La battaglia di Hermione.

di Vale Milkovich
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Questa è la storia di Hermione Granger e di quando, dopo che aveva combatutto una guerra in prima linea, dopo che aveva vinto quella guerra, le fu trovato un cancro. Questa è l'ennesima battaglia di Hermione.
La più importante. Forse l'ultima.
E' la storia di una ragazza che si rifiuta di arrendersi, che si rifiuta di mollare. E' la storia di un eroina.

Settembre, 2000.
Hermione viveva sola. Oggi iniziava a lavorare ad Hogwarts. Trasfigurazione.
Sarà dura competere con Minerva McGranitt ma ce la metterà tutta.
La professoressa Granger, era serena, diciamo. Aveva un lavoro che amava tantissimo. Insegnare.

Novembre, Hogwarts.
Fu proprio durante una lezione che avvenne il primo sintomo. Hermione si accingeva a far vedere agli studenti del quarto anno come fare correttamente l'incantesimo di appello che accadde. Si accasciò sul pavimento, svenuta.
Gli studenti, spaventati, chiamarono subito, Madama Chips, e la preside McGranitt. Insieme a loro venne anche il temutissimo professor Piton.
Pochi minuti dopo, Hermione si era ripresa e venne sottoposta ad un accurato esame da parte di Madama Chips. Ma la medimaga non trovò nulla di anormale.
-Hermione, ti conviene farti fare una visita anche dai medici Babbani. Non si sa mai.Ci sono cose che solo gli apparecchi babbani possono vedere.- disse a quel punto Madama Chips.
-Va bene, Madama. Andrò stasera.-
-Okay, cara.- cocluse la donna.

General Hospital, Londra.
-Salve, sono quì perchè vorrei fare un controllo generale.- disse Hermione al banco dell'accettazione del General Hospital di Londra.
-Un attimo. Mmh, sì, okay. Vada pure al sesto piano. Chieda della dottoressa Brown.-
-Grazie- rispose Hermione.
Arrivata al sesto piano e trovato lo studio della dott. Brown bussò e attese.
Quando la porta si aprì. Hermione entrò e vide una donna dai tratti gentili che le sorrideva.
-Prego, benvenuta. Controllo generale?- chiese la donna.
-Sì, grazie.- rispose Hermione.
-Ecco, venga.- concluse.
Quella sera Hermione venne sottoposta a moltissimi esami. Le prelevarono il sangue, elettrocardiogramma, risonanza magnetica, ecc.
Quando ebbe finito, la dottoressa Brown la fece sedere nel suo studio e la guardò. Sospirò e si accinse a parlare.
-Signorina.. Granger, ecco vede, lei ha un....un cancro maligno in stato avanzato.- disse allora la dottoressa, gli occhi colmi di tristezza per dover comunicare una notizia così triste. 
-Capisco. Guarirò?- disse allora Hermione.
-Ha il 25 % di possibilità di guarire.- rispose ancora.
-Capisco.... Sono spacciata.-
-Non è detto... Se risponde alle cure mediche... No. Non le mentirò, signorina Granger. Il suo è un caso critico. Il 20% di possibilità di guarigione è una percentuale estremamente bassa. Inoltre il suo tipo di cancro è molto raro. Ma non si abbatta, combatta per vivere. Torni quì la settimana prossima ed inizieremo con la terapia.-
-Già.. sì. Ora devo proprio andare. Grazie per la sua sincerità.- disse allora Hermione.
-Certo, certo. Arrivederci.- concluse la donna.

Hogwarts.
-Allora, Hermione? Cosa ti hanno detto all'ospedale babbano?- chiese ansiosa la Preside.
-Ah, no. Solo un semplice calo di zuccheri, Minerva. Sto bene. Sana come un pesce. - rispose sorridendo Hermione.
-Oh! Menomale cara!- concluse Minerva McGranitt, sollevata.

