En Mi Mundo

di Manu_Tinista
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


Chapter 1 Amavo la neve. L'amavo perché era come me: gelida. Calcai il cappellino di lana sul capo e diedi un ultimo sguardo alla strada, ormai bianca. Solo il ticchettio dei miei stivali ovattato dalla neve,risuonava nello stradone newyorkese .Tutti erano nelle case a dormire tranne me pronta per il primo giorno di scuola. Avere sedici anni è complicato,sei grande ma non abbastanza, quindi non sei libero di fare nulla senza il permesso dei tuoi genitori,peccato che i miei sono separati e litigano appena si vedono ,sono troppo impegnati per badarmi. Vivo con mia madre da sette anni, avevo solo nove anni quando mio padre prese la valigia e fuggii con Caroline, la sua amante. Sospirai: ero arrivata davanti al liceo. Tanti ragazzi bassini sostanavano con i loro genitori davanti al portone. Erano emozionati,sarebbe stato il loro primo giorno al liceo,ma non sanno che i loro prossimi anni saranno una tortura. << Tini >> la voce allegra della persona che adoro, forse l'unica al mondo, mi entrò nelle orecchie come una tromba. Mi voltai e vidi la mia migliore amica sorridere dolcemente come una bimba.<< Lodo, mi sei mancata da morire >> mi fiondo su di lei, stritolandola, lei ricambia affettuosamente. << Anche tu, ma devo dire che la Francia è davvero bella, mi dispiace non averti visto per quest'estate, però a Parigi mi sono divertita tanto >> si girò una ciocca dei capelli tra le dita.<< Dopo mi racconterai , ora andiamo in classe se no facciamo ritardo >> la presi per un braccio e iniziammo a correre nei corridoi come delle bambine dell'asilo.La classe 104 si parò davanti a noi. Eravamo arrivate. Ci guardammo, ci stringemmo la mano e varcammo la soglia. La professoressa non era ancora arrivata, quindi tranquillamente ci accomodammo ai banchi liberi.<< Ora puoi parlare! >> esclamai.<< Allora, ho conosciuto un francese, davvero sexy, si chiama Pierre, ma ci credi se ti dico che era uno strafigo? Mamma mia, ci siamo pure baciati. Mi ha regalato questa collanina ti piace? >> si indicò il collo dov'era legata una collanina d'argento con un ciondolo con su scritto "P" brillantato.<< È stupendo, ma puoi parlare di qualcosa che non siano ragazzi? >> risposi spazientita, la mia amica corrugo' la fronte e alzo' un sopracciglio. << Scusami, ma che rompipalle sei! Comunque cambiamo argomento, ho comprato una maglietta deliziosa, da un negozietto davvero bello,poi quanto vieni a casa mia la vedi! >> mi fece l'occhiolino, e si voltò in tempo per vedere la prof. di matematica entrare in tutta la sua eleganza, indossava un tubino nero e una camicia bianca tutta lavorata in pizzo. I capelli biondo cenere raccolti in uno chignon improvvisato. Aveva una quarantina d'anni , ma ne dimostrava venti. Oltre ad essere bella era anche una brava insegnante.<< Ciao, ragazzi! Come è andata l'estate? >> appoggio' i libri sulla cattedra e parlò con ognuno di noi. Lei era l'unica che mi faceva sentire a mio agio,anche perché amavo la matematica. Le altre ore furono un po' noiose, ma con Lodovica passarono velocemente e finalmente eravamo in mensa.<< Che noia! La prof.di storia per poco non mi ha fatto addormentare >> esclamò la mora sbocconcellando una patatina fritta.<< A chi lo dici! >> morsi il trancio di pizza fumante, facendo colare la mozzarella.<< Oddio, sta arrivando l'oca >> sussurro' la mia amica puntando lo sguardo alle mie spalle. L'oca, sarebbe Stephie Macarena, capo delle cheerleader , amata da tutta la scuola e sogno erotico dei ragazzi. Ovviamente bella da mozzare il fiato, ma è anche vanitosa e prepotente. Mi odia fin dal primo anno del liceo, mi considera un insulsa bambinetta.<< Ma ecco qui la mocciosa. >> tirò fuori un sorrisetto arrogante. << Ed ecco qui la troia >> la imitai io. << Tu cosa hai detto?! >> divenne rossa come un peperone e i suoi occhi si scurirono all'istante.<< Che sei una troia! >> mi alzai dal tavolo sotto lo sguardo sbalordito di Lodovica.<< Ti sei imparata un termine nuovo e non vedi l'ora di usarlo...capisco...>> mi girò intorno' scrutandomi << Ma vedi cerca di essere un po' più educata...i tuoi genitori dovrebbero averti insegnato.... aspetta...i tuoi genitori sono separati e tua madre è una cornuta. Ops! Non volevo dirlo! >> gli occhi iniziarono a bruciare, le lacrime ormai erano vogliose di scendere copiose. Le trattenni, non potevo piangere. Mi rivolse uno sguardo sprezzante e sotto gli occhi di tutta la mensa le saltai addosso, tirando un pugno, poi un altro, graffi, morsi. Stavo sfogando tutto il mio dolore su di lei. Di colpo due mani mi strinsero i polsi.<< Stoessel, cosa sta facendo? >> gridò una voce, una voce che conoscevo fin troppo bene. Era la preside. Mi staccò da Stephie, che venne portata in infermeria dalle sue amichette oche.<< Venga in ufficio, bel modo di iniziare l'anno >> gracchio' irritata. Dopo due scalinate e gli sguardi di mezza scuola arrivammo in ufficio. Mi spinse dentro e appoggiò la porta.<< Bene bene, è il primo giorno di scuola e lei è già qui. Tenti di battere un record? >> sorrisi amaramente, davanti alla sua espressione soddisfatte e arrogante. << Nessun record, sono stata provocata... >> tentai di spiegare, ma venni interrotta.<< Non mi interessa, oggi resterai fin dopo le lezioni. Sai, i bidelli hanno bisogno di una mano per i bagni, dovrai aiutarli. >> picchietto' la mano sul tavolo.<< Ma... >> stavo per ribattere quando il segretario aprì la porta. << Signora direttrice, l'ho trovato. Era nell'aula di chimica. Ha cercato di scappare,ma finalmento l'ho preso. >> spinse in avanti un ragazzo, forse il più figo che abbia mai visto. Era vestito con un jeans grigio strappato, una giacca di felpa nera con il cappuccio calato sulla testa e delle semplicissime converse nere. I capelli scompigliati e due occhi verdi simili agli smeraldi. << Oh, finalmente! Venga qui, Blanco. Mi hai fatto dannare, dopo la rissa sei scappato.Ma come ti viene in mente?! Sei in punizione... >> girò il suo sguardo su di me e continuò << ...con Stoessel. Avete fatto a botte tutti e due, quindi andrete più che d'accordo. Ora, forza andate! >> ci cacciò in malomodo fuori dalla stanza, lasciandomi stranita.
Angolo Autrice 😃La FF di prima non mi piaceva,recensite e un bacione 💗

