LA LEGGENDA DELLA SPERANZA di nancyiry (/viewuser.php?uid=41417)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. AMORE ***
Capitolo 2: *** 2. SINCERITA' ***
Capitolo 3: *** 3. AMICIZIA ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 30 ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 31 ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 32 ***
Capitolo 33: *** CAPITOLO 33 ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 34 ***
Capitolo 35: *** CAPITOLO 35 ***
Capitolo 36: *** CAPITOLO 36 ***
Capitolo 37: *** CAPITOLO 37 ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 38 ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 39 ***
Capitolo 40: *** CAPITOLO 40 ***
Capitolo 41: *** CAPITOLO 41 ***
Capitolo 42: *** CAPITOLO 42 ***
Capitolo 43: *** CAPITOLO 43 ***
Capitolo 44: *** CAPITOLO 44 ***
Capitolo 45: *** CAPITOLO 45 ***
Capitolo 46: *** CAPITOLO 46 ***
Capitolo 47: *** CAPITOLO 47 ***
Capitolo 1 *** 1. AMORE ***
LA
LEGGENDA DELLA SPERANZA
CIAO
A TUTTI ! SONO
NANCYIRY. VOLEVO SOLO DARVI UN CHIARIMENTO PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE
QUESTA
STORIA: QUANDO TROVERETE LE FRASI SOTTOLINEATE E IN CORSIVO VUOL DIRE
CHE SONO
I PENSIERI DEI PERSONAGGI. DETTO QUESTO, NON POSSO FARE ALTRO CHE
AUGURARVI
BUONA LETTURA ! NANCYIRY
Sei
ragazzi,
Sei
gemme,
Sei
medaglioni;
Un
solo ed unico
destino…
Questa
è la
storia di
un’antica leggenda che parla
di una magica e
misteriosa…
La leggenda narra che moltissimi secoli
orsono, quando gli
esseri umani, i mostri, le creature fatate e moltissimi altri esseri
magici
popolavano una terra antica e incantata, il Male prese il
sopravvento…
Il
Male
ormai era tornato per devastare il mondo e ridurlo in un posto simile a
un
deserto infinito e una valle di lacrime.
Un
gruppo di
guerrieri, portatori di Speranza attraverso varie sfide e peripezie
salvò il
mondo dalla distruzione totale.
I
misteriosi
guerrieri non erano altro che sei
ragazzi con differenti personalità e con diversi sogni che,
collaborando, fidandosi
gli uni degli altri e crescendo
insieme riuscirono a fare avverare l’ Antica Profezia della
Speranza…
La
pace portata dagli Antichi Cavalieri della
Speranza, durava ormai da molti secoli, ma, purtroppo, il Male
iniziò
nuovamente a diffondersi : Re Fenix ne era il capo…
Con
l’avvento del Male purtroppo, ricominciarono
anche le guerre tra i vari popoli…
La
situazione peggiorò di giorno in giorno e
quasi tutti i villaggi e le città finirono
per essere controllati da persone ricche e prepotenti che sfruttavano
quelle
più povere e indifese…
Il
Libro Sacro si illuminò per avvisare
tutte le specie che, i futuri Cavalieri della
Speranza stavano per arrivare…
Il
Libro Sacro era stato scritto dagli Antichi
Cavalieri della Speranza e racchiudeva in se le regole per riportare la
Pace
nel mondo e per piantare i semi della Speranza .
I sei
prescelti ( i nuovi Cavalieri della Speranza
) dopo molti pericoli e peripezie e dopo avere imparto a fidarsi e a
perdonarsi
a vicenda, avrebbero trovato il Libro Sacro e, grazie ad esso avrebbero
fatto
avverare l’Antica Profezia…
CAPITOLO
N. 1
“AMORE”
Ormai
stava arrivando l’inverno;era quasi giunta
la fine di novembre
e la temperatura,
non poteva essere più rigida di così.
Ma
Mariam sapeva bene che di lì a poche settimane
sarebbe arrivato il vero freddo che l’inverno porta sempre
con se…
Il
cielo era di un terso davvero insolito per
quella stagione.
Nel
cielo brillava un sole splendente, che, però
non riusciva a scaldare minimamente la temperatura.
Tutt’
attorno, il paesaggio era come
immobilizzato, come se il tempo si fosse fermato magicamente.
Ogni
tratto della superficie era coperto da un
sottile strato di ghiaccio che rendeva quasi magico il panorama.
Tutto
era silenzioso e immerso nel più profondo
silenzio…
Non
si sentiva
neanche un uccello cantare.
Anche
il bosco era molto silenzioso, infatti, in
esso si sentiva solo il
continuo
scorrere di un ruscello di
montagna.
Era
giunto il crepuscolo e, il cielo, si tingeva
lentamente di dolci sfumature che andavano rosso al fucsia e, infine,
al blu
notte che annunciava l’arrivo dei primi corpi celesti.
L’oscurità
avrebbe avvolto ogni cosa da lì a poco
tempo.
Ormai
Naklis, un piccolo villaggio a
Sud del fiume Ileno, era sprofondato nella
sera inoltrata.
Il
villaggio in questione sorgeva ai piedi di
un’impervia e selvaggia montagna molto alta e ricoperta dalla
vegetazione boschiva.
Naklis
era circondato completamente da un fitto e
rigoglioso bosco verdeggiante che era pieno di pini e abeti maestosi
che lo
rendeva nascosto e al sicuro; o almeno, era questo ciò che
si credeva…
Mariam,
dopo aver scorto le prime stelle nel cielo
sereno, si avviò a casa.
Mariam
era una ragazza di sedici
anni : aveva i capelli dello stesso
colore del grano maturo che le arrivavano fin sopra la schiena e gli
occhi
erano verde smeraldo.
La
ragazza vestiva in modo semplice.
Aveva
un paio di pantaloni di stoffa blu e una
maglietta a mezze maniche azzurra, su cui portava una calda maglia di lana viola per
proteggersi dal
freddo pungente dell’inverno.
Mariam
amava tutto e tutti e perdonava facilmente
gli errori degli altri se questi si dimostravano davvero pentiti e
sinceri.
A lei
bastava uno sguardo per capire se
una persona mentiva o se era sincera e
questa era una dote
molto rara, era
come una specie di
sesto senso.
Mariam
non si faceva troppi problemi : lei
prendeva le cose così, come venivano e senza pensarci
troppo.
Mariam
era molto sensibile e dolce e, molto
spesso, si emozionava anche per
le
piccole cose…
A
Mariam piaceva molto la natura e amava ascoltare
ogni suo
più piccolo rumore, come lo
scorrere di un ruscello o il soffio del vento tra gli alberi…
Mariam
era anche un’ottima cavallerizza, infatti,
ogni giorno,nel tardo pomeriggio andava con Neve,la sua cavalla a fare
splendide passeggiate nel bosco.
Neve
era di
proprietà dei genitori di Mariam, infatti, oltre ad usarla
nei lavori contadini,
la cavalla era la migliore amica di Mariam.
Ovviamente,
la ragazza aveva anche molti amici e
amiche al villaggio, ma era particolarmente affezionata a Neve.
Naklis
era un villaggio molto piccolo e, la
maggior parte dei suoi abitanti erano contadini.
I
genitori di Mariam erano due contadini
di buon cuore e, quando arrivava qualche
forestiero o qualche mendicante bisognoso, loro gli offrivano la loro
casa, il
loro cibo e il loro calore.
Tutti
gli abitanti di Naklis erano persone
semplici e di buon cuore, infatti erano molto altruisti e generosi con
chi
aveva bisogno d’aiuto.
Purtroppo,
Naklis era governato da una famiglia
ricca e arrogante, i Vlondi : un’antica stirpe di sangue
reale.
I
Vlondi
governavano senza pietà e, ogni mese
riscuotevano da ogni famiglia la
metà dei raccolti.
Se i
poveri abitanti non potevano pagare i loro
“Signori”, questi ultimi, prendevano i loro figli e
li usavano come schiavi nel
loro palazzo o li
vendevano a mercanti
ricchi che se li potessero permettere.
I
poveri abitanti,minacciati continuamente, non
avevano il coraggio di ribellarsi, perché la nobile famiglia
poteva contare
sull’aiuto di numerosi soldati armati, senza contare che il
villaggio distava a
soli tre giorni di viaggio da Molins, dove c’era la famiglia
Lison che dava
manforte ai Vlondi nel caso ci fosse stata qualche rivolta da parte dei
contadini del piccolo villaggio..
A
Naklis viveva un simpatico cantastorie di nome
Lynn, sui sessant’anni, con
gli occhi
verdi e i capelli grigi.
Lynn
era un uomo dall’aria buffa, infatti era un
po’ basso e
grassottello ma aveva
davvero un cuore d’oro.
Infatti,
Lynn era il medico del villaggio anche se
certi dicevano che fosse uno stregone pazzo.
Lynn
portava un paio di pantaloni di pelle di
bufalo, una camicia di lana e una lunga tunica per proteggersi dal
freddo.
Lynn,
per la maggior parte degli abitanti era
anche conosciuto come un sacerdote del Tempio di Naklis, ma, in gran
segreto
custodiva il Libro Sacro dei Cavalieri della Speranza!
Lynn
era molto di più di quel che voleva apparire
e nascondeva un segreto misterioso.
Lynn,
in realtà stava solo aspettando il momento
giusto nel quale i Nuovi Cavalieri sarebbero comparsi per liberare il
mondo dal
Male, solo allora avrebbe rivelato la sua vera
identità…
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Capitolo 2 *** 2. SINCERITA' ***
CAPITOLO
N. 2
“SINCERITA’”
All’improvviso,dal
buio comparvero delle luci
che,man mano divennero sempre più abbaglianti.
La
foschia, lentamente, si diradò e si iniziarono
a intravedere i suoi malinconici grattacieli grigi stagliarsi
all’orizzonte.
Ora,
la grande città si vedeva bene, con le sue
mille luci abbaglianti e
colorate che
sembravano voler rischiarare quella
cupa
notte d’inverno.
Molins,
una grandissima città a Nord del fiume
Ileno, era circondata da alte e impervie montagne.
La
città, da sempre era simbolo di ricchezza
e di potere.
Quel
giorno, la città era avvolta da una grigia e
pesante nebbia che
rendeva tutt’attorno
ancora più triste e monotono.
Nonostante
la nebbia aleggiasse tra le vie della
città,le luci splendenti rischiaravano
l’oscurità dando un senso di allegria e
di felicità.
Le
luci delle case e dei negozi rischiaravano ogni
via e anche i vicoli più bui della città.
Di
solito, i negozi e le varie luminarie di Molins
restavano accese anche le altre sere, ma, quella sera in particolare
sembravano
ancora più splendenti di prima.
Nelle
vie della città c’erano le persone che,come
impazzite correvano da una parte a un'altra come colte da
un’improvvisa
frenesia.
In
tutta la città si sentiva musica, il borbottare
e le chiacchere della gente, cosa che non accadeva molto spesso durante
l’inverno.
Infatti,
quella città era una città di lavoratori
e, normalmente, dopo un giorno di lavoro, la gente preferiva andarsene a casa e riposarsi,ma,
quella sera sembrava
tutto diverso…
All’improvviso,
uno squillo di tromba si
alzò dal centro della città.
La
gente corse e si affollò lungo la via
principale di Molins, dove, in quel momento stava passando un lungo e
pomposo
corteo in festa.
La
famiglia Lison, infatti stava festeggiando la
nascita del loro
quarto figlio e, molta
gente era accorsa
ad assistere alla
cerimonia.
La
famiglia Lison era prepotente, arrogante e,
purtroppo molto ricca; infatti governava Molins da anni.
Gli
abitanti di Molins erano per lo più :
imprenditori, dottori, avvocati e commercianti.
Gli
abitanti di Molins erano persone
di
medio o alto ceto sociale.
La
famiglia Lison oltre che governare Molins,
controllava anche tutte le altre famiglie ricche di: Naklis, Dengrid,
Way e
Insir.
Mentre
il pomposo corteo attraversava le vie della
città, molte persone acclamavano commosse, altre, invece
erano del tutto
indifferenti.
“Che
noia…” ,
pensò Ken osservando
quella festosa cerimonia dalla cima di un
alto grattacielo.
Ken
aveva diciotto anni appena compiuti, i suoi
occhi erano del colore del blu profondo del mare, i capelli marroni
chiari
scarmigliati e un’espressione determinata ma malinconica al
contempo.
Ken
portava un paio di pantaloni di cuoio marroni,
una maglietta a mezze maniche rossa, sulla quale c’era una
pesante felpa di
lana blu scuro.
Ken
era un ragazzo molto introverso e, molto
spesso lasciava che fossero gli altri a decidere per lui
perché si
era rassegnato a una vita noiosa e priva
di avventure ed emozioni.
Però,
quando quel ragazzo si metteva in testa
qualcosa, non c’era modo di fargli cambiare idea.
Ken
era anche un ragazzo coraggioso e convinto dei
suoi ideali.
Il
ragazzo era indifferente a tutto e non
aveva mai provato amore per nessuna ragazza,
anche se, ad andargli dietro, di ragazze, ce n’erano molte.
Purtroppo,
tutte
le ragazze che si
facevano avanti
erano presuntuose, arroganti e con la puzza sotto il naso.
Ken,
che era completamente diverso da loro, non le
degnava nemmeno di un’occhiata e riusciva solo a pensare “Poverine…
In fondo, non è colpa loro se
sono diventate così !!”
A Ken
piacevano le ragazze semplici, sincere e
spontanee, senza troppi grilli per la testa.
Per
quanto riguardava gli amici, Ken ne aveva due
fidati e trascorreva con loro quasi tutto il suo tempo libero.
A Ken
piaceva molto andare a cavallo e anche stare
da solo a volte, per riflettere.
Il
suo cavallo era di proprietà di un maneggio e
lui, almeno due ore ogni giorno, le dedicava all’equitazione.
Infatti,
col cavallo andava fuori città, verso le
montagne che circondavano Molins.
Solo
lì, lontano da tutto e da tutti si sentiva
davvero se stesso e, cosa più importante, si sentiva davvero
libero…
Senza
contare che il ragazzo adorava gli animali.
Ken
viveva con sua madre, alla quale voleva
davvero molto bene.
La madre
di Ken era una
dottoressa e aveva
cresciuto suo figlio da sola perché il padre era sparito
appena dopo la sua
nascita, senza lasciare notizie, o almeno, questo era quello che la
madre aveva
sempre raccontato a suo figlio…
La
madre di Ken era una donna dalla statura
minuta, con gli occhi blu profondo, come quelli del figlio e i capelli
ramati.
Ken
aveva chiesto informazioni riguardanti suo
padre molte volte, ma, la madre, non gli aveva mai voluto dire nulla di
concreto.
L’unica
cosa che gli disse sua madre fu: “Non
essere così in ansia. Tuo padre non merita
di avere un figlio come te, Ken.”
Ken
rimase sconcertato da quella risposta e, da
allora, non chiese più nulla sull’argomento.
La
madre di
Ken notando che il figlio si stava isolando un po’ troppo
iniziò a portagli a
casa delle ragazze per fargliele conoscere, ma lui,come al solito
diceva loro:
“Scusami. Ma non ho intenzione di fidanzarmi.” , e
spariva.
Non
che Ken fosse una macchina priva di emozioni,
il problema era che non aveva ancora trovato la ragazza giusta per lui,
che lo
capisse davvero e che lo accettasse per quello che era.
Lui
voleva una ragazza semplice che stesse con lui
perché lo amava davvero e non per vantarsi con le altre di
avere il ragazzo più
bello.
Tutti
quegli anni di solitudine, avevano trasformato
Ken in un pessimista che non si fidava più di nessuno tranne
i suoi due amici e
vedeva cose negative ovunque.
Ma,
in fondo al cuore, Ken sperava continuamente
di riuscire prima o poi, a trovare degli amici veri di cui potersi
fidare sul
serio…
I
suoi due amici di Molins erano più che altro
compagni di scuola.
Quei
due erano sì amici di Ken ma non in modo
troppo stretto, infatti, il ragazzo non si fidava di loro fino
in fondo…
Le
ragazze che gli presentava continuamente sua
madre, purtroppo puntavano solo al patrimonio familiare e ad avere il
“ragazzo
più bello” per poi vantarsene…
Ken,
le persone così, non le sopportava
e non sopportava neanche la tirannia della
famiglia Lison che, ora stava passando proprio sotto di lui.
Nonostante
tutto, Ken non perdeva mai la speranza,
perché era certo che se avesse continuato a sperare, il suo
desiderio si
sarebbe avverato
sul serio !
Questo
era il suo Dono e lui ci si aggrappava ogni
giorno con tutte le sue forze !
Tuttavia,
Ken non sapeva che, di lì a poco, la sua
vita sarebbe cambiata completamente e che, le cose di tutti i giorni
avrebbero
preso tutta un’altra piega…
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Capitolo 3 *** 3. AMICIZIA ***
CAPITOLO
N. 3
“AMICIZIA”
La
neve cadeva fitta sulla piccola città di Insir,
a sud-est del fiume Ileno.
Insir
era circondata dall’oceano e dalla pianura
ed era anche importante per il commercio marittimo.
Era
sera e, tutto intorno era buio e tempestoso e,
i candidi fiocchi di neve continuavano a cadere.
Dalle
case di Insir provenivano luci
sgargianti e suoni festosi.
“Wow
! Quanto mi piace la cioccolata !” , esclamò
Terry, mentre, insieme al fratellino Timmy (che aveva undici anni) e ai
suoi
genitori si gustava una buona
leccornia
prima di andare a dormire
e, dalla
finestra del salotto guardava il lento e silenzioso cadere dei fiocchi
di neve.
Terry
era una quindicenne dai lunghi capelli
castano chiaro e gli occhi azzurri.
La
ragazza
era molto ottimista e, in qualunque situazione si
trovasse, non perdeva
mai l’occasione per stringere nuove amicizie.
Terry
era estroversa, simpatica e allegra ; lei
credeva nell’amicizia vera, pura e incondizionata e perdonava
facilmente
qualcuno che fosse pentito seriamente.
Terry
cercava sempre di trovare il lato buono in
ogni persona e, molto raramente covava rancore nei confronti di
qualcuno.
“Che
bello ! Forse domani si può giocare a palle
di neve !” , esclamò Timmy
rivolgendosi
alla sorella.
Terry
sorrise e gli rispose: “ Certo ! Puoi
contarci, fratellino !”
“Va
bene, ora però
andate a dormire, sennò domani farete tardi a
scuola.”,disse loro la
madre.
Terry
e la sua famiglia,erano originari di Insir.
Dopo
la nascita di Terry, i genitori avevano
deciso di trasferirsi a Molins e lì, il padre della ragazza,
nonostante fosse
un grande imprenditore aiutava gli schiavi a fuggire perché
aveva un cuore
nobile e generoso.
Purtroppo,
il padre di Terry venne scoperto, così,
lui e la sua famiglia dovettero tornare
a Insir, dove nessuno li avrebbe trovati.
Il
giorno dopo, i due fratelli si alzarono di
buon’ora e andarono a scuola.
Quando
tornarono a casa, non finirono nemmeno di
mangiare che si precipitarono subito al centro di Insir a giocare a
pale di
neve con i loro amici…
Purtroppo,
Insir era governata dalla famiglia
Zonzi : una famiglia molto ricca e potente.
I
membri della famiglia Zonzi erano davvero molto
crudeli, infatti, con una legge avevano imposto che, ogni ragazza di
Insir,
appena compiuti i vent’ anni sarebbe dovuta andare nella villa di famiglia,
dove sarebbe
stata esaminata : o
la ragazza in
questione sarebbe dovuta diventare la
sposa del primogenito degli Zonzi, o sarebbe diventata una loro
proprietà (cioè
una loro schiava) o sarebbe stata libera di tornare
a casa e avrebbe dovuto lavorare tutta la
vita come gli altri cittadini.
Nonostante
tutto, Terry era una grande sognatrice
e, nessuno avrebbe potuto toglierle
il
suo Dono più prezioso: la
Speranza !
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Capitolo 4 *** CAPITOLO 4 ***
CAPITOLO
N. 4 “
BONTA’”
Il
forte e gelido vento del Nord stava scuotendo
violentemente le cime minacciose dei pini.
Il
cielo era un turbinio di colori tenebrosi,
infatti era coperto da nuvoloni grigi e tetri che, di lì a
poco avrebbero
scatenato una violenta tempesta…
In
lontananza cominciavano già a sentirsi i primi
tuoni, annunciatori dell’imminente temporale…
Al
limitare del bosco si intravedeva una piccola
casa di legno situata tra due maestosi e antichi abeti.
“Ah
! Ho paura !” , esclamò Lilly guardando da
dietro il vetro
della finestra di casa
appena sentì un tuono più forte infrangere il
vento impetuoso.
“Non
preoccuparti. Ci sono io con te.”, le disse
dolcemente sua sorella abbracciandola delicatamente per
tranquillizzarla.
Lilly
guardò verso di lei e vide
sua sorella maggiore sorriderle dolcemente
per rassicurarla.
Lein,
una ragazza sui quindici
anni, con gli occhi verde smeraldo e
i capelli azzurri
che le arrivavano fino
alle spalle.
Lein
portava un lungo vestito lilla.
Lein,
guardò con dolcezza la sorellina,
consapevole che era l’unica parente che le fosse rimasta al
mondo.
“Vieni.
Andiamo in cucina; ti faccio una bella
cioccolata calda, ti va?”, le chiese Lein.
“Certo
!”, rispose entusiasta sua sorella.
Così,
le due sorelle bevvero la loro cioccolata in
cucina.
Quando
ebbero finito, Lilly chiese: “Lein, quando
tornano mamma e papà ?”
Lein,colta
alla sprovvista, le rispose cercando di
apparire più sincera possibile: “Stai tranquilla.
Vedrai che torneranno quando
meno ce l’aspettiamo.
Perché non vai a
dormire adesso ? E’ molto tardi.”
Lilly
annuì e, dopo aver augurato la buonanotte
alla sorella andò in camera sua.
Lein,
nel frattempo mise in ordine la casa e
pensò “Come
faccio a dirglielo ? Ha solo sei anni. “
Quando
Lei ebbe finito di riordinare la casa andò
a dormire anche perché, il mattino dopo, si sarebbe dovuta
svegliare molto
presto per andare a lavorare al bar di famiglia.
Purtroppo,
i genitori delle due sorelle, l’estate
prima erano andati nella
grande città di
Molins per fare scorta di viveri, ma, non avendo abbastanza soldi per
uscire
dalla città furono uccisi crudelmente dai soldati della
famiglia Lison.
Infatti,
per entrare e per uscire dalla città, i
Lison avevano imposto un pedaggio e chi
non lo pagava veniva ucciso a sangue freddo.
A
raccontarle quest’agghiacciante storia era stato
Joel, che, per un soffio era sopravvissuto a quei temibili soldati.
Joel
era un amico di famiglia, conosceva i
genitori delle due ragazze da molto tempo.
Joel
era anche l’abitante più anziano del
villaggio.
Joel
era un uomo sui cinquant’anni, con i capelli
grigi e gli occhi azzurri, era di media statura ed era un po’
grassottello.
Lein
e Lilly tiravano avanti con il
bar di proprietà dei genitori, ma,
fortunatamente, gli abitanti di Lom ( il paese in questione) erano
gentili
e premurosi con
loro due.
Infatti
ogni abitante aveva adottato le due
sorelle.
Capitava
quasi sempre che l’una o l’altra famiglia
ospitasse le due sorelle a casa propria
o portasse loro: vestiti, cibo…
Lom
era un paesino davvero molto unito, dove gli
abitanti si aiutavano a vicenda.
Lom
era situato a nord est del fiume Ileno e,
tutto attorno c’erano impervie e verdeggianti montagne.
Lom
era circondato e reso invisibile a chiunque da
una nebbia magica
che lo nascondeva completamente.
In
questo piccolo e magico paesino c’era una
leggenda che solo gli
abitanti più
anziani conoscevano: all’interno di Lom c’era
… il Tempio della Verità, nel
quale erano custoditi i sei medaglioni magici che rinchiudevano al loro
interno
i sei Mostri Leggendari degli Antichi Cavalieri della Speranza !
I
sacerdoti e i maghi di Lom avevano circondato il
paesino con la nebbia magica, in modo che nessuno potesse arrivarvi,
ma, solo
pochi di loro sapevano come entrare nel Tempio sacro.
Lein
aveva sentito questa leggenda mentre
i suoi genitori ne avevano parlato due
anni prima e avrebbe voluto saperne di più.
Quando
Joel
le raccontò la terribile sorte dei suoi
genitori, Lein si sentì come se
qualcuno le avesse trafitto il cuore con la lama di una spada, ma,
pensando al
bene della sua sorellina, si fece coraggio e iniziò a
lavorare al posto dei
genitori.
Ovviamente,
Lein non ebbe in coraggio di dire a
sua sorella il terribile misfatto,così, le disse che i loro
genitori erano
andati a fare un viaggio e, solo quando Lilly fosse stata un
po’ più grande, le
avrebbe detto la verità.
Lein
però sapeva che sarebbe arrivato il momento
per Lilly di sapere la verità, ma adesso no: era ancora
troppo piccola, troppo
pura, troppo ingenua per scoprire la crudeltà del mondo !
Nella
calma e nel silenzio della sua camera, Lein
sentì il temporale che infuriava, poi, presa da una
misteriosa e grande forza,
come se qualcuno la chiamasse, prese una decisione:
“Vendicherò
i miei genitori !”.
Lein
preparò il fagotto per il viaggio.
Dopodichè
si mise dei pantaloni viola, una
maglietta a mezze maniche lilla e una pesante maglia di lana azzurra e, dopo aver guardato la
sorellina per
l’ultima volta uscì dalla casa paterna chiudendo
la porta dietro di se.
La
ragazza, prima di andare via da casa aveva
scritto una lettera per Joel, nella quale gli chiedeva di prendersi
cura di sua
sorella e, prima di abbandonare definitivamente Lom l’aveva
imbucata nella
casella delle lettere della casa del brav’uomo.
Così,
con il temporale che infuriava su di lei, la
ragazza svanì
definitivamente attraverso
la nebbia magica di Lom senza voltarsi indietro…
La
mattina dopo, quando Joel si svegliò e
controllò la posta, lesse la lettera di Lein e, mentre si
dirigeva da Lilly per
darle la notizia pensò “Lein,
perché
non mi hai avvisato ? Ti dovevo dare una cosa molto importante
!”
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Capitolo 5 *** CAPITOLO 5 ***
CAPITOLO
N. 5 “
PUREZZA”
Ormai
era in viaggio da cinque giorni.
Dovette
fare il giro inverso, perché, quello che
passava da Lom a Molins era pieno di soldati.
Ora,
Lein si trovava davanti alla città di Way e,
mentre ne varcava l’entrata, stremata dal viaggio
pensò “Spero di
incontrare qualcuno di gentile, perché
sono davvero stravolta…”
, ma, mentre
questo pensiero le turbinava nella testa, una decina di soldati armati
la
circondarono.
Lein
cercò una via di fuga ma, i soldati strinsero
ancora di più il cerchio.
Lein
era davvero spaventata…
“Ciao,
mocciosa, dove va i di bello ?”, le chiese
un soldato in tono arrogante.
“Sto
cercando una locanda per poter riposare.”,
gli rispose Lein cercando di mantenere la calma.
I
soldati risero e, il primo che aveva parlato le
disse sorridendo: “No. Mi spiace,
tu
verrai al palazzo della regina Lisa.”
Lein,
per niente disposta a obbedirgli, gli
rispose: “ Non ci penso nemmeno. E poi,chi è
questa regina Lisa ? Non ne ho mai
sentito parlare.”
Il
soldato che aveva parlato prima, non le rispose
e sorrise soltanto.
Improvvisamente,
Lein perse i sensi e cadde per
terra.
Infatti,
a un cenno del soldato che le aveva
parlato, un altro soldato colpì Lein al collo facendole
perdere i sensi.
“Molto
bene, soldati. Ora portiamo questa mocciosa
al principe Rik; sono certo che l’apprezzerà
molto.”, disse loro il soldato che
aveva parlato prima.
Così
dicendo, due soldati sollevarono Lein e,
seguiti dagli altri si diressero verso il palazzo della regina Lisa.
Ormai
era giunto il tardo pomeriggio…
Il
sole, lentamente stava tramontando
sulle case di Way e assunse una
sfumatura tra
l’arancione e l’oro…
Way
era una piccola cittadina situata
a
sud ovest del fiume Ileno ed era immersa nella pianura.
La
cittadina era governata dalla famiglia Ceni,che
era formata da Re Itos (un uomo ricco e prepotente), la regina Lisa
(una donna
acida e priva di compassione tranne che per i suoi familiari) e da Rik,
il
figlio dei due sovrani.
La
regina Lisa era molto famosa perché
imponeva agli
abitanti di Way di
vestirsi secondo i suoi gusti, solo suo marito e suo figlio potevano
vestirsi
liberamente.
Purtroppo,
anche tra gli abitanti della città era
diffusa la mentalità della regina, infatti, chi non aveva il
vestito nuovo
(ogni due settimane) veniva declassato e considerato inferiore.
Poco
distante dal centro della città era situato
un immenso parco verdeggiante al quale ogni abitante doveva prestare la
maggiore attenzione, perché, chiunque lo sporcasse veniva
punito dai sovrani in
persona.
L’acqua
delle fontane del parco era fresca e
cristallina.
In
questo parco c’erano tre bambini che giocavano
a palla e, tutti e tre indossavano il vestito della settimana.
Ad un
tratto comparve un quarto bambino che chiese
agli altri di poter giocare con loro.
L’ultimo
bambino arrivato però, non aveva il
vestito della settimana, ma era vestito con abiti modesti fatti in
casa.
I tre
bambini lo squadrarono e, uno di loro gli
disse acidamente: “ No ! Non puoi giocare con noi ! Non hai
neanche il vestito
di questa settimana !”
“Lo
so. Ma la mia famiglia è
molto povera e non può permettersi di
comparare un vestito ogni due settimane.”, gli rispose il
bambino più piccolo
sull’orlo delle lacrime.
Gli
altri tre bambini risero e, uno di loro disse
al nuovo venuto : “ Allora arrangiati ! Noi giochiamo solo
con quelli del
nostro livello !”.
“Cose
da matti ! Non posso crederci !”
, pensò qualcuno fino a quel momento nascosto da alcuni
cespugli…
Qualcuno,
che, fino a quel momento aveva assistito
alla scena comparve davanti ai quattro bambini e disse ai tre bulletti,
in tono
arrabbiato : “Siete degli stupidi ! Non si giudica qualcuno
dall’apparenza.”.
I
quattro bambini si voltarono di colpo e videro
un ragazzo di diciassette
anni, con i
capelli biondi, gli occhi azzurri, e di statura abbastanza elevata.
Il
ragazzo era vestito con dei pantaloni
grigi e una maglietta a mezze maniche su cui
c’era una felpa di lana verde smeraldo.
Il
ragazzo aveva un’espressione arrabbiata e
fissava i tre arroganti.
Dopo
la sorpresa iniziale, uno dei bulli esclamò :
“ Ma tu sei Rik: il figlio della regina Lisa !”
Il
bambino più piccolo, si rivolse a Rik e gli
disse in tono supplicante: “ Ti prego, non dire
a tua madre che la mia famiglia non compra i vestiti ogni
due settimane
o finiremo nei guai !”
“Non
preoccuparti. Non le dirò nulla e poi penso
che questa regola dei vestiti sia inutile e stupida.”, gli
rispose gentilmente
il ragazzo sorridendo.
“Grazie
!” , esclamò il bambino piccolo commosso.
“Vieni.
Andiamo a giocare a palla, ti va ?” , gli
chiese Rik sorridendo.
I tre
bulli restarono di stucco e non riuscirono a
proferir parola dallo stupore.
Nel
frattempo, Rik conobbe il bambino.
Si
chiamava Frank e aveva undici
anni.
Era
ormai sera inoltrata quando Rik tornò a casa
e, incontrando sua madre all’ingresso del palazzo
capì, dalla sua espressione,
che, di lì a poco sarebbe successo qualcosa.
Infatti,
la madre gli disse sorridendo: “Ciao,
Rik. Seguimi, c’è una sorpresa per te.”
Rik,
conoscendo sua madre cominciò a preoccuparsi
ma la seguì lungo l’interminabile corridoio che
conduceva alla sala del Trono.
“Mamma,
cos’hai combinato questa
volta ?”, le domandò Rik.
La
madre sorrise e rispose al figlio: “Niente,
Rik. Non preoccuparti. Ora vedrai.”
Quando
finalmente, Rik e sua madre entrarono nella
sala del trono, il principe di Way vide una ragazza dai lunghi capelli
azzurri
e gli occhi verdi che li fissava minacciosa.
La
ragazza aveva i polsi legati da una corda, la
quale era legata all’altra estremità ad un palo di
legno nel centro della
stanza.
Il
soldato che era vicino al palo disse a Rik in
tono solenne: “Mio sovrano, questo pomeriggio, mentre
perlustravo la città con
i miei soldati, ho trovato questa ragazza che era in cerca di un posto
per
riposare, quindi ho pensato di portargliela. Sicuramente le
farà molto
piacere.”
Rik
rimase sconvolto da quello che era successo.
Rik,
non sapeva che fare ; era arrabbiato e triste
nel vedere quella povera ragazza legata.
Lui
non ammetteva queste cose !
Purtroppo,
i suoi genitori erano crudeli e,
l’unico modo per salvare quella ragazza era stare al gioco,
quindi, Rik disse :
“Grazie, comandante Vark. Apprezzo molto il tuo
dono.”
“Senza
contare che sei grande ormai, quindi devi
prender moglie.”, gli disse la madre.
“Cosa
? Ho solo diciassette anni !”, esclamò Rik
imbarazzato.
Lein
sentendo quelle parole esclamò furiosa: “Cosa
?! Dovrei sposarmi
con lui ? Non ci
penso nemmeno !”
Tutti
si voltarono verso la ragazza e, il soldato
le diede una frustata che la fece accasciare al suolo, poi le disse in
tono
minaccioso: “Non azzardarti mai più ad avere quel
tono con il principe di Way !
Hai capito ?!”
Lein,
ancora più incollerita, gli rispose : “Non
sono affari tuoi ! Sposatelo tu se ci tieni !”
Il
soldato frustò nuovamente Lein, poi sorrise con
aria malvagia.
“Mannaggia
a te ! Perché non stai zitta ? Non capisci che
così ti cacci solo nei guai ?!” ,pensò
Rik guardando la
ragazza.
Rik,
furioso capì che doveva agire subito o per
quella ragazza, le cose si sarebbero messe davvero male.
“Allora,
ti piace ? Sennò, tuo cugino Janpol
ha detto di essere interessato.”, gli disse
sua madre.
Rik
le rispose: “ Sì ! Voglio che sia mia !”
La
madre, soddisfatta sorrise e gli disse: “ Bene,
Rik. Allora prendila.” , e uscì dalla sala.
Rik
si avvicinò alla ragazza e, sciogliendo la fune
legata al palo, le ordinò, nel tono più crudele
che riuscì ad avere: “Avanti,
alzati !”
Lein,
sofferente, ma ancora arrabbiata gli rispose: “
No ! Non prendo ordini
da nessuno !”
Il
soldato fece schioccare la frusta con
l’intenzione di colpire la ragazza, ma, il ragazzo si mise
davanti e si fece
colpire apposta facendogli credere
che
fosse un incidente.
Il
soldato, terrorizzato disse a Rik : “ Oh…mi
scusi. Non avevo intenzione di colpire Lei. Mi perdoni !”
Lein,
invece si era accorta che Rik l’aveva fatto
a posta per proteggerla e ne era rimasta sbalordita.
Rik
disse furente
al soldato: “Sparisci subito e forse ti
perdonerò !”
Il
soldato obbedì e svanì
dietro la porta della grande sala.
Rik,
poi si abbassò verso Lein e le sussurrò :
“
Stai al gioco.”
Lein,
stupita voleva chiedergli spiegazioni, ma,
l’improvvisa entrata del padre di Rik glielo
impedì.
Il re
era un uomo grassottello, con gli occhi
azzurri e i capelli biondi, poi, avvicinatosi al figlio gli disse
allegramente:
“Ciao, figliolo. Tua madre mi ha detto tutto e sono felice
per te.”, poi
guardando verso Lein disse:” Sono sicuro che sarà
un’ottima moglie !”
Lein
stava
per rispondere incollerita, ma, un pizzicotto di Rik
glielo impedì.
“Grazie.
Ora devo portarla in camera per
domarla.”, gli rispose Rik.
Quando
i due ragazzi arrivarono nella camera di
Rik, il ragazzo si mise a cercare qualcosa.
Nel
frattempo, Lein, furiosa gli chiese: “Si può
sapere da che parte stai ?”
Rik,
indignato le rispose: “ Sto solo cercando di
aiutarti ! E poi non prendertela con me ! Che c’entro io
?!”, poi, si voltò
nuovamente per riprendere la ricerca del misterioso oggetto.
Lein,
ammutolita da quella frase non ribattè e
osservò il ragazzo.
Rik
si voltò verso la ragazza impugnando un
coltello dalla lama affilata.
Lein,
terrorizzata esclamò : “ Ehi ! Cos’hai
intenzione di fare con quel coltello ?!”
“Non
preoccuparti. Voglio solo slegarti.”,
e le si avvicinò
liberandola dalla fune che le legava i polsi
usando il coltello.
“Grazie.”,
gli disse Lein quando fu libera e
massaggiandosi i polsi continuò a guardare incuriosita quel
ragazzo.
“Figurati.”
, le rispose Rik, poi chiese: “Come ti
chiami ? Da dove
vieni ?”
Lein,
sospettosa, gli chiese: “ Cosa vuoi da me ?”
Rik,
comprendendo la diffidenza della ragazza, le
rispose: “Stai tranquilla. Non voglio tenerti qui contro la
tua volontà. Appena
sarà possibile ti farò scappare. Fidati di
me.”
Lein
fissò quegli occhi azzurri
e, alla fine cedette.
“D’accordo.”,
disse la ragazza e spiegò a Rik la
sua storia.
Quando
la ragazza ebbe finito di narrare le sue
avventure, Rik iniziò a parlarle di se.
“Non
ce la faccio più a vivere così ! I miei
genitori sono così crudeli. Io odio le tirannie e vorrei
fuggire da tutto
questo.”, le disse il ragazzo.
Lein,
sbalordita, gli disse: “Ma hai tutto quello
che vuoi !”
Rik
la guardò intensamente negli occhi, poi le
rispose: “Non ho la cosa più importante: la
libertà ! Prima, ad esempio sono
stato costretto a trattarti male per salvarti. Poi devo obbedire a due
persone
di cui non approvo minimamente la mentalità…non
è facile fingere giorno per
giorno, sai ?”
Lein,
con aria afflitta, gli rispose: “Ti capisco.
Ma sarebbe difficile far avverare il tuo sogno; dare la
libertà a tutte le
persone del mondo. Sarebbe davvero bellissimo !”
Appena
la ragazza finì di pronunciare quelle
parole, sul palmo della sua mano sinistra comparve una stella a sei
punte che
si illuminò di azzurro.
Poco
dopo, anche sulla mano sinistra di Rik si
ripetè lo stesso fenomeno.
I due
ragazzi si guardarono sconvolti.
“Cos’è
?” , chiese Lein perplessa.
“Non
ne ho idea.”, le rispose Rik sbalordito.
“Comunque,
credo che sia meglio tenere nascosto
questo stemma. Almeno fino a quando non sapremo
cos’è.”, disse Lein
preoccupata.
I
giorni trascorrevano tranquilli al palazzo di
Way e, Rik e Lein andavano sempre più d’accordo e
recitavano davvero bene in
presenza dei sovrani !
Man
mano che i giorni passavano, i due ragazzi
stavano aprendo i loro cuori all’altro e, lentamente, stavano
diventando molto
di più che semplici amici e, a loro insaputa, stavano
facendo avverare
un’antica leggenda…
Tra i
due ragazzi si stava sviluppando un’amicizia
molto profonda.
Rik e
Lein andavano in giro per Way e tornavano
solo per mangiare.
Una
mattina, mentre erano al parco della città, i
due ragazzi,che in quel momento erano seduti in un prato verde
chiacchierarono
un po’.
Più
Rik conosceva quella ragazza e più se ne
sentiva attratto e, la stessa cosa valeva per Lein nei confronti di Rik.
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Capitolo 6 *** CAPITOLO 6 ***
CAPITOLO
N.6
“CORAGGIO”
I
benefici raggi del sole stavano lentamente
lasciando il villaggio di Dengrid, disegnando un bellissimo dipinto
dorato nel
cielo del crepuscolo.
I
confini delle montagne erano illuminati dai
raggi del sole morente…
Di
lì a poco sarebbe già
comparsa
la prima stella della notte, con la sua luce avrebbe
illuminato la volta
celeste del mondo intero…
Dengrid
era un paesino molto piccolo ed era
situato a nor-ovest del fiume Ileno.
Dengrid era
immerso nelle montagne verdi e misteriose ed era a pochi passi da
Molins.
Dengrid
era governato da un manipolo di soldati al
servizio dei Lison, infatti, la potente famiglia di Molins ricattava
ignobilmente gli abitanti di Dengrid.
La
famiglia Lison, tramite i suoi soldati, ogni
mese riscuoteva delle
tasse o le
coltivazioni e, se gli abitanti non potevano pagare, i soldati li riducevano in
schiavitù .
Era
quasi calato il buio e, nel bosco vicino al
villaggio, l’oscurità era quasi completa.
Due
ragazzi stavano giocando nel bosco, quando un
orso piombò loro davanti.
I due
ragazzi erano davvero spaventati.
Il
più piccolo si arrampicò su un albero, poi
gridò al fratello maggiore: “ Cody, scappa
!”
Cody,
un ragazzo sui sedici
anni, con i capelli neri, gli occhi
azzurri e abbastanza alto per la sua età rispose al
fratello: “ Non posso !
Ormai è troppo vicino ! Perché non gli tiri
qualche pigna in testa da lassù ?”
John,
il fratello di Cody aveva 12 anni,aveva i
capelli neri e gli occhi verdi.
Ma,
il fratello gli rispose: “ No ! Ho troppa
paura !”
L’orso
intanto, era a meno di un metro da Cody.
Cody
era davvero terrorizzato vedendosi
quell’ammasso di peli e denti aguzzi davanti.
Cody
non sapeva che fare.
In un
primo momento, il ragazzo pensò di ferire
l’aniomale con il suo pugnale, quello che portava attaccato
alla cintura dei
pantaloni,ma si rese conto che non sarebbe servito a molto.
L’unica
cosa di cui era sicuro era che se non
avesse fatto qualcosa, nessuno avrebbe potuto salvarlo.
Così,
Cody, come in preda a un trance levò la mano
sinistra, sulla quale, quasi subito brillò una stella a sei
punte azzurra, poi
disse << uloi des ! >>.
L’orso
improvvisamente fu colpito da una sfera
elettrica che lo mise k.o. per qualche minuto.
L’animale,
appena si fu ripreso scappò via per lo
spavento.
Cody
nel frattempo uscì dal trance e sentì suo
fratello chiedergli: “ Come hai fatto ? Cos’era
quella magia ?”
Cody,
un po’ perplesso, gli rispose: “ Non ne ho
idea…Dai scendi che torniamo a casa.”
