Rapporti di coppia

di Utentesolitario
(/viewuser.php?uid=663053)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capodanno magico. ***
Capitolo 2: *** Ti odio! ***
Capitolo 3: *** Insieme in ogni caso ***
Capitolo 4: *** Tutto uno scherzo. ***
Capitolo 5: *** Cody, vuoi giocare con me? ***
Capitolo 6: *** Al fuoco. ***
Capitolo 7: *** La forza della natura. ***
Capitolo 8: *** Battaglia epica. ***
Capitolo 9: *** E' tutto vero. ***
Capitolo 10: *** La fine. ***



Capitolo 1
*** Capodanno magico. ***






                                                                    M x Z

                                        Capodanno magico



E' capodanno, in tutti i paesi del mondo si festeggia in quella notte magica.

I due si erano recati in uno dei tanti parchi e fiere della città per passare quella serata insieme.

"Mike, guarda quante giostre, è stupendo!" Urlò la ragazza piena di entusiasmo.

"Si, all'inizio ero scettico ma questo è  un ottimo modo di passare il capodanno." Rispose lui mentre sgranocchiava qualche leccornia da bancarella.

"Ricorda, hai promesso che avresti tenuto a bada le altre personalità almeno per questa sera." Intimò poi lei al suo ragazzo.

"Non preoccuparti, gli ho fatto prendere una boccata d'aria prima di uscire."

La serata scorreva nel divertimento, Zoey era entusiasta, talmente tanto che volle provare tutte le attrazioni, dagli autoscontri, alle montagne russe, alla casa del terrore (dove stette tutto il tempo attaccata a Mike.

Lui era un po' meno felice per via del fatto che dovette pagare tutti i biglietti ma si stava divertendo.

"Oh, Mike vieni, c'è lo zucchero filato!" Attirò la sua attenzione sulla bancarella dove lo vendevano.

"Lo sai Zoey, ti stai comportando come una bambina." Rispose lui dopo una risatina scherzosa.

"E' capodanno voglio lasciarmi andare."

"Suppongo che tu abbia ragione, due per favore." Disse voltandosi verso il negoziante e sospirò  vedendo altri tre dollari abbandonare il suo portafogli.

"E' una vera delizia, ci vorrebbe un posto speciale per mangiarlo." Affermò Zoey Riferendosi allo zucchero che aveva ancora in mano.

"Che ne dici della ruota panoramica?" Suggerì allora il ragazzo.

"Si, non ci sono mai salita, mi hanno detto che si può vedere a chilometri di distanza."

"Davvero non sei mai salità? Rimediamo"

Poco dopo erano sull'attrazione.

"Siamo altissimi, menomale che non ho paura dell'altezza." Non sembrava affatto tranquilla.

Appena furono ad altezza massima Zoey si fece scappare un grido di terrore aggrappandosi al fidanzato.

"Stai tranquilla ti proteggo io."

Intanto sotto comincia il coto alla rovescia per la mezzanotte.

Trenta secondi alla mezzanotte.

"Cosa? è già così tardi?"

"Da quassu i fuochi d'artificio saranno molto più belli"

Ancora quindici secondi

"Zoey sappi che ti amo."

Dieci

"Anche io, infinitamente."

Cinque, quattro, tre, due, uno...

A quel punto si baciarono, un bacio appassionato, l'ultimo dell'anno, quel secondo che ogni anno sembra interminabile per loro lo era ancora di più, le loro labbra erano dolcissime per via dello zucchero filato.

ZERO! Felice anno nuovo!!!

"Buon anno nuovo Mike."

"Ti amo e ti amerò per tutto l'anno a venire."




Note dell'autore

Ecco che ho cominciato la nuova fanfiction, è una raccolta di coppie, ho voluto cominciare da una delle poche (se non la sola) che non ha avuto particolari complicazioni nel rapporto.

L'idea per Il capitolo (e per la storia in generale) mi è venuta qualche giorno fa quando mi trovavo con la famiglia ad un evento come questo (la festa del paese) ho scelto la coppia che ritenevo più adatta e ho ambientato tutto a capodanno.

La pubblicazione è arrivata in ritardo perchè dovevo chiedere il consenso ad un autore con una storia simile per no incappare nel plagio, ora che ho via libera alternerò questa con Liberi di parlare 2.

Anche voi potete suggerirmi le coppie che preferite, altrienti farò di testa mia.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ti odio! ***


                    Ti odio!

“No! Aspetta!” Le urla di lui risuonavano in quella buia notte.

Notte nella quale il suo mondo era crollato come un castello di carte e tutto per colpa di cosa?

Tradimento, pensava che fare il doppiogioco lo avrebbe reso un duro, avrebbe fatto come nei film d’avventura che seguiva, ma la realtà e diversa, non si sistema tutto, il bene non vince sempre, ma in fondo neanche sapeva più se lui fosse dalla parte del bene.

“Courtney, lasciami la possibilità di spiegare.” Ma la ragazza si stava allontanando sulla moto, ritornava a casa, la loro convivenza era finita.

Intanto il ragazzo, correva e correva, non era mai stato un bravo corridore ma adesso aveva una motivazione in più, nonostante questo non la raggiunse e rimase a camminare per la città a notte fonda, era completamente al buio e non riusciva ad orientarsi per tornare a casa e come se non bastasse si stava mettendo a piovere.    

La mattina dopo, alle prime luci dell’alba si svegliò bagnato su una panchina e nelle lacrime, aveva ancora un posto dove abitare ma non sarebbe stato così per molto, sopravviveva solo grazie al lavoro della sua ex fidanzata.

Si stava dirigendo verso casa, erano circa le cinque del mattino, in strada non c’era nessuno, almeno nessuno lo poteva vedere in quello stato, faceva un freddo cane poiché era pieno inverno, camminando si trovò davanti al luogo dove sicuramente si trovava Courtney, la casa dei suoi.

“Entro o non entro? Se entro mi ammazza ma altrimenti non ci chiariremo mai.” Erano questi i suoi pensieri poco prima di suonare il citofono.

Courtney apparteneva ad una famiglia ricca, ciò era dimostrato dalla lussuosissima villa in cui stavano.