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Chapter 2
Respirai a fondo, toccai la maniglia umidiccia ed entrai. La puzza di fumo mi penetrò nel naso, nei bagni molti sedicenni ribelli fumavano. Afferrai la pezza e iniziai a pulire, sentivo lo stomaco rivoltarsi completamente, ma esisteva una punizione più brutta di questa? Il ragazzo, che mi pare si chiamasse Blanco, si era rifugiato nell'aula di scienze e non aveva intenzione di aiutarmi. Mi alzai di scatto,la schiena dolente, ero furiosa con quel tipo pigro e avevo una voglia matta di dirgliene quattro. Non potevo affaticarmi per lui. Entrai nell'aula e lo vidi: seduto davanti alla finestra, la testa incappucciata e un espressione neutra sul volto.
<< Senti signorino... >> sbattei la mano sul banco per attirare l'attenzione. << Non puoi far affaticare me, non è giusto! Se sei pigro non è un mio problema, quindi alza quel culo e vai nel bagno >> restò impassibile, cosa che mi fece incavolare.
<< Vuoi parlare? Ti hanno mangiato la lingua? >> gridai puntadogli il dito.
<< Ma ti vuoi stare zitta? >> sibilo' tra i denti, ma chi si crede di essere?
<< A me tu dici zitta? Ma muovi quelle chiappe e pulisci >> esclamo irritata. Si volta e si alza della sedia.
<< Io me ne vado >> mormora arrabbiato.
<< Tu non vai da nessuna parte >> mi metto davanti alla porta e blocco l'uscita con le braccia.
<< Posso farti spostare quando voglio, mi basta un solo sguardo. >> usò una voce roca e suadente che mi fece rabbrividire.
<< Impossibile , non mi sposto da qui >> riposi abbassando il capo. La sua mano sfiorò il mio mento facendo incontrare i miei occhi con i suoi. Resto affascinata da quei due smeraldi. Non riesco a spostare lo sguardo , ma di colpo un flashback improvviso di mio padre che scappa con Caroline fa capolino nella mia mente. Rabbrividisco e gli rivolgo uno sguardo sprezzante.
<< Ci vuole molto di più per scalfirmi >> mormoro freddamente.
<< Me ne sono accorto, ora io vado >> mi sposta e a passo spedito percorre il corridoio.
<< Torna subito qui! >> inizio a rincorrerlo, ma prima che me ne possa accorgere è già scomparso.
Perfetto,ora devo fare tutto da sola!