Così,
i due fratelli tornarono a casa e, lungo la
strada continuarono a studiare la stella a sei punte che
c’era ancora sul
palmo della mano
sinistra di Cody e
chiedendosi cosa
fosse successo…
Quando
Cody e suo fratello arrivarono a casa
raccontarono ai genitori quello
che era
successo, poi, il primo
fece vedere lo
stemma sulla sua mano ai genitori e chiese loro: “ Secondo
voi, cos’è ?”
I due
genitori si scambiarono delle
occhiate preoccupate, poi, rivolgendosi
al figlio, il padre disse: “ Mi dispiace, Cody, ma non
è ancora il momento di
dirtelo.”
Cody
esclamò infuriato“Allora voi sapete
cos’è !
Perché non me lo volete dire ?!
Non è
giusto ! Io…”
“Ora
basta, Cody ! Se abbiamo preso questa
decisione è per il tu bene, quindi ora vai subito a dormire e senza discutere
!”, lo rimproverò suo
padre.
Cody,
volendo molto bene ai genitori, non si
sarebbe mai ribellato, quindi, senza dire niente andò in
camera sua infuriato.
Cody
era molto coraggioso e credeva nella Speranza
e, quando vedeva qualcuno nei guai faceva di tutto per aiutarlo anche a
rischio
di finire nei guai.
Ma,
adesso, Cody era davvero furioso: i suoi
genitori, non gli avevano mai nascosto nulla !
Cody
era
confuso, arrabbiato e, per la prima volta spaventato.
Nel
buio della sua camera, sotto le calde coperte
del suo letto, Cody cercava una spiegazione a quello strano evento
senza però
riuscire a trovarne alcuna…
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Capitolo 7 *** CAPITOLO 7 ***
CAPITOLO
N. 7
“MOLINS SOTTO ASSEDIO”
Il
sole tramontò malinconico dietro i grattacieli
di Molins, lasciando il posto a una dolce sfumatura blu-fucsia, che,
lentamente
stava coprendo il cielo notturno.
La
grande città era tetra e silenziosa, niente si
muoveva all’interno delle sue mura.
Molins,
verso sera sembrava davvero una città
fantasma anche se, i
locali erano pieni
zeppi di gente che ballava e si divertiva.
L’unica
cosa che si muoveva all’interno di quella
città erano i capelli castani di Ken che volavano
alla dolce brezza della sera.
Ken
era sul grattacielo più alto della città e
guardava tutte le luci di Molins da lassù.
Quello
era il suo posto preferito, perché da lì
poteva vedere tutta Molins, le montagne che c’erano oltre e
delle terre selvagge
che avrebbe tanto voluto visitare prima o poi.
Lo
sguardo di Ken esprimeva
una grande malinconia, il ragazzo pensò
“Chissà se un
giorno potrò andare via da
qui ? Chissà cosa c’è oltre queste mura
di cemento ?”
Ken
aveva un unico sogno: andare via da Molins per
sempre e non tornare mai più.
Lui
avrebbe tanto voluto viaggiare in
continuazione per scoprire il mondo e conoscere nuove persone, in
attesa di
trovare quelle giuste.
Ken,
in compagnia dei suoi pensieri, si diresse
verso casa.
Quella
notte, Ken dormì un sonno irrequieto, come
se avesse il
presentimento che, molto
presto sarebbe successo qualcosa di brutto…
Il
mattino dopo, Ken si svegliò a suon di
esplosioni e di grida terrorizzate.
Ken,
preoccupato andò subito a svegliare sua
madre.
La
madre, in tono agitato, gli disse: “Forse non è
ancora troppo tardi ! Sbrigati ! Allontanati da Molins, subito
!”
“Cosa
? Ma che stai dicendo ? Tu cosa farai ? Non
posso lasciarti qui !”, le rispose Ken spaventato.
La
madre, in tono severo gli rispose: “ Ho detto
VAI ! Non fartelo ripetere ! E non farti prendere da quei soldati !”
Ken
obbedì e, dopo aver preparato uno zaino
con un
po’ di cibo salutò
sua madre per l’ultima volta ignorando
il motivo per il quale sua madre non fosse andata con lui.
La
madre lo guardò uscire e pensò
“Buona
fortuna, Ken. Ne avrai davvero bisogno
!” e si diresse anche lei
verso l’uscita decisa ad attirare l’attenzione dei
soldati su di lei, in modo
da permettere al figlio di fuggire da Molins.
Quando
il ragazzo uscì dal suo palazzo, si guardò
introno e, mentre correva all’impazzata per raggiungere i
confini di Molins
restò allibito dall’atroce massacro che si
presentò ai suoi occhi.
In
città, il panico dilagava.
Molins
era piena di minacciosi soldati a cavallo
vestiti con armature completamente nere che maneggiavano terribili
spade contro
gli abitanti indifesi.
Ovunque
c’era gente che scappava
e che urlava disperata.
Maghi
e Cavalieri stavano gettando Molins nel
panico più nero…
Tra
le magie e gli incantesimi dei maghi e le
azioni violente dei soldati, nella città c’ero lo
scompiglio totale.
“Devo
sbrigarmi.” pensò Ken mentre
attraversava di corsa la città.
All’improvviso,
davanti a Ken comparve un uomo sui
sett’anni, che, sofferente, si accasciò al suolo.
Ken,
sconvolto, si chinò su di lui e gli chiese:
“Cosa sta succedendo ? Posso aiutarti ?”
L’uomo,
per un primo momento, lo guardò
intensamente, poi, con un gran vigore nella voce, gli rispose:
“ L’Esercito del
Nuovo Ordine ci ha attaccati. Ha sterminato la famiglia Lison. Tu sei
l’unico
che possa fare qualcosa ! Scappa e non farti…” ma,
improvvisamente dalla gola
dell’uomo spuntò una lama insanguinata.
Infatti,
un soldato nemico aveva
ucciso l’uomo prima che potesse finire
la frase.
Ken
si alzò di scatto e si accorse che una decina
di soldati vestiti di nero lo avevano circondato.
Il
soldato assassino, dopo aver estratto la sua
spada dalla gola del malcapitato Ken
e
gli chiese sorridendo con voce gentile, che, però celava
molta cattiveria: “
Come ti chiami, ragazzo ?”
Ken,
adirato per l’uccisione dell’anziano gli
rispose: “ Non sono affari tuoi !”
Il
soldato sorrise e , poco dopo, Ken fu bloccato
alle braccia da due soldati.
Il
soldato di prima, avvicinandosi al ragazzo, gli
puntò la spada alla gola e chiese nuovamente :
“Non ho sentito, ragazzo. Come
ti chiami ?”
Ken,
non avendo altra scelta, gli rispose: “Ken.”
Il
soldato abbassò la spada e gli chiese: “ Bene,
Ken. Dove stavi andando ?”
Ken
gli rispose: “ Non lo
so.”
Il
soldato incuriosito, gli chiese: “ Come non lo
sai ?!”
Ken
tacque, perché aveva detto la verità.
Sua
madre gli aveva solo detto di lasciare Molins
e non dove andare.
I
soldati a un cenno del loro comandante
lasciarono andare Ken.
“Va
bè, non importa.”, disse il soldato con aria
divertita, poi continuò il discorso rivolto al ragazzo :
“Io sono il comandante
Grover e faccio parte dell’Esercito del Nuovo Ordine.
Perché non ti unisci a
noi ?” , e guardò
anche gli altri
soldati.
Ken
si sarebbe aspettato tutto da quell’uomo
crudele ma, sicuramente, non quella bizzarra proposta.
Il
ragazzo era sbalordito e spaventato al
contempo.
“Ma
come puoi chiedermi una cosa simile ?” ,
chiese Ken infuriato a Grover.
Grover,
facendo il finto tonto, gli chiese
stupito: “Perché ? Cos’è
successo ?!”
Ken,
ancora più adirato gli rispose: “Avete
attaccato questa città e state massacrando
della gente innocente e indifesa ! Ecco
cos’è successo !!!”
Grover,
dopo un breve silenzio disse al ragazzo,
con il tono più sincero che riuscì ad avere:
“Ken…il vero obbiettivo di questo
esercito è quello di eliminare per sempre tutti
i nobili e i loro privilegi dal mondo. Noi vogliamo
semplicemente
riportare tutte le persone allo stesso livello.”
Ken,
non lasciandosi convincere, gli rispose: “
Ah… è per questo che avete ucciso tutta quella
gente ? Nessuno ha il diritto
di togliere la vita
a un’altra persona,
anche se è un soldato ! Anche la persona più
spregevole ha
diritto
a una seconda possibilità
!”
Grover
iniziò a spazientirsi,“Accidenti
! Che testa dura ! Se non fosse Lui, lo avrei già ucciso
!”,
pensò Grover guardando Ken.
Grover
fece un ultimo tentativo e disse: “ Ken.
Abbiamo dovuto eliminare quelle persone perché loro erano
abituate ai loro
precedenti padroni e avevano paura dei cambiamenti, anche se questi
potevano
migliorare la loro vita. Ormai erano talmente in balia di quelle
persone
che non avrebbero
più lottato per
ottenere la libertà perché
si sentivano
al sicuro con loro. Lo capisci ?”
Ken
restò interdetto da quelle parole; era davvero
confuso.
Sua
madre gli aveva detto di fuggire al più presto
dalla città, ora quel soldato gli aveva detto
quel discorso sulla libertà…
Non
sapeva proprio cosa fare…
Però,
mia madre mi ha detto di allontanarmi dalla
città e di non farmi prendere dai soldati… ,
pensò Ken confuso.
“Suo
padre vuole riprendersi Ken. Ma ti da ancora
una possibilità per tornare al suo fianco. Se fossi in te
accetterei.”, le
disse un soldato dall’aria spregevole
impugnando un l unga spada insanguinata.
“Non
avrà mai nostro figlio ! Ken non
è nato per servire il Male ! In quanto a me,
non tornerò mai al suo fianco perché è
un uomo crudele e insensibile !”
“
Mi spiace deluderti, ma, sicuramente, il mio
comandante e altri
soldati, ormai
avranno già trovato tuo figlio e lo convinceranno a far
parte del nostro esercito.
Stanne certa ! Comunque, visto che hai rifiutato la proposta del nostro
Re, ti
devo uccidere. Sei troppo pericolosa, il Re non può correre
il rischio di
lasciarti viva. Addio !”, le disse il soldato in tono
minaccioso.
Mentre
infuriava la battaglia, la madre di Ken
venne uccisa…
“Allora,
Ken ? Cos’hai deciso ?” gli chiese
Grover impaziente.
“Verrò
con voi.” , gli rispose il ragazzo pensando
che quella fosse la soluzione giusta.
Sul
volto di Grover comparve un sorriso malvagio,
poi disse: “ Bene, Ken. Ora monta con me. Quando arriveremo
al castello di Re
Fenix avrai un cavallo tutto tuo.”
Detto
fatto, Ken montò sul cavallo di Grover e,
insieme a una dozzina di soldati, il gruppo lasciò Molins,
che, ormai era solo
un ammasso di
macerie fumanti…
I
soldati si stavano allontanando da Molins e Ken
era con loro.
“Tra
poco arriveremo al
castello di Re Fenix, Ken. Non
preoccuparti, non ci vorrà molto.”, gli disse
Grover in tono tranquillo.
Ken,
che montava dietro di lui, nel frattempo
pensava se aveva davvero preso la decisione giusta.
Qualcosa,
nell’animo del ragazzo, gli diceva di
non fidarsi di quei soldati e delle loro parole, ma la sua voglia di
avventura
e di lasciarsi il passato alle spalle era troppo forte…
Verso
mezzogiorno, la truppa dei soldati
arrivò nelle vicinanze del castello di Re
Fenix.
Il
castello del sovrano era davvero immenso,
era circondato da un fossato nel quale c’era
dell’acqua per proteggerlo da eventuali attacchi.
Era
una costruzione di pietra
arenaria,dall’aspetto imponente e con
molti passaggi segreti,che gli aveva detto Grover.
Più
si avvicinava al castello e più il ragazzo si
rendeva realmente conto di quanto fosse grande e, lentamente, un senso
di
inquietudine si insinuò nel suo cuore.
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Capitolo 8 *** CAPITOLO 8 ***
CAPITOLO
N. 8
“PRESTO,FUGGI !”
Era
giunto il primo pomeriggio ormai,e su Naklis
era scesa una fitta nebbia che rendeva impossibile vedere qualsiasi cosa pochi metri di distanza.
Ormai
era
quasi giunta la fine di dicembre, e il clima si faceva
sempre più freddo
è più rigido.
Mariam
anche quel giorno era andata sulla collina
che sovrastava il paesino, per godere
un
po’ di tranquillità prima di tornare a casa per
sbrigare le ultime faccende del
giorno…
“Finalmente
un po’ di riposo…”,
pensò Mariam guardando il suo paese dalla collina.
Già,perché
il mattino era andata a scuola e, ora
finalmente aveva un po’ di tempo per se stessa.
“Mariam
!”, la chiamò una voce
agitata da dietro la collina.
Quando
Mariam si voltò vide suo padre correre
velocemente
nella sua direzione e, nella mano destra stringeva
qualcosa di piccolo e
misterioso coperto da un pezzo di stoffa.
Mariam
gli corse incontro e, con un tono nervoso ,
gli chiese: “ Papà, che succede ?”
La
ragazza aveva sentito nella voce del padre un
certo spavento, quindi le era sembrato subito chiaro che ci fosse
qualcosa che
non andava.
Il
padre la guardò con aria terrorizzata, poi le
diede il fagotto.
La
ragazza, incuriosita, aprì il fagotto e
trovò una pietra dorata di forma sferica e
perfettamente levigata.
Prima
che
gli potesse chiedere qualcosa, suo padre le disse:
“ Mariam. Non
separarti mai da questa gemma: è la tua
forza. Ora scappa, poi raggiungi
Lom. Lì
chiedi di un sacerdote di nome Joel. Fagli vedere la pietra. Lui
saprà cosa
fare. Ora vai e stai attenta a
quei
soldati vestiti di nero; quando li vedi scappa, ok ?”
Mariam,
ora seriamente preoccupata vedendo suo
padre così terrorizzato, gli chiese: “ Ma
perché tutta questa fretta ? Cosa sta
succedendo ?”
Il
padre, la guardò dritto negli occhi, orgoglioso
di lei e le disse chiamando a raccolta la poca calma che gli era
rimasta per
non spaventare ancora di più la figlia : “Mariam,
tu sei una persona speciale e
puoi cambiare tante cose. L’Esercito del Nuovo Ordine ha
attaccato il nostro
villaggio e ti sta cercando, quindi vattene prima che ti trovi
!”
“Ma
non posso abbandonare te, la mamma e tutti i
miei amici !” , esclamò Mariam sull’orlo
delle lacrime.
“Mariam,
noi tutti ti vogliamo bene ed è per
questo che ci
stiamo sacrificando per
te. Non rendere inutile il nostro sacrificio ! Vai e non arrenderti mai
!
Saremo sempre con te; potrai trovarci
nel tuo cuore. Ora, vai…ti prego.”,le disse il
padre seriamente.
Mariam,
si sentì davvero persa e spaventata.
Mariam
guardò negli occhi suoi padre, poi, si voltò
e iniziò a correre più veloce che poté
verso la foresta, con le lacrime umide
che le bagnavano il volto…
Dalla
collina, suo padre la guardò svanire tra i
maestosi alberi della foresta; le lacrime solcavano il suo volto
perché sapeva
che non avrebbe mai più rivisto la figlia.
Il
padre delle ragazza, si diresse verso il
villaggio per distogliere l’attenzione dei soldati da Mariam,
permettendole
così di guadagnare tempo e di mettersi in salvo.
“Buona
fortuna, Mariam. Sii forte !”, pensò
suo padre mentre correva giù per il pendio che portava al
centro del villaggio…
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Capitolo 9 *** CAPITOLO 9 ***
CAPITOLO
N. 9
“VAGANDO SOTTO LA
LUNA”
La
luna piena disegnava una perfetta sfera
luminosa nel cielo scuro della notte…
Tra
gli alberi di un bosco, una figura
vagava senza meta.
Il
suo viso era ancora bagnato
da
lacrime innocenti…
Mariam
era ancora sconvolta dagli avvenimenti di
quella giornata e non aveva la minima idea di come raggiungere Lom;
aveva solo
sentito parlare nelle leggende di quel paesino incantato, ma, a quanto
le aveva
detto suo padre, Lom doveva esistere davvero.
Mariam,
stanca da quella lunga camminata si
sedette ai piedi di un’enorme quercia in quel bosco immenso e gelido; ovunque
c’era neve candida.
Ai
piedi della quercia, la ragazza spostò un po’
di neve e si sedette.
Sotto
la luce della luna, la ragazza tirò
fuori dal pezzo di stoffa la gemma
sferica che le aveva dato il padre restando a
contemplarla a lungo, scorgendone la perfetta superficie levigata.
All’improvviso,
Mariam vide che sul palmo della
sua mano sinistra era
comparsa una
luminosa stella a sei punte che risplendeva di una luce azzurra.
Dopodichè,
la ragazza cercò di coprirsi più che
potè con i vestiti che aveva indosso,ma il freddo si sentiva
lo stesso.
“Se non
mi faccio venire un’idea subito rischio di morire congelata.
Però se
accendo un fuoco,
quei maledetti soldati
potrebbero localizzarmi… Forse potrei fare come gli animali
e scavarmi un
nascondiglio nella
neve…chissà
mai che funzioni !?”, pensò la
ragazza.
Così,
Mariam si scavò un piccolo rifugio nella
neve e vi si rannicchiò e, con suo grande stupore, si
accorse che funzionava
davvero; stava al caldo lì
dentro !
La
ragazza, troppo stanca a
causa della fuga improvvisa dal suo paese,
si addormentò nella quiete della foresta, circondata dagli
animali notturni e
dai suoni della natura che le stavano intorno…
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Capitolo 10 *** CAPITOLO 10 ***
CAPITOLO
N. 10 “LA
VERITA’”
La
volta celeste
era luminosa quella notte
e Insir
era illuminata da una miriade di stelle…
Terry,
dopo aver fatto addormentare suo fratello
con una storia inventata da lei, si diresse verso la propria camera e
si mise
sotto le coperte del suo caldo letto.
Mentre
pensava al futuro, Terry notò
uno strano stemma a sei punte che brillava di
una misteriosa luce azzurra, sul palmo della sua mano sinistra.
Dopo
averlo guardato affascinata per qualche
minuto, Terry si alzò e si diresse
dai
suoi genitori per mostrarglielo.
Quando
la ragazza raggiunse la porta della sala
sentì che i suoi genitori stavano parlando in tono sommesso
proprio di lei…
“Ma
non possiamo dirglielo. E’ ancora troppo
presto !”, disse preoccupata sua madre.
“
Non Katrin, non è troppo presto. E poi, quel
dannato esercito ha già attaccato molti villaggi e
città in cerca di lei e dei
suoi compagni. Temo che presto quell’esercito
arriverà anche qui. Prima se ne
andrà e meglio sarà per lei.”, disse
suo padre rivolto alla moglie.
Terry,
sconvolta da quella notizia che i genitori
le avevano nascosto, irruppe in sala ed esclamò adirata
verso di loro: “Cosa mi
state nascondendo, eh ?”, poi, mostrandogli lo stemma
luminoso sulla mano
sinistra, gli chiese: “ Questo c’entra qualcosa
?!”
I
genitori non si stupirono affatto quando videro
lo stemma e, dopo essersi scambiati delle occhiate complici, sua madre
le
disse: “Terry…siediti per favore.”
Terry,
che a stento controllava la rabbia che la
pervadeva, si sedette, poi esplose e chiese ai genitori: “
Perché mi avete
tenuto un segreto ? Ci siamo sempre detti
tutto !”
Il
padre, seriamente, le rispose: “Perché, secondo
la leggenda, dovevamo aspettare che ti spuntasse quello stemma per
dirtelo.”
Terry,
incuriosita, gli chiese: “ Quale leggenda
?”
La
madre iniziò a spiegarle
dell’Antica leggenda dei Cavalieri della
Speranza.
Terry
conosceva già quella storia e pensava che
fosse tutta un’invenzione, come le altre storie.
Quindi,
quando sua madre ebbe terminato il
racconto le disse: “Ma dai, mamma ! E’ soltanto una
storia !”
Suo
padre le disse in tono molto serio: “ Invece è
successo davvero.”
Terry
guardando bene le
espressioni dei genitori capì che non le
stavano mentendo.
“
Ma è successa moltissimi secoli fa ! Io cosa
c’entro ?”, chiese loro Terry.
“C’è
sempre una nuova generazione di Cavalieri
della Speranza. Noi lo sapevamo dal momento della tua nascita da un
nostro
informatore, ma dovevamo aspettare che ti
comparisse quello stemma sulla mano.”, le
rispose sua madre.
Terry,
ancora scioccata, chiese loro : “ Non ci
credo… Cosa dovrei fare ?”
I
genitori risposero alla domanda della figlia e
le spiegarono diverse cose sui
Cavalieri
della Speranza, anche dettagli che prima non le avevano mai narrato e
che lei
doveva custodire gelosamente, per parlarne solo con i suoi nuovi
compagni
d’avventura, quando li avrebbe trovati.
Ad
esempio, le raccontarono che lo stemma a forma
di stella, quando appariva per la prima volta restava
luminoso solo per ventiquattro
ore, poi sarebbe scomparso, per
poi riapparire solo quando lei avesse fatto qualche magia o avesse
toccato la
sua gemma magica.
Suo
padre le porse una gemma
sferica azzurra, dalla superficie
perfettamente levigata.
Poi
le disse: “ Terry, non perdere mai questa
gemma. Se sei nei guai devi
stringerla forte.”
La
ragazza annuì.
Poco
dopo apparve la madre di Terry con uno zaino.
“Tieni.
Qui ci sono un po’ di provviste, qualche
coperta e un po’ di soldi. Sicuramente ne avrai
bisogno.”, le disse sua madre
con gli occhi lucidi.
“
Grazie.” , le rispose Terry cercando di farsi
coraggio.
“
Ora devi raggiungere Lom. Per entrare nel paese
dovrai stringere la tua gemma. Quando sarai lì cerca un
sacerdote di nome Joel,
lui saprà cosa fare.”, le disse sua madre.
“Sì,
ma come faccio a trovare Lom ? Non ci sono
mai stata.” , disse Terry.
“Nello
zaino ti ho messo una cartina. Ora vai e
buona fortuna.”, le rispose sua madre.
Suo
padre, poi, le disse: “ E sta attenta agli
uomini vestiti di nero: quelli sono
i
tuoi nemici. Nasconditi quando li vedi.”
Così,
dopo aver salutato i suoi genitori, Terry
lasciò la sua città natale, inconsapevole del
fatto, che, il giorno dopo
sarebbe stata attaccata dall’Esercito del Nuovo
Ordine…
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Capitolo 11 *** CAPITOLO 11 ***
CAPITOLO
N. 11 “
UNA COPPIA DI FUGGIASCHI”
Sulla
città innevata incombeva
un cielo notturno pieno di
nubi,che, molto presto avrebbero portato altra neve e gelo.
Way,
quella notte sembrava una cittadina fredda e
desolata, ma, nelle case del posto c’era
il grande calore e
l’immensa
felicità che ogni anno, il Natale
porta
con sé.
Lein
e Rik erano nella Sala del Trono del Palazzo
e, insieme ai sovrani stavano festeggiando
la sera della vigilia di Natale.
Ormai
erano già trascorse due settimane da quando Lein era stata catturata e << donata
>> a Rik.
“Povera
Lilly… Questo è il primo Natale che trascorriamo
separate,ma almeno lei
è al sicuro con
Joel…”, pensò
malinconica Lein.
Rik,accorgendosi
dell’espressione triste
dell’amica, le chiese: “Che
c’è che non va ?”
Lein,
gli disse il motivo di tutta quella
tristezza.
“Mi
dispiace, ma vedrai che il prossimo Natale lo
passerete insieme.”, le disse Rik per consolarla.
Lein,
lo ringraziò per la sua gentilezza e per la
sua amicizia.
In
quei giorni, l’amicizia tra i due ragazzi era
diventata sempre più profonda.
Lein
e Rik non facevano altro che fingere: il
ragazzo, in pubblico, le ordinava di fare qualsiasi cosa e lei obbediva
docilmente.
La
sera di Natale, mentre erano tutti seduti a
tavola e avevano appena finito di cenare, la madre di Rik porse un
fagotto a
Lein e le disse con una voce suadente e un po’ imbarazzata:
“Tienilo, cara.
L’ho fatto con le mie mani. Ti sarà
utile.”
Lein
lanciò un’occhiata interrogativa a Rik, che,
a quanto pareva, ne sapeva quanto lei, poi disse: “ Grazie,
Vostra Maestà.
Siete stata molto gentile.”
“Di
niente, cara. Per la moglie di mio figlio,
questo ed altro ! Dai, aprilo.”, le rispose dolcemente la
regina.
Lein
e Rik si guardarono a disagio, poi, la
ragazza aprì il fagotto e ne uscì un maglioncino
di lana molto piccolo. Lein e
Rik si guardarono con un’aria molto sorpresa.
“Mamma…
a cosa ci dovrebbe servire ?”, le chiese
imbarazzato Rik.
“Ma
è ovvio !
E’ un maglione per il vostro futuro bambino !
Non vorrete mica che si
ammali !”, gli rispose sua madre sorridendo, stupita che non
avessero capito lo
scopo del suo regalo.
I due
ragazzi arrossirono di colpo, ma grazie,
alla luce soffusa delle candele, nessuno se ne accorse.
Lein
tentando di salvare la situazione, esclamò :
“ Già ! Come ho fatto a non pensarci prima ?!
Grazie mille. Mi
sarà davvero molto utile !”
“Sì,
certo !”, esclamò Rik per darle man forte.
La
regina Lisa rispose loro compiaciuta: “Di
niente, ragazzi.”, poi rivolgendosi a Lein, le disse:
“Mi raccomando, cara.
Quando sarà il momento, non preoccuparti. Chiedimi tutto
quello che vuoi. Sai,
i bambini sono un po’ vivaci nei primi anni di
vita.”
Lein,
sconvolta e imbarazzata, mentì e disse: “
Certo. Grazie dell’aiuto.”
Rik,
non sopportando più quel discorso disse ai
suoi genitori: “Io e Lein siamo un po’ stanchi,
quindi andiamo a dormire. Buona
notte.”e, prendendo la ragazza sottobraccio, si
avviò verso la porta della sala
desiderando soltanto arrivare il più presto possibile in
camera sua.
I genitori
di Rik salutarono il figlio e sua << moglie
>>, dopodichè
continuarono i festeggiamenti.
Quando
i due ragazzi furono arrivati in camera,
Lein esplose e disse a Rik : “ Ti rendi conto ?! Quelli
vogliono farci fare un
bambino !!!”
Rik,
divertito dalla reazione dell’amica, le disse
per tranquillizzarla : “ E dai… non ti
agitare…Dobbiamo solo guadagnare tempo
e, appena se ne presenterà l’occasione, ti
farò scappare.”
Lein,
ancora sconvolta, gli disse: “ Rik ! Questa
recita inizia a diventare un po’ troppo impegnativa. Tra un
po’ i tuoi genitori
vorranno vedere i fatti !”
“Lo
so, ma dobbiamo avere pazienza.”, le rispose
il ragazzo.
“Aspetta
però !” , esclamò Rik agitato.
“
Che c’è ? Che ti è preso ?” ,
gli chiese Lein
preoccupata.
“
Domani, il giorno di Natale, i miei andranno a fare
una gita nei pressi
della città da
alcuni loro amici e staranno fuori fino alla sera.”, le
rispose il ragazzo con
un tono molto felice.
“
E allora ?”, gli chiese
Lein incuriosita.
“
Allora, domani scapperemo !” ,esclamò Rik in
tono risoluto.
“
In che senso
scapperemo ?”,
gli chiese la
ragazza perplessa, anche se aveva già intuito
cos’avesse in mente il suo amico.
“Non
penserai che ti lascerò andare da sola ! Ci
sono un casino di soldati in giro. E poi voglio andarmene da
qui.”, le rispose
il ragazzo.
“Ma…
i tuoi genitori ? Come ci resteranno ?”, gli
chiese Lein.
“Capiranno.
Io non ho mai voluto governare questa
città. Voglio vivere avventure, viaggiare e non restare
tutto il tempo qui a
strapazzare la povera gente ! Non ne posso più !”,
le rispose Rik spazientito.
L’amicizia
tra i due, si intensificava di giorno
in giorno e, la fiducia che riponevano l’uno
nell’altra si rafforzava ancora di
più.
In
realtà, a Rik piaceva Lein, ma non sapendo se
la cosa fosse reciproca, non si era ancora dichiarato.
Lein,
dal canto suo era molto affezionata a Rik,
perché, oltre che ad essere un bel ragazzo pieno di buone
qualità, l’aveva
aiutata a sfuggire a un destino terribile.
In
lui, Lein aveva trovato un vero
amico
nella sfortuna più nera.
Ma,
essendo molto timida, la ragazza aspettava che
fosse lui a dichiararsi…
Quella
sera, i due ragazzi si addormentarono e
sognarono un luogo pieno di colori, musica allegra e di
felicità, ignorando che
l’indomani sarebbe successo il finimondo e che, a Way non ci
sarebbero più stai
i genitori di Rik a governare…
Il
mattino dopo, un soldato apparve nella stanza
di Rik e di Lein e, con tono molto agitato disse al ragazzo :
“Mio principe,
dovete andarvene subito da Way. Siamo stati attaccati !”
Rik e
Lein si guardarono preoccupati, poi, il
ragazzo chiese al soldato: “Da chi siamo stati attaccati ?
Cosa vogliono i
nostri nemici ?”
Prima
che il soldato potesse rispondergli, nella
stanza comparve anche il padre di Rik provato e malconcio, che disse al
figlio:
“Rik, devi scappare subito da Way. L’Esercito del
Nuovo Ordine ti sta
cercando.” e, senza dargli spiegazioni diede a Rik una gemma
sferica bianca,
con la superficie perfettamente levigata. Anticipando la domanda del
figlio, il
re disse: “ Rik, non separarti mai da questa gemma e quando
sarai nei guai dovrai
stringerla forte !”
Rik
prese la gemma e una strana forza lo pervase
completamente.
Il
padre poi, gli disse: “Ora dirigiti a Lom. Lì
cerca un sacerdote di nome Joel, fagli vedere la gemma e lui
saprà cosa fare.
Porta con te la
ragazza, non merita di
morire qui. Ora andate !”
“Ma
papà, non posso lasciarti qui…”, disse
Rik.
Il
padre, interrompendolo, gli disse adirato:
“Devi, Rik ! Sei un Eletto e io ti devo proteggere a costo
della vita ! Quindi,
ora vai ! Quando arriverà il momento vendica tutte le
persone innocenti che
hanno perso la vita a causa di
quel maledetto esercito !”
Così,
dopo aver guardato per l’ultima volta suo
padre, Rik seguito da Lein, si avviò in un passaggio segreto
che, passando
sotto il suolo di Way percorreva l’intera città
portando lontano da essa.
Mentre Rik
e Lein percorrevano di
corsa il passaggio
segreto per salvarsi
dall’attacco nemico, nella città, sopra le loro
teste infuriava una terribile e
sanguinosa battaglia.
Dopo
un paio d’ore, i due ragazzi uscirono
finalmente dal tunnel segreto e si trovarono in un fittissimo bosco popolato da miriadi di
pini e moltissimi
animali selvatici.
“Dobbiamo
chiudere il passaggio del tunnel.”,disse Rik a
Lein.
“Ma
se ci vanno gli abitanti per salvarsi ?”, gli
domandò Lein preoccupata.
“Sì,hai
ragione. Allora cancelliamo le nostre
tracce,almeno non sapranno dove cercarci.”, le disse Rik.
“Ok.”,
gli rispose la ragazza.
Dopo
aver cancellato le loro tracce all’uscita del
tunnel, i due ragazzi si incamminarono verso il bosco.
Quando
furono certi di essere al sicuro, in una
grotta nel cuore del bosco, Lein e Rik si fermarono e, la ragazza
chiese
all’amico: “Rik, secondo te, perché
dobbiamo andare nel mio villaggio ? Io
conosco Joel e non mi pare che abbia qualche abilità
particolare. Tu ci capisci
qualcosa ?”
Rik,
in tono cupo rispose all’amica: “No. So
soltanto che non sono certo di rivedere ancora i miei
genitori…”
Lein
tentò inutilmente di consolarlo, ma, il suo
amico era davvero di pessimo umore e ne aveva tutte le buone ragioni
del mondo.
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Capitolo 12 *** CAPITOLO 12 ***
CAPITOLO
N. 12
“PRENDI CORAGGIO !”
Un
altro giorno
d’inverno stava volgendo al termine…
Cody,
come al solito era nel bosco.
Lui
adorava stare in mezzo alla natura.
Quella
sera, la quiete della foresta era perfetta
e nel cielo ormai, di un violetto scuro, già comparivano le
prime “creature
celesti “ così
il ragazzo chiamava le
stelle luminose che brillavano nel
cielo.
Ma,
all’improvviso…
“Cody
!” ,si sentì chiamare in lontananza.
Cody
si alzò di scatto e cercò, con lo sguardo di
riuscire a capire chi si stesse avvicinando
nell’oscurità della foresta.
Poi,
poco dopo sbucò dal folto degli alberi il
fratello minore di
Cody.
“Cosa
succede ? Perché sei così agitato ?” ,
gli
chiese Cody quando raggiunse il fratello.
Suo
fratello, riprendendo fiato, gli rispose:
“Mamma e Papà hanno detto che devono dirti
qualcosa di molto importante.
Dobbiamo andare a casa.”
Così
dicendo, i due ragazzi si avviarono verso
casa.
Quando
arrivarono a casa, il
fratello di
Cody andò a dormire, Cody, invece, su richiesta dei genitori
si sedette in
cucina e aspettò con ansia cosa i due avessero da dirgli.
I due
genitori, dopo essersi scambiati delle
occhiate preoccupate
decisero che era
finalmente arrivato il momento.
“Cody…
devi lasciare Dengrid e arrivare a
Lom.”,gli disse suo padre.
“Cosa
? Perché ?”, gli chiese il ragazzo stupito e
spaventato al tempo stesso.
La
madre, con aria calma e rassegnata raccontò al
figlio la
Leggenda
degli Antichi Cavalieri
della Speranza e gli disse che lui era un loro successore.
“E
allora ?”, le chiese Cody allarmato.
Il
padre gli
rispose: “Cody…sono pochi quelli che
hanno il potere di cambiare e
migliorare il mondo.
Quindi, tu e i tuoi
futuri compagni potreste salvare il mondo e annientare il Male per
qualche
altro secolo. Non puoi rifiutare. Sei stato scelto sin da quando sei
nato. E’
nel tuo Destino !”
Cody,
iniziando a capire il grande Dono che gli
era stato concesso, calmandosi un po’ chiese al padre con
voce seria: “E va
bene. Ma quando arrivo a Lom,cosa devo fare ?”
Suo
padre, prima di rispondere, porse a suo figlio
una gemma rossa di forma sferica e perfettamente levigata,
dopodiché gli disse:
“ Prima di tutto: prendi questa gemma e non separartene per nessun motivo. Quando
sarai nei guai stringila
forte. Quando arriverai a Lom dovrai cercare un sacerdote di nome Joel,
vedrai
che lui saprà cosa fare.”
Cody,
in un primo momento restò in silenzio
assimilando ogni
parola che il padre gli
aveva detto, poi chiese: “Papà, quando devo
partire ?”
Il
padre, in tono serio gli rispose: “ Anche subito.
Molte città e villaggi
sono già stati
devastati dall’Esercito del Nuovo Ordine. Devi sapere che quel terribile
esercito ha come
obbiettivo annientare te e
i tuoi
compagni. Prima scappi e meglio è !”
Improvvisamente
comparve la madre di Cody con uno
zaino pieno di viveri e di altre cose che, sicuramente sarebbero
tornate utili
al figlio per quel viaggio pericoloso.
La
donna, quasi in lacrime guardò suo figlio,
notando solo adesso come fosse cresciuto in quegli anni.
Ormai
Cody non era più un bambino.
La
donna sapeva che quella missione faceva parte
del destino di suo figlio fin dalla sua nascita, ma, fino ad allora,
non vi
aveva mai dato troppo peso.
Ora,
invece era arrivato il momento di lasciarlo
andare e fare in modo che compiesse il suo destino.
Già,
ormai Cody era un ragazzo e con una
grandissima responsabilità sulle spalle.
La
donna,gli disse: “ Spero che
questi viveri ti bastino fino a Lom.”
“Stai
attento,Cody e non perdere mai la
Speranza
!”, aggiunse suo padre.
“Comunque
vadano le cose, noi saremo sempre
orgogliosi di te, Cody ! Ora vai e buona fortuna !”,gli disse
la madre
dolcemente.
Il
ragazzo annuì, poi, con un ultimo saluto lasciò
la sua famiglia e il suo paese…
Il
mattino dopo, Dengrid risuonò di urla
terrorizzate.
I
genitori di Cody, dopo aver messo al sicuro il
loro figlio più piccolo uscirono da casa loro.
Lì,
in mezzo alla piazza del villaggio, i due
coniugi assistettero inorriditi all’uccisione di una signora
anziana, che, un
soldato senza cuore aveva appena trafitto con una spada.
Il
soldato si diresse verso i due genitori di Cody
e, prima di essere uccisi, entrambi pensarono soddisfatti che, almeno i
loro
due figli, per il momento erano al sicuro…
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Capitolo 13 *** CAPITOLO 13 ***
CAPITOLO
N. 13
“DURANTE IL VIAGGIO”
Un
sole splendente e rassicurante inondava il
piccolo paesino di Lom.
Era
appena sorta l’alba e , in giro non c’era
nessuno…o quasi.******************
Solo
un uomo era davanti al Tempio della Verità e
lo guardava assorto.
“Stanno
arrivando, finalmente !” , pensò
Joel e sorrise guardando il cielo azzurro, ma, nei suoi occhi
c’era un velo di
tristezza…
Ormai
era in viaggio da una settimana, ma,
stremata dal
continuo vagabondare, dal
poco e discontinuo sonno, dall’essere sempre
all’erta nel caso che qualche
nemico si avvicinasse, si sedette nel mezzo di una prateria circondata
da
moltissimi pini e si addormentò profondamente…
Purtroppo,
Terry, dopo pochi minuti
venne svegliata dal suono di una
tromba.
La
ragazza, d’istinto, si nascose dietro un albero
alto e massiccio, dopodiché
guardò con
orrore dieci
soldati vestiti di nero che
si aggiravano nei dintorni del suo nascondiglio.**********************************
Uno
di loro era molto giovane e, il suo sguardo
blu profondo era triste
e malinconico…
Terry,
improvvisamente si ricordò di quello che le
avevano detto i suoi genitori: “I soldati dell’Esercito del
Nuovo Ordine,
vogliono costringere te e i
tuoi amici
ad usare i vostri poteri per controllare e devastare il mondo. Se non
accetterete, vi uccideranno senza pietà.”
Terry,
si rannicchiò ancora di più contro
quell’albero e pregò che quei soldati non la
vedessero…
Passarono
almeno dieci minuti, nei quali, Terry
tremò per il terrore e fu quasi presa dall’istinto
di scappare il più lontano
possibile da lì.
Fortunatamente,
la ragione ebbe il sopravvento e
la ragazza restò
immobile al suo posto
quasi senza respirare…
“
Andiamo !”,
esclamò uno dei soldati e gli altri lo
seguirono nel folto della
foresta.
I
soldati si misero in marcia e seguirono il loro
comandante al galoppo.
Quando
fu certa che i soldati furono spariti,
Terry uscì dal suo nascondiglio e si incamminò
velocemente verso un piccolo
villaggio sconosciuto…
Terry,
verso sera arrivò nel villaggio che aveva
visto durante il giorno, dove, fortunatamente trovò
ospitalità da una coppia di
anziani che le offrì alloggio e cibo…
Terry
li ringraziò e, su loro insistenza restò
loro ospite per due giorni, nei quali si riposò, riprendendo
le forze…
Quella
stessa sera, mentre cenavano, Terry disse
ai due anziani: “Grazie per la vostra ospitalità.
Siete molto gentili.”
“Di
niente, figurati. E poi, sei una ragazza così
ben educata oltre ad essere un Eletto…”, le
rispose la donna sorridendo
calorosamente.
Terry
restò sbalordita e chiese ai due coniugi :
“Ma voi come avete fatto a capirlo ?”
“Abbiamo
le nostre fonti.”, le rispose l’uomo
evasivo sorridendo.
“Oh
Tony ! Smettila di fare il misterioso, prima
che si spaventi.”, lo rimproverò la moglie, poi ,
rivolgendosi alla ragazza, le
disse: “Stai tranquilla. Ce l’ha detto Joel,sai
è un nostro caro amico.”
“Davvero
lo conoscete ? Com’è ?”, chiese Terry
stupita ai due coniugi.
“Preferiamo
non dirtelo, non vorremmo rovinarti la
sorpresa.”, le rispose l’uomo.
“Possiamo
solo dirti che è un personaggio
singolare…”, le disse la moglie divertita.
“Un
personaggio singolare ? Speriamo in bene !”
, pensò Terry
perplessa.
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Capitolo 14 *** CAPITOLO 14 ***
CAPITOLO
N. 14 “
SULLE ORME DEL DESTINO”
“Dai,
Lein ! Ancora un po’ e ci fermiamo !”, le
disse Rik.
“Non
ce la faccio più !” , gli rispose la ragazza
stravolta dalle lunghe ore di marcia.
Rik,
capendo la fatica che entrambi avevano dovuto
sopportare diede ragione all’amica e le disse:
“Sì, forse hai ragione.
Fermiamoci.”
I due
ragazzi si sedettero in una prateria nel
mezzo del bosco.
Rik
iniziò a guardarsi in giro, poi
disse a Lein: “Vado un attimo a controllare
una cosa. Tu resta qui.”
“D’accordo.
Ma dove vai ?”,gli domando l’amica.
“Non
preoccuparti. Torno subito.”,le rispose Rik
sorridendo, poi si inoltrò nel bosco sparendo dalla vista di
Lein.
Dopo
una decina di minuti, Rik tornò indietro e
disse all’amica: “Lein ho trovato una grotta !
E’ fantastica ed è impossibile
da trovare. Possiamo andare lì che ne dici ?”
“Ok.”,gli
rispose la ragazza.
Così,
i due ragazzi si avviarono verso la grotta.
Quando
arrivarono all’entrata della caverna, Lein
domandò: “Rik,come hai fatto a vederla ?
E’ nascosta alla perfezione.”
“Non
lo sai che sono un ottimo osservatore ?
Quando accompagnavo mio padre nelle battute di caccia ho fatto molta
esperienza.”,le rispose il ragazzo.
Lein,,
con tono arrabbiato, gli disse: “Non vorrai
dire che andavi a caccia per divertimento, Rik ! Vero ?”
Il
ragazzo, stupito dalla reazione dell’amica, gli
rispose: “Ma no,figurati. Un conto è cacciare per
mangiare e un conto è
cacciare per divertimento. Andavo con mio padre apposta.”
“In
che senso ?”, gli domandò Lein sospettosa.
“Nel
senso che convincevo mio padre ad andare
nella direzione
sbagliata in modo da non
fargli uccidere nessun animale. Sei un’ambientalista
convinta,eh ?”, le rispose
Rik divertito.
