Just warmer

di Sugar deiji
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dubbio ***
Capitolo 2: *** Dono ***



Capitolo 1
*** Dubbio ***


Uno sbuffo di fumo bianco se ne va dalla bocca aperta di Anna, mentre il suo corpo, fino a poco tempo prima brillante di determinazione e di voglia di vivere, brilla di un’altra luce, quella del sole sul ghiaccio, di cui è composto ormai il corpo della principessa. Lo stesso stupore passa sul volto dei presenti, benché sotto forme diverse: Hans, scaraventato via dal contraccolpo dovuto dall’infrangersi della sua spada sulla mano congelata della principessa, in un ultimo bagliore di coscienza, sorride trionfante, Kristoff, che credeva di poterla salvare, rimane immobile, sconcertato. Ma Elsa, no, lei non vuole crederci, non può aver causato tutto questo, no. Sua sorella è ancora viva, ne è convinta, così la abbraccia, come a dimostrare che la scultura di ghiaccio che vede è frutto solo della sua mente annebbiata dal dolore.
Ma dal cuore della principessa di espande improvvisamente una macchia di colore, forse il riflesso della luce? No, è il colore della veste di Anna, come se il ghiaccio si stesse sciogliendo. Ed è quello che accade mentre la regina la abbraccia versando calde lacrime, come fossero queste a generare il calore che sta compiendo il miracolo. In un attimo Anna si scongela del tutto e riprende a respirare, incredula della sua incredibile fortuna. Elsa sente un corpo caldo tra le mani e istintivamente abbraccia la sorella, che, oltre ad averle restituito la gioia di vivere, le ha anche regalato l’autostima necessaria per controllare il suo potere.
“L’amore scioglierà un cuore di ghiaccio!!” strilla Olaf, e le sorelle sorridono, felici di essersi riconciliate dopo anni di bugie e di silenzio.
 
Sono passati dei mesi da quando il regno è stato scongelato, e ora Elsa ed Anna sono unite come un tempo, e condividono tutto, fanno tutto insieme, quasi a tentare di recuperare tanti anni perduti. Ovviamente non condividono l’amore per Kristoff, per cui però Elsa prova grande ammirazione e affetto, e con cui intrattiene lunghe conversazioni sull’uso del ghiaccio. La vita prosegue tranquilla ad Arendel, ma non nel cuore della regina, dove la serenità convive con un dubbio atroce.
Possibile che sia stato il puro e semplice “amore” a scongelare la sorella? Certo, era ghiaccio magico, e la magia dell’amore avrebbe potuto scioglierlo ma in realtà l’amore che c’era tra loro due fino a quel momento era solamente platonico, si conoscevano appena e come poteva provare per lei un amore fraterno così grande da sciogliere del ghiaccio? Doveva esserci dell’altro, qualcosa che aveva contribuito a far sciogliere il ghiaccio di Elsa, qualcosa che aveva incoraggiato la regina a ritirare il suo freddo, qualcosa che aveva innescato il meccanismo di ritiro del suo potere. Ma davvero voleva scoprire cosa si celava dietro lo scongelamento della sorella? Quell’avvenimento le aveva dato autostima e grazie a quella riusciva a controllarsi: sapere che non era stata lei a salvare la sorella avrebbe potuto avere effetti devastanti sulla psiche della regina, causando forse un secondo inverno nel regno. Ma forse non era che una semplice suggestione dovuta agli eventi che si erano succeduti tutti insieme troppo velocemente, forse era lei troppo cinica nei confronti dei buoni sentimenti. Se ad agire fosse stato qualcosa di importante, questo si sarebe manifestato a breve.

Ma non poteva immaginare quanto.

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Capitolo 2
*** Dono ***


Volano nell’aria i candidi fiocchi che la regina ha creato per allietare la serata. E’ un’occasione speciale, una grande festa a cui tutto il regno è stato invitato, per partecipare alla gioia delle sorelle che festeggiano il prossimo ingresso di qualcuno all’interno della famiglia. No, non si parla di Kristoff: i due hanno infatti deciso di sposarsi fra un anno circa, e il loro annuncio, risalente a un paio di mesi fa, ha riempito tutti di gioia. Quindi di chi si parla? Ancora non lo si conosce con  precisione, ma è un bellissimo maschietto di nome Frost, in onore di Elsa, senza la quale la mamma e il papà del piccolo non si sarebbero incontrati. Tutto è colorato di azzurro cielo questa sera, dalle pareti, ricoperte da un sottile strato di brina dai riflessi celesti, al soffitto, da cui pendono spirali sottili di ghiaccio, modellati dalle abili mani della regina. Tutto è immerso in un’atmosfera quasi magica, sancita da una grande scultura di ghiaccio a grandezza naturale, rappresentante i due genitori con un fagottino tra le mani, il piccolo Frost.
Anna e Kristoff, quelli reali, sono avvolti da un’aura di incontenibile gioia: i loro occhi brillano mentre, muovendosi allegramente per la sala, fanno risplendere anche i loro abiti di infiniti cristalli azzurri, confezionati per l’occasione dalla regina, mentre il piccolo, tra le braccia della mamma, sfodera un sorrisone a tutti i presenti che gli si parano davanti per ammirarlo.
E la regina? Beh, lei se ne sta tranquillamente seduta sul suo piccolo trono personale, accanto allo spazio dove i bambini possono giocare con le sue creazioni, aiutandoli da lontano a creare pupazzi di neve, igloo e piste da pattinaggio sul ghiaccio improvvisate; è una regina felice, perché il suo regno lo è, e nulla potrebbe andare meglio. Tutto sembra tranquillo quindi in quel piccolo angolo di mondo, dove la neve e la gioia regnano sovrane.
Tra giochi e danze, infine, squillano le trombe, gli invitati si dispongono in due colonne, mentre i neo genitori si preparano a percorrere il corridoio formatosi, verso il trono della regina. Sospirano i cuori, aspettando il miracolo che sta per accadere.
 
