mi rifiuto di crederci perché…perché se lo avesse fatto significherebbe che lei è molto importante per lui anche più…anche più di me. No! Mi rifiuto di crederci. << Hey!!! Ma dov’eri finita?! >> Lodovica mi tira per il braccio riportandomi con la testa sulla terra << Lodo…Cande >> dico guardandole << Jorge dov’è? >> domanda la rossa guardandosi introno << Col padre, suppongo sarà qui tra poco >> << Sbaglio o sei qualche centimetro più bassa? >> osserva la mora, faccio un palloncino con la bocca come per dire “Non scocciarmi” Lodo e Cande si lanciano uno sguardo e poi sollevano di poco il vestito, quanto basta per vedere le mie scarpette nere << Sei tremenda! >> scoppiano a ridere insieme << Fatevi gli affaracci vostri >> dico incrociando le braccia << Noi a soffrire su questi trampoli e tu con le converse >> dice Cande << Vieni andiamo dai ragazzi >> Lodo e Cande mi prendono a bracciatto mentre ci facciamo spazio tra la folla per raggiungere un gruppo di giovani della nostra età che sta parlando << Hey guardate chi vi abbiamo portato >> dice mia cognata << Sorellina! Ma dov’eravate finiti?! >> << Abbiamo fatto un giro sull’Audi A9 del padre di Jorge >> << CHE?! >> Diego e Fran mi guardano con gli occhi a palla << Hey! >> la voce di Jorge dietro di me mi rassicura, adesso se la prenderanno con lui e non con me. << Hai fatto un giro sull’Audi A9 e hai portato LEI?! >> grida quasi Francisco incredulo << Dovevi portare me! >> si mio cugino quando vuole sa essere davvero un bambino << No! Dovevi portare me! >> e ovviamente mio fratello non può sfigurare accanto a lui eh << Voi stavate ballando, eravate occupati quindi ho portato l’unica pesona disponibile eh >> si giustifica alzando le mani << Scusami, posso avere l’onore di questo ballo? >> un ragazzo mi tende la mano e sembra che sia riuscito a mettere fine alla discussione dei tre moschettieri sto per rispondere al ragazzo ma interviene mio fratello << Non può, è la ragazza di Jorge >> dà una gomitata a Jorge come per farlo riprendere, io lo guardo confusa, pensavo che a lui desse fastidio questa…bugia. << Si infatti Cole gira al largo su su >> Jorge mi si avvicina poggiandomi la mano dietro la schiena, il ragazzo china lo sguardo << Scusa, non lo sapevo >> guardo torva Jorge e poi Fran, quando torniamo a casa dovranno spiegarmi cos’è questa storia, la cena trascorse tranquilla, al ritorno a casa ero letteralmente distrutta, andai in camera mia e mi misi il pigiama per poi dirigermi nella stanza di Jorge. << Dormirò per un mese intero, sono distrutta! >> << E pensa che è solo la prima volta >> ridacchia lui << Prima e ultima >> << Nop! La prima di tante >> << Hey non mi copiare >> gli do’ un colpo sul braccio ridendo insieme a lui e poi mi poggio col capo sul suo petto. Le parole de Eleana non vogliono uscirmi dalla testa, davvero lei sa qualcosa che io non so? Se così fosse significherebbe che lei è una parte imortante della vita di Jorge. << A che stai pensando? >> sollevo di scatto il capo al suono della sua voce << A niente…perché? >> << Non so…hai l’aria pensierosa >> << Sono solo molto…stanca >> dico sbadigliando e il che è in parte vero, Jorge mi avvolge tra le sue braccia e così casco in un sonno profondo. La mattina come al solito mi svegliai nel mio letto, erano le 9:20, mi alzo, vado a lavarmi e indosso una t-shirt con dei pantaloncini di jeans e poi mi dirigo in cucina per fare colazione << Ma sei stato tu a dirmi di farlo!!! >> dice Jorge << Si ma non con i vecchi! Con i ragazzi! >> risponde Fran << Buongiorno anche a voi >> dico sedendomi a tavola accanto a Jorge, mio fratello è seduto di fronte a lui e mio cugino di fronte a me. << Di cosa stavate parlando? >> chiedo guardando prima il ragazzo al mio fianco e poi quello che siede di fronte a lui << Tuo fratello ieri mi ha chiesto di dire a tutti che sei la mia ragazza in modo che nessuno ci provasse con te e ora si lamenta perché l’ho detto anche agli adulti. Ma scusami eh sono i genitori di quei ragazzi, potevamo farci scoprire >> li guardo male tutti e due << Grazie mille per aver tenuto considerazione per la mia decisione eh! >> dico ironica << Prego! >> rispondono all’unisono, si prendono anche gioco di me! << Siete assurdi! >> << Dai Sweety non è così grave >> << Si non lamentarti, lo abbiamo fatto per il tuo bene >> << La prossima volta gradirei essere avvisata per il mio bene >> << Okay sorellina come vuoi >> si sente il rumore del campanello e tutti quanti ci sporgiamo verso l’entrata del salone per vedere chi è << Hola! >> gridano Cande e Lodo << Hola guapas >> le saluta mio fratello alzandosi in piedi, Diego con lui e si avvicinano alle ragazze per baciarle, succesivamente le ragazze si avvcinano a me e Jorge per darci un bacio sulla guancia e si siedono con noi a tavola << Ho voglia di fare una seconda colazione >> dice Lodo prendendo il cornetto dal piatto di Diego << La mia colazione >> Lodo gli sorride e poi si allunga per dargli un rapido bacio a stampo << Anche io ti amo >>. Risi guardandoli, Diego e Lodo sono davvero dolci, sposto lo sguardo su Cande  e Fran, lei gli tende un pezzo di cornetto e lui apre la bocca attendendo di essere imboccato ma alla fine Cande mangia il pezzo di cornetto ridendo << Heyyy ma era mio! >> mio fratello si lamenta come un bambino. Mi fa ridere, io non potrò mai avere una storia come la loro, il passato continuerà a torturarmi in eterno. D’un tratto sento il mio naso essere toccato con la punta dell’indice << Ma cosa…JORGE!!! >> grido notando che mi ha sporcato la punta del naso con la nutella. Tutti quanti scoppiano a ridere mentre prendo a schiaffo il leader dei tre moschettieri << Ma dai sei così carina col naso marrone >> << Smettila!!! >> continuo a picchiarlo. Trascorremmo una giornata tranquilla, guardammo la televisione e facemmo qualche gioco da tavolo dopo aver finito i compiti per il giorno seguente. Il giorno seguente il professore di filosofia ci diede un compito a sorpresa, per fortuna io e Lodo avevamo studiato con i tre moschettieri e Cande e devo dire che i risultati si sono visti, abbiamo consegnato il compito per prime e credo che sia andato piuttosto bene. Sono le 16:00 Fran e Diego stanno giocando alla paly e conoscendo Jorge lui si starà allenando a boxare. Io sono stesa sul letto nella mia stanza a scrivere il mio riassunto di letteratura quando la mia deliziosa bic blu decide di abbandonarmi. Sbuffo e vado nel salotto dai ragazzi << Diego, Fran, avete una penna blu? >> chiedo guardandoli, nessuno dei due mi degna di uno sguardo, troppo concentrati sul videogioco, << Diego! Fran! >> li richiamo << Vedi in camera di Jorge, nel cassetto della scrivania dovrebbe esserci una scorta di penne >> si degna di rispondermi mio fratello, roteo gli occhi e vado nella stanza di Jorge, apro il cassetto e prendo una delle penne blu di Jorge, quando lo richiudo i miei occhi cadono su quel maledettissimo bauletto che custodisce quella ancora più maledetta chiave. Ancora una volta le parole di Eleana risuonano nella mia testa e vaffanculo! Apro il bauletto e prendo la chiave, la infilo nella serratura del cassetto e mi blocco. Non sto facendo la cosa giusta, lo so, ma il fatto che Eleana conosca il segreto di Jorge e io no…è una cosa che non riesco ad accettare. Lentamente giro la chiave ed apro il cassetto. Lo sfilo lentamente dai binari del mobile e così lo tiro fuori, Jorge si allena sempre come minimo per due ore, ciò significa che ho due ore di tempo. Chiudo la porta della stanza e poi mi avvicino al cassetto per osservarne il contenuto. C’è un orsacchiotto piccoli di peluche che tiene un cuore con la scritta “I love you”, una scatola blu, dei cd, delle lettere, un nastro rosso e un boccetta di profumo. Prendo l’orsacchiotto di peluche, lo accarezzo e poi lo rimetto al suo posto, nel cassetto. Annuso l’odore del profumo, è un profumo femminile. Prendo la scatola blu e la apro, dentro ci sono tantissime foto, una è girata al contrario, sul retro c’è scritto “Angel” volto la foto e riconosco Jorge seduto sul prato, ha un sorriso smagliante, è più piccolo ma sempre bellissimo, con lui c’è una ragazza che lo abbraccia da dietro, ha le braccia avvolte intorno al suo collo anche lei ha un bellissimo sorriso, una bassa di capelli rossi, lunghissimi e ondulati, le lentiggini sul viso, gli occhi azzurri e la pelle chiara, non ha trucco ma è ugualmente una ragazza molto carina, non si può negare. Prendo un’altra foto c’è ancora la stessa ragazza ma questa volta da sola, è lata magra e ha lo sguardo chino mentre sorride come se si imbarazzasse ad essere l’obbiettivo della macchina fotografica. Anche sul retro di questa foto c’è scritto “Angel”, tutte le foto in questa scatola ritraggono lei da sola, o in compagnia di altre persone tra cui Jorge, ce n’è una dove lei gli dà un bacio sulla guancia e per qualche strana ragione mi provoca delle brutte sensazioni, ho i crampi allo stomaco. Basta. Tutto questo è così dannatamente sbagliato, e poi io non sono così masochista. Ripongo rapidamente le foto nella scatola e la richiudo, cerco di sistemare tutto nel cassetto esattamente come stava prima, non avrei mai dovuto aprire questo dannato cassetto infernale, mi sento così stupida, così in colpa. Prendo il cassetto e lo rimetto al suo posto all’interno del mobile, chiudo con la chiave e nello stesso istante in cui la sfilo via la porta della stanza si apre. Il mio cuore perde un battito nel vedere Jorge con un asciugamano intorno al collo che si asciuga i capelli, i pantaloncini che usa per la kick. Sono terrorizzata << Hey Sweety che stai facendo qui? >>. Non ho il coraggio di rispondere, lo guardo spaventata e non so che dire o fare. << Sweety? Ci sei? >> mi si avvicina, avverto il profumo a borotalco del bagnoschiuma, stringo forte la chiave nel pungo della mano destra, vicino al ventre << Cos’hai qui? >> prende la mia mano destra sorridendo e la apre, io non faccio alcuna resistenza, non ne sono neanche capace. Quando  vede la chiave tra le mie mani il sorriso dal suo volto sparisce, adesso sono più spaventata di prima. Prende la chiave dalla mia mano e poi si volta verso il cassetto per qualche secondo prima di tornare a me << Dimmi che non lo hai fatto davvero. Dimmi che non hai aperto quel cassetto >> cerca il mio sguardo ma non posso guardarlo negli occhi, non posso mentirgli, non ne ho il coraggio << Martina esci fuori di qui >> << Jorge io… >> << ESCI FUORI DI QUI CAVOLO! NON METTERCI PIEDE  MAI PIÙ MI SONO SPIEGATO?! >>  Chiudo forte gli occhi sorbendomi il più che meritato rimprovero << NON POSSO credere CHE TU MI ABBIA FATTO UNA COSA DEL GENERE MARTINA! IO MI FIDAVO DI TE! >>  i miei occhi si inumidiscono, lui dà un calcio al suo mobiletto. << Esci fuori dalla mia stanza. FUORI MARTINA! >> prima mi indica la porta con l’indice sinistro, poi si passa le mani tra i capelli, non ho mai visto Jorge Blanco così incazzato in tutta la mia vita, giuro che ho paura, non di lui ma di perderlo. Non mi muovo, continuo a guardarlo sperando che si calmi ma non lo fa. Mi afferra con forza il braccio destro e mi trascina fuori dalla stanza << E NON METTERCI PIEDE MAI PIÙ >>. Mi sbatte la porta in faccia senza lasciarmi il tempo di spiegare e ha ragione, Dio sa quanto. << Hey…ma che sta succedendo? >> mi volto e vedo Fran e Diego con lo sguardo preoccupato, non ho il coraggio né la voglia di raccontare, mi sento uno schifo. Corro verso la mia stanza e dopo aver chiuso la porta mi getto sul mio letto e scoppio a piangere. So che me la sono cercata, so che me lo merito, ma cavolo fa così male! È un dolore lacerante, non volevo che accadesse, avrei dovuto farmi i fatti miei ora…ora devo pagarne le conseguenze. Stupida! Stupida! Stupida! Perché lo hai fatto!? Adesso ho perso tutta la sua fiducia e per cosa? Per niente. Restai chiusa nella mia stanza tutto il giorno, sapevo che Jorge non avrebbe voluto vedermi e io non ne avevo il coraggio, sono una vigliacca? Si probabilmente lo sono ma non posso farci niente. Quella notte restai sveglia nel mio letto a pensare all’accaduto, in fondo è un po’ la stessa cosa che ha fatto lui col notebook no?...E allora perché sono così dannatamente nervosa?! Le lacrime tornano a scorrere sul mio viso esattamente come qualche ora fa, Fran e Diego sono venuti a bussare alla mia porta per sapere cos’è successo ma non potevo aprirgli…né tanto meno spiegargli. Il giorno seguente Jorge non mi rivolse la parola neanche solo per dire “Buongiorno”…e neanche quello dopo ancora, né quello successivo. Per tre giorni di fila. Se c’è una cosa più terribile della rabbia…beh quella è l’indifferenza. Si perché almeno quando ci si arrabbia si urla, ci si litiga e poi si chiarisce…invece l’indifferenza ti chiude qualsiasi porta e/o occasioni di dialogo. Io e i miei stupidissimi impulsi! Sono già passati tre giorni, e Jorge non mi degna di uno sguardo, non mi risponde neanche per l’ora, niente, zero. Si, lui è davvero incazzato e io ci sto davvero male. Guardo l’orologio sul mio comodino, le 16:00, adesso mi sarei dovuta allenare con Jorge ma so che lui non vuole, ad ogni modo decido che voglio mettere fine a questa storia, non mi importa più cosa succede io…non ce la faccio, la sua indifferenza mi trafigge ogni volta come un pugnale che ti squarta vivo, un dolore lento, doloroso e asfissiante. Non riesco più a parlare con nessuno neanche con Lodovica e Candelaria. Lui è il mio chiodo fisso ormai, lui è parte della mia vita e…e mi sento come se mi avessero tolto il respiro. Vado nella casetta in piscina dove Jorge si sta allenando prendendo a pugni sacco << Jorge dobbiamo parlare! >> affermo oramai sull’orlo di una crisi isterica. << Ciò che ho fatto io non è tanto diverso dalla storia del computer sai? O pensi che me ne sia dimenticata?! >> okay lo so, forse questo non è il modo migliore per chiarire le cose ma prima di tutto ho bisogno che reagisca, che smetta di ignorarmi e sono disposta a fare di tutto per ottenerlo. << Jorge! Mi stai sentendo?! La mia è stata semplice curiosità okay? Ho sbagliato! Hai ragione ma…sono umana, anche io posso sbagliare, cerca di capire. Jorge? JORGE PORCA MISERIA! ASCOLTAMI I-io…io voglio raccontarti tutto >> gli afferro il braccio costringendolo a voltarsi verso di me e fargli smettere finalmente di prendere a pugni quel sacco. Ho il volto umido per le troppe lacrime versate, posso ancora sentire gli occhi bruciarmi, quando ho iniziato a piangere? Quando sono entrata?. Lui mi guarda in silenzio, ancora furioso << V-voglio dirti…quello che mi è successo qui. Anni fa. Ma ti prego ascoltami Jorge…ascoltami >> e si…sono arrivata al momento di scoprire le carte. Perché? Perché sorprendentemente, la paura di perdere lui, è anche più forte di quella che mi tiene bloccata nel passato, e questo per me ha dell’assurdo.




*Angolo aurtice*
Go go go ho postato alle 02:55 a.m. vi rendete conto?! Beh almeno sono arrivata in ritardo solo di due ore e 55 minuti eh u.u Dunqueeeeee...Jorge stava davvero scherzando all'inizio oppure voleva davvero baciarla? LoL. Mmm...quindi l'idea del "fidanzamento" è stata un'idea di Fran lol ops...e chi lo avrebbe mai detto? Eleana crea problemi sia che ci sia che non ci sia, ma cosa avrà spinto davvero Tini ad aprire il cassetto? Cos'è che ha vinto su di lei? Ma cosa più importante, il contenuto del cassetto. Sappiamo cosa c'è dentro...almeno in parte. Non sappiamo...non sapete cosa contengono i cd. Ma...abbiamo associato il volto di Angel ad una ragazza, una ragazza semplice e carina. Ma chi è davvero questa ragazza? Perché tuttavia potete immaginarlo ma non potete esserne sicure giusto? Voglio dire non c'è nessuna foto che li ritrae mentre si baciano, quindi anche voi come Tini avete le idee un po' confuse. Lo so, starete pensando ma se sei arrivata fino a sto punto? Perché mo hai messo tutto apposto e non hai fatto vedere anche a noi il resto del contenuto del cassetto?! Eh HAHAHAHA i sensi di colpa...ma comunque non si è ancora scoperto del tutto quale sia il segreto di Jorge, il puzzle non è ancora completo. Jorge si è arrabbiato molto per il gesto commesso da Tini e lei cerca di autogiustificarsi ma solo perché lei vorrebbe riuscire a trovare un pretesto per parlare con Jorge. Alla fine lei dice di voler raccontare tutto, perché la paura di perdere Jorge è più forte di quella che la tiene ancora bloccata nel passato. Ci riuscirà davvero? Jorge l'ascolterà oppure è ancora così accecato dalla rabbia che non vorrà neanche sentirla? Misteroooooooo...che scoprirete nel prossimo capitolo...a presto chicaaaaaaas....come al solito io vi adoro e vi ringrazio per le vostre tantissime e stupendissime recensioni *-* lo so sono imperdonabile per non rispondere ma come dico sempre a poco a poco rispondo a tutte! Lo sapete che ci tengo tantissimo a farlo! Per è un onore ed è meraviglioso sapere e vedere quanto amiate questa storia quindi sul serio, GRAZIE CHICAS!

  

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Capitolo 21
*** Libera dalle catene ***








~~Mi fissa per qualche secondo e poi si volta di nuovo verso il sacco per riprendere ad allenarsi << Jorge! >> cerco di chiamarlo ma non mi ascolta, decido di voltarmi fino ad arrivare alla parete che era alle mie spalle, mi ci poggio con la schiena e scivolo fino a sedermi a terra. Cerco di cacciare via le lacrime mentre continuo a singhiozzare, tiro su col naso, i miei occhi sono così offuscati che non riesco neanche ad avere una buona visuale, so solo che Jorge è di spalle davanti a me e mi ignora prendendo a pugni il sacco. Nascondo il volto tra le mani, non ce la faccio più né a guardare lui né a tenere gli occhi aperti. Sento il rumore di un colpo più forte degli altri << DANNAZIONE! VAFFANCULO! >> impreca ancora in lontananza. Non sollevo lo sguardo ma avverto che si sta avvicinando << Martina, smettila di piangere >> la sua voce è abbastanza vicina, per questo so che si è piegato per abbassarsi ed arrivare, il suo tono non è molto duro ma so che sta cercando di esserlo perché me lo ha praticamente ordinato. Non voglio alzare lo sguardo perché non voglio che lui mi veda, non fino a quando queste dannatissime lacrime non si saranno fermate. << Martina, smettila >> ripete, questa volta afferra il mio polso delstro per allonarlo dalla faccia, non faccio forza per impedirglielo, << Ti prego, smettila >> il suo tono si è addolcito e noto che in questo momento ha gli occhi chiusi come se non volesse vedermi. Cerco di calmarmi usando il dorso della mano destra per asciugarmi le guance, man mano la mia vista diventa più chiara, Jorge è seduto sui talloni di fronte a me. << Vorrei sapere almeno perché lo hai fatto…io mi fidavo di te Martina e non ti ho forzato per farti confessare il tuo segreto. Ti avevo chiesto solo un po’ di rispetto e di fiducia >> << Lo so… >> sussurro chinando lo sguardo << E allora perché lo hai fatto?! >> alza di poco il tono continuando a fissarmi. << I-io…mi dispiace. Sono una stupida…i-io l’ho fatto perché…perché non potevo sopportare il fatto che Eleana ti conoscesse meglio di me! >> << Cosa?! >> << Lei conosce il tuo segreto ed io no Jorge! Lei è…evidentemente è più importante di me >> << Ma che scemenze vai farneticando?! >> << Lei me lo ha detto Jorge! Mi ha detto che lei sa! >> << Lei non sa un bel niente Martina! O forse qualcosa si ma…non ho mai parlato con lei di quella storia né con nessun’altra. >> << Grandioso, adesso mi sento ancora più stupida di prima >> chino nuovamente il capo, mi passo le mani sul viso per riuscire a togliere quello che è rimasto delle lacrime versate, Jorge si alza in piedi e poi mi tende le mani << Vieni su >> << Mi perdoni? >> chiedo guardandolo << Solo perché non riesco a fare a meno di te, figuriamoci poi vederti in questo stato >> sorrido afferrando le sue mani << È un modo carino per dirmi che ti faccio pena? >> << Si ma…è anche un modo come un altro per dirti…che per quanto tu mi abbia ferito, continui ad essere il mio punto debole. Non voglio vederti pinagere così mai più mi sono spiegato? >> passa il pollice destro sotto al mio occhio giusto in tempo per fermare l’ultima lacrima, io annusco col capo e successivamente lui mi avvolge tra le sue possenti braccia. Finalmente posso respirare  di nuovo il suo profumo, profumo che non sentivo da tre giorni eppure…mi è sembrata un’eternità. << Promettimi che la prossima volta parlerai con me e non farai quello che hai fatto >> << Te lo prometto >> rispondo senza pensarci, mi accarezza la schiena con la mano destra continuando a stringermi, io ho le braccia praticamente bloccate posso solo piegare gli avambracci per riuscire a ricambiare l’abbraccio. Restiamo fermi in quella posizione per qualche minuto, quando sciogliamo l’abbraccio lui tiene le mani sulle mie spalle e mi guarda negli occhi << Poco fa hai detto che vuoi raccontarmi tutto. Non voglio che tu lo faccia perché ti senta in colpa, lo sai io non ti costringo a… >> << Lo voglio fare perché sono stanca di tacere, perché tu sei l’unica persona in grado di darmi quella sicurezza che…che riesce a distruggere la paura del mio passato. Mi fido più di te che di me stessa. Ho bisogno di fare in modo che questa storia sia solo un orrendo ricordo niente di più, niente di così forte da influenzare il mio presente >> << Okay, allora vieni >> mi prende la mano sinistra e ci incamminiamo verso la panca piana che serve per sollevare i pesi. Ci sediamo l’uno di fronte all’altro e prima di iniziare a parlare chiudo gli occhi e faccio un sospiro. << Come ti ho già detto quando è morto mio padre, avevo dodici anni, Francisco ne aveva quasi quindici e l’anno successivo avrebbe iniziato il liceo. Cassandra decise che non poteva mantenerci entrambi, perché non avevamo molte possibilità economiche così la mia matrigna lo spedì in Spagna da mia zia Sol, la madre di Diego >> << Si Fran me ne aveva parlato, ma dopo due o tre anni loro sono tornati qui per stare con te no? >> << Si ma…andiamo per gradi >> << Hai ragione, scusami, non ti interrompo più, promesso >> gli sorrido come per ringraziarlo e poi continuo il discorso << Mio padre è morto un mese prima del mio compleanno, Francisco fu mandato in Spagna quasi subito. Ci sentivamo tutti i giorni per computer, su msn, via webcam e si insomma hai capito. Passarono due mesi e mi arrivò un email da un certo “DarkKnight91” >> << Cavaliere oscuro 91? >> << Si, esatto…aprii l’email e dentro c’erano… >> resto in silenzio e guardo le mie dita mentre mi rigiravo i pollici << C’erano cosa? >> mi incalza lui << Foto. C’erano delle foto di me mentre…mentre ero in camera mia e mi cambiavo…si insomma hai capito no? >> mi fissa in silenzio per qualche secondo << Stai scherzando vero? >> è visibilmente scioccato << No. Non scherzerei mai su una cosa del genere >>. Lui deglutisce guardandomi in silezio e io riprendo a parlare guardando il parquet << Nell’email mi diceva che se non avessi fatto tutto quello che mi diceva quelle foto sarebbero finite su facebook e le avrebbe viste chiunque. Mi costrinse a fare una cam con lui, lui si trovava al buio, non potevo vedere niente e lui… >> ho un groppo alla gola, come se delle sottili e affilate lame me la stessero tagliando per impedirmi di continuare << Mi parlava con una voce meccanica, mi diceva cosa dovevo fare, mi obbligò a spogliarmi sotto i suoi occhi. Mi disse che ero bella e che non vedeva l’ora di avermi tra la sue braccia >>. Spostando gli occhi sulle mie mani mi rendo conto che queste stanno tremando, come il resto del mio corpo, come se questo fosse così traumatizzato da reagire da solo al ricordo di quella storia. Da qui in poi non riesco più neanche a parlare come una persona normale, anche la mia voce trema e riuscire a dire qualcosa di sensato diventa sempre più difficile. << Continuava…e continuava ancora. Ogni volta aveva delle foto nuove. Io avevo paura di tutti così mi allontanai da tutti. Non potevo fidarmi di nessuno, non ci riuscivo, chiunque poteva nascodersi dall’altra parte dello schermo. Mi sentivo sempre osservata, non volevo uscire di casa  ma al tempo stesso sentivo di non essere al sicuro neanche lì. >> Stringo forte le mie braccia intorno allo stomaco che mi si sta contorcendo provocandomi dei dolori asfissianti per niente piacevoli. << Per tutti io ero quella stramba. Quella che non si avvicina a nessuno, lo zombie, l’emo, il fantasma. Nessuno voleva più avere a che fare nulla con me perché ero diventata come…come un cadavere vivente. Mi prendevano in giro, mi maltrattavano, mi insultavano e non avevo nessuno con cui sfogarmi. >>. Ogni parte del mio corpo sembra essersi indolensita, come se fossi stata presa a pugni esattamente adesso. << Non  potevoraccontare nulla a Fran o sarebbe venuto da me col primo volo ed io…io non volevo intaccare il suo destino. Quando sei sola come me diventi una preda facile per tutti soprattutto per i bulletti. Poi quel giorno rese tutto ancora più difficile >> cerco di guardare Jorge continua ad avere gli occhi sgranati puntati su di me in uno stato di shock << Voleva incontrarmi e io non potevo dire no altrimenti avrei pagato le conseguenze. Avevo quattordici anni, mi diede appuntamento nella mia stanza, puoi immaginare la mia sorpresa, disse che dovevo tenere la luce spenta. Quella sera sarebbe iniziato un incubo ancora più grande per me >> << NO! Ti prego non dirmi che… >> sussulto alla pronuncia di quel “NO” così tempestivo, mi volto verso Jorge e vedo due lacrime scendere dai suoi occhi. << Si…mi…mi…lui… >> chiudo gli occhi e stringo forte i pugni ancora tremanti come le mie braccia, le mie gambe e ogni centimetro del mio corpo << Mi violentò. E quella fu soltanto la prima volta di tante. Jorge io quella sera volevo…volevo morire, ma non avevo il coraggio né la forza di uccidermi >> mi rendo conto che stavo affondando le mie unghie sulle mie braccia lasciandomi dei graffi non molto carini. << Ma quella sera conobbi anche il volto del mio aggressore. Era Fernando. Durante le vacanze di Natale mia zia Lucinda venne a trovarmi dal Messico con la sua famiglia e vedendo lo stato in cui mi trovavo convinse Cassandra a farmi andare con lei, ovviamente alla mia matrigna non importava niente. Così in Messico mia zia mi fece andare da uno psicologo e pian piano riuscii a ricominciare a vivere ma…non potevo superare il trauma. Fingevo di vivere perché in realtà ero bloccata nella paura del passato >>. Finalmente il mio corpo smette di tremare. Quella tortura è finita. Non riesco ancora a credere di essere riuscita a raccontare questa storia, non lo avevo mai fatto prima d’ora e credevo che mai ci sarei riuscita. Finalmente posso fare in modo che il passato diventi passato e smetta di influenzare così tanto il mio presente. Mi sono liberata da quelle opprimenti catene che mi tenevano legata alla bugia di una vita sempre rose e fiori, di una vita piena di terrore, di una vita che mi teneva imprigionata in una vecchia storia. Faccio respiro profondo e poi inspiro voltandomi verso di lui << Jorge? >> lo chiamo, notando che lui sta fissando un punto indefinito della parete che si trova dinnanzi a noi << Jorge? >> lo richiamo ancora, lui si alza di scatto così velocemente che in un batter di ciglia si trova vicino la porta. La apre ed esce fuori dalla casetta in piscina, mi alzo di scatto anche io e cerco di stargli dietro seguendolo a passo svelto << Jorge! >> ho il cuore che mi batte  a mille, cosa gli è preso? Dove sta andando? Che vuole fare? Mio fratello arriva dal corridoio dell’entrata principale seguito da Diego << Hey Jorge ciao! Non ti dispice vero se ho portato Cande a fare un giro con la Ferrari >> dice Fran << Io ho preso l’R8 per accompagnare Lodo a… >> mio cuigino non continua la frase dato che Jorge gli passa davanti impassibile, indifferente come se non li avesse né visti né sentiti << Ma che gli prende? Dove sta andando? >> Francisco guarda Diego << Boh! >> questo alza le mani e poi entrambi guardano me. Non so che dire, apro la bocca come per dargli una risposta ma poi la richiudo e seguo il tragitto  di Jorge, Fran e Diego mi vengono dietro. Jorge apre la porta della stanza di Fernando , allora affrettiamo il passo << Lurido bastardo! >> sentiamo urlare Jorge. Quando arriviamo di fronte la porta di Fernando vediamo questo steso a terra e Jorge sopra di lui che lo prende a pugni in faccia << Ma che vuoi idiota?! Ti è dato di volta il cervello?! >> Fernando cerca di reagire e di fermare i colpi di Jorge ma è tutto inutile, lui è una furia, non gli permette neanche di alzare un dito, è senza controllo, non sembra neanche lui. Porto la mano destra alle labbra guardando la scena. << JORGE! CHE CAZZO FAI?! >> mio fratello reagisce << FERMATI PORCA MISERIA COSI’ LO UCCIDI! >> e anche Diego. Jorge non li ascolta, li ignora e continua a colpire Fernando così forte da fargli uscire il sangue dal naso e non so da quale altra parte del corpo. Fernando ha smesso di reagire e opporre resistenza, non ne sono sicura ma credo abbia perso i sensi, tuttavia anche i suoi occhi sono sporchi di sangue perché io possa vederli << Jorge! >> lo chiamo anche io ma sembra non servire a niente. Una parte di me si sente in colpa per quello che gli è preso, qualsiasi cosa sia. Francisco e Diego si lanciano uno sguardo e poi si si fiondano su Jorge cercando di allontanarlo da Fernando ci riescono per qualche secondo, il tempo di metterlo in piedi ma lui riesce a liberarsi e torna di nuovo su Fernando << Che sta succedendo qui!? JORGE! >> è arrivato anche il padre che vedendo la scena interviene subito prendendo il figlio per la vita sollevandolo di peso ancora una volta con l’aiuto di Francisco e Diego che gli bloccano le braccia << LASCIATEMI! >> Jorge si dimena e i tre fanno davvero fatica a trattenerlo. Adesso ho la conferma, Fernando è steso a terra privo di sensi, approfitto della situazione per avvicinarmi a Jorge, poggio entrambe le mani sul suo petto e con difficoltà riesco a trovare il suo sguardo << Ti prego Jorge, FERMATI! >> lo guardo preoccupata e come se un campanello d’allarme suonasse nella sua testa si ferma rispecchiando i suoi occhi nei miei. << Fermati… >> ripeto più silenziosamente, in un sussurro. Lui sembra finalmente calmarsi, i tre che lo tengono fermo lentamente lo lasciano andare per poi concentrarsi su Fernando. Io e Jorge invece restiamo fermi a guardarci negli occhi l’uno dell’altro. << Ma che cos’hai fatto? >> chiede il padre con un tono di rimprovero ma allo stesso tempo molto sottile. Entrmabi ci voltiamo verso di lui che sta guardando il figlio, poi sposta lo sguardo su mio fratello e gli fa un cenno col capo. Francisco si avvicina a Fernando, tutti quanti posiamo gli occhi su di lui, Fran si piega e avvicina due dita al collo per sentire il battito << È ancora vivo >> dice guardando Alvaro << Mettetelo sul letto >> Diego e Francisco obbediscono sollevando Fernando per adagiarlo sul suo letto. << Allora? Qualcuno mi vuole dire che cosa… >> Anahi entra nella stanza, evidentemente stava aspettando che il marito tornasse per dirgli cosa stesse succedendo, quando vede Fernando si copra la bocca con la mano destra come me poco fa << Anahi chiama il dottor Brown digli che il ragazzo è caduto dalla moto >> dice il marito, dal modo in cui Anahi si volta a guardarlo capisco che vorrebbe fargli molte domande ma decide di stare in silenzio ed ascoltare Alvaro. << Tu vuoi darmi delle spiegazioni o te ne vuoi andare in camera tua? >> chiede rivolto verso il figlio posandogli una mano sulla spalla, Jorge si sposta camminando verso la porta << Vado in camera mia >> mi passa davanti uscendo dalla stanza, Alvaro stringe i denti è palese che non sa cosa fare, probabilmente è la prima volta che si trova davanti ad una situazione del genere in cui non riesce a capire il figlio, probabilmente non è abituato a non avere una spiegazione, per questo non sa cosa fare. Io approfitto del momento in cui tutti sono concentrati su Fernando per uscire fuori dalla stanza ed andare in quella di Jorge. << Hey >> dico entrando nella stanza, Jorge è seduto alla scrivania con qualcosa tra le mani, si è cambiato, adesso porta un paio di jeans e una maglietta bianca a mezze maniche. << Hey… >> risponde lui guardandomi, chiudo la porta alle mie spalle poggiandomici con la schiena e mi avvicino al letto per sedermi sul margine alla fine di questo. << Non era necessario che facessi una cosa del genere >> dico riferendomi al modo in cui ha preso a pugni Fernando, ma non posso negare a me stessa che una parte di me è contenta di ciò e avrebbe voluto davvero che Fernando morisse…ma poi Jorge avrebbe pagato le conseguenze quindi è mille volte meglio che sia andata così. << Ci sono istinti che non posso, non riesco e non voglio controllare Tini e questo era uno di quelli. Ti giuro che se non ti fosse messa davanti a me dicendomi di smetterla io lo avrei ucciso. Non posso credere che ti abbia fatto una cosa del genere io…dimmi qualcosa, svelta, altrimenti torno di là e lo faccio fuori >> lo osservo mentre si passa le mani tra i capelli e si, è davvero frustato, muore davvero dalla voglia di tornare di là a prendere a pugni Fernando << Perché? Perché hai reagito in quel modo? È una storia vecchia >> chiedo guardandolo << Perché? >> ripete lui quasi sbalordito, con la sedia con le rotelle si da una spinta per avvicinarsi a me, mi si piazza di fronte e mi prende le mani << Sweety, io non posso pensare che qualcuno ti sfiori anche solo con un dito, figuriamoci poi quello che ha fatto quello…quello schifoso. Se penso a tutta la sofferenza, il dolore il trauma che hai avuto a causa sua…quanto avrei voluto essere al tuo fianco in quel momento, picchiare chiunque ti prendesse in giro o ti desse fastidio…impedire che quel mostro distruggesse la tua innocenza >> mi accarezza delicatamente i capelli con la mano destra e posso vedere la sincerità delle sue parole attraverso i suoi occhi. Come se il mio dolore fosse anche il suo, è possibile? << Jorge…non devi sentirti in colpa per questo, tu non c’entri niente voglio dire…neanche sapevi della mia esistenza >> << No ma se lo avessi saputo…lo avrei impedito. Lo sai vero? >> << Ne sono sicura >> gli sorrido, lui ricambia e poi all’imporovviso poggia la mano dietro la mia testa per poi attirarla verso sé. Mi fa poggiare il capo nell’incavo del suo collo << Non permetterò mai a nessuno di farti del male Sweety è una promessa >> << Ti avrei creduto anche se non me lo avessi promesso >> rido perché sono praticamente intrappolata tra le sue braccia, incapace di fare qualunque movimento. Restiamo così ancora per un po’ fino a quando lui con uno scatto si allonanta e torna con la sedia vicino la scrivania. Prende la chiave dal bauletto e poi si alza in piedi << Che stai facendo? >> domando mentre lo guardo, lui non mi risponde, si avvicina al cassetto con la serratura e lo apre, mi sento nervosa, e di nuovo un senso di colpevolezza si fa spazio nel mio corpo. << Non sei obbligato… >> << Ti pare che sono il tipo che può essere obbligato? >> chiede inarcando un sopracciglio. Rido e nego col capo, lui poggia il cassetto nel mezzo del letto e poi si siede di fronte a me, io mi volto per averlo ben di fronte. Fa un respiro profondo poggiando le mani sulla scatola e poi la prende. La poggia sul letto e la apre << Lei è Sarah >> dice passandomi una foto, la riconsoco è quella che avevo già visto dove c’è solo la ragazza che cammina con lo sguardo basso << Come sei a me piace dare soprannomi alle ragazze carine e…il suo era Angel >> deglutisco, “Angel” se prima avevo qualche dubbio adesso è impossibile averlo. Lei è la ragazza per cui Jorge ha tanto sofferto e senza dubbio, deve essre stata parte importante della sua vita. << La conobbi all’asilo, avevamo solo due anni, all’inizio ero un bambino che se ne stava sulle sue e se qualcuno si avvicinava lo respingevo in malo modo perché…in realtà non lo so perché ma ero un bambino molto chiuso. Poi arrivò lei con i boccoli rossi raccolti in due codini >> resto stupita dalle sue parole, aveva solo due anni e ricorda ancora il loro primo incontro << Non disse niente, né ciao né altro, si sedette vicino a me e iniziò a giocare con le mie macchinine. Capii da subito che lei era una bambina speciale, un angelo. Lei divenne la mia migliore amica e io il suo. Ci confidavamo tutto, segreti, passioni, cotte, tutto. Un giorno capii che quello che provavo per lei andava oltre l’amicizia, così presi coraggio e le confessai il mio amore >> muovo i bracciali che ho sul polso sinistro, per qualche strana ragione questa storia mi infastidisce ma allo stesso tempo ovviamente mi incuriosisce << Lei mi disse che provava lo stesso e così ci mettemmo insieme anche se i suoi genitori non erano d’accordo >> << Perché no? >> << Perché loro non mi sopportavano. Mi ritenevano uno squilibrato, uno sbandato che avrebbe fatto soffrire la loro bambina. Mi hanno sempre visto come un cattivo ragazzo che aveva una pessima influenza su…su Sarah. Io la facevo tornare a casa tardi, le facevo scavalcare i muretti e cose del genere >> sorride malinconico probabilmente nel ricordare ciò che sta raccontando << Fino a quando un giorno…stavamo insieme da tre anni e io…sono sempre stato un tipo possessivo e geloso. La vidi parlare con un ragazzo che ci provava e mi avvicinai in malo modo, anche perché conoscevo quel ragazzo, lo avevo già sentito dire che voleva portarmela via e così litigammo. Attraversai la strada allontanandomi da lei, Sarah continuava a chiamarmi dicendomi di tornare indietro, di parlare ma io continuavo per la mia strada fino a quando lei non mi urlò “Ma la vuoi capire che ti amo stupido”? >> china lo sguardo sulle foto che sono nella scatola << Mi fermai di colpo a quella parola e mi voltai verso di lei. Vidi come un sorriso smagliante si formava man mano sul suo volto poi corse verso di me lasciando cadere lo zaino a terra. Mi voltai e lasciai cadere anche il mio zaino allargando le braccia per poterla prendere al volo ma… >> si ferma e si guarda le mani che tiene una nell’altra << Ma?... >> lo incalzo << Ma non arrivò mai tra le mie braccia. Passò una macchina è la scaraventò per aria. Io rimasi fermo, immobile. Letteralmente scioccato. Suo padre che aveva visto tutta la scena dalla macchina corse fuori per arrivare a prendere la figlia, anche il conducente dell’auto si fermò a prestare soccorso. Sarah finì in coma, in coma per un mese. Tre giorni prima della mia partenza per Buenos Aires i suoi mi avvisarono che Sarah non ce l’aveva fatta. Lei era morta…era diventata un vero angelo. Ironico no? >> un sorriso di amarezza, dolore e rabbia compare sul suo volto. << L’odio dei genitori nei miei confronti aumentò, mi ritenevano responsabile del suo stato di coma e poi…della sua morte >> << Cosa?! E perché?! Lei ha attraversato senza guardare! >> rispondo con un tono forse un po’ agressivo, ma il fatto è che non mi piace che Jorge si senta colpevole di una cosa del genere << Ah no? Rifletti un attimo Martina. Per colpa di chi ha attraversato la strada senza guardare? Per colpa mia! Se non avessi fatto quella scenata, se non mi fossi voltato a guardarla…lei non lo avrebbe mai fatto e…e oggi sarebbe ancora qui con noi. E invece no…i suoi genitori hanno ragione, è stata colpa mia, avrei almeno potuto provare a salvarla e invece…sono solo un vigliacco >> << Chi ti ha messo in testa queste cose?! I suoi genitori? >> << Perché vuoi dargli torto? >> << Okay. E sentiamo come avresti potuto salvarla?! Rischiando la tua vita?! >> << SI. Avrei dovuto farlo ma sono stato un codardo >> i nervi stanno prendendo il sopravvento e mi sforzo di non urlare << Tu sei la persona più coraggiosa che conosca Jorge. Se non l’hai salvata è stato perché non potevi perché io ci metterei la mano sul fuoco che tu…che tu avresti rischiato la sua vita per lei >> una strana fitta mi colpisce allo stomaco. La triste e dura verità << Suo padre ha visto la scena, lui ha detto che… >> << MA LO HAI DETTO TU STESSO CHE LUI TI ODIAVA! >> Jorge resta a guardarmi in silenzio e io sospiro, mi passo le mani sul volto e poi tra i capelli. Come faccio a fargli capire che il suo senso di colpa non ha fondamento? << Ci sono! Vieni con me >> dico alzandomi dal letto << Dove? >> << Lo scoprirai, muoviti e prendi le chiavi dell’auto >>. Lui esegue gli ordini, nella casa c’è un grande silenzio, probabilmente sono tutti nella stanza di Fernando. Io e Jorge usciamo senza farci notare, entriamo nel BMW e ci dirigiamo verso l’auto strada << Continua ad andare avanti >> dico indicando il percorso << Non vuoi dirmi dove stiamo andando? >> << Lo scoprirai tra poco, gira a sinistra, arriva al boschetto e accosta la macchina >>.  Jorge è un po’ riluttante ma comunque svolta a sinistra, ancora un altro paio di chilometri e parcheggia la macchina. << E adesso? >> chiede guardandomi << E adesso vieni con me >>. Esco dalla macchina, chiudo la portiera, Jorge e ancora dentro << Ma…devo lasciare la macchina qui da sola?! >> << Si Jorge! Non è una persona! Muoviti! >>. Lo sento sospirare prima fare ciò che gli è stato detto, fa una piccola corsetta per raggiungermi << Dove stiamo andando? >> << Adesso lo vedrai >> rispondo mentre arriviamo sul percorso che segue l’autostrada << Okay. Qui va bene >> << Qui va bene per fare cosa? >> inarca un sopracciglio fissandomi più confuso che mai << Ti dimostrerò che non sei un vigliacco e che se davvero avessi avuto l’opportunità di salvarla lo avresti fatto >>. Il suo volto si incupisce << Che cosa vuoi fare Martina?! >> osservo la strada e vedo un auto che sta arrivando << Io mi fido di te >> corro allontanandomi da lui, mettendomi al centro della strada nello stesso istante in cui una macchina si avvicina a velocità supersonica, probabilmente è guidata da un ubriacone e questo mi spaventa perché non lo avevo previsto. La macchina si avvicina sempre di più anche se chiudo gli occhi posso sentirne il rumore << NOOOO MARTINAAAAAAAAAAAAAAAA >> e poi un fascio di luce bianca.



*Angolo autrice*
Yeyyy come state? Allora prima di parlare della storia e del capitolo ci tengo a dirvi una cosa. Su fb c'è una ragazza di una pagina che va in giro dicendo che questo account ovvero "Niley story" era suo e lo condivideva con un'amica (che sarei io in testa a lei) e dice di aver scritto lei "Jortini: L'amore non ha età" e tutte le altre ff prima di questa. NON CREDETELE. Lei è solo una falsa bugiarda che mi ha rubato le storie facendole passare per sue e mi ha bloccato sulla pagina. Questo accounto è SOLO mio ed è sempre stato così fin dalla sua creazione. Non ho mai condiviso con nessuno un account e tanto meno le storie. Tra l'altro vorrei dire a questa genete che si spaccia per me e mi copia addirittura i nick...cioè un po' di originalità, per non parlare del fatto che siete dei codardi perché non avete neanche il coraggio di afforntarmi sul serio, persone senza valore né niente. Detto questo chiudo parentesi e parliamo del capitolo u.u
Beh che dite? So che una persona ha pianto leggendolo lol e voi? Qualcuna di voi ha pianto? All'inizio abbiamo visto Jorge che si rifiutava di ascoltare Tini...ma poi l'ha vista piangere e non ha resistito, ha dovuto ascoltarla, beh cosa dire della storia di Vilu...onestamente non sapevo se era il caso di mettere il reating rosso, forse per la storia un po' forte ma pensandoci ho pensato che si parla di argomenti forti ma non credo di averli presentati arrivando al punto del reating rosso che dite?...Il titolo...ho scritto così perché volevo che la storia di Jorge fosse una sorpresa, Anche se tuttavia non hanno finito di discutere...ma ora potranno farlo o Tini ha fatto la cazzata del secolo? Se Jorge fosse rimasto davvero traumatizzato da quellla cosa e non fosse riuscito a reagire? Cosa sarà successo a Tini?...Beh almeno adesso abbiamo messo fine hai segreti...o chissà forse è appena iniziato un nuovo ciclo dove nuove cose stanno per sorgere, nuove domande, nuovi misteri...nuove persone...o forse no lol chi può dirlo...(io ma non ve lo dico lol). Beh ora vi lascio spero che vi abbia fatto piacere la sorpresa e che vi sia piaciuto il capitolo
Ps: Domani cercherò di rispondere alle recensioni dei capitoli 19-20 lol grazie mille a tutte VI AMO *W*
Eee...va beh se ricordo di dovervi dire qualcos'altro ve lo dico domani lol baciiii chicasss...una cosa che volevo dire l'ho ricordata. So che magari alcuni di voi sono rimasti delusi dal fatto che quella ragazza era la fidanzata di Jorge e si un po' vi capisco ma...la storia deve andare così lol inoltre a parte essere stata la sua ragaazza è stata la sua amica d'infanzia e...niente lol
A prestoooooo...ah dimenticavo...vi lascio una foto di angel ovvero...Sarah, eccola! Ciaoo besoss





  

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Capitolo 22
*** Sono complicata ***








~~Apro lentamente gli occhi, mi fa male la schiena, ho preso una bella botta. Jorge è steso sopra di me, mi sta schiacciando con il suo peso. << Credo di aver perso il braccio destro >> dico cercando di muoverlo << Ah no aspetta, mi stai schiacciando è per questo che non lo sento! >>. Lentamente Jorge reaziona sollevandosi di poco da sopra di me, fa leva sulle braccia ma resta comunque lì a fissarmi dall’alto senza dire niente, con gli occhi sgranati. << Grazie >> dico, scivolando via da sotto di lui, mi rimetto in piedi e mi strofino le mani sporche di terreno << Certo, potevi anche essere più delicato eh >> dico toccandomi la schiena, lui ora si è seduto a terra e guarda un punto fisso del terreno, quando lentamente alza lo sguardo mi guarda scioccato. <<  T-tu sei impazzita! Ti è dato di volta il cervello?! Cosa volevi fare?! AMMAZZARTI?! Sei una cretina! Una demente! UN’IMBECILLE! SPIEGAMELO! >> si alza in piedi e si dirige verso di me come una  furia. << RINGRAZIA DI ESSERE UNA RAGAZZA PERCHE’ ALTRIMENTI UN CEFFONE NON TE LO TOGLIEREBBE NESSUNO >> mi grida contro, io Indietreggio di un passo << Volevo solo dimostrartelo >> << Ma dimostrarmi COSA?! >> mi urla contro senza controllo << Che non è colpa tua. Se avessi avuto l’opportunità di salvarla l’avresti fatto esattamente come hai fatto con me quindi smettila di fartene una colpa! Se Sarah è morta non è colpa tua, se quell’auto l’ha investita e tu non hai potuto fare niente non è stata colpa tua!...Quindi smettila di piangerti addosso. Tu non hai nessuna colpa >> lo vedo sollevare la mano destra e serrarla in un pugno all’altezza del mio viso, stringe anche ai denti << Tu…tu non hai la più pallida idea di quanto io in questo momento muoia dalla voglia di prenderti a schiaffi Martina >> si allontana da me di qualche passo, si passa le mani tra i capelli, io l’osservo, è di profilo davanti a me, sta cercando di calmarsi, dopo un po’ si volta verso di me e fa un profondo sospiro, poi mi si avvicina nuovamente << Ti fidi così tanto di me da buttarti in mezzo a una strada e rischiare di morire? >> chiede guardandomi, io gli sorrido << Sapevo che mi avresti salvato, non avevo dubbi in proposito. Tu sei uno che è disposto a rischiare la sua vita per salvare chi ama…e non so come, non so perché, non so quando…non so che ho fatto per meritarmelo ma io rientro in questa cerchia di persone. So con certezza che daresti la vita per me come per i tuoi genitori, per mio fratello, per mio cugino e credo anche per Cande no? >> lui annuisce. Ci guardiamo negli occhi per qualche secondo, vorrei tanto capire a cosa sta pensando, perché dal suo sguardo così profondo, capisco che a qualcosa sta pensando. Continuo a sorridergli quando d’un tratto sento le sue braccia avvolgersi intorno al mio corpo, strette come una catena. Resto immobile, sorpresa, esterrefatta dal gesto. Non me lo aspettavo, mi ha colto di sorpresa. <<  Non farmelo mai più ti prego…è stata una cosa terribile, per un attimo ho creduto di perderti >>. Continuo a restare ferma ma cerco di muovere le braccia per quanto mi è possibile in modo da ricambiare l’abbraccio <<  Te l’ho detto…sapevo che mi avresti salvato >> sussurro sinceramente. Si perché io ero davvero sicura del fatto che lui mi avrebbe salvato la vita, perché in fondo è quello che fa dal primo giorno in cui l’ho conosciuto. Dopo un po’ ci separiamo noto che ha gli occhi lucidi, segno che qualche lacrima è scesa sulle sue guance. Devo averlo spaventato davvero molto poverino << Andiamo? >> mi chiede lui << Certo! >> così ci incamminiamo verso la macchina << Sai è vero quella cosa che si dice…si insomma mi sono vista tutta la vita passarmi davanti agli occhi >> dico riflettendo su quello che è successo poco fa << Però è stato da brivido! Ti va se proviamo a rifarlo qualche volta? >> ironizzo per cercare di farlo ridere << Tu soffri di demenza senile acuta. Quando torniamo a casa cerco una clinica di cura >> << Heyyy >> faccio la parte dell’offesa cercando di non ridere ma fallisco miseramente dandogli una spinta con la spalla…non che ottenga di fare gravi danni, insomma lui paragonato a me è una montagna.
Arrivati a casa Jorge apre la porta di casa e io entro dietro di lui << Toglietelo dalla testa, tu sei fuori >> dice mentre entriamo contrariato alla mia idea di rivivere l’esperienza << Era solo un po’ di sano brivido >> Appena mettiamo piede in casa troviamo Alvaro con le braccia incrociate, evidentemente ci stava aspettando. << Quando ti ho detto di andare in camera tutta non volevo dire che avevi il permesso di uscire di casa >> dice guardando il figlio << So cosa volevi dire >> << Eppure hai disobbedito. Spero che almeno adesso tu sia rinsavito e pronto a parlare e a chiedere scusa a Fernando >> << Non ho niente da dire e non devo chiedere scusa a Fernando. Si chiede scusa quando ci si pente di qualcosa, io non sono pentito >>. Dalle spalle di Alvaro arrivano Diego e Francisco che hanno sentito l’ultima parte del discorso di Jorge. Alvaro e Jorge si guardano in silenzio l’uno negli occhi dell’altro senza mai abbassare lo sguardo, quasi fosse una sfida. Il padre cede << Ci rinuncio. Non riesco a capire che cosa ti passa per quella testa Jorge. Vai in camera tua, sei confinato, non puoi uscire fino a quando non ti verrà voglia di dirmi che ti prende mi sono spiegato? >> Jorge fa un cenno di assenso col capo e Alvaro va via. Francisco seguito da Diego si avvicinano a Jorge << Jorge ma che ti è preso? >> Francisco lo guarda con fare preoccupato anche Diego sta per dire qualcosa ma Jorge lo interrompe << Niente ragazzi, sul serio…vado in camera mia >>. Si fa spazio tra i due e va entrando nel salone per arrivare alla sua stanza. << Tu non sai cos’ha? >> mi chiede mio fratello una volta che Jorge sparisce dalla nostra visuale. Scrollo le spalle << Nop >> << E se andiamo a parlargli? >> suggerisce Diego << Si okay andiamo >> i due riescono a malapena a raggiungere il salone prima di essere interrotti da Alvaro << Ragazzi no. Jorge è in punizione, non può vedere nessuno fino a quando non si deciderà a parlrmi. Io ora vado a vedere come sta Fernando, Cassandra era furiosa >> << Alvaro pensi che la mia matrigna possa denunciare Jorge? >> << Non lo so Fran, onestamente non so più niente >> detto questo si allontana da noi. << Denunciare per cosa? >> mi intrometto io << Beh lo ha quasi ucciso Martina e sembrava che le sue intenzioni fossero quelle >> spiega Diego. I miei occhi si posano sul pavimento, se Cassandra denuncia Jorge è colpa mia. << Andiamo a vedere anche noi come sta Fernando? >> << Si e minacciamolo! Gli diciamo che se non convince la madre a non far denunciare Jorge lo finiamo di uccidere noi eh? >> le idee di mio cugino sono sempre così…brillanti. Franciscogli dà un leggero colpo dietro la testa << Ahi! >> << Andiamo che è meglio >>. E mentre tutti quanti vanno a vedere in che stato si trova il povero, innocente Fernando io mi dirigo verso la stanza di Jorge. Apro lentamente la porta della sua stanza e lo vedo seduto sul letto ad osservare il contenuto di quel cassetto. << Si può? >> << Veramente no…se ti vede mio padre finisce male >> scrollo le spalle << Sopravvivrò >> mi chiudo la porta alle spalle e mi avvicino a lui, ha i cd tra le mani << Cosa sono quelli? >> chiedo osservandoli, resto in piedi non molto distante da lui << Sono dei dvd. Mi piaceva filmare i bei momenti o anche immortalarli con delle foto. Prima di oggi non ho mai avuto il coraggio di aprire questo cassetto e di…vedere il contenuto. Ti va? >> dice sollevando un cd << Si, certo >> rispondo, sapendo che per lui è una cosa importante. Mi accomodo sul letto mentre lui si alza per inserire il dvd nel lettore che è incorporato alla relevisione al plasma che si trova nella sua stanza. Parte un video, Jorge torna a sedersi dietro di me. Nel video si vede Sarah che è seduta sul prato con un quaderno sulle gambe e il appo della penna vicino le labbra. Sembra molto concentrata su quel foglio << Sarah saluta la telecamera >> riconosco la voce di Jorge che evidentemente sta registrando il video. La ragazza alza di poco lo sguardo e poi sorride timidamente << Jorge! Eddai spegnila sto studiando >> << E allora? Sei comunque bellissima angel >> << Smettila >> Sarah è evidentemente in imbarazzo ma continua a sorridere, Jorge si siede accanto a lei apparendo anche lui nella telecamera << Sono in compagnia della ragazza più bella del mondo >> le dà un bacio sulla guancai e Sarah sorride << Vuoi mettere via quell’affare? Guarda che te lo rompo >> << Ma dai è divertente >> << Per me no Jorgito spegnila, dai >> << Va bene, acida >>. Il video finisce e lui mette un altro cd, da questo però non esce alcun video, in compenso però la voce di Celine Dion canta my heart will go on da quel cd << E questa? >> chiedo riferendomi alla canzone << Era la sua canzone preferita >> mi dice scrollando le spalle << Questo era un cd musicale che mi ha fatto lei >> aannuisco voltandomi a guardare le foto sparse sul letto. Sarah era una ragazza molto semplice e bella allo stesso tempo, una ragazza umile che aveva evidentemente un gran cuore. Doveva essere una persona molto speciale, sicuramente per Jorge lo era. << Sweety >> Jorge mi allontana dai miei pensieri facendomi voltare verso di lui. Mi si avvicina e quando arriva di fronte a me si piega sedendosi sui talloni e mi afferra le mani << Grazie >> sussurra avvicinando le mie mani alle sue labbra per baciarle, un formicolio si crea sotto la pelle << Per cosa?... >> chiedo senza capire << Senza di te non sarei mai riuscito a superare tutto questo, non ne avrei mai avuto il coraggio >> si alza in piedi e si toglie la maglietta lasciandola cadere a terra prima ancora che io possa rispondergli. Non so cosa stia facendo ma non ho neanche il tempo di restare confusa perché lui torna a parlare << Da oggi questo tatuaggio ha un altro significato >> dice poggiando la sua mano su quel piccolo cerchio di ali che nascondono un angelo << Prima stava a simbolizzare Sarah, il passato che mi perseguitava, il senso di colpa, adesso…adesso rappresenta un ricordo, un ostacolo che sono riuscito a superare grazie a te Sweety. La prova della tua importanza nella mia vita >> allunga la mano sinistra per prendere la mia destra così da farmi alzare in piedi. Poggia delicatamente la mia mano sul suo petto, sul suo tatuaggio e autormaticamente il mio cuore comincia a battere all’impazzata. << Jorge tu…potrai sempre contare su di me. Anche tu hai aiutato me a…a liberarmi dal mio passato…per non parlare di quando hai preso a pugni Fernando >> << Era il minimo, ti giuro che… >> << Lo so >> sorrido interrompendolo, sapendo già che stava per dirmi che lo avrebbe ucciso volentieri. I miei occhi vagano sul suo petto, si soffermano sul tatuaggio “Stay strong” la sfioro con l’indice sinistro mordendomi il labbro inferire non sapendo se è il caso di fare la domanda che sto per fare, ma ho deciso, mi butto << Anche questa l’hai fatta per Sarah? >> << No, “stay strong” l’ho fatto per me. Per ricordarmi che nella vita bisogna essere sempre forti, qualsiasi cosa accada >> non dico altro, resto a fissare quella scritta ancora per qualche secondo per poi tornare a specchiarmi nei suoi occhi. Lui si allontana lasciando andare la mia mano destra, sento come una strana sensazione di vuoto in quel momento, mi piaceva stare così vicina a lui. Jorge rimette tutto in ordine nel cassetto e poi lo solleva per rimetterlo al suo posto nel mobile. Prende la chiave e sta per infilarla della serratura ma poi decide di fermarsi, ripone la chiave al suo posto nel cofanetto. << Non la chiudi a chiave? >> << Non ha più senso…era chiusa a chiave perché era una cosa che non volevo affrontare…adesso è andato >> cammina verso di me, raccoglie la maglia da terra e se la rimette, io sospira lasciandomi cadere sul letto dietro di me. << Che giornata pesante >> esorto si sistemandomi sul letto per arrivare a poggiare il capo sul cuscino << Già…non capita tutti i giorni di rischiare la morte no? >> e nella sua frase noto un certo tono canzonatorio. Si stende anche lui posando il capo sul mio ventre, roteo gli occhi ridendo per la sua frase, e poi poso delicatamente le mani sulla sua testa, gli accarezzo i capelli facendoli intrecciare tra le mie dita e restiamo in silenzio per qualche minuto. << Sweety? >> << Mmm? >> << Perché non sei andata alla polizia a denunciarlo? >> << Ero solo una ragazzina Jorge…avevo paura di lui, non ho mai neanche sfiorato l’idea di poter denunciare la cosa. Pensavo solo a sopravvivere…capisci? >> << Si…capisco >> di nuovo, il silenzio arieggia tra noi, questa volta ad interromperlo sono io << Cande mi ha raccontato di quella volta che prendesti a pugni Fran…quando appena arrivato te ne stavi chiuso in camera tua. Cos’è successo quella sera? Hai raccontato tutto e Fran e Diego? >> << No…mio padre mi sollevò di peso allontanandomi da Francisco. Mi trascinò nella casetta in piscina approfittando del fatto che ero uscito dalla stanza. Mi disse “sei arrabbiato? Va bene. Vuoi sfogarti? Okay. Ma non puoi farlo sugli altri. Qui c’è il tuo sacco se vuoi prendere a pugni qualcosa prego, sfogati pure”. Si mise in un angolo a guardarmi con le braccia consorte, io non lo guardai restai fermo a fissare il sacco dinnanzi a me. La voglia di prenderlo a pugni era tantae così mi lasciai andare. Stetti per delle ore a colpirlo, arrivai anche a farmi sanguinare le nocche delel mani e mio padre continuava aa stare lì in silenzio come uno spettatore fino a quando non mi stancai e caddi a terra piangendo. Quella fu la prima volta che piansi per la morte di Sarah, e piansi davvero non il silenzio. Mio padre mi abbracciò e mi disse che andava tutto bene e che potevo piangere quanto volevo e che dopo mi sarei sentito meglio. Diego e Francisco assistettero alla scena dietro la porta ma non dissero niente, poi la sera vennero in camera mia e me lo raccontarono. Chiesi scusa a Francisco per il pugno ed entrmabi mi chiesero cos’era successo e perché avevo pianto. Gli dissi che avevo sofferto per la scomparsa di una persona, niente di più e allora Fran mi raccontò dei suoi genitori. Quella sera restammo a parlare fino a tardi e diventammo ottimi amici…e il resto lo sai già no? >> << Si certo. Siete diventati i tre inseparabili moschettieri >> << Già >>. La porta della stanza si apre ed entrambi scattiamo seduti sul letto. Gli occhi di Alvaro si posano prima su di me e poi sul figlio << Non avevo detto esiliato da solo? >> << Si papà, le serviva una cosa >> << Aha…Martina per favore lasciaci soli >> guardo Jorge che mi fa un cenno di assenso col capo e così mi alzo dirigendomi verso l’uscita. Vorrei restare a sentire la discussione, vorrei poter dire ad Alvaro di smetterla di essere così duro con Jorge perché lui mi ha soltanto difeso, niente di più. Ma non posso. Alvaro chiude la porta della stanza appena dopo che io sia uscita. Vado in salone dove Diego e Fran stanno guardando la televisione. << Hey, dov’eri tu? >> domanda mio fratello << Ero…in camera di Jorge >> << Che?! >> esclamano all’unisono << Martina per favore dicci la verità, tu sai perché Jorge ha avuto quella reazione si o no? >> mi spplica Diego. Sospiro e guardo dall’altra parte << Martina ci dici perché? >> << Sentite lui…non è impazzito okay? Lo ha fatto per una giusta causa >> << Quale? >> insiste Fran << Lo saprete quando vorrà dirvelo >> mento fingendo che sia una cosa che riguarda solo lui. Francisco e Diego si scambiano uno sguardo non sicuri di cessare con il loro interrogatori. Mi siedo anche io sul divano, quello vuoto accanto al loro e guardiamo la televisione. Dopo circa un’ora e mezza Vediamo Alvaro uscire dalla stanza << Nessuno può entrare o uscire dalla stanza di Jorge, mi sono spiegato? È in punizione >> dice guardandoci tutti quanti uno ad uno << Oh andiamo Alvaro, non esagerare >> interviene Diego << Si, in fondo non ha ucciso nessuno >> concorda Fran << Ripeto. Nessuno può entrare o uscire dalla stanza di Jorge, mi sono spiegato? Dovete solo rispondere si >>. Francisco e Diego si lanciano uno sguardo per poi chinare il capo restando in silenzio << Francisco! Diego! >> li richiama Alvaro << Si Alvaro >> rispondono loro, poi Alvaro guarda me << Martina? >> resto in silenzio per qualche secondo per poi rispondere << Si >>. Quella sera a cena Jorge non c’era, posso immaginare la ragione. Non c’erano neanche Cassandra e Fernando, da quello che ho capito sono andati a pronto soccorso. << Alvaro possiamo almeno portare un piatto di carne a Jorge? >> chiede Fran << Si dai, in fondo un ultimo desiderio non si nega neanche al diavolo in persona no? >> continua Diego << No. Jorge non è fin di vita, non deve esprimere un ultimo desiderio e io non gli ho proibito di venire a tavola a mangiare. Gli ho detto che se veniva avremmo discusso evidentemente non ha voglia di parlare >>. Sospiro e continuo a sentirmi in colpa, non mi piace che Jorge discuta con suo padre ancor meno a causa mia. Sono le 23:00, Francisco è andato a casa di Cande e Diego è in camera sua a parlare con Lodo a telefono da quasi un’ora. Alvaro e Anahi stanno discutendo in cucina e la mia matrigna e suo figlio non sono ancora rientrati. Fisso la porta della stanza di Jorge indecisa se entrarci o meno, alla fine mi decido e controllo che Alvaro e Anahi siano ancora in cucina, stanno parlando di Jorge, Anahi pensa che il marito sia troppo duro e lui non sa che altro fare. Apro lentamente la porta della stanza di Jorge, lui è seduto alla scrivania con una foto tra le mani. << Posso? >> chiedo affacciandomi dalla porta << Vuoi finire nei guai? >> << Per così poco? >> rispondo sorridendo, entro nella stanza e chiudo la porta alle mie spalle << Cosa guarda? >> domando avvicinandomi a lui, mi mostra la foto di Sarah e io annuisco come per dire “capito” << Vuoi metterla sotto al cuscino adesso? >> ironizzo sentendomi come una fitta allo stomaco, pugnalata da sola. << No, significherebbe essere ancora legato a lei e…no >> dice per poi alzarsi in piedi, aprire il casetto e riporre la foto al suo interno. Sto per dire un’altra parola ma la porta della stanza si apre << Jorge, vieni >> riconosco la voce di Alvaro ma non lo vedo né lui vede me dato che sono vicino al muro al lato della porte e per questa volta sono contenta di essere passata inosservato, Jorge fa come se io non ci fosse e si dirige verso la porta ma prima di uscire mi lancia uno sguardo. Aspetto qualche secondo e poi decido di seguirli. << È ASSOLUTAMENTE UNA COSA INAMMISSIBILE >>  sento le urla della mia matrigna provenire dalla cucina, Alvaro e Jorge entrano proprio lì. << Ti prego Cassandra calmati >> la implora Anahi << CLMARMI?! TUO FIGLIO HA QUASI UCCISO IL MIO! >> non so se è il caso di avvicinarmi o meno alla porta, ho paura di essere scoperta e anche di quello che potrebbe succedere in quella stanza. Faccio un respiro profondo e decido di avvicinarmi. << Cassandra, posso capire che tu sia furiosa ma non potremmo semplicemente parlarne? Non mi sembra il caso di denunciare Jorge, fallo per l’amicizia che c’è tra noi >> il tono di Alvaro è quasi una supplica. Lui è seduto di fronte a Cassandra, Jorge di fronte a Fernando e Anahi è in piedi vicino il mobile alle spalle del marito. Lei è evidentemente preoccupata, glielo si legge in faccia anche se dalla mia posizione posso vederla solo di profilo, ha il braccio sinistro inrono alla vita e la mano destra serrata in un pugno vicino le labbra. Jorge e Alvaro sono di spalle davanti a me e invece Cassandra e Fernando posso vederli in faccia. Fernando ha l’occhio sinistro coperto da un cerotto bello grande di forma circolare e varie macchie violacee sul viso coperte con dei cerotti. << Alvaro tu forse non ti rendi conto ma TUO figlio ha quasi rischiato di uccidere il MIO! >> << Si Cassandra, me ne rendo conto e ti do’ ragione ma… >> << Ma che problema c’è? >> Jorge interrompe il padre facendomi perdere un battito, << Su andiamo alla polizia >> continua alzandosi in piedi e guardando Fernando. << Tu denunci me e io denuncio te ci stai Ferni? >> sgrano gli occhi e deglutisco tutta l’attenzione è concentrata su Jorge << Che stai facendo Martina? >> mio cugino compare alle spalle << Shh >> gli faccio segno con l’indice destro di stare zitto e lui alza le mani in segno di resa e poi si avvicina << Scusa? Che cosa vuol dire che tu denunci lui Jorge? >> il padre sembra essere il primo ad essersi ripreso. << Una cosa tra me e Ferni, giusto Fer? Io mi farò un mesetto al fresco forse ma tu…tu avrai come minimo cinque anni e sta pur certo che io fare in modo di farti avere la pena più alta possibile >>. Cazzo Jorge! Che stai facendo?! Che vuoi fare?! Fernando lo guarda intensamente con l’unico occhio che gli permette di farlo << Basta con questa pagliacciata. Nessuno denuncerà nessuno, l’ultima cosa che ci serve è finire per strada no mamma? >> e sono sorpresa io stessa dalle parole di Fernando, sia io che Diego ci rendiamo conto che si sta dirigendo verso l’uscita << Sai che non ti converrebbe vero Fernando? >> insiste Jorge ma questo lo ignora. Io e Diego scattiamo allontandoci dalla porta e andando a sabattere contro Francisco che è appena entrato dalla porta principale << Whuo! Che fate?! >> esclama guardandoci << Scusa! >> diciamo noi all’unisono, mio fratello ci guarda confuso e poi sposta lo sguardo alle nostre spalle << Jorge! >> automaticamente io e Diego ci voltiamo << Hey come va? >> dice avvicinandosi al ragazzo dagli occhi verdi << Bene >> risponde lui << Jorge >> il padre lo chiama uscendo dalla cucina e gli poggià una mano sulla spalla << Posso capire come avresti denunciato Fernando? >> << Papà…ho promesso a una persona che non avrei detto nulla, una persona che non conosci. Quindi per favore rispetta la mia decisione e abbi fiducia in me, non sono scemonito se ho fatto quello che ho fatto c’è una ragione okay? Ti sei sempre fidato di me, qual è il problema? >> << Jorge hai quasi ucciso una persona…questo è il problema >> << Tranquillo, ad UCCIDERLO non ci proverò più okay? >> marca bene la parola “ucciderlo” per specificare evidentemente che con molte probabilità lo avrebbe picchiato ancora. Dà una pacca sulla spalla al padre e poi si dirige verso la sua stanza. Tutti quanti lo fissiamo mentre si allontana. << Mi sono perso qualcosa? >>  mio fratello si guarda intorno << Ehm…Alvaro, ora possiamo andare in camera di Jorge giusto? >> Diego lo guarda con un’espressione supplichevole, Alvaro sta valutando l’idea << Si, d’accordo andate >>. Fran e Diego corrono come due razzi verso la stanza di Jorge. << …Beh io vado a letto, domani mi aspetta una dura giornata di lavoro. Buona notte Martina >> Alvaro mi poggia le mani sulle spalle  e poi mi dà un leggero bacio sulla fronte << Buona notte Alvaro >>. Fin da quando sono arrivata in questa casa sia lui che Anahi mi hanno sempre trattata come se fossi una loro figlia, sono persone molto amorevoli e gentili. Cammino dirigendomi verso la stanza di Jorge, mi sento osservata e così mi guardo intorno, incrocio lo sguardo assassino di Fernando che ancora adesso mi provoca la pelle d’oca. Mi faccio forza e vado in camera mia per mettermi il pigiama. Mi basta urlare, un solo urlo e Jorge sarà da me. Una volta essermi cambiata attendo che Fran e Diego escano  dalla stanza di Jorge << Allora a domani bro >> sento la voce di mio cugino << Notte Jorge >> seguita da quella di mio fratello, attendo di sentire il rumore delle porte delle loro stanze chiudersi e così vado nella stanza di Jorge << Hey >> dice lui vedendomi, indossa i pantaloni del pigiama e capisco di essere entrata proprio mentre stava per indossarli << Oh…scusami! >> esclamo coprendomi la faccia per l’imbarazza << Per fortuna avevo già fatto…possiamo andare a letto >> << Sip… >> non dormiamo insieme da due notti, di conseguenza non dormo da due notti, sembra sia passata un’eternità e ho non poco sonno. Jorge mi fa mettere al lato di dentro, quello dove di solito dorme lui e poi si infila sotto le coperte dietro di me, io sono stesa di spalle dinnanzi a lui. << Lo sai prima in cucina, mi hai fatto prendere un colpo >> << Credevi che avrei sbandierato il tuo segreto ai quattro venti? >> ridacchia lui << Si per un attimo l’ho creduto >> condesso << Per un attimo ho pensato di farlo, per far capire a tutto che schifo di persona sia Fernando, ma mi sono accontentato di aver lasciato tutti a bocca aperta e lui infuriato nero >> << Già…prima ho avuto come l’impressione che me l’avrebbe fatta pagare >> << Deve dolo provarci ad avvicinarsi a te e ti assicuro che non avrà vita lunga >>. Sorrido sapendo che lui non sa scherzando, che mi proteggerà davvero. << Sweety? Ti stendi? >> << Come? >> chiedo confusa? Girando il capo verso di lui. << Così >> mi afferra il braccio sinistro facendomi poggiare la schiena sul materasso, non capisco cosa stia facendo, poggia il capo sul mio petto e mi cinge la vita, io resto con le mani sospese in aria, poco distanti dalle sue spalle cercando di assimilare la cosa << Buona notte >> dice lui tranquillamente << B-buona n-notte >> balbetto io poggiando lentamente le mani sulla sua schiena.
Il giorno seguente ci svegliammo tutti e quattro tardi, di conseguenza arrivammo tutti e quattro in ritardo. Dopo essermi sorbita la ramanzina dell’insegnante di storia, siedo al mio posto accanto a Lodo. Quella mattina Lodo era stata accompagnata dal padre quindi per lei niente ritardo. << Uuu niente più faccia da funerale. Posso dedurre che tu e Jorge abbiate finalmente fatto pace? >> annuisco sorridendo alla mia amica << Silenzio per favore. Non solo arriva in ritardo ma disturba anche la lezione? >> << M-mi scusi >> balbetto chinando il capo e Lodo resta in silenzio << Stronza >> dico sotto voce << Shhh…disturbi la lezione >>. Quella giornata era davvero gelida e non trovammo neanche il tempo per riuscire ad incontrarci col gruppo dei popolari, infatti Lodo e Diego recuperano tutto il tempo perso alla fine delle cinque ore, quando arriviamo all’uscita lui le afferra la vita attirandola a sé << Finalmente nena! Ciao >> lei gli sorride nega col capo << Ciao Diego >> avvolge le braccia itorno al suo collo e risponde immediatamente al bacio passionale che Diego le dà. Francisco invece è poggiato con la schiena allo stipite della porta e stringe Cande tra le sue braccia, la rossa sembra stare congelando, ha persiono la felpa di mio fratello addosso. << Jorge dov’è? >> chiedo notando la sua assenza, << Mi pare sia ancora negli spogliatoi, di solito è il primo ad uscire ha detto che doveva fare una cosa importante >> risponde Fran. Sto per continuare la discussione quando un suono annuncia l’arrivo di un sms sul mio cellulare “Vieni negli spogliatoi dei ragazzi. Dissimula e non dire niente a tuo fratello” che messaggio specifico Jorge, bravo. << Ehm…sapete, pensandoci anche io devo tornare indietro, ho dimenticato una cosa nell’armadietto torno subito >> << Ti accompagno >> dice Lodo separandosi dalle labbra del fidanzato che protesta baciandole la guancia cercando di avvicinarsi alle sue labbra << Eddai Diego! >> ride lei provando ad allontanarlo. << No, tranquilla ci vado da sola, torno subito >> corro via sentendo la voce in lontananza di Lodo << Diego! Fammi salutare Cande e Fran! Dai! >>. Che romantico mi dà appuntamento negli spogliatoi, assurdo. << Ehilà c’è nessuno? >> chiedo una volta dentro. << Jorge? >> avanzo arrivando quasi in fondo all’improvviso sento qualcuno poggiare le mani si miei fianchi << Buh! >> << Aaaah!!! Jorge!!! Ma sei scemonito?! >> lui si piega in due dalle risate mentre io tento inutilmente di picchiarlo << Ai? >> mi prende anche in giro << Grr mi fai saltare i nervi! Stupido! >> riesco a dargli uno schiaffo in piena faccia << Ahi!!! Questo ha fatto male veramente >> << Ben ti sta! Che mi hai fatto venire a fare qui?! >> chiedo incrociando le braccia << Devo parlarti di una cosa importante >> << Qui?! >> ribaddisco indicando lo spogliatoio con l’indice destro << Si, tanto sono andati tutti via >> faccio un respiro profondo << Okay, che vuoi? >> << Te >> << Prego?! >> << Sweety io…ci ho pensato molto e ho deciso che…basta. Non volevo più innamorarmi perché credevo di non poter amare nessun’altra, credevo di non meritare più l’amore di nessun’altra >> << Stai delirando >> << No! Fammi parlare. Quando ti ho visto la prima volta all’aeroporto mi sono detto “wow questa devo portarmela a letto” >> << Carino! >> dico ironica ma lui mi ignora e continua << Poi dal modo in cui mi hai risposto ho capito che tu non eri una qualunque quindi ho rinunciato. Mi sono detto, no questa è una ragazza pericolosa, quel tipo di ragazza può avere il mondo ai suoi piedi se se lo impone. Successivamente quando ti ho visto a casa e ho scoperto che eri la sorella di Francisco…sono stato ancora più deciso a diventare SOLO tuo amico. Credevo di farcela sai? I-io ne ero convinto ma…ma ho fallito, miseramente. Fin dal primo istante in cui ti ho visto ho capito che eri speciale, che dovevo proteggerti. Martina, tutte le cose che ti dissi quella sera, quella del ballo di Gala, erano vere. Io non stavo scherzando, io volevo baciarti davvero >> << Jorge smettila! Ti ho già detto più volte che su queste cose non devi scherzare >> << E ti ho detto che NON STO SCHERZANDO! Anche quella volta, vicino agli armadietti. Io volevo davvero baciarti ma…sapevo che non era giusto perché tu stavi con Damien, perché io non volevo innamorarmi, perché tu meritavi di meglio ma sai cosa?...è vero quello che si dice. Al cuor non si comanda. Non passa giorno che io non pensi a quel bacio…quello in palestra, te lo ricordi? >>. Sento piccoli brividi percorrere tutto il mio corpo al solo ricordo di quel bacio. Probabilmente quella volta, ho provato le emozioni più forti di tutta la mia vita. Jorge mi fissa intensamente, si passa la lingua sul labbro superiore e poi continua << Io ho lottato contro me stesso per questi sentimenti, ho cercato di combatterli, di negarmeli ma loro sono sempre e non vogliono sparire. Non fanno altro che aumentare di giorno in giorno fino a consumarmi, fino a portare ogni mia emozione ad un livello più elevato. Ti prego, dammi un’opportunità. Io voglio provare di nuovo ad avere una storia. E tu sei l’unica per me >>. Non sta scherzando. La sua voce, il suo sguardo, la rigidità del suo corpo, non sta scherzando. Deglutisco. No. Non posso, non dopo quello che è successo l’ultima volta. Io non posso più avere un fidanzato, non ne sarei in grado. Non potrei mai dargli tutto quello che vuole. << No >> << Perché no? So che provi qualcosa per me >> << No io… >> << No? >> << No, cioè sì…insomma io… >> mi blocco, e mi passo la mano destra sul volto cercando mentalmente le parole giuste da dire. Sospiro. << Sono complicata >> dico guardandolo negli occhi, con fermezza e con coraggio cosa che fino a pochi secondi fa non avevo. << Avremo un amore complicato >> lui sorride scrollando le spalle, come al solito ha risposta pronta e il sorriso indelebile sul viso << Non mi sono mai piaciute le cose facili, le cose facili sono noiose >> continua negando col capo.  Dio quant’è difficile. << Jorge io… >> chiudo gli occhi per un’istante, quanto basta per farlo avvicinare a me, lo percepisco per il contatto delle sue mani sui miei fianchi, per il suo respiro caldo che si infrange sulla mia bocca, per la tensione del mio corpo e i battiti accelerati del mio cuore. Lo percepisco, perché ogni parte di me lo fa.