Stanze Private di Hermione Granger, Hogwarts.
Hermione entrò nella sua camera. Chiuse la porta, insonorizzò la stanza e urlò. Fu un urlo di dolore. Di sconfitta. Di rabbia.
Fu solo in quell'istante che per la prima volta, si appellò a qualunque cosa ci fosse. Non sapeva se vi era un solo Dio, molti Dei, Dee, se si chiamava Allah, Dio, Signore Nostro o altro ancora. Sapeva solo che doveva guarire. Qualunque cosa ci fosse aldilà glielo doveva.
-NON E' GIUSTO! NON POSSO MORIRE A VENT'ANNI! NO! HO COMBATTUTO UNA GUERRA E SONO SOPRAVVISSUTA! HO UNA VITA, LA MIA VITA, DAVANTI A ME! - urlò in preda alla disperazione.
Poi, una folgorazione. Lei era una strega, nella medimagia doveva esserci qualcosa. Doveva esserci. Si rifiutava di morire. Ma per il momento, nessuno doveva sapere niente, si disse.
Non voleva sguardi carichi di compassione, pietà e pena.

Il giorno dopo, San Mungo.
-Salve! Vorrei parlare con al dottoressa Canon.- chiese Hermione all'accettazione del San Mungo.
-Certo. Venga, mi segua!- rispose l'infermiera – eccoci quì.-
-Grazie!- concluse Hermione prima di bussare alla porta del medimaga.
La portà si aprì e...
-Ciao Hermione, cara! Che ci fai quì?- chiese la donna felice di vedere la sua ex paziente.
-Ciao... volevo un parere. Ma.. e' una cosa personale. Non la deve sapere nessuno.- chiarì la ragazza.
-Certo, certo! Dimmi pure.- incoraggiante.
-Ecco.. a me è stato diagnosticato.. un cancro. Mi hanno dato il 20 % di possibilità di guarigione. Vorrei sapere... c'è un modo per guarire? Insomma una pozione, un incantesimo....- chiese Hermione, quasi supplicando
. -Mi.. mi dispiace cara. Ma purtroppo no. Lo stanno studiando ma non hanno ancora sperimentato niente. Mi dispiace. Le uniche... cure esistenti sono quelle babbane.- la voce che le tremava. Triste.
-Oh, va bene, allora. Grazie. E mi raccomando, non dica nulla.- si raccomandò.
-Ma Hermione.. i tuoi familiari, i tuoi amici.. lascia che sappiano, che ti stiano accanto....-
-No, grazie, ma no. Grazie ancora. Arrivederci.- concluse Hermione, sconfitta.
-Va bene, allora. Ciao...- finì la dottoressa addolorata.
Sperava solo di poter rivedere quella dolce ragazza che aveva aiutato l'intero mondo a liberarsi di Voldermort.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Gennaio, 2001.
Erano passati due mesi da quel giorno. Dal giorno in cui la dottoressa Canon aveva massacrato le sue speranze.
Hermione stava facendo delle cure Babbane. Cinque giorni ogni mese. Usava scuse diverse ogni volta. E oggi doveva fare un controllo.
Hermione sperava che la chemioterapia stesse funzionando. Lo sperava con tutto il cuore. Voleva vivere.

General Hospital, Londra.
-Allora, Hermione. I controlli sono andati bene. Secondo i calcoli, il cancro dovrebb'essere aumentato invece non è così. E' stabile. Ma il pericolo ora è un altro. Vi è, infatti, il pericolo che il cancro vada in metastasi ovvero che si formi in altre parti del corpo. Ora è nei polmoni. Se non si restringe non possiamo operarlo ma in primis dobbiamo sperare che non s'ingrandisca e che non vada in metastasi. - sentenziò la dottoressa.
-Ah! Va bene! Grazie dottoressa. Allora ci vediamo per la chemio?- rispose Hermione.
-Sì, certo. Ciao! - concluse la donna.

Stanze Private di Hermione Granger, Hogwarts.
Okay. Hermione era abbastanza sollevata. Il cancro non si era ingrandito. Era nella stessa situazione di due mesi fa.
Aveva fede, Hermione.
Sapeva che la vita ti sottopone a diverse prove nel suo corso ma non pensava che ne avesse avuto due così importanti a così poco tempo l'uno dall'altra.
Doveva farcela, si disse. Doveva essere forte. Doveva vincere.
Era sola al mondo, si disse. Non un fidanzato, non una famiglia.
Con Ron e i genitori morti, lei doveva vivere. Doveva vivere anche per loro.

