La mia stella

di ethy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** pensieri ***
Capitolo 2: *** Luci ***
Capitolo 3: *** Ricordi ***
Capitolo 4: *** Sorrisi ***
Capitolo 5: *** Sguardi ***
Capitolo 6: *** Riflessi ***
Capitolo 7: *** Specchi d'acqua ***
Capitolo 8: *** Solitudine ***
Capitolo 9: *** Battiti e stelle ***
Capitolo 10: *** insieme ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** pensieri ***


E' da quel bacio che non riusciva a dar pace al suo tormento

da quell' unico bacio improvviso e avvolgente che non riusciva a pensare ad altro,

tranne che a lei.
vorrebbe dimenticarla, o meglio vorrebbe dimenticare cosa lei gli ha fatto provare.
Lui che dopo l'unica donna che era riuscita a far breccia nella prigione ove
aveva rinchiuso il suo cuore dopo la morte del fratello, non poteva, non voleva
amare di nuovo, non era possibile che una ragazza venuta da chissà
quale mondo.. si, carismatica, carina, longilinea, dai lunghi capelli biondi (ma cosa vai a pensare!)
gli rendesse la vita impossibile non dandogli la possibilità di pensare altro che
a lei ed a quell'attimo in cui la prigione si è aperta e il suo cuore è tornato al
suo posto, restituendogli fitte continue tutte le volte che incrociava il suo sguardo.
non era possibile, soggiocato da lei, lui, il piu spietato di tutti i mari..
..il piu temibile, anche per se stesso.. era caduto rovinosamente ai piedi dei suoi occhi verdi.
voleva baciarla ancora, voleva possederla, voleva venerarla, voleva amarla
ma il suo tormento, quello che non lo faceva dormire ormai da tempo, quello che gli faceva rifiutare
tutte le donne che la sua ciurma cercò nel tempo di trovargli era che voleva essere amato da lei.
Ma non c'era speranza di conquistarla, lei era molto difficile e diffidente e sopratutto in un'altro mondo.
forse trovando un fagiolo magico..poteva... ma lei aveva perso memoria di lui..
eccolo, quel dolore, così sordo che lo fece sedere,cosi forte che  le gambe gli tremarono, lei non lo ricordava,
non era afflitta dal ricordo di quel bacio.
voleva annegare in mare o nel rum era indifferente, tutto tranne quella sofferenza
atroce, tutto.
poi.. arrivò quel messaggio, c'era scritto di prenderla, di riportarla a storybrook,
quel messaggio significa rivederla, anche solo rivederla, perchè aveva promesso di non
interferire, aveva promesso, amava Bealfire era il figlio di Milah, non poteva non amarlo,
era anche come suo figlio, una famiglia è tutto ciò che avrebbe voluto..
Decise di ritrovarla, fece di tutto, abbandonò la sua casa, la sua amatissima casa: la sua nave,
la nave di suo fratello in cambio di un fagiolo che gli permise di varcare la soglia e di trovarla.
Passò molte notti pensando sempre e solo a lei, ed i giorni a cercarla.
la trovò
la riportò indietro
combatterono la strega
vinsero
caddero in un portale temporale
tornarono, come il suo tormento.
l'aveva rivista, l'aveva anche abbracciata, e l'amava sempre di più
sempre di più, sempre di più, sempre di più, in un crescendo che non riusciva
a soffocare se non annebbiandosi nell'alcool, o vagando in riva al mare.

Ora era seduto al tavolo nel patio da granny, sorseggiava dalla sua fiaschetta,
guardava in basso perso in questi pensieri e indifferente al freddo di quella sera, quando..
-killian- era David, si sedette di fronte a lui
per poco non si strozzò con il rum..
-amico, che succede?-
-Emma mi ha detto che lei era la principessa Leila, e tu il principe..-
-Charles- finì la frase..
-io, beh, io non ho dimenticato quello che hai detto quella sera-
killian quasi cadde dalla sedia, e poi sbuffò in un sorriso beffardo
il principe continuò
-ricordo anche che tu avresti seguito la tua principessa ovunque, anche ai confini del tempo...
e l'hai fatto amico- sorrisero entrambi - mi dispiace, non è che non ti approvi..
... non avevo modo di sapere, ora che so quello che hai passato.. forse anche io
avrei intrapreso la tua strada trovandomi nei tuoi panni....
poi chiese
-killian, quanti anni hai? -
-quali vuoi sapere, amico?-
david lo guardò corrucciando la fronte
killian sospirò..
-ne ho 356.. quando il tempo si è fermato, ne avevo 28, è passato un anno.. ne ho 29
-Emma ne ha 28... io ne ho 32.. sono più grande di te!
sorrise, si alzò mise una mano sulla testa di killian che era ancora seduto,
gli scompigliò meglio i capelli e gli disse
-vai a conquistarla fratellino, falla piangere solo una volta e non avrai scampo dalla mia spada,
sono pur sempre un padre protettivo-
-e geloso..-aggiunse killian.
David rientrò nel locale di granny sorridendogli
killian rimase li, cercando di rendersi conto di cosa avesse detto veramente il principe.
conquistala, fratellino.. erano troppe emozioni da sommare a quelle contro cui
stava già combattendo..
ora gli serviva un bagno gelato.. ora aveva bisogno di calmarsi..
aveva l'approvazione di David, e non era il fatto di avere il permesso di corteggiarla,
era che... si sentiva parte di qualcosa, se non poteva avere lei, aveva trovato
un amico, aveva capito che poteva contare su David..
in quel momento arrivò lei.
si mise al posto dove prima c'era il principe.
lei gli chiese come avesse fatto a ritrovarla.
ecco, ora doveva proprio spiegarglielo?
doveva dirle che era rimasto senza nave?
che non aveva piu una casa?
che aveva passato giorni e notti vivendo solo della speranza di rivederla?
...
-la jolly roger, ovviamente-
-hai scambiato la tua nave per me?-
-si-
lei lo baciò
lui in quel momento, morì
lei, lei lo stava baciando
lei lo stava cercando
lei forse piano piano avrebbe potuto amarlo?
lei, solo lei
sempre lei...
-Emma.. -
lei si ritrasse
-ferma, non ti muovere ti prego, resta qui vicina-
-Emma ti prego, non ti chiedo nulla, ma ti prego, concedimi di starti vicino-
-Killian io..
il suo cuore iniziò a battere ferocemente, il suo respiro si fece affannoso e non rsarebbe iuscito piu
a trattenere tutte quelle sensazioni, cosa voleva dirgli? perchè ci metteva cosi tanto a parlargli
-Killian, ..si.
gli passò una mano sulla guancia con la cicatrice, seguì la linea del sopraciglio e posò la mano tra i
suoi capelli, poi lentamente lo avvicinò a se.
-si
e lo baciò di nuovo
non capì se lei provava qualcosa per lui, ma lui era completamente assuefatto
lui era completamente preso.
lei era la sua salvatrice, senza di lei, ora lui non poteva neanche tornare alla sua vecchia vita
senza di lei ora, lui poteva solo lasciarsi andare nell'oblio e lasciarsi morire...
-ti va di fare una passeggiata in riva al mare?
lui la guardò, non le importava che tutti la vedessero andare via con lui?
davvero?
forse...
-andiamo-
lui le prese la mano, lei non la rifiutò, lui se la portò alle labbra e la baciò..
..
mary margaret li vide andare via, stava per raggiungerli
-neve, lasciali andare, è tutto a posto
abbracciò la moglie e gli sussurò qualcosa all'orecchio, per cui lei sorrise maliziosa e
li lasciò andare via, mano nella mano.

 

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Capitolo 2
*** Luci ***


Si era fatto tardi, loro erano ancora in giro, Grammy stava chiudendo e Mary Margaret iniziava a stare in ansia.
-Dici che....-
-Neve, non pensarci, fino a non molto tempo fa li avrei seguiti o avrei ucciso il pirata prima di permettergli di toccarle anche solo una mano... Ma ora, sinceramente, mi chiedo se non siano fatti per stare insieme... Ma non lo scopriranno mai se non lasciamo a loro la libertà di scegliersi.-
- da quando sei diventato così saggio nonostante si parli di tua figlia?-
David sorrise, ma non rispose, scoprire che Uncino era il principe Charles, dopo che si era portato il ricordo di quelle parole sull amore..lo fece riflettere molto sul pirata, sul suo modo di agire, su come lo aveva voluto salvare sull isola che non c e, e sugli sguardi che Killian li lanciava tutte le volte che gli suggeriva di preparare la sua famiglia al peggio, e di come lo aveva ingannato pur di salvarlo, si, era sempre e solo per Emma, ma lo sguardo era di chi aveva perso tutti gli affetti e non voleva che anche lei perdesse i suoi famigliari, solo adesso riusciva ad intravedere la sofferenza di quell uomo.
Voleva dargli una possibilità, voleva se poteva, se lo accettava essere un po' come Liam, in fondo gli aveva detto che si sarebbero piaciuti...
....e forse avrebbe potuto evitare che si ficcasse nei guai... E che ficcasse nei guai anche sua figlia.
Era strano voleva proteggere anche lui.


