The New Yorker

di gleebrittanastories
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I - Ti dispiace? ***
Capitolo 2: *** Capitolo II - Starbucks ***
Capitolo 3: *** Capitolo III - Quinn ***
Capitolo 4: *** Capitolo IV - Ricerche ***
Capitolo 5: *** Capitolo V - Confidenti ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI - Orientamento ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII - Porsche ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII - The New Yorker ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX - Messaggi in codice ***
Capitolo 10: *** Capitolo X - Per amore ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI - Trekking ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII - Conoscenze ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII - Ops ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV - No ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV - Mr. Lopez ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI - Sicura ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII - Pierce ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII - Inverno ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX - Svolte ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX - In viaggio ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI - Notizionissime ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII - Distanze ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII - Valerie ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV - Annunci ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV - Qualcosa al di sopra ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI - Perfette ***



Capitolo 1
*** Capitolo I - Ti dispiace? ***


Nota dell'autrice
Questa è la mia prima ff in assoluto, i capitoli sono brevi e poco impegnativi. Conto di riuscire a pubblicare un capitolo ogni 2-3 giorni al massimo. Spero davvero che vi piaccia dato che la Brittana è la mia OTP, fatemi sapere cosa ne pensate.
Per qualsiasi cosa mi trovate qui: http://earth-without-art-is-only-eh.tumblr.com/
Buona lettura

Ti dispiace?”. Lei aveva sorriso e aveva avvicinato le ginocchia il più possibile al sedile per farla passare. E lei si era seduta e aveva guardato fuori dal finestrino. 

Lei, Santana Lopez, aveva cortesemente chiesto di sedersi su un autobus? Non solo lei non prendeva mai l'autobus, ma se lo faceva di sicuro non doveva chiedere niente a nessuno. Avrebbe al massimo pronunciato uno sgarbato “permesso”, per poi andarsi a sedere noncurante dell'altro passeggero. 

Eppure in quel momento le era sembrata la cosa giusta da fare, quando si era ritrovata la bionda tra se e il posto vuoto. E quando, mentre stava andando a sedersi, lei le aveva sorriso guardandola con quei occhi glaciali ma allo stesso tempo dolci e ingenui, era rimasta imbambolata. Aveva sorriso di rimando senza pensarci. 

Una volta seduta aveva guardato la ragazza con la coda dell'occhio, stava ancora sorridendo. 

 

“LOPEZ”, era Sue Sylvester. Il capo. 

Santana si riscosse dai suoi sogni, o ricordi? Aveva ripetuto quella scena nella sua mente talmente tante volte da non sapere più se fosse realmente accaduta. 

Decise che non doveva pensarci più, sarebbe stato controproducente avere distrazioni. Soprattutto in quel periodo in cui aveva molto più lavoro e intenzione di chiedere un aumento. 

Si alzò e uscì dal suo ufficio al 17° piano con ampie vetrate su New York. Da quella posizione si sentiva potente, al di sopra. Ma c'era qualcuno ancora sopra Santana. 

“Dimmi Sue” arrivò nell'ufficio della direttrice. 

“Fai uso di sostanze stupefacenti per caso?”. Santana era abituata a quelle domande, decisamente inaspettate. 

“No” rispose, in attesa di spiegazioni. 

“Allora perché le entrate da giovedì hanno subito un calo del venti per cento?” 

“Non saprei” 

“Allora lascia che te lo spieghi io. Passi il tempo su quella sedia con la testa tra le nuvole invece che allargando il mio impero. E non è la caduta di un asteroide a occupare i tuoi pensieri perché sono la nuova proprietaria della stazione di avvistamento. Quindi se non è una catastrofe di livello mondiale, spiegami per quale motivo le nostre azioni rasentano l'inattività” 

Santana era abituata anche a quelli, quei monologhi assurdi. 

“Non so come sia successo ma non succederà più” rispose sicura. 

“Sarà meglio. A meno che tu non ti sia stufata di stare al 17° e voglia trasferirti al piano terra, fuori dal portone, in una coperta”. Accennò un sorriso e tornò nel suo ufficio. 

Basta, disse a se stessa. Aveva guardato negli occhi una ragazza per qualche secondo, neanche ci avesse fatto sesso. Si concentrò sul computer e riuscì ad essere efficiente. Aveva lavorato più in quelle ore che in tutti i giorni successivi a quel giovedì, quando aveva dovuto prendere l'autobus. Infatti la sua macchina era praticamente distrutta, quella mattina aveva avuto un incidente. Naturalmente l'altro conducente coinvolto avrebbe preferito non essere nato quando Santana Lopez era uscita della sua Porsche nera. Sue sapeva essere una iena, Santana preferiva definirsi una pantera. Era meglio non farla arrabbiare se si teneva alla propria incolumità fisica e mentale. Anche il suo sguardo era felino, con quegli occhi neri penetranti e le ciglia lunghe. 

Per fortuna pagando qualche migliaio di dollari in più la sua Porsche era come nuova già quel giorno, lunedì. 

Venerdì e sabato l'aveva accompagnata Quinn, che lavorava vicino a lei. Quinn era la sua migliore amica storica. Si conoscevano da quando erano nate abitando in due case indipendenti una di fronte all'altra. Così erano andate a scuola insieme fino al liceo, e neanche concluso questo la loro amicizia era finita. Anzi, si era rafforzata e spostata a New York dove le due si erano trasferite. 

Ma in quei giorni non riusciva a non pensare che se avesse preso l'autobus forse l'avrebbe rivista. 

Lavorò per più di tre ore tra e-mail, chiamate e grafici . Doveva distribuire le azioni della Sue&Co sul mercato in modo da aumentarne il valore. Era una lavoro rischioso ma le piaceva e le piaceva avere un intero team di informatici azionisti che ubbidivano ai suoi ordini. 

Riuscì a riportare la pendenza del grafico in positivo e decise di concedersi una pausa caffè. 

“Lopez! Vai da Starbucks qui sotto e prenditi qualcosa di più decente di questo petrolio che ci rifilano come caffè queste macchinette. Ottimo lavoro.” 

Santana non se lo fece ripetere due volte e salì in ascensore. Guardò l'iPhone, erano le 11:30 e pensò che avrebbe potuto mangiare qualcosa. Aveva staccato da cinque minuti e aveva già 23 mail da leggere. Non le aprì, decise di aspettare di avere qualcosa nello stomaco. 

Optò per un brownie al cioccolato e un caffè lungo, molto lungo. Si sedette in uno dei tavolini e scorse le e-mail dei suoi collaboratori con il caffè in mano. 

Poi sentì una voce provenire da qualcuno di fronte a lei. 

“Ti dispiace?”.

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Capitolo 2
*** Capitolo II - Starbucks ***


/ Eehy, come promesso ecco il secondo capitolo! Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia tra le seguite e le preferite, davvero. Se vi va recensite, mi farebbe molto piacere sapere cosa ne pensate. 

Ad ogni modo, buona lettura /

 

Santana alzò lo sguardo dal cellulare e rimase immobile fissando la nuova arrivata. Si riscosse e le sorrise. Poi si ricordò cosa le aveva chiesto indicando la sedia di fronte a lei e le disse semplicemente "Prego". 

La bionda si sedette continuando a guardarla, per niente imbarazzata. Santana invece lo era, la ragazza che sognava giorno e notte era seduta di fronte a lei. Questo però significava che la bionda si ricordava di lei. Non solo, se si era seduta al suo tavolo doveva per forza provare simpatia nei suoi confronti.  

Santana era immersa nei suoi pensieri, nel frattempo leggeva una mail con il resoconto delle azioni della concorrenza. Cercava di apparire più risoluta possibile, si limitava a sorridere ogni tanto alla bellissima ragazza che si trovava a meno di un metro da lei. 

Fu la bionda a parlare per prima. 

"Hai una cera migliore rispetto a giovedì" 

Santana la guardò inarcando le sopracciglia. 

"Ho capito che c'era qualcosa che ti turbava da come guardavi fuori dal finestrino, proprio come Lord T guarda fuori dalla finestra quando gli proibisco di uscire la notte con la sua gang di motociclisti. Sai sto cercando di farlo disintossicare e quei gattacci sono una pessima influenza" 

Davvero si capiva? Pensò che Brittany non fosse tanto normale per la storia della gang ma, contrariamente a come avrebbe fatto di solito, le sorrise e non le diede della pazza. 

"Beh, in effetti avevo avuto un incidente. Di solito non prendo l'autobus ma la macchina era ridotta male" 

"Mi dispiace, ma tu stai bene" 

Non era una domanda ma una semplice affermazione. Santana pensò che la sua voce fosse la più dolce che avesse mai sentito. Dolce e con una punta di ingenuità proprio come il suo sguardo. 

"Non importa. Il meccanico l'ha già aggiustata. Solo che con la scusa che i pezzi di ricambio della mia Porsche sono introvabili mi ha fatto pagare una fortuna. Forse facevo prima a comprarmi una macchina nuova" 

Aveva detto la latina infastidita, ma la bionda aveva ridacchiato in un modo dannatamente adorabile e anche lei si era ritrovata a sorridere. 

"Che stupida, io sono Brittany!" Esclamò la bionda. Ma non le porse la mano. 

"Santana" 

Brittany bevve un po' del suo caffè. 

"Cosa bevi?" le chiese Santana, ora che aveva ritrovato lucidità riusciva a fare conversazione. 

"Chocolate mocha, il mio preferito. E tu?" 

"Caffè" 

"Ma è tantissimo, poi riesci a dormire di notte?" le chiese Brittany seriamente interessata. 

"È già tanto se mi fa rimanere lucida per le prossime tre ore. Anzi, se penso alla quantità di lavoro che mi aspetta credo che non mi basterà affatto" 

Brittany era affascinata, la fissava curiosa. 

"Che lavoro fai che è così impegnativo?" 

"Dirigo le operazioni sul mercato delle azioni di un'azienda" 

Santana lo disse in tono modesto. Non sapeva perché ma non voleva fare colpo su Brittany, voleva solo essere totalmente onesta. Proprio come la bionda, il cui sguardo urlava sincerità assoluta. 

"Wow, è un lavoro molto importante! E non ti fa paura la responsabilità?" 

Erano domande che avrebbe potuto rivolgerle un bambino, non per questo considerava Brittany stupida. E le piaceva parlare con lei. 

"Cerco di fare del mio meglio. Può succedere di fare un investimento sbagliato in quel caso mi impegno ancora di più per rimediare" 

Santana si accorse che la conversazione era incentrata su di se così cercò di spostarla sulla bionda. 

"E tu, che lavoro fai?" 

Brittany assunse un'aria dispiaciuta. 

"Scusa Santana, devo proprio andare. Starei qui a parlare con te per ore ma sono già in ritardo" 

E sorridendo scomparve, lasciando la latina con un sorriso da ebete stampato in faccia e la testa in confusione. 

Era stata la sua domanda a farla andare via o doveva davvero andarsene? Santana buttò il bicchiere e si avviò verso l'ufficio, consapevole che concentrarsi sul lavoro non sarebbe stato facile. 

Brittany sarebbe davvero voluta restare a parlare con lei per ore?

 

 

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Capitolo 3
*** Capitolo III - Quinn ***


/ Ehy, ho visto con piacere che siete sempre di più a seguirmi. Mi piacerebbe davvero leggere qualche review, per sapere quello che vi passa per la mente quando leggete questa storia soprattutto perchè è la prima che scrivo. Comunque sia per ringraziarvi sono riuscita a aggiornare già oggi.
Come sempre, buona lettura /

"Ce lo siamo fatte un po' tutte" 

"Già, anch'io quando la mia vagina non mi aveva ancora avvertito di essere saffica" 

Quinn rise, Santana con lei azzardava anche l'autoironia. 

"È questo che mi preoccupa, dice di avere intenzioni serie con me ma..." 

"Il lupo perde il pelo ma non il vizio" 

"Esatto, secondo te cosa dovrei fare?" 

"Magari è cambiato davvero rispetto al liceo, sarebbe anche l'ora. Io cercherei di capire la sue intenzioni ma non lo respingerei senza neanche dargli una possibilità, e poi siete una bella coppia. Lo siete sempre stati" 

Raramente Quinn le chiedeva consigli, e quando lo faceva Santana cercava di aiutarla il più possibile. 

A causa del lavoro ormai avevano tempo per parlare tranquillamente una volta alla settimana, il sabato sera. 

Ormai avevano preso l'abitudine di bere qualcosa in un pub vicino a dove abitava Santana. 

"Dai San lo so che c'è qualcosa che vuoi dirmi ma non sei sicura di essere pronta per dirmelo" 

La latina c'era abituata ormai. O diceva le cose a Quinn o lei le scopriva da sola. 

Così le raccontò dei suoi due incontri con Brittany senza tralasciare nulla. 

"Così non la vedo da cinque giorni e non faccio che pensare a lei. Ma non è come quando mi piace una ragazza di solito" 

"Ti sei mai innamorata San?" 

"Forse, no forse no. Credo di no" 

"Beh, i sintomi sono quelli" 

"Non credo nell'amore a prima vista, non ti puoi innamorare di una persona dopo aver passato solo qualche minuto con lei" 

"Ne sei sicura?" 

Santana non rispose. Non rispose perché non era per nulla sicura ma non voleva ammetterlo. Quello che provava per Brittany era qualcosa di nuovo, ma perché etichettarlo come amore? Solo perché era lesbica non voleva dire che non potesse provare semplicemente simpatia verso una bella ragazza. Come con Quinn. Ma non era come con Quinn e Santana di quello era sicura. Si disse che doveva ritrovarla ad ogni costo. Doveva calmare il suoi conflitto interiore e l'unico modo era trovarla. 

"Stasera dormo da te?" 

"Basta che non mi salti addosso" 

"Santana ero ubriaca, e poi tu non sembravi affatto dispiaciuta" 

"Ero ubriaca anch'io e terribilmente arrapata per quel film" 

"Ma non era un film porno" 

"Allora la colpa deve essere stata tutta dell'alcol, e delle tue enormi tette" 

Entrambe risero. Avevano fatto sesso in un momento di debolezza. Quinn si era sempre chiesta come fosse farlo con una donna e la sua amica non era niente male. Era stato divertente ma la bionda era etero, ne era sicura e per fortuna la latina non l'aveva presa male. Le aveva ammesso di aver fatto qualche pensierino su di lei in passato ma ogni volta aveva capito che la bionda era come una sorella per lei, niente di diverso. 

E così ogni tanto ridevano di quell'episodio come di molti altri. 

 

La mattina Santana si svegliò presto anche se era domenica. Le succedeva raramente e quelle poche volte era perché aveva troppi pensieri per la testa. Ma quella volta non fu così. Infatti aveva solo un pensiero in testa. Anzi, una sola persona. 

Spostò il braccio di Quinn dalla sua pancia e andò in cucina dove fece la solita quantità industriale di caffè. Ne bevve una grossa tazza mentre si teneva aggiornata sulle ultime notizie con l'iPad. Guardò la borsa, niente di significativo, grafici quasi lineari. In quel momento entrò la bionda. 

"Santana! Lascia stare il lavoro almeno di domenica" la accusò, falsamente offesa. 

"Ok mamma" 

La latina posò il tablet sul tavolo e versò una tazza di caffè per Quinn. 

"San, io tutto questa caffeina la assumo in una settimana" 

Lei aveva sorriso e poi l'aveva rassicurata. 

"Bevi quello che vuoi, poi lo finisco io Quinnie" e le fece occhiolino. 

"Io mi chiedo come tu faccia!" e si ritrovarono a ridere. 

Se lo chiedeva anche Brittany, pensò lei.

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Capitolo 4
*** Capitolo IV - Ricerche ***


/ Ehy, grazie ancora per le recensioni (che continuano a essere molto gradite). Grazie anche a chi segue e a chi preferisce. Sto facendo del mio meglio per aggiornare spesso anche se, mi scuso in anticipo, i capitoli sono un po' corti. Detto ciò, mi piace davvero scrivere questa storia e sono contenta che a qualcuno piaccia. Vi annuncio ancora un po' di sana suspense e spero di non deludervi. Ancora una volta, buona lettura /
 

Santana Lopez non aveva avuto una vita facile. Aveva sempre dovuto cavarsela potendo contare solo su se stessa e  pochissime altre persone. E di certo la sua omosessualità non l'aveva aiutata, soprattutto in quegli anni di liceo. Infatti dopo il coming-out forzato non tutti l'avevano appoggiata. Ma era stato un modo per capire chi meritasse davvero la sua amicizia. Pochi ma buoni, si diceva. 

Ogni tanto ripensava al suo passato e quello era uno di quei momenti. Era sulla sua Porsche, l'aveva scelta con cura. Quella macchina la rispecchiava, seducente e aggressiva. 

Ma Santana non era sempre stata così, lo era dovuta diventare. Chi non la conosceva la etichettava come una stronza e nulla di più. Ma lei preferiva così, se la gente la temeva doveva rispettarla. E così negli anni aveva creato una sorta di barriera. Ormai neanche lei si ricordava di quando era una bambina sveglia ma dolce. Di quando non ricorreva agli insulti per sminuire gli altri. Di quando credeva che un giorno avrebbe incontrato il suo principe azzurro e sarebbe vissuta per sempre felice e contenta. L'unica che la conosceva veramente era Quinn, che era stata con lei in ogni fase della sua vita. 

Forse non ce l'avrebbe neanche fatta ad arrivare fino a lì senza la sua migliore amica. Doveva molto a lei e cercava di fare il possibile per aiutarla. E ora che Puck si era rifatto vivo, Santana non era sicura che fosse una buona idea che i due si rimettessero insieme. Voleva molto bene all'ebreo ma conosceva i suoi limiti e i suoi difetti, per questo aveva paura che facesse soffrire la bionda. 

Era passata esattamente una settimana dall'ultima volta che aveva visto Brittany ma non per questo aveva smesso di pensare a lei. L'unico momento in cui riusciva a darsi pace era davanti al computer. Infatti, immergendosi completamente nella borsa virtuale, riusciva a non pensare a quello sguardo che le scavava dentro. A quel sorriso a cui non si poteva non sorridere di rimando. Non le era mai successo di conoscere qualcuno così, che risvegliasse la parte dormiente del suo carattere. Aveva una sola certezza, doveva trovare Brittany. 

 

"Quinn sei un genio, un genio!" 

Erano al mare in una spiaggetta nella parte balneabile dell'isola di Manhattan, quel martedì pomeriggio erano uscite entrambe prima dal lavoro. 

"Lo so San, dai fammi vedere" 

Come aveva fatto a non pensarci prima? Doveva venirle subito in mente di cercare Brittany su Facebook. Invece l'idea gliela aveva appena data Quinn. 

Sbloccò l'iPhone, premette sull'app, poi sul simbolo della ricerca. Mentre digitava il nome le mani le tremavano. 