La vita di Hermione procedeva lentamente, di giorno cercava di mostrarsi forte, di farsi vedere normale, sempre la solita Hermione Granger. Ma la notte, oh, la notte era un'altra cosa. Piangeva, disperata. Veniva sopraffatta dalle emozioni negative.
Ma ogni volta, vinceva lei.
No, si disse.
Se devo scegliere come morire voglio farlo da vecchia, vicino al camino quando avrò dei nipotini con cui avrò giocato. Non voglio di certo morire perchè ho scelto di arrendermi a questa maledetta malattia.
E così i mesi passarono, tra lezioni sempre più sfiancanti, nottate peggiori e due occhi neri che via via che scorrevano i giorni la guardavano più sospettosi.

Giugno 2001.

General Hospital, Londra.
-Hermione, ciao. Allora....purtroppo il cancro si è ingrandito ancora.... ,ma non è in metastasi. Non ancora. Le possibilità adesso sono al 15%. Mi dispiace. So che sei forte, c'è ancora una piccola percentuale favorevole..- fu l'infausto verdetto di quel venerdì d'inizio giugno.
Hermione rise. Ma lo fece di una risata così amara che la dottoressa ne  fu raggelata.
-Va bene, dottoressa. Io continuerò a lottare. Sino all'ultimo. Ci vediamo il 25 per la Chemio.

Testa di Porco, Hogsmade.
Hermione entrò in quel pub che apparteneva al fratello di Silente. Si guardò intorno e si sedette.
Per la prima volta nella sua vita iniziò a bere con l'intento di ubriacarsi. Di dimenticare la vita che aveva. Di dimenticare i problemi. Di dimenticare l'ombra della Morte che si avvicinava sempre di più.
Quella sera, Hermione non voleva più lottare, solo per quella sera, si disse. Quella sera, Hermione si autocommiserò come non aveva fatto mai. Quella sera, se qualcuno fosse entrato nelle stanze private della professoressa Granger, l'avrebbe vista piangendo, urlando di frustrazione, disperazione e paura.

La mattina dopo.
Stanze Private di Hermione, Hogwarts.
Hermione aprì un occhio con un mal di testa che la massacrava. Fu proprio per quel mal di testa che scese nell'ufficio del professor Piton a chiedere una pozione per il mal di testa.
-Granger! Cosa vuoi? Sto per partire. - disse il professore come la vide sull'uscio del suo ufficio.
-Ciao. Vorrei una pozione per il mal di testa se la hai. - rispose lei con le mani nelle tempie.
-Sì, entra. Ci metto mezz'ora a farla. Accomodati pure. -
-Grazie.-
Essendo colleghi avevano un rapporto abbastanza cordiale, adesso.
-Come ti senti? Voglio dire, era il tuo primo anno come insegnante.- iniziò lui.
-Oh! E' stato molto bello, gratificante. Mi piace fare questo lavoro.-
-Sì, insegnare a delle teste di legno è proprio gartificante, non c'è che dire.-commentò il professore.
Hermione rise divertita.
Severus la guardò a lungo. Sospirò e gli porse un calice di pozione fumante.
-Grazie. Perchè sospiri, Severus?- chiese lei, curiosa.
-Devi reagire, Granger. Io non lo so cosa ti sta succedendo. Io non lo so se è perchè non hai una famiglia, perchè Ronald è morto, o perchè sei lontana dai tuoi amici, ma questo dolore che provi ti sta consumando. Lasciatelo dire, non ne vale la pena. Passi la vita struggendoti, calpestando te stesso per amore di qualcuno che non c'è più. E poi, cosa rimane? Non hai vissuto la vita che ti è stata donata. Noi, siamo vivi, Granger. Vivi! E dobbiamo viverla la vita. Dobbiamo viverla anche per chi non c'è più.- finì lui tutto d'un fiato.
Severus Piton aveva visto la Granger afflosciarsi, sciuparsi giorno dopo giorno.
Aveva fatto da spettatore. Così come Albus Silente aveva fatto da spettatore a lui. Non sapeva cosa le stesse succedendo.
Ma sapeva che qualsiasi cosa sia, non ne valeva la pena. L'aveva capito, lui. La vita va vissuta.
Il viso di Hermione Granger, della professoressa Granger si congelò, si pietrificò.
-Già, Severus, già. Noi dobbiamo viverla la vita.- commentò in un sussurro.
Finì la pozione, si alzò e andò via.
Uscì da quella stanza che sapeva di dolore. Che sapeva di quasi amicizia e rispetto.
Tutto ciò che le aveva detto Severus era vero, pensò Hermione. Peccato che il suo problema non era di quel genere. Lei non poteva scegliere di reagire e tutto sarebbe passato. Lei non poteva. Era il cancro a scegliere per lei. E lei non aveva nessuna voce in capitolo.

