True Love

di Evil_Regal
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1- Mi dispiace ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2-Il cioccolato ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3- La luce ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4- Welcome back. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Grande ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 - Ricordare ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7-Magia ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8- La collana ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9-Il ballo ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10- Safe ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11- Mi racconti una storia? ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12- Non siamo tutti Regine Cattive ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13- Senza voltarsi ***
Capitolo 14: *** La cosa che più ami ***
Capitolo 15: *** Il posto al quale appartengo ***
Capitolo 16: *** Regina era musica. Regina era colori. ***
Capitolo 17: *** Casa ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1- Mi dispiace ***


Regina era sull’orlo di una crisi di panico,il cuore le batteva all’impazzata e aveva una paura folle che tutta la sua vita sarebbe andata a rotoli,che l’ennesimo cambiamento avrebbe potuto spezzare quel’equilibrio già fragile che faceva da base ad un dolore che era durato troppo ma che ora piano piano si sta assopendo,a tanti anni di solitudine,a tanta oscurità,così tanta che le era entrata fin dentro le ossa,così profondamente che le facevano male.

Ma ora stava bene,c’erano ancora notti in cui orrendi incubi la svegliavano e la obbligavano a rimanere al buio,con la schiena appoggiata alla spalliera del letto,le ginocchia al petto e le lacrime agli occhi.

Ogni volta che le capitavano notti del genere,la consapevolezza che questa era l’unica cosa che non sarebbe mai cambiata,si diventava più forte,aderiva di più alla sua mente e alle sue ossa e le stringeva ancora di più il cuore.

Era in notti come quelle che Emma si svegliava,si appoggiava alla spalliera del letto e prendeva Regina tra le braccia,le accarezzava i capelli,la sosteneva,ma non parlava,non diceva nulla,lasciava che Regina piangesse e si sfogasse,lasciava che i flashback del suo passato smettessero di tormentarla e capiva che gli incubi erano finiti quando la bruna,il suo vero amore,Regina,prendeva sonno con la testa poggiata sul suo petto.

Quella notte non era riuscita proprio a prendere sonno,non aveva dato modo ai ricordi di riformarsi nella sua mente e al dolore di ritornare nel suo cuore,era semplicemente appoggiata al letto,con le gambe strette al petto e una testa piena di domande.

Ogni tanto guardava Emma dormire,i suoi lineamenti addolciti e soffici,la cicatrice vicino all’occhio le guance rosee.La guardava e sorrideva. Sorrideva perché Emma la faceva stare bene,perché con lei aveva trovato il modo di superare anche il più brutto dei momenti,il più oscuro degli incubi e il più doloroso dei ricordi. Ad Emma bastava prenderle la mano affinchè Regina si calmasse e anche Emma sapeva che momenti come quelli in cui Regina era travolta dai ricordi del passato  non sarebbero andati mai via. Ma lei li avrebbe superati con lei,non l’avrebbe mai lasciata sola di fronte alla crudeltà di quelle immagini che una ad una si riformavano nella mente di Regina.

Regina sperava davvero che niente sarebbe cambiato tra loro,che Emma avrebbe capito e che l’avrebbe creduta.

L’unico problema quella notte fu il fatto che Emma avesse un certo fiuto per quando Regina non stesse dormendo,quindi lentamente aprì gli occhi e vide la figura di Regina che le sorrideva,così capì che andava tutto bene

“Hey” Regina sussurrò con un sorriso spostandole una bionda ciocca di capelli dal viso

“Hey” rispose Emma mettendosi a sedere “Che ci fai sveglia?” erano sussurri,quasi respiri.

“Pensavo” 

“Pensavi?A cosa?”

“Che ti amo,Emma.Pensavo a questo e al fatto che ho bisogno di dirti una cosa”

Emma cominciò a preoccuparsi e aggrottò le sopracciglia spaventata che Regina dovesse dirle qualcosa di brutto

“Regina…” Emma non finì la frase inclinando un po’ la testa,poi si accorse che Regina aveva le lacrime agli occhi.

“Emma i-io” comiciò,poi una pausa,prese un repiro sprofondo e si asciugò gli occhi “sono incinta” disse con gli occhi serrati

“COSA?” gridò Emma alzandosi dal letto

“Ti prego Emma,aspetta” pianse Regina spostandosi un po’ dalla sua posizione

“Regina ma che cazzo?E’ IMPOSSIBILE…tu…tu” balbettò “tu mi hai tradita” disse in un sussurro,con le lacrime gli occhi

“No,no no,Emma,ti giuro che non l’ho fatto,ti prego,lasciami spiegare”

“Spiegare che cosa?CHE ORA UNA DONNA PUO’ METTERE INCINTA UN’ALTRA DONNA?non credi di avermi preso già abbastanza per il culo?o no,vostra altezza?” disse ironica,ma infondo era ferita,non poteva credere che Regina l’avesse tradita,quando le aveva detto che era incinta sentì il suo cuore andare in frantumi.

“Emma,è la magia. LA NOSTRA MAGIA.” Regina andà diretta al punto,sperando che Emma capisse

“BASTA. Basta con queste frottole della magia,non vengo dal vostro mondo. Nella foresta incantata due donne possono avere un figlio?Bene,nel mio mondo no,quindi Regina non mi interessa quello che stai per dirmi,quello che mi dirai,mi hai tradito.PUNTO.Credevo che mi amassi,credevo di aver finalmente trovato qualcuno che ci tenesse a me,e sai cosa? Ultimamente stavo cominciando a pensare che la tua stupida maledizione fosse stata una cosa positiva perché mi ha portata a te e invece no,mi ha solo rovinato la vita,voi tutti,questa cità mi ha rovinato la vita,TU..mi hai rovinato la vita” gridava talmente forte che il suo petto era diventato rosso.

Regina,ancora sul letto e con le lacrime agli occhi ora si era alzata per avvicinarsi ad Emma “Ti prego Emma,ti prego….” Pianse “ascoltami” fu un sussurro,una parola detta in un respiro talmente debole che non si sarebbe percepito nemmeno sulla pella,chiuse gli occhi per lasciar scappare le lacrime e quando li riaprì Emma si stava infilando i jeans insieme ad una maglia e stava andando via,stava per uscire dalla porta quando si girà e guardò Regina dritto negli occhi,nel profondo. Regina lo percepì,si sentì nuda di fronte ad una verità che Emma credeva fosse una bugia,di fronte alla consapevolezza che stava per riaccadere tutto da capo

“Credevo che avremmo potuto vivere ‘felici e contenti’ tutti e tre,io te e Henry ma a quanto pare per te non sono abbastanza,non sono abbastanza per nessuno. Credevo mi amassi e rimanere incinta di chi sa chi,Regina,non è stata la migliore delle dimostrazioni. Sono venuta qui tre anni fa quando NOSTRO figlio undicenne è venuto fuori la porta di casa mia dicendomi di venire a salvare tutti in questo posto dimenticato da Dio. Sono venuta qui e avrò anche salvato tutti voi,ma sinceramente,sono stata io quella a sentirsi salvata,salvata dalla vita di merda che ho sempre avuto in cui sono sempre stata sola,mi sono sentita salvata da TE” disse indicandola mentre si avvicinò a lei,era distante pochi centimentri ora,gli occhi di entrambe umidi per le lacrime

“Mi sono sentita felice per una volta in tutta la mia vita ma  avrei dovuto sapere che le persone che ti rendono più felice sono quelle che ti distruggono dentro. Non voglio più avere a che fare con te,perché sei una stro-“

“Sai cosa Emma?Lo pensavo anche io,mi sono sentita salvata quando sei entrata nella mia vita,mi sono sentita come se finalmente l’oscurità che mi circonda da ancora prima che nascessi avesse lasciato spazio ad un po’,ad uno spiragli di luce.Pensavo fossi cambiata,ma invece no. Stai fuggendo,stai scappando come fai sempre e come hai sempre fatto. Te ne stai andando distruggendomi senza sapere nemmeno come sono andate le cose. Non ti ho tradito.Perchè avrei dovuto farlo se ti amo?Se credo che tu sia l’unica persona al mondo in grado di rendermi felice?Diamine,Emma. Pensavo ti fidassi di me ma evidentemente non è così e sai la cosa che fa più male qual è?E’ che io ho la certezza che siamo nate per stare insieme perché dentro di me sta crescendo TUO FIGLIO,NOSTRO FIGLIO,prodotto del VERO amore. Credevo avessi imparato che la magia può fare tanto. Se sapevo che potesse anche creare la vita?No non lo sapevo,ma quale modo migliore per scoprirlo se non provarlo sulla propria pelle?. Sappi solo che stai abbandonando tuo figlio…..un’altro. Cosa dirò ad Henry?Che per tre anni si è illuso che sua madre fosse cambiata ma che invece non è così?Che sei ancora quella che scappa quando le cose diventano difficili?
Che poi di difficile non c’è niente,devi solo credermi”

Regina urlava e piangeva allo stesso tempo. Emma era immobile

“Provalo Emma. Usa il tuo super potere,guardami negli occhi e dimmi se sto mentendo. Guardami negli occhi e dimmi se è vero che ti amo,se è vero che voglio passare la mia intera vita con te e se è vero che questo bambino è tanto tuo quanto lo è mio e che voglio che tu sia parte della sua vita perché sei parte della mia. Guarami negli occhi e dimmi se è vero che voglio crescere questo bambino insieme a te”

Abbassò poi la voce “Guardami negli occhi,credimi e abbi fiducia in me…o abbandonami qui,e corri via,facendo quello che sai fare meglio”

Ci fu un momento di silenzio in cui le due si guardarono a lungo.Emma ci stava per credere,l’aveva guardata negli occhi,a fondo e sapeva che stava dicendo la verità ma le vecchie abituini sono sempre lì a ricordarci chi siamo e chi saremo sempre. Era impossibile,Regina non poteva essere incinta,non di lei

“Mi dispiace” disse a voce bassa prima di uscire dalla porta e lasciarsi tutto alle spalle.

Regina si trattene le lacrime fino a che non sentì la porta principale sbattere con violenza. Quel rumore le penetrò fino a dentro le ossa,le rimbombò nella testa e poi si lasciò cadere sulle ginocchia per piangere,piangere tutte le lacrime che aveva e per ritornare ad essere quella di sempre.

Si,quella di sempre perché Henry le avrebbe dato la colpa per il fatto che Emma era scappata e lei sarebbe rimasta sola,sola con la responsabilità di un bambino e con il dolore che,ormai lei si era arresa a quest’idea,era parte di lei.

Rimase lì,sul pavimento a piangere per tutta la notte fino a che,all’alba non prese sonno per svegliarsi quando Henry entrò felice esaltellante nella stanza e per stopparsi immediatamente alla vista di sua madre,mal concia e con gli occhi gonfi sul pavimento.

“Mamma?” Henry si chinò vicino a lei. Aveva quattordici anni ormai,era,come sempre,più maturo dei suoi coetanei.

“Mi dispiace Henry,mi dispiace così tanto” Regina pianse lasciando che Henry la tenesse tra le braccia.

“Dov’è Emma?”

“E’ andata via,stanotte” disse guardando il vuoto mentre tutta la nottata le riscorreva davanti agli occhi,come un video.

“Come,via?Che significa?”

Regina si compose e si sedette ai piedi del letto,leggermente dolorante per la nottata trascorsa rannicchiata sul pavimento

“Henry,sono incinta” disse guardandolo negli occhi che si sgrandarono stupiti

“Tua madre è convinta che io l’abbia tradita,ma non è così,io lo giuro. E’ stata la magia,la magia del vero amore. Il bambino è il prodotto del vero amore,come lo è Emma. Non mi ha creduta ed è fuggita vita dicendomi che le ho rovinato la vita e che non vuole più avere a che fare con me” stava per ripiangere

“Se vuoi raggiungerl-“ era sicura che Henry ce l’avesse con lei,che la odiasse,che la pensasse come Emma ed era pronta a dirgli che se voleva raggiungerla poteva quando successe qualcosa di inaspettato. Henry si precipitò tra le sue braccia e la strinse forte.Il gesto lasciò Regina talment stupida che passarono secondo prima che lei ricambiasse l’abbraccio,poi,capita la situazione,lo strinse a sé capendò che non sarebbe andata come lei credeva,che aveva Henry e
che soprattutto lui le credeva. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2-Il cioccolato ***


Emma se ne era andata la notte in cui Regina le aveva detto di aspettare un bambino,da lei.Non le aveva creduto ed ora era consapevole del fatto che forse Regina avrebbe potuto avere ragione,ma la rabbia aveva avuto la meglio e così era scappata,come aveva sempre fatto. Più si allontanava più il suo cuore si spezzava,perché aveva promesso a Regina che non sarebbe mai tornata ad essere la sua vecchia sé,e fu proprio ciò che fece. Le aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciata e che qualsiasi cosa fosse successa loro l’avrebbero superata insieme,ma se ne stava andando,stava scappando lasciando Regina sola ad affrontare una marea di emozioni,problemi e una vita totalmente diversa.

Emma questo lo sapeva,ne era del tutto consapevole,ma non ce la faceva a tornare indietro. Le sarebbe mancata?Ovviamente.Perchè?Perchè lei l’amava. Ma si sentiva tradita e niente avrebbe potuto cambiare questa situazione,forse il tempo….ma di tempo ne era passato troppo poco.

Infatti erano passati tre mesi dallla fatidica notte in cui Regina aveva detto ad Emma di essere incinta,tre mesi da quando Emma era scappata per ritornare a Boston per tornare al suo vecchio apartamento,alla sua vecchia vita. Non c’era giorno in cui non riuscisse a pensare a Regina…ed Henry. Voleva sapere se stavano bene,se la gravidanza di Regina stava proseguendo bene e voleva sapere quanto i loro cuori fossero spezzati,così da cercare di far qualcosa per ripararli,ma le riusciva impossibile. Era arrabbiata e aveva paura per tornare indietro,era troppo tardi.Tutto ciò che poteva fare era cercare di andare avanti.

Intanto Regina cercava di tenere assieme i frammenti del suo cuore,cercava di stare bene non tanto per se stessa,ma per il bambino che portava in grembo che fino ad allora,come era normale che fosse,le aveva portato lunghe mattine trascorse a rimettere e l’impossibilità di mangiare qualsiasi cosa senza stare male.
Fortunatamente arrivata ai tre mesi stava cominciando a sentirsi un po’ meglio e per fortuna Henry l’aiutava molto.

Ma Henry non poteva fare niente durante quelle notti in cui Regina piangeva fino ad addormentarsi perché era terrificata dalla soitudine e dal futuro…futuro senza Emma,senza la sua Emma.

Senza contare questi momenti di assoluta tristezza,tutto sommato andava meglio. Aveva accettato l’dea che Emma se ne era andata e che non sarebbe mai più tornata. Aveva accettato l’idea che non le credeva e che non l’avrebbe mai creduta e che quindi non si fidava di lei.Era stata veloce nel processare il tutto,perché Regina era abituata a cose come queste,all’essere lasciata al dolore.Aveva le cicatrici che lo testimoniavano,ma l’aveva fatto in fretta per i suoi figli.

Sapeva che Henry soffriva ma in silenzio,per non farla preoccupare o per non darle altri motivi per stare male,così decise che quella sera sarebbe stata una sera tra loro due,dove entrambi sarebbero stati bene.

Henry tornò da scuola

“Mamma!Sono tornato” gridò dall’ingresso. Dopo pochi secondo vide la figura di sua madre con una piccola pancia arrivare dalla cucina

“Hey” sussurrò con un sorriso “Com’è andata la tua giornata,tesoro?” disse avvicinandosi a lui per abbracciarlo

“Tutto normale,tu?” ricambiò l’abbraccio

“Sono stata tutta la giornata a preparare una sorpresa per te” disse,poco dopo si inginocchiò per essere al suo stesso livello,gli prese le mani e le strinse

“Henry,so che questo non è uno dei nostri periodi più belli,e so anche che dovrebbe esserlo. So che soffri a causa del fatto che Emma sia andata via lasciandoci entrambi..anzi…” poi guardò il suo grembo “tutti e tre” vide Henry accennare ad un sorriso misto tra tristezza e tenerezza “ So anche che lo nascondi perché non vuoi farmi preoccupare e non vuoi che io stia male anche per questo,ma Henry,tu sei la cosa più importante di tutte e non voglio che tu sia solo in tutto questo” fece una pausa “non devi aver paura di dirmi che ti manca,che sei arrabbiato,che vorresti averla di nuovo qui. Perché io lo capisco e posso aiutarti,come tu aiuti me.Capisci?” chiese cercando i suoi occhi lucidi dalle lacrime. Henry annuì lasciando cadere una lacrima

“Vieni qui” sussurrò Regina aprendo le braccia e stringendo forte al cuore quello che non era più un bambino da tempo. Gli asciugò le lacrime e sorrise “Ora,la sorpresa”

“Si,che sorpresa?”sorrise.

Regina gli prese la mano e lo diresse in cucina mentre gli diceva “Ecco vedi,dicono che mangiare ci aiuti a sentirci meglio quando stiamo male e che il cioccolato ci aiuti a essere più felici quando siamo tristi,quindi dato che entrambi ne abbiamo bisogno,ho organizzato una serata di film e ‘schifezze’ varie,come dolci,caramelle,pop corn,patatine e cioccolato di tutti i tipi” indicò il travolo pieno di quanto descritto

“Wow mamma,essere incinta ti fa bene….mi fa bene” saltò dalla felicità,Regina rise di gusto
“Si,a quanto pare il piccolo qui ha smesso di farmi fare la fame e ora vuole farmi ingozzare” si accarezzò la pancia ridendo. Risero insieme portando tutto nel salotto per vedere un film. Si accucciolarono sul divano.

Henry,appoggiato al fianco di Regina disse “mamma?”

Regina abbassò lo sguardo dicendo “si?”

“Ti voglio bene”

Regina sorrise trattenendo a stento le immediate lacrime,gli accarezzò la guancia “Te ne voglio anche io Henry”

Dopo poco Regina prese sonno,Henry se ne accorse e cercando di non svegliarla sussurrò a suo fratellino o alla sua sorellina “Ne voglio anche a te piccolino” sorrise stringendosi di più a Regina per poi addormentarsi tra le sue braccia.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3- La luce ***


Era primo mattino e Regina,quando aprì gli occhi,si ritrovò con una piccola fagottina avvolta tra le sue braccia.Adrianne.

Aveva ormai un anno e per Regina stava crescendo troppo in fretta. Stava mettendo il primo dentino e diventava più bella giorno dopo giorno.

Si svegliò e notò che Adrianne stava ancora dormendo. E si,era proprio figlia di Regina ed Emma.
Aveva il colore di capelli di Regina ma i boccoli di Emma. Le labbra e il colorito di Regina ma gli occhi,bhè quelli erano di Emma. Verdi grandi e perfetti come i suoi. Solo che quelli di Adrianne portavano meno dolore e sofferenza ed erano più luminosi e gioiosi.

Regina le accarezzò lievemente la guance rosee e paffute. La sfiorò leggermente e piano piano la bambina aprì gli occhi

“Ehi amore” Regina continuò ad accarezzarla sussurrando con un sorriso.
Adrianne cominciò a fare una serie di versi e cominciò ad agitare le gambe. Regina accennò ad una risata. La prese delicatamente tra le braccia e la strinse a sé baciandole la testa.Quando si accorse che la bambina stava cominciando a succhiare il pugno stretto con intervalli di suoni che di solito significavano che aveva fame,Regina si diresse in cucina,passando prima a svegliare Henry.

Fece sedere Adrianne sul seggiolone e le diede la sua colazione per poi lasciare che giocasse gattonando per la cucina,osservandola sempre mentre preparava la colazione per lei e Henry.

Si era messa a giocare vicino la sedia di Regina così che lei potesse  tenerla d’occhio. Stavano consumando la loro colazione quando suonò il campanello

“Heny,per piacere,puoi andare ad aprire tu?”

“Si mamma” disse Henry che non era più il bambino di una volta,ma aveva quasi 17 anni.

Aprì la porta e sentì il mondo crollargli addosso,sgranò gli occhi e rimane bloccato senza avere la forza di muoversi. Dall’altro lato della porta c’era qualcuno che lui pensava non avrebbe mai più rivisto.

Emma.

“Henry” sussurrò con un filo di voce,quasi per se stessa,così piano che pensava che Henry non l’avesse sentita

“Henry chi è?” disse Regina dalla cucina avvicinandosi all’entrata. Non sentì risposta e non capiva perché Henry fosse così sconvolto “Henry?” non appena vide,capì.

