La malattia dell'amore

di Kuroi Akuma
(/viewuser.php?uid=229790)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Capitolo ~ La malattia senza fine ***
Capitolo 2: *** II Capitolo - Il racconto di chi c'è stato ***
Capitolo 3: *** III Capitolo - Una possibile cura ***
Capitolo 4: *** IV Capitolo - Un piccolo fiore malato ***



Capitolo 1
*** I Capitolo ~ La malattia senza fine ***


Laboratorio al centro di Magnolia, 24 Febbraio 3020.

 

<< Mi dica dove posso trovarlo. La prego! >> Una signora con un bambino in braccio si trovava davanti all'ingresso di un enorme palazzo bianco.
<< Non può entrare. Mi spiace, signora >> Quella che sembrava una guardia con una maschera intorno al viso, cercava di convincere la signora ad andarsene nel modo più gentile possibile.
<< La prego! >> Ripetè tra le lacrime << Lei mi deve aiutare! >>
<< Che sta succedendo qui fuori?? >> Da dietrò la guardia spuntò una ragazza bassina con i capelli blu con addosso una maschera come quella della guardia e un camice bianco. Sotto il camice un paio di pantaloni e una magliettina arancione.
<< Questa signora vorrebbe parlare con il capo del laboratorio >> Disse la guardia
<< Lei può aiutarmi? >> La signora intanto singhiozzava.
Lo sguardo della ragazza si spostava dalla signora al bambino in continuazione.
<< Suo figlio è malato? >> Chiese lei
<< Non lo so. Vorrei scoprirlo ma.. non posso permettermelo. Quindi volevo affidarlo a 'voi'. 'Voi' avete una cura?? >> 
<< Non possiamo prendere suo figlio. Abbiamo altri pazienti. E no.. non abbiamo una cura >> Lo sguardo della ragazza divenne improvvisamente triste.
<< Cosa posso fare? >>
<< Lo porti a casa con lei. Rimanga con lui. Si chiuda in casa, se serve. Ma lo tenga con lei. E' pur sempre suo figlio >> la ragazza si girò e fece per andarsene e tornare dentro al laboratorio
<< M-mi scusi? Posso sapere il suo nome? >> La donna fece un passo in avanti stringendo suo figlio a lei.

Intanto l'altra aveva iniziato a salire le scale quando si fermò. Si girò verso la donna e sorridendo disse << Levy Mcgarden >> poi riprese a camminare ed entrò nel laboratorio.


La città stava diventando sempre meno popolata. Alcune persone si erano trasferite. Altre erano segregate in casa. Altre, erano semplicemente morte.

' La malattia senza fine ' non lasciava scampo a nessuno.

E nessuno poteva saperlo meglio di chi l'ha vissuta. Anzi. Nessuno può saperlo meglio di chi la sta vivendo. Era ormai malato da 1 anno. Il massimo di vita fù 1 anno e mezzo. Il minimo fù di un ora. Quel giorno sarebbe andato al laboratorio più vicino e si sarebbe offerto volontario. Non aveva più niente da perdere, ormai.

Davanti ai vari laboratori si potevano vedere persone malate, persone che chiedevano aiuto, persone che chiedevano di essere controllate per sapere come stavano e, raramente, persone che chiedevano di essere prese come cavia per gli esperimenti. Neanche uno mai riuscito, ovviamente. Si fece spazio tra la folla con i suoi capelli lunghi e neri che si muovevano ad ogni suo passo. Con la coda dell'occhio vide che una delle scienziate era uscita a parlare con una donna. La notò da lontano, ma i suoi capelli blu si vedevano perfettamente, nonostante fosse bassa. Si fermò davanti ad una delle guardie
<< Vorrei parlare con qualcuno per offrirmi come 'cavia' >> La sua voce era sempre stata abbastanza roca. Anche con la malattia.
<< Da questa parte, prego >> La guardia si incamminò facendo cennò ad un'altra lì vicino che la sostituì.