Mise New York come luogo di residenza per filtrare la ricerca. I risultati erano tanti. Cominciò a guardare i diversi profili con Quinn al suo fianco. 

Dopo una ventina di Brittany scartate cominciò a demoralizzarsi ma non si arrese. Li scorse tutti e ogni volta che vedeva dei capelli biondi il suo cuore batteva più veloce. Continuò anche quando il luogo di residenza era un altro, fino a che le Brittany finirono. Ma non la trovò. 

"Dai San, ci hai provato" 

La latina era evidentemente delusa. Perché non era su Facebook? Tutti c'erano, pensava. 

Triste si spalmava l'olio abbronzante sulla pelle già olivastra. Contemporaneamente Quinn si spalmava la crema ad alta protezione. Anche in quello erano completamente opposte. La loro amicizia era basata sulla diversità. 

"Facciamoci un bagno Quinnie, non voglio più pensarci" 

"Sii, andiamo" 

Si alzò e aiutò Santana a fare lo stesso. 

Non la chiamava spesso con quel nomignolo, solitamente quando aveva combinato qualcosa o aveva bisogno di affetto. Santana Lopez non avrebbe mai ammesso di aver bisogno di affetto, neanche a se stessa. 

Così Quinn si ripromise di abbracciarla prima di andare a casa quella sera e di cercare di rassicurarla. 

La latina avrebbe finto disapprovazione ma si sarebbe sentita meglio, lei lo sapeva.

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Capitolo 5
*** Capitolo V - Confidenti ***


Quella notte la sognò, sognò Brittany. Uno di quei sogni confusi però, dove i tuoi pensieri si manifestano in maniera disordinata. Uno di quei sogni da cui ti svegli ancora più stanca di quando sei andata a dormire, tanto impegnano il tuo cervello. E fu proprio così che Santana si svegliò, disorientata. In più, rivedere Brittany fu spiacevole. Perchè Santana non la stava cercando, non abbastanza almeno. La verità era che per la prima volta Santana Lopez aveva paura. Tanta anche. Aveva paura di quello che provava per quella ragazza. Ma non solo perchè non le era mai successo niente del genere, il vero motivo per cui si sentiva così era perchè non sapeva assolutamente nulla di Brittany. Se non appunto, il suo nome. E il suo aspetto, quello era difficile da scordare. Forse la cosa migliore sarebbe stata dimenticare tutto. Lopez riprenditi, si diceva. Per quanto in quel momento le sembrava molto improbabile, magari prima o poi non ci avrebbe più pensato. Ci avrebbe riso sopra ogni tanto con la sua migliore amica, di quel suo momento di pazzia. Le sarebbe passata, cercò di autoconvincersi mentre scorreva le mail non leggendone davvero il contenuto.  

Suonò il campanello, doveva essere Quinn. Aprì senza neanche guardare chi fosse. Quel sabato sera sarebbero uscite con Kurt e Blaine. Quinn e Santana li conoscevano dal liceo e i due ragazzi stavano insieme da allora. Ma non davano segno di stancarsi l'uno dell'altro. Anzi, la latina gli diceva sempre che le avrebbero fatto venire il diabete o come minimo un paio di carie con tutta quella dolcezza. Ma loro sapevano che il realtà lei era molto più contenta per loro di quanto desse a vedere, inoltre la latina capiva le difficoltà che avevano dovuto affrontare come pochi altri data la sua omosessualità. Ad un osservatore non molto acuto la loro poteva sembrare un'uscita a quattro tra etero, in realtà di etero ce n'era una sola. 

 

“Come va con il negozio Quinn?” chiese Blaine, gentile come sempre. 

“Davvero bene, grazie. Io e Sam stiamo migliorando molto” 

Sam era in cugino di Quinn, più grande di lei di un paio d'anni. I due abitavano a New York con la madre di lui, la signorina Holiday. Holly Holiday era un'energica donna che dimostrava molti meno anni di quelli che effettivamente aveva. Era scappata di casa a 17 anni e dopo un po' di tempo era riuscita ad aprire una pasticceria. Holly era un mito per tutti i ragazzi che la conoscevano.  

Quinn si era trasferita dalla zia e insieme al cugino aveva cominciato a lavorare alla pasticceria Holiday. 

“E Sam? Come sta?” 

“Bene! L'avevo invitato stasera ma aveva già un impegno” 

“L'ennesima conquista eh” disse Kurt, con il tono di chi la sa lunga.

Sam infatti aveva un fisico impeccabile e praticamente ogni giorno usciva con una bellissima ragazza diversa. Oltre che in pasticceria lavorava anche come modello saltuariamente. 

“Dai San, cos'hai?” era Kurt. 

Possibile che tutti i miei amici mi leggano nel pensiero, si chiese Santana.  

In realtà era abbastanza evidente che c'era qualcosa che non andasse, la latina era insolitamente silenziosa. Normalmente faceva almeno qualche commento sarcastico ogni tanto. Ma in quel momento non le andava proprio di parlare di Brittany, voleva solo passare oltre. Metterci una pietra sopra. E raccontare di lei sarebbe stato controproducente. Quinn allora prese l'iniziativa e cominciò a raccontare tutto ai Klaine. E Santana non si oppose. 

"E come è fatta questa Brittany?" 

"Non lo so, non me l'ha mai descritta" 

"Bionda, occhi azzurri, alta, fisico perfetto, sguardo dolce e grazia senza pari" disse la latina tutto d'un fiato dopo essere stata in silenzio, persa nei suoi pensieri per molti minuti. 

I suoi amici erano tristi per lei, non l'avevano mai vista così. Santana Lopez non era una che soffriva per amore o cazzate simili, era così che lei chiamava i sentimenti. Fino a quel momento raccontava al massimo qualche aneddoto riguardante le sue ultime conquiste. Parlava senza problemi del sesso, a volte si vantava di aver fatto cadere ai suoi piedi qualche ragazza o donna particolarmente bella. E i suoi amici si divertivano ad ascoltarla, da una parte non la capivano dall'altra però la invidiavano un po'. Perché, per quanto al contrario di Santana sapevano cos'era l'amore e lo provavano, ammiravano la sua libertà e la sua spensieratezza. 

Ma quel sabato la latina non era per niente spensierata. 

"Brittany Pierce! Blaine, ti ricordi quando la settimana scorsa ho trovato per caso gli ultimi due biglietti per lo spettacolo di questo mercoledì?" Kurt aveva avuto un'illuminazione. 

"Temo di no amore" 

"Comunque sia, questa ragazza è diventata celebre dopo che Beyoncé l'ha assunta per un video. È la ballerina principale nello spettacolo The New Yorker. I biglietti sono finiti da settimane ma una coppia ha disdetto e li ho presi in tempo" 

"Non è detto che sia lei" Quinn non voleva dare false speranze all'amica. 

Santana prese l'iPhone, digitò Brittany Pierce su Safari ostentando tranquillità. In fondo era impossibile che fosse lei, o comunque altamente improbabile. Inviò la ricerca. Premette su Immagini relative a Brittany Pierce e le guardò. E non ebbe nessun dubbio.


/ Ehy!
Innanzitutto grazie a chi segue la storia, la preferisce e la recensisce. E' davvero importante per me. In questo capitolo la nostra Santana ha una pista da seguire ma non crediate che d'ora in avanti saranno tutte rose e fiori. Comunque non voglio anticiparvi troppo, alla prossima /

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Capitolo 6
*** Capitolo VI - Orientamento ***


/ Eehy, anche oggi eccovi il nuovo capitolo! Sono anche abbastanza soddisfatta ma ora sta a voi giudicare. Ho una brutta notizia però, domani vado in campagna. Là non ho internet quindi per un po' non potrò aggiornare, conto però di starci meno di una settimana.
A presto e... Buona lettura /

"Allora San, cosa pensi di fare?" 

Chiese per l'ennesima volta Quinn. Anche quel sabato aveva dormito dalla latina dopo aver salutato affettuosamente i Klaine. Ma Santana era assente. Da quando si era resa conto di averla trovata non aveva praticamente proferito parola. 

"Lei non è lesbica" rispose semplicemente. 

"Come fai a dirlo? L'altra volta ho letto un articolo che diceva che una persona su dieci è gay" 

Santana non aveva voglia di dare spiegazioni. Semplicemente sbloccò l'iPhone che era ancora sulla stessa pagina web e mostrò le foto a Quinn. 

In una delle prime la bionda si baciava appassionatamente con un bel ragazzo orientale. 

Cazzo, pensò la bionda tra se e se. 

"Le persone cambiano San. Per esempio Dani, la tua ex. Ha conosciuto quel ragazzo tutto tatuato e ora stanno insieme. Lei credeva di essere lesbica ma a quanto pare non aveva mai verificato" 

"Avevamo sopravvalutato la sua omosessualità" 

"Nello stesso modo si può sopravvalutare la propria eterosessualità" 

"Piantala di dire cazzate Quinn, tanto è inutile" 

"Che poi non eri sicura di esserne innamorata. Non hai detto che magari era solo simpatia la tua?" 

"Quando ti sta simpatica una persona la pensi in ogni momento della tua fottuta vita?" 

La risposta era no, non c'era bisogno di rispondere. 

Perché ora Santana lo sapeva, sapeva di essere innamorata di Brittany. Fino a quel momento aveva pensato di aver amato, in realtà aveva solo creduto di farlo. In quei anni aveva capito di preferire fare sesso e avere a che fare in generale con le donne. Aveva avuto una sola relazione significativa ed era stata quella appunto con Dani. Ora era chiaro, Santana era stata attratta da lei e le aveva anche voluto molto bene ma non l'amava. L'amore era altro, era questo, era Brittany. E ora il colpo di fulmine non le sembrava neanche tanto impossibile. 

Oltre a Dani ce n'erano state altre. Storielle con ragazze bellissime che la latina si portava a letto per qualche settimana al massimo. Era celebre nei locali gay per la sua infallibilità. Sceglieva una preda e la catturava senza lasciarle scampo, era quasi sicura che i baristi scommettessero su quanto tempo ci mettesse. Quello per lei era puro divertimento. Ma da quando aveva conosciuto Brittany non aveva neanche più pensato a farsi qualcuna solo per farlo. 

"Puck?" non aveva più chiesto a Quinn cosa avesse deciso. 

"Usciamo mercoledì, ma gli ho fatto intendere che non volesse dire niente" 

"Tanto poi gliela dai" 

"San! Non parlarmi come se fossi una prostituta" 

Santana ridacchiò e neanche Quinn riuscì a fingersi offesa. 

 

Scese dalla macchina distrutta dal lavoro, Sue l'aveva tenuta in ufficio fino a tardi. In fondo non le dispiaceva. Se lavorava non pensava. Guardò la cassetta della posta per abitudine, ormai il cartaceo era passato ed era difficilissimo che ci trovasse qualcosa. 

Ma quel giorno c'era una busta color crema proprio nella sua cassetta. Prese le chiavi e la tirò fuori. 

"Per San (quel giorno Blaine ha un impegno)" c'era semplicemente scritto. La grafia era di Kurt senza dubbio. Non aspettò di essere a casa, l'aprì subito. Due biglietti per "The New Yorker" con Brittany Pierce. La data era quel mercoledì.  

Una volta a casa si buttò sul divano. Una parte di lei le diceva di andare e magari farsi friendzonare dalla ragazza dei suoi sogni, in quel modo avrebbe comunque potuto passare del tempo con lei. L'altra parte le diceva di rimandare i biglietti al mittente anche perché quella di Kurt era solo una scusa per regalarglieli, di non cercarla mai più in nessun modo perché un amore non ricambiato l'avrebbe distrutta se non avesse smesso di pensarci. 

L'unica cosa che l'avrebbe aiutata a decidere sarebbe stata sapere qualcosa di più su di lei. Così prese un bel respiro, prese l'iPad dal tavolino e digitò per la seconda volta il suo nome su Safari. 

Questa volta però non andò sulle immagini. C'erano una decina di articoli su di lei di giornali importanti quindi affidabili. Li lesse attentamente. Erano tutte recensioni positive su spettacoli dove la bionda aveva ballato. In uno lesse che aveva avuto una parte in un film che aveva già sentito nominare, così decise di approfondire quell'argomento e lesse la descrizione. 

"Rachel Berry interpreta Lea, una ragazza che cerca di emergere grazie alla sua voce tra i migliaia di giovani talentuosi d'America. Ad accompagnarla in questo viaggio ci sono i suoi inseparabili amici Heather Morris e Harry Shum interpretati rispettivamente dai due attori e ballerini Brittany Pierce e Mike Chang. Cosa sarà disposta a fare Lea per raggiungere il successo?

Lesse anche la trama e quando vide che Heather e Mike alla fine si fidanzavano ebbe l'illuminazione. Che la foto con il ragazzo asiatico fosse presa dal film? 

Cercò la conferma a questa teoria e la trovò. Quindi Brittany non era fidanzata, o almeno se lo era non si sapeva. Infatti Santana aveva cercato anche nel gossip e non era trapelato nessun fidanzato. 

Non solo, Mike Chang era felicemente sposato da più di cinque anni con un bel po' di figli con la stilista coreana Tina Cohen-Chang. 

Un po' di speranza trapelava nel suo sguardo. Decise che se non avesse approfittato di quell'occasione se ne sarebbe pentita per sempre. 

Teneva in mano i biglietti per "The New Yorker" da qualche minuto con lo sguardo fisso su quel nome, poi finalmente decise. 

"Pronto" 

"Ehi Quinnie" 

"Cosa vuoi? È mezzanotte e domani mi devo svegliare prestissimo perché apro io il negozio, quindi fa che sia qualcosa di convincente" 

"Mercoledì dì pure a Puck che non uscite" 

"Ma eri d'accordo che gli dessi un'occasione" 

"Non è per quello, ho un programma migliore"

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Capitolo 7
*** Capitolo VII - Porsche ***


/ Ehy! Forse vi starete chiedendo, non eri in campagna? Sì, ci sono. Ma mia cugina mi ha prestato il suo computer, il che non succede mai dato che deve sempre lavorare e lavorare e lavorare. Quindi non ci resta che ringraziare qualche divinità, chissà che non risucceda! Comunque ecco il nuovo capitolo. Grazie a tutti, fatemi sapere cosa ne pensate.
Come sempre, buona lettura /

Cosa mi metto? Non ho niente da mettermi, si ripeteva la latina. Pensò di chiamare Quinn ma le aveva detto che avrebbe fatto muffin fino alle sette. Erano le sei di sera, tre ore prima dello spettacolo, e Santana era già davanti al suo immenso armadio. Dire che fosse agitata era un eufemismo. C'era solo una persona che poteva aiutarla. 

Prese l'iPhone e mandò un messaggio a Kurt dicendogli di videochiamarla appena poteva, poi aprì Skype. 

Nel frattempo decise di farsi un po' di caffè. Non sapeva se lo spettacolo le sarebbe piaciuto ma poi pensò che non l'avrebbe molto seguito. Fantasticava di vedere Brittany guardarla mentre ballava. No, non l'avrebbe vista dato che il teatro era uno dei più grandi della città. Era immersa in questi pensieri quando Kurt chiamò. 

"Ciao Santana! A cosa devo questo onore?" 

"Sai, oggi c'è lo spettacolo di Brittany" 

"Giusto, hai ricevuto i biglietti" 

"Sì, grazie davvero. Mi aiuteresti a decidere cosa mettere?" 

"Volentieri io amo il tuo guardaroba infinito". 

Santana inquadrò con il telefono le opzioni che la convincevano di più.  

"Allora, io opterei per un vestito. Però bisogna fare attenzione. Il teatro obbliga all'eleganza e dato che è un'uscita serale niente di appariscente. Io direi che il tubino nero con lo scollo obliquo è quello più adatto. Non è neanche troppo corto. Da abbinare accessori rigorosamente neri, quelli sceglili tu. E legati i capelli. Il trucco non devo certo consigliartelo io, giusto?" 

"Grazie Kurt" 

"Sono qui apposta" 

Santana ridacchiò e lui sorrise. 

 

Quinn la andò a prendere alle otto e mezza precise. Santana era già pronta da un bel po', forse per la prima volta nella sua vita. 

"Prendiamo la mia macchina" le disse subito. Quella di Quinn non era neanche paragonabile alla sua Porsche nera e la latina voleva fare bella impressione. 

"Va bene, vergognati della tua migliore amica povera" 

Il tono di Quinn era ironico, sapeva quanto era importante quella serata per l'amica. 

"Però guido io" aggiunse. 

"Come no, tocca il volante e Sam non avrà più una cugina bionda" 

Entrambe risero, Santana non avrebbe mai fatto guidare la sua macchina a nessuno e Quinn lo sapeva bene. 

 

"Biglietti prego" 

Santana glieli porse. 

"Bella macchina" aggiunse l'uomo. 

"Grazie" gli sorrise leggermente e si avviò con Quinn. 

"È mai possibile che dovunque andiamo trovi ammiratori? Uomini e donne di qualsiasi età ti cadono ai piedi" 

"Smettila, succede anche a te. E poi lo sai che a me interessano solo di un determinato genere" 

"Ma tutti gli altri non lo sanno" 

"Cosa dovrei fare? Andare in giro con il cartello -Provateci con me solo se siete belle ragazze-?" 

Risero mentre si sedettero ai loro posti. Erano buoni, a metà della platea. Kurt era stato davvero fortunato a trovarli, e generoso a cederglieli. 

Santana era abbastanza calma e mancava un quarto d'ora all'inizio dello spettacolo. 

La bionda stava messaggiando con Puck così decise di prendere anche lei il cellulare. Aveva un messaggio di Kurt che le chiedeva di raccontargli tutto e che comunque finisse era felice di aver visto almeno una volta Santana Lopez innamorata. Poi c'era una serie di mail ma lesse solo quella della Sylvester.  

"Lopez! Ci ho riflettuto a lungo in questi cinque minuti e ho deciso di vendere l'azienda. Stare seduta su quella sedia mi permetteva di prendermi tutto il denaro che mi serviva per i miei loschi scopi ma la mia personalità e genialità rimanevano inutilizzate. Quindi sono partita per l'Asia dove forse troverò qualcosa alla mia altezza. Stammi bene, il capo" 

Rilesse tutto a Quinn. Lei pensava di odiare Sue ma in quel momento era quasi triste, pensava che non si sarebbe mai liberata di lei. Era anche vero che le doveva molto. Se non fosse stato per lei, Santana non avrebbe avuto tutto quel denaro e un lavoro che le piaceva. Comunque non era un dramma ma sperava che il nuovo capo non fosse un imbecille. Se la Sue&Co fosse fallita, lei non avrebbe avuto altro.  

"Una come te trova tutti i lavori che vuole San! Sei bravissima in quello che fai anche se non ho mai capito bene cosa sia" la rassicurò Quinn e lei sorrise. 

Le luci si abbassarono e partì la musica.