<< E così ti ha fatto fare tutto il lavoro....Eh?? Che tipo strano! >> la mia migliore amica è seduta al mio fianco mentre borbotta sull'accaduto.
<< Già, ma che pigro! Mi fa ancora male la schiena! >> dico a bassa voce stando attenta a non farmi sorprendere dal professore di chimica.
<< Perché oggi vai a trovarlo in classe e non gliene dici quattro? >> domanda la mia amica sorridendo maleficamente.
<< Non so come si chiama né che classe fa >> sospiro e mi volto verso la cattedra. Cazzo. Il professore mi fissa glaciale.
<< Stoessel, siccome ha tanta voglia di parlare vada fuori! >> mi indica la porta.
Mi alzo facendo cigolare la sedia ed esco dell'aula sbattendo la porta rossa. Una volta fuori tiro un calcio al muro,una parte dell'intonaco cade.
<< Quanta rabbia! >> esclama qualcuno alle mie spalle. Sobbalzo. Mi giro verso la voce e il ragazzo di ieri pomeriggio mi fissa incuriosito.
<< Già,quindi stammi lontano,sono ancora arrabbiata con te per ieri! >> esclamo portandomi una mano sul fianco.
<< Esagerata! Mi sono fatto un giretto, non ero costretto ad aiutarti! >> risponde sorridendo divertito.
<< Ma....lasciamo perdere va! >> incrocio le braccia sotto il seno e lo fisso.
<< Come ti chiami,piccola? >> fa un sorrisetto sghembo.
<< Non sono "piccola" e comunque non ti interessa >> dico leggermente arrabbiata.
La campanella suona e una marea di studenti si riversano nei corridoi. Restiamo appoggiati al muro, finché una figura bionda mi arriva addosso facendo cadere i miei libri. È Stephie.
<< Ciao, Martina! Mi dispiace così tanto >> la sua vocina da oca mi fa vomitare.
Mi chino per raccoglierli, ma lei mi tira un calcio sulla caviglia, perdo l'equilibro e finisco sul pavimento sporco.
<< Ops! Piccola vendetta >> gracchia.
Sono circondata dalle sue amichette, incrocio gli occhi sgranati di Blanco. Io non mi faccio umiliare da nessuno, non posso e non devo. Mi rialzo.
<< Vuoi vedere la mia di vendetta? Io non ho paura di te , sei solo una bambina troppo cresciuta che vuole il dolore altrui per essere felice. Ma ti sbagli e quando te ne accorgerai sarà troppo tardi: resterai sola e nessuno ti vorrà come amica >> ormai la fronteggio, è troppo tardi per tirarmi indietro.
<< Ahahahaah, credi di offendermi? Non scherzare con il fuoco, Martina! >> detto ciò si volatizza lasciandomi distrutta e affranta nel corridoio sotto lo sguardo sorpreso del ragazzo dagli occhi verdi.
<< Cosa c'è vuoi infierire? >> grido arrabbiata.
<< No no, però ho scoperto il tuo nome. Ciao, Martina! >> mi fa un cenno e si incammina. Lui sa il mio nome, io non so il suo. Certo che ho una fortuna!
Arrivo a casa e lancio lo zaino.
<< Ciao,mamma! >> la saluto svogliatamente e scappo in camera. Ho voglia di stare sola e di riflettere. Fisso il soffitto senza muovere un muscolo. La mia vita è uno schifo, nessuno mi vuole bene, forse solo Lodovica. Giro lo sguardo sulla mensola. Una foto: la mia preferita. Ci siamo tutti e tre, io,mamma e papà, che sorridiamo felici. Solo lì sembriamo una vera famiglia. Il cellulare vibra, lo afferro.
" Tini, come stai?Se hai bisogno di me ci sono " ~Lodo~
Già, lei c'è sempre.