Entrò nel laboratorio. Era immenso. Persone con camici bianche e maschere sul viso che correvano da una parte all'altra. Lo portarono ad un bancone dove gli fecero compilare delle schede. Infine, lo accompagnarono dentro ad uno stanzino. Dopo qualche minuto d'attesa entrò una scienziata.
<< Il tuo nome è Gajeel Redfox, giusto? >>

Alla vocina, il ragazzo si girò e notò la stessa ragazzina che aveva visto fuori tempo prima con i suoi capelli blu così notevolmente visibili.
<< Si. Sono io >> Disse lui
Lei ammiccò un sorriso << Bene. Io sono Levy Mcgarden, e sarò la scienziata che proverà a curarti >>

 

 

 

Angolo Autrice ~

ODDIOMIO DA QUANTO TEMPO CHE NON PUBBLICAVO QUALCOSA!

Che bello essere tornata ~

con una GaLe poi ehehehe uvu

E questa è la mia nuova prima FF da appena tornata(?)

Cosa ne dite? Vi piace per ora?

Recensite in tanti eh!

Se la storia vi piace, aggiornerò presto

Con amore (?)
Kuroi Akuma

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II Capitolo - Il racconto di chi c'è stato ***


Si era presentata come 'Levy Mcgarden'.

La fissò a lungo rimanendo in silenzio. Doveva ammettere che era proprio carina. Bassa con quei capelli blu. E gli occhiali rossi che si tolse velocemente appena entrata rimanendo con la mascherina sulla bocca.

<< Puoi anche dire qualcosa. Non ti mangio mica >> la sua voce era ovattata dalla mascherina. Ma aveva un tono di voce che molti ormai avevano perso. Speranzoso, lo avrebbe definito.

<< Oh? Ah sisi scusa. >> Gajeel si domandò perchè sembrasse imbarazzato. Era lui. In una stanza. Con una ragazza bellissima. E c'era persino un lettino. Scrollò la testa togliendosi qualsiasi tipo di fantasia. Lui era malato e lei lo stava curando. O almeno ci provava.

<< Bene, Gajeel. Molti qui non sopportano i miei metodi, ma spero che possano funzionare>>

<< Ah si? >> La guardò sorridendo maliziosamente << E che metodi avresti? >>

Lei per tutta risposta dopo averlo fissato per qualche secondo si tolse il camice e si sedette vicino a lui. << Diciamo che loro pensano alla malattia. Io penso alla persona. Ti và di raccontarmi un po' di te? >>

<< E cosa dovrei dirti? Ho questa malattia da- >>

Lei lo interruppe << Ho chiesto se mi parlavi di te. Non della malattia >>

Gajeel rimase in silenzio a fissarla. << Certo che sei strana come scienziata, tu >>

Levy ridacchiò << Non sei il primo che me lo dice >>

<< Beh.. che dire. >> Andò leggermente indietro con la schiena poggiandosi sulle mani << Non sono nato qui. Il posto dove sono nato è fuori, da Magnolia. Non ho mai conosciuto i miei e sono stato allevato da un vecchio >> Sorrise leggermente << Quando il vecchio è morto.. sono arrivato qui. Indovina in che periodo >>

Lei abbassò lo sguardo << Durante il periodo dell'epidemia >> disse con un filo di voce. Annuì. << Ero fuggito da dove abitavo a causa dell'epidemia che si avvicina e guarda te dove sono finito >> mugolò qualcosa fra sé e sé. << Questa è l'emozionante vita di Gajeel Redfox >> finì. E dopo aver preso fiato fisso la ragazza << E tu.. gamberetto? >>

Lei spalancò gli occhi e incarnò un sopracciglio fissandolo << 'Gamberetto'?? >> rimase un attimo seria poi cominciò a ridere, e Gajeel la fissò per poi ridere anche lui. Poi si fermarono entrambi. Levy si portò le gambe al petto. Così sembra ancora più piccola Pensò Gajeel

<< Io invece sono nata qui. Proprio qui, a Magnolia. Come sai, l'epidemia non è cominciata qui. Mia madre e mio padre erano scienziati. Famosi, per giunta. Ed erano costretti a lasciarmi ogni volta e andare chissà dove. Semplicemente, un giorno.. Non sono tornati >> Si strinse di più a lei, quasi volesse proteggersi. E a Gajeel salì una strana voglia di abbracciarla, e pensare che l'avrebbe voluta proteggere lui. Ma cosa poteva fare?