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII - The New Yorker ***


/ Ehy, sono tornata in città. Gli aggiornamenti torneranno a essere più frequenti ve lo prometto. Grazie come sempre a tutti quelli che seguono la storia, la preferiscono e/o la recensiscono. Buona lettura /

"È bravissima" 

E Santana non poteva non essere d'accordo con Quinn. Erano tutti bravi ma lei aveva qualcosa in più ma forse il suo giudizio era un po' imparziale. Rivederla era stato un insieme di sentimenti all'interno della latina. Volteggiava come se non avesse fatto nient'altro che quello nella vita. 

Le due erano estasiate e il tempo volò. Prima che se ne rendessero conto finì il primo atto.  

Quinn tornò a messaggiare con Puck per lasciare alla latina tempo per decidere cosa fare. Santana non aveva ancora staccato gli occhi dal palco, ormai oscurato. 

All'improvviso Brittany sbucò tra i due tendoni e si guardò intorno. Quasi nessuno l'aveva vista ma di certo Santana la notò e non le staccò gli occhi di dosso. 

Guadami guardami guardami, la latina sperava con tutta se stessa che la vedesse. 

E i loro sguardi si incrociarono. Un terzo osservatore non avrebbe potuto dire chi delle due fosse più incredula. La prima a riscuotersi fu Santana che la salutò con la mano. La bionda sorrise e mimò un ciao con le labbra e scomparve come era arrivata. 

"Cos'hai da ridere?" le chiese Quinn dopo un po'. Lei capì di avere ancora quel sorriso da ebete in faccia, tossicchiò e tornò seria. O almeno ci provò. 

Ma non le rispose, era ancora troppo sconvolta. Sconvolta in modo positivo, sia chiaro. 

 

Lo spettacolo stava per finire e Santana non aveva ancora deciso cosa fare. La sua parte codarda le diceva di andarsene il prima possibile. Ma in realtà l'unica cosa che volesse fare era parlare ancora una volta con lei. Ma come? Era una domanda a cui non riusciva ancora a rispondere. Decise per una via di mezzo, non l'avrebbe vista ma le avrebbe lasciato un messaggio. Magari nel suo camerino se fosse riuscita a raggiungerlo. Non le sembrava una cattiva idea. Ma doveva agire prima della conclusione. Fece segno a Quinn che si sarebbero viste fuori e la bionda confusa annuì. Ma proprio mentre era arrivata in fondo alla fila tra le occhiataccie delle persone sedute lo spettacolo finì e iniziarono gli applausi. Aveva qualche minuto dato che si sarebbero inchinati uno a uno e sperò che Brittany non notasse la sua assenza. 

Corse velocemente verso la zona riservata agli addetti. Davanti alla porta con la scritta "Only Staff" c'era una guardia.  

Attimi di terrore nella testa della latina. Poi vide che la guardia era quella che aveva fatto dei complimenti alla sua Porsche e pensò di poterla convincere a farle un favore. 

"Salve" lo salutò con tono seducente. 

"Oh salve signorina. Lei è quella con quella bomba di macchina" 

Santana rise nel modo più sensuale che conosceva e la guardia ci cascò in pieno. Era arrivato il momento di agire. 

"Senta, le posso chiedere un piccolo favore?" 

"Quello che vuole signorina" 

Il tempo passava e lei non voleva incrociarla. 

"Mi potrebbe accompagnare nel camerino di Brittany Pierce? È una mia grande amica e le vorrei lasciare una sorpresa" finse in modo impeccabile. 

 

"Eccoti San, dov'eri?" 

"Nel camerino di Brittany, le ho lasciato un biglietto" 

Quinn sorrise tra se e se, quella era una di quelle cose che la vecchia Santana Lopez non avrebbe fatto. 

"Dai andiamo che domani mattina passa Puck a casa mia per fare colazione" e vedendo l'espressione della latina aggiunse "Non cominciare con le tue battutine, forse dimentichi che vivo con Sam e sua madre" 

"Che domani mattina non sono in casa" 

"Uffa, hai ragione. Pensi solo al sesso tu?" 

"Credimi, ultimamente ci penso meno di quanto tu creda" 

La bionda ci dovette pensare un po' prima di capire cosa intendesse.

 

Nel tragitto Santana pensò continuamente al biglietto che aveva lasciato nel camerino della ballerina. Forse avrebbe dovuto scrivere qualcos'altro. La sua paura era che la bionda capisse le sue vere intenzioni e nel caso non le potesse ricambiare non la volesse più vedere. Perché ora Santana lo sapeva. Lei amava Brittany. Il dilemma che la tormentava era se fosse meglio frequentarla anche a costo di rimanere nella friendzone fino a quando non si fosse innamorata di qualcun'altra oppure, nel caso non potesse viverla come avrebbe voluto, tagliare i ponti. C'era anche la possibilità che Brittany ricambiasse i suoi sentimenti ma Santana non ci contava molto. 

Il biglietto che la ballerina avrebbe trovato nel camerino diceva così "Ciao Brittany, recensirò "The New Yorker" benissimo a tutti quelli che incontrerò. Sei stata bravissima! Perché non andiamo a fare un po' di shopping insieme uno di questi giorni? Dimmi tu, Santana" e sotto la firma aveva scritto il suo numero di cellulare. Aveva scelto lo shopping perché non sembrava un appuntamento ma aveva aggiunto il "Dimmi tu" nel caso non le piacesse andare per negozi o non ne avesse voglia. 

Inutile dire che la latina rimase incollata al cellulare tutta la notte e i giorni successivi, la bionda si faceva desiderare e lei cominciava a pensare che non la volesse vedere. Ma non si sarebbe rassegnata facilmente.

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Capitolo 9
*** Capitolo IX - Messaggi in codice ***


/ Ehy! Eccoci con il nono capitolo. Finalmente un'interazione fra le due! Non vi anticipo altro, buona lettura /
 

"Ancora niente?" 

"Ancora niente" 

"Senti San, forse dovresti passare oltre. È chiaro che lei no merita il tuo cuore, è solo una ballerina piena di se" 

Era sabato e stavano sorseggiando due birre al solito locale. 

"Non è così" 

"Non avrei mai pensato di consigliartelo ma perché non vai un po' in quei locali che frequentavi? Ci sono tante ragazze belle e intelligenti che non aspettano altro che una come te" 

Ma era un'alternativa che in quel momento Santana non voleva neanche prendere in considerazione. 

"Come è andata mercoledì?" 

"Con Puck? Bene, usciamo lunedì. Ti sembrerà impossibile ma ha fatto colazione, mi ha baciata e se n'è andato sorridente" 

"Sta facendo progressi, solo un misero bacio non è da lui" 

Ma Santana non era convinta, e decise di far seguire Puck da qualcuno. Ma doveva scegliere accuratamente da chi. 

 

Quel lunedì sarebbe arrivato il nuovo capo, fino a quel momento lo era stata la vice direttrice Becky. Santana andò come suo solito nel suo ufficio con il caffè in mano. 

Ma non fece in tempo a sedersi che un uomo con il doppio dei suoi anni andò verso di lei con aria sorridente. 

"Ciao!" 

"Salve signor..." 

"Shuster. È un piacere conoscerti, sono il nuovo direttore nonché presidente" 

"Piacere. Io sono Santana Lopez, manager azionistica" 

"Lo so lo so, Sue mi ha parlato di te. Beh allora buon lavoro" 

"Grazie" 

Santana aveva mantenuto un tono pressoché piatto per tutta la conversazione. Quel Shuster le sembrava un idiota che avrebbe fatto fallire l'azienda in pochi mesi. Doveva fare di tutto per impedirlo. 

Ora aveva due uomini da tenere sotto controllo, Puck e il capo. 

Lavorò bene come suo solito e riuscì a resistere alla fame fino alle 11:30. Non sapeva perché me quel giorno si sarebbe sbranata la scrivania. 

Disse al capo che sarebbe tornata dopo mezz'oretta e lui le annuì sorridente. 

Era lunedì proprio all'ora in cui aveva incontrato Brittany quella volta. Ma ogni volta che pensava a lei le veniva da piangere. Ormai era tutto chiaro. 

E quando vide da dietro i suoi inconfondibili capelli rimase per un attimo immobile all'entrata, non era sicura di volerle parlare. 

Prese il solito caffè e un brownie, forse le avrebbe un po' calmato l'appetito. 

Mentre stava mettendo un po' di zucchero nel bicchierone sentì una mano sul braccio e un "Ehi" quasi sussurrato. 

La latina si girò di scatto e rimase per un attimo incantata ma poi il rifiuto che aveva dovuto affrontare in quei giorni le fece tramutare il sorriso in smorfia. 

"Ciao" e tornò a girare il caffè. 

 La ballerina fece una faccia dispiaciuta e adorabile. 

"Cosa c'è San?" 

Quel diminutivo lo usavano solo i suoi migliori amici e la infastidì non poco che lo usasse la ragazza che la faceva soffrire. 

"Sai leggere?" 

"Sì ma non capisco ancora certe parole troppo difficili come arbusto. Tu lo sai cos'è?" 

Si dovette sforzare davvero molto per non sorriderle. 

"È un cespuglio. Comunque perché non mi hai chiamata? O anche un messaggio andava benissimo, sempre meglio del nulla" 

"Cosa dici? Magari avessi il tuo numero!" 

Lo disse con un'ingenuità che la latina non poté che crederle. 

"Hai trovato il mio biglietto nel camerino?" 

"Sì certo, è stata una cosa molto dolce" 

"Sotto il mio nome c'era il mio numero di cellulare" 

Ci fu un attimo di silenzio, nel frattempo Santana l'aveva seguita al suo tavolo. Poi Brittany iniziò a ridacchiare e si nascose la faccia tra le mani. L'altra approfittò di quel momento per osservarla in tutto il suo splendore. 

"Mi vergogno a dirlo, mi sento così stupida" 

"Tu non sei stupida" 

"Beh non mi conosci abbastanza per dirlo" 

"Invece sì" 

Ci fu un attimo di imbarazzo generale poi la ballerina si decise. 

"Credevo fosse un messaggio in codice, sono giorni che lo studio" 

Santana rise e l'altra la imitò. 

"Non importa, l'importante è che ci siamo incontrate. Sai c'ero rimasta un po' male che tu non volessi vedermi" 

"Anch'io c'ero rimasta un po' male quando ho visto che te n'eri andata prima della fine dello spettacolo'' le rispose sollevata e poi aggiunse ''Comunque se non avessi voluto vederti non sarei venuta qui tutti i lunedì alle 11:30" 

Il sorriso sul volto della latina si ingrandì. Davvero Brittany era venuta lì per quattro lunedì di seguito dal loro incontro? Poi la pancia le brontolò e dovette distogliere gli occhi dalla ragazza per concentrarsi sul brownie o sarebbe svenuta. 

Vide Brittany tirare fuori il cellulare, un iPhone bianco. 

"Hai lo stesso identico cellulare di Quinn" osservò la latina. 

"Chi è Quinn?" 

"È la mia migliore amica, quasi una sorella per me" 

"Anch'io vorrei tanto un'amica vera. Le persone mi trattano da stupida, tutti. Tranne te" 

"Perché questo sabato non esci con me e Quinn? Lei non ti tratterà da quello che non sei" 

"Va bene" le rispose entusiasta.

"Vuoi il mio numero?" 

"No grazie, ce l'ho a casa" 

Entrambe risero, poi Brittany le disse che doveva andare così si salutarono.

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Capitolo 10
*** Capitolo X - Per amore ***


/ Ehy! Amo leggere le vostre recensioni quindi, recensite in tanti! Grazie anche a tutti quelli che seguono o preferiscono, è davvero importante per me. Buna lettura /
 

"Allora hai capito?" 

"Sì San, stai tranquilla. Però non dire niente a Kurt, non credo approverebbe" 

"Va bene e...grazie" 

"Figurati e poi lo faccio anche per Quinn. Ci sentiamo stasera" 

Santana aveva chiesto a Quinn dove il suo spasimante abitasse e quel martedì aveva chiesto a Blaine di seguirlo. Sperava davvero che Puck fosse cambiato perché la bionda era proprio cotta. 

 

"Ehii, sono Brittany

Aveva dovuto respirare a fondo per non farsi sopraffare dall'emozione quando alle 17:36 di mercoledì aveva ricevuto quel messaggio. 

"Ciao Britt!" aveva risposto dopo molte riflessioni, in fondo anche lei due giorni prima l'aveva chiamata con un diminutivo. 

"Sono tesserata ad un'associazione di trekking e per domani hanno organizzato una gita bellissima. Perché non vieni con me?

Santana Lopez odiava letteralmente tutto quello che fosse in qualche modo sport. Tranne quando faceva la cheerleader al liceo aveva sempre evitato tutto quello che implicava attività fisica. 

"Certo! Dove ci vediamo?

L'aveva davvero fatto! Aveva appena accettato e anche con entusiasmo! 

"Sii che bello, io di solito vado all'incontro con la metro ma tu se vuoi puoi venire in macchina

"Dimmi dove abiti che ti passo a prendere!

Quinn l'avrebbe presa in giro per tutta la vita. 

Doveva andare a fare shopping dato che non aveva assolutamente nulla da mettersi. Per non parlare di uno zaino o delle scarpe. Le venne in mente che non aveva chiesto a Shuster se poteva prendere ferie. 

"Signor Shuster" 

"Chiamami Will" 

"Will, potrei prendere ferie stasera e domani?" 

"Volevo quasi dirtelo Santana, tu lavori troppo. Vai e vedi di divertirti!" e lei non poté che sorridergli grata. 

 

"Non posso crederci"  

La bionda rideva di gusto. Era passata dall'amica per chiederle un vestito in prestito e l'aveva trovata alle prese con lo zaino da escursione. 

"Sei davvero tu?" non riusciva a smettere di ridere. 

"Piantala Quinn, non c'è davvero niente da ridere" 

"Ma gliel'hai detto che non hai nessun tipo di preparazione? Probabilmente collasserai dopo un quarto d'ora sempre che ti considerino idonea per partecipare" 

"Hai ragione, devo dirle che non vado" 

La latina sconfitta si era buttata sul letto. 

"No, vacci San. Se non ce la fai più fingi di esserti fatta male e ti fai portare giù in elicottero" 

Santana rimase un po' sdraiata valutando le diverse ipotesi. Alla finedcise di andarci, non voleva deludere Brittany. 

"Ah cosa non si fa per amore" la punzecchiò Quinn. 

"Piantala" 

Anche l'amica si buttò sul letto e l'abbracciò a tradimento.  

"Ti voglio bene scemotta" 

Santana mugolò infastidita. 

"Lo dici solo perché vuoi fregarmi qualcuno dei miei bellissimi vestiti per uscire con il tuo nuovo ragazzo'' pronunciò ''Nuovo'' con sarcasmo, i due erano già stati insieme un paio di volte ai tempi del liceo.

"Tanto tu domani non te ne farai nulla, sulle montagne" 

Con quell'ultima frecciatina si beccò uno scappellotto sulla testa. 

"Tanto lo so che mi vuoi bene anche tu" 

"Convinta te" 

Diciamo pure che Santana Lopez non era fatta per le dimostrazioni d'affetto. Proprio per niente. Ma ormai l'amica lo sapeva e se n'era fatta una ragione. 

E Quinn era completamente all'oscuro di quello che la latina aveva fatto per il suo bene il giorno prima. Infatti, se Santana l'avrebbe lasciata uscire di nuovo con Puck quella sera era perché era sicura che fosse cambiato. Anche Blaine era rimasto piacevolmente colpito dall'ottima condotta dell'ebreo. E ora non le rimaneva che stare a vedere come si sarebbe evoluta la cosa. Ma sapendo che il ragazzo aveva buone intenzioni, era molto più tranquilla.

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Capitolo 11
*** Capitolo XI - Trekking ***


Il raduno era alle otto di mattina alla base di una piccola catena montuosa subito fuori città. Erano le sette quando Santana uscì di casa sempre meno convinta di quello che stava per fare. Aveva speso un sacco per abbigliamento, scarpe e zaino da trekking delle migliori marche ma il denaro per lei non era un problema. Il vero problema quel giorno sarebbe stata la sua preparazione fisica. 

Alle 7:15 arrivò sotto casa di Brittany con le mani che le tremavano, l'avrebbe rivista. Abitava in un appartamento al quarto piano di un palazzo carino, particolare. Né moderno né antico. 

Suonò al campanello con la scritta "Pierce" solo cinque minuti più tardi dato che era arrivata in anticipo. Nell'attesa notò un piccolo adesivo dorato vicino alla targhetta con il cognome, indubbiamente un unicorno. Sorrise mentre sentì un  "Arrivoo" e contemporaneamente il portone si aprì. 

Santana si girò e si guardò intorno. Erano anni che non usciva la mattina presto se non per andare alla Sue&Co. A proposito chissà se Will cambierà il nome dell'azienda, si chiedeva. Guardò le nuvole striate di rosa dall'alba ed ebbe un flashback. Suo padre davanti a lei su una piccola barca a remi che le passava una canna da pesca. Fu così vivido che si chiese se davvero erano passati vent'anni dalla sua morte. 

"A cosa pensi San?" 

Si riscosse e la guardò. 

"Nulla Britt, andiamo" 

Si avviò verso la macchina ed entrò. Brittany fece lo stesso. 

Stava per mettere in moto quando la mano della bionda si posò sulla sua fermandola. 

"Sicura che vada tutto bene? Avevi una faccia strana" 

"Sono sicura, ho avuto un flashback. Ma è tutto ok" 

E lo era davvero grazie alla presenza della ragazza e alla sua mano sulla sua.  

Brittany le sorrise e si ricompose e la Porsche partì rombando. 

"Woo questa macchina è la più bella che abbia mai visto. Ed è uguale a te" 

Santana sorrise e si irrigidì un attimo quando si accorse del complimento nascosto rivolto a lei. O forse aveva inteso male le sue parole? 

"Prendiamo qualcosa da Starbucks per il viaggio?" 

"Sì accosta, vado io" 

Che poi era solo un'ora ma Santana voleva godersela il più possibile al fianco della ragazza di cui si era innamorata. 

Tutte quelle cose che provava quando era con lei ma anche quando solo pensava a lei erano così diverse da quelle che avesse mai provato. Più forti. 

 

"Come sta andando?" 

"Bene dai, pensavo peggio. Certo starle dietro non è facile, a vedere lei sembra che siamo appena partiti" 

"E a parte la gita, come va?" 

"Abbiamo parlato un sacco, è così adorabile in tenuta da trekking. Per non parlare di quando è concentrata, spero che non le sembri strano che io sorrida tutto il tempo" 

"Beh, buona fortuna allora. Ci aggiorniamo stasera?" 

"Sì, credo che avrò bisogno di parlare. Scrivimi tu" 

Santana mise il cellulare in tasca e addentò il panino che si era preparata per la pausa pranzo. Si voltò e lei era lì. 

"Da quanto sei qui?" 

"Era Quinn?" 

