Rapporti di coppia di Utentesolitario (/viewuser.php?uid=663053)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capodanno magico. ***
Capitolo 2: *** Ti odio! ***
Capitolo 3: *** Insieme in ogni caso ***
Capitolo 4: *** Tutto uno scherzo. ***
Capitolo 5: *** Cody, vuoi giocare con me? ***
Capitolo 6: *** Al fuoco. ***
Capitolo 7: *** La forza della natura. ***
Capitolo 8: *** Battaglia epica. ***
Capitolo 9: *** E' tutto vero. ***
Capitolo 10: *** La fine. ***
Capitolo 1 *** Capodanno magico. ***
M
x Z
Capodanno
magico
E'
capodanno, in tutti i paesi del mondo si festeggia in quella notte
magica.
I due si
erano recati in uno dei tanti parchi e fiere della città per
passare quella serata insieme.
"Mike,
guarda quante giostre, è stupendo!" Urlò la
ragazza piena di entusiasmo.
"Si,
all'inizio ero scettico ma questo è un ottimo modo
di passare il capodanno." Rispose lui mentre sgranocchiava qualche
leccornia da bancarella.
"Ricorda,
hai promesso che avresti tenuto a bada le altre personalità
almeno per questa sera." Intimò poi lei al suo ragazzo.
"Non
preoccuparti, gli ho fatto prendere una boccata d'aria prima di uscire."
La serata
scorreva nel divertimento, Zoey era entusiasta, talmente tanto che volle
provare tutte le attrazioni, dagli autoscontri, alle montagne russe,
alla casa del terrore (dove stette tutto il tempo attaccata a Mike.
Lui era un
po' meno felice per via del fatto che dovette pagare tutti i biglietti
ma si stava divertendo.
"Oh, Mike
vieni, c'è lo zucchero filato!" Attirò la sua
attenzione sulla bancarella dove lo vendevano.
"Lo sai
Zoey, ti stai comportando come una bambina." Rispose lui dopo una
risatina scherzosa.
"E'
capodanno voglio lasciarmi andare."
"Suppongo
che tu abbia ragione, due per favore." Disse voltandosi verso il
negoziante e sospirò vedendo altri tre dollari
abbandonare il suo portafogli.
"E' una
vera delizia, ci vorrebbe un posto speciale per mangiarlo."
Affermò Zoey Riferendosi allo zucchero che aveva ancora in
mano.
"Che ne
dici della ruota panoramica?" Suggerì allora il ragazzo.
"Si, non
ci sono mai salita, mi hanno detto che si può vedere a
chilometri di distanza."
"Davvero
non sei mai salità? Rimediamo"
Poco dopo
erano sull'attrazione.
"Siamo
altissimi, menomale che non ho paura dell'altezza." Non sembrava
affatto tranquilla.
Appena
furono ad altezza massima Zoey si fece scappare un grido di terrore
aggrappandosi al fidanzato.
"Stai
tranquilla ti proteggo io."
Intanto
sotto comincia il coto alla rovescia per la mezzanotte.
Trenta
secondi alla mezzanotte.
"Cosa?
è già così tardi?"
"Da quassu
i fuochi d'artificio saranno molto più belli"
Ancora
quindici secondi
"Zoey
sappi che ti amo."
Dieci
"Anche io,
infinitamente."
Cinque,
quattro, tre, due, uno...
A quel
punto si baciarono, un bacio appassionato, l'ultimo dell'anno, quel
secondo che ogni anno sembra interminabile per loro lo era ancora di
più, le loro labbra erano dolcissime per via dello zucchero
filato.
ZERO!
Felice anno nuovo!!!
"Buon anno
nuovo Mike."
"Ti amo e
ti amerò per tutto l'anno a venire."
Note
dell'autore
Ecco
che ho cominciato la nuova fanfiction, è una raccolta di
coppie, ho voluto cominciare da una delle poche (se non la sola) che
non ha avuto particolari complicazioni nel rapporto.
L'idea
per Il capitolo (e per la storia in generale) mi è venuta
qualche giorno fa quando mi trovavo con la famiglia ad un evento come
questo (la festa del paese) ho scelto la coppia che ritenevo
più adatta e ho ambientato tutto a capodanno.
La
pubblicazione è arrivata in ritardo perchè dovevo
chiedere il consenso ad un autore con una storia simile per no
incappare nel plagio, ora che ho via libera alternerò questa
con Liberi di parlare 2.
Anche
voi potete suggerirmi le coppie che preferite, altrienti
farò di testa mia.
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Capitolo 2 *** Ti odio! ***
Ti odio!
“No!
Aspetta!” Le urla di
lui risuonavano in quella buia notte.
Notte nella quale
il suo
mondo era crollato come un castello di carte e tutto per colpa di cosa?
Tradimento,
pensava che
fare il doppiogioco lo avrebbe reso un duro, avrebbe fatto come nei
film
d’avventura che seguiva, ma la realtà e diversa,
non si sistema tutto, il bene
non vince sempre, ma in fondo neanche sapeva più se lui
fosse dalla parte del
bene.
“Courtney,
lasciami la
possibilità di spiegare.” Ma la ragazza si stava
allontanando sulla moto,
ritornava a casa, la loro convivenza era finita.
Intanto il
ragazzo,
correva e correva, non era mai stato un bravo corridore ma adesso aveva
una
motivazione in più, nonostante questo non la raggiunse e
rimase a camminare per
la città a notte fonda, era completamente al buio e non
riusciva ad orientarsi
per tornare a casa e come se non bastasse si stava mettendo a piovere.
La mattina dopo,
alle
prime luci dell’alba si svegliò bagnato su una
panchina e nelle lacrime, aveva
ancora un posto dove abitare ma non sarebbe stato così per
molto, sopravviveva
solo grazie al lavoro della sua ex fidanzata.
Si stava dirigendo
verso
casa, erano circa le cinque del mattino, in strada non c’era
nessuno, almeno
nessuno lo poteva vedere in quello stato, faceva un freddo cane
poiché era
pieno inverno, camminando si trovò davanti al luogo dove
sicuramente si trovava
Courtney, la casa dei suoi.
“Entro o
non entro? Se
entro mi ammazza ma altrimenti non ci chiariremo mai.” Erano
questi i suoi
pensieri poco prima di suonare il citofono.
Courtney
apparteneva ad
una famiglia ricca, ciò era dimostrato dalla lussuosissima
villa in cui
stavano.
“Chi
sei?” Rispose la
madre della ragazza, una signora di
“Un
amico di Courtney, beh
in realtà stavamo insieme fino a ieri, anche se ora non
siamo proprio amici,
insomma ha capito.”
