Il mio migliore amico Jorge.

di SweetJuliet
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io e lui ***
Capitolo 2: *** L'inizio... ***
Capitolo 3: *** ...della fine ***



Capitolo 1
*** Io e lui ***


"Che guardi maialina?" sussurra al mio orecchio.
"Piantala, scemo." ringhio incazzata come una iena.
Lui scoppia a ridere e mi strizza l'occhio mentre io tolgo seduta stante lo sguardo su Marc.
Mi chiamo Julia, ho 24 anni e sono la migliore amica di Jorge Lorenzo.
Sono l'ombrellina di Jorge Lorenzo.
Lui è convinto che gli porto fortuna, ma se non fosse stato per il mio amore incodizionatemente segreto per Marc Marquez, avrei lasciato il mio migliore amico a sbrigarsela da solo.
Odio le corse in moto.
Ho sempre una paura fottuta per Jorge, per tutti loro.
Io e Jorge siamo cresciuti insieme.
Nel momento in cui ho avuto bisogno, siccome avevo una situazione economica pessima, lui è corso in mio aiuto e ora vivo insieme a lui, nella sua mega villa a Barcelona.
Gli devo tanto, forse troppo.
Tamburello le dita sul suo casco, nervosa. Lui mi guarda azzardando un sorriso. Sta ascoltando i suoi amati Linkin Park, come da regola, sulla griglia di partenza.
"Sta attento!" sussurro con un filo di voce.
Lui mi da un bacio, si infila il casco e tanti saluti.
Correndo mi dirigo nei box del team Yahama, guardo la partenza e mi vado a infilare dritta dritta nel camper.
Posso sopportare di tutto, ma non osservare il mio migliore amico rischiare ogni volta la pelle su quella moto.
Faccio bollire il caffè, il classico americiano, che amo tanto, metto le cuffie e faccio partire "riproduzione casuale" a tutto volume.
I Nirvana mi sprofondano nelle orecchie.
Un senso di sollievo mi attraversa da capo a piedi.
Chiudo gli occhi completamente rapita dalla voce di Kurt Cobain.

Uno sbattere insistente si fa largo nella mente.
Cazzo. Mi sono addormentata.
Mi fiondo alla porta del camper, trovando un Jorge Lorenzo, che ride sotto i baffi.
"Ma quanto dormi!" esclama sorridendo dandomi un bacio a stampo.
Una nostra abitudine.
"Com'è andata?" chiedo sbadigliando.
"Secondo." sibila ingrugnito.
"Ehhhhhhhh! Marquez, Marquez!" esclamo scoppiando a ridere.
Neanche il tempo di chiedere pietà per la cattiveria che avevo appena detto, me lo ritrovo sopra di me, a cavalcioni che tortura i miei poveri fianchi.
"No Jorge.. Ba ba basta ti prego!" grido a crepapelle.
"Così impari!" sorride lui divertivo.
Un 'toc toc' improvviso mi salva dalle mani esperte del mio migliore amico.
Jorge fa un balzo ed è alla porta.
"Ciao Marc!" esclama facendomi l'occhiolino e uscendo dal camper.
Ho una mezza idea di fiondarmi fuori e buttarmi tra le braccia di Marc Marquez.
Pessima idea.
Sposto la tenda e mi affaccio alla finestra.
Due occhioni castano scuro mi fissano e il mio cuore smette di battere.
Marc alza la mano, sorride e mi saluta.
Goffamente faccio lo stesso con lui.
Poi fuggo in bagno, guardo il mio volto allo specchio e vedo il sorriso più bello che ho mai avuto, stampato in faccia.
Effetto Marc Marquez.

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Capitolo 2
*** L'inizio... ***


