Kiseki no Umi di sakura182blast (/viewuser.php?uid=29164)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***
Capitolo 1 *** Parte 1 ***
Konnichiwa!
Eccomi di ritorno con una one-shot…
-___-‘’ mia tant’!
È…
Sì, insomma, una one-shot divisa in due chappy! È
interamente finita, perciò pubblicherò la seconda
parte prestissimo, non temete.
Questa
mini-FF è dedicata alla mia tesora, Bea, alias xxsakura94xx
che oggi compie 14 anni!
Tanti,
tantissimi auguri tesora mia!! Ti voglio tantissimissimissimo bene!!
Spero proprio che il regalo ti faccia piacere!
Bene,
ora, senza altri indugi, vi lascio alla prima parte di questa mini-FF!
Buona lettura!
Kiseki
no Umi
La campanella
che segnava la fine dell’intervallo era suonata da un bel
pezzo; ormai le lezioni erano già cominciate ed i professori
che in quell’ora avrebbero dovuto avere in classe avevano
sicuramente già mandato qualcuno a cercarli, ma loro due
poco se ne importavano.
In fondo quello
che stavano facendo in quel momento era nettamente più
interessante rispetto ad una lezione di storia o geografia.
Ma,
d’improvviso, uno dei due ebbe qualcosa da dire.
“Sha-Shaoran…”
Niente da fare,
quel tentativo di frase venne bloccato sul nascere da un bacio,
l’ennesimo di quella mattinata.
“S-Senti,
non dovremmo…”
Un altro
tentativo andato a vuoto; le labbra del ragazzo serrarono le sue e le
impedirono di continuare il discorso che stava cercando di introdurre.
“Dai,
per favore, mi vuoi ascoltare?”
Questa volta
riuscì a terminare almeno una frase di senso compiuto;
logico, aveva bruscamente allontanato il ragazzo da sé con
una spinta poco gentile delle sue mani.
Il giovane
castano sbuffò seccato, risistemando un ciuffo di capelli
scappato alla sua composta frangia.
“Dimmi,
Sakura.” Proferì allora, dando una fugace occhiata
nei paraggi.
Fortunatamente
non scorse nessuno; sarebbe stato difficile credere
l’opposto. Il pianerottolo delle scale che portava alla porta
che dava sul tetto della scuola era sempre stato il loro nascondiglio
preferito dagli occhi indiscreti.
La ragazza
allora, riuscita finalmente a frenare la grande scarica di baci del suo
ragazzo, si riallacciò i bottoni della camicetta, sbottonati
dalle esperte mani di lui.
“Non
credi che dovremmo tornare in classe? La campanella
è già suonata da un bel
po’…” Disse mentre, cautamente,
allungava il collo oltre la ringhiera delle scale tentando di
verificare se, ai pianerottoli dei piani inferiori, ci fosse qualcuno.
Ma Shaoran la
riattirò a sé possessivamente, stringendola tanto
forte che alla ragazza quasi mancò il respiro… O
la colpa di quest’ultima cosa era forse di quegli occhi
ambrati che la fissavano in modo così caldo?
“Non
penso proprio.” Asserì Li mentre, poggiando il
viso contro al collo di lei, le solleticava la pelle con il suo alito
caldo.
A quella
sensazione Sakura rise, non potendo evitare di farlo. Cercò
di trattenere l’ennesimo sospiro e portò
involontariamente una mano fra i folti capelli castani di lui
intimandogli tacitamente di continuare a baciarla.
Ed il ragazzo
capì al volo quella sorta di ordine impartitogli nel
silenzio, riprendendo a lambire il collo di lei con le sue labbra.
“Però
ci daranno di nuovo una nota…” Sussurrò
Kinomoto mentre, facendo scivolare lenta la mano via dalla nuca di lui,
sfilava la sua camicia dai pantaloni e portava entrambe le mani sotto
di essa, prendendo ad accarezzare i suoi muscoli, che si contraevano
man mano che Li scendeva con i baci.
“E’
colpa loro!” Asserì convinto il ragazzo, ansante.
“Non avrebbero dovuto metterci in classi separate
quest’anno. E’ un’atroce tortura per me,
sai?”
“Lo
è di più per me!” Ribattè
scherzosamente la castana, lasciando che il cinese le sbottonasse di
nuovo la camicia in modo da potersi dedicare al suo collo in modo
più serio.
La spinse poi
delicatamente per le spalle e la fece sdraiare sulle scale, dedicandosi
avido alle sue labbra fruttate.
Stava per far
scivolare una delle sue mani all’interno della gonna della
divisa di lei, ma qualcuno alle loro spalle si schiarì la
gola cercando, forse, di attirare l’attenzione di entrambi.
Atterriti, i
due si voltarono nella direzione da cui il suono proveniva. Si
ripresero dallo spavento immediatamente, notando che chi li aveva
interrotti altri non erano che Takashi e Chiharu, anche loro
quell’anno costretti in due classi differenti: Mihamara con
Li e Yamazaki con Kinomoto. Spesso i quattro si chiedevano se quel caso
fosse davvero frutto di una coincidenza.
Sakura si
riallacciò per l’ennesima volta la camicetta
mentre Shaoran riponeva la sua all’interno di pantaloni. Si
stupì di trovare essi sbottonati e lanciò in
merito un’occhiatina sarcastica alla castana, che gli diede
risposta con una linguaccia.
“Forza dell’abitudine!”
Spiegò in breve la giovane mimando le parole con le labbra.
I due nuovi
arrivati attesero pazienti che i due amici si ricomponessero, infine
presero a fissarli con sguardo severo.
“Abbiamo
girato mezza scuola per trovarvi.” Sibilò Chiharu
con la fronte aggrottata e le braccia conserte. “Vero
Takashi?”
Cercava man
forte nel proprio ragazzo, ma egli era avvolto da chissà
quale nube di pensieri.
“Con
me Chiharu queste cose non le vuole fare.” Mugugnò
fra sé e sé serio il moro a testa bassa, credendo
che nessuno lo stesse ascoltando.
Ma gli altri
presenti lo udirono eccome. Sakura e Shaoran lo fissavano perplessi
mentre Mihamara, con le mani che pulsavano dalla voglia di malmenarlo,
gli regalò uno sguardo omicida degno di nota poco prima di
dargli un calcio nello stinco e farlo ruzzolare giù da quei
pochi scalini che lo dividevano dall’altro pianerottolo.
Soddisfatta
dall’operato, l’energica castana rivolse nuovamente
gli occhi sui due protagonisti della faccenda.
“Ma
non è questo quello che conta!” Disse poi con
espressione meno burbera, sventolando per aria una mano. Forse
massacrare il suo ragazzo era per lei una sorta di antistress o,
comunque, qualcosa che le rincarava la naturale dose di endorfina.
“Il preside vuole vedervi.”
Sakura
sobbalzò, preoccupata. “Il preside?”
“Esattamente.”
Asserì l’altra. “Vuole parlarvi.
È infastidito dal fatto che voi due facciate spesso dei
ritardi mostruosi e per di più simultanei alle lezioni. Ha
detto che vi vuole nel suo ufficio immediatamente.”
Li e Kinomoto,
titubanti, si levarono in piedi e presero a scendere lentamente le
scale, sicuri di stare dirigendosi verso il proprio patibolo.
“Altro
che nota…” Proferì la castana
deglutendo. “Stavolta ci scappa una sospensione.”
La voce di
Mihamara, però, richiamò nuovamente la loro
attenzione.
Trovandosi
già una rampa di scale più in basso rispetto ai
loro compagni, i due dovettero alzare la testa per poter guardare la
ragazza negli occhi.
Chiharu si
sporse oltre la ringhiera e lasciò cadere qualcosa nelle
mani di Shaoran.
“La
tua cravatta, Li.” Disse la castana, dall’alto.
“Lasciamo che ciò che combinate qua su resti
sottinteso e non esplicito, va bene?”