"Non si risponde a una domanda con una domanda" 

"Da abbastanza" 

Santana arrossì e si girò perché non lo notasse. 

"Sì, era lei" 

"Davvero pensi che io sia adorabile" 

"Davvero" 

Ormai era inutile far finta di niente. 

"Ti faccio sorridere?" 

"Spesso" 

"Perché?" 

"Perché sei adorabile" 

Rispose semplicemente senza guardarla. 

"Anch'io oggi ho sorriso spesso" 

"Tu sorridi spesso tutti i giorni" 

"Come lo sai? Tu mi vedi solo quando sono con te" 

La latina finalmente si girò a guardarla negli occhi ma lei distolse lo sguardo. Sembrava combattuta. Era bellissima e all'improvviso sentì il bisogno di baciare quelle labbra perfette. Per fortuna era abbastanza lontana da non poter cedere alla tentazione. 

"SI RIPARTE" era il capogruppo. Santana si alzò e prese la bionda per mano aiutandola ad alzarsi. Ma poi non la lasciò  e lei non disse nulla, semplicemente continuò a camminare tenendole la mano. 

Aveva bisogno di quel contatto innocente. 

"San, ti conosco da così poco tempo ma mi sembra di conoscerti da sempre" 

"Anche a me Britt, non mi era mai successo" 

"Ti voglio bene" 

Io ti amo come non ho mai amato nessun altro, ogni volta che guardo i tuoi occhi rimango incantata. Credo che tu sia perfetta come le cose che fai. Non ho mai conosciuto qualcuno speciale come te, che sappia farmi ridere e sentire così viva. Ti ammirerei per sempre perché io non mi potrò mai stufare di te. E sì, questo l'ho capito in così poco tempo. In realtà l'ho capito nell'istante in cui ho incrociato il tuo sguardo per la prima volta su quell'autobus. 

Ah quanti pensieri si affollavano in quel momento nella testa della latina. Ma dovette uscirne per non offendere Brittany. 

"Ti voglio bene anch'io"

/ Ehy, eccoci. Ieri non sono proprio riuscita nel mio aggiornamento quotidiano, purtroppo Santana non esce ancora allo scoperto. La paura di perdere Brittany è davvero troppa ma non disperate, la verità salta sempre fuori prima o poi. Spero come al solito che il capitolo vi sia piaciuto, se avete qualcosa da dire, un consiglio, una critica qualsiasi cosa il box delle recensioni è lì che vi aspetta. Al di fuori di EFP mi trovate su Tumblr, basta che schiacciate sul simbolo del mondo nel mio profilo. Alla prossima /

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Capitolo 12
*** Capitolo XII - Conoscenze ***


/ Ehy! Anche oggi ecco il capitolo. Diciamo pure che Sam se le va a cercare, mai mettersi in competizione con Santana! Comunque sia, buona lettura /

"Un giorno vorrei conoscere i tuoi amici, sembrano simpatici da come ne parli" 

"Altrimenti non sarebbero miei amici" 

Stava accompagnando Brittany al suo portone. La giornata si era conclusa ed era stata meravigliosa per Santana nonostante il suo conflitto interiore. 

"Vieni sabato. Quinn c'è sicuro e può portare Puck. Magari può anche Sam e potrei sentire Kurt e Blaine" 

"Sarebbe magnifico" 

"Ti passo a prendere alle otto?" 

"Adoro stare sulla tua macchina ma posso anche prendere la metro" 

"Per me non è un problema" 

"Ah giusto volevo chiederti una cosa oggi, ma non lavori più?" 

Aveva il solito tono da bambina curiosa che Santana adorava. 

"No Britt, ho semplicemente preso ferie" 

"Non hai l'aria di una che prende ferie spesso" 

"Ah sì?" quella affermazione l'aveva divertita. 

"Sì" 

"Beh, hai ragione. Non ricordo l'ultima volta che non sono andata al lavoro" 

"Allora mi sentirò onorata" 

Entrambe risero. 

"Allora alle otto?" 

"Se insisti..." 

"Ciao Britt" 

La bionda si avvicinò dandole un bacio sulla guancia e reclamandone uno a sua volta, Santana l'accontentò e dopo averle rivolto un ultimo sorriso si voltò. 

 

"Allora?

"È stato quasi divertente

"E la tua bella?

"Non so, a volte credo di piacerle a volte credo che mi veda solo come un'amica

"Capisco

"Ieri con l'ebreo?

"Terribilmente dolce

"Sono contenta per te, perché non lo porti sabato?

"Inviti Brittany?

"Sì, vuole conoscervi

"Anche Kurt e Blaine?

"Li chiamo domani

"Notte San

"Notte Quinnie

 

"Ciao Sam" era un po' che la latina non lo vedeva. 

"Ehi Santana!" 

"Klaine" 

"San" salutò tutti, poi presentò la nuova arrivata. 

"Lei è Brittany. Ho cercato di dissuaderla ma ha voluto lo stesso conoscervi" 

"Sempre così dolce" era Kurt. 

"Ciao a tutti" li salutò la ballerina. 

"Ciao Brittany" Sam le strinse la mano. Puck e Quinn erano troppo intenti a scambiarsi effusioni in fondo al tavolo. 

"Devono recuperare gli anni persi" spiegò Santana alla bionda. 

Si sedettero tutti e ordinarono da bere. 

"Un gin tonic per me e... Per te Britt?" le chiese gentilmente la latina. Ma la ragazza le rispose con uno sguardo spaventato. 

"E una soda per lei" 

Quando il cameriere se ne fu andato Sam si rivolse alla bionda. 

"Sei astemia?" 

"Cosa significa? È qualcosa di brutto?" sussurrò a Santana. 

Lei non poté fare a meno di sorriderle rassicurandola. 

"No Britt, ti ha chiesto se non bevi alcolici" 

"Ah, allora sono astenia" 

"Astemia" le suggerì Blaine. 

Alla latina sembrava che Sam guardasse con troppa insistenza la bionda e si sentì avvampare. Così mandò un messaggio a Quinn. 

"Dì al tuo cuginetto in calore di tenere gli occhi a posto. Brittany non sarà la sua ennesima conquista

Voleva bene a Sam ma non lo considerava un ragazzo molto serio. Era anche vero che prima di conoscere Brittany anche lei cambiava una ragazza dopo l'altra. 

"Non posso dirgli io quello che può o non può fare San. Starà a lei decidere

Santana avrebbe voluto un po' più di supporto dalla sua migliore amica ma non poteva darle torto. Se Brittany non era lesbica chi era lei per impedirle di trovare Sam un bel ragazzo? 

Però sentiva che non sarebbe potuta andare avanti così ancora per molto. Aveva creduto di poter accantonare quello che provava per lei per essere sua amica ma più la cosa andava avanti più sentiva di dover essere sincera. 

Anche se questo poteva voler dire perdere la sua amicizia. 

Ma l'onestà non poteva essere un sbaglio. Se c'era una cosa che Brittany le aveva insegnato era proprio quello.

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII - Ops ***


/ Ehyy. Premetto che mi è davvero piaciuto scrivere questo capitolo, ora a voi giudicare. Buona lettura /

Era domenica quando Santana tornò in se. Si ritrovò come al solito con il braccio di Quinn in vita. Ma c'era qualcosa che non andava. Provò ad alzarsi e una fitta di emicrania la fece gemere. La latina conosceva bene quel tipo di mal di testa, erano un po' di anni che non si prendeva una sbronza ma si ricordava bene i sintomi. Cos'è successo? Cercava di scavare nei ricordi relativi alla sera precedente. 

 

"E così sei una ballerina?" 

"Sì" 

"Si vede, hai un fisico perfetto" 

Brittany aveva sorriso un po' in imbarazzo e Santana avrebbe dato qualsiasi cosa per poter uccidere il ragazzo senza passare il resto della sua vita in prigione. 

"E tu, cosa fai?" 

Era solo per Brittany, per quello che avrebbe pensato di lei, che non reagiva alle avance di Sam rivolte alla ragazza che amava. Aveva un bicchiere in mano e altri due vuoti vicini, sperò che non fossero tutti suoi ma non lo ricordava così ne ordinò un altro. E non c'era Quinn a controllarla. 

Si guardò intorno e la vide sulla porta del locale avvinghiata a Puck che lo baciava come se non ci fosse un domani. 

E dato che la ragazza non sembrava infastidita dalla mano di lui sul suo sedere che solitamente avrebbe spostato in pubblico pensò che anche lei aveva bevuto. 

Kurt e Blaine erano spariti ma non ricordava perché e da quanto. Guardò l'iPhone, le 23:30. 

Non riusciva a pensare lucidamente. Anche perché Sam e Brittany continuavano a parlare tranquillamente come se lei non ci fosse. 

"Lavoro nella Pasticceria Holiday con mia madre e Quinn ma a volte lavoro come modello" 

"Io adoro le pasticcerie" 

Conoscendo la bionda probabilmente non si era neanche accorta che lui le stava facendo la corte. Ma era sicura di conoscerla? E se ne fosse stata consapevole e magari contenta? Non ce la faceva più. 

"Io devo proprio andare" 

Si alzò ma si dovette subito tenere al tavolo per non cadere. 

"San stai bene?" 

Quei bicchieri vuoti erano suoi a quanto pareva. 

"Sì Britt, non reggo più l'alcool come una volta" 

"Ehi, cosa fai te ne vai già?" era Quinn. 

"Sì, tu cosa fai?" 

"Puck se n'è andato, lavora anche domani. Quindi dormo da te?" 

"Come sempre, a volte mi chiedo se tu abbia una casa" 

"Dai andiamo simpaticona, guido io" 

"Non se ne parla" 

"Santana, non stai neanche in piedi!" era  Sam. 

"Tu sta' zitto e torna a rubarmi la ragazza" 

 

L'aveva detto davvero? Si sentì invadere dal terrore. Doveva assolutamente saperlo così cominciò a chiamare Quinn e a scuoterla. 

"Mmm San lasciami" sbiascico con la voce ancora impastata dal sonno. 

"Quinnie svegliati presto" 

La bionda aprì gli occhi preoccupata. 

"Quanto ti ricordi di ieri sera?" 

"Sei te quella che ha finito le scorte di Gin tonic di New York, mica io" 

"Sì e te ti sei fatta palpare tranquillamente il culo in un locale pubblico" 

"Almeno ero in grado di guidare" 

"HAI GUIDATO LA MIA MACCHINA?" 

"Dovresti ringraziarmi, tu ti sei addormentata ancora prima che partissi" 

"Ho detto qualcosa di imbarazzante davanti a Brittany?" 

"Imbarazzante è un eufemismo" 

"Cazzo sono fottuta, fottuta, fottuta. Ed è tutta colpa tua cazzo, che mi hai lasciato bere così tanto" 

"Hai un'età che dovresti saperti gestire da sola" 

"Ma lui ci provava spudoratamente con lei!" 

"Dovevi vedere la faccia di entrambi quando l'hai detto" 

"Probabilmente l'ho vista ma da lì in poi non ricordo nulla" 

Doveva scrivere a Brittany, doveva scusarsi con lei. Prese il cellulare con una mano e il caffè con l'altra. 

"Ehi Britt, scusa per ieri sera" 

"Non devi scusarti e poi l'avevo già capito

"Mi dispiace di come ne hai avuto la conferma

"Starbucks alla solita ora?

"Certo

L'aveva già capito, in fondo i suoi segnali erano stati chiari. Chiunque si sarebbe accorto che Santana non era la stessa quando era con Brittany. Lo sguardo innamorato era impossibile da nascondere. Cosa le avrebbe detto la bionda? Non era sicura di poter aspettare ventiquattr'ore per saperlo. Doveva vederla o sarebbe impazzita. 

Doveva andarla a trovare a casa. Ma se lei non la volesse vedere? Magari le aveva dato appuntamento il giorno dopo per dirle di lasciarla stare. E se a casa sua ci fosse stato Sam? Se il ragazzo era come lo era stata lei, avrebbe convinto Brittany ad invitarlo a casa già quella sera stessa. 

E se la ballerina fosse già impegnata? In fondo non gliel'aveva mai chiesto. 

Giunse alla conclusione che fosse meglio rispettare l'appuntamento e aspettare fino al giorno successivo. E nel frattempo smaltire la sbornia.

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV - No ***


/ Ehy. Eccoci al capitolo della verità, prima o poi doveva arrivare la resa dei conti. Non crediate che la storia sia finita, anzi! Grazie a tutti quelli che seguono, preferiscono, recensiscono e recensiranno. Buona lettura /

"Due chocolate mocha" 

Santana era arrivata con mezz'ora di anticipo e alle 11:25 aveva preso il caffè per entrambe. Sembrava che Shuster non vedesse l'ora di vedere la manager uscire prima dal lavoro, le diceva sempre che non bisognava farsi sopraffare dal lavoro. Certo, era facile parlare per lui che non doveva scacciare certi pensieri. Alla 11:30 puntuale era arrivata Brittany. 

"Buona questa cosa che bevi sempre" 

"Hai preso il chocolate mocha per entrambe?" 

"Si, tieni" 

Si andarono a sedere. 

"E come fai con la tua dose di caffeina?" 

"Niente mi vieta di prendere un caffè come si deve prima di andare in ufficio" 

La bionda rise, non aveva certo l'aria di una che volesse chiudere un'amicizia. 

"Allora Britt? Dimmi qualcosa" 

"Credevo che fossi tu che dovessi parlarmi" 

"Cosa vuoi che ti dica? Non voglio farti sentire più in colpa di come ti sentiresti" 

"Perché dovrei sentirmi in colpa?" 

"Perché ora cercherai di rifiutarmi senza offendermi, mi dirai che a te piacciono i ragazzi. Magari che ti senti con Sam e lui è quello giusto. Poi mi dirai che mi vuoi bene e che ti dispiace ma che non puoi farci niente e vorrai che noi due restiamo amiche. Io ti dirò che non posso essere tua amica e me ne andrò perché odio che le persone mi vedano in lacrime. Piangerò per qualche settimana, non parlerò con nessuno. Scriverò una lista di modi per uccidere Sam o chiunque altro. Poi inizierò a farmene una ragione e tornerò la Santana Lopez stronza e manipolatrice che ero prima di incontrarti. Tornerò a colpire nei locali gay e i baristi torneranno a scommettere su quanto ci metterò a portarmi a letto le ragazze più belle che puntualmente lascerò dopo due settimane al massimo. 

Comprerò un gatto e mi ritirerò in pensione in qualche casa al mare, in un posto noioso tipo Maine o giù di lì e donerò i soldi che mi avanzeranno a qualche associazione che faccia qualcosa di utile. Magari potrei comprarmi una cantina di vini pregiati e vantarmene con i miei soci del Circolo Briscola Maine. Allora? Ho ragione o no?" 

"No" 

La latina stava per sputare tutto quell'intruglio sul suo completo da centinaia di dollari. Non si accorse che la bionda si era avvicinata e accucciata vicino alla sua sedia. Quando se la ritrovò davanti si riprese e le sorrise cercando di ricomporsi. Ma il caffè le era andato di traverso così Brittany iniziò a colpirle la schiena. 

"No?" 

"No, no e poi no" 

"A cosa è riferito il no?" 

"A tutto tranne al fatto che ti voglio bene e a quella cosa del gatto. È un po' che ho promesso una compagna a Lord T" 

Sempre lui. Ogni volta che facevano una conversazione seria spuntava sempre lui. 

"Sei...sei lesbica?" 

"Io non lo so cosa sono e non mi interessa San. So solo una cosa ed è che tu sei perfetta. Anzi so anche un'altra cosa" 

"Se è tipo la prima potrei arrossire" 

"So di amarti. La gente parla sempre di questo amore ma io non ho mai capito bene cosa intendessero. Ora lo so, l'amore per me sei tu" 

Santana pensò che avessero parlato anche troppo. Mise la mano dietro il collo della bionda e l'avvicinò a se. Lei non oppose nessuna resistenza anzi, annullò le distanze in un secondo e le lasciò un bacio a fior di labbra senza poi staccarsi. 

Santana smise di respirare, poi capì che quello non era un sogno. Aveva davvero le labbra di Brittany sulle sue. La baciò con passione e fu ricambiata. 

Quando ripresero fiato si persero una negli occhi dell'altra. 

"Ti amo anch'io Britt" 

La bionda la strinse a se per poi tornare a sedersi. 

Nessuna delle due poteva crederci. Santana non ci sperava proprio che lei ricambiasse i suoi sentimenti. In realtà se non fosse stata così occupata a nascondersi si sarebbe accorta che anche la bionda la guardava con il suo stesso sguardo. 

 

"Sono così felice per te" 

Da giorni ormai Santana era chiaramente più allegra di quanto fosse mai stata. Messaggiava continuamente con la sua ragazza. Ah, la sua ragazza. Quel mercoledì l'avrebbe portata a cena e Quinn era passata da lei. 

La bionda le prese l'iPhone nero e lesse i messaggi che le due si erano scambiate. 

"E poi dici che Kurt e Blaine sono da diabete!" 

"Da che pulpito! Te e Puck mi fate salire il colesterolo" 

"Sai, Sam c'è rimasto un po' male, credeva di aver fatto colpo su Brittany. Domenica era andato a casa sua con un mazzo di fiori per poi sentirsi dire da lei che gioca nell'altra squadra" 

"Beh in realtà non sono sicura che giochi in una sola squadra, credo non lo sappia nemmeno lei" 

"Non sarebbe la prima con il piede in due staffe, fatto sta che lei ha scelto te e Sam ha ricevuto il suo primo due di picche" 

"Come ho fatto a perdermi questa scena esilarante" 

"A me un po' dispiace per lui ma..." 

"Ma?" 

"Ma sono troppo felice per teeeee" 

Mentre lo diceva aveva travolto la latina abbracciandola, facendo cadere entrambe sul letto. 

"Dai Quinn, non vorrai fare ingelosire Brittany" 

La bionda sorrise e continuò ad abbracciarla.

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Capitolo 15
*** Capitolo XV - Mr. Lopez ***


/ Ehy, anche oggi ecco il vostro capitolo. Ve lo siete guadagnato anche se mi piacerebbe leggere più recensioni. Comunque sia ho voluto dare un po' di spazio anche all'amicizia Santana-Puck, buona lettura! /

La settimana era proceduta nel migliore dei modi. Santana non avrebbe potuto chiedere di meglio. Pensò a quello che stava per fare e il sorriso le morì in volto. Aveva promesso a se stessa vent'anni prima che ci sarebbe andata tutte le domeniche pomeriggio, senza eccezioni. E così aveva fatto, non aveva mai mancato l'appuntamento con suo padre. Ma neanche dopo tutti quei anni si era abituata a quel dolore che provava ogni volta che pensava a lui. E altrettanto doloroso era guardare la sua tomba, la prova che lui era davvero morto. E il fatto di trovarla sempre come la lasciava la domenica prima era la prova che sua madre non era passata, non l'aveva mai fatto. Ma Santana non voleva pensare a lei ora. Quinn se n'era andata da poco, era l'unica che sapesse di quella routine. 