Emma e Killian stavano ancora mano nella mano, passeggiavano avanti e indietro sulla riva senza dirsi una parola, lui ogni tanto  si fermava, le si metteva di fronte, le spostava qualche ciocca bionda dal viso portandola dietro le spalle, le contemplava gli occhi, le sorrideva, le sfiorava la mano con le labbra e tornava al suo posto, a fianco a lei, e riprendeva a camminare annusando l'aria salmastra e perdendosi con lo sguardo nell'oblio del mare calmo.
Lei lo assecondava, incerta e spaesata, perché lui non faceva nulla per baciarla? Perché non le diceva nulla?
Si era accorto dei dubbi di lei, ma come spiegarle che se provava a baciarla,non sarebbe sopravvissuto al reclamare del suo cuore, prepotente e forte come un tuono?
Come spiegarle che anche solo stare mano nella mano gli restituiva un calore tale che era sufficiente a farlo sciogliere e tremare?
Forse lei non sentiva nulla di tutto questo, un giorno forse lo avrebbe amato così, o forse no.... Non importava, erano insieme ora e al momento per lui era sufficiente.
-Emma, sei stanca?-
-Ti riporto a casa, se vuoi-
Lei lo guardò sorpresa, ma annuì. 
-Domani, ti va di guardare le stelle?
Che cosa buffa pensó lei, ma acconsentì guardandolo con aria interrogativa
-tesoro, non credere, si possono fare un sacco di cose guardando le stelle-
Disse Uncino, dondolandosi, avvicinandosi, con quell aria divertita, intrigante e quel sorriso ammiccante al quella lei solitamente sbuffava per non sorridergli dandogliela vinta.
Ecco quello era il suo Capitano, non il ragazzo che ha passato a contemplarla per più di di due ore, ma quello che ammiccava, la prendeva in giro senza freni ma con dolcezza, quello che le diceva i suoi pensieri schietti, senza riserve, senza badare se facevano male o meno, o forse, lo sapeva e voleva solo scuoterla... Beh, l' indomani l' avrebbe scoperto... Sotto le stelle.


La bació sull' uscio di casa, la abbracciò e si girò.
Senza voltarsi indietro se ne andó.
Lei non fece in tempo nemmeno a chiedergli dove avrebbe dormito senza piú la sua nave.

Lui accellerò il passo, prima che lei potesse chiedergli dove avrebbe dormito quella notte, prima che potesse vedere la mancanza della sua nave adagiata sul suo sguardo.
Si rifugiò al molo, si sedette a terra, distese le gambe, bevve un sorso di rum scrutando l orizzonte calmo del mare argenteo.
-Ehi, pirata-
-Emma mi ha chiamata, stavo chiudendo il locale... Voleva sapere se eri passato per una stanza... Non vedendoti sono venuta a cercarti, seguire il tuo odore è facile-
-grazie, stai sottolineando che mi servirebbe un bagno, gentile da parte tua, lo farei anche, ma l' acqua ora è gelata.- rispose lui 
Ruby era lì, impalata quasi scocciata..
-l' ho fatto solo per Emma, comunque é facile trovarti per me, sai di mare, di rum,di caffé, di lei, e ho sentito anche della  cannella.... non mi stai particolarmente simpatico, non so cosa ci trovi in te, tanto da preoccuparsi-
-bene lupachiotta, mi ha trovato ora puoi andare- iniziava ad essere scortese, voleva stare da solo.. Non voleva trattarla male, voleva solo stare da solo.
Lei gli tiró la coperta che aveva portato con sé. - se vuoi domani c e una stanza per te, con vista mare, purtroppo stai simpatico a mia nonna-
Lui la guardó, alzó il sopracciglio e le fece uno dei suoi sorrisi da ragazzaccio, come volesse spogliarla con gli occhi, lei lo guardò con disprezzo, si giró e se andó.
Ma lo sapeva, lei stava sorridendo, la sentiva, era simpatico anche alla lupa, ma non poteva ammetterlo.
Prese la coperta la adagiò sulle gambe e fissó lo sguardo al cielo cercando la stella polare, la stella che lo assisteva da sempre, anche dall' isola che non c'è, non poteva usarla per navigare in quei mari, cambiava sempre posizione durante la navigazione, bastava un niente che il cielo cambiava schema, forse x non far trovare la strada di casa, o per proteggere l' isola il cielo si mascherava, ma la riconosceva sempre, sapeva che era lei, e nessuno dei suoi marinai riusciva a capire come lui facesse a trovarla sempre, forse perché era il capitano,forse perché aveva studiato tutte le mappe stellari esistenti, lui sapeva come trovare quella stella che brillava fin dai tempi antichi.
La salutò, le diede la buonanotte e nel farlo poi si accucció sotto la coperta, per un attimo rimase perplesso, il suo ciondolo, quello che sembrava un frammento di cristallo, quello che suo padre gli diede dicendo che era della madre, che lei voleva lo avesse lui e non Liam, brilló.
Un riflesso di luce forse. 
Killian si addormentò pensando a quel piccolo bagliore ed a sua madre, che non aveva mai visto, a Liam che gli ricordava di come lui avesse i suoi occhi, quell azzurro così limpido come il cielo una mattina d estate, e come cambiavano colore in un mare in tempesta, quando la rabbia saliva.
Ecco, cosa succede a lasciare il cuore libero, si diventa rammolliti, doveva riprendersi, era un pirata, spietato, cattivo, terribile e temibile, eppure......veramente aveva gli occhi della madre?
La stanchezza prese il sopravvento, si lasció cullare dalle onde leggere.
La stella del Nord, lo stava osservando.

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Capitolo 3
*** Ricordi ***


​Si svegliò all'alba, come sempre, come se fosse ancora sulla sua jolly roger.
Provò a stiracchiarsi ma un dolore acuto al braccio sinistro lo fece vacillare.
Cosa?
Poi si ricordò che erano quasi due settimane che non cambiava la fasciatura al braccio, l' ultima volta che si era trascurato ebbe la febbre per settimane, così prima di ignorare l' eventuale gravità del dolore decise di accettare la stanza da granny.
Vi trovò sia Ruby che la nonna.
Ruby lo guardò ancora furiosa, la nonna gli sorrise
-vieni,immagino tu voglia un caffè, coretto giusto?-
- non ho segreti per lei signora- disse sincero
- sei un marinaio,no, il nonno di Ruby lo era.-
Ah la  lupa aveva un nonno in marina... Già pensava a quale battutina sarcastica poteva farle per renderla ancora più furastica... Quando lei gli si presentò davanti - dammi la coperta, prenditi il caffè e seguimi, ti porto in camera-
-sicura lupa? Poi non vorrai più andare via..- le disse scanzonato
Si voltò di scatto e gli mostrò i canini.. - si si, ho capito non serve che mi ringhi, starò buono, farò il bravo-
Ruby si ritenne soddisfatta, lo accompagnò, gli apri la porta e posò la coperta sul letto.
- allora questa camera ha il bagno privato, e la vasca da bagno-
- mi stai invitando dolcezza?-
Niente era più forte di lui, doveva essere sempre così, ma Emma che ci trovava? A parte il fatto che fosse l'uomo più bello che avesse mai visto, e che non avesse mai visto quegli occhi indossati da altri,avevano un colore così particolare, non erano mai uguali al momento precedente, forse Emma si incantava per questo..
Comunque era insopportabile.
-senti pirata, prima che ti sbrani quel faccino tanto bello.. Sappi che ti sopporto solo perché Emma ti vuole-
Emma? Emma.. Mi vuole? Sta dicendo che...
- e perché piaci a mia nonna, ogni volta che ci sei tu lei torna allegra, mi piace vederla allegra.-
- ho capito Ruby, grazie-
Non fece quello che di solito gli veniva spontaneo, invadere lo spazio personale del suo interlocutore, per dispetto,restò distante, un po' dispiaciuto, e lei pensò che forse finalmente aveva capito.
Chiuse la porta, e iniziò a spogliarsi, gli faceva male il braccio, maledizione.
Aggiunse altro rum al caffè ne bevve un sorso generoso, e riprovò a togliersi la giacca.
Dolorante aprì l'acqua calda, bollente, mise del bagnoschiuma trovato li, sapeva di vaniglia, perfetto per una ragazza, bene non solo non si sentiva più spietato, ora sarebbe stato anche profumato come una donzella.
Si tolse il resto dei vestiti e li mise a lavare nel lavandino col bagnoschiuma accidenti.
Non riusciva però a togliersi l' uncino, voleva vedere come stava il braccio se aveva bisogno di essere medicato.. Nulla, faceva troppo male..... Maledizione a quando stringeva troppo i lacci per far fare presa.
Si fece il bagno lo stesso, lasciò il braccio fuori.
I suoi pensieri correvano lungo la sua mente, senza sosta, una volta Emma, poi David, Milah, Bealfire, suo fratello... Anche Tremotino era nei suoi pensieri, non voleva più ucciderlo da molto tempo, anche lui aveva sofferto, anche se non era colpa sua se Milah volle scappare.
Poi abbandonò il presente e si ricordò del padre
Che strano effetto fa un bagno caldo al di fuori della mia nave.
-apparteneva a tua madre, conservalo sempre, un giorno sicuramente ne capirai il motivo-
Aspetta, che?
Si alzò
Si asciugò
Finì il caffè
E si buttò sul letto, era stanco.
Si mise sotto la coperta e sprofondò nei sogni, cercando di ricordare ogni singola sillaba del padre, nella speranza di capire perché proprio ora quelle parole erano così importanti.