“Chi sei?” Rispose la madre della ragazza, una signora di

“Un amico di Courtney, beh in realtà stavamo insieme fino a ieri, anche se ora non siamo proprio amici, insomma ha capito.”

“Chi c’è al citofono, cara?” È il padre a domandare, descrizione.

“Quel ragazzo... come si chiama Courtney?”

 “Non merita di essere nominato, non azzardarti a farlo entrare.” Risponde lei con tono crudele e arrabbiato.

“È un po’ rozzo ma secondo me merita un altra possibilità.” La madre apre il cancello facendo passare il ragazzo.

Dopo aver percorso il lungo giardino arriva ad una piccola scalinata che porta all’ abitazione, trattiene il fiato, non sa cosa potrà succedere.

Courtney gli si avventò addosso subito fermata dai suoi genitori.

“Court, ti prego ascoltami.”

“Ascoltare cosa! Che mi hai tradita con quella!? Ti odio Scott!”

“Ti posso spiegare.”

“Io pensavo che fossi diverso, che non mi avresti tradita come ha fatto Duncan ma ero solo un illusa.” Aveva placato la sua furia ed era scoppiata a piangere.

“Te lo giuro, non c’è niente tra me e Dawn.”

“Come posso crederti.” È evidente che la ragazza è sconvolta, lui odiava questa situazione, era così bella e non era giusto che stesse così male.

A quel punto lei corse via uscendo dalla porta ancora aperta.

“Presto, ragazzo, rincorrila non ne abbiamo le forze.” Dissero i genitori vedendo la figlia fuggire.

Così corse e corse come la notte prima, con uno scatto disperato riuscì a raggiungerla ma si pietrificò a vedere quello che succedeva.

Con la vista annebbiata dalle lacrime  lei si stava gettando in strada, entro pochi secondi sarebbe stata investita da una macchina di passaggio.

“No! Courtney!” Le sue parole poco prima di gettarsi per salvarla.

Sono entrambi salvi, Scott è riuscito a spingerla via, ora si trovano uno sopra l’altra, con il respiro affannato e stanchi per le emozioni appena provate.

“S-Scott tu mi hai salvata.”

“Come avrei potuto non farlo, io ti amo e non avrei sopportato di perderti, anche se non vorrai più vedermi mi basta che tu sia viva... Argh.”

“Che ti succede!?” Adesso non era più furiosa ma spaventata.

“La mia gamba.” L’arto era stato colpito dall’auto e si era fratturato.

“È rotta, devo chiamare un ambulanza!”

Scott venne ricoverato all’ospedale, la gamba guarirà con del gesso e qualche mese di riposo, Courtney si reca immediatamente a fargli visita.

“Ciao, come va.” Chiede la ragazza appena arrivata  

“Come dovrebbe andare? Una gamba rotta... e una ragazza persa, che ci fai qua pensavo che mi odiassi.”

“Scusa, non dovevo comportarmi così, sei stato molto coraggioso, come nei film d’azione, ed è per questo che voglio tornare con te.”

Non poteva crederci, per una volta le cose andavano esattamente come uno le sogna.

“Tutto è bene quel che finisce bene.”

Mai parole furono più vere.

 

                    S x C

 

 

 

 

 

Note dell’autore

Allora, che mi dite del capitolo e soprattutto quanti di voi hanno pensato che il ragazzo fosse Duncan? Ho voluto tenervi sulle spine il maggior tempo possibile.

Questa volta mi concentro su di un tema più triste, un tradimento, il motivo per cui Ho usato Scott e non Duncan è che non avrei voluto troppe conseguenze sul rapporto di amicizia di Courtney e Gwen e poi non mi è mai piaciuta la Duncney.

Che dire, Scott non se l’è passata affatto bene, fortuna che tutto si è sistemato, appuntamento al prossimo capitolo e recensite in tanti.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Insieme in ogni caso ***


Insieme in ogni caso.

“Ehi!, Duncan! Allora mi ascolti?!” Urlò nell’ orecchio del ragazzo che sobbalzò sulla poltrona nella quale era seduto.

“Dannazione, Gwen! Che vuoi!? mi hai fatto prendere un colpo!” Sbraitò strappandosi gli auricolari dalle orecchie.

“Ma non dicevi che nulla può spaventare un punk?”

“Spaventare no, ma anche i punk prendono degli infarti.” Questa frase provocò una risatina nella ragazza.

“Ascolti i Green Day.” Affermò a colpo sicuro, lei non si era mai interessata alla musica Punk ma il suo fidanzato ne parlava continuamente ed aveva avuto modo di sentire qualche canzone.

“Come fai a saperlo?”

“Non sarò esperta come te ma è un vantaggio del fatto che mi tartassi sempre.”

“È la loro prima canzone, 1,000 Hours.”

“Invece di fracassarti i timpani con quell’MP3 fallo al concerto.” A quel punto lui si alzò immediatamente in piedi.

“Il concerto! Come ho fatto a dimenticarlo?”

Quel giorno si sarebbe svolto un concerto dei Green Day, è ironico che  Gwen se ne ricordasse a differenza del ragazzo.

Così si recarono sul luogo dove a Duncan venne una strana idea.

“Ehi, perché non ci intrufoliamo?”

 “Come? Sei matto? Non puoi entrare senza pagare il biglietto, è pericoloso.” Rispose la ragazza stranita da quella proposta.

“Mi sembra di sentir parlare Courtney.”

“Sto parlando sul serio, ti caccerai nei guai di nuovo.”

Intanto lui si stava già avviando furtivamente, non poté che seguirlo ignara che qualcuno li spiava.

Gwen prese posto, Duncan sarebbe arrivato a momenti, stava prendendo da bere, o almeno è quello che pensava.

“Cosa ha intenzione di fare, non si passa, non ora che il concerto sta per cominciare, se possiede l’apposito pass...” Furono le parole della guardia prima che Duncan le scivolasse alle spalle puntando contro la sua schiena una pistola.

O almeno è quello che sembrò alla guardi con la vista annebbiata dallo spavento, era in realtà un innocuo pezzo di legno con quella forma.

“Senti amico, o tu mi fai passare oppure ci rimetti la vita.”

“C-c-certamente non c’è bisogno di ricorrere a metodi così drastici.”

Non appena ebbe accesso al backstage si incontrò con una sua vecchia conoscenza.