Mentre stava uscendo di casa sentì che le era arrivato un messaggio che lesse in ascensore. 

"Ehi San, oggi andiamo al parco?

"Mi spiace ma oggi non posso proprio

"Qualsiasi cosa tu abbia da fare sei sicura che io non possa venire con te?

Perché no? Perché non portare Brittany da suo padre? Si chiese la latina. 

Era sicura che lui la sentisse così gli raccontava sempre quello che le succedeva. In realtà non era proprio sicura che lui la sentisse ma parlargli la aiutava a ragionare così lo faceva ogni domenica.

"Mi hai convinto, tra 20 minuti davanti a casa tua?

"Ti aspetto amore

Si sentiva un po' una teenager innamorata ma in fondo la sua era proprio una cotta. Solo che sarebbe durata per molto più tempo, diciamo per sempre. 

 

"Ciao papi" 

"Piacere signor Lopez" 

"Ti avrebbe chiesto di dargli del tu" 

Mentre parlavamo Santana aveva tolto i fiori della settimana prima e li stava sostituendo con quello freschi che aveva comprato nel tragitto. 

"Papà, lei è Brittany. Sì lo so è bellissima, dentro e fuori. Infatti è la mia ragazza. Lo sai che sono sempre stata molto esigente" 

La bionda sorrise e la abbracciò da dietro. 

"Vieni qui tutte le domeniche?" 

"Da quando è morto" 

"Da sola?" 

"No, ogni tanto viene Quinn ma lei lo sa che preferisco venirci da sola" 

"Vuoi che mi allontani un po'?" 

"Sì" 

Brittany arretrò cercando di nascondere un po' di delusione. 

"Sto scherzando amore, tu non devi mai allontanarti" 

Le sorrise prendendole le mani e la bionda tornò a sorriderle. 

"Beh ciao papi, vado a portare la mia fantastica ragazza al parco. Magari prendiamo un gelato, a lei piace tanto. Stammi bene" e gli mandò un bacio. 

"Ciao ciao, spero di rivederti presto" 

Le due si allontanarono mano nella mano. 

"Davvero mi compri il gelato?" 

"Sì tesoro, oggi hai fatto la brava" 

"Posso guidare la macchina?" 

"No" 

La bionda passò da entusiasta a triste in un secondo. 

"Britt potrai guidare la mia macchina anche tutti i giorni, quando avrai la patente" 

"Non vedo l'ora, Quinn marcirà di invidia" 

Santana ridacchiò, era come se le due bionde fossero sue figlie. Voleva bene a entrambe ma viziava solo Brittany. In fondo non era colpa sua se la ballerina aveva quel faccino adorabile a cui nessuno avrebbe potuto negare qualcosa. 

 

"Ehi Santana!" 

"Ciao Puck" 

Lo salutò entusiasta, era da molto che non uscivano solo loro due. E quando lui l'abbracciò lei ricambiò. 

"Allora è vero che quella Brittany è una cattiva influenza! Un tempo mi avresti allontanato e magari mi avresti lanciato qualche insulto" 

"Anch'io sono felice di rivederti" 

Quel martedì avevano deciso di pranzare insieme come ai vecchi tempi, quando Puck era entrato a far parte dei suoi migliori amici. 

"Mi mancavano le nostre uscite tra uomini" 

"E a me la tua visione dell'essere lesbica" 

"Guarda che ho ragione! Le lesbiche sono uomini in corpi da donna" 

"Io non sono un uomo" 

"Ti piacciono donne e motori, quindi sei un uomo" 

"Agli uomini non piace anche lo sport?" 

"Non tutti" 

"Ci rinuncio Puck, ho troppa fame" 

Si sedettero in un tavolino al centro del ristorante. 

"Allora come va?" 

"A meraviglia, ed è la prima volta che lo dico non con tono ironico" 

Arrivò il cameriere e ordinarono i primi. 

"E tu? In questi anni non ti sei più fatto sentire" 

"Ho avuto un periodo in cui non avevo una meta. Poi ho trovato questo lavoro. All'inizio pulivo le piscine. Poi mi sono occupato delle forniture e mi hanno dato un ufficio. Senza pretese ma pur sempre un ufficio con la targhetta Puckerman

"Sono contenta che tu abbia messo la testa apposto" 

"Anch'io, soprattutto perché Quinn mi ha dato un'altra possibilità" 

"Siamo due uomini di successo allora" lo prese un po' in giro. 

"Beh, non sono ricco sfondato come te ma non mi lamento" 

"E a quanto pare neanche Quinn si lamenta, va in giro più sorridente che mai" 

"A ognuno la sua bionda"

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI - Sicura ***


"Sicura Britt?" 

"Mai stata così sicura" 

Era sempre la sua Brittany ma quella sera, già dall'inizio della cena, aveva notato qualcosa di diverso nel suo sguardo. Era più intenso e Santana non ne aveva capito il motivo fino a quando sul terminare della cena la bionda l'aveva invitata a casa sua. Era eccitazione. 

Non che Santana non si eccitasse quando baciava la sua ragazza soprattutto da quando i loro baci non si limitavano alla superficie. Ma aveva imparato a tenere a freno le sue emozioni, voleva che Brittany fosse pronta. 

Così, quel giovedì, aveva esitato un po' a quella richiesta, per lei il sesso non aveva segreti ma a vedere la bionda non poteva dire lo stesso di lei. Ma poi aveva pensato che sarebbe riuscita a gestire la cosa. 

Ma su una cosa Santana si sbagliava, il sesso aveva segreti anche per lei. Quando si era ritrovata stesa sul letto della bionda con il suo vestito attillato e la ragazza sopra di se tutto quello che aveva provato non aveva avuto niente a che fare con quello a cui era abituata. 

Perché la latina conosceva il sesso, ma non quella forma di amore. 

Era stata la prima volta in quel senso. 

Brittany l'aveva guardata ansimare prima ancora di iniziare con un misto di eccitazione e dolcezza. Si era tolta la maglietta a cavalcioni su di lei e l'aveva fatta girare per aiutarla a togliersi il vestito. Conduceva lei il gioco. Anche quella era una cosa nuova per la latina, abituata a scegliere lei i tempi. 

Poi la bionda si era alzata per togliersi i jeans aderenti lasciando Santana senza parole, sapeva che il fisico della bionda era perfetto ma non pensava fino a quel punto. 

Lo stesso pensiero passò per la mente di Brittany che si fermò un attimo ad ammirare la ragazza sdraiata sul suo letto. 

Poi tornò sopra di lei, questa volta con un ginocchio tra le sue gambe, cosa che la latina sembrò approvare. 

Si baciarono con passione, sentendo ogni parte del proprio corpo a contatto con la pelle dell'altra. Brittany le tolse il reggiseno e la latina la imitò. La bionda la baciò ancora più eccitata che mai per poi concentrarsi sul seno prosperoso dell'altra facendola gemere come non aveva mai fatto. E il meglio deve ancora venire, pensò Santana tra se e se mentre la bionda la riempiva di attenzioni. Quando ebbe finito con quella parte la latina decise di ricambiare e capovolse la situazione. Prese la ragazza in vita e la portò sotto di se. 

La guardò un attimo negli occhi prima di cominciare lo stesso trattamento. 

Era bello studiarsi ma Santana non ce la faceva più. Così lo fece capire alla bionda che subito l'accontentò. 

Santana si sentì come mai prima, credette di non poter reggere tutto quel piacere. Brittany non le era sembrata una molto brava a letto e ora si ritrovava a credere di morire per il movimento delle sue dita. Poi la bionda capì che doveva aumentare il ritmo e lo fece fino a che Santana raggiunse l'apice con un verso a metà tra un gemito e un urlo. 

Rimase per un attimo immobile, poi aprì gli occhi e si ritrovò la sua ragazza che la guardava vogliosa. E a quel faccino non si poteva dire di no, così fece del suo meglio per trasmetterle il proprio amore. E Brittany sembrò soddisfatta. Venne velocemente tra qualche sorriso e qualche "San" sussurrato.

La latina si sdraiò sul letto per fare intendere all'altra che era soddisfatta, che se per lei era abbastanza, andava bene anche per lei. Brittany se l'era cavata meglio del previsto ma non conosceva i suoi limiti. Di sicuro non si aspettava la frase che le sussurrò la bionda mentre tornava su di lei.

“Cosa fai San, dormi? Io mi aspettavo almeno una decina di round” pronunciò con quella intonazione così dolce e irresistibile, quella dei bambini quando ordinano il gelato. Fu però il contenuto della frase, più che l'intonazione, a far pensare a Santana che quella ragazza non la smetteva mai di stupirla. E come sempre era impossibile dirle di no, non che a Santana le fosse mai passato per la mente. Di dirle di no.

 

Svegliarsi tra le braccia di Santana era stato qualcosa di meraviglioso. Approfittò di quel momento per ammirarla in tutta la sua bellezza. Perché Santana era bella, più di chiunque altro avesse mai conosciuto, donne e uomini. E Santana la amava, lo sentiva, lo vedeva nei suoi occhi. Brittany amava perdersi in quei due cerchi neri, così profondi. Erano unici, proprio come la sua San. Amava ogni singola parte di lei, amava guardarla e pensare che fosse sua. La sua ragazza. Suonava così bene che sorrideva solo a pensarci. 

"Ti faccio ridere Britt?" 

"Sì San, sono così felice" 

La latina si era svegliata con Brittany avvinghiata a se che la guardava pensierosa e sorridente. 

La baciò e fu come la prima volta, in quel momento contavano solo loro. 

A malincuore però Santana dovette distogliere la mente da Brittany, che giorno è? Venerdì. Cazzo, che ora è? Allungò la mano fino a prendere la borsa per terra. Rovistò un po' e prese il telefono. Le 9:26, due messaggi di Quinn, una chiamata persa di Shuster e un centinaio di mail di lavoro. 

"Cazzo cazzo cazzo" si tirò su, non era mai arrivata al lavoro in ritardo, non che ricordasse. Il pensiero che una decina di persone aspettassero i suoi ordini per cominciare a lavorare l'aveva sempre fatta arrivare in orario se non in anticipo. 

"Che ora è?" le chiese la ballerina. 

"Le nove e mezza" 

"Accipicchia, le prove iniziavano alle nove" 

"Non sembri preoccupata" 

"Per forza, ho appena passato la notte più bella della mia vita" 

Santana sorrise e si piegò per baciarla. Ma ora doveva proprio andare. Si ricordò di essere nuda, doveva vestirsi. 

"San, vestiti o dovrò trattenerti per il bis" 

Sorrise e cominciò a vestirsi, cercò il bagno. Si struccò e si ritruccò velocemente. Non aveva tempo di passare da casa e neanche per un caffè, l'avrebbe preso in ufficio. 

"Devo proprio andare amore" disse triste a Brittany mentre prendeva la borsa. 

"Ci sentiamo" aggiunse dopo averle lasciato un bacio sulla fronte. 

"Prestissimissimo?" 

"Prestissimissimo"

 

Dio questo non la smette di parlare, pensò Santana per l'ennesima volta. Il tempo sembrava essersi fermato. Anzi si era fermato sicuramente, o per lo meno aveva rallentato solo per farle un dispetto. Bastardo, pensò.

Da quasi tre ore ormai la latina era seduta alla sua scrivania. Ma non era al computer come al solito, dove il tempo passava relativamente veloce. Era stata inchiodata a una riunione da Will con un possibile socio. Shuster aveva avuto un contrattempo e lei era la vicedirettrice quindi le era toccato. In fondo erano pari, quella mattina lei si era presentata ad un'ora indecente e lui non le aveva detto assolutamente nulla. Solo che quell'uomo stava mettendo a dura prova la sua pazienza. Erano quasi le otto e Brittany la aspettava per la cena da quasi un'ora. E Santana odiava far aspettare Brittany.

“...non metto in dubbio la vostra efficienza. Cosa crede, che io non li studio i grafici? Ottimi, ecco cosa sono. Ho però dei seri dubbi riguardo la scadenza dei tempi e la puntualità in generale. Da quando ho varcato la soglia della Sue&Co ho visto solo persone che entrano ed escono, pochi che lavorino seriamente. Che poi, perchè Sue&Co quando nessuno dei dirigente ha questo nome?”

Santana stava per replicare che avevano ritenuto superfluo cambiare nome e che i suoi dipendenti erano tra i migliori azionisti dell'intera Manhattan ma l'uomo non le diede il tempo.

“Non risponda, era una domanda retorica. So bene chi era Sue e per quanto mi sfugga il motivo per cui continui a chiamarsi così non è questo il problema principale. Vogliamo invece discutere de...” questa volta fu lui che non riuscì a parlare.

“No, non vogliamo disccutere. La riunione finisce qui”

“Ma... Come si...?”

“Mi permetto eccome. Lei è la persona più noiosa che io abbia mai incontrato in tutta la mia vita. E le assicuro che ne ho incontrati. Ma lei è veramente un sedativo vivente. Immagino che i suoi figli alla sera non arrivino alla seconda riga delle favole che gli legge. Non ho nessuna intenzione di associare la mia azienda alla sua o alle riunioni qualche collaboratore potrebbe andare in coma vegetativo e io li preferisco svegli possibilmente, me compresa. In più la mia ragazza mi sta aspettando da più di un'ora e lei non ha idea di che faccino ha quando si offende, mi sento irremediabilmente in colpa per tutta la sera. Grazie comunque per l'offerta”

L'uomo era decisamente basito, letteralmente senza parole. Santana si alzò e si avviò alla porta dell'ufficio, una volta sull'ascensore gli gridò “Chiude lei la porta? Grazie infinite”.

E l'uomo non potè replicare, le porte dell'ascensore erano ormai chiuse.

/ Ehy, eccoci. Spero di non essermela cavata malissimo con la mia prima scena di sesso in assoluto. Tra due ragazze oltretutto, ammetto di non essere molto esperta in materia. Fatemi sapere così mi faccio un'idea. L'ultima parte non era inizialmente compresa. Poi però mi sono ricordata di avervi promesso che mi sarei impegnata per scrivere capitoli più lunghi così l'ho aggiunta all'ultimo. Se ci sono errori o incongruenze ditemelo. Grazie a tutti /

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII - Pierce ***


Ma dove abitano? Si stava chiedendo un'incredula Santana. 

Stava guidando da più di un'ora in una stretta stradina sterrata in mezzo al bosco. Brittany l'aveva convinta a partecipare alla cena del martedì sera a casa Pierce. 

La latina era un po' agitata all'idea di conoscere i due coniugi ma la presenza della ragazza la calmava notevolmente. 

Se c'era una cosa che Santana odiava quanto lo sport era proprio la natura e in quel momento ne era circondata. 

"Non è troppo bella la natura San?" 

"Sì Britt, meravigliosa" rispose nascondendo abimente il sarcasmo.

Piano piano la vegetazione si fece meno fitta finchè si aprì mostrando una collinetta curata. La stradina continuava facendo dei piccoli tornanti per poi terminare in un piazzale che precedeva la casetta. Prevedibile, pensò Santana. Avrebbe dovuto immaginare fin da subito che la residenza della famiglia Pierce sarebbe stata così. Sperduta nella natura, lontana dalle caotiche città americane. Sorrise alla bionda sul sedile del passeggero, emozionata quanto lei. Poi tornò a guidare la sua Porsche facendo attenzione, non era certo la macchina adatta per lo sterrato, e guardandosi intorno pensò che in fondo la natura non fosse così male. Il sole stava tramontando dietro delle colline in lontananza ricoperte da alberi. La luce calda rendeva l'atmosfera quasi magica. Rimasero in silenzio a contemplare il panorama e in men che non si dica si ritrovarono sulla piccola vetta.

 

La cena andò molto bene, i Pierce accolsero calorosamente la latina che tranquillizzata riuscì anche a fare conversazione in modo abbastanza brillante. O così sperava. 

"Ehi tesoro" 

"Sì papà" 

"Andiamo a catturare le lucciole?" 

"Sii, poi però le liberiamo eh" 

"Va bene" 

E così, subito dopo il dolce, padre e figlia si lanciarono nel campo dietro la casa con ognuno un grosso barattolo in una mano e un altrattanto grosso coperchio nell'altra.

"Ti va di andare in veranda?" 

"Certo" 

Così Susan e Santana si sedettero su due poltrone sistemate sotto la tettoia. La latina immaginò che quella dove era seduta dovesse essere di Josh. 

"Sai, ti siamo molto grati" 

"Per cosa?" la latina non capiva davvero. 

"Per come ami nostra figlia, per come la rispetti e la fai sentire importante" 

"Non dovete ringraziarmi, io non so come farei senza di lei" 

"Ci ha detto che tuo padre è morto e che tu e tua madre non avete un bel rapporto" 

Santana scoppiò in una risata amara. 

"Lei usa termini troppo moderati Susan, mia madre mi odia. L'ha sempre fatto e quando ha capito cosa ero voleva buttarmi fuori di casa, e l'avrebbe fatto se non fosse stato per mio padre" 

"Secondo me non ti odia. Comunque sia non condivido certo il suo modo di pensare" 

"Brittany è fortunata ad avere due genitori come voi" 

"Io e mio marito vorremmo che tu ci consideri tali, se ti va. Sappi che per qualunque cosa noi siamo qui" 

La latina le sorrise grata. 

"Guarda San, ne ho prese tantissime" 

La bionda le mise il barattolo davanti alla faccia ma Santana lo spostò e avvicinò Brittany a se per baciarla. 

I coniugi Pierce si erano scambiati uno sguardo eloquente per poi lasciare le due da sole. 

"Dove sono andati i tuoi?" 

"A dormire, credo" 

"Ma volevo salutarli" 

"Li rivedrai la settimana prossima" 

 

E invece Santana li aveva visti solo tre giorni dopo. O forse parlare al plurale non è appropriato. Perché il signor Pierce l'aveva visto, sì, ma con gli occhi chiusi e vestito da cerimonia. 

Brittany e Susan piangevano quasi ininterrottamente da quando era successo, giovedì. Josh quella mattina non si era svegliato e non l'avrebbe fatto mai piú. Era morto di vecchiaia nel modo più indolore. Si potrebbe pensare che Brittany fosse troppo giovane per perdere il padre ma la verità era che Josh e Susan avevano molti anni di differenza e avevano avuto la figlia in età abbastanza avanzata. 

Il funerale fu tristissimo, anche perché sentiva suo tutto il dolore della sua ragazza. Quinn, Puck, Sam, Blaine e Kurt erano andati per confortare la ballerina, pur non avendo mai incontrato il signor Pierce. Quel giorno fecero tutti conoscenza di Rachel Berry, l'attrice che aveva lavorato con Brittany nel film dell'anno precedente. Le due erano rimaste in contatto e Santana si ripromise di approfondire l'argomento con la bionda, magari in un altro momento. In realtà non era molto gelosa, Rachel non era certo bella. Inoltre la latina provava una sorta di repulsione nei suoi confronti. Ma non aveva tempo di capire se fosse a causa della sua frangetta o del suo carattere perché era troppo occupata a consolare le due Pierce. 