<< Iniziai ad intraprendere gli studi come scienziata. E al mio terzo anno.. l'epidemia arrivò. Presero persino gli scienziati del primo anno. Dovevamo fermarla. Ma ancora nessuno ce l'ha fatta >> Ci fù uno-due minuti di silenzio, quando lei scese dal letto, si rimise il camice e gli sorrise. << Iniziamo questa cura? >> Lui annuì, in silenzio. Intanto Levy cominciò a armeggiare con libri e tutte cose da...scienziata.

<< Come pensi di curarmi? >>

<< Intanto devo capire a che stadio è la malattia >> Si girò con uno scanner in mano che legò intorno al braccio. Poi cominciò a passare la mano sul petto di Gajeel raccogliendone i dati necessari.

<< Bene. Non sei messo tanto male! >> Tornò alla scrivania nell'angolo segnandosi i vari dati.

E' vero. Non era messo tanto male. Ma la malattia procedeva rapidamente. Doveva sbrigarsi o..

<< Non male già. Ma la malattia sta procedendo velocemente.. vero? >>

Levy spalancò gli occhi. Poi si girò e il suo sguardo divenne improvvisamente addolorato e dolce allo stesso tempo.

<< Ti curerò >>

<< Non è mai stata trovata una cura fino ad adesso. Perchè ora dovresti trovarla? >> Il 'cinismo' di Gajeel era tutto da comprendere.

Levy gli si avvicinò e lo fissò.

<< Fidati di me.. solo.. questo. >> Sorrise, e poi tornò al suo lavoro.

Lui la guardò lavorare. Poi dopo un po' chiuse gli occhi. E piano piano si addormentò.

 

Lui era guarito. Lui... stava bene!

L'aveva trovata veramente. Una cura. Ma lei dov'era?

Si guardò intorno. Era la piazza centrale di Magnolia. Al centro della sala sorgeva una gigantesca fontana con sopra una statua raffigurante una fata. Chissà perchè una fata, aveva sempre pensato. Corse verso il laboratorio.

Ma quel enorme palazzo bianco, non c'era.

La malattia.. tutto.. forse, non era mai accaduto. Era, solo un sogno?

Fece un sospiro di sollievo e con le mani in tasca si incamminò verso il cimitero.

Ma appena arrivato lì, si chiese mentalmente perchè ci era andato.

Se non era mai successo niente.. Li non doveva esserci nessuno..No?

Decise di controllare.

Effettivamente, non c'era nessun nome che lui conoscesse.

Poi si fermò.

Vide una tomba bianca. Sopra inciso un nome. Allora capì che non era solo finto. No.. era tutto vero.

Abbassò lo sguardo e chissà perchè, cominciò a piangere. Poi riguardò la tomba.

 

' Levy Mcgarden.

Colei che trovò la cura per 'La malattia senza Fine' '

 

<< ...jeel... GAJEEL TI VUOI SVEGLIARE?? >>

Si svegliò di soprassalto, guardandosi intorno. Le sue guance erano.. bagnate? Le toccò. Stava piangendo. Poi guardò Levy con uno sguardo interrogativo. Lei ricambiò lo sguardo.

Si sentiva strano. Vederla lì, davanti a lui, e non nella tomba come aveva sognato era.. così bello.

<< Volevo dirti solo che domani comincerò a fare alcuni esami. Per oggi dovevo solo.. analizzarti>> Si voltò e andò verso la porta.

