The power of love - Il viaggio dell'amore.

di Vanilla_91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorprese d'inizio anno scolastico ***
Capitolo 2: *** Partenza.. ***
Capitolo 3: *** Corse spericolate ***
Capitolo 4: *** La festa (1 parte) ***
Capitolo 5: *** La festa (2 parte) ***
Capitolo 6: *** Mi piaci tu, mi piaci solo tu ***
Capitolo 7: *** Sprazzi di vita ***
Capitolo 8: *** Io e te? Noi! (1 parte) ***
Capitolo 9: *** Io e te? Noi! (2 parte) ***
Capitolo 10: *** Attimi di vita, attimi di noi. ***
Capitolo 11: *** Sospiri d'amore ***
Capitolo 12: *** Prime delusioni ***
Capitolo 13: *** Amiche o nemiche? ***
Capitolo 14: *** Punto di svolta (1 parte) ***
Capitolo 15: *** Punto di svolta (2 parte) ***
Capitolo 16: *** Complicazioni inaspettate ***
Capitolo 17: *** Cambiamenti ***
Capitolo 18: *** Attimi di terrore ***
Capitolo 19: *** Tempi di decisioni (1° parte) ***
Capitolo 20: *** Tempi di decisioni (2° parte) ***
Capitolo 21: *** Epilogo: The power of love! ***



Capitolo 1
*** Sorprese d'inizio anno scolastico ***


Ciao a tutte,
non so se alcuni di voi ricordano questa storia, è stata una delle prime che ho scritto. La cancellai, decisa a correggerla emodificarla, perchè troppo piena di errori e incongruenze,quindi, come promesso, eccola qua.
Ci terrei a precisare che la storia continua a non piacermi, ma una promessa è una promessa. Alcune cose sono stata costretta a modificarle, ma fondamentalmente non è cambiato molto, o forse nulla. La storia è completa, quindi non interferirà con le altre che ho in corso e cercherò di aggiornarla almeno una volta a settimana :)
Se vi va, fatemi sapere cosa ne pensate e se avete consigli, suggerimenti o critiche sarò ben lieta di ascoltarvi.
Ultima cosa, se vi va aggiungetevi alla nostra pazza cyber family: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Grazie per la pazienza e buona lettura :)
Baci



La camera era silenziosa e immersa nell’oscurità.
 La luce del sole non superava le pesanti tende color avorio e, ancora avvolta dal calore delle sue coperte, una ragazza dai capelli corvini dormiva tranquillamente, rannicchiata in posizione fetale.
La porta si aprì all’improvviso e..
-Kagomeeeee, è tardissimooo..alzati o anche oggi, come al solito, farai tardi- urlò l’ultimo arrivato.
-Su, Sota, lasciami dormire ancora 5 minuti- si lamentò la ragazza, rigirandosi tra le lenzuola.
Sota era il fratello maggiore di Kagome. Un ragazzo di quasi 19 anni, alto e con un fisico atletico, occhi e capelli neri come la notte più buia. Kagome, sua sorella minore, aveva 16 anni, minuta di costituzione, ma con tutte le curve al giusto posto.
I capelli, lunghi e dolcemente ondulati, avevano preso il colore delle tenebre e creavano un dolce contrasto con gli occhi color del cioccolato.
Sota adorava sua sorella minore, distingueva in lei tantissimi pregi, ma conosceva alla perfezione anche i suoi tre più grandi difetti: era testarda, permalosa e soprattutto una grande ritardataria.
-Avanti, pelandrona, non vorrai far tardi anche il primo giorno di scuola..- le disse dolcemente, avvicinandosi al letto e tirando via le coperte.
Kagome scattò a sedere, aprì gli occhi e fissò le sue iridi in quelle del fratello maggiore.
-H…Hai de…detto primo giorno di scuola? Ti prego, Sota, dimmi che non sono in ritardo- implorò con occhi da cucciolo.
 Sota le sorrise.
-No, Kagome, non sei in ritardo. Mancano solo circa 20 minuti all’inizio delle lezioni- le sussurrò, con voce tranquilla e rassicurante.
Kagome per un istante si rilassò, ma, quando comprese ciò che il fratello le aveva detto, saltò letteralmente via dal letto, afferrò velocemente la sua nuova divisa e corse in bagno imprecando contro Sota. Ne uscì dopo pochi minuti, completamente vestita.
-Sota, perché non mi hai svegliata? Se adesso farò tardi la colpa sarà solamente tua- disse, cercando, contemporaneamente, di infilare una forcina tra i capelli per tirare indietro la frangia.
-Ma cosa dici? Ho bussato diverse volte alla tua porta e mi hai risposto di lasciarti in pace.-
-Beh, ma sai che faccio sempre fatica a svegliarmi. Diavolo, guarda che ore sono, Sango sarà furiosa- strillò, correndo via.
- Come non vieni a scuola con me?- chiese, rincorrendo la sorella.
- No, Sango mi sta aspettando. Ci vediamo direttamente lì.-
- Ma che sorella ingrata! Io l’aspetto rischiando anche di fare tardi e lei mi molla per la sua amica- protestò, finto arrabbiato.
Kagome scese al volo le scale, salutò di corsa la madre, bevendo d’un sol colpo la tazza di latte e trangugiando qualche fetta biscottata. Senza nemmeno degnare il fratello di una risposta, si fiondò fuori dalla porta di casa e cominciò a correre verso il luogo dove avrebbe dovuto incontrarsi con la sua amica Sango.
-S..Sango- urlò affaticata, vedendola in lontananza.
-Uffa, Kagome, non posso crederci, arrivare in ritardo anche il tuo primo giorno di scuola.- la richiamò, mettendole il broncio.
Sango e Kagome erano amiche da sempre. Si erano conosciute ai tempi dell’asilo e non si erano più lasciate.
Sango era una bella ragazza, una delle più corteggiate nella sua scuola, il liceo Shinboku, tra i più esclusivi e prestigiosi della città.
Era una ragazza dolce e semplice, ma dotata di un forte spirito combattivo. Alta poco più di Kagome, aveva lunghi capelli lisci e castani, che portava spesso raccolti in una coda e due bellissimi occhi marroni.
- Avanti, Sango, non mettermi il broncio proprio adesso. È il mio primo giorno nella nuova scuola e, a parte te e Sota, non conosco nessuno.- la pregò, con voce infantile cercando di intenerire l’amica.
-E va bene, ma la passi liscia questa volta solo perché siamo terribilmente in ritardo-
Entrambe erano iscritte al terzo anno del liceo linguistico. Sango frequentava l’istituto Shinboku già due anni, mentre Kagome, terminate le medie, aveva scelto un diverso liceo per seguire il suo ex fidanzato, Hojo.
Nella precedente scuola non si era mai sentita realmente accettata. Le sue ex compagne di classe erano state troppo snob e vanitose e lei aveva avuto gran difficoltà a socializzare con persone che trascorrevano l’intera giornata parlando di smalti e trucchi.
Perciò, una volta rotto con Hojo,  non aveva avuto più motivi per restare in un istituto che non le era mai piaciuto.
-Kagome, io non so se tu sai come funzionano le cose in questa scuola.- mormorò Sango, con voce tentennante, guardando l’amica in maniera sospetta.
-Sango, sarò anche nuova di questa scuola, ma sai prima d’ora anche io sono stata in una sede scolastica e so perfettamente come ci si comporta e cosa si viene a fare qui- rispose piccata.
-Non hai capito nulla, come al solito. Tuo fratello non ti ha mai detto nulla?-
- Non capisco, cosa avrebbe dovuto dirmi?-
- Non so, ti ha per esempio mai parlato de..degli Youkai?-
- Di chi? Gli Youkai?  Cosa sono, un club di scienze?-  le chiese curiosa.
Sango sospirò rumorosamente.
- Lo vedrai. Siamo arrivate.-
L’edificio era grandissimo, notò Kagome. La struttura era quasi interamente in vetro, ed ospitava non solo il liceo linguistico, ma anche quello classico e quello scientifico.
La ragazza si guardò intorno, rassicurata dall’essere arrivata prima dell’orario d’entrata.
 Il cortile era gremito di ragazzi radunati in gruppetti.
Le risultò semplicissimo distinguere il gruppo dei secchioni, tutti riuniti in un angolo intenti a parlare sicuramente di compiti o qualcosa del genere, quello degli sfigati che se ne stavano a lamentarsi in comitiva dei loro irrisolvibili problemi e l’unico gruppo che in qualunque scuola non mancava mai, quello delle oche.
Erano radunate intorno alle scale dell’entrata principale, come in attesa di qualcosa, chi a parlare dell’ultimo gossip, chi intenta a rifarsi il trucco e chi a ravvivarsi i capelli.
 Kagome le guardò quasi disgustata, poi riportò la sua attenzione su Sango.
- Allora, Sango, visto che non dobbiamo ancora entrare, vuoi dirmi chi sono questi Yukki? Hai detto che si chiamano così, vero?-
- Youkai, Kagome, Youkai.. loro sono..  come potrei mai spiegartelo? Non ce n’è bisogno, lo vedrai tra poco e credimi ne rimarrai davvero molto sorpresa.- dichiarò.
Le ultime parole della ragazza furono coperte da rombi di moto in avvicinamento.
Sull’intera scuola calò il silenzio e Kagome notò, mentre Sango la trascinava verso le scale, che tutti si erano allontanati dai cancelli di gran fretta. Il cortile fu invaso da sei moto che, sgommando, andarono a fermarsi proprio nei pressi dell’ingresso.
- Sango, ma chi diavolo sono quelli?-
 - Loro sono gli Youkai. Sono il gruppo di ragazzi che detta legge in questa scuola.. Guai a metterseli contro.-
- Il classico gruppetto di bulletti delle superiori che pensano di apparire fighi minacciando qualche sfortunato secchione.-
-Se fossi in te io aspetterei a parlare così in fretta. Guarda bene.-
Kagome, confusa, riportò la propria attenzione sui sei ragazzi che intanto erano stati accerchiati dalle oche.
 Un deja-vu, pensò, una tipica scena da film americani: il bulletto accoppiato con la fighetta del momento.
 Un concentrato di ormoni e la totale assenza di materia celebrale.
Notò che nessuno dei sei ragazzi portava la divisa scolastica, tutti erano abbigliati con semplici jeans e giubbotti di pelle.
 Quando uno dei sei motociclisti si voltò verso di lei e sollevò la mano in segno di saluto, Kagome sollevò un sopracciglio e si volse a guardare Sango.
-Sango, conosci quel ragazzo?Ti sta salutando.-
-Sì, Kagome, lo conosco, ma non è me che sta salutando. Sciocca, ha salutato te.- ribatté l’amica, ridacchiando.
Kagome la guardò, confusa, domandandosi cosa ci trovasse di divertente in tutta quella situazione.
-Sango, ma io sono sicura di non conoscerlo. Non potrei mai conoscere quel tipo di ragazzo, tu sai perfettamente quanto io odi i bullet..-
Non riuscì a concludere la frase. Lo sconosciuto che l’aveva salutata aveva tolto il casco, rivelando così occhi e capelli scuri che lei perfettamente conosceva.
 -N..non posso crederci! Ma qu..quello è S-Sota! Siamo sicure che quello sia mio fratello, Sango?- chiese, stupidamente, all’amica, che annuì un po’ preoccupata dall’espressione di Kagome.
-Non è possibile! Questo vuol dire che mio fratello è un bullo?Non ci posso credere, deve essere tutto un incubo.-
Sango le si avvicinò, sorridendo, e le poggiò una mano sulla spalla.
-Mi dispiace, Kagome, ma non è un incubo. Credimi, io sono rimasta sconvolta almeno quanto te quando ho saputo che sia tuo che mio fratello facevano parte di quel gruppo.-  le spiegò, comprensiva.
La moretta invece sgranò gli occhi e la guardò allibita.
- Mi stai dicendo che anche Kohaku fa parte di questo stupido gruppo? Beh, del resto c’era da aspettarselo, quei due sono inseparabili. Sango, ti rendi conto che i nostri fratelli sono dei teppisti?-
- Sì, Kagome, lo so perfettamente. Tutta la scuola non fa che parlare di loro. Gli Youkai sono temuti da tutti i ragazzi e desiderati da tutte le ragazze. Non fanno altro che passare da un letto a un altro, inclusi mio fratello e il tuo.-
-Non posso crederci, mio fratello è anche un puttaniere.- esclamò con voce disperata.
- Non preoccuparti, ci farai l’abitudine. Nessuno di loro ha mai avuto una ragazza per più di tre giorni. Le portano a letto e poi le scaricano. Il peggiore è lui- disse indicando un ragazzo fermo accanto ad una moto blu -Si chiama Miroku, ed è un pervertito di prima categoria. Sta molto attenta alle sue mani polipose. Quello più alto..- disse indicando un ragazzo dai lineamenti eleganti e dallo sguardo di ghiaccio -..è Sesshomaru. Quello alla sua destra..- continuò indicando un ragazzo dai capelli neri raccolti in una coda -..è Koga, l’altro è Inuyasha, il fratello minore di Sesshomaru.-
-E, infine, direi che conosci bene sia Kohaku che Sota.-
- Non riesco ancora a crederci, Sango. Non so perché, ma ho l’impressione che questo sarà un anno lungo e pieno di sorprese.-
 

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Capitolo 2
*** Partenza.. ***


Ciao a tutte,
come promesso, aggiornamento settimanale :D So che a voi non frega nulla, ma una promessa è una promessa xD
So che il capitolo fa pena, davvero rileggerlo è stato un inferno, ma o mi limitavo a modificarlo il più possibile (fino a renderlo leggibile) o avrei dovuto riscriverlo totalmente.
E' un capitolo di passaggio, non ci sono avvenimenti particlarmente importanti, ma se volete, nel prossimo, preparatevi ad una bella scarica d'adrenalina..una bella corsa in moto ci sta bene :D
Buona lettura e se vi va, fatemi sapere il vostro parere :)
Baci





Sota, fermo vicino la sua moto, continuava a sbracciarsi cercando di attirare l’attenzione di Kagome.
-Kagome, credo ci stia dicendo di andare lì- le fece notare Sango.
- Oh, certo che adesso andiamo lì, devo giusto dire qualcosa a mio fratello, o forse dovrei dire alla nuova versione di mio fratello “Sota - teppista”- dichiarò, partendo a passo di carica.
Sango la fermò immediatamente.
- Kagome, non avrai intenzione di fare una scenata il tuo primo giorno di scuola, vero?- le chiese, con tono preoccupato.
- Non preoccuparti, non sono ancora impazzita. Per quanto sia arrabbiata con quel deficiente di mio fratello, non ho intenzione di dare spettacolo davanti all’intera scuola.-
 La ragazza sospirò, visibilmente più tranquilla, e affiancò Kagome.
A metà percorso una sconosciuta le ostacolò.
- E voi? Dove credete di andare? Non vedete che sono già in compagnia? Sparite!- ordinò, con tono odioso.
Kagome le rivolse un’occhiata a metà tra lo scocciato e il disgustato, la spinse di lato e la oltrepassò senza degnarla di una parola.
Quando riuscirono, finalmente, a raggiungere il gruppo, Sota fece passare un braccio intorno alle spalle della sorella, attirandola a sé.
Gli occhi dell’intera scuola si posarono sulla ragazza, che arrossì.
Sango, più abituata a quella situazione, salutò tutti con cordialità.
- Buongiorno a tutti, ragazzi.-
- Oh, Sanguccia, questa mattina sei ancora più bella del solito.- la lodò Miroku, tentando di allungare le mani verso il fondoschiena della ragazza.
- Miroku, quante volte ti ho detto di tenere giù le mani da mia sorella?- lo redarguì Kohaku con sguardo severo, poi guardò Kagome ancora stretta a Sota e le sorrise.
- Buongiorno, Kagome. Finalmente Sango non si sentirà più sola qui.-
- Ciao, Kohaku…- tentò di dire, ma fu interrotta.
 - Divina creatura, non so come ho fatto a non notarti prima, ma concedimi l’onore di avere un figlio da te.- dichiarò Miroku, tentò di palparle il fondoschiena, ma anche questa volta i suoi piani furono ostacolati da un fratello geloso.
- Niente da fare, Miroku, per lei vale lo stesso discorso di Sango. Mia sorella non si tocca. Sono stato chiaro?- sbottò, guardandolo male.
- Ragazzi, lei è Kagome, mia sorella. Kagome, loro sono Miroku Kazana, è un gran pervertito quindi cerca di stargli lontano, Koga Yoro, Sesshomaru e InuYasha No Taisho.-
La ragazza sorrise e accennò un timido saluto.
Sesshomaru quasi la ignorò, rivolgendole un semplice cenno col capo, Koga le sorrise e InuYasha si limitò a fissarla.
- Sota, dovrei parlarti. Ci sono un paio di cose che dovresti spiegarmi..- affermò, guardando male il fratello.
- Non adesso, Kagome, ne riparliamo a casa. Ora dobbiamo andare! All’inizio di ogni anno scolastico il preside tiene un noiosissimo discorso.- annunciò e la guidò verso il punto nel quale il capo d’istituto avrebbe tenuto il suo discorso, seguito da Sango e dal resto del gruppo.
-Cavolo, Sota, non ci avevi detto di avere una sorella così carina. Dove la tenevi nascosta?- ritentò Miroku.
 Sota tentò di rispondere, ma Kagome fu più veloce e prese la parola.. odiava quando le persone parlavano di lei come se non fosse presente.
- Non mi teneva nascosta da nessuna parte. Questo è il primo anno che frequento questo liceo.-
- Il primo anno? Ma quanti anni hai?- chiese interessato Koga.
La moretta tentò di rispondere, ma fu preceduta da una voce odiosa, quella di InuYasha.
-Tsk! Cos’è, Koga, non lo vedi? Si nota subito che è ancora una ragazzina.-
La ragazza assottigliò gli occhi..un chiaro segno della sua rabbia.
- Ma come diavolo ti permetti se nemmeno mi conosci, brutto cafone?-
InuYasha le si avvicinò, con fare minaccioso, fin quando non si trovarono faccia a faccia.
Kagome arrossì leggermente per quell’inaspettata vicinanza, ma non si allontanò.
- Cafone a chi, mocciosa?-
- A te, razza di troglodita senza cervello-
-Sota, fa qualcosa o, visto il carattere di entrambi, finiranno con l’uccidersi.- l’avvisò Sango, preoccupata.
- Oh, no, proprio perché conosco perfettamente il carattere di entrambi, non intendo mettermi in mezzo. Finirei ammazzato da uno dei due.- negò.
- Come mi hai chiamato? Tro…trog tro-che? – sibilò InuYasha arrabbiato e confuso.
- Troglodita, ignorante. TRO – GLO- DI-TA! Prima di dare della ragazzina a me, cerca di imparare qualche termine diverso da quelli che già conoscevi all’asilo- lo insultò.
Non gli concesse  il tempo di rispondere, sorrise vittoriosa, prese Sango sotto braccio e si allontanò.
-Ma che razza di antipatico. Chi si crede di essere quell’InuYasha?- sbottò spazientita.
-Su su, lascialo perdere e cerca di calmarti. Andiamo ad ascoltare il discorso del preside perché ho una sorpresa per te.- la incoraggiò Sango.
-Che genere di sorpresa?-
-Beh, tu sai che mio padre è un vecchio amico del preside di questa scuola, vero?-
 La ragazza annuì.
-Qualche giorno fa si sono casualmente incontrati e il preside ha detto a mio padre che quest’anno la scuola parteciperà ad un nuovo progetto. Si tratta di una specie di vacanza studio.- esultò allegra -Ci pensi che bello sarebbe partire insieme?- chiese, con sguardo sognante.
Kagome la guardò, sorridente.
- Sarebbe magnifico! Potremmo andare chissà dove, passare del tempo insieme senza le nostre famiglie e non dovrei vedere quel tipo che mi sta così antipatico anche se lo conosco da meno di dieci minuti.-
Sango scoppiò a ridere.
- Avanti, allora non perdiamo altro tempo e andiamo a sentire ciò che il preside dice.-
Insieme, mano nella mano, corsero nel giardino dove il preside avrebbe tenuto il suo discorso.
Molti ragazzi avevano già circondato il palco, pronti ad ascoltare il solito discorso. Kagome notò tra i presenti anche il gruppo di suo fratello, che gli fece cenno di avvicinarsi.
- Kagome, vuoi andare? O credi che finirai di nuovo col litigare con InuYasha? -
- InuYasha chi? L’ho già rimosso dalla mia mente- proferì e sorridendo all’amica e si incamminò.
- Cari alunni, ci terrei innanzitutto a dare il benvenuto ai nuovi iscritti e un bentornato ai nostri vecchi allievi.-  cominciò il preside, raddrizzando gli occhiali -Quest’anno ci saranno molte novità: nuovi club, nuovi professori, nuovi insegnamenti e soprattutto nuove regole. La disciplina e l’educazione sono la prima cosa che chiediamo ai nostri studenti.- dichiarò, guardando in malo modo i sei ragazzi, che allo sguardo del preside ghignarono divertiti e per nulla intimoriti da quella velata minaccia.
-La nostra scuola è una delle più prestigiose nella nostra città e quest’anno, in associazione con altri istituti, abbiamo organizzato un progetto davvero interessante, una sorta di vacanza studio.  Alcuni dei nostri studenti sono stati scelti in base a determinati criteri, e insieme ad altri tre alunni provenienti da un’altra prestigiosa scuola della nostra stessa città, partiranno per questo viaggio che avrà la durata di quasi due mesi. Vi anticipo che gli studenti scelti non avranno la possibilità di tirarsi indietro, in quanto i rispettivi genitori hanno precedentemente espresso il loro consenso. I costi saranno a carico della scuola stessa, i prescelti andranno in America e saranno ospitati da famiglie residenti. Ora, vi dirò i  nomi dei 9 partecipanti.-
Sango e Kagome si scambiarono uno sguardo speranzoso e incrociarono le dita.
-Higurashi Kagome
-Higurashi Sota
-Hirai Kohaku
-Hirai Sango
-Kazana Miroku
-No Taisho InuYasha
-No Taisho Sakura
-No Taisho Sesshomaru
-Yoro Koga.
 
-Bene, questi sono i prescelti. La partenza è prevista per domani, quindi i partecipanti sono congedati dalle lezioni odierne. Buon viaggio! A tutti gli altri alunni, auguro una buona giornata e un proficuo anno scolastico-
La notizia fu accolta dagli interessati in maniera diversa: Sango e Kagome urlarono di felicità e si abbracciarono, Sesshomaru mantenne la solita espressione glaciale, InuYasha, Miroku e Koga erano impegnati a battibeccare tra di loro per decidere chi sarebbe riuscito a conquistare più ragazze durante quel viaggio, mentre Sota e Kohaku si limitarono a battersi il cinque, contenti di fare l’ennesimo viaggio insieme.
Sango lasciò andare l’amica e per ricambiare l’abbraccio di una ragazza che si trovava affianco a loro.  Kagome le guardò confusa, chiedendosi chi potesse essere.
-Kagome, lei è Sakura, è la sorella minore di Sesshomaru ed InuYasha. Sakura, lei è Kagome, la sorella minore di Sota.-
La moretta studiò, incerta, la ragazza: era bassa, esile, aveva capelli e occhi neri, ma nel complesso era davvero molto carina.
Quello che si chiedeva era se quella ragazza fosse caratterialmente fredda come il primo fratello o terribilmente insopportabile come il secondo.  Sakura le rivolse un sorriso dolce e le tese la mano.
-Molto piacere, io sono Sakura, spero che andremo d’accordo- disse, dolcemente.
Kagome le sorrise e ricambiò la stretta.
-Il piacere è tutto mio. Io sono Kagome. E così anche tu partirai con noi?-
-Eh già, in tre avremo più possibilità di farci rispettare da quei sei antipatici.-dichiarò, provocando l’ilarità delle amiche.
-Ragazze, non so voi, ma io credo di dover fare un po’ di shopping prima di partire. Cosa ne dite?- propose Sango.
-Io sono totalmente d’accordo. E tu, Sakura, ti unisci a noi?-
-Con piacere.-
Trascorsero una giornata piacevole al centro commerciale, sfruttando la giornata di libertà per conoscersi meglio e fantasticare su cosa sarebbe accaduto nei prossimi mesi.
 
-Mamma, sono a casa. Io non ho fame, preparo le valigie e poi vado subito a letto.- annunciò Kagome, rientrando in casa e cercando di sopprimere uno sbadiglio.
-Sei sicura, tesoro, di non voler mangiare nulla?- chiese con tono preoccupato tipico di tutte le madri.
-Si, mamma, non preoccuparti. Ho mangiato qualcosa con le mie amiche. Non vedo l’ora di partire.- esclamò raggiante.
-Oh Kagome, tu e Sota mi mancherete tantissimo. Questa casa sarà vuota senza di voi.-
-Non preoccuparti, mamma, due mesi passano velocemente. Ci sentiremo tutti i giorni e poi ci sarà il nonno a farti compagnia. Ora scusa, ma devo ancora preparare le valigie e domani mattina devo alzarmi presto.- sorrise ed augurò la buonanotte alla madre.
Si avviò al piano superiore, bussò alla porta di Sota ed entrò senza attendere il permesso.
Il ragazzo, intento a preparare i bagagli, le riservò un’occhiata veloce prima di concentrarsi nuovamente su ciò che stava facendo senza curarsi della sorella.
-Cosa c’è, Kagome? Non dovresti essere a fare le valigie? Ritardataria come sei andrà a finire che domani mattina non vorrai alzarti e perderai l’aereo. Io non ti aspetterò di certo.- le disse, beffardo.
Kagome gonfiò le guance indispettita.
-Sai perfettamente che non sono qui per parlare di questo, ma di quello che ho visto oggi a scuola. Perché non mi hai mai detto nulla, Sota?-
Il ragazzo la guardò, stralunato.
-Dirti cosa?-
-Che sei un teppista. Che fai parte di uno stupido gruppo, con uno stupido nome e che hai degli amici che..-
Sota non la lasciò continuare.
-Le mie amicizie non ti riguardano e io agisco come più mi pare, Kagome. Non immischiarti! E adesso lasciami finire le valigie- le ingiunse con tono duro, dandole le spalle.
 Kagome si indispettì per quel comportamento infantile. Lanciò un’occhiataccia al fratello e andò via sbattendo la porta.
 
Ore 06:00 Areoporto
I ragazzi si ritrovarono tutti all’aeroporto.
-Sono davvero curioso di sapere chi saranno gli altri ragazzi che partiranno con noi. Spero proprio che siano belle ragazze.- proclamò, con aria sognante, Miroku.
Il resto del gruppo si limitò a scuotere la testa, sconsolato.
A distrarli fu una voce femminile.
-Scusate, voi siete i ragazzi del liceo Shinboku? –
Gli interrogati si limitarono ad annuire e la ragazza sorrise.
 -Io sono Rea, lei è la mia amica Funny e lui il nostro amico Hojo- disse, indicando prima una ragazza bassina con le labbra dipinte di un appariscente rosso e poi un ragazzo alto e dai lineamenti gradevoli.
Il gruppo ricambiò i saluti, le uniche a tacere furono Sango e Kagome.
-Sango, è vero quello che sto vedendo?-
-Mi stai chiedendo se quello che è davanti a noi è realmente il tuo ex ragazzo?Se anche lui partirà con noi? E se sarai costretta a passarci i prossimi 2 mesi? M..mi dispiace, Kagome, ma credo proprio di sì-
La ragazza spostò la sua attenzione sul suo ex ragazzo, che la salutò imbarazzato e con un mezzo sorriso.
Tutti notarono la tensione tra i due. Sota affiancò immediatamente la sorella, le cinse le spalle con fare protettivo e fulminò il ragazzo.
-Cosa succede, Kagome?-
-Assolutamente nulla, Sota. Lui è Hojo, il mio ex ragazzo.-
-Il tuo cosa? Kagome, ma cosa stai dicendo? Io non sapevo nemmeno che tu avessi un ragazzo.-
-Si vede che in famiglia non sei l’unico che riserva delle sorprese.- gli rispose con tono piccato.
-Non cercare di rigirare la frittata, Kagome. Quanto tempo siete stati insieme, eh? E non ti avrà mica fatto del male, vero?- chiese con tono preoccupato e arrabbiato alla sorella.
- Non sono affari che ti riguardano questi, Sota. Dobbiamo andare! Non senti che stanno chiamando il nostro volo?- senza attendere la risposta del fratello si voltò e si avviò verso la pista di imbarco.
Sota si voltò verso Hojo, gli afferrò un braccio e gli sussurrò minaccioso all’orecchio.
- Se scopro che hai fatto qualcosa a mia sorella, o che le dai fastidio, la prima cosa che dovrai fare quando torneremo a casa sarà cercarti un buon chirurgo facciale.. è chiaro?- Hojo deglutì spaventato e annuì.
Sota soddisfatto si allontanò e si avviarono tutti verso la pista di imbarco.
“Saranno due lunghissimi mesi”, si ritrovò a pensare Hojo.

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Capitolo 3
*** Corse spericolate ***


Il viaggio fu lungo e snervante. L’aria era stranamente tesa e ognuno sembrava perso nei propri pensieri.
Kagome trascorse il viaggio a lamentarsi con le amiche per la propria sfortuna, non riuscendo a trovare nessuna consolazione.
Quando atterrarono ad attenderli trovarono la famiglia che li avrebbe ospitati: i signori Mine.
-Oh, benvenuti, ragazzi. Sono felice di conoscervi e spero che il viaggio sia andato bene. Scusatemi, non mi sono ancora presentato. Io sono Edward Mine, questa è mia moglie Marie Mine e questi sono i nostri figli Key e Charlotte.- li salutò con voce affabile.
Kagome squadrò attentamente tutti i membri della famiglia Mine; il capofamiglia era un uomo dall’aria distinta e molto giovane, notò. Alto e vestito in modo impeccabile sembrava un perfetto uomo d’affari, sua moglie era altrettanto bella e dimostrava all’incirca la stessa età della figlia.
I figli, poi, le sembrarono l’incarnazione perfetta del teenager americano medio. Charlotte era bionda, il fisico mozzafiato e il sorriso malizioso erano tipici delle odiose ragazze pon-pon, pensò Kagome. Key era alto, moro, con occhi verdi. I jeans a vita bassa e la maglietta aderente evidenziavano il torace scolpito e sicuramente il suo sorriso strafottente aveva già spezzato più di un cuore adolescenziale, rifletté .
Visto il silenzio calato, fu Sango a prendere la parola.
-Salve, è un piacere anche per noi fare la vostra conoscenza.- disse in un inglese perfetto. -Io sono Sango e questo è mio fratello Kohaku. Loro sono Kagome e Sakura. I ragazzi lì dietro sono Sesshomaru, Inuyasha, Miroku e Koga, mentre loro sono Hojo, Rea e..Bunny.- spiegò con voce cordiale.
- Funny, mi chiamo Fanny non Bunny.- replicò la ragazza in questione lanciando un’occhiataccia a Sango che non la considerò minimamente.
-Avremo modo di conoscerci meglio appena arrivati a casa, ma ora andiamo, immagino sarete stanchi.- dichiarò Edward Mine, avviandosi verso l’uscita dell’aeroporto.
I taxi chiamati per raggiungere la residenza dei signori Mine si fermarono davanti ad una villa gigantesca.
- Benvenuti a casa , ragazzi. Questa per i prossimi due mesi sarà anche la vostra dimora. – affermò con tono gentile.
- Noi alloggeremo tutti qui?- chiese stupita Sakura.
-Sì, ma venite, accomodatevi, così vi potremo spiegare alcune cose.- li invitò la signora Mine.
Si accomodarono in un salone enorme, arredato interamente in stile moderno, dividendosi tra divani e poltrone.
-Bene, ragazzi, ci tengo innanzitutto a dirvi che sono lieto di ospitarvi e che spero conserverete sempre un bel ricordo di questa esperienza. Volevo,però, ricordarvi che voi siete qui principalmente per un progetto scolastico. Io sono il preside di uno dei college di questa città e in accordo con i presidi delle vostre scuole abbiamo deciso di farvi frequentare corsi speciali con materie comuni a tutti. Avrete così anche modo di vedere come funziona la vita collegiale e di interagire con studenti che hanno all’incirca la vostra età. In tutto voi siete 12, sarete tutti ospiti nella nostra villa di famiglia. Ma come capirete non posso offrirvi dodici camere vicine.- ridacchiò.
 – Inoltre, siete tutti sufficientemente adulti e io ho una mentalità aperta, quindi non vedo la necessità di dividere ragazzi e ragazze. Perciò, non sapendo come sistemarvi, ho preferito tirare a sorte. Sarete liberi di fare ciò che volete, ma per garantirci una pace e un minimo di ordine domestico, visto che siamo così tanti, ci sono delle regole da rispettare. La colazione, il pranzo e la cena saranno consumati ad orari stabiliti. Siete liberi di uscire, ma la sera vi voglio a casa entro le 22:00, almeno per i primi tempi, e non voglio che portiate gente esterna a dormire qui.
 Per il momento credo sia tutto. Come potete vedere anche voi, la casa è divisa in due aree, nell’ala destra si trovano le nostre camere, lì abbiamo a disposizione quattro stanze per gli ospiti, mentre nell’area sinistra ne abbiamo disponibili sette. Abbiamo, inoltre, una piccola dependance che abbiamo deciso di affidare al maggiore tra voi.. quindi, Sessomaru la dependance è tua.
Per quanto riguarda le sistemazioni degli altri, come vi ho già detto, abbiamo tirato a sorte e nell’ala destra con noi ci saranno: Kagome, Sango, Miroku e Inuyasha. Mentre tutti gli altri si sistemeranno nell’ala sinistra. Ora, ragazzi, se non siete troppo stanchi, ho chiesto ai miei figli di portarvi a far un giro della città. Siete liberi di decidere se andare o no, ovviamente.- affermò.
-Chi ha intenzione di venire con noi si facesse trovare pronto tra mezz’ora.- annunciò Key.
I ragazzi si scambiarono un’occhiata, chiedendosi tacitamente cosa fosse meglio fare.
-Io non vengo. Preferisco riposare- dichiarò Sesshomaru.
-Sango, Sakura, che ne dite? Andiamo? Io non sono molto stanca e sono curiosa di vedere la città- domandò Kagome, entusiasta.
-Io ci sto. E tu, Sakura?-
-No, ragazze, sono stanca, Sarà per la prossima volta.-
-E voi, ragazzi, venite?- chiese Kagome rivolta al resto della compagnia.
- Io ci sto e anche Inuyasha. – acconsentì Miroku.
-Io passo, non ne ho voglia. Abbiamo due mesi per girare ed ora sono troppo stanco.- sussurrò Sota, trattenendo uno sbadiglio.
-Per me è lo stesso.- concordò Koga.
-E anche per me- gli fece eco Kohaku.
- Nemmeno noi veniamo.- squittì Funny indicando anche Rea ed Hojo.
I ragazzi si divisero, ognuno diretto verso svariate attività. Sango, Miroku, Inuyasha e Kagome raccolsero le proprie cose e si recarono verso l’area destra della casa. Di comune accordo si accordarono per la divisione delle camere e andarono a prepararsi.
Dopo mezz’ora tutti quelli che avevano deciso di uscire si ritrovarono all’ingresso della casa, dove ad attenderli c’erano i figli dei signori Mine.
Inuyasha e Miroku avevano optato entrambi per un look comodo, ma non per questo trasandato. Ambedue indossavano Jeans scuri a vita bassa e semplici magliette. Anche le ragazze avevano scelto un abbigliamento pratico.
 - Bene, possiamo andare allora.- dichiarò con voce annoiata Key.
Charlotte lanciò uno sguardo affascinato e malizioso ai due ragazzi, venendo corrisposta ampiamente. Kagome notò tutto e storse la bocca in un’ espressione disgustata. Inuyasha le si avvicinò.
- Cosa c’è, ragazzina? Sei gelosa?- le chiese con tono provocatorio.
-Ti ho già detto di non chiamarmi ragazzina. Il mio nome è Kagome, Ka-go-me. E poi, di cosa dovrei essere gelosa? Di una gallina? O di due maniaci? disse beffarda, oltrepassando la soglia.
-È un peccato che siamo così tanti e che voi siate a piedi. Con una di queste ci saremmo potuti divertire di più.- gongolò Key, accarezzando una Honda grigia e lanciando uno sguardo beffardo ai due ragazzi.
-Davvero lo credi un problema? Se mi dici dove possiamo trovarne due anche noi, questo dilemma lo risolviamo subito. Magari anche qualcosa di più potente di quel giocattolino che hai tu.- lo schernì Miroku.
Un lampo di sfida passò negli occhi dell’ americano che sorrise sornione.
-Davvero vi interesserebbe procurarvene qualcuna?-
- Ovviamente! Dicci solo come fare.- lo esortò il moretto.
-Dopo che ve l’ avrò spiegato vedremo se sarete ancora d’accordo. Ogni settimana, in un paese qui vicino, si tengono delle gare e il vincitore ha il diritto di tenersi la moto che ha usato per correre. Non so se avete ben capito a che tipo di gare mi riferisco.-
-E questo sarebbe tutto? Puoi considerarci già motorizzati! Portaci dove si tengono queste corse.- gli ordinò Inuyasha.
- Non vorrete mettervi nei guai già dal primo giorno?-chiese Kagome con tono al contempo preoccupato e scocciato.
-Sta zitta! Non mi metterò in nessun guaio, ma è meglio far capire subito a certe persone con chi hanno a che fare- dsibilò, guardando in malo modo Key.
- Se ve la sentite, le gare inizieranno tra un po’. Stasera i miei genitori non saranno in casa, quindi non dobbiamo preoccuparci di farci scoprire. Vi basterà prendere l’autobus che passerà a momenti e scendere alla prossima fermata. Io, ovviamente, ci andrò in moto. -disse ghignando.
Fece poi scorrere lo sguardo su Sango e Kagome.
 -Bamboline, una di voi vuole venire con me?-
- Portaci tua sorella. Loro vengono con noi.- dichiarò con voce dura Miroku.
- Come volete! Se ne avete il coraggio ci vediamo lì tra poco-
 Aspettò che la sorella salisse sulla moto e partì sgommando.
- Non so voi, ma io non ho intenzione di andare da nessuna parte. Queste cose non mi interessano minimamente e credo che dovreste rinunciare eanche voi. Finirete col mettervi nei guai.- ribadì Kagome.
- No, quel ragazzo ci ha chiaramente sfidato e uno Youkai non si tira mai indietro davanti a una sfida, inoltre tu vieni con noi. Sai troppo e non posso essere sicuro che non andrai a spifferare tutto ai signori Mine..-
- Io faccio quello che voglio e non ciò che mi ordini tu. Se la cosa ti tranquillizza, sappi che non andrò a riferire nulla a nessuno. Non mi importa di ciò che fai!-
- Avanti, ragazzi, non litigate. Su, Kagome, andiamo anche noi. Non devi mica correre tu.- tentò di convincerla Sango.
- Ma, Sango, cosa stai dicendo? Vuoi andare davvero anche tu? -
- Basta discutere. Avanti, hai sentito cosa ha detto Sango? Andiamo!- ordinò InuYasha.
Senza darle il tempo di ribattere cominciò a trascinarla verso la fermata dell’autobus, non lasciandole possibilità di scelta.
 
Giunti alla fermata indicatagli da Key scesero dall’autobus e ad attenderli trovarono i due figli dei coniugi Mine.
-Oh, ma allora siete venuti davvero. Che temerari! Venite, la pista è vicina.-
Camminarono per qualche minuto, svoltando in vicoli sempre meno frequentati e illuminati. Sango e Kagome si guardarono in giro leggermente spaventate e si avvicinarono istintivamente a Miroku e Inuyasha.
-Cosa c’è, ragazzina, hai paura?- ghignò.
-Ti aspetti che io ti dica di no per puro orgoglio, vero? Sì, ho un po’ paura. Ci troviamo in una città che non conosciamo e stiamo girando per vicoli e vicoletti che mi sembrano poco raccomandabili e oltretutto stiamo per fare qualcosa di illegale. Quindi dammi pure della ragazzina, ma sono un po’ spaventata.- affermò Kagome con voce sicura e pronta ad essere sbeffeggiata dal ragazzo. Inuyasha, invece, le rivolse uno sguardo curioso e attento.
-Non devi aver paura. Io e Miroku non permetteremo che vi accada nulla..- la rassicurò -Siete pur sempre le sorelle di due dei nostri migliori amici- precisò poi.
- Ecco, dopo questa traversa siamo arrivati. Dovremo scavalcare.. pensate di farcela?- domandò Key con tono beffardo scavalcando agilmente un cancello e saltando poi da un muretto. Inuyasha e Miroku lo imitarono  senza difficoltà e si fermarono poi per aiutare le tre ragazze. Fecero qualche passo e si trovarono circondati da un mare di gente, tutta concentrata intorno a delle moto.
-Ciao, Key, che ci fai qui? Sei già stanco della moto che hai vinto ieri?- lo salutò un ragazzo.
-Salve, ragazzi. No, per il momento va ancora bene, non sono qui per me.- disse indicando con un cenno della testa Miroku ed InuYasha.
- Ciao, Charlotte. E questi altri chi sono?- chiese, concentrando la sua attenzione particolarmente su Kagome e Sango.
-Questi sono alcuni dei ragazzi che la mia famiglia ospiterà per quella specie di progetto studio. Loro sono Kagome, Sango, Miroku ed InuYasha..- li presentò -quei due dicono di volere una moto, così li ho portati qui per vedere cosa sono capaci di fare..- ghignò.
-Siete sicuri di voler provare? Potreste farvi male..- ironizzò.
- Non preoccuparti, se dovesse succedere non andremo a piangere dalla mamma- replicò strafottente Miroku.
-Basta perdere tempo. Spiegateci come funziona.. - esclamò Inuyasha, spazientito.
-Le moto che vedete lì sono nuove, sceglietene una e correte. I primi tre che raggiungeranno il traguardo potranno tenersi le moto. Farei attenzione però se fossi in voi, perché le moto, come vi ho detto, sono nuove e se le rovinate dovrete pagare i danni.. e non parliamo certo di cifre basse.-
-Tsk, fidati i soldi non sono affatto un problema.-
- Se siete realmente intenzionati a correre, scegliete una moto e una ragazza e poi posizionatevi. Vi conviene sbrigarvi perché la gara sta per cominciare.-
Inuyasha e Miroku, seguiti dal resto del gruppo, si avvicinarono al box dove erano custodite le moto e scelsero rispettivamente una Yamaha nera e una Honda blu.
- Ottima scelta. Bisognerà vedere se sarete capaci di guidarle.-  sottolineò l’ amico di Key. Si avvicinò poi a Kagome.
 -Che ne dici, carina, ti va di correre con me? Sei in ottime mani- disse lanciandole uno sguardo lascivo.
- Loro corrono con noi- ringhiò  Inuyasha tirando Kagome al proprio fianco e mettendole il casco in testa.
- Ehi, aspetta un attimo. Io non voglio né correre, né morire.- si lamentò la ragazza.
- Hai paura per caso? Se non vuole venire lei, salgo io con te- si intromise Charlotte.
La moretta si indispettì. Detestava quel genere di cose, ma per nessuna ragione al mondo l’avrebbe data vinta a quella smorfiosa.
-Vengo con te.- disse, rivolgendo un’occhiata soddisfatta all’americana.
-Non aver paura. Rilassati e stringiti forte a me. Non accadrà nulla e finirà ancor prima che tu te ne sia accorta.- le raccomandò cercando di addolcire un po’ il tono di voce.
Kagome seguì le sue istruzioni e sotto le sue mani poté sentire la consistenza dei muscoli del ragazzo. Arrossì.
Le moto si posizionarono sulla linea di partenza e ad un cenno scattarono partendo. Miroku e Inuyasha si portarono da subito in testa, gareggiando tra loro più che con gli altri. Inuyasha alla prima curva frenò e fece piegare la moto, poi spinse l’acceleratore tornando a prendere velocità.  Miroku toccò la linea d’arrivo qualche secondo prima dell’amico, seguito da tutti gli altri motociclisti.
-Questa volta ti ho battuto, InuYasha.- esultò Miroku.
-Non vantarti, ti ho lasciato vincere per non farti fare una pessima figura con questi americani.-
-Direi che le moto le abbiamo ampiamente vinte, non trovi? - chiese Miroku beffardo e provocatorio al ragazzo americano.
- Siete stati fortunati, stasera non gareggiava nessuno che sapesse davvero guidare una moto-rispose atono l’altro.
Inuyasha ghignò, salì sulla moto e si voltò verso Kagome.
- Stai bene?- le domandò.
-Sono stata meglio, ma sono ancora tutta intera è questo quello che conta, no? – sussurrò, accennando un sorriso.
-Tsk, che malfidata! Torniamo a casa?-
- Sì, direi proprio di sì.-
Inuyasha lanciò uno sguardo a Miroku che annuì. Senza degnare né Key, né gli altri della minima attenzione accesero le moto e partirono sgommando.
Arrivarono a casa Mine in breve tempo e parcheggiarono le moto dove prima si trovava quella di Key.
-Beh, direi che il primo giorno è andato bene.. –proferì Miroku.
-Io direi piuttosto che il primo giorno siamo stati fortunati. Siamo ancora vivi, non abbiamo litigato con nessuno e non ci siamo sfracellati sulla strada. Eppure eravamo vicini a fare tutte e tre le cose..- lo corresse Kagome.
- Come sei noiosa.  Non sai che un po’ di sano divertimento nella vita è necessario?- la canzonò Inuyasha.
- Diciamo che io ho un diverso concetto di divertimento- replicò, secca.
Sango sospirò. -Prima che cominciate a litigare, io vi auguro la buonanotte.- disse avviandosi verso la sua camera.
-Anche io vado a letto- affermò Miroku voltandosi a guardare Sango –Perché non dividiamo lo stesso letto,Sanguccia?-
-Continua a sognare, pervertito- gli rispose, sbattendogli la porta della sua camera in faccia.
-Sanguccia, io non capisco perché devi sempre trattarmi così.- sospirò Miroku, rassegnato.
Nel corridoio Kagome e Inuyasha rimasero a guardarsi in silenzio.
-Beh, vado a letto anche io. Buonanotte, Inuyasha.- bisbigliò, incerta.
- Buonanotte, ragazzina.- le rispose lui con il solito tono beffardo.
Kagome stizzita si girò
- Dimmi, trovi tanto difficile pronunciare il mio nome?- chiese nervosa.
Inuyasha sollevò gli occhi al cielo in una tipica espressione di noia.
- D’accordo, d’accordo- disse avviandosi nella sua camera e sussurrando un –Buonanotte, Kagome- prima di chiudere la porta.
La ragazza sorrise, pensando che, dopo tutto, quel ragazzo non era poi così antipatico.
 



Note dell'autrice:
Ciao a tutte :)
Mi spiace enormemente se la settimana scorsa non sono riuscita ad aggiornare, ma il caricabatterie del mio computer aveva deciso di andarsi a fare un bel giro all'altro mondo xD 
Comunque, come si dice, meglio tardi che mai..il capitolo è arrivato e spero sia di vostro gradimento.
Sembra che le cose tra i due si siano un pò calmate, ma vi assicuro che siamo ben lontani da una pace definitiva xD
Per chi segue anche le mie altre storie, chiedo scusa se vi sto facendo aspettare tanto, ma ho cominciato a lavorare e coordinare turni lavorativi, università e esami ormai prossimi mi lascia davvero poco tempo, comunque vedrò di darmi una mossa :)
Ringrazio tutti coloro che hanno inserito la storia tra le seguite/ ricordate/ preferite e tutti coloro che dedicano qualche minuto del loro tempo a leggere le mie pazzie. Grazie :)
Invito chi ne avesse voglia ad iscriversi al nostro gruppo facebook: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Troverete tantissime delle vostre autrici preferite, spoiler e tante nuove amiche. Vi aspettiamo :)
Baciii

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Capitolo 4
*** La festa (1 parte) ***


Kagome dormì tranquillamente. Il giorno dopo si alzò rapidamente, si preparò e scese al piano di sotto pronta per fare colazione con la famiglia Mine e con i suoi compagni.
-Buongiorno a tutti.-salutò.
- Oh, buongiorno a te Kagome.- le rispose cordiale il signor Mine
Si avvicinò al tavolo e prese posto tra Sango e Sakura. Allungò la mano per afferrare uno dei croissant posizionati a  centro tavola, ma si fermò quando notò lo sguardo sorpreso di Sota e Sango.
- Cosa avete da guardare? Ho forse qualcosa che non va?-
- K…Kagome, sei proprio sicura di sentirti bene?- le chiese l’amica con tono preoccupato.
-Certo che sì. Perché mi fai una domanda del genere? -
- Non è possibile! Ti sei alzata da sola ed in perfetto orario. Deve esserci qualcosa che non va..- replicò sconvolto Sota.
- Ma smettetela! È il nostro primo giorno qui e sono troppo curiosa ed emozionata.-
-Brava, Kagome, questo è lo spirito giusto.- si complimentò il signor Mine.
- Ditemi, ragazzi, sapete già come arrivare a scuola?- domandò Key.
- In realtà no. Dovremo prendere il pullman o cosa?- chiese Funny, facendo gli occhi dolci al ragazzo americano.
- Io e Charlotte ci andremo in moto, come sempre. Credo proprio che a voi quindi toccherà prendere il pullman -
- Non so cosa darei per avere qui la mia moto.- sussurrò con tono rammaricato Koga.
Quasi tutti i ragazzi presenti intorno al tavolo annuirono, mentre Miroku ed Inuyasha si scambiarono uno sguardo complice. Finirono la colazione, raccolsero le loro cose e si avviarono all’uscita.
- Che sfortuna dover portare la divisa anche qui e io che pensavo di poterla lasciare a casa- si lamentò Sango.
- A me non dispiace per nulla. Del resto è carina.- dichiarò Kagome osservando la divisa blu, composta da una gonna alla marinara che si fermava qualche centimetro prima del ginocchio e da una maglietta a maniche corte di un tenue azzurro.
- Non capisco però perché loro vadano in giro sempre senza divisa.- proferì, con tono contrariato, Sakura riferendosi al gruppo di ragazzi.
- Se la divisa non la portavamo nella nostra vecchia scuola perché dovremmo portarla qui?- fece notare Sesshomaru alla sorella.
-Key, scusa, puoi spiegarci come arrivare a scuola?.- domandò Hojo.
Key lo guardò, sorridendo beffardo.
- E’ semplice, damerino. Ti basterà prendere l’autobus che passa a pochi metri da qui e ti fermerà proprio davanti l’istituto.-
Arrivarono tutti insieme davanti al cancello d’entrata e lì trovarono parcheggiate tre moto tirate a lucido.
- Wow, niente male. Potresti anche prestarcene una..-dichiarò Koga  rivolto a Key.
-Solo la grigia è mia, le altre sono dei tuoi amici.-
Tutto il gruppo si voltò a guardare Inuyasha e Miroku che tirarono fuori dalla tasca dei jeans le chiavi delle moto.
-Cos’è questa storia, ragazzi? Come fate ad avere quelle moto?- chiese Kohaku, guardando invidioso i due.
- Mentre voi ieri eravate tutti troppo stanchi per andare in giro, noi ci siamo procurati le moto.-
Sota li guardò sospettoso.
- Procurati? E in che modo?-
-Nello stesso modo in cui gli altri se le procurano nella nostra città, Sota.- gli rispose InuYasha.
- Cosa aspettiamo? Ne voglio una anche io. Dove si tengono le gare?-chiese impaziente Sota a Key.
- Mi dispiace, ma le gare si tengono ogni due settimane. Fino ad allora però puoi sempre usare l’autobus.-
- Credi di essere spiritoso, amico?- domandò avvicinandosi minaccioso all’americano.
- Calmati, Sota, non ne vale la pena- cercò di calmarlo Kagome.
-Ragazzi, voi sapete quanto io odi i pullman. Inuyasha dammi un passaggio.-
-Non posso, Sota- negò l’amico.
- Cosa? E perché mai? Non dirmi che non vuoi accompagnarmi perché devi passare a prendere qualcuna.- chiese con voce delusa e curiosa.
-Non proprio. Ci porto tua sorella con me.-
Tutti si voltarono a guardare Kagome che arrossì.
-E perché dovresti portarci lei?-
-Semplice, perché quando abbiamo vinto le moto con noi c’erano anche lei e Sango. Hanno corso con noi, quindi possiamo dire che in parte è anche merito loro.-
Sota si voltò furioso a guardare la sorella.
-Che cosa hai fatto? Razza di stupida non sai che avresti potuto farti male? Sango, anche tu, ti facevo più matura. E voi- disse riferendosi ai suoi amici -come vi è venuto in mente di trascinarle in una cosa del genere?- chiese furioso.
-Abbassa la voce, Sota, non vorrei far sapere i fatti miei a tutti gli abitanti del continente americano. E poi, non rompere! Sono abbastanza adulta da fare quello che voglio- l’apostrofò Kagome e sorpassando il fratello si avvicinò alla moto di Inuyasha, che le porse il casco.
Sango la imitò e senza attendere altro partirono.
 