“Chi
c’è al citofono,
cara?” È il padre a domandare, descrizione.
“Quel
ragazzo... come si
chiama Courtney?”
“Non
merita di essere nominato, non azzardarti
a farlo entrare.” Risponde lei con tono crudele e arrabbiato.
“È
un po’ rozzo ma
secondo me merita un altra possibilità.” La madre
apre il cancello facendo
passare il ragazzo.
Dopo aver percorso
il
lungo giardino arriva ad una piccola scalinata che porta all’
abitazione,
trattiene il fiato, non sa cosa potrà succedere.
Courtney gli si
avventò
addosso subito fermata dai suoi genitori.
“Court,
ti prego
ascoltami.”
“Ascoltare
cosa! Che mi
hai tradita con quella!? Ti odio Scott!”
“Ti
posso spiegare.”
“Io
pensavo che fossi
diverso, che non mi avresti tradita come ha fatto Duncan ma ero solo un
illusa.”
Aveva placato la sua furia ed era scoppiata a piangere.
“Te lo
giuro, non c’è
niente tra me e Dawn.”
“Come
posso crederti.” È evidente
che la ragazza è sconvolta, lui odiava questa situazione,
era così bella e non
era giusto che stesse così male.
A quel punto lei
corse
via uscendo dalla porta ancora aperta.
“Presto,
ragazzo,
rincorrila non ne abbiamo le forze.” Dissero i genitori
vedendo la figlia
fuggire.
Così
corse e corse come
la notte prima, con uno scatto disperato riuscì a
raggiungerla ma si pietrificò
a vedere quello che succedeva.
Con la vista
annebbiata
dalle lacrime lei
si stava gettando in
strada, entro pochi secondi sarebbe stata investita da una macchina di
passaggio.
“No!
Courtney!” Le sue
parole poco prima di gettarsi per salvarla.
Sono entrambi
salvi,
Scott è riuscito a spingerla via, ora si trovano uno sopra
l’altra, con il
respiro affannato e stanchi per le emozioni appena provate.
“S-Scott
tu mi hai
salvata.”
“Come
avrei potuto non
farlo, io ti amo e non avrei sopportato di perderti, anche se non
vorrai più
vedermi mi basta che tu sia viva... Argh.”
“Che ti
succede!?” Adesso
non era più furiosa ma spaventata.
“La mia
gamba.” L’arto era
stato colpito dall’auto e si era fratturato.
“È
rotta, devo chiamare
un ambulanza!”
Scott venne
ricoverato
all’ospedale, la gamba guarirà con del gesso e
qualche mese di riposo, Courtney
si reca immediatamente a fargli visita.
“Ciao,
come va.” Chiede
la ragazza appena arrivata
“Come
dovrebbe andare?
Una gamba rotta... e una ragazza persa, che ci fai qua pensavo che mi
odiassi.”
“Scusa,
non dovevo
comportarmi così, sei stato molto coraggioso, come nei film
d’azione, ed è per
questo che voglio tornare con te.”
Non poteva
crederci, per
una volta le cose andavano esattamente come uno le sogna.
“Tutto
è bene quel che
finisce bene.”
Mai parole
furono più
vere.
S x C
Note
dell’autore
Allora, che mi
dite del capitolo e soprattutto quanti di voi hanno
pensato che il ragazzo fosse Duncan? Ho voluto tenervi sulle spine il
maggior tempo
possibile.
Questa volta mi
concentro su di un tema più triste, un tradimento, il
motivo per cui Ho usato Scott e non Duncan è che non avrei
voluto troppe
conseguenze sul rapporto di amicizia di Courtney e Gwen e poi non mi
è mai
piaciuta la Duncney.
Che dire, Scott non se
l’è passata affatto bene, fortuna che tutto si
è
sistemato, appuntamento al prossimo capitolo e recensite in tanti.
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Capitolo 3 *** Insieme in ogni caso ***
Insieme in ogni
caso.
“Ehi!,
Duncan! Allora mi
ascolti?!” Urlò nell’ orecchio del
ragazzo che sobbalzò sulla poltrona nella
quale era seduto.
“Dannazione,
Gwen! Che
vuoi!? mi hai fatto prendere un colpo!” Sbraitò
strappandosi gli auricolari
dalle orecchie.
“Ma non
dicevi che nulla
può spaventare un punk?”
“Spaventare
no, ma anche
i punk prendono degli infarti.” Questa frase
provocò una risatina nella
ragazza.
“Ascolti
i Green Day.”
Affermò a colpo sicuro, lei non si era mai interessata alla
musica Punk ma il
suo fidanzato ne parlava continuamente ed aveva avuto modo di sentire
qualche
canzone.
“Come
fai a saperlo?”
“Non
sarò esperta come te
ma è un vantaggio del fatto che mi tartassi
sempre.”
“È
la loro prima canzone,
1,000 Hours.”
“Invece
di fracassarti i
timpani con quell’MP3 fallo al concerto.” A quel
punto lui si alzò
immediatamente in piedi.
“Il
concerto! Come ho
fatto a dimenticarlo?”
Quel giorno si
sarebbe
svolto un concerto dei Green Day, è ironico che
Gwen se ne ricordasse a differenza del ragazzo.
Così si
recarono sul
luogo dove a Duncan venne una strana idea.
“Ehi,
perché non ci
intrufoliamo?”
“Come?
Sei matto? Non puoi entrare senza
pagare il biglietto, è pericoloso.” Rispose la
ragazza stranita da quella
proposta.
“Mi
sembra di sentir
parlare Courtney.”
“Sto
parlando sul serio,
ti caccerai nei guai di nuovo.”
Intanto lui si
stava già
avviando furtivamente, non poté che seguirlo ignara che
qualcuno li spiava.
Gwen prese posto,
Duncan
sarebbe arrivato a momenti, stava prendendo da bere, o almeno
è quello che
pensava.
“Cosa ha
intenzione di
fare, non si passa, non ora che il concerto sta per cominciare, se
possiede l’apposito
pass...” Furono le parole della guardia prima che Duncan le
scivolasse alle
spalle puntando contro la sua schiena una pistola.
O almeno
è quello che
sembrò alla guardi con la vista annebbiata dallo spavento,
era in realtà un
innocuo pezzo di legno con quella forma.
“Senti
amico, o tu mi fai
passare oppure ci rimetti la vita.”
“C-c-certamente
non c’è
bisogno di ricorrere a metodi così drastici.”
Non appena ebbe
accesso
al backstage si incontrò con una sua vecchia conoscenza.
“Allora
Harold, tutto a
posto?” Disse rivolgendosi al ragazzo impegnato al computer.
