Kiseki no Umi

di sakura182blast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte 1 ***
Capitolo 2: *** Parte 2 ***



Capitolo 1
*** Parte 1 ***


Konnichiwa! Eccomi di ritorno con una one-shot…  -___-‘’  mia tant’!
È… Sì, insomma, una one-shot divisa in due chappy! È interamente finita, perciò pubblicherò la seconda parte prestissimo, non temete.
Questa mini-FF è dedicata alla mia tesora, Bea, alias xxsakura94xx che oggi compie 14 anni!
Tanti, tantissimi auguri tesora mia!! Ti voglio tantissimissimissimo bene!! Spero proprio che il regalo ti faccia piacere!
Bene, ora, senza altri indugi, vi lascio alla prima parte di questa mini-FF! Buona lettura!



Kiseki no Umi



La campanella che segnava la fine dell’intervallo era suonata da un bel pezzo; ormai le lezioni erano già cominciate ed i professori che in quell’ora avrebbero dovuto avere in classe avevano sicuramente già mandato qualcuno a cercarli, ma loro due poco se ne importavano.
In fondo quello che stavano facendo in quel momento era nettamente più interessante rispetto ad una lezione di storia o geografia.
Ma, d’improvviso, uno dei due ebbe qualcosa da dire.
“Sha-Shaoran…”
Niente da fare, quel tentativo di frase venne bloccato sul nascere da un bacio, l’ennesimo di quella mattinata.
“S-Senti, non dovremmo…”
Un altro tentativo andato a vuoto; le labbra del ragazzo serrarono le sue e le impedirono di continuare il discorso che stava cercando di introdurre.
“Dai, per favore, mi vuoi ascoltare?”
Questa volta riuscì a terminare almeno una frase di senso compiuto; logico, aveva bruscamente allontanato il ragazzo da sé con una spinta poco gentile delle sue mani.
Il giovane castano sbuffò seccato, risistemando un ciuffo di capelli scappato alla sua composta frangia.
“Dimmi, Sakura.” Proferì allora, dando una fugace occhiata nei paraggi.
Fortunatamente non scorse nessuno; sarebbe stato difficile credere l’opposto. Il pianerottolo delle scale che portava alla porta che dava sul tetto della scuola era sempre stato il loro nascondiglio preferito dagli occhi indiscreti.
La ragazza allora, riuscita finalmente a frenare la grande scarica di baci del suo ragazzo, si riallacciò i bottoni della camicetta, sbottonati dalle esperte mani di lui.
“Non credi che dovremmo tornare in classe? La campanella  è già suonata da un bel po’…” Disse mentre, cautamente, allungava il collo oltre la ringhiera delle scale tentando di verificare se, ai pianerottoli dei piani inferiori, ci fosse qualcuno.
Ma Shaoran la riattirò a sé possessivamente, stringendola tanto forte che alla ragazza quasi mancò il respiro… O la colpa di quest’ultima cosa era forse di quegli occhi ambrati che la fissavano in modo così caldo?
“Non penso proprio.” Asserì Li mentre, poggiando il viso contro al collo di lei, le solleticava la pelle con il suo alito caldo.
A quella sensazione Sakura rise, non potendo evitare di farlo. Cercò di trattenere l’ennesimo sospiro e portò involontariamente una mano fra i folti capelli castani di lui intimandogli tacitamente di continuare a baciarla.
Ed il ragazzo capì al volo quella sorta di ordine impartitogli nel silenzio, riprendendo a lambire il collo di lei con le sue labbra.
“Però ci daranno di nuovo una nota…” Sussurrò Kinomoto mentre, facendo scivolare lenta la mano via dalla nuca di lui, sfilava la sua camicia dai pantaloni e portava entrambe le mani sotto di essa, prendendo ad accarezzare i suoi muscoli, che si contraevano man mano che Li scendeva con i baci.
“E’ colpa loro!” Asserì convinto il ragazzo, ansante. “Non avrebbero dovuto metterci in classi separate quest’anno. E’ un’atroce tortura per me, sai?”
“Lo è di più per me!” Ribattè scherzosamente la castana, lasciando che il cinese le sbottonasse di nuovo la camicia in modo da potersi dedicare al suo collo in modo più serio.
La spinse poi delicatamente per le spalle e la fece sdraiare sulle scale, dedicandosi avido alle sue labbra fruttate.
Stava per far scivolare una delle sue mani all’interno della gonna della divisa di lei, ma qualcuno alle loro spalle si schiarì la gola cercando, forse, di attirare l’attenzione di entrambi.
Atterriti, i due si voltarono nella direzione da cui il suono proveniva. Si ripresero dallo spavento immediatamente, notando che chi li aveva interrotti altri non erano che Takashi e Chiharu, anche loro quell’anno costretti in due classi differenti: Mihamara con Li e Yamazaki con Kinomoto. Spesso i quattro si chiedevano se quel caso fosse davvero frutto di una coincidenza.
Sakura si riallacciò per l’ennesima volta la camicetta mentre Shaoran riponeva la sua all’interno di pantaloni. Si stupì di trovare essi sbottonati e lanciò in merito un’occhiatina sarcastica alla castana, che gli diede risposta con una linguaccia.
Forza dell’abitudine!” Spiegò in breve la giovane mimando le parole con le labbra.
I due nuovi arrivati attesero pazienti che i due amici si ricomponessero, infine presero a fissarli con sguardo severo.
“Abbiamo girato mezza scuola per trovarvi.” Sibilò Chiharu con la fronte aggrottata e le braccia conserte. “Vero Takashi?”
Cercava man forte nel proprio ragazzo, ma egli era avvolto da chissà quale nube di pensieri.
“Con me Chiharu queste cose non le vuole fare.” Mugugnò fra sé e sé serio il moro a testa bassa, credendo che nessuno lo stesse ascoltando.
Ma gli altri presenti lo udirono eccome. Sakura e Shaoran lo fissavano perplessi mentre Mihamara, con le mani che pulsavano dalla voglia di malmenarlo, gli regalò uno sguardo omicida degno di nota poco prima di dargli un calcio nello stinco e farlo ruzzolare giù da quei pochi scalini che lo dividevano dall’altro pianerottolo.
Soddisfatta dall’operato, l’energica castana rivolse nuovamente gli occhi sui due protagonisti della faccenda.
“Ma non è questo quello che conta!” Disse poi con espressione meno burbera, sventolando per aria una mano. Forse massacrare il suo ragazzo era per lei una sorta di antistress o, comunque, qualcosa che le rincarava la naturale dose di endorfina. “Il preside vuole vedervi.”
Sakura sobbalzò, preoccupata. “Il preside?”
“Esattamente.” Asserì l’altra. “Vuole parlarvi. È infastidito dal fatto che voi due facciate spesso dei ritardi mostruosi e per di più simultanei alle lezioni. Ha detto che vi vuole nel suo ufficio immediatamente.”
Li e Kinomoto, titubanti, si levarono in piedi e presero a scendere lentamente le scale, sicuri di stare dirigendosi verso il proprio patibolo.
“Altro che nota…” Proferì la castana deglutendo. “Stavolta ci scappa una sospensione.”
La voce di Mihamara, però, richiamò nuovamente la loro attenzione.
Trovandosi già una rampa di scale più in basso rispetto ai loro compagni, i due dovettero alzare la testa per poter guardare la ragazza negli occhi.
Chiharu si sporse oltre la ringhiera e lasciò cadere qualcosa nelle mani di Shaoran.
“La tua cravatta, Li.” Disse la castana, dall’alto. “Lasciamo che ciò che combinate qua su resti sottinteso e non esplicito, va bene?”
I due annuirono sicuri e ripresero la loro discesa, mentre Yamazaki fece appena in tempo ad alzarsi per augurare loro buona fortuna.