Era come una marea di emozioni e paure l’avesse travolta e lei non riuscisse più a salire a galla. Le girava la testa e le tremavano le ginocchia. Sentì il cuore spezzarsi ma poi un incredibile senso di rabbia sostituì il dolore.
Come si era permessa d abbandonarla e poi ritornare quasi due anni dopo come se niente fosse. Regina si sentì offesa,come se Emma avesse preso una pausa da tutti per poi ritornare e far finta di niente,sminuendo così il dolore di Regina. Sminuendo i mesi di pianti in cui si sentiva in colpa perché oltre a lei soffriva anche Adrianne che era ancora nel suo grembo.

Ed eccola di nuovo lì,la Regina di sempre. Quella che soffre ma che mette una maschera e torna ad essere la dura di sempre,quella che si costruisce i muri attorno e non lascia entrare più nessuno.

“Che ci fai qui?” sussurrò ma da quel filo di voce Emma capì che era arrabbiata e ferita.

“Regin-“ Emma cominciò ma Regina la interruppe

“No anzi,sai cosa?non voglio sapere perché sei qui. Non ti voglio ascoltare né vedere,non voglio sentire quello che hai da dirmi né voglio sapere perché sei tornata e ormai non voglio nemmeno più sapere perché te ne sei andata. Hai detto che non volevi più far parte della nostra vita,bene,addio. Vattene Emma,non  c’è niente che tu possa fare qui e niente per cui tu debba rimanere”

Stava per chiudere la porta ma Emma la fermò dicendo “Davvero?Niente?....Nessuno?” Regina sapeva quanto Emma che in quel momento si stava riferendo non tanto a lei ma ad Henry ed Adrianne…soprattutto Adrianne.

“Nessuno” sussurrò Regina lasciando che una lacrima le rigasse il volto Chiuse la porta e si appoggiò ad essa lasciandosi scivolare e scoppiando in un pianto tanto disperato quanto doloroso. Ogni lacrima le bruciava il viso ma soprattutto le rendeva il cuore più pesante e i frammenti instabili del suo cuore,più precari. Non sapeva come affrontare la situazione .Le faceva male la testa e si sentiva il petto pesante.

Lasciò che Henry le circondasse le spalle a la stringesse a sé,pianse sulla sua spalla. Henry era sempre stata più maturo rispetto alla sua età e non era solo suo figlio,era suo amico,non l’aveva mai abbandonata e l’aveva sempre capita. C’erano sempre stati l’uno per l’altra e questo era uno di quei momenti in cui Regina si sentiva talmente distrutta che si lasciava consolare da Henry anche se effettivamente lei non aveva mai amato scaricare tutti i suoi problemi sulle sue spalle che per quanto forti e grandi per Regina erano pur sempre le spalle del suo bambino,del suo piccolo che aveva sempre e costantemente bisogno di lei..ora era lei che aveva bisogno di lui.

La strinse forte,come se stringendo il corpo esile di sua madre potesse strappare via il dolore dal suo interno,e se avesse potuto,Henry non avrebbe esitato un attimo.

Dopo poco arrivò Adrianne gattonando e parlando nella sua strana lingua,si avvicinò ad Henry e guardò Regina con i suoi occhini più verdi e dolci che mai. Era piccola,vero,ma non era stupida. Non aveva mai visto sua madre in quello stato, e aveva capito che c’era qualcosa che non andava.

Si avvicinò di più a lei e Regina,asciugandosi le lacrime e rifiutandosi di farsi vedere così dala sua bambina,come se il suo dolore potesse infettarla,la prese in braccio e la fece sedere sulle sue gambe poi muovendole velocemente fece ridere Adrianne.

Vedere Adrianne felice la faceva stare bene,le ricordava che per quanto potessero essere brutte le cose che accadevano,c’era sempre un motivo per andare avanti,ovvero i suoi figli. Le risate pure e piene di Adrianne,i sorrisi caldi di Henry,i momenti unici in cui Henry solleticava così tanto Adrianne che lei si faceva la pipì sotto,cosa che però non fece mai arrabbiare Regina. Gli abbracci di Henry,e il modo in cui Adrianne si teneva stretta a lei quando la teneva in braccio,come per ricordarle che lei aveva bisogno di sua madre,sempre e comunque e che le voleva bene.

Sia Henry che Regina sorrisero alla risata e al viso divertito di Adrianne,ed entrambi stavano cominciando a pensare che quella bambina fosse davvero un miracolo. Aveva portato così tanta gioia e felicità nelle loro vite che ogni momento buio aveva sempre la sua luce e non piccola e fragile,ma grande e forte.

Mentre continuava a far giocare Adrianne,per quanto le facesse male pensarci e per quanto lei stessa stesse male in quel momento,decise di parlarne con Henry

“Perché credi sia tornata?” disse con lo sguardo perso nel vuoto,con lo sguardo basso ma assente. Probabilmente stava rivivendo la notte in cui Emma l’aveva lasciata sola e incinta,dicendole che le aveva rovinato la vita. Dicendole che non voleva più avere niente a che fare con loro.

Quindi,dette quelle cose,perché tornare?

“Non  ne ho idea” disse Henry. Ovviamente anche lui era rimasto spiazzato,ma non stava tanto male. Gli faceva più male vedere Regina in quello stato che non sapere che Emma era tornata…dopo averlo abbandonato,per la seconda volta. Era riuscito a gestirsi e a impedirsi di soffrire per chi non lo meritava. E per quanto potesse essere vero che Emma gli aveva dato la vita,non meritava le sue lacrime e il suo dolore. Perché aveva sbagliato e Henry l’aveva perdonata,perché la sua decisione era stata presa in modo da dargli una vita migliore,cosa che era realmente accaduta. Ma la seconda volta era stata una scelta egoista,una decisione che lei aveva preso semplicemente perché aveva avuto paura di guardare in faccia alla realtà e ammettere una volta e per tutte che il mondo in cui stava vivendo non era una frottola,ma la realtà.

“Come facciamo?Con Adrianne,dico” chiese Henry. Regina le accarezzò la schiena guardando il suo viso allegro e sereno “Non lo so. Credo che il fatto che sia  tornata significhi che forse ha cambiato idea e che forse….ha capito che è la verità”

“Può essere…” si alzò dal pavimento “ Credo che si sia fatto tardi,devo andare a scuola ora”

“E’ fin troppo tardi,fai presto” disse alzandosi e prendo Adrianne in braccio mentre Henry già stava salendo le scale

“Noi ci vestiamo,non è vero paperella?” disse mentre la bambina giocava con il ciondolo che Regina portava al collo da sempre,quello d’oro con su inciso l’albero.

Henry era uscito di casa,Regina si era preparata così come aveva preparato Adrianne e uscì di casa con la bambina in braccio dato che Adrianne odiava,Regina non si spiegava il perché,stare nel passeggino.

Arrivò al lavoro e tra scartoffie e lunghe pause prese a giocare con Adrianne o a semplicemente osservarla mentre rideva e giocava con i giocattoli che piano piano aveva trasferito nel suo ufficio,si fece ora di pranzo.

Così si avviò da Granny. Stava per entrare quando vide Emma seduta al bancone e si gelò di colpo. Avrebbe dovuto immaginarselo,dove poteva stare Emma se non da Granny?

Non sapeva che fare,poi Adrianne le diede la risposta non appena vide Ruby. Per Adrianne Ruby era un po’ come una zia e per Ruby,ovviamente,Adrianne era come una nipote. Cominciò ad agitarsi tra le braccia della madre non appena vide la bruna dagli occhi verdi e quando si accorse che Regina non era intenzionata ad entrare,cominciò a piangere,così Regina non ebbe scelta.

“Okay,okay,ho capito” la strinse più forte a se e le accarezzò i boccoli corvini.

Entrò e Ruby le strappò un occhiata come per dire “Sei sicura di volerlo fare?” Regina sorrise debolmente e se Ruby non l’avesse conosciuta bene come la conosceva non avrebbe notato il piccolo cenno del capo.

Si sedette ad uno dei tavoli più lontani dallo sgabello sul quale era seduta Emma ma questo non fece in modo che la bionda non la notasse

“Regina” la chiamò Emma. Regina si sedette,fece sedere Adrianne sul seggiolone che la tavola calda metteva a disposizione e fece finta di niente.

“Regina aspetta” Emma si sedette di fronte a lei

“Che vuoi?” Regina non la guardò nemmeno negli occhi

“Ti volevo dir-“ cominciò fino a che non girò il capo e non vide Adrianne,seduta sul seggiolone che giocava con un peluche che se lei stessa non portava tra le braccine piccoline,portava Regina nella borsa che ormai conteneva più cose per bambini che non. Salviette imbevute,ciucciotti,giocattoli vari anche qualche caramelle di vario tipo.

Emma rimase a fissare la bambina per minuti interi,mentre Regina fissava lei con gli occhi arrabbiati ma illuminati dalla speranza. Speranza che Emma capisse e le credesse una volta per tutte. Speranza nel fatto che Emma credesse che lei non l’aveva mai tradita e che anche se ormai era arrabbiata con lei,non aveva mai smesso di amarla.

Emma aveva gli occhi lucidi e quando Adrianne alzò lo sguardo e le due paia di occhi ideantici e verdi si incontrarono Emma scoppiò. Non riuscì più a trattenere le lacrime e i sensi di colpa nel vedere quella bambina che era identica a lei,a loro due,essendo consapevole che Regina aveva detto la verità e che Emma l’aveva accusata e soprattutto aveva buttato via l’occasione della sua vita perché non si era fermata un attimo a guardare Regina negli occhi mentre le diceva che l’amava,e che non l’avrebbe mai tradita.

Regina notò le lacrime sul viso di Emma e non potè fare a meno di amarla,amarla così tanto. Voleva abbracciarla,tenerla tra le braccia e dirle che sarebbe andato tutto bene e che le cose si sarebbero sistemate.
Non lo fece.

Si alzò e prese Adrianne in braccio poi rivolgendosi a Emma disse “Credo che sia arrivato il momento di parlare” uscì dal bed&breakfast con Emma che la seguiva senza mai staccare gli occhi da loro due.

“Regina aspetta” disse Emma fermandosi nel bel mezzo della strada

“Cosa?”si girò di scatto “Vuoi davvero fermarti a parlare qui?Sotto gli occhi di tutti?Vuoi davvero far scoppiare una bomba mentre tutti guardano. Non so tu Emma,ma sono stata fin troppo male per fare spettacolo davanti  a tutta la città. Non ho intenzione di parlare qui se non sotto il tetto di casa mia. Dove nessuno,soprattutto MIA figlia,possa distrarsi e non assistere alla scena dove le sue due madri si danno addosso…se tu vuoi traumatizzare una bambina di un anno a vita Emma,fai pure,ma se queste sono le tue intenzione,sappi che non sono disposta a giocare al tuo stesso gioco.” Regina stava mettendo il bene di sua figlia al primo posto,non le importava tanto degli altri,ma della bambina che avrebbe dovuto vedere Regina piangere e arrabbiarsi e farsi vedere in quello stato una volta le era più che bastato.

Il cuore di Emma si spezzò un po’ quando Regina si rivolse ad Adrianne dicendo che era sua figlia e non loro,ma non potè biasimarla. Dopo tutto aveva cercato di farle capire che Adrianne era tanto di Emma quanto sua,ma non aveva funzionato. Quindi,come Emma aveva detto che Adrianne non era sua figlia,così Regina,col cuore spezzato nel doverlo fare,aveva accettato il fatto che Emma non era sua madre. Anche se l’avrebbe voluto così tanto. Avrebbe voluto che Emma ci fosse stata per Adrianne. Perché non c’era stata per Henry e ora non c’era nemmeno per lei.

Regina era arrabbiata,ferita,distrutta e confusa. Non capiva cosa voleva fare. Non voleva sentire Emma eppure le aveva appena detto che dovevano parlare. Non voleva vederle eppure stavano andando a casa sua. Si stava aggrappando alla possibile speranza che forse Emma sarebbe potuta cambiare definitivamente?Avrebbe potuto assumersi le sue responsabilità e diventare il genitore che sia Henry che Adrianne avevano il diritto di avere? E se Emma le avesse giurato che sarebbe cambiata,che avrebe provato a essere quella che non è mai stata,Regina come avrebbe reagito?

Dopo tutto non sarebbe la prima volta in cui Emma fa promesse che non può mantenere,Regina era più che decisa riguardo al fatto che avrebbero parlato ma che non avrebbe mai e poi mai ripermesso a Emma di ferire lei o peggio i suoi bambini,perché per quanto Henry potesse essere cresciuto e potesse mascherare,Regina sapeva che in fondo soffriva perché Emma l’aveva abbandonato non una ma due volte. Solo che la sua sofferenza non si manifestava in dolore come nel caso di Regina,ma in indifferenza. Henry l’aveva dimenticata e cominciare a rifidarsi di lei probabilmente avrebbe portato tutti all’autodistruzione perché,per quanto Regina ne sapeva,Emma non era affidabile.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4- Welcome back. ***


Regina era seduta sul divano,Emma di fronte a lei. Da quando erano uscite dalla tavola calda tra loro due era calato un silenzio glaciale. Si guardavano a stento,una evitava lo sguardo dell’altra ma entrambe guardavano la stessa cosa,o meglio la stessa persona.
Adrianne.

Era seduta sul pavimento,giocando per conto suo e riempendo di gioia il cuore di Regina,e per qualche ragione non poco ovvia,quello di Emma. La guardava come si guarda la più grande delle meraviglie al mondo,ma più la guardava e più si sentiva in colpa. In colpa per averla abbandonato,per aver abbandonato Regina e per non aver vissuto il momento della sua nascita,per non esserci stata per Regina durante le notti in cui erano di più le ore in cui era sveglia che quelle in cui dormiva. Si sentiva in colpa per non averle creduto,per non essersi fidata e per aver pensato distrutto un amore grande e forte come il loro. La domanda che Emma a quel punto si poneva era,era ancora forte?

C’era ancora amore da Regina?

Non lo sapeva e,per quanto le riguardava,per quanto potesse sperarlo,non poteva pretenderlo.Non poteva pretendere che Regina la perdonasse così,di punto in bianco. Non poteva pretendere che tutto tornasse come prima. Aveva commesso il più grande degli errori,e ora doveva pagare. Ma dover pagare non significava per forza perdere tutto.

Fu Regina a rompere il silenzio “Adrianne” disse sotto voce.

“Cosa?” chiese Emma non avendo afferrato bene quello che la bruna aveva sussurrato

“Adrianne” fece una pausa guardandola negli occhi per poi voltarsi verso la bambina e sorriderle
“Si chiama Adrianne”

Ad Emma vennero le lacrime agli occhi. Sentì la pelle corrodersi dai sensi di colpa e il cuore frantumarsi.
Adrianne. La loro bambina si chiamava Adrianne e per Emma quel nome significava tanto.

“Adrianne” disse con lo sguardo perso nel vuoto e pieno di lacrime “Perché?” aveva la voce rotta dal pianto.

Regina si asciugò una lacrima che per sbaglio aveva fatto cadere. Emma l’aveva vista vulnerabile più di una volta,questo è ovvio. Ma lì,in quel contesto,in quella tesa situazione tra loro due,voleva mostrarsi forte. Voleva farle capire che non aveva bisogno di lei e che ormai era passato tutto. Ma a quanto pare non era esattamente così.

Si schiarì la voce e prese un lungo respiro “Perché una notte,la più scura di tutte,una di quelle in cui io avevo gli incubi e solo tu eri in grado di calmarmi,mi preparasti una cioccolata calda e nel silenzio,nel buio,sussurrasti questo nome. Lo sussurrasti proprio come te l’ho sussurrato io prima,e io ti chiesi la stessa cosa che mi hai chiesto tu” fece una lunga pausa. Emma ricordava quel momento,lacrime amare le rigavano il volto,sapeva il continuo della storia ma voleva sentire Regina mentre continuava  “E tu mi dicesti che se mai avessimo adottato una bambina,ti sarebbe piaciuto chiamarla Adrianne” soffocò una marea di emozioni e di ricordi.

“Emma,l’ho chiamata Adrianne perché tu avresti voluto così. Perché ogni giorno ho sperato che tu tornassi che tu bussassi a quella porta e mi dicesti che abbandonandomi hai commesso l’errore più grande della tua vita. Perché non c’è stato un giorno,un momento,un solo attimo in cui io non abbia pensato a te e alla vita che avevamo e a  quella che avremmo potuto avere insieme.Non c’è stato attimo in cui io non abbia desiderato riaverti qui,con me,perché tu sei stata fatta per stare al mio fianco e da nessun altra parte,esattamente come io sono stata fatta per stare al tuo fianco e Adrianne ne è la dimostrazione” si era alzata e stava piangendo. Al diavolo la forza e l’apparenza,al diavolo tutto. Portava questo peso dentro di se da troppo tempo e il dolore le stava marcendo dentro,le stava consumando le ossa.

In quelle parole Emma intravide un barlume di speranza,come se qualcosa potesse davvero cambiare e far tornare tutto a come era prima

“Ma poi quando ti ho trovato alla porta mi sono resa conto che ero arrabbiata,troppo arrabbiata per farti rientrare nella mia vita…nelle nostre vite. Ero e sono arrabbiata,mi hai abbandonato. Non hai idea di cosa io abbia dovuto passare. Sono andata avanti,giorno per giorno,mi sono alzata ogni mattino solo perché c’era qualcuno che dipendeva da me e che aveva bisogno di me. Solo e soltanto per questo. E quando è nata Adrianne mi sono sentita come se finalmente nella mia vita qualcosa fosse andato bene”
piangevano entrambe mentre Adrianne le fissava ma non con troppa attenzione

“Come mai?Perchè sei tornata?Sei tornata per portarti Henry via?Per portarti Adrianne?”

“No Regina,non lo farei mai,e questo lo sa-“ non riuscì a finire la frase

“No,non lo so” rise ma non era una risata divertita

“Non lo farei mai. Non sono venuta qui per portarti via né Henry né Adrianne. Il loro posto è con te,non con me. Sinceramente?Sono tornata perché io ti amo”

“Ah,ora mi ami?Ora?” era arrabbiata,tirò su col naso “Dopo che mi hai messa incinta e che mi hai abbandonata,ti sei alzata una mattina e hai deciso che mi ami?Emma,non ho tempo da perdere,sul serio”

“No,non pretendo che tu mi dica niente,non pretendo che tu mi dica che anche tu mi ami,voglio solo dirti che per qualsiasi cosa,io ci sono e voglio esserci per Adrianne ….e Henry”

“Vuoi esserci per loro?Dove eri quando Henry non rivolgeva la parola a nessuno per colpa tua?Dove eri quando rovesciavo dalla mattina alla sera?Dove eri quando Adrianne era appena nata e io dormivo due ore a notte?Dove eri Emma?Dove?” aveva cominciato a piangere incontrollatamente “Si…te ne eri andata” sussurrò

“E sai cosa rende il tutto ancora più terribile?” gridò mentre il suo petto e il suo collo si erano fatti rossi.Emma scosse leggermente la testa.

“E’ che io ti amo ancora. Non ho mai smesso di amarti e probabilmente non smetterò mai” fece una pausa,guardò in basso per poi guardare Emma negli occhi. La guardò a fondo e si perse in quel verde vivo e meraviglioso,quello che aveva sempre amato e che l’aveva sempre fatta sentire a casa

“Ma fa male”. Poi entrambe furono distratte da Adrianne che gattonò fino ai piedi di Emma e le tirò i jeans per attirare la sua attenzione. Emma era troppo concentrata su Regina per notare qualsiasi altra cosa,così Adrianne tirò più forte e mormorò qualcosa nella sua lingua incomprensibile. Regina accennò ad una risata e così fece Emma,la quale,notando la bambina,si chinò per guardarla.

Occhi verdi incontrarono il loro stesso specchio negli occhi dell’altra. Si guardarono e Adrianne tese una mano verso Emma e le toccò una guancia come per farle una carezza e poi rise. Gli occhi di Emma si riempirono di lacrime e così quelli di Regina nel vedere quella scena tanto semplice quanto meravigliosa.

Era esattamente quello che avrebbe voluto vedere tutti i giorno della sua vita,dalla nascita di Adrianne in poi. Era questo che voleva vivere senza dover pensare a nient’altro. Emma alzò lo sguardo verso Regina

“Ha-“ cominciò

“I tuoi occhi” Regna finì la frase al suo posto,le braccia strette al petto e un sorriso nel vedere la bimba giocherellare con i lunghi capelli di Emma.

“Attenta,che tira” disse Regina mettendo in guardia Emma. La bionda prese in braccio Adrianne e,come aveva detto Regina,quest’ultima le tirò i capelli. Entrambe risero.

“E’ bellissima”

Regina rimase a osservare la bambina a lungo,come se fosse persa “Già” sussurrò

Poi Adrianne cominciò a piangere chiedendo di essere presa da Regina che la prese tra le sue braccia e la cullò fino a che quella  non smise di piangere e non si addormentò.

