I stayed in the darkness with you

di ivi87
(/viewuser.php?uid=119692)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 - And in the dark, I can hear your heartbeat ***
Capitolo 2: *** 2 – I tried to find the sound ***
Capitolo 3: *** 3 - But then it stopped and I was in the darkness ***
Capitolo 4: *** 4 - So darkness I became ***
Capitolo 5: *** 5 - The stars, the moon ***
Capitolo 6: *** 6 - They have all been blown out ***
Capitolo 7: *** 7 - You left me in the dark ***
Capitolo 8: *** 8 – No dawn, no day ***
Capitolo 9: *** 9 - I'm always in this twilight ***
Capitolo 10: *** 10 - In the shadow of your heart ***
Capitolo 11: *** 11 - I took the stars from my eyes and then I made a map ***
Capitolo 12: *** 12 - And knew that somehow I could find my way back ***
Capitolo 13: *** 13 - Then I heard your heartbeating ***
Capitolo 14: *** 14 - You were in the darkness too ***
Capitolo 15: *** 15 - So I stayed in the darkness with you ***



Capitolo 1
*** 1 - And in the dark, I can hear your heartbeat ***





I stayed in the darkness with you

 

 

 # 1 - And in the dark, I can hear your heartbeat

 

 Lui te l’aveva detto.

Eri stata avvisata.

Entrambi avete sentito quelle parole. Ascoltato quella melodia.

Ti ritorna alla mente con violenza mentre abbassi lo sguardo sull’auto in fiamme.

 

“We’ll meet again, don’t know where, don’t know when,

But I know we’ll meet again, some sunny day”

 

Vi siete detti di non perdere la testa.

Non avreste vissuto agli arresti domiciliari per la follia di un serial killer.

Non vi sareste lasciati intimorire, avreste continuato la vostra vita di sempre.

E così avete fatto.

Vi sembrava la cosa migliore.

Eppure perché mentre le lacrime ti rigano il volto e l’odore acre di bruciato ti entra nei polmoni pensi che avreste potuto fare qualcosa per evitarlo?

Chi diavolo si sposa con un serial killer a piede libero che ce l’ha con gli sposi?

Probabilmente tu stessa gli hai dato l’idea, pubblicando l’annuncio del vostro fidanzamento sul  New York Ledger.

Quanto sei stata stupida?

Ti sei lasciata andare. L’amore ti ha annebbiato il cervello.

La tua mente analitica e razionale è stata messa all’angolo dai tuoi sentimenti ed ora ne paghi le conseguenze.

Senti le urla di dolore di Martha ed Alexis, dietro di te.

Ryan ed Esposito stanno telefonando ad ogni autorità del luogo.

Continui a piangere in silenzio senza riuscire a voltarti verso di loro.

Il fuoco ti ipnotizza. È come se ti parlasse. Ti sussurra che è finita.

Stringi i pugni e con decisione li sollevi per asciugarti le guance.

No, non è finita.

Non se il cervello torna ad avere la meglio sul cuore.

Non è finita se riesci a mettere da parte tutto il dolore e l’amore per Castle e torni ad essere il detective Beckett di 5 anni fa.

Ti concedi un ultimo minuto per dirgli mentalmente addio, a lui, e alla parte di te a cui hai appena rinunciato.

Riapri gli occhi ed è come se fossi un’altra persona.

Ascolti le voci alle tue spalle.

Esposito sta sussurrando a Ryan di controllare le visite che Bracken ha ricevuto in cella da quando è stato arrestato sino ad ora.

Ryan gli risponde che sarebbe bene controllare anche le telefonate partite dal carcere e i movimenti del suo avvocato.

Sono convinti inoltre che ci sia la possibilità che l’ex senatore abbia corrotto qualche secondino come fece in passato per liberare Lockwood.

Immagazzini ogni loro parola. Lo credono un atto di vendetta di Bracken nei tuoi confronti.

Ma il tuo istinto non ne è convinto.

Senti nel profondo che quel capitolo è completamente chiuso.

Finalmente ti volti e cerchi di ignorare tutti quegli sguardi atterriti e devastati.

“Non è stato Bracken”, esclami asciutta “È stato Jerry Tyson”.

Li vedi sussultare mentre ti chiedono come puoi esserne così certa.

Non rispondi ma sai che Tyson non aspettava altro.

Sai che ne sarebbe capace.

Dovresti credere che sia solamente uscito di strada? 

L’unico uomo che sia mai riuscito a tenere testa al famigerato 3xk muore per un fatale incidente stradale?

Tyson l’ha spinto fuori strada di proposito per eliminare il suo avversario e rovinare la tua vita togliendoti l’unico uomo che tu abbia veramente amato.

Purtroppo non lo puoi provare.

L’addestramento da detective ti sta dicendo che non hai una pista valida da seguire.

È solo una tua supposizione.

Il tuo primo pensiero è volato verso quella canzone sentita tempo fa ma la ragione ti sta frenando.

Hai bisogno di prove. Dati. Testimoni. Analisi della scientifica.

Devi andartene da lì e cominciare le indagini.

Eppure, per lunghi interminabili minuti, non riesci a far altro che guardare quell’auto in fiamme sperando che i vigili del fuoco non trovino nessuno al suo interno.

 

 

 

Ivi’s corner:

E rieccomi con una long, non troppo long :)

Se vi va mi piacerebbe intraprendere questo viaggio con voi!

Critiche e consigli sono sempre bene accetti ;)

Inizialmente, volevo scrivere una shot post season finale, ma Ari mi ha convinto *cough* costretto!!! *cough* a proseguirla, quindi se sono qui a tediarvi è anche per colpa sua dato che mi ha aiutata a gettare le basi di questa storia u.u Lovviuuuuu

Reb e Zia Moni mi hanno spiegato come usare paint perciò se il banner non mi è venuto proprio una schifess è merito loro :) thaaanks (ma chiedo scusa per le dimensioni enormi, nei prossimi capitoli lo rimpicciolisco :-// )

La mia beta, è sempre lei, la nocciolina super più, multitasking che non dorme mai!

Altri ringraziamenti nei prossimi capitoli ahahah altrimenti l’angolo diventa chilometricoooo.


See you soon,

 
Ivi87

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2 – I tried to find the sound ***





# 2 – I tried to find the sound

 

 

Rientri a grandi passi nella stanza in cui ti sei preparata per il giorno che doveva essere il più importante della tua vita.

Adesso non vedi l’ora di levarti quel vestito e tutto quello che rappresenta.

Hai portato con te Martha e Alexis che, disperate, ti aspettano nella stanza accanto.

Lei hai dovute portare via di peso mentre i vigili del fuoco cercavano di domare le fiamme e gli uomini della Scientifica si occupavano di raccogliere i pezzi dell’automobile e di fare i dovuti rilievi sull’asfalto.

Ti senti meschina ma non vuoi stare con le due donne.

Non senza unirti a loro nella disperazione. Non senza almeno avere delle risposte, delle certezze.

Siete ancora in attesa di sapere se l’uomo che tutte e tre amate sia davvero in quell’auto.

Te lo sei ripromessa. Non ti saresti lasciata coinvolgere dalle emozioni.

Non ti puoi permettere di pensare alla morte di Castle nemmeno per un secondo o non riusciresti mai a trovare il responsabile.

Non riusciresti nemmeno ad alzarti dal letto. A mangiare. A dormire. A respirare.

Un leggero bussare ti impedisce di iniziare a spogliarti.

Alexis si avvicina con gli occhi gonfi pieni di lacrime e quando ti vede con ancora l’abito bianco addosso scoppia di nuovo a piangere.

Senti il tuo cuore contrarsi e gli occhi inumidirsi.

No, nessun cedimento, Kate!

“Alexis...”, le dici tornando lucida.

“È morto... è morto, Kate... papà è morto...”, biascica la ragazza tra i singhiozzi.

Respiri a fatica cercando di non perdere il controllo anche tu.

La abbracci, almeno questo non puoi evitarlo e dolcemente la conduci fuori, nell’altra stanza con Martha “Datemi solo un paio di minuti per cambiarmi”, dici ad entrambe.

Richiudi la porta alle tue spalle e ti ci appoggi.

Non piangere.

Continui a ripetertelo. Devi restare concentrata.

Hai un serial killer da prendere.

Annuisci davanti allo specchio in accordo con i tuoi pensieri.

Non piangere.

Scorri con forza la cerniera sul fianco dell’abito.

Ti chini in avanti per accompagnare il vestito a terra e una lacrima sfugge al tuo controllo.

Non piangere. Non ti serve a niente!

Scalci il vestito lontano da te, assieme a quella piccola goccia impudente che non ti ha voluto ascoltare.

Allontani anche le scarpe bianche restando in biancheria intima.

Ti avvicini allo specchio e ti togli gli orecchini di Martha.

Non pensare al momento in cui te li ha dati!

Troppo tardi. Altre due lacrime ignorano il tuo volere.

Ti pulisci il volto ma solo per dar spazio ad altre goccioline.

“No”, ti rimproveri, già con la voce strozzata.

Decidi di ignorare le lacrime, ma mentre sciogli l’acconciatura e liberi i capelli sulle spalle ti accorgi di stare singhiozzando.

No, no,no...

Ma è inutile. Sei riversa sul lavandino del bagno che ti ha prontamente sorretto e poi piano ti accasci a terra.

Piangendo. Gridando. Invocando un Dio che con te non ha mai avuto pietà.

Speravi di non provare più nulla del genere dopo la morte di tua madre ed invece sei punto e a capo.

Ci hai provato a tornare la Beckett di una volta ma non hai tenuto conto del fatto che l’uomo che ora hai perso ti ha cambiata per sempre.

Non sarai mai più la stessa persona di prima.

Non sei più in grado di accantonare i tuoi sentimenti in un angolino.

Senti solo male. Male proprio lì. Al cuore.

Forse è anche per questo che non ti accorgi di non essere sola in quel momento; che qualcuno è entrato e si è inginocchiato accanto a te.

Il dolore che provi pensando a Rick è così grande che quel piccolo pizzicore al collo non è nemmeno degno di nota.

Ti immagini una vita vuota e buia senza di lui. Ed è proprio il buio quello che poco alla volta ti circonda nella sua morsa, fino a farti perdere i sensi.

 

 

 

Ivi’s corner:

Non avrete davvero creduto che sarebbe stato così facile per Kate rialzare il muro e ignorare i suoi sentimenti, vero?

Più li rinchiudi e più quelli riaffiorano, mia cara.

E adesso?

 

Stay tuned, guys! Questa pazza pubblica a tradimento, quando meno ve l’aspettate :-D

 

Buon ferragosto e buon weekend lungo a tutti :-*

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3 - But then it stopped and I was in the darkness ***





# 3 - But then it stopped and I was in the darkness

 

 
Con molta fatica apri gli occhi, colpiti immediatamente da una forte luce.

Li richiudi subito, aprendoli appena in modo da lasciarli abituare al forte chiarore.

Il costante bip di un monitor ti costringe a guardare alla tua sinistra.

Sembra uno di quegli strumenti che controllano le pulsazioni in ospedale.

Ospedale?

Cerchi di riacquistare lucidità e sì, sei in un letto d’ospedale con dei piccoli tubicini che ti escono da entrambe le braccia.

Sono svenuta?

Ricordi di essere stata invasa dal dolore nel bagno della vostra camera da letto nella casa degli Hamptons.

Gli occhi ti si inumidiscono al solo pensiero ma quando cerchi di portarti le mani al volto ti accorgi di non riuscire.

Ti fanno male.

Hai dolori ovunque a dire il vero.

Come se ogni tuo muscolo del corpo fosse stato preso a pugni.

Senti il bip aumentare di velocità.

Sei agitata e spaventata.

Perche mi fa male tutto?

Un mugugno alla tua destra ti fa voltare di scatto.

C’è un altro letto accanto e te.

Il suo occupante pare in procinto di svegliarsi.

Quando il suo viso si volta verso il tuo vorresti urlare.

Urlare il suo nome. Urlare di gioia. Urlare e basta.

Ma persino le corde vocali ti bruciano.

La velocità delle tue pulsazioni cardiache rischia di mandare in tilt l’elettrocardiografo e ti sembra che il cuore ti stia per scoppiare dal petto.

Un’infermiera compare allarmata davanti a te.

“Signorina, la prego... deve restare calma”.

Si è messa proprio davanti a te e l’altro letto.

Non riesci più a vederlo e il monitor segna che sei vicina all’arresto cardiaco.

“Ci vuole un tranquillante”, esclama l’infermiera ma un’altra voce le impedisce di somministrarti alcunché. Una voce che ben conosci.

“Kate, guardami... Kate, tesoro ti devi calmare, ok?”, Lanie ti accarezza il viso, fissandoti con fermezza negli occhi.

E nel suo sguardo trovi qualcosa di inaspettatamente rassicurante.

O forse non poi così inaspettato. È la tua migliore amica, ti fidi di lei.

“Guardami. Respira con me”, ti dice ancora.

La vedi prendere dei lenti e lunghi respiri e, come ipnotizzata, le dai retta.

Una, due, tre volte, fino a che il tuo battito torna regolare.

Poi però ti ricordi del letto accanto al tuo e ti volti verso di lui cercando di scendere e raggiungerlo.

Ovviamente il resto del tuo corpo non ti segue.

“Tesoro, ascoltami. Sei troppo debilitata per muoverti”.

Ti senti inerme e non ne conosci il motivo.

Guardi di nuovo verso l’unica cosa certa.

Castle è vivo, nel letto accanto al tuo.

“Sta bene”, ti rassicura Lanie “Beh... diciamo che sta nelle tue stesse condizioni...”.

Non capisci. L’incidente...l’auto in fiamme...

“Continua a respirare”, ti ammonisce intuendo la tua confusione “Riesci a dirmi qual è l’ultima cosa che ti ricordi?”.

Provi a parlare ma ti brucia la gola e nessun suono esce dalla tua bocca.

“Va bene così, non ti sforzare, ti sei appena ripresa...fammi solo un cenno con la testa” annuisci e lei prosegue “Ti ricordi che ti ho portato il vestito di tua madre e ti ho lasciata sola con Martha?”.

Fai segno di sì con la testa.

“Bene”, Lanie ti accarezza una guancia e continua “Ti ricordi dell’incidente di Castle con l’auto?”.

Annuisci ancora, con le lacrime di nuovo pronte ad uscire.

“Ricordi di essere tornata alla villa a cambiarti?”.