“UNA CHIAMATA! E DAL PRESIDE, PER GIUNTA!”
Era da almeno venti minuti che Touya camminava su e giù per il salotto, più o meno da quando lei aveva rimesso piede in casa; suo padre, stranamente, non aveva ancora proferito parola.
E così il preside dell’istituto non solo aveva fatto sia a lei che a Shaoran una lavata di capo coi fiocchi, aveva addirittura chiamato le rispettive famiglie informandole della situazione di disagio che si era venuta a creare a scuola.
“Finchè erano solo note quelle che portavi a casa andava ancora bene nei limiti del possibile!” Continuava imperterrito Touya. Ma era possibile che non si accorgesse del fatto che lei nemmeno lo stava a sentire? “Ma addirittura una telefonata da parte del preside… Questo è troppo, signorina! Lo capisci o no?”
Sé, sé… Lo capiva!
Piuttosto, aveva qualcosa di più interessante a cui pensare… Tra una cosa e l’altra si era quasi dimenticata che quel pomeriggio, essendo quello il giorno del suo compleanno, Shaoran le aveva preparato una bella sorpresa. Ancora si domandava cosa potesse essere.
Diede perciò una furtiva occhiata all’orologio appeso alla parete del soggiorno e notò con disappunto che erano già le due e mezza. Ancora tre quarti d’ora ed avrebbe dovuto incontrarsi con Li sotto casa sua.
“Ma guardala, nemmeno mi ascolta!” Proferì allora esasperato il moro, notando spiacevolmente che la sorella era tutta intenta a fare dell’altro piuttosto che ascoltarlo con la dovuta attenzione.
In fondo quella era o non era una sgridata? O almeno qualcosa che vagamente le potesse somigliare…
Sakura, scocciata, sbuffò alzandosi in piedi. “Ti ascolto Touya! Tanto, telefonata del preside o nota che sia, tu mi ripeti sempre le stesse cose! Dillo chiaro e tondo che reagisci in modo così grave solo perché di mezzo c’è Shaoran!”
Il moro, offeso nell’orgoglio, la spinse poco dolcemente sul divano costringendola a sedersi di nuovo.
“Sei diventata di un’insolenza spaventosa!” Esclamò, volgendo poi il proprio sguardo sul padre che, perennemente, aveva tenuto il capo chinato e le braccia conserte ascoltando il discorso –o meglio il monologo di Touya- fra i due. “E tu non dici niente, papà?!”
Fujitaka diede una celere occhiata prima al figlio, che ansimava a causa delle urla, poi a Sakura, che gli sorrideva speranzosa in un perdono istantaneo. Si alzò allora in piedi dal divano su cui si era seduto e si avvicinò ai suoi due figli, guardando poi con inaspettata severità la ragazza.
“Stavolta non la passi liscia, Sakura. La disciplina è una cosa importante che devi imparare al più presto possibile.” Le disse con tono grave mentre la sua espressione accigliata non cambiava di una virgola.
“Ma…” Tentò di ribattere lei, ma il padre, con un cenno della mano, la zittì.
“Sei in punizione per una settimana: non uscirai se non per andare a scuola, niente cellulare e niente telefonate dal fisso. E la punizione parte da oggi!”
“Co-cosa?!” Esclamò allibita la castana scattando nuovamente in piedi, per nulla d’accordo con la decisione di Fujitaka. “Ma oggi è il mio compleanno! Shaoran voleva portarmi da qualche parte per festeggiare e…”
“Mi pare che durante l’anno abbiate già festeggiato abbastanza ritardando ad un mucchio di lezioni!” La interruppe nuovamente l’uomo, con fare autoritario. “Questa è la mia decisione, sulla quale non ho intenzione di ritornare! Sei in punizione, e questo è quanto!”
Sakura, con le lacrime agli occhi per l’ingente rabbia che provava dentro di sé, strinse i pugni e scattò verso la porta del soggiorno colpendo suo fratello con una spalla.
Il moro, fissando confuso sua sorella scappare di sopra, si grattò la nuca lasciato perplesso dalla decisione del padre.
“Non credi di essere stato un po’ troppo duro con lei?” Gli domandò allora. “Anch’io sono d’accordo sul fatto di metterla in punizione, ma addirittura impedirle di uscire il giorno del suo compleanno…”
“Ho esagerato secondo te?” Gli chiese di rimando Fujitaka, fissandolo con sguardo lievemente colpevole.
Touya annuì. “Un po’…”
“Mi dispiace molto averlo fatto…” Ammise il castano abbassando lo sguardo. “Ma è solo per il suo bene. E poi potrà festeggiare comunque con Shaoran una volta finita la punizione, non vedo dove sia il problema!”
Detto questo, l’uomo uscì dal soggiorno per andare a sistemare la cucina, ancora sporca dopo il pranzo finito bruscamente di quella giornata.
Touya si sedette sul divano e ripensò attonito alla scena alla quale aveva appena assistito: suo padre non era stato mai, mai, tanto severo con uno dei suoi figli.
Il ragazzo aveva ragione di credere che anche Fujitaka fosse piuttosto innervosito dal fatto che Sakura facesse dei ritardi così ingenti con il cinese, alias suo ragazzo.
E come poteva lui, Touya Kinomoto, il fratello più geloso mai esistito sulla faccia della terra, dargli torto in questo?

Che cosa?!
“Te l’ho detto! Non ha la minima intenzione di farmi uscire di casa per i prossimi sette giorni!”
Una volta fuggita dal soggiorno, Sakura si era rifugiata nella sua stanza (non senza aver prima cacciato fuori Kero-chan) e lì, una volta in tutta tranquillità, aveva chiamato Shaoran informandolo di cosa suo padre le avesse appena combinato.
Quindi oggi niente sorpresa per il tuo compleanno, suppongo…
Al sentire quella frase Kinomoto andò su tutte le furie, molto più di quanto già non lo fosse. Li si era tanto affannato al fine di prepararle una bella sorpresa ed ora ecco che lo ripagava rendendolo triste.
“No, non preoccuparti! Oggi io e te usciremo insieme e mi mostrerai la tua sorpresa, dovesse cascare il mondo!” Dichiarò energica la castana, piena di determinazione.
Il ragazzo, però, non riusciva a crederle. “E come pensi di uscire di casa oggi pomeriggio? I tuoi non te lo permetteranno mai!
“E chi ha parlato di pomeriggio?” Gli domandò di rimando la giovane con tono malizioso.
Shaoran rimase piuttosto perplesso. “Non avrai mica intenzione di…
“Uscire questa notte? Esatto! Tanto tutti dormiranno e nessuno mi sentirà andarmene!” Completò per lui la castana, euforica. “Per quella sorpresa che mi hai preparato… C’è differenza fra il giorno e la notte?”
Li sembrò pensarci su qualche istante, infine rispose. “No… Almeno, non molto sostanziale.
“Perfetto!” Esclamò Sakura al settimo cielo. “A che ora ci incontriamo?”
Passo sotto casa tua con la moto alle undici e mezza, d’accordo?” Le propose Shaoran con tono di voce sognante.
Kinomoto, invece, cadde nel baratro della disperazione.
Quella moto… Era dal giorno del suo sedicesimo compleanno, ovvero da poco più di un anno prima, che lui andava in giro con quella dannatissima Yamaha-vattelapesca R1 blu che sua madre gli aveva regalato. Ed, ovviamente, tutte le volte che andavano a fare qualche gita lei non doveva mai permettersi di proferire la parola autobus… Mai!
Ci pensava Shaoran a scarrozzarla di qua e di la sul suo mezzo privato. Le aveva già anche assicurato che, non appena raggiunta la giusta età, si sarebbe comprato una moto ancora più bella e potente… La ragazza tremava al solo pensiero.
Ma, per farlo contento, accondiscendeva sempre alla sua richiesta di usare quella… Cosa come mezzo di trasporto. In fondo, negli ultimi tempi, anche la giovane aveva iniziato a divertirsi in sella a quella moto, senza contare il fatto che Li era un pilota semplicemente eccezionale.
Stava di fatto che, comunque, tutte le volte che  pensava di doverci salire sopra si sentiva un po’ tesa.
Sentendo tutto questo silenzio dall’altra parte della cornetta, il castano cominciò ad implorare la propria ragazza con tono supplichevole.
Dai, ti prometto che arrivo sotto casa tua senza fare rumore e non sveglio nessuno, andrò pianissimo e non faccio nessuna pazzia tipo impennate, accelerate improvvise o curve prese con eccessiva velocità… Per favore…
Come poteva dire di no in un frangente del genere? Quel tono di voce lamentosamente dolce e l’immagine di quegli occhioni da cerbiatto supplicanti che aveva nella sua testa la portarono, infine, ad assentire.
Grazie Sakura! Sei un angelo! Ti amo!
Detto questo, senza nemmeno attendere risposta da parte di lei, il ragazzo chiuse la conversazione… Sicuramente era scappato a sistemare la sua moto per la serata.
Prevedibile!
La castana posò il cordless (rubato senza essere notata dai suoi) sul comodino e sorrise, pensando a cosa il suo ragazzo potesse aver organizzato per il suo compleanno.

Ore undici ed un quarto.
Stranamente in orario, anzi, in anticipo.
Suo padre era andato a letto da un bel pezzo; quel giorno era tornato da una lunga permanenza in un sito di scavi nel sud-est della Cina. Suo fratello, invece, era passato a darle la buonanotte da poco più di cinque minuti.
Sakura sperava caldamente che si addormentasse profondamente entro i prossimi quindici minuti, altrimenti avrebbe udito il motore della moto di Shaoran e, di conseguenza, avrebbe scoperto la sua fuga.
Era addirittura pronta ad usare sul fratellone la grande forza di Sleep per farlo cadere celermente nel mondo dei sogni.
Rimuginando su questo non si accorse che si erano già fatte le undici e mezza. Corse accanto alla finestra e lì si appostò, attendendo pazientemente che la chioma castana di Shaoran facesse capolino da qualche angolo.
Improvvisamente, però, si ritrovò a pensare che il ragazzo sarebbe venuto da lei in moto, perciò più che una folta chioma bruna l’unica cosa che avrebbe intravisto sarebbe stata un casco blu.
Pochi minuti più tardi notò una figura che si muoveva lenta sulla strada avvolta nell’ombra; per le mani sembrava avere qualcosa…
“Pssst! Sakura?”
Quell’individuo la chiamava, sottovoce per giunta… Chi altri poteva essere se non…
“Shaoran?” Domandò la ragazza, alzandosi in piedi.
“E chi se no?” Ridacchiò il castano, voltandosi poi per sistemare la moto sul cavalletto. Ecco cos’era ciò che stava trasportando a mano.
“L’hai portata a mano da casa tua?!” Gli chiese allibita Kinomoto, sporgendosi di un poco fuori dalla finestra.
“No, assolutamente!” Dichiarò Shaoran, sventolando una mano. “L’ho spenta due isolati più indietro, altrimenti i tuoi avrebbero sicuramente sentito il rombo del motore di questa meraviglia!”
Detto questo, gli occhi del castano assunsero una curiosa forma a cuoricino ed il giovane cominciò ad accarezzare dolcemente la carrozzeria blu elettrico della sua moto.
Kinomoto, offesa da tale comportamento, chiuse la finestra con più forza del dovuto e ne fece sbattere violentemente i vetri. Temette di aver svegliato qualche componente della sua famiglia, soprattutto il piccolo Kero-chan, coricato in una posizione poco graziosa nel suo lettino, ma facendo un breve giro di ricognizione la ragazza appurò che tutti in quella casa stavano beatamente dormendo.
Si recò all’ingresso ed aprì piano l’uscio, evitando di fare anche il più minimo rumore nel far scattare la serratura della porta. Infine, non senza prima aver fatto una sonora pernacchia alle sue spalle indirizzandola al padre ed al fratello, la castana si fiondò all’esterno e raggiunse Li, ancora intento ad amoreggiare, come lei diceva, con il suo mezzo.
“Sai,” Proferì allora standogli alle spalle mentre pestava insistentemente un piede. “Scommetto che se si potessero sposare gli oggetti, tu molleresti me per quella cosa lì!”
Il castano, notando l’alta dose di sarcasmo che strabordava dalle parole delle sua ragazza, decise di stare al gioco in qualche modo.
“E perché no? Lei è perfetta!” Dichiarò allora, accarezzando il parabrezza perfettamente lucidato della sua Yamaha; non un solo moscerino morto trionfava su di esso. “E’ bellissima, non si lamenta mai, ha un colore meraviglioso, parla solo quando voglio io e si può accendere o spegnere a piacimento… Che cosa mai le manca?”
Sakura, sorridendo maliziosa, gli si fece più prossima e lo afferrò per il colletto del giubbotto nero da pilota, sussurrandogli qualcosa nell’orecchio.
Una volta che si fu allontanata da lui, il ragazzo si mise a braccia conserte ed aggrottò la fronte. “Se la metti su questo piano hai ragione, sei mille volte meglio tu!”
“Volevo ben dire!” Esclamò Kinomoto sistemandosi i capelli con una mano con finta aria superba.
Shaoran temette, comunque, che Sakura ci fosse in qualche modo rimasta male.
“A parte gli scherzi, non crederai davvero che preferisca lei a te?” Le domandò un po’ ansioso mentre gli si avvicinava e la ghermiva per le spalle.
La castana sospirò. “No Shaoran, non preoccuparti di questo! Ci sono già io che mi do mentalmente dell’idiota per essere gelosa di un oggetto… Però è più forte di me!”
“Ehy,” Le disse allora lui, accarezzandole la punta del naso. “Per me ci sei e ci sarai sempre solo tu, chiaro?”
“Sì, lo so, però… Ultimamente ti stai prendendo così tanta cura della tua moto, si vede che ti piace molto, e dato che io per questo tipo di mezzi non vado proprio pazza non vorrei che un giorno questo potesse essere fonte di litigio per noi…” (in casa mia lo è  -___-  Nd Moko)
Li la fissò a bocca aperta, completamente esterrefatto. “No, no e poi no! Non capiterebbe mai e poi mai una cosa simile! Se tu ora, qui, seduta stante, mi dessi l‘ultimatum di scegliere fra te e la mia moto è ovvio che sceglierei te! Sono d’accordo, questo è il mio hobby, un passatempo che adoro, ma non sacrificherei mai nulla di prezioso come te per una cosa del genere, non scherziamo!”
Sakura sorrise; sapeva che Shaoran pensava tutte quelle cose, ma sentirselo dire fu di gran lunga molto più piacevole che crederlo per una sua convinzione.
“D’accordo.” Proferì allora, sorridente, mentre si recava presso il mezzo ed afferrava da sopra il serbatoio il doppio casco che il ragazzo aveva portato per lei. “Allora, si parte?”
Con un sorriso di rimando, Li afferrò il proprio casco blu e se lo mise nuovamente in testa, sedendosi poi sulla moto.
Infine gli venne in mente che avrebbe dovuto dare una mano alla ragazza nel salire sul posto retrostante del mezzo, ma con sua grande sorpresa la castana era riuscita a montare da sola con una certa agilità.
Notando che il giovane continuava a fissarla un po’ perplesso Sakura fece roteare gli occhi, seccata.
“Che c’è? Ormai ho preso un po’ di destrezza nel salirci, anche perché comincia un po’ piacermi… Qualcosa in contrario?” Proferì con le gote lievemente tinte di rosso per l’imbarazzo.
Il castano le sorrise e le diede un tenero buffetto sul casco, facendo rintoccare il suono in modo ovattato all’interno di esso. “Sei troppo un amore di ragazza, lo sai?”
Sakura arrossì ancora di più ed abbassò la visiera in plastica trasparente, intimando al ragazzo di partire.
Shaoran si volse verso il quadrante, ma prima di mettere in moto il motore cercò di allontanarsi un poco da casa Kinomoto spingendo il mezzo facendo forza con la gamba destra. Una volta che fu distante dall’abitazione almeno cento metri girò la chiave nella toppa e lasciò andare la frizione, dando poi un po’ di gas.
“Schiariamoci la gola!” Rise il castano, ben sapendo di far arrabbiare la ragazza con quell’atteggiamento.
Infatti la reazione da parte di lei non tardò ad arrivare. Subito cominciò a riempire di pugni la schiena del ragazzo.
“Scemo, in casa ci sentono!” Esclamò stizzita tra un colpo e l’altro.
Il giovane le fece la linguaccia e si abbassò la visiera prima di ingranare la prima e dare una lieve accelerata.
“Tieniti forte, mi raccomando!” Disse allora Li, con la voce che giungeva giusto per un soffio alle orecchie della castana.
Tieniti forte?” Ripetè la ragazza confusa, stringendosi con più forza per un riflesso incondizionato alla schiena di lui. “Ma non avevi detto che saresti andato piano?”
“Beh…” Biascicò il cinese, scalando celermente le marce. “Ho detto una piccola bugia!”
Mettendo la sesta Shaoran accelerò in modo impressionante e per poco Sakura non rischiò di farsi un bel capitombolo sull’asfalto.
“Ti ho detto di reggerti!” Le urlò il castano volgendo di poco la testa verso di lei, ma giusto per qualche attimo, prima di riposarla su quella fredda striscia argentata che scorreva lesta sotto di loro.
“E tu decelera, SCEMO!” Schiamazzò di rimando la ragazza stringendosi ancora di più alla schiena di lui… O almeno per quanto le fosse possibile farlo, essendo già avvinghiata al suo corpo come una ventosa.
L’intero inizio del viaggio Kinomoto lo passò con il viso completamente affondato nella ruvida giacca di lui, cercando di guardare la strada il meno possibile e pregando di giungere presto a destinazione. Ma, percorso qualche chilometro, una sensazione che le fu familiare si risvegliò in lei; la provava spesso recentemente, tutte le volte che Shaoran la faceva salire sulla sua moto.
Qualcosa simile all’adrenalina cominciò a scorrerle nelle vene al posto del sangue e ciò le diede la forza di alzare lo sguardo e guardare le figure che, veloci e silenti, scorrevano accanto a loro con grande rapidità.
La ragazza improvvisamente notò che si trovavano in una strada molto più larga di quella regolare e che un guard rail più possente fungeva da protezione ai lati di essa; una tangenziale, senza dubbio.
Ma perché Shaoran la stava portando su una super strada a quell’ora di sera? Dove aveva intenzione di andare?
Ma i suoi interrogativi se li sarebbe tenuta ancora per un po’.


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Vi è piaciuta la prima parte? Spero caldamente di sì    ^___^  e spero soprattutto che sia piaciuta alla mia tesora!

La seconda parte la pubblico presto, promesso! Appena ho tempo di mettere pepè su EFP!  ^^
Intanto vi ringrazio per essere arrivati fino in fondo!
Se vi va ci vediamo alla prossima –ed ultima- parte!
Sayonara minna!
Moko-chan

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Capitolo 2
*** Parte 2 ***


Konbanwa a tutti!
Ecco… Lo so che sono secoli che non mi faccio viva, ma ho dei seri (e stavolta sono davvero SERI) problemi di ispirazione. All’inizio credevo si tratasse del solito calo, chi qui non ne ha mai sofferto? Ma, andando avanti nel tempo, ho scoperto che la scrittura e CCS proprio non vogliono più andare di pari passo…
Perciò temo che questa mini FF (che volge al termine con questo capitolo) e quella vampironzola saranno le mie ultime due… A meno che qualcuno non si decida a farmi tornare una sorta di ispirazione. Che periodo di magra TT_____TT sono tristissima!
Anche perché non riuscirò a portare a termine il mio progetto “regali di compleanno”, dato che le idee mi sono finite sotto la suola delle scarpe…
La colpa è di Kingdom Hearts XD (e, soprattutto, di Roxas ed Axel >///////<)
Ok, ma bando alle ciance… Vi lascio alla seconda –ed ultima- parte!
Riguardo all’altra FF… Spero di aggiornare presto anche quella.

Capitolo 2





Era forse un’ora che viaggiavano… O comunque vi mancava poco.
Avevano abbandonato da un po’ la tangenziale ed ora proseguivano diritti su delle impervie strade di campagna.
Sakura fu tentata dal chiedergli quanto mancasse all’arrivo, ma poco prima che si preparasse ad urlare Shaoran svoltò poco dolcemente e sinistra e la fece cozzare contro la sua giacca.
“Scusa!” Le disse ad alta voce mentre cominciava a dar tregua alla manopola dell’acceleratore.
La ragazza approfittò di quella tregua per portare a termine il suo intento. “Manca molto all’arrivo?”
“No, tranquilla!” La rassicurò lui continuando a decelerare.
Stavano facendo più o meno i cinquanta all’ora quando Li girò nuovamente a sinistra e si immise in un parcheggio completamente deserto. Lì spense la moto e si tolse poi il casco, risistemadosi i capelli disordinati con dei colpetti della mano destra.
Anche Kinomoto lo imitò, più che felice di liberare la sua nuca dalla soffocante ed ovattata morsa del casco; una volta liberato il capo lo fece oscillare lievemente e lasciò che i suoi capelli color miele, ormai di media lunghezza, prendessero un po’ di aria.
L’aria… Ora che poteva respirarla più nitidamente si accorse che aveva qualcosa di strano: era densa, molto più densa rispetto a quella di città, ed aveva uno strano odore… Salmastro?
Cercò di voltarsi, ma il ragazzo la bloccò prima che potesse ruotare il busto anche solo di qualche grado. Le prese poi il viso fra le mani e lo pose così prossimo al proprio che tutto ciò che i grandi occhi verdi di lei potevano guardare era solo il volto statuario di Li.
“Eh no, signorina, non eluderai la sorpresa!” Esclamò allora il giovane, ghermendo il volto di lei con una sola mano mentre, con l’altra, prese a cercare qualcosa all’interno di una tasca dei suoi jeans scuri.
Un ricordo poco piacevole, però, riaffiorò nella mente di Sakura, precisamente legato a quel pomeriggio.
“Non mi piace che mi si chiami signorina con quel tono canzonatorio!” Sbuffò scocciata mentre osservava con un pizzico di curiosità il ragazzo estrarre dai pantaloni un foulard azzurro.
“Ora chiudi gli occhi. Se li apri e rovini la sorpresa giuro che ti lascio!” Minacciò scherzosamente il cinese, ma la giovane non sembrava essere d’accordo con quella finta intimidazione.
“Ehy!” Esclamò stizzita mentre contro voglia chiudeva gli occhi e lasciava che Shaoran la voltasse nella direzione opposta. “Non sono cose carine da dire queste, sai?”
Li parve quasi non ascoltarla; annodatole il fazzoletto davanti agli occhi ed agitatale una mano dinnanzi al viso per appurare che non vedesse nulla, le diede un bacio accanto all’orecchio e le circondò la vita con le braccia, intimandole di camminare in una data direzione.
“Ora, piano piano, cammina con me…” Le sussurrò all’orecchio, provocandole un piacevole brivido che le scosse la spina dorsale. “E sta’ attenta a dove metti i piedi… Ti conosco, sai?”
Shaoran si mise a ridere e questo fece sorridere anche la ragazza, che prese ad accarezzare le mani di lui strette attorno al suo grembo.
D’improvviso un suono abbastanza familiare le giunse alle orecchie, risvegliandola da quel leggero stato di intormpidimento nel quale era caduta. Sembrava quasi uno scroscio, e poi un risucchio.
Improvvisamente un’illuminazione. “Ma… Questo rumore…”
Il cinese, lesto, spostò le sue mani dal ventre alle orecchie di lei, impedendo l’accesso ad ogni lieve rumore.
“Non devi nemmeno origliare.” Sorrise il giovane, parlandole a voce un po’ alta. “Non è corretto da parte tua, sai?”
D’improvviso il ragazzo si fermò, costringendola a bloccarsi lì, dove si trovava. Le tolse le mani dalle orecchie e le sussurrò nuovamente qualcosa.
“Togliti le scarpe, adesso.”
Kinomoto obbedì senza fare repliche e fece scivolare via sia scarpe che calze, restando a piedi nudi.
E si rese conto solo allora di tutto. Tastando attentamente con essi la superficie sulla quale si trovava riconobbe ciò che stava caplestando, ed improvvisamente identificò l’origine di quello scroscio che udiva poco distante.
Sabbia e onde… Si trovavano al mare!
Completamente attonita, la giovane si portò entrambe le mani sul viso e fece lentemente scivolare la benda lungo i lineamenti del suo volto per appurare che la sua intuizione fosse esatta.
Una volta che i suoi occhi furono liberi, la ragazza osservò senza parole lo scenario dinnanzi a sé: l’oscuro manto del cielo era tempestato di piccole stelle, la luna splendeva, alta e fiera, stagliandosi all’orizzonte mentre le onde, andando e venendo ritmicamente, quasi stessero danzando una precisa coreografia, riflettevano i suoi candidi raggi sulla frastagliata superficie del mare. Fissò poi lo sguardo a terra e sorrise, guardando la fresca sabbia color avorio solleticarle la pianta dei piedi.
Le scappò un risolino, che fece molto felice il giovane accanto a lei.
“Buon compleanno, amore mio.” Esalò il castano ponendosi accanto a lei e cicorndandole la vita con un braccio.
Kinomoto si voltò verso di lui e gli regalò uno dei suoi sorrisi più dolci. “Grazie, Shaoran.”
Il cinese ricambiò il sorriso, ma infine si allontanò bruscamente da lei. “Mi stavo dimenticando una parte importante della serata!” Esclamò, prima di correre nuovamente verso il proprio mezzo di trasporto.
Una volta giunto lì, Sakura lo osservò prendere una borsa fissata al serbatoio che prima non aveva minimamente notato e tornare a passo spedito verso di lei.
“Spero tu abbia fame!” Le disse il castano prendendole una mano e trascinandola verso un punto della spiaggia più prossimo all’acqua.
Più si avvicinavano al mare e più quel forte odore di salsedine le pizzicava il naso, ma in quel momento la ragazza asseriva di non aver mai sentito profumo più buono. Era davvero commossa da quanto ancora quel bel ragazzo dai lineamenti cinesi fosse in grado di sorprenderla; era arrivato addirittura a percorrere quasi novanta chilometri di notte pur di farle una così bella sorpresa.
Tomoyo poco sbagliava quando asseriva che lei era stata così tanto fortunata a trovare un ragazzo come Shaoran.
“Qui va bene?” Le domandò improvvisamente Li, risvegliandola dai suoi pensieri.
“S-sì, è perfetto!”
Il bel castano le sorrise di nuovo per poi lasciarle la mano; si chinò sulla sabbia e posò accanto a sé lo zaino, cominciando a rovistarvi all’interno. Tirò fuori per prima cosa un grande telo azzurro, che subito posò a terra; seguirono poi due piatti di cartone, due calici di plastica e due forchette, anch’esse in plastica.
Poi il ragazzo pose entrambe le mani nel ventre dello zaino e rimase per qualche attimo immobile. “Ed ora il vero e proprio pezzo forte… Se si è rovinata per colpa del viaggio scaravento quel trabiccolo in mezzo all’oceano!”
Con uno scatto estrasse dalla borsa una scatola di cartone di media grandezza e la posò sul telo, tutto sotto lo sguardo curioso di Sakura. Con mani tremanti aprì la confezione e ne ispezionò il contenuto, abbandonandosi ad un sospiro di solleivo subito dopo.
“Uff… Tutto a posto, per fortuna!” Proferì passandosi una mano sulla fronte in un gesto plateale.
Kinomoto, inginocchiatasi dirimpetto a Li, si sporse curiosa verso la scatola per scoprirne il contenuto e, per l’ennesima volta durante quella giornata, rimase senza parole.
Si trattava di una piccola torta al cioccolato, guarnita con delle deliziose roselline bianche di zucchero, alcune delle quali si erano purtroppo staccate dalla glassa di cacao ed erano finite alla deriva all’interno della scatola.
“So che quella al cioccolato è la tua preferita.” Disse Li mentre, dalla borsa, estraeva una bottiglietta di spumante più piccola del solito e la poggiava accanto alla torta.
“Addirittura lo spumante?” Chiese maliziosa Sakura, prendendo la bottiglietta di vetro e facendosela rigirare fra le mani. “Non vorrai mica ubriacarmi per farmi dire di sì ad ogni tua richiesta?”
Il ragazzo rise, mentre, con un coltello, cominciava a dividere la torta in fette. “Non mi pare che per quello mi serva l’alcohol.”
Anche la castana esplose in una risata divertita, mentre con una mano cercava di far saltar via il tappo in sughero dalla bottiglia di spumante.
Dopo qualche tentativo andato a vuoto, il cinese allungò le mani verso di lei e le strappò la fredda bottiglia dalle mani, riuscendo con un solo colpo secco a stapparla e mettendosi poi a fissare Kinomoto con aria di superiorità.
“Ma che bravo… Tu sei un uomo, però!” Esclamò la giovane mentre voltava il capo di lato, stizzita.
“E tu sei una donna molto, ma molto carina.” Ammiccò il ragazzo afferrando uno dei calici in plastica e riempiendolo di frizzante spumante, per poi porlo alla giovane.
“E’ già l’ora del brindisi?” Chiese lei ridente, lambendo con due dita il bordo del bicchiere. “A cosa brindiamo?”
“Fammi pensare…” Proferì il castano insicuro mentre si versava dello spumante. “Ecco! Brindiamo ai tuoi diciassette anni! Che siano pieni di gioia, di belle notizie e, soprattutto, di me!”
Il giovane alzò in alto il bicchiere, intimando a Sakura di fare lo stesso.
“Non stai un po’ monopolizzando la tua figura?” Gli domandò Kinomoto, divertita.
“Figuriamoci!” Le rispose Shaoran con lo stesso tono.
Infine i due fecero cozzare lievemente i calici, producendo un rintocco nemmeno lontanamente paragonabile al dolcissimo suono che due veri bicchieri di cristallo avrebbero prodotto, ma alla ragazza andava bene comunque.
Consumarono la dolcissima torta che Li aveva fatto preparare appositamente per lei e rimasero poi seduti sulla sabbia, ascoltando il dolce suono delle onde che si infrangevano sulla battigia.
D’improvviso, però, la castana si alzò, avvicinandosi al mare e prendendo a rincorrere l’acqua che andava e veniva, andava e veniva con un movimento quasi preciso. Infine si fermò e lasciò che un’onda la bagnasse fino all’altezza dei polpacci, facendola rabbrividire per l’improvviso contatto con l’acqua.
Shaoran la osservava intenerito; l’espressione che lei aveva dipinta sul volto gli pareva quasi quella di una bambina entusiasta che vede il mare per la prima volta. Ma la sua dolce espressione si tramutò in una maschera di perplessità una volta che vide Kinomoto prendere a svestirsi.
“Sakura!” Esclamò allora il cinese, alzandosi in piedi per raggiungerla. “Ma cosa fai?!”
“Non si vede?” Domandò l’altra con naturalezza, mentre faceva scivolare i pantaloni lungo le gambe. “Mi svesto per fare un bagno, no?”
“M-ma… Non è ancora arrivato il tempo per fare il bagno! L’acqua è ancora fredda, ti prenderai un malanno!” Ribattè il ragazzo preoccupato.
“Di sera l’acqua è più calda. E poi la temperatura non è male!” Asserì energica la castana mentre si toglieva la felpa.
“Ma potrebbe essere comunque pericoloso!” Le rispose a tono Li, più ansioso che mai. “Per favore, lascia perdere!”
“Non ci penso nemmeno!” Dichiarò Sakura facendogli una linguaccia, cominciando poi ad avanzare nell’acqua con indosso solo la biancheria intima fino a quando l’acqua non le giungeva al ventre. “E se vuoi fermarmi c’è una sola cosa che puoi fare…”
“Quale sarebbe?” Proferì il castano allarmato, allungando una mano verso di lei.
[E qui parte la canzone – All Saints, Pure Shores]
“Rincorrermi! Logico, no?” Rise la ragazza, gettandosi poi con un piccolo tuffo sotto alla superficie dell’acqua.
Li non poteva crederci… Davvero la ragazza si era gettata nel mare in quel periodo della stagione?
Allibito, prese a spogliarsi alla velocità della luce rimanendo in soli boxer e si lanciò all’inseguimento della giovane, tuffandosi pochi istanti dopo di lei. Kinomoto, nek frattempo, era già arrivata a forse una cinquantina di metri dalla riva ed osservava divertita il proprio ragazzo sbracciarsi come un forsennato pur di raggiungerla prima che le potesse accadere qualcosa.
“Sakura, dannazione!” Esclamò il cinese nuotando velocemente verso di lei; finalmente gli anni di corso di nuoto che sua madre lo aveva costretto a frequentare cominciavano a dare i loro frutti. “Torna subito a riva!”
La castana, vedendolo farsi pericolosamente più prossimo, si gettò nuovamente sott’acqua e prese a nuotare a rasoterra, sfiorando il fondale sabbioso con il corpo. Fortuna che sott’acqua era perfettamente in grado di tenere gli occhi aperti, questo le garantiva un vantaggio su Shaoran. Non aveva affatto voglia di tornare sulla spiaggia, anzi; voleva divertirsi un po’ facendo dannare il suo ragazzo, almeno si sarebbe presa una piccola rivincita per tutte quelle volte in cui lui si era coccolato la sua moto.
Diede una rapida occhiata dietro di sé e notò stupita che il giovane le era già alle calcagna, e non solo: anche lui sott’acqua era in grado di tenere aperti gli occhi. Ecco come poteva averla raggiunta così presto!
L’aria cominciò a mancarle, così si diede una spinta con i piedi contro al fondale e riemerse in superficie, respirando un’abbondante boccata d’aria. Ora i suoi piedi non raggiungevano più il fondo, così era costretta a continuare a muovere le gambe per non affondare.
Shaoran fece lo stesso, riemergendo un paio di metri distante da lei, e le si avvicinò celermente con sguardo severo.
“Sakura!” Esclamò su tutte le furie, mentre la ghermiva per un braccio. “Senti l’acqua quanto è fredda?! Sbrigati, torniamo a riva prima che tu faccia una congestione!”
“Dai, restiamo ancora un po’!” Si lagnò invece la ragazza, supplicandolo. “L’acqua in fondo non è poi così ghiacciata.”
“Ma sei stai tremando?!” Le fece notare poco cordialmente il ragazzo, accarezzandole una guancia.
Kinomoto cercò, invano, di bloccare il tremolio del suo corpo. “Non ha importanza!”
“Senti Sakura, non voglio che tu ti prenda un malanno, perciò…”
Li avrebbe voluto continuare a sgridarla, ma uno schizzo d’acqua fredda lo raggiunse in pieno viso e lo constrinse a smetterla con la ramanzina.
“Ora mi schizzi?” Domandò allibito alla ragazza che, per tutta risposta, gli schizzò nuovamente dell’acqua sul volto.
Shaoran si ritrovò improvvisamente a riflettere; in fondo aveva ragione, l’acqua non era poi tanto fredda…
In men che non si dica i due avevano ingaggiato una lotta di schizzi e risate nella quale nessuno sembrava aver la meglio sull’altro, era una perfetta lotta ad armi pari.
Stancatasi di tutte quelle spruzzate, Sakura si rituffò sotto la superficie dell’acqua e prese a fuggire di nuovo per gioco, venendo di nuovo inseguita dal cinese. Ma la castana notò che l’espressione del viso di lui stavolta non era rabbuiata e severa, bensì divertita.
Dopo una breve fuga Kinomoto dovette fermarsi dato che Li era riuscito a raggiungerla e ad afferrarla per un braccio, portandola più prossima a sé.
La ragazza tentò un minimo di resistenza per gioco, infine, dolcemente, liberò le mani dalla sua presa portandole sul volto di lui ed infilandole poi fra i suoi capelli, scossi dalla leggera corrente marina. Shaoran la strinse a sé ed avvicinò il suo volto a quello di lei, posando delicatamente le labbra sulle sue per un tempo infinito fino a quando, entrambi senza fiato, furono costretti a risalire in superficie per riprendere aria.
Continuarono a schizzarsi e baciarsi, immergersi e rincorrersi fino a quando Li, seriamente preoccupato dai sempre più frequenti starnuti di lei, non le intimò nuovamente di tornare a riva.
“Dai, Sakura.” Insistette il ragazzo, questa volta senza la minima voglia di tornare sulla sua decisione. “Ci siamo divertiti abbastanza, no? E poi chissà che ore sono… Dobbiamo tornare a casa prima che i tuoi si sveglino!”
La castana sembrò rifletterci su un istante, infine assentì. “Hai ragione.”
I due nuotarono fino alla riva e lì si sedettero, attendendo pazienti che i loro indumenti intimi e la loro pelle si asciugasse. Shaoran frugò in una tasca dei suoi jeans scuri e da lì estrasse il proprio cellulare, realizzando che in fondo non era molto tardi.
“Sono le due passate.” Asserì, osservando incuriosito Kinomoto disegnare insensati ghirigori sulla fredda sabbia. “Se adesso aspettiamo di asciugarci credo che saremmo a casa per le tre e mezza. Siamo fortunati che domani è domenica, vero?”
“Già…” Proferì distrattamente Sakura, parendo molto concentrata su quello che stava facendo.
“Ti vedo pensierosa…” Constatò il cinese, facendosi più prossimo a lei e passandole una mano fra i corti capelli umidicci. “Che succede?”
“Nulla.” Dichiarò lei, voltando il capo.
“Dai, forza, scommetto che qualcosa c’è.” insistette il ragazzo, sfoderando un sorriso incoraggiante. “non ti va di dirmi di cosa si tratta?”
Sakura voltò di poco il capo nella sua direzione, quel tanto che bastava per poterlo fissare con la coda dell’occhio.
“Ecco…” Cominciò, un po’ titubante. “Io vorrei ringraziarti per la meravigliosa sorpresa che mi hai fatto…”
“E lo fai con quel broncio?” Le chiese Shaoran prendendole il mento con una mano e costringendola a voltarsi del tutto verso di lui. “Preferirei come ringraziamento un bel sorriso, sai?”
Li tentò di essere convincente, ma ancora la ragazza non sembrava riprendersi da quella malinconia. Reso anch’egli depresso da quell’aria mogia che circondava, il giovane le diede un bacio in fronte e la spronò a dirgli che cosa non andasse.
“Allora?” Insistette nuovamente.
“Io…” Mormorò lei, insicura. “Io… Mi sento totalmente disarmata vedendo tutto ciò che tu fai per me, e mi chiedo… Ecco, mi chiedo se anch’io riesco a dimostrarti quanto ti ami proprio come fai tu…”
Shaoran, dapprima serio, scoppiò improvvisamente in una tenue risata, turbando la ragazza che aveva affianco.
“Che c’è?” Gli domandò, spaesata. “Perché ora ridi? La mia è una questione seria!”
Il cinese smise di sghignazzare e si avvicinò a Sakura quel tanto che gli bastava per farla sentire improvvisamente piccola dinnanzi ai suoi occhi ambra.
“Sì, la questione è seria…” Proferì, passandole una mano fra quei capelli quasi castani, abbuiati dalla loro umidità. “E’ il tuo dubbio ad essere relativamente stupido.”
Sakura dischiuse la bocca, nel tentativo di ribattere qualcosa, ma tutto ciò che le riuscì di fare fu sospirare e desiderare che le labbra di lui, così pericolosamente vicine al suo viso, serrassero le sue in uno di quei baci mozzafiato come lui era capace.
“Sciocchina!” Disse il castano in tono scherzoso, accarezzandole le labbra con il dito indice. “A me basta guardarti negli occhi per capire tutto quello che pensi o che provi. Non hai bisogno di dimostrarmi niente, capito?”
“Sì…” Mormorò lei, sentendo l’impellente bisogno che lui la baciasse.
Li, quasi avesse percepito il desiderio di lei, avvicinò ulteriormente il suo viso a quello della ragazza, così tanto che già le loro labbra si sfioravano.
“Brava la mia bambina… Lei capisce sempre tutto.” Constatò Li ridente, poco prima di eliminare qualsiasi distanza tra i loro volti.
Rimasero sdraiati a baciarsi su quella fredda sabbia per un lasso di tempo indefinibile, fino a quando Shaoran, fra una carezza e l’altra, non si era accorto che Sakura si era quasi del tutto asciugata.
“Non sei più bagnata, sai?” La informò, mordicchiandole il lobo di un orecchio.
“Nemmeno tu…” Proferì per tutta risposta Kinomoto, allontanandolo con poca forza da sé. “Ma questo l’ho notato già da un po’!”
Il castano, perplesso, fece perno sulle braccia e si puntellò, fissando la ragazza sdraiata sotto di sé con sguardo malizioso.
“E perché non mi hai avvertito prima che eravamo già asciutti?” Le chiese, cercando di farle un po’ di solletico con una sola mano. “Avremmo potuto levare le tende già da un po’, allora!”
La giovane rise, dando dei colpetti a Shaoran intimandogli di smetterla di pizzicarle i fianchi per farla ridere e dimenare. “E chi ti dice che aveva voglia di avvisarti?”
Li scattò a sedere immediatamente e l’additò. “A-ah! Lo sapevo!” Rise. “Ho ragione a darti della piccola ninfomane!”
“Almeno quanta ne ho io di darti del maniaco!” Se ne uscì l’altra, alzandosi in piedi e facendo la linguaccia al proprio ragazzo.
Il cinese la vide avvicinarsi ai propri vestiti e darsi delle leggerre pacche sul corpo, cercando di levare la sabbia che, nell’asciugarsi, le era rimasta attaccata addosso.
Infine si vestì velocemente, fissando con malinconia il mare che si stagliava nell’oscurità nero come la pece dinnanzi a sé.
“Che peccato… Già bisogna tornare…” Proferì la castana mentre si allacciava il bottone dei jeans.
Anche Shaoran si alzò, avvicinandosi a lei. “Potremmo restarcene a dormire qui.” Gli uscì in tono scherzoso.
“Già, e chi li sente domani i miei?” Ridacchiò Sakura, porgendogli i suoi abiti. “Nemmeno questa notte sarei dovuta uscire, ricordi?”
Entrambi finirono di prepararsi, raccogliendo anche tutto ciò che avevano abbandonato sulla spiaggia, e si recarono nuovamente alla moto di Li, entrambi non molto entusiasti di farlo.
“Questa notte è stata davvero la più indimenticabile di tutta la mia vita.” Proferì Kinomoto mentre si avvicinavano al parcheggio, stringendo una delle mani di Shaoran con la propria. “Grazie.”
Il castano arrossì di botto, distogliendo lo sguardo da lei per evitare di farglielo notare. “D-di niente…”
La ragazza abbassò gli occhi, dando un calcio ad una pietra che rotolò poco distante. “Più o meno che ore sono?”
“Sono le tre, ho controllato poco fa.” Le rispose lui, frugando in una tasca dei pantaloni con una mano alla ricerca delle chiavi della moto. “Abbiamo perso un po’ di tempo.... Asciugandoci.”
Ovviamente la giovane colse l’acuto sarcasmo che aveva caratterizzato le parole di Shaoran.
Si limitò a fissarlo di sottecchi, sospettosa.
“Certo che a volte le cose possono cambiare davvero tanto…” Le uscì detto poi, mentre con gli occhi guardava lontano, verso l’orizzonte. “Guarda noi, per esempio.”
“Che intendi dire?” Le chiede di rimando lui, un po’ confuso.
La castana inspirò profondamente. “Pensavo che, almeno fino a quattro anni fa, non ci sarebbe mai venuta un’idea pazza come quella di scappare di casa per stare un po’ insieme.”
“Beh…” Intervenne il cinese, estraendo le chiavi del mezzo dalla tasca posteriore dei propri jeans scuri, trionfante. “Fino a quattro anni fa tu non ti saresti mai e poi mai spogliata davanti a me come hai fatto prima solo per farti un tuffetto fuori stagione.”
“E tu non avresti nemmeno preso in considerazione l’idea di guidare una moto…” Proferì Sakura bloccandosi d’improvviso, volgendo poi allarmata lo sguardo su Li. “Sono cambiate così tante cose… Noi stiamo crescendo e persino i nostri pensieri ed i nostri modi di fare mutano con noi… Pensi che anche i nostri sentimenti potranno cambiare?”
Shaoran la fissava perplesso: la castana aveva uno sguardo davvero preoccupato. Le mise, poi, un braccio intorno alle spalle e l’avvicinò a sé, baciandole la fronte.
“E’ vero, hai ragione. Tante cose sono cambiate.” Constatò il giovane, fissandola serio. “E sicuramente tante altre ne cambieranno ancora. Ma ciò che mai muterà sono i miei sentimenti; per te nutrirò sempre lo stesso sentimento che sto provando ora, qui, su questa spiaggia. Non temere il futuro.”
La ragazza si strinse a lui, rincuorata da quelle parole. “So che non devo averne paura dato che accanto a me ci sei tu.”
Giunsero davanti alla moto; quello era definitivamente il momento dell’ultimo addio a quella bella spiaggia, testimone di una delle notti più belle di tutta la loro vita.
“Torneremo presto, vero?” Domandò malinconica Sakura mentre si infilava il casco portole da Shaoran e saltava sul sellino posteriore del mezzo, sorretto dal ragazzo.
“Ci conto, Sakura!” Esclamò il ragazzo sorridendo poco prima di montare sulla moto ed abbassarsi la visiera, stessa cosa che la castana fece.
“Tieniti forte, mi raccomando!” Le disse ad alta voce mentre girava la chiave nel quadro. “Fra un’oretta circa saremo a casa.”

Li aveva detto un’oretta, ma il viaggio di ritorno le parve molto più corto di quanto quello di andata non fosse stato.
Erano giunti davanti a casa sua e nemmeno se n’era accorta.
Smontò dal mezzo con un’agilità che ancora impressionava il bel cinese e si levò il casco, porgendolo poi al ragazzo che lo mise al sicuro, tra il suo addome e lo zaino sul serbatoio.
“Grazie ancora per la bellissima nottata!” Esclamò ridente la giovane Kinomoto.
“Di niente.” Rispose Shaoran, togliendosi il casco. “Mi sono divertito molto anch’io, nonostante il tanto improvviso quanto inaspettato bagno!”
La castana rise a quel ricordo: l’espressione che Li aveva assunto quando lei aveva preso a spogliarsi per entrare in acqua era stata a dir poco esilarante. Ma bloccò la sua sincera risata sul nascere solo per avvicinarsi al ragazzo e baciarlo di nuovo, aggiungendo un ulteriore ringraziamento per la serata.
Infine la giovane si allontanò da lui, raggiungendo a passi svelti il vialetto di casa.
“Ti chiamo domani pomeriggio.” Le disse Shaoran osservandola avvicinarsi alla porta di casa e chinarsi accanto allo zerbino, estraendo da lì sotto una chiave.
“D’accordo.” Rispose Sakura aprendo l’uscio ed entrando, stando poi sulla soglia per salutare il proprio ragazzo. “A domani, grazie ancora.”
Detto questo si richiuse la porta alle spalle, sparendo oltre l’ingresso.
Il cinese sorrise scuotendo lievemente la testa; voltò poi la moto ed accese di nuovo il motore per tornare a casa, ma qualcosa lo trattenne dal partire immediatamente. Un urlo.
“Shaoran! FERMO!!”
Quella… Non era la voce della sua ragazza?
Voltò lesto il capo, preoccupato dall’ansia che il tono di lei tradiva.
La vide correre fuori di casa come una furia e fiondarsi in strada, saltando poi con uno scatto felino sulla sella posteriore del suo mezzo.
“Ma che succede?!” Domandò allarmato il castano, impensierito dall’espressione sconvolta di Sakura.
“PARTI! PARTI!” Lo esortò invece lei, senza degnarlo di una spiegazione.
Li avrebbe voluto chiedere nuovamente un chiarimento, ma improvvisamente i fatti si esposero da soli, con qualcosa che valse più di mille parole.
Tutto d’un tratto, dalla porta di casa, era uscito un Touya urlante tutto assonnato armato di pantofola.
“DANNATI MOCCIOSI!” Urlava, mentre correva, un piede scalzo ed uno no, verso Shaoran e sua sorella. “VE LO INSEGNO IO AD ANDARVENE IN GIRO ALLE QUATTRO DI NOTTE!”
Il cinese non riusciva a realizzare cosa stesse succedendo.
“Ma cosa…?”
“Mi stava aspettando alzato!!” S’affrettò a chiarire la giovane. “Stanotte s’è svegliato e si è accorto che non c’ero… ORA PARTI PERO’!!”
Il castano non se lo fece ripetere due volte; poco prima che il maggiore dei fratelli Kinomoto li potesse raggiungere Li aveva celermente accelerato, scampando per un pelo alla furia omicida del moro.
Touya, profondamente offeso per esserseli lasciati scappare, scagliò la propria pantofola verso i due che si allontanavano veloci e prese ad urlare nel bel mezzo della strada.
“SE VI ACCCHIAPPO VI DISINTEGRO!” Schiamazzò, portandosi le mani fra i capelli per il nervoso. “DANNATA SAKURA, DOVRAI TORNARE A CASA PRIMA O POI!”


