L'infallibile tecnica di Hashirama Senju

di supersara
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fra me e te non succederà mai niente ***
Capitolo 2: *** Un detestabile conflitto interiore ***
Capitolo 3: *** Un Uchiha nell'armadio ***



Capitolo 1
*** Fra me e te non succederà mai niente ***


CAPITOLO 1: Fra me e te non succederà mai niente.


 
Madara diede fuoco al libro di diritto privato con soddisfazione. Gli avevano detto di non farlo, perché nel corso della sua vita universitaria gli sarebbe tornato utile tantissime altre volte, ma lo aveva detestato talmente tanto che non era riuscito a farne a meno. Aveva superato l’esame più difficile dell’anno con la bellezza di un trenta, e con quello i cinque del primo anno erano andati senza problemi. Degno di un membro della famiglia Uchiha! Ripensò al professore e alle sue ultime parole con il sorriso sulle labbra.

FLASH BACK

“Signor Uchiha, lei è andato molto bene, ma ancora non sento quella determinazione e sicurezza che dovrebbe esserci nell’esposizione di questa materia. Le voglio dare un ventotto, lo accetta o preferisce ripresentarsi per il trenta?”

Gli occhi iniettati di sangue di Madara si posarono minacciosi sul professore che istintivamente andò a ripararsi dietro il codice civile.

“R… ripensandoci signor Uchiha, forse si merita il trenta!”

FINE FLASH BACK

Andò a sedersi al solito tavolo che occupava alla mensa, si portò la bottiglietta d’acqua sulle labbra rilassandosi e godendosi il momento di tranquillità e pace che si ha solo dopo aver superato un esame.

“Madara! Madara!” Improvvisamente qualcuno gridò il suo nome alle sue spalle, facendo girare tutti gli studenti e attirando l’attenzione sull’Uchiha.

Era Hashirama che senza neanche preoccuparsi di chiedere il permesso, si era seduto al tavolo dell’amico.

“Allora? Come è andato l’esame? Sicuramente benissimo! Che voto ti ha dato? Sicuramente trenta! È stata dura? Ma no, per te è tutto facile! Hai già organizzato le vacanze natalizie? Perché non andiamo da qualche parte? Torni a casa con me oggi? Ovviamente sì! Lo mangi quello?” E finalmente fece una pausa per masticare la polpetta di riso appena rubata dal piatto del ragazzo.

L’Uchiha teneva gli occhi chiusi, cercando di mantenere la calma il più possibile mentre il suo corpo era smosso da un tremolio rabbioso e un vena sulla parte destra della tempia continuava a pulsare.

“Mpf… Madara… mpf… ti vedo nervoso!” Fece il Senju a bocca piena.

Il moro si alzò, deciso a non sopportare un secondo di più quella fastidiosissima presenza. Fece per andarsene ma la voce di Hashirama lo fermò: “aspetta!”

L’Uchiha, scocciato, si voltò in direzione del ragazzo. Aveva assunto la sua ‘espressione seria’ e guardava Madara come se stessero per cominciare uno scontro all’ultimo sangue.

“L’anno scolastico e gli esami sono finiti” affermò per poi continuare con un convinto: “esci con me!”

Ci fu un minuto di silenzio durante il quale l’Uchiha cercò di trovare tutti i modi possibili per ucciderlo. Lui e quell’idiota si conoscevano da sempre e fra loro era nato un rapporto – che Madara si ostinava a non voler definire ‘amicizia’, ma ‘conoscenza’ – profondo. Più di una volta Hashirama aveva dimostrato il suo interesse per l’Uchiha, che dal canto suo non aveva fatto altro che respingerlo e dargli dell’idiota. La verità era che non lo aveva mai preso sul serio, nonostante Hashirama lo avesse definito più volte come ‘il suo ragazzo’.

Dopo un fulmineo sguardo di ghiaccio, Madara si limito a dire: “no!” E riprese la sua strada.

Il Senju restò impalato a guardarlo mentre si allontanava. Era un osso duro ma non poteva continuare ad ignorarlo per sempre e lui non avrebbe mollato così facilmente.
Quella sera l’Uchiha decise di non uscire. Non era obbligato a festeggiare per forza la fine dei suoi esami, senza contare che dopo l’infelice intervento di Hashirama davanti a tutti, non ne aveva voglia. Tirò fuori una bottiglia di birra dal frigo e andò a sedersi sul divano, davanti alla tv.