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Capitolo 3
*** 3. ***


Severus Piton andò circa due volte alla settimana ad Hogwarts per tutta l'estate. Certe volte vedeva Hermione Granger e non capiva davvero cosa stesse accadendo alla sua ex studentessa.
Per Severus Piton, Hermione Granger era stata la soddisfazione di un intera carriera. Anche se la sua voce era tagliente e faceva commenti al vetriolo era stato così fiero di lei quando aveva preso dieci Eccezionale ai M.A.G.O.
Ma adesso era stanco.
Stanco di vedere quella giovane donna sempre così combattiva, farsi sempre più spenta, sempre più smorta.
E prese una decisione. Avrebbe seguito la Granger la prossima volta che fosse andata via.
E fu così che successe.
Fu così che scoprì il segreto di Hermione.

Agosto, 2001.
Hermione era pronta per andare a fare l'ennesimo ciclo di terapia.
Uscì fuori dal cancello e si smaterializzò.
Non si accorse dell'ombra che si smaterializzò subito dopo.
Arrivata al General Hospital, Hermione si diresse dritta al sesto piano dove la attendeva la dottoressa Brown con i suoi occhi pieni di dolcezza e quel sorriso materno che le rivolgeva sempre.
Dal canto suo, Severus era sempre più sconcertato.
Cosa ci faceva la Granger in un ospedale babbano? Sempre disilluso, la seguì e capì.
Collegò frasi, comportamenti, quei nuovi capelli così sempre perfetti.
Silenzioso come un gatto, uscì dall'ospedale e l'aspettò.
Quando Hermione uscì dall'ospedale, vide Severus Piton che l'aspettava all'entrata. Si guardarono.
Poi, lui le si avvicinò e le sfiorò una guancia.
Hermione era debole. La chemio era una tortura ma le allungava anche di poco la vita. La prese e si smaterializzarono.

Stanze Private di Hermione Granger, Hogwarts.
-Riposati, Granger. Sarò quì quando ti sveglierai.- disse Severus.
-Per..per favore.. non dire... niente....- ansimò lei.
Esausta.
-Va bene. Dormi ora.-
-S-Severus- chiamò Hermione qualche ora dopo.
-Granger.- la guardò lui.
Lei sorrise.
-Perchè non hai detto niente? Non a me. A Minerva, a Potter, ai Weasley.- chiese lui, trattenendo a stento la rabbia.
-Non volevo che.. si preoccupassero. -
-Quanto tempo?-
-Da novembre. Quando sono svenuta....-
-Diamine, Hermione! Sono i tuoi amici. Ti avrebbero aiutato.-
-No. Non lo devono sapere. Harry.. ha già perso troppo. - disse lei.
-Okay, Hermione, non ti preoccupare. Lo dovremo dire a Minerva però. -
-Solo..solo a lei.-
-Sii forte. Non per gli altri. Adesso lo devi essere per te. Ce la farai. Non mollare però.-
-Non c'è sp..speranza, Severus. Ho il 15 % di guarigione... Sto morendo.- affermò lei, rassegnata.
Le lacrime iniziarono a sgorgare da qual viso che molte volte era stato causa di sorrisi che sapevano d'amore, che sapevano di amicizia e dolcezza.
-Non..non mollare.-
-va..va bene.-

Casa di Minerva McGranitt, Glasgow.
Un gufo picchiettò la finestra del salotto della casa di Minerva McGranitt. Lei aprì e prese la lettera.

