Dammi la mano e io non avrò più paura

di Uchiha29
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontri ***
Capitolo 2: *** Ospedale e amici ***
Capitolo 3: *** L'angelo Nero ***
Capitolo 4: *** Fuochi d'artificio ***
Capitolo 5: *** Notizie ***
Capitolo 6: *** A casa di Naruto! [Parte 1. Spaghetti] ***
Capitolo 7: *** A casa di Naruto! (Parte 2: scoperte agghiaccianti) ***
Capitolo 8: *** Il biglietto ***
Capitolo 9: *** Tramonto ***
Capitolo 10: *** Decisioni. ***
Capitolo 11: *** Luce e ombra ***
Capitolo 12: *** Le due porte ***
Capitolo 13: *** Secondo la leggenda... ***
Capitolo 14: *** Una casa per Naruto ***
Capitolo 15: *** L'appuntamento ***
Capitolo 16: *** Il sesto Hokage ***
Capitolo 18: *** Paura ***
Capitolo 19: *** Il potere dello Shamui ***
Capitolo 20: *** Battaglia ***



Capitolo 1
*** Incontri ***


Quella mattina Sakura si era svegliata molto presto nonostante fosse il suo giorno libero.
“Sveglia…Che tu sia maledetta” Disse tra sé e sé la ragazza.
La sera prima doveva essersi dimenticata di disattivare l’allarme.
Sakura, una volta rifatto il letto, si diresse verso lo specchio della sua camera con una spazzola in mano.
Osservò il suo riflesso e cominciò a spazzolare accuratamente ogni ciocca, poi si guardò nuovamente:
i suoi occhi quella mattina parevano più spenti, così, prese matita, ombretto, eyeliner, mascara e si mise all’opera.
Ora era perfetta.
Sospirò. I suoi genitori erano entrambi in missione, gli allenamenti erano stati sospesi perché Tsunade era ricoverata in condizioni gravissime, lo scontro con Madara, per lei, era stato quasi fatale, infatti, quando l’avevano ritrovata, era più morta che viva.
A quei pensieri gli occhi verde smeraldo di Sakura si inumidirono.
Visto che era sveglia, decise di andare all’ospedale per vedere come stava la sua sensei.
Si mise i soliti vestiti e s’incamminò verso la sua meta.
-Naruto! Sasuke!- La ragazza, dopo aver visto i due si mise a correre per raggiungerli.
-Ehi Sakura!- Salutò il biondo, invece, il moro si limitò a fare un cenno con la testa.
-State andando anche voi da Tsunade?- Domandò la kunoichi.
-Mhp- mormorò Sasuke.
-Beh, allora possiamo andarci insieme, vi va’?- Domandò nuovamente la rosa.
I due annuirono e si incamminarono insieme a Sakura verso l’ospedale.
Appena arrivati davanti all’edificio, Naruto parve avere un momento di esitazione, anche lui aveva paura di aprire quella porta. Entrarono. Shizune piangeva. Ino la confortava.
-Che cos’è successo?- Domandò allarmato Naruto.
-U-un a-altra complicazione- Balbettò Shizune cercando di trattenere le lacrime.
-Noi non possiamo più fare niente, dipende tutto da lei adesso.- Disse Ino con gli occhi lucidi.
-Sakura, è u-un codice g-grigio- Mormorò Shizune.
Il cuore di Sakura saltò un battito.
Il codice grigio veniva usato dai medici per definire i casi disperati.
Una lacrima rigò il viso candido della ragazza.
-Voglio vederla.- Annunciò Sakura a testa bassa.
-Terza porta, secondo corridoio, primo piano.- Rispose Ino con voce spezzata dal pianto.
I tre si diressero a passo svelto verso la camera dell’Hokage, aprirono la porta e la videro:
il volto sciupato, un respiratore, varie flebo attaccate alle braccia, fasciature in più punti,
cuciture, ma soprattutto quella macchina, quella macchina che dava ancora speranze a ogni bip, bip.
Finche’ ci sarebbe stato quel suono, il cuore dell’amata Hokage, non avrebbe smesso di battere.
-Baa-chan- Sussurrò Naruto. –Resisti, ti prego.- Continuò stringendo i pugni.
Sasuke abbassò lo sguardo. Anche lui soffriva, anche se non lo faceva vedere.
Sakura allungò la mano verso quella della sua maestra e la strinse, come per darle forza.
Dopo un po’ i tre se ne andarono, incapaci di continuare a guardare quello strazio.
-Sakura-chan, ti accompagno a casa.- Mormorò Naruto.
-Grazie…- Mormorò a sua volta la rosa.
I due si diressero verso la casa della ragazza, per tutto il tragitto, nessuno dei due parlò.
-Tsunade baa-chan è una donna forte, vedrai che si riprenderà.- Cercò di consolarla il biondo.
-Oh, Naruto- A quel punto la ragazza non riuscì più a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere.
Il ragazzo accarezzava i capelli di Sakura, lei invece, si aggrappava a Naruto, come se avesse paura di perderlo.
-Shh- Il ragazzo le asciugò le lacrime con un dito.
Sakura ancora aggrappata al petto del ragazzo, singhiozzò sonoramente.
-Io credo in lei, non ci abbandonerà, vedrai.- Cercò di rassicurarla Naruto.
Sakura diede un bacio sulla guancia a Naruto e accennò un “grazie”.
Il ragazzo le sorrise, e anche Sakura sorrise, consapevole del fatto che finche’ Naruto sarebbe stato al suo fianco, niente di brutto le sarebbe potuto accadere.
-Vieni su’?- Chiese la ragazza sorridendo.
-D’accordo- Rispose il ragazzo. –Ma non posso stare molto, Kiba , Sasuke e Shikamaru mi aspettano per gli allenamenti- Aggiunse.
Sakura sorrise. –Dai, il tempo di un caffè- Supplicò la kunoichi.
Naruto acconsentì e seguì la sua compagna di team su per le scale.
-Scusa il disordine!- Esclamò Sakura appena aprì la porta.
Naruto scoppiò a ridere –Sakura, Sakura… Tu non hai visto casa mia!-
Anche a Sakura sfuggì un risolino.
-Preparo il caffè, tu intanto accomodati pure.-
Naruto annuì, si sedette sul divano e afferrò la fotografia del team sette:
-Quanti ricordi…- sussurrò Naruto.
-Hai detto qualcosa?- Domandò Sakura dalla cucina.
-No- Rispose Naruto ridendo.
Dalla porta della cucina uscì Sakura con alcuni pasticcini e due tazzine di caffè.
-Seriviti pure!- Disse gentilmente Sakura
Naruto si fermò ad osservare la ragazza:
era cambiata davvero molto, il suo corpo era diventato più formoso, il suo viso era più maturo, e nonostante avesse appena diciassette anni, sembrava già una donna.
-Ti sei incantato?- Chiese ironicamente Sakura
Naruto rise. –Sai, sei diventata una vera donna adesso!- Disse sorridente.
Sakura arrossì e abbassò lo sguardo imbarazzata.
Naruto, notando il suo imbarazzo, le afferrò il mento con due dita, si avvicinò sempre più, il cuore di Sakura, intanto, era partito al galoppo e…
-Scusa, devo andare adesso!- Disse divertito il biondo.
-Grr, sparisci baka!- Urlò Sakura arrabbiata.
Naruto si lasciò scappare un risolino e corse via prima che la furia di Sakura potesse stenderlo.
La ragazza sospirò rassegnata, “quello lì non cambierà mai, ne sono più che sicura.” Disse tra sé e sé.
Ripensò al “quasi bacio” di Naruto, che lo facesse apposta ad imbarazzarla?
Sospirò nuovamente e raggiunse lo scaffale dei libri: aveva proprio voglia di leggere qualcosa.
Prese il libro tra le mani, si sistemò sulla sua poltrona, e cominciò a sfogliare le pagine.
Quando cominciò a leggere si udì un frastuono dalla cucina, cosa poteva essere successo?
La kunoichi si alzò di scatto, prese un kunai tra le mani e si mise in posizione di combattimento.
-Chi va’ la?- Domandò minacciosa Sakura. Nessuna risposta.
-Haruno Sakura, ci si rivede…- Rispose un uomo alle sue spalle.
La ragazza si voltò lentamente. Era spaventata, lei conosceva bene quella voce.
-Che bello rivederti…Haruno…-Continuò la voce.
I dubbi di Sakura erano fondati, era lui, ed era venuto a prenderla.
La ragazza fece qualche passo indietro, lei non poteva niente contro di lui.
La kunoichi gridò disperata, peccato che nessuno la sentì.
CONTINUA…
 
Angolo dell’autrice:
Salve! ^^
Questa è  una long-fic basata sulla coppia narusaku (e altre…)
avverto che la storia contiene contenuti forti (violenze ecc.) e sarà piena di colpi di
scena!
grazie a tutti quelli che recensiranno!
baci.

uchiha29

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Capitolo 2
*** Ospedale e amici ***


Ospedale e amici:


Sakura si accasciò a terra ferita: aveva un kunai in pieno stomaco.
L’uomo la colpì violentemente al volto.
-Pagherai per tutto quello che mi hai fatto! Stupida ragazzina!- Un altro schiaffo.
Sakura si alzò in piedi barcollante e cercò di colpire l’uomo con un pugno, ma purtroppo, a causa delle ferite, mancò il bersaglio.
Lo shinobi la prese per i polsi e la colpì di nuovo.
-Questa è solo una piccola parte di quello che dovrai pagare, Haruno…- Sussurrò l’uomo lasciandole i polsi.
Sakura si teneva una mano sul ventre cercando di bloccare la perdita di sangue.
I suoi occhi erano gonfi di lacrime pronte per uscire, ma lei doveva resistere, non doveva mostrarsi debole.

-Calmati, non morirai così facilmente, prima devo farti soffrire ancora un po’…- Disse maligno –Tornerò tra qualche giorno-

 Concluse per poi uscire dalla finestra e sparire nel nulla.
Sakura, ancora accasciata a terra, scoppiò in lacrime, sapeva che aveva ben poche speranze di sopravvivere con lui:
**** INIZIO FLASHBACK ****
Era una giornata come tante, e Sakura, era appena tornata dai suoi allenamenti quotidiani con Tsunade.
Si era fermata per un attimo a guardare la montagna degli Hokage:
“la faccia della signorina Tsunade sta’ bene sulla montagna” pensò la bambina felice.
Il volto della kunoichi s’incupì all’improvviso:
“Hokage eh…” Disse tra sé e sé. “Naruto, come vorrei riaverti al villaggio, come vorrei rivedere di nuovo il tuo sorriso… Appena mi rivedrai, rimarrai sorpreso dalla mia forza!” Pensò fiera di sé.
“Insieme, riporteremo a casa Sas’ke” Continuò.
-Fronte spaziosa!- Chiamò Ino alle sue spalle.
Sakura si girò.
-Shizune ci ha convocato per una missione di livello B-
Sakura annuì.
 –Dai, sbrighiamoci!- Continuò Ino.
Arrivate al palazzo dell’hokage, le due ragazze si misero ad ascoltare la loro superiore:
-Ascoltate, la vostra missione consiste nel proteggere un certo signor Shimimura, date il massimo e fate molta attenzione: non a caso è una missione di livello C. Sakura, Ino, conto su di voi-
-Sì.- risposero in coro tutti i presenti.
-Cominciate subito, andate nel paese del Tè, li vi sarà detto ciò che dovete fare.- Continuò Shizune autoritaria.
**** FINE FALSHBACK ****
Sakura aveva sputato di nuovo sangue, non poteva muoversi, aveva bisogno di aiuto.
-A- aiuto!- Balbettò.
-Qualcuno m-mi a-aiuti!- Gridò con tutta la voce che le rimaneva. –P-per favore!-
Una lacrima rigò la guancia graffiata della ragazza.
“Perché non viene nessuno…” disse tra sé e sé la kunoichi.
Gli occhi della ragazza si fecero incredibilmente pesanti, tanto che non riuscì più a tenerli aperti, così, li chiuse lentamente.
 
Sakura dopo un po’ di tempo, riaprì gli occhi:
si trovava in una stanza bianca, dall’odore estremamente familiare, intorno a lei, solo un comodino con dei fiori.
-Ben svegliata, amica mia!- Esclamò Ino saltandole al collo.
-I-ino, da quanto tempo sei qui?- Domandò confusa.
-Ehm, da più di cinque ore, vedi? Ora è sera.- Rispose indicando la finestra.
-Dimmi la verità, chi è stato a ridurti in quello stato?- Domandò Ino con gli occhi bassi.
Sakura, in quel momento ricordò tutto l’accaduto.
-è tornato, lui è tornato.- Rispose la rosa trattenendo le lacrime.
Ino alzò il volto di scatto e spalancò gli occhi.
-M-mi stai dicendo che…-Balbettò la bionda.
Sakura non lasciò nemmeno finire la frase ad Ino che fece cenno di sì con la testa.
La rosa si morse il labbro e Ino le saltò al collo.
-Non ti succederà niente, vedrai!- Cercò di rassicurarla.
Sakura rispose all’abbraccio.
-Vorrei tanto che fosse vero, ma sappiamo bene tutte e due la verità…-
Disse Sakura con le lacrime agli occhi.
In quel momento un “uragano” fece irruzione nella stanza:
-Sakura-chaaan!!-
Sakura sorrise, sapeva bene di chi era quella voce.
La porta si spalancò di colpo:
-Come stai? Chi è stato? Ti fa molto male? Ah, è tutta colpa mia, se solo fossi stato con te un po’ di tem-
-Naruto…- Disse Sakura dolcemente.
Il biondo si mise sull’attenti.
-Non è colpa tua, non devi preoccuparti.- Continuò sorridendo.
-M-ma come è potuto accadere?- Chiese confuso il ragazzo.
Ino stava per aprir bocca, ma Sakura la zittì:
-Sono caduta dalle scale con un vaso in mano e alcuni pezzi di vetro si sono conficcati nella pancia- Sakura cercò di essere più seria possibile,
Ino, intanto la guardava con una faccia del tipo “non potevi trovare una scusa migliore? No, perché questa fa pena!”
Sakura fece una risatina isterica cercando di cambiare argomento.
Naruto assunse il suo tipico broncio:
-Mhp, poi dici che sono io quello sbadato! Poteva andarti peggio! Vedi di stare attenta la prossima volta! Ci ha fatti preoccupare tutti quanti!-
-Non volevo farti preoccupare scusami…- Rispose la rosa a testa bassa.
-Sakura, io adesso vado, ricorda di chiamarmi domani!- Disse Ino facendo l'occhiolino all'amica.
Sakura annuì e osservò l'amica che se ne andava.
-Sakura-chan-
L'attenzione della rosa fu' catturata dalla voce del biondo.
-Se hai bisogno di qualcosa chiedi pure- Continuò Naruto serio.
La ragazza sospirò.
-Non preoccuparti per me, vedrai che domani mi avranno già dimessa!- Rispose Sakura sorridente.
-Mhm, domani eh? Sai che giorno è domani vero?- Chiese Naruto curioso.
La ragazza lo squadrò interrogativa, e Naruto sospirò rassegnato:
-E' il ghost-festival di Konoha! Sakura, non si staranno invertendo i nostri ruoli vero?-
Sakura rise di nuovo.
-Sei una baka...- Disse scuotendo la testa
Naruto fece un sorriso a trentadue denti.
-Si testa quadra, ho già capito cos'hai intenzione di fare! Mi hai convinto, ci verrò insieme a te, ok?-
Naruto fece un sorriso più ebete di quello di prima e si fiondò addosso alla kunoichi:
-Oh, grazie Sakura-chan!-
-Ehi! Giù le mani!- Disse Sakura facendo finta di rimproverarlo.
-Ci vediamo domani! Rimmettiti presto!- Rispose il biondo sorridendo.
-Naruto...- lo chiamò Sakura.
Il biondo, che stava per uscire dalla porta si girò e guardò la ragazza interrogativo.
Sakura fece cenno di avvicinarsi e il ragazzo si diresse verso il letto della kunoichi.
La rosa tirò a se il volto di Naruto e stampò un bacio sulla sua guancia.
-Grazie, Naruto-kun-
Dopo quel gesto, Naruto assunse un' espressione confusa che poi lasciò spazio al suo solito sorriso, poi, si avviò lentamente verso la porta della stanza e uscì.
Sakura rimase in silenzio per alcuni istanti e poi udì Naruto fuori dalla stanza:
-Yattaaaaaaaa! Sakura-chan mi ha baciato 'ttbayo!!-
-Shhh! Un po' di silenzio per favore!- Lo rimproverò un'infermiera.

-Ops... Hehehe-

Sakura scoppiò a ridere, certo che Naruto era davvero strano...
All'improvviso Sakura si fece pensierosa:
"Perchè non gli ho detto la verità?" Si chiese
"Stupida, stupida, stupida! Non puoi fare sempre affidamento su di lui, ma questo è un caso a parte!"
La rosa  portò le ginocchia vicino al petto e vi nascose il viso.
Una lacrima le rigò la guancia arrossata dal calore della stanza.
"Come faccio adesso?"  
CONTINUA...
 
Angolo dell´autrice:
Salve! Allora, vi piace? Ammetto che a me questo capitolo fa´un po´ pena :P
 Nel prossimo capitolo leggerete la seconda parte del fashback (quella dove si scoprira´ qualcosa in piu´ sull´ uomo misterioso)
Commentate numerosi!

P.s. Le critiche sono ben accette!

Bacioni! :D

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Capitolo 3
*** L'angelo Nero ***


I raggi del sole illuminavano il suo candido volto.
Sakura, aprì lentamente gli occhi che pizzicavano per la forte luce.
-Ben svegliata- Le disse un’infermiera con una siringa in mano.
-Mi daresti il braccio?- Continuò.
Sakura si scoprì e portò il suo braccio destro vicino al corpo dell’infermiera.
-Sentirai un piccolo bruciore, niente di che non preoccuparti, è come essere morsi da una zanzara!- Disse gentile.
La ragazza annuì, e quando la donna infilò l’ago nella sua pelle, la rosa  fece una piccola smorfia di dolore.
-Ecco! Ora, devi solo fare una firmetta sul foglio delle dimissioni- Disse l’infermiera indicando il foglio.
La kunoichi afferrò la penna e compilò il documento.
-Ora sbrigati! Naruto ti sta’ aspettando fuori, sai, è venuto a prenderti-
-C-cosa? Naruto è giù? Ah, testa quadra… Avevo detto che non avevo bisogno di niente!-
La ragazza sbuffò e borbotto qualcosa di indecifrabile, poi si vestì e scese le scale.
-Grazie di tutto!- Disse Sakura all’infermiera, la quale le sorrise.
La rosa si fermò per un momento davanti alla porta di una camera, quella camera.
Sakura aprì lentamente la porta e si rincuorò sentendo che il macchinario non aveva smesso di emettere quel segnale acustico, quel segnale, che ogni giorno dava la speranza a tutti, quello che diceva che l’amata Hokage, era ancora tra di loro.
La ragazza abbassò lo sgardo, la sua sensei, nonostante fossero passati sei mesi, non era migliorata, anzi, la situazione si era addirittura aggravata.
Sakura afferrò la mano della donna e chiuse gli occhi:
-Sapeste quanto mi mancate Tsunade-sama, sapeste quanto ci mancate…-
La ragazza fece un respiro profondo e cambiò l’acqua dei fiori sul suo comodino, la signorina voleva sempre le cose precise.
-Ora vado- mormorò la ragazza. – si rimetta presto, la prego- Continuò la rosa con gli occhi lucidi.
Lei, ogni volta che veniva a trovarla, le parlava, le parlava come fosse lì davvero, come se potesse sentirla…
Detto questo, si diresse verso la porta della camera e uscì a passo lento.
Una volta uscita dall’edificio, trovò Naruto:
-Sakura-chan!- Disse correndole incontro e Sakura non potè far altro che sorridere.
-Allora, come stai?- Domandò il biondo. –Sei proprio una testa quadra, non c’era bisogno di venirmi a prendere!-  Rispose.
-Ma dai, per gli amici questo ed altro!- Disse il ragazzo col suo solito sorriso.
Sakura sospirò rassegnata.
-Sai, oggi abbiamo deciso di andarci ad allenare tutti insieme al campo di addestramento, te la senti di venire?- Chiese gentilmente.
-Ma certo!- Esclamò entusiasta, forse, ancora non se la sentiva di restare da sola…
I due si diressero verso il campo e lì, trovarono i loro amici.
Tutte le ragazze corsero incontro a Sakura ponendogli milioni di domande.
-C-calma ragazze! Una alla volta, ok?- Indietreggiò Sakura.
Le ragazze non le diedero retta e la trascinarono sotto l’ombra di un albero.
-Ehi! Questo doveva essere un allenamento, non un ritrovo per bere tè e mangiare biscotti ‘ttbayo!- Gridò Naruto dall’altra parte del campo.
-Tanto non ti ascoltano- disse sospirando Shikamaru
-Beh, intanto alleniamoci noi, no?- Propose Lee entusiasmato all’idea.
Naruto annuì e i ragazzi cominciarono a fare esercizi.
Intanto, le ragazze continuavano a fare un sacco di domande alla povera Sakura:
-Ora gli faccio vedere io a quel bastardo!- Gridò Ten Ten infuriata.
-Sei sicura di non voler passare la notte a casa di qualcuna di noi? È pericoloso restare da sola!- La avvertì Hinata.
-Si è fatto vedere altre volte?-
-Grr, Ino!- Ruggì Sakura.
-Che ho fatto?! Mi sembrava giusto avvisare le altre!- Cercò di difendersi la bionda.
La rosa si sbattè una mano in fronte.
-E io che non volevo far preoccupare nessuno…- Disse sconsolata Sakura.
-Non volevi far preoccupare nessuno?!- Risposero in coro le ragazze.
-Ti sei già dimenticata quello che è successo, Sakura?- Domandò Ino

****INIZIO FLASHBACK****

La squadra si era incamminata da più di due ore ormai, tutti erano impazienti di raggiungere il paese del tè.
Quando finalmente giunsero davanti alle porte del villaggio, si diressero verso l’indirizzo che aveva dato Shizune.
-Signor Shimimura?- Domandò uno del suo team. L’uomo annuì.
L’uomo era pittusto anziano, aveva lunghi capelli bianchi, raccolti in una coda bassa. Gli occhi, piccoli e neri, ci scrutavano con diffidenza ed erano contornati da rughe molto marcate.
-Siamo gli shinobi di Konoha, siamo stati convocati per una missione di rango B che consiste nel proteggerla-
-Ah sì, siete voi! Prego, accomodatevi!-
-Nonno, con chi parli?- Domandò una voce dal giardino.
-Oh, mi sono scordato di presentarvi mio nipote! Nobu, sono i ninja di cui ti avevo parlato, vieni pure!-
Da dietro l’angolo della casa, comparve un giovane shinobi sui diciannove anni: alto, snello, con un bel paio di occhi color pece ed i capelli color nocciola.
A Sakura piacque molto quel giovane, sin dal primo istante.
-Quant’è carino- le sussurrò Ino con sguardo sognante. Sakura accennò un “sì” con la testa.
Il ragazzo, aveva l’aria estremamente forte, doveva essere almeno un jounin.
“Ma perché non lo protegge lui suo nonno? Sembra forte…” si chiese Sakura.
Come se l’uomo le avesse letto nel pensiero, subito disse:
-Vedete, mio nipote mi avrebbe difeso, solo che anche lui è in pericolo…-
-Potreste parlarci dei nemici?- Cominciò uno shinobi
-Ora vi racconto…-
Dopo il racconto sui nemici, il signor Shimimura, condusse ognuno nelle proprie camere:
-E questa camera, alle due signorine!- Disse indicando Sakura ed Ino
Le due sorrisero ed entrarono nella camera.
-Senti Ino, io vado a letto,  sono molto stanca… Tu se vuoi puoi guardare la televisione, non mi disturbi…- Mormorò Sakura appena entrarono nel locale.
Dopo un paio di ore, ancora Morfeo non si decideva a prendere Sakura tra le sue braccia, così, la kunoichi si diresse in giardino a prendere un po’ d’aria.
-Ehi, ancora sveglia a quest’ora?- Chiese una voce alle sue spalle.
La ragazza sobbalzò.
-Scusa, non volevo spaventarti!- Si giustificò il ragazzo.
-Figurati…- mormorò la rosa.
Il giovane si avvicinò alla ragazza e la prese per mano:
-Non trovi anche tu che il cielo sia bellissimo la notte?- Domandò.
Sakura alzò lo sguardo imbarazzata e guardò le stelle: e sì, il ragazzo aveva ragione, le stelle erano davvero belle…
-Sai, anche tu sei molto bella…- sussurrò avvicinandosi sempre più alla ragazza.
Sakura indietreggiò.
-Non avere paura… Non mordo, sai?- Sussurrò nuovamente, questa volta però, lo disse con tono minaccioso.
La voce del ragazzo era diventata molto strana, sembrava quasi avesse paura che qualcuno lo sentisse.
La ragazza, invece, tutt’un tratto perse la voce, le parole le morivano in gola, paura?
Sakura poggiò la schiena contro un albero, estrasse un kunai dalla sua sacca e lo parò davanti al suo volto.
-Che c’è? Non ti fidi?- Rise il ragazzo. –Fai bene…- mormorò.
Le saltò addosso, la immobilizzò e poi la guardò negli occhi.
-Non sentirai niente, tranquilla…- cercò di rassicurarla.
-C-che mi vuoi fare? Lasciami!- Gridò la ragazza terrorizzata.
Nobu  cominciò a slacciare i fiocchetti dietro la camicia da notte della ragazza mentre le baciava il collo.
-A-aiuto!- cercò di dimenarsi, ma tutto inutile, era stata completamente paralizzata dalla paura.
In quel momento le tornò in mente la lezione numero quarantacinque di Tsunade: mai farsi sottomettere dalla paura!
Bisogna combattere sempre! Se ti lasci sottomettere, la tua paura si trasformerà in realta, invece, se lasci spazio al buon senso, la tua paura resterà per sempre un’illusione!
Sakura si dimenò ancora e scaraventò il ragazzo dall’altra parte, che, con un balzo sulle mani, tornò subito in piedi.
-Beh, se non vuoi essere mia con le buone- Mormorò il ragazzo. –Lo sarai con le cattive!- Urlò.
Sembrava impossessato, un sigillo, ecco cos’era!
Nobu si stava trasformando lentamente, stava diventando… una specie di… uomo nero alato?
La kunoichi, più confusa che mai, chiamò aiuto.
Dopo ore di combattimento estenuanti, gli shinobi ebbero la meglio, anche se riportarono gravi ferite.
-Ahimè, era da lui che dovevate proteggermi…- Sussurrò il signor Shimimura.
-Avevo paura a dire che mio nipote, in realtà era l’Angelo Nero del paese de tè…- Continuò con le lacrime agli occhi.
-Angelo Nero?- Chiese confusa Ino.
L’uomo annuì: -Esatto, l’Angelo Nero è un demone nativo di questo paese. Lui non viene sigillato, lui sceglie di entrare nel corpo dei giovani ninja più promettenti, e pian piano si impossessa del loro corpo… E’ come una malattia, più si va avanti e più questo stato peggiora…- Disse con le lacrime agli occhi il signor Shimimura
-Avevo paura delle conseguenze, io sono tutto ciò che ha… Gli voglio troppo bene, per questo non ho detto niente a nessuno!- Continuò disperato.
-E ora… Che cosa gli faranno?- Domandò Sakura.
-Gli toglieranno i poteri con un justu segreto del villaggio del tè, poi, temo che anche per me sia finita ormai… Vedete, mi avevano già avvertito: se qualcuno nasconde il demone, allora è come se stesse tramando contro la società, e questo viene pagato con la morte…- Abbassò lo sguardo.
Sakura si sentiva tremendamente in colpa, dopotutto, non era colpa di Nobu…
-Ti ringrazio ragazzina- Disse guardando verso Sakura. –Grazie a te, sono riuscito a trovare il coraggio di dire la verità, poi, io ho già ottant’anni, la mia vita l’ho già vissuta, anche se sono sicuro che lui cercherà vendetta nei tuoi confronti e nei confronti del villaggio, almeno so che per ora il paese del tè è al sicuro!- Disse con voce roca.
-Vi ringrazio di tutto, domani stesso mi consegnerò alle autorità, poi, porterò Nobu dai ninja esperti in sigilli e vedremo cosa succederà… Vedete, le opzioni sono due:
o Nobu, grazie alla sua forza di volontà, riesce a riprendersi la sua vita, oppure l’Angelo Nero si impossessa definitivamente del corpo di mio nipote.-
-M-ma è terribile! Scommetto che se l’Angelo riesce a impossessarsi del corpo, le conseguenze sarebbero catastrofiche- Disse Ino disperata.
-Già… Non ci resta che sperare che Nobu riesca a vincere contro il demone…- Sospirò il vecchio.