“La vado a mettere un attimo a letto,scendo subito” disse poi si girò e sussurrò a voce moto bassa “Fa come se stessi a casa tua”

Dopo poco tornò e trovò Emma guardare le foto sui mobili. C’erano foto di Henry da bambino e di Adrianne quando aveva solo pochi giorni. La foto di Regina con Adrianne in braccio e Henry al suo fianco in ospedale,quando la bambina era appena nata.
Cosa avrebbe dato per essere in quella foto con loro,avrebbe fatto di tutto per vedere anche le sue foto tra quelle,perché avrebbe significato che era tutto normale e che erano una famiglia.

Ma non era andata così.

“Emma?” Regina la chiamò con un sussurro,che quasi non si sentì,lei stessa si chiese se Emma fosse riuscita a sentirla.

La bionda si girò di scatto,cosa che fece capire a Regina che l’aveva più che sentita. Regina aveva parlato con u tono di voce calmo,come se non fosse successo nulla,così dolce e fino che ad Emma sembrò di essere tornata a quando stavano insieme. A quando durante la notte Regina la svegliava semplicemente per dirle “ti amo”. A quando era Emma a fare gli incubi e lei la consolava.

“E’ la bambina più bella che abbia mai visto” sussurrò Emma mettendo a posto la foto di famiglia che stringeva tra le mani

“Senti Regina,non ho intenzione di scocciarti ancora. Ho capito di aver sbagliato e che è stato troppo,quindi me ne vado.Sono giunta alla conclusione che non facciamo altro che far stare male Henry e…” notò le lacrime negli occhi cioccolato di Regina e poi sentì  i suoi occhi bagnarsi

Prese un lungo respiro che sembrò morirle in gola,le fece male il petto e la gola.

“Quindi,addio….” Stava per uscire dalla porta

“Aspetta” Regina con gli occhi di lacrime le corse dietro prendendole la mano e girandola su se stessa in modo da poterla guardare negli occhi.

Lasciò cadere le lacrime,Emma fece lo stesso.

“I-io voglio” disse ma le parole le morirono in gola “Ascolta. Non voglio che tu te ne vada,io-io non posso sopportarlo. Non posso sopportare di non vederti ogni singolo giorno,di non sentire le tue mani accarezzarmi il viso,di non sentire le tue braccia attorno alla mia vita. Non posso svegliarmi senza pensare di non vedere i tuoi occhi. Mio Dio Emma se solo sapessi quanto sono stata male,ma non per quello che mi avevi fatto,ma per il fatto che ti avevo persa. Io voglio che tu ci sia,sempre,a tutti i compleanni,alle feste della città,a Natale e a ogni singola recita scolastica. Ti voglio qui,vicino a me a tenermi la mano e a ricordarmi che conto,che conto per qualcuno”

Piangeva e la sincerità,l’amore che si sentiva dalle sue parole,dal suo tono di voce…dai suoi occhi portarono Emma ad abbandonarsi ad un pianto che non sembrava più poi così triste e doloroso.

“Hai sbagliato,ma io,io sono l’ultima persona al mondo che può incolparti e può negarti una seconda possibilità e me ne rendo conto solo ora. Mi rendo conto del fatto che  io ho sbagliato tante,così tante,troppe volte ma c’è sempre stato qualcuno a ricordarmi che potevo cambiare e a darmi una seconda possiblità. Quante seconde possibilità ha avuto?Tantissime. E ad ogni occasione io ho sbagliato,ho sempre deluso tutti,sono sempre ritornata al principio che era l’origine di tutti i miei errori. Non sono stata nessuno per avere tutte queste seconde possibilità e non sono nessuno per negartene una,due,dieci,mille.
Non posso,so come ti senti e so che non sbaglierai di nuovo e,per quanto il tuo errore possa essere stato grande,questo ti rende una persona migliore di me. Perché  so che non sbaglierai mai più un’altra volta,perché so che ciò che abbiamo io e te è unico”

Emma la tirò a sé in un abbraccio immenso,così pieno di amore,di gioia,di felicità che qualcosa di placò. Era come se fosse appena terminata una tempesta lasciando spazio al più grande degli arcobaleni. Era come se la fievole fiammella di una candela che era sul punto di spegnersi si era riaccesa più viva e meravigliosa che mai.

Emma le prese un viso tra le mani e le accarezzò le guance asciugandole le lacrime mentre le sue continuavano a rigarle il viso. Entrambe risero dando il bentornato ad un benessere e un equilibrio che entrambe avevano perso. Ad una felicità e un calore interno immensi che penetravano fin dentro le ossa.

Emma poggiò la sua fronte contro quella di Regina ed entrambe sorrisero,così genuinamente e così a lungo che cominciarono a far loro male le guance ma non importava. Non importava più niente,né il passato,né gli altri,solo loro due e la loro famiglia.

“Abbiamo una bambina” Emma voleva ricominciare tutto da capo,come se non si fossero mai lasciate. E così voleva anche Regina

“Si,abbiamo una bambina” Regina era più bassa di Emma,anche se portava le scarpe col tacco e il fatto che lei fosse più alta l’aveva sempre fatta sentire protetta e coccolata ed era felice che quelle sensazioni fosse tornate. E doveva ammetterlo,le erano mancate da morire.

“Scusami Regina io-“ Regina la interruppe “No,no Emma. Shh. Non dirlo davvero,non ce n’è bisogno. Va tutto bene”

“Ma quello che hai detto prima,io-“

“Quello che ho detto prima è vero,ed è vero che ti amo alla follia e che non mi interessa più che te ne sei andata. Non posso vivere senza di te e se questo significa passare oltre questa cosa,sarò molto più felice di farlo” la baciò dolcemente e lievemente le labbra. Emma sorrise lasciando che un’altra lacrima percorresse le guance già umide. Regina con un movimento elegante e delicato l’asciugò senza mai smettere di guardarla.

Le braccia di Emma erano serrate attorno alla vita di Regina,come per tenerla stretta a sé così da non correre il rischio di perderla,mai più;perché aveva provato cosa significava vivere senza di lei ed era la cosa più brutta che le potesse mai capitare

“Come?” la guardò nel profondo degli occhi.

“Come cosa tesoro?” Regina affondò i capelli  nei boccoli biondi di Emma

“Come hai cambiato idea?Non che io non ne sia felice sia chiaro,anzi…è più di quanto avessi potuto sperare,sono venuta qui sperando che mi perdonassi ma non credevo che saresti tornata con me,per quanto il mio cuore lo volesse. Ma è successo,ed è successo perché tu sei la persona più straordinaria del pianeta…ma come hai cambiato idea?Fino a cinque minuti fa mi rivolgevi a stento la parola ed eri così arrabbiata con me che sembrava che da un momento all’altro mi saresti saltata addosso per uccidermi e poi uccidermi di nuovo”

Regina ridacchiò poi si fece di nuovo seria. Emma le accarezzava la schiena mentre Regina,parlando,giocava con i suoi capelli “Adrianne. L’ho portata di sopra,l’ho guardata e ho pensato che non è solo merito mio se è al mondo eppure ha avuto solo me. E ora che tu sei disposta ad esserci per lei,chi sono io per vietartelo se è quello che vuoi?E poi,ne hai tutti  i diritti,sei sua madre tanto quanto lo sono io e tenerti lontana non è la cosa giusta,non per lei e non per me e Henry. Sei parte di questa famiglia e lo sarai sempre.Sei qui e voglio tenerti qui,accanto a me,accanto ad Henry e accanto a Adrianne che ha bisogno di te tanto quanto me” sentì gli occhi inumidirsi di nuovo,prese un lungo respiro e poi sorrise

“Emma,né io né tu abbiamo avuto una bella infanzia. Mia madre era…quello che era e mio padre non poteva imporsi,tu genitori non ne hai avuti. Ho sempre desiderato per i miei figli ciò che io non ho mai avuto,insieme abbiamo voluto per Henry ciò che non abbiamo mai avuto e ciò che non abbiamo mai avuto sono due genitori che si prendessero cura di noi. Non li abbiamo avuti,ma i nostri figli li avranno,io e te.” Emma la strinse forte a sé e le baciò la fronte

“Prometti che non andrai mai più via” la voce di Regina tremava ed era sottile e leggera come un sussurro

“Te lo prometto” poggiò le sue labbra contro quelle di Regina e di nuovo le stesse sensazioni. Sicurezza,calore,gioia,amore,dolcezza,passione e desiderio di trascorrere insieme una vita lunga e felice. 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5-Grande ***


 
“Mamma?” chiamò la bambina mentre Regina le allacciava le scarpe

“Dimmi amore” Regina alzò lo sguardo per guardare la sua bambina.

“Non voglio andare a scuola” Adrianne era sull’orlo della lacrime

Regina la guardò e fece un sorriso amore “Oh,piccola lo so. Ma ci devi andare,sai perché?”

Adrianne scosse la testa

“Perché tutti i bimbi buoni ci vanno,e tu sei la bima più buona che la mamma abbia mai incontrato” la prese in braccio e le diede un bacio sulla fronte

“La tua preferita?” era incredibile quanto la sola voce della mamma,potesse rallegrare quella bambina. Come cambiasse umore con così poco,come potesse sorridere con delle semplici parole come quelli

“Certamente” disse Regina camminando verso la camera da letto “Mamma” chiamò Emma “E’ vero che Adrianne è la bimba più buona del mondo e che è la nostra preferita?” chiese guardandola

“Ovvio” Emma tese le braccia e la bimba ci saltò dentro. La bionda la fece girare,quasi volare. Adrianne rideva “Sei la bambina” cominciò a rimpirla di baci “più bella,brava e buona che c’è”

“Mammaaa” la piccola scacciò via il viso di Emma dal suo. Le due mamme risero.

“Adrianne,ti ho preparato lo zainetto” Regina disse poi Henry piombò nella stanza

“Come sta la mia studentessa preferita prima del suo primo giorno di scuola in assoluto?”

“HENRYYYYYYYYYYYYYYYY” la bambina gridò felice quando Henry la prese in braccio.

“Allora,sei contenta?” la piccola scosse la testa “Come no?Oggi diventi una bambina grande?”

Gli occhi di Adrianne isi illuminarono “Grande?”

“Si!Grande!” esclamò Henry

“Come te?” i tre risero

“Di più” Henry disse per non distruggerle l’entusiasmo.

“YAAAYYY” Adrianne saltellò tra le braccia di Henry.

“La facciamo una foto a questo funghetto grande?” disse Emma prendendo la macchina fotografica.

“Mettiti in posa,scemotta” la prese in giro Henry con un sorrise,quando la mise giù. Regina le diede il suo zainetto,lo mise sulle spalle e Emma,dopo che Adrianne si era messa in posa,le scattò la foto.

“Henry,vuoi che ti accompagnamo?Portiamo prima te e poi lei” disse Emma mentre Regina controllava che Adriane fosse a posto

“No,non preoccupatevi.”sorrise Henry “Meglio che vada. Ciao pulce” le diede un bacio,ne diede uno ad Emma,uno a Regina e corse via.

“Amore,devi fare la pipì?” chiese Regina. Stava cominciando a preoccuparsi. Era il suo primo giorno d’asilo e questo significava non stare con lei tutto il tempo e la cosa la innervosiva.

Adrianne scosse la testa “Hai mangiato tutta la colazione?” chiese ancora

Adrianne annuì “Si mammina” rispose.

“Bene” disse Regina abbracciandola. Si alzò,le prese la mano e poi fece cenno ad Emma di andare. Emma capì che Regina era più che nervosa.

“Guido io” disse prendendo le chiavi

“Cosa?No” disse Regina

“Si Regina,sei talmente nervosa che probabilmente ci faresti morire tutti” le diede un bacio poi sussurrò “Sta tranquilla,starà bene” e indicò a Adrianne di salire in macchina

“Salta su piccola peste” le aprì la porta e Adrianne fece letteralmente un salto per salire in macchina. Emma le allacciò la cintura e Regina prese un respiro profondo prima di salire in macchina.

Arrivarono a scuola prima che Regina se ne accorgesse. Era davvero durato troppo poco il viaggio.

Emma la guardò “Tutto okay?” Regina annuì prima di uscire a far scendere Adrianne,che fece un alto salto per scendere. Si incamminarono verso l’entrata e Adrianne si spaventò quando vide che i bambini non erano con i loro genitori ma erano soli.

“Mamma” si strinse alla gamba di Regina spaventata “Mamma torniamo a casa,faccio la brava” quasi piangeva.

Regina si chinò al livello di Adrianne per asciugarle le lacrime e rassicurarla,anche se effettivamente lei era la prima a non voler lasciare Adrianne.

“Ehy,ehy,piccola” disse

“Mamma non voglio andare”

“Lo so amore,ma ti ricordi che ti ho detto stamattina?Fa la brava bimba per la mamma. Sarà solo per qualche ora,poi ci troverai esattamente qui” la bambina tirò su col naso

“Promesso?” Regina trattenne le sue lacrime “Promesso piccola” la abbracciò e la baciò.

“Ora saluta la mamma e va’.Comportati bene mi raccomando” si alzò e si asciugò una lacrima.

Adrianne saltò tra le braccia di Emma

“Fa la brava” poi le disse una cosa nell’orecchio “Quando torniamo ti porto una sorpresa se la maestra mi dice che hai fatto la brava” Adrianne sorrise

“Cosa?” chiese curiosa

“E’ un sorpresa” la mise giù “Ora corri” le diede una spintarella sul sedere e lei corse

“Amore sta’ attenta” le gridò Regina mentre correva via.

“Ehy” Emma si avvicinò a lei “Tutto bene?”

“Aveva ragione Henry” continuò a seguirla con lo sguardo finchè non scomparve nel gruppo di bimbi che una maestra stava portando in classe.

“Riguardo a cosa?” chiese Emma

“E’ davvero diventata grande” si asciugò una lacrima

“Regina,andrà tutto bene”

“Che succede se ha bisogno di noi?Se le serve qualcosa?Se si fa male o s-“ stava cominciando a blaterare

Emma la fermò e le prese le spalle “Ehy,ehy,ehy” disse “guardami” la contrinse a guardarla “E’ per quello che sono le maestre. E poi Mary Margaret ha detto che la terrà d’occhio,dopo tutto è sua nipote,quindi tranquilla. Non c’è bambino,in quella scuola,che sta meglio di nostra figlia. Okay?” disse. Regina non rispose.

“okay?” disse un po’ più forte. Così Regina annuì.

“Bene,ora andiamoci a comprare un bel gelato enorme” si incamminarono verso la macchina e Regina rise.

“E devo comprare anche un ovetto?”

“Ovetto?”

“Si,di cioccolato. L’ho promesso a Adrianne”

“Oh,quindi compri nostra figlia con la cioccolata”

“Non l’ho comprata. Le ho semplicemente detto che se si fosse comportata  bene le avrei preso una sorpresa. Tu sei quella regala i giocattoli,io sono quella che regala cioccolata e schifezze varie”

Regina rise,ripetendosi nella sua mente che Adrianne sarebbe stata bene.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 - Ricordare ***


Emma stava frugando nell’armadio di Regina cercando Dio sa che cosa quando una scatola sospetta e mai vista,le saltò all’occhio. La guardò incuriosita chiedendosi se era il caso di prenderla o no. Alla fine lo fece. Lo prese e andò a sedersi sul letto.

Trovò un album fotografico e un mucchio di lettere,dovevano essere circa una trentina.
 
Aprì l’album e non appena vide le foto che c’erano dentro spalancò la bocca con un sospiro sorpreso. Cominciò a tracciare con le dita ogni foto. I visi fotografati e i bordi delle foto. Piano piano sentì gli occhi bagnarsi con delle lacrime. Le asciugò in fretta così da impedire a quell’acqua sporca di sensi di colpa di bagnare la purezza e la bellezza infinite di quei momenti indimenticabili e perfetti immortalati in quei pezzi di carta lucida.

Erano tutte le foto sue e di Regina,prima che lei se ne andasse. Le aveva conservate come cimeli e le aveva nascoste. Perché?

C’erano foto incredibilmente serie e romantiche e altre stupide e divertenti.
C’era Emma e Regina che si baciavano con un sorriso nella neve fredda che aveva fatto arrossare i loro nasi e le loro guance.
C’era Regina che si teneva stretta tra le braccia di Emma vicino l’albero di Natale.
C’erano Regina Emma e Henry insieme.
Ma c’era anche Emma appena sveglia. Regina con la faccia spiaccicata sul cuscino.
C’era Emma con il muso sporco di gelato al cioccolato e Regina intenta a pulirglielo con un fazzoletto di carta.
C’erano loro due mentre ridevano. C’erano loro due che si guardavano.C’erano loro due. Solo loro due. E la loro immensa storia d’amore. C’erano i momenti più belli,quelli più significativi. C’era il loro amore. Sfogliando quelle foto ad Emma vennero in mente tanti ricordi,così tanti che finì per piangere a dirotto.

Ogni foto era un ricordo e ogni ricordo era una risata,un sorriso,una lacrima.

Le guardò tutte,le contemplò tutte. E le guardò così a lungo che le sembrò di fotografarle nella sua mente,così da non dimenticarle mai. Sfogliò quell’album un paio di volte prima di chiuderlo e passare a quelle lettere accumulate e tenute insieme da un filo di spago.

Prese la prima e sentì lo stomaco chiudersi quando notò che era indirizzato a casa sua. Anzi,quella che era stato il posto in cui aveva vissuto quando aveva lasciato Regina,Henry..e Adrianne. Ma quella non era casa sua. Casa sua era ovunque fossero loro,ovunque fosse al sua famiglia.

Le guardò tutte. Erano tutte sigillate e tutte avevano lo stesso indirizzo. Il suo.
Regina le aveva scritto,non si era mai dimenticata di lei. Ma non gliele aveva mai mandate.
Come biasimarla?Con tutte le cattiverie che Emma le aveva detto,il fatto che Regina l’avesse perdonata e che non si fosse dimenticata di lei,era già tanto.

Aprì la prima e estrasse il foglio senza rendersi conto dell’altro foglio contenuto nella busta.

Mia Emma,
so che probabilmente l’ultima cosa che vuoi in questo momento,è sentire di me…di noi. Ma non posso fare a meno di pensare a te e al fatto che ti vorrei qui con me,perché mi manchi. Capisco perfettamente il motivo per cui te ne sei andata e nonostante tutto,spero tu sia riuscita a raggiungere ciò che desideravi e a trovare il tuo posto e la tua felicità. Mi dispiace solo di non essere stata io la persona in grado di renderti felice. Non sono sicura che tu abbia continuato a leggere fino a questo punto ma spero tu abbia visto la foto. Non perché voglio tormentarti,assillarti..ma semplicemente perché spero tu capisca.

Con tanto affetto,Regina.


Per Emma era ormai diventato impossibile controllare le lacrime,prese la busta della lettera e notò una fotografia. Ma non era una fotografia qualunque. Era l’ecografia della piccola Adrianne. Regina gliene avrebbe spedita una,se solo Emma non fosse stata così perfida con lei. Anzi,se non fosse stata così cattiva con lei,se le avesse creduto,non ci sarebbe stato bisogno di spedirla. Perché se le avesse creduto,Emma sarebbe stata lì con lei,ad ascoltare il battito della loro bambina,mentre la teneva per mano e fissava lo schermo con l’immagine di Adrianne.

Ma lei aveva rovinato tutto. Strinse la foto a al petto e continuò a piangere poi sentì Regina entrare.

“Emma cosa sta-“ si fermò non appena vide cosa Emma stava cercando disperatamente di nascondere e di far passare inosservato.

“Stavo solo-“

“Dove li hai presi?”  chiese Regina fissando la scatola che conosceva fin troppo bene

Emma sospirò “Nel tuo armadio io-“ Emma sospirò sentendosi sconfitta.

“Regina” si avvicinò alla figura della bruna impietrita “Mi dispiace così tanto” Regina notò l’immagine dell’ecografia tra le mani della bionda e sentì le lacrime agli occhi.

“Perché non mi hai mai inviato quelle lettere?” chiese guardandola negli occhi,perché aveva un disperato bisogno di creare un contatto visivo.

“Non ho mai avuto il coraggio” disse con voce rotta

Emma la guardò sentendosi incredibilmente in colpa e poi l’abbracciò “Scusa. Scusami. Ti ho abbandonata facendoti pensare che tu non mi rendessi felice ma Regina,tu sei tutto ciò di cui ho bisogno,sei la mia felicità” disse all’orecchio della bruna che sorrise sentendo le farfalle allo stomaco.

“Significa che hai visto anche quelle foto orrende?”
 Emma rise tra le lacrime “Alcune erano imbarazzanti,ma sempre bellissime” la portò per la mano vicino al letto dove si sedettero e guardarono le foto insieme di nuovo e discussero su come fossero andate realmente le cose in quei momenti. E ovviamente,non si trovavano mai,ma andava bene lo stesso,perché si sentirono bene nel ricordare tutti quei bei momenti.