<< Ti mostro il posto in cui alloggerai. Seguimi >>

Lui si alzò rimanendo in silenzio e la seguì.

 

La stanza era al secondo piano del laboratorio dove a quanto pare c'erano tutte stanze simili.

La ragazza dai capelli blu si fermò davanti ad una porta con sopra scritto 'Soggetto Zero'. Davanti a questa c'era un'altra porta con sopra scritto 'Levy Mcgarden'.

<< Sarò davanti alla tua stanza? >> Chiese sorpreso

Lei annuì. << I pazienti devono rimanere vicino a noi. In caso di evenienza. >> Poi aprì la porta << Entra pure >>

Davanti a lui si presentò una stanza con le pareti bianche e il pavimento in legno, al centro della stanza un letto, un'altra stanza con un bagno, un piccolo armadio e qualche luce sul soffitto.

<< Non è un posto dove alloggiare tutto il tempo, ovviamente. C'è solo il minimo essenziale. Il resto del tempo lo passerai con me, giù >>

Levy allungò la mano verso Gajeel consegnandogli la chiave. Poi sorrise e infilando una mano in tasca tirò fuori una chiave e aprì la sua stanza.

<< Buonanotte, Gajeel >> Sorrise prima di voltarsi e chiudere la porta alle sue spalle

<< Buonanotte, Levy >> Sussurò Gajeel, prima di fare lo stesso.  
 

Angolo autrice ~
Eccoci al secondo capitolo *u*
Sono veramente felice che la storia sia piaciuta e spero che continuerete tutti a seguirla! 
In molti mi hanno chiesto come mi è nata l'idea, ebbene:
Un giorno stavo girando traaanquilla tranquilla per un sito di immagini, quando mi ritrovo una bellissima foto di Levy e Gajeel. Lui era un androide e lei indossava un camice bianco e piangeva. 
Sarà stata Levy in camice o quello che volete(?) ma ho avuto l'ispirazione (?)
Il tutto, due mesi fà :D
Quando l'altro giorno ho pensato 'Quasi quasi, la scrivo'
Eeeh infatti! 
Okay, non mi divulgo troppo uwu
Un saluto a tutti e mi raccomando, recensite! Voglio sapere cosa ne pensate!

 

Alla prossima
Kuroi Akuma ~

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III Capitolo - Una possibile cura ***


Quella notte Gajeel non riuscì a dormire molto. Iniziò a girare per la stanza, sedersi sul letto, sdraiarsi, alzarsi e ripetere il ciclo 4-5 volte fino a quando verso le 5 si addormentò.

La mattina dopo si svegliò sentendo bussare la porta e una voce che lo chiamava da fuori

<< Per la sesta volta, ti vuoi alzare?? >>

Era lei.

Decide si alzarsi e andare ad aprire. Aperta la porta poggiò un braccio allo stipite della porta << Buongiorno, gamberetto >>

Levy arrossì leggermente, interrogandosi mentalmente perchè. Per i capelli arruffati, per il fatto che l'avesse chiamata 'Gamberetto', per.. Oh, al diavolo. Tossì leggermente cercando di far sparire l'imbarazzo

<< Primo, sono sei volte che ti chiamo. >> Levy alzò un dito come se stesse contando << Secondo, non sono un gamberetto >> Questa volta aveva un tono più acido, alzando un altro dito << Terzo, buongiorno >> Portò le mani dietro la schiena sorridendogli leggermente. Lui girò lo sguardo verso la porta << Mi spieghi cosa significa 'Soggetto Zero'?>>

<< Tu sei il 'Soggetto Zero'. Ogni scienziato abita davanti al proprio 'Soggetto'. C'è chi ha più di qualcuno di cui occuparsi. E sono... numerati >>

<< Proprio come topi in gabbia, no? >>

Lei sbarrò gli occhi << Non siete topi in gabbia! >>

Gajeel, in tutta risposta, sorrise a malapena poggiando una mano sulla testa di Levy << Penso che tu sia l'unica che lo pensa >>

<< Fatti una doccia e poi scendi >> Si girò cercando di non far notare l'imbarazzo.