**** FINE FALSHBACK ****

Sakura, ormai incapace di trattenere le lacrime, cominciò a singhiozzare.
-Ha ripetuto più volte che ti potrebbe fare del male Sakura! Non puoi cavartela così, era chiaro che a quei tempi non aveva ancora raggiunto la sua massima potenza, altrimenti non avrebbe aspettato così a lungo prima di rifarsi vivo, non credi?- Fece notare Ino. –Per colpa nostra, gli hanno tolto gran parte dei poteri, poi quel demone è già malvagio di suo, immagina cosa potrebbe succedere se scaricasse tutto il suo odio contro un solo villaggio e una sola persona!- Continuò
Le altre ragazze, ancora rimaste di stucco per il racconto dell’amica, cercarono di consolare l’amica:
-Su, sorella Sakura, non piangere, vedrai che fratello Naruto ti proteggerà a costo della sua vita!- La consolò Moegi*
-M-ma è proprio questo quello che non voglio! Shimimura ha detto che i ninja sigillisti avrebbero indebolito i poteri dell’Angelo, i suoi poteri erano tutto quello che aveva! Sicuramente anche lui farà la stessa cosa con me! S-se dovesse uccidere qualcuno di voi?! I-io non so cosa farei! Non a caso ha messo in guardia tutti e non solo me!- Singhiozzò Sakura.
-E poi sicuramente vorrà terminare ciò che ha cominciato!- Pianse più forte.
-Ti riferisci a quella notte?*- Domandò Ino.
Sakura annuì. –H-ho paura anche per quello, lui è uno sconosciuto e io non sono ancora pronta!-
-S-akura, n-noi ti staremo vicino, p-puoi starne certa!- La incoraggiò Hinata.
Ten Ten abbracciò l’amica:
-Dillo a Naruto, fallo per noi, non puoi combattere da sola…- le sussurrò la bruna.
-Ci proverò, è solo che… lui è così impegnato, sta’ per diventare Hokage… non posso arrivare io e rovinargli il lavoro di una vita…- mormorò abbattuta.
-Sakura, sai com’è fatto fratello Naruto, lui non se lo perdonerebbe mai se dovesse succederti qualcosa!- Replicò Moegi.
-M-moegi ha ragione!- Disse Ten Ten
-Sakura, per favore, ci preoccupiamo per te!- Disse Ino. –Stanotte tu dormi a casa mia, ok?- Continuò.
Sakura annuì e si asciugò gli occhi ancora gonfi di lacrime.
-Dai! Ora alzati e vatti a lavare, sai com’è Naruto, no? Beh, perché se non ci muoviamo verrà qui a farci la sua solita ramanzina del tipo: “il nemico non vi fa fare i vostri comodi! L’allenamento è lo specchio di ciò che succede durante la battaglia, e se durante una battaglia vi mettete a parlottare di ragazzi sotto l’ombra di un pino, beh, penso proprio che non durerete a lungo!!”- Ridacchiò Ino.
-Si, hai ragione, andiamo!- Sakura si sforzò di sorridere…
-E poi oggi dobbiamo divertirci! Questa sera ci sarà il Ghost-Festival! Ahh, evviva, evviva!- Disse Ino contenta.
Quando raggiunsero i ragazzi, questi si misero a cantare una specie di “Alleluia” e ricominciarono a combattere.
-Sakura-chan, è tutto ok?- Chiese preoccupato Naruto.
-S-si Naruto, è tutto ok non devi preoccuparti!- Le sorrise la ragazza.
Bugiarda. Sai benissimo che non è così…
 
CONTINUA…..
*Moegi è la compagna di team di Konohamaru.
 
aNGOLO DELL’AUTRICE:
sALVE!!ALLORA, FINALMENTE ABBIAMO SCOPERTO CHI è L’UOMO!
cOME VI è SEMBRATO QUESTO CAPITOLO? 2.025 PAROLE, WOW… HO SUPERATO UN RECORD PERSONALE! *.*
comunque, nel prossimo capitolo narrerò del ghost-festival!
GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE SEGUONO LA MIA STORIA, IN PARTICOLARE:
TRA LE SEGUITE:
AlexisSlyterin
Kira4ever
Kushina Namikaze
Loganlerman
Luli97
Metaldolphin
Naru94
RedHair
Silvia the best
Soly Dea
Tra le ricordate:
11 novembre
Naru94
ShoKei89
Tra le preferite:
dinosaurabox
naru94
 
Grazie a tutti quanti! *O*

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Capitolo 4
*** Fuochi d'artificio ***


Fuochi d'artificio


Sakura bussò con forza sulla porta del bagno di Ino:
-Ino! Ci sei caduta in bagno?!- Ringhiò furiosa.
Le due, infatti, finito l’allenamento, si erano dirette a casa della bionda in fretta e furia a prepararsi per l’attesissimo Ghost-Festival di Konoha.
Ino, dall’altra parte della porta, fece un sonoro sbuffo –Uff, fronte spaziosa ma tu pazienza zero! Un attimo!-
Sakura, dopo l’affermazione della bionda, diventò –se possibile- ancora più arrabbiata di prima.
-Pazienza zero? Io!? Ma se sei lì dentro da più di mezz’ora!-
Si udì la serratura della porta che si apriva e Sakura tirò un sospiro di sollievo, finalmente poteva entrare!
Appena mise piede nella camera spalancò le iridi verdi dallo stupore.
-M-ma che diavolo è successo? È passato un uragano?!- Chiese incredula.
Ino fece una risatina isterica. –Ma come sei spiritosa! Dai sbrigati! Non voglio di certo arrivare tardi per colpa tua!-
Sakura stava per ribattere, poi però abbandonò l'idea.
Ino era intenta a truccarsi e invitò l’amica a provare i suoi trucchi.
-Devo essere perfetta questa sera!- Le disse Ino passandosi il rossetto sulle labbra.
Sakura arricciò il naso. –Non mi risulta che tu ci vada con qualcuno-
Ino fece un’altra risatina. –Non si sa mai- Le fece l’occhiolino.
-Non cambierai mai…- Sospirò sedendosi su una sedia.
Ino si mise in piedi dietro la sedia e cominciò a pettinare i capelli della sua amica, proprio come se fosse una bambola.
Le fece uno chignon alto, ornato con fiori e spille colorate, lei invece, aveva i capelli sciolti, lasciati ricadere lungo la schiena.
Dopo essersi truccate, s’intrufolarono in alcuni scatoloni sotto il letto di Ino.
-Ottimo!- Esclamò Sakura.
Ino sorrise e tirò fuori dallo scatolone un kimono viola e un altro rosa.
-Sono nuovi di zecca! Stupendi, vero?-
Sakura annuì, incantata, da quei due abiti divini.
-Sbrighiamoci!- La incitò Ino.
Sakura e Ino, si cambiarono facendo attenzione ai minimi dettagli e scesero le scale dei villa Yamanaka dirigendosi verso l’esterno.
-Mi raccomando Sakura, dobbiamo tornare al massimo a mezza notte e mezza! Sai com’è fatta mia madre no?- La avvertì Ino.
-Si! Guarda che non sono io quella che disubbidisce sempre!- Rispose ridendo.
-Mhpf…- Ino girò la testa dall’altro lato fintamente offesa.
-Ehi…- La chiamò all’improvviso la bionda. –Oggi, con Naruto, vedi di..-
-Ino-pig! Faccio bene a chiamarti maiale!*- Le disse furiosa Sakura senza farle finire la frase.
-Va bene, va bene!- Le rispose Ino.
Più le ragazze si avvicinavano alla piazza, più la musica si faceva assordante e l’adrenalina saliva.
-Sakura! Io vado un attimo da Sai- Le gridò Ino cercando di farsi sentire.
-Sakura-chan! Finalmente ti ho trovata!- Le disse Naruto alle sue spalle.
Sakura gli abbracciò un braccio ed Ino, come volevasi dimostrare, le fece un ghigno pervertito.
-Andiamo in un posto più tranquillo?- Gli domandò Sakura.
-Che cosa?!- Le chiese Naruto mezzo assordato dalla musica.
-Ho detto, andiamo in un posto più tranquillo??- Gli urlò Sakura
-Ehh?!!- Le richiese il biondo
Sakura si sbattè una mano in fronte e trascinò via Naruto da quel luogo.
I due si diressero alle sponde del fiume che attraversava Konoha e si fermarono ad osservare l’orizzonte sul ponticello di legno che veniva comunemente usato per pescare.
Naruto sospirò con gli occhi fissi verso il tramonto, l’aria stava diventando sempre più tesa.
-Allora Naruto-kun, ho sentito che forse tra poco verrai nominato Hokage…- Mormorò Sakura.
-E già- Le rispose grattandosi la nuca.
Sakura sorrise, ma i suoi occhi erano tristi. Naruto la prese per il mento e le fece alzare lo sguardo.
-Che hai? Sei strana da dopo l’incidente…- Le chiese preoccupato Naruto.
Sakura si scansò da Naruto. –Niente, davvero…-
Naruto abbassò lo sguardo –Ehi, guarda che a me puoi dirlo se c’è qualcosa che non va… Dopotutto siamo migliori amici, no?-
Sakura chiuse gli occhi e li tamponò con le dita cercando di non far sbavare il trucco, infatti, era sul punto di piangere.
“migliori amici…” Disse tra sé e sé. “migliori amici…”
Il cuore di Sakura pareva aver smesso di battere tutt’un tratto.
Scosse la testa, non voleva rovinarsi la serata.
-Dai Naruto, andiamo a comprare qualcosa alle bancarelle!- Sakura, si era come ripresa dallo stato di tanche in cui si trovava e aveva preso Naruto sotto braccio.
-Certo che sei strana Sakura-chan!- Disse Naruto.
Sakura si girò e lo fulminò con lo sguardo, Naruto, terrorizzato subito si corresse:
-Ma chi è normale non è divertente! Perciò è un complimento!- Rise isterico.
Sakura annuì pavoneggiandosi, poi, trascinò Naruto verso una bancarella di peluches, e il biondo, non tardò a comprargli un coniglio color confetto e dagli occhi verdi.
-Ti assomiglia…- Le disse Naruto indicando il coniglio. Sakura lo guardò interrogativa.
-E’ rosa, ha gli occhi verdi ed è estremamente dolce!- Rispose il biondo assumendo la sua tipica espressione volpina.
Sakura nascose il viso contro il collo del coniglio gigante, era arrossita.
A mezza notte in punto, il cielo nero della notte si dipinse di colori sgargianti; i fuochi d’artificio scoppiettavano colorando le tenebre.
Alcuni bambini piangevano a causa del forte rumore e le madri cercavano di consolarli, Sakura guardava incantata; aveva sempre avuto un forte istinto materno, sin da bambina.
“Chissà se un giorno toccherà anche a me…”  Pensò sorridente la rosa.
Osservò Naruto:
era felice, proprio come un bambino a cui viene regalato un giocattolo che desiderava da tempo.
La ragazza avvicinò lentamente la sua esile mano verso quella del compagno di team, la strinse e rimase stupefatta dal calore che emanava… Ti faceva sentire… Al sicuro.
Dopo quel gesto, Naruto si fermò a guardare Sakura confuso, e lei, girò il viso dall’altra parte imbarazzata.
Il ragazzo sorrise e strinse più forte la mano della compagna. Tra loro era così, non c’era bisogno di parlare, bastava uno sguardo per capirsi, chiunque avrebbe invidiato quel rapporto.
Loro avevano condiviso lo stesso dolore, si erano aiutati, si erano fatti coraggio, e si volevano bene, solo che per Sakura era cambiato:
non si sentiva più legata a Naruto da un legame d’amicizia, bensì da qualcosa di molto più forte e molto più intenso.
Avrebbe voluto stare tra le sue braccia tutto il giorno, perché solo lui la faceva sentire veramente protetta, veramente al sicuro da ogni pericolo.
La forza del botto finale fece tremare i vetri delle case e le persone batterono le mani.
-Ti è piaciuto?- Le domandò genuino Naruto.
Sakura fece un risolino –Certo!- forse però, lei si stava riferendo a qualcos’altro…
Naruto stava per dirle qualcosa, ma fu interrotto da Ino, che mezza ubriaca, girava barcollando seguita da Shikamaru che cercava di sorreggerla.
Sakura si battè una mano in fronte e Naruto rise divertito.
-Acc, ma tu guarda! Quanta pazienza nella vita! Ma tutte a me devono capitare?! Qual è stato il mio peccato?!- Borbottò Shikamaru esasperato.
Sakura si coprì la bocca con una mano e cominciò a ridere, poi, anche Naruto imitò la sua compagna.
Shikamaru si girò dall’altra parte offeso -Eh si, ridete!-
Ad Ino scappò una risatina isterica –Ehi, andiamo a berci un bicchierino tutti insieme? Eh, sarà divertent- La bionda fù interrotta da un attacco di singhiozzo.
Shikamaru roteò gli occhi –Ci mancava solo questa!-
Sakura si asciugò le lacrime dagli occhi e guadò l’orario: 11: 55?! Il tempo era davvero volato…
-Senti Naruto, io devo essere a casa di Ino per mezza notte.. Ora devo proprio andare!-
-Alt! Mi offro volontario di accompagnarvi, vostra signoria- Rispose Naruto afferrando la mano di Sakura.
La rosa si morse il labbro e arrossì.
-Si bravo! Fammi compagnia! Non credo che riuscirò a sopportare queste due oche durante il viaggio!- Shikamaru sgranò gli occhi appena si rese conto di ciò che aveva detto.
-Come ti permetti!? Paraculo che non sei altro!!- Sakura si alzò le maniche del kimono con fare minaccioso, poi però, fu’ fermata da Naruto –fortunatamente-
I quattro giunsero davanti a villa Yamanaka e si salutarono.
Sakura diede un leggiero bacio sulla guancia al biondo –Grazie…- sussurrò al suo orecchio.
Naruto fece spallucce –Ti dovevo dire una cosa…-
Sakura ricordò: quando lui le stava per parlare, Ino e Shikamaru hanno interrotto tutto!
-Me la dici domani, ok?-
Naruto annuì e osservò Sakura che trascinava Ino in casa.
Shikamaru aspettò che le due fossero entrate –Almeno la tua ragazza ti rigrazia quando la riaccompagni a casa!- borbottò.
Il biondo rise di gusto. –La mia ragazza? Forse corri un po’ troppo ma è già un’idea…- mormorò.
CONTINUA…
 
Angolo dell’autrice:
Salve!! :3 Beh, vi piace? Spero di sì
Grazie a tutti quelli che mi seguono! Nel prossimo capitolo scopriremo cosa voleva dire Naruto a Sakura!
Bacioni :3
Uchiha29

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Capitolo 5
*** Notizie ***


Notizie

Sakura si stiracchiò leggermente e sbadigliò sonoramente
-Buon giorno Ino!- Esclamò sorridente la ragazza dai capelli color confetto
Di tutta risposta Ino le lanciò un cuscino in faccia –La smetti di fare casino?- La rimproverò la bionda.
-La prossima volta impari a fare le ore piccole!- La rimproverò a sua volta Sakura
-Su, giù dal letto! Dobbiamo fare tante cose oggi!- Continuò.
Ino sbuffò –Uffa…-
Sakura si diresse di corsa in bagno, non voleva certo aspettare mezz’ora come la volta precedente!
Prese la spazzola e cominciò a pettinarsi i capelli color confetto, poi, si sciacquò la faccia in fretta e furia e uscì dal bagno.
-Ino, io faccio un salto a casa mia…- Le disse la rosa una volta preparata.
Ino la squadrò preoccupata –Ne sei sicura?- Le domandò.
Sakura sorrise –Non devi preoccuparti… So cavarmela benissimo anche da sola!- La tranquillizzò.
A quel punto, Ino acconsentì  - ancora non del tutto convinta - e salutò l’amica.
Si avviò verso il centro del paese: doveva fare la spesa prima di andare a casa.
Aprì la porta del negozietto di alimentari della signorina Tsugumi e subito il profumo di pane appena sfornato le invase le narici.
-Buongiorno!- Salutò educatamente la rosa.
-Oh cielo! Sakura cara! Come stai piccola mia, eh? Ho sentito che non sei stata troppo bene nell’ultimo periodo!- La signora era davvero preoccupata: teneva le mani intrecciate sul suo petto e il viso era contorto in una smorfia di dolore.
Sakura le sorrise dolcemente –Non deve preoccuparsi! Ora sto’ molto meglio!-
-Meno male… Mi hai fatto preoccupare molto, sai?- La signora le pizzicò una guancia. –Allora, qual buon vento ti porta qui?-
-Beh, dovrei fare la spesa…-
-Ohoh, che sciocca che sono! Siamo in un negozio di alimentari!-
-Bene, vorrei un etto di prosciutto cotto, due pacchetti di infusi di tè alla fragola e ai frutti di bosco… poi, mhmm… A già il pane al latte!-
-Arriva subito! Solo saresti così gentile da aspettare cinque minuti? Il pane deve ancora uscire dal forno, lo avrai bello caldo!-
Sakura annuì e osservò la donna che si prestava a tagliare il prosciutto.
-Dì un po’- Cominciò la signora. –Hai sentito di ieri sera nella zona Ovest della città?- Domandò.
-La zona Ovest? No… Perché che cosa è successo?- Chiese confusa Sakura.
La signora abbassò il tono della voce come per non farsi sentire –Beh, si dice che sia stato avvistato una specie di demone! Ha raso al suolo ben  due ettari di bosco! Alcuni dicono che sia scoppiato un incendio per colpa delle scintille dei fuochi d’artificio, altri invece affermano di aver visto un uomo/demone completamente fuori controllo!-
Il cuore di Sakura saltò un battito. “Uomo/demone…” ripetè tra sé e sé. “Naruto era con me, poi lui sa controllare la volpe! Non mi dire che è… Nobu!” Le iridi verdi si spalancarono di botto a quei pensieri.
-Sakura? Ti senti bene?- Chiese preoccupata la signora.
-S-si… Sto’ benissimo, davvero.- Cercò di essere il più convincente possibile, tuttavia, la signora la guardò sconsolata.
-Ah, fin da piccola ti sei preoccupata di tutti e tutto! Avanti, sono solo voci! Bisogna sempre essere positivi nella vita!- Disse solare.
-Prendi per esempio il figlio di Kurenai! Ahaha, quel bambino è una piccola peste! Dovresti vederlo! Salta e corre che è una meraviglia! Sono più che certa che diventerà un grande shinobi!-
Sakura sorrise dimenticandosi dei cattivi pensieri –Si dice che abbia torturato il maestro Kakashi per ben un giorno! Voleva assolutamente vedere la sua faccia!- Rise genuina la rosa.
La signora la imitò –E chi non vuole vedere la faccia di Kakashi? Sai, è al centro dei pettegolezzi femminili quell’uomo!- Le disse strizzandogli l’occhio.
-Davvero? Non sapevo che il maestro avesse tanto successo tra le donne!- Rise ancora una volta la kunoichi.
-Già… Chissà cosa c’è sotto quella maschera! Ammetto che anche se sono felicemente sposata sono curiosa di vedere la faccia di quell’uomo!-
Sakura annuì, prese i panini che la signora le aveva dato e si avviò verso casa.
-Ciao tesoro! Salutami tanto i tuoi genitori e torna a farci visita presto!- La salutò.
-Ci può giurare! Arrivederci!-
Sakura si chiuse la porta alle spalle e ricominciò a camminare verso casa.
“Chissà com’è ridotta… Ci saranno ancora le tracce del suo arrivo” Pensò.
Abbassò lo sguardo e ripensò alle parole della Signora Tsugumi riguardo alla zona Ovest della città. Si sentiva tremendamente in colpa, le cose potevano andare molto peggio di così e lei lo sapeva, la prossima volta, forse, ci saranno addirittura delle vittime, e tutto a causa sua.
 
Mentre camminava per le vie principali della città, si accorse che la festa non era ancora del tutto terminata, infatti, le strade erano piene di banchi e bancarelle. I bambini giocavano felici dividendo alcuni dolciumi fra di loro; alcuni artigiani mostravano le statuette in legno fatte a mano che rappresentavano Hokage o altri eroi in un modo o nell’altro passati alla storia. Non si stupì quando vide una statuetta di Naruto.
Estrasse dalla sua borsetta un mazzo di chiavi e infilò nella serratura la chiave della sua casa.
La porta si aprì con un cigolio e mostrò la casa di Sakura:
c’erano pezzi di vetro sul pavimento, fiori spezzati, quadri caduti, macchie di sangue ormai secco e alcuni kunai.
Si avvicinò lentamente e raccolse da terra la vecchia foto del team sette; si lesionata. Si era formata una spaccatura proprio tra lei e Naruto. Poggiò con cautela la foto sul davanzale e cominciò a ripulire la casa da quel macello.
Una volta finito, si sdraiò sul divano e poggiò una mano sulla fronte. Si morse il labbro, aveva paura, paura di stare da sola, paura di stare in compagnia, poteva arrivare da un momento all’altro e ucciderla, uccidere tutti a causa sua, solo sua.
Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta: Sakura si portò una mano sul cuore, nessuno sapeva dove si trovava, tutti pensavano che fosse a casa di Ino… Chi poteva mai essere?
Si avvicinò alla maniglia della porta con cautela e l’aprì di scatto.
-‘giorno Sakura-chan!- Esclamò Naruto a gran voce.
Sakura tirò un sospiro di sollievo –Naruto! Sei tu!-
-Certo che sono io, chi dovrei essere altrimenti?- le rispose confuso il ragazzo.
-Lascia stare baka! Su, entra-
Sakura fece accomodare l’amico sul divano e si mise accanto a lui.
-Allora, Sakura… Ti ricordi che ieri ti dovevo dire una cosa, no?-
La ragazza annuì e Naruto lesse nei suoi occhi una punta di curiosità.
-Bene- Cominciò. –Non so proprio come dirtelo…-
-A parole tue- Le suggerì –Tutto d’un fiato-
-Tutto d’un fiato…- Ripetè. –StoperesserenominatoHokage!-
Sakura piegò la testa da un lato –C-come?- domandò stupita.
-Ho detto c-
-Ho capito quello che hai detto, baka!- Sakura gli saltò addosso elettrizzata e appoggiò il suo viso nell’incavo del collo di lui, che intanto la stringeva a sé con forza, come se avesse paura di perderla. Naruto cominciò ad accarezzare i capelli di lei, riusciva a sentirne il profumo, la morbidezza, tutto. Si allontanò leggermente e si soffermò a guardare gli occhi verdi della sua compagna; grazie ad essi, Naruto riusciva a leggere dentro Sakura come fosse un libro. I loro nasi si toccarono e anche le loro fronti. Naruto trovava la fronte di Sakura semplicemente deliziosa: anche se essa era la causa di tutte le prese in giro da parte dei compagni, lui l’adorava, non c’era un motivo ben preciso.
Sentiva il respiro leggermente affannato di lei sulla sua pelle e ogni volta che il suo fiato giungeva sulla sua cute, sembrava venisse trafitto da mille chidori. Sakura portò una mano nei capelli dorati di lui e si avvicinò al suo orecchio dolcemente:
-Sono fiera di te…- sussurrò.
Questa volta fu’ Sakura a stringere Naruto contro il suo petto.
-Sakura-chan…- mormorò.
Naruto alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi di lei. Sakura gli teneva il viso tra le mani.
-Tsunade-sama… I-io, mi sento così in colpa- Abbassò gli occhi.
-Shh, la Signorina Tsunade avrebbe approvato! Tu sei un eroe! Sei l’unico che può salvare il villaggio in caso di pericolo!-
Naruto abbassò gli occhi –Si, certo, però io volevo bene alla baa-chan…-
-Che cosa sono questi discorsi?! Non è ancora morta!- Lo rimproverò Sakura
-Gli sono rimasti sì e no due giorni di vita Sakura-chan!- Rispose alterato Naruto.
Sakura osservò scandalizzata il suo compagno di team.
Naruto si mise le mani tra i capelli –Scusa…- Sussurrò con un filo di voce. – E’ solo che ho perso tutte le persone più care a me… E perdere la baa-chan sarà un duro colpo…-
Una lacrima rigò il viso di Sakura –Lei era più una madre che una sensei per me…- mormorò la ragazza.
-Ti capisco, però lei si fidava di noi, noi possiamo portare la pace nel mondo degli shinobi! Lei crede in noi!-
Naruto guardò la compagna con gli occhi lucidi e si accorse che aveva tremendamente ragione.
-Poi tu sei il ragazzo della profezia, no? Anche io credo in te…- Disse Sakura poggiando una mano sul cuore del ragazzo.
Si sorrisero. Naruto presto sarebbe diventato l’Hokage più giovane della storia, il suo nome sarebbe stato scritto in tutti i libri di storia ninja, lui era un eroe. Lui era il suo eroe.
I due si guardavano da mezzo minuto, ma sembrava fosse passata un’eternità, il tempo aveva smesso di correre, tutto si era fermato, tutto era sparito, c’erano solo loro due. Nessun’altro.
-Beh, abbiamo intenzione di guardarci ancora per molto?- Disse Naruto all’improvviso.
-Baka…- mormorò Sakura a denti stretti. Come poteva distruggere un’atmosfera così romantica in pochi secondi?
-Hai detto qualcosa?- Le chiese genuino il biondo.
-Nulla di importante!- Le sorrise Sakura, anche se dentro di lei, la persuadeva un forte istinto omicida.
-Sakura-chan…- Il biondò attirò l’attenzione della ragazza e le fece cenno di avvicinarsi.
Sakura si mise a sedere di fianco a Naruto e lo guardò interrogativa.
-Sei sicura di stare bene? Ti vedo molto agitata… Vuoi venire a casa mia?- Le domandò preoccupato.
-Ti assicuro che sto’ benissimo! Non devi preoccuparti di nulla!- Lo rassicurò la ragazza.
-Tu dici questo, ma i tuoi occhi dicono il contrario- Le rispose Naruto.
Sakura sapeva benissimo di non saper dire bugie, soprattutto se quello a cui doveva mentire era Naruto! Lui riusciva a capire benissimo se una persona era sincera o no.
-Se vengo a casa tua sei più tranquillo, papà?- Le chiese ironica Sakura.
Naruto assunse il suo tipico broncio –Mhmm tu non mi convinci… Comunque sarebbe bello avere un po’ di compagnia!-
-Ah dimenticavo!- Disse Naruto –Solo oggi, perché domani ho una missione di livello S!-
-Cosa?! E perché non mi hanno chiamato?!- Le rispose Sakura adirata.
-Non guardare me! Di Konoha hanno chiamato solo me, Shikamaru, Sasuke e Kakashi-sensei…-
-Di Konoha? Allora è una missione che non riguarda solo il paese del fuoco…-
-Già… Sappiamo solo che è molto pericolosa- Disse Naruto con lo sguardo perso nel vuoto.
-Vedi di tornare vivo e vegeto!-
Naruto fece un risolino –Certo, mamma!- La canzonò.
Sakura gli sbattè un cuscino in faccia e da lì, scoppio la quinta grande guerra ninja! La lotta di cuscini di Naruto Uzumaki e Sakura Haruno!
 