“Ho delle foto di Adrianne e Henry da qualche parte” disse Regina andando verso la sua cabina armadio a frugare tra gli scaffali. Rientrò nella stanza con altre due grandi scatole. Questa è di Adrianne,ne posò una,e questa è una di quelle di Henry,posò la seconda.

Rimasero lì tutta la serata a scavare nel passato e parlare di quando Adrianne ed Henry erano bambini.

Regina le raccontò della prima volta in cui aveva tenuto Adrianne tra le braccia e di quanto assomigliasse a lei da capo a piedi. Della prima volta in cui l’aveva portata a tagliare i capelli e di quanto fosse terrorizzata. Le raccontò di come henry amava raccogliere le mele in giardino con lei e di quanto gli piacesse guardarla mentre si prendeva cura del suo amato albero.

Le raccontò di tutte le volte in cui doveva giocare ai super eroi per convincere Henry ad andare a dormire e di tutte quelle in cui aveva raccontato ad Adrianne la storia di una principessa sola e triste che era tornata ad essere felice grazie ad un’altra bellissima principessa dai capelli biondi e gli occhi verdi che l’aveva salvata da tutto quel dolore e quella sofferenza,per farla addormentare e di quanto quella fosse la sua storia preferita.

Le raccontò di quanto fosse logorroica Adrianne anche quando non sapeva parlare e invece di quanto fosse taciturno Henry.

Fu un pomeriggio importante per entrambe,perché entrambe,per la prima volta,affrontarono il passato senza timori e senza rimorsi. Affrontarono il passato semplicemente come due mamme che ogni tanto sfogliano le foto dei propri figli per ricordarsi di quanto fossero belli e speciali quei momenti passati,ma che in fondo,a prescindere da quanto tempo possa passare,rimangono lì,sulla carta ad aspettare che qualcuno si ricordi di loro.

E alla fine,c’è sempre qualcuno che si ricorda di loro.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7-Magia ***


“Vedrai,saranno buonissimi”

“La mamma li scambierà per i suoi” rispose Henry

“Non esageriamo,i muffin della mamma sono….i muffin della mamma. Nemmeno se rubiamo i suoi e li spacciamo per nostri,sono così buoni” Emma disse mentre prendeva gli ingredienti.

“Okay,quindi abbiamo tutto” continuò ed Henry annuì. “Accendi l’impastatrice”  Henry fece ciò che Emma gli disse.

Emma non aveva idea di come si facessero i dolci.

Non appena versò la farina nel contenitore,la frusta fece volare tutta la farina in aria che finì in faccia ad Emma. Henry scoppiò a ridere.

Emma scosse la testa “Sta zitto” alzò il braccio sulla testa di henry e gli buttò tutta la farina che c’era nella busta addosso.

“MAAAAMMAAAAA” gridò Henry correndo verso il bancone dove afferrò il cacao per poi buttarlo addosso ad Emma

“Vuoi la guerra eh?” disse Emma guardando il disastro che aveva addosso. Prese altra farina e così cominciarono a rincorrersi per tutta la casa ricoprendosi di farina e di cacao. Alla fine,ritornarono in cucina a ridere e a prendersi in giro.

“Emma!Henry!” sentirono la porta chiudersi e una risata. Regina e Adrianne. Emma e Henry si immobilizzarono terrorizzati. Erano rovinati.

“Siamo tornat-“ Regina si fermò sulla soglia della cucina. Le parole le morirono in bocca.

“Cosa diavolo..” sussurrò tra sé e sé e mise giù Adrianne,per non provocarle danni all’udito.

“COSA DIAVOLO E’ SUCCESSO NELLA MIA CUCINA?!” gridò non appena Adrianne mise i piedi a terra e cominciò a camminare come una paperella attorno alle gambe di sua madre.

“Regina non è come sembra”

“Si,mamma possiamo spiegare”

“Potete?Non è come sembra?!DAVVERO?!Perchè a me pare proprio che sia come sembra!” disse Regina infuriata.

“No,è che volevamo fare i muffin poi lui mi ha fatto uno scherzo e abbiamo perso il controllo”

“Ah,quindi casa mia è bianca e marrone PERCHE’ VOI DUE AVETE PERSO IL CONTROLLO?!” gridò

“Dobbiamo rispondere?” chiese Emma intimorita

“NO!NON DOVETE PARLARE.DOVETE PULIRE QUESTO POSTO DA CIMA A FONDO. SE NON LO TROVO COME L’HO LASCIATO VI GIUR-“ la seconda volta che le parole le morirono in bocca. Improvvisamente la cucina tornò a brillare come prima. Cosa diavolo era successo?

“Regina” disse Emma a bassa voce,allarmata.

“Emma,io non ho fatto niente. Tu hai fatto qualcosa?” chiese Regina con lo stesso tono di voce. Erano tutte e due allarmate e terrorizzate.

“No” disse Emma in un sussurro.  E poi sentirono Adrianne ridere e battere le mani allegramente.

“Regina,è successo quello che penso sia successo?”

“Si Emma,è successo quello che pensi sia successo”  rispose Regina. Gli occhi dei tre puntati su Adrianne.

Regina le sia avvicinò e si chinò di fronte a lei “Amore” disse dolcemente

“Mamma mamma mamma!Ho fatto come fate tu e la mamma!” gridò lei contenta. Regina deglutì nervosamente. Non era esattamente qualcosa per cui festeggiare.

“Amore,sai cosa hai fatto?” chiese Regina

“Ho fatto come fate tu e mamma” la bambina ripetè

“E sai come?” chiese Regina “Ti ricordi cosa hai pensato quando è successo?” chiese di nuovo.
 Adrianne scosse la testa.

Era un problema. Significava che la magia non era controllata e che all’improvviso poteva causare qualsiasi cosa.

“Okay” disse Regina e le diede un bacio sulla fronte.

“Cosa facciamo?” chiese Emma mentre Henry seguiva attentamente il discorso tra le sue madri

“Dico di aspettare un po’. E’ inutile adesso sganciare una bomba del genere. Vediamo come prosegue e poi ci regoliamo in base a come va” disse Regina. Adrianne notò che erano entrambe tese.

“Mamma?” chiese Adrianne tirando i pantaloni di Regina. Regina abbassò lo sguardo. Notò che la bambina quasi piangeva.

“Cosa c’è amore?” chiese lei.

“Ho fatto una cosa cattiva?” chiese lei sul punto di scoppiare in lacrime. Regina si sentì male nel vederla così. Quindi si chinò e la prese in braccio.

“No,no amore no” disse “non hai fatto niente di cattivo. Va tutto bene piccola. Va tutto bene”  e quando sentì la voce rassicurante di sua madre e  sentì la sua stretta forte attorno al suo corpo. Adrianne si calmò.
Questo però non frenò Emma e Regina dal guardarsi con sguardi allarmati e preoccupati.

“Mamma?” sussurrò Henry ad Emma. La bionda subito si girò verso di lui “Andrà davvero tutto bene,vero?” sapeva che probabilmente sua sorella era in pericolo. Era una potente fonte di magia. Era nata dal vero amore. E il vero amore era la magia più potente di tutte. Soprattutto nel suo caso,dato che sia Regina che Emma possedevano la magia. Anzi,loro erano due delle persone più potenti del mondo magico,ciò rendeva Adrianne incredibilmente potente. Ma non sapevano ancora quanto.

Se qualcuno lo avesse scoperto,Adrianne sarebbe stata in pericolo.

“Certo che andrà davvero tutto bene. Starà bene. Nessuno appoggerà nemmeno un dito,su tua sorella” lo rassicurò e lo abbracciò.

Era ora di alleggerire un po’ l’aria.

“Anzi,amore. Hai fatto una cosa buona” disse Regina per far capire a Emma e  Henry che dovevano appoggiarla “Ora grazie a te,mamma e Henry non devono più pulire tutta la casa” Emma rise. Aveva ragione.

“E’ vero!” esclamò Henry “Non ci avevo pensato” era fin troppo felice. “Grazie Adrianne!” corse a prenderla in braccio “Sei la sorellina migliore di tutto l’universo” la mise sulle spalle e andarono a giocare per la casa.

Emma e Regina,così,poterono parlare “Sono preoccupata” disse Emma

“Anche io. Vediamo come va il resto della giornata” disse Regina e Emma la abbracciò.

“Odio la magia” sussurrò Regina tra i capelli della bionda che la consolava.

Con ansia e con paura,Emma Regina e Henry affrontarono il resto della giornata. Pranzarono e notarono che andava tutto bene. Adrianne non aveva fatto nessun altra magia. Poi Regina la fece prendere sonno e così se ne andò un’altra parte della giornata. Tutto tranquillo. Presero un respiro di sollievo.

Ma ovviamente,ogni volta che le due si rilassavano,succedeva qualcosa.

Adrianne stava guardando il suoi cartoni e Regina ed Emma erano insieme a lei sul divano.Regina leggeva un libro e Emma il giornale quando all’improvviso la voce dei cartoni divenne strana. Quasi come se fossero persone che erano lì con loro.

Anche Regina lo notò. Entrambe alzarono lo sguardo e videro il cartone andare avanti proprio davanti ai loro occhi,al centro della stanza.

Regina ed Emma si guardarono. Era successo di nuovo. Adrianne li guardava divertita. A nessun bambino era mai capitato di avere un cartone animato nel salotto.

“Adrianne,vieni andiamo di sopra. Ti devo far vedere una cosa” disse Emma per lasciare che Regina si liberasse del cartone.

“No mamma!Voglio stare qui”

“Adrianne,non farmi arrabbiare. Vieni con me” disse Emma e dal suo tono di voce,Adrianne capì che doveva fare ciò che sua madre le aveva detto. Prima di uscire dalla stanza,Regina e Emma si scambiarono un’occhiata. E quando uscirono,Regina si liberò del cartone animato.

Dopo cinque minuti Emma e Adrianne tornarono.

“DOV’E’ IL CARTOONE?” chiese Adrianne triste

“Ehm,dovevano andare a casa. Anche loro hanno una mamma che li chiama per la cena,tesoro” disse Regina e Emma la guardò come per dire ‘Potevi inventarti qualcosa di meglio’.

“E’ ora di cena anche per noi,signorina” disse Regina e scomparvero nella  cucina dove Emma e Adrianne si tennero occupate a giocare e Regina preparava la cena.

Non lasciarono Adrianne sola nemmeno un attimo,dovevano stare con lei. Per controllare cosa facesse e anche perché lei non aveva il controllo sulla sua magia,poteva fare qualcosa di innocuo proprio come poteva fare qualcosa di pericoloso,quindi loro dovevano essere con lei per proteggerla in caso di pericolo.

Henry le raggiunsero e cenarono. Sembrava tutto normale,come se niente fosse successo,ma in realtà era successo più di quanto una famiglia normale si possa immaginare.

Passarono il resto della serata a chiacchierare e a guardare la tv. Fino a quando non si fece ora di andare a letto.

“Okay Adrianne. Bagnetto e letto. Andiamo” disse Regina mentre Henry finiva di vedere il film.

“No mamma,cinque minuti” implorò Adrianne. Era stata una giornata troppo lunga,normalmente glieli avrebbero concessi,ma non quella sera.

“No Adrianne. E’ ora di andare a letto” disse Emma “Su andiamo” la prese sulle spalle e non appena cominciò a fare l’aereo,si dimenticò dei cinque minuti.

“Buona notte Henry,non fare troppo tardi”

“Mamma” Henry la fermò.

“Si?” Regina tornò indietro.

“Cosa farete?”

“Domani andiamo dal Signor Gold. Magari lui ha un modo per fermare la sua magia,o almeno controllarla. Non lo so,ma lui di sicuro lo saprà”

“Okay”

“Non preoccuparti Henry. Andrà tutto bene” Regina si chinò  sulla poltrona e gli diede un bacio sulla fronte.

Lui annuì. Ma era comunque preoccupato. Era la sua sorellina quella. E se le fosse successo qualcosa,sarebbe impazzito.

“REGIIINAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA” Regina sentì Emma gridare. Sia lei che Henry corsero immediatamente di sopra. Più preoccupati e allarmati che mai.

“EMMA!?” Regina la chiamò

“REGINA PRESTO!SALIII” gridò e due secondi sopra madre e figlio erano di sopra. Erano in bagno.

“Non riesco a fermalo. Appena lo blocco,lei lo fa ripartire”

Adrianne era nella vasca,il getto della vasca all’improvviso diventava potente come una cascata. Emma lo fermava ma Adrianne,senza saperlo,lo faceva ripartire. Il bagno era totalmente allagato,perché Adrianne creava delle onde anomale con l’acqua della vasca. Emma era zuppa.

Adrianne piangeva,era spaventata.

“Henry prendi tua sorella” Disse Regina mentre si era aggiunta ad Emma per fermare quella che sembrava una tempesta. Era incontrollabile.Totalmente fuori controllo.

Ma Regina ed Emma erano famose per rendere possibile l’impossibile.Quando la loro magia si univa,non ce n’era per nessuno. Erano potenti,le più potenti. Potevano fare qualsiasi cosa. Infatti,dopo solo qualche secondo tornò tutto come prima. Emma e Regina corsero da Henry che cercava disperatamente di calmare Adrianne. Ma era impossibile. Stava quasi per uccidersi,da sola,nella vasca da bagno di casa sua.

“Piccola” Regina la prese in braccio  “Va tutto bene” sussurrò mentre la teneva più stretta che mai “E’ tutto okay. E’ finito tutto. E’ tutto finito” Ripeteva per calmarla mentre sembrava più spaventata che mai. Henry era pallido. Aveva assistito alla quasi morte di sua sorella. Emma andò a consolarlo e sentì le lacrime agli occhi quando sentì suo figlio piangere contro la sua spalla.

Regina cominciò a dondolarsi per far calmare Adrianne,mentre con un semplice gesto della mano l’aveva asciugata e vestita. La sentiva ancora piangere.E per quanto anche lei volesse piangere in quel momento,non lo fece. Si trattenne.

“Emma” disse “Dobbiamo andare adesso” Regina si sentì in colpa. Era stata sua la decisione di aspettare. Se fossero andati subito dal Signor Gold nulla di tutto ciò sarebbe mai successo.

Emma si asciugò con un gesto della mano e i quattro corsero via. Emma guidava mentre Regina stava dietro con Adrianne che aveva smesso di piangere,ma tremava ancora per lo spavento. Arrivati al negozio,notarono che era chiuso. Sarebbero andati a casa sua. Non importava. Era una cosa troppo importante.

Arrivati dal Signor Gold ,Henry prese in braccio Adrianne. Per stare con lei mentre Regina e Emma parlavano con lui. Emma bussò energicamente alla porta. Aprì Belle.

“Cia-“ non la lasciarono nemmeno finire

“Scusaci Belle. Scusaci per l’orario e per il disturbo. Ma è una cosa importante. Abbiamo urgente bisogno di vedere Gold”

Belle capì,dal tono di voce e dal fatto che fossero tutti e quattro lì,che era qualcosa di importante e urgante. Così,preoccupata,li lasciò entrare.

Gold scese qualche secondo dopo.

“Devi aiutarci” disse Regina. Per fortuna Belle ci sapeva fare con i bambini. Quindi stava giocando con Adrianne e lei stava finalmente sorridendo un po’.

“Si tratta di Adrianne. Ha la magia. Prima ha pulito tutta la casa da un disastro che avevano combinato Emma e Henry e poi ha fatto uscire i cartoni dalla tv e li ha fatti apparire nel salotto. E poi si è quasi ammazzata creando un maremoto mentre faceva il bagno” Gold notò le lacrime agli occhi della bruna.

“Ti prego,aiutaci” pregò Regina sul punto di scoppiare a piangere.

“Ti daremo quello che vuoi,tutto quello che vuoi. Ma aiutaci” disse Emma.

Gold le guardò e dalla sua espressione preoccupata,le due capirono che la cosa era grave.

Fece un gesto gentile con la mano e poi tra le mani di Regina apparve una collanina con un ciondolo a forma di stella.

“Questa bloccherà la sua magia” disse “Finchè la terrà addosso,non accadrà niente” aggiunse.

Regina lo guardò con le lacrime agli occhi “Grazie” corse nella stanza dove erano Adrianne,Belle ed Henry.

“Cosa vuoi?” disse Emma. Ma non in un tono scortese e infastidito. Era un tono grato,sincero.

“Nulla signorina Swan” rispose. Emma lo guardò sorpreso “Perché?”

“Perché è come se fosse mia nipote” e raggiunsero gli altri dopo che Emma,con grande sorpresa di entrambi,lo abbracciò ringraziandolo.

Quando entrarono videro Regina abbracciare Adrianne “Amore,guarda cosa ti ha regalato il signor Gold” disse Regina mentre calde lacrime le bagnavano il viso “E’ una collana” disse

“Vuoi metterla?” chiese sorridendo. La bambina annuì felice. Regina le agganciò la collana al collo. E si sentì più leggera. Poi la bambina corse dal signor Gold che la prese in braccio.

“Grazie” disse e avvolse le sue piccole braccia attorno al suo collo. Gold le voleva davvero bene come se fosse sua nipote.

“E’un piacere,piccola” rispose lui mentre tutti li guardavano dolcemente. Regina si asciugò le lacrime.

“Tutto bene?” chiese Belle mettendole una mano sulla spalla in segno di conforto. Henry le aveva raccontato cosa era successo. Regina annuì e continuò a piangere. “Si,si tutto bene. Grazie” le sorrise.

“Okay,credo che abbiamo disturbato fin troppo. Meglio andare” disse Emma. Henry prese Adrianne in braccio e si incamminò in macchina. Gold accompagnò Regina ed Emma alla porta insieme a Belle.

“Grazie mille,davvero. Grazie” disse Emma “Buonanotte” dissero le due insieme.

“Notte” rispose la coppia.

Quando uscirono dalla porta e furono fuori di qualche passo,Gold le chiamò.

“Regina,Emma” le due si girarono nello stesso istante.

Gold non disse nulla. Ma le due capirono cosa intendeva,dal suo sguardo. Annuirono e andarono via.

Aveva detto loro di stare attente,che prima o poi sarebbe successo qualcosa. Aveva detto loro di proteggerla e che lui l’avrebbe protetta insieme a loro.

Prima o poi,sarebbe successo qualcosa.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8- La collana ***


Erano passati tredici anni dal giorno in cui Adrianne aveva dato prova di possedere la magia e dalla notte in cui il signor Gold le aveva regalato un ciondolo che teneva sotto controllo la sua magia.
Emma e Regina non le avevano mai parlato di quella notte,né del fatto che possedeva poteri magici. Cercavano solo il momento adatto. E sembrava proprio che quel momento fosse arrivato.

Era una sera che sembrava come le altre. Henry ormai viveva con Grace,la sua fidanzata. Si dovevano sposare e da poco avevano scoperto che Grace aspettava un bambino.

Adrianne aveva sedici anni e doveva andare al ballo della scuola. Aveva aspettato quel momento per praticamente tutta la sua vita,e ora che era lì voleva essere perfetta. E lo era.
Era una ragazza bellissima. Snella e alta,con lunghi boccoli neri e pelle chiara. I suoi occhi erano verdi come quelli di Emma. Gandi e verdi.

Era una ragazza semplice e intelligente. Regina e Emma erano orgogliose di lei. Si impegnava a scuola ed era la prima della classe. Non disobbediva e capiva quando non doveva insistere e quando invece poteva. Era molto matura. Anche Henry lo era sempre stato.

Regina ed Emma stavano aspettando che Adrianne scendesse.

“Adrianne andiaamao!Non abbiamo tutta la serata. Non possiamo aspettarti tutta la vita. Datto una mossa” gridò Emma

“EMMA!” la riprese Regina

“Che c’è?”

“Dalle tempo”

“Le sto dando tutto il tempo di questo mondo,ma ci mette secoli per prepararsi. E’ quasi peggio di te”

“Come scusa?”

“Ehm,niente”

Regina la fulminò con lo sguardo “E comunque sia,il ragazzo che le piace le ha chiesto di andare con lui al ballo,è normale che vuole essere più bella possibile,anche se secondo me è bellissima sempre”

“Si,bhe,quel ragazzo non mi piace”

“A te non piace nessun ragazzo. Anche se presentasse il più perfetto dei perfetti,a te non andrebbe bene”

“Si,bhe,non andrebbe bene perché non va bene”

“Ma perché?”

“Perché ha sedici anni”

“Disse quella che a diciotto a fatto un figlio”

“Appunto. Non voglio che faccia la mia stessa fine”

“Emma,Adrianne non è te”

“E’ vero,è te”

“La smetti?”