 

Dopo una quindicina di minuti, Gajeel raggiunse Levy nel suo laboratorio.

Appena entrato notò che non era da sola. C'erano anche due tizi che le stavano accanto e alla quale lei stava elencando vari dettagli, quando si accorse di lui. Uno aveva i capelli arancioni legati in una coda alta. Sotto il camice indossava una camicia viola e un paio di jeans neri. L'altro invece aveva la pelle più olivastra, i capelli neri con uno strano ciuffo in testa. Sotto al camice portava una maglietta bianca e un paio di pantaloni verdi.

<< Questo è tutto. Jet, assicurati di farmi avere domani mattina tutti i risultati >> Si rivolse al ragazzo con i capelli arancioni << E tu Droy, analizza questi campioni >> Ora stava parlando al ragazzo con lo strano ciuffo. Fece un sorriso di ringraziamento e i due, dopo averla salutata, se ne andarono passando vicino a Gajeel, il quale fissò Levy.

<< Jet e Droy. Due scienziati che mi aiutano spesso con qualche esame. >>

Riuscì a mugolare solo un 'Mh' come risposta prima di sedersi.

<< Oggi ti faccio qualche esame, poi nel pomeriggio mi consegnano i risultati e da stasera posso iniziare a lavorare per una cura >>

 

Tutto la mattinata Levy fece avanti e indietro da Gajeel alla sua scrivania, per fare esami, trascrivere, armeggiare con penne e vari strumenti scientifici e non rivolgere la minima parola a nessuno. Chiunque entrava e usciva dalla sala e vedeva Levy impegnata, decise di lasciarla stare. Prima entrò una ragazza dai capelli biondi, sul camice c'era scritto... L-Lucy se Gajeel non si ricordava male. Poi un ragazzo dai capelli rosa.. Il suo nome cominciava con la N.. ma non si ricordava molto. E poi molti altri che andavano e venivano. Quando capì che non sarebbe più entrato nessuno iniziò a concentrarsi su Levy e osservare ogni sua minima mossa. Ad un certo punto si era anche messa un paio di occhiali rossi. Sentendosi osservata, lei si girò e fissandolo, dopo aver sbuffato, chiese << Perchè continui a fissarmi? >>

Gajeel avvampò leggermente girando il volto << Non stavo fissando te, ma quello che stavi facendo. Sai com'è, sono i miei di esami, gamberetto! >>

<< N-Non chiamarmi gamberetto, razza d'idiota! >> Reagì lei

<< Hei! Sono un tuo paziente, non puoi chiamarmi razza d'idiota! >>

Levy gonfiò una guancia fissandolo e arrossendo leggermente dall'imbarazzo. Non poteva chiamarlo no in quel modo. Ma che diavolo le stava prendendo? Non era mai stata così concentrata.

Ad interrompere i suoi pensieri, la porta. Si girò e questa volta entrò Jet.

<< Jet! Dimmi che tu e Droy avete qualche buona notizia >> Si lasciò cadere su una sedia vicino alla scrivania. Jet rimase in silenzio, consegnandole una cartella.

Preoccupata da quel silenzio, prese la cartella e iniziò a leggerne il contenuto. Per poi fare un sorriso a trentadue denti.

<< Siete stati fantastici! >> Si girò verso Jet entusiasta

<< Beh.. Tu ci hai fornito il tutto >> Lui fece spallucce sorridendole

<< Oh, stai zitto! >>

Dopo qualche secondo Jet e Levy, che continuava a ringraziarlo, si salutarono e lui uscì dalla stanza.