“Allora Harold, tutto a posto?” Disse rivolgendosi al ragazzo impegnato al computer.

“Certo, mi sono infiltrato nel sistema, tra sessanta secondi spaccati apparirà la scritta sullo schermo, non per niente sono un Hacker professionista che...” A quel punto il punk lo zittì.

“Taci nerd e sappi che se non funziona ti pesterò tutti i giorni per i prossimi dieci anni.” Lo minacciò con un pugno a pochi centimetri dalla sua faccia.

Diede un’occhiata all’orologio ed uscì sul palco.

“Fermi tutti, ho una cosa importante da dire, sapete, ci ho pensato a lungo a come farlo ed ho deciso che è questo il modo migliore.” A quel punto alle sue spalle apparve la scritta con le parole che pronunciò subito dopo.

“Gwen, mi vuoi sposare?” Lei era rossa come un peperone, tutti i presenti compresa la band apprezzarono quel gesto ed aspettarono che la ragazza rispondesse.

“Io...” Non poté terminare la frase.

“Fermi tutti, polizia, una soffiata anonima ci ha avvertiti, Duncan, lei è in arresto, sei mesi di riformatorio per esserti intrufolato senza pagare, aver minacciato di morte il personale ed essere entrato nel computer per sabotare lo spettacolo”

Allora una persona emerse dal buio con un grande cappotto marrone da detective e degli occhiali da sole, quando si tolse l’abito rivelò la sua identità e Duncan fu il più sbalordito.

“C-Courtney, che ci fai qua?” Non si sarebbe mai aspettato l’improvvisa apparizione della ragazza.

“Si, sono io che ho architettato il piano, sono venuta a sapere per caso di questo tuo progetto mentre ne parlavi con Harold, poi vi ho pedinati per essere sicura che andasse bene, infine ho chiamato la polizia, volevo vendicarmi di voi.”

Mentre parlava tentava di assumere un tono misto tra il cattivo il cui piano va a buon fine e l’investigatore che spiega chi è il colpevole.

“Courtney, ti ho sempre detto che guardavi troppi gialli.”

La rimproverò il ragazzo.

“Ma perché non sabotare semplicemente Duncan in modo da non fargli fare la proposta?” Ribatté Gwen.

“Non mi importa se vi sposate, in fondo non sono più interessata a lui, anzi, separarvi dopo la proposta avrebbe fatto più male ad entrambi, adesso Duncan verrà rinchiuso e dovrà starti lontano, che vuoi fare, farti arrestare anche tu?”

Vuoi farti arrestare anche tu? Queste parole risuonavano nella testa di Gwen, il suo ragazzo era in riformatorio, erano passati solo tre giorni ma sapeva che non poteva stare senza di lui, non ora che le aveva fatto quella domanda a cui non aveva dato neppure una risposta completa.

“Ho deciso, devo farmi catturare.”

La sera seguente si ritrovò con due amici di Duncan.

“Ma guarda chi c’è, la bella fidanzatina.”

Si rivolsero così a lei.

“Sentite, tra di noi non scorre esattamente buon sangue ma tutti teniamo alla felicità di Duncan quindi vi prego di aiutarmi.”

Loro odiavano Gwen e la cosa era reciproca ma doveva riuscire a convincerli.  

“E noi che ci guadagniamo?”

“Cinquanta dollari in contanti.”

I due fecero cenno di no con la testa.

“Cento dollari.”

Si guardarono per alcuni secondi.

“Affare fatto, qual è il piano?”

“Dobbiamo compiere atti vandalici, imbratteremo i muri della città, io verrò catturata, voi potete scappare se volete, potrei farlo da sola ma non basterebbe, dobbiamo essere almeno in tre per farmi dare una pena uguale a quella di Duncan.”

“Ci stiamo.”

Tutto andò secondo i piani, i due amici se la svignarono e Gwen venne portata dentro con una pena uguale a quella del suo partner.

“Ma cosa? Gwen! Che ci fai in riformatorio!?”

“Non potevo starti lontana, con quegli idioti dei tuoi amici abbiamo riempito mezza città di graffiti.”

“Sul serio? E come li hai convinti ad aiutarti.”

“Mi è bastato fare appello all’affetto comune per te e sborsare cento dollari, allora, la proposta di matrimonio è ancora valida?”

“E come potrebbe non esserlo?”

“Allora si, certo, voglio passare la mia vita con te.”

Duncan e Gwen si amano anche in riformatorio e quando usciranno saranno impegnati ad organizzare il matrimonio dell’anno.

 

 


D x G

 

 

 

 

Note dell’autore.
Salve a tutti cari lettori, ecco un altro capitolo di questa raccolta, è il turno della Gwancan su richiesta di Noni e Angelo, con Angelo mi scuso perché le ho detto una cretinata nella risposta alla sua recensione.
La scena degli auricolari accade spesso con me nella parte di Duncan e mia sorella in quella di Gwen e mi sembrava anche una buona idea per introdurre l’argomento del concerto.
Mi sono proprio dato da fare sfornando un capitolo lungo 1015 parole, doveva fermarsi alla proposta ma poi mi è venuta l’ispirazione e mi sono messo a scrivere.
Tanto per la cronaca, i personaggi hanno 17 anni e non essendo ancora maggiorenni vanno al riformatorio, durante i sei mesi probabilmente entrambi ne compiono 18 ed hanno l’età giusta per sposarsi.
Questo capitolo volevo farlo comico, avevo pensato alla Owzzy (non so se si chiama veramente così) ma non mi veniva in mente nulla quindi ho abbandonato l’idea e ho messo la scena del legno come parte comica.
Il nome del gruppo l’ho scelto a caso tra quelli famosi e allo stesso modo la canzone
Ho notato che fin ora ho parlato solo di coppie già fidanzate, motivo per il quale nel prossimo capitolo i personaggi non saranno fidanzati fra di loro (inizialmente).

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Tutto uno scherzo. ***


Tutto uno scherzo.

 

Lui prese il telefono e compose un numero.

“Pronto, chi parla?” Rispose la ragazza all’altro capo.

“Lindsay, da quanto tempo.” Affermò

“Ciao Lindsay da quanto tempo, non ti conosco, io sono Lindsay.” Disse ingenuamente la bionda.