“E’ la verità,ci sono momenti in cui ha la tua stessa identica faccia. E dio gli occhi,ha il tuo stesso modo di fulminare la gente. E’ te Regina,totalmente”

“Parli come se fosse una cosa brutta”

“Non lo è. DIO REGINA!Trovi sempre il modo per incolparmi di cose che non ho fatto”

“Sei tu che mi insulti”

“Non ti insulto”

“Si invece. E’ stata fortunata a prendere da me. Ha un cervello almeno”

“AHHHH. NON L’HAI DETTO”

“L’HO DETTO”

“NO,NON L’HAI DETTO”

“SI,L’HO DETTO E SE VUOI LO RIPETO”

“RITIRALO”

“NO”

“FALLO”

“NO”

“ORA”

“NO”

“REGINA”

“EMMA”

“MAMMA!MA!” sentirono qualcuno urlare.

“Adrianne!” esclamarono in completa estasi. “Sei bellissima tesoro” disse Regina

“Si,troppo bella. Puoi imbruttirti un po’?Così i ragazzi stanno alla larga da te”

“EMMA”

“CHE VUOI?”

“SMETTILA”

“STASERA MI STAI IRRITANDO”

“TU MI IRRITI SEMPRE”

“DISSE MISS ‘SPINA NEL FIANCO’”

“SEI TU LA SPINA NEL FIANCO”

“NO SEI TU. SEI INSOPPORTABILE”

“E TU SEI PIU’ INSOPPORTABILE”

“E TU SEI PIU’ PIU’ INSOPPORTABILE”

“E TU SEI PIU’ PIU’ PIU’ INSOPPORTABILE”

“REGINA SMETTILA”

“EMMA SMETTILA”

“SMETTETLA ENTRAMBE!” disse Adrianne. Le due sospirarono e si voltarono verso di lei. Adrianne le fulminò con lo sguardo. Regina sgranò gli occhi.

“OMMIODDIO”

“Te l’avevo detto”

“Sta’ zitta” disse ad Emma e poi prese le mani di Adrianne “Scusa tesoro. Come ho detto,sei bellissima. Vedrai che Sam rimarrà senza fiato” Adrianne arrossì e per fortuna non notò lo sguardo assassino di Emma.

Emma stava per dirle qualcosa ma suonò il campanello. Adrianne sgranò gli occhi “E’ lui”

“Vado ad aprir-“ Regina prese Emma per il braccio fermandola “Vado io” disse come per dire’ vado io perché quel ragazzo non merita di morire’

Emma la guardò e poi fece un lieve cenno della testa. Regina andò alla porta facendo entrare Sam che si presentò.

“Lei è Emma,mia moglie” disse.

“Ragazzo” Emma strinse la mano “Sta attento. Ti tengo gli occhi addosso”

“MAMMA” “EMMA!” esclamarono madre e figlia insieme. Sam rise.

“Non trovi che siano assolutamente identiche?” avevano la stessa espressione e lo stesso tono di voce.

Sam rise imbarazzato “Si somigliano molto”

“E’raccapricciante” disse e poi andò al fianco di Regina che le diede uno schiaffo mentre Sam diceva qualcosa a Adrianne. Ma erano troppo occupate a discutere per capire cosa.

“Okay,allora noi andiamo” annunciò Adrianne. Abbracciò Regina ed Emma e questa volta Emma le disse quanto fosse bella. Strinsero la mano a Sam e guardarono i due ragazzi uscire.

“Se la mette incinta,quel ragazzo non sarà più in grado di procreare”

“Emma smettila” Regina chiuse la porta “Adrianne è matura,non farà niente del genere”

“Stai dicendo che io ero immatura?”

“Si”

“NON L’HAI DETTO”

“L’HO DETTO”

“NO,NON L’HAI DETTO”

“SI,L’HO DETTO” continuarono a discutere mentre salivano le scale. Arrivarono nella camera da letto.

Regina entrò in bagno e Emma si mise sul letto

“NON L’HAI DETTO”

“SI”

“E ALLORA CHIEDI SCUSA”

“NON DEVO SCUSARMI DI NIENTE. E’ LA VERITA’”

“NO”

“SI. E’ LA VERIT-“ sgranò gli occhi quando vide qualcosa sul lavandino “EMMAAAA” gridò nel panico

“REGIIINAAA” gridò Emma dal letto,imitando il suo tono.

“EMMA SMETTI DI FARE L’IDIOTA CHE SEI E VIENI SUBITO QUA”

“ REGINA IO NON SONO IDIOTA” disse Emma camminando verso il bagno

“Spero per te che ci fosse un topo grande quanto un gatto”

“LA COLLANA” esclamò Regina

“Cosa?Ugh,si lo so che è una vita che mi dici di buttare la collana di Neal,ma mi piace,c’è un cigno e io faccio di cognome Swan quindi non riesco a buttarla. Mi piace” disse tirandola fuori da sotto la maglia

“No,non quella collana idiota. Aspetta,NON L’HAI ANCORA BUTTATA?”

“E di che collana stiamo parlando?Comunque no,te l’ho detto mi piace. Mi dispiace”

“STIAMO PARLANDO DELLA COLLANA CHE CONTROLLA I POTERI DI ADRIANNE”

“Ah okay,allora?”

Regina aprì la mano e Emma notò il ciondolo “O CAZZO”

“Già” disse Regina passandole davanti e strappando la collana con il cigno che Emma aveva al collo.

“REGINA!” Emma cercò di protestare.

“TI FAREBBE PIACERE SE AVESSI L’ANELLO DI DANIEL?”

Emma non ci pensò nemmeno un secondo “NO!Certo che no!Sarebbe terribile. Insomma…no non mi farebbe affatto piacere”

“ECCO APPUNTO!ORA MUOVI IL TUO BEL CULO PRIMA CHE NOSTRA FIGLIA METTA IN PERICOLO QUALCUNO O PEGGIO SE STESSA” Regina si incamminò e Emma rise.

“COSA?” gridò Regina infuriata e preoccupata

“Hai detto che ho un bel culo”

“EMMA!”

“E a quanto pare ti piace il mio nome dato che lo gridi sempre”

“E’ UNA COSA SERIA,STUPIDA”

“Si lo so scusa” Emma si fece seria questa volta “Andiamo” annuì

“Emma” Regina l fermò “Cerchiamo di non rovinarle il ballo però. Ti prego,non trascinarla via con la scusa della collana,solo per non farla stare con Sam”

Emma la guardò e annuì “Okay” sussurò

“Grazie” le stampò un bacio veloce sulle labbra “Ora muoviamoci”

E così corsero via. Sperando di non trovare nessuna brutta sorpresa.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9-Il ballo ***


Emma e Regina arrivarono presto all’ingresso della scuola. Ma,ovviamente,le operazioni di salvataggio sono sempre complicate. Chi stava di guarda non voleva farle entrare perché non erano ragazzi della scuola o insegnanti.

“Dio mio perché deve sempre essere come nei film?” disse Emma tra sé e sé

“SENTI TU,RAGAZZINO. IO SONO IL SINDACO E SE VOGLIO ENTRARE POSSO”

“Mi dispiace signor sindaco”

“EHHHHHHHM TIPO. FACCI ENTRARE O TI METTO IN GALERA PER INTRALCIO AL PUBBLICO UFFICIALE. E TI GIURO CHE LO FACCIO” disse Emma

“Ma-“

“Ma vuoi davvero che arrivi una telefonata a casa tua che dice ai tuoi genitori che il loro caro figlio è in galera?”

Il ragazzo scosse la testa terrorizzato.

“Bravo” gli diede dei colpetti sulla spalla “Ora levati di mezzo” afferrò Regina per il braccio e corse dentro. Entrarono in palestra e non appena videro lo spazio pieno di gente Regina andò in panico.

“Emma,non la troveremo mai” disse Regina a voce alta,per farsi sentire. I ragazzi si guardavano attorno chiedendosi cosa il sindaco e lo sceriffo ci facessero lì. Ci misero meno di quanto speravano per attirare l’attenzione.

“Diamine” imprecò Emma “Dovevamo travestirci da ragazzini stupidi” disse Emma.

“Oh santo cielo” sentirono la voce di qualcuno al microfono “Lo sceriffo e niente di meno il sindaco della nostra bella Storybrooke sono venuti al nostro ballo studentesco. Che onore,che onore!” era il preside

“Vai sul palco e cerala,io rimango qui e vedo se la trovo. Se la vedi fammi cenno” disse Emma a bassa voce,per farsi sentire solo da Regina.

“No”

“Perché non ci raggiungete sul palco?” invitò il preside. Regina sbuffò. Poi finse di sorridere e si avvicinòal palco. Il preside incitarono un applauso. Loro non sapevano che l’unica persona a non applaudire in tutta la scuola,era Adrianne. Che era sconvolta e arrabbiata.

Non appena salì sul palco,Regina ebbe una visuale migliore di tutta la palestra e sperava davvero di riuscire a vedere Adrianne. Avevano poco tempo anche perché ora che sapeva che erano lì,senza sapere perché,probabilmente si sarebbe infuriata e avrebbe cominciato a usare la magia senza poterla controllare.

“Buonasera!” disse Regina allegramente mentre scrutava tra i ragazzi “Ciao ragazzi” disse. Non aveva idea di cosa dire. Aveva sempre e solo messo a disposizione i fondi per il ballo studentesco,ma non si era mai presentata perché non ce n’era bisogno e poi non le interessava. Ora doveva inventarsi qualcosa.

“E il nostro magnifico sceriffo?” chiese il preside. ‘leccapiedi’ pensò Regina senza sapere che lo pensò anche Emma

“Bhe” Regina balbettò “Bhe lei si sta assicurando che sia tutto nella norma e che vada tutto bene” riuscì a dire “colpo di genio” pensarono entrambe.

“A cosa dobbiamo la vostra visita?”

Regina si guardò attorno. “Ehm” guardava in viso ogni ragazzo,in cerca di Adrianne “Diciamo che quest’anno ho voluto prendere parte a quest’evento meraviglioso che ogni anno la nostra meravigliosa scuola organizza,permettendo ai nostri ragazzi” i suoi occhi non si fermavano mai. E ci faceva anche una bella figura perché sembrava voler guardare e rivolgersi a ognuno di loro,quando invece non le interessava un fico secco. “di trascorrere del tempo insieme,di divertirsi e di fare una nuova esperienza” sorrise poi la vide. Era l’unica rossa in viso. Rossa dalla rabbia,era infuriata. Si vedeva degli occhi.

“Bhe,lo sceriffo mi fa cenno che va tutto bene,quindi noi vi lasciamo. Divertitevi,siate prudenti e buon anno scolastico” scese dal palco mentre tutti le facevano un applauso. Regina era un sindaco molto amato e stimato.

Scese e vide Emma “Emma” gridò “L’ho trovata” corsero tra la gente e poi andarono a sbattere contro qualcuno. Grazie a Dio era Adrianne.

“CHE COSA DIAVOLO CI FATE QUI?” disse infuriata

“Adrianne,scusa. Non volevamo. Davvero. Ma devi venire un attimo con noi”

“No,non ci vengo con voi!” cominciò a gesticolare. Regina le prese le mani

“Vieni” la tirarono via e andarono in corridoio dove non c’era nessuno.  “Rovinate sempre tutto!” esclamò “Non avete idea di quanto sia difficile essere vostra figlia. Il sindaco e lo sceriffo,che sono sempre ovunque e sanno sempre tutto.” Gridò

“Lo sappiamo tesoro” disse Regina “Sappiamo che non è facile e ci dispiace. Venire qui a rovinarti la serata era l’ultimo dei nostri piani per stasera”

“Lo era davvero” disse Emma infastidita

“Emma,zitta un attimo”  disse Regina

“E’  solo che” non sapeva come dirglielo “non hai messo la collana” disse Regina aprendo la mano.

“COSA?VOI SIETE VENUTE QUI,MI AVETE MESSO IN IMBARAZZO E MI AVETE ROVINATO IL BALLO,SOLO PER UNA STUPIDA COLLANA?” gridò. Era rossa in viso e appena finì cadde la bacheca degli annunci dalla parete. Adrianne saltò spaventata. Ma non ci fece caso.

“Adrianne,ti prego metti la collana e ti prometto che ti spiegheremo tutto”

“NO!” gridò “Non la voglio la tua stupida collana!” corse via

“ADRIANNE ASPETTA” gridarono insieme correndole dietro. Lei era un po’ più avanti. Si girò gridando “LASCIATEMI STARE” e improvvisamente Emma e Regina volarono indietro,infondo al corridoio. Adrianne sgranò gli occhi tremando.

“Adrianne” si rialzarono e corsero verso di lei. Era impalata lì. Ferma e immobile con gli occhi sgranati e le mani che tremavano.

Regina l’abbracciò e poi le prese le spalle “Metti la collana e andiamo via,ti spiegheremo tutto” aveva le lacrime agli occhi. 

“C-che cosa è successo?” chiese ancora sconvolta. Regina non riusciva a guardarla sapendo ciò che stava per succedere. Scosse la testa piangendo e si girò. Emma prese la collana dalla sua mano e si avvicinò a Adrianne. Gliel’agganciò al collo e la abbracciò.

Andarono nel giardino della scuola. Si sedettero sul prato.

“Adrianne” disse Regina “Sai che tu sei figlia di entrambe e che una cosa del genere,normalmente non è possibile,quindi sai che sei stata concepita per mezzo della magia” lei annuì

“Bhe,il fatto che tu sia nata dalla magia,comporta che tu,di conseguenza,possegga la magia”

“COSA?”

“Quando avevi tre anni,un giorno che sembrava come qualsiasi altro hai pulito un disastro che avevamo fatto io ed Henry” intervenne Emma “E quella sera bhe è successa una cosa e siamo andati dal Signor Gold per chiedergli un aiuto” istintivamente si portò una mano al ciondolo

“Mi ha dato questa?” chiese . Regina si asciugò una lacrima e annuì. “Controlla la tua magia e non permette agli altri di sentirla” disse “ di percepirla”

“Che cosa è successo?Quella notte?” Regina ed Emma si guardarono. Regina trattenne le lacrime scuotendo la testa e Emma annuì. Lo avrebbe detto lei

“Stavi facendo il bagno e stavi annegando nella vasca perché hai scatenato una sorta di maremoto”

Le lacrime visibili negli occhi di Adrianne.

“E voi non me lo avete mai detto?” la voce era bassa e spezzata,ma arrabbiata.

“Adrianne-“

“No!Non vi voglio sentire. VOI TUTTI QUESTI ANNI MI AVETE TENUTO NASCOSTO UNA COSA DEL GENERE?” si alzò infuriata. Si alzarono anche Regina ed Emma.

“Adrianne ascoltaci”

“Cosa state per dirmi?Che volevate proteggermi?Che volevate tenermi lontana dalla magia per non turbarmi la vita?Bhe non avete pensato che nel momento in cui melo avreste detto mi avreste praticamente rovinato tutta la vita!Se me lo aveste detto anni fa avrei imparato a conviverci e a controllare la mia magia!Ora mi sembra che tutta la mia vita sia stata una bugia!Una sporca e triste bugia. Mi sembra che questi sedici anni siano appena stati buttati nel cestino.”

“Adrianne non è così” disse Regina

“E’ ESATTAMENTE COSI’” gridò “Voi mi avete mentito,non mi avete detto chi ero veramente”

“Adrianne ascolta” pregò Emma

“Non vi voglio ascoltare!Perchè dovrei?” si girò per andare via ma prima disse “Grazie per avermi rovinato la vita” e in un attimo sparì. Emma e Regina rimasero lì. Senza parole e con le lacrime agli occhi. Regina singhiozzava senza riuscire a controllarsi. Le sembrava di rivivere la stessa cosa di Henry. Ora Adrianne la odiava,perché lei le aveva mentito. Era la stessa identica cosa. Ed Emma capì che Regina si sentiva come tanto tempo fa,come quando Henry le gridava che la odiava,che non era sua madre,che era la Regina Cattiva.

Sapeva che in quel momento Regina si sentiva la Regina Cattiva,perché sua figlia le aveva appena detto che le aveva rovinato la vita.

Era crollato il mondo addosso,sia a Regina che ad Adrianne. 

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Capitolo 10
*** Capitolo 10- Safe ***


Nel cuore della notte,Henry sentì qualcuno bussare alla porta. Si svegliarono sia lui che Grace  che,mormorando,chiese “Chi può essere a quest’ora della notte?”

Henry si alzò “Non lo so,ma tu resta a letto. Ci penso io” e così scese di sotto e andò ad aprire la porta. Rimase sconvolto quando vide la sua sorellina,in un mare di lacrime,sulla soglia della sua porta.

“Adrianne!” esclamò “Che cosa è successo?” la tirò dentro e la abbracciò.A quel punto lei singhiozzò ancora più forte.

“Ehy,ehy” lui le prese le spalle e la guardò negli occhi “Facciamo una cosa,io ti vado a prendere un bicchiere d’acqua,tu ti siedi in salotto e poi quando torno mi spieghi cosa sta succedendo. Okay?”

Lei singhiozzò e annuì. Si andò a sedere nel salotto e prese dei lunghi respiri per calmarsi,quando Henry tornò era decisamente più calma e riusciva a parlare.

“Okay,ora,che cosa è successo?” chiese lui sedendosi accanto a sua sorella

“Ero al ballo e loro due si sono presentate all’improvviso tirandomi via,dicendomi che era importante che dovevano parlarmi e che era urgente. Mi hanno portata in corridoio e mi hanno detto che mi ero dimenticata una collana e io mi sono infuriata perché mi avevano rovinato la serata per una stupida collana. Allora non so come e non so perché le ho spinte via,senza toccarle. Loro sono semplicemente scoppiate a piangere. E la mamma è scoppiata a piangere mentre ma’ mi ha messo la collana” Henry annuì perché aveva già capito tutto,ma non voleva interromperla

“Così mi hanno spiegato che quando ero piccola mi sono quasi uccisa da sola con i miei poteri magici e che questa collana li contiene e controlla. E io..” aveva di nuovo le lacrime agli occhi

“E tu ti sei sentita come se il mondo ti fosse crollato addosso e come se tutta la tua vita fosse stata un’intera bugia. Come se ti avessero mentito su chi sei veramente” Henry finì per lei.

Adrianne annuì.

“Adrianne” cominciò “Ero con loro quando è successa quella cosa con la vasca ed ero con loro quando la mamma ti ha agganciato per la prima volta la collanina al collo. Sapevo dei tuoi poteri,sapevo di ciò che era successo. Ma sai perché hanno deciso di non dirtelo?”

“Perché sono egoiste e perché hanno pensato che fosse più facile”

“Si,hanno pensato che fosse più facile,ma non per loro,per te. La mamma è cresciuta circondata dalla magia. Era magia diversa da quella che hai tu e da quella che hanno loro,ma per quanto potesse essere diversa,la magia è sempre magia. Ha avuto una brutta esperienza,davvero brutta,che l’ha cambiata totalmente. Adrianne,se avessi imparato ad usare la magia da così piccola,probabilmente non saresti stata capace di controllarla mentalmente e ti avrebbe sopraffatta,esattamente come ha fatto con la mamma. E’ stata lei a decidere di non dirti nulla,di tenertelo nascosto,perché voleva darti la vita che non ha avuto lei. Una vita normale,felice. Voleva darti un’infanzia serena e un’adolescenza tranquilla. Voleva farti sentire come tutti gli altri,e non voleva farti sapere che se ti fossi tolta quella collana qualcuno sarebbe saresti stata in pericolo” parlava molto tranquillamente,per far capire ad Adrianne come stavano realmente le cose.

“Non ti hanno detto niente perché la mamma a causa della magia ne ha passate troppe,e non volevano che accadesse lo stesso a te. Non sono state egoiste. Hanno fatto ciò che qualsiasi madre avrebbe fatto. Sto per diventare padre e se fosse successo a mio figlio,avrei fatto la stessa cosa” sorrise “Non giudicarle. Ci saranno altri balli,ci saranno altre feste. Ti hanno salvata Adrianne. Ti hanno salvata da una vita difficile da piccola e da un disastro stanotte” le asciugò le lacrime e la abbracciò

“Hai capito?” le chiese dolcemente. Lei sembrò pensarci un attimo,poi annuì. Aveva ragione. L’avevano fatto per proteggerla e per aiutarla,solo che lei era si era fatta prendere dal panico e aveva reagito senza pensarci. Aveva sbagliato e voleva scusarsi con loro.