“Più
o meno !”, gli rispose Lein.
La
grotta era situata su
un promontorio roccioso,che
i due ragazzi raggiunsero
facilmente.
Davanti
all’entrata della grotta, c’erano dei
maestosi pini che ne nascondevano l’ingresso.
Dopo
un ultimo ed estenuante sforzo, i due amici
raggiunsero la grotta.
Una
volta dentro
la caverna, Lein accese
il fuoco
e Rik tirò fuori delle provviste che
entrambi avevano trovato durante il viaggio.
Anche se la
cena era basata solo di funghi, bacche e frutti di bosco, ai due
ragazzi sembrò
una delizia reale !
Dopo
cena, i due ragazzi parlarono un po’.
“
Chissà come stanno i miei genitori ?”, si chiese
Rik e sospirò.
“Forse
sono riusciti a scappare anche loro.”, gli
disse Lein per incoraggiarlo.
“Non lo
so…”, disse Rik preoccupato.
Dopo
un silenzio imbarazzante, Rik chiese: “ Lein,
secondo te, i nostri compagni sono già in viaggio
?”
“Può
darsi…” , gli rispose Lein, poi, sorridendo
aggiunse: “…forse li vedremo molto presto
!”
“Speriamo
!” , esclamò Rik.
Dopodiché,
i due amici guardarono per qualche
minuto i corpi celesti che
brillavano
luminosi nel cielo notturno.
“Come
vorrei essere a casa.”, disse Lein
nostalgica.
“Perché
non mi parli un po’ della tua infanzia ?”,
le domandò Rik.
Così,
Lein raccontò all’amico la sua storia e gli
descrisse il suo villaggio natale.
A
poco a poco, i due amici si sentivano sempre più
vicini…
|
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Capitolo 15 *** CAPITOLO 15 ***
CAPITOLO
N.15 “
BUONGIORNO !”
I
raggi del sole penetrarono nella grotta del
bosco, illuminandola lentamente…
Lein
si svegliò per prima quel mattino e vide che,
insieme a lei e a
Rik c’era un ragazzo
sui sedici anni che stava dormendo
profondamente.
“Chissà
chi è ?”, si
domandò la ragazza guardando il nuovo arrivato.
Appena
anche Rik si svegliò, Lein, gli fece notare
l’altro ragazzo.
I due amici
cercano di fare il minor
rumore
possibile uscendo dalla caverna per non svegliare lo sconosciuto.
I due
ragazzi erano quasi arrivati all’estremità
della caverna, quando lo sconosciuto si svegliò
all’improvviso e,
guardando i due
coetanei, disse loro
insonnolito : “ Ciao ! Io sono Cody. Mi dispiace di essere
venuto nel vostro
nascondiglio ma non ho trovato nessun altro posto per
dormire…”
“Non
preoccuparti. E’ tutto a posto.” , gli
rispose Rik e fece
per andarsene,
quando Lein, lo prese in disparte
e, a bassa voce gli disse: “ Aspetta ! Forse è uno
dei nostri compagni !”
“Sei
sicura che sia una buona idea ?” , le
chiese il ragazzo
guardando lo
sconosciuto.
“
Guardalo ! Si vede che sta scappando !” , gli
disse Lein.
“D’accordo.
Proviamo.” , concordò Rik.
I due amici
tornarono dallo sconosciuto e si presentarono.
Il
nuovo ragazzo si presentò a sua volta e, finalmente,
i tre capirono di essere compagni.
Rik e
Cody si mostrarono le gemme magiche a
vicenda.
Cody,
un po’ perplesso chiese a Lein : “ Ma se tu
sei un Eletta, perché non hai la gemma ?”
Lein,
confusa, gli rispose: “ Non lo so. Eppure,
lo stemma con la stella è venuto anche a
me…”
“Forse
devi trovarla. Magari la tua gemma è ancora
nel tuo paese natale.”, le suggerì Rik.
“Sì,
forse !” , esclamò Lein entusiasta.
“Allora
arriviamo a Lom e vediamo che succede !” ,
suggerì Cody.
Così,
i tre ragazzi, dopo una ricca colazione
derivante dalle scorte di Cody, si incamminarono alla volta di Lom.
Nel
frattempo, i tre ragazzi iniziarono a
conoscersi e raccontarsi le loro storie…
Rik,
durante il cammino, disse scherzosamente a
Cody: “Lo sai che Lein è mia moglie ?!”
“Cosa
?!” , esclamò Cody incredulo.
“
Ma che ti salta in mente ?!” , chiese infuriata
la ragazza a Rik.
Cody,
talmente stupito continuò ad osservare la
scena.
Lein,
poi aggiunse, rivolta a Rik: “…e poi,
figurati se mi
sposo con uno come te !”
“Perché
? Cosa vorresti dire ? Non sono un tipo
attraente ?!”, le chiese Rik scherzosamente.
Rik e
Lein si guardarono per qualche istante, e,
subito dopo scoppiarono a ridere.
Cody,
ancora più confuso chiese ai due coetanei: “
Ma cosa state dicendo ?”
Allora,
Rik
spiegò al nuovo amico tutta la storia da quando
Lein era arrivata nel
suo palazzo.
Quando
ebbe finito…
“Wow
! Sei un principe ! Ti devo dare del
Voi
?”, gli chiese Cody , ammirato.
Prima
che
Rik potesse rispondergli, Lein gli rispose scherzando:
“ Ma quale Voi
? Non
lo vedi che è
ancora un bambino ?!”
Rik,
scherzando a
sua volta, le
disse: “Guarda che
qui, la più piccola sei tu !”
Lein
gli rispose: “ Può darsi. Ma non
lo sai che le ragazze maturano molto prima
dei ragazzi
?!”
Rik
rispose: “ Questa sì che è una
barzelletta !”
e, tutti insieme scoppiarono a ridere.
Così,
i tre amici proseguirono il loro viaggio
insieme…
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Capitolo 16 *** CAPITOLO 16 ***
CAPITOLO
N. 16 “
UNA SERATA IN COMPAGNIA”
Quella
sera, Mariam non aveva chiuso occhio, e,
ora, nella più totale oscurità, si trovava vicino a
Insir ma non vi passò attraverso
perché era piena di soldati
dell’esercito nemico.
Fortunatamente,
vicino a Insir c’era un
grande bosco e Mariam si accampò al suo
interno per poter recuperare le forze e riposarsi un po’.
Una
volta entrata nel bosco, la ragazza, si
rannicchiò al
riparo di un grande
pino e, con il profumo del
muschio selvatico che le invadeva le
narici, si addormentò in un sonno agitato.
La
luna, immobile,
nel cielo notturno vegliava su di lei e sul mondo
intero…
Terry,
il mattino dopo, si svegliò di buon’ora ed
era pronta per ripartire, ma i due simpatici vecchietti, la pregarono
di
fermarsi ancora un po’; così, lei, per non
deluderli, li accontentò…
Era
sera ormai, quando Mariam si svegliò, ma,
carica di nuove energie, si incamminò attraverso il bosco,
superando Insir.
Dopo
quattro ore di cammino, Mariam vide un
piccolo paese sconosciuto e, al margine di esso c’era una
casetta fatta di
legno.
La
ragazza si avvicinò alla casa e bussò.
Quando
la porta si aprì, comparvero due vecchietti
dall’aria simpatica.
“Buonasera,
posso sapere se in questo villaggio
c’è una locanda o qualche posto per poter riposare
?”,domandò la ragazza
gentilmente.
I due
vecchietti si guardarono sorridendo, poi, la
donna disse: “Se vuoi puoi fermarti a casa nostra, cara.
Forza, entra !”
Mariam,
presa alla sprovvista, disse: “Vi
ringrazio, ma non so se…”
“Stai
tranquilla. Non siamo dalla parte del re.
Puoi fidarti.”, le disse l’uomo per incoraggiarla.
Mariam,
non sapendo più cosa inventarsi, non potè
far altro che entrare e accettare l’offerta dei due coniugi.
Appena
arrivarono in casa, la donna guidò Mariam
in cucina, dove le preparò una minestra calda e profumata.
Mariam,
che da giorni, non mangiava altro che
frutti di bosco, ghiande e funghi, si gettò sulla minestra con voracità e
la finì in poco tempo.
Quando
ebbe finito di mangiare, la donna le chiese
meravigliata: “Caspita, è da tanto che non mangi ?
Ne vuoi ancora ?”
Mariam,
imbarazzata, le rispose: “No,grazie. Non
si preoccupi. Sono piena. E’ che era da un po’ di
giorni che non mangiavo
qualcosa di caldo.”
Improvvisamente
comparve l’uomo e chiese alla
ragazza: “Sei in fuga anche tu, eh ?”
Mariam,
spiazzata da quell’affermazione, disse:
“Come, scusi ?”
“Non
preoccuparti. Sappiamo che sei un’Eletta.
Puoi fidarti di noi.”, le disse la donna per
tranquillizzarla, poi, continuò il
discorso: “Sai, c’è un’altra
ragazza qui.”.
“Davvero
?” , esclamò stupita Mariam, poi pensò “Magari
è una mia compagna ! Sarebbe bello !”
.
Dopo
qualche minuto, nella stanza comparve
una coetanea di
Mariam.
“Sanna,
c’è ancora un po’ di latte ?”,
chiese
l’altra ragazza rivolta alla donna, poi vide Mariam.
La
donna diede a Terry una bottiglia di latte, poi
disse: “Ragazze, io e mio marito andiamo a dormire.
Buonanotte.”, e se ne andò
accompagnata dal marito.
Dapprima,
le due ragazze si guardarono a vicenda.
“Chissà
se posso fidarmi di lei ? Però non sembra avere cattive
intenzioni… Mi sembra
simpatica…”, pensò
Mariam guardando l’altra ragazza.
“Spero
che sia simpatica !”, pensò
Terry osservando curiosa la ragazza dai lunghi capelli biondi.
Quando
le due ragazze furono sole, si
presentarono.
“Ciao
! Io mi chiamo Terry e
tu ?”, le domandò la ragazza.
“Mariam.
Vivi qui ?”, le
domandò lei.
“No.
Sono in fuga. Devo arrivare a Lom.”, le
rispose Terry.
“Davvero
? Anch’io devo andarci,sai ?”, le
disse Mariam.
“Allora
che ne dici di andarci insieme ?”, le
domandò Terry.
“Certo
! Mi farebbe molto piacere.”, le rispose
Mariam.
Così,
le due ragazze iniziarono a conoscersi…
Le
due ragazze iniziarono a chiacchierare e, oltre
che aver trovato un’amica, capirono
di
essere legate dallo stesso destino: erano entrambe Cavalieri della
Speranza !
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Capitolo 17 *** CAPITOLO 17 ***
CAPITOLO
N. 17
“NUOVE CONOSCENZE”
Il
mattino dopo, Mariam e Terry, salutarono e
ringraziarono i
loro gentili benefattori
e partirono alla volta di Lom cariche di nuove energie…
Mentre
camminavano nel bosco, le due ragazze, si
confidarono i loro più profondi segreti, i loro sogni, le
loro idee e speranze
e, a poco a poco iniziarono a fidarsi sempre di più
l’una dell’altra, e, un
sentimento stava crescendo sempre più forte tra loro:
l’Amicizia !
Mariam
e Terry, dopo quattro ore di cammino, si
fermarono esauste.
Terry
disse all’amica : “ Perché non proviamo
a
mettere le nostre gemme vicine e vediamo cosa succede ?”
“Ok
!”, le rispose Mariam curiosa.
Appena
le due gemme furono vicine, si
illuminarono,e, ciascuna emise
un fascio
di luce del colore stesso
della gemma.
Subito,
nel cielo comparvero un fascio di luce
azzurro e un altro
dorato che arrivavano
fino al cielo.
Le
ragazze guardarono stupite quelle luci
che, a poco a poco, si affievolirono, fino a
sparire completamente.
“Wow
! Chissà quante magie possono fare queste
gemme !?” , si chiese Terry, affascinata.
“Già,
magari Joel può spiegarcelo !” ,
esclamò
Mariam.
All’improvviso,
da dietro gli alberi, le due
ragazze sentirono un brusio di voci e lo scalpitare di alcuni cavalli,
quindi
recuperarono velocemente
le loro
gemme e si
nascosero sotto il tronco
cavo di un albero caduto…
Poco
dopo arrivarono degli uomini a cavallo: i
soldati dell’esercito del Nuovo Ordine !
Le
due amiche, terrorizzate trattennero il respiro
e osservarono la scena sperando di non essere scoperte.
“E’
strano. Le luci provenivano da qui.” , disse
il più giovane dei soldati; i suoi capelli castani
ondulavano lenti al vento e,
il suo sguardo, di un blu profondo era colmo di determinazione e di
tristezza.
Mariam,
da una fessura del tronco guardò a lungo
quel giovane soldato, osservando ogni sua mossa e pensò
“E’ davvero
carino…chissà perché ha uno sguardo
così triste ?
“
“Pazienza.
Salteranno fuori, prima o poi. Ora
andiamo. Re Fenix ci sta aspettando.” , disse Grover.
Gli
altri soldati si voltarono e seguirono il loro
comandante.
Il
soldato più giovane però, si voltò
nella
direzione di Mariam, che lo stava ancora guardando e la
fissò negli occhi.
Mariam,
terrorizzata pensò ”Oh,
no ! E adesso che vuole fare ? Speriamo che non avvisi gli altri
soldati !”.
Il
giovane, guardandola, le sorrise e le disse: “A
presto…” , e se ne andò…
Quando
i soldati sparirono, Mariam e Terry
tirarono un sospiro di sollievo e, molto cautamente, si incamminarono
più
velocemente possibile verso Lom.
“C’è
mancato poco.”, disse Mariam all’amica.
“Già.
La prossima volta giuro che non mi farò
venire un’idea così stupida.”, si
scusò Terry.
“Ma,
dai, non preoccuparti. Che colpa ne hai tu ?
Non sapevamo cosa sarebbe successo mettendo vicino le gemme…
Non è colpa di
nessuno.”, le disse Mariam per rassicurarla.
Dopodichè,
le ragazze continuarono a
camminare.
Durante
il cammino, Mariam chiese : “Terry…
Secondo te, perché quel
soldato che ci
ha viste non ha avvisato i suoi compagni ?”
“Non
lo so… Forse aspetta di catturarci tutti
insieme…” , le rispose l’amica
pensierosa.
“Cioè
quando avremo trovato i nostri compagni ?
Speriamo di no !”, esclamò Mariam allarmata.
“Non
lo so. Comunque una cosa è
certa: lo rivedremo !” , disse Terry in
tono cupo.
“Speriamo…”
, bisbigliò Mariam.
“Cosa
?! Ma che ti salta in mente ?! E’ un nemico
!” , disse Terry rivolta all’amica.
Mariam,
imbarazza, arrossì e rispose: “Ma no, dai
Terry ! Stavo solo scherzando !”
Terry,
osservando la reazione di Mariam capì ed
esclamò : “ Mariam ! Ti sei innamorata di lui
!”
Mariam,
ancora più imbarazzata, le rispose: “ Non
è vero ! Che sciocchezze dici ?!”, e
continuò a camminare nel bosco.
Terry,
divertita da quella reazione seguì l’amica,
con l’intenzione di farle ammettere i suoi veri
sentimenti….
Cody,
Lein e Rik, nel frattempo avevano continuato
a camminare e, le uniche provviste rimaste erano quelle di Cody.
Verso
sera, quando i ragazzi si fermarono per
riposare, Cody disse: “ Ci va male, ragazzi. E’
rimasto solo un panino.”, e
guardò sconsolato nel suo zaino.
“Dividiamolo.”,
propose Lein.
Cody
e Rik si guardarono, scambiandosi delle
occhiate di sottecchi, poi, il primo disse : “ Lein, mangialo
tu.” e le porse
il panino.
Lein,
gli rispose: “ No, non posso. E’ l’ultima
provvista che ci rimane…”, poi, guardando Rik
chiese loro : “ Voi come farete
?”
“Non
preoccuparti. Mangeremo quello che troveremo
nel bosco.”, le rispose Rik.
Lein
capì che era inutile discutere con quei due
testardi, così, sorrise e disse loro: “Grazie.
Siete dei veri amici !”
“
Figurati.” , le rispose Cody gentilmente.
“E
poi, noi siamo Cavalieri di nome e di fatto !”,
aggiunse Rik scherzosamente.
I tre
scoppiarono a ridere, poi, mentre Cody
preparava il campo, Lein mangiò il panino e Rik
andò a cercare qualcosa da
mangiare nel fitto del bosco.
Dopo
una cena veloce, i tre ragazzi, si
addormentarono profondamente…
Il
mattino dopo, Mariam e Terry si svegliarono
piuttosto tardi, infatti, il sole era già alto nel cielo.
Le
due amiche iniziarono un’altra giornata di
faticoso viaggio…
Cody,
Lein e Rik si svegliarono molto presto
quella mattina e si
godettero lo
spettacolo del sole nascente che si stagliava
all’orizzonte…
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Capitolo 18 *** CAPITOLO 18 ***
CAPITOLO
N.18 “
IL TEMPO CHE SCORRE…”
Ormai
era da più di un mese che aveva abbandonato
la sua città e, lentamente, giorno dopo giorno stava
diventando lo spadaccino
più abile di tutto l’Esercito del Nuovo Ordine.
La
palestra dove si allenava Ken era molto
spaziosa, comprendeva tre campi dedicati ai duelli con le spade e
c’erano anche
attrezzi per rinforzare i muscoli.
“Chi
è quel ragazzo ? E’ davvero forte !”,
chiese
un soldato al suo compagno mentre osservava Ken
battersi con un altro spadaccino.
“Non
lo so. L’ha trovato Grover durante
l’invasione a Molins.”, gli rispose un altro
soldato.
“Girano
delle strane voci su quel ragazzo…dicono
che si un Eletto.” , intervenne un altro soldato.
Gli
altri due uomini, guardarono stupiti il nuovo
venuto e stavano per ribattere, quando Grover, in tono minaccioso disse
loro:
“Non dite sciocchezze ! E comunque, fate silenzio, non
è il caso che gli
mettiate in testa strane
idee.”
I tre
soldati annuirono e Grover si avvicinò a Ken
sfidandolo a duello.
“Dici
sul serio ?” , gli chiese il ragazzo
stupito.
“Certo
! Sei pronto ?” , gli rispose Grover.
Ken
annuì e il duello iniziò.
Tutti
gli uomini, che, fino a poco prima, si
stavano allenando, si fermarono per assistere al duello.
Durante
il duello, Ken diede prova di grande maestria.
Ken
si batteva da vero maestro, il suo corpo si
fletteva agilmente per schivare gli affondi di Grover, poi, quando ad
attaccare
era lui, infondeva nei colpi molta forza ed energia.
Dopo
circa venti minuti, il ragazzo iniziò a
mostrare i primi segni di stanchezza.
Non
essendo abituato ad allenarsi con le spade,
Ken aveva il fiatone e, anche se schivava continuamente gli attacchi, i
suoi
movimenti diventavano man mano più lenti.
Ken
iniziò a sudare e avvertì un senso di fatica
che, pian piano stava crescendo in lui ma non si arrese e
continuò a
combattere.
La
lotta fu serratissima, ma Ken, al limite delle
forze, si difendeva a mala pena, ormai non gli erano rimaste molte
energie.
Grover,
accorgendosene rinfoderò la spada e gli
disse: “Bravo, Ken. Continua così !” , e
se ne andò.
Ken,
dopo aver fatto un breve intervallo per
recuperare le forze ricominciò a battersi con tutti i
soldati che lo sfidavano,
poi, quando si sentì sfinito andò in camera sua.
”
Accidenti.
Grover è davvero forte…”,
pensò Ken.
Mentre
Ken si stava lavando pensò un po’.
Ken
era molto riconoscente nei confronti di Grover
perché gli aveva dato la possibilità di vedere il
mondo e di avere un posto in
esso.
Al
contrario, sua madre, che da sempre lo aveva
nascosto dicendogli che
lui era speciale
e che, fin quando non fosse arrivato
il
momento giusto doveva restare al sicuro.
Ken,
volendo troppo bene alla madre, non le aveva
mai disubbidito.
Però,
molte volte, si era sentito soffocare e
aveva seriamente pensato di abbandonare Molins a insaputa di sua madre.
All’improvviso,
Ken pensò alla ragazza che aveva
visto nel bosco.
“Chissà
se è un’Eletta ? Sicuramente sì, anche
perché le luci provenivano proprio da
lì… Comunque era davvero carina… Devo
trovarla. Chissà che tipo è
?”, pensò Ken sorridendo.
Ken,
da quando era entrato a far parte
dell’esercito del Nuovo Ordine era cambiato moltissimo.
Ora,
il ragazzo era diventato quasi del tutto
insensibile a tutto e a tutti, infatti pensava solo a se stesso.
Quando
ad esempio attaccava un villaggio con gli
altri soldati eliminava tutti gli uomini , anche quelli anziani.
Nonostante
ciò, qualcosa gli impediva di far del
male alle donne e ai bambini.
Il
ragazzo era diventato davvero una macchina da
combattimento senza cuore anche se, a volte si sentiva frustrato, come
se non
stesse facendo la cosa giusta…
Quella
sera, Ken fu invitato a cena dal re.
Quando
il banchetto finì, il ragazzo andò nella sua
stanza…
Dopo
essersi vestito, il ragazzo, si mise a
dormire, e, nel caldo del suo letto ripensò alle parole di
sua madre “Tu
sei speciale e puoi
cambiare molte cose.”,
senza però riuscire a capirne il senso.
Prima
di addormentarsi, Ken vide sul palmo della
sua mano sinistra, una stella a sei punte che risplendeva di luce
rossa, ma,
troppo stanco, si addormentò profondamente, cadendo in un
sonno irrequieto e
pieno di incubi…
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Capitolo 19 *** CAPITOLO 19 ***
CAPITOLO
N. 19
“FORESTIERI IN AVVICINAMENTO”
Lom
era immerso nella nebbia magica come al solito
e, solo chi ci abitava e praticava magia di alto livello sapeva
entrarvi…
Rik,
Cody e Lein erano quasi giunti a Lom, ma,
all’improvviso sentirono dei rumori alla loro destra e si
nascosero tra gli
alberi temendo che fossero i soldati
dell’esercito nemico…
Nella
foresta calò un completo silenzio…
All’improvviso…
“Ahi
! Mi sono graffiata tutta !”, esclamò la voce
di una ragazza.
Terry
accorse subito e, con un coltellino tagliò i
rovi che imprigionavano Mariam.
“Tutto
bene ?”, le chiese Terry preoccupata.
“Sì,
grazie.” , le rispose l’amica.
“Secondo
te, i nostri compagni saranno già
arrivati a Lom ?”, le chiese Mariam.
“Non
lo so. Comunque, entrare a Lom non sarà facile.”,
le rispose Terry.
“Perché
?”, le chiese, curiosa l’amica.
“I
miei genitori, mi hanno detto che
Lom è circondato da una nebbia magica creata
da maghi molto potenti. L’unico modo per entrare è
stringere forte le nostre
gemme. Così dovremmo riuscire a passa, spero !”
“Wow
! Allora proviamo e speriamo che funzioni !”,
esclamò Mariam.
Cody,
Lein e Rik, che, fino a quel momento avevano
osservato la scena, sbucarono
fuori
dagli alberi.
I
cinque ragazzi, si guardarono reciprocamente,
con curiosità.
“Voi…dovete
andare a Lom, vero ? Avete che anche
voi le gemme ?”, chiese
Cody,
rivolto a Mariam e
a Terry.
Le
due ragazze si scambiarono degli sguardi
stupiti, poi, Mariam disse: “Sì, anche noi abbiamo
le gemme. Anche voi dovete
andare a Lom ? Siete degli Eletti anche voi?”
Cody
annuì e, poco dopo, quando i ragazzi finirono
di presentarsi, si incamminarono tutti insieme verso Lom.
I
cinque ragazzi furono felici di essersi
finalmente incontrati.
All’improvviso,
Lein chiese, preoccupata ai
compagni: “Io come faccio a entrare a Lom ? Non ho la
gemma.”
Prima
che i ragazzi potessero risponderle, nel
cielo si vide un lampo accecante che si fermò proprio vicino
a lei.
Lein
si chinò per terra e vide una gemma di forma
sferica, perfettamente levigata
e dai
riflessi fucsia.
I
ragazzi si guardarono stupiti.
Lein
prese in mano la gemma, questa si illuminò e,
anche una stella a sei punte di colore azzurro, comparve
all’improvviso sul
palmo della mano sinistra della ragazza.
Lein
si voltò verso i suoi amici e disse loro:
“Non so come, ma, adesso, anch’io
ho la
mia gemma !”
Tutti
la guardarono benevoli.
Poi
Rik disse: “ E’ meglio accamparci in questo
bosco per ‘sta notte, che ne dite ?”
Gli
altri ragazzi annuirono, le tre ragazze
iniziarono a preparare i giacigli per dormire
e accendevano il fuoco, Cody e Rik andarono a cercare qualcosa da
mangiare nel
bosco.
La
cena era a base di funghi, radici e bacche:
sempre meglio di niente !
“Dobbiamo
procurarci qualche arco.” , disse Rik.
“Già.
Abbiamo visto un cervo, ma non sapevamo come
catturarlo. Uffa ! Se avessimo avuto un arco !”,
esclamò Cody spazientito.
“
E dai, non fate così…Forse, quando incontreremo
Joel potremmo chiedere a lui qualche arma.” , propose Mariam,
per
tranquillizzare gli amici.
A
parte questo piccolo inconveniente, la
serata fu piena di
allegria e di calore…
Verso
notte inoltrata, i ragazzi si
addormentarono…
Nel
cuore della notte…
In
quella completa oscurità, i soli rumori che si
sentivano erano il gorgogliare dei ruscelli, il fragore delle cascate,
i pigolii
degli uccelli notturni e il vento che scuoteva dolcemente le cime degli
alberi.
Purtroppo,
la quiete del posto venne interrotta…
“Presto
! Svegliatevi !” , disse Rik in tono
agitato ai suoi compagni.
Quando
furono tutti svegli, i ragazzi videro una
truppa di soldati dell’esercito nemico che andavano proprio
nella loro
direzione.
I
ragazzi cominciarono a
correre più veloci che poterono.
Ormai,
Lom era vicino ma, il bosco sembrava
interminabile.
I
soldati, che ormai li avevano visti continuavano
a inseguirli senza sosta, con il vantaggio di avere i cavalli.
“Forza
! Non devono scappare !”, gridò un soldato
agli altri.
All’improvviso,
i cinque ragazzi si trovarono
davanti a una parete rocciosa che sbarrava loro la strada.
Ormai
erano in trappola !
I
soldati li avevano accerchiati !
Ormai,
solo una
dozzina di soldati li
separava da Lom…
“Ciao
ragazzi, dove andate così di fretta ?”,
chiese loro un soldato.
I
ragazzi, spaventati, non sapevano che fare…
Mariam
si accorse, che, tra i soldati c’era anche
quello che aveva già visto con Terry qualche giorno prima:
il ragazzo dallo
sguardo di ghiaccio.
Il
giovane soldato si accorse dello sguardo di
Mariam e, a sua volta, la fissò intensamente con i suoi
profondi occhi blu e
sorrise come se fosse divertito da qualcosa.
Mariam,
non riuscì a sostenere quello sguardo,
infatti arrossì, senza volerlo e distolse il suo…
Il
ragazzo sorrise di nuovo.
I
ragazzi non sapevano cosa fare: ci mancava così
poco alla loro meta !
Terry
era l’unica che non si fosse ancora persa d’animo
e bisbigliò a Cody: “Dì agli altri di
stringere le loro gemme ! Forse ce la facciamo ad arrivare a
Lom.”
Cody
annuì e passò la parola.
Ognuno
strinse la propria gemma, che,
contemporaneamente ai loro stemmi, si illuminò e, in meno di
un minuto, i cinque
ragazzi… sparirono !
I
cinque amici erano scomparsi davanti agli occhi
increduli dei soldati.
“Maledizione
! Non ci siamo accorti di quelle
dannate gemme !” , esclamò Grover, adirato.
“Andiamo
a Lom. E’ il paese più vicino da qui.”,
gli suggerì Ken.
“
Non possiamo. Quel paese è circondato da una
nebbia magica. Il mago Irindor sta mettendo a punto un incantesimo per
eliminare quella nebbia, ma, fino a quel momento, non
possiamo fare niente. Dobbiamo aspettare che
escano. Ora andiamo.”
Così,
la truppa di soldati tornò al castello di Re
Fenix…
“Uffa:
c’è mancato così poco ! Ancora
qualche minuto e avrei preso quella ragazza e invece non mi sono
accorto delle gemme
!”, pensò Ken,
infastidito.
La
truppa di soldati arrivò al castello di Re
Fenix cinque giorni dopo…
Ken,
un pomeriggio, come al solito si stava
allenando con la spada nella palestra del castello…
Mentre
Ken si allenava, Re
Fenix lo guardò e sorrise perché sapeva di
avere un immenso potere su di lui e sapeva di conoscerlo meglio di
chiunque altro
o almeno, questo era quello che pensava…
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Capitolo 20 *** CAPITOLO 20 ***
CAPITOLO
N. 20
“FINALMENTE…LOM !”
Cody,
Mariam, Terry, Lein e Rik comparvero
all’improvviso vicino a
una piccola casa
di legno, un po’ distaccata dal
paese.
“Finalmente
siamo arrivati !” , esclamò Lein
felice di essere tornata a casa.
All’improvviso,
dalla casetta di legno uscì una
bambina.
“Lein
!” , gridò la bambina e corse in direzione
della ragazza.
Lein
si voltò di scatto e vide la sua sorellina.
“Lilly
!” , esclamò Lein felice e abbracciò la
sorella.
Dopodiché,
Lein presentò la sorella ai suoi amici.
“Ora
entriamo in casa. Fra un po’ sarà buio. E
poi, non avete fame ?”, chiese loro Lein.
Gli
altri ragazzi annuirono, poi, quando furono
entrati, Rik, per scherzare chiese alla padrona di casa: “Ma
non cucini mica
tu, vero ?”
Lein,
gli rispose divertita: “ Certo ! Comunque,
se preferisci restare a stomaco vuoto fa pure !” e tutti
scoppiarono a ridere.
La
casa di Lein e di sua sorella era molto
semplice: era costruita in legno e anche i mobili erano in legno.
Appese
alle pareti c’erano varie foto nelle quali
apparivano i genitori delle due sorelle, Lein e Lilly e alcuni amici
del
villaggio.
La
casa era abbastanza grande e, i pochi mobili
contribuivano a dare un grande senso di spazio.
Passò
qualche ora e, l’oscurità invase Lom.
Fuori,
c’era un vento impetuoso e, in lontananza,
si stava preparando un tremendo temporale, ma, nella casa di Lein e
Lilly,
l’atmosfera era calda e allegra.
Dopo
l’ottima cena preparata da Lein, Terry e
Mariam, i cinque ragazzi chiacchierarono un po’.
Rik,
scherzando disse a Lein: “In fondo, non sei
poi tanto male come cuoca. Quasi, quasi ti sposo davvero !”
Lein,
gli rispose scherzosamente: “ Ma chi ti dice
che mi voglia sposare ? E poi…sono troppo bella per te
!”.
Ci fu
una risata generale.
“Allora,
come te la sei cavata mentre non c’ero
?”, le domandò Lein.
“Non
dovevi lasciarmi così, Lein !”,
protestò sua
sorella in tono di rimprovero.
Lein,
con aria afflitta disse alla sorella: “Lo
so, Lilly. Ma… dovevo fare una cosa.”
“Puoi
dirlo, tanto lo so. Me l’ha detto Joel
quando è venuto da me la mattina che eri
partita.”, le disse Lilly ancora
arrabbiata con la sorella.
“Mi
dispiace, Lilly. Volevo dirtelo ma era ancora
troppo presto.”, le rispose Lein in tono di scusa.
“Scusate,
di cosa state parlando ?”, domandò loro
Terry.
Così,
Lein raccontò ai suoi amici dell’uccisione
dei loro genitori avvenuta anni prima.
Mentre,
attraverso il piccolo villaggio di Lom, il
vento soffiava impetuoso, tra i cinque
ragazzi, stava
nascendo qualcosa di
molto profondo: un legame speciale e
inscindibile…
”
Finalmente
sono arrivati, però ne manca uno: il più grande
che dovrebbe far loro da
guida…è
sprofondato nelle tenebre…”,
pensò Joel comodamente
seduto su una poltrona di casa sua.
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Capitolo 21 *** CAPITOLO 21 ***
CAPITOLO
N. 21
“IL SAGGIO JOEL”
Il
sole
brillava luminoso nell’immensità del
cielo e inondava ogni cosa con i
suoi raggi benefici…
Ormai
l’alba era passata da un pezzo.
Lein
e i suoi amici quella mattina, si svegliarono
tardi e, dopo aver fatto colazione,
si
avviarono verso la casa di Joel.
Lilly,
invece andò al bar.
“E’
molto simpatico. E’ stato come un padre per me
e mia sorella.”, disse Lein agli amici, mentre camminavano.
“Forse
il tuo amico ha dei poteri magici, sennò
perché hanno detto a tutti noi di andare da lui
?”, le chiese Cody.
Lein,
confusa, gli rispose: “Non so se Joel abbia
dei poteri magici. Comunque, da quando
lo conosco, non gli ho mai visto fare nessuna magia. Non
so davvero cosa
dirti.” , e bussò alla porta di una grande casa,
costruita con legno e mattoni.
“Oh…
Ciao Lein. E’ da molto tempo che non ti
vedevo più. Sei sparita, non sapevo dove
cercarti.”, le disse Joel, un uomo sui
cinquant’anni, con i capelli grigi e gli occhi azzurri, di
media statura e un
po’ grassottello.
“Sì,
lo so. Sono partita all’improvviso.”,si
scusò
Lein.
Dopo
un caloroso abbraccio, Lein disse al suo
vecchio amico: “Joel, noi siamo venuti qui
perché…”
“Non
qui, Lein, non qui.”, la zittì lui con un
cenno, diventando serio improvvisamente.
“Forza,
entrate !”, disse loro Joel.
Quando
tutti e cinque i ragazzi furono entrati,
l’uomo richiuse la porta in modo che nessuno potesse
ascoltare.
“Conosco
già il motivo per quale siete venuti. E’
per via di quelle gemme. Uno di voi, però manca
perché ha preso la via del Male,
ma sono certo, che al momento giusto, ci
ripenserà…Se così non fosse, voi non
potreste fare nulla per opporvi a quel terribile esercito,
perché, per far sì
che la Profezia
funzioni dovete essere in sei.” , disse loro
Joel, in tono greve, guardandoli ad uno ad uno.
Cody,
gli chiese allarmato: “Ma Joel, se questo
sesto membro non verrà con noi, come faremo ? Non
c’è un’altra soluzione ?”
Joel,
gli rispose in tono catastrofico: “ No.
Questa è l’unica soluzione. Se non riuscirete a
convincerlo a combattere al
vostro fianco, allora sarebbe tutto perduto e il mondo sarebbe
governato dal
Male. Comunque, non perdiamo la speranza: se è stato scelto
dagli Antichi
Cavalieri, vuol dire che non ci tradirà o magari
arriverà all’ultimo momento
per aiutarci, chi
lo sa ?”
Lein
e i suoi compagni restarono sorpresi e
attoniti da quel discorso e, ora, nella casa regnava un silenzio
innaturale.
Joel,
accortosi dell’atmosfera pesante che si era
venuta a creare,
disse ai ragazzi, in
tono allegro: “ Dai, ragazzi, non fate così ! Non
è ancora detta l’ultima
parola ! Ditemi i vostri nomi, almeno inizio ad impararli.”
“Perché
vuoi sapere i nostri nomi ?”, gli chiese
Rik, curioso.
“
Perché sarò il vostro maestro per un
po’ e
quindi ho bisogno di conoscerli.”, gli rispose sorridendo
l’uomo.
Tutti
e cinque i ragazzi, all’unisono esclamarono,
sbalorditi: “ Il nostro maestro ?!”
Joel,
divertito dalla reazione dei ragazzi annuì,
poi, quando ognuno di loro gli ebbe detto il proprio nome disse :
“Molto bene.
Proprio come avevo previsto…”
Terry,
incuriosita, gli chiese: “Come ? Sapevi già
che avremmo ricevuto noi quelle gemme, ancora prima che accadesse
?!”
“Ma
no, Terry. Figurati ! Come facevo a saperlo ?!
Dicevo così, tanto per dire !”, le rispose
gentilmente Joel.
“Mi sa
che ci sta nascondendo qualcosa. Lo conosco troppo
bene…”, pensò Lein
guardando Joel.
Il
simpatico signore offrì ai ragazzi una gustosa
torta al cioccolato, come colazione.
Joel
riuscì a conquistare subito la simpatia dei
ragazzi, perché ,anche essendo un uomo di
cinquant’anni aveva uno spirito
giovanile e scherzoso.
Quando
i ragazzi furono sazi, Joel divenne
improvvisamente serio e disse loro:
“
Ora ascoltatemi bene.”
I
ragazzi annuirono e lui continuò: “In questo
paesino c’ è il Tempio della Verità,
dove sono custoditi i medaglioni
leggendari..”, a quel punto, si interruppe e
scrutò i ragazzi attentamente, poi
riprese: “…non so se siate a conoscenza di questi
famosi medaglioni. A Naklis,
poi è custodito il Libro Sacro: quello che usarono gli
Antichi Cavalieri per riportare
la pace nel mondo.”
Silenzio…
… …
Nessuno
dei ragazzi parlò, troppo curiosi di
saperne di più su quell’argomento.
Joel
proseguì: “Purtroppo, per impedire che
qualche malvagio si impossessi dei
Medaglioni, gli Antichi Cavalieri sigillarono tutto il perimetro
intorno al
Tempio della Verità in modo che soltanto i loro successori
potessero entrarvi.
Quindi, per il momento, non posso aiutarvi in alcun modo. Dovete unire
le
vostre energie per riuscire a varcare la soglia del Tempio e, fino a
quando non
ci sarete tutti, non potrete far nulla. Dovete trovare il sesto membro
del
gruppo e farlo passare dalla vostra parte o non ci sarà
futuro ne per voi e ne
per la povera gente che vi aspetta da anni.”
“Che
incoraggiamento !”, bisbigliò Rik sarcastico.
Cody,
adirato chiese a Joel: “ Ma se il sesto
membro ha scelto la via del Male, cosa possiamo farci noi ?!”
“Dovete
fargli capire la verità.”, gli rispose
l’uomo con un tono molto
serio.
“Allora…questo
sesto membro è proprio
necessario…Non c’è un’altra
soluzione ?”, chiese Cody in tono grave.
“Questa
è l’unica soluzione possibile. Al massimo
posso insegnarvi a usare le tecniche di spada o delle magie, ma per il
resto,
ci serve ancora il sesto membro. ”, gli rispose Joel.
I
ragazzi, nei giorni che seguirono, non poterono
far altro che allenarsi con le spade e le formule di guarigione.
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Capitolo 22 *** CAPITOLO 22 ***
CAPITOLO
N.22
“INIZIANO GLI ALLENAMENTI”
Non
era ancora alba inoltrata su Lom.
Il
sole stava ancora sorgendo sulla linea
dell’orizzonte.
Il
paesino, ancora addormentato era silenzioso e
sembrava privo di ogni forma di vita.
Dal
tetto di alcune case, però, si alzava del
fumo, quindi, qualcuno era già sveglio.
Nel
periodo che i ragazzi si fermarono a Lom
vennero ospitati a casa di Lein e di Lilly,
poi, quando era ora di andare a
lezione
si trovavano in qualche punto un po’ isolato del villaggio o
nei dintorni con
Joel.
Quella
mattina, i ragazzi, a casa di Lein erano
già svegli e si stavano preparando per un’altra
giornata di duro lavoro.
“Caspita…Non
so come faremo con il sesto membro.”,
disse Cody ai compagni mentre facevano colazione.
“Sì,
è un bel problema…”,
concordò Rik.
“Dai,
non disperiamoci, sennò è peggio !”,
disse
loro Terry.
“Terry
ha ragione. Vedrete che ce la faremo !”,
aggiunse Lein speranzosa.
Mariam,
invece era pensierosa e stava pensando
proprio al sesto membro e di come secondo il suo intuito, lo aveva
già
incontrato due volte anche se non ne era del tutto sicura.
Finita
la colazione, i ragazzi si diressero verso
la casa di Joel.
Quest’ultimo
li portò ad allenarsi in una pineta
fuori dal villaggio ma sempre abbastanza vicina in caso
di necessità.
“No,
Rik ! Così non va ! Devi essere più veloce
!”, gli gridò Joel mentre si allenavano con le
spade al sorgere del sole.
Rik,Cody
e Joel si allenavano costantemente con le
spade, mentre, Mariam, Terry e Lein imparavano giorno dopo giorno, le
formule
di guarigione più semplici.
Dopo
la prima settimana di allenamento, Cody e Rik
erano già pieni di lividi, perché Joel, non li
trattava di certo con riguardo !
Una
sera, i ragazzi si erano fermati a cena da
Joel.
“Joel
sai che non ti riconosco ?”,
gli disse Lein dopo aver cenato.
“Cosa
intendi dire?” , le chiese Joel.
“Insomma,
con tutti gli anni che ho passato con
te, da quando sono nata, non ti ho mai visto impugnare una spada o
usare una
magia… è strano…” , ammise
la ragazza.
Joel
sorrise e le rispose: “ Non potevo farmi
riconoscere. Avrei rovinato tutto.”
“Che
vuoi dire ?” , gli chiese Mariam incuriosita.
Joel,
guardò ad uno ad uno i ragazzi, poi disse: “
Io… sono l’ultimo Cavaliere rimasto. E’
mio dovere addestrare i Nuovi Cavalieri
della Speranza, cioè voi.”
“Cosa
?!”, esclamarono in coro i ragazzi.
“Sul
serio ?!”, gli chiese Lein.
“Sì…Fortunatamente
sono vissuto abbastanza a lungo
per addestrare i nuovi Cavalieri della Speranza, che siete voi,
ovviamente.”,
disse l’uomo.
Joel,
vedendo le facce sbigottite dei ragazzi,
disse loro sorridendo: “ Non dovete stupirvi così
tanto, ragazzi. Anche gli
Antichi Cavalieri che sono vissuti prima di voi erano originari dei
vostri
luoghi natali. Sono stati loro a scegliervi quando siete
nati…”
I
ragazzi, ancora increduli non riuscirono a
proferir parola…
Joel,
per
smuovere un po’ la situazione disse loro:
“ Visto ? Avevo fatto bene a
non dirvelo prima. Adesso non resterete mica imbambolati
così per sempre, vero
?!”
E
tutti scoppiarono a ridere…
Dopo
tre settimane, Mariam, Terry e Lein
furono in grado di
usare tutte le magie
di guarigione e alcune di attacco e di difesa che Joel aveva insegnato
loro.
Durante
il pranzo, Mariam disse: “Joel, noi
abbiamo imparato le formule che ci hai insegnato. Però
quelle formule servono
solo per curare le ferite superficiali ma se i nostri nemici ci
infliggono
delle ferite profonde non sapremmo come curarle. Non ci puoi insegnare
qualche
formula più potente ?”