Si lasciò sfuggire un sospiro e chiuse gli occhi rilassandosi. Andare a vivere da solo era la cosa più intelligente che avesse mai fatto: niente orari, niente regole, niente rotture di scatole…

Proprio mentre si perdeva in questi pensieri la porta del suo appartamento venne spalancata con impeto.

“Madara!” Hashirama fece irruzione in casa senza troppe cerimonie.

L’Uchiha si maledisse per non aver chiuso a chiave la porta.

“Che fai qui tutto solo? Esci con me!”

“Non ti hanno insegnato a bussare? Dannato idiota!” Sbroccò il ragazzo alzandosi in piedi.

Il Senju indietreggiò sorridendo nervosamente.

“Scusa! Hai ragione!” Tornò fuori e si chiuse la porta alle spalle. Poi bussò rapidamente e senza neanche aspettare una risposta rientrò alla stessa maniera di prima dicendo: “Madara, esci con me!”

Il moro strinse i pugni esasperato. Non solo lo infastidiva con la sua irritante presenza all’università, ma andava anche a prenderlo fino dentro casa! Non poteva tollerare una cosa del genere.

“Hashirama” cominciò con voce glaciale che fece sussultare il castano “fra me e te non succederà mai niente.”

I due si guardarono negli occhi per diversi secondi. La freddezza con cui aveva riferito quel dato di fatto, aveva scosso il suo interlocutore.

Alla fine Hashirama gli chiese scusa e se ne andò senza aggiungere altro.

Madara si lasciò cadere sul divano con aria pensosa. Sentiva una strana sensazione, era quasi deluso.

“Al diavolo!” Mormorò tornando a scolarsi la birra.

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Capitolo 2
*** Un detestabile conflitto interiore ***


CAPITOLO 2: Un detestabile conflitto interiore.


 
Madara si sedette al suo posto. Stava per cominciare la lezione di diritto pubblico.

Si guardò intorno con aria furtiva alla ricerca dell’idiota. Come al solito era in ritardo.

Non si preoccupò più di tanto, anche se era curioso di sapere come potesse stare dopo l’affermazione della sera prima. Si stava dando dell’idiota da solo: era evidente che gli interessava qualcosa di Hashirama, ma proprio non riusciva ad ammetterlo.

Prese la matita e cominciò a scarabocchiare il quaderno degli appunti. Quando era nervoso tracciare dei segni senza significato su un foglio bianco lo rilassava. A un tratto sentì la voce del Senju nel corridoio: stava ridendo e scherzando come un idiota, al solito. Madara sorrise, evidentemente non lo aveva turbato così tanto.

Il sorriso gli morì sulle labbra quando lo vide entrare abbracciato a una ragazza dai capelli rossi. Mito Uzumaki, una loro compagna di corso, fisico da urlo, pelle candida… la classica ‘troietta’ secondo Madara, che a quella vista aveva spezzato la punta della matita.

Hashirama continuava a fare battute stupide che per una cretina come quella erano motivo di grande divertimento. Alla fine lo sguardo del castano si spostò su quello dell’Uchiha, che sobbalzò. Il Senju, senza dare il minimo cenno di turbamento lo salutò, sorridendo al massimo delle sue possibilità.

Madara distolse lo sguardo, pensando che probabilmente tutto il suo attaccamento non era che una presa in giro.

I due ‘innamorati’ presero posto ai banchi davanti all’Uchiha e continuarono a scambiarsi battute ed effusioni. Il moro sbuffò infastidito. Quella sarebbe stata una lunga lezione.

La gelosia stava rodendo l’anima del ragazzo, che continuava a prendersela con se stesso per tutta l’importanza che stava dando a quell’idiota. Il professore continuava a parlare, ma il moro non riusciva a concentrarsi, era più impegnato a trovare il modo di ignorare Hashirama.

Finalmente le due ore di lezione passarono. I piccioncini si alzarono e si allontanarono dell’aula mentre Madara restò al suo posto. Serrò i pugni con forza senza riuscire a mascherare la sua rabbia.