“No, aspetta, beh per fortuna non sono Tyler altrimenti non mi riconosceresti mai, avrei bisogno di te per una cosa, se accetti avrai vagonate di cosmetici.” Lei aveva attaccato, pur abitando dall’altra parte della città dopo tre secondi spaccati si trovava da lui.

 

Finita la telefonata chiamò un altra persona.

“Non compro niente! Sono in crisi!” Urlò l’interlocutrice.

“Calma Courtney, sono solo io, vorrei fare uno scherzo a...” Venne subito interrotto.

“Non ho tempo per scherzi frivoli! Ti farò causa!” Sbraitò la castana.

“Potrei darti in cambio un compenso in denaro.” Nella testa di lei risuonò il suono della cassa, così si fiondò lì.

 

Era il turno della terza.

“IIIIIIIIIIIIIIIIHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!” Urlarono le migliori amiche all’unisono.

“AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!” Urlò lui terrorizzato.

“Siamo state scelte per il concorso!”

“Se è un concorso di rianimazione venite subito.”

“Ah, sei solo tu.”

“Ho un invito rivolto a Katie, vorremmo fare uno scherzo a Noah, ci stai?” Le chiede.

“Solo ed esclusivamente in presenza di Sadie.”

“Ok, ci può essere utile.” Dopo un secondo urlo arrivarono come le altre.

 

Digitò un altro numero, questa volta meno speranzoso.

“Che vuoi?” Chiese scontrosa.

“H-Heather vorresti aiuta... ha riattaccato, non è mai disposta ad aiutare nessuno.”

 

Bene ragazze, vi chiederete perché vi ho chiamate, dobbiamo fare uno scherzo a Noah, gli faremo credere che tutte voi avete perso la testa per lui.

“Perché vuoi fargli questo?” Chiese Courtney.

“E perché solo noi, potevi includere anche Sadie.”

“Sapete, è successo che...”

 

Inizia il flashback.

“Ma che dici?” Lo interrogò Noah sorpreso.

“È vero, tu hai il potenziale per avere successo con le donne ma non lo sfrutti.” Gli rispose.

“Dammene una prova, tu mi dirai che fare e se almeno una ragazza si infatuerà di me ti crederò.”

“Intelligente, così vinceresti in ogni caso, ci sto, dimmi chi ti piace.”

“Un po’ tutte le ragazze magre.”

“Bene, la sfida comincia ora.”

 

“... E quindi ho cominciato a cercarvi, tra i miei contatti eravate le uniche disponibili,  Gwen non avrebbe mai accettato, Izzy era così pazza che non mi ha permesso di chiederglielo e Bridgette era occupata a limonare.”

“Forza, dicci il tuo piano.”

“Sciocca, non hai visto che abita al quarto piano?” Affermò Lindsay.

“Il piano consiste in questo, lui verrà a conoscenza per caso dei vostri sentimenti in modi differenti, poi comincerete a perseguitarlo e a stargli addosso, io mi assicurerò che vada tutto bene guidandolo con i miei consigli, alla fine scomparirete come se niente fosse ed io avrò vinto la scommessa.”

 

Il giorno dopo misero in atto l’idea.

“Con un po’ di attenzione si possono fare grandi scoperte camminando per la città, guarda ci sono Katie e Sadie” Affermò camminando con l’amico.

“Che dovrei scoprire da quelle due oche?” Commentò Noah.

“Mai sottovalutare le pettegole, sono a conoscenza di segreti che noi poveri mortali non riusciamo ad immaginare.”

“Oh Sadie, non credi che Noah sia davvero carino?” Trillò assicurandosi che i due sentissero.

“Se lo dici tu.” Affermò l’altra in risposta.

“Allora che mi dici?” Chiese allora.

“Non vale, hanno fatto tutto da sole.”

“Come ti pare, guarda la.” Lindsay stava abbracciando una sua foto.

“Nolan, non è certo uno scherzo quando dico che sei molto meglio di Tyson.”

“Probabilmente si riferisce ad un certo Nolan e non a me, e poi ha parlato di uno scherzo.”

“Sai che fa sempre confusione con i nomi.” Intanto pensava quanto fosse stupida, per poco non si faceva scoprire.

Lo sguardo attento di Noah andò su un particolare, lui non disse niente ma ciò non sfuggì all’altro.

“Ma Guarda, N x C, Noah x Courtney.” Le iniziali erano scritte su di un tronco.

“Ma che dici, può essere chiunque.”

“Allora perché Court si aggirava furtiva da queste parti?”

“Ok, mi arrendo, che devo fare?”

“Sii te stesso, se a loro piaci si faranno avanti.”

 

Così Noah segue il consiglio dell’amico e in breve tempo...

“Chi sa che voleva dire, non mi hanno cercato per niente.” Pensò mentre sfogliava un romanzo giallo.

“Ciao Nolan! Ti piacciono i gialli? Anche a me, anche se non sono gialli, sono gialli i limoni, le banane, i miei capelli e...!” Lindsay sbucò dal nulla spaventando Noah e cominciando a blaterare.

“E tu da dove salti fuori, aspetta non dirmelo, è una tortura sentirti parlare.”

Poco dopo dalla finestra entrarono Katie e Sadie (anche se la seconda rimase incastrata).

“Sai, poco fa si parlava di come sei carino e quindi abbiamo pensato di dirtelo.”

“Una persona e mezza si è intrufolata in casa mia, questo è un reato.” Rispose adirato, intanto si sentirono provenire dei rumori dal camino.

“A questo punto non mi sorprenderei di vedere babbo natale ad agosto.” Purtroppo si trattava di Courtney.”

“Buon Natale, io sono il tuo regalo.”

La cosa andò avanti per giorni fino a quando...

“Basta! Lasciatemi in pace! Trent, hai vinto la scommessa!” A quel punto comparve il ragazzo in questione.

“Bene ragazze potete andare.” Disse Trent.

“Ci vediamo poi per il compenso in denaro.” Ricordò Courtney.

“Ma di che sta parlando.”

“Ehm potrei averle corrotte per convincerle a farti questo scherzo.”

Quel che successe dopo è da censurare.

 

 

 

N x L/C/K

 

 

 

 

 

 

 

 

Note dell’autore.