“Henry” cominciò incerta se dovesse chiederlo o no,ma alla fine decise di farlo “Qual è la storia della mamma?Voglio dire,so che è stata la Regina Cattiva e bla bla bla….ma hai detto che ha avuto un’esperienza davvero brutta che l’ha cambiata totalmente. Non credo ti riferissi al fatto che era la Regina Cattiva” lui scosse la testa “A cosa ti riferivi?” chiese

“Non sta a me dirtelo,pulce” Adrianne sorrise al nomignolo “Ma se lo chiedi alla mamma,sono certa che te lo dirà. Sai,è fatta così. Ti ha tenuto nascosto il fatto che avessi la magia per tutto questo tempo e ora che lo hai scoperto e l’hai presa male,ti dirà qualsiasi cosa le chiederai,perché si sente in colpa e sente di dover rimediare,anche se non c’è nulla a cui rimediare perché-“

“Perché non ha fatto niente di sbagliato” Adrianne finì per lei

“Ha fatto lo stesso con te?Dopo la maledizione?” chiese. Lui annuì tristemente. Non gli piaceva parlare di quel periodo perché l’aveva trattata così male

“Mi è successa una cosa simile a ciò che è successo a te. L’ho scoperto e mi sono sentito tradito. Mi sono sentito come se tutta la mia vita fosse stata una bugia,come se lei mi avesse tenuto nascosto chi ero davvero,cercando di farmi essere come lei voleva che fossi. Ma non era così. La mia vita è stata vera  e il suo amore ancora di più. Lei agisce per proteggere chi ama. E se sbaglia una volta,non sbaglia più. Dopo che ho saputo la verità,non mi ha nascosto mai più nulla. E’ sempre stata un libro aperto. Perché io mi sono allontanato da lei,l’ho trattata come non si meritava. Perché credevo che non ci tenesse a me.Ma lei ci teneva più di qualsiasi altra cosa e me l’ha dimostrato proprio come dimostra ogni giorno che tiene a te e a me più di qualsiasi altra cosa. Non fare il mio stesso errore,non allontanarle. Comprendile. Non far rivivere alla mamma quell’orrore solo perché siamo troppo egoisti per cercare di vedere le cose dal loro punto di vista”

“La tua vita non è stata una bugia.  E’ stata vera. Il fatto che ti abbiamo tenuto nascosto il fatto della magia,non annulla l’amore che ti è stato dato,l’affetto nel quale sei cresciuta e la famiglia che ti ama così tanto essere quasi surreale. Era tutto vero,Adrianne. E’ sempre stato tutto vero. Non c’è mai stata una bugia. C’è stato un segreto. Ma senza quel segreto non avresti avuto la vita che hai avuto e che hai. Quindi non pensare che ti abbiano mentito,pensa che ti hanno dato una bella vita. Perché non era finta,era vera,più vera di qualsiasi altra cosa. Proprio come successe con me. Solo perché non mi aveva detto che era la Regina Cattiva,non significava che non mi avesse dato amore,che non mi avesse reso felice. Che non mi avesse dato la vita migliore che potessi avere…la possibilità migliore. I segreti non rendono la realtà una bugia,almeno non quelli della nostra famiglia. Quelli della nostra famiglia,la rendono sicura”

Lei sorrise,suo fratello sapeva sempre cosa dire e cosa fare “Grazie Henry,ti voglio bene” lo abbracciò

“Vado a prepararti la camera di sopra” disse alzandosi “Vieni con me?” lei annuì  e insieme salirono al piano di sopra. Quando Adrianne si mise a letto,Henry chiamò Emma al cellulare

“Mamma” disse non appena rispose

“O dio Henry,grazie al cielo. Non sappiamo dov’è Adrianne. Stiamo cercando di trovarla ma non abbiamo idea di dove sia e-“

“Mamma,mamma respira. E’ qui da me”

“COSA?”

“Si,è da me. E’ venuta qui. E’ arrivata piangendo. Mi ha spiegato cosa è successo e io le ho parlato. Va tutto bene. Si è calmata e ha riflettuto e ora è tutto okay. Non preoccupatevi” disse cercando di tranquillizzarla.

“Stiamo venendo a prende-“

“Sta dormendo. Le ho preparato la camera. La riaccompagno a casa domani. State tranquilla,davvero. E’ tutto okay” disse

“Va bene” disse Emma “Grazie Henry,menomale che ci sei tu ragazzino” prese un lungo respiro di sollievo

“Credo che tu debba smetterla di chiamarmi ragazzino,sto per diventare padre”

“Già,e io nonna. Chiamarti ragazzino mi fa sentire meno vecchia”

Henry rise e ci riuscì anche Emma

“Buonanotte,salutami la mamma”

“Lo farò. Buonanotte” e attaccarono.

“Che ha datto?Sa dov’è?”

Emma prese Regina tra le braccia e la strinse più forte che mai mentre le diceva che Adrianne era al sicuro a casa di Henry. L’unica certezza che avevano,in quel momento,era che Adrianne era al sicuro.

Tutto il resto era un’incognita.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11- Mi racconti una storia? ***


Henry aveva insistito per accompagnare Adrianne a casa. Ma lei rifiutava dicendo che preferiva fare una passeggiata. Grace le aveva prestato dei vestiti,perché vestito elegante e tacchi alti non erano l’ideale.
Aveva passato l’intera mattinata con Grace. L’aveva aiutata con le faccende e avevano preparato la colazione insieme e avevano parlato del bambino. Grace aveva insistito perché rimanesse a pranzo ma Adrianne le aveva detto che era meglio tornare a casa,perché doveva parlare con Emma e Regina.

Così arrivò sulla soglia di casa. Non se ne rese nemmeno conto,ma cominciò a giocherellare con il ciondolo. Quello che le controllava i poteri.

Non aveva le sue chiavi,quindi bussò. Sentì i tacchi di Regina correre freneticamente alla porta e le venne da sorridere. Solo ora pensò a quanto dovessero essersi preoccupate.

Non appena aprì la porta,Adrianne non ebbe il tempo di fare niente che sua madre la avvolse nell’abbraccio più stretto che avesse mai ricevuto

“O mio dio Adrianne” disse abbracciandola. Adrianne le strinse le braccia alla vita e si godè la stretta di sua madre.

“Ero così preoccupata tesoro,mi dispiace tanto. Mi dispiace davvero così tanto” aveva le lacrime agli occhi. Adrianne le sorrise “E’ tutto okay mamma”

Regina chiuse la porta dell’ingresso “Hai fame?Hai mangiato?Ti preparo il pranzo?”

“Si,sarebbe fantastico. Ho fame. Ma dov’è mamma?” chiese guardandosi attorno

“Al lavoro. C’è stata un’emergenza ed è dovuta andare” disse. Adrianne la guardò annuendo

“E tu?” chiese incerta “Non sei andata a lavoro?”

Regina la guardo e sorrise tristemente “No” disse “Aspettavo te” entrambe abbassarono lo sguardo

“Adrianne riguardo la storia di ieri-“

“Mamma,è tutto okay. Lo capisco. Ho reagito male pensando che non me lo aveste detto per voi,ma in realtà era per il mio bene. E mi dispiace se ho detto cose che vi hanno ferite…ti hanno ferita” aggiunse sapendo che tra le due,Regina era quella che ci era stata più male.

“Lo so che lo avete fatto per il mio bene e perché volevate darmi una vita normale. Non è vero che è stata una bugia fino ad ora,è stato tutto vero e vi ringrazio. Pensandoci,è è stato meglio non saperlo. Quindi bhe…grazie” disse

Regina aveva le lacrime agli occhi. Non potè fare a meno di avvicinarsi ad Adrianne e abbracciarla

“Mamma?” la chiamò dopo un lungo silenzio in cui Regina cucinava e lei la guardava

“Mm?” Regina alzò lo sguardo e pensò che Adrianne fosse bellissima

“Henry,si indomma,Henry mi ha detto che tu hai avuto una brutta esperienza con la magia,che non si limita alla storia della Regina Cattiva. Gli ho chiesto di raccontarmi cosa fosse successo,ma ha detto che non era compito suo e che se magari te lo chiedevo,tu forse mi avresti risposto. Quindi bhe…mi racconti la tua storia?” chiese tormentandosi le mani. Guardò Regina e si accorse che quell’argomento la metteva a disagio. Non le piaceva parlarne e si vedeva

“Solo se ti va,se te la senti ovviamente. Non voglio forzarti” corse subito ai ripari. Regina le sorrise e annuì

“No,no. Meriti di saperla e poi prima o poi comunque l’avresti saputa quindi tanto vale che vuotiamo tutto il sacco. Niente più segreti. Facciamo che tu pranzi e dopo te la racconto?” chiese cerando di prendere un po’ di tempo. Non se lo aspettava e sinceramente non si aspettava nemmeno che Henry gliene avesse parlato. Ma ormai la cosa era fatt,quindi meglio andare fino in fondo.

Mentre Adrianne pranzava le due chiacchierarono un po’ e quando finì Regina cominciò a lavare i piatti.

“Adrianne?” la chiamò. Lei corse “Avevi detto che volevi sentire una storia,no?” e in questo modo le fece capire che era pronta a raccontarle la sua vita. Lei annuì e si sedette ad uno degli sgabelli dell’isola della cucina.

Regina era di spalle di spalle,lavando i piatti quando cominciò a parlare

“Mia madre ha sempre usato la magia. Ma non era magia buona,era magia oscura.Lei era una donna ossessionata dal potere e dalla voglia di regnare. Avrebbe fatto qualsiasi cosa per riuscire nel suo intendo,e lo fece. Si tolse il suo stesso cuore,per non lasciare che i sentimenti,le emozioni la intralciassero.” Prese una pausa. Adrianne era attenta

“Mi ha cresciuta come una macchina. Come una macchina predisposta per diventare Regina e creare una stirpe di eredi al trono.  Tremotino le insegnò la magia e così lei cominciò a usare la magia oscura. Manipolava le persone,per ottenere ciò che voleva e le puniva,con la magia,quando facevano qualcosa che lei non gradiva” dal tono della voce di sua madre,Adrianne capì che Regina non stava semplicemente raccontando,ma stava ricordando

“Lei-“

“Ha mai usato la magia su di te?” chiese Adrianne. Arrabbiata per quello che Cora aveva fatto a sua madre. Regina si girò lentamente,si asciugò le mani e si appoggiò con i gomiti sull’isola dove Adrianne era seduta.

“Si” sospirò “Quando ero bambina la usava per punirmi quando le disobbedivo. Ma una volta cresciuta,la usava per farmi fare ciò che voleva. Mio padre aveva paura di lei,quinid non si è mai schierato dalla mia parte. Ha manipolato tutta la mia vita,per farmi diventare ciò che lei voleva che fossi,per farmi avere ciò che  lei non aveva avuto,anche se io non lo volevo. Mi ha forzato a fare ciò che non volevo. Ha ucciso la persona che amavo davanti ai miei occhi,senza nemmeno un pizzico di pietè e dopo mi ha fatto sposare con una persona che poteva essere mio padre” i suoi occhi erano persi in qualcosa di profondo

“Poco prima del mio matrimonio con il re,Tremotino mi regalò uno specchio che la spedì nel Paese Delle Meraviglie e così mi liberai di lei. Ma ormai era troppo tardi. Tutto era già stato deciso e fatto e lei mi aveva già distrutta. Mi ha cresciuta per farmi diventare una regina e sono diventata una regina. Ma per ciò che mi ha fatto lei con la sua magia oscura,sono diventata la Regina Cattiva e poi diciamo che Tremotino a quel punto ha fatto la sua parte”

“E’ per questo che non ti ho voluto dire della magia. Perchè anche se la tua magia è completamente di un’altra natura. E’ magia pura,buona…è comunque un pericolo. E’ comunque qualcosa che condiziona la vita e ti mette sempre in una brutta posizione,perché ogni magia ha un prezzo. Abbiamo voluto darti una vita normale,lontano dai pericoli,dai disagi e dalle ferite che può lasciare la magia” confessò

“E mi dispiace di non avertelo detto prima,volevamo proteggerti. Le nostre intenzioni erano buone Adrianne. Ferirti,farti sentire come se fosse tutto una bugia era l’ultima cosa che volevamo” la guardò

“Volevo essere una buona madre per te. Perché non auguro a nessuno di avere una madre come l’ho avuta io. Ma evidentemente il problema reale è che il mio passato rende tutto più complicato e impossibile e forse io sono come lei. L’ho fatto con te e l’ho fatto ancora prima con Henry e-“

Non riuscì a finire che Adrianne la stava abbracciando stretta come non mai. La stringeva come se la sua vita dipendesse da lei,come se a momenti potesse svanire.

“Non dirlo. Non dirlo mamma,ti prego. Non sei per niente come lei. Sei una mamma meravigliosa. Sei grandiosa e non hai niente di lei. Non pensare  mai di non essere abbastanza come madre,perché mamma sei meravigliosa. Mi hai protetta tutta la vita,cercando di darmi una vita migliore di quella che hai avuto,cercando di darmi una vita bella e felice,cercando di farmi vivere normalmente e con serenità. E ci sei riuscita. Ci sei riuscita alla perfezione. Sono felice,mamma. Davvero. Ho quello di cui ho bisogno,ho te la mamma e Henry e Grace e un nipotino polpettino in arrivo. Non voglio altro. Non voglio la magia e se questo significa dover incollarmi la collana al petto,lo farò.”

Regina le avvolse le braccia alla vita e sentì le lacrime agli occhi. 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12- Non siamo tutti Regine Cattive ***


“Ti ho detto di no,Emma”

“Regina,smettila di pensare a te stessa e pensa a nostra figlia” girdò Emma

“PENSARE A ME STESSA?PENSI CHE IO STIA PENSANDO A ME STESSA?”

“SI,PESO CHE TU NON VOGLIA CHE LEI IMPARI AD USARE LA MAGIA PERCHE’ HAI PAURA”

“E HAI RAGIONE!” gridò Regina “Ho paura!Ma quando dico che ho paura,non penso a me. Penso a lei,che potrebbe essere rapita da qualche pazzo che vuole ucciderla e impossessarsi dei suoi poteri”

“Potrebbe farlo lo stesso,ma se imparasse la magia almeno saprebbe come difendersi”

“NO!” gridò Regina “Perché quel ciondolo le elimina la traccia. SE TI E’ VICINA NON LO SENTI IL SUO POTERE. SE LO TOGLIE INVECE CHIUNQUE PUO’ AVVERTIRE LA SUA POTENZA,ANCHE A GRANDI DISTANZE. SECONDO TE PERCHE’ ERO COSI’ PREOCCUPATA?PENSI CHE ERO PREOCCUPATA CHE POTESSE FAR DIVENTERE I CAPELLI VERDI A QUALCUNO?NO EMMA. E’ MOLTO DI PIU’” strillò Regina.

“No Regina. Non è questo.Non è affatto questo. TU HAI PAURA CHE  DIVENTI COME TE!HAI PAURA CHE COMINCI AD ODIARTI COME TU HAI ODIATO TUA MADRE. E HAI PAURA CHE LA MAGIA COMINCI A DISTRUGGERLA E CONSUMARLA E A TRASFORMARLA IN UN MOSTRO.NOVITA’ DELL’ANNO,NON SIAMO TUTTI REGINE CATTIVE” e così affondò la nave. La colpì e la affondò in pieno.

Le parole e la rabbia con cui Emma le aveva pronunciate,avevano colpito Regina come un pugnale. E ora pesavano. Sentiva le lacrime agli occhi.

Guardò Emma e si sorprese che tra tutte le persone,proprio lei potesse ferirla in quel modo,con quelle parole.

Emma notò le lacrime nei bellissimi occhi della bruna

“Regin-“ provò ma Regina la interruppe.

Regina le mostrò un sorriso triste e poi annuì debolmente “Hai ragione Emma,sai?Non sono tutti delle Regine Cattive. Ma se tu avessi visto” si avvicinò di più a lei “se tu avessi sentito e provato solo un minimo di quello che ho visto e sentito e provato io,capiresti la mia paura. Non sai cosa significa essere un giochino tra le mani della gente. Non sai” le tremò la voce “cosa significa sentirsi dire che il tuo potere è immenso e che l’oscurità divorando ogni secondo che passa” disse a voce bassa,guardandola  negli occhi “Quindi scusami,Emma,se voglio che mia figlia abbia ciò che non ho avuto io….ovvero una vita felice. E la mia non lo è stata,a causa della magia” e poi con voce più triste e ferita disse “E tu questo lo sai” e poi uscì dalla stanza.

Fece le scale di corsa e uscì di casa. Non le interessava se era buio e faceva freddo. Non le interessava di niente. Era ferita,era spaventata. Stava soffrendo e non stava nemmeno cercando di nascondere le lacrime,di trattenerle. Era fuggita via,lasciando Emma a mangiarsi le mani a morsi per ciò che aveva detto e fatto.

Non voleva ferirla,non voleva dire ciò che aveva detto e di certo non lo pensava. Non le voleva dire che era la Regina Cattiva. Lei amava Regina. Ma l’aveva combinata davvero grossa.
Adrianne dormiva.

Emma scese in salotto e si mise sul divano. Avrebbe aspettato Regina e si sarebbe scusata. Fosse stato per lei,sarebbe andata a cercarla. Ma prima di tutto non aveva idea di dove potesse essere,e poi se era andata via,significava che voleva stare da sola. Voleva un po’ di spazio.

Ed Emma glielo avrebbe lasciato.

Aspettò tutta la notte,con l’orecchio testo e gli occhi ben aperti. Ma Regina non tornò. Non tornò a casa. Ed Emma,alla fine scoppiò a piangere.

Aveva combinato un casino. Come faceva a risolverlo se non sapeva nemmeno dove Regina fosse?
Adrianne l’avrebbe uccisa.
Lo sapeva.

Infatti quando la sentì,alle sette del mattino,scendere le scale,scattò in piedi guardandosi attorno e grattandosi la testa,sforzandosi di pensare a qualcosa.

“Ehi ciao mamma” disse Adrianne con un sorriso

“Ciao ragazzina” sorrise Emma goffamente.

Adrianne andò in cucina e aggrottò la fronte quando vide che le luci erano spente,che non c’era il profumo della colazione della sua mamma e che cosa più importante…non c’era sua madre.

“Mamma?” Adrianne disse dalla cucina. Emma strinse gli occhi non volendo sentire ciò che Adrianne stava per dire. “Dov’è la mama?” chiese sulla soglia della porta del salotto.

Emma prese un respiro profondo e poi disse “Adrianne,siediti. Devo parlarti” disse. Adrianne sembrò allarmata e confusa,ma fece ciò che sua madre le  chiese.

“Ecco,vedi” cominciò Emma “Io e tua madre ieri abbiamo litigato e-“

“Cosa?Perchè?Voi non litigate mai. Voglio dire,voi litigate sempre ma non seriamente.Non litigate mai seriamente”

“Si lo so. Ma ieri l’abbiamo fatto e io ho detto una cosa che non dovevo dire e tua madre è uscita e non è tornata” disse

Adrianne scattò in piedi

“COSA?CHE E’ SUCCESSO?PERCHE’ SE NE E’ ANDATA?CHE LE HAI DETTO?DOV’E’ ANDATA?”

“Prima di tutto,abbassa la voce” disse Emma un po’ irritata. Non aveva dormito tutta la notte.

“E poi abbiamo litigato perché io voglio che tu impari a controllare i tuoi poteri e lei non vuole. Le ho detto che non tutti si trasformano nella Regina Cattiva e-“

“CHE COSA?” esclamò Adrianne

“Senti Adrianne” disse Emma arrabbiata “Non credere che non mi dispiaccia. Non credere che non ci stia male e che non mi senta in colpa. L’ho aspettata tutta la notte. SVEGLIA. Non ho chiuso occhio perchè volevo scusarmi e l’avrei fatto in quel momento stesso se lei non se ne fosse andata via senza dirmi dove. E sono preoccupata. E ho paura. E voglio che torni qui. Ma non c’è e non so dov’è”

“Mamma tu devi andare a cercarla”

“NON HO IDEA DI DOVE POSSA ESSERE ADRIANNE!”

“CERCA NEI BOSCHI,AL CONFINE. CERCA OVUNQUE,MA TROVALA” gridò Adrianne prima di salire le scale in lacrime e andare in camera sua. Per vestirsi.

L’avrebbe cercata. E l’avrebbe trovata. 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13- Senza voltarsi ***


Sia Emma che Adrianne aprirono la porta e si trovarono Regina con il pugno alzato pronta per bussare.

“REGINA!” Emma esclamò tirando un sospiro di sollievo. Dio,non le era mai mancata così tanto.

“Ehm” la situazione era un po’ imabarazzata “Non avevo le chiavi”

“Chissene delle chiavi!” esclamò Adrianne gettando le braccia attorno a sua madre.

“Ero così dannatamente preoccuapata!” disse Emma abbracciando entrambe “Mi dispiace. Tantissimo. Non volevo dire ciò che ho detto.Non volevo ferirti. Mi dispiace” disse stringendo Regina come non aveva mai fatto.

“E’ tutto okay” disse Regina anche se sembrava distante.

“Dove sei stata tutta la notte?Ti ho aspettata in piedi ma non tornavi così ti stavamo venendo a cercare”

“Ero..alla cripta” ammise Regina. Una parte di lei non voleva dirlo.

Quando Regina andava alla cripta,non era un buon segno. Infatti Emma si sentì incredibilmente in colpa. Non ci era andata per tantissimo tempo,perché stava bene. Era felice.