Si era addirittura ritrovata ad abbracciare Susan per tranquillizzarla pur conoscendola da pochi giorni. 

Ma la signora Pierce le aveva detto di considerarla come una madre e lei doveva dimostrarle di essere una brava figlia. 

 

Era quasi una settimana che Santana, Brittany e sua madre vivevano insieme nella casetta in mezzo alla natura. 

Infatti la ballerina non se l'era sentita di lasciare la madre da sola dopo l'accaduto e Santana non se l'era sentita di lasciarle da sole. Aveva pianto la latina, non aveva avuto modo di conoscere bene Josh ma era come se lo conoscesse. Da quei pochi momenti che aveva passato con lui e dai molti racconti su di lui che in quei giorni aveva sentito. Il dolore aleggiava sulla casa ma anche l'affetto familiare. Una cosa che Santana Lopez riscoprì in quei giorni. Infatti la sua famiglia era stata suo padre, una volta morto lui, lei era rimasta completamente sola. L'unica Lopez di quella che era stata una famiglia numerosa. E non considerava sua madre una Lopez, non lo era mai stata.

“Ehy San, andiamo a fare una passeggiata fino al fiume?”

“Perchè invece non stiamo tutto il giorno in questo comodissimo letto?”

Brittany sembrò quasi convinta da quella affermazione ma poi si riscosse e scosse la testa sorridendole.

“Dai, voglio farci un passo prima di tornare New York e poi mia madre è in paese”

Neanche a dirlo, Santana si ritrovò a camminare in mezzo all'erba alta mano per mano. Iniziava davvero a piacerle quel posto. Fino a quel momento aveva pensato che avrebbe potuto vivere solo in una metropoli ma ora grazie alla sua ragazza e Susan stava cambiando idea.

Ma sia Santana che Brittany non poterono restare in ferie per sempre così mercoledì tornarono a New York dopo aver promesso a Susan che sarebbero passate spesso. E così fecero. Appena Brittany poteva assentarsi dalle prove e Santana dalla Sue&Co partivano sulla Porsche nera con qualcosa di carino da portarle.

 

“Chi si vede! Ultimamente battiamo la fiacca eh” era Shuster che stava entrando nel suo ufficio.

All'improvviso ebbe un flashback. Aveva mandato un affare all'aria trattando anche piuttosto male un uomo importante e non si era ancora scusata con Will.

“Mi dispiace per...” aveva deciso di togliersi subito il pensiero.

“Shh, tranquilla. Hai fatto benissimo, mi fido molto del tuo giudizio”

Santana non era sicura se fosse giusto lasciar cadere l'argomento, forse Will non conosceva i particolari dell'incontro. Sorrise tra sé e sé e decise di tralasciare.

“Sto pensando di fare un acquisto diciamo... Importante. Nel caso potresti anticiparmi qualche mese di stipendio in modo da pagare tutto in contanti”

“Tu non me la racconti giusta. Se hai bisogno di tutti quei soldi la tua ragazza è fortunata”

Ma come, aveva già intuito tutto? Si sentì un po' imbarazzata ad affrontare l'argomento con il suo capo.

“Comunque certo, Santana. Nel caso, hai solo da chiedermelo”

La latina gli sorrise.

“Lo sai che sei un capo fantastico?” certe affermazioni non erano da lei ma quella volta decise di lasciarsi andare. Will le fece l'occhiolino, si voltò e mentre si allontanava le gridò qualcosa che la lasciò decisamente basita.

“Anche tu sarai un capo fantastico, la mia pensione si avvicina!”

/ Ehy, non chiedetemi il perchè di questo capitolo un po' tragico. Sorry Josh. E' andata così. Avrei aggiornato ieri ma non ce l'ho proprio fatta. Mi farò perdonare, alla prossima /

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII - Inverno ***


/ Ehy! Grazie a tutti quelli che seguono, preferiscono, recensiscono o qualsiasi cosa voi facciate, grazie. Buona lettura /

"Sei sicura di voler fare questo passo, San?" 

"Sì te l'ho già detto" 

"Sai, anche io e Puck ci stiamo pensando" 

Santana era felice per la sua migliore amica. 

"Ma la casa, ti piace?" 

Quinn rise, era la settima volta che glielo chiedeva. 

"È bellissima, a Brittany piacerà da morire" 

"Devo solo trovare il coraggio di chiederglielo" 

Quel  "solo" suonò in modo decisamente poco convinto. 

"Come se non sapessimo già la risposta" le disse facendole l'occhiolino per poi avviarsi verso la macchina parcheggiata davanti al giardino della casa. Era a due piani, indipendente. Geograficamente a metà percorso tra la Sua&Co e la palestra della bionda. Santana aveva pensato proprio a tutto e ora che conosceva il parere della sua migliore amica era ancora più sicura che quella fosse la casa dei suoi sogni. Suoi e di Brittany.

 

“Puck!”

“Ehy latina”

Si abbracciarono velocemente.

“Quinn ti tiene al guinzaglio eh?! Era da un po' che non uscivamo io e te”

“Beh, ha le sue ragioni. Quante ne abbiamo combinate insieme?”

Entrambi risero.

“Birra e sveltina?” le fece l'occhiolino.

“Pensavo più a birra e cinema. C'è un bellissimo film horror che Brittany non verrà mai a vedere con me”

“Mi sembra perfetto”

Entrarono in un piccolo locale sull'angolo tra due vie molto trafficate. Erano nel centro di New York.

“Sai, sto pensando di prendere una macchina nuova”

“Sarebbe anche ora”

Si sedettero al balcone e ordinarono. Il barista guardava forse un po' troppo insistentemente Santana, che si limitò ad ignorarlo. Parlarono per un po' di macchine e nel frattempo finirono le birre.

“Andiamo?”

“Lascia, pago io. Comunque dopo tutti gli horror che ci siamo visti al liceo ormai non mi fanno più effetto”

“Sì come no. Come quella volta che hai detto che andavi a farti un panino e ti ho trovato che vagavi per la cucina con un mestolo in mano”

“Te lo sei inventata!”

“Chiedi a Quinn, dovrebbe avere ancora le foto”

Si avviarono verso il cinema, uno dei più grandi in zona.

“Ehy, quello non è...”

“Sam, sì. SAM” lo chiamò Puck.

Il biondo era qualche metro davanti a loro e si voltò subito.

“Ciao ragazzi!”

“Ehy, che ci fai qui?”

“Mia madre mi ha mandato a fare una consegna di pasticcini a una festa qua dietro. E voi?”

“Stavamo andando al cinema”

“Perchè non vieni con noi?” gli propose Santana.

Sam sembrò per un attimo incerto.

“Perchè no? Scrivo a Quinn se può finire lei i cupcakes”

“Ehy, non far lavorare troppo la mia donna”

Risero un po' poi si incamminarono verso il cinema.

 

"Grazie San"  

Santana sorrise vedendo il volto felice di Brittany, ora che aveva una tazza di cioccolata calda tra le mani. Non era ancora inverno inoltrato ma la bionda aveva già cominciato da un po' a nutrirsi principalmente di quella bevanda. 

La latina si sedette vicino a lei sul divano. Era il momento per affrontare un argomento serio. Tipo la convivenza. 

"Senti Britt" 

L'altra rispose con un mugolio, uno di quelli che significano "ti ascolto". 

"È un po' che ti volevo chiedere se vuoi venire a vivere con me. Ma non nel mio appartamento. Ho visto una casa bellissima, Will mi anticipa qualche mese di stipendio e la compriamo in contanti così è tutta nostra. Anche a Quinn piace, ti va di venire a vederla? Ma soprattutto, ti va di vivere con me?" 

Brittany aspettò che finisse di parlare, si voltò verso di lei con un grosso sorriso. Più grosso di quello per la cioccolata calda. 

"Certo che voglio vivere con te! E no, non voglio venire a vedere la casa perché mi fido di Quinn e soprattutto di te. E ringrazia Will da parte mia perché dobbiamo comprare quella casa prima che qualcuno ce la rubi" terminò lasciandole un bacio, per poi tornare a guardare la televisione. 

Beh è andata bene, pensò Santana. Decisamente bene. 

"Ma ci pensi? Potremmo fare l'amore tutte le sere" aggiunse dopo un po' senza voltarsi. 

"A proposito..." 

"Dai San, sto seguendo il film" 

La latina sbuffò tra il deluso e il divertito e tornò ad appoggiarsi sullo schienale del divano. Dopo pochi secondi però la TV si spense e si ritrovò sdraiata con Brittany sopra di lei. 

"E il film?" 

"Quale film?" 

 

Con la convivenza le due ragazze, ormai donne, poterono dire di conoscersi perfettamente. Scoprirono tutto l'una dell'altra. Santana scoprì che Brittany faceva due docce al giorno, una appena alzata e una dopo il lavoro. Brittany scoprì che Santana riempiva da sola una cabina armadio di almeno cinque metri quadrati e che, nonostante questa, riusciva a disseminare vestiti per tutto il resto della casa. Santana scoprì che Lord T non era poi così fastidioso, soprattutto quando la sua padrona era fuori e lei poteva chiuderlo in uno dei bagni. Brittany scoprì che Santana aveva due macchinette del caffè perché nel caso se ne fosse rotta una non sarebbe potuta stare senza. Ogni giorno era una scoperta. 

Facevano colazione tutte le mattine insieme tranne il lunedì dato che Santana usciva prima della ballerina. Poi però recuperavano vedendosi da Starbucks alle 11:30 in punto, quell'appuntamento era ormai sacro. 

Il martedì la serata dai Pierce era diventata serata da Susan, le due non vedevano l'ora di allontanarsi dalla città per rilassarsi sotto il portico con la donna. 

Il sabato si vedevano al pub con Quinn, Puck, Kurt, Blaine, Sam e ultimamente anche con Rachel che dal funerale si era unita al gruppo. E Santana aveva imparato a sopportarla, addirittura un paio di volte ci aveva parlato. 

E alla domenica toccava al signor Lopez. 

Ed era proprio una domenica di quell'inverno quando Santana aprì gli occhi di soprassalto, quella era la voce di Brittany e stava urlando. 

"Calmati San, non ti ho mai vista così preoccupata appena sveglia" era Quinn, sdraiata accanto a lei. Anche quell'abitudine non era scomparsa. L'amica dormiva da loro ogni sabato, anzi tra di loro. Santana all'inizio non era proprio entusiasta di quella presenza tre lei e la sua ragazza ma poi le due bionde l'avevano convinta. Inoltre era troppo abituata a svegliarsi la domenica con il braccio di Quinn sulla sua pancia.

"Cos'è successo?" 

"È solo la tua ragazza che ci avverte che sta nevicando" 

La latina si rilassò, richiuse gli occhi e usò l'amica come cuscino. Non aveva nessuna intenzione di svegliarsi, il suo orologio interno le diceva che era presto e che era domenica quindi doveva dormire. 

Ma proprio mentre stava per riaddormentarsi un nuovo urlo arrivò dalle scale. 

"RAGAZZE NEVICA! VENITE FUORI, PRESTO" 

Nel frattempo Brittany era arrivata al piano superiore e si era fiondata in camera.. 

"Dai San!" la incitò la ballerina per poi buttarsi sul letto tra le due. 

"Va bene amore" le rispose reclamando il bacio del buongiorno, prontamente accontentata. 

Quinn si voltò dall'altra parte fintamente disgustata. 

"Dio, mi ci devo ancora abituare a questa Santana innamorata persa. A chiunque altro risponderesti una serie di insulti e poi da quando hai dei vestiti da neve?" 

"Da quando ho scoperto che Brittany mi porterà in settimana bianca" rispose ovvia la latina lasciando Quinn ancora più sbigottita.

 

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX - Svolte ***


/ Ehy tutti. L'ultimo capitolo mi fa un po' schifino, spero di riprendermi con questo. Fatemi sapere, buona lettura /

Quell'inverno passò e anche quelli successivi. Esattamente cinque inverni erano passati dall'inizio di quella convivenza. 

Era il secondo sabato di marzo quando Santana e Brittany avevano deciso di dare una svolta alla loro vita.  

Erano sedute come al solito vicine nel solito pub in centro con i loro soliti amici, compresa Rachel che ormai non mancava mai a quell'appuntamento, quando Brittany pronunciò la fatidica frase. 

"San, perché non ci sposiamo?" 

Chiunque stesse conversando rimase in silenzio osservando la reazione della latina. Inizialmente sembrò non aver sentito, poi spalancò gli occhi. Infine si girò verso la sua ragazza ancora un po' allarmata. 

C'era tensione tutta intorno alle due, nessuno osava intervenire. Poi finalmente Santana parlò. 

"Sei sicura Britt?" 

"Mai stata così sicura" 

Non era la prima volta che avveniva quello scambio di battute, la volta precedente era stata quando Brittany l'aveva inviata per la prima volta a casa sua e avevano fatto l'amore. Ovviamente tutti gli altri erano all'oscuro di ciò. 

Santana sorrise a quel ricordo per poi baciarla dolcemente. 

"A me sta bene" 

Il sorriso della bionda si allargò notevolmente e non solo il suo. Tutti quelli seduti a quel tavolo erano rapiti da quel momento. Non era stata una vera proposta di matrimonio ma era stata una proposta alla Brittany. E quella notte, a casa loro, dovettero aspettare che Quinn si addormentasse per andare in salotto. Perché quella era una di quelle occasioni in cui si doveva fare l'amore. O più precisamente, l'amore alla Santana. 

 

"Quella troia, quella sottospecie di troia!" continuava a ripetere la bionda. 

"Calmati Quinn, non è successo niente" 

L'amica l'aveva chiamata mentre era al lavoro per sfogarsi. 

"Niente? Quella troia vuole fottermi il ragazzo e tu mi dici che non è successo niente?" 

"Come se avesse qualche speranza, l'hai vista?" 

"Non è questo il punto, cazzo" 

Era un po' che Santana non la vedeva così infuriata, certo in quegli anni ogni tanto ce l'aveva con Puck ma non in quel modo. 

"Ma sei sicura che le piaccia Puck?" 

"Sì me l'ha detto Sam" 

"E lui come fa a saperlo" 

"Gliel'ha detto Blaine, a cui l'ha detto Kurt, a cui l'ha confidato lei stessa" 

"Magari si è presa una cotta e non può farci niente" 

"Non difenderla solo perché è amica di Brittany" 

Rachel Berry aveva detto a Kurt che le piaceva Puck. Santana era quasi felice, nonostante la reazione dell'amica, perché almeno era sicura che tra Brittany e la nasona non fosse successo niente. Se l'avesse chiesto alla sua ragazza lei le avrebbe sicuramente detto la verità ma non voleva apparire gelosa di quella sottospecie di troia, come la chiamava Quinn. 

"Ne hai parlato con Puck?" 

"Mi ha appena chiamato lui per raccontarmi che la nana si è presentata alla sua ditta e senza tanti convenevoli ha provato a baciarlo" 

"Oddio, e lui?" 

"Lui mi ha detto qualcosa a proposito del suo naso anti sesso e che non devo preoccuparmi" 

"Credo che anch'io preferirei morire piuttosto che baciarla. Comunque ne parlerò con Brittany" 

"Grazie San" 

"Figurati Quinnie" 

 

"Allora?" 

"Le ho detto che ha fatto una cosa poco carina 

"E lei?" 

"Ha detto che doveva farlo almeno una volta, prima di partire" 

"Parte?" 

"È già partita, aveva l'aereo mezz'ora fa. Le hanno offerto una parte importante non ricordo bene dove" 

"Beh, Quinn sarà più tranquilla" 

Santana si ritrovò suo malgrado a pensare che in qualche modo le sarebbe mancata. Loro due erano incompatibili, certo, ma a volte si era ritrovata a dar ragione alla nana. 

"Mi mancherà" 

"Anche a me, Britt. Vedrai che tornerà presto" 

Beh, un po' le sarebbe mancata ma poteva anche non tornare proprio presto.

 

"Insomma che Brittany sta con Santana, Kurt sta con Blaine e Quinn sta con Puck. Rachel è partita e Sam è single" 

"In sintesi è così"  

Le due ragazze tenevano Susan sempre aggiornata sui loro amici. 

"Ehm mamma, io e San ti dobbiamo dire una cosa" 

"Sputate il rospo" 

"Abbiamo deciso di sposarci" 

La signora Pierce era visibilmente emozionata. 

"E chi delle due ha fatto la proposta?" 

"Beh, in realtà nessuna delle due" rispose Santana ridendo. 

"Eravamo al pub con i nostri amici e io le ho detto che ci saremmo potute sposare e lei ha detto che ci stava" 

Susan era sorridente. 

"Sono così contenta. E avete deciso quando?" 

"Non ne abbiamo ancora parlato" 

"Non c'è fretta, il matrimonio è solo un qualcosa in più. L'importante è stare con la persona che si ama" 

E Santana non poté che trovarsi d'accordo con la donna. 

"Anche Puck mi ha detto di star pensando di chiedere a Quinn di sposarlo, più o meno da quando si sono sposati i Klaine l'anno scorso" 

"Anch'io ci pensavo da quel giorno, beh ogni tanto anche prima" ammise Brittany. 

"Dai ragazze, andate. Non voglio che guidate al buio" 

Era piena estate e a quell'ora, le nove, c'era ancora luce. 

"Ciao Lord T" salutò Brittany affettuosamente il suo gatto. Avevano deciso di lasciarlo a Susan almeno per un po' in modo che non si sentisse sola. 

"Addio gattaccio, non far disperare la nonna come fai con me" 

     

"Chi viene a fare il primo bagno dell'anno?" 

In realtà Santana e Quinn avrebbero preferito restare spaparanzate al sole, sulla spiaggia. 

Ma l'entusiasmo di Brittany non poteva che essere accontentato così entrambe alzarono un braccio per farsi aiutare dalla bionda ad alzarsi. 

Quando si ritrovò Brittany davanti però, Santana dimentico tutto il resto. 

Osservò i suoi occhi come se fosse la prima volta e la baciò con passione. 

La bionda ricambiò, con il tempo si rischiava di dare per scontato il loro amore ma il quei momenti si ricordavano di quanto erano fortunate. Ognuna di avere l'altra. 

"Vabbè, io vi aspetto in acqua eh" disse Quinn quando vide che le due non erano intenzionate a staccarsi. 

 

Santana non aveva mancato neanche uno degli spettacoli di Brittany da quando stavano insieme. Erano quasi sei anni che cancellava ogni suo appuntamento che coincidesse con una delle rappresentazioni. 

"Britt te l'ho detto, oggi non posso proprio" 

La latina iniziava a spazientirsi. 