Joel,
sorridendo le rispose: “ Capisco il tuo
punto di vista…”, poi, guardando tutte e
tre le ragazze disse loro: “ Il fatto è che
le magie che vi ho insegnato fino ad ora, non sono molto
impegnative,
quindi riuscite a usarle con
le vostre
forze. Le magie più potenti invece, vi sottrarrebbero troppe
energie e
finirebbero col distruggervi. Avete bisogno dell’energia dei
vostri mostri,
quelli che sono racchiusi nei Medaglioni, per usare le formule
più potenti
perché da sole non potete farcela.”
Le ragazze,
deluse da quella risposta, non poterono che dar ragione al loro
maestro.
Dopodiché,
Joel andò ad allenarsi nell’arte della
scherma con i due ragazzi, mentre, Mariam, Lein e Terry andarono al bar
e
fecero un po’ compagnia a Lilly.
“Certo
che non
immaginavo che Joel fosse un Cavaliere della
Speranza.” , disse Lilly
quel pomeriggio.
“Sì,
in effetti è stata una sorpresa per tutti.”
,confermò sua
sorella mentre serviva i
clienti del bar.
Infatti,
quello stesso pomeriggio, dopo pranzo,
Joel aveva detto alle tre ragazze di avere insegnato loro tutto quello
che per
il momento c’era da sapere, quindi le aveva congedate.
Dopo
un mese di allenamenti estenuanti, Rik e Cody
diventarono dei veri esperti con le spade…ora era Joel che
era pieno di lividi.
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Capitolo 23 *** CAPITOLO 23 ***
CAPITOLO
N. 23 “LA
FINE DEGLI
ALLENAMENTI”
Passati
due mesi, Joel, una mattina disse ai suoi
giovani allievi: “Ora potete andare. Non ho più
niente da insegnarvi.
Ricordatevi di non separarvi mai. Qualunque cosa succeda restate amici.
L’Amicizia e la fiducia che vi lega sono le vostre armi
più forti. Quando
troverete il sesto membro, non siategli ostili e accettatelo per quello
che
è.”, dopodiché, l’uomo diede
ai ragazzi una mappa.
Poi,
Joel entrò in casa e ne riemerse con uno
zaino pieno di viveri.
Prima
di partire, Joel prese in disparte Mariam e
le diede una pietra blu.
Anticipando
la domanda della ragazza, l’uomo le
disse: “Questa è la gemma del sesto membro
e sono sicuro che solo tu lo riconoscerai. Sei la persona
più adatta a
dargliela.”
Mariam
annuì e raggiunse i suoi compagni.
Lein
si avvicinò a Joel e gli chiese: “
Perché non
mi hai mai detto chi eri ?”
“Perché
dovevo aspettare che ti
spuntasse lo stemma, ma tu eri già partita
!”, le rispose Joel.
Lein
chiese: “Joel, posso chiederti un favore ?”
“Certo.
Dimmi.”, le disse l’uomo dolcemente.
“Puoi
prenderti cura di Lilly ? E’ ancora troppo
piccola per cavarsela da sola.”, gli disse Lein
“Certo
! Sta’ tranquilla.”, le rispose Joel
“Grazie
!” , esclamò Lein.
Prima
che i ragazzi partissero, Joel ricordò loro
di non rivelare mai i loro veri nomi.
Così,
i cinque ragazzi, maturati grazie a tutto il
tempo che avevano trascorso insieme, le difficoltà affrontate e le
gioie vissute partirono alla ricerca del loro compagno che
si era perso
nelle Tenebre.
“Ma
da dove iniziamo a cercarlo ?” , domandò
Terry.
“Iniziamo
ad arrivare al primo villaggio sul
nostro cammino. Strada facendo chiederemo.”, le rispose Cody.
“Io
forse ho un’idea su chi possa essere, ma non
ne sono sicura…”, disse Mariam guardando Terry.
Terry
raccontò ai compagni del giovane soldato che
avevano incontrato prima di giungere a Lom.
“Se
fosse davvero così sarebbe terribile…”
, disse
Cody con tristezza.
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Capitolo 24 *** CAPITOLO 24 ***
CAPITOLO
24
“INIZIANO I GUAI”
La
notte successiva, Insir fu devastata da neri
soldati e, molto sangue innocente venne versato…
Il
manipolo di soldati, però, non aveva trovato
quello che stava cercando…
Può
darsi che si sia unita agli altri”, ipotizzò
il soldato più giovane; i suoi occhi, di un blu profondo
luccicavano
intensamente sotto la misteriosa luce lunare.
“Se
fosse come dici, sarebbe un problema, perché
se sono insieme è più difficile
catturarli”, gli rispose Grover.
“Forse
sono in quel villaggio a nord di Insir.
Potremmo provare lì. Cosa ne dite ,comandante ?”,
suggerì il giovane soldato.
“E
va bene, ragazzo. Proviamo là.”, gli rispose
Grover sconsolato non sapendo più che pesci pigliare.
Così
dicendo, i soldati si rimisero in marcia, ma,
prima che Ken potesse montare sul suo bianco destriero, si
sentì trattenere.
Quando
Ken si voltò vide un uomo in fin di vita
che lo tratteneva aggrappandosi al suo mantello.
Ken,
fece per toglierselo di torno, ma l’uomo gli
disse: “Non seguire la via del male. Tu
sei…”, ma non riuscì a terminare la
frase perché la lama di Grover
gli
trafisse crudelmente la gola.
Ken,
adirato chiese al comandante : “Perché
l’avete ucciso ?! Stava per dirmi qualcosa !”
“Smettila
di dire sciocchezze ! Dobbiamo andare in
quel villaggio !”, gli rispose Grover in tono acido.
Ken
era davvero furioso, ma, non avendo altra
scelta seguì i soldati vestiti di nero.
Nel
frattempo, Lein e compagni avevano raggiunto
il villaggio sconosciuto vicino a Insir ed erano stati ospitati dai due
simpatici coniugi, che, in precedenza avevano ospitato Terry e Mariam.
Durante
la notte, all’improvviso…
“Ragazzi
! Alzatevi, presto ! E’ arrivato
l’esercito nemico !”, urlò disperata la
vecchietta.
I
ragazzi raccolsero tutte le loro cose, e dopo
aver ringraziato velocemente i due coniugi per la loro calorosa
accoglienza,
sgusciarono fuori dalla casa, attraverso una porta laterale.
Quando
i ragazzi si trovarono fuori dalla casa
cercarono di correr il più velocemente possibile, lontano
dal villaggio
sperando di non essere notati dai nemici.
Intorno
a loro,c’erano case in fiamme e la gente
per strada che gridava per il terrore.
I
cinque amici erano giunti alla fine del
villaggio, quando, all’improvviso sentirono le urla
strazianti dei due
vecchietti che li avevano ospitati.
“Maledetti
! Questa me la pagano !”, esclamò Rik
furioso e si voltò verso la casa dei coniugi.
“No,
Rik ! Fermati ! Sono stati loro a dirci di
scappare e di non
tornare indietro !”,
gli disse Lein trattenendolo per un braccio.
Rik,
in preda alla collera, le disse: “Non posso
fargliela passare liscia !”, e, con uno strattone si
liberò dalla presa di
Lein.
Dopodichè,
Rik si precipitò di corsa verso la casa
dei due coniugi.
“Non
posso lasciarlo solo. Voi mettetevi al sicuro
!”, disse Cody alle tre ragazze, poi seguì Rik.
Le
ragazze, non volendo separarsi dagli amici, li
seguirono.
Prima
che i ragazzi arrivassero alla
casa dei due coniugi, che,
miracolosamente erano ancora in vita,
vennero accerchiati dai soldati dell’esercito nemico.
“Perché
siete tornati ?”, domandò loro l’uomo
vedendoli.
“Non
potevamo lasciarvi. Dovevamo aiutarvi.”, gli
rispose Rik.
Nel
frattempo, un soldato si avvicinò e disse in
tono crudele : “Peccato. Anche se siete qui non potete
aiutarli.”, e,con la
spada uccise entrambi i coniugi.
“No
! Perché l’hai fatto ‘!”,
esclamò Rik furioso.
Le
ragazze,agghiacciate da quella scena, non
riuscirono a
proferir parola.
Prima
che il soldato assassino potesse dire
qualcosa, dietro di lui comparve un altro soldato a cavallo.
Quel
soldato emanava un potere incredibile e,
anche se aveva una forza sconfinata riusciva comunque a restare calmo e
a
nasconderla completamente.
Il
soldato disse loro: “Finalmente ci
incontriamo.”, poi, guardando Mariam, le
disse : “Te l’avevo detto che ci saremmo
rivisti.”
Mariam,
colta alla sprovvista non seppe cosa
rispondere a quel giovane soldato.
Mariam
provava un misto di emozioni: aveva paura
di quel ragazzo, ma lui la attraeva profondamente per qualche oscura
ragione.
Mariam
non sapeva cosa fare.
Dopodichè,
il giovane soldato disse ai ragazzi:
“Bene,ora seguiteci !”
“Mai
!”, sciamò Rik adirato.
“Perché
dovremmo ? Sei un nostro nemico !”, gli
disse Cody infuriato.
Mariam,
nel frattempo osservò quel giovane soldato
e notò una vena di tristezza nei suoi profondi occhi blu.
Cody
e Rik iniziarono a battersi con il giovane
soldato, che teneva loro testa molto facilmente.
Intanto,
alcuni soldati immobilizzarono le ragazze
prima che potessero intervenire in aiuto dei loro compagni e furono
sottratte
loro le gemme magiche.
“Lasciateci
!”, gridò Mariam cercando di liberarsi
dalla presa del soldato.
Il
soldato che teneva Mariam e le disse
sorridendo: “Stai buona, dolcezza. Dopo ci divertiamo
!”, e un sorriso malvagio
apparve sul volto dell’uomo.
Mariam
era terrorizzata perché sapeva
di non poter far nulla contro quell’uomo
spregevole.
“Aspetta
!”, gridò Ken al soldato che teneva
Mariam.
Il
ragazzo, con un ultimo colpo mise k.o. Rik e
Cody.
Dopodichè,
il giovane soldato si avvicinò al
comandante e gli chiese: “Comandante ! Ho battuto due dei
nostri nemici, quindi
ho diritto a un premio.”
Grover,
anche se perplesso, gli rispose: “Certo,
Ken. Puoi avere quello che vuoi.”
Ken
sorrise e, indicando Mariam disse: “Voglio
quella ragazza !”
Grover,
sorridendo, gli rispose: “Va ben, Ken. Non
c’è problema. Te la sei meritata.”
Mariam,
indignata esclamò, rivolta a Ken: “Ehi !
Cosa ti salta in mente ?! Io non voglio essere il tuo bottino di guerra
!”
Ken
sorrise, poi, molto sicuro di se, si diresse
verso al ragazza e, quando i loro volti quasi si sfiorarono, le disse
in tono
duro: “Non sei tu che decidi !”
La
ragazza, si sentì rabbrividire sotto quello
sguardo di ghiaccio.
Mariam,
ammutolita da quello sguardo, non riuscì a
dire una sola parola.
La
ragazza abbassò lo sguardo, troppo intimidita per
reagire.
Ken
si ritrasse e, sorridendo le disse: “Così va
meglio.”
I
ragazzi furono legati ai polsi con delle
funi,mentre le loro armi e le loro gemme furono sequestrate.
L’altra
estremità della fune che teneva legato
ogni ragazzo fu issata alla sella del cavallo di ogni soldato.
Ken
disse al soldato che teneva Mariam: “Lasciala
!”
Il
soldato la lasciò andare con una smorfia e si
allontanò.
“Bene.
Seguimi.”, le ordinò Ken.
Un
soldato porse a Ken una fune e gli disse:
“Tieni. Legala.”
“No,
grazie. Non penso ce ne sia bisogno.”, gli
rispose Ken.
La
ragazza, non potendo far altro, seguì Ken.
Ken
la condusse fino al suo cavallo bianco e le
disse: “Forza, ora Sali !”
Mariam,
cercando di prendere tempo per vedere se
arrivava qualcuno in aiuto suo e dei suoi compagni, gli rispose:
“Ma io non so
cavalcare, non l’ho mai fatto !”
Ken
sorrise e le disse: “Mi spiace per te. Ora
Sali o ti metto su io. Cosa preferisci ?”
Mariam,
imbarazzata e arrabbiata al contempo salì
sul cavallo.
Ken
sorrise
e montò dietro di lei, poi, scostandole una
ciocca di capelli biondi, le
disse all’orecchio sinistro: “Ho capito che cercavi
di guadagnare tempo,ma non
verrà nessuno in vostro aiuto. Gli abitanti del villaggio
sono morti tutti.”
Mariam,
sconvolta da quella notizia , si voltò verso
di lui ed esclamò : “Cosa ?!”
“Vedi
di fare la brava.”, le disse Ken in tono
minaccioso.
“Uffa
! E adesso ? Non posso credere che
quest’assassino sia davvero il sesto membro ! Eppure,
qualcosa mi dice che si
tratta davvero di lui ! Che situazione !”>
“Bene.
Possiamo andare !”, disse Grover ai
soldati.
Ormai
era già giunta la sera ma, la truppa di
soldati continuava ad avanzare nell’oscurità.
“Ah
!”, esclamò Terry all’improvviso quando
inciampò e cadde a terra ferendosi il ginocchio destro.
Il
soldato, che la trascinava, in tono brusco le
disse: “Forza, alzati mocciosa ! Non abbiamo tempo da perdere
!”
Terry
gli rispose: “Non ce la faccio più ! Sono
stanca.”
Tutta
la truppa si fermò.
Il
soldato tirò fuori una frusta e le disse in
tono crudele: “Allora ti convincerò io ! ,e
quando stava per colpire la ragazza, qualcuno la protesse
prendendo in
pieno quel terribile colpo.
“Stai
bene ?”, le chiese Mariam.
“Sì,
grazie. Ma perché l’hai fatto ?”, le
chiese
Terry.
“Perché
sei mia amica e perché ero l’unica che potesse
aiutarti visto che gli altri sono legati.”, le rispose Mariam
rialzandosi.
“Grazie.
Sei una vera amica.”, le disse Terry
commossa.
All’improvviso,
Mariam si sentì sferrare
violentemente per un braccio e, voltandosi vide Ken furioso che era
andato a riprenderla.
“Stupida
! Volevo fare ameno di legarti ma non mi
hai lasciato altra scelta !”, e le tirò uno
schiaffo davvero portentoso.
Dopodichè,
Ken la prese per un polso e la riportò
al suo cavallo, dove, dopo averla fatta salire, le legò i
polsi con una fune
che poi fissò alla sella del cavallo.
“Fatto.
E ora vedi di non fare altre stupidaggini
!”, le disse il ragazzo furioso dopo essersi seduto dietro di
lei.
Anche
Terry dovette alzarsi
di nuovo.
Dopodichè,
la truppa ripartì.
Mariam,
nel frattempo era terrorizzata e umiliata,
perchè non solo aveva preso due colpi, ora era anche legata
e non aveva la
possibilità di aiutare nessuno dei suoi compagni.
Dopo
altre due ore di marcia, la truppa raggiunse
un boschetto immerso nell’oscurità.
La
fune che stringeva i polsi di Mariam era molto
stretta, infatti, i polsi della ragazza erano molto arrossati.
Mariam
cercò di allentare la stretta della fune ma
inutilmente.
Ken,
accorgendosene, le disse: “ Lascia stare
quella fune.”
“Ma
mi fa male !”, protestò la ragazza.
“Peggio
per te ! Un’altra volta impari a stare al
tuo posto !”, le rispose Ken bruscamente.
La
marcia proseguiva da molte ore ormai…
Era
notte fonda
e Grover disse ai suoi uomini: “ Basta
così, per oggi. Per questa notte
ci fermiamo qui.”, e smontò da cavallo.
Nella
radura erbosa, circondata da pini
verdeggianti e altissimi, i soldati e prigionieri si fermarono a
riposare.
I
prigionieri vennero legati al tronco di un pino,
tranne Mariam, la cui fune era tenuta da Ken.
“Forza
! Accendiamo un bel fuoco. Poi penseremo
anche a mangiare.”, disse Grover ai soldati.
I
soldati organizzarono il campo,mentre i ragazzi,
Mariam e Ken stavano
seduti nell’erba ad
osservarli.
I
soldati iniziarono a
mangiare e, ovviamente, ai prigionieri non
venne dato nulla.
Ken,
vedendo Mariam seduta al suo fianco,
ignorandone il motivo, le porse la sua scodella e le disse:
“Dai,mangia
qualcosa.”
Mariam,
sorpresa, ma non volendo darlo a vedere a
Ken, gli disse: “No, grazie. Non voglio niente dai nemici
!”
Ken,
in tono deciso, le disse: “Ti ho detto di
mangiare !”
“E
io ti ho detto che non voglio !”, gli rispose
Mariam ostinata.
“Certo
che hai la testa dura !”, esclamò Ken
divertito non aspettandosi quella reazione dalla ragazza.
“Mai
quanto la tua !”, gli disse Mariam pensando
che quel ragazzo non era cattivo, ma, per qualche oscura ragione aveva
deciso
di servire il male.
“Che
vuoi dire ?”, le chiese incuriosito il
ragazzo.
“Niente
!”, gli rispose Mariam, poi guardò da
un’altra parte, stizzita.
Ken
sorrise
e le disse: “E va bene.”
“Va
bene, cosa ?”, gli chiese Mariam in tono
ostile.
“Ti
scioglierò, se vuoi, ma devi mangiare !”, le
rispose Ken e, detto fatto, tagliò la fune che teneva legati
i polsi della
ragazza.
La
ragazza, si massaggiò i polsi finalmente
liberi.
“Perché
ti interessi tanto ? Sono una tua
prigioniera, no ?”, gli chiese Mariam.
Il
ragazzo, le rispose: “Non sono affari tuoi.
Mangia, adesso.”, e le porse la sua scodella.
Mariam
lo guardò con aria interrogativa,ma non
poteva certo ammettere di nona vere fame.
“Perché
lo fai ?”, gli chiese la ragazza.
“Te
l’ho già detto. Non sono affari tuoi !”,
le
rispose Ken non volendo darle spiegazioni.
La
ragazza, non avendo altra scelta iniziò
a mangiare.
“Ehi,
voi ! Credo che dovremmo dare qualcosa anche
agli altri. Lo sapete che il re li vuole vivi.”,
esclamò un soldato rivolto ai
suoi commilitoni.
“Sì,
va bene.”, rispose Grover.
Così,
uno a d uno, anche gli altri ragazzi, sotto
strettissima sorveglianza mangiarono qualcosa.
Mentre
finiva di mangiare, Mariam, che fino a quel
momento si era comportata in modo ostile verso Ken, ora si chiedeva il
perché
di quello strano comportamento.
“Strano…
Chissà perché si comporta così ?
Non so se lui è il nostro sesto compagno, però
… sento qualcosa. Credo che in
fondo al suo cuore ci sia ancora del bene: quello che è
appena successo ne è la
prova. Devo scoprire se ha lo
stemma
anche lui. “, pensò Mariam.
Dopo
cena, i soldati chiacchierarono un po’
intorno al fuoco.
Ken,
dopo che Mariam ebbe finito di mangiare, non
la legò di nuovo.
Mariam,
dal canto suo, non ci pensava neanche a
scappare anche se era libera, con tutti quei soldati in giro e i suoi
amici in
ostaggio, non avrebbe avuto senso una fuga, quindi restò
seduta vicino a Ken,
osservandolo.
Ken,
accorgendosene, le chiese: “Che hai da guardare
?”
“Niente.”,
gli rispose la ragazza distogliendo lo
sguardo.
“Che
strana ragazza… Non so perché,ma
sento che mi sta nascondendo qualcosa…”,
pensò Ken guardandola
divertito.
Dopo
un po’ di tempo, mentre i soldati
continuavano a chiacchierare, Ken disse a Grover: “Io vado a
dormire.”
“Va
bene. Sarai stanco dopo la battaglia di
oggi.”, gli rispose Grover.
Così,
il ragazzo si alzò e Mariam lo seguì.
“Ma
che brava. Come hai fatto a capire che dovevi
seguirmi ?”, le chiese Ken sarcastico.
“Non
volevo restare con quei soldati maniaci.
Tutto qui.”, gli rispose Mariam ostile.
Ken
sorrise e la guidò lontano dal fuoco.
Ken
condusse Mariam un po’ lontano dagli altri
soldati e, quando stava iniziando a preparare il giaciglio per la
notte, la
ragazza, gli chiese: “Non mi leghi ?”
“Perché
dovrei ? Tanto abbiamo i tuoi amici in
ostaggio e sono certo che non li abbandoneresti mai.”, le
rispose il ragazzo
continuando a preparare il giaciglio.
Mariam
restò interdetta da quella risposta, quindi
non potè far altro che sedersi, aspettare e osservare ogni
mossa del ragazzo.
Quando
il ragazzo finì di sistemare il giaciglio
chiese a Mariam: “A proposito, come ti chiami ?”
La
ragazza, sorpresa da quella domanda, gli
chiese: “Perché vuoi saperlo ?”
“Voglio
saperlo e basta !”, le rispose Ken in tono
autoritario.
“Mariam”,
gli rispose la ragazza.
“Bene.
Ora sdraiati.”, le ordinò Ken indicandole
il sacco a pelo.
Mariam,
allibita e incredula al contempo, gli
chiese: “Dovrei dormire con te ?”
Ken
sorrise e le rispose: “Esatto.”, e
guardò
divertito la reazione della ragazza.
“Te
lo puoi scordare ! Piuttosto dormo per terra
!”, gli rispose Mariam indignata e si voltò dalla
parte opposta dando le spalle
al ragazzo.
Ken,
contrariato da quella reazione, prese il suo
pugnale e, avvicinandosi silenziosamente alle spalle della ragazza,
glielo
puntò alla gola.
Mariam,
sentendosi il pugnale alla gola cercò di
spostarsi, ma Ken la trattenne per un braccio e le disse:
“Invece, credo sia
meglio che tu obbedisca,sai ? Avanti, mettiti a dormire.”
Mariam,
non avendo altra scelta, gli disse: “Va
bene, però metti giù quel pugnale.”
Ken
mise via il pugnale e lasciò la ragazza.
Mariam,
non avendo scelta, si sdraiò nel sacco a
pelo e Ken accanto a lei.
Mariam
era terribilmente imbarazzata, non solo
perchè non aveva mai dormito con un ragazzo, ma anche
perché Ken era un nemico.
Ken,
accorgendosi del nervosismo della ragazza, le
disse: “Dai, stai tranquilla. Non succederà
niente.”
“Non
ci riesco.”, gli rispose la ragazza
imbarazzata.
“Dovrai
farci l’abitudine. Buonanotte !”, le disse
il ragazzo e si girò dall’altra parte, dando le
spalle a Mariam.
“A
proposito, non tentare di scappare nella notte.
Ti avviso che ho il sonno leggerissimo.”, le disse il ragazzo.
“Tanto
a cosa servirebbe ?”, gli rispose Mariam
stizzita.
Dopodichè,
la ragazza si raggomitolò nelle coperte
e si addormentò profondamente, troppo provata da tutte le
emozioni e i fatti di
quel giorno.
Era
notte fonda nella radura addormentata…
Ken
si svegliò all’improvviso in preda a d un
altro dei suoi incubi.
Ken
era molto spaventato dall’incubo che aveva
appena fatto e, molte goccioline di sudore freddo, gli colavano sulla
fronte e
sulla schiena.
Il
ragazzo
si sedette e
guardò Mariam che
dormiva tranquillamente al suo fianco.
Mentre
la osservava dormire serena, Ken provò una
strana sensazione.
Mentre
guardava Mariam, il ragazzo, a poco a poco,
si calmò e, i pensieri tristi che lo avevano tormentato
durante l’incubo
sparirono lentamente.
Ken,
profondamente innamorato di quella ragazza,
le accarezzò dolcemente il viso con una mano
e pensò “Cosa
posso fare per
conquistarti ? Se solo tu fossi dalla mia parte, sarebbe tutto
più facile…
“
Il
ragazzo, ora tranquillo guardò l’accampamento
illuminato dalla luce della luna piena, poi guardò
nuovamente Mariam e sorrise,
felice di averla al
suo fianco.
Però,
la felicità del ragazzo venne turbata da
alcuni dubbi che, piano piano si insinuarono nella sua mente “Ma
starò facendo la cosa giusta ? E’ giusto come sto
trattando questa ragazza ?”
Il
ragazzo, dopo aver guardato un’ultima volta
Mariam, si sdraiò e si rimise a dormire…
Era
giunta l’alba ormai e, l’accampamento di
soldati era ancora addormentato.
Mariam
si svegliò con la luce del sole che le
illuminava il viso.
Dopodichè,
la ragazza si alzò e Ken se ne accorse.
Il
ragazzo finse di dormire, poi, quando Mariam si
allontanò di qualche metro, lui la seguì in
silenzio.
Mariam
andò dai cavalli.
Ken
restò immobile, dietro di lei a guardare la
scena.
La
ragazza stava accarezzando dolcemente i cavalli
e non ne aveva la minima paura.
Ken
si avvicinò silenziosamente alle spalle e le
disse: “E tu eri quella che non sapeva andare a cavallo
?”
Mariam,
voltandosi di scatto, gli chiese, colta
alla sprovvista : “Come ?”
Ken
sorrise e le disse: “Non c’è bisogno che
tu
finga con me, sai ? Da come li
accarezzavi, mi sembra che tu di cavalli te ne intenda bene o mi sbaglio
?”
La
ragazza, capendo che mentire non sarebbe
servito, gli rispose: “ E va bene. E’ vero. Mi
piacciono i cavalli e ne avevo
uno anche a casa mia.”
“Già,
come immaginavo.”, le disse Ken.
“In
che senso ?”, gli domandò la ragazza.
“Ieri,
quando sei salita sul mio cavallo, ho visto
che l’hai fatto con disinvoltura, quindi ho capito subito che
eri abituata a
cavalcare.”, le rispose Ken.
Mariam
non disse niente e si voltò verso i cavalli
accarezzandoli.
“Ora
torniamo all’accampamento prima che si
sveglino gli altri soldati. Se sanno che sei stata qui, pretenderanno
che io ti
legni e a me, sinceramente non va.”, le disse Ken.
Mariam
annuì e, insieme al ragazzo
tornò all’accampamento.
“Posso
andare a vedere come stanno i miei amici
?”, gli domandò Mariam timorosa.
Ken
la guardò un momento, poi le rispose:
“D’accordo, ma solo se vengo
anch’io.”
“Ok.”,
gli disse la ragazza e si avviò verso i
suoi amici, che si erano appena svegliati.
“Ciao,
ragazzi. Come state ?”, domandò loro
Mariam.
“Visto
che siamo ancora vivi, non possiamo
lamentarci, e tu ?”, le rispose Terry.
Prima
che Mariam potesse risponderle, Ken disse :
“Adesso basta ! Andiamo.” E, prendendo Mariam per
un braccio la riportò al
sacco a pelo dove avevano trascorso la notte.
Mentre
Ken richiudeva il sacco a pelo, la ragazza,
stizzita, gli chiese: “Perché mi hai portata via ?
Stavamo parlando !”
Ken,
chiudendo il sacco a
pelo, si voltò verso di lei e le rispose:
“Volevi veder se stavano bene, no ? Li hai visti, quindi
può bastare. E poi,
non avrei neanche dovuto farti avvicinare a loro, quindi vedi di non
lamentarti
troppo.”
Mariam,
anche se incollerita, non disse nulla.
Poco
dopo si svegliarono anche gli altri soldati
e, dopo aver fatto colazione, la truppa ripartì.
Mariam
salì nuovamente sul cavallo di Ken.
Durante
la marcia, il cavallo di Ken chiudeva la
fila.
“Posso
farti una domanda ?”, gli chiese Mariam.
“Sarebbe
?”, le rispose il ragazzo stupito.
“Perché
sei nell’’Esercito del Nuovo Ordine ?”,
gli domandò la ragazza.
Ken
sorrise, poi, le rispose in tono tranquillo: “
Non credo che questi siano affari tuoi.”
“Uffa
! Che testardo !”, pensò
Mariam.
Verso metà
mattinata, il paesaggio iniziò a cambiare.
Le
montagne iniziarono a diventare sempre più
aguzze e i boschi erano sempre più fitti.
Mariam
si guardava intorno incuriosita perché in
quella zona non c’era mai stata.
Ken,
accorgendosene, le spiegò: “Siamo quasi
arrivati al castello di Re Fenix.”
“Di
male in peggio… E cosa vuole questo Re Fenix
da noi ?”, gli domandò Mariam preoccuapta.
“Credo
vi voglia chiedere di collaborare.”, le
rispose Ken.
“Cosa
? Stai scherzando, vero ?!”, gli chiese
Mariam agitata.
“No,
affatto.”, le rispose Ken.
Passarono
due ore e, i cavalli, instancabili
continuavano a camminare a rilento per non affaticare troppo i
prigionieri che
li seguivano a
piedi.
“Ken…?”,
disse incerta Mariam.
Il
ragazzo, sentendosi chiamare per nome dalla
ragazza, le chiese curioso: “Come fai a conoscere il mio nome
?”
“Ieri
il tuo comandante ti ha chiamato così, no
?”, gli rispose la ragazza.
“Sì,
infatti. Comunque, cosa volevi ?”, le chiese
lui.
“Volevo
sapere qual è il tuo paese natale.”, gli
rispose Mariam.
Ken,
molto stupito da quella domanda, le chiese:
“Perché ti interessa ?”
“Così…
una semplice curiosità.”, gli rispose
Mariam evasiva.
In
realtà, la ragazza, conoscendo la storia degli
Antichi Cavalieri, voleva verificare se la sua intuizione fosse giusta.
“Se è
nato a Molins, vuol
dire che è lui il
sesto membro.”, pensò Mariam.
“Molins è
il mio luogo natale.”, le rispose Ken.
“Bingo !
Allora è davvero lui ! Ora dovrei farlo passare dalla nostra
parte,ma sarà
un’impresa impossibile: è un testardo !”,
pensò la ragazza.
“Ti
vedo pensierosa. A cosa pensi ?”, le chiese
Ken osservandola.
“E
? no, no. A niente !”, gli rispose Mariam
sperando che lui ci cascasse.
“Cosa
mi stai nascondendo ?”, le chiese lui
divertito.
“Niente,
perchè ?”, gli rispose Mariam.
“Tu
sai qualcosa, avanti dimmelo !”, le disse
divertito.
“IO
? Cosa dovrei sapere ?”, gli chiese Mariam con
l’aria più innocente che riuscì a
trovare.
“Ah,
lasciamo perdere, tanto non me lo vuoi
dire…”, esclamò Ken ancora
più divertito.
Qualcosa,
nel cuore di Ken stava tornando in
superficie, una sensazione che non provava più da molto
tempo.
Quello
stava provando Ken in quel momento era puro
divertimento, quello che non aveva mai provato da quando era entrato
nell’Esercito del Nuovo Ordine; la pura felicità
di essere un ragazzo di
diciotto anni che, dopo molto tempo, si divertiva con una sua
coetanea…
“Che
strano… Dopo tanto tempo sono felice ! Non mi capitava da
moltissimo questa
sensazione…” pensò
Ken sorridendo e guardò la ragazza seduta davanti a
lui.
“Mariam,
qual è il tuo luogo natale ?”, le chiese
il ragazzo.
La
ragazza, stupita da quella domanda, gli chiese:
“Perché vuoi saperlo ?”
“Così
e poi io ti ho detto il mio, no ?”, le
rispose Ken.
“Naklis.”,
gli rispose Mariam.
“Strano…
Con questa ragazza mi sento a mio
agio, non come quelle che mi presentava mia madre.
“, pensò Ken
guardando Mariam.
All’improvviso,
si sentì un soldato gridare:
“Fermati, moccioso !”
Tutti
si voltarono in quella direzione e videro
che Rik era riuscito miracolosamente a liberarsi dalla fune che lo
teneva
legato e stava fuggendo verso il bosco.
Mariam
gridò al compagno: “Fermati, Rik ! E’
inutile !”
Ma
non ci fu nulla da fare perché Rik continuava a
correre.
“Se
riesco a seminarli, potrò andare a
cercare auto per liberare i miei amici !
“, pensò Rik mentre
correva.
Un
soldato spronò suo cavallo che partì al
galoppo.
“Oh, no !
“, pensò Terry vedendo la scena.
Quando
il soldato fu vicino a Rik, lo catturò con
una rete.
Il
ragazzo, non riuscendo a liberarsi restò
imprigionato dentro la rete impotente.
“Povero,
Rik ? E adesso ? Io, Terry e Cody siamo legati e non possiamo aiutarlo.
Mariam
è controllata a vista da quel soldato e non può
aiutarlo nemmeno lei…”,
pensò Lein disperata guardando la scena.
“Perché
hai voluto fare l’eroe ? Chissà
adesso cosa ti faranno ?!”,
pensò Cody guardando l’amico imprigionato
nella rete.
Tutti
guardavano la scena, poi, Gorver scese dal
suo cavallo e si avvicinò a Rik.
“Cosa
credevi di fare, moccioso ?”, gli chiese
Grover in tono arrogante.
Quattro
soldati scesero dai loro cavalli e, su
ordine del comandante tolsero la rete da Rik e lo circondarono.
I
quattro soldati e Grover picchiarono Rik
duramente.
“No
! Smettetela ! Lasciatelo stare !”, gridò Lein
disperata.
Ma
nessuno le diede retta.
Mariam,
anche essendo slegata non poteva far
niente per l’amico in difficoltà perché
sapeva che se avesse fatto qualcosa,
Ken l’avrebbe fermata all’istante.
Nel
frattempo, i quattro soldati continuavano a
picchiare Rik, che, ormai era rannicchiato al suolo.
“Allora,
moccioso, hai ancora voglia di scappare
?”, gli chiese Grover in tono divertito.
Mariam,
non sopportando più quella tortura, gridò
ai soldati: “Adesso basta ! Lasciatelo st..”
Ken
le mise una mano sulla bocca e le disse: “Stai
zitta ! E’ la punizione
che si merita.”
Mariam si
tolse la mano di Ken dalla bocca e gli disse: “Non
è giusto ! Non avete alcun
diritto di comportarvi così !”
“Invece
sì. Ora fatti gli affari tuoi e
non ti intromettere !”, le disse il ragazzo
in tono duro.
Mariam,
sull’orlo delle lacrime, gli disse: “Tu
non dovresti essere così !”
Il
ragazzo ,sorpreso da quell’affermazione, le
chiese: “Cosa vuoi dire ?”
Ma
Mariam, offesa, non gli rispose.
Ad un
tratto, nella mente di Ken riaffiorarono
antichi ricordi, come quello del vecchio che Grover aveva ucciso
<>
Ken
era davvero confuso e gli stavano venendo dei
dubbi su molte cose.
Ken
guardò la ragazza davanti a lui e pensò “Mariam,
scusami… Cosa volevi dirmi ?”
“Va
bene. Basta così, ragazzi. Se lo conciamo
troppo male non riuscirà a
camminare fino
al castello del re.”, disse Grover ai quattro soldati.
I
quattro soldati annuirono, poi legarono
nuovamente Rik e gli dissero: “Se non vuoi prenderne ancora,
stai al tuo posto
!”
Rik,
dolorante e pieno di lividi, non disse nulla,
troppo umiliato da quello che era appena successo.
Dopodichè,
la truppa ripartì.
Nel
pomeriggio, la truppa di soldati arrivò al
castello del re.
I
quattro ragazzi vennero rinchiusi in cella.
Ken
portò il suo cavallo nelle scuderie, poi sia
lui che Mariam smontarono.
Ken
tolse le briglie al suo cavallo e lo fece
entrare nel suo box.
Poco
dopo arrivò Grover e gli disse: “Ken, il re
vuole vederti.”
“D’accordo.
Arrivo.”, gli rispose il ragazzo.
“Aspetta,
però…Devo portare la ragazza nella mia
stanza.”, disse Ken a Grover.
“Non
preoccuparti, Ken. Ce la porterà lui.”, gli
rispose Grover indicando un soldato.
Così,
Ken,anche se
contrario a lasciare la ragazza col soldato dovette
seguire Grover.
Il
soldato aspettò che Ken si allontanasse, poi,
minacciando la ragazza con la spada, le legò i polsi con una
fune.
Dopodichè,
il soldato condusse Mariam nella stanza
del ragazzo.
Quando
il soldato e Mariam arrivarono nella stanza
del ragazzo,il soldato legò l’altra
estremità della fune a una sbarra del letto
e disse alla ragazza intono crudele: “Ora che non
c’è il moccioso a difenderti,
ci divertiamo un po’, tanto poi sarai sua per
sempre.”
Mariam,
immobilizzata dalla fune, gli gridò: “No !
Lasciami stare !”, e tirò un calcio allo stomaco
del soldato.
“Hai
carattere, ma non ti servirà con me !”, le
disse il soldato sorridendo divertito e si avvicinò ancora
di più alla ragazza.
Mariam,
non sapendo più cosa fare era
terrorizzata.
Quando
il soldato l’aveva quasi raggiunta e lei
non poteva più muoversi, un pugnale dalla lama molto
affilata comparve davanti
alla gola del soldato e una voce minacciosa e irata al tempo stesso
disse a
quest’ultimo: “Vattene subito da qui o ti uccido
!”
“Ken
! “, pensò
Mariam
felice.
Il
soldato si voltò e vide Ken furioso dietro di
lui.
“Fatti
gli affari tuoi. Tanto poi, sarà tua per
sempre. Fammi divertire almeno un pochino.”,e si
voltò nuovamente verso Mariam.
Ken,
a quel punto, con uno scatto fulmineo andò
davanti al soldato e lo pugnalò al cuore ferendolo a morte.
Mariam
restò allibita da quella scena.
Il
soldato, mentre moriva, chiese al ragazzo:
“Perché ?”
“Perché
la amo e tu volevi solo divertirti
come una bestia !”, avrebbe voluto
rispondergli il ragazzo.
“Ti
avevo avvertito di lasciarla stare.”, gli
disse Ken in tono gelido.
Ken
si voltò verso la ragazza, mentre il soldato
giaceva morto ai suoi piedi.
Dopodichè,
Ken pulì il suo pugnale.
“Stai
bene ?”, le chiese il ragazzo.
Mariam
annuì, troppo spaventata per parlare.
Dopodichè,
Ken tagliò la fune che le teneva legati
i polsi con il suo pugnale e le disse: Ora devo andare. Ci vediamo
più tardi.”
“Ma
non eri già andato dal re ?”, gli chiese
Mariam.
“Ci
stavo andando, ma poi sono tornato indietro
perché non mi fidavo a lasciarti con quel soldato, infatti
avevo ragione.”, le
rispose Ken.
“E
il tuo comandante ti ha fatto venire ?”, gli
chiese lei.
“Sì,
anche perché gli ho detto che sarei andato
dal re subito dopo avere controllato che andava tutto bene.”,
le rispose Ken.
“Ma
non finirai nei guai per aver ucciso quel
soldato ?”, gli chiese Mariam.
“No,
stai tranquilla.”, le rispose lui e trascinò
il soldato fuori dalla stanza, poi, voltandosi nuovamente verso Mariam,
le
disse: “Ora ti chiudo dentro, almeno non correrai altri
pericoli.”
Detto
fatto, il ragazzo si incamminò verso la
porta.
“Ken
!”, lo chiamò Mariam incerta.
Il
ragazzo, si voltò stupito e le chiese : “Che
c’è ?”
Mariam,
arrossendo, gli rispose guardandolo negli
occhi: “Grazie per avermi
aiutata.”
Ken,
non aspettandosi quella reazione, sorrise,
poi, si voltò verso la porta trascinandosi dietro il soldato.
Una
volta che fu uscito, Ken chiuse la porta della
stanza a chiave.
Al
primo soldato di turno che vide passare, Ken
gli disse: “Porta via questo porco.”, indicando il
soldato morto, poi aggiunse:
“E spargi la voce che se
qualcuno
cercherà di far del male a quella ragazza se la
vedrà con me !”
“Quale
ragazza ? Quella che viaggiava con Voi ?”,
gli chiese il soldato impaurito, che stava guardando il cadavere del
soldato
morto.
“Sì.”,
gli rispose Ken e se ne
andò.
Ken
raggiunse la sala del trono, dove il re lo stava
aspettando.
Quando
il ragazzo fu al cospetto del sovrano,
quest’ultimo gli rispose sorridendo: “Sei stato
bravo, Ken. Ho saputo che hai
trovato anche una ragazza.”
Ken,
ignorandone il motivo, diventò
improvvisamente protettivo nei confronti di Mariam e, un sesto senso lo
indusse
a non fidarsi di quell’uomo.
Il
ragazzo, con un tono gelido e deciso, gli
disse: “ Sì, infatti !”
Il re
era un uomo alto, magro, con uno sguardo
deciso e i capelli castani.
Il re
sorrise e disse al ragazzo: “Tu non sai chi
è tuo padre. Scommetto che tua madre non te l’hai
mai rivelato.”
Ken,
sorpreso da quel discorso, non seppe cosa
dire.
“Sei
curioso ? Io conosco tuo padre.”, gli disse
il re.
“Davvero
? Allora… potete dirmi chi è, Vostra
Maestà ?”, gli chiese Ken speranzoso.
Il re
sorrise divertito e disse al ragazzo: “Ci
stai parlando in questo momento !”
Ken
quasi restò senza respiro dalla rivelazione e
non riuscì a dire nulla…
“Dai,
Ken, non fare quella faccia. Non ti sto
mentendo ! Hai presente i tre nei a forma di triangolo che hai
sull’avambraccio
destro ? Sono certo che siano identici ai miei. Forza, guardali
!”, gli disse
suo padre.
Ken,
ancora incredulo, si guardò i nei a forma di
triangolo sul suo braccio destro, poi, il re gli fece vedere i suoi:
erano
perfettamente identici !
“Io…
non cosa dire…”, disse Ken ancora sconvolto.
Il
ragazzo, non sapeva come sentirsi, perché,
nonostante quei nei simili e altri dettagli fisici, non riusciva a
fidarsi di
quell’uomo.
All’improvviso,
a Ken tornò
in mente quello che sua madre gli aveva
detto a proposito del padre.
All’improvviso,
un pensiero terribile lo fulminò.
“Dov’è
mia madre ?”, gli chiese Ken.
Il
sovrano, prima di rispondergli fece un lungo
sospiro, poi disse: “Lei…non
c’è più.”
Quelle
parole colpirono al cuore Ken,come tante
piccole e fredde lame di acciaio che gli devastarono l’anima.
“Cosa…cosa
vuoi dire ?”, gli chiese il ragazzo
quasi senza fiato.
“Tua
madre non approvava ciò che facevo, si era
messa contro di me. Appena tu nascesti, lei fuggì dal
castello portandoti con
sé… Quando i miei soldati hanno invaso Molins,
Tua madre mi ha rifiutato di
nuovo, quindi… è morta per difendere quel suo
stupido ideale in cui credeva
tanto: l’Amore !”, gli rispose il re.
“Cosa
?! L’hai uccisa ?!”, esclamò Ken adirato
e
sconvolto al contempo.
“Non
è il caso di agitarsi. Se mi avesse ascoltato
sarebbe ancora viva.”, gli rispose
suo
padre.
Ken,
accecato dalla rabbia, si diresse verso
l’uscita senza dire una parola.
Il
padre,alle sue spalle, gli disse: “Dai
figliolo, non pensarci. Divertiti un po’ con la tua
amichetta, vedrai che ti
passerà !”
Ma
ormai, Ken non lo ascoltava più.