Quando Regina andava alla cripta significava che aveva bisogno di tempo per pensare,perché era ferita e stava soffrendo e quindi doveva stare da sola.

“Mamma,è tutto okay?” disse Adrianne preoccupata quando notò le lacrime che stava tentando disperatamente di trattenere.

Regina sorrise un sorriso bagnato dalle lacrime,guardò sua figlia e le portò le mani alle guance accarezzandole dolcemente.

“Tutto okay” sussurrò con la voce rotta dal pianto. Emma la guardò e le si spezzò il cuore. Non la vedeva stare così male da tanto,tantissimo tempo. E si sentiva male al pensiero che fosse stata lei quella ad averla ridotta così. Sapeva che qualcosa in Regina era cambiato,qualcosa si era rotto. E lei era già in mille pezzi. Pezzi che piano piano avevano rimesso insieme ma ora tutto si era sgretolato di nuovo. Ed Emma era la causa.

Lo sapeva. Sapeva che con Regina bisognava andarci piano con le parole. Perché era fragile,era insicura,era sempre spaventata.
E lei ci era andata troppo pesante e ora quelle parole pesavano su Regina come un macigno.

Guardò sua figlia un altro po’ e un’altra lacrima le rigò il volto. Poi lasciò cadere le braccia ai suoi fianchi ed entrò in casa,schiarendosi la voce.

Emma rimase lì,sul punto di piagere. Fissava il pavimento con le mani nelle tasche posteriori del jeans.
Adrianne la guardò ed Emma negli occhi della figlia vide la paura di perdere sua madre,la paura che qualcosa di grosso fosse cambiato in modo irreversibile. La stessa paura che in quel momento stava divorando Emma. Ma doveva essere forte per Adrianne e per assicurarle che sarebbe andato tutto bene.

“Andiamo” sussurrò avvolgendo un braccio attorno ad Adrianne e facendo un passo avanti.

“No,i-io” disse Adrianne “Credo di voler andare a scuola”

Emma la guardò “Sei sicura?” chiese ed Adrianne annuì.

“Okay.” Annuì “Okay ti accompagno” si incamminò ma Adrianne la fermò

“Vado a piedi,faccio due passi” disse

Emma la guardò sperando che cambiasse idea ma Adrianne non lo fece così la bionda annuì e Adrianne entrò per prendere il suo zainetto e poi corse via.

Emma prese un respiro profondo e salì in camera da letto. Bussò delicatamente e quando non sentì Regina rispondere aprì la porta.

Regina era stesa sul letto,ancora vestita,con addosso ancora i suoi tacchi alti,raggomitolata su se stessa,che dormiva. Emma si avvicinò a lei e le tolse le scarpe. Quando le fu più vicina notò che la federa del cuscino era bagnata. Così come le sue ciglia.Aveva pianto e aveva preso sonno.

Emma le accarezzò dolcemente i capelli e non potè trattenere la lacrima che le scappò. Si stese accanto alla donna che amava più di qualsiasi alta cosa al mondo. Alla donna che le aveva dato tutto. Che l’aveva salvata. Che l’avava sempre fatta sentire speciale,che l’aveva fatta ritornare nella sua vita dopo un errore madornale che lei aveva commesso. La donna che lei aveva distrutto una volta. La donna che aveva distrutto di nuovo.

Si stese accanto a lei e la prese tra le sue braccia. Le accarezzò dolcemente i capelli e la schiena tutto il tempo. E le sussurrava dolci parole,consapevole che lei non poteva sentirle. Ma aveva bisogno di dirle.

Una sola ed unica lacrima attreversò la sua guancia e si infranse trai capelli corvini di Regina.

Circa un’ora e mezza dopo Regina si svegliò.

“Ehy” sussurrò Emma. La bruna aprì gli occhi e notò che era appoggiata alla spalla di Emma e che era totalmente avvolta tra le sue braccia. Si mise a sedere.

“Ciao” si strofinò gli occhi.

“Non avevi chiuso occhio,non è vero?” chiese Emma,sentendosi in colpa.

Regina la guardò e sorrise tristemente “Non ci sono riuscita” ammise.

“Regina mi dispiace davvero tantissimo per quello che è successo. Io non penso che tu sia la Regina Cattiva. Io mi sono solo fatta prender dal momento e mi dispiace così tanto ti preg-“

“Emma,non preoccuparti” le disse Regina “Se vuoi che impari ad usare la magia,e lo vuole anche lei,va bene. Ma sappi che io non le terrò le lezioni” si alzò lentamente dal letto.

“Regina non voglio che prenda lezioni di magia”

“Emma,lo vuoi e lo sappiamo entrambe. Non fingere di aver cambiato idea solo perché io non la penso come te. Mi ferisce più questo che un litigio….che essere chiamata Regina Cattiva dalla persona che amo di più al mondo. Ma non te ne faccio una colpa,infondo è quello che sono” disse e il suo sguardo si perse nel vuoto “E probabilmente è ciò che sarò per sempre”

“No Regina. Non dirlo mai più. Tu non sei la Regina Cattiva. Non sei per niente come lei. Tu sei una madre meravigliosa,che ama i suoi figli come nessuno ha mai amato nessun altro. E sei una moglie perfetta.Sei la mia vita,Regina. Non c’è cattiveria in te. Solo bontà,dolcezza…” la raggionse e le prese le mani “Amore”

Regina la guardò e sorrise ancora una volta. Ma era un sorriso triste. Uno di quelli che Emma vedeva solo quando litigava ancora per Henry.

Le sorrise e poi tirò via le mani da quelle della bionda. Lasciando Emma con la bocca spalancata e il cuore spezzato. Regina,con le lacrime agli occhi e le mani in tasca,si girò e uscì dalla stanza.
 
E non guardò indietro.

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Capitolo 14
*** La cosa che più ami ***


Regina e Emma non si parlavano da tre giorni ed Emma stava impazzendo. Adrianne era a casa di un’amica quindi erano sole in casa. Emma era al lavoro e Regina era in cucina a preparare la cena.

Sentì la porta sbattere e un attimo dopo Emma era in cucina. Infuriata.

“Okay puoi smetterla per piacere? Disse battendo bruscamente i pugni sul bancone dove Regina stava affettando delle verdure. Il colpo spaventò la bruna che saltò dalla paura.

“Emma!”esclamò e poi appoggiò le mani sul marmo “Smettere di fare cosa?” chiese

“Questo” esclamò frustrata la bionda “Smettere di comportarti così,come se mi odiassi,come se ti avessi ucciso il cane. Smettere di usare quel tono freddo e acido,smettere di parlarmi solo per dirmi che è pronta la cena o che la cena è pronta in dieci minuti. Smettere di trattarmi come se non esistessi. Sei arrabbiata?Urlami addosso.Prendimi a brutte parole. Ti prego. Fa di tutto,ma non far finta che io non esista perché preferirei le parole più brutte al mondo piuttosto che questo silenzio. Mi manchi,mi manchi tantissimo e ogni giorni mi sento sempre più in colpa per ciò che  ho detto E NON LO PENSAVO” aveva le lacrime agli occhi

“Ma l’hai detto,significa che,forse inconsciamente,lo pensi Emma” disse Regina a voce bassa poi prese un respiro profondo e uno straccio e si asciugò le mani. Guardò Emma.

“Lo capisco che ti dispiace,e dispiace anche a me. Davvero. Ma non posso controllarlo. Non posso far finta che non sia successo niente. Non posso comportarmi come se non avessi visto la rabbia con cui mi hai gridato quelle parole e e…”

“E cosa?”

“La verità”

“Cosa?NO. Non c’era niente di vero”

“Emma,non ho mai visto così sincerità e verità negli occhi di nessuno. E’ quello che sono. Sono la Regina Cattiva. Mi sta bene?Credo di si. Me lo sono meritato e anche se non mi stesse bene,dovrei comunque imparare a conviverci. Cosa che sto facendo.Quindi ti prego Emma,dammi tempo” sussurrò

“Ma-“

“Emma,davvero. L’ultima cosa che voglio è far soffrire te e Adrianne e Henry. Ma a quanto pare far soffrire le persone a cui tengo è la sola cosa che so fare bene. O muoiono per colpa mia” le si incrinò la voce pensando a Daniel che era morto perché l’aveva amata “O soffrono” alzò la testa e prese un respiro profondo per tirare indietro le lacrime

Poi si schiarì la voce e tornò a tagliare le verdure “Chiama Adrianne e dille che deve stare a casa tra venti minuti”

Emma aveva le lacrime agli occhi ma annuì e tirò fuori il telefonino dalla sua tasca e poi uscì dalla cucina.

Fu la serata più imbarazzante di tutte. Adrianne se ne andò senza nemmeno finire di cenere. Regina ed Emma avevano avuto una piccola e veloce discussione e lei era esplosa correndo via dicendo che non ce la faceva più a vederle così.

Regina ed Emma non finirono di cenare.

“Sono piena” disse Regina alzandosi,gettando via gli avanzi e mettendo il piatto nel lavandino. Emma fece lo stesso.

“Vuoi che me la veda io?” chiese Emma e Regina scosse la testa “No,ma chiama Adrianne. Devo parlarvi”

Ecco,vuole lasciarci pensò Emma. Andò subito in panico.

“Perché?Che devi dirci?”

“Puoi chiamarla e basta?” chiese più bruscamente di quanto volesse e Emma annuì. Dopo dieci minuti le tre erano in cucine sedute al tavolo da pranzo.

Regina si schiarì la voce “Adrianne” prese un respiro profondo

“Tua madre ti darà lezioni di magia” disse

“COSA?” esclamarono entrambe all’unisono sconvolte

“Mi avete sentita bene. Lo voleva tanto ed è quello che  faremo. Ti insegnerà a controllare e usare i tuoi poteri”

“Perché lei?Voglio dire…senza offesa mamma” si rivolse ad Emma “Ma tu sei molto più pratica” si rivolse di nuovo a Regina. Regina deglutì e guardò un attimo Emma,poi di nuovo Adrianne.

“Non voglio che diventi una Regina Cattiva anche tu” annuì,finse un sorriso e si alzò. Emma chinò il viso vergognandosi e chiudendo gli occhi.

Adrianne aggrottò la fronte e si alzò di scatto “Cosa?!Che significa?” esclamò e Regina si fermò e si girò verso di lei

“L’unico modo che ho io per ricorrere ai miei poteri,è la rabbia. Tua madre ha qualcos’altro. Credo sia la cosa più giusta,per te” annuì e salì di corsa in camera da letto. Emma era rimasta lì,con la testa nascosta tra le spalle.


“SAI COSA TI DICO?” esclamò furiosa nei confronti di Emma “VEDI COSA DEVI FARE PER SISTEMARE LE COSE,PERCHE’ IO VOGLIO INDIETRO MIA MADRE”  disse

“COSA CREDI CHE IO NON LA VOGLIA INDIETRO?”esclamò Emma sul punto di scoppiare a piangere “CREDI CHE MI FACCIA PIACERE VIVERE COSI’?VEDERLA COSI’?CREDI CHE IO SIA FELICE E CONTENTA?ABBASSA I TONI RAGAZZINA. NON RUOTA TUTTO ATTORNO A TE”

Adrianne la guardò più arrabbiata che mai “SI,MA NON RUOTA TUTTO NEMMENO ATTORNO A TE”  e poi corse in camera sua,sbattendo forte la porta,per essere sicura che Emma capisse.

Emma ne aveva abbastanza,non ce la faceva più. Non poteva più sopportare quella situazione. Era un casino di emozioni. Era spaventata,arrabbiata,triste. Si sentiva in colpa ma allo stesso tempo confusa. Non sapeva cosa fare ma sapeva che doveva fare qualcosa.

Presa dalla disperazione gridò,gridò fino a che non le fece male la gola e si alzò buttando la sedia per aria. Poi si accasciò su se stessa e cominciò a piangere.

Aveva combinato un guaio.
Aveva perso la cosa che amava di più.
Aveva distrutto la persona a cui teneva di più.
Aveva sfasciato la sua famiglia.
Aveva rovinato tutto.

E non aveva idea di come rimediare ai suoi errori.
La domanda è…C’è un rimedio?

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Capitolo 15
*** Il posto al quale appartengo ***


“Mamma?” chiese Adrianne con le lacrime agli occhi,sul punto di scoppiare a piangere quando passò davanti alla camera da letto di Emma e di Regina e vide una valigia sul letto.

Regina scattò la testa in alto “Ehy” sussurrò con un sorriso triste.

“Che-che stai facendo?” chiese entrando lentamente nella stanza.

Regina si guardò attorno balbettando “I-io” poi prese un respiro profondo facendo segno ad Adrianne di sedersi sul letto. Lei lo fece e Regina si schiarì la voce. Si chinò davanti ad Adrianne e le prese le mani magre ed elegante.

Era sul punto di piangere “Adrinne io-“ ingoiò un singhiozzo “Io devo andarmene per un po’” disse e Adrianne ormai non ci vedeva più a causa delle lacrime

“C-che cosa?NO!” esclamò scuotendo la testa.

“Adrianne ti prego” pianse Regina “Sei grande abbastanza per capire”

“Si,e sono anche grande abbastanza per capire che non stai per niente provando a sistemare le cose con la mamma,che ti stai arrendendo,che ti stai comportando da codarda e stai scappando” si arrabbiò e si alzò allontanandosi di qualche passo da Regina.

“Adrianne non è come credi”

“SI INVECE!E’ esattamente come credo. Tu vuoi scappare solo per una lite” disse

“Non è stata solo una lite quella” disse Regina,stava cominciando ad arrabbiarsi “E tu dovresti imparare a portare rispetto”

“SAPETE COSA?MI AVETE STUFATA!ENTRAMBE. ‘PORTA RISPETTO QUI’ ‘ABBASSA I TONI LI’. SAPETE DIRE SOLO QUESTO PERCHE’ VI DA FASTIDIO QUANDO VI VIENE SPIATTELLATA LA VERITA’ DAVANTI E PER DIFENDERVI USATE IL FATTO CHE SONO PIU’ PICCOLA E VOI SIETE LE ADULTE. AVETE PROVATO A CONSIDERARE ANCHE ME OLTRE CHE A VOI STESSE? CI SONO ANCHE IO E ANCHE IO STO SOFFRENDO PER QUESTA COSA.”

“LO SO CHE STAI SOFFRENDO ADRIANNE E SE POTESSI LO EVITEREI. E SAI COSA?SAI SOFFRENDO A CAUSA DI ERRORI MIEI.”

“Che intendi?”

Regina pensò a quando Emma era tornata da lei per chiederle scusa e lei l’aveva fatta rientrare nella sua vita. Non avrebbe mai dovuto farlo.

“Niente,lascia perdere”

“VEDI?!NON MI SPIEGATE MAI NIENTE” gridò “E TU ORA TE NE VUOI ANDARE! INVECE DI FARE I BAGAGLI PERCHE’ NON PROVI A PARLARE A TUA MOGLIE?”

Regina prese un respiro profondo e si avvicinò ad Adrianne

“Adrianne guardami” disse Regina. Adrianne stava praticamente singhiozzando e tremando. Regina la prese tra le sue braccia e lentamente si accasciò a terra. Nel momento in cui entrò a contatto col pavimento,sentì se stessa,il suo stesso corpo,rompersi in mille pezzi. Regina si accovacciò accanto a lei e le prese il viso tra le mani,accarezzandogli le guance e asciugandogli le lacrime.

“Voglio che tu mi ascolti bene” disse piangendo “Ti porterei con me. Ti porterei con me ovunque. Ti porterei con me in capo al mondo. Perché sei la mia bambina,perché sei tutto quel che ho,insieme al resto della nostra famiglia.Ma lo farei se sapessi che sono abbastanza per te” singhiozzò “Ma non lo sono. E non lo sarò mai bambina mia. Perché sono la Regina Cattiva e lo sarò sempre e tu meriti qualcosa di meglio,qualcosa di più” disse e Adrianne pianse tutto ciò che aveva. Tutto il dolore che stava reprimendo da giorni,tutta la rabbia e la paura.

“Diventerai una donna meravigliosa,io ne sono certa. Farai strada. E sarai una madre e una moglie straordinaria. Se io esco dalla tua vita” ammise “Tua madre ti insegnerà ad usare e controllare i tuoi poteri e la tua magia. Ascoltala,fa’ quello che ti dice”

Adrianne scuoteva la testa mentre lacrima dopo lacrima si sfogava “Mamma ti prego”

“Lo so bambina mia,lo so che fa male. E mi dispiace,così tanto” affermò prendendo Adrianne tra le braccia e consolando il suo pianto disperato.

“Tu dove vai?” chiese lei dopo che si fu calmata un po’

“In un posto al quale appartengo” affermò Regina tristemente

“Mamma ti prego non andartene”

“lo so che ora fa male,ma passerà. Te lo prometto. E vedrai che andrà tutto bene. Starete tutti meglio”

“No!NO! NON E’ VERO!” singhiozzò “NESSUNO STARA’ MEGLIO. IO NON STARO’ MEGLIO. TI PREGO MAMMA!”


“Adrianne ti prego ti capire. Ti prego. Non riesco a stare qui,non ce la faccio. E’….doloroso” disse e in quel momento Adrianne la guardò negli occhi.


E vide chi era davvero sua madre.
Non era più sua madre.
Non era più Regina Mills.
Non era più la regina cattiva.

Era solo il fantasma di una persona che era stata consumata dalla lacrime,dalla paura,dal dolore. Tutto ciò che vedeva nei suoi occhi era il velo lasciato dalla stanchezza,dal vetro rotto dentro di lei. Vide quanto era stanca,quanto non riuscisse più a sopportare niente di tutto ciò che stava accadendo. Quanto aveva bisogno di sentirsi libera e se stessa,non importa quanto cattiva,quanto brava,quando fragile o forte. Semplicemente se stessa.
Vide tutto quegli anni in cui aveva messo qualsiasi altra persona prima di lei. E vide il bisogno di pensare a se stessa,almeno per una volta.

Si accorse di quanto sua madre aveva oltrepassato il limite e capì che,per lei,era ora di smettere di pensare a se stessa e cominciare a pensare anche alla donna che si era presa cura di lei per tutto quel tempo,nonostante ogni giorno si rompesse un po’ di più.

Tirò sul col naso e abbracciò Regina “Ti voglio bene mamma,ti voglio così tanto bene. Non dimenticarlo e non dimenticarti di me,ti prego”

Regina la strinse tra le sue braccia e le diede un bacio trai capelli “Non potrei mai dimenticarmi di te,bambina mia.” Le accarezzò le lunghe ciocche scure “Scommetto che sarai una zia favolosa” affermò e Adrianne ridacchiò.

“Ritornerai?” chiese speranzosa

“Non lo so,piccola” rispose la donna “Non lo so” sussurrò.

“Vuoi che ti aiuti a preparare la valigia?”

“Oh no,questa non la porto con me. Sto solo raccogliendo le mie cose” disse lei guardandosi attorno

“Le tengo io” disse Adrianne in fretta “Tutte” aggiunse

Regina la guardò e le baciò la fronte.

“Fa’ in modo che tua madre riceva questa” disse dandole una lettera e Adrianne,con la mano tremante,la prese annuendo. Regina la riabbracciò e la strinse per così tanto tempo che le sembrò un abbraccio infinito.

“Ti voglio bene da morire tesoro” disse piangendo

“Anche io mamma” rispose con le lacrime agli occhi “Io so che tornerai” la guardò negli occhi “Ho fede” aggiunse e Regina le baciò la fronte.

“Ciao piccola mia” e così se ne andò. Adrianne la guardò uscire e percorrere i vialetto di casa fino quando sparì dalla sua vita,e poi si chiuse in camera sua a piangere come non aveva mai pianto. Aveva appena perso sua madre,aveva appena perso la persona che contava di più nella sua vita. Aveva perso il suo tutto e la sua migliore amica. Non aveva più niente.

Ma almeno non aveva detto addio. Adrianne aveva davvero fede. Sbagliava?Forse si,forse no. Regina,dal quel momento in poi,sarebbe stata un’incognita per tutti. Sarebbe stata un mistero e una domanda per tutti quanti. Un ricordo di cui tutti avrebbero sentito la mancanza. Ma ancora non lo sapevano. E quando lo avrebbero saputo,si sarebbero pentiti di averla trattata così male per tutto quel tempo.

Soprattutto Emma,che era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
Ma stavolta il vaso si era sotto e probabilmente non era più recuperabile.




Ho cominciato con la scuola quindi ora è tutto un casino e uno stress. Spero di poter aggiornare abbastanza frequentemente. So che abbastanza crudele ciò che sto facendo ma è inevitabile. Non pianifico niente,ogni volta il capitolo è una sorpresa anche per me. Le cose si evolvono mano mano che le scrivo. Chiedo scusa e chiedo scusa anche per il fatto che non sto rispondendo alle recensioni. MI DISPIACE COSI’ TANTO. MA LE LEGGO TUTTE,DAVVERO. E VI RINGRAZIO DAL PROFONDO DEL MIO CUORE PER I BEI BESSAGGI,LE BELLE PAROLE E IL SUPPORTO CHE MI DATE CAPITOLO PER CAPITOLO. Grazie mille,sul serio. <3

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Capitolo 16
*** Regina era musica. Regina era colori. ***


“Mia amatissima Emma,
per prima cosa voglio dirti che non è colpa tua. Tutto questo,non c’entra niente con ciò che è successo tra di noi,con le nostre discussioni.
Ho scelto di andare via non perché io volessi abbandonarvi,sai benissimo che siete la cosa più preziosa e cara che ho e che abbia mai avuto o desiderato di avare.

E’ solo che sono giunta ad una conclusione.
Ultiamente ho avuto modo di pensare e ho capito che  per quanto io mi sforfi,per quanto ci provi,non potrò mai essere abbastanza.

Non posso essere abbastanza per Adrianne,che ha bisogno di qualcuno che sia in grado di insegnarle a controllare i suoi poteri,senza trasformarla in una risorsa di magia oscura potente e indistruttibile.

Non posso essere abbastanza per Henry e per la sua famiglia. Chi vorrebbe mai avere come nonna la Regina Cattiva?

E non posso essere abbastanza per te.
Non riesco ad essere abbastanza per te.

Ho troppe ferite,troppe cicatrici per poter andare bene,per poter essere completamente amata da qualcuno.
Sono troppo segnata da quello che sono stata e ciò che,probabilmente,sarò per sempre,per potermi dedicare completamente a qualcuno che merita di meglio.

Tutti voi meritate di meglio.
Meritate qualcuno che abbia un cuore puro e fatto di luce. Non di oscurità.
Meritate qualcuno che possa darvi ciò di cui avete bisogno e non solamente delle occhiate.
Perché,lo sai bene anche tu,che se non sono occhiatacce d’odio,sono di pena.

Voglio dirti che sono andata via perché ho bisogno di ritrovare me stessa,ho bisogno di capire chi sono. Da sola.
Ho bisogno di capire se sono ancora la ragazzina che non ha superato i suoi lutti,se sono ancora la Regina Cattiva o se sono solamente lo spettro di una delle due.
Ho bisogno di capire se c’è ancora qualcosa dentro di me e devo capire di che cosa di tratta.
Ho bisogno di tempo,per diventare una persona migliore,pur essendo consapevole che per me non c’è salvezza.

Ho fatto troppo male,sono stata troppo cattiva per anche solo meritare l’amore di qualcuno.

E non credere che tutto questo non mi faccia soffrire.
Ti amo e ti ho sempre amata e lo farò per sempre,più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Ma ti prego di capire.
Non posso ritrovare la mia strada,ciò che sono in un luogo in cui la paura di perdermi vi imbocca con parole dolci e incoraggianti. Con parole che cercano di convincermi che sono ciò che voi credete che io sia,ma che in realtà non sono realmente.

Credo che per tutti arrivi in un punto,nella propria vita,in cui si sente il bisogno di percorrere un viaggio da soli.
A te è successo.
Ed ecco che succede anche a me.
Sento il bisogno di fare questa cosa da sola perché so che solo da sola potrò trovare la pace che piango e desidero da tutta la mia vita.
Solo da sola riuscirò a trovare le risposte e le soluzioni.
Solo da sola riuscirò a capire chi sono.

Non incolparti di nulla.
Tu mi hai trattata come una regina. E non la regina cattiva. Ma come quella più bella,più importante e amata di tutti i tempi. E mi hai fatta sempre sentire così.

Ma infondo so di non esserlo.
Forse non sono nemmeno più la Regina Cattiva,ma di sicuro rimango lo spettro di essa.

La verità,amore mio,è che io sono sempre stata un vaso di vetro i cui pezzi si erano rotti e si tenevano insieme per miracolo.

Tu mi hai regalato gli anni più belli della mia vita e io ti voglio ringraziare per questo.
Adrianne lo sa,le ho parlato e mi dispiace se non sono stata in grado di parlare anche con te.

Ma probabilmente vedere te pregarmi di non andare alla fine mi avrebbe trattenuta e per me sarebbe stata una tortura eterna.
Davvero,ti prego di capire che con questa partenza,io cerco di dare una fine ai miei tormenti.
Cerco di chiudere definitivamente la porta del mio passato,che tu sai si apriva spesso.

Quindi ti prego,ti prego e ti prego ancora,di non cercarmi. Di non provare a contattarmi.
Ti prego di lasciarmi andare,perché lasciandomi andare mi dai la possibilità di trovare la felicità eterna.

Tu mi hai reso felice,lo hai fatto.
Ma quella felicità,è sempre stata un attimo di luce tra tanti di oscurità.
Sto solo cercando di illuminare la mia vita,di scacciare via le ombre e i miei mostri.

Lasciami andare.

Non ti chiedo di aspettarmi,ti chiedo di portare pazienza e di comprendermi.

Va’ avanti. Vivi. Non fermarti.

Perché tu sei importante Emma.

Sei importante per Adrianne,che avrà bisogno di te più che mai.
Sei importante per Henry,che avrà bisogno di aiuto quando nascerà il nostro nipotino,o la nostra nipotina.
E anche lei o lui avrà bisogno di te.

Sei la salvatrice Emma.
E mi hai salvata.

Ma è giunto il momento che io salvi me stessa da tutto ciò dal quale sono sempre fuggita.
E’ giunto il momento che salvi me stessa da ciò dal quale tu non hai potuto salvarmi.

Meritavi di più.
Meriti di più.

So di essere piccola.
So di non essere nessuno.
So di essere un microscopico puntino nell’universo.

Mi dispiace.
Mi dispiace per tutto.
Per averti sottratto una famiglia,una vita felice,un’infanzia.
Mi dispiace per averti rovinato la vita e per averla rovinata ai tuoi genitori.
Mi dispiace per esserti stata ostile.
Mi dispiace per averti allontanato da Henry,che è figlio mio quanto lo è tuo.
Mi dispiace di averti fatto soffrire.
Mi dispiace di averti spezzato il cuore.
Mi dispiace se non sono riuscita ad essere come tu volevi che fossi,come tu meritavi che io fossi.
Mi dispiace se non sono riuscita a rispettare le nostre promesse.
Mi dispiace se non sono stata abbastanza.

Mi dispiace per aver distrutto quella bolla in cui io e te e la nostra famiglia eravamo felici.

Ti amo.
Ti amerò per sempre.
Non passerà giorno senza che io pensi a te.

E per te,non deve passare giorno senza che tu pensi che io ti amo,che mi mancherai in ogni attimo ma anche che lasciandomi andare mi stai regalando ciò di cui ho bisogno.

Ovvero la quiete.

Per quanto io possa scrivere,le parole non saranno mai abbastanza per dirti quanto tu conti per me e quanto ti ami.Niente è abbastanza per descrivere la mia situazione,per descrivere ciò che succede.

Per quanto riguarda il futuro,però,spero di rivederti.
E spero che sarai felice.
Perché la tua felicità,quella di Adrianne e di Henry…è ciò che mi spinge a voler essere migliore.

E più volte l’ho distrutta con le mie stesse mani.
Questo è il motivo per cui non sono degna.

Ancora una volta….mi dispiace.
                                                                                                                                   Tua Regina”



Emma stringeva quella lettera tra le mani. Era immobile. Come una stata.
Ma piangeva.
Singhiozzava.

Piangeva come non aveva mai fatto.
Faceva tutto male. Sentiva il cuore dolere e battere a stento. Si sentiva morire. Le girava la testa.

Le era appena crollato tutto il mondo addosso.

Ed era stata tutta colpa sua.

Regina era felice e lei le aveva distrutto tutto.

Regina stava bene e lei l’aveva distrutta.

E ora non c’era più.

Emma non aveva più niente.Aveva perso tutto. Ogni singola cosa.
Aveva perso la ragione per cui si svegliava al mattino.
Aveva perso il sorriso.
Aveva perso la serenità. 
Aveva perso tutto.
Ogni cosa.

Niente aveva senso senza Regina.
Tutto era in bianco e nero e senza suoni.

Non c’era più musica,non c’erano più colori.
Non c’era più vita.
Non c’era più niente.

Emma aveva perso tutto.
Adrianne aveva perso tutto.

Tutti avevano perso una parte importante,senza nemmeno accorgersene.

Perché non ti accorgi di quanto tieni ad una cosa,a qualcuno,fino a che non lo perdi.

E ben presto tutti,ogni singolo cittadino di Storybrooke,si sarebbe accorto di quanto,infondo,tenevano al sindaco.

E si sarebbero pentiti.
Di tutti.

Perché tutti,lentamente e dolorosamente,avevano partecipato alla distruzione di quella che era stata una ragazza felice che voleva solamente vivere la sua vita circondata da amore.

Tutti avevano tolto a Regina un pezzo di felicità.

E piano piano non era rimasto niente.

Era tutto in bianco e nero.
Non c’era musica e non c’erano colori.

Regina era vita.
Regina era essenziale.
Regina era ciò di cui tutti avevano bisogno.

Regina era musica.
Regina era colori. 

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Capitolo 17
*** Casa ***


Era passato un mese e mezzo da quando Regina era andata via ed Emma stava impazzendo. Non poteva più farcela. Semplicemente non poteva vivere senza di lei e non poteva andare avanti così.

Adrianne non era mai a casa e le due parlavano poco. Quasi non si guardavano,poi però arrivava quel giorno in cui nessuna delle due era abbastanza forte e quindi restavano a casa a piangere insieme.

Henry,per fortuna,aveva una distrazione. Lui e Grace avevano avuto una bambina e quindi erano impegnati. Henry era così impegnato che non poteva nemmeno fermarsi a pensare che sua madre se ne fosse andata. Ma infondo,la notte,prima di addormentarsi,il suo ultimo pensiero andava sempre a lei.

Ma quel giorno fu diverso. Quel giorno scattò qualcosa in Emma che lei stessa non riuscì a fermare. Non aveva più forze. Non aveva più energie. Aveva bisogno di Regina.

Tutti avevano bisogno di Regina.

Spalancò la porta del negozio di Gold e la fece sbattere con un grande tonfo. Era arrabbiata,e non con Gold,e quindi non sapeva perché se la stava prendendo così tanto con il suo negozio. Ma non importava.

“GOLD!” gridò e dopo qualche secondo lui entrò dal retrò “Oh,sceriffo. A cosa devo la sua visita? Devo dire che ha un aspetto terribile” Emma aveva la borse sotto agli occhi ed era pallida come non mai. Aveva l’aspetto stanco e si reggeva in piedi a malapena.

“Ho bisogno che tu mi dia qualcosa per raggiungere Regina”

“Signorina Swan-“ la voce di Gold divenne più triste all’improvviso.

“Devo trovarla,e devo portarla qui. Ti darò qualsiasi cosa. Tutto quello che vuoi. Tutto. Ma ti prego” aveva le lacrimea gli occhi. Occhi disperati. Occhi spenti. Occhi senza niente dentro “Ti prego,aiutami” sussurrò perché la voce la stava tradendo. Era spezzatta e non abbastanza forte perché potesse parlare decentemente.

Gold la guardò. A lungo. E poi,ad un certo punto,sentì il bisogno di distogliere lo sguardo dagli occhi di Emma. Anche lui ci teneva a Regina,e Emma lo sapeva.

Gold aprì una scatoletta dalla quale tirò fuori due fagioli magici “Non hai altre possibilità. Ce ne sono solo due. Non sprecarli”

Emma prese un sospiro di sollievo e annuì,cercando di non piangere. Ma le lacrime abbandonarono i suoi occhi e le rigarono il viso.

“Grazie” mormorò tra le lacrime e si avvicinò all’uscita

“Emma?” lei si girò.

“La riporti indietro” Emma lo guardò. Il fatto che l’avesse chiamata per nome aveva un significato più profondo di quel che sembrasse. Era un modo per dirle che in quel momento,lui non era niente di diverso da lei. Lui voleva esattamente ciò che voleva lei.

Emma annuì,sopostando lo sguardo sul pavimento e poi uscì.

“Voglio venire anche io!” esclamò Adrianne non appena Emma le spiegò il piano e Emma scosse la testa “Adrianne,ti prego. Non insistere”

“Ma perché non posso venire?”

Emma piangeva “Perché probabilmente lei non vorrà nemmeno vederci e non voglio che tu la veda stare male. Non voglio che la veda respingerci” poi si fermò e la guardò tra le lacrime “Ti prego” sussurrò “Ti prego non insistere”

Adrianne trattenne le lacrime e poi si precipitò tra le braccia della madre “Okay” sussurrò “Ti voglio bene. Dille che ne voglio anche a lei e che mi manca” aggiunse ed Emma la strinse stretta a sé “Va bene ragazzina. Lo farò” le diede un bacio tra i capelli e poi le sorrise

“Riporterò la mamma a casa. Te lo prometto”  e poi uscì. Andò al molo e gettò il fagiolo in acqua. Si aprì un vorice nel quale lei si gettò. E l’attimo dopo piombò su un prato. Era nel posto giusto. Sul prato giusto.

Era nella Foresta Incantata. 
Si guardò attorno e si rese conto di dove era.

Non sapeva perché era finita alle stalle dove era cominciato tutto,dove Regina aveva cominciato a perdere tutto. Ma era lì. E ora doveva raggiunere il castello di Regina.

Ci era stata prima,quindi sapeva dove andare.

Cominciò a correre ma poi si fermò immediatamente. All’improvviso. Lei aveva la magia.

Poteva semplicemente teletrasportarsi.

Chiuse gli occhi. Pensò a Regina intensamente. Pensò al suo sguardo,al suo sorriso. Alla sua voce dolce e la magnifica melodia che componeva la sua risata. E l’attimo dopo era avvolta da una nuvola bianca.

Quando riaprì gli occhi,lei era lì.
E ad Emma non sembrò vero.

Non poteva essere vero.
Voleva correre da lei e abbracciarla e baciarla come se non ci fosse un domani. Ma non poteva. Quindi non l’avrebbe fatto.

La guardò e ingoiòle lacrime “Regina” sussurrò e lei si girò di scatto.

La bruna rimase a bocca aperta “Emma?” sussurrò sorpresa. Ed Emma dovette combattare contro se stessa per non scoppiare a piangere e per non correre verso di lei.

“Che ci fai qui? Ti avevo detto-“

“Si lo so. Mi avevi detto che questa è una cosa che vuoi fare da sola. Che hai bisogno di stare da sola perché devi trovare te stessa. Perché hai bisogno di capire chi sei. Perché devi capire. So che mi hai detto. Ho letto quella lettera miliardi di volte Regina. Eppure penso che sia sbagliato. Lo capisco. Hai bisogno di capire chi sei e cosa è rimasto di te. Ma non penso che farlo da sola sia la risposta”

“Emm-“

“Possiamo farlo insieme. Possiamo superarlo insieme. E possiamo uscirne più forti di prima. Perché siamo una famiglia,Regina. E in famiglia ci si aiuta. Non ci si abbandona. E io non me ne vado da qui fino a che tu non mi dirai che verrai con me,perché ho bisogno di te” e a quel punto Emma non riuscì più a trattenere le lacrime

“Ho bisogno di te ogni giorno,ogni singolo attimo. Non posso perderti,Regina. Sei troppo importante per me e non posso vivere senza di te. La mia vita nonha senso senza di te. Quindi ti imploro di tornare da me e dalla tua famiglia. Troveremo una soluzione. Te lo prometto. Ti aiuterò ad affrontare tutto questo. Ci sarò Regina. Sempre. Faremo come abbiamo sempre fatto. Ma ti prego..ti scongiuro,torna. Non posso andare avanti così,senza di te. Ti prego”

Regina aveva le lacrime agli occhi e scuoteva la testa. Avrebbe voluto farsi stringere e rimanere tra le sue braccia per sempre. Ma non poteva. Non era giusto.

“Regina ti prego” sussurrò Emma piangendo. Regina deglutì e sussurrò “Emma. Non posso” anche lei stava piangendo. Ma silenziosamente. Le lacrime le scorrevano silenziosamente sul viso e pregava cheEmma non le vedesse.

Emma annuì. Non poteva essere vero. Guardava Regina negli occhi e non vedeva niente,ma sapeva che lei stava solo nascondendo tutto. La conosceva. Lo sapeva quanto brava era a indossare la sua maschera.

“Emma,ho bisogno che tu vada via”

Emma deglutì e serrò la mascella. Perché si stava arrendendo così? Di nuovo? Perché non stava combattendo? Perché non la stava stringendo a sé come se la sua vita dipendesse da lei? Perché non era in ginocchio a implorarla? Perché?

Non stava facendo niente di tutto ciò. Anzi. Si stava girando e stava andando via. Poi,quando era sul punto di uscire da quella stanza,sentì un singhiozzo. E sapeva che non era il suo. Era quello di Regina.

E capì che lei si era tolta quella maschera. Aveva abbassato i muri. E decise di essere coraggiosa  e tentare un’altra volta.

“Si chiama Regina” sussurrò Emma quanto bastava perché Regina sentisse.

“Che intendi?”  Regina si asciugò le lacrime. Emma si girò e la guardò negli occhi,in quegli occhi che per Emma non avevano segreti.

“Nostra nipote” sorrise “Si chiama Regina”

La bruna spalancò gli occhi. Rimase in piedi ma era come se le sue ginocchia stessero per cedere. Deglutì. Provò a trattenersi. A controllarsi. Provò a tenere tutto insieme. Ci provò.

Ma quando vide Emma versare l’ennesima lacrima,Regina non ce la fece più. Si arrese alle sue emozioni e si lasciò cadere a terra. Lasciò che le ginocchia ceedssero e si piegò in due.Lasciando che il suo corpo venisse scosso dai suoi singhiozzi.

Emma la guardò spezzarsi in due davanti a lei e non ci pensò due volte prima di correre da lei e prenderla tra le sue braccia.

La strinse a sé come se fossero una cosa sola e le ripeteva che andava tutto bene. Che sarebbe andato tutto bene.

Quando Regina respirò di nuovo guardò Emma e cominciò a ripetere come una cassetta rotta “Mi dispiace” “Scusa” e Emma le prese il viso tra le mani e la guardò.

“Ehy,ehy” disse cercando di controllare le lacrime “Andrà tutto bene. Ti prometto che sistemeremo tutto” continuò “Andrà tutto bene. Okay?”


Regina la guardò e annuì prima di avvolgere le braccia attorno al suo collo e lasciarsi cullare.

Stavano piangendo ma entrambe stavano meglio. Stare tra le braccia dell’altra era di conforto. Era come un calmante. Le aiutava. Le sosteneva. Le teneva vive.

Ed era così bello sentire la pelle dell’altra contro la propria. Il profumo. I capelli soffici che solleticavano la pelle. Il respiro. Era così bello riaversi. Il cuore batteva a mille e non c’era modo di calmarlo,di frenarlo.
Era un momento troppo forte,troppo intenso per essere frenato.

“Emma mi dispiace così tanto” sussurrò Regina quando fu sicura che la sua voce non l’avrebbe tradita. Emma la strinse ancora “E’ tutto okay.Te lo giuro Regina,è tutto okay”

Regina la guardò e mormorò “Voglio andare a casa”

Emma rise tra le lacrime “Pensavo non l’avresti mai detto” fece per alzarsi in piedi ma Regina la afferrò il braccio sussurrando “Aspetta” e Emma si fermò. Regina le accarezzò le accarezzò le guance e la baciò.

E quando le loro labbra si toccarono Emma non potè fare a meno di trascinarla a sé e stringerla. Perché quel momento era troppo importante per averla lontana. I loro corpi dovevano aderire come se fossero un solo corpo. Era necessario.

Si baciarono con tutto ciò che avevano e non risparmiarono o conservarono nulla. Si diedero tutto semplicemente perché si erano mancate.

E si baciarono per quella che sembrò un’eternità,e nemmeno quella bastò. Ma capirono quando fu il momento di staccarsi e tornare a casa.

Una volta che le loro labbra si furono separate,Emma si alzò e tirò su anche Regina che si fece più vicina ad Emma e appoggiò la testa sulla sua spalla,appoggiando la fronte sul suo collo,respirando il suo profumo.

“Sei pronta?” sussurrò Emma e l’attimo dopo la sentì annuire contro la sua pelle. Emma tirò il fagiolo magico dalla tasca e l’attimo dopo erano nella loro camera da letto.

A Storybrooke.

A casa.

Erano a casa.

Regina.Regina Mills. Lei era a casa.

Era tornata.




Scusate.scusate.scusate. e ancora scusate. E' tutto ciò che posso dire. Mi dispiae tantissimo per la lunghissima,quasi interminabile assenza. Davvero,mi dispiace!

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