"Tu non mi ami più" 

"Non fare la bambina, fattene una ragione" 

A Brittany si erano velati gli occhi, quella non era la sua San. Che le parlava come tutti gli altri, come se lei fosse una stupida. Probabilmente lo pensava. 

Santana non aveva proprio voglia di chiederle scusa. Solo perché una volta non sarebbe andata ad uno dei suoi spettacoli. Come se Brittany assistesse a tutte le sue riunioni di lavoro. 

Ed era proprio una riunione a cui doveva partecipare il motivo per cui non poteva andare a vedere la ballerina. Certo, si sarebbe aspettata un po' più di comprensione. 

In quella riunione si sarebbe confermata o meno la fusione della Sue&Co con un'altra importante ditta di New York. L'unione avrebbe consentito investimenti su scala maggiore e quindi, guadagni maggiori per tutti. 

Aveva provato a spiegarlo a Brittany la sera precedente ma a quanto pare la bionda si aspettava un ripensamento perché quella mattina non le dava tregua. 

"Senti, io devo proprio andare. Dovresti augurarmi buona fortuna invece che pensare solo a te stessa" 

La bionda aveva ancora gli occhi lucidi e non sembrava intenzionata a rivolgerle la parola. 

Brittany non lo faceva apposta, sapeva che la latina aveva ragione. Sapeva che quella riunione era importante e che Santana avrebbe preferito andare a vederla. 

Ma nonostante ciò, non riusciva a farsene una ragione. 

Sentì la porta sbattere e cominciò a piangere disperata, non aveva neanche salutato la sua fidanzata. Non sarebba mai riuscita a portare a termine lo spettacolo senza San tra il pubblico. 

 

E invece c'era riuscita. Aveva pensato alla litigata con Santana tutto il tempo ma lo spettacolo era andato bene. Era la prima volta che litigavano, forse perché San mi dà sempre ragione alla fine, stava pensando la bionda. 

"Ti aspetto davanti all'uscita secondaria con la macchina

Era lei, nonostante la sua scenata, era andata a prenderla. 

Cercò di sbrigarsi e dopo pochi minuti era sulla Porsche. Santana mise in moto e partì in silenzio. 

"Scusa amore, sono così stupida" 

"Non sei stupida" 

"Allora perché mi sono comportata così?" 

"Perché io ti ho deluso" 

La latina cercò di nascondere i suoi occhi a Brittany che si stavano velocemente inumidendo. 

"No San, non dire così. È solo che mi sento così persa senza di te" 

"Infatti, sarei dovuta venire" 

Non riusciva ad essere arrabbiata con Brittany, non riusciva a togliersi dalla mente l'immagine della ragazza in lacrime quella mattina. 

"Come è andata la riunione?" 

"Bene, la fusione ci sarà. E lo spettacolo?" 

"Bene, mi hanno detto" 

Rimasero in silenzio sino a casa. 

Quando si ritrovarono a letto in pigiama fecero pace. Stremate dalla giornata si addormentarono l'una nelle braccia dell'altra.

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Capitolo 20
*** Capitolo XX - In viaggio ***


/ Ehy, eccoci al XX capitolo. Non so quanto durerà ancora la storia ma ho ancora qualche idea. Come sempre, buona lettura /

"Lo voglio" 

Era stata Santana a dirlo per seconda. Poi si erano baciate e tutti si erano dovuti trattenere per non piangere. Tranne Susan, Quinn e Kurt che non si trattennero proprio per niente. Anche la signorina Holiday e Shuster, nelle retrovie, erano molto emozionati davanti alla scena. La cerimonia fu tranquilla, con poche persone. Santana conobbe degli zii di Brittany, sua moglie. Il termine "moglie" le faceva un po' effetto. 

"Tu sei mia moglie, Britt" le aveva sussurrato durante la cena e la bionda aveva sorriso. 

 

Alla fine avevano optato per un tranquillo viaggio in macchina di alcune settimane in giro per l'America. Erano partite subito dopo il matrimonio, in ottobre. Riempirono il bagagliaio e i sedili posteriori della Porsche e partirono senza sapere bene dove erano dirette. 

Il martedì avevano salutato affettuosamente Susan, il sabato tutti i loro amici e la domenica il signor Lopez scusandosi perché non sarebbero passate e trovarlo per un po'. Ma erano sicure che lui avrebbe capito. 

Brittany rinunciò a tutti i ruoli che le avevano offerto in quel periodo e Santana ebbe la completa approvazione di Will per quel periodo di ferie. 

Alle due piaceva andare in macchina insieme, la latina guidava e la bionda si occupava della musica alternando radio, CD, la musica sul suo iPhone e su quello di Santana. 

Infatti Santana aveva appena trovato un modo, insieme a Sam e Puck, di collegare il cellulare alla macchina che dati i suoi anni non aveva quella possibilità. 

Il tempo volava e le due non erano mai state tanto felici e rilassate. 

 

"Come va piccioncine?" 

Era Quinn, in vivavoce. 

"Siamo in autostrada, stiamo andando verso ovest" 

"Ci mancate" 

"Anche voi ma se fosse per me non tornerei più" 

"Ma San! La tua ditta fallirebbe senza di te" 

"E te Quinn?" 

"Ciao Britt! Io e Puck abbiamo deciso di sposarci in primavera" 

"Che bello! San allora abbiamo sei mesi per tornare" 

La latina e la sua migliore amica ridacchiarono. 

"Vabbè al massimo non ci andiamo al loro matrimonio" 

"Ma amore, Quinn ci ha chiesto di fare da damigelle!" 

"Scherzo Britt, ci andiamo. Salutaci il tuo futuro marito, quanto sono banali i matrimoni etero" 

Quinn rise, sapeva che Santana era molto più felice per lei di quanto desse a vedere. 

 

Era da quattro giorni ormai che le neo-mogli si erano stanziate in un affittacamere in mezzo ai campi di cereali. 

"Forse dovremmo tornare a New York" 

"Sì Britt, dovremmo" 

"Sono state tre settimane bellissime amore" 

Purtroppo la bionda aveva ragione, era tempo di tornare a casa loro che mancava un po' a entrambe. Sentivano la mancanza della loro bellissima routine, in più non potevano restare in ferie per sempre. Così avevano deciso di passare l'ultima notte in quel posto meraviglioso per poi partire il giorno dopo.  

 

"Santana!" 

"Ciao Will" 

"Com'è andato il viaggio?" 

"Benissimo, grazie. Avete sentito la mia mancanza?" 

"Molto, la concorrenza ci sta alle calcagna quando non ci sei" 

"Rimedio subito" 

"Buon lavoro" 

"Grazie capo" 

In fondo Shuster non era poi così idiota. Aveva preso lui l'iniziativa della fusione e da quando era arrivato il fatturato era in aumento. 

"Ah Santana..." 

Era tornato nel suo ufficio, questa volta molto imbarazzato. 

"Sì?" 

"Non è che mi potresti dare il numero della signorina Holiday?" 

"Come fa a conoscerla?" 

Santana non poteva credere alle sue orecchie. 

"Al tuo matrimonio abbiamo fatto due chiacchere e vorrei rivederla" 

"Va bene ma non dirle che te l'ho dato io"

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI - Notizionissime ***


 / Ehy! Grazie a tutti, siete sempre di più! Buona lettura / 

Brittany stava facendo il letto e pensava che forse era il caso di spolverare anche un po'. Quando non aveva le prove si dava ai lavori domestici, era lei che portava un po' di più la gonna in casa. Santana non sapeva cucinare figuriamoci tenere in ordine. Certo, ogni tanto ci provava perché non voleva che facesse tutto sua moglie ma era un vero disastro. 

L'iPhone della ballerina squillò, era un numero sconosciuto. 

"Sì pronto" 

"Salve, parlo con Brittany Pierce?" 

"Sono io" 

"Ultimamente ha qualche ruolo importante?" 

"Purtroppo no. Ma chi è lei?" 

"Sono il produttore di un film e le volevo chiederle se le interessasse il ruolo da protagonista. Le sarei grato se facesse il provino" 

"Beh certo, mi dica quando" 

"Domani mattina può?" 

"Sì" 

"Allora alle nove nel terzo studio" 

"Ma dove?" 

"A Hollywood signora Pierce" 

 

"Amore sono arrivata!" 

Quella sera Santana aveva fatto presto, quando poteva usciva un po' prima dall'ufficio. Cosa che non avrebbe mai fatto prima di conoscere Brittany. 

"San, vieni sono in cucina" 

La bionda era elettrizzata, non vedeva l'ora di dare la notizia a sua moglie. 

"Eccomi" le lasciò un bacio a stampo. 

"Ho una notizionissima" 

"Spara Britt" 

"Mi hanno offerto un ruolo da protagonista a Hollywood" 

"O mio Dio" 

Abbracciò Brittany felicissima per lei. 

"Stamattina mi ha chiamato il produttore, domani devo fare il provino ma mi ha fatto intendere che il ruolo è già mio" 

"Festeggiamo, vado a prendere lo champagne" 

La baciò ancora una volta e poi andò a scegliere il vino. 

Poi dalla sala le urlò. 

"AH BRITT, ANCH'IO HO UNA NOTIZIONISSIMA" 

Nel frattempo era tornata in cucina e stava riempiendo i bicchieri. Riempiendo per modo di dire, Brittany reggeva ancora poco l'alcool. 

"Sembra che funzioni tra Shuster e la Holiday" 

"Wow, sono contenta per loro" 

"Siamo tutti felici per loro" 

 

Santana aveva accompagnato la ballerina, e attrice, al provino in macchina. Era ormai mezz'ora che l'aspettava fuori così decise di prendersi un caffè nel chiosco che aveva visto dietro l'angolo mentre leggeva le mail di lavoro. 

"Berry?" 

"Lopez?" 

"Cosa ci fai tu qui?" 

"Beh io ci lavoro. Tu se mai cosa ci fai qui?" 

"Ho accompagnato Brittany, le hanno offerto un ruolo da protagonista" 

"Davvero? Io sto facendo da regista" 

"Devo andare, magari ha finito" 

"Vengo con te!" 

Santana non rispose, sapeva che Brittany sarebbe stata felice di rivederla. 

"Ce l'hai con me per la storia di Puck?" 

"Un po' ma non più di tanto" 

La latina non aveva nessuna voglia di fare conversazione. 

"Sai, mi sto sentendo con Sam" 

"Ma possibile che tutti quelli che conosco si fidanzino tra loro?" 

Brittany uscì dalle porte a vetri sorridente. Aveva chiaramente avuto il ruolo ma Santana non aveva avuto il minimo dubbio. 

Ogni volta che la vedeva pensava a quanto fosse bella e a quanto lei fosse fortunata. 

"Rachel!" 

Cazzo la Berry ha rovinato questo momento di adorazione, pensò tra se la latina. 

La bionda corse ad abbracciarla e la nasona ricambiò. 

"Ciao! Santana mi ha raccontato tutto, come è andata?" 

"Sono ufficialmente la protagonista di un film di Hollywood"

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII - Distanze ***


Da quando Brittany aveva iniziato a girare quel film, Santana non la vedeva praticamente più. La bionda aveva degli orari improponibili, partiva prima della moglie e tornava la sera tardi. Quando girava a Hollywood prendeva l'aereo e dormiva fuori casa. Per fortuna la maggior parte delle scene si svolgevano più vicino.

Ma in quel poco di tempo in cui la incrociava lei era distrutta. Così cercava di non stancarla in discorsi, si limitava a farle da mangiare e metterla a letto. Magari andava anche lei a dormire e la abbracciava stretta, come piaceva a lei. 

Ma la verità era che quella situazione non le piaceva, era frustrante e lei si sentiva impotente. 

Aveva ripreso a chiamare Quinn più spesso. Aveva bisogno di parlare e Brittany non la poteva ascoltare. In fondo non era colpa sua e una volta terminato il film tutto sarebbe tornato come prima. Avrebbe riavuto sua moglie. 

 

"Brittany?" 

"Aveva delle riprese, quei produttori vogliono finire in fretta così lavora tutto il giorno tutti i giorni" 

In tono della latina era decisamente sconsolato. Quel giorno aveva seriamente pensato di andare dai produttori e fare una scenata alla Santana Lopez ma poi aveva avuto paura di danneggiare la moglie. 

Quinn abbracciò l'amica seduta da dietro e cercò di consolarla. 

"Beh almeno finiranno presto" 

Quello era l'ennesimo sabato sera in cui Santana era andata da sola alla solita uscita. 

"Mi hanno detto che ti senti con la Berry" esordì riferita a Sam. 

"Ti hanno detto bene. Sono stanco della storielle, voglio una ragazza seria" 

"Una ragazza che vuole rubarmi il fidanzato non è quella che io definirei seria" 

A Quinn quella storia non era ancora andata giù. 

"Buon per te Sam, sarebbe anche l'ora" 

Disse Kurt cercando di evitare certi discorsi su quella che era diventata la sua migliore amica. 

 

"Allora affare fatto?" 

"Sicuro" 

L'aveva detto con un tono fin troppo seducente. Santana riconosceva quando qualcuno ci stava provando con lei e quella affascinante donna ci stava provando. Era a una riunione per concludere un affare, ultimamente Shuster lasciava fare a lei. Si fidava molto e Santana non lo deludeva mai. 

"Sa, mi sono appena trasferita a New York" 

"Buon per lei" 

"Non è che mi sa mica consigliare un locale carino dove potrei andare stasera?" 

"Dipende che genere di compagnia preferisce" 

La latina aveva deciso di vedere fino a che punto si sarebbe spinta la donna. 

"Beh preferirei la sua compagnia, altrimenti non saprei" 

"La ringrazio molto ma sono sposata" 

"Le ho solo chiesto di uscire, mi farebbe un favore perché non conosco veramente nulla di questa zona" 

Santana aveva davvero bisogno di svago, non si divertiva davvero da settimane. Pensò che non ci fosse nulla di male a uscire con una donna, solo perché era lesbica questo non voleva dire che non potesse avere delle amiche. 

Ma la realtà era un'altra e lei in fondo lo sapeva. Sapeva che quella donna non era interessata a lei come amica e sapeva che avrebbe accettato solo per dimostrare a se stessa che era ancora fatale come un tempo, prima di Brittany. 

"Va bene, la passo a prendere io" 

"Diamoci del tu, Santana" 

 

"Dov'eri?" 

"Brittany! Cosa ci fai a casa?" 

Si era fregata da sola, non usava mai il nome intero della moglie se non quando succedeva qualcosa. 

"Oggi sono riuscita a liberarmi prima dato che un attore è malato e non possiamo andare avanti con le riprese" 

"Mi dispiace, pensavo non ci fossi" 

"Non hai ancora risposto alla mia domanda" 

"Sono uscita con un'amica" 

Ostentava un tono neutro, non doveva mettersi sulla difensiva o avrebbe ammesso la sua colpevolezza. 

"La conosco?" 

"No" 

La bionda non rispose ma la sua espressione fu eloquente. 

"Brittany lo sai che non ti tradirei mai e poi non vedo cosa ci sia di male, solo perché siamo lesbiche questo non vuol dire che non possiamo avere delle amiche" 

"So solo che ero venuta a casa per passare del tempo con mia moglie dopo settimane e lei è uscita con un'altra donna" 

"Cosa ti aspettavi? Che me ne stessi a casa tutto il giorno con le mani in mano ad aspettarti?" 

Era stata un po' troppo brusca ma in fondo era quello che provava. 

"È successo qualcosa?" 

La bionda si riferiva alla serata, non c'era bisogno di specificarlo. 

"No, abbiamo solo parlato. Però erano chiare le sue intenzioni, soprattutto dopo qualche bicchiere" 

"E te l'hai lasciata fare" 

"Non è stata insistente. Avevo bisogno di fare qualcosa, di parlare con qualcuno" 

"Come mi dovrei sentire io?" 

 

"E poi?" 

"Quinn! Non mi parla da giorni, io non so più cosa fare" 

"Probabilmente aspetta solo che tu le dica che ti dispiace" 

"Secondo te ho sbagliato?" 

"Hai sbagliato facendoglielo scoprire per caso" 

"Lo so ma ero così..." 

"Lo so San, parlale" 

"Grazie Quinnie"


/ Ehy. Non so quanti capitoli ci saranno ancora, non molti comunque. Spero che la storia continui a piacervi! A domani /

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII - Valerie ***


 / Ehy. Se vi va, fatevi un giro sul mio Tumblr (http://earth-without-art-is-only-eh.tumblr.com/). Detto ciò, buona lettura /

"Avrei dovuto dirtelo" 

"Sono contenta che tu abbia capito il vero problema, non che fossi poi così felice anche del fatto che tu uscissi con una donna che ti guardava le tette" 

Poi la bionda le aveva lasciato un bacio ed era uscita e Santana aveva capito di essere stata perdonata. 

 

"Per cosa brindiamo?" 

"Beh per la fine delle riprese Britt, mi sei mancata" 

"Anche tu, per un po' mi prendo ferie" 

"Tranquilla il mio stipendio ci basta e avanza" 

"Quello non è un problema San, la prossima settimana mi danno i soldi per il film" 

"E quanti sono?" 

"Un numero a sei cifre amore" 

"Altro che brindisi allora" 

"Lo sai che c'è solo una cosa con cui si festeggia come si deve San, dovresti saperlo meglio di me" 

Brittany riusciva a pronunciare quelle frasi erotiche senza scomporsi minimamente. 

"Non sei stanca Britt?" 

"Nah" 

"Domani prendo ferie" 

"Ti amo" 

"Ti amo anch'io" 

E poi le distanze si erano annullate, per molte ore consecutive. 

 

"Io odio il karaoke" 

"Dai San, facciamo qualcosa di diverso. E poi tu canti benissimo" Quinn aveva proposto una serata un po' alternativa. 

"Davvero amore? Mi avevi detto di essere stonata" 

"Lo dice sempre perché crede che cantare non sia nel suo stile" era Kurt. 

"Avete finito di parlare di me come se io non ci fossi?" 

"San, voglio sentire come canti" 

"No se ne parla, avresti qualche possibilità solo se fossi ubriaca fradicia" 

Brittany fece l'occhiolino a Quinn. Se l'alcool voleva, l'alcool avrebbe avuto. 

 

Kurt, Blaine e Sam cantarono una bella canzone, era una delle preferite di Santana ma in quel momento non ricordava il titolo. In realtà in quel momento c'era poco che ricordasse, vide sua moglie e la sua migliore amica ridacchiare indicandola ma non capì. 

Dopo un giramento di testa finemente si rese conto di cos'aveva, era sbronza. Vide che le due si avvicinavano, le presero le mano e la condussero su uno sgabello al centro del palco. Lei ancora stordita sentì la musica partire, aveva qualcosa di familiare. Era la canzone che c'era sempre in macchina quando erano in viaggio di nozze, in quel periodo la davano sempre alla radio e a Brittany piaceva tantissimo. 