A un tratto i suoi occhi andarono a posarsi sul banco di quei due e con sua grande sorpresa, vi trovò una lettera. Si precipitò a prenderla, chiedendosi soltanto dopo averla avuta fra le mani il perché lo avesse fatto.

Era aperta, quindi si poteva facilmente prenderne il contenuto per leggerla.

Leggerla o non leggerla?

Madara si rigirò il foglio tra le mani e il suo occhio cadde su un ricamato e colorato ‘Per Hashirama’. Un moto di rabbia si impossessò di lui, che senza esitare oltre, tirò fuori il foglio che conteneva il pacchetto.

Carissimo Hashirama,

il tuo invito a passare insieme la Vigilia di Natale nel cottage della tua famiglia mi ha resa felicissima!

Non speravo davvero di interessare a un uomo del tuo calibro. Ovviamente la mia risposta è affermativa.

Quando finirai di leggere questa lettera, ti darò un bacio per ringraziarti!
Tua Mito.


Madara sbatté forte la porta del suo appartamento e accartocciò la lettera che si era portato dietro. Non riusciva a sopportarlo. Diede un pugno al tavolo, facendo rimbombare il colpo per tutto il palazzo.

A un tratto si guardò allo specchio e rimase indeciso su se ridere o se piangere: da un lato la sua parte razionale era divertita e sorpresa di vedersi ridotto in quella maniera (in particolare lo sguardo rabbioso e i denti perennemente digrignati erano troppo divertenti), dall’altro si sentiva geloso come non lo era mai stato e sentiva il bisogno disperato di uccidere qualcosa.

Prese la lettera accartocciata e la strappò a morsi, per poi tornare a guardarsi allo specchio e commentare: “Dannato Hashirama! Guarda cosa mi hai fatto!”

Si sedette al tavolino e si portò le mani alla testa.

Il conflitto interiore che si stava svolgendo dentro di lui lo stava facendo impazzire, una domanda in particolare lo assillava: ‘che doveva fare?’.

Cercò di svagarsi un po’ la mente aprendo un vecchio libro donatogli da suo padre. Era un cimelio di famiglia e raccontava la storia di tutti i più grandi membri degli Uchiha.

Epoca Sengoku*
Il samurai Daisuke Uchiha conquista le terre di mezzo del Giappone Feudale.

Secolo XVI
Nami Uchiha è il sicario che uccide Oda Nobunaga e sposa il suo successore, Toyotomi Hideyoshi

Periodo Edo
Mamoto Uchiha ottiene il possesso delle Gokinai* e To Kai Do*

Giappone Moderno
Isamu Uchiha difende i diritti dell’imperatore Hiroito, consentendogli di mantenere la sua posizione nonostante la sconfitta.

Il moro chiuse il libro e sgranò gli occhi. Già riusciva a vedere il suo nome su quel libro:

Tokyo, anno 2014
Madara Uchiha impazzisce dopo la perdita dell’amato Hashirama Senju – che tra l’altro non si era mai fatto – per mano di una puttanella Uzumaki.

“No! Questo mai!” Sbroccò dirigendosi dritto verso il calendario.

Ormai aveva preso la sua decisione: quella vigilia di Natale NESSUNO avrebbe messo le mani su quell’idiota, se non lui.

Era il diciassette Dicembre, quindi mancava una settimana.

Madara preparò uno zainetto con lo stretto indispensabile, si contornò di ramen istantaneo e acqua e si sedette davanti al calendario con lo sguardo fisso sull’orologio attaccato al muro.





 
 
*SENGOKU: medioevo giapponese
*GOKINAI: le cinque province interne
*TO KAI DO: strada per il mare orientale

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Capitolo 3
*** Un Uchiha nell'armadio ***


CHIEDO INFINITAMENTE PERDONO PER IL MIO SPAVENTOSO RITARDO ^^' 


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CAPITOLO 3: Un Uchiha nell’armadio.