Seguirono Key e arrivarono rapidamente a quella che per i prossimi due mesi sarebbe stata la loro scuola. Parcheggiarono e scesero dalla moto, attirando l’attenzione di tutti gli altri studenti.
-Abituatevi a questo genere di attenzioni. In primis perché siete in nostra compagnia, io e mia sorella siamo due dei ragazzi più popolari della scuola..- disse vantandosi -… e anche perché di solito la vita in questa città è così monotona e voi ora rappresentate l’eccezione.-
- Chi ti dice che non siamo già abituati a cose del genere?- rispose piccata Kagome, infastidita dal continuo vantarsi del ragazzo.
-Davvero un tipino scialbo e comune come te è popolare nella sua scuola? Devono essere davvero tutte brutte nella tua città.- commentò Charlotte.
Kagome fece per rispondere, ma fu preceduta da Key.
-Io non la trovo affatto né scialba né comune, sorellina. Anzi la trovo molto carina.- disse rivolgendo uno sguardo malizioso alla moretta che arrossì.
-Hai dei gusti alquanto strani.- esordì scocciata Charlotte.
-Dimmi, Kagome, sei mai stata ad una festa?- chiese Key muovendo qualche passo in direzione della moretta.
- Non mi sembra di aver mai affermato di aver vissuto in un convento in questi 16 anni.- rispose la ragazza con tono duro.
- Intendo ad una vera e propria festa. Una di quelle dove ci si diverte davvero.-
- Dipende dal tuo ideale di divertimento.- 
Key si avvicinò ulteriormente, si abbassò e le sussurrò all’orecchio.
- Hai voglia di azzardare?- domandò e voltò leggermente il viso per guardarla negli occhi.
Kagome, cogliendo la sua provocazione, annuì, curiosa di vedere fin dove si fosse spinto.
-Perfetto, fatti trovare pronta a mezzanotte. Ti porto ad una vera festa, una festa in maschera. -
La ragazza non ebbe il tempo di rispondere che si sentì afferrare per le spalle e tirare indietro. Alzò lo sguardo confusa e trovò due iridi ambra che la guardavano furiosi..
- Se avete terminato il vostro discorso tete- a – tete ci fa piacere, la scenetta cominciava ad essere un po’ disgustosa.- sibilò Inuyasha con voce dura stringendo la presa sulle spalle di Kagome.
Key lo ignorò, sorrise a Kagome e si avviò verso l’edificio seguito dalla sorella.
-Cos’è, ragazzina, sei in calore? O hai gli ormoni impazziti? – urlò.
La ragazza lo guardò sconvolta, non riuscendo a capire perché si stesse comportando in quel modo.
-Ma cosa ti prende adesso?-
- Mi prende che quando hai voglia di sfogarti vatti a rinchiudere nei bagni o in uno sgabuzzino con quel tipo. Non farlo davanti ai miei occhi perché la scenetta mi fa leggermente vomitare-
Kagome lo guardò ancora un po’, sconvolta. Poi rendendosi conto di ciò che aveva appena detto, lo schiaffeggiò.
- Ma chi ti credi di essere? Tu non mi conosci nemmeno, come osi giudicarmi? E se volessi amoreggiare, sarei libera di farlo dove e con chi più mi pare, è chiaro? Non dovrei certo dar conto a te.- lo fulminò ancora una volta e poi andò via.
Inuyasha, ancora furente, lanciò un’occhiataccia a Sango e Miroku che erano rimasti lì in silenzio a guardare tutta la scena e poi andò via anche lui prendendo una direzione opposta rispetto a quella della ragazza.
Quando furono arrivati tutti, i ragazzi si recarono in segreteria e ad ognuno di loro venne consegnato un foglio su cui erano indicati gli orari e i corsi da seguire.
- Proprio come aveva detto il signor Mine i corsi sono uguali per tutti.- osservò stupidamente Hojo.
- Già, Hojo, è proprio per questo che si chiamano corsi comuni.- ribatté stizzita Kagome.
Hojo abbassò lo sguardo e poi tornò a parlare.
- Non capisco perché continui ad avercela con me, Kagome. Mi sembra di averti chiesto scusa innumerevoli volte e di averti ripetuto fino allo sfinimento che è stato solo un fottutissimo errore. -
-Non mi interessa per nulla parlare di questo, Hojo. Non davanti a tutti questi spettatori- disse riferendosi al gruppo che li osservava incuriosito.
- e poi ti ho ripetuto non so quante volte che quel che è fatto è fatto. Non si torna indietro.. discorso chiuso.-
- A me però interesserebbe davvero sapere quello che è successo. Perché non me lo racconti?- si intromise Sota fulminando con lo sguardo Hojo, che deglutì spaventato.
-Smettila, Sota, non abbiamo tempo per queste sciocchezze.Il primo corso di oggi è letteratura inglese e sta per cominciare, quindi sbrighiamoci- disse sbrigativa.
Appena arrivarono nell’aula, la professoressa che sembrava molto gentile, li presentò al resto degli studenti. Le studentesse mangiarono praticamente con gli occhi tutti i ragazzi che sorrisero maliziosi e i ragazzi fecero qualche apprezzamento più o meno pesante sulle nuove arrivate. Kagome, Sango e Sakura presero posto tra le prime file e cominciarono a seguire la lezione.
[Durante la pausa]
- Credevo fosse più difficile, invece molte cose le conoscevo già… - esclamò allegra Sango. Kagome si limitò ad annuire.
- Avanti, Kagome, non sarai ancora arrabbiata per la litigata di prima-
- Con chi hai litigato, Kagome?- chiese curiosa Sakura.
- Con quello stupido di tuo fratello- inveì contro Sakura, che la guardò stranita.
- Perdonami, Sakura, non volevo prendermela con te.- chiese pentita.
- Scusate- le richiamò una voce sconosciuta.
Le tre ragazze si voltarono per capire chi avesse parlato. Erano tre ragazze.
- Si?-
- Voi siete le ragazze straniere vero? Piacere io sono Rin, e loro sono le mie amiche Kagura e Ayame-
- Il piacere è tutto nostro. Io sono Sango e queste sono le mie amiche Kagome e Sakura-
Cominciarono a parlare del più e del meno scoprendo di avere molte cose in comune.
“In meno di dieci minuti ci siamo fatte delle nuove amiche” pensò Kagome contenta.
 
[Diverse ore dopo]
-Oh finalmente, questa giornata è finita. Cosa ne dite ragazze, usciamo un po’ questa sera? – chiese Sango.
- Non contate su di me, non sono proprio dell’umore- disse Kagome.
Si avviarono verso il parcheggio delle moto.
- Miroku, torno in moto con te? -
- Certamente, Sanguccia.-
Sango sorrise felice e salì sulla moto dell’amico.
- Avanti, Kagome, cosa aspetti?- la richiamò Sango.
- Io torno con il pullman insieme agli altri-
-Era proprio ciò che stavo per dirti di fare.. - esclamò una voce alle sue spalle.
Kagome si voltò a fissare, nervosa,quel paio d’occhi color ambra.
- Non mi sembra di averti chiesto nulla-
-Beh, se avevi intenzione di farlo ti ho prevenuta.. –
Furono in quel momento raggiunti anche da Key e Charlotte. L’americana sorrise al ragazzo venendo corrisposta, gli scoccò un bacio sulla guancia e salì sulla sua moto. Kagome strinse i pugni infastidita da quella scena. Fu Key ad approfittare della situazione.
- Vuoi tornare con me, Kagome? - chiese, sfidando con lo sguardo Inuyasha che non aveva distolto gli occhi dalla ragazza.
Kagome si voltò e gli sorrise.
- Ti ringrazio, Key- acconsentì salendo in moto e lanciando uno sguardo divertito ad Inuyasha.
L’americano partì, lasciando tutti quanti a chiedersi cosa fosse successo tra quei tre.
- Hai voglia di tornare subito a casa? - le urlò per farsi sentire.
- Perché dove vorresti andare? – domandò, incerta.
- Questo dipende da te. Ci vieni stasera alla festa con me?-
Kagome tacque per qualche istante.
-Su, è solo una festa. Ti riporterò a casa sana e salva.-
-E va bene- si lasciò convincere.
-Così mi piaci.. allora so io dove portarti - sorrise e accelerò.
Kagome si strinse di più a lui.
-Davvero e dove?- chiese con voce curiosa.
- Sarà una festa in maschera, quindi avrai bisogno di un costume. Potresti vestirti da geisha, da infermierina sexy o perché no da spogliarellista- la stuzzicò con tono malizioso.
Kagome arrossì terribilmente e gli diede un pugno sulla schiena.
- Ma cosa vai blaterando? Sceglierò da sola il mio costume. -
- Come preferisci, cerca però di non venire vestita da suora- la schernì guardandola attraverso lo specchietto laterale e insieme scoppiarono a ridere.
Passarono un pomeriggio piacevole, a differenza delle aspettative di Kagome. Key era stato gentile, l’aveva accompagnata in vari negozi senza mai lamentarsi, l’aveva portata in un ottima gelateria e poi riaccompagnata a casa.
Quando la moto si fermò davanti casa Mine, Key e Kagome scesero ridendo.
-Allora, vuoi dirmi, dopo aver girato quasi 15 negozi, che vestito hai preso?-
- Oh no, sarà una sorpresa-
- Come vuoi. Per quanto riguarda stasera..- disse sottovoce - … fatti trovare pronta per mezzanotte. Le nostre camere sono vicine, verrò a bussarti io-
Kagome si limitò ad annuire.
Entrarono in casa dove tutti gli altri stavano già cenando. Sota rivolse uno sguardo severo a Kagome, che lo ignorò completamente, pensò invece di doversi scusare con i signori Mine, ma Key la precedette.
- Mamma, papà è tutta colpa mia se abbiamo fatto tardi. Ho fatto fare a Kagome un giro della città e tra una chiacchiera e l’altra si è fatto tardi. Noi comunque abbiamo già mangiato-
-D’accordo, ragazzi, ma la prossima volta, per favore, avvertiteci-
- Certamente, signor Mine. Vi chiedo scusa ma sono stanca e vorrei riposare- si congedò Kagome.
Salutò tutti e salì nella sua camera. Poggiò tutto ciò che aveva acquistato sulla scrivania e non fece nemmeno in tempo a sciogliere i capelli che la porta della sua camera di aprì.
 Kagome si voltò curiosa a guardare chi fosse e i suoi occhi incrociarono quelli di chi meno di tutti in quel momento avrebbe voluto vedere.
- Cosa ci fai tu qui?- chiese dura.
 - Dove siete stati?- esordì InuYasha ignorando la domanda di Kagome.
- E cosa ti interessa?-
- Ti ho chiesto dove siete stati. Non rispondere ad una domanda con un’altra domanda- ripetè con tono duro il ragazzo.
- Non capisco perché dovrebbe interessarti. E poi non hai ascoltato quando Key l’ha detto?- chiese piccata.
- Quelle palle potrai rifilarle al signor Mine, ma non a me! Dimmi, avete già scopato? No, perché sai in quel caso si stancherà presto di te.- le disse con voce tagliente.
Kagome restò a fissarla con la bocca spalancata.
- Ancora con queste tue stupide insinuazioni? Ma come ti permetti? E in ogni caso la cosa non ti dovrebbe minimamente riguardare. E ora fuori di qui, prima che io chiami il signor Mine- ordinò, furiosa come non lo era mai stata.
Inuyasha la guardò con sufficienza.
- Peggio per te. Per lui sei solo un giocattolo- dichiarò prima di richiudere la porta alle proprie spalle.
Kagome, infuriata, si impose di smettere di pensare al ragazzo che l’aveva giudicata così facilmente.
Cacciò dalla busta il vestito che aveva comprato, chiuse a chiave la porta per evitare l’intrusione di altri scocciatori e si dedicò a se stessa.
Lavò i capelli e li lisciò, ma quando fu il momento di indossare il vestito, guardandolo bene non fu poi tanto convinta. La commessa l’aveva praticamente obbligata a comprarlo, convincendola che quel costume sembrava fatto appositamente per lei.
Era un vestito da sacerdotessa,così le aveva detto la commessa, ma che di monacale aveva ben poco. La parte superiore era composta da una corta casacca bianca. Le maniche ampie, a pipistrello, risaltavano la scollatura ampia e lasciavano scoperte le spalle. La gonna, rossa, era lunga, ma resa provocante da due vertiginosi spacchi su entrambi i lati.
Il costume comprendeva una cintura dorata da legare in vita e un paio di sandali altissimi. Kagome guardandolo ebbe un attimo di esitazione, anche perché non riusciva a credere che nel passato qualche sacerdotessa se ne fosse andata vestita in giro in quel modo. Pensò, però, che ormai era troppo tardi per tornare indietro, infilò quindi velocemente il vestito e si truccò leggermente.
Dei colpi alla porta la fecero sussultare.
- Chi è?- chiese a voce bassa.
- Quanti appuntamenti hai per questa sera a mezzanotte?- chiese una voce beffarda dall’altro lato della porta. Kagome sorrise e aprì la porta. Guardò Key, indossava dei Jeans scuri e aderenti che disegnavano perfettamente le sue gambe, un maglioncino blu che evidenziava in modo perfetto i suoi muscoli. Il suo costume era composto interamente da una maschera nera che teneva poggiata sugli occhi.
Kagome arrossì quando si accorse di averlo letteralmente squadrato e fece per dire qualcosa quando notò che Key se ne stava lì con la bocca aperta a fissarla.
- H..ho qualcosa che non va?- chiese timida, abbassando lo sguardo sul suo costume.
- Niente affatto, sei bellissima-
- Ti ringrazio-
-Beh, adesso sarà meglio andare se non vogliamo farci scoprire dai miei genitori..- le porse la mano, che Kagome timidamente prese e cercando di non fare rumore la condusse verso l’uscita e poi fino al garage. Tirò fuori le chiavi della moto e fece per accenderla.
- Aspetta! Se l’ accendi qui non credi che ci sentiranno?-
- Il garage è abbastanza lontano dalle camere e poi con le finestre chiuse non sentiranno nulla- negò.
Accese la moto, attese che Kagome salisse e si stringesse a lui e poi partì.
Nello stesso momento, Inuyasha uscì silenziosamente dalla camera di Charlotte. Era pienamente soddisfatto della serata passata e prima di tornare in camera sua decise di uscire in cortile a fumare. Si bloccò quando vide Key e Kagome sgattaiolare via.
Strinse i pugni e spezzò la sigaretta. Non sapeva spiegarsi il perché, ma vedere quei due insieme lo rendeva estremamente furioso. Senza perdere altro tempo prese la sua moto e si avviò per la stessa strada che avevano imboccato pochi minuti prima Key e Kagome.



NOTE DELL'AUTRICE:
Salve, gente,
mi scuso per il ritardo..avevo promesso che avrei aggiornato almeno una volta a settimana, ma fino ad ora non sono riuscita a mantenere l'impegno..prometto che mi impegnerò di più :D
Passando alla storia, io non so dire quanto schifo faccia questo capitolo xD Per fortuna quelli che seguono fanno un pò meno pietà, ma o mi accontentavo o avrei dovuto riscriverla totatlente..Anyway, lascio a voi i commenti finali :D
Sembra che le prime gelosie siano scattate, così come le conseguenti ripicche e vi annuncio che nel prossimo capitolo assisteremo ad una svolta interessante :)
Vi lascio un piccolo spoiler, che spero stuzzichi un pò la vostra curiosità:
-E tu cosa ci fai qui?- chiese scioccata.
- Ti sembra questo il modo di comportarti?-  le disse con voce furiosa.
Kagome lo guardò sconvolta chiedendosi cosa mai ci facesse lì Inuyasha e cosa volesse da lei. Il ragazzo la prese per un polso e la trascinò fuori per poter parlare liberamente.
- Allora, vuoi spiegarmi cosa diavolo sei venuta a fare in un posto del genere? – esplose.
- E’ una festa, Inuyasha. Sai cosa si fa ad una festa? Ci si diverte!-
Inuyasha fece scorrere lo sguardo sul corpo della ragazza e quando si accorse del costume che indossava aggrottò le sopracciglia e sentì la furia invaderlo.
- E dimmi, ti sembra il caso di uscire conciata in questo modo? Sei praticamente nuda!- urlò.
- E’ un costume. E poi non capisco cosa vuoi! Non vedo perché la cosa dovrebbe interessarti..-
- Già è quello che mi chiedo anche io, sarà perché mi preoccupo per la sorella di uno dei miei migliori amici- disse come se stesse parlando a sé stesso.
- Beh, non è affatto necessario. Sono abbastanza adulta da saper badare a me stessa- disse scocciata lei
- Non mi sembra visto che ti sei fatta trascinare da quel deficiente  a questa stupida festa, visto il modo in cui ti sei conciata e visto come ti strusciavi addosso a quello schifoso.-
Kagome perse la pazienza.
- Stavamo solo ballando e se ci tieni a saperlo quel ragazzo era piuttosto simpatico. E poi sbaglio o sei stato proprio tu oggi pomeriggio, seppur in modo velato, a darmi della poco di buono?-
Inuyasha sembrò calmarsi.
 - Mi dispiace per oggi, ok? Non avevo nessun motivo di giudicarti.. -
Kagome a quelle parole, sembrò calmarsi un po’.
- Spiegami almeno il perché, Inuyasha. Mi hai aggredito in quel modo senza nessun motivo.-
Lui distolse lo sguardo dal suo.
- Non so spiegartelo nemmeno io, Kagome. Ma il modo in cui il damerino americano ti guarda non mi piace per nulla. E anche se sono io il primo a non capire il perché, diciamo che mi sento molto protettivo nei tuoi confronti- Kagome arrossì a quelle parole, ma gli regalò un sorriso.
- Adesso andiamo via, altrimenti sarò costretto a rompere la faccia a qualcuno- disse a denti stretti e fulminando due ragazzi, che passando di lì, si erano soffermati a guardare un po’ troppo a lungo le gambe di Kagome.

Vi lascio anche il link del gruppo..chi vuole unirsi alla nostra pazza famiglia, è sempre ben accetto ^^
Ci trovate qui:https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Baciiii

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Capitolo 5
*** La festa (2 parte) ***


Note dell'autrice:
Questa volta le note ve le lascio all'inizio :p Sono felice di esser riuscita a mantenere la mia promessa e quindi di esser riuscita ad aggiornare in tempo :D
Ringrazio tutti voi che continuate a seguire la storia con tanto entusiasmo..grazie davvero :D
Volevo poi avvisare chi segue anche le altre storie che attualmente ho in corso che aa breve arriveranno anche gli aggiornamenti di Heart's fight e di Torrida Passione :)
Buona lettura!!
Baci



Quando i due ragazzi arrivarono nei pressi della casa dove si sarebbe tenuta la festa, furono avvolti da una musica assordante. La tenuta si trovava in una stradina isolata,priva d’altre abitazioni.. nessuno avrebbe potuto protestare quindi per quel casino.
Parcheggiarono la moto tra due macchine e scesero. La porta di casa era aperta e delle persone erano lì davanti a fumare. Key si fermò a salutarli e a scambiare qualche parola con loro, mentre Kagome si guardava in giro curiosa..
 - Entriamo, Kagome?- le domandò.
 - Certo-
Appena superato l’uscio, la ragazza pese a guardarsi intorno con curiosità. La casa era enorme e stracolma di persone.
Tutti erano impegnati nelle più svariate attività: c’era chi beveva, chi fumava e chi era intento a quasi riprodursi.
Kagome storse il naso per l’insopportabile puzza di fumo e guardò disgustata i due ragazzi avvinghiati sulle scale. Key evidentemente era solito frequentare quel tipo di feste, pensò, visto che ad ogni passo che muovevano si fermava per salutare qualcuno.
 Non troppo facilmente, arrivarono in quello che doveva essere il salone. La musica lì dentro risuonava a palla da degli amplificatori posti ai quattro lati della camera, quasi ad assicurarsi che da lì nessuno uscisse con l’udito ancora intatto.
 - Avanti, sciogliti, Kagome, siamo qui per divertirci. Vuoi qualcosa da bere? Ti avverto però, credo che ormai ci sia solo alcool, i succhi di frutta devono averli finiti già da un po’. – la schernì.
- Ma che spiritoso! Guarda che non sono nata ieri. Non sarà certo la prima volta che bevo alcool. Va bene, prendimi qualcosa, ma che non sia eccessivamente forte.-
- Agli ordini, mademoiselle.-
Tornò qualche minuto dopo, porgendo a Kagome un bicchiere con un liquido scuro. La ragazza lo guardò indecisa e sospettosa.
- Puoi bere tranquillamente, ti assicuro che non è nulla di troppo forte-
- Lo spero per te, altrimenti dovrai trascinarmi a casa ubriaca fracida.-scherzò, bevendo un sorso della bevanda.
La musica fu abbassata, una ragazza salì su un amplificatore e cercò di attirare l’attenzione di tutti i presenti.
-Ragazzi, cosa ne dite di movimentare un po’ la serata? Scegliete un partner e diamo il via alle danze. Non dimenticatevi di cambiare, si sa che nella vita bisogna provare un po’ di tutto.- strillò, bevendo poi tutto il contenuto del bicchiere che aveva tra le mani.
 La folla sembrò apprezzare la sua idea, visto che tutti urlarono entusiasti. Key prese il bicchiere che Kagome aveva tra le mani, ancora quasi del tutto pieno, lo poggiò tra le mani del primo ragazzo che incrociò e la trascinò tra la folla.
- Su, Kagome, divertiamoci, non siamo venuti di certo fin qui per fare tappezzeria- le disse cingendole i fianchi e cominciando a ballare.
Appena la musica mutò, il ragazzo la lasciò andare e si sbrigò ad acchiappare la prima biondina vestita da pantera che passava di lì.
 Kagome tentò di farsi da parte per uscire da quella marmaglia di gente, ma qualcuno le prese il braccio facendole fare una giravolta e impegnandola in un nuovo ballo.
Guardò il suo nuovo partner, era vestito da gatto. Kagome rimase un po’ incredula, che razza di travestimento era? Inoltre il gatto sembrava avere le zampe un po’ troppo lunghe e più volte la ragazza era stata costretta a respingere i suoi movimenti un po’ troppo audaci.
Fu lei stessa a cambiare partner quella volta e capitò tra le braccia di un aitante soldato. Fisico asciutto, alto e due incredibili occhi verdi. Il ragazzo le fece fare una giravolta e le posò una mano sui fianchi attirandola più vicina a sè.
-Ma che bella sacerdotessa, non temi di corromperti in questo luogo?- disse sarcastico.
Carino e spiritoso, davvero ottima accoppiata pensò Kagome che decise di stare al gioco.
 - Attenzione, perché potresti finire tra le mani di un losco soldato- dichiarò sorridendole e la ragazza scoppiò a ridere.
- Spero si tratti almeno di un gentiluomo-
 - Certo che sì, questo non deve mai essere messo in discussione.. allora  vuoi dirmi come ti chiami?-
La ragazza esitò per un momento, chiedendosi se fosse prudente rivelare il proprio nome ad uno sconosciuto
- Kagome, mi chiamo Kagome-
- Kagome, non mi sembra un nome americano-
- Non lo è, infatti. Sono qui per un progetto scolastico. E io potrei sapere il tuo nome?-
 - Stefan, per servirla- disse accennando un inchino e facendo ridere di nuovo la moretta. La musica cambiò, ma nessuno dei due si mosse.
- Non avremmo dovuto cambiare coppia?-
- E perché? Ho già trovato quello che cercavo - disse sorridendo e attirando la moretta ancora più vicino.
Continuarono a ballare per un po’ in silenzio, fin quando qualcuno li urtò allontanando il ragazzo-soldato da Kagome, che invece si sentì prendere per un braccio e tirare indietro. Quando alzò lo sguardo per vedere il suo nuovo “ballerino” ,rimase sconvolta nel riconoscere due iridi color ambra che la stavano fulminando.
-E tu cosa ci fai qui?- chiese scioccata.
- Ti sembra questo il modo di comportarti?-  le domandò a sua volta con voce furiosa il ragazzo.
Kagome lo guardò sconvolta chiedendosi cosa mai ci facesse lì Inuyasha e cosa volesse da lei. Il giovane la prese per un polso e la trascinò fuori per poter parlare liberamente.
- Allora, vuoi spiegarmi cosa diavolo sei venuta a fare in un posto del genere? – esplose.
- E’ una festa, InuYasha. Sai cosa si fa ad una festa? Ci si diverte!-
Inuyasha fece scorrere lo sguardo sul corpo della ragazza e quando si accorse del costume che indossava, aggrottò le sopracciglia e sentì la furia invaderlo.
- E dimmi, ti sembra il caso di uscire conciata in questo modo? Sei praticamente nuda!- urlò.
- E’ un costume. E poi non capisco cosa vuoi! Non vedo perché la cosa dovrebbe interessarti..-
- Già è quello che mi chiedo anche io, sarà perché mi preoccupo per la sorella di uno dei miei migliori amici- disse come se stesse parlando a sé stesso.
- Beh, non è affatto necessario. Sono abbastanza adulta da saper badare a me stessa- replicò scocciata lei.
- Non mi sembra, visto che ti sei fatta trascinare da quel deficiente  a questa stupida festa, visto il modo in cui ti sei conciata e visto come ti strusciavi addosso a quello schifoso.-
Kagome perse la pazienza.
- Stavamo solo ballando e se ci tieni a saperlo quel ragazzo era piuttosto simpatico. E poi, sbaglio o sei stato proprio tu, oggi pomeriggio, seppur in modo velato, a darmi della poco di buono?-
- Mi dispiace per oggi, ok? Non avevo nessun motivo di giudicarti.. -
- Spiegami almeno il perché, InuYasha. Mi hai aggredito in quel modo senza nessun motivo.-
Lui distolse lo sguardo.
- Non so spiegartelo nemmeno io, Kagome. Ma il modo in cui il damerino americano ti guarda non mi piace per nulla. E anche se sono io il primo a non capire il perché, diciamo che mi sento molto protettivo nei tuoi confronti-
 Kagome arrossì a quelle parole, ma gli regalò un sorriso.
- Adesso andiamo via, altrimenti sarò costretto a rompere la faccia a qualcuno- sibilò a denti stretti, fulminando due ragazzi, che passando di lì, si erano soffermati a guardare un po’ troppo a lungo le gambe di Kagome.
 - Calmati per carità. D’accordo, andiamo via. Rientro un attimo a prendere la mia giacca e torno.- disse avviandosi all’entrata, ma lui la fermò.
- Vengo anche io, hai attirato fin troppi sguardi- disse furioso.
Kagome sorrise, soddisfatta dell’apparente gelosia del ragazzo. Il pensiero che lui potesse provare gelosia per lei non le dispiaceva per niente.
Entrarono nuovamente nella casa e Kagome si avvicinò all’appendi abiti per recuperare la sua giacca, ma una voce la fermò.
-Rieccoti. Dov’eri scappata?- le domandò il soldato con cui aveva ballato.
Inuyasha l’affiancò immediatamente e fulminò il tipo.
 - Sparisci di qui, lei è con me- disse cingendo i fianchi di Kagome e attirandola più vicino a sé.
 - E’ vero, tesoro? Non mi avevi detto di avere un ragazzo-
- Lui non è il mio ragazzo- si affrettò a negare la ragazza.
 - E allora cosa ne dici di un altro ballo?-
Inuyasha sbuffò.
 - Credevo di essere stato chiaro.- disse prima di tirare un pugno potente che andò a spaccare il labbro del malcapitato - Ho detto che lei è con me. Ora, se non vuoi che ti rifaccia l’intero viso, sparisci- esclamò con voce tagliente prima di trascinare via Kagome.
- Inuyasha, ma cosa diavolo ti è preso? C’era bisogno di menarlo?-
- Non mi piace dover ripetere le cose più volte. - spiegò con voce assolutamente tranquilla. La ragazza tentò di replicare, ma fu preceduta.
- Kagome, dove vai?- le domandò Key, fissò poi Inuyasha - e tu cosa ci fai qui?-
Inuyasha cercò di avvicinarsi al ragazzo americano, ma Kagome per paura che potesse picchiare anche lui, lo trattenne.
- Apri bene le orecchie, coglione, perché non voglio ripeterlo più. Come cazzo ti è saltato in mente di portarla in un posto del genere e poi di lasciarla tra le mani del primo che capita?-
- Non l’ho lasciata tra le mani di nessuno, ero lì vicino a lei e sarei intervenuto se fosse stato necessario-
- Ma che cazzo stai dicendo? Avresti aspettato che qualcuno la portasse ai piani superiori prima di dire o fare qualcosa?- ringhiò imbestialito.
Key sorrise beffardo.
- No, lì ce l’avrei portata io-
Kagome spalancò la bocca, Inuyasha invece fu più rapido e mollò un pugno diretto sul naso dell’americano, che cadde seduto sull’erba. Gli fu subito addosso e lo tempestò di pugni.
La ragazza tentò invano di separarli..se avesse continuato così, Inuyasha lo avrebbe ucciso.
- Inuyasha, fermati ti prego. Basta!- esclamò tentando di trattenere le lacrime.
- Prova ad avvicinarti ancora a lei e giuro che la prossima volta nessuno mi fermerà - gli disse guardandolo e poi sputando a pochi centimetri dal viso del ragazzo. Key si sollevò a fatica e tentò di asciugarsi il sangue che colava dal suo viso.
- Credi di passarla liscia? Racconterò tutto a mio padre e finirete nei guai-
Inuyasha ghignò.
- Se vuoi raccontargli questo, dovrai spiegargli anche come mai ti trovavi qui e soprattutto perché hai trascinato Kagome in questo porcile. Non credo che ti convenga tanto parlare. E poi, sai, credo di avere un alibi di ferro, fino a mezz’ora fa, infatti, ero a spassarmela con tua sorella nella sua camera- dichiarò, sorridendo all’espressione di puro odio dipinta sul volto dell’americano.
Afferrò la mano di Kagome e la condusse verso la sua moto. Tirò fuori dalla tasca la chiave, aspettò che la ragazza salisse e si stringesse a lui e poi partì in direzione di casa Mine. Per tutto il viaggio nessuno dei due parlò. Quando arrivarono Inuyasha spense la moto qualche metro prima di arrivare, per non farsi scoprire.
 - Stai bene?- chiese alla ragazza in tono preoccupato.
- Sì, mi dispiace di averti messo in una simile situazione-
 Lui si limitò ad annuire. Superarono la porta e salirono le scale. Si fermarono davanti la porta di Kagome.
- Mi dispiace davvero, Inuyasha, non solo per stasera ma anche per il modo in cui ti ho trattato oggi..- gli disse dispiaciuta
- Non importa, è acqua passata. Cerca solo di non metterti nei casini, salvarti potrebbe cominciare ad essere un’occupazione a tempo pieno- la provovò per farle ritrovare un po’ di buon umore e per alleggerire la situazione.
- Buonanotte allora- disse avviandosi verso la sua camera, ma Kagome lo fermò.
- Aspetta, Inuyasha. Grazie!- disse alzandosi sulle punte e stampando un bacio sulla guancia del ragazzo che arrossì un po’.
- E questo per cos’era?-
- Logico, no? Per avermi aiutata -
Inuyasha ghignò e decise di sfruttare il momento.
- Cara la mia Kagome, credo di avere molto da insegnarti-
- In che senso?- lo guardò perplessa.
Lui sorrise e le stampò un bacio rapido ma dolce sulle labbra. Kagome arrossì fino all’inverosimile.
- Questo è un buon modo per ringraziare qualcuno. Sì, come inizio non c’è male, ma dovresti partecipare un po’ più attivamente.  Avremo però tutto il tempo di fare pratica-
- F..fare pratica? Ma cosa vai blaterando? E poi perché mi hai baciata?- chiese ancora rossa in volto.
- Di solito quando un ragazzo bacia una ragazza è perché né è attratto. Devo insegnarti proprio tutto, Kagome? Non vorrai dirmi che questo era il tuo primo bacio?Non credo proprio visto che sei stata anche la ragazza di quello stoccafisso che dorme dall’altro lato della casa. Hoijo giusto?- le domandò con voce contrariata.
-Hojo, si chiama Hojo.  E certo che non era la prima volta che davo un bacio ad un ragazzo, ma non capisco perché tu abbia baciato me-
 Inuyasha sollevò gli occhi al cielo esasperato.
-Mi piaci Kagome, è più semplice così?- disse arrossendo un po’.
Kagome divenne rossa come un pomodoro dall’imbarazzo.
Io piaccio ad Inuyasha “ pensò poi ricordò una cosa e si inalberò
- Io non sono come le solite ragazze con cui hai a che fare, Inuyasha. Non sono come Charlotte. Non sono una delle tante bambole da collezionare- gli disse con voce dura. Inuyasha le si avvicinò e addolcì un po’ lo sguardo.
- Lo so, Kagome. Di solito ho a che fare con ragazze dal letto facile, ma so che con te non posso comportarmi allo stesso modo. Uno, perché so che non sei il genere di ragazza che si presterebbe ad una storia da una notte e via, ma anche perché sei la sorella di uno dei miei migliori amici. E se ti facessi soffrire Sota non me lo perdonerebbe mai. Posso dirti Kagome, che non mi era mai capitato di essere geloso o protettivo verso qualcuno e per quanto io ne abbia voglia non posso certo ignorare un fatto del genere. Ora visto che tu mi piaci e io sono ciò che ogni ragazza desidera perché non provarci? Partiamo con calma, proviamo a conoscerci e a passare del tempo insieme e vediamo un po’ cosa ne viene fuori. Cosa ne dici, Kagome?-
- Chi ti dice che sei ciò che ogni ragazza desidera?- gli chiese lei
- Avanti Kagome, non scherzare. Per me è una situazione nuova, non ho mai fatto un discorso del genere ad una ragazza. Quindi limitati a darmi una risposta seria e lascia perdere il sarcasmo-
- D’accordo, Inuyasha. Del resto è vero direi che sei passabile e poi conoscersi significa in un certo senso comportarci come abbiamo fatto fin’ora da amici. Quindi perché no?- disse Kagome timidamente.
- Beh, direi di non comportarti esattamente come hai fatto fin’ora. Eviterei magari i vestiti da spogliarellista e le feste con i maniaci- disse duro lui e lei piccata rispose con lo stesso tono.
- E io magari proverei ad evitare la camera di Charlotte-
- Sei già gelosa, Kagome?- chiese beffardo lui.
- Non ancora ai tuoi livelli, Inuyasha- rispose con lo stesso tono lei, sorridendo vittoriosa.
- Buonanotte, Inuyasha- disse stampandogli un altro bacio timido sulla guancia. Lui fu più veloce le prese il viso tra le mani e le scoccò un bacio sulle labbra. Questa volta toccò a lui sorridere vittorioso.
- Buonanotte, Kagome-

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Capitolo 6
*** Mi piaci tu, mi piaci solo tu ***


Quella mattina Kagome si svegliò di ottimo umore. Si lavò e si vestì con un sorriso stampato sul volto. Scese per fare colazione e intorno al tavolo, notò, c’erano già quasi tutti. Stampò un bacio sulla guancia di Sakura, Sango, Sota e Kohaku e poi, sotto gli occhi stupiti di tutti, prese posto accanto ad Inuyasha, che le sorrise.
- Buongiorno- gli sussurrò.
- Buongiorno, non credi che anche io meriti un bacio per averti salvata ieri?-
- Mmm, direi che quelli di ieri sera possono bastare per dimostrarti la mia gratitudine-
- Non sono d’accordo- le rispose, sussurrando per non farsi sentire dagli altri.
A interromperli fu Funny.
- InuYasha, potrei venire a scuola con te in moto?-
Il ragazzo le sorrise e Kagome, in risposta, gli pestò con forza un piede.
 - Come mai, Funny? Non ti piace prendere il pullman?-
-E’ sempre meglio andare con un bel ragazzo, no?- gli disse con sguardo malizioso.
-Hai proprio ragione, ma mi dispiace, ho già promesso a Kagome che ci porterò lei-
- Oh, ma non preoccuparti, InuYasha. Se tu vuoi andare con Funny io posso sempre trovare qualcun altro che mi accompagni- replicò con finto tono indifferente lei.
- Davvero spiritosa. Sbrigati a fare colazione piuttosto se non vuoi che arriviamo tardi-
Dei passi pesanti e strascicati attirarono l’attenzione dei commensali, che si volsero a fissare il nuovo arrivato. Key si presentò con il labbro spaccato e un occhio nero.
 InuYasha ghignò, fiero del proprio lavoro.
- Key, cosa hai fatto al volto?- chiese ansiosa la signora Mine alzandosi dal tavolo e avvicinandosi al ragazzo.
- Nulla, mamma, non preoccuparti ho solo sbattuto-
-Questa scusa è vecchia, Key. Quale altro casino hai combinato questa volta? Sei uscito di nascosto, vero? E hai anche fatto a botte.. non è così? Che razza di esempio dai ai ragazzi che stiamo ospitando?- disse infuriato suo padre.
Kagome si irrigidì, se Key avesse detto la verità sia lei che Inuyasha avrebbero passato non pochi guai.
- Ma papà veramente io..-
- Non voglio nemmeno ascoltare le patetiche scuse che cercheresti di inventare. Non poter usare la moto e non poter uscire per almeno 2 settimane ti darà il tempo di riflettere. E non voglio storie.- ordinò, vedendo il figlio pronto a ribattere.
Key infuriato prese posto a tavola e rivolse uno sguardo di fuoco ad Inuyasha che gli sorrise di rimando soddisfatto.
- Ragazzi, mi dispiace davvero tanto per il pessimo esempio di mio figlio. Siete qui da soli tre giorni, ma mi sembrate ragazzi educati e volenterosi. E per premiarvi, visto che oggi è venerdì, stasera potete uscire, mi basta che siate a casa prima di mezzanotte-
I ragazzi esultarono felici, finirono la colazione e raccolte le cartelle fecero per avviarsi all’uscita.
- Kagome, dovrei parlarti un momento- disse Hojo, trattenendo delicatamente la ragazza.
Inuyasha afferrò il braccio di Hojo e lo staccò poco delicatamente dal polso di Kagome.
- Mi dispiace, Hoijo, ma visto che Kagome viene a scuola con me deve sbrigarsi. Dovrai rimandare la tua chiacchierata- dichiarò, con tono che non ammetteva repliche.
- Il mio nome è Hojo, non Hoijo-
- Non importa, Hoijo o Hojo non fa differenza. Il succo del discorso, stoccafisso, è lo stesso. Andiamo, Kagome-
Kagome si limitò a scrollare le spalle e a seguire il suo “amico”.
- Inuyasha, Inuyasha dovresti contenere un po’ la tua gelosia- lo provocò.
- Scema, io non sono affatto geloso. A differenza tua io non pesto i piedi alle persone per manifestare il mio disappunto-
 - Ti ho pestato? Davvero?? Quando? Ti chiedo scusa, deve essersi trattato di un riflesso incondizionato- disse finta ingenua.
 - Non sei per nulla una brava attrice- replicò Inuyasha porgendole il casco.
- Ehi amico, ci sei andato giù pesante con l’americano- si intromise sorridendo Miroku.
- Sei stato tu? E perché l’hai menato?- domandò Sango.
- Già Inuyasha, hai intenzione di metterti nei guai fin da subito?- lo rimproverò Sakura.
 - Calmi, calmi non mi sono messo in nessun guaio. Se ho alzato le mani è stato per un valido motivo-
- Davvero e quale?- lo interrogò con il solito tono gelido il fratello maggiore.
Kagome si irrigidì sapendo che se Sota fosse venuto a conoscenza di ciò che era accaduto la notte precedente ne avrebbe fatto una questione infinita.
- Questioni private-
- Parlando di cose più interessanti, perché non organizziamo qualcosa per stasera?- propose Miroku.
- è vero, possiamo restare fuori fino a tardi. Perché non approfittarne?- convenne Rea.
- Io proporrei qualche posto dove si possono facilmente incontrare dolci fanciulle in abiti succinti-
- Miroku, se vuoi continuare a vivere chiudi quella boccaccia da maniaco- esplose Sango facendo ridere tutti.
- Charlotte, tu che sei del posto, cosa potremmo fare di divertente?-
- Dipende dalla tua idea di divertimento- disse maliziosa
- Qualcosa che includa tutti, Charlotte- rispose secco Inuyasha.
- Potremmo approfittare del fatto che le giornate non sono ancora molto fredde. Possiamo andare a mangiare qualcosa e poi fare una passeggiata sulla spiaggia, di solito lì c’è sempre gente-
- Io la trovo un ottima idea.. e voi?- acconsentì Kagome.
Tutti gli altri annuirono.
-Allora è deciso! Adesso andiamo.-
La giornata a scuola passò tranquilla, Inuyasha e Kagome passarono molto tempo a parlottare tra loro..cosa che non passò inosservata agli occhi del resto del gruppo.
Finite le lezioni tornarono a casa Mine e Sota ne approfittò per fare chiarezza.
 - Inuyasha, fermati un momento, ho bisogno di parlarti-
- No Sota, la moto non te la presto, non stasera che..-
- Frena, non è della moto che mi interessa parlare-
 - E di cosa allora?-
- Cosa sta succedendo tra te e mia sorella?-
 - Nulla-
- Non prendermi per stupido, Inuyasha. Fino a ieri non facevate altro che battibeccare tutto il tempo, oggi invece non avete fatto altro che scambiarvi sguardi complici e paroline soffuse.. a che gioco stai giocando?- disse duro. Inuyasha sospirò.
- Non è come pensi, Sota-
- Ah no? E allora dimmi com’è, Inuyasha. Io non voglio litigare con te, siamo amici da tanto e ti conosco, Inuyasha. Tu non sei il tipo da relazione seria e io non ti ho mai giudicato per questo, ma mia sorella è diversa dalle ragazze con cui siamo abituati ad avere a che fare. Quindi lasciala perdere e trovati qualcun’altra con cui giocare, perché se facessi soffrire lei non te lo perdonerei mai.-
- Ti ho già detto che non è come credi, Sota. L’ho capito da solo che Kagome è diversa, so perfettamente che con lei non posso comportarmi come faccio con tutte le altre. Ma dimmi, Sota, mi hai mai visto essere geloso di qualche ragazza con cui sono stato?-
 - No-
 - Eccoti un esempio. Tra me e Kagome non è ancora accaduto nulla e pure io sono assurdamente geloso di lei. Non sopporto di vedere gli sguardi che il damerino americano le lancia. - si passò una mano sulla fronte come per eliminare il sudore. – Senti, Sota, tu sai perfettamente come agisco di solito: vedo una che mi piace, la corteggio per un paio di giorni, me la porto a letto e il giorno dopo l’ho già dimenticata. Non so perché, davvero non riesco a spiegarmelo nemmeno io, non c’entra il fatto che è tua sorella, ma credo che con lei una cosa del genere non riuscirei a farla. Mi piace davvero, Sota. -
Sota lo guardò indeciso.
- Kagome cosa ne pensa di tutta questa situazione? È disposta a concederti una chance?-
- Ti sembrano domande da fare? Ma mi hai visto? In ogni caso abbiamo deciso di andarci con calma. Ci comporteremo normalmente come abbiamo fatto fin’ora e quello che verrà verrà-
- Sia chiaro, Inuyasha, questa cosa non mi convince. Non posso impedirti di girare intorno a mia sorella perché lei è abbastanza grande da decidere quello che vuole, ma se le fai del male, o se la fai soffrire, te la vedrai con me-
- Basta, Sota. Ti ho già detto quello che dovevo dirti. Per il resto la cosa riguarda solo me e Kagome- disse andando via.
Si diresse verso l’ala sinistra della casa e bussò alla porta della ragazza.
- Avanti-.
- Che ci fai tu qui?-
 - Aspettavi forse qualcun altro?-
 - Si, Sango e tua sorella-
- Capisco. Ho parlato con Sota- disse tutto d’un fiato ottenendo tutta l’attenzione della ragazza.
- E c..che cosa gli hai detto?-
- La verità. Gli ho detto esattamente tutto quello che ho detto a te ieri sera.-
 - Ma sei impazzito? Dio mio! E cosa ti ha detto?-
 - Non ne sembrava particolarmente felice, ma ha detto che se è quello che tu vuoi non ci ostacolerà- sorrise sornione e si avvicinò alla ragazza
- Dimmi tu lo vuoi, Kagome?-
- Dovrei pensarci- esitò Kagome arretrando e andando a sbattere contro la scrivania.
Era in trappola! Inuyasha approfittò della situazione, poggiò le mani sul mobile bloccando qualsiasi via di fuga alla moretta.
- Che stai facendo, Inuyasha? Spostati-
- Ti ho fatto una domanda. Tu vuoi tutto questo, Kagome?- domandò a pochi centimetri dalle sue labbra. La ragazza completamente rossa sillabò un debole “si” e senza perdere altro tempo il ragazzo la baciò. Fu un bacio dolce e delicato. Inuyasha attirò Kagome a sé cingendole i fianchi e lei gli passò le braccia intorno al collo. Giocò con le sue labbra, facendola impazzire, posandole dei leggeri baci intorno alle bocca per poi baciarla di nuovo con maggiore passione.
Si staccarono per riprendere aria e desiderosi di non interrompere quel dolce contatto avvicinarono le loro fronti e rimasero in silenzio a guardarsi negli occhi. Inuyasha le posò un altro dolce bacio sulle labbra.
La porta si aprì all’improvviso, facendo sbandare Kagome che cercò di scostarsi dall’abbraccio, ma Inuyasha la tenne stretta a sé.
Sango e Sakura guardarono la scena allibite.
- Sakura, vedo davvero quello che sto vedendo?-
- Dipende da quello che tu credi di vedere, Sango-
Kagome le fissò un attimo interdetta.
- R..ragazze..- tentò di dire.
- Credo che avrai qualcosa da spiegare alle tue amiche adesso- scherzò InuYasha, ridendo dell’espressione omicida di Kagome. Prima di staccarsi da lei la baciò ancora una volta dolcemente. Si allontanò poi chiudendo la porta della camera alle sue spalle.
- Kagome, quello che è uscito da questa camera era davvero mio fratello?-
- S..si-
 - Credo che tu debba spiegarci un bel po’ di cose-
Kagome sospirò sapendo di non avere possibilità di scampo. Raccontò alle amiche tutto ciò che era accaduto con Inuyasha dalla sera precedente.
Quando finalmente Sango e Sakura ebbero saziato la loro curiosità, le ragazze cominciarono a prepararsi.
 
- Come fate voi donne ad essere sempre in ritardo?- domandò Kohaku esasperato quando le ragazze, in ritardo, raggiunsero il resto della compagnia.
- Avanti non farla lunga, fratellino-
- E poi, Sango, non avevi nulla che coprisse un po’ di più?- domandò guardando, contrariato, le gambe nude della sorella che indossava uno short nero e una maglietta monospalla color verde smeraldo.
-Io trovo che Sango stia divinamente vestita così-
- Dici davvero, Miroku?-
- Certo che si. Passerei tutta la serata a ..- cominciò a dire con sguardo da maniaco, ma non continuò perché Sango gli aveva assestato una poderosa sberla.
- Potevi anche non continuare. Sei il solito depravato, Miroku-
Inuyasha si avvicinò a Kagome. La osservò bene e la trovò bellissima con la minigonna di jeans che le lasciava moderatamente scoperte le gambe lunghe e magre e una camicetta bianca che le metteva in risalto le forme.
- Sei bellissima- le sussurrò.
- Grazie, anche tu non sei male- disse guardandolo con sguardo perso. I jeans che Inuyasha indossava erano stretti e a vita bassa e la camicia nera metteva in risalto i suoi muscoli scolpiti.
- Il modo in cui mi guardi sembra suggerire un qualcosa in più del tuo “non sei male” - ghignò facendo arrossire la ragazza.
Mangiarono in un locale tranquillo e la serata fu piacevole nonostante i continui battibecchi tra Miroku e Sango e gli inutili tentativi di Hojo di attaccare bottone con Kagome tempestivamente interrotti da Inuyasha.
Quando uscirono dal locale, Kagome fu sorpresa di trovare Rin e Ayame lì davanti.
- Salve, ragazze. Cosa ci fate voi qui?-
- Ciao, Kagome. Ecco noi veramente..- cominciò Rin.
- Sono qui perché le abbiamo chiamate noi..- intervenne Sesshomaru
- Già Rin e Ayame si sono offerte di farci vedere un po’ la città.. spero quindi che non vi dispiaccia se noi andiamo con loro.- aggiunse Koga.
- Certo che no. Andate e divertitevi. Ci vediamo dopo.- li esortò Kagome.
Dopo aver salutato tutti i quattro si allontanarono.
- Chi l’avrebbe mai detto che quei due si fossero già trovati una compagnia- esclamò allegro Kohaku.
- Già, sono davvero incredibili- convenne Sota.
Inuyasha decise di approfittare della situazione.
- Charlotte, ieri non mi hai detto che qui in zona c’è una ditta che noleggia moto a prezzi davvero ottimi?-
- Allora mentre parlavo mi ascoltavi, pensavo fossi troppo impegnato a fare altro- disse lasciando intendere a tutti quello che era accaduto tra loro.
 Sota fulminò Inuyasha e guardò poi preoccupato Kagome che invece era rimasta tranquilla.
- Quello che volevo dire è che a Sota e Kohaku interesserebbe noleggiare una moto perché quindi non li accompagni?-
- La trovo un’idea magnifica. Ci accompagneresti, Charlotte?- le domandò Kohaku.
- D’accodo, non è un problema. -
- Andiamo allora?- chiese Sota rivolto al gruppo.
- No Sota, io e Miroku abbiamo già una moto. Andate pure voi-
 - Sta attento a quello che fai, Inuyasha- disse voltandosi per raggiungere Kohaku e Charlotte che si erano già avviati. Poi si fermò.
- Sakura, vuoi venire con noi? Non mi avevi detto che le moto ti piacevano?-
- S..si vengo anche io- disse la ragazza arrossendo e affrettandosi a raggiungerli sotto lo sguardo accigliato di Inuyasha.
- E noi cosa facciamo?- domandò Hojo.
Inuyasha si voltò a guardarlo.
- Non so cosa farete tu e le tue amiche, ma noi quattro abbiamo da fare. Ci vediamo dopo- disse prendendo la mano di Kagome e trascinandola lontano da lì.
- Sango, cosa ne dici se lasciamo un po’ soli i due piccioncini?- le sussurrò all’orecchio Miroku. Sango spalancò gli occhi.
- Lo sai anche tu?-
- Nessuno conosce Inuyasha meglio di me- sorrise. La prese per mano facendola arrossire e silenziosamente si allontanarono. Dopo un po’ che passeggiavano Kagome si accolse dell’assenza degli altri due.
- Ma dove sono spariti Miroku e Sango?-
- Avranno pensato di lasciarci un po’ soli. Non facevo Miroku così intelligente. Forse dovrei rivalutarlo un po’-
Kagome rise per le sue parole e Inuyasha rimase ancora una volta folgorato da quel sorriso.  Incapace di controllarsi le passò un braccio intorno le spalle e l’avvicinò a sé. Kagome nonostante lo sbigottimento iniziale, sorrise e si accoccolò meglio sul suo petto.
- Sai, credo che a Sango un po’ piaccia Miroku-
- Tu credi? Ma se Miroku è solo un maniaco..-
- Tutti possono cambiare, Inuyasha-  
Passeggiarono per un po’ in silenzio, poi si avvicinarono al lungomare.
- Guarda Inuyasha- urlò Kagome avvicinandosi all’acqua - è così bello il mare di notte-
Lui sogghignò.
- Sembri proprio una bambina- Kagome arrossì e lui le si avvicinò abbracciandola da dietro - e questa è una delle tante cose che mi piace di te- la fece voltare per guardarla negli occhi.
- Non vale! Quando mi guardi così io…io… -
Tu?- disse chinandosi su di lei
 - Io..- lui non le diede modo di rispondere, la baciò. Prima dolcemente e via via con più passione. Fece scendere le mani a circondarle i fianchi mentre Kagome prese ad accarezzargli i capelli e lo strinse di più a sé. Lui fece scivolare una mano sotto la sua camicetta e prese ad accarezzarle il ventre, salendo lentamente. Kagome lo bloccò e si allontanò da lui.
- No, Inuyasha, se è questo che hai in mente è meglio se me lo dici subito-
- Mi dispiace, Kagome, mi sono lasciato trasportare dalla situazione-
Lei chinò la testa,indecisa se fidarsi o meno. Inuyasha le si avvicinò e le sollevò il mento.
- Non pensare male, Kagome. Mi dispiace davvero, non è solo questo che voglio da te. Scusa- Kagome si perse in quegli occhi che la guardavano seriamente dispiaciuti e gli sorrise.
- Non importa- lui la baciò di nuovo e questa volta con maggiore dolcezza. Si staccò dalle sue labbra a fatica e le baciò la fronte stringendola forte a sé.
 - Mi piaci Kagome, mi piaci davvero-
- Anche tu mi piaci, Inuyasha- rispose timida lei stringendosi di più a lui. E sentì il cuore di Inuyasha battere veloce almeno quanto il suo.
 