Tutto
quello che gli aveva detto Grover
sull’Esercito del Nuovo Ordine, cioè che lo scopo
di tale esercito era quello
di eliminare la borghesia per
riportare tutti
allo stello livello,
tutti quei principi di giustizia…
Ora,
tutte quelle certezze, le stesse che lo
avevano convinto a passare dalla parte del re, gli cadevano addosso
come
macigni.
Era
come se il ragazzo fosse precipitato in un
incubo terribile.
Solo
adesso Ken si rese conto di aver servito
degli assassini !
Quando
Ken entrò in camera, vi trovò Mariam che
osservava i vari soprammobili.
“Maledetto
! Come ha potuto farlo ?! Cosa devo fare adesso ? Non lo so
più… Ora capisco
perché mia madre non mi ha mai voluto parlare di
lui…”, pensò Ken
facendo i conti con la terribile verità che aveva appena
appreso.
Mariam,
notò che
il ragazzo aveva qualche problema, quindi gli chiese:
“Cosa ti è
successo ? Sembri sconvolto…”
Ken,
sorpreso da quella domanda, ma ancora
diffidente nei confronti della ragazza, le rispose: “Non sono
affari tuoi !”
Mariam,
indignata, gli disse: “Che maleducato !
Cercavo solo di aiutarti, ma vedo che non ne vale la pena ! Sei solo un
testardo che non si fida di nessuno !”, e si voltò
verso la finestra, offesa.
Il
ragazzo, colpito da quelle parole, capì di aver
offeso Mariam, quindi le disse: “Scusami, non ce
l’ho con te. Solo che mi è
stata detta una cosa che non riesco ad
accettare…”
Mariam,
si voltò e, guardando Ken con
comprensione, gli disse: “ Non preoccuparti. Quando ti va di
parlarne sono
qui.”
Ken
guardò quella ragazza sorridendo, ma non in
modo arrogante e pensò ”Ecco
perché mi
è piaciuta subito. E’ spontanea e sincera. Forse
posso fidarmi di lei…e poi
sento qualcosa di strano, non so cosa sia, però, mi succede solo quando sono insieme a
lei. Forse, mi sto
innamorando sul serio…”
Quella
sera, Ken e Mariam furono invitati a
mangiare nella sala da pranzo del re.
Quando
i due ragazzi erano in camera per
prepararsi, Ken disse a Mariam: “Vedi di non rispondere al
re; è uno che perde
la pazienza facilmente.”
“Capirai
! Tanto io e i miei amici non potevamo
essere nei guai più di così ! E poi, di cosa ti
preoccupi ? Tanto sono io che
rischio la vita, non tu !”, gli rispose Mariam ostile.
Ken,
irritato da
quella risposta, si avvicinò a Mariam e, dopo
averla immobilizzata
prendendola per i polsi, contro un muro, le disse in tono gelido:
“Forse non mi
sono spiegato bene. Tu d’ora in poi sei una mia
proprietà e se ti dico di fare
una cosa, al devi fare. Hai capito ?”
“Ma
come ti permetti ?! Io non sono una proprietà
! Chi ti credi di essere ?! Non capisci che stai facendo del male solo
a te
stesso ? Stai andando contro il tuo destino !”, gli rispose
Mariam indignata.
Ken,
stupito da quella risposta, per un momento
non seppe cosa dire e continuò a guadare negli occhi Mariam,
poi, lasciandola
andare, le disse in tono freddo: “Mettiti quel vestito o i
tuoi amici moriranno
com’è morto quel soldato.”, e le indicò
un vestito che aveva posato sul letto.
Mariam,
spaventata dalla minaccia e intuendo che
Ken non stava affatto scherzando, disse al ragazzo:
“D’accordo. Esci, però. Non
ricambio se ci sei dentro tu.”
Ken
sorrise divertito e le rispose: “Perché ti fai
tanti scrupoli ? Prima inizi a prendere confidenza e meglio
è.”, poi, si
voltò e
uscì dalla stanza.
Mariam,
anche se contraria, si mise il vestito che
le aveva portato Ken.
Il
vestito era molto bello ed era di un azzurro
acceso con delle sfumature che andavano al blu elettrico.
A
Mariam piaceva quel vestito, anche perché, non
ne aveva mai avuto uno, ma non voleva darlo a vedere a Ken; non gli
avrebbe mai
dato quella soddisfazione !
“Ho
fatto.”, gli disse Mariam uscendo dalla
stanza.
Quando
Ken guardò Mariam con il vestito, a
momenti non la riconobbe e continuò a
guardarla affascinato.”
Mariam,
a disagio perché non era abituata a
portare dei vestiti, ma solo pantaloni, gli chiese: “Che hai
da guardare ? Non
sto bene ? Vado a cambiarmi
?”
Ken,
le rispose: “Non provarci
neanche. E’ che dovresti metterti più
spesso
dei vestiti. Non sei male.”
Mariam,
senza volerlo arrossì a quel complimento.
Ken
se ne accorse e sorrise, poi le disse: “Ora
andiamo. Il re ci sta aspettando.”
Così,
la prima serata in compagnia del re iniziò…
La
cena si svolse senza problemi.
Mariam
e Ken erano seduti vicini.
Verso
notte fonda, nel salone c’erano ancora
saltimbanchi e menestrelli e quella festa sembrava non finire
mai…
Ad un
tratto, i suonatori iniziarono a suonare…
“Vieni.
Andiamo a
ballare.”, le disse Ken.
Mariam,
colta alla sprovvista, gli rispose
imbarazzata: “Veramente non sono capace…”
“Non
preoccuparti. Ken è
un ottimo ballerino. Ti guiderà lui.”, le
disse il re vedendo la scena.
Mariam,
non volendo accettare stava per
ribattere,ma Ken, le diede un pizzicotto su un fianco e le
sussurrò, senza
farsi sentire dal re : “Hai già dimenticato quello
che ti ho detto in
camera ? Forza, alzati !”
Mariam,
anche se contraria, non potè far altro e
obbedì.
I due
ragazzi, insieme ad altre coppie, iniziarono
a ballare a ritmo di musica.
Mariam
non era niente male come ballerina.
Ken,
le sussurrò all’orecchio :
“Perché hai detto
che non eri brava a ballare ? A me sembra il contrario.”
“Perchè
non mi andava di ballare.”, gli rispose la
ragazza.
Anche
se era un suo nemico, la ragazza sentiva
qualcosa per Ken e, da un certo punto di vista, le piaceva ballare con
lui,
anche se non l’avrebbe mai
ammesso.
Dopo
pochi minuti, la musica finì e i ragazzi
tornarono a sedersi.
Il re
parlò un po’ con il figlio…
“Allora
Ken, come ti trovi con quella ragazza ? E’
carina, vero ?”, gli domandò
il re.
Ken,
preso alla sprovvista e non volendo
mettere in pericolo Mariam, gli rispose con
un tono gelido e un ghigno malvagio: “Già.
Comunque, noi adesso andiamo in
camera.”
“Come
mai ? Non vuoi restare ?”, gli domandò il re
sorpreso.
“No.
Sono un
po’ stanco.”, gli rispose Ken e si
alzò.
“Certo,
dopo la battaglia di oggi. D’accordo.
Buonanotte !”, gli disse il re.
Così,
i due ragazzi, si avviarono verso la camera
di Ken.
Quando
Ken e Mariam arrivarono davanti alla porta
della stanza, la ragazza, gli disse: “Aspetta.”
Ken,
sorpreso, le chiese: “Cosa dovrei aspettare
?”
“Devo
cambiarmi.”, gli rispose Mariam imbarazzata.
“E
allora ?”, le chiese il ragazzo.
“Allora
aspettami fuori. Ti chiamo quand’ho
finito.”, gli rispose Mariam.
“Ancora non
ti sei abituata ‘”, le chiese il ragazzo divertito.
“No.
Se non vuoi che dorma con il vestito fammi
cambiare.”, gli disse la ragazza.
Ken
sorrise
e le disse: “Certo che sei forte. Dai, vaia cambiarti, ma fai alla
svelta perché
ho sonno.”
“D’accordo.”,
gli disse la ragazza ed entrò nella
stanza.
“Che
tipo ! “, pensò Ken divertito
mentre aspettava fuori dalla porta.
Quando
Mariam si fu tolta il vestito e si fu messa
un pigiama datole da Ken, si avviò verso la porta e disse al
ragazzo: “Ho
fatto. Adesso cambiati tu.”, e fece per uscire dalla stanza.
Ken,
entrando e spingendola dentro la camera, le
disse: “Mettiti pure a dormire. Io non mi vergogno a
cambiarmi davanti a te.”,
chiuse la porta della camera a
chiave.
Mariam,
imbarazzata, gli rispose: “D’accordo. Ma
mi giro dall’altra parte.” E, così
facendo, si sdraiò sul latro sinistro del
letto.
Ken,
divertito da quella reazione, si mise il
pigiama e si avvicinò al letto.
Mariam,
vedendo Ken avvicinarsi al letto, gli
chiese: “Cosa vuoi fare ?”
“In
che senso ? Mi sto mettendo a dormire. Che
domande fai ?”, le rispose Ken divertito, intuendo il motivo
della domanda
della ragazza.
“Ma…
Non dirmi che dobbiamo dormire ancora insieme
?!”, gli chiese Mariam sconvolta.
“Sì,
perché ?”, le rispose Ken infilandosi sotto
le coperte.
Mariam,
contraria a dormire nuovamente con lui,
fece per alzarsi, ma Ken, prendendola per i polsi, le fece perdere
l’equilibrio
e lei cadde nuovamente sul letto.
“Dove
pensi di andare ?”, le domandò il ragazzo
sorridendo.
Mariam,
imbarazzata e arrabbiata, gli rispose:
“Dormo per terra. Lasciami andare !”
“Non
ci penso proprio. Dai, mettiti a dormire.”,
le disse Ken divertito.
“No
!”, gli rispose Mariam e cercò di liberarsi
dalla presa di Ken, ma lui la teneva con forza.
“Smettila
! Quando imparerai che devi dormire con
me, d’ora in poi ?”, le disse Ken seccato.
Mariam,
capendo di non avere altra scelta, si
rimise giù docilmente.
“Brava.
Ora dormi.”, le disse Ken e, dopo averle
lasciato i polsi, si girò dall’altra parte.
Mariam,
anche essendo molto imbarazzata, non potè
far altro che mettersi a dormire.
Durante
la notte, Ken ebbe un altro incubo e
risvegliò di soprassalto.
“Maledizione
! Ma perché continuo a fare questi incubi ? Non ne posso
più !”, pensò
il ragazzo disperato.
Dopo
essersi calmato, il ragazzo, si rimise sotto
le coperte e cinse con un braccio la vita di Mariam, poi si
addormentò.
La
mattina dopo, Mariam, quando si svegliò cercò
di alzarsi ma si rese conto che Ken la trenta con un braccio.
La
ragazza cercò di spostare il braccio del
ragazzo senza svegliarlo, ma non vi riuscì.
“Che
c’è ? Non puoi stare ferma ?”, le
domandò il
ragazzo assonnato.
“Lasciami
andare. Devo alzarmi.”, gli rispose la
ragazza.
Ken
la lasciò andare e Mariam si alzò.
I
giorni passavano veloci al castello di Re Fenix.
Ken
voleva che Mariam lo seguisse sempre.
Una
mattina, dopo colazione, Ken portò Mariam alle
scuderie del castello.
“Perché
siamo venuti qui ?”, gli domandò la
ragazza sorpresa.
“Perché
voglio uscire un po’.”, le rispose Ken.
Poi,
dopo aver sellato il suo cavallo, il ragazzo,
chiese a Mariam:
“ Ti va di cavalcare un
po’ ?”
“Sì,
ma perché me lo chiedi ?”, gli domandò
la
ragazza incuriosita da quella proposta.
Ken
andò a
sellare un altro cavallo, poi, portandolo da Mariam le
disse: “Forza,
sali.”
Mariam,
lo guardò interrogativa, poi gli chiese
trattenendo a malapena la gioia: “Vuoi dire che posso
cavalcare da sola ?”
“Sì,
ma non tentare di scappare. Il mio cavallo è
molto più veloce di quello che ho dato a te.”, gli
rispose il ragazzo, poi si
voltò e montò sul suo bianco destriero.
Mariam,
montò sul cavallo che le aveva portato Ken
e gli rispose: “Tanto perché dovrei scappare ? I
miei amici sono in cella.”
Ken
sorrise, poi, insieme, i due cavalli si
avviarono verso le montagne che si innalzavano vicino al castello.
“Sai,
mi è sempre piaciuto cavalcare. Quand’ero a
Molins lo facevo molto spesso.”, le disse Ken durante il
tragitto.
“Anch’io
quand’ero a casa andavo molto a
cavallo.”, gli rispose Mariam, ignorando il motivo per il
quale stava parlando
con Ken senza ostilità.
“Perché
hai voluto fare questa passeggiata ?”, gli
chiese Mariam.
“Avevo
voglia di uscire un po’.”, le rispose Ken.
I due
ragazzi attraversarono fitti boschi e
verdeggianti pianure e, lentamente, tra loro
stava accadendo
qualcosa…
Ken
volle sapere della vita di Mariam prima che
scoprisse di essere un’ Eletta.
Poi
toccò a Ken raccontare della sua vita a Molins
a Mariam e, piano piano, nel suo cuore stava nascendo
qualcosa…
Verso
la tarda mattinata, Ken disse alla ragazza:
“Per oggi basta così. Torniamo al
castello.”
“Perché ?”,
gli domandò Mariam.
“Perché
devo esercitarmi con la spada.”, le
rispose lui.
“Come
se ne avessi bisogno !”, gli rispose Mariam
sarcastica.
Il
ragazzo sorrise, poi, entrambi i cavalli si
avviarono verso il castello.
Una
volta arrivati al castello e dopo aver
sistemato i due cavalli nei loro rispettivi box, i due ragazzi andarono a mangiare.
Dopo
pranzo, i due ragazzi si avviarono verso la
palestra.
Quando
arrivarono in palestra, Ken disse a Mariam:
“Tu siediti su quella panchina e aspetta.”
Mariam,
sapendo che sarebbe stato inutile
ribattere, si sedette sulla panchina.
Mentre
Ken si batteva sul ring con un altro
soldato, Mariam, guardandolo, pensò “Devo
scoprire dove tengono i miei amici. Magari,se vado adesso, Ken non se
ne
accorge perché sta combattendo…”,
così, la ragazza, quatta quatta, si
avviò verso l’uscita della palestra.
Quando
Mariam fu giunta alla porta della palestra,
un pugnale, che Mariam riconobbe come quello di Ken, le volò
a pochi centimetri
di distanza e si conficcò nel legno della porta davanti a
lei.
Mariam,
voltandosi di scatto vide Ken al centro
del ring e capì che era stato lui a lanciare quel pugnale.
“Dove
pensi di andare ?”, le chiese il ragazzo in
tono gelido, ma, sotto sotto divertito.
“Ecco…veramente…stavo…”,
farfugliò Mariam cercando
di inventarsi una scusa plausibile.
Ken
sorrise e andò verso di lei.
Quando
l’ebbe raggiunta, le
domandò bisbigliando: “Stavi cercando di
svignartela per vedere se trovavi i tuoi amici, vero ?”
Mariam,
scoperta in pieno, per salvare almeno
l’apparenza, gli rispose: “Ma no. Stavo solo
cercando un bagno.”
“Ah
sì ? Guarda che ce n’è uno proprio
lì,
nell’angolo della palestra.”, e glielo
indicò sempre più divertito.
Mariam,
imbarazzata, gli rispose: “Ah già. Non me
n’ero accorta !”
Ken
sorrise e, mentre Mariam si
dirigeva verso il bagno, lui tornò al
campo di allenamento, pronto a battersi con un altro soldato…
Quando
Mariam uscì dal bagno andò a sedersi sulla
panca sapendo che era inutile tentare di uscire dalla palestra senza che Ken se ne
accorgesse.
Così,
continuò a guardare il ragazzo mentre si
allenava, fino al resto del pomeriggio.
Quando
Ken fu stanco era giunto il tardo
pomeriggio,quindi, avviandosi verso Mariam, le disse:
“Andiamo. Per oggi ho
finito.”
Mariam
si alzò e gli chiese: “Come fai ad
allenarti per tutto questo tempo ?”
“Devo
tenermi in allenamento e poi… è un modo per
sfogarmi…”, le rispose lui in tono cupo.
“Perché
devi sfogarti ?”, gli domandò la ragazza
mentre si stavano avviando verso la camera del ragazzo.
“Non
sono affari tuoi !”, le rispose bruscamente
Ken.
“Sei
proprio un maleducato,sai ? Si vede lontano
un miglio che stai male per qualche ragione. Io cerco solo di aiutarti
e tu mi
rispondi così ?!”, esclamò Mariam
adirata.
“Senti,
ho già abbastanza problemi senza che ti ci
metta anche tu,quindi lasciami stare. Ti ringrazio per
l’interessamento, ma non
ti conosco neanche, quindi, come puoi pretendere che ti apra il mio
cuore ?”,
le rispose Ken capendo di averla offesa.
“Ammesso
che tu
ce l’abbia un cuore !”,
osservò Mariam, ancora offesa.
“Ma
che stai dicendo ?!”, le domandò il ragazzo
stupito e ferito da quell’affermazione.
“Forse
una volta lo avevi… Ma adesso ? Perché
combatti per questo esercito ? Per soddisfare quale ideale ? Io non so
cosa ti
abbia detto il re, ma è da quel pomeriggio che sei
sconvolto. Perché continui a
voler far parte di questo esercito quando, in realtà non
è questa la tua strada
?!”, gli rispose la ragazza.
“Cosa
intendi dire ?”, le domandò Ken, che, nel
frattempo stava aprendo la porta della camera.
Mariam
e Ken entrarono e, quando la porta fu
richiusa, la ragazza, gli disse: “Ken… Io non so
cosa ti sia successo prima di
entrare in questo esercito…però, sono sicura, che
neanche tu voglia veramente
stare qui e servire quel re crudele…Pensaci, magari capisci
che non è questo il
tuo cammino…”.
Ken
restò stupito da quelle parole,ma, non volendo
farsi accorgere dalla ragazza andò a farsi la doccia e
sparì.
“In
questo non posso aiutarti… Devi scegliere da solo la tua
strada… Spero solo che
sceglierai quella giusta.”,
pensò Mariam.
Passarono
sei giorni…
Dopo
quella sera, i due ragazzi, non parlarono
molto…
Passarono
sei giorni…
Ken
però rifletteva continuamente sulle parole
della ragazza e su quelle di sua madre…
“Forse
ho capito cosa volevano dirmi…”,
pensò Ken.
Quella
stessa mattina, Ken portò Mariam a fare una
cavalcata nelle montagne vicino al castello.
Verso
l’ora di pranzo si fermarono in una radura.
Lì,
Ken tirò fuori dei viveri e disse
alla ragazza: “Oggi mangiamo qui.”
La
ragazza, stupita, gli domandò: “Ma… non
devi
allenarti oggi pomeriggio ?”
“No.”,
le rispose il ragazzo.
“Come
no ? Stai male ? Hai la febbre ?”, gli
domandò Mariam preoccupata.
Il
ragazzo sorrise e le disse: “No, tranquilla.
Sto bene. Voglio parlare un po’ con te senza il pericolo che qualcuno ci senta. Tutto
qui.”
Mariam,
stupita, gli rispose: “D’accordo. Dimmi.”
Il
ragazzo, finalmente le raccontò cosa fosse
successo il pomeriggio che il re l’aveva convocato e cosa gli
avesse detto.
“Mi
dispiace. C’è qualcosa che posso fare
?”, gli
domandò Mariam contrita.
Il
ragazzo, la fissò, ma non con il suo solido
sguardo arrogante le disse: “No. Però puoi dirmi
una cosa ?”
“Certo.”,
gli rispose Mariam.
“Tu
e i tuoi amici avete uno stemma a forma di
stella ?”, le domandò il ragazzo facendole vedere
il suo, che riluceva di una
luce azzurra.
La
ragazza, sorrise e gli disse: “Sì. Forse sei
sulla buona strada, sai ?”
“In
che senso ?”, le domandò Ken.
“Il
tuo stemma è azzurro, quindi vuol dire che non
sei più corrotto dal male.”, gli rispose la
ragazza felice.
“Davvero
?”, le domandò Ken meravigliato e felice
al contempo.
Mariam
annuì, poi, gli raccontò tutte le avventure
che lei e i suoi amici avevano passato.
“Eravate
venuti a cercarmi ?”, le domandò lui
stupito.
“Sì,
esatto.”, gli rispose Mariam sorridendo.
“Ma…
come facevate a sapere che ero io ?”, le
chiese lui.
Mariam,
un po’ imbarazzata, gli rispose : “Non lo
so… Ho avuto come un presentimento quando ci siamo incontrati per la prima volta. Ti
ricordi ?”
“Ti
riferisci a quella volta che ti ho vista con
la tua amica in
quel bosco ?”, le
domandò il ragazzo un po’ confuso.
“Sì.
Non so spiegarti il motivo, ma già da allora
avevo intuito che non eri del tutto soggiogato dal Male. L’ho
capito
soprattutto dai tuoi occhi, erano tristi e malinconici. Si vedeva che
non eri
felice !”, gli rispose la ragazza un po’
imbarazzata.
Ken
guardò la ragazza seduta davanti a lui e si
sentì davvero felice perché, finalmente aveva
trovato una persona che lo capiva
davvero.
Mariam,
accorgendosene, gli domandò: “Che
c’è ?”
“No,
niente…Senti,ma… la mia gemma come la trovo ?
Devo andare a Lom ?”, le domandò Ken.
La
ragazza sorrise
e gli disse: “ Non ce n’è
bisogno… Ce l’ho io.”
“Cosa
? Ma dove l’hai nascosta ? Non siamo
riusciti a trovarla quando vi abbiamo catturati.”, le chiese
Ken.
“Girati
un attimo, per favore.”, gli disse la
ragazza.
Ken,
un po’ sorpreso da quella richiesta, le
domandò : “Perché ? Vuoi scappare
?”
“Ancora
?! Perché dovrei scappare adesso che hai
messo la testa a posto ?”, gli domandò lei
divertita.
“E
va bene,ma non fare scherzi.”, le disse Ken,
poi si voltò dando le spalle alla ragazza.
Ci fu
un rumore, poi…
“Ok.
Puoi girarti.”, gli disse Mariam.
Ken,
voltandosi vide una gemma di colore blu
elettrico e di forma sferica nelle mani di Mariam.
“E’
la mia ?”, le chiese.
“Sì.
Dai prendila. Cosa aspetti ?”, gli chiese
Mariam sorridendo.
Ken,
incerto presa la gemma, che appena venne in
contatto con la sua pelle, lo investì di nuove energie.
“Wow
! Succede anche a voi quando le tenete in
mano ?”, le chiese il ragazzo sbalordito da tutte quelle
energie.
“Sì.
Sono delle gemme magiche.”, gli rispose
Mariam.
Solo
in quel momento Ken capì cosa provasse per
quella ragazza, una cosa che non aveva mai provato per
nessun’altra:Amore puro
e incondizionato !
Ora
capiva perché,dalla prima volta che l’aveva
vista, quella ragazza, gli era sempre rimasta in testa, capiva
perché si era
arrabbiato tanto quando quel soldato voleva farle del male mentre lui
si
batteva con Cody e Rik e capiva anche perché la sera della
sua cattura, le
aveva offerto la sua cena.
Ken
sorrise
e le disse: “Grazie. Mi hai salvato.”
Mariam,
un po’ sorpresa da quella frase, non seppe
cosa rispondere e sorrise semplicemente a quell’amico che
aveva avuto la forza
di combattere contro le tenebre.
“Non
è vero, ti ho solo indicato la strada
giusta,ma il resto l’hai fatto tu. Sei stato tu a decidere di
abbandonare il
male. Io non c’entro con questa decisione.”, gli
rispose Mariam semplicemente.
Ken
la guardò sorridendo e pensò “Invece
è solo grazie a te se ne sono venuto
fuori…”
Ormai,
negli occhi di Ken, non c’era più la
crudeltà di una volta, ora essi risplendevano di una nuova
luce, la
Speranza !
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Capitolo 25 *** CAPITOLO 25 ***
CAPITOLO
N° 25
“L’EVASIONE”
I
giorni passavano veloci nel castello di Re
Fenix.
Ormai
erano già passate tre settimane da
quando i ragazzi
erano stati
catturati,ma, il sovrano non era ancora andato a parlare con i
prigionieri.
All’insaputa
di tutti, Ken e Mariam coltivarono a
poco a poco, una profonda “amicizia” e fingevano
davanti alle altre persone:
infatti, il ragazzo, in
pubblico fingeva
di trattare male Mariam.
Una
sera, i due ragazzi vennero invitati a cenare
con il re.
Ovviamente,
quella sera i ragazzi finsero ancora
di più,per darla a bere al padre di Ken.
Il
banchetto iniziò…
Mentre
tutti stavano mangiando, il re chiese a suo
figlio: “Allora Ken, sei riuscito a domare quella ragazzina
?”, poi guardò
Mariam sogghignando.
Ken,
con aria arrogante guardò Mariam che abbassò
lo sguardo, poi rispose: “Sì, ma non è
stato molto difficile…”, poi,
sogghignando aggiunse: “…con le buone maniere si
ottiene tutto !”
Il re
rise di gusto, poi, guardando Mariam, le
disse: “Tu, mocciosa, dovresti sentirti onorata di essere
stata scelta da mio
figlio, quindi vedi di accontentarlo sempre al meglio.”
“Sì,
Vostra Maestà.”, gli rispose
Mariam abbassando umilmente gli occhi.
Il re
sogghignò divertito e la cena proseguì senza
intoppi.
Verso
notte fonda, mentre le altre persone
invitate al banchetto parlavano e bevevano a volontà, Ken
disse al padre: “Noi
andiamo in camera.”
Il
re, incuriosito, gli chiese: “Come,Ken ? Non
vuoi restare ?”
Ken
gli rispose sorridendo: “Veramente, voglio
divertirmi un po’ con la mia schiava !”
Il re
guardò suo figlio, poi, con un ghigno
malvagio, gli disse: “Bene. Goditela !”, e
guardò anche la ragazza.
Così,
Mariam e Ken uscirono dal salone e
si avviarono verso la stanza del ragazzo.
Quando
i due amici arrivarono nella stanza, si
sedettero sul letto e chiacchierarono un po’, mentre Ken
affilava la sua spada.
“Quell’uomo
è davvero spregevole !”, esclamò
Mariam furiosa rivolta a Ken.
“Sì,
lo so. Scusa per le cose che ha detto…Non
riesco proprio a capire come possa essere mio padre… Siamo
troppo diversi, nel
carattere,almeno…”, le disse Ken.
“Per
fortuna che non gli assomigli, no ? Ti
lamenti ?”, gli domandò la ragazza sorridendo.
Ken
contraccambiò il sorriso, poi, continuando ad
affilare la lama della sua spada, disse all’amica, in tono
serio: “Comunque,
dobbiamo trovare un piano per uscire da qui.”
Mariam,
lo guardò stupita e gli chiese: “Sì, ma
come ? Non abbiamo le gemme, non abbiamo le armi, i miei amici sono
rinchiusi
in prigione e sono sorvegliati
ventiquattro ore su ventiquattro. Cosa pensi di fare
?”
Ken,
continuò ad affilare la lama della spada
pensando ad una
soluzione…
Dopo
mezz’ora circa, Ken distolse gli occhi dalla
lama della spada, che ormai era affilatissima e disse sorridendo alla
ragazza:
“Forse ho un’idea !”
“Davvero
? Sarebbe ?”, gli domandò Mariam curiosa.
Ken spiegò
all’amica il piano d’evasione che gli era venuto in
mente.
“Sì,
potrebbe funzionare !”, esclamò Mariam quando
Ken ebbe finito la spiegazione.
“Ora
resta da decidere quando metterlo in azione.
Però…”, le disse Ken.
Mariam,
notando l’espressione cupa di Ken, gli
chiese: “Però, cosa ?”
Ken
la guardò un momento, poi le chiese: “I tuoi
amici come la prenderanno ? Mi odieranno ?”
Mariam,
intuendo il timore che provava il ragazzo
fu sincera con lui e gli rispose: “I primi tempi, un
po’ ti odieranno,ma sono
sicura che poi gli passerà.”
Ken
la guardò ancora con quel suo penetrante
sguardo malinconico.
La
ragazza, vedendo quello sguardo disperato, gli
disse in tono rassicurante: “ Dai, non preoccuparti. Vedrai
che capiranno,
perché in fondo facciamo tutti parte dello
stesso gruppo, no ?”
Ken,
le sorrise
e le disse: “Sì, forse hai
ragione.”
Dopodichè,
i due ragazzi si prepararono per
dormire.
Quella
notte, i due amici, si addormentarono
felici perché ognuno aveva capito di aver trovato
nell’altro una persona
davvero speciale…
Il
mattino dopo, Ken andò ad allenarsi
con la spada nella palestra del castello
e Mariam
andò con lui.
Arrivata
nella palestra, Mariam, come al solito
andò a sedersi sulla panca, mentre Ken si diresse verso il
ring.
Ken
sconfiggeva tutti i suoi rivali, uno dopo
l’altro.
Mentre
il ragazzo continuava a tirar di scherma,
Mariam lo guardò e pensò arrossendo “Caspita…è
davvero carino...e poi è
fortissimo ! Ma cosa mi sta succedendo ? Perché provo queste
cose ?”
All’improvviso,
un soldato si avvicinò a Mariam
con aria minacciosa.
“Ehi,
tu ! Vieni con me ! Tanto il tuo
padrone è
impegnato !”, le disse il
soldato sorridendo malignamente.
“Non
ci penso proprio !”, gli rispose Mariam
furiosa.
Il
soldato, si avvicinò ancora di più a Mariam e,
all’improvviso, una spada , che arrivò dal campo
dove si stava allenando Ken,
si frappose fra
Mariam e il soldato,
sfiorando il viso dell’uomo.
Mariam
si voltò verso il ring e vide Ken senza
spada che guardava minaccioso
nella
direzione del soldato.
Anche
il soldato si voltò verso il ring.
“Quella
ragazza è una mia proprietà. Solo mia.
Quindi vedi di stare alla larga o riferirò il tuo
comportamento a mio padre.”,
gli disse Ken in tono minaccioso.
“Oh
no, signor Ken, non lo fate. Non disturberò
più la
Vostra
schiava. Perdonatemi.”,
gli disse il soldato impaurito e se ne andò.
Ken e
Mariam, si scambiarono una rapida occhiata
d’intesa, poi, il ragazzo, fingendo disse
all’amica: “E tu preparati. Dopo
questo allenamento voglio divertirmi un po’ con te. Hai
capito ?”
“Sì,
mio padrone.”, gli rispose
Mariam in tono umile abbassando lo sguardo.
Nel
frattempo, nella cella dov’erano rinchiusi i
quattro ragazzi…
“Terry,
smettila ! Non riuscirai ad aprire la
porta della cella con un fermaglio da capelli !”, le
sussurrò Cody sperando che
il soldato di guardia non si accorgesse del baccano stava causando la
sua
amica.
“E
chi può dirlo ? Io non ho intenzione di restare
qui ad aspettare che si decida del nostro destino !”, gli
rispose la ragazza
continuando a manovrare il fermaglio da capelli nella serratura.
Intanto,
il soldato che era di guardia sentì il
rumore proveniente dalla, cella, così aprì la
porta di colpo e Terry cadde per
terra.
“Smettila,
mocciosa ! O ti ucciderò ancora prima che
il re venga a farvi visita !”, le disse in tono minaccioso il
soldato.
“Oh,che
consolazione ! Tanto ci ammazzerà lo
stesso,no ?”, gli rispose la ragazza sarcastica.
Il
soldato, infastidito dalla battuta di Terry, le
strappò il fermaglio di mano, sbattè furiosamente
la porta e grugnì per la
rabbia.
“Si
può sapere perché sei sempre a caccia di guai
?”, le domandò Lein mentre l’aiutava a
rialzarsi.
“Non
sono io a cercare i guai. Sono loro che
cercano me !”, tentò di giustificarsi Terry.
“Sì,
come no ?!”, esclamò Rik divertito guardando
Cody.
“Comunque
sia, dobbiamo trovare un modo per uscire
da qui. Io non voglio finire i miei giorni in prigione.”,
disse Lein.
“Hai
ragione. Ma come facciamo a scappare ? Me lo
spieghi ?”, le domandò Rik.
Lein
non rispose.
“Non
so proprio come faremo a cavarcela questa
volta.”, disse Cody in tono cupo.
Dopo
un breve silenzio, Lein domandò: “Secondo
voi, Mariam come starà ?”
“Non
preoccuparti per lei.”, le rispose Terry
tranquillamente.
Lein,
Rik e Cody guardarono Terry
con un’aria molto stupita.
Terry,
accorgendosene, disse loro : “Volevo dire
che Mariam non corre nessun pericolo perché quel soldato che
l’ha portata in
camera sua…ne è innamorato. Quindi, non dovrebbe
farle del male.”
“Cosa
?!”,esclamò Lein sbalordita.
“Dici
sul serio ?”, le chiese Rik incredulo.
“E’
innamorato ? Ma non ha il cuore di ghiaccio
oltre allo sguardo ?”,domandò Cody furioso
pensando a Ken.
Terry
disse ai suoi amici: “Da quando l’abbiamo
visto per la prima volta io e Mariam, ho avuto l’impressione
che a lui
interessasse davvero la nostra amica e vedendo come l’ha
trattata il giorno in
cui ci hanno catturati, non ho più dubbi.”
“Perché
ne sei così convinta ?”, le chiese Cody
dubbioso.
“Vi
ricordate quando Mariam mi ha protetta dalla
frustata di quel soldato ?”, chiese loro Terry.
I
ragazzi annuirono.
“Allora
Ken è venuto subito a prenderla e l’ha
rimproverata duramente, ma non perché ci abbia provato
gusto… Lui si è
arrabbiato così tanto perché ci tiene molto alla
nostra amica. E’ l’unica
spiegazione !”, concluse Terry.
Tutti
restarono sorpresi da quel discorso.
“Spero
che tu abbia ragione, Terry… Quel ragazzo
non mi convince per niente…”, disse Cody in tono
cupo.
Nel
frattempo, un altro giorno era giunto
al termine e, nel palazzo, Ken e
Mariam avevano partecipata ad un altro banchetto del re.
Ora,
i due ragazzi erano tornati nella loro
camera.
“Potremmo
fare delle recite, sai ? Ormai stiamo
diventando degli esperti !”, disse Ken divertito rivolto a
Mariam riferendosi
alla scenata che aveva
fatto quel pomeriggio
stesso in palestra.
“Già,
siamo dei bravi attori. Speriamo che finisca
alla svelta perchè non ne posso più di fingere
!”, gli rispose Mariam.
Dopodichè,
Ken diventando serio disse : “ Mariam
dobbiamo andarcene di qui e alla svelta.”
“In
che senso ?”, gli domandò la ragazza.
“Fuggiremo
questa notte.”, le rispose Ken.
“Credi
che sia prudente ?”, gli chiese Mariam.
Il
ragazzo riflettè un momento , poi disse
all’amica: “Mariam…come dici tu siamo
dei bravi attori,ma, oltre alle scenette,
mio padre vorrà vedere i fatti…Non possiamo
aspettare ancora per molto
o sarà troppo tardi.”
“Che
vuoi dire ? Cosa ti ha detto tuo padre che io
non so ?”, gli domandò Mariam preoccupata dal tono
di voce dell’amico.
“Mi
ha detto che…vuole vedere il suo nipotino !”,
gli rispose il ragazzo arrossendo.
“Cosa
?!”, esclamò Mariam, ancora più
imbarazzata
di Ken.
“Non
preoccuparti. Non lo permetterò. Se la
fuga dovesse
fallire, mi inventerò
qualcosa per liberare almeno te…”, le disse Ken
rassicurandola.
“Non
dire così. Fuggiremo tutti e sei insieme.
Nessuno di noi resterà qui, Ken.”, gli disse
Mariam fiduciosa.
Il
ragazzo sorrise, poi disse all’amica:
“Senti,Mariam, io avevo pensato che sarebbe meglio uscire di
qui al mattino
presto. Fino a notte fonda ci sono banchetti che da mio padre, quindi
c’è
troppa gente in giro. Al mattino, invece, la gente o dorme o è talmente
sbronza che non sta in piedi,
quindi sarebbe il momento migliore per andarsene.”
“Ok.
Per me va bene. Ricordati che ci sono anche i
miei amici da liberare, quindi, dovremmo ottenere le chiavi della cella
in
qualche modo.”, gli disse Mariam.
“Per
quello non preoccuparti. Tu andrai a liberare
i tuoi amici e ti darò una cosa molto utile.”, le
disse Ken alzandosi e andando
a prendere una piantina del castello che poi
mise sul tavolino della stanza per farla vedere
all’amica.
“Allora,
tu andrai per questo corridoio e
giungerai alle prigioni. Dopodichè userai la polvere magica
che ti darò per
fare addormentare il soldato. Quando avrai liberato i tuoi amici andate
in questo
passaggio. Non ci passa mai nessuno. Nel frattempo, io andrò
nella camera
blindata e prenderò le vostre armi e le gemme. Voi
aspettatemi nel passaggio
segreto. Se dovesse suonare l’allarme prima del mio arrivo
proseguite per il
tunnel e vi troverete fuori dal castello. E’ tutto chiaro
?”, le disse Ken.
“Sì.”,
gli rispose Mariam preoccupata.
Ken,
accorgendosene, le disse dolcemente: “Non
preoccuparti,Mariam. Andrà tutto bene. Se tutto va come deve
andare, domani, a
quest’ora non saremo più in questo
castello.”
Dopodichè,
Ken diede alla ragazza un sacchetto
contenente la polvere magica: “Stai attenta quando la usi.
Soffiala al soldato
e non respirarla o rischi di addormentarti anche tu.”
“Tranquillo,
farò attenzione. Ma come l’hai avuta
?”, gli chiese Mariam prendendo il sacchetto.
“L’ho
vista nella sala del trono di mio padre… Lui
mi ha spiegato a cosa serve e io con la scusa che mi serviva per farti
addormentare l’ho presa.”, le rispose Ken.
“Ok.
Ora mettiamoci a dormire. Domani dovremo
svegliarci molto presto.”, le disse Ken.
Mariam
annuì.
Così,
i due amici si coricarono…
Erano
le quattro del mattino e, nel castello di Re
Fenix regnava un silenzio spettrale…
“Mariam…”,
la chiamò Ken.
La
ragazza si svegliò.
“Allora,
sei pronta ?”, le domandò il ragazzo.
“Sì
e tu ?”, gli chiese lei.
“Sì.”,
le rispose il ragazzo mentre prendeva la
spada.
Mariam,
intanto prese la polvere magica.
“Hai
preso la gemma ?”, gli domandò Mariam.
“Sì,
tranquilla.”, le rispose l’amico.
Ken
si voltò verso la ragazza e le disse in tono serio:
“Mariam, promettimi che se qualcosa dovesse andare storto tu e
i
tuoi amici uscirete da quel tunnel senza di me.”
“Cosa
? Ken… io non posso…”, disse Mariam
sconvolta all’idea di lasciare l’amico nei guai.
“Mariam,
per favore.”, le disse il ragazzo guardandola
con i suoi profondi occhi blu.
La
ragazza stava per ribattere ma non ci riuscì,
così,anche se a malincuore disse:
“D’accordo,Ken. Te lo prometto.”
“Grazie.”,
le disse Ken.
“Ok.
Buona fortuna !”, le disse il ragazzo.
Mariam
lo salutò e uscì dalla stanza svanendo nel
buio.
Il
ragazzo uscì dalla sua stanza e si diresse
nella direzione opposta a
quella di
Mariam.
Ken
si avviò di corsa nella direzione della camera
blindata sperando di non incontrare ne
Grover e ne suo padre, le uniche due persone che
riuscivano a metterlo
in difficoltà.
Nel
frattempo, Mariam correva a perdifiato verso
le celle.
Come
aveva previsto Ken, in giro non c’era nessuno
e le poche guardie presenti erano addormentate o ubriache.
Dopo
una lunga scalinata, Mariam giunse infine
alle celle.
La
ragazza vide che la cella dei suoi amici era
sorvegliata da una guardia che, però non sembrava ubriaca,
così, giocò
d’astuzia.
Uscendo
dall’ombra, la ragazza, con aria
disinvolta si avvicinò alla guardia.
“Ehi,
tu ! Che ci fai qui ?”, le domandò il
soldato in tono brusco.
“Ehi
! C’è qualcuno là fuori. Svegliatevi
!”,
bisbigliò Terry ai suoi amici sentendo il soldato parlare.
Cody,
Lein e Rik si alzarono facendo il minimo
rumore.
Mariam,
con aria innocente, gli rispose: “Il mio
padrone vuole vedervi.”
“A
quest’ora ?”, le chiese il soldato pensieroso.
“Sì.
Ha detto che ha bisogno di lei adesso ma non
mi ha voluto dire per cosa.”, gli rispose Mariam disinvolta.
Il
soldato, le si avvicinò e, con un ghigno
malvagio, le disse: “Va bene. Dopo ci andrò dal
tuo padrone,ma prima voglio
divertirmi un po’
con te.” ,e si
avvicinò sempre di più alla ragazza.
“Oh
no ! Mariam ! “, pensarono i suoi amici
sbirciando la scena dalla
fessura della cella.
Mariam,
gli rispose con un ghigno: “Non ti
conviene,sai ? Se il figlio del re venisse a sapere cosa mi ha
fatto,come
minimo, ti farebbe impiccare !”
Il
soldato, terrorizzato da quelle parole si fermò
di colpo e disse alla ragazza in tono brusco: “Ti
è andata bene solo perchè sei
di proprietà di quel moccioso !
Allora,
devo venirci adesso dal tuo padrone ?”
“Sì.”,
gli rispose Mariam con l’aria più innocente
che riuscì a trovare, poi diede le spalle al soldato e si
incamminò.
Il
soldato la seguì, però, la ragazza,
all’improvviso si girò e gli soffiò in
faccia la polvere magica che lo fece
addormentare all’istante.
Mariam
gli prese velocemente le chiavi e sia avviò
di corsa verso la cella dei suoi amici temendo di respirare anche lei
quella
polvere.
“Mariam !
Stai bene ! Per fortuna !”, esclamò Lein vedendola.
“Sì,
non preoccupatevi.”, le rispose lei aprendo
la cella.
“Forza,
ora seguitemi.”, disse loro Mariam.
Così,
i cinque ragazzi corsero verso il passaggio
segreto che li avrebbe portati fuori dal castello.
Quando
finalmente furono arrivati al passaggio
segreto, Mariam spiegò il piano di Ken ai compagni.
Mentre
erano in trepida attesa, Cody domandò
preoccupato: “Mariam stai bene ? Quel soldato che ti ha
portata in camera sua
ti ha fatto del male ?”
Mariam,
capendo che l’amico si riferiva a Ken, gli
rispose: “No. In fondo non era cattivo. Aveva solo bisogno di
un amico che lo
ascoltasse, lo consolasse e lo apprezzasse per quello che è.
Lui è buono ed è
anche… il sesto membro del nostro gruppo !”
“Cosa
?!”, esclamarono increduli gli altri quattro
ragazzi rischiando di farsi sentire da qualche soldato di passaggio.