 
Madara si guardò furtivamente intorno.
Il bosco era silenzioso, troppo silenzioso.
Per sicurezza era arrivato sul posto la sera prima, ma il cottage di casa Senju era completamente deserto. Forse Hashirama e Mito sarebbero arrivati l’indomani stesso, o forse avevano cambiato idea.
Il ragazzo scosse il capo cercando di allontanare quei pensieri.
Si affacciò ad una delle finestre di quella casupola ed ebbe la conferma che all’interno non ci fosse nessuno. Cercò di aprire il vetro ma l’unico modo era quello di romperlo.
Decise di forzare la porta, infondo dovevano sapere da subito che lui era lì! Se ne sarebbero accorti dalla serratura rotta e magari si sarebbero anche spaventati un po’. Poggiò con forza la mano sulla maniglia e scoprì con sua grande sorpresa che era già aperta.
Entrò furtivamente e accese la luce, che per fortuna era subito alla destra della parete. Per un attimo rimase colpito dall’ambiente: tutti i mobili erano in legno di betulla, chiari e ricamati con trafori a forma di cuori; sulla sinistra c’era un grande camino angolare, fatto con piccoli mattoncini davanti al quale erano situate due poltrone in velluto bordeaux; al centro c’era un grande tavolo contornato da graziose sedie con dei fiori finti come centrotavola; un grande armadio di ergeva sulla destra; una piccola scala a chiocciola conduceva al piano di sopra, che non era che un piccolo terrazzino interno dove c’era soltanto un letto matrimoniale; le tendine a quadri rosse e bianche davano quel tocco finale che faceva tanto ‘casa delle bambole’.
Il nido d’amore del traditore! Madara detestava già quel posto.
Si accasciò in un angolo con la schiena poggiata al muro e continuò ad aspettare, come aveva fatto instancabilmente per tutta la settimana precedente. Riuscire a dormire era impossibile, non poteva smettere di pensare ai mille modi in cui avrebbe rovinato la giornata ad Hashirama e soprattutto sentiva una morsa allo stomaco che lo innervosiva sempre di più.
Ad un tratto un rumore lo destò dai suoi pensieri. Si affrettò a spegnere la luce e ad affacciarsi alla finestra.
Era buio, ma quella sagoma cretina che aveva appena inciampato sul primo gradino delle scale della sua stessa casa l’avrebbe riconosciuta fra mille: Hashirama! Solo.
Stava per arrivare alla porta. Che fare? Madara si era organizzato in modo da ricevere sia lui che Mito, ma di lei non c’era traccia, che ne sarebbe stato del suo discorso sulla “cagna Uzumaki” se non c’era nessuna cagna? La maniglia della porta si abbassò.
Il ragazzo si diresse verso l’armadio e vi entrò dentro alla velocità della luce.
Non posso credere di averlo fatto… pensò in un secondo momento.
Naturalmente la sua non era stata una grande idea, infatti la prima cosa che fece Hashirama fu proprio aprire l’armadio.
Madara era seduto in posizione seiza*, il Senju invece era in piedi e lo guardava tenendo il capo chino con l’espressione sorpresa, ma non così tanto come si aspettava il moro.
“Hashirama…” fece l’Uchiha con sufficienza, come se trovarsi nell’armadio del cottage nel bosco dei genitori del suo interlocutore fosse normale.
“Madara…” rispose di rimando Hashirama.
Il moro prese l’anta dell’armadio che aveva aperto il Senju e la richiuse senza troppi complimenti, restando dentro.
Il castano alzò un sopracciglio e bussò leggermente sul mobile.
“Lasciami in pace!” Ordinò Madara.
“Che ci fai nell’armadio?” Chiese l’altro.
“Non vuoi davvero saperlo.” Lo informò.
“Si che voglio!”
L’Uchiha aprì di nuovo l’anta e lo guardò con fare minaccioso, poi disse: “Bene! L’hai voluto tu!”
Uscì dal mobile e afferrò il colletto della camicia del ragazzo.
“Lei dov’è?”
“Chi?” Hashirama sembrò cadere dalle nuvole.
“Mito!” Sbroccò Madara.
“Ah! Giusto!” Fece il Senju sbattendosi il pugno della mano destra contro il palmo della mano sinistra.
“Non prendermi in giro!” Gridò l’Uchiha scuotendolo.