Erano passati già due mesi da quando Elsa aveva saputo che sua sorella aspettava un bambino, ed erano stati due mesi di interminabili tentativi e di sforzi inumani per la regina. Il tutto per un regalo. E che regalo. Troppo impegnativo, forse, come dono a un principino, ma doveva farlo, voleva farlo. Solo lei poteva concedere un favore simile, e per farlo al meglio, doveva esercitarsi, per non provocare un altro disastro. L’obbiettivo? Trasmettere un po’ del suo potere al piccolo. Si esercitava con i ragni, di cui le domestiche la rifornivano sempre, tanto il castello era grande: immaginava che, se l’esperimento fosse riuscito, il ragno, invece di tessere i normali fili, avrebbe costruito ragnatele di ghiaccio. Ma non era semplice. Tentava di pensare alla cosa più bella possibile, accumulando potere di conseguenza, per poi riversarlo sull’aracnide, che però rimaneva prontamente congelato, tra il rammarico di Elsa.
Ci provava da molto, troppo tempo, finché un giorno accadde qualcosa.
Era il ventesimo ragno che stecchiva quel giorno, e non aveva più la forza per continuare. Pensò che forse il suo potere non era abbastanza potente per questo, che si sopravvalutava con una tale ambizione. Ma come poteva essere il suo potere debole se aveva congelato in poche ore un intero regno, provocando una neve perenne, e costruendo un palazzo interamente fatto di ghiaccio? No, non era il suo potere ad essere troppo debole. Era lei. Sempre a deprimersi per ogni insuccesso, non aveva mai la forza di reagire, se non rifugiandosi nel torpore della sua solitudine, per nascondere agli altri la propria incapacità. E i suoi successi? Solo fortunate coincidenze, che non contavano niente di fronte ai disastri che aveva combinato. Davvero pensava di voler trasmettere a un bimbo innocente un simile peso, da portare per tutta la vita? Avrebbe significato regalargli un’infanzia orribile, piena di paura e di insicurezza, e una giovinezza ancora peggiore. Perché lo stava facendo allora? Ah, già.
Aveva pensato alle meraviglie che aveva costruito quando era riuscita a dominare il suo potere, alla gratitudine di Anna dopo essere stata salvata, alla gioia dei bambini quando giocavano con la sua neve, alla gratitudine della gente quando riusciva a scacciare una tempesta di neve o di grandine che avrebbe devastato raccolti e abitazioni. No, non erano coincidenze, erano fenomeni scaturiti da un dono favoloso. Avrebbe insegnato lei al piccolo a controllare il suo potere, sarebbe stata una zia comprensiva e dolce, che gli avrebbe insegnato ad amare il suo dono, e a metterlo a servizio della sua gente. Gli avrebbe regalato l’infanzia che lei non aveva mai potuto avere, e in seguito una vita splendida. Sì, ci sarebbe riuscita!
Buttò fuori quell’ultimo pensiero carico di fiducia e di coraggio sotto forma di un soffio di neve blu, che si poggiò sull’ultimo ragno ancora vivo che si irrigidì improvvisamente, per poi continuare la sua tela, ora splendente di ghiaccio.
 
E ora finalmente era venuto il momento: aveva provato molte altre volte con lo stesso, soddisfacente risultato, prima di affrontare il momento solenne. Il piccolo in fasce si avvicinava sempre di più, nelle braccia dei genitori, che, fiduciosi nella regina, avevano le lacrime agli occhi dalla commozione. Giunsero al trono e poggiarono il figlioletto nella culla che vi era posta davanti, poi indietreggiarono, in trepidante attesa. Elsa fece un respiro profondo, chiuse gli occhi e pensò al meraviglioso futuro che avrebbe regalato al piccolo. Poi soffiò sul di lui, e i fiocchi di neve blu si posarono sul suo cuore. Ce l’aveva fatta. Ma mentre pensava questo, vide apparire sul petto del bambino due luci, una rossa e una azzurra. Queste vennero a contatto tra di loro e per un attimo sembrò che stessero combattendo, prima che quella rossastra scomparisse e rimanesse solo quella azzurra, che scomparve anch’essa dopo poco. Elsa non riusciva credere ai suoi occhi e, terrorizzata, prese in braccio il bambino e gli alzò la magliettina, pensando che fosse rimasto ferito o congelato. Ma il piccolo dormiva beatamente, mentre sul pettorale destro si era formata una graziosa voglia a forma di fiocco di neve. Anna e Kristoff, allarmati, corsero accanto alla regina per vedere il piccolo. Elsa, nonostante fosse anch’essa spaventata, li tranquillizzò, dicendo che il bimbo stava bene. Quasi a conferma di questo il piccolo si svegliò e, agitando le manine verso i genitori, creò dei piccoli fiocchi di neve. I genitori allora abbracciarono il piccolo e, piangendo, Anna annuciò:
“Regno di Arendelle, ti presentiamo Frost, il principe delle nevi!!!”
La folla esplose in un urlo di gioia, mentre tutti si avvicinavano per congratularsi con genitori e zia, la quale, però, non avrebbe mai dimenticato la lotta fra le luci, a cui avrebbe trovato risposta solo anni dopo, grazie al nipote stesso.

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