Continuarono a passeggiare tranquillamente in riva al mare.
- Non capisco come mai Sakura sia voluta andare con Kohaku e Sota, so che le moto le piacciono ma non credevo fino a questo punto. Eppure quando a casa io e Sesshomaru parliamo di cose simili lei scappa sempre via e ci rimprovera dicendo che non pensiamo ad altro- disse pensieroso.
Kagome lo guardò un po’ stupita e indecisa se parlare o meno.
- Inuyasha, ma sei davvero così tonto? Lo hanno capito tutti. A Sakura piace Sota e credo che anche a lui lei non dispiaccia affatto-
 - Che cosa?- urlò.
- Ma sei pazzo? Mi hai spaccato un timpano..-
 - Kagome, andiamo- disse cambiando velocemente direzione.
- Dov’è che stiamo correndo?-
- Ma è logico, no? Devo assolutamente separare quei due-
Kagome si bloccò di colpo costringendo anche Inuyasha a fermarsi.
- Perché ti sei fermata?-
- Non vedo perché dovremmo andare da loro..-
-Perché quando si tratta di donne non mi fido per nulla di tuo fratello. Le usa solo per una cosa e la ragazza in questione è mia sorella. Non permetterò nulla del genere.. Sakura è ancora una bambina-
- Inuyasha, svegliati! Sakura non è una bambina è cresciuta ed è abbastanza adulta da decidere cosa vuole senza che tu ti metta in mezzo! E poi che discorsi sono? Non pensi che per Sota sia stata la stessa cosa quando ha saputo di noi due? Eppure mi sembra che alla fine non ci abbia dato fastidio.. perché tu ora dovresti intrometterti?-
- è diverso, Kagome..-
- No, è esattamente la stessa cosa. E poi mio fratello non è uno stupido. Sa perfettamente che Sakura è tua sorella quindi se le piace veramente non farà lo stupido.. fidati di me..-
- Sarà ma se mia sorella dovesse…-
- Si si ho capito, se lui la farà soffrire non ti importerà il fatto che siete amici da diversi anni ecc. ecc.- disse con aria annoiata
 - Esatto!- Kagome sbuffò.
- Che ore sono?- lui guardò l’orologio
- è quasi ora di rientrare.. sarà meglio cominciare ad avviarci..-
- Aspetta chiamo Sango..- cercò il cellulare nella borsa e compose velocemente il numero della sua migliore amica.
- Kagome, cosa c’è?  Miroku ti ho detto di toglierti di dosso! SPOSTATI!- la ragazza allontanò il cellulare dall’orecchio per evitare danni all’udito.
- Sango, ma cosa succede?-
- Sempre lo stesso, Kagome, Miroku è un maniaco. L’ho momentaneamente atterrato quindi avremo qualche minuto per parlare liberamente.. dimmi cosa c’è?-
- Povero Miroku immagino che domani sfoggerà un nuovo livido-
- Non puoi capire cosa ha fatto.. te lo racconterò quando torno a casa-
- D’accordo, in ogni caso dove siete? Torniamo insieme?-
- Ehm..no! Vedi è meglio che non ci aspettate, al momento siamo un po’ affaccendati..-
- Sango, non starete..- lasciò la frase incompleta
- Ma che cosa vai a pensare? Ti sembro quel tipo di ragazza che lo fa così?? Ti spiego a casa.. ci vediamo dopo- disse e riattaccò.
Kagome restò per qualche secondo a guardare il display del cellulare sconvolta poi scrollò le spalle.
- Cosa ti ha detto? Dove sono?-
- Non so dove sono. Ma ho idea che siano impegnati in qualcosa di interessante..- disse sorridendo sorniona.
- In che senso?-
- Lascia perdere, Inuyasha, non potresti mai capire..-
- Tsk, se lo dici tu..-
- Andiamo allora?-
- Si. Domani è sabato, non ci sono lezioni. Cosa vuoi fare?-
- Pensavo avresti passato la giornata con i tuoi amici..- disse la moretta sorpresa
- Se è quello che vuoi basta dirlo- le rispose lui contrariato
- Che stupido! è normale che io voglia stare con te - disse arrossendo. Lui sorrise.
 - Ho avuto un’idea..-
- Si prospettano guai..-
 - Che simpatico..Organizziamo un’uscita a coppie..-
- cioè?-
 - Semplice, no? Sota e Sakura, io e te e Miroku e Sango-
- Ma se loro non sono coppie..-
- Nemmeno noi Inuyasha se è per questo..-
- Ehi, il fatto che non stiamo insieme non significa certo che siamo semplici amici come loro. -
- Davvero? E cosa siamo?- chiese guardandolo curiosa e sorridendo notando la difficoltà del ragazzo .
- Si potrebbe dire che siamo.. “amici approfonditi” -
- Mi piace. “Amici approfonditi”, senza nessun vincolo, liberi di fare ciò che vogliamo- disse aspettando una reazione da parte del ragazzo
- Certo che no! Amici che passano del tempo insieme, senza nessun impegno serio..-
- Mi sembra tanto un modo più gentile di definire una scopa-amica. E non è di certo quello che io voglio essere- lo ammonì
- Non intendevo dire questo. Dio, Kagome, cosa importa? Siamo semplicemente due persone che per il momento stanno tentando di conoscersi meglio e non sanno ancora come si evolverà la situazione in futuro.. va meglio così?- lei fece finta di pensarci un po’
- Direi che per il momento è accettabile. Allora per domani è deciso..-
- Ma come è deciso? Non ti interessa sapere se io o gli altri siamo d’accordo?-
 - No, perché so già che non ci saranno problemi- disse riprendendo a camminare.
- Kagome, c’è una cosa che mi incuriosisce..-
 - Cosa?-
- Come mai tu e lo stoccafisso vi siete lasciati?-
Kagome si fermò bruscamente.
 - Perché lo vuoi sapere?-
- Sono curioso e poi mi sembra che lui cerchi costantemente di creare un contatto con te. Così prima di spaccargli la faccia vorrei capirci qualcosa in più.. Ti ha tradita?-
- Non solo-
- Cioè?-
- E’ complicato..Non siamo stati insieme molto tempo. Lui mi faceva la corte già da un po’ ma io ero troppo presa da altre cose, poi però conoscendolo bene mi sono accorta che non era così male- Inuyasha fece una faccia disgustata, lei fece finta di non notarlo e continuò.
- ..siamo usciti diverse volte e alla fine abbiamo deciso di metterci insieme. E’ stato il mio ragazzo per quasi sette mesi, fin quando una sera fummo invitati da alcuni suoi amici ad una festa di compleanno..
FLASHBACK
[Pensieri di Kagome]
Dove si sarà cacciato adesso Hojo? È sparito da quasi un’ora e io devo tornare a casa altrimenti chi lo sente mio fratello poi?
L’ho cercato in tutte le camere della casa fin quando..
- Hojo ma cosa stai facendo?- chiesi incredula
Quello che doveva essere il mio ragazzo era nudo e ubriaco fradicio e stava facendo sesso con una stronza..
Non poteva essere vero, lui mi stava tradendo, stava accadendo tutto lì davanti ai miei occhi..lacrime di rabbia cominciarono ad inondarmi il viso.
-Kagome, non è come scembra..- disse lui barcollando e tentando di avvicinarsi a me.
- Stammi lontano, mi fai schifo. Ma ti rendi conto di cosa mi hai fatto?-
- Avanti Kagome, sai che è di te che sciono innamorato ma tu non mi fai mai divertire.. io sciono un ragazzo ho le mie esigenze- disse ridacchiando da solo.
- Che schifo.. puzzi di alcool da morire. Io me ne vado e non voglio vederti mai più- mi voltai scioccata e disgustata da tutto quello che avevo visto, Ma lui mi afferrò un polso senza delicatezza e mi schiacciò contro il muro.
- Che cazzo vuoi? Lasciami Hojo mi fai male…-
- No Kagome..divertiamoci anche noi- disse alitandomi in faccia. Mi baciò mentre le sue mani cercavano di spogliarmi.
- NO! Hojo fermati! Ti ho detto di fermarti! Lasciami!-
- No, Kagome, avanti vedrai che ti piacerà- e scoppiò di nuovo a ridere
Quella situazione era squallida. Tremavo per il ribrezzo, per la paura ma soprattutto per la rabbia. Fu proprio quest’ultima a scuotermi e con una forza che non credevo di avere, ma più verosimilmente complice anche il suo stato, lo allontanai da me facendolo cadere.
Che scena schifosa, vederlo lì nudo ai miei piedi mentre cercava di rialzarsi, uno scarafaggio perfetto pensai.
- Mi fai schifo.. non avvicinarti mai più a me- dissi tirandogli un calcio e scappando via.
FINE FLASHBACK
-Questo è tutto.. e da quel giorno lui non fa altro che assillarmi perché vuole spiegarsi-
- Bene-
- Bene?-
- Sì, bene. Mi hai dato un motivo in più per ammazzarlo subito.. andiamo- disse avviandosi a passo di carica. Kagome rise.
- Inuyasha, fermati! Ma dove vai?-
- Ti sembrano domande da fare? A massacrarlo-
- Ma smettila.. sono passati diversi mesi ormai-
- Non mi importa! Ti rendi conto di cosa stava per farti?-
- Sì, che me ne rendo conto Inuyasha.. ma per fortuna non è accaduto- disse abbracciandolo.
Lui la strinse forte a sé.
- Ti prometto che fin quando ci sarò io accanto a te nessuno ti farà del male. Te lo giuro-  disse lui serio, lei alzò il volto e lo guardò sorridendo.
- Grazie, Inuyasha- si alzò in punti di piedi per far incontrare le loro labbra e lui non si fece desiderare. Fu un bacio carico di dolcezza e tenerezza.
- Credo sia ora di tornare-
- Sì, ma sappi che se ti si avvicina di nuovo lo ammazzo-
Lei ridacchiò.
- D’accordo, d’accordo-
- Vedi che non sto affatto scherzando-
Lei gli sorrise, lo prese per mano e si incamminarono. Quando arrivarono a casa gli unici a non essere ancora tornati erano Sesshomaru e Koga.
- A quanto sembra quei due si stanno divertendo parecchio- disse Inuyasha a nessuno in particolare e riferendosi a Sesshomaru e Koga che erano in ritardo.
- Che ti importa? Sei forse invidioso?-
- E di cosa? Delle due americane? Tsk, se volessi potrei averne infinite..- disse presuntuoso.
- Certo Inuyasha, gli americani sono molto avvenenti. Per non parlare di questi ragazzi così muscolosi- disse lei.
- Ehi, i loro muscoli non ti devono minimamente interessare.. chiaro?- disse fulminandola.
- Ma caro il mio Inuyasha, anche l’occhio vuole la sua parte..- disse provocandolo e facendo ghignare gli altri.
Inuyasha la attirò al suo fianco e le fece passare un braccio intorno alle spalle.
 - Puoi guardare me.. c’è molto da vedere..-
- Ma io ho voglia di vedere qualcosa di nuovo..- disse lei provocandolo ancora.
- Smettila Kagome, questo discorso non mi piace per niente- disse lui cominciando ad arrabbiarsi. Lei gli sorrise e lo baciò a fior di labbra.
- Ehi, il fatto che io non interferisca non significa che voglio vedere queste cose. Staccatevi!!-
- Non rompere, Sota- disse accarezzando il capelli della moretta che si accoccolò sul suo petto.
- Scusate, ma questa è una novità! Cosa c’è tra voi?- chiese Rea per nulla contenta di vedere quella scena.
- Zitta Rea, sarà una delle tante da una scopata e via- disse maligna Funny, utilizzando un tono che arrivò chiaro alle orecchie di tutti.
- Vi piacerebbe, vero? Credete che lui dopo aggiungerebbe anche voi alla lista? Mi dispiace, ma io non sono una come voi, una semplice bambola da usare e poi dimenticare- disse Kagome sicura.
- Ma come ti permetti? Credi di essere forse migliore di noi?-
- Certo che no! Ma sono diversa e questo è quanto..-
- Ne riparleremo quando ti avrà scaricato..-
- Adesso basta! Quello che c’è tra me e Kagome non sono affari vostri- disse sbrigativo Inuyasha.
 - Tentando di cambiare argomento.. cosa facciamo domani? Abbiamo tutta la giornata a nostra disposizione..-
- Beh, ma è semplice domani è sabato, quindi domani sera la discoteca non ce la toglie nessuno.- esordì Kohaku.
- Mi piace come programma..ma domani mattina? Non ho voglia di stare a casa..-
- Noi avevamo pensato..- cominciò Kagome che fu però interrotta da Inuyasha.
- Io non ho detto nulla, hai deciso tutto tu facendomi chiaramente capire che la mia opinione non contava- disse scocciato
- Infatti, quindi sta buono, Inuyasha. Dicevo, domani mattina ci vorrebbe un po’ di shopping e poi abbiamo ancora molti posti da visitare..-
 - Io ci sto!- approvò Sango.
- Se è quello che vuole Sango, va bene anche per me. Sanguccia, potremmo andare in qualche negozio di intimo e..-
- Chiudi quella boccaccia se vuoi continuare a vivere..-
- Anche per me va bene..- acconsentì Sakura.
- Io passo per domani mattina, devo incontrarmi con un professore per avere alcuni chiarimenti su una materia..- disse vago Kohaku.
- Da quanto sei diventato così secchione?- chiese scettica Kagome.
- Forse ha dimenticato di dirvi che innanzitutto non è un professore ma un’assistente e se poi aggiungiamo il fatto che è una ragazza..- sghignazzò Sota.
 - Questo si che spiega tutto..-
Scoppiarono tutti a ridere.
 - Anche per me va bene, devo comprare qualcosa per domani sera..- disse Rea.
- Io mi aggrego, non posso mica lasciare Sakura da sola..- dichiarò Sota sorridendo alla ragazza.
- Anche per me va bene, non ho altro da fare. Hojo tu che fai?- domandò Funny.
- Fossi in te me ne starei a casa, al sicuro- sibilò minaccioso InuYasha.
- Vengo anche io.- rispose il primo, ignorandolo.
 - Bene, io vado a nanna. Sango, Sakura verreste un attimo con me?- disse alzandosi e baciando la guancia di Sota e di Kohaku. Tornò poi al fianco di Inuyasha e gli scoccò un bacio a stampo, rimase un po’ delusa quando vide che lui non tentò di approfondire il bacio.
- Buonanotte-
Le tre ragazze salirono nella camera di Kagome.
- Vedo che tu e mio fratello fate abbastanza sul serio, io farei attenzione a quelle due arpie però se fossi in te..-
- Non preoccuparti, Sakura. E poi, tra me e tuo fratello per ora non c’è nulla di..ufficiale, diciamo così-
- Sarà ma io non ho mai visto Inuyasha comportarsi così con una ragazza..- intervenne Sango.
- Già..-
- Sango, tu non hai nulla da dirmi?-
La ragazza interessata arrossì
- Non è nulla di che, quando io e Miroku siamo andati via per lasciarvi soli siamo andati a fare una passeggiata insieme e una parola tira l’altra alla fine Miroku mi ha baciata-
 - Che cosa?- esclamarono, contemporaneamente, le ragazze.
 - Vogliamo sapere tutto nei minimi dettagli-
- Beh, stavamo parlando del più e del meno e poi lui ha cominciato a farmi un discorso strano-
- Di che genere?-
 - M..mi ha detto che è da un po’ che avrebbe voluto farsi avanti con me perché gli piaccio, ma il fatto che io sono la sorella di Kohaku lo ha sempre bloccato- disse arrossendo
- e poi?-
- n..niente ha detto che nonostante questo non riusciva a resistere alla tentazione e mi ha baciata-
-così? Come se nulla fosse?-
- No, Kaggy, detto così non rende bene l’idea.. però si era creta una bella atmosfera. Eravamo solo noi due, seduti sulla spiaggia, il mare e così è successo. Poi però il suo istinto da maniaco è saltato fuori e ha cominciato a palparmi il sedere! Che nervi!!-
- Ecco spiegato il nuovo segno che gli hai lasciato- ridacchiò Sakura.
- e poi?-
- E poi nulla, Kagome. Mi sono arrabbiata e mi sono sentita stupida per essermi lasciata andare sapendo come è fatto. Stavo per andare via, ma lui mi ha fermata, mi ha chiesto scusa e mi ha detto che cercherà di non essere il solito maniaco perché io gli piaccio davvero. Ma mi chiedo cosa fare, riuscirà davvero a smettere di essere un pervertito?-
- Beh almeno un’occasione puoi dargliela visto che anche lui ti piace molto. Non è vero?-
- Già, credo di non averlo mai voluto ammettere, ma sì mi piace e non poco. Come ho fatto a prendermi una cotta per un maniaco?- chiese a se stessa.
Scoppiarono a ridere tutte e tre.
- Credo che ci sia qualcun’altra che dovrebbe farci una confessione- le due ragazze si fermarono a guardare Sakura che sotto il loro sguardo arrossì
 - C..cosa dovrei dirvi?-
- Beh, potresti cominciare col dirci da quanto tempo ti piace Sota..-
- è così evidente?-
- Ad un occhio attento si..- sussurrò Sango.
- Cosa è successo stasera?- le domandò Kagome.
- Ma assolutamente nulla, ragazze, poi con noi c’erano anche Kohaku e Charlotte. Solo che lui con me è sempre così dolce e carino..-
- Cosa? Non è possibile che tu stia parlando di mio fratello.. non userei mai due aggettivi del genere per descriverlo..-
 - Certo che no, Kagome, perché tu non sei la ragazza che gli interessa..-
- Ma cosa dici, Sango? Io a Sota non interesso minimamente, se lui si comporta così con me è solo perché mi vede come una sorellina..-
- Non direi proprio, con me non si comporta certo così.. e poi dimmi, Sakura, non so non ti ha mai lasciato intendere qualcosa?-
- Beh, a dire il vero, qualche volta è capitato che ci siamo sentiti tramite messaggi. Ma non abbiamo mai parlato di nulla di serio, così da amici..-
 - Ho capito! Nessuno conosce mio fratello meglio di me..-
- E cos’è che hai capito?-
- Sono sicura che tu a mio fratello piaci, lo vedo da come ti guarda e fidati se non gli importasse nulla di te non avrebbe perso tempo a massaggiare.. sono sicura che quello che lo ha fermato fin’ora è il solito motivo..-
- E cioè?- domandò Sakura.
- Lo stesso che ha frenato inizialmente Inuyasha e Miroku. Vale a dire il fatto che tu sei la sorella di due dei suoi migliori amici.. ma visto come si sono mosse le cose tra me e tuo fratello, sono sicura che adesso anche lui farà un passo avanti..-
 - Lo spero.- disse timida
- Bene, ora che abbiamo finito l’ora di spetteguless credo sia ora di andare a dormire. Buonanotte ragazze- le salutò Sango.
 - Già vado a letto anche io. Buonanotte-
 - Notte ragazze-
 Quando le ragazze erano ormai andate via, Kagome si cambiò rapidamente e spente le luci si infilò nel suo letto. Stava per arrendersi al sonno quando il rumore della porta che si apriva la fece uscire da quel dormiveglia.
- Sango, hai dimenticato qualcosa?- domandò con voce impastata dal sonno.
- No, sia Sango che Sakura sono nelle loro camere.-
 A sentire quella voce Kagome scattò a sedere.
- Inuyasha!- esclamò.
 - In persona-
 - Cosa ci fai qui?- chiese un po’ arrabbiata ricordando il modo in cui l’aveva salutata poco prima.
- Dormi con me?- le domandò.
- Ma che dici? Ti ho già detto che non sono il..- disse arrabbiata
- Frena, Kagome, ti ho chiesto solo di dormire.-
 - Perché dovresti dormire qui? Prima non ti sei nemmeno degnato di salutarmi decentemente-
- Perché non aveva senso darti la buonanotte prima, quando avevo già deciso di dormire con te..-
 - Davvero è solo per questo che prima sei stato così freddo?- chiese timidamente.
- Sì, ragazzina ipersensibile.. adesso fammi un po’ di spazio-
Kagome sorrise e gli fece largo. Inuyasha si sistemò nel letto, la strinse a se e la baciò.
- Inuyasha e se ci scoprissero?-
- Ho chiuso la porta a chiava e poi i signori Mine non sono mai venuti a controllare..Tranquilla! adesso a dormire altrimenti domani non ti alzi e poi domani sera faremo sicuramente tardi!- disse baciandola di nuovo.
- Agli ordini, signor capitano- acconsentì lei accoccolandosi sul suo petto.
 - Buonanotte, Inuyasha-
- Buonanotte..piccola- disse lui dandole un bacio tra i capelli.
 Kagome sorrise contenta di tutte quelle attenzioni e si addormentò serenamente.



NOTE DELL'AUTRICE RITARDATARIA:
ehm, salve xD 
è passato un poco più di una settimana, vero? Mi spiace, ma davvero non riesco a ritagliarmi un pò di tempo tra una cosa e l'altra, specialmente ora che ci sono di mezzo gli esami. Comunque, il capitolo è molto lungo e questo spero sia sufficiente, almeno in parte, a farmi perdonare per il mio ritardo. Le cose tra InuYasha e Kagome sembrano procedere nei migliori dei modi e anche tra Sango e Miroku e Sota e Sakura comincia a vedersi del tenero :D
Abbiamo anche scoperto il motivo per cui Kagome e Hojo, o Hoijo per InuYasha, hanno rotto..ve la sareste aspettati da lui una simile cosa?
Come al solito mi farebbe tanto piacere conoscere il vostro parere :D Invito, come sempre, chiunque ne avesse voglia ad iscriversi al nostro meraviglioso gruppo :D
Ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Baci

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Capitolo 7
*** Sprazzi di vita ***


 La sveglia suonava già da qualche secondo, Kagome allungò la mano e la stoppò scocciata.
 Si stropicciò gli occhi per tentare di riprendere il contatto con la realtà e allungò una mano nello spazio vuoto accanto a sé per cercare Inuyasha, non trovò nulla.
 Le lenzuola erano ancora calde, segno che era andato via poco prima .
“Non mi ha neanche svegliata”, pensò scocciata. Qualche piccolo raggio che riusciva a superare le pesanti tende andò a colpirle il viso e portò una mano sugli occhi per il fastidio, rigirandosi nel letto. Il rumore della porta che si apriva la fece sobbalzare e si alzò a sedere per vedere chi fosse..
Rimase stupita nel riconoscere Inuyasha.
- Credevo fossi andato via..- gli disse con tono incerto
- E ti sei arrabbiata..- continuò lui canzonatorio
 - No, ma avresti potuto svegliarmi..-
 - Come vedi non sono andato via, pensavo di trovarti ancora addormentata..- replicò, indicando i sacchetti che aveva tra le mani
- Cosa sono?-
- Beh, veramente so che alle ragazze piacciono questo genere di cose sdolcinate.. e così ho pensato di uscire a comprare qualcosa. Se avessi preso qualcosa giù i signori Mine avrebbero potuto accorgersi di qualcosa..- disse un po’ imbarazzato
Kagome sorrise.
- E sentiamo, cosa hai comprato?-
 - Non conosco i tuoi gusti quindi un po’ di questo e un po’ di quello, caffè, cappuccino, croissant e biscotti. Se invece preferisci fare colazione all’americana dobbiamo scendere giù..-
- Quello che hai preso andrà benissimo..- sorrise allegra per il gesto del ragazzo e gli fece spazio accanto a sé.
 Lui le si avvicinò e le stampò un bacio sulle labbra.
 - Buongiorno..comunque- bisbigliò, porgendole uno dei sacchetti che aveva tra le mani
- Buongiorno..- rispose la ragazza, afferrando un croissant e bevendo un po’ di caffè.
- Dì un po’, è una cosa che fai spesso?- gli domandò Kagome.
- Cosa?-
- Portare la colazione a letto alle ragazze con cui passi la notte..-
- Ritieniti fortunata per due motivi..non ho mai portato la colazione a letto a nessuna e poi non ho mai trascorso l’intera nottata con una ragazza con cui sono andato a letto..-
- Che latin lover- lo canzonò.
- Per forza, ma dico mi hai visto?-
- Certo che sì, ma non vedo tutto questo fascino- lo provocò.
- Mangia invece di dire bugie, tra un po’ saranno pronti anche gli altri..-
- A proposito, i signori Mine non si insospettiranno quando vedranno che nessuno di tutti e due è sceso a fare colazione?-
- Sono tutti giù e grazie alla tua fama di ragazza perennemente in letargo nessuno si è insospettito.-
- Ah, ah, ah davvero divertente.- Disse dando l’ultimo morso al suo croissant.
Si alzò dal letto e si diresse verso l’armadio tirandone fuori quello che aveva intenzione di indossare. Inuyasha ancora seduto sul letto, osservò ogni suo movimento e quando la ragazza si avvicinò a lui la afferrò per la vita e la portò a sedere sulle sue gambe.
- Che cosa stai facendo? Devo andarmi a preparare..- si lamentò, con tono poco credibile, la ragazza.
- Mi stai ignorando per caso? Ti ho anche portato la colazione a letto e tu vuoi liquidarmi con un bacetto a stampo?- chiese lui con finto tono arrabbiato.
Lei lo guardò e gli sorrise.
- Hai ragione..- disse avvicinando le sue labbra a quelle di lui, quando erano quasi unite deviò la sua traiettoria e gli scoccò un bacio sulla guancia per poi scappare rapidamente dalle braccia del ragazzo. Inuyasha, che si aspettava di ricevere un bacio, era rimasto impalato con le labbra dischiuse e gli occhi sgranati, a quella scena la moretta scoppiò a ridere incapace di contenersi.
 - Ridi, ridi. Io non lo trovo per nulla divertente- disse imbronciandosi
Kagome gli sorrise e andò a sedersi di nuovo sulle sue gambe.
- Ma come, Inu-chan, tu che sei un grande latin lover non sai che l’attesa aumenta il desiderio?-
 - Prima di tutto non chiamarmi in quel modo assurdo e poi io sono il tipo a cui non piace aspettare, non so se capisci quello che voglio dire.- disse stringendola per la vita in modo da non farla scappare e approfittando della sua distrazione la baciò.
Kagome non lo rifiutò, lui con una spinta delicata la fece distendere sul letto senza staccare le loro labbra, quando la ragazza cercò di approfondire il bacio lui si staccò rapidamente e si sollevò, lasciandola intontita.
- Cara la mia Ka-chan, non sai che io sono un tipo vendicativo?- disse sorridendo e avviandosi alla porta.
Kagome gonfiò le guancie indispettita
- Quello che tu non sai caro il mio Inu-chan è che lo sono anche io..-
- vedremo allora chi lo è di più, va a prepararti altrimenti farai tardi- disse sorridendo chiudendosi la porta alle spalle
- Che antipatico!- sussurrò stizzita afferrando i suoi vestiti e andando in bagno.
Un’ora dopo quasi tutto il gruppo era pronto per partire.
- E Sesshomaru e Koga dove sono? Non vengono con noi?- domandò Sango.
 - Sono usciti prima, sembra che avessero un altro appuntamento con le due ragazze di ieri sera- le rispose Sota.
- Caspita la cosa si fa seria- bisbigliò Sakura.
 - Andiamo allora?- li interruppe, euforica, Kagome avviandosi verso l’uscita.
La mattinata trascorse senza intoppi, le ragazze girarono un mucchio di negozi comprando le cose più svariate, mentre i ragazzi passarono la giornata a maledire le donne e lo shopping. Quando tutte furono ormai cariche di pacchetti decisero di fermarsi un po’ in una piccola piazza dove si svolgeva una fiera.
- Sono esausto- esclamò InuYasha  afflosciandosi su una panchina.
 - Se ti stanchi per così poco, come farai a reggere questa sera in discoteca, fratellino?- chiese, assaggiando il gelato alla fragola che Sota le aveva comprato.
- E’ il vostro continuo trotterellare per i negozi più stupidi che mi stanca, non altro..-
 - Ma tu non eri quello che chiamavano “l’instancabile”- disse con voce maliziosa Sota riferendosi chiaramente a determinate attività.
- Caro mio, di certe cose non mi stancherei mai..-
- Ok, credo che i discorsi sulle vostre prestazioni sessuali, non ci interessano..- li interruppe Kagome.
- Poverina, hai ragione rischieresti di restare sconvolta..- sussurrò acida Rea . Kagome la ignorò, certamente aver cercato di attirare l’attenzione di Inuyasha per tutta la mattinata e non esserci riuscita doveva averla inacidita..
- Su ragazzi, staccatevi da quelle panchine possiamo ancora fare un giro per la fiera..-
- Sanguccia, non preferiresti fare un giro in un negozio di intimo..-
- Con te certo che no, maniaco- rispose con voce quasi schifata l’altra, facendo sospirare il ragazzo e ridere tutti gli altri.
 - Avanti, Inuyasha, solo un giro per la fiera, ti prego..- lo supplicò Kagome.
 - D’accordo, d’accordo, ma solo uno- acconsentì sbuffando.
Gli stand della fiera erano vari, c’erano auto, moto che attirarono immediatamente gli uomini presenti che si divisero dalle ragazze . Kagome si fermò accanto ad uno stand dove un giovane indiano creava incisioni su collane, bracciali e altri gingilli simili. Si soffermò ad ammirare i suoi lavori, erano uno più bello dell’altro.
- Sono bellissimi- si lasciò scappare dalle labbra veramente colpita
- Ne vorresti uno in particolare? Magari con la tua iniziale, o con quella del tuo ragazzo.-
- Non sono fidanzata- disse cordiale Kagome.
- Sai, secondo la cultura della mia gente, ognuno di questi oggetti ha una leggenda..-
- davvero?- chiese interessata
- Sì, ad esempio vedi quella collana?- le chiese indicando una collana a forma di stella con su inciso una strana forma. La ragazza annuì..
- Si dice, che se la regali ad una persona a cui vuoi davvero bene lei non si separerà mai più da te..questi invece..- disse prendendo tra le mani una coppia di orecchini - .. si dice che una principessa ne avesse un paio uguali. La principessa era molto legata ad una delle sue sorelle minori, ma fu costretta ad abbandonare la sua famiglia per raggiungere il suo futuro sposo in terre lontane, credeva che non avrebbe mai più rivisto sua sorella e allora le regalò uno solo di questi orecchini in sua memoria. La principessa partì e conservò per sempre quell’orecchino in memoria di sua sorella, si dice che quando morì lo stringeva ancora tra le mani..-
- ma il suo desiderio si è esaudito? Ha rivisto sua sorella prima di morire..- chiese interessata e curiosa.
- No, si racconta che sua sorella minore sia morta molti anni prima di lei..addirittura c’è chi dice sia morta pochi giorni dopo la partenza della sorella maggiore-
- Beh, non mi sembra che allora siano dotati di questo grande potere..- disse beffarda
- Ti sbagli, è vero fin quando erano in vita loro non si sono mai potute rincontrare, ma c’è chi giura di aver visto i loro spiriti camminare insieme e chi racconta che quando hanno sepolto la principessa lei tra le mani non stringesse più un solo orecchino ma entrambi..-
- Wow, come se la sorella la fosse andata a prendere. Unite, anche nella morte- sussurrò, presa da quella storia
- Esatto, un legame indissolubile..- le sorrise
- Ma ancora più speciale è questo..- disse prendendo tra le mani un piccolo bracciale.
Era molto semplice, due fili rossi intrecciati e al centro un cuore bianco con uno spazio per l’incisione.
- I suoi fili sono rossi come quelli del destino e sul cuore al centro va incisa l’iniziale della persona che ami. Sarà quello il nome dell’unica persona che amerai davvero, l’unica realmente destinata a te..-
Kagome gli sorrise.
- Credo di non averla ancora incontrata quella persona..-
V: - I tuoi occhi dicono il contrario, ragazza- l
 - Ti stai sicuramente sbagliando..- ridacchiò - .. vorrei però un paio di quegli orecchini, potresti inciderci delle iniziali?-
 - Certamente, quali?-
- Su uno una K, e sull’ altro una S, gentilmente..-
Il ragazzo si mise al lavoro e Kagome concentrata sul suo operare non si accorse che qualcuno si stava avvicinando a lei finché non si sentì abbracciare da dietro, sobbalzò spaventata ma si rassicurò appena incontrò gli occhi di Inuyasha.
- Che cosa stai facendo?- le chiese
K: - Ho comprato un piccolo regalo per Sango- disse facendogli vedere gli orecchini che il ragazzo le stava porgendo.
- Sono davvero molto carini- le disse baciandole una guancia.
Kagome pagò il ragazzo, lo ringraziò e poi andò via mano nella mano con Inuyasha.. Quando raggiunsero il resto del gruppo decisero di tornare a casa.
 - Ah, casa dolce casa- disse entrando e gettandosi sulla prima sedia.
 - Ti sei stancato troppo, Miroku?- gli domandò Key, apparso in cucina.
- Beh, sai Key camminare per tutta la mattinata.. Credo che tu abbia dimenticato cosa si prova a stare all’aria aperta..- lo stuzzicò.
L’americano lo ignorò e si concentrò su Kagome.
- Kagome, potrei parlarti un attimo? È importante..-
- Io credo che tu non abbia nulla da dirle. O per caso un solo occhio nero non ti è bastato?-
- Calmati, InuYasha.- disse afferrandogli un braccio e lanciando un’occhiataccia a Key - posso tranquillamente gestire questa cosa da sola..- gli disse con voce dolce
 - Come vuoi.- acconsentì, attirandola però a sé e baciandola sotto lo sguardo duro di Key.
- Di cosa vuoi parlarmi, Key?- gli chiese la moretta allontanandosi da Inuyasha.
- Non qui.. abbiamo troppi spettatori- disse riferendosi al gruppo che assisteva alla scena incuriosito.
- D’accordo andiamo di là- disse avviandosi verso la cucina
- Attento a quello che fai- sibilò duro InuYasha.
Raggiunta la cucina si misero a sedere e Kagome guardò l’americano con aria scocciata.
- Allora? Sentiamo di cosa mi volevi parlare?- chiese sbrigativa
Key: - Volevo chiederti scusa.. sono sincero, Kagome..-
La ragazza lo guardò sospettosa, ma non lesse nessuna traccia di menzogna o furbizia nei suoi occhi e nel suo sguardo.
- Davvero, sono stato uno stupido e per quanto io detesti quel tipo credo di essermelo proprio meritato quel pugno. Non mi sarei dovuto comportare in quel modo, né dire quelle cose. Sono dispiaciuto davvero e spero che tu lo capisca..-
- Non importa, Key. Mettiamoci una pietra sopra e facciamo come se nulla fosse successo, ok?-
- Dici davvero Kagome?- chiese speranzoso.
- Certo che si..-
- Ti ringrazio.. l’avevo capito che eri una ragazza speciale- le disse facendola arrossire.
- Questo vuol dire che.. se io ti invitassi ad uscire di nuovo tu accetteresti? Niente feste o cose del genere, una serata tranquilla..-
 - Non si tratta di quello.. è che al momento..- si fermò incapace di continuare la frase.
 - è per quel tipo? Inuyasha?-
- Già, non è che stiamo insieme, ma..-
- Capisco c’è del feeling tra di voi, l’avevo notato- disse riferendosi al bacio che si erano scambiati poco prima.
- Eh già..- sorrise, imbarazzata.
- Quel tipo non fa per te, ma te ne renderai conto da sola.. io aspetterò il mio turno! Intanto amici?-
- Amici..- le disse lei contenta di aver chiarito la questione.
Mangiarono tutti insieme e a differenza di quello che si aspettava Kagome, Inuyasha non le chiese nulla riguardo lei e Key. Dopo pranzo si ritirò nella sua camera per studiare un po’, del resto quello era un viaggio scolastico, no?
Il ragazzo non si fece vedere per tutto il pomeriggio e Kagome cominciò a chiedersi se per caso non si fosse arrabbiato.
A tarda serata cominciò a prepararsi, ma prima di andare a cercarlo raggiunse Sango. Bussò alla sua camera e la ragazza diede il permesso per entrare.
 Non si stupì di trovare Miroku lì e nemmeno quando lui salutò Sango con un bacio a stampo dicendo che andava a prepararsi.
- Vedo che le cose tra voi vanno bene..-
- Kagome, non si può nemmeno parlare di un NOI.. non stiamo mica insieme?-
- No, ma chissà perché mi aspettavo di trovarlo qui- disse sorridendo.
S: - Non è successo nulla di che, abbiamo solo studiato insieme e stranamente le sue mani polipose questa volta sono state al loro posto..- spiegò Sango all’amica.
- Mmm.. non credi che il suo sia un modo per farti capire che gli piaci davvero?-
- Lo vedremo più in là.. tu piuttosto cosa ci fai qui? Se non inizi a prepararti ora non sarai mai pronta..- le disse con tono ammonitore.
K: - Vado subito, ma prima volevo darti una cosa- disse porgendole una piccola scatola.
- Cos’è?-
- Aprilo..-
Sango aprì la scatola e rimase affascinata dal suo contenuto. Un bellissimo orecchino color oro con su inciso con inchiostro rosso una K..
- è bellissimo, Kagome..-
- Guarda, io ho quello con la S..- disse spostando i capelli e mostrando l’orecchino identico a quello nella scatola che pendeva dal suo orecchio.
 - è davvero molto bello, Kagome.. però è uno solo..- disse confusa.
Kagome ridacchiò.
- Sciocca, credi che ne abbia dimenticato uno? È proprio così che va, l’ho comprato oggi in uno degli stand alla fiera, il ragazzo che l’ha inciso mi ha raccontato una storia davvero molto bella al riguardo. In poche parole, va condiviso con una persona con cui hai un legame indissolubile..-  le spiegò.
 - Kagome i..io..- boccheggiò non sapendo cosa dire poi corse ad abbracciarla.
- Grazie, non potevi farmi regalo più grande! Ti voglio bene, più che ad una sorella- le disse con gli occhi lucidi.
- Anche io,Sango. Ehi adesso non ti metterai a piangere, vero?-  chiese ridendo.
- Certo che no, io non piango mai-
- Adesso vado, ci vediamo dopo..-
Tornò nella sua camera e si vestì rapidamente. Indossò un vestitino dorato, con una fascia rossa sotto il seno che perfettamente si abbinava al suo orecchino.
 Si trucco, lisciò i capelli e in perfetto orario raggiunse gli altri. Il gruppo era al completo.
Si fermò principalmente a guardare Inuyasha e rimase incantata. Il pantalone nero stretto, la camicia bianca leggermente sbottonata, lo facevano sembrare ancora più bello quella sera.
 Era perfetto, non aveva difetti. Notando che anche lui era rimasto a fissarla nello stesso modo, sorrise compiaciuta e arrossì.
Arrivarono in discoteca e grazie alle conoscenze di Charlotte non fu necessario fare la fila. Salutò affettuosamente Rin e Ayame e non si stupì di trovarle lì. Sesshomaru e Koga trascorsero tutta la serata con loro.
Si buttarono subito in pista e Inuyasha non si allontanò un solo momento da Kagome lanciando sguardi ammonitori a chiunque si avvicinasse troppo alla ragazza. Sorrise quando durante la serata vide Miroku e Sango ballare insieme e lanciarsi sguardi complici e fu immensamente felice quando vide Sota e Sakura scambiarsi un bacio a fior di labbra. Fu una serata perfetta e tornarono tutti a casa felici, si augurarono la buonanotte e si avviarono ognuno verso la propria camera.
- Dove sei sparito tutto il pomeriggio e non dirmi che hai passato tutto il tempo a studiare..- trovò finalmente il coraggio di chiedergli Kagome.
- Nulla del genere, sono uscito a fare un giro..- disse con noncuranza.
- Capisco..- sussurrò, senza sapere cosa aggiungere.
- Vi ho spiati..-
K: - Cosa?- chiese confusa
- Ho origliato quello che ti diceva Key..- disse fissandola negli occhi e senza nessun imbarazzo.
- Non sai che è cattiva educazione origliare?-
- Volevo proprio sentire cosa aveva da dirti quello stupido,e poi volevo essere sicuro che non facesse alcuna sciocchezza..-
- Non avresti potuto chiederlo a me?-
- Hai ragione, ma non ho resistito alla tentazione- disse grattandosi la nuca imbarazzato.
- Non importa, per questa volta sei perdonato.-
InuYasha si tastò le tasche e afferrò il braccio sinistro di Kagome. La ragazza guardò curiosa prima lui poi il suo braccio. Dal suo polso pendeva il bracciale che quella stessa mattina aveva visto da quel ragazzo indiano.. rimase scioccata.
- InuYasha..ma?-
 - Quando sono venuto a cercarti stamattina, ho visto che guardavi sempre quel bracciale, allora ho pensato che ti sarebbe piaciuto. Il tipo indiano ha cominciato a raccontarmi strane storie sull’amore e roba del genere e mi ha detto che sul cuore andava inciso qualcosa..-
Guardò meglio il bracciale e sul cuore bianco era stata incisa con inchiostro nero una grande I. Gli occhi le si fecero lucidi e umidi, il ragazzo se ne accorse subito..
- Ehi, ehi se non ti piace puoi anche non metterlo. Non mi pare proprio il caso di piangere..- si agitò, in difficoltà, senza sapere cosa fare.
- è questo che hai fatto oggi pomeriggio?-
- S..sì- ammise imbarazzato.
La ragazza lo abbracciò di slancio.
 - Non potevi farmi regalo più bello, InuYasha- gli disse stringendolo ancora più forte.
- Tsk, è una sciocchezza-
Kagome alzò lo sguardo per incontrare quello del ragazzo e lui incapace di resistere la baciò. Fu un bacio tenero, ma esigente. Senza staccare le loro labbra, Inuyasha sollevò la ragazza tra le braccia e aprì la porta della sua camera, la poggiò delicatamente sul letto e continuò a baciarla..
- Questa notte cambiamo camera, tocca alla mia. Dormi con me!- le chiese soffiandole sulle labbra
Completamente persa Kagome si limitò ad annuire e tornò a baciarlo.


 
 
Note di quell’autrice in costante ritardo:
Salve, questa settimana sembrava eterna, non passava mai..no, avete ragione è passata ben più di una settimana dal mio ultimo aggiornamento xD
Non vi scoccio con le solite scuse, tanto ormai le sapete a memoria. Posso solo dire che le tanto attese ferie sono quasi arrivate e con un po’ più di tempo libero spero di riuscire ad aggiornare più velocemente.
Per chi segue anche le mie altre storie, sappiate che il nuovo capitolo di Tra Presente e Passato è in arrivo J
Per quanto riguarda questo capitolo, direi che le cose iniziano a farsi più serie tra i nostri piccioncini..che ne pensate?
Lascio come sempre a voi tutti i giudizi. Ringrazio chi segue la storia, chi l’ha inserita tra le seguite, preferite, ricordate e anche tutti i lettori silenziosi.
Invito chi ne avesse voglia ad iscriversi al nostro gruppo di pazze autrici :D
Ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
 Mi scuso, inoltre, per il ritardo sia nel rispondere alle recensioni, sia nel recensire le vostre..sono un caso disperato xD
Prometto comunque che mi impegnerò per recuperare anche in quello :D
Vi lascio uno spoilerino per stuzzicare la vostra fantasia :D

- Lascia perdere. Ma basta parlare di me..è la tua volta. È vero quello che si dice a scuola? Non hai mai avuto una ragazza fissa? Una storia seria?-
- E’ vero. Al massimo sono andato a letto con la stessa ragazza per una settimana prima di scaricarla..nulla di più..- esclamò con un ghigno da conquistatore provetto che indispettì non poco la ragazza - Davvero non hai mai voluto bene ad una ragazza?- le chiese lei con tono urgente. Era ansiosa di conoscere la risposta..se lui avesse negato avrebbe capito che nonostante il suo comportamento, anche lei per lui era come tutte le altre.
- Non ho detto questo mi è capitato due volte.-
[...]
Solo quando la depose dolcemente per terra Kagome si accorse che si erano spostati e che erano seduti su una coperta, capì che Inuyasha doveva aver già programmato tutto. Quando le labbra del ragazzo tornarono su quelle di lei, i suoi pensieri persero qualunque logica..l’unica cosa che sentiva, l’unica cosa che pensava, l’unica cosa che voleva era lui..solo lui..
Non si oppose quando le mani esperte del ragazzo presero lentamente a sbottonarle i bottoni della camicetta, né quando lui le accarezzò dolcemente il ventre..quando però sentì le sue mani salire lentamente verso il seno..


 

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Capitolo 8
*** Io e te? Noi! (1 parte) ***


Erano ormai trascorse già tre settimane dall’arrivo dei ragazzi in America e molte cose erano cambiate. Fu con quel pensiero che Kagome si svegliò quel giorno, tastò lo spazio del letto accanto a sé.. era freddo. Inuyasha doveva essere andato via già da un po’. Ancora mezza addormentata sorrise, dormivano ormai insieme tutte le notti..
Il ragazzo si era rivelato una vera e propria sorpresa, dopo tutte le cose che aveva sentito dire da Sango e dai suoi amici sul suo conto, aveva dato per scontato che Inuyasha non sarebbe mai stato il tipo da prendere seriamente in considerazione l’ipotesi di una storia “seria”, eppure con lei era sempre così dolce e affabile.
Sorrise per l’ennesima volta a quel pensiero. Ultimamente, ogni volta che pensava a lui o che qualcuno lo nominava, sulle sue labbra si disegnava un sorrisino ebete difficile da mandare via..sospirò.
 - Ultimamente sospiri troppo, non sai che lo fanno sempre le ragazze innamorate?- esclamò allegra Sango, appena entrata nella camera dell’amica.
- Buongiorno anche a te, non si usa più bussare?-
- Siamo un po’ acide questa mattina?-
- No, è solo che mi sono appena svegliata.. comunque come mai qui? Di solito a quest’ora sei ancora nel letto di Miroku! -
- Smettila, sai quanto io mi imbarazzi a parlare di queste cose. Sono venuta per ricordarti il nostro appuntamento.. non te ne sei dimenticata, vero?- chiese con un tono di voce severo.
- Certo che no! Non ricordo più quando è stata l’ultima volta che abbiamo trascorso del tempo insieme e credo che tu abbia molte cose da raccontarmi, non è vero?- domandò la moretta con tono malizioso.
- Sei solo un’impicciona, ecco qual è la verità. Comunque ho invitato anche Sakura ad uscire con noi, spero che non ti dispiaccia..-
- Certo che no, anche lei dovrà raccontarmi un sacco di cose..-
- Sei proprio una pettegola-
 Entrambe scoppiarono a ridere, poi Sango lasciò la stanza.
Kagome si rituffò tra le coperte e lasciò correre i propri pensieri.. tre settimane non erano un arco temporale eccessivamente lungo, eppure molte cose erano successe.. Sango, la sua migliore amica, aveva catturato il cuore di Miroku.
Erano sempre insieme, lui non aveva occhi che per lei..certo restava il solito depravato, ma la sua unica vittima era Sango.
Sakura e Sota facevano passi da giganti.
Rise pensando a quello che era accaduto appena Sesshomaru era venuto a sapere della loro storia, aveva tentato prima di investire Sota e poi aveva cercato qualsiasi pretesto per rimandare Sakura a casa finchè anche lui si era arreso alla realtà, quei due si volevano bene.
 Koga e lo stesso Sesshomaru facevano ormai coppia fissa con Ayame e Rin; eravamo usciti spesso tutti insieme e anche le ragazze sembravano completamente prese da quella situazione.
Kohaku non aveva alcuna intenzione di trovarsi una ragazza a differenza dei suoi amici e lui e Charlotte se la spassavano alla grande senza alcun impegno o legame tra loro.
Guardò il display della radiosveglia e decise di alzarsi..se avesse fatto tardi per l’ennesima volta Sango l’avrebbe uccisa.
Si vestì in fretta, si diede un’ultima occhiata allo specchio e si appresto a raggiungere l’amica al piano inferiore.
Incrociò Key a metà del suo percorso.
- Buongiono..- gli sorrise, allegra.
L’americano aveva mantenuto la sua promessa, assumendo un atteggiamento più rispettoso e Kagome sentiva di non nutrire più rabbia nei suoi confronti.
- Buongiorno a te, bellezza. Dove tu riesca a trovare tutto questo buon’umore di primo mattino per me rimane un mistero..-
- Caro il mio Key, la vita è troppo breve per sprecarne anche un solo istante- rispose saggia.
- Oh ,non sapevo di vivere sotto lo stesso tetto di una filosofa. Stai uscendo?-
- Già, sarà una mattinata tutta al femminile, Sango e Sakura mi aspettano..-
- Capisco e per oggi pomeriggio che programmi hai?- le domandò.
- Mmm.. nessuno. Credo che studierò un po’..-
- Ho un’idea migliore. Rifacendomi alle tue parole, visto che la vita è troppo breve e sprecarla sui libri sarebbe inutile, che ne dici di un giro? Una cosa tranquilla, c’è un bar qui vicino che fa degli ottimi dolci, mi piacerebbe portarti lì..- le propose con tono allegro.
- Certamente, non ne vedo il problema..-
 Key fece per parlare ma fu interrotto.
- Tu forse no, ma io ci vedo un grande problema..- ringhiò minaccioso Inuyasha.
- Buongiorno- lo salutò Kagome, guardandolo con occhi persi.
- Buongiorno un corno, la prima cosa che devo sentire quando mi sveglio è la mia ragazza che prende appuntamenti per il pomeriggio con un coglione..-
La moretta arrossì e Key strinse la mascella per l’insulto.
-A chi hai dato del coglione, brutto imbecille? E da quando Kagome deve chiederti il permesso per uscire con un amico? O forse non hai fiducia in lei?- gli rispose con tono duro.
- Di lei mi fido, è di te che non ho stima. Non che siano affari tuoi, ma non ha bisogno di chiedermi il permesso di fare nulla, purtroppo per te, però, oggi è già impegnata con me..- e senza dare la possibilità al ragazzo di dire altro trascinò Kagome con se.
- InuYasha, possibile che tu debba essere sempre così arrogante e antipatico con lui?- chiese con tono di rimprovero.
- Sì, perché a differenza tua io vedo il modo in cui ti guarda e non mi piace per nulla. In ogni caso, se preferisci trascorrere il pomeriggio con lui sei libera di farlo, scusa per l’intromissione- le disse lasciandola lì.
La ragazza lo studiò, stupita, poi sorrise, lo raggiunse e lo costrinse a fermarsi.
- Sei proprio uno stupido, è normale che io preferisca passare il mio tempo con te. dove mi porti?- gli domandò.
- è una sorpresa.. tu fatti trovare pronta per le 18:00-
- Agli ordini, capo-
Gli posò un bacio leggero sulle labbra e poi continuò a scendere le scale.
- Ehi, ma dove stai andando?-
- Vado a fare una passeggiata con Sango e Sakura. Non sarai geloso anche di loro vero?-
Inuyasha arrossì e lei scoppiò a ridere.
- Sei una stupida, io non sono geloso proprio di nessuno..-
 Lo ignorò e ridendo ancora raggiunse le sue amiche e uscirono insieme. Passeggiarono un po’ per i negozi parlando del più e del meno, finché stanche e assetate decisero di fermarsi ad uno dei tanti bar presenti sulla via principale della città.
- C’è da dire che anche lo shopping stanca- esclamò Sakura sorseggiando la sua bibita.
- E’ vero, tuttavia mi sono divertita un mondo. È passato troppo tempo dall’ultima volta che abbiamo trascorso del tempo insieme..- dichiarò Sango,guardando allegra le due amiche.
- Certo, ma ora non cercate di cambiare discorso. Credo che entrambe abbiate molto da raccontarmi. Chi vuole iniziare?- chiese con occhio vispo Kagome.
 Le amiche sospirarono, rassegnate.
- Non che ci sia molto da raccontare poi..- mormorò Sakura.
- Certo, come no! Ti rendi conto che adesso siamo cognate? Voglio sapere tutto – insistette la moretta.
- Beh, dopo quella sera in discoteca abbiamo passato molto tempo insieme. Sota mi piaceva già da molto e alla fine mi sono dichiarata anche se pensavo mi avrebbe riso in faccia..-
- Vogliamo i dettagli Sakura..- la incoraggiò Sango.
- Oh, che amiche impiccione che ho. Insomma un pomeriggio…
FLASHBACK
[Pensieri di Sakura..]
Non stavo più nella pelle, non credevo di essere mai stata tanto felice in vita mia.
 Dopo il bacio che ci eravamo dati in discoteca io e Sota avevamo trascorso moltissimo tempo insieme, lui era sempre così dolce con me.. tuttavia, cos’è che provava?
 Io lo sapevo benissimo: ne ero innamorata. Forse lo ero stata dal primo momento in cui l’avevo visto e ormai non potevo più nascondere la cosa.
 Avevo deciso che quel giorno gli avrei detto tutto. Ero consapevole del fatto che probabilmente mi avrebbe riso in faccia e che mi avrebbe detto che per lui sono ero una bambinetta, ma non potevo più nascondere i miei sentimenti..
- C’è qualcosa che non va, Sakura? Oggi sei molto pensierosa..-
Tornai a fissare il ragazzo al mio fianco. Era e il suo sorriso mi aveva fatto perdere la testa!
Feci scorrere lo sguardo intorno a noi, era ormai il tramonto, ci trovavamo in riva al mare ed eravamo soli.. non avrei potuto trovare un luogo o un momento più perfetto..
- Sota, io devo parlarti..- dissi cercando di trovare il coraggio.
- Ti ascolto..-
: - So che dopo quello che sto per dirti probabilmente non vorrai più vedermi perché penserai di me che sono solo una bambina sciocca ed immatura, ma non posso più nasconderti una cosa del genere..-
- Non potrei mai pensare una cosa del genere di te, Sakura. Puoi dirmi tutto..-
- Sota, ecco, io credo di essermi innamorata di te. So che può sembrarti prematuro e affrettato, ma io credo di essermi innamorata dalla prima volta che ho visto il tuo sorriso. Quello che provo per te io non l’ho mai provato per nessuno.- lo guardai, sperando che lui mi dicesse qualcosa, qualunque cosa sarebbe stato meglio di quel silenzio.
Alzai il viso fino ad incontrare il suo sguardo, mi fissava con la bocca e gli occhi spalancati..
- Sakura, io..-
Sentii immediatamente gli occhi inumidirsi..era chiaro, lui non ricambiava i miei sentimenti.. che sciocca, come avevo solo potuto pensare una cosa del genere?
- Ti chiedo scusa, Sota, non avrei dovuto dire tutte quelle sciocchezze. So perfettamente che tu non potrai mai innamorarti di una come me. Dimentica tutto quello che ti ho detto e prometto che non ti darò più fastidio.. scusa ancora- dichiarai, frettolosa, incespicando nelle mie stesse parole.
Lo guardai un’ ultima volta e poi scappai via.
Stupida, stupida ero solo una stupida. Sapevo perfettamente che Sota non era un ragazzo in cerca di una storia seria e se mi fossi tenuta per me quelle stupide parole magari lui mi avrebbe permesso di restargli accanto ancora per un po’..
Inciampai e caddi in ginocchio sulla sabbia, non riuscii più a trattenere le lacrime e i singhiozzi.. l’avevo perso, perso per sempre.
Improvvisamente mi sentii cingere da due forti braccia e un altro singhiozzo mi uscì dalle labbra. Riconobbi subito il suo bellissimo profumo..
- Kami e quanto corri. Sei una stupida, Sakura. Impara anche ad ascoltare quello che hanno da dire gli altri. Sei corsa via da me senza nemmeno darmi il tempo di risponderti-
- Ti prego non farlo, Sota, so già cosa vuoi dirmi, l’ho capito, mi farebbe solo più male..-
- E invece non hai capito un bel niente. Non so, Sakura, se quello che provo per te sia amore, so solo che è qualcosa che non ho mai provato per nessuna. Più ti conoscevo e più capivo che tu eri speciale, per questo ho sempre cercato di non avvicinarmi troppo a te, temevo di farti del male, ma adesso è tardi, Sakura.. noi ci apparteniamo-  sussurrò, convinto.
Sentii il cuore perdere diversi battiti e poi ricominciare a battere all’impazzata.
- Q..quindi, Sota, posso restare al tuo fianco?- gli chiesi incerta e lui mi regalò un altro dei suoi bellissimi sorrisi.
- Devi, Sakura. Ormai non posso più fare a meno di te..-
Lo baciai con passione e se inizialmente rimase sorpreso dal mio fervore, ricambiò poi il mio bacio con lo stesso trasporto. Attraverso quel bacio cercai di fargli capire tutto: l’amore che provavo per lui, la paura che avevo di perderlo e la felicità che in quel momento provavo per le sue parole.. avevo bisogno di lui, lo volevo..
Spinti dalla passione del bacio, ci ritrovammo entrambi stesi sulla sabbia e sentii la sua mano accarezzarmi il ventre e fermarsi indecisa proprio sotto il mio seno.
 Capii che non aspettava altro che un mio segnale, un mio assenso o un mio rifiuto. Come dotata di volontà propria la mia mano si andò a posare sulla sua e la condusse sul mio seno.
Era impossibile provare tutte quelle sensazioni, ogni singola parte del mio corpo che lui toccava prendeva fuoco.. ci spogliammo lentamente, più volte Sota cercò il mio assenso prima di compiere vari passi. Ogni secondo che passava sentivo sempre di più il mio bisogno di lui crescere, lo volevo e non importava il fatto che stessi tremando perché non sapevo cosa aspettarmi.
 Quando eravamo ormai del tutto nudi lui si sistemò meglio tra le mie gambe..
- Sakura, ne sei sicura? – mi chiese, con voce resa roca dal desiderio.
- Lo voglio, Sota, voglio essere tua, in tutti i sensi..-
Mi sorrise e si chinò per baciarmi, unì le nostre mani e cominciò a spingere delicatamente.
Il dolore fu forte, ma il piacere che entrambi provammo me lo fece dimenticare immediatamente.
 Quando tutto fu finito mi tenne stretta tra le sue braccia a lungo..
- Sota..-
- Ti prego, dimmi che non te ne sei pentita, non potrei mai perdonarmelo..-
- No, è stato bellissimo..- dissi arrossendo.
- Anche per me.
- Ti amo Sota..-confessai.
 Le mie labbra si mossero prima ancora che potessi fermarle.
- Anche io, Sakura..- mormorò, stringendomi maggiormente a sé.
 Ero sicura, quello era il momento più felice della mia vita..-
FINE FLASHBACK
 
- Che cosa? Quindi voi..- scattò in piedi, urlando, Kagome.
- Shhhh, Kagome per tutti i Kami ti prego non urlare..- bisbigliò Sakura, agitata e rossa fino all’inverosimile, accorgendosi di tutti gli sguardi che avevano attirato.
- Ops, scusami solo che ero troppo presa dal tuo racconto. Non ci posso credere tu e mio fratello..-
- Su, Kagome, è una cosa del tutto normale quando due persone si vogliono bene..- intervenne Sango.
Kagome strabuzzò gli occhi.
- Vuoi dire che anche tu e Miroku..?- lasciò la frase incompiuta
- No, gli ho detto che non mi sentivo ancora pronta e lui ha detto che avrebbe aspettato. Tuttavia, nonostante le sue belle parole con il suo fare da maniaco non fa altro che riprovarci e…-
- e..?-
- Non dirmi che il completino intimo che hai comprato stamattina hai intenzione di usarlo questa notte?!?-
- Sì, mi sento pronta.. a lui ci tengo davvero, stiamo insieme e anche lui, seppur a suo modo, mi ha dimostrato di tenere molto a me. Cos’altro dovrei aspettare?- chiese arrossendo e guardando le amiche.
- Credete che stia sbagliando? Pensate che la cosa sia troppo precoce?- aggiunse, dubbiosa.
- No, Sango, per certe cose non esiste un tempo adatto. Se tu sei sicura, e sai che lui ricambia i tuoi sentimenti, cos’altro dovresti aspettare?- le disse la moretta intrecciando le mani con quelle dell’amica.
- Anche io la penso come Kagome e visto il mio comportamento non potrei mai pensarla in modo diverso..- concordò Sakura.
Si guardarono e poi si lasciarono andare ad una risata allegra e complice.
- Allora, amica mia.. tu che vuoi sapere gli affari di tutti, perché non ci racconti un po’ di quello che fate la notte tu ed InuYasha..- chiese maliziosa Sango.
- Senza problemi..dormiamo-
- Dormite?-
- Esatto, dormiamo- ripetè, sorseggiando a disagio la sua bibita.
- Non riesco a crederci, vuoi dire che mio fratello non ha nemmeno provato a..-
- Beh, in un certo senso la colpa è mia.. lui ci ha provato una volta, ma io l’ho respinto in maniera piuttosto dura. In ogni caso, per voi la situazione è diversa.. Miroku e Sota si sono dichiarati apertamente, la situazione tra me e Inuyasha è.. come dire.. confusa..-
- Cosa vuoi dire? Non andate d’accordo?-
- Certo che sì, lui è dolcissimo, insieme ci troviamo benissimo e purtroppo ogni istante che passa mi affeziono a lui sempre di più, ma ho paura. Non so lui cosa prova per me, come potrei compiere un passo del genere se lui mi considera ancora “un’amica speciale”? finirei per pentirmene..- sussurrò moggia.
- Perché non provi a parlargli?-
- Non avrebbe senso, Sakura, quando abbiamo iniziato questa.. non so nemmeno come chiamarla. Comunque, abbiamo deciso di andarci con i piedi di piombo e ora io non posso pretendere nulla da lui, purtroppo però il semplice “mi piaci” non mi basta più, non ora che capisco che per lui comincio a provare qualcosa di più profondo..- sussurrò seria
- Vedremo come si evolverà la situazione e ora che abbiamo finito di spettegolare come tre vecchie zitelle cosa ne direste di un altro giro di shopping?- chiese allegra e le due amiche approvarono la sua idea.
Quando diverse ore dopo tornarono a casa piene di pacchettini erano tutte esauste, Kagome con la scusa di essere stanca si ritirò immediatamente nella propria stanza, non voleva vedere nessuno..aveva bisogno di pensare..
Posò i vari pacchetti sulla scrivania e si lasciò andare sul letto, aveva cercato di non mostrarlo per tutto il tempo, ma i racconti delle amiche l’avevano ferita. Era felicissima per loro, aveva capito già da un po’ che Sota e Miroku avevano compreso di aver trovato due ragazze speciali e non se le sarebbero fatte scappare così facilmente. Ma lei? Lei e Inuyasha erano quelli che si frequentavano da più tempo, ma anche quelli che avevano fatto meno passi rispetto a tutti gli altri, non voleva paragonare la sua “storia” con quella delle amiche, capiva perfettamente che ogni persona aveva i propri tempi, ma era davvero possibile che in più di tre settimane i sentimenti di Inuyasha non fossero minimamente cambiati? La cosa non l’avrebbe angosciata più di tanto se le cose per lei non fossero state diverse. Si ritrovava a pensare a lui ogni volta che non erano insieme, desiderava la sua compagnia in ogni istante della giornata, la notte aspettava impaziente la sua venuta e come spiegare poi il vuoto allo stomaco e il battito accelerato ogni volta che lui le parlava, la baciava o l’abbracciava? Non era certo una ragazzina alla sua prima cotta, con Hojo non aveva mai provato tutte quelle sensazioni.
Tutto quello la spaventava, sapeva perfettamente che si stava innamorando, ma lui?
Sospirò e complice la stanchezza per la mattinata trascorsa si addormentò.
 