<< Allora..? Si può sapere cosa ti hanno dato? >>

Lei si sedette sul letto dove erano sdraiato lui sventolandogli il foglio in mano

<< La malattia! >> Esclamò. Lui la fissò con uno sguardo interrogativo e lei sbuffò. Era così difficile da capire??
<< Tu sai che sei malato, giusto? >> Lui annuì

<< Ma non sai di cosa. Giusto? >>

<< Della malattia senza fine...no? >>

<< Si ma.. nessuno l'ha mai identificata per bene. Fino ad oggi >> E tornò a sventolare i fogli.

Gajeel rimase in silenzio mentre Levy si rimise gli occhiali, che si era tolta quando aveva ringraziato Jet, e iniziò a sintetizzare quanto scritto. Insomma, se avesse parlato in termini scritti, glielo avrebbe dovuto spiegare minimo trenta volte.

<< Dalle analisi che ho fatto svolgere, indica che 'La malattia senza fine' è una malattia che attacca ogni cellula del corpo. Facendole.. esplodere. Una per volta. In modo che dopo averti lasciato senza energie, ti uccida del tutto. >>

<< Nessuno lo aveva mai capito per questo... >>

<< Per questo non c'era soluzione >> Finì Levy << Sai cosa significa questo?? >>

<< Che.. tu puoi.. >> Gajeel sussurrava il tutto. Non ci credeva.

<< Io posso trovare una cura!! >> Esclamò Levy, completamente felice.
 

Angolo Autrice ~
SaaaalveH gente *u*
Scusate se non sono riuscita ad aggiornare subito, ma ho avuto qualche problema tra studio e pc che non vuole funzionare ç__ç 
Allora, visto che mi è stato richiesto cosa fosse esattamente questa 'malattia' ho deciso di farvelo dire direttamente da Levy!
Spero si sia capito uwu
Continuate a recensire, mi raccomando! 

Alla prossima

Kuroi Akuma

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV Capitolo - Un piccolo fiore malato ***


Io posso trovare una cura!!

Aveva esclamato. Gli aveva detto di tornarsene in camera. Lei intanto avrebbe continuato a cercare la cura effettiva.

Era sdraiato sul letto con un sorrisino ebete sul viso. Stava ripensando a quanto accaduto da quando era arrivato. In pochi giorni quella piccolina aveva trovato una cura quando nessun altro c'era riuscito. Già. Quella ragazzina dai capelli blu. Doveva ammettere di esserne rimasto quasi subito colpito. Come mai stava pensando a lei, adesso? Si sentì in improvviso imbarazzo, si girò sul fianco e si addormentò.

 

Doveva farcela. Per Gajeel e per tutto il popolo.

In quel momento stava facendo bollire quella che era la prima prova di una cura. Guardava l'acqua bollire con uno sguardo fisso. Era preoccupata, non poteva negarlo. La vita di tutto il popolo era nelle mani di ogni scienziato, ora maggiormente nelle sue. Scrollò la testa e scese dallo sgabello sul quale era seduta per controllare la cura quando ebbe un giramento di testa. Si fermò di colpo tenendosi alla scrivania per non cadere. Iniziò a tossire cadendo sulle ginocchia.

<< Dannazione >> sussurò ri alzandosi lentamente. Dopo gli ultimi colpi di tosse, prese le sue ultime energie e ricominciò a creare la cura.

 

Gajeel, da poco alzato, girava per la stanza senza una meta precisa. Guardò fuori dalla finestra. Era quasi sera. Si chiese se Levy aveva già finito quindi uscì dalla stanza e bussò alla porta della stanza di lei.

Nessuna risposta.

Poi notò che la porta era aperta. Ebbe un impeto di curiosità ed entrò.

La stanza era molto simile alla sua, se non per gli attrezzi da lavoro e il casino di libri sparsi in giro. Sorrise spontaneamente. Girando per la stanza trovò delle scatole varie con dentro delle pasticche. Le prese e ne lesse il contenuto. Erano varie medicine contro mal di testa, svenimenti e cose varie. Si chiese perchè Levy avesse bisogno di quelle cose, e gli venne da pensare che fosse per fare dei test per la cura. Quelle medicine alleviavano i dolori dei malati. Forse.. Poi vide degli appunti. Nominava spesso il 'Soggetto Zero'. Lui. Ebbe un piccolo dolore al cuore leggendo 'Soggetto Zero' e non Gajeel. Mise tutto in ordine com'era. Lei sarebbe tornata tra poco sicuramente. Avrebbe provato a parlarle del fatto che accidentalmente era entrato in camera sua e aveva visto quelle medicine. Poi sentì dei passi sulle scale ed uscì di corsa rientrando nella sua stanza. Rimase con l'orecchio sopra la porta e quando sentì i passi più vicini uscì.

 

Levy era stremata. Aveva creato una delle prime cure. Sistemò le ultime cose, poi chiuse il laboratorio, andando a dare la notizia a Gajeel. Il giorno dopo avrebbero fatto la prima prova. Si fermò a guardare le scale e dopo aver fatto un sospiro enorme, iniziò a percorrerle lentamente e con evidente fatica.

Arrivata a fine scalinata si appoggiò al muro riprendendo fiato. Poi con estrema forza, si staccò e andò verso la sua stanza, che vide sempre più lontana. Prima doveva avvisare Gajeel però. Camminò in fretta e furia. Aveva bisogno di stendersi velocemente. Poi lo vide. Lui era uscito dalla porta. Si fermò ad osservarlo. I suoi lunghi capelli neri, i suoi occhi corvini che le si posarono addosso. Si sentì avvampare. In un primo momento pensò di avere la febbre.. Poi capì, che era lui che le faceva questo effetto.

<< Hei, ti stavo venendo a cercare, gamberetto >> Lui la fissò dall'alto

<< S-scusa >> Levy alzò lo sguardo guardandolo << Volevo solo dirti che domani faremo i test per la prima possibile cura >> Cercò di non far notare il suo sguardo stanco

<< Grande! >> Gli fece un sorriso a trentadue denti, cosa che la fece arrossire non di poco.

<< Ci vediamo domani mattina Gajeel >> Lei le passò di fianco. Poi si sentì bloccare il polso dalla mano di lui

<< Devo parlarti >> gli disse fissandola in un modo estremamente serio

<< Dimmi >> Lei deglutì. Gli occhi rossi seri di lui facevano quasi paura

<< Verso la sera, mi sono svegliato e pensando che tu fossi tornata sono entrato in camera tua. >>

Lei spalancò gli occhi << E.. allora? >>

Non gli andava di parlarle senza 'le prove'. Allora, tenendole il polso senza stringere troppo, la portò in camera sua fermandosi davanti alla sua scrivania

<< Ho trovato queste >> Gli indicò le pillole. << Pensavo le usassi per studiare i vari componenti e cazzate varie >> Gajeel sembrava si stesse adirando sempre di più. << Poi ho sentito dei passi e sono uscito pensando fossi tu. Ma non eri tu. Era uno dei tuoi amichetti. Quello magro con i capelli arancioni >>

'Jet' pensò Levy istintivamente

<< E sai che mi ha detto? Che da i tuoi esami, è risultato che sei... >> Non riuscì a finire che Levy tolse la presa dalla mano di lui con uno scatto deciso e lo fissò negli occhi. Poi non riuscì a mantanere lo sguardo, e lo abbassò.

<< Si. E' vero. Anche io.. >> Non riusciva a finire e si morse il labbro

<< Anche tu sei malata >> Finì allora Gajeel

 

Angolo Autrice

NON. UCCIDETEMI. PLS ç_ç

Lo so, non aggiorno da un saaaaaaaacco di tempo maa..

La scuola, la salute che fa come gli pare e varie cose mi fanno stremare ç.ç Scusattttttte

tornando al capitoloo..

NON. UCCIDETEMI. PLS ç_ç

Non è ancora detto niente no? O forse si? Ehehehe (?)

Spero di aggiornare presto

Per ora, addio (?)

 

Kuroi Akuma

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2806775