“Certo,
mi sono
infiltrato nel sistema, tra sessanta secondi spaccati
apparirà la scritta sullo
schermo, non per niente sono un Hacker professionista che...”
A quel punto il
punk lo zittì.
“Taci
nerd e sappi che se
non funziona ti pesterò tutti i giorni per i prossimi dieci
anni.” Lo minacciò
con un pugno a pochi centimetri dalla sua faccia.
Diede
un’occhiata all’orologio
ed uscì sul palco.
“Fermi
tutti, ho una cosa
importante da dire, sapete, ci ho pensato a lungo a come farlo ed ho
deciso che
è questo il modo migliore.” A quel punto alle sue
spalle apparve la scritta con
le parole che pronunciò subito dopo.
“Gwen,
mi vuoi sposare?”
Lei era rossa come un peperone, tutti i presenti compresa la band
apprezzarono
quel gesto ed aspettarono che la ragazza rispondesse.
“Io...”
Non poté
terminare la frase.
“Fermi
tutti, polizia,
una soffiata anonima ci ha avvertiti, Duncan, lei è in
arresto, sei mesi di
riformatorio per esserti intrufolato senza pagare, aver minacciato di
morte il
personale ed essere entrato nel computer per sabotare lo
spettacolo”
Allora una persona
emerse
dal buio con un grande cappotto marrone da detective e degli occhiali
da sole,
quando si tolse l’abito rivelò la sua
identità e Duncan fu il più sbalordito.
“C-Courtney,
che ci fai qua?”
Non si sarebbe mai aspettato l’improvvisa apparizione della
ragazza.
“Si,
sono io che ho
architettato il piano, sono venuta a sapere per caso di questo tuo
progetto
mentre ne parlavi con Harold, poi vi ho pedinati per essere sicura che
andasse
bene, infine ho chiamato la polizia, volevo vendicarmi di
voi.”
Mentre parlava
tentava di
assumere un tono misto tra il cattivo il cui piano va a buon fine e
l’investigatore
che spiega chi è il colpevole.
“Courtney,
ti ho sempre
detto che guardavi troppi gialli.”
La
rimproverò il ragazzo.
“Ma
perché non sabotare
semplicemente Duncan in modo da non fargli fare la proposta?”
Ribatté Gwen.
“Non mi
importa se vi
sposate, in fondo non sono più interessata a lui, anzi,
separarvi dopo la
proposta avrebbe fatto più male ad entrambi, adesso Duncan
verrà rinchiuso e
dovrà starti lontano, che vuoi fare, farti arrestare anche
tu?”
Vuoi farti
arrestare
anche tu? Queste parole risuonavano nella testa di Gwen, il suo ragazzo
era in
riformatorio, erano passati solo tre giorni ma sapeva che non poteva
stare
senza di lui, non ora che le aveva fatto quella domanda a cui non aveva
dato
neppure una risposta completa.
“Ho
deciso, devo farmi
catturare.”
La sera seguente
si ritrovò
con due amici di Duncan.
“Ma
guarda chi c’è, la
bella fidanzatina.”
Si rivolsero
così a lei.
“Sentite,
tra di noi non
scorre esattamente buon sangue ma tutti teniamo alla
felicità di Duncan quindi
vi prego di aiutarmi.”
Loro odiavano Gwen
e la
cosa era reciproca ma doveva riuscire a convincerli.
“E noi
che ci guadagniamo?”
“Cinquanta
dollari in
contanti.”
I due fecero cenno
di no
con la testa.
“Cento
dollari.”
Si guardarono per
alcuni
secondi.
“Affare
fatto, qual è il
piano?”
“Dobbiamo
compiere atti
vandalici, imbratteremo i muri della città, io
verrò catturata, voi potete
scappare se volete, potrei farlo da sola ma non basterebbe, dobbiamo
essere
almeno in tre per farmi dare una pena uguale a quella di
Duncan.”
“Ci
stiamo.”
Tutto
andò secondo i
piani, i due amici se la svignarono e Gwen venne portata dentro con una
pena
uguale a quella del suo partner.
“Ma
cosa? Gwen! Che ci
fai in riformatorio!?”
“Non
potevo starti
lontana, con quegli idioti dei tuoi amici abbiamo riempito mezza
città di
graffiti.”
“Sul
serio? E come li hai
convinti ad aiutarti.”
“Mi
è bastato fare
appello all’affetto comune per te e sborsare cento dollari,
allora, la proposta
di matrimonio è ancora valida?”
“E come
potrebbe non
esserlo?”
“Allora
si, certo, voglio
passare la mia vita con te.”
Duncan e
Gwen si amano
anche in riformatorio e quando usciranno saranno impegnati ad
organizzare il
matrimonio dell’anno.
D x G
Note dell’autore.
Salve a tutti cari lettori, ecco un altro capitolo di
questa raccolta, è il turno della Gwancan su richiesta di
Noni e Angelo, con
Angelo mi scuso perché le ho detto una cretinata nella
risposta alla sua
recensione.
La scena degli auricolari accade spesso con me nella
parte di Duncan e mia sorella in quella di Gwen e mi sembrava anche una
buona
idea per introdurre l’argomento del concerto.
Mi sono proprio dato da fare sfornando un capitolo lungo
1015 parole, doveva fermarsi alla proposta ma poi mi è
venuta l’ispirazione e
mi sono messo a scrivere.
Tanto per la cronaca, i personaggi hanno 17 anni e non
essendo ancora maggiorenni vanno al riformatorio, durante i sei mesi
probabilmente entrambi ne compiono 18 ed hanno
l’età giusta per sposarsi.
Questo capitolo volevo farlo comico, avevo pensato alla
Owzzy (non so se si chiama veramente così) ma non mi veniva
in mente nulla
quindi ho abbandonato l’idea e ho messo la scena del legno
come parte comica.
Il nome del gruppo l’ho scelto a caso tra quelli famosi e
allo stesso modo la canzone
Ho notato che fin ora ho parlato solo di coppie già
fidanzate, motivo per il quale nel prossimo capitolo i personaggi non
saranno
fidanzati fra di loro (inizialmente).
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Capitolo 4 *** Tutto uno scherzo. ***
Tutto
uno scherzo.
Lui prese il
telefono e
compose un numero.
“Pronto,
chi parla?”
Rispose la ragazza all’altro capo.
“Lindsay,
da quanto
tempo.” Affermò
“Ciao
Lindsay da quanto
tempo, non ti conosco, io sono Lindsay.” Disse ingenuamente
la bionda.