Ciao Minerva, Come procedono le tue vacanze? Le mie non bene. Sono insieme alla Granger, adesso. A Hogwarts. Ti prego di venire appena possibile. Di tratta di una cosa della massima urgenza. Massimo silenzio con Potter e la famiglia Weasley.
Severus.


Il giorno dopo.
Stanze di Hermione.
-Severus? Hermione? Siete quì?- chiamò Minerva bussando.
La porta venne aperta da Severus.
-Ciao, Minerva. Entra.-
Serio.
-Cosa succede..? Perchè...?- chiese, curiosa.
-Andiamo da Hermione, prima. Ti spiegheremo insieme.- disse.-
Ciao, Hermione. Guarda chi c'è.-
-Salve, Minerva- disse allora lei, con un mezzo sorriso di scuse. Era a letto. Con una flebo di chemio attaccata al braccio.
-Cos'è? Che succede? Spiegatemi.- disse lei, preoccupata.
-Vedi, Minerva. Ti ricordi quando la Granger era svenuta lo scorso autunno?- iniziò Severus.
-Beh, sì, certo.- rispose l'anziana donna.
-Quel giorno, Minerva, mi è stato diagnosticato un cancro. Avevo il 20 % di possibilità di guarigione. Ora ne ho il 15%.- finì Hermione.
-Oh! Bambina mia! No, non è possibile! Sei così giovane.....-iniziò la preside con le lacrime agli occhi.
-e Potter? Molly?-
-No. Non lo devono sapere- disse decisa.
-Per ora ti accontenterò, cara.- rispose rassegnata.