CONTINUA…
 
Angolo dell’autrice:
Salve! Spero che il quinto capitolo vi sia piaciuto almeno un po’! ^^
Nel prossimo succederanno molte cose, non perdetevelo!
Grazie mille a chi ha recensito e a chi recensirà! :D
Bacioni :3
Uchiha 29

 

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Capitolo 6
*** A casa di Naruto! [Parte 1. Spaghetti] ***


A casa di Naruto

prima parte: spaghetti


Sakura sentiva il braccio muscoloso di Naruto premere sulle sue esili spalle, sentiva il suo odore; odorava di... Ramen?
Sorrise dolcemente nel constatare che si era addormentato: i due lapislazzuli incastonati nel suo viso erano serrati e il volto era completamente rilassato;
il petto si muoveva sù e giù in modo regolare.
Appoggiò la testa con cautela sul petto del biondo e chiuse gli occhi immaginando come sarebbe stato fare quella vita tutti i giorni, felici, con lui.
Tra le dita stringeva la felpa arancione del compagno leggermente aperta per via del troppo caldo e le labbra erano poggiate sull'incavo del collo di lui.
Naruto non dava segni di vita, così Sakura ne approfittò per assopirsi un po', si sentiva molto stanca e i fatti successi negli ultimi giorni non l'aiutavano.

Dopo pochi minuti, Sakura aprì gli occhi lentamente e si alzò di malavoglia, a quanto pareva Morfeo non aveva alcuna intenzione di prenderla tra le sue braccia.
Il movimento fatto da Sakura per alzarsi svegliò il ragazzo:
-Perdonami, ti ho svegliato...- mormorò la kunoichi.
Naruto sorrise dolcemente e sbadigliò.
Quando la rosa si accorse della posizione in cui si trovavano, arrossì di colpo.
i loro nasi quasi si sfioravano, le loro dita erano intrecciate e Sakura si trovava sopra il ragazzo.
Naruto prese tra le mani una delle ciocche color confetto di lei e le arrotolò al suo dito.
-Mi piacciono i tuoi capelli, Sakura-chan- 
Sakura arrossì -se possibile- ancora di più e abbassò lo sguardo per nascondere il rossore del suo volto.
Naruto, consapevole di averla messa a disagio, spostò lo sguardo sulla porta della cucina:
-Hai fame?- le domandò.
-Bhe, in effetti...- rispose imbarazzata.
Naruto si alzò e fece cenno di seguirlo e la ragazza acconsentì.
La portò davanti al frigorifero e le mostrò alcune credenze:
-Mhmm, sbaglio o sei a corto di cibo?- le chiese la rosa mentre esplorava i vari ripiani del frigorifero.
Naruto si grattò la nuca imbarazzato e rise isterico.
-Ma che stai facendo?- Domandò il ragazzo mente osservava la kunoichi.
Sakura si era messa un grembiule e in mano aveva una pentola con un po' d'acqua dentro.
-Stò cucinando, non si vede?-
Naruto sgranò gli occhi, le opzioni erano due:

Prima opzione:
-Sakura-chan! Tu sei un disastro in cucina, non voglio morire avvelenato!-
-Sparisci baka! Non farti più vedere!-
Si sarebbe preso un pugno in pieno stomaco, perciò abbandonò l'idea.


Seconda opzione:
-E' buono, Naruto-kun?-
Naruto mugugna qualcosa con una faccia dal colore stranamente verde.
Sarebbe finito all'ospedale per almeno una settimana, quindi, abbandonò nuovamente l'idea.
-Ehi, Naruto ci sei?- Sakura sventolò una mano davanti al ragazzo.
Naruto annuì terrorizzato pensando al suo pasto.
-Dai, vai di là. Qui ci penso io- 
-O-ok-


Dopo un po' Sakura uscì dalla cucina con un piatto di spaghetti  fumanti dall'aspetto stranamente appetitoso.
"E' un genjutsu, ne sono sicuro" pensò.
-Ma ti sei imbambolato? Su', vieni a mangiare!-
Il biondo afferrò le bacchette e guardò scettico il piatto che aveva davanti.
Non era ancora del tutto convinto.
Anzi, non era per niente convinto...
Da quando Sakura era così brava a cucinare?

"Non starà mettendo in dubbio le mie doti culinarie, voglio sperare" Pensò la ragazza.
-Avanti! Ti devo imboccare o ci riesci da solo?!- Sakura stava perdendo la pazienza.
Il ragazzo la guardò con un sorriso malizioso e non fece una mossa:
-Imboccami!- La incitò.
-Ah, baka! Non ci penso proprio ad imboccarti!- Sakura aveva perso la pazienza.
-Mangia. Ora. Adesso. Subito!!!- Gli gridò la kunoichi.
Naruto alzò dal piatto un boccone di pasta e li mise in bocca con un velo di esitazione, li masticò e...
-Ma sono deliziosi!- Naruto si alzò di scatto dalla sedia.
La rosa sorrise e battè le mani.
-Sakura-chan, se cucini così posso anche sposarti subito!-
Sakura divenne più rossa di un pomodoro.
-La colore della tua faccia adesso mi ricorda i capelli di mia madre!- le disse con l'ingenuità di un bambino.
La ragazza lo guardò scandalizzata.
-A me piacciono i capelli di mia madre!- Cerco di correggersi.
Sakura sospirò.
-Dove sono i tuoi spaghetti, Sakura-chan?- chiese.
-Bhe, ecco... Erano rimasti solo quelli nella confezione e mi sembrava giusto farli mangiare a te, è il minimo che io potessi fare.-
Naruto la squadrò contrariato.
-Mangia con me!- propose.
-C-cosa?- Sakura credeva di non aver sentito bene.
-Davvero posso?-
-Tieni, prendi le bacchette e mangiamoli insieme-
Naruto le sorrise dolcemente e l'amica lo imitò facendo come gli era stato detto.
Cominciarono a mangiare e ben presto nella ciotola rimase solo uno spaghetto.
Naruto la guardò in segno di sfida e la ragazza non potè far altro che accettare.
-Che abbia inizio la guerra!- Gridò il ragazzo decisamente carico.
Sakura ghignò.
Le loro bacchette si intrecciavano alla ricerca dell'ultimo spaghetto, nessuno dei due sembrava voler arrendersi.
-L'ho preso!- gridarono ambedue.
Entrambi afferrarno un'estremità dello spaghetto e ben presto si resero conto che le loro labbra erano unite:
Entrambi sgranarono gli occhi a quel contatto, tuttavia nessuno dei due dava dava cenno di staccarsi.
Sakura, qualche secondo dopo, chiuse gli occhi e si concentrò interamene ad assaporare le labbra del biondo.
Naruto ricambiò e trovando le labbra di lei leggermente schiuse, ne approfittò per approfondire il bacio.
La ragazza stringeva tra le dita i capelli dorati del ninja e premette ulteriormente il suo corpo contro quello del ragazzo.
Si staccarono per un momento guardandosi negli occhi, poi, incapaci di resistere al desiderio che avevano l'uno dell'altra, si cercarono nuovamente.
Naruto perse l'equilibrio e cadde sul divano con Sakura sopra, che intanto, continuava a mordicchiare le sue labbra.
Con un movimento, Naruto invertì le loro posizioni e salì sopra la ragazza, si avvicinò al suo collo e cominciò a baciarlo con voga mentre con una mano giocava con i suoi capelli rosati.
Sakura stava sfilando la maglia al ragazzo, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, la mente era andata in tilt.
Eppure si sentiva felice...

CONTINUA...
Angolo dell'autrice:
Salve! Vi è piaciuto questo capitolo? Il bacio stile Lilly e il Vagabondo xD
Recensite numerosi :3
Bacioni :D






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Capitolo 7
*** A casa di Naruto! (Parte 2: scoperte agghiaccianti) ***


A casa di Naruto!

Parte 2: scoperte agghiaccianti


Sakura sentiva il calore del corpo di Naruto sopra il suo.
Ansimava di piacere al contatto delle le sue labbra sottili e il cuore, ogni volta minacciava di uscirle fuori dal petto.
Chiuse gli occhi e  assaporò quel momento, intanto, il ragazzo continuava a baciarle il collo niveo e le accarezzava i capelli come per tranquillizzarla.
Naruto sentiva il forte affanno della ragazza, così, si fermò per un momento e la guardò negli occhi smeraldini.
-Sei sicura di volermi per primo? Sei davvero pronta a tutto questo?- Le chiese il ragazzo stringendole le mani.
-Quanto sono sicura di amarti...- Rispose zittendo il biondo.
Come due calamite, i due tornarono ad unire le loro labbra, poi, il ragazzo, si posizionò meglio tra le gambe della kunoichi.
Fu' un attimo, Sakura ora era diventata una donna. Il suo cuore pareva aver smesso di battere, gli occhi erano lucidi e le labbra erano contorte di una smorfia di dolore. Naruto si avvicinò al viso della rosa e lo accarezzo dolcemente e la ragazza sorrise.
Dopo alcune spinte, entrambi raggiunsero l'apice del piacere. Naruto, stremato, si accasciò sul corpo della ragazza e si accoccolò nell'incavo della sua spalla,
ormai era sera e sia Sakura che Naruto cominciavano a sentirsi stanchi, così entrambi si addormentarono... Felici.
 
3.45, nel cuore della notte.
I due dormivano abbracciati l'uno all'altra, coperti da solo un leggero lenzuolo di lino, tutto procedeva per il meglio finchè... 
"DRRRIIIIIIINNNNNN"
Naruto spalancò gli occhi di colpo, sembrava essersi appena svegliato da un incubo! 
-N-Naruto-kun?- Mormorò Sakura assonnata.
-Come diavolo si spegne quest'aggeggio??!!- Naruto era adirato e teneva tra le mani... un cellulare?
-Quando l'hai comprato?- Chiese la rosa sporgendosi dal letto.
-Non ha importanza, come si spegne?! Rischiamo di svegliare tutto il vicinato!- 
-Premi il tasto verde! Ti stanno chiamando!- 
-Dove cavolo è il tast... Ah, eccolo!- Naruto finalmente rispose -Pronto? Teme sei tu? Ti sembra l'ora di chiamare?!- Fece una breve pausa
e la sua espressione mutò da incavolata a terribilmente scossa.
-A-arrivo subito... Avviso anche Sakura-chan...-
La ragazza osservava la scena preoccupata, teneva una mano sul cuore, sapeva che era successo qualcosa.
-Naruto-kun, che è successo?- Chiese coprendosi con il lenzuolo
Il ragazzo si stava vestendo -Muoviti, vestiti! Ti spiego strada facendo-
La kunoichi annuì e raccolse i vestiti che poco prima aveva gettato via per poi rimetterseli.
-Sei pronta?- Le chiese spazientito.
-Andiamo- 
Mentre scendevano le scale, Sakura riusciva a percepire il nervosismo del ragazzo, anche la camminata lasciava intendere che fosse teso.
-Allora, perchè Sasuke ha chiamato? E' un'emergenza? Stanno attaccando il villaggio? Mi vuoi rispondere?!-
Il ragazzo scosse la testa -Basta!- Gridò.
La kunoichi era rimasta sconvolta dall'ultimo gesto del biondo, le faceva paura, non era il solito Naruto... Era successo qualcosa di grosso...
-Scusa...- Sussurrò poi il ragazzo -Non volevo spaventarti.- 
Naruto si avvicinò a lei e le afferrò le mani:
-Avevo giurato a me stesso che ti avrei protetto da ogni dolore...- Mormorò a sguardo basso.
Sakura era sempre più confusa, prese il viso di Naruto tra le mani e lo alzò, solo ora si accorse che stava piangendo.
-Naruto! Che cos'è successo?- 
-Tsunade baa-chan!- Gridò stringendo i pugni e lasciando che le lacrime gli lacerassero il viso.
Un brivido freddo passò attraverso tutto il corpo della ragazza.
-Cosa gli è successo?- Chiese, anche se sapeva quale sarebbe stata la risposta.
Anche gli occhi di Sakura adesso erano umidi, si strinse nel suo petto e scoppiò in un pianto liberatorio.
-Ti prego, non piangere...- Il biondo la strinse con le braccia-
-Andiamo, la voglio vedere...- mormorò la ragazza singhiozzando.
Il biondo le baciò la fronte e le asciugò le lacrime.
-Sono sicuro che lei non ti vorrebbe vedere ridotta così...- Cercò di tirarle su il morale.
La ragazza annuì, poi, continuarono entrambi a camminare, avvolti nel loro dolore.
 
Appena entrarono nella struttura, la prima cosa che notarono era la quantità di ninja che si trovava nella struttura.
-Dobe, Sakura...- Salutò Sasuke ad occhi bassi.
Sakura notò immediatamente che gli occhi del moro erano rossi: aveva pianto anche lui...
-Naruto-kun...- Dietro Sasuke si ergeva la figura di Hinata, con un fazzoletto bianco in mano e con l'espressione terribilmente addolorata.
-Dov'è Shizune?- Domandò Naruto.
-Si doveva occupare del corpo di Tsunade, tuttavia, si è rifiutata dicendo che il caso la riguardava troppo e ne ha tutte le ragioni.- Fu' Sasuke a parlare.
-Come sarebbe a dire il "caso"? La morte non è naturale?-
-P-pare che i dottori, a-appena entrati nella camera della signorina abbiano trovato il respiratore staccato...-
-C-che cosa?- Sakura non riusciva a credere alle parole che aveva appena sentito.
-Verrà aperta un'inchiesta sul caso... Stanno cercando il colpevole.-
-Voglio saperne di più su questo caso! Dobbiamo trovare il colpevole! Vieni, andiamo da Shizune- Naruto tirò Sakura verso la stanza di Tsunade, era lì che si affollava la gente, tutta lì per sapere chi poteva aver fatto una cosa del genere alla loro benamata Godaime Hokage.
Sakura intanto rifletteva: il giorno più bello della sua vita si era appena trasformato in quello più brutto.
Eccola, Shizune era appena uscita dalla stanza.
-Tornate tutti nelle vostre case! Non c'è niente da vedere! Si occuperanno di tutto i ninja medici di turno!- Era davvero straordinaria la forza di quella donna, tuttavia era allieva di Tsunade.
-Ascoltiamola Naruto-kun, torniamo a casa...- Tutti i ninja pian piano uscirono dall'edificio.
Una volta tornati a casa, Naruto si fece una doccia per scaricare i nervi, invece, Sakura si recò a letto.
-Che cos'è?- Sulle coperte del letto, vi era un bigliettino:
la ragazza, curiosa di sapere cosa fosse, lo aprì e lesse il contenuto:
-1; che cosa voleva dire? Sakura era sicura di non aver visto quel biglietto prima di uscire.
Non ci fece molto caso, si avvolse nel lenzuolo e si lasciò andare, piangendo la morte della sua sensei/madre, già le mancava...
-Chi ha potuto farle una cosa del genere? Tsunade-sama...- mormorò la rosa tra i singhiozzi.
Dall'altra parte del muro si udì il rumore del phon; Naruto si stava asciugando i capelli.
Si morse il labbro inferiore mentre con le braccia stringeva il cuscino a sè.
Diede un'ultimo sguardo al bigliettino che poco prima aveva trovato sulle coperte del letto... Che cosa poteva significare?
Sentì la porta alle sue spalle aprirsi, si rigirò nel letto per vedere chi fosse:
-Naruto-kun...- mormorò sospirando.
Il ragazzo le se avvicinò e le avvolse le spalle da dietro, abbracciandola.
Gli occhi smeraldini di lei si bagnarono ulteriormente, sembravano sciogliersi.
Le prese il viso tra le mani e le baciò con dolcezza la fronte:
-Sapevamo entrambi che sarebbe successo...- Le sussurrò
Sakura cominciò a singhiozzare -Non è giusto... Perchè l'hanno fatto? Chi ha avuto il coraggio di distruggere le speranze di tutti?!- La voce di Sakura era piena di disprezzo e rabbia.
-Sarebbe successo comunque... Sakura-chan...-
-M-ma io...-
Il ragazzo le posò un dito sulle labbra zittendola.
-Shhh, adesso dormiamo... So' che è difficile continuare, però prima o poi sarebbe arrivato questo giorno.-
La ragazza annuì tirando su' col naso e asciugandosi gli ultimi residui delle lacrime che poco prima le avevano bagnato le guance.
Entrambi si sdraiarono sul letto e si coprirono con il leggero lenzuolo.
-Sakura-chan...- 
La ragazza aveva già chiuso gli occhi -Mhm?-
-Ti amo...-
Alla ragazza scappo un risolino e si accucciolò contro il petto del biondo.
Era strano, nessuno poteva essere felice e triste allo stesso tempo, eppure quella strana emozione dal sapore agrodolce la stava vivendo sulla propria pelle.
Chiuse gli occhi, domani sarebbe andata dai ninja dai ninja specializzati nella decifrazione di messaggi criptati, era sicura che quel bigliettino nascondesse qualcosa...
 
CONTINUA...
Angolo dell'autrice:
Salve! :3 Vi piace? Spero di sì, anche se è un po' corto, ho cercato di fare del mio meglio perchè questo è un capitolo abbastanza delicato...
Grazie a tutti quelli che recensiranno e che hanno già recensito!
Baci, Uchiha29

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Capitolo 8
*** Il biglietto ***


Il biglietto



Sakura si alzò di malavoglia dal letto del suo compagno e si rimise gli indumenti che aveva indossato il giorno precedente, o meglio, la notte precedente.
-Naruto, alzati... Oggi hai una missione ti ricordi?- La ragazza scrollava le spalle del compagno, di tutta risposta, il
ragazzo mugugno qualcosa di incomprensibile tra le lenzuola e si coprì la testa col cuscino.
La rosa sospirò rassegnata -Naruto! Alzati! Non ho alcuna voglia di urlare!- infatti, quella notte aveva pianto 
talmente tanto che sembrava che la testa dovesse scoppiare da un momento all'altro.
Naruto si stiracchiò e sbadigliò, sembrava quasi un gattino.
Gli occhi celesti erano contornati da un leggero colorito viola, segno che aveva dormito poco, o meglio, aveva pianto tanto...
Si avviarono entrambi verso la cucina e si sedettero al tavolino. Nessuno dei due diceva una parola, la tensione si poteva tagliare a fettine.
La ragazza continuava a passare il suo dito sul bordo del bicchiere con aria annoiata, mentre il ragazzo stava girando il caffè da un tempo ormai indefinito.
-Naruto-kun...- mormorò Sakura.
Il ragazzo spostò l'attenzione su di lei.
Avrebbe voluto incoraggiarlo, saltargli addosso, baciarlo, dirle che lei sarebbe stata lì per sempre.
-Sbrigati, farai tardi...- Tutto quello che uscì dalla bocca della ragazza. 
Il biondo annuì e bevve il suo caffè, poi, si mise la solita felpa arancione e spinse la maniglia verso il basso con debolezza.
-Sta' attento...- Sakura gli afferrò la mano prima che uscisse. 
Il ragazzo le avvolse le spalle con le braccia e le baciò una guancia.
-Non preoccuparti Sakura-chan... Io tornerò!- Sorrise e appoggiò le labbra sulle sue.
-Vado! Stai tranquilla...- Il suo sguardo era così pieno d'amore e rassicurante che Sakura lo lasciò andare.
-Torna presto!- Gli gridò dal balcone.
La ragazza tornò dentro e corse verso la camera di Naruto, la loro camera.
Frugò nei cassetti del comodino:
-Mutande, mutande, mutande, calzini... Ah! Eccolo!- La ragazza osservò meglio il foglietto che aveva tra le mani:
all'apparenza poteva sembrare innocuo, tuttavia non la convinceva proprio per niente.
-Ed ora... Subito dagli esperti! Scoprirò cosa nascondi!- 
 
*
 
-Mhm...- cominciò.
Sakura la guardava sempre più confusa.
-Mhmm...- continuò.
Sakura stava per avere un esaurimento nervoso.
-Mhmmmm....-
-Insomma, mi vuole dire cos'è sì o no?!- Sakura era esplosa, alla fine.
-Allora! Ci vuole del tempo lo sa'?! Ho bisogno di concentrazione! C-O-N-C-E-N-T-R-A-Z-I-O-N-E!!!- Anche l'esperta era esplosa.
-Me ne frego! Ditemi subito cos'è!- 
La donna si sistemò meglio gli occhiali sul naso -Non avevo mai visto nulla di simile...-
-Allora non è normale!-
La donna annuì e si sistemò i capelli dietro le orecchie -Già... All'apparenza può sembrare un semplice foglietto con una scritta, tuttavia ha qualcosa che non mi convince proprio per niente... Ha fatto bene ad avvertirci!-
Sakura si sedette sulla sedia -Avete scoperto qualcosa?- Chiese incerta.
La donna annuì nuovamente -Esattamente. Tuttavia devo fare degli ultimi accertamenti con degli strumenti specifici, ad occhio sembra contenere un messaggio segreto... Però devo fare un'analisi più approfondita. Le dispiace se lo teniamo per un po' di tempo in più? Giusto per analizzarlo meglio... Appena scopriremo qualcosa la avvertiremo subito, non si preoccupi.- 
Sakura sospirò -D'accordo, tanto non c'è alcuna fretta...-
La ragazza stava stava avviandosi verso l'uscio -Aspetti! Haruno Sakura, giusto?-
La medic-ninja si voltò e posò l'attenzione sull'altra donna.
-C-condoglianze p-per... Tsunade-sama...- Le disse titubante.
-Niente...- rispose a sguardo basso.
Abbassò la maniglia e varcò la soglia della stanza per ritrovarsi in un lungo corridoio dalle pareti e dal pavimento
completamente bianco. Nessun rumore, nessuna presenza, niente di niente.
Mentre camminava il rumore del leggero tacco sotto le sue scarpe rimbobava per tutto il corridoio inquietandola.
Tossicchiò leggermente, una fitta al cuore la colse alla sprovvista facendola accasciare al suolo.
Si stringeva forte il petto, si faceva male, oppure era solo un modo per spostare il dolore da un'altra parte.
Si sedette a terra appoggiando la schiena contro il muro e facendo la respirazione che la sua sensei le aveva insegnato. Sembravano tutti i sintomi di un dolore intercostale... Ma mai, dopo ore di allenamenti estenuanti aveva provato una cosa simile.
Quando il dolore si calmò, si diresse il più velocemente possibile all'aria aperta.
Una volta sua nonna le disse che quando una persona innamorata aveva dolori al cuore, allora alla persona amata è successo qualcosa di brutto...
Scosse la testa cercando di scacciare via quei pensieri.
Guardò le nuvole: i suoi genitori erano ancora in missione... Quando sarebbero tornati? Perchè non erano lì?
E Naruto?
Continuò il suo cammino cercando di non pensare alle cose negative... Già aveva mal di testa, quello non avrebbe di certo aiutato.
Prese un vicolo secondario per arrivare prima a casa del suo ragazzo.
Una volta arrivata davanti all'abitazione, inserì le chiavi ed entrò in salotto, poi, si diresse velocemente verso la
loro camera si spogliò e si mise nel letto, coprendosi solo con il leggero lenzuolo trasparente. Faceva caldo, molto caldo. Allungò la mano verso il comodino e lo tastò, come se stesse cercando qualcosa, poi lo trovò; premette il bottone e azionò il ventilatore.
-Ora va' meglio...- gemette la rosa con la faccia contro il cuscino.
Dopo un po' si girò nel letto, si mise a pancia in sù e portò le braccia sotto la testa. Chiuse gli occhi immaginando.
Poi, lentamente prese sonno... 
 
*
 
"DIN-DON" suonò il campanello.
-Uffa... Ma non si può stare mai in pace?!- mormorò a bassa voce la ragazza scoprendosi.
-Sakura! Sono Kiba! Apri, è un' emergenza!- Gridò l'uomo/cane fuori dalla porta.
-Kiba? Come fai a sapere che sono qui?!- Gli chiese confusa.
-Non c'è tempo per le spiegazioni! Sbrigati ad uscire!-
Sakura si rimise in fretta e furia i vestiti e raggiunse altrettanto velocemente la porta.
-Che c'è?!-
-Seguimi! Ti spiegerò strada facendo!- Il ragazzo le afferrò la mano e la trascinò al piano di sotto seguiti da Akamaru.
-Che stà succedendo Kiba? Perchè stiamo andando verso l'ospedale?- Gli chiese.
-C'è stata un'esplosione...- 
-Cosa? Ci sono feriti? Chi sono?- Chiese preoccupata la kunoichi.
-....-
-Rispondimi!- Insistette.
 
CONTINUA...
Salve! Scusatemi per il ritardo! Il capitolo non è nemmeno lungo... Non so' proprio come scusarmi! D:
Ho avuto la febbre, mi dispiace :C
Spero che vi sia piaciuto ugualmente! 
Grazie a tutti quelli che hanno recensito e che recensiranno!