Angolo Autrice 😄
Vi piace??? Ditemi cosa ne pensate,sono curiosissima. Un bacione 😘😘💗

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Chapter 3

Ero arrivata a scuola in ritardo di un'ora e mi ero guadagnata una chiamata dal preside. Picchiettai la porta che si aprì lasciando scorgere la figura magrolina e smunta della preside.
<< Buongiorno! >> sussurrai.
<< Stoessel è di nuovo nel mio ufficio! Ma come fai ad arrivare in ritardo di un'ora? Pazzesco,pazzesco. Non è molto grave, non credo di darle una punizione molto dura,semplicemente un ammonimento e un piccolo favore >> si alzò dalla sedia.
<< Quale favore? >> dissi con voce flebile.
<< Niente di che, devi portare questo foglio molto importante al prof.Marotti in 3°A. Fai presto e non perderlo >> mi porse una busta marrone chiaro. L'afferrai e dopo aver mormorato un "Arrivederci" uscii dall'ufficio.
Allora....la 3°A si trova nel mio corridoio. Quindi a destra. Camminavo a passo spedito scuotendo pian piano la busta. Una porta azzurrina mi si parò avanti. La 3°A. Sospirai, tirai la maniglia ed entrai. Una ventina di sedicenni mi fissavano incuriositi.
<< Buongiorno, la preside mi ha dato questa busta per lei. Tenga >> porsi l'oggetto al professore robustello seduto sulla cattedra.
<< Grazie, vada ora! >> esclamò antipaticamente corrugando la fronte.
Mi voltai pronta ad andarmene,ma due occhi verdi mi incatenarono, era lui: il ragazzo della punizione,ossia Blanco.
<< Ma se ne vuole andare? >> il professore mi spinse fuori e chiuse malamente la porta. Sapevo che classe faceva. Almeno avevo scoperto qualcosa su di lui. Mi misi a saltellare nel corridoio come una bambina. Ora eravamo pari.


<< Ahhhh, sai la classe! >> la mia amica era euforica << Ora puoi andare quando vuoi e dirgliene quattro >> gesticolo' animatamente e sorrise.
<< Non ti agitare! >> la rimproverai.
Lei continuò ad agitarsi sul muretto. Eravamo fuori dalla scuola per fare merenda all'aperto. Dopo un paio di minuti gli occhi della mia amica si spensero. Seguii il suo sguardo.
<< Guarda Stephie! È con Diego, si baciano e io sono invisibile >> piagnucolo' piegando il viso.
<< Dai non fare così, presto si accorgerà che sei una persona meravigliosa >> l'abbracciai mentre si disperava.
<< Grazie Tini, ti voglio bene >> mi sussurro' all'orecchio.
<< Cos'hai da ringraziare? Tu ci sei sempre per me, ed io ci sarò sempre per te. Te lo giuro! >> risposi affettuosamente
<< Sei la migliore >> si scanso' e sorrise.
Il resto della giornata fu molto noioso, ma è passato velocemente e finalmente sono sulla strada di casa. Aveva cessato di nevicare, ma la pioggia scendeva copiosa inzuppandomi da capo a piedi. Starnutii per l'ennesima volta finche' qualcosa mi impediva di bagnarmi. Mi voltai e il viso del ragazzo dagli occhi verdi mi comparve davanti.
<< Ciao, Martina! >> mi mise l'ombrello verde sul capo e inizio a camminare al mio fianco.
<< Ciao, ragazzo di cui non so il nome, ma sarei curiosa di saperlo >> ironizzai.
<< Sono Jorge >> sorrise mostrando dei denti bianchissimi.
<< Bene,Jorge. Io ora vado >> lo sorpassai e infilai la chiave nella serratura, sentivo la sua presenza alle spalle, cosa che mi fece innervosire.
<< Eh cosi' abiti qui, scopro sempre piu' cose di te >> sussurro'.
<< Cerca di non scoprire altro >>risposi amaramente. mi infilai dentro casa e sbattei la porta.
Avevo una fame da lupi, come al solito mamma era al lavoro quindi dovevo cucinare io. Misi di impegno e riuscii a prepare due porzioni di pennette al sugo. Iniziai a mangiare e poco dopo lo scatto nella serratura annuncio' l'arrivo della mamma.
<< Tesoro, come e' andata? >> disse.
<< E' andata >> risposi freddamente.
<< Tini, non essere cosi' fredda con me. Mi addolora vederti cosi' >>mi appoggio' una mano sulla spalla. Rabbrividii.
<< Scusami mamma, non ce la faccio. So che tu non sei colpevole eppure il vostro divorzio mi ha distrutto >> mollai la forchetta e corsi in camera. Dopo qualche minuto il ticchettio incessante sulla porta mi fece arrabbiare.
<< Avanti! >> esclamai.
<< Sono Lodo, sono venuta subito qui appena tua madre mi ha chiamato. Come stai? >> si sedette al mio fianco.
<< Male, e' tutta colpa di papa',mi ha rovinato >> singhiozzai amaramente.
<< A proposito di tuo padre..... >> la esortai a continuare << ha detto Mariana che c'era questa nella cassetta della posta e' per te >> mi porse una busta rossa con su scritto "Per mia figlia,Tini"
Gli occhi iniziarono a pungere, dovevo leggere quella lettera.Questa e' la mia piu' grande sfida.