Settembre, 2001.
Hogwarts.
Venne preso un altro insegnante per Trasfigurazione in modo che Hermione ebbe solo poche classi e che la sostituisse quando lei era troppo debole per andare a lezione.
Severus andava con lei ogni volta che doveva fare la chemioterapia e la accompagnava da qualsiasi parte. Stavano bene, insieme.
Lui sapeva cos'era il dolore. Come prova, le numerose cicatrici che deturpavano il suo corpo. Lei lo stava provando, il dolore.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Era Dicembre, quando la situazione cambiò. Dicembre, 2001. General Hospital. -Severus... Se le percentuali sono calate ancora.. dillo ad Harry.- disse lei, ormai rassegnata. Madama Morte stava arrivando, lo sentiva. -Ora aspettiamo i risultati, Hermione. Sta calma. Poi ci penseremo- rispose. In quel momento la dottoressa Brown entrò, sorrise entusiasta e si sedette. Hermione pensò che la dottoressa non le aveva mai sorriso così. Le sorrideva sempre con tristezza. Questa volta era diverso. -Okay. Hermione, Severus. Sono buone notizie. Il cancro si è ristretto. Herm, cara. Adesso hai il 30 % di possibilità. Badate cari, il 30 % non è molto. Ma per voi, per te Hermione, è molto. Hai raddoppiato le tue possibilità. - disse la donna, sorridendo. -Dice.. dice davvero? - chiese Hermione,felice. -Sì, cara. Sì.- -Grazie! Grazie ancora!-e dopo un saluto andarono via. -Oh! Sev! Sev! Ci pensi? Si è ristretto! Che bellezza! Ho raddoppiato le mie possibilità! - esclamò Hermione, felice, ridente. Presa dall'euforia del momento, prese fra le mani il volto di Severus e gli stampò un bacio sulle labbra. Severus, aveva appena capito cosa stava succedendo-ovvero, la Granger, quella Granger, la saccente So Tutto lo stava baciando- quando lei si staccò e prese a mormorare scuse che contenevano almeno otto mi dispiace. -Granger, hey, Hermione! Sta zitta! Non è successo nulla. Eri solo euforica.- disse a quel punto lui. Ma in cuor suo si chiese se era davvero solo colpa dell'euforia e poi perchè aveva trovato quelle labbra così calde e morbide. Senza sapere, però, che Hermione si stava facendo la stessa, medesima domanda. 'Perchè lo aveva fatto?' Qualche ora dopo. Studio della preside, Hogwarts. -Minerva! Hei, Minerva!- chiamò Hermione entrando. -Sì, cara?- -Sono andata al controllo oggi. Si è ristretto! Il cancro! Adesso ho il 30 %! - affermò felice. -Oooh! Ma è una bellissima notizia, bambina mia!- esclamò allora la preside con gli occhi lucidi di lacrime. Dieci giorni dopo. Studio di Hermione Granger, Hogwarts. -Sei sparita.- accusò lui. -Avevo delle cose da fare- -Davvero?- Perchè io non vedo scrivanie ingombre di compiti da correggere.- disse, ironico. -Uff.- -No, Hermione, Uff, lo dico io! Cosa fai? Mi baci e poi ti eclissi dal pianeta Terra?- disse allora lui, acido. -Ne abbiamo già parlato, Sev. Non posso. Sto morendo. Questa vita ti ha già tolto troppo. Non posso fartelo fare. Me ne andrò anch'io. Lo sai tu come lo so io.- -No, Granger! Tu questo non lo sai! Potresti anche vivere! Potresti vincerla, questa battaglia.- ribattè lui, furioso adesso. -Non arrabbiarti... Ti prego, Sev.- disse la ragazza, ormai con le lacrime che le rigavano le guance. -Sì, okay. Scusa. Vieni quì, forza.- Si sedettero sul letto e si abbracciarono. Questa fu la prima notte che Severus ed Hermione dormirono insieme. Lei pianse, si disperò e pianse ancora. Aveva paura, Hermione. Non aveva paura di morire, però. Aveva paura di cedere a Severus e poi abbandonarlo, quì, in questa terra. Nuovamente solo. Natale,2001. Stanze Private di Hermione Granger. Hermione apre gli occhi e sorride. E' Natale. L'anno scorso è stato un Natale pieno di tristezza, disperazione e pianti. Quest'anno invece per Hermione è un Natale migliore. Ha trovato un amico, un confidente, la sua roccia. E' felice. Va verso il mucchio di regali e li scarta tutti. Piano Piano. Con calma. Assaporando la sorpresa e l'affetto che ne traspare. Oggi a pranzo verranno anche Harry e Ginny. Hermione pensa che è giunta l'ora. Dovrà chiedere supporto a Severus, però. Da sola non crede di farcela. Harry deve sapere. Hermione glielo deve. Sala Grande. Harry e Ginny sono arrivati. Ginny è incinta. Si vede. Hermione è felice. Spera che loro abbiano una vita lunga, piena e felice. Spera che vivano anche per lei. Poi si riscuote da questi pensieri e sorride. Hermione ha organizzato il pranzo nelle sue stanze, però. Deve parlargli, in privato. E' giunta l'ora. Stanze Private di Hermione Granger. Harry, Ginny, Severus ed Hermione sono seduti a tavola. Hanno mangiato, riso e ricordato. E' stata bello rincontrarsi. Harry e Ginny hanno accettato Severus. Hermione ne è felice. Poi sospira e inizia a raccontare. Cerca la mano di Severus, prima. -Harry, Ginny. Scusate se vi ho rapito dalla Tana ma vi devo parlare. Vedete, un anno fa circa, a Novembre, sono svenuta. All'inizio non sembrava niente di grave. Poi, la sera stessa, ho fatto dei controlli e mi hanno diagnosticato un cancro ai polmoni. E' per quello che non vi ho mai voluto incontrare. Ma ho iniziato la chemioterapia. E' una cura babbana, ma per il cancro non esiste cura magica. All'inizio era dura, piangevo, soffrivo, ero sola. Nessuno sapeva del mio problema. Mentivo a tutti. Mi avevano dato il 20 % di possibilità di guarigione. Durante l'anno ho lavorato duramente e questo ha contribuito a sciuparmi, a farmi ammalare di più. A Giugno, avevo il 15% di possibilità. Poi però ad Agosto è successa una cosa. Severus mi ha seguito e l'ha scoperto. E l'ho dovuto dire anche a Minerva. Severus mi è stato accanto, sempre in questo periodo. Lui c'era per ogni cosa. Poi, pochi giorni fa, la buona notizia. Il cancro si è ristretto, adesso ho il 30%. Mi dispiace ragazzi, mi dispiace di non avervelo detto prima ma non avevo il coraggio.. semplicemente, non potevo.- finì. La stretta sulla mano di Severus si fece più forte. Poi Harry parlò. -Hermione, mia piccola dolce Hermione. Mi dispiace, ero così distrutto dalla guerra, dalla morte di Ron, di Remus e di Fred che non ho pensato a te.. mi dispiace. Avrei tanto voluto saperlo però. Sai.. sai che ci sarei stato. Che avrei mollato tutto per aiutarti. Ti voglio bene.- Hermione alzò gli occhi e li vide. Gli occhi di Harry, lucidi di lacrime trattenute. E quelli di Ginny, oh. Quelli di Ginny facevano male. Erano così pieni di lacrime. Di sensi di colpa, di sofferenza per la storia appena ascoltata. Una cosa che notò, Hermione, è che negli occhi dei suoi migliori amici non c'era pietà, pena o compassione. E gli ringraziò per questo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. Epilogo. ***


