Un diavolo di... CAMERIERA?!

di NicoDiAngelo_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. un nuovo arrivo in casa Phantomhive ***
Capitolo 2: *** Capelli, abiti, bianco e rosso ***
Capitolo 3: *** Rivelazioni ***
Capitolo 4: *** Cambiamenti ***



Capitolo 1
*** 1. un nuovo arrivo in casa Phantomhive ***


Era una notte burrascosa. La pioggia infuriava contro le finestre e i tuoni non smettevano di far tremare i vetri. Mey-rin non riusciva a dormire. I rumori forti la spaventavano fin da bambina. Era stesa nel suo letto a guardare il soffitto e a pensare alla sua vita prima di incontrare il padroncino quando qualcuno suonò il campanello. Strano. Chi mai poteva suonare il campanello a quell’ora della notte? Indossò velocemente una vestaglia e prese due pistole cariche dal comodino. Uscì nel corridoio dell’ala della servitù di casa Phantomhive. Finnian e Baldroy dormivano, per non contare Tanaka-san…
Arrivò alla porta d’ingresso e la aprì piano, stringendo la pistola nella mano destra. Quello che vide sulla porta la lasciò sbalordita. Sull’uscio si trovava una ragazzina, non poteva avere più di diciassette anni, con i capelli color della pece lunghissimi e bagnati, gli abiti stracciati e gli occhi, rossi, erano pieni di lacrime.
-Per favore offri temi riparo solo per stanott….- non fece in tempo a finire la frase che cadde a terra, svenuta.
 
 
 
 
Quando riaprì gli occhi, si ritrovò seduta su una poltrona. Qualcuno le aveva steso addosso una coperta e un fuoco caldo scoppiettava in un camino vicino a lei. Si accorse di una presenza davanti a lei.
-Finalmente ti sei svegliata- disse una voce femminile. La voce apparteneva a una ragazza sui vent’anni. Aveva dei lunghissimi capelli rosa e indossava degli occhiali molto spessi che le nascondevano gli occhi.
- Come ti chiami?- disse la ragazza.
Come mi chiamo?
-Lilith- disse d’un fiato con voce roca.
-Ciao Lilith! Io sono Mey-Rin e loro due sono Finnian e Baldroy- disse accennando a due ragazzi alle sue spalle, che Lilith non aveva notato.
Uno dei due era bassino, con i capelli biondi e gli occhi verdi. Probabilmente era Finnian dato che, non appena Mey-Rin aveva pronunciato quel nome, era scattato sull’attenti. Baldroy, invece, era alto, anche lui biondo, ma con gli occhi azzurri, sembrava più grande degli altri due, forse sui trent’anni. Guardava Lilith come se fosse intenzionato a saltarle addosso al suo minimo movimento. L’intero suo viso aveva stampato, a caratteri cubitali, la parola “diffidenza”.
-Dite che è il caso di svegliare Sebastian?- disse Mey-Rin agli altri due.
-Beh…- disse Finnian.
-Io…- disse Baldroy. I tre intavolarono una fittissima discussione sui pro e i contro dello svegliare questo misterioso “Sebastian”. Da come ne parlavano, sembrava che temessero che gli scuoiasse vivi. Lilith approfittò della distrazione dei tre per guardarsi intorno. Era in un grande salone, probabilmente di una casa signorile, ma non sembrava che i tre ne fossero proprietari. Un grande quadro era appeso alla parete di fronte a lei. Rappresentava un uomo alto, dai capelli neri e gli occhi marroni, una donna seduta, bionda con gli occhi azzurri, probabilmente la moglie dell’uomo, e un bambino di non più di tre o quattro anni che giocava con un coniglietto di pezza. Aveva i capelli neri e gli occhi azzurri e sorrideva spensierato. Qualcosa di quel quadro le trasmetteva un forte senso di tristezza, come se, guardandolo, un grosso peso le fosse sceso sullo stomaco.
Sono morti. Ma non tutti. Il bambino è vivo, ma non è più un bambino…
Mentre faceva queste congetture la porta si spalancò con un gran fracasso. I tre ragazzi che l’avevano accolta sussultarono visibilmente. I nuovi arrivati erano un ragazzino, probabilmente sui tredici anni, e un uomo molto alto, ma non riuscì a capire quanti anni potesse avere poiché il suo viso era in ombra. Il ragazzino era bassino con i capelli neri e gli occhi azzurri. Un occhio. L’altro è coperto da una benda. Chissà perché. Guardandolo, Lilith riavvertì il senso di tristezza che aveva provato guardando il quadro, mischiato a qualcos’altro… un odio molto profondo.
Deve essere lui il bambino del quadro.
-CHE COSA STA SUCCEDENDO?!- gridò il ragazzino.
-Bocchan noi…- iniziò Mey-Rin.
- È colpa mia- disse Lilith alzandosi dalla poltrona e stringendosi addosso la coperta, dato che dei suoi vestiti rimaneva ben poco. – Stavo vagando qui vicino quando la tempesta mi ha sorpresa e ho chiesto riparo a Mey-Rin ma… credo di essere svenuta e…-
- Va bene, basta così- la interruppe il ragazzino. –io sono il conte Ciel Phantomhive. E tu chi sei?-
-Piacere di conoscerla, conte- disse Lilith con una riverenza. – Io sono Lilith Mi…-
Il ragazzo alto alle spalle di Ciel si era avvicinato al cerchio di luce prodotto al fuoco e Lilith poté vedere i suoi lineamenti. Entrambi strabuzzarono gli occhi. Lilith scoppiò a ridere sotto lo sguardo sbalordito dei presenti.
-Da quanto tempo, fratello- Disse.