- Cavolo, cavolo, cavoloooo tra un quarto d’ora dovrei essere pronta e non ho ancora deciso cosa indossare.. cavolooo..- esclamò Kagome mentre con espressione disperata osservava il mucchio di indumenti sparsi un po’ ovunque per la camera e i pochi ancora conservati ordinatamente nell’armadio.
Guardò ancora una volta in modo nervoso le lancette dell’orologio posizionato proprio di fronte a lei, ma, nonostante le sue preghiere, queste non avevano alcuna intenzione di interrompere la loro corsa.
La ragazza sapeva perfettamente che se avesse osato ritardare anche di pochi secondi, Inuyasha le avrebbe fatto passare un pomeriggio d’inferno, ricordandole ogni istante il suo essere una ritardataria..Tornò a guardare disperata il mucchio di vestiti quasi sperando di poter trovare una soluzione al suo problema solo fissandoli.
 Aveva già provato ad abbinare la gonna nera con la camicia rosa, per poi sostituire alla gonna il jeans,alla camicia rosa il maglioncino bianco e così via fino a creare una serie infinita di abbinamenti, ma nessuno che la soddisfacesse realmente.. il problema stava nel fatto che non aveva nessuna idea di dove Inuyasha l’avrebbe portata e di conseguenza non sapeva cosa indossare… Optò alla fine per un abbigliamento informale, a metà tra l’elegante e il casual, che facilmente si sarebbe abbinato a qualsiasi occasione..un pantalone nero a vita bassa e una camicetta rosa che le fasciava dolcemente il corpo.
Si guardò allo specchio e soddisfatta del risultato, si truccò rapidamente, calzò le scarpe e proprio nel momento in cui l’orologio segnava lo scoccare dell’ora la porta della sua cameretta si aprì.
- Wow, non credevo saresti riuscita ad essere puntuale.- esclamò il ragazzo fissandola.
- Ehi, per chi mi hai preso?- riuscì a soffiare con voce distratta, mentre lo mangiava con gli occhi. Anche lui  aveva optato per un abbigliamento a metà tra l’elegante e lo sportivo, abbinando ad un Jeans stretto, che gli fasciava in modo perfetto le gambe lunghe e muscolose, una camicia bianca che metteva chiaramente in risalto i muscoli ben definiti.
-Per la solita ritardataria, in più se teniamo conto del fatto che sono stato io a svegliarti meno di mezz’ora fa..- le fece presente Inuyasha.
- Ok, hai ragione! Ma come puoi ben vedere sono pronta, quindi non hai alcun motivo per lamentarti..- gli fece notare lei.
- Sei bellissima- le disse lui, lasciando cadere il discorso precedente e senza mai staccarle gli occhi da quelli di lei si avvicinò, le prese delicatamente il viso tra le mani e la baciò.
Kagome si arrese docilmente a quelle labbra che ormai conosceva fin troppo bene, fu un bacio strano, delicato..ma in quel contatto riuscì anche ad avvertire una sensazione nuova..mai provata..cos’era quella strana urgenza??
- Grazie, anche tu stai molto bene- gli disse lei quando si staccarono per riprendere aria.
- Possiamo andare allora?-
- Sì-
Gli sorrise e insieme scesero le scale, salutarono la famiglia Mine e si avviarono al cancello.
- Vieni, prendiamo la moto- le disse lui, conducendola poi verso la parte posteriore della casa dove erano parcheggiati tutti i veicoli.
- Andiamo lontano?- chiese curiosa, sperando di ottenere qualche informazione.
- Non ti dirò nulla. Vedrai tra poco, sappi solo che ho già informato la famiglia Mine del fatto che non ceneremo qui e che molto probabilmente rientreremo un po’ più tardi, mi hanno dato il permesso.-
La ragazza si limitò ad annuire cercando di immaginare dove Inuyasha volesse portarla. Ad un cenno del ragazzo salì dietro di lui e si strinse alla sua schiena, adorava quella sensazione a livello dello stomaco che provava ogni volta che andava in moto, la faceva sentire viva e libera..proprio come si sentiva quando era sua compagnia.
Superarono la zona residenziale e il centro cittadino e Inuyasha cominciò a rallentare appena arrivati in una zona che Kagome non aveva ancora visitato, parcheggiò poi accanto all’entrata di un parco pubblico. La moretta scese dalla moto e restò a bocca aperta di fronte a tutto quel verde. Il giardino si estendeva su una superficie immensa, il verde era ovviamente il colore predominante, piante di tutti i generi si succedevano e facevano bella mostra di sé per i lunghi viali,i fiori poi, sparsi un po’ ovunque, crescevano liberi e forti dando quel tocco di colore e di vita che portava chiunque li osservava a sorridere. Al centro del parco, si trovava un laghetto circolare sulle cui acque galleggiavano placidamente cigni e papere. Poco più lontano si potevano chiaramente udire le risate dei bambini che si divertivano a giocare sulle giostrine sotto lo sguardo attento dei genitori, Kagome si perse di fronte a quell’esplosione di vita..
- Ti piace?-
- Inuyasha, questo posto è magnifico.- esclamò raggiante facendo sorridere il ragazzo.
- Mi era giunta voce del fatto che tu amassi la natura e così ho pensato che questo posto ti sarebbe piaciuto.. a quanto sembra ho indovinato.-
- Grazie, grazie, grazie..- disse stringendolo forte a sé senza smettere di sorridere - non puoi nemmeno immaginare quanto io sia felice..-
Il ragazzo le sorrise e prendendola per mano la portò poi più vicino alla recinzione che circondava il lago. La osservò per qualche minuto e poi poggiandosi con i gomiti alla ringhiera parlò.
- Ti andrebbe di parlarmi un po’ di te..della tua famiglia?-
Kagome lo guardò per un momento confusa.
- Beh, sono sicura che Sota ti abbia già raccontato qualcosa..- disse osservandolo attenta.
-Certo, ma è te che sto conoscendo, non Sota. Voglio sapere tu come vivi la tua vita, che rapporto hai con la tua famiglia..- esitò per un momento continuando a guardare la ragazza -ma se non vuoi parlarmene non importa..-
-N..no va bene..del resto hai ragione se dobbiamo conoscerci dovrai pur sapere qualcosa della mia famiglia, che io considero ovviamente una parte fondamentale della mia vita. Immagino tu sappia che purtroppo mio padre è venuto a mancare diversi anni fa, vero?- si fermò in attesa di una risposta da parte di Inuyasha che si limitò ad annuire.
-Quando è accaduto io ero poco più che una bambina, ho di conseguenza purtroppo pochissimi ricordi di lui. Mia madre è sempre stata una donna forte, non ci ha mai fatto mancare nulla, ma di certo per lei non deve essere stato facile crescere due bambini tutta sola..ricordo infatti di averla sentita piangere chiamando il nome di mio padre molte notti, quando credeva che ormai noi dormissimo. Le cose sono migliorate quando anche mio nonno è venuto ad abitare con noi, è stato senza dubbio un grande sostegno non solo per me e mio fratello, ma anche per mia madre. Con il passare degli anni poi, più Sota cresceva e più diventava per me una figura maschile di riferimento. Lo conosci, saprai sicuramente che non è un tipo espansivo o che si lascia andare a dimostrazioni d’affetto, ma attraverso i piccoli gesti e con piccole premure mi ha sempre fatto capire che avrei potuto contare su di lui..- terminò la ragazza con gli occhi leggermente velati di malinconia.
Inuyasha se ne accorse e la strinse a sé. Kagome si abbandonò contro il suo petto lasciando che quella sensazione di protezione e di benessere che solo lui riusciva a trasmetterle la invadesse e portasse via quell’alone di tristezza e malinconia che parlare della sua famiglia le aveva portato.
- E tu, Inuyasha? Che mi dici della tua famiglia?- chiese per cambiare argomento.
 - Davvero ti aspetti che io ti riveli i segreti della famiglia No Taisho?- chiese con voce ironica.
- Soltanto quelli più scandalosi..- lo prese in giro lei.
- Non credere che la mia sia poi una storia molto allegra. Come sai mio padre è un uomo d’affari ed è spesso via per lavoro, non abbiamo mai molto tempo da trascorrere insieme..-
- E tua madre? Anche lei era sempre via?- chiese innocentemente la ragazza, ma non appena lo sentì irrigidirsi ebbe paura di aver fatto un passo falso.
- Inuyasha, se ho detto qualcosa di sbagliato, scusami non..-
- No, no tranquilla, non hai detto nulla di sbagliato. Quello che sto per dirti, Kagome, sono in pochissimi a saperlo. L’ho raccontato solo ai miei migliori amici..-
- Se non vuoi parlarmene,  non importa. In ogni caso sappi che se lo farai, rimarrà il nostro segreto, non lo rivelerò mai a nessuno..-
 Lui sorrise, la strinse un po’ più forte a sé e poi cominciò a parlare.
- Quando mio padre si è sposato era molto giovane, il suo era un matrimonio combinato..I miei nonni e i genitori della sua prima moglie erano soci in affari e avevano imposto ai due di sposarsi senza possibilità di scelta..dalla loro unione è nato Sesshomaru. Dopo la sua nascita, mio padre e Takema, è questo il nome della madre di Sesshomaru, hanno deciso di comune accordo di separarsi, visto che in realtà quello che le loro famiglie volevano era un erede che avrebbe un giorno ereditato tutto. Dopo pochi mesi mio padre incontrò una donna..Izayoi..la mia vera madre. Quando mio padre l’ha incontrata si è subito innamorato di lei, ma purtroppo mia madre nascondeva un segreto..era malata. La sua malattia era incurabile, la rendeva ogni giorno più debole, la stava spegnendo in fretta, ma a mio padre non importò.. voleva poter trascorrere il poco tempo che le rimaneva con lei, senza sprecare neanche un attimo e così la sposò e nacqui io..dopo due mesi dalla mia nascita mia madre morì.- la sua voce tremò per un istante.
- Inuy..-
- Ti prego, non fermarmi, ci tengo davvero a raccontartelo..-
La ragazza si limitò ad annuire.
- Mio padre si ritrovò così a dover crescere un figlio, Sesshomaru, di pochi anni e me appena nato. Non ce l’avrebbe mai fatta se Takema non lo avesse aiutato. Come ti ho detto loro due si erano separati di comune accordo ed erano rimasti quindi in buoni rapporti, lei gli è rimasta vicino e mi ha cresciuto come se fossi suo figlio. Ecco perché nonostante non sia mia madre biologicamente parlando, io la considero una madre a tutti gli effetti..Durante quel periodo mio padre e Takema hanno avuto occasione di trascorrere molto tempo insieme, si sono riavvicinati ed è nata Sakura. Si sono risposati e nonostante siano passati 16 anni sono ancora felici e innamorati..tanto che alcune volte quando sono a casa starli a guardare diventa imbarazzante, sembrano due adolescenti alla prima cotta..-  sghignazzò.
- Questo si che è uno scandalo..sapere che i signori No Taisho si comportano come due piccioncini..potrei vendere quest’esclusiva ad un giornale di gossip..- esclamò Kagome portando un dito al mento come e stesse realmente prendendo in considerazione l’idea..
- Ma smettila..- la canzonò lui.
- Piuttosto, ti va un gelato?- le chiese
- C’è anche bisogno di chiederlo? Io adoro il gelato..- disse prendendolo per mano e trascinandolo di corsa verso il chioschetto.
Passarono il resto del pomeriggio così, a ridere e scherzare per le cose più banali, entrambi felici di sapere qualcosa in più dell’altro. A cena Inuyasha la portò in un piccolo ristorante vicino al mare, mangiarono divinamente senza mai smettere di parlare e scambiarsi gesti affettuosi. All’uscita dal locale Inuyasha afferrò Kagome e la strinse forte a sé.
- Non sopportavo più quel tavolo tra noi, eravamo troppo distanti.-
- Già, ma sai come si dice..l’attesa aumenta il desiderio- replicò maliziosa lei, baciandolo per non farlo rispondere. - Ti va di fare una passeggiata sulla spiaggia?-
 - Certo andiamo..- acconsentì.
Passeggiarono per alcuni minuti in silenzio mano nella mano, godendosi quell’atmosfera. Il silenzio tra loro non era imbarazzante o pesante, semplicemente non sentivano la necessità di riempirlo con parole inutili che avrebbero avuto solo l’effetto di rompere quell’atmosfera..Dopo un po’ Inuyasha si lasciò cadere sulla sabbia, trascinandola con se. La fece sedere tra le sue gambe facendo aderire la schiena di Kagome al suo petto e portò le braccia a circondarle la vita, possessivo.
- Mi piace il mare di notte- esclamò lei all’improvviso e lui si limitò ad annuire troppo perso ad ammirare lei..
- Di un po’, tu e Hoijo quanto tempo siete stati insieme?- chiese storcendo il naso in un chiaro segno di fastidio.
Kagome si voltò a guardarlo, stranita.
- Si chiama Hojo e non Hoijo. E comunque perché mi fai una domanda del genere?-
- Non ti hanno insegnato che ad una domanda non si risponde mai con un’altra domanda?- replicò lui.
- Mmm.. a dire il vero non lo so con precisione. A differenza delle altre ragazze non ho mai dato molta importanza alle date o cose del genere. Comunque credo qualche mese..3 o forse 4 non saprei..- esclamò lei cercando di ricordare con precisione.
- E ti piaceva?- cacciò tutto d’un fiato come se quelle parole gli fossero costate care.
- Che razza di domande mi fai? Se non mi fosse piaciuto non avrei mai cominciato una relazione con lui..-
- E lui..ti..piace ancora?-
- Insomma, che domande mi stai facendo?- chiese piccata.
- Rispondi semplicemente.-
- Per chi mi hai presa? Se mi piacesse ancora Hojo non me ne starei qui con te, tra le tue braccia. In più, per tutte le volte che ha tentato di riconquistarmi se avessi voluto sarei già tornata con lui..- esclamò, nervosa.
 - Non arrabbiarti, non volevo insinuare nulla di male. Volevo solo essere sicuro che non ti importasse più nulla di quel damerino. E non parlare mai più di tornare con lui..- esclamò serio.
-Se vuoi sapere tutta la verità, Inuyasha..credo di non essere mai stata innamorata di lui. Insomma, ci stavo bene, mi riempiva d’attenzioni, era dolce, ma era anche noioso, monotono.. So che non dovrei dire una cosa del genere, ma credo di non aver mai provato nulla di importante per lui..Me ne accorgo adesso che..- si fermò di colpo
- Adesso che?- la spronò lui a continuare
- Lascia perdere. Ma basta parlare di me..è la tua volta. È vero quello che si dice a scuola? Non hai mai avuto una ragazza fissa? Una storia seria?-
- E’ vero. Al massimo sono andato a letto con la stessa ragazza per una settimana prima di scaricarla..nulla di più..- esclamò con un ghigno da conquistatore provetto che indispettì non poco la ragazza.
- Davvero non hai mai voluto bene ad una ragazza?- le chiese lei con tono urgente.
Era ansiosa di conoscere la risposta..se lui avesse negato avrebbe capito che nonostante il suo comportamento, anche lei per lui era come tutte le altre.
-Non ho detto questo, mi è capitato due volte.-
- Ma se hai detto che non hai mai avuto una storia seria..-
- Se mi lasciassi parlare, infatti. La prima volta mi è capitato con una ragazza di nome Kikyo. Ci conosciamo sin da bambini, è la figlia di uno dei più cari amici di mio padre e le nostre famiglie speravano che tra noi scattasse qualcosa. In effetti qualcosa è scattato..-
- T..ti sei innamorato dei lei?- chiese esitante.
- NO! Ti ho già detto di non essermi mai innamorato..C’ho fatto sesso, ovviamente,  e con lei era magnifico. Insomma, se tu la vedessi Kikyo è bellissima, lunghi capelli neri, occhi ammalianti e seducenti, labbra rosso fuoco e un fisico da mozzare il fiato.-
Si bloccò, non appena sentì la ragazza irrigidirsi e muoversi frenetica cercando di allontanarsi dal suo abbraccio.
- Puoi continuare il tuo racconto erotico a qualcun’altra..a me non interessa!-
Lui sorrise piacevolmente sorpreso dalla gelosia di lei.
- Stupida,lasciami finire-
- Osi anche darmi della stupida? Che ne dici se io iniziassi a parlare del petto muscoloso di Hojo?- chiese Kagome per provocarlo.
Lui serrò i denti e strinse i pugni per il nervosismo.
- Non voglio sentirti parlare di lui..- replicò cupo.
- e io non voglio sentirti parlare di lei- esclamò piccata.
- Ok, ok..hai ragione. Mi sono lasciato prendere troppo dai ricordi, ma se ti sto parlando di lei un motivo c’è..lasciami continuare.-
Kagome lo osservò incerta e poi stizzita gli fece cenno col capo di riprendere a parlare. Lui sorrise e la strinse di nuovo a sé riportandola alla posizione di partenza, la schiena di lei contro il petto di lui.
- Per farla breve, il sesso con Kikyo era diverso, nuovo, elettrizzante. E poi, nonostante fosse bella, non era una gallina, con lei era possibile anche parlare d’altro. Decidemmo così di provare a stare insieme, ma ci rendemmo conto poco dopo che nessuno di noi due era portato per la fedeltà e che oltre al sesso null’altro ci legava..-
- Vi siete lasciati per questo quindi?-
 - Sì, ma siamo rimasti..”amici”-
- Certo..certo..e l’altra?-
- Quale altra?-
- Avevi detto che erano state due le persone a cui avevi voluto bene..- replicò stizzita dal discorso
- Una faceva parte del mio passato..l’altra invece fa parte del mio presente..-esclamò con tono incerto lui. 





NOTE DELL'AUTRICE:
Ehm. ehm, lo so che interrompere il capitolo così è stato un pò cattivo, ma davvero altrimenti sarebbe venuto trooooppo lungo xD
Beh, direi che succedono un pò di cose...la prima volta di Sota e Sakura, l'intenzione di Sango di concedersi a Miroku e i discorsi "seri" di Inuyasha e Kagome xD
Lascio come sempre ogni giudizio a voi..e ringrazio chi continua a seguire la storia e chi l'ha inserita tra le seguite/ ricordate/ preferite.
Ah, so anche che il capitolo è estremamente "bimbominghioso" ma resto sempre del parere che per me quasi tutta quanta questa storia fa pietà xD
Un grazie immenso va alla mia Omonima che mi sopporta e supporta..grazie Sere..sei unica *_* (Corri a scrivere Lezioniiii >.<)
Bacioniiiii
P.s. Il link del gruppo: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/

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Capitolo 9
*** Io e te? Noi! (2 parte) ***


ATTENZIONE: il capitolo può essere considerato di rating ROSSO, vista la presenza di scene di intimità fisica.
ATTENZIONE: il capitolo può essere considerato schifosamente sdolcinato e schifosamente scritto xD


 La sentì irrigidirsi tra la tue braccia e quando lei si voltò per incontrare il suo sguardo, nei suoi occhi lesse solo rabbia. Prima che potesse dire qualsiasi cosa, avvertì un dolore alla guancia sinistra. Kagome l’aveva schiaffeggiato.
Portò d’istinto la mano a coprire la parte lesa, mentre lei si allontanava e si rimetteva in piedi per fronteggiarlo.
- Si può sapere cosa ti passa per la testa?- chiese nervoso e confuso.
- A me? E tu allora? Avevi giurato che non mi avresti presa in giro. Che scema sono stata a crederti..-
- Ma di che cazzo stai parlando?- esclamò, confuso più che mai.
- Hai anche il coraggio di far finta di niente? Hai appena ammesso di voler bene ad una ragazza..- urlò lei.
- E allora? Ti sembra un motivo per darmi un ceffone?-
- Certamente, razza di stronzo. Mi hai ingannata, hai giocato con me. Ti credevo sincero e invece tu esci con qualcun’altra-
- Ma che cazzo stai dicendo? Kagome, sei sicura di sentirti bene?-
- Mi prendi per una scema? Hai appena detto che c’è una ragazza a cui vuoi bene. Avanti, dimmi la verità chi è..Charlotte? Rea? O Funny? Sì, deve essere sicuramente Funny..- esclamò, furiosa.
Lui la guardò e non appena intuì il motivo della sua rabbia, non riuscì a trattenersi dallo scoppiare a ridere.
Kagome di fronte a quella reazione si sentì umiliata. Si era fidata di lui, si era affezionata a lui e in cambio Inuyasha non solo l’aveva ingannata, ma adesso se ne stava lì a ridere di lei.
- Bene, hai ottenuto quello che volevi. Adesso puoi ridere di me con i tuoi amici..- sussurrò, con voce rotta dal pianto prima di correre via.
InuYasha la raggiunse velocemente, la fermò per un polso e la strinse forte a sé, ignorando i suoi tentativi di fuga.
 - Ascoltami bene: non stavo ridendo di te, ma per te. Sei una stupida, come hai fatto a pensare che mi stessi riferendo ad un’altra ragazza? È di te che parlavo. Kagome, è a te che io..voglio bene..- esclamò con tono imbarazzato.
La ragazza si staccò dal suo petto quel tanto che bastava per incontrare il suo sguardo.
- S..stai dicendo sul serio? È di me che parlavi?- chiese incerta.
- Certo che sì, stupida, ma tu hai frainteso tutto..-
- Senti, Kagome, io non sono un tipo di molte parole e questa per me è una situazione del tutto nuova. Abbiamo deciso di andarci piano, ci siamo conosciuti e tu mi piaci..quindi..che ne dici? Hai capito, no?-
Kagome lo guardò confusa e stupita.
- In realtà no. Non c’ho capito poi molto visto che tu non fai altro che balbettare frasi senza senso..- esclamò lei.
- Ehi, io non balbetto affatto..sei tu che sei un po’ tardiva nel recepire le cose.-
Fece un sospiro profondo e poi riprese a parlare.
- Cercherò di essere più chiaro. Mi piaci, con te sto bene e so che avevamo deciso di andarci piano, ma questa situazione di stallo non mi piace più. Pensavo che visto che le cose tra noi vanno bene, potevamo provare a fare un passo in più..rendere le cose un po’ più..serie..- disse grattandosi imbarazzato i capelli.
 La ragazza lo osservò, cercando di capire bene il senso delle sue parole.. ad un certo punto i suoi occhi si spalancarono..
- M..mi stai chiedendo di..Insomma sì..mi stai chiedendo di diventare la tua ragazza?- esclamò tutto d’un fiato.
- S..sì.. non sono bravo in queste cose, è la prima volta che lo faccio. Ma con te credo ne valga la pena, se tu non vuoi però..se tu credi sia troppo presto..-
- No!- lo interruppe rapida lei, arrossendo.  - Sono felice così..in realtà non vedevo l’ora che me lo chiedessi- disse, stringendosi contro il suo petto per nascondere il rossore che le imporporava le guance.
- Bene..da questo momento allora posso considerarti..la mia..- si bloccò
-ragazza..e io il mio..ragazzo- continuò timida lei.
- Già..- disse, prima di sollevarle delicatamente il volto e baciarla.
Quel bacio fu diverso da tutti quelli che si erano scambiati in precedenza. Fu più dolce, più avvolgente, ricco di un significato nuovo..testimone di una nuova unione.
Kagome avvertì nuovamente quella strana sensazione di urgenza e finalmente capì di cosa si trattava: desiderio. InuYasha la desiderava e anche lei voleva lui.
 Il ragazzo si staccò bruscamente, lasciandola perplessa. Le sorrise, le prese la mano e la trascinò via.
- I..InuYasha, ma insomma che modi sono? Dove mi stai trascinando?-
- Devo portarti da un’altra parte..-
- Che cosa? Il nostro strano appuntamento a tappe non è ancora finito?- gli domandò, leggermente infastidita dal modo brusco in cui lui aveva interrotto quello che doveva essere il loro primo bacio da..fidanzati.
-No, voglio ancora portarti da una parte.-
Si fermò accanto alla moto e da una tasca del suo giubbino tirò fuori una sciarpa.
 Kagome la osservò curiosa, fin quando non la riconobbe.
- Ehi, ma quella è la mia sciarpa. Perché ce l’hai tu?-
- L’ho presa in prestito. Mi serve per fare una cosa..- e senza dire altro, si portò alle spalle della ragazza e le bendò gli occhi.
- Ma cosa stai facendo?-
- E’ una sorpresa..-
- Non vorrai mica uccidermi e gettare il mio corpo in acqua, vero?-
- Dovrai correre il rischio..- ghignò lui.
 L’aiutò a salire in moto e poi partì assicurandosi che lei si tenesse ben stretta.
Dopo un tempo che a Kagome parve infinito, la moto rallentò, fino a fermarsi definitivamente.
- Ecco, siamo arrivati- esclamò con tono impaziente lui.
- Posso togliere la sciarpa?-
- Certo-
La vista lasciò Kagome a bocca aperta; da dove si trovavano era possibile vedere l’intera città. La visuale era bellissima: le luci del centro e quelle delle case, il mare che si estendeva infinito e circondava tutto, sembrava essere una sola cosa con il cielo scuro, illuminato quella sera da una luna piena e dalle stelle.
Kagome si sentì sciogliere il cuore..quello era un gesto davvero bellissimo, tutta la serata era stata bellissima e InuYasha aveva organizzato tutto solo e soltanto per lei.
- I..InuYasha, io non so davvero cosa dire..- sussurrò, commossa.
 Lui sorrise, baciandole dolcemente i capelli.
- Dimmi soltanto se ti piace..-
- Non c’è nemmeno bisogno di chiederlo, è bellissimo. Tutto questa sera è stato bellissimo. Sei stato tu a rendere tutto questo perfetto..- gli disse prima di far incontrare nuovamente le loro labbra.
Fu un bacio dolce, fin quando la passione che entrambi cercavano di controllare non ebbe la meglio.  Le loro lingue presero ad assaggiarsi con più voracità, le mani di entrambi presero a correre veloci sul corpo dell’altro, ansiosi di un contatto con la pelle.
InuYasha si staccò per un attimo, la sollevo tra le braccia e tornò poi a baciarla.
Solo quando la depose dolcemente per terra, Kagome si accorse che si erano spostati e che erano seduti su una coperta.  Capì che Inuyasha doveva aver già programmato tutto.
Quando le labbra del ragazzo tornarono su quelle di lei, i suoi pensieri persero qualunque logica..l’unica cosa che sentiva, l’unica cosa che pensava, l’unica cosa che voleva era lui..solo lui..
Non si oppose quando le mani esperte del ragazzo presero lentamente a sbottonarle i bottoni della camicetta, né quando lui le accarezzò dolcemente il ventre..quando però le sentì salire lentamente verso il seno, interruppe il bacio.
- I..Inuyasha, aspetta..- disse cercando di abbottonare rapidamente la camicetta.
- Cosa c’è che non va?-
- È.. È che..qualcuno potrebbe vederci..- balbettò, cercando una scusa credibile.
- Tranquilla, siamo ben nascosti. Nessuno arriverà fin quassù..- le rispose, cercando di nuovo le labbra di lei con urgenza.
 La fece sdraiare ancora una volta e prese ad accarezzarla come poco prima. Kagome si irrigidì. Aveva capito cosa lui voleva, ed era la paura che la portava a rifiutarlo.
InuYasha era stato con tantissime ragazze, come quella Kikyo, e di sicuro ognuna di loro a letto doveva averlo ampiamente soddisfatto, ma lei di quelle cose sapeva ben poco.  
Sapeva che, sicuramente, anche l’intimità in un rapporto era importante, ma lei non la considerava la cosa principale..a differenza del ragazzo che considerava “seria” una storia fondata esclusivamente sul sesso..il pensiero di deluderlo,il timore del suo giudizio , di essere incompetente in quell’ambito, la bloccarono di nuovo.
- InuYasha, aspetta, fermati..- esclamò, mentre lo allontanava da lei.
- Kagome, si può sapere perché mi rifiuti?- chiese, esplicitamente deluso.
- È che..pensavo a quello che hai detto prima. Hai detto che non sei un tipo portato per la fedeltà ed io non voglio dividerti con nessuna. Non voglio una storia basata sul sesso..- esclamò.
 - Non è quello che voglio nemmeno io, con te. Ti ho chiesto qualcosa di più serio proprio perché ti voglio solo mia. Mia e di nessun’altro.- le disse prima di posarle un bacio dolce sulle labbra.
 - Ti voglio, Kagome, ti desidero. Ma non ti voglio solo nel mio letto, ti voglio anche fuori..- le ribadì con voce suadente e occhi carichi di desiderio, prima di ricominciare a baciarla e accarezzarla.
Ma c’era ancora una cosa che bloccava la ragazza e lui doveva saperlo..così lo allontanò per l’ennesima volta.
- Insomma, Kagome, si può sapere cosa c’è che non va? Il posto è tranquillo, non viene nessuno, ti ho giurato che a te tengo davvero, che non sei solo lo sfizio di una sera, non è la prima volta per entrambi..qual è il problema?- chiese spazientito.
Kagome deglutì, imbarazzata.
- C’è una cosa che non ti ho detto..-sussurrò.
 Lo vide aggrottare le sopracciglia.
- Di cosa si tratta?-
- Io..io e Hojo..noi insomma..-
- Non avrete fatto pace..- esclamò con tono duro
- No, no, ma cosa ti passa per la mente?-chiese sconvolta.
 Di fronte all’espressione confusa del ragazzo sospirò e decise di ammettere chiaramente la causa del suo titubare.
- Io..non ..io non l’ho mai fatto prima. Sono vergine- disse arrossendo e abbassando il capo.
- Che cosa? Ma tu e Hojo allora..- chiese il ragazzo in difficoltà.. aveva dato per scontato che Kagome avesse già fatto l’amore..
- Noi..lui voleva, ma non essendo sicura dei mie sentimenti ho sempre cercato di rimandare. E visto quello che è accaduto poi, sono ben felice della mia scelta..- disse, incapace di guardarlo negli occhi.
- Kagome, io mi dispiace, non lo sapevo..- balbettò, in difficoltà.
- Immagino che questo cambi le cose, vero?- chiese lei, cercando di trattenere le lacrime.
- Che cosa? E perché mai?-
 - Beh, non sarò mai in grado di..soddi..ehm, diciamo compiacerti come hanno fatto le altre..-
Lui la guardò per un attimo, sorpreso dalle sue parole. Kagome era rossissima, aveva la testa praticamente rannicchiata tra le spalle, come in cerca di protezione, muoveva le mani ansiosamente..mai come in quel momento gli sembrò una bambina piccola e indifesa..la sua bambina piccola e indifesa.
- Quelle che stai dicendo sono tutte sciocchezze.- disse attirandola a sé con un solo gesto e stringendola forte.
- Se tu fossi già andata a letto con quel damerino, non mi sarebbe importato, l’opinione che avevo di te non sarebbe cambiata. Avrei fatto l’amore con te tante e tante volte fino a cancellare completamente la sua immagine dai tuoi ricordi. Ma il fatto che lui non ti ha avuta, Kagome, sapere che tu sei mia, davvero solo mia, mi riempie di un orgoglio che non ho mai provato prima.-
Kagome si sentì rassicurata da quelle parole, lui la voleva..
- E, Kagome, non potrei mai paragonarti alle altre mille donne che ho avuto. Tu non sei come nessuna di loro, tu sei speciale. Quello che ti chiedo ora è..vuoi davvero che sia io il primo?-
-Non desidero altro..- rispose lei con una sicurezza che non credeva di avere.
 Senza attendere oltre lui la prese tra le braccia e prese a baciarla e cullarla contemporaneamente, mentre cominciò per l’ennesima volta a sbottonare delicatamente i bottoni della camicetta di lei.
 Le sue lunghe dita spostarono delicatamente, molto delicatamente, il tessuto, finché la camicia non scivolò via.
 Sentì chiaramente Kagome tremare tra le sue braccia, perciò rimase non poco stupito quando anche lei cominciò a sbottonargli delicatamente e con mano tremante i bottoni della camicia.
La baciò ancora e la sistemò delicatamente sulla coperta, stendendosi poi accanto a lei, senza mai smettere di baciarla.
 La ragazza, con mano tremante, accarezzò prima i suoi morbidi capelli, per poi scendere a sfiorare la schiena di lui, dove sentì i muscoli di lui guizzare sotto le proprie dita.
 Senza timore prese ad accarezzargli il petto solido che tante volte l’aveva accolta. Non aveva paura, sentiva il desiderio e la necessità di conoscere ogni centimetro di quel corpo.
 Incoraggiato dal timido gesto della ragazza, InuYasha scese a baciarle il collo e la parte superiore del seno.  La sentì tremare leggermente quando le slacciò il reggiseno, ma non si oppose.
 Le sue mani andarono ad accarezzare dolcemente il seno della ragazza prima di essere sostituite dalle sue labbra..Kagome chiuse gli occhi per il piacere che la stava inondando e quando lui le passò piano la lingua tra i seni un gemito le sfuggì.
 InuYasha sollevò il volto a guardarla e quando la vide con le guancie arrossate, la bocca leggermente dischiusa e gli occhi languidi, perse il controllo abbandonandosi alla passione.
 Incapace di resistere la baciò con trasporto e lei rispose in egual modo. Le sbottonò i pantaloni e dolcemente la privò anche di quelli, facendo la stessa cosa con i suoi.
Si fermò un momento ad osservarla e rimase completamente perso da quella visione.
- Non ho mai visto niente di più bello di te,Kagome- le sussurrò prima di riprendere a baciarla.
Dal canto suo la ragazza nonostante fosse imbarazzata e leggermente intimorita non riusciva a staccare gli occhi dal corpo perfetto di lui, non riusciva a smettere di accarezzare ogni centimetro della sua pelle e cominciò a sentire uno strano calore nel basso ventre.
InuYasha scese ad accarezzare la parte più intima di lei e la sentì irrigidirsi.
Si fermò, attese pazientemente che lei si rilassasse prima di riprendere a giocare con la sua femminilità.
Il cuore di Kagome prese a battere più freneticamente, ogni centimetro di pelle che lui toccava si incendiava e in più cominciava ad avvertire una strana urgenza..lo voleva e subito..
- Inuyasha..- gemette, incapace di controllarsi.
- Ti faccio male?- le chiese apprensivo lui.
- No, ma..-
Sollievo,voleva sollievo da tutte quelle sensazioni che tentavano di sopraffarla. Capì immediatamente che lui era l’unico che poteva concederglielo.
 InuYasha le sorrise e le baciò delicatamente le labbra, si sistemò poi meglio tra le sue gambe..esitò per un attimo guardandola in viso..
- Sei sicura?- le chiese, pregando Dio per una risposta affermativa, non ce l’avrebbe fatta a tirarsi indietro in quel momento..il bisogno di lei era troppo forte.
- Sì..-
- E’ la prima volta anche per me, sei la prima con cui faccio l’amore..- le sussurrò all’orecchio.
Intuendo il significato delle sue parole, Kagome si sentì sopraffare da un senso di pace e felicità. Lo attirò a sé e fece incontrare le loro labbra, in un bacio profondo.
Proprio in quel momento, con un’unica spinta decisa, lui affondò in lei.
Il grido della ragazza si perse tra le sue labbra, ma le lacrime che le imperlarono le guancie erano una chiara dimostrazione del dolore provato. InuYasha si rammaricò e si immobilizzò, attendendo che il dolore passasse..era l’unica cosa che poteva fare.
 Le baciò le lacrime e le accarezzò i capelli finché non la sentì rilassarsi contro di lui..quando Kagome mosse lentamente il bacino in un chiaro invito a continuare, InuYasha sorrise e, chinandosi a baciarla, cominciò a muoversi delicatamente dentro di lei.
 Aumentò pian piano il ritmo, sentendola gemere di soddisfazione.
Crollarono, stanchi e soddisfatti. Il ragazzo uscì lentamente dal corpo di lei, attirandola immediatamente tra le sue braccia.
- Va tutto bene? Stai bene?- le chiese, apprensivo.
- Sì, Inuyasha, non sono mai stata meglio. È stato tutto perfetto grazie a te..- sussurrò lei accoccolandosi sul petto di lui.
- E tu, Kagome, non puoi immaginare quanto mi hai reso felice..-
Era stato tutto perfetto, pensò Kagome. Lui l’aveva tenuta per tutto il tempo stretta a sé, l’aveva amata con un tale ardore e una tale dolcezza che lei credeva impossibile.
 - InuYasha, allora io e te..sì, insomma io e te..- chiese, imbarazzata ma bisognosa di conferme.
- Io e te? Non esiste nessuno io e te, Kagome..esiste solo NOI..- le disse prima di baciarla di nuovo con una dolcezza infinita.
Kagome si strinse ancora di più a lui e protetta tra le braccia del ragazzo si lasciò andare al sonno..Ormai loro due erano una cosa sola..un NOI!



NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutte :D
Lo so, la volta scorsa sono stata un pò cattivella, ma spero che con tutto lo zucchero di questo capitolo (attenzione pericolo di carie) io riesca a farmi perdonare :)
Ora che tra i nostri piccioncini le cose si sono fatte più serie, cosa accadrà? Mancherà solo un bel "ti amo" al vissero per sempre felici e contenti (ammesso che ci sia)..temo che non sarà così xD
Ringrazio tutti coloro che leggono questa storia nonostante sia illeggibile, chi la recensisce e chi l'ha inserita tra le seguite, preferite o ricordate.
Ci terrei, infine, a precisare una piccola cosa..a costo di risultare sgradevole. Recensire, per ricevere in cambio altre recensioni, è una cosa che non mi piace fare..quindi chi lo fa, con l'unico scopo di vedersi il "favore" ricambiato, mi spiace, ma perde tempo. Spero di non essere risultata offensiva per nessuno :)
Ultima cosa, davvero..vi lascio il link della nostra pazza famiglia: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ Vi aspettiamo numerosi/e :D
Baci

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Capitolo 10
*** Attimi di vita, attimi di noi. ***


Che dolce risveglio! Fu questo il primo pensiero di Kagome non appena aprì gli occhi, ancora stretta tra le braccia di Inuyasha. Sospirò, sentendosi fortunata. Inuyasha le aveva regalato una notte fantastica..non tutte le ragazze avevano la fortuna di poter ricordare in modo così positivo la loro “prima volta”. Avevano fatto l’amore, si erano poi coccolati e si erano infine addormentati stretti l’uno all’altra passando tutta la notte fuori..
A quel pensiero la mente di Kagome si bloccò. Scattò a sedere, scostando poco delicatamente il ragazzo e urlando.
- Inuyasha..-
Confuso e ancora intontito dal sonno, il ragazzo scattò in piedi..incurante, e forse dimentico della propria nudità..
- Cosa? Cosa è successo?- gracchiò, con voce ancora impastata, guardandosi ripetutamente intorno.
Dal canto suo Kagome era rimasta a fissarlo come un ebete. Arrossì, ma non riuscì a distogliere lo sguardo da quel corpo perfetto e statuario. Vedendo poi la confusione dipinta sul viso del ragazzo, si riprese.
 - Inuyasha, abbiamo passato tutta la notte fuori..- disse con tono agitato
 - E tu te ne sei accorta solo ora?- chiese con tono scocciato, a causa del brusco risveglio.
 - Io..cioè..Inuyasha..- non riuscì ad articolare nessuna frase di senso compiuto, sentendosi troppo imbarazzata a causa della vista del corpo nudo del suo..fidanzato. A quel pensiero tutto il resto perse importanza. Sorrise, loro due ormai erano una..coppia.
Troppo sorpreso dal brusco risveglio e dai cambi d’umore di Kagome, Inuyasha restò a guardarla per diversi minuti cercando di capire cosa fosse accaduto.
- Allora, vuoi spiegarmi che motivo c’era di urlare?-
Kagome aprì la bocca per tentare di spiegarsi, ma al ricordo del ragazzo che scattava in piedi guardandosi con aria ancora assonnata intorno, le fu impossibile trattenersi dal ridere.
 - Insomma, Kagome, vuoi spiegarmi? Prima urli come una folle e poi ti mantieni la pancia dal troppo ridere..- osservò, guardandola severo.
- Scusa è che..sei troppo buffo..-
- S..sono buffo??- chiese disorientato e leggermente offeso.
 - Sì, insomma, dovresti vedere il modo in cui sei saltato in piedi ancora addormentato, ma cercando di riassumere subito la tua aria da “ sono-un-duro”.- esclamò singhiozzando a causa delle troppe risate
- Dannata, se tu urli come una forsennata, è normale che io mi preoccupi. Tsk, questo è il ringraziamento e io che ho temuto che qualcuno ti stesse per fare del male..- esclamò risentito.
Kagome a quelle parole frenò le proprie risate, colpita dalle sue parole.
Lui si era preoccupato per lei!
Addolcì l’espressione del viso e il tono di voce, prima di cominciare a parlare.
- Scusami, Inuyasha, non volevo farti preoccupare, è solo che ho realizzato d’un sol colpo che avevamo trascorso tutta la notte fuori! E mi sono preoccupata di quello che potrebbero dire o fare i signori Mine..Insomma saranno sicuramente preoccupati..-
Inuyasha sospirò e andò a sedersi accanto alla ragazza.
- Sta tranquilla, ho detto loro che andavamo a studiare con alcuni ragazzi del college per un progetto e che probabilmente avremmo fatto molto tardi..- disse tranquillo.
- Già, Inuyasha, ma noi abbiamo fatto molto più che tardi..insomma è l’alba..- esclamò la moretta non pienamente convinta.
- Basterà dire che ci siamo addormentati mentre studiavamo..- disse attirandola a sé e cominciando a posarle leggeri baci nell’incavo tra il collo e la spalla..
- Inuyasha..- sospirò la ragazza, sorpresa dalle sensazioni che le labbra del ragazzo le stavano provocando.
Cominciò a sentirsi accaldata e smaniosa..proprio come la sera precedente!
- Kagome..- la chiamò dolcemente lui, mentre portava una mano a carezzarle gentilmente il ventre. - Vuoi che mi fermi?-
- N..no-
- Ti desidero, voglio fare di nuovo l’amore con te!- le sussurrò il ragazzo all’orecchio facendola rabbrividire, sia per le parole appena pronunciate, sia per il tono sexy della sua voce.
- Questa notte non ti è bastata?- chiese lei con finta ritrosia, mentre si abbandonava alle carezze del ragazzo.
- Tu non mi basti mai..- le sussurrò sincero, prima di coprire le labbra della ragazza con le sue..da quel momento non ci fu più spazio per le parole..
 
Quando si svegliò, la debole luce del giorno era l’unica cosa che illuminava la camera. Alcuni tiepidi raggi, probabilmente era l’alba, andarono a colpire il corpo del suo compagno, concedendole una vista parziale del solido petto. Osservò i lineamenti perfetti del suo volto, ricordando come la sera prima i suoi occhi blu si fossero leggermente annacquati a causa del desiderio, ricordò la stretta possessiva sui suoi fianchi e le dolci parole che lui le aveva sussurrato..Sospirò e incapace di trattenersi, disegnò con un dito i lineamenti perfetti del suo viso. Lui gemette e si stiracchiò, la ragazza ritirò allora velocemente la mano, colta dalla paura di poterlo svegliare.
- Non fermarti..- bisbigliò lui.
- M..Miroku, scu..scusami non volevo svegliarti..- esclamò imbarazzata.
- Hai fatto benissimo, invece- disse prendendola per la vita e attirandola più vicino a sé.
 Sango sorrise e si accoccolò meglio sul suo petto..
- Non dimenticherò mai questa notte, non potrò mai dimenticarmi di te, Sango!- esclamò serio posandole un bacio sul capo.
Sango sollevò il volto confusa e leggermente spaventata dalle sue parole.
- D..dimenticarmi? V..vuoi già lasciarmi, Miroku?- chiese con voce tremolante.
Lui rimase sorpreso dalla reazione e dalle parole della ragazza, la osservò per diversi secondi poi la strinse nuovamente a sé.
- Lasciarti? Tu per me sei speciale Sango, non lascerò che mai nessun’altro uomo metta le mani su di te..Sei mia..a tutti gli effetti adesso- disse sorridendo malizioso e riferendosi esplicitamente alla notte appena trascorsa. Sango sorrise, emozionata per le parole del ragazzo..
- Miroku..ti amo- gli bisbigliò.
- Ti amo anche io, Sango-
Si abbandonò a quel bacio dolce, premendo il suo corpo ancora nudo contro quello muscoloso del ragazzo..finchè non sentì qualcosa palparle il sedere. Si staccò immediatamente stampando una cinquina sul bel volto del suo fidanzato, stizzita per la brusca interruzione alle loro coccole.
Miroku sarebbe rimasto sempre il solito pervertito!
- Ahi! Sango, ma perché mi hai picchiato?- si lamentò, portando una mano a coprire la parte lesa.
- E me lo chiedi anche? Mi hai palpato il sedere..-
M: - E allora? Stanotte l’ho fatto di continuo..anzi se vogliamo dirla tutta, ho fatto molto di più..- disse sorridendo sornione e scatenando le ire della compagna.
- Brutto cafone, il fatto che questa notte io mi sia concessa a te non ti dà il diritto di toccarmi continuamente con quelle tue manacce..- urlò isterica
- Che cosa? Sango ma io sto già morendo per la voglia che ho di te..- esclamò serio.
Sango si bloccò un attimo, intenerita dalle parole di Miroku, ma la rabbia tornò prepotente quando si accorse che il compagno aveva approfittato del suo momento di esitazione per palparle nuovamente il sedere..
- Mirokuuu-urlò esasperata - non crederai che d’ora in poi passeremo tutto il tempo a rotolarci nelle lenzuola, vero?- chiese retorica e dandogli la possibilità di rispondere correttamente.
- Ah no?- chiese lui sinceramente sorpreso e preoccupato.
Sa: - Certo che no, Miroku. Non è solo questo che io voglio dal nostro rapporto..- continuò esitante e nuovamente timorosa di aver commesso un errore.
- Ehi!- esclamò tornato improvvisamente serio e stringendola forte - nemmeno io voglio solo quello. Ma non posso farci nulla se sei talmente bella che non riesco a resisterti. Ti amo Sango, e con te non è sesso, non è una questione fisica..con te faccio l’amore..- esclamò serio.
Si irrigidì non appena sentì la ragazza tremare leggermente e singhiozzare.
- S..Sango, ti prego non piangere..se ho detto, o fatto, qualcosa di sbagliato ti chiedo scusa non era mia intenzione..- esclamò agitato.
- Tranquillo, va tutto bene..- lo rassicurò asciugandosi le lacrime.
- Ma allora perché piangi?- le chiese confuso.
- Perché sono felice..- disse sorridendo e tornando a stringersi contro di lui.
Miroku rimase impalato per qualche secondo, pensando che non avrebbe mai realmente compreso le donne, ma poi la strinse a sé perso in altri pensieri..come convincere Sango a fare di nuovo l’amore!
 