I due annuirono
sicuri e ripresero la loro discesa, mentre Yamazaki fece appena in
tempo ad alzarsi per augurare loro buona
fortuna.
“UNA
CHIAMATA! E DAL PRESIDE, PER GIUNTA!”
Era da almeno
venti minuti che Touya camminava su e giù per il salotto,
più o meno da quando lei aveva rimesso piede in casa; suo
padre, stranamente, non aveva ancora proferito parola.
E
così il preside dell’istituto non solo aveva fatto
sia a lei che a Shaoran una lavata di capo coi fiocchi, aveva
addirittura chiamato le rispettive famiglie informandole della
situazione di disagio che si era venuta a creare a scuola.
“Finchè
erano solo note quelle che portavi a casa andava ancora bene nei limiti
del possibile!” Continuava imperterrito Touya. Ma era
possibile che non si accorgesse del fatto che lei nemmeno lo stava a
sentire? “Ma addirittura una telefonata da parte del
preside… Questo è troppo, signorina! Lo capisci o
no?”
Sé,
sé… Lo capiva!
Piuttosto,
aveva qualcosa di più interessante a cui pensare…
Tra una cosa e l’altra si era quasi dimenticata che quel
pomeriggio, essendo quello il giorno del suo compleanno, Shaoran le
aveva preparato una bella sorpresa. Ancora si domandava cosa potesse
essere.
Diede
perciò una furtiva occhiata all’orologio appeso
alla parete del soggiorno e notò con disappunto che erano
già le due e mezza. Ancora tre quarti d’ora ed
avrebbe dovuto incontrarsi con Li sotto casa sua.
“Ma
guardala, nemmeno mi ascolta!” Proferì allora
esasperato il moro, notando spiacevolmente che la sorella era tutta
intenta a fare dell’altro piuttosto che ascoltarlo con la
dovuta attenzione.
In fondo quella
era o non era una sgridata? O almeno qualcosa che vagamente le potesse
somigliare…
Sakura,
scocciata, sbuffò alzandosi in piedi. “Ti ascolto
Touya! Tanto, telefonata del preside o nota che sia, tu mi ripeti
sempre le stesse cose! Dillo chiaro e tondo che reagisci in modo
così grave solo perché di mezzo
c’è Shaoran!”
Il moro, offeso
nell’orgoglio, la spinse poco dolcemente sul divano
costringendola a sedersi di nuovo.
“Sei
diventata di un’insolenza spaventosa!”
Esclamò, volgendo poi il proprio sguardo sul padre che,
perennemente, aveva tenuto il capo chinato e le braccia conserte
ascoltando il discorso –o
meglio il monologo di Touya- fra i due. “E tu
non dici niente, papà?!”
Fujitaka diede
una celere occhiata prima al figlio, che ansimava a causa delle urla,
poi a Sakura, che gli sorrideva speranzosa in un perdono istantaneo. Si
alzò allora in piedi dal divano su cui si era seduto e si
avvicinò ai suoi due figli, guardando poi con inaspettata
severità la ragazza.
“Stavolta
non la passi liscia, Sakura. La disciplina è una cosa
importante che devi imparare al più presto
possibile.” Le disse con tono grave mentre la sua espressione
accigliata non cambiava di una virgola.
“Ma…”
Tentò di ribattere lei, ma il padre, con un cenno della
mano, la zittì.
“Sei
in punizione per una settimana: non uscirai se non per andare a scuola,
niente cellulare e niente telefonate dal fisso. E la punizione parte da
oggi!”
“Co-cosa?!”
Esclamò allibita la castana scattando nuovamente in piedi,
per nulla d’accordo con la decisione di Fujitaka.
“Ma oggi è il mio compleanno! Shaoran voleva
portarmi da qualche parte per festeggiare e…”
“Mi
pare che durante l’anno abbiate già festeggiato
abbastanza ritardando ad un mucchio di lezioni!” La
interruppe nuovamente l’uomo, con fare autoritario.
“Questa è la mia decisione, sulla quale non ho
intenzione di ritornare! Sei in punizione, e questo è
quanto!”
Sakura, con le
lacrime agli occhi per l’ingente rabbia che provava dentro di
sé, strinse i pugni e scattò verso la porta del
soggiorno colpendo suo fratello con una spalla.
Il moro,
fissando confuso sua sorella scappare di sopra, si grattò la
nuca lasciato perplesso dalla decisione del padre.
“Non
credi di essere stato un po’ troppo duro con lei?”
Gli domandò allora. “Anch’io sono
d’accordo sul fatto di metterla in punizione, ma addirittura
impedirle di uscire il giorno del suo compleanno…”
“Ho
esagerato secondo te?” Gli chiese di rimando Fujitaka,
fissandolo con sguardo lievemente colpevole.
Touya
annuì. “Un po’…”
“Mi
dispiace molto averlo fatto…” Ammise il castano
abbassando lo sguardo. “Ma è solo per il suo bene.
E poi potrà festeggiare comunque con Shaoran una volta
finita la punizione, non vedo dove sia il problema!”
Detto questo,
l’uomo uscì dal soggiorno per andare a sistemare
la cucina, ancora sporca dopo il pranzo finito bruscamente di quella
giornata.
Touya si
sedette sul divano e ripensò attonito alla scena alla quale
aveva appena assistito: suo padre non era stato mai, mai, tanto severo
con uno dei suoi figli.
Il ragazzo
aveva ragione di credere che anche Fujitaka fosse piuttosto innervosito
dal fatto che Sakura facesse dei ritardi così ingenti con il cinese, alias suo ragazzo.
E come poteva
lui, Touya Kinomoto, il fratello più geloso mai esistito
sulla faccia della terra, dargli torto in questo?
“Che cosa?!”
“Te
l’ho detto! Non ha la minima intenzione di farmi uscire di
casa per i prossimi sette giorni!”
Una volta
fuggita dal soggiorno, Sakura si era rifugiata nella sua stanza (non
senza aver prima cacciato fuori Kero-chan) e lì, una volta
in tutta tranquillità, aveva chiamato Shaoran informandolo
di cosa suo padre le avesse appena combinato.
“Quindi oggi niente sorpresa per
il tuo compleanno, suppongo…”
Al sentire
quella frase Kinomoto andò su tutte le furie, molto
più di quanto già non lo fosse. Li si era tanto
affannato al fine di prepararle una bella sorpresa ed ora ecco che lo
ripagava rendendolo triste.
“No,
non preoccuparti! Oggi io e te usciremo insieme e mi mostrerai la tua
sorpresa, dovesse cascare il mondo!” Dichiarò
energica la castana, piena di determinazione.
Il ragazzo,
però, non riusciva a crederle. “E come pensi di uscire di casa
oggi pomeriggio? I tuoi non te lo permetteranno mai!”
“E
chi ha parlato di pomeriggio?” Gli domandò di
rimando la giovane con tono malizioso.
Shaoran rimase
piuttosto perplesso. “Non
avrai mica intenzione di…”
“Uscire
questa notte? Esatto! Tanto tutti dormiranno e nessuno mi
sentirà andarmene!” Completò per lui la
castana, euforica. “Per quella sorpresa che mi hai
preparato… C’è differenza fra il giorno
e la notte?”
Li
sembrò pensarci su qualche istante, infine rispose.
“No…
Almeno, non molto sostanziale.”
“Perfetto!”
Esclamò Sakura al settimo cielo. “A che ora ci
incontriamo?”
“Passo sotto casa tua con la moto
alle undici e mezza, d’accordo?” Le
propose Shaoran con tono di voce sognante.
Kinomoto,
invece, cadde nel baratro della disperazione.
Quella
moto… Era dal giorno del suo sedicesimo compleanno, ovvero
da poco più di un anno prima, che lui andava in giro con
quella dannatissima Yamaha-vattelapesca R1 blu che sua madre gli aveva
regalato. Ed, ovviamente, tutte le volte che andavano a fare qualche
gita lei non doveva mai permettersi di proferire la parola autobus…
Mai!
Ci pensava
Shaoran a scarrozzarla di qua e di la sul suo mezzo privato. Le aveva
già anche assicurato che, non appena raggiunta la giusta
età, si sarebbe comprato una moto ancora più
bella e potente… La ragazza tremava al solo pensiero.
Ma, per farlo
contento, accondiscendeva sempre alla sua richiesta di usare
quella… Cosa come mezzo di trasporto. In fondo, negli ultimi
tempi, anche la giovane aveva iniziato a divertirsi in sella a quella
moto, senza contare il fatto che Li era un pilota semplicemente
eccezionale.
Stava di fatto
che, comunque, tutte le volte che pensava di doverci salire
sopra si sentiva un po’ tesa.
Sentendo tutto
questo silenzio dall’altra parte della cornetta, il castano
cominciò ad implorare la propria ragazza con tono
supplichevole.
“Dai, ti prometto che arrivo
sotto casa tua senza fare rumore e non sveglio nessuno,
andrò pianissimo e non faccio nessuna pazzia tipo impennate,
accelerate improvvise o curve prese con eccessiva
velocità… Per favore…”
Come poteva
dire di no in un frangente del genere? Quel tono di voce lamentosamente
dolce e l’immagine di quegli occhioni da cerbiatto
supplicanti che aveva nella sua testa la portarono, infine, ad
assentire.
“Grazie Sakura! Sei un angelo! Ti
amo!”
Detto questo,
senza nemmeno attendere risposta da parte di lei, il ragazzo chiuse la
conversazione… Sicuramente era scappato a sistemare la sua
moto per la serata.
Prevedibile!
La castana
posò il cordless (rubato senza essere notata dai suoi) sul
comodino e sorrise, pensando a cosa il suo ragazzo potesse aver
organizzato per il suo compleanno.
Ore undici ed
un quarto.
Stranamente in
orario, anzi, in anticipo.
Suo padre era
andato a letto da un bel pezzo; quel giorno era tornato da una lunga
permanenza in un sito di scavi nel sud-est della Cina. Suo fratello,
invece, era passato a darle la buonanotte da poco più di
cinque minuti.
Sakura sperava
caldamente che si addormentasse profondamente entro i prossimi quindici
minuti, altrimenti avrebbe udito il motore della moto di Shaoran e, di
conseguenza, avrebbe scoperto la sua fuga.
Era addirittura
pronta ad usare sul fratellone la grande forza di Sleep per farlo
cadere celermente nel mondo dei sogni.
Rimuginando su
questo non si accorse che si erano già fatte le undici e
mezza. Corse accanto alla finestra e lì si
appostò, attendendo pazientemente che la chioma castana di
Shaoran facesse capolino da qualche angolo.
Improvvisamente,
però, si ritrovò a pensare che il ragazzo sarebbe
venuto da lei in moto, perciò più che una folta
chioma bruna l’unica cosa che avrebbe intravisto sarebbe
stata un casco blu.
Pochi minuti
più tardi notò una figura che si muoveva lenta
sulla strada avvolta nell’ombra; per le mani sembrava avere
qualcosa…
“Pssst!
Sakura?”
Quell’individuo
la chiamava, sottovoce per giunta… Chi altri poteva essere
se non…
“Shaoran?”
Domandò la ragazza, alzandosi in piedi.
“E
chi se no?” Ridacchiò il castano, voltandosi poi
per sistemare la moto sul cavalletto. Ecco cos’era
ciò che stava trasportando a mano.
“L’hai
portata a mano da casa tua?!” Gli chiese allibita Kinomoto,
sporgendosi di un poco fuori dalla finestra.
“No,
assolutamente!” Dichiarò Shaoran, sventolando una
mano. “L’ho spenta due isolati più
indietro, altrimenti i tuoi avrebbero sicuramente sentito il rombo del
motore di questa meraviglia!”
Detto questo,
gli occhi del castano assunsero una curiosa forma a cuoricino ed il
giovane cominciò ad accarezzare dolcemente la carrozzeria
blu elettrico della sua moto.
Kinomoto,
offesa da tale comportamento, chiuse la finestra con più
forza del dovuto e ne fece sbattere violentemente i vetri. Temette di
aver svegliato qualche componente della sua famiglia, soprattutto il
piccolo Kero-chan, coricato in una posizione poco graziosa nel suo
lettino, ma facendo un breve giro di ricognizione la ragazza
appurò che tutti in quella casa stavano beatamente dormendo.
Si
recò all’ingresso ed aprì piano
l’uscio, evitando di fare anche il più minimo
rumore nel far scattare la serratura della porta. Infine, non senza
prima aver fatto una sonora pernacchia alle sue spalle indirizzandola
al padre ed al fratello, la castana si fiondò
all’esterno e raggiunse Li, ancora intento ad amoreggiare, come
lei diceva, con il suo mezzo.
“Sai,”
Proferì allora standogli alle spalle mentre pestava
insistentemente un piede. “Scommetto che se si potessero
sposare gli oggetti, tu molleresti me per quella cosa
lì!”
Il castano,
notando l’alta dose di sarcasmo che strabordava dalle parole
delle sua ragazza, decise di stare al gioco in qualche modo.
“E
perché no? Lei è perfetta!”
Dichiarò allora, accarezzando il parabrezza perfettamente
lucidato della sua Yamaha; non un solo moscerino morto trionfava su di
esso. “E’ bellissima, non si lamenta mai, ha un
colore meraviglioso, parla solo quando voglio io e si può
accendere o spegnere a piacimento… Che cosa mai le
manca?”
Sakura,
sorridendo maliziosa, gli si fece più prossima e lo
afferrò per il colletto del giubbotto nero da pilota,
sussurrandogli qualcosa nell’orecchio.
Una volta che
si fu allontanata da lui, il ragazzo si mise a braccia conserte ed
aggrottò la fronte. “Se la metti su questo piano
hai ragione, sei mille volte meglio tu!”
“Volevo
ben dire!” Esclamò Kinomoto sistemandosi i capelli
con una mano con finta aria superba.
Shaoran
temette, comunque, che Sakura ci fosse in qualche modo rimasta male.
“A
parte gli scherzi, non crederai davvero che preferisca lei a
te?” Le domandò un po’ ansioso mentre
gli si avvicinava e la ghermiva per le spalle.
La castana
sospirò. “No Shaoran, non preoccuparti di questo!
Ci sono già io che mi do mentalmente dell’idiota
per essere gelosa
di un oggetto… Però è più
forte di me!”
“Ehy,”
Le disse allora lui, accarezzandole la punta del naso. “Per
me ci sei e ci sarai sempre solo tu, chiaro?”
“Sì,
lo so, però… Ultimamente ti stai prendendo
così tanta cura della tua moto, si vede che ti piace molto,
e dato che io per questo tipo di mezzi non vado proprio pazza non
vorrei che un giorno questo potesse essere fonte di litigio per
noi…” (in casa mia lo è
-___- Nd Moko)
Li la
fissò a bocca aperta, completamente esterrefatto.
“No, no e poi no! Non capiterebbe mai e poi mai una cosa
simile! Se tu ora, qui, seduta stante, mi dessi l‘ultimatum
di scegliere fra te e la mia moto è ovvio che sceglierei te!
Sono d’accordo, questo è il mio hobby, un
passatempo che adoro, ma non sacrificherei mai nulla di prezioso come
te per una cosa del genere, non scherziamo!”
Sakura sorrise;
sapeva che Shaoran pensava tutte quelle cose, ma sentirselo dire fu di
gran lunga molto più piacevole che crederlo per una sua
convinzione.
“D’accordo.”
Proferì allora, sorridente, mentre si recava presso il mezzo
ed afferrava da sopra il serbatoio il doppio casco che il ragazzo aveva
portato per lei. “Allora, si parte?”
Con un sorriso
di rimando, Li afferrò il proprio casco blu e se lo mise
nuovamente in testa, sedendosi poi sulla moto.
Infine gli
venne in mente che avrebbe dovuto dare una mano alla ragazza nel salire
sul posto retrostante del mezzo, ma con sua grande sorpresa la castana
era riuscita a montare da sola con una certa agilità.
Notando che il
giovane continuava a fissarla un po’ perplesso Sakura fece
roteare gli occhi, seccata.
“Che
c’è? Ormai ho preso un po’ di destrezza
nel salirci, anche perché comincia un po’
piacermi… Qualcosa in contrario?”
Proferì con le gote lievemente tinte di rosso per
l’imbarazzo.
Il castano le
sorrise e le diede un tenero buffetto sul casco, facendo rintoccare il
suono in modo ovattato all’interno di esso. “Sei
troppo un amore di ragazza, lo sai?”
Sakura
arrossì ancora di più ed abbassò la
visiera in plastica trasparente, intimando al ragazzo di partire.
Shaoran si
volse verso il quadrante, ma prima di mettere in moto il motore
cercò di allontanarsi un poco da casa Kinomoto spingendo il
mezzo facendo forza con la gamba destra. Una volta che fu distante
dall’abitazione almeno cento metri girò la chiave
nella toppa e lasciò andare la frizione, dando poi un
po’ di gas.
“Schiariamoci
la gola!” Rise il castano, ben sapendo di far arrabbiare la
ragazza con quell’atteggiamento.
Infatti la
reazione da parte di lei non tardò ad arrivare. Subito
cominciò a riempire di pugni la schiena del ragazzo.
“Scemo,
in casa ci sentono!” Esclamò stizzita tra un colpo
e l’altro.
Il giovane le
fece la linguaccia e si abbassò la visiera prima di
ingranare la prima e dare una lieve accelerata.
“Tieniti
forte, mi raccomando!” Disse allora Li, con la voce che
giungeva giusto per un soffio alle orecchie della castana.
“Tieniti forte?”
Ripetè la ragazza confusa, stringendosi con più
forza per un riflesso incondizionato alla schiena di lui. “Ma
non avevi detto che saresti andato piano?”
“Beh…”
Biascicò il cinese, scalando celermente le marce.
“Ho detto una piccola bugia!”
Mettendo la
sesta Shaoran accelerò in modo impressionante e per poco
Sakura non rischiò di farsi un bel capitombolo
sull’asfalto.
“Ti
ho detto di reggerti!” Le urlò il castano volgendo
di poco la testa verso di lei, ma giusto per qualche attimo, prima di
riposarla su quella fredda striscia argentata che scorreva lesta sotto
di loro.
“E tu
decelera, SCEMO!” Schiamazzò di rimando la ragazza
stringendosi ancora di più alla schiena di lui… O
almeno per quanto le fosse possibile farlo, essendo già
avvinghiata al suo corpo come una ventosa.
L’intero
inizio del viaggio Kinomoto lo passò con il viso
completamente affondato nella ruvida giacca di lui, cercando di
guardare la strada il meno possibile e pregando di giungere presto a
destinazione. Ma, percorso qualche chilometro, una sensazione che le fu
familiare si risvegliò in lei; la provava spesso
recentemente, tutte le volte che Shaoran la faceva salire sulla sua
moto.
Qualcosa simile
all’adrenalina cominciò a scorrerle nelle vene al
posto del sangue e ciò le diede la forza di alzare lo
sguardo e guardare le figure che, veloci e silenti, scorrevano accanto
a loro con grande rapidità.
La ragazza
improvvisamente notò che si trovavano in una strada molto
più larga di quella regolare e che un guard rail
più possente fungeva da protezione ai lati di essa; una
tangenziale, senza dubbio.
Ma
perché Shaoran la stava portando su una super strada a
quell’ora di sera? Dove aveva intenzione di andare?
Ma i suoi
interrogativi se li sarebbe tenuta ancora per un po’.
*****************************************************
Vi è piaciuta la prima parte? Spero caldamente di
sì ^___^ e spero
soprattutto che sia piaciuta alla mia tesora!
La seconda
parte la pubblico presto, promesso! Appena ho tempo di mettere
pepè su EFP! ^^
Intanto vi
ringrazio per essere arrivati fino in fondo!
Se vi va ci
vediamo alla prossima –ed ultima- parte!
Sayonara
minna!
Moko-chan
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Parte 2 ***
Konbanwa a tutti!
Ecco…
Lo so che sono secoli che non mi faccio viva, ma ho dei seri (e
stavolta sono davvero SERI) problemi di ispirazione.
All’inizio credevo si tratasse del solito calo, chi qui non
ne ha mai sofferto? Ma, andando avanti nel tempo, ho scoperto che la
scrittura e CCS proprio non vogliono più andare di pari
passo…
Perciò
temo che questa mini FF (che volge al termine con questo capitolo) e
quella vampironzola saranno le mie ultime due… A meno che
qualcuno non si decida a farmi tornare una sorta di ispirazione. Che
periodo di magra TT_____TT sono
tristissima!
Anche
perché non riuscirò a portare a termine il mio
progetto “regali di compleanno”, dato che le idee
mi sono finite sotto la suola delle scarpe…
La colpa
è di Kingdom Hearts XD (e, soprattutto, di Roxas
ed Axel >///////<)
Ok, ma bando
alle ciance… Vi lascio alla seconda –ed ultima-
parte!
Riguardo
all’altra FF… Spero di aggiornare presto anche
quella.
Capitolo
2
Era forse
un’ora che viaggiavano… O comunque vi mancava poco.
Avevano
abbandonato da un po’ la tangenziale ed ora proseguivano
diritti su delle impervie strade di campagna.
Sakura fu
tentata dal chiedergli quanto mancasse all’arrivo, ma poco
prima che si preparasse ad urlare Shaoran svoltò poco
dolcemente e sinistra e la fece cozzare contro la sua giacca.
“Scusa!”
Le disse ad alta voce mentre cominciava a dar tregua alla manopola
dell’acceleratore.
La ragazza
approfittò di quella tregua per portare a termine il suo
intento. “Manca molto all’arrivo?”
“No,
tranquilla!” La rassicurò lui continuando a
decelerare.
Stavano facendo
più o meno i cinquanta all’ora quando Li
girò nuovamente a sinistra e si immise in un parcheggio
completamente deserto. Lì spense la moto e si tolse poi il
casco, risistemadosi i capelli disordinati con dei colpetti della mano
destra.
Anche Kinomoto
lo imitò, più che felice di liberare la sua nuca
dalla soffocante ed ovattata morsa del casco; una volta liberato il
capo lo fece oscillare lievemente e lasciò che i suoi
capelli color miele, ormai di media lunghezza, prendessero un
po’ di aria.
L’aria…
Ora che poteva respirarla più nitidamente si accorse che
aveva qualcosa di strano: era densa, molto più densa
rispetto a quella di città, ed aveva uno strano
odore… Salmastro?
Cercò
di voltarsi, ma il ragazzo la bloccò prima che potesse
ruotare il busto anche solo di qualche grado. Le prese poi il viso fra
le mani e lo pose così prossimo al proprio che tutto
ciò che i grandi occhi verdi di lei potevano guardare era
solo il volto statuario di Li.
“Eh
no, signorina, non eluderai la sorpresa!” Esclamò
allora il giovane, ghermendo il volto di lei con una sola mano mentre,
con l’altra, prese a cercare qualcosa all’interno
di una tasca dei suoi jeans scuri.
Un ricordo poco
piacevole, però, riaffiorò nella mente di Sakura,
precisamente legato a quel pomeriggio.
“Non
mi piace che mi si chiami signorina con quel tono
canzonatorio!” Sbuffò scocciata mentre osservava
con un pizzico di curiosità il ragazzo estrarre dai
pantaloni un foulard azzurro.