Dopo quella conversazione, ne seguirono altre e poco alla volta tutti seppero del destino che attendeva Hermione.

Ma, nessuno mai, si azzardò a guardarla con pena o pietà negli occhi. L'avrebbero ferita, più di quanto non stesse già facendo il cancro.

E visto che tutti i controlli mensili andavano benino- il tumore era fermo, stabile- Hermione non potè fare altro che cedere al desiderio più forte che aveva mai provato. Amare Severus. Non era sempre facile. Delle volte Hermione stava male, era irritabile, scorbutica, acida. Severus non si faceva impressionare e rispondeva. Delle volte era Severus ad essere intrattabile. Lei sapeva come prenderlo. Delle altre volte, invece, lei si faceva prendere dallo sconforto e gli urlava che lei gli stesse rovinando la vita. Allora Severus la guardava, inarcava un sopraciglio e continuava a guardarla. In silenzio. Poi le diceva che la amava. Che ce l'avrebbero fatta, insieme. Che quella battaglia l'avrebbero vinta, insieme. Che niente li avrebbe separati, neanche quello stupido cancro.

Erano solo parole, lo sapeva lei e lo sapeva lui. Ma quelle semplici parole, mezze bugie, servivano a farla stare meglio. A farli stare meglio.

E a dispetto di tutto, lei compì 22 anni.

Hermione era felice, sì, ma sentiva sempre l'ombra di Madama Morte su di sè. Non ne poteva fare a meno.

Ma una carezza, uno sguardo o solo la presenza di Severus bastavano a tranquillizzarla. Hermione, però, non poteva fare a meno di pensare a quando non ci sarebbe stata più.

Cosa aveva fatto? Aveva ulteriormente rovinato la vita a quell'uomo. La vita a Severus gli aveva tolto molto, troppo. E presto, se lo sentiva, gli avrebbe tolto anche lei. A Hermione sarebbe piaciuto lasciare almeno un figlio al mondo come una traccia di lei,come dire 'hey, Hermione Granger è esistita davvero, ce l'ha fatta, ha fatto qualcosa di grande'. Poi, però, si rendeva conto che lei, una traccia la lasciava, la traccia la lasciava in tutti quelli che aveva amato e che l' avevano amata e a lei bastava così.




La vera svolta della battaglia di Hermione Granger si ebbe a febbraio del 2003.




Febbraio, 2003.

Stanze Private di Hermione Granger, Hogwarts.

Hermione stava di nuovo male. Era la terza volta quella settimana. Chiamò Severus via camino.

-Sev..sever...severus...-

-Hermione? Hei? Hei? Che succede? Stai male?-

-S...sì...-

-Arrivo.-

Severus prese una manciata di metropolvere ed arrivò all'istante nelle stanze di Hermione.

-S'inginocchiò, la guardò negli occhi e chiese solamente:

-Quante volte?-

-Tre questa settimana- rispose lei, sconfitta.

-Adesso andiamo dalla Brown.- affermò lui, irremovibile.







General Hospital, Londra.

Studio della dott. Brown.

-Ciao, Hermione! Sei stata male? Severus mi ha detto che hai rimesso.-

-Sì- rispose semplicemente.

-Okay, allora. Vieni a fare uan risonanza.-

Hermione fa la risonanza. Severus è oltre il vetro, con i medici.