*Angolo autrice*
Hahahaha vi ho fatto prendere un colpo a tutte eh? Beh keep calm non è successo niente u.u Anche a voi è venuto un'infarto quando Jorge parlava in cucina col padre, Cassandra ecc?...Ma cio va beh avete capito perché non ho voluto svelarvi il titolo del capitolo 22? LoL perché altriimenti capivate che era il capitolo che conteneva il pezzo della trama. Finalmente siamo andati in fondo al segreto di Jorge...che dire, abbiamo messo fine a tutti segreti.....................................o almeno così sembra, chissà. Beh adesso che Jorge vuole avere una relazione seria Tini non vuole, oh mai na volta che sti due si trovano d'accordo. E ora? Cosa succederà?...Si baceranno? Si metteranno insieme? Oppure Tini lo respingerà?........................io lo soooo e voi nop u.u in realtà ci sono molte cose che io so e voi nop lol. Voi avete capito perché Tini non vuole? Scommetto di si u.u shhh non lo dite! Allora lo so che state facendo "buuu" perché non ho ancora risposto alle recensioni ma cercate di capirmi ç_________ç se rispondo a tutte assieme non ho neanche il tempo di scrivere e non posterei in tempo e credo che sia peggio no? ç_________ç In ogni caso io sto continuando a rispondervi eh! Sono arrivata alle recensioni del capitolo 19. Non temete risponderò a tutte, voglio che voi sappiate che ogni vostra recensione è importante per me e non voglio che pensiate che sono una presuntuosa che si crede superiore perché vi giuro che non è  così lol. Vi amo per le cose stupende che mi dite *---* e mi fate sempre venire voglia di postare quanto prima, vi ringrazio anche per tutti i tweet siete delle lettrici FANTASTICHE! Besossssss ❤

  

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Capitolo 23
*** Avremo un amore complicato(?) ***








~~Ispiro forte quando la sua bocca sfiora la mia, all’improvviso le sue labbra si fiondano sulle mie divorandole, letteralmente. Vengo scossa bruscamente e avvolgo le braccia intorno al suo collo per non cadere, le sue braccia imprigionano la mia vita. Una scossa elettrica che parte dal contatto delle nostre labbra. Non è la prima volta che ci baciamo eppure ogni votla sento come una scossa di terremoto, mi fa indietreggiare lentamente di uno o due passi senza mai far separare le nostre labbra. Le mie gambe cedono e sto per cadere, quasi non le sento, fortunatamente la salda stretta di Jorge intorno alla mia vita mi rimette in piedi continuando a baciare avidamente la mia bocca senza lasciarmi via di scampo…non che mi stessi sforzando di trovarne una. Il suono del battito del mio cuore è così forte che qualsiasi altro rumore in sottofondo sparisce. Mi manca il respiro, mi stringo sempre di più a lui per non rischiare di cadere, d’un tratto mi rendo conto che c’è un suono familiare in sottofondo << Mm…Jorge, il telefono >> riesco a dire tra un bacio e l’altro << Lascialo >> lui lo ignora << No, Jorge…rispondi >> continua a darmi un altro paio di baci mentre allunga la mano sinistra nella tasca dei suoi jeans. Quando riesce a prendere il cellulare si separa leggermente da me ma senza lasciarmi vita. << Hey Fran >> dice, ha messo il vivavoce << Dove cazzo sei Jorge?! Qui si gela! Tu che stai facendo? Una sauna? Porta qui le tue chiappe e già che ci sei trova anche quelle di mia sorella che non si riesce a trovare. Vogliamo tornare a casa! >> << Si Fran, sta calmo, adesso arrivo >> << MUOVITI! >> Francisco stacca il telefono. << Credo che sia meglio raggiungere gli altri >> suggerisce lui << Si lo credo anche io >> dico annuendo col capo. Avanzo e appena arriva al suo fianco lui mi afferra il polso, mi volto per guardarlo << Non devi rispondermi adesso. Pensaci. >> Jorge mi supera dirigendosi verso l’uscita e io resto a fissarlo per alcuni secondi prima di seguirlo. “Pensaci” la fa facile lui. Io non lo capisco, il giorno prima non ne vuole sapere dell’amore, il giorno dopo parte a mille pronto a confondere ogni parte del mio essere, interna ed esterna. O 0 o 100. Con Jorge non c’è mai una via di mezzo. Gli vado dietro e raggiungiamo gli altri << Era ora! >> esclama mio fratello nel vederci << Tini dov’eri finita? Io e Cande siamo venute a cercarti agli armadietti >> mi informa Lodo << E il libro che cercavi? >> mio cugino non aiuta con le domande. << Ehm…ho ricordato di averlo prestato a un’amica…ho fatto le corse per raggiungerla perché era con la macchina e sono uscita dal…dal…la porta vicino la scalanticendio e poi ho incontrato Jorge che mi stava cercando >> cerco di suonare il più credibile possibile, i miei amici mi guardano un po’ dubitosi lanciandosi degli sguardi, pesino Jorge mi guarda strana! Cioè ma dico, è colpa tua sta situazione eh! Aiutami invece di fare l’idiota indiano! Bah. << Beh?! Io ho freddo! Torniamo a casa?! >> affermo avvolgendomi tra le braccia << Si andiamo! >> acconsente e Fran e tutti gli altri dietro. Le parole di Jorge continuano a fare eco nella mia testa. Sono stesa sul mio letto e sfioro le mie labbra con i polpastrelli delle dita, posso ancora sentire bruciare per quel contatto. Jorge ha detto che mi ama. E se invece lui credesse solo di amarmi? Magari mi vuole solo bene ma si è lasciato sopraffare dalla liberazione del suo segreto. Dannazione, sta succedendo tutto così in fretta che non ci sto capendo davvero nulla. Il giorno prima non ci rivolgiamo la parola quello dopo sveliamo i nostri segreti e quello dopo ancora lui confessa di amarmi. Amore. Che parola forte. Una parola che in un certo senso mi spaventa. E io? Io cosa provo per Jorge? Ho avuto solo due ragazzi in tutta la mia vita. Juaquin Benitez, un messicano. La nostra storia finì perché entrambi capimmo di essere più amici che altro e inoltre lui si era innamorato di un’altra ragazza. Ero contenta per lui, non rimasi ferita, forse un po’ delusa sì…ma non da lui, dal fatto che quella separazione non mi faceva soffrire tanto. Il Secondo è stato Damien, con lui è stata una storia più seria, con lui non ho scambiato solo qualche bacio a stampo, con lui è stato…è stato come rivivere la favola dei miei genitori. Tuttavia a causa del mio passato ho rovinato tutto. Quello che provavo per lui però…era amore? No, non lo era. Lo so con certezza perché altrimenti non avrei mai baciato Jorge, perché altrimenti avrei avuto più fiducia in lui, tanta da poter confessargli il mio segreto ma non l’ho fatto. E allora cosa provo per Jorge? Senza ombra di dubbio so che…A) Lui è la mia ancora di salvezza. B) Non so come ho fatto a vivere senza di lui per così tanto tempo, ma so che ormai non potrei più farne a meno. C) Le emozioni che provo quando le sue labbra toccano le mie sono così forti da smuovermi tutto il corpo e tutta l’anima. Così forti da distruggermi e farmi rinascere il tutto allo stesso tempo. So di non aver mai provato o sognato nulla di simile, perché non si può sognare un sentimento così forte se prima non lo si prova. E allora sì, forse quella parola così grande, così imponente, così forte raccoglie davvero tutto quello che provo per lui. Forse è davvero…Amore. Ma se così non fosse? Non posso accettare di dover fare a meno di lui se qualcosa va storto. Non credo di poter farcela a rinunciare a lui, d’altro canto se quello che provo è davvero amore…cosa dovrei fare? Sarebbe giusto provare a stare con lui? Forse sarebbe solo egoista da parte mia, perché so che in fondo non riuscirò mai a dargli tutta me stessa come sono sicura che lui vorrebbe, ci sono cose che io non posso dargli e che so che un ragazzo, soprattutto uno come Jorge ne ha bisogno. Deglutisco. Sono complicata. Si decisamente io sono complicata non ci sono dubbi. Mi copro il volto con il cuscino, lui non ha mai giocato con me, lui ha sempre pensato tutto quello che mi ha detto, lui voleva davvero baciarmi. Ha represso i suoi sentimenti per timore di impedire la mia felicità, ha lasciato che lo insultassi, che lo prendessi a schiaffi e che lo respingessi ogni volta che provava a baciarmi. Basta, devo distrarmi, devo pensare ad altro, come si fa a pensare ad altro? Lancio un urlo stringendo forte il cuscino sul volto in modo da reprimerlo. Quel dannato ragazzo mi ha messo in crisi. Sono le 23:32. Mi avvicino alla porta della sua stanza ma non la apro. Cosa dovrei dirgli? Faccio finta di niente? Ma si in fondo lui non mi forzerà per avere una risposta, posso anche comportarmi normalmente no? Sospiro. A volte si arriva ad un punto in cui non si può più tornare indietro. Un punto dove o ti butti o ti lasci cadere, insomma non hai alternative. Non posso fingere che non sia successo niente, ma non sono neanche obbligata a parne, giusto? Abbasso la maniglia lentamente per aprire la porta, entro in punta di piedi e poi la richiudo facendo attenzione a non fare il minimo rumore. << Ce ne hai messo di tempo Sweety >> << Non trovavo il pigiama >> mento avvicinandomi al letto << Fammi spazio >> dico afferrando le coperte, lui si sposta più sotto il muro e io mi sistemo prendendomi una parte più ampia del letto, stesa al centro. D’un tratto lui si sistema come ieri, con il capo sul mio petto, ancora una volta lasciandomi spiazzata. Dopo un po’ reagisco e rilasso gli avambracci sulle sue spalle nude. Ancora una volta le sue braccia cingono la mia vita e il battito del mio cuore accelera man mano. << Jorge? >> lo chiamo di punto in bianco << Sì? >> << Hai sonno? >> << Un po’, perché? >> << Posso farti delle domande? >> << Teoricamente ne stai già facendo una >> lo sento ridacchiare << Eddai >> protesto io << Dimmi >> dal tono di voce sembra essere tornato serio. Io resto a fissare il soffitto, non che si vedesse molto bene nell’oscurità ma okay. << Quando hai capito di essere innamorato di me? >> << Quando ti ho visto baciare Damien per la prima volta…credo >> << Credi? >> << Ti ho già detto che ho sempre cercato di negarlo a me stesso, quindi non so di preciso quando è iniziato. Sai non è che l’amore ti avvisa prima di arrivare >>. Mi mordo il labbro inferiore restando in silenzio prima di fare la seconda domanda << Quando mi sono messa con Damien. Cos’hai provato? >> prima di rispondere a questa domanda credo ci rifletta un bel po’ dato il silenzio << Ho provato…rabbia. Rabbia nei suoi confronti perché lui poteva stare con te, rabbia nei miei perché non dovevo provare quello che provavo e rabbia per te perché ti eri messa con lui. Ho pensato che allontanarti da me avrebbe aiutato tutti, te soprattutto ma era difficile fare la parte di quello duro con te >> << A me sembra che ti sia riuscita benissimo. Sul serio sei un bravo attore, complimenti >> Jorge sorride alle mie parole e io riprendo la parola << Cos’è successo dopo? >> << Beh ho capito che tu non eri davvero innamorata di Damien per ovvie ragioni. Non gli davi molto peso, non avevi voglia di raccontargli i tuoi segreti, anzi non ti facevi scrupoli a tenergli nascoste cose importanti >> << Tipo? >> << Tipo il fatto che dormi con me. Tutte le sere. >> << E perché questo sarebbe dovuto essere così importante dato che eravamo solo amici? >> << Eravamo? >> << S-siamo >> mi correggo subito << Andiamo Sweety sii obbiettiva, amici o meno non ti darebbe fastidio se il tuo ragazzo dormisse con un’amica? >> arriccio il naso, ha ragione lui << Aha >> non voglio dargli un vero e proprio “sip” gli darei troppa soddisfazione << Okay, ultima domanda ma non meno importante. Cos’è questa novità che ti piace dormire così? >> chiedo riferendomi alla posizione in cui ci trovavamo, senza rendermene conto gli stavo accarezzando delicatamente i capelli con le dita della mano destra. << Ti dà fastidio? Sono troppo pesante? >> il suo tono suona leggermente preoccupato ma comunque non si muove, si irrigidisce << No, no assolutamente anzi…è solo per sapere >> gli spiego rapidamente in modo che non fraintenda. Lui sembra rilassarsi << A volte anche io ho bisogno di sentirmi protetto, e tu mi dai protezione. >> le sue parole sono come un tuffo al cuore. Sgrano gli occhi. Lui ha bisogno di sentirsi protetto e io gli dò protezione. Io. Il mio corpo resta bloccato per qualche secondo, poi istintivamnete avvolgo le braccia intorno al suo collo stringendolo al mio petto e affondo il volto nei suoi capelli castani << Buona notte Jorge >> << Notte Sweety >>. E chiudo gli occhi con dei sentimenti disarmanti che mi sciolgono l’anima annullandomi completamente. Quanto si può essere importanti per una persona? Quanto posso essere importante io per Jorge? E quanto può essere importante lui per me? Tante domande. Zero risposte. Sì perché ci sono domande a cui non ci si può rispondere, perché le parole non possono arrivare a descrivere cose così intense. Il giorno seguente andammo a scuola, come al solito in macchina, il silenzio regnava sovrano. << Ti ho detto di farti più in là Diego! >> << Ma Fran così vado addosso a Lodo >> << Io volevo stare al centro! >> << Nena per favore >> << Per favore cosa?! >> << Jorge, cambi musica? >> << Cande perché lo chiedi a me? Sto guidando >> << Tini? >> << Okay >>. Credo che con tutto questo chiasso ho confuso la parola “silenzio” con quella “rumore” sip. Non ho dubbi. Riuscirò oggi, a fare qualcosa che mi impedisca di pensare a Jorge? << Lodo, che abbiamo alla terza ora? >> chiedo alla mia compagna di banco ignorando il prof. Pallard che è una fusione di “palla di lardo” che poi è quello che è quindi direi cognome azzeccatissimo, sta spiegando per la millesima volta la rivoluzione industriale. Abbiamo appurato che fu una scoperta molto importante, ma adesso guardiamo avanti, soprattutto perché siamo nel ventunesimo secolo! << Educazione fisica >> sospiro. Non è che mi piaccia molto dato che sono una frana a pallavolo ma okay. Sicuramente mi aiuterà a distrarmi dal pensiero di Jorge, si certo! In fondo anche adesso non sto pensando a Jorge giusto? No, un attimo perché se dico di non stare pensando a Jorge in un certo senso penso a Jorge no? Grr << MARTINA!!! >> << Oh che ti urli?! >> dico saltando dalla sedia alla mia migliore amica. Noto che in clesse non è rimasto più nessuno a pate noi << Urlo perché la campanella non la senti e perché ti sto chiamando con calma da un quarto d’ora e ah sì, perché se non ti muovi ARRIVIAMO TARDI ALLA PROSSIMA LEZIONE. Quindi alza il culo dalla sedia e cammina! >> << S-si signore >> rispondo alzandomi in piedi e mettendo frettolosamente le cose nella borsa << Signorina! >> mi corregge prontamente lei << Signorina >> ripeto. Arriviamo in ritardo nell’aula di ed. fisica, proprio mentre tutti stanno uscendo, il professore ci fa una ramanzina e noi supplichiamo il suo perdono dicendo che non si ripeterà. Dopo esserci cambiate negli spogliatoi facciamo riscaldamento prima di una partita amichevole, stiamo correndo a cerchio introno alla palestra e ringrazio il cielo che non ci siano altre persone oltre a noi << Forza pappemolli! Sollevate quelle gambe! Correre, correre, correre! >> io non capisco. La lezione di kick è più faticosa eppure questa mi sembra più noiosa accidenti! << Ricordami perché frequentiamo questo corso >> dico Lodo mentre corriamo davanti a tutte << Io perché mi piace, tu…probabilmente ti serviva un’altra materia per riempire l’orario >> << Oh…già >> beh almeno sono soddifatta della mia prestazione, insomma quando corriamo sto sempre davanti a tutti! << Silenzio! Non si parla mentre si  corre! Respirazione. Ispirare respirare >> ma io dico…perché il professore di educazione fisica non corre con noi? Bah. Avrei una voglia di batterlo in una corsa…mmm…una corsa. Forse almeno in questo potrei battere Jorge, sarebbe una rivincita dato che non riesco a buttarlo ancora a terra. Jorge… << Stoessel! Hai problemi d’udito?! Ho detto STOP! >> alla voce del professore mi rendo conto di stare correndo da sola. << Ehm… >> decido di non dire altro e mi metto in riga accanto a Lodo << Ma che ti prende?! Oggi hai la testa tra le nuvole più del solito e onestamente non credevo fosse una cosa possibile >> la mia dolce e cara amica esprime sottovoce la sua opinione in modo che possa sentirla solo io. Gli faccio una smorfia come risposta e poi  guardo il professore. << Formate due squadre forza >> facciamo come dice lui, io e Lodo ovviamente nella stessa squadra. Lodo sembra molto portata per la pallavolo, a differenza mia è molto brava. Io invece sono portata per la kick. Sì anche se non riesco a buttare a tera Jorge ma che c’entra? Insomma lui è una montagna! Non potrò mai buttarlo a terra e lui lo sa benissimo! Quindi si diverte a prendermi in giro. Ma se io dicessi a Jorge che…<< AH! >> è l’unica cosa che riesco a dire quando il pallone colpisce in pieno la mia faccia, per essere più precisi il mio naso. Ho entrambe le mani su questo, il mio nasino piccolino e carino. << Martina, stai bene? >> Lodovica mi si avvicina con fare preoccupato. Ma si certo che sto bene! Ho solo avuto una pallonata in faccia che vuoi che sia? Ed era pure potente!!! << Oh mio Dio Martina, scusami >> dice Talia avvicinandosi a me correndo. Tranquilla Talia, non è colpa tua se sei una campianoessa di pallavolo e ci giochi da quando avevi CINQUE ANNI! MA CHE CAZZO CI FAI QUI DICO IO?! COSA?! QUI CI DEVONO STARE SOLO I PRINCIPIANTI PORCA MISERIA! Okay, guardiamo il lato positivo, non sono caduta a terra, sarei potuta cadere ma invece sono solo indietreggiata. Ora il problema è che non riesco a parlare, muovo la testa come per dire a  Talia che non fa niente mentre i miei occhi si riempiono di lacrime per il dolore. << Permettimi di accompagnarti in infermeria, ti prego. Sono mortificata >> okay, okay, la vedo molto dispiaciuta ma non voglio neanche andare in infermeria << Tornate a giocare! Non è successo niente, Stoessel tu vieni qui >> tutte obbediscono al professore, tranne Lodo e Taila che restano a guardarmi, si ragazze, se mi fissate non siete d’aiuto, siete preoccupate va bene, ma ora tornate a giocare su. << Togli le mani >> ordina il professore. Faccio come dice e mettendo la mano destra sotto al mento mi fa sollevare di poco la testa per osservare il danno. << Non ti sta uscendo il sangue, comunque va in infermeria e mettici su un po’ di ghiaccio. Forza >> sospiro. Almeno salterò la partita. << Si prof. >>. Bene, adesso per fortuna riesco a parlare. È una sensazione bruttissima essere colpiti da una pallonata sul naso. In infermeria l’infermiera Parker mi offre gentilmente un bicchiere d’acqua e poi mi dà una borsa del ghiaccio. << Non è nulla di grave cara, domattina ti sarà già passato >> domattina!? Questo significa che per il resto della giornata continuerò a sentire il dolore? Piango. Mi dirigo negli spogliatoi delle ragazze e mi avvicino agli specchi. Poggio la borsa del ghiaccio vicino al lavabo e osservo il mio nasino. Okay è un po’ rosso ma sta bene, per un attimo ho pensato di aver bisogno di una plastica nasale. Tutto questo è successo per colpa di Jorge! Si perché se non mi fossi messa a pensare a lui non mi sarei distratta, e se non mi fossi distratta non avrei ricevuto una pallonata in faccia! GRR! Sospiro e prendo il mio cellulare. Non posso continuare a scemonirmi in questo modo, forse è arrivato il momento di chiarire le cose una volta e per tutte. Tutte le ragazze entrano nello spogliatoio per cambiarsi << Tini! Come ti senti? >> Lodo mi si avvicina << Bene! Ho solo un po’ il naso ammaccato ma okay >> << Se ti può consolare non sembra ammaccato >> << Oh…si grazie questo mi consola >> << Tini, ti fa ancora molto male? >> Talia mi si avvicina << Tranquilla Talia è stato solo un’incidente, comunque è già passato >> << Sì Talia, e poi non è colpa tua se Tini ha la testa tra le nuvole costantemente >> interviene Lodo  e io lo guardo male << È inutile che mi guardi così carina! Se non fossi stata sul pianeta occhi verdi ti saresti almeno scansata >> << Pianeta occhi verdi? >> << Lascia stare Talia, è una cosa tra me e Lodo. Sto bene, ciao >> la  saluto con la mano in modo che si allontani e fortunatamente sembra capire. Dò un pizzicotto a Lodo << Ahi!!! Martina! >> << Smettila di dire idiozie! >> << Gne >> << Gne a te! >>. Lentamente tutte quante escono dagli spogliatoi…tutte quante tranne me…<< Martina, che fai non vieni? >> << Sì sì ora ti raggiungo, vai avanti, devo fare una cosa >> << Mmm…se ti perdi non ti vengo a cercare >> << Non mi perderò Lodovica, tranquilla >>. E così anche Lodo si allontana. Faccio un respiro profondo e poi mando un sms a Jorge “Vieni negli spogliatoi femminili, dobbiamo parlare”. Mi siedo a cavallo su una delle panche e attendo la risposta che non tarda ad arrivare “vediamoci in quelli maschili” “Nop. In quelli femminili” “Maschili” mmm…e questo perché? Cioè “Perché non in quelli femminili?” “Perché è meglio se un ragazzo trova una ragazza piuttosto che una ragazza trova un ragazzo negli spogliatoi” “Cos’è lo hai imparato a tue spese?” “No a quelle di tuo cugino” “O.o comunque femminili”. << Hai la testa dura >> alzo di scatto la testa al sentire la voce di Jorge. << Sippp! Muoviti >>. Jorge mi si avvicina e si siede sulla panca di fronte a me nella mi stessa posizione. Quando mi guarda in faccia si mette a ridere << Che hai combinato Rudolph? >> << Rudolph? Chi è Rudolph? >> << La renna di Babbo Natale, quella col naso rosso hai presente? >>. Tu. Vuoi. Morire. Mi copro il naso con la mano destra << Ho preso una pallonata in faccia per colpa TUA! >> << Mia?! Ma se non ero neanche presente >> << Sì va beh, comunque non ti ho chiamato qui per discutere di questo >>. La sua espressione torna seria in un secondo, mi guarda e annuisce una volta col capo. << Ti ho già detto che puoi prenderti tutto il tempo che vuoi Sweety non devi rispondermi così presto >> << Per la mia sanità mentale, devo. >>. Mi fissa in silenzio e sembra che io non abbia neanche il coraggio per iniziare il discorso. Beh da qualche parte devo pure iniziare << Jorge tu sai che quello che provo per te è molto forte ma… >> mi alzo in piedi  e comincio a camminare nervosamente avanti e indietro << Io non posso. Non posso per te e non posso per me capisci? È per il bene di entrambi! >> << Come fai a sapere qual è il bene di entrambi? >> << Lo so, fidati! >> << A Damien l’hai data una possibilità >> << Proprio per questo!!! È stato con lui che ho capito >> << Capito cosa?! >> << Cose che…che mi hanno portato a prendere questa importante decisione. Jorge ti prego rispettala >> Jorge mi strattono afferandomi il polso sinistro facendomi così tornare seduta sulla panca << Stai mentendo, tu hai solo paura di quello che provi per me perché sai che è molto più forte rispetto a quello che hai provato per chiunque altro >> << No, Jorge, sul serio io, ho le mie ragione. Ti prego rispettale >>. Lo supplico guardandolo negli occhi << Qual è il motivo? >> << È-è…sono complicata >> << Sì. E io ti ho rispsoto che avremo un amore complicato. Quindi questo non è il problema. Dimmelo. Dimmi qual è  e se lo riterrò un motivo valido ti lascerò in pace, ma se non sarà tale comincerò a fare di tutto per farti cedere e…Sweety credimi, quando voglio davvero qualcosa non mi arrendo finché non la ottengo. E io voglio te più di quanto abbia mai desiderato qualunque o chiunque altro >>. Una scintilla si accende nei suoi occhi e so benissimo che non sta mentendo. Devo dargli una motivazione più che valida se voglio davvero convincerlo, oppure diventerà la mia tortura e so che può farlo con estrema facilità perché in fondo lui già ci riesce, lui è il paradiso e l’inferno in un colpo solo.




*Angolo autrice*
Zan zannn...Tini troverà una motivazione ragionevole?...chissà forse sì, qualcosa che posso frenare il nostro Jorge...comunqueeeee ho pensato visto che il capitolo precedente aveva una pagina in più questo deve avere una pagina in meno per recuperare eh u.u LoL. Oraaa ditemi voi se vi è piaciuto o meno u.u io come al solito attendo i vostri pareri e sì sto ancora rispondendo alle recensioni del capitolo 19 capitemi ^-^'' LoL. Io amo la parte dove Jorge dorme sul suo petto e poi le dice perché e voi? *w* bah comunque ho così tanta voglia di farvi leggere il continuo che vorrei iniziare a scriverlo ma dò la precedenza alle vostre recensioni tranquille 😅😅😅 ...vi ringrazio per esserci sempre e per sostenermi, come al solito siete eiorfoeirfio *W* ci vediamo al capitolo 24!!!!!!! Zaoooooooooo
(Ps: Misteriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii)
Pps: Dato che mi avete messo fretta per postarlo io non ricordo più cosa dovevo dire ueeee
Ppps: Ma la confusione di Tini non ha confuso un po' anche voi? A me sì mentre la scrivevo lol
Ho ricordato un'altra cosa che vi dovevo dire ma sono stca degli "ps" lol. Comunque voglio dirvi di non avere timore, se pensate di dover farmi qualche critica nello stile, nella storia in generale o altro non abbiate timore di farli perché io li accetto e anzi penso che mi siano utili per migliorare ^-^ zaooooooooooooo

 

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Capitolo 24
*** Appartenenza. ***








~Sospiro continuando a guardarlo negli occhi << Allora? La motivazione? >>  chiede lui guardandomi negli occhi, i miei occhi vagano senza meta fino a quando non vedono il suo pollice accarezzare il dorso della mia mano come per rassicurarmi, tiene la mia mano destra stretta nella sua. << I-io…stando con Damien ho capito una cosa molto importante >>  << Cioè? >>  << Jorge io non potrò mai dare tutta me stessa ad una persona capisci? Io non riuscirò mai a superare quel trauma, non riuscirò mai a darti tutto…tutto quello che vuoi e credimi a me fa più male che a te >>  << Martina tutto quello che voglio sei tu. Tu sei tutto. >>  e mentalmente mi chiedo come faccia a trovare sempre le parole giuste, quelle che ti colpiscono dritte al cuore come un dardo. << Jorge tu…tu continui a non capire. Io so come sei fatto, sei un ragazzo e hai le tue necessità cioè voglio dire >>  << La mia unica necessità sei tu perché è così difficile da capire?! >>  il suo tono di voce suona leggermente irritato << Perché non voglio perderti quando capirai che non sono abbastanza >>  confesso guardandolo negli occhi. Sì è vero, io non sono abbastanza per lui…e ho paura che quando mi lascerà sarà per sempre, anche come amico. Resto in silenzio tornando ad avere lo sguardo basso, non riesco a guardarlo negli occhi, lo sento avvicinarsi, poggia le mani sui miei fianchi facendomi scivolare sulla panchina in modo da avvicinarmi a sé poi si avvicina col viso e preme dolcemente le sue labbra sulle mie. Lentamente chiudo gli occhi è quasi come un’istinto naturale l’abbandonarmi completamente a lui, il sentirsi debole e indivisi davanti al suo volere. Non è un bacio come i due precedenti, carico di passione, di desiderio e di sentimenti incontrollabili, questo è più…dolce. Sì è più dolce, ma ha ugualmente qualcosa di intenso e profondo che permette alla mia bocca di riconoscere il suo contatto. Muove le sue labbra sulle mie lentamente e allo stesso tempo con fermezza come se mi stesse facendo tante promesse sigillate da un bacio, un bacio a cui non posso evitare di rispondere perché ogni parte di me, me lo vieta. Sento il rumore del nostro bacio mentre si allontana lentamente, continuo a tenere gli occhi chiusi mentre avverto il calore del suo respiro, mi bacia la guancia e si avvicina ancora, posa le sue labbra sul mio collo e schiudo la bocca per inspirare e respirare stando sul punto di cadere in uno stato di trans << Dimmi di sì, dammi un’opportunità e ti dimostrerò che non c’è niente di cui aver paura, ti dimostrerò che il nostro sentimento può abbattere ogni parete, frantumare ogni ostacolo, compreso il passato. Dimmi di sì e ti dimostrerò ciò che tu hai dimostrato a me ma non riesci ancora avedere >>  sussura al mio orecchio facendomi venire la pelle d’oca, lascia un altro bacio sulle mie labbra e io continuo ad avere gli occhi chiusi << Sì >>  mi si allontana e io apro gli occhi come se fossi appena tornata con i piedi per terra. Lui mi guarda con un sorriso a trentadue denti << Hai detto di sì >>  dice guardandomi << Ho detto…ho detto di sì >>  ripeto come per confermarlo anche a me stessa. Mi si avvicina ancora sorridnedo dandomi un veloce bacio a stampo che mi coglie di sopresa << Non te ne pentirai sweety te lo prometto >>  e la luce che brilla nei suoi occhi lo fa sembrare un bambino, il mio bambino. All’imrpovviso i telefoni di entrmabi suonano facendoci tornare bruscamente alla realtà. << Pronto?...Sì?...CHE?! DI GIA’?! Arrivo subito! >>  parlavamo all’unisono, quasi avessimo la stessa conversazione. << Era Francisco >>  dice lui << Ero Lodo >>  dico io << Pare che siamo parecchio in ritardo >>  osserva << Già è suonata la campanella e neanche ce ne siamo accorti >>  mi alzo in piedi << È solo colpa tua >>  sgrano gli occhi alle sue parole << Mia?! Jorge! >>  << Cosa? Sei stata tu a farmi venire negli spogliatoi delle ragazze eh >>  << Sì ma per colpa tua! >>  << Dai Rudolph andiamo >>  mi spettina i capelli e io lo spingo prima di uscire fuori dall’aula. Ci avviciniamo a mio fratello e gli altri che sembra ci stiano aspettando << Come mai insieme? >>  osserva Lodo << Ci siamo incontrati all’uscita degli spogliatoi, ho ricordato che ieri ho lasciato lì un mio bracciale >>  Jorge come al solito ha la risposta pronta << E tu che hai fatto Rudolph? >>  mio fratello ride colpendo leggermente il mio naso con l’indice destro << Smettetela di chiamarmi Rudolph! >>  protesto. Chi poteva vederci all’esterno avrebbe pensato “beh è come sempre” la verità è che non era affatto così. Dentro di me un mucchio di sentimenti stavano lottando tra loro, l’insicurezza, il dolore, la paura, il passato, la speranza, la felicità, l’amore. Un parte di me sa che anche se all’apperenza è tutto uguale, non è così, a partire da oggi qualcosa è cambiato. Guardo Jorge ridere mentre parla con Cande e Fran, tutti quanti entrano nelle rispettive classi e così decidiamo che non è il caso di ritardare restando in mezzo al corridoio.
Quel pomeriggio in casa si moriva di freddo, alle 16:00 avevo una lezione di kick boxing, non che la cosa mi entusiasmasse molto, ripeto si muore di freddo. Sono le 16:30, okay, sono in ritardo ma non credo che questa volta Jorge mi getterà l’acqua addosso. Guardo il mio riflesso nello specchio, controllo che tutto si in ordina, non capisco perché mi preoccupo tanto. Insomma stiamo parlando di Jorge, lui mi conosce meglio di chiunque altro, cos’è quest’ansia che ho adesso addosso? Mi faceva ancora strano pensare a me Jorge come…come…una coppia. Entro nella palestra ma non c’è nessuno << Jorge?... >>  all’improvviso sento degli schizzi d’acqua fredda dietro la schiena e mi volto di scatto. << Jorge!!! >>  << Sei in ritardo Sweety…di nuovo >>  << S-sì però… >>  << Però niente Martina, devi essere puntuale intesi? >>  come al solito in queste occasioni non ho davanti Jorge, ma il coach Blanco. << Vieni iniziamo con il riscaldamento >>  mi invita a salire sulla pedana per fare una leggera corsa di dieci minuti prima di iniziare. Mentre corro, dalla mia postazione osservo lui intento a prendere a pugni il sacco come suo solito, senza maglietta. Lui è il mio ragazzo…mi fa ancora così strano dirlo, pensarlo. << Sweety, vieni dai >>  obbedisco e fermo il tappeto, Jorge mi mostra un paio di mosse nuove e come al solito dopo mi invita a cercare di buttarlo a terra. Non è così facile buttare a terra un gorilla. Finita la lezione di kick ci sediamo come al solito vicino la parete a sorseggiare l’acqua. << Sweety? Tutto okay? >>  mi volto verso di lui e annuisco più volto col capo << Sicura? >>  mi incalza, io annuisco ancora. Lui sorride e mi solleva il mento prendendolo con l’indice destro, avvicina lentamente le sue labbra alle mie come stamattina lasciandomi un breve bacio sulle labbra << Non sai quanto ho desiderato poter fare una cosa del genere senza preoccuparmi che…che fosse sbagliato >>  confessa lui accarezzanomi la guancia, ricambio il sorriso e poi mi alzo in piedi nervosamente allontanandomi da lui << Io…vado a fare i compiti, non voglio rischiare di fare troppo tardi o peggio non riuscire a finirli >>  dico avvicinandomi all’uscita, lui mi guarda leggermente perplesso << Okay…a dopo Sweety >>  << Ciao! >> . Mi dirigo verso la mia stanza a passo svelto e mi chiudo la porta alle spalle. Jorge sembra comportarsi come al solito mentre io…io sono nervosa ogni volta che gli sono vicino, quando le sue labbra sfiorano solo le mie provo qualcosa di troppo forte, qualcosa che mi manda alla deriva e mi confonde. Decido di gettarmi a capofitto nello studio in modo da aiutarmi a non pensare ma sembra quasi un’impresa impossibile non pensare.
La sera non faccio altro che rigirarmi nel mio letto, sono le 23:45. Non sono andata nel letto di Jorge perché ho pensato che non fosse il caso, cioè adesso non siamo più semplici amici no? Sì però adesso per me è…è un’abitudine dormire con lui, voglio dire, senza non riesco a dormire. Il mio cellulare vibra annunciando che mi è appena arrivato un messaggio su whatsapp. È di Jorge “Devo venire io da te o cosa?” sospiro e mi alzo in piedi dirigendomi verso la sua stanza. Una volta dentro mi metto dalla mia parte del letto dandogli le spalle con la sperazna che non abbia voglia di parlare, che illusa che sono. << Sweety? >>  mi tira delicatamente una ciocca di capelli << Sì? >>  << Mi vuoi dire che ti prende? >>  << A cosa ti riferisci? >>  << Beh…dovremmo essere più uniti e invece…non lo so sembra che tu faccia di tutto per allontanarti >> . Deglutisco cosciente del fatto che nelle sue parole c’è del vero << Parlami Sweety perché mi confondi e io…io non so cosa fare se tu non mi parli >> . Mi volto lentamente verso di lui << Cosa vuoi sapere? >>  chiuedo guardandolo torva << Perché ci hai messo tutto quel tempo per venire qui? >>  << Perché…perché pensavo che ora che siamo…si insomma quella cosa, non mi sembrava il caso di dormire insieme… >>  confesso chinando lo sguardo << Invece di andare avanti andiamo indietro? >>  ride scostandomi i capelli dalla fronte e non so davvero dove trova la forza di ridere << Sweety, che cosa c’è? >>  << Sembra che per te non sia cambiato nulla Jorge >>  << Martina per me è cambiato tutto nello stesso istante in cui sei entrata a far parte della mia vita. Pensi che non sia cambiato niente da quando tu mi hai dato un’opportunità? Beh ti sbagli perché io ho sempre più voglia di baciarti, una voglia irrefrenabile che faccio fatica a controllare, sapere di poterti avere e allo stesso tempo di non poterlo fare, di non poterlo dimostrare al mondo per me è davvero asfissiante. Solo perché riesco a non dimostrare una cosa non vuol dire che non la provo. Sweety, tu oggi mi hai reso l’uomo più felice del mondo ma…vedo qualcosa in te. Un freno. Come se tu avessi paura di me ed è…è una cosa orribile che non so come controllare >>  sgrano gli occhi e confesso << Io non ho paura, io ho il terrore >>  lo vedo aprire la bocca non sapendo cosa dire, come se me le mie parole lo avessero pugnalato al cuore << Ma non di te Jorge, di quello che provo per te. E di come possa andare a finre questa storia >>  continuo cercando di farlo riprendere, sembra che ci riesca, lentamente il suo viso impallidito recupera colore e deglutisce come se per un attimo avesse smesso di respirare. << Quindi è questo? Non hai paura di me ma di quello che provi per me >>  << Io non ho mai provato una cosa così forte per nessuno Jorge e…pensare alla possibilità di perderti per me è… >>  << No! Tu non devi avere questo terrore, è stupido. Tu non mi perderai MAI. >>  << Davvero? E che cosa succederà quando… >>  come se già sapesse cosa stavo per dire mi interrompe << Non succederà mai niente. Non hai nulla da temere e io posso dimostrartelo >>  << Come? >> . Attendo una risposta che non arriva, mi guarda dall’alto per qualche secondo e di scatto si fionda su di me cogliendomi sorpresa, come se fosse un gesto naturale avvolgo le mie braccia intorno al suo collo chiudendo lentamente gli occhi, le sue labbra mi mandano in confusione, scatentano in me come una bomba ad orologeria. Le sue mani sono poggiate sui miei fianchi, mi adagia meglio sotto di lui e allungando le mani riesco a sfiorare le sue spalle nude. Non mi lascia respirare e questo mi sta benissimo, sento come se la temperatura nella stanza stesse salendo. Allontana la sua mano destra dal mio fianco per poggiarla sulla mia coscia e accarezzarla con dei movimenti lenti e precisi allo stesso tempo, quel tipo di gesti che ti fanno venire la pelle d’oca, stringo ancora di più la stretta del braccio sinistro intorno al suo mentre la mano destra scivola posandosi sul suo braccio, stringendolo. Inspiro forte quando la sua bocca si separa dalla mia per baciarmi la guancia, non volevo che quel bacio finisse, continua a lasciarmi una scia di baci arrivando al mio collo, mi morde il lobulo del orecchio destro e io stringo i denti torturando il labbro inferiore per reprimere la mia voce  << Lo vedi Sweety? Ogni parte di te ha piena fiducia in me, ti serve solo un po’ di tempo e io sono disposto ad aspettarti in eterno, non hai nulla da temere, tu mi appartieni come io appartengo a te >>  apro lentamente gli occhi nello stesso istante in cui lui lascia un altro bacio sulla mia guancia, mi volto per guardarlo negli occhi e gli acarezzo lo guancia con la mano destra. Io gli appartengo come lui appartiene a me. Mi piace questa frase, mi sorride e io ricambio per poi avvicinarmi, poggio entrambe le mani sul suo volto e lo bacio. Ciò che segue è io stesa sotto al suo petto il suo corpo che combacia col mio, il suo respiro poco distante dal mio orecchio e il suo avambraccio destro sul mio braccio sinistro in segno di protezione. Ha ragione io mi fido di lui, ogni parte di me lo fa e poi lui è…lui è perfetto. È il principe azzurro delle favole, perfetto con tutti i suoi pregi e i suoi difetti…un essere così perfetto che sembra soprannaturale, ed è mio. Jorge Blanco è solo mio.
Il giorno seguente mi sveglio nel mio letto come al solito, ma questa volta con uno smagliante sorriso sulle labbra. Vado in bagno a farmi una doccia veloce e vestirmi, un paio di jeans scuri, stretti come piacciono a me, una felpa bianca col cappuccio con la scritta “New York” e uno stemma, le converse nere e sono pronta. << Buongiorno a tutti! >>  entro in cucina e do un bacio sulla guancia a tutti i presenti, cioè solo i tre moschettieri. << E a questa che prende? >>  dice Diego guardandomi mentre prendo posto come al solto accanto a Jorge << Perché? >>  chiedo sorridendo << Perché sembri uscita dal mondo delle favole sorellina, cos’è quel sorriso a trentadue denti? >>  mio fratello mi prende in giro << Forse ha sognato il principe azzurro >>  suggerisce mio cugino e io gli sorrido << Proprio così! >>  << Ah sì? E che facevate che sei così di buon umore? >>  mi provoca Jorge << Beh questo non si può dire Jorge insomma sono cose…intime >>  sorrido quando all’improvviso sento Francisco che si sta affogando con il latte << Whuo! Fran! >>  Diego gli dà qualche colpo sulla schina, anche Jorge scatta in piedi prendendo la tazza di latte di mio fratello << Bevi Fran! >>  guardo la scena ridendo, mio fratello cerca di riprendere fiato e mi lancia un’occhiataccia, suppongo che dovrei spaventarmi ma riesco solo a ridere per la scena. << Voglio il nome e il cognome del principe azzurro! >>  e quello di mio fratello è ovviamente un ordine << Beh…credo che Principe sia il nome e Azzurro il cognome, vogliamo andare? >>  gli faccio l’occhiolino e mi alzo in piedi dirigendomi verso la porta. In macchina il mio a dorabile fratellino mi tempesta di domande per capire se c’è davvero un “principe azzurro” ovviamente io gli ripeto più volte che era solo un sogno che a tavola stavo scherzando, in realtà eravamo tutti e due in sella al suo cavallo bianco verso l’orizzonte. La verità è che non avevo fatto alcun sogno, perché? Perché non ce n’era bisogno, la mia realtà è un sogno ad occhi aperti e quando si ha questo non si ha bisogno d’altro. Noto che Jorge mi guarda con la coda dell’occhio e mi sorride io ricambio il sorriso. Quando Cande e Lodo sono entrambe in macchina gli racconto della fantastica scena della colazione facendo sì che anche loro ridano di mio fratello. Beh questa è la mia vendetta per Rudolph! Vorrei vendicarmi anche su Jorge ma con lui è molto più compli…o forse no…forse non è così complicato…
<< Mi vuoi dire che hai?! >>  << Ma non ho niente Lodo! >>  << Ma stai scherzando!? Martina i tuoi occhi sembrano due stelle che brillano, lo ha notato anche Cande >>  << Avete le aluccinazioni. Vieni a pranzare da noi? Ci sarà anche Cande >>  decido saggiamente di cambiare discorso << Mi piacerebbe ma non posso, vengo il pomeriggio però okay? >>  << Okayyy >> .
<< Hey ragazzi viva se domani dopo le lezioni andiamo a mangiare qualcosa al parco e stiamo un po’ lì? >>  propone Cande. Siamo tutti quanti nel salone, mio fratello e la sua ragazza sono seduti sul divano posizionato in verticare mentre io sono seduta sul divano che è di fronte alla televisione, Jorge è alla mia destra, e Diego alla mia sinistra. << Per me va bene, mi piace l’idea >>  acconsente Jorge << Si anche a me scoiattolo, sarà un modo divertente per passare la giornata >>  Francisco le dà un bacio sulla guancia << Io ci sto! >>  affermo alzando la mano << Diego, tu che dici? >>  chiede la rossa, tutti quanti ci voltiamo verso mio cugino << Diego? >>  lui è al telefono e ci sta letteralmente ignorando quando d’un tratto il campanello suona << Vado io! >>  Diego scatta in piedi e cammina verso la porta, << Nena! Ciao! >>  dalla sua voce deduco che sia arrivata Lodovica. << Potreste smetterla di sbaciucchiarvi davanti a me? >>  si sente una voce che nessuno di noi riconosce << E tu chi sei?! >>  mio cugino sembra infastidito << Dai Alan vieni con me >>  riconosco la voce della mia amica che entra in salotto affiancata di un bambino alto 1,40 più o meno, capelli neri, corporatura normale e occhi marroni vispi come quelli della mia amica << Ciao a tutti! Lui è Alan, mio cugino di otto anni >>  Lodovica ce lo presenta << Ciao Alan! >>  gridiamo all’unisono << Ciao >>  il bambino ha l’aria da intelletuale, un’aria che personalmente incute un po’ di timore << Tuo cugino eh? >>  Diego lo guarda da capo a piede e così fa anche il ragazzino. << Quindi…tu saresti il ragazzo di mia cugina… >>  Alan gira intorno a Diego come per studiarlo da cima a fondo << Mmm…hai l’aria da stupido e poi non sei un granché definitivamente non sei alla sua altezza. Lo devi lasciare Lodo >>  conclude guardando la cugina << Senti un po’ moccioso! Te la faccio vedere io l’altezza, con un pugno in testa ti faccio diventare più basso di quello che sei >>  lo minaccia Diego, Alan sembra mostrare la sua parte da “bambino” e corre da Lodovica cingendole la vita per essere difeso << Diego! Non ti azzardare e non urlare in testa a mio cugino che il pugno in testa te lo do io poi! >>  stavolta a minacciare è la mia amica << Ma…Lodo hai sentito che mi ha detto?! >>  << Sì e lascialo stare. Su Alan prendi il quaderno e facciamo i compiti >>  Lodovica si avvicina a noi e si siede sul divano al posto di Diego, quest’ultima osserva il bambino con uno sguardo minaccioso, mi fa quasi ridere. << Ehm…Diego? Giochiamo alla play, dai >>  Jorge cerca di attirare la sua attenzione in modo da distrarlo, assurdo. Vuole litigare con un bambino. Diego e Jorge si siedono a terra ai piedi del divano, io resto seduta al mio posto, Lodo e Alan sono vicino al tavolino, Fran e Cande restano al loro posto. << Mi aggiungo anche io >>  dice mio fratello dopo aver assistito alla seconda partita, noto che tra Diego ed Alan continuano ad esserci degli sguardi assassini, Jorge invece ogni tanto si volta verso di me, o semplicemente mi osserva con la coda dell’occhio. << Prendi il quaderno di religione Alan >>  ordina Lodo e il bambino obbedisce << Cos’è? Una verifica? >>  << Sì lo devo portare domani >>  << Mm…vediamo. Chi è morto e poi e risorto per salvare la terra? >>  la mia amica sembra abituata ad aiutare il cugino a fare i compiti << GOKU! >>  urlano all’unisono i tre moschettieri attirando l’attenzione di tutti i presenti << E non solo una volta! >>  dice Fran << Sì è vero, è morto la prima volta per uccidere Radish >>  continua Jorge << Gesù! Gesù è morto e resuscitato per salvare la terra! >>  contesta la mia amica guardando i tre moschettieri in modo severo. I tre ragazzi si scambiano degli sguardi e poi chinano il capo per tornare a giocare. << Però hanno ragione loro…anche Goku è morto e poi è resuscitato per salvare la terra. E più di una volta >>  osserva il bambino, Lodo poggia la fronte sul palmo della mano destra e scuote il capo in segno di negazione e di esasperazione. È passata quasi più di mezz’ora, io e Cande stiamo facendo dei giochi/quiz sul pc << E tu sei una scimmia mononeurone >>  urla il piccolo Alan << Beh almeno io un neurone come minimo ce l’ho! Tu neanche quello!!! >>  risponde mio cugino, sembrano due bambine, anche quando giocano alla play station litigano. << Adesso basta. Diego vieni con me >>  Lodovica si alza da terra e si dirige verso la cucina. << Ma perché io?! >>  << Cammina Diego! >>  urla lei e così Diego obbedisce. << Hey giochiamo anche noi alla play? >>  propone Cande << Sip! Ma non voglio giocare contro Jorge! >>  dico sottovoce << Neanche io. Voglio vincere e non lo farò di certo contro Jorge >>  << Quel ragazzo mi dà sui nervi! Vince sempre lui >>  << Già. Hey baldi giovani vogliamo giocare anche noi! >>  urla la ragazza al mio fianco mettendosi dietro i ragazzi seduta sulle ginocchia  << Aspetta il tuo turno scoiattolo, sorellina vai a prendere qualcosa da mangaire per favore? Preferibilmente cioccolata >>  scuoto il capo guardando Francisco, lui ovviamente non può vedermi perché è di spalle ed è praticamente con la testa nel videogioco << Non puoi andare tu? >>  << Sto cercando di battere questo…EDDAI JORGE! STA FERMO! >>  mio fratello parla stringendo i dentri mentre il ragazzo dagli occhi verdi al suo fianco ride << Ma se sto fermo ti lascio vincere >>  << Una volta ogni tanto sacrificati! >>  << Ma poi te lo rinfaccerò a vita e poi è così divertente farti infuriare >>  << Dopo tocca me! >>  affermo interrompendo la loro discussione << Sì sì okay sorellina come vuoi, adesso però va a prendere qualcosa da mangiare, su! >>  sbuffo e mi dirigo verso la cucina. Prima di entrare però sento le voci di Lodo e Diego << È solo un bambino di otto anni Diego! >>  << E me dà fastidio! Lui vuole che tu mi lasci! >>  << E qual è il problema?! Pensi che perché mio cugino vuole che ti lasci io ti lascerò? >> . Li spio da dietro al muro, vicino la porta, mio cugino fa il labbruccio e abbassa lo sguardo << Si… >>  la ragazza dai capelli neri sorride mordendosi il labbro inferiore e scuote il capo << Sei uno sciocco >>  gli prende le guance nella mano destra e poi lo avvicina a sé dando il via a uno di quei baci che non hanno mai fine, allunga le braccia avvolgendole intorno al suo  collo, Diego avvolge le sue braccia introno alla vita di lei continuando a baciarla in modo frenetico, d’un tratto noto che fa scivolare le braccia, poggia le mani sui fianchi di lei per poi sollevarla e farla sedere sul bancone e il tutto senza mai interrompere quel bacio. Decido che non è il caso di entrare in cuicina, l’armosfera che si è creata è un po’ troppo…intima. Sto tornando indietro quando qualcuno mi tira per il polso facendomi entrare nella stanza degli ospiti. << Wuho! Jorge! Sei impazzito?! Lo sai che non ho molto equilibrio di mio, poi mi trascini così, rischio di cadere io >>  dico guardandolo e liberandomi dalla presa, lui ride << Pensi davvero che ti avrei lasciato cadere? >>  gli sorrido e nego col capo << Nop! Ma sei impazzito?! Fran potrebbe essersi accorto che… >>  << Fran…è occupato a giocare con Cande alla play >>  mi interrompe poggiando le mani sui miei fianchi per avvicinarmi a lui << Allora…cos’è che hai sognato questa notte? >>  chiede avvicinando la sua sua fronte alla mia, rido scuotendo il capo << In realtà proprio niente >>  << Come niente?! Pensavo avessi sognato un principe >>  << A che serve sognarlo se ce l’ho accanto? >>  il suo sorriso si fa più ampio mentre si avvicina per poter darmi un breve bacio per poi poggiare la sua fronte sulla mia << Non sai da quanto sto aspettando questo >>  << Da stamattina? >>  domando io << Da tutta la vita >>  << Che esagerato! >>  dico ridendo mentre lui mi abbraccia stringendomi a sé e dandomi un bacio sulla guancia, mi giro facendo in modo che la mia bocca ritrovi la sua per riprendere a baciarlo, questa volta però un bacio più intenso, più lungo. La mano destra di Jorge mi accarezza la schiena, indietreggio fino a sentirmi con le spalle al muro, ho la mano destra sulla sua guancia e la sinistra sulla sua schiena, col braccio sotto al suo. << Sei bellissima lo sai? >>  dice senza mai interrompere il bacio, io mi limito a sorridere non sapendo cosa rispondere e così semplicemente continuo a baciarlo. La porta si apre di scatto facendo in modo che sia io che Jorge sobbalziamo separandoci. Oh mio Dio. Siamo stati beccati, ma cos’ha visto davvero? Potremmo negare oppure siamo finiti in un grosso guaio? Insieme da solo un paio di giorni e già colti sul fatto. << Voi due…vi…vi stavate baciando?! >>   io e Jorge ci lanciamo uno sguardo non sapendo ancora cosa rispondere.



*Angolo autrice*
😂😂😂 Si sono già fatti beccare da qualcuno, sono pessimi lol. Dunqueee io oggi avevo deciso di postare direttamente sabato prossimo perché volevo prendermi il tempo per rispondere a tutte le vostre meravigliose recensioni *---* ma visto che parecchie persone non erano d'accordo (troppe, come ho detto mi fate paura o.o) ho deciso di postare oggi lol. Mmm...ah si il fatto delle recensioni lol, non è che non avevo postato perché le recensioni erano poche (sarebbe stato stupido se il motivo fosse stato questo lol, il motivo l'ho scritto sopra del perché non volevo postare) riguardo alle recensioni del cap 23 ho detto che siccome erano poche ho pensato che non sia piaciuto molto ma non per questo non ho postato lol. Poiiiiiii fatemi pensare...ah sip! Parliamo del cap 24, vi è piaciuto? u.u avete visto che simpatico il cugino di Lodo? Dalla serie Alan vs Diego lol (Cri ora hai capito cosa intendevo quando ti ho detto che Diego avrebbe avuto pane per i suoi denti?). Sì ma senza dubbio i protagonisti di questo capitolo sono stati i nostri Jortini *---* Beh spero che vi sia piaciuto...poiii ah si vi dò una piccola anticipazione sul prossimo cap, aprite bene gli occhi perché è l'unica anticipazione che avrete u.u ...ci sarà Fernando...e quello che dirà farà sorgere parecchi dubbi a parecchie persone. (Si voi siete comprese in "parecchie persone"). Ora vi saluto u.u credo di non dover dire altro...CREDO...Baciiiii a tutteeeeeeeeee
😍❤💕

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Capitolo 25
*** Passo a Passo ***








~<< Alan dove sei? >> Riconosco la voce di Lodovica che sta richiamando il cugino che è proprio di fronte a noi << Lodo sono quiii >> io e Jorge ci lanciamo uno sguardo quando lo sentiamo gridare << Ah eccoti…ma che stai facendo? >> una volta arrivata accanto al cugino Lodovica si volta verso di noi << E voi? >> chiede inarcando un sopracciglio << Ehm…noi.. >> apro la bocca per parlare ma balbetto dicendo cose senza alcun senso compiuto << Stavamo mostrando la casa a tuo cugino! >> Dice Jorge sorridendo e poi si avvicina ai due che sono fuori la porta, Lodo lo guarda dubbiosa << E perché? >> << Perché così non si sarebbe perso e poi tuo cugino è così simpatico, mi piace stare con lui >> Jorge va dietro Alan e lo abbraccia cingendogli il collo e avvicinando la sua guancia a quella del bambino, Alan chiude un occhio per la troppa vicinanza di Jorge, d’un tratto Jorge lo solleva di peso con il solo braccio destro che avvolge ancora il piccolo corpo di Alan, il bambino si aggrappa con entrambe le mani all’avambraccio di Jorge per timore di cadere << Wuho! Che fai?! Mettimi giù! >> si lamente lui spaventato << Lo porto in camera mia Lodo, voglio mostrargli una cosa >> senza attendere una risposta Jorge si allontana a passo svelto lasciandomi da sola con Lodovica << No Jorge aspetta, mio cugino è sotto la mia responsabilità…Jorge! >> le parole della mora volano al vento, per qualche istante ha ancora il capo rivolto nella direzione in cui sono spariti i due, dopo poco la sua attenzione viene concentrata su di me. Mi strofino le dita cercando di calmarmi, devo riuscire a rispondere a qualsiasi domanda voglia farmi. << Perché la luce spenta se volevate mostrargli la camera? E perché in due? >> okay, ci siamo, Lodovica osserva con attenzione ogni mio movimento, so che non si è bevuta del tutto ciò che gli abbiamo detto, lo capisco dal modo in cui mi sta studiando << Perché eravamo appena entrati, Jorge voleva portare tuo cugino a fargli fare un giro per la casa, io stavo venendo in cucina ma…siccome ho visto che c’era qualcuno in un momento intimo ho deciso di cambiare rotta e sentendo le loro voci sono venuta qui >> calco con attenzione le parole che raccontano la scena in cucina in modo da concentrare il discorso da un’altra parte, così sorrido maliziosa a Lodo sapendo di aver colpito e affondato. Sì sono sicura che è stata una buona idea raccontare della scena in cucina. Lodo vaga con lo sguardo imbarazzata ma cerca di non darlo a vedere << Okay, torniamo dagli altri >> << Ehm…sì…va tu, io vado a prendere il cellulare nella mia stanza >> << Okay >> Lodovica aspetta che io esca e chiuda la porta per poi dirigersi verso il salone, io la seguo ma poi mi divido da lei per salire le scale che portanto alle stanze superiori. Vado verso la stanza di Jorge e apro la porta senza neanche pensarci due volte << Dai! Dimmi cosa vuoi! >> lo sprona l’adulto << Dimmi perché nessuno deve sapere che state insieme >> il piccolo Alan è in piedi sul letto di Jorge, quest’ultimo invece gli parla da poco più lontano << Alan, per favore, non devi dire a nessuno quello che hai visto, neanche a tua cugina >> lo supplico anche io avvicinandomi a Jorge << Voglio sapere perché! >> << Non è importante il perché! >> il mio ragazzo alza un po’ il tono di voce, segno che sta perdendo la calma. << Hey Jorge… >> la porta della stanza si apre cogliendo tutti di sorpresa, Francisco entra e in un primo istante guarda solo Jorge << Che fine hai fatto? >> poi i suoi occhi si spostano su di me e infine su Alan. Il suo sguardo diventa confuso, ha poggiato il braccio destro intorno al collo di Jorge e le sue pupille continuano a muoversi da me al bambino << Sorellina, non ti avevo chiesto di portarmi qualcosa per nutrirmi?...Che cosa state facendo tutti qui? >> mio fratello mi guarda << E-ecco…i-io… >> con mio fratello è più difficile mentire << Ero…ero venuta a vedere Alan! >> dico di colpo, Francisco sembra ancora più perplesso di prima << Il fatto è che ho portato Alan nella mia stanza a giocare e siccome né tua sorella né Lodovica pensano che io sia in grado di badare ad un bambino mi vengono a controllare a vicenda >> risponde Jorge, come al solito ha quella sua estenuante capacità d’attore che ti confonde > Francisco sembra averci creduto, ride e mi guarda tuttavia so che dietro quella risata si nascondono parole sincere, pensa davvero quello che ha detto, lui si fida di Jorge e molto, credo che anche per lui Jorge sia una persona molto importante nella sua vita. << Ora ho capito… >> la voce di Alan che ha quasi sussurato quella parola fa sì che tutti i nostri sguardi siano rivolti verso di lui. Ha lo sguardo chino e un sorriso si estende sulle sue labbra, il mio cuore manca un battuto cos’ha capito?! Il bambino fa un salto per scendere dal letto e correre verso di noi << Francisco, non trovi che tua sorella e Jorge facciano una bella coppia? >> sgrano gli occhi a quelle parole e istintivamente guardo Jorge, lui come mio fratello ha gli occhi puntati su Alan << Che cosa?! Ma chi ti ha messo in testa queste strane idee?! Mia sorella e Jorge sono solo amici  moccioso e poi perché Jorge dovrebbe accontentarsi di mia sorella quando può avere più di mille ragazze ai suoi piedi? Dico bene fratello? >> Oh! Questo è offensivo! Attento alla risposta Blanco. Mio fratello  gli tende il pugno che il suo caro amichetto batte a sua volta con un altro pugno ridendo << Dici benissimo! >> spalanco la bocca guardando anche lui, questa me la paga << Senti io vado di sotto, non voglio perdere il mio turno alla play, vieni? >> << Sì due minuti e arrivo Fran >> << Okay! Sorellina non ti scordare il cibo >> << Dopo quello che hai detto?! Serviti da solo! >> dico incrociando le braccia, Francisco ride e mi abbraccia avvolgendomi il collo e schioccandomi un bacio sulla guancia << Ho detto che Jorge può avere mille ragazze ai suoi piedi ma non ho mai detto che una di loro sarebbe migliore di te, infatti neanche mille top model riescono ad arrivare alla tua altezza sorellina, anzi, non ti arrivano neanche alla caviglia perché tu sei la migliore, tu sei la regina capisci? Nessuna può superarti o eguagliarti >> chiudo gli occhi a fessura guardandolo male << Adulatore stai solo cercando di appararti >>  << Sì questo è vero…ma è anche vero che penso sul serio quello che ho detto >> mi fa l’occhiolino mentre si allontana uscendo dalla stanza e chiudendosi la porta alle spalle. << Piccolo moccioso impertinente >> << Nooo non toccarmi >> Jorge fa un gesto come per afferrare Alan, ma questo corre a cercare riparo sul letto << Non toccarlo! >> esclamo categorica facendo sì che l’omone grande e grosso si fermi e non raggiunga il letto << Ma Sweety… >> << Ma Sweety niente! Alan non devi dire a nessuno quello che hai visto >> << Mi comprate una play station quattro se mantengo il segreto? >> << Sì, Jorge ti comprerà una playstation quattro >> << Una playstation quattro?! Sta più di 400 pesos! >> afferma Jorge guardandomi << Tu hai più di 400 pesos o sbaglio >> << No non sbagli però… >> << Però niente, gli comprerai una playstation quattro >> dico categorica, Jorge non ribatte, si limita a fissarmi << Sì! Evvivaaa vado a dirlo a Lodo >> Alan corre verso l’uscita << Sei arrabbiata con me? >> << No! Perché dovrei? >> << Innanzitutto perché hai detto “no” al posto di “nop” non è un buon segno >> << Puoi sempre consolarti con una delle mille ragazze che ti cadono ai piedi >> dico sorridendo ironicamente lo vedo ridere e torno seria camminando verso la porta quando d’un tratto le braccia di Jorge che avvolgo il mio corpo mi bloccano ogni movimento, il braccio destro sulla parte superiore quello sinistro su quella inferiore, << Jorge che fai?! Lasciami! >> << No, non ti lascio, non ti lascerò mai >> mi dà un bacio sulla guancia e poi inizia a sussurrarmi all’orecchio << Lo sai benissimo Sweety che tutto quello che ha detto tuo fratello lo pensa davvero, lui come me e come chiunque ti conosca, ovviamente io ho dovuto assecondarlo perché è già difficile nasconderlo normalmente poi se lo avessi contraddetto…capisci dai >> mi da un bacio sul collo facendomi il solletico con il naso e alcune ciocche dei capelli, inclino il capo a sinistra esattamente dove lui tiene il volto e sorrido << Mi fai il solletico >> mi volto tra le sue braccia non avendo possibilità di scampo, riesco a sollevare i pugni delle mani e a tenerli sul suo petto schiacciati dai nostri corpi << Dammi un bacio >> ordina lui, << Nop! >> nego col capo ridendo << Nop? Sip! Dammi un bacio >> mi si avvicina mentre io cerco di allontanarmi ma alla fine non ci riesco e in fondo neanche lo volevo, lascio che le nostre labbra ridenti si congiungano in un baci giocoso e dolce allo stesso tempo, riesco ad allungare le braccia per avvolgere intorno al suo collo, le sue si incatenano intorno alla sua mia vita riuscendo con facilità a sollevarmi con i piedi da terra, piego le ginocchia  facendo sì che i miei talloni tocchino il mio posteriore. Con uno scatto mi lascia andare separando la sua bocca dalla mia, una volta in piedi riprendo il mio percorso verso la porta << Dai andiamo prima che risalga Fran >> dico uscendo per prima seguita da lui. Quando scendiamo le scale gli occhi di Lodo e Cande sono puntati su di noi mentre mio fratello e mio cugino stanno giocando con Alan alla play. << Ora ci sono anche io! Fatemi spazio! >> Jorge si siede tra Diego e Fran << È arrivato il campione! >> dice Diego dandogli un joystick, io mi siedo tra Cande e Lodo e sento il loro sguardo che mi perseguita << Che c’è? >> chiedo guardandole << Non hai niente da dirci? >> domanda la rossa, scrollo le spalle << Nop >> << Mmm… >> entrambe non sembrano convinte ma non approfondiscono il discorso, passiamo la giornata a giocare con la play e ovviamente Jorge batte tutti. QUEL RAGAZZO È SNERVANTE NON PUO’ VINCERE 17 PARTITE DI SEGUITO, MA STIAMO SCHERZANDO!? VOGLIO I DIRITTI E I DOVERI DEL GIOCATORE PLAYSTATIONATO!!! DOVRA’ PUR ESSERCI QUALCOSA CHE LO VIETA OH!  
Ho la fronte poggiata al petto di Jorge sotto le coperte, sollevo di poco il capo e noto che lui ha lo sguardo pensieroso << Jorge? Che hai? >> resta immobile per qualche secondo poi si decide a guardarmi << Non mi piace mentire, soprattutto alle persone che amo >> sgrano gli occhi << Neanche a me piace ma per ora è meglio che nessuno sappia di noi Jorge >> cerco di farglielo capire perché una parte di me teme che questo ragazzo preso da un momento di follia possa rivelare il nostro segreto ai quattro venti << Francisco mi odierà >> allungo la mano sinistra per accarezzargli la guancia << All’inizio probabilmente sì ma poi capirà. Lui ci vuole bene Jorge >> << Te che sei la sorella ma io… >> << Per lui sei come un fratello sono sicura che ti perdonerà quindi non farti strani e stupidi grattacapi mentali okay? Ci sono già io per questo ricordi? Adesso non metterti a fare il complicato >> lui ride e nega col capo << Tranquilla anche se facessi tutti gli sforzi di questo mondo non riuscirei mai a superarti >> sgrano gli occhi e apro la bocca sorpresa trattenendo una risata << Heyyy che vorresti dire?! >> << Che sei la persona più complicata di questo mondo Sweety ammettilo, c’è solo una cosa più complicata di te >> << Cosa? >> si muove per spostarsi sopra di me, poi a un soffio dalle mie labbra sussurra << Noi >> sorrido restando in silenzio per qualche secondo e poi dico << Abbiamo sconvolto il mondo >> << Tu hai sicuramente sconvolto il mio >> si protende su di me per darmi un leggero bacio a fior di labbra << Anche tu hai sicuramente sconvolto il mio…e mi piace >> << Mai provata una sensazione più bella >> il mio sorriso diventa più ampio all’ascoltare quelle parole << Mai? >> << Mai >> conferma per poi impadronirsi della mia bocca imprigionandola in uno di quei baci che alla fine ti lasci assenza più fiato, quei baci che potrebbero durare in eterno e anzi, niente ti renderebbe più felice. << Buona notte Sweety >> << Buona notte >>.
Il giorno seguente, come suggerito da Cande, decidemmo di andare a fare un pic-nic  nel parco, mangiammo dei panini e restammo a parlare del più e del meno, Francisco era steso sul prato con il capo sulle ginocchia della sua ragazza, Lodo era poggiata col capo nell’incavo del collo di mio cugino, Jorge era steso sull’anca sinistra con il capo nel palmo della mano accanto a me.  << Andiamo sulle giostre? >> propone Francisco << Sip!! >> mi alzo subito in piedi seguita da Candelaria << Io ci sto! >> << L’ultimo che arriva alle altalene offre il gelato a tutti >> Jorge si alza immediatamente in piedi << Heyy Jorge non vale! >> mio fratello gli corre dietro seguito da Diego << Aspettatemi!!! >>. << Ha detto ultimo giusto? Quindi…non comprendeva anche noi no? >> domanda dubitosa Lodovica << Nah, sono cavalieri non farebbero mai pagare noi >> le risponde Candelaria << Hey dolcezze voi siete comprese >> uela Jorge facendo sì che noi ci lanciamo uno sguardo per poi iniziare a fare una corsa verso le altalene, Lodo è ultima ad arrivare << Non è giusto! Loro sono partite prima! >> > dice la rossa ridendo e io con lei. Diego, Jorge e Fran si dondolavano in piedi sulle altalene << Voglio salire anche io! >> Candelaria si avvicina all’altalena di mio fratello << Cande fa attenzione, in due è pericoloso, potreste cadere >> l’avvisa Jorge << Sì sì non ti preoccupare >> ma lei ci sale lo stesso, si afferra prima con le mani alle catene, poggia prima il piede sinistro e poi si dà uno slancio per salire << Wuho scoiattolo attenta! >> esclama Fran quando l’altalena si sbilancia, dondolano per un paio di volte quando poi entrambi si sbilanciano, mio fratello avvolge prontamente le braccia intorno alla vita di Cande e sposta il suo peso all’indietro in modo da cadere lui di schiena e far sì che la sua ragazza non subisca alcun danno, ci fecero prendere un colpo ma quando capimmo che stavano bene scoppiammo a ridere e loro con noi. Dopo un po’, Lodo e Diego erano seduti sul girello impegnati a baciarsi più che altro, Cande e Fran stavano facendo lo stesso nella casetta dello scivolo mentre io e Jorge ci dondolavamo lentamente sulle altalene. << Jorge? >> << Sì? >> << Stavo pensando…l’altalena era la gisotra preferita di Sarah? >> chiesi ricordando la sua ultima reazione quando ci trovavamo in quel posto << Sì, lei amava l’altalena…diceva sempre che se chiudi gli occhi mentre dondoli sembra che si possa volare davvero >> ricordo di aver detto qualcosa di simile l’ultima volta e allora capisco la sua reazione. << Sai…sotto certi aspetti voi due vi somigliate molto, sotto altri invece siete completamente diverse >> lui si guarda le scarpe mentre oscilla sulla altalena << In cosa saremmo uguale e in cosa saremmo diverse? >> << Beh… >> si prende una pausa poi parla << Lei era più matura di te e  tu…beh diciamolo la tua impulsività è difficile da buttare >> << La mia impulsività!? >> << Già, insomma non è da tutti buttarsi in mezzo a una strada per dimostrare di avere ragione, ammettilo è da folli >> << Hey! È lei che si è buttata in mezzo alla strada ed è morta! >> Jorge smette di dondolare e allo stesso tempo io mi rendo conto dell’enorme cazzata che ho detto. Mi copro la bocca con la mano destra e sgrano gli occhi guardandolo << Oh mio Dio, scusami Jorge io…sono una stupida per non dire altro, parlo sempre senza pensare dannazione! Io e la mia impulsività! >> dico guardando altrove << Cioè io… >> cerco le parole giusto da dire, con la coda dell’occhio guardo lui che mi fissa sorridente << Lo so che sei impulsiva e parli senza pensare, non c’è bisogno che ti scusi, è una delle cose che mi ha fatto innamorare di te. >>. Gli sorrido mordendomi il labbro inferiore << Non puoi capire quanto in questo momento io senta la necessità baciarti. È asfissiante tenerti così vicino e lontano allo stesso tempo >> sussurra con un torno di voce tale che solo io posso ascoltarlo << Anche io muoia dalla voglia baciarti Jorge, ma ora non possiamo >> << Lo so Sweety, lo so >>. Mi si avvicina tirando la catena della mia altalena e mi dà un bacio sulla fronte. Il resto della settimana passò tranquillo, ma riuscire a nascondere ciò che proviamo diventa sempre più difficile per entrambi, solo che lui lo nasconde meglio di me.
È  mezzanotte ma nessuno dei due ha sonno, sono poggiata col capo sul suo braccio sinistro ed entrambi osserviamo le nostre mani giocare l’una con l’altra, i polpastrelli della sua mano destra accarezzano il palmo della mia sinistra fino ad arrivare a congiungersi con le mie dita ed intrecciarsi. << Jorge? >> << Mmm? >> non lo guardo, continuo a tenere gli occhi sulle nostre mani e credo che anche lui lo stia facendo << Tu…quando hai fatto l’amore per la prima volta? >> domando credendo di sapere già qual è la risposta << Non l’ho mai fatto >> e non è esattamente la risposta che mi aspettavo, sollevo il capo per riuscire a vedergli il volto, lui non sposta il suo sguardo dalle nostre dita << Per me…è sempre stato solo sesso. Sarah doveva essere la prima ma dopo la sua morte…già sai che volevo stare lontano dall’amore quindi diciamo che è diventata una forma di sfogo all’inizio, poi è diventato un gioco. Insomma per farla breve non ho mai fatto qualcosa di così intenso come “fare l’amore”. Non ricordo neanche il nome della prima ragazza con cui l’ho fatto >> una parte di me è felice di avere quella notizia ma un’altra è spaventata. E se dovessi deludere le sue aspettative? Io sono inesperta mentre lui…oddio chissà con quante lo ha fatto. Lo voglio sapere? No, non voglio. Anche perché probabilmente sarebbe un numero così grande che neanche lo ricorda. Oh mio Dio ma perché ho preso questo discorso? Oh sì giusto, perché sono una stupida sadica. << Sweety? >> << Co-cosa? >> balbetto scossa dai miei pensieri. << Devi smetterla di pensare di non essere abbastanza per me, perché tu sei tutto okay? >> accenno un sorriso non del tutto convinto << Okay >> con uno scatto si fionda sopra di me per far sì che le nostre labbra possano unirsi, fa affondare le nostre mani intrecciate nel cuscino e con un gesto toglie il suo braccio sinistro da sotto il mio capo. Tuttavia sono ancora leggermente tesa per la conversazione che abbiamo appena terminato. Sento premere le sue labbra sulle mie con forza come se pretendesse una risposta più chiara, più sicura, lui sa che sono tesa, riesce ad avvertirlo. Mi sto sforzando per riuscire a baciarlo con la stessa intensità ma è come se il mio cervello, i miei pensieri, mi stessero mettendo un freno. D’un tratto sento la sua mano sinistra addentrarsi sotto la stoffa del mio pigiama, a quel punto sgrano gli occhi e poggio istintivamente lascio la sua mano e poggio la mia destra sulla sua per fermarlo, chino il capo mettendo fine al nostro bacio, non voglio guardarlo negli occhi, non voglio neanche vedere il suo volto deluso in questo istante << Sweety… >> continuo a vagare con lo sguardo per la stanza oscurata dalla notte. << Sweety >> mi richiama, questa volta però poggi il pollice sul mio mento e il resto della mano sotto di questo, quanto basta per costringermi ad incrociare i suoi occhi. Lo guardo e non riesco a leggere la sua espressione, sospira  e si alza sedendosi sul letto << Vieni qui >> mi dice tendendomi le mani, le afferro e lui mi fa sollevere per poi sistermi in ginocchio dinnanzi a lui. << Scusa…i-io non ci riesco proprio >> chino nuovamente lo sguardo << L’altra volta me lo hai permesso >> osserva lui << L’altra volta…io non so cosa mi è preso >> << Lo so io >> al suono di quelle parole sollevo gli occhi e mi decido ad incrociare i suoi. Resto in silenzio aspettando che continui il suo discorso e lo fa. << L’altra volta ti sei lasciata andare alle tue emozioni, ai tuoi sentimenti. Questa volta eri concentrata su altro, troppo concentrata. È tutto qui Sweety >> solleva l’indice destro per indicare la mia testa << Il tuo è solo un blocco psicologico e te lo dimostrerò >> << Come? >> << Con il tuo aiuto Martina. Smettila di pensare, goditi il momento e lascia…lascia che il tuo cuore faccia quello che senti >> << Hai troppa fiducia nel mio cuore, non credi? >> sorrido guardandolo << Ce l’ho perché lo conosco meglio di chiunque altro, ce l’ho perché mi appartiene >> le sue parole mi lasciano senza fiato prende nuovamente la mia mano sinitra e l’avvicina alle labbra per baciarmi il palmo, sento un formicolio che parte dalla mano stessa per poi estendersi  lungo tutto il braccio. Lui mi si avvicina e credo che stia per baciarmi ma invece nasconde il suo volto nell’incavo del mio collo per poi lasciarmi un altro bacio proprio in quel punto, allo stesso tempo pone la mano che ha appena baciato sul suo petto, all’altezza del cuore << Lo senti?... >> sussurra al mio orecchio << Tu non ti fidi del mio cuore? Perché lui ti appartiene >> inspiro forte chiudendo gli occhi la sua bocca inumidisce la mia guancia destra con dei piccoli baci in punti precisi della mia pelle. Sento il battito del suo cuore accelerare sotto il palmo della mano e so che sta battendo all’unisono con il mio, come se fossero un tutt’uno. Afferra i bordi della maglietta del mio pigiama, lo so, ma non mi interessa, la solleva lentamente con delicatezza e allora apro gli occhi, sollevo le braccia aiutandolo affinché riesca a togliermi quell’indumento e così lo poggia sul materasso accanto a noi. Mi sento un po’ in imbarazzo, le mie pupille fissano le mie ginocchia e stringo il lenzuolo bianco del letto nei pugni delle mani facendolo avvicinare lentamente al mio corpo come per coprirlo, quando lo sollevo con la stessa lentezza per farlo arrivare al mio petto lui mi blocca con la sua mano destra << No! >> mi fa posare lentamente le mani con il lenzuolo sulle mie gambe mentre continua a fissare il mio busto coperto solo dal reggiseno. Schiude la bocca per inspirare << Sei uno spettacolo >> << Dai, non prendermi in giro >> dico roteando gli occhi << Non ti sto prendendo in giro tu…tu non te ne rendi conto. Vieni qui >>. Si alza dal letto e mi tende la mano sinistra << Devo alzarmi? >> mi lamento per fargli capire che non ho voglia di farlo << Si! Vieni qui >> il suo tono non ammette repliche così lo accontento, metto la mia mano nella sua, mi alzo in piedi sul materasso e dopo due passi tocco il suolo. Jorge mi accompagna davanti allo specchio della sua stanza << Che stai facendo? >> chiedo confusa, mi lascia la mano e si posiziona dietro di me poggiandomi le mani  sulle spalle << Riesci a vedere il tuo riflesso? >> mi sussurra all’orecchio, osservo attentamente l’immagine sullo specchio che mi è dinnanzi. << Sì >> rispondo senza distogliere lo sguardo da questo, vedo Jorge poggiare il mento sulla mia spalla sinistra << Non guardare me, continua a guardare te >> obbedisco e guardo negli occhi il mio riflesso, sento come i polpastrelli delle sue dita scivolano sulle mie braccia trasmettendomi piccole e potenti scariche elettriche al passaggio. Deglutisco, faccio fatica a concentrarmi sulla mia immagine con lui che fa…che fa…questo. << Hai un corpo perfetto Martina. Sei la cosa più bella che abbia mai visto in tutta la mia vita >> continuo a restare in silenzio e seguo con lo sguardo i movimenti delle sue mani, lascia i miei polsi e le poggia sui miei fianchi facendo sì che il mio stomaco si contorci e il suono del battito del mio cuore rimbombi anche nella mia testa. << Guardati, non ho parole per descriverti >> solleva lentamente le mani, con delicatezza come se fossi un oggetto fragile che potrebbe rompersi. Osservo attentamente i suoi gesti, il mio ventre, quando arriva al bordo del reggiseno si ferma, fa scivolare le sue braccia per stringermi a sé e sento il contatto della mia schiena nuda contro il suo petto, pelle a pelle. Mi stringe forte, quasi avesse paura a lasciarmi andare << Dio Martina, tu non puoi capire cosa mi fai provare >> mi bacia il collo e io sorrido << Tutte queste belle parole solo per portarmi a letto Blanco? >>  dico scherzando << Sei un pervertito >> scuoto il capo mentre lui continua a darmi piccoli baci lungo la spina dorsale << Senti chi parla…sei tu che non voleva stare con me perché aveva paura di non riuscire a fare l’amore con me e sei sempre tu quella che ha introdotto questo discorso poco fa…pervertita >> sgrano gli occhi e resto a bocca aperta guardandolo attraverso lo specchio, lui ha raggiunto il mio orecchio destro e lo vedo sorridere maliziosamente, trattengo una risata e poi mi volto verso di lui cingendogli il collo con le braccia. << Scherzi a parte Sweety, tu non hai la più pallida idea di quanto io in questo istante stia lottando contro me stesso per non fare quello che vorrei >> la sue espressione è seria e so che non sta mentendo << Magari…un pochino puoi anche lasciarti andare >> sussuro ad un soffio dalle sue labbra, lui non se lo fa ripetere due volte, mi bacia con foga riuscendo a cogliermi di sorpresa, non mi aspettavo qualcosa di così intenso, schiaccia il mio corpo in modo che i nostri ventri si scontrino, non mi lascia vie di fuga e posso sentire la sua forza in quel gesto, ho le mani poggiate sulle sue braccia, le stringo intorno ai suoi muscoli e non posso credere ancora che lui sia mio. Solo mio. Quando sento le sua stretta diventa leggermente più larga ne approfitto, con un salto avvolgo le gambe intorno alla sua  vita, lui mi afferra saldamente impedendomi di cadere, le mie braccia adesso stringono il suo collo e le nostre bocche continuano a baciarsi in un modo così frenetico che quasi potrebbero prendere fuoco. D’un tratto sento la sua lingua scontrarsi con la mia, non mi dà fastidio, è la prima volta che ci baciamo così devo dire che è una cosa piacevole e…e ancora più intensa del normale. Sento come se la lava stesse percorrendo ogni fibra del mio corpo, Non mi sono mai sentita così è come se avessi perso il controllo del mio corpo, eppure pensavo di aver provato questa sensazione l’ultima volta che ci siamo baciati sul letto ma…ma no questo è ancora più forte, è sorprendente come questo sentimento riesca a diventare più forte ogni volta. Sento che mi sta poggiando sul letto, la sua mano destra accarezza ripetutamente la mia coscia con movimenti lenti, andando avanti e indietro. Il mio corpo sta tremando, la mia mano destra scivola fino alla parte davanti del suo collo, so di aver finito l’aria nei polmoni ma non riesco a smettere. La bocca si sposta sul mio collo e credo di poter finalmente recuperare fiato ma non è così perché i suoi baci mi tolgono il respiro, mi dà un leggero morso sul petto poco distante dal merletto azzurro del reggiseno, respiro e inspiro forte, molto forte mentre lui continua a baciarmi, si allontana e prima che me ne renda conto lo spingo per poter mettermi a cavalcioni su di lui e riprendere possesso delle sue labbra, l obacio con avidità, con foga esattamente come un’attimoa fa, la sua mano sinitra percorre la mia schiena e l’altra resta ferma sulla mia cosci, ho entrambe le mani sul suo volto come per tenerlo fermo, faccio in modo che la mia lingua prema sul suo palato così da costringerlo a gettare il capi all’indietro, imitando i suoi gesti di prima allontano le mie labbra dalle sue e lo pso sulla sua guancia, gli lascio una scia di baci arrivando al suo orecchio, mordo il suo lobulo e lo sento inspirare, quando mi allontano, lui volta il capo verso di me e dai suoi occhi capisco sta cercando le mie labbra,  lo accontento e torno a far sì che le nostre labbra facciano contatto. Sento le sue mani stringere le mie gracili braccia con forza, e d’un tratto arrivando ai miei gomiti mi allontana e si stacca bruscamente allontanandosi da me << Basta Sweety, basta. Ti prego >> ed è una supllica, tiene gli occhi chiusi e la sua fronte e poggiata alla mia. Entrambi respiriamo affanosamente e cerchiamo di recuperare quanta più aria possibile << Che-che ho fatto? >> chiedo confusa << Se avessimo continuato così non so per qaunto ancora avrei potuto reggere. Sono pur sempre un ragazzo >> rido << Che…vuoi dire? >> << Sai benissimo…cosa stavi facendo >> sussurra tra un sospiro e l’altro e capisco il significato della frase << Ancora un po’ e non so se avrei trovato la forza di fermarmi >> gli accarezzo lo guancia e noto che sembra davvero preoccupato << Scusa… >> sussurro sentendomi un po’ colpevole per quella situazione << Non devi chiedermi scusa Sweety, è stato più eccitante di una corsa sull’Audi A9 a tutta velocità >> rido per quell’affermazione << Wow mi stai paragonando ad un’auto >> << Non un’auto qualsiasi e lo sai >> << Sip! Jorge io… >> << Passo a passo Sweety. Ti garantisco che prima o poi ti sentirai sicura al 100%...e solo allora faremo il grande passo >>. Mi dà un bacio sulla fronte poggiando le mani sulle mie guance e poi mi guarda negli occhi << Ti amo Sweety >> sorrido, un sorriso a trentadue denti << Anch’io ti amo Jorge >> gli schicco un bacio sulle labbra e poi sollevo le coperte e per infilarmici sotto << Metti questa >> Jorge prende la maglietta del mio pigiama e me la infila, poi mi stringe a sé ed insieme cadiamo in un sonno profondo. 
Il giorno seguente è domenica. Sono le 16:00 e mi è venuta fame, Diego Fran e Jorge sono andati insieme non so dove e io ho invitato Cande e Lodo a venire qui. Dovrebbero arrivare tra poco, vado in cucina a prepararmi il pancarré con la nutella, in casa ci siamo solo io, Anahi, Cassandra, Lola che sarebbe la cameriera e Fernando. Quest’ultimo entra in cucina, la sua vicinanza non mi fa più lo stesso effetto di prima, adesso provo solo ripudio per questo essere mostroso, non mi fa più paura, per qualche strana ragione mi sento abbastanza forte e sicura di me da non temerlo. Forse la ragione è che la protezione di Jorge la sento anche a distanza, come se fosse sempre con me anche quando non c’è fisicamente. Apre il frigorifero e prende una bottiglia di succo, lo seguo con la coda dell’occhio, << Spostati >> mi ordina pretendendo di poggiare il bicchiere dove io ho messo il barattolo di nutella << Spostati tu, il bancone è grande >> dico decisa a non muovermi di lì << Cosa?! >> Frernando sembra sorpreso dalla mia affermazione, l’ho davvero lasciato senza parole tuttavia si riprende abbastanza in fretta, mi afferra il polso destro, la mano in cui tengo il coltello << Puoi ripetere? >> lo guardo negli occhi decisa a non dargliela vinta << Sopstati tu, il bancone è grande. E non toccarmi Fernando! Perché se Jorge lo viene a sapere tu sei morto e sepolto. Mi sono spiegata? Inoltre sono io quella armata di un coltello e ti assicuro che non ho paura di usarlo su di te >> mi libero dalla sua presa con un solo scatto, chiudo il barattolo di nutella e metto il coltello in bocca mentre sistemo tutto al porprio posto << Sei molto sicura di te >> dice lui guardando il suo bicchiere vuoto e dal suo tono so che questo non gli piace << Esatto Fernando. Puoi farmi quello che vuoi, dirmi quello che vuoi, mandarmi tutte le scatole che vuoi ma adesso non ti temo più >> mi dirigo verso la cucina ma la sua voce ripugnante mi ferma ancora << Mandarti cosa?... >> mi guarda inclinando un sopracciglio << Il computer Fernando. So che me lo hai mandato tu >> << Non so di cosa tu stia parlando >> << Il notebook Fernando! Quando sono arrivata qui! Non so dove lo hai preso o come sei entrato in possesso di quel computer però lo hai fatto e me lo hai spedito per “posta” >> faccio le virgolette in aria per essere ironica << Io non ti ho mandato nulla. Perché avrei dovuto farlo? Su quel computer c’erano cose che avrebbero potuto causarmi dei problemi…sarebbe stato sciocco da parte mia fare una cosa del genere non credi? Dov’è adesso quel computer? >> lui sembra davvero agitato per la mia confessione e io sgrano gli occhi << L’ho rotto >>. Si rilassa visibilmente, un sorriso compiaciuto si estende sul suo volto << Perfetto. Con permesso >> mi passa accanto uscendo dalla cucina mentre io resto ferma lì, come un sasso. Non può essere, DEVE essere stato lui a mandarmi quel computer, per forza! Insomma lui…non…non è possibile cioè voglio dire…cosa cavolo significa tutto questo?! Se non è stato lui allora chi potrebbe essere stato? CHI?! CHI SAPEVA?!...Chi sa?...