“No,
aspetta, beh per
fortuna non sono Tyler altrimenti non mi riconosceresti mai, avrei
bisogno di
te per una cosa, se accetti avrai vagonate di cosmetici.” Lei
aveva attaccato,
pur abitando dall’altra parte della città dopo tre
secondi spaccati si trovava
da lui.
Finita la
telefonata
chiamò un altra persona.
“Non
compro niente! Sono
in crisi!” Urlò l’interlocutrice.
“Calma
Courtney, sono solo
io, vorrei fare uno scherzo a...” Venne subito interrotto.
“Non
ho tempo per scherzi
frivoli! Ti farò causa!” Sbraitò la
castana.
“Potrei
darti in cambio un
compenso in denaro.” Nella testa di lei risuonò il
suono della cassa, così si
fiondò lì.
Era il turno
della terza.
“IIIIIIIIIIIIIIIIHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Urlarono le migliori amiche all’unisono.
“AAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Urlò lui terrorizzato.
“Siamo
state scelte per il
concorso!”
“Se
è un concorso di
rianimazione venite subito.”
“Ah,
sei solo tu.”
“Ho un
invito rivolto a
Katie, vorremmo fare uno scherzo a Noah, ci stai?” Le chiede.
“Solo
ed esclusivamente in
presenza di Sadie.”
“Ok,
ci può essere utile.”
Dopo un secondo urlo arrivarono come le altre.
Digitò
un altro numero,
questa volta meno speranzoso.
“Che
vuoi?” Chiese
scontrosa.
“H-Heather
vorresti
aiuta... ha riattaccato, non è mai disposta ad aiutare
nessuno.”
Bene ragazze, vi
chiederete perché vi ho chiamate, dobbiamo fare uno scherzo
a Noah, gli faremo
credere che tutte voi avete perso la testa per lui.
“Perché
vuoi fargli
questo?” Chiese Courtney.
“E
perché solo noi, potevi
includere anche Sadie.”
“Sapete,
è successo
che...”
Inizia il
flashback.
“Ma
che dici?” Lo
interrogò Noah sorpreso.
“È
vero, tu hai il
potenziale per avere successo con le donne ma non lo
sfrutti.” Gli rispose.
“Dammene
una prova, tu mi
dirai che fare e se almeno una ragazza si infatuerà di me ti
crederò.”
“Intelligente,
così
vinceresti in ogni caso, ci sto, dimmi chi ti piace.”
“Un
po’ tutte le ragazze
magre.”
“Bene,
la sfida comincia
ora.”
“... E
quindi ho
cominciato a cercarvi, tra i miei contatti eravate le uniche
disponibili, Gwen
non avrebbe mai accettato, Izzy era così
pazza che non mi ha permesso di chiederglielo e Bridgette era occupata
a
limonare.”
“Forza,
dicci il tuo
piano.”
“Sciocca,
non hai visto
che abita al quarto piano?” Affermò Lindsay.
“Il
piano consiste in
questo, lui verrà a conoscenza per caso dei vostri
sentimenti in modi
differenti, poi comincerete a perseguitarlo e a stargli addosso, io mi
assicurerò che vada tutto bene guidandolo con i miei
consigli, alla fine
scomparirete come se niente fosse ed io avrò vinto la
scommessa.”
Il giorno dopo
misero in
atto l’idea.
“Con
un po’ di attenzione
si possono fare grandi scoperte camminando per la città,
guarda ci sono Katie e
Sadie” Affermò camminando con l’amico.
“Che
dovrei scoprire da
quelle due oche?” Commentò Noah.
“Mai
sottovalutare le
pettegole, sono a conoscenza di segreti che noi poveri mortali non
riusciamo ad
immaginare.”
“Oh
Sadie, non credi che
Noah sia davvero carino?” Trillò assicurandosi che
i due sentissero.
“Se lo
dici tu.” Affermò
l’altra in risposta.
“Allora
che mi dici?”
Chiese allora.
“Non
vale, hanno fatto
tutto da sole.”
“Come
ti pare, guarda la.”
Lindsay stava abbracciando una sua foto.
“Nolan,
non è certo uno
scherzo quando dico che sei molto meglio di Tyson.”
“Probabilmente
si
riferisce ad un certo Nolan e non a me, e poi ha parlato di uno
scherzo.”
“Sai
che fa sempre
confusione con i nomi.” Intanto pensava quanto fosse stupida,
per poco non si
faceva scoprire.
Lo sguardo
attento di Noah
andò su un particolare, lui non disse niente ma
ciò non sfuggì all’altro.
“Ma
Guarda, N x C, Noah x
Courtney.” Le iniziali erano scritte su di un tronco.
“Ma
che dici, può essere
chiunque.”
“Allora
perché Court si
aggirava furtiva da queste parti?”
“Ok,
mi arrendo, che devo
fare?”
“Sii
te stesso, se a loro
piaci si faranno avanti.”
Così
Noah segue il
consiglio dell’amico e in breve tempo...
“Chi
sa che voleva dire,
non mi hanno cercato per niente.” Pensò mentre
sfogliava un romanzo giallo.
“Ciao
Nolan! Ti piacciono
i gialli? Anche a me, anche se non sono gialli, sono gialli i limoni,
le
banane, i miei capelli e...!” Lindsay sbucò dal
nulla spaventando Noah e cominciando
a blaterare.
“E tu
da dove salti fuori,
aspetta non dirmelo, è una tortura sentirti
parlare.”
Poco dopo dalla
finestra
entrarono Katie e Sadie (anche se la seconda rimase incastrata).
“Sai,
poco fa si parlava
di come sei carino e quindi abbiamo pensato di dirtelo.”
“Una
persona e mezza si è
intrufolata in casa mia, questo è un reato.”
Rispose adirato, intanto si
sentirono provenire dei rumori dal camino.
“A
questo punto non mi
sorprenderei di vedere babbo natale ad agosto.” Purtroppo si
trattava di
Courtney.”
“Buon
Natale, io sono il
tuo regalo.”
La cosa
andò avanti per
giorni fino a quando...
“Basta!
Lasciatemi in
pace! Trent, hai vinto la scommessa!” A quel punto comparve
il ragazzo in
questione.
“Bene
ragazze potete
andare.” Disse Trent.
“Ci
vediamo poi per il
compenso in denaro.” Ricordò Courtney.
“Ma di
che sta parlando.”
“Ehm
potrei averle corrotte
per convincerle a farti questo scherzo.”
Quel che
successe dopo è
da censurare.
N
x L/C/K
Note
dell’autore.