Quando finalmente l’impeto di rabbia di Madara si attenuò, Hashirama fu libero di respirare e di spiegare la situazione. Nonostante l’impazienza dell’Uchiha, si prese la libertà di preparare una tazza di tè caldo e di accendere il camino. Mandò giù un sorso di quel liquido fumante mentre il moro lo guardava in cagnesco.
“Il fatto è che non avresti mai accettato di venire qui con me, così ho scritto una lettera indirizzata a me stesso firmata ‘Mito’. Mi sono bastate due o tre battute con lei per farti ingelosire. A quel punto mi sono assicurato che trovassi la lettera e dalla tua espressione ho capito subito che saresti venuto qui. Il mio piano ha funzionato a meraviglia!” E mandò giù un altro sorso.
Madara strinse la tazza che aveva fra le mani. Ci era cascato come un idiota! ‘Non speravo davvero di interessare a un uomo del tuo calibro’. Accidenti a lui! Quale persona sana di mente l’avrebbe mai definito un uomo di grande calibro? Senza contare che quella scrittura piena di fronzoli e cuoricini era fin troppo forzata!
La tazza che aveva fra le mani andò in frantumi mentre un’aura negativa lo stava pericolosamente avvolgendo.
Hashirama se ne accorse e disse: “Ti senti bene?”
L’Uchiha gli saltò addosso, inchiodandolo con la schiena contro il pavimento e gli bloccò le braccia con le sue.
“Io ti ammazzo!” Minacciò rabbioso.
Il Senju sgranò gli occhi incredulo.
“Non fare così! Volevo solo passare il giorno del tuo compleanno insieme!”
Il ‘momento di nazismo’ che aveva invaso Madara si attenuò un poco: non aveva pensato minimamente al fatto che il ventiquattro Dicembre fosse il suo compleanno, o meglio era stato così occupato a odiare Hashirama che se ne era dimenticato.
“E poi finalmente ce l’ho fatta a farti ammettere che non ti sono indifferente!” Concluse il Senju.
“Certo che non mi sei indifferente! Non ti sopporto!”
“Ma dai! Sei venuto fin qui perché eri geloso o sbaglio?” Rise Hashirama.
Madara distolse lo sguardo per un attimo, poi prese Hashirama per i fianchi e lo fece girare a pancia in sotto per poi cominciare a sganciarsi la cinta dei pantaloni.
“Aspetta un attimo! Che vuoi fare?” Si allarmò il Senju.
“Vendicarmi!”
“M… ma… così? I..io…”
Intanto Madara aveva tirato giù in jeans della sua vittima.
“Che c’è? Non te l’ha mai profanato nessuno questo bel culetto?” Fece cominciando ad accarezzargli le natiche.
Hashirama non riusciva a strisciare via perché il corpo dell’Uchiha gli impediva i movimenti. Si voltò verso di lui rosso in volto e con un sorrisino nervoso e disse: “già…”
Madara fece finta di ridere diabolicamente quando in realtà si sentiva intenerito da quell’idiota che dopo aver attuato un piano così elaborato per incastrarlo, non era mai stato con uomo – e chissà, magari neanche con una donna –
“Mi fai quasi paura!” Scherzò Hashirama.
L’Uchiha insinuò due dita dentro di lui facendolo sobbalzare un po’ per la sorpresa e un po’ per la sensazione nuova.
“Devi avere paura! Ti infliggerò questa punizione ogni volta che mi farai arrabbiare!”
“Ti farò arrabbiare ancora più spesso allora!”
“Fra un po’ non la penserai più così…”
Effettivamente per Hashirama non fu proprio una passeggiata: nonostante i massaggi e le precauzioni di Madara, quando il membro di quest’ultimo andò a penetrargli lentamente l’adorato sederino, il dolore lo fece gridare. Tutto il resto fu meraviglioso, erano loro due nel bosco a fare l’amore sul pavimento, cosa poteva esserci di meglio?
Alla fine restarono abbracciati l’uno all’altro per diversi minuti.
Una cosa era certa, Hashirama non aveva cambiato idea sul farlo arrabbiare.
 
 


Ringrazio infiniramente DirtyRose per questa stupenda e simpaticissima fanart che mi ha regalato XD vi posto la sua pagina di deviantart, è bravissima! http://immortabeloved.deviantart.com

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