-Signor Piton. Il tumore di Hermione si è espanso. Occupa tutto il polmone destro e parte del sinistro.....- parlò la dottoressa Brown, gli occhi pieni di tristezza per vedere, capire che quella dolce ragazza di soli ventidue anni stava per andare via. Volare via come un angelo.

-Quanto le resta?- chiese allora il professore di pozioni, rassegnato.

-Un anno, forse meno.- sentenziò allora la dottoressa.

Severus annuì, il volto impassibile.

Quando Hermione si fu rivestita, andarono via.




Hogwarts.

Tornati a casa, a Hogwarts, Severus gli raccontò di come il cancro stava vincendo. Di come le restava un anno o forse meno. Severus pianse, quella volta. Pianse, perchè Hermione se ne stava per andare e lui sarebbe rimasto. Perchè era troppo, troppo ingiusto che una ragazza di ventidue anni stesse morendo mentre lui che i quaranta li aveva già passati stava bene. Fisicamente parlando.










Dopo quella scoperta, Severus non permise mai ad Hermione di allontanarlo.

Poi radunarono tutti gli amici e i parenti e diedero loro la notizia.

Niente fu più triste degli occhi di Molly Weasley quel giorno. Aveva perso due figli e adesso, la vita le portava via anche Hermione, che per lei era come e più di una figlia. Alla fine Hermione Granger si spense il ventidue novembre del duemilatre. Aveva ventitrè anni. Esattamente tre anni e otto giorni da quando le avevano trovato il cancro. Hermione Granger, però, lottò fino alla fine, fino all'ultimo respiro. Quando alla fine, però, anche Severus le disse di andare. Di lasciarsi andare lei lo fece. Perchè non importava quello che dicevano gli altri. Se Severus diceva di lottare, lei lottava. Perchè per lei Severus era stato un raggio di speranza. Era grazie a lui se non era morta prima. Quindi, quando sentì Severus dire:-Basta, Hermione, basta. Smetti di lottare...-.

Hermione smise di lottare, in pace, e nel giro di pochi minuti si spense. Hermione aveva già sofferto troppo. Andava bene così, era la cosa giusta, era giusto che andasse senza soffrire ancora, inutilmente.




Quando ci fu il funerale di Hermione Granger. Tante persone si fecero avanti. Ognuno disse qualcosa. E Severus pensò che erano tutte cose ridicole. Perchè Hermione non c'era più. Ed era questo l'importante. Hermione è andata via. Hermione non c'è più, ripetè. Si disperò, per un momento accarezzò l'idea di farla finita. Di raggiungerla. Poi pensò anche alla reazione di lei se lo avrebbe fatto. Non ne sarebbe stata felice. Pensò che Hermione voleva vivere ma non aveva potuto farlo. Lui poteva farlo, e decise di onorare quella vita vivendola anche per lei, per quella dannata ragazzina che lo amava e che amava, per la saccente So-Tutto, per Hermione.







E questa è la storia di Hermione Granger, una ragazza di ventitre anni morta il ventidue novembre del duemilatre. La storia di una ragazza che ha lottato fino alla fine. Di una ragazza che è sopravvisuta ad una guerra ma è morta per uno stupido, semplice cancro. Di una ragazza che ha salvato il mondo intero ma non è riuscita a salvare se stessa. Questa è stata la storia di Hermione Granger, un'eroina.
















FINE.

Questa Ffiction è stata ispirata a una storia reale. Alcune scene sono effettivamente accadute nella realtà.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno letto, chi ha recensito( vi adoro!) e chi ha messo la storia tra le preferite o le seguite. Sono solo alle prime armi ma vi ringrazio davvero, ancora. Questa è la mia Ffiction che preferisco. Mi ha aiutato molto scriverla e sono felice di averlo fatto. Spero che questa piccola e modesta storia aiuti qualcuno come ha aiutato me. Il cancro e le malattie in genere sono delle cose orribili. Lo sappiamo tutti. Ma io credo che quando una persona stia per andarsene, debba andarsene. E noi, dobbiamo facilitarli il compito proprio come ha fatto Severus con Hermione. 

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