Buonsalve cari amici
lettori, oggi mi
occupo di coppie inventate, in particolare quelle che trattano il
nostro caro
Noah, perché proprio lui? Perché non ha mai avuto
relazioni con nessuna e poi
ce n’erano quattro.
Si, lo ammetto, questo
capitolo non tratta
propriamente una coppia ma ho finito di vedere Death note, quindi o
scrivevo un
capitolo comico o facevo morire qualche personaggio, e gli Owzzy non
erano
disponibili quindi mi sono inventato questo, perdonatemi, dal prossimo
capitolo
torno a fare sul serio.
Il protagonista alla fine
era Trent, l’alternativa
era Justin ma ho preferito in questo modo.
Allora, un vero dongiovanni
il nostro Noah,
Stella, ci pensi tu a farglielo leggere.
Adesso mi va di fare uno
spoiler, il
prossimo capitolo sarà Coderra, per motivi particolari che
vi saranno chiari a
tempo debito.
Ci tengo infine a scusarmi se
trascuro le
coppie che mi chiedete ma quando cerco l’ispirazione
non mi viene, invece quando non ci penso mi
saltano in mente le idee per altre coppie.
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Capitolo 5 *** Cody, vuoi giocare con me? ***
Cody,
vuoi giocare con me?
Quell’anno
avrebbe
frequentato la prima elementare, come tutti i bambini aveva timore, gli
avevano
detto tante belle cose sulla scuola, ma anche tante brutte.
Un
tipo timido come lui
aveva fatto fatica a stringere amicizie alla scuola materna, chi sa se
avrebbe
trovato delle brave persone.
Questi
i pensieri di Cody,
un bambino di sei anni con capelli castani ed occhi verde acqua,
più basso
della media, con poco più di un metro di altezza, si stava
avviando verso la
scuola per il suo primo giorno.
“Mamma,
Papa, secondo voi
le maestre saranno brave?”
Chiese
ai suoi genitori.
“Certo
Cody, ti
tratteranno bene.”
Risposero
loro.
“E
ci saranno bambini
amichevoli?”
“Alcuni
si, alcuni no, è
una sorpresa.”
“Bene,
mi piacciono le
sorprese.”
Ma
lo aspettava una
sorpresa molto particolare.
Ogni
giorno, uscito dal
grande edificio, prima di incontrare i genitori c’era una
bambina di statura
media dai lunghi capelli viola, era strana, la gente non ha i capelli
viola, è
questo che gli avevano insegnato, restava sempre ultima, forse i suoi
genitori
erano sempre in ritardo.
“Cody,
ti va di giocare
con me?”
Gli
chiedeva sempre
appoggiata al muro del cortile della scuola tutta sola,
perché solo a lui, e
perché mai in classe
Quella
bambina coi capelli viola lo
rendeva inquieto.
“Cody,
ti va di giocare con me?”
Sempre
quella frase, ormai l’aveva nel cervello, fu così
che un giorno non poté che
cedere al suo richiamo, simile ad una sirena ed accontentarla.
“Ok,
dai giochiamo, dimmi
come ti chiami.”
Chiese
il castano.
“Sono
Sierra e tu mi
piaci, sei simpatico.”
Potrebbe
sembrare un
allegro quadretto ma così non era, lei gli stette attaccata
tutto il giorno,
non gli lasciava spazio, era possessiva, quasi una maniaca,
finì che dovette
scacciarla.
“Vattene,
non ti voglio
attaccata a me, lasciami in pace!”
Queste
parole avevano
ferito moltissimo la bambina, Nonostante questo continuò
sempre a fargli la
stessa domanda.
La
cosa continuò per tutto
l’anno erano gli ultimi mesi di scuola ed ormai Cody aveva
assimilato quella
routine come parte della sua vita, naturalmente quando per la prima
volta non
si verificò si stranì.
Quel
giorno di fine aprile
sierra stava piangendo, decise così di andarle a parlare.
“Sierra,
che ti succede?”
Le
chiese.
“Dei
bambini cattivi mi
hanno presa in giro, hanno detto che non piaccio a nessuno e che sono
strana ed
è vero.”
Gli
rispose ancora in
lacrime.
“Non
è vero che non piaci
a nessuno, e non sei affatto strana.”
Cercò
allora di
consolarla, anche se all’inizio anche lui ne aveva pensato
male adesso era di
tutt’altra idea.
“Non
piaccio ai miei
compagni, non piaccio alle mie maestre, non piaccio ai miei genitori ma
la cosa
peggiore e che non piaccio a te.”
In
quel momento Cody si
sentì incredibilmente dispiaciuto, forse non avrebbe dovuto
respingerla quella
volta, il suo comportamento derivava dal bisogno di avere degli amici e
di
essere considerata, in fondo era solo una ragazzina.
Allora
la strinse in un
abbraccio solidale ed amichevole, quel giorno Sierra aveva trovato un
vero
amico.
C
x S
Note
autore.
Oggi
vi porto una Babyfic, ora vorrei un
accertamento, questo capitolo è considerato AU?
Bene,
facciamola finita con i misteri, vi
chiederete che vuol dire quella frase in grassetto, per prima cosa ecco
la mia
musa ispiratrice e la sua storia www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2198530
Liberty_Fede,
l’autrice che ha scritto
questa storia in cui raccoglie delle frasi sulla coderra, mi ha dato il
consenso per prenderne una ed usarla per il mio capitolo, Fede, se stai
leggendo lasciami una recensione per dirmi se ho saputo usare la
materia prima
che mi hai dato.
Ho
scritto il capitolo tutto d’un fiato e l’
ho finito in una mezzora, quindi ho deciso di pubblicarlo per
ferragosto, mi
scuso se è venuto corto(poco più di 500 parole)
ma comunque secondo me merita.
E
voi altri, fatemi sapere che ne pensate
di questo capitolo, saluti da U.S.
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Capitolo 6 *** Al fuoco. ***
Al
fuoco.
Si trovava
dentro quel
robot, noia, tristezza e soprattutto paura, paura di non tornare mai
quello di
una volta, Alejandro Burromuerto, il latin lover, non poteva finire
così.
Le bruciature si
stavano
rimarginando lentamente, i capelli bruciati ricrescevano, ma il dolore
rimaneva.
Ricordava le
parole di
Chris prima di rinchiuderlo la dentro.
“Buone
notizie, c’è un
modo per salvarlo.”
Comunicò
un ricercatore a
Chris.
“Mi
dica cosa possiamo
fare per questo pover uomo?”
Da quando il
presentatore
è così compassionevole?
“Le
scottature sono
davvero profonde, di certo cadere in un vulcano non è un
esperienza piacevole,
insomma noi abbiamo sviluppato un prototipo di robot umanoide che ha
bisogno di
un componente umano, se usassimo lui il meccanismo riuscirebbe a
tenerlo in
vita.”