NOTE DELLA PAZZA ISTERICA  AUTRICE
E finalmente, dopo secoli di indugi, l'obrobrio è online :)
*arriva Ciel selvatico*C: Fossi in te non ne sarei così fiera...
L: ah... dici? Uffi! mi ammazzi i sentimenti tu!

Va bene, va bene la smetto. Parlando seriamente, a seconda delle recensioni deciderò con quale frequesza pubblicare (decisione influenzata anche dai compiti e dall'ispirazione). Ah, prima che mi dimentichi, ho inserito tutte e due le paring perchè sarete voi a decidere se in un determinato capitolo ci saranno momenti SebaCiel o CielxLizzy. Mi spiego meglio: se in un determinato capitolo la maggior parte delle recensioni saranno a favore di una coppia, nel capitolo successivo cercherò di inserire qualche momento riguardante quella coppia... ovviamente farò in modo che una coppia non prevalga sull'altra e in seguito, forse, deciderò di mettere una coppia definitiva basandomi su come mi trovo meglio a scrivere. Mi piegherò meglio nei capitoli successivi.
Vi lascio, prima che le note diventino più lunghe dell'intero capitolo <3
Lailah



 

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Capitolo 2
*** Capelli, abiti, bianco e rosso ***


-Da quanto tempo, fratello- Disse.
Gli sguardi di tutti si fissarono alternativamente su Lilith e Sebastian. Effettivamente la somiglianza tra i due era sconvolgente.
- Fr… Fratelli?- disse Ciel.
- Esatto – disse Lilith – Fratelli, nati dallo stesso grembo e allattati allo stesso seno, per così dire-
- ma com… SEBASTIAN! Perché non mi hai mai detto che hai una sorella?!- disse il conte, furioso.
- Io…- iniziò l’interpellato ma fu subito interrotto da Lilith.
- Tu gliel’hai mai chiesto?- disse con un risolino.
-Io… - ora era Ciel a non sapere cosa dire.
- Capisco…-
- Comunque, che ci fai tu qui?- chiese il conte. Lilith sospirò.
- Come ho già detto, vagavo qui vicino quando sono stata sorpresa dalla tempesta, così ho chiesto riparo a Mey-Rin, ma sono svenuta e…-
- Ho capito, ho capito. Ma perché ti trovavi qui?-
- scappavo-
- Da chi?-
- Dal mio padrone. Ero la cameriera di un nobile ma il mio padrone era un porco… così ho preso baracca e burattini… anzi no, diciamo che ho girato i tacchi e ho tolto il disturbo.-
- capisco… senti ti andrebbe di lavorare qui? Effettivamente servirebbe qualcuno che aiuti Mey-Rin…-
- Okay, perché no…-
- È deciso, allora. Sebastian, trova una stanza per Lilith. Discuteremo di tutto domattina- disse il conte, sbadigliando.
- Come desidera- disse Sebastian con un mezzo inchino. Lilith gli si avvicinò e insieme uscirono dalla stanza, ma, mentre si trovavano ancora sulla porta, la coperta cadde dalle spalle di Lilith rivelando un tatuaggio: delle grandi ali nere.
*      *        *
La porta si richiuse alle loro spalle. Sebastian la precedette e le fece segno di seguirla. Lilith non se lo fece ripetere due volte.
- E allora… Sebastian?- disse timidamente.
- Si… era il nome del suo cane- rispose Sebastian quasi disgustato. Lilith si fece scappare un risolino, subito spento dall’occhiataccia di suo fratello.
Da quando siamo diventati così estranei?
- Quanti anni ha il conte?-
- 13-
-13!? Ma sei cretino?! Vuoi divorare l’anima di un bambino di 13 anni?!-
- Ti pregherei di non urlare. E comunque è stato lui a evocarmi-
- E tu non saresti dovuto andare citrullo!!!-
- Sono stato evocato tre anni fa da questo bambino che mi chiese il potere di vendicarsi di ciò che gli avevano fatto. Io ho solo eseguito ciò che mi è stato chiesto e, comunque, non so quando quest’incarico avrà fine. Potrebbero volerci giorno oppure anni…-
- ti ha evocato quando aveva 10 anni?!-
- Perché sei così sconvolta?-
- Avevo 10 anni anch’io, Sebastian! Oppure te ne sei già dimenticato?-