“Ora
chiudi gli occhi. Se li apri e rovini la sorpresa giuro che ti
lascio!” Minacciò scherzosamente il cinese, ma la
giovane non sembrava essere d’accordo con quella finta
intimidazione.
“Ehy!”
Esclamò stizzita mentre contro voglia chiudeva gli occhi e
lasciava che Shaoran la voltasse nella direzione opposta.
“Non sono cose carine da dire queste, sai?”
Li parve quasi
non ascoltarla; annodatole il fazzoletto davanti agli occhi ed
agitatale una mano dinnanzi al viso per appurare che non vedesse nulla,
le diede un bacio accanto all’orecchio e le
circondò la vita con le braccia, intimandole di camminare in
una data direzione.
“Ora,
piano piano, cammina con me…” Le
sussurrò all’orecchio, provocandole un piacevole
brivido che le scosse la spina dorsale. “E sta’
attenta a dove metti i piedi… Ti conosco, sai?”
Shaoran si mise
a ridere e questo fece sorridere anche la ragazza, che prese ad
accarezzare le mani di lui strette attorno al suo grembo.
D’improvviso
un suono abbastanza familiare le giunse alle orecchie, risvegliandola
da quel leggero stato di intormpidimento nel quale era caduta. Sembrava
quasi uno scroscio, e poi un risucchio.
Improvvisamente
un’illuminazione. “Ma… Questo
rumore…”
Il cinese,
lesto, spostò le sue mani dal ventre alle orecchie di lei,
impedendo l’accesso ad ogni lieve rumore.
“Non
devi nemmeno origliare.” Sorrise il giovane, parlandole a
voce un po’ alta. “Non è corretto da
parte tua, sai?”
D’improvviso
il ragazzo si fermò, costringendola a bloccarsi
lì, dove si trovava. Le tolse le mani dalle orecchie e le
sussurrò nuovamente qualcosa.
“Togliti
le scarpe, adesso.”
Kinomoto
obbedì senza fare repliche e fece scivolare via sia scarpe
che calze, restando a piedi nudi.
E si rese conto
solo allora di tutto. Tastando attentamente con essi la superficie
sulla quale si trovava riconobbe ciò che stava caplestando,
ed improvvisamente identificò l’origine di quello
scroscio che udiva poco distante.
Sabbia e
onde… Si trovavano al mare!
Completamente
attonita, la giovane si portò entrambe le mani sul viso e
fece lentemente scivolare la benda lungo i lineamenti del suo volto per
appurare che la sua intuizione fosse esatta.
Una volta che i
suoi occhi furono liberi, la ragazza osservò senza parole lo
scenario dinnanzi a sé: l’oscuro manto del cielo
era tempestato di piccole stelle, la luna splendeva, alta e fiera,
stagliandosi all’orizzonte mentre le onde, andando e venendo
ritmicamente, quasi stessero danzando una precisa coreografia,
riflettevano i suoi candidi raggi sulla frastagliata superficie del
mare. Fissò poi lo sguardo a terra e sorrise, guardando la
fresca sabbia color avorio solleticarle la pianta dei piedi.
Le
scappò un risolino, che fece molto felice il giovane accanto
a lei.
“Buon
compleanno, amore mio.” Esalò il castano ponendosi
accanto a lei e cicorndandole la vita con un braccio.
Kinomoto si
voltò verso di lui e gli regalò uno dei suoi
sorrisi più dolci. “Grazie, Shaoran.”
Il cinese
ricambiò il sorriso, ma infine si allontanò
bruscamente da lei. “Mi stavo dimenticando una parte
importante della serata!” Esclamò, prima di
correre nuovamente verso il proprio mezzo di trasporto.
Una volta
giunto lì, Sakura lo osservò prendere una borsa
fissata al serbatoio che prima non aveva minimamente notato e tornare a
passo spedito verso di lei.
“Spero
tu abbia fame!” Le disse il castano prendendole una mano e
trascinandola verso un punto della spiaggia più prossimo
all’acqua.
Più
si avvicinavano al mare e più quel forte odore di salsedine
le pizzicava il naso, ma in quel momento la ragazza asseriva di non
aver mai sentito profumo più buono. Era davvero commossa da
quanto ancora quel bel ragazzo dai lineamenti cinesi fosse in grado di
sorprenderla; era arrivato addirittura a percorrere quasi novanta
chilometri di notte pur di farle una così bella sorpresa.
Tomoyo poco
sbagliava quando asseriva che lei era stata così tanto
fortunata a trovare un ragazzo come Shaoran.
“Qui
va bene?” Le domandò improvvisamente Li,
risvegliandola dai suoi pensieri.
“S-sì,
è perfetto!”
Il bel castano
le sorrise di nuovo per poi lasciarle la mano; si chinò
sulla sabbia e posò accanto a sé lo zaino,
cominciando a rovistarvi all’interno. Tirò fuori
per prima cosa un grande telo azzurro, che subito posò a
terra; seguirono poi due piatti di cartone, due calici di plastica e
due forchette, anch’esse in plastica.
Poi il ragazzo
pose entrambe le mani nel ventre dello zaino e rimase per qualche
attimo immobile. “Ed ora il vero e proprio pezzo
forte… Se si è rovinata per colpa del viaggio
scaravento quel trabiccolo in mezzo all’oceano!”
Con uno scatto
estrasse dalla borsa una scatola di cartone di media grandezza e la
posò sul telo, tutto sotto lo sguardo curioso di Sakura. Con
mani tremanti aprì la confezione e ne ispezionò
il contenuto, abbandonandosi ad un sospiro di solleivo subito dopo.
“Uff…
Tutto a posto, per fortuna!” Proferì passandosi
una mano sulla fronte in un gesto plateale.
Kinomoto,
inginocchiatasi dirimpetto a Li, si sporse curiosa verso la scatola per
scoprirne il contenuto e, per l’ennesima volta durante quella
giornata, rimase senza parole.
Si trattava di
una piccola torta al cioccolato, guarnita con delle deliziose roselline
bianche di zucchero, alcune delle quali si erano purtroppo staccate
dalla glassa di cacao ed erano finite alla deriva all’interno
della scatola.
“So
che quella al cioccolato è la tua preferita.”
Disse Li mentre, dalla borsa, estraeva una bottiglietta di spumante
più piccola del solito e la poggiava accanto alla torta.
“Addirittura
lo spumante?” Chiese maliziosa Sakura, prendendo la
bottiglietta di vetro e facendosela rigirare fra le mani.
“Non vorrai mica ubriacarmi per farmi dire di sì
ad ogni tua richiesta?”
Il ragazzo
rise, mentre, con un coltello, cominciava a dividere la torta in fette.
“Non mi pare che per quello mi serva
l’alcohol.”
Anche la
castana esplose in una risata divertita, mentre con una mano cercava di
far saltar via il tappo in sughero dalla bottiglia di spumante.
Dopo qualche
tentativo andato a vuoto, il cinese allungò le mani verso di
lei e le strappò la fredda bottiglia dalle mani, riuscendo
con un solo colpo secco a stapparla e mettendosi poi a fissare Kinomoto
con aria di superiorità.
“Ma
che bravo… Tu sei un uomo, però!”
Esclamò la giovane mentre voltava il capo di lato, stizzita.
“E tu
sei una donna molto, ma molto carina.” Ammiccò il
ragazzo afferrando uno dei calici in plastica e riempiendolo di
frizzante spumante, per poi porlo alla giovane.
“E’
già l’ora del brindisi?” Chiese lei
ridente, lambendo con due dita il bordo del bicchiere. “A
cosa brindiamo?”
“Fammi
pensare…” Proferì il castano insicuro
mentre si versava dello spumante. “Ecco! Brindiamo ai tuoi
diciassette anni! Che siano pieni di gioia, di belle notizie e,
soprattutto, di me!”
Il giovane
alzò in alto il bicchiere, intimando a Sakura di fare lo
stesso.
“Non
stai un po’ monopolizzando la tua figura?” Gli
domandò Kinomoto, divertita.
“Figuriamoci!”
Le rispose Shaoran con lo stesso tono.
Infine i due
fecero cozzare lievemente i calici, producendo un rintocco nemmeno
lontanamente paragonabile al dolcissimo suono che due veri bicchieri di
cristallo avrebbero prodotto, ma alla ragazza andava bene comunque.
Consumarono la
dolcissima torta che Li aveva fatto preparare appositamente per lei e
rimasero poi seduti sulla sabbia, ascoltando il dolce suono delle onde
che si infrangevano sulla battigia.
D’improvviso,
però, la castana si alzò, avvicinandosi al mare e
prendendo a rincorrere l’acqua che andava e veniva, andava e
veniva con un movimento quasi preciso. Infine si fermò e
lasciò che un’onda la bagnasse fino
all’altezza dei polpacci, facendola rabbrividire per
l’improvviso contatto con l’acqua.
Shaoran la
osservava intenerito; l’espressione che lei aveva dipinta sul
volto gli pareva quasi quella di una bambina entusiasta che vede il
mare per la prima volta. Ma la sua dolce espressione si
tramutò in una maschera di perplessità una volta
che vide Kinomoto prendere a svestirsi.
“Sakura!”
Esclamò allora il cinese, alzandosi in piedi per
raggiungerla. “Ma cosa fai?!”
“Non
si vede?” Domandò l’altra con
naturalezza, mentre faceva scivolare i pantaloni lungo le gambe.
“Mi svesto per fare un bagno, no?”
“M-ma…
Non è ancora arrivato il tempo per fare il bagno!
L’acqua è ancora fredda, ti prenderai un
malanno!” Ribattè il ragazzo preoccupato.
“Di
sera l’acqua è più calda. E poi la
temperatura non è male!” Asserì
energica la castana mentre si toglieva la felpa.
“Ma
potrebbe essere comunque pericoloso!” Le rispose a tono Li,
più ansioso che mai. “Per favore, lascia
perdere!”
“Non
ci penso nemmeno!” Dichiarò Sakura facendogli una
linguaccia, cominciando poi ad avanzare nell’acqua con
indosso solo la biancheria intima fino a quando l’acqua non
le giungeva al ventre. “E se vuoi fermarmi
c’è una sola cosa che puoi
fare…”
“Quale
sarebbe?” Proferì il castano allarmato, allungando
una mano verso di lei.
[E qui parte la
canzone – All Saints, Pure Shores]
“Rincorrermi!
Logico, no?” Rise la ragazza, gettandosi poi con un piccolo
tuffo sotto alla superficie dell’acqua.
Li non poteva
crederci… Davvero la ragazza si era gettata nel mare in quel
periodo della stagione?
Allibito, prese
a spogliarsi alla velocità della luce rimanendo in soli
boxer e si lanciò all’inseguimento della giovane,
tuffandosi pochi istanti dopo di lei. Kinomoto, nek frattempo, era
già arrivata a forse una cinquantina di metri dalla riva ed
osservava divertita il proprio ragazzo sbracciarsi come un forsennato
pur di raggiungerla prima che le potesse accadere qualcosa.
“Sakura,
dannazione!” Esclamò il cinese nuotando
velocemente verso di lei; finalmente gli anni di corso di nuoto che sua
madre lo aveva costretto a frequentare cominciavano a dare i loro
frutti. “Torna subito a riva!”
La castana,
vedendolo farsi pericolosamente più prossimo, si
gettò nuovamente sott’acqua e prese a nuotare a
rasoterra, sfiorando il fondale sabbioso con il corpo. Fortuna che
sott’acqua era perfettamente in grado di tenere gli occhi
aperti, questo le garantiva un vantaggio su Shaoran. Non aveva affatto
voglia di tornare sulla spiaggia, anzi; voleva divertirsi un
po’ facendo dannare il suo ragazzo, almeno si sarebbe presa
una piccola rivincita per tutte quelle volte in cui lui si era
coccolato la sua moto.
Diede una
rapida occhiata dietro di sé e notò stupita che
il giovane le era già alle calcagna, e non solo: anche lui
sott’acqua era in grado di tenere aperti gli occhi. Ecco come
poteva averla raggiunta così presto!
L’aria
cominciò a mancarle, così si diede una spinta con
i piedi contro al fondale e riemerse in superficie, respirando
un’abbondante boccata d’aria. Ora i suoi piedi non
raggiungevano più il fondo, così era costretta a
continuare a muovere le gambe per non affondare.
Shaoran fece lo
stesso, riemergendo un paio di metri distante da lei, e le si
avvicinò celermente con sguardo severo.
“Sakura!”
Esclamò su tutte le furie, mentre la ghermiva per un
braccio. “Senti l’acqua quanto è
fredda?! Sbrigati, torniamo a riva prima che tu faccia una
congestione!”
“Dai,
restiamo ancora un po’!” Si lagnò invece
la ragazza, supplicandolo. “L’acqua in fondo non
è poi così ghiacciata.”
“Ma
sei stai tremando?!” Le fece notare poco cordialmente il
ragazzo, accarezzandole una guancia.
Kinomoto
cercò, invano, di bloccare il tremolio del suo corpo.
“Non ha importanza!”
“Senti
Sakura, non voglio che tu ti prenda un malanno,
perciò…”
Li avrebbe
voluto continuare a sgridarla, ma uno schizzo d’acqua fredda
lo raggiunse in pieno viso e lo constrinse a smetterla con la ramanzina.
“Ora
mi schizzi?” Domandò allibito alla ragazza che,
per tutta risposta, gli schizzò nuovamente
dell’acqua sul volto.
Shaoran si
ritrovò improvvisamente a riflettere; in fondo aveva
ragione, l’acqua non era poi tanto fredda…
In men che non
si dica i due avevano ingaggiato una lotta di schizzi e risate nella
quale nessuno sembrava aver la meglio sull’altro, era una
perfetta lotta ad armi pari.
Stancatasi di
tutte quelle spruzzate, Sakura si rituffò sotto la
superficie dell’acqua e prese a fuggire di nuovo per gioco,
venendo di nuovo inseguita dal cinese. Ma la castana notò
che l’espressione del viso di lui stavolta non era rabbuiata
e severa, bensì divertita.
Dopo una breve
fuga Kinomoto dovette fermarsi dato che Li era riuscito a raggiungerla
e ad afferrarla per un braccio, portandola più prossima a
sé.
La ragazza
tentò un minimo di resistenza per gioco, infine, dolcemente,
liberò le mani dalla sua presa portandole sul volto di lui
ed infilandole poi fra i suoi capelli, scossi dalla leggera corrente
marina. Shaoran la strinse a sé ed avvicinò il
suo volto a quello di lei, posando delicatamente le labbra sulle sue
per un tempo infinito fino a quando, entrambi senza fiato, furono
costretti a risalire in superficie per riprendere aria.
Continuarono a
schizzarsi e baciarsi, immergersi e rincorrersi fino a quando Li,
seriamente preoccupato dai sempre più frequenti starnuti di
lei, non le intimò nuovamente di tornare a riva.
“Dai,
Sakura.” Insistette il ragazzo, questa volta senza la minima
voglia di tornare sulla sua decisione. “Ci siamo divertiti
abbastanza, no? E poi chissà che ore sono…
Dobbiamo tornare a casa prima che i tuoi si sveglino!”
La castana
sembrò rifletterci su un istante, infine assentì.
“Hai ragione.”
I due nuotarono
fino alla riva e lì si sedettero, attendendo pazienti che i
loro indumenti intimi e la loro pelle si asciugasse. Shaoran
frugò in una tasca dei suoi jeans scuri e da lì
estrasse il proprio cellulare, realizzando che in fondo non era molto
tardi.
“Sono
le due passate.” Asserì, osservando incuriosito
Kinomoto disegnare insensati ghirigori sulla fredda sabbia.
“Se adesso aspettiamo di asciugarci credo che saremmo a casa
per le tre e mezza. Siamo fortunati che domani è domenica,
vero?”
“Già…”
Proferì distrattamente Sakura, parendo molto concentrata su
quello che stava facendo.
“Ti
vedo pensierosa…” Constatò il cinese,
facendosi più prossimo a lei e passandole una mano fra i
corti capelli umidicci. “Che succede?”
“Nulla.”
Dichiarò lei, voltando il capo.
“Dai,
forza, scommetto che qualcosa c’è.”
insistette il ragazzo, sfoderando un sorriso incoraggiante.
“non ti va di dirmi di cosa si tratta?”
Sakura
voltò di poco il capo nella sua direzione, quel tanto che
bastava per poterlo fissare con la coda dell’occhio.
“Ecco…”
Cominciò, un po’ titubante. “Io vorrei
ringraziarti per la meravigliosa sorpresa che mi hai
fatto…”
“E lo
fai con quel broncio?” Le chiese Shaoran prendendole il mento
con una mano e costringendola a voltarsi del tutto verso di lui.
“Preferirei come ringraziamento un bel sorriso,
sai?”
Li
tentò di essere convincente, ma ancora la ragazza non
sembrava riprendersi da quella malinconia. Reso anch’egli
depresso da quell’aria mogia che circondava, il giovane le
diede un bacio in fronte e la spronò a dirgli che cosa non
andasse.
“Allora?”
Insistette nuovamente.
“Io…”
Mormorò lei, insicura. “Io… Mi sento
totalmente disarmata vedendo tutto ciò che tu fai per me, e
mi chiedo… Ecco, mi chiedo se anch’io riesco a
dimostrarti quanto ti ami proprio come fai tu…”
Shaoran,
dapprima serio, scoppiò improvvisamente in una tenue risata,
turbando la ragazza che aveva affianco.
“Che
c’è?” Gli domandò, spaesata.
“Perché ora ridi? La mia è una
questione seria!”
Il cinese smise
di sghignazzare e si avvicinò a Sakura quel tanto che gli
bastava per farla sentire improvvisamente piccola dinnanzi ai suoi
occhi ambra.
“Sì,
la questione è seria…”
Proferì, passandole una mano fra quei capelli quasi castani,
abbuiati dalla loro umidità. “E’ il tuo
dubbio ad essere relativamente stupido.”
Sakura
dischiuse la bocca, nel tentativo di ribattere qualcosa, ma tutto
ciò che le riuscì di fare fu sospirare e
desiderare che le labbra di lui, così pericolosamente vicine
al suo viso, serrassero le sue in uno di quei baci mozzafiato come lui
era capace.
“Sciocchina!”
Disse il castano in tono scherzoso, accarezzandole le labbra con il
dito indice. “A me basta guardarti negli occhi per capire
tutto quello che pensi o che provi. Non hai bisogno di dimostrarmi
niente, capito?”
“Sì…”
Mormorò lei, sentendo l’impellente bisogno che lui
la baciasse.
Li, quasi
avesse percepito il desiderio di lei, avvicinò ulteriormente
il suo viso a quello della ragazza, così tanto che
già le loro labbra si sfioravano.
“Brava
la mia bambina… Lei capisce sempre tutto.”
Constatò Li ridente, poco prima di eliminare qualsiasi
distanza tra i loro volti.
Rimasero
sdraiati a baciarsi su quella fredda sabbia per un lasso di tempo
indefinibile, fino a quando Shaoran, fra una carezza e
l’altra, non si era accorto che Sakura si era quasi del tutto
asciugata.
“Non
sei più bagnata, sai?” La informò,
mordicchiandole il lobo di un orecchio.
“Nemmeno
tu…” Proferì per tutta risposta
Kinomoto, allontanandolo con poca forza da sé. “Ma
questo l’ho notato già da un
po’!”
Il castano,
perplesso, fece perno sulle braccia e si puntellò, fissando
la ragazza sdraiata sotto di sé con sguardo malizioso.
“E
perché non mi hai avvertito prima che eravamo già
asciutti?” Le chiese, cercando di farle un po’ di
solletico con una sola mano. “Avremmo potuto levare le tende
già da un po’, allora!”
La giovane
rise, dando dei colpetti a Shaoran intimandogli di smetterla di
pizzicarle i fianchi per farla ridere e dimenare. “E chi ti
dice che aveva voglia di avvisarti?”
Li
scattò a sedere immediatamente e
l’additò. “A-ah! Lo sapevo!”
Rise. “Ho ragione a darti della piccola ninfomane!”
“Almeno
quanta ne ho io di darti del maniaco!” Se ne uscì
l’altra, alzandosi in piedi e facendo la linguaccia al
proprio ragazzo.
Il cinese la
vide avvicinarsi ai propri vestiti e darsi delle leggerre pacche sul
corpo, cercando di levare la sabbia che, nell’asciugarsi, le
era rimasta attaccata addosso.
Infine si
vestì velocemente, fissando con malinconia il mare che si
stagliava nell’oscurità nero come la pece dinnanzi
a sé.
“Che
peccato… Già bisogna
tornare…” Proferì la castana mentre si
allacciava il bottone dei jeans.
Anche Shaoran
si alzò, avvicinandosi a lei. “Potremmo restarcene
a dormire qui.” Gli uscì in tono scherzoso.
“Già,
e chi li sente domani i miei?” Ridacchiò Sakura,
porgendogli i suoi abiti. “Nemmeno questa notte sarei dovuta
uscire, ricordi?”
Entrambi
finirono di prepararsi, raccogliendo anche tutto ciò che
avevano abbandonato sulla spiaggia, e si recarono nuovamente alla moto
di Li, entrambi non molto entusiasti di farlo.
“Questa
notte è stata davvero la più indimenticabile di
tutta la mia vita.” Proferì Kinomoto mentre si
avvicinavano al parcheggio, stringendo una delle mani di Shaoran con la
propria. “Grazie.”
Il castano
arrossì di botto, distogliendo lo sguardo da lei per evitare
di farglielo notare. “D-di niente…”
La ragazza
abbassò gli occhi, dando un calcio ad una pietra che
rotolò poco distante. “Più o meno che
ore sono?”
“Sono
le tre, ho controllato poco fa.” Le rispose lui, frugando in
una tasca dei pantaloni con una mano alla ricerca delle chiavi della
moto. “Abbiamo perso un po’ di tempo....
Asciugandoci.”
Ovviamente la
giovane colse l’acuto sarcasmo che aveva caratterizzato le
parole di Shaoran.
Si
limitò a fissarlo di sottecchi, sospettosa.
“Certo
che a volte le cose possono cambiare davvero
tanto…” Le uscì detto poi, mentre con
gli occhi guardava lontano, verso l’orizzonte.
“Guarda noi, per esempio.”
“Che
intendi dire?” Le chiede di rimando lui, un po’
confuso.
La castana
inspirò profondamente. “Pensavo che, almeno fino a
quattro anni fa, non ci sarebbe mai venuta un’idea pazza come
quella di scappare di casa per stare un po’
insieme.”
“Beh…”
Intervenne il cinese, estraendo le chiavi del mezzo dalla tasca
posteriore dei propri jeans scuri, trionfante. “Fino a
quattro anni fa tu non ti saresti mai e poi mai spogliata davanti a me
come hai fatto prima solo per farti un tuffetto fuori
stagione.”
“E tu
non avresti nemmeno preso in considerazione l’idea di guidare
una moto…” Proferì Sakura bloccandosi
d’improvviso, volgendo poi allarmata lo sguardo su Li.
“Sono cambiate così tante cose… Noi
stiamo crescendo e persino i nostri pensieri ed i nostri modi di fare
mutano con noi… Pensi che anche i nostri sentimenti potranno
cambiare?”
Shaoran la
fissava perplesso: la castana aveva uno sguardo davvero preoccupato. Le
mise, poi, un braccio intorno alle spalle e
l’avvicinò a sé, baciandole la fronte.
“E’
vero, hai ragione. Tante cose sono cambiate.”
Constatò il giovane, fissandola serio. “E
sicuramente tante altre ne cambieranno ancora. Ma ciò che
mai muterà sono i miei sentimenti; per te nutrirò
sempre lo stesso sentimento che sto provando ora, qui, su questa
spiaggia. Non temere il futuro.”
La ragazza si
strinse a lui, rincuorata da quelle parole. “So che non devo
averne paura dato che accanto a me ci sei tu.”
Giunsero
davanti alla moto; quello era definitivamente il momento
dell’ultimo addio a quella bella spiaggia, testimone di una
delle notti più belle di tutta la loro vita.
“Torneremo
presto, vero?” Domandò malinconica Sakura mentre
si infilava il casco portole da Shaoran e saltava sul sellino
posteriore del mezzo, sorretto dal ragazzo.
“Ci
conto, Sakura!” Esclamò il ragazzo sorridendo poco
prima di montare sulla moto ed abbassarsi la visiera, stessa cosa che
la castana fece.
“Tieniti
forte, mi raccomando!” Le disse ad alta voce mentre girava la
chiave nel quadro. “Fra un’oretta circa saremo a
casa.”
Li aveva detto
un’oretta, ma il viaggio di ritorno le parve molto
più corto di quanto quello di andata non fosse stato.
Erano giunti
davanti a casa sua e nemmeno se n’era accorta.
Smontò
dal mezzo con un’agilità che ancora impressionava
il bel cinese e si levò il casco, porgendolo poi al ragazzo
che lo mise al sicuro, tra il suo addome e lo zaino sul serbatoio.
“Grazie
ancora per la bellissima nottata!” Esclamò ridente
la giovane Kinomoto.
“Di
niente.” Rispose Shaoran, togliendosi il casco. “Mi
sono divertito molto anch’io, nonostante il tanto improvviso
quanto inaspettato bagno!”
La castana rise
a quel ricordo: l’espressione che Li aveva assunto quando lei
aveva preso a spogliarsi per entrare in acqua era stata a dir poco
esilarante. Ma bloccò la sua sincera risata sul nascere solo
per avvicinarsi al ragazzo e baciarlo di nuovo, aggiungendo un
ulteriore ringraziamento per la serata.
Infine la
giovane si allontanò da lui, raggiungendo a passi svelti il
vialetto di casa.
“Ti
chiamo domani pomeriggio.” Le disse Shaoran osservandola
avvicinarsi alla porta di casa e chinarsi accanto allo zerbino,
estraendo da lì sotto una chiave.
“D’accordo.”
Rispose Sakura aprendo l’uscio ed entrando, stando poi sulla
soglia per salutare il proprio ragazzo. “A domani, grazie
ancora.”
Detto questo si
richiuse la porta alle spalle, sparendo oltre l’ingresso.
Il cinese
sorrise scuotendo lievemente la testa; voltò poi la moto ed
accese di nuovo il motore per tornare a casa, ma qualcosa lo trattenne
dal partire immediatamente. Un urlo.
“Shaoran!
FERMO!!”
Quella…
Non era la voce della sua ragazza?
Voltò
lesto il capo, preoccupato dall’ansia che il tono di lei
tradiva.
La vide correre
fuori di casa come una furia e fiondarsi in strada, saltando poi con
uno scatto felino sulla sella posteriore del suo mezzo.
“Ma
che succede?!” Domandò allarmato il castano,
impensierito dall’espressione sconvolta di Sakura.
“PARTI!
PARTI!” Lo esortò invece lei, senza degnarlo di
una spiegazione.
Li avrebbe
voluto chiedere nuovamente un chiarimento, ma improvvisamente i fatti
si esposero da soli, con qualcosa che valse più di mille
parole.
Tutto
d’un tratto, dalla porta di casa, era uscito un Touya urlante
tutto assonnato armato di pantofola.
“DANNATI
MOCCIOSI!” Urlava, mentre correva, un piede scalzo ed uno no,
verso Shaoran e sua sorella. “VE LO INSEGNO IO AD ANDARVENE
IN GIRO ALLE QUATTRO DI NOTTE!”
Il cinese non
riusciva a realizzare cosa stesse succedendo.
“Ma
cosa…?”
“Mi
stava aspettando alzato!!” S’affrettò a
chiarire la giovane. “Stanotte s’è
svegliato e si è accorto che non c’ero…
ORA PARTI PERO’!!”
Il castano non
se lo fece ripetere due volte; poco prima che il maggiore dei fratelli
Kinomoto li potesse raggiungere Li aveva celermente accelerato,
scampando per un pelo alla furia omicida del moro.
Touya,
profondamente offeso per esserseli lasciati scappare,
scagliò la propria pantofola verso i due che si
allontanavano veloci e prese ad urlare nel bel mezzo della strada.
“SE
VI ACCCHIAPPO VI DISINTEGRO!” Schiamazzò,
portandosi le mani fra i capelli per il nervoso. “DANNATA
SAKURA, DOVRAI TORNARE A CASA PRIMA O POI!”
Poco
più di un chilometro dopo Shaoran si fermò sul
ciglio di una strada deserta, togliendosi nuovamente il casco.
“Tuo
fratello è una cosa incredibile…”
Proferì dunque, profondamente sconcertato.
“E
questo non è nulla…”
Riflettè Sakura, rabbrividendo. “Pensa a quando
domani lo racconterà a mio padre… Sarò
in punizione fino all’età
pensionabile…”
“Perciò
stanotte spassiamocela!” Scherzò il castano.
“Dove si va?”
Kinomoto
sorrise, stringendosi poi saldamente alla schiena di lui mentre
socchiudeva gli occhi e vi poggiava sopra la testa. “Casa tua
va più che bene.”
Il cinese
ridacchiò, inserendo la marcia.
“D’accordo. Quindi casa mia sia!”
***************************************************
Evvai,
qualcosa portato a termine finalmente!
Poi in questo
periodo la mia testa viaggia altrove, altro che scrittura! XD
Sto pensando che sabato sono al Lucca Comics a divertirmi con le mie
tate *________*
Non vedo
l’ora di incontrarvi, finalmente becco qualche colleguzza di
EFP!! La Shele, la Marcy e la Roby sono sicure… Spero che
venga anche l’amora, ha detto che c’era una
possibilità TT^TT daaiii Bea-chan, vieni
anche tu!!!
Quindi
venerdì sera, quando ci saluteremo su MSN, non diremo
“ci sentiamo domani” bensì “ci
vediamo domani!” O_________O
ZIIIIIIIIIIIIIIIIII! Ok, sono stra-euforica per questa cosa!!!
Pensare che
ho già in testa il cosplay per l’anno
prossimo *____* Sora-kun, Sora-kun! Nee,
Shele-pon? *.*
perché l’anno prossimo parteciperemo al contest!!!
Demo…
C’è una cosa che leggermente mi
preoccupa *crow* mi è venuta in mente
oggi e dovevo dirla alla Shele, ma stasera non
c’è… ^^’’
te la spiegherò su MSN perché è
curiosa come faccenda! (Le foto dei cosplay mi
preoccupano… O__O spero che nessuno
l’anno prossimo faccia Riku con noi… Ecco, ho
già detto anche troppo!)
Ok, basta,
ora devo proprio dileguarmi!
Ringrazio Dany92, xxsakura94xx, sakura93thebest, Katy 92, Sakura bethovina, Fantastic Paul e P_A_O_L_A per aver
recensito lo scorso capitolo!
Ah…
A proposito di recensioni… Prometto che mi
metterò in regola anche con quelle, ricomincerò a
recensire le storie che seguo al più presto possibile,
promesso!
Sayonara!
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=283810
|