Buonsalve cari amici lettori, oggi mi occupo di coppie inventate, in particolare quelle che trattano il nostro caro Noah, perché proprio lui? Perché non ha mai avuto relazioni con nessuna e poi ce n’erano quattro.
Si, lo ammetto, questo capitolo non tratta propriamente una coppia ma ho finito di vedere Death note, quindi o scrivevo un capitolo comico o facevo morire qualche personaggio, e gli Owzzy non erano disponibili quindi mi sono inventato questo, perdonatemi, dal prossimo capitolo torno a fare sul serio.
Il protagonista alla fine era Trent, l’alternativa era Justin ma ho preferito in questo modo.
Allora, un vero dongiovanni il nostro Noah, Stella, ci pensi tu a farglielo leggere.
Adesso mi va di fare uno spoiler, il prossimo capitolo sarà Coderra, per motivi particolari che vi saranno chiari a tempo debito.
Ci tengo infine a scusarmi se trascuro le coppie che mi chiedete ma quando cerco l’ispirazione  non mi viene, invece quando non ci penso mi saltano in mente le idee per altre coppie.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cody, vuoi giocare con me? ***


Cody, vuoi giocare con me?

 

 

Quell’anno avrebbe frequentato la prima elementare, come tutti i bambini aveva timore, gli avevano detto tante belle cose sulla scuola, ma anche tante brutte.

Un tipo timido come lui aveva fatto fatica a stringere amicizie alla scuola materna, chi sa se avrebbe trovato delle brave persone.

Questi i pensieri di Cody, un bambino di sei anni con capelli castani ed occhi verde acqua, più basso della media, con poco più di un metro di altezza, si stava avviando verso la scuola per il suo primo giorno.

“Mamma, Papa, secondo voi le maestre saranno brave?”

Chiese ai suoi genitori.

“Certo Cody, ti tratteranno bene.”

Risposero loro.

“E ci saranno bambini amichevoli?”

“Alcuni si, alcuni no, è una sorpresa.”

“Bene, mi piacciono le sorprese.”

Ma lo aspettava una sorpresa molto particolare.

Ogni giorno, uscito dal grande edificio, prima di incontrare i genitori c’era una bambina di statura media dai lunghi capelli viola, era strana, la gente non ha i capelli viola, è questo che gli avevano insegnato, restava sempre ultima, forse i suoi genitori erano sempre in ritardo.

“Cody, ti va di giocare con me?”

Gli chiedeva sempre appoggiata al muro del cortile della scuola tutta sola, perché solo a lui, e perché mai in classe

Quella bambina coi capelli viola lo rendeva inquieto.
“Cody, ti va di giocare con me?”

Sempre quella frase, ormai l’aveva nel cervello, fu così che un giorno non poté che cedere al suo richiamo, simile ad una sirena ed accontentarla.

“Ok, dai giochiamo, dimmi come ti chiami.”

Chiese il castano.

“Sono Sierra e tu mi piaci, sei simpatico.”

Potrebbe sembrare un allegro quadretto ma così non era, lei gli stette attaccata tutto il giorno, non gli lasciava spazio, era possessiva, quasi una maniaca, finì che dovette scacciarla.

“Vattene, non ti voglio attaccata a me, lasciami in pace!”

Queste parole avevano ferito moltissimo la bambina, Nonostante questo continuò sempre a fargli la stessa domanda.

La cosa continuò per tutto l’anno erano gli ultimi mesi di scuola ed ormai Cody aveva assimilato quella routine come parte della sua vita, naturalmente quando per la prima volta non si verificò si stranì.

Quel giorno di fine aprile sierra stava piangendo, decise così di andarle a parlare.

“Sierra, che ti succede?”

Le chiese.

“Dei bambini cattivi mi hanno presa in giro, hanno detto che non piaccio a nessuno e che sono strana ed è vero.”

Gli rispose ancora in lacrime.

“Non è vero che non piaci a nessuno, e non sei affatto strana.”

Cercò allora di consolarla, anche se all’inizio anche lui ne aveva pensato male adesso era di tutt’altra idea.

“Non piaccio ai miei compagni, non piaccio alle mie maestre, non piaccio ai miei genitori ma la cosa peggiore e che non piaccio a te.”

In quel momento Cody si sentì incredibilmente dispiaciuto, forse non avrebbe dovuto respingerla quella volta, il suo comportamento derivava dal bisogno di avere degli amici e di essere considerata, in fondo era solo una ragazzina.

Allora la strinse in un abbraccio solidale ed amichevole, quel giorno Sierra aveva trovato un vero amico.

 

C x S

 

 

 

 

 

 

 

 

Note autore.
Oggi vi porto una Babyfic, ora vorrei un accertamento, questo capitolo è considerato AU?
Bene, facciamola finita con i misteri, vi chiederete che vuol dire quella frase in grassetto, per prima cosa ecco la mia musa ispiratrice e la sua storia www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2198530
Liberty_Fede, l’autrice che ha scritto questa storia in cui raccoglie delle frasi sulla coderra, mi ha dato il consenso per prenderne una ed usarla per il mio capitolo, Fede, se stai leggendo lasciami una recensione per dirmi se ho saputo usare la materia prima che mi hai dato.
Ho scritto il capitolo tutto d’un fiato e l’ ho finito in una mezzora, quindi ho deciso di pubblicarlo per ferragosto, mi scuso se è venuto corto(poco più di 500 parole) ma comunque secondo me merita.
E voi altri, fatemi sapere che ne pensate di questo capitolo, saluti da U.S.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Al fuoco. ***


Al fuoco.

 

Si trovava dentro quel robot, noia, tristezza e soprattutto paura, paura di non tornare mai quello di una volta, Alejandro Burromuerto, il latin lover, non poteva finire così.

Le bruciature si stavano rimarginando lentamente, i capelli bruciati ricrescevano, ma il dolore rimaneva.

Ricordava le parole di Chris prima di rinchiuderlo la dentro.

 

“Buone notizie, c’è un modo per salvarlo.”

Comunicò un ricercatore a Chris.

“Mi dica cosa possiamo fare per questo pover uomo?”

Da quando il presentatore è così compassionevole?

“Le scottature sono davvero profonde, di certo cadere in un vulcano non è un esperienza piacevole, insomma noi abbiamo sviluppato un prototipo di robot umanoide che ha bisogno di un componente umano, se usassimo lui il meccanismo riuscirebbe a tenerlo in vita.”