-Siamo arrivati. Domattina ti porterò dei vestiti nuovi- disse mentre si allontanava.
-Sebastian… Aspetta!-
- Che c’è?-
- Sono contenta di averti ritrovato- si avvicinò a lui e lo abbracciò. Lui esitò per un attimo prima di ricambiare l’abbraccio.
- Buonanotte, Lilith-
- Buonanotte, Sebastian-
Entrò nella stanza. Era molto semplice, c’erano solo un letto, una libreria, un armadio e una toeletta. Si sedette alla toeletta. La coperta cadde sul pavimento e rivelò un nastrino rosso legato intorno alla sua coscia, a cui era attaccato un cilindretto dorato.
Quando lo prese in mano, il cilindretto si tramutò in un pugnale, che afferrò con la mano destra, mentre con la sinistra afferrava una ciocca di capelli.
Un taglio netto.
Continuò finchè non tagliò ogni ciocca, tenendo come guida l’altezza del mento, ma, tagliando le ciocche una per una, il risultato fu un taglio disordinato e sbarazzino.
Nuova casa, nuova vita… nuova me.
*   *    *   
Il giorno dopo, Sebastian bussò presto alla sua porta per darle dei vestiti.
-E quelli?- chiese accennando ai suoi capelli con un sorriso.
- Così sono più comodi- disse semplicemente.
I vestiti portati da Sebastian si rivelarono essere un abito blu, un grembiule bianco e degli stivali marroni. Sicuramente dovevano appartenere alla cameriera poiché, quando li indossò, notò che erano cuciti per una persona leggermente più alta e meno magra di lei. Si guardò allo specchio, mentre legava il nastrino rosso, che la notte prima le era servito per reggere il pugnale, intorno al collo.
Sarà una giornata lunga.
Si recò in sala da pranzo dove trovò i tre servi pronti ad accogliere il padroncino. Si posizionò accanto a Mey-Rin nell’esatto istante in cui il conte entrò accompagnato da Sebastian. Mentre Ciel faceva colazione, le porte della sala da pranzo si spalancarono ed entrò un….
Un folletto travestito da confetto.
Il nuovo arrivato si rivelò essere una ragazzina, bionda, occhi verdi, che indossava un abito che la faceva sembrare un confetto.
-CIERUUUUUUUUUUU- gridò saltando al collo del ragazzino.
- Elizabeth!- esclamò quest’ultimo cercando di non soffocare.
- Cieru ti ho detto che mi devi chiamare Lizzy!- Sebastian e Lilith si misero a ridere nello stesso istante e nella stessa posa.
- Lady Elizabeth, qual buon vento la porta qui?- disse Sebastian.
- Avevo voglia di vedere il mio Cieru- disse la ragazzina.
- Oh. che stupido! Mi sono dimenticato di presentarvi la nostra nuova cameriera! Lady Elizabeth, vi presento mia sorella, Lilith Michaelis-
- Piacere di conoscervi- disse Lilith con una riverenza.
- Ma quanto sei…. CARINA!! Però… quel vestito non è affatto carino. Dobbiamo acquistarne uno nuovo-
E così, mezz’ora dopo si ritrovarono tutti e quattro (Lilith, Elizabeth, Ciel e Sebastian) al negozio di abiti per cameriere più popolare di Londra.
Dopo una serie di abiti improbabili (tra cui uno rosa confetto che Lilith aveva indossato solo sotto minaccia di suo fratello), Elizabeth si avvicinò tutta trionfante reggendo tra le braccia un abito.
Bianco.
No. non bianco!
-Io quel coso non lo metto!-
-Perché? È così caarinooo!-
-NON INDOSSERÒ MAI UN ABITO BIANCO!- gridò correndo nel camerino.
Sebastian entrò e la ritrovò che piangeva. Senza una parola le fece alzare il viso e le asciugò le lacrime. Dopo che si fu ripresa, le fece indossare un ultimo abito. Nero, lungo fino alle ginocchia, con la gonna leggermente ampia, le maniche lunghe e il collo alto.
Perfetto.
Uscendo dal negozio, Lilith andò a sbattere contro qualcuno. Alzò la testa e si ritrovò davanti un ragazzo.
Vestito di rosso.
La mano le corse al nastrino un attimo prima che si girasse e iniziasse a correre.
Non è possibile!








ANGOLO DELLA PAZZA ISTERICA DELL'AUTRICE
buongiorno bella gente!! sono tornata con un nuovo capitolo! (Ciel: potevi startene benissimo dov'eri)
nuovi misteri vengono alla luce. cos'avrà mai Lilith contro il bianco? per scoprirlo dovete attendere il prossimo episodio di Kuro... Maiden! (si, lo so, era pessima)
A chiunque recensisca, regalo un pasticcino fatto da sebastian!
Ci si rivede!
Lailah

 

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Capitolo 3
*** Rivelazioni ***


Non è possibile!
Cominciò a correre, senza nemmeno sapere dove andare. L'unico suo desderio era allontanarsi da tutti. Gli occhi annebbiati dalle lacrime e il respiro smorzato dai singhiozzi. Non avrebbe mai creduto che i demoni potessero piangere....

L'avevano avvertita, sapeva che sarebbe successo. 
Si erano incontrati.
E ora sapevano.
Tutto.
Anche ciò che era stato loro nascosto.

Dopo una corsa che pave lunga kilometri, si infilò in una stradina secondaria e si accasciò contro il muro. Avrebbe potuto continuare a correre per giorni, ma non ce la fece. Rimase lì, a rivivere la sua infanzia.
La casa, il giardino.
Lo sconosciuto, la falce. 
Il colpo, i ricordi.
Il bianco che diventa rosso...
... che genera il nero.

*                  *                      *
Davanti a loro compave una figura, capelli e abiti rossi, occhi verdi.
Grell Sutcliffe.
- Hei che aveva la ragazzina.....?-
Sebastian gli saltò al collo.
-Se non tenessi a mia sorella più di quanto odi te, ti ucciderei sedutastante... shinigami- spoutò l'ultima parola come un insulto.
-Tua.... LEI?!-
-Si, lei, o forse te ne sei scordato?!-
-io...-
-Oh non importa. Accompagna la signorina Elizabeth alla carrozza, ci rivediamo lì quando l'avrò trovata- 
- Sebastian, vengo con te- disse Ciel, preoccupato dal brusco camiamento di umore del maggiordomo. Il demone annuì.

Partì la ricerca. Dopo quelle che a Ciel sembarono ore, passate a cercare la sua nuova cameriera, esausto, il conte si appoggiò  al muro di una casa. Ad un certo punto un singhiozzare, proveniente dalla stradina vicino a lui, lo fece scattare sull'attenti. 
Ed eccolo lì il demone. Seduta per terra, raggomitolata su se stessa, non sembrava una creatura demoniaca capace di ogni cosa. Sembrava solo una ragazza sola e spaventata.
Che successe nel suo passato di così grave da ridurla alle lacrime per un semplice scontro con uno shinigami? E cosa scatenò la reazione di Sebastian? Erano questi i pensieri del giovane Phantomhive mentre si avvicinava cautamente alla ragazza. 
-Sebastian, l'ho trovata- sussurrò

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-Sebastian, l'ho trovata- sussurrò una voce accanto a lei. Non capì chi fu e non le interessava. Dopo pochi secondi sentì le bracca di qualcuno avvolgersi intorno a lei, sollevandola da terra, ma non abbandonò la sua posa nemmeno quando la sua testa si posò delicatamente su qualcosa di duro. Il profumo di suo fratello la avvolse e capì di essere appoggiata sul suo petto. sentì l'aria intorno a sè muoversi e, dopo poco, udì lo scalpitare di un cavallo.
-Sebas-chan l'hai trovata!-
Quella voce! istintivamente si ritrasse accucciandosi ancor più. Si sentì sballottare e capì di essere entrata in una carrozza. Suo fratello non la lasciò andae fnchè non arrivarono nella sua stanza. Lì, delicatamente, fu seduta sul suo letto. Udì un sospiro, dei passi che si allontanavano, una porta che si chiudeva e altri passi in lontananza. 

Rimase lì fino a notte fonda. 
Oramai aveva finito le lacrime ed era rimasta al buio a pensare. Un timido bussare la sorprese.
-Entra, Ciel Phantomhive-

********************************************
-Entra, Ciel Phantomhive-

Ciel deglutì e cautamente aprì la porta. dopo essersi abituato al buio scorse una figura seduta sul letto vicino al muro.
-Posso...?-
La figura non si mosse.
Ciel si avvicinò cautamente al letto.  Lilith gli fece segno di sedersi e lui obbedì.
-Cos... Perchè... sei...- il conte non sapeva come esprimersi.
una lieve risata provenne dalla ragazza accanto a lui.
-Perchè sono scappata? Il mio passato è pieno di ombre, non sono sicura che tu voglia conoscerlo-
-Credo di poterle sopportare- disse lui mesto.
All'improvviso si ritrovò seduto su un prato.
-Cos...-
-Si narra che, durante un'eclissi, le alleanze si ribaltino. Un'angelo nasce in una famiglia di demoni, un demone nasce in una casa angelica e un umano interagisce con i vari mondi. Vita, morte, bene e male si invertono e si intrecciano. 
Io nacqui il giorno di un'eclisse.- Intorno a loro il paesaggio cambiò. Ciel vide una famiglia, un padre, una madre e un bambino- Sebastian?!- dai capelli neri, che osservavano attentamente un fagottino. Al suo interno c'era una bambina bionda dagli occhi verde giada che rideva e faceva smorfie.
- I miei genitori morirono quando ero ancora piccola e mio fratello si prese cura di me. Vivevamo in una grande casa, al confine dei vari mondi. Una sola regola doveva essere rispettata sempre: non potevo uscire in giardino se Sebastian non era con me. Rispettai sempre questa regola fino al giorno del mio decimo compleanno.
Sebastian era andato a sbrigare una faccenda e io mi annoiavo. Mi sentivo abbastanza grande da poter stare in giardino per un po' senza che mi succedesse nulla. 
Quanto mi sbagliavo.
Mentre giocavo con la mia bambola preferita, un essere vstito di rosso comparve dal nulla.
"Chi sei?" gli chiesi "non sei umano".
Lui era sconvolto. "come lo sai?" "perchè non lo sono neppure io" dissi spiegando le mie piccole alucce bianche. Lui ancora più spaventato di prima mi colpì con la sua falce. Caddi a terra in preda a un dolore che mi scuoteva dal profondo dell'animo. Gridai a più non posso, spaventata. In quel momento arrivò Sebastian, mi prese dalle braccia e mi portò da un uomo di nome Undertaker. Gli chiese di guarirmi, pianse e supplicò, ma il becchino disse di non poter fare nulla. A un certo punto gli venne un'idea: prese alcuni libri e unguenti. Io nel frattempo persi conoscenza e diventai sempre più fredda di secondo in secondo. Quando aprì gli occhi ero frastornata. Mi trovavo nella mia stanza, ma sembrava estranea ai miei occhi. Il petto mi faceva male e mi girava la testa. Mi guardai allo specchio e vidi ciò che ero diventata: un demone. Indossavo solo una fascia sul petto che però non mi copriva abbastanza e lasciava vedere uno squarcio suturato da poco. Gridai. Sebastian accorse ma non riuscì a nascondere uno sguardo d'orrore davanti a ciò che ero diventata. Decisi di scappare, quella notte stessa. Andai da Undertaker e gli chiesi di cancellare la memoria di Sebastian. Lui però fece un qualcosa di diverso: modificò le memorie di Sebastian e Grell in modo che l'uno non ricordasse chi mi aveva fatto questo e l'altro non ricordasse per niente l'episodio. Mi disse però che sarebbe durato solo finchè non ci saremmo trovati tutti e tre insieme. 
Non vedevo Sebastian da 500 anni prima di arrivare qui-
Ciel vide tutto ciò che gli era stato raccontato, come fosse un film.
-è tardi, devi andare a dormire o Sebastian mi squarterà viva- 
-Solo una cosa, odi ancora Grell?-
-Non l'ho mai odiato, nè colpevolizzato.-
Lilith accompagnò Ciel fino alla sua stanza. Quando stava per andarsene, il bambino chiese:
-Come si chiamava il tuo precedente padrone?-
dopo una pausa Lilith disse
-Si chiamava Adrian-



ANGOLO DELLA PAZZA ISTERICA  DELL'AUTRICE
si lo so, sono in stramega ritardo ma non avevo la voglia di scrivere xD
Comunqueeeeeee, ora sappiamo il perchè della reazione di Lilith, contenti?
Chi sarà mai questo Adrian? io direi che lo conosciamo abbastanza bene.... 
Fatemi sapere se vi piace. A chi recensisce regalo una foto di sebastian...
S: e quando la scatteresti scusa?
I: fammi una bella posa *scatta foto a raffica*

Bacioni e alla prossima,
Lailah
 

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Capitolo 4
*** Cambiamenti ***


Piccolo avvertimento: nel capitolo è presente uno spoiler di Book of Murder.


Il giorno dopo Sebastian venne a chiamarla di buon'ora. Lei era già pronta, il vestito sistemato, il nastrino rosso intorno al collo e i capelli sparati in tutte le direzioni. 
-Buongiorno- disse Sebastian freddo.
-Buongiorno. Che c'è da fare oggi?- disse allegra, fingendo di non aver notato il gelo provenire dalla voce di Sebastian.
-Oggi mi aiuterai a sbrigare le faccende di casa e a tenere d'occhio quei tre disgraziati. Sei pronta?-
-Hai!-
-Benissimo. Inizieremo preparando la colazione-
-Sissignore!- Disse imitando un buffo saluto militare. Sia lei che suo fratello iniziarono a ridere. Era incredibile come fosse cambiata nel giro di una sola notte. Ora che non doveva più preoccuparsi di nascondere i propri segreti sembrava un'altra, attiva e allegra.
Andarono così in cucina. Mentre Sebastian preparava il thè, Lilith preparava dei dolcetti canticchiando una canzoncina.
Dapprima Sebastian pensò che si limitasse a canticchiare "Greensleeves", ma, prestando più attenzione si accorse che aveva inventato un vero e proprio testo.
"Little critters,
    Come to play with me,
    All the birdies are,
    Singing happily.
    But don't you think
    That they also will
    Be prettier if
    They stay still?
    
The flowers,
    Red, yellow, and blue.
    I will pick the prettiest ones for you.
    And make the perfect flower crown
    For your head
    And now all of the flowers are dead! *giggles*
    
Vroom, vroom *chainsaw noises*
    What a lovely
    Sound
    This makes!
    Cutting
    Everything
    That is
    In my wake.
    But!
    Father says this
    Is not allowed
    So I guess
    I will stop this
    For now~
    
No more
    Critters
    Come to play
    With me
    I can
    No longer hear
    The birdie's
    Melodies
    Well then, Snowball,
    Let's go back inside,
    I am happy just
    To be
    Alive!~*"

Sebastian rimase sconvolto, non tanto per il testo, quanto per la voce di sua sorella. Non l'aveva mai sentita cantare, non dopo l'incidente. 
-Ehm... Lilith?-
-Si?-
-uhm... niente. Sei stonata- 
Lei gli lanciò un mestolo in testa senza nemmeno alzare lo sguardo dall'impasto, centrandolo in pieno.
"AHIA!" Lilith non potè trattenersi dal ridere.

-Vado a svegliare il bocchan. Tu non combinare casini!- Un'altro mestolo lo centrò in pieno. Sebastian iniziò a pensare che ne avesse una collezione intera.
Mentre il conte faceva colazione, Lilith e Sebastian adempivano a i loro compiti di maggiordomo e cameriera. Ad un certo punto suonò il grande campanello, annunciando l'arrivo di qualcuno.
Sebastian corse Verso la porta e Lilith si affrettò a seguirlo. Sull'uscio vi erano due persone. Erano due uomini coi capelli e gli abiti bianchi come la neve. Istintivamente Lilith fu portata a ritrarsi da quel candore ma ricordò la promessa fatta a sè stessa la notte prima.

Mentre guardava il giovane conte dormire, si rese conto che entrambi avevano avuto un passato burrascoso, ma Ciel, al contrario di lei, era riuscito a superarlo e faceva dei suoi ricordi la sua forza e la sua ragione di andare avanti. Pensava a quanto era stata stupida a reagire in quel modo, quando si ritrovò davanti a una porta che non era la sua. Che stupida! Era così presa dai suoi pensieri che si era dimenticata di guardare dove andava!
"il 100% delle tue capacità cerebrali disponibili e ti perdi come una bambina di due anni!"
Appoggiò una mano alla porta, decisa a bussare per chiedere indicazioni quando l'essenza di suo fratello l'avvolse.
"è la sua camera"
Appoggiò  delicatamente le mani sulla porta e si concentrò per riuscire a vedere. All'improvviso la porta scomparve. Lilith sapeva che in realtà c'era ancora ma, ai suoi occhi, era diventata un vetro unidirezionale. Vide suo fratello seduto sul letto, le spalle appoggiate al muro, una lacrima scendeva dai suoi occhi chiusi. Lilith si allontanò arretando. Non appena le sue mani lasciarono la porta, questa tornò come prima. Cercò di concentrarsi e trovò finalmente la sua scia. Non appena si richiuse la porta della sua camera alle spalle, si accasciò sul pavimento ricominciando a piangere. La vista di quella lacrima l'aveva sconvolta. Non poteva permettere che suo fratello si riducesse in quello stato. Non era forse per quel motivo che se n'era andata, 500 anni or sono? 
Fece una promessa a sè stessa: non avrebbe mai più permesso al suo passato di influenzarla. Non avrebbe più reagito alla vista di un'abito bianco, di Grell o di chissacchè. Chiuse i suoi ricordi in un angolo della mente, si rialzò e prese lo specchio che aveva poggiato sulla toeletta. Guardò il suo riflesso e, per un solo istante, vide sè stessa prima dell'incidente. Il vetro si crepò sotto il suo sguardo. Sospirò e passò una mano sul vetro che si riparò all'istante. Non poteva distruggere ttto ciò che guardava solo perchè era arrabbiata! Si stese sul letto, pronta a far finire quella lunga giornata.


Così al posto di arretrare, si avvicinò di un passo ai due uomini. Sebastian le gettò un'occhiata sbalordita, ma non disse nulla. I due personaggi si presentarono come i "double Gray" , anche se era ovvio che conoscessero Sebastian, e che lui conoscesse loro. 
-Dobbiamo parlare col conte Phantomhive, ordini di sua maestà- disse il più giovane dei due. Sebastian li fece accomodare, ma Lilith non riuscì a non notare un sentimento di sospetto provenire da quell'uomo che aveva parlato. Stava meditando su quale modo sarebbe stato più appropriato per toccargli la mano e confermare o smentire i suoi sospetti quando entrò Ciel. Si avvicinò ai due uomini e, rivolto soprattutto al piùà giovane, disse:
-Cosa desidera Sua Maestà?- 
-Conte Phantomhive, siamo stati informati di delle morti molto sospette. Tutti uomini, di età variabile tra i 19 e i 30 anni, morti improvvisamente di arresto cardiaco. Tutti i casi godevano di ottima salute. Sua Maestà ha giudicato ciò un pericolo per il suo popolo e ci manda a chiederle di indagare in quanto Cane da Guardia.-
-Dite alla regina che mi impegnerò per quanto sarà possibile.-
I due uomini stavano per congedarsi quando si accorsero di Lilith che era silenziosamente rimasta al fianco di suo fratello. 
-Vedo che avete una nuova cameriera, conte.- disse il più giovane -Che gioiellino- Aggiunse sfiorandole il viso. 
Ed eccola l'occasione! In un frammento di secondo vagliò tutti i ricordi dell'uomo, che le vennero trasmessi da quel tocco. I suoi sospetti vennero confermati. Vide l'uomo stringere un attizzatoio e il corpo di suo fratello per terra, in una pozza di sangue. Lanciò a Sebastian un'occhiata che lui interpretò correttamente.
Ci ha provato. Sono più resistente di qanto lui pensasse.Non ucciderlo. disse muovendo solo le labbra. 
Quando i due uomini si congedarono, Ciel ordinò:
-Sebastian! il mio cappotto! dobbiamo andare a parlare con Lui-
Inutile dire che Lilith era ancora molto sconvolta ma non tardò a posizionarsi dietro al conte, pronta a incontrare questo lui, chiunque egli fosse.

NOTE DELLA PAZZA ISTERICA AUTRICE
Capitolo-ricompensa per il mio ritardo abissale della scorsa volta. avevo scritto una nota che era lunghissima ma il mio computer l'ha cancellata così... ve la riassumo:
Ho cambiato un po' lo stile di scrittura, i mestoli sono una mia vendetta contro sebby, ve se ama ciò.
 (colgo l'occasione per ringraziare MaruEien010 che mi ha recensito il primo capitolo e Akua_Shuzen che ha recensito mentre scrivevo. A voi biscotti, oro e bei Sebastian)
Baci! * il nome della canzone è "mad Father aya's theme" sentitela perchè ne vale la pena

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