*Angolo autrice*
Yeyyy chicasss purtroppo sono senza internet da una settimana *pianto disperato* ora sono a casa di mia zia e qui per fortuna INTERNET VIVE. LoL...quindi ho potuto postare il capitolo ma non ho ancora potuto rispondere alle vostre fantastiche recensioni...non avendo internet vedrò quello che  posso fare nelle brevi ore in resto qui. Oraaa parlando del capitolo vi è piaciuto? *-* mmm...l'inzio, hai visto frago? Avevi ragione tuuu lol...e beh la scena più bella credo che sia stata uguale per tutte lol vi è piaciuta??? Non so ditemi voi...lascio parlare/sfogare i vostri scleri se ne avete... Poiiii ora faccio un saltonei messaggi diretti e poi vedo anche le vostre recensioni cerco di rispondere e di leggere qualche ff che mi avete chiesto, soprattutto quelle che mi avete dedicato che a proposito siete dolcissime 😍😍😍 vi mando un bacio enorme! E cercherò di essere più presente (in senso ironico dato che non ho internet ç______ç)
Ah già! Nuovo misterooooooooo zan zan zannn chi avrà mandato il pc a Tini?...a voi le opzioni u.u baci chicasssssss  💕❤💗

 

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Capitolo 26
*** The Dreamers ***








~~Sono seduta sul divano tra Lodo e Cande, stiamo guardando la televisione o meglio, loro stanno guardando la televisione, la mia mente viaggia altrove dopo quello che mi ha confessato Fernando. << Tini, sei sicura di essere tra noi? >> domanda Cande per la terza volta scuotendomi dai miei pensieri << S-sì certo perché? >> << A me sembra che tu sia sovrappensiero >> a rispondere e Lodovica così mi volto verso di lei, sto per contestare ma le voci dei ragazzi che sono appena rientrati attira la nostra attenzione << Wuhuuu! Siamo tornati >> urla mio fratello prima di fare la sua apparizione in salotto << Indovinate chi suonerà al locale di Bob sabato sera >> dice Jorge guardandoci << Non dirmelo! Non sarete mica… >> la rossa viene interrotta da mio cugino << Proprio così Cande! I dreamers! >> << Aaah! Che bello sono così contenta per voi! >> Candelaria si alza dal divano per andare in contro ai ragazzi e abbracciarli tutti e tre << Che forza! Noi siamo invitate vero? >> Lodo inarca un sopracciglio in segno di avvertimento guardando Diego << Certo che siete invitate nena! >> << Yuuuuh >> Lodovica si alza in piedi e salta addosso a Diego che le cinge la cita per non farla cadere e poi le dà un bacio sulla guancia. Mi sento osservata e noto che Jorge mi sta fissando, mi mima un “tutto okay?” con le labbra, io forzo un sorriso e annuisco col capo, non mi va di guastare il suo buon umore << Jorge dobbiamo subito ampliare il nostro repertorio >> << Sì tranquillo Fran, ho già qualcosa pronto, che cosa ne dici se prima di andare ad esercitarci mangiamo qualcosa? Io ho fame >> << Anche io! >> quota Diego alzando la mano << D’accordo per me va bene >> acconsente Fran << Grande! Martina vieni con me in cucina? Così mi aiuti a portare i vassoi << Sip! Eccomi >> mi alzo in piedi cercando di acquisire quanto più possibilmente il mio atteggiamento normale, << Sorellina… >> Francisco mi afferra il polso proprio quando gli passo accanto mentre tutti stanno prendendo posto e Jorge è già quasi in cucina, io mi fermo e fisso mio fratello << Tutto okay? >> gli sorrido cercando ancora una volta di sembrare credibile, questa volta credo e spero di riuscirci << Sip! Perché me lo chiedi? >> << Non so…mi sembravi turbata >> << Naaah, ho fame, vado a prendere da mangiare >> << Okay >>. Francisco molla la presa e così cammino verso la cucina. Una volta dentro osservo Jorge che mi fissa con le braccia consorte da dietro l’enorme bancone << Che c’è?... >> chiedo guardandolo dall’atra parte di questo. << Non lo so, dimmelo tu >> Jorge si avvicina alla porta per chiuderla e poi torna a posizionarsi di fronte a me, l’enorme bancone ci divide. << Cosa dovrebbe esserci? >> continuo a cercare di fingere << Sei tu quella tesa come una corda di violino non io, quindi dovresti sapere tu cosa c’è che non va >> mi indica col dito e la sua espressione dura mi dice che non ho alcuna via di fuga, inutile fingere con lui, sospiro e rinuncio a tutti i miei tentativi di assumere un portamento credibile << Nulla di importante, non voglio rovinarti la giornata >> << La giornata me la rovini se non me lo dici. Cos’è successo Martina? Fernando si è avvicinato a te? Ti ha fatto qualcosa? Devi dirmelo! >> noto come i suoi muscoli si contraggono e so  che sta aspettando un mio semplice cenno per spaccare la faccia al mio dolce fratellastro, apro la bocca ma poi la richiudo, devo cercare le parole giuste, quelle che facciano in modo che Jorge non dia di matto e salti alle conclusioni affrettate << Non è stato lui >> sussurro, sì credo che iniziare dalla fine sia la cosa migliore in questo caso, Jorge sembra calmarsi e mi guarda con la fronte corrucciata, io riprendo il discorso << Il computer, Fernando mi ha confessato di non essere stato lui a mandarmi il pacco capisci? >> << Cosa?! Ma non ha senso lui è l’unico che avrebbe… >> << No, riflettici un attimo Jorge, perché avrebbe dovuto farlo? Su quel portatile c’erano le prove che servivano per denunciarlo, sarebbe stato stupido da parte sua >> << Ma se non è stato lui allora chi? >> << Non lo so! Non ne ho la più pallida idea, per quanto mi sforzi di capire non ci riesco >>. Entrambi restiamo in silenzio per qualche secondo, Jorge abbassa lo sguardo << Questo significa…che c’è qualcuno che sapeva >> << Sì… >> sussurro in risposta alla sua osservazione che combacia perfettamente con la mia. La porta della cucina si apre facendo sobbalzare sia me che Jorge, le mie amiche entrano e guardano prima lui e poi me << Abbiamo interrotto qualcosa? >> chiede Cande << No, assolutamente. Stavamo decidendo se prendere qualcosa di dolce o qualcosa di salato >> dice prontamente Jorge avvicinandosi agli scaffali << Portate sia il dolce che il salato e poi decideremo chi vuole mangiare cosa >> suggerisce la mora e Jorge annuisce << Sì, hai ragione >> prende le patatine, i biscotti, la cioccolata e schifezze varie e si dirige verso l’uscita << Sweety porta le bevande >> dice uscendo << Sip! >> cammino a passo svelto verso il frigo sapendo di avere gli occhi delle mie amiche addosso << Invece di restare lì impalate perché non mi aiutate? >> dico indicando le quattro bottiglie che avevo tra le braccia, l’acqua, la coca, l’aranciata e il succo. Lodo e Cande si lanciano uno sguardo << Nah! >> dicono per poi dirigersi verso il salone prima di me << Grazie mille a tutte due! >> urlo per farmi sentire da entrambe. Dopo aver finito di mangiare i ragazzi salgono al piano superiore per provare le loro canzoni. Per qualche strana ragione la sola presenza di Jorge in questa casa riesce a tranquillizzarmi, anche se ora non è qui al mio fianco, anche se non so chi ha portato quel dannatissimo computer in questa casa. << Eeee…se andassimo a vedere le prove dei ragazzi? >> propone Lodovica << Non so se è una buona idea, potremmo distrarli >> dico guardandola << Beh io di solito assisto sempre quindi non credo che sia un problema e poi stanno provando da più di un’ora >> risponde la rossa. Così decidemmo di spegnere il televisore e dirigerci verso la stanza di Jorge, la musica era udibile già dal corridoio, è una musica molto dolce e piacevole, io e le ragazze apriamo un po’ la porta << Mmm…non so non mi viene >> Francisco si volta verso Jorge che è alla tastiera, anche Diego lo sta guardando << Volete ascoltare ancora solo la base? >> chiede il mio ragazzo, Fran e Diego annuiscono e lui riprende a suonare quella piacevole melodia che tanto mi piace. Osservo come Jorge accarezza i tasti dello strumento, molto attentamente senza sbagliare una nota, come stregato dalla sua stessa musica. Deduco che sia uno strumento che lui ama molto. << Non so…se ci prendiamo una pausa? >> propone Diego appena Jorge finisce di suonare, << Mmm…okay io ho sete, vado a prendere da bere >> Mio fratello si toglie la chitarra poggiandola accuratamente sul letto << Vengo anche io, Jorge? >> lo richiama mio cugino imitando il gesto di Fran << No, preferisco provare ancora la canzone >> << Okay >> rispondono all’unisono, i due camminano verso di noi e così apriamo la porta prima che lo facciano loro << Hey, che stavate facendo? >> Francisco inclina leggermente il capo guardando più che altro la sua ragazza << Volevamo ascoltarvi ma…vi siete presi una pausa giusto quando siamo arrivate noi >> gli risponde lei, lui sorride << Sì infatti che noiosi che siete >> protesta la mora, Diego la braccia e la bacia proprio come fa Fran con Cande e tutti e quattro camminano verso le scale. Aspetto che le due coppiette spariscano dal mio campo visivo e poi entro nella stanza, Jorge continua a suonare << Cos’è? >> chiedo guardandolo << È la base sì una canzone che ho composto ma per ora ho scritto solo la prima strofa e il ritornello >> << Fa sentire >> << Non è completa >> << Non mi dire! Non lo avevo capito >> lo prendo in giro scuotendo il capo e lui ride chinando lo sguardo e poi comincia a suonare cantando le parole iniziali, lascia uno spazio vuoto e poi riprende a cantare il ritornello, e qui si ferma un’altra volta. Intanto delle parole venivano alla mia testa mentre continuavo a ricantarmi quella canzone << Fallo ancora >> dico appena ha finito, lui mi guarda dubbioso ma comunque riprende a suonare e cantare << Te contaré una historia de un tierno amor. Cuando te acercas yo siento que todo el mundo se ve mejor >> Ti racconterò la storia di un tenero amore. Quando ti avvicini sento che il mondo è migliore << Pero has sufrido tanto que el dolor cego’ y has perdido toda esperanza pero aqui estoy yo >> Ma hai sofferto così tanto che il dolore ti ha spezzato e ha perso tutte le speranze ma qui ci sono io. Canto io, come se fosse una risposta e lui mi sorride continuando la canzone << Sabias que yo te amo? Como no lo puedes ver? Tu eres mi sonrisa, contigo yo estaré. Lo unico que quiero es verte sonreir y por un largo tiempo lo he querido decir. >> Sapevi che io ti amo? Come fai a non vederlo? Tu sei il mio sorriso, resterò con te. L’unica cosa che voglio è vederti sorridere e per un lungo periodo l’ho voluto dire lascio che canti da solo sia questo pezzo sia il ritornello non essendo ancora sicura di averlo memorizzato << Y quién podria amarte mas…que yo? Se que hay que derribar paredes a tu corazon. Dejando el miedo atras oh amor y si tu quieres volaremos, solo dejate caer en nuestro amor >> E chi potrebbe amarti più di me? So che ci sono muri da abbattere nel tuo cuore. Lasciando la paura indietro oh amore e se tu vuoi voleremo, solo lasciati cadere nel nostro amore…  gli sorrido per le bellissime parole e cerco di riprendere a cantare sapendo che lui ha finito le parole << A lo que pueda pasarnos, no le debemos temer. Esta amistad es increible se muy bien no se va a perder >> A ciò che può capitarci, non dobbiamo temere. Quest’amicizia è incredibile so molto bene che non si perderà, e uso la parola amicizia perché so che mio fratello è appena arrivato insieme agli altri e ci stanno osservando dalla porta. << No esta en mis planes perderte y no me quedaré sentado viendo tu sufrimiento por ti lucharé >> Non è nei miei piani perderti e non me ne starò seduto a vedere la tua sofferenza per te lotterò, Jorge continua a guardarmi negli occhi e credo che lui non abbia ancora notato i nostri spettatori, prima di poter riflettere, cantando pronuncio quella parola che per Jorge è sempre stata impronunciabile, anche se nella nostra lingua << Sabias que eres angel? Que ha olvidado volar, mi corazon se rompe cada vez que te ve llorar. Y sé que te duele ella se ha ido y te apoyas en mi hombro cuando tu estas mal oh y espero que el tiempo ayude tu corazon curar >> Sapevi di essere unangelo? Che ha dimenticato come si vola, il mio cuore si rompe ogni volta che ti vedo piangere. E so che ti fa male, lei se ne andata e ti appoggi sulla mia spalla quando stai male oh e spero che il tempo aiuti a curare il tuo cuore, e faccio chiaramente riferimento alla sua storia, Jorge sembrava un attimo perso quando mi ha sentito pronunciare la parola “angel” ma immediatamente ha continuato a suonare osservando i tasti e restando in silenzio, insieme riprendiamo a cantare il ritornello guardandoci negli occhi, lui suona la penultima strofa << Si caes yo te sostendré, si caes yo ye sostendré, te sostendré si caes hoy >> Si cadi io ti sosterrò, se cadi io ti sosterrò, ti sosterrò se cadrai oggi attacco io dicendo << Tu debes decidir si volaras junto a mi y si tu quieres volaremos solo dejate caer en nuestro amor >> Tu devi decidere se volerai insieme a me e se tu vuoi voleremo solo lasciati cadere nel nostro amore e via di nuovo con il ritornello chiudendo la canzone. Tutti quanti applaudono entrando nella stanza << Grandioso sorellina! Non sapevo sapessi comporre testi per le canzoni, potremmo assumerti >> Francisco mi circonda il collo con il braccio sinistro per abbracciarmi << Si ma avete segnato il testo? >> chiede Diego guardando Jorge << No, lo faccio subito! >> lui si siede alla scrivani dove c’è un quaderno aperto e comincia a scrivere << Jorge sostituisci “ella se ha ido” con “él se ha ido” e poi “esta amistad” con “este amor” >> continua mio cugino avvicinandosi all’amico.
Torno vicino alle ragazze mentre i ragazzi provano la canzone appena scritta.
Quella sera nel letto fissavo il soffitto, la mia mente era ancora occupata da quella fatidica domanda “Chi mi ha mandato il computer? E perché?” faccio mente locale per cercare di ricordare se ci fosse un bigliettino o qualcosa del genere ma non mi pare. << Sweety >> mi volto verso Jorge al suono della sua voce << Stai pensando ancora a quella storia? >> ha il capo poggiato nel palmo sinistro della mano mentre mi fissa dall’alto << Come potrei non pensarci Jorge? Evidentemente lì fuori c’è qualcuno che mi odia o che ci tiene a farmi soffrire >> << Lo troverò dovessi cercare in capo al mondo >> sorrido alle sue parole << Sembra quasi una minaccia >> << Per lui lo è >>  allungo la mano per accarezzargli la guancia e lui mi si avvicina per baciarmi << La canzone che abbiamo scritto è fantastica >> << Perché stavamo parlando l’un l’altro no? >> sussurro guardandolo negli occhi << Senza ombra di dubbio Sweety, siamo noi contro il mondo >> << Oh andiamo che frase vecchia >> rido scuotendo il capo << Vecchia ma vera >> mi afferra la mando sinistra lasciandomi un bacio sul dorso di questa e poi mi stringe a sé << Ora dormi, hai bisogno di dormire e domani c’è scuola >> << Hai ragione >> << Ovvio, io ho sempre ragione >> << Nop, io ho sempre ragione, tu sei soltanto un’idiota saccente che pensa di sapere tutto >> << Non puoi dire saccente che pensa di sapere tutto >> << E perché no? >> << Perché la parola “saccente” indica una persona che pensa di sapere tutto quindi tu stai… >> prendo il cuscino da sotto la testa prima che lui continui la frase e lo colpisco forte in pieno viso ridendo << Questo non dovevi farlo >> << Ah no? >> << No! >> tengo stretto il cuscino sapendo che è l’unico nella stanza ma lui riesce ugualmente a tirarmelo con la forza e inizia a prendermi a cuscinate, alla fine mi attira a sé stringendomi al suo petto e così ci addormentammo.
Sabato sera. I ragazzi avrebbero suonato al locale di Bob, era un locale abbastanza frequentato soprattutto dai ragazzi della nostra età. Io indossavo dei pantaloni neri di jeans, attillati con qualche strappo lungo la parte anteriore della gamba, un topo rosso scuro con le bretelle che lasciava intravedere leggermente il ventre e le mie inseparabili converse nere. Cande indossava un vestito bianco con la gonna a ruota che le scendeva morbida poco più sopra delle caviglie, la giacchetta nera di pelle e gli stivali dello stesso colore, infine Lodo aveva la gonna a ruota nera di pelle, le calze nere e gli stivaletti bianchi come la maglietta a giro maniche che portava. I ragazzi salirono sul palco scenico, entrambi avevano dei jeans scuri, Francisco aveva una t-shirt nera con sopra una camicia bianca, Diego portava solo la camicia blu con i primi bottoni sbottonati e Jorge aveva   una canotta nera, aderente che marcava perfettamente i suoi pettorali, mi morsi il labbro inferiore guardandolo, era davvero sexy. Tutte le ragazze in prima fila urlavano come pezze scatenate da quando i dreamers avevano fatto la loro apparizione. I ragazzi aprirono le danze con la stessa canzone che cantarono alla festa di Candelaria, poi seguirono altre quattro che non conoscevo ma a quanto pare Cande e alcune ragazze nella sala sì. Successivamente cantarono la canzone che avevamo composto ieri io e Jorge, a quella canzone Jorge mi lanciava degli sguardi come per dedicarmela. Poi cantarono una canzone dove la voce principale sembrava essere quella di Diego, si chiamava ser quien soy e la dedicò a Lodo anche se solo con lo sguardo, anche Francisco dedicò una canzone a Cande se non sbaglio si chiamava Inolvidable e credo fosse una cover dei Reik. Cantarono anche la canzone che Jorge mi cantò in spiaggia quella sera di tanti mesi fa. Finito il concerto i ragazzi furono assaliti dalle fans che gli chiedevano autografi, foto e persino baci. Devo dire che la cosa non mi entusiasmava molto, anzi al contrario. Odiavo il fatto che quelle ragazze stessere attaccate a Jorge << Con permesso vado a fare il mio lavoro >> Cande stava per allontanarsi ma Lodo la fermò afferrandole il polso << Cioè? >> << Dimostrare a quelle oche che Francisco è mio e basta >> << No Cande! Deve essere lui ad allontanarsi, insomma guardalo se ne sta lì tutto contento insieme a quegli altri due >> beh in fondo Lodo aveva ragione, quei tre sembravano davvero sguazzare nella loro acqua e la cosa era irritante tuttavia sapevo che quello che stava frullando nella testa di Lodo ci avrebbe messo nei guai. << E allora cosa dovrei fare? >> ecco che Candelaria ha fatto la domanda da un milione di dollari, domanda che non va fatta soprattutto non a Lodo, il suo sorriso compiaciuto mentre guarda Diego mi conferma ancora di più che questo è il momento di farsi prendere dal panico << Venite! >> ordina la mora trascinando la rossa per il polso << Io sono esonerata giusto? Non sono fidanzata? >> chiedo speranzosa << No! Cammina! >> e fu così che le mie speranze sfumarono. Ci avvicinammo al bancone e Lodo chiese tre bicchieri di birra, notai come si guardava intorno e io e Cande facevamo come lei cercando di capire cosa stesse facendo, quando i suoi occhi incrociarono quelli di un gruppo di ragazzi che erano poco distanti da noi capimmo le sue intenzioni. << Non per fare la guastafeste ma…non è una buona idea…i tre moschettieri si… >> Candelaria non finisce la frase poiché Lodo la interrompe << Tranquilla Cande! Divertiti okay? >> << Non capisco io che c’entro però >> dico incrociando le braccia << Tu sei single qual è il problema? Non lamentarti >> Odio quando Lodovica fa la dittatrice. << Salve bellezze >> dice uno dei tizi sparando una posa per avvicinarsi a Lodo, il barista poggia i tre bicchieri di birra sul bancone e lo stesso ragazzo dice << Mettile sul nostro conto, offriamo noi >> sospiro sentendomi già in ansia per questa storia, afferro il ciondolo a forma di chiave della mia collana e lo faccio strofinare più volte con la catenina << Lo sai che sei proprio bella? >> sento la vicinanza di un ragazzo che mi sfiora i capelli e avvicina le labbra al mio orecchio. Resto in silenzio mentre i miei occhi vagano alla ricerca di Jorge, vedo Cande girarsi una ciocca di capelli sull’indice destro, un ragazzo biondo cerca di attirarla a sé ma lei lo allontana poggiandogli la mano destra sul petto << Vacci piano eh? >> gli dice bruscamente, il mio respiro si fa sempre più pesante, Lodovica invece riesce a parlare tranquillamente con quel ragazzo, beh chiaro, lui non allunga le mani come questi due. Non mi sono neanche voltata a guardare il ragazzo al mio fianco perché non ne ho il coraggio, sento il suo braccio destro cingermi la vita avvicinandomi a lui, il battito del mio cuore accelera per il nervosismo << Sai cos’ho voglia di fare?...Perché non ti giri gattina? >> << gattina lo dici a qualcun altro! >> riconosco la voce di Jorge ma prima che possa voltarmi vedo lo straniero cascare a terra di botto per un pugno ricevuto in piena faccia. << Wuho! Chi vi credete di essere?! >> chiede il ragazzo accanto a Lodo << Chi vi credete di essere VOI! Questa è proprietà privata! >> dice Diego indicando noi tre e prima che possiamo rendercene conto i ragazzi cominciano a fare a pugni tra loro << Oh porca miseria! >> urlo istintivamente quando capisco che ormai la rissa è inevitabile. << Che cosa abbiamo fatto?! >> dice Cande guardandoli << Oh cavolo questo non doveva succedere >> oh sì adesso Lodovica è pentita ovviamente, sia io che Cande la guardiamo male, non sappiamo che fare dato che pur chiamando i ragazzi questi non ci danno ascolto, finalmente intervengono degli impiegati del locale che allontanano i due gruppi, Bob il padrone si mette in mezzo e gli urla << SMETTETELA SUBITO. NON VOGLIO RISSE NEL MIO LOCALE, SE VOLETE CONTINUARE ANDATE FUORI DI QUI! UN’ALTRA STUPIDAGGINE DEL GENERE E VI BANDISCO TUTTI E SEI MI SONO SPIEGATO!? >>. I ragazzi continuano a lanciarsi sguardi furiosi << Allora? Andiamo fuori bambocci? >> li provoca ancora il ragazzo che stava accanto a Lodo, Diego si getta in avanti come per accettare la provocazione ma Jorge gli afferra il braccio per impedirglielo << ANDIMAO! >> Esclama duro, poi mi lancia uno sguardo fulminante, ovviamente quell’esclamazione era rivolta anche noi << Camminate! >> non mi piace il tono che sta usando ma decido molto saggiamente che non è il caso di dirglielo ora, quei tre sconosciuti continuano a provocarli verbalmente me loro riescono ad ignorarli, appena arrivati fuori arriva il rimprovero rivolto a noi << Cande ma sei impazzita tutto d’un tratto?! >> chiede mio fratello con la voce alterata << No, io stavo solo bevendo. Loro si sono avvicinati >> << L’idea è stata tua no?! Non potevi comportarti in un altro modo?! UNA RISSA LODOVICA LO CAPISCI?! >> Anche Diego urla e Lodo sembra sorbire in silenzio sapendo di essere colpevole. Quando i miei occhi incrociano quelli di Jorge mi sento diventare piccola piccola, se c’è una cosa peggiore del rimprovero è quello sguardo silenzioso che ti arriva come un pugno in piena faccia. << E tu?! Mi dici che motivazioni avevi eh? Ti sei bevuta il cervello? >> Francisco mi dà un colpo sul braccio facendomi capire che stava parlando con me, chino il capo non sapendo cosa dire << Che fai non parli? Mi vuoi dire… >> le parole di mio fratello sono bloccate dalla voce di Jorge che è molto chiaramente incazzato nero. << TE LO DICO IO PERCHÈ! È UNA RAGAZZINA STUPIDA! MI DICI A COSA STAVI PENSANDO!? LO CAPISCI CHE QUEI BASTARDI POTEVANO PRENDERTI E FARTI DEL MALE SI O NO?! HAI LA MINIMA IDEA DI QUELLO CHE HAI RISCHIATO MARTINA?! CE L’HAI!? NO OVVIAMENTE NON CE L’HAI PERCHE’ SEI SOLO UNA STUPIDA! >> vorrei controbattere ma le parole non mi escono da bocca, Jorge mi afferra il braccio << NON TI AZZARDARE MAI PIÙ A FARE UNA COSA DEL GENERE O Ti giuro…MARTINA, che finisce male, peggio di così >>. Jorge mi lascia il braccia avanzando solitario, tutti quanti lo fissiamo << Wow…si è arrabbiato più di me. In ogni caso quello che ha detto a Martina vale per tutte tre! E ora muovetevi se non volete farvela a piedi >> detto questo mio fratello segue il suo amico << Diego io… >> << Tu nulla Lodovica. È meglio che non parli >>. E per la prima volta vedo Lodovica mortificata. Io invece sono tentata di farlo, di dire la mia opinione ma non ora…in macchina nessuno azzarda una parola, arrivati a casa, data l’ora, Lodo e Cande avrebbero dormito da noi. << Dormite nella stanza di Martina >> Francisco mi indica col capo, in realtà Cande avrebbe dovuto dormire con lui e Lodo con Diego. I ragazzi vanno nelle loro stanze sbattendo le porte e lasciandoci sole nel mezzo del corridoio. << Wow…si sono incazzati di brutto >> sospira Lodo io e Cande la guardiamo << Che cosa ti aspettavi? Quei tre ci hanno messo le mani addosso Lodo e loro non hanno neanche lasciato spiegarci la situazione, chissà cos’hanno pensato >> le spiega mia cognata << Io comunque dormo in camera di Diego…troverò il modo di calmarlo >> dice Lodo scrollando le spalle << Sì anche io vado da Fran, non ti dispiace Tini, vero? >> << No! Certo che no! >> dico rapidamente, forse troppo rapidamente, ma le ragazze non lo notano, sono evidentemente preoccupate da altro. Così vado in camera mia a mettermi il pigiama e poi in quella di Jorge. Lui e girato di spalle con la faccia rivolta verso il muro << Jorge? >> lo chiamo ma non mi risponde, mi infilo nel letto e gli tocco la spalla << Andiamo…so che non stai dormendo >> << Voglio dormire. Lasciami in pace. >> marca ogni singola parola facendomi capire che è ancora incazzato nero << Oh andiamo! Siete stati voi ad aver esagerato! >> Jorge scatta mettendosi a sedere e facendomi sussultare << NOI!? MARTINA HAI VISTO QUEL TIZIO CHE STAVA FACENDO O NO!? >> << I-io… >> non mi dà il tempo di rispondere << STAVA METTENDO LE SUE LURIDE MANI SU DI TE MATINA LO SAI?! LO CAPISCI?! >> << La gelosia ti acceca! >> riesco a dire tutto d’un fiato e dalla sua espressione capisco di aver commesso un errore quando vedo una scintilla d’ira accendersi nei suoi occhi, con un secondo scatto mi fa stendere sul letto sul letto << Sì Martina hai ragione, la gelosia mi acceca. Quindi fa attenzione a quello che fai. Tanto per cominciare non parlarmi okay? Okay >>. Ritorna a stendersi sul letto dandomi le spalle come prima e decido che magari attaccarlo non è il modo giusto di farlo cedere. Osservo la sua schiena nuda e mi avvicino a lui, sfioro la sua spina dorsale con i polpastrelli delle dita e gli do un bacio sulla spalla sinistra, lui resta immobile, impassibile, mi protendo per avvicinarmi al suo orecchio << Sai…quando ti ho visto su quel palco ho pensato…che eri davvero sexy con quella canotta aderente ma…pensandoci bene ti preferisco ancora di più così >> sussurro per poi lasciargli un bacio sul collo, lo sento deglutire e so che sto usando il metodo migliore per fargli sbollire la rabbia << E poi…la tua gelosia è stata…wow. Hai persino rischiato di far scoprire la verità a mio fratello e tutto perché non potevi sopportare che un altro ragazzo mi sfiorasse >> gli lascio un altro bacio questa volta vicino la guancia << Sei una vipera, questo è un colpo basso >> sussurra e so già di averlo calmato, sorrido e mi metto a cavalcioni su di lui, finalmente mi guarda negli occhi, mi chino afferrandogli il volto tra le mani e lo bacio appassionatamente. Lui non mi respinge, al contrario, mi cinge la vita e per rendere ancora più intenso quel bacio lascio che mia lingua esplori la sua bocca fino ad incontrare la sua per poter intrecciarsi insieme. La mano destra si Jorge sale accarezzandomi la schiena, le mi labbra si spostano lasciandogli una scia di baci lungo la guancia destra, gli mordo il lobo dell’orecchio e lo sento sospirare, si solleva con la schiena dal materasso facendo restare entrambi seduti, io ancora su di lui << Sei tremenda sweety >> sorrido e rispondo con un semplice << Lo so >> lui ha gli occhi chiuso e io catturo nuovamente la sua bocca con la mia lasciando che mie mani vaghino sulle sue ampie spalle per poi scivolare sul suo petto, gli mordo il labbro inferiore quando d’un tratto sentiamo un forte rumore che ci costringe a staccarsi, restiamo in silenzio per qualche secondo per vedere se si sente ancora << Co-cos’è stato? >>  << Non lo so, vado a vedere >> Jorge solleva delicata mente la mia gamba per farmi spostare, io gli afferro il braccio prima che si alzi dal letto << No! Dove vai? >> non voglio rimanere da sola << Vado a controllare, tu resta qui >> << No, vengo con te >> << No! Resti qui e chiudi la porta a chiave, apri solo se ti confermo che sono io >> << Ma… >> << NIENTE MA. Resta qui Martina e non muoverti >> << E se fosse Fernando >> << Motivo in più. Chiudi a chiave >>. Sospiro e rinuncio all’idea di protestare, lui esce chiudendosi la porta alle spalle e io mi alzo per girare la chiave nella serratura. Un’idea mi balena per la testa, e se qualcuno adesso entrasse nella mia stanza e la troverebbe vuota? Che cosa faccio? Osservo la finestra aperta nella stanza di Jorge, una folata di vento mi fa rabbrividire e sento come una stanza sensazione mi assale.



*Angolo autrice*
Yeee allora io non volevo postare oggi, volevo farlo direttamente sabato MA CERTE PERSONE MI HANNO PRATICAMENTE OBBLIGATA. (Io ho deciso che quando non voglio postare non devo dirlo a nessuno e soprattutto non devo entrare su twitter eh. Mi servirà di lezione per la prossima volta. u.u ...dai lo sapete che scherzo, una parte di me è super entusiasta per la vostra insistenza? *w* perché dimostra quanto ci tenete alla storia quindi ovviamente vi ringrazio😍) Perché non volevo postare? Beh io volevo prendermi del tempo per capire se c'è qualcosa che non va nella storia e dove sta quello che non va lol(che scioglilingua) dato che ho notato che non a tutte piace come prima e non voglio deludervi ma ci sono delle sentissime persone che non mi lasciano una settimana per riflettere ç_ç si fa!? No non si fa, vergognatevi persone (voi sapete chi u.u) Bon. Che altro dire?...il capitolo! Giustoooo...e mo che succede?...eh no non ve lo dico ah si però una cosa ve la dico SI STANNO AVVICINANDO LE VACANZE DI NATALE YEAAAAAAAAAAAH...Ovviamente sto continuando a rispondere alle vostre recensioni e ho intenzione di rispondere a TUTTE. E poi......boh credo che basta ueee mi scordo sempre quello che devo dire, va beh ormai mi conoscete. Chiedo a tutte umilmente perdono per rispondere sempre in ritardo alle vostre magnifiche recensioni ma...o scrivo o rispondo lol e suppongo preferiate tutte la prima comunque attendo con ansia le vacanze di Natale anche per leggere anzi soprattutto per leggere le storie che mi avete dedicato *w* siete oerifjoeirjfoj ❤ sappiate che vi penso sempre per questo i vostri pareri sono importanti come lo è anche il "non deludervi" eh ora vi lascio see you byeeeeeeeee
💕

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Capitolo 27
*** Sensazione ***








~~Mi avvicino alla finestra e la chiudo con un gesto rapido, poi resto a fissare la visuale…sembra che non ci sia nulla di strano. La porta si apre ed entra Jorge chiudendosi la porta alle spalle << Ho chiuso la tua stanza a chiave, Francisco sa che sei in camera tua…ovviamente >> mi avvisa prima di avvicinarsi  al letto << Si è alzato anche lui? >> chiedo camminando verso il materasso << Sì, lui e anche Diego >> << Cos’è stato quel rumore? >>  mi siedo accanto a lui, tornando sotto le coperte << Non ne ho idea, abbiamo dato un’occhiata per la casa compresa la stanza dei miei ma nulla >> mi informa, stendendosi e tendendo il braccio sinistro verso di me in modo che mi accomodi tra le sue braccia << Avete controllato anche la stanza di Fernando e quella di Cassandra? >> << Beh no…sono le uniche che non abbiamo controllato ma se il rumore proviene da lì la cosa non mi interessa e sono sicuro che Diego e Fran la pensino allo stesso modo. >> poggio il capo sulla sua spalla e lascio che mi stringa a sé, posso avvertire la sua tensione, c’è qualcosa che lo preoccupa ma non me lo dirà perché non vuole spaventarmi, cerco di allungare il braccio sinistro per cingergli la vita << Okay… >> susurro sfiorando il suo petto con la fronte e poi chiudo gli occhi. Il giorno seguente, sento Jorge che mi solleva delicatamente dal letto prendendomi in braccio come tutte le mattine per portarmi in camera mia. << Oh no, accidenti! >> lo sento imprecare a bassa voce, apro lentamente gli occhi e mi rendo conto che mi sta poggiando con i piedi a terra, sollevo lo sguardo mentre cerco di mettere a fuoco il suo volto, << Buongiorno >> dice rivolto verso non so dove, seguo il suo sguardo e vedo Francisco uscire dalla sua stanza seguito da Cande << Buongiorno >> dice lei << Buongiorno bro >> mio fratello allunga la mano per schioccarla con quella di Jorge così da salutarsi << Martina che stai facendo? Non ti reggi in piedi ed usi Jorge come stampella? >> ridacchia Fran, mi accorgo di avere ancora le mani sulla spalla di Jorge, ma a quanto pare Francisco non si è accorto che Jorge mi tiene saldamente i fianchi con il braccio sinistro per impedirmi di cadere << Già, parlando di questo…visto che è tua sorella perché non la tieni tu? >> Con un gesto mi lascia cadere tra le braccia di mio fratello lasciandomi in uno stato di confusione, << Io vado in bagno prima che qualcuno se ne appropri >>. Osservo Jorge allontanarsi quando la voce di Cande lo blocca << No aspetta! >> la rossa si piazza dinnanzi a lui e gli cinge il collo con le braccia << Tu sei un cavaliere Jorge, lo sai vero? >> << Aha…e questo me lo stai dicendo perché… >> << Perché da bravo cavaliere quale sei, permetterai a questa dama, cioè moi, di andare per prima in bagno >>. Sorrido per la divertente scena che mi si è presentata davanti, Jorge sospira rassegnato << Non metterci tre ore, ti prego >> << Non prometto niente! >> Candelaria gli schiocca un bacio sulla guancia e poi si allontana per dirigersi verso il bagno. << Potrei andare al bagno di sotto >> Jorge sembra parlare più a se stesso che a noi << Potresti…se non fosse già occupato da Lodovica >> lo avvisa Diego uscendo dalla sua stanza << Grandioso! Mi toccherà aspettare >> rassegnato  Jorge scende le scale probabilmente per andare a fare colazione, Diego lo segue io guardo Francisco che è poco distante dal mio viso, lui ricambia la sguardo. << Ti reggi in piedi? >> mi chiede allontanandomi lentamente da lui << Si.. >> borbotto ancora dormendo << Grandioso! Ciao! >> corre via verso le scale. Ma tu guarda questo. Mi metto vicino la porta del bagno e decido di aspettare che Cande esca per poter  precedere chiunque altro. In fondo loro sono andati a fare colazione eh.
È passato più o meno un mese da quando io e Jorge stiamo insieme, la verità è che diventa sempre più difficile riuscire a nascondere questa cosa, intanto approfittavamo dei momenti in cui la casa era vuota per stare liberamente insieme, spesso ci divertivamo a comporre canzoni, avevo dimenticato quanto amassi cantare e scrivere testi musicali. << Sei pronta? >> mi chiede poggiando le dita sulla tastiera, avevamo appena finito di comporre una nuova canzone, l’avevamo intitolata “Nuestra historia” questa però non eravamo ancora sicuri di volerla far sentire agli altri né tanto meno di usarla per la band. Annuisco e Jorge comincia a suonare e cantare << Aun recuerdo ese dia en que llegasta a mi. Eras tan hermosa, tan distinta, tu mirada me mataba. Ese dia en el aeropuerto, algo estaba por cambiar >> Ancora ricordo quel giorno in cui sei entrata nella mia vita. Eri così bella, così diversa, il tuo sguardo mi uccideva. Quel giorno nell’aeroporto, qualcosa stava per cambiare. Adesso toccava a me << ”Hola esplendor” me dijiste a mi, guapo si per que desubicado. Y ninguno de los dos podia saber que ese dia, nuestras vidas iban a cambiar para siempre >> “Ciao splendore” mi hai detto tu, bello si ma scostumato. E nessuno dei due poteva sapere che quel giorno, le nostre vite sarebbero cambiate per sempre. Ora cantavamo il ritornello << Eres tu, eres tu, eres tu quien entro’ bajo mi piel, eres tu, eres tu, eres tu quien cambio’ mi vida, eres tu, eres tu, mi verdadero amor eres tu. Tu llegaste como una ola enorme, me arrancaste, me atrapaste. Desde aquel dia todo cambio’, la oscuridad y la luz se chocaron en el mismo tiempo. Era algo inexplicable, todos mis sentimientos salieron poco a poco. El miedo que asusta, el pasado que tortura, los secretos que callan, mi alma vacia, tu amor…el amor que lleno’ el corazon. >> Sei tu, sei tu, se tu chi mi è entrato sotto la pelle, sei tu, sei tu, sei tu chi ha cambiato la mia vita, sei tu, sei tu, il mio vero amore sei tu. Tu sei arrivato come onda enorme, mi hai trascinato, mi hai preso. Da quel giorno tutto è cambiato, l’oscurità e la luce si sono scontrati allo stesso tempo. Era qualcosa di inspiegabile, tutti i miei sentimenti sono usciti poco a poco. La paura che spaventa, il passato che tortura, i segreti che tacciono, la mia anima vuota, il tuo amore…l’amore che ha riempito il mio cuore. Dopo il ritornello attaccava di nuovo lui << No sé como lo lograste…pero mi vida cambiaste. ”Soy complicada” me dijiste al fin, que dificil fue hacerte entender que mi amor…era verdadero >> Non so come ci sei riuscita…ma hai cambiato la mia vita. “Sono complicata” mi hai detto alla fine, quanto è stato difficile farti capire che il mio amore…era vero. Mentre stavamo componendo il testo mi ha detto che non potevamo non mettere quella frase e io gli ho detto che anche la sua risposta era importante quindi l’ho inserita nella parte cantata da me << ”Tendremos un amor complicado” me dijiste tu, y yo en mi cabeza mil preguntas. No dejé hablar el corazon hasta que tu no me obligaste >> “Avremo un amore complicato” mi hai detto tu, e io nella mia testa mille domande. Non ho lasciato parlre il cuore fino a quando tu non mi hai obbligato. Adesso cantava di nuovo lui << Eres tu eres tu, eres mi fuerza, eres mi debilidad, mi gran amor >> Sei tu, sei tu, sei la mia forza, sei la mia debolezza, il mio grande amore. Poggio le mani sul bordo della tastiera senza mai perdere il contatto visivo, era come se ci stessimo parlando. << Eres tu, eres tu, eres mi fortaleza, mi luz en la oscuridad, mi gran amor >> Sei tu, sei tu, sei la mia fortezza, la mia luce nel buio, il mio grande amore. Canto e poi riprendiamo insieme dal ritornello <<  Eres tu, eres tu, eres tu quien entro’ bajo mi piel, eres tu, eres tu, eres tu quien cambio’ mi vida, eres tu, eres tu, mi verdadero amor eres tu. Tu llegaste como una ola enorme, me arrancaste, me atrapaste. Desde aquel dia todo cambio’, la oscuridad y la luz se chocaron en el mismo tiempo. Era algo inexplicable, todos mis sentimientos saliron a poco a poco. El miedo que asusta, el pasado que tortura, los secretos que callan, mi alma vacia, tu amor…el amor que lleno’ el corazon. >> Do. Re. Sol. I miei occhi osservano le sue dita muoversi con disinvoltura sui tasti bianchi e quelli neri mentre  canta << Fue dificil llegar a ti, dejar el pasado atras, por eso no te perderé, nunca mas voy a callar mi corazon, por nosotros lucharé >> è stato difficile arrivare a te, lasciare il passato indietro, per questo non ti perderò, mai più farò tacere il mio cuore, per noi io lotterò. Gli sorrido e prendo a cantare il mio pezzo << Fue dificil tomar el valor, decir que si al amor, por eso atras no volveré, nunca mas voy a callar mi corazon, por nosotros lucharé >> è stato difficile prendere coraggio, dire di si all’amore, per questo non tornerò indietro, non farò tacere il mio cuore mai più, per noi lotterò. E così cantiamo il ritornello per l’ultima volta  << Eres tu, eres tu, eres tu quien entro’ bajo mi piel, eres tu, eres tu, eres tu quien cambio’ mi vida, eres tu, eres tu, mi verdadero amor eres tu. Tu llegaste como una ola enorme, me arrancaste, me atrapaste. Desde aquel dia todo cambio’, la oscuridad y la luz se chocaron en el mismo tiempo. Era algo inexplicable, todos mis sentimientos salieron poco a poco. El miedo que asusta, el pasado que tortura, los secretos que callan, mi alma vacia, tu amor…el amor que lleno’ el corazon. Fue tan dificil admitir/decir…te amo. >> è stato così difficile ammettere/dire….ti amo. Finita la canzone restiamo a guardarci << È un bella canzone no? >> dice girando introno alla tastiera per avvicinarsi a me << Sip! Mi piace molto >> allungo le braccia mentre mi vienei in contro così da cingergli il collo. << Questa canzone è troppo nostra per cantarla con la band >> << Pienamente d’accordo. Vorrà dire che la prenderò io e la terrò al sicuro in camera mia >>. Detto questo mi avvicino alle sue labbra per poter baciarlo, lui ovviamente ricambia, indietreggiamo fino a quando non cadiamo sul letto. Era strano come quei baci continuassero a suscitarmi sempre quelle stesse emozioni che ormai sapevo riconoscere ma tuttavia ancora non avevano smesso di sorprendermi. Qualcuno bussa alla porta ed entrambi ci allontaniamo di scatto, mettendoci a sedere sul letto << Chi è? >> << Tesoro sono io, posso entrare? >> riconosco subito la voce di Anahi << Sì mamma, entra >> << Volevo dirti che…oh…Martina, non pensavo che tu fossi qui. Ho interrotto qualcosa? >> non so che dire e molto probabilmente sono diventata rossa in viso, fortunatamente Jorge interviene al mio posto << Mi stava aiutando a scrivere una canzone per la band mamma, cosa volevi dirmi? >> << Mmm…la settimana prossima io e tuo padre andremo a Parigi, lui ha una riunione di lavoro e così approfitteremo per fare anche una piccola vacanza lì >> << Okay, va bene >> << Sì…Jorge? >> << Sì mamma? >> << Non metterti nei guai, sta lontano da Fernando, non infastidire Cassandra e se organizzi una festa nessuno può restare a dormire al di fuori di Candelaria e Lodovica e infine al mio ritorno deve essere tutto in ordine come se nulla fosse successo. Mi sono spiegata? >> << Chiara come l’acqua cristallina mamma >> << Perfetto. Martina >> fa un cenno col capo come per salutarmi e io balbetto un << C-ciao Anahi >> prima che chiuda la porta. << Lontano da Fernando, non infastidire Cassandra…vorrei che si ricordasse che questa è casa mia e non loro >> borbotta Jorge leggermente irritato << Jorge, non riesci proprio a nascondere la tua ostilità nei loro confronti vero? >> << Perché dovrei? Io mi chiedo come faccia tu! >> rido e poi scuoto il capo << Beh non so…magari abbiamo cose più importanti di cui occuparci no? >> << Mmm…sai che hai ragione? Sì in effetti mia madre ci ha interrotti in un momento davvero importante di cui mi stavo occupando? >> << Sì? >> << Sì >>. Jorge si stende nuovamente su di me, mi avvicino a lui pensando che voglia baciarmi e invece inizia a farmi il solletico << Jorge!!! >> urlo iniziando a dimenarmi, lui si limita a ridere e continuare a torturarmi, io non riesco a non ridere, ho le lacrime agli occhi. << Basta ti prego! >> finalmente mi concede una tregua e mi fissa dall’alto << Il suono della tua risata e la musica più bella che ci sia >> << Ma dai, scemo >> gli do un leggero colpetto sulla spallamentre lui mi si avvicina << Dico sul serio >> mi dà un bacio sulla guancia e poi si scosta mettendosi in piedi << Ti va se ci andiamo a prendere un gelato? >> propone tendendomi le braccia << Un gelato? E lo chiedi pure? >> << Devo dedurre che la risposta sia “sip”? >> chiede guardandomi mentre afferro le sue braccia << Sip! >> rispondo senza neanche pensarci due volte.
Camminiamo per strada mano nella mano come una normale coppia con i nostri coni gelato, purtroppo la cosa odiosa del gelato è che quando si scioglie lentamente si azzecca tutto sulle mani. Cerco di fare il possibile per evitarlo ma non ci riesco << Sweety sei un disastro >> Jorge ride mentre mi guarda e io lo fulmino con lo sguardo, il suo gelato è ancora perfettamente intatto, in realtà è anche quasi finito, tra poco resterà solo il cono. Lascia la mia mano per afferrarmi il polso destro, lo avvicina alle sue labbra e lecca la parte di gelato che è colata sulla mia mano << Jorge!!! Eddai!!! >> allontano rapidamente la mano ridendo << Che  c’è? Cercavo solo di aiutarti >> << Aha certo come no! >>. Camminammo tranquillamente lungo la piazzetta dando un’occhiata ai negozi, poi ci fermammo su una panchina per riposarci un po’ << Mi fanno male i piedi >> sospiro osservando le mie scarpe << Tu pensa che dobbiamo fare la stessa strada per tornare alla macchina >> << Shh…non me lo ricordare. Parlando di macchina…tu non dovresti insegnarmi a guidare? >> provo di nuovo ad insistere su questo punto << Ancora?! Non ne avevamo già parlato? >> << Nop! Fai sempre tutto tu e ti avverto che se non mi insegni lo chiederò a tuo padre >> << Aha >> << Oppure…potrei chiedere Damien >> magari mettendo in mezzo Damien me la dà vinta << Non pensarci nemmeno! >> << E perché no? >> << Tanto Damien non accetta >> << Potrei persuaderlo >> << Potrei ucciderlo >> << Potrei dirlo a Francisco >> << Hahaha davvero? Wow! La tua intelligenza mi spiazza >> << Cosa vuoi dire? >> << Mmm…da che parte si schiererà mai tuo fratello? Da quella del suo migliore amico o da quella dell’ex della sorella che non ha mai sopportato? Che enigma difficile eh? >> << Ma se gli dicessi che noi stiamo insieme? >> << I tuoi tentativi di persuadere Damien diventeranno inutili, Francisco ucciderà ma ed anche te ma tu continuerai a non ottenere quello che vuoi >> sbuffo e incrocio le braccia, << allora sai cosa? >> << Cosa? >> << Non ti rivolgerò la parola fino a quando non mi insegnerai a guidare >>. Incrocio le braccia e metto il broncio decisa a non rivolgergli la parola << Ah si? >> lui sorride leggermente divertito, anche se non lo guardo so che sta ridendo. << Sai che sei proprio carina quando metti il broncio? >> lo ignoro continuando a restare nel ruolo dell’offesa quando sento lo scatto di una foto fatta col cellulare << Hey ma cosa… >> mi volto rapidamente verso di lui e fa un’altra foto << Sì, sei definitivamente troppo carina >> << Jorge!!! >> allungo il braccio destro per cercare di allontanare il suo cellulare dal mio viso, lui continua a ridere e fare foto << Daiii smettila! >> mi sforzo di essere seria ma non ci riesco << Dai vieni qui >> mi afferra il braccio destro e mi fa scivolare sulla panchina per avvicinarmi a lui, mi stringe con il braccio sinistro facendomi poggiare la guancia sulla sua spalla, scatta una foto ad entrambi e poi continua << Dai basta! >> nascondo il volto nell’incavo del suo collo stringendo i margini del suo giubbotto nei pugni delle mani, tuttavia continuo a sentire il suono dello scatto e quello della sua risata, << Dai Sweety, fatti fare l’ultima e poi smetto lo giuro >> sollevo di poco il capo, quanto basta per guardarlo negli occhi << L’ultima? >> << Si >> << Mmm…e cosa devo fare? >> << Solo questo >> mi bacia in un gesto inaspettato, premendo con forza le sue labbra sulle mie quando ancora entrambi stavamo ridendo, avverto ancora un po’ il sapore del gelato sulla sua bocca, sento il suono dello scatto ma non ci fermiamo, poggio entrambe le mani sul suo volto, era bello baciarsi tra la gente come una coppia normale, un coppia vera che non ha nulla da nascondere. Tipo quelle coppie che vedi per strada e ti fanno invidia perché pensi che quelle persone siano le più felici del mondo e solo perché stanno insieme. Sì beh…quasta volta io sono la persona più felice del mondo perché sto con lui. Lentamente si ci separiamo quasi come se fossimo costretti a farlo, poggia la sua fronte sulla mia e sussurra un << Ti amo >> spontaneamente sfodero un sorriso a trenta due denti per poi dire << Anche io >> sento per l’ennesima volta il suono dello scatto e vedo che Jorge ha ancora il cellulare puntato verso di noi, << Jorge!!! Avevi giurato! >> gli dò uno schiaffo sul braccio mentre lui ride e si mette in piedi << Scusa non ho resistito >>. Io mi alzo sulla panchina e con un salto gli salgo sulle spalle, avvolgo le braccia intorno al suo collo e le gambe intorno alla sua vita, prontamente lui mi afferra le cosce per non farmi cadere e mi porta così per un breve tratto di strada, poi camminiamo mano nella mano tra la folla. << Sweety? >> << Si? >> << Sai cosa stavo pensando? >> << Cosa? >> << Qualche giorno dovremmo fare un giro qui in piazza con i pattini che ne dici? >> lo guardo inclinando un sopracciglio << Dico che ti ho già detto due volte che a malapena so andare sulla bici a due ruote >> << Ma ti insegno io! Non sarà così difficile no? >> << Mmm…beh se è a tuo rischio e pericolo, tutto okay >>.
Una volta arrivati a casa mio fratello e gli altri erano già rientrati << Hey, dove siete stati voi due? >> chiede Fran appena mettiamo piede nel salone, Cande è seduta accanto a lui e sull’altro divano invece c’è Diego con Lodo che è completamente stesa e ha il capo sul grembo del fidanzato. << Siamo andati a prendere un gelato >> Jorge posa le chiavi della macchina sul tavolino e poi prende posto vicino Candelaria. << E a noi non avete portato niente? >> Diego guarda prima Jorge e poi me mentre sto per sedermi vicino a Lodo << Alza i piedi >> dico alla mia amica dandole un piccolo colpetto sul ginocchio, Lodovica mi dà giusto il tempo di sedermi per poi poggiare le sue gambe sulle mie. << Scusa bro, sarà per la prossima volta >> gli risponde Jorge << Parlando di prossima volta…dovremmo tornare nello chalet in montagna >> suggerisce la rossa << Si, sono d’accordo! Blaze sente la mia mancanza, ne sono sicura >> dice Lodo e in fondo mi fa venire da ridere. << Guarda che è il mio cavallo nena non il tuo >> << Shh in fondo è anche mio >> continua lei, la discussione della coppia è interrotta da Jorge << Per me va bene ma ad una condizione >> << Quale? >> Candelaria mi toglie le parole di bocca, << Che il navigatore lo tenga una ragazza. Non ho intenzione di fare lo stesso casino dell’altra volta >> avverte Jorge facendo ridere noi ragazze << MA NON È STATA COLPA MIA >> gridano all’unisono Francisco e Diego, e ripresero a discutere come quel giorno fino a quando non arrivò Anahi ad annunciare che la cena era pronta.
Il giorno seguente a scuola fu una giornata tranquilla anche se…non so perché ma avevo una strana sensazione. Quando io e Lodo arrivammo all’uscita c’erano solo Cande, Fran e Diego. << Dov’è Jorge? >> a fare la domanda è Lodovica << Il gruppo di studentesse del primo ha chiesto di nuovo il suo aiuto, sarà in biblioteca a dargli ripetizioni >> dice Fran, mm…ma tu guarda che carino il mio fidanzato, dà ripetizioni a ragazze della mia età << Hey Tini, poi hai preso il libro di letteratura dall’armadietto? >> Lodovica mi ricorda che avevo lasciato il libro nel mio locker << No l’ho dimenticato, vado a prenderlo e così vado anche a chiamare Jorge >> << Si brava sorellina, digli di muoversi. Dobbiamo trovargli una ragazza >> l’ultima frase Fran la dice rivolto a Diego << Già hai ragione >> acconsente mio cugino << Bhe ma se dobbiamo  completare il gurppo allora dobbiamo trovare un ragazzo anche a tua sorella >> mentalmente ringrazio Candelaria per il sostegno << Non se ne parla proprio! Lei è piccola! >> << Ma se ha la mia stessa età! >> questa volta è Lodovica a sostenermi, in ogni caso decido di lasciarli alla loro discussione, vado in biblioteca e vedo Jorge molto vicino ad una ragazza bionda, credo sia la stessa dell’altra volta, lui le sta spiegando qualcosa e lei ovviamente è troppo occupata a passargli i raggi x per ascoltarlo. << Hai capito? >> << Mm…sì, certo….sai Jorge, sei persino più bravo del mio insegnante >> Aha…perché lei ovviamente ha ascoltato tutto quello che stava dicendo, allunga le mani sul braccio sinistro di Jorge tastando evidentemente i suoi bicipiti << Mi chiedevo…se saresti disposto a darmi lezioni private, ovviamente sotto pagamento >> ma che sfacciata! Incrocio le braccia e inarco su sopracciglia osservando la scena << Cassie…ecco non sono esattamente il tipo a cui piace passare la giornata a parlare di argomenti scolastici, capisci? >> << Beh Jorge ma non è detto che dobbiamo per forza parlare di argomenti scolastici… >> questo è davvero troppo. Mi schiarisco rumorosamente la voce attirando la loro attenzione, Jorge si allontana subito dalla ragazza per avvicinarsi a me << Sweety! Che ci fai qui? >> << Stiamo aspettando tutti te per tornare a casa! O ti muovi o mi dai le chiavi e torni a piedi >> cerco di non lasciar trapelare la mia irritazione ma onestamente non credo di esserci riuscita molto bene << Mi muovo! Allora ragazze…spero di aver chiarito i vostri dubbi…ora devo proprio scappare, ciao! >>. Mi dirigo verso l’uscita prima ancora che lui possa lanciarmi un altro sguardo << Sweety, rallenta >> << Non voglio rallentare, puoi anche restare qui con quelle ochette se vuoi eh >> << No, dai, Sweety >> Jorge continua a chiamarmi ma io proseguo con passo deciso fino a quando lui non mi afferra il polso costringendomi a frenare << Lasciami! >> urlo subito come una pazza isterica << Shhh, non urlare qui! Abbassa la voce >> << IO URLO QUANTO MI PARE >> << Allora?! >> Miss Sally, l’incaricata all’ordine della biblioteca insieme a Wilfred, si dirige a passo svelto verso di noi << Vi devo ricordare quali sono le regole disciplinare per stare qui?! >> << No, no Miss Sally, chiediamo perdono, davvero è che purtroppo la mia amica non si sente molto bene, ha fatto qualcosa ai capelli? La noto più raggiante, più…giovane, è possibile? >> roteo gli occhi, Jorge e la sua capacità di cambiare discorso e raggirare le donne, a volte sa essere davvero estenuante. Lo lascio lì con la bibliotecaria e riprendo il mio cammino verso gli armadietti. Arrivata all’armadietto prima di aprirlo mi guardo intorno, non capisco perché ho la sensazione di essere osservata, eppure sembra che non ci sia nessuno nei paraggi. << Sweety! >> Jorge mi si avvicina mentre apro il locker per prendere il libro << Dai Sweety non potevo rifiutarmi altrimenti a tuo fratello sarebbe sembrato strano >> << Jorge fa quello che vuoi >> non lo guardo, continuo ad ignorarlo << Possiamo almeno parlarne? >> noto una lettera sul mio libro, l’afferro chiedendomi chi possa avermela mandata << Cos’è? >> chiede lui, non gli rispondo, mi limito ad aprire la lettera e leggerne il contenuto. Ora so perché avevo questo strano presentimento da stamattina, era un avvertimento, un segnale che qualcosa stava per accadere. << Sweety che hai? >> credo di essere impallidita di colpo, adesso non sto ignorando Jorge di mia volontà ma semplicemente perché quelle quattro parole stavano occupando la mia mente e il mio corpo. E adesso? Cosa devo fare?