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Capitolo 9
*** Tramonto ***


Tramonto


Sakura correva per i viali del suo villaggio.
-Pista! Spostatevi, è un'emergenza!- Gridava ai pedoni.
Kiba la seguiva affiancato da Akamaru.
Appena scorse la porta dell'ospedale, gridò alle folla che si accalcava davanti alle porte dell'edificio.
-Spostatevi, presto!-
Le persone ubbidirono e gli fecero largo, intanto, un leggero brusio si alzò appena videro Sakura.
-Aspetta qui, Kiba.-
Il ragazzo annuì seguendola con lo sguardo, stava andando nel suo ufficio a prepararsi.
Sakura, dall'altra parte della parete si stava infilando il camice bianco e infilò nelle taschine di esso gli appositi strumenti per visitare.
-Andiamo, dimmi il numero dei feriti e di eventuali deceduti.- Ordinò la rosa.
-Bhe, ecco... Shizune ha detto che ci sono state tre vittime e cinque feriti, la squadra era composta da dieci persone.-
-Grado della missione?- Continuò la rosa infilandosi i guanti.
-Livello S- mormorò il bruno a sguardo basso.
Sakura sussultò e si fermò di botto. Questo gesto fece guaire il povero cane.
La ragazza si voltò quasi impietrita a guardare l'amico:
-Dov'è successo?- Chiese esitante.
Il ragazzo indugiò sulla risposta che doveva darla -N-nei pressi di Konoha...-
Il cuore di Sakura saltò un battito e un'altra scossa elettrica invase il suo corpo.
-Da quanto tempo durava la missione...?-
-Erano appena partiti.-
Sakura non ci voleva credere, "Adesso mi sveglio, è solo un incubo..." si diceva.
Le mani cominciarono a tremare e gli occhi parvero sciogliersi a causa delle lacrime.
Una lacrima traditrice le scivolò lungo la guancia arrossata e lasciò dietro di sè una scia calda.
Scosse la testa -Era la missione di Sasuke, Naruto e Shikamaru, vero?- chiese a sguardo basso.
Kiba non rispose, ma Sakura sapeva già la risposta.
Si mise a correre per i corridoi dell'ospedale, doveva raggiungere la sala numero 132, quella che usavano per i pazienti in rianimazione; stava sperando con tutto il cuore che i suoi amici e il suo Naruto non fossero lì.
Aprì all'improvviso la porta e tutti si girarono a guardarla. Riconobbe subito Shizune con un fazzoletto bianco in mano, Ino che sistemava dei fiori, Chouji, Hinata, Shino, tutti.
Riconobbe anche alcuni lettini, per ognuno di essi vi era qualcuno che lottava tra la vita e la morte.
Si morse le labbra, portò una mano a coprire la bocca, cercò invano di trattenere le lacrime ma tuttavia non ne fù capace appena vide Naruto steso in uno di quei lettini.
Hinata ed Ino erano nella stessa situazione, si avvicinarono alla medic-ninja e l'abbracciarono cercando di consolarla.
-Shh Sakura, Shikamaru, Naruto e Sasuke sono forti... Vedrai che si riprenderanno.- Le sussurrò all'orecchio la bionda.
Sakura non riusciva a capire quella situazione, era tutto troppo confuso...
-Mi -a-aveva pro-promesso che sarebbe tornato!- La rosa non riuscì più a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere.
Anche gli occhi azzurri della ragazza si riempirono di lacrime.
-Cosa credi? Anche Shikamaru è in quello stato...-
Hinata intanto non disse nulla. Negli ultimi periodi aveva legato molto con Sasuke, diceva che riusciva a capirlo... Erano migliori amici, dopo Naruto ovviamente.
-Ragazze.- Cominciò Kakashi.
Le tre giovani si voltarono verso il maestro.
-Sarà meglio che andiate a prendere una boccata d'aria... Rimaniamo noi qui a fare da guardia.-
Saukura non sembrava per niente convinta.
-Non preoccupatevi, vi chiameremo se ci sono novità.-
Le ragazze annuirono e si avviarono verso l'esterno dell'ospedale.
-Com'è successo? Vi hanno detto qualcosa?- Chiese speranzosa Sakura.
-No, hanno solo parlato di un'esplosione e di un attentato al futuro Hokage, tutto qui...- Rispose Ino.
-De-devono essere stati ninja molto abili...- mormorò Hinata.
-Ma quand'è che ti ha fatto questa promessa Naruto?- Cominciò la bionda.
-Bhe, la sai una cosa?- Chiese Sakura.
Entrambe la guardarono confuse.
-Avevi ragione... Lo amo e lui ama me... E ieri, è successo.- Disse imbarazzata la rosa.
Le due passarono da un'espressione confusa a una di totale sorpresa.
-Sakura! Voglio i dettagli! Spara!-
-R-raccontaci-
-Ehehe, e dai ragazze! Finitela...-
Senza accorgersene alle tre era spuntato un bel sorrisone sulle labbra.
-Non voglio perdere anche lui...- disse Sakura tornando seria.
Le altre si ricordarono improvvisamente della loro amata Godaime Hokage e il sorriso sul loro volto sparì.
-E se non dovesse svegliasi? Io, lo amo... Cosa farei senza di lui?!- Sakura si sentiva persa, sola.
-Credi in lui! Ha tante cose da fare prima di andarsene e le farà!- La incoraggiò la bionda.
-Sì ma...-
-Sì ma niente! Combatti!- Hinata stessa si stupì delle parole che le erano uscite dalla bocca, poi, arrossì di colpo.
La rosa alzò gli occhi al cielo: quell'azzurro... Le ricordava così tanto gli occhi del suo Naruto.
La leggera brezza estiva le accarezzava il viso facendole svolazzare i capelli qua e là.
-Torniamo sù?- chiese Ino affiancandosi a lei.
La rosa annuì sorseggiando il caffè che aveva preso prima di uscire e seguì le due amiche.
Una volta tornate dentro, notarono subito un medico nella camera: li stava visitando.
Le kunoichi si precipitarono subito a vedere. –Allora? Come stanno? Si riprenderanno?-
Il medico si voltò nella loro direzione e sorrise –Tutto apposto, se la sono vista brutta ma se la sono scampata! Anche gli altri shinobi stanno bene… Shizune si stà occupando dell’autopsia, si risolverà tutto vedrete.-
Sakura si avvicinò esitante al letto di Naruto: aveva una fascia sulla testa e in altri punti.
-Li avete operati?- Chiese accarezzando la testa del biondo.
-Sì, solo Naruto. Non ci sono state complicanze durante l’intervento, dovevamo fermare un’emorralgia celebrale… Deve aver battuto la testa.-
Kakashi era intento a leggere il suo libro –Pensate sia stato un attentato?-
Sakura si voltò di scatto verso il suo maestro –M-ma chi può aver fatto una cosa del genere?-
Kakashi si fermò a pensare –Non sto’ affermando niente, tuttavia potrebbe essere la stessa persona che ha staccato il respiratore a Tsunade… Qualcuno contro il governo del terzo Hokage.-
Il dottore si schiarì la voce attirando l’attenzione di tutti, persino Chouji smise di mangiare le sue patatine.
-Volevo solo dirvi di fare attenzione, ci dev’essere sempre qualcuno qui… Non vogliamo che ricapitano episodi come quelli della nostra beneamata Godaime Hokage.-
-Rimarrò io di turno adesso.- disse Sakura autoritaria –Voglio stargli vicino, sono miei amici… E poi sono anche un ninja medico, Ino tu hai bisogno di riposo.-
Gli altri annuirono. –Chiama se hai bisogno di aiuto.- Le consigliò Kiba.
-Non preoccupatevi…- Sakura sorrise, o almeno cercò di fare una smorfia. –Baderò io a loro…- Continuò accarezzando i capelli biondi di Naruto.
Pian piano la sala si svuotò e Sakura rimase da sola coi feriti. Ogni tanto qualcuno faceva qualche smorfia, come se stesse facendo un brutto sogno, uno si era addirittura svegliato ed era una cosa buona.-
Stava prendendo appunti su un taccquino riguardanti la pressione ecc.
Si affacciò alla finestra: il cielo era diventato arancione. Quel colore le ricordava così tanto Naruto.
I medici dicevano che era in uno stato di dormiveglia, potevano nascondere la verità agli altri ma non ad un Medic-Ninja. Sapeva benissimo che Naruto era in coma.
Si sedette sul lettino osservando il biondo.
-E se non ti dovessi più svegliare? Cosa farei io senza di te? Non voglio che ti portino via… Dobbiamo fare tante cose insieme…- Una lacrima scivolò lungo il viso della ragazza andando a bagnare il lenzuolo.
Proprio come quando la neve si posa sulla terra.
In tutti i pazienti aveva rilevato miglioramenti, tutti tranne Naruto.
Si passò il dorso della mano sugli occhi e cercò di trattenere i singhiozzi, uno le sfuggì.
Rivolse di nuovo lo sguardo verso la finestra e guardò il sole che tramontava.
Senza sole non c’era la luce, il giorno, la felicità, la compagnia… Senza il sole c’era la notte, sinonimo di solitudine e male.
-Tu non tramonterai, vero?- Chiese avvicinandosi al volto del ragazzo. –Dimmi di no…- A quel punto non riuscì più a trattenere le lacrime e scoppiò a piangere sul petto del compagno.
Appoggiò la testa sul suo cuore e si sollevò nel sentirlo ancora battere.
-Non lasciarmi ora, non lasciarci. Ti prego Naruto-kun.- mormorò sommersa dal dolore.
Non voleva apparire come una donna debole e fragile, tuttavia non voleva che Naruto morisse. Voleva vedere il suo sorriso ancora un’ultima volta.
Intrecciò le mani alle sue e pregò con tutto il suo cuore che Naruto la stringesse, facesse qualcosa per dimostrare che era ancora vivo.
Si perse per un momento nell’osservare le loro mani intrecciate quando partì la suoneria del suo cellulare.
-Uffa!- sospirò.
-Pronto?- Cominciò la rosa.
 
CONTINUA…

Angolo dell'autrice:
Salve! Vi è piaciuto? Spero tanto di sì, ho aggiornato il più presto possibile!
Grazie a tutti quelli che recensiranno e che hanno già recensito!
Bacioni!

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Capitolo 10
*** Decisioni. ***


Decisioni.

-Pronto? Parlo con la signorina Haruno Sakura?-
-Sì, sono io Haruno Sakura.-
Accidenti, ma proprio adesso dovevano chiamarla?!
-Lei è venuta a far analizzare un foglietto, abbiamo i risultati delle analisi.-
-Ah, avete fatto in fretta. Passerò il prima possbile.-
-Certo, siamo disponibili. Se potesse passare prima che il sole tramonti ci farebbe un gran favore. Altrimenti, le tocca aspettare un giorno perché domani è il nostro giorno libero.-
-Capisco… Allora faccio un salto adesso.-
-Ok, grazie mille. Arrivederci.-
La kunoichi osservò lo schermo del suo cellulare prima di comporre il numero di Hinata.
-Pronto?- rispose una voce tremolante.
-Hinata, sono Sakura-
-S-sakura? E’ suc-successo qualcosa?!- Il tono di voce di Hinata era diventato preoccupato.
-Tranquilla Hinata, è tutto ok. Io ora devo scappare, riusciresti a sostituirmi per una mezz’oretta?-
-Ma certo. Arrivo subito-
Riattacò.
Sakura fece un sospiro e portò una mano sulla fronte sudata, aveva caldo e le faceva male la testa. Si sentiva così incredibilmente debole…
Si alzò e si sistemò vicino alla finestra della camera per prendere un po’ d’aria, ma il vetro della finestra rifletteva il volto spento suo Naruto.
Non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo petto che si alzava e abbassava ritmicamente. Il suo viso, senza quel solito sorriso non sembrava più quello di Naruto Uzumaki. Quello non era lui. O almeno Sakura cercava di credere questo, perché non voleva credere che quella fosse la realtà. Non voleva credere che la persona più importante della sua vita stesse lottando tra la vita e la morte, anche se l’aveva già fatto tante volte, ma mai c’era andato così vicino.
-Proprio ora che avevo trovato la persona giusta con cui passare la vita…- Sakura poggiò la fronte al vetro e cercò di trattenere le lacrime mentre mormorava questa frase.
Qualcuno bussò alla porta e Sakura tornò sul pianeta Terra.
-Sakura, apri, s-sono Hinata.-
-Arrivo.-
La rosa aprì la porta e cercò di sorridere, anche se in quel momento era difficile.
-Non preoccuparti, se vuoi va’ a casa. S-sei stanca, hai le occh-occhiaie. Qui ci penso io, ri-riposati, hai già fatto abbastanza…- Hinata le sorrise dolcemente.
-D’accordo… Chiamami per la minima cosa…-  Sussurrò con voce flebile Sakura.
Hinata annuì e seguì con lo sguardo Sakura andare verso il letto del futuro Hokage.
-Naruto…- sussurrò la ragazza all’orecchio del biondo. Sapeva che il ragazzo non avrebbe risposto.
Gli strinse la mano dolcemente. –Io adesso devo andare, Hinata resterà con voi…Resisti, ti prego… Se tu dovessi morire… io…- Si fermò un attimo e tirò su col naso. –Ricorda che ti amo, Naruto-
Posò le labbra sulla fronte fasciata del ragazzo e gli diede un bacio.
Sorrise a Hinata e uscì dalla stanza per dirigersi al centro di analisi.
 
-
 
Sakura si ritrovò davanti al solito palazzo imponente dalle mura completamente bianche e bussò al portone in legno.
-Prego.- La solita donna la invitò ad entrare.
-Salve, sono Sakura Haruno e...-
-Prima stanza, secondo corridoio, piano terra.- Le rispose la reception con voce meccanica.
-Ah…Ehm, la ringrazio.- Le sorrise Sakura.
La donna non rispose.
“Certo che questa tipa è di una simpatia assoluta...”  pensò la ragazza.
Si diresse nel posto indicato, bussò la porta e trovò la donna intenta a mettere in ordine la sua scrivania.
-Oh, ben arrivata.- la salutò.
-Buona sera!- Salutò la rosa.
-Si accomodi, credo che andremo per le lunghe…-
Sakura annuì e si sedette sulla sedia.
La donna estrasse un sacchetto trasparente che conteneva il foglietto.
-Voglio farle vedere coi suoi occhi ciò che ho scoperto.- disse mettendo il foglietto sotto uno strano apparecchio.
-Lei osservi lo schermo del computer mentre io le indico le parti da osservare.-
Sul display venne proiettata l’immagine del foglietto ingrandita di moltissimo.
-Osservi qui.- la donna le indicò una parte più scura del foglio.
-E’ un’impronta digitale.-
Sakura sbarrò gli occhi.
-Perché è cosi scura?- chiese.
-Contiene tracce di sangue animale… Chiunque sia, deve avere a che fare con il bosco.-
-Perciò il rossore è causato dal sangue…?-
-Esatto.-
La kunoichi fece una faccia disgustata.
 -Non è finita…- La donna indicò un’altra parte dello schermo.
La parte indicata conteneva tante piccole macchie sparse.
-E’ unafrase.-
Sakura sbarrò gli occhi.
‘sarai mia.’
La ragazza, ancora sconvolta,  appoggiò la schiena allo schienale.
-Le consiglio di tenere gli occhi aperti…-
La rosa annuì piano. Stava cominciando a capire il perché di tutto questo. Stava cominciando a farsi delle idee su chi potesse essere stato.
Si alzò dalla sedia.
-Scusi, ora devo andare.-
La donna comprese i motivi della ragazza e l’accompagnò fuori.
-Buona serata.-
-Grazie, anche a lei…-
 
-
 
Cominciò a correre. Non voleva pensare ed era un modo per sfogarsi.
“Se Tsunade-sama è morta è solo colpa mia. Se Sasuke e Shikamaru stanno così e solo colpa mia. Se altri ninja nella missione sono morti è colpa mia. Se Naruto è in coma è colpa mia, MIA!”
Inciampò in un sasso vicino al fiume. Rimase stesa per terra… a pensare osservando quell’acqua azzurra.
Le lacrime le solcavano il viso e le scorrevano giù sul collo. Alcune terminavano sulla sua bocca e doveva ammettere che avevano un sapore tremendamente amaro.
Dopo qualche minuto si rialzo e zoppicando, con le ginocchia ancora sporche di terra, si diresse verso la periferia a casa di Naruto. Aprì la porta e si buttò di peso sul divano.
-Mi prenderò cura di questa casa finchè non ti sveglierai, Naruto-
Si avvicinò al ritratto del vecchio team 7:
-Da bambina volevo crescere, invece crescendo mi sono accorta che la vita non va mai come vorresti. Da piccoli era tutto così semplice…- si fermò un attimo.
-Va beh, ora sono cresciuta. E’ ora di imparare a camminare con le proprie gambe, devo prendermi le mie responsabilità.-
Il suo sguardo era terribilmente deciso. Sarebbe andata incontro al suo destino, avrebbe lasciato scorrere il tempo. Nessuno doveva interferire. Era una faccenda tra lei e lui.

-Ti aspetterò qui, mostro…- Sussurrò prima di andare  ad affilare i suoi kunai…

Angolo di Uchiha29:
Oddio, ma da quanto tempo è che non aggiorno? ahah.
Sono giustificata, avevo il computer col virus D:
Comunque, spero che il capitolo vi piaccia c:
baci, Uchiha29

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Capitolo 11
*** Luce e ombra ***


Luce e ombra.

Erano già passate più di due ore e Sakura non si era ancora fatta viva.
"Ma dove sarà finita?" Pensó Hinata. "Mi aveva detto che tra mezz'ora sarebbe stata qui."
Preoccupata, prese il telefono e chiamò Ino.
"I-ino, sai per caso dov'è finita Sakura?" Chiese la Hyuga con un velo di preoccupazione negli occhi.
"Dovrebbe essere con Naruto e gli altri, o no?" 
"Due ore fa circa mi ha chiesto di sostituirla, aveva detto che sarebbe tornata entro mezz'ora, però..."
"Mi stai dicendo che non è tornata?" Ino cominciava davvero a preoccuparsi. E se le fosse successo qualcosa di brutto? Non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.
"Hinata, tu rimani lì, io vado a cercare Sakura."
"Non andare da sola, ora siamo davvero molto deboli. Tutti i ninja più potenti del villaggio sono gravemente feriti.. potrebbero tenderci una trappola in ogni momento, sta at-attenta." Hinata aveva ragione, poteva essere una trappola,  sarebbe stato meglio muoversi in gruppo o in coppia.
"A chi potrei chiedere di accompagnarmi?"
"P-prova con Kurenai-sensei."
"D'accordo, ci sentiamo dopo, allora. Ti farò sapere." Riattaccó.
Hinata si alzò dalla sedia e si mise davanti alla finestra, era sicura che quel demone tramasse altro già da tempo e che Sakura fosse solo una scusa per avvicinarsi al villaggio. Ora che Neji era morto, aveva sulle sue spalle l'intero peso di un clan da proteggere, anche se non se la sentiva.
"Cosa starà cercando a Konoha?" Si chiese.
Strinse i pugni. Il villaggio era già stato distrutto più volte, e c'erano sempre shinobi valorosi e potenti a proteggerlo. Ma ora erano rimasti in pochi, sarebbe stata molto dura proteggerlo ancora.
Volse uno sguardo a Sasuke, che, a differenza degli altri, aveva già aperto gli occhi e la stava guardando.
"T-ti ho svegliato io?" Chiese Hinata mortificata.
"No. Sono i tuoi pensieri a fare rumore, non tu."
Hinata lo guardó confusa, però poi fece finta di niente.
"Come ti senti?" 
"Meglio di prima." L'Uchiha sbadiglió.
"S-senti Sasuke.. forse non dovrei chiedertelo, ma.."
"No, non ho visto nessuno di sospetto." Le tolse, come al solito, le parole di bocca.
"Hinata, so che sai qualcosa che io non so, sputa il rospo, ne va del futuro di Konoha."
Hinata abbassó lo sguardo e poi si girò verso Naruto, come se avesse paura che sentisse.
"Sakura è in pericolo, tutti noi lo siamo..." 
Finí di spiegare al ragazzo la situazione, e Sasuke, stranamente, sembrava alquanto scosso.
"Si può sapere perché diavolo non l'avete detto prima?"
"Era per rispettare Sakura... poi, non credevamo potesse arrivare a tanto.."
"Tsk. Aiutami ad alzarmi piuttosto, e prendi dalla mia borsa dei kunai e i miei vestiti."
"M-ma..."
'Niente ma. Io sto bene, c'è chi potrebbe essere ridotto peggio di me, se non mi muovo."
Hinata mise una mano sulla spalla a Sasuke, come a pregarlo di stare attento.
"Sono in debito con Naruto..." disse flebile Sasuke, con un tono di voce che non sembrava nemmeno il suo. "Mi ha salvato lui dall'esplosione, altrimenti sarei morto, lo ammetto." Hinata sentì un tuffo al cuore.
Il tempo di chiudere gli occhi e Sasuke saltò dalla finestra, fortunatamente,  con la pacca sulla spalla che gli aveva dato, lo aveva fornito di un po' della sua energia.

*

Sakura era sul pavimento di casa, pronta a scattare ad ogni minimo rumore.
"Sakura!" Sentiva la voce di Ino fuori dalla porta, o meglio, poteva essere la voce di Ino come poteva non esserlo.
"Sakura, sei in casa di Naruto? Apri se ci sei!" Questa era Kurenai.
"Sakura." La ragazza sobbalzò trovando Sasuke alla finestra.
Prese un kunai e si avvicinò a lui credendo fosse il demone che aveva preso le sembianze dell'Uchiha.
"Hai commesso un errore" disse l'Haruno puntandogli l'arma contro.
"Sasuke è su un letto d'ospedale, ora!" Sasuke sgranó gli occhi e cercó di spiegare alla sua compagna di team che aveva frainteso, ma Sakura cominciò a sferrare colpi micidiali.
Ino e Kurenai, sentendo tutto quel baccano, decisero di sfondare la porta preoccupate ma si trovarono davanti a un Sasuke ancora troppo debole per combattere e ad una Sakura difficile da fermare.
Ino impedì che Sakura potesse sferrare il colpo a Sasuke trattenendo con tutte le sue forze il kunai con la mano ferendosi.
"S-sakura, basta!"
La rosa tornò con i piedi per terra e fece cadere l'arma dalle mani riconoscendo lo sharingan ipnotico eterno di Sasuke.
"So tutto." affermò l'Uchiha.
"Voglio proteggerti, ho un debito con Naruto."
"Sakura..." disse Ino dolorante. 
"Non si tratta più solo di te. Siamo tutti in pericolo, ti ha usata come scusa per avvicinarsi al villaggio." Cercò di farle capire.
"Capisci che cerca di farci fuori uno ad uno per avere la via libera per qualcosa?"
La ragazza collegò tutto nella sua mente: avevano ragione, li stava colpendo uno ad uno.
"Ragazzi, scusatemi tutti.." abbassò lo sguardo mortificata e scoppiò in lacrime, credeva di impazzire.
"Non scusarti, hai solo paura di far perdere la vita a qualcuno." Disse comprensiva Kurenai.
"Torniamo all'ospedale?" Chiese Ino dolcemente.
Sakura cercò di sorridere. Dio, era uno dei sorrisi più falsi che potesse fare. 
Aveva paura di vedere Naruto, le si sarebbe spezzata l'anima, di nuovo. 
Tuttavia, disse di sì, l'amore per quel ragazzo andava oltre al dolore.
Si incamminarono così, verso l'ospedale.

*

"Grazie al cielo, st-state tutti bene." disse felice Hinata.
Sasuke tornò al suo letto per recuperare le forze, mentre Ino sorseggiava un caffé.
"Ci sono dei miglioramenti?" Chiese Sakura alla Hyuga mentre si infilava il camice. 
"Bhe, non ne capisco tanto.. però sia Shikamaru che Sasuke si sono svegliati."
Ino quasi sputò il caffé: "Shikamaru si è svegliato?!" Chiese felice e con gli occhi che brillavano.
Hinata sorrise. "Ero convinta che con la sua pigrizia sarebbe stato l'ultimo a svegliarsi." ridacchiò Sakura.
Il sorriso sul volto dell'Haruno si spense poco dopo però: "e... Naruto?"
"Ancora niente..." 
"Capisco..."
Un infermiera bussò alla porta: "Sasuke Uchiha, la aspettiamo nella sala di bendaggio."
"Sesta stanza del corridoio due." Gli suggerì Sakura. Sasuke sorrise.
"Credo sarà meglio che faccia anche io un salto in sala bendaggio!" Affermò Ino guardandosi le mani. La rosa si sentì tremendamente in colpa osservando le mani ferite della sua migliore amica.
"Hinata, mi accompagni?" E lei acconsentì.
Chiusero la porta dietro alle spalle della medic-ninja, che subito si mise a visitare i pazienti. Shikamaru, fortunatamente stava dormendo normalmente.
Si avvicinò al letto di Naruto e gli accarezzò il viso.
"Naruto-kun, è ora di alzarsi..." sapeva che non ci sarebbe stato nessun "Sakura-chan! Altri 5 minuti!" Ma lei parlava spesso con le persone in coma, come con la signorina Tsunade.
Gli alzò la maglia per sentire se con il cuore andasse tutto bene. Stava battendo ritmicamente in modo quasi confortante.
Si abbassò poi, per dargli un bacio sulla punta del naso.
"Ce la fará." Disse Shikamaru improvvisamente. Non si era accorta che si fosse svegliato. 
"È sopravvissuto al dolore di una vita, a guerre e battaglie mortali. Vincerá ancora una volta con la morte." La rassicurò.
Sakura sorrise e si avvicinò al letto si Shikamaru per visitarlo, lasciando Naruto nel suo letto e coprendolo per bene.

*
"...ce la farà."
Naruto aprì di colpo gli occhi e si trovò davanti alla volpe.
"Kurama, dove siamo?" Chiese il biondo. 
"È la tua mente, dovresti riconoscerla."
Naruto si accorse che quel posto era simile al posto in cui si trovava mentre meditava. L'unica differenza è che non riusciva ad aprire gli occhi per tornare alla realtá.
"Come si esce da qui?" 
"Dovrai trovare tu la soluzione, è la tua mente."
"Shikamaru, togliti la maglia." Era la voce di Sakura quella!
L'Uzumaki impallidì, sentiva qualcosa di strano nello stomaco...gelosia?
"COSA STANNO FACENDO QUEI DUE?! COME DIAVOLO SI ESCE DA QUI?!" Il biondo cominciava ad agitarsi.
Kurama sembrava divertirsi, poi, con una delle code, indicò una luce che Naruto non aveva mai notato prima.
"La vedi quella? Se vuoi uscire devi entrarci, però, spero vivamente che tu sappia nuotare nei ricordi, perché se affoghi, morirai." Kurama deglutì "...e morirò anche io."
Naruto era deciso più che mai, prese tutto il suo coraggio ed entrò nella luce, ascoltando nella sua testa la voce di Sakura, che pareva sempre più vicina ad ogni passo.


Angolo dell'autrice:
Sono tornataa! *si sente il coro degli angeli*
ehm ehm, vorrei annunciarvi che mi sono trasferita da sola e per questo avevo deciso di risparmiare prima un po' di soldi per poi prendere un pc, poi, naturalmente ci sono stati molti imprevisti e il tempo scarseggiava. Per non parlare del famoso blocco!
Bhe, ora ho la possibilitá di poter scrivere di nuovo, cercherò di caricare un capitolo o due a settimana, forse anche di più. 
Comprendo che ora come ora in molti hanno smesso di seguire la mia storia e probabilmente i restanti saranno arrabbiarissimi, ma cercherò di farmi perdonare!
vi ringrazio davvero tanto in anticipo se qualche anima buona mi lascerà qualche recensione, e ringrazio anche chi leggerá solamente!
 bacini, Uchiha29❤

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Capitolo 12
*** Le due porte ***


Le due porte.

Naruto si sentiva sempre più stanco ad ogni passo, stava camminando da chissà quanto tempo e ancora non vedeva l'uscita. Si sentiva un enorme peso sulle spalle e tra l'altro aveva anche perso le sue capacità di ninja, non riusciva ad evocare un bushin neanche a pagarlo.
Si fermò un attimo, cercando di ricordare cosa gli fosse successo. 
Ricordava solamemte che si era buttato addosso a Sasuke.
Magari aveva battuto la testa o era finito in qualche illusione. Non capiva: dormiva? Era solo un sogno? Era opera dello sharingan o del rinnegan di Sasuke? Cosa succedeva?
Si trovava completamente immerso in quella luce bianca, non c'era nient'altro intorno a lui e Kurama non si vedeva più, ormai.
"C'È NESSUNO?" Echeggiò la sua voce.
Non ci fu nessuna risposta.
Gridò un paio di volte, ma niente.
Ad un certo punto sentì delle voci, erano familiari, ma le sentiva... esterne, lontane, come quelle di Shikamaru e Sakura che aveva sentito prima.

"Facciamo le analisi per accertarci che si riprenda e non abbia scompensi fisici in seguito. Potreste lasciarci un secondo?"
"Oh sì, tuttavia vorremmo che almeno qualcuno di noi restasse, non si è mai troppo prudenti."
Era Ino, riconosceva la sua voce.
"Mi scusi, cosa vorreste dire con ciò?"
"Siamo autorizzati a supervisionare il futuro Hokage in tutti i momenti."
Questa era la voce di Sakura, la sua Sakura. Sembrava molto stanca.