Kagome e Inuyasha aprirono lentamente la porta d’ingresso, tentando di essere il più silenziosi possibile.
- Inuyasha, sono quasi le 7 è impensabile che i signori Mine stiano ancora dormendo..- bisbigliò all’orecchio del ragazzo.
- Non portare sfiga, siamo quasi arrivati alle scale che portano al piano superiore. Avanti, Kagome, possiamo farcela..-
 Kagome tentò di guardare con occhio esterno la situazione; stavano letteralmente camminando sulle punte e strusciando contro i muri per non essere scoperti, le sembrava quasi di vedere la scena di uno di quei film polizieschi..Vide Inuyasha sporgersi con la testa oltre l’angolo per assicurarsi che non ci fosse nessuno e a quel punto, immaginandoselo vestito da poliziotto e magari con una pistola tra le mani, non poté fare a meno di trattenersi dal ridacchiare..sempre nel modo più silenzioso possibile!
Inuyasha si voltò a fissarla confuso..
- Kagome, insomma io ti dico di non far rumore e tu ti metti addirittura a ridere?-
- Scusa, è che guardaci, insomma la situazione è tragicomica..- disse, cominciando nuovamente a ridacchiare e strappando un sorriso al giovane.
- Sì, sì, lo so, ma se riuscissimo a non farci beccare sarebbe meglio..- esclamò con aria da sapientone.
- Se ci scoprono una bella ramanzina non ce la leva nessuno..- continuò, e si stupì di aver convinto così rapidamente Kagome che aveva smesso di ridere e lo fissava con espressione seria.
- Inuyasha..- bisbigliò lei.
- Oh, finalmente l’hai capito..pensa un po’ a cosa potrebbe dire il signor Mine..- continuò imperterrito.
- Inuyasha..- bisbigliò nuovamente lei
- Sono sicuro che vi chiederebbe prima di tutto dove siete stati..-
Inuyasha sobbalzò nel sentire la voce del proprietario di casa alle proprie spalle e in quel momento intuì il perché del rapido cambiamento d’umore della ragazza.
- Buongiorno, Signor Mine..ecco io le avevo detto che probabilmente avremmo finito tardi a causa di quel progetto..- disse tentando di essere convincente.
- Il progetto, eh?- chiese poco convinto l’americano.
- Certamente..- esclamò con tono sicuro.
 Era un perfetto bugiardo!
- D’accordo, ragazzi, ho imparato a conoscervi in questo mese e so che siete persone responsabili. Oggi non c’è scuola e per questo ve la lascio passare, ma che non si verifichi più una cosa simile..d’accordo?- chiese con espressione seria, ma con tono pacato-
- Certo, la ringraziamo signor Mine..- rispose contento il ragazzo.
Prendendo la mano di Kagome, che troppo agitata non aveva proferito parola, si avviò verso le scale che portavano al piano superiore contento di averla fatta passa.
- Ah, ragazzi..- li richiamò, fermandoli a pochi passi dalle scale
 - Si?-
- La prossima volta che andate al college per studiare, evitate di ruzzolarvi nel prato..- disse passando accanto ai giovani e tirando via dai capelli di Inuyasha un filo d’erba.
Kagome arrossì fino all’inverosimile, conscia di essere stata scoperta mentre sul volto di Inuyasha si disegnò un ghigno divertito.
- Oddio che figuraccia..- si lamentò la ragazza.
- Cosa vuoi che sia, Kagome? Anche loro sono stati giovani- dichiarò, fermandosi dinnanzi la porta della camera della ragazza e prendendola tra le braccia.
- F..facciamo qualcosa dopo?- chiese lei esitante.
 - Cosa c’è, vorresti già scaricarmi?-
- No, direi che per il momento vai ancora bene..- replicò prendendolo in giro.
- Bene, perché sappi che non ho nessuna intenzione di mollarti tanto presto..- disse posandole un bacio malizioso sul collo.
 Kagome si irrigidì e si distaccò leggermente dal corpo del ragazzo.
- Cosa c’è?- chiese confuso.
- N..nulla, sono solo un po’ stanca, vorrei dormire un po’..Magari ci vediamo a pranzo..- sussurrò, sforzandosi di sorridere.
- Va bene..- disse sorpreso dal cambio d’umore della ragazza.
- Allora a dopo..-
Gli posò un bacio leggero sulle labbra e si richiuse poi rapidamente la porta alle spalle.
Entrata si lasciò andare debolmente contro la parete, sino a finire seduta per terra.. le parole di Inuyasha, l’avevano involontariamente ferita. Aveva detto di non aver nessuna intenzione di mollarla troppo presto..ma cosa significava per lui quel presto? La paura cominciò ad attanagliarla. E se Inuyasha si fosse presto stancato di lei? Lui aveva detto di volerle bene..ma a lei, che era consapevole di provare qualcosa di ben più profondo, poteva bastare? Era inutile mentire a sé stessa, sapeva benissimo di star pian piano innamorandosi di lui..
Scosse poi la testa infastidita dal suo stesso piangersi addosso, lei non era mai stata una persona che si arrendeva alla prima difficoltà..l’amore ti cambiava davvero..pensò sorridendo.  Ma non sarebbe diventata come quelle ridicole ragazzine da film che passavano l’intera giornata a piangersi addosso e a logorarsi nel dubbio.
Era sciocco e insensato farsi prendere da inutili paure e da infauste premonizioni.. Inuyasha aveva giurato di fare sul serio con lei, di tenerci e tutto ciò doveva bastarle almeno per il momento come testimonianza della sua buona fede e del suo volerci almeno provare..Rassicurata dai suoi stessi pensieri si concesse un lungo bagno ristoratore per poi decidere di dedicare qualche ora del proprio tempo allo studio..
Quando lo stomaco cominciò a brontolare ininterrottamente, diverse ore dopo, decise di scendere per pranzare. Arrivata in sala da pranzo notò che erano presenti solo Sango e Sakura impegnate a parlottare tra loro..si avvicinò sorridente alle sue migliori amiche.
- Buongiorno, ragazze..- esclamò scoccando un bacio sulla guancia ad entrambe.
- Buongiorno a te..oh- ricambiò Sakura, fermandosi a fissarla - Kagome, ho appena detto la stessa cosa a Sango, avete un’espressione..raggiante! Spruzzate felicità da tutti i pori..ne deduco che anche la tua serata debba essere stata particolarmente interessante..- ghignò maliziosa.
- Avanti, Sango, prima tu..- la incoraggiò, sedendosi accanto a loro, ben consapevole di non poter evitare quella conversazione..e poi, come ogni donna che si rispetti, anche lei era curiosa di sapere cosa fosse accaduto..
- D’accordo, la farò breve! Miroku è un maniaco! Insomma la prima volta è stata bellissima, lui è stato dolcissimo e non avrei potuto desiderare nulla di meglio! Peccato che abbia voluto ripetere l’esperienza altre due volte e che adesso non faccia altro che tormentarmi con le sue fantasie da pervertito..- disse con tono a metà tra lo scocciato e il divertito.
- E tu pensi di cavartela con così poco? Vogliamo i dettagli..-
- Su, Sakura, noi non ti abbiamo chiesto le dimensioni di Sota..- esclamò sulla difensiva la moretta.
- Ehi, ehi, ragazze è di mio fratello che stiamo parlando..certe cose non vorrei saperle..-
- D’accordo, vorrà dire che dovrò accontentarmi di questo riassunto..Ma tu non pensare di scamparla..tutti abbiamo notato che questa notte non siete tornati..- esclamò ghignando maliziosa.
Kagome la guardò, ora se ne rendeva conto il dna era senza dubbio lo stesso..Quando Sakura si metteva qualcosa in testa nessuno l’avrebbe fermata, alla faccia della ragazzina timida e indifesa, pensò sorridendo divertita.
- D’accordo..siamo stati a cena fuori, al parco e poi a fare una passeggiata in spiaggia e noi..sì, insomma, abbiamo deciso di provare a stare insieme..- raccontò, sorridendo timidamente.
Le due amiche urlarono e corsero ad abbracciarla..
- Ragazze, calmatevi, non vi ho mica detto che mi sposa..-
- Tu non ti rendi conto dell’accaduto. Insomma, Inuyasha che si fidanza..è un avvenimento storico! Mi chiedo se dovrei cominciare ad informare i miei genitori..-
- Che cosa?- urlò Kagome allarmata - Non dirlo mai più Sakura, stiamo insieme da meno di 24 ore..-
- D’accordo, d’accordo..- acconsentì, con aria scocciata a causa dell’imposizione dell’amica.
- Non volete sapere..ehm..il dopo?- rispose esitante.
- Non mi dire che..- le chiese Sango, tentennante.
- Ehm sì, noi l’abbiamo fatto..ed è stato bellissimo- proferì con espressione sognante.
Il rumore di qualcosa che cadeva alle loro spalle le fece sobbalzare e la voce stridula che parlò fece accapponare la pelle a Kagome.
- Che cosa? Cos’hai fatto tu?- chiese con voce dura e sguardo di fuoco.
- So..Sota..- esclamò preoccupata la moretta
- Sota un corno! Sei andata a letto con lui?- chiese senza peli sulla lingua.
- Hai sentito tutto?-
- Rispondi..- le ordinò, serio.
- Sota, tesoro..- tentò di intervenire Sakura
- No, Sakura, ti prego di restarne fuori. È una cosa che riguarda esclusivamente me e Kagome..- le disse con tono dolce ma fermo.
Proprio in quel momento Inuyasha entrò in cucina sorridente, confabulando con Miroku. Si fermò avvertendo la tensione che regnava nell’ambiente e guardando disorientato il volto di tutti gli occupanti della sala.
- Brutto stronzo!- urlò Sota avventandosi contro Inuyasha e mollandogli un pugno che lo colpì dritto al naso.
 Stupito dal comportamento dell’amico, il ragazzo non fece in tempo a scansarsi.  A causa della botta arretrò di vari passi e non finì a gambe all’aria solo grazie al tempestivo intervento di Miroku, che lo sostenne.
Portò una mano a tastare la zona colpita e rivolse poi uno sguardo di pura ira a Sota.
- Ma che cazzo ti passa per la testa?- urlò
- Ti sei scopato mia sorella?- sibilò l’altro di rimando.
Kagome, rimasta fino a quel momento paralizzata, si risvegliò e si avvicinò ad Inuyasha.
- Ma che accidenti combini, Sota? Non sono affari che ti riguardano..- affermò, urlando contro il fratello e prendendo poi tra le mani il viso del ragazzo per sincerarsi delle sue condizioni.
Inuyasha evitò la sua presa e tornò a fissare Sota, per non farsi cogliere eventualmente nuovamente impreparato, ma l’afferrò per la vita e la strinse a sé.
- Toglile le mani di dosso!- soffiò Sota
I: - Smettila e datti una calmata, soprattutto. Sì, è vero, io e Kagome siamo stati insieme, ma vuoi farmi credere che tu e Sakura la notte contiate le pecorelle?- chiese nervoso e facendo arrossire la ragazza tirata in causa.
- E’ diverso, io di tua sorella sono innamorato! Noi stiamo insieme..- disse cercando di ben marcare la differenza.
- Anche io e tua sorella stiamo insieme..- rispose Inuyasha facendogli il verso.
- C..che cosa? V..voi vi..- balbettò non riuscendo ad articolare una frase di senso compiuto.
- Esatto..ti sono debitore di un pugno..- ribadì l’altro serio ma guardandolo con aria quasi divertita.
So: - Mi dispiace, non avrei dovuto aggredirti così! Ma sappi che non per questo mi fa piacere sapere che tu e mia sorella.. sì insomma avete capito..- rispose ghignando anche lui.
Kagome li guardò alla stregua di due imbecilli..prima si menavano e poi se la ridevano?
- I..insomma il discorso può essere chiuso qui? Non mi fa esattamente piacere far sapere i fatti miei a tutti..- esclamò la moretta indispettita e imbarazzata.
- Beh, forse è un po’ tardi, Kagome..- si intromise Kohaku.
La ragazza sobbalzò udendo la voce del fratello maggiore della sua migliore amica e chiedendosi quando fosse arrivato..voltò lo sguardo e si sentì morire, quando notò che quasi tutti gli abitanti della casa erano lì presenti e difficilmente qualcuno di loro aveva perso qualche battuta di quella stupida discussione.
- Oh no..- esclamò la moretta. Si strinse ancora di più ad Inuyasha in cerca di conforto e il ragazzo l’avvolse protettivo nel suo abbraccio. Fulminò tutti i presenti per poi rivolgersi principalmente a Sota.
- Spero che adesso sarai soddisfatto! Ti devo due pugni!- esclamò gelido.
La situazione si calmò solo grazie all’arrivo dei coniugi Mine che invitarono tutti a prendere posto, poiché il pranzo era pronto. A tavola la tensione era tangibile: Sota tentava in ogni modo di scambiare qualche parola con Kagome che non smetteva di fulminarlo per poi tornare a rigirare le pietanze rimaste intatte nel suo piatto; Miroku non faceva che ridacchiare maliziosamente salvo poi smettere non appena riceveva una “casuale” gomitata da parte di Sango o una terribile occhiata proveniente da Inuyasha, Koga e Hojo non essendo presenti al momento della discussione se ne stavano in silenzio tentando di comprendere la causa di tutto quel mutismo, Rea e Funny non facevano che bisbigliare tra loro, e infine c’era chi, come Sesshomaru, sembrava per nulla coinvolto e addirittura quasi seccato dalla situazione.
I signori Mine tentarono più volte di instaurare un discorso sereno e che coinvolgesse tutti, ma senza ottenere alcun risultato.
- Ragazzi, pensavo che ormai è già un mese che siete qui..- tentò per l’ennesima volta il padrone di casa.
- Già..- rispose Sakura, semplicemente per educazione.
- Stavo pensando che in realtà in tutto questo tempo, non avete mai fatto nulla di..divertente, emozionante..- aggiunse con tono divertito Key.
- Ad esempio?- rispose caustico Miroku.
- Ho trovato, stasera vi porto io in un posto divertente..- ghignò.
- Qualcosa tipo..una festa?- lo fulminò Inuyasha.
- No, semplicemente una partita a bowling..- replicò l’americano.
- E tu una cosa del genere la trovi così..entusiasmante?- chiese perplesso il ragazzo dagli occhi blu.
 - Beh, è per fare qualcosa in comitiva, ma se avete paura di accettare una sfida..- lasciò la frase in sospeso.
- Questa mi sembra di averla già sentita..- esclamò Inuyasha, in un chiaro riferimento alla notte in cui avevano vinto le moto.
- Se la metti così, non avrai problemi ad accettare il mio invito..-
- Infatti, non ci trovo alcun problema..- rispose riassumendo la sua solita aria da duro.
Quando finalmente tutti ebbero finito di pranzare, Kagome e Inuyasha salirono al piano superiore. Appena entrati nella camera della ragazza Inuyasha l’attirò a sé e la strinse forte.
- Mi dispiace davvero, Kagome, non volevo che la cosa diventasse... pubblica!-
- Non importa..-
 Prese poi il viso del ragazzo tra le mani, per assicurarsi che il pugno di Sota non avesse causato danni o segni.
- Ti fa molto male?- chiese guardandolo preoccupata
- No, sta tranquilla..ne ho viste di peggiori!- l’attirò nuovamente a sé e la baciò dolcemente.
- Allora, dimmi, stasera ti va di andare al bowling?- le chiese non appena si staccarono per riprendere fiato.
- In verità non c’ho mai giocato, credo di essere una schiappa..- sussurrò mettendo su il broncio e facendo sorridere Inuyasha.
- Tranquilla, ti insegnerò io! Allora ci vediamo dopo..- sussurrò lui poco prima di chinarsi nuovamente per baciarla.
- Dove vai?- gli domandò sorpresa, prima di ribaciarlo a fior di labbra.
- Vorrei riposare un po’, ma se continui così non andrò proprio da nessuna parte! Adoro baciarti..- disse prima di far incontrare nuovamente le loro labbra, a testimonianza delle sue parole.
- E io adoro coccolarti..- rispose Kagome affondando le mani tra i capelli del ragazzo e posandogli dolci baci a fior di labbra su tutto il viso.
- Adoro anche il tuo corpo..- disse facendosi più audace e disegnando con le mani il profilo della ragazza, prima di fermarsi sui suoi fianchi.
- E io adoro stare tra le tue braccia..- rispose lei, continuando quel tenero gioco.
I: - Io adoro..te- le disse prima di riprendere a baciarla con più passione. Kagome sentì il cuore perdere un battito a quelle dolci parole, si strinse maggiormente al corpo del ragazzo per godersi fino in fondo le sensazioni che quel bacio le suscitarono.
Dopo un tempo che ai due sembrò troppo breve, si staccarono per riprendere fiato, tenendosi però uniti con le fronti.
- Sarà meglio che vada..- disse con il respiro spezzato e gli occhi annebbiati dal desiderio.

- O..ok- rispose esitante Kagome tentando di calmare l’adrenalina che quel bacio le aveva provocato.
Inuyasha la baciò ancora una volta, tentando di trattenere la propria passione e dopo averle sorrise andò via.
 Il pomeriggio passò lento per tutti gli occupanti della casa, impegnati nelle più svariate attività. All’orario stabilito si riunirono e si recarono al bowling.
- Non le sopporto più..- esclamò Sakura, stupendo Sango e Kagome che le camminavano accanto.
- Cosa ti prende?- le domandò Sango.
- Sto parlando delle tre oche che ci siamo portate dietro, non fanno altro che confabulare e ridacchiare..- disse riferendosi a Funny e Rea, che sembravano aver trovato un particolare feeling con Charlotte..
- Non c’è nulla da fare, Dio prima li fa e poi li accoppia..- sussurrò teatralmente Kagome, facendo ridere le sue amiche.
- Cosa c’è di tanto divertente divine fanciulle?- chiese Miroku, comparendo improvvisamente e poggiando una mano sulla spalla di Sango.
- Sono sicuro che stavano spettegolando come delle vecchie comari..-  sogghignò divertito Sota abbracciando teneramente Sakura.
- Di sicuro non stavano parlando di uomini..insomma hanno noi!- disse con tono strafottente Inuyasha, cingendo possessivamente la vita di Kagome. Le tre ragazze si guardarono per un secondo, stizzite dalla superbia dei ragazzi e con sguardo complice diedero il via alla loro vendetta.
- In realtà, se proprio volete saperlo, è di uomini che stavamo parlando..- dichiarò Kagome con tono noncurante, ma fissando con la coda dell’occhio Inuyasha, che come i suoi amici, smise immediatamente di sorridere.
- Davvero? E di chi?- chiese fingendosi solo in parte interessato alla conversazione.
- Ma sai, fratellino, nulla di che..vecchie conquiste, esperienze passate..-
- Voi vi mettete a spettegolare dei vostri ex, mentre noi siamo qui? Capisco senza dubbio non possono reggere il confronto..- esclamò sicuro Miroku.
- Se poi erano tutti come Hojo..sai che bella roba..-aggiunse Inyasha  scoppiando a ridere e provocando l’ilarità anche dei suoi amici.
Kagome infastidita dalla loro presunzione decise di rincarare la dose.
- In realtà stavamo parlando di Stefan e Damon..- disse tirando fuori i nomi dei protagonisti di una serie che da poco aveva cominciato a seguire.
- Chi?- chiese il ragazzo smettendo di ridere e incupendosi.
Sango e Sakura sorrisero, capendo il gioco dell’amica.
- Ma come non li conoscete? Stiamo ovviamente parlando dei fratelli Salvatore..- esclamò finta scandalizzata Sakura.
- Tu li conosci?- chiese bisbigliando Sota a Miroku, che si fermò qualche minuto a pensarci.
- Mmm..i loro nomi non mi sono nuovi, ma non mi sembra di conoscerli di persona..-
- Stai scherzando vero, Miroku? Tutta Tokyo li conosce..-
- Ma se i loro nomi sono stranieri..-osservò InuYasha.
- Già, si sono trasferiti dall’Italia..-
- In ogni caso voi come fate a conoscerli?- chiese Sota.
- Come vi abbiamo detto sono famosissimi, in città tutti li conoscono. La loro fama supera anche la vostra..e poi sono così..così affascinanti!- affermò Sango.
- Già, se solo ripenso a Damon, mi sento improvvisamente accaldata..- disse Kagome, sventolando teatralmente una mano dinnanzi il volto, in attesa di una reazione di Inuyasha..che non si fece attendere!
- Smettila! E poi cosa vuoi che importi? Al massimo l’hai visto qualche volta passare per strada..- sussurrò scuro in volto.
- stai scherzando? Kagome, ma non glie l’hai detto?-
- Detto cosa?- chiese aggrottando le sopracciglia.
- E perché, Sango, tu l’hai forse detto a Miroku?-
- Di che accidenti state parlando?- si intromise il moretto dagli occhi azzurri.
- Se poi vogliamo dirla tutta, Sakura la cosa riguarda anche te..- continuò Sango, trattenendosi a fatica dallo scoppiare a ridere.
- Eh no, lasciatemi fuori da questa storia! Da quello che mi avete raccontato siete voi che litigavate a causa di Damon, che non sapeva decidersi tra l’una e l’altra..a me è sempre interessato solo Stefan! Lui è sempre così dolce e protettivo, mentre trovo Damon troppo freddo..- esclamò godendosi gli sguardi dei ragazzi che erano piombati nel più assoluto silenzio.
- Voi adesso ci dite subito chi sono questi tizi..- esclamò InuYasha, diventando ancora più furioso a causa dell’aria sognante assunta dalle tre ragazze.
- Suvvia, Inuyasha, sono cose del passato..- sussurrò Kagome, sorridendogli civettuola e avviandosi poi seguita dalle amiche alla pista.
- Giuro che io questi tizi li ammazzo non appena torniamo a casa..- sibilò Miroku, minaccioso avviandosi poi per seguire le ragazze.
La serata passò tranquilla, mentre le ragazze continuavano a sghignazzare a causa del broncio messo su dai loro fidanzati..
- Kagome, è il tuo turno..- la richiamò Kohaku.
La ragazza afferrò la palla e per l’ennesima volta tirò sperando di colpire almeno un birillo, cosa che ovviamente non accadde. Tornò al proprio posto sconsolata..Inuyasha, Sota e Key si contendevano il primo posto a pari punti, seguiti a brevissima distanza dal resto dei ragazzi che se la stavano cavando egregiamente..Sakura e Sango pur non essendo degli assi nel gioco, erano riuscite a far cadere almeno qualche birillo..lei era l’unica che, pur essendo arrivata al quinto tiro, non aveva ancora totalizzato un punto.
- Su non prendertela, Kagome, è solo un gioco..- disse Inuyasha tentando di risollevarle il morale.
- Facile dirlo per te che non hai sbagliato un tiro..-
- Su, giuro che al prossimo lancio ti aiuto io. Adesso vado a fumare una sigaretta con Miroku..torno subito!- le stampò un dolce bacio e seguito dall’amico andò via.
Sarebbe rimasta a crogiolarsi nel proprio malumore se qualcuno non l’avesse disturbata.
- Posso parlarti?-
- Hojo..- esclamò Kagome sorpresa.
 Erano diversi giorni che quasi non le rivolgeva la parola.
- Almeno ricordi ancora il mio nome..- sibilò - è vero quello che mi hanno detto Rea e Funny?-
Kagome si irrigidì ben capendo a cosa il ragazzo si stesse riferendo, ma decise di concedergli il beneficio del dubbio..
- Sai, purtroppo, quelle due non fanno che tenere la bocca aperta per tutto il giorno, quindi dovresti innanzitutto dirmi a cosa ti riferisci!-
- Ci sei andata a letto?-
 Kagome sobbalzò, secco e diretto!
- M..ma come ti permetti? Non sono cose che ti riguardano..- replicò, arrossendo, ma non distogliendo lo sguardo.
- Sì che mi riguarda. Kagome, io ti amo ancora, siamo stati diversi mesi insieme e a me non hai mai concesso nemmeno di toccarti, con lui invece non hai perso tempo. Quello che ti chiedo è solo un’altra possibilità..- esclamò serio.
Kagome sospirò, in fondo gli dispiaceva ferirlo, ma le sembrava di essere stata chiara..
- Senti, Hojo, se quello che tanto ti perseguita è il senso di colpa, ti perdono..ormai quello che è successo non conta più! Non sono più arrabbiata,ma tra noi le cose non potranno mai tornare come prima..- disse cercando di essere chiara ma non indelicata.
- Non è il tuo perdono quello che voglio, Kagome. Ci siamo lasciati solo da pochi mesi, non puoi avermi già dimenticato..-
Lo guardò per diversi secondi non sapendo come fargli comprendere al meglio la cosa. Ma se con le buone non aveva funzionato..
- Hojo, non provo più nulla per te, non ho mai provato nulla che andasse oltre il semplice affetto! C’è un’altra persona adesso nella mia vita, come ben sai! Non intendo lasciare Inuyasha..per niente e per NESSUNO!- sottolineò.
- Ma..- tentò di replicare ancora finché una voce non bloccò il suo tentativo sul nascere.
- Ancora? Ma sei più tonto di quanto credessi! Insomma, non sei stanco di farti umiliare? E in ogni caso mi sembra lei sia stata chiara..quindi adesso sparisci..- sibilò con tono duro e sprezzante Key.
Hojo aprì la bocca pronto a protestare per quella brusca intrusione, ma lo sguardo minaccioso del ragazzo lo fermò..fingendo di dover rispondere al cellulare si allontanò senza aggiungere null’altro..
- Ti ringrazio, non sapevo più come farglielo capire..-
 - Di nulla, quel tipo è una piattola perfetta..- disse ghignando – Comunque è il tuo turno- le fece notare indicandole il tabellone.
- Oh no, tocca già a me..Inuyasha mi aveva promesso di spiegarmi il modo giusto per lanciare! Prima che la serata finisca, vorrei aver fatto non dico cadere, ma traballare almeno un birillo..- scherzò guardandosi intorno sperando nell’arrivo immediato del suo neo-fidanzato.
- Vieni ti insegno io..- le propose l’americano.
Kagome lo fissò per qualche secondo, indecisa se accettare o meno, ma poi pensò che in fondo non c’era nulla di male!
- Allora, tanto per cominciare non devi prendere la prima palla che ti capita, devi scegliere quella con il giusto peso. Ecco questa è perfetta.- Scelta la palla, il ragazzo si posizionò alle spalle di Kagome, le poggiò una mano sul fianco e le sussurrò all’orecchio.
- Fissa attentamente i birilli e non distrarti!-
Kagome rabbrividì,sorpresa sia per il contatto inaspettato che per l’intimità di quel gesto.
- Non distrarti..piegati poi leggermente sulle ginocchia e sempre tenendo ben in vista i birilli, lascia andare la palla..- accompagnò ogni gesto posando la propria mano su quella di Kagome.
 Non appena la palla scivolò via, Kagome si allontanò lentamente da lui, fingendolo un gesto casuario. Quando la sua palla, però, colpì precisamente i birilli, facendoli cadere tutti, non riuscì a dissimulare il suo entusiasmo urlando e battendo il 5 a Key che la fissava soddisfatto.
- Vedo che ti hanno già spiegato tutto..- esclamò una voce dura alle sue spalle.
- Hai visto, Inu? Ho fatto strike..- disse entusiasta aspettando i complimenti del ragazzo, che non arrivarono mai.
Kagome passò tutta la serata a chiedersi il perché di quella reazione, mentre Inuyasha non perdeva occasione per fulminare Key..Quando la partita terminò, segnando la vittoria di Sota, tornarono tutti a casa più o meno felici per la serata trascorsa.
Giunti dinnanzi alla camera, Inuyasha salutò in modo freddo Kagome avviandosi poi verso le sue camere, ma la ragazza lo bloccò.
- Inuyasha, ma insomma si può sapere cosa ti prende?-
- Cosa mi prende? Scusami se vedere le mani di un altro uomo sul corpo della mia ragazza mi manda in bestia..-sibilò
- T..ti stai riferendo a Key?-
- E a chi sennò?-
- Ma..Inuyasha, mi stava solo spiegando il modo esatto per tirare..- esclamò sorpresa.
I: - Ti avevo detto che ti avrei aiutata io..non potevi aspettarmi?-
Seccata per la velata accusa e i modi bruschi, Kagome indurì il tono di voce e lo sguardo.
- Sei stato tu ad andare via, non potevo certo aspettare che tornassi tu fermando il gioco..- esclamò sicura esponendo le proprie idee.
Inuyasha la fissò per diversi istanti e poi sospirò, la strinse a sé e poggiò la propria testa su quella della ragazza.
- Scusami, non volevo accusarti! È stata la gelosia a farmi parlare..-
- Dovresti fidarti un po’ più di me..- replicò lei, addolcendo il tono di voce.
- Non è di te che non mi fido, ma di chi vorrebbe essere al mio posto. Tu sei mia Kagome, mia e di nessun altro..- la baciò poi con irruenza, trascinandola nella camera. Cominciò a spogliarla lentamente, finché non avvertì la ragazza irrigidirsi tra le sue braccia.
- Inuyasha..- bisbigliò.
Capendo le preoccupazioni della ragazza, si affrettò a rassicurarla.
- Non voglio fare nulla, solo tenerti stretta..-
- Non fraintendermi, non è che io non ti desideri! È solo non vorrei che diventasse una questione meramente fisica..- gli disse esponendo le proprie paure.
- Ti ho già detto che tu sei qualcosa di più, Kagome..- la tranquillizzò e tornò poi a spogliarla. Non appena la ragazza rimase coperta esclusivamente dall’intimo, la sollevò tra le braccia e la depose delicatamente sul letto.
Si spogliò in fretta, rimanendo in boxer e la raggiunse accogliendola immediatamente tra le proprie braccia. Kagome si accoccolò sul suo petto, e dopo qualche bacio e carezza si lasciò andare al sonno.
Per Inuyasha invece la notte fu più lunga, continuò a rigirarsi smanioso, tormentato da diversi pensieri finché stufo non decise di porvi rimedio. Scostò delicatamente Kagome da sé, indossò solo il jeans e si avviò facendo meno rumore possibile verso l’altra ala della casa. Bussò ad una porta e attese finchè questa non si aprì. Koga con occhi assonnati, lo guardava perplesso.
- Inuyasha, che diavolo ci fai qui a quest’ora della notte?- chiese fissandolo.
- Ho un problema e solo tu puoi risolverlo..- disse seriamente.
Fattosi più attento alla conversazione, a causa del tono di voce di Inuyasha, con un cenno del capo lo invitò ad entrare. Il ragazzo non perse tempo a studiare la camera, si andò rapidamente a sedere sul letto evitando di incontrare lo sguardo di Koga..
- Allora, sentiamo, qual è questo problema che ti ha costretto a svegliarmi a quest’ora della notte?- chiese sforzandosi di assumere un tono che non risultasse infastidito.
- Promettimi che quello che ti dirò resterà tra noi..-
- Sai che di me puoi fidarti. Siamo amici,no?-
Inuyasha si limitò ad annuire in evidente difficoltà. Non sapeva come porre la domanda al suo amico senza passare per il classico fidanzato apprensivo e geloso..quello che in realtà era! Dannazione a Kagome e ai dubbi che gli creava..
- Senti, Koga, tu tra noi tutti sei quello che conosce e frequenta più persone..- cominciò, piantando le basi per un discorso, scomodo e complicato per lui.
Koga si limitò ad annuire in attesa che il suo amico continuasse..
- Hai mai sentito parlare dei fratelli Salvatore?- chiese serio.
- I fratelli Salvatore?- domandò sorpreso l’amico.
- Già, mi pare si chiamino Stefan e Damon!- esclamò infastidito.
Koga ci pensò su qualche secondo, assumendo un’aria concentrata..
- Ora che mi ci fai pensare, non credo di conoscerli di persona, ma ho sentito molte ragazze della nostra scuola parlarne in continuazione.. continuano a ripetere quanto entrambi siano belli e quanto una certa Elena sia una stupida perché non riesce a decidere con chi dei due vuole stare. Pare che lei faccia la preziosa solo per spassarsela con entrambi. Qualcosa del genere insomma, sai che non faccio poi molto caso a questi pettegolezzi..-
Inuyasha si limitò ad annuire troppo perso nei suoi pensieri.
“ Se di questi tipi ne parla l’intera scuola, devono essere davvero famosi come dicevano Kagome e le altre..Questa storia non mi piace..o meglio il modo in cui Kagome parlava di quel tizio e l’aria sognante che aveva sono due cose che non mi piacciono proprio per niente” pensò stringendo i pugni per il nervosismo.
- Perché volevi saperlo?- si informò Koga.
- Eh? Ah, no niente! Sembra che uno di questi tipi girasse intorno a Sango, Miroku era geloso ma si vergognava di venire qui e chiedertelo di persona..- ghignò scaricando tutta la colpa sul suo migliore amico.
- Capisco..del resto si sa..l’amore rende stupidi!- ghignò Koga prendendo in giro Miroku.
Salutato l’amico e per nulla felice delle cose appena apprese, tornò nella camera della ragazza. Si coricò nuovamente accanto a lei stringendola a sé..
“ Giuro che ti farò dimenticare di questo stupido tizio, Kagome..” pensò e carico di quella promessa fatta a sé stesso, si abbandonò anche lui al sonno. Non avrebbe permesso a Damon Salvatore di portargli via Kagome!




NOTE DELL'AUTRICE:
Ehm, salve, è passato un pò più di una settimana, vero? ^^'
Mi spiace davvero, io ci provo con tutto il cuore ad essere precisa, ma star dietro a mille cose è impossibile xD
Comunque, un capitolo soft, ma spero in grado di strapparvi qualche sorriso :) Nel prossimo capitolo i nostri belli diranno addio all'America, torneranno a casuccia e cominceranno i problemi..insomma, tra due capitoli saremo al punto in cui mi ero interrotta :D
Ringrazio enormemente tutti voi che continuate a seguire questa storia nonostante il modo orrido in cui è scritta. Mi spiace se sono un pò indietro con le risposte alle recensioni, ma recupererò anche con quelle :)
Grazie ancora e alla prossima :D
Bacii
P.S. Il solito link per la nostra gabbia di pazzi xD https://www.facebook.com/groups/758064124210814/

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Capitolo 11
*** Sospiri d'amore ***


Da quando tutti sembravano aver trovato la felicità, il tempo aveva preso a  scorrere più rapidamente, o almeno così era parso a Kagome. I giorni si susseguivano rapidamente tra le lezioni, le passeggiate, gli scherzi e le semplici e tenere emozioni che solo l’amore e l’amicizia sanno regalare.
- Non posso crederci, guardate che tempaccio..- esclamò Sango, guardando al di là della finestra della sua camera. La pioggia e il vento sembravano non voler più smettere.
- Già, per fortuna il signor Mine ha chiamato dei taxi..- concordò Sakura, stirando le pieghe del suo abito azzurro.
-Siete bellissime, ragazze.- disse Kagome, fissando le amiche e cambiando argomento.
Sango e Sakura sorrisero.
-Anche tu lo sei, Kagome. Fossi in te farei attenzione..- la canzonò l’amica.
-E a cosa?- chiese confusa .
-Sei talmente bella che se Inuyasha ti vedesse adesso ti trascinerebbe nella sua camera e non ti farebbe più uscire..- spiegò con tono malizioso.
- Sango, temo che la vicinanza di Miroku ti abbia danneggiata. Il mio ragazzo non è un maniaco come il tuo..- disse con tono beffardo.
- Non riesco a credere che siano passati già quasi tre mesi da quando siamo arrivate qui..- cambiò argomento Sakura.
-Già, a me sembra solo ieri.- concordò la moretta.
- Eppure sono cambiate tantissime cose..- sospirò Sango.
- Basta pensare che quando siamo arrivate qui eravamo tutte e tre single..- proclamò Kagome.
- E vergini..- specificò, maliziosa, l’amica.
- Concordo con Kagome, credo che questo sia l’effetto del passare troppo tempo con Miroku. Se non ti dai una controllata, amica mia, finirai col diventare peggio di lui.- la schernì Sakura.
- Ma smettetela di fare le bigotte. Ho semplicemente detto la verità..- si difese.
- Ci pensate, ragazze, tra quattro giorni saremo a casa..- disse Kagome, sentendosi divisa a metà.
Era felice ed impaziente di riabbracciare la sua famiglia e  di ritornare alle vecchie abitudini, ma era sicura che l’America le sarebbe mancata..le sarebbe mancata la sua camera, la casa in cui erano stati ospitati, la famiglia Mine, esclusa Charlotte ovviamente, i nuovi amici che avevano conosciuto e soprattutto le sarebbe mancato il poter trascorrere tutto il giorno con Inuyasha e dormire tra le sue braccia.
- Già! Non so se essere triste o felice di questa cosa..-
 - Avanti, non pensiamoci adesso. Godiamoci questa serata..- tentò di rincuorarle Sakura.
- Già, del resto si tratta di un party organizzato in nostro onore..- disse emozionata ed impaziente di dare inizio alla serata Kagome.
- Eh già, Key ha avuto davvero un bel pensiero..-
- Inuyasha non sembrava pensarla così..- replicò distrattamente, mentre controllava che il trucco non presentasse sbavature.
- Oh, lascia perdere quell’imbecille di mio fratello. Lui parte prevenuto, è la gelosia a farlo parlare..- lo insultò Sakura.
- Non che non ne abbia ragione. Key ci ha provato in tutti i modi con Kagome..- sostenne la terza ragazza.
-Inuyasha non ha motivo di esserne geloso. Non sono interessata a Key..- replicò.
 - Hai ragione, ma sarà anche il fatto che non è abituato a questo tipo di cose. Avere un rapporto serio, la gelosia, l’amore..per lui sono tutte cose nuove..-disse la moretta, in difesa del fratello.
Kagome si rabbuiò.
Senza saperlo, Sakura aveva centrato una delle sue maggiori preoccupazioni.
 Lei ed Inuyasha erano ormai una coppia da quasi due mesi e, nonostante il ragazzo con lei fosse sempre attento e premuroso, non le aveva ancora espresso i suoi sentimenti..o meglio non le aveva detto quello che Kagome agognava di sentirsi dire.
Era certa, ormai, di amare completamente e irrimediabilmente la stessa persona che solo fino a pochi mesi prima pensava di odiare. Ma Inuyasha cosa provava per lei?
 Il fatto che si fosse legato a lei, conoscendo il modo in cui interagiva con le altre ragazze, la rassicurava in parte. Era una testimonianza del fatto che lui provasse affetto per lei. Ma ciò che si chiedeva, ormai sempre più spesso, era se quell’ affetto si sarebbe prima o poi trasformato in qualcosa di ben più profondo. Così come per lei era già accaduto.
 La partenza imminente, inoltre, la riempiva di nuovi dubbi. Possibile che tornando in Giappone le cose tra loro sarebbero potute cambiare? Non aveva mai avuto il coraggio di esporre i suoi dubbi ad Inuyasha, non voleva fare la figura della ragazzina nevrotica ed insicura.
- Kagome, mi stai ascoltando?-
- Ehm..cosa? Scusami, Sakura, ero distratta..- disse prestando, ora, maggiore attenzione alle amiche.
- Ma a cosa stavi pensando? Beh, non importa. Stavo dicendo a Sango che sarà un vero spasso veder ballare quei tre stasera.-
- Già, divertente quasi quanto lo scherzo che gli abbiamo fatto sui fratelli Salvatore..- ghignò.
Contenere l’ilarità per tutte e tre fu difficile. Ripensare all’espressione corrucciata e offesa che i tre avevano assunto quando avevano scoperto la verità, le fece morire dal ridere.
A placare le loro risate inarrestabili furono dei colpi leggeri alla porta.
- Avanti..- diede il permesso Sango.
La porta si aprì e la signora Mine, fasciata in un elegante abito, fece la sua comparsa.
- Scusatemi ragazze, volevo avvisarvi che i taxi sono arrivati e i ragazzi vi stanno già attendendo all’entrata.- disse con il solito tono dolce.
- Oh grazie..arriviamo subito..-rispose Sango affrettandosi, come le sue amiche, a prendere la borsa.
-Ragazze, vorrei parlarvi un momento. So che mancano ancora alcuni giorni alla vostra partenza, ma so anche che quel giorno sarò troppo impegnata a piangere per dirvi ciò che voglio.- disse, accennando un leggero sorriso e poi riprendendo a parlare - Sango, Kagome, Sakura ospitarvi in casa mia è stato un vero piacere. Siete delle ragazze splendide e in questi mesi sono arrivata a volervi bene come se ne vuole a delle figlie. Sono felice di avervi conosciute e non mi pento di avervi accolte nella mia casa. Anzi, spero che un giorno, quando vorrete, tornerete a trovarmi..non c’è nulla che mi farebbe più piacere.- disse trattenendo a stento le lacrime.
Le tre amiche rimasero piacevolmente sorprese e toccate dalle parole della padrona di casa e a turno si affrettarono ad abbracciarla e a ringraziarla, promettendo che sarebbero tornate.
Si avviarono poi alle scale e appena i rispettivi ragazzi le videro rimasero a bocca aperta.
 Insieme raggiunsero il locale dove Key si era premurato di fittare l’intera sala per la loro “festa d’addio”. La serata passò piacevole e tranquilla.
 La bellissima e decorata sala, il buon cibo, la musica coinvolgente e la vicinanza di tutte le persone che in quei tre mesi avevano imparato a conoscere, crearono una bellissima atmosfera e per le ragazze non piangere al momento dei saluti fu impossibile.
 
 
- Sono esausto..- si lamentò Inuyasha mentre salivano le scale che portavano alle loro camere, dopo aver augurato a tutti la buonanotte.
- Certo che quello di Ayame è stato davvero un bel gesto..- commentò Sango.
- Eh già, cosa non si farebbe per amore..- esclamò Kagome con aria sognante.
- Potrei sapere a cosa vi riferite?- chiese Miroku, confuso.
- Brutto depravato, se non avessi passato tutto il tempo a correre dietro le gonne di tutte le ragazze presenti sapresti bene quanto noi di cosa stiamo parlando.- lo rimproverò.
- Avanti, Sango, non fare così..sai benissimo che io amo solo te..- disse abbracciando la ragazza e baciandole teneramente il collo.
Sango, rabbonita dalle sue parole, si strinse di più a lui.
 - Comunque ci stavamo riferendo al fatto che Ayame ha deciso di venire in Giappone per non separarsi da Koga..-spiegò.
- Davvero? Ma come farà? E dove vivrà?- chiese confuso.
- Per il momento andrà ad abitare da alcuni parenti che ha lì.-
 - E i suoi genitori approvano la sua scelta?-
 - Non hanno mosso obiezioni perché il padre di Ayame è stato trasferito per motivi di lavoro e quindi presto tutta la famiglia dovrà trasferirsi in Giappone..lei li precederà solamente.-
- E’ stato un vero colpo di fortuna..altrimenti si sarebbero dovuti separare..- commentò Kagome,  dispiaciuta al sol pensiero.
- Tsk..io piuttosto credo stiano facendo un errore..-intervenne, brusco, Inuyasha.
- C..cosa e perché?-
 - Sono troppo giovani, Kagome, per prendere decisioni così importanti..-  replicò.
Le sue parole la ferirono. Era chiaro, quindi, che se in una situazione del genere si fossero trovati loro, lui non avrebbe fatto nulla per tentare di far sopravvivere il loro amore.
- Ma si amano..- tentò lei.
- Tsk..lo trovo comunque un passo azzardato.- rispose con noncuranza.
- E Rin e Sesshomaru, invece? Come faranno?- chiese Sango.
- Trovo la loro una scelta molto più sensata e ponderata. In estate Rin raggiungerà Sesshomaru in Giappone e, se le cose andranno bene, terminato il liceo Sesshomaru verrà a studiare qui in America.-
Tutti si limitarono ad annuire, ognuno con le proprie idee su quale fosse stata la scelta più giusta tra quelle di Koga e Sesshomaru.
Auguratisi a vicenda la buonanotte ognuno si ritirò nella propria camera.
Kagome si stupì del fatto che Inuyasha quella sera non si fosse fermato a dormire con lei, come solitamente faceva.
 Nuovi dubbi presero a vorticarle in testa. Il filo dei suoi pensieri fu spezzato dal rumore della porta della sua camera che veniva aperta.  Sorpresa si voltò.
- Inuyasha..- bisbigliò
- Ti ho spaventata?- chiese inarcando un sopracciglio.
- E..ecco in verità mi hai sorpresa..- disse mentre il suo sguardo restava fermo sul petto nudo del ragazzo, a fissare gli addominali scolpiti.
- E perché?- chiese sorridendo malizioso, intuendo la direzione dello sguardo della ragazza.
- S..sei andato in camera tua e quindi..ecco, io pensavo volessi dormire da solo questa notte..-disse sollevando il volto a guardarlo quando lui cominciò ad avanzare in sua direzione.
- Era solo per reggere la “commedia” agli occhi dei signori Mine e per mettere qualcosa di più comodo..- disse riferendosi ai pantaloni di tuta che indossava.
- Capisco..- si limitò a rispondere mentre si voltava e riprendeva a porsi domande sul legame che la univa ad Inuyasha.
In un attimo il ragazzo le fu dietro, le circondò la vita con le braccia e prese a baciarle viziosamente il collo. Inconsapevolmente Kagome inarcò la testa, per consentirgli un più facile e profondo accesso.
- I..Inuyasha, che stai facendo?- chiese stupidamente, avendo già compreso le intenzioni del ragazzo.
- Ti voglio, Kagome..- le rispose con voce sensuale lui.
- Beh, io invece non lo so…- mentì lei
Inuyasha sorpreso dalle sue parole si staccò e la voltò per poterla fissare in volto. Lesse incertezza e qualcos’altro che non riuscì a spiegarsi nei suoi occhi, ma non riuscì a capirne il motivo.
- Kagome, sei arrabbiata? Ho fatto qualcosa che non dovevo?- chiese smarrito ed indeciso.
Kagome aprì le labbra pronta a dirgli quanto le sue parole riguardo Koga ed Ayame l’avessero indirettamente ferita, per spiegargli quanto la logorasse non sapere cosa lui provasse effettivamente per lei e quanto l’angosciasse la paura di poterlo perdere una volta tornati a casa, ma non fece nulla del genere. Quando incontrò i suoi occhi l’unica cosa che fu capace di dirgli fu:
- Ti voglio anche io, Inuyasha..-
Il ragazzo non se lo fece ripetere. Le circondò la vita e l’attirò più vicina a sé, fece poi incontrare le loro labbra in un bacio famelico e passionale.
Le stuzzicò il lobo dell'orecchio con i denti,  poi con la lingua, mentre pian piano la spingeva verso il letto, dove, gentilmente, la fece ricadere. La spogliò lentamente, fermandosi a baciare ed accarezzare ogni centimetro di pelle esposta.
 Quando le mani di lui salirono a sfiorare il seno, Kagome sentì la voglia di lui crescere. Affondò le mani nei suoi capelli, reclamando le sue labbra, mentre si abbandonava alle sensazioni estremamente piacevoli che le attraversavano il corpo.  
Il respiro di lui era dolce e caldo contro la sua pelle e quando si sentì calda e ormai sul punto di esplodere, invocò il suo nome.
- Inuyasha..Non ce la faccio più- lo pregò.
- Nemmeno io, Kagome..Non sai quanto ti voglio..- le disse.
Coprì poi nuovamente le labbra di lei e la penetrò con una spinta lieve.
- Dio, Kagome, non ne avrò mai abbastanza di te..- gemette lui mentre si muoveva lentamente dentro lei.
Le sue parole la accesero, una passione mai provata prima le si diffuse in tutto il corpo come un incendio. Si strinse di più a lui, chiedendogli con lenti ed erotici movimenti, di darle di più e di aumentare il ritmo. Inuyasha non si fece pregare. Aumentò l’intensità e la cadenza dei suoi movimenti.
 Kagome impazziva tra le sue braccia, non aveva mai provato prima una simile passione e quando era ormai prossima all’orgasmo, le parole le scivolarono dalle labbra prima ancora che lei potesse rendersene conto.
 - Ti Amo, Inuyasha..-
Inuyasha la sentì e si irrigidì per un momento,  ma poi, troppo impotente di fronte alle richieste del suo corpo, troppo prossimo a raggiungere l’agognato piacere, non si soffermò a riflettere sul significato delle parole da lei dette.
Quando entrambi raggiunsero, insieme, l’orgasmo, ricaddero l’uno sull’altra, esausti ma appagati. Soltanto quando i fremiti dei loro corpi si furono calmati e la lucidità tornata, Inuyasha si staccò da lei quel tanto che bastava per poterla guardare negli occhi.
 - K..Kagome, cos’è che hai detto prima?- chiese confuso ed esitante.
Kagome lo fissò per alcuni secondi..era ancora stretta tra le sue braccia e ancora tremante e sconvolta per l’intensità delle emozioni provate. Non avevano mai fatto l’amore in quel modo..così dolce, passionale, tenero e sconvolgente al tempo stesso. Le sembrò il momento più perfetto per dare voce ai propri sentimenti.
- Ti amo, Inuyasha..- ripeté convinta.
- K..Kagome, io..- cominciò lui in difficoltà.
La ragazza gli sorrise e gli poggiò un dito sulle labbra.
- Non dire nulla. Non pretendo che per te sia lo stesso..-
- Ascoltami, non pensare che io per te non provi nulla..- si affrettò a spiegare lui.
- Non è quello che penso..- chiarì lei.
- Insieme a te sto bene, sono felice e non voglio rinunciare a te. Tuttavia, io non so dirti se ciò che provo è amore..- le spiegò, sincero.
- Va bene così, Inuyasha. Per adesso mi basta sapere che tu non mi consideri un passatempo..-
- Non è così..- replicò serio e convinto.
Kagome sorrise. Per il momento si sarebbe accontentata di sapere che in un certo modo anche lei per Inuyasha era speciale, si sarebbe impegnata per far in modo che anche lui capisse di essere innamorato di lei.
Certo,  aveva sperato che anche lui ricambiasse in toto i suoi sentimenti, ma pur di averlo accanto, per il momento, era disposta ad accontentarsi di ciò che lui era disposto a darle.
 Si addormentarono così stretti e, più o meno, felici.
 
I quattro giorni che mancavano alla partenza passarono rapidamente tra preparativi, fotografie, promesse di mantenersi in contatto, lacrime e addii. La famiglia Mine al completo li accompagnò all’aeroporto e , come precedentemente aveva previsto, la signora Mine non smise per un momento di piangere. La voce all’altoparlante chiamò il loro volo e pregò i passeggeri di affrettarsi.
 - Allora ci siamo, è il momento di ripartire..- disse Miroku, rivolto agli americani.
- Mi raccomando, restate tutti uniti. Non vi allontanate e chiamate non appena sarete arrivati in Giappone.- raccomandò il Signor Mine.
 - Avanti, papà, non sono bambini. E tu, mamma, smettila di frignare..- esclamò scocciato Key.
Lui e Charlotte si affrettarono a salutare il gruppo, ma quando per il ragazzo arrivò il momento di salutare Kagome, la sorprese abbracciandola.
- Ti chiedo ancora scusa per il modo in cui mi sono comportato. Sappi però, Kagome, che non ti dimenticherò e che ci rivedremo.- annunciò, serio.
- E..ehm certo..- si limitò a rispondere lei troppo sorpresa dal suo gesto.
Inuyasha attirò Kagome a sé, strappandola,infastidito, dalla stretta dell’americano.
- Non hai ancora capito che devi tenere le tue manacce giù da lei?- ringhiò.
- Inuyasha, ti prego..- tentò di calmarlo lei.
Non voleva che quei due si prendessero a cazzotti anche pochi minuti prima di prendere l’aereo.
 - Se non ti spacco la faccia è solo perché so che non la rivedrai mai più..- lo minacciò.
- Questo è quello che credi tu..- sibilò Key, poi tornò a prestare attenzione a Kagome.
- Se ti stanchi di questo coglione il mio numero ce l’hai..-
La ragazza si limitò a sorridere ed annuire, mentre tratteneva Inuyasha per un braccio. Anche dopo l’imbarco il ragazzo non fece che lamentarsi, pentito, per non aver preso a cazzotti Key.
- Avanti, Inuyasha, il suo era solo un modo carino per salutarmi..- sostenne la moretta, tentando di calmarlo.
Ottenne l’effetto opposto.
- C..cosa? Ma non vedi che quello ti guarda come se fosse pronto a saltarti addosso da un momento all’altro? Dannazione, dovevo togliermi la soddisfazione di pestarlo per bene.-
Kagome sospirò.
 - Su, ormai non ha più importanza. Non lo rivedremo mai più.-
- Lo spero per lui. Altrimenti la prossima volta nessuno mi fermerà..-
- Non sei felice di ritornare a casa?- chiese tentando di cambiare discorso e calmarlo.
Questa volta il suo tentativo ebbe buon esito.
- Certo che lo sono. Ho voglia di rivedere la mia famiglia e i miei amici..-
- E io di guidare la mia moto..- si intromise Sota.
- A chi lo dici..finalmente potremo tornare a fare casino a scuola..- ghignò strafottente Kohaku.
Kagome, Sango e Sakura si guardarono e scossero la testa rassegnate.
- Oh, ci pensate che colpo farete venire alle ragazze quando torneremo?- esclamò Kohaku.
- E perché mai?- domandò Inuyasha.
- Ormai siete tutti fidanzati, sono l’unico rimasto single. Mi chiedo se non vi siate rammolliti un po’..- li provocò.
Le proteste e le urla di risposta furono immediate.
- E così gli Youkai stanno per tornare..- ghignò Koga stringendo Ayame.
- Chi sono gli Youkai?- chiese confusa la ragazza.
- Un gruppo di deficienti che girano in moto e si divertono a fare i bulletti- le spiegò annoiata Kagome.
- Ehi..- l’ammonì Inuyasha - Eh sì, ragazzi, siamo tornati e dovremo recuperare tutto il tempo perduto..- disse ghignando in modo sospetto.
Il suo sorriso e le sue parole non piacquero per nulla a Kagome che se ne restò in silenzio a rimuginare su quanto detto dal ragazzo. In un sol colpo tutte le sue incertezze tornarono a galla.
- Inuyasha..- lo chiamò esitante.
- Cosa c’è?-
- Cambierà qualcosa quando torneremo a casa?- chiese preoccupata.
Lui la fissò ed esitò per un attimo a rispondere.
- Che sciocca, non cambierà nulla..- le disse prima di voltarsi per rispondere ad una domanda postagli da Kohaku.
Kagome si sforzò di sorridere e di pensare positivo. Si ripeté più volte che tutto sarebbe andato bene e che nulla sarebbe cambiato, proprio come Inuyasha le aveva detto. Ma quel senso di inquietudine e ansia che avvertiva non vollero abbandonarla. 