ANGOLO AUTRICE 😄
Recensite ,un bacione 😘 💗

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Tremante e angosciata afferrai la busta che Lodovica mi porgeva.
<< Mi puoi lasciare sola? >> domandai.
<< Ok, ma non fare cazzate >> disse, allundendo a un episodio di due mesi fa , quando ho cercato di scappare di casa perche' avevo scoperto che mamma si vedeva con un suo collega. Annuii e la lasciai uscire dalla stanza a passo felpato. Non riuscivo ad aprirla,mi mancava il respiro. Dopo sette anni aveva il coraggio di scrivermi, che razza di codardo! Respirai e l'aprii.

"Piccola,
forse non leggerai questa lettera ,magari l'avrai gettata perche' non vuoi sentirmi,ma per favore vedi cosa ho da dirti e' importante. So che sei arrabbiata con me, ma non ho colpa: tra me e la mamma non ha funzionato perche' non era destino. Ora, ascolta cio' che ho da dirti. Io amo Caroline e sei anni fa e' nata Elizabeth. E' una dolce bimba frutto del nostro amore, vorrei tanto fartela conoscere, e' proprio per questo che vi convochero' in tribunale: tu verrai a vivere con me. Vincero' sicuramente la causa e saremo una famiglia fantastica: io, te , Beth e Caroline. Ho gia' organizzato tutto manca solo la data.
Ciao,
Papa' "

Rabbia.Improvvisa rabbia, sommata al dolore di tanti anni fece capolino nel mio corpo. Strappai la lettera in mille pezzi. Lui non era nessuno,io non sarei mai andata a vivere con lui, ne' avrei mai conosciuto Beth. Come pensava che dopo tutto questo tempo io sarei andata da lui e avrei abbandonato mamma? Ma la cosa peggiore - che mi ha fatto incazzare - sono le ultime righe. Ci ha convocato in tribunale, ma che bastardo!
Scesi in cucina: mamma e Lodovica aspettavano me. Erano pallide e picchiettavano sul tavolo lentamente.
Appena mi videro sorrisero timidamente.
<< E' uno stronzo,solo un fottuto stronzo >> sbattei la mano sul tavolo.
<< Tesoro, cosa ha scritto? >> mia madre mi accarezzo' la mano delicatamente.
<< Ci portera' in tribunale! Capisci? Lui vuole me, vuole il mio affidamento. E' sicuro di vincere la causa,fottuto bastardo! >> camminai di qua e la' nel soggiorno sotto i loro sguardi.
<< Cosa?! Non puo'! >> esclamo' mamma. << E chi glielo impedisce? Ma sapevi che ha un'altra figlia? Mi dice tutto cosi' per lettera. >> avevo una voglia matta di piangere ,di distruggere qualcosa. Mia madre si avvicino' e poggio' le mani sulle mie spalle. I suoi occhi azzurri si incatenarono ai miei , erano velati dal dolore,dalla paura.
<< Risolveremo tutto, insieme >> mi accarezzo' tremante il viso e cerco' sul mio volto impassibile e arrabbiato un segno di emozione.
<< Non credo! >> afferrai la giacca sotto il loro sguardo stupito. << Vado a farmi un giro....da sola! >>. Aprii la porta e l'aria gelida mi soffio' sul viso. Gli strati di neve erano ancora spessi e soffici e molti bimbi si rincorrevano di qua e la' lanciandosi palle di neve e ridendo sguaiatamente.
Qualcosa mi colpi' sul petto. Era fredda e bagnata: una palla di neve. Mi girai lentamente,pronta a gridare contro chiunque mi avesse disturbato.
<< Sei molto carina sporca di neve! >> la voce squillante di Jorge Blanco arrivo' come una tromba nelle mie orecchie.
<< Vediamo se sei carino sporco di sangue! >> dissi acidamente.
<< Giornata no? C'e' rimedio! Ti va di andare a prendere una cioccolata calda al mio bar preferito? >> chiese.
<< Perche' la cioccolata calda? >> risposi stupita dalla sua domanda.
<< Perche' e' il rimedio per ogni male! >> esclamo', mi prese per mano ed inizio' a correre. Sorrisi, forse era l'unico momento della giornata in cui sono stata felice.


ANGOLO AUTRICE :)
Ecco il nuovo capitolo, avete visto che faccia tosta il padre? Cosa ne pensate? Sono molto curiosa, quindi pee favore recensite con critiche o pareri.
Un bacione a tutte <3

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