Illustrò
lo scienziato.
“Dobbiamo
tenerlo in vita,
quel ragazzo mi fa fare soldi a palate, se morisse la
popolarità delo show
sarebbe irrimediabilmente compromessa.”
Ecco spiegato il
motivo di
tanta pena.
“Certo,
ci sarà bisogno di
un compenso in denaro.”
“Pazienza,
concorrente più
concorrente meno.”
“Suvvia,
non sia così
cinico, dimezzerò il prezzo.”
“Ad
una condizione gli
daremo il nome del programma, robot a tutto reality, suona
bene.”
Ancora provava
ribrezzo
per l’avidità di Chris, un altra persona ancora
gli suscitava rabbia.
Heather, quella
strega,
aveva ingannato un ingannatore, per la prima volta i sentimenti erano
veri ma
la fregatura stava dall’altro lato.
Era
così cinica, così
cattiva, calcolatrice, furba, determinata e bella, incredibilmente
bella.
Avrebbe voluto
gettarla
nel vulcano e ripagarla della stessa medicina non appena sarebbe stato
libero e
sicuramente lo avrebbe fatto se un sentimento nuovo non si fosse messo
di mezzo,
era l’ammirazione, la stima che aveva di lei, neanche suo
fratello José le
avrebbe tenuto testa.
Erano questi i
pensieri
con cui si dilettava, si fa per dire, per tutto il tempo in cui se ne
stava
rinchiuso.
Ma intanto anche
Heather
rifletteva, non era un assassina, se fosse morto non avrebbe sopportato
il peso
sulla coscienza, soprattutto con lui.
In condizioni
normali non
si sarebbe tormentata tanto per un tipo come Alejandro, lui non se lo
ricordava, una volta l’aveva salvata da un incendio, diversi
anni prima e da
allora non era cambiato di una virgola.
Quando prima di
All Stars
Alejandro uscì dal robot, la prima cosa che fece fu andare a
dire quattro
paroline alla sua
quasi assassina.
“Chi
diamine è a quest’ora
del mattino.”
Affermò
Heather sentendo
suonare il campanello di prima mattina e si spaventò vedendo
chi fosse.
Fece appena in
tempo a
mormorare un “Burromuerto.” Prima di Chiudere
prontamente la porta in faccia
all’ospite che fece però in tempo ad entrare.
Il suo sguardo
non
lasciava intendere nulla di buono, la bloccò al muro prima
di parlarle.
“Dovresti
vedere la tua
faccia, non ti ho mai vista terrorizzata.”
“Che
vai farneticando Al,
non ho paura di te.”
Il tono non era
affatto
convinto.
“Scommetto
che non ti
aspettavi che fossi ancora vivo, mi hai praticamente ucciso con le tue
mani.”
“Io...”
“Taci,
adesso potrei anche
strozzarti ma non lo farò, voglio darti un altra
possibilità.”
“Dimmi,
hai mai aiutato
una persona senza secondi fini?”
“Una
volta, ma che t’
importa.”
“Sei
anni fa, un incendio,
una bambina dai corti capelli biondi.”
“E-e
tu come fai a saperlo.”
Alejandro scosso
dall’affermazione
molla la presa permettendo a Heather di muoversi, intanto
però suonò l’allarme
antincendio.
“Che
succede?!”
“Complimenti,
per colpa
tua ho lasciato il forno acceso.”
“La
porta è bloccata, scappiamo
dalla finestra.”
Mentre le fiamme
consumano
la casa i due escono dalla finestra, trovandosi al terzo piano scendono
da un
albero altissimo la vicino.
“Esattamente
come quella
volta.”
“Dimmi
una volta per tutte
perché sai queste cose.”
“Perché
quella bambina ero
io, sono cambiata molto, è normale che tu non mi abbia mai
riconosciuta.”
“Non
ci credo, non puoi
essere tu, in questo caso saresti...”
“Sarei,
cosa?”
“L’unica
di cui mi sia
veramente innamorato.”
“La
stessa cosa per me.”
Allora si
scambiarono un
lungo bacio, basta con gli intenti omicidi, il passato non contava
più, c’erano
solo loro due.
A
x H
Note
autore.
Ci
rivediamo, questa volta
vi porto l’Alheather su richiesta di Vivina.
Si,
lo so che Al esce dal
robot durante e non prima di All Stars ma serviva ai fini della storia,
non
potevo ambientarla durante il reality (o meglio potevo ma sarebbe stato
difficile).
Notizia
shock, Heather
aveva i capelli biondi. 0__________0
Non penso che dovrei
alzare il rating a giallo per questo capitolo, poi io sono sempre
esagerato.
Questo
capitolo richiama
molto la one shot su Ezekiel (se io me ne accorgo solo ora devo essere
davvero
un ritardato mentale).
Vi chiederete il
perché di
tutto questo fuoco, ho letto recentemente una fic (anche abbastanza
vecchia, il
capitolo finale risale a maggio 2013) su questa coppia praticamente
incentrata
sugli incendi e da li ho preso spunto (in pratica sono un plagiatore
ambulante).
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Capitolo 7 *** La forza della natura. ***
La
forza della natura.
Era una fredda
notte d’inverno,
Dawn correva verso quella radura, in mezzo al bosco.
Lo faceva tutte
le notti e
neanche lei ne conosceva il motivo, sapeva solo che dopo quel sogno le
veniva
una voglia irrefrenabile di raggiungere quel luogo, anche con quel gelo
pungente, col rischio di prendersi un malanno, aveva preso un cappotto
ed era
uscita.
Lo sognava tutte
le notti, si
trovava i un giardino di rose, un angolo di paradiso di una bellezza
superiore,
di fianco a lei c’era una figura indistinta che
però non le suscitava né timore
né curiosità, anzi, pareva che la conoscesse da
una vita.
Sperava che un
posto così
potesse esistere davvero ma era soltanto un sogno, allora
perché andava nella
radura? Quel luogo non aveva nulla di speciale, niente a che vedere col
giardino dei suoi sogni, soltanto una grande roccia con un simbolo.
Era una forma
ottagonale con
quattro rose ai quattro punti cardinali ed al centro due sfere, quel
disegno le
ricordava un ciondolo che si portava appresso da sempre, tranne per un
particolare, le rose erano
due rosse,
quelle in basso ed a sinistra e l’ottagono era a
metà, infine c’era un'unica
sfera blu, in pratica era tagliato a metà.