Mariam
raccontò loro tutto ciò che le era accaduto
dopo la cattura e confessò
di aver dato
al gemma a Ken.
“Cosa
? Non dovevi farlo ! E se fosse un nemico ?
Se ti avesse ingannata ?”, le disse Cody infuriato.
“E
poi, come facevi ad avere la sua gemma ?”, le
domandò Rik.
“Chi
lo sa… Forse ci aiuta a scappare per
conquistare la nostra fiducia e
poi
tradirci.”, ipotizzò Cody.
“Non
credo sia così, ragazzi. I suoi occhi non
mentivano, era sincero. Gli ho dato la gemma perché ho visto
lo stemma con la
stella a sei punte risplendere azzurro nella sua mano.”,
disse loro Mariam per
rassicurarli.
“Ma
come facevi ad avere la sua gemma ?”, le
domandò Terry curiosa.
“Me
l’ha data Joel quando siamo partiti. Mi ha detto
che avrei riconosciuto il sesto membro e così è
stato.”, le rispose Mariam un
po’ imbarazzata.
I
ragazzi erano sempre più confusi; si fidavano di
Mariam e non volevano ferire i suoi sentimenti.
“Oh,
Mariam… Non è che l’amore ti ha dato
alla testa ? Ma forse hai ragione tu… lo spero tanto !
“ pensò Terry
guardando la sua amica.
“Comunque
sia. Dobbiamo aspettarlo perché ha le
gemme e le armi.”, decise Rik.
“Sì,
per forza.!, aggiunse Cody.
Così,
i cinque ragazzi si misero in attesa di Ken.
Il
silenzio aleggiava nel castello…
All’improvviso,
nel tunnel comparve Ken.
“Ken
! Ce l’hai fatta !”,esclamò Mariam
felice
appena lo vide.
“Già.
Ho preso tutto.”, le rispose lui, poi guardò
gli altri ragazzi.
Un
silenzio agghiacciante accolse il nuovo venuto,
ma Mariam gli si avvicinò e gli infuse coraggio.
Ken,
in tono determinato disse ai ragazzi:
“Sentite, non mi interessa cosa pensiate di me. Non mi
interessa se vi fidate o
no. Anche se
può sembrarvi impossibile
sono cambiato, non sono più quello di prima e mi dispiace
per quello che vi ho
fatto. Ora, l’unica cosa che mi interessa è
aiutarvi e, soprattutto…”, si girò
verso Mariam e aggiunse: “…aiutare
te…”
Mariam
arrossì, sorpresa, poi sorrise al suo nuovo
amico.
“Allora,
prendete le vostre armi,forza ! E anche
le vostre gemme. Non abbiamo molto tempo !”, disse loro Ken
in tono nervoso.
I
ragazzi,anche essendo ancora molto diffidenti
ripresero le loro armi e le loro gemme.
“Penso
che Mariam vi abbia spiegato il piano,
giusto ?”, chiese loro Ken.
“Sì,
certo.”, gli rispose Rik di contro voglia.
“Perfetto.
Quindi ora sbrighiamoci a uscire dal
castello.”, disse loro Ken.
“Adesso
basta ! Non dirmi quello che devo o non
devo fare ! Io non prendo ordini da un nemico !”, gli disse
Cody in tono
adirato.
“Vuoi
uscire di qui o no ?”, ribattè Ken furioso e
spazientito.
“Ora
basta ! Smettetela di fare i bambini !”,
disse Mariam adirata ai due ragazzi, guardando soprattutto Cody, pi
aggiunse
decisa: “…Per il momento pensiamo a uscire da qui,
poi penseremo al resto
quando saremo al sicuro.”
Nessuno
osò contraddirla, perché non avevano mai
visto Mariam così arrabbiata e capirono che non era il caso
di litigarci,
perché, sotto quel carattere dolce, la ragazza
era… una tigre !
Così,
il gruppo percorse di corsa il tunnel, Ken
era in testa.
Dopo
circa quindici minuti, i ragazzi, finalmente
riuscirono a vedere la luce del esterna e il vento sul viso.
Finalmente
il tunnel era finito e i ragazzi si
trovarono fuori dalle mura del castello.
Ormai
l’alba era sorta sul profilo delle montagne.
I
ragazzi avevano appena attraversato il ponte
levatoi, che, al castello restava sempre aperto e si trovavano a pochi
metri
dal castello, dietro di loro sorgeva un bosco di pini verdeggianti.
Improvvisamente,
all’interno del castello suonò
una tromba.
“L’allarme
!”, esclamò Ken nervoso.
I
ragazzi iniziarono a correre verso la foresta
disperatamente, ma, improvvisamente, comparve il re che
tagliò loro la strada.
“Oh, no !
Adesso sono guai !”, pensò Ken
terrorizzato guardando l’espressione
furiosa di suo padre.
Il
re, controllando faticosamente la collera che
provava, domandò a suo figlio: “Ken…
Cosa stai facendo con i prigionieri ?”
Ken,
furioso, gli rispose: “Faccio la cosa giusta
! Tu mi volevi solo usare e hai ucciso mia madre. Non potrò
mai perdonarti !”
“Capisco…
Quindi non vuoi più tornare dalla mia
parte, giusto ?”, gli chiese il padre in modo falsamente
pacato.
“Che
strano… Credo che stia fingendo…Non è
uno che accetta semplicemente le cose…E’
meglio stare in guardia”,
pensò Ken preoccupato dall’atteggiamento del
padre.
“Esatto.
D’ora in poi saremo nemici,anche se sei
mio padre !”, gli rispose Ken deciso.
Il
re, gli disse: “Alla fine, Ken sei proprio come
tua madre e io che speravo di cambiarti e fare di te un soldato
valoroso…
Peccato, dovrò uccidere anche te !”, e, senza
aspettare un minuto, il re
sguainò la spada e si lanciò contro il figlio.
Ken,
avendo i riflessi pronti prese la sua spada e
fece appena in tempo a parare il primo attacco del padre.
Re
Fenix attaccò ripetutamente suo figlio, mentre
gli altri cinque ragazzi, terrorizzati, non sapevano come comportarsi.
“Andate
via ! Non pensate a me !”, gridò loro Ken
mentre si difendeva dagli attacchi del padre.
In
tutta risposta, una palla infuocata colpì il re
in pieno petto per farlo finire lontano di qualche metro da Ken.
Ken
si voltò cercando l’artefice di
quell’attacco.
“Mariam
!”, esclamò il ragazzo vedendo la ragazza
con la gemma in mano.
“Dopo
tutta la fatica che ho fatto per farti
cambiare, non ho intenzione di lasciarti qui, Ken !”, gli
disse la ragazza
sorridendo.
“Grazie.”,
le rispose il ragazzo.
Anche
le altre due ragazze si prepararono a
usare la magia.
Nel
frattempo, il re si stava rialzando.
Rik e
Cody si fecero avanti con le spade sguainate
e dissero a Ken: “Mariam ha ragione. Non possiamo
sacrificarti. Combatteremo
anche noi !”
All’improvviso,
il re, con una magia immobilizzò
le tre ragazze , poi fece violare via dalla mano del figlio la spada.
Ken
restò disarmato, intanto il re lo stava per
raggiungere con la sua temibile spada.
Quando
la spada del re fu vicinissima a Ken, Rik,
protesse il suo compagno con la sua spada facendogli da scudo.
Il re
sobbalzò e fece qualche passo indietro.
“Maledetti
! Combattete in tre contro uno !”,
esclamò il re furioso.
Nel
frattempo, le tre ragazze furono libere di
muoversi perché la concentrazione del re stava diminuendo.
Cody,
nel frattempo, porse la spada a Ken e gli
disse: “Prendi la tua spada e combatti ! Non è
ancora finita !”
Ken
prese la sua spada e disse a Cody : “Grazie,
mi avete salvato.”
Cody,
in tono sbrigativo, gli rispose: “Ti sbagli.
Io e Rik ti stiamo aiutando solo perchè tu hai difeso Mariam
da quel soldato
malvagio, quando ci avete catturati. Non ti ricordi più
?”
“Ora
ho capito… Quindi, Ken, quando venivi ai
banchetti e trattavi male quella ragazzina era tutta una
finta…”, disse il re
guardando suo figlio.
“Sì,
infatti. Non l’ho mai trattata male, come
pensavi tu.”, gli rispose Ken.
Senza
dire altro, il re, con un colpo di energia
mise k. o. Cody e Rik, poi disse loro in tono crudele: “Ora
vi ucciderò,
mocciosi !”, e stava per dare loro il colpo di grazia, ma Ken
si mise davanti e
gli disse: “Prima dovrai uccidere me ! Non lascerò
che tu gli faccia del male
com’è successo a mia madre !”
Il
re, senza dire una parola colpì il figlio con
un colpo di magia che lo fece finire a terra.
Ken
non riusciva quasi a muoversi, come fosse
imprigionato da catene invisibili.
“Mi
spiace, ma sei il mio successore e non ti
permetterò di fuggire con dei mocciosi insignificanti
!”, gli disse il re
sorridendo.
“Maledetto
! “, pensò Ken ancora
immobilizzato.
Il re
stava per colpire Cody e Rik.
Improvvisamente,
Ken sentì scorrere in lui delle
nuove energie, infatti, qualcuno aveva unito la propria energia alla
sua e
gliela stava trasmettendo attraverso la gemma che aveva in mano.
“Mariam…”,
pensò Ken sentendo quel
calore avvolgerlo.
“Sì, sono
io. Ti ho trasmesso un po’ della mia energia. Ora stringi la
tua pietra con
tutte le tue forze.”, gli disse lei
telepaticamente.
“Ma… Come
fai ?”, le chiese il ragazzo prendendo la
sua gemma in mano.
“Ti sto
parlando telepaticamente attraverso le nostre gemme.”,
gli spiegò la
ragazza.
“Ragazzi,
stringete le vostre gemme, tutti
insieme !”, disse telepaticamente Mariam
agli altri ragazzi.
Tutti
e sei strinsero le loro gemme, e, in un
batter d’occhio, davanti agli occhi sbalorditi di Re Fenix
restò solo l’erba
verdeggiante…
“No
! Maledizione a quelle gemme !”, esclamò
furioso il sovrano, poi si avviò verso il
castello…
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Capitolo 26 *** CAPITOLO 26 ***
CAPITOLO
N°
26 “ FIDARSI O NO ?”
Ormai
era sorto il sole…
I
ragazzi si trovavano in un fitto e misterioso
bosco,ma, uno di loro era privo di sensi.
Infatti,
tutti e cinque i ragazzi si erano
rialzati tranne Ken, che giaceva immobile in mezzo all’erba,
con la gemma blu
distante qualche centimetro da lui.
Mariam
si avvicinò, lo guardò e poi disse :
“Ragazzi, dobbiamo trasportalo. Quel colpo che gli ha
scagliato il re era
potente e lui ha resistito giusto il tempo di fuggire grazie alla mia
energia.”
“Stai
scherzando ? Lasciamolo qui !”, esclamò Cody
furioso.
“Ma
cosa stai dicendo ? Sei impazzito, per caso ?!
Se lo trovasse qualche malintenzionato, lo ucciderebbe !”,
gli rispose Mariam
adirata, e poi iniziò a curare il ragazzo con la magia.
“Mariam
e anche voi ragazze, curatelo. E’ ridotto
davvero male.”, disse loro Rik.
“Ci
fermiamo qui a riposare, ok ?”, propose Rik ai
compagni.
I
ragazzi annuirono.
Dopodichè,
mentre le tre ragazze curarono Ken,
Cody preparò il campo e Rik andò a cercare
qualcosa da mangiare.
Quando
Rik tornò al campo disse agli amici: “ Mi
spiace, ragazzi. Questa mattina faremo la colazione
vegetariana.”, e porse loro
frutti, bacche e funghi.
Le
tre ragazze, si avviarono verso Rik e Cody, e
insieme fecero colazione lasciando qualcosa da mangiare anche per Ken,
che, al
momento era ancora svenuto.
“Come
sta ?”, chiese Rik alle ragazze.
“Si
sta riprendendo. Tempo qualche minuto e si
sveglierà…Ma sarà ancora molto
debole.”, gli rispose Lein.
“Sentite…
non lo conosciamo ancora… Fino a poco
tempo fa era un nostro nemico, quindi, sarebbe
meglio…”, disse Rik ai compagni.
“Sarebbe
meglio cosa ?”, gli domandò Terry
preoccupata.
“Sarebbe
meglio sequestrargli la spada e la
gemma.”, le rispose Rik a disagio.
Un
silenzio di tomba invase la pianura, poi, Mariam
esclamò sconvolta ai suoi compagni: “ Ma state
scherzando ?! E’ un nostro amico
! Come potete trattarlo così ? Ci ha aiutato a scappare, si
è battuto contro
suo padre rischiando la vita per proteggerci !”
Nessuno
rispose a Mariam,anche perchè era l’unica
contraria all’idea.
Mariam,
li guardò ad uno ad uno e capì che erano
tutti d’ accordo.
“Hanno
ragione loro.”, disse una voce flebile alle
loro spalle.
“Ken
! “esclamò Mariam voltandosi verso di lui.
Il
ragazzo, che era appena rinvenuto disse :
“Fatemi quello che volete. Me lo merito.”
“No,
Ken. Cosa dici ?”, esclamò Mariam
preoccupata.
Rik
appoggiò una mano sulla spalla destra di
Mariam e le disse con dolcezza: “ Dai, non fare
così. Non gli faremo niente se
si comporterà bene.”
Mariam
non disse nulla, molto contraria all’idea.
Dopodichè,
Rik si fece dare la gemma e la spada da
Ken e gli disse: “Non deluderci.”
“Non
lo farò. Stai tranquillo.”, gli rispose Ken
con uno sguardo determinato, ma non arrogante.
Rik
si voltò verso i compagni, dopodichè, i ragazzi
si misero in marcia.
Mariam
camminava vicino a Ken lungo il tragitto.
Ken e
Mariam aprivano la fila.
Verso
il tardo pomeriggio, quando i bagliori del
sole indicavano il tramonto imminente, i ragazzi erano giunti in un
magnifico e
maestoso bosco, dove si fermarono per la notte.
Rik
andò in cerca di cibo, le ragazze
prepararono il
campo e Cody teneva
d’occhio Ken.
Quando
Rik tornò con del cibo, tutti e cinque i
ragazzi si sedettero intorno al fuoco.
Mariam
notò che Ken era rimasto in disparte,
quindi si alzò e andò da lui.
“Cosa
fai qui ?”, gli domandò la ragazza.
“Ecco…
io…”, farfugliò il ragazzo, non sapendo
cosa inventarsi.
“
Non dirmi che ti senti a disagio a stare con noi
!”, ipotizzò la ragazza sorridendo.
“Un
po’ sì…”, le disse Ken
sinceramente.
Mariam,
prendendolo per i polsi lo fece alzare e
gli disse sorridendo: “Mi dici come fai a farti passare il
disagio se non provi
nemmeno a stare con i miei compagni ?”, e lo
trascinò vicino al fuoco con gli
altri ragazzi.
In un
primo tempo, nessuno rivolse la parola a Ken
tranne Mariam, ma poi…
“Ken,
perché non ci racconti della tua città ? Io
ho sempre sentito parlare di Molins
e mi
piacerebbe vederla un giorno o l’altro.
Com’è ?”, gli chiese gentilmente Lein.
Ken,
felice che qualcuno gli fosse amico iniziò a
parlare della sua città.
Alla
fine della serata, i rapporti tra i ragazzi
erano già più rilassati, tranne che con
Cody…
Il
mattino dopo, il gruppo ripartì…
Ormai,
tutti i ragazzi tranne Cody parlavano e si
comportavano normalmente con Ken.
Cody,
invece diffidava ancora di quel ragazzo.
Quel
giorno i ragazzi percorsero molta strada e,
verso sera si fermarono in una radura erbosa., dove prepararono il campo
Rik
inaspettatamente, disse: “Ken, vieni anche tu
a cercare qualcosa da mangiare, almeno riusciamo a portare
più cose. Cody vieni
anche tu.”
Ken e
Cody seguirono Rik volentieri nell’oscurità
della foresta.
I tre
ragazzi arrivarono in una radura dove c’era
un magnifico cervo che pascolava.
“Accidenti
! Se avessimo un arco !”, imprecò sotto
voce Rik.
“Non
ne abbiamo bisogno.”, gli
disse Ken.
“Che
vuoi dire ?”, gli domandò Rik curioso.
Ken
si sfilò il suo pugnale da uno stivale, poi
prese la mira e lo lanciò dritto contro il cervo.
Il
pugnale centrò il cuore del cervo che morì
pochi minuti dopo.
Cody
e Rik restarono allibiti.
Mentre
i tre ragazzi si avviarono verso il cervo
morto, Rik chiese: “Ken, come hai fatto ?”
“In
che senso ?”, gli domandò il ragazzo stupito.
“Come
diavolo hai fatto a centrare il cuore del
cervo senza un arco ?!”, gli domandò Rik ancora
più incredulo.
“Oh,sarà
stato un colpo di fortuna…”, gli rispose
Ken modestamente.
“Altro
che colpo di fortuna !”, esclamò Cody
sarcastico.
“Insomma
Cody ! Si può sapere perché continui a
trattarlo così ? Non mi sembra che Ken sia più
quello di prima, quindi dovresti
smetterla di essergli ostile.”, gli disse Rik spazientito.
“No,
lascia stare. Non importa. E’ naturale che
non si fidi di me.”, lo giustificò Ken.
“E’
che…”, iniziò Cody.
“Che
?”, lo incalzò Rik.
“Non
riesco a togliermi da davanti agli occhi la
sua faccia che ci guardava mentre ci aveva appena battuti !
Così arrogante,
così sicuro di sé,
così sprezzante ! Io
non ce la faccio…”, concluse Cody.
Ken
disse
in tono mesto: “Cody, mi dispiace per quello che
ho fatto. Sto cercando
di rimediare…”
“Sì,
sì, lo so ! Il fatto è che non ce l’ho
con te
è che non riesco a dimenticare l’umiliazione che
ho subito a causa tua !”, gli
disse Cody adirato.
“Cody,
non lasciarti dominare dall’orgoglio. Ken è
cambiato davvero e poi, se avesse voluto farci del male poteva
benissimo farlo
con il pugnale che ha usato prima, invece non lo ha fatto. Ci ha dato
la sua
gemma e la sua
spada senza fare
storie…Secondo me dovresti dargliela una seconda
possibilità.”,disse Rik.
Cody,
cambiando discorso, disse: “Sbrighiamoci a tornare
al campo, le ragazze avranno fame.”, e si
incamminò verso il campo distanziando
gli altri due.
“Non
preoccuparti. Dagli tempo e vedrai che gli
passerà.”, gli disse Rik incoraggiandolo.
“Speriamo…”,
gli rispose Ken.
Quando
tornarono al campo, Rik raccontò alle
ragazze come Ken fosse riuscito a catturare il cervo, mentre Lein lo
cucinava.
Quella
sera, le cose andarono ancora meglio per
Ken, infatti, anche Cody iniziò a essere un po’
meno ostile verso di lui.
Rik
era seduto vicino a Ken e, dopo aver finito di
mangiare il cervo cucinato da Lein, disse: “E’
incredibile…”,disse Rik.
“Cosa
?”, gli domandò Ken.
“Non
credevo che Lein cucinasse così bene. Mi
sembra quasi impossibile.”
Ken
sorrise.
“Rik,
cos’hai detto ?”, gli domandò Lein
facendo
finta di essere offesa.
Rik,
imbarazzato le rispose: “No, niente. Ho solo
detto che cucini bene !”
Tutti
e sei i ragazzi scoppiarono a ridere e Ken
pensò “Finalmente ho trovato le persone che stavo
cercando da tanto tempo…
degli amici con cui divertirmi e con cui condividere la mia
vita…”
Rik
si alzò e andò a prendere la gemma e la spada
di Ken, poi, tornando a sedersi, gli disse: “Tieni, Ken.
Riprenditi le tue
cose. Penso che siamo tutti d’accordo a ridartele, giusto
?”, e guardò gli
altri ragazzi.
Mariam,
Terry, Lein e perfino Cody annuirono
sorridenti.
Ken
guardò tutti loro e disse: “Grazie. Spero di
non deludervi.”, poi riprese la spada e la gemma.
Così,
quella sera, i ragazzi dormirono
serenamente.
Nella
foresta, quella notte si sentivano solo i
suoni notturni, come lo scorrere di un ruscello o il vento che filtra
tra gli
alberi…
Il
mattino dopo…
“Cosa
?!”, esclamò Rik ad alta voce svegliando
involontariamente tutti i suoi compagni.
“Mi
dispiace. Allora non sapevo cosa stessi
facendo.”, gli rispose Ken francamente.
Mariam,
Terry,Lein e Cody si avvicinarono
a Rik e a Ken, insonnoliti per capire il
motivo di tutto quel baccano.
“Che
succede, Rik ? Perché urli così di prima
mattina ?”, gli domandò Lein.
Rik
si voltò verso i suoi compagni e disse loro
infuriato, indicando Ken: “Hai ucciso i miei genitori ! Vi
tendete conto ?!”
Tutti
restarono allibiti da quella rivelazione,ma
poi, Terry disse: “Però ha avuto il coraggio di
ammettere i suoi errori. E’
stato sincero. Ora sta a te decidere se perdonarlo.”
Mariam,
poi aggiunse: “Già. E poi, come possiamo
affrontare i nostri nemici se non sappiamo neanche perdonarci fra
compagni ?”
“Senza
contare che ha avuto il coraggio di
affrontare tutti noi, sapendo benissimo che non lo avremmo accettato
facilmente
perché lui, in precedenza, ci aveva negato la
libertà. E’ riuscito a uscire
dalle tenebre e a ritornare sulla retta via. Dovremmo ammirarlo per il
suo
grande coraggio !”, aggiunse Lein in tono serio.
Cody
E Rik restarono sbalorditi da quei
discorsi,anche perchè sapevano che le loro amiche avevano
ragione.
“Avete
ragione, ragazze…”, ammise Rik, poi
voltandosi verso Ken, gli disse: “Ken, mi dispiace per come
mi sono comportato.
Sono furioso con te per quanto riguarda i miei genitori,ma ora sei un
mio amico
e voglio darti un’altra possibilità. Sempre che tu
sia d’accordo.”
“Certo
che sono d’accordo.”, gli rispose Ken
sorridendo.
“Perfetto
! Ora che vi siete chiariti, possiamo
ripartire ? Non che voglia mettervi fretta,ma c’è
il rischio che qualche
soldato ci trovi visto che siamo ancora vicini al castello.”,
disse loro Terry.
“Sì,hai
ragione.”, concordò Rik.
“Sarà
meglio muoverci.”, aggiunse Ken.
“Sì,
andiamo !”, esclamò Cody.
Così,
i sei ragazzi si rimisero in marcia…
Ormai
erano passati quattro giorni,ma, siccome il
palazzo del re si trovava vicino a Molins, i sei ragazzi avevano ancora
un
lungo tragitto da percorrere…
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Capitolo 27 *** CAPITOLO 27 ***
CAPITOLO
N°
27 “RIVELAZIONI”
Passò
un altro giorno di viaggio, poi, quella
stessa sera, i sei ragazzi si misero a dormire, stravolti dalle fatiche
del
viaggio.
Il
giorno dopo, i ragazzi ripartirono di buon’ora.
Verso
il primo pomeriggio i ragazzi arrivarono su
una collina sul limitare del bosco che si affacciava sul mare.
Sotto
di loro videro la cittadina di Insir.
Appena
Terry riconobbe quegli edifici familiari
esclamò felice: “Che bello, ragazzi ! Sono a casa
!”, e si precipitò di corsa
verso l’entrata della città.
I
suoi amici la seguirono, ma, quando Terry giunse
al centro della città notò che c’era
qualcosa di strano.
La
città era immobile, silenziosa, grigia
e portava i segni di un attacco recente.
Ken
si avvicinò
e disse : “Terry…”
La
ragazza, sconvolta, si voltò e gli chiese:
“Ken, cos’è successo qui ?”
“Lo
stesso giorno che sei partita qui è arrivato
l’Esercito del Nuovo Ordine e… ha sterminato quasi
tutti gli uomini che gli si
sono opposti.”, le rispose Ken con aria mortificata.
“Come
?”, esclamò la ragazza incredula.
Ken
non seppe cosa risponderle.
Un
silenzio glaciale scese nel gruppo, quando,
all’improvviso…
“Terry
!”, esclamò una voce.
La
ragazza si voltò di colpo e vide suo fratello
Timmy correre sorridente verso di lei.
Terry,
lo abbracciò felice e gli chiese: “Timmy,
come stai ? E’ rimasto qualcuno in questa città
?”
“Sì,
donne e bambini.”, le rispose il fratellino.
Timmy
guardò i vari componenti del gruppo, poi,
quando vide Ken esclamò infuriato indicandolo:
“C’era anche lui quando ci hanno
attaccato ! E’ un nemico !”
“Non
più. Adesso è diventato buono.Ora è un
nostro
amico. Stai tranquillo, Timmy.”,
lo
consolò la sorella.
Ken
distolse lo sguardo, provando una grande
vergogna e rimorso per quello che aveva fatto in passato.
“Però…”,
continuò Timmy rivolto a Ken : “…gli
altri soldati volevano ucciderci tutti. Invece, lui li ha convinti a
prendersela solo con gli uomini adulti e non con le donne e con i bambini.”
Tutti
i ragazzi si voltarono verso Ken, stupiti.
“L’ho
sempre saputo che non eri cattivo,
Ken.”, pensò Mariam
guardandolo felice.
Ken,
accorgendosene, disse loro in tono afflitto:
“Mi dispiace. Non ho scusanti.”
Terry
si voltò verso di lui, poi, sorridendogli
gli disse: “Ken, il tuo è stato un nobile gesto e
poi… ora non sei più quello
di prima. Ora sei uno di noi ! Quindi dimenticati di quel brutto
periodo !”
Il
ragazzo la guardò stupito, poi,a d uno a d un o
fissò tutti i suoi amici e li ringraziò di tutto
cuore per avergli dato una
seconda possibilità ed essersi fidati
di
lui.
Dopodichè,
Timmy disse: “Terry, vieni a casa.
Mamma sarà contenta di vederti !”
La
sorella annuì e disse ai suoi compagni:
“Venite, ragazzi ! Andiamo a casa !”
Tutti
la seguirono per le vie della città.
Nonostante
gli abitanti rimasti avessero rimediato
ai danni recati alla città, molti
edificio portavano ancora i segni del passato attacco avvenuto mesi
prima.
Quando
i ragazzi arrivarono davanti a una
porta di legno massiccio, prima che Terry
bussasse, Ken disse: “ Aspetta, Terry.”
I
cinque ragazzi si voltarono verso Ken, stupiti,
poi, Mariam gli chiese: “Cosa c’è ?
Qualcosa non va ?”
Ken
aspetto qualche minuto prima di risponderle,
poi, rivolto a tutti loro disse: “Non posso farmi vedere da
questa gente, ne
tanto meno farmi ospitare. Insomma…dopo quello che ho fatto,
come potrebbero
accettarmi ? Vi aspetterò ai confini della città.
Così non creerò problemi
a nessuno. Terry è tornata a casa e se sua
madre mi vede con voi, forse ci litigherà..”
Dopo,
un breve silenzio, Terry disse in tono
deciso a Ken : “Senti, tu sei un nostro amico. Se mia madre
non ti accetterà ce
ne andremo. Sei già stato da solo per troppo tempo, non ti
faremo vivere ancora
nella solitudine per paura di quello che potrebbe pensare la gente
!”
“Terry,
sei sicura ? E se dovessi litigare con tua
madre a causa mia ?”, le domandò Ken.
“Te
l’ho già detto, Ken. Se fosse così ce
ne
andremo.”, gli rispose la ragazza, poi bussò alla
porta di casa.
Subito
dopo, la porta si aprì e una donna sulla
cinquantina con i capelli rossicci,dall’aria stanca
apparì sulla soglia.
“Terry
!”, esclamò sua madre dopo averla
riconosciuta.
“Ciao,
Mamma !”, la salutò Terry commossa,
dopodichè, madre e figlia si abbracciarono calorosamente.
Poi,
Terry presentò i suoi amici alla madre.
Appena
la madre vide Ken, con aria diffidente
chiese alla figlia, indicando il ragazzo: “Terry, che ci fa
lui qui ?”
Terry
guardò dritta negli occhi sua madre e, con
tono deciso, le rispose: “Mamma, Ken faceva parte
dell’esercito nemico ma
adesso è cambiato ed è un nostro amico. Noi
abbiamo deciso di dargli una
seconda possibilità e tu ?”
Sua
madre la guardò con aria sospettosa, il suo
sguardo andava dalla figlia a Ken.
Un silenzio
irreale scese tra il gruppo poi, alla fine, la madre di Terry disse a
Ken in
tono serio: “Se mia figlia si fida di te, vuol dire che sei
degno di fiducia,
quindi mi fiderò anch’io. Anche perché
non ho dimenticato quello che hai fatto
per questa città. Se non ci fossi stato tu, neanche le donne
e i bambini
sarebbero stati risparmiati.”, poi, rivolgendosi agli altri
ragazzi, disse
loro: “Forza, entrate.”
Ormai
era sera e, su Insir era calato il buio.
Nella
casa di Terry c’era un’atmosfera calda e
allegra.
I
ragazzi e la madre di Terry parlarono a lungo
quella sera e, tra loro c’era una grande armonia.
I
ragazzi decisero che sarebbero ripartiti
l’indomani.
Terry
raccontò a sua madre tutte le avventure che
aveva vissuto da quando era
andata via da casa.
Sua
madre la guardò con uno sguardo pieno di amore
e le disse ,accarezzandola: “ Sono orgogliosa di te, piccola
mia !”
Tutti
i presenti si intenerirono a vedere quella
scena.
Mariam
si avvicinò a una finestra voltando le
spalle ai suoi amici per non far vedere loro la sofferenza che provava.
Mariam
era molto felice per Terry, però, la scena
appena successa, le aveva fatto tornare in mente sua madre e suo padre.
“Oh,mamma,
papà… quanto mi mancate…”,
pensò Mariam malinconica.
Mariam
sapeva che non avrebbe più rivisto i suoi
genitori e, una lacrima solcò il suo viso delicato.
Ken,
accorgendosene, si avvicinò a Mariam e, abbracciandola
dolcemente, le sussurrò: “Fatti coraggio. Non sei
sola.”
Mariam
, stupita da quelle parole gentile e
confortanti, si girò verso Ken e, abbracciandolo a sua
volta, gli disse
commossa: “Grazie…”
“A
proposito, ragazzi !”, li chiamò la madre di
Terry.
Rik,
Ken e Cody si voltarono verso la donna con
aria stupita.
“Terry
mi ha detto che vi servirebbe un arco. Se
volete posso darvi quello di mio marito. Non ne ho uno per ognuno di
noi, però,
se volete, prendete questo.”, disse loro la madre di Terry
porgendogli un arco
con la feretra e le frecce.
I
ragazzi, un po’ imbarazzati non sapevano se
accettare o no quell’offerta.
“Signora,
ne è davvero sicura ? Era l’arco di suo
marito. E’ pur sempre un ricordo…”, le
chiese Ken.
“Non
preoccupatevi, ragazzi. Sarà anche un
ricordo, ma non serve a niente fargli fare la polvere. E’
più utile se viene
usato, no ? Dai, prendilo !”, gli rispose la donna.
Ken
guardò i compagni, poi prese l’arco e disse
alla donna: “Grazie, signora. LO tratteremo con il massimo
riguardo.”
La
donna gli strizzò un occhio e gli disse
divertita: “Ok, ci conto !”
Il mattino
dopo, i sei ragazzi, dopo aver ringraziato la madre di Terry per
l’ospitalità
dimostrata e per le provviste che aveva messo loro da parte,
partirono…
Verso
sera, il gruppo arrivò in un boschetto molto
fitto e lì fermò
per la notte.
I sei
amici cenarono con le provviste che aveva
dato loro la madre di Terry, poi, chiacchierarono un
po’…
“Quanto
ci manca ancora per arrivare a Lom ? E’ da
giorni che camminiamo !”, esclamò Cody rivolto ai
compagni.
“
E’ vero. Comunque, Lom non è ancora molto
distante. Tempo una decina di giorni e ci siamo.”, gli
rispose Lein.
“Altri
dieci giorni ?!”, esclamò Cody.
“Non
possiamo arrivare a Lom con le gemme ?”, le
domandò Rik.
“No,
siamo ancora troppo lontani. Ci vorrebbe
troppa magia e noi non ne abbiamo così tanta.”,
gli rispose Terry.
“Uffa,
allora ci tocca proprio camminare !”,
esclamò Cody sfinito.
“Già,
ma vedrai che passerà alla svelta…”,
gli
disse Mariam per confortarlo.
Dopodichè,
i sei amici andarono a dormire e si
addormentarono subito,
sfiniti dalle
stanchezze del viaggio.
Il
mattino dopo, mentre le tre ragazze stavano
ancora dormendo, Rik, Ken e Cody andarono
a caccia nel bosco…
Appostati
tra gli alberi fitti, i tre ragazzi
osservarono in silenzio un cervo che brucava tranquillamente in una
radura lì
vicino.
“Quello
mi sembra che vada bene.”, bisbigliò Cody
ai compagni.
Ken
annuì e, dopo aver incordato una freccia,
facendo ilo minor rumore possibile scoccò il dardo che
colpì il maestoso
animale ferendolo a mortalmente.
I tre
ragazzi si avvicinarono al cervo appena
ucciso e, trasportandolo, si diressero verso il campo.
“Anche
se abbiamo quelle provviste che ci ha dato
la madre di Terry, non ci fa male avere un po’ di carne di
cervo da parte, che
ne dite ?”, domandò loro Cody.
Quando
i tre ragazzi tornarono all’accampamento,
si accorsero che le loro tre compagne continuavano a dormire
imperterrite.
Rik
bisbigliò divertito ai suoi amici:
“Guardatele. Noi dobbiamo svegliarci presto e andare a caccia
e loro sono
ancora lì che ronfano !”
I tre
ragazzi guardarono le loro amiche con
tenerezza e sorrisero divertiti.
Dopodichè,
Cody si allontanò per cercare un po’ di
legna per il fuoco, Rik riordinò il campo e nascose le
tracce che lui e i suoi
compagni avevano lasciato.
Ken,
nel frattempo preparò una gustosa colazione a
base di cervo…
Quando
Rik e Cody tornarono al campo sentirono un
gustoso odore di stufato molto invitante.
Ken
porse un cucchiaino ai suoi amici e disse
loro: “Assaggiate.”
Rik e
Cody assaggiarono lo stufato di cervo a
turno, poi, il secondo esclamò: “E’
buonissimo ! Non credevo che fossi così
bravo a cucinare !”
Ken
gli rispose sorridendo: “A dire il vero, non
lo sapevo nemmeno io. Avrò ripreso da mia madre.”
“Ma
è già pronto ?”, gli chiese Rik curioso.
“No,
non ancora. Lo stufato ci mette un po’ a
cuocere bene.”, gli rispose Ken.
Nel
frattempo, Mariam si svegliò e, vedendo i
compagni indaffarati, chiese loro:”Vi serve una mano
?”
Ken
le rispose sorridendo: “No, non preoccuparti.
Torna pure nel mondo dei sogni.”
Mariam,
ancora mezza addormentata, gli rispose:
“Ok, buonanotte !”, e si addormentò
nuovamente.
I tre
ragazzi si guardarono divertiti dalla scena,
poi, Cody disse : “Non ci credo… Si è
riaddormentata davvero !”
Ken e
Rik sorrisero, poi, il primo chiese: “Ken…
Mariam ti piace,vero ?”
Ken,
colto alla sprovvista e imbarazzato da quella
domanda, gli rispose: “Cosa ?! Ma che stai dicendo
?!”
Rik e
Cody si scambiarono un’occhiata divertita,
poi, il primo disse a Ken:”Ken, non c’è
bisogno di nasconderlo… E’
normale…”
“Ma
insomma, la volete finire ?”, gli disse Ken
sempre più imbarazzato.
“Comunque,
non c’è bisogno che ce lo dica tu…Basta
guardarti in faccia adesso: sei rosso come un pomodoro e tra un
po’ ci manca
solo che vai a fuoco !”, esclamò Cody divertito.
Ken,
capendo che fingere non sarebbe più servito,
ormai, disse ai due ragazzi: “E va bene, è vero. E
allora ?”
“Allora
perché non glielo dici ?!”, gli chiese
Rik.
Ken
diventò cupo in volto, poi rispose: “Non sono
il tipo giusto per lei. Dopo tutto quello che ho fatto a voi, ai vostri
villaggi e soprattutto a lei…come potrebbe volermi
?”
Rik e
Cody, dispiaciuti, nel sentire quella
risposta, gli dissero:” Ken, tu non sei più quello
di prima. Ora sei uno di
noi…Sì, tu ti sei comportato male,ma
l’hai anche difesa, no ? E poi è stata lei
a fidarsi di te per prima e ha fatto di tutto per convincerci che non
eri più
quello prima. Ha tenuta nascosta la tua gemma fino a quando te
l’ha data.
Secondo te, l’avrebbe fatto se non tenesse a te ?”
“E
poi, non dimenticare, che Mariam è una persona
che da sempre una seconda possibilità agli
altri…”, aggiunse Cody.
Ken
non disse nulla,ancora troppo indeciso sul da
farsi.
“Comunque
hai ancora molto tempo per decidere cosa
fare. Ci aspetta un viaggio tutti insieme.”, gli disse Cody
incoraggiandolo.
“Già…spero
solo che alla fine di questo viaggio
avrò le idee un po’ più
chiare…”, gli disse Ken.
Quando
la colazione fu pronta, i ragazzi
svegliarono le loro amiche.
Prima
di dirigersi verso Lein, Rik disse a Ken:
“Mariam la svegli tu.”, poi si voltò.
“Già,
magari con un bel bacio si sveglia meglio…”,
gli disse Cody divertito.
“Ma
la vuoi smettere ?!”, esclamò Ken imbarazzato.
Cody
si voltò e andò a svegliare Terry.
Nel
frattempo, Ken si avvicinò lentamente a Mariam
per svegliarla.
Cody
e Rik tornarono indietro e spinsero Ken verso
Mariam.
Ken
perse l’equilibrio e finì addosso alla
ragazza, che, svegliandosi in quel momento, si trovò il viso
del ragazzo pochi
centimetri dal suo.
A
Mariam tornò in mente la prima volta che ciò era
accaduto: quando era stata catturata da Ken con i suoi amici.
Allora
Ken era una maschera di crudeltà e aveva
uno sguardo di ghiaccio, ora, invece, quello stesso volto esprimeva
dolcezza,
sicurezza e serenità e, quegli occhi blu erano rassicuranti
e colmi di bontà.
“Che bel
modo di svegliarsi al mattino !”,
pensò la ragazza sorridendo.
“Buongiorno.”,
gli disse Mariam con un sorriso.
Ken,
molto imbarazzato, si tirò su e disse: “Scusa
Mariam, ma quei due furboni…”, e indicò
Cody e Rik alle sue spalle: “…mi hanno
spinto e io ho perso l’equilibrio…”
Mariam,
sorridendo, gli rispose: “Non
preoccuparti.”
Quando
Ken si alzò in piedi,porse una mano alla
ragazza per aiutarla ad alzarsi.
“Ti
alzi ?”, le chiese Ken sorridendo.
Mariam,
sorrise e, prendendo la mano di Ken si
alzò.
“Bene…
Io vado a svegliare Lein.”, disse loro Rik.
“E
io vado a svegliare Terry.”, disse loro Cody.
Ken e
Mariam, si sorrisero, poi si avviarono verso
il centro del campo, dove li aspettava la colazione.
Poco
dopo, al centro del campo arrivarono anche
gli altri quattro ragazzi e, tutti insieme fecero colazione.
Quando
i ragazzi ebbero finito di mangiare, si
incamminarono alla
volta di Lom.
Nel
gruppo stava succedendo qualcosa: nonostante
le tre ragazze passassero molto tempo insieme, lentamente, iniziarono a
camminare al fianco di uno dei ragazzi…
Mariam
camminava vicino a Ken, Terry vicino a Cody
e Lein vicino a Rik…
|
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Capitolo 28 *** CAPITOLO 28 ***
CAPITOLO
N°
28 “ EVENTI BELLI E BRUTTI”
Dopo
altri due giorni di viaggio, i ragazzi, sul
calar della sera iniziarono intravedere la nebbia magica che avvolgeva
Lom…
Dopo
mezz’ora circa, finalmente, i ragazzi
raggiunsero il limitare del villaggio, dopodichè, con un
tacito accordo
strinsero contemporaneamente le loro gemme e, un secondo dopo, si
trovarono
all’interno del paese.
I
ragazzi erano molto stanchi per l’uso delle
gemme, perché, ogni volta che le usavano, queste sottraevano
loro molte
energie, quindi non erano ancora abituati e nemmeno abbastanza forti
per
controllarle meglio…
All’improvviso,
sulla strada principale apparve
Joel, che,senza una parola, fece cenno ai ragazzi di seguirlo.
Quando
i ragazzi entrarono nella casa di Joel si
sentirono finalmente al sicuro.
“Quanto
ci avete messo a tornare ?”, li aggredì
l’uomo.
Tutti
i tratti cordiali e gentili di un tempo
avevano abbandonato il suo viso, sul quale adesso regnava una colera
furiosa.
“Perché
? E’ successo qualcosa ? Perché sei
così
agitato ?”, gli chiese Rik cauto.
“Agitato
?!”, sbottò l’uomo, poi aggiunse:
“Mi
avevano detto che il nemico vi aveva catturati. E’ normale
che io sia solo un
po’ agitato
! Perché non siete stati attenti come vi
avevo detto ?!”
Nessuno
ebbe il coraggio di rispondere, ma poi,
Ken disse in tono deciso all’uomo: “E’
stata colpa mia. Io li ho catturati.”
“Cosa
?!”, esclamò Ken infuriato guardando Ken.
“Aspetta,
Joel ! Lui ci aveva catturati, però poi
ci ha fatto scappare !”, disse
Mariam in
difesa dell’amico.
“Infatti
! Se non fosse stato per lui, adesso
saremmo ancora prigionieri del re”, intervenne Terry.
“E
poi, Ken ha attaccato suo padre per difenderci
!”, esclamò Lein.
“E’
vero. Prima era cattivo, ma adesso è cambiato
!”, gli disse Rik.
“Sì.
Adesso è nostro amico !”, affermò Cody.
Joel
li guardò ad uno ad uno con un ‘espressione
arrabbiata, poi, improvvisamente… sorrise !
“Lo
so, ragazzi.”, disse loro Joel nel suo solito
tono amichevole.
“Come
? Cosa vuoi dire ?”, gli chiese Lein
incredula.
“Sapevo
benissimo dove si trovasse Ken, ma dovevo
aspettare che il destino facesse il suo corso.”, le rispose
l’uomo cordiale,
ora come un tempo.
Joel
aggiunse: “Non prendetevela, per come ho
reagito prima: era solo una finta. Volevo solo vedere se eravate
davvero
diventati amici al punto da difenderlo tutti.”
“Cosa
?!”, esclamarono Lein, Terry e Mariam
all’unisono.
“Ci
hai fatto spaventare per niente ! Non è giusto
!”, esclamò Terry rivolta a Joel.