Era  pomeriggio inoltrato, e di lui nessuna traccia.
Emma stava in giro con sua madre, per acquistare qualche cosa di nuovo al fratellino, dando ogni tanto una sbirciata ai vestiti maschili, chissà magari Uncino prima o poi avrebbe cambiato abbigliamento....
A proposito dove era finito?
Credeva di ritrovarselo sotto la finestra al mattino... E invece era sparito.
Entrò al locale e chiese a Ruby.
- no non l'ho visto- mentii lei.
Ora era infastidita, prima cercava Emma ovunque è adesso era sparito...
Prese il cellulare e scrisse a David
"Emma sta cercando Uncino, lui credo che sia ancora in camera..."
Bip bip.. "Arrivo"

Bussò ripetutamente alla porta della stanza, ma non rispose..
-ho la chiave David -
-apriamo- aveva una strana sensazione...
Aprì e lo trovò riverso sul letto, svenuto e sudato - Ruby prova a chiamare Victor, se non risponde lo porto in ospedale-
Aveva notato il braccio gonfio e probabilmente aveva la febbre.
Lei scese a prendere il cellulare, David provò a svegliarlo.
- Killian, ehi, sveglia ragazzo-
Aprii gli occhi appena - non riesco a togliere l'uncino, credo che...-
Non riusciva a parlare molto, era così stanco..
David lentamente provò a sfilargli l'uncino, cercando di non aumentargli la sofferenza che già vedeva sul suo viso.
Arrivò Victor, controllò il braccio - voglio restare qui- Killian non voleva andare in ospedale....
David sbuffò
- si può fare, ma non deve restare da solo-
- chi ti ha cauterizzato la ferita? È perfetta, quanto tempo fa?-
- l'ho fatto da solo, ho studiato medicina prima di imbarcarmi, a molti ufficiali della marina insegnano i rudimenti per sopravvivere, non sei mai stato un militare vero dottore?
Un pirata pieno di sorprese, se ne accorse, lo guardavano come un fenomeno da baraccone.
- non sei svenuto durante?-
- no amico, non mi lascio buttare giù da una ferita, se l avessi fatto forse i miei uomini avrebbero preso il sopravvento, ho stretto i denti, avresti fatto lo stesso.-
- io sarei svenuto- ammise il dottore, dopo avergli fatto un'iniezione.

Victor andò via, David si accorse che Killian stava di nuovo piombando in un sonno profondo, e ne approfittò per fasciargli leggermente il braccio affinché le vesciche non strusciassero contro la coperta, e si infettassero di nuovo.
Ma guarda che si era fatto x tenere quell'uncino saldo... Per non sentire la mancanza della mano, perché ora David si era convinto che quella mano gli mancava da morire.
Chiamò Emma, anche se non era sicuro di volerlo fare, lei sarebbe corsa, lei sarebbe rimasta con lui... Da sola... David accantonò la gelosia e le disse quello che era successo e lei riagganciò velocemente e altrettanto velocemente si precipitò al capezzale di Killian.
-resto io- disse al padre, con fermezza e disinvoltura.
-immaginavo...ci sentiamo dopo, chiama se hai bisogno.-
- andrà tutto bene-
David uscì, lei si sedette a fianco del letto, la brezza del mare che passava dalla finestra aperta, le stelle che iniziavano ad illuminare il cielo... Le stelle, stasera dovevi parlarmi delle stelle.. Pensò, e invece eccoti qui indifeso, come un bambino, febbricitante.

Tre ore dopo

-ciao splendore-
-wei, ciao capitano, come ti senti?-
- come se una balena mi fosse passata sopra-
Sorrise, non perdeva il suo sarcasmo, probabilmente andava meglio.
-È questo quello che tu chiami serata romantica a guardare le stelle? Pensavo ad altro io-
-scusami-
Aspetta, come scusami? Dove erano finiti i suoi sorrisi maliziosi ?
-ti va di stare più vicino a me? A fianco...
-ora ti riconosco!- disse lei sdraiandosi al suo fianco e giocando con i ciondoli della catenina.
- non è serata tesoro, mi ero fatto il bagno e mi ero messo a dormire con solo l' asciugamano, ora invece ho i pantaloni di un pigiama credo... Sono confuso... Ho l' immagine di tuo padre che mi veste, non c'è la faccio proprio a conquistarti stasera.-
Eccolo lì, scherzava su tutto.. 
- mio padre ti ha visto nudo? Ok, sono sconvolta anche io.-
Risero entrambi. Lei adagiata sul suo torace, lui che le carezzava i capelli... 
-le guardiamo domani le stelle-
-certo, ma voglio sapere tutto-
-ai tuoi ordini-

Si addormentarono abbracciati e sorridendo.. La prima notte insieme, ed era tutto tranne quello che avrebbero sperato fosse.

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Capitolo 4
*** Sorrisi ***


Le prime luci del nuovo giorno si affacciarono alla finestra, posando un flebile raggio di luce sulla mano di lei.
Sentendo il calore del sole aprii gli occhi piano piano, nonostante fosse stipata in un letto singolo con lui, ed avesse cercato di farsi piccola piccola per lasciargli spazio non si sentiva stanca e stropicciata, come tutte le volte che dormiva.
Si sentiva bene, quasi perfettamente riposata, rilassata e forse un po' felice.
Che fosse merito suo? Che fosse la presenza di quell'uomo?
Emma sapeva di provare per lui una forte attrazione, se ne accorse sull'isola che non c'è, con quel bacio, l'alchimia tra loro era forte, ma lei era combattuta, non voleva arrendersi alla sola passione, non voleva arrendersi alla possibilità di fidarsi nuovamente di un uomo, senza considerare che stava valutando l'ipotesi su un pirata... Eppure lui aveva qualcosa che la turbava, la affascinava, la calmava anche..
...e tutte le volte che era ricorsa al suo "super potere" nel suo cuore si faceva strada una sola parola: fidati.

Si  alzò, cercando di non svegliarlo, andò alla finestra per guardare l'alba, le ultime stelle erano intente a svanire sotto la luce del sole nascente, Emma guardò la stella più luminosa, la stella polare, sembrava che le facesse l'occhiolino, era lì che brillava ma non di luce ferma, sembrava stesse pulsando...
...forse era solo un'illusione dovuta ai raggi del sole in arrivo..

Andò in bagno per darsi una rinfrescata, quando tornò, pensò di scendere per vedere se granny avesse già aperto, per prendersi qualcosa per la colazione, ma era titubante... Poteva lasciarlo solo? Conoscendolo aveva paura che facesse qualche sciocchezza.. Come scendere giù in pigiama e dire qualche cosa di sconveniente solo per attirare l'attenzione.. Sorrise al pensiero, sarebbe stato comunque magnifico, nessuna ragazza riusciva a resistere al suo fascino.. 

"Sono arrivata a locale ti porto su un caffè con panna, ti va? Il pirata è sveglio?"
Santa Ruby.
"No lui dorme, ma io ho fame anche!"

Poco dopo Ruby si presentò con un caffè e della cioccolata calda e delle frittelle.
- sei un angelo so sai Ruby ?-
-mm si lo so- sorrise sbirciando da dietro la porta - come sta?-
- sembra meglio, l'altro ieri stava bene non ho capito che cosa gli sia successo, David mi ha solo detto che per tenere saldo  l'uncino l'aveva stretto troppo...-
-per quanto non lo sopporti, non deve essere facile stare senza una mano, sopratutto per un uomo come lui, che ha tenuto testa a tutte le flotte dei regni, ed è stato il terrore di tutte le navi, compreso barbanera.

Ruby andò via e chiuse la porta, sussurrandole che bastava un messaggio e sarebbe salita.

Già, Emma la guardò come se le avesse fatto una rivelazione, non si era mai soffermata a pensare cosa provasse lui, per quella menomazione, che a dir la verità non si notava per niente, lui non la faceva notare...
Come se fosse naturale essere senza una mano.
Sorseggiando la cioccolata si avvicinò a lui, gli sfiorò il braccio fasciato con delicatezza, chiedendosi se veramente soffriva per non avere più una mano.
-a me piaci anche così - sussurrò spostandogli i capelli dagli occhi, guardandolo dormire sereno.
Forse lo amava, forse doveva ammetterlo, lo voleva nella sua vita, ma aveva così paura di soffrire nuovamente.. Ancora non se la sentiva di rischiare.

-non è educato fissare le persone Swan, non te lo hanno insegnato?-
-ciao, buongiorno anche a te-
Lei sorrideva sempre alle sue battute, non poteva resistere a ciò che diceva.
Gli si avvicinò e gli diede un bacio sul naso, come ai bambini.
-come ti senti? Hai fame?-
-bene, usciamo ? - disse tentando di alzarsi e barcollando di nuovo sul letto.
-e dove? Che nemmeno ti reggi in piedi-
-dimmi che vuoi mangiare, scendo a prendertelo-
-io vorrei te- disse malizioso, mordendosi il labbro, e alzano il sopracciglio 
Lei arrossì lievemente -non sono commestibile- gli rispose con lo sguardo divertito
-io vorrei baciarti, vorrei possederti, vorrei amarti.. E vorrei che tu mi amassi Emma.-

Emma divenne seria..
- se mi porti un caffè e qualche frittella va bene, grazie -
Lei non disse una parola, uscì dalla porta e scese a prendere ciò che lui le aveva chiesto.

Killian era esausto, il suo cuore era sprofondato di nuovo nel terrore, l' aveva spaventata, perché le aveva detto quelle cose?
Si era ripromesso di andare con calma, nella foresta incantata aveva capito che lei avrebbe avuto bisogno di più tempo , ma riusciva a stento a trattenere l'impeto che lo guidava verso di lei.
Si girò a guardare la luce del giorno provenire dalla finestra, si alzò e reggendosi ai mobili si diresse verso la terrazza, dai cui si vedeva il mare.
Il mare lo aiutava sempre, si sentiva meglio quando poteva perdersi nell'orizzonte di quella distesa blu.
Si strinse i ciondoli della catenina nella mano destra,sentì le punte del cristallo, guardò il cielo cercando la sua amata stella, sapeva che era lì anche se il giorno offuscava la sua luce.

Decise che era stufo di aspettare e si vestì.
Si mise i suoi pantaloni di pelle, la camicia ed il panciotto... Si girò verso l'uncino, si guardò il braccio e sbuffò, sarebbe sceso senza, non prese nemmeno la giacca, si sentiva accaldato.


Nel locale c era tutta storybrook? Nessuno lavorava quella mattina?
Come entrò lo fissarono tutti, come fece un passo, tutti si girarono facendo finta di niente... Ok cosa gli stavano nascondendo?
-ehi, sarei salita tra poco-
-non volevo aspettare-
-ok-
-Victor passerà tra poco per somministrarti l'antibiotico.-
-grazie Ruby - disse sorseggiando il caffè.
Mangiò qualche boccone delle frittelle...
-torno di sopra, non ce la faccio-
-ti senti male?- gli chiese Emma.
Lui non rispose, la guardò con lo sguardo corrucciato, poi guardò il pavimento, si scostò e se ne andò per le scale.
Fatta la prima rampa si fermò a riprendere fiato, poi si guardò il braccio sinistro in preda alla malinconia, come avrebbe voluto non stare così, dopo tutti quei secoli passati senza una mano... Ora non ne poteva più.
Emma lo raggiunse - che ti è successo?- 
-nulla-
-Killian parlami, vuoi che mi fidi di te, parlami-
Si voltò di scatto la baciò con una passione mai mostrata fino ad ora, la ricoprì di baci, sul collo,sulla bocca, sulle guance.... E lei rispose, lei rispose.
-saliamo?-
-prima parlami-
-saliamo e ti parlerò, forse...-
Era intrattabile, non riusciva a spuntarla quando lui le faceva certe espressioni, si convinse e salì con lui.

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Capitolo 5
*** Sguardi ***


Salirono,
Entrarono,
Chiusero la porta,
Si baciarono ancora e ancora.
Baci dolci, lievi e soffici.
Poi lui si distese sul letto e le disse
- mi fa male il braccio - mentii, spudoratamente, per non dirle che avrebbe rivoluto la sua mano per poterla stringere forte anche solo in un abbraccio.
Lei si accorse che oltre quelle parole c era dell' altro, ma lasciò stare, forse non era pronto a dirle tutto... Lei non era pronta a confessargli i suoi sentimenti, la sua passione, e lui la stava aspettando, poteva anche lei aspettare... Almeno per un po'.

Bussò alla porta Victor.
-allora vediamo come stai-
Non rispose, contrasse la mascella in una smorfia e si girò dalla parte opposta.
-che hai, dai devo solo controllare se la circolazione ha ripreso, hai sofferto molto di più quando ti sei medicato da solo, adesso che ti prende?-
Emma incrociò per un istante il suo sguardo ferito, aveva capito!
-esco per un po', vado da Henry, ripasso questa sera verso le 7 se vuoi...-
-va bene- disse Killian senza aggiungere nulla, tranne un sguardo benevolo perché la sua Swan aveva capito che in quel momento mostrare quella sua debolezza gli costava tanto.

Victor uscì, ed Emma era lì poco più avanti ad attenderlo
-allora?-
-È stato fortunato... Non deve più strapazzare quel braccio e trascurarlo, un altro paio di giorni così e non sarebbe stato più solo senza una mano...-
Lei annuì, lo lasciò andare, si girò verso la porta, sarebbe voluta rientrare ma forse il suo pirata aveva bisogno di stare un po' in intimità con i suoi pensieri, e si diresse verso casa.


Killian, si sedette a terra, sul terrazzo, poggiando la schiena sulla finestra e allungando le gambe, cercando di respirare più mare possibile, cercando di calmare quel senso di disagio che non aveva mai avuto prima, ma adesso c era lei, lei era importante, non era un'avventura, lei era tutto.... E lui......lui.... Non si sentiva degno, non si sentiva completo.
Eccolo l'aveva ammesso, almeno con se stesso, a lui non bastava più essere Capitan Uncino il pirata più temuto di tutti mari, lui che sfacciatamente issava la bandiera rosso sangue che significava nessuna pietà, lui che quel simbolo lo mostrava fiero, non si nascondeva dietro le vestigia nere di tutte le navi pirata, la sua era una fiera battaglia dichiarata da subito, senza scrupoli, senza ripensamenti, senza pietà per nessuno, navi mercantili, navi militari, navi pirata, nessuno poteva sopravvivere alla sua furia se lui non voleva.

Nonostante ciò che si narrasse sulle sue gesta, Uncino rimaneva un uomo che non sprecava inutilmente una vita, conoscendone il valore e il dolore, se non vi era costretto dalle circostanze, le vite prigioniere venivano rispettate.

Ma ora, si sentiva così ferito dentro, le sue azioni passate, od i suoi atti eroici dell'ultimo anno non gli bastavano più a placare quella ferita che si stava portando dentro.
Voleva di più, voleva Emma, voleva essere il suo amore, e voleva amarla, cielo se voleva amarla, ma voleva amarla...con tutto se stesso.
Rimase seduto lì sul pavimento della terrazza per molto tempo ad ammirare il mare, lasciando scivolare sulle sue guance il mare in tempesta che portava dentro.


Emma bussò alla porta, lui la accolse con un sorriso timido, appena accennato.
Lei entrò, aveva con se la cena.
-ho portato da mangiare-
-a me bastavi tu-
-devi mangiare, anche perché devi raccontarmi tutto sulle stelle ricordi? Mi avevi promesso una serata romantica sotto le stelle, e visto che ora non sei in grado di fare una passeggiata...-
-chi dice che non sarei in grado?-
-lo dici tu, che non riesci a stare in piedi per più di due minuti senza barcollare, Victor deve averti dato una bomba di antibiotico-

Cadde il silenzio
Lui si avvicinò
-grazie per essere andata via prima-
Emma lo guardò dritto dentro quel mare azzurro che erano i suoi occhi e si accorse che aveva le ciglia bagnate..e.. delle scie lucide sulle guance.
Non disse nulla, gli mise una mano nei capelli gli sorrise e preparò il tavolinetto per mangiare fuori seduti a terra per guardare le stelle, lei voleva sapere tutto!
-allora ce la fai a raccontarmi tutte le storie che conosci sulle stelle? Ho preso un litro di caffè, io sono pronta a restare sveglia per moooolto tempo-
Si presero per mano, si sedettero uno di fianco all'altro, e lui iniziò a raccontare le leggende sulle stelle.

... si rese conto subito di quanto fosse affascinante anche nel raccontare, di come riusciva a rendere interessante anche una vera e propria lezione di astronomia..
-... Io amo quella stella, non a caso la chiamano la stella dei marinai, ci serve per orientarci, grazie a lei troviamo sempre la strada di casa, per tornare dalle nostre amate...mio padre era solito raccontarmi queste storie, lui amava le stelle, diceva che lei, mia madre era una stella caduta in mare una sera d'estate appositamente per lui.
Di lui ricordo poco, ma Liam diceva che si incantava a guardarmi da piccolo perché avevo i suoi stessi occhi.-

-...non ricordo mia madre Swan, è morta dandomi alla luce, se stavi per chiedermelo.-

E così anche lui era senza genitori fin da piccolo,Emma ricordò il discorso del libro aperto sulla pianta di fagioli... Lui sapeva così tanto perché riconosceva non lo stesso sguardo dei bimbi sperduti, ma il suo.
Lei era persa nei pensieri, nelle similitudini con Killian che non si rese conto di stargli così vicina da sentire il suo respiro su di lei.
-dai la buonanotte alla stella polare Emma, noi andiamo dormire ora-
Disse baciandola sempre più appassionatamente.
Lei non esitò un attimo, ancora aveva tanta paura, ma bruciava tutte le volte che lui le era vicino, e non voleva più aspettare, non voleva più farlo aspettare.

I due si amarono, e si amarono, e si amarono ancora, sorvegliati dalle stelle, come se stessero vegliando su quella coppia in particolar modo, e nell attimo in cui le loro anime si unirono veramente in un'unica anima il cristallo di Killian brillò nel buio della stessa luce dei suoi occhi.

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Capitolo 6
*** Riflessi ***


Il cielo era ancora buio, ed Emma non riusciva a dormire, era spaventata, euforica, eccitata per quel che era successo durante la notte.
Non era scappata quella sera, non aveva trovato nessuna scusa, era rimasta, non aveva rinunciato alla passione dei suoi baci, non aveva rinunciato a nulla di quello che si era ripromessa di evitare...
Quando lui le chiese cosa dovesse fare, lei gli disse di non smettere di baciarla, quando le chiese ancora cosa dovesse fare, lei gli rispose di amarla.
Ed ora non riusciva a pensare ad altro che a lui, a loro, a quei momenti, alle sensazioni provate, alla voglia di ricominciare, al fatto che per paura lei non avesse voluto scoprire prima che quell'alchimia sentita sull'isola che non c'è, altro non fosse che la punta dell'iceberg di un turbinio di emozioni mescolati alla passione ed al piacere che non credeva di aver mai provato con nessuno, nemmeno con Neal, ma forse era troppo piccola all'epoca per capire.
Si mordeva le labbra, sbirciava il suo viso, sorrideva da sola, si rimordeva le labbra, voleva baciarlo, ma non voleva svegliarlo, voleva dirgli che non riusciva a smettere di pensarci, ma avrebbe dovuto confessargli che provava quello che rinnegava ogni volta...
Si alzò, prese la camicia nera di lui la indossò ed uscì sulla terrazza, l'aria gelida di quella notte non riuscì minimamente a scalfire la sensazione di calore che aveva dentro, le piaceva quella brezza sul naso, e quell odore forte di mare, forse avrebbe amato anche lei la vita in mare aperto, se avesse avuto ancora la sua nave.
Forse poteva ritrovarla... E riprenderla, le piaceva l'idea di poter fare qualcosa per lui, lui aveva fatto di tutto per lei, si sentiva di voler ricambiare.
-che ci fa la mia camicia indosso alla mia principessa?-
-che ci fai sveglio,dovresti essere esausto...- disse arrossendo
-non sarò mai stanco per te mia dolce Swan, mai...- la invitò a rientrare stringendola tra le braccia, ammiccando e lasciandole intendere altre ore di fuoco.
-Killian, posso vederlo ora?-
-perché - chiese scuro in volto, i suoi occhi si erano accesi in una tempesta lei aveva visto il ghiaccio in quell'espressione
-tu mi piaci così come sei, e non sarà di certo un braccio ferito a farmi cambiare idea.. Per favore perché non vuoi..-
Aveva l'aria smarrita ora, non sembrava più gelato, si sedette sul letto e lentamente prese a togliere le bende dal braccio.. Ad ogni giro controllava l'espressione di Emma, come se avesse veramente il terrore che lei potesse fuggire davanti al suo dolore.

Lo fece alzare,
Gli si misi di fronte,
Gli prese il braccio sinistro e lo fece aderire al suo.
-ti manca non avere la mano?-
-non mi mancava prima dell'altra sera, quando mi hai baciato dopo il viaggio nel tempo-
-sono io il problema?-
-no, prima era diverso-
Era così serio...triste, dispiaciuto..
-a me non interessa, io ti voglio per quello che sei.-
-Emma, io....-
Si fermò di fronte all'espressione incredula di lei... 
Guardò in basso..sul braccio...
-sei stata tu?-
-io non so nemmeno come si fanno certe cose...-
Una mano di luce si era materializzata sul suo braccio ferito, era di luce tenue, poteva muoverla come fosse la sua, la poteva toccare come se fosse lì veramente...
-Killian il tuo ciondolo..-
Abbassò lo sguardo, il ciondolo si era illuminato...
Emma si allontanò di qualche passo per guardare meglio quella luce, ma si spense immediatamente.
La mano nuova scomparve.

Lei si riavvicinò guardandolo confusa, il ciondolo si illuminò nuovamente e la mano comparve.
Increduli e spaesati ripeterono un paio di volte la scena, per giungere alla conclusione che era la sua vicinanza a fare questo, e quindi probabilmente senza volerlo stava usando la magia bianca per lui..

Mentre lei era ancora assorta da questa strana manifestazione di magia, lui le carezzò i capelli con la sinistra, e sorrise, la poté alzare prendendola sui fianchi, la poté tenere in braccio come non avrebbe mai potuto fare prima...aveva un sorriso così luminoso, e aveva quella luce negli occhi che lei smise di chiedersi come avesse fatto ad usare la magia.
Lui fissò quei due smeraldi che l'avevano incantato tempo addietro, la adagiò sul letto, le sussurrò qualcosa all'orecchio, e si persero nuovamente l'uno dentro l' altra...



Lassù alte nel cielo, un gruppo di stelle sorrideva allegro.
Lassù alta nel cielo, una stella brillava come mai prima.




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Capitolo 7
*** Specchi d'acqua ***


Era da quella notte che i due amanti si comportavano come complici di un reato.
tutta la città aveva notato il loro comportamente strampalato,
sembrava fossero due estranei di giorno
sembrava non si parlassero di giorno
sembrava andassero ognuno per la proprio strada di giorno..
ma la sera, appena l'imbrunire sopraggiungeva sparivano..
e li si ritrovava nel bosco, al molo, dietro da granny, sotto casa di lei.. mano nella mano.

bisbigliavano, complottavano, ridevano, sogghignavano, erano diventati l'enigma della città.
quei due a detta di tutti nascondevano qualcosa, oh se lo facevano...
David era diventato sempre più geloso, un giorno li seguì per capire cosa combinassero qui due insieme, ma
quando li vide sgattaiolare in camera di Killian si ritirò sconfitto e sempre piu cupo..
..la sua Emma, era la Emma di killian, era grande, aveva già un figlio non poteva proteggerla come
se ancora fosse una bambina..

Mary Margaret, decise di invitarli a cena, voleva capire cosa stessero facendo, in che guai si stessero cacciando..
aveva il piccolo Neal a cui pensare, ma era in ansia come se avesse una figlia adolescente.
A cena i due sbuffarono ad ogni richiesta di informazione, si sorridevano complici, si tiravano il cibo,
si nascondevano in bagno a turno per non rispondere a nessuna domanda, e fondamentalmente non li ascoltavano..
proprio come due adolescenti.
-Non dirmi più che ti manca l'infanzia di nostra figlia- bisbigliò il principe alla moglie.

Si erano seduti sul divano, stipati con le ginocchia quasi al mento, sembravano pronti a ricevere un qualche rimprovero..
si guardavano perplessi..
-Emma ti va una birra?- chiese David cercando di spezzare quel silenzio surreale da rimprovero post-bravata scolastica.
Emma storse il naso - no grazie sono a posto così -
-io potrei avere del rum?-
David lo guardò, ma non gli disse nulla..

con un colpo di tosse Killian disse
-Emma, noi dobbiamo andare-
-ah già vero, bene grazie per la cena, ma noi...-

-pirata vieni come me- disse il principe passandogli a fianco posandogli una mano sul capo e scompigliandogli i capelli
-È la seconda volta che mi scompiglia i capelli come fossi un cucciolo- sussurò lui a lei...
-Forse gli piaci- disse lei in un soffio divertita
-Sono irresistibile, ma non vorrei esserlo fino a questo punto-
-Ma come, l'hai conquistato di che ti lamenti? Vai a vedere che vuole che poi andiamo, e sfodera uno di quei sorrisi ammiccanti- gli rispose trattenendo la risata a stento.
-non ci penso proprio Swan-
Killian si alzò ed andò in direzione di David.
Mary Margaret nè approfittò per chiederle cosa c'era tra loro...
-Emma, passate così tanto tempo insieme... Ti vediamo la mattina con lui, la sera anche.....
Forse è il caso che prendiate una decisione... Su di voi.-
Per poco Emma non ebbe un'infarto, era un'imboscata la cena! Per sapere cosa volessero fare... Amarsi come clandestini, amarsi come fidanzati... Sposarsi...
La guardò atterrita e si diresse verso Killian sperando di scappare quanto prima, e poi era una settimana che stavano uscendo insieme...se poteva chiamarsi uscire...


Riuscirono a fuggire nei 5 minuti successi, David sembrava più tranquillo ora,
Killian aveva capito che voleva solo sapere il perchè di tutto quel mistero, non che volesse sapere se...
ecco... ma...

-Eh?! Cosa gli hai detto?!-
-che andiamo in barca- alzò il sopracciglio, le sorrise beffardo come sapeva fare lui quando faceva una mascalzonata.
In fondo era la verità
Si diressero al molo
Presero la barca a vela affittata il giorno dopo la loro prima vera notte
Aspettarono che le nuvole lasciassero intravedere il cielo stellato e si baciarono.
L'incanto si manifestò
Dal centro del cristallo una flebile luce azzurra riempì la pietra ed i loro cuori, piano piano la luce fu sempre più intensa,
fino a che lui, poté prenderle il viso con entrambe le mani.

Ormai non si chiedevano nulla sulla magia che li avvolgeva da una settimana a questa parte, nè vollero saperee da dove provenisse,
tutte le sere volevano restare soli, attendere la magia, attendere la luce del ciondolo, attendere la notte perché ciò accadesse...
Avevano capito che dovevano stare insieme, di notte, al cospetto di quei puntini luminosti nel cielo blu.
Avevano capito anche, che se si allontavano l'uno da l'altra, ma restavano concentrati su di loro la magia non svaniva..
cosi che lui potesse governare la barca, nuotare con lei, pescare.. fare tutto in spensieratezza.

Era il loro segreto, la loro magia, o come Emma la chiamava la "loro stella"

A lui piaceva quando il mare era scuro e fondo, quando era calmo e freddo, sentiva le onde cullare il suo cuore.
A lei piaceva vedere lui sereno, non più con lo sguardo profondo e ferito, ma felice e fiero. La faceva stare bene e la faceva sentire sicura.
Le dava speranza.

finirono il giro in barca, salutarono la stella polare, presero un caffè ed una cioccolata calda da granny
e poi salivano in stanza come due ladri per nascondere quel bagliore azzurro e restavano a contemplare il cielo dalla terrazza,
sorseggiando le bevande calde, parlando come non mai,come se il tempo si fosse fermato.

In un tempo lontano invece.....

Il cielo brillò di una luce opaca, rosata,velata, sembrò  tingersi dei colori dell'aurora,
ma le stelle invece di essere più vivide per i riflesso di quella luce si sbiadirono e il cielo si incupì,
il vento iniziò a soffiare forte e le onde si incresparono.
Sembrò dovesse cadere il cielo,e far soccombere al suo peso, il mare sottostante.

La tempesta si scatenò furibonda, sembrava che non ci fosse speranza per nessuna delle navi in viaggio ma un bagliore
lontano e improvviso solcò la volta celeste ed una stella cadde....su di una nave mercantile.

Il cielo si calmò
Il vento si fermò
La luna si mostrò
Il mare si addormentò


Una ragazza dai lunghissimi capelli, lisci come la seta, del colore dell'argento e dalle vesti dorate si presentò di fronte al  capitano della nave,
che dal canto suo la guardò esterrefatto.
Una leggenda diceva che le stelle potevano cadere, ma mai e poi mai avrebbe potuto pensare che potesse accadere proprio a lui di incontrarne una.
Non aveva mai visto ragazza più bella in vita sua, aveva paura di parlarle, in fondo non sapeva se la luce che la avvolgeva
era di magia bianca, poteva essere un'allucinazione di una qualche maledizione della tempesta appena passata, o poteva
essere finito chissà dove, chissà attraverso a quale portale.
si fece coraggio..
-sei una stella vero?- chiese titubante con un timido sorriso
-si- rispose la fanciulla
-come ti chiami? Posso aiutarti? Sei caduta dal cielo?- le disse porgendole la mano per aiutarla ad alzarsi.
-mi chiamo Polaria, no,sto bene grazie,sei molto gentile, ma sono scesa non caduta, per fermare la tempesta, per salvare te capitano Jones-
L'uomo rimase impassibile, ma non insensibile.
Quella fanciulla dagli occhi color del cielo di una mattina d'estate,
in questa sera d'estate aveva detto davvero che era scesa per fermare la tempesta...per lui....

 

 

PS: ho corretto alcuni passaggi, ieri sera ho scritto un pò di corsa, scusate.
Note:grazie infinite di leggere questa storia sdolcinata :-)
 

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Capitolo 8
*** Solitudine ***


Lei si alzò presto, senza far rumore per lasciare che quel sorriso dettato dai sogni restasse sulle sue labbra.
Gli si avvicinò e lo osservò a lungo, era così bello, era perfetto, non riusciva a trovare altre parole, lo poteva descrivere in molti modi ma non sarebbero stati sufficienti ad enunciare la perfezione che vedeva in lui.
Si vestì, gli lasciò un bigliettino sul cuscino ed uscì furtiva.
L'aria fredda le pizzicava  sul naso, ma doveva riprendere il suo lavoro di sceriffo, ed essendo il suo primo giorno dopo molto tempo volle andare presto per assicurarsi che tutto fosse in ordine.

In ufficio trovò già David ad attenderla con una tazza di caffè bollente e un sorriso impresso a fuoco sul viso. Era felice che lei avesse ripreso il lavoro, ed era felice di poter stare un po' di tempo con sua figlia, dato che Killian la catturava circa 20 ore su 24.
-ciao, buongiorno, alzata presto-
-ciao, si, volevo organizzarmi con calma-
-il tuo pirata?-
Sorrise, ed arrossii, non ci poteva credere.. Non poteva credere alla domanda...
-l' ho lasciato che dormiva-
David rimase perplesso
-perché fai quella faccia?-
-davvero credi che non si sia accorto che stavi andando via? Perché se non se ne è accorto l'unica spiegazione è che sta male-
Emma lo guardò incredula, effettivamente.. Killian avvertiva anche il più lieve dei suoni...sempre, che fosse stanco o meno, non gli sfuggiva nulla, anche quando era brillo riusciva a mantenere l'attenzione.
-che fai?-
-mando sms a Ruby-
"Sono già a lavoro, l'ho lasciato che dormiva"
Bip bip "ok tranquilla te lo controllo io"
-fatto- disse soddisfatta, ed iniziò a sistemare la sua scrivania.


Killian era sveglio da molto ormai,ma era frastornato. Si addormentava e si svegliava subito dopo, aveva la sensazione di cadere nel vuoto, e questo lo riportava a svegliarsi nuovamente e nuovamente.
Rimasto solo, cercò il suo odore sul cuscino subito, prima che la paura di perdere quel profumo lo spaventasse veramente, strinse a sè il bigliettino con "scritto torno presto" cercando di riprendere sonno, di immaginarla lì con lui. 
voleva dimenticare di stare da solo senza lei, voleva dormire per svegliarsi quando lei era lì con lui, due settimane passate in simbiosi lo avevano completamente assuefatto.
Nascose la testa sotto al cuscino, nascose la solitudine al suo cuore, o almeno ci provò.
Perché bruciava tanto ora il distacco, aveva passato un anno a cercare di dimenticarla eppure adesso, poche ore lo stavano lacerando più di mille pugnali.
Senza di lei ora si sentiva perso, perso nella foresta, perso nel deserto, perso in mare... Sempre più perso, sempre più solo, non voleva più provare la cella in cui aveva rinchiuso i suoi sentimenti, voleva uscire allo scoperto, voleva vivere il suo amore, ed ogni volta che lei si allontanava aveva paura di perdere la libertà di amare, la libertà di vivere e di sentirsi parte di lei, o del suo cuore, parte del loro futuro...perché lui disperato così ci stava solo a causa della paura di poter perdere il futuro con lei.
Già oltre ad essere un pirata sentimentale come lo aveva definito barbanera e pure Neal, la sua piccola Swan lo aveva reso ottimista, gli aveva dato la speranza inconsapevolmente.
E quanto faceva male la speranza lo sapeva bene...ma per lei avrebbe rischiato non solo la sua vita, ma avrebbe accettato di dover finire in frantumi come il vetro qualora fosse stato necessario, per lei tutto..per lei, solo per lei...sempre.


Si calmò, forse la mancanza di un sonno regolare lo stava facendo pensar troppo..
Si prese il ciondolo tra le dita, lo toccò come per imprimersi nella memoria la sua forma, lo tirò verso le labbra e lo baciò, grazie a lei, sembrava fare una magia, grazie a lei quel ciondolo brillava e lui si sentiva di nuovo forte come un tempo, quando era in marina, quando ancora aveva almeno una parte della sua famiglia.
Sentì un lieve calore alla mano, si guardò il petto e vide quel piccolo cristallo brillare di nuovo.... Come quella sera al molo, Emma non c era,la magia non si sarebbe manifestata, era lei a provocarla... O no?
Il dubbio si insinuò nella sua mente, ricordando che proprio al molo si era illuminato, e lei non c era... quando vide quel bagliore aumentare sempre più, sempre più fino ad accecarlo, lasciò la presa e scivolò sul letto come addormentato.

-posso farti qualche domanda?-
-certo-
-che stella sei? Perché dici di essere scesa, di essere scesa per salvare me?-
Lei accennò un dolcissimo sorriso, con una mano spostò una lunga ciocca di capelli dietro l'orecchio e disse
-sono una stella, non ci sono tipi di stelle nel mio regno-
Fece una pausa e poi continuò
-io ho la facoltà di scendere, quindi posso anche tornare, molte mie sorelle non hanno questo privilegio, e se cadono devono vivere qui come comuni mortali, possono tornare nel regno della volta stellata ma il percorso non è semplice, forse un giorno te lo spiegherò-
Lui ascoltava incantato, raccontava così bene, era così bella...
-invece tu puoi tornare agevolmente?-
-beh si potrei, ma sono qui per te, ed ora non voglio tornare, ti voglio conoscere-
-perché mi dici questo? Perché sei scesa per fermare la tempesta?-
-capitano, è molto tempo che ti osservo, e semplicemente non volevo che morissi, volevo poterti osservare ancora e ancora, trovo i tuoi viaggi interessanti, la tua passione per il mare è ammirevole, e quando ci guardi dalla tua nave sembra che il cielo ti renda felice..così quando la tempesta stava per inghiottire la tua nave non ho potuto fare a meno di venire a salvarti-
Il capitano si dovette poggiare al bordo della nave, le gambe non rispondevano più ai suoi comandi, il cuore gli batteva forte in petto, ed era decisamente spaesato
-non sai molto sul mondo di quá vero Polaria?-
-sono scesa altre volte, molto tempo fa, ma forse da allora il mondo è totalmente cambiato-
-beh dipende da quanto tempo fa sei scesa....- disse fissandole il mare dello sguardo
-veramente molto tempo fa-
-qui, in questo tempo, non si possono dire schiettamente le cose al primo capitato, se non hai un gentiluomo di fronte, potresti cadere in pericolo-
-oh, ma io so difendermi- disse ammiccante la ragazza
Sembrava timida, forse lo era veramente, ma a tratti usciva una tale spavalderia, che lui non resistette al sorriderle per l'affermazione ardita.
-imparerai a conoscermi Jones-



Quando si risvegliò era primo pomeriggio, aveva sudato, aveva un gran mal di testa, aveva fame..molta fame, dove era Emma, perché non era tornata, perché aveva sognato una giovane donna dai capelli d'argento...
Perché si sentiva male come se fosse stato pestato a sangue
Perché aveva quella sensazione di cuore pesante e dolorante al petto


"Emma, ancora non é uscito"
Emma lesse il messaggio e corse.

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Capitolo 9
*** Battiti e stelle ***




"emma, ancora non è uscito"
Emma lesse il messaggio e corse.

 

prese le chiavi della macchina in tutta fretta, ed uscì lanciandosi dalla porta
senza spiegazioni, senza dire nulla, senza pensare, aveva in mente una sola cosa
non stare male, non stare male, non stare male ti prego, non farlo.

in queste due settimane passate sempre insieme aveva notato quanto lui di giorno fosse stanco,
il braccio stava guarendo, era quasi guarito, aveva ripreso un colorito normale, era sotto farmaci
e per questo credeva che si stancasse tanto, poi la sera uscivano, andavano in barca,
giocavano spensierati come due bambini, probabilmente si stancava troppo anche per questo,
poi c'era la magia "della stella"...
era confusa, agitata, si sentiva lo stomaco sotto sopra, aveva paura..
aveva lasciato che facesse breccia nel suo cuore, aveva lasciato che la amasse,
gli aveva permesso di essere parte dei sui pensieri, delle sue emozioni.. ed ora non
aveva nessun diritto a stare male, non poteva.. se si azzardava anche solo a...
Emma si rese conto in quel preciso istante che le lacrime le stavano scivolando sulle guance arrossate dal freddo.

si fiondò su per le scale, incurante delle persone presenti nel locale, incurante di Ruby che prese a seguirla
e di David che arrivò poco dopo.
Aprii la porta con violenza pronta a buttarla giù se fosse stato necessario.
rimase immobile, non riuscii ad entrare nella stanza, era pietrificata, non si sentiva di fare un passo..
le veniva da piangere, le veniva da vomitare, voleva chiamarlo, voleva urlargli
ma non riusciva a far nulla di tutto questo tranne che stare li, in piedi, a sentire il defluire della sua mente
convergere nello stomaco ed allo svuotarsi della sua anima dallo sgomento.

un istante dopo giunse anche Ruby che si portò le mani alla bocca in un gesto di spavento, non riucì ad emettere nessun suono
era scioccata,
Emma si sentì abbracciata, era David che la stava consolando
cercando di sciogliere la tensione che l'aveva congelata.
Lei cercò di trovare la forza di guardare il padre, ma non riusciva a distogliere lo sguardo dal letto,
da lui.. o di quel che le sembrava...essere lui.

Nella stanza permeava l'oscurità, era impossibile vedere qualunque cosa se non lui,
sembrava essere dentro una boccetta di inchiosto, il nero ovunque, tutto nero come la pece, denso come la melassa,
soffocante.. caldo.
la luce del giorno che entrava dalla finestra aperta veniva tagliata fuori dall'oscurità,
semplicemente la luce non riusciva ad entrare si fermava appena dentro la stanza, come se la notte
avesse inghiottito quei pochi metri.

lui era li.. seduto sul letto, con i gomiti sulle ginocchia le mani a tenersi la testa, si le mani,
enbrambe le mani gli sorreggevano la fronte.
Non si accorse di loro, o non li sentì, o non li vide, o li ignorò.. lei non lo capiva,
Non alzò mai lo sguardo, continuò a guardare basso, mentre qualcosa continuava a gocciolare giu sul
pavimento di legno, al centro tra le sue gambe, con cadenza uniforme, goccia dopo goccia, una per volta scendeva giù..
una piccola sfera argentata per volta,si staccava dal suo viso per scivolare inesorabilmente verso il pavimento
rompendosi al contatto, e formando microscopiche goccioline luminose prima di essere lentamente assorbite
dalle vecchie assi.

lo spettacolo davanti agli astanti era cosi surreale..
Killian si passò la sinistra tra i capelli, ed uno sfarfallio di luce per un attimo inondò la stanza
ogni singolo capello aveva generato un leggero fascio di luce, che si spense appena ripreseso la loro posizione
iniziale.
solo allora alzò lo sguardo e li vide, erano tutti li, immobili come se il tempo li avesse rallentati
si alzò in piedi, indossava qualcosa che sembrava essere un pigiama, ma che faceva uno strano effetto, con la luce che emanava.
rimase sul posto, come se non avesse il coraggio di andare da lei.
rimase sul posto senza dire una parola, solo guardandola dritta dentro ai suoi meravigliosi occhi verdi, che
lo avevano rapito, e che adesso forse potevano dargli al forza di reagire.
tese una mano verso di lei, la chiamò a sè con lo sguardo, lei fece un passo, David la bloccò
-Ferma, non sappiamo se sia sicuro.. andare lì-
-che ti è successo?- chiese a Killian
Killian non rispose, abbassò il braccio, si guardò la punta dei piedi, poi riguardò lei mordendosi il labbro
inferiore, la guardava supplicandola con lo sguardo, le stava chiedendo con tutto se stesso di raggiungerlo, ma lei
ancora non si mosse.
-se non parli come possiamo aiutarti? che cosa è successo in questa stanza?- continuò il principe sperando di
persuadere la figlia ad andare da lui, sentiva, nonostante lei fosse ferma, la sua forza spingerla verso il buio..


Killian,sconfortato si tolse la maglietta come per spiegare....
la sua luce si mostrò violenta, si vide ciò che brillava di più in assoluto,ciò che rendeva quell'atmosfera
irreale, si vide distintamente che a fianco al cuore, che cavalcava velocemente i suoi battiti irradiando luce a tutto il corpo,
c'era una stella che brillava.
 

Emma si divincolò dalla stretta protettiva del padre, e fece qualche passo verso di lui, mise un piede nell'oscurità
aveva paura di esserne inghiottita, Killian le tese subito la mano, era di quella luce magica che già conoscevano bene,
ma cosa aveva provocato tutto questo se non era lei con la sua magia a farlo?
lentamente entrò nel buio,lui la tenne come se dovesse scavalcare un crepaccio,
la baciò sulla fronte e le sorrise, lei non brillava come lui, quindi riguardava lui questa luce, ma lui non aveva magia.. o forse si..
perchè la stava usando solo ora, perchè non le aveva mai detto nulla..

Killian si tolse il ciondolo, anch'esso emanava luce, come tutto il suo corpo, e lo mise al collo di Emma, esso brillò
non della luce argenteo-blu come lui, ma di vari colori, sembrava un arcobaleno in cui si rivelarono due stelline,
due piccoli puntini luminosi, lui sfiorò il ciondolo guardando quelle lucine affascinato, le toccò, ed esse vibrarono sotto le sue dita
lei provò a fare lo stesso, ma sembravano essere inconsistenti, non riusciva a percepirle.
Perchè le aveva messo il ciondolo? forse sperava che lei vedesse quello che lui vedeva, o che si rivelasse, quello che a lui era stato rivelato..

Allora si tolse il ciondolo, che si spense lentamente, lo rimise a Killian.. gli prese entrambe le mani e se le portò alle labbra.
In tutto questo non avevano mai allontanato lo sguardo l'uno dall'altra per piu di un secondo, senza mai perdere realmente il contatto
tra foresta e mare, tra mare e foresta.

lentamente l'oscurità scivolò dal pavimento, dai muri,dal letto e converse nel suo ciondolo.
la luce lentamente riprese possesso del suo naturale dominio, e lentamente tutto smise di brillare..

quando tornò la normalità, Killian era abbracciato da Emma, la stringeva cosi forte da farle mancare il fiato.
si staccarono un momento, si sorrisero, e si girarono verso gli altri.

Non una parola fu pronuncita, Emma prese Killian per mano, per portarlo giù, per farsi raccontare
cosa gli fosse successo, per capire se le stava nascondendo qualcosa
quando si rese conto che lo stava tirando per la sinistra..
la sua mano, era li, la sua vera mano, non una magia la sua vera mano..

prese la maglietta e gliela mise, gli guardò la mano, se la mise sulla guancia, era bella la sua Swan, era
dolce, era la sua Emma, e ora sapeva che era ancora più sua.
-io ho sognato una ragazza, una giovane donna dai capelli d'argento..- disse con un filo di voce
lei sbuffò divertita - non sono gelosa -
-Emma, aveva i miei stessi occhi-
le si fermò il cuore
-andiamo giù, mangi qualcosa e mi racconti il tuo sogno, se serve.. andremo da Regina, o da Tremotino -

 

 

 

 

grazie di tutto e a presto

 

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Capitolo 10
*** insieme ***


David e Ruby scesero per primi, poi Emma mano nella mano con Killian
che ad ogni gradino la tirava indietro, la baciava, o le carezzava i capelli, o le sorrideva
o le sussurrava qualcosa nell'orecchio..
-che ti prende-
-tesoro, mi sei mancata -
come se nulla di quello che aveva visto fosse accaduto,
come se nulla di quello che aveva passato lo avesse segnato,
come se nulla di quello che era successo lo avesse interessato.
-stai bene ora-
-sto sempre bene per te, amore mio-
-ti sei accorto che stai scendendo al locale in pigiama?- provò a stuzzicarlo lei
-beh, mi dona, sono sempre irresitibile - e sorrise ammiccante, precedendola al tavolo

-allora hai fame?-
-come se non mangiassi da giorni Swan-
-bene, che preferisci, salto o dolce?-
-io preferisco solo te-
Emma era completamente sconcertata, avevano passato l'ora precedente nel bel mezzo
di una strana magia, lui era a pezzi.. ed ora.. sembrava di nuovo lui, l'affascinante pirata
dell'isola che non c'è, sempre pronto a rispondere.. da una parte ne era felice, forse stava tornando tutto
alla normalità, dall'altra non ne poteva più di tutti questi cambiamenti repentini

gli portò una fetta di torta di mele ed un caffè
-allora, questo sogno..-
mandò giù il boccone a fatica, aveva cambiato di nuovo espressione, eccolo li.. era tornato triste..
-Emma, io, io...beh, quell'oscurità.. ero io, era la mia paura di perderti.- disse schiettamente
ci mise un po' prima di parlare
-mettiamo che sia così, ma tu brillavi come una stella...Killian, chi era quella donna dai capelli d'argento
che dici di aver sognato?-
-mia madre,Swan-
ecco l'aveva detto, ora doveva crederci anche lui.. aveva sognato la madre.. che non aveva mai visto prima, ma
aveva sognato l'incontro che lei ebbe con il padre, e forse ora comprese perchè lui impazzi dal dolore quando la
perse, e forse.. non lo abbandonò perchè era un fuorilegge..
per qualche motivo gli stavano rivelando chi era, e si accorse che ne aveva disperatamente bisogno, di sapere chi fosse veramente..
ma qualcosa ancora gli sfuggiva.
-ma tua madre è morta giovane, come poteva avere i capelli..-
-le stelle hanno i capelli d'argento- si intromise Regina che era seduta al tavolo di fronte....
Emma per poco non sputò la cioccolata in faccia a Killian
-ciao Regina, se cosi fosse si spiegherebbe perchè.. beh tu... beh quello-
-Di che stiamo parlando ragazzi? perchè vi interessano le stelle? avete trovato una stella o sua figlia?
ho molti libri di magia su di loro, mi piacerebbe conoscere una figlia del regno stellato, sono tutte molto belle,
ogni dinastia di stelle ha la sua particolarità le discendenti di Polaria,la stella polare,
hanno gli occhi di una mattina d'estate, ma sono volubili e possono tingersi del mare in tempesta...-
Regina parlava affascinta da questo argomento sperando di vedere una stella in carne ed ossa, Emma la guardava
a bocca aperta, e Killian.. tergiversava con lo sguardo, e giocava nervoso con gli anelli..
-Allora, sono curiosa, avete trovato una stella? ci sono molte leggende su di loro.. si dice che portino al collo un frammento
della nascita, lo sapevate che possono nascere solo bambine qui sulla terra? -
-davvero?- disse quasi impercittibilmente Killian, cercando di non guardare Regina, tenendo lo sguardo basso..
-si, l'unica al quale è concesso un bambino che abbia i poteri delle stelle è Polaria, la leggenda dice che dopo la nascita del
delfino del regno stellato lei debba lasciarlo, e che potrà ritrovarlo solo il giorno in cui le stelle incontreranno
l'amore vero...
... è molto romantico, ma è solo una leggenda, non si sa se Polaria sia mai scesa nel nostro mondo, e sopratutto
non c'è mai stato modo di capire se questo figlio lo abbia mai avuto..-
Killian si era perso nei suoi pensieri, non sentiva Emma parlargli.. era sbiancato, stava sudando freddo, gli mancava
l'aria, il cuore gli stava martellando la testa, si alzò e prese le scale, salì in stanza si cambiò velocemente
e scese in volata verso la porta esterna del locale, non guardò nessuno, non cercò nemmeno lei..
..sentiva il fuoco ardergli dentro e si diresse verso il molo.
-che gli ha preso a Uncino?- disse Regina
-è stato un brutto... momento, non è stato bene oggi, scusa vado a.. ..riprenderlo-

Emma sapeva dove stava andando, il molo era l'unico posto dove potesse andare..
solo al molo riusciva  a vedere il mare nella sua interezza immerso nell'orizzonte, senza impedimenti..

Killian era seduto a terra, con le gambe penzoloni sull'acqua, aveva il suo ciondolo in mano, lo guardava
come se si aspettasse delle risposte.. che non ebbe...
-Ehi..-
alzò lo sguardo, le sorrise timidamente
-che fai?-
-riflettevo su quella storia che ha raccontato Regina e sul sogno che ho fatto...-
-pensi che nella leggenda ci sia un fondamento di verità?-
-no Swan, io so che c'è.- disse in tono secco.
-le leggende della foresta incantanta, non sono come quelle che mi racconti tu, sono fondate sulla verità sulla realtà,
quindi Polaria esiste, è vero che è scesa nel nostro mondo, ed è vero che ha avuto tante discendenti-
-ma... - lei aspettava, perchè lui sembrava fosse arrivato ad una conclusione ben precisa
-mi sto chiedendo perchè...-
-cosa?- Emma sapeva cosa lui pensasse, non aveva ben chiari alcuni dettagli ma dalle stranezze degli ultimi giorni, delle ultime
ore sopratutto era sicura di sapere cosa pensasse.. e in realtà nonostante l'incredulità della faccenda, sapeva che il suo
uomo era esattamente ciò che pensava.
-perchè non è venuta da me ancora?-
ecco l'aveva detto..
Regina aveva dato un particolare che gli aveva fatto raggelare il sangue nel momento stesso in cui lo aveva detto " le stelle
incontreranno il vero amore"
se lui era chi pensava di essere, se lei era quello che lui sapeva che fosse.. perchè lei non era scesa?
gli bastava di vederla una volta sola, una sola, non la conosceva, ma gli mancava cosi tanto, si sentiva che
vedendola avrebbe finalmente accettato tutto, ma l'unica cosa che non poteva accettare era che Emma non fosse il suo vero amore.
il motivo per cui desiderava tanto che la stella polare scendesse da lui era per avere la dimostrazione oggettiva
che Emma, la sua amata Swan fosse il suo unico e vero amore, il resto non contava, nulla, nemmeno la sua vita, se lei non era
quel che secondo lui doveva essere.

lei gli si sedette a fianco, gli prese la mano
-e quindi... saresti il figlio di una stella... un principe anche tu?
lui accennò un sorrisetto complice..
-sarebbe assurdo-
-non più assurdo di tutto quello che abbiamo passato Swan-
lui le mise di nuovo il suo ciondolo
-voglio che lo tenga tu-
voleva sigillare quell'amore, se non glielo dimostrava il cielo che lei era la sola ed unica, e solo sua, lo avrebbe fatto lui stesso.

in quel momento il ciondolo brillò di nuovo, al collo di lei, brillò dei colori dell'arcobaleno come poche ore prima,
e i due puntini luminosi si manifestarono ancora

Emma provò a toccarli di nuovo e questa volta ci riuscì, quelle stelline vibrarono al suo tocco.. lei sorrise sorpresa a commossa...
..e Killian comprese il significato delle parole di Regina..
Emma, la sua Emma, la sua  salvatrice, l'aveva salvato ancora una volta e questa volta forse per sempre
l'abbracciò dapprima strizzandola, poi allentò la presa
-scusa... scusa... non ti ho stretta troppo? tutto bene? stai bene?-
Emma era visibilmente confusa
-si, tutto bene, che ti è preso-
non era sicuro di poterlo dire ad alta voce, non riusciva nemmeno a pensarlo.. era il suo cuore che gli aveva dato
l'intuizione, o la sua stella... o quelle lucine che ora gli fluttuavano sulla guancia..
erano due, arrossì al pensiero, si imbarazzò guardandola, la voleva amare, in quel preciso istante avrebbe voluto farla sua.
-che hai? perchè mi guardi in quel modo?-
prese le stelline con le mani, le guardò un attimo all'interno del pugno, gli sembrò di sentirle ridere..era un bene.

gliele poggio sul petto all'altezza del cuore.
le fecero il solletico ed entrarono nel suo cuore, Emma non credette ai suoi occhi, le diedero una sensazione
di felicità mai provata prima, lentamente scesero, e scesero ancora e ancora, piu scendevano piu lei si sentiva felice,
piu scendevano e più era confusa, e più lui allargava quel sorriso sognante e favoloso che aveva
-Swan, mi ami?-
-cosa? cosa mi hai fatto?-
-nulla che non abbiamo già fatto, e insieme. Swan mi ami? perchè io ti amo piu della mia stessa vita-
-io... mi sento, felice, che mi hai fatto?-
-rispondi per favore-
-si, credo di si-
la baciò, di un candido bacio
-voglio che lo sappiano tutti, prima che tutti se ne accorgano-
-Killian cosa stai dicendo..-
in quel momento, lei capì
-no non può essere, è troppo presto, no, non è possibile....-
-ed invece si...sono due... e tu mi sposerai presto-


nota dell'autore:
ciao a tutte/i
ringrazio subito che ha seguito la mia storia.
ho iniziato a scrivere con l'incertezza, ed ho continuato con la paura
non avevo mai scritto prima una storia completa, sopratutto non avevo mai avuto il coraggio di
pubblicarne una.
ho letto molte storie qui, e mi sono piaciute tutte, e mi si sono convinta a tentare la ventura
e rendervi partecipi di come sento sia il piu profondo dell'animo di questi due personaggi.

le stelle sono di stardust, di Neil Gaiman.
questa storia avrà un epilogo.
vorrei sapere, se vi è piaciuta, o se qualcosa vi ha infastidido.
ovviamente spero della prima, ma le critiche sono ben accette
a presto
Ethy

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Capitolo 11
*** Epilogo ***


Quella notte lui si affacciò al terrazzo per contemplare il mare con la consapevolezza che avrebbe finalmente,trovato fine al suo tormento.
A fianco a lui la stella comparve e lo abbracciò in un lungo abbraccio rassicurante.
Si guardarono ma non dissero nulla.
-ora sii felice, ritornerò quando nasceranno-
Gli diede un lungo bacio sulla guancia, e gli mostrò le risposte a tutti i suoi dubbi, a tutti i suoi timori.

Lui non poteva sapere di avere una stella nel cuore fino a quando il suo vero amore non avesse accolto la sua natura incondizionatamente.
La sua sofferenza di secoli era scritta affinché la sua stella potesse mostrarsi.
Il suo futuro sarebbe stato pieno di vita e di amore, vero amore.
Il suo futuro sarebbe stata la sua nuova famiglia.

Tornò da lei, al suo fianco, lei dormiva ancora, gli pose una mano sulla pancia, in basso, cercò nel suo cuore.. Il ciondolo si illuminò e sentii le dolci risate di quelle due birichine, con gli occhi umidi di gioia si riaddormentò.
Sognò la sua Swan, raggiante con i suoi tesori in grembo.
Sognò le sue stelle birichine correrle incontro con i loro capelli argentei svolazzare al vento..e guardarla con i loro occhi azzurri, quell'inequivocabile colore del cielo di una mattina d'estate.
Sognò ancora la sua Emma.
Sognò una nuova piccola stella, lo avrebbe chiamato Liam.
Sognò un viaggio in mare...con loro....sulla Jolly Roger.

Pianse
lacrime di vero amore, perle d'acqua di cielo

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