Questo fatto la
incuriosiva,
forse qualcuno aveva gli stessi poteri e l’altra parte del
ciondolo, mentre si
trastullava nei pensieri trovò il tempo di fare mente
locale, quando aveva
cominciato a fare quello strano sogno? La risposta non tardò
ad arrivare, in a
tutto reality la vendetta dell’isola.
Ma
ciò non aveva senso, le cose
non avevano nulla in comune, nessuno dei concorrenti aveva dei poteri
particolari.
Scott ansimava,
aveva giurato
di non dirlo a nessuno, non lo avrebbero accettato, nessuno lo avrebbe
fatto,
la verità è che lui vedeva le auree, esattamente
come Dawn, ma nel suo caso era
diverso, non era un hippie naturalista ma una iena spietata.
Aveva raccontato
questa storia
a Duncan, il suo migliore amico che quel giorno era nella radura per
caso, a
quel punto sapeva che nessuna scusa avrebbe retto, doveva dirgli la
verità, un
sogno lo invogliava ogni notte a venirci, il punk continuava a fare
domande e
un riferimento alle auree gli era scappato.
Da tempo cercava
di abbattere
quella parete con un simbolo misterioso e da li a poco ce
l’avrebbe fatta se
quel giorno una frana non avesse chiuso definitivamente
l’accesso.
Anche il ragazzo
era stato colpito
da una roccia svenendo e quando riprese conoscenza aveva ancora una
volta fatto
quel sogno che si portava dietro dal reality.
Questa volta
invece stava
andando in un altro posto, dopo aver intimato a Duncan di non seguirlo
raggiunse l’altra radura, la stessa in cui si trovava Dawn.
“Scott!
Che ci fai qua!”
Esclamò
la ragazza vedendolo, quando
si avvicinava avvertiva qualcosa di strano, ne era attratta, ma
perché mai.
“Io,
io sentivo il bisogno di
venire qua.”
Poteva mentirle
ma non se lo
sentiva, era la cosa sbagliata.
“Pure
io, tutte le notti sogno
di trovarmi in una specie i serra incantata e poi vengo qua.”
Anche lei
sentiva di potersi
fidare.
“Io
prima venivo in un altra radura
e... c’era quella.”
Disse indicando
la roccia col
simbolo.
“Sei
sorpresa, la tua aura
parla forte e chiaro.”
“Anche
tu hai i poteri, quindi,
dovresti avere l’altra parte del ciondolo.”
“Si,
ho un ciondolo, ma che c’entra?”
“Dammelo.”
Il ragazzo
consegna il
gioiello, è esattamente speculare a quello di lei, con i
colori invertiti in
modo da avere le rose blu e la sfera rossa.
“Come
pensavo, si incastrano
perfettamente.”
A questo punto
inseriscono il
ciondolo completo nella nicchia sulla parete rocciosa la quale si sposta svelando
l’entrata del giardino di rose.
Vi sono rose di
tutti i colori,
sfumature e assortimenti, in quel posto la natura la fa da padrone,
finalmente
comprendevano chi era l’altra figura del sogno.
Si
sentì una voce.
“Finalmente
ce l’avete fatta, è madre natura che vi parla,
due cuori puri dotati di un grande potere hanno sbloccato
l’accesso alla mia
casa.”
“Grazie
madre, grazie di tutto.”
Dawn si
inginocchia subito
seguita da Scott.
“Da
soli siete forti, ma insieme siete imbattibili, ora
datevi la mano.”
I due
obbediscono, un vortice
di petali colorati gli si materializza intorno, sentono la forza della
natura
che entra in loro.
“Dopo
anni e anni qualcuno ha risolto l’enigma, adesso
possedete un potere superiore, se collaborerete potrete mettere fine al
male
nel mondo.”
Due semplici
ragazzi con
destini incrociati, sono in grado di creare un posto migliore, presto i
soprusi
contro la natura finiranno e sarà merito loro.
S x D
Note
autore.
Molto
molto bene, salve a tutti, oggi vi porto
una Dott su richiesta di Angelo, ho “meditato” a
lungo e alla fine il mio
cervello evidentemente danneggiato ha sfornato questa cosa.
Devo
dire che sono parecchio elettrizzato la
scena di madre natura me la immagino un qualcosa di spettacolare e
divinino, la
rosa è per me il simbolo della Dott non so perché
ma è così quindi ho
ambientato il miracolo in un giardino di rose.
Inoltre
da oggi scrivo in Andalus e non più in
Book Antiqua, magari la differenza non si vede molto ma
c’è.
Allora, che ne pensate di
Scott e Dawn che
costruiscono insieme un mondo migliore? Fatemelo sapere con una bella
recensione, se non l’avete ancora fatto mettete la storia
nelle preferite e noi
ci rivediamo ad un prossimo capitolo bella ragazzi (questo saluto
finale mi è
uscito alla Favij, chi lo conosce sa di cosa parlo).
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Capitolo 8 *** Battaglia epica. ***
Avviso
per tutti i lettori, in questo capitolo regna il nosense più
assoluto.
Battaglia
epica.
Lei
entrò maneggiando l’arnese
per dare al suo ormai ex ragazzo la buona notizia.
“Owen,
ci siamo
fidanzati!”
Il biondo era
basito, chi
avrebbe mai detto che la sua amata Izzy si sarebbe messa con lui.
“Sai,
non condivido il
fatto che tu stia con lui.”
“Hai
sentito mister splat?
Lui non vuole che stiamo insieme.”
“Non
gli devi parlare è
solo un martello, è strano innamorarsi di un oggetto, torte
escluse.”
“Allora
perché non
combattete?”
“Certo.”
Il martello
comincia a
muoversi di vita propria, sopra ad entrambi i contendenti spunta una
barra
della salute come nei videogame.
“Martellata
micidiale!!!”
Il martello
comincia ad
urlare e tira una martellata in faccia ad Owen mentre Izzy saltella
dagli
spalti misteriosamente materializzatosi nel salotto.
“Ah
si, è il momento del
contrattacco! Super rimbalzo!!!”
Il ragazzo
rimbalza in
cielo (il tetto è scomparso) e cade in testa al suo nemico,
in questo modo gli
abbassa i punti della vita.
“Terrore
dei chiodi.”
Viti affilate
compaiono e
mister splat comincia a lanciargliele.
“Sono
alle strette, devo
ricaricarmi, carica vorace!!!”
Svuota il frigo
e si
ricarica mangiando.
“E
adesso il colpo finale,
panciata atomica!!!”
Il colpo
scaraventa via il
martello e decreta il vincitore.
“Si,
ho vinto io.”
Izzy
però gli tira un
calcio sui kiwi, poi Cody compare sulla porta, prende la ragazza e
volano via
lasciandosi dietro un arcobaleno con la musica di Nyan cat di
sottofondo.
Owen si sveglia,
è notte
fonda.
“Wow,
che sogno strano, ma
stanno bussando alla porta.”
Va ad aprire.
“Ciao,
ho un nuovo
fidanzato...”
O
x I
Note
autore.
Nya nya nya nya nya nya nya
nya nya nya nya
nya, cosa? Ah, giusto, salve a tutti cari amici lettori, oggi vi porto
un
easter egg, prendetelo più come uno scherzo che come un
capitolo, un pesce
d’aprile (anche se siamo a Settembre).
Non ci crederete ma mi sono
visto il video
completo di Nyan cat, quello di dieci ore (in realtà sono
crollato a tre ore ma
è sempre un pomeriggio buttato) e adesso il mio universo
è pieno di gatti che
volano scoreggiando arcobaleni.
Per gli Owzzy avevo da
sempre in mente un
nosense e aspettavo un momento in cui mi sarei sentito così
folle da scrivere
una cosa del genere, quindi non odiatemi se ho fatto un crimine contro
qualunque
tipo di logica e me ne sono uscito con un capitolo che supera appena le
cento
parole necessarie per essere considerata flashfic (non credo di aver
mai
scritto una drabble, dovrei provarci).
Mi raccomando, voi continuate
a farmi
richieste perché ora come ora non so che pesci pigliare e se
ho già parte della
materia prima è più facile.
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Capitolo 9 *** E' tutto vero. ***
È
tutto vero.
Quel
giorno sarebbe stato
il compleanno del ragazzo che le piaceva, di certo non era una persona
comune, anzi,
era parecchio eccentrico ma era questo che le piaceva di lui.
Il
fatto è che era
testardo all’inverosimile, insomma, credere di essere un mago
è da manicomio,
non c’è da sorprendersi se veniva continuamente
preso in giro.
Ma
non le importava, gli
avrebbe fatto il regalo migliore che potesse avere parola di Sugar e
sapeva
esattamente in cosa poteva consistere.
Intanto
Il ragazzo dalla
lunga tunica verde passeggiava in un vicolo, facendo i suoi soliti
“esercizi
magici” poveretto, erano almeno cinque anni che continuava a
provare tutti i
giorni, anche quello in cui compiva gli anni, tanto non aveva amici con
cui
festeggiarlo e neanche i suoi familiari ritenevano che non ne valesse
la pena
per uno strano come lui.
“Tu
sasso, comincia a
levitare.”
Naturalmente
non succede
nulla.
“Stupido
ciottolo”
Inciampa
nel tentativo di
dargli un calcio e si procura un bernoccolo.
“Anche
questo anno a
nessuno importa niente, devo liberarmi di questa fissa, ho deciso che
farò solo
un altro tentativo, adesso, albero fai crollare al suolo qualcuno dei
tuoi
rami.”
Per
fortuna Sugar era
appostata in cima allo stesso albero e senza farsi vedere si sedette
sopra
alcuni rami (anche molto robusti) che cedettero.
“È
stata la caduta, il
bernoccolo ha attivato l’area del cervello adibita alla
magia, adesso nessuno
mi prenderà mai in giro.”
Leonard
continuò a fare le
sue “magie” per tutto il giorno, purtroppo la
bionda non ce la faceva più ad
assecondarlo.
“Adesso
ho il potere, sono
più forte di un dio, adesso voglio che le montagne si
mettano a volare.”
“Questo
no, mi spieghi
come devo fare a sollevare le montagne?”
Lei
interviene
scioccamente.
“Di
che parli?”
“Niente”
“Eri
tu a far sembrare
tutto vero?”
“No...
Si ma l’ho fatto
solo per te.”
“Grazie,
è il miglior
regalo di compleanno che abbia mai ricevuto.”
E
vissero tutti felici e
contenti.
L
x S
Angolo
del spiaciuto.
*viene
illuminato dai riflettori* Mi avete
trovato, cercavo di svignarmela dopo aver rovinato la mia reputazione.
Salve
a tutti cari amici lettori, parto
subito col dire che mi scuso con chi mi ha fatto delle richieste ma non
so mai
come comportarmi con le coppie inventate
avevo
pensato a una sorta di universo parallelo ma dopo il capitolo
precedente devo
calmarmi, allora ho tirato fuori questa vecchia idea che scarto fin
dall’inizio.
Mi
devo scusare anche per la lunga assenza
ma nel mentre vi ho intrattenuti con la nuova long.
Venendo
al capitolo SCUSATESCUSATESCUSATESCUSATE
MI DISPIACE PER QUESTO OBROBRIO.
Questo
non è come gli altri, come quello su
Noah o su Owen (che hanno avuto parecchio successo) ma questo fa
veramente schifo,
per tutto il tempo non ho pensato ad altro che finire il prima
possibile e mi
scuso ancora.
Spero
possiate perdonarmi per tutti i
motivi sopracitati e voltare pagina ^__^
Anche
oggi ci salutiamo e forse col vostro
aiuto e incitamento la prossima volta non avrò problemi
d’ispirazione, tanti
saluti da U.S.
|
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Capitolo 10 *** La fine. ***
Salve
gente, questo non è
un capitolo della mia storia, ma un annuncio, dichiaro la raccolta
terminata
per mancanza di idee, tempo, volontà e tutto il resto.
Ma
non succederà di nuovo,
me ne sono già andato da un fandom e non voglio abbandonare
pure voi.
Eppure
comincio a
presentare i sintomi, la qualità delle mie storie ha un
decadimento, ricevo
sempre meno recensioni e quelle che ho non sono come in passato.
Ma
voi potete aiutarmi a
risollevarmi, lo ripeto, non ho intenzione di andarmene a per nessun
motivo.
Bene,
adesso è tempo di
fare i ringraziamenti per questa storia.
Ringrazio
i miei
recensori:
Noni
stylison;
Moody
girl;
Alter
gioia;
Vivina;
Beautiful
stars;
Farkas;
Princess4444.
Un
ringraziamento speciale
va a voi tre:
Malisthebest;
Angelo
nero;
Stella
2000.
Poi
ringrazio
Moody
girl;
Stella
2000.
Per
aver inserito la
storia nelle seguite.
Gothic
ombra
Alter
gioia;
Angelo
nero;
Moody
girl.
Per
averla messa nelle
preferite.
Ho
finito i
ringraziamenti, tutti voi mi avete aiutato a non cadere in quella che
io chiamo
sindrome del fandom e so che continuerete a farlo, è
già successo una volta ma
ora non sono solo.
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