Dovevo far rimanere il mio amico senza fiato.
Proprio il giorno del suo 27esimo compleanno dovevano rubarmelo per una bombardata d'interviste e spot pubblicitari.
Mi preparo nel giro di un'oretta e lo aspetto ansiosamente sul puff di pelle bianca.
In mattinata avevo prenotato per due nel più figo ristorante di Barcelona.
Per l'occasione ho scelto un abito corto e aderente, dorato; ballerine in tono per non superare Jorge in altezza; capelli tirati in una lunga coda di cavallo.
Sì, non sono malaccio. Almeno esco dagli schemi per il solito look a maschiaccio. Un rumore famigliare di serratura attira la mia attenzione.
Scatto in piedi sorridendo e dirigendomi verso il portone, quando due sagome mi lasciano a bocca aperta.
Jorge mi guarda stupito, mentre la troia a fianco a lui, l'ennesima, sorride sotto i baffi, pronta ad entrare nel suo letto.
"Juls! Pensavo non eri in casa." sussurra Jorge rosso come un pomodoro.
"Infatti, sto uscendo. Ciao, e auguri di buon compleanno." ringhio incazzata come una bestia sbattendo il portone alle mie spalle.
Dio, ma che schifo.
Se ne scopa una diversa a settimana. Neanche il tempo di formulare qualcosa di logico che la mia testa da libero sfogo ai miei occhi.
Mi siedo a terra iniziando a piangere a più non posso.
Alzo lo sguardo e intravedo le scarpe da gala del mio amico ai miei piedi.
"Vaffanculo." sussurro sottovoce a me stessa tirandomi su prima che possa farlo lui.
"Julia...." esclama Jorge asciugandomi le guance nere di mascara.
"Non mi toccare." ringhio tirandomi indietro.
"Che cazzo ti prende?" chiede con gli occhi sbarrati.
"A me? Cazzo ti prende a te. Avevo organizzato tutto. Per noi 2. Per il tuo compleanno. Perchè sono una povera ingenua. Perchè penso che il mio migliore amico di una vita la vuole passare con me la sera del suo compleanno. E invece, vaffanculo. Vaffanculo tu. Vaffanculo l'ennesima troia pronta a infilarsi nel tuo letto. Nel tuo mondo c'è posto per le moto e per una scopata al giorno. Tranquillo. Ora l'ho capito." concludo riprendendo a respirare con gli occhi pieni di rabbia e la voce a filo.
"Tu sei nel mio mondo." sussurra Jorge con gli occhi lucidi.
"Forse prima. Ora non più. Ciao Lorenzo." mormoro tirando su con il naso.
Mi allontano a tutta fretta da lui, prima di ripensarci, tornare indietro e abbracciarlo forte.
Salgo rapidamente in macchina e parto nel giro di mezzo secondo.
L'adrenalina che ho in corpo prende il sopravvento.
Do una veloce occhiata al cruscotto dell'Alfa e la stanghetta dei km tocca i 200.
Il mio samsung suona a più non posso, leggo "Jorge" e lascio completamente perdere.
Arrivo ben presto al ristorantino sul mare di Barceloneta. A testa bassa per la vergogna, disdico la prenotazione scusandomi in tutti i modi possibili e immaginabili.
Spengo il cellulare, mi sfilo le ballerine e mi incammino per la spiaggia.
La luna è piena nel cielo, le stelle fanno da contorno ad un vero paradiso in terra. La brezza marina fa la sua gran bella figura, mentre lievi onde sfiorano la sabbia.
Dio, come si sta bene.
Mi accartoccio per terra, ammirando l'oceano con la malinconia negli occhi.
"Ciao!" sento alle mie spalle.
Mi volto all'istante e due occhioni castani mi fissano.
Quei due occhioni castani a cui faccio il filo da 2 anni.
"Marc! Ciao!" esclamo sorridendo.
"Posso?" chiede facendo segno accanto a me.
"Certo!" sussurro stringendomi nelle spalle.
"Dov'è Jorge? Insomma, voi due siete inseparabili!" ride arrossendo Marc.
"A letto con una." ringhio torturando quella povera sabbia.
Marc sospira e squote la testa, mi sfiora la coscia nuda con una mano e mi sento morire.
"E tu? Che ci fai qua?" chiedo sorridendo e guardandolo.
Dio, quant'è bello.
"Cena con amici. Tu piuttosto? Sei bellissima stasera!" bisbiglia arrossendo.
"Cena declinata." mormoro alzando gli occhi al cielo.
Da quel momento è una risata dietro l'altra.
Marc mi racconta di lui, della sua infanzia, di una sua caduta memorabile in piscina, della sua prima cotta, di una sua ex fidanzata con i baffi.
Non so come, e sinceramente non m'importa, fatto sta che ci troviamo stesi sulla spiaggia e ci fissiamo negli occhi.
Mi sfiora le labbra con le dita calde della sua mano, sorrido incantata da lui.
"Ti faccio il filo da 2 anni." sussurro mordendomi un labbro.
"Che cosa?" esclama Marc restando a bocca aperta.
Annuisco sorridendo e trovo riparo nelle sue labbra.
Lo bacio dolcemente, come se fosse un qualcosa di unico, come se fosse la cosa più bella del mondo. Marc mi sovrasta, fa scivolare una mano sotto la mia nuca e regala deliziosi morsi alle mie labbra.
"Perchè non me l'hai mai detto?" chiede curioso annusandomi il collo.
"Sai com'è.. Non è una cosa così facile da dire!" sorrido divertita.
"Io ti faccio il filo da quando ho saputo che tu e Jorge siete solo amici, invece!" commenta ridendo.
"2 anni!" grido dandogli una pacca sulla spalla.
Lui ride come un matto e si fionda sulle mie labbra.
"Sei congelata!" sussurra battendo i denti.
"Anche tu non sei messo meglio!" sorrido dandogli un morso sul naso.
Dopo una rapida occhiata di intesa ci alziamo all'unisono. Mi sciolgo i capelli per cercare di portare il mio misero collo a zona hot.
Marc si intasca l'elastico nel giro di un secondo.
"Il tuo odore!" bisbiglia annusando il cordoncino nero e abbracciandomi.
Ci incamminiamo a passo svelto verso il ristorante e arriviamo tra una risata e l'altra al parcheggio.
"Grazie per la serata!" sussurra inchiodandomi alla portiera dell'Alfa e dandomi baci sul collo.
"A te." bisbiglio completamente nel pallone.
"E ora?" chiede tra un bacio e l'altro.
"E ora cosa?" sospiro mordendomi un labbro.
Marc si lecca le labbra, mi guarda e azzarda un sorriso.
E io perdo 10 anni di vita.
"Dio mio Julia...." geme sulle mie labbra "Vai a casa o il gentiluomo che è in me va a farsi fottere!" conclude tirandomi il piercing con i denti.
"Andiamo da te?" chiedo circondando la sua vita con le gambe.
"Non me lo dire due volte..... Fila a casa dolcezza! O Lorenzo mi uccide!" sbuffa facendomi l'occhiolino.
"Non sono sua!" ribatto a fior di voce.
Marc annuisce e si tuffa sulla mia bocca.
Infilo prepotentemente la lingua tra le sue labbra e mi scappa un gemito.
Passo la mano ripetutamente tra i suoi capelli, mentre lui non smette un attimo di toccarmi le cosce nude.
Se ci vedesse qualcuno così avvinghiati in mezzo a un parcheggio pubblico sarebbe davvero la fine.
Stranamente questa volta non ci faccio proprio caso.
Tutto quello che conta è davanti a me.