Joel
,diventando serio, disse loro: “Nella vita,
avere degli amici, non vuol dire
soltanto parlare o divertirsi con
loro…”, e guardò ad uno ad uno i
ragazzi, poi continuò: “…avere delle
persone su cui contare nei momenti di
bisogno è fondamentale, lo capite ?”
I
ragazzi, annuirono seriamente e Joel continuò
:”Nel vostro caso in particolare, dovete essere
più uniti che mai
per poter sperare di avere qualche possibilità di vittoria.
L’amicizia è un
sentimento molto potente e, se è vero, non conosce confini.
Per questo vi ho
messi alla prova.”, concluse sorridendo.
Tutti
e sei i ragazzi restarono sbalorditi e
ammirati da quel discorso, ma sorrisero felici guardandosi a vicenda perché
sapevano dia vere già trovato
dei veri
amici …
Dopodichè,
Joel offrì ai ragazzi una gustosa cena
, poi iniziò a parlare con loro: “Bene, Ken.
Finalmente hai capito il tuo
errore. Non preoccuparti del passato, l’importante
è che tu sia cambiato, no ?”
Il
ragazzo, gli rispose: “Già. Ma se sono cambiato
lo devo…” ,e guardò tutti i suoi amici,
poi continuò: “… lo devo solo a voi
amici miei e, soprattutto…”, e guardò
una persona in particolare: “…grazie a
te, Mariam.”
Mariam,
un po’ imbarazzata, gli chiese sorridendo:
“Perché ?”
Il
ragazzo la guardò negli occhi e le disse
dolcemente: “Non so come tu abbia fatto ma, già la
prima volta che ti ho vista,
quando non ci eravamo ancora conosciuti, in me è iniziato un
cambiamento…”
Mariam,
sorpresa da quel discorso non seppe cosa
dire e continuò a fissare quel ragazzo, una volta tanto
irraggiungibile e, ora,
invece, finalmente così vicino.
“Mariam
è una persona adorabile. Il suo amore è
contagioso. E’ buona con tutti e cerca sempre di capire le
persone e, anche se
queste sbagliano, lei da loro una seconda possibilità. Non
per nulla ha la
gemma dell’Amore.”, disse Joel rivolto a Ken e a
Mariam.
“Già…”,
concordò Ken guardando Mariam con uno
guardo profondamente sereno.
La
ragazza, gli sorrise felice, perché capì di
aver trovato qualcuno che la amasse davvero,ma non era un amore
familiare…era
qualcosa di diverso…
“Ora
andiamo al Tempio della Verità. Lì prenderete
i vostri medaglioni. Su, sbrighiamoci !”, disse loro Joel.
Così,
i ragazzi, guidati da Joel raggiunsero il
Tempio della Verità.
Il
Tempio della Verità era un edificio costruito
come gli antichi templi greci ed era costituito completamente da marmo
bianco
che sembrava splendere di una luce propria.
Sulla
porta c’erano delle raffinate incisioni che
rappresentavano creature fantastiche: unicorni, strane e minute
creature con le
orecchie a punta…
Il
resto dell’edificio non presentava decorazioni,
infatti era liscio e senza
increspature
di alcun genere.
Joel
disse ai ragazzi:”Bene. Ora stringete le
vostre gemme e, contemporaneamente dite: “ Oì
nolì son Grei !”
I
ragazzi,al principio restarono perplessi da
quella strana indicazione, ma, prima che potessero agire, Joel disse
loro in
tono brusco: “Su ! Non fate storie. Il nostro nemico sta per
arrivare anche qui
! Non perdete tempo !”
I
ragazzi, spronati dal loro maestro strinsero le
gemme e pronunciarono la frase magica.
Immediatamente,
l’enorme porta di marmo del Tempio
si aprì magicamente per lasciarli
passare.
Joel
e i ragazzi entrarono e la porta
dell’edificio si richiuse con uno schiocco secco alle loro
spalle.
L’interno
era illuminato da molte candele e
fiaccole.
Dopo
pochi minuti di cammino, Joel si fermò
davanti ad una porta e lì aspettò i ragazzi.
La
porta davanti alla quale si erano
fermati era anch’essa di un brillante marmo
bianco,senza incisioni o decorazioni.
Su di
essa c’era uno zaffiro trasparente di
diamanti di grandi dimensioni,che era incastonato nella parete
sovrastante.
Quando
i ragazzi lo raggiunsero, Joel disse loro:
“Ora alzate le gemme
verso l’alto e
stringetele con forza.”
I
ragazzi obbedirono e, immediatamente, le
loro pietre iniziarono a brillare, poi,
unendo i fasci di tutte e sei le gemme, ne formano uno solo del colore
dell’arcobaleno che andò a colpire lo zaffiro di
diamanti, di forma circolare,
che era posto sopra la porta della stanza.
Lo
zaffiro brillò dei colori delle pietre e la
porta iniziò a spalancarsi lentamente, come per magia.
Quando
la porta si fu completamente aperta, Joel
disse ai ragazzi: “Dai, ragazzi ! Entriamo !”, e si
precipitò dentro la stanza
seguito a ruota dai ragazzi.
Quando
tutti i ragazzi furono entrati all’interno
della stanza, la porta si richiuse alle loro spalle. Guardandosi intorno, i ragazzi
notarono di trovarsi in
una stanza circolare, completamente rivestita in oro.
All’interno
della stanza c’erano sei altari con
sei diversi simboli.
Gli
altari erano anch’essi di marmo e avevano le
stesse incisioni che i ragazzi avevano visto sulla porta
d’entrata del Tempio.
Ogni
altare aveva alla sommità, una cavità sferica
grande quanto le pietre dei ragazzi e, sotto la cavità
c’era incastonato un
medaglione sul quale era disegnato un mostro.
I
ragazzi stavano ancora osservando quel posto
stupendo, quando Joel li distolse dai loro pensieri dicendogli:
“Bene. Adesso:
Ken vai là. Cody, lì…”, e
mandò ogni ragazzo su un altare ben preciso.
Quando
tutti i ragazzi furono sistemati, Joel
disse: “Mariam, tu rappresenti l’Amore.”,
e le indicò il simbolo inciso
sull’altare dove c’era la ragazza.
“Tu
Cody, il Coraggio. Rik, tu la purezza. Lein,
tu la
Bontà. Terry,
tu l’Amicizia e tu Ken, la
Sincerità.”
Dopo
aver ripreso fiato, Joel aggiunse: “Ora
mettete nelle cavità che ci sono nell’altare di
ognuno di voi.”
I
ragazzi eseguirono l’ordine.
Quasi
subito, le pietre si illuminarono e, da ogni
medaglione si vide, per pochi secondi, l’immagine di un
mostro che però, poi
scomparve.
I
ragazzi restarono sbalorditi da quella visione.
“Quelli
sono i vostri mostri.”, disse Joel ai
ragazzi: “… Ma devono ancora essere liberati.
Furono rinchiusi dai nemici degli
Antichi Cavalieri e solo l’Acqua Trynyta può
liberarli dall’incantesimo di cui
sono vittima.”, spiegò loro l’uomo.
Dopodichè,
i ragazzi e Joel uscirono da quella
stanza incantata.
“Dovete
andare dagli Elfi. Sono loro che hanno
l’Acqua Trynyta che può liberare i vostri
mostri.”, disse loro Joel mentre
ripercorrevano il corridoio che li avrebbe portati all’uscita
del Tempio.
Quando
i ragazzi e Joel uscirono dal Tempio,
davanti a loro si aprì uno spettacolo terribile.
L’intero
villaggio era completamente in fiamme e,
ovunque si sentivano grida disperate.
Joel,
dopo un minuto di esitazione gridò ai
ragazzi: “Presto, dovete andarvene ! Andate a Naklis e
lì cercate un vecchio
cantastorie di nome Lynn. Lui saprà cosa fare. Ora andare e
buona fortuna !”
I
ragazzi guardarono il loro maestro e gli
dissero: “Joel ! Non possiamo abbandonarti proprio adesso !
Vieni con noi !”
Joel
,anche se desideroso di vedere il fulgido
futuro dei suoi protetti capì che era il momento di
mantenere il giuramento
stipulato molti anni prima: doveva sacrificarsi per protegger ei
ragazzi,
quindi, dolcemente, disse loro: “Sono stato molto bene con
voi e vi ringrazio
per i momenti felici che mi avete regalato, ma ora dovete andare. Io
devo fare
il mio dovere e voi il vostro !”
Tutti
e sei i ragazzi restarono stupiti da quel
discorso e guardarono Joel attoniti.
Lein,
gli si avvicinò e gli chiese preoccupata:
“Joel…cosa intendi dire ?”
Joel
al guardò dolcemente e le disse: “Lein…
sei
davvero unica. I tuoi genitori sarebbero orgogliosi di te !”,
poi, rivolgendosi
agli altri ragazzi disse loro, in tono adirato: “Ora
andatevene !”
I
ragazzi, però erano ancora molto riluttanti a
lasciare Joel.
All’improvviso,
dal fumo e dalle fiamme sbucò un
soldato che scoccò una freccia nella direzione di Lein, ma
Joel le si mise
davanti per proteggerla e fu colpito mortalmente.
L’uomo
si accasciò al suolo, privo di forze.
“No
!”, esclamò Lein in lacrime, sedendosi accanto
a Joel.
Rik,
nel frattempo uccise il soldato che aveva
ferito Joel con la spada.
“Perché
l’hai fatto ?”, gli chiese Lein disperata.
“Perché
questo è il mio compito.”, le rispose
semplicemente Joel.
I
ragazzi si strinsero in circolo intorno al loro
maestro morente e Joel
disse loro: “Fina
dall’ultima battaglia dei Cavalieri della Speranza giurai di
proteggere i loro
successori,anche a costo della vita…Restate uniti, ragazzi.
Ora andate e non
perdete tempo o a mia morte sarà stata inutile !”,
dopo quelle parole, Joel
sorrise un’ultima volta ai suoi allievi e si
addormentò per sempre…
Lein
si alzò silenziosamente e, in lontananza
stavano arrivando dei soldati.
“Forza,
prendete le vostre gemme.”, ordinò Ken ai
compagni: “… dobbiamo arrivare al bosco vicino al
villaggio. Lì saremo al
sicuro.”
Tutti
e sei i ragazzi strinsero le loro gemme
meccanicamente.
I
ragazzi erano troppo sconvolti dalla morte del
loro maestro e fecero quel gesto quasi senza accorgersene.
Intanto
, molti soldati si stanavo avvicinando.
Pochi
minuti dopo, i sei ragazzi si trovarono nel
bosco vicino a Lom.
Dall’alto
di una collina, al limitare del bosco, i
sei ragazzi osservarono impotenti il terribile spettacolo del villaggio
che
andava lentamente in fiamme.
Le
luci dell’incendio rischiaravano il cielo
notturno, mentre Lein piangeva e i cuori dei
suoi amici soffrivano con lei…
Alla
fine, il Male aveva raggiunto anche quel
luogo incantato e incontaminato…
Dopo
qualche minuto, Ken disse agli amici:
“Ragazzi, ci conviene muoverci…Quando i soldati
si accorgeranno che non ci siamo inizieranno a cercarci.
E’ meglio
iniziare a distanziarli.”
“Aspetta
! Lilly è ancora al villaggio ! Non posso
andarmene così !”, esclamò Lein
preoccupata.
“Lilly
è al sicuro.”, le disse Mariam.
“Cosa
? Che stai dicendo ?”, le domandò Lein
nervosa.
“Joel
mi ha detto di aver detto a Lilly un posto
dove rifugiarsi e le ha detto di andarci appena prima che arrivassimo a
Lom.
Lilly avrà già raggiunto quel luogo, quindi non
preoccuparti. So che è
difficile, ma devi avere fede e vedrai che rivedrai la tua
sorellina.”, le
rispose Mariam.
Lein
restò interdetta da quelle parole, poi chiese
all’amica: “Quando te l’ha detta Joel
questa cosa ?”
“Mentre
andavamo al Tempio. Volevo dirtelo prima
ma non ce n’è stato il tempo.”, le
rispose Mariam tristemente.
“Ok.
Se Joel te l’ha detto vuol dire che Lilly è
al sicuro… Possiamo andare.”, disse Lein
sorridendo.
Così,
i sei amici, con la notte che incombeva su
di loro si incamminarono cercando di mettere più distanza
che potessero tra
loro e i soldati.
Verso
il mattino presto, i ragazzi, sfiniti si
fermarono e prepararono il campo per dormire un po’.
Le
tre ragazze, sfinite si addormentarono subito.
Nel
frattempo i ragazzi si misero d’accordo per
fare i turni di guardia.
“Sei
sicuro che possiamo fermarci a riposare ?”,
gli chiese Cody sospettoso.
“Sì…Abbiamo
camminato un bel po’…E poi, se non ci
riposiamo, non resisteremo ancora per molto.”, gli rispose
Ken.
“Bene.
Allora faremo dei turni di guardia. Inizio
io, voi nel frattempo dormite.”, disse loro Rik.
“Sei
sicuro di voler iniziare tu ? Se vuoi dormi
un po’, che il turno lo faccio io. Sono il più
grande e ho delle responsabilità
nei vostri confronti.”, gli disse Ken.
“Ma
sentilo ! Responsabilità o no,sei stanco come
noi. Quindi dormi tu per primo.”, gli rispose Cody.
“Ma…”,
disse Ken.
“Ken
è meglio se dormi tu per primo. Tu sei il più
abile con la spada. Adesso che siamo sicuri che non ci raggiungono
dormi. Più
tempo facciamo passare e più è probabile che quei
soldati sia avvicinano, se
così fosse sarebbe meglio che trovassero te nel pieno della
tua forma, no ?”,
gli disse Rik.
“In
effetti, il ragionamento di Rik non fa una
piega…Sì, Ken dormi tu ora.”, gli disse
Cody.
“Siete
sicuri ?”, chiese loro Ken.
“Sì.
Non preoccuparti.”, gli rispose Rik.
Così,
Ken e Cody si misero a dormire.
“Rik,
sei sicuro che non vuoi compagnia ? Posso
restare sveglio con te se vuoi.”, gli disse Cody.
“Non
preoccuparti. Mettiti a dormire.”, gli
rispose Rik.
“Ok.”,
disse Cody e si addormentò anche lui.
Dopo
qualche ora, quando il sole stava ormai
sorgendo all’orizzonte, Cody diede il cambio a Rik.
Dopo
qualche ora ancora, in tarda mattinata, Ken
diede il cambio a Cody.
Nel
frattempo, qualcuno si era svegliato.
“Ciao.
Come va ?”, gli domandò una voce.
Ken,
voltandosi vide Mariam sorridente dietro di
lui.
“Ciao
Mariam. Ha dormito bene ?”, le chiese lui.
“Sì e tu
?”, gli domandò la ragazza.
“Sì,
tranquilla.”, gli rispose il ragazzo.
“Vuoi
qualcosa da mangiare ?”, gli chiese la
ragazza.
“In
effetti non è una cattiva idea, sai ?”, le
disse il ragazzo sorridendo.
“Ok.
Aspetta un momento. Vado a svegliare gli
altri, così mangiamo tutti insieme.”, gli disse la
ragazza.
Dopodichè,
la ragazza svegliò i suoi amici e,
tutti insieme mangiarono le loro provviste.
Dopo
il pranzo, i ragazzi decisero di incamminarsi
nuovamente.
Quel
giorno, i ragazzi percorsero meravigliose
vallate alpine.
Verso
sera inoltrata, i ragazzi si fermarono a riposare e a preparare il
campo per la
notte
|
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Capitolo 29 *** CAPITOLO 29 ***
CAPITOLO
N° 29 “REMA !”
Il
sole era già alto quel mattino, quando i
ragazzi si svegliarono…
I sei
ragazzi, dal
giorno dell’incendio di Lom
avevano percorso miglia
e miglia
attraverso immense
foreste ed erano
ancora sconvolti per l’accaduto.
I sei
amici non riuscivano a togliersi dalla
mente, il volto di Joel morente.
Il
loro maestro, che loro vedevano come una
persona immortale, forte era morto per salvarli…
Purtroppo,
i ragazzi erano ancora di pessimo
umore, ma, grazie alla loro amicizia restarono uniti.
I sei
ragazzi consumarono una colazione veloce e
si rimisero in marcia attraverso il bosco.
Mentre
camminavano, all’improvviso si sentì un
rumore nella boscaglia fitta.
“Guardate
! Un soldato di quell’esercito !”,
bisbigliò Terry ai suoi amici.
I
ragazzi si nascosero in una caverna sperando che
il soldato non si accorgesse di loro.
Dopo
una decina di minuti…
“Li
hai visti ?”, gli chiese un soldato.
“No,
e tu ?”, gli rispose un soldato che stava
sostando proprio davanti all’ingresso della grotta.
“No.
Torniamo al castello, tanto non li troveremo
mai se non ci riposiamo almeno un po’. E’ da questa
notte che siamo svegli. Tra
poco arriveranno degli altri soldati a darci il
cambio…”, disse il primo
soldato rivolto al suo compagno.
I due
soldati si allontanarono e i ragazzi
poterono uscire allo scoperto.
“Come
facciamo adesso ?”, chiese Mariam
preoccupata ai suoi
amici.
“Già.
Ci sono soldati ovunque !”, esclamò Terry
agitata.
“E
tra poco ne arriveranno altri. Lo avete sentito
quando l’ha detto vero ?”, aggiunse Lein.
Dopo
qualche minuto di silenzio, a Ken venne in
mente un’idea e disse ai suoi compagni: “Andiamo in
barca.”
Tutti
lo guardarono stupiti, poi, Cody gli chiese:
“E dove la troviamo una barca ?”
Ken
gli rispose: “Quand’ero ancora con i nostri
nemici, mi ricordo che avevamo un deposito di barche proprio vicino
alla riva
di questo fiume. Perché non andiamo a
vedere ? Magari ce n’è
qualcuna.”
Mentre
camminavano,
all’improvviso si sentì un rumore nella boscaglia
fitta.
“Guardate
! Un soldato di
quell’esercito !”, bisbigliò Terry ai
suoi amici.
I
ragazzi si nascosero in
una caverna sperando che il soldato non si accorgesse di loro.
Dopo
una decina di minuti…
“Li
hai visti ?”, gli
chiese un soldato.
“No,
e tu ?”, gli rispose
un altro soldato che si era fermato proprio davanti alla caverna dove
si erano
nascosti i ragazzi.
“No.
Torniamo al castello,
tanto non li troveremo mai se non ci riposiamo un po’.
E’ da questa notte che
siamo svegli e poi, tra un po’ arriveranno a darci il cambio
altri soldati.”,
disse il primo al suo compagno.
“Sì.
Hai ragione.
Andiamocene.”, concordò il secondo soldato.
I due
soldati si
allontanarono e i ragazzi poterono uscire allo scoperto.
“Come
facciamo adesso
?”,chiese Mariam preoccupata ai suoi amici.
“Già.
Ci sono soldati
ovunque !”, aggiunse Terry agitata.
“E
poi, ne stanno per
arrivare degli altri.”, aggiunse Lein allarmata.
Dopo
qualche minuto di
silenzio, a Ken venne un’idea e disse ai suoi compagni:
“Andiamo in barca.”
Tutti
lo guardarono
stupiti, poi, Cody gli chiese: “E dove la troviamo una barca
?”
Ken
gli rispose:
“Quand’ero ancora nell’esercito nemico,
mi ricordo che avevamo un deposito barche proprio vicino alla sponda di
questo
fiume. Perché non andiamo a vedere ? Magari ce
n’è qualcuna.”
Mentre
camminavano,
all’improvviso si sentì un rumore nella boscaglia
fitta.
“Guardate
! Un soldato di
quell’esercito !”, bisbigliò Terry ai
suoi amici.
I
ragazzi si nascosero in
una caverna sperando che il soldato non si accorgesse di loro.
Dopo
una decina di minuti…
“Li
hai visti ?”, gli
chiese un soldato.
“No,
e tu ?”, gli rispose
un altro soldato che si era fermato proprio davanti alla caverna dove
si erano
nascosti i ragazzi.
“No.
Torniamo al castello,
tanto non li troveremo mai se non ci riposiamo un po’.
E’ da questa notte che siamo
svegli e poi, tra un po’ arriveranno a darci il cambio altri
soldati.”, disse
il primo al suo compagno.
“Sì.
Hai ragione.
Andiamocene.”, concordò il secondo soldato.
I due
soldati si
allontanarono e i ragazzi poterono uscire allo scoperto.
“Come
facciamo adesso
?”,chiese Mariam preoccupata ai suoi amici.
“Già.
Ci sono soldati
ovunque !”, aggiunse Terry agitata.
“E
poi, ne stanno per
arrivare degli altri.”, aggiunse Lein allarmata.
Dopo
qualche minuto di
silenzio, a Ken venne un’idea e disse ai suoi compagni:
“Andiamo in barca.”
Tutti
lo guardarono
stupiti, poi, Cody gli chiese: “E dove la troviamo una barca
?”
Ken
gli rispose:
“Quand’ero ancora nell’esercito nemico,
mi ricordo che avevamo un deposito barche proprio vicino alla sponda di
questo
fiume. Perché non andiamo a vedere ? Magari ce
n’è qualcuna.”
qualcuna."
vedere ? Magari ce n'ricordo che avevamo un
deposito di barche proprio vicino alla riva di questo fiume.
I
ragazzi annuirono e si avviarono verso il punto
indicato da Ken.
Il
gruppo seguì Ken e, in meno di dieci minuti
trovò una decina di barche sulla riva del fiume.
Le
barche erano delle semplici canoe di legno che potevano tranquillamente
ospitare otto persone.
Cody,
Rik e Ken iniziarono a rompere tutte le barche tranne una, in modo che,
anche
se qualche soldato li avesse avvistati, non avrebbe potuto seguirli.
Quando
nove barche furono fuori uso, i sei ragazzi trascinarono
l’unica sana
nell’acqua e salirono a bordo.
Dopodichè,
i sei amici partirono per una nuova avventura lungo il corso del fiume
gorgogliante muniti di remi.
Mentre
la barca avanzava tranquillamente lungo il fiume, i sei passeggeri si
godettero
il panorama che si stagliava intorno a loro: alberi maestosi, cascate
che
sgorgavano da muri di rocce calcaree, oasi segrete, dove, spesso
scorsero
animali selvatici.
“Wow
! E’ bellissimo !”, esclamò Mariam
sorridendo mentre osservava due
cervi adulti e un cerbiatto abbeverarsi
da una sorgente non molto distante dalla riva.
“Già.
Sembra di essere in un sogno.”, aggiunse Lein affascinata.
Ormai
erano già trascorse un paio d’ore da quando i sei
amici erano in barca.
Terry,
all’improvviso vide una
cascata
magnifica che scendeva dal lato di un’impervia montagna.
“Che
bella quella cascata !”, esclamò Terry eccitata.
Poi,
la ragazza, entusiasta si sporse troppo dalla barca, sbilanciandone
l’equilibrio.
La
barca oscillò e, qualcuno, perdendo l’equilibrio
cadde nell’acqua gelida e
vorticante del fiume.
“Mariam
!”, esclamò Lein disperata vedendo
l’amica annaspare in acqua.
“Aiuto
! C’è troppa corrente. Non riesco a nuotare
!”, esclamò Mariam terrorizzata,che
lottava invano contro la forza brutale
del fiume.
Terry,
sentendosi responsabile di ciò che era successo
all’amica, esclamò: “Aiutatela,
vi prego. Io non so nuotare !”
Prima
che qualcuno potesse fare qualcosa, si sentì un altro tuffo,
infatti, Ken, dopo
aver preso il suo pugnale e la sua spada nuotò in direzione
dell’amica, nel
disperato tentativo di aiutarla.
Mariam,
indebolita dalla forza della corrente non riusciva a resistere.
La
forza della corrente spingeva Mariam sott’acqua.
Mentre
Ken nuotava in direzione dell’amica,
all’improvviso, la ragazza scomparve dalla
superficie.
Ken
e gli altri, sconvolti, chiamarono Mariam a gran voce, ma non
ricevettero
risposta.
Ken
si immerse e, dopo poco tempo individuò Mariam: una caviglia
della ragazza si
era impigliata in un gruppo di alghe sul fondo del fiume.
Mariam
era svenuta per la mancanza di ossigeno.
Ken,
anche sapendo che sarebbe dovuto risalire in superficie per respirare,
continuò
a nuotare verso la sua amica.
Quando
raggiunse la ragazza, Ken tagliò le alghe insidiose che la
imprigionavano e, in
tutta fretta, la riportò in superficie.
Ken
vide la barca dove c’erano i suoi amici, ma era molto
lontana, infatti, la
corrente aveva spinto lui e Mariam verso la riva.
Ken
gridò ai suoi compagni: “Ci vediamo a valle
!”, e nuotò fino alla terra ferma
portando Mariam con sè…
Una volta giunto sulla terra
ferma, Ken distese
la sua amica e, notando che non
respirava le applicò subito il bocca a bocca e il massaggio
cardiaco ripetendo
l’operazione tre volte.
Poco
dopo, Mariam si svegliò, ma, troppo stanca per tutte quelle
emozioni la ragazza
ripiombò nell’incoscienza, ma almeno respirava !
Ken,
dopo essersi assicurato che l’amica respirasse normalmente
accese un fuoco, e,
nel frattempo osservò la ragazza, pensando a quante cose
fossero cambiate da
quando l’aveva incontrata.
I
suoi capelli biondi brillavano come oro splendente essendo bagnati.
Il
suo viso e le sue ciglia erano imperlate da minuscole goccioline
d’acqua che
rendevano quella splendida creatura ancora più affascinante.
Erano
passati circa dieci minuti da quando Ken e Mariam erano arrivati alla
riva.
Mentre
Ken preparava la cena, Mariam si svegliò.
La
ragazza si avvicinò a Ken e si sedette al suo fianco.
“Ciao.
Stai meglio ?”, le chiese lui sorridendo.
“Sì,
grazie. Mi hai salvato la vita.”, gli rispose lei, un
po’ imbarazzata.
La
ragazza capì di provare qualcosa di profondo per il suo
amico: era una
sensazione che non aveva mai provato.
I
suoi capelli castani pendevano in ciuffi bagnati ovunque e la sua
espressione
determinata, lo rendevano ancora
più
carino, dandogli un aspetto selvaggio e ribelle.
Mentre
i due ragazzi cenavano, Mariam chiese all’amico di
raccontarle cosa fosse successo
dopo che lei aveva perso conoscenza.
Ken
le raccontò tutto per filo e per segno, sorvolando il
particolare del massaggio
cardiaco.
“Ma
come hai fatto a farmi rinvenire ?”, gli chiese la ragazza.
Ken,
un po’ imbarazzato, le rispose lentamente:
“Ecco… io ti ho fatto il bocca a
bocca…”, e guardò l’amica
arrossendo.
Mariam,
in un primo momento rimase di stucco, ma poi disse dolcemente
all’amico: “Hai
fatto bene. E poi, se non fosse stato per te, adesso non sarei qui.
Comunque…”,
aggiunse la ragazza arrossendo mentre si avvicinava al ragazzo:
“… non sarebbe
male fare un altro
bocca a bocca, no ?”
Ken,
sorridendole, le si avvicinò a sua volta e le chiese:
“Cos’è ? Un modo per
ringraziarmi di averti salvata ?”
“Esatto.”,
gli rispose lei sorridendo.
Ormai,
i loro volti si sfioravano e Ken disse: “Allora, forse,
dovrei salvarti più
spesso !”, e la baciò…
|
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Capitolo 30 *** CAPITOLO 30 ***
CAPITOLO
N° 30 “ AGGUATO IN VISTA”
Dopo
il giorno del salvataggio, Ken e Mariam si
incamminarono, dirigendosi verso il limitare del bosco, in cerca dei
loro
amici.
Ormai
erano già passati tre giorni da quando Ken e
Mariam si erano separati dai loro compagni.
Il
terzo giorno di cammino era quasi giunto al
termine…
Ken e
Mariam, seguendo il corso del fiume si
stavano dirigendo verso la fine della valle, sperando di trovare i loro amici.
Ken e
Mariam stavano camminando in un immenso e
fitto bosco.
“Ken,
secondo te, dove saranno gli altri ?”, gli
chiese la ragazza.
“Non
lo so. Forse sono già arrivati in fondo alla
valle. Erano in canoa. La forza della corrente potrebbe avergli fatto
raggiungere la riva ieri. Chi lo sa ?”, le rispose il ragazzo.
“Va
bè…Sicuramente, se sono arrivati ci staranno
aspettando.”, disse Mariam.
“Già.”,
concordò Ken.
Quella
sera, Ken e Mariam si fermarono in un prato
circondato da pini altissimi e maestosi.
Mariam
iniziò a preparare due giacigli per dormire, mentre Ken
andò a cacciare qualcosa
da mangiare.
Mariam
era sola nel campo, ma, all’improvviso sentì dei
rumori sinistri.
Un
ramo si spezzò perché qualcuno lo aveva pestato.
Mariam,
spaventa, gridò : “C’è
qualcuno ? Fatti vedere !”
Nessuno
rispose…
C’era
il silenzio più assoluto.
Non
si vide nessuno e non si sentì più nulla, quindi
Mariam pensò di essersi
sbagliata.
La
ragazza continuò a preparare il campo.
Mariam,
però aveva commesso un errore fatale: aveva lasciato la sua
gemma nello zaino
da viaggio.
Quando
la ragazza terminò di sistemare il campo andò a
controllare che la sua gemma e
quella di Ken fossero ancora nello zaino, ma, con suo grande
disappunto,
entrambe le pietre erano sparite !
“Oh,
no !”, mormorò la ragazza in preda al panico.
Una
voce, dietro di lei le
chiese: “Hai
perso qualcosa ?”
La
ragazza, si alzò di scatto e vide una ventina di guerrieri
con le orecchie a
punta, in assetto da combattimento proprio davanti a lei.
“Elfi
!”, pensò la ragazza
sbalordita; sapeva di alcune leggende che li
vedevano protagonisti ma non pensava che esistessero davvero.
Gli
elfi circondarono la ragazza.
Poi,
uno di loro, il più anziano, che aveva un’armatura
argentata.
L’elfo
aveva un nobile e fiero aspetto e aveva lunghi capelli neri che gli
arrivavano
fino alle spalle possenti si fece avanti e le
chiese: “Ciao, spero di non averti
spaventa…”, poi le mostrò la gemma
dorata e quella blu.
Mariam,
preoccupata, gli chiese: “ Perché me
l’hai rubata ?”
“Non
sono affari tuoi.”, le rispose l’elfo in tono duro.
Nel
frattempo, gli altri elfi, armati di spade e di archi riavvicinarono
sempre di
più alla ragazza.
Mariam,
ancora più spaventa chiese all’elfo più
anziano: “Cosa volete ?”
“Te
e il tuo amico.”, le rispose semplicemente l’elfo.
Mariam,
ancora più terrorizzata, gli chiese:
“Perché ? Non abbiamo fatto niente di male
!”
L’elfo
le rispose: “Perché siete gli Eletti ! I vostri
compagni sono già arrivati
al nostro villaggio
e naturalmente sono
nostri ospiti.”
Mariam
non sapeva che fare, era davvero terrorizzata e non poteva neanche
avvisare Ken
perché, nessuno dei due aveva con se la propria gemma.
Un
elfo, le mise la spada alla gola e le disse: “Adesso stai
tranquilla e non ti
succederà niente. Hai capito ?”
Mariam
annuì, impotente.
“Bene.
Nascondiamoci nel bosco e aspettiamo che arrivi il ragazzo.”,
ordinò l’elfo più
anziano.
Tutti
eseguirono il comando e anche Mariam venne trascinata nel folto del
bosco…
Dopo
una decina di minuti, Ken arrivò al campo e non
trovò la sua amica.
Mariam
voleva avvertire Ken del pericolo ma…
“Sta
zitta !”, le intimò bisbigliando l’elfo
che la minacciava con la spada.
Prima
che Ken potesse fare qualcosa, due
elfi
lo colpirono alle spalle e lui cadde a terra.
Mentre
un elfo lo teneva fermo, un altro gli prese la spada e il pugnale.
Gli
elfi vennero allo scoperto e Mariam gridò : “
Basta ! Lasciatelo stare !”
“Sta
zitta !”, le ordinò l’elfo che la
minacciava.
Ken,
disteso a terra, vide Mariam.
Ken
cercò di rialzarsi, ma, uno dei due elfi che lo aveva
colpito, gli mise un
piede sul capo e gli disse in tono autoritario: “Stai
giù !”
Ken,
non potè far altro che ubbidire, così, costretto
a terra, non potè fare nulla
per aiutare Mariam.
L’elfo
che lo costringeva
a terra, tolse il
piede dal capo di Ken, e gli disse: “Ora fai quello che ti
diciamo o la tua
amica morirà. Hai capito ?”
Ken
annuì.
L’elfo
gli permise di rialzarsi, poi, quello più anziano, gli
ordinò: “Ora vai dalla
tua amica e non tentate di scappare. Non so se ne siate a conoscenza,
ma gli
elfi corrono molto più veloce degli esseri umani.”
Ken
annuì e andò da Mariam, che, finalmente, non era
più sotto la minaccia della
spada.
I
due ragazzi si avvicinarono.
“Stai
bene ?”, le chiese Ken.
“Sì
e tu ?”, gli rispose lei.
“Sì,
non preoccuparti.”, le rispose Ken.
Dopo
che li ebbero circondati ed
ebbero
recuperato lo zaino dei ragazzi, gli elfi si misero in cammino
intimando a
Mariam e a Ken di seguirli.
I
ragazzi si cambiarono occhiate incerte, ma, le spade dei soldati
elfici, li
convinsero a
obbedire.
Il
lungo corteo iniziò il suo cammino nella notte tetra e buia.
Dopo
quasi due ore di cammino, tra le alte montagne iniziò a
intravedersi un grande
villaggio completamente illuminato e dall’aspetto
magico…
I
due ragazzi si guardarono con aria stupita, poi, la ragazza chiese
all’amico:
“Ken, secondo te che villaggio è ? Non ne ho mai
sentito parlare.”
“Non
lo so. Nemmeno io sapevo che esistesse.”, le rispose Ken.
Uno
degli elfi, sentendo la loro conversazione, spiegò ai
ragazzi: “ Si chiama
Osììn ed è il villaggio elfico
più esteso. Lì vive anche il nostro re.”
“Perché
il più esteso ? Vuol dire che ci sono altri villaggi elfici
? Io non ne ho mai
sentito parlare.”, gli domandò Ken.
“I
nostri villaggi, da quando governa Re Fenix sono inaccessibili a
chiunque. Solo
chi conosce la strada può
arrivarvi. Li
abbiamo tenuti nascosti perché siamo in tempi di guerra e
per non farli
scoprire al Re. Moltissime creature magiche trovano rifugio nei nostri
villaggi, ma, ovviamente, solo se ci conoscono già possono
entrarvi.”
“Incredibile.”,
disse Mariam stupita.
Finalmente
il corteo iniziò la discesa per giungere al villaggio.
Quando
il corteo arrivò all’ingresso del villaggio, i due
ragazzi si resero conto di
quanto fosse realmente immenso rispetto a quello che avevano visto
dalla cima
delle montagne.
Man
mano che il corteo procedeva per il villaggio, i due ragazzi,
nonostante
fosse notte fonda,
videro moltissimi
elfi e anche altre creature magiche ( folletti, troll, unicorni,
gnomi…) e
chissà come intuirono che sarebbe passato molto tempo prima
di lasciare quel
posto.
Giunti
al centro del villaggio, l’elfo più anziano si
fermò davanti a una casa di
legno.
I
soldati si fecero da parte lasciando i due ragazzi al centro.
“Passerete
la notte qui. Ci sono già i vostri amici dentro, quindi
andate a dormire e non
tentate di scappare. Tutto il villaggio sa che siete qui e se doveste
scappare,
tutti gli abitanti hanno l’ordine di dare
l’allarme. Forza, entrate !”
“Aspetta.”,
gli disse Ken.
L’elfo
anziano, colto alla sprovvista dalla risposta del ragazzo, gli chiese :
“Che
c’è,ragazzo ?”
“Non
ci ridate le gemme e le spade ?”, gli domandò Ken.
L’elfo
sorrise e gli rispose: “No. Per il momento le teniamo noi.
Anche i vostri amici
sono disarmati. Almeno così saremo sicuri che farete i
bravi.”
Nel
frattempo, un soldato aprì la porta e Ken e Mariam entrarono
nella casa.
Appena
furono entrati, Mariam e Ken sentirono che la porta veniva chiusa a
chiave alle
loro spalle.
La
casa, all’interno era semplice, spaziosa e pulita.
La
casa era a due piani.
C’era
una cucina, due bagni, un salotto e addirittura una veranda al secondo piano che
permetteva di vedere il
panorama sottostante.
C’era
anche una grande stanza con sei letti per dormire.
“Mariam,
Ken !”, esclamò
Terry comparendo
improvvisamente da una stanza della casa.
“Ciao
! Dove sono gli altri ?”, le chiese Mariam.
“Stanno
dormendo.”, le rispose Terry.
“Quando
vi hanno catturati ? Sapete cosa vogliono da noi ?”, le
chiese Ken.
“No.
Ci hanno solo detto di non scappare.”, gli rispose Terry
cupamente.
“State
tutti bene, comunque ?”, le domandò Mariam
preoccupata.
“Sì,
tranquilla.”, le rispose l’amica.
“Per
fortuna. C’è qualcosa da mangiare ? Io e Ken non
mangiamo da oggi a pranzo…”,
le chiese Mariam.
“Certo.
Venite.”, le rispose Terry e guidò
l’amica e Ken in cucina, dove trovarono
molte cose da mangiare.
“Certo
che non sembra che ci trattino male, con tutta questa roba da
mangiare…”,
osservò Ken.
“Infatti,
non ci hanno fatto nulla. Ci hanno solo costretto a dargli le armi e le
gemme,
ma per il resto, ci hanno trattati bene.”, gli rispose Terry.
I
due ragazzi cenarono affamati.
Dopodichè,
i ragazzi andarono a dormire,
raggiungendo i loro amici nel dormitorio e,
finalmente poterono abbandonarsi ad un sonno tranquillo e
ristoratore.
Finalmente,
quella notte, i ragazzi non dovettero fare i turni di guardia per controllare
l’arrivo di eventuali nemici e si
poterono dedicare al riposo totale.
Il
mattino dopo, le tre ragazze si svegliarono di buon’ora
mentre, i loro amici
dormivano ancora.
Le
tre ragazze andarono in cucina a preparare la colazione e lì
chiaccherarono un
po’.
“Ma
come hanno fatto a prendervi ? Non eravate in barca ?”,
chiese Mariam alle sue
amiche.
“Hai
presente quando Ken ti ha portata a riva ?”, le chiese Lein.
“Sì,
me l’ha raccontato.”, le rispose Mariam.
“Dopo
circa dieci minuti abbiamo visto dei movimenti nel bosco, poi, gli elfi
sono
usciti allo scoperto e, uno di loro ha detto qualcosa in una lingua
strana…Non
abbiamo capito bene, perché eravamo troppo lontani dalla
riva, ma sono quasi
certa che si trattasse della lingua magica.”, le disse Lein.
“Poi,
quasi subito, la barca si è sollevata dall’acqua
ed è atterrata proprio dove
c’erano gli elfi.”, proseguì Terry.
“Una
volta arrivati sulla terra ferma, ci hanno circondati e ci hanno
costretti a
consegnarli le armi e le gemme.”, concluse Lein.
“Incredibile…
Quindi gli elfi sono bravi anche con la magia oltre che con le
spade.”, osservò
Mariam pensierosa.
“Già…
Comunque sarei proprio curiosa di sapere cosa vogliono da
noi…”, disse Terry
alle amiche.
Poco
dopo si svegliarono anche i tre ragazzi e, insieme alle loro amiche
fecero
colazione.
Dopo
aver fatto colazione, i tre ragazzi si misero a discutere della strana situazione in cui
erano capitati.
Improvvisamente,
qualcuno aprì la porta della casa.
I
tre ragazzi si avviarono verso la porta, dove trovarono un elfo
grassottello e
tarchiato che porse loro dei vestiti dicendogli : “Ragazzi,
Re Ayrm vuole
vedervi. Mettetevi questi vestiti: sono più
adatti.”, dopodichè, chiuse la
porta, aspettandoli fuori.
I
vestiti che l’elfo aveva
portato loro
erano davvero molto belli.
Ogni
vestito era di un colore diverso; le ragazze avevano dei lunghi
vestiti, mentre
i ragazzi avevano un completo con pantaloni
e stivali.
“Wow
! Che bello ! Non ho mai avuto un vestito così !”,
esclamò Lein guardando il
suo vestito viola.
“Nemmeno
io. Ho sempre portato pantaloni.”, aggiunse Mariam ammirando
il suo vestito,
che era di un azzurro vivace.
“Anch’io
ho sempre portato i pantaloni.”, disse Terry guardando il suo
vestito verde
smeraldo.
I
ragazzi sorrisero guardando divertiti le loro compagne…
Dopo
essersi cambiati, i sei ragazzi uscirono dalla casa e, proprio davanti a loro videro una gran
folla che li acclamava
gioiosa.
“Venite
!”, ordinò l’elfo
che aveva portato i
vestiti.
I
ragazzi vennero circondati da una decina di
soldati che, attraverso il villaggio, li
guidarono verso il palazzo del Re.
“Chissà
cos’hanno in mente ?”, si chiese Terry pensierosa.
“Già.
Ma perchè la folla ci acclama così ?”,
le chiese Mariam osservando le creature
che, al loro
passaggio esultavano di
gioia.
“non
lo so. Comunque dobbiamo stare attenti.”, disse
Ken in tono serio.
“
Perché ?”, gli chiese Rik.
“Ho
sentito dire che anche l’elfo più debole
è abilissimo con la spada, inoltre
sanno usare molte magie potenti.”, concluse Ken.
“Ok.
Teniamo gli occhi aperti.”, disse Cody in tono serio.
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Capitolo 31 *** CAPITOLO 31 ***
CAPITOLO
N°
31 “RE
AYRM”
Il
villaggio era composto da case semplici, piccole di legno che erano
tutte
addossate le une alle altre.
Nel
villaggio c’erano stradine sterrate e una grande piazza, nel
cui centro c’era
una statua di marmo che raffigurava il re degli elfi.
Poco
distante dal villaggio, su una collina sorgeva il castello reale.
Era
una costruzione di pietra grande e imponente.
Finalmente,
i ragazzi e i soldati si fermarono davanti all’immenso e
sontuoso portone del
castello.
Uno
dei soldati disse ai ragazzi: “Ora conoscerete il Re. Vi
consiglio di
comportarvi bene con lui.”
“E’
un minaccia ?”, chiese Rik spazientito rivolto al soldato.
“No.
E’ solo un avvertimento.”, gli rispose il soldato
divertito.
Dopodichè,
il soldato che aveva guidato il corteo, si rivolse verso gli arcieri di
vedetta
sulle torri del castello e gridò loro : “Lai nei
sì no vì Elyss !”
Mariam
sussurrò ai compagni: “E’ la stessa
lingua che ha usato Joel per aprire il
Tempio della Verità !”
I
compagni annuirono.
All’improvviso,
le enormi porte di granito si spalancarono permettendo loro il
passaggio.
Quando
il corteo entrò nella fortezza, le porte di essa, si
richiusero con un lieve
tonfo.
Dopodichè,
tutti i soldati, tranne quello che guidava il torneo, si allontanarono.