"Sakura-chan! Sono io! Mi senti?"
Niente. Nessuna risposta. 

"Mhpf, d'accordo, rimanga lei se proprio ci tiene."
"Lo farò."


Naruto non capiva, però senti un leggero bruciore al braccio, tipo un morso di zanzara, ma lì con lui non c'era niente, erano lui e il vuoto.

"Si è mosso!"
"Ha fatto una smorfia, avete visto?"
"Oh Naruto-kun..."
"È un buon segno, vero?" Il tono di tutti si era fatto improvvisamente stupito.


"Ma che diavolo succede? Con chi parlano tutti? E perché non mi rispondono?" Naruto aveva messo il broncio, non sapeva da quanto tempo fosse lì ma si era già stancato da un bel po'.

"Ino, Sakura, Hinata, rimaniamo io e Shikamaru, voi andate a riposarvi."
"Sas'ke-kun, vorrei rimanere con voi questa notte, non vi siete rimessi del tutto..." era stata Hinata a parlare.
"Nah, ma scherzi? Abbiamo dormito per due giorni." Affermò Shikamaru.

"Due giorni? Sasuke non è una persona così pigra... ah, aspetta!" Naruto ricordò tutto: non stava dormendo, non sognava, era tutto vero. C'era stato un attentato e per proteggere Sasuke ci aveva quasi rimesso la vita. Dopo tutto, lui e Sasuke erano legati da un forte legame, il legame di Indra e Ashura. Qualcosa non quadrava in quell'esplosione. 
Come potevano non essersi accorti del pericolo? Forse erano ancora stanchi dalla guerra. O forse c'era qualcosa di più. 
Nella sua mente venne subito proiettata l'immagine di Sakura, aveva appena perso Tsunade, non poteva perdere anche lui. 
Ricominciò a camminare, anzi, correrre, l'avrebbe raggiunta e le avrebbe asciugato le lacrime a qualsiasi costo. Aveva promesso di proteggerla.

*

Passarono come minimo sei giorni, e Naruto stava ancora correndo per quel labirinto tutto uguale che era diventata la sua vita. Ma lo sarebbe stata ancora per poco: sentiva le voci sempre più forti e vicine. 
"Cosa diavolo succede ora?" 
Il biondo si trovò davanti a due porte bianche, identiche.
Su una di essere era inciso "Apra chi ha ucciso."
Sull'altra "Apra chi ha amato." Forse era un'ipotesi stupida, ma cominciava a credere fossero le porte dell'aldilà. 
"Ohe, Naruto." Era Kurama.
"Cosa ci fai qui?"
"Chi chiami quando sei in pericolo di vita, neh?" Si pavoneggiò la volpe.
"Cosa significa tutto questo?" 
"Naruto." Il Kyuubi richiamò su di sé l'attenzione. "Cosa fa una persona dopo una lunga nuotata negli abissi?"
"Torna a galla." Disse ovviamente Naruto.
Il ragazzo, dopo un po', collegò tutti i pezzi del puzzle. "Kurama! Presto! Dobbiamo raggiungere l'alto!" 
La volpe si alzò, mostrandosi ancora più imponente di quello che era.
"Non ti credevo così baka, pensavo ci fossi arrivato prima, Naruto." Sorrise la volpe ergendosi sempre di più.
"Perché non me l'hai detto prima che era l'alto la via?" Chiese naruto saltando sulla volpe.
"Ti spiegherò più tardi, ora va' torna a galla, raggiungili." Naruto si tuffò nel vuoto, poi, non vide più niente, Kurama sparì, tutto sparì, ora vedeva tutto nero, come se stesse dormendo.

*

"Buon giorno testa quadra!" Disse Sakura.
Cercava ogni giorno di essere la solita con lui, per darsi forza. Credendo che un giorno prima o poi avrebbe risposto. 
"Ti ho portato dei fiori, vado un attimo in bagno a riempire il vaso di acqua, aspetta qui. Ah beh.. non puoi andare lontano..." cercò di sdrammatizzare.
Appena Sakura uscì per andare a prendere l'acqua per riempire il vaso di fiori, due iridi azzurre si aprirono lentamente.
Naruto cercò di sedersi sul letto e si stiracchiò, sorridente. Notando poi i fiori appoggiati al comodino, ne afferrò uno e comincio ad annusarlo. Starnutì e ridacchio.
La ragazza sorridendo aprì la porta della camera d'ospedale e quando vide Naruto sveglio che annusava un fiore, quasi si sentì mancare. Lasciò cadere il vaso, che di ruppe in mille pezzi.
Il ragazzo la guardò sorridente e l'Haruno sentiva gli occhi caldi e gonfi, vedeva tutto sfocato. 
"Vieni qui, Sakura-chan, va tutto bene." La chiamò a sè.
"Dimmi che non è un sogno." La kunoichi gli saltò letteralmente addosso. Riempendolo di affetto, baci e lacrime.
"Testa quadra, mi hai fatto preoccupare tantissimo. " sussurrò Sakura tra un bacio e l'altro.
"Un po' mi mancavano i tuoi rimproveri." Si abbracciano forte.
"Sakura, ho lasciato qui il mio lib... " Kakashi non sapeva se essere sconvolto per la scena che aveva appena visto o per il risveglio di Naruto, per sicurezza si sconvolse per entrambe le scene.
La rosa si staccò subito dal giovane, imbarazzata.
"Kakashi-sensei!" Esclamò il giovane contento di rivedere l'Hatake.
"Naruto, ci hai messo una settimana o poco più a svegliarti, menomale. Ti è andata bene, potevano volerci mesi, anni." Disse tirando un sospiro di sollievo e roteando gli occhi, quasi a cacciare via quel pensiero.
Sakura avvertì un vuoto nello stomaco alla parola "anni". Come avrebbe fatto poi senza di lui?
"Bhe, ma ora sono qui e sto bene!" Ribattè fiero l'Uzumaki.
La rosa, itanto, prese una siringa e vi inserì dentro un liquido trasparente."Se stai bene lo constateremo io e gli altri medici." 
Kakashi osservò la lunghezza della siringa. "Oh beh, Naruto, buona fortuna." 
Disse poi. "Vado ad avvisare gli altri del tuo risveglio." E così, scomparve in una nuvoletta.
"Sakura... quando si faranno i funerali della baa-chan?" Chiese titunbante lo shinobi.
"Due giorni prima della tua nomina a Hokage." Rispose sospirando.
"Hanno scoperto qualcosa..?" La tensione poteva essere tagliata a fette.
"No, ma Shizune sta effettuando l'autopsia per accettarsi che sia morta solo perché le hanno staccato la spina."
"E come dovrebbe essere morta altrimenti?" Naruto non riusciva a capire.
"Bhe... giusto per fare chiarezza. Non si sa mai che qualche spia si sia introdotta nell'ospedale e le abbia dato le dosi sbagliate." Sakura sperava con tutta sé stessa che l'autopsia non avesse riportato tracce di avvelenamento da medicinali. Un ospedale salva vite, non le toglie. 
Naruto appoggiò la testa, ancora bendata, al cuscino.
"Mi ricorda di quella volta che ti avevano fasciato da capo a piedi." Risero.
La ragazza, poi, avvicinò la sua mano al viso di lui, accarezzandolo delicatamente, lasciando di nuovo che le lacrime le scendessero copiose lungo le gote arrossate.
Il biondo le strinse la mano "Sakura, ora sono qui, non pensarci più."
La kunoichi si asciugò le lacrime e tirò su con il naso.
"Naruto." Cominciò. "Ti prego, dimmi in cosa consisteva la missione."
Naruto sospirò. "Tsunade baa-chan ci aveva ordinato di proteggere a tutti i costi una cosa che si trova da qualche parte qui, a Konoha, o comunque, nel bosco che la circonda quando sarebbe morta, o meglio, quando non sarebbe più riuscita a svolgere il ruolo di Hokage." Guardò verso il cielo. "Non sappiamo ancora cosa, ma qualsiasi uomo o demone che sia, non è in armonia con il mondo e il nostro sistema,vorrebbe appropriarsene. Però non sappiamo il motivo."
Sakura, dentro di sé ebbe il dubbio che forse era proprio quella la cosa che stava cercando Nobu.
"S-scusa Naruto, ora scappo, Sasuke sarà qui a momenti, c-ci vediamo dopo!" Sakura corse via dall'edificio in fretta e furia.
"Ma che le è preso?" Nonostante tutti i suoi sforzi, le donne non riusciva proprio a capirle. Aveva proprio ragione Jiraiya a dire che nemmeno le donne stesse si capiscono tra loro. Decise di far finta di niente e appoggiò la tesa al cuscino facendosi anche male, perché si era buttato di peso.

*

Sakura aprì la porta e fu accolta dal ciondolio di qualcosa che avvisò la bibliotecaria della sua entrata nell'edificio.
"Oh, Sakura cara." Fu accolta da una donna di abbondanti dimensioni e dai capelli bianchi. 
"Salve, signora Ojima." Sorrise la rosa. 
"Il giovane Naruto? Sta bene?" Le sopracciglia della donna si corrucciarono in un espressione di dolore.
"Si è svegliato questa mattina, fortunatamente." Sorrise.
"Oh, che bella notizia, tieni, portagli un po' del mio tè!"
"La ringrazio, apprezzerá di sicuro." Rispose afferrando una piccola teiera portatile. "A proposito di tè... vorrei vedere la sezione dedicata alle leggende del paese del tè."
La donna acconsentì e fece segno di seguirla. La portò davanti ad uno scaffale non molto alto,  quanto lungo. 
"Sono ordinati tutti in ordine alfabetico. Se hai bisogno di qualcosa dimmi pure, ma mi raccomando, shh! È una biblioteca!"
"Oh sì, quindi shh!" Rispose. 
La donna, poi, sparì dietro allo scaffale.
"È ora di scoprire la verità."

Continua...

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti! Sono davvero molto contenta di sapere che nonostante sia passato quasi un anno ci siano ancora persone che laaciano una recensione alla mia storia. Grazie, davvero!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, il prossimo arriverà tra la fine di questa settimana e l'inizio della prossima! Grazie a tutti quelli che recensiranno o leggeranno. ❤
Baci, Uchiha29 ❤ 😊

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Capitolo 13
*** Secondo la leggenda... ***


Secondo la leggenda...

"Forze oscure del paese del tè" ecco come si chiamava il libro che aveva scelto di leggere. 
"Vediamo.. l'indice parla dell'Angelo Nero a pagina 254." Sakura cominciò a sfogliare le pagine del libro, cercando la pagina che le interessava. Notò subito l'accuratezza con cui erano state realizzate le illustrazioni. 

''L'angelo Nero di Cha No Kuni (paese del tè) viene anche chiamato più comunemente 'Enjuru'.
Enjuru è un'entità demoniaca parassita, ossia si attacca al chackra dei ninja più promettenti e vive nei loro corpi. Enjuru può anche decidere di passare da un corpo all'altro al momento della morte del suo contenitore. 
La leggenda narra che un tempo fosse un piccolo merlo con un'ala spezzata. Una ragazza dal cuore puro lo trovò e se ne prese cura. Si dice che la ragazza avevsse una carica molto importante per il villaggio per via della sua abilità innata, lo Shamui (lettura nell'animo della gente e capacità di controllare parizalmente la volontà). Lo Shamui appartiene solo alle persone dal cuore puro o a quelli che l'hanno ereditata, ancora oggi è una delle abilità più rare, anche perché spesso vengono uccisi i portatori di quest'abilità.
Durante una cerimonia, uno shinobi sconosciuto, considerando lo Shamui pericoloso, colpì in mezzo agli occhi la ragazza con un kunai e questa cadde a terra in fin di vita. In quello stesso momento, il merlo si posò sulla ferita della ragazza spalancando le ali. Si dice che la legge degli animali innoqui sia proprio quella di non provare mai odio verso un umano. Il merlo, in quel momento provò i sentimenti di un umano e preso dalla rabbia entrò nella bocca dell'assassino. Prima di morire soffocato, l'uomo maledì la bestia dicendo che se sarebbe morto, lui sarebbe morto allo stesso modo, così fece diventare il merlo parte di sé. La ragazza, prima di morire, donò lo Shamui al merlo, incaricandolo di proteggere i suoi fratelli da chiunque volesse ucciderli e di cercare la sua reincarnazione. Con il suo nuovo potere, soppresse la volontà dello shinobi e fuggì.
Dopo anni, il volatile scoprì a pieno i suoi poteri: poteva rubare anime, poteva volare, poteva avere tutti i poteri di uno shinobi potentissimo. Così, il Dio Shinigami re delle entità demoniache, decise di dare l'appellativo di 'demone' a quel merlo, che non poteva né essere un umano né tornare un animale. Lo Shinigami, però, gli donò anche il potere di passare da un corpo all'altro più volte, ma una sola volta per corpo.
 L'appellativo 'Angelo Nero' gli fu dato il giorno in cui per la prima volta fece apparire le sue ali su un corpo umano.
Enjuru, inizialmente, era buono. Tuttavia, un cuore puro è quello che si macchia di più, quando lo fa."
-tratto dai racconti tramandati a voce negli anni.

Sakura chiuse il libro, era visibilmente scossa. In un certo senso, il merlo aveva fatto tutto per amore della ragazza, anche se nel libro non veniva esplicitato.
Si alzò dalla sedia con il libro sotto al braccio e andò dall'entrata per registrarsi, poi, durante il tragitto dalla biblioteca all'ospedale pensò a lungo sul racconto letto, e arrivò alla conclusione che anche in questo caso, l'odio era la degenerazione dell'amore. 
"Sorella Sakuraaa!"
La ragazza si girò.
"Ohi, ciao Konohamaru!" Sorrise.
Il bambino aveva dei fiori in mano. "Sono per Naruto! Glieli sto portando proprio ora." Disse entusiasta.
"Anche io sto andando da lui, ti va se ti accompagno?" Chiese sorridente. 
Konohamaru annuì.
"Sakura..."il bambino si fermò improvvisamente. "Posso chiederti una cosa?" La faccia con cui aveva fatto la domanda non la consolava per niente.
"D-dimmi." Stava sudando freddo, quello sguardo era imbarazzante.
"Ma é vero che tu e fratello Naruto... ehm" un ghigno pervertito si formò sulla faccia del genin.
Sakura era rimasta spiazzata. 
"SI PUÒ SAPERE COME LO SAI?" Le stava uscendo letteralmente il fumo dalle orecchie.
"..."
"PARLA."
"Quindi mi stai dicendo che è tutto vero? Io avevo sparato a caso..."
"..."
Il bambino indietreggiò grattandosi la testa.
"FANNE PAROLA CON QUALCUNO E IO TI UCCIDO. NON È NIENTE DI UFFICIALE."
"Sì, non dirò niente..." disse con un sorriso smagliante e continuando a indietreggiare. 
"Ehi ma, dove stai andando?"
"Mi sono ricordato di una cosa eheh. Porta tu i fiori da Naruto." Se ne andò, lasciando la ragazza con un palmo di naso.

*

Naruto si stiracchiò mentre le infermiere gli staccavano le flebo.
"Stia fermo!" Lo rimproverarono.
Roteò gli occhi, mentre Sasuke aveva lo sguardo perso nel vuoto.
"Teme, sei a posto?"
"Sì, Naruto."
Non era a posto, se lo fosse stato avrebbe detto "testa quadra" o altre offese simili. 
Fece finta di niente. "Quando posso essere dimesso?" Chiese alle infermiere.
"Per precauzione, almeno due giorni dopo le analisi, che usciranno domani."
Naruto tirò un sospiro di sollievo, non doveva aspettare molto.
Le infermiere se ne andarono, lasciando soli l'Uchiha e l'Uzumaki.
"Cosa ti turba, Sas'ke?"
Il moro si piazzò davanti alla finestra e scorse Sakura che si stava avvicinando alla struttura.
"Non credo sia compito mio dirtelo."
"Dirmi cosa?" Naruto lo guardo confuso.
Sasuke sbuffò ed uscì dalla finestra.
"Ehi! Aspetta!" Naruto provò ad alzarsi ma un crampo lo colse nel bel mezzo del movimento e fu così che diede una bella facciata al pavimento.
Sasuke saltò sulle cime degli alberi fino a scendere in strada, poco davanti a Sakura.
"Non credi che sarebbe ora di dirgli la verità?" Sakura prese un colpo trovandosi il suo compagno di team davanti così all'improvviso.
"Quindi...?" La incitò il ragazzo.
L'Haruno abbassò la testa. "Io non so davvero come parlargli..."
"Non so se te ne sei accorta, ma qui sta succedendo qualcosa di grosso, così facendo metteresti anche Naruto in pericolo." Sasuke aveva ragione.
I due ragazzi furono interrotti dal verso di un falco nero, diretto verso il palazzo dell'Hokage.
I falchi neri di solito erano presagio di una perdita.
I due si guardarono e corsero verso il palazzo.
Sakura sapeva che era successo qualcosa di brutto.
Entrarono nella porta del palazzo e salirono i vari piani, fino ad arrivare alla postazione provvisoria di Shizune.
"Shizune, ci sono cattive notizie?"
"..."
"Sputa il rospo. " Disse Sasuke spazientito.
La donna sospirò. "Credo che la sfortuna ci assista, ragazzi..." sorseggiò un po' di caffè.
"Ho appena ricevuto notizia che non si hanno più tracce di 5 ninja del paese. Tra cui i tuoi genitori, Sakura. Mi dispiace molto per tutto quello che ti sta succedendo ultimamente..."
L'Uchiha posò una mano sulla spalla alla ragazza, mentre a lei scese una lacrima sulla guancia. 
Aveva il presentimento che non sarebbero tornati già da un po', ma non era ancora pronta per sentirselo dire.
Se ne andò senza dire una parola. Silenziosa anche nei movimenti. Forse era ora di dire la verità a Naruto. 

*

Il biondo si mise in contatto con la volpe.
"Kurama, qua sta succedendo qualcosa di brutto e non mi dicono niente."
"Lo penso anche io."
"Si comportano tutti come se dovessero mantenere un segreto."

"N-naruto, s-sono io. Posso en-entrare?"

"Sakura-chan? Perché sta piangendo?"
"Cosa vuoi che ne sappia io! Rispondile, piuttosto."

Naruto tornò con i piedi per terra.
"Sakura? Stai piangendo? Entra."
La ragazza entrò nella stanza singhiozzante. Naruto si alzò in piedi e andò verso di lei, afferrandole il mento con due dita.
"Ti devo dire una cosa..."
Il biondo la strinse a sè. "Dimmi."
"Promettimi che non ti arrabbierai."
L'Uzumaki cominciava a credere che la storia della maglia di Shikamaru fosse vera, ma ripensandoci, la sua Sakura non poteva mai fare una cosa simile. 
"Lo prometto." Sospirò.
L'Haruno estrasse il libro dalla sua borsa, gli indicò la pagina che doveva leggere e una volta terminata la lettura Naruto era ancora più confuso di prima.
"Angelo Nero?" La kunoichi annuì a testa bassa.
"Cosa significa?"
Sakura cominciò a raccontare la sua storia, gli disse la verità, finalmente.
Naruto era allibito. Aveva gli occhi socchiusi e lo sguardo basso.
"Perché non ti sei fidata di me?" Chiese guardando un punto indefinito.
"Io, io non volevo darti altre preoccupazioni.. perdonami..."
Naruto le strinse la mano. "Ti prometto che ti proteggerò."
"E tu promettimi che non ti farai del male."
La zittì con un bacio. Ci stava proprio prendendo gusto a baciarla, gli piaceva quella sensazione umidiccia sulle sue labbra.
"Sarò sempre con te a proteggerti."
Sakura gli disse anche dei suoi genitori, di quanto fosse preoccupata per loro, ma sapevano entrambi che c'era poco da fare. Quindi, la lasciò piangere sul suo petto.
Ora Sakura sapeva cosa voleva dire essere soli, o meglio, lo sapeva in parte. Finché ci sarebbe stato Naruto a tenerla in piedi, non sarebbe crollata.
"Rimango qui questa notte. Fatti un po' più in là."
Naruto le fece spazio e la strinse tra le sue braccia, come a proteggerla da tutto il freddo intorno a loro. Non avrebbe permesso a nessuno di farle del male.

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti!
spero che questo capitolo vi sia piaciuto😀
come avete notato, sono molto più attiva sul sito, ora. Ho anche avuto l'ispirazione per un'altra che posterò tra qualche settimana. 
Grazie a chi ha recensito e a chi recensirà! 
Baci,  Uchiha29 ❤

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Capitolo 14
*** Una casa per Naruto ***


Una casa per Naruto

La sveglia di Sakura risuonò in tutta la stanza.
-Naruto, alzati, oggi c'è il funerale di Tsunade.- Disse flebile.
Il biondo sbadiglió affranto e si strofinò gli occhi.
-Faccio un salto a casa e mi vesto, prendo i vestiti anche per te?-
-D'accordo.- Uscì.
Non era sicuro che potesse partecipare al funerale, forse i medici non gliel'avrebbero permesso, ma era sopravvissuto a cose molto peggiori.
Sakura, intanto, era scesa in strada. Sulla maggior parte dei negozi vi era il cartello "Chiuso per lutto.", anche Konoha sembrava morta, ora.
Saltò su un tetto per fare prima e si guardò intorno, nemmeno gli uccelli canticchiavano quel giorno, si udiva solo il vento e i sussurri delle persone in strada. 
Cominciò a saltare su altri tetti e finalmente raggiunse la sua casa.
Entrò, si tolse le scarpe e corse in camera sua a cambiarsi in fretta, non dando neanche un occhiata in giro. La casa le sembrava un po' vuota.
Si mise il vestito nero che usava ai funerali, poi, prese qualche spicciolo dal suo salvadanaio per comprare dei fiori da Ino.
-Tsunade-sama...- abbassò lo sguardo per non mostrare le lacrime al resto del mondo.
-Perché... sensei...-
Tutti muoiono, se sei un ninja devi saper accettare questa cosa, ma lei era troppo importante per tutti. Non riusciva a farsene una ragione. 
Uscì e andò in periferia, a casa del biondo. 
-Sakura.-
Si girò di scatto, spaventata -Ma che...?! Sas'ke smettila di apparire all'improvviso!-
-Mhpf. Seguimi.- Si incamminò verso Nord del villaggio. L'Haruno acconsentì.
-Sasuke, stiamo andando da te?- La strada era quella. 
-No, non esattamente.- Si fermò davanti ad una casetta in mattoni molto accogliente ed estrasse una chiave dalla tasca. La casa si trovava proprio difronte a quella dell'Uchiha.
Aprì la porta e fece entrare la rosa.
Sakura si guardava intorno meravigliata, le piaceva quella casa.
Notò che su una mensola vi era la foto del Team sette.
-Cosa significa?- che Sasuke si fosse trasferito lì? 
-Il villaggio lo considera come un ringraziamento a Naruto per la guerra, c'è voluto un po' per completarla.-
-È bellissima...- si portó una mano sulla bocca, in un gesto di stupore.
-Vieni, ti faccio vedere il giardino.-
Gli occhi le brillarono appena uscì dalla porta sul retro. Si trovò difronte ad un giardinetto pieno di alberi in fiore. La vista poi era fantastica: si poteva vedere benissimo la montagna degli Hokage da lì. 
-Naruto la adorerà!- Esclamò felice.
-Lo spero, mentre era all'ospedale abbiamo già pensato al trasloco, ora tutta la sua roba è qui, anche se la casa rimane comunque un po' vuota, visto che è a due piani.-
Sakura si ricordò improvvisamente del motivo per cui fosse uscita, doveva prendere i vestiti per Naruto. Guardò in fretta l'orologio sulla parete e imprecò sotto voce, dirigendosi verso l'uscita.
-Nell'armadio della stanza difianco al bagno.-
-Ma sei telepatico?- a volte credeva davvero che Sasuke avesse qualche potere mentale.
-No, immagino.- Si sorrisero, anche se avrebbero preferito prendere i vestiti a Naruto per un'altra occasione. 
 
*

Naruto si vestì e si alzò per andare a ritirare i risultati delle analisi.
-Quindi sto bene?-
-Sano come un pesce.- disse l'infermiera. -per miracolo!- aggiunse un'altra.
Tirò un sospiro di sollievo.
-Ah, Naruto-sama...- le infermiere si tirarono indietro spaventate.
-L-le consiglio di tenere la benda intorno alla testa...-
Naruto osservò tutti confuso -C'è qualcosa che non mi avete detto...?- aveva un brutto presentimento.
-Bhe, ecco, dovevamo operarla in testa e quindi, ecco... le abbiamo rasato i capelli in un punto.-
Un tuffo al cuore.
-...-
-...-
Qualcuno entrò dalla porta:
-Naruto-kun ti ho portato i vestiti...- il tono di Sakura si fece sempre più basso ad ogni parola.
-M-mi state dicendo che... che... ORA SONO MEZZO PELATO!?-
-Oh, suvvia, è una zona che si può coprire benissimo con una benda o la fascia ninja!-
-DOPO DOMANI VERRÒ NOMINATO HOKAGE CON UN BUCO IN TESTA! TROVATEMI QUALCUNO CHE CONOSCA UN JUSTU CHE FA CRESCERE I CAPELLI!- Ok, era impazzito, scappò nella sua stanza lasciando tutti con gli occhi sbarrati.
-E adesso?- Le infermiere si guardarono e sospirarono sconsolate.
-Salve.- Kakashi entrò nell'edificio con nonchalanse.
-Grazie ai Kami! Signor Kakashi, le dobbiamo chiedere un favore!-
Kakashi le guardò scettico.
-Deve andare assolutamente a parlare con Naruto-sama!- 
Kakashi già sapeva che non sarebbe finita bene. Si girò a destra e vide una Sakura abbastanza confusa.
-Sakura! Capiti a pennello! Vai a parlare con Naruto, io ti aspetto qui!- la spinse verso la camera. Il maestro riusciva sempre a salvarsi, da qualsiasi situazione.
Si voltò per guardare il suo sensei, che continuava a farle cenno di proseguire, poi sospirò sconfitta.
Bussò leggermente alla porta. -Naruto, sono io..- disse leggermente, con il volto appoggiato alla porta. Doveva anche dirgli della sua casa, ma l'avrebbe fatto dopo il funerale, per strappargli un sorriso.
-NON ENTRARE.- stava piagnucolando come un bambino.
Non lo ascoltò e aprì la porta: era steso in posizione fetale sul letto con un cuscino sui capelli e lo sguardo imbronciato. Si sedette sul suo letto e si avvicinò al suo orecchio.
-Ti hanno tagliato i capelli nella zona in cui sei stato operato, neh?- rise leggermente. Amava sentire la risata della sua dolce Sakura.
-Io dico che per me sei perfetto anche così- gli accarezzò una guancia, sentendo che era leggermente calda, poi, gli lasciò un bacio proprio lì.  Non poté non notare che era arrossito.
Si girò verso di lei, per guardarla negli occhi. Aveva uno sguardo così dolce, quasi non sembrava lei. Quella che mostrava sempre, era la Sakura dura e forte. Ma sapeva che sotto era dolce e fragile.
A quei pensieri le sue labbra si arricciarono in un sorriso, a cui Sakura non rispose. Immersa nei suoi, di pensieri. 
Si mise a sedere difianco a lei e la baciò leggermente, un bacio innocente che solo dopo qualche minuto si approfondì. Sapeva che si sentiva in colpa per quello che stava succedendo.
Si staccó un momento e le morse il labbro inferiore, facendola rabbrividire e gemere leggermente.
Stava cercando di distrarla, ma capì che ormai era tardi. Non l'avrebbe potuta proteggere da quei pensieri al funerale, quindi li avrebbero affrontati insieme.
-Ti ho portato i vestiti.- solo ora notò che anche lei era vestita di nero. Si cambiò velocemente e Sakura arrossì alla vista dei suoi addominali perfettamente scolpiti.
Il biondo lo notò e non riuscì a trattenere una risatina.
-Mi hai visto più svestito di così.-
-Naruto!- gli voltò le spalle imbarazzata.
Lui si infilò la maglia e la abbracciò da dietro. 
-Sei bellissima quando arrossisci. Anche ora stai arrossendo, vero?- la conosceva bene.
Le baciò il collo e poi le porse la mano per farla alzare. La afferrò e si tirò su.
-Tienti le bende.- gli ordinò stringendo un po' il nodo.
Poi, uscirono. 