Poco più di un chilometro dopo Shaoran si fermò sul ciglio di una strada deserta, togliendosi nuovamente il casco.
“Tuo fratello è una cosa incredibile…” Proferì dunque, profondamente sconcertato.
“E questo non è nulla…” Riflettè Sakura, rabbrividendo. “Pensa a quando domani lo racconterà a mio padre… Sarò in punizione fino all’età pensionabile…”
“Perciò stanotte spassiamocela!” Scherzò il castano. “Dove si va?”
Kinomoto sorrise, stringendosi poi saldamente alla schiena di lui mentre socchiudeva gli occhi e vi poggiava sopra la testa. “Casa tua va più che bene.”
Il cinese ridacchiò, inserendo la marcia. “D’accordo. Quindi casa mia sia!”


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Evvai, qualcosa portato a termine finalmente!
Poi in questo periodo la mia testa viaggia altrove, altro che scrittura! XD Sto pensando che sabato sono al Lucca Comics a divertirmi con le mie tate *________*
Non vedo l’ora di incontrarvi, finalmente becco qualche colleguzza di EFP!! La Shele, la Marcy e la Roby sono sicure… Spero che venga anche l’amora, ha detto che c’era una possibilità TT^TT daaiii Bea-chan, vieni anche tu!!!
Quindi venerdì sera, quando ci saluteremo su MSN, non diremo “ci sentiamo domani” bensì “ci vediamo domani!” O_________O ZIIIIIIIIIIIIIIIIII! Ok, sono stra-euforica per questa cosa!!!
Pensare che ho già in testa il cosplay per l’anno prossimo *____* Sora-kun, Sora-kun! Nee, Shele-pon? *.* perché l’anno prossimo parteciperemo al contest!!!
Demo… C’è una cosa che leggermente mi preoccupa *crow* mi è venuta in mente oggi e dovevo dirla alla Shele, ma stasera non c’è… ^^’’ te la spiegherò su MSN perché è curiosa come faccenda! (Le foto dei cosplay mi preoccupano… O__O spero che nessuno l’anno prossimo faccia Riku con noi… Ecco, ho già detto anche troppo!)
Ok, basta, ora devo proprio dileguarmi!
Ringrazio Dany92, xxsakura94xx, sakura93thebest, Katy 92, Sakura bethovina, Fantastic Paul e P_A_O_L_A per aver recensito lo scorso capitolo!
Ah… A proposito di recensioni… Prometto che mi metterò in regola anche con quelle, ricomincerò a recensire le storie che seguo al più presto possibile, promesso!
Sayonara!

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