Cominciò a cantare senza neanche accorgersene, senza bisogno di leggere il testo. Si guardò in giro cercando sua moglie e la trovò. La stava guardando sorridente, Quinn vicino a lei aveva uno sguardo compiaciuto. Della serie, te l'avevo detto. 

La canzone era Valerie, si accorse di saperla a memoria e non staccò gli occhi dalla sua bionda. 

Alla fine concluse e vide tutti i suoi amici applaudirla, quasi commossi. Poi guardò anche le altre persone e si accorse che tutti stavano applaudendola. Si sentì felice, pensò che fosse anche l'effetto dell'alcool ma riuscì a tornare a sedersi da sola. Sentì qualcuno che si stringeva a lei e le sussurrava che era bravissima e che le avrebbe dovuto dedicare canzoni più spesso. Era l'inconfondibile voce di Brittany e a lei non sapeva dire di no. 

"Per te questo ed altro" 

 

"Davvero lo caricherete sul Web?" 

"Proprio così, sul mio sito e quindi sul mio blog. Farà il giro di Tumblr e Youtube e non solo" 

Le due coniugi erano al telefono con Quinn in vivavoce. 

"Solo te potevi convincere Santana Lopez a fare questa cosa" 

Brittany ridacchiò mentre la latina restava in silenzio, doveva ancora rendersi conto a cosa aveva acconsentito. 

"Lei canterà e io ballerò, vedrai che verrà benissimo" 

"Ne sono certa, siete tutte e due brave. Vedo già l'articolo sul giornale, manager affermata si riscopre cantante e gira un video con la moglie. Vi inviteranno ai talk show e vi faranno incidere un album" 

Quinn e Brittany risero di gusto, Santana cercava di trattenersi ma la verità era che cantare le piaceva davvero. 

Ma Kurt la conosceva bene, non era nel suo stile. Avrebbe fatto quel video con la moglie per farla contenta ma niente di più. Magari anche il karaoke, sì ogni tanto si sarebbe potuto fare. 

 

Quella sera Santana tornando a casa aveva trovato la moglie in lacrime. 

"Cosa c'è Britt?" le aveva chiesto preoccupatissima. 

"San" riuscì a rispondere l'altra tra i singhiozzi. 

La latina l'abbracciò forte. 

"Lord T è morto" sussurrò piangendo. 

"Mi dispiace amore" era vero un po' le dispiaceva, ma per la bionda. Odiava vederla triste. Ma forse le dispiaceva anche un po' per il gatto, non ne era sicura. Il suo rapporto con l'animale non era stato facile, i due si odiavano. 

"Mi dispiace" ripeté impotente continuando a stringere Brittany.

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIV - Annunci ***


/ Ehyehy, scusate per il ritardo. La scuola è iniziata e non risparmia nessuno. Ma non vi trascurerò, promesso. Buona lettura /

"Quel video è divino" 

"Perché lo è Brittany, Kurt" rispose la latina meritandosi un bacio sulla guancia dalla moglie. 

"Non fare la modesta, anche tu hai fatto la tua parte" 

"Sei bravissima San!" 

"Beh grazie allora, ora non mi inviterete più al karaoke perché vi faccio sfigurare" 

Quel sabato mancavano Quinn, Puck e Sam così c'erano solo loro quattro. 

"Ci dispiace per il tuo gatto Brittany" le aveva detto Blaine, gentile come sempre, Kurt annuì. 

"Grazie ragazzi" quel pensiero rendeva la bionda triste, nonostante fosse passato un po' di tempo dall'accaduto. 

Il cameriere stava portando due birre chiare piccole, per Brittany e Blaine. Santana si concesse l'aperitivo del giorno e Kurt la imitò. 

"Ma lei è Santana, lei quindi è Brittany!" 

Esclamò ad un certo punto il cameriere guardando le due. 

"Come ci conosce?" chiese divertita la latina. 

"Per il video ovviamente! È tra i Più visti del giorno su Youtube da quando è stato pubblicato" 

Le due si guardarono ridendo. 

"Alcuni blogger vi definiscono la coppia lesbica d'America" 

"Accidenti San, siamo famose" 

Anche i loro amici erano compiaciuti, non si erano accorti che il video aveva avuto tutto quel successo. 

"Ma come fa a sapere che siamo lesbiche?" chiese poi Brittany confusa. 

"Forse perché alla fine del video mi baci Britt?" le spiegò la moglie. 

"Potrei fare una foto con voi?" propose in cameriere speranzoso. 

"Certo!" rispose subito la bionda. 

"Ve la faccio io" disse Kurt. 

 

Il successo del video fu più di quello sperato, anche perché né Brittany né Santana lo avevano fatto per la celebrità. I lettori del blog della bionda erano raddoppiati e ogni tanto le due incontravano qualcuno che le riconosceva ma lì finiva tutto. Lo portarono a vedere a Susan e lo raccontarono al signor Lopez, ne erano orgogliose soprattutto perché ora avevano la sicurezza che insieme avrebbero potuto fare qualsiasi cosa. Ogni tanto lo tirarono fuori negli anni successivi, ogni tanto ne parlavano all'uscita del sabato fantasticando su come sarebbe stato se avessero scelto quella strada. Ma Santana non aveva nessun dubbio, lei era prima di tutto una manager. Anzi, prima di tutto era la moglie di Brittany. 

"Cosa c'è San?" 

La bionda parlava da un po' e Santana non dava segni di vita. La latina parve svegliarsi. 

"Ti stavo guardando e... Sei bellissima" 

Il sorriso della bionda si addolcì, prese il volto della moglie fra le mani e lo baciò. Poi spinse una Santana inerme sul letto dove era seduta continuandola a baciare. Lei non oppose nessuna resistenza, la lasciò fare. Non desiderava altro, nessun altro. 

 

"Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri a Brittany, tanti auguri a te" e tutti applaudirono. 

"Auguri amore" 

"Grazie a tutti, sono così fortunata ad avere degli amici come voi" 

La sincerità della bionda fece sorridere tutti, Quinn l'abbracciò. 

Puck picchiettò con il cucchiaino sul bicchiere fino ad avere il silenzio completo nel salotto di casa Lopez-Pierce. 

"Ragazzi, io e mia moglie..." con un cenno della testa indicò Quinn per poi concludere "Aspettiamo un bambino" 

Tutti scattarono in un applauso di gioia. Santana non stava in se dalla felicità, camminò verso l'amica e l'abbracciò forte. 

"Sono così contenta Quinnie" 

"Grazie San. Anch'io, non sai quanto" 

Poi abbracciò anche Puck e gli diede una pacca sulla spalla. 

"Ben fatto amico" 

La festa era stata tranquilla ma felice, Brittany aveva accanto a se tutte le persone a cui voleva bene. E la maggior parte dei suoi amici li aveva conosciuti tramite Santana. 

Si guardò intorno. San, Quinn, Puck, sua mamma, la signorina Holiday, Shuster, Kurt, Blaine, Sam e Rachel. Tutti insieme per festeggiare il suo compleanno, come poteva non essere felice? 

"È un po' che non facciamo due chiacchere noi due" 

Santana si girò, Holly si era seduta sul divano vicino a lei. La Holiday era sempre stata una sua confidente, soprattutto nel periodo dell'adolescenza. 

"Già, tu come stai?" 

"Eh gli anni si fanno un po' sentire ma bene" 

"Te li porti da Dio, Holly" 

"Sei sempre stata brava a mentire" 

"Sì, ma ora non sto mentendo" 

"Brittany ti rende felice vero?" 

"Moltissimo" 

"Si vede da lontano un miglio che siete fatte l'una per l'altra" 

Santana sorrise. 

"Avete mai pensato a un figlio? Avete già passato la trentina. Se lo volete vi conviene attivarvi" 

"In realtà non ne abbiamo mai parlato" 

"Dovresti chiederle cosa ne pensa" 

"Hai ragione, credo che lo farò" 

"Ma te saresti disposta?  

"Sinceramente non ho mai pensato di diventare mamma, ma se Brittany invece ci tiene non posso dirle di no"

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Capitolo 25
*** Capitolo XXV - Qualcosa al di sopra ***


/ Eccoci con il penultimo capitolo. Ho finito oggi la storia e domani pubblico l'ultimissimo, non sapete quanto mi mancherà tutto questo. Lasciate tante recensioni a questi ultimi capitoli, magari dei "giudizi finali" su tutta la storia e farete di me una persona felice. In ogni caso grazie a tutti e buona penultima lettura /
 

Nei mesi successivi, mentre Kurt e Blaine aspettavano di adottare un bambino o una bambina, erano successe un bel po' di cose degne di nota. Rachel aveva troncato con tutti per seguire il lavoro in giro per il continente. Soprattutto aveva troncato con Sam che dopo qualche settimana aveva incontrato una certa Mercedes. Nessuno l'aveva mai vista ma sembrava che la cosa fosse seria. Tutti non vedevano l'ora di incontrare la ragazza. 

Quinn e Puck avevano avuto una figlia bellissima di nome Beth, occhi dell'ebreo e capelli biondi. I loro amici passavano le sere a contemplarla. 

Santana aveva detto a Brittany che se lei voleva avrebbero potuto avere un figlio. Che sarebbe potuta diventare mamma se avesse voluto. Brittany le aveva detto di no, che ci aveva pensato molto ma che quello non era il loro destino. Le spiegò che se il loro destino fosse stato avere figli, sarebbero nate etero. Santana intuì che non era solo per quello, ma non aveva voluto insistere. Lei aveva sua moglie e non aveva bisogno d'altro. 

 

"Ciao Santana!" 

"Ehi Puck, dimmi" 

Era ancora in ufficio quando l'amico le aveva telefonato. 

"Domani è l'anniversario del mio matrimonio e vorrei organizzare qualcosa di romantico per Quinn, non è che tu e Brittany potreste tenere Beth?" 

"Certo! Passo a prenderla domani mattina" 

"Grazie mille" 

Chissà come si sarebbe comportata la bionda. Forse tenere la bambina le avrebbe risvegliato il desiderio di averne una tutta sua. A Santana non andavano particolarmente a genio i bambini ma di certo Beth era un'eccezione. Era un'adorabile furbetta, un'equilibrata combinazione di Puck e di Quinn. 

O forse non si sarebbe risvegliato nulla, forse Santana doveva smetterla di pensarci e lasciare che le cose facessero il loro corso. 

 

"Ciao a tutti, io sono Mercedes" 

Un "Ciao" generale l'accolse. Gli amici di Sam erano sconvolti. Quella era Mercedes? La ragazza che aveva rubato il cuore di Sam come nessun'altra? 

Infatti la ragazza era l'opposto di tutte quelle con cui il biondo fosse stato. Robusta, nera e un po' egocentrica. 

Non che suscitasse antipatia al gruppo, anzi ne entrò a far parte come se li conoscesse da sempre. Nel frattempo la comitiva si era allargata, i Klaine erano riusciti ad adottare una bambina. 

"Tu balli vero? L'altra volta io e Sam abbiamo visto il manifesto del tuo ultimo spettacolo" stava chiedendo a Brittany, la nuova arrivata. 

"Sì, un giorno ti devo far vedere un video che ho girato con mia moglie dove lei canta" 

"Lei è tua moglie?" chiese indicando Santana che non se ne accorse perché stava animatamente discutendo con gli uomini su quale marca di macchine fosse la più affidabile. 

"Sì" 

Santana si era girata in quel momento trovandosi la bionda e la nera a guardarla. Si sentiva un po' osservata ma poi guardò di nuovo Brittany e come spesso succedeva da anni si perse nei suoi occhi azzurrissimi. Le sorrise e si avvicinò per baciarla, naturalmente la bionda ricambiò con passione. 

"Tutte le volte che fanno così mi sembra di tornare al liceo" commentò Quinn sapendo che le due non la stavano minimamente ascoltando. 

"Si baciano spesso?" chiese divertita Mercedes. 

"Non è solo la quantità di baci, guardale sembra che abbiano l'attività ormonale di due lesbiche teenager nei bagni della scuola" 

Tutti risero di gusto, Quinn aveva colto il punto. Per quanto lei e Puck si amassero, per quanto lo facessero Kurt e Blaine, Sam e Mercedes o Holly e Will quello che avevano le due ragazze era qualcosa al di sopra della loro comprensione. 

Ogni volta che Santana e Brittany si baciavano era l'incontro di due mondi apparentemente incompatibili, di due modi di amare e di vedere le cose completamente diversi. Ma quando questi due mondi si incontravano, si fondevano diventando una cosa sola. Insieme erano una forza della natura, nessuno avrebbe potuto dire il contrario. Il loro era un amore a senso unico, verso il lieto fine.

 

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Capitolo 26
*** Capitolo XXVI - Perfette ***


La compagnia cominciava ad avere i suoi anni e non ci furono altri colpi di scena. Tutti avevano ormai la loro routine quotidiana, Santana e Brittany comprese. 

Le uniche eccezioni furono i viaggi che le due ogni tanto intrapresero. Amavano molto il Canada, ci andarono più di una volta. Se avevano del tempo libero ne approfittavano per girare in centro, magari andavano al Central Park o per negozi. Spesso invitavano Quinn, tranne se avevano voglia di un'uscita romantica. Il sabato era rimasto sacro, si ritrovavano sempre tutti in quel giorno con rarissime eccezioni. E anche il lunedì era sacro, alle 11:30 da Starbucks caffè lungo e brownie al cioccolato per la latina e chocolate moka per sua moglie. 

Santana e Brittany avevano molte altre passioni oltre al viaggiare. Il cinema, i concerti e la musica in generale, il cibo. La loro era una vita piena, intensa come il loro amore. 

Crebbero e invecchiarono insieme. Raggiunta una certa età Brittany smise con la danza, dava solo qualche lezione al mese per una palestra vicino a casa. Aveva già smesso con gli spettacoli quando Susan morì. Le due ragazze erano così affezionate a lei, piansero moltissimo insieme. Brittany fece mettere insieme i genitori in un'unica bara, accanto al signor Lopez. 

Così la domenica andando al cimitero prendevano tre piccioni con una fava, diceva Santana cercando di sdrammatizzare su quel triste momento. Non fu facile per nessuno ma la vita continuava. 

Quando Santana andò in pensione le due erano indecise se trasferirsi nella casa dei Pierce o continuare a stare nella loro casetta. Alla fine optarono per la seconda. E così gli anni successivi passarono, tranquilli. 

 

"Amore siamo vecchie" 

"Forse io Britt, tu sei sempre uguale" 

Le due erano in salotto, la latina guardava delle liste di azioni sul computer e faceva delle statistiche su alcuni fogli. Nonostante gli anni la sua mente era sempre la stessa, faceva calcoli a mente come pochi altri. Anche Brittany non aveva fatto impigrire il cervello, stava leggendo un libro fantasy. 

"Amore, perché non lasci perdere quella roba?" 

"Lo sai che mi piace, e poi do una mano a Beth" 

"Ha seguito le tue orme quella bambina, le piacciono anche le macchine. Stravede per la zia San" 

"Magari è anche lesbica" 

"Non è detto, non è detto"  

"E poi non è più una bambina" 

"Questo è vero" 

"Non mi hai mai spiegato perché non hai voluto dei bambini" 

"Per un sacco di motivi tesoro" 

"Eppure lo sapevi che noi due insieme avremmo potuto fare qualsiasi cosa"  

"Certo, San'' rispose ovvia la bionda ''E' un sacco di tempo che non facciamo l'amore" 

"Lo sai che ti stanchi Britt" 

"Di te, mai" 

Mentre parlava la bionda aveva continuato a guardare il libro, pronunciava quelle frasi da film con naturalezza. 

"Beh, in questo caso..." 

Si baciarono lentamente ma con passione fino a ritrovarsi sul letto, iniziarono a spogliarsi. 

"Sei sempre così bella" le sussurrò Brittany tra un bacio e l'altro. 

 

"Eravate così... Perfette, insieme" 

"Siamo Quinnie, siamo" 

"Hai ragione. Sai, vi ho sempre un po' invidiato. Voi avevate qualcosa... Una complicità che non ho mai visto in nessun altro" 

Le due amiche stavano riguardando il video che anni e anni prima Brittany e Santana avevano fatto. La latina e Quinn erano le due superstiti, ormai erano decrepite ma prendevano la cosa sul ridere. Scherzavano sul fatto che la loro amicizia fosse la più lunga della storia, si erano sopportate per tutta la vita. Non erano come sorelle, erano molto di più. Due facce della stessa medaglia, fino alla fine. 

Santana avrebbe preferito morire prima della moglie, la sua vita senza di lei non aveva più molto senso. Come prima di conoscerla insomma. Ma il tempo non dà scampo a nessuno, solo ricordi. 

E nel caso di Brittany e Santana, bei ricordi. Bellissimi. Tutto quello che faceva, tutti gli oggetti della casa, anche le più piccole cose le facevano tornare in mente la bionda. Brittany era unica e pensando a lei e al fatto che non ci fosse più la latina non poteva non sentirsi triste, le lacrime versate non erano mai abbastanza. Ma forse più che triste Santana si sentiva fortunata. Fortunata ad aver fatto quell'incidente, fortunata a decidere di sedersi accanto a lei su quell'autobus, fortunata ad averla incontrata da Starbucks, fortunata ad aver trovato i biglietti del suo spettacolo. Ma soprattutto fortunata ad essere stata ricambiata, ancora non ci credeva che Brittany avesse scelto di passare la sua vita con lei.  

L'amore può essere visto come una questione di completezza. Brittany e Santana, il quadro è completo.


/ Bella fregatura eh, che tutte le storie prima o poi devono finire? Non so come farò adesso. Credo che tutto quello che io possa fare sia scrivere tante altre fanfiction. Sì, credo proprio che farò così. Non vi libererete facilmente di me. Ad essere sincera ho già scritto una shot e prima o poi credo che la pubblicherò.
Tornando a questa, mi dispiace per chi si aspettava dei bambini ma non mi andava di farla finire in quel modo. Non chiedetemi perchè, forse la maternità è un tema che non mi tocca. O forse vedevo troppo Brittany e Santana a viziare Beth. O entrambe le cose. Spero comunque che l'ultimo capitolo, e l'intera storia, vi siano piaciuti. Le recensioni sono più gradite che mai.
Un grazie speciale a strapelot e ad amJade (che ormai mi sembra di conoscere e che preferisco chiamare Cinzia, momentaneamente dispersa) che puntualmente e pazientemente hanno recensito ogni capitolo. Grazie anche a chi ha lasciato una recensione ogni tanto, grazie davvero. Ma grazie anche a tutti quelli che hanno aggiunto la storia tra le preferite o me tra gli autori preferiti. Wow, grazie! E grazie anche a tutti quelli che l'hanno seguita, spero davvero che vi sia piaciuta. Ok, direi che i ringraziamenti possano bastare ma ci tenevo davvero.
Alla prossima /

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