Resti ad occhi chiusi mentre le dai un altro sì.

“E dopo? Ricordi qualcosa dopo?”.

No. L’ultima cosa che ricordi è che sei crollata mentre ti stavi cambiando.

Scuoti la testa mentre inizi a piangere silenziosamente.

“Nient’altro?”, domanda ancora, asciugandoti le guance.

Scuoti di nuovo la testa.

Lanie invece annuisce a sguardo basso, come se la sua domanda fosse solo una formalità e la tua risposta le avesse confermato quanto lei già sapesse.

Un altro mugolio annuncia l’imminente risveglio di Castle.

Lanie lo guarda per un attimo e poi torna a rivolgersi a te “Tesoro, abbiamo molte cose di cui parlare non appena si sarà svegliato anche Castle. Ma ora ti lascio riposare ancora un po’”.

La tua amica cerca di allontanarsi ma riesci a prenderle la mano, fermandola.

“Lanie”, sussurri il suo nome con appena un filo di voce, provocandoti una dolorosa fitta alla gola.

Sono gli occhi della dottoressa, ora, ad inumidirsi “Tesoro...non so proprio come dirtelo”.

Insisti, con gli occhi fissi nei suoi, supplicandola di darti una risposta e di placare la tua confusione.

Lanie si siede con attenzione vicino a te “Kate, da quel giorno...dall’incidente...”, si asciuga veloce le lacrime e con un sospiro si fa forza e quello che dice ti lascia senza fiato “...è passato un anno”.

 

 

Ivi’s corner:

 
*tatatataaaaaan* musichetta tipica dei colpi di scena, ahahahahahah :)

Ora, non mi cacciate subito nel bunker >.< non c’è nessuna hostess incinta quindi non vedo perché vi dovreste arrabbiare con me u.u

 
Alla prossimaaaaa :-**

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4 - So darkness I became ***





# 4 - So darkness I became

 

 
Ti hanno dovuta sedare dopo le parole di Lanie.

Continuano a ripeterti che devi restare calma e che non sei nelle condizioni di sopportare forti stress ma nessuno ti spiega perché.

Ti guardano tutti come se potessi crollare da un momento all’altro.

Appena riesci ad aprire gli occhi controlli che Castle sia ancora accanto a te.

È sveglio. Fissa il soffitto.

Cerchi di attirare la sua attenzione e quando ci riesci ti regala un meraviglioso sorriso mentre tenta di allungare un braccio verso di te.

Fai lo stesso, nonostante l’indolenzimento dei muscoli, ma siete troppo distanti. Riuscite solamente a sfiorarvi le punte delle dita.

Solo quel minimo contatto riesce in qualche modo a darvi serenità almeno per un attimo.

Poi il suo sguardo si incupisce.

È passato un anno.

Realizzi che probabilmente ne è venuto a conoscenza mente dormivi.

Come è possibile? Sono impazziti tutti?

A te sembra passato solamente un giorno.

“Come stai?”, la sua voce è a malapena udibile.

Lanie ha ragione, siete nelle stesse condizioni.

“Confusa” ti brucia la gola ma vuoi rispondergli “E stanca”.

Castle annuisce “Idem”, sussurra, cercando di rassicurarti con un sorriso anche se vedi che gli costa molta fatica.

“Ehi, siete svegli”, la voce di Jim vi distoglie dal vostro momento.

Lanie è con lui.

Si posizionano in mezzo ai vostri due letti. Jim accanto a te e Lanie vicina a Castle.

“Tua madre e tua figlia stanno arrivando”, dice Lanie a Rick.

Lo vedi annuire mentre tuo padre si china a darti un bacio in fronte “La mia bambina”, lo senti mormorare.

“Papà...”, cerchi di chiamarlo ma lui ti ferma “Shh, non parlare”, ti ammonisce e poi guarda anche Castle “Dovete solo ascoltare”.

“Non  sarà piacevole”, ammette Lanie “Ma dovete sapere come sono andate le cose”.

“Un anno?”, le domanda con voce rauca, lo scrittore.

Tuo padre annuisce tristemente mentre Lanie gli risponde “Sì, Castle, dal tuo ultimo ricordo”, si gira verso di te per spiegarti quello che lei ha già sentito mentre tu eri sedata “Un SUV nero lo ha spinto fuori strada e ha sbattuto la testa contro il volante della macchina...”, assimili quelle parole con un crampo allo stomaco “...da quel momento è passato quasi un anno”, conferma.

Siete visibilmente scossi e disorientati.

“Questo è solo l’inizio, ragazzi”, tuo padre ti stringe la mano “Abbiamo molto da raccontarvi”.

Tu e Castle vi guardate per un istante e poi assieme annuite.

Se questo è l’unico modo per sapere la verità sul perché non ricordate nulla sull’anno appena trascorso e come mai siete entrambi in quello stato, allora ascolterete.

“Partiamo dal giorno del vostro matrimonio. Kate ha ricevuto una telefonata dalla polizia stradale e ci siamo precipitati sul luogo dell’incidente”, Lanie racconta rivolgendo a turno lo sguardo su entrambi “Abbiamo trovato la tua auto in fiamme in una piccola scarpata. Ovviamente i vigili del fuoco e la polizia si sono messi subito all’opera”.

Lo vedi sgranare gli occhi come se stesse ascoltando il racconto del suo stesso funerale, poi annuisci quando Lanie spiega che hai portato via Martha e Alexis in lacrime e che ti sei sentita male nel bagno della vostra camera.

“Qui è dove arrivano i vostri ricordi”, prosegue Jim “Ora vi racconteremo i nostri”.

“I vigili del fuoco non trovarono nessun corpo all’interno dell’auto carbonizzata e questo ci sollevò molto il morale, soprattutto il tuo Kate. Eri a pezzi, senza più stimoli.

Così diversa da come eravamo abituati a conoscerti. Eravamo convinti che ti saresti chiusa in te stessa bandendo le emozioni o che al contrario avresti dato loro sfogo radendo al suolo mezzo mondo dalla disperazione. Invece ti sei spenta. Completamente svuotata”, spiega lentamente Lanie.

“Nessuno di noi riusciva a farti reagire. Non era da te, ma al contempo ti capivamo e comprendevamo il tuo dolore. Soprattutto Martha e Alexis”, aggiunge tuo padre.

Quelle parole ti colpiscono. Non ti ci riconosci.

Ricordi perfettamente che avevi cercato di bloccare ogni sentimento ma, al contrario, questi erano riemersi immediatamente e con violenza.

“Sei stata a letto nella nostra vecchia casa in stato di apatia per due giorni, sino alla grande notizia”.

Lanie si rivolge a Castle “Un pescatore di un piccolo villaggio ai confini con gli Hamptons ti ha trovato a girovagare vicino a casa sua. Ti ha soccorso e ha chiamato la polizia. Eri in stato confusionale i primi giorni ma poi ti sei ricordato di aver sbattuto la testa sul volante a causa dell’impatto ma di non aver perso del tutto i sensi. Sei riuscito ad uscire dall’auto e hai cominciato a camminare senza sosta, sorreggendoti come potevi. Eravamo tutti così felici di averti ritrovato sano e salvo. E tu, Kate, sembravi rinata”.

Ascolti tutto attentamente ma ti sembra la storia di un’altra persona.

Ti volti verso Castle per vedere se anche lui prova lo stesso.

Scuote la testa con vigore mentre il suo monito suona più velocemente.

“Castle, resta calmo”, gli dice Lanie.

Strizza gli occhi come se gli facesse male la testa e intuisci che sta ricordando qualcosa.

“Un uomo... c’era... un uomo...”, biascica deglutendo con forza e ti sembra di avvertire tu stessa il bruciore delle sue corde vocali.

“Sì, sappiamo come sono andate realmente le cose solo da pochi giorni. Ci arriveremo un po’ alla volta, Castle. Ma per spiegarvi cosa è successo vi dobbiamo raccontare i fatti così come li abbiamo vissuti noi. Dal nostro punto di vista”.

“Se vi dicessimo ora la verità trovereste il modo di filarvela da qui persino in queste condizioni e non possiamo permettervelo”, insiste Jim “Non dopo tutto quello che avete e abbiamo passato”.

“Dovete fidarvi, ok? Non crediate che per noi sarà semplice ripercorrere questo anno. Ancora non capisco come sia potuto accadere”, solo ora ti accorgi che Lanie e tuo padre siano evidentemente provati dalla situazione, forse più di voi che non ricordate nulla mentre loro l’hanno vissuta sulla loro pelle.

“Forse è meglio se riposate ancora un po’, Martha e Alexis saranno qui tra poco”.

 

 

 

Ivi’s corner:

 

Non credevate di avere già tutte le risposte vero??? Ahahahha

Ehhhhh ce n’è ancora da leggere :p

Un grazie enorme a tutti per i bei commenti che mi lasciate, mi fate felicissima *-*-*-*

 

Quando meno ve l’aspettate arriverà il capitolo 5 ihihihihhi

 

Buona serata,

Ivi87 :-*

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5 - The stars, the moon ***




# 5 -  The stars, the moon

 

 

Odi questo continuo addormentarti e svegliarti ma devi ammettere che ti senti ogni volta un po’ meglio.

Quando l’infermiera finisce di controllare i tuoi valori sul monitor, vedi Martha seduta accanto a te.

Darling, come ti senti?”.

L’espressione sul suo volto è simile a quella di Lanie.

Chissà da quanto non dormono.

Da certi loro sguardi diresti quasi che si sentono in colpa, ma probabilmente ti sbagli. Non sei ancora molto lucida.

“Sotto un treno”, le rispondi scherzando e ti accorgi che la gola inizia ad andare meglio.

“Riesci a parlare!”, solo ora ti volti e vedi Alexis accanto a suo padre, anche lui appena sveglio “Ci avevano detto che avreste fatto fatica”.

Annuisci e cerchi di sorriderle “Brucia un po’ ma va meglio di stamattina”.

Martha sorride felice “I dottori hanno detto che siete in perfetta salute! È solo che i vostri corpi devono riprendersi pian piano”.

“Riprenderci da cosa, esattamente?”, la voce di Castle è ancora roca e bassa, invece.

Le due donne si guardano come se fossero state colte in fallo “Una cosa per volta, miei cari”.

“Lanie ci ha spiegato che vi ha parlato di cosa è successo quando ti abbiamo ritrovato, papà”.

“Ora vi diremo dei giorni successivi”, esclama Martha con un gran sospiro.

Alexis si siede sul letto di suo padre e inizia a raccontare “Vedervi assieme era bellissimo. Sembravate ancora più innamorati”, sorride guardandoci “Eravate pieni di attenzioni l’uno per l’altra molto più di prima. Si vedeva tantissimo ed era del tutto normale dopo quello che avevate passato. Non vi si riusciva più a scollare! Prima non vi sareste mai lasciati andare a baci ed effusioni in pubblico, siete sempre stati molto riservati anche davanti a noi o ai vostri amici”.

Lo guardi e vedi che anche lui è perplesso.

Così come non ti riconoscevi nelle parole di tuo padre quella mattina ora ti senti strana a sentire che tu e Castle non vi facevate problemi a baciarvi davanti a tutti.

Vi era già capitato di scambiarvi gesti romantici davanti ai vostri amici o parenti ovviamente, ma non siete il tipo di coppia che passa ogni minuto a baciarsi, specialmente se non siete soli.

“Lo so che vi sembra strano ma eravate così intensi e ogni volta che ve lo si faceva notare rispondevate che la paura di perdervi aveva rafforzato il vostro amore”, spiega immediatamente Martha.

Alexis annuisce concorde e prosegue “Ma non era l’unico aspetto di voi che era cambiato. Ad esempio, papà, non ti interessavi molto ai miei studi e all’università, ma cercavo di non darci peso. Avevi un nuovo libro da scrivere e ammetto che un po’ di indipendenza in più non mi è dispiaciuta. Ad ogni modo nessuno di noi ha mai pensato che superaste l’accaduto in un paio di settimane quindi giudicavamo ‘normali’ ogni vostra stranezza”.

Castle che non tempesta Alexis di domande sulla scuola, i ragazzi e i professori?

Come hanno potuto giudicarlo normale?

Sai che anche lui sta pensando la stessa cosa in questo momento, ma comunque ancora non capisci come avete potuto dimenticarvi un anno di vita, soprattutto dopo esservi comportati così.

“Ti chiedo scusa”, mormora Castle.

A quelle parole, Alexis sembra sull’orlo di scoppiare a piangere “No, papà! Assolutamente non devi sentirti in colpa!” .

Padre e figlia si guardano negli occhi come se cercassero di comunicare telepaticamente e decidi di spezzare almeno un po’ quella tensione “Io, invece? Cosa ho combinato?”.   

Martha si stringe nelle spalle “Inizialmente ho creduto che fossi ancora scossa per aver creduto Richard morto ma con il passare dei mesi insistevi nel non volere più riorganizzare la cerimonia”.

Alexis aiuta sua nonna “E tu papà eri d’accordo. Dicevate che dopo tutto quello che avevate passato in questi anni volevate solo starvene in pace”.

Ti sembra tutto così assurdo. Proprio per tutto quello che avete passato non vedi l’ora di sposare Castle.

“Vi posso assicurare che niente mi impedirà di sposarmi non appena riuscirò ad uscire di qui!” esclami sforzando la voce.

Castle allunga la mano verso di lei sino a quando le loro dita non riescono a sfiorarsi di nuovo “Non avrei saputo dirlo meglio”.

In quel momento un giovane infermiere entra nella loro stanza “Scusate, devo cambiare la flebo ad entrambi”, annuncia lanciando un’occhiata velata di malizia ad Alexis, la quale arrossisce all’istante.

Martha lo lascia lavorare ma prima che possa uscire si schiarisce la voce attirando l’attenzione di tutti i presenti “Giovanotto, crede sia possibile avvicinare un po’ di più i loro letti?”, domanda l’attrice, dispiaciuta che suo figlio e Kate non riescano nemmeno a tenersi per mano.

Castle e Beckett guardano speranzosi l’infermiere “Oh, no signora mi dispiace. Il primario ha già chiuso un occhio nel lasciarli in stanza assieme”.

Alexis interviene sperando di avere sul serio un certo ascendente su di lui “Intendi dire che la dottoressa Parish non gli ha dato un attimo di respiro finchè non ha acconsentito”, la ragazza addolcisce lo sguardo e si arriccia una ciocca di capelli tra le dita.