*Angolo autrice*
This is real, this is me ,I'm exactly where I'm suppose to be, now...okay no, basta lol. Alloraaaaaaaa innanzittutto mi scuso per il ritardo e per non aver postato la scorsa settima ma i prof. hanno deciso di fare compiti ed interrogazioni tutti insieme appossianatamente prima delle vacanze di Natale ç_ç (benedette vacanze muovetevi ad arrivare) quindi ho potuto postare solo ora poi...fatemi pensare...spero che almeno l'attesa sia valsa la pena (e so che non è così perché questo capitolo è un po' alla puf per non dire altre parole). Per quanto riguarda la canzone del precedente capitolo mi dispiace deludervi ma non l'ho scritta io 😅 la canzone si chiama fall ed è la versione spagnola cantata da Kevin Karla e la banda la trovate anche su you tube *W* non ricordo se ve lo avevo già detto lol il fatto è che io adoro loro e le loro canzoni u.u Per quanto riguarda lo scrivere canzoni...si ammetto che lo faccio ma siccome non mi piacciono molto e ovviamente non sono all'altezza delle canzoni normali non le metto quasi mai nelle mie ff lol...beh tranne "nuestra historia" di questo capitolo che si beh era palese che dovevo per forza averla inventata io insomma troppe coincidenze lol. Poiiiiiii.....ah sì, vorrei ringraziarvi tutte per il vostro sostegno, il vostro appoggio, la vostra grinta, il vostro TUTTO riguardo a quella recensione un po' brusca...ma volevo rassicurarvi, insomma non smetterò di scrivere per lei eh xD. Tuttavia devo ammettere che anche se in un modo PESSIMO a mio parere, ha detto delle cose vere, quindi non preoccupatevi, ora cerco sempre di rileggere i capitoli prima di postarli, beh niente spero di migliorare man mano per me e per voi che leggete ovviamente xD...vi ho fatto venire un altro dubbio esistenziale? Tipo "cosa cavolo dice quel foglio"?! Bene era quello che volevo u.u ...ora la smetto di dilungarmi perché lo so  che state aspettando che vi dica "ho postato" lol quindii vado via u.u ...solo che volevo dirvi (non ammazzatemi)...che SICURAMENTE nelle vacanze di Natale mi impegnerò a rispondere a tutte le vostre recensioni a cui ancora non ho risposto, ma sappiate che le leggo sempre e mi danno sempre grande sostegno ^-^ quindi approfitterò delle vacanze per rispondervi u.u Baci a tutteee zaoooooo ❤

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Capitolo 28
*** Il mittente ***








~~<< Martina! Che cosa cavolo dice quel foglio?! >> mi volto verso Jorge, mi osserva con fare preoccupato in attesa che io gli dia una risposta, gli tendo il foglio lui lo guarda per poi tornare a riflettere i suoi occhi nei miei come se mi stesse chiedendo se sono sicura di volerglielo dare. Non mi muovo, lui prende il foglio e lo legge sottovoce << So il tuo segreto. Ti aspetto venerdì in biblioteca alle 11:15 >> ascolto ancora quelle parole e allo stesso tempo esamino la reazione di Jorge, gira il biglietto come per verificare se ci fosse un mittente ma non c’è. << Deve essere una trappola, tu non puoi andarci >> il tono allarmato con cui me lo dice indica il fatto che lui già sa che ho intenzione di andarci, lo sa da prima ancora che io stessa lo decidessi. << Non posso fare altrimenti, devo sapere chi è! >> << Non ci vuole un genio per saperlo! Deve essere Fernando! >> << No Jorge, rifletti. Non ha senso, e poi Fernando non mi darebbe appuntamento in un luogo pubblico costantemente sorvegliato come la biblioteca della scuola >> << E se invece lo facesse proprio per depistarci >> << In tal caso lo scoprirò >> << Martina… >> << Jorge! Non c’è nulla che tu possa fare per farmi cambiare idea, intesi? >> << Allora verrò con te >> << No! Voglio affrontarlo da sola chiunque sia, posso farlo, adesso so che ho il coraggio di farlo >> << Mi rifiuto! Tu non… >> le parole di Jorge vengono interrotte da quelle di mio fratello << HEY! Allora?! Vogliamo restare qui a dormire tutta la sera oppure torniamo a casa? >>. Con lui ci sono anche gli altri, ci fissano tutti e quattro << No, andiamo >> rispondo io chiudendo l’armadietto. Lancio un ultimo sguardo a Jorge prima di raggiungere il gruppo e poi insieme ci dirigiamo verso la macchina. Dopo pranzo mi chiudo in camera mia a fare i compiti in un misero tentativo di tenere la testa occupata e non pensare a quello stupidissimo biglietto. Venerdì. Perché devo aspettare così tanto?! La porta della mia stanza si apre, la matita mi cade dalle dita e mi volto verso la porta. << Ma sei scemo?! Bussa prima di entrare no?! >> rimprovero Jorge che è appena entrato nella mia stanza << Oh andiamo! Come se tu bussassi prima di entrare >> << Io posso farlo tu no! >> << Secondo quale regolamento? >> << Quello…oh insomma perché sei entrato qui?! Ti ricordo che di là ci sono Diego e Francisco >> << Sono usciti con Cande e Lodo, sei ancora tesa? >> si siede sul mio letto poggiando i gomiti sulle ginocchia << Sto facendo i compiti >> dico scrollando le spalle << Non è una risposta alla mia domanda >> << Che cavolo vuoi che ti dica?! >> << Che non andrai a quell’incontro >> << E restare col dubbio? No grazie! Ho deciso che mai più scapperò dai miei problemi e le mie paure >> << Allora lasciami venire con te >> << No! Voglio dimostrare a me stessa di poter farcela da sola. È importante per me, capisci? >> Jorge sospira il china lo sguardo, mi avvicino a lui e gli prendo le mani << So che sei preoccupato per me, ma non devi, non questa volta, posso farcela…ho avuto un bravo maestro di kick boxing ricordi? >> gli sorrido e lui fa lo stesso pur non guardandomi. È strano che io, la prima persona nervosa per questa situazione riesca a trovare le parole per calmare il mio ragazzo e non solo, anche me stessa. Sì, io posso farcela. << Va bene, come vuoi, ma devi mandarmi un messaggio se hai bisogno di me >> << Promesso! >> gli schiocco un bacio sul naso e poi lo abbraccio. Il giorno seguente continuai ad essere ad essere sicura della mia decisione, tuttavia non riuscivo a non pensare a venerdì, non smettevo di pormi domande, domande che non avrebbero trovato risposte fino a venerdì. Sono le quattro del pomeriggio, osservo la pagina bianca del mio quaderno con la penna tra le mani, ancora una volta la porta della mia stanza viene aperta facendomi sobbalzare dalla sedie << Dannazione Jorge!!! >> quando mi volto a vederlo noto che ha un sorriso a trentadue denti, arrugo la fronte e prima che possa chiedere una spiegazione mi mostra un paio di rollerblade bianchi con dei disegni lilla e azzurri sopra. Deglutisco immaginando già che cosa voglia dirmi. << Sei pronta per la tua prima lezione sui roller? >> << No! >> la risposta esce da sola dalla mia bocca, << Dai sarà divertente >> scuoto il capo << Provali >> mi tende i pattini e io li fisso << Come facevi a sapere il numero? >> non sposto lo sguardo da quei cosi infernali << Mi è bastato vedere quello delle scarpe >>. Con riluttanza prendo i pattini << Diego e Fran sono usciti con le ragazze? >> lui scrolla le spalle << Sì >> poggio i pattini sulle mie gambe << Sono pesanti >> osservo << Se fossero leggeri voleresti e non in senso positivo >>. Tocco le quattro ruote le punte delle dita << Non sei obbligata a provarli, puoi anche metterli direttamente in piazza >> << Ah quindi la tua idea è andare direttamente in piazza? >> << In casa non abbiamo molto spazio e in piazza c’è la zona ricoperta da mattonelle, lì puoi imparare, sull’asfalto per te sarebbe molto più difficile >> spiega lui come se fosse la cosa più normale del mondo << E se lo facessimo un altro giorno? >> faccio un misero tentativo di svignarmela da questa cosa ma è chiaro come il sole che Jorge non me lo permetterà. << No. Andiamo >> mi afferra il polso facendomi alzare in piedi e trascinandomi verso la macchina. Una volta dentro vedo un altro paio di pattini a terra vicino i sedili posteriori, suppongo siano i suoi, a quanto pare aveva già pensato a tutto. << Stavo pensando…perché mi insegni ad andare sui pattini e non a guidare la macchina? >> << Perché è più divertente >> << Aha…per te che vedi come cado? >> lui ride alla mia domanda << Aha…facciamo così, se riesci ad imparare ad andare sui pattini io ti insegnerò a guidare >> chiudo gli occhi a fessura e lo guardo a bocca aperta << Serio? >> chiedo << Serio >> ripete lui con un tono sicuro. Mmm…mi fido? Sì ma se mi sta facendo una proposta del genere significa che andare sui pattini è difficile, come la storia del riuscire a buttarlo a terra. Anche quella era una cosa impossibile per me, cioè forse impossibile no ma comunque non ci sono riuscita e lui lo sa. << Arrivati! >> sospiro rassegnata, non ho alternative. Mi faccio coraggio e prendo i pattini, Jorge chiude l’auto e poi intreccia la sua mano destra con la mia sinistra, insieme camminiamo verso la piazzetta come una coppia normale. In realtà un po’ mi eccita l’idea di salire sui pattini, sì insomma prenderò qualche botta, poco ma sicuro, ma credo che sarà divertente. Saliamo le scale che portano alla piazzetta, per fortuna non è molto lontana ma ci sono negozi ovunque, ciò significa che dovrò fare molta attenzione << Sta tranquilla, non succederà nulla, promesso >> mi sussurra all’orecchio come se mi avesse letto nel pensiero << Non fare promesse che non puoi mantenere >> dico, essendo cosciente della mia goffaggine. << Infatti non le sto facendo, è più facile di quello che pensi, credimi >> << Aha >>. Vorrei farlo ma non ci riesco. Ci sediamo su una delle panchine per poter aprire la custodia dei pattini e metterci le scarpe dentro così da infilarci gli aggeggi con le ruote. << Metti anche questo >> Jorge mi tende un sacchetto con le imbragature, io lo osservo e poi guardo lui << Tu non ne porti nessuna >> << Le probabilità che io cada sono poche, soprattutto paragonate alle tue >> << Non le voglio mettere >> << Ti farai male Sweety, molto male >> enfatizza la parola “molto” e i suoi occhi mi dicono che non sta scherzando e che molto probabilmente non mi permetterà di muovermi senza protezioni. Sbuffo roteando gli occhi, prendo le protezioni dalle sue mani e comincio a mettermi il casco, poi le ginocchiere, << Dai a me, faccio io >> Jorge prende le gomitiere e me le mette inginocchiandosi davanti a me. Scruto con attenzione i suoi movimenti, sembra molto concentrato anche se mi sta solo mettendo delle stupide protezioni, stringe il più possibile la chiusura di velcro, prima il braccio sinistro poi quello destro, controlla che queste non si muovono e poi fa lo stesso con le ginocchiere, le stringe di più, credo sia stata una buona idea mettermi il jeans questa mattina, suppongo che ciò ridurrà i danni. << Dammi le mani >> guardo i guanti che tiene in mano, anche questi con le protezioni all’interno << No Jorge quelli no >> << Dai >> << No, mi danno fastidio, già così mi sento un’impedita, con quei cosi non riuscirei neanche a darti bene la mano >> questa volta è lui a sospirare, me la dà vinta almeno su questo. Poggia i guanti sulla panchina vicino le nostre scarpe, controlla che i miei pattini siano chiusi bene e poi si alza in piedi. Io muovo un po’ le ruote mentre sono ancora seduta, è divertente la sensazione dei piedi che scivolano con estrema facilità. << Su, in piedi >> Jorge mi tende le mani e io lo guardo torva << Non c’è nessuna preparazione pre-alzata in piedi? >> chiedo speranzosa, lui ride e scuote il capo in segno di negazione << In piedi >> ripete, sospiro rassegnata e afferro le sue mani, con forza, coraggio e uno slancio mi metto in piedi e sento già di essere sul punto di cadere. Stringo forte le mani di Jorge << Sta calma, rilassati, sei troppo rigida >> << Aha, facile per te vero? >> << Se ti rilassi va meglio, non puoi restare così rigida, china un po’ il busto in avanti >> << In avanti? >> << Sì >> faccio come mi dice stringendo forte le sue mani << Non così tanto, poco >> Jorge mi lascia la mano destra e istintivamente mi aggrappo al suo avambraccio sinistro, lui indurisce il braccio e tiene salda la stretta sulla mia mano, il suo palmo sinistro si posa sulla mia schiena per farmi trovare la giusta inclinazione. << Okay, adesso avanza lentamente, prima destra, poi sinistra, non devi tenere i piedi dritti, quando avanzi con il piede destro scivoli verso destra, quando avanzi con il piede sinistro scivoli verso sinistra, chiaro? >> << Chiaro >>. Guardo i miei piedi e cerco di fare quello che mi ha detto, le gambe mi tremano ma riesco ugualmente a muoverle << Piega un po’ le ginocchia. Non alzare i piedi, falli scivolare >> << Li sto facendo scivolare! >> mi sento ridicola, come se tutti quanti mi guardassero e ridessero di me, ma suppongo sia una cosa elaborata solo dalla mia testa, sollevo lo sguardo e mi guardo intorno per verificare ma nessuno sembra guardarmi << Martina! Guarda i piedi, non ti distrarre >>. Chino immediatamente lo sguardo per tornare a vedere i miei movimenti, man mano allento la stretta che ho su Jorge << Bene, così, brava >> camminavo lentamente, un po’ per volta e stavo cominciando a prenderci mano, << Posso lasciarti? >> senza pensarci rispondo << Sì >> e lui mi lascia, tengo sempre le mani in avanti per paura di cadere << Ci sto riuscendo! >> esulto << Alza la schiena sei troppo in giù >> sento la voce di Jorge e alzo la testa, in quello stesso istante cado a terra sulle ginocchia e con le mani in avanti così da fare in modo che il mio petto non tocchi il suolo. Non mi sono fatta niente, mi sono solo un po’ spaventata al momento dell’impatto << Sweety! Stai bene? >> Jorge corre verso di me e lo ringrazio mentalmente per avermi obbligata a mettere le ginocchiere << Sip! Non mi sono fatta nulla >> gli sorrido per tranquillizzarlo e sembra funzionare, si mette in piedi e mi tende le braccia aiutandomi a rialzarmi. << Raddrizzati un po’ >> faccio come mi ha detto continuando a guardare i pattini << Attenta! >> alzo il capo e in una frazione di secondo mi rendo conto che stavo per finire addosso ad un palo ma Jorge mi si è piazzato davanti così finisco dritta tra le sue braccia. Gli sorrido ancora e lui ricambia << Sai è già passata un’oretta, puoi anche iniziare a guardare avanti >> << Okay, ci proverò >> << Sì? >> << Sì >> annuisco, lui mi si avvicina mi sfiora le labbra, mi bacia dolcemente e io ricambio restando immobile con i pugni serrati poggiati sul suo petto. Lentamente ci separiamo ed entrambi ci passiamo la lingua sulle labbra come per degustare ancora un po’ di quel breve ma intenso bacio. Riprendiamo a pattinare e non nego di sentirmi ancora un po’ impedita, beh lo dimostra il fatto che abbia anche preso un paio di cadute e se non fosse stato per Jorge ne avrei prese anche il triplo, al contrario lui sembra molto a suo agio sui roller, cammina con una sicurezza e una fluidità davvero invidiabile. È bello vederlo in azione, il vento che gli scompiglia i capelli, il suo corpo che si muove con agilità, sì è definitivamente invidiabile, anche io riesco a sentire il vento tra i capelli ma non riesco a godermelo al cento per cento, sono sempre pronta ad un’imminente caduta. << Dai vieni dammi le mani >> faccio come mi dice e lui pattina all’indietro trascinando anche me << Aaa. Rallentaaa >> urlo tra una risata e l’altra << Non ti sento! >> ride anche lui, sì certo, ti credo. Dopo un paio d’ore ci prendemmo una pausa, comprammo due pizzette calde e camminammo con i pattini in spalla riposti nella loro borsa. << Sei un disastro, ti sei già sporcata >> << Dove?! >> << Qui >> Jorge avvicina il suo pollice sinistro all’angolo delle mie labbra per togliermi la macchia di salsa << Mmm...sai, mi fa strano camminare adesso. Sento ancora la sensazione delle ruote sotto le scarpe >> dico appena ingoiato il morso di pizza << Sì lo fa anche a me, comunque la prossima volta impari a girare >> << Ma ho già imparato! >> << Scherzi?! Hai preso delle curve larghissime! Non si fa così, hai rischiato di catapultare quel povero signore >> << Hey è come la storia delle auto okay? Lui deve guardare prima attraversare non io >> << Se questa è la tua idea di “guidare” iniziamo bene >> << A proposito di guidare… >> << Domani! >> mi interrompe subito lui << Ma come!? >> protesto guardandolo male << Adesso è tardi e per farti guidare, dovremmo andare in un luogo deserto quindi non ora okay? >> sbuffo << Okay…ma domani… >> ancora una volta mi interrompe << Domani è un altro giorno >>. Rientriamo in macchina e apro le specchietto per guardare i miei capelli che obbiettivamente sono un disastro. Cerco di sistemarli alla meno peggio e quando finisco mi rendo conto che Jorge non ha ancora messo in moto. Mi volto verso di lui e vedo che mi sta fissando << Che c’è? >> chiedo sorridendo << C’è che sei bellissima >> lo dice come se fosse la cosa più vera e naturale di questo mondo. Chino lo sguardo imbarazzata per qualche secondo, poi allungo la mano sinistra e gli sfioro i capelli << Anche tu lo sei >>. Si sporge per avvicinare il suo volto al mio e io faccio lo stesso << Sai, ogni giorno che passa mi dico che sono arrivato al limite, che non puoi diventare più importante di quanto tu lo sia già e invece…ci riesci, ogni giorno, sempre di più, mi fai rendere conto che la tua presenza per me è vitale >> il fiato caldo del sussurro delle sue parole si infrange sulle mie labbra, schiudo la bocca sinceramente colpita dalle sue dolci parole. Incapace di trovare una risposta mi getto su di lui facendo scontrare le nostre labbra, spingo il mio corpo sul suo cingendogli il collo sulle braccia e finendo seduta sulla sue gambe. A sua volta lui mi cinge la vita e ci baciamo, lentamente, intensamente, passionalmente. Restiamo stretti l’un l’altra continuando ad assaporare quel bacio così profondo. Gli accarezzo la guancia destra e sento le sue mani posarsi sui miei fianchi sotto la felpa blu, le sue mani sono fredde ed oltre ai soliti brividi che riesce a emanarmi il suo tocco, mi fa venire anche la pelle d’oca. Con estrema lentezza, senza voglia ci separiamo ma le nostre fronti si uniscono << Credo…che dovremmo tornare a casa… >> << Sì…lo credo anche io >> acconsento ma successivamente avvicino ancora le mie labbra alle sue per poter avere ancora un altro bacio, per poter provare ancora quelle emozioni che solo Jorge Blanco riesce a scatenarmi. Restammo lì per qualche minuto fino a quando non decidemmo che era davvero il momento di tornare a casa, così svogliatamente tornai al mio posto e lui mise in moto.
Il giorno seguente a scuola mi ritrovai nuovamente a pensare a venerdì, sono le 11:00, venerdì, a quest’ora mancheranno solo 15 minuti al fatidico incontro << Sweety! >> adesso anche vicino all’armadietto viene a spaventarmi questo troglodita << Porca miseria Jorge! Ti ho già detto che non puoi fare così! >> << Scusa, ti ho vista molto sovrappensiero >> << Già! Proprio per questo non puoi fare così! >> << Okay! Rilassati, so a cosa stai pensando >> << Ah sì? >> << Sì, non ci vuole un genio per capirlo >> << E a cosa sto pensando? >> << Alla stessa cosa a cui stavi pensando ieri prima che io ti distrassi portandoti a pattinare >> lo guardo senza dire nulla sapendo che ha ragione. Mi conosce così bene? Allora ieri mi ha portato in giro apposta per farmi distrarre << Hey! Che fate? >> Lodovica si avvicina a noi, accanto a lei c’è Diego che le cinge il collo con il braccio sinistro e poco dietro Fran e Cande mano nella mano. << Sto dicendo a Tini che non può saltare l’ora di educazione fisica fingendo che le faccia male lo stomaco >> guardo Jorge a bocca aperta sia per la velocità con cui ha inventato la “palla” sia per la “palla” che ha inventato << Jorge ha ragione pappamolle, e poi un po’ di sport ti farà bene alla salute >> faccio una smorfia a mio fratello e lui ride, tuttavia era vero, nella prossima ora ci sarebbe stata educazione fisica, andammo a prenderci un caffè tutti al bar per poi sentire il suono della campanella << Uffaaaa che noia! >> protesta la mia amica << Almeno voi non dovrete sorbirvi la professoressa Fisher >> dice Cande << Sì appunto! >> mio cugino la sostiene << Chi? >> domanda ancora Lodo << Fidati, non vuoi saperlo >> a risponderle è mio fratello. Lodovica scolla le spalle per poi gettarsi tra le braccia di Diego e baciarlo senza alcun contegno, sì ripeto, senza alcun contegno, qui in mezzo al corridoio. << Diego dobbiamo andarcene >> lo avvisa Jorge, mio cugino gli fa segno con la mano di allontanarsi e poi sbatte Lodo contro l’armadietto ma suppongo che abbiano solo fatto un enorme chiasso senza farsi male. << Lodovica? >> la chiamo ma mi ignora. Francisco e Jorge si lanciano uno sguardo e poi sospirano << Andiamo Romeo! >> dicono all’unisono, poi afferrano le braccia di Diego allontanandolo con la forza da Lodovica << Oh ma dai! Lasciatemi in pace!!! >> mentre Diego si lamentava, Lodovica lo saluta muovendo le dita della mano destra e sorridendogli, le presi il polso e trascinai anche lei con me verso la palestra. Ancora una volta quel pomeriggio la porta della mia stanza viene aperta senza avviso << Dannazione! Mi vuoi spiegare qual è il tuo problema con le porte?! >> mi alzo di scatto in piedi voltandomi, sapendo già chi mi sarei trovata davanti << Ehm…nessuno? Tu che problema hai con il cervello invece? >> ma mi sbagliavo perché questa volta non era Jorge ma mio fratello, Francisco. Gli faccio una smorfia e poi gli dico << Fran!!! Non sai bussare? >> << Non ricordo che tu abbia mai bussato prima di entrare in camera mia o in quella di chiunque altro >> lo guardo male << Che vuoi? >> << Stiamo andando tutti a prenderci un gelato, vieni? >> << Per “tutti” intendi voi tre? >> domando facendo le virgolette con le dita << No, andiamo a prendere anche Cande e Lodo >> << Mmm…okay >>. Così anche quella giornata trascorse tranquilla e piacevole, tuttavia la sera a letto, rimproverai Jorge perché non mi aveva dato lezioni di guida, si è giustificato dicendo “non potevo dire di no a Fran e Diego” Aha. Beh gli ho fatto promettere di rimediare domani, sì o sì.
E così eccoci qui, alle 16:34 in un parcheggio deserto. Mi sentivo euforica, avevo già preso qualche lezione di guida in Messico, con mio zio, ma avevo deciso di fare un piccolo scherzo a Jorge dato che sto aspettando questa lezione da una vita. << Prima di partire devi metterlo a folle >> << Capito >> dico togliendo il freno a mano << Adesso schiaccia la frizione e metti la prima >> faccio come mi ha detto e allo stesso tempo schiaccio anche l’acceleratore fino in fondo sentendo il rombo del motore << NO MARTINA FERMA! >> ho continuato a tenere il piede sulla frizione in modo che la macchina non partisse, ho tolto il piede dall’acceleratore e poi ho guardato Jorge innocentemente << Che c’è? >> << Che c’è?! Martina se non avessi tenuto il piede sulla frizione ci saremmo schiantati sul muro! Lo sai? >> << Oh…beh ora lo so >> Jorge è visibilmente teso e meno male che non abbiamo preso né la Ferrari né l’R8. Non sono una pilota esperta ma pur essendo una principiante me la cavo abbastanza bene. << Riproviamo okay? Con calma! Non devi mai schiacciare in quel modo l’acceleratore, intesi? >> << Aha >>. Jorge deglutisce e io decido di dimostrargli quello che si fare. Metto in moto la macchina, questa volta per bene e la faccio partire << Brava, così. Te la stai cavando bene >> << Uomo di poca fede >> << Ti ricordo che fino a cinque secondi fa stavamo per andare a sbattere contro un muro >> << Davvero Jorge? Davvero? >> lo dico con un tono ironico per fargli capire che lo stavo e lo sto prendendo in giro << Sì certo che…aspetta un attimo. Non dirmi che… >> << Però…sei tanto bello quanto sveglio eh >> << Tu sei una piccola… >> << Una piccola COSA? >> lo interrompo con tono minaccioso << Peste. Sei una piccola peste >> << Un pochino ma hey te la sei cercata >> << Va bene forse un pochino >> un pochino eh? Accelero quanto basta per costringerlo a poggiare lo schienale sul sedile << No no! Martina! Molto! Ma rallenta ti prego! La macchina!!! >> rido e faccio come ha detto, è una bella sensazione avere il potere tra le mani. << Povera auto, cosa sta sopportando >> << Nulla paragonato a quello che sopporterai tu se continui così >> lo minaccio guardandolo con la coda dell’occhio e finalmente mi lascia guidare in pace.
Il giorno seguente. Venerdì. Finalmente eravamo arrivati al fatidico giorno. Sono tesa da quando ho aperto gli occhi e purtroppo credo di non essere riuscita a nasconderlo molto bene. << Insisto. Tini devi andare a casa, chiama Jorge, sono sicura che verrà >> insiste Lodo, sono le 10:57 quindi decido di fingere di accettare la sua proposta << Sì hai ragione, gli mando un sms >>. Appena suona la campanella prendo il cellulare uscendo dall’aula e fingo di mandare un messaggio a Jorge. Saluto Lodo e mi dirigo verso la biblioteca. Sono quasi arrivata quando sento qualcuno chiamarmi << Sweety! >> mi volto verso Jorge che mi sta correndo in contro << Jorge! Che cosa ci fai tu qui?! Avevamo detto che… >> << Lo so! Ma ti prego fammi restare qui fuori, non darò fastidio lo giuro! >> << Jorge ti ho già detto che io non… >> << TU no. Io sì però. Io ho bisogno di saperti al sicuro, fallo per me. >> sospiro rassegnata e roteo gli occhi << Non farti riconoscere >> << No! >> sto per entrare in biblioteca ma Jorge mi tira ancora il polso facendomi tornare dinnanzi a lui. << Aspetta! >> << Che c’è? >> << Devi farmi una promessa >> << Quale? >> << Se è Fernando questa storia deve finire. Devi promettermi che farai quello che avresti dovuto fare molto tempo fa Martina, lo devi denunciare >> sgrano gli occhi alle sue parole << Co-cosa?! >> << Sarebbe la cosa più giusta da fare, lui merita di pagare per quello che ha fatto! Tu più di chiunque altro dovresti saperlo e io…io non posso credere che quell’idiota sia ancora a piede libero, ti prego riflettici Sweety >> la campanella suona ancora, segno che sono le 11:15 lancio uno sguardo al corridoio << Va bene ci penserò! >> dico rapidamente per riuscire a tranquillizzare almeno un po’ Jorge e poi cammino a passo svelto in biblioteca. Appena entrata dentro sento qualcosa di familiare nel petto, la paura, l’ansia. Sento l’eco dei miei passi che rimbombano nella biblioteca, scruto attentamente ogni angolo per verificare se c’è qualcuno, vedo qualche studente che parla sottovoce, qualcuno che legge, qualcuno che scrive. Mi avvicino all’enorme finestra, il punto più visibile della biblioteca e mi siedo ad uno dei tavoli, dissimulando prendo il libro di storia dalla mia borsa, poggio i gomiti sul tavolo e fingo di leggere, intanto osservo ossessivamente l’entrata in attesa che l’autore di quel biglietto si faccia vedere.






*Angolo autrice*
I'm back! Yeaaaaaaa vi sono mancata almeno un pochino? Mi dispiace non aver potuto scrivere/postare prima ma insomma scuola go go, poi regali di Natale go go e insomma non ho trovato altro tempo lol. Quindi mi scuso umilmente per l'eccessivo ritardo (per non parlare del ritardo che avrò nel rispondere alle vostre recensioni, assurdo e inammissibile potrete mai perdonarmi? 😭😭😭) comunque spero che il capitolo abbia rimediato almeno un pochino al ritardo...adesso che ci sono le vacanze avrò finalmente il tempo di respirare e rispondere alle vostre recensioni  😍 cercherò di mettermi alla pari quanto prima. Poiii vi anticipo che ho deciso di fare una raccolta di drabble/os basta proprio su questa storia il titolo sarà "SCAUAC. Cosa sarebbe successo se..." in cosa consiste? beh sarete voi a decidere di cosa parlarenna quei capitoli con le vostre recensioni. Il primo capitolo, come richiesto dalla lettrice racconterà la scena del primo bacio (cap 16) raccontata dal punto di vista di Jorge, poi se la cosa vi interessa potrete recensire anche voi con le vostre domande tipo "Cosa sarebbe successo se Sarah non fosse morta" o comunque chiedendomi anche dei pensieri di altri personaggi in una precisa scena, non so è un'idea che mi è venuta lol (magari anche per farmi straperdonare visto che ve lo devo). Come al solito io vi ringrazio con tutto il cuore per essere sempre presenti per me e per la storia ovviamente, non potete capire quanto lo apprezzo e quanto mi rendete felice SEMPRE. Vi ringrazio davvero con tutto il cuore chicas, grazie, già che ci sono vi auguro anche una felice vigilia e Buon Nataleeeeeeeeeeee 😍😍😍 baci a tutte voi! E a prestoooooooo

❤❤💕💕💗💗💘💖💞💝💟
Ps: Non vi ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che fate per me, ma ci tengo al fatto che voi lo sappiate, siete davvero importanti. Baciiii

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Capitolo 29
*** First time ***








~~Cinque minuti. Sono passati cinque minuti e non è ancora arrivato nessuno. Che la presenza di Jorge abbia intaccato i piani del mittente e quindi abbia deciso di non farsi vedere? Possibile? Dannazione! Non scoprirò mai chi cavolo mi ha mandato quel computer. << Martina, ciao! >>  alzai di scatto la testa e vidi il sorriso tranquillo e disinvolto di Nicolas << Nico, ciao >>  mi guardo intorno per vedere se Damien è con lui ma non mi sembra << Cosa ci fai qui? Anche tu marini la lezione come noi? >>  << Shh! >>  lo riprende immediatamente il bibliotecario << Scusi >>  Nicolas si gratta la testa imbarazzato e poi si siede di fronte a me e mi sorride << Noi? >>  chiedo inarcando un sopracciglio, istintivamente lancio uno sguardo dietro di lui per tornare a verificare che Damien non fosse nei paraggi << Damien è nella sezione di astronomia >>  parlavamo a bassa voce in modo da non scatenare la ira dei bibliotecari << Oh… >>  mi limitai a quello perché onestamente non sapevo cos’altro dire. << Allora…come va? >>  << Bene…grazie. Te? >> << Bene, anche io… >>  entrambi annuivamo col capo senza sapere cosa dire di preciso, la verità è che eravamo in imbarazzo. Lanciai uno sguardo all’orologio appeso al soffitto, erano passati altri cinque minuti, c’è troppa gente che mi sorveglia in questo istante, Jorge, Nico e da qualche parte c’è anche Damien. Magari è per questo che la persona misteriosa non si è avvicinata a me e non lo farà. Decido che è meglio allontanarmi e vagare un po’ per i vari scaffali, forse lontano da occhi indiscreti riuscirò ad avvicinarlo. << Scusami Nico ma ora devo proprio andare >>  << Sì certo, tranquilla >>  << Ci vediamo in giro >>  << Ciao >>  gli sorrisi e mi allontanai. Mi guardavo intorno ancora tesa ma sembrava che nessuno mi guardasse ma niente. È così snervante, involontariamente mi trovai di fronte a Damien, sul punto di fargli cadere i libri da mano. Ci guardammo negli occhi, nei suoi lessi solo disprezzo << C-ciao Dami >>  balbettai non sapendo cosa dire << Ciao >>  fu un saluto freddo, di educazione, nient’altro. Forse era ancora ferito per il modo in cui lo avevo scaricato, mi passa accanto ignorandomi del tutto, suppongo si diriga verso Nico. Anche se non ero innamorata di lui e non lo sono neanche ora, la sua freddezza mi ferisce comunque, in fondo lui è una brava persona e si è sempre comportato in modo corretto con me. Sospirai e decisi che ero stanca di aspettare l’uomo invisibile, Jorge era poco distante dall’entrata della biblioteca, quando mi vide uscire mi venne in contro. << Allora? Sbaglio o non ti si è avvicinato nessuno a parte…quello che stava dietro a Lodo? >>  sospirai << No, non sbagli. Forse ha visto te oppure lui e ha deciso di non avvicinarsi dannazione! Sono di nuovo punto e a capo capisci?! Non so chi cavolo mi ha mandato quel fottuto computer dannazione! >>  portai le mani alla testa in segno di sfinimento << Hey sta tranquilla. Lo troveremo okay? >>  so che Jorge voleva solo tranquillizzarmi e che in fondo neanche lui sapeva come avremmo trovato questo fantomatico tizio tuttavia la sua sola presenza per me contava sempre, lui mi dimostrava sempre, costantemente che non ero mai sola.
Quella sera distesa sul letto di Jorge fissavo il soffitto. Lui era poggiato con il capo sul mio grembo, gli avambracci lungo le mie cosce e le mie mani tra i suoi capelli. Non riuscivo a smettere di pensare a quel dannatissimo incontro che non c’è stato. << Sweety? >>  << Sì? >>  Jorge solleva il capo posano il mento sul mio ventre << Smettila di pensarci e dormi >>  << Non posso! Tu non capisci...io non ho mai raccontato a nessuno la mia storia a parte te e sapere che lì fuori c’è qualcuno che sa, che ha SEMPRE saputo mi…mi… >>  chiudo gli occhi con forza non riuscendo a trovare le parole giuste, qualche lacrima mi si forma scorrendo negli angoli degli occhi. D’un tratto sento le braccia di Jorge avvolgersi intorno al mio collo, non mi ero neanche accorta che si fosse scostato da me per raggiungere il cuscino e stare al mio fianco. << Lo so Sweety, lo so. Neanche io posso credere che qualcuno ti abbia fatto questo ma chiunque sia la pagherà >>  aprii di scatto gli occhi a quelle parole e alzai capo, << No Jorge! Quello che è successo con Fernando non deve succedere più >>   dico categorica. Fernando non si era rivolto alla polizia, ma sua madre è stata costretta dato che abita sotto lo stesso tetto della famiglia di Jorge, ma questa persona poteva farlo senza problemi e l’ultima cosa che volevo era Jorge in galera a causa mia.  << Sta tranquilla >>  << Con te non posso mai stare tranquilla >>  lo guardai seria mentre lui stava facendo uno dei suoi sorrisi sghembi << Ah no? Come mai?...ti metto in agitazione? >>  la sua capacità di passare da un argomento serie e uno molto più leggero e scherzoso era sorprendente, beh come le sue altre mille qualità direi. << Non cercare di cambiare discorso >>  cercai di restare seria ma lui sembrava fregarsene altamente << Ma io non voglio cambiare discorso… >>  sussurra al mio orecchio destro con voce roca << In realtà…non voglio neanche tenere un discorso in questo momento >>  mi bacia lì vicino l’orecchio e lentamente scende lungo il collo. Questo ragazzo sa esattamente cosa fare per distrarmi, le sue mani sfiorano la mia pelle sul tessuto della maglietta del pigiama, un top con le bretelline. << Sei un bastardo >>  ansimai con gli chiusi gli occhi gettando il capo all’indietro, lo sentii ridere mentre la sua bocca risaliva fino ad arrivare al mento << Un po’ ma hey sei tu che mi sproni >>  sono io che ti sprono eh? Affonda le sue labbra sulla mie senza darmi il tempo di replicare, mi sento la testa schiacciata sul cuscino per la pressione esercitata dalla bocca di lui sulla mia. Si muove lentamente, con passione, come se potesse divorarla, avvolgo le braccia intorno al suo collo come se potessi attirarlo di più a me, la sua lingua assapora lentamente le mie labbra costringendomi a schiuderle, si scontra con la mia, sollevo di poco la gamba sinistra tra le gambe di lui, lo sento gemere il mio nome << Martina >> . Quel semplice gesto bastò a farmi tremare, con uno scatto si allontanò posando la schiena sul materasso, mi lascia lì immobile con un senso di vuoto. Il calore che si stava diffondendo nel mio corpo lentamente si dissolve. Mi volto verso di lui e lo guardo, il suo respiro è leggermente irregolare per il profondo bacio di poco fa e mi rendo conto che lo è anche il mio. << Che c’è? >>  domando confusa, lui mi guarda con aria di rimprovero << Sai benissimo che c’è >>  sorrisi innocentemente quando capii a cosa si riferiva, non l’avevo fatta apposta non era meditato ma evidentemente gli avevo provocato qualcosa. << Qual è il problema? Non l’ho fatta apposta >>  << Questo rende tutto ancora più preoccupante Sweety >>  << Perché? >>  << Perché… >>  si solleva poggiando la guancia sinistra sul palmo della mano e reggendosi sul gomito << …Io sono un ragazzo e per me resistere ad una ragazza come te è difficile. Davvero difficile. Se poi la ragazza è anche quella che amo mi diventa impossibile. Quindi tu non puoi muoverti così non facendolo apposta capisci? >>  sorrisi quando disse che ero la ragazza che ama. Gli presi il volto tra le mani e lo costrinsi a venire giù con me un’altra volta mentre continuavo a baciarlo. << Basta così poco per farti andare in papa il cervello? >>  domandai ridendo quando il nostro bacio finì << Con te sì. Con te anche un solo sguardo basta e avanza >>  mi morsi il labbro inferiore alle sue parole << Beh…ne sono onorata >>  << Io sono onorato di averti con me >>  mi diede un bacio sul naso, chiusi gli occhi a quel contatto, la sua dolcezza sapeva essere disarmante. Gli Accarezza la guancia con la mano destra, lentamente lui voltò il capo per potermi baciare il palmo. << Tu non puoi essere reale, non puoi esistere davvero >>  sorrisi << E perché no? >>  << Perché sei perfetta, troppo per questo mondo >>  la semplicità con cui disse quelle parole, come se stesse dicendo un semplice “ciao” era stupefacente, l’intensità del suo sguardo era come un cristallo trasparente, non fai fatica a guardarci attraverso, non facevo fatica a capire che era sincero. << Se la metti così allora non dovresti esistere neanche tu…perché io penso la stessa cosa di te >>  mi si avvicina lentamente per poter donarmi un altro casto bacio, breve questa  volta. << Non puoi neanche immaginare quanto io ti desideri Sweety. Quanto desidero che tu mi appartenga, per sempre >>  << Per sempre è molto tempo >>  feci scorrere i polpastrelli delle dita dalla guancia al mento, lungo il collo, fino ad arrivare al petto e seguivo con lo sguardo i miei movimenti << Troppo poco paragonato all’infinito. L’infinito. Vorrei averti all’infinito >>  sollevai lo sguardo per vederlo in volto, aveva gli occhi chiusi, come se stesse godendo delle mie carezze e gli piacessero davvero tanto. Mi fermai e premetti il palmo della mano sul suo petto nudo, scolpito. << Jorge? >>  al mio richiamo aprì gli occhi. << Grazie >>  sussurrai guardandolo negli occhi << Per cosa? >>  << Per avermi cambiato la vita. Da quando ti conosco io sono più…più forte. Più coraggiosa, sento di poter fare qualsiasi cosa se lo voglio, compreso affrontare le mie paure >>  << Allora anche io devo ringraziare te >>  sussurra, mi si avvicina e mi dà un dolce bacio sulla fronte << Perché tu mi hai aiutato a fare i conti con il mio passato e ora non posso più fare a meno di te >>  sorrisi e allungando la mano sinistra riuscii ad afferrare il cuscino, << Aha però adesso basta non mi piace essere troppo sdolcinata >>  con un gesto rapido glielo diedi in piena faccia cogliendolo di sorpresa e facendolo cadere sul materasso. Risi guardandolo  << Sei una piccola traditrice, questo è un colpo basso >>  si lamenta lui mentre prendo posizione sedendomi sul suo grembo a  cavalcioni, continuai a prenderlo a cuscinate e lui mi bloccò i polsi facendo in modo che colpissi me stessa col cuscino. Scherzammo e ridemmo ancora per un po’ fino a quando entrambi non cademmo in un sonno profondo.
Il giorno seguente fu tranquillo e mi imposi di smettere di pensare al mittente di quella lettera. Chiunque fosse sapevo che si sarebbe fatto risentire. Quel sabato decidemmo di andare al cinema a vedere un film comico dato che i ragazzi volevano vedere un horror e noi uno romantico, il comico sembrava l’unica via di mezzo che accontentasse tutti. << È stato un film stupido >>  dice Diego mentre usciamo, poggia il braccio intorno al collo di Lodo << Potevamo comprarci il gelato con quei soldi >>  si lamenta Fran << Ooo ma se avete riso tutto il tempo! >>  Lodovica li stronca subito << In oltre era molto divertente! Soprattutto la parte in cui i protagonisti si sono travestiti da orsi per fuggire alle ex >>  alle parole di Cande sia lei che noi ragazze scoppiammo a ridere << Insomma è la tipica scena che tu dici, una cosa del genere accade solo nei film >>  continuo io e tutte tre guardiamo i ragazzi continuando a ridergli in faccia, loro hanno un’espressione irritata offesa che cercano di mascherare facendo una risata molto falsa. << Ma quanto siete spiritose! >>  dice Jorge e mi dà una leggera spinta sufficiente a farmi barcollare << Hey!!! >>  gli do un pugno sul braccio in segno di protesta. << Però bisogna ammettere che il vestito da orso rosa ti stava davvero a pennello >>  Lodovica continua a prendere in giro il suo ragazzo continuando a farci ridere ma questa volta anche Jorge e Fran si unirono a noi << Vogliamo smettere di parlare di questa storia?! >>  mio cugino continua a tenere il broncio mentre ci avviciniamo alla macchina di Jorge. La domenica andammo a mangiare una pizza fuori e la sera andammo a casa di Cande, i suoi genitori erano fuori città così la casa era a nostra disposizione. Guardammo qualche film, ci imbottimmo di schifezze varie e prendemmo qualche gioco di società per perdere tempo. Verso le due tornammo tutti a casa tranne Fran che decise di rimanere con Cande.
Lunedì al nostro ritorno da scuola vedemmo i genitori di Jorge caricare la macchina con le valige, avevano il volo per Parigi alle 15:53. A cena, fu strano mangiare senza di loro, per fortuna che c’erano Cande e Lodo a riempire la tavola, restarono a dormire con noi dato che i genitori di Cande sarebbero tornati mercoledì, Lodo invece…beh i suoi genitori erano a casa restò comunque da noi.
Se la cena di lunedì sera mi era sembrata strana, quella di martedì lo fu ancora di più. Oltre all’assenza dei signori Blanco c’era anche quella di Fran che restava a dormire da Cande e quella di Diego che aveva programmato non so cosa con Lodo e quindi non sarebbe tornato per cenare con noi. Così a tavola c’eravamo solo io, Jorge, Fernando e Cassandra. Nessuno disse nulla, ci lanciavamo solo degli sguardi ogni tanto, era un silenzio fastidioso, appena finii mi alzai in piedi e andai in salotto con Jorge. Per via di Fernando e Cassandra anche quella sera dovemmo fingere di andare ognuno nella sua stanza a dormire. Erano le 23:45, considerando che la mia adorabile matrigna e suo figlio fossero andati a dormire un quarto d’ora fa posso ritenermi al sicuro no? Chiusi la porta della mia stanza a chiave come al solito, Jorge in genere l’apriva la mattina prima di prendermi in braccio e mettermi nel mio letto. Entrai nella sua stanza e lo vidi in piedi vicino la scrivania, aveva solo i pantaloni del pigiamo come al solito. << Hey >>  richiamai la sua attenzione chiudendo piano la porta e poi mi gettai sul letto << Hey, vieni? >>  mi tese la mano e io lo guardai trova << Vieni?! Dove?! Credevo che dovessimo dormire >>  lui sorride << Sì ma visto che non c’è quasi nessuno in casa ho pensato che possiamo dormire da un’altra parte >>  << Dove? >>  << Se vieni con me lo scoprirai >>  guardai la sua mano prima di afferrala, non perché avessi paura di prenderla ma perché ero curiosa di sapere quali fossero le sue intenzioni. Aprì la porta e io gli andai dietro, quando vedo che ci stiamo dirigendo verso la piscina mi fermo e lo tiro << Non vorrai mica uscire fuori vero? Voglio dire hai notato che sono scalza vero? >>  lui si volta e mi sorride << E allora? >>  << Jorge il mio pigiama è composto da un pantaloncino e un top. E siamo a settembre. Non è estate. Se hai intenzione di buttarmi in piscina sappi che non mi va l’idea >>  << Cammina donna di poca fede >>  mi trascina e apre la porta che conduce alla piscina. Sono sempre più convinta che la sua sia una pessima idea << Ti ricordi…cos’è successo esattamente sei mesi fa? >>  chiede di punto in bianco << Sei mesi fa? >>  << Il 23 marzo >>  mi soffermo a pensare mentre camminiamo verso la palestra nella casetta in piscina, << Mmm…il 23 marzo è stato quando sono arrivata qua giusto? >>  << Sì, esattamente, quindi… >>  << Quindi…è il giorno in cui ci siamo incontrati per la prima volta? >>  rispondo entusiasta convinta di aver trovato la soluzione << Brava, ci sei arrivata. Sei molto sveglia eh >>  apre la porta scorrevole della palestra e si sposta per farmi entrare per prima << Aha, io sono sveglia! >>  << Mai messo in dubbio >>  << Ma se lo hai appena fatto! >>  << Ah sì? >>  << Sì! >>  << Me ne farò una ragione >> . Cerco di fare attenzione a non inciampare da nessuna parte, so di trovarmi in palestra questo vuol dire che i miei piedi sono in serio pericolo nel caso dovessero urtare vicino ad uno di quei macchinari. << Senti un po’, a te non è venuta voglia di una lezione di kick boxing notturna vero? >>  << Hahaha non riesci ad essere sveglia di pomeriggio e ti do lezioni di sera? >>  << SCUSA?! >>  << Dai entra >>  apre la porta della stanza da letto che si trova nella casetta in piscina, credo di non essere mai entrata in quella stanza dato che non ce ne mai stato il bisogno, riesco a vedere una luce fioca quando lui apre la porta e curiosa di vederla mi avvicino. Resto a bocca aperta, centinaia di candele sono sparse nella stanza, c’è un enorme letto a baldacchino nella stanza, ha delle tende bianche velate, è stupendo, lo stile della stanza è tuttavia moderno, non ci sono molti mobili, solo due comodini ai lati del letto e un mobile con i cassettoni leggermente più distante dal letto. Resto senza parole guardando quel posto << Volevo…creare una certa atmosfera, ma non eccessivamente romantica…insomma volevo metterci dei petali rossi però poi mi sembrava inutile e esagerato e… >>  sorrido voltandomi verso di lui << È perfetto >>  lo interrompo avvicinandomi a lui poggio gli avambracci sulle sue spalle e congiungo le mie mani dietro il suo collo ma senza toccarlo. Lui ricambia il sorriso e mi poggia delicatamente le mani sui fianchi << Sei mesi fa precisi, mi hai cambiato la vita. Ho pensato che…potevamo dormire tranquillamente qui, insomma Cassandre e Fernando possono pensare che siamo usciti presto, non verranno a cercarci. Quindi possiamo dormire tranquillamente quanto vogliamo qui… >>  vedo che china lo sguardo in segno di imbarazzo e credo sia arrossito, è raro vedere Jorge Blanco in imbarazzo << Aha…e tu avresti fatto tutto questo solo perché volevi che dormissimo qui giusto? >>  << Sì…beh, come vuoi >>  balbetta continuando ad evitare il mio sguardo. Mi mordo il labbro inferiore guardandolo, è di una dolcezza inspiegabile. << Jorge >>  lo richiamo in modo che mi guardi negli occhi << Ecco…tu sai che io… >>  << Sweety non voglio metterti fretta okay? Non voglio che tu pensi che… >>  << No! Jorge! Fa parlare me >>  annuisce imitando lo stesso gesto che ho fatto io poco fa con la bocca. Faccio un sospiro prima di parlare << Non ho mai…fatto l’amore ma so per certo che tu sei l’unica persona con cui potrei farlo. So che lo vuoi perché mi ami, lo so perché lo voglio anche io >>  << Davvero? >>  << Sì, davvero >>  lo vedo sorridere mentre allunga la mano destra sulla mia guancia per accarezzarmi << Neanch’io ho mai fatto l’amore. Sarà la prima vera volta per entrambi >>  sorrido negando col capo. Voleva fingere che il nostro passato non esistesse, per una sera voleva fingere che non esistesse niente e nessuno al di fuori del nostro amore. Non sapevo ancora se ero in grado di andare fino in fondo ma volevo provarci, per lui e per me. Durante quel mese insieme, poco a poco, passo a passo come ha detto lui, ci siamo avvicinati più volte a quel momento ma poi si fermava sempre, sapevo che lo faceva per me ma spesso ho desiderato che non lo facesse. E adesso che tutto sembrava fosse lì per noi non volevo tirarmi indietro. Le sue labbra si posarono sulle mie lentamente, con dolcezza. Un bacio breve e casto che mi lasciava con una goccia di amaro in bocca, perché non volevo che finisse. << Ti amo, non dimenticarlo mai >>  sorrisi alle sue parole << Anch’io Jorge, ti amo >> . Posò nuovamente la sua bocca sulla mia, questa volta in modo più decisivo, più possessivo, in una silenziosa promessa d’amore. Le sue braccia scivolano circondandomi la vita con forza, mi alzo sulle punte dei piedi, avvolgo il braccio sinistro intorno al suo collo e poggio la mano destra sulla sua guancia ricambiando quel bacio, ancora, ancora e ancora. Sembravamo diventati una cosa sola, nessuno dei due voleva separarsi dall’altro. Lentamente mi spinse indietro in modo da farmi indietreggiare di qualche passo, la sua mano sinistra si poggiò sulla mia coscia per accarezzarla alzandola di poco, feci leva sugli avambracci che erano poggiati sulle sue spalle e con un salto gli circondai la vita con le gambe. Lui mi afferrò prontamente per impedirmi di cadere, il nostro bacio continuando in eterno a trasmettere calore ai nostri corpi. Quando l’aria nei polmoni finì separammo le nostre labbra di poco, le nostre fronti si congiunsero, il mio indice destro accarezzava il labbro inferiore di lui e sfiorava il mio. Lo sentii indietreggiare ancora e al contempo tornare a catturare la mia bocca con la sua come se gli servisse la mia aria per poter respirare. Mi poggiò delicatamente sul letto e lentamente si separò da me, le luci delle candele permettevano di vedere chiaramente i nostri volti e i nostri movimenti. I suoi occhi sono fissi nei miei anche nell’istante in cui le sue mani sollevano di poco la maglietta del pigiama. Lentamente lo vedo chinare il capo, chiudo gli occhi e sento le sue labbra sul mio ombelico, continuò a baciarmi lì intorno con estrema cautela come se non volesse perdersi neanche un centimetro del mio corpo. La mia mano sinistra era vicino al mio capo mentre la destra percorreva il braccio di lui fino a raggiungere la spalla. I suoi baci erano come un marchio, qualcosa che bruciava come il fuoco e mi faceva ribollire il sangue nelle vene. Sento il dorso delle sue dita accarezzarmi l’avambraccio sinistro, quando arriva al polso sono i suoi polpastrelli a sfiorarlo con delicatezza, raggiungono il palmo della mia mano per poter intrecciare le nostre dita. In quel momento mi rendo conto che il mio corpo sta tremando ma non solo, anche il suo lo sta facendo e so perché. La sua attenzione, il modo in cui cerca di controllare i suoi impulsi sono…non trovo le parole, e tutto per me. Ancora una volta mi guarda negli occhi una volta aver tracciato il contorno del margine del reggiseno con i suoi baci. << Sei bellissima >>  gli sorrido mentre le dita della mia mano destra si intrufolano tra i suoi capelli << Anche tu lo sei >>  decisi di dargli una spinta in modo da far stendere lui sul materasso, io ora ero a cavalcioni su di lui, lo vedo sorride << Che fai? >>  sussurra guardandomi. Afferro i bordi della mia maglietta e mi avvicino al suo orecchio << Non sono di cristallo Jorge, quindi smettila di trattarmi come se lo fossi. Non mi romperò ma ho bisogno che tu mi faccia sentire il tuo amore come vuoi farlo davvero, senza trattenerti. >>  torno in forme eretta con la schiena e con un audacia che non pensavo di avere mi tolsi la maglietta e la lasciai cadere a terra. Lui sgranò gli occhi evidentemente sorpreso, non mi pare di averlo mai fatto. Gli sorrido e lui cerca di alzarsi per avvicinarsi a me ma lo blocco poggiandogli una mano sul collo e costringendolo a non muoversi. Mi chino con la schiena per potergli dare un bacio in pieno petto, continuo avvicinandomi alla spalla sinistra e formo un percorso con le labbra, con la lingua, lo sento ansimare e noto che ha chiuso gli occhi. Gli bacio il collo e mi avvicino all’orecchio mordendo il lobo, le sue dita premono con forza sui miei fianchi provocandomi un leggero e piacevole dolore. << Martina… >>  << Shh >>  sussurrai prima di continuare a baciarlo sulla guancia, fino ad arrivare alle labbra. Quando la mia bocca si unì alla sua schiuse immediatamente le labbra in modo che la mia lingua si intrecciasse con la sua. Era bello prendere redini della situazione, un’esperienza nuova che mi piaceva non poco. Sentivo il calore bruciare la mia pelle una cosa già successa in questa situazione ma in passato sapevo che non saremmo andati fino in fondo mentre adesso sì. Con uno scatto finisco nuovamente sotto il corpo di Jorge, il suo modo di toccarmi, di baciarmi era diventato più frenetico, più possessivo. I polpastrelli delle sue dita percorsero più volte i lineamenti dei miei fianchi mentre le sue labbra premevano con violenza sulle mie, sentivo di non poter respirare ma mi piaceva, molto. Le sue mani salirono ancora di più sfiorando il mio seno, gemetti sulla sua bocca per il modo in cui il mio corpo stava reazionando. Era come se tutto il sangue fosse arrivato cervello mandandomi in completa confusione. Lo sentii tirare la molla del mio pantaloncino, sollevai i fianchi in modo da aiutarmi a toglierlo definitivamente. I suoi baci abbandonarono le mie labbra per poi posarsi sul mento, gettai il capo all’indietro per facilitargli l’accesso al collo. Le scosse che mi mandava in tutto il corpo erano come una scarica elettrica di energie e pulsazioni. Feci scendere le mie mani lungo il suo addome arrivando al margine del suo pantalone << Jorge… >>  ansimai il suo nome inarcando la schiena, lui sembro capirmi al volo perché in un attimo si tolse i pantaloni. Coprì entrambi con le lenzuola lasciandomi una frazione di secondo in assenza del calore emanato dal suo corpo. Quei secondi mi sembrarono eterni, appena mi si avvicinò gli afferrai l’avambraccio per avvicinarlo, posai entrambe le mani sulle sue guance e mi rotolai sopra di lui. Mi strinse tra le sue braccia, la mano destra mi accarezzava la schiena mentre la sinistra scendeva dai glutei alla coscia. Mi aprì il gancio del reggiseno e così fui costretta a sedermi su di lui in modo da toglierlo, quando lo feci lo senti gemere e sollevare di poco i fianchi sotto di me << Dio Sweety… >>  si sollevò con la schiena facendo sfiorare il mio petto con il suo, entrambi avevamo già il respiro affannato, avvicinò il suo naso al mio corpo per poter sentire il mio profumo, mi baciò sulla parte appena scoperta facendomi gemere. Affondai ancora una volta le dita nei suoi capelli, li tirai di poco mentre continuava a farmi tremare ma non per la paura, ma per l’immenso piacere che mi stava dando. Era come se l’aria nei polmoni non fosse mai a sufficienza, mai. Finì un’altra volta sotto di lui, schiacciata dal suo peso, dal suo petto sul mio << Jorge… >>  ansimai il suo nome e prima che me ne rendessi conto eravamo del tutto nudi. Tornò a posare la sua fronte sulla mia, aprii gli occhi per potermi specchiare nei suoi, per poter ammirare la persona che amavo senza alcun’ombra di dubbio. Il contatto visivo in quel momento era importante, mi serviva a non perdere mai il contatto con la realtà, a non perdere un secondo di ciò che stava accadendo. << Sweety se non vuoi devi… >>  << No! >>  la mia voce uscì quasi come l’urlo di una ragazzina che si trova davanti il suo idolo. Lo volevo, volevo sapere cosa si prova a sentire l’amore di un’altra persona. Senza farselo ripetere entrò in me con uno scatto facendomi urlare e chiudere forte gli occhi. Poco dopo li riaprii e lui iniziò a spingere. I nostri corpi si muovevano all’unisono, sentivo il cigolio delle molle del materasso, sentivo la sensazione di pienezza nell’unione dei nostri corpi, sentivo la lava di un vulcano in eruzione ribollirmi ovunque. Era una fortuna che fossimo lontano da casa perché ero sicura che se fossimo rimasti lì chiunque avrebbe sentito le nostri voci << Jorge! >>  era l’unica cosa che riuscivo a dire, le mie mani scivolarono involontariamente lungo le sue braccia, affondai le unghie nei suoi avambracci, le sue labbra cercarono le mie, le trovarono, le divorarono mentre continuava a muoversi dentro di me. Anche lui ansimò il mio nome mentre continuava senza sosta, Inarcai la schiena stringendo gli occhi, costretta a separarmi dalla sua bocca nello stesso istante in cui il mio corpo esplose << Ah! >>  l’emozione più forte che abbia mai provato in tutta la mia vita. Cade su di me lentamente, il suo peso sul mio. I nostri corpi sono sudati, accaldati e ancora ansimanti. Restammo così per qualche minuto, il tempo di riprendere fiato. Non potevo crederci, lo avevamo fatto davvero, l’amore era davvero il sentimento più potente del mondo, l’unico in grado di guarire ogni ferita per quanto grande potesse essere, ora ne avevo la conferma. Jorge si allontanò rotolando sull’altra parte del letto, afferrai il lenzuolo per sollevarlo fino al collo, vidi Jorge allungarsi, afferrò i suoi boxer da terra insieme alla mia maglietta e gli slip. << >  rise e io con lui. Indossammo quei pochi indumenti e poi ci avvicinammo l’un l’altro. << Sweety è stato… >>  avvicinai le mie dita alle sue labbra per farlo tacere. << Perfetto >>  dico perché è l’unica parola che mi viene in mente. << Tu sei la cosa migliore che mi sia mai successa al mondo Sweety >>  mi morsi il labbro inferiore guardandolo, mi attirò a sé e mi strinse dandomi un bacio sulla fronte, chiusi gli occhi continuando a pensare a quello che è appena successo, la nostra prima volta. È stata magica. Dopo qualche minuto Jorge si alzò per spegnere tutte le candele e poi tornò a letto, io lo fissai mentre lo faceva ero tentata di alzarmi ed avvicinarmi solo per poterlo baciare un’altra volta, tuttavia ci mise poco ad avvinarsi ed esaudire il mio desiderio tornando ad avvicinarsi a me. << Ti amo >>  sussurrò dopo avermi baciato << Anch’io >> . Mi cinse la vita, era disteso a pancia in giù e io con lui, mi si avvicinò e mi coprii col suo corpo fino a quando non crollammo in un sonno profondo.






*Angolo autrice*
Ta daaaaaaaa per una volta ninete suspanceee beh mi sembrva giusto dato che non vi ho detto chi è il mittente della lettera lol, maaa mi sono fatta perdonare con una bella scena no? Volevo postare ieri ma purtroppo non avevo internet ç_ç...so che potevo fare di meglio e cercherò di farmi perdonare più avanti, in tanto dovrete accontentarci di questo capitolo che mo è uscito 😅😅😅 presto sapremo chi è il mittente. Spero che anche se leggermente arronzato questo capitolo vi sia piaciuto...ho cercato di mettere in evidenza il fatto che nonostante tutto quello che la protagonista ha subito, l'amore è stato in grado di distruggerlo mettendo definitivamente un punto al suo passato. E beh...niente, lol non so che dire sul serio mi dispiace non credo di aver scritto bene questo capitolo infatti non lo velevo neanche postare...ma ci metterò più impegno nei prossimi e ovviamente farò il possibile per rispondere alle vostre recensioni...non so che altro dire sono confusa e morta di freddo xD quindi...niente boh, a prestooo chicaaaasss besos 💝💋

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Capitolo 30
*** Segreti e bugie ***








~~Apro lentamente gli occhi e la prima cosa che vedo è il volto del ragazzo che amo. Nonostante tutte le innumerevoli volte che abbiamo dormito insieme non mi ero mai svegliata al suo fianco. C’erano sempre mille motivi ad impedirmelo. La stanza è illuminata non poco dalle luci dei raggi solari, il suo volto è illuminato dalla luce del sole. Guardarlo dormire è uno spettacolo davvero sublime, ha l’aria di un bambino piccolo e indifeso, i lineamenti rilassati, il respiro tranquillo e regolare, la perfezione fatta persona. Vorrei avere il telefono per scattargli una foto in questo momento. Ancora non posso credere a ciò che è successo ieri sera, a come lui sia riuscito ad abbattere tutti i miei muri senza difficoltà. Allungo la mano sinistra per poter toccare la sua guancia, cerco di fare attenzione a non svegliarlo. Le mie dita scivolano sfiorando con i polpastrelli le sue labbra, lui schiude la bocca e ritraggo la mano temendo di averlo svegliato. << Mmm…Sweety >> sussurra lui, ma senza aprire gli occhi. << Ti ho svegliato? >> chiedo a voce bassa, ma lui non mi risponde e allora credo che stia sognando. Mi mordo il labbro inferiore, curiosa di sapere a cosa sta sognando. Gli do un bacio sulla a guancia, uno sul collo, uno tra le scapole, lungo la sua spalla destra, lo sento inspirare e mi fermo << Pretendo di essere svegliato così tutte le mattine della mia vita >> sorrido alle sue parole e lo guardo, apre lentamente gli occhi e mi guarda, ha lo sguardo assonnato << Buongiorno >> sussurro avvicinandomi alle sue labbra, lui allunga le braccia per stiracchiarsi e prima che riesca a capirci qualcosa mi ritrovo stesa sul divano con lui sopra di me. << Sei sveglia da molto? >> scuoto il capo << Nop >> lui sorride alla mia risposta e si allunga su di me per baciarmi, non un bacio dolce, a stampo, rapido, un vero e proprio bacio carico di desiderio. Non posso non rispondere anche se distrattamente mi chiedo dove trovi tutta questa energia di prima mattina. Le sue mani si posano sui miei fianchi sollevando non poco il top del pigiama, le mie braccia non possono evitare di stringersi intorno al suo collo << Tu sei la cosa più bella che mi sia mai capitata, in tutti i sensi >> mi dice quando la sua bocca si separa dalla mia. << Ah sì? LA migliore? >> << Assolutamente. LA migliore >> risponde per poi tornare a baciare la mia bocca. Le mie mani scendono lungo le sue braccia stringo gli avambracci sotto i palmi delle mani, la sua mano destra scende ad accarezzarmi la coscia e io l’avvicino al suo fianco << Devo andare a fare la doccia >> dice lui continuando a baciarmi << E allora vai >> rido continuando a rispondere ai suoi baci << Non posso. Non riesco a separarmi da te >> sembra sciocco ma le sue parole mi rendono sempre più felice. << E…se venissi a farti la doccia con me? >> propone allontanandosi ancora dalle mie labbra sorrido negando col capo << Tu non ne hai mai abbastanza? >> ridacchio guardandolo dal basso << Di te?! Dubito che ne avrò mai abbastanza >> risponde sicuro delle sue parole e poi si fionda sul mio collo per lasciare una scia di baci, mi fa leggermente il solletico << Beh tesoro dovrai accontentarti perché non penso proprio di voler fare la doccia con te >> e in realtà una parte di me lo voleva ma l’altra non era pronta ad andare così veloce, ad osare così tanto.  So che può suonare ridicolo soprattutto dopo che abbiamo fatto l’amore ma per me è così. << Hai ragione. Scusa… >> mi dà un bacio sulla guancia e io lo guardo << Non devi chiedermi scusa… >> mi interrompe prima che io possa continuare la frase dandomi l’ennesimo bacio per sigillarmi le labbra. << Vado a prendere i vestiti >> << Okay >> lo vedo alzarsi con una grazia che credo di non avergli mai notato prima d’ora. Lo osservo mentre cammina quasi del tutto nudo nella stanza, si china a raccogliere i pantaloni del pigiama e li indossa. Si dirige verso l’uscita e io resto ferma nel letto. In questa stanza non c’è un orologio quindi non posso sapere che ore sono, guardo tutte le candele nella stanza e mi viene da sorridere ripensando a ieri sera. Mi strofino la faccia e mi guardo ancora introno per essere sicura di non stare sognando. Può esistere un ragazzo più perfetto del mio? Definitivamente no. Dopo poco Jorge rientra nella stanza con i vestiti in mano << Sweety, credo che la tua matrigna e il tuo fratellastro siano usciti. In casa ho visto solo le cameriere >> << Eccellente, potrò andare a lavarmi in uno dei bagni in casa >> dico guardandolo << Già, così affrettiamo le cose e usciamo >> << Dove andiamo? >> << Dove vuoi >> mi si avvicina e mi dà un bacio sul capo << Ti ho portato il cellulare >> dice tendendomelo, lo prendo e gli sorrido, lui mi fa l’occhiolino prima di andare in bagno. Guardo il cellulare, ho due messaggi su whatsapp, uno da Lodo e l’altro da Cande come tutte le mattine. Rispondo ad entrambe con “Buongiorno” a quanto pare loro si sono svegliate due ore fa. Trovo la forza di alzarmi dal letto e mi dirigo verso casa, << Buongiorno signorina Martina >> mi dice Lola, le ho detto mille volte di chiamarmi solo Martina ma a quanto pare è un concetto troppo complesso a quanto pare per lei. Mi vado a fare una doccia e poi dritta nella mia stanza, indosso una paio di jeans semplici, una maglietta blu con le maniche a tre quarti abbastanza larga, una felpa e le mie immancabili converse. Torno nella stanza della casetta in piscina, il letto è già fatto, Jorge sta togliendo di mezzo le ultime candele, quelle sul mobile, indossa un paio di jeans e una maglietta azzurra a maniche lunghe che gli sta davvero bene. Mi avvicino a lui e afferro l’ultima candela anticipandolo. Lui mi sorride e io ricambio << Non vuoi darmela? >> << Nop! Voglio tenerla io >> dico sollevando la candela e osservandola. << Vuoi tenerla come ricordo? >> annuisco col capo alla sua domanda guardandolo negli occhi, lui posa il sacco con le altre candele a terra << Allora facciamolo bene >> mi prende le candela di mano delicatamente. Si avvicina al letto e io lo seguo. Si siede e apre il cassetto del mobiletto. Dentro c’è un piccolo coltello, uno di quelli tascabili. Lo apre e pone la lana sulla cera della candela, mi siedo accanto a lui per capire cosa sta facendo. Sta incidendo qualcosa sopra, è la data di ieri sera, 23/08/2014 e sotto le nostre iniziali separate da un cuore J♡M. << Ecco qui, ora è completo >> mi tende la candele e io lo guardo il sorriso indelebile sulle labbra, non posso evitarlo, con uno scatto mi avvicino alle sue labbra per poterlo baciare tenendo la mano destra dietro la sua testa << Sei il fidanzato migliore del mondo >> detto questo prendo la candela e mi alzo in piedi. Lui mi guarda con quel sorriso stupendo che solo lui ha, e sì magari abbiamo due sorrisi ebeti in questo momento ma non importa. Gli tendo la mano e lui l’afferra, insieme ci dirigiamo verso casa, io vado nella mia stanza e poggio la candela sullo scaffare che è sopra la scrivania. Ha ancora un odore di vaniglia e il che è molto piacevole. Sento il suono di una mano bussare alla porta e mi volto, Jorge è sulla soglia con la giacca di pelle addosso << Allora Sweety andiamo? >> << Sì eccomi! >> corro verso di lui e gli cingo la vita con le braccia lui in vece poggia il suo sinistro intorno al mio collo e andiamo al garage. Prendiamo l’R8 e andiamo non so dove onestamente. << Dove stiamo andando? >> << Tu dove vuoi andare? >> << Mmm…al centro commerciale? >> << Okay >> << Jorge? >> << Mhm? >> << Al ritorno posso guidare io? >> << L’R8?! >> << Daiii ti pregooo >> lo vedo sospirare << Se proprio ci tieni >> sorrido e mi avvicino dandogli un bacio sulla guancia << Grazie! >>. Una volta arrivati al centro commerciale entrammo a dare un’occhiata ai negozi di abbigliamento mi comprai un paio di magliette ed un pantalone, Jorge ha insistito nel voler pagare lui anche se non volevo. Appena arrivammo alla gelateria ci fermammo a prendere il gelato, insomma era il nostro rito in pratica. << Sweety ti va di andare alla sala giochi? >> << Sip! >> una volta arrivati giocammo ad una macchina dove potevo usare la pistola << Martina a destra! >> << Colpito! >> << Ore dieci! >> << Che?! Devo guardare l’ora? >> << NO! MARTINA! >> sto per prendere il cellulare ma un tizio nel gioco mi spara facendomi fuori. << Oh ma daiiii!!! >> << Sweety quando dico “ore dieci” vuol dire a sinistra capito? >>  << Beh ma allora perché non hai detto a sinistra? >> << Hai ragione, scusami non avrei dovuto sopravvalutarti >> << Già, HEYYY >> gli do un pugno sulla spalla mentre lui ride << Vuoi fare una corsa? >> Jorge mi indica i sedili del gioco delle macchine da corsa << Sì ci sto! >> e alla terza partita inizio ad irritarmi << Senti, tu imbrogli! >> << Imbroglio?! >> << Non è possibile che vinci ogni santissima volta ad OGNI santissimo gioco! >> << HAHAHA però è così Sweety, rasseganti >> << Riuscirò a batterti in qualcosa >> << L’importante è crederci! >> gli faccio la linguaccia mentre usciamo fuori dalla sala giochi. Camminando mano nella mano al centro commerciale vediamo una fila di gente, ce n’è così tanta che escono fuori la porta. << Andiamo a vedere cosa c’è lì? >> chiedo indicando la folla << Certo! >> Entrare sembra quasi impossibile, però sentiamo le voci di qualcuno che canta << È un locale, stanno facendo il karaoke >> << Forte! >> << Vieni, cerchiamo di entrare più dentro >> Jorge stringe forte la mia mano nella sua e si fa spazio tra la folla, e si avventura all’interno del locale. Riusciamo a metterci in un posto in disparte lontano da tutti, lui si siede sullo sgabello e io sulla sua gamba sinistra avvolgendo le braccia intorno al suo collo. I tre ragazzi che stavano cantando sembravano bravi, il tizio successivo sembrava una capra col mal di pancia…un mal di pancia molto, molto doloroso. Poi fu il turno di una coppia, erano abbastanza bravi anche se non riuscivano ad arrivare alle note alte << Sweety? >> << Sì? >> << Vuoi cantare? >> << Che?! Sul palco?! Non ci penso proprio >> << Dai, sarà divertente >> << Se vuoi cantare tu posso anche ascoltarti da qui tesoro >> << No, ti voglio con me su quel palco >> << E cosa dovremmo cantare?! >> << Mmm…A thousand years? Proviamo ad improvvisare una versione in spagnolo >> << …Beh…non sarebbe male >> << Grandioso! Vado a farci mettere in lista, aspetta qui. >> non mi dà neanche il tempo di rispondere si alza facendomi poggiare sullo sgabello in modo da tenere il posto occupato e si avvicina all’uomo che segna i partecipanti al karaoke. Dopo poco torna da me << Fatto, siamo i prossimi >> << Di già?! >> << Gli ho dato qualcosa in più per farci passare avanti >> mi fa l’occhiolino sorridendo e io scuoto col capo << Non è una cosa onesta superare gli altri >> << Hey, parlaci tu con le nostre orecchie se vuoi. Merita una spiegazione per la sofferenza che stanno subendo >> << Ma daiii che cattivo che sei >> << Non sono cattivo Sweety io sono onesto che è diverso >> << Aha >> i due sul palco finiscono di cantare e Jorge mi porge la mano, << Pronta a mostrare come si canta? >> gli sorrido afferrandogli la mano. Io e Jorge ci posizioniamo ai margini del palco dandoci le spalle reciprocamente. << Prometer, nunca te olvidaré, como vencer como amarte sin caer. Por ti , te miro y puedo decir mis dudas se van de alguna manera ya no están. Te acercaste… >> Promettere, non ti dimenticherò mai, come vincere come amarti senza cadere. Per te, ti guardo e posso dire i miei dubbi se ne vanno in qualche modo non ci sono più. Inizio a cantare io e mi avvicino a lui, mi sorrido e mi prende una mano per poi cantare con me il ritornello << Podría morir y esperarte una vida. No tengas miedo a sentir  te amaría por mil años más, lo haría por mil años más >> Potrei morire e aspettarti una vita. Non avere paura di sentire ti amerei per un millennio, lo farei per un millennio. È come se intorno a noi non ci fosse più nessuno, più niente. Siamo solo noi e le nostre canzoni. So è che è qualcosa di già sentito, qualcosa di banale, ma è così. I suoi occhi si riflettono nei miei e le sue parole sono come una promessa d’amore mentre io lo ascolto con l’accenno di un sorriso << No hay tiempo, bella en todo, siento me debo atrever nada impedirá decirle. Cuando esté frente a mi por siempre te cuidaré, cada respiro guardaré. Te acercaste >> Non c’è tempo, bella in tutto, sento devo osare niente impedirà di dirle. Quando sarai di fronte a me per sempre mi prenderò cura di te, ogni tuo respiro custodirò. Ti sei avvicinata. Detto questo intreccia le sue dita nelle mie e di nuovo, insieme, cantiamo il ritornello << Podría morir y esperarte una vida. No tengas miedo a sentir  te amaría por mil años más, lo haría por mil años más >> e ora lo so, so che la magia esiste, perché avere dei momenti così speciali…questa è magia. << Yo siempre supe que te encontraría. No hay tiempo para decir que te amaría por mil años más, amarte por mil años más >> << Te acercaste… >> Ho sempre saputo che ti avrei incontrato. Non c’è tempo per dire che ti amerei per un millennio, amarti per un millennio. Ti sei avvicinato. Il volume della musica sfuma e quasi si sentono solo le nostre voci per il fiinale << Podría morir y esperarte una vida. No tengas miedo a sentir  te amaría por mil años más, lo haría por mil años más >>. Jorge si sta avvicinando per baciarmi, lentamente ma il suo gesto viene interrotto dagli applausi assordanti che rimbombano nel locale. Io e Jorge torniamo a guardarci negli occhi e sorridendo riprende fare ciò che stava per fare prima, mi bacia davanti a tutti. Sono leggermente imbarazzata ma come potrei respingere il mio fidanzato? Scende le scale tenendomi la mano mentre la gente continua ad applaudire e fare fischi, Jorge si fa spazio tra la folla che ci fa i complimenti per la canzone e perché siamo “una bellissima coppia”. Dopo qualche sforzo finalmente usciamo fuori di lì, vivi e vegeti. << Sai cosa stavo pensando Sweety? >> << Cosa? >> << Dovremmo…dovremmo dire la verità a tuo fratello >> << Che?! >> << Sì, immagina se fosse stato tra la folla, non avrebbe potuto saperlo in modo peggiore. Lui è il mio migliore amico con Diego, ed entrambi hanno il diritto di saperlo >> << Non so se è una buona idea, insomma mio fratello è…un po’ impulsivo a volte, magari potremmo chiedere aiuto a Cande, potrebbe dirglielo lei forse lo prenderebbe meglio >> << No! Devo essere io a dirglielo, non voglio nascondermi dietro Cande come un vigliacco e poi sarebbe peggio, fidati >> << Ma se glielo diciamo ci terrà sotto controllo 24 ore su 24, compresa la notte >> dico conoscendo bene mio fratello << Ma prima o poi lo deve sapere >> << Sì ma…okay ma lasciami prima tastare il terreno >> << Tastare il terreno? >> << Sì, lascia che prepari mio fratello a modo mio >> << A modo tuo è? >> lo vedo sorridere immaginandosi chissà cosa probabilmente << Sip >> << Sono proprio curioso di vedere cosa farai >> << Gli manderò qualche segnale, sono sicura che funzionerà >> << Vedremo! >>. Al ritorno Jorge mi permise di guidare la macchina ma solo per un certo tratto perché poi saremmo dovuti andare sull’autostrada e non potevamo rischiare di essere fermati dalla polizia. << Jorge? >> << Sì? >> << Stavo pensando…qualche volta dovremmo uscire con la moto. Amo la sensazione del vento nei capelli è qualcosa di…wow! >> << Okay Sweety, si può fare >> << Sì? >> << Sì! >> << Grande! E magari potremmo anche organizzare qualcosa come un falò, non pensi che sarebbe ugualmente meraviglioso? >> << Ogni tuo desiderio è un ordine per me Sweety >> << Non capisco se mi stai prendendo in giro o meno >> alle parole lui scoppia a ridere confondendomi ancora di più << Eddai Jorge! Rispondimi! >> << Resterai col dubbio >> << Sei odioso! >> << Però mi ami >> << E questo chi te lo assicura? >> << Tu >> << Pff mai detta cosa del genere >> dico incrociando le braccia, lui intanto parcheggia la macchina nel garage di casa. << Invece sì >> << Ah sì? E quando? >> lo guardo, lui spegne il motore e d’un tratto me lo trovo ad un soffio dal mio naso << Quando ti guardo, io tuoi occhi me lo dicono costantemente >> il respiro caldo, si infrange sulle mie labbra << E la tua bocca me lo ha sussurrato proprio ieri sera, mentre il tuo corpo me lo confermava >> le sue parole brevi e concise mi fanno venire la pelle d’oca. Mi bacia e non posso fare a meno di aggrapparmi a lui, ogni parte del mio corpo si rilassa eccessivamente a quel contatto, facendomi sentire quasi debole. Ha abbassato di poco il sedile e continua a premere il suo corpo sul mio << Dillo… >> sussurra spostando i suoi baci sulla mia guancia, scendendo sul mio collo, sorrido << Non ci penso proprio >> sussurro con voce roca << Dillo o ti farò cedere con le brutte maniere >> utilizza il mio stesso tono di voce mordendomi il lobo dell’orecchio e alzandomi di poco la maglietta, quando basta per poter posare le sue mani fredde sul mio ventre. Sollevo di poco i fianchi a quel contatto per il freddo << Puoi fare quello che vuoi, non te lo dirò >> << Ah no? >> << No >> << Come vuoi… >> ho gli occhi chiusi mentre i suoi baci arrivano all’estremità del collo, all’improvviso sgrano gli occhi, lui inizia a farmi il solletico e io non riesco a smettere di ridere e agitarmi sul sedile della macchina, << Dillo >> << Aaah ahahaha noooo…smettila! >> << Dillo e la smetto >> << Sei odioso hahaha te la farò…pagare hahaha >> << Sei poco credibile in questo stato Sweety >> poggio le mani sui suoi avambracci continuando a dimenarmi e supplicandolo di smetterla, finalmente prende una pausa lasciandomi respirare. << Dillo o ricomincio >> lo guardo negli occhi senza dire niente << Conto fino a tre Sweety… >> mantiene il tono roco e torna ad avvicinarsi alle mie labbra << Uno…due…tre >> << NO! Okay! >> lo interrompo subito. << Okay cosa? >> << Hai ragione…è vero >> << Cosa è vero? >> << Quello che hai detto >> << Dillo Sweety >> << Ma lo sai >> << Ma dillo >> << Okay…ti amo >> lo guardo mettendo il broncio e lui sorride dandomi un bacio stampo << Ora va meglio >> dice, per poi sollevare di scatto il mio sedile facendomi tornare in forma eretta. << Comunque non è stata una forma onesta! >> protesto mentre lui apre la porta << Non importa il mezzo ma il fine dolcezza >> << Aha. Ricordati di questa frase quando la utilizzerò io >>. Entrati in casa ci dirigiamo verso il salotto, i nostri passi rimbombavano nel corridoio ma nel salone si udivano delle voci << Ah eccoli qui! >> mio fratello si alza di scatto dal divano e si avvicina a noi, << Dove siete stati?! I telefoni non li sentite?! >> << Wuho! Tranquillo paparino, siamo andati al centro commerciale a fare un giro visto che eravamo soli >> Jorge si giustifica liquidando rapidamente mio fratello e prendendo posto accanto a Diego. << Bene, ora giochiamo a carte? >> << Sì! >> rispondo subito alla domanda di mio cugino in modo da evitare lo sguardo assassino di Francisco. Mi siedo sul braccio del divano vicino a Jorge, onestamente questa storia di dire la verità a mio fratello la vedo più dura del previsto e a giudicare dal modo in cui Jorge lo sta guardando so che sta pensando la stessa cosa. Diego sta mischiando le carte uno quando all’improvviso il cellulare che è sul tavolino squilla. Tutti quanti lo fissiamo, non è di nessuno di noi, arriva Fernando dalla cucina per prendere il telefono. Io lo osservo con attenzione chiedendomi chi possa essere, insomma che io sappia lui non ha amici…o forse sì? Forse mi sbaglio, << Pronto? >> risponde con freddezza, come suo solito e poi si dirige verso la cucina. Sono tentata di andargli dietro e sentire la conversazione, ma so che non sarebbe una buona idea. << Quel ragazzo è sempre così freddo e inquietante come il ghiaccio? >> domanda Lodovica, tutti quanti ci voltiamo verso di lei << Non puoi capire quanto >> a darle la risposta è il suo ragazzo che ha appena finito di distribuire le carte. La prima partita la vince Lodo, la seconda Jorge, la terza io, la quarta di nuovo Jorge, la quinta…sì insomma quel ragazzo ha un mazzo esagerato in tutti i sensi. << Fate pena >> << Sai cosa amico? Fortunato al gioco sfortunato in amore! >> dice Fran alle parole dell’amico << Aha! L’invidia è una brutta bestia Fran, ma tranquillo, col tempo riuscirai a conviverci >> << Candelaria dai le carte! Facciamo un’altra partita >> mio fratello stringe i denti battendo la mano sul tavolo << Okay… >>. Dopo l’ennesima partita vinta da Jorge i ragazzi continuarono mentre noi ragazze andammo nella mia stanza. << Sai cosa pensavo?...Quando Fernando è entrato nel salotto ho notato uno strano sguardo da parte di Jorge. Come se volesse ucciderlo, possibile? >> osserva Lodo sedendosi sul mio letto << Beh direi di sì considerando che una volta stava per farlo >> la risposta di Candelaria sorprende entrambe << Tu che ne sai?! >> dico sgranando gli occhi << Me lo ha detto Fran, è una cosa abbastanza recente e…mi ha anche detto che pensa che tu sappia il motivo >> << È vero Tini? Tu sai perché Jorge ha quasi ucciso il tuo fratellastro? >> do le spalle alla mia amica << Diciamo che so qualcosa ma non posso dire nulla per rispetto a Jorge >> okay è una mezza bugia ma non del tutto, giusto? << Okay, parliamo d’altro! Tu e Jorge! >> mi volto per tornare a guardare Lodovica << Io e Jorge >> ripeto. << Sputa il rospo! State insieme non è vero? >> cerco di mantenere il mio temperamento e di assumere un atteggiamento credibile, sposto il mio sguardo da Lodovica a Candelaria prima di rispondere alla domanda della prima. << No. Siamo solo amici! >> << Che bella questa candela, non l’avevo mai notata >> la mia dolce e tanto tanto “discreta” cognata tiene in mano la candela di ieri sera, deglutisco << Odora di vaniglia. C’è una data…cosa significa? >> << Ehm…è un ricordo >> << Ma…è la data di ieri >> << Fa vedere >> Lodovica tende la mano verso Cande e lei le passa la candela << Beh è un ricordo recente! >> mi avvicino rapidamente a Lodovica strappandole la candela di mano e riponendola al suo posto. << Okay…che ricordo? >> Lodovica, insistente come al solito NON demorde. << Il giorno in cui l’ho comprata >> << Okay ma perché l’hai comprata? >> << Perché…ma quante domande Lodovica! È solo una candela okay? >> Lodovica e Candelaria si scambiano uno sguardo << Tu ci nascondi qualcosa >> << Già >> l’ultima cosa che mi serviva era che Cande appoggiasse Lodo. << Che cosa dovrei nascondervi?! >> << Io continuo a sostenere la mia tesi, tu e Jorge state insieme >> << Ma non volete dirlo a nessuno per timore di Francisco >> ora anche Candelaria sostiene la sua tesi. << Voi due mi state confondendo >> esplodo esasperata sedendomi sul letto, Candela si siede alla mia destra mentre Lodo è alla mia sinistra quest’ultima mi poggia la mano sulla spalla dicendo << Devi solo ammetterlo >> << Su coraggio, noi non diremo niente >> << Dillo >> << Devi soltanto ammetterlo >> << NO! >> non è che non mi fidassi delle mie amiche ma…insomma erano anche le fidanzate di mio cugino e mio fratello non volevo che fossero costrette a mentire anche loro a causa mia. Era già abbastanza difficile per me e Jorge. Mi alzai in piedi sedendomi alla scrivania. << Okay. Lo ammetto. Provo qualcosa per Jorge ma…lui mi vede solo come un’amica >> sì okay posso farcela. Dire la verità ma non tutta, questo non è mentire giusto? E poi così le renderò contente << LO SAPEVO!!! >> urlano all’unisono guardandomi dal letto << Sono sicura che anche Jorge prova qualcosa per te! Ma non si dichiara per timore di perdere il suo rapporto con tuo fratello capisci? >> << Io e Cande faremo in modo che voi vi mettiate insieme perché credici siamo più che sicure che Jorge sia follemente innamorato di te! >> << Sì insomma…voi vi comportante già come una coppia anche se non lo siete! >> << Giusto! Per questo noi ti aiuteremo affinché lo diventiate >> queste sono fuori, ma fuori per davvero. << Ehm…io… >> okay mi sento un po’ uno schifo a mentire a queste tue pazze che so mi sosterrebbero in ogni ambito ma…è per una giusta causa no? E comunque credo che questa se la siano bevuta. Il giorno dopo a scuola trascorremmo una giornata abbastanza tranquilla, Candelaria pranzò con noi mentre i ragazzi al tavolo dei popolari non molto distante dal nostro, come al soliti Tiffany e la sua amichetta ci lanciavano delle occhiate, oh Tiffany muoio dalla voglia di vedere la tua faccia quando scoprirai che Jorge è mio. Finalmente la giornata sta per finire e a casa mi aspettano una sessantina di pagine di letteratura da studiare, per fortuna che amo questa materia. Sto per scendere le scale quando sento un voce familiare che mi chiama << Martina! >> mi volto e mi ritrovo Nicolas davanti << Hey Nico, ciao >> mi sembra che abbia l’aria leggermente preoccupata << Possiamo parlare? Ti prego, è importante ed è urgente >> << Okay…mi stai spaventando. È successo qualcosa? Damien sta bene? >> << Sì, no…Ti prego, vieni con me Martina, è davvero molto, molto importante, ti prego. Sono confusa, non capisco perché sia così nervoso e agitato ma qualcosa mi dice che ciò che ha da dirmi è molto importante. 



 *Angolo autrice*
Yeeeaah eccomi quiii *iniziano i buuu* lo so, lo so, questa è la terza settimana, mi dispiace ma purtroppo sto studiando come una fossennata, finisco sempre vero l'una o le due non ho tempo di accendere il pc (penso ve ne sarete accorte dato che anche su twitter sono diventata un fantasma vivente lol). Mi dispiace molto credetemi, sono mortificata, non me la sento più di dirvi che aggiorno una volta a settimana perché a causa dei compiti non mi è sempre possibile anche se io faccio e farò sempre il possibile per postare quanto prima. Volevo comunicarvi un'altra mia decisione, cioè risponderò prima alle recensioni del cap. 29, e poi ritornerò a quelle di dietro per non cercare di confondere voi in particolar modo (cosa che faccio sempre a causa dei miei ritardi-risposte. Se però a voi non sta bene ditemelo senza problemi. Altra cosa, a volte vengo fraintesa e alcune persone ci restano male perché pensano che mi sia arrabbiata, ragazze io scherzo e chi mi conosce lo sa insomma per farmi arrabbiare ce ne vuole e ce ne vuole quindi don't worry! Anche perché io ci resto male con voi e tutti stiamo male e non ha senso no? xD va beh ci tenevo a dire questo. Ora, riguardo al capitolo...no, lascio parlare voi del capitolo ma vi faccio solo una domanda
Siete contente? è tornata la suspanceeeee yeaaaaaaaah hahaha
Vi voglio bene chicas, un bacio a tutte e mille scuse per tutto (per i ritardi delle risposte e anche quelle delle recensioni, scusatemiiiiiii please....se non volete capirò 😢) ehm...si okay sono...niente, vi saluto con un grande bacio chicass ciaooooooo
😚💋

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Capitolo 31
*** Una decisione importante ***








~~Nicolas mi porta dinnanzi ad un aula vuota, apre la porta e si mette ad un lato per farmi passare; una volta dentro l’aula mi volto e lo guardo mentre entra e chiude la porta, noto che abbassa anche la tendina per fare in modo che nessuno ci veda << Quanta riservatezza…che sta succedendo Nico? Damien sta bene? >> il suo comportamento mi preoccupa sempre di più << Sì, tranquilla. Lui sta bene >> fa un attimo di pausa tenendo gli occhi fissi sul pavimento, sospira e poi riprende a parlare << Martina tu…tu non ti ricordi di me vero? >> sbatto le palpebre leggermente confusa e forzo un sorriso << Sì certo che mi ricordo. Ci siamo conosciuti all’inizio dell’anno, c’era anche Lodo >> << No Martina. Tu ed io andavamo nella stessa scuola, alle medie >> cerco di fare uno sforzo per ricordare il volto di Nicolas ma non ci riesco. La verità è che non prestavo attenzione a nessuno alle medie, quello era un periodo buio per e stavo lontano da tutto e da tutti. << Mi dispiace ma…in quel periodo non ero una persona molto socievole… >> << Lo so, e so anche perché >> a quelle parole deglutisco << Dubito… >> sussurro più per me che per lui, eppure una parte di me temeva che lui sapesse davvero…in qualche modo. << Ti ricordi gli ultimi giorni dell’ultimo anno? Portavamo i computer a scuola, tutte le classi del terzo si riunivano per lavorare ai progetti e alle simulazioni di esame >> faccio un segno di assenso col capo, lo ricordo. << Okay…io ero nella classe accanto alla tua, durante i progetti sedavamo vicini. Avevamo lo stesso computer ma non me ne resi conto fino a quando…l’ultimo giorno per sbaglio mi ritrovai col tuo notebook invece del mio >> a quelle parole sgranai gli occhi << Il mio… >> non riesco a finire la frase << Sì…il tuo >>. Lui mi osserva attentamente come per osservare la mia reazione, io cerco di mettere a fuoco ciò che mi è stato detto e di continuare il discorso in modo sensato << Tu non hai…acceso il pc vero? Voglio dire non hai visto le mie cose dico bene? >> cerco di mantenere la mente lucida mentre formulo la domanda, Nicolas non mi risponde, scrolla le spalle e ancora una volta china lo sguardo << Non sapevo che fosse il tuo…avevamo impostato anche lo stesso sfondo standard del pc. Quando entrai nella mia posta o meglio nella tua, vidi che c’era l’email di un certo “DarkKnight91”. Aprii la posta convinto che fosse qualcosa per me e allora vidi…le tue foto >>. Il sangue mi si sta gelando nelle vene, non voglio che vada avanti, non voglio sentire nient’altro << Non capivo…poi vidi che c’erano altre email dallo stesso mittente, quindi diedi un’occhiata all’indirizzo della posta e fu allora che capii che quel pc era tuo. Spinto dalla voglia di capirci di più aprii altre email e…facendo due più due trassi le conclusioni. Finalmente capii perché eri così fredda, perché eri così asociale, distaccata, scontrosa. Ciò che ti faceva il tuo fratellastro era orribile. Avrei tanto voluto avere il coraggio di fare qualcosa, di aiutarti, di dirti che sapevo, di incoraggiarti a denunciare la cosa ma quando finalmente trovai il coraggio di rivolgerti la parola, circa quattro settimane dopo più o meno…tu non c’eri più. Eri andata in Messico con tua zia. Mi sono sempre pentito di essermi comportato come un vigliacco. Tu eri in pericolo, io lo sapevo e non facevo nulla per aiutarti. Era come…se fosse complice di Fernando in un certo senso…e mi sentivo uno schifo per questo. Ti prego Martina perdonami >> d’un tratto la stanza sembra soffocante, l’aria che si respira è diventata poca, devo trovare il modo di reagire, non so come ma devo farlo. La sua confessione è una doccia fredda per me, lui sapeva. Allora giunsi ad un’altra conclusione << Quindi il computer di cui mi liberai tanto tempo fa era il tuo… >> << Sì… >> << E sei stato tu a mandarmi il pacco con il mio portatile? >> << Sì. Quando ho saputo che eri tornata ho pensato che volessi finalmente fare giustizia, ho pensato che ti serviva quel computer con quelle prove sopra in modo da mettere un punto a questa storia. Era il minimo che potevo fare dopo ciò che era successo >> la sua voce diventa sempre più debole. Io mi appoggio al bordo del banco dietro di me, sedendomici quasi sopra. Entrambi restiamo in silenzio a fissare il pavimento freddo dell’istituto. << Potrai mai perdonarmi?... >> la sua voce è fioca ma abbastanza udibile, sollevo il capo per guardarlo negli occhi << Io non ho nulla da perdonarti…tutto quello che è successo non è stato certo per colpa tua >> << No, ma potevo fare qualcosa e non l’ho fatto. >> << Lo capisco, eri piccolo non sapevi come fronteggiare la situazione… >> del resto anche io ero piccola per riuscire a gestire una cosa del genere. << Avrei comunque dovuto reagire, eri tu che sopportava il grosso del resto. Martina? >> << Sì? >> << Perché non l’hai denunciato? Come fai a vivere ancora sotto lo stesso tetto di quel mostro? >> deglutisco e mentalmente mi appare il volto di Jorge, è grazia a lui se riesco a vivere ancora sotto lo stesso tetto di quel mostro, perché non l’ho denunciato?...forse perché una parte di me anche se piccola, ancora lo teme << Lui…non si avvicinerà mai più a me. Ne sono sicura >> e se lo facesse mi sento in grado di potermi difendere. << Suppongo che ci sia qualcuno che ti protegge adesso, non ti chiederò chi è. Insomma questo non è affar mio ma…hai pensato all’eventualità che potrebbe far ad un’altra ragazza ciò che ha fatto a te? >> ancora una volta mi lascia senza fiato ed ho la sensazione che mi pugnalasse al petto. Non ci avevo mai pensato? Forse sì, quando ero in Messico, un paio di volte ma non più di tanto. Io credo che Fernando fosse ossessionato da me ma…ma forse mi sbaglio, forse io ero una delle tante. Il solo pensiero è osceno, orribile, disgustoso. << Martina, lui merita di pagare per ciò che ha fatto, adesso che non lo temi più come prima, che non hai più quattordici anni, che sai di essere in grado di difenderti, fallo. >> sto per rispondergli quando la porta dell’aula si spalanca cogliendo entrambi di sorpresa; sia io che lui ci tranquillizziamo quando vediamo che è Jorge. Mi fissa e posso leggere nei suoi occhi la preoccupazione, lancia un’occhiataccia a Nicolas e poi torna a guardare me << Che state facendo chiusi qui dentro?! >> << Stavamo solo parlando. Si è fatto tardi, è meglio che vada. Martina, pensa a quello che ti ho detto >> dice dandomi le spalle e dirigendosi verso la porta << Lo farò. Grazie Nico e ricorda che tu non hai nessuna colpa >> Jorge si fa da parte per farlo passare, aspetta che sparisca dalla nostra visuale e poi si avvicina a me << Che cos’è successo? Di cosa stavate parlando? >> è nervoso e agitato, gli poggio una mano sul petto << Jorge, sta calmo, che ti prende? >> << Una ragazza mi ha detto che ti ha visto entrare in quest’aula con un ragazzo e ho pensato che fosse…sì insomma hai capito… >> << Fernando… >> sussurro io << Sì. Se fosse stato davvero lui e ti avesse fatto qualcosa non me lo sarei mai perdonato >> sorrido guardandolo negli occhi e mi getto tra le sue braccia cingendogli la vita, nascondo il volto nell’incavo del suo corpo ed inalo il suo profumo inebriante come al solito; lui sembra inizialmente confuso ma non tarda a rispondere all’abbraccio stringendomi con un braccio alle spalle e l’altro un po’ più giù. Se avevo acquisito quella sicurezza, se adesso mi sentivo in grado di affrontare e vincere le mie paure anche da sola, era grazie a lui, alle lezioni di kick boxing e alla sua protezione. << Francisco e gli altri ci stanno aspettando? >> chiedo sciogliendo l’abbraccio, lui annuisce con un cenno del capo << Allora andiamo, ti racconto a casa >> gli prendo la mano e una volta fuori dall’aula mi metto sotto il suo braccio. << Finalmente era ora! >> quando Francisco ci vede arriccia il naso puntando gli occhi sulle mie braccia avvolte intorno a quello sinistro di Jorge. Beh in fondo non era l’unico ad averci fissato quando siamo usciti dall’aula << Dai andiamocene! Non voglio stare qui dentro un minuto di più >> mio cugino sembra evitare che ci venga fatta qualche domanda e gli sono grata per questo. A pranzo Fernando non è con noi e non posso fare a meno di pensare alle parole di Nicolas, e se ora stesse torturando una povera ragazza indifesa? Dovevo mettere davvero un punto definitivo a questa storia e l’unico modo per farlo era denunciarlo e fare in modo che Fernando pagasse per ciò che ha fatto. << Sorellina! >> la voce di Francisco mi riporta alla realtà, noto che tutti quanti a tavola hanno gli occhi puntati su di me << Che-che c’è? >> chiedo guardando mio fratello << Ti ho chiesto se hai intenzione di finire quelle patatine o meno, continui a girare la forchetta nel piatto a vuoto. Ma che ti prende? >> << Sì le voglio finire. E non mi prende niente! >> con la forchetta prendo un paio di patatine e le porto alla bocca. << Martina, se vuoi parlare di qualcosa non esitare a venire da me okay? >> Anahi è premurosa come al solito << Certo Anahi, tranquilla >>.  Finito di mangiare i ragazzi andarono nella stanza di Jorge ed io nella mia; ero seduta sul mio letto quando il fischio sul cellulare annuncia l’arrivo un messaggio su whatsapp, è di Jorge “Dobbiamo parlare” “Jorge sta calmo. Parleremo stasera, non è successo nulla di grave” rispondo nella speranza di tranquillizzarlo. La sua risposta non tarda ad arrivare “Starò calmo solo dopo che avremmo parlato” roteo gli occhi, quando ci si mette sa essere davvero apprensivo “Okay” gli rispondo e poi getto il cellulare sul letto, mi siedo alla scrivania e prendo il quaderno nella quale scrivo i testi delle canzoni e butto giù qualche parola. Sapere che è stato Nicolas a mandarmi il pacco e soprattutto che lo ha fatto con buone intenzioni è stato un sollievo.
Prendo lo smalto nero e quello fuxia dal cassetto della scrivania metto prima quello fuxia e poi uso il nero per colorare la metà dell’unghia. Non sono fissata con il trucco ma gli smalti mi sono sempre piaciuti. A cena c’eravamo solo io, Jorge, i suoi genitori e Cassandra. Diego era uscito con Lodo, Fran con Cande e Fernando…lui non era tornato a casa. Dopo cena io e Jorge ci sedemmo sul divano a guardare la televisione, per un po’ stettero anche Anahi e Alvaro ma poi ci salutarono andando nella loro stanza. << Sweety, vieni andiamo anche noi >> Jorge spegne la televisione e mi afferra la mano portandomi in camera sua, sono appena le 23:00. La luce nella stanza resta spenta, tanto la luna riesce ad illuminare la stanza quanto basta per riuscire a vederla chiaramente e riuscire anche a vedere i nostri volti. << Allora? >> Jorge non esita un secondo e va dritto al punto, decido di fare lo stesso senza fare giri di parole. << Era Nico. Lui mi ha mandato il computer ma non lo ha fatto con cattive intenzioni. Lo ha fatto perché voleva che denunciassi Fernando >> Jorge avanza di un passo, noto che tiene i pugni serrati e i denti stretti << Lui sapeva? >> << Sì ma non sapeva cosa fare, del resto aveva solo quattordici anni quando lo ha scoperto, è comprensibile >> Jorge non sembra sicuro delle mie parole, credo che un po’ ce l’abbia con Nico ma non deve, lui non ha fatto niente. << Com’è successo? >> << Alle medie, andavamo a scuola insieme, per un tempo dovemmo portare i nostri computer a scuola e per via di un equivoco Nico si è ritrovato col mio portatile, ha aperto la mia posto e ha tratto le conclusioni… >> sono sbrigativa perché la verità è che non voglio più parlare di questo tema almeno per oggi. << E oggi ha confessato? >> << Sì, Nico pensa che sia il caso di denunciarlo e… >> chino il capo non sicura di voler continuare la frase << E cosa? >> ma Jorge mi obbliga a farlo << E…pensa anche che Fernando possa aver fatto a qualcun’altra quello che ha fatto a me >> Jorge non resta per niente sorpreso dalla mia ultima frase, anche lui abbassa lo sguardo e allora capisco << Jorge?...Lo pensi anche tu? >> non risponde subito, continua a fissare il suolo per qualche secondo << Beh Sweety…onestamente non mi sorprenderebbe e sì…ci ho pensato anche io. Per questo è importante denunciarlo, per far sì che paghi per quello che ha fatto. Insomma ha mostrato molto chiaramente di non essere pentito, e se ne avesse avuto la possibilità lo avrebbe fatto ancora. Dobbiamo fare qualcosa >>. Prendo un bel respiro e poi mi copro il volto con le mani prima di inspirare. Cosa potrebbe fare Fernando se lo denunciassi? E se poi si mette in testa di volersi vendicare? Sento le braccia di Jorge avvolgere completamente il mio corpo, la sua mano sinistra affonda tra i miei capelli e mi lascia un bacio sul capo << Tranquilla Sweety, tutto si risolverà >> sollevo il capo per incontrare i suoi occhi verdi << Jorge…aiutami a smettere di pensare >> lo supplico perché davvero non ce la faccio più a farmi domande da stamattina. Ho bisogno di pace, di calma e so che Jorge è l’unico che può aiutarmi ad ottenerla. Jorge mi scruta attentamente guardandomi negli occhi, afferra il volto tra le mani e poi preme le sue labbra sulle mie in modo intenso, chiudo immediatamente gli occhi per rispondere al suo bacio poggio entrambe le mani sul suo capo e affondo le dita nei suoi capelli stringendoli leggermente. Il braccio destro di Jorge di Jorge mi circonda la vita e mi solleva con i piedi da terra, sento i piedi avvicinarsi a qualcosa, il letto, piego le gambe in modo da poterle poggiare sul materasso. Sono in ginocchio sul suo letto, lui si inclina su di me continuando a consumare le mie le mie labbra. La sua mano destra si poggia sul mio collo e lentamente si allontana da me. Mi guarda negli occhi dall’alto e io sostengo il suo sguardo. Mi alzo per avvicinarmi di più al suo volto, resto sulle ginocchia e afferro i bordi della sua maglietta e la tiro su togliendogliela, lui osserva attentamente le mie mani senza perdersi neanche uno dei miei movimenti. Lascio cadere la sua maglietta a terra e i palmi delle mie mani si posano sulle sue spalle. Riprende il contatto visivo con i miei occhi e lentamente mi chino su di lui lasciandogli un bacio sulla parte sinistra del petto. Lui sospira e gli lascio un altro bacio al centro del suo petto << Martina… >> poggia le mani sui miei gomiti e io lo guardo, sposto le mani dalle sue spalle ai suoi fianchi, e mi chino ancora per baciarlo poco più sopra dell’ombelico. Jorge mi allontana delicatamente con le mani sulle mie spalle, lo guardo confusa fino a quando non lo vedo prendere i bordi della mia maglietta, allora capisco, sollevo le braccia e lascio che me la tolga raggiungendo la sua sul suolo. Affonda il volto nell’incavo del mio collo baciandolo, scende ancora più giù alla fine del mio collo, si avvicina al pizzo del reggiseno mentre le sue mani scivolano lungo le mie braccia. Tengo gli occhi chiusi mentre continua a baciare ogni centimetro nudo del mio corpo, afferra la mia vita e continua a baciarmi arrivando all’ombelico, ho i brividi quando la sua lingue inumidisce la mia pelle, le mie dita si intrecciano tra i suoi capelli.  Si allontana ancora e io apro gli occhi, sfiora il mio naso con il suo e poi cattura la mia bocca nella sua, mi morde il labbro inferiore e mi cinge la vita facendo attaccare il mio petto al suo. Rispondo al bacio e gli tiro leggermente i capelli, accarezza la mia schiena e sgancia il reggiseno. La sua lingua prende possesso del mio palato, le sue dita sfiorano delicatamente le mie braccia facendo scivolare le bretelle del reggiseno. Lo aiuto a toglierlo e poi aggancio le braccia intorno al suo collo attirandolo di più a me. << Mi ucciderai… >> sussurra sulle mie labbra, sorrido continuando a baciarlo, imito il suo gesto di prima mordendogli il labbro inferiore. Sento le sue mani posarsi dietro le sue cosce e con un gesto mi fa cadere all’indietro distesa sul letto, si mette su di me tra le mie gambe e io resto a fissare il suo bellissimo petto scolpito nella pietra. Lo accarezzo delicatamente con i polpastrelli della mano destra, lui si china per tornare a baciarmi sulle labbra, con una mano sbottona il mio jeans e mentre lo fa scivolare lungo le mie gambe sento la sua pelle sfiorare la mia. << Adesso mi sembra che uno dei due sia troppo vestito >> sussurro al suo orecchio separandomi dalle sue labbra, gli mordo il lobo e lo sento sorridere << Allora fa qualcosa per risolvere il problema >> dice con voce ronca per poi tornare a baciare e mordere il mio corpo. Avvicinano le mani tremanti al bottone dei suoi jeans e li apro. Con definitivamente più fatica rispetto a quella di lui riesco a togliergli quell’indumenti fastidioso così anche le nostre gambe si sfiorano questa volta senza nessun pezzo di stoffa ad interferire. Jorge solleva le lenzuola e copre entrambi con esse, gli lascio dei baci lungo la mascella per poi scendere più giù al suo collo, lo mordo poco più giù e faccio in modo di lasciargli il segno. Lui si allontana per poi baciarmi il seno, inclino la schiena e getto il capo all’indietro assecondandolo, il calore invade il mio corpo << Jorge… >> sussurro il suo nome mentre comincia a farmi di tutto. Le sue mani scivolano sfiorando ogni parte del mio corpo. Liberatoci anche degli ultimi indumenti torniamo a baciarci con foga, lui accarezza la mia coscia sinistra stringendola vicino al suo ventre, lo sento premere lì. << Oh Sweety, ti ho già detto che sei perfetta? >> sto per rispondergli ma non me ne dà il tempo. Entra dentro me facendomi sussultare, stringo gli occhi e mi avvinghio al suo corpo con le braccia e stringendo le gambe intorno alla sua vita, ansimo mentre lui resta immobile. << Shh…ricordati che siamo in casa, e in fondo al corridoio ci sono due stanze che non sono vuote >> ridacchia ansimando al mio orecchio. Merda. Ha ragione, lo avevo completamente dimenticato. << Apri gli occhi >> faccio come mi dice e mi specchio nei suoi occhi verdi che brillano sotto la luce della luna. Il solo guardarlo, sentirlo dentro di me mi mandava in estasi. Ansimo mentre cerco di muovermi << Ferma Sweety >> deglutisco e schiudo le labbra attendendo che lui faccia qualcosa. Lo fa. Comincia a muoversi spingendo dentro di me ed inizio ad ansimare sempre più velocemente, chiudo gli occhi e mi mordo il labbro inferiore cercando di fiatare. Porca misera. È una vera tortura. Lo sento ansimare al mio orecchio e il suo fiato caldo si infrange sul mio collo. Gemo inevitabilmente e affondo le unghie nella sua schiena probabilmente graffiandogliela. Lui aumenta la velocità e la forza e tutto il mio corpo perde il senno << Jorge! >> non posso controllarmi, è più forte di me. Definitivamente lui sa benissimo quello che fa. Le sue labbra tornano a posarsi sulle mie baciandomi con passione, amore, chiedendo sempre di più e cercando di reprimere le nostre voci. Inarco la mia schiena ancora una volta cercando di andargli in contro con tutto il corpo e quando entrambi arriviamo al culmine le nostre bocche sono costrette a separarsi e le nostre voci inondano la stanza. Siamo entrambi sudati, entrambi stanchi e soddisfatti, entrambi ansimanti mentre cerchiamo di recuperare fiato. La seconda volta è più facile, non c’è timore, non c’è dubbio e poi è avvenuta così, a sorpresa. Non mi aspettavo che lo avremmo fatto di nuovo così in fretta ma è successo ed è…è stato bellissimo come se fosse la prima. Jorge si lascia cadere al mio fianco e una volta essersi ripreso tira il mio braccio destro per poter avvicinarmi a lui << Fare l’amore con te è magico >> mi dà un bacio sulla guancia e poi mi sussurra << Grazie >> all’orecchio. Lo guardo inarcando un sopracciglio e sorridendogli << Per cosa mi stai ringraziando esattamente? >> la sua mano destra mi accarezza la guancia << Per la tua fiducia, per essere così perfetta e per essere mia >> << Io non sono perfetta >> << Per me lo sei >> mi inumidisco le labbra con la lingua mentre lo guardo. A volte penso che lui sia un sogno. Non può davvero esistere un ragazzo così perfetto. Stringo la coperta facendola arrivare fino al mio collo << Hai freddo? >> chiede lui << Diciamo…che non sono abituata a dormire nuda >> sorrido e lui ricambia << Aspetta >> allunga il braccio a terra e recupera la mia biancheria e anche la sua, ci tiriamo su a sedere per indossarla << Mi allacci il reggiseno? >> dico dandogli le spalle << Sì >> lui lo fa e poi mi dà una bacio sulla schiena, mi volto a guardarlo, afferra la sua camicia bianca da sopra la sedia e la tende verso di me << Metti questa >> << La tua camicia? >> << Sì, non possiamo andare a prendere il tuo pigiama ti pare? >> annuisco e infilo il braccio destro della manica della camicia e poi anche quello sinistro. Osservo le mani di Jorge che chiudono minuziosamente tutti i bottoni della camicia tranne i primi due << Ti senti più a tuo agio adesso? >> chiede guardandomi negli occhi, << Sip! >> lo abbraccio cingendogli il collo << Grazie >> << Non è nulla Sweety >>. Mi Fa poggiare il capo sul suo petto e gioca intrecciando le sue dita nei miei capelli. << Per la cronaca…quando ti ho chiesto di aiutarmi a smettere di pensare volevo solo che tu mi baciassi >> alle mie parole lo sento ridere leggermente << Ma non ti sei tirata indietro e per la cronaca…sei stata tu a togliermi la maglietta per prima >> << Touché >>. << Mi hai lasciato un bel segno eh >> sollevo il capo per ammirare la mia opera d’arte << Beh così tutti sapranno che mi appartieni >> << Amo appartenerti >> porta il mio polso destro vicino alle sue labbra e lo bacia per poi far intrecciare le mie dita con le sue. << Devo darti una cosa >> dice all’improvviso << Cosa? >> domando curiosa, si volta verso il suo comodino ed apre il cassetto tirando fuori un piccolo cofanetto di stoffa rosso << Cos’è? >> << Aprilo >> lo afferro e poggio i gomiti sul suo petto per sostenermi mentre lo apro. Dentro c’è una bellissima collana con un ciondolo, una chiave di sol con tanti piccoli diamanti incastonati dentro << Oh mio Dio. È-è bellissima >> << Davvero ti piace? >> << Sì! Certo! >> << E guarda qua >> gira il ciondolo mostrandomi il retro << C’è scritto “Sweety” >> dico leggendolo << Non so che dire Jorge è…wow! >> << Sono contento che ti piaccia >> << Me la metti? >> << Ora? >> << Sì >> << Okay >>. Mi metto seduta e gli do le spalle, lui prende la collana dal cofanetto e me la mette al collo. Mi volto verso di lui e lo bacio gettandomi letteralmente addosso e facendo in modo che si stenda sul letto. << Grazie >> << Di nulla >> sfioro le sue labbra con i polpastrelli delle dita della mano destra << Ti amo >> << Anch’io ti amo Sweety >>. Torno a posare il capo sul suo petto e chiudo gli occhi.
Il giorno dopo mi sveglio nel mio letto ma ho ancora la camicia di Jorge addosso. Vado in bagno ed ammiro il mio riflesso, mi sento davvero bene nonostante abbia tutti i capelli scompigliati ed indossi un indumento definitivamente troppo grande per me. Porto il colletto vicino al mio naso, ha ancora il profumo di Jorge. Ripensando a ieri sera mi viene in mente anche quello che è successo prima, che è molto meno piacevole. Fernando…finalmente ho preso una decisione. La porta del bagno si apre e io scatto sull’attenti, << Ma cosa… >> quando Francisco mi vede sgrana gli occhi e scruta attentamente ciò che indosso. Stringo la seta della camicia nel pugno destro della mano << Cosa ci fai conciata così?! E dove hai preso quella camicia?! >> 




*Angolo autrice*
Yeyyy eccomi qui...si lo so in ritardo ma eccomi qui lol. Meglio tardi che mai giusto? Allora...finalmente abbiamo scoperto il famoso mittente del pacco e sappiamo che non è cattivo...forse lol. Ora Tini si sarà decisa a denunciare Fernando per ciò che gli ha fatto? Beh credo che questo dubbio esistenziale sia passato in secondo luogo dal momento in cui il nostro adorato Francisco ha aperto la porta del bagno e ha trovato la sua adorata sorellina con addosso la camicia del suo migliore amico. E ora? Che si inventano? Parlando del suo migliore amico...ma Jorge non è un amore?! 😍😍😍 E beh ho deciso che per farmi perdonare la lunga assenza ci voleva una di quelle scene passionali e smielate no? Spero che vi sia piacuta almeno un po' lol. Poi che altro dire...boh non so lol è mezzanotteee, io poi sono normale che posto alle 00:30 giustamente...voglio ringraziare tutte quelle che continuano a seguire la storia e sopratutto quelle che continuano a recensirla, come sapete il tempo per me è poco e suppongo che il miglior ringraziamento sia continuare la storia xD ma appena riesco risponderò alel domnade dell'ultimo capitolo e poi torono a quelle de capitolo 22(?) o 23(?) forse 24(?) #Crisi 😓 ad ogni modo ora vi saluto e vi mando un bacio chicass ciao a tutte e mille, millissime(?) grazie per il vostro sostegno. Baciiiiiiiiiiiii 💋

  

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Capitolo 32
*** Colpi di scena ***








~~Mi mordo in labbro inferiore mentre nella mia testa cerco una rapida soluzione << Allora? Rispondi Martina! >> << Non urlare! Io…mi sono bagnata il pigiama mentre mi lavavo e l’ho messo nei panni sporchi, mi serviva qualcosa da mettere il tempo di lavarmi e uscire di qui, questa camicia è la prima cosa che ho visto nel cesto e l’ho presa >> sì…okay può funzionare, sono stata brava << Mm…sei assurda. Muoviti e chiudi la porta a chiave quando sei in bagno scema! >> esce chiudendo la porta, sempre così gentile il mio fratellino. In ogni caso faccio come ha detto e chiudo la porta a chiave per poi andare a lavarmi. Metto il leggins nero e la camicia a quadri rossi e neri lunga, indosso gli stivali neri bassi con alcune borchie e il cinturino e poi vado a fare colazione. << Buongiorno a tutti >> saluto come mio solito prima di sedermi a tavola tra Jorge e Fran. << Oggi hai uno stile rock? >> mi sorride Jorge, chino il capo per guardare i miei vestiti << Sì…un po’ >> sollevo il capo e incrocio gli occhi gelidi e raccapriccianti di Fernando anche se solo per qualche secondo. Afferro i biscotti e ignoro la sua presenza. A scuola alla prima ora ho lezione di letteratura inglese, ascolto il professore che parla di Oscar Wilde, uomo a mio parere degno di nota. “La lettera è il precursore della vita. Essa non imita la vita, ma la plasma ai suoi fini” è una delle citazione che più mi ha colpito di questo autore, trovo stupefacente il modo in cui poche e semplici parole scritte nero su bianco possano arrivare all’anima di una persona. Quando la campanella suona non mi rendo neanche conto che è già passata un’ora. << Interessante vero? >> chiede Lodo, mi volto verso di lei non capendo di cosa parla << La lezione, Oscar Wilde >> << Ah, sì, anche a me piace molto. >> << A me piace anche Dickens >> << Sì ma per me al primo posto c’è sempre William Shakespeare >> dico mentre ci dirigiamo verso l’aula di matematica. Sto per entrare quando vedo Fernando camminare a passo svelto verso non so dove e qualcosa nella mia testa mi dice che devo scoprirlo. << Lodo? >> << Sì? >> << Ascolta, io…mi sono ricordata che devo fare una cosa importante, ci vediamo direttamente alla terza ora okay? >> << Okay ma cosa devi… >> non le lascio il tempo di finire la frase e mi allontano seguendo il mio fratellastro a una certa distanza. Si dirige verso la biblioteca, quasi tutti gli alunni entrano nelle loro aule quindi sono costretta ad allontanarmi un po’ di più, lui si ferma davanti alla biblioteca e io mi nascondo dietro gli armadietti, conto fino a 10 e poi mi affaccio con prudenza, Fernando non c’è più. Entro nella biblioteca, Miss Sally è intenta a leggere un libro ma mi lancia un’occhiata scrutandomi mentre si cala gli occhiali. Mi avventuro tra gli scaffali della biblioteca e per la prima volta desidererei che non fosse così grande. Si sente un vociferio, sono un gruppo di ragazzi che parlano tra loro, continuo ad avanzare e vedo alcuni vicino ai computer e altri seduti alle scrivanie con degli enormi libri davanti ma di Fernando non c’è traccia. Continuo a vagare per gli scaffali, questo posto sembra un labirinto << Martina >> un voce familiare mi richiama così mi volto, è Jorge, è seduto ad un tavolo con Cande, Fran e Diego, tutti e quattro hanno dei libri davanti. << Che cosa ci fai qui? >> chiede sotto voce mio fratello << Che cosa ci fate voi! >> rispondo scrollando le spalle << Alla terza ora abbiamo un esame e stiamo ripassando >> risponde Jorge << E tu? >> insiste Fran << Io…sto cercando un libro che avrei dovuto leggere ieri ma mi sono dimenticata, quindi sono venuta a “ripassare” >> dico facendo le virgolette per aria << Sei sola? Lodo è in classe? >> alla domanda di mio cugino annuisco << Sì >> << Che libro ti serve? Posso aiutarti a cercarlo >> << No, grazie Cande, faccio da sola voi…voi continuate pure a ripassare >> sollevo la mano per salutare e mi allontano dal gruppo. Riprendo a cercare Fernando ancora una volta senza risultato, sarò passata come minimo in cinque reparti da quando sono qui, sospiro continuando a guardarmi intorno << Non stai davvero cercando un libro, vero Sweety? >> mi volto di scatto al suono della voce di Jorge << Che fai? Dovresti essere a ripetere con gli altri >> << Sono andati al bar a prendere un caffè, gli ho detto che li avrei raggiunti, mi dici che stai facendo? >> << Io sto…sto seguendo Fernando >> << Che?! >> << Shh! Abbassa la voce! Devo scoprire se si vede con qualcuna…sì insomma hai capito >> << E lo fai da sola? >> << Sì Jorge, siamo in un luogo pubblico, non avrebbe potuto farmi niente qui >> rispondo roteando gli occhi e poi riprendendo a camminare, forse potrei provare nel reparto di fantascienza, magari è quello meno affollato, sarebbe perfetto per un incontro. << Sweety! Dove vai?! >> << Shh!! Jorge senti perché non vai al bar dagli altri prima che tornino qui? >> << Mentre tu cerchi il depravato? Non ci penso proprio >> << Allora fa silenzio! >> passiamo tutti gli scaffali del reparto ma sembrano deserti, non c’è assolutamente nessuno, 0. << Dannazione! L’ho perso >> affermo ormai rassegnata coprendomi il viso con le mani. Come posso averlo perso in una frazione di secondo?! Che nervi! Vorrei tanto prendere a calci qualcosa ma so che non sarebbe una buona idea. << Sweety, rilassati. Non è colpa tua >> Jorge mi afferra i polsi per far sì che mostri il mio volto << Sì invece! Dovevo solo seguirlo, era una cosa semplice e invece me lo sono fatta scappare! Adesso per colpa una ragazza potrebbe… >> << Martina ascolta, non è stata colpa tua, non è colpa tua okay? >> Jorge poggia entrambe le mani sulle mie guance guardandomi dritto negli occhi, sospiro e chiudo gli occhi << Okay >> << Bene… >> sento le sue labbra posarsi delicatamente sulle mie e per un attimo mi dimentico di tutto ciò che mi circonda, rispondo al suo bacio e affondo le mie mani nei suoi capelli, le sue invece si poggiano sui miei fianchi stringendoli, con un salto avvolgo le mie gambe intorno alla sua vita e il suo braccio sinistro si stringe intorno a me mentre il destro mi afferra la gamba. Quando lentamente le nostre labbra si separano per riprendere fiato, lui poggia la sua fronte sulla mia con gli occhi ancora semichiusi come i miei << Indipendentemente da quello che è successo, da quello che sta facendo in questo momento, tu lo devi denunciare >> sussurra facendomi poggiare lentamente i piedi a terra << Sì, lo so hai ragione ma…non so come fare >> << Come fare cosa? >> << Mi servono prove Jorge! È passato molto tempo e…le uniche prove che avevo le ho distrutte insieme al portatile. Ora nel caso ci fosse un’ipotetica ragazza che sta sopportando quello che ho dovuto sopportare io potrei convincerla a venire con me >> << Okay ma…se non ci fosse? >> << In tal caso credo…di non avere via d’uscita… >> << Hai cancellato tutte le email che lo riguardavano? >> << Sì, volevo dimenticare Jorge, sul computer c’era la cartella dei file ricevuti attraverso le email >> << E lui? >> << Fernando? Non lo so…non credo sia così stupido da tenere ancora quel materiale >> << Se è fissato con te sì, quel materiale per lui rappresenta i suoi premi, le sue vittorie. Lui è un pazzo psicopatico, non mi sorprenderei se avesse ancora quella roba…forse ce l’ha anche sull’email >> << Ma non possiamo entrare nel suo contatto senza password Jorge >> << Noi no…ma conosco una persona che sarebbe in grado di farlo >> << Chi? >> << Doug O’Connel è al secondo anno come me, frequentiamo più o meno gli stessi corsi, è un nerd, un mago dei computer, un hacker professionista >> << Lui potrebbe entrare nel contatto di Fernando? >> << Potrebbe…sì >> << Allora andiamo a cercarlo >> << Sì, vieni >>. Jorge manda un messaggio a Fran dicendogli che ha deciso di restare a ripetere, ci fermiamo davanti all’aula di chimica e lui mi guarda << Bussa tu e chiedi di farlo uscire, sai teoricamente io sono assente… >> << Okay >> annuisco e poi busso alla porta chiedendo di far uscire questo Doug O’Connel. Il professore acconsente ed un ragazzo poco più alto di me si alza dal suo posto, ha i capelli castani, una corporatura regolare e gli occhi azzurri, sembra più piccolo dell’età che ha. Quando esce fuori sposta rapidamente il suo sguardo da me a Jorge << Jorge Blanco, quale onore >> << Devo chiederti un favore Doug. Ho bisogno che entri nel contatto email di una persona >> << Perché dovrei farlo? >> << I motivi non devono interessarti ma ovviamente verrai pagato >> il ragazzo sorride e incrocia le braccia << Ora parliamo la stessa lingua Blanco, quanto? >> << Quanto vuoi? >> << Mm…beh che ne dici di 50? >> << Andata! Ora andiamo >> << Okay, fammi inventare una scusa con il prof. e arrivo >>. Aspettammo che Doug uscisse di nuovo dalla classe e poi ci dirigemmo verso la biblioteca, Doug prese posto davanti ad uno dei computer, io e Jorge eravamo in piedi dietro di lui. << Qual è l’account? >> << DarkKnight91 >> rispondo io << Cos’è il nome di un marmocchio? >> << Tu pensa solo ad entrare Doug >> Jorge lo riprende alzando un po’ troppo la voce << Agli ordini >>. Miss Sally guarda male Jorge e gli fa segno con l’indice di fare silenzio e lui annuisce col capo chiedendo scusa. << Fatto! Un gioco da poppanti >> << Davvero? Grande! Qual è la password? >> chiede Jorge << La selva oscura, tutto attaccato >> << Okay, perfetto adesso esci dal contatto e spegni il computer >> << Che?! Tutto qui? >> << Sì, mi serviva solo la password >> << Okay, che noia >> una volta spento il computer Doug si alza di fronte a Jorge << Ecco i soldi, sono 60, mi raccomando tieni il silenzio riguardo questa storia o ti spacco la faccia >> << Sì sì tranquillo Blanco, non parlerò. Lo sai sono una persona discreta >> prende i soldi e va via. << Quando andremo a casa prenderemo tutti i file che ci servono, lontano da occhi discreti e con calma >> << Sperando che le conversazioni ci siano ancora >> << Tranquilla Sweety, sono sicuro di sì >>. Torniamo al tavolo dove minuti prima erano seduti Jorge, Diego, Fran e Cande, gli ultimi tre sono nuovamente lì << Jorge! Dov’eri? Stavo per mandarti un messaggio >> dice Diego con il cellulare tra le mani << Stavo cercando il libro che serve a Tini >> << E lo avete trovato? >> domanda mio fratello inarcando un sopracciglio << Sì Fran, è nella mia borsa. Ora se mi volete scusare alzo i tacchi. Ciao e buona fortuna per l’esame >> saluto svignandomela dalla biblioteca. Okay, ora avevo la possibilità di entrare nel contatto di Fernando e prendere ciò che mi serviva per la denuncia. Finalmente pagherà per tutto il male che mi ha fatto…sperando che il materiale sia ancora lì. La campanella della terza ora suonò e aspettai che Lodo uscisse per andare insieme verso l’aula di musica << Dove sei stata? >> << Mi serviva un libro…particolare in biblioteca >> Lodo arriccia il naso segno che non si fida molto << Che libro? >> << Un libro Lodo, possiamo andare oppure vuoi sottopormi ad un interrogatorio? >> << Okay, andiamo >>.
Erano le 15:00 dopo pranzo Francisco e Diego erano usciti, suppongo con le loro rispettive fidanzate. Dopo esserci alzati da tavola io e Jorge andammo nella stanza di quest’ultimo chiudendo la porta. Jorge si sedette alla scrivania e accese il suo portatile, io presi posto accanto a lui. Mentre la schermata di Windows 8 appare un dubbio mi assilla << Jorge, e se Doug entrasse nel contatto? >> << Non ha motivo, è davvero una persona discreta nei “lavori” che fa, e non è un ficcanaso. In ogni caso noi dobbiamo cercare email di anni fa, lui questo non lo sa. Ma tranquilla Sweety, come ti ho detto non credo che si intrometterà >> << Okay >> risposi ancora un po’ un certa. Era nervosa, stavamo davvero per fare conti con il mio passato e chiuderli definitivamente…una volta per tutte. Mi sembra assurdo e incredibile e ho sempre un cattivo presentimento che mi perseguita, questo è irritante. Jorge apre la pagina di Outlook e l’ansia sale ancora di più, digita il nome e poi la password, i miei occhi non si staccano dallo schermo. << Dobbiamo andare alle email che risalgono a… >> << A quando avevo quattordici anni, sette anni fa. >> << Okay quindi era il 2008? >> << Sì >> annuisco e lui va nella casella della posta inviata. Fa scorrere il cursore fino ad arrivare al mio contatto email << È questo? >> chiede voltandosi verso di me; io sospiro leggendo i titoli di tutte l’email che mi ha mandato << Sì >> << Okay >> Jorge digita sulla prima, ci sono delle foto di quando ero piccola, mezza nuda nella mia stanza, le osservo per qualche secondo per poi coprirmi gli occhi con la mano destra mentre mi viene da piangere << Hey, Sweety >> Jorge mi afferra attirandomi a sé e mi stringe tra le braccia << Tranquilla, tutta questa storia sta per finire, per sempre >> Jorge mi dà un bacio sul capo, le sue braccia forti stringono il mio corpo stritolandomi quasi, ma mi fa stare bene. << Ti giuro che se in questo momento lo avessi davanti lo prenderei di nuovo a pugni…ma questa volta mi assicurerei che non si rialzi >> i suoi muscoli sono tesi e so che non sta scherzando. È come se anche Jorge in un certo senso provasse odio e dolore in quel momento, lo si capiva dalla sua espressione, e dai gesti del suo corpo. Quando vedo il monitor è tornato alla schermata di prima << Ascolta, nel secondo cassetto c’è una pen drive, prendila >> faccio come mi ha detto mentre lui continua a guardare le email. << Qui c’è un video…ma cosa… >> resto fossilizzata a quella frase e automaticamente dalla mia bocca escono fuori le parole << Non vederlo >>. Stringo la pennetta nella mano destra e mi volto verso di lui << Ma…sembra tutto buio, non si vede niente >> << Sì. Ma io so perfettamente cos’è. E puoi capirlo anche tu >> sussurro con voce fioca. I miei occhi bruciano, vogliono lacrimare ma io sto facendo appello a tutte le mie forze per impedirglielo. Jorge mi guarda a bocca aperta capendo a cosa faccio riferimento. Di scatto si alza dalla sedia << Non ci posso credere! Io…QUELLO SCHIFOSO HA DAVVERO…DIO! >> vedo la sua rabbia, la sua frustrazione, anche se manifestata in modo diversa dalla mia posso dire con certezza che è la stessa. La riconosco e mi sconvolge, mi sconvolge come all’improvviso le mie emozioni siano diventate anche le sue, come se fossimo due corpi con la stessa anima, come se ormai fossimo un tutt’uno. È una cosa sorprendente, solo ora me ne sto rendendo conto, la verità è che non ci sono parole per spiegare l’amore, l’amore puoi solo viverlo. Lui sbatte i pugni sulla scrivania bestemmiando e so che non è uscito da questa stanza solo perché Fernando non è in casa. Lascio che due lacrime righino silenziose il mio volto e poi cammino vesto di lui. << Jorge >> lo richiamo, lui si volta verso di me e io avvolgo le mie braccia intorno al suo collo stringendolo con tutta la forza possibile. Lentamente le sue braccia circondano il mio busto sia la parte inferiore che quella superiore; il suo volto è affondato nell’incavo destro del mio collo, posso sentire il suo respiro caldo toccarmi la pelle. << Ti giuro che se me lo ritrovo davanti lo uccido Martina >> sussurra senza muoversi da quella posizione. << Non dire scemenze. Non voglio che tu finisca in prigione. Ho bisogno di te qui, devi riuscire a mantenere la mente fredda, ti prego Jorge fallo per me >> le mie labbra sfiorano involontariamente il suo collo ma restiamo ancora fermi << Quello che hai dovuto subire… >> << Lo so, credimi. Nessuno lo sa meglio di me. Te lo avevo detto… >> << Sì ma…dirlo è una cosa e trovarselo lì davanti… >> scioglie l’abbraccio per poter guardarmi negli occhi << Questo è davvero uno schifo. Non riesco a spiegare cosa provo >> << Lo so Jorge, lo so. Ma ora abbiamo la possibilità di fargliela pagare >> dico aprendo la mano destra davanti la sua faccia e mostrandogli la pen drive. Lui annuisce e l’afferra per poi tornare a sedersi davanti la scrivania. Mi siedo sul letto mentre Jorge carica tutti i file sulla pennetta.  Dopo qualche minuto si mette in piedi e mi guarda << Ho fatto. Andiamo? >> << Sì >>. Mentre usciamo dalla stanza incrociamo Anahi << Ragazzi, state uscendo? >> << Sì mamma, torniamo per cena >> Jorge è sbrigativo e freddo, troppo. Infatti Anahi ci guarda preoccupata << Cosa sta succedendo? >> << Niente mamma, sta tranquilla. Andiamo Tini >> Jorge si dirige verso la porta e io forzo un sorriso per cercare di tranquillizzare Anahi ma dubito fortemente di esserci riuscita perché sembra davvero sconvolta. Seguo Jorge e andiamo verso il garage << Prendiamo la moto >> dice prendendo il caschi << Jorge non dobbiamo fare una corsa contro il tempo, il commissariato non si muove >> lo avviso dopo aver afferrato il casco rosso << Mi hai chiesto di non ucciderlo giusto? E allora dobbiamo fare in modo che non me lo ritrovi davanti >>. Mi metto il casco e monto in sella alla moto dietro di lui; dopo 15-20 minuti siamo davanti al commissariato. Jorge mi toglie il casco rapidamente, e li appende entrambi al suo braccio sinistro, con la mano libera afferra la mia e saliamo le scale per entrare all’interno dell’edificio. Le parete sono tutte bianche, ci sono tantissime persone in divisa che si muovono freneticamente, noi sembriamo passare totalmente inosservato, quasi fossimo invisibili; altre persone sono dietro le scrivanie in legno intente a sfogliare dei fogli e altri ancora sono dietro i computer. << Ho bisogno di fare una denuncia! >> afferma Jorge, attirando immediatamente l’attenzione di non poche persone. Un uomo alto più o meno quanto lui seguito da una donna ci vengono in contro, io chino lo sguardo << Come posso aiutarla signore? >> << La mia ragazza è stata violentata… >> gli occhi di entrambi i poliziotti si posano su di me. Mi fa un po’ strano sentire quella frase, parola per parola, Jorge è così diretto, non ci gira in torno e non ha praticamente tatto. Distrattamente mi chiedo cosa stia provando perché davvero il modo frenetico in cui agisce è scioccante quasi. << Mi segua, la prego >> il poliziotto ci indica la porta di un ufficio, Jorge non molla la mia mano neanche per un secondo, entriamo nella stanza e il commissario ci fa segno di accomodarci, la donna chiude la porta e mentre il poliziotto si siede sulla poltrona lei resta in piedi al suo fianco. L’uomo prende una sorta di agenda e comincia a farci qualche domanda alla quale Jorge non tarda a rispondere << Sapete già chi è stato? >> << Il suo fratellastro, Fernando Lopez Garcia >> << Quando è successo? >> << Sette anni fa più o meno, nel 2008 >> noto come la mano del poliziotto si ferma. Guarda Jorge poi me, poi di nuovo lui << Sette anni fa? >> << Sì. Qui ci sono le prove >> Jorge poggia la pen drive sulla scrivania, l’uomo dietro questa la osserva << Signorina perché ha deciso di denunciarlo solo ora? >> la domanda è ovviamente diretta a me, Jorge stringe di più la mia mano mentre mentalmente cerco le parole giuste da dire << Perché ero un’adolescente senza genitori. Vivevo con lui e con la mia matrigna, potete immaginare lei da che parte stava >> << La sua matrigna sapeva della situazione? >> << Onestamente non lo so. Io…dopo qualche mese, tre o quattro venne mia zia e mi portò con sé in Messico. Ora che sono tornata da…metà anno più o meno…lui ha provato di nuovo ad avvicinarsi a me ma questa volta ha fallito. Anche perché Jorge non gli ha più permesso di avvicinarsi dopo aver scoperto cos’era successo >> cerco di spiegare mantenendo la calma, sono nervosa ma per qualche strana ragione sembra che io resca a gestire il nervoso, forse proprio grazie a quella mano che sta stritolando la mia. << Martinez, faccia ispezionare il contenuto di questa pennetta >> ordina il commissario prendendo l’oggetto dalla scrivania e porgendolo alla donna << Sì signore >>. Lei esce dalla stanza e il commissario si poggia allo schienale della sedia. << Signorina, so che è difficile ma la pregherei di raccontarmi tutta la storia dall’inizio. L’avviso che questa conversazione verrà registrata a fini della testimonianza >>. Prendo un po’ di aria nei polmoni e comincio a raccontare ancora una volta il periodo più buio della mia vita. Raccontando la storia mi rendo conto di quanto più facile sia diventato rispetto a prima. Il dolore è diventato un ricordo mentre la rabbia e la vendetta pulsano nelle mie vene. Il commissario mi dona qualche sguardo di comprensione di tanto in tanto, successivamente racconto anche dei miei incontri con Fernando da quando sono tornata qui. La porta si apre, torna la .donna di prima << Commissario, venga a vedere >> l’uomo ci fa un cenno col capo come per scusarsi e poi si allontana. << Sweety? Tutto okay? >> << Sì. Finalmente avrà…quello che si merita >> Jorge porta la mia mano vicino la sua bocca baciandomi il dorso. Gli sorrido quando la donna fa nuovamente irruzione nella stanza attirando la nostra attenzione << Posso offrirvi del caffè? >> << No, grazie >> rispondiamo all’unisono, lei ci sorride e poi esce nuovamente. Osservo lo schermo sul mio cellulare, sono le 18:47 e ho due chiamate perse, avevo la vibrazione e non l’ho sentito. << Fran ha provato a chiamarmi >> dico rivolta verso Jorge, lui tira fuori dalla tasca il suo cellulare << Dannazione, ha provato a chiamare anche me, tre volte >>. Jorge sta per chiamare Francisco ma il ritorno del commissario lo blocca << Faccia stampare un mondato d’arresto, voglio fare delle indagini, devo sapere se ci sono stati altri atti di violenza carnale >> << Sì signore! >> risponde un ragazzo per poi allontanarsi. L’uomo torna a sedersi dietro la scrivania e ci guarda << Non preoccupatevi. Abbiate fiducia nella giustizia. Lo arresteremo e se ha commesso altri reati lo scopriremo >> << Lo arresterete oggi stesso vero? >> chiede Jorge << Sì, certo >> << Bene >>.
Il commissario sembra molto sicuro di sé richiama la donna e il ragazzo che ho visto prima e ci invitano a seguirli fuori dal commissariato, entrano in una pattuglia di polizia chiedendoci di fargli strada ee noi lo facciamo. Le sirene della macchina sono spente, evidentemente per non richiamare troppo l’attenzione. Arrivati a casa Jorge fa strada apre la porta e immediatamente Francisco ci viene in contro seguito da Diego Lodo e Cande << Finalmente! Era ora! Ma dov’eravate… >> le parole di mio fratello si bloccano di colpo quando vede i poliziotti. << Che sta succedendo? >> interviene Alvaro appena uscito dalla cucina con sua moglie << Polizia, abbiamo un mandato di arresto per Fernando Lopez Garcia >> il commissario mostra il documento e il mandato. Posso vedere le facce di tutti i presenti scioccante e confuse, tutti i loro occhi alla fine si concentrano su di me e Jorge. Vedo Cassandra sulle scale che osserva la scena anch’essa senza parole << Con quale accusa? >> domanda poi quando riesce ad aprire bocca << Violenza carnale su questa ragazza >> dice l’uomo indicandomi e vorrei tanto che  non lo avesse fatto. Ancora una volta le espressione esterrefatte delle persone alla dine si posano su di me << Co-cosa?! Violenza…NO! >> Fernando sembra che stia ancora cercando di assimilare come tutti gli altri del resto. << Papà Fernando è tornato? >> Jorge lo guarda dritto negli occhi mentre lui fissava ancora gli uomini in divisa. << S-sì io l’ho…l’ho visto salire in camera sua >> << Seguitemi >> dice poi rivolto ai poliziotti; loro acconsentono e seguono Jorge verso la stanza di Fernando. << No! Fermi! >> anche Cassandra gli va dietro mentre Francisco e gli altri mi circondano << Dimmi che non è vero. Dimmi che…quando? Come? Cosa…Jorge! Lui sapeva tutto! Per questo quel giorno lo ha quasi ammazzato non è così? >> non ho mai sentito la voce di mio fratello tremare prima di oggi. << Martina rispondi, è vero? >> anche Alvaro sembra preoccupato e mi poggia una mano sulla spalla, annuisco silenziosamente guardandoli entrambi e ppoi chino lo sguardo << IO LO FACCIO FUORI CON LE MIE MANI! >> << No! Francisco! >> cerco inutilmente di afferrargli il braccio, gli vado dietro, lui sta per entrare nella stanza di Fernando ma da questa vedo uscire Jorge altrettanto arrabbiato, da un pugno sul muro e stringe i denti guardando il vuoto << DANNAZIONE! È scappato! >> a quelle parole sgrano gli occhi. Non è possibile, tanto casino, tante storie e tutto per niente?...Fernando è scappato. Questa storia sembra non avere fine.







        *Angolo autrice*
Buuu per meee yeaaa lo spaevo ^-^'' oggi è giusto un mese dall'ultima volta che ho postato, visto che precisione? 😅😅😅
Lo so che sono imperdonabile ma...almeno un pochino apprezzate lo sforzo shi? ...lol cioè il capitolo è così così però dai dai ce lo teniamo altrimenti non so quando avreste letto onestamente hahaha poii...mmm....ah sì le risposte...come avrete visto ho a malapena il tempo di scrivere figuriamoci rispondere ma VI GIURO che prima o poi risponderò a TUTTE sul serio altrimenti mi arrabbio con me stessa u.u però penso che a voi interessi di più il capitolo che altro lol, poi se avete proprio qualche domanda urgente e volte la risposta sì o sì vi basta scrivermi u.u
Ah vorrei dire che ho notato che in moltissime ff Jortini è stato copiato il sorpannome "Sweety" ...anche se alcune persone lo scrivono tipo Swetty...(povero io inglese tra me e voi lo stiamo stropiando di brutto perché originariamente si scrive"sweetie" per chi non lo sapesse LoL io misi la y per renderlo più particolare u.u ma non diciamo niente alle nostre prof di inglese u.u)
Poiiii voglio dedicare questo capitolo ad un persona che conosco da anni...ChibyRoby!!!!!!!!! Buon compleannoooooo chicaaaaaaaaaa ❤

 

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Capitolo 33
*** Quello che succede in Messico non resta in Messico ***








~~Siamo tutti in salotto. Fuori casa c’è un auto di pattuglia nel caso Fernando dovesse tornare. Sono seduta sul divano, alla mia destra c’è Jorge, alla mia sinistra Anahi, sulla poltrona c’è Lodovica e alla sua destra sul braccio destro della poltrona è seduto Diego. Infine sull’altro divano sono seduti Cande e Fran mentre Alvaro e Cassandra sono in piedi; ho appena finito di raccontare tutta la storia e il silenzio regna sovrano per almeno cinque minuti. << Maledetto figlio di puttana >> impreca mio fratello sottovoce, ma lo abbiamo sentito tutti. Noto che Candelaria gli afferra la mano sinistra intrecciandola con la sua e gli dà un bacio sul dorso, Francisco si volta verso di lei e per una frazione di secondo lo vedo sorridere. << Martina >> sollevo la testa al sentirmi nominare, Francisco si alza dal divano e mi viene incontro, si para di fronte a me e poi prende le mie mani tra le sue; mi guarda negli occhi, degli occhi scuri, accecati dalla rabbia e dal dolore. << Perché non me lo hai detto prima? Io avrei potuto aiutarti, lo sai >> << Perché ero stupida e insicura. Perché avevo paura di essere giudicata, di essere dalla parte del torto, di farti finire nei guai >> Francisco mi lascia le mani e mi stringe a sé con forza. Era come se mi stesse cercando di chiedere scusa in modo indiretto, ma non doveva, non doveva pentirsi di nulla, non era stata colpa sua. << Zia Lucinda lo sapeva? >> chiese sciogliendo l’abbraccio << No, ma aveva capito che c’era qualcosa che non andava. Così mi mandò da una psicologa. Lei è stata la prima persona con cui sono riuscita a parlarne dopo tre anni più o meno. Credevo di essere riuscita a superare la cosa ma…quando sono tornata e mi sono ritrovata di fronte a lui ho capito che non era ancora finita. Ho capito che era appena iniziata. >> << E poi? Perché l’hai raccontato a Jorge? >> << Perché io...tempo fa ho chiesto a Jorge di darmi lezioni di kick. Volevo imparare a difendermi e poi…non lo so, c’era qualcosa in lui che mi ispirava fiducia. E beh…quello che è successo dopo lo sapete, eravate testimoni >> dico voltandomi verso Jorge. Francisco anche lo guarda e poggia la sua mano sinistra si quelle di lui << Sì, Jorge è una persona speciale. Un vero amico >> Jorge sorride forzatamente e capisco che si sente in colpa << Non ti ho detto delle lezioni perché non pensavo ti sarebbe piaciuta l’idea…insomma io e tua sorella da soli a… >> << Sì è vero, hai fatto bene a non dirmelo. Insomma non conoscendo le circostanze non avrei accettato molto bene la cosa >> disse Fran mettendosi in piedi, il suo volto si incupisce un’altra volta << Voglio la testa di quel bastardo tra le mie mani >> dice battendo il pugno destro sul palmo sinistro. << Fran, se ne occuperà la polizia >> interviene Cande avvicinandosi a lui << Non prima che gli avrò dato un pugno in faccia >> risponde guardando la sua ragazza negli occhi e so che non sta scherzando. Lentamente sposta lo sguardo posandolo su Cassandra << Tu non sapevi niente di questa storia, vero? >> marca bene la parola “vero?” guardando la mia matrigna << Certo che non sapevo niente! E in ogni caso, non sappiamo neanche se questa mocciosa ha detto la verità! >> sbraita Cassandra guardandomi male, sia Jorge che Fran stanno per risponderle ma io la precedo << QUESTA MOCCIOSA, ha consegnato delle PROVE alla polizia. Quindi Cassandra non venire ad accusarmi di essere bugiarda o cose del genere. Sono stanca di subire >> mi alzo in piedi << Chiedo scusa signora, la cena è pronta >> disse cordiale la cameriera ad Anahi << Sì Lola, arriviamo subito. Grazie >>
A tavola nessuno aprì bocca, sembrava che la tensione fosse ancora palpabile. Appena finito il mio piatto mi alzai in piedi << Con per messo, sono davvero esausta e vorrei andare a letto >> dissi guardando Anahi ed Alvaro << Certo Martina, va pure. Buonanotte >> << Buona notte a tutti >> dissi salutando tutti con uno sguardo veloce e poi mi rifugiai nella mia stanza. Non avevo davvero sonno ma…non volevo più sostenere quella situazione. Ho già parlato troppo per oggi e ho già raccontato quella storia troppe volte. Almeno ora ci ho fatto l’abitudine. Osservo il mio riflesso nello specchio, in un minuto di ira scaravento a terra tutto ciò che è sulla scrivania, ho voglia di urlare. Perché Fernando è riuscito a farla franca? Perché? Dov’è adesso? Sbatto più volte i pugni sulla scrivania con forza, faccio così tanto rumore che non sento neanche la porta aprirsi << Hey no, Sweety! Calmati! >> ma non lo ascolto, continuo a colpire ripetutamente la scrivania << Sweety! >> Jorge mi afferra i polsi e con un movimento rapido si siede sulla sedia girevole trascinando anche me, così mi mette a sedere sulle sue gambe tenendo ancora i miei polsi. Lentamente molla la presa e il mio sguardo resta a fissare il vuoto. Sento le sue braccia cingermi la vita e il suo mento sulla mia spalla destra << Sweety? >> << Mi sento come se fossi stata investita da un’enorme furgone. Come ha fatto a scappare? >> << Deve aver sentito le voci o forse ci ha visto per la finestra ed è scappato >> stringo i pugni e sono tentata di tornare a sbatterli sulla scrivania << Dannazione! >> << Vedrai che prima o poi questa storia finirà Sweety >> << Sì ma quando? >> << Presto >> mi dà un bacio sulla spalla scoperta e successivamente io nascondo il volto nell’incavo del suo collo. << Francisco sa che sei venuto qui? >> << Sì, sorprendentemente è stato d’accordo. Mi ha detto “grazie” >> << E tu cosa gli hai risposto? >> << Che non doveva ringraziarmi. E che tu eri mia amica >> sorrisi a quella parola << Ci ha creduto? >> << Ho tentennato a dire la parola “amica” ma credo fosse troppo scosso dalla situazione per accorgersi del mio tono di voce >> << Bene… >> << Sì, bene >> sento che prende la mia mano destra e la porta vicino alle labbra per baciarmi le nocche. << Forse è meglio che tu ora vada… >> << Mi stai cacciando? >> sorrise lui allontanando di poco il capo per guardarmi negli occhi << No, ma non voglio che entrino tutti nella mia stanza a vedere come sto >> sorrisi di rimando e scossi il capo parlando. << Va bene, allora vado di là e poi…quando tutti dormono verrò io da te, okay? >> << Okay >> chiusi gli occhi quando posò le sue labbra sulla mia fronte e poi mi baciò sulla bocca, ricambiai il bacio, un bacio dolce ma intenso che riuscì a calmare la mia testa impedendomi di pensare a qualunque altra cosa che non fossero le sue labbra. Quando si separò mi alzai dalle sue gambe per permettergli di uscire dalla mia stanza << A dopo Sweety >> << Sì, hey! Digli che sto bene >> dico prima che lui esce << Sì tranquilla >> mi fa l’occhiolino e poi chiude la porta. Sospiro, decido di andare in bagno a darmi una lavata veloce per poi mettermi il pigiama e infilarmi sotto le coperte. Definitivamente mi sentivo n po’ meglio, sono le 23:00 sento il cigolio della porta e lancio uno sguardo << Jorge? >> << Sì >> richiude la porta a chiave, poi mi si avvicina e io gli faccio spazio nel mio letto. È la prima volta che dormiamo nel mio letto? Credo di sì…
Mi afferra il braccio destro e mi attira a sé stringendomi tra le sue braccia. Non mi va di parlare e lui lo sa per questo non dice nulla si limita a darmi un bacio sulla nuca e a chiudere gli occhi. Il giorno seguente mi sveglio da sola nel letto, la porta della mia stanza si apre e mi aspetto di vedere Jorge ma con mia sorpresa e Anahi. Mi strofino gli occhi mettendomi a sedere sul letto, noto che ha un vassoio con la colazione tra le mani << Buongiorno cara >> << Buongiorno Anahi, cos’è quella? >> << La tua colazione. Un tazza di latte e un croissant con la nutella come tutte le mattine >> dice ponendo il vassoio sulle mie gambe << Ma…non era necessario >> << Ho pensato che magari volessi stare ancora un po’ a letto >>. Mi volto verso il comodino e guardo l’orologio, segna le 9:20 << È tardi. Gli altri sono già andati all’università? >> << No, sono tutti qui, un girono di festa non ha mai fatto male a nessuno >> Anahi mi sorrise e poi mi diede un bacio sulla guancia << Ti aspettiamo di là >> << Grazie Anahi >> dissi con la poca voce che avevo da appena sveglia. Feci colazione e poi andai in bagno a farmi una doccia, misi una maglietta rossa a mezze maniche e un paio di pantaloncini neri di jeans e le scarpette. Quando uscii dalla mia stanza vidi Jorge e Fran che stavano discutendo con un poliziotto << Ma se non se ne va Fernando non tornerà mai! >> esclama il mio ragazzo << Sono d’accordo con lui. E poi mi creda. Nessuno è in grado di difendere mia sorella meglio di noi >> << Mi dispiace ma ho avuto degli ordini ed intendo rispettarli >> << Che sta succedendo? >> chiedo avvicinandomi al gruppetto. Mio fratello sospira prima di darmi una spiegazione << Se Fernando vede la pattuglia di polizia non si avvicinerà mai qui! >> << Io devo restare qui. È un ordine del commissario! >> si giustifica il poliziotto. << Obbiettivamente. Io credo che Fernando non tornerà mai qui >> mi volto verso Candelaria che è appena uscita dalla stanza di Francisco con le braccia consorte << Lo credo anche io >> annuisco col capo alle sue parole e poi mi guardo in torno << Dove sono Diego e Lodo? >> << Sono all’università…sai nel caso Fernando ci fosse andato >> risponde Jorge, io annuisco una volta col capo << Sweety tranquilla. Saranno discreti e non diranno niente a nessuno >> << Sì, lo so. Mi fido >>. Mi mordo il labbro inferiore e chino lo sguardo, che casino è diventata questa storia << Martina, puoi venire un attimo con me per favore? >> Francisco mi si avvicina e mi tende la mano << Sì, certo >> scrollo le spalle e afferro la sua mano, ci dirigiamo verso la sua stanza. Chiude le porta alle sue spalle e mi invita a sedermi sul letto. Dannazione, credevo che avessimo già parlato di tutto. Mi siedo mentre lui continua a fare avanti e indietro grattandosi il capo. Evidentemente è ancora frustato per questa storia << Francisco. Non è esta colpa tua >> scandisco bene ogni parola mentre lo guardo, lui si passa le mani tra i capelli e poi li stringe quasi come se volesse tirarli << Sono tuo fratello maggiore. Avrei dovuto proteggerti. Avrei dovuto capire immediatamente che qualcosa non andava e invece? Invece hai deciso di raccontare tutto a Jorge! Hai preferito raccontarlo ad un estraneo piuttosto che a me capisci?! Questo significa che tu non ti fidi di me…significa che ho fallito come fratello maggiore >> oh no. Fa male sentirlo parlare così, sentirgli dire questo, non voglio che si senta così, non deve sentirsi così. << Jorge non era un estraneo. E se ho deciso di parlarne con lui non è stato perché di lui mi fidavo e di te no. È stato perché…per un motivo più…cioè… >> mi strofinai le mani cercando le parole più corrette da usare. Presi fiato e poi tornai a guardare Fran << In realtà mi sono sentita quasi in obbligo di dover raccontare a Jorge quello che era successo >> alle mie parole lui inarca un sopracciglio << In obbligo? >> << Sì perché io…mi ero impicciata di una cosa e…non avrei dovuto. Ho tradito la sua fiducia e per dimostrargli che io mi fidavo davvero di lui ho dovuto…raccontagli tutto >> << Perché ho come l’impressione che tu stia cercando ancora di nascondermi qualcosa? Cos’è che stai deviando Tini? È qualcosa che ha a che fare con Jorge? >> sgrano gli occhi e trattengo il respiro per qualche secondo << No… >> vorrei continuare, riuscire a dire qualcosa di sensato ma non mi esce niente << Perché avevi tradito la fiducia di Jorge? Cos’avevi fatto di così tanto grave? >> << Io…te l’ho detto. Mi ero impicciata delle sue cose >>. Francisco sospira e poi si passa ancora le mani tra i capelli << Ancora segreti… >> sussurra << Non è una cosa che riguarda me stavolta. È una cosa che riguarda lui. Un suo problema quindi…dovresti parlarne con lui >> confesso, così almeno per ora la conversazione sembra essersi spostata su un altro argomento. Entrambi restiamo in silenzio per un po’ poi Francisco dice << Va bene, usciamo di qui >>. Una volta fuori dalla stanza vediamo Jorge e Cande seduti sul divano, stanno parlando ma quando avvertono la nostra presenza interrompono la conversazione. << Lodo e Diego non sono ancora tornati? >> chiede mio fratello e proprio in quel momento i due entrano dalla porta << Lupus in fabula >> dice Cande indicandoli con l’indice destro. << Allora? >> Jorge scatta in piedi guardandoli in attesa di novità << Niente. Com’era prevedibile non è all’università >> risponde mio cugino sedendosi sul divano, poco dopo prendiamo tutti posto e ognuno di noi resta immerso nei suoi pensieri senza proferire parola. Era chiaro che eravamo tutti in uno stato d’ansia collettivo senza sapere cosa dire né fare. << Ragazzi >> la voce di Anahi cattura la nostra attenzione, Alvaro è con lei << Oggi abbiamo dato la giornata libera ai domestici, quindi dovremmo cavarcela da soli. Ho pensato che Cande e Lodo possono riordinare le stanze mentre io e Tini possiamo occuparci del pranzo >> << E siccome io ho deciso di lavorare a casa ho bisogno dell’aiuto di voi tre teste bacate. Andiamo nel mio ufficio >> dice Alvaro guardando i ragazzi << Papà in questo momento non siamo in vena di lavorare okay? Sul serio non è il caso di… >> << Ti sbagli Jorge! È proprio adesso il caso. Alzatevi e non fatemelo ripetere perché finisce male >> e qualcosa mi dice che non sta scherzando. Jorge, Fran e Diego si lanciano uno sguardo per poi alzarsi in piedi e seguire Alvaro nel suo studio. << Beh ragazze? Per voi va bene il modo in cui ho diviso i compiti o volete fare un cambio? >> << No, per me va bene Anahi. Comincio dalla stanza di Francisco >> dice Candelaria facendo un sorriso per poi mettersi in piedi << Io vado in quella di Diego, poi ci ritroviamo in quella di Tini? >> << Sì, perfetto Lodo >> le mie amiche si sorridono e poi si dirigono verso le stanze. << Allora Tini, te la cavi in cucina? >> << Io…ecco più o meno. In Messico ogni tanto aiutavo mia zia a cucinare ma non sono una cuoca professionista >> << Sono sicura che sei bravissima, dai vieni >> una volta entrate in cucina, Anahi mi chiede di iniziare a fare delle polpette con la carne macinata, io obbedisco prendendo i vassoi dal mobile e iniziando a fare delle palline con la carne. Anahi intanto sta mettendo i wurstel nella pasta sfoglia << Tini, hai mai fatto una torta >> << Una torta?! Io…no. Cioè sì con mia zia ogni tanto facevamo la crostata a cioccolato o anche la torta kinder ma non ricordo bene la ricetta >> << Beh quella la possiamo prendere dall’ipad, che ne dici? Ti va di farla? >> << Mmm…sì perché no >> << Perfetto! Torno subito! >>. Anahi va a prendere l’ipad e dopo poco torna con la ricetta. Non mi dispiace l’idea di fare un dolce e tanto meno di mangiarlo. Ora sto girando la cioccolata cremosa nel contenitore << Uffa! Papà quando ci si mette sa essere un vero stacanovista >> Jorge si stiracchia mentre entra dalla porta della cucina << Pensa che tuo padre fa quel lavoro tutti i giorni da solo in ufficio >> << Sì sì lo so. Mmm? Che stai facendo Sweety? >> Jorge mi si avvicina e osserva il contenitore << Sto facendo una torta kinder >> << Kinder? Quindi questo è cioccolato kinder! Ne voglio un po’ >> << Non pensarci nemmeno! >> dico spingendolo con il gomito << Daiii solo un pochino, guarda >> prima che io possa impedirlo lui mette l’indice destro nella crema prendendone un bel po’ << Jorge!!! >> << Mmm! È buonissima guarda >> Jorge allunga la mano sul mio viso sporcandomi il naso, le labbra e la guancia con la mano sporca di cioccolato << Jorge!!! Smettila! >> << HAHAHAHA Sei così buffa! Hai tutta la faccia sporca di cioccolato! >> << Ah sì? E chi devo ringraziare? >> cerco di pulirmi con il dorso della mano destra ma Jorge mi cinge la vita da dietro e mi dà un morso sulla guancia leccando la mia guancia << Jorge! >> lo richiamo per l’ennesima volta, lui scoppia a ridere e io inevitabilmente con lui. << Jorgeeee quanto dura questo bicchiere d’acqua? >> in lontananza si sente la voce di Alvaro e questo mi fa ridere ancora di più, Jorge rotea gli e poi urla << Sto arrivando!!! >> mi dà un bacio sulla guancia e poi si allontana liberando i miei fianchi dalla presa << Torno in guerra. Pregate per me >> rido scuotendo il capo alle sue parole e quando mi volto verso Anahi lei ha gli occhi puntati su di me e la mano destra che le copre la bocca in segno di stupore. << Cosa…che c’è Anahi? Tutto okay? >> non mi risponde, smetto di girare la crema e mi avvicino a lei << Anahi? Ti senti bene? >> finalmente la vedo reagire e si siede sullo sgabello vicino al bancone con gli occhi chini sul pavimento, lo sguardo perso nei suoi pensieri. << Oh mio Dio… >> finalmente apre la bocca e torna a guardarmi << Tu… >> dice poggiando la mano destra sulla mia guancia << Io…cosa? >> chiedo confusa accennando un sorriso << Credevo…ero sicura che Jorge non avrebbe amato più nessun’altra dopo…e invece…lui si è innamorato di te. State insieme? >> oh…questa domanda non me l’aspettavo. Io e Jorge ci siamo comportati in modo molto naturale per noi ma ovviamente per chi non sa che stiamo insieme non deve essere stato così normale…<< N-no! Cosa dici Anahi…io e Jorge siamo solo… >> << L’ho visto! Ho visto nei suoi occhi, nei tuoi, nei vostri sorrisi…erano anni che non vedevo Jorge sorridere in quel modo >> << Quale modo? >> << Innamorato. Lui è davvero innamorato di te >> le sue parole mi riempiono di gioia, sapere che persino sua madre riesce a vedere l’amore che c’è tra noi è una conferma ancora maggiore della sua forza ma cosa dovrei fare? Non posso ammetterlo, non senza parlarne con Jorge. Mi limito a scrollare le spalle << Non capisco di cosa stai parlando >> e detto questo torno di nuovo ad occuparmi della torta con gli occhi di Anahi addosso. Per fortuna non mi fa altre domande e riprende a cucinare con un sorriso stampato in faccia.
A tavola mancava solo la mia matrigna, a quanto pare è uscita questa mattina presto e non è più tornata, pensare a lei mi fa tornare alla mente Fernando. Mi chiedo dove possa essere finito, quel ragazzo ha una fortuna sfacciata! In quel momento realizzo che Anahi e Alvaro ci hanno tenuto occupati tutto il tempo proprio per impedirci di pensare a Fernando ed ai nostri problemi con lui. Definitivamente sono delle persone magnifiche, non che avessi dei dubbi al riguardo ovviamente. << Tini! >> Alvaro mi chiama e io mi volto verso di lui << Stavo pensando…dovremmo in vitare tua zia qui qualche volta che ne dici? >> << Dico…che è una magnifica idea! Mi piacerebbe molto >> << Perfetto! Allora invitala quando vuoi >> << Sarà fatto >>. << Ascoltate, la settimana prossima potremmo andare a fare un gita tutti insieme, che ve ne pare? >> propone Anahi << Potrebbero venire anche i genitori di Cande e quelli di Lodo >> << Questa è una super idea degna di te Anahi! >> afferma Candelaria sorridendo. << Sweety mi passi l’acqua? >> << Sì tieni! >> << Grazie >> Jorge mi fa l’occhiolino e poi versa l’acqua nel bicchiere. Fu una normale cena in famiglia animata da varie conversazioni. Anahi ed Alvaro continuarono a tenerci occupati con varie faccende domestiche e la sera dopo cena ci mettemmo a guardare un film. Cassandra non era tornata per tutta la giornata, comincio a chiedermi se sia in contatto con Fernando…a questo punto non credo mi sorprenderebbe.
Finito il film Diego e Fran riaccompagnarono le ragazze a casa, Anahi ed Alvaro andarono a letto e così restammo solo io e Jorge sul divano con la televisione spenta. Chiudo gli occhi e poggio il capo sulla spalliera del divano, d’un tratto sento le labbra di Jorge sfiorarmi il collo, sollevo il braccio sinistro affondando le dita nei suoi capelli mentre mi lascia un bacio sulla guancia << È tutto il giorno che aspetto di baciarti Sweety >> << Allora fallo >> dico voltandomi verso di lui e aprendo lentamente gli occhi. Jorge non se lo fa ripetere due volte, preme le sue labbra sulle mie e fa pressione sul mio copro per farmi stendere sul divano con lui sopra di me. Gli cingo il collo e continuiamo a baciarci, i polpastrelli delle sue dita sfiorano i miei fianchi emanando scosse elettriche lungo di essi. La mano sinistra di Jorge cerca la mia destra, afferra il mio polso e mi spinge a posare il palmo sul suo cuore per sentirne il battito accelerato << Lo sai che ti amo Sweety? >> sussurra sulla mia bocca, sorrido << Sì ma non mi dispiace sentirmelo dire >> avvicina la mia mano alle sue labbra e mi lascia un bacio sul palmo << Ti amo >> ripete ancora << Anch’io ti amo >> dico accarezzandogli la guancia. Restiamo a guardarci negli occhi per qualche altro istante, poi Jorge posa il capo sul mio petto e intreccia le dita della sua mano con quelle della mia. Con la mano libera gli accarezzo i capelli << Sai credo che…tua madre abbia capito che stiamo insieme. Cioè oggi in cucina ha detto che è evidente che siamo innamorati l’uno dell’altra >> << Davvero? >> << Sì… >> << Beh tanto prima o poi dovremmo dire la verità a tutti non credi? >> << Sì, certo. Chi mi preoccupa di più è Francisco >> << A chi lo dici…lui e Diego sono i miei migliori amici io non potrei sopportare di essere odiato da loro. Bisogna fare attenzione al momento e alle parole da usare quando glielo diremo >> << Per ora sembra molto preso da questa storia di Fernando per accorgersi di noi >> dico ripensando alla conversazione avuta con mio fratello questa mattina << Sì, me ne sono accorto e lo capisco. Anche io al suo posto mi sentirei in colpa >> << Ma lui non ha colpe! >> << Sì ma questo lo puoi vedere tu e lo posso vedere io che sono fuori. Ma lui non riesce a vederlo. Eri una sua responsabilità e non doveva lasciarti. Ecco come la vede lui >>. Jorge si muove e torna di nuovo a catturare la mia bocca nella sua come se ne avesse un estremo bisogno, mi schiaccia col suo peso e io mi chiedo distrattamente se questa reazione è dovuta a qualcosa. Decido che non mi va di rimuginare, questi sono i momenti in cui è il cuore a comandare.  << Siamo tornati! >> la voce di Francisco ci fa letteralmente sussultare, entrambi ci mettiamo a sedere e aggiustiamo i nostri vestiti, Francisco e Diego si siedono sul divano sulla sinistra, hanno l’aria esausta << La pattuglia è ancora lì fuori >> dice Diego indicando la ginestra con il pollice destro << Sono dei seccatori che non sanno fare il loro mestiere >> continua incrociando le braccia << Già >> concorda mio fratello. << Ci penseremo domani, ora andiamo a dormire >> << Sono d’accordo con Jorge! >> dico alzando la mano destra << No. Fermi un attimo voi due >> le parole di Francisco ci bloccano spingendoci a tornare seduti comodamente sul divano. << Martina sa qualcosa che noi non sappiamo Jorge? >> a quella domanda il mio ragazzo inarca un sopracciglio << A cosa ti riferisci? >> << Non lo so, dimmelo tu. Cos’ha scoperto di così importante che ha dovuto rivelarti il suo segreto? >> alle sue parole sgrano gli occhi non sapendo cosa dire o fare e soprattutto non sapendo cosa provava Jorge in quel momento e cosa avrebbe fatto
Intanto nell’aeroporto del Messico qualcuno stava per affrontare un lungo viaggio…un viaggio che l’avrebbe condotto in Argentina. Fatto il check-in i passeggeri attendono che il proprio volo venga annunciato e quando ciò accade tutti si dirigono verso il proprio volo… 




*Angolo autrice*
Buonasera, allora siccome è tardi sarò veloce lol. Dopo aver avuto problemi col programma, col pc  che si era spento (ho dovuto riscrivere) le lotte con la ligna finalmente sono riscita a postare. Mi dispaice avervi fatto attendere tanto per questo capitolo ma la verità è che non ho mai molto tempo per via della scuola e  voi lo sapete. Vi chiedo mille scuse per tutto questo tempo senza scrivere e soprattuto per non essere riuscita a rispondere alle vostre recensioni. Credetemi, mi dispiace tantissimo e so che lo dico sempre ma voglio ricordarvelo che prima o poi riuscirò a rispondere a tutte...intanto penso che il migliore modo per ringraziarvi del vostro continuo appoggio e sostegno è continuare a scrivere quando ho un po' di tempo. Vi mando un bacio e grazie a tutte voi! ❤ Ps: Vorrei dedicare questo capitolo a delle persone speciali, a Frago che il 24 aprile era il suo compleanno e non sono riuscita a postare (mi dispiace :'c ) e alle quelle due capre di Giuly e Mads u.u grazie ancora per il bellissimo video che avete fatto per il mio compleanno. Zaooo a tutteeeee

  

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Capitolo 34
*** Gli angeli non muoiono ***








~~Jorge mi lancia uno sguardo e io non so che dire, scrollo spalle e mimo un “scusa” con le labbra. << Hey. Jorge siamo i tuoi migliori amici o lo hai dimenticato? >> mio fratello arriccia il naso, dal suo tono di voce sembra offeso, infastidito. << No Fran, non l’ho dimenticato, è solo che… >> Jorge sospira e si passa le mani sul volto. Mi sento un po’ in colpa ma non sapevo cosa fare. << Okay. In fondo l’ho già raccontato una volta. Posso farlo una seconda ma voglio farlo quando saranno presenti anche Cande e Lodo se siete d’accordo >> << Perché? >> chiede Diego  << Perché le considero mie amiche e vorrei raccontare questa storia una volta e per tutte. Sì? >> Jorge si alza in piedi e io con lui, anche Fran e Diego ci imitano << Va bene. Solo una cosa…per caso questo “segreto” ha anche fare con la parola che inizia per A? >> Francisco pone la domanda guardandolo negli occhi. Jorge aspetta qualche secondo prima di rispondere << Sì. Ha che fare con Angel >>. A sentir pronunciare quella parola i volti di Fran e Diego sono visibilmente sorpresi, in realtà ha scioccato anche me. Che sia davvero riuscito a superare completamente questa storia?
Jorge non ha più aperto bocca. Siamo stesi sul suo letto e ho il capo poggiato sul suo petto. Non so se è il caso di parlare oppure è meglio tacere. Opto per la prima opzione << Jorge? >> << Sì? >> poggio il mento sul suo petto per guardarlo, lui non si muove, ha sempre il braccio destro dietro la sua testa e il sinistro intorno la mia vita. << Sei arrabbiato con me? >> << No Sweety, perché dovrei? >> << Non lo so…magari per la storia che ho detto a Fran… >> << Tini, ascolta. L’unica cosa che mi fa rabbia in questo momento è che quel bastardo del tuo fratellastro sia ancora in giro a piede libero. Solo questo. Okay? >> la sua voce suona fredda e convincente. Il suo odio nei confronti di Fernando potrebbe essere ancora più grande del mio. << Okay >> ispiro per poi tornare col capo sul suo petto. Sento le sue labbra posarsi sul mio capo e poi la sua mano destra accarezzarmi i capelli. Chiudo gli occhi e decido di smetterla di pensare e finalmente riesco ad addormentarmi. Il giorno seguente facemmo colazione, anche oggi Cassandra non era presente. Nessuno parla più di tanto. Suonò il campanello e la cameriera si affrettò ad aprire << Yeyyy indovinate chi c’è! >> riconosco la voce di Cande prima ancora che esca fuori dal corridoio, accanto a lei c’è Lodo << Buongiorno! >>
<< Hey come siete venute? >> chiede mio fratello andandogli in contro << Con la mia macchina di mio padre >> risponde la rossa scrollando le spalle. << Abbiamo portato i cornetti >> Lodovica prende posto alla sinistra di Diego e poggia tre sacchetti sul tavolo dopo aver baciato il suo ragazzo. << Buono! Oggi mancavano >> dice Jorge afferrando immediatamente uno dei sacchetti, io lo osservo mentre tira fuori entrambi i cornetti, uno lo mette nel suo piatto e l’altro nel suo. << Grazie >> sussurro accennando il sorriso, lui ricambia allo stesso modo. Cande si siede al posto di Facu e mio fratello prende posto a capo tavola tra me e lei. Anche Fran e Diego prendono i due sacchettini rimasti e così facciamo colazione tutti insieme. Durante la colazione riuscimmo ad intrattenere una conversazione normale e serena sullo studio, i vestiti, i professori ecc… appena finito Jorge richiamò l’attenzione di tutti << Avrei una cosa molto importante da dirvi, vogliamo andare in salotto? >> si alzò in piedi, Fran e Diego insieme a lui, Lodo e Cande mi guardano come in cerca di una risposta, loro sono confuse. Non dico nulla mi limito ad alzarmi in piedi e seguire i ragazzi. Nuovamente ci troviamo radunati seduti sul divano. << Allora…che succede?...ancora… >> chiede con cautela Candelaria, i suoi occhi passano a rassegna ognuno di noi fino a ritrovarsi con quelli di Lodo che ne sa quanto lei. << Succede che…da quando sono arrivato qui io…sono cambiato. Inizialmente ero molto freddo, scontroso…ma non serve che ve lo dica, mi avete conosciuto no? >> tutti quanti annuirono in silenzio pendendo dalle labbra di Jorge. << Okay. Voi siete le persone del quale mi fido, mi fido davvero, è per questo che ho deciso di raccontarvi una cosa molto importante per me; una cosa che è successo molte tempo fa, prima che mi trasferissi >> Jorge ha i gomiti posati sulle ginocchia e lentamente volta il capo verso di me << Martina sa già questa storia perché…perché è una ficcanaso e aveva scoperto qualcosa e dunque…sì, diciamo che il mio segreto, lei mi ha raccontato il suo e…sì insomma. Mi sento un imbecille, mi sembra di fare mille giri inutili di parole >> conclude lui chinando il capo e negando con esso. Ci fu qualche minuto di silenzio, Francisco che era seduto sul tavolino di fronte a noi per essere più vicino, allungò la mano poggiandola sul ginocchio di Jorge << Sta calmo. Nessuno ti obbliga fratello. E se vuoi parlarne…parti dall’inizio >>. Jorge sospirò, Diego che sedeva alla sua destra gli posò una mano sulla spalla. << L’inizio. Okay. Cominciamo dall’inizio >>. Il mio sguardo così come quello di tutti resta fermo su Jorge << Quando ero piccolo ero un bambino molto difficile, molto antipatico, scontroso, solitario >> i miei occhi si posano sulle mani di Jorge che sono raggomitolate l’una nell’altra, con la mia mano destra sfioro l’interno del suo polso sfiorando la sua pelle fino a raggiungere l’interno delle sue mani. Faccio in modo che le mie dita si intreccino con le sue della mano sinistra e poi ritorno a sollevare lo sguardo per guardarlo in volto. << Tutto cambiò quando una bellissima bambina dai capelli rossi e gli occhi azzurri si avvicinò a me. Il suo nome era Sarah. Pian piano riuscì a cambiarmi, lei divenne il mio angelo custode, eravamo sempre insieme. Divenni una persona più aperta più socievole, cominciai a farmi degli amici, diedi a Sarah un soprannome, Angel. Col passare del tempo entrambi capimmo che la nostra non era una semplice amicizia, non più >> Jorge sorride con lo sguardo perso nel vuoto, come se stesse immaginando quella scena davanti ai suoi occhi, o meglio, ricordando. << Ci eravamo innamorati, lei era il mio grande amore. Fu una storia abbastanza difficile, io non ero molto ben visto dai suoi genitori, io ero “il ribelle” lei era la ragazza “perfetta” non so se ho reso. Inoltre era molto facile farmi arrabbiare, mi ingelosivo, mi infuriavo con lei, con quelli che le giravano intorno, era un inferno stare con me…ma lei ci stava, lei mi amava sempre e comunque, incondizionatamente >> sento qualcosa pizzicarmi lo pancia, so che non dovrei essere gelosa perché non ha senso, insomma, lei è morta e io…beh io adesso sto con lui e lui ama me eppure non riesco ad evitarlo. Noto che tutti stanno sorridendo al sentire la storia, una bellissima storia d’amore, a chi non piace. << E poi? Cos’è successo Jorge? >> Lodovica si azzarda ad interrompere il silenzio e così lui riprende << Poi un giorno…ci fu un violento litigio per via di un idiota che le stava azzeccato e lei difendeva. Allora mi arrabbiai e decisi di…di non parlarle. Ma lei era determinata, era cocciuta, mi seguii volendo affrontarmi in tutti i modi, non volevo sentirla finché non urlò che…che mi amava >> la mano di Jorge comincia stringere con forza la mia, quasi fa male. È come se potessi sentire il suo dolore passarmi attraverso quella mano e diffondersi nella mia pelle, è soffocante. Poso la mano sinistra, quella libera sul suo braccio << Mi fermai, mi voltai verso di lei, successe tutto in un’istante. Il suo sorriso, le sue gambe che correvano nella mia direzione, la macchina che la scaraventò per aria e le mie braccia destinate a restare vuote. E così angel…diventò un vero angelo >> Jorge sorrise ironicamente, con il dolore stampato sulle labbra. << Porca miseria >> Diego sospira quella frase con gli occhi spalancati. Candelaria e Lodovica hanno le lacrime agli occhi e le mano sulle labbra, anche loro sconvolte dalla storia. << Ora capisco perché sentire quel nome ti mandava in bestia… >> sussurra Fran poi si avvicina e ferra il collo di Jorge attirandolo a se e costringendomi a liberarlo dalla mia stretta. Mio fratello lo abbraccia facendogli affondare il volto nell’incavo del suo collo << Mi dispiace tanto…tu non meritavi tutto questo >> << Nessuno lo merita Fran, nessuno. >> Jorge ricambio il suo abbraccio e poco dopo si aggiunse anche Diego. Quando i ragazzi lo liberarono furono Cande e Lodo a gettarsi su di lui cingendogli il collo << E hai affrontato tutto questo da solo!? Ti ammiro tantissimo Jorge, io non so se ce l’avrei fatta >> disse Cande per poi tornare a sedersi sul tavolino accanto a Fran << In realtà Cande…non ho mai affrontato davvero tutto questo…fino a quando non ho conosciuto un’altra persona altrettanto speciale >> Jorge sorride guardando me e io non so che dire, mi sento nervosa << Vuoi dire grazie ad un’impicciona ficcanaso rompi scatole? >> interviene mio fratello disturbando il momento << Hey! >> protesto dandogli un pugno sul braccio, tutti risero, Jorge compreso. << Venite con me, vi mostro una cosa >> Jorge ci portò nella sua stanza, prese la scatola e iniziò a mostrare le foto di Sarah agli altri, << Era davvero bellissima >> disse Cande << Sì è vero >> concordò Fran, anche Lodo e Diego. << Tutto okay? >> domando avvicinandomi in modo discreto a Jorge approfittando del fatto che tutti sono concentrati sulle foto. Jorge mi sorride e mi prende la mano destra baciandone il dorso << Tutto alla grande. E soprattutto a te. Grazie per avermi preso la mano Sweety. Mi hai fatto sentire…sicuro >> << Sicuro? >> chiedo inarcando un sopracciglio e sorridendo, ero un po’ confusa. Lui annuisci e ribadisce << Sicuro >> << Okay...: >>. << Hey ragazze potreste lasciarci un po’ da soli con Jorge? >> mio fratello pone la domanda gridando come uno scaricatore di porto. << Fran! Ma che ti prende >> Cande gli dà una leggera pacca sulla spalla << Mi hai stonato i timpani! >> lo rimprovera Lodo. Jorge mi lascia immediatamente la mano avvicinandosi al letto dov’erano seduti tutti. Fran sta ridendo << Va bene, dai uscite un po’. Forza Martina >> << Va bene! Ma che antipatico! >> grido facendogli la linguaccia. Esco dalla stanza seguita dalle ragazze e insieme entriamo nella mia chiudendo la porta. << Che storia quella di Jorge vero? >> riflette Lodo poggiandosi alla scrivani << Sì, assolutamente. Deve essere stato un trauma per lui >> Cande si è seduta sul mio letto con il piede destro sotto al sedere << Sì, senza ombra di dubbio lo è stato >> annuisco mordendomi il labbro inferiore e prendendo posto alla scrivania. Per qualche istante tutte restammo in silenzio, quando sollevo lo sguardo noto che le mie amiche mi fissano con un sorriso malizioso sul volto << Che c’è? >> chiedo confusa. << Ooo andiamo! >> esclama la mora << Andiamo cosa? >> << Non pensare che non lo abbiamo notato solo perché eravamo assorte nella storia Tini >> riprende Cande << Notato cosa? >> continuo a chiedere senza avere risposta. Lodovica si siede alla sinistra di Cande e intreccia la sua mano destra con quella di lei << Fran e Diego sono ragazzi, quindi probabilmente non lo hanno neanche visto >> dice la rossa << Già. Ma noi invece sì >> Lodovica posa anche l’altra mano sul braccio di Cande attirandola a sé. Ora ho capito di cosa parlano…mi schiarisco la gola e scrollo spalle cercando di essere quanto più indifferente possibile << Sì beh e allora? >> << E allora? >> Lodo inarca un sopracciglio << Hai qualcosa da dirci…cognatina? >> e Cande fa lo stesso. << No perché? Cioè anche io sono amica di Jorge o…cioè sì insomma voi… >> << Il modo in cui tu e Jorge vi guardate…il modo in cui lui si comporta con te…tu con lui. Voi sembrate più che amici Martina. Quindi ti ripeterò la domanda in modo più diretto. Tu e Jorge state insieme? >> << Che?! >> urlo guardandole << VOCE ACUTA! >> dicono all’unisono le gemelle siamesi << NON HO FATTO LA VOCE ACUTA! >> questa volta non solo faccio la voce acuta ma grido pure. Quanto sono brava. Lodovica e Candelaria mi guardano con le braccia consorte e lo sguardo severo. Dovrei dirgli la verità? Beh in fondo sono le mie migliori amiche…però dovrei prima parlarne con Jorge no?...e adesso cosa dico? << MARTINA! >> sussulto dalla sedia quando quelle due mi richiamano allo stesso tempo << Ma siete impazzite?! Datevi una calmata! >> . Le ragazze si lanciano uno sguardo e poi tornano su di me << Quindi abbiamo ragione…voi due state insieme >> dice Lodo alzandosi in piedi e avvicinandosi a me. Deglutisco. Credo sia inutile nasconderlo << Okay, sì avete vinto. Stiamo insieme ma non dovete dirlo a nessu… >> << AAAH! >> lanciano un urlo degno di una cornacchia e poi cominciano a parlare a raffica << Io lo sapevo! >> << Lo avevo detto! >> << Era così evidente! >> << Quando lo direte a Fran? >> ed ecco la vera fatidica domanda…<< Presto Cande, glielo diremo presto ma per favore intanto non una parola né con lui…né con Diego >> pronuncio l’ultima parola guardando Lodovica << Okay ma non capisco perché >> la mora scrolla le spalle tornando a sedersi accanto a Cande. Sto per aprire bocca quando quest’ultima mi precede << Fran andrebbe su tutte le furie. Jorge è il suo migliore amico, sa che è un Don Giovanni, non vuole che la sorella soffra e d’altro canto non vuole neanche perdere l’amicizia con Jorge se la storia va male capisci? >> << Ma la dove accettare! E poi Jorge non le farà mai del male…giusto Tini? >> << Giusto Lodo! Ma Francisco deve capirlo un po’ alla volta >> << Da quanto tempo state insieme? >> << Due mesi quasi più o meno… >> << Ma brava! E ce lo tenevi nascosto. Complimenti >> << Ooo andiamo non fate le offese! >> dico gettando un cuscino colpendo entrambe. << Hey!!! >>. Stanno per rispondere all’attacco quando la porta della mia stanza ed entrano i ragazzi, noto che Jorge ha le chiavi dell’auto nella mano destra << Hey…state uscendo? >> chiedo confusa, Fran annuisce e poi dice << Jorge pensa che Cassandra sappia dove sia Fernando >> << Questo spiegherebbe perché ultimamente è sempre fuori casa >> continua Diego. << Un attimo, stiamo calmi. Che volete fare? >> mi alzo dalla sedia con le mani parate davanti per enfatizzare il mio “un attimo”. Guardo Jorge negli occhi aspettando che sia lui a rispondere << Cassandra è appena tornata, ma sta uscendo di nuovo. La seguiremo con il BMW >> << Grande idea ma…non date un pochino nell’occhio? >> Cande si avvicina al gruppo con le braccia incrociate << Beh sì scoiattolo, ma daremo più nell’occhio con la Ferrari o con l’R8 oltre a fatto che possono entrarci solo due passeggeri. Non credi? >> << Fran, Cassandra non è una donna stupida! Se sta aiutando suo figlio lei è sicuramente sempre sull’attenti. Tanti anni con voi credo che conosca benissimo tutte le targhe delle vostre auto >> << Troverebbe un modo per portarvi fuori pista >> concorda Lodo. I ragazzi si lanciano uno sguardo, Jorge fissa me << Dobbiamo provare comunque >> << Fatelo con una macchina che non conosce! >> << E dove la prendiamo adesso una macchina a portata di mano Cande?! >> alle parole di Jorge, Cande si schiarisce la voce per poi tirare fuori un chiave e farla pendolare di fronte la sua faccia. << Potete usare il Raw 4 di mio padre. Ha anche i vetri scuri quindi… >> << Fantastico! Sei un genio Cande. Grazie >> Jorge allunga la mano per afferrare la chiave ma Candelaria la ritira << Fermo. Veniamo anche noi >> << COSA?! >> esclamano all’unisono i ragazzi << Mi sembra giusto! >> Lodovica annuisce col capo. Io non dico nulla, mi limito ad osservare la scena fino a quando Jorge non mi prende le mani << Sweety no. Ti prego rifletti potrebbe essere MOLTO pericoloso >> << Jorge, ci sarai tu. Non sarà pericoloso. Non sarò in pericolo neanche un secondo >> i nostri occhi reggevano lo sguardo l’uno dell’altra, come se continuassero a parlare tra loro. Con lui era possibile. Credo che in questo istante tutti gli occhi siano puntati su di noi. << Sì okay. Non vorrei interrompere questo momento di sguardi intensi! Ma vi vorrei far presente che Cassandra è appena scesa dalle scale. Sta andando via. VOGLIAMO ANDARE?! >> le parole di Diego fanno scattare tutti << Dannazione! Okay andiamo >> dopo aver imprecato, Jorge mi tira per la mano << Cosa!? Jorge! Stai scherzando?! >> << Non abbiamo tempo da perdere Fran! Cande le chiavi >> << Tieni >> Candelaria allunga la mano per dare le chiavi a Jorge mentre ci dirigiamo verso l’uscita. Cassandra er già partita, così Jorge si affretta a mettere in moto, la seguiamo mantenendo una certa distanza. << Diego, prendi il mio cellulare dalla tasca destra, ho il numero del commissario. Avvisalo >> Jorge guardò Diego dallo specchietto retrovisore << Sì >>. A parte la voce di Diego che parlava col commissario nessuno di noi diceva una parola. Eravamo tutti concentrati sulla strada. << Accosta Jorge! Si è fermata! >> Francisco gli dà un pacca sulla spalla mentre Jorge parcheggia dietro a delle piante. << Ma dove siamo? >> Lodovica si guarda intorno per cercare di riconoscere questo posto. << Siamo già stati qui…è il bosco dove ci siamo persi quando stavamo andando in montagna, ricordate? >> Candelaria riconosce immediatamente il posto << Sì, hai ragione >> concorda Fran. << La polizia ci ha ritracciati grazie al telefonino. Saranno qui tra poco >> annuncia Diego porgendo il telefono a Jorge, quest’ultimo lo ripone nella tasca e poi dice << Perfetto. Ora diamo un’occhiata alla zona. Ragazze voi restate in macchina >> << Cosa!? >> gridiamo all’unisono << Shh! Volete che qualcuno ci scopra!? Jorge ha ragione, è molto più sicuro se restate qui chiuse dentro >> ignoro le parole di mio fratello e guardo Jorge negli occhi << È molto più sicuro se stiamo con voi. Sotto i vostri occhi. Sotto la vostra protezione >> << Oh dannazione! Martina! >> << Jorge! >> << E va bene! Ma ti giuro che se provi a lasciarmi la mano te la faccio pagare >> mi punta il dito indice destro contro in segno di avvertimento. << Oh ma dai! Sei serio? Perché gliele fai vincere tutte?! >> mio fratello disapprova, tutti lo ignoriamo. Una volta usciti fuori dalla macchina Jorge afferra saldamente la mia mano destra e mi attira a sé << Posso tenerla anche io Jorge…è mia sorella >> << Tu hai già Cande Fran…non preoccuparti. Fidati di me >> detto ciò Jorge avanza nel bosco con me dietro. Mio fratello ha un’espressione confusa. Credo che cominci a farsi delle domande…presto avremmo dovuto dirgli la verità. << Mi raccomando, non fate rumore >> sussurra Jorge. Con cautela ci addentriamo nel bosco, si sentono delle voci provenire da lontano e così ci avviciniamo. È difficile riuscire a vedere qualcosa tra tutti questi alberi. Inciampo in qualcosa e urto col naso la spalla di Jorge << Ahi! >> << Cavolo! Martina! >> ringhia lui a denti stretti << S-scusa >>. Riprendiamo a camminare e finalmente ci avvicinavamo ad un…un qualcosa. È una baracca di legno abbastanza malandata. Fuori di essa ci sono Cassandra e Fernando che stanno discutendo, ci accasciamo tutti a terra << Eccolo lì…quel bastardo figlio di puttana… >> << Sta calmo Fran. Dobbiamo stare calmi. Anche io vorrei spaccargli la faccia ma non possiamo >>. All’improvviso si sentono le sirene della polizia, Cassandra e Fernando piombano immediatamente sull’attenti. << Razza di imbecilli! Di nuovo loro e quelle maledette sirene! >> Jorge vorrebbe ammazzare i poliziotti in questo momento << Ma che problemi hanno con il cervello?! >> dice Diego. << Vuole scappare! >> mio fratello scatta immediatamente lasciando la mano di Cande << No Fran! >> urla la ragazza. << Corri Martina corri! >> Jorge mi tira iniziando a correre dietro a mio fratello e Fernando. Francisco si getta su di lui facendolo cadere con la faccia a terra << LASCIAMO BRUTTO IDIOTA >> << TE LO PUOI SOGNARE RAZZA DI BASTARDO! MANGIA LA TERRA! >> Francisco afferra i capelli di Fernando affogandolo nel terreno mentre lui si dimena. Jorge mi tiene ad una certa distanza stringendo sempre di più la mia mano << Lascialo andare! >> urla Cassandra, ma Diego la prende per la vita impedendole di avvicinarsi, Fernando riesce a voltarsi e getta del terreno negli occhi di Fran, quest’ultimo viene accecato e reso più vulnerabile, quanto basta affinché Fernando se lo tolga di dosso e si rimetta in piedi << NON PENSARCI NEMMENO! >> Jorge mi lascia la mano e afferra Fernando da dietro per il collo. << Francisco! >> Candelaria si avvicina al suo ragazzo per controllare il suo stato. Sto per avvicinarmi anche io a mio fratello quando noto un movimento strano.  Fernando cerca di allungare la mano destra per raggiungere la tasca dei pantaloni che è all’altezza del ginocchio. Gli vedo tirar fuori una pistola. Se prima ero spaventata e confusa ora sono nel panico, sono accecata dalla paura << NOOOOOOOO >> senza rifletterci mi lancio su di lui proprio mentre sta per puntare la pistola verso Jorge << NO MARTINA! NO! >> afferro il polso di Fernando per togliergli la pistola da mano e quello che segue e il tonfo di uno sparo. Un BOOM. Che risuona nei nostri timpani. Cado bruscamente a terra e sento la voce di mio fratello che urla << COME HAI OSATO?! >> lo vedo lanciarsi nuovamente verso Fernando dandogli un pugno in faccia prendendogli il colletto della maglia mentre Jorge lentamente lo lascia andare, i suoi occhi sgranati puntati su di me. << Martina! >> dietro di me arriva mio cugino e mi mette a sedere sollevandomi lentamente la schiena e stringendomi a sé, Fernando si libera dalla stretta di Francisco, sta per correre via ma finalmente arriva la polizia << FERMI TUTTI. MANI IN ALTO, MANI IN ALTO HO DETTO >> il commissario punta la pistola verso quel viscido verme schifoso. Due guardie si avvicinano, una di queste gli mette le manette. Volto lentamente il capo verso destra e vedo la pistola di Fernando a terra. Sono confusa, non riesco a metabolizzare quello che è successo. La mia testa è pesante, pesante come un incudine. << Martina! Martina! Stai bene? Sei ferita?! >> Francisco cerca di scuotermi per farmi riprendere i sensi. Mio fratello tasta il mio braccio, come per verificare che io sia intera. << JORGE! >> l’urlo di Lodovica mi costringe a svegliarmi immediatamente di colpo da quello stato di trans in cui mi trovavo. Vedo Jorge cadere a terra sulle ginocchia, ma cosa cavolo…<< JORGE!!! >> scatto immediatamente per avvicinarmi a lui, gli prendo il volto tra le mani << Jorge! Jorge guardami! Che ti prende?! Sei ferito?! >> comincio a vagare con i miei occhi sulla sua pelle, su ogni centimetro della sua pelle, tasto le sue braccia, i suoi polsi, il suo petto, << JORGE PARLAMI PORCA MISERIA! >> grido esasperata mentre le lacrime iniziano a formarsi nei miei occhi. Lui posa la sua fronte sulla mia e giurerei di vedere il suo viso rigato da due lacrime silenziose mentre chiude gli occhi << Stai bene…tu stai bene >> sussurra con voce roca, più per sé stesso che per me. Getto le braccia introno al suo collo e affondo il volto nel suo incavo sinistro, lui ricambia l’abbraccio stritolandomi la vita << Sto bene Jorge! Adesso calmati >> << Credevo che ti avrei persa…io credevo che… >> << Lo so. So cosa credevi ma non è successo nulla. Sto bene, davvero. >> << In questo momento vorrei strangolarti con le mie mani Sweety…come ti è venuto di…hai messo a repentaglio la tua vita, lo capisci!? >> << Era per salvare la tua. Non avevo bisogno di pensare, in realtà non ne ho avuto neanche il tempo >> la nostra conversazione avviene in un sussurro tra noi, in modo che nessuno ci senta…e anche perché non avevamo le forze psicologiche necessarie per parlare ad alta voce. << Abbiamo sentito uno sparo, qualcuno è rimasto ferito? >> alla voce del commissario cerco di divincolarmi dall’abbraccio di Jorge anche se lui inizialmente si nega << Non possiamo stare tutto il tempo così, Jorge >> << Non mi importa >> sorrido alle sue parole e gli do un bacio sulla guancia, a rispondere al commissario è mio fratello << Per fortuna no. Quel pazzo squilibrato ha cercato di colpire il mio amico e mia sorella, inizialmente abbiamo pensato che fosse riuscito con uno dei due ma sembra che il colpo sia andato a vuoto, per fortuna >> << Jorge! Vieni >> riconosco la voce di mio cugino quando finalmente Jorge mi lascia andare, Diego mi lancia uno sguardo che non capisco mentre rimette in piedi Jorge e le ragazze vengono ad aiutare me. << Stai bene Tini? >> chiede premurosamente mia cognata << Sì ragazze, tranquille >>. << Fernando verrà accusato anche di tentato omicidio >> dice il commissario guardando quel farabutto << Era legittima difesa! >> protesta lui << Ne discuteremo in tribunale! Ora portatelo via >> << Commissario aspetti, solo un attimo >> lo supplico con le mani incrociate e lui fa un segno con la mano che le due guardie che scortano Fernando si fermano. Mi avvicino e lo guardo in faccia, mio fratello e il mio ragazzo lo hanno ridotto abbastanza bene. Ha sangue che gli scorre su tutta la faccia, probabilmente si risveglierà con gli occhi neri domani, ma una soddisfazione me la devo togliere << Questo Fernando, è per tutto quello che mi hai fatto >> stringo in pugno destro, raccolgo tutte le mie forze in esso e con decisione, come il mio insegnante di Kick mi ha insegnato colpisco lì dritto sul naso. Il suono del pugno è perfettamente udibile come il gemito di dolore di Fernando. << Ecco, ora potete portarlo via >> sorrido salutando con la mano. Quando si allontana guardo le mie nocche della mano destra, mi sono fatta male, non poco. << Ma dov’è finita Cassandra? >> osserva Lodo guardandosi intorno << Non mi importa nulla di Lei Lodo. L’importante è che questa storia sia finita e loro non facciano più parte della mia vita >> dico ormai sfinita. Mi avvicino a mio fratello e gli sorrido, lui mi abbraccia e mi dà un bacio sulla nuca << La mia sorellina >> << Grazie per avermi difeso Fran…sembravi un posseduto. Se non fosse arrivata la polizia lo avresti ucciso davvero >> << Perché non lo avevi capito? >>.
Il viaggio di ritorno a casa ci sembrò eterno, eravamo tutti stanchi, massacrati e distrutti, fisicamente e psicologicamente. Quando raccontammo tutto ai genitori di Jorge, questi rimasero scioccati e anche preoccupati…e sì in realtà credo volessero ammazzarci con le loro mani per aver agito senza dirgli niente ma insomma…tutto è bene quel che finisce bene. Io e i ragazzi dovemmo farci una doccia, eravamo pieni di terra e io avevo anche qualche livido. Mi guardo allo specchio, ho appena indossato un vestito leggero che uso per casa. Sento qualcuno bussare alla mia porta e senza esitare dico << Avanti >>. Jorge entra nella stanza chiudendosi la porta alle spalle. Gli sorrido e senza dire niente corre verso di me, posa le sue labbra sulle mie e cingendomi la vita mi solleva dal pavimento. Non posso fare a meno che ricambiare il bacio e continuare a sorridere. << È finita Sweety, questa storia è finita >> disse posandomi delicatamente coi piedi per terra << No Jorge, questa storia è appena iniziata >> rispondo accarezzandogli delicatamente la guancia destra. << Ascolta, dobbiamo farla finita con tutti questi segreti. Dobbiamo dire la verità a Fran una volta e per tutte. Adesso basta con i segreti >> << Glielo vuoi dire adesso?! Non ti pare che per oggi abbiamo già vissuto abbastanza emozioni? È stata una giornata mooolto intensa Jorge >> << Conto sul fatto sia stanco…sai effetto sorpresa >> << Non ci credo. A quest’ora e dopo tutto quello che è successo tu sei ironico e… >> << Hey. Non sono ironico. Ma la vita è breve e oggi ne ho avuto la seconda conferma Martina! Ho rischiato di perderti! Ora voglio godermi ogni istante con te senza nascondermi. Okay? >> Jorge posa la sua fronte sulla mia, sento il suo profumo invadermi le narici e lo adoro. << Ti sei messa il profumo? >> chiede avvicinandosi alle mie labbra, rido, sembra che stessimo pensando la stessa cosa << Nop. È il bagnoschiuma >> << Il bagnoschiuma…fa venire voglia di mangiarti…magari potremmo restare qui e… >> inizia abbracciarmi il collo facendomi ridere e chiudere gli occhi << E far venire direttamente mio fratello qui così!? Ma che grade idea! Proprio bella >> dico ironica mentre lui si allontana << Va bene ho capito, andiamo dagli altri >> << Saggia decisione >>. Prima di uscire mi ruba un ultimo bacio a fior di labbra e poi ci dirigiamo in salotto. I ragazzi sembrano essere tranquilli, Cande sta facendo un massaggio a Fran e Lodo e Diego sono sdraiati sul divano abbracciati. Domani saremo dovuti andare in commissariato per raccontare cos’era successo. << Hey ragazzi, dovremo dirvi una cosa >> annuncia Jorge. << Ti prego, ti supplico, se devi parlarmi di pazzi squilibrati, pedofili, depravati o maniaci da stendere, ti imploro, aspetta almeno che passi un mese >> lo supplica mio fratello strappando un leggero sorriso a tutti. Ad interrompere il momento è Denise la cameriera. << Scusate se interrompo, signorino Blanco c’è una signorina che insiste per vederla >> << Cosa?! Una signorina?! Adesso!? Alle 21:30?! >> << La signorina dice che è urgente… >> << Uuu…chi è Jorge? >> a quella domanda Diego si guadagna uno schiaffo dietro la testa da parte di Lodo. Mentalmente la ringrazio perché se non lo avesse fatto lei lo avrei fatto io. << Va bene Denise, falla passare >> la cameriera annuisce e annuncia all’ospita che può entrare in salotto. Davanti a noi si presenta una ragazza alta, ma non troppo, quanto me più o meno, qualche centimetro in più. Ha dei capelli rossi, è magra, ha la pelle bianca come le neve, i capelli rossi, lunghi e fluenti che le arrivano ai fianchi, gli occhi azzurri, le lentiggini sul viso…il viso è…ha un viso angelico. L’ho già vista da qualche parte ma non ho ancora messo a fuoco dove…mi volto verso Jorge. Lui è diventato pallido di colpo, come se avesse visto un fantasma, gli occhi spalancati come due finestre, e la bocca semiaperta per la sorpresa. E a quel punto riesco a capire chi è…<< Ciao Jorge >> anche la sua voce è angelica quella ragazza è…<< Angel >>







*Angolo autrice*
Yeyyyyyyy eccomiiii quiii...finalmente ho finito la scuolaaaaaaaa yeaaaaaaaaaaa e finalmente ho postato il capitolo...buuuu....sì sì lo so che mi state odiando, con calma, un po' alla volta eh? ^-^'' una giornata più intensa di questa secondo me non l'hanno mai vissuta. Secondo voi? Lo sooo che mi odiate e mi volete fucilare ma...hey! Non è finita la storia u.u ...(è appena cominciata) no dai scherzo lol però stiamo calmi, sì manteniamo tutti la calma...non è successo niente di grave no?
Allora, innanzitutto vorrei rignraziare tutte voi che avete atteso così pazientemente questo capitolo e non avete mandato a quel paese me e la storia visto tutto il tempo che l'ho lasciata incompleta e tutte le volte che non ho risposto alle recensioni...ma adesso cercherò di postare una volta a settimana come facevo prima *--* e...non so cercherò di farmi perdonare e rispondere alle recensioni ovviamente. Davvero grazie di cuore a tutte voi che continuate ad esserci chicas! Vi adoro e vi mando un grande bacio...non mi dilungo perché so che ci sono persone che stanno soffrendo che vogliono leggere e stanno aspettando lol, qundi posto e...il resto ve lo dirò la prossima volta...se non lo dimentico...niente sono troppo felice di essere tornata! Un bacio a tutte chicaaaaaaaasssssssss ❤ 

 

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Capitolo 35
*** Devastata. ***








~~Il silenzio regna sovrano nella stanza, è come se il tempo si fosse fermato, tutti sono immobili. << Ragazzi venite a…OH MIO DIO! >> Anahi che era appena entrata lascia cadere il vassoio che aveva tra le mani e poggiando una sulle labbra in segno di stupore resta immobile a fissare la ragazza. Riesco a malapena a distogliere lo sguardo da quella ragazza per poter guardare Jorge. << Tesoro! Cosa sta… >> anche Alvaro è entrato nel salone e le sue parole restano fluttuanti nell’aria. Quel momento sembra durare in eterno, per la seconda volta in una giornata mi sento paralizzata. << Jorge… >> ancora una volta la voce di lei pronuncia il suo nome, noto che ha gli occhi lucidi, le labbra serrate in una linea dura, deglutisce. All’improvviso corre verso di lui, afferra il suo volto tra le mani e preme le sue labbra su quelle di lui in un bacio a stampo intenso, molto intenso. Jorge continua a restare fermo con gli occhi spalancati mentre il mio corpo inizia a tremare, osservo attentamente come gli occhi verdi di Jorge si chiudono lentamente per ricambiare il bacio, posa le sue mani sul capo di lei per stringerla, come se avesse bisogno di sentire che lei è lì, come se non volesse farla scappare. Avete presente quelle scene stupende dei film d’amore? Quelle che ti fanno piangere per l’emozione, sì questa era esattamente una di quelle scene. Ma le lacrime che si stavano formando nei miei occhi non avevano nulla a che fare con emozioni positive. Sento un forte dolore al petto, come se il cuore si stesse lentamente rompendo in mille pezzettini, piccoli, freddi e taglienti pezzettini. Il mio stomaco inizia a rivoltarsi sottosopra, ho un martello pneumatico che continua a martellare la mia testa, eppure non sposto lo sguardo, neanche per un secondo, non ci riesco. Posso sentire il rumore del mio cuore andare a pezzi mentre il sangue mi pulsa nelle vene. Dopo quelli che mi sono sembrati secoli, vedo le loro labbra separarsi, lentamente, troppo lentamente. Le loro fronti si uniscono una sull’altra come se non potessero, non volessero separarsi. << Sarah… >> la voce di Jorge è un sussurro ma io da qui riesco a sentirla. << Sarah! Principessa! >> Anahi scoppia a piangere mentre a passo svelto si avvicina alla ragazza e la prende tra le sue braccia circondandole il collo. Dopo poco anche Alvaro si avvicina per abbracciarla. Jorge continua a fissarla ma lentamente il suo capo si gira, verso di me, come se si fosse appena ricordato della mia presenza. I suoi occhi incrociano i miei e si spalancano nuovamente come due finestre, la bocca semiaperta come se si fosse appena reso conto di aver fatto qualcosa di grave. Non riesco a guardarlo negli occhi, non ora. Chino lentamente lo sguardo e quando sollevo le mie mani per guardarle noto che stanno tremando, sono letteralmente fuori controllo. Metto le mani sotto le braccia per nasconderle. Tutto quello che vorrei adesso è sparire, che la terra mi inghiottisse, essere dall’altra parte del mondo o qualsiasi cosa ma non questa. Non vorrei essere qui. Non avrei voluto vedere quella scena. Non voglio continuare a vederla. VIA. VOGLIO ANDARE VIA. Ma non posso. Purtroppo non posso. Mi impongo di fermare seduta stante le mie lacrime prima che righino il mio viso. Quando rialzo la testa gli occhi di Jorge sono ancora su di me. << Non capisco…com’è possibile che tu…insomma…sei viva! >> la voce di Anahi è tremante, torno a concentrarmi sulla ragazza dagli occhi azzurri e i capelli rossi, sembra davvero un angelo. << È una lunga storia, ma sono venuta qui per raccontarvela >> “angel” posa la mano destra sull’avambraccio di Jorge richiamando di nuovo la sua attenzione su di lei. Jorge continua a guardarla incredulo, lei posa l’altra mano sulla sua guancia.   << E noi non vediamo l’ora di sentirla! Dico bene Jorge? >> Francisco si avvicina al suo amico poggiando una mano sulla sua spalla << Io sono Francisco, il suo migliore amico, lui è mio cugino Diego >> << L’altro migliore amico di Jorge! >> specifica mio cugino, successivamente Fran riprende la parola << Lei è Candelaria, la mia ragazza, Lodovica, la ragazza di Diego e infine mia sorella, Martina >>. I ragazzi la salutano con un bacio sulla guancia, noto come abbassa timidamente lo sguardo e arrossisce, Lodo e Cande accennano un sorriso mentre io resto impassibile. Giuro, mi sforzo di sorridere ma non ci riesco. << Sarah…co-cos’è successo? >> finalmente Jorge sembra aver recuperato la lingua, anche se la sua voce è tremante, ancora scioccato, ancora incredulo. << Ehm…vogliamo sederci? Così vi spiego tutto >> suggerisce la ragazza, Jorge annuisce e poi da bravo cavaliere si sposta per farla passare. Sarah si siede sul divano, Jorge accanto a lei, sua madre, suo padre, tutti prendono posto. Tutti tranne me. La verità è che sto cercando una scusa per andarmene. Sto facendo appello a…a tutte le mie forze per continuare ad essere qui ma non ce la faccio. Eppure so che se me ne vado richiamerò l’attenzione di troppe persone e l’ultima cosa che voglio in questo momento e parlare con qualcuno. << Sorellina che fai lì in piedi? Dai vieni qui! >> Francisco batte la mano sul posto accanto a lui sul divano. Mi stringo ancora di più nelle braccia e mi siedo accanto a lui. Sarah prende fiato e poi inizia a raccontare << So che i miei genitori ti hanno detto che ero morta…ma non è così >> i suoi occhi sono fissi in quelli di Jorge, come se stesse parlando solo a lui. << Sono stata in coma per…per due anni circa… >> << Due anni?! >> Jorge la interrompe sorpreso da quelle parole. Sarah deglutisce e lentamente annuisce col capo sbattendo le palpebre, fa fatica a raccontare questa storia, lo so, si vede. << Tuttavia i miei non hanno mai voluto staccare la spina. Così grazie a…a qualche miracolo divino mi sono svegliata dal coma >> sembra che cerchi di decifrare la reazione di Jorge, io non voglio guardarlo. << Però…al mio risveglio non sapevo nulla, non ricordavo nulla. Avevo perso la memoria, non sapevo più chi ero, chi erano i miei genitori, non…sapevo più nulla >> la sua voce è tremante, Jorge posa una mano sulla sua. Ho un groppo in gola che mi impedisce di parlare, non che abbia voglia di farlo ovviamente. << Ho cominciato a vedere uno psicologo e a recuperare pian piano qualche ricordo fino a quando… >> fa una breve pausa e poi riprende << Fino a quando un mese fa più o meno ho trovato una scatola con delle foto, foto tue, foto nostre, video, canzoni…tutto. La mia vita è cominciata a scorrermi davanti come un film, come un flashback >>. Sentire questa storia diventa una tortura sempre più grande. Lei ha recuperato la memoria grazie a lui. In modo indiretto ma comunque grazie a lui, come se…come se il loro…il loro a…come se potesse vincere tutti gli ostacoli.  << E così…hai recuperato la memoria? >> si azzarda a chiedere Jorge << Sì. Il nostro prima incontro, i nostri discorsi, l’incidente…tutto. Ma non capivo…non capivo perché tu non eri più venuto da me, non capivo perché non eri al mio fianco. Quando raccontai tutto ai miei e chiesi spiegazioni mi dissero che ti eri trasferito, che te ne eri andato salutando sia loro che me e basta. Non potevo credere che tu mi avessi fatto una cosa simile. Non volevo crederlo! >> << Infatti non è andata così Sarah devi credermi! >> << Lo so! Lo so…involontariamente ho sentito una conversazione dei miei dove parlavano di quello che sarebbe successo se io avessi scoperto la verità. Ho sentito…tutte le cose brutte che hanno detto di te…quelle che hanno detto a te >> Sarah posa lei sue mani sulle guance di lui e lo guarda fisso negli occhi << Jorge levati dalla testa questa stupidaggine che è stata colpa tua okay? I miei genitori erano arrabbiati e…lo sai che ti odiano. Non erano obiettivi, non lo sono mai stati con te. Quell’incidente è avvenuto solo ed esclusivamente per colpa mia e della mia impulsività okay? >> Jorge Annuisce lentamente con il capo mentre delle lacrime silenziose scendono dai suoi occhi. Un altro pugno allo stomaco. Basta. Devo andarmene. << Sono stato uno stupido. Non avrei dovuto credergli. Hanno detto che non volevano che venissi al funerale ma avrei dovuto insistere! Se lo avessi fatto ora… >> << No Jorge! No! Quello che è successo dopo l’incidente è solo colpa dei miei genitori e del loro egoismo! >> << No Sarah! È anche colpa mia! Dovevo insistere e… >> << Jorge! Eri solo un adolescente e…ed eri devastato in quel momento. Non prenderti colpe che non ti appartengono. Ciò che conta è…che ora è tutto finito. Tutto. >> Jorge inizia a piangere come se fosse un bambino, un bambino piccolo e indifeso, vederlo così mi devasta, ma ancora di più mi distrugge vedere come Sara lo attira a sé stringendogli il collo, in modo da nascondere il volto di lui nell’incavo del suo collo. Lui ricambia l’abbraccio cingendole la vita e io davvero non reggo più. Mi alzo in piedi << Scusatemi ma…sono stanchissima >> << Tesoro ma la cena… >> << No Anahi. Grazie ma non ho fame. Voglio solo andare a dormire >> << Ma sorellina >> << VOGLIO SOLO ANDARE A DORMIRE! >> urlo contro Fran guardandolo negli occhi. Il suo sguardo spiazzato e confuso mi fa capire che ho sbagliato. Merda. Non dovevo cedere così ai miei nervi. Decido che la cosa migliore da fare e non aggiungere un’altra parola, chino il capo e a passo svelto mi dirigo verso la mia stanza. Mi sono sforzata così tanto di non attirare l’attenzione e ora stavo per mandare tutto al diavolo. Entro nella mia stanza e chiudo la porta a chiave. Questa volta perché non voglio vedere nessuno. Mi lascio scivolare con la schiena contro la porta fino a sedermi accasciata a terra. Le lacrime che fino ad ora avevo trattenuto esplodono tutte insieme. Mi sento come se qualcuno mi stesse prendendo a pugni in questo momento. Affondo le unghie delle dita nelle braccia graffiandomi, nella speranza di sentire qualcosa, qualcosa come un dolore fisico che la smetta di farmi sentire questo…questo straziante dolore che coinvolge ogni cellula del mio corpo. Ma la verità è che non sento nulla, non mi faccio niente. Non c’è niente che possa annullare questo dolore. È diverso dal dolore che provavo quando pensavo a Fernando…non lo credevo neanche possibile ma…questo fa ancora più male. Molto più male. Ti corrode dentro, brucia tutto ciò che hai in corpo, anima compresa e alla fine…alla fine resta vuoto, senza anima, senza nulla, indolenzito, straziato, consumato. Con fatica mi alzo in piedi tenendo la mano sinistra intorno al mio stomaco implorando che la smetta di farmi così male. Ho la vista offuscata a causa delle lacrime. Mi getto sul letto e affondo il volto sul cuscino, in modo che nessuno a parte me possa sentire i miei singhiozzi, le mie lacrime, la mia voce. Sento come se avessi una crisi nervosa. Non smetto di piangere e urlare nel cuscino per affogare le mie grida. Sento qualcuno bussare la porta, sono Lodovica e Candelaria. Cerco di trattenere il respiro per fermare il pianto in modo che pensino che stia dormendo. Sembra funzionare, dopo poco vanno via. Ho bisogno di stare sola, non voglio niente e nessuno. Voglio stare sola. Ho perso il controllo del mio corpo, continuo a tremare come se avessi le convulsioni e soprattutto non riesco a smettere di piangere, singhiozzare. Non riesco a respirare. I miei occhi bruciano, sonno stanca, la mia vista è sfocata ma la sveglia segna le 2:00. Chiudo gli occhi pregando che tutto questo finisca, non ce la faccio più, ti prego Dio basta, aiutami a smettere. Aiutami. Chiudo gli occhi e non so come né quando riesco ad addormentarmi. Per la prima volta dopo tanto tempo da sola, nella mia stanza, senza incubi…né sogni.
Una canzone familiare comincia a risuonare nella stanza, è la suoneria del mio telefono. Allungo la mano sul comodino per riuscire ad afferrarlo e senza vedere lo schermo né nulla rispondo. << Pronto? >> << Sorellina, saresti così gentili da APRIRMI la porta della TUA stanza e magari dopo spiegarmi PERCHE’ l’hai chiusa a chiave? >> la voce di mio fratello suona un tantino snervata. Dannazione! Perché ho risposto?! Perché?!
<< Fran…ho ancora sonno >> << Ma dai Tini! La colazione è pronta >> << Non ho fame! >> << Cazzo Tini! Che ti prende?! Apri questa dannata porta. Ora. O ti giuro che la butto giù >> Francisco mi attacca il telefono in faccia e comincia a prendere a pugni la porta ordinandomi di aprirla. Sospiro rassegnata, mi passo le mani sul volto, gli occhi mi bruciano ancora. Mi dirigo verso la porta e la apro << Finalmente! Era o…ma cosa… >> Francisco posa il suo indice sotto al mio mento sollevandolo per obbligarmi a guardarlo negli occhi. << Hai gli occhi gonfi…hai pianto? Cos’è successo? >> << Io…io ho avuto un incubo. C’era…Fernando e… >> vago con lo sguardo altrove ma quando ritrovo quelli di mio fratello riesco a vedere il suo dolore, stringe le labbra in una linea dura e poi mi stringe a sé << Perché non sei venuta in camera mia sorellina? >> << Non volevo disturbarti per queste sciocchezze…eri con Cande… >> << Cande avrebbe capito! Si sarebbe sicuramente messa lei nella tua stanza. E tu non disturbi mai >> mio fratello mi accarezza i capelli poi stringe la mia testa tra le sue mani << La prossima volta vieni da me. Sono tuo fratello dannazione! Lascia che ti aiuti >> oh Fran…mi fa male mentirti, tu non te lo meriti, ma che scelta ho? Annuisco col capo una volta e lui mi dà un bacio sulla fronte. << Dai, andiamo a fare colazione >> << Sì >> acconsento, mentre camminiamo sentiamo il rumore di una porta aprirsi, è la porta della stanza di Jorge, ma la persona che esce da lì non è lui. << Buongiorno Francisco, buongiorno…Martina giusto? >> << Buongiorno a te Sarah! >> mio fratello gli sorride, io non riesco a risponderle quindi mi limito a fare un cenno col capo per salutarla. Ha dormito nella sua stanza. Ha dormito con lui…insieme. << Io vado a fare una doccia e poi arrivo >> dico rivolta mio fratello e senza aspettare risposta mi dirigo verso il bagno. Non può essere, non posso piangere di nuovo, non voglio. Mi tolgo rapidamente i vestiti e mi getto sotto la doccia aprendo l’acqua calda. Getto il capo all’indietro, non voglio pensare. Come si fa a smettere di pensare, come!? Le lacrime tornano a rigare il mio viso confondendosi con il getto d’acqua che mi scorre addosso. Ha dormito tra le sue braccia. Credo di essere rimasta nella doccia per più di mezz’ora. Mi faccio forza ed esco fuori, indosso l’accappatoio ed entro nella mia stanza. Prendo la maglietta a giro maniche bianca, i pantaloncini di jeans a vita alta e vado a fare colazione. Tutti sono a tavola, Sarah è seduta al mio posto accanto a Jorge, stanno parlando e ridendo. Mi blocco non riuscendo ad avanzare << Hey cuginetta! Buongiorno! >> Diego mi guarda e sorride, così tutti quanti si voltano verso di me << Sorellina vieni, ti ho conservato il posto >> Francisco indica la sedia posizionata tra lui e Sarah. Deglutisco e mi siedo a tavola << Buongiorno a tutti >> dico con un filo di voce senza guardare nessuno in faccia. << Tesoro ho fatto riscaldare il cappuccino, prendi >> Anahi mi serve la tazza alzandosi da tavola << Grazie Anahi >> mi sforzo di sorriderle. << Oggi non volevi alzarti dormigliona? >> Diego mi getta qualche cerale addosso per scherzare ma non sono dell’umore quindi mi limito a rispondere << No, avevo sonno >>. Sto per prendere la scatola di cereali quando la mia mano si scontra quella della ragazza seduta alla mia destra. << Oh, scusa >> mi sorride ritirando la mano e facendomi segno di prendere la scatola di cereali per prima. Resto in silenzio e prendo i cereali per versarli nella mia tazza. << Sarah domani potresti venire con noi a visitare l’università, che ne dici? >> suggerisce mio fratello << Sì mi piacerebbe molto! Tu che ne dici Jorge? >> continuo a giurare il cucchiaio nella mia tazza, non sento la risposta di Jorge, << Jorge? >> lo richiama ancora “angel” a quel punto con la coda dell’occhio lo guardo, stava fissando me. << Ehm sì, certo! >> << Sì certo cosa Jorge? >> evidentemente Sarah ha capito che non lo stava ascoltando. << Ehm…scusa non ti stavo sentendo >> Jorge è mortificato, mi aspetto che la ragazza al mio fianco si arrabbi e invece quello che fa è scoppiare a ridere. Una risata vera, spontanea, una di quelle che ti coinvolgono. Jorge la guarda e sorride. Basta. Queste scene non le reggo. << Ho finito, con permesso >> mi alzo da tavola e io mio fratello mi afferra il polso << Dove vai? >> << In camera mia >> rispondo scrollando le spalle << Noi adesso andiamo a fare un giro, non vieni? >> << No, non mi va. Sto…aspettando una chiamata >> dico per cercare di svignarmela. Fran arriccia il naso inarcando un sopracciglio << Che chiamata? >> << Lavoro. La settimana scorsa sono andata al centro commerciale a chiede se avevano bisogno di qualche commessa. Oggi mi avrebbero chiamato per farmi sapere. Quindi preferisco stare qui >> << Scusa che ti cambia se ti chiamano mentre sei per strada? Non puoi arrivare al centro commerciale a piedi da sola >> << Posso farlo con il pullman okay? Fran lasciami respirare per favore! Mi stai troppo addosso! >> libero rapidamente il mio polso dalla stretta di mio fratello e torno nella mia stanza. Mi chiudo la porta alle spalle, mi siedo sul letto e prendo le mie cuffie dal cassetto. Quando mi metto a sedere mi ritrovo davanti Lodo e Cande. << Che c’è? >> chiedo guardandole interrogativamente. << Senti Tini, okay che Fran può essere opprimente ma mettiti nei suoi panni. Cerca di stare più attento a te perché pensa di non averlo fatto abbastanza in passato >> dice Cande, io roteo gli occhi << Lo so Cande. Ma non mi sta bene che sia così soffocante. Non lo sopporto. >> << Tu non sopporti un’altra cosa, o meglio, qualcuno >> afferma Lodovica avvicinandosi al mio letto. Deglutisco. << Non voglio parlarne. Per favore uscite fuori dalla mia stanza. Ho bisogno di stare sola. >> << Per quanto tempo ancora? Non puoi fare così per tutto il tempo! Devi affrontare questa cosa Martina! Parla con Jorge! >> mia cognata si agita con le mani mentre parla e mi fissa dritto negli occhi. Mi alzo sulle ginocchia mettendomi davanti a loro << Dovete farvi i fatti vostri. È un problema mio. Non voglio essere aiutata okay? >> << Ma siamo tue amiche e… >> la interrompo << No Lodo. No. Se siete mie amiche dovete capire che in questo momento voglio stare da sola. Non voglio né vedere né parlare con nessuno. Se volete aiutarmi assicuratevi di stare fuori tutto il giorno fino a tardi. Così non sarò costretta a vedere…quella >>. Non riesco a dire il suo nome ad alta voce. Lodovica e Candelaria si scambiano uno sguardo. << Come vuoi…ma prima o poi dovrai affrontare questa situazione. Andiamo Lodo >> Cande apre la porta facendo uscire prima la mora e poi seguendola. Torno A sedermi sul letto mettendo le cuffie nelle orecchie e collegandole al mio cellulare. La prima canzone che parte è “We found love” di Rihanna. So che mio fratello non merita di essere trattato così, neanche Lodo e Cande in realtà lo meritano. Loro sono le uniche a parte me che si comportano in modo freddo e distaccato con quella ragazza. E so che lo fanno per me. Come faccio ad affrontare questa situazione? Qual è il modo giusto per affrontarla? Non so più cosa pensare, dire, fare. Ma la verità è che non voglio né dire, né fare, né pensare. Niente. Vorrei poter stare confinata qui dentro per sempre, magari come la bella addormentata nel bosco. Cadere in letargo e risvegliarmi quando tutta questa storia sarà finita. Dalla mia playlist la voce di Jesus Navarro dei Reik comincia a cantare “Te fuiste de aqui”. Perfetta per il mio stato d’animo direi.
Te ne sei andata da qui, senza pensarci. Hai detto che non mi amavi più. Io ti ho supplicato resta qui. Non so cosa farei senza te, non credo di sopportarlo.
Le lacrime minacciano nuovamente di bagnare le mie guance ma io non voglio.
Te ne sei andata da qui tutto è finito. E piange la mia anima in solitudine. La vita mi ha messo insieme a te. Mai avrei potuto predire. Sarei diventato il tuo passato.
Sembra che stia cantando apposta per me. Il ritornello…
Te ne sei andata da qui, hai trovato un’altra vita. Te ne sei andata da qui, hai sotterrato la mia. Benché tu non ci sia, io continuo a respirare quell’amore.
Te ne sei andata da qui, hai scoperto altre braccia. Hai cancellato i miei baci, mi hai fatto a pezzi. E fa male vedere che hai dato ad un altro il tuo cuore.

Canticchio le parole della canzone mentre flashback dei momenti di ieri sera appaiono nella mia mente. Il momento in cui lui piange, lei lo abbraccia, il suono del mio cuore che si frantuma in mille pezzi. Il bacio. Quel dannatissimo bacio.
Te ne sei andata da qui tutti in silenzio. Sono rimaste le orme del nostro amore, noo. Sogno di abbracciarti ancora. Mi sveglio e non ci sei. Sto affogando nel vuoto.
Ora arriva la mia parte preferita.
E sento ancora nell’aria, che mi accarezza la tua voce. Mi hai rubato la luna, il cielo e le stelle.
Se questo è amore io non voglio provarlo. Non voglio. Jesus sussurra il ritornello della canzone mentre gradualmente ritorna al ritmo originale. Affondo il volto tra le mie mani e queste maledette lacrime che mi stanno consumando dentro e fuori si fanno nuovamente spazio sulla mia pelle. Mi stringo le ginocchia al petto con tutta la forza che ho nelle braccia. Non si può esprimere con le parole il dolore lacerante che si prova qui dentro, nel mio corpo. Sono…devastata. In tutti i singoli sensi delle lettere che compongono questa parola. Questo è il dolore più grande che una persona possa provare. La canzone finisce con l’ultima frase
Ohh ohh. Hai dato, ad un altro il tuo cuore.
Per ironia della sorte la canzone successiva è “Me duele amarte” sempre dei Reik. Sono masochista a sentire queste canzoni in questo momento? Forse sì. Forse no. Forse sono solo la mia valvola di sfogo. Fatto sta che se potessi vorrei far tornare indietro il tempo. Come ieri sera affondo le mie unghie, nei polpacci questa volta, sempre nel vano tentativo di sentire qualcosa. Qualcosa che non sento. In breve tempo mi ritrovo nello stesso stato pietoso di ieri, il volto affondato nel cuscino, il corpo indolenzito, distrutta psicologicamente e fisicamente.
<< Martina. Martina tesoro, svegliati >> sento una voce dolce e familiare chiamarmi. Quando apro faticosamente gli occhi vedo quelli Anahi, il suo sguardo preoccupato e pensieroso. << Anahi… >> << Martina qualcosa non va? Che succede? >> << I-io…niente perché? >>. Anahi si incupisce ancora di più << Ero venuta a chiamarti per il pranzo, ci siamo solo noi ed Alvaro. I tuoi occhi sono così… >> cerca di avvicinare la sua mano ai miei occhi ma io la fermo afferrandola. << Sto bene Anahi andiamo…andiamo a mangiare >> mi alzo rapidamente dal letto e mi dirigo in salone, non voglio rischiare di rispondere male anche a lei.  Per il resto del giorno restai stesa sul mio letto, mi addormentai ancora, dormire mi impediva di pensare e andava bene. Distrattamente mi chiesi cosa stessero facendo in questo momento i ragazzi…lei e Jorge. Presi il cuscino e lo poggiai sopra la testa, mi maledissi per aver anche solo sfiorato questo pensiero. A cena eravamo nuovamente solo noi. Erano le 23:00 e ancora una volta mi sono confinata nella mia stanza a sentire la musica con le cuffie. All’improvviso qualcuno fa irruzione nella mia stanza, sollevo lo sguardo e con mia sorpresa mi ritrovo davanti l’ultima persona che mi aspettavo di vedere. Con un gesto mi toglie le cuffie dalle orecchie posandole sul letto. << Sweety dobbiamo parlare >> << MARTINA. Mi chiamo MARTINA non SWEETY! E io non voglio parlare con te! >> riprendo le cuffie e le rimetto in testa, nuovamente lui le toglie << Martina non fare la bambina >> << Jorge VATTENE. >> << No, non me ne vado se prima non parliamo >>. La rabbia comincia a pulsarmi nelle vene. Mi alzo dal letto e mi metto in piedi di fronte a lui << MA CHE CAVOLO VUOI DA ME!? VATTENE! IO NO TI VOGLIO PARLARE LO CAPISCI!? >> << Martina… >> << MARTINA UN CORNO! ESCI SUBITO FUORI DALLA MIA STANZZA JORGE! VATTENE VIA! >> comincio a prenderlo a pugni sul petto ripetutamente fino a quando lui non mi blocca i polsi << STA CALMA! NON URLARE DANNAZIONE! >> << NO!!! IO NON STO CALMA! NON VOGLIO STARE CALMA! VOGLIO SOLO CHE TU TE NE VADA! VAI! SPARISCI! >> << SMETTILA DI URLARE COME UNA PAZZA ISTERICA! >> << NO!!! VATTENE!!! >> comincio a prenderlo a calci mentre urlo. All’improvviso lui mi incatena facendomi girare, la mia schiena contro il suo petto e le mie braccia bloccate intorno al mio corpo dato che mi tira per i polsi << PERCHE’ FAI COSI’?! CALMATI! >> << NOOOO LASCIAMI!!! >>. Nella stanza arriva anche un’altra persona << HEY MA CHE CAVOLO STA SUCCEDENDO QUI?! PERCHÉ URLATE?! >> è Francisco << JORGE! CHE CAVOLO STAI FACENDO?! LASCIALA ANDARE COSÌ LE FAI MALE!!! >> finalmente sembra dare ascolto a mio fratello e mi libera. Io mi allontano tornando di fronte a lui << MI SPIEGATE CHE SUCCEDE?! >> << Niente Fran… >> << Niente?! Jorge l’ultima volta che l’ho vista avere una crisi del genere è stato PER QUEL PORTATILE. E la storia non era esattamente NIENTE. Quindi ora sareste così gentili da SPIEGARMI?! >> Francisco guarda prima lui e poi me. Vedo Sarah sulla soglia della porta che osserva la scena. << Sì da Jorge, raccontiamogli tutto. Vuoi farlo tu o lo faccio io? >> dico incrociando le braccia. Jorge sgrana gli occhi guardandomi con stupore. << Volevi parlare no? Allora parliamo! >> insisto guardandolo con rabbia. In questo momento le probabilità che Fran gli spacchi la faccia sono molto alte.


*Angolo autrice*
Beh che dire...vi è piaciuto il capitolo? ^-^'' ...sì lo so, mi volete ammazzare ma se vi consola saperlo mentre scrivevo la scena di Tini mi veniva da piangere._.-._comunque a mio parere la scena più bella è stata quella finale. Martina ha agiuto di impulso, per la rabbia. Ma ora cosa succederà tra Fran e Jorge? E soprattutto tra Tini e Jorge! Perché in fondo non sono riusciti a parlare...per ora. Figura molto importante in questo capitolo è ovviamente quella di Sarah. Ci ha raccontato la sua storia e ci ha dato delle spiegazioni, quante di voi la odiano? (lo so, tutte) beh ma per ora non ha fatto nulla di male no? ^-^'' Cioè almenon non di sua spontanea volontà. No okay basta sto zitta. Tipo che voi leggete questo angolo autrice e mi volete ammazzare mentre lo fate *deglutisce* immagino la scena. Va beh almeno sono stata di parola no? Una volta a settimana avevo detto 😅 vi alleggerisce un po' sapere che manca solo una settimana al prossimo capitolo?........
Va beh io vi voglio sempre bene anche quando voi volete uccidermi quindi vi mando dei baci e vi dico ALLA PROSSIMA SETTIMANAAAAAAAA 😁😁😁

  

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Capitolo 36
*** Dolore come Amore ***








Jorge sembra essersi paralizzato. Continua a guardarmi negli occhi senza fiatare. Francisco è confuso continua a guardare lui e me e so che sta impazzendo. Sospiro. Non posso farlo, non per Fran. È il suo migliore amico. Mi copro il volto con le mani. << Okay. Basta. Jorge vattene. Lasciami da sola con Fran >> << Cosa?! >> questa volta è mio fratello che mi guarda con gli occhi spalancati. Mi strofino gli occhi con la mano destra, questa situazione è così esasperante. Faccio confusione a prendere delle decisioni. << Parlo io con te, ti spiego io. Jorge lasciaci soli >> << No, non puoi io… >> << ESCI FUORI! >> ancora una volta mi ritrovo ad urlargli contro e non ce la faccio più neanche ad urlare. In realtà non vorrei neanche essere costretta a parlargli. << Jorge esci di qui perché altrimenti ti faccio uscire io a calci te lo giuro. Mi sto innervosendo. >> Francisco indica la porta la porta con la mano, il fatto che si stia alterando è abbastanza evidente. Lo sguardo di Jorge passa da me a Fran mentre lentamente si rassegna ed esce dalla stanza, finalmente direi. Vedo Sarah allontanarsi prima che Jorge si giri, lui chiude la porta e io tiro un sospiro di sollievo. << Mi spieghi che sta succedendo? >> mi implora mio fratello mentre mi guarda. Mi siedo sul mio letto e faccio segno a Fran di raggiungermi battendo il palmo sul materasso. << Vieni >> dico guardandolo, lui si siede accanto a me. << Fran promettimi che non ti arrabbierai con Jorge >> lo guardo negli occhi, mio fratello stringe i pugni e li strofina sui suoi jeans << Non faccio promesso che non sono sicuro di poter mantenere >> risponde sostenendo il mio sguardo, io annuisco col capo, lo so benissimo. << Il fatto è che…io mi sono innamorata di lui >> << COSA?! >> Fran scatta in piedi ma io gli afferro il polso << Lasciami finire! Siediti >> lo imploro tirandogli il braccio. Anche se con fatica sembra darmi retta. << Non è un capriccio Fran, io mi sono davvero innamorata di lui ma…non puoi fargliene una colpa. Non è colpa sua, lui non ha fatto…niente per farmi innamorare >> posai lo sguardo sul pavimento. Beh in fondo non sto mentendo…non del tutto. Se mi sono innamorata di Jorge è solo per come lui è fatto. Non posso fargliene una colpa, sarebbe stupido da parte. << Tuttavia lui mi ha respinta, ha detto che mi vuole bene ma mi vede solo come una sorella minore >> << Da quanto tempo Martina? >> << Da due mesi più o meno…quando gliel’ho confessato un mese fa abbiamo deciso di non dirti niente per…per il bene comune. Non volevo che tu litigassi con lui a causa mia, tanto meno per una scemenza del genere >> << Ma…Tini magari è solo una cottarella che presto passerà >> stringo i denti, so che non è così. Lo so perché non è l’orgoglio quello che mi fa più male in questo momento, ma il cuore. Mi sforzo di sorridere << Sì, magari hai ragione >> << Sì ma non capisco perché stavate urlando?! >> << Perché… >> stringo i pugni mentre cerco di elaborare quanto prima una frase di senso compiuto che sia credibile << Perché Jorge ha visto che sto male, così ha capito che il motivo poteva essere lui…cioè il motivo è lui. Perché pensavo…pensavo che prima o poi sarei riuscita a conquistarlo ma con…Sarah… >> dire il suo nome è come avere un coltello alla gola che ti taglia la testa lentamente. << Ed è così Martina? Davvero tu ce l’hai con lui per questo? >> << Sì… >> mio fratello posa la mano sotto al mio mento costringendomi a voltarmi verso di lui. << Tini...non è colpa sua se non prova niente per te. Ma credimi è meglio così. Perché se poi vi foste innamorati davvero io sono sicuro che tu avresti sofferto molto. Sì perché…voglio bene a Jorge ma lui non è il tipo da “fidanzate”…a meno che quelle non si chiamino Sarah >> un’altra pugnalata al cuore. Lui pensava che Sarah fosse l’unica persona che Jorge potesse amare. Beh in fondo mi sta bene. Lo avevo capito fin dall’inizio che lui era un disastro. Che una storia con lui sarebbe stata anche peggio. Ma sono stupida, dovevo andarci a sbattere la testa da sola per capirlo. Ma come poteva essere falso qualcosa di così vero? Come?! << Sorellina, devi cercare di reagire, non ne vale la pena stare chiusa qui tutto il giorno. Vedrai che prima o poi anche tu troverai la tua anima gemella. >> Fran mi attira a sé e mi lascia un bacio sulla nuca. Ho bisogno di stare sola. Ancora. << Fran per favore, vattene >> << Ma Tini… >> << Sul serio, ho bisogno di stare sola adesso. Almeno…almeno per cinque minuti >>. Mio fratello mi guarda titubante, quando finalmente acconsente a lasciarmi sola nella stanza. Mi getto sul letto a pancia in giù. Percorro mentalmente la mia storia Jorge, sono passati sette mesi quasi da quando sono arrivata qui. La quantità di cose che sono successe mi hanno letteralmente sconvolto la vita e lui fa parte di ogni minimo particolare.

*Flashback*
<< Forza Martina! Liberati! >> mi sprona mentre io con gli occhi chiusi, stringo i denti e cerco di liberare le braccia ma non ce la faccio è tutto inutile, dannazione! Poso le mie labbra sulle sue, lui reagisce subito rispondendo e con la stessa lentezza con cui mi sono avvicinata, mi allontano. Oh. Mio. Dio. È stato un bacio breve, ma intenso. Come risvegliata da un sortilegio sbatto due volte le palpebre << S-scusa. I-io non… >> balbetto guardandolo negli occhi imbarazzata, cos’ho fatto? In uno sbattere di ciglia le sue labbra si fiondano sulle mie senza lasciarmi via di scampo, chiudo istintivamente gli occhi rispondendo a quel bacio passionale, carico di desiderio, di attrazione di…
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Sospiro. << Sono complicata >> dico guardandolo negli occhi, con fermezza e con coraggio cosa che fino a pochi secondi fa non avevo. << Avremo un amore complicato >> lui sorride scrollando le spalle, come al solito ha risposta pronta e il sorriso indelebile sul viso << Non mi sono mai piaciute le cose facili, le cose facili sono noiose >> continua negando col capo.  Dio quant’è difficile. << Jorge io… >>
*Fine flasback*

 Tutti quei gesti, quelle parole, quelle promesse, quegli occhi…potevano mentire i suoi occhi? Mi rifiutavo di crederlo eppure non trovavo altra spiegazione. Perché altrimenti le cose sarebbero andate così? Ho conosciuto l’amore, sì ma anche il dolore. È sorprendente come spesso questi due sentimenti si trovino sulla stessa lunghezza d’onda. L’amore legato al dolore e viceversa. Non voglio credere che tutto quello che c’è stato tra noi sia stata una menzogna, non posso crederlo. I suoi baci, le sue carezze, i suoi gesti, la sua attenzione nei miei confronti. Non erano falsi, no. E allora cos’è successo? Mi ha visto semplicemente come un rimpiazzo di Sarah? Possibile? Mi sento così confusa, così debole, così impotente. Chiudo gli occhi, voglio addormentarmi ancora, di nuovo, sì, lo voglio fare per impedirmi di pensare…magari con la speranza che mi risveglierò quando tutto ciò sarà finito.
La luce del sole mi irrita gli occhi. Qualcuno bussa alla mia porta << Sorellina muoviti! Dobbiamo andare al college >> sbuffo e mi strofino la faccia << Non mi va >> << Dai Tini! Muoviti >> << No! >> poggio il cuscino sulla faccia per riuscire ad avere un po’ di pace e smettere di sentire mio fratello. Dopo qualche minuto la porta della mia stanza viene letteralmente sbaragliata. Alzo gli occhi al cielo esasperata mentre tolgo il cuscino dal volto << Buongiorno dormigliona! >> esclama Cande entrando in camera mia e cominciando ad aprire le finestre << Aaah no! Cande chiudi! Mi dà fastidio >> << Su su, ti abbiamo portato la colazione a letto. Il sole è alto e l’università ci aspetta >> afferma Lodo posando un vassoio sul mio comodino. << Non voglio venire >> << Devi venire. Non puoi perderti altre lezioni, gli esami sono vicini, lo sai >>. Sbuffai, Cande aveva ragione, dovevo sforzarmi di andare avanti, continuare la mia vita. Le ragazze fecero colazione con me nella mia stanza e appena finito mi trascinarono in bagno. Feci una doccia e sperai di non incontrare né Jorge né la sua amichetta. Misi un paio di jeans bianchi stretti, le Nike nere, un t-shirt azzurra e bianca. Guardai un ultima volta il mio riflesso allo specchio. Volere o meno dovevo incontrarli, non avevo alternative. << Sorellina! Sei pronta? >> << Sì! Arrivo Fran >> mi dirigo verso l’entrata e con mia sorpresa le uniche persone che trovo sono Fran, Diego, Cande e Lodo. Mi guardo intorno per assicurarmi che ci siano davvero solo loro. Francisco solleva le chiavi dell’auto << Guido io. Jorge e Sarah hanno preso la Ferrari. Sette persone in una macchina è un pochino troppo >> mio fratello e Diego ridono, io chino il capo. Non so se essere felice o sentirmi ferita. Probabilmente entrambe le cose. Sono grata del fatto che non li ho davanti agli occhi ma allo stesso tempo pensare che sono da soli, insieme…dannazione! Non riesco a fare a meno di pensarci. << Su andiamo >> Fran sale in macchina e Cande accanto a lui, Io, Lodo e Diego sediamo dietro. Quando arrivammo all’università Jorge e Sarah ci stavano aspettando all’entrata, chinai lo sguardo ma notai che entrambi erano silenziosi.  << Hey Sarah! Allora sei pronta a fare un giro per l’istituto? >> chiede Fran avvicinandosi a lei. << Oggi ti faremo divertire >> Diego poggia un braccio intorno al collo della ragazza e lei sorride timidamente << Non vedo l’ora >> sussurra guardando Diego. Tutti quanti iniziano ad entrare, Jorge resta fermo poggiato allo stipite della porta. Quando gli passo davanti mi afferra il polso << Sweety... >> lo ritraggo in fretta. È inutile negare che il contatto con la sua pelle continua a farmi venire la pelle d’oca. << Martina. Mi chiamo Martina, devi chiamarmi Martina. Okay? >> cerco di parlare a bassa voce in modo che solo lui possa sentirmi ma la verità è che non posso nascondere la mia rabbia << Okay. Martina. So quello che hai detto a Fran e… >> << Non mi interessa. L’ho detto per Fran. Non per te. Ora se vuoi scusarmi devo andare in classe prima che cominci la lezione >> non gli lascio il tempo di rispondere, mi affretto a camminare lungo il corridoio e raggiungere le ragazze mettendomi sotto i loro bracci. << Lodo, noi andiamo a lezione vero? >> chiedo guardandola << Sì certo, se è quello che vuoi andremo a lezione >> << È quello che voglio >> << Okay >>.
<< Guarda guarda, un’altra gatta morta che si è unita al gruppo >> OH NO. ANCHE LEI NO. Sospiro riconoscendo la voce di Tiffany e poi sollevo il capo per guardarla. Sta parlando con Sarah << Tiffany lasciala in pace >> sospira Jorge, la bionda lo guarda con gli occhi sgranati << Jorge! Ma perché ti ostini a difendere tutte…queste nullità quando potresti vivere me e insomma tu lo sai, noi potremmo essere la coppia perfetta. >> lo sguardo disgustato di Tiffany passa da Sarah a me quando parla di “nullità” la guardo inarcando un sopracciglio, anche Sarah mi ha lanciato uno sguardo. Tiffany mette un braccio sotto a quello di Jorge e poi guardando ancora me e Sarah dice << Tra lei e…lei chi è peggio sceglier non saprei >> OKAY. Ora sfogherò la mia rabbia repressa. << Davvero Tiffany? Davvero? Ti chiami così giusto? >> Sarah interviene prima di me incrociando le braccia. << Onestamente io credo che tu faccia pietà. Ti attacchi come una cozza a Jorge quando è più che evidente che lui non ti sopporta. Insomma io e Martina a differenza tua non ci piegheremo mai in ginocchio davanti un ragazzo. Invece guarda te. Tra poco bacerai il pavimento dove cammina. Dico bene Martina? >> Sarah mi guarda cercando il mio supporto. WOW. DAVVERO?! Devo scegliere tra Tiffany e Sarah? Mi limito d un cenno del capo per dare ragione ad “angel” e poi dico << Vedi Tiffany, è questa la differenza tra te e noi. Io e Martina sappiamo abbiamo rispetto per noi stesse. Non ci umiliamo mentre tu a quanto pare…non sai neanche che cosa significa la parola “rispetto” >> i ragazzi ridono guardando la faccia di Tiffany scioccata, anche Lodo e Cande cercano di trattenere un sorriso.  Sarah inizia ad avanzare e i ragazzi la seguono, e noi con loro. Lancio un ultimo sguardo ha Tiffany. E sì, ha ragione. Fa davvero pietà. Sollevo lo sguardo e vedo Sarah parlare con Fran e Diego mentre ride, Jorge la guarda sorridendo e poi si volta verso di me. Io chino lo sguardo. << Martina, non trovi anche tu assurdo che ci siano ragazze come quella? >> ormai ho imparato a riconoscere la voce di “angel” nonostante l’abbia sentita poche volte. Ma perché mi parla come se fossimo amiche?! Mi snerva. << Sì. >> grazie al cielo la campanella suona << Scusate, noi andiamo in classe, ciao Cande >> mi avvicino a mia cognata per darle un bacio sulla guancia mentre Lodo saluta il suo ragazzo << Pensavo…che restasse con noi >> dice Sarah guardandoci << No, abbiamo un esame molto vicino e abbiamo bisogno di studiare >> dico guardandola negli occhi. << Capisco >> << Ciao a tutti! >> Lodo saluta con la mano dopo aver dato un bacio sulla guancia a Cande e insieme ci dirigiamo verso la nostra aula. Quelle lezioni mi sono sembrate più brevi che mai. Volevo davvero che non finissero. Col passare dei giorni le cose non cambiarono, di certo non diventarono più facili. Mi sembrava sempre di impazzire in quella casa, restavo chiusa nella mia stanza tranne quelle rare volte in cui Lodo e Cande mi portavano al centro commerciale per svagarmi un po’. Anahi si preoccupava per me, ha fatto preparare i miei dolci preferiti per cinque giorni di fila e ha cercato di parlarmi ma io non volevo parlare. Sarah cercava di avvicinarsi a me, lo avevo capito, ma non mi interessava. Io non volevo neanche vederla. Anche Jorge aveva provato ad avvicinarsi a me, a parlarmi ma la verità è che non avevo voglia di sentire neanche lui. Il solo vederlo adesso mi faceva male. Troppo male. È passata ormai una settimana e mezza dall’arrivo di “angel” in questa casa, io e le ragazze siamo nella mia stanza, Lodo e Cande stanno provando alcuni dei vestiti nuovi appena comprati. << Adoro. Questo vestito è stupendo >> mia cognata gira su se stessa mostrandomi il vestito corto, color pesca con i voilà, io la guardo seduta sul letto << Ti sta benissimo Cande >> << E questo? >> Lodovica mi mostra il vestito indaco a tubino con una specie di gonnellina in vita << Mi piace! >> dico annuendo col capo. << Oh Tini sei così assente! >> esclama Cande sedendosi sul bordo del letto. << Già…non ti va di provare i vestiti? >> << No Lodo, non mi va >> nego scuotendo il capo. << Senti, secondo me dovresti parlare con Jorge. Non puoi continuare ad ignorarlo per la tua salute mentale e anche per la sua! >> << Candelaria. Lui sta benissimo. >> dico leggermente snervata << No invece! Non lo hai visto?! Cammina per casa come uno zombie bastonato! Si rifiuta anche di giocare con i ragazzi! >> << Perché deve passare tutto il tempo con la sua ragazza! >> dico incrociando le braccia << Io…non so se stanno insieme. Insomma non li ho mai visti baciarsi di fronte a noi tranne quella volta… >> interviene Lodovica. Ispiro. Vorrei che questa notizia mi lasciasse indifferente eppure so che non è così. Non mi fa stare meglio, ma mi tranquillizza, leggermente.  << Ho un’idea! Questo fine settimana i miei sono fuori. Che ne dite di un pigiama party? >> suggerisce Cande sorridendo e battendo le mani << Mi sembra un’idea fantastica! Ma il tuo fidanzatino non la prenderà un po’ male? Insomma casa vuota… >> la stuzzica Lodo, Candelaria ride << Sì ma io so come…tranquillizzarlo >> << Uuu >> Lodo le dà una leggera spinta sedendosi accanto a me sul letto e io sorrido guardandole. << E tu Tini? Che ne pensi? >> << Penso che sia una grande idea! Un pigiama party è quello che mi ci vuole >> << Sììì!!! >> << Yeaa vamos chicass!!> le mie amiche si buttano su di me abbracciandomi e facendo cadere tutte e tre sul letto. D’un tratto qualcuno bussa alla mia porta << Chi è? >> chiedo tornando a sedermi << Tuto fratello. Posso entrare? >> << Sì, entra >>. << Hey! Siete andate al centro commerciale? >> chiede entrando nella stanza. << Sì! E ti ho anche comprato una cosa >> dice Cande alzandosi in piedi e avvicinandosi alle buste, Cande tira fuori due quaderni << Ta daaa!! Uno a righe e uno a quadretti così non hai più scuse per scrivere tutti gli appunti sul tuo libro e sul MIO >> dice dandogli i quaderni. Io e Lodo ci guardiamo e ridiamo. << Ma che carina che sei amore mio! >> la faccia ironica di mio fratello mi fa morire dalle risate << Hai visto?! Solo per il mio cucciolotto >> Cande gli stringe le guance mentre sorride per poi schioccargli un rapido bacio sulle labbra. << Sì, anche io ti amo. Ora…ragazze sono venuto qui per parlarvi di una cosa >> Francisco si siede alla scrivania e Cande torna a sedersi alla mia sinistra. << Che succede? >> chiede curiosa la mora. << Succede che…ecco ho notato che con Sarah siete molto chiuse, tutte e tre. E sinceramente non ne capisco il motivo. Insomma Cande, tu sei sempre così espansiva e disposta ad aiutare gli altri. Sarah si sente un po’ spaesata, ha solo Jorge come punto di riferimento e ogni volta che cerca di avvicinarsi a voi, voi la freddate. Non ci prova neanche più. Ora…posso capire te sorellina ma voi due…andiamo. Lei non è cattiva, in questi giorni ho avuto modo di conoscerla abbastanza e posso dire che è una piacevole compagnia. Aiutatela ad inserirsi >> guardai mio fratello, sembra che Sarah sia simpatica anche a lui, beh del resto a lui non ha fatto niente…e lui non sa tutto…lui pensa che io abbia solo una cotta per Jorge. Mi mordo il labbro inferiore chinando lo sguardo. << Non vi voglio costringere…è solo una richiesta okay? Pensateci >> Fran esce fuori dalla mia stanza e va via. Mio fratello è sempre stata una persona altruista, a lui non piace vedere gli altri stare male o sentirsi a disagio…lo so. Ci furono pochi secondi di silenzio, poi Lodo prese la parola << Secondo me dovresti dire tutto a tuo fratello. Mi riferisco alla storia tra te e Jorge. Se lui sapesse… >> << No Lodo! No. Almeno per ora no. >> << E allora quando?! >> << Quando deciderò io. Okay? >> mi rendo conto di aver alzato un po’ il tono mentre la guardo negli occhi << Okay. >> lei alza le mani in segno di resa.
Il giorno seguente mi alzai come mio solito, facendo attenzione ad evitare quei due…mi feci una doccia, mi vestii e poi andai in cucina. << Buongiorno sorellina >> Fran stava preparando una spremuta e io lo guardai inarcando un sopracciglio << Posso farti una foto? >> chiedo prendendo il cellulare dalla tasca << Dipende se vuoi continuare a vivere o morire >> risponde lui scrollando le spalle, sorrisi e poi riposi il cellulare nella tasca. << Il personale ha il giorno libero? >> chiedo notando che in cucina non c’è nessun’altro. << Sì >> prendo il latte dal frigorifero e mi siedo al bancone. << Buongiorno Sarah >> << Buongiorno Fran >> solo a sentire quel nome mi irrigidisco. << Buongiorno Martina >> si avvicina poggiando una tazza accanto alla mia. Involontariamente i miei occhi cadono sulle sue mani. Indossa qualcosa di grande, quando mi accorgo che indossa una delle camice bianche di Jorge, il cuore mi sale alla gola. Sgrano gli occhi, lei porta i suoi capelli dietro l’orecchio destro mentre china lo sguardo imbarazza << Ehm…posso spiegare. Non è assolutamente come sembra! >>
NO. Non può averlo fatto. NO. La camicia…QUELLA MALEDETTISIMA CAMICIA. << Il Fatto è che… >> mi alzo immediatamente dalla sedia. Il mio corpo è in preda ad un’eruzione vulcanica.  Ancora una volta non ho il controllo delle mie mani o delle mie gambe che tremano contro la mia volontà. Quella mi afferra il polso e a quel punto sbotto << LASCIAMI! NON MI TOCCARE! >> la guardo negli occhi con odio, con rabbia, con furia << Ma Martina io volevo solo… >> << ZITTA! STAI ZITTA! NON MI INTERESSA NIENTE DI TE! Sai, vorrei tanto che tu.fossi.MORTA! DOVEVI MORIRE! >> << MARTINA! >> mio fratello mi guarda con gli occhi spalancati come se si trovasse davanti ad un mostro << È tutto okay Fran…non la sgridare. Ha detto solo quello pensa >>. Vorrei andare via da qui. Vorrei essere dall’altra parte del mondo ed essere libera di urlare fino a perdere la voce. Mi volto per dirigermi nella mia stanza e sulla soglia della porta vedo Jorge e Diego che mi guardano scioccati. Sostengo lo sguardo di Jorge ancora per qualche secondo e poi riprendo il tragitto nella mia stanza. Appena dentro sbatto la porta e mi getto sul letto. Mi sento di nuovo male esattamente come la prima volta. Urlo nel mio cuscino mentre vengo distrutta ancora, psicologicamente e fisicamente. Vorrei aggrapparmi a qualcosa, vorrei con tutto il mio cuore…ma in questo istante sembra che io sia destinata a cadere nel vuoto. << Hey, vieni qui >> ero così concentrata sul mio dolore che non mi ero resa conto che qualcuno fosse entrato nella mia stanza e si fosse seduto sul mio letto. Mi attira a sé con la forza e facendomi appoggiare il volto nell’incavo del suo collo mi stringe a sé. << Va tutto bene Tini, è okay >> riconosco il profumo e la voce di mio cugino diego e mi stringo a lui cingendogli il collo. Continuo a piangere per non so quanto tempo ma lui mi tiene, non dice niente, resta lì a stringermi forte tra le sue braccia. Mi dà un bacio sul capo e attende con pazienza che mi calmi. Quando sembra mi stia venendo una crisi isterica per il troppo pianto lui mi allontana poggiando le sue mani sulle mie spalle. << Prendi questo, credo che ormai si sia freddato ma dovrebbe avere qualche effetto >> Diego prende una tazza da sopra al mio comodino e me la tende. L’afferro e la bevo. Latte e miele, è abbastanza tiepido, non mi piace il miele ma…aiuta la mia gola. << Va meglio? >> annuisco col capo alla sua domanda mentre lentamente i singhiozzi vanno diminuendo. Quando finisco la tazza Diego la poggia sul comodino. << Sia Fran che Jorge volevano venire da te ma ho pensato che uno non ti avrebbe capito e l’altro…non avresti voluto vederlo, quindi li ho convinti a lasciar venire me >>. Deglutisco, neanche tu mi capiresti Diego. Faccio un cenno col capo per dargli ragione. Mi aspetto un rimprovero o un “perché hai detto quelle cose” ma non dice nulla. Il silenzio aleggia tra noi per qualche secondo. << Va tutto bene Tini, so perché lo hai fatto >> lui scrolla le spalle e io lo guardo preoccupata << Cosa sai? >> << So che tu e Jorge state o…stavate insieme. So che vi amate >> << Co-cosa?! No! N-no… >> << Sì. L’ho capito. Non sono Fran. Non sono cieco e poi lui me lo ha confermato >> all’ultima frase mi irrigidisco. Chiudo gli occhi e respiro ed inspiro per qualche secondo. Poi riapro gli occhi << Cosa ti ha detto? >> << Tutto. L’ho messo con le spalle al muro. Martina basta guardarvi per capire. Quel momento…così intenso, quando Fernando ha cacciato fuori la pistola. Il tuo crollo, quello di Jorge. Il panico che avevate stampato sul volto al solo pensiero che potesse succedere qualcosa all’altro. Quello andava oltre ogni tipo di sentimento umano possibile >>. Deglutisco ancora una volta e poi sorrido ironicamente << Perché amare non è umano? >> << L’amore è un sentimento che va oltre gli esseri umani. È qualcosa di incomprensibile >> << Perché non va capito, va vissuto >> << Esatto >>. Sorrido e poi chino di nuovo lo sguardo << Cosa ti ha detto Jorge? >> << Mi ha raccontato tutto nei minimi dettagli e sai, penso proprio che dovresti ascoltarlo. Fallo parlare Martina >> << Perché?! Lui mi ha distrutto Diego! Lo ha fatto in un modo che neanche credevo possibile. Tutti parlano dell’amore come una favola…ma nessuno parla di quanto possa essere lacerante, distruttivo l’amore. E sai perché? Perché anche quel dolore è disumano. È qualcosa che non puoi spiegare con le parole, è qualcosa che sei costretto a vivere, a sopportare. Qualcosa che ti strappa il cuore dal petto letteralmente. E io non ero pronta a provarlo >> << Nessuno è mai pronto a provarlo. L’amore non avvisa, agisce e basta, senza controllo >> << Non voglio più stare senza controllo. Mai più >> << Davvero? >> << Davvero >> << Quindi ti penti di tutto quello che hai passato con Jorge? Pensaci bene prima di rispondere. Ti penti di esserti fidata di lui? Di avergli dato il tuo amore, di averlo baciato, di esserti aggrappata a lui ogni volta che ne avevi bisogno, di aver provato tutte quelle emozioni, di averlo vissuto così intensamente. Ti penti di aver amato? >>. Prendo un profondo rispiro e poi rispondo << No. Non mi pento di aver amato. Mi pento di continuare ad amare >>. << Tini, so che probabilmente ora vedi tutto nero ma…non è mai tutto nero o tutto bianco. Hai bisogno di tirar fuori ciò che senti altrimenti scoppierai e non devi farlo con me o con Lodo o con Cande. Devi farlo con Jorge. Spesso le cose non sono quello che sembrano, non lasciarti ingannare da ciò che vedono gli occhi, prova ad ascoltare >>. Resto in silenzio guardando le mie dita intrecciarsi tra loro << Amare è un sinonimo di rischiare. Puoi uscirne vincente o puoi uscirne sconfitta. Ma avrai rischiato, non resterai con quel fastidioso “cosa sarebbe successo se” perché credimi non c’è nulla di più irritante di quella dannatissima frase. Sta pur certa che vincente o sconfitta non ti pentirai di aver rischiato perché in entrambi i casi potrai essere orgogliosa di dire “Io ho vissuto. Ho vissuto come pochi hanno il coraggio di vivere” >>. Mi lascio andare tornando ad abbracciare mio cugino. Forse ha ragione, forse dovrei provare ad ascoltare Jorge…forse. Ma non ora. L’immagine di poco fa continua, non devo pensarci. Non devo. Qualcuno bussa alla mia porta, suppongo sia Francisco che vuole vedere come sto << Avanti >>. Con mi sorpresa la persona che entra nella mia stanza ha gli occhi azzurri e lunghi capelli rossi. Angel. << Diego scusa, potresti lasciarmi un attimo da sola con tua cugina? >>. Prima di rispondere Diego mi guarda, volevo parlare con lei? Noto che ora indossa i suoi vestiti, okay affrontiamo questa cosa. Faccio un cenno col capo a mio cugino e lui esce fuori << Okay… >> << Grazie >> dice Sarah mentre lui esce. Sarah mi guarda con le braccia consorte << Non ti chiederò scusa >> dico guardandola << Non voglio che tu lo faccia. Come ho già detto hai solo espresso la tua opinione. Il punto è che non capisco perché. Sei ostile nei miei confronti eppure io non ti ho fatto niente o almeno credo di non averti fatto niente! Voglio solo cercare di capire perché io mi sforzo di avvicinarmi a te e tu mi respingi in un modo così brusco…e quello che è successo prima è stato…wow. Il tuo odio nei miei confronti sembra non avere limiti ma non capisco perché. Dimmi solo questo, credo…di meritarmi una spiegazione, fammi capire, ti prego >> sembra sincera, molto sincera, confusa e dispiaciuta. Che le mie parole l’abbiano davvero ferita?  Possibile? << Vuoi che chiami Jorge? C’entra anche lui in questa storia? Posso capire cosa succede? >> Probabilmente lei non vede in me la nemica che vedo io. La Cosa peggiore dei nemici è…che quando sono cattivi hai speranza di vincerli perché si dice che il bene alla fine trionfa sempre sul male. Ma se sono degli angeli nel senso letterale della parola…allora come puoi batterli? Allora sì, vincerli diventa impossibile, loro sono il bene, loro sono perfetti e come si può competere con la perfezione?



*Angolo autrice*
Arriverà Jorge?...Volete che arrivi? Che ne pensate di Sarah? Ebbene...eccoci qui al capitolo 36...le cose non stanno certo andando per il meglio...e ora mancano solo 4 capitoli alla fine. Sarà una fine letterale in tutti sensi del termine?...
Non mi sento di dirvi altro, lascio tutto a voi, alle vostre parole, al vostro sfogo, e...vi risponderò alle recensioni. Un bacio a tutte voi. 
(Ps: Vado di fretta anche perché so che ci sono persone che stanno soffrendo d'ansia per colpa mia 
😅  ) Arriverà Jorge?...Volete che arrivi? Che ne pensate di Sarah?

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Capitolo 37
*** Lontano dai miei giorni ***








~Sollevo il mento guardandola, non spetta a me parlarle di questa storia. << Non ho niente da dirti. Se vuoi delle spiegazioni credo che tu debba chiederle a Jorge >> dico scrollando le spalle per poi guardare altrove. Sarah è sconvolta. La vedo deglutire e annuire lentamente con il capo << Okay. Come vuoi… >> serra le labbra per poi uscire dalla mia stanza. Affondo nuovamente con la testa sul cuscino, oggi sicuramente non mi sarei mossa di lì. Neanche per andare all’università. A pranzo notai l’assenza di Sarah. Non so dove fosse ma a quanto pare non aveva fame, così aveva detto Jorge. Io e lui siamo gli unici a non proferire parola e di tanto in tanto i nostri sguardi si incrociavano. << Martina, mi aiuteresti a sparecchiare e pulire i piatti per favore? >> le parole di Anahi mi riportarono per qualche secondo sul pianeta terra. << Sì…certo >> mi alzo in piedi, e prendo il mio piatto, quello di mio fratello e poi quello di Jorge. Strofino con forza la pezza sui piatti concentrandomi sullo sporco da togliere. No, non è vero. Sto solo tentando di concentrarmi su qualcosa che non sia Jorge o Sarah ma la verità è che non ci riesco. << Martina! >> sussulto al sentire il tono allarmato con cui Anahi mi sta richiamando. Noto che lei è accanto a me ed ha una mano poggiata sulla mia spalla. << S-sì? >> balbetto guardandola << Tesoro sembri così…frastornata, confusa e…ultimamente sei sempre così pallida. Non vuoi dirmi cosa ti sta succedendo? >> gli occhi lucidi di Anahi dimostrano tutta la sua preoccupazione nei miei confronti. Non so cosa dire me tranquillizzarla. << Anahi tranquilla, sul serio va tutto bene >> << No Martina, conosco quel “va tutto bene” …l’ho visto troppe volte negli occhi di Jorge. Anche recentemente… >>. I brividi lungo la mia schiena fanno sì che mi paralizzi seduta stante. Lascio la spugnetta e il piatto nel lavello e prendo lo straccio per asciugarmi le mani << Scusa Anahi, ho dei compiti da fare e…se non li finisco non riuscirò a prepararmi per l’esame >>. Non le lascio il tempo di rispondere, mi dirigo nella mia stanza e mi metto davvero a studiare…o almeno ci provo. Ho davvero un esame che si avvicina ma come faccio a concentrarmi quando il dolore non mi lascia neanche respirare? Ogni mio sforzo sembra vano, stupido, inutile. Ma la cosa peggiore è che nonostante tutto non vorrei mai cancellare le emozioni che mi ha provare lui, solo lui. Non vorrei e non potrei cancellare ognuno dei suoi baci, ognuna delle sue carezze, delle sue parole…lui c’era sempre, lui c’è sempre stato anche quando cercavo di allontanarlo. Lui era lì, era la mia roccia, il mio pilastro, quello che mi spronava ad andare sempre avanti, ad aprirmi, quello che lottava per me, con me. Come potrei pentirmi di aver amato qualcuno di così importante nella mia vita? Lo odio? Sì, perché lo amo troppo, tanto da far male. Ma ho bisogno di trovare una via d’uscita. Devo farlo per me. Perché me lo merito. D’un tratto sento una musica al pianoforte, una musica dolce e familiare. È per Elisa di Beethoven. Mi alzo in piedi e mi dirigo verso il salone, dove c’è il pianoforte a coda. Noto che sull’uscio della porta ci sono Fran, Diego e Anahi. Mi avvicino anch’io e resto colpita dalla scena che ho davanti. Sarah è seduta al piano a piedi scalzi, con un leggero vestito bianco addosso che le arriva al ginocchio, gli occhi chiusi. Non mi sorprende che Jorge le abbia dato il soprannome di “angel” è quello che sembra, soprattutto in questo momento. Non mi viene un’altra parola per descriverla. Mi volto per andarmene e vedo Jorge dietro di me con le braccia consorte che fissa Sarah al piano. I suoi occhi si posano su di me, scuote il capo guardandomi. Ogni suo sguardo è come una pugnalata al cuore. Odio il fatto che riesca a farmi ancora questo effetto. Chino il capo e vado dritto << Quando troverai il coraggio di parlarmi? Quando impazziremo tutti quanti? >> sussurra quando arrivo al suo fianco. Lo guardo con la coda dell’occhio << Non provarci. Non è colpa mia. Ma tua >> << Sei tu quella che non parla, non vede e non sente >> lui tiene sempre gli occhi puntati su Sarah mentre mi parala sottovoce << Se vuoi parlare con qualcuno, fallo con lei >> dico indicando col capo Sarah seduta al piano. << Lo farò. Almeno lei mi ascolta >>. La voglia di dargli un pugno in faccia in questo momento è molta. << Bene. >> cammino per la mia strada quando sento gli applausi di tutti. Mi volto a guardarli, tutti le fanno i complimenti, lei china il capo e forza un sorriso ringraziandoli. Jorge anche sta applaudendo, quando lei arriva dinnanzi a lui è chiaro che gli dice qualcosa, lei fa un cenno di assenso con il capo e si dirigono verso la stanza di lui. Fran e Diego mi passano di fianco mentre si dirigono verse l’uscita di casa. Anahi mi posa una mano sulla spalla e accenna un sorriso prima di andare in cucina. Mi sforzo di ricambiare il sorriso e poi torno a fissare la porta della stanza di Jorge, è socchiusa. In casa ci siamo solo noi tre e Anahi. Mi avvicino lentamente alla porta. So che non dovrei, ma è più forte di me. Sarah è seduta sul letto in ginocchio col capo chino mentre Jorge è in piedi di fronte a lei. << Jorge, la verità. Parla solo se vuoi dirmi la verità. Altrimenti non farlo >> dice lei sollevando lo sguardo. << Sarah…è difficile >> << Allora fammi provare ad aiutarti. Sei innamorato di qualcun’altra? >> Jorge resta in silenzio per qualche secondo mentre la guarda. Apre la bocca come se volesse dire qualcosa ma poi la richiude e china la sguardo. << Jorge! Rispondimi! Dannazione! >> Sarah si copre il volto con le mani per poi sollevarsi sulle ginocchia e costringere Jorge a guardarla negli occhi << Stammi bene a sentire Jorge. Se durante questo tempo tu ti fossi innamorata di qualcun’altra io lo capirei. Avrebbe perfettamente senso okay? I-io…sono piombata nella tua vita come un…come un fulmine e solo ora mi rendo conto di aver sbagliato. >> << Cosa…no Sarah! Tu hai fatto bene a venire qui, a venire a cercarmi e… >> << No Jorge! No! Io sono stata in coma per tanto tempo, ho lottato contro la morte per la vita. Poi ho perso la memoria e quando l’ho recuperata mi sono lasciata prendere dall’euforia. Io sono rimasta bloccata nel passato per anni ma tu no. Solo che non lo avevo messo in conto perché credevo…credevo che il nostro amore fosse indistruttibile. Fosse qualcosa che va contro il tempo ma…è evidente che mi sbagliavo. Ho creduto ad una favola che non esiste >> << No Sarah! Io ti voglio bene! Davvero! >> dopo aver detto quelle parole Jorge sgrana gli occhi e chiude la bocca. Sarah sorride ma anche da qui riesco a vedere come una lacrima riga il suo viso << Lo so, ti credo >> << Sarah io… >> << No Jorge, non devi dire nulla! Io non capisco perché tu non me lo abbia detto prima. Più e più volte ti ho chiesto spiegazioni, ti ho chiesto di parlarmi, di guardarmi, di dirmi che cosa provi >> << Sono confuso… >> << Sei confuso?! Tu?! Jorge, io sono giorni che cerco di avvicinarmi a te e tu sei freddo e distaccato. Io…io soffro da anni. Prima per i miei genitori che non volevano farci stare insieme, poi l’incidente! Poi il coma, la perdita della memoria, pensi che siano cosa facili da superare?! Pensi che non facciano soffrire?! Vedere facce di persone che dicono di conoscerti da una vita quando tu non hai la più pallida idea di chi siano o di cosa vogliano da te. Pensi che tutto questo sia facile?! Perché non lo è, te lo assicuro. Io avevo perso me stessa Jorge, ed è una cosa orrenda che non augurerei mai a nessuno nemmeno al mio peggior nemico >> il tono dell’angelo dai capelli rossi è tremante, arrabbiato, sofferente. Jorge la guarda quasi spaventato, come se avesse paura di…di ferirla? << Io mi sono rialzata da sola. Ho affrontato una tormenta, no, un uragano da sola. Sai quando ho recuperato la memoria che cos’ho pensato? >> Jorge nega lentamente con il capo per risponderle << Ho pensato, la vita è breve, troppo breve. Voglio vivere sentendo al massimo, senza pensare, voglio seguire il mio cuore e fare tutto quello che mi dice perché domani potrei non avere la possibilità di farlo. E il mio cuore mi ha portato da te ma…forse il tuo non è più mio e io ho bisogno di saperlo capisci?! Devi dirmi se devo andare avanti oppure no! Devo sapere se c’è ancora qualcosa tra noi, qualcosa oltre i ricordi. C’è qualcosa Jorge? Ho bisogno di saperlo, per te, per me, e per…lei…se c’è un’altra lei. C’è Jorge? Dimmelo o impazzirò. >> Sarah scoppia a piangere tornando a sedersi sulle ginocchia, ha il capo chino e copre il volto con le mani. Jorge si avvicina titubante a lei e la stringe tra le sue braccia mentre lei continua a piangere. Questa scena è troppo per me. Mi dirigo nella mia stanza e chiudo la porta gettandomi sul letto. Le parole di Sarah fanno eco nella mia testa. Sicuramente non deve essere stato facile affrontare tutte quelle cose, da sola…mi pento di ciò che le ho detto stamattina. Non posso accusarla perché ha creduto nel suo amore…ma Jorge. Cosa prova lui adesso?! Non riesco più a capire neanche se è sincero o meno. Ha detto che le vuole bene ma bene come?! È quel tipo di bene che voleva anche a me? Quello che poi si è trasformato in amore? Non mi sorprenderebbe se si dovesse innamorare nuovamente di Sarah. Guardandola con lucidità posso dire di ammirare molto il suo coraggio e la sua forza. Non so se io sarei riuscita a superare una situazione come questa con il sorriso sulle labbra. Porto le mani alle tempie. Cosa dovrei fare? Potrei parlarne con le ragazza ma…adesso loro sono sicuramente con Diego e Fran, non mi va di disturbarle. Osservo il telefono…in realtà una via di fuga ci sarebbe. Qualcosa che mi aiuterà davvero ad andare avanti.
Il giorno seguente a colazione sembrava ci fosse più freddezza del solito, oltre me e Jorge anche Sarah fa silenzio fino a quando Fran non decide di coinvolgerla. << Hey Sarah, una domanda. Come hai fatto a trovare Jorge? La forza dell’amore? >>. All’ultima domanda il latte mi fa di traverso ma riesco ad inghiottirlo. << La forza di internet in realtà! Alvaro è molto famoso…così è stato abbastanza facile da rintracciare >> risponde Sarah scrollando le spalle. Finito di fare colazione mi alzo, vorrei che ci fosse un altro modo per arrivare all’università. Andare in macchina con loro sta diventando sempre più snervante. Lodo e Cande cercando di tirarmi su il morale parlando a macchinetta di tutto in pratica. Questo fine settimana avremmo fatto il pigiama party a casa di mia cognata. Il pomeriggio io e le ragazze facciamo un giro al parco e poi andiamo a prenderci un gelato. Al nostro ritorno i ragazzi stavano giocando alla play e Sarah era seduta sul divano a guardarli. Entrate in camera raccontai alle ragazze di quello che era successo il giorno precedente dal momento del pianoforte. << Davvero ti ha detto così?! >> Lodo mi guarda a bocca aperta << Sì! Puoi crederci?! Come se tutto questo fosse colpa mia! >> << Ma in realtà è anche un po’ colpa tua… >> dice Cande e io volto di scatto la testa verso di lei. La mia espressione, un misto tra lo scioccato e il nervoso, dice tutto. << Beh scusa eh ma tu non lo lasci parlare! E cavolo se lui ha provato ad avvicinarsi a te! Tini perché non vuoi sentire quello che ha da dirti?! Qual è il problema?! >> << Cande sei seria?! >> << Sì! Sono estremamente seria. Ti piace soffrire o cosa?! Metti l’orgoglio da parte e affronta questa situazione! Ascoltalo e poi potrai dirgli tutto quello pensi. Capisco che sei ferita ma obbiettivamente, adesso ti stai comportando come una bambina. Anche Jorge sta soffrendo. Te lo assicuro. Non l’ho mai visto in quello stato >>. Sospiro. Okay magari Candelaria ha un po’ di ragione…ma dopo la conversazione con Sarah mi pare si sia sollevato un po’ no?...quell’abbraccio. Forse non me ne sarei dovuta andare, forse avrei dovuto vedere cosa si dicevano…ma non riuscivo a…vederli così vicino. Era come una fitta al cuore. << Vado a prendere da bere >> mi dirigo in cucina, passando per il salone vedo i ragazzi e Sarah seduti sul divano mentre giocano, lei è poggiata col capo sulla spalla di Jorge. Qualsiasi cosa si sono detti ieri deve averli riavvicinati, << Ah! Non ci credo! Ti ho battuto Jorge! Ti rendi conto?! >> esulta Fran, << Jorge non dici niente? >> riconosco la voce di Diego ma non aspetto la risposta. Deglutisco ed entro in cucina, prendo da bere e mi precipito in camera mia, cercando di non guardare ancora la scena in solone, cercando…
Sono le 23:00. Fisso il soffitto dal mio letto. Jorge e Sarah staranno dormendo nella stanza di lui. Stringo le braccia intorno al mio stomaco e mi rannicchio su me stessa. Domani è sabato. Andrò a dormire a casa di Cande. Così almeno domani non sarò costretta a pensare a cosa stia succedendo…in quella stanza. Mi volto nuovamente verso il telefono fisso ma questa volta decido di afferrarlo. Digito il numero e aspetto che mi rispondano. Uno squillo, due squilli…<< Pronto? >> sorrido nel sentire il suono di quella voce << Pronto? Chi parla? >> << Ciao…zia >> sussurro poggiando la schiena alla spalliera del letto. Era mia zia Lucinda. << Martina! Tesoro, come stai? >> << Mm…bene >> << Mmm…questo tono mi dice che stai mentendo. È forse successo qualcosa con quel ragazzo? ...Jorge? >> mia zia era come una seconda madre per me, lei mi chiamava sempre ogni mese o a volte anche ogni due settimane. Lei mi conosce come forse nessuno in questo mondo mi conosce. Deglutisco al suono di quel nome << Hai tempo? >> sussurro chiudendo gli occhi << Per te tutto il tempo del mondo. Aspetta che mi siedo. Raccontami tutto >>.
Le raccontai tutto quello che era successo e anche…della mia idea. Come al solito mia zia mi aveva ascoltato, consigliato e sostenuto. << Rifletti sempre e solo su una cosa tesoro >> << Cosa? >> << Cos’è che vuoi veramente. Pensaci >> << Non sempre possiamo avere quello che vogliamo zia. Alcune cose non possono essere cancellate >> << No, ma possono essere affrontate, possono cambiare. Nulla tornerà come prima ma…se andranno come andranno una ragione ci sarà. E dipenderà dalle tue scelte >> << Lo so. Ora ti lascio, domani ho l’università >> << Okay tesoro, buona notte >> << Notte zia >>. Dopo aver attaccato mi addormentai.
Il giorno seguente dopo le lezioni io e Lodo pranzammo a casa di Cande. Per tutto il giorno restammo appiccicate alla tv a sbavare per Quattro di Divergent e per Jace di Shadowhunters.  La scena in cui Quattro poggia le mani sulla vita di Tris e gli mostra come colpire il sacco mi ricorda quando Jorge mi dava lezioni di kick boxing. Ero indecisa se parlare o meno alle ragazze della conversazione con mia zia. Alla fine decido di lasciar perdere. << Mmm…okay ci sono! Diremo una volta a testa la cosa più imbarazzante che abbiamo fatto nella nostra vita >> suggerisce Cande mentre siamo sedute a cerchio con il pigiama, sul pavimento, a mangiare pop corn e patatine. << Okay! Comincio io! >> dice Lodo << Quando avevo 16 anni andai a fare la spesa, mio padre mi stava aspettando fuori con la macchina. All’uscita c’era un’auto identica alla sua e…per sbaglio entrai in quell’auto >> Lodovica guardò altrove mentre io e Cande ci lanciammo uno sguardo << Beh non mi sembra così tanto imbarazzante >> dico guardandola. Lodovica serra le labbra << I due in macchina si trovavano…in un momento…intimo >> a quelle parole io e Cande sgranammo gli occhi e restammo a bocca aperta per poi scoppiare a ridere come due pazze gettandoci a terra sul pavimento con le lacrime agli occhi. << Beh è stata colpa loro! Insomma! Chiudete a chiave la macchina! >> protesta la mora mentre noi continuiamo a battere. << NESSUNO potrà mai battere questo momento imbarazzante >> dice Candelaria e io annuisco. << Okay! Tini tocca a te >>. Mi fermai a pensarci su…poi decisi << Avevo 8 anni okay? Eravamo a pranzo, tutta la famiglia al completo con i parenti, in Spagna. C’era un uomo che suonava la chitarra lontano da noi. Mio padre disse “vallo a chiamare” io dissi che non sapevo come si chiamasse e lui rispose “Juancito con la guitarrita” e io cominciai ad andargli dietro urlando “Juancito, Juancito con la guitarritaaa vieni qui!” e tutti nel ristorante scoppiarono a ridere >> Lodo e Cande scoppiarono a ridere, la mora mi guardo inarcando un sopracciglio << Credevi davvero che si chiamasse “Juancito con la guitarrita”?! >> << Heyyy avevo 8 anni! Non mi giudicare! E poi il tuo resta il più imbarazzante! >> << Ma è stata colpa loro! Dovevano chiudere la macchina a chiave! >> << Okay! Okay! Calmatevi. Tocca a me >> disse Cande richiamando la nostra attenzione. << Quando ero piccola ero…fissata con la sirenetta okay? >> << Quando eri piccola? Davvero? >> chiede Lodo ironicamente << Okay! Sì, sono sempre stata fissata con la sirenetta. Avevo 6 anni e vidi un granchio rosso. Lo presi in mano e cominciai a cantare la canzone “in fondo al mar” mentre correvo verso l’acqua >> << Cantavi a squarciagola? >> domandò la mora << Sì….richiamai l’attenzione di molte persone okay? E come se non bastasse mi gettai a mai chiamando il granchio Sebastian e ordinandogli di portarmi ad Atlantide…così mi tuffai senza braccioli nonostante non sapessi nuotare. Mai bevuta così tanta acqua salata in tutta la mia vita >> anche alla confessione di Candelaria io e Lodovica scoppiamo a ridere. Continuammo a raccontare degli aneddoti di quando eravamo piccole ridendo e scherzando. Poi Cande tirò fuori il Twister e così iniziammo a giocare. Inutile dire che ci facemmo molto male! Erano più o meno le 2 quando andammo a dormire. All’improvviso il display del mio cellulare si illumina. Lo prendo e noto un messaggio su whatsapp da…Jorge. “Sweety…” immediatamente ne arriva un altro “Ho pensato una cosa”. Rido ironica e gli rispondo “Non mi dire.” “Tu pensi?!” “Da quando?!” scrivo i messaggi uno dietro l’altro. “Ah ah molto spiritosa” “Mi stai facendo diventare isterico come te” “IO NON SONO ISTERICA.” Risponde immediatamente “Aha.” “Comunque ho pensato che magari così potrei parlarti” arricciai il naso. È vero. Mi sta parlando come se niente fosse e io gli sto anche rispondendo. Sono una stupida. Definitivamente. Decido di bloccare il contatto e di spegnere il telefono per poi dormire. Il giorno seguente cercai di evitare Jorge, cosa che i ragazzi mi rendevano molto facile, soprattutto Fran che se lo portava da per tutto. Quando torniamo a casa sentiamo un melodia provenire dal salone. Una melodia molto dolce e nuova. Facile immaginare chi sia. I ragazzi vanno al piano da Sarah mentre io mi dirigo nella mia stanza. Se Sarah è ancora qui…significa che Jorge gli ha detto che pensa ci sia ancora qualcosa tra loro. Dannazione! Devo smetterla di scervellarmi così tanto!
Prendo uno dei miei quaderni dalla borsa, quello dove mi piace scrivere testi delle canzone. Da stamattina mi suona in testa una canzone, o meglio le parole. Il titolo sarà “Lejos de mis dias”. Provo a cantare il ritornello che ho in testa << Lejos estas de mis dias. Ahora que necesito tenerete. Solo un momento. Para respirar, para respirar >> Lontano sei dai miei giorni. Adesso che ho bisogno di averti. Basta un momento. Per respirare, per respirare. Sì, suona bene. Chiudo il quaderno e lo ripongo nel mio comodino. Qualcuno bussa alla mia porta, sono quasi sicura che sia Anahi << Sì? >> chiedo aspettando che si apra, come pensavo la donna dagli occhi verdi apre la porta << Tesoro vieni, è pronto >> << Arrivo >> dico forzando un sorriso. A tavola mentre mangiamo Fran prende la parola…con la bocca piena. Ma si può?! Lo fa sempre. << Hey Jorge indovina chi mi ha chiamato >> << Ehm…non lo so…Cande? >> << Cande mi chiama tutti i giorni…cioè la chiamo io, no insomma. No. >> mio fratello che si impalla da solo. Ha la mia attenzione qualsiasi cosa voglia dire. << Ti ricordi quel locale dove i Dreamers si sono esibiti? >> << Sì e allora? >> << Mi hanno chiamato! Ci vogliono di nuovo! >> << Stai scherzando?! Pensavo che dopo quello che è successo l’ultima volta non volessero vederci neanche in foto >> << E invece ci vogliono lì! >> mio fratello è davvero entusiasta, sono contenta per lui. Questa storia della band lo entusiasma molto. << Inoltre sembra che questa volta ci sarà anche un produttore Jorge! Sai che significa?! >> dice Diego alzando un po’ troppo la voce per l’euforia << Assolutamente! Potremmo incidere un disco! >> << Si!!! Esatto bro! >>. Tutti e tre si alzano da tavola per darsi il cinque. << Potreste…ricordarvi le buone maniere mentre mangiamo? …vorrei evitare disastri, non so se mi spiego >> Anahi indica i vassoi col cibo che hanno traballato quando questi tre trogloditi hanno scosso il tavolo. I tre moschettieri tornano a sedersi, Fran mi guarda << Sorellina ci aiuterai a comporre delle canzoni nuove per lo spettacolo vero? >> il sorriso a trentadue denti di mio fratello mi fa tentennare per la risposta, scrollo le spalle << Credo che Sarah sia migliore di me…o no Jorge? >> dico voltandomi verso quest’ultimo. Jorge ricambia immediatamente il mio sguardo ma lentamente lo abbassa << Io credo che con te sia diverso…cioè. Ognuna di voi è brava a modo suo >> << Sì, lo credo anche io. Infatti contavo sull’aiuto di entrambe >> riprende Francisco. Io continuo a fissare Jorge ancora per qualche secondo prima di riprendere a mangiare, lui fissa il vuoto nel suo piatto. << Io non ho problemi, anzi, mi piacerebbe >> << Fantastico! Sorellina? >> Okay. Come faccio a dire NO a mio fratello in modo carino, gentile e coccoloso? << Okay… >> non posso. << Grande! >>. Sì grande…grande stupida, ecco come mi sento in questo momento.
Ancora un’altra sera passata nel mio letto, a fissare il soffitto prima di dormire, immaginando cosa possa…sussulto quando sento il rumore della porta della mia stanza aprirsi e poi richiudersi << Ma cosa… >> << Shhh…calmati. Sono io >> riconosco la voce di Jorge e mi alzo in piedi << Ma sei impazzito?! Mi hai spaventato! >> << Scusa, non volevo ma era l’unico modo che avevo per parlarti! >> << Esci fuori! >> dico indicando la porta. << No, Sweety, Sweety ti prego. Ascoltami, ti prego. >> posa le mani sulle mie braccia stringendole e ora mi rendo conto che è a dorso nudo. Deglutisco, perché quando fa così mi sento così debole…e stupida. Sentire il nome “Sweety” uscire dalle sue labbra mi manda in confusione. La luce fioca della luna illumina il suo volto e riesco a scorgere una lacrima rigare il suo viso. << Ti prego >>  che sia davvero distrutto quanto me?




*Angolo autrice*
Yeee eccomi qui...è sempre più triste no?...o forse no...tuttavia abbiamo più scene Jortini rispetto ai capitoli precedenti no? Allora...altri giudizi si Sarah/Angel?
Il vostro odio per lei è sempre alle stelle? E Tini? sta reagendo bene oppure no? Mi piacerebbe saper le vostre opinioni...siamo ancora in fase depressiva? Odiate ancora a morte Jorge? E quale sarà l'idea di Martina? Ma soprattutto cosa si saranno detti Jorge e Sarah?
Beh poche persone hanno le risposte a queste domande....................................ma voi le scoprirete presto nei prossimi capitoli. -3.
Alla prossima chicas, un baicio grande a tutte voi e scusatemi se non ho ancora risposto a tutte le  vostre recensioni, ma lo sapete lol lo farò quanto prima ^-^
Noche ❤

 

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Capitolo 38
*** Solo tu ***








~~Sospiro. Non posso rimanere impassibile di fronte a quest’immagine. << Parla >> cerco di essere dura, di mantenermi fredda e distaccata, credo di riuscirci. Noto come i suoi occhi lucidi si spalanchino, quasi avesse paura di qualcosa. Prima che io possa accorgermene mi stringe tra le sue braccia, mi stritola, io resto impietrita, sia per lo stupore, sia per l’assurdità di quella situazione. Jorge affonda il volto nell’incavo sinistro del mio collo, inala il mio profumo e io mi sento venire meno. Come si fa a rimanere impassibile a tutto questo? << Mi sei mancata Sweety…mi è mancato il tuo profumo >>. Deglutisco. Il suo fiato caldo si infrange sul mio collo, anche a me sono mancate le sue braccia, il suo profumo…sembra passato un secolo. Devo rimanere lucida. Non posso permettermi debolezze. Chiudo gli occhi, incapace di muovermi e sussurro << Sei venuto qui solo per dirmi questo? Perché se è così, puoi andartene >> e Dio solo sa quanto mi costa parlargli in questo momento. Lui allenta la presa e io riesco finalmente a trovare il coraggio di fare un passo indietro. Impongo una certa distanza avvicinandomi al letto e sedendomici sopra. << No…non sono venuto qui per questo >> lo vedo chinare il capo e sospirare. Fa un passo verso di me ma io lo fermo sollevando la mano destra << No. Non farlo. Resta lì >>. In un primo momento Jorge sembra non sapere che fare ma alla fine rispetta la mia decisone facendo un cenno col capo. << So che ti ho fatto del male, molto. Ma ti giuro che era l’ultima cosa che volevo >> ha lo sguardo fisso sul pavimento mentre sembra stia cercando le parole giuste da dire. << Credimi ti prego se ti dico che l’ultima cosa vorrei in questo mondo è farti del male >> << Però me ne hai fatto. E molto anche. Non puoi immaginare quanto >> le parole escono dalla mia bocca senza neanche che io ci rifletta. Jorge stringe le labbra come se quello che ho appena detto lo abbia ferito. << Lo so. E hai perfettamente ragione ma in questo momento io potrei giurarti su di te che se potessi tornare indietro non lo rifarei. Non lascerei che lo shock per aver rivisto Sarah prenda il sopravvento sui sentimenti che provo per te >> << Su di me? Lo giureresti su di me? E perché non su di te? >> chiedo incrociando le braccia e sollevando il mento. << Perché tu sei più importante della mia stessa vita >> il suo torno fermo e sicuro, i suoi occhi che si rispecchiano nei miei come se mi stesse chiedendo di leggervi dentro la verità. Il fatto che non riesca a trovare l’ombra del dubbio nei suoi occhi mi indebolisce, mi fa credere che ciò che sta dicendo sia vero e una parte di me lo vorrebbe, lo vorrebbe davvero ma…l’altra parte è così ferita che si impone di non farlo. << Cos’è successo Jorge? Cos’hai provato quando lei ti ha baciato? >> trovo il coraggio di chiedere, non sicura di voler sapere la risposta. << Ero…frastornato, ancora non riuscivo a credere che lei fosse viva ed era lì…per un attimo, per una frazione di tempo sono tornato indietro nel tempo. È stato come tornare al momento dell’incidente capisci? Io non ero più qui, avevo 16 anni, lei stava per attraversare la strada, sento il suono dell’auto ma lei…questa volta arriva tra le mie braccia sana e salva. Non so come spiegarlo…e non voglio di certo usarlo come scusa perché so che non lo è. Sto solo cercando di farti capire quello che è successo. >> << E dopo il bacio? >> << Quando ho incrociato il tuo sguardo mi sono sentito morire dentro. Vedevo come lentamente ti rompevi in mille pezzi dinnanzi a me e sapevo di esserne il responsabile, io. Non sapevo che fare, ero ancora frastornato dall’arrivo di Sarah. Ma sapevo che non potevo vederti così, mi faceva male, qui >> poggia la mano destra sul cuore mentre fa un passo avanti, come se non lo potesse controllare. << Mi sono concentrato su Sarah, sentivo le sue parole, quando mi diceva che non era colpa mia e…e sai cosa mi è venuto in mente? >> ride, una risata sarcastica, sofferente. << Cosa? >> << Mi è venuto in mente…quando una pazza ha rischiato quasi di farsi uccidere per dimostrarmi che non era stata colpa mia >>
*Flashback*
Il suo volto si incupisce << Che cosa vuoi fare Martina?! >> osservo la strada e vedo un auto che sta arrivando << Io mi fido di te >> corro allontanandomi da lui, mettendomi al centro della strada nello stesso istante in cui una macchina si avvicina a velocità supersonica, probabilmente è guidata da un ubriacone e questo mi spaventa perché non lo avevo previsto. La macchina si avvicina sempre di più anche se chiudo gli occhi posso sentirne il rumore << NOOOO MARTINAAAAAAAAAAAAAAAA >> e poi un fascio di luce bianca.
*Fine flashback*
Sorrido istintivamente mentre ricordo quel momento. << Quel giorno ero indeciso se strangolarti o abbracciarti… >> << Sì…me lo ricordo >> dissi ricordando la sua reazione successiva. << Quella sera stessa, nel mio letto…rimasi sveglio ad osservare il soffitto, cercando di mettere in ordine tutto ciò che era successo in quel giorno. Definitivamente, un giorno che non dimenticherò mail. Il più turbolento della mia vita. Insomma prima la storia di Fernando, poi Sarah che era arrivata come un ciclone nella mia vita, pronto a mettermi tutto sottosopra… >> sento un nodo in gola al sentire quella frase << A…a rovesciare i tuoi sentimenti? >> chiesi con voce tremante mentre lo guardavo. Per un attimo lo vidi chinare il capo prima di rispondere. << Sì, un ciclone pronto a rovesciare i miei sentimenti…o almeno questo era quello che credevo. Ero così confuso. Non riuscivo a smettere di pensare ai tuoi occhi, il tuo sguardo. Sarah era lì accanto a me, mi ha raccontato di tutto ciò che le era successo dal risveglio in poi, di come mi ha trovato, mi ha chiesto del tatuaggio…mi ha… >> << Ha dormito con te? >> la domande sorge inevitabilmente. Chiudo gli occhi perché so che la risposta farà male, molto male. << Martina… >> << Rispondi e basta. Sì o no. Voglio una risposta secca >> per qualche secondo resta in silenzio, poi lo sente sussurrare << Sì… >>. Merda. Volevo andare in fondo a questa storia?  Non credo. << Jorge, vattene per favore >> << Martina non è mai successo niente tra noi! Non c’è stato un momento, una frazione di secondo nella quale io sia riuscito a non pensare a te. Lo sai benissimo, ho cercato di parlarti più volte ma tu non mi volevi sentire. E io sapevo che tu stavi soffrendo, ma non dovevi! Non volevo che tu lo facessi! Volevo stringerti a me e… >> << Non te lo avrei permesso! >> << Lo so! E so anche che in quel momento mi odiavi a morte! Ed è per questo che ho fatto appello a tutte le mie forze, ho cercato di darti tempo per sbollire ma…eravamo arrivati entrambi al limite io non ce la facevo più a vederti in quello stato e a non fare nulla. Ho anche pensato di rapirti! >> << Tu hai pensato di…cosa?! >> sono sconvolta, distrutta e confusa, una risata isterica alle sue parole è la prova di tutto ciò. << Sì…mentre dormivi…volevo portarti da qualche parte dove non ci fosse via di fuga, dove avresti dovuto ascoltarmi e basta ma sapevo che non era giusto…sapevo che dovevo rispettare i tuoi tempi >> << Jorge, davvero, ho bisogno di stare da sola, vattene >> << Voglio mettere in chiaro le cose. Finiamo di parlare! >> << NON.ORA.JORGE VATTENE! >> mi stavo innervosendo un’altra volta, non riuscivo a controllarmi, era più forte di me. Mi coprii la faccia con la mano sinistra perché sapevo che i miei occhi stavano inumidendo. Con la mano libera indico la porta per spingerlo ad uscire. << Sweety… >> mi afferra il polso e scatto in piedi trovandomi di fronte a lui. << JORGE TE NE DEVI ANDARE! >>. Mi guarda con gli occhi spalcati, deglutisce << Va bene, sappi che io e Sarah abbiamo sempre e solo parlato… >> << VAI! >> finalmente sembra darmi ascolto, si dirige verso la porta ma prima di uscire sussurra << Questa conversazione non è finita >>. Quando la porta si richiude torno a gettarmi sul letto, sotto le coperte. Nella mia mente cominciano a ripassare tutte quelle frasi, tutte quelle parole, scoppiai a ridere nuovamente, un’altra risata isterica ripensando al fatto che voleva rapirmi. Dice che non ha smesso di pensare a me, dice che sono la cosa più importante della sua vita…ma la cosa peggiore è con nonostante tutto il mio cuore non smette di crederci. Stupido cuore, vuoi farti del male, vuoi farmi del male, ma perché? A volte vorrei che ci fosse un pulsante, un bottone, un qualcosa che consenta di spegnere le emozioni ed usare solo la testa…ma purtroppo non c’è, non esiste. Siamo prigionieri dei nostri sentimenti e per quanto possiamo a provare a lottarci contro, loro sono più potenti, sono qualcosa di irrazionale, qualcosa che manda in tilt il cervello. Queste sono le emozioni, una doccia fredda che puoi solo sopportare…e sai cosa? Non ti ci abituerai mai. Mai. Quella sera fu difficile riuscire a dormire, quando finalmente chiusi vidi due occhi azzurri, una pelle chiara, capelli lunghi e rossi. Sarah. Dietro di lei c’era Jorge con il capo chino. Mi sveglio di soprassalto tutta sudata. Sono le 6. Fanculo. La sola immagine di quei due insieme mi urta i nervi, mi fa salire la rabbia alle stelle. Apro il cassetto, Anahi qualche giorno fa mi diede dei medicinali che favoriscono il sonno, mi aveva visto stanca, decido di prenderne una nella speranza che mi aiuti davvero.
Mi svegliai alle 10:25. Fortunatamente avevo solo dormito. Uscii dalla stanza e in breve tempo Lola mi servì la colazione. Ero sola in casa, il che era un bene per me. Decisi di farmi un bagno rilassante con i sali, rilassante sì, ma i pensieri nella mia testa non volevano prendersi una pausa.
Mi misi un vestito leggero, color pesca, a giro maniche, ricamato sul colletto e lungo fin poco sopra al ginocchio. Oggi faceva caldo.  Mi siedo al piano e accarezzo i tasti. Okay, posso farlo. Prendo il cellulare e registro ciò che sto per suonare e cantare. << Ya decidi’. Me voy de aquí. Esta historia fue un lindo sueño para mi. Aqui dejaré mi corazon >>
Ho deciso, vado via. Questa storia è stata un bel sogno per me. Qui lascerò il mio cuore. Chiudo gli occhi e continuo a cantare
<< No tiene sentido quedarse aqui si tu mirada ya no es para mi. Si ya eljiste ella para ti…Dificil sera para mi no llorar pensando en tus ojos >>
Non ha senso restare qui, se il tuo sguardo non sarà più per me. Se hai già scelto lei per te. Difficile, sarà per me, non piangere pensando ai tuoi occhi. Ed è ironico e stupido che proprio mentre canti questo pezzo due lacrime solchino le mie guance.
<< Lejos estas de mi dias ahora que necesito tenerte. Solo un momento para respirar. Te extraño sabes para mi seras la luz que iluminará mis noches, cuando sola estaré al oscuro, sola en oscuridad >>
Lontano sei nei giorni miei, adesso che ho bisogno di averti. Basta un momento per respirare. Mi manchi sai, per me sarai la luce che illuminerà le mie notti, quando sola sarò nel buio, sola nel buio. Doloroso ma vero. Lui è e sarà sempre la mia luce. Mi ha cambiato la vita in tutti i sensi, da quel punto non si torna indietro
<< Gota a gota te perderé. Y en el mar de los sueños tu caeras. Me echaré a buscarte >>
Goccia a goccia ti perderò. E nel mare dei sogni tu scivolerai. Mi tufferò a cercarti. Sì, nella speranza di poter trovare un nuovo inizio scritto solo per noi…
<< Dificil sera para mi no llorar pensando en tus ojos. Lejos estas de mi dias ahora que necesito tenerte. Solo un momento para respirar. Te extraño sabes para mi serás la luz que iluminara mis noches
cuando sola estaré al oscuro, sola en oscuridad >>
Difficile sarà per me non piangere pensando ai tuoi occhi. Lontano sei dai giorni miei adesso che ho bisogno di averti. Basta un momento, per respirare. Mi manchi sai per me sarai la luce che illuminerà le mie notti quando sola sarò nel buio, sola nel buio. Un buio dalla quale scappare è impossibile.
Mi dirigo nella mia stanza e prendo due delle mie valige. Le apro ed inizio a metterci la roba dentro, vestiti, cianfrusaglie…ricordi. Afferro la candela…la candela della nostra prima volta con incise la data e le nostre iniziali. Quella volta fu un momento davvero magico, in tutti i sensi. Jorge fu magico in un certo senso…
Il mio telefono vibra, il segno che è arrivato un nuovo messaggio. È di Diego. “Ho bisogno di parlarti urgentemente, alle 23:00 nella stanza della casetta in piscina.” Corrugai la fronte, cosa doveva dirmi di così importante Diego che dovevamo isolarci da tutto e tutti? Poggio la candela nel bagaglio a mano, rispondo a mio cugino con un “Okay” e poi esco dalla stanza. Noto che a differenze di un’ora fa ci sono sia Anahi che i ragazzi con Sarah. Quest’ultimi stanno guardando un film seduti sul divano, mi pare sia “Now you see me. I maghi del crimine”. Sarah si è seduta sulla poltrona da sola, anche lei come i ragazzi sembra presa dal film. Osservo mio cugino e lui mi accenna un sorriso come per salutarmi o per dirmi qualcosa da decifrare, probabilmente per l’appuntamento che mi ha dato. Magari vuole qualche consiglio per qualcosa che riguarda Lodo…o forse…NO. Scuoto il capo. Non può volermi parlare di Jorge. Mi rifiuto di crederlo. Sospiro, lo saprò solo stasera. Mi misi alla scrivani e cominciai a scrivere tre lettere. Una per Anahi e Alvaro, un’altra per Fran e Diego e l’ultima per Cande e Lodo. Era una pazzia quelle che stavo facendo? Forse sì ma avevo bisogno di farla, ne avevo bisogno per me stessa. Dopo aver finito di scrivere anche l’ultima lettera guardai il foglio bianco alla mia destra. Dovevo scriverla anche a lui?...Di cose da dire ne avevo, ma non volevo…non volevo perché sapevo che mi sarei ritrovata inondata da troppi ricordi, ricordi che non potrei controllare.
Alle 23:00 in punto mi diressi verso la casetta in piscina, curiosa di sapere cosa Diego volesse dirmi. La casa era praticamente al buio, apparentemente tutti stanno dormendo. L’unica luce accesa è nella casetta in piscina. Mi dirigo verso di essa, sottovoce inizio a chiamare mio cugino << Diego…Diego sei qui? >> osservo l’enorme sacco che io usavo per allenarmi, sorrido guardandolo. Mi avvicino e lo accarezzo. Il nostro primo bacio…ritorno con i piedi per terra. Nella camera c’è la luce accesa, entro dentro << Diego, se è uno scherzo non è divertente. Sappilo >>. Sento un rumore provenire da dietro mi volto di scatto. << Jorge! >> esclamo quando lo vedo davanti alla porta, l’ha appena chiusa a chiave. << Jorge…che stai facendo? >> chiedo guardandolo male << Voglio parlare con te…da soli >> << Hai preso il cellulare di Diego!? >> affermo scioccata, lui nega col capo << Gli ho solo chiesto aiuto e lui me lo ha dato >>. Cugino bastardo. Questa me la paga. Sospiro rassegnata << Okay. Che alto vuoi dirmi >> << Voglio spiegarti la storia della camicia >> << Aha. >> dico incrociando le braccia leggermente irritata e sedendomi sul letto. Il solo accenno a quell’episodio mi infastidisce. Sì okay, in realtà qualsiasi cosa abbia a che fare con Sarah mi infastidisce. << Sarah era nella sala da pranzo, si è gettata del succo addosso, per sbaglio, così per cambiarsi è andata nella mia stanza che era quella più vicina. Si è cambiata e ha indossato la mia camicia, era sulla sedia. Tutto qui >>. Vorrei che quest’informazione non mi toccasse minimamente, ma non è così. Una parte di me è grata di sentire questa storia. << Martina…parlami >> << Cosa vuoi che ti dica?! Bravo!? Vuoi un applauso?! >> chiedo alzandomi in piedi e avvicinandomi a lui. Lui si passa le mani davanti la faccia << Dannazione Martina! Vorrei soltanto che tu mi parlassi, ti sfogassi con me, prendimi a calci se vuoi ma PARLAMI >>. Scuoto il capo chiudendo gli occhi. Okay. Posso farcela. Devo farcela. << Sei stato con me perché vedevi lei in me? >> << Co…NO! Tu e Sarah siete come il giorno e la notte, sia esteticamente che caratterialmente. Lei è riflessiva, tu sei impulsiva. Lei è molto matura per la sua età tu sei… >> << Cosa?! Immatura?! Ah beh grazie! >> dico ironica << Non immatura…cioè alcune volte hai degli atteggiamenti da immatura ma…sai quando c’è bisogno di affrontare qualcosa, e non ti tiri indietro…almeno nella maggior parte dei casi no. Martina il punto è un altro. >> << Davvero? E qual è? Perché io non l’ho capito >> << Il punto siamo IO e TE Martina, nessun’altro. NOI e i nostri sentimenti >>. << NOI e i nostri sentimenti? Sei serio? Quindi non ho il diritto di chiederti di Sarah giusto? >> è una fortuna che siamo lontani da casa, altrimenti credo che avremmo svegliato molte persone. << Martina io ero freddo con Sarah. Pensavo a te 24 ore su 24, al fatto che TU stessi male e senza rendermene conto anche Sarah cominciava a stare male per il mio comportamento >> << Ah! Quindi vuoi dire che per colpa mia tu e Sarah stavate male? >> chiedo incredula sgranando gli occhi e ridendo di scherno << NO! NON VOLEVO DIRE QUESTO. >> << NON ALZARE LA VOCE CON ME BLANCO! >> << DIO MARTINA! Quanto è difficile parlare con te! >> Jorge si mette le mani sulla fronte e solleva la testa verso il cielo << Beh allora non farlo! >> mi dirigo verso la porta ma lui Posa le mani sulle mie spalle per impedirmi di avanzare. << No! Ferma! Cos’altro c’è che vuoi sapere su Sarah? >> << Che  cosa vi siete detti quel giorno dopo che l’hai abbracciata? >> e in questo momento vorrei tanto essermi morsa la lingua. FANCULO. Perché non sto zitta quando devo?! Le parole sono uscite come un fiume in piena dalla mia bocca, come se quella domanda fosse sulla punta della mia lingua. Jorge mi guarda ancora una volta con gli occhi spalancati. << Hai visto quella scena… >> sussurra incredulo…non chino lo sguardo. Non devo e non voglio. << Rispondi >> ordino tornando ad incrociare le braccia. << Le ho…raccontato tutto >> dice posando gli occhi sul pavimento. << Definisci “tutto” >> dico io.
*Flashback*
Una volta calmatasi, Sarah torna a sedersi sul letto di Jorge. Lui è seduto sul bordo. << Jorge…ti conosco. So che…non vuoi ferire nessuno ma…è inevitabile. Dimmi una cosa, l’altra ragazza è Martina? >>. A sentire quel nome per lui fu come una pugnalata al petto. << Sì >> deglutì quella risposta, seguì un istante di silenzio, poi Sarah sospirò << Oddio…ecco perché ce l’ha così tanto con me. Ora capisco…ne ha tutte le ragioni del mondo >> << Non è colpa tua Sarah, è colpa mia >> << Sì, anche. Facciamo un 50 e 50 >>. Jorge scrollò le spalle. << Jorge, devi prendere una decisone. E devi prenderla pensando prima di tutto a te stesso. Ai tuoi sentimenti, non pensare a me o a lei okay? Pensa a te, a quello che tu provi. Allora non sbaglierai >> angel chinò il capo dopo aver detto quelle ultime parole. Jorge si voltò verso di lei. << Cosa stai cercando dirmi? >> << Sto cercando…di dirti, che  non possiamo vivere questa situazione. Così stiamo tutti male. Devi prendere una decisione. O me o lei. Se tu ami lei, io lo accetterò. Sarà difficile, molto difficile, non lo nego. Ma devi farlo per te, per lei e anche per me. Se tu non mi ami devo saperlo. Vuol dire che troverò un modo per andare avanti e prima o poi conoscerò qualcuno che  sia in grado di darmi quell’amore che  tu non puoi. Ma devi avere il coraggio di dirmelo… >> << Sarah io non so… >> << Sì invece! Tu lo sai, sai bene con chi vuoi stare. Sai cosa ti dice il cuore, non negarlo. Metti fine a questa sofferenza e dimmi quello che senti >>. Jorge chiuse gli occhi ed emanò un sospiro << Ti voglio bene Sarah… >>. Sarah sorrise, un sorriso che nascondeva molto dolore, Jorge lo sapeva perché la conosceva, la conosceva bene, lei era stato il suo primo amore. << Anche io te ne voglio Jorge…anche io >> Sarah si protese verso di lui e lo abbracciò sapendo che il suo affetto nei suoi confronti andava oltre il bene, ma era giusto lasciarlo andare, come aveva detto lei, per tutti e tre. Jorge non le apparteneva più ormai, lui era di un’altra e questo era chiaro come la luce del sole.
*Fine flashback*
<< E infine gli ho detto che Fran non sapeva nulla…e siamo…amici in un certo senso o almeno ci stiamo provando. Per me non è difficile ma per lei… >> mi mordo il labbro inferiore e chino lo sguardo. << Sweety… >> le sue mani si posano nuovamente sulle mie spalle, scendono lungo le mie braccia costringendomi a sciogliere la stretta intorno al mio corpo, sollevo per guardarlo negli occhi. I suoi occhi verdi, limpidi e in questo momento…lucidi. Stringe i miei polsi e sfiora il suo naso con il mio. Il mio corpo inizia a tremare, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, inalo una gran quantità d’aria nei polmoni e lentamente la libero. Aspetto con ansia che le sue labbra tocchino le mie ma non succede, d’un tratto lo vedo cadere a terra, in ginocchio << Cosa… >> ispiro quella parola, lo guardo confusa, non riesco neanche più a parlare. Le sue mani scendono fino ad entrare nelle mie, porta i dorsi delle mie mani vicino alla sua bocca << Ti prego Sweety, ti prego, perdonami. Io ti amo >>. Quando alza la testa per guardarmi negli occhi vedo una lacrima rigare il suo volto e allo stesso tempo sento una solcare il mio. Non mi ero neanche resa conta che i miei occhi si fossero inumiditi. << Jorge alzati! >> lo tiro su per le mani << Ma… >> << Alzati ho detto! >> gli urlo in testa nella speranza che smetta di parlare, appena si rimette in piedi gli lascio le mani, getto le braccia intorno al suo collo e premo la mia bocca sulla  sua. Lui sembra essere rimasto sorpreso dal gesto ma non impiega molto a rispondere al bacio. Dio, quanto mi sono mancate le sue labbra. Mi stringe la vita con forza mentre divora le mie labbra. Era un bisogno disperato quello che avevamo l’uno dell’altra.  Lui morde delicatamente il mio labbro inferiore per poi tornare a baciarmi. È come se il fuoco fosse presente sulle nostre bocche, costantemente. Il mio cuore batte all’impazzata e potrei giurare di sentire anche il suono del suo. Lo amo, lo amo tanto da far male, anche adesso. Non lo posso spiegare, ma lo sento nelle vene, sulla pelle e nel cuore. La sua mano destra afferra il mio collo come per avvicinarmi di più a lui, è…è quell’unione che ci fa sentire parte della stessa essenza quella che cerchiamo, quella magia che sappiamo di riuscire ad avere quando il nostro amore si manifesta. Mi spinge ad indietreggiare mentre quel bacio interminabile continuava a consumare i nostri polmoni. Quando ci separiamo entrambi siamo ansimanti, ci guardiamo negli occhi riflettendo le nostre figure e riuscendo a vedere oltre il nostro corpo. Sto per chinare il capo ma la mano destra di Jorge me lo impedisce afferrando le guance tra le dita e tornando quindi a farmi sollevare lo sguardo. Era come se i nostri occhi stessero comunicando qualcosa di intimo e profondo che solo noi potevamo sapere. Mi dà un leggero bacio sulla guancia per poi scendere lungo il mio collo, il tutto rapidamente, come se lo facesse per accertarsi che sia tutto vero. Chiudo gli occhi e lo lascio fare gettando il capo all’indietro. << Cavolo Sweety…ho bisogno di te più dell’aria che respiro >> sussurra al mio orecchio mentre mi stringe nuovamente la vita. Sorrido, Jorge continua a baciarmi, io lo allontano da me riuscendo a poggiare i pugni sul suo petto. Lui capisce e si ferma facendo un passo indietro. << Che…che c’è? >> la sua faccia è un misto tra il confuso e lo spaventato. Gli sorrido per tranquillizzarlo, afferro i bordi della mia maglietta e la sollevo. Jorge mi guarda a bocca aperta dal collo in giù per poi risalire. Mi morsi il labbro inferiore e tesi entrambe le mani verso di lui, Jorge le afferrò appena le vide. Lo avvicinai a me, presi i bordi della sua maglietta e gliela tolsi per poi lasciarla cadere a terra. << Sweety che stai facendo…hai deciso di farmi fuori? >> sussurra facendo sfiorare nuovamente i nostri nasi. Sorrisi << No, ho deciso di farti mio >> osservo attentamente la sua reazione, lui deglutisce. Trovo il coraggio di poggiare le mani sulle sue spalle e chinarmi sul suo petto per baciarlo. Noto come lui stesso inizia a tremare restando immobile. Mi ricorda la nostra prima volta. Bacio il punto dove si trova il tatuaggio e poi resto a fissarlo. Ricordo quando ha detto che quel tatuaggio era diventato il simbolo di un nuovo inizio, il nostro. Jorge mi solleva il mento posando il suo dito sotto di esso. << Siamo NOI Sweety >> mi accarezza il mento con il polpastrello del pollice. Gli sorrido e poi gli tiro il braccio sinistro afferrandolo con entrambe le mani per farlo cadere sul letto. Lui ride guardandomi << Mi hai colto alla sprovvista >> si giustifica, io mi siedo a cavalcioni su di lui e lo guardo. << Aha, certo come no >> mi protendo su di lui e torno a baciarlo sulle labbra per poi sussurrare su di esse << Regola…numero uno. Mai abbassare la guardia >> dissi imitando lui quando mi dava lezioni di Kick. In un attimo Jorge capovolse la situazione cogliendomi alla sprovvista. << Sei una brava alunna, ma ne devi fare ancora di strada per insegnare…Sweety >> Jorge poggia nuovamente le labbra sulle mie e mi ento così felice che…non riesco a spiegarlo. È come se d’un tratto il mondo avesse ripreso colore. Jorge fa leva sui bracci per non schiacciarmi. Chiudo gli occhi, non posso vederlo ma posso sentirlo ed è…così intenso. Il sangue scorre caldo e rapido nelle mie vene. Arriva al cuore che sembra scoppi più e più volte. << Jorge… >> preme sul mio palato con la sua lingua per poi staccarsi così, all’improvviso, lasciandomi senza fiato e senza parole leggermente frastornata. Jorge mi guarda e il suo indice destro sfiora il mio labbro inferiore, sorrido, << Non sono di cristallo Jorge >> entrambi ridiamo al ricordo di quella frase, come la prima volta. Jorge mi guarda negli occhi. << Vuoi…davvero farlo? >>


*Angolo autrice*
Yeee...mi odiato un po' meno? Forse no...non ho interrotto proprio su una scena futile eh? Ma in fondo lo faccio anche per voi eh u.u ...ah vi devo avvisare che forse la settimana prossima non riesco a postare...mi scuso per il ritardo ma dovete sapere che qui mi organizzano le giornate senza interpellarmi (che persone carine vero?) Va beh visto che è rardi è che so che volete leggere non vi intrattengo molto...spero che questo capitolo vi sia piaciuto almeno un po' e sia valsa la pena aspettare come vi avevo detto lol...ma si saranno davvero riconciliati o qualquadra non cosa.............................e va beh lo scoprirete presto, del resto mancano solo........due capitoli. Baci Chicas e spero di sentirvi prestooooooooooo 👄💕

 

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Capitolo 39
*** Dritti al punto ***








Sorrisi e capovolsi la situazione tornando a stare sopra di lui a cavalcioni con le mani sulle sue spalle. Mi avvicinai al suo volto e poi sussurrai << Mi ami? >> Jorge afferrò il mio polso sinistro e portò la mia mano sul suo cuore. Potevo sentire il battito accelerato sotto il palmo della mia mano. << Sai che è così. Io Ti Amo. >> << E allora sì, sono sicura di volerlo fare >>. Jorge allunga la mano destra per mettermi i capelli dietro l’orecchio e poi mi bacia. Poggio le mani sul suo torace e lo accarezzo lentamente fino a raggiungere il suo collo, gli stringo il volto tra le mani ricambiando il bacio. Le sue mani scivolano lungo i miei fianchi delicatamente le sue labbra scivolarono sul mio collo ricoprendolo di baci. Chiusi gli occhi e tirai un sospiro. Era delicato e attento ad ogni minimo tocco, risi inclinando leggermente il collo al lato destro << Mi fai il solletico >> lui rise a sua volta sospirando sul mio collo << Scusa >> tornai a posare la mia bocca sulla sua e lentamente mi fece tornare a stendermi sul letto. Posai sul bordo dei suoi jeans e in modo un po’ impacciato riuscii a sbottonarglieli, con il suo aiuto glieli sfilai in modo che rimanesse solo con i boxer, lui fece lo stesso con i miei pantaloncini con la differenza che non solo ci mise due secondi a sfilarmeli e gettarli sul pavimento ma in un battito di ciglia avvolse entrambi sotto il lenzuolo del letto. Strinsi le mani sui suoi fianchi mentre mi scivolava tra le dita per poter lasciare una scia di baci sulle mie costole, sul mio ventre, sul mio ombelico. Chiusi gli occhi ansimando, sollevai istintivamente i fianchi e lui li afferrò saldamente tra le sue dita premendo su di essi. Mi sentivo debole, protetta e sua, tutto allo stesso tempo. Mordicchiò leggermente la mia pelle e io scivolai ancora di più sotto di lui << Jorge… >> appena si sentì chiamare, Jorge tornò col volto vicino al mio, sollevai la mano destra per accarezzargli la guancia ma prima che riuscissi a raggiungerla lui l’afferrò intrecciando le sue dita con le mie. Lo guardai negli occhi mentre lui lentamente fece sfiorare il suo naso con il mio, poi sulla mia guancia, lì vi lasciò un bacio e con la mano libera mi liberò del reggiseno. I suoi occhi vagarono sul mio busto nudo e io osservai la sua espressione, stava ansimando e i suoi occhi brillavano. Dopo qualche secondo chiuse gli occhi e un sorriso si fece spazio sul suo volto. << Che c’è? >> chiesi non potendo evitare di sorridere e a mia volta. << Credevo di aver perso tutto…tutto questo e…stavo per impazzire >> rispose riaprendo gli occhi. Corrugai la fronte << Credevi di aver perso il mio corpo? >> << No, il mio amore >>. Questa volta fui io a chiudere gli occhi scuotendo il capo << Sei così sdolcinato a volte >> risi cercando di fare una smorfia di disgusto guardandolo negli occhi. << No è che…è colpa tua Sweety >> << Ah sì? >> << Sì >> posò delicatamente le sue labbra sulle mie dandomi un altro bacio << Non ce la faccio più >> << Allora smetti di parlare e fammi sentire Jorge >>. Una scintilla schiccò visibilmente nei suoi occhi verdi. Smise di indugiare e mi baciò con foga liberandomi anche dell’ultimo pezzo di stoffa rimasto. La sua bocca scese sul mio seno, la mia coscia sinistra si sollevò sul suo fianco e mi resi conto che si era già tolto i boxer. Mi aveva letteralmente presa in parola facendomi perdere la testa. Accarezzò le mie cosce e con una sola mossa entrò dentro di me. Gemetti sentendolo così…intenso. Lo avevamo fatto solo una volta ma non ricordavo di riuscire a sentirlo…così. Mi baciò ad ogni angolo della pelle mentre continuava a spingere dentro di me. Strinsi più forte la sua mano nella mia e posai quella libera sul suo bicipite per stringerlo, per sentire che tutto questo che stavo sentendo era reale, tangibile. Ogni fibra del mio corpo venne coinvolta in quel momento, pervasa da mille emozioni. Lo amavo, lo amavo tanto da far male ma avevo la certezza che lui provava lo stesso sentimento. Posai le labbra nell’incavo del suo collo mentre spingeva e istintivamente gli lasciai un marchio che sarebbe rimasto per qualche giorno. Eravamo una cosa sola. Non lo credevo possibile ma era più profondo della prima volta. Forse era per il disperato bisogno che avevamo di provare l’amore l’uno dell’altra, di sentirlo, di toccarci, di sapere che tutto quello che stava succedendo non fosse un sogno. Sembravano passati anni dall’ultima volta che avevo assaporato quei baci. Gli morsi il labbro inferiore, lui passo la sua lingua sul mio superiore, non esitavamo a toccarci, baciarci ad ogni angolo, ad ogni secondo. Ogni istante era importante in quel momento. E così quella sera ci perdemmo l’uno nell’altra. Per più di una volta. Guardai la sveglia sul comodino. Erano le 4:00. Ero distrutta, non riuscivo a muovere un muscolo ed ero ancora ansimante. La mia mano e quella di Jorge erano ancora intrecciate nonostante tutto. Era come se lui non volesse mollare la presa…non che io volessi. Jorge mi attirò a sé tirandomi proprio con quella mano, mollò la stretta solo per afferrarmi la vita e quindi avvicinarmi a lui. Eravamo entrambi stesi sul fianco, potevo sentire i battiti accelerati del suo cuore anche solo posando la fronte sul suo petto. Anche lui stava cercando di recuperare fiato ma impiegò meno tempo di me a farlo. Affondò il volto nell’incavo del mio collo e respirò il mio profumo. Chiusi gli occhi lasciandomi cullare dalle sue carezze. Le dita della sua mano sinistra affondavano tra i miei capelli mentre la mano destra accarezzava delicatamente con i polpastrelli la mia spalle per poi scendere arrivando al polso, risalire e ripetere il gesto. Dopo qualche minuto mi diede un bacio sulla nuca e mi avvolse tra le sue possenti braccia senza dire niente. Respirai anche io il suo profumo mentre lentamente caddi in un sonno profondo. Una suoneria fastidiosa continuava ad irritare i miei timpani di prima mattina. << Mmm… >> cercai di stiracchiarmi ma avevo ancora i muscoli letteralmente indolenziti, ogni parte del mio corpo lo era. << Jorge… >> lo chiamai per cercare di svegliarlo riconoscendo la musica del suo cellulare. Anche perché il mio lo avevo lasciato in camera << Lascialo. Smetterà >> disse lui ancora dormendo col viso tra i miei capelli. Eravamo esattamente come quando ci siamo addormentati e lui non mi lasciava andare. Il cellulare smise di suonare…almeno questo credevamo, dopo due secondi ricominciò << Mmm…ma che palle! Chi rompe a quest’ora?! >> Jorge prese il cuscino con la mano destra e lo poggiò su entrambi. Di nuovo, il cellulare smise per qualche secondo e poi riprese a suonare << Dai rispondi! Forse è importante >> protesta cercando di togliere il cuscino che ci tappava i timpani. Jorge sbuffò e di malavoglia si voltò, si protese sul pavimento cercando i appena li prese sfilò il cellulare da dentro e si mise a sedere. Strizzò gli occhi probabilmente per riuscire a leggere il nome sullo schermo. Di colpo lo vidi impallidire e deglutire << Merda! >> esclamò lui. Incuriosita mi sollevai sul gomito destro << Chi è? >> << Tuo fratello >> rispose Jorge guardandomi, entrambi voltammo di scatto lo sguardo verso l’orologio, erano le 10:20. Il che significa che in casa sono tutti svegli. << Muoviti! Rispondi! >> dissi facendolo svegliare dal sogno ad occhi aperti. << Pronto? >> mi lasciai cadere di nuovo con la testa sul cuscino, cautamente osservavo le espressioni di Jorge per capire cosa stava succedendo. << Wuo! Sta calmo Fran! No non sono ubriaco! >> chiaramente la sua voce suonava ancora leggermente assonnata. << Ma che cavolo ti prende?! Perché sbraiti tanto?! Sono uscito che problema c’è?! >> il suo sguardo è confuso e la sua voce suona irritata << Non sapevo di doverti avvisare ogni volta che metto piede fuori casa >>. Jorge si passò la mano sinistra tra i capelli << Oh! Ma che ca…che?! Martina? Se è con me?... >> lo sguardo avvilito di Jorge tornò a posarsi su di me. Annuii ripetutamente col capo per fargli segno di dire di sì. Avevo il cellulare in camera mia, non volevo che mio fratello si preoccupasse non sapendo dov’ero. << Ehm…sì, ci siamo svegliati presto, abbiamo fatto una corsetta mattutina e poi siamo andati al bar a fare colazione >> Okay. Devo sperare che mio fratello se la beva. << Va bene! Ora te la riporto a casa! Ma sta calmo! Perché ce l’hai così tanto con lei?! >> osservai torva Jorge mettendomi a sedere a fatica. Lentamente si voltò verso di me guardandomi con…Shock? Confusione? Sì credo entrambi << Ma di che stai parlando? >> la situazione stava diventando ancora più confusa. << Okay ora te la riporto. >> lo sguardo di Jorge divenne severo, era arrabbiato. Staccò la chiamata senza salutare e lanciò l’iPhone a terra senza neanche guardare dove cadesse. << Ti dispiace spiegarmi che CAZZO sta succedendo? >> chiese a tenti stretti, quasi come un cane rabbioso. << Come faccio se non so di cosa CAZZO stai parlando?! >> dissi ironica imitando il suo tono di voce alla parola “cazzo”. << Francisco era furioso! Dice che nella tua stanza ci sono delle valige, i vestiti dagli armadi sono spariti, hai lasciato delle fottute lettere sul comodino con il tuo cellulare dicendo che dovevi andare via! MI SPIEGHI CHE SIGNIFICA?! >> a quelle parole sgranai gli occhi. Merda. Ora sì che ero nei guai. Francisco deve essersi infuriato e preoccupato e a giudicare dall’attuale sguardo di Jorge direi che non è l’unico. << Sto aspettando. >> chinai il capo guardandomi le mani sul grembo. Il suo tono canzonatorio mi faceva sentire in colpa. << I-io…volevo… >> mi interruppi e Jorge mi incoraggiò a continuare << Volevi cosa? >> la preoccupazione sembra il sentimento che sovrasta la rabbia in questo momento, anche se non lo guardo lo percepisco dal suo tono di voce. << Partire…non riuscivo più a sostenere questa situazione e così volevo andarmene >> con la coda dell’occhio osservai l’espressione impietrita di Jorge. << A-andare…dove?! Senza dire niente a nessuno?! >> balbettò cercando di riprendersi dallo shock << In Messico…da mia zia. E..sì insomma...non volevo essere fermata. Per questo mi sono limitata a scrivere delle lettere >> << Delle lettere… >> ripetette lui incredulo. Fece una risata di scherno negando col capo. << E quando saresti partita? >> non rispondo. << Martina! >> Jorge è agitato. Continuai a rigirarmi le dita e con un filo di voce dissi << Oggi. Alle 12:00. >> speravo non mi avesse sentito ma a giudicare dal silenzio e dal suo sguardo sbigottito deduco che…lo ha fatto. << E PENSAVI DI SPARIRE DALLA MIA VITA SENZA DIRMI NIENTE?! COME UNA BAMBINA CHE SCAPPA?! >> mi gridò contro e a quel punto il nervosismo prese anche me << NON TI AZZARDARE SAI! NON SEI NELLA POSIZIONE DI RIMPROVERARMI NIENTE! TI RICORDO CHE È SOLO COLPA TUA SE ME NE STAVO ANDANDO! PERCHÉ STAVO SOFFRENDO A CAUSA TUA. >> tornai a stendermi infuriata dandogli le spalle e stringendo le braccia al cuscino sotto la mia testa. Con quale diritto pensa di potermi sgridare e darmi della poppante?! Dopo qualche minuto di silenzio lo sentii sussurrare << Sweety… >> non risposi. D’un tratto lo sento dietro la mia schiena, mi cinge la vita con il braccio destro e avvicina le labbra al mio orecchio << Ora…non partirai più vero? >> il suo tono era dolce e supplicante. Gli sbalzi d’umore di questo ragazzo mi rendevano stupida. Non mi faceva capire mai niente. << Non lo so. >> risposi secca, in modo rude, non volevo che pensasse di avermi nelle sue mani. Non potevo cedere. Sentii le sue labbra posarsi sulla mia spalla, non dissi nulla, non mi mossi. Con i polpastrelli delle dita accarezzò la mia spalla e scese fino ad arrivare all’altra spalla. Sotto il suo tocco delle scosse percorrevano i punti che venivano sfiorati. Mi baciò dietro il collo per poi cominciare a lasciarmi una linea di piccoli baci lungo la mia spina dorsale. Chiusi gli occhi sospirando. << Che stai facendo? >> cercai di guardare oltre la mia spalla per riuscire a vederlo ma non potevo. Era arrivato alla fine della colonna e la sua mano destra si era posata delicatamente sul mio fianco. Tornò a stendersi dietro di me, avvolse il braccio sinistro intorno la mia vita e quello destro intorno le mie spalle << Non andartene >> << Potrei…magari solo per una settimana >> proposi sottovoce << No. Neanche per un giorno >> scossi lentamente il capo, adesso chi era il bambino? << Sei un egoista Jorge >> << Sì lo sono. >> ammise senza pensarci neanche un attimo << E non mi importa >>. << Quindi secondo te io non dovrei più vedere mia zia? >> con la coda dell’occhio vidi che corrugò la fronte, restò pensativo per qualche secondo e poi disse << Ci andremo insieme. Quando vuoi. Anche oggi >> << E se io volessi andarci da sola? >> << No. >> mi strinse ancora più forte. Mi voltai poggiando la schiena sul materasso << Sei tremendo >> dissi cercando di divincolarmi ma non ci riuscii. Jorge non disse niente, prese il mio braccio destro e ne accarezzò l’interno con i polpastrelli delle dita della mano destra fino ad arrivare al polso. Lo lasciai fare mentre lo guardavo, avvicinò il polso alle sue labbra e lo baciò per poi salire più su facendo lo stesso gesto sul palmo della mano. Inutile dire che lui sapeva perfettamente come prendermi. Tolsi il mio braccio dalle sue mani per poter stendermi su di lui e baciarlo sulla bocca, Jorge poggiò le mani sui miei fianchi ricambiando il bacio. << Ora dobbiamo “tornare a casa”…la camminata non può durare così a lungo >> gli ricordai che mio fratello ci aspettava. << Naah siamo andati a correre lontani >> risi alle sue parole << Sì ma non così tanto da impiegarci un’ora! Piuttosto…come faremo a procurarci delle tute? >> chiesi riferendomi al fatto che teoricamente eravamo andati a correre. << Qui ho dei ricambi, sai visto che è vicino alla palestra. Ti dissi di lasciare qui anche i tuoi vestiti…se non li hai presi e messi in valigia >> sull’ultima frase mi guardò con aria di rimprovero, gli feci la linguaccia << No, li ho dimenticati >> << Perfetto allora! Vestiamoci >> mi diede un bacio sulla guancia e poi mi spostò facendomi cadere sul materasso. Si mise i boxer e mi lanciò la mia biancheria sul letto, sotto il lenzuolo iniziai a vestirmi, una volta pronti uscimmo dalla casetta in piscina << I vestiti di ieri li lasciamo qui? >> li indicai con l’indice destro prima di uscire << Sì, poi torniamo a prenderli >>. Io e Jorge facemmo il giro della casa per poter arrivare alla porta, bussammo il campanello e Lola venne ad aprirci. Appena entrammo vidi mio fratello che camminava nervoso avanti e dietro nella stanza. Quando mi vide scattò dritto verso di me. Era infuriato. << MI SPIEGHI CHE CAZZO SIGNIFICA QUESTO?! >> disse mostrandomi la lettera che gli avevo scritto. Scrollai le spalle non sapendo cosa dire << Niente…cioè…non avevi il diritto di entrare nella mia stanza e prendere le mie cose senza permesso anche se c’è scritto il tuo nome >> cercai di difendermi più che altro per guadagnare tempo. Ma a giudicare dallo sguardo di Francisco deduco sia stata una pessima idea << MI STAI PRENDENDO IN GIRO?! MARTINA! >> spostando lo sguardo da lui noto che anche gli occhi di Diego, Sarah e Anahi sono puntati su di me. Quest’ultima mi si avvicina e con tono più calmo mi chiede << Te ne volevi andare tesoro? Senza dirci niente? >> questa donna riesce a farmi sentire ancora più in colpa di quanto non lo sia già. << Io…ehm… >> il mio sguardo vaga sul pavimento. << MARTINA! >> << FRANCISCO! DALLE IL TEMPO! >> ad intromettersi è Jorge che si guadagna uno sguardo fulmineo da mio fratello. << Io volevo solo andare a trovare la zia in Messico…il fatto è che sentivo la sua mancanza dopo aver parlato con lei e così avevo pensato di… >> << Di andartene senza dirci niente?! >> ora più che arrabbiato Francisco sembra confuso. << Sì…avevo paura che me lo avreste impedito >> << Allora perché dici “Addio?!” Martina io non sto capendo nulla! E poi non è vero che te lo avremo impedito. E lo sai. >> a quelle parole sbuffai. Definitivamente non sapevo che dire << Senti, dimentica tutto sì? Non vado da nessuna parte! Ho deciso di aspettare le vacanze estive per andare in Messico. Fine! >> gli presi la lettera di mani e la stracciai. << Stai scherzando!? Diego per favore! Hai letto anche tu quella lettera! Non le dici niente?! >> mi voltai verso mio cugino pregando che mi aiutasse, lui ricambia lo sguardo di Fran e poi scrolla le spalle. << Ha detto che è finito. Ha spiegato no? Magari abbiamo ingigantito la cosa >> << MA VI SIETE TUTTI BEVUTI IL CERVELLO IN QUESTA CASA?! >> << Francisco... >> azzardo un passo verso di lui per cercare di calmarlo << No. Ferma lì. Io vado a fare un giro, quando avrete deciso di dirmi cosa mi state nascondendo fatemi un fischio >>. Mio fratello esce sbattendo la porta di casa. << Martina >> Anahi mi si avvicina poggiandomi una mano sulla spalla << Per favore nel caso dovessi decidere di fare un viaggio…anche se dovesse durare solo due giorni…avvisaci, non con una lettera >> e dai suoi occhi capisco che sta cercando di dirmi qualcosa che va oltre le parole che sono uscite dalla sua bocca. Faccio un cenno col capo << Sì Anahi >> lei mi sorrise e poi andò in cucina. << Sarah, ci scusi un attimo? >> disse Diego rivolto alla ragazza << Certo! Non c’è problema >> << Grazie >> mio cugino le fece un cenno di sorriso e poi indicò la porta della mia stanza guardando me e Jorge. Noi ci lanciammo uno sguardo e poi vi entrammo dentro. Io mi sedetti sul mio letto, Jorge restò in piedi a poca distanza da me, Diego chiuse la porta e si voltò verso di me << Allora…pace e amore giusto? >> chiese guardandoci. Guardai Jorge e lui scrollò le spalle << Sì… >> << Bene. Dovete dirglielo. Ha capito che c’è qualcosa che tutti sanno tranne lui ed è normale che ci stia da schifo >> << Lo so Diego! È solo che… >> << È solo che niente! Mi pare che abbiate già indugiato troppo no? >> << Diego ha ragione, Fran lo deve sapere >> dico guardando Jorge, non potevo vedere mio fratello impazzire così. << So che ha ragione! Ma non voglio che Francisco mi odi! >> << Lo farà se lo scoprirà in un altro modo Jorge! Devi essere tu a dirglielo…voi. >> si corresse mio cugino guardando prima lui poi me e infine lui. << D’accordo. Quando tonerà glielo diremo e metteremo fine a questa storia >> annuii col capo concordando con lui e anche Diego fece un cenno di approvazione con la testa. << Ora però ho bisogno di farmi una doccia >> annunciò Jorge << Io di chiamare Lodovica, anzi vado da lei mi presti l’R8? >> << Sai già dove sono le chiavi >> << Perfetto >>. I due uscirono dalla stanza e io chiamai mia zia per informarla che non sarei più partita…beh almeno non per ora. Andai a farmi una doccia e mi cambiai i vestiti. Mi misi a disfare le valige quando sentii bussare la porta. << Avanti >> vidi entrare Jorge e alzai le mani in segno di stupore << Non ci credo! Hai imparato a bussare? >> << Ah ah! Ti serve una mano con le valige? >> chiese avvicinandosi a me << No, faccio sola. Fran? >> << Non è ancora tornato e…stanno apparecchiando la tavola. Ho mandato un messaggio a Cande mi ha detto che è con lui quindi probabilmente tornerà oggi >> << Oh…okay >>. Tornai a guardare i vestiti nella valigia e sentii Jorge sbuffare mentre si sedeva sul letto, mi afferrò i fianchi costringendomi a sedermi sulle sue gambe. << Hey anch’io non vedo l’ora di togliermi questo peso e dire tutta la verità a tuo fratello >> dice lui guardandomi << Non sembravi così convinto poco fa… >> << Ho solo paura di perdere la sua fiducia >> << Magari all’inizio…ma poi capirà. Ci vuole bene, si renderà conto da solo >> << Speriamo Sweety…speriamo >> Jorge mi dà un bacio sulla tempia, poi sulla guancia e quando sto per baciarlo sentiamo la voce di Anahi che ci chiama per andare a tavola. << Andiamo >> dissi alzandomi in piedi e tirandolo per il braccio << Aspetta! >> stavo per aprire la porta ma lui la richiude mettendo la mano davanti, mi voltai di scatto e lui mi baciò prima ancora che potessi fiatare. Mi fece appoggiare con la schiena alla porta e risi posando le mani sulle sue guance mentre ricambiavo il bacio, le sue labbra si muovevano rapidamente sulle mie fino a quando non si separò, << Andiamo >> disse sorridendomi e aprendo la porta alle mie spalle. Scossi il capo ridendo e uscii dalla mia stanza seguita da lui. A tavola mancavano solo Fran e Diego. Sarah fu la prima ad alzarsi da tavola dopo aver finito. Era stata molto silenziosa, non che di solito parli più di tanto ma comunque parla. Jorge la guardò, sapevo che si sentiva in colpa ma in queste circostanze credo di non poter fare nulla per aiutarlo, in questo caso solo il tempo può aiutarci. Soprattutto aiutare lei. Ripresi a disfare da sola, Jorge stava guardando la televisione in salotto, quando finii mi diressi verso di esso. << Jorge, Martina…potreste venire un attimo? >> la voce di Sarah mi colse di sorpresa, era sulla soglia dell’entrata del salotto poggiata allo stipite con la mano destra. Io ero all’entrata opposta e scambiai uno sguardo con Jorge che era esattamente dove lo avevo lasciato. A rispondere fu lui << Certo, veniamo >> si alzò dal divano e Sarah ci diede le spalle iniziando a camminare. Io seguii Jorge che mi face segno col capo di andare. Non è che l’idea mi facesse impazzire ma okay. Sarah ci portò dinnanzi al pianoforte e iniziò a suonare una canzone che ormai mi era familiare, l’ho già sentita suonarla altre volte ma non so da dove l’abbia presa. << Vi piace? >> chiese guardando prima lui e poi me. << È una bella melodia. Sì mi piace molto >> rispose Jorge << E a te? >> quando i suoi occhi azzurri si posarono su di me io scrollai le spalle << Sì >> mi limitai a dire. Non una parola di più non una di meno. << Bene. Vi va di provare a cantarla con le parole? >> domandò prendendo due fogli dal leggio per poi tenderli a noi. Con la coda dell’occhio guardai Jorge, ancora una volta ricambiò lo sguardo. Eravamo un po’ confusi, quella situazione era strana. << Ehm…sì, certo >> lui prese entrambi i fogli e poi ne tese uno a me. Era scritto a penna, una calligrafia perfetta direi. Notai che c’erano scritti i nostri nomi su alcune parti << Basta leggere la parte dove appare il vostro nome. Non preoccupatevi di essere fuori tempo, credo che più o meno la melodi l’abbiate capita, giusto? Vi farò un cenno col capo e con gli occhi quando dovrete cantare >>. Entrambi annuimmo col capo e lei iniziò a suonare. A cominciare è lei << No actúes de una manera tan casual. Como estraños hoy somos nada más >> Non agire in un modo così casuale. Oggi siamo come estranei niente di più. Sarah mi fece segnale col mento di attaccare e lo feci leggendo il testo << Como un niño pequeño deja de llorar. Esto aun no comienza espera ya >> Smetti di piangere come un bambino piccolo. Questa storia non è ancora iniziata come previsto. Posai i miei occhi su Jorge dato che toccava a lui. << Este amor es como el fuego Y no me quemaré NO. Simplemente estoy temblando. Se que no estoy bien. Y la verdad es que >> Questo amore è come il fuoco e non mi brucerò NO. Semplicemente sto tremando. So che non sto bene e la verità è che. Jorge si fermò e guardò prima Sarah e poi me, stavamo per cantare insieme. Guardandoci negli occhi << Fuiste el culpable. Me dejastes. Sigo odiándote. Pero hoy siento el hielo. Tanto frio. Mi corazón sigue >> Sei stato il colpevole. Mi hai lasciato. Continuo ad odiarti. Ma oggi sento il gelo. Tanto freddo. Il mio cuore continua. Sarah mi fece cenno di cantare da sola << Extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote oh, uh >> Sentendo la tua mancanzax5. Riprese Jorge. << De esa forma intesa deja de brillar AH. Porque el mundo está en plena oscuridad ¿Escuchaste lo que dije? >> In questo modo così intenso smetti di brillare AH. Perché il mondo è in piena oscurità. Hai sentito ciò che ho detto? Lo sguardo di Jorge aveva vagato tra me e Sarah, ora toccava a lei << No te atrevas a sonreírme así >> Non osare sorridermi così << Qué? >> Cosa? Chiese lui, io li guardavo mentre cantavano << Porque lo sé muy bien, no eres feliz. Lo sé porque he estado ahí >> Perché lo so bene, non sei felice. Lo so perché ci sono passata. Lui ripetette la frase di prima << Este amor es como el fuego Y no me quemaré NO. >> Questo amore è come il fuoco e non mi brucerò NO. Sarah mi fece un cenno col capo e io continuai << Simplemente estoy canzada. Se que no estoy bien. Y la verdad es que >> Semplicemente sono stanca so che non sto bene e la verità è che…Ancora cantammo come prima io e Sarah ma questa volta fu lei a ripetere la parte finale << Fuiste el culpable. Me dejastes. Sigo odiándote. Pero hoy siento el hielo. Tanto frio. Mi corazón sigue >> << Extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote extrañandote oh, uh >> ascolto la passione e l’energia che ci mette nel suonare questa parte e deduco sia la sua preferita. Leggo sul foglio, la cantano lei e Jorge. Osservo con attenzione come si guardano prima di cantare all’unisono << Eres mi amor de juventud, fuiste mi todo y acabó, realmente espero no me olvides. Sé feliz incluso ya después Y recordemos lo que fue, hasta que el tiempo nos apague >> Sei il mio amore di gioventù, sei stato il mio tutto ed è finita, spero davvero che non mi dimentichi. Sii felice anche dopo e ricordiamo ciò che è stato, fino a quando il tempo ci spegnerà. Sarah ricanta l’ultima frase da sola << Hasta que el tiempo nos apague >>. Glielo devo riconoscere è una canzone bellissima, soprattutto l’ultima parte. << Angel è…è stupenda, davvero io non ho parole >> e questo è evidente, in realtà non le ho neanche io. << Sono contenta che ti piaccia…e tu Martina? Che ne pensi? >> << Mi piace molto, è davvero emozionante…mi piace soprattutto la parte dove dice “Fuiste el culpable…” >> scherzai e Jorge mi tolse il foglio di mano prima che potessi continuare a leggere << Sì sì abbiamo capito >> << Hey! >> gli diedi uno schiaffo sul braccio e lui rise, notai che Sarah fece lo stesso e onestamente continuavo a sentirmi a disagio. << Siete…davvero una bella coppia >> << Angel >> la richiamò Jorge << Perché tu lo sappia...non ti dimenticherò mai. Davvero. Sarai sempre una parte importante della mia vita >> lei forzò un sorriso e annuì col capo << Ne sono contenta. Vale anche per te. La settimana prossima tornerò in Messico. Mi sembra chiaro che qui non ho più nulla da fare >> disse annuendo col capo. L’ammirai per la forza che stava dimostrando in questo momento, riuscire a mantenere la sua dignità intatta nonostante tutto e col sorriso sulle labbra. Dubito che ci sarei riuscita. Nonostante ciò il suo dolore era evidente. Sentimmo il rumore della porta aprirsi << Francisco >> sussurrò Jorge. << Andate, io resto qui a…a vedere se mi viene in testa qualche altra canzone >> << Sì okay, andiamo >> Jorge era ansioso, si percepiva dai suoi movimenti << Hey! Buona fortuna…a tutti e due e state tranquilli. Francisco vi vuole bene. Capirà >>. Sia io che Jorge accennammo un sorriso per ringraziarla e ci dirigemmo verso la porta. << Yey! Ciao! >> c’era anche Lodo e con lei Diego e Cande vicino a mio fratello. << Hey…siete usciti insieme? >> chiese Jorge per sciogliere il ghiaccio << No. Ci siamo trovati fuori la porta >> dal tono di voce sembrerebbe che mio fratello sia ancora arrabbiato con noi. Quando Cande si avvicinò per salutarci con un bacio sulla guancia disse a bassa voce vicino alle nostre orecchie << Dovete dirglielo. Ora >> il timbro di voce era serio tanto quanto lo sguardo fulmineo che ci lanciò prima di allontanarsi da noi. << Lo sappiamo >> risponde Jorge guardandola. << Fran puoi venire un attimo con noi? Ci sediamo sul divano.. >> a parlare fu ancora lui, io ero incapace di aprire bocca. << Perché? >> << Perché…dobbiamo dirti una cosa importante. Dai vieni >> Jorge provò a mettergli una mano sulla spalla ma lui l’allontanò con la mano destra. Cavolo. Le cose non stanno iniziando nel migliore dei modi. Diego prese posto sulla poltrona e Lodo si sedette sulle sue gambe. Fran si sedette sul divano di fronte la televisione e Cande accanto a lui prendendolo sotto braccio. Quel gesto mi tranquillizzò, forse la presenza di Candelaria avrebbe potuto attutire il colpo. Magari lei riusciva a calmarlo. Io e Jorge ci sedemmo sul divano che era sulla sinistra. Deglutii guardando il pavimento. Nessuno iniziò a parlare e mio fratello si innervosì ancora di più << Allora? In giornata se riusciamo >> << Sì, certo. Mi sembra giusto. Io…non trovo le parole adatte per dirtelo…quindi lo farò senza giri di parole >> << Mi sembra il metodo migliore >> << Bene. Io e tua sorella stiamo insieme. Da due mesi più o meno >>



*Angolo Autrrice*
Beh non aggiungo altro anche perché è tardi e so che voi volete leggere...quindi dirò solo -1
Manca solo l'ultimo capitolo
Ps: Chiedo scusa per eventuali errori ma non ho avuto molto tempo per leggere bene sorry

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Capitolo 40
*** Vivere ***








~~Silenzio. Il silenzio era diventato padrone di quella stanza. << Fran?...Dì qualcosa almeno… >> lo sprona Jorge, io afferro il suo braccio cercando di fargli capire che è meglio tacere. Osservo attentamente mio fratello, d’un tratto lo vedo ridere. Deglutii. Quella risata non mi piaceva per niente, non era una vera risata, era una risata nervosa, isterica, arrabbiata. Mio fratello gettò il capo indietro continuando a ridere come un matto << Francisco! >> Candelaria gli poggia la mano destra sulla spalla e Fran smette di ridere. << Mia sorella Jorge? Sul serio? >> il suo tono di voce era stranamente calmo, non promette nulla di buono. << Beh…non l’ho scelto io Fran, mi sono innamorato di lei >> << INNAMORATO. Tu ti sei INNAMORATO di mia sorella?! >> ecco che il suo tono di voce inizia ad alzarsi. << TU SEI UN BASTARDO JORGE! >> Fran  scatta in piedi e sferra un pugno sul naso a Jorge, ciò succede in una frazione di secondo, siamo tutti confusi e riusciamo a mettere a fuoco la scena solo nel momento in cui Jorge blocca il secondo pugno destro di Fran, prende il pugno nella mano sinistra e quando mio fratello sta per usare l’altra mano gli blocca il polso con la sua destra. Francisco fa resistenza per continuare a picchiarlo ma Jorge sembra riuscire a tenerlo fermo. Diego si era alzato dalla poltrona subito dopo il primo pugno probabilmente per fermare Fran ma vedendo che Jorge era riuscito da solo si è fermato in piedi a poca distanza tra noi. << Parliamo Fran >> lo supplico poggiando una mano sul suo avambraccio destro. Lui mi guarda negli occhi e finalmente smette di cercare di colpire il mio ragazzo. << Eri un fratello per me Jorge! >> << Tu per me lo sei ancora ma non ti chiederò scusa per essermi innamorato di tua sorella. Posso chiedertelo per non avertelo detto subito ma non per altro >> tirai il braccio di Jorge per cercare di fargli capire che era meglio stare zitto e non reagire così adesso. Francisco cammina nervosamente avanti e dietro nella stanza, sorride e scuote la testa << Le cose non succedono per caso Jorge. Siamo NOI a farle succedere. Se non volevi innamorarti di mia sorella gli stavi lontano! >> Jorge si alza in piedi per avvicinarsi a Fran, idea non geniale a mio parere. << Lo dici come se fossimo noi a scegliere chi amare. Ho provato a combattere contro i miei sentimenti e l’ho fatto per TE! >> << AH! Quindi ti devo anche ringraziare?! >> << NO! Sto solo cercando di farti capire! Hai ragione! Le cose non succedono per caso okay? Credevo di non riuscire ad amare più nessun’altra dopo ciò che era successo a Sarah…o meglio che pensavo fosse successo. Invece Martina è finita sul mio cammino e…ed è riuscita a farmi provare cose che non ricordavo neanche potessero esistere. Anche cose nuove. Cose che non posso spiegarti con le parole ma che sono sicuro provi anche tu da quando stai con Cande >>. Jorge punta lo sguardo su Candelaria e mio fratello con lui. Candelaria accenna un sorriso guardando Francisco e dopo qualche secondo lo sguardo di lui si posa su di me. << Quando sono entrato in camera tua, quando tu e Jorge stavate discutendo, mi hai mentito. Non mi hai detto qual era il vero motivo della tua sofferenza. E cioè che questo BASTARDO ha baciato un’altra sotto i tuoi occhi mentre stava con te. >> lo sguardo di mio fratello torna ad accendersi di rabbia, si volta verso Jorge e gli dà un altro pugno sul naso, Jorge subisce il colpo senza reagire. Io scatto in piedi e cerco di avvicinarmi a Fran << Aspetta! Non è andata così. Cioè…sì in un certo senso…ma… >> << No. Adesso parlo io. Conosco Jorge, ed è una persona fantastica. Darebbe la sua vita per chi ama ma non riesce a stare con una ragazza, non senza farla soffrire e TU hai già sofferto abbastanza Martina. Non voglio vederti distrutta e meno a causa del mio migliore amico. Lo capite che questa storia potrebbe rovinare tutto?! >> lui torna ad alzare la voce e il suo sguardo passa da me a Jorge ripetutamente. Jorge è il primo a riaprire la bocca << Fran, se faccio soffrire lei faccio soffrire me. Questo non è un gioco, cavolo! Hai ragione, ti stai chiedendo come posso fare IO a non far soffrire tua sorella, soprattutto dopo aver visto che posso farlo. Ma credimi stavo male anche io. Stavo impazzendo perché lei non voleva lasciarmi parlare, volevo spiegarle, dirle che era l’unica che amo e che…quel bacio con Sarah è stato un tuffo nel passato e che non c’è stato altro. Puoi chiederlo anche a lei se non mi credi. Tua sorella mi ha creduto, puoi farlo anche tu? >>. Azzardo un passo e decido che tocca a me parlare << Fran…non sono stupida e so che non lo sei neanche tu. Hai visto tu stesso con i tuoi occhi fin dove arriverebbe Jorge per proteggermi. Tu c’eri quando ha rischiato prendersi una pallottola in pieno petto o quando ha rischiato di finire in prigione picchiando Fernando a morte. Devi credere che quello che prova per me sia più forte di tutto e tutti. Come lo credo io. Tu lo conosci da più tempo di me, sai che ci tiene alla vostra amicizia, pensi che la metterebbe a repentaglio per una ragazza che non AMA? >> marco bene l’ultima parola per riuscire ad esprimere i sentimenti che sono racchiusi in essa. Mio fratello sembra che stia per cedere, si copre il volto con le mani e sospira. D’un tratto si volta verso Diego e apre delle fessure tra le dita per guardarlo negli occhi prima di togliersi definitivamente le mani dal viso. << Tu. Tu lo sapevi? >> si avvicina lentamente a lui, mio cugino deglutisce e poi scrolla le spalle << Sì ma solo qualche giorno >>. Inevitabilmente e come previsto Fran sferra un pugno anche a lui. Lodovica si alza in piedi per soccorrerlo, gli poggia una mano sulla spalla e gli prende il mento con la mano per valutare i danni. Francisco si tocca il pugno con l’altra mano, evidentemente a furia di dare pugni faceva male anche a lui. << Okay, adesso basta Fran. Andiamo a sbollire la rabbia altrove. Vieni >> Candelaria si avvicina senza alcun timore e prende il suo del suo ragazzo, Fran non oppone resistenza, guarda negli occhi la sua ragazza e fa un cenno di assenso col capo ed entrambi escono si dirigono verso l’uscita. Sia Jorge che Diego hanno la mano sul naso << Ti fa molto male? >> chiedo a Jorge << Abbastanza, tuo fratello è molto agile…e pensare che sono stato io ad insegnargli dove colpire >> lui ride scuotendo il capo << Già, avresti dovuto insegnarci anche un po’ più di difesa! >> scherza Diego guardandolo << Dai andiamo a metterci del ghiaccio prima che si gonfi >>. Lodovica attira Diego in cucina e io prendo Jorge sottobraccio facendo lo stesso. Jorge e Diego sono seduti sugli sgabelli della cucina e io e Lodo gli teniamo le borse del ghiaccio sui nasi. << Mi dispiace bro, tu non c’entravi niente >> Jorge dà un  colpo sul braccio a mio cugino mentre gli parla. << Non importa…ciò che conta è che finalmente abbiamo messo la parola fine ai segreti >> << Puoi giurarci! >> dico sospirando. << Secondo voi Francisco avrà capito? Cioè accetterà la vostra relazione? >> chiede la mora << Deve farlo. Non ha altra scelta. Se non lo capisce ora lo capirà col tempo ma confido nel fatto che Cande riesca a farglielo capire >> Jorge mi toglie la borsa del ghiaccio da mano e mi cinge la vita col braccio sinistro per poi affondare il volto nell’incavo del mio collo. Sorrido e avvolgo le braccia intorno al suo collo ricambiando l’abbraccio. << Ohw quanto siete carini!!! >> urla la mia amica e al contempo credo stringa troppo il ghiaccio sul naso di mio cugino << Ah! Nena mi fai male >> << Oh…scusa >>. << Jorge, dovremmo andare a lavorare sulle canzoni che dici? >> Diego gli poggia una mano sulla spalla e noi sciogliamo l’abbraccio << Sì, hai ragione. Ci aiuti? >> Jorge me lo chiede guardandomi negli occhi << Sì, certo >> << Ti dispiace se lo chiediamo anche a Sarah? >> beh l’idea non mi rendeva entusiasta ma…era giusto cercare almeno di andare d’accordo, anche perché tra poco lei se ne sarebbe andata quindi…<< No, va bene >> << Grazie Sweety >> mi dà un bacio sulla guancia e poi va a chiamare Sarah. << Davvero? Ti sta bene? >> Lodovica mi guarda con gli occhi sgranati, io scrollo le spalle << Tornerà in Messico tra qualche giorno. Ha capito come stanno le cose quindi sì, mi sta bene. E poi non ho nulla da temere >> << Sicura? >> mio cugino si mette in piedi e mi guarda inarcando un sopracciglio la voglia di ucciderlo in questo momento mi ribolle nel sangue ma mi limito a dargli un pugno sul braccio destro << Ahi! Fai male mocciosa! >> Diego si tocca il braccio con l’altra mano e mi guarda stupito. Probabilmente non si aspettava che anche io potessi fare male se voglio, gli sorrido e poi scrollo le spalle. << Hey, venite? >> Jorge si affaccia dalla porta della cucina, Sarah è dietro di lui. << Sì, eccoci >> Lodovica prende il polso di Diego tiarandoselo dietro e io li seguo. << Mi sono perso qualcosa? >> chiede Jorge guardandomi, inclina leggermente il capo guardandomi confuso, io sorrido negando col capo << No, andiamo >> gli prendo la mano e ci dirigiamo verso la stanza con gli strumenti. Jorge lancia ogni tanto lo sguardo alla porta, sapevo che aspettava di vedere Fran, sapevo che lo stava sperando. Mi avvicino a lui e gli sussurro all’orecchio << Arriverà. È la sua casa, la sua band, la sua famiglia. Ci tiene troppo, fidati >> Jorge le sue labbra si estendono lentamente in un sorriso, poggia la mano destra dietro al mio collo per avvicinarmi a sé e darmi un bacio sulla fronte. In quell’istante la porta della stanza si apre, entrano Cande e Fran.  Quest’ultimo resta sulla soglia della porta mentre la sua ragazza entra e prende posto su una delle sedie. Francisco fa un cenno con la mano a Jorge per far indicargli di seguirlo e lui obbedisce. Escono fuori dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle. Osservo Candelaria, lei gioca con il cellulare mentre io sono in ansia. Mi vado a sedere vicino a lei << Sei riuscita a calmarlo? >> chiedo guardandola, lei ha gli occhi fissi sul suo candy crush il che mi innervosisce << Sì, certo >> << E?... >> << E cosa? >> << Che ti ha detto Cande?! Accetta la relazione? >> << Mmm…sì, credo di sì. Ha detto che voleva parlare con Jorge >> finalmente smette di giocare e mi degna della sua completa attenzione << Martina, sta calma okay? Ci ho parlato, gli ho spiegato delle cose, gli ho fatto capire delle cose. Sono sicura che andrà tutto bene >>. Sospiro sperando che abbia ragione.
Sono passati 15 minuti e quei due non sono ancora tornati << Martina! >> una voce che ormai distinguevo come quella di Sarah mi scuote dai miei pensieri. È in piedi parata di fronte a me << S-sì? >> << Okay, so che sono l’ultima persona che potrebbe parlarti in questo momento ma…ho avuto modo di conoscere abbastanza tuo fratello. L’amicizia tra lui e Jorge è molto solida non devi preoccuparti di nulla…se non della canzone che stiamo componendo. Okay? >> lei mi sorride e io mi costringo a fare lo stesso << Okay. Sì hai ragione >> mi alzo, sento un rumore e mi volto verso la porta. Vedo entrare Jorge e Francisco, il prima avanti il secondo  dietro, passo rapidamente gli occhi prima su uno e poi sull’altro in attesa di avere risposte. Tutti e due si fermano dinnanzi a me. Mio fratello sorride e lo spinge gettandomelo addosso. Sollevo istintivamente le mani posandole sul suo petto quando mi arriva contro. << È tutto tuo. Ma se prova a farti piangere diventa carne per gli squali >> e dal tono e l’espressione usata da mio fratello capisco che sotto lo scherzo si nasconde una vera minaccia. Rido e mi avvicino a lui per abbracciarlo. << Un’ultima cosa. Avete finito con i segreti veri? No sul serio ditemi che avete finito perché altrimenti mi vado a fare una polizza sulla vita perché prima o poi un infarto me lo farete venire continuando così >> tutti ridemmo alle parole di Fran. Successivamente ci mettemmo a lavoro sulle canzoni che la band avrebbe suonato al concerto.
Quella sera per la prima volta dopo tanto tempo mi ritrovai stesa sul letto di Jorge ad osservare il soffitto, lui invece andava avanti e indietro nella stanza con solo il pantaloncino del pigiamo e non ne capivo il motivo. << Mi dici cosa stai cercando? >> provai a chiedere per la terza volta sollevandomi sui gomiti per guardarlo. << Una cosa >> la stessa risposta per la terza volta. << Jorge non puoi cercarla domani mattina? Con la luce del giorno!? Insomma stai mettendo a soqquadro un’intera stanza per…per non so cosa! >> dissi esasperata. << Ora ricordo! >> esultò guardandomi. Roteai gli occhi sospirando, possibile che mi ignorasse? Jorge si avvicinò al letto e gattonando si stese al mio fianco, allungò una mano sotto al materasso e io mi misi a sedere guardandolo. << Ma che stai facendo? Jorge! >> << Un attimo >>. Finalmente si mette a sedere e mi mostra una piccola scatolina << Guarda >> << Cos’è? >> chiedo curiosa << Aprila >>. Lui me la tende e io lo guardo dubbiosa. Torno a posare gli occhi su quella scatolina e la prendo tra le mani. La fodera blu era fatta di pelle. La apro e all’interno vi trovo due anelli, sembrano due fedine. Una delle due è circondata da diamanti mentre l’altra ha una pietra nera incastonata al centro. Entrambe erano in oro bianco. << Oh mio Dio…sono bellissime! >> << Ti piacciono? >> << Sì! >> non riesco a distogliere lo sguardo da tutto quello scintillio. << Questo è mio >> dice indicando quello con la pietra nera << Mentre l’altro è tuo >> << Dici sul serio? >> chiedo esterrefatta << Sì, voglio che la porti sempre al dito così tutti sapranno che sei impegnata >> risi scioccata scuotendo il capo << Sapranno lo stesso di te >> << Bene, perché è quello che voglio >>. Tornai a fissare gli anelli e poi scossi il capo << Non stai correndo un po’ troppo Blanco? >> in fondo stavamo insieme da soli due mesi << No. Non ti sto chiedendo di sposarci Sweety, ti sto chiedendo di mostrare al mondo chi siamo e che apparteniamo l’uno all’altra >> << E abbiamo bisogno di costosissimi anelli per dimostrarlo? >> chiedo inarcando un sopracciglio e trattenendo una risata, sorride e scuote il capo << No, ma mi piace l’idea che abbiamo qualcosa da mostrare agli altri. Sai perché l’anello è fatto a forma di cerchio? >> << Sì, perché il cerchio non ha un inizio e non ha una fine. È il simbolo eterno giusto? >> << Giusto, è come il nostro amore. Eterno. E io lo posso dire con sicurezza >> << E se io invece non avessi questa sicurezza? >> << Te la darei io col tempo >> << Ne sei così sicuro? >> << Sicurissimo. >>. Tornai a guardare gli anelli. Jorge sembrava davvero sicuro di quello che diceva. << E se ti chiedessi di riportarli indietro Jorge? >> sussurrai voltandomi ancora verso di lui. << Non posso. Non li riprendono quando li hai fatti incidere >> sgranai gli occhi a quelle parole << Li hai fatti incidere?! >> << Com’è che dici tu? Ah già, sip! >> << Non rubarmi le battute >> dissi guardandolo male dandogli una gomitata sul petto, lui scoppiò a ridere, io presi immediatamente l’anello con la pietra nera e lessi la frase all’interno “Sono complicata. Avremo un amore complicato M&J” scoppiai a ridere leggendo e scossi il capo << Sul serio? >> << Sì! Sul serio! >>. Feci una pausa e poi sorrisi << D’accordo. Dammi la mano >> gli porsi la mia e lui obbedì, infilai l’anello al suo dito medio destro e poco dopo lui fece lo stesso con l’altro anello. << Ti va? Con la misura ho tirato ad indovinare >> disse infilandomelo, osservai la mia mano e dissi << È perfetto >> << Bene >>. Jorge mi tolse la scatoletta di mano e la posò sul comodino. Poi si protese verso di me e mi baciò sulle labbra, risposi al bacio circondandogli il collo con il braccio sinistro e accarezzandogli i capelli con l’altra mano. Lasciai che mi stendesse lentamente sul materasso mentre continuava ad accarezzarmi i fianchi con le sue mani. Le emozioni con lui non finivano mai ed erano…erano sempre come qualcosa di nuovo, qualcosa di inesplorato, speciale e familiare allo stesso tempo. I brividi che ci percorrevano lungo la schiena, quell’amore che sembrava non avere fine, era sempre tutto lì. Ma anche la paura di perderlo era lì. E questa volta ero certa, non sarei riuscita a sopportarlo in nessuna circostanza. Per nessuna ragione.
Il giorno seguente lavorammo ancora sulle canzoni e la sera dello spettacolo la band diede il meglio di sé. Ero così orgogliosa di loro, lo facevano con passione, con grinta, con intesa, con il cuore e si vedeva. Lo potevi sentire nelle loro voci, avvertirlo quando raggiungevano il tuo cuore o semplicemente osservano la luce che brillava nei loro occhi. I ragazzi stavano cominciando a prendere molto seriamente questa storia dei “Deamers” e non mi sorprenderei se un giorno dovessero incidere un album, diventare famosi ed essere circondati e acclamati da migliaia di fans. Il giorno della partenza Sarah stava parlando al telefono con qualcuno << Sì, verso le 12 se è possibile >> << Che fai? >> chiese Jorge guardandola << Sto chiamando un taxi per domattina, per l’aeroporto >> << Cosa?! No! Non pensarci nemmeno Sarah! Ti accompagno noi. Vero Sweety? >> Jorge le tolse il telefono da mano e poi si voltò verso di me per la risposta << Ehm…certo! Sì! Assolutamente! Non ci sono problemi >> fino all’aeroporto, fino all’aereo, fino al sedile, dimmi dove e ti accompagno senza problemi. << Perfetto! Allora è deciso >> Jorge sorrise e staccò la chiamata gettando il telefono sul divano. << Okay. Grazie! >> Sarah ci sorrise e poi andò nella sua stanza, la stanza degli ospiti. I genitori di Jorge erano contenti della nostra relazione e a parte alcuni battibecchi con mio fratello di tanto in tanto tutto sembrava andare per il verso giusto. Devo dire che quando arrivammo all’aeroporto per salutare Sarah un po’ mi dispiacque. In fondo non era così male…in fondo. Ma d’altro canto la sua partenza mi trasmetteva un senso di pace. La vidi abbracciare Fran, Diego, stringere la mano alle ragazze e poi arrivò di fronte a me. << Eccoci qui >> disse guardandomi << Già >> risposi annuendo col capo. Era una situazione abbastanza imbarazzante direi. << Magari un giorno riusciremo a diventare amiche. Per ora siamo buone conoscenti no? >> chiede guardandomi << Sì, certo. Buone conoscenti mi sembra la parola giusta. Amiche...è un parolone…in un’altra vita forse o chissà un giorno >> << Sì! Un giorno! >> << La vita è imprevedibile giusto? >> << Giusto! >> << Okay! >> << Okay! >> ripetette lei. Voleva dirmi qualcos’altro e si notava. << Mi credi se ti dico che mi dispiace davvero per tutto il male che ti…che vi ho causato? >> i suoi occhi azzurri, limpidi, si riflettono nei miei e per un attimo riuscii ad intravedere quel dolore che giorni prima apparteneva a me. << Sì. Certo. Ti credo e…spero con tutto il cuore che un giorno tu possa trovare…qualcuno che ti ami e so che lo farai. Perché aldilà di tutto…sei una grande persona Sarah e anche se non sembra, ti ammiro molto per come sei. Credo non rimarrai sola a lungo…sei una bella persona, sia dentro che fuori >> era stato difficile ammettere quelle cose ma in fondo era la verità ed ero davvero convinta di ciò che avevo detto. All’improvviso Sarah mi abbracciò cogliendomi di sorpresa. Non ebbi neanche il tempo di ricambiare l’abbraccio ero troppo stranita. Mi chiesi cosa passasse in quel momento per la testa di quella ragazza ma solo lei poteva saperlo. Successivamente si fermò davanti a Jorge. << Quando ti guardo vedo ancora un angelo sai? >> disse lui ridendo, la ragazza dai capelli rossi ricambiò il sorriso << Ne sono contenta. Voglio che mi ricordi così >> << Lo farò >> << Bene! Questo non è un addio vero? >> << No, è un arrivederci. Siamo vivi angel. >> << Sì, hai ragione, siamo vivi. Con ogni fibra del nostro corpo racchiuso nel significato di questa parola con quattro lettere. Peccato che a volte tendiamo a dimenticarlo no? >> << Sì >> senza aggiungere altro si abbracciarono, chinai lo sguardo posandolo sul mio anello, le ultime parole di Sarah mi avevano colpito e cercai di concepire il senso, non della frase in sé me del significato, quella cosa che in fondo puoi capirla solo se la vivi. Lentamente tutto tornò alla normalità, inizialmente all’università tutti rimasero sorpresi alla notizia della nostra relazione, ma non mi importava. E neanche a Jorge. Ironia della sorte vedendo che Jorge era fidanzato invece di allontanarsi da lui le ragazze gli stavano più addosso. Pensavano che fosse cambiato e che potesse averlo come ragazzo chiunque di loro. La cosa mi irritava ma Jorge non mi dava motivo di preoccuparmi. Io mi fidavo di lui ma quelle galline le avrei strangolate a prescindere. 
Passarono due mesi e si tenne il processo al quale Fernando fu dichiarato colpevole. Non ci fu nessun’altra ragazza al processo, così dedussi che ero io l’unica vera ossessione di Fernando. Il che era probabilmente ancora più inquietante. Ora l’unico sentimento che provavo nei suoi confronti era odio, neanche un briciolo di paura. Lo odiavo per quello che mi aveva fatto, per come era riuscito a sconvolgermi la vita, per la sua semplice esistenza. Fernando fu giudicato colpevole per violenza carnale. Ciò che colpì un po’ tutti fu la scomparsa di Cassandra. Quella donna si era letteralmente volatilizzata, avrebbe dovuto testimoniare a favore del figlio ma dopo l’arresto di Fernando era scomparsa e nessuno l’aveva più rivista.
Io e le ragazze ci stavamo lo smalto nel salone, i ragazzi erano fuori da più di due ore ormai, hanno detto che volevano andare alla sala giochi. Cande e Lodo hanno deciso di rimanere qui così sono rimasta con loro. << Vi piace il verde acqua? >> chiede Lodo mostrando le sue unghie << Sì, io ho messo quello pesca chiaro. Tu Tini? >> << Io quello azzurro >>. << Mi piace, anche se in realtà mi piace di più quell’anello >> ride la rossa e io con lei << Beh l’anello è il top! >> << Non è giusto! Io e Diego stiamo insieme da più tempo e non abbiamo niente. E tu Cande? >> << Io e Fran abbiamo la collana, il lucchetto lui e la chiave io ed entrambi hanno l’incisione sopra. È quella che portiamo sempre al collo >> << Protesterò con Diego! >> << Povero Diego! >> diciamo all’unisono io e Cande per poi scoppiare a ridere. << Cosa c’è inciso sulle vostre collane Cande? >> chiedo guardandola >> << C’è scritto “Only you” e ci sono le nostre iniziali. Tornando a noi…domani potremmo andare al centro commerciale. Solo ragazze. Che ne dite? >> << Io ci sto! >> risponde prontamente la mora << Hai la macchina di tuo padre domani? >> chiedo guardandola, lei scrolla le spalle << No, chiederò in prestito a Jorge una delle sue >> a quell’affermazione scoppio a ridere << Non te la darà mai >> << Mi ha prestato le sue auto altre volte quindi perché non dovrebbe? >> << Anna dai capelli rossi. Che stai dicendo!? >> chiedo sgranando gli occhi << Mi chiamo ancora Candelaria o al massimo Cande >>. Non potevo credere che Jorge lasciasse guidare le sue auto a Cande e me no. Beh…sì quando siamo insieme me le fa guidare ma da sola no! Lupus in fabula ecco arrivare i ragazzi. << Hey Jorge domani mi presteresti una delle tue auto? >> << Sì certo >> << Grazie! >> Candelaria sorride si alza in piedi per dargli un bacio sulla guancia. << Quindi…a lei lasci guidare le tue auto a me, che sono la tua ragazza…no. >> dico avvicinandomi a lui con le braccia consorte. << Lei ha una patente. Tu no Sweety >> << Quindi hai paura che ti rompa la macchina o te la sequestrino perché non ho una patente?! Un giorno dovrai scegliere o me o la tua macchina >> dico guardandolo da capo a piedi. Lui ride e scuote il capo << Ho già scelto te >> << Questo significa che… >> << Che non ti farò guidare una delle mie auto in modo che non ti succeda nulla e tu non finisca in nessun incidente >> detto questo Jorge mi prende le guance tra le mani e mi stampa un bacio sulla fronte. Sento la risata di mio fratello prima che dica << Bravo Jorge! Mi piace come la tieni al sicuro >> sto per controbattere quando noto che Jorge ha una specie di cerotto enorme sul polso destro << Che cosa ti sei fatto?! >> gli prendo immediatamente la mano per avvicinare il polso a me << Ehm…si era rotta una macchina, ho cercato di aggiustarla ma mi sono tagliato vicino un qualcosa di metallo che era lì dentro >> << Sì, esatto! >> << Nulla di grave cugina! >>. Prima lo appoggia mio fratello e poi mio cugino che gli dà anche una pacca sulla spalla. << Diego! Vieni a vedere >> lo chiama la sua ragazza. Io fisso il polso di Jorge, dovrei credere a questa storia. Allungo la mano per toccarlo << Fammi vedere quanto è profonda >> ma riesco solo a sfiorare l’ovatta prima che Jorge prenda le mie mani nelle sue. << Va tutto bene Sweety, non è nulla. Ora andiamo a fare un giro >> arricciai il naso guardandolo << Un giro? Ora? Dove? >> << Voglio mostrarti una cosa, su andiamo. Ci vediamo dopo ragazzi >> tutti ci salutano con un “ciao” mentre Jorge mi trascina fuori di casa. Questa storia della macchinetta non mi convince, Jorge era bravo a mentire, sì ma ormai avevo imparato a capire quando non era sincero. Mi aprì la portiera dell’R8 ed io entrai in macchina << Al ritorno la faccio portare a te se vuoi >> disse dopo aver preso posto. << Mm… >> non dissi nulla e mi voltai verso il finestrino. Jorge non volle dirmi dov’eravamo diretti, e sta guidando da più di mezz’ora. Distesi il braccio fuori dal finestrino sentendo il vento tra le dita della mano destra. Mi voltai di nuovo a guardare il suo polso e dissi << So che quella della macchinetta rotta era una palla >>. Jorge non nega, semplicemente ride e scrolla le spalle << Non mi sono fatto niente Sweety, davvero e tra poco lo scoprirai tu stessa >>. Osservo la strada ma non ha nulla di familiare << Davvero non vuoi dirmi dove andiamo? >> << Davvero. Siamo quasi arrivati >>. D’un tratto ferma la macchina in un parcheggio non molto affollato, anzi in realtà è deserto e sembra anche abbandonato. Fa il giro dell’auto per aprirmi lo sportello << Vieni >> mi porge la mano sinistra e io l’afferro. << Ora chiudi gli occhi >> << Che?! >> << Su dai, fidati di me >> fa il broncio come un bambino di cinque anni e mi fa ridere, non riesco a negargli nulla. Roteai gli occhi per poi chiuderli, lui posò la mano sinistra su di essi e con l’altra mano mi sollevò da terra prendendomi in braccio << Ma che stai facendo!? >> << Fidati di me! >>. Sospirai. Ero nervosa, agitata, confusa e arrabbiata. Non capivo perché non potevo vedere dove mi stava portando e meno perché non potevo arrivarci con le mie gambe. Continuo ad insultarlo durante tutto il tragitto e lui ride senza mai rispondermi << Ci siamo Sweety! >> mi poggia su qualcosa facendomi sedere, qualcosa di rigido. Mi toglie la mano da sopra gli occhi e me lo ritrovo davanti con un sorriso a trentadue denti. Mi guardo intorno, a destra e a sinistra. Sono seduta su un muretto in un sentiero isolato. << Beh? >> chiedo non capendo il perché di questo “viaggio”. Jorge poggia le mani sui miei fianchi e poi dice << Voltati. Lentamente. >>. Ovunque siamo fa un po’ fresco, il vento mi accarezza i capelli. Mi volto lentamente come aveva detto lui e…cavolo! Resto a bocca aperta di fronte al panorama che mi si presenta davanti << OH MIO DIO! >> passo rapidamente una gamba dall’altra parte del muretto e poi anche l’altra << PIANO! >> Jorge mi stringe più forte la vita facendomi poggiare la schiena contro il suo petto. Si poteva vedere tutta Buenos Aires da qui e per di più nel pieno del tramonto. Era qualcosa di assolutamente inspiegabile! Eravamo su una specie di ponte di cemento dal quale si poteva ammirare tutta la bellezza di quel posto. Gettai uno sguardo sotto i miei piedi, cadere da qui significherebbe davvero cadere dal cielo << Non ti sporgere così tanto! >> Jorge avvolge il braccio destro intorno alle mie spalle in modo da farmi tornare con la schiena retta. << Il panorama da qui è spettacolare! Non ci sono parole per descriverlo! Come hai trovato questo posto? >> chiesi senza distogliere lo sguardo dal panorama. << La settimana scorsa, insieme a Fran e Diego restammo senza carburante e ci dividemmo per trovare una pompa di benzina. Io mi ritrovai qui >> << Wow! >> << Sì, puoi ben dirlo Sweety. Hey, ora toglilo >> mi voltai verso di lui confusa non capendo a che si riferisse fino a quando non mi mostrò il polso. Osservai dubbiosa il cerotto con l’ovatta << Sì? >> ero ancora incerta << Sì! >>. Okay. Senza farmelo ripetere ancora gli tolsi quel coso, poco a poco vidi una lettera, la lettera M con un qualcosa in mezzo. Era un filo che collegava quella lettera alla lettera J, una sorta di anello. Un tatuaggio bellissimo. << Non ci posso credere >> << Credici invece. Non è stupendo? >> << Lo è eccome! >> dissi toccandolo con i polpastrelli delle dita con delicatezza. << Sul polso? >> << Sì, sul polso. Così lo vedranno tutti >>. Gli occhi mi pizzicavano, sorrisi e afferrai immediatamente il suo volto tra le mie mani per baciarlo senza dire altro. Potevo sentire le sue labbra estendersi in un sorriso mentre rispondeva al bacio. Il suo labbro inferiore che accarezzava il mio superiore per poi scontrarsi ancora e ancora. I nostri cuori battere all’unisono. Jorge Mi sollevò dal muretto prendendomi nuovamente in braccio per poi posami con i piedi a terra. Non riuscivo a smettere di ridere, probabilmente aveva paura che cadessi. Gli cinsi il collo per attirarlo di più a me e anche la sua stretta si fece più salda. Le sue braccia avvolgevano il mio corpo come una coperta impedendomi di muovermi da lì, non che volessi farlo. Ovviamente. Le sue mani scorrono lungo la mie schiena sotto la maglia ma senza sollevarla. Sentivo un formicolio nelle mani mentre tornavo ad accarezzargli le guance, i capelli. Il mio corpo intero e il suo trasmettevano elettricità in quel momento. Ne abbiamo passate così tante. Così tante che non mi sembra neanche vero essere arrivata qui. Io ho sconvolto davvero la sua vita e lui ha sconvolto la mia. Abbiamo affrontato più di una tempesta e anche un uragano e abbiamo vinto. Siamo qui e abbiamo finalmente spiccato il volo liberi da qualsiasi tipo di catena che ci impediva di farlo. Quella frase. “Siamo vivi. Con ogni fibra del nostro corpo racchiuso nel significato di questa parola con quattro lettere. Peccato che a volte tendiamo a dimenticarlo”. Troppe volte ho avuto paura, paura di affrontare il passato, paura di affrontare le emozioni, paura di gridare, di piangere, di saltare, di ridere, di vivere. Troppe volte passiamo la vita riempiendoci di “se” e “ma” e ci dimentichiamo la cosa più importante. “è”. La vita è una e va vissuta a mille. Sì ma non vale la frase fatta, vale il significato vitale che si cela dietro di essa, quello che con le parole non potrò mai spiegare perché lo devi vivere per capire. La vita è fatta di attimi, di istanti, di momenti intensi come questo. È per questo che viviamo, è questa la vita. Ci scotteremo? Oh sì! Lo faremo eccome, ci scotteremo tante tantissime volte, ci faremo male, tanto male, sbatteremo contro il muro, a volte ci sembrerà di morire e avremmo tante cicatrici ma anche la soddisfazione di non avere rimpianti e di godere di momenti perfetti. Chi vive nella paura, chi tace, chi acconsente sempre, chi non rompe mai le regole, chi non rischia, non si mette in gioco, chi non ha sogni, non ha speranze, chi non crede. Loro non vivono, non davvero. Io invece voglio farlo. Quindi da oggi vivrò ogni istante della mia vita come se fosse l’ultimo e so che avrò una vita intensa, così come voglio che sia. E avrò vissuto come se avessi mille anni. Sto delirando? Sto dicendo follie? Forse sì, forse no...insomma…è complicato, ma le cose facili sono noiose giusto?






*Angolo autrice*
Ed eccoci qui! Finalmente (ma anche no.) alla fine della storia. L'ultimo capitolo. Non so da dove iniziare, in realtà non so neanche dove finire e/o cosa dire perché io non ho più parole. So che devo ringraziare con tutto il mio cuore voi lettori/lettrici che siete stati sempre costanti nel leggere la mia storia, nel recensirla, nel parlarmene su Instagram, nel twittarla con l'# su Twitter e io non potrò mai dimenticare questo, dico sul serio. Siete delle persone fantastiche! Anche quando non riuscivo più a rispondere alle vostre recensioni per via della scuola o quando ritardavo tantissimo a postare voi siete state sempre lì ad aspettare. Volevo fare una chiusura in bellezza e credo e spero di esserci riusciuta ma l'ultima parola cari lettori spetta sempre a voi. Non mi metterò a fare l'elenco delle persone che mi hanno supportato perché altrimenti credo che non finirei più lol e probabilmente mi uccidereste visto quanto avete dovuto aspettare per leggere questo capitolo. Sta di fatto che vi devo molto e spero di essere riuscita a ringraziarvi almeno dandovi una bella storia da leggere e...da vivere. Sì perché io credo che anche le storie che leggiamo e/o scriviamo vanno vissute. Io lo faccio e spero di essere riuscita a trasmettere lo stesso anche a voi.
Ora vi dirò una cosa che porbabilmente non vi piacerà molto...Voi sapete che in genere quando sto per arrivare alla fine di una storia ne posto subito una nuova ma questa volta non è successo. Non è successo perché ho preso una decisione...almeno per ora voglio provare a scrivere storie originali, lo  voglio fare per mettere alla prova me stessa in un certo senso, per capire se sono in grado di trasmettere delle emozioni anche senza personaggi amati come Jorge e Tini. Voglio vedere cosa succede con una storia che parte da 0. Con ciò  non voglio dire che non scriverò mai più storie su Jortini...no, perché onestamente non prevedo il futuro quindi non posso dirlo con certezza. Ma per ora voglio provare anche qualcosa di nuovo. Ma tranquille, manterrò la promessa fatta in precedenza sulla raccolta dedicata a Sono complicata. Avremo un amore complicato. E sappiate anche che non ho finito di rispondere alle vostre recensioni e continuerò a farlo u.u
In realtà avevo mille altre cose da dirvi ma ora non riesco a farmene venire nemmno una...stupido no? Sì forse io lo sono lol. Comunque ora vi lascio con un grande bacio e un forte abbraccio. Ma soprattutto con un grazie di cuore! VI ADOROOOOOOOOOOOO ❤❤❤❤❤❤❤❤❤❤

👄👄👄 Ps: Anche se so che non vi ringrazierò mai abbastanza per quanto siete state dolci con me. Vi voglio bene ❤

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