Illustrò lo scienziato.

“Dobbiamo tenerlo in vita, quel ragazzo mi fa fare soldi a palate, se morisse la popolarità delo show sarebbe irrimediabilmente compromessa.”

Ecco spiegato il motivo di tanta pena.

“Certo, ci sarà bisogno di un compenso in denaro.”

“Pazienza, concorrente più concorrente meno.”

“Suvvia, non sia così cinico, dimezzerò il prezzo.”

“Ad una condizione gli daremo il nome del programma, robot a tutto reality, suona bene.”

 

Ancora provava ribrezzo per l’avidità di Chris, un altra persona ancora gli suscitava rabbia.

Heather, quella strega, aveva ingannato un ingannatore, per la prima volta i sentimenti erano veri ma la fregatura stava dall’altro lato.

Era così cinica, così cattiva, calcolatrice, furba, determinata e bella, incredibilmente bella.

Avrebbe voluto gettarla nel vulcano e ripagarla della stessa medicina non appena sarebbe stato libero e sicuramente lo avrebbe fatto se un sentimento nuovo non si fosse messo di mezzo, era l’ammirazione, la stima che aveva di lei, neanche suo fratello José le avrebbe tenuto testa.

Erano questi i pensieri con cui si dilettava, si fa per dire, per tutto il tempo in cui se ne stava rinchiuso.

 

Ma intanto anche Heather rifletteva, non era un assassina, se fosse morto non avrebbe sopportato il peso sulla coscienza, soprattutto con lui.

In condizioni normali non si sarebbe tormentata tanto per un tipo come Alejandro, lui non se lo ricordava, una volta l’aveva salvata da un incendio, diversi anni prima e da allora non era cambiato di una virgola.

Quando prima di All Stars Alejandro uscì dal robot, la prima cosa che fece fu andare a dire quattro paroline  alla sua quasi assassina.

“Chi diamine è a quest’ora del mattino.”

Affermò Heather sentendo suonare il campanello di prima mattina e si spaventò vedendo chi fosse.

Fece appena in tempo a mormorare un “Burromuerto.” Prima di Chiudere prontamente la porta in faccia all’ospite che fece però in tempo ad entrare.

Il suo sguardo non lasciava intendere nulla di buono, la bloccò al muro prima di parlarle.

“Dovresti vedere la tua faccia, non ti ho mai vista terrorizzata.”

“Che vai farneticando Al, non ho paura di te.”

Il tono non era affatto convinto.

“Scommetto che non ti aspettavi che fossi ancora vivo, mi hai praticamente ucciso con le tue mani.”

“Io...”

“Taci, adesso potrei anche strozzarti ma non lo farò, voglio darti un altra possibilità.”

“Dimmi, hai mai aiutato una persona senza secondi fini?”

“Una volta, ma che t’ importa.”

“Sei anni fa, un incendio, una bambina dai corti capelli biondi.”

“E-e tu come fai a saperlo.”

Alejandro scosso dall’affermazione molla la presa permettendo a Heather di muoversi, intanto però suonò l’allarme antincendio.

“Che succede?!”

“Complimenti, per colpa tua ho lasciato il forno acceso.”

“La porta è bloccata, scappiamo dalla finestra.”

Mentre le fiamme consumano la casa i due escono dalla finestra, trovandosi al terzo piano scendono da un albero altissimo la vicino.

“Esattamente come quella volta.”

“Dimmi una volta per tutte perché sai queste cose.”

“Perché quella bambina ero io, sono cambiata molto, è normale che tu non mi abbia mai riconosciuta.”

“Non ci credo, non puoi essere tu, in questo caso saresti...”

“Sarei, cosa?”

“L’unica di cui mi sia veramente innamorato.”

“La stessa cosa per me.”

Allora si scambiarono un lungo bacio, basta con gli intenti omicidi, il passato non contava più, c’erano solo loro due.

 

 

A x H

 

 

 

 

 

 

 

Note autore.
Ci rivediamo, questa volta vi porto l’Alheather su richiesta di Vivina.
Si, lo so che Al esce dal robot durante e non prima di All Stars ma serviva ai fini della storia, non potevo ambientarla durante il reality (o meglio potevo ma sarebbe stato difficile).
Notizia shock, Heather aveva i capelli biondi. 0__________0
Non penso che dovrei alzare il rating a giallo per questo capitolo, poi io sono sempre esagerato.
Questo capitolo richiama molto la one shot su Ezekiel (se io me ne accorgo solo ora devo essere davvero un ritardato mentale).
Vi chiederete il perché di tutto questo fuoco, ho letto recentemente una fic (anche abbastanza vecchia, il capitolo finale risale a maggio 2013) su questa coppia praticamente incentrata sugli incendi e da li ho preso spunto (in pratica sono un plagiatore ambulante).

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La forza della natura. ***


La forza della natura.

 

Era una fredda notte d’inverno, Dawn correva verso quella radura, in mezzo al bosco.

Lo faceva tutte le notti e neanche lei ne conosceva il motivo, sapeva solo che dopo quel sogno le veniva una voglia irrefrenabile di raggiungere quel luogo, anche con quel gelo pungente, col rischio di prendersi un malanno, aveva preso un cappotto ed era uscita.

Lo sognava tutte le notti, si trovava i un giardino di rose, un angolo di paradiso di una bellezza superiore, di fianco a lei c’era una figura indistinta che però non le suscitava né timore né curiosità, anzi, pareva che la conoscesse da una vita.

Sperava che un posto così potesse esistere davvero ma era soltanto un sogno, allora perché andava nella radura? Quel luogo non aveva nulla di speciale, niente a che vedere col giardino dei suoi sogni, soltanto una grande roccia con un simbolo.

Era una forma ottagonale con quattro rose ai quattro punti cardinali ed al centro due sfere, quel disegno le ricordava un ciondolo che si portava appresso da sempre, tranne per un particolare, le rose  erano due rosse, quelle in basso ed a sinistra e l’ottagono era a metà, infine c’era un'unica sfera blu, in pratica era tagliato a metà.