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Capitolo 3
*** ...della fine ***


Avevo passato la notte più bella della mia vita.
Ero felice.
Dannatamente felice.
Con il sorriso stampato in faccia e il cuore ancora in gola, cerco di aprire il portone facendo il minor casino possibile.
"Dove cazzo sei stata?" esclama un Jorge spiritato appena varco la soglia di casa.
"Come scusa?" lo fisso sconvolta.
"Sono le 7 di mattina. Dove sei stata?" mi chiede venendomi incontro.
"Non ti interessa." taglio corto squotendo la testa.
"Ti ho provato a chiamare tutta la notte." sussurra agitato.
"Ah si? Prima o dopo che ti sei scopato la bionda?" chiedo sarcastica "Ma fammi il piacere!" rido nervosa.
Sto per dirigermi verso le scale, quando la sua mano mi blocca il braccio.
Sbuffo contrariata e automaticamente mi volto verso di lui.
"Cosa c'è?" esclamo guardandolo negli occhi.
"Sei gelosa?" chiede con il sorriso sotto i baffi.
"Che?" sbotto iniziando a ridere mentre sento che le mie guance prendono colore.
"Non c'è niente di male..." continua Jorge accarezzandomi la guancia.
Lo stomaco mi si rivolta, un brivido mi sale da capo a piedi.
Deglutisco a fatica. Chiudo gli occhi ed espiro lentamente.
"Non è un fatto di gelosia. È una questione di principio. Non approvo il fatto che ogni settimana puntualmente ti porti a casa una. Tutto qua. Non ti dico mai niente perchè è casa tua, perchè è la tua vita e perchè non ne ho il diritto. Ma ieri sera hai veramente raggiunto il livello massimo." concludo con il groppo in gola.
"Tu sei la mia metà. Tu mi completi." sussurra Jorge con gli occhi lucidi.
"Non ne sono più sicura." gracchio con la voce che trema.
"Cosa devo fare?" sbuffa il mio migliore amico mentre due lacrimoni gli scendono lungo il viso.
Mi si spezza il cuore.
Automaticamente poso le mie mani sulle sue labbra e gli asciugo le lacrime.
Lui mi prende in braccio e mi stringe forte.
Mi lascio coccolare. Solo così mi sento al sicuro.
"Mi manchi. Mi manca il mio migliore amico." soffio nel suo orecchio accarezzandogli i capelli.
Lui continua a regalarmi baci su tutto il collo.
Approffitto della situazione e inspiro tutto il suo profumo che ho addosso.
Mi sposto quel poco che basta per fissarlo negli occhi.
Porto le mani sul suo volto, mi avvicino e gli do un bacio a stampo, come era di nostra abitudine.
Jorge me ne da un'altro. E un'altro ancora.
Pian piano le nostre labbra si modellano e diventano una cosa sola.
Sento la sua lingua regalare piacevoli stuzzichii alla mia.
Mi lascio andare senza pensare a nulla.
Ci siamo solo io e lui.
Con delicatezza mi posa per terra e mi fa aderire al portone di casa.
Lo sento addosso.
Infila nuovamente la lingua nella mia bocca e inizia a giocare con il mio piercing.
Posa le sue mani sulle mie cosce, lo sento alzarmi il vestito fino ad arrivare ai miei fianchi.
Penso a Marc. E alla serata appena passata.
A malavoglia lo blocco.
Lui ha il respiro corto e mi guarda con gli occhi di fuori. Io non sono da meno.
Sorridiamo insieme capendo che forse stavamo andando un po troppo oltre.
Mi sistemo il vestito e mi fiondo al suo collo.
Lui mi accarezza la schiena.
"Io ti amo." sussurra al mio orecchio.
"Io di più." esclamo con un sorriso sulle labbra.
Ne ero convinta, era proprio così.

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