Ecco, gli anziani e gli altri Kage si erano messi ai loro posti, di fianco alla tomba. Anche Shizune era con loro.
A turno, si alzarono e fecero un discorso strappalacrime sulle Godaime. 
Sakura si accorse anche della presenza di Orochimaru al villaggio. Aveva commesso molti reati e si era trasferito definitivamente a Oto, ma in un occasione come questa era  ovvio che sarebbe venuto. Nessuno poteva cacciarlo, dopo tutto era anche grazie a lui se erano vivi. Si stupì quando lo vide anche dirigersi verso gli anziani, per fare il suo discorso. 
Finito il discorso di Orochimaru, toccò a Naruto, che non riuscì a trattenere le lacrime, mentre parlava. E poi, le sue due allieve, ormai diventate entrambe delle donne.
"Le promettiamo che tutti questi anni al servizio di tutti non andranno sprecati." Gli shinobi -e non- ripeterono questa frase ad alta voce. Poi, tutti si diressero a  posare i loro fiori sulla tomba e ne approfittarono per inchinare il capo davanti al volto sorridente della Godaime nella fotografia.
Il cielo era più scuro di quella mattina, stava diventando piuttosto cupo, ma non pioveva.
Rabbrividì e una lacrima le graffiò la gota, arrossata per il cambio di temperatura improvviso e per il mal di testa che le stava venendo.
Sentì Naruto afferrarle la mano e  attirarla a sé.  Non le importava se erano in pubblico, aveva bisogno più che mai di un abbraccio liberatorio. 
Hinata guardò la scena da lontano, accennando un sorriso tra le lacrime. Forse c'era anche un po' di dolore perché invidiava Sakura, ma... cosa? Qualcuno le afferrò la mano, riportandola alla realtà. Era stato Sasuke. Divenne bordeaux all'istante quando le mise una mano intorno alle spalle. Stava succedendo davvero? Non era assolutamente da lui. Forse quell'esplosione gli aveva fatto più male di quello che sembrava. 
Soffiò un leggero venticello tra i capelli degli abitanti di Konoha -e non solo-, odorava di speranza. Sembrava quasi che Tsunade li avesse abbracciati uno ad uno, quando quella brezza li sfiorò.
I capelli color confetto dell'Haruno ondeggiarono lievemente, facendole socchiudere leggermente gli occhi per il fastidio che il vento procurava loro e facendo fuoriuscire le ultime lacrime. 
-Alle 15.00 nel pomeriggio di dopo domani, verrà eletto il successore di Tsunade, Sesto Hokage, Naruto Uzumaki. Se qualcuno ha qualcosa da dire, pensando che non sia adatto lo dica ora.- nessuno parlò e Sakura sentì Naruto fare un sospiro di sollievo quasi impercettibile.
-Grazie di aver partecipato, la Signorina Tsunade ci veglierà sempre dall'alto, insieme a tutti gli eroi che hanno dato la vita per il nostro villaggio, per il nostro paese, per il nostro mondo e per la pace.- concluse Shizune, riscaldando i cuori di tutti.
Si scambiarono le condoglianze tra di loro, alcuni portarono addirittura una bottiglia di Sake e uno dei suoi giochi da tavolo su cui scommetteva spesso ai piedi della tomba.
-Secondo me, ora che ha lasciato il villaggio in buone mani ed è con le persone che ama lassù, non può che sentirsi sollevata.- disse Sakura  al biondo mentre osservava le nuvole diradarsi e lasciare spazio al sole. 
Naruto annuì e sorrise deciso. Ora toccava a lui proteggere tutti.
La rosa sobbalzò mentre i due si stavano recando insieme verso l'ospedale.
-Naruto! Sbrigati! Mi sono dimenticata una cosa!- La kunoichi si mise a correre verso i quartieri alti del villaggio.
-A-Aspetta! Sakura-chan!-  cercò di raggiungerla, ma appena uscito da un coma non se la cavava  molto bene.
Quando arrivò, la sua ragazza era di fianco ad una porta spalancata, doveva essere la casa del vicino di Sas'ke. 
Quando entrò rimase meravigliato, era come la casa dei suoi sogni.
-Sakura-chan, quando ci sposeremo andremo a vivere qui.- disse meravigliato.
La ragazza arrossì violentemente e sentì le farfalle nello stomaco.
-È già tua.- rispose la ragazza, cogliendolo di sorpresa.
-Eh no! Abbiamo trafficato tutto ieri per sistemare le tue cose qui, sorella Sakura! Questa è vostra, vostra! Da parte del villaggio, per averci protetto. Una casa al quasi più grande Hokage di tutti i tempi e alla sua ragazza!- Konohamaru saltò fuori dall'armadio.
-Ecco cosa stavi tramando ieri!- Sakura mesi fa gli avrebbe di certo tirato un pugno o qualcosa del genere,  ma ora il suo cervello era già proiettato a lei e Naruto nella stessa casa, a vivere.
-Esatto! Eheh, vi lascio da soli.- ghignò. Era un gran pervertito per essere un bambino.
Sakura si accorse solo ora che molti dei suoi arredi erano nella nuova casa. 
-Vieni a vedere il giardino, Naruto! È bellissimo!- lo tirò, ma non si mosse.
-Naruto?- gli alzò il viso e vide che aveva gli occhi lucidi, lei lo guardó preoccupata, in cerca di spiegazioni.
-Non posso credere che ho e sto per avere tutto ciò che ho sempre desiderato.- sorrise in modo dolce, prendendo Sakura per la vita. Si avvicinò lentamente e lo baciò con dolcezza.
-Tu rimani comunque il traguardo più bello.- le sussurrò. Ecco, di nuovo le farfalle nello stomaco.

Continua...

Angolo dell'autrice:
Salve a tutti😊
Come procedono le vacanze? Spero bene. Spero a che questo capitolo mooooolto fluff vi piaccia!
Grazie a chi recensirà e a tutti quelli che leggeranno soltanto!
Uchiha29 ❤

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Capitolo 15
*** L'appuntamento ***


L’appuntamento
 
La mattina seguente, Sakura si alzò presto per andare a prendere Naruto, che stava per essere dimesso. Gli avrebbe dato una mano a compilare alcuni moduli, visto che sicuramente lui non ci avrebbe capito nulla. Quella notte aveva dormito a casa sua, quella in cui viveva con i suoi genitori. Non voleva passare la prima notte nella nuova casa da sola.
 Aprì la porta della sua stanza con una tazza in mano -visto che la sera prima si era addormentata poco dopo averla poggiata sul suo comodino- e quasi le cadde dalle mani dopo aver visto quello scempio: davanti a lei, sul muro del corridoio, era stato dipinto un gigantesco “-3”, con un liquido rosso e denso dall’odore metallico. Sangue.
Toccò la scritta mentre le mani le tremavano come foglie mosse dal vento, un vento forte. La scritta non era stata realizzata da molto, ma neanche da pochi minuti. L’odore nauseante le suggeriva che era sangue umano, quante volte aveva sopportato quell’odore durante la guerra, e quante volte aveva resistito al senso nausea mentre salvava vite.
Non c’erano parole per quello che provava, ma si sentiva prevalentemente confusa. Un pensiero le balenò in testa: e se quello fosse il sangue dei suoi genitori?
Scosse la testa inorridita al solo pensiero, mentre alcune lacrime le rigavano il viso. Perché si sentiva così impotente? Aveva affrontato pericoli ben più grandi, certo, ma aveva la costante paura che quel mostro si sarebbe impossessato di lei, o di Sasuke, o ancora peggio… di Naruto. Non voleva nemmeno pensare a cosa sarebbe potuto accadere se davvero fosse successo, come minimo sarebbe scoppiata un’altra guerra, visto che ora il futuro Hokage e l’ultimo Uchiha erano senza dubbio due dei Ninja più potenti in vita, se non i più potenti. Anzi, erano i più potenti e basta. E lei era la nuova Medic-Ninja più potente e preparata, la nuova Tsunade.
Cacciò via quei pensieri che la stavano facendo impazzire. L’avrebbe detto a Naruto o no? Forse non era il caso. Oggi si sarebbero concessi un po’ di tempo per loro e non avrebbe permesso a nessuno di rovinare quella giornata. Prese il  telefono e compose il numero della donna che aveva analizzato il precedente foglietto.
-Salve, sono Sakura Haruno.- cercò di ricomporsi il più possibile, ma la voce le uscì comunque leggermente tremante.
-Signorina Haruno, va tutto bene?- evidentemente si era accorta della tonalità con cui si era epressa.
-Ho bisogno di un sopralluogo nel mio appartamento, è urgente. Abito a destra del negozio di alimentari della via principale Sud. Sono circa cinque minuti di cammino da qui al vostro studio. Vi prego, venite subito, è molto urgente…-
-Vedrò cosa posso fare, signorina… è una situazione di pericolo?-
-Di potenziale pericolo.- deglutì pensando a ciò che le sarebbe potuto accadere.
-Un altro biglietto?- chiese preoccupata la donna.
-No, semplicemente un altro messaggio… molto più grande.- rabbrividì e sentì le lacrime bagnarle gli occhi, e se davvero fosse stato il sangue dei suoi genitori?
-Posso fare una richiesta? Vorrei analizzare la compatibilità di due tipi di DNA: il mio e quello con cui è stato scritto il messaggio. Vi lascerò un campione del mio. Io non ci sarò tutto il giorno, lascio la porta aperta, vi prego di avvisarmi appena avrete finito.-
-D’accordo, è un onore per noi lavorare per la sua sicurezza.-
-Vi ringrazio tanto.- singhiozzò impercettibilmente e riattaccò. Vide l’orario nello schermo del suo cellulare: 9:56.
“Merda, devo essere lì per le 10.15 e non sono ancora pronta.”
Si infilò un vestito che Ino le aveva regalato dicendo di usarlo “per le occasioni speciali”. Era un vestitino estivo, bianco senza maniche. La parte inferiore le cadeva bene sui fianchi, evidenziandole le forme. Era a due strati: uno di stoffa come la parte superiore, e il secondo di pizzo sempre bianco. Le stava davvero bene, anche se non era proprio il suo stile. Si infilò delle scarpe nere con un leggero tacco e una collana dello stesso colore, poi, corse in bagno a preparare il resto. Uscì dal bagno dopo circa cinque minuti, e per una volta nella sua vita poteva dire di essere bella. Non si era mai piaciuta, ma quella mattina era davvero bella, e lo era solo per lui. Il loro appuntamento doveva essere perfetto.
 
-Ma quando arriva Sakura-chan? E’ così tanto in ritardo che ho già finito di compilare tutto!- batteva nervosamente il piede sulla strada, mentre si guardava intorno con la sua caratteristica espressione volpina. Aveva una semplice maglia bianca e dei pantaloni neri abbastanza larghi che Sasuke gli aveva regalato. Non aveva nulla di arancione addosso e questo lo intristiva un po’, ma almeno era comodo.
Quando la vide camminare in strada quasi non svenne, era così bella che gli mancava l’aria.
-Scusami tanto il ritardo, ho avuto un contrattempo.- sorrise.
-Sakura, ma vuoi farmi morire? Sei così… perfetta. Non trovo le parole!- le alzò il mento per guardarla negli occhi, era imbarazzata, dolce e anche triste. Sapeva nascondere la sua tristezza agli altri, ma non a lui. Decise di non chiedere il perché, ci avrebbe pensato lui a renderla felice. Le diede un leggero bacio su quella fronte che lei odiava, ma che lui invece amava. Sakura la trovava grande, ma per lui contava il fatto che era abbastanza grande da poterla baciare per minuti interi in ogni suo angolo. Sostò le labbra al naso, poi alle labbra morbide. Erano più morbide e dolci del solito, doveva aver usato un burro cacao o qualcosa del genere.
Sakura si staccò leggermente quando vide dei bambini correre verso di loro. Decise comunque di abbracciarlo, nascondendo il suo viso contro il suo collo. Non c’era niente da fare, poteva rimanere all’ospedale per mesi, ma il suo odore di ramen rimaneva sempre invariato. Gli baciò il collo e poi si staccò.
-Dove vuoi andare?- chiese la rosa al biondo.
-Non lo so, avevo pensato al parchetto delle altalene, quello a cui andavamo sempre. Che ne dici? Poi andiamo a mangiare da Ichiraku. E’ decisamente troppo che non ci vado!-
Sakura rise genuina e gli afferrò la mano. –Va bene.-
Si avviarono e dopo pochi minuti arrivarono al piccolo spazio verde, decorato con giocattoli, panchine e fontanelle. Era pieno di bambini che si rincorrevano allegri o che simulavano combattimenti. Appena videro il ragazzo gli corsero tutti incontro.
-Naruto! Naruto!- gridavano felici mentre gli correvano incontro.
-Scusate piccoletti, ora sono impegnato. Un giorno capirete!- fece l’occhiolino.
-Naruto!- la kunoichi lo richiamò con sguardo assassino.
-Sakura-chan, non mettertici anche tu a chiamarmi!- la prese in giro.
La rosa gli tirò una gomitata, facendo ridere tutti i bambini.
-Avanti! Vi affido la vostra prima missione: andate a giocare e divertitevi! MI raccomando, il successo della missione è essenziale.- scherzò, e i bambini ricominciarono a fare ciò che avevano interrotto ridendo felici.
-Forse c’è un po’ troppa gente…- mormorò imbarazzata.
-Non preoccuparti,  staremo sotto a quell’albero.- la trascinò dietro al tronco e si sedette contro esso.
-Forse ho fatto male a vestirmi di bianco.- disse immaginando le macchie che si sarebbero formate sul suo vestito.
-Oh, allora siediti su di me- il ragazzo distese le gambe e Sakura acconsentì imbarazzata, era tutto così nuovo e strano per lei. Fino ad un anno fa queste cose non sognava nemmeno di farle, o meglio, non con Naruto.
Sakura appoggiò la testa contro al petto del suo ragazzo e ci si accoccolò contro, mentre con una mano lui le carezzava i capelli.
Chissà come lo avrebbe preso in giro il suo maestro se avesse saputo quelle cose. E pensare che era proprio lui da piccolo a dire che le donne erano solo una perdita di tempo. Ma Sakura no, lei era diversa, il tempo con lei non andava di certo sprecato.
Già sentiva le parole del suo maestro:
“Eh, Naruto Naruto! Quindi hai fatto centro questa volta, neh? Beh, com’è stato farla tua? Voglio sapere i particolari! Oh, e poi voglio assolutamente i dettagli della vostra storia, come avete scoperto i vostri sentimenti? Potreste essermi di aiuto per il mio libro. Ah, il mio allievo ha finalmente conosciuto una delle gioie della vita! Ora sei un uomo a tutti gli effetti…” e poi avrebbe continuato, facendo altri commenti imbarazzanti.
Anche a lui mancava il suo sensei, capiva benissimo come si sentiva Sakura. Dopotutto, entrambi erano stati uccisi.
-Tutto bene?- chiese la ragazza guardandolo negli occhi.
-Eh? Sì, sì, stavo solo pensando, non preoccuparti.- La ragazza si mosse e si mise a cavalcioni su di lui, in modo che riuscisse a baciarlo con più facilità e più intensamente. Naruto la cinse per i finachi e l’avvicinò a lui, sempre con le labbra incollate alle sue. Sakura poteva sentire quanto il suo ragazzo fosse eccitato e approfondì il bacio, infilando con molta  poca delicatezza la sua lingua nella bocca del ragazzo, alla ricerca della sua.  Dopo poco rizzarono entrambi le orecchie e si staccarono alla velocità della luce: avevano sentito la voce di Sasuke e di Kakashi. Si alzarono e li raggiunsero, ancora un po’ stremati dal turbine di passione che li aveva e li stava avvolgendo tuttora.
-Naruto, Sakura, vi vedo spesso insieme ultimamente!- Esclamò Kakashi grattandosi la testa.
Il biondo e Sasuke sorrisero complici al loro maestro, mentre Sakura era indecisa se trovare una spiegazione plausibile all’affermazione del suo sensei, lasciar perdere o prendere a pugni tutti e tre per quei sorrisi da idioti. Optò di guardarli in cagnesco.
Kakashi sorrise sotto la maschera e si mise la mano sul fianco –Mi sembra di rivedere Kurenai.-
-Piuttosto, cosa ci fate voi due in un posto come questo? A nessuno dei due piacciono i bambini.-
-Oh, siamo andati da Ino per Sas…-
-SI E’ FATTO TARDI. CHE NE DITE DI UNA MANGIATA?- Sas’ke stava sudando freddo, trascinò i due verso la strada e pestò accidentalmente (ma anche no) il piede a Kakashi, che dopo quel gesto cominciò a saltellare su una gamba dal dolore.
 
Dopo aver mangiato una ciotola di ramen a testa, Naruto escluso, Kakashi e Sasuke andarono ad allenarsi e Naruto e Sakura rimasero su una panchina difronte al fiume. Dopo pochi minuti, la ragazza ricevette un messaggio, erano i Ninja decifratori di messaggi:
“Signorina Haruno, la preghiamo di venire immediatamente al suo appartamento. Abbiamo ricavato alcune conclusioni. Non perda tempo, la questione è di massima urgenza.” Che le cose andassero davvero così male? Cosa stava succedendo?
-Naruto, senti, ho appena ricevuto un messaggio da parte di alcuni esperti, devo scappare. Ci vediamo stasera a casa nostra, okay?- gli baciò la punta del naso mentre teneva le braccia incrociate intorno al suo collo. Lui le rispose baciandola e sorridendo contro le sue labbra.
-Non vedo l’ora di averti tutta per me, stasera.- Inizialmente voleva tirargli un pugno, sapeva quello che intendeva con “averti tutta per me”, ma improvvisamente quella frase le risuonò come la più dolce cosa che potesse dirgli. Mugolò qualcosa contro il suo collo e poi si staccò, dividendo le loro strade. Lui proseguì verso Nord, mentre lei verso Sud. Aveva ancora il cuore a mille e le gote rosse per la frase che le aveva detto.
Ma ora, non aveva tempo da perdere con queste cose. Doveva svelare un altro mistero legato a lui, e doveva anche muoversi a raggiungere la sua casa. Ogni secondo che perdeva, se ne aggiungeva uno di ansia e di insicurezze. Non poteva permettersi questi attimi di debolezza contro di lui, quindi cominciò a saltare sui tetti delle case, ignorando il lamento dei suoi piedi che stavano gridando pietà, sottoposti a quella tortura infernale di scarpe. Eppure avevano solo un po’ di tacco, davvero era così poco allenata? Ino non si sarebbe nemmeno accorta di averli al posto suo.
Finalmente, dopo qualche minuto, giunse a casa sua. Davanti al suo appartamento vi erano alcuni shinobi che ricopiavano quelle che sembravano relazioni. In mezzo a quelle persone, riconobbe la donna a cui aveva affidato il suo caso e si diresse correndo verso di lei, le avrebbe dato tutte le spiegazioni di cui aveva bisogno:
-Allora?- chiese ansimante la rosa.
-Mi segua di sopra- fece una breve pausa, spostando i suoi occhi dal terreno a quelli di Sakura. –Avremo molto di cui parlare.-
Deglutì, stava sudando  freddo e non aveva per niente un buon presentimento.
 
CONTINUA…


Angolo autrice:
salve a tutti! Come vanno le vacanze? Ho trovato un attimo di tempo per aggiornare, tenetevi pronti al seguito!
Spero che vi piaccia questo capitolo. Grazie a chi recensirà o a chi leggerà solamente!

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Capitolo 16
*** Il sesto Hokage ***


Il sesto Hokage

 
La casa di Sakura era piena di attrezzi di vario tipo, tutti in grado di decifrare qualunque tipo di messaggio.
Vi erano anche tre ninja intenti ad analizzare la parete.
-Quindi? Si sa qualcosa?- chiese timorosa Sakura al capo.
-Sì, venga qui.- la portò di fronte allo schermo di un computer, e dopo aver trafficato un po’, si aprì una pagina piena di dati.
-E’ sangue umano.- disse la donna preoccupata. A Sakura mancò il respiro.
-Ma non ci sono legami tra il suo DNA e il tuo.- specificò. Un po’ si tranquillizzò, ma comunque era rimasta scioccata dalla precedente affermazione.
-Signorina Haruno, sta succedendo qualcosa di grosso. Avete avvisato Naruto-sama?-
-Sì, lui sa tutto…-
-Vi prego di informare anche altri Ninja, dobbiamo stare attenti.- la avvertì la donna sistemandosi gli occhiali.
-Stiamo già lavorando su come difenderci, vi prego di non informare chi non è autorizzato.-
-D’accordo..- prese le sue cose e si diresse verso la porta –Stia attenta- aggiunse
L’Haruno annuì.
*

Naruto si diresse verso la sua nuova casa, era stato proprio fortunato a riceverla in regalo.
“Chissà cosa succede a Sakura-chan…” pensò. Aveva proprio bisogno del parere di qualcuno sul caso, quindi aprì la porta, si tolse le scarpe e la casacca e si mise sul tappeto a meditare.
 
“Kurama! Ci sei?” si trovava sulla testa della volpe, nella sua mente.
“Dove dovrei essere altrimenti?” rispose scocciata.
“Secondo te cosa succede a Sakura? La vedo strana”
“Baka, è evidente che sia preoccupata per quel coso, l’Angelo Nero. Forse ha paura per te.”
“Nah, un demone mi basta e avanza” rise il biondo. La volpe gli lanciò un’occhiataccia.
“Dovresti tranquillizzarla”
“La proteggerò”
“Non si tratta solo di lei, Naruto. Domani verrai nominato Hokage e sarai esposto a molti pericoli.”
“Hai ragione, ma dopo tutto ci saranno tantissimi Ninja pronti a proteggermi.”
La volpe sospirò “Non ho un buon presentimento.”
 
-Naruto, sono a casa!- la voce della rosa lo riportò alla realtà.
-Ah, Sakura-chan!- corse da lei e le diede un leggero bacio sulla fronte.
-Hai fatto la spesa! Cos’hai preso?- chiese cercando di guardare nelle buste. Rimase deluso quando vide spuntare dei cavoli dal sacchetto.
-Non guardarmi con quella faccia, stasera mangerai cose salutari, devi essere in forma per domani!-
Naruto fece gli occhi dolci –Dai, Sakura-chan…-
Lo sguardo della ragazza si addolcì.
-Va bene, ti preparo il ramen alle verdure..- sospirò
Subito comparve un sorriso sul volto del ragazzo
-Ecco, questa è la Sakura che amo!- la rosa ricordò di quando glielo disse la prima volta: non era passato tanto, ma sembrava un’eternità. Era tutto così diverso.
 
Mangiarono tranquilli e alle nove e mezza andarono entrambi a letto.
Naruto dormiva in boxer, mentre Sakura con una leggera canottiera.
La rosa tava leggendo ed era calato un silenzio imbarazzante, il ragazzo non tollerava quella situazione: le prese il libro dalle mani e se lo mise dietro alla schiena.
Sakura si imbronciò e incominciò a lottare per riprenderlo, ma Naruto fu più svelto e si fiondò sulle sue labbra, buttandola sul letto. La rosa rise contro le sue labbra e gli cinse la vita con le gambe, schiudendo le labbra. Il ragazzo le sfilò la canottiera e ammirò il suo corpo mozzafiato, baciandone ogni angolo.
La kunoichi fece lo stesso e lo lasciò entrare dentro di sé, provando un piacere immenso, che si intensificò dopo alcuni minuti. Uscì da lei dopo aver raggiunto l’apice del piacere, lasciandole un senso di vuoto, poi, ansimanti e sudati si guardarono e unirono le loro labbra.
-Mi sei mancato tanto…- sussurrò contro il collo del biondo.
-Anche tu…- e lentamente chiuse gli occhi stanco. Sakura fece lo stesso.
*

-Sas’ke-kun, mi spieghi cosa ci fanno Orochimaru e Kabuto qui?!- gli chiese Ino sottovoce, mentre con una mano si aggrappava al braccio di Shikamaru.
Solo dopo essersi guardato intorno, Sasuke notò Orochimaru seduto al bancone del bar, seguito da Kabuto. Non riusciva ancora a guardare Kabuto negli occhi, gli veniva in mente suo fratello e il combattimento che avevano intrattenuto insieme contro di lui.
Quel “Ti amerò per sempre.” Che gli aveva detto prima di morire per la seconda volta, ancora si ripeteva all’infinito nella sua mente. Se solo gli avesse detto la verità prima, avrebbe potuto essere ancora lì, al suo fianco. Ora, invece, l’aveva lasciato da solo. Anche se sapeva che era sempre a guardarlo dall’alto, insieme ai suoi genitori.
-Sas’ke-kun.- Orochimaru si avvicinò lento al ragazzo.
-Credevo che fossi venuto occasionalmente per il funerale di Tsunade.- sorseggiò la bibita che aveva ordinato.
-Anche, ma ho deciso di rimanere qui per la nomina a Hokage di Naruto, dopotutto sono l’Otokage. Poi, non sarei mai potuto andarmene senza salutare il mio allievo.- gli diede una pacca sulla spalla.
Kabuto non osava guardarlo negli occhi, evidentemente per lo stesso motivo di Sasuke.
Hinata e Ino guardavano la scena da lontano, e quest’ultima era praticamente terrorizzata.
-Ehm, Hinata, dovresti dire a Sasuke di non frequentare certe persone!-
Hinata arrossì –P-perché proprio io?-
La bionda si avvicinò –Andiamo, vi ho visti l’altro giorno, tu e lui…- mimò un bacio.
-Ino! N-non è mai successa una cosa del genere!- alzò la voce, ma stava comunque sussurrando.
-Forse non davanti ai miei occhi, potrei fare la stessa domanda a Sasuke, e forse la risposta sarebbe diversa!- alzò il volume a posta, in modo che l’Uchiha riuscisse a sentire.
-Non ti avvicineresti mai a Orochimaru.- affermò la Hyuga.
-Ma davvero?- la sfidò. Si alzò dalla sedia e si diresse verso la loro direzione.
-Per l’amor del cielo, I-Ino!- Hinata la tenne per un braccio.
-Va bene, va bene. Resto qui!- rise.
-Ma si può sapere cosa state blaterando voi due? Comunque io vado a casa, sono stanco.- sadigliò Shikamaru.
-E quando mai non lo sei..- sussurrò la Yamanaka.
Shikamaru roteò gli occhi.
-Va beh, ti accompagno. Tu, Hinata, resti qui?-
-Tra un po’ vado anche io.- sorrise, poi, i due se ne andarono.
La Hyuga rimase seduta al tavolino, fino a che non sentì qualcuno avvicinarsi a lei da dietro.
-S-Sas’ke!- sorrise.
-Ho parlato un po’ con il mio maestro, ora eccomi di nuovo qui.- sorrise leggermente anche lui.
-Vuoi tornare a casa?- le chiese.
La ragazza fece spallucce –Come vuoi tu-
L’Uchiha si alzò e le fece cenno di seguirlo in strada. Erano le dieci e mezza, cominciava a far freddo.
Hinata sussultò quando una goccia le cadde sulla testa, cogliendola di sorpresa.
-Comincia a piovere.- Sasuke corse verso uno dei portici.
-Anche forte.- commentò la mora osservando il susseguirsi di gocce intensificarsi.
-Sai, siamo molto cambiati entrambi.- disse ad un certo punto.
-C-che intendi?-
-Vedo che sei molto più sicura di te, e io più felice.- mormorò. Hinata sentì la sua mano nella propria e diventò paonazza al contatto.
-Credo sia merito tuo.. tu sei.. diversa. Non sei come le altre, sei così innocente. Quando ti tocco, ho quasi paura di sporcarti…- sussurrò. La stava guardando come mai prima d’ora, mentre con la mano destra le accarezzava una guancia.
-Alzò lo sguardo e vide che il ragazzo aveva gli occhi leggermente umidi. Gli accarezzò la guancia anche lei e li vide chiudersi. Avvicinò il suo viso e a quel punto anche lei chiuse gli occhi. Sentì le labbra umidicce appoggiate contro le sue e assaporarla. Era il suo primo bacio, e non poteva aspettarsi di meglio.
Aveva immaginato un milione di volte quella scena, ma paesaggio, sensazioni e la persona erano completamente diverse. Si aspettava di darlo a Naruto, in cima al monte degli Hokage al tramonto, il giorno di qualche festività. Invece eccola lì, che baciava Sasuke Uchiha, il completo opposto di Naruto, di notte, in una strada qualsiasi, di un giorno qualsiasi. Però non avrebbe voluto cambiare niente.
Si staccarono leggermente, e Sasuke, stranamente, ridacchiò. La ragazza fece lo stesso.
-Andiamo, c-ci prenderemo un raffreddore.- lo trascinò, evitando di parlare del bacio ed evitando i suoi occhi.
-Sei adorabile quando balbetti..- Sasuke che diceva cosa dolci? A lei? Ed era anche imbarazzato. Questa sì che era una novità.
Hinata arrossì e dopo pochi minuti arrivarono davanti alle porte del settore degli Hyuga.
-A-allora, ci vediamo domani..-
-Immagino di sì..- Il ragazzo si grattò la testa.
Hinata fece per andarsene, ma si girò di scatto e abbracciò l’Uchiha, che la strinse forte tra le sue braccia.
-G-grazie, Sasuke-kun- mormorò.
-Sei tu che hai fatto tanto per me.- i loro sguardi si incrociarono, e per la prima volta gli occhi di Hinata riuscirono a guardare quelli dell’Uchiha senza timore, perdendosi in essi.
-Ti ho fatto un regalo.-
-C-cosa?-
Sasuke tirò fuori dalla tasca un braccialetto d’argento, le prese il polso e glielo mise.
-E’, è bellissimo… è per me?- Sasuke annuì.
-Me l’ha consigliato Ino. Ti piace?-
-Molto! Grazie..- sorrise dolcemente.
-Aspetta, ma quindi Ino sapeva tutto?!- ecco il motivo di tutto quel casino di prima.
-Sì, mi ha aiutata lei, l’ho preso oggi pomeriggio. E’ venuto anche Kakashi.- sorrise.
-Beh, ora devo andare. Lo conosci mio padre..- gli baciò la guancia imbarazzata e poi se ne andò. Sasuke si toccò la guancia, sorrise e tornò a casa.
 *
 
Erano le nove del mattino, e Konoha era in festa:
-Benvenuto Kazekage!- un gruppo di ninja accolse Gaara all’ingresso del villaggio.
-Tsuchikage, Raikage, Mizukage! Benvenuti a Konoha.- Kakashi strinse la mano a Gaara e agli altri Kage, conducendoli in seguito al palazzo dell’Hokage.
-Konoha è sempre bellissima.- disse Gaara osservando i fiori alle finestre delle case. Queste cose a Suna poteva sognarsele, non cresceva un fiore neanche a pagarlo.
-Avete arredato bene tutte le strade.- affermò affascinata Mei, osservando gli striscioni per le vie del villaggio.
 
-SAKURA-CHAAN! E’ IL GRAN GIORNOOO!- Disse Naruto saltellando di qua e di là per la casa. Salì al secondo piano per vedere se anche Sakura era pronta.
-Come sto?- Indossava un kimono lungo fino alle ginocchia, rosa e viola. I capelli raccolti e ornati con dei fiori dello stesso colore. Le labbra erano stranamente rossastre.
-Impeccabile come sempre.-
-Tu sei come al solito troppo arancione.- rise la kunoichi.
-Andiamo, Sasuke è già qui sotto che aspetta.- lo trascinò.
Scesero le scale e si trovarono di fronte ad un Sasuke alquanto scocciato:
-Vi volete muovere? I Kage sono già qui.-
-Oh caspita! Muovetevi dattebayo!- cominciò a correre verso il palazzo, sembrava un razzo.
Sasuke e Sakura si guardarono complici e seguirono il compagno.
 
La cerimonia era appena iniziata, Naruto aveva riassunto brevemente la sua vita e le sue opere, ora avevano appena dato il via ai lavori per scolpire la sua faccia sulla montagna.
Erano tutti fieri di lui.
-Tsunade sarebbe fiera di te, Naruto.- disse il Raikage. In quel momento, addosso al Rikage piombò il fratello rapper.
-Yo! Congratulazioni! Alla fine ce l’hai fatta a diventare capo villaggio, brutto idiota bastardo!- Killer Bee spettinò i capelli al nuovo Sesto Hokage, mentre Gaara aveva distribuito dei bicchierini a tutti i Kage, compreso Orochimaru, che era l’Otokage. Mei versò in essi del Sake e tutti e sei bevvero il contenuto, augurandosi un lungo periodo di pace.
La gente applaudì a quel gesto, e cominciarono a volare coriandoli di qua e di là. Poco dopo, anche i fuochi d’artificio scoppiarono in aria.
-E ora, amici miei, vi porto a mangiare cose che trovate solo a Konoha!- disse Naruto agli altri Kage.
Sakura pensò che voleva portarli da Teuchi, e come al solito, non si sbagliò.
Decise di andare a fare un giro per le bancarelle e lasciare l’Hokage ai suoi affari.
Mentre guardava alcuni souvenir, una bambina le tirò la gonna.
-Cosa c’è piccolina?-
-Mi aiuti a riprendere la palla?- chiese. Sembrava leggermente assonnata.
-Certo, dimmi dov’è.- la bambina le afferrò la mano e la portò un po’ più lontano, dove non c’era nessuno.
-Non la vedo.-  disse la rosa aguzzando la vista.
-Se vuoi ti aiuto io a vederla.- Sakura si girò, la voce della bambina era cambiata. Sul volto della piccola comparve un sorriso orribile, metteva i brividi, mentre sulla schiena spuntarono un paio di lunghe ali nere, che le facevano da strascico.
-Seguimi, oppure ucciderò questa creaturina inutile.- la minacciò.
Sakura fece qualche passo indietro, cominciando a piangere e a tremare.
-Hai sentito quello che ho detto? Ti ho detto di seguirmi.- Il sorriso si trasformò in un’orribile espressione di rabbia.
Sakura non si mosse, la paura la bloccava.
-In questo caso…- La bambina tirò una bomba fumogena che la colpì in pieno. Non appena la nebbia si diradò, sollevò di peso la ragazza che era caduta a terra stordita a causa del gas respirato e volò in alto nel cielo. Lontano da Konoha.

Continua...

Angolo autrice:
salve a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia! Finalmente le fan del SasuHina potranno sclerare in questo capitolo c:
Grazie a chi recensirà o a chi leggerà solamente!


 

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Capitolo 18
*** Paura ***


Paura



Dopo una decina di minuti, Sakura riaprì gli occhi debolmente:  il gas le aveva tolto completamente le forze.
-D-dove…?- si guardò attorno allarmata: era così buio che tenere gli occhi aperti o chiusi non faceva così tanta differenza. Allungò le braccia, cercando di tastare qualcosa. Il pavimento era stranamente morbido e lei era scalza. Doveva trovarsi su un tappeto o qualcosa del genere. In questo modo non riusciva ad orientarsi.
Tentò di fare qualche passo, ma subito si sentì bloccata: le caviglie erano avvolte da due catene di chakra, non poteva vederle, ma lo capiva dal fatto che non riuscisse a spezzarle. Tentò svariate volte di romperle, ma non c’era niente da fare. Era così confusa, mille domande le vagavano per la testa.
La sua unica certezza era che si era fatta catturare come una stupida, ora lui l’aveva nelle sue mani. Non sapeva nemmeno dove fosse stata portata, che aspetto avesse la stanza in cui era tenuta prigioniera, non sapeva le sue intenzioni. Si sentiva persa, come quando tanto tempo fa sia Naruto che Sasuke se n’erano andati. Che ne sarebbe stato di lei? Come se la sarebbe cavata questa volta?
Sentì gli occhi inumidirsi e se li strofinò. Doveva uscire da quel posto. Si rialzò e strinse le catene nelle mani. Facendo piccoli passi, le seguì  in tutta la loro lunghezza, cercando il loro punto di origine. Finalmente lo trovò: le catene provenivano da un muro. Tastò anche questo: era freddo, umidiccio e spigoloso. Doveva trovarsi in una specie di grotta o caverna. Appoggiò il piede contro al muro roccioso e tirò con tutte le sue forze le catene, che lentamente fuoriuscirono. Alla rosa sfuggì qualche gemito per la fatica, mentre i muscoli delle braccia si contraevano in modo quasi innaturale.
-Andiamo, uscite..- disse tra i denti mentre aumentava la forza. Sentì un “crock” e dopo vari rumorini, segno che la parete di stava sgretolando. Urlò non appena riuscì ad estrarre le catene dal muro, cadendo all’indietro.  Queste, si dissolsero tra le sue mani. Ora era libera, ma non ancora del tutto. Socchiuse gli occhi, infastidita dalla forte luce della stanza dietro alla parete distrutta. Appena si accorse di cosa si celasse in essa, si mise una mano sulla bocca e spalancò gli occhi: davanti a lei vi erano almeno venti corpi distesi su venti pietre piatte: quelle erano le pietre che si usavano per la cremazione dei morti.
Li guardò bene e scoppiò in lacrime non appena vide sua madre e suo padre.
-Mamma.. papà..- pianse, afferrando la mano della madre dolcemente. Si accorse pochi secondi dopo che non c’era polso.
-Ditemi che è solo un sogno, solo un brutto sogno…- continuò a piangere, stringendosi la testa tra le mani e scuotendo la testa.
Tra i singhiozzi, si accorse di una folata di vento che proveniva dalla grotta in cui era stata rinchiusa. Era arrivato qualcuno. Si nascose dietro una delle pietre, incapace di trattenere le lacrime, ma cercò di piangere il più silenziosamente possibile.
-Sakura, Sakura… avanti, so che sei qui… non nasconderti.- la frase era stata pronunciata  con un tono ironico, quasi ridendo.
-Vedo che hai trovato i miei corpi, ti piacciono? Vado particolarmente fiero di quei due che ti somigliano, ma ovviamente la collezione non è ancora finita, mi mancano ancora i più grandi Ninja.- rise malvagio.
Lo sentiva sempre più vicino. Stava tremando. Se doveva ucciderla, perché non lo faceva e basta?
-Buh’!-  disse alle sue spalle. La rosa saltò e tentò di allontanarsi, ma altre catene di chakra la fermarono. Doveva aver preso il corpo di un’Uzumaki.
-Sto cercando di prendere almeno un corpo per Clan. E non solo.- le prese il mento con due dita.
-Le somigli così tanto.. ogni giorno che passa, sempre di più.- si avvicinò al suo orecchio.
-D-di chi s-stai parlando?- balbettò.
-Dovresti saperlo, Sakura. Oppure è meglio se ti chiamo Heira?-
-H-Heira?-
-Sì, Heira. Sakura, sei tu la ragazza in cui si è reincarnata, ritrovala in te, guarda al tuo interno!- Sorrise. Aveva un sorriso da pazzo maniaco.
-Ti stai sbagliando!- urlò.
Di nuovo le prese il volto tra le mani.
-Anche se mi sbaglio, tu le somigli. Quindi sarai mia!- Il suo sorriso si allargò.
Sakura tentò di dimenarsi, ma più si agitava, più le catene stringevano. Smise di agitarsi solo quando sentì il suo respiro spezzarsi.
-Sm-smettila! Non respiro!- boccheggiò.
-Hai ossigeno a sufficienza per raggiungere la prossima stanza.- disse atono.
La ragazza si sentiva debole e impotente, in più, le mancava il respiro e pareva essere tornata da una corsa di dieci chilometri senza pause. Dopo pochi secondi, si sentì sbattere su un tappeto. Sentiva le sue energie abbandonarla sempre di più. La mancanza di ossigeno, inoltre, le aveva fatto venire un bel mal di testa.
-Ti ho sottovalutata, ma questa volta non ti libererai.- disse componendo un sigillo sulle catene.
-Interessante il potere dei sigilli degli Uzumaki, neh?- continuò. Sakura non rispose, troppo debole e stanca.
Quando finì, si avvicinò alla ragazza. –E ora, a noi due.- lentamente sentì la gonna del kimono alzarsi. Con un gesto delle mani, l’Angelo  la immobilizzò al pavimento.
-Ti prego, non..- lo supplicò. Ma lui le diede ascolto e strinse le catene, togliendole ancora la possibilità di respirare.
Nel giro di pochi secondi, l’uomo cominciò a baciarla e toccarla ovunque, provocandole dolore, dolore morale, si sentiva così stupida. Chissà se Naruto l’avrebbe voluta ancora, dopo ciò che stava per succedere. Cominciò a piangere, ma ormai non riusciva neanche a fare quello, tanto era stanca. Lo sentì entrare in lei con due dita, poi sentì la sua lingua contro la sua pelle. A quel punto, raccolse tutte le sue energie, tentando di chiudere le gambe, ma lui riuscì comunque a tenerle aperte.
-Preparati, sentirai un po’ male.- scherzò. L’Haruno, invece, continuava a pensare a Naruto e a piangere.
“Scusami, amore mio” pensò un attimo prima di essere trafitta da un dolore immane.

 
*
 

-Oh, che onore! I Kage riuniti tutti qui, nel mio modesto ristorante!- L’uomo accolse i Kage e li fece accomodare tutti al bancone. Intanto, alcuni bambini curiosi li spiavano da dietro le tende.
-E così, ora si può dire che tu abbia una vita perfetta.- disse Gaara versando dell’acqua nel suo bicchiere.
-Beh, diciamo che non ho nessun rimpianto.- sorrise.
-Con la fatica si ottiene tutto, ragazzo mio!- Il Raikage gli diede una pacca sulla spalla.
-Esattamente!-
-Pronto in tavola!- La figlia del capo distribuì le ciotole colme di ramen a tutti.
-Hm, delizioso!- Constatarono Mei e Onoki.
-Mi mancava il cibo di Konoha.- Orochimaru mangiò i suoi spaghetti con gusto.
-Ve l’avevo detto io!- rispose l’Hokage.
Nel frattempo, in un ristorante vicino, anche gli amici di Naruto festeggiavano.
-Al nuovo Hokage!- Ino, Sasuke, Hinata, Choji, Sai, Shino, TenTen, Rock Lee Shikamaru e Kiba alzarono i bicchieri al cielo.
-Beh, è stata un vero successo la cerimonia!- Esclamò la bionda dopo aver bevuto il contenuto del bicchiere.
-Hai proprio ragione!- TenTen la imitò.
-Ragazzi, qualcuno ha visto Sakura? Manca solo lei.- Kiba sembrava preoccupato e Akamaru piagnucolò.
-Sarà a festeggiare con Naruto.- Choji prese una fetta di carne dal piatto di Shikamaru, e questo lo guardò male.
-Tu dici? Akamaru non ha un bel presentimento a riguardo…- disse accarezzandolo.
-Penso abbia ragione Choji! E se così non fosse, la salverò io da qualunque pericolo. La forza della gioventù mi aiuterà!- TenTen sospirò dopo la sceneggiata di Rock Lee.
Hinata sentì la mano di Sasuke sulla sua, sotto al tavolo. La strinse e sorrise. Sasuke si girò per guardarla e si capirono al volo.
-Noi andiamo.- Sasuke e Hinata si alzarono dalla tavola, dopo aver finito di mangiare. A Ino si illuminarono gli occhi: Sasuke si era dimenticato di lasciarle la mano quando si erano alzati.
-A dopo piccioncini.- canzonò Ino. Gli altri si guardarono sconcertati: Sasuke e Hinata? Chi l’avrebbe mai detto.
-Shikamaru, andiamo anche noi?- sorrise maliziosa.
-Sì, ho sonno.- la bionda lo guardò in cagnesco e sigirò dall’altra parte, offesa.
 

-Sas’ke, hai dimenticato delle nostre mani..- gli disse sottovoce.
-Non mi importa di ciò che gli altri pensano. Anche perché è vero.-
-Q-quindi tra di noi è una cosa ufficiale?- arrossì.
-Cosa? Mi sembra ovvia la risposta.- sorrise. In realtà Hinata non vide il suo sorriso, visto che era di spalle, ma sapeva che l’aveva fatto.
-E quale sarebbe?-
L’Uchiha si sedette su una panchina all’inizio del parchetto in cui si erano incamminati, le fece cenno di avvicinarsi e le diede un casto bacio sulle labbra.
-Come dirai al tuo Clan che stai insieme ad un ex criminale di livello S, pluriomicida, pazzo, asociale, vendicativo e ultimo membro in vita del Clan Uchiha?- sorrise a pochi centimetri dalle sue labbra.
-Dirò solamente che ho trovato il ragazzo perfetto.- gli accarezzò i capelli.
Si baciarono di nuovo, allo stesso modo di prima.
-Vieni da me?- chiese Sasuke.
La Hyuga acconsentì e si incamminarono verso la casa dell’Uchiha. Ora che ci pensava, non ci era mai stata.
Pochi minuti dopo, arrivarono. Si era trovato una bella sistemazione, in un quartiere rispettato.
-Quella è la nuova casa della Testa Quadra.- indicò la villetta difronte a quella in cui si trovavano.
-Oh, è deliziosa.- ammirò Hinata.
Sasuke la fece entrare: all’interno era una casa semplice ma molto raffinata. Sul tavolo vi era un vaso di rose rosse, senza neanche un solo petalo secco. Il caminetto si trovava al centro della parete, su cui erano appesi quadri dei membri del Clan Uchiha. Il più esposto era quello di Itachi Uchiha.
-Da mio peggior nemico, è diventato il mio eroe. Forse nessuno di noi sarebbe qui, se non ci fosse stato lui.- disse mettendosi di fronte al volto del fratello.
-E’ l’eroe di tutti- gli sorrise Hinata. La ragazza spostò lo sguardo sul quadretto di fianco a quello di Itachi: raffigurava una donna estremamente bella e dallo sguardo dolce.
-Lei è Mikoto Uchiha, mia madre.- spiegò il ragazzo.
-T-ti somiglia moltissimo.- disse sbalordita.
-Già, la gente diceva che Itachi era la copia di mio padre, mentre io di mia madre.-
-E’ davvero una bella famiglia.- sorrise dolcemente.
-Era…- abbassò lo sguardo. Hinata subito lo prese per mano.
-N-non pensarci, ora hai me, anzi, tutti noi.- gli sorrise e lui rispose allo sguardo.
-Anche solo tu mi basti.- la prese per i fianchi e la ragazza arrossì.

 
*

 
Era sera ormai, I Kage erano appena ripartiti dopo la prima riunione. Naruto era davvero stanco: avevano parlato per tutto il tempo di cose noiose, ma doveva ammettere che girare per il villaggio con quella casacca e quel cappello, lo rendeva fiero di sé. Lo faceva anche sentire più vicino a suo padre, il Quarto Hokage.
Si trovava lungo la via principale del villaggio, quando ad un tratto scorse Konohamaru e i suoi compagni.
-Narutoo! Anzi, Sesto Hokagee!- corse verso di lui.
-Konohamaru! Che piacere!-
-Credo sia ora di darci sotto con gli allenamenti, devo diventare il tuo successore, o no?- rise.
-Ecco, sarà meglio che cominci a sviluppare nuove tecniche!-
-Un giorno inventeremo il Kage Sexy No Justu!- risero.
-Ora devo proprio andare, ci si vede in giro.- salutò il suo allievo e si diresse verso casa.
Aprì la porta stanco. E lasciò la casacca sul divano. La casa era esattamente come l’avevano lasciata e questo preoccupò molto Naruto: Sakura come minimo avrebbe preparato la cena. Anche il libro che stava leggendo era rimasto sul tavolo, aperto sulla stessa pagina. Il biondo aggrottò le sopracciglia.
-Sakura-chan?- chiamò. Girò tutte le stanze per due volte, ma di lei nessuna traccia.
-Sakura-chaan?- chiamò di nuovo.
Prese il telefono e compose il numero di Ino, che gli disse che nessuno l’aveva vista da dopo la cerimonia.
Ora cominciava ad essere preoccupato, molto preoccupato.
Corse in strada, verso l’abitazione dell’Uchiha.
-Sas’ke! Apri questa porta!- cominciò a battere i pugni su essa, frettoloso. Aveva paura che le fosse successo qualcosa.
All’interno della casa, intanto, la Hyuga aveva aperto gli occhi di colpo: si trovava tra le braccia dell’Uchiha, sdraiata sul divano. Stavano guardando un film e dovevano essersi addormentati entrambi.
-Sas’ke-kun..- mosse una spalla al ragazzo, che sbadigliò e si tirò su.
-Sas’ke!- si svegliò del tutto quando sentì la voce di Naruto chiamarlo fuori dalla porta.
Corse ad aprirgli, stava facendo troppo casino.
-Baka, sei pazzo ad urlare così? Che c’è?- chiese sottovoce.
-Sakura! Dimmi che è con te! Non mi arrabbio se è qui, cioè, in realtà mi arrabbierei molto, ma tu dimmi solo se è con te o no!- chiese prendendolo per le spalle e scuotendolo.
-No, qui con me c’è Hinata.- indicò la corvina dietro di lui, ancora assonnata.
-E Sakura-chan? L’hai vista?- chiese speranzoso.
-Non la vedo da questa mattina. Perché?-
-E’ scomparsa…- guardò in basso, sentendo un peso enorme sul cuore. Forse non era il caso di saltare a conclusioni affrettate, ma aveva un brutto presentimento.
 
Continua…


Angolo dell'autrice:
salve a tutti! Spero che questo capitolo vi piaccia. Ormai ci stiamo avvicinando alla fine della storia e sono contentissima che alcune persone continuino a seguirmi.
Grazie a quelli che recensiranno e a chi leggerà solamente!
baci, Uchiha29

 

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Capitolo 19
*** Il potere dello Shamui ***


Il potere dello Shamui

-Sakura è sparita?- Hinata aveva sentito e cominciava ad allarmarsi.
-Forse è arrabbiata perché non l’ho calcolata tutto il giorno, o perché non ho fatto un annuncio ufficiale di noi due, e..- stava avendo una crisi.
-Naruto, mantieni la calma.- Il moro lo guardò impassibile e sicuro. In quel momento, il biondo si ricordò che anche il fratello di Sasuke, durante la guerra, gli aveva detto la stessa frase e l’aveva guardato allo stesso modo.
Il ragazzo fece un respiro profondo e si accomodò sul divano, di fianco a Hinata.
-La mattina era come al solito…- cominciò.
-..durante la cerimonia non le ho mai staccato gli occhi di dosso...- abbassò lo sguardo –poi non l’ho più vista..-
-Non saltiamo a conclusioni affrettate, m-magari è con il maestro Kakashi.- lo rassicurò Hinata.
-I-io non lo so. Ho un brutto presentimento.-
-Anche Kiba e Akamaru oggi.- ricordò Sasuke.
Hinata, dopo aver riflettuto un po’, s’illuminò:
-Naruto-kun, puoi darmi qualcosa che appartiene a Sakura? K-Kiba saprà ritrovarla!- sorrise.
-Certo! Potrei prendere il libro che stava leggendo.- corse in strada, verso la sua abitazione e poco dopo tornò.
-Allora andiamo da Kiba?- chiese speranzoso l’Uzumaki.
Sasuke si voltò di scatto, sentendo qualcuno arrivare.
-Non ce ne sarà bisogno.- affermò sorridendo.
-Sakura-chan! Ero così preoccupato!- il biondo le corse incontro, stringendola forte a sé. Stranamente, non rispose al suo abbraccio.
Hinata tirò un sospiro di sollievo e guardo l’Uchiha sorridente.
-Beh, noi andiamo, buona notte Sas’ke, ‘notte Hinata!- il biondo sventolò la mano in alto, salutandoli ed entrando dentro casa.
-Chissà dov’era Sakura..- mormorò Hinata.
L’Uchiha la guardò interrogativo.
-Mi sembrava strana…- abbassò lo sguardo e cominciò a torturarsi le dita.
-Sinceramente anche a me. Forse aveva solo sonno.- ipotizzò il ragazzo, aggiustando il divano.
-Può darsi, m-ma non sembrava neanche lei, aveva lo sguardo… vuoto.-
-Ci penserà Naruto a farla tornare come prima, ora smettila di preoccuparti.- disse sedendosi.
-Sas’ke, è tardi, forse dovrei..- L’Uchiha le prese la mano, lasciandola con la frase a metà.
-Resta con me, stanotte.-
La corvina le sorrise e annuì, arrossendo leggermente.
Sasuke prese un maglione appoggiato su una sedia e glielo passò, le disse di metterlo e poi sparì lungo il corridoio, lasciandole intere di seguirlo. La ragazza lo ascoltò e dopo essersi cambiata, lo raggiunse. Il maglione era blu notte, in abbinamento perfetto con i suoi capelli: le stava largo, molto largo, le arrivava a metà coscia e le maniche erano lunghissime.
Lo trovò disteso sul letto, sotto le coperte, con una maglietta nera di cotone.
La stanza odorava di vaniglia, proprio come lui.
-Sei molto bella…- si vedeva che Sasuke non era abituato a fare complimenti, infatti ogni volta che gliene faceva uno, girava la testa dall’altra parte. Hinata lo raggiunse sotto le coperte e si strinse contro al suo petto. Il ragazzo, le cinse la vita con le mani e appoggiò il mento contro la sua testa.
E Hinata non avrebbe potuto chiedere di meglio.
 
*
 
-Sakura, ma che ti prende? Sei arrabbiata?- Chiese il biondo, non appena la ragazza evitò il bacio.
Gli occhi verde chiaro, erano assenti. Completamente assenti. Sembrava un’Edo Tensei.
La ragazza non rispose.
-Sakura-chan, dimmi almeno che ho fat…-
-Ho un altro.- il biondo lasciò a metà la frase, sentendo il petto scoppiare.
-C-che cosa?- chiese incredulo. Sakura non poteva averlo detto, non in quel modo, non con quel tono.
Ma soprattutto, non poteva averlo fatto.
-Hai sentito.-
Il ragazzo non rispose. Non sentì più nulla per qualche istante, ma poi il dolore lo colse tutto in una volta, facendogli scendere qualche lacrima.
Stava continuando a guardarla, lei non faceva una piega. Era lì, che lo fissava come se fosse uno sconosciuto. Quella non era Sakura. Dopo pochi secondi, la ragazza spostò lo sguardo oltre a lui e lo superò, uscendo da quella che doveva essere la loro casa.
Ecco come il miglior giorno della sua vita si era trasformato nel peggiore.
Uscì aprendo la porta di scatto, arrabbiato, correndo per i viali alla ricerca di lei, ma non c’era più, ormai.
-Avevi detto di amarmi, Sakura-chan…- sussurrò mentre correva. Voleva urlare, distruggere ogni cosa.
 
Dopo aver corso per tutto il villaggio alla sua ricerca, era già l’una di notte.
Tirò un sassolino alla finestra di Sasuke, poi due, poi tre, poi…
-Baka! Che cazzo fai? Se non l’avessi scansato mi sarebbe finito dritto in fronte!- Lo rimproverò il moro, dopo aver prontamente evitato un sassolino.
Il biondo tenne lo sguardo basso.
-Che ci fai qui?- Chiese tenendo il volume basso. Hinata stava dormendo dietro di lui, non voleva svegliarla.
-E’ lungo da spiegare…-
-E allora perché diavolo devi venire qui a svegliarmi se non hai intenzione di raccontare? Sali, ma sappi che la mia pazienza ha un limite. Quindi, la prossima volta ti aprirò solo in caso di vita o di morte.- lo guardò arrabbiato.
-E se si trattasse… di essere morti dentro?- mormorò l’Uzumaki.
Sas’ke capì che era successo qualcosa di grosso.
-Sali..-
L’Hokage lo ascoltò.
 
-Avanti, che è successo?-
-Sakura-chan… ha un altro.-
Il moro sgranò gli occhi, sembrava quasi una barzelletta, talmente era irreale.
-Cosa? Sono solo paranoie le tue.-
-No, me l’ha detto lei…- gli scese una lacrima lungo la guancia e chiuse gli occhi.
-E’ assurdo. E lei, dov’è ora?-
-Se n’è andata…-
-Dal villaggio?- era praticamente rimasto spiazzato.
Naruto annuì, tenendo gli occhi fissi sulla rosa sul tavolo dell’Uchiha.
-Questa faccenda non mi convince.- Sasuke iniziò a camminare avanti e indietro per il salotto.
-N-Naruto-kun?- Dalle scale scese Hinata, ancora con il maglione di Sasuke addosso. Cercava di coprirsi il più possibile.
-Hinata..?  Che ci fai qui? Non dirmi che, tu e Sasuke..- era visibilmente stupito, però almeno ora aveva assunto un’altra espressione, oltre a quella triste che aveva avuto fino a quel momento.
-N-no! Ma c-che vai a p-pensare!- Si coprì il viso con una mano, per nascondere il rossore.
-Naruto, non perdiamo altro tempo, andiamo a casa tua. Hinata, va’ di sopra, non preoccuparti.- ordinò il ragazzo.
-No. Ho sentito la conversazione. Se Sakura se n’è andata, vi aiuterò a trovarla, insieme a tutti gli altri.-
-Io non credo proprio che se ne sia andata…- mormorò Sasuke.
-Che intendi, Sas’ke?- chiese il suo compagno di Team confuso.
-Sakura ti amava, ti ama. C’è qualcosa sotto. Ti ho detto che andremo a casa tua.-  il ragazzo si infilò una felpa, passandone una anche alla corvina. Non aveva tempo per cambiarsi.
-Sas’ke, non capisco, cosa ci sarebbe sotto? Mi ha mentito e basta.-
-Ti dico di no.- rispose l’Uchiha mentre osservava Naruto infilare le chiavi nella serratura della sua casa.
Naruto aprì la porta scocciato. Cosa dovevano scoprire nella loro ex casa?
Hinata rabbrividì quando il vento le soffiò tra i capelli.
-Hai freddo, piccola?- sussurrò il moro vicino al suo viso. Il suo tono era decisamente più dolce, e il cuore quasi le affondò sentendo l’ultima parola della frase.
Arrossì leggermente e abbassò lo sguardo scuotendo la testa.
Naruto, intanto, li stava guardando storti. Non aveva sentito ciò che si erano detti, ma sembravano strani.
-Avete bisogno dell’invito per entrare?- disse seccato.
I due entrarono nell’appartamento, e mentre Sasuke e Naruto discutevano sugli ultimi avvenimenti, lo sguardo di Hinata si posò sul libro sul tavolo:
era un gran volume, dalla copertina rovinata e dal titolo particolare, “Forze oscure del Paese del Tè”  e un post-it segnava una pagina ben precisa.
Decise di aprire il libro proprio su quella pagina, e come si aspettava, si aprì un capitolo sull’Angelo Nero.
Prese a leggere il paragrafo dedicato alla storia e dopo pochi minuti terminò.
-Sas’ke-kun, Naruto-kun.. penso che dovreste leggere questa cosa..- indicò la pagina e il paragrafo.
Il cuore di Naruto saltò un battito non appena con la coda dell’occhio vide il nome di “Angelo Nero” scritto sulla pagina di libro che Sasuke stava leggendo.
-Lo Shamui… sapevo che non avrebbe mai potuto fare una cosa simile.-
-Q-quindi Sakura si trova con lui?- si preoccupò la Hyuga.
-A quanto pare…-
Il biondo si alzò dal divano su cui era seduto e guardò deciso i due.
-Vado da lei.- affermò.
-Non correre, non capisci che potrebbe impossessarti del tuo corpo? Siamo i Ninja più forti di questa terra e…-
-Chissà che cazzo potrebbe farle mentre siamo qui a parlare!- urlò. Sasuke si zittì, non poteva biasimarlo, se fosse successa una cosa del genere a Hinata, avrebbe scaraventato il mondo.
-Non possiamo di certo presentarci su un piatto d’argento.-
-P-presentarci?- chiese Hinata preoccupata.
-Penseremo ad un piano strada facendo.- Rispose il biondo infilandosi la casacca di Hokage e attrezzandosi di armi e carte bombe.
-Sasuke, partiamo tra mezz’ora. Muoviti.-
-Non è una buona idea, almeno riposati, N-Naruto..- cercò di farlo ragionare la mora.
-Sakura mi sta aspettando. Non ti preoccupare, Hinata, Sasuke tornerà da te sano e salvo.- le sorrise.
-Vado a prepararmi, Hinata, vieni.- sorrise leggermente. –a tra poco, Hokage.-
 
-Sasuke, è da pazzi farvi andare di notte e da soli.-
L’Uchiha buttò la felpa sulla poltrona, si girò e fece cenno a Hinata di avvicinarsi.
-Te l’ho già detto che ho un debito con Naruto, no?- mise le mani intorno al suo collo e la baciò dolcemente.
-Non ti preoccupare, non mi succederà niente e soprattutto non  ti succederà niente.-

 
*

 -Heira, sei tornata?- il demone sentì la roccia del suo covo essere spostata.
-Sì, mio Signore.- abbassò la testa in segno di rispetto, sempre con gli occhi vuoti.
-Bene, hai lasciato il mio zampino sul caso?- sorrise maligno.
-Ho fatto ciò che mi avete chiesto, probabilmente stanno vedendo da lei.-
-Benissimo, quindi posso disattivare il mio Shamui..- nel giro di tre secondi, Sakura tornò in sé e le ginocchia le crollarono, facendola cadere a terra. Aveva il fiatone, sembrava essersi svegliata da un brutto sogno.
-Va tutto bene?- chiese strafottente  il demone, avvicinando una mano a lei.
Sakura, adirata per ciò che aveva fatto quella belva, gli saltò addosso colpendolo ripetutamente, facendo addirittura un buco nel pavimento.
L’Angelo tirò fuori le ali e usò nuovamente la tecnica di immobilizzazione. Nel giro di pochi istanti, la rosa si ritrovò di nuovo avvolta dalle catene.
-Bastardo, io ti ammazzo!- urlò piena d’ira.
-Addirittura- rise.
-Non ridere di me!- le catene, con una forza sovrumana furono spezzate. E Sakura si fiondò nuovamente addosso al demone, che la allontanò con la forza delle ali.
-Lo vedo benissimo, che hai paura…-
La ragazza lo guardò da lontano, mentre quasi ringhiava dalla rabbia. Ma infondo, i suoi pensieri erano rivolti a Naruto, e appunto alla paura di perderlo per sempre.
L’Angelo rise di nuovo.
-A quanto pare, dovrò farti stare buona per un po’… Shamui. E di nuovo, si sentì cadere in un baratro e non vide più niente.
-Prima che vengano diventi il padrone del mondo, però, fammi divertire un altro po’, Heira.- le leccò il collo e la svestì completamente. Le strinse i seni tra le mani, mentre lo sguardo di Sakura non accennò al minimo cambiamento, sembrava un manichino.
La butto a terra, toccandola ovunque e leccandola. Il demone portò le mani lungo la sua schiena e scese sempre più giù, palpando ogni angolo del corpo che desiderava fare suo sin dal primo momento.
Era una cosa così triste, corroso dall’odio e con un buco nel petto, andava avanti cercando la sua amata. Erano ormai cento anni che la cercava. Sapeva che Sakura non era Heira, ma voleva qualcuno che le somigliasse per riempire il vuoto.
Le allargò le gambe e si leccò le labbra, per poi averla di nuovo, con la forza, sì, ma era meglio che niente.
 
*
 
La rosa si risvegliò completamente sola. Era finita di nuovo nella sua mente, sotto il controllo dello Shamui. La cosa peggiore è che lì, si rendeva conto di tutto ciò che le succedeva nella realtà.
-Lo sta facendo di nuovo..- abbassò lo sguardo. Si sentiva così impura. Lei che si era promessa di concedersi solo al vero amore.
Sperava con tutto il cuore che Naruto non fosse arrivato, sarebbe finito nella trappola e sarebbe stata la fine per tutti.
Cominciò a concentrarsi, tentando di uscire da quella stupida dimensione.
Di colpo riaprì gli occhi, sentendo un urlo di rabbia.
-Tu, figlio di puttana!- Oh no, era Naruto.
-Naruto, mantieni la calma.- E c’era anche Sasuke.
-Che onore, l’Hokage e l’ultimo Uchiha… ho appena finito di divertirmi con la tua ex ragazza.- sentì la sua risata.
Sakura sentiva di essere sdraiata e coperta appena dal suo kimono.
-Vieni qua e fatti sotto! Lurido!-
-Con piacere..- 


Angolo dell'autrice:
buon pomeriggio a tutti i lettori. Siamo al diciottesimo capitolo, ormai!
Spero vivamente che vi sia piaciuto.
Grazie a chi recensirà o a chi keggerà soltanto.
Un grazie in particolare a Elementi3000, che mi sta aiutando molto.
Bacioni, Uchiha2i

 

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Capitolo 20
*** Battaglia ***


Battaglia


L’Angelo si scagliò contro Naruto, arrabbiato più che mai e lo colpì. Il corpo dell’Hokage si dissolse immediatamente: era solo una copia.
Estrasse un kunai e colpì anche l’Uchiha, era sicuro che anche lui fosse solo una copia.
-Uscite fuori! Altrimenti la ammazzo!- doveva assolutamente fare in modo di avere gli originali difronte a lui, in modo da riuscire ad utilizzare lo Shamui, così, prese Sakura per il collo e le puntò un kunai alla gola.
-Sas’ke, ho visto abbastanza!- Urlò il biondo al suo compagno, uscendo da dietro una roccia più arrabbiato che mai.
-Leva quelle luride mani da lei!- Era entrato in Bijuu mode e stava correndo contro di lui con un kunai: non poteva usare il rasengan, avrebbe potuto usare Sakura come scudo.
-Sei sciocco per essere un Hokage… Shamui!-
Fu un attimo…
Sasuke, prima che uno strano fumo nero avvolgesse l’Uzumaki, lo spinse via, mettendosi al suo posto.
-Ero in debito..- sussurrò. Poi, non sentì più il suono della sua voce.
-Sas’kee!- corse verso di lui, e quando la nebbia si dissolse, vide l’uomo che teneva Sakura in ostaggio cadere a terra e il suo compagno di team in ginocchio, con il fiato corto.
-Stai bene?- gli chiese avvicinandosi e aiutandolo ad alzarsi.
-Con questo corpo sto decisamente meglio di prima, ti ringrazio.- rise. Una risata malefica.
-C-cosa?- No, non poteva essere successo. Non poteva aver usato lo Shamui. Non voleva crederci.
-Maledizione…- mormorò stringendo i pugni lungo i fianchi e mettendosi davanti alla sua amata.
-N-Naruto…- Sakura dietro di lui si stava risvegliando.
-Sakura-chan, non preoccuparti, non ti accadrà niente.-
-N-non sono io l-la mia pre-preoccupazione…- singhiozzò. Stava piangendo.
Si girò per guardarla, ignorando completamente l’essere davanti a lui.
-Lo Shamui ti ruba la vita…- cercò di tirarsi su, ancora tremolante e con gli occhi grondanti di lacrime. Le braccia portavano i segni delle catene, simbolo di tutti gli abusi subiti da quel mostro. Il viso era scavato, pallido e sotto agli occhi aveva delle leggere occhiaie, non aveva mangiato e neanche dormito.
 Era in piedi praticamente per miracolo.
-S-Sasuke-kun non tornerà come prima, ed è tutta colpa mia…- singiozzò più forte la rosa.
L’Hokage si sentì mancare… “Non tornerà più come prima”? “Ti ruba la vita”? No, non poteva essere…
-L’unica pecca è che non so bene come usare questi occhi.- sorrise l’Angelo, indicando gli occhi dell’Uchiha.
-Ho sentito dire che sono potenti, molto potenti. Sono indeciso se tenere questo corpo o puntare al tuo, Sesto Hokage.-
Sakura si avvicinò lentamente a Naruto, zoppicando.
-Non essere spaventata Sakura-chan…- Era davvero la fine per tutti e tre?
-Dammi la mano e io non avrò più paura.-
Naruto, a quelle parole sorrise e riprese speranza. Le afferrò la mano, passandole un po’ del chakra della volpe, in modo di darle un po’ di energie.
-Avete intenzione di combattermi?- rise così forte che Naruto era tentato di ficcargli un shuriken in un posto poco piacevole.
-Ricordate che anche se vinceste, userei lo Shamui prima di morire. Non avete alcuna possibilità. Sono immortale.- Estrasse la katana dell’Uchiha e la piantò a terra con rabbia.
-No, sei solo una gran testa di cazzo.- sputò il biondo, scatenando così l’ira del demone.
-Vediamo cosa sai fare, mocciosetto!- si fiondò sull’Uzumaki, riestraendo l’arma dal suolo.
-Sakura-chan, stai indietro, ci penso io a lui. Se le cose si mettono male, curami. Se le cose si mettono molto male, scappa e fa’ evacuare il villaggio!-
-E se le cose si mettessero “molto male”, cosa ne sarà di te?!- stava osservando lo scontro da lontano, poteva vedere benissimo che Naruto non aveva intenzione di colpire Sasuke, per lui c’era ancora speranza di salvarlo.
-Non lo so, ma non permetterò che questo coso distrugga il sogno di una vita. Potrò anche essere ricordato come l’Hokage che ha vissuto e governato di meno, ma io difenderò Konoha anche al costo della mia vita.-
Il cuore della rosa cominciò a battere più in fretta, per poi quasi smettere del tutto alle ultime parole. Naruto era fortunato, era scampato alla morte tantissime volte, e se questa volta la fortuna non fosse stata dalla loro parte?
-Naruto! Ci siamo anche noi!- il muro della grotta era stato appena distrutto da qualcosa come due siluri… Kiba e Akamaru? Cosa ci facevano lì?
-Che scocciatura alzarsi a quest’ora. Dov’è il nemico?-
-Sas’ke, stai bene?- Hinata cominciò a correre verso il suo amato, ignara di tutto ciò che era successo prima.
-Hinata! Non avvicinar..-
 
“…Sas’ke, stai bene?”
Il moro riaprì gli occhi debolmente. Dove si trovava?
-H-Hinata… sei tu?- la voce gli moriva in bocca, come se quella stanza completamente nera gli negasse l’uso di essa.
 Non poteva alzarsi, stava fluttuando, come se non ci fosse gravità.
Sentì un fischio nell’orecchio destro, era fastidioso, non sapeva il motivo ma sembrava la voce di Naruto. Si trovava come in una bolla, non sentiva né provava niente.
D’un tratto, sentì l’urlo di qualcuno, ma non di qualcuno a caso: era Hinata.
-Hinata!- questa volta la voce uscì forte e chiara dalla bocca del moro.
“Hinata!”
“Non avvicinarti, Kiba!”
“Resisti, Hinata!”

-Che cazzo sta succedendo?!- Urlò l’Uchiha. Stava dormendo? Era solo un sogno?
Sentiva le voci dei compagni chiaramente, dopo l’urlo.
Si guardò la mano, prima il dorso e poi…
Quando guardò il palmo, vide con orrore che era sporco di sangue. Riguardò anche il dorso: ora anche quello era intriso di quel liquido rossastro.
Controllò se era ferito, da qualche parte quel sangue doveva pur venire, no?
“Sas’ke! Svegliati!”
Era l’usuratonkachi, senza dubbio. Ma perché stava urlando in quel modo?
“Ino, dammi una mano! Non ho abbastanza chakra, di questo passo Hinata morirà!”
“Arrivo!”
Hinata… morirà…?
Sasuke aprì gli occhi e attivò lo sharingan ipnotico, ricordando ogni dettaglio di ciò che era successo prima.
Si guardò l’altra mano: era diventata completamente nera e piumata, come il manto di un merlo.
Lentamente, la forma del braccio stava scomparendo, per lasciar spazio a un’ala dello stesso colore.
“Sas’ke! Rispondimi!”
-Naruto! Cosa sta succedendo?-
Notando con orrore che le piume diventavano sempre di più, incominciò a strapparle, in preda alla rabbia.
-Non mi avrai mai. E’ inutile!-
-Questo lo dici tu..- Sasuke si girò, stupito di ricevere una risposta.
-Io.. io.. devo stare con lei, per sempre..-
-Di che stai parlando?- chiese arrogante.
-Della mia Heira.. Degli shinobi mi avevano ferito quando ero solo un cucciolo, così, mi sono riparato tra le radici di un albero per tanto tempo, incapace di volare come gli altri. Quando per la prima volta decisi di rischiare, l’albero era stato distrutto da uno scontro.
Nella mia natura, non è consentito ribellarsi ad un umano, se non per ordine di un umano stesso.
Lei mi trovò e mi guarì, passai i miei momenti migliori insieme a lei. E poi, indovina un po’? Fu uccisa. Da chi? Da uno shinobi, ovviamente!- Urlò pieno di rabbia.
-Mi servirò del tuo corpo per togliere ciò che di più caro la gente ha e nessuno dovrà ribellarsi a me!-
Aveva urlato così tanto che gli era finito il fiato.
-Ti capisco.- riuscì a dire Sasuke. –Anche io ho gettato anni della mia vita per pensare ad una vendetta verso chi mi aveva tolto tutto.-
-Non me ne faccio un bel niente del tuo “ti capisco”! Troverò Heira e vivremo felici mentre gli altri piangeranno.-
Sasuke lo prese per il collo. –Tu… non toccherai più nessun altro in questo mondo.-
L’Angelo iniziò a ridere.
-Non hai speranze, metà del tuo così detto “io interiore” è già sotto il mio controllo. E poi, la tua amichetta Hyuga è stata la prima che ho fatto fuori.- rise. –Ora a chi tocca? Magari a quello con la capigliatura da idiota e i sopracciglioni.- continuò a ridere.
-Cos’hai fatto a Hinata…?- strinse più forte la presa, arrabbiato come non mai.
-Vorrai dire.. cos’hai fatto tu a Hinata? Le hai trafitto un fianco con una mano. Avresti dovuto vedere la sua faccia in quel momento.- rise ancora, e ancora.
-Bastardo… Non sei tanto meglio di quelli che hanno ucciso Heira!- Con gli occhi che gridavano vendetta e la mente in tilt, cominciò a combattere contro quel mostro che gli aveva portato via la sua Hinata.
 
*
 
-Chidori!-
-Rasengan!-
-Uscite tutti da qui!- urlò Sakura, un attimo prima che i due attacchi si incontrassero.
Le pareti della grotta si frantumarono e un bagliore illuminò il cielo notturno.
Fortunatamente riuscirono a scappare tutti in tempo, senza ferite.
-Sakura, Hinata perde ancora sangue..- constatò TenTen, che cercava di bloccare l’emorragia con delle misere bende.
-Arrivo, lascia fare a me.- impastò il chakra e provò a prestarle un primo soccorso: doveva almeno bloccare la fuoriuscita di sangue con quel poco chakra che le era rimasto.
Al suo fianco, si aggiunse Ino, che le sorrise debolmente.
-Cosa succederà, ora?- chiese Sai, guardando i compagni combattere da lontano.
-Non ne ho idea. Qualcuno dovrebbe spiegarci tutta questa faccenda.-
-TenTen, ti prego, racconta tu..- Disse Sakura debolmente. Si sentiva tremendamente in colpa per tutto.
La ragazza spiegò loro nei dettagli ciò che stava succedendo, e Shikamaru, dopo il racconto, ordinò a Kiba e Shino di far evacuare il Villaggio.
-E se Naruto dovesse perdere, cosa succederebbe? Moriremmo tutti?- Ino iniziò a piangere, avevano ragione a dire che nel mondo degli Shinobi non si poteva raggiungere la pace. Eppure era così vicina.
-Lui non perderà.- rispose convinta Sakura.
-Non ha speranze di vincere. Se dovesse ritrovarsi in punto di morte, cambierebbe corpo, lo capisci?- Anche Shikamaru si era arreso.
A quall’affermazione, anche Sakura perse le speranze: Shikamaru aveva ragione.
“Naruto-kun, avrei tanto voluto sposarti” le scese una lacrima lungo la guancia e non fu capace di asciugarla.
 
*
 
Sasuke si trovava in svantaggio rispetto all’Angelo: aveva metà corpo fuori uso, il che non gli permetteva di usare justu.
-Perché continui a voler combattere, stupido Shinobi?-
-Perché… lei.. mi ha insegnato ad amare…- rispose con la voce mozzata.
-Oh… amare…-
-Di cosa ti stupisci?..- mormorò cercando di tornare in piedi.
-Non credevo che voi Shinobi ne foste capaci.-
-Secondo te per quale motivo uccidiamo?- chiese Sasuke come se fosse ovvia la risposta.
-…-
-Per proteggere chi amiamo.- si teneva il suo braccio piumato, e notò pian piano che stava ritornando alla forma originaria.
-Che sta succedendo?- Chiese all’Angelo stupito.
-Devo verificare una cosa.- e si dissolse.
 
*
 
Naruto e il corpo di Sasuke erano feriti, chi più e chi meno.
-Hokage.. perché continui a combattere se sai che è finita?- ansimò il demone.
-Perché devo proteggere chi amo.- rispose senza esitazioni il biondo. –E’ il mio dovere.-
-Allora l’Uchiha non mi ha mentito..- si fermarono entrambi.
-Co-cosa stai dicendo?-
-… anche se dovessi ritrovarla, ho ucciso così tante persone, che non potremmo mai stare insieme per sempre, anche dopo la morte.-
Naruto non rispose, continuando a guardare il suo avversario negli occhi.
-Heira era così buona e dolce che si rifiuterebbe di stare con uno come me.- una lacrima gli scese dall’occhio, poi due, poi tre. –Ho capitolo solo ora che in punto di morte, quando mi disse di ritrovare la sua reincarnazione, intendeva dirmi di aspettarla in paradiso…-
-Mi dispiace..- fu l’unica cosa che il biondo riuscì a dire.
-La vita è davvero crudele con alcuni.- disse il demone.
-Non è mio diritto renderla ancora più terribile di quello che già è.- sospirò.
-Non ti seguo. Perché hai cambiato idea così in fretta?-
-Perché l’amore cambia le persone. L’ha sempre fatto.- mormorò continuando a piangere.
-Oh..- mormorò l’Uzumaki.
-Tu hai trovato la tua Heira, e anche questo ragazzo l’ha fatto.- si indicò il petto con il pollice. –Credevo che l’unica persona capace di amare fosse lei, e ho cercato di possedere tutte coloro che provassero un sentimento profondo per qualcuno.- sorrise. –che stupido.-
-Cosa farai, ora?- chiese l’Hokage.
-Tornerò nel Paese del Tè e mi farò sigillare.-
-Cosa? E Sasuke?!-
-No, non con il suo corpo. Mi avete aperto gli occhi. Non so se ringraziarvi oppure odiarvi per questo. Addio, comunque.- Sasuke cadde sulle ginocchia e dalla sua bocca uscì uno strano fumo nero, che formò un volatile di colore nero.
 L’uccello cinguettò e poi si confuse con il cielo nero della notte, volando.
Naruto si avvicinò al moro e lo aiutò ad alzarsi.
-Cazzo, ho sentito tutto il dolore delle ferite ora.- si lamentò l’Uchiha dopo essersi messo in piedi.
Naruto ridacchiò.
-Naruto-kun! Sas’ke-kun!- La rosa corse verso i due e saltò al collo di entrambi con le lacrime agli occhi.
In pochi secondi, anche i loro amici arrivarono.
-Non posso crederci! Ce l’avete fatta anche questa volta.- Anche Ino aveva le lacrime agli occhi.
-Settore Sud della città evacuat..- Kiba e Akamaru si fermarono guardandoli stupiti, seguiti da Shino.
-Siete incredibili, anche se mi rincresce dirlo.. ci avete salvato ancora.- sorrise il ragazzo-cane.
Erano tutti intorno a loro, Sakura stava ancora guardando Naruto, che le sorrideva.
Unì le sue labbra a quelle del biondo facendo combaciare perfettamente i loro volti, come se fossero due parti di un puzzle finalmente tornate insieme.
Non importava di chi avevano intorno, erano solo loro due e il loro amore, il resto non contava più.
Sasuke, guardando la scena, si ricordò di Hinata.
-Dov’è Hinata?- chiese preoccupato.
-Qui..- qualcuno raggiunse il resto del gruppo barcollando e tenendosi il fianco.
-Hinata…- Sasuke si avvicinò a lei e quest’ultima abbassò lo sguardo.
-Mi dispiace.. Ti avevo detto che non ti sarebbe successo niente..-
La mora scosse la testa e lo prese per mano.
-Non è stata colpa tua.- sorrise.
L’Uchiha la strinse forte a sé a quell’affermazione e le baciò la fronte, lasciando tutti di stucco e Hinata con le guance rosse dall’imbarazzo.
-Sono già le cinque di mattina.- constatò Shikamaru guardando il cielo riempirsi di colori.
Sakura, guardando l’alba, pensò che non importava quanto il cielo fosse scuro, un bagliore arancione di speranza avrebbe sempre squarciato le tenebre.
-Sakura-chan! Vieni o no?- La chiamò Naruto che si era già incamminato verso il villaggio con gli altri.
-Sì, Naruto-kun.- sorrise. Uno di quei sorrisi che non faceva da tempo, però
.



Angolo dell'autrice:
eccomi di nuovo qui! Questo è stato l'utimo capitolo ufficiale della trama. In seguito, uscirà un capitolo extra che ci narrerà di come se la passeranno i nostri eroi dopo questo avvenimento. Ci vediamo al prossimo e ultimissimo capitolo della storia! 
Grazie a chi recensirà o leggerà solamente.
Baci, Uchiha29

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