Questo fatto la incuriosiva, forse qualcuno aveva gli stessi poteri e l’altra parte del ciondolo, mentre si trastullava nei pensieri trovò il tempo di fare mente locale, quando aveva cominciato a fare quello strano sogno? La risposta non tardò ad arrivare, in a tutto reality la vendetta dell’isola.

Ma ciò non aveva senso, le cose non avevano nulla in comune, nessuno dei concorrenti aveva dei poteri particolari.

 

 

Scott ansimava, aveva giurato di non dirlo a nessuno, non lo avrebbero accettato, nessuno lo avrebbe fatto, la verità è che lui vedeva le auree, esattamente come Dawn, ma nel suo caso era diverso, non era un hippie naturalista ma una iena spietata.

Aveva raccontato questa storia a Duncan, il suo migliore amico che quel giorno era nella radura per caso, a quel punto sapeva che nessuna scusa avrebbe retto, doveva dirgli la verità, un sogno lo invogliava ogni notte a venirci, il punk continuava a fare domande e un riferimento alle auree gli era scappato.

Da tempo cercava di abbattere quella parete con un simbolo misterioso e da li a poco ce l’avrebbe fatta se quel giorno una frana non avesse chiuso definitivamente l’accesso.

Anche il ragazzo era stato colpito da una roccia svenendo e quando riprese conoscenza aveva ancora una volta fatto quel sogno che si portava dietro dal reality.

Questa volta invece stava andando in un altro posto, dopo aver intimato a Duncan di non seguirlo raggiunse l’altra radura, la stessa in cui si trovava Dawn.

“Scott! Che ci fai qua!”

Esclamò la ragazza vedendolo, quando si avvicinava avvertiva qualcosa di strano, ne era attratta, ma perché mai.

“Io, io sentivo il bisogno di venire qua.”

Poteva mentirle ma non se lo sentiva, era la cosa sbagliata.

“Pure io, tutte le notti sogno di trovarmi in una specie i serra incantata e poi vengo qua.”

Anche lei sentiva di potersi fidare.

“Io prima venivo in un altra radura e... c’era quella.”

Disse indicando la roccia col simbolo.

“Sei sorpresa, la tua aura parla forte e chiaro.”

“Anche tu hai i poteri, quindi, dovresti avere l’altra parte del ciondolo.”

“Si, ho un ciondolo, ma che c’entra?”

“Dammelo.”

Il ragazzo consegna il gioiello, è esattamente speculare a quello di lei, con i colori invertiti in modo da avere le rose blu e la sfera rossa.

“Come pensavo, si incastrano perfettamente.”

A questo punto inseriscono il ciondolo completo nella nicchia sulla parete rocciosa la quale si sposta  svelando l’entrata del giardino di rose.

Vi sono rose di tutti i colori, sfumature e assortimenti, in quel posto la natura la fa da padrone, finalmente comprendevano chi era l’altra figura del sogno.

Si sentì una voce.

“Finalmente ce l’avete fatta, è madre natura che vi parla, due cuori puri dotati di un grande potere hanno sbloccato l’accesso alla mia casa.”

“Grazie madre, grazie di tutto.”

Dawn si inginocchia subito seguita da Scott.

“Da soli siete forti, ma insieme siete imbattibili, ora datevi la mano.”

I due obbediscono, un vortice di petali colorati gli si materializza intorno, sentono la forza della natura che entra in loro.

“Dopo anni e anni qualcuno ha risolto l’enigma, adesso possedete un potere superiore, se collaborerete potrete mettere fine al male nel mondo.”

Due semplici ragazzi con destini incrociati, sono in grado di creare un posto migliore, presto i soprusi contro la natura finiranno e sarà merito loro.

 

S x D

 

 

 

 

 

 

 

 

Note autore.
 
Molto molto bene, salve a tutti, oggi vi porto una Dott su richiesta di Angelo, ho “meditato” a lungo e alla fine il mio cervello evidentemente danneggiato ha sfornato questa cosa.
Devo dire che sono parecchio elettrizzato la scena di madre natura me la immagino un qualcosa di spettacolare e divinino, la rosa è per me il simbolo della Dott non so perché ma è così quindi ho ambientato il miracolo in un giardino di rose.
Inoltre da oggi scrivo in Andalus e non più in Book Antiqua, magari la differenza non si vede molto ma c’è.
Allora, che ne pensate di Scott e Dawn che costruiscono insieme un mondo migliore? Fatemelo sapere con una bella recensione, se non l’avete ancora fatto mettete la storia nelle preferite e noi ci rivediamo ad un prossimo capitolo bella ragazzi (questo saluto finale mi è uscito alla Favij, chi lo conosce sa di cosa parlo).

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Battaglia epica. ***


Avviso per tutti i lettori, in questo capitolo regna il nosense più assoluto.

 

 



Battaglia epica.

 

Lei entrò maneggiando l’arnese per dare al suo ormai ex ragazzo la buona notizia.

“Owen, ci siamo fidanzati!”

Il biondo era basito, chi avrebbe mai detto che la sua amata Izzy si sarebbe messa con lui.

“Sai, non condivido il fatto che tu stia con lui.”

“Hai sentito mister splat? Lui non vuole che stiamo insieme.”

“Non gli devi parlare è solo un martello, è strano innamorarsi di un oggetto, torte escluse.”

“Allora perché non combattete?”

“Certo.”

Il martello comincia a muoversi di vita propria, sopra ad entrambi i contendenti spunta una barra della salute come nei videogame.

“Martellata micidiale!!!”

Il martello comincia ad urlare e tira una martellata in faccia ad Owen mentre Izzy saltella dagli spalti misteriosamente materializzatosi nel salotto.

“Ah si, è il momento del contrattacco! Super rimbalzo!!!”

Il ragazzo rimbalza in cielo (il tetto è scomparso) e cade in testa al suo nemico, in questo modo gli abbassa i punti della vita.

“Terrore dei chiodi.”

Viti affilate compaiono e mister splat comincia a lanciargliele.

“Sono alle strette, devo ricaricarmi, carica vorace!!!”

Svuota il frigo e si ricarica mangiando.

“E adesso il colpo finale, panciata atomica!!!”

Il colpo scaraventa via il martello e decreta il vincitore.

“Si, ho vinto io.”