NOTE DELL'AUTRICE: 
Salve :D
Innanzitutto ci tengo a ringraziare tutti voi che siete giunti fin qui ..grazie mille^^ Ormai manca solo un capitolo e poi la storia riprenderà da dove era stata interrotta mesi fa, ma diciamo che è proprio questo capitolo che segnerà il punto di svolta: il ritorno a casa. Kagome ha alla fine confessato i propri sentimenti, Inuyasha è invece più misurato e cauto con le parole..come pensate si evolverà la cosa?
Se vi va, sarei felicissima di conoscere il vostro parere. Ringrazio tutte le splendide ragazze che recensiscono, chi ha inserito la storia tra le seguite/ preferite/ ricordate e tutti i lettori silenziosi :)
Se vi va, unitevi al nostro pazzo gruppo. L'allegria e il divertimento sono assicurati.
Ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/
Baci

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Capitolo 12
*** Prime delusioni ***


Quando quella mattina si svegliò, Kagome si sentiva stranamente ansiosa ed agitata..attribuì quelle insolite sensazione al ben conosciuto timore di essere in ritardo.
Sorrise, come al solito se la sarebbe presa comoda tanto poi sarebbe bastato supplicare Sota per avere un passaggio e non arrivare in ritardo. Puntò lo sguardo sulla sveglia e, vista la tarda ora, capì di dover fare in fretta, altrimenti nemmeno suo fratello sarebbe riuscito ad evitarle un incontro col preside.
Si sbarazzò rapidamente del pigiama e indossò la divisa scolastica, spazzolò poi i capelli che sistemò con alcuni ferretti. Si sentiva smaniosa, ma anche emozionata: quello sarebbe stato il suo primo vero giorno di scuola.
In più era impaziente di rivedere Inuyasha. Era dal pomeriggio precedente, appena arrivati in aeroporto, che non si vedevano e sentivano.
Scese velocemente le scale e giunta in cucina stampò un bacio sulla guancia di sua madre e di suo nonno; impallidì quando notò il posto che solitamente occupava Sota vuoto.
- Mamma, dov’è Sota?- domandò.
- Che domande, Kagome. È appena uscito per andare a scuola..- le rispose.
- Cosa?? Devo raggiungerlo. Ho intenzione di strappargli un passaggio.- urlò quasi.
- Conviene allora che ti sbrighi, tuo fratello è già uscito da alcuni minuti.- si intromise il nonno.
Corse a perdifiato, rischiando più volte di inciampare e sospirò di sollievo quando vide l’alta figura del fratello immobile accanto alla moto.
- Sotaaa- urlò, tentando di assumere quel tono da bambina a cui il fratello non sapeva dir di no.
- Cosa c’è, Kagome?- le chiese, voltandosi a fissarla.
- Mi daresti un passaggio a scuola?-
- Mi dispiace, ma sto per passare a prendere Sakura.-
- Cosa?- chiese, spiazzata, la moretta.
- Già! E ovviamente sulla moto non possiamo andare in tre..-
- L..lo so. D’accordo, non importa, chiamerò Sango..- spiegò, ritrovando almeno in parte il buon umore.
Certo, Sango non era motorizzata, ma almeno non avrebbe dovuto fare tutta la strada fino a scuola da sola.
Salutato il fratello, scese rapidamente la ripida scalinata mentre componeva al cellulare il numero della sua migliore amica.
- Ka-chan, ma dove sei?- le domandò la vivace voce dell’amica.
- Sango-chan, come al solito sono in ritardo. Dove sei?Ti raggiungo così pos..- disse con tono reso affannato dalla corsa.
- A dir il vero sono già a scuola. Questa mattina Miroku è passato a prendermi. Siamo tutti qui ad aspettarvi mancate solo tu, Sota e Sakura..- spiegò.
- Ah..- fu l’unica risposta che uscì dalle labbra di Kagome.
- Kagome, mi hai sentita?-
- Cosa? Ehm, certo che ti ho sentita, Sango. Tranquilla, tra pochi minuti sarò lì.- disse terminando la chiamata senza dar possibilità all’amica di rispondere.
Si sentì infastidita. Sia Miroku che Sota erano passati a prendere le rispettive ragazze e invece a lei toccava far tutta la strada a piedi e per di più sola. Perché Inuyasha non aveva avuto la stessa premura nei suoi confronti?
Si diede della stupida. Non tutte le persone erano uguali e forse, pensò, Inuyasha non ci aveva nemmeno pensato.
Accelerò il passo e fece appena in tempo a varcare i cancelli della scuola prima che il bidello li chiudesse. Si guardò velocemente intorno, ma come era prevedibile, visto la tarda ora, i suoi amici erano già entrati.
Pazienza, si disse, avrebbe avuto tempo di salutare Inuyasha durante la ricreazione. Ringraziò tutti i Kami quando entrando in classe si rese conto che il professore della prima ora non era ancora giunto in aula.
Arrossì, poi,  quando sentì tutti gli sguardi puntati su di lei. Del resto quello era il suo primo anno in quell’istituto e lei e gli altri erano partiti per l’America il primo giorno di scuola..non aveva avuto il tempo di conoscere nessuno.
- Kagome, finalmente!- esclamò una voce conosciuta.
- Sango..-
- Signorina Hirai, si vada a sedere cortesemente..- esclamò una voce seria e autoritaria proveniente dalle spalle di Kagome.
- C..certo, professore.-
Kagome deglutendo si voltò a fissare l’uomo che era alle sue spalle.
 Alto, spalle larghe, tipici tratti giapponesi e una barbetta appena accennata sulla mascella perfettamente squadrata. Gli occhi, forse leggermente troppo piccoli rispetto al viso, erano di un intenso e insolito blu.
Lo sguardo penetrante fece arrossire la ragazza che si sentì squadrata.
- Lei deve essere la signorina Higurashi..-
Kagome annuì, ancora troppo intenta a studiare la figura giovane e perfetta del suo professore. Quando quest’ultimo sollevò un sopracciglio, arrossì rendendosi conto della gaffa commessa.
- Ehm..sì, sono io.-
- Bene. Benvenuta, miss Higurashi, io sono il professor Nuriko. Sarò il suo insegnante di letteratura straniera per quest’anno.- le disse senza smettere di fissarla. – Ragazzi, date il benvenuto alla vostra nuova compagna.- continuò, rivolgendosi alla classe.
- Mi è sembrato di capire che conosce già la signorina Hirai, giusto?-
- S..sì, professore..-
- Bene, per il momento prenda posto accanto a lei. Higurashi, lei proviene da un ottimo istituto non credo che avrà quindi difficoltà a rimettersi in pari con il programma. Se necessita di qualunque cosa può comunque chiedere ai suoi compagni o diversamente direttamente a me.-
- La ringrazio, professore.- rispose, prima di prendere posto accanto a Sango che le sorrise allegra.
Le ore di lezione passarono rapidamente. I suoi compagni sembravano essere tutti molti simpatici e gentili, i professori disponibili e non eccessivamente severi e constatò con enorme felicità di essere perfettamente in pari con il programma.
Quando la campanella della ricreazione suonò, la porta della loro classe si spalancò, prima ancora che la professoressa fosse uscita.
Sota, abbracciato a Sakura, Miroku e Kohaku fecero il loro ingresso, mentre nell’aula era piombato il silenzio.
Kagome scattò in piedi, impaziente di veder comparire anche Inuyasha..ma di lui non c’era nemmeno l’ombra.
- Ehi, non manca qualcuno?- chiese infastidita.
- È ancora in classe, puoi raggiungerlo se ti va..- l’informò Miroku.
- Com’è andata finora? Qualcuno ti ha infastidita?- le domandò il fratello maggiore, facendo scorrere lo sguardo minaccioso su tutta la classe.
- Smettila, Sota, di fare il fratello iper-protettivo. Sono stati tutti molto carini con me.-
- Buon per loro..- dichiarò con tono alto.
Kagome lo ignorò e salutati gli amici si avviò verso la classe del suo ragazzo che, le avevano spiegato, era l’ultima in fondo al corridoio. Era tremendamente infastidita dal fatto che InuYasha non si fosse nemmeno degnato di andarla a salutare. Di certo non si aspettava la scena che le si presentò dinnanzi.
La porta era aperta, i presenti in aula impegnati nelle più svariate attività: c’era chi parlava al cellulare, chi scriveva alla lavagna, chi era intento a far volare stupidi aereoplanini di carta e chi fumava, ma ciò che più attirò l’attenzione di Kagome fu un gruppetto composto da circa 10 persone scompostamente seduti su banchi e sedie, tutti intenti ad ascoltare un ragazzo che parlava.  Il ragazzo non era altri che Inuyasha.  Ma la cosa che più scioccò e infastidì la ragazza fu il fatto che il suo fidanzato se ne stava tranquillo con una ragazza comodamente seduta proprie gambe e alla quale cingeva un fianco.
- E tu chi saresti, tesoro? Sei nuova?- domandò una voce alle sue spalle.
La moretta sobbalzò spaventata. Possibile che quel giorno comparissero tutti alle sue spalle?
- Kagome..- disse con tono sorpreso Inuyasha, la cui attenzione era stata attirata dal ragazzo che aveva parlato.
- Che ci fai qui?- le chiese stupidamente senza mollare la presa sui fianchi della ragazza.
- La conosci, Inu-chan?- domandò questa con voce mielosa.
Kagome osservò la scena scioccata e infuriata. Se ne stava lì, tranquillamente seduto, con quella specie di modella ancora sulle gambe e non si era neanche degnato di alzarsi per salutarla. In più le chiedeva anche cosa ci faceva lì?
- Certo..- rispose lui alla domanda della moretta.
- Chi è?- domandò la stessa.
- Lei è..una delle ragazze che ha partecipato con me al progetto americano..-
Boccheggiò. E così lei era solo quello per lui? Una delle ragazze che avevano partecipato al progetto americano?!?
Si infuriò. Strinse i pugni e mentre l’ira, l’amarezza e anche l’indignazione scalciavano per prendere il controllo su di lei, decise di non dargli la soddisfazione di sapere quanto le sue parole l’avessero ferita.
- Ho semplicemente sbagliato aula..- disse atona mentre lo fulminava con lo sguardo.
Si voltò per andare via, ma lo stesso ragazzo di prima le sbarrò la strada.
-Ehi, bambolina, perché non rimani un po’ a tenerci compagnia?- ghignò.
Aprì le labbra per parlare, ma Inuyasha la precedette.
- Ehi..- lo ammonì.
“ Si è finalmente deciso ad alzare il culo da quella sedia e ad allontanare la barbie mora dal suo corpo” pensò stizzita e furente.
Inuyasha si avvicinò a Kagome, trucidando con lo sguardo l’altro ragazzo.
- È una delle tue ragazze? Ti chiedo scusa allora..- si affrettò a dire il ragazzo, che sembrava aver perso tutta la sua spavalderia.
- Io non sono “una delle sue ragazze”- precisò Kagome piccata e sempre più in preda alla rabbia. Avrebbe voluto dire di essere l’unica per lui, ma in quel momento non ne era molto convinta.
Il ragazzo la ignorò e continuò a fissare Inuyasha.
- Kagome è la sorella di Sota..- si limitò a dire.
In risposta alle sue parole le reazioni furono diverse. Il ragazzo sbiancò e si affretto a chiederle scusa, mentre Kagome sentì lo stomaco contrarsi.
Questa volta non c’era spazio né per la rabbia, né per l’indignazione. Se prima si era sforzata di credere che Inuyasha non l’avesse presentata come la propria ragazza solo per una dimenticanza, adesso non c’erano più dubbi. L’aveva “etichettata” come la sorella di Sota, quasi a voler chiarire che con lui non c’entrava proprio nulla..non voleva far sapere della loro relazione.
- Scusate, la sorella di Sota va via..- bisbigliò prima di scappare letteralmente da quella classe.
Si fiondò nel bagno e cercò di ritrovare la calma, non voleva permettere alle lacrime e al dolore di prendere il sopravvento. Il suono della campanella segnò il termine della ricreazione e per evitare che la giornata degenerasse ulteriormente, a causa dei richiami di qualche professore, si sciacquò il viso decisa a tornare in classe.
Aprì rapidamente la porta e andò a sbattere contro un petto solido e muscoloso. A causa del contraccolpo rischiò di cadere, ma due braccia forti la sostennero per le spalle. Alzò il viso per incontrare quello del suo “salvatore” e le guancie le si imporporarono immediatamente quando riconobbe il suo professore di letteratura straniera. Sgusciò via dalla sua presa.
- Signor Nuriko, la prego di scusarmi. Io andavo di corsa e non l’avevo vista..- tentò di spiegarsi mentre si inchinava ripetutamente.
- Tranquilla, Higurashi.- si limitò a dire questo mentre la fissava insistentemente facendola sentire a disagio.
- Io..dovrei tornare in cla..- tentò di dire, cercando una scusa per congedarsi dall’uomo.
- Qual è il tuo nome?- le chiese improvvisamente quest’ultimo, interrompendola.
La sua domanda la spiazzò, tanto da lasciarla ammutolita per alcuni istanti.
- Ehm..Kagome.- rispose
- Bene. La ricreazione è finita. Torna in classe, Kagome.- le sussurrò prima di voltarsi ed andare via.
- C..certamente..- rispose la ragazza mentre fissava la schiena dell’uomo.
Rimase qualche secondo immobile a ripensare allo strano comportamento dell’uomo. Scrollando le spalle decise poi di tornare in classe, ma, proprio mentre stava per aprire la porta scorrevole, una mano sul suo polso la bloccò. Si voltò a fissare il nuovo arrivato.
- Inuyasha..- bisbigliò.
In un attimo la rabbia per il suo comportamento tornò ad accenderla.
- Cosa vuoi?- chiese sgarbata.
- Perché sei andata via in quel modo?- le domandò.
Kagome lo fissò incredula. Aveva davvero avuto il coraggio di chiederle il perché del suo comportamento?
- La sorella di Sota, che è una delle ragazze che ha partecipato con te al progetto americano, deve tornare in classe..- disse, utilizzando le stesse parole che lui aveva usato per presentarla, nella speranza che arrivasse a comprendere quanto il suo modo d’agire l’aveva offesa e ferita.
- Prima vuoi dirmi perché sei andata via in quel modo?-
Speranza vana.
Se con il sarcasmo non funzionava tanto valeva essere diretti, pensò.
- Insomma, Inuyasha, ma ti rendi conto del tuo comportamento?-
- C..che ho fatto?- domandò realmente sorpreso.
- Che hai fatto? È da ieri che non ci vediamo, Inuyasha..- cominciò.
- Lo so..- commentò stupidamente lui.
- Non ti sei degnato di venirmi a cercare, così ho pensato di venire io da te. E cosa sono costretto a vedere? Te che te ne stai tranquillamente seduto con quella sottospecie di barbie giapponese sulle gambe..-sputò acida.
- Ti ha dato fastidio?- le domandò.
Kagome lo guardò allibita. Era davvero così stupido?
- Tu che ne pensi?-
- Mi dispiace. Non volevo farti arrabbiare. Conosco Kikyo da una vita, per me è naturale comportarmi con lei in questo modo..-
Kikyo? La ragazza che era con lui era la stessa Kikyo con cui lui aveva avuto una storia?!?
Di male in peggio.
- Non pensi che a me possa dar fastidio, Inuyasha? Se per te è naturale comportarti in questo modo vuol dire che d’ora in poi farò altrettanto.- lo provocò furente.
Gli occhi del ragazzo si assottigliarono, minacciosi.
- Non provarci nemmeno. Ammazzerò chiunque ti toccherà..- ringhiò, serio.
Kagome sospirò. Si sentiva stanca e spossata. Eppure quello era solo il suo primo giorno di scuola!
- Se a te da così fastidio non pensi che possa essere lo stesso anche per me? Non ti sei nemmeno degnato di presentarmi come la tua ragazza. Sembrava quasi tu volessi..nasconderlo.- disse infine confidandogli la cosa che più l’aveva infastidita e addolorata.
- No, non è vero. Io.. mi dispiace. Non sono abituato ad avere una ragazza, ma cercherò di fare più attenzione al mio comportamento d’ora in poi.- proferì serio fissandola negli occhi e attirandola in un abbraccio subito dopo.
Non appena fu tra le sue braccia Kagome si sciolse. Quanto le era mancata quella sensazione di calore? Ne era diventata dipendente!
- Mi dispiace..- tornò a ripetere lui.
Rabbonita dalle sue parole decise di lasciar perdere.
- Ci vediamo stasera?- chiese tentando di cambiare argomento.
- A dir la verità ho appuntamento con alcuni amici..- le disse grattandosi la nuca.
- Ah..- si limitò a rispondere tentando di non far intuire al ragazzo la sua delusione.
- Però dopo scuola ti riaccompagno a casa..- propose lui.
- Va bene..- rispose subito lei, ritrovando di colpo il buon umore.
Inuyasha la bacio e la lasciò poi rientrare in classe.
Il resto della giornata passò tranquilla e Kagome attese con ansia il termine delle lezioni per poter passare qualche minuto con Inuyasha. Al suono della campanella si avviò all’uscita in compagnia di Sango e raggiunsero il resto del gruppo fermo, in loro attesa, ai piedi delle scale.
- Salve, ragazzi..- salutò tutti, baciando poi la guancia di Ayame e Sakura.
- Non ho voglia di tornare a casa. Vi va di fare qualcosa tutti insieme?- domandò Koga cingendo con un braccio le spalle di Ayame.
Tutti si dichiararono d’accordo. Kagome prese a guardare gli ultimi studenti che abbandonavano l’edificio in attesa dell’arrivo di Inuyasha.
- Kagome, quasi dimenticavo, Inuyasha è andato via..- le annunciò il fratello.
- Cosa?- chiese sorpresa.
- Già, mi ha detto di dirti che aveva delle cose da fare..- si limitò a dire questo scrollando le spalle.
- Ho capito! Allora io me ne torno a casa. Buon pomeriggio.- disse atona voltando le spalle al gruppo e correndo via.
Rallentò solo quando le gambe non ressero più quella folle ed insensata corsa. Si appoggiò ad un muro per sostenersi mentre cercava di  regolarizzare il respiro.
Aveva immaginato diversamente il suo primo giorno di scuola. Non c’era stato assolutamente nulla di positivo in quella giornata. Ripensare al comportamento di Inuyasha la fece allo stesso tempo venir voglia di urlare e piangere. Tentando di trovare una giustificazione e un senso al modo d’agire del ragazzo, trovò le sue reazione un tantino esagerate, forse. Si ripromise di provare ad essere più comprensiva. Era normale che Inuyasha volesse passare del tempo con i suoi amici..erano del resto tre mesi che non li vedeva. Ripeté a se stessa diverse volte che era quella l’ottica più giusta in cui vedere e valutare le cose. Peccato, che quello strano senso di pesantezza allo stomaco, che aveva avvertito anche in mattinata, non volesse proprio saperne di sparire.



NOTE DELL'AUTRICE:
Ciao a tutti ^^
prima di qualsiasi altra cosa ci tengo a ringraziare tutti voi che siete arrivati fin qui. Siete in tanti a leggere e davvero non mi sarei aspettata per questa storia un entusiasmo simile..quindi grazie davvero :) Siamo finalmente giunti al punto in cui ci eravamo interrotti un pò di tempo fa, quindi dal prossimo capitolo scopriremo cosa accadrà ai nostri piccioncini xD
Che cosa ne pensate del comportamento di InuYahsa? Kikyo ha fatto il suo debutto nella storia, sarà un bene o un male? Lascio a voi i commenti, sperando vogliate condividere con me le vostre impressioni su questo capitolo :)
Vi lascio uno spoilerino del prossimo capitolo :)
-Davvero avevi voglia di vedermi?- gli chiese allontanandosi da lui e fissandolo in malo modo.
Inuyasha non riuscì a spiegarsi il comportamento della ragazza e rispose sinceramente.
-Si.-
-Se ti fossi mancata così tanto, ti saresti ricordato un po’ prima di me- gli disse collerica la ragazza.
-Lo so Kagome che è tardi, ma non sono riuscito a liberarmi prima.- tentò di spiegare lui.
-Non sto parlando solo dell’orario, Inuyasha. Sono dieci giorni che io e te non passiamo qualche minuto insieme. Sei sempre impegnato in questa o in quell’altra cosa.. riuscirai mai a trovare un po’ di tempo per me?- sbraitò lei.
Per finire,vi lascio il link del nostro pazzo gruppo. Se ne avete voglia, vi aspettiamo qui:https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Baci 

 

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Capitolo 13
*** Amiche o nemiche? ***


La finestra leggermente aperta e le tende tirate lasciavano filtrare la luce lunare che si infrangeva sul pavimento creando uno strano effetto di luce e ombra. Erano quasi le 02:00 di notte, constatò Kagome osservando il display della sua radiosveglia, ma dormire quella notte le sembrava impossibile. I pensieri le torturavano la mente senza concederle la possibilità di scivolare in un sonno quieto. Erano trascorsi quasi dieci giorni dal loro ritorno in Giappone e le cose con Inuyasha non si erano ancora stabilizzate. Il ragazzo sembrava costantemente impegnato con i suoi amici e non sembrava curarsi del fatto che loro due non avessero trascorso un momento da soli da quando erano rientrati dall’America.
Kagome sentiva parlare di lui solo dagli studenti che minuziosamente raccontavano dell’ultima rissa provocata dagli Youkai, dell’ultima conquista di Kohaku, di come Koga fosse cambiato dopo aver conosciuto la nuova studentessa straniera..chiacchiere e solo chiacchiere.
Quella situazione la stressava e per quante volte avesse tentato di affrontare l’argomento con Inuyasha non c’era mai riuscita. Dei rumori provenienti dal cortile sul quale la sua finestra sporgeva attirarono la sua attenzione. La ragazza si domandò chi mai a quella tarda ora della notte potesse trovarsi lì e la paura di trovarsi faccia a faccia con un eventuale ladro l’assalì. Nonostante la mente e i riflessi fossero ancora intorpiditi e rallentati dall’ansia e dal timore, riuscì velocemente a calcolare le molteplici alternative. Correre a chiamare il nonno o sua madre avrebbe richiesto troppo tempo, in più cosa mai avrebbero potuto fare un anziano e una donna contro un ladro magari anche armato? Se avesse afferrato velocemente il cellulare riposto poco lontano dal letto nel tentativo di chiamare le forze armate probabilmente sarebbe stata udita dall’aggressore. Decise che la soluzione più adatta, seppur più rischiosa, fosse quella di tentare di stordire il ladro prima di fuggire a ripararsi in un’altra camera. Si guardò intorno in cerca di qualcosa di abbastanza pesante, ma con rammarico apprese di non possedere nulla che facesse a suo caso. Proprio mentre la sua mente tentava di vagliare nuove possibilità il “ladro” scavalcò agilmente il davanzale della sua finestra. Se la paura non l’avesse paralizzata avrebbe probabilmente urlato a squarciagola e quando alla fine riconobbe, grazie alla debole luce lunare, il familiare viso si lasciò andare ad un respiro che portò via con se tutta l’ansia. Si accasciò con poca eleganza sul letto, mentre rabbia e sollievo lottavano tra loro per prendere il sopravvento.
-Kagome, ti sei afflosciata come un sacco di patate.- commentò stupidamente il nuovo arrivato.
Decisamente l’osservazione poco carina e il tono di scherno, fecero sì che a prevalere tra i sentimenti della ragazza fosse la rabbia.
-Inuyasha, brutto imbecille, hai idea della paura che mi hai fatto prendere?- ringhiò, lottando per tenere sotto controllo la voce.
-Ti ho spaventata?- le domandò.
-Non è di certo una cosa normale che qualcuno tenti di entrare nella mia camera a quest’ora della notte. Pensavo fosse un ladro e stavo già tentando di elaborare un piano per metterlo K.O.- confessò Kagome, arrossendo poi per la sua stessa confessione.
Inuyasha la fissò. Le guancie rosse, il respiro accelerato e la mano ancora posata all’altezza del cuore la rendevano incredibilmente buffa e tenera. Le si avvicinò lentamente e se l’attirò tra le braccia.
-Mi dispiace averti spaventata. Non era mia intenzione..- disse a sua discolpa.
-Mi spieghi cosa ci fai in camera mia alle 2 di notte?- domandò la ragazza.
-Avevo voglia di vederti..- confessò Inuyasha.
Ripresasi lentamente dal precedente shock, le parole del ragazzo fecero scattare Kagome.
-Davvero avevi voglia di vedermi?- gli chiese allontanandosi da lui e fissandolo in malo modo.
Inuyasha non riuscì a spiegarsi il comportamento della mora e rispose sinceramente.
-Sì.-
-Se ti fossi mancata così tanto, ti saresti ricordato un po’ prima di me- gli disse collerica.
-Lo so, Kagome, che è tardi, ma non sono riuscito a liberarmi prima.- tentò di spiegare lui.
-Non sto parlando solo dell’orario, Inuyasha. Sono dieci giorni che io e te non passiamo qualche minuto insieme. Sei sempre impegnato in questa o in quell’altra cosa.. riuscirai mai a trovare un po’ di tempo per me?- sbraitò lei.
-Che cazzo significa? Non ci siamo visti tutti i giorni a scuola?- chiese, perplesso e vagamente infastidito.
La ragazza esitò, non sapendo come comportarsi. Stava scherzando o le sue parole nascondevano una verità più profonda?
Forse lui non aveva sentito la sua mancanza, forse lui non avvertiva la voglia di trascorrere del tempo con lei.
Gli stava facendo troppa pressione? Era troppo esigente?
Si lasciò assalire dai suoi stessi dubbi, arrivando a domandarsi se non fosse proprio lei quella dalla parte del torto.
-Kagome, siamo tornati da pochi giorni ed era tanto che non vedevo i miei amici e la mia famiglia. È naturale che io voglia passare del tempo con loro.-
La ragazza annuì appena, ancora persa tra i suoi pensieri.
-Questo, però, non vuol dire che io non voglia stare anche con te..altrimenti non sarei qui ora.- sussurrò con tono malizioso, avvicinandola.
Approfittò del comportamento docile della ragazza per cingerle la vita ed attirarla a sé.
-Profumi di buono.- mormorò al suo orecchio, mordendone il lobo, prima di scendere a baciare il collo.
Le sue intenzioni erano chiare, ma Kagome esitò. Anche lei lo desiderava, aveva ormai imparato a conoscere il languore che le infiammava il ventre, ma qualcosa la bloccava. Le labbra del ragazzo reclamarono le sue, impegnandola in un bacio irruento. Le mani di lui corsero, sicure ed esperte, a sollevarle la maglietta, smaniose di un contatto con la pelle calda e nivea della ragazza.
Quando i movimenti di InuYasha si fecero più audaci, Kagome mise a tacere i dubbi e i ripensamenti..in quel momento InuYasha era lì con lei, a tutto il resto avrebbe potuto pensare l’indomani.
 
 
 
-Kagome, queste occhiaie? Non dormi la notte?- le domandò Sango a tono basso.
Kagome si stropicciò gli occhi, tentando di non cedere al sonno e crollare addormentata sullo spesso libro di storia.
-Forse non ti senti bene, vuoi che ti accompagni in infermeria?- le domandò ancora preoccupata l’amica.
-No, è tutto ok, Sango. Sono solo stanca.-
-No, Kagome, ti conosco e non va affatto bene.-
Fu un velato richiamo e un’occhiataccia dell’antipatica professoressa di storia a costringerle a tacere.
Sospirò.. desiderava ardentemente un letto, il suo bellissimo letto. I giorni si susseguivano uno dopo l’altro, uno più stressante dell’altro.
Il professor Nuriko l’aveva inaspettatamente nominata sua assistente, caricandola così di nuove responsabilità. Soltanto da lei pretendeva la perfezione e questo la costringeva a lunghe e stressanti maratone di studio notturno..in più c’era InuYasha.
Tra loro, se di un loro si poteva parlare, le cose erano peggiorate. Si vedevano a scuola, sempre più spesso di notte, ma i loro erano attimi sfuggenti e rubati. Lui era sempre in giro con gli amici a far casino e lei si era stancata di quella situazione.
Quando la campanella suonò, raccolse velocemente gli appunti, recuperò qualcosa lasciata sotto il banco e ignorando la professoressa, che non aveva ancora abbandonato l’aula, si avviò verso l’uscita.
-Kagome, ma dove stai andando?- le domandò Sango, raggiungendola nei corridoi.
-Ho del materiale da consegnare al professor Nuriko prima dell’inizio della prossima lezione.- spiegò, indicando i fogli che stringeva tra le mani.
-Vuoi che ti accompagni?-
-No, non è necessario. Farò in fretta e dopo ho intenzione di andare da InuYasha, abbiamo delle cose da chiarire.-
-Ok, ma se hai bisogno di me chiamami subito.- dichiarò seria Sango.
Annuì, leggermente perplessa per lo strano comportamento della sua migliore amica.
Decise di non pensarci e percorse il corridoio che l’avrebbe condotta all’ufficio dove il professore la stava attendendo.
Bussò alla porta aperta, per attirare l’attenzione dell’uomo. L’abito formale e forse troppo elegante, rendeva maggiormente austera la figura del professore. I tratti marcati e severi del volto incutevano soggezione.
-Vieni pure, Higurashi. Accomodati e chiudi la porta.-
Kagome fece come gli aveva detto.
-Professore, ho qui tutto ciò che mi aveva chiesto: il calendario con le attività della classe, i progetti proposti negli anni precedenti dai club di letteratura e il loro impatto sul pubblico. C’è tutto.- spiegò, soddisfatta.
-Fa un po’ vedere.-
La ragazza si mosse per porgergli i documenti, ma l’uomo la precedette. Abbandonò la scrivania e portandosi alle spalle di Kagome prese a studiare i documenti che lei ancora stringeva tra le mani.
La moretta arrossì, colta da un inspiegabile disagio. Lui non l’aveva nemmeno sfiorata, ma sentiva il suo respiro sulla nuca e percepiva chiaramente la sua vicinanza.
Cosa stava accadendo?, si domandò.
L’uomo, con movimento indifferente, le sfilò i fogli dalle mani, tornando alla sua postazione iniziale.
-Molto bene, Kagome, hai fatto un buon lavoro. Vorrei che entro dopodomani mi facessi avere delle proposte sui temi che potremmo svolgere per la festa della cultura.-
Kagome annuì, moggia. La settimana successiva sarebbe stata faticosa per la sua classe, impegnata in diverse interrogazioni e al sei sarebbe toccato fare il doppio del lavoro.
-Se non le serve altro io andrei via.-
-In effetti c’è dell’altro.- asserì il professore, togliendo gli occhiali dalla montatura sottile e osservandola con sguardo serio. –Qui manca la tua firma.- le fece notare, indicando il campo non compilato su uno dei fogli.
-Mi spiace, ho controllato tutto prima, ma deve essermi sfuggito.- mormorò, mortificata.
- È un errore facilmente risolvibile.-
Il professore le porse una penna e nell’atto di riprenderla le sfiorò in modo apparentemente casuale la mano.
Kagome, scossa, sollevò il volto a cercare quello dell’uomo, ma questo non la degnò della minima attenzione.
-Mi piace lavorare con te, sei una valida collaboratrice, Kagome.- dichiarò, con tono basso, concentrandosi su di lei.
Sotto quello sguardo penetrante e scrutatore la ragazza si ritrovò a tremare.
-Se è tutto io andrei.- bisbigliò.
-Va pure.- la congedò l’uomo con aria annoiata e tono improvvisamente freddo.
Kagome fuggì via dall’ufficio. Non riusciva a comprendere fino in fondo la soggezione che quell’uomo le incuteva. Spesso si soffermava a fissarla troppo, le sue parole erano a volte equivocabili e i suoi gesti insoliti.. non era mai inopportuno, ma c’era qualcosa in lui che la portava a rabbrividire ogni volta che ci pensava.
Si diede della sciocca..la stanchezza la portava a pensare cose che non esistevano. Respirò profondamente, nella speranza di trovare nuove energie e si diresse verso la classe di InuYasha.
Nonostante lo strano rapporto che c’era tra loro, vederlo sicuramente le avrebbe consentito di scaricare tutta l’ansia che l’incontro con il professor Nuriko le aveva causato.
Quando raggiunse la classe del fidanzato, la situazione peggiorò invece di migliorare..InuYasha sembrava impegnato in una conversazione fitta ed importante con la Barbie mora.
Quella Kikyo sapeva che adesso era con lei che stava InuYasha? Provava ancora qualcosa per lui?
Era gelosa, insicura e tutto a causa del comportamento assurdo di quello che si definiva il suo ragazzo, ma non si comportava da tale.
-InuYasha.- lo chiamò.
I nervi tesi, era pronta a fare una scenata se solo quella volte avesse osato liquidarla con frasi stupide.
-Ciao, Kagome.- la salutò.
-Dobbiamo parlare.- dichiarò, studiando Kikyo che la fissò di rimando.
-Ora!- precisò, perentoria, sempre più infastidita.
-Vieni qui, lascia che ti presenti Kikyo.-
L’attirò a sé, in modo che si ritrovasse faccia a faccia con la bella mora.
-Kikyo, lei è Kagome. Kagome, ti presento Kikyo.-
Rispose al cenno di saluto dell’altra per mera educazione. Voleva restare sola con InuYasha, la voglia di discutere, di avere spiegazioni, la rabbia, erano spariti di fronte alla prospettiva di poter passare del tempo con lui.
Da quanto non passeggiavano mano nella mano come facevano tutte le coppie?
-InuYasha, possiamo..- tentò di dire.
-Scusa, Kagome, ma ora devo andare. Reiko e Riuji mi stanno aspettando fuori. Ti lascio con Kikyo.-
Non le diede il tempo di replicare. Le stampò un frettoloso bacio sulle labbra e scappò via. Kagome restò impalata a fissare la porta dell’aula.
Se n’era andato, l’avesse lasciata così..
-In questo modo non riuscirai ad ottenere la sua attenzione.-
Infastidita, si voltò a fissare l’altra ragazza.
-Come prego?-
Il mondo era ingiusto, pensò. Kikyo era bellissima e non aveva nemmeno la voce stridula ed insopportabile che aveva sempre immaginato associata alla sua figura.
-Senti, Kagome, so che probabilmente mi odi e forse non mi crederai, ma non ho più nessun interesse per Inuyasha. Sono felicemente fidanzata e lo considero solo un caro amico.- dichiarò, e a testimonianza delle sue parole, le mostrò lo schermo del suo cellulare, su cui spiccava la foto di due giovani teneramente abbracciati.
Provò un pizzico d’invidia per quella felicità evidente..un altro buon motivo per odiarla.
-Che volevi intendere prima?-
-Che se continuerai a cercarlo, lui continuerà a fuggire. Gli uomini sono esseri stupidi e banali, devi ignorarlo se vuoi ottenere la sua attenzione.-
Kagome sollevò un sopracciglio, visibilmente scettica.
- È troppo sicuro di sé, del fatto che sarai tu a cercarlo. Non ho interesse a mentirti, non se ho intenzione di esserti amica.-
-Essermi amica?-
-Quel testone non l’ha ancora capito, ma sei quella giusta per lui.-
Le sorrise, prima di oltrepassarla e lasciarla sola con i suoi pensieri.
Poteva crederle? Era sincera? Doveva davvero ignorare Inuyasha per ottenere le sue attenzioni?
Aveva senso provarci? Aveva poco da perdere..



NOTE DELL'AUTRICE SEMPRE IN RITARDO:
Ciao a tutti :)
E dopo il finale di Questioni, arriva anche il dodicesimo capitolo di questa insopportabile storia xD InuYasha è un coglione, sono la prima ad ammetterlo, Kagome è terribilmente stressata e per lei i guai seri non sono ancora iniziati. Cosa ne pensate di Kikyo? Sarà sincera o il suo comportamento nasconde secondi fini? E il professor Nuriko? L'istinto di Kagome sarà fondato?
Come sempre lascio a voi ogni giudizio e se vi va fatemi conoscere il vostro parere :) Ringrazio come sempre tutti coloro che leggono la storia, chi la recensisce e chi l'ha inserita tra le seguite/ preferite/ ricordate. Grazie mille :)
P.s. Questa storia si avvia verso il finale, non manca mica molto :) E volevo inoltre scusarmi per il ritardo in cui sto rispondendo alle recensioni. Le leggo tutte, ma mi sembra di non avere mai un attimo libero. In questi giorni mi metto sotto e recupero anche con quelle da lasciare :)
Ultima cosa, vi lascio come sempre il link del nostro gruppo per chi volesse aggregarsi: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/

 

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Capitolo 14
*** Punto di svolta (1 parte) ***


Kagome sistemò con cura e meticolosa attenzione il plico di 87 fogli. Sospirò, il progetto che quella volta il professor Nuriko le aveva assegnato le aveva procurato non poche difficoltà. Gli incarichi affidatele divenivano di volta in volta più gravosi e le sottraevano non poco tempo. Era sfinita, stressata, e per di più quella sera aveva dovuto rifiutare un invito di InuYasha.
InuYasha, già, non avrebbe saputo dire se con lui le cose andavano meglio o peggio. I consigli di Kikyo, contro ogni sua aspettativa, avevano funzionato e se da una parte ne era felice, dall’altra quella situazione non faceva altro che aumentare il disagio che già la faceva stare male. Si era imposta di mantenere un comportamento freddo, distante, ben diverso da quello comprensivo e disponibile che prima gli aveva riservato.
Certo, il ragazzo da allora si era mostrato più attento, più presente, ma la cosa, se non forse all’inizio, non aveva migliorato il suo umore. Non riusciva a capire perché le cose dovessero essere così complicate, perché lei dovesse comportarsi in un modo che non le apparteneva per essere tenuta in considerazione dal suo fidanzato e perché le cose non potessero tornare ad essere semplici e perfette come lo erano state in America.
L’America..la lettera che Key le aveva spedito pochi giorni prima l’aveva sorpresa, piacevolmente, ma non aveva ancora trovato un attimo libero per leggerla, figurarsi per rispondere.
 I giorni si susseguivano, uno dopo l’altro, sempre più veloci, in un ritmo incessante, e a lei il tempo sembrava scivolare tra le mani. In più i mal di testa non le lasciavano tregua e l’enorme stress accumulato le aveva causato un ritardo, sino ad allora passato inosservato.
Fissò l’orologio; la mezzanotte era da poco passata, ma per lei quella notte sarebbe stata ancora lunga. InuYasha, poche ore prima, attraverso il cellulare, si era congedato con un allegro “ci vediamo dopo” e lei sapeva benissimo cosa quelle parole  significavano.
Si sdraiò sul letto, godendo della sensazione di benessere che le si diffuse per tutto il corpo. Ultimamente, notò, si stancava con enorme facilità o, più probabilmente, stava pretendendo troppo da sé stessa.
Scivolò in un fastidioso dormiveglia e si destò solo quando sentì una mano gentile carezzarle una guancia.
-Ciao.- mugugnò, senza aprire gli occhi. Conosceva benissimo quel tocco, non aveva bisogno della vista.
-Ciao a te. Pensavo mi avresti aspettata sveglia.- sussurrò InuYasha, sedendosi accanto a lei.
-In realtà lo pensavo anche io. Sono crollata come un salame non appena ho chiuso gli occhi. Che ore sono?-
-Le 02:00..mi spiace per aver fatto così tardi.-
-Beh, ti sei presentato in orari ben peggiori.-
-Lo so, ma era mia intenzione venire molto prima. È tutta la sera che penso a te.-
Kagome sorrise, lieta per quelle parole. Si sentiva tremendamente bene quando lui le era accanto, quando le riservava quelle dolci premure.
-Davvero? A cosa devo tutte queste attenzioni?-
-Ho una voglia matta di stendermi accanto a te, ma sappi che dormire è l’ultima delle mie intenzioni.- le confessò, in tono malizioso.
Le depositò un bacio sul collo, sorridendo per il gemito di lei.
InuYasha le circondò la vita,  impegnando le loro labbra in un bacio voglioso. La spogliò con urgenza, avvertendo la necessità di un contatto più profondo, intimo, pelle contro pelle.
Kagome non si fece pregare, lo svestì con la stessa irruenza, avvertendo il familiare languore al ventre.
-Diventi ogni giorno più bella.- le disse, mentre le sue labbra scivolavano verso il seno nudo della ragazza.
 Strinse quelle morbide rotondità tra le mani, stuzzicandole con movimento rotatorio, e sentì l’eccitazione crescere. Lasciò un seno solo per portare una mano a stuzzicare la femminilità di lei. Ghignò nel sentirla già umida e pronta per lui.
Kagome sospirò, preda di quel vortice di emozione. L’intesa sessuale che avevano era perfetta, le sensazioni che riuscivano a trasmettersi intense ed appaganti.
“Se solo potesse essere così anche fuori dal letto” si ritrovò a riflettere con rammarico.
Ogni dubbio, preoccupazione o pensiero svanì non appena lui la penetrò con una spinta decisa. I movimenti energici e appassionati di lui la proiettarono in una realtà diversa, dove tutto ciò che li circondava sfumò e le vette del piacere raggiunsero un apice forse mai sperimentato.
Non era più intimorita da quelle sensazioni che le scuotevano il corpo e le facevano tremare il cuore, per questo accolse l’orgasmo che la raggiunse, sicura tra le braccia dell’uomo che amava.
Fu quando i loro respiri tornarono regolari che riacquistarono la capacità di parlare. InuYasha uscì da lei e prima di affiancarla coprì i loro corpi nudi con la pesante e colorata coperta.
-Questi incontri notturni cominciano a piacermi più di quanto sia lecito.- mormorò Kagome, con tono malizioso.
-Non dirlo a me, è per questo che avevo tutta questa fretta.- scherzò lui.
Tacquero per qualche istante, concentrati sui rumori notturni.
-Mi sarebbe piaciuto portarti a fare un giro questa sera.-
-Mi avresti presentato i tuoi amici?- giocò lei.
InuYasha rimase in silenzio, attirando l’attenzione della ragazza. Kagome si voltò a fissarlo e nonostante lui tentasse di nasconderlo, riuscì a cogliere il disagio nel suo sguardo.
Cosa in quella domanda poteva avergli creato fastidio o difficoltà?
Davvero si vergognava di lei?
Il ragazzo si mosse, inquieto.
-Conosci già i miei amici.- mormorò, atono.
La ragazza si allontanò leggermente, fingendo un gesto casuale. Era stizzita per il suo comportamento, ferita, ma decisa a non lasciarglielo intuire.
-Comunque, come mai non sei potuta uscire? I tuoi genitori ti pongono forse delle condizioni?-
-No, non si tratta di quello. Avevo del lavoro da svolgere, un professore, due settimane fa, mi ha nominata sua assistente.-
-Tsk, queste cose da secchioni. Immagino si tratti del professor TaKagisa.- le domandò.
Kagome si rialzò e si rivestì. Improvvisamente il fatto di essere nuda, così vicina a lui, l’aveva resa nervosa. Lei ce la stava mettendo tutta, si era aperta, stava tentando di conoscerlo, ma proprio quando le sembrava di aver fatto qualche passo avanti, InuYasha ergeva nuovi muri e limiti tra loro.
-No, si tratta di un nuovo professore. È arrivato quest’anno nel nostro istituto, il suo nome è Nuriko.- gli spiegò.
-Nuriko? Tomoe Nuriko?- domandò.
Qualcosa nel tono di lui portò la ragazza a voltarsi.
-Sì, è quello il suo nome.-
Qualcosa, notò, nel volto e nella voce di InuYasha era cambiato. Aveva colto una nota di impazienza, mista a fastidio ed irritazione.
-Rinuncia immediatamente a quel ruolo, devi stare lontana da quell’uomo.- proferì.
Le sue parole suonavano come un ordine, non ammettevano repliche, e la cosa la stizzì terribilmente.
-Mi stai ordinando di farlo?-
-Sì.- confermò, con estrema schiettezza.
-E da quando hai diritto di veto sulle mie decisioni? Non mi pare che io ti abbia mai detto cosa puoi o non puoi fare.-
-Non usare quel tono con me.- l’ammonì lui, rivestendosi a sua volta.
Kagome si morse la lingua. Sapeva che InuYasha era un tipo facilmente irritabile e litigare non era nelle sue intenzioni.
Perché aveva reagito a quel modo? Cosa nel professor Nuriko lo irritava?
Che sapesse qualcosa che lei ignorava..
-Non volevo alzare la voce.- si scusò. –Vorrei capire il perché di questa tua reazione.- sussurrò, con tono mesto.
-Lascia perdere, non sono cose che ti interessano. Stagli lontana e chiudiamo qui questa discussione.-
-No, InuYasha, credo di meritare una spiegazione. Piombi così e mi dici di non fare una cosa che potrebbe essere importante per la mia carriera scolastica. Perché dovrei darti ascolto?-
-Perché devi rendere tutto complicato? Non puoi semplicemente fare quello che ti dico?- le domandò, visibilmente infastidito.
-No, perché non sono una bambolina manovrabile come preferisci.  Ho una mia volontà e se devo fare ciò che mi dici, voglio almeno sapere il perché lo sto facendo.- insistette.
-Sai che ti dico? Fa come preferisci. Io me ne vado.- sibilò, avviandosi verso la finestra.
-InuYasha, aspetta.- lo pregò Kagome.
Non avevano mai litigato davvero e la prospettiva di vederlo andare via infuriato le faceva troppo paura. Sapeva di aver ragione, ma era vittima dei suoi stessi sentimenti e di una paura terribile ed inspiegabile di perderlo.
-Non ho voglia di restare.-
-Ti prego, aspetta. Perché ti stai comportando in questo modo? Ti prego, resta..parliamone.-
-Farai come ti ho detto? Altrimenti non c’è molto di cui parlare.- le ingiunse lui.
Kagome sentì gli occhi inumidirsi. Era una reazione stupida, ne era consapevole, ma incontrollabile.
-Perché ti comporti così? Non credo di meritare questo trattamento.- mugugnò, mordendo con forza il labbro.
Stava tentando in tutti i modi di non piangere, di non rendersi ulteriormente patetica agli occhi di lui.
-Dovresti fidarti di me, di quel che dico.-
Deglutì, tentando di calmare l’agitazione.
-Lo so, InuYasha, ma..-
-Non dovrebbe esserci nessun ma, Kagome. Basta, vado via!- dichiarò, scavalcando la finestra.
-InuYasha, io ti amo- mugugnò, nel tentativo di trattenerlo.
Il ragazzo si voltò a fissarla. Kagome si sentì morire nel rivedere quell’espressione fredda e ostile.
-Forse è proprio questo il problema.- sibilò, gelido, prima di oltrepassare totalmente la finestra ed uscire dalla camera.
La ragazza restò immobile, freddata da quelle parole.
Lo aveva davvero detto? I suoi stessi sentimenti avrebbero decretato la loro fine?



NOTE DELL'AUTRICE:
Salve,
spero di riuscire a dire qualche parola prima che qualche lama affilata mi raggiunga xD Mi scuso, innanzitutto, per l'attesa, ma la chiavetta su cui è salvata la storia ha deciso di abbandonarmi e ripristinarla, ha chiesto un pò di tempo. A ciò si deve anche la brevità del testo..è tutto ciò che, per il momento, sono riuscita a recuperare..il resto era una serie infinita e periodica di "@°#%&" quidni dubito che qualcuno sarebbe riuscito a capirlo xD Ci sto lavorando (o meglio qualcuno più competente lo sta facendo per me) e spero di non  dovervi far attendere a lungo :)
Comunque, come a qualcuno avevo già annunciato, le cose cominciano a mettersi davvero male e nel prossimo capitolo toccheremo davvero il fondo :D
Se vi va, sarei felice di conoscere le vostre opinioni riguardo al capitolo. Intanto, io ringrazio tutti coloro che hanno seguito la storia fin qui e vi lascio la buonanotte :D
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Capitolo 15
*** Punto di svolta (2 parte) ***


Una settimana era trascorsa, sette giorni di pura agonia. Le ore erano trascorse lente, strazianti, e le notti colmate solo da incubi e lacrime versate.
-Kagome, non mi piace vederti così.-
-Perdonami, Sango, sono di pessima compagnia. Faccio fatica anche a concentrarmi.- si scusò.
Persino le cose più ordinarie le risultavano difficili in quei giorni.
-Ascolta, non ti riempirò di frasi banali sulla necessità di dover trovare la forza e voltare pagina, ma qualcosa devi fare. Reagisci, affrontalo.-
C’aveva provato, davvero. Non aveva trovato il coraggio per affrontarlo di persona, ma le sue chiamate, i suoi messaggi e le sue mail erano rimaste inascoltate. Aveva ingoiato l’orgoglio e l’aveva pregato, scongiurato.
L’aveva visto in quei giorni, da lontano, sempre sorridente e circondato dai suoi amici bulletti. Nei suoi occhi non aveva letto né tristezza, né rimpianto e la cosa l’aveva ferita ancora di più. Aveva rincontrato quello sguardo freddo che lui le aveva riservato durante i loro primi giorni in America.
-Non posso farlo.- mugugnò.
C’aveva riflettuto, aveva preso in considerazione decine di scenari diversi ed alcuni le avevano fatto tremare il cuore per la disperazione.
-Per quanto io abbia una voglia immensa di pestare InuYasha in questo momento, ho la sensazione che il problema non sia solo lui.-
-No, infatti. Ho come la percezione che in una settimana il mondo intero mi sia stretto intorno, tentando di soffocarmi. Il comportamento di InuYasha ha dato il via a tutto.-
-Perché poi prendersela tanto per quel professore? Quell’uomo non mi piace, ma una motivazione il suo comportamento deve pur averla.-
-Non parlarmi di Nuriko, ti prego. Continua a pretendere da me sempre di più e io in questi giorni non riesco a fare nulla. È enorme lo stress che sto accumulando per tutta questa situazione.-
Avvertì lo stomaco contrarsi un po’ di più per il dolore, ma sapeva che non avrebbe pianto..aveva consumato tutte le lacrime.
-Forse dovresti restartene a casa per qualche giorno. Qualche assenza non creerebbe nessun problema alla tua media scolastica e non vedere né il professore né quel demente ti potrebbe aiutare a trovare un po’ di calma.-
-Non posso farlo, anche a casa è un inferno.- mormorò, portando una mano a coprire il viso.
-Sota non è uno stupido e conosce sia me che InuYasha, si è accorto di qualcosa. È sempre pronto a farmi domande su domande e io devo anche stare attenta a non contraddirmi. Lo vedo come mi guarda, basterà un mio piccolo cedimento per fornirgli le prove di cui ha bisogno.-
-Non puoi vivere in queste condizioni, Kagome, finirai per dar di matto.-
-Cosa mi consigli di fare allora, Sango?-
-Non sei mai stata una codarda o una che rimanda le cose, amica mia. Affronta InuYasha, fallo una volta per tutte.-
La ragazza sospirò, già persa nei suoi pensieri. Sapeva che i consigli di Sango erano fondati e ponderati, si era sempre fidata della sua responsabile e matura amica.
Affrontare InuYasha poteva significare l’inizio o la fine, il niente o il tutto.
Dopo averlo fatto, non ci sarebbe più stato modo per tornare indietro.
-Io continuo a non capire perché debba andare così. Vorrei solamente che le cose tornassero come quando eravamo in America. Era tutto più semplice. Non riesco a capacitarmi del fatto che lui non riesca ad accettare questi sentimenti, perché io lo so, sono sicura, di non essergli indifferente.-
Era in bilico, si era rinchiusa in un limbo che non la proteggeva affatto. Certo, lasciando le cose così poteva ancora illudersi che InuYasha sarebbe tornato, ma non era mai stata tipo da ingannarsi da sola. Affrontarlo avrebbe potuto significare perderlo, ma in quel modo era comunque un po’ come averlo già perso.
Si sollevò di scatto, facendo sobbalzare l’amica.
-Hai uno specchietto?-
Sango annuì, guardandola stralunata. Cercò un po’ all’interno dello zaino prima di consegnarlo all’amica.
Kagome fissò il suo riflesso in quel piccolo vetro circolare e quasi non si riconobbe. Era pallida, sembrava quasi malaticcia a causa della pelle tirata. I capelli erano sfibrati, in disordine e i suoi occhi mettevano paura. Erano gonfi e rossi, a causa del continuo pianto, e circondati da violacee e spesse occhiaie. Non avrebbe voluto affrontarlo in quel modo, non avrebbe voluto mostrarsi così debole, ma non poteva aspettare ancora.
-Che hai? Forse non ti senti bene. Vuoi che ti accompagni in infermeria?-
-Lo affronterò, lo farò per me stessa.- dichiarò, con tono fermo.
La sorpresa abbandonò il volto di Sango, che le sorrise compiaciuta.
-Sei sicura di volerlo fare proprio in questo momento?-
-No, ma non sarò mai davvero né pronta né sicura. Non posso continuare a trascinarmi in questo modo e voglio sapere tutta la verità. Se dovrò stare male almeno saprò di aver fatto tutto ciò che era nelle mie possibilità. Non avrò rimorsi perché sarò stata sincera verso me stessa e verso i sentimenti che provo per lui. Negare o prorogare non mi porterà a nulla. Insieme o divisi è sempre meglio di quella situazione di stallo.-
Non si voltò indietro e di fretta abbandonò il terrazzo su cui si era rifugiata durante la ricreazione.
 Cercò InuYasha in ogni angolo e proprio quando aveva quasi perso le speranze fu la sua voce a raggiungerla.
Udì la sua risata e buona parte del suo coraggio venne meno. Se lui l’avesse lasciata non avrebbe mai più risentito la sua voce, né le sue labbra, non avrebbe più potuto perdersi nei suoi abbracci.
Le si chiuse la gola, il respiro divenne affannato, difficile, e si nascose dietro la solida parete per ritrovare un po’ di calma.
InuYasha se ne stava seduto al centro delle scale, incurante del regolamento che lo proibiva, circondato da un gruppo di ragazzi che non conosceva.
-Allora, amico, pare che l’America vi abbia rimbambito.-
-Non sparare cazzate, Micchen.- tuonò, irritato.
-Guarda che Micchen ha ragione. Siete tornati tutti con le campane al collo. Forse gli Youkai si sono fatti rammollire da un paio di fighette riottose.-
-Attento a quello che dici, idiota, se non vuoi che ti spacchi la faccia.-
-Lascia perdere questi idioti,raccontaci piuttosto come te la sei spassata in America.- intervenne un terzo.
-La figlia della famiglia che ci ha ospitato era una zoccola.- proferì il ragazzo senza mezzi termini.
-Peggio di Emi Kanato?-
-Molto peggio, ma devo ammettere che sapeva farci alla grande. Aveva un culo da far invidia a quello della Kanato.-
-Impossibile, nessuno ha il culo come il suo. Non hai una foto?-
-Una foto? E che cazzo dovevo farmene? Me la sono fatta più di una volta e tanto mi è bastato.- dichiarò, con tono chiaramente compiaciuto.
Kagome sentì la rabbia crescere. Non era soltanto la gelosia, le sembrava di star conoscendo un’altra parte o forse un’altra versione dell’InuYasha che conosceva lei.
-E Higurashi? Girava voce che voi faceste coppia fissa ormai.- domandò Micchen.
-Parli della sorella di Sota?- chiese un altro.
Trasalì, nel sentirsi tirata in causa. Cosa gli avrebbe raccontato ora lui?
-Quindi è proprio vero che anche tu ti sei fatto rammollire.-
-Non dire cazzate. Kagome era in America con noi e mi sono fatto anche lei. Tutto qui!-
-Te la sei fatta? Beh, in effetti non posso che darti ragione, non è niente male. Ha due tette che fanno paura, ma ha l’aria di una che non la smolla facilmente.-
-Infatti, con lei non è stato ugualmente semplice. Sai come sono le verginelle, devi riempirle di frasi dolci, corteggiarle e aspettare che cedano. Lei c’ha messo un po’ di più, ma alla fine ha aperto le gambe come fanno tutte.-
-Te l’ha fatta sudare!-
-Ne è valsa la pena.- ghignò.
-Ma te la trombi ancora?-
-Ovvio, credi che la notte vada da lei per rimboccarle le coperte?-
-Non ti sei ancora stufato? Il mondo è pieno di fighe.-
-Non ancora, mi sono prefissato uno scopo e intendo portarlo a termine. La istruirò nel migliore dei modi per colui che avrà l’onore di possederla dopo di me.- dichiarò, prima di scoppiare a ridere seguito dagli altri.
 Kagome sentì le gambe cedere. Non ci credeva, non riusciva a crederci. Sentiva il fuoco in gola, gli occhi pronti a versare lacrime e il cuore a pezzi.
Lui le aveva mentito, l’aveva ingannata, l’aveva usata e solo per poi prendersi gioco di lei, per riderne insieme agli amici. Tutti i loro baci, gli abbracci, tutte le volte che avevano fatto l’amore, per lui non contavano nulla.
Era stata tutta una bugia, una menzogna. Lei l’aveva amato, lo amava, ma lui dei suoi sentimenti non sapeva che farsene, non li avrebbe mai accettati. Era stata un passatempo, un semplice intermezzo, qualcosa con cui riempire i giorni morti in America.
Come aveva potuto fingere tanto bene? E lei, come aveva fatto ad essere così stupida da cascarci?
Sentì il flebile desiderio di urlagli contro tutta la sua rabbia, il suo disprezzo, ma non trovò la forza necessaria.
Non era lucida, il mondo aveva preso a vorticarle intorno. Voleva allontanarsi, voleva scappare lontano da tutto.
Mosse qualche passo, instabile, confuso, e si ritrovò a sbattere contro qualcosa di compatto. Sarebbe caduta se non l’avessero sostenuta, proprio come il suo zaino che raggiunse il pavimento, creando un gran baccano nel corridoio isolato. Sollevò il volto e, nonostante la vista appannata dalle lacrime, riuscì a riconoscere il volto del suo professore di letteratura straniera.
-Stai bene, Higurashi?- le domandò.
Avrebbe voluto annuire, o forse negare, ma non riuscì a far nulla se non restarsene immobile ancora circondata dalle braccia dell’uomo.
-Kagome!- esclamò sorpreso InuYasha.
Nel sentire quella voce la ragazza non riuscì a frenare il pianto e i singhiozzi.
-Maledetto, cosa le hai fatto? Levale immediatamente le mani da dosso!- sibilò.
-Io? Assolutamente nulla, No Taisho. Non posso dire lo stesso, purtroppo per lei, di te. Dovresti assicurarti di non essere ascoltato quando spari stronzate con i tuoi amici.-
-Levale le mani di dosso e lasciaci solo. Devo parlarle.- ordinò, il ragazzo.
-Qui le cose funzionano al contrario, No Taisho. Qui sono io a dettare ordini, non hai nessuna possibilità di comando. Ritorna immediatamente in classe!-
-Dannato, io non prendo ordini da te e senza di lei non vado da nessuna parte. Ti ho detto di toglierle immediatamente le tue sporche manacce di dosso.- urlò.
Gli amici lo trattennero, anticipando la sua intenzione di scagliarsi contro il professore.
-Puoi immaginare, ora, cosa si prova. Vattene subito in classe se non vuoi che ti spedisca immediatamente dal preside. Non vorrai mettere Kagome sulla bocca di tutto la scuola dovendo raccontare al capo dell’istituto cosa l’ha ridotta in questo stato.-
-Questo è un ricatto bello e buono, maledetto bastardo.-
Nuriko gli sorrise, tronfio, prima di allontanarsi con una stordita Kagome tra le braccia.
-Non finisce qui! Mi hai sentito? Kagome! Kagome!-
 
 
-Ben arrivato a Tokyo, signore. La ringraziamo per aver scelto la nostra compagnia. Presso i negozi del nostro aeroporto potrà rifornirsi di tutto ciò che necessita. Se avesse bisogno di guide turistiche, informazioni o altro, il nostro punto informazioni è a sua completa disposizione. Le auguro una piacevole permanenza nel nostro paese.-
-La ringrazio!-



NOTE AUTRICE:
Ok, il mio biglietto per meta sconosciuta è già pronto, ma prima di fuggire vorrei aggiungere qualcosa xD
So che anche questo capitolo è breve, ma tutto nasce dal fatto che la "versione originale" non prevedeva la divisione in due parti :p L'ultima parte non è stata approfondita perchè buona parte del prossimo capitolo sarà incentrato proprio su Kagome e InuYasha, che, ve l'assicuro, saprà ancora far peggio xD
Riguardo a Nuriko, ormai pare chiaro che i due si conoscono e che hanno un conto in sospeso..cosa sarà accaduto? :p
E poi, chi sarà mai l'ultimo arrivato a Tokyo? Si accettano proposte xD
Non mi resta che ringraziare tutti voi che continuate a seguire questa storia, grazie per il vostro sostegno e per il vostro affetto :)
Come ultima cosa vi lascio il link del nostro gruppo per chi avesse voglia di aggregarsi: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Bacii
P.s. Sappiate che mancano solo 4 capitoli alla conclusione :D

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Capitolo 16
*** Complicazioni inaspettate ***


La sera era calata, portando con sé un pungente e fastidioso vento.
Kagome si strinse nella sua giacca e Key le passò un braccio intorno alle spalle, nel tentativo di darle calore.
Si avviarono verso la metropolitana, allontanandosi dall'imponente ospedale.
- Hai sentito cosa ha detto la dottoressa? Tutta quest'ansia ti fa male. Non devi stressanti, se necessario obbligarti a mangiare e stare al riposo il più possibile.-
-Sì, Key, l'ho sentita perfettamente, ma non è facile tenere tutto sotto controllo. Il pensiero di dover tornare a scuola domani mi rende terribilmente nervosa.- sussurrò, prima di scivolare nei propri pensieri estraniandosi dalla realtà.
Era diventata molto abile nel farlo, quella fragile bolla che creava tra se è il mondo esterno era un ottimo rifugio nel quale tornare quando aveva la sensazione di star per perdere il controllo.
Due settimane prima il suo mondo si era inevitabilmente sgretolato per sempre.

Tutte le menzogne erano state svelate e in quel mare di bugie che era stato il suo rapporto con InuYasha lei non riusciva a trovare più nulla di salvabile.
InuYasha..le stava facendo un male terribile, ma non aveva nemmeno provato a parlarle.
Né un messaggio, né una telefonata, era chiaro che per lui lei non valesse neanche il tempo di una spiegazione.
Era stata lontana dalla scuola perché se l'avesse rivisto non avrebbe resistito.

Aveva dovuto imparare a gestire quel dolore insopportabile, imparando a non affogarci dentro, a non soffocare quando i singhiozzi profondi le scuotevano il corpo.
Sango le era sempre stata vicino, non l'aveva mai abbandonata, ma chi realmente l'aveva sorpresa era stato Key.
Era piombato di nuovo nella sua vita, in un modo così improvviso che l'aveva spiazzata.

Nei momenti più brutti, quelli in cui aveva allontanato tutti, lui era riuscito a starle accanto.
Sapeva consolarla senza parlare, con lei sapeva sempre cosa fare.
Forse i Kami le avevano inviato un angelo per aiutarla ad uscire da quell'inferno bruciante.
-E Sota? Come hai intenzione di fare con lui?- le domandò.
-In nessun modo, credo che stia ancora studiando la situazione. Ha capito che tra noi è finita, ma sa che da me non otterrà spiegazioni ed evidentemente anche il suo amico è bravo ad evitarlo o a depistarlo. Credo di dovere il grazie più grande a Sakura.
Quello che mi interessa è che non faccia scenate di piazza.-
-In fin dei conti nessuno oltre te, InuYasha e quel professore inquietante sa davvero cos'è accaduto.-
-Già, ma le voci girano in fretta.-
"Non vorrai mettere Kagome sulla bocca di tutta la scuola" erano state esattamente quelle le parole pronunciate dal signor Nuriko quel maledetto giorno e la ragazza non le aveva dimenticate, forse non lo avrebbe mai fatto.
Erano state pronunciate nel tentativo di difenderla, ma si erano rivelate un infausto presagio.

I pettegolezzi, i sussurri, le ipotesi e le maldicenze non si erano placati, Sango non aveva potuto nasconderglielo.
-Ti senti bene?- le chiese Key.
Scosse il capo, sconsolata.
-Il pensiero di tornare a scuola domani mi terrorizza.- tornò a ripetere.
-Forse potresti restare a casa ancora per qualche giorno.-
-Non avrebbe nessun senso.-
Il destino si era preso gioco di lei: non solo le aveva regalato una falsa e fuggevole verità, ma l'aveva anche caricata di un peso tanto enorme.

 

 

Il mattino seguente non fu come l'aveva immaginato, ma decisamente peggio.

La divisa le calzava come una seconda pelle, segno che le sue forme si erano arrotondate.
Key l'aveva accompagnata a scuola, stampandole un bacio sulla guancia prima di lasciarla andare.

Sango l'aveva affiancata immediatamente, fulminando con lo sguardo chiunque osava fissarla per qualche secondo di troppo.
Si sentì sollevata e vagamente divertita per quell'eccessiva protezione, ma non poteva fingere di non vedere e sentire.
Gli studenti, anche quelli che mai aveva visto, parlottavano, inventando chissà che.
Era quasi giunta in classe, nettamente in anticipo, per non rischiare di incontrarlo, ma il destino non aveva cessato di giocare con la sua vita.
Erano stati lontani due settimane, quattordici giorni, ma

forse quelle ore trascorse erano state solo una forfettaria illusione della sua mente.
Ricordava ogni dettaglio, ogni particolare della perfezione del suo viso, persino il calore dei suoi abbracci che non avrebbe mai più ricevuto.
Rimembrava perfettamente quelle parole crude, volgari, pronunciate con tono di scherno, che avevano fatto più male di una pugnalata.
Proprio quello era accaduto: lui l'aveva pugnalata alle spalle, in modo vile e codardo.
Sentì gli occhi inumidirsi e una gran rabbia montarle dentro. L'ira si mescolò al dolore prepotente, che non accennava a svanire, accendendole il sangue e mandandole la mente in tilt.
Lei aveva trascorso le notti a piangere quando nessuno poteva sentirla, aveva riempito le sue giornate con la disperata consapevolezza che non avrebbe mai più potuto averlo al suo fianco, perché nonostante quello che le aveva fatto, Kagome combatteva ancora con lo struggente e incoerente desiderio di averlo per sé.
Lui invece stava perfettamente. Non v'era taccia, nel ragazzo, di tristezza, pentimento o altro, mentre sorrideva malizioso alla moretta che stringeva per la vita.
-Kagome, entra in classe.- le ingiunse Sango.
La voce dell'amica le giunse ovattata. Non voleva vedere, non avrebbe voluto assistere a quella scena che sicuramente le avrebbe provocato altri terribili incubi, ma le sue gambe erano inchiodate al suolo.
Era quella la dolorosa e cruda verità, non quel rifugio perfetto che si era creata e dove insisteva a tornare.
Le cose, poi, peggiorarono in un attimo.
-Higurashi, sei tornata.- quella voce severa risuonò per tutto il corridoio.
Kagome si voltò e si sforzo di sorridere al proprio professore.
-Buongiorno, signor Nuriko!- mormorò, inchinandosi.
- Mi pare che tu stia meglio.-dichiarò l'uomo, inchiodandole addosso quello sguardo penetrante.
La ragazza sentì correre un familiare brivido lungo la schiena. Non era solo il timore che da sempre le infondeva quel docente, ma anche la schiacciante consapevolezza di essere osservata.
L'aria si arroventò intorno a lei.
-Kagome, devo parlarti!-
Un'imposizione, un ordine, un tono freddo e inespressivo, che negli ultimi tempi sempre più spesso le aveva riservato.
Sentire la voce di InuYasha le causò un balzo al cuore.
Si voltò appena a fissarlo e i suoi occhi furenti la irretirono.
Che diritto aveva di parlarle in quel modo? Non si era nemmeno scusato e pretendeva di darle ordini?
Nonostante le causasse un notevole sforzo, si voltò, ignorandolo.
-Sì, adesso sto meglio, la ringrazio.- sussurrò al professore
-Kagome, non ignorarmi. Sto parlando con te.- sibilò InuYasha, incurante della presenza del docente.
-No Taisho, le lezioni stanno per iniziare. Non vorrai che io sia costretto a spedire te, la signorina Hirai e miss Kagome dal preside perché vi siete attardati nei corridoi, vero?- ghignò divertito l'uomo - Mi pare che tu abbia causato già troppo guai alla tua amica. Accompagna la signorina Hirai in classe e poi raggiungi la tua.
Higurashi, per quanto ti riguarda, seguimi nel mio ufficio. Abbiamo molto di cui parlare.- 
InuYasha tentò di protestare, ma la voce di Kagome lo bloccò.
Era risoluta, dura, come mai lo era stata prima d'ora.
-Sango, gentilmente potresti informare la professoressa Minzu sulle ragioni della mia assenza? Ti raggiungerò non appena avrò finito col signor Nuriko.- sostenne, prima di allontanarsi seguendo l'uomo.

Il piccolo ufficio non era molto diverso da come lo ricordava. Qualcosa era stato spostato, ma non vi badò molto.
Aveva seguito il professore per liberarsi di InuYasha, ma avvertiva un terribile disagio in compagnia del docente.
-Ora che siamo soli, dimmi come stai, Kagome. Con me puoi parlare liberamente.- le domandò, abbandonando ogni formalità.
Con estrema nonchalance si lasciò andare contro la scrivania, invitandola a prendere posto di fronte a sé.
Accettò per mera educazione, ma avrebbe preferito fuggire via.
Gli occhi gelidi dell'uomo la fissavano dall'alto e quella posizione di supremazia la rendeva maggiormente inquieta.

Tentò di sollevare la scollatura dell'uniforme, quando si accorse che lo sguardo adulto, più di una volta, era scivolato su quelle rotondità maggiormente accentuate.

I di lui comportamenti erano sempre stati strani, equivocabili, ma mai così spudorati.
-Durante la tua assenza ho trovato una persona che ti sostituisse. Certo, i compiti non sono stati svolti con la tua stessa solerzia, ma non volevo che tu ti trovassi con mille cose da fare nel momento in cui avessi deciso di tornare, Kagome.-
-Ehm..grazie.- sussurrò.
-Quello che è accaduto mi ha sconvolto. Mi sono trovato spettatore di un qualcosa a cui non avrei voluto assistere, ma l'accaduto non mi ha lasciato indifferente. Molte volte in questi giorni ho pensato di passare a trovarti, ma non potevo sapere come la tua famiglia l'avrebbe presa.-
La ragazza spalancò gli occhi nel sentire quelle parole e si mosse a disagio sulla poltrona.
-Ehm, grazie, ma non era necessario si preoccupasse tanto. Sto bene.- balbettò.
- Non mentire con me, Kagome. Hai un viso molto eloquente e si capisce immediatamente quando stai dicendo una bugia.- ghignò, dandole un buffetto sul naso.
Il corpo di Kagome si tese come una corda di violino per quel gesto inaspettato.
-Si vedeva quanto amore provassi per quel ragazzo, ma lui non ti merita. Ti ha usata solo per il sesso e se ho ben capito era anche la tua prima volta. So che la verginità è una cosa a cui le ragazzine della tua età tengono molto.-
Kagome sentì il viso andare in fiamme. Com'erano finiti a parlare di quello?
Si sollevò di scatto dalla sedia per fronteggiare l'uomo.
Gli occhi di lui erano serafici, divertiti, quelli di un predatore che si diverte a giocare con la propria preda prima di sferrare l'attacco letale.
-Professore, io..- 
-Non imbarazzanti, Kagome. Sono un docente, ma sono un uomo e sono giovane. Tu sei una ragazza splendida e No Taisho non l'ha capito. Lui non apprezza ciò che ha, pretende sempre di più, non gli importa di distruggere la vita altrui.- ringhiò, stringendo i pugni fino a far sbiancare le nocche.
Kagome boccheggiò nel sentire quelle parole colme d'ira.
Cosa poteva essere accaduto tra i due?
-Perché ce l'ha tanto con lui? Cosa le ha fatto?- osò chiedere.
Gli occhi dell'uomo si spostarono veloci su di lei, inchiodandola.
La scrutò con sospetto, ma sospirando cominciò a parlare.
-Ero innamorato di una donna bellissima, Melvere. Era fine, intelligente, dolce, tutto ciò che un uomo potesse desiderare. Trovò lavoro nell'azienda dei No Taisho ed era fiera per quell'incarico in una così nota impresa.-
La ragazza sentì i muscoli tendersi, sicura che la parte lieta di quel racconto fosse già giunta al termine.
Qualunque cosa le avesse detto il signor Nuriko era certa che non le sarebbe piaciuta.
L'uomo cercò la mano della giovane, per trarne conforto.

Kagome si irrigidì, ma non l'allontanò.
-Melvere era sempre più strana. A lavoro faceva orari assurdi, trovava scuse per non vedermi e io mi illudevo pensando che fosse solo stanca. Una sera decisi di farle una sorpresa, ma credo sia stata lei a farla a me. Li ho trovati nel letto, mentre il tuo InuYasha se la scopava.

Di fronte alla mia rabbia ha avuto anche il coraggio di schernirmi, dicendo che non mi ero perso granché perché Melvere a letto lasciava molto a desiderare. Ho perso il controllo, l'ho aggredito, ma lui mi ha vergognosamente steso.

Un ragazzino aveva rovinato la mia storia, la mia vita e mi aveva deriso. Non è stato un rospo semplice da mandare giù.- terminò.
Kagome restò in silenzio, persa nei suoi pensieri.

InuYasha era anche quello, lo sapeva.
Forse aveva ingannato quella Melvere come aveva fatto con lei, illudendola di essere speciale, di contare qualcosa per lui.
- Mi spiace molto, signor Nuriko.- sussurrò.
-Non dispiacerti, è passato molto tempo e Melvere non era la donna giusta per me. Ma, Kagome, sei tu in questo momento a soffrire e io conosco il tuo dolore. Lascia che ti aiuti a curarlo.- le mormorò, avvicinandola a sé.
Senza alcun preavviso, chiuse le sue labbra su quelle della ragazza, impegnandole in un bacio prepotente.
La giovane restò inerme tra quelle braccia muscolose, ma quando la sua mente tornò lucida spinse con forza le braccia contro il petto dell'uomo per allontanarlo.
-No, signor Nuriko, mi lasci.-
-Non capisci, Kagome? Soffriamo per lo stesso male. Potremmo essere uno la cura dell'altro. Non ti farò mai nulla che tu non voglia.- dichiarò, stringendola maggiormente.
Una cura? Non poteva esistere medicina per il male che sentiva.
Qualsiasi bacio, qualsiasi abbraccio, avesse ricevuto non sarebbe mai stato quello di InuYasha. Nessuno sarebbe stato come lui.
Le lacrime le rigarono il viso in segno del suo tumulto interiore.
Nuriko scambio quell'attimo di esitazione per arrendevolezza e tornò all'attacco.

Le sue labbra si concentrarono sul collo della ragazza che prese nuovamente a ribellarsi.
-No, la scongiuro si fermi,io non voglio.- singhiozzò.
In un attimo l'uomo fu allontanato con forza da lei.

Gli occhi velati di lacrime non le consentirono di avere una visuale nitida, ma riuscì a cogliere l'attimo in cui la figura del professore fu sbalzata via da un pugno deciso alla mascella.
-Che cazzo stavi facendo, bastardo?- ringhiò una voce irata.
In quegli attimi di caos estremo vide InuYasha scagliarsi verso il professore e colpirlo più volte.
-InuYasha! InuYasha!- urlò, disperata.
L'agitazione e la disperazione la tenevano inchiodata e le avevano paralizzato la mente.
All'ennesimo strillo, il ragazzo lasciò perdere l'uomo per raggiungere la ragazza.
Fuori controllo, le agguantò le spalle, scuotendola.
-Che ti ha fatto? Dimmi che cazzo ti ha fatto!- urlò, strattonandola.
Non ottenne risultati, se non l'aumentare dei singhiozzi.
Ritrovando lucidità, strinse a sé quel corpo tremante.
-Calmati, è tutto finito! Ci sono io qui!- le sussurrò, portandola via.

 

Kagome pianse a lungo stretta in quell'abbraccio, fino ad esaurire tutte le lacrime.
Il cuore era in tumulto, le gambe le tremavano e non riusciva a ritrovare la lucidità.
InuYasha la stava stringendo, proprio lui che era la causa del suo stesso dolore.
-Perché? Dimmi perché..- mormorò, in un lamento incomprensibile.
-Shh, è tutto finito.- le sussurrò lui,accarezzandole i capelli.
Restarono avvinghiati in quel modo, finché non fu lei stessa ad allontanarlo per poterlo guardare in volto.
-Perché, InuYasha?-chiese, ancora.
Lui la osservo in difficoltà, non sapendo cosa dire.
- Mi spiace di non essere arrivato prima. È con me che ce l'ha quel bastardo, tu sei stata solo un mezzo per la sua vendetta.- dichiarò.
-Un mezzo? Non lo sono stata forse anche per te? È proprio questo che hai raccontato ai tuoi amici!- dichiarò, senza accusa.
-Non voglio parlare di questo, ora.- sentenziò lui, cercando di abbracciarla ancora.
Kagome si scansò, fronteggiandolo.
Quel distacco le faceva male, ma doveva sapere la verità.
Se la stava abbracciando era solo per pietà, ne era sicura.
-Tu no, ma io sì! Ho passato due settimane d'inferno a causa tua.-
- Mi spiace,non pensavo davvero quelle cose che ho detto!- dichiarò, fissandola.
-Non le pensavi? Non ti sei degnato di cercarmi, mi hai lasciata sola. Hai idea di come io mi sia sentita? Non mi ami, questo l'ho capito, ma cosa ho fatto per meritare questo tuo comportamento?-
InuYasha la fissò, sentendo il cuore stringersi.

La sua Kagome era così piccola e vulnerabile, così forte e fragile al tempo stesso e lui non sapeva che farle del male.
Non la meritava, non poteva renderla felice.
-Ho sbagliato, ma avevo bisogno di tempo per pensare. Tutte quelle cose che ho detto non le penso, davvero. Sono stato un coglione, ma tu per me sei stata importante.-
-Non abbastanza, evidentemente.-
Stava per farlo, l'avrebbe ferita di nuovo, ma non poteva fare altrimenti.
Kagome meritava tutta la sua sincerità.
-Non è stato solo sesso, con te è stato diverso. Conti molto per me, Kagome, ma non ti amo. Non sono fatto per avere una storia seria, anche quando non volevo con il mio comportamento non ho fatto altro che farti soffrire. Tu meriti una persona che ti renda felice, che ti ami con la stessa intensità e passione che tu sai donare.
Quella persona, purtroppo, non sono io. Ti voglio bene, ma non sono innamorato di te.- dichiarò, sincero.

Eppure, mentre parlava, InuYasha sentì una forte inquietudine. Sapere di farle del male, feriva anche lui.

Kagome boccheggiò, tentando di riprendere aria.
Quello era la semplice e disarmante verità, espressa senza mezze misure, dal diretto interessato.
Era strano,pensò, quelle parole non erano servite a farla sentire meglio.
La voragine che sentiva dentro sembrava non avere limite, come avrebbe fatto a risanarla?
Era un pozzo senza fondo, come avrebbe fatto a risalire contro quelle pareti ruvide che erano il suo stesso dolore?
Non riuscì a dir nulla, perché la porta del terrazzo dove si erano rifugiati venne spalancata violentemente, impattando contro la parete.
Sota avanzò verso di loro come una furia.
Che avesse scoperto ciò che era accaduto col professor Nuriko?
Il dubbio lasciò la sua mente quando il fratello, senza esitazione, colpì InuYasha, lasciandolo basito.
-Ma che cazzo ti prende, imbecille?- si lamentò l'altro.
-Sapevo che non avrei mai dovuto lasciarti avvicinare a lei. Sei un pezzo di merda, te la sei portata a letto e ora l'hai mollata solo perché è incinta? Assumiti le tue responsabilità se sei un uomo.- strillò, lasciando entrambi a bocca aperta.



NOTE DELL'AUTRICE:
Se siete giunti fin qui, sapete che io sono già emigrata verso una meta sconosciuta xD
Mi spiace avervi fatto aspettare così tanto per il nuovo capitolo, ma spero che il risultato vi ripaghi dell'attesa :)
Abbiamo scoperto qualcosa in più dei trascorsi tra Nuriko e InuYasha, ma attenzione, abbiamo sentito una sola campana. Come molti di voi avevano intuito, Kagome è incinta..e come la mettiamo adesso?
Sono davvero curiosa di sapere il vostro parere, quindi non esitate a scrivere :p
Alla prossima :D
Baci

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Capitolo 17
*** Cambiamenti ***


La musica al massimo rimbombava maggiormente tra le pareti spigolose e anguste del bagno.
La lampadina funzionava ad intermittenza, acuendo l'intensità di quelle sensazioni di confusione e sbaraglio.
Ghermì con irruenza il seno della mora, tentando di mettere a tacere la tempesta che sentiva dentro.
Avrebbe voluto negarlo, ma sapeva che la confusione che lo scuoteva interiormente, infiltrandosi in ogni parte del suo essere, non era dovuta all'alcool ingerito né al trambusto della musica, ma a qualcosa di più profondo e viscerale.
Muiki, o forse Mueki, o ancora Mekino, gemette in modo plateale, intenta a richiamare la sua attenzione.. un esplicito invito ad andare oltre,a non esitare ancora.
La privò del top inesistente e le palpò il seno,ma non avvertì nessuna eccitazione,nessun brivido.
Imprecò contro sè stesso e mormorando uno stizzito "vaffanculo" uscì veloce dai bagni,lasciando completamente stupita e insoddisfatta la malcapitata di turno.
La discoteca era molto affollata quella sera e si fece largo a fatica tra la calca di gente avvinghiata, eccitata e sudata.
Raggiunse il bancone e con un grugnito grottesco ordinò l'ennesima bevanda alcolica.
-Non starai bevendo troppo? - gli chiese Kohaku, giunto al suo fianco.
Lo ignorò,bevendo tutto d'un colpo ciò che il barista gli porse.
Si sentiva una patetica femminuccia.. una femminuccia frigida e lagnosa.
Non era la prima volta che si bloccava, che non riusciva ad andare oltre con la ragazza di turno.
Voleva fare sesso, sentiva l'esigenza di scopare come tutti gli uomini presenti in quella sala quella sera, ma poi non ci riusciva.
Quando toccava la pelle della sua compagna d'avventura, i suoi sensi si raffreddavano, scemavano.
Non avvertiva più il febbrile desiderio,l'intensità,la passione e la voglia intensa di vivere attimo per attimo. Aveva scoperto che il sesso era più bello se fatto con trasporto e dolcezza,se ai sospiri rochi le mani si intrecciavano e se al culmine poteva sentire il suo nome sussurrato da una voce dolce ed estasiata.

Tutto quello l'aveva sperimentato solo con Kagome e dopo di lei con nessun'altra era riuscito a fare l'amore.
Strinse con maggiore forza il bicchiere tra le mani, facendo traboccare qualche goccia del liquido appena versato.
Kagome era lontana, fisicamente e spiritualmente e portava in grembo suo figlio.. il frutto della loro passione.
Lui stesso l'aveva allontanata, ma come avrebbe potuto ingannarla se non era capace di renderla felice e ricambiare i suoi sentimenti?
Lei non meritava altra sofferenza.
-Stai pensando a lei, non è vero? - gli chiese Kohaku.
-Come potrei non farlo,sta passando l'inferno a causa mia. Quello stronzo l'ha quasi violentata per colpa mia. - ringhiò.
-Non puoi darti la colpa anche di questo,l'importante è che quel figlio di puttana sia stato allontanato dell'edificio e che Kagome non sarà più costretta a rivederlo. -
-Ho una voglia matta di spaccargli la faccia. -
-Credo che Sota senta lo stesso desiderio, immaginando te al posto di quel Nuriko. -
InuYasha sbuffò,indispettito ed infastidito.
La situazione con Sota era terribilmente tesa, nemmeno gli rivolgeva la parola.
Si era allontanato dai suoi amici, stanco del loro biasimo e delle loro accuse.
-Non puoi certo dargli torto dopo ciò che hai fatto a sua sorella. Se Sango si trovasse in una simile situazione ucciderei Miroku. Cazzo, l'hai messa incinta e poi l'hai lasciata, InuYasha. -
-Non sapevo assolutamente nulla del bambino. Sota l'ha saputo prima di me, Sango l'ha saputo prima di me, persino lo stronzo americano che non fa che ronzarle intorno l'ha scoperto prima di me. -ringhiò.
-A proposito, cosa pensi di fare? -
-Non lo so, Kagome si rifiuta di parlarmi e adesso è addirittura andata via. Quello stronzo se l'è portata in America. -
-Key ha fatto bene, Kagome aveva bisogno di cambiare aria. -
-No, lui con lei non c'entra un bel niente. Il suo posto è qui, con la sua famiglia, con i suoi amici, con.. - si bloccò, mordendosi la lingua.
Perché sentiva quell'accecante gelosia?
Era forse per il bambino?
Non solo, era geloso di Kagome, lo era sempre stato.

Che senso aveva quella sensazione di possesso se poi non sapeva amarla?
-Con te? Senti,amico, dovresti far chiarezza con te stesso. Kagome è una cara ragazza, non merita la tua insicurezza e i tuoi sbalzi d'umore. Potrai anche essere stato il primo, ma se continui così non sarai di certo l'ultimo. Il tempo mitiga il dolore, lei comincerà ad odiarti per ciò che le hai fatto e troverà un uomo che sappia apprezzarla davvero, con o senza questo bambino. Fidati di me che la conosco bene. -
-Che vorresti dire con questo? -
-Di mettere un po di sale in quella zucca vuota e di smettere di fare il coglione. Kagome ti ha cambiato, ti ha dato una stabilità, ti ha reso più maturo, ma se tutto ciò non lo vuoi, non lo apprezzi, allora lasciala libera. - dichiarò serio.
-Ora, scusa, ma ho visto una biondina tutta forme che non fa che lanciarmi sguardi languidi. La tua sveltina è saltata, ma ti assicuro che a me andrà diversamente. - ghignò, prima di allontanarsi e lasciarlo solo con i suoi pensieri.

 

 

 

Kagome si sdraiò sul letto, sospirando.

Il viaggio l'aveva stancata, ma cambiare aria le aveva fatto bene.
I signori Mine l'avevano accolta con giovialità, ad eccezione di Charlotte, e lei aveva avuto modo di allentare un po quella tensione che la stava soffocando.
Era stata felice di rivedere la sua famiglia, ma sentiva la mancanza di Key e della sua vivacità.
In più,a crearle una grande angoscia, c'era il problema di InuYasha.
Come avrebbe sistemato le cose con lui ora che era a conoscenza del bambino?
Lui l'aveva cercata più volte, ma lei si era sempre negata.
L'aveva salvata da Nuriko, l'aveva tenuta stretta a sé, ma questo purtroppo non cambiava le cose tra loro.
Bussarono alla porta e lei sobbalzò, riscuotendosi dai propri pensieri.
Un sorriso le abbellì il volto quando riconobbe Sakura e Sango.
Abbracciò con calore le amiche, realmente lieta di rivederle.
-L'aria americana sembra averti fatto particolarmente bene. - esclamò Sakura.
-Sì, avevo bisogno di mettere un po di distanza tra me e tutto quello che stava accadendo. - confermò. -Ora, però, sono tornata. -
-Era ora, ho sentito tanto la tua mancanza. - si lamentò, fintamente risentita, Sango.
Kagome sorrise.
-Allora, che novità ci racconti? Come sta la piccola peste che cresce nel tuo pancino? - chiese, eccitata.
-Molto bene, la gravidanza procede nel migliore dei modi e non avverto fastidi particolari, se non una leggera nausea al mattino. -
Il sorriso le si spense, al ricordo della reazione del fratello.
-Sakura, come l'ha scoperto Sota? Oltre Sango e Key nessuno era a conoscenza del bambino. -
L'amica arrossì, muovendosi a disagio sul letto.
-Credo sia stata colpa mia. Involontariamente ho sentito tua madre e Key parlarne; è stato uno shock per me. Ti giuro che non volevo origliare, solo mi sono trovata lì nel momento sbagliato. Sarei dovuta andare via subito, perché Sota si è insospettito molto.
Ha capito che c'entravi tu, tutto il mistero che c'era attorno a te e mio fratello.
Ha buttato sotto sopra la tua camera, nonostante i tentativi di Key di impedirglielo, e alla fine ha trovato l'ecografia. In quel momento ha capito tutto.. - raccontò, con tono moggio.
Kagome strinse le mani dell'amica tra le proprie, per rassicurarla.
-Sta tranquilla, Sakura, non ti ritengo in nessun modo colpevole. Se non ti ho raccontato nulla è stato solo perché tuo fratello è direttamente coinvolto in questa faccenda, non volevo crearti disagio. Riguardo a Sota, era solo questione di tempo prima che scoprisse tutto. È infuriato con me solo perché gli ho nascosto ciò che stava avvenendo, non per altro. È mio fratello, sapremo chiarirci. -
-Sai che Nuriko è stato sospeso? -si intromise Sango, mutando argomento.
-Sì, Key, non so come, si è tenuto informato. Sapere che non lo incontrerò ancora, mi fa stare molto più tranquilla. Immagino che ormai tutta la scuola sappia come sono andate le cose. -
Sango e Sakura si fissarono, non preferendo parola.
-È chiaro- sussurrò Kagome, mordendo il labbro.
-Nessuno sa con precisione, non esiste una versione precisa.-
-Dovrò riabituarmi ai pettegolezzi. Alla prossima novità nessuno si ricorderà più di me. -dichiarò mesta, tentando di sdrammatizzare.
Il silenzio calò nella camera, fin quando non fu Sakura a spezzarlo con una domanda non semplice.
-Kagome, so che non sono affari miei, ma come conti di fare con il bambino e con.. InuYasha? -
La ragazza boccheggiò, impreparata a quella domanda.
C' aveva pensato, molto, ma una vera soluzione non l'aveva mai trovata.
-Non lo so, Sakura. Sono sicura di volere questo bambino, indifferentemente dalla volontà di tuo fratello. È una parte di me e non vi rinuncerò. Ho evitato tuo fratello e le sue chiamate, ma ora che sono qui immagino di non poterlo fare ancora a lungo. Affronterò le cose come verranno, una alla volta, tanto ormai non sono più sola. -sussurrò, portando le mani sul ventre non perfettamente piatto.
-Ehi, ci siamo anche noi qui. E so io cosa ci vuole per tirarci un po su il morale:una serata per sole donne! -dichiarò Sango, entusiasta.
-A cosa stai pensando, di preciso? -le domandò Sakura.
-Una tranquilla serata in discoteca, come tutte le ragazze della nostra età. Una serata tutta al femminile! -
-Discoteca? Sango, sono incinta! -protestò Kagome.
-Appunto, sei incinta non malata. Scegliamo un posto tranquillo, quello che ci serve è un po di divertimento. -
-Io ci sto! -proferì entusiasta Sakura, guardando Kagome speranzosa.
-E va bene, ma se dovessi vedere qualcosa che non mi piace andrò via. - acconsentì, rassegnata.
Trascorsero il pomeriggio insieme, allentando un po la tensione ed il dolore di Kagome.

 

 

Il giorno seguente, infine, giunse, inesorabile, sordo alle preghiere di Kagome.

Quando il rombo, stridulo e acuto, della sveglia si diffuse nell'ambiente accogliente, la ragazza la spense senza esitazione.
Si era ridestata all'alba da un sonno interrotto e disturbato e aveva sfruttato quelle ore per prepararsi, psicologicamente più che fisicamente.
Era stata lontana più di una settimana, la distanza le aveva giovato, ma non voleva più scappare, non poteva.

Era cosciente che non di trattava più solo di sé, ma ne andava del destino del suo bambino.
Avrebbe dovuto affrontare InuYasha e lo avrebbe fatto con dignità e coraggio. Non poteva sapere quali fossero i pensieri e le intenzioni del ragazzo, ma da quel momento, decise, sarebbe stata forte e risoluta per il suo bambino.

Indossò una felpa sulla divisa ormai troppo stretta, si stampò sul viso un sorriso tirato e scese le scale, pronta a dare il via a quel nuovo giorno.
Aveva preferito percorrere la distanza che la separava dalla scuola a piedi, da sola, per riflettere, ma quando i cancelli dell'istituto si concretizzarono all'orizzonte, rimpianse la sua scelta.
I buoni propositi, le idee su cosa dire e fare, improvvisamente non le parvero più così validi.
Un peso gravoso le schiacciò lo stomaco, ma deglutì e continuando a camminare raggiunse l'entrata.
Stringendosi al meglio nella felpa e rassicurata dalla presenza silenziosa di Sango, tentò di ignorare gli sguardi ostinati e i mormorii, decisa a raggiungere il prima possibile la sua classe.
Nel mezzo dei corridoi, però, fu costretta ad arrestarsi immediatamente per evitare di travolgere chi le stava bloccando il passo.
Sollevò lo sguardo e scrutò il viso del ragazzo che le stava di fronte, ghignando.
La sua agitazione aumentò a dismisura quando in quei tratti riconobbe uno degli amici di InuYasha.. uno di quelli che con lui aveva riso di lei e dei suoi sentimenti.
-Spostati, o non posso passare. -proferì, mantenendo un tono di voce calmo e sicuro.
-Higurashi, vedi un po, sei tornata. Hai un bel coraggio a farti vedere qui dopo quanto accaduto. -
-Non so di cosa parli e non sono interessata a capirlo. Lasciami passare! -
Micchen ridacchiò, divertito.
-Non così in fretta, tesorino. Ma dai, persino un professore. Sei proprio un paperino e la cosa è.. eccitante. -marcò l'ultima parola, avvicinandosi al viso di Kagome.
-Senti, non so cosa ti abbiano detto,ma io..-cominciò a dire prima di essere interrotta.
-Kagome, è tutto ok? -

Sentì la sua voce e anche in quella situazione, anche quando credeva di aver cominciato a dimenticarlo, il suo corpo fu attraversato da centinaia di scariche elettriche. Si voltò a fissarlo, dimenticandosi completamente di Micchen e il cuore cominciò una corsa sfrenata.
Lui era sempre così dannatamente bello da fare male.. l'aveva pensato suo ma si era trattato di una flebile illusione.
Nonostante ciò, quell'illusione le mancava:le mancava svegliarsi al mattino e sentirsi leggera e felice, le mancava sentire i suoi abbracci e la sua voce, le mancavano i suoi baci e le sue carezze, le mancava addormentarsi la notte senza versare lacrime.. le mancava tutto ciò che insieme erano stati.
-Sì. -sussurrò mogia, schiacciata dal peso dei suoi stessi pensieri.
-Cosa stava succedendo qui? -domandò Inuyasha affiancando Kagome e rivolgendosi al suo amico.
-Nulla di che, stavo scambiando qualche parola con la tua amica. -ghignò Micchen, incurante del tono duro di InuYasha.
-A quanto pare lei non gradisce la tua compagnia, quindi vedi di starle lontano. -ordinò.
Il ragazzo sorrise, sordo alle parole appena udite.
-Ma guardati, pronto a marcare il territorio. Io non prendo ordini da nessuno, InuYasha. -sibilò, prima di oltrepassarli.
-Ci vediamo presto, tesorino. -aggiunse in tono provocatorio.
Kagome sospirò, desolata.

Il tono usato dal suo compagno di scuola non le era per nulla piaciuto. Più cercava di evitare guai e casini, più questi le piovevano addosso.
-Kagome, dobbiamo rientrare in classe. - dichiarò Sango, decisa ad allontanarla da InuYasha.
-Eh? Ah, si! -
Si avviò con l'amica, ma la voce calda e pacata del ragazzo la raggiunse.
-Kagome, noi dovremmo parlare.. -
-Beh, si da il caso, brutto imbecille, che lei non abbia alcuna voglia di starsene qui a parlare con te. -si intromise Sango, con tono scontroso.
-No, Sango, aspetta. Lui ha ragione, ci sono alcune cose di cui dobbiamo parlare. - si intromise la ragazza.
-Ne sei sicura, Kagome? -le domando preoccupata l'amica.
-Sì, per piacere inventa tu una scusa con il professore. - mormorò prima di raggiungere il ragazzo.

 

 

Avevano raggiunto il terrazzo della scuola, per godere della privacy di quel luogo e per non dare nell'occhio.

Kagome lasciò che il vento dolce le scivolasse tra i capelli, inspirando gli odori che la brezza portava con sé.
Il cuore ancora le galoppava in petto e il silenzio calato tra lei ed InuYasha la rendeva maggiormente inquieta, ma sapeva che accettare quell'incontro era stata una scelta matura.
-Come stai? -le domandò lui, per spezzare il silenzio.
La visione di lei così bella ed eterea gli aveva mozzato il fiato in gola.

I suoi occhi avevano percorso tutto l'esile corpo della fanciulla per poi soffermarsi sul suo ventre. Scoprirlo leggermente arrotondato lo riempì d'emozione.

Che volesse ignorare o meno la cosa, la creatura che cominciava a crescere lì dentro gli apparteneva, erano indissolubilmente legati da un vincolo di sangue.
-Credo che potremmo saltare questa parte, InuYasha. I convenevoli non fanno per noi. -mormorò lei, tranquilla.
Lui sorrise al manifestarsi di quel carattere forte e schietto che tanto adorava.
-Credo tu abbia perfettamente ragione, siamo ben oltre quello.
Sei stata in America.. -cominciò, per poi interrompersi.
Kagome lo fissò, rimanendo in silenzio, in attesa. Quella del ragazzo non era stata una domanda, ma una costatazione.
-Sei partita così, all'improvviso. -
-Dovevo cambiare aria, riordinare le idee e potevo farlo solo allontanandomi da tutto ciò che stava accadendo qui. -spiegò, pragmatica.
-Allontanandoti da me, quindi. -sussurrò InuYasha, avvertendo risentimento verso se stesso.
-Da te, in primis, ma non solo. Nuriko, Sota, hanno finito col peggiorare tutto. -
-Riguardo a quel bastardo, sai che non dovrai più preoccuparti per quell' essere viscido? Mi sono assicurato che non rimetta mai più piede in questo istituto e in nessun'altra scuola. -
-Beh, grazie. In ogni caso non ero io ad interessargli, ma la sua vendetta. Il suo obiettivo era colpire te. -
-Kagome, io non so cosa ti abbia raccontato, ma vorrei che tu ascoltassi anche la mia versione. -
-Non mi ha raccontato nulla di nuovo, nulla che non abbia già sentito da altre mille persone. La solita storia di te che seduci il giocattolo di turno e poi lo abbandoni senza troppi pensieri. Soltanto che in questo caso Meribel, Meridel o come si chiama, era prossima al matrimonio. -
Nella sua voce trasparirono chiari il risentimento e la gelosia. Ancora si sentiva morire al pensiero di lui con un'altra donna, nonostante fosse furente per il modo in cui l'aveva trattata, per il modo in cui trattava tutte.
-Le cose non sono andate così, non esattamente. È vero, sapevo che quella donna era prossima al matrimonio, ma è stata lei a sedurmi. Lei e il suo fidanzato psicopatico avevano organizzato tutto, mirando ai soldi della mia famiglia. Speravano di ottenere un indennizzo, un risarcimento, ma il giudice ha scoperto i loro propositi. -chiarì.
-Capisco. -mormorò, laconica, la ragazza.
-Capisco? Solo questo sai dirmi?Ti sto dicendo che non è andata come dice lui. -
-Non capisco cosa questo c'entri con me. -
-Non devi mai pensare che per me tu sia stata solo una delle tante. -dichiarò, accorato, muovendo un passo verso lei.
-A questo non posso credere. Sei stato tu stesso a dire ai tuoi amici che per te non ero altro che una puttana alla stregua delle altre. -
-Non ho mai usato quel termine. -ringhiò.
-Sei stato tu a dire che l'unico motivo per il quale continuavi a scoparmi era quello di insegnarmi ciò che sapevi. -dichiarò, infuriata.
- Kagome, io.. -
-Hai idea di come mi sia sentita io? -lo interruppe, spinta dalla furia -Umiliata, delusa, derisa, sporca.. una puttana. Tu non mi ami, questo l'ho capito, ma non avevi il diritto di infangare i miei sentimenti, me. Tu sarai abituato a scopare qualsiasi cosa respiri e poi dimenticarlo, ma io non sono come te, InuYasha. Io non sono egoista, superficiale, frivola ed attenta al giudizio della gente, in tutto ciò che ho fatto ci ho messo il cuore. Non ho fatto nulla per meritarmi questo trattamento da parte tua, ma a te non è importato. Mi hai fatto male, hai rinnegato qualsiasi cosa io ho creduto ci fosse tra noi e l'hai fatto con assoluta leggerezza. -disse.
Le lacrime le rigarono il viso, ma non cercò di ostacolarle. Tutto il dolore e il risentimento che la corrodevano dentro non li aveva mai espressi ad alta voce e vomitarli addosso a chi era causa di tutta quella sofferenza l'aiutò a sentirsi un po meglio.
InuYasha tacque, schifato da sé stesso.

Fissò la fragile creatura che aveva di fronte, scossa dai singhiozzi, osservò la fierezza del suo sguardo velato di lacrime, la dignità e il contegno con i quali l'aveva affrontato.
Era lui il codardo, era lui quello che nascondeva i propri sentimenti perché incapace di gestirli, ed era sempre lui che aveva bisogno dell'approvazione di chi lo circondava, non lei.
Tra i due, il debole era lui.
-Non proverò a scusarmi, non ci sarebbero parole sufficienti ad esprimere la mia colpa e il mio rammarico. Mi schifo da solo per ciò che ti ho fatto e ti giuro che il mio pentimento è sincero. Non pensavo nulla di ciò che ho detto, nulla -
Kagome calò lo sguardo, scuotendo il capo. Era tutto li?
La sensazione di liberazione era già svanita e il dolore era ancora li. Urlagli contro non era servito a nulla, la pena avrebbe dovuto comunque scontarla lei.
-Se desideravi mettermi al corrente del tuo rimorso, ora l'hai fatto. Possiamo considerare chiusa la questione. -proferì, decisa ad andare via, lontano, ma lui la fermò.
Le catturò il polso e la trattenne. Non voleva che andasse via, non voleva che lei considerasse chiusa la questione.
-Non è finita qui, Kagome. Cosa mi dici dell'Americano? Cosa è venuto a fare qui? Dove si trova adesso? -
-Key mi è stato vicino, è stato un' ancora di salvezza. Non che siano affari tuoi, ma al momento non è qui. Sarò io a raggiungerlo presto. -
Quelle parole accennate furono un fulmine a ciel sereno.
-Che significa? Sei appena partita, non avrai intenzione di tornare li. -latrò, infastidito.
Kagome si morse il labbro, ma non resistette alla tentazione di confessarsi.
-I signori Mine mi hanno offerto ospitalità in casa loro. Ho deciso di trasferirmi lì, in America. -mentì.
Non aveva ancora preso una decisione a riguardo, ma voleva essere lei per una volta a ferirlo.

Voleva che anche lui sperimentasse una piccola parte di quella sofferenza che la stava spegnendo dentro.

Colse il lampo di fastidio che illuminò gli occhi che tanto amava, ma lo attribuì ad una stupida pretesa di possesso.
-Che vai blaterando? Non puoi trasferirti! -strillò lui, mentre una furia cieca gli accendeva il sangue.

Serrò la mascella al pensiero di lei, lontana, in compagnia dell'americano.
-Davvero? E chi me lo proibisce? Tu, InuYasha? -lo sfidò.
-È mio figlio quello che porti in grembo, non dimenticarlo. Non puoi decidere di sparire così. -
-Tuo figlio? Te ne ricordi ora? -
-Me l'hai tenuto nascosto, Kagome. E se Sota non mi avesse accusato di un qualcosa che nemmeno sapevo? Per quanto ancora me l'avresti nascosto? -
-Questo bambino non cambia nulla, non è affar tuo. - lo fronteggiò, irritata
-Sì che è affar mio, è mio figlio. Questo cambia tutto! -
-Tuo figlio? Ne sei sicuro? -lo provocò, spinta dall'ira.
InuYasha ringhiò, afferrandola per le spalle, sempre accorto a non farla male.
-Che cazzo vai blaterando? Certo che è mio figlio! Di chi altro dovrebbe essere, eh? -
L'idea che qualcun altro avesse potuto toccarla gli mandò in tilt il cervello.
Se non la amava perché la desiderava così disperatamente per sé? E se si trattava di semplice desiderio fisico perché ne era così maledettamente geloso?
Kagome tentò di rispondergli, ma l'accennato fastidio al basso ventre si trasformò in una vera e propria fitta che le mozzò il fiato.
Lamentandosi, si piegò su se stessa e InuYasha le fu subito accanto, allontanandole i capelli dal viso.
- Kagome, che succede? Stai bene? -
-Io non lo so, è da qualche giorno che mi capita. -mormorò, riprendendo fiato.
-Vieni, ti accompagnò in infermeria. -
-No, è passato.-sussurrò, rialzandosi e allontanandosi dal ragazzo che ancora la stringeva tra le braccia.
-Devi vedere un dottore. -
-Non è necessario, sto bene ora. -
-Ma.. -tentò di insistere.
-InuYasha, la dottoressa dice di evitare qualsiasi fonte di ansia e agitazione. Voglio solo andare via da qui. -dichiarò, risoluta.

Il ragazzo annuì e suo malgrado fu costretto a vederla andare via.
-Non finisce qui, Kagome. Non può finire così. -mormorò, mentre nuove consapevolezze si facevano strada in lui.




NOTE AUTRICE:
Sera:D
Ecco qui, tutto per voi, il nuovo capitolo ^^
Si comincia a vedere qualche retro-front di InuYasha, ma secondo voi avrà davvero finito di combinare casini? Io non ci conterei troppo :D
Ci tengo a ringraziare enormemente tutti voi che state continuando a seguire questa storia con molto affetto..GRAZIE *_*
Ormai mancano solamente tre capitoli alla conclusione e ce la metterò davvero tutta per non deludervi :D
Come sempre, se vi va, attendo di conoscere i vostri pareri *_*
Infine, rinnovo, per chi ne avesse voglia, l'invito ad iscriversi al nostro bellissimo gruppo. Ci trovate qui: https://www.facebook.com/groups/758064124210814/?fref=nf

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Capitolo 18
*** Attimi di terrore ***


Aveva scelto un angolo appartato del locale,cosa inusuale per lui che amava essere al centro dell'attenzione.
Il largo pilastro e le luci basse celavano ad occhi indiscreti la sua presenza,cosa insolita per lui che adorava essere protagonista.
Si era seduto al bancone, compagno passeggero e distratto di chi accanto a lui beveva per gioco o per dimenticare.

Non aveva staccato gli occhi dalla porta per un solo istante,non aveva intenzione di perdersi il suo arrivo.
Si sentiva uno stupido, la sera prima si era comportato quasi allo stesso modo e la cosa lo irritava.

Il locale in cui si trovava era cambiato, ma le sue mille domande, i suoi dubbi e le sue paranoie non lo avevano abbandonato.
InuYasha non si era fermato a pensare. Quando Miroku gli aveva parlato delle intenzioni delle ragazze di trascorrere una serata tra sole donne, qualcosa in lui era scattato.

Era un locale modesto, tranquillo, poco frequentato, ma a lui importava poco.
La visione di Kagome, agonizzante, l'aveva tormentato per l'intero giorno.
-Ma come si può pensare di venire in un posto simile quando si è incinta?- borbottò.
Il pensiero della creatura che cresceva nel ventre della ragazza lo elettrizzava.
Era spaventato, non poteva negarlo, ma non aveva la minima intenzione di tirarsi indietro.
Sota si era sbagliato, l'aveva colto alla sprovvista, impreparato, ma in quel caso lui non aveva nessuna intenzione di fuggire.
Si sarebbe assunto le proprie responsabilità e non solo per un dovere morale o altro,ma perché sentiva di volerlo fare.
Voleva quel bambino e non solo.
Faceva paura ammetterlo quando proprio lui l'aveva allontanata, ma la voglia di riavere accanto Kagome cresceva di istante in istante.

 

 

Kagome entrò nel locale, seguita da Sango e Sakura. Tirò un sospiro di sollievo nel constatare che le amiche avevano esaudito le sue richieste.

L'idea di trovarsi in un luogo eccessivamente affollato, rumoroso o altro la rendeva poco tranquilla, ma il locale che le ospitava incontrò la sua approvazione.
Era piccolo, illuminato e dall'arredamento semplice ma non trascurato o sgraziato. La musica avvolgente e non fastidiosa fuoriusciva dalle casse strategicamente poste ai quattro angoli del modesto locale.
-Che ne pensi di questo posto?- domandò Sango, prendendo posto di fronte alle amiche su un comodo divanetto.
-È davvero carino, credo di non esserci mai stata.-
-Ci sono finita per caso un pomeriggio mentre ero in compagnia di Miroku. Da allora ci sono tornata spesso, coinvolta specialmente dall'allegria del proprietario e dalla disponibilità del personale.-
La conversazione scivolò fluente, su argomenti banali e poco impegnativi,nonostante ciò Kagome si sentì stupida, quasi in colpa.

Conosceva Sango da sempre e considerava Sakura un'amica fidata, ma quelle sensazioni di disagio e tensione non riuscivano ad abbandonare la sua mente.
Si sentiva lontana, distante,quasi un'estranea.

Ripensava in continuazione alle parole pronunciate quella stessa mattina da InuYasha.
Davvero voleva fare parte della vita del loro bambino?
Avrebbe dovuto gioirne, ma non ci riusciva.
Come sarebbe stato per lei?
Quando si trattava di lui diventava egoista. Non voleva che l'unica cosa che li unisse fosse quella creaturina tanto preziosa che cresceva in lei.
-Kagome, non ci stai più ascoltando.- la richiamò dolcemente Sakura.
La ragazza arrossì, scusandosi.
- Non vuoi dirci che succede? Cosa è accaduto stamattina quando eravate soli? È da quel momento che quasi non hai più aperto bocca.- le fece notare Sango.
Kagome sospirò pesantemente, portando le mani all'altezza del cuore.
-È sempre la stessa storia. Io non so più cosa mi sta accadendo, mi sento smarrita, completamente spaesata. Non è normale, non dovrebbe essere così. Vedete, io non mi sento come se avessi perso la persona che amo, ma come se avessi smarrito me stessa, il mio equilibrio. So di poter contare su voi, sulla mia famiglia, su Key, ma ho la sensazione che tutto questo non mi basti, non sia sufficiente. È incredibile quanto poco tempo gli ci sia voluto per diventare il centro del mio mondo.- sussurrò, sempre più triste.
-Non meriti tutto questo dolore. Devi farti forza,amica mia, pensare a questo piccolino che cresce in te, pensare al mio piccolo nipotino.- dichiarò Sakura.
-È questo che mi fa stare peggio: tuo fratello vuol far parte della vita del bambino. Sono una persona orribile, sarò una madre pessima.- mugugnò,in maniera incomprensibile e confusionaria.
-Kagome, ma cosa dici? Tu sarai..-
-Io sono insensatamente gelosa di mio figlio, Sango. È solo me che non vuole, il mio amore.- strillò, fuori controllo, pentendosene immediatamente.
Qualcuno si girò a fissarle, ma non vi badò.
Si portò una mano alla fronte e la sentì bagnata.
Tentò di calmarsi, ma la sensazione di nervosismo aumentò maggiormente.
Si sentiva smaniosa, tesa e le gambe non volevano smettere di tremare.
Aveva freddo, aveva caldo,aveva tanto dolore dentro da soffocarla, da farle perdere il controllo.
Era pericoloso ciò che sentiva, non poteva essere normale. Quella sofferenza la stava divorando da dentro, lentamente. Un dolore strisciante che prendeva il controllo della sua mente e le invadeva tutto il corpo.
Stava delirando..Non potevano esserci altre spiegazioni.
La testa prese a girarle, il ventre a dolerle e la gola si seccò.
-Kagome ti senti bene? Sei pallida.- domandò, preoccupata, Sango.
-S..Sì..devo solamente andare in bagno. I..io torno subito.- si affrettò a dichiarare, sotto lo sguardo perplesso e ansioso delle amiche.
Si sforzò di non barcollare, ma nel suo ondeggiare andò ad impattare la schiena di un uomo che le stava poco distante.
Tentò di scusarsi, ma quando riconobbe il viso di chi le stava di fronte e quel ghigno strafottente, la voce le mancò.
-Kagome, che sorpresa trovarti qui. Che coincidenza, stavo giusto parlando di te a questi miei amici.- spiegò, indicando i ragazzi che ridacchiavano alle sue spalle.
-Micchen, che spiacevole sorpresa.-
Tentò di oltrepassarli e raggiungere la toilette, ma l'altro, di corporatura decisamente più robusta, le sbarrò il passaggio.
-Suvvia, dove vai? Non vorrai far la timida. Devo dire che non ti facevo così intraprendente.. sei incinta e vieni in un posto simile?-
-Non sono affari tuoi!-
-Kagome? Dunque questa ragazzina sarebbe la tipa che si sbatteva quel coglione di InuYasha?- domandò uno dei ragazzi scompostamente seduti al tavolo.
Un fremito le scosse il corpo.
Perché essere stata con l'uomo che amava le aveva causato quella pessima reputazione?
Sentiva le lacrime pronte a sgorgare, ma si sforzò di trattenerle.
La sensazione di malessere che le intorpidiva corpo e mente cominciò a farsi più acuta.
Sentiva il bisogno di aggrapparsi a qualcosa, perché la testa le girava e le forze le mancavano.
Tentò nuovamente di oltrepassare il compagno di scuola, ma quello approfittò del suo gesto e l'afferrò per le spalle, attirandola a sè.
-Già, è proprio lei. Come dargli torto, è un bel bocconcino. Stando a quanto dice InuYasha è anche un bel peperino, anche se le piace interpretare la parte della difficile.-
Kagome singhiozzò nell'udire quelle parole. Il ricordo di quanto accaduto era ancora troppo vivido in lei.
Sentì la sensazione di nausea crescere e per un momento l'idea di rigettare tutto ciò che aveva ingerito sull'essere che ancora la teneva stretta a sè la fece sentire meglio.
-Avanti, Micchen, non mi dirai che hai intenzione di fartela? Sarà pure passabile, ma ha un marmocchio che le cresce in pancia.- replicò disgustato uno degli amici.
-È proprio quello che mi eccita maledettamente.- sogghignò il ragazzo.
Kagome tentò di rispondere, ma una voce cupa e conosciuta la precedette.
-Levale immediatamente le mani di dosso, bastardo.-
Quel tono infuriato e ben conosciuto rimbombò come un eco impazzito nella mente confusa della ragazza.
Nonostante sentisse sempre più faticoso mantenere il controllo sul proprio corpo, un po di paura svanì.
InuYasha era lì, lì per lei
-Che bella sorpresa vederti qui, amico.-
-Forse non mi sono spiegato, ti ho detto di levare immediatamente quelle tue minacce luride da Kagome.- sibilò.
Micchen fece come gli era stato ordinato e con una leggera spinta allontanò la ragazza dal proprio corpo, indirizzandola verso InuYasha.
-Stai bene?- le domandò il ragazzo preoccupato, trattenendola per la vita.
Kagome avrebbe voluto parlare, rispondergli, ma si sentiva sempre più estranea.
Tutto ciò che la circondava aveva preso a girare e le voci che sentiva erano trascinate e incomprensibili.
-Che accidenti le hai fatto, pezzo di merda?- ringhiò InuYasha.
L'ira gli scorreva nelle vene incendiandogli il sangue. L'unica cosa che voleva era prendere a pugni quel bastardo che aveva ridotto così Kagome.
L'afferrò per le spalle, spaventato, quando la vide diventare sempre più pallida.
-Kagome, parlami! Che ti sta succedendo?-
-Fa male, fa troppo male- mugugnò lei.
InuYasha la sollevò tra le braccia, mentre l'ansia gli faceva perdere lucidità.
Fu immediatamente affiancato da Sango e Sakura,entrambe pallide in volto.
-Che le sta succedendo?-
-Sta per perdere conoscenza.- latrò InuYasha.
Sentiva il corpo della ragazza che stringeva tra le braccia, irrigidirsi sempre di più e il pallore della sua pelle aumentare.
-InuYasha.- lo richiamò Sakura con voce spettrale. -InuYasha, guarda le sue gambe.-
Calò lo sguardo e si sentì raggelare. Le calze chiare di Kagome continuavano a macchiarsi di rosso, sempre di più.

Mai più avrebbe dimenticato quella scena,ne era consapevole.
-Chiamate un'autoambulanza. Presto!. - strillò in preda alla disperazione e all'angoscia


NOTE DELL'AUTRICE:
Salve, chiedo scusa se il capitolo è corto, ma possiamo considerarlo un'introduzione al prossimo che sarà quello finale :)
Siamo davvero giunti alla fine e le cose non si mettono bene, cosa pensate accadrà ora?
Sono davvero curiosa di conoscere i vostri pareri :)
Vi lascio anche il link del gruppo, per chi avesse voglia di aggiungersi a noi : https://www.facebook.com/groups/758064124210814/ 
Baci

 

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Capitolo 19
*** Tempi di decisioni (1° parte) ***


La sala d'attesa dell'ospedale era pressoché deserta. InuYasha e un anziano signore, dal volto livido e tumefatto erano gli unici presenti.
L'odore del disinfettante, tipico di quei luoghi, impregnava l'ambiente, ma lui nemmeno l'aveva notato.
Il ragazzo seguitò a guardarsi le mani, come faceva da quasi un'ora. Quando erano giunti al pronto soccorso, Kagome era già svenuta e il ricordo del suo volto pallido e del forte odore di sangue non volevano abbandonarlo.
Glie l'avevano strappata dalle braccia e la vigilanza l'aveva fermato quando aveva tentato di seguirla.
Aveva capito poco dei paroloni tecnici pronunciati in quegli istanti febbrili, ma aveva colto l'urgenza dei medici e quel particolare lo agitava maggiormente.
Kagome e il bambino sarebbero stati bene? Non poteva saperlo e ciò lo logorava.
Quando avvertì la testa divenire troppo pesante, a causa di quegli angoscianti pensieri, si aiutò con le mani a sostenerla.
Era spaventato, si sentiva colpevole e più i minuti passavano, più aumentava il suo disagio.
Voleva solo sentirsi dire che Kagome e suo figlio stavano bene, null'altro. Non c'era nulla di egualmente importante, nulla che contasse più della vita di lei, della donna che amava.
Perché sì, l'amava più di quanto avesse mai creduto possibile. Si era lasciato spaventare, era stato sordo e cieco. A causa sua e della sua codardia, Kagome aveva sofferto.
-Kami, aiutateli. Giuro che questa volta non sbaglierò più.- sussurrò.
Sentì dei passi, pensanti e minacciosi, ma non se ne curò, fin quando non venne sollevato di peso e sbattuto al muro.
-Lo sapevo che anche questa volta c'eri di mezzo tu! Che cazzo le hai fatto, bastardo? Non ti era bastata tutta la sofferenza che le avevi già inflitto? No, non eri contento, dovevi vederla inerme in un letto d'ospedale.-
Guardò il suo aggressore negli occhi e vi lesse un mare immenso di rabbia e dolore.
Sota un tempo era stato il suo migliore amico, ma anche con lui aveva sbagliato.
Chiedere scusa, non sarebbe servito a nulla.
Si divincolò, allontanando le mani dell'amico dal proprio collo.
Poteva dargli torto?
Sebbene fosse ben lontano da ciò che lui desiderava, la salute di Kagome era stata messa a rischio, per mezzo suo.
Poteva biasimare Sota?
Se al posto di Kagome ci fosse stata sua sorella, lui come si sarebbe sentito?
-E' stata Sakura ad avvisarti?-domandò.
-Che differenza vuoi che faccia? Mia sorella sta patendo chissà cosa a causa tua. Che cazzo sei venuto a fare? Avrei dovuto spaccarti la faccia molto tempo fa. Sparisci, sparisci dalla vita di Kagome.- ringhiò.
-Non potrei mai farlo.- sussurrò di rimando InuYasha.
-Che cosa?- latrò il fratello della ragazza, tornando ad afferrarlo e scuotendolo malamente, sordo alle preghiere di Sakura e Sango.
-Tu non hai capito un bel niente, Sota. Ho fatto molto male a tua sorella e me ne pento, ma non avrei mai potuto immaginare che le mie scelte azzardate ci avrebbero condotti a conseguenze simili.
Ti giuro che non sapevo nulla del bambino, fino a quando non sei stato tu stesso a rivelarmelo. Kagome me l'ha tenuto nascosto e, nonostante io sia terrorizzato al sol pensiero, desidero davvero prendermi cura di questa creatura.- dichiarò.
Sota lo studiò intensamente, prima di lasciarlo andare.
Arretrò di qualche passo, facendo sospirare di sollievo Sakura.
-Questo non cambia poi molto, InuYasha. Potevi anche non essere a conoscenza della gravidanza, ma hai procurato tanta sofferenza gratuita a mia sorella. Kagome non lo meritava. Ti avevo detto di starle lontano, pregato di non giocare con lei, ma tu non mi hai ascoltato e hai calpestato tutto: i suoi sentimenti e la nostra amicizia.-
InuYasha sorrise, amaramente.
-Vorrei poter esprimere a parole tutto il risentimento che provo verso me stesso, ma non ne sono capace. Sono stato un vero stronzo, ma troverò il modo di farmi perdonare.-
Sota ghignò, serafico.
-Dovrai faticare parecchio, allora.-


 

Sul gruppo calò il silenzio, spezzato qualche istante dopo dall'arrivo del medico che aveva soccorso la ragazza.
-Dottore, come sta mia sorella?- domandò, preoccupato, Sota, rubando le parole ad InuYasha.
-Per il momento le sue condizioni sono stabili, siamo riusciti a normalizzare la situazione. Ha bisogno di riposo: è stremata e ha perso molto sangue.-
-E il bambino, dottore? Il nostro bambino sta bene?-
-E' presto per dirlo. Per il momento, come dicevo, le condizioni di madre e feto sono stabili. Monitoreremo l'evolversi della situazione.- spiegò l'uomo.
-La terrete qui, quindi?- chiese Sango.
-Sì, almeno fino a quando lo riterremo necessario.-
-Cosa le è accaduto, dottore?-
-Sua sorella ha avuto un distacco della placenta(*). Non è una cosa insolita, ma più la gestazione è avanzata più diventa una cosa complicata. Al momento entrambi sono fuori pericolo, ma sua sorella dovrà osservare un assoluto riposo: niente sforzi, astinenza sessuale, niente stress, niente emozioni forti.- ordinò.
-La ringrazio. Mi scusi, devo avvisare i miei genitori.- sostenne Sota, allontanandosi.
-E' possibile vederla?- chiese InuYasha.
-Può starle vicino, a patto che non la faccia affaticare. Le abbiamo dato qualcosa per aiutarla a riposare. Mi raccomando, badi che non si sforzi.-
Il giovane annuì, prima di avviarsi in direzione dei reparti.


 

Quando Kagome si svegliò, faticò non poco a ritrovare il contatto con la realtà.
Un “bip” fastidioso e persistente le irritava le orecchie, sentiva il corpo indolenzito e un fastidio appena accentuato al ventre.
Tentò di sollevare la mano per avvicinarla al grembo, ma qualcosa di pesante ostacolava i suoi movimenti.
-Kagome, sei sveglia? Riesci a sentirmi?-
Quella voce..InuYasha..la riconobbe immediatamente.
Come in un terribile film, le ritornò tutto alla mente: il pub, Sango e Sakura, Micchen, InuYasha, il sangue.
Sbarrò gli occhi e tentò di sollevarsi a sedere, ma i fili dei macchinari glielo impedirono.
Il ragazzo che le stava accanto fu celere: le afferrò le spalle, fermandola, e comprese la fonte della sua paura, leggendo il turbamento in quegli occhi nocciola.
-Calmati, Kagome. Non devi fare sforzi.- le ingiunse.
La ragazza tentò di rispondere, ma dalla gola secca fuoriuscì solo un lamento grezzo, un singhiozzo soffocato.
-Sssh, non è accaduto nulla, il nostro piccolino sta bene. È forte, proprio come la sua splendida mamma.- la rassicurò.
L'aiutò ad adagiarsi sui cuscini, prima di porgerle un bicchiere d'acqua, che lei sorseggiò.
Da spettatore esterno, la vide piangere silenziosamente, accarezzandosi il grembo.
Quanto amore poteva contenere quel corpo così minuto?
Kagome era cosi: amava senza se e senza ma, donava tutta sé stessa e lui aveva gettato via tutto ciò che lei gli aveva donato.
L'aveva calpestato e rifiutato e adesso moriva dalla voglia di riaverlo indietro.
Voleva che Kagome tornasse a sorridere, che tornasse a guardarlo con occhi felici e pieni di amore, voleva riconquistarsi il diritto di starle vicino, abbracciarla e consolarla.
-Cosa mi è accaduto?- domandò lei, richiamando la di lui attenzione.
-Hai avuto un distacco della placenta; il dottore dice che si tratta di una cosa al quanto usuale. Non c'è pericolo, ma dovrai osservare un assoluto riposo: niente sforzi, niente stress, emozioni troppo intense.- le spiegò.
Kagome sollevò il volto, incatenando i loro sguardi.
-Sarà davvero difficile, allora.- sussurrò.
Il ragazzo le si accostò, sedendole accanto e prendendole la mano.
- Non dire così, giuro che ci sarò io vicino a te.-
Kagome ebbe l'istinto di ritrarsi, ma la tentazione di riassaporare la sensazione che da sempre le provocava l'intrecciarsi delle loro dita, fu irresistibile.
La pelle di lui era piacevolmente calda e la sua presa, delicata ma decisa, rassicurante.
Sembrava dirle "ci sarò", ma sapeva che quella era una promessa che lui non avrebbe mai saputo mantenere.
InuYasha era così: impetuoso, indomabile, affascinante, seducente e pericoloso come il fuoco. Era capace di accendere in lei la stessa brama, ma quelle irruenti e travolgenti fiamme lei non era in grado di domarle, gestirle, l'avrebbero consumata da dentro, rendendola inutile cenere.
-Ti ringrazio per avermi difesa, prima.-
-Non dirlo nemmeno, quel bastardo la pagherà per ciò che vi ha fatto. In ogni caso, non permetterò che accada mai più qualcosa di simile. Da questo momento, vi starò accanto sempre, vi proteggerò.-
Kagome sorrise, amaramente.
Quelle parole erano quanto di più simile avrebbe voluto sentire, ma sapeva che erano solo la paura e il dovere morale a spingerlo.
- Non dire queste cose, non è affatto necessario. Questo bambino ha bisogno di un padre e, se tu davvero lo desideri, farai parte della sua vita.-
-Certo che lo desidero, ma questo non mi basta. Io..so di aver sbagliato, ma ti rivoglio accanto. Mi manchi terribilmente, Kagome..Ti rivoglio nella mia vita.- dichiarò, serio.
Lei, come scottata, ritrasse velocemente la propria mano, distogliendo lo sguardo.
- Non fare promesse che non sei in grado di mantenere. È solo la paura per l'accaduto che muove la tua lingua.-
Era pericoloso cedere al desiderio di cose che sapeva non avrebbe mai potuto avere.
- No, Kagome, le mie parole non sono affrettate. Sono sicuro di ciò che voglio. Sono stato uno stupido, il mio comportamento è stato imperdonabile, ma saprò riconquistare la tua fiducia e farmi perdonare. Te lo prometto! Non c'è nulla che io voglia più di te e questo bambino.-ripeté.
Kagome si voltò a fissarlo e InuYasha tacque.
Quegli occhi nocciola lucidi, avevano qualcosa di diverso, una profondità che lui non aveva mai scorto.
- Non puoi capire, non puoi farlo davvero. Quando mi hai lasciata, mi hai ferita, il dolore mi ha quasi annientata, ma avrei saputo dimenticare facilmente qualcosa del genere. Ma c'è stato tanto altro, InuYasha. Oltre il dolore della separazione, mi hai inflitto la pena dell'umiliazione e questo non lo meritavo.
Non potrò mai spiegarlo a parole, tu non sai come ci si sente a provare nello stesso istante furia, risentimento e amore incondizionato. Volevo odiarti per ciò che mi stavi facendo, ma riuscivo solo ad amarti ancora più forte.
Tutte queste emozioni contrastanti mi hanno scavato una terribile voragine nel petto che non si sanerà mai, che mi fa male ogni volta che provo a respirare.
Il bambino..Sono stata quasi gelosa del mio stesso figlio. Non riuscivo a capire perché volessi lui, ma non me. Che cosa ignobile per una madre!
Ho sentito la tua mancanza ogni giorno, ogni notte. È una sensazione subdola che si infila in ogni fibra del tuo corpo, la senti negli occhi che iniziano a pizzicare, nei singhiozzi che squarciano le tenebre e nella terribile impressione di sentirti vuota ed inutile.- gli spiegò.
Nella sua voce, spezzata, non c'era accusa o biasimo, solo un mare irrefrenabile di dolore.
Il ragazzo comprese che era vero: non avrebbe mai potuto capire fino a che punto il suo agire egoista l'aveva ferita, l'aveva cambiata. Aveva spezzato, per pura stupidità, uno spirito dolce e vitale come quello di Kagome.
L'aveva lasciata sola, ma non voleva credere che fosse troppo tardi.
Delicatamente le afferrò il mento tra le dita, costringendola a voltarsi.
Immerse i propri occhi in quelli di lei e lasciò che a parlare fosse il proprio cuore.
-Dovresti odiarmi immensamente per ciò che ti ho fatto, almeno quanto io odio me stesso.Non potrò mai perdonarmi, ma prometto che passerò ogni giorno della mia vita a chiederti scusa, a tentare di conquistare nuovamente il tuo rispetto e la tua fiducia. Senza di te io non sono nulla, Kagome.-
-Io...-
-Se sono con te, con voi, non ho bisogno di altro.Le corse in moto, le risse, le donne, appartengono ad un passato che non mi riguarda più. Voglio solo stare con te, crescere nostro figlio insieme. Solo questo riesce arrendermi completo, sazio. Insomma, Kagome, io ti a..-

-Che diavolo ci fai tu qui? Allontanati immediatamente dalla mia nipotina, brutto schifoso.-
La voce del nonno di Kagome rimbombò tra le spoglie pareti, rompendo quell'atmosfera di intimità.
InuYasha fu costretto ad allontanarsi, malvolentieri, per far spazio alla mamma della ragazza.
-Come stai, tesoro mio? Che cosa ti è accaduto?- domandò apprensiva la donna, studiando la figura della figlia.
- Non preoccuparti, mamma. Sto bene!- dichiarò Kagome, senza smettere di fissare InuYasha.
-Ragazzo, vieni fuori con me. Abbiamo un discorso da affrontare.- gli ingiunse il nonno.
Il giovane si morse il labbro per non rispondergli a tono. Poteva capire il biasimo di quel vecchietto, ma lui voleva restare accanto a Kagome.
- La nostra conversazione non è conclusa. Ci vediamo dopo.- le sussurrò, seguendo l'anziano fuori dalla camera.


 

Non si curò delle dell'attempato signore, troppo concentrato sui propri pensieri.
Era stato così vicino a dirle tutto, a confessarle i propri sentimenti.
Se solo non li avessero interrotti..
- Mi hai capito bene, ragazzo? Non dovrai più avvicinarti a mia nipote.-
-Che cosa? Sta scherzando? Potrà anche odiarmi, ma le ricordo che è mio figlio quello che Kagome porta in grembo.-
-Purtroppo lo so bene, così come so che è tutta colpa tua se lei e il mio nipotino hanno rischiato la vita. Una donna vive l'attesa di un figlio con trepida aspettativa, con felicità, ma tu l'hai privata anche di questo. È stato talmente grande il peso che Kagome ha dovuto portare da sola, che ora si trova in queste condizioni.-
-Ha ragione, ma intendo fare ammenda. Voglio Kagome al mio fianco, non può impedirmi di vederla.-
-Ti sbagli, ragazzo. Quel che è vero è che non posso decidere per lei. Una volta fuori da quel maledetto letto d'ospedale, prenderà da sé le proprie decisioni, ma fino ad allora non la vedrai. Ho già dato disposizione alla sicurezza e ai medici.-
-Questo è ingiusto.- ringhiò, serrando i pugni.
- Lo è esattamente come sentirla urlare e piangere la notte senza poter far nulla. Un anziano non dovrebbe assistere a cose del genere e a causa tua, io ho visto mia nipote distruggersi giorno dopo giorno.- dichiarò, voltandogli le spalle e allontanandosi.
InuYasha serrò la mascella, furente.
L'enorme ira che sentiva era tutta rivolta contro se stesso.



(*) La placenta è  è un organo temporaneo, deputato agli scambi metabolici tra la madre e il feto presente nell'utero della maggiore sottoclasse dei mammiferi.Il distacco intempestivo di placenta è una complicanza della gravidanza causata dal distacco parziale o completo della placenta dall'utero prima dell'espletamento del parto. Tale evento è considerato una emergenza medica in quanto può condurre ad emorragia materna massiva e a diversi gradi di sofferenza fetale.
[Fonti: Wikipedia]
Perdite di sangue, dolori all'addome e ventre all'improvviso duro sono i segni che possono preannunciare un distacco della placenta. Più la gravidanza è inoltrata, più la patologia è rischiosa. Solitamente, osservare un riposo assoluto è ciò che i dottori consigliano.


NOTE DELL'AUTRICE:
Eccoci qui e, per quanto alcuni di voi mi considerassero una sadica senza cuore, non ho ucciso il piccolino, ancora.
Questo sarebbe dovuto essere l'ultimo capitolo, ma mi sono resa conto che vi stavo facendo aspettare decisamente troppo, così ho deciso di spezzarlo. La seconda e ultima parte, arriverà comunque a breve.
Dunque, sono super curiosa di scoprire il vostro parere su questo penultimo capitolo. Cosa deciderà di fare Kagome? Le scommesse sono aperte :)
Baci

 

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Capitolo 20
*** Tempi di decisioni (2° parte) ***


-Allora, bellezza, hai davvero deciso di farmi aspettare. Vuoi fare la difficile! E va bene, sappi che non mi arrenderò. La pazienza non mi manca.-
Kagome ridacchiò, per la marcata drammaticità di quelle parole.
-Key, ti ho detto che non ho ancora preso una decisione. Sono appena stata liberata dalla mia gabbia dorata, non so se mi permetteranno di raggiungere l'altro lato del mondo. Probabilmente temono che con la fortuna che mi accompagna, causerò un disastro aereo.-
-Sciocca, sono solo preoccupati per te, come lo sono anche io. Hai rischiato molto e questo non deve più accadere.- dichiarò, serio.
La ragazza si accarezzò distrattamente il ventre, decisamente più visibile al di sotto della leggera t-shirt.
- Lo so, non permetterò più che la salute del mio bambino venga messa a rischio.-
-Insisti? Ti ho già ripetuto, che quella lì dentro, è una marmocchia, non un marmocchio.-
-Non fa differenza, l'importante è che sia sano.-
-Non solo lui, Kagome. Voglio che anche tu stia bene, ti voglio felice. Rivoglio la ragazza piena di vita che ho conosciuto qualche mese fa.-
-Questo è più difficile, temo.-
-Non è vero. Hai bisogno di chiudere i ponti con un passato che ti ha causato solo dolore e problemi, di cambiare aria e ricominciare. Vieni qui, io ti sto aspettando! Sarò al tuo fianco in ogni momento.-
Kagome tacque, impreparata.
Il cuore aumentò leggermente i battiti nel sentire quelle parole.
Non era cieca, tanto meno stupida, aveva compreso l'interesse di Key, i di lui sentimenti, ma cosa voleva lei davvero?
-Ehi, mi hai sentito?-
-Sì, scusami, ero sovrappensiero. Ti ho promesso che ci penserò, non lo dico giusto per.-
-D'accordo, non ti farò pressione, ma sappi che mi manchi e che ho una voglia matta di vedere te e il tuo enorme pancione.-
-Non sono un fenomeno da baraccone, né una mongolfiera.- ribatté,infastidita.
-Vedremo. Kagome, io ci conto. La vita ti sta offrendo una nuova possibilità, non sprecarla.-
Rimase in silenzio, mentre la telefonata, dall'altro lato, veniva interrotta.
Sospirò, esausta, preda della pesantezza dei suoi stessi pensieri.
Aveva abbandonato l'ospedale da due settimane, per far ritorno a casa.
Il riposo assoluto, al quale era stata costretta, le aveva lasciato un'enormità di tempo per pensare, per riflettere.
Ora che le condizioni del suo bambino erano stabili, era giunto il momento di tirare le somme, di prendere decisioni.
Non vedeva InuYasha dalla notte in cui si era sentita male e forse era stato meglio così.
Aveva compreso l'agire del nonno e lo aveva accettato.
Lui l'aveva cercata, l'aveva riempita di messaggi, per accertarsi delle sue condizioni, ma la ragazza non sapeva come sentirsi al riguardo.
La voleva ancora nella sua vita, voleva starle accanto, crescere insieme il loro bambino, così le aveva detto, lo ricordava bene.
Cosa voleva davvero lei, si chiese.
Amava InuYasha, in modo illogico e irrazionale, di questo era cosciente, ma aveva la sensazione che non bastasse più, che non fosse più sufficiente.
Non erano il risentimento e la rabbia ad offuscare il suo giudizio, ma qualcosa di più radicato, di più irreversibile: non si fidava più di lui, delle sue parole.
Era un dualismo contrastante, qualcosa che le faceva bene e male, una sensazione che sorgeva dalle parti più recondite del suo essere: lo amava, ma non poteva tornare con lui.
Ricominciare come se nulla fosse accaduto era impensabile, una prospettiva irrealizzabile.
Tuttavia, si struggeva per il desiderio di averlo vicino, soltanto per sé, come forse non lo era mai stato davvero.
E poi c'era lui: Key.
Non si trattava di una scelta, era InuYasha quello che amava, ma il ragazzo americano incarnava la possibilità di una nuova scelta, la prospettiva di qualcosa di diverso.
Lui stesso aveva usato quelle parole "una nuova possibilità per essere felice".
Agognava serenità, ma poteva davvero essere felice senza l'uomo che amava?
Gli ultimi mesi erano stati terribili, sfiancanti. Un'altalena di sentimenti spiacevoli e di cambi d'umore che nulla avevano a che vedere con i "sintomi della gravidanza".
Essere felice le sembrava, in quel momento, un traguardo così lontano.
La spensieratezza, l'allegria, la gioia di vivere, che da sempre le erano appartenute, sapeva, non le avrebbe riconquistate neanche con il ritorno di InuYasha.
Prima, aveva compreso, avrebbe dovuto far pace con se stessa, imparare a convivere con la nuova persona che era diventata.
Aveva amato fino ad annullarsi e aveva capito che il suo era stato un grave errore.
Non si pentiva dell'amore donato, ma solo di non aver saputo voler bene anche a se stessa.
La sua era stata un'ossessione che l'aveva annientata e della quale voleva liberarsi.
D'ora in poi, l'unica cosa che avrebbe messo al primo posto, sarebbe stato solo il benessere del suo bambino.
La sua decisione l'aveva presa nell'istante stesso in cui aveva posto quella domanda al dottore, senza neanche ragionarci.
Ce l'avrebbe fatta anche lei, ci sarebbe riuscita e l'avrebbe fatto solo per lei e il suo bimbo.
La strada da percorrere non sarebbe stata facile, ma non sarebbe tornata indietro.
Pregò, tuttavia, affinché lui trovasse la forza necessaria a capirla ed appoggiarla.

 


Sbuffò, gettando lontano il libro che, invano, aveva tentato di leggere per occupare il tempo.
Guardò l'orologio e imprecò: le lancette sembravano decise a non girare.
Era ansioso, smanioso: finalmente l'avrebbe rivista.
Il messaggio che lei gli aveva inviato era stato spoglio, minimo, ma quell'invito a incontrarsi per lui aveva significato molto.
Erano state quattro settimane lunghe, interminabili, trascorse nell'impossibilità di vederla e starle accanto.
Sapere che lei e il piccolo stavano bene l'aveva rassicurato, ma non era stato sufficiente.
Risolveva Kagome, ne aveva bisogno.
Voleva abbracciarla ogni volta che ne avesse avuto voglia, addormentarsi con lei e risvegliarsi al suo fianco, voleva vedere il suo ventre arrotondarsi per far crescere il loro bambino.
Grazie ai consigli di Miroku e Kohaku, e all'intercessione di Sakura, la tensione tra lui e Sota si era attenuata, ma sarebbe stato così semplice anche ottenere il perdono di Kagome?
Riavere accanto uno dei suoi migliori amici era stato un grande traguardo, ma non gli bastava.
I giorni trascorsi lontani gli erano serviti, più di qualunque altra cosa.
Aveva assaporato pienamente il dolore di saperla lontana, la crudezza del dubbio, il logorio dell'incertezza.
Immaginare il dolore che aveva patito Kagome per mano sua gli era impossibile.
Non riusciva a capacitarsi di come avesse fatto ad essere tanto stupido.
Aveva avuto la felicità a portata di mano e l'aveva gettata via, sputandoci su.
Era certo di non meritarla, ma era sempre stato egoista e non sarebbe cambiato in quel momento.
Ne aveva un disperato bisogno, perché solo Kagome aveva saputo dare un senso ai suoi giorni e lui, dal canto suo, si sarebbe impegnato davvero per rendere felice lei e il loro bambino.
Non importava quanto ci sarebbe voluto, avrebbe lottato con le unghie e con i denti, fino a quando non l'avresse riavuta.

 

 

Un'ora dopo, seduti l'uno di fronte all'altro, non avevano smesso di fissarsi.
Il silenzio calato era teso, inquieto.
Mille parole non dette aleggiavano tra loro, in attesa di essere pronunciate.
-Sono felice di vederti.- dichiarò lui, sorridendole. -Sei sicura di stare bene?-
-Sì, InuYasha, io e il bambino stiamo benissimo, fortunatamente.- lo rassicurò.
- Ho avuto molta paura. Il pensiero di potervi perdere mi dilaniava.-
Kagome deglutì, tentando di ritrovare il coraggio perduto e le parole.
Aveva riflettuto sulla propria decisione, ma comunicarla ad InuYasha era la parte più difficile.
Esprimere ad alta voce i propri pensieri avrebbe fatto male anche a lei.
Avrebbe voluto farlo in fretta, per non rendere tutto più difficile, ma ora che nuovamente lo vedeva e l'aveva vicino, ora che risentiva il suo profumo e la sua voce, non voleva allontanarlo.
-InuYasha, dobbiamo parlare.- annunciò.
-Certo che dobbiamo farlo, abbiamo molte cose da dirci.-
-Lascia che sia io per prima ad esprimermi, ma promettimi che non mi interromperai, che mi ascolterai fino alla fine.-
Gli occhi di lui si assottigliarono, attenti.
- Non mi piace come inizio, ma te lo prometto.-
La ragazza respirò profondamente, cercando di raccogliere coraggio e volontà.
-Noi due ne abbiamo passate tante, InuYasha. I mesi trascorsi insieme sono stati..intensi, nel bene e nel male.
Non tornerò a ripeterti quanto dolore mi abbiano portato le tue scelte, non ce n'è bisogno, voglio concentrarmi sulle cose belle.
Ti ho amato, profondamente, intensamente e da questo sentimento è nata una piccola creatura che cresce dentro me..Cosa potrebbe esserci di più bello?-
-Non c'è nulla più bello di voi.- la interruppe.
Kagome arrossì leggermente, ma non si lasciò distrarre
-Ho pensato tanto a ciò che mi hai detto quella notte.
L'idea di ricominciare, di crescere questo bambino insieme..credimi, non c'è nulla che io desideri di più.-
-Allora permettimi di restarti vicino, amore mio. Non sbaglierò ancora, te lo prometto.-
-C'ho pensato, ho creduto fosse la scelta migliore, ma ho dovuto ricredermi.-
-C..che vuol dire? Non puoi..-
-Ascoltami, ti prego. Me l'hai promesso.- Prese fiato, poi continuò. -InuYasha, so che le mie potranno sembrarti le stupide parole prese da qualche stupido libro, ma ti assicuro che al momento non me ne vengono altre. Devi credermi, se ti dico che il problema non sei tu, ma io.-
-Spiegati meglio.- le chiese, la voce ridotta ad un flebile sussurro.
-Io non ho più fiducia in te, non ho più fiducia in me stessa. In questi mesi non ho fatto altro che piangermi addosso, che lasciarmi sprofondare nella sofferenza e io non voglio più essere questo genere di persona. Non voglio essere questo genere di donna, non voglio essere questo genere di madre.
Cosa sarebbe accaduto se il bambino fosse già nato? Avrei smesso di prendermi cura di lui?
L'avrei affidato a mia mamma, a Sango o a tua sorella perché troppo depressa per cullarlo mentre piange?
No, decisamente non voglio essere così.-
-Cosa stai tentando di dirmi, Kagome? È finita, non mi vuoi nella tua vita? Ho già ammesso di aver sbagliato, purtroppo rimpiangerò per sempre i miei errori, ma non posso cancellarli. Però, ti prometto che mai qualcosa di simile accadrà di nuovo. Sarò sempre presente, per te e il bambino.-
Promesse, giuramenti, belle parole, che però non lenivano il dolore che ancora provava.
Era arrivata ad odiare se stessa, a sentirsi inadeguata e quello non sarebbe mai cambiato.
-Voglio dire, InuYasha, che l'amore che provo per te è diventato un'ossessione, qualcosa che mi impedisce di dormire e di respirare, che non mi permette di vivere e le dipendenze insensate non portano mai a nulla di buono. Non ti voglio lontano, ma ho bisogno di disintossicarmi, di trovare il giusto equilibrio per offrire il meglio a me stessa e a nostro figlio.-
In un gesto brusco InuYasha le afferrò entrambe le mani, stringendole.
-Anche io voglio solo il meglio per questo bambino, per noi. Saremo una famiglia, Kagome, cosa potrebbe esserci di preferibile?-
Il fiato le si mozzò in gola nel sentire quella parola. Una famiglia: lei, InuYasha e il loro piccolo.
Ogni volta che si era concessa di pensarci, la sua mente non era mai stata in grado di focalizzare una simile immagine. Ogni volta che pensava al futuro, tutto ciò che riusciva ad immaginare, a vedere, era lei stessa con il loro bimbo, oppure lei in compagnia di InuYasha.
Perché, mai, era riuscita ad immaginare loro tre felici?
Comprese che l'idea di "famiglia" di cui InuYasha le stava parlando, lei non l'aveva mai presa in considerazione.
Puntò il proprio sguardo in quegli occhi ambrati che tanto amava e si sentì colpevole, crudele.
Non era mai stata in grado di contemplare un simile pensiero, troppo assorta ad arrancare per cercare di non affogare, a trovare mille modi per legarlo a sé.
-Andrò via, starò fuori per un po- proclamò, brusca, decisa più che mai.
-Che significa che andrai via?- chiese allarmato.
-I coniugi Mine mi hanno offerto ospitalità in casa loro. Mi trasferisco in America, parto tra tre giorni.-
InuYasha scattò in piedi,sbattendo un pugno sul tavolo.
-Sei impazzita? Mi pianti per correre dal damerino americano? Non esiste, non te lo permetterò, Kagome. E mio figlio? Non ci hai pensato? Non puoi tenerlo lontano da me. Dovrai prendere un aereo, cosa accadrebbe se ti sentissi male? Se perdessi il bambino?Non puoi farmi questo, ti prego non farlo.-
La ragazza rimase in silenzio, aspettando che lui si ricomponesse.
Aveva preventivato una reazione simile, sapeva che lui non sarebbe rimasto immobile a guardarla partire.
-Calmati e ti spiegherò tutto! Non te lo sto portando via, InuYasha, si tratta di una soluzione temporanea. Ti giuro che tornerò prima della nascita, non mi sognerei mai di escluderti dalla vita di tuo figlio. Non sono un'incosciente, mi sono informata(*), il viaggio non metterà minimamente a repentaglio la vita del bambino.- gli spiegò, calma.
InuYasha chinò il capo, probabilmente nel tentativo di nascondere gli occhi lucidi.
-Non farlo, Kagome. Senza te non resisterò.- la pregò.
-InuYasha, io..-
-So di aver sbagliato, ma non farmi questo. Se hai bisogno di tempo, faremo le cose con calma, ma non andartene, non lasciarmi.-
-Mi spiace.-
-Kagome, non lo capisci? Dannazione, io ti..-
-Non dirlo!- strillò, bloccandolo.
- Non pronunciare quelle parole ora che non servirebbero a nulla, se non a seminare maggiore amarezza. Se davvero provi questo per me, InuYasha, devi dimostrarmelo.Lasciami libera, lasciami andare, solo così potrò davvero capire.-
Il ragazzo strinse i pugni, in una maniera che Kagome immaginò essere dolorosa.
-Non è passato molto dal giorno in cui io ti ho confessato i miei sentimenti e nulla mi sarebbe piaciuto più che sentirle pronunciare anche a te simili parole, ma questo non è il momento giusto. Non sprecarle, non gettarle via. Questo, InuYasha, non è più il tempo dei discorsi, ma delle dimostrazioni. Se è davvero questo ciò che provi per me, dimostramelo!-
Tra i due giovani calò il silenzio.
- Sai cosa mi stai chiedendo? Quando andrai via, per me sarà come morire. La tua mancanza mi soffocherà- le disse, in un flebile sibilo- ma se è davvero questo ciò che vuoi, non ti fermerò, rispetterò la tua decisione. Questo sarà il primo passo per dimostrarti che ho compreso i miei errori e che intendo porre rimedio.-
-Grazie, InuYasha.-
Senza aggiungere altro, con un peso sul cuore, Kagome si alzò, decisa ad allontanarsi.
Rivolse un ultimo sguardo al ragazzo, che ancora teneva il capo chino.
Avrebbe voluto dir qualcosa, vedere ancora una volta i suoi occhi, ma seguì l'istinto e andò via.
Sentiva l'esigenza di piangere, di liberarsi dell'enorme peso che le gravava sullo stomaco e sul cuore, ma le lacrime parevano non voler uscire.
Aveva bisogno di mettere distanza tra di loro, per non rischiare di cedere ad insane tentazioni.
Sobbalzò, quando si sentì delicatamente afferrare un polso.
Prima che potesse dir qualcosa, fu zittita dalla bocca di InuYasha, che calò prepotente sulla sua.
Fu un bacio tumultuoso, carico di sentimenti, famelico. Le loro lingue si incontrarono, bramose di riallacciarsi e riassaporarsi.
Le mani di lui corsero sui fianchi della ragazza e quelle di lei tra i capelli del ragazzo.
Il tempo parve fermarsi, in quell'attimo di assoluta perfezione.
Si staccarono, solo per riprendere aria.
InuYasha depositò un altro delicato bacio su quelle labbra rosee, prima di allontanarsi.
Pronunciò le ultime parole, incatenando i loro sguardi.
-Kagome, non ti perderò, non senza aver lottato. Vola dall'altra parte del mondo, se è ciò che desideri, non c'è tempo o distanza che possa annullare ciò che proviamo. Io ti aspetto!- le disse, prima di voltarsi ed allontanarsi.



(*)Ci tenevo molto a non scrivere cavolate riguardo il poter volare, dopo il problema riscontrato da Kagome. I pareri, al riguardo, sono molto discordanti. Sommariamente, girovagando su internet, molti specialisti, tendono a dichiarare che col riassorbimento totale del distacco, il volo non dovrebbe comportare rischi.

NOTE DELL'AUTRICE:
Sera a tutti,
vi chiedo perdono, innanzitutto, per il grande ritardo. Non sto qui a spiegarvi i motivi, ma premetto che non era mia intenzione tardare così tanto.
Eccoci qui, al capitolo finale, vi aspettavate una svolta del genere? Sono curiosissima di conoscere i vostri pareri.
Ormai manca solo l'epilogo, dopo di ciò questa storia sarà definitivamente chiusa!
Perdonatemi se sono in ritardo anche con le risposte alle recensioni e con i commenti alle vostre storie, recupererò in questi giorni :)
Un ringraziamento particolare lo devo a Serena, a Faby, a Lune e a Chiara per i consigli. 
A presto :D
Baci

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Capitolo 21
*** Epilogo: The power of love! ***


Gli alberi del parco si erano tinti delle tonalità tristi e tenui dell'autunno.
Il miscuglio dorato, bronzo e rossiccio delle foglie, contrastava nettamente con quel cielo insolitamente azzurro e sereno.
Il vento leggermente freddo le scompigliava i capelli, ma Kagome parve gradire quella fresca e particolare carezza.
Chiuse gli occhi, spingendo il capo innanzi, quasi a voler cogliere e catturare tutti gli odori e i sapori che quella delicata brezza portava con sé.
Le piaceva il nuovo continente, era affascinata dalle strane usanze dei suoi abitanti, dagli ampi e soleggiati parchi, dai lunghi caffè e dalla frenesia delle persone, che sembravano non aver mai tempo.
Le piaceva vivere con i Mine, avere Key sempre vicino, pronto a confortarla e a sostenerla, ma sentiva di non appartenere a quella terra, sapeva che quella non era la sua vita.
InuYasha..il suo pensiero non l'aveva mai abbandonata.
Si era allontanata da lui sperando di capire, sperando che lui comprendesse..e forse l'aveva fatto.
Lui non aveva mentito: l'aveva aspettata, ma a suo modo.
Dopo appena una settimana dal suo arrivo nella cittadina americana, InuYasha l'aveva raggiunta.
Non l'aveva cercata, non nel senso più comune del termine.
Il loro era stato un muto appuntamento, un silenzioso e lento riavvicinarsi,ritrovarsi.
Non c'erano state parole, quel parco non molto frequentato era diventato il loro piccolo mondo, il loro punto d'incontro.
InuYasha era sempre il primo ad arrivare, l'attendeva e restava a fissarla in silenzio, da lontano.
I suoi occhi non abbandonavano mai la sua figura, Kagome ne era consapevole.
Sebbene all'inizio non avesse apprezzato il suo gesto, quel chiaro ignorare i suoi desideri e le sue richieste, la sua muta presenza era diventata un sostegno.
Poteva vederlo, ma non toccarlo, non ascoltare la sua voce..almeno che non fosse stata lei stessa a chiederlo.
InuYasha era diventato la concretizzazione dei suoi pensieri.
E lei aveva pensato, a lungo.
Nonostante tutto il dolore, la sofferenza, sapeva di rivolerlo accanto, nella sua vita.
Si era ripromessa di imparare ad amarlo in un modo più giusto, razionale, ma aveva compreso che quello, forse, non avrebbe mai potuto farlo.
InuYasha scatenava in lei sentimenti irrazionali, burrascosi, irrefrenabili.
Accendeva i suoi sensi, le sue voglie, la riportava a nuova vita..e lei non voleva più spegnersi.
Avrebbero avuto un bambino, un magnifico ed indifeso piccolo esserino, che sarebbe dipeso da loro in tutto.
Per questo, ora sapeva, aveva capito.
Quello che erano stati, non sarebbe più tornato, non doveva più contare.
Anche loro, il loro amore, sarebbe dovuto nascere a nuova vita e sarebbe dovuto crescere e maturare in modo sano.
Sapeva che InuYasha era cambiato, che aveva finalmente capito. E sapeva, anche, che in caso contrario, questa volta lei sarebbe stata forte, per il loro bambino.
L'abbigliamento troppo leggero le causò un brivido, ma non vi badò.
Non si sarebbe mossa, quello era un giorno importante per lei, per loro.
Immaginava cosa sarebbe accaduto, l'aveva compreso nel momento in cui aveva visto la figura di InuYasha avvicinarsi ogni giorno un po di più.
Cautamente, lasciandole tempo e modo per arretrare, lui aveva azzerato le distanze, ma Kagome non si era mossa.
Lo stava aspettando.
Si sentì circondare da dietro, ma non sobbalzò, il profumo che tanto adorava, il suo profumo, l'aveva già raggiunta.
La sensazione di risentire quelle braccia forti chiudersi intorno a lei, quelle mani sul suo corpo, le fece perdere un battito.
Era quella la felicità, fatta di piccole cose: nessuna parola e un caldo abbraccio.
-Ti ho aspettato molto. La tua mancanza mi ha quasi fatto impazzire.- le mormorò lui, in tono roco, sprofondando il volto nei suoi capelli.
Quasi le venne da ridere. Avrebbe voluto fargli presente il fatto che non avevano mai smesso di vedersi, ma non voleva rovinare quel momento.
Tacque, aspettando che fosse lui a continuare.
-Ho aspettato di capire, di comprendere a cosa potesse servirci stare lontani, se ciò ci rendeva solo infelici.
Mi spiace, amore mio, ma temo di non aver compreso a fondo.-
Kagome sentì i muscoli irrigidirsi, sorpresa da quelle parole.
-Non potevo comprendere la tua decisione di allontanarti, non quando il destino stava offrendoci una nuova possibilità. Non potevo capire la tua esigenza di venire qui, in un paese sconosciuto, lasciando la tua famiglia, le tue amiche, lasciando me.
Non potevo capirlo e non potrò mai farlo. Tuttavia, ho imparato molte altre cose.
Ho insegnato ai miei occhi a saziarsi della tua figura, in questi lunghi mesi durante i quali le mie mani non hanno potuto toccarti.
Ho imparato a riconoscere il tuo profumo tra mille altri: tra il puzzo acre delle auto, tra l'odore dell'erba bagnata e tra l'aroma di quelle ciambelle che non smetti più di mangiare.
Ho provato la nostalgia, le lunghe notti senza di te, il vuoto che mi assale quando non mi sei vicina.
Ho imparato che il mondo è un posto vuoto e triste senza te.
Ho compreso che la tua non era una vendetta, o un castigo, ma solo un modo per ritrovare te stessa, per ritrovare noi dopo i casini che io stesso ho combinato.
Ho capito che senza te nulla ha senso e che probabilmente non ne avrò mai abbastanza di tutto ciò che sei.-
Kagome fremette, sotto il peso e l'intensità di quelle parole.
Sentiva il cuore battere impazzito, le mani sudate e il respiro affannoso.
Lui era lì, vero, finalmente poteva toccarlo.
Mancava così poco...
-Ho capito che posso racchiudere tutto ciò che sento, tutto ciò che sei per me, in sole tre parole. Ti amo, Kagome.-
Il vento soffiò più forte, trascinando via qualche foglia, prima che il silenzio calasse su loro.
Avrebbe voluto fare mille cose: piangere, stringerlo, baciarlo, ma lasciò che fosse il cuore a scegliere la strada.
Due lacrime le rigarono il viso, portando via ogni residuo di sofferenza e amarezza.
-Ti amo anche io, InuYasha.- sussurrò, stringendosi maggiormente a lui.

 

 

 

[Quattro anni dopo]

 

-Kagome, amore, questa cosa deve finire.- protestò, con un pelo di fastidio nella voce.
-InuYasha, ne abbiamo già parlato. Key è un mio amico e non smetterò di parlargli a causa della tua insensata gelosia.-
-Tsk, fa come vuoi! Mai una volta che mi desse ascolto, femmina cocciuta!-
Kagome ridacchiò, tornando a prestare attenzione alla lettera che aveva tra le mani.
Una mail sarebbe stata più pratica e veloce, ma il suo amico americano amava così tanto la corrispondenza epistolare che lei aveva smesso di farglielo notare.
Da quattro anni era lontana dall'America e avvertiva la nostalgia della famiglia Mine e del continente che l'aveva ospitata durante uno dei periodi più tristi della sua vita.
Durante quei quattro anni molte cose erano cambiate, o forse quasi nulla.
Ricostruire il suo rapporto con InuYasha non era stato semplice, aveva richiesto impegno, dedizione e sopportazione, ma l'amore che li legava aveva finito col crescere sempre di più e solidificarsi.
La nascita della piccola Yuki aveva portato una ventata di felicità nella loro vita..tanto da spingerli a ripetere l'esperienza, nonostante fossero ancora così giovani.
-Kagome, mi pareva che il dottore fosse stato chiaro: non devi sforzarti. Dovresti essere a letto, non piegata su quei libri o a leggere ciò che scrive quel damerino!- sbuffò, tornando all'attacco.
Era stanca, la gravidanza inoltrata la portava ad abbattersi facilmente, ma aveva deciso di continuare l'università e di dedicare allo studio il maggior tempo possibile prima della nascita del loro secondo bambino.
-Di un po', non dovresti essere a lavoro, tu?-
-Tsk! Pensi che potrei lasciarti sola? Non ho intenzione di perderti di vista nemmeno per un attimo.- sentenziò, guardandola di sbieco.
Si erano sposati, poco dopo la nascita della loro prima figlia.
InuYasha aveva deciso di lavorare nell'azienda di suo padre, per nulla interessato a proseguire gli studi.
-Non potresti andartene da qualche altra parte? Magari Miroku ha bisogno di te!- lo incoraggiò, desiderosa di sottrarsi ai suoi rimproveri.
-Quel pazzo psicopatico non fa che rompermi con le sue paranoie sul matrimonio e sui preparativi. Tze, manco stesse per sposarsi il principe Carlo.-
Miroku e Sango avevano convissuto per circa un biennio, finché avevano scelto, di comune accordo, di ufficializzare in maniera definitiva la loro unione.
Sota e Sakura, invece, avevano preferito procedere con maggiore calma, così come Koga e Ayame, felici della loro vita da giovani innamorati.
Sesshomaru aveva mantenuto la sua parola, finendo col trasferirsi in America, per restare accanto a Rin.
Chi, maggiormente l'aveva sorpresa, era stato Kohaku, l'amico storico di suo fratello.
Da alcuni mesi, aveva preso a frequentare Rea, loro compagna durante il viaggio- studio, rivelatasi non poi così antipatica.
-Allora, cosa ti scrive il damerino americano?- le domandò.
-Il suo nome è Key.-
-Lo so benissimo come si chiama!-
-La famiglia Mine intende ospitarci la prossima estate. Key dice che non accetterà un rifiuto e che, nel caso tu osassi protestare, verrà lui stesso fin qui per costringere a muovere quel tuo culo pesante.-
-Che cosa ha detto quel damerino?- strillò -Che ci provi! Deve solo permettersi di avvicinarsi alla mia famiglia.-
Kagome ridacchiò, divertita dalla gelosia mai affievolitasi di suo marito.
Aveva osato sperare che Key ed InuYasha imparassero ad andare d'accordo, ma i due continuavano a mal tollerarsi.
Tornò a concentrarsi sulla lettera, su quelle righe scritte in un giapponese ancora incerto.
Non era cambiato molto il suo migliore amico durante quegli anni.
Avrebbe voluto avere lei e diversamente nessun'altra, così le aveva detto.
E, fino a quel momento, aveva continuato indisturbato la sua carriera di playboy, cambiando ragazza ogni sera.
Charlotte, dal canto suo, pareva essersi innamorata di un cantante emergente, che proprio non voleva accorgersi di lei.
Ripiegò il foglio, ripromettendosi di rispondere al suo amico il prima possibile.
In quei quattro anni era cresciuta, tutti loro erano cresciuti.
Gli Youkai avevano cessato d'esistere, ma le amicizie e gli amori nati in quegli anni di corse folli e spericolate, di passioni adolescenziali, di vendette, lacrime, gelosia e dolore erano sopravvissute.
-InuYasha, smettila di blaterare.- lo richiamò -Vieni qui.- gli chiese, porgendogli una mano.
Il marito le si avvicinò, cingendola da dietro, come faceva spesso.
-Il giorno del nostro matrimonio hai giurato di dimostrarmi ogni dì ciò che provi per me. Forse, oggi, hai intenzione di infrangere i tuoi giuramenti nuziali?- lo schernì.
Il ragazzo la fissò, vagamente sorpreso, prima di unire la propria risata a quella cristallina di lei.
Le lasciò un bacio sul collo, prima di stringerla maggiormente a sé.
-Ti amo, Kagome.- le sussurrò, come aveva fatto quel giorno di quattro anni prima.
-Ti amo anche io, InuYasha.- gli rispose, come faceva tutti i giorni.



NOTE DELL'AUTRICE IPER-RITARDATARIA
Sì, sono io e sono viva xD (Ammesso che a qualcuno importi)
Alla fine, tra alti e bassi, aggiornamenti più o meno veloci, ce l'ho fatta a concludere questa storia *_*
Come accade ogni volta, ho quasi la sensazione che un piccolo periodo della mia vita sia giunto a termine :\
Bando alle ciance, l'epilogo è arrivato e spero davvero di non avervi deluso. L'ho letto, riletto, cancellato e riscritto, ma di meglio non sono proprio riuscita a fare.
Ci tengo, ora, a ringraziare tutti voi che mi avete accompagnato durante questo lungo percorso.
Un grazie a Serin, che mi ha consigliato, sopportato e supportato, a Faby che mi ha aiutato con i suoi pareri e alle ragazze del Vanilla's che hanno sopportato le mie paranoie! Lune e Chiaretta meritavano una citazione :D
Grazie aa tutti voi che avete recensito, che avete inserito la storia tra le seguite, preferite o ricordate! Spero tanto di esservi riuscita a strappare una piccola emozione mentre scorrevate di riga in riga..quello sarebbe il mio più grande successo :)
Quindi grazie, grazie e ancora GRAZIE :D
Per l'ultima volta, vi lascio il link del gruppo per chi avesse voglia di aggregarsi a noi:
https://www.facebook.com/groups/758064124210814/?fref=nf 
Baci :D

 

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