L’infermiere sembra estasiato “Già...”, biascica alla sua affermazione.

“Davvero non possiamo avvicinare un po’ i letti? Solo qualche centimetro”, Alexis corruccia le labbra in un piccolo broncio “Le prese dei monitor sono vicine e i cavi sono lunghi...e tu sembri molto forte...,” dondola un po’ le spalle come se fosse una bambina piccola.

“Oh...beh...io...” il ragazzo è visibilmente combattuto tra il fare il suo dovere e compiacere la bella rossa, fissa prima lei e poi i due ricoverati “... credo... sì, penso si possa fare...”.

Castle rotea gli occhi mentre l’infermiere sblocca le rotelle del suo letto e lo avvicina di almeno due spanne a quello di Kate.

“Mi sento male”, esclama alla figlia, una volta uscito il giovane.

Martha invece si inchina “I miei complimenti tesoro, buon sangue non mente. Ha solo saltato una generazione!”.

“Mi sento molto male”, ribatte lo scrittore.

Alexis sorride un po’ in imbarazzo “Grazie, ma è stata Kate a consigliarmi di fare la svenevole”.

“Cosa?”, esclami esterrefatta. Mai e poi mai le avresti dato un consiglio del genere. 

Castle chiude gli occhi inspirando ed espirando per calmarsi “Ora mi sento malissimo!”.

“Beh...non proprio... mi serviva un consiglio su come conquistare un ragazzo e tu... beh, lasciamo stare non è importante adesso...”.

La voce di un’infermiera risuona dall’altoparlante nei corridoi per annunciare la fine dell’orario di visite.

“Riposate ora, torneremo domattina”, Martha si avvicina e bacia entrambi sulla fronte.

Una volta soli vi prendete istintivamente per mano.

Sorridete nel vedere come adesso le vostre mani si incastrino perfettamente l’una dentro l’altra.

Vi scordate per qualche minuto dell’assurda situazione che state vivendo.

Ci siete solo voi due e il vostro bacio segreto con le mani.

 

 

Ivi’s corner:

 
Awww ma che amorottolini sono???? *-*-*-*-*

Tutti disinibiti questi Caskett smemorini eh! Mah! E manco se lo ricordano!

Chissà se al prossimo giro ne saprete di più... :-p ihihihihihi

 
Buon inizio settimana a tutti :-**

 
Ivi87

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6 - They have all been blown out ***





# 6 - They have all been blown out

 

 

L’infermiera a cui è toccato il turno di notte doveva avere altri programmi quella sera a giudicare dalla quantità di sbuffi che senti mentre fingi di dormire.

La percepisci accanto a te, vicino al monitor che mostra le tue funzioni vitali e poi si allontana verso quello di Castle.

Immobile, aspetti che faccia il suo dovere e solo quando lei esce dalla vostra stanza osi aprire gli occhi.

È quasi una settimana che sei costretta a stare sdraiata e cominci a sentirti in trappola.

Non sei tipo che ozia a letto o che resta inattiva per troppo tempo e quella degenza forzata ti sta facendo impazzire più dei racconti assurdi dei vostri famigliari e amici.

Un paio di infermieri vi aiutano a riattivare i muscoli atrofizzati massaggiandoli e piegandoli varie volte ma di camminare o muoversi liberamente ancora non se ne parla.

In definitiva l’unico movimento che fate è portare la forchetta dal piatto alla bocca.

Sospiri afflitta. Almeno ora riuscite a parlare quasi normalmente e le corde vocali non vi bruciano più.

La cosa peggiore di quella situazione è il non sapere.

Siete ricoverati in ospedale e non sapete il perché.

Non vi ricordate niente dell’ultimo anno e nessuno vi dice nulla.

La scusa più gettonata è quella di non stressarvi ulteriormente e di non turbarvi.

Così sì che stiamo calmi e rilassati.

Meno i vostri amici vi vogliono dire, più capite che deve essere grave.

E allora come stare calmi?

Il bip dell’elettrocardiografo aumenta di velocità, sottolineando la tua agitazione.

Riprendi il controllo e cerchi di calmarti o nessuno vi racconterà più nulla se ogni volta vieni sedata.

Concentrati sulle cose importanti.

Sono viva.

Castle è vivo.

Siamo insieme.

Le pulsazioni tornano immediatamente regolari anche se nulla ti impedisce di domandarti come ha avuto inizio tutto questo e perché non te lo ricordi.

“Vuoi sentire la mia teoria?”.

Ti volti verso la sua voce e grazie alla poca luce che filtra dalla finestra scorgi il suo profilo, anche lui insonne, perso a fissare il soffitto.

“Sì”, gli rispondi.

“Gli alieni ci hanno fatto il lavaggio del cervello”.

Sorridi grata di averlo come compagno.

Compagno di vita e, mai come ora, compagno di stanza.

Basta una stupida battuta per sentirti in pace.

Per farti battere il cuore.

Perché lui deve farti ridere, deve alleggerire i tuoi pensieri a costo di fare lo stupido.

Ci sono momenti nella vita in cui è giusto essere incoscienti e fregarsene delle regole, dei medici, dei parametri vitali.

È questo che pensi mentre scosti le coperte e ti togli i sensori da petto.

Scendi piano dal letto e ti accorgi di quanto il tuo corpo ti sembri pesante da sorreggere.

“Kate, sei impazzita? Torna a letto!”, la preoccupazione nella voce di Castle non ti frena.

Ti appoggi al muro e hai la fortissima sensazione che siano trascorsi secoli dall’ultima volta che hai camminato.

Ti gira un po’ la testa quando finalmente arrivi al suo letto.

“Ecco fatto”, gli dici sorridendo per nascondere il dolore che hai in tutti i muscoli.

“Dovresti essere a letto a dormire” ti rimprovera ma ha già le braccia aperte per accoglierti.

Ti sdrai accanto a lui ed è come se all’improvviso tutto fosse tornato al proprio posto. “Non ho sonno”, confessi sul suo petto “Mi sembra di dormire da una vita”.

Castle ti da un bacio sulla testa “Fra cinque minuti esatti si accorgeranno che qualcosa non va con il tuo monitor e verremo rimproverati a dovere”.

“L’ultimo ricordo che ho è il dolore di saperti morto, per mano di Jerry Tyson, o così credevo in quel momento... Posso sopportare di essere sgridata dalle infermiere. Lascia che mi goda questi miseri cinque minuti”, lo dici stringendoti ancora di più a lui.

“Non sarebbe nello stile del 3xk, dati i nostri trascorsi sarei già morto a quest’ora...”, dice pensieroso “Però ricordo di essere stato tirato fuori dall’auto, Kate... o almeno credo... ma tutti sostengono che io sia uscito da solo barcollando fino al primo paese vicino... forse me lo sto sognando... qualunque cosa ci sia successa, mi sta scombinando il cervello. Stento a credere a quello che ci raccontano, ai  nostri comportamenti. Ma sono i nostri amici e i nostri parenti, non ha senso pensare che stiano mentendo giusto?”

“Mi sento come te”, nemmeno tu hai risposte “Odio non sapere”.

“Quindi dobbiamo capire perché ci siamo comportati così” prosegue Castle “Perché in un anno non abbiamo riorganizzato il matrimonio, perché sembra che pomiciamo davanti a tutti senza il minimo pudore, perché io non mi interesso della vita scolastica di mia figlia e perché mai tu dovresti consigliarle di civettare e fare la smorfiosa con i ragazzi!”, l’ultimo punto viene enunciato come se fosse molto, molto più importante degli altri, facendoti sorridere nuovamente.

Stai per rispondergli quando l’infermiera del turno di notte irrompe trafelata nella stanza.

Si precipita al tuo letto, trovandolo vuoto “Ma che...?”.

Poi ti vede: “Signorina Beckett!”.

“Beccati”, sussurra Castle al tuo orecchio.

“Com’è riuscita ad alzarsi?”, ti domanda mentre ti aiuta a scendere dal letto per ritornare nel tuo.

“Forza di volontà?”, le rispondi prontamente.

“Mi voleva troppo”, dice invece Castle.

Gli getti un’occhiataccia mentre lo scopri intento a sbirciare nell’apertura del camice sulla tua schiena.

“Non si sarebbe dovuta staccare gli elettrodi ed è stato estremamente rischioso alzarsi così!”, ti ammonisce la ragazza.

“Se sapessi con esattezza la mia condizione fisica potrei valutare meglio cosa è o non è rischioso”, ribatti con fermezza.

“Voi dovete solo fare quello che vi dicono i dottori, sono qui apposta per farvi stare meglio”.

Non rispondi altro perché sai che ha ragione, lasci che ricolleghi il monitor e che ti rimbocchi le coperte.

“Ha le rotelle questo aggeggio?”, le domandi colta da un’improvvisa idea.

“Sì, perché?”.

“Perché le posso assicurare che quello che è successo stanotte  accadrà ancora e ancora solo che stavolta porterò con me il monitor”.

“Ma... no, lei.. non può...”, cerca di replicare la povera infermiera a cui siete capitati.

“Avvisi pure le altre infermiere, il primario o chi vuole lei!”.

“Adoro quando è così ostinata!!”, dice Castle rivolto alla ragazza.

La vedi scuotere la testa. Un po’ ti dispiace, sta solo facendo il suo lavoro.

Si avvia verso la porta della vostra stanza ma sulla soglia si volta con un sorriso comprensivo in volto “Voi due mi metterete nei guai”.

 

 

Ivi’s corner:

 
Un po’ di romanticismo in questo sabato nuvoloso, almeno qui da me :)

spero che da voi ci sia il sole *-*

 
Nessuna risposta in questo capitolo ma su che i Caskett pucci pucci vi vanno bene lo stesso, no?

 
Scusate l’attesa, avrei voluto pubblicare giovedì sera x festeggiare i pugni indomiti di Nathan e la foto spoiler di Arrow (ujdhvbfuefuioeouifb) ma poi sono andata al cinema e non ce l’ho fatta >.<

 
Anyway, buon weekend!

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7 - You left me in the dark ***





# 7 - You left me in the dark

 

 

Sei da poco tornata nel tuo letto perché non riuscivi a dormire.

Più passano i giorni e più avverti questa strana sensazione alla bocca dello stomaco.

Inquietudine.

Ti volti a controllare che Castle stia ancora dormendo e poi ti allunghi verso il mobiletto che ti fa da comodino.

Giorni fa hai chiesto a Martha se ti poteva portare un beauty con dentro il minimo indispensabile per curarti almeno un pò. Ovviamente ti ha portato mezzo bagno asserendo che essere ricoverate in ospedale non è una buona scusa per trascurarsi.

Così ti spalmi un po’ di crema idratante sul viso con gesti lenti e circolari.

Poi prendi lo specchio da viaggio e cerchi di tenerlo in equilibrio tra la pancia e le ginocchia e con la spazzola inizi a pettinarti.

Quasi non riconosci il volto che lo specchio riflette.

Tu concentri sui capelli.

Spazzolate lente. Lunghi respiri.

Ma come sempre, da quando eri ragazza, più cerchi di restare calma più l’inquietudine prende il sopravvento.

Ryan ed Esposito hanno promesso che oggi vi avrebbero raccontato un altro importante pezzetto della vicenda.

La cosa ti ha sollevata inizialmente, poi dai loro volti e dalle loro voci hai capito che non sarà niente di buono.

Cambi ciocca di capelli e riprendi a spazzolare.

Quello che ti raccontano ha senso e allo stesso tempo non ne ha.

Quella che descrivono sei tu ma non ti ci ritrovi.

Le teorie aliene di Castle non sono totalmente da escludere, a questo punto.

Quando non senti altri nodi, posi la spazzola e cerchi di farti una semplice treccia che ricade sulla spalla destra.

Almeno così staranno a posto per un po’, nonostante abbiano bisogno di essere lavati.

“Sei bellissima”, lo senti mormorare mentre sbadiglia.

“Non è divertente, Castle! Ho seriamente bisogno di farmi un bagno. Sono stanca di lavarmi sempre a pezzi!” .

“Di buonumore vedo!”, commenta con sarcasmo allungando la mano verso di te.

La afferri immediatamente “Scusa... non ho dormito molto... sono preoccupata”.

“Per quello che ci devono dire i ragazzi?”, Castle ti vede annuire e con il pollice ti accarezza il dorso della mano “Magari questa volta sono belle notizie”.

Scuoti la testa “Come fai ad essere così positivo?”.

“Siamo vivi, già questo di per sé mi fa andare avanti”, ti dice con quello sguardo amorevole che riserva solo per te.

“Lo so, davvero... ma continuo a sentirmi come un burattino... una pedina...”, cerchi di spiegargli “Non mi sento padrona della mia vita in questo momento”.

Lui ti sorride “Non fa piacere a nessuno credimi, ma capisco che per te sia peggio. Sei la persona più indipendente che io conosca” poi si illumina “Anche se da un paio di anni hai sviluppato una seria dipendenza dai Castle”.

Ridi. Gli regali quella risata che sai che adora “Ah, sì. Ho una deleteria dipendenza dai Castle”. 

La cosa che più tormenta il tuo scrittore invece è la noia.

Quando siete in camera da soli senza famigliari o dottori non avete niente da fare.

Parlate, certo. Ma gli argomenti tendono ad esaurirsi velocemente quando hai così tanto tempo a disposizione.

“Non posso credere che ci abbiano nascosto il telecomando della televisione e requisito i cellulari”, sbuffa annoiato, cercando di lisciare per bene le coperte giusto per avere qualcosa da fare.

“Lo sai, niente contatti con il 2015 finchè non finiscono di raccontarci del 2014”, gli ricordi, seccata quanto lui.

“Cosa mai potremmo apprendere dalla tv? I Brangelina si sono lasciati? J.K. Rowling ha deciso di scrivere l’ottavo libro di Harry Potter?” comincia ad elencare svogliato. “Oddio!”, si riprende immediatamente “Speriamo che le azioni della Apple non siano precipitate!!”.

“Non hai visto medici e infermiere sempre con l’i-Pad in mano? Non credo esista più una cartella clinica cartacea... direi che puoi stare tranquillo, Castle”.

“Speriamo...”.

Sentite un lieve bussare alla porta della vostra stanza e vedete sbucare la testa di Ryan.

“Oh, bene, siete svegli”, dice aprendo completamente la porta.

Dietro di lui entrano Esposito e, con vostra grande sorpresa, Gina.

“Come vi sentite?”, domanda Ryan.

“Annoiati” rispondete contemporaneamente, facendoli sorridere.

“A tal proposito vi ho portato le ultime uscite della Black Pawn”,  Gina appoggia su un tavolino qualche libro “Così, per ammazzare il tempo...”.

“Oh, finalmente qualcosa da fare, rischiavamo seriamente di metterci a parlare e a comunicare”, esclama lo scrittore fingendo di rabbrividire al sol pensiero.

“Ti ringrazio, sei molto gentile”, le dici ignorando il commento del tuo compagno di stanza.

Tu e Gina non vi frequentate spesso ma con te non si è mai comportata male.

Troppo gentile! Cosa c’è sotto?”, domanda invece Castle.

“Non avere fretta”, si intromette Espo “Ora io e Ryan ti spieghiamo una cosa e poi Gina ti dirà la sua parte”.

“Ecco, lo sapevo...”, sussurri allarmata.

“Circa sei mesi fa hai invitato me e Ryan all’Old Haunt”, Espo si mette accanto al letto di Castle e si siede sul bordo continuando a parlargli “Hai detto che era una cosa importante e volevi parlarcene”.

Ryan annuisce “Inizialmente abbiamo creduto che rivolessi indietro la tua Ferrari”.

Castle apre la bocca ma non riesce ad emettere alcun suono.

Ok, gli alieni gli devono davvero aver fatto il lavaggio del cervello se ha regalato la sua adorata Ferrari.

“F-F-... io... no... cioè... vi ho r-regalato la mia F-Ferrari?”, farfuglia sconvolto.

Storci la bocca per un paio di secondi.

L’idea di aver perso i ricordi un anno di vita non l’hanno sconvolto quanto l’idea di non avere più la sua auto preferita.

Gina incrocia il tuo sguardo intuendo il tuo pensiero ed inaspettatamente vi sorridete complici.

“Sì, amico, dopo l’incidente non hai più voluto guidare!”, gli spiega Javi.

“Da allora hai sempre usato l’autista perciò la Ferrari era sprecata, chiusa in garage...”, aggiunge Kevin “Sei pallido ti senti bene?”.

“La mia piccola...”, bisbiglia affranto.

“Tranquillo è tutto in regola, passaggio di proprietà e scartoffie varie”, sorride Espo, facendo l’occhiolino a Beckett, mentre Castle fissa la sua coperta sconsolato.

“Non è possibile”, scuote la testa incredulo “Non lo farei mai”.

Ridi insieme ai tuoi amici e Gina.

Così intelligente e perspicace eppure così credulone.

“Castle, non lo vedi che ti stanno prendendo in giro?!”, vorresti usare un tono consolatorio ma non riesci a trattenerti dal ridere.

“N-non vi ho dato la Ferrari?”, domanda quasi rinato.

I due bros stanno ancora ridendo “Scusaci Castle, sono giorni che cerchiamo di capire come sfruttare la tua amnesia a nostro vantaggio”, gli dice Esposito.

“Siete dei veri amici, ragazzi”, risponde con una smorfia.

“Andiamo Castle, al nostro posto tu avresti fatto lo stesso!”, lo ammonisce Ryan.

Sì, decisamente. Infatti dall’espressione sul suo volto capisci che li ha già perdonati.

“Inoltre”, prosegue Kevin “Volevamo alleggerire un po’ l’atmosfera... è vero che ci hai voluti vedere all’Old Haunt ma non c’entrava nulla la Ferrari”.

Cala il silenzio nella stanza per permettere ai due detectives di parlare.

Espo si gratta il mento, cercando di trovare le parole “Sembravi parecchio stanco, sotto pressione... ci hai detto che sentivi il bisogno di una pausa”.

Castle aggrotta la fronte “Una pausa?”.

Prendersi una pausa da cosa?

Tu e lui vi guardate allarmati.

“No, non dalla vostra relazione”, si affretta a dire Ryan agitando le braccia in avanti “Ma da tutto il resto”.

“Non capisco...”, Castle li guarda come un bambino spaesato.

Tu invece non apri bocca. Resti in silenzio. Tesa.

“La città cominciava a starti stretta. Il trambusto, il caos... in questi anni ne hai viste di tutti i colori e ne hai passate anche di peggio. New York non faceva più per te. Gli omicidi, la disperazione delle famiglie delle vittime... avevi bisogno di trovare un posto tranquillo per ricaricarti...”, racconta Espo.

“È questo che vi ho detto?”, domandi perplesso.

Ryan annuisce “Sì. Certo, questo è un riassunto veloce, ma ti assicuro che avevi un aria così infelice e depressa che un periodo di relax non ci è sembrata una cattiva idea. Solo che...”.

Castle sembra guardare una partita di ping-pong. Sposta continuamente lo sguardo da Ryan ad Esposito.

“Cosa? Sole che... cosa?”, domanda esasperato dal loro silenzio.

“Non era una vacanza quella che ti volevi prendere. O un anno sabbatico. Hai detto che, tempo qualche mese per organizzarti e ti saresti trasferito completamente da un’altra parte”, conclude Ryan.

Fortunatamente stanno guardando tutti Castle o si accorgerebbero che stai trattenendo il respiro.

“Io... io... no. Io non lo farei mai! Sono nato e cresciuto a New York, non andrei mai a vivere in un'altra città!”, obietta alzando la voce.

“Sì? E Washington? Non eri forse pronto a trasferirti?”, ti ricorda Espo cercando di calmarti.

“Si...ma...”.

Lo vedi completamente disorientato.
È vero. L’avrebbe fatto.

Stava per farlo in effetti, per stare con te, poco prima di essere licenziata dall’FBI.

Ed è anche vero che tutti hanno un limite di sopportazione e in questi anni Castle ha vissuto sulla propria pelle cose che la maggior parte delle persone vedono solo nei film.

Chi lo biasimerebbe per aver deciso di cambiare aria.

Tu no di certo.

Anche se ti stai chiedendo se tu eri contemplata nella fuga oppure no.

Dal racconto di Javi e Kevin non si direbbe.   

“È vero. Avevo intenzione di vivere a Washington con Kate ma quello che mi dite ora mi sembra così...sbagliato... non posso credere di aver gettato la spugna così...”.

“Nemmeno a noi sembrava possibile, ma non c’è stato verso di convincerti a restare, anche senza venire più al distretto”, spiega Ryan.

“E New York e il distretto non sono le uniche cose che volevi lasciarti alle spalle...”, Esposito prende la parola “Hai indetto una conferenza stampa all’insaputa di tutti e...”.

I due si voltano piano verso Gina.

“Rick, hai annunciato in diretta televisiva che lasciavi la scrittura per sempre”.

 

 

Ivi’s corner:

 

Zan zan!

Gli alieni gli hanno davvero fatto il lavaggio del cervello, allora!!!

Come le lumache succhia cervello di Futurama ahahahaha ;p

 

Ci si rivede domenica sera o lunedì, guys!

Buon venerdì e buon fine settimana :-*

 

Ivi87

 

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8 – No dawn, no day ***






# 8 – No dawn, no day


 

 

No. Puoi credere a tutto ma a questo no.

Richard Castle scriverebbe anche con una mano sola, se fosse necessario.

Legato e appeso a testa in giù.

“Posso anche aver deciso di lasciare per sempre New York ma non c’è una singola valida ragione al mondo che mi farebbe smettere di scrivere. Scriverei anche i bugiardini dei medicinali!”, protesta infatti, Castle.

“Castle...”, tenta di calmarlo Ryan.

“No, niente Castle! Non esiste che abbia fatto una cosa del genere!”, le guance gli si arrossano velocemente per il fervore “Posso aver avuto dei momenti in cui trovavo difficile riportare i miei pensieri su carta, posso aver avuto un esaurimento... tutto quello che volete, ma questo no!”.

Gina si avvicina al suo letto con la mano nella borsetta, in cerca di qualcosa.

“Sapevo che l’avresti detto”, l’ex moglie estrae il suo cellulare “Aspetta... ecco qua. Questo è il video della conferenza. È stato tra i più visualizzati per settimane”.

Preme play e lo porge a Castle.

Da dove sei non puoi vedere, ma riesci a sentire bene. La sua voce ti arriva nitida.

“Vi ringrazio tutti per essere accorsi qui con così poco preavviso. Non è una cosa facile per me da dire e sentivo di doverlo fare subito senza troppi giri di parole.

Non posso dire di avere l’appoggio tutti i miei cari e questo mi dispiace molto, ma nella vita di ognuno di noi, prima o poi, giunge il momento in cui si deve dare retta alle proprie esigenze. Le priorità cambiano; ciò che prima mi sembrava importante ora non lo è più e viceversa ciò che credevo non facesse per me ora mi sembra la cosa più giusta da fare”, la voce si blocca e senti chiaramente il brusio dei giornalisti che si domandano tra di loro di cosa stia parlando Castle.

“Non sono mai stato un tipo vacanziero. Dopo una settimana sono già annoiato e scalpito per trovare qualcosa da fare”, Castle guarda il video ad occhi spalancati. Non lo hai ancora visto sbattere le palpebre “Ma dopo quanto sapete essermi accaduto mesi fa io ho seriamente bisogno di staccare la spina. Di ritrovare la pace lontano da omicidi e tragedie”.

“Che cosa sta cercando di dire, Signor Castle”, domanda un giornalista.

“Quello che sto cercando di dirvi è che...lascio per sempre la città e la scrittura”.

Dopo quella rivelazione il brusio sovrasta qualunque sua altra parola.

Le voci dei giornalisti si accavallano l’una sull’altra e senti spiccare solo quella di Gina che chiede ai presenti di ricomporsi.  

Una volta ristabilito il silenzio torna la sua voce “Se ve lo steste chiedendo, non ho intenzione di cambiare genere. Non scriverò romanzi rosa o altro, lascio ogni tipo di scrittura. Vado in pensione, se preferite” lo senti ridacchiare appena “Capisco che vi possa sembrare una decisione improvvisa ma vi assicuro che è stata ponderata a lungo. Non sono più in grado di sostenere questi ritmi e soprattutto questa vita sempre al limite. Il brivido e l’adrenalina non fanno più per me. Ho rischiato troppo in questi anni e non me lo posso più permettere. Ho bisogno di ritrovare la mia serenità. Spero possiate capire, così come mi ha capito la donna che amo”.

Gina interrompe il video “Qui entro in scena io che dico di aver tentato di dissuaderti  in ogni modo ma la determinazione tua e di Kate alla fine l’hanno avuta vinta”.

“Ero d’accordo” sussurri a malapena, totalmente incredula.

“Oh, sì”, conferma Gina “Tutti noi eravamo convinti che saresti stata dalla nostra parte, che ci avresti aiutati a farlo ragionare. Paula ti ha supplicata più e più volte”.

Ryan si avvicina a te “Eri la sua più grande sostenitrice”, ti dice con un sorriso “Molto romantico in effetti, anche se non riuscivamo a capirvi”.

“Non posso credere che voi me l’abbiate lasciato fare”, Rick attira di nuovo l’attenzione su di sé “Non posso credere che io l’abbia fatto!”.

“Castle...”, questa volta è Esposito che tenta di parlare.

“Per favore”, sentenzia invece Castle “Lasciateci soli”.

A testa bassa, dispiaciuti, uno alla volta Gina, Ryan ed Esposito escono dalla stanza, assecondando la sua richiesta.

State per litigare. Sta per chiederti come hai potuto lasciargli fare uno sbaglio tremendo come quello.

E tu stai per dirgli che non ne hai la minima idea.

Lo vedi allungarsi verso l’elettrocardiografo e per la prima volta è lui a scendere dal letto e a raggiungerti al tuo.

Ma non si sdraia come hai fatto tu in quelle notti.

Si siede sul lato destro e ti guarda fisso negli occhi.

Se non ti calmi manderai in tilt quel dannato monitor.

“Scusa”, pronunci con voce leggermente tremante.

Alza il sopracciglio con ovvia sorpresa “Di cosa?”.

Tu ti stringi nelle spalle “Di non averti impedito di lasciare il lavoro che ami”.

Poggia una mano sulla tua e ti sorride “Semmai io dovrei ringraziarti”, vede che non capisci e allora prosegue “Hai sentito cosa ho detto nel video? Sei l’unica che mi abbia sostenuto. Per quanto sia assurdo per me credere di aver spontaneamente deciso di mollare tutto in quel modo, sono contento di sapere che eri al mio fianco”.

Tu scuoti la testa “Ti avrei fatto cambiare idea a testate, invece”, gli dici con convinzione ed entrambi ne ridete “Davvero. Suona bellissimo sentire che ti ho sostenuto nella tua decisione. Ma non credo che l’avrei fatto. Forse avrei potuto accettarlo col tempo ma sono certa che non sarei stata ‘la tua più grande sostenitrice’ come ha detto Ryan”, virgoletti con le mani quella definizione che proprio non ti piace.

Castle finge di guardarti con sospetto “Quindi ti piaccio solo perché sono uno scrittore famoso. Disoccupato non mi vuoi?”.

“Non essere sciocco”, gli dai un leggero colpetto con il ginocchio, da sotto le coperte “Puoi fare il lavoro che vuoi, ma so quanto ami scrivere e so che non lo lasceresti per niente al mondo. Quindi no, non posso credere di aver accettato la tua decisione senza nemmeno aver tentato di farti cambiare idea. Tra l’altro qui nessuno ha menzionato se te ne saresti andato con me o meno e sinceramente questo mi agita”.

Si avvicina immediatamente per darti un bacio sulla fronte “È categoricamente escluso che io vada in un qualunque posto senza di te”.

Ti senti sollevata.

Sai che non se ne sarebbe mai andato senza di te, ma sentirglielo dire ti fa stare subito meglio.

“Ma come pensavamo di fare se io sono al distretto e tu chissà dove?”.

Lui alza le spalle cercando di pensare “Probabilmente come abbiamo fatto a suo tempo con Washington”.

“È assurdo”, tu scuoti la testa “Non ha funzionato una volta perché avremmo dovuto rifarlo?”.

“Tutto quello che ci stanno dicendo da giorni è assurdo, Kate”.

Prendi la sua mano e te la appoggi sulla guancia. Poi chiudi gli occhi.

“Forse è un sogno. Forse stiamo ancora dormendo. Quando riapriremo gli occhi ci sveglieremo il giorno del nostro matrimonio”.

“Scommetto che eri bellissima”, ti dice e tu riapri gli occhi solo per vedere i suoi un poco più lucidi.

“Indossavo il vestito di mia madre”, confessi con un nodo alla gola mentre lui ti guarda con dolcezza “E gli orecchini di Martha”.

Castle spalanca la bocca “Quelli blu di sua madre?”, tu annuisci e lui sorride “Lo sai che Gina e Meredith avrebbero ucciso per averli?!”.

Tu sorridi lusingata “Credo di piacerle”.

“Tu credi, eh?”, ti prende in giro.

Adori Martha tanto quanto lei adora te.

“Che cosa facciamo?”, domandi, tornando alla realtà dei fatti.

Lui ti bacia con passione.

“No, questo temo che non lo possiamo fare”, ridi cercando di tenere a bada i brividi che senti lungo la pelle per esservi appena scambiati il vostro primo bacio decente da giorni.

“Siano dannati i nostri corpi stanchi”, impreca teatralmente “A proposito ti è forse parso che qualcuno ci abbia detto perché siamo in ospedale?”.

“No, continuano ad ometterlo”.

“Abbiamo degli amici reticenti”.

“Molto!”.

“Forse mi hai davvero preso a testate per farmi cambiare idea e siamo stati entrambi ricoverati per traumi cranici multipli”.

Scherza.

Sta ovviamente scherzando.

Eppure per un attimo state meditando di cominciare a tastarvi la testa per controllare se sentite dolore in qualche punto.

Capite di aver avuto lo stesso pensiero quando entrambi scuotete la testa ridendo.

Nonostante tutto, quando siete insieme, riuscite ancora a ridere.

“Ti amo”, adori il modo in cui te lo dice.

E adori ancora di più quello sguardo innamorato e quel sorriso dolce che gli spunta sul viso quando tu lo dici a lui “Ti amo”, rispondi quindi, immediatamente.

“Che ne dici se alziamo la voce?”, Castle si rimette in  piedi “Adesso vado ad aprire quella porta e chiunque ci sia là fuori subirà la nostra ira!”, lentamente, un passo dolorante alla volta, si dirige verso l’ingresso della loro stanza.

“Basta racconti e storielle su cosa abbiamo fatto e perché! Ora ci dicono tutto e subito, soprattutto come diavolo siamo finiti in ospedale!”, continui tu, sull’onda del suo entusiasmo.

“Concordo!”, ti dice mentre appoggia una mano sulla maniglia “Pronta?”.

“Pronta!”.

Apre la porta con decisione e fa qualche passo fuori dalla stanza.

Lo senti salutare l’agente di guardia.

Resti in attesa di vederlo riapparire con tuo padre o magari con Alexis.

“Signor Castle, lei non dovrebbe essere a letto?!!”, tuona una voce per te inconfondibile.

Velocemente, per quanto gli sia possibile, Rick rientra in stanza con la coda fra le gambe seguito dal capitano Gates.

“Magari ci sfoghiamo sul prossimo che viene a trovarci”, ti sussurra mentre si precipita a letto.

 

 


Ivi’s corner:

Non so cosa dire, portate ancora un po’ di pazieza.

I caskett ci hanno provato ad alzare la voce per sapere la verità ma la Gates li ha rimessi a loro posto ^_^

 

Forse la prossima volta...

E ricordate che #TrillionIsTheWay ahahah :p (non c’entra nulla con la ff ahahah ma va ripetuto almeno una decina di volte al giorno minimo xD )

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9 - I'm always in this twilight ***





# 9 -   I'm always in this twilight

 

 

Il Capitano Victoria Gates passeggia avanti e indietro nella vostra piccola stanza.

È ovviamente tesa, come lo sono tutti quelli che vengono da voi per portare brutte notizie.

E se, come credi, hai capito il loro schema, sai che lei è lì per te.  

“Non si preoccupi Capitano, mi dica cosa ho fatto e togliamoci il pensiero”, esclami volendo prendere in mano la situazione.

“Come sai che riguarda te? Magari ho dato fuoco al distretto!”, si intromette Castle.

Sai che sta cercando di smorzare la tensione, ma non ce la fai proprio a sorridere.

“Hanno chiesto a Gina, che è un po’ come se fosse il tuo capo, di parlarti della tua carriera, quindi il Capitano deve essere qui per la mia”, spieghi pacata, cercando di nascondere la tua preoccupazione “Giusto, signore?”.

“Cerco di andare in ordine”, esordisce la Gates dopo un attimo di silenzio “Dopo qualche giorno dal ritrovamento del Signor Castle lei è venuta nel mio ufficio. Voleva parlarmi di Ryan ed Esposito”.

Ti si attorciglia lo stomaco. Speri in cuor tuo di non aver combinato nulla di male ai tuoi due colleghi e amici.

“Quello che vi era successo al matrimonio ed in generale negli ultimi anni l’aveva fatta riflettere. Mi ha chiesto di dare maggiori responsabilità ai due detectives. Lei è sempre stata la caposquadra ma se le fosse successo qualcosa sia Ryan che Esposito avrebbero dovuto saper prendere il suo posto al meglio delle loro capacità”, spiega con fermezza, il Capitano.

Ascolti avida. In un certo senso, non puoi che concordare, ma non hai ancora ben chiaro l’intero quadro.

“Inizialmente mi sono opposta. Lei aveva di fronte a sé una brillante carriera e non aveva il minimo senso retrocedere in quel modo. Per una settimana non ho fatto altro che documentarmi sui suoi vecchi casi e ho dovuto ammettere che il numero di volte in cui ha rischiato la vita era spaventosamente alto. Più di qualunque altro poliziotto. Tutto ad un tratto la sua richiesta non mi è sembrata poi così irragionevole. Anche nel caso di una sua promozione avrei dovuto poi scegliere il nuovo caposquadra tra i detectives Ryan o Esposito. Abbiamo concordato assieme che, a casi alterni, avrebbero fatto loro i caposquadra. Inoltre in quella settimana mi era parsa molto stanca e distratta. Non era brillante come suo solito”.

Aggrotti la fronte “Cosa intende?”, per carità, hai anche tu delle giornate no, ma fai sempre del tuo meglio perché hai vissuto in prima persona cosa si prova a perdere qualcuno di caro.

“Niente di effettivamente grave, ma spesso non aveva nessuna teoria o pista da proporre...era distratta...per certi versi sembrava appena uscita dall’accademia...si è persino ferita ad un braccio... insomma era ovviamente rientrata in servizio troppo presto. Il matrimonio rovinato, il pensiero del Signor Castle morto... avrei dovuto darle più tempo per riprendersi...”, il Capitano pare mortificato, come se fosse colpa sua “Ma lei di solito è così forte, è la donna più integerrima e tutta d’un pezzo che io abbia mai conosciuto. Molto più di me! Avrei dovuto capire che...” lascia la frase a metà, immediatamente pentita di aver pronunciato quelle parole.

“Che cosa, Capitano?”, domandi, con quella brutta sensazione sempre nello stomaco.

“Che non era in sé, che non era pronta a rientrare in servizio...”, mente, si capisce benissimo.

“Signore...”, ti volti verso Castle, per sentire cosa ha da dire “Con tutto il rispetto, è palese che c’è qualcosa che continuate ad omettere. Capiamo che credete di farlo per il nostro bene, ma l’unico risultato è che stiamo impazzendo”, sei totalmente d’accodo con lui.

“Non spetta a me farlo”, vi risponde risoluta “Sono qui per dirvi quello che è successo dal mio punto di vista in modo che pian piano possiate rimettere assieme tutti i pezzi”.

Scuoti piano la testa.

Quante volte l’hai sentita questa frase?

“E va bene”, le dai corda “Non ero in me e Ryan ed Esposito hanno portato avanti la squadra. Altro?”.

“Io e lei abbiamo avuto uno scontro verbale molto acceso, due settimane dopo l’annuncio in diretta televisiva del Signor Castle”, si avvicina lenta al tuo letto con le mani posate sui fianchi.

Ti fissa intensamente negli occhi.

Riconosci quello sguardo.

Lo ricordi bene, come se fosse successo ieri.

Castle vi scruta entrambe senza capire “Cosa sta succedendo... di che cosa parla, Capitano?”.

Victoria Gates non risponde. Si limita a guardarti.

Sorridi amaramente e ti volti verso di lui “Volevamo sapere come avremmo fatto a stare insieme se tu te ne fossi andato chissà dove e io fossi rimasta al distretto?”, lui annuisce  senza capire “Non era poi così difficile trovare la risposta. Mi sono licenziata, vero?” domandi infine, rivolta verso la Gates per averne conferma.

“Esatto. Ero così arrabbiata. Nessuno sotto il mio comando aveva mai osato licenziarsi due volte! Soprattutto dopo che avevo chiuso un occhio la prima volta!”.

Ti prendi il volto tra le mani. La testa è così pesante che temi che da un momento all’altro si stacchi dal collo e rotoli sul letto.

“Mi faccia indovinare”, esclami stanca, davvero esausta di tutta quella situazione “L’idea di stare separata da Castle era impensabile. Dopo tutto quello che avevamo passato volevo solo trascorrere del tempo con lui senza dover correre al distretto a seguire un caso. Avevo bisogno di un periodo per ritrovare me stessa e ricaricare le batterie...”, elenchi ogni punto in maniera meccanica.

“Si, praticamente sì. Abbiamo cercato di dissuaderla in ogni modo. La dottoressa Parish, suo padre...”.

Vorresti urlare, tirare il cuscino dall’altra parte della stanza, spaccare qualcosa ma l’arrivo di un’infermiera di impedisce di fare qualsiasi cosa.

Osserva allarmata i vostri due monitor “Ok, qui c’è qualcuno che ha bisogno di riposare” poi vi osserva bene in volto “E di un tranquillante”.

Il Capitano Gates sta per lasciarvi soli quando la tua voce la ferma “Noi ora riposiamo” affermi con estrema durezza “Ma al nostro risveglio vi voglio tutti qui pronti a dirci la verità!”.

 

 

Ivi’s corner:

E se lo dice Beckett... mo so Ca...voli! xD

Lasciateli riposare un’ultima volta, su... al prossimo giro avrete qualche risposta.. :p

 

Buon inizio settimana (e scuola) a tutti :-*

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10 - In the shadow of your heart ***





# 10 - In the shadow of your heart

 

 

Quando ti svegli sono tutti lì davanti a te.

Uno accanto all’altro, ti si presenta davanti una parata di volti tesi e preoccupati.

“Wow, sembrate un plotone d’esecuzione”, esclama Castle mentre si mette a sedere e si massaggia il viso ancora un po’ addormentato.

Passi in rassegna ogni persona presente.

Ci sono davvero tutti.

Espo, Ryan, il capitano Gates, Lanie, Jim, Martha e Alexis.

Ti metti a sedere anche tu e solo in quel momento ti accorgi che non sei più collegata a nessun macchinario.

“Vi dimetteranno questa sera”, la voce di Lanie anticipa la tua domanda “I vostri corpi si stanno riprendendo in fretta, riuscite a camminare e se non vi stressate troppo anche la vostra pressione sanguigna è sotto controllo perciò potrete continuare la convalescenza a casa”.

“Finalmente una buona notizia”, esclama Castle con una punta di ironia.

“Spero siate pronti a vuotare il sacco”, aggiungi senza tante cerimonie.

Non sei arrabbiata con loro, ma questa situazione non può proseguire oltre.

“C’è un’ultima parte importante della storia che dovete sapere. Quella fondamentale. Prometto che poi saprete tutta la verità”, li rassicura Lanie.

Alexis prende la parola, torturandosi le mani “Durante gli ultimi preparativi per la vostra partenza l’atmosfera in casa è cambiata. Eravate davvero molto impazienti di partire e quasi non vi importava delle persone che avreste lasciato indietro. Non era da voi un atteggiamento del genere. Inoltre continuavate a restare vaghi sulla vostra meta mentre io e la nonna insistevamo per sapere dove e come rintracciarvi. Insomma non è stata una conversazione piacevole”, gli occhi della giovane si arrossano e capisci che quasi sicuramente si è sentita abbandonata. Chissà cosa vi siete detti? In cuor tuo speri di non averla ferita.

“Per riassumere, ci avete praticamente detto che siamo asfissianti e di farci gli affari nostri”, conclude Martha.

Non avresti mai detto loro una cosa del genere e di sicuro non lo avrebbe mai fatto Castle.

Lanie vi fa segno di pazientare perciò, seppur increduli, continuate ad ascoltare le parole di Alexis.

“Ero sconvolta. Me ne sono andata sbattendo la porta. Ma più mi allontanavo più tutto aveva sempre meno senso. Sapete, come quei quadri che se visti da vicino vedi un’immagine ma se ti allontani e cambi prospettiva ne vedi un’altra. Mi sono detta che dovevo condividere i miei pensieri con qualcun altro e così ho chiamato Lanie, Jim e i ragazzi e ho chiesto loro di incontrarci all’Old Haunt per parlare”.

Esposito fa un passo avanti “Dalla riunione straordinaria ‘Save The Caskett è emerso che ognuno di noi aveva riscontrato atteggiamenti anomali nel vostro comportamento dal mancato matrimonio in poi... ma nulla di davvero sconvolgente...almeno fino alla litigata raccontata da Alexis”.

“C’era sempre una scusa plausibile per tutto”, esclama Jim.

“Non avevamo capito nulla”, Ryan scuote leggermente la testa e sorride “Eravamo arrivati a pensare che il vostro fosse un brutto esaurimento nervoso. Anni di stress accumulati che il mancato matrimonio e l’incidente stradale di Castle, avevano fatto traboccare la proverbiale goccia dal vaso”.

“Tredici giorni fa”, Alexis riprende la parola “Lanie mi stava dicendo al telefono che pensava di proporvi di fare almeno una seduta da un suo amico psicologo prima di partire. Sapevo che non sarebbe mai riuscita a convincervi ma ero d’accordo almeno nel tentare, così mi sono messa a cercare le chiavi della Vespa per poterla raggiungere e discuterne meglio. Quando non le ho trovate ho pensato potessi averle tu in camera...ma non le ho trovate. Ho trovato però i vostri biglietti aerei”.

Sia tu che Rick pendete completamente dalle sue labbra.

Soprattutto perché è esattamente da dieci giorni che siete in ospedale, quindi pochi giorni dopo quello che vi sta spiegando Alexis.

“Ci avevate detto che non avreste voluto addii strappalacrime ma così era praticamente una fuga! Il volo era per quella stessa notte, destinazione Bangkok”.

“Alexis mi ha richiamata immediatamente e di comune accordo vi abbiamo aspettati all’uscita dell’Old Haunt. Ci dovevate delle spiegazioni e belle grosse per giunta!”, continua Lanie “Eravate visibilmente spiazzati e per quanto il voler evitare adii commoventi fosse stato da voi ribadito più volte, non era una spiegazione accettabile. Non era giusto nei confronti di nessuno di noi che voi partiste in quel modo nel cuore della notte. Se Alexis non avesse trovato i biglietti noi ci saremmo svegliati l’indomani senza una vostra minima traccia. In attesa di una qualche telefonata da chissà quale località aveste scelto”.

Castle si alza e si infila velocemente la sua vestaglia.

Guarda per qualche secondo fuori dalla finestra prima di parlare “Ditemi che sta arrivando una spiegazione razionale e inattaccabile sotto ogni punto di vista, perché tutto quello che esce dalla vostra bocca mi induce a pensare che una qualche possessione aliena non sia nulla in confronto alla verità”.

“Magari foste stati solo posseduti. Un esorcismo e via!” esclama Ryan con mal celata ironia.

Ti rendi conto che stanno divagando, perciò domandi “Cos’è accaduto dopo che ci avete affrontati sulla nostra imminente partenza?”.

“È successo tutto così in fretta... voi due camminavate imperterriti verso la vostra auto mentre io e Alexis cercavamo di tenere il passo continuando a tempestarvi di domande a chiedervi per favore di fermarvi e di provare a ragionare... quando in un secondo... un ragazzo, un fattorino in bicicletta, per non investire un cane ha sterzato violentemente verso di voi. La più vicina eri tu Kate e per schivarlo ti sei spostata in strada proprio mentre passava un taxi e...”, la voce di Lanie si fa sempre più lieve, mentre i tuoi occhi sgranano.

“È per questo che sono qui? Sono stata investita?”, guardi ad intermittenza loro e poi il tuo corpo. Non hai il minimo segno di graffi o lividi. Solo quei piccoli puntini rossi, segno degli aghi che ti hanno bucato la pelle.

“No tesoro, non sei stata investita”, ti smentisce però, Lanie.

Castle si allontana dalla finestra “Ma...hai appena detto che...”.

“Lo so...lasciateci finire”, vi risponde solamente.

“Kate... è stato orribile... c’era sangue ovunque... e io e Lanie ci siamo subito avvicinate e abbiamo chiamato i soccorsi... non eri cosciente e respiravi a malapena... quando mi sono voltata per cercare te, papà...non potevo crederci... stavi correndo...scappando via...”, Alexis si asciuga le lacrime mentre guarda suo padre.

“Di tutte le assurdità che avete detto in questi giorni questa è... questa ...”, è fuori di sé.

Si volta verso di te, cerca il tuo sguardo “Non lo farei mai, lo sai vero?”.

Sì, lo sai.

Non ne hai il minimo dubbio.

“Lo so, Rick”, sorridi, cerchi di tranquillizzarlo.

“Lo sappiamo anche noi Castle, credici...ma in quel momento... dovevamo pensare a Kate”, Lanie tenta di proseguire “Quando siamo arrivate in ospedale sei è stata subito portata in sala operatoria. Ho spiegato la situazione ai medici e dato le tue generalità alle infermiere. Quattro anni fa, quando ti hanno sparato sei stata portata nello stesso ospedale perciò eri già registrata, sapevano il tuo gruppo sanguigno e tutta la tua storia clinica”.

Non dici nulla mentre la ascolti, ma sei sicura che ti abbiano vista trasalire quando hai sentito Lanie dire che ti hanno sparato quattro anni fa quando per te ne sono passati solo tre.

“Io e Alexis eravamo in sala d’attesa a chiamare tuo padre e i ragazzi e a cercare di rintracciare Castle quando il medico che ti ha portata in sala operatoria ci raggiunge per informarci che qualcosa era andato storto. Il tuo corpo stava rigettato il sangue che ti stavano dando perché a quanto pare il gruppo sanguigno segnato sulla cartella clinica era sbagliato. Cosa del tutto impossibile. Io stessa gliel’ho confermato. Nessun corpo rifiuta il sangue del suo stesso tipo, Kate”, sottolinea la frase guardandoti intensamente.

Non capisci cosa stia tentando di dirti.

“Stavano cercando di tenerti in vita come potevano mentre identificavano il gruppo sanguigno giusto. Il chirurgo ha inoltre notato delle cicatrici sotto pelle, invisibili ad occhio nudo ed erano quasi un centinaio. Mi ha domandato come fosse possibile che tu avessi subito tutti quegli interventi senza che la cartella clinica ne facesse menzione.”

Sei completamente sotto shock, per te sta parlando arabo “Non so di cosa tu stia parlando Lanie. A parte l’operazione al cuore non ho mai subito altri interventi”.

“Io stessa stentavo a crederci ma poi... il gruppo sanguigno che non corrispondeva, tutte quelle operazioni, le tue stranezze... il dottore mi ha detto una frase che... ti giuro è stata come una doccia gelata!”.

Né io, né Castle apriamo bocca. Nessuno fiata, in effetti.

Siamo tutti in attesa di sentire quello che il chirurgo disse a Lanie.

Dottoressa Parish, la persona sul mio tavolo operatorio non è la stessa di questa cartella clinica”.

“Dal suo volto ho capito che diceva così per dire, era scocciato dalla scarna documentazione e dall’inesattezza delle informazioni contenute... ma è stato come se mi avesse aperto gli occhi... e non solo su di te Kate, ma anche su Castle”.

Sta dicendo quello che credi?

Come può essere possibile?

Continua a non avere senso.

Guardi Castle. Ti serve il suo appoggio.

È in piedi. Immobile. La bocca aperta e gli occhi sbarrati.

Solo dopo un lunghissimo respiro riesce a parlare, dando così voce anche ai tuoi pensieri “No, un momento. Cosa stai cercando di dirci, Lanie? Che per quasi un anno avete vissuto con due persone totalmente uguali a noi ma che non erano realmente noi?”.

 

 

Ivi’s corner:

 
zan zan! :)

Qualcuna di voi si è avvicinata molto... ma non è finita qui gente... ;)

A domani, se riesco pubblico il cap. 11!

 
Buon sabato sera e buona domenica :-*

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** 11 - I took the stars from my eyes and then I made a map ***





# 11 -  I took the stars from my eyes and then I made a map

 

 

Dev’essere una candid camera.

Da un momento all’altro sbucheranno tre o quattro telecamere e il presentatore vi dirà di sorridere.

“Siete seri?”, domandi invece.

Lanie si avvicina “Tesoro, so che ti sembra assurdo... noi ancora stentiamo a credere di esserci cascati così... siamo mortificati, ve l’assicuro!”.

“Erano totalmente uguali a noi?”, chiede Castle.

I suoi occhi sembrano di ghiaccio. Lo sguardo freddo e risoluto di chi sta cercando di rimanere lucido.

Martha annuisce “La vostra copia esatta”, risponde con la voce spezzata.

Probabilmente lei, Alexis e tuo padre sono quelli che più si sentono in colpa per non aver capito che stavano interagendo con dei doppelganger.

E devi ammetterlo con te stessa, un po’ sei delusa.

“Anche la voce?”, insiste Castle.

Li vedi tutti annuire, con lo sguardo basso.

Capisci che ci stanno male. Capisci che era praticamente impossibile realizzare di non avere davanti la solita persona di sempre ma un sosia che ha preso il suo posto.

Davvero, lo capisci.

Alexis vive al campus e torna a casa molto poco, Martha è occupata con la scuola di recitazione e tuo padre normalmente lo vedi solo una volta alla settimana.

Ognuno ha la propria vita da vivere e presta meno attenzione a quella altrui.

Eppure fa male pensare che nemmeno il sangue del tuo sangue riesce a riconoscerti da un impostore.

“Avevi ragione”, esclama Castle guardandoti “L’avevi capito subito, tu stessa hai sospettato immediatamente di lui”.

Corrucci la fronte cercando di concentrarti sulle sue parole.

“Pensaci, abbiamo già avuto modo di incontrare due sosia l’anno scorso. Stesso aspetto di Esposito e Lanie. Stessa voce”, ti spiega.  

Ti si accappona la pelle.

Ricordi perfettamente la copia di Lanie stesa sul tavolo dell’obitorio e quella di Esposito trovata impiccata su una barca.

E soprattutto ricordi perfettamente come, arrivata sul luogo dell’incidente di Castle, il tuo istinto ti aveva portata ad un solo possibile responsabile.

“Jerry Tyson”, sussurri a malapena “Lui ci ha fatto tutto questo”.

“C’era lui al mio posto, vero?” domanda ancora Castle, rivolto a Ryan ed Esposito “Solo lui mi conosce così bene da potermi impersonare”.

“Sì. Non ha coinvolto nessun altro questa volta”, gli risponde Kevin “Solo lui e...”, si volta verso di me “...la dottoressa Kelly Nieman”.

Impallidisci.

Il 3xk e la sua compagna chirurgo plastico hanno avuto tutto il tempo di studiarvi e prendere il vostro posto.

Certo non potevano impersonarvi in tutto e per tutto “Ecco perché ha voluto che seguiste voi i casi...perchè per quanto mi avesse osservata non poteva certo avere alle spalle anni di accademia e di esperienza alla Omicidi...”, ragioni con te stessa a bassa voce.

“Ed ecco perché Tyson mi ha fatto lasciare la scrittura... non sarò Shakespeare ma non è una passeggiata scrivere un libro dal nulla...”, si unisce Castle.

Esposito prende la parola “Il loro piano era isolarsi poco alla volta da noi e dalle vostre vecchie vite e sparire per qualche tempo per poi riprendere con gli omicidi. E se mai qualcuno li avesse trovati su una scena del crimine non avrebbe avuto nulla da dire perché avrebbe semplicemente visto una ex detective della omicidi e un ex scrittore di romanzi gialli”.

Scuoti la testa portandoti le mani al volto “Dimmi che lo sai perché avete preso quel bastardo e siete riusciti a farlo confessare!”.

“Purtroppo no, Beckett”, ti risponde la Gates “Quando Kelly Nieman è stata investita il piano è automaticamente saltato. Tyson sapeva che in ospedale si sarebbero accorti delle cicatrici degli interventi e di certo non sarebbe mai riuscito a recuperare il tuo sangue in tempo per rimpiazzarlo con quello della Nieman”, spiega seria.

“Cosa intende con ‘recuperare il mio sangue’?”, le domandi perplessa.

Victoria Gates si sistema gli occhiali e incrocia le braccia sotto il seno “Si ricorda che le ho detto che durante un’indagine si è ferita?”.

Le fai cenno di sì con la testa e per tutta risposta il capitano sposta il suo sguardo su Lanie.

“Era un taglio superficiale, nulla di grave ma poteva comunque esserci il rischio di un infezione. Ti ho chiesto... beh... le ho chiesto di venire da me per medicare la ferita e per fare delle banali analisi del sangue”, ti spiega Lanie “Inizialmente non ha voluto, asserendo che fosse solo un graffio e conoscendoti  non mi aspettavo niente di meno”, accenna ad un piccolo sorriso, poi prosegue “Ma io so essere testarda quanto te e non ho lasciato cadere la cosa, così dopo un paio di giorni è venuta da me in laboratorio e le ho fatto un prelievo di sangue. In quel momento è suonato il telefono ed ho lasciato la provetta sul tavolo davanti a lei... quando sono tornata l’ho etichettata e poi esaminata. Era il tuo sangue ed era assolutamente tutto regolare”.

Tu e Castle vi guardate, arrivando alla stessa conclusione.

“Ha scambiato la provetta del suo sangue con una  contenente quello di Kate mentre Lanie era al telefono” esclama Rick.

“Ma come se l’è procurato?” domandi, cercando spiegazioni più esaustive.

Lanie ti prende la mano “Tesoro, per tutto questo tempo, mentre portavano avanti la loro messa in scena, vi hanno tenuti in una casa abbandonata, fuori città, costantemente sedati in modo da potervi tenere sotto controllo e prelevare sangue o impronte digitali ogni qualvolta fosse stato necessario dimostrare la loro identità”.

Sedati.

Per un anno.

In coma, addormentati alla loro mercé.

Ti si accappona di nuovo la pelle.

Ecco perché siete in ospedale con i muscoli intorpiditi e indolenziti.

Martha si avvicina a suo figlio “Inoltre il tuo conto in banca prevede come norma di sicurezza non solo una doppia chiave, tua e del direttore della banca, ma anche una scansione delle impronte digitali”, gli ricorda.

“La riproduzione di un’impronta digitale è estremamente delicata e soprattutto non riutilizzabile, perciò gli serviva poter andare a prenderla direttamente dalla fonte ogni volta che voleva”, Lanie riprende la parola.

“Senza contare che se un giorno li avessero mai scoperti potevano usarvi per patteggiare. Rivelare la vostra ubicazione in cambio di uno sconto della pena”.

Castle scuote la testa con forza, sopraffatto da tutte quelle informazioni “Non solo non gli saremmo stati più d’intralcio, ma avrebbero vissuto per sempre a nostre spese”, esclama “Se volevano dimostrare la loro superiorità nei nostri confronti devo ammettere che ci sono riusciti! L’avrebbero fatta franca”.

“Ma così non è stato”, lo rassicura Ryan “Quello che conta è che siamo riusciti a smascherarli e che voi due siate sani e salvi”.

Le parole di Ryan ti suscitano una domanda più che ragionevole “Come avete fatto a trovarci?”.

 

 

 

Ivi’s corner:

 
Piano piano scopriamo tutta la verità, visto?

Questa volta il 3xk ha giocato in prima linea, piano brillante ma...

 
Alla prossima!


Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12 - And knew that somehow I could find my way back ***





# 12 - And knew that somehow I could find my way back

 

 

È passata solo mezz’ora dall’inizio di quella giornata ma già ti senti esausta.

E il colorito pallido di Castle ti fa pensare che lui non stia molto meglio di te.

Siete stati derubati di un anno della vostra esistenza.

Hanno assunto le vostre identità stravolgendole completamente.

Ma un Dio lassù deve esistere se anche stavolta l’avete scampata.

Non sai ancora come potrete rimettere ogni pezzo al proprio posto dopo tutte queste rivelazioni ma sei certa che insieme troverete un modo.

Ryan sta cercando le parole giuste per rispondere alla tua domanda.

Il piano di Tyson è saltato a causa dell’incidente della dottoressa Nieman, il tutto mentre tu e Castle eravate sedati e tenuti sotto chiave da qualche parte, quindi... Come vi hanno trovati?

“Dopo aver scoperto il vero gruppo sanguigno della Nieman i medici sono riusciti a stabilizzarla. Io e Javi l’abbiamo interrogata quello stesso giorno, nonostante i medici ce lo volessero impedire per via delle sue condizioni ancora precarie”, spiega Ryan finalmente.

Espo si avvicina a lui e prende la parola “Purtroppo non riuscivamo a scucirle nessuna informazione così abbiamo cominciato a farle un po’ di pressioni psicologiche”.

“Cosa intendi?”, domanda Castle.

“Le abbiamo detto che Tyson l’aveva abbandonata morente per strada, che non sarebbe tornato a salvarla dalla prigione”, risponde Esposito.

“Già”, annuisce Ryan “Le ho ricordato che se Tyson l’avesse veramente amata sarebbe restato al suo fianco anche a costo di farsi arrestare e che lei gli serviva solo per il suo piano”.

“Sembrava non aver funzionato”, continua il Capitano Gates “Ma dopo tre giorni è crollata vedendo che Tyson non si faceva vivo. Aspettava un segno da parte sua che prima o poi sarebbe andato a salvarla ma quando ha realizzato che per lui non era altro che una pedina ormai inutilizzabile ci ha raccontato tutto: come vi hanno rapiti, dove vi tenevano... il loro piano di utilizzare Bangkok come meta iniziale e da lì poi far perdere le loro tracce...”.

Nella stanza cala il silenzio.

Ora sapete tutto.

L’angoscia e l’attesa di questi giorni vi hanno accompagnati fino a questo momento.

Sapere tutto subito sarebbe stato meglio?

Forse.

Forse no.

Sarebbe stata una botta tremenda da assorbire tutta in un colpo.

“Io e Alexis andiamo a prendervi dei vestiti per quando uscirete”, le due rosse vi abbracciano e poi escono dalla stanza.

“Vado anche io, tesoro”, tuo padre ti bacia la fronte “Staremo insieme stasera, a casa”.

Restate da soli con Ryan, Esposito e il capitano Gates.

Come Castle poco prima, anche tu indossi la tua vestaglia.

C’è solo una cosa che vuoi fare in quel momento e sai che lui sarà d’accordo.

“Ragazzi...”, Kevin tiene lo sguardo basso e sembra essere molto in difficoltà.

Capisci che per il momento devi rimandare il tuo piano.

“Noi stiamo malissimo... vi dobbiamo delle scuse... non so nemmeno come potrete perdonarci ma...”, incespica ogni due parole in evidente imbarazzo.

“Non è colpa vostra”, esclami con lo stomaco sottosopra.

Ora capisci perché in tutti questi giorni avevano indossato quello sguardo colpevole nonostante le assurdità che raccontavano riguardassero solo voi due.

E una parte di te lo pensa davvero. Non è colpa loro.

È colpa del 3xk e di Kelly Nieman.

Eppure...

Probabilmente è l’orgoglio a parlare, ma l’altra parte di te ti sta dicendo che li avrebbero dovuti riconoscere immediatamente.

Che le stranezze erano troppe e le scuse usate per giustificarle invece troppo deboli.

Ma non glielo dici.

Sono i vostri migliori amici.

Sono i primi ad essere stati presi in giro.

E come se non bastasse, si sentono già abbastanza in colpa senza bisogno di infierire.

Lanci uno sguardo veloce a Castle, sperando che capisca che ti serve il suo appoggio.

“Era un piano brillante e ben pensato, ragazzi. Non dovete sentirvi in colpa”, aggiunge lui, cogliendo il tuo messaggio.

Sai benissimo che anche Castle deve sentirsi molto combattuto.

Di sicuro li perdonerete presto, ma ora la ferita è ancora fresca e il vuoto di un anno perso è difficile da colmare in pochi giorni.

Esposito scuote la testa “Non è vero, ma grazie per averlo detto”. 

“Avremmo dovuto capire”, mormora Victoria Gates.

“Siamo davvero mortificati”, aggiunge nuovamente Ryan.

Tutte queste scuse ti stanno innervosendo “Basta così”, esclami sforzandoti di sorridere.

Ora ti vuoi concentrare su altro.

Qualcosa di più importante.

“Dov’è ora?”, domandi tornando seria “Kelly Nieman. Dov’è?”.

Sono passate quasi due settimane dal suo incidente ma non può essersi di certo ripresa.

Deve essere ancora lì in ospedale.

“Al secondo piano, ammanettata al letto e sotto custodia”, ti risponde il Capitano.

Guardi ancora una volta il tuo compagno, cercando sostegno nei suoi occhi.

Lui ti capisce immediatamente “Vogliamo vederla”.

I tre sembrano sorpresi.

“Credete sia una buona idea?”, domanda Ryan corrucciando la fronte.

Probabilmente no. Non lo è per niente.

“Dobbiamo vederla con i nostri occhi”, ancora una volta Castle da voce hai tuoi pensieri.

Sì, la devi vedere tu stessa.

La finta te.

La tua copia esatta, capace di ingannare persino tuo padre.

“Non credo sia il caso, state per essere dimessi ragazzi, dovreste pensare solo a tornarvene a casa e a riposare”, insiste Esposito.

Non vuoi infierire, ma un commento secco esce dalla tua bocca prima che tu riesca a fermarlo “Abbiamo riposato un anno. Ora vogliamo vederla!”.

Abbassano di nuovo la testa, dispiaciuti.

Sarà stato un colpo basso ma ora vi stanno conducendo da lei.

Castle ti prende per mano in corridoio, finalmente liberi da elettrodi e monitor.

La stringi forte per auto infonderti sicurezza e senti che lui fa lo stesso.

Vi scansate per fare spazio a dei medici che corrono all’interno di una stanza.

“Un momento...”, Ryan rallenta il passo e mette una mano sulla fondina “Quella è la stanza della Nieman!”.

Sposti gli occhi verso la porta in cui sono entrati i dottori “Dov’è la guardia? Avete detto che era sotto custodia?”, domandi mentre state già tutti correndo verso quella direzione.

Un infermiere è chinato a terra, intento a prestare soccorso alla guardia stesa sul pavimento.

Era... sotto custodia”, sussurra Esposito.

La Gates entra per prima nella stanza “Come sta?”, domanda all’infermiere.

“È solo svenuto”, risponde premendogli due dita sulla carotide.

Sollevati, fissate tutti quanti il letto.

I medici la sovrastano e per alcuni minuti non vedete altro che camici bianchi.

Poi uno di loro si separa dal gruppo e vi raggiunge sulla soglia “Mi dispiace”, dice solamente.

“Dannazione!” esclama Esposito.

I dottori sollevano la guardia su una barella e uno ad uno escono dalla stanza.

“Alla fine è venuto per lei...”, mormora Castle.

Tyson non poteva fare altro che eliminare l’unico collegamento che vi avrebbe condotti a lui.

“Detectives”, esordisce la Gates “Andiamo a parlare con i dottori per scoprire come l’ha eliminata , poi interrogheremo la guardia”.

“Sì, signore”, risponde Esposito incamminandosi dietro di lei.

Ryan accenna un paio di passi, poi si volta verso di voi “Dovreste tornare nella vostra stanza a riposare”.

Castle lo rassicura “Dacci solo un paio di minuti”.

Kevin annuisce con poca convinzione ma si allontana senza aggiungere altro.

Da quando i medici se ne sono andati non sei ancora riuscita a guardare la donna in quel letto.

Non ne sei sicura ma ti sembra che nemmeno Castle l’abbia fatto.

Improvvisamente ti rendi conto che praticamente stai per vederti morta.

Chiunque altro scapperebbe nella direzione opposta.

Tu invece ti senti come attratta.

Un passo alla volta entri nella stanza tenendo gli occhi bassi.

Solo una volta arrivata accanto al letto ti permetti di guardarla.

I capelli castani sono sparsi sul cuscino.

Qualche taglio in via di guarigione le segna il volto. Il tuo volto.

Un livido verdognolo sotto lo zigomo destro. Il tuo zigomo.

Il tuo naso.

Il tuo profilo.

Le tue braccia riverse sul piccolo materasso.

È la tua copia perfetta la donna morta in quel letto.

Senti la rabbia montarti dentro.

Vorresti prenderla a pugni e scuoterla.

Vorresti gridarle contro tutto il tuo dolore.

Ma sei come paralizzata.

Non riesci a smettere di fissarla.

Sei tu. E sei morta.

Stai guardando il tuo corpo senza vita come in un’assurda esperienza extracorporea.

In quel momento tutto quello che stai cercando di reprimere esplode e come una furia ti scagli su di lei.  

 

 

 

Ivi’s corner:

 

Tyson ha colpito ancora, prima di darsi alla macchia! Meno male che non è riuscito ad agire prima che la Nieman vuotasse il sacco!

Siamo quasi alla fine, gente!

Io finisco e Castle inizia ahahah babba biada non vedo l’ora! *-*-*-*-*

 

Un bacione a tutte! (giurin giurello che nel weekend rispondo alle recensioni arretrate ;) )

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13 - Then I heard your heartbeating ***





# 13 - Then I heard your heartbeating

 

 

 
“Kate, fermati!”.

Castle sta cercando di farti ragionare ma non riesci a fermarti.

Sai che non è nemmeno tutta colpa di Kelly Nieman. È Tyson il vero artefice di tutto.

Ma ora, tutto quello che hai provato quando credevi che Rick fosse morto, tutto quello che avete passato in quegli anni per colpa del 3xk e della sua complice e tutta l’ansia di quei giorni in ospedale si sta riversando su quel corpo morto, diabolicamente uguale a te.

“Kate, basta... guardami”, continua a dirti Castle.

Lo senti abbracciarti da dietro bloccandoti così le braccia tra le sue.

“Basta... va tutto bene... guardami”, continua a ripetere come una litania.

Quando finalmente ti calmi lui ti volta “Guardami, Kate. Non guardare lei”.

Sei di fronte a lui ma ancora non hai la forza di incrociare il suo sguardo.

Ti prende il viso tra le mano e con i pollici ti asciuga le lacrime “Guardami”.

E poi obbedisci.

E nei suoi occhi vedi anche più dolore.

Perché lui ti ha già vista morta. Ma non era una tua sosia.

Eri proprio tu, quella esanime tra le sue braccia.

Deve essere stato terribile.

Ne avete parlato qualche volta, certo. Ma solo ora capisci quanto deve essere stato devastante.

Come se stessi scalando una parete, ti arrampichi su di lui per abbracciarlo e stringerlo forte.

In punta di piedi con le tue braccia strette al sul collo mentre lui affonda il viso nel tuo per non guardare la finta Kate.

Restate lì così per dei lunghissimi minuti fino a quando delle infermiere non vi chiedono di uscire.

Tornate in camera e vi sedete sulla sponda dello stesso letto.

Appoggi la testa sulla sua spalla e lui ti avvolge la schiena con il braccio.

“È tutta colpa mia”, sussurri senza alzare la testa da quel comodo appoggio.

Castle si volta e ti lascia un amorevole bacio sulla fronte “Non dire così”.

“Ma è vero”, ora ti sposti e lo guardi negli occhi “Non avresti mai dovuto seguire il mio lavoro. Avrei dovuto tener testa a Montgomery!”, ribatti seria.

“E io non avrei dovuto sfidare Jerry Tyson, allora. È me che vuole”, risponde prontamente Castle “Non avrei dovuto inventare un personaggio su di te che attira psicopatici  che ti fanno esplodere la casa”.

Riappoggi la testa sulla sua spalla, sbuffando.

Con i ‘se’ e con i ‘ma’ non andrete da nessuna parte.

“L’unico responsabile è Jerry Tyson e noi non dobbiamo vivere nella paura e nell’angoscia a causa sua”, prosegue Castle.

“Ma è ancora là fuori, pronto a vendicarsi!”, esclami con la voce strozzata.

Ti accarezza la schiena per confortarti “Farà un passo falso”, risponde sicuro “E noi saremo pronti. Staremo più in guardia”.

“Nessun annuncio sul NY Ledger?” domandi con un piccolo sorriso.

Sorriso che viene subito ricambiato “Nessun annuncio, niente Hamptons e di sicuro mai più trecento invitati. Solo amici e parenti stretti la prossima volta”.

Quelle parole ti illuminano dentro “Ci sposiamo?”, domandi come se non fosse poi così scontato, dopo tutto quello che avete appena affrontato.

“Ci puoi scommettere!” ti risponde prima di baciarti.

“Sai di ospedale...mmm buono...”, mormora sulle tue labbra “Vedi le cose che riesci a fare? Trovami qualcun’altro a cui piaccia il sapore di ospedale!”.

Sorridi ancora.

Lo baci ancora.

Lo ami. Lo ami e basta.

E perché lo ami non vuoi che soffra.

“Che succede qui dentro?”, ti lascia un altro bacio sulla fronte quando si accorge del tuo repentino cambiamento d’umore “A cosa pensi?”.

“Penso che ti amo”.

“Interessante” scherza lui.

“Penso che ti amo e che stare con me è pericoloso” aggiungi ignorando il suo commento “Penso che tu sei la luce e io l’oscurità e che rischio di trascinarti con me nel buio”.

Capisce che stai parlando seriamente e si irrigidisce.

“Perché stavamo parlando di matrimonio e ora sembra che mi vuoi lasciare?” ti domanda allarmato.

“Non ti voglio lasciare”, gli rispondi lasciando andare una lacrima “Non ne sono capace”.

Castle ti solleva il volto posandoti l’indice sotto il mento “Non c’è oscurità senza luce, Kate, e viceversa. Si completano a vicenda”, ti dice ora accarezzandoti la guancia “E sai cosa? Se anche io fossi luce e tu oscurità non tenterei di portarti dalla mia parte, ma verrei io nella tua. Mi cercherei una bella sedia comoda e starei nell’oscurità con te”.

Sei completamente, totalmente persa nel suo sguardo. Ubriaca di quelle parole.

Se foste in un qualsiasi altro luogo ora faresti l’amore con lui.

Ma siete in ospedale e stanno bussando alla vostra porta.

Alexis e Martha entrano nella stanza lasciando l’uscio aperto.

“Vi abbiamo portato dei vestiti puliti”, esclama Alexis “Trevor sarà qui tra un attimo con il vostro borsone”.

“Trevor?”, l’attenzione di Castle è subito catalizzata dal nome maschile appena pronunciato dalla figlia “Chi è Trevor?”.

L’infermiere che i primi giorni di degenza aveva avvicinato i vostri letti entra con un borsone nero a tracolla.

“Oh, certo... Trevor...”, sussurra stringendo gli occhi.

Alexis lo ringrazia con una risatina svenevole e lui arrossisce, prima di andarsene.

“Sei consapevole che stai mettendo a frutto i consigli di una psicopatica innamorata di un altro psicopatico e per di più assassino seriale?”, le domanda quando lei lo abbraccia.

“Però funzionano...”, risponde lei, baciandolo sulla guancia.

Martha appoggia il borsone sul letto accanto a te e tu cominci a cercare qualcosa di tuo.

Frughi un po’ ma non riconosci nulla.

Sollevi una maglia color verde bottiglia che sei certa non ti appartenga.

“Vestiti puliti? Questi sono nuovi di zecca!”, esclami passando una camicia a Rick.

“Questa non è mia”, conferma infatti.

Nonna e nipote si guardano negli occhi.

“Ecco...noi non sapevamo se avreste voluto...  vedete...”, Martha vorrebbe cercare le parole giuste ma al momento non riesce a trovarle “Oh, cari... hanno indossato quasi tutti i vostri abiti... noi non sapevamo se li avreste voluti ancora quindi ne abbiamo presi di nuovi”.

Restate tutti e due a bocca aperta.

Sembra una sciocchezza il fatto che abbiano indossato i vostri vestiti, mangiato alla vostra tavola e, come entrambi immaginate, dormito nel vostro letto.

Inorridite al pensiero.

Non è affatto una sciocchezza.

Hanno violato casa vostra.

“Grazie, avete fatto bene”, rispondi sinceramente grata.

“Credo...”, Castle attira la vostra attenzione “Credo che dovremmo considerare l’idea di cambiare casa”.

 

 

 

Ivi’s corner:

 
Ma i Caskett riusciranno mai ad avere un momento di intimità senza che qualcuno bussi alla porta o li chiami al telefono?

I misteri dei telefilm... mai un attimo di pace! :p

Quanto amo Castle quando dice frasi del genere??? Gliene dovevo far dire una anche io, oh! Per restare nel personaggio u.u

E va bene sono una romanticooona lo sapete, su! *-*-*-*-*

Vi aspetto sabato per discutere assieme a proposito del trasloco! :-*

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14 - You were in the darkness too ***





# 14 - You were in the darkness too

 

 

 
Ti volti stupita verso di lui.

Cambiare casa?

Dei vestiti nuovi sono una conseguenza più che naturale dopo che sono stati usati per un anno dai vostri rapitori, ma cambiare addirittura casa?

“Noi... alloggiamo in albergo da quando è uscita fuori la verità”, confessa Alexis, quasi vergognandosene “Non riuscivamo più a stare là dentro”.

Castle abbraccia sua figlia e prende la mano della madre “Avete fatto la cosa giusta, non siete costrette a vivere ancora là. Nessuno di noi lo è”, finisce la frase guardandoti.

Apri la bocca ma non emetti suono.

Alexis è cresciuta in quel loft.

I ricordi più belli di Castle e Martha sono legati a quell’appartamento e, lo devi ammettere, anche i tuoi.

“No”, esclami infine.

Ti fissano stupiti.

Non vuoi rinunciare a quel posto anche se sai benissimo che con quelle tre persone andresti ovunque.

Non puoi lasciare che Tyson vi sottragga anche casa vostra.

“No”, ripeti “Vincerebbe lui così”.

Guardi Castle sperando che capisca “Si è già preso abbastanza delle nostre vite, non gli daremo anche casa nostra. Alexis è cresciuta lì, ha mosso i suoi primi passi su quel pavimento... non lascerò che si prenda queste anche questi ricordi”.

Ti guardano tutti e tre con le lacrime agli occhi.

Castle sorride “Hai ragione. Dobbiamo riprenderci casa nostra”.

Alexis si stringe nelle spalle “Ma... che mi dite dei ricordi di quest’ultimo anno, allora?”.

Voi non ne avete alcuno, ma lei e Martha sì.

E anche tutti gli altri.

“I ricordi belli batteranno quelli brutti”, le risponde dolcemente suo padre.

“Posso suggerire una cosa?”, domanda Martha che fino ad ora era stata in silenzio ascoltando attentamente “Riarrediamo!”, esclama battendo le mani.

Ora siete voi a fissarla stupiti.

“Pensateci, manterremmo la nostra casa ma sarà come se fosse del tutto nuova!” spiega già del tutto assorbita dal nuovo progetto “Inoltre voi due avreste l’occasione di scegliere i mobili assieme, come fanno tutte le coppie che si devono sposare”.

Adori il loft così com’è ma devi ammettere che l’idea di scegliere assieme i mobili di casa vostra ti fa battere il cuore.

“Mi sembra un’ottima idea”, ne conviene Castle guardando annuire sia te che Alexis “Strano madre, non è da te!”, aggiunge poi, come suo solito fare per infastidire Martha.

La donna agita teatralmente una mano davanti a sé “Fingerò di non averti sentito”, commenta indignata andando verso la porta “Su tesoro, lasciamoli soli mentre si vestono”.

Alexis segue sua nonna fuori dalla stanza, non prima di averci abbracciato entrambi.

Entri per prima in bagno, come fai sempre ogni mattina da quando state insieme e in dieci minuti sei pronta.

Gli lasci il bagno libero e aspetti pazientemente che si prepari.

Lui di solito ce ne mette venti.

Colpa del ciuffo ribelle, ovviamente.

Ma questa volta è il bottone del polsino della camicia ad avere la meglio su di lui.

“Mi aiuti?”, domanda uscendo sconsolato dal bagno.

Sorridi facendogli segno di sedersi sul letto accanto a te.

Infili il piccolo bottone nell’asola della camicia ma invece di restituirgli il braccio ti ci aggrappi “Staremo bene, vero?”.

Lui posa la mano sulla tua gamba e inarca le sopracciglia “Se per bene intendi assistere inermi mentre mia madre acquista le cose più orrende che il mercato immobiliare abbia mai sfornato, allora sì, staremo bene”.

Tu sorridi “Sì, intendevo più o meno questo”.

L’ennesimo bacio viene nuovamente interrotto da qualcuno alla porta.

“Ci chiudiamo a chiave in albergo finchè non finiamo con il loft, vero?”, ti domanda seccato dall’ennesima interruzione.

“Assolutamente sì!”, rispondi ridendo, prima di andare ad aprire la porta.

Lanie, Esposito e Ryan fanno il loro ingresso.

“Finalmente vestiti di tutto punto!”, scherza Ryan.

“Sì, non offenderti Castle, ma non hai delle belle gambe”, si unisce Espo.

“Ah. Ah. Ah”, a turno Rick li abbraccia mentre Lanie si getta su di te.

“Mi sei mancata tanto”, ti dice commossa “Perdonami”.

“Non c’è niente da perdonare, ok? Gettiamoci questa storia alle spalle”, le rispondi tenendola stretta.

“Non sarà facile”, esclama Esposito “La guardia non ha visto chi l’ha tramortito e molto facilmente Tyson aveva camice e mascherina da dottore”.

“Appena Lanie farà l’autopsia a Kelly Nieman ci saprà dire la causa della morte”, aggiunge Ryan.

“Vi posso già dire che non mostra sintomi di soffocamento. Probabilmente le ha iniettato una bolla d’aria che ha raggiunto il cuore causandole un infarto”, precisa la dottoressa.

“E ovviamente non troveremo nessuna impronta”, conclude Castle.

“Non essere pessimista, Castle. Abbiamo diramato un comunicato a tutte le agenzie federali. Tutto il paese sta cercando un uomo uguale allo scrittore di gialli Richard Castle”, spiega Espo “E nel caso decidesse di cambiare nuovamente volto stiamo tenendo sotto controllo tutti i chirurghi plastici sia quelli abilitati che quelli radiati”.

Castle annuisce lieto di sentire che Jerry Tyson sia braccato su ogni fronte possibile.

“Ex scrittore di gialli, per la precisione”, aggiunge correggendo la frase dell’amico.

Ryan gli da un’amichevole pacca sulla spalla “Ora puoi riprendere il tuo lavoro”, suggerisce “E anche tu”, dice guardando poi Kate.

“Ci sentiamo più tardi, ragazzi”, si congedano Ryan ed Esposito.

Lanie ti avvolge in un ultimo abbraccio “Ti chiamo”, ti dice all’orecchio.

Di nuovo soli, vi prendete un attimo prima di uscire.

Avete ascoltato un racconto terribile in quella stanza e sono giorni che non vedete l’ora di uscire da lì.

Ora però sentite il bisogno di prendervi un minuto solo per voi.

Per riordinare le idee e i sentimenti.

Vi avvicinate al letto che occupava Castle e vi sdraiate un’ultima volta, abbracciati come nelle notti precedenti.

 

 

 

Ivi’s corner:

 

L’idea iniziale era quella di cambiare casa. Ma mentre scrivevo non ero più certa e parlando con le mie fantastiche consulenti sono giunta alla conclusione che così avrebbe vinto Tyson u.u

So...Riarrediamo! Martha è una donna molto saggia, non trovate?

 

Ci vediamo lunedì sera per i saluti finali e per iniziare al meglio con la 7x01 *-*

 

 
Buon finesettimana,

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15 - So I stayed in the darkness with you ***





# 15 - So I stayed in the darkness with you

 

 

Avete riempito nuovamente il borsone con le vestaglie e i vostri effetti personali utilizzati in quei giorni di degenza.

Vi siete già messi in contatto con Gina e il Cap. Gates per parlare delle vostre rispettive carriere lavorative.

Siete finalmente pronti ad andarvene quando un’infermiera entra con un bel vaso di fiori.

“L’hanno lasciato in accettazione per voi”, vi dice prima di sparire fuori dalla porta.

“Sarà la simpatica zia Therese?”, scherza Castle lasciando il borsone sul letto ed avvicinandosi al mobiletto su cui Kate ha posato il vaso.

“Zia Therese mi ha chiamata già un paio di volte, quindi non credo che siano suoi”, gli rispondi “Saranno di una tua qualche ammiratrice”, aggiungi poi con una smorfia mentre vedi se c’è un bigliettino.

“Le mie ammiratrici hanno più gusto”, ti risponde risentito.

Sorridi quando finalmente in mezzo al bouquet trovi il bigliettino “Eccolo!”.

Leggi ad alta voce:

 

Mi pareva di essere vicino a capire, senza riuscire però a capire, come capita di essere vicini a ricordare e non riuscire a ricordare.

3xk

 

Le lettere rosse spiccano sulla carta quasi come se fossero scritte con il sangue fresco.

Entrambi fissate quel biglietto con gli occhi sgranati.

“Si può dire che questa frase sia l’emblema della nostra lotta contro Jerry Tyson. Lui è sempre un passo davanti a noi. Quando crediamo di averlo stanato, lui anticipa le nostre mosse e ci sfugge”, dai voce ai tuoi pensieri sapendo che sono uguali a quelli di Castle.

Rigiri tra le mani quel piccolo cartoncino e leggi quelle righe ancora una volta “Descrivono pienamente questi giorni in ospedale”, aggiungi infine.

Castle non dice ancora niente. Fissa con insistenza il biglietto tra le tue mani.

Preoccupata, glielo porgi pensando che forse lui possa vederci qualcosa in più.

Passa lentamente i pollici sulle lettere, poi alza lo sguardo e cerca di sorriderti ma capisci che lo fa solo per tranquillizzarti.

“Cosa?”, domandi stringendo le mani attorno ai suoi polsi.

“Questa è una frase di Edgar Allan Poe”, ti risponde senza aggiungere altro.

Non ce n’è bisogno.

Edgar Allan Poe è lo scrittore preferito di Castle.

Per l’ennesima volta Rick è il bersaglio.

Il 3xk sa come colpirlo, anche solo con le parole o con un semplice mazzo di fiori che dice: Questa battaglia l’avete vinta voi ma la guerra è ancora in corso.

Lui è ancora là fuori, carico di informazioni su Castle.

Su di te.

Sulle vostre famiglie e sui vostri amici.

Ha risorse e abilità che nemmeno immaginate.

E una mente folle pronta a tutto.

Ma entrambi sapete che per adesso non farà la sua mossa.

È uno dei maggiori ricercati degli Stati Uniti e tutte le Agenzie delle forze armate sanno che ha il volto di Richard Castle, anche se probabilmente starà cercando un qualche chirurgo per rifarsi nuovamente i connotati.

Per un momento ripensi che se non fosse per te e il tuo lavoro tutto questo non sarebbe successo.

Ma le parole di Rick ti tornano alla mente, dissipando ogni dubbio.

Se anche io fossi luce e tu oscurità non tenterei di portarti dalla mia parte, ma verrei io nella tua. Mi cercherei una bella sedia comoda e starei nell’oscurità con te.

Gli prendi il biglietto dalle mani e lo metti in tasca.

Sai già che le vostre saranno le uniche impronte che la scientifica troverà e che sarà un altro dei vicoli ciechi a cui Tyson vi ha abituati.

Prendi il borsone in mano e da galantuomo Castle te lo sottrae per metterselo a tracolla.

“Usciamo da qui”, esclami “Abbiamo un loft da riarredare”.

Per adesso potete solo tornare alle vostre vite.

Rick ti sorride. Ti prende la mano ed insieme lasciate l’ospedale.

 

 

Fine.

  

  Then I heard your heart beating, you were in the darkness too 
So I stayed in the darkness with you

Cosmic Love – Florence and The Machine


 

 

Ivi’s corner:

 
Finale aperto? Certo che sì! Chi sono io per acciuffare il 3xk? Ci pensino gli sceneggiatori di Castle xD

Io l’ho solo preso in prestito per un pochino...

Spero che vi sia piaciuta questa mia piccola avventura, ringrazio di cuore tutti quelli che mi hanno seguita fin qui!

Un grazie speciale alla mia beta che mi odia (sotto sotto non mi sopporta più, lo so), alla mia consulente criminale che chiede alla madre cosa succede quando si inietta una bolla d’aria ad una persona solo per farmi un favore u.u

E grazie anche a chi ha letto in anteprima e mi ha dato il suo parere.

 
Insomma, grazie a tuttiiiiii :-****

 
BUONA 7X01 (ancora nn ci credooooo)

 

Ivi87

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2768070