Izzy però gli tira un calcio sui kiwi, poi Cody compare sulla porta, prende la ragazza e volano via lasciandosi dietro un arcobaleno con la musica di Nyan cat di sottofondo.

Owen si sveglia, è notte fonda.

“Wow, che sogno strano, ma stanno bussando alla porta.”

Va ad aprire.

“Ciao, ho un nuovo fidanzato...”

 

 

O x I

 

 

 

 

 

 

Note autore.

Nya nya nya nya nya nya nya nya nya nya nya nya, cosa? Ah, giusto, salve a tutti cari amici lettori, oggi vi porto un easter egg, prendetelo più come uno scherzo che come un capitolo, un pesce d’aprile (anche se siamo a Settembre).
Non ci crederete ma mi sono visto il video completo di Nyan cat, quello di dieci ore (in realtà sono crollato a tre ore ma è sempre un pomeriggio buttato) e adesso il mio universo è pieno di gatti che volano scoreggiando arcobaleni.
Per gli Owzzy avevo da sempre in mente un nosense e aspettavo un momento in cui mi sarei sentito così folle da scrivere una cosa del genere, quindi non odiatemi se ho fatto un crimine contro qualunque tipo di logica e me ne sono uscito con un capitolo che supera appena le cento parole necessarie per essere considerata flashfic (non credo di aver mai scritto una drabble, dovrei provarci).
Mi raccomando, voi continuate a farmi richieste perché ora come ora non so che pesci pigliare e se ho già parte della materia prima è più facile.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** E' tutto vero. ***


È tutto vero.

 

Quel giorno sarebbe stato il compleanno del ragazzo che le piaceva, di certo non era una persona comune, anzi, era parecchio eccentrico ma era questo che le piaceva di lui.

Il fatto è che era testardo all’inverosimile, insomma, credere di essere un mago è da manicomio, non c’è da sorprendersi se veniva continuamente preso in giro.

Ma non le importava, gli avrebbe fatto il regalo migliore che potesse avere parola di Sugar e sapeva esattamente in cosa poteva consistere.

Intanto Il ragazzo dalla lunga tunica verde passeggiava in un vicolo, facendo i suoi soliti “esercizi magici” poveretto, erano almeno cinque anni che continuava a provare tutti i giorni, anche quello in cui compiva gli anni, tanto non aveva amici con cui festeggiarlo e neanche i suoi familiari ritenevano che non ne valesse la pena per uno strano come lui.

 

“Tu sasso, comincia a levitare.”

Naturalmente non succede nulla.

“Stupido ciottolo”

Inciampa nel tentativo di dargli un calcio e si procura un bernoccolo.

“Anche questo anno a nessuno importa niente, devo liberarmi di questa fissa, ho deciso che farò solo un altro tentativo, adesso, albero fai crollare al suolo qualcuno dei tuoi rami.”

Per fortuna Sugar era appostata in cima allo stesso albero e senza farsi vedere si sedette sopra alcuni rami (anche molto robusti) che cedettero.

“È stata la caduta, il bernoccolo ha attivato l’area del cervello adibita alla magia, adesso nessuno mi prenderà mai in giro.”

Leonard continuò a fare le sue “magie” per tutto il giorno, purtroppo la bionda non ce la faceva più ad assecondarlo.

“Adesso ho il potere, sono più forte di un dio, adesso voglio che le montagne si mettano a volare.”

“Questo no, mi spieghi come devo fare a sollevare le montagne?”

Lei interviene scioccamente.

“Di che parli?”

“Niente”

“Eri tu a far sembrare tutto vero?”

“No... Si ma l’ho fatto solo per te.”

“Grazie, è il miglior regalo di compleanno che abbia mai ricevuto.”

E vissero tutti felici e contenti.

 

L x S

 

 

 

 

 

 

Angolo del spiaciuto.
*viene illuminato dai riflettori* Mi avete trovato, cercavo di svignarmela dopo aver rovinato la mia reputazione.
Salve a tutti cari amici lettori, parto subito col dire che mi scuso con chi mi ha fatto delle richieste ma non so mai come comportarmi con le coppie inventate     avevo pensato a una sorta di universo parallelo ma dopo il capitolo precedente devo calmarmi, allora ho tirato fuori questa vecchia idea che scarto fin dall’inizio.
Mi devo scusare anche per la lunga assenza ma nel mentre vi ho intrattenuti con la nuova long.
Venendo al capitolo SCUSATESCUSATESCUSATESCUSATE MI DISPIACE PER QUESTO OBROBRIO.
Questo non è come gli altri, come quello su Noah o su Owen (che hanno avuto parecchio successo) ma questo fa veramente schifo, per tutto il tempo non ho pensato ad altro che finire il prima possibile e mi scuso ancora.
Spero possiate perdonarmi per tutti i motivi sopracitati e voltare pagina ^__^
Anche oggi ci salutiamo e forse col vostro aiuto e incitamento la prossima volta non avrò problemi d’ispirazione, tanti saluti da U.S.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La fine. ***


Salve gente, questo non è un capitolo della mia storia, ma un annuncio, dichiaro la raccolta terminata per mancanza di idee, tempo, volontà e tutto il resto.

Ma non succederà di nuovo, me ne sono già andato da un fandom e non voglio abbandonare pure voi.

Eppure comincio a presentare i sintomi, la qualità delle mie storie ha un decadimento, ricevo sempre meno recensioni e quelle che ho non sono come in passato.

Ma voi potete aiutarmi a risollevarmi, lo ripeto, non ho intenzione di andarmene a per nessun motivo.

Bene, adesso è tempo di fare i ringraziamenti per questa storia.

Ringrazio i miei recensori:

Noni stylison;

Moody girl;

Alter gioia;

Vivina;

Beautiful stars;

Farkas;

Princess4444.

 

Un ringraziamento speciale va a voi tre:

Malisthebest;

Angelo nero;

Stella 2000.

 

Poi ringrazio

Moody girl;

Stella 2000.

Per aver inserito la storia nelle seguite.

 

Gothic ombra

Alter gioia;

Angelo nero;

Moody girl.

Per averla messa nelle preferite.

 

Ho finito i ringraziamenti, tutti voi mi avete aiutato a non cadere in quella che io chiamo sindrome del fandom e so che continuerete a farlo, è già successo una volta ma ora non sono solo.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2731517