Il
soldato guidò i ragazzi attraverso un lungo corridoio
illuminato dalla fievole
luce di candelabri a tre braccia.
Dopo
pochi minuti, il soldato che li guidava si fermò davanti a
una porta immensa.
La
porta era costituita interamente da marmo nero.
Il
corridoio era molto bene illuminato da candele che sembravano non
finire mai.
Lungo
i corridoi c’erano molti quadri che ritraevano elfi,
probabilmente i diversi
componenti della famiglia reale o eroi particolarmente meritevoli.
Dopodichè,
il soldato schioccò le dita e disse ai ragazzi:
“Prego, Eletti, entrate. Il re
vi sta aspettando.”, e si fece da parte per lasciarli passare.
La
porta si aprì magicamente
e i ragazzi
entrarono.
La
porta si richiuse alle spalle dei ragazzi senza fare il minimo rumore.
La
stanza era immensa ed era illuminata da
un’infinità di candele che sembravano
non spegnersi mai.
La
sala era molto lucente, con le pareti chiare, di marmo bianco.
La
sala non era molto decorata.
La
stanza era davvero spaziosa.
Vicino
al trono c’era il
ritratto di un’elfa
dall’incredibile bellezza, con lunghi capelli biondi e gli occhi
azzurri.
Quando
i ragazzi arrivarono di fronte al trono videro un elfo, i lunghi
capelli neri,
gli occhi argentei e i lineamenti fieri e deleganti che li stava
osservando
attentamente.
I
ragazzi non sapevano cosa dire perché erano molto
imbarazzati,anche se erano
molto curiosi di sapere il motivo per il quale erano stati portati
lì.
“Ciao,
ragazzi. Noi elfi vi stavamo aspettando. Sono felice di vedervi sani e
salvi.”,
disse loro l’elfo
con voce sicura.
Cody,
in un impeto di rabbia esclamò : “Sani e salvi ?
Allora perché ci avete
costretti a seguirvi invece
di parlarci
civilmente ? Non sappiamo neanche cosa vogliate veramente da noi
!”
Il
re, con aria colpevole rispose: “Hai ragione, Cody e mi
dispiace per come vi
abbiamo convinti a seguirci, ma siamo in guerra e noi dovevamo essere
sicuri
che voi foste davvero
gli Eletti.”
“Gli
Eletti ? Non capisco.”, chiese Ken confuso.
“Vedi,
Ken…Io vi conosco fin da quando siete nati. Fui sempre io a
battezzarvi con
l’acqua Trynyta e, ma n mano che siete cresciuti, di tanto in
tanto venivo a
controllarvi. A causa della guerra però, non sono
più potuto venire a vedervi,
così vi ho un po’ perso di vista e quindi, non ero
sicuro che foste voi i
ragazzi di cui si stava così tanto parlando…Voi
siete i Cavalieri della
Speranza ed è per questo che siete così
importanti e tutti vi acclamano.”,
spiegò loro il re.
Tutti
i ragazzi restarono sbalorditi da quella rivelazione.
Ken,
in cuor suo pensò “Come posso essere un Cavaliere della
Speranza dopo tutte le vite
che ho spezzato ! “
“Non
devi più pensare al passato, Ken. Non tormentarti per cose
successe e finite e
a cui non puoi porre nessun
rimedio.”,
gli disse il re leggendo il pensiero del ragazzo.
Ken,
molto imbarazzato chiese al re: “Sa leggere nel pensiero
?”
Il
re annuì, poi aggiunse rivolto a Ken: “Ora pensa a
fare il tuo dovere. Hai
sbagliato, però hai ammesso il tuo errore e sei riuscito a
respingere le
tenebre che attanagliavano il tuo cuore e ti assicuro che questo non
è da
tutti. Sei grande per questo ! Non devi vergognarti di nulla.”
Il
re sorrise, poi, rivolgendosi ai ragazzi disse loro:
“Sicuramente vorrete
sapere perché siete stati portati qui. Sappiate che anche
gli antichi Cavalieri
della Speranza si sono allenati qui, da noi elfi. Sarete allenati e
istruiti
dal mio popolo.”
I
ragazzi, increduli esclamarono all’unisono: “Cosa
?!”
Il
re rise divertito, poi disse ai ragazzi: “Non preoccupatevi.
L’allenamento
inizierà domani, quindi oggi potete fare quello che volete.
Ora andate e buona
permanenza nel nostro villaggio !”
I
ragazzi si avviarono verso l’uscita, ma poi, il re
chiamò i tre ragazzi: “Ken,
Rik, Cody riprendete le vostre armi.”, e porse loro le spade.
Cody
e Rik ripresero le loro spade, poi, quando
anche Ken si avvicinò, il re gli
domandò: “Ken, come mai usi anche il
pugnale ?”, gli domandò il re guardando il pugnale
del ragazzo.
Ken,
diventando triste in volto, gli rispose: “Me l’ha
regalato mia madre…E’ l’unico
ricordo che ho di lei..”
Il
re, contrito, gli disse: “Capisco…Ho sentito
cos’è successo a tua madre. Mi
spiace davvero. Io la conoscevo. Era una brava persona.”
Ken
sorrise.
Il
re consegnò il pugnale a Ken e gli disse: “Tienilo
con il massimo riguardo.”
“Certo
!”, disse il ragazzo prima di avviarsi dai suoi compagni che
lo stavano
aspettando vicino alla porta della sala.
Dopodichè,
i ragazzi furono scortati da una decina di soldati fuori dal castello.
I
soldati accompagnarono i ragazzi al centro del
villaggio e dissero loro: “Ci vediamo domani mattina. Buon
proseguimento !”, e
se ne andarono.
I
ragazzi salutarono i soldati e iniziarono la
visita del villaggio.
Il
villaggio elfico, agli occhi dei ragazzi pareva
come un altro mondo, talmente era incantato e magico.
Nel
villaggio, ogni cosa (dalle porte alle luci)
era stata creata e funzionava interamente grazie alla magia.
I
ragazzi notarono che, anca caratterialmente, gli
elfi erano differenti dagli umani, infatti, erano un popolo gioioso, ma
anche
molto severo nell’educazione dei giovani e nel rispetto delle
regole.
Ma,
soprattutto, gli elfi erano degli strabilianti
artigiani; per quanto riguardava le spade, nessuno poteva battere
quelle
magiche degli elfi.
Mentre
camminavano per il villaggio, i ragazzi,
molto spesso vennero fermati da elfi sorridenti e cordiali che volevano
scambiare qualche parola con loro.
Alla
fine della giornata, quando i ragazzi
tornarono nella casa a loro destinata erano davvero stravolti da quella
moltitudine di esperienze vissute in così poco tempo.
“Wow
! Non pensavo che gli elfi fossero così
simpatici !”, esclamò Mariam.
“Già,
sono davvero molto cordiali.”, confermò
Lein.
Così,
tra una chiacchera e l’altra, i ragazzi si
cucinarono la cena.
Dopo
cena, i ragazzi parlarono ancora un po’…
“Sapete,
da una parte sono curiosa di vedere cosa
ci insegneranno in questo villaggio.”, disse Terry ai suoi
compagni.
“Sarà
un’esperienza interessante
interessante…”, aggiunse Lein.
Poi,
sfiniti, andarono a dormire…
FINE
CAPITOLO
CIAO
A TUTTI BY NANCYIRY ! SPERO CHE LA STORIA FINO A QUI’ VI SIA
PIACIUTA.
AGGOIRNERO’ AL PIU’ PRESTO. VOI NEL FRATTEMPO, SE
VI VA RECENSITE !!! CIAO BY
NANCYIRY
|
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Capitolo 32 *** CAPITOLO 32 ***
CAPITOLO
N°
32 “ INIZIANO LE LEZIONI”
Il
mattino dopo, i ragazzi furono condotti al
campo delle armi , mentre le ragazze andarono
al castello di Re Ayrm.
Il campo
delle armi non era
altro che una radura
erbosa circondata dagli alberi.
Nel
campo c’erano anche numerosi cavalletti che
sostenevano i bersagli per chi si allenava con il tiro con
l’arco.
Quando
i ragazzi arrivarono al campo, si accorsero
di non essere soli.
Infatti,
al campo c’erano già molti elfi, troll e
addirittura unicorni che si stavano allenando nelle più
svariate tecniche.
Dopo
poco tempo che i ragazzi erano arrivati al
campo, un elfo grassottello andò verso di loro portando con
sé delle spade di
legno.
L’elfo
grassottello disse loro: “Per il momento
allenatevi con queste spade. Tra poco arriverà il vostro
maestro.”, e porse
loro le tre spade di legno.
I
ragazzi, sbalorditi da quella richiesta, presero
le spade di malavoglia e, quando l’elfo si
allontanò si lamentarono.
Qualcuno,
nascosto fra gli alberi stava osservando
i ragazzi.
“Ma
perché ci fanno allenare con queste spade ?
Non siamo mica dei dilettanti !”, esclamò Cody
stizzito rivolto ai suoi amici.
Prima
che Ken
o Rik potessero dire qualcosa…
“E’
meglio così, credimi.”, disse un giovane elfo
uscendo dal folto degli alberi rivolto a Cody.
“Che
vuoi dire ?! Mi prendi in giro ?! Noi abbiamo
già usato le spade vere.”, gli domandò
Cody furioso.
Il
giovane elfo, che fino a quel momento li aveva
osservati, si fece avanti.
L’elfo
era molto sicuro di sé.
I tre
ragazzi, guardandolo, non poterono fare a
meno di ripensare al ritratto che avevano visto nella sala del trono
del Re
elfico.
Il
giovane elfo, infatti, assomigliava moltissimo
al ritratto: aveva gli occhi azzurri e i
lunghi capelli biondi raccolti in una coda.
Suppergiù,
quell’elfo doveva avere vent’anni.
“Comunque,
per il momento è meglio che vi
alleniate con le spade di
legno. Per voi
quelle spade vanno fin troppo bene !”, disse l’elfo
rivolto ai tre ragazzi.
“Cosa
vorresti insinuare ?”, gli domandò Cody
ancora più infuriato.
“Siete
ancora troppo inesperti per maneggiare
delle spade vere: è già un miracolo che non vi
siate feriti durante le
precedenti battaglie !”, gli rispose l’elfo con
un’ aria sicura.
“Ehi,
vacci piano ! Chi ti credi di essere ?!”,
esclamò Rik furente.
L’elfo
ignorò le loro proteste.
L’elfo
si avvicinò ai tre ragazzi e disse loro:
“Sarò il vostro maestro. Chi vuole battersi per
primo ?”
Cody
e Rik guardarono in modo ostile l’elfo perché
non sopportavano la sua arrogante sicurezza.
Ken,
osservando il nuovo venuto pensò “Sarà
anche un po’ presuntuoso, ma credo
che sia davvero forte…Riesce a nascondere la sua vera
abilità e già questo
è preoccupante…”
L’elfo,
leggendo il pensiero di Ken, gli domandò
sorridendo: “Perché non combatti con me ? Almeno
lo scopri subito e ti togli
ogni dubbio.”
Ken,
preso alla sprovvista, gli chiese
infastidito: “Ma è possibile che dovete sempre
leggere il pensiero degli altri
?!”
“Scusa,
hai ragione. Ma noi
elfi non possiamo farci niente: è più
forte di noi…E poi è così che ci siamo
salvati molte volte, leggendo il
pensiero dei nostri avversari.”
“D’accordo.
Accetto la sfida.”, gli disse Ken
curioso di sapere la vera abilità dell’elfo.
“Perfetto.
Comunque io mi chiamo Gendar e se non
sbaglio, tu dovresti essere Ken, giusto ?”, gli disse
l’elfo.
“Come
fai a sapere il mio nome ?”, gli domandò
Ken.
“Visto
che sono il vostro maestro, il Re mi ha
parlato di voi, quindi, diciamo che vi conosco, anche se non molto
bene.”, gli
rispose l’elfo.
“Stai
attento. Può essere pericoloso.”, lo
ammonì
Cody.
“Sei
sicuro, Ken ?”, gli domandò Rik.
“E’
vero ma siamo qui per allenarci, no ? E
poi…così scopriremo la sua vera
abilità. Chi può allenarci meglio di un elfo
?”, disse loro Ken.
L’elfo,
sentendo la risposta di Ken sorrise e
disse: “Bravo, Ken. Il tuo ragionamento non fa una piega.
Allora, sei pronto ?”
“Sì,
cominciamo !”, gli rispose Ken mettendosi in
posizione.
“Bene,
ma useremo delle spade vere, quindi ti
consiglio di stare molto attento !”, gli disse
l’elfo e gli porse una spada
vera.
Il
duello iniziò.
Nonostante
Ken fosse molto più bravo dei suoi
compagni con la spada, qualunque mossa facesse non riusciva a colpire
l’elfo,
talmente era veloce nei movimenti.
L’elfo,
dal canto suo era rilassato e sembrava che
si divertisse un mondo a duellare con il ragazzo.
“Bravo,
Ken. Era da molto che non mi divertivo
così a duellare con qualcuno.”, gli disse
l’elfo.
“Davvero
? Invece io era da molto che non ero così
in difficoltà a duellare con qualcuno. Solo mio padre e il
comandante generale
dell’esercito nemico riuscivano a
mettermi ai
ferri stretti.”, gli
rispose Ken.
“Ce
la fai a d andare avanti o ci fermiamo ?”, gli
domandò l’elfo.
“Ce
la faccio. Non preoccuparti.”, gli rispose
Ken.
Così,
i due continuarono a duellare…
Dopo
un po’ che si stavano affrontando, Ken iniziò
a mostrare i primi sintomi di debolezza.
“Accidenti.
Lui sì che è forte, e che pensavo fosse Grover il
più abile con la spada !”,
pensò Ken mentre si batteva con l’elfo.
Ad un
tratto, Ken si ritrasse ed essendo al limite
delle forze abbassò la guardia per un attimo.
L’elfo
ne approfittò subito e, con un movimento
fulmineo fece volare via la spada del ragazzo e gli puntò la
propria alla gola.
Ken,
in ginocchio, sudato e ansimante, si trovò la
spada dell’elfo alla gola e, per un attimo ebbe paura.
L’elfo
sorrise, poi, rinfoderando la spada disse
al ragazzo: “Tranquillo. E’ solo un
allenamento.”, e lo aiutò a rialzarsi.
Dopodichè,
l’elfo disse a Cody e a Rik: “Forza !
Ora tocca a voi farmi vedere cosa
sapete
fare ! E fate onore al vostro amico che si è battuto davvero
alla grande !”
Così,
gli allenamenti dei ragazzi erano davvero
iniziati…
Durante
il pranzo, Gendar e i ragazzi parlarono un
po’.
“Non
ci siamo, ragazzi. Siete ancora troppo lenti
e vi stancate facilmente. Vi preparerò un programma di
allenamento che vi
irrobustisca il fisico. Innanzi tutto, da domani mattina, tutte le
mattine,alle
sei, ci troveremo al limitare del villaggio e faremo un po’
di corsa, questo
servirà a darvi maggiore resistenza e a irrobustire i
muscoli delle gambe. Per
il momento potete andare. Ci vediamo domani mattina al limitare del
bosco e
siate precisi con l’orario.”, disse loro Gendar.
“Alle
sei ? Stai scherzando, vero ?!”, gli chiese
Cody sbalordito.
“Non
scherzo affatto, Cody.”, gli rispose l’elfo
sorridendo divertito.
“E
va bene…ci saremo.”, gli disse Rik.
“Me
lo auguro.”, gli rispose l’elfo.
“Gendar,
ma tu chi sei in realtà ? So che gli elfi
sono bravi di natura con le armi, ma tu sei… ancora
più forte.”, disse Ken
all’elfo.
L’elfo
lo guardò sorridendo, poi disse: “E’
vero.
La mia gente se la cava con la spada ma anche tra gli elfi ci sono dei
maestri
di scherma e i fortunati che vengono istruiti da questi maestri
diventano quasi
imbattibili.”
“Allora
tu hai avuto qualcuno di questi maestri,
giusto ?”, gli chiese Cody interessato.
“Già…”,
disse Gendar, poi aggiunse con un ghigno:
“…mio padre, Re Ayrm !”
“Cosa
?!”, esclamarono i tre
ragazzi
all’unisono restando sbalorditi da quella
rivelazione.
“E
dai, non fate quelle facce !”, disse loro
l’elfo a disagio.
“Ci
siamo allenati con il futuro re degli elfi e
ci dici di non fare quelle facce ?!”, esclamò Rik.
“Allora
dobbiamo darti del Voi.”, aggiunse Cody in
tono rispettoso.
Gendar
emise un sospiro, poi disse rivolto ai
ragazzi: “E’ per questo che non vi avevo detto
niente. Consideratemi un amico
alla vostra pari e niente di più ! Capito ? Ora devo andare.
Ci vediamo
domani.”, e si allontanò.
I tre
amici, ancora sbalorditi, si diressero verso
il centro di villaggio.
Ormai
era giunto il pomeriggio inoltrato e i
ragazzi decisero di andare verso casa per magiare qualcosa.
Quando
arrivarono a casa, i tre amici si
prepararono il pranzo e intanto chiacchierarono un po’.
“Chissà
le ragazze come se la cavano ? Strano che
non siano venute a mangiare…”, si chiese Cody
pensieroso.
“Forse
saranno ancora al castello del Re e magari
mangiano lì.”, ipotizzò Rik.
“Comunque,
visto che non ci sono le ragazze nei
paraggi, perché non parliamo un po’ di te, Ken
?”, gli chiese Cody con un tono
furbo.
Ken,
perplesso, gli chiese: “Che vuoi dire ?”
“Oh,
andiamo Ken ! Quand’è che ti dichiari a
Mariam ?”, gli domandò Cody impaziente.
“Oh
no ! Ancora con questa storia ! Cody lascialo
stare !”, gli disse Rik.
“Vorrei
solo sapere se ha cambiato idea…”, si
spiegò Cody.
“E
poi, l’hai già baciata, no ?”, gli
chiese Cody.
Ken
arrossì di colpo e gli disse: “Ma che
c’entra
? Era svenuta…Dovevo farla rinvenire…”
“Davvero
l’hai baciata ?”, gli domandò Rik
curioso.
“Sì,
ma che c’è di strano ? Se non le facevo il
bocca a bocca non rinveniva mica.”, gli rispose Ken ancora
più imbarazzato.
I due
amici lo guardarono con aria complice.
“Vado
a farmi un giro. Ci vediamo.”, disse loro
Ken e si avviò verso la porta.
Quando
Ken fu uscito, Rik disse in tono di
rimprovero a Cody : “Hai visto ? L’hai fatto
scappare !”
“Io
? Volevo ricordargli cosa prova davvero per
Mariam…E’ mio amico e non voglio vederlo soffrire
perché ha perso la ragazza
che ama.”, gli rispose Cody.
“Ma
che poeta ! Dai, andiamo a cercarlo. E cerca
di non tornare più su questo discorso in sua presenza, ok ?
Vedrai che quando
si sentirà pronto farà la sua
dichiarazione…”, gli disse Rik.
Nel
frattempo, Re Ayrm, dopo aver spiegato alle
ragazze le regole base della magia iniziò a insegnare loro
delle tecniche.
Durante
la mattinata, il re aveva insegnato alle
ragazze delle formule di guarigione un po’ più
potenti di quelle che avevano
appreso fino a quel momento.
Dopo
pranzo, il re spiegò alle ragazze una tecnica
offensiva.
“Yesi
!”, esclamò il re.
Subito,
una palla di fuoco comparì sul palmo
destro del sovrano.
“Wow
!”, esclamarono affascinate le tre ragazze.
La
sfera di fuoco prodotta dal re sparì, poi, lui
disse alle ragazze : “Avete visto ? Non è
difficile. Provate voi, ora.”
Le
ragazze annuirono.
Lein
e Mariam, dopo essersi concentrate riuscirono
a far comparire delle sfere di fuoco, anche se non molto grandi.
Terry,
invece riuscì a far comparire solo una
piccola fiammella.
“Terry,
prova a metterci più forza e concentrati
di più !”, la incitò il re.
La
ragazza, arrabbiata di essere stata
l’unica a
non riuscire nel compito,
perse il controllo del fuoco e, dalle sue mani fuoriuscì una
colonna di fuoco
incandescente alta quasi tre metri che bruciò sia lei e sia
il re.
Il
re,facendo una magia evocò una colonna d’acqua
che spense il fuoco
che avvolgeva lui e
la ragazzo.
Mariam
e Lein restarono sbalordite da quello che
era appena successo.
“Terry
! Ti avevo detto di metterci un po’ più di
forza e non di mandare tutto a fuoco !”, le disse il re
scherzosamente.
Terry
si scusò, terribilmente dispiaciuta.
Il re
le disse in tono rassicurante: “Non
preoccuparti. Devi solo allenarti un po’.
Comunque…”, e si rivolse anche alle
altre due ragazze: “State attente quando usate la magia
perché se pronunciate
un incantesimo troppo forte, le vostre energie potrebbero non reggere e
voi potreste
morire.”
Le
tre amiche annuirono seriamente, poi, il re
disse loro: “ Bene. Lein, Mariam, voi continuate ad
allenarvi. Io penserò a
Terry.”, e così dicendo, il re si avviò
verso la ragazza.
Anche
se Terry continuava ad allenarsi duramente,
continuavano a fuoriuscirle delle
colonne di fuoco anziché delle sfere infuocate.
Il
re, osservandola, le disse pensieroso: “Credo
di aver capito quale sia il tuo problema sai, Terry ?”
“Cioè
?”, gli chiese la ragazza ansiosa.
Il re
le domandò : “Tu hai la gemma
dell’amicizia,
vero ?”
Terry,
anche se stupita dalla domanda annuì.
“Vedi…
Il fatto è che l’amicizia è un
sentimento
complesso, il più complesso di tutti. E’ un
sentimento molto potente e non può
essere condizionata in alcun modo ed è per questo che non ti
vengono le sfere.”
Poi,
rivolgendosi alle tre ragazze disse loro:
“Per oggi basta così con gli allenamenti. Venite,
andiamo a sederci.”
Le
tre ragazze seguirono il re nella stanza del
trono, dove, magicamente comparvero tre poltrone imbottite.
“Wow
! Come ha fatto ?”, gli chiese Mariam
incredula.
“Non
è difficile…Tra qualche tempo saprete farlo
anche voi. Prego, sedetevi, ragazze.”, disse loro il re
rivolto alle sue
ospiti.
“Mi
scusi,può
dirci dove sono le nostre gemme ?”, chiese Lein
al re.
“Sono
in una stanza segreta. Le custodiamo noi per
il momento. Non preoccupatevi, ok ?”, le rispose il re.
Le
ragazze, deluse dalla risposta evasiva del re,
non poterono far altro che aspettare e vedere cosa dicesse loro il re.
Visto
che fino a d ora vi ho insegnato alcune
magie, questo pomeriggio vi parlerò della storia della magia
e della storia
degli Elfi, delle loro usanze…Vedrete che sarà
interessante.”, disse il re alle
tre ragazze.
Così,
il re iniziò a parlare dei più remoti
segreti della magia e
di quelli degli elfi.
I
veri allenamenti erano iniziati per gli Eletti
e, anche se erano molto duri, i sei ragazzi, non si lasciarono
scoraggiare
capendo che, sulle loro spalle gravava la sorte di moltissime creature.
Verso
il tardo pomeriggio, il re disse in tono
scherzoso alle tre ragazze: “Va bene. Per oggi basta
così. Ora andate o i
vostri amici penseranno che vi ho rapite !”
Le
tre amiche si alzarono e salutarono il re.
“Domani
ci troviamo qui alla stessa ora. Ora
andate e buon proseguimento !”, disse loro il re.
Le
tre amiche annuirono e uscirono dalla stanza,
dirigendosi verso la casa destinata a loro e ai ragazzi.
Ora,
le tre amiche stavano camminando per il
villaggio e stavano
arrivando alla casa
a loro destinata, quando, fuori dalla porta di essa, comparve Ken.
“Ciao
! Avete fatto tardi.”, disse loro il ragazzo
vedendole arrivare.
“Già,
ma è stato davvero interessante. Il re ci ha
spiegato un sacco di magie di cose nuove.”, gli rispose
Mariam entusiasta.
All’ora
di cena, i sei ragazzi prepararono la
cena.
Mentre
mangiavano, i ragazzi erano doloranti e
pieni di lividi.
Mariam,
accorgendosene, chiese loro : “Ragazzi,
cosa vi è successo ? Qualcuno vi ha aggrediti ?”
Rik
le rispose semplicemente: “Nessuno ci ha
aggrediti. Ci siamo alleanti con Gendar e questo è il
risultato.”
Lein
chiese: “Chi è Gendar ?”
“E’
il comandante della truppa migliore del re ed
è anche suo figlio.”, le rispose Ken
tranquillamente.
“Davvero
?!”, esclamò Terry incredula.
Cody
annuì, poi chiese alle ragazze: “Siete
riuscite a sapere qualcosa delle gemme ?”
“Sì,
però il re ci ha dato una risposta molto
vaga…”, gli rispose Mariam delusa.
Dopo
cena, i ragazzi andarono in salotto e lì
c’era un bel camino con della legna.
Terry,
avvicinandosi al camino disse: “Ragazzi,
accendo io il fuoco !”
Mentre
gli altri ragazzi si avvicinarono al
camino, Lein chiese: “Terry, perché non lasci fare
a me o a Mariam ?”, e guardò
l’amica preoccupata.
Mariam
disse dolcemente a Lein: “Ma no, lasciala
provare.”
Terry
esclamò: “Perfetto !”, e, pronunciando
la
formula magica appresa da re Ayrm accese il fuoco…
Subito
dopo, ci fu una vampata di calore e,
improvvisamente comparve una colonna di fuoco.
Il
caminetto fu avvolto da una colonna
fiammeggiante, che, fortunatamente si spense quasi subito, lasciando
allibiti i
ragazzi.
Solo
Lein e Mariam non furono sorprese
dall’accaduto…
“Ops…”,
bisbigliò Terry imbarazzata.
Dopo
essersi ripreso dallo choc, Cody esclamò:
“Terry ! Era nel camino che dovevi puntare le fiamme e non
addosso a me !”
Terry
si voltò verso il ragazzo e notò che
metà
dei suoi vestiti erano fumanti.
“Scusa,
Cody…mi dispiace…Ho solo sbagliato un
pochino mira…”, si scusò la ragazza
imbarazzata.
“Un
pochino ?! Ma se mi hai incenerito !”, esclamò
Cody a sua volta.
Tutti
r dei i ragazzi scoppiarono a ridere,
poi chiacchierarono un po’ davanti al
fuoco.
Nelle
settimane che seguirono, Cody, Ken e Rik
diventarono dei veri maestri con le spade e, grazie ai preziosi
insegnamenti di
Gendar, ora erano quasi imbattibili.
Mariam,
Lein e Terry nel frattempo impararono a
controllare gli elementi della natura (acqua, terra, aria e fuoco) con
la
magia.
Inoltre,
le tre ragazze appresero le usanze e la
storia degli elfi.
Re
Ayrm istruì le tre ragazze sulle formule di
guarigione e su quelle di protezione.
Alla
fine dell’allenamento, Re Ayrm spiegò alle
tre ragazze l’origine i poteri delle loro gemme.
“Aspetti
! Posso chiederle una cosa prima ?”, gli
domandò Mariam.
“Certo,
dimmi.”, le rispose il re.
Mariam
raccontò di quando aveva usato una magia
contro il padre di Ken, proprio quando il ragazzo li aveva aiutati a scappare.
Quando
ebbe finito di parlare, chiese al re :
“Come ho fatto a usare quella magia ? Non la conoscevo. Joel
non ci ha mai
insegnato nulla di simile…”
“Questo
c’entra con le gemme, Mariam.”, le rispose
il re.
“In
che senso ?”, gli domandò la ragazza.
“Gli
Eletti, sin dal giorno della loro nascita
hanno il controllo sulla magia anche se non ne sono coscienti. In casi
di
pericolo estremo, la magia viene in soccorso della persona che cade in
uno
stato di trance. In questo stato, è solo la magia che
agisce. Quando lo stato
di trance finisce, la persona non si ricorda di nulla.”, le
rispose il re.
“Wow
! E’ una specie di protezione…”,
osservò Lein
ammirata.
“Già,
ed è molto utile.”, concluse il re.
“Ora,
però fatemi parlare delle vostre gemme. E’
un argomento complesso e vorrei che lo capiste bene.”, disse
loro il re.
Le
tre amiche annuirono impazienti di sapere di
più sulle loro gemme.
“Le
vostre gemme furono forgiate dagli elfi
moltissimi secoli fa e hanno innumerevoli poteri. Come avrete
già sperimentato,
le gemme hanno il potere di tele trasportarvi dove
desiderate.”, disse loro il
re.
Il re
fece una pausa, poi, vedendo le espressioni
incuriosite delle ragazze continuò: “Le vostre
gemme hanno anche dei poteri
curativi, poi, unendole tutte insieme si darebbe vita a un incantesimo
molto
potente che è basato sull’unione delle vostre
forze:l’amicizia fra compagni, la
fiducia reciproca e il forte legame che vi lega. Inoltre, le vostre
gemme
possono essere usate per immagazzinare energia.”
“In
che senso, scusi ?”, gli chiese Terry.
“Voi
potete trasferire parte della vostra energia
nelle gemme. Nel lasso di tempo che la vostra energia viene custodita
nella
gemma, quella fa in modo di amplificare di molto l’energia
che le avete trasmesso.
Quindi, se per caso in una battaglia vi sentite stanche
e, in precedenza avete trasferito energia
nelle gemme, vi basterà stringerle con forza e le pietre vi
daranno molta più
energia di quanto possiate immaginare. Ovviamente, più tempo
lasciate la vostra
energia nelle gemme e più questa si
amplificherà.”, spiegò loro il re.
A
poco a poco,i sei ragazzi stavano cambiando
senza neanche accorgersene.
Soprattutto,
i tre ragazzi erano cambiati molto
nell’aspetto fisico.
Infatti,
i tre ragazzi, grazie al programma di
allenamento impartitogli da Gendar diventarono più robusti,
resistenti e muscolosi.
I tre
ragazzi erano diventati anche più agili e
più veloci e questo non aveva fatto altro che stimolare la
loro crescita.
Questo
cambiamento si vedeva soprattutto in Cody,
infatti lui, prima dell’allenamento di Gendar era un
po’più gracile rispetto a
Rik e a Ken.
Ora,
invece, i muscoli di Cody si erano molto
sviluppati ed era aumentata anche la su altezza.
I tre
ragazzi non erano cambiati solo fisicamente
ma anche mentalmente.
Lentamente,
Cody, Ken e Rik stavano diventando dei
veri uomini e valorosi guerrieri.
Le
ragazze stavano cambiando soprattutto
nell’aspetto fisico e, mentalmente stavano crescendo come i
loro compagni,anche
se loro si stavano trasformando in guerriere esperte di magia
anziché di spada.
Dopo
tre mesi di duro allenamento, i sei ragazzi
iniziarono i preparativi per lasciare il villaggio elfico, anche
perchè, un
messaggero giunto al castello del re aveva annunciato
l’imminente attacco dell’esercito
nemico, quindi, non c’era più tempo da perdere.
La
sera prima della partenza dei ragazzi, il
villaggio elfico dedicò loro una festa d’addio.
Per
tutto il giorno, gli elfi e le varie creature
si erano dati un gran da fare per organizzare al meglio la festa.
Quando
arrivò la sera, il villaggio elfico
era pieno di addobbi colorati e, sotto un
capannone c’erano diversi tavoli dove si potevano trovare
leccornie di tutti i
tipi.
Quando
i ragazzi arrivarono al capannone allestito
al centro del villaggio, guidati da un elfo molto cordiale, migliaia e
migliaia
di voci festanti e gioiose li acclamarono.
Il
banchetto iniziò e, ovviamente non mancarono il
re e suo figlio.
Dopo
il banchetto ci furono canti e danze in
un’atmosfera molto allegra.
Mentre
alcuni elfi cantavano e suonavano, i
ragazzi si divertirono un mondo.
Improvvisamente,
Ken chiese a Mariam : “Vuoi
ballare ?”
Mariam,
stupita e felice al contempo, gli rispose
sorridendo: “Certo.”
Nel
frattempo, Cody e Rik scoprirono di provare
qualcosa di importante per Terry e Lein.
Prima
di andare a dormire, verso la notte fonda, i
ragazzi vennero fermati da Gendar e da suo padre.
“Ciao,
ragazzi. Vi piace la festa ?”,domandò loro
Gendar sorridendo.
“Sì,
è fantastica ! Ora stiamo a andando a dormire
perché siamo stanchissimi.”, gli rispose Terry.
“Certo,
capisco. Ci vediamo domani mattina.”,
disse loro Gendar.
“Buona
notte, ragazzi.”, disse loro Re Ayrm.
Così,
dopo aver salutato il re e Gendar,i ragazzi
si avviarono verso la casa loro
destinata.
Il
mattino dopo, i sei ragazzi furono convocati al
castello del re.
Quando
i sei amici arrivarono alla Sala del Trono,
il re diede loro delle fialette che racchiudevano un liquido violetto,
poi
disse: “In queste fiale c’è
l’Acqua Trynyta, che dovrete usare per liberare i
vostri mostri e farli uscire dai medaglioni. Ora dovete andare a Lom e
lì
liberate i mostri leggendari, nel Tempio della
Verità.”
I
ragazzi annuirono,poi, Cody chiese: “Come
dovremmo liberare i mostri, di preciso ?”
“Dovete
versare la vostra boccetta di Acqua
Trynyta sui medaglioni; così, il sigillo si
romperà e i mostri torneranno in
vita e non saranno più delle semplici immagini come li avete
visti per la prima
volta.”, gli rispose il re.
“Lei
come fa a sapere che li abbiamo già visti ?”,
gli chiese Mariam incuriosita.
“Non
ha importanza. Lo so e basta. Vi basti sapere
che ho le mie fonti.”, le rispose il re gentilmente.
Dopodichè,
il re consegnò le gemme ai legittimi
proprietari e disse loro: “Le vostre gemme sono state
potenziate in una stanza
del mio castello con un incantesimo molto potente. State attenti quando
le
usate, perché hanno un livello di magia davvero
temibile.”
I sei
ragazzi annuirono.
Il re
proseguì il discorso in tono serio: “Quando
avrete liberato i mostri andate a Naklis e lì cercate un
sacerdote di nome
Lynn. Lynn vi rivelerà delle cose molto
importanti.”
“Ma
Naklis è stato attaccato dall’esercito nemico.
Può darsi che sia controllato dai soldati.”,
osservò Mariam preoccupata.
Il
re, convenendo con lei disse: “Sì, Mariam.
E’
molto probabile che Naklis pulluli di soldati nemici, quindi vi
converrebbe
travestirvi e non usare i vostri nomi con nessuno, tranne che con
Lynn.”
Il re
li guardò ad uno ad uno con uno sguardo
colmo di dolcezza e di preoccupazione e disse loro: “Ora
andate,e , quando
finalmente la vostra epica battaglia
si concluderà promettetemi di tornare qui per festeggiare
con noi Elfi !”
I
ragazzi annuirono sorridendo, poi, Ken disse:
“Non si preoccupi. Torneremo !”
Il re
sorrise, poi aprendo un baule posto vicino
al trono, ne estrasse tre spade, che porse ai ragazzi.
“Ken,
Cody, Rik. Queste sono vostre. Sono state
forgiate dal fabbro del nostro villaggio.”, disse loro il re.
I
ragazzi,s i guardarono stupiti, poi, si
avvicinarono alle spade e, ognuno ne prese una.
“Wow
! Sono bellissime !”, esclamò Ken guardando
la sua spada e le incisioni che presentava.
“Ce
le vuole dare davvero ?”, domandò Rik
incredulo al re.
“Certo
! Che domande !”, gli rispose il re
sorridendo.
Poi,
ai ragazzi vennero dati sei zaini pieni di
viveri.
Dopodichè,
il re e Gendar accompagnarono i ragazzi
al limitare del villaggio elfico.
Nel
villaggio non c’era nessuno in giro perché era
molto presto.
Quando
il gruppetto arrivò al limitare del
villaggio,il re e Gendar salutarono i ragazzi.
“Buona
fortuna, ragazzi ! Tornate a trovarci !”,
disse loro il re sorridendo.
Dopodichè,
i ragazzi si avviarono verso Naklis
lasciandosi il villaggio elfico alle spalle.
Quando
i ragazzi se en furono andati, Gendar e il
re tornarono al castello.
“Dai,
papà ! Non fare quella faccia ! Vedrai che
torneranno. Sono dei buoni amici !”, gli disse Gendar vedendo
l’espressione
triste del padre.
Il re
si voltò verso suo figlio e gli disse
commosso: “Lo so, ma
mi mancheranno,
Gendar.”
Gendar
lo guardò con un’espressione intenerita
perché anche lui si era affezionato ai ragazzi.
“E
poi…”, riprese il re: “…chi
incendierà tutto,
adesso che Terry se n’è andata ?”
Padre
e figlio si guardarono sorridendo sapendo
che un giorno, non molto lontano avrebbero sicuramente rivisto i loro amici.
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Capitolo 33 *** CAPITOLO 33 ***
CAPITOLO
N°
33 “FINALMENTE IN LIBERTA’ ”
I
ragazzi percorsero la strada che avevano fatto
prima dell’agguato degli elfi per raggiungere nuovamente Lom.
I
ragazzi, durante i mesi trascorsi nel villaggio
elfico erano indubbiamente migliorati molto, sia nell’arte
della scherma e sia
in quella magica,ma erano anche cresciuti e diventati più
resistenti alle
avversità.
Senza
rendersene conto, i sei ragazzi avevano
creato una specie di famiglia, un legame che, anche non essendo aprenti
li
legava gli uni agli altri in modo indissolubile.
Questo
viaggio meraviglioso, per i ragazzi fu
anche un viaggio di formazione, infatti, ogni giorno che passava, i sei
amici
diventavano un po’ più maturi.
Ormai
era da più di una settimana che i ragazzi
viaggiavano senza sosta e, a mezzogiorno del sesto giorno, si trovarono
vicino
a Insir.
“E’
il mio villaggio ! Dai ragazzi, andiamo !”,
esclamò Terry e si precipitò al
limitare
del suo paese natale.
Prima
che potessero avvicinarsi al villaggio, i
sei ragazzi sentirono le grida di alcuni uomini.
“Oh,
no ! Sono i soldati ! Ci hanno visti !”,
esclamò Mariam.
“Presto
! Usiamo le gemme per arrivare a Lom !”,
disse Ken ai compagni.
“Ma
mio fratello e
mia madre sono lì !”,
esclamò Terry disperata indicando Insir.
“Stai
tranquilla. Non gli faranno niente, loro
vogliono noi.”, le disse Cody cercando di
convincerla ad andarsene.
“E
va bene. Spero solo che tu abbia ragione.”,
disse Terry poco convinta.
“Speriamo
solo di avere abbastanza energia per
arrivare fino a Lom.”, osservò Lein dubbiosa.
“Dobbiamo
tentare o non en usciremo indenni questa
volta.”, le rispose Rik in tono serio.
Così,
in pochissimo tempo, tutti e sei i ragazzi
strinsero le loro gemme e,nelle loro menti comparve
l’immagine di Lom.
I
soldati si stavano avvicinando sempre di più…
Ormai
i soldati li avevano circondati.
|
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Capitolo 34 *** CAPITOLO 34 ***
CAPITOLO
N°
34 “L’INCANTESIMO SPEZZATO”
Senza
rendersene conto, i ragazzi si trovarono
davanti all’entrata del Tempio della Verità.
Lom
era silenzioso e tetro e non c’era nessuno in
giro.
Lom
era avvolto dal crepuscolo inoltrato, ormai e
sembrava non esserci forma di vita.
“Perché
non siamo venuti qui con le gemme dal
villaggio degli Elfi ?”, chiese Cody.
“Perché
siccome non siamo ancora abituati ad usare
la magia, lo sforzo avrebbe potuto richiedere un’energia
maggiore alla nostra e
noi potevamo restare uccisi perché la distanza che ci
separava dal villaggio
elfico a Lom era troppa.”, gli spiegò Lein.
Dopodichè,
i sei ragazzi strinsero le loro gemme
e, poco dopo pronunciarono la frase
magica che aveva insegnato loro Joel.
Dopo
qualche secondo, ognuna delle gemme dei
ragazzi si illuminò di un colore diverso emettendo un fascio
di luce, che,
unendosi agli altri si rifletté sulla porta del Tempio
formando una stella a
sei punte del colore dell’arcobaleno.
La
porta si aprì senza fare il minimo rumore.
I
ragazzi si guardarono sospettosi, timorosi di
quello che li aspettava.
Dopodichè,
tutti insieme entrarono.
Quando
i ragazzi furono entrati, la porta si
richiuse dietro di loro come per magia,esattamente com’era
successo la prima
volta che avevano varcato quella soglia.
Dopodichè,
i sei amici si avviarono di corsa verso
la stanza degli Altari.
Una
volta entrati nella stanza, i sei ragazzi si
posizionarono sui propri altari.
“Adesso
facciamo come ci ha detto Re Ayrm:
mettiamo le gemme e i medaglioni al loro posto.”, disse Ken
rivolto ai
compagni.
Quando
tutti e sei i ragazzi ebbero incastonato le
gemme e i medaglioni al loro posto Ken disse: “Ora versiamo
l’Acqua Trynyta sul
medaglione.”, e così fecero.
Per
un momento non accadde nulla, ma poi,
improvvisamente la situazione cambiò.
Le
gemme si illuminarono contemporaneamente e
l’Acqua Trynyta fece brillare i sei medaglioni di una luce
dorata e splendente,
dai quali uscirono dei mostri in carne ed ossa.
I
ragazzi restarono sbalorditi da quelle
magiche creature.
Quando
i sei mostri si avvicinarono ai ragazzi,
ognuno, per istinto toccò con una mano il proprio mostro.
In
quel preciso momento, i medaglioni si
spezzarono andando in frantumi.
Subito
dopo, le gemme cessarono di brillare e i
ragazzi poterono riprenderle.
Ogni
ragazzo guardava il proprio mostro, ammirato
e ancora incredulo di quanto era appena
successo.
Accanto
a Mariam c’era uno splendido unicorno, con
un mantello bianco purissimo, con gli occhi azzurri, la criniera, la
coda, ilo
corno e gli zoccoli d’oro.
Mariam,
osservando la splendida creatura che le
stava davanti non riuscì a dire una parola, talmente era
emozionata.
“Grazie,
Mariam. Mi hai liberato.”, le disse
l’unicorno con una voce rassicurante guardandola negli occhi.
Mariam,
come svegliandosi all’improvviso, gli
rispose sorridendo: “Figurati. Ma come fai a conoscere il mio
nome ?”
“Sono
il tuo mostro, quindi ti conoscevo già prima
di vederti. Mentre ero nel medaglione sentivo ugualmente ciò
che accadeva
intorno a me.”, le rispose semplicemente l’unicorno.
Mariam
gli sorrise, poi gli chiese: “Come ti
chiami ?”
“Artik
e sono felice di averti come compagna.”, le
rispose l’unicorno sorridendo.
“Sono
io a sentirmi onorata di averti al mio
fianco !”, gli rispose la ragazza emozionata.
Lein
stava osservando il bellissimo cavallo alato
che aveva davanti senza riuscire a capire se stava sognando e se era
sveglia.
La
creatura era quasi completamente di un bianco
purissimo, