The girl who saw through appearances - La storia di Emiko Hoshino

di DenyTheOrder
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Vi presento Emiko Hoshino! ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - Sospetti, la malattia di Kagome ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Illusioni? Un salto nel passato ***
Capitolo 4: *** Nota dell'autrice - Di già?! (si) ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 - La verità, il segreto di Kagome ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 - Incontrando la Gang! Una decisione importante ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 - L'avventura comincia, Koga: il velocissimo demone lupo ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 - Visioni, l'incontro con il famigerato Naraku ***



Capitolo 1
*** Prologo - Vi presento Emiko Hoshino! ***


< < Emiko, sveglia o farai tardi il primo giorno di scuola! > >

< < … Arrivo mamma… > > con le palpebre pesanti e la vitalità di un bradipo in letargo, mi alzai dal letto; e non mi faccio tanti problemi a dirvi la verità, e cioè che non ero AFFATTO pronta ad affrontare il primo giorno di scuola dopo un lungo periodo di vacanza (anche se secondo il mio parere le vacanze non sono mai troppo lunghe).

Anzi, voglio premettervelo così ché non vi pentiate della vostra scelta di leggere questa storia: non userò mai giri di parole e descriverò la realtà in tutta la sua compiutezza e coerenza. Se state leggendo nella speranza di trovare una di quelle storie in cui la protagonista è una svampitella che s’innamora del primo ragazzo che le passa d’avanti, bhè, allora vi consiglio di cliccare sul pulsante “indietro” e scegliere un’altra storia da leggere.

Ritornando alla narrazione: raggiunsi il bagno a tentoni, trascinando i piedi. Dopo essermi rifrescata grazie ad una doccia rilassante, indossai l’uniforme della scuola. Quest’ultima consisteva in una minigonna verde a vita alta ed una maglia a maniche lunghe bianca, più corta della gonna che portava all’altezza del collo un nodo rosso collegato ad una specie di copri spalle verde a strisce bianche (non sono molto brava con le descrizioni, quindi se volete vedere l’uniforme di Emiko cercate su internet l’immagine dell’uniforme di Kagome poiché è la stessa).

Dopo aver fatto colazione con latte e biscotti uscii nel cortile e montai in sella alla mia bicicletta.

Ah! Mi sono dimenticata di dirvi che ho un nome giapponese poiché mia madre lo è, mentre mio padre è italiano; quindi, riesco a parlare sia giapponese che italiano abbastanza correttamente. Ho trascorso i primi anni della mia vita in Italia, ma dai 4 anni in poi ho vissuto in Giappone.
Ora ho 15 anni e vivo in una modesta casetta in montagna con mia madre e sto per iniziare il mio primo anno al liceo. Fortunatamente anche la mia migliore amica, Kagome Higurashi, frequenta i miei stessi corsi.
A causa di una forte influenza, però, non ho potuto iniziare il liceo puntualmente ed ora eccomi qua, con due settimane di ritardo ed una giustifica per l’assenza causata dalla mia salute cagionevole. No, sul serio. Sono un soggetto molto sfortunato: durante l’estate ho avuto il raffreddore per una settimana e sono dovuta stare a letto per 5 giorni a causa di un insolazione. Diciamo che se stessi bene per più di 20 giorni sarebbe un miracolo.

Comunque, tornando alle mie strampalate avventure, ero finalmente arrivata a scuola dopo un lungo tratto tortuoso in bici. Una volta entrata nell’aula tutto il mondo sembrò fermarsi per qualche secondo. L’intera classe era a bocca aperta e non riuscivo minimamente a capirne il perché. Sarà stato il colore insolito dei miei capelli, o i miei brillanti occhi color smeraldo, ma la classe continuava a guardarmi come fossi un'aliena.

< < Sono la vostra nuova compagna di classe, Emiko Hoshino. Piacere di fare la vostra conoscenza. > > Dissi, decidendo di spezzare il silenzio, rivolgendo ai miei nuovi compagni un ampio sorriso. Ero già in ritardo di 2 settimane e certo non volevo fare una brutta figura per non essermi presentata formalmente alla classe.

< < Certo Hoshino, grazie per la tua presentazione. Ora và a sederti all’ultimo banco accanto alla finestra e poi apri il libro di testo a pagina 37. > >

Feci come mi venne detto e salutai con un cenno della mano Kagome che stava cercando in tutti i modi di attrarre la mia attenzione. Dopo aver ricambiato il saluto, si voltò e incominciò a scrivere qualcosa su un foglietto di carta che poi mi venne passato tramite altre due ragazze. Diceva:

 ‘ Oggi pomeriggio ti va di uscire ?‘

Certo :) Scrissi sullo stesso foglio e lo rinviai al mittente. Così quel pomeriggio, dopo le lezioni, andammo a fare compere per la città assieme ad altre tre amiche di Kagome: Ayumi, Eri e Yuka . Erano tutte molto simpatiche e mi fece piacere rivedere Kagome dopo tutto quel tempo;

Quella sera tornai a casa stremata e fui felice di immergermi tra le lenzuola del mio letto, pronta per entrare nel mondo dei sogni. 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - Sospetti, la malattia di Kagome ***


  --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Il giorno dopo, quando entrai in classe, fui sorpresa dal constatare che il banco a cui di solito sedeva Kagome era vuoto. Tentando di trovare una spiegazione logica per la sua assenza, mi avvicinai al banco di Ayumi e, dopo averla salutata, le chiesi di Kagome.

< < Ah! Si, non farci caso, in questo periodo Kagome si ammala molto spesso. Ieri sera mi ha chiamata suo nonno e mi ha detto che aveva un’ Antiochiarapatite fulminante (Nota dell’autrice: Non sapete quanto mi sono divertita ad inventare questo nome xD) al fegato e che non sarebbe tornata a scuola prima di una settimana. > >

< < … Va bene, grazie Ayumi … > >

Antiochiarapatite fulminante al fegato!?!? Ma è una malattia?!?!?!?!

Un po’ scettica sulla spiegazione di Ayumi, quel pomeriggio decisi di andare a fare una visita a Kagome per vedere come stava, ma quando arrivai al Tempio non ebbi il tempo di chiedere delle sue condizioni, che mi ritrovai per terra con un bambino al collo.
Dopo averlo guardato per bene lo riconobbi: era Sota, il fratellino di Kagome!
Wow! Pensai Si ricorda ancora di me!

< < Ciao Sota! Da quanto tempo che non ci vediamo! > >

< < Onee-chan! (sorellona) Mi sei mancata! > >

Si, io e Sota avevamo stretto molto e visto che ero figlia unica, lo consideravo il fratellino che non avevo mai avuto.

< < Sota, come sta tua sorella? Oggi non è venuta a scuola ed ero preoccupata… > >

< < Ehm… Vedi, la sorellona… ehmmmm… > >

< < Sota! E’ ora di rientrare, su!

Oh! Ma tu guarda, ciao Emiko! Da quanto tempo che non ci si vede! Tutto bene cara? > >

Era la madre di Kagome, una donna dolcissima e molto sensibile che avevo amato dal primo sguardo (Nota dell’autrice: non prendetela nel modo sbagliato. ‘Amare’ ha più significati ed in questo caso io intendevo un ‘amore materno’).

< < Certo signora, grazie mille. Come sta Kagome? Ho saputo che era malata… > >

< < Oh, certo. Kagome al momento non è in casa, è andata a farsi delle visite. Hai voglia di cenare con noi per caso? So che la strada da qui a casa tua è molto lunga, potrei accompagnarti io in macchina dopo mangiato se ti va. > >

< < Dai onee-chan!!! Resta qui con noi! > >

< < Se non è un disturbo… Ve ne sarei grata! > > Dissi sorridendo. Così fecero anche Sota e sua madre.

Mi fecero entrare e salutai il nonno della mia migliore amica che mi ricambiò con la stessa ospitalità. Parlammo di molte cose, tra le quali la storia della Sfera dei Quattro Spiriti, finché non andammo a mangiare.

< < Tutto delizioso! Complimenti alla cuoca! > > Dicemmo in coro.

< < Ma… Dov’è Kagome? > > Chiesi, sempre più curiosa. Ovviamente non avevo creduto alla bugia della visita medica, insomma, chi si fa visitare per 3 ore?!?
 
Silenzio.
 
< < Vedi cara… Ehm… C’è una cosa su Kagome che non ti abbiamo detto, ma vorremmo che sia lei a dirtelo. > >

< < Certo, grazie mille per avermi detto la verità > > Riferii, sinceramente sollevata del fatto che non dovessi più sentire bugie.

La madre di Kagome mi riaccompagnò a casa in macchina, visto che quella mattina, alzatami di buon ora, avevo deciso di andare a scuola a piedi. La ringraziai ed entrai in casa.
Salutai mia mamma con un caldo abbraccio e le chiesi della sua giornata, dopodiché andai in camera mia a finire di fare i compiti.

Avrei scoperto la verità su Kagome, pensai, in un modo o nell’altro.
 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Illusioni? Un salto nel passato ***


Il giorno successivo decisi di fare un sopralluogo al Tempio per verificare la veridicità delle parole della famiglia di Kagome. A quel punto, infatti, stavo iniziando a pensare che forse, e dico forse, Kagome stesse solo cercando di evitarmi. Ma anche se il mio ragionamento non faceva una piega, perché addirittura saltare la scuola?

C’era qualcosa che non quadrava.

Mi sentivo come un bambino di 5 anni intento a ricostruire un puzzle molto complicato, ed era una sensazione molto frustrante. Mi bastavano solo pochi altri pezzi, e forse sarei riuscita a farmi un quadro generale della situazione.

Ero arrivata al Tempio in bici e le nuvole stavano iniziando ad addensarsi. Decisi di dare un’occhiata in giro, a partire dall’albero sacro, il Goshinboku. Guardando più da vicino, mi accorsi che nell’albero vi era un piccolo foro, al cui interno era incastrato qualcosa.
 Come fossi in uno stato di trance, mi accorsi solo in seguito della pioggia che era iniziata a scendere dal cielo e che mi stava impregnando i vestiti d’acqua.
 Mi diressi velocemente verso una piccola cabina di legno in cerca di riparo.
Sulle pareti esterne vi erano vari sigilli che emanavano una strana aura negativa che avvolgeva di mistero la costruzione. Fantasticando sulla storia di quel luogo così macabro, decisi di entrarvi.

Fui molto delusa di trovarvi solo un pozzo abbandonato, poiché la mia fantasia aveva dilagato tanto da farmi arrivare in posti surreali raggiungibili solo con l’immaginazione. Aspettandomi chissà che cosa, girai intorno al pozzo, sperando che da un momento all’altro succedesse qualcosa. E al diavolo la razionalità!
Mi sporsi, allora, per tentare di vedere la fine del pozzo, ma proprio mentre stavo per andarmene, un tuono mi fece sobbalzare e perdere l’equilibrio.
Accadde tutto talmente velocemente, che quasi non mi accorsi della luce rosastra che mi circondava mentre precipitavo nel pozzo.
Dopo essere atterrata sul posteriore, mi alzai in piedi, pulendo la gonna impregnata di polvere e terreno; ebbi quasi un colpo al cuore quando, sollevando lo sguardo verso l’alto, mi accorsi che riuscivo a vedere il cielo.
Senza farmi prendere dal panico per le varie ossa di animali che mi circondavano, decisi di tentare la risalita del pozzo aiutandomi con delle liane che risalivano fino all’uscita.

Dopo essere scivolata un paio di volte, riuscii finalmente ad uscire da quel pozzo maledetto; ma quello che vidi non mi aiutò per niente a calmarmi: cielo limpido ed azzurro ed una distesa immensa d’imponenti alberi che mi circondavano.
Spaesata , ma allo stesso tempo affascinata da quella magnifica vista, presi l’unico sentiero presente, che s’inoltrava nel bosco.
Ad un certo punto del percorso, però, mi fermai di scatto.

< < Aiuto! Vi prego, qualcuno mi aiuti! > > Era una voce sottile e acuta, probabilmente di una bambina e proveniva dal profondo del bosco.
Combattuta tra il fare una buona azione lasciando l’unica strada che presumevo portasse alla civiltà, e il farmi i fatti miei, continuando per la mia strada, corsi inconsciamente nella direzione da cui proveniva la voce.

E’ per colpa della mia etica se un giorno ci rimetterò la pelle!

Raggiunsi una specie di radura, dove due uomini stavano trattenendo una povera ragazzina per cercare di metterla in una gabbia.
Commercianti di schiavi?! Ma dove siamo, all’epoca dei romani?!?!?

< < Hey voi! Lasciate stare quella povera bambina e prendetevela con quelli della vostra taglia! > >

I due uomini si voltarono verso di me: avevano delle facce losche ed uno strano abbigliamento; ma quello non era esattamente il  momento migliore per pensarci, perché i due uomini si stavano avvicinando molto velocemente ed avevano un’espressione da maniaci stampata in volto.

< < E tu chi saresti, eh? La sorella della mocciosa? > >

< < Se vuoi possiamo divertirci un po’, eh che ne dici bella?> >

Oh. Mio. Dio. Che. Schifo. Potrei vomitare.

< < Nei vostri sogni bruti! > > dissi.

Erano a qualche metro da me, sentivo l’adrenalina che mi pulsava nelle vene.

< < Tu prendi la mocciosa, io mi occupo del- > > Non riuscì a finire la frase che cadde a terra dolorante. Diciamo solo che sono cintura nera di karate e so come difendermi.
L’altro tentò di scappare, ma con un calcio dove non batte il sole, diciamo che cambiò idea …
Che posso dire … Ebbero quello che si meritavano.
Corsi verso la bambina, con un espressione preoccupata stampata in faccia.

< < Hey, piccola! Come va? Tutto bene? Non ti avranno mica fatto qualcosa quei due- > >
Fui interrotta dalla risatina della piccola, chiaramente divertita dalla mia apprensione.

< < Si, tutto bene signorina, grazie per avermi salvata! > > Disse, con un espressione di sollievo e gratitudine.

< < Come ti chiami tesoro? > >

< < Rin. Mi chiamo Rin, piacere > >

< < Il piacere è tutto mio Rin > > dissi, con una voce pomposa, cercando di farla ridere, il chè funzionò alla perfezione
< < Io sono Emiko. Dove sono i tuoi genitori? > >

Prima che potesse rispondere, sul volto della bambina si formò un’espressione di gioia immensa, mi superò e corse fino a raggiungere un uomo che si trovava al punto opposto della radura. Mi salutò con un cenno della mano ed io feci lo stesso, ma l’uomo misterioso, che a quel punto assunsi fosse il padre, sembrò fulminarmi con lo sguardo. Con un’espressione irritata in volto, feci per andarmene, ma, improvvisamente, mi sentii più leggera ed una luce bianca e rosa iniziò ad avvolgermi.

L’unica cosa che so è che mi sono risvegliata il giorno dopo nel mio letto.

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Capitolo 4
*** Nota dell'autrice - Di già?! (si) ***


Salve ragazzi!
Sono DenyTheOrder e volevo ringraziarvi per le numerose visualizzazioni alla mia storia. Grazie di cuore!
Volevo anche avvisarvi che da oggi in poi, i capitoli verranno pubblicati molto irregolarmente per via della scuola.
Grazie per la vostra attenzione,
                                     -DenyTheOrder                                        

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Capitolo 5
*** Capitolo 3 - La verità, il segreto di Kagome ***


-A scuola, precisamente 12 giorni dopo, all’ora di pranzo-

O adesso o mai più.

< < Hey Kagome, senti, c’è qualcosa di cui ti vorrei parlare…> >

< < Ah-uh, si ehm… certo Emiko… > >

~Punto di vista di Kagome~

Oh-oh. E ora cosa le dico?! Mamma mi aveva avvisata che si era lasciata sfuggire qualcosa sulla mia assenza ingiustificata, ma… Ora io cosa dovrei fare? Le dico la verità?

No. Penserebbe sicuramente che sia pazza. Ma non penso di avere una scusa abbastanza credibile… voglio dire, sono stata via per 2 SETTIMANE!

< < Ehm, Kagome, ti senti bene? > >

Ma Emiko è la mia migliore amica! Che mi creda o meno, glielo dirò! Non ci sono mai stati segreti tra noi due e così continuerà ad essere!

…Però…

< < KAGOME! > >

< < Ah! Si! Emiko! Cosa c’è? > >

< < Ecco vedi, stavi fissando un punto indefinito davanti a te e avevi un’espressione rimbecillita in volto! > >

< < Oh > >

< < Comunque, MI POTRESTI DIRE CHE HAI FATTO NELLE DUE ULTIME SETTIMANE? Ero preoccupata da morire! Non rispondevi al telefono e non eri nemmeno a casa! Insomma, mi vuoi spiegare che sta succedendo?!?! > >

Che strano… Emiko non urla mai a questo modo… E poi ha un’aria così stressata… Cosa le sarà successo ?

~Punto di vista di Emiko~

Bene. L’avrò sicuramente spaventata con il mio comportamento scorbutico.

Ero veramente dispiaciuta per aver urlato a Kagome, ma in quegli ultimi giorni non avevo per niente dormito. Scossa da quello strano sogno avevo passato più di una notte in bianco. Avevo dubitato a tal punto della mia sanità mentale che avevo pensato di farmi controllare da uno psicologo. Non scherzo.

< < Mi dispiace Kagome, non volevo urlarti contro, ma in questi ultimi giorni non ho dormito molto bene… > >

< < Ah, non preoccuparti Amy ( Nota dell’autrice: si legge “Emi”. E’ il soprannome che Kagome ha dato ad Emiko quando avevano 5 anni) è tutto okay. Comunque hai ragione, meriti delle spiegazioni. Vedi… > >

Kagome mi raccontò della storia di Inuyasha, il ragazzo  mezzo-demone di cui si era invaghita, della sua antenata Kikyo, di come ha scoperto di essere una miko (sacerdotessa), dei suoi compagni di viaggio e della loro lotta conto il perfido Naraku.

< < Ma come fai a viaggiare dai giorni nostri fino all’epoca Sengoku? > > Chiesi incuriosita.

< < Bhè, vedi, al Tempio c’è un pozzo grazie al quale riesco ad andare e tornare dal Giappone del tempo dei Demoni. > >

Per un momento il mio cuore smise di battere. Il sangue mi si raggelò nelle vene all’udire quelle parole.

< < Che   COSAAAAAAAAA?!?!?!?! > >

Probabilmente tutta la scuola mi avrà sentita quel giorno, ma in quel momento non m’importava, avevo cose ben più importanti da risolvere, come ad esempio il fatto che il mio sogno non fosse affatto un sogno!

< < Emiko?!?! Tutto bene? Sembri un fantasma! > >

Non è possibile. Non è possibile. Non è possibile. Non può essere vero!

Eppure tutto quadrava perfettamente. Cercavo di autoconvincermi che fossero tutte coincidenze, che mi stessi solo impressionando, che fosse tutto un sogno.
 

Purtroppo non era così.
 

< < K-K-Kagome… pensi sia possibile c-c-che io abbia viaggiato nel t-t-tempo c-c-come te? > >

Inizialmente Kagome aveva un’espressione stranita.

< < Non sapre- > > S’interruppe.

Poi la sue espressione divenne un mix di stupore, incredulità e confusione. Aveva capito quel che intendevo.

< < Ma che cos- > > S’interruppe di nuovo, ma questa volta nessuna delle due sapeva più cosa dire o pensare.

Non sapevamo che questo era l’inizio di una nuova, grande, meravigliosa avventura.
 
Nota dell’autrice: Hiiiiiiiii guysssssss~
Volevo ringraziarvi per le numerose visualizzazioni alla mia storia <3 E vi volevo avvisare che dal prossimo capitolo inizierà la vera azione\avventura ;) Mi scuso se i precedenti capitoli si sono rivelati un pò noiosi, ma per piacere abbiate pazienza! :)
See ya~

 

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Capitolo 6
*** Capitolo 4 - Incontrando la Gang! Una decisione importante ***


< < Te lo ripeto per l’ultima volta Emiko! Dobbiamo scoprire se il tuo è stato solo un sogno o se sei veramente riuscita a viaggiare nel tempo! E per farlo devi saltare nel pozzo! > >

< < Ma io… Io non ci voglio tornare in quel posto! Mezza volta che ci sono stata mi è bastata! > > Con le lacrime agli occhi ed un sorriso ebete stampato in volto, tentavo di allontanarmi da Kagome il più posssibile: eravamo davanti al pozzo Mangiaossa, ma l’ultima cosa che volevo fare in quel momento era saltarci dento di nuovo. Non volevo tornare nell’epoca Sengoku.

Per carità, non fraintendetemi: la natura lì era qualcosa di magnifico e l’aria era così pulita che una sola giornata trascorsa in quel posto poteva ripulirti i polmoni da tutto l’inquinamento della città; ma anche se vi ero stata solo per qualche ora, già ero stata attaccata da dei venditori di schiavi… Era un mondo crudele, in cui gli uomini approfittavano gli uni degli altri, senza alcun ritegno. Senza alcuna pietà…

A causa dello stato di trance in cui mi trovavo, mi accorsi troppo tardi di Kagome, la cui mano era fermamente congiunta alla mia, che mi stava trascinando nel pozzo.

< < NO NO NO! Kagome aspe-- > >

Troppo tardi, ormai eravamo già dall’altra parte.
 

Risalimmo insieme il pozzo e poi raggiungemmo un piccolo villaggio, appena fuori la foresta - per la cronaca, seguendo il sentiero opposto a quello principale, che la volta prima non avevo notato.

Ha ha ha. Ha. L’ironia della sorte.

< < Sei arrabbiata con me Amy? > > Mi chiese d’un tratto la mia amica e compagna di viaggio.

< < *Sigh* No, non preoccuparti Kagome. In fondo, mi piace questo posto… E’ rilassante > > Le risposi, sfoggiando il mio sorriso più rassicurante. Volevo molto bene a

Kagome e non volevo farla preoccupare inutilmente; infatti, non le avevo raccontato nemmeno del piccolo “incidente” con quei tipacci nella foresta.

Ben presto arrivammo ad una piccola capanna, molto modesta, davanti alla quale stava aspettando l’arrivo di Kagome – presumo -  un ragazzo dai capelli argentati e dagli occhi color dell’ambra. Mi ricordava qualcuno…

< < Kagome, chi è questa?!?! > > Urlò il ragazzo, indicandomi con il dito.

Prima impressione: rude.

< < Inuyasha…. A CUCCIA!! > > A queste parole il ragazzo, che appresi era la cotta di Kagome, il famoso mezzo-demone Inuyasha, si schiantò, faccia al suolo, come se per un momento la gravità fosse stata 10 volte più potente.

< < E questo per cos’era?!?! > >

< < Per esser stato rude con la mia migliore amica. Inuyasha, ti presento Emiko. Emiko, questo è Inuyasha. > >
Io e il mezzo-demone ci guardammo per qualche istante, lui da “sdraiato” ed io in piedi.
In realtà non ci stavamo solo fissando, ed entrambi lo sapevamo bene. Ci stavamo studiando a vicenda, ed in un certo senso, stavamo comunicando.

< < Ciao, piacere di conoscerti Inuyasha;  Kagome mi ha parlato tanto di te > > Ruppi finalmente il silenzio e sfoggiai un ghigno simpatico, in segno di pace.

< < Hmph! Solo un’altra stupida ragazzina. Kagome a cosa ci può servire- Un attimo, ma come ha fatto ad arrivare qui?!?! > >

Questo ragazzo urla troppo. Pensai, con un’espressione irritata sul viso.

< < Probabilmente ha abbastanza energia spirituale da poter affrontare il viaggio. Interessante… > > Affermò una voce maschile sconosciuta.

Mi voltai e vidi due ragazzi, una femmina ed un maschio, quest’ultimo vestito da monaco, che si stavano avvicinando.

Tutt’a un tratto mi ritrovai inginocchiata, con le mani intrappolate in quelle del ragazzo che alcuni secondi fa si trovava a qualche metro di distanza.

Come cav-?

< < Oh bella fanciulla, vi prego di concedermi l’onore di un figlio. > >

< < …………………………………………………………… Eh? > >

Prima che potessi reagire in alcun modo o che il significato della domanda raggiungesse il mio cervello, la ragazza che prima si trovava al fianco del monaco si avvicinò a velocità sovraumana.

Slap

Ora la guancia del monaco era di un rosso scarlatto e le mie mani erano libere dalla sua presa.

< < Mi dispiace tanto per quello che è successo, Miroku fa così con tutte… > > L’espressione sul volto della ragazza era a dir poco inquietante e nella sua voce si notavano esasperazione e irritazione.

< < Ha ha ha ha. Ha. Ha. > > Kagome stava ridendo quasi istericamente ed Inuyasha era al livello “facepalm”. Evidentemente, sapevano che sarebbe accaduto.

< < Ah! Ma voi allora siete Sango e Miroku! Kagome mi ha parlato tan- > >

Sbam!

Miroku era ora a faccia a terra e sedere all’aria con delle stelline che gironzolavano attorno alla sua testa su cui si era formato un bernoccolo molto evidente.
 Io ero rossa come un pomodoro e stringevo il pugno.

< < Ma che cosa ti salta in mente, monaco pervertito! > > Urlai, esasperata, lacrime agli occhi (lacrime di rabbia).

Si, mi aveva palpato il fondoschiena mentre ero distratta.

< < Hehehe, ne è valsa la pena > > Disse, a metà tra la coscienza e l’incoscienza.

< < Non cambierà mai > > Dissero i tre in coro.


Qualche ora più tardi, dopo aver conosciuto la vecchia Kaede, l’impavida Sango, la dolce Kirara e il piccolo Shippo, e dopo aver raccontato la mia storia, Kagome mi propose l’inaspettato:

< < Ehi Emiko, visto che ormai sei qui e che anche tu hai dei poteri spirituali che ancora devi scoprire, che ne dici di aiutarci nella lotta contro Naraku? Un aiuto in più fa sempre bene! Che ne dite ragazzi? > >

Tutti approvarono, ognuno a modo proprio. Persino Inuyasha abbandonò il sue ego e accettò.

Ora tutti guardavano me, speranzosi e fiduciosi:

< < E va bene. La mia vita, comunque, era troppo monotona e mi stavo iniziando ad annoiare. Questo sarà l’inizio di una nuova avventura! > >

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Capitolo 7
*** Capitolo 5 - L'avventura comincia, Koga: il velocissimo demone lupo ***


Spazio dell'autrice
Hey ragazzi, non sono morta :") Ecco a voi un altro capitolo della FF, buon Natale (in ritardo) e felice anno nuovo. Il prossimo capitolo è già completo e verrà pubblicato il prima possibile ;)
Fatemi sapere che pensate della storia con una recensione se vi va! Commenti e opinioni costruttivi sono sempre bene accetti ^-^
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La luce del sole illuminava dolcemente il nostro cammino, mentre con la testa fra le nuvole contemplavo il magnifico panorama roccioso che si stagliava per chilometri e chilometri di distanza indisturbato. Ci eravamo messi in viaggio quella mattina e, partendo dalla capanna della sacerdotessa Kaede, eravamo arrivate alla nostra posizione attuale.

Improvvisamente Kagome si fermò, guardandosi con aria circospetta attorno.

<< Sento la presenza di frammenti della sfera, si stanno avvicinando rapidamente>> esclamò e d’improvviso, prima che Inuyasha potesse chiedere ulteriori informazioni, un vento molto forte iniziò a soffiare, creando un turbine simile ad un tornado in miniatura che, depositandosi nella parte bassa delle alture su cui stavamo camminando, rivelò il corpo di un uomo. Aveva i capelli lunghi legati in un codino e sostenuti da una fascia pelosa color marrone, dello stesso tessuto di cui erano fatte le vesti che portava oltre che all’armatura.

<< Salve >>

<< Koga! >>

E così costui era il famoso demone lupo che aveva rapito Kagome e poi preteso che diventasse la sua donna? Era carino per essere così spavaldo.

<< Kagome! Ho sentito il tuo odore e ho pensato di venire a trovarti. Come stai? >>
Ma prima che la mia migliore amica potesse rispondere, Inuyasha le si parò davanti con aria minacciosa:

<< Che cosa diavolo vuoi lupo randagio? >> chiese il mezzo-demone con sguardo feroce che Koga ricambiò senza troppi complimenti. Si vedeva lontano un miglio che quei due si odiavano e che, molto probabilmente, Inuyasha era solo geloso della sua amata, come chiarì Shippo prendendo le difese del “botolo ringhioso”.

Cielo, quanto sono carini Kagome e Inuyasha!

Dopo una piccola discussione, Koga si girò verso di me e con aria interrogativa chiese:

<< Kagome, è questa chi è? Non ricordo di averla mai vista >>

<< Io sono Emiko, migliore amica di Kagome sin dall’infanzia, è un piacere fare la tua conoscenza Koga! >>
Il demone sogghignò amichevole:

<< E’ un piacere anche per me, è sempre bello incontrare gente nuova, soprattutto se si tratta di amici di Kagome! >>

Gli sorrisi di rimando, tuttavia non era poi così antipatico come sosteneva Inuyasha e di certo era tanto sfrontato quanto aveva dichiarato Kagome.

Dopo esserci seduti su alcuni massi che si trovavano nelle vicinanze, Koga mi presentò due dei suoi compagni che, animatamente, si presentarono e mi riempirono di complimenti sulla mia bellezza. Che dolci!

Mentre i due spasimanti di Kagome riprendevano a litigare violentemente – Inuyasha arrivò addirittura a sfoderare Tessaiga, pentendosi poi in seguito per l’esagerato peso della spada – io mi ritrovai ad accarezzare i docili lupi al seguito dei tre demoni che ci avevano raggiunti. Con occhi a cuoricino, continuavo a sussurrare complimenti agli animali che si rotolavano sul terreno, soddisfatti delle coccole e delle attenzioni che stavano ricevendo.

Purtroppo dopo poco i lupi, al seguito dei loro padroni, si dissolsero nel vento ed io e la gang fummo nuovamente da soli, continuando lungo il nostro percorso precedentemente interrotto – non prima che la mia cara amica mandasse in “depression mode” il povero Inuyasha come mi accorsi, ridendo. Sigh. Dopotutto Koga era simpatico e se non fosse stato la maggior parte del tempo a litigare con Inuyasha sarebbe anche stata piacevole la sua compagnia.

Durante il percorso Kagome mi raccontò della disgrazia che aveva colpito il clan del velocissimo demone lupo e del suo artefice, Naraku. Nonostante me lo avesse già descritto in precedenza come malvagio e spietato, non potevo che provare un certo interesse nei suoi confronti; il lato oscuro delle cose mi aveva sempre affascinato sin da piccola-  così come il macabro e il gotico avevano da sempre costituito un perenne punto fisso nella mia mente. Non potevo fare a meno di provare a immaginare i motivi delle azioni di questo misterioso personaggio che sembrava portare nient’altro che dolore e disperazione ovunque andasse.

I miei pensieri, poi, si spostarono repentinamente alla figura dell’affascinante sconosciuto che avevo incontrato durante il mio primo viaggio nel Giappone feudale e, improvvisamente, mi ricordai che tra l’uomo incontrato nella radura e il mio compagno di viaggio Inuyasha avessi constatato una notevole somiglianza.  Non potevo negare di essere alquanto affascinata anche alla sua figura, dalla sua aura di potere e di mistero. Conclusi che dovesse trattarsi di un demone, ma cosa ci faceva un demone con una bambina umana? La piccola Rin che avevo incontrato quel giorno sembrava positivamente umana, eppure…

 Scelsi allora di chiedere al caro Inuyasha, se conoscesse lo strano – e oserei dire scontroso- demone dai capelli argentati, ma prima che avessi potuto, il mezzo demone esclamò tra un misto di eccitazione e inquietudine

<< Sento l’odore di Naraku, dev’essere vicino!>>

Senza alcun preavviso, Miroku (già seduto sul dorso di Kirara) mi afferrò per i fianchi cingendomi la vita e, con il minimo sforzo, mi issò sulla dolce bestia, facendomi sedere sul suo grembo.

<< Miroku, grazie mille per l’aiuto, ma ora posso benissimo sedermi dietro di te visto che c’è posto, no? >>

<< Dolce Emiko, credo siate più sicura qui tra le mie braccia, dove posso difenderla senza indugi- >>

Slap

<< Brutto… NON APPROFITTARE DELLA SITUAZIONE MONACO PERVERTITO! >>

Ancora una volta Miroku aveva dimostrato di essere una brutta persona accarezzandomi senza preavviso il posteriore… Sigh
Si preannunciava una serata a dir poco movimentata.

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Capitolo 8
*** Capitolo 6 - Visioni, l'incontro con il famigerato Naraku ***


Dopo poco tempo arrivammo ad una radura illuminata dalla luce lunare, all’interno della quale uno strano carro munito di gabbia giaceva accompagnato da quelli che sembravano due uomini. Il primo era incatenato ed imbavagliato, ma combatteva ad una velocità sovraumana con Koga, della cui presenza mi accorsi solo secondi dopo; mentre il secondo si trovava affianco al carro ed era coperto da una ancor più strana pelliccia di babbuino.

Tutto così originale in quest’epoca…

Dopo essermi liberata dalle grinfie del monaco Miroku, come il mio sguardo si posò sull’uomo-babbuino, la mia testa iniziò a girare, mentre la vista mi si offuscava sempre di più. Non sentivo più le voci dei miei compagni di viaggio che mi circondavano. Tuttavia non persi conoscenza, non svenni, ma entrai in uno stato di trance simile a quello che sperimentai nei pressi del Goshinboku, a casa, ma mille volte più intenso.

<< Naraku, tu non riesci a fare altro che pensare a me continuamente. Sai perché? Perché porti ancora dentro di te lo spirito di Onigumo >>

Una donna dalla chioma fluente e corvina proferì le parole trascinate dal vento; ero in una radura nel pieno di una foresta, affianco al corpo della donna che aveva pronunciato predette parole. Mi sembrava familiare… Poteva forse essere la famosa Kikyo di cui Kagome mi aveva tanto palato? La somiglianza tra le due era spaventosa, doveva essere proprio l’antenata della mia migliore amica.

Prima che potessi rivolgerle la parola, lei si girò nella mia direzione e sorrise, quasi impercettibilmente, mentre lo sfondo della visione cambiava nuovamente.

Ora ero in una grotta, fredda e buia, illuminata solo da una piccola candela. Kikyo era lì al mio fianco e, come notai, stava curando le ferite di un uomo ricoperto di bende e ustioni da testa a piedi, ma questa volta non sembrò accorgersi di me. Lo sconosciuto scrutava accigliato la sacerdotessa con il suo unico occhio maligno, ma prima che potessi analizzare meglio la scena, essa mutò nuovamente, e mi ritrovai nel prati proprio al di fuori della grotta. Da quest’ultima proveniva un fitto fumo ed ogni tanto potevo scorgere una fiammata rossastra che s’innalzava verso il cielo.

Dalla caverna, uscì un uomo dai capelli neri e gli occhi rosso sangue che, scrutandomi torvo, mi si avvicinò sempre di più, finché…

<< Fermo! >>

Le parole lasciarono la mia bocca senza preavviso, per qualche secondo avevo provato un’ansia angosciante e sentivo il bisogno di distanziarmi dal demone il più possibile.
Tutto si fece buio, ma non prima che riuscissi a scorgere nuovamente il peculiare uomo che, senza batter ciglio, si divise in due figure uguali e distinte allo stesso tempo. In quel momento, capii che il demone uscito dalla grotta era solo un’ombra del brigante Onigumo e che, dal suo immenso desiderio, era nato un mostro. Dal suo desiderio era nato Naraku.

Sbattei le palpebre e mi accorsi che qualcuno mi stava scuotendo per le spalle. Era Kagome che, con in volto un’espressione preoccupata e sconvolta al tempo stesso, gridava il mio nome ripetutamente. Spalancai gli occhi quando finalmente ripresi percezione della realtà.

<< Amy! Mi senti Amy?! >>

<< Uh-uhm s-si ti sento Kagome, anche se penso di avere un’emicrania >> dissi massaggiandomi con una mano la fronte che pulsava oh così forte.

<< Grazie al cielo Amy ci hai fatto preoccupare!>>

Un momento, ci hai fatto preoccupare? Per quanto tempo sono entrata in stato di trance? Se ne sono accorti tutti? Cielo che confusione!

Leggendo la mia espressione preoccupata, Kagome mi spiegò che prima della battaglia tra Juromaru, Kageromaru e i nostri – durante la quale ero con la testa e lo spirito altrove – Naraku, fissandomi con uno sguardo intenso e “che non preludeva a niente di buono” aveva cercato di avvicinarsi, ma una barriera era apparsa all’improvviso, proteggendo me ed i miei compagni, ed aveva impedito al demone di raggiungermi. Da quello che mi stava raccontato Kagome, sembrava proprio che la barriera fosse apparsa proprio dopo il mio comando – “fermo”. Forse la visione che avevo avuto era un riflesso di quello che mi stava accadendo in quel momento? Inoltre,  il tempo della visione non corrispondeva a quello reale, poiché al mio risveglio la battaglia con Juromaru e Kageromaru era già conclusa.

Continuai a camminare, rimuginando su tutte le informazioni che avevo accumulato, anche se il mal di testa non mi aiutava per niente. Eravamo sulla strada di ‘casa’ e da quel che mi aveva raccontato Kagome, sarebbe voluta ritornare alla nostra epoca e sparire per un po’, giusto per tenere Inuyasha sulle spine.

<< Dolce Emiko, voi non ricordate proprio niente di quel che è successo? >>

<< Mi dispiace, non ricordo nulla. So solo che ad un certo punto mi sono sentita… come se non ci fossi, come se non fossi lì con voi, ma in un altro luogo e… ho avuto una visione, una del passato, ma ho anche dei ricordi più sfocati come il discorso di Kikyo… >>

<< Kikyo? >> Improvvisamente Inuyasha si fermò e si voltò verso di me, più interessato che mai, mentre Kagome si fece un po’ più triste in volto.

<< Si, penso si trattasse di lei, era identica a Kagome nella visione… Preferisco non parlarne più, ora sono troppo stanca ed il mal di testa è peggiorato>>  e volevo risparmiare a Kagome altri problemi. Avrei dovuto fare due chiacchiere con Inuyasha per quanto riguarda la sua relazione con la miko resuscitata prima o poi…

<< Va bene Amy… Hey! Che ne dici se ci fermassimo ad una sorgente termale per rilassarci un po’? E per avere un pò di tempo da sole, tra ragazze? >>

Sango, che fino a quel momento era stata in silenzio, rispose sorridente:
<< Penso sia un’ottima idea! >>

<< Ma si dai, perché no? >> sorrisi a mia volta.

<< HEY, COSA DECIDETE DA SOLE SENZA CHIEDERE NIENTE A NESSUNO? COSA VI FA PENSARE CHE VI ACCOMPAGNERO’ A QUELLE STUPIDE SORGENTI? >> strillò Inuyasha.

Cielo, quel ragazzo a volte riesce veramente a darmi sui nervi…

<< INUYASHA, A CUCCIA! >>

Senza altri indugi e con un sospiro dalla mia parte, raggiungemmo le sorgenti termali senza ulteriori discussioni, con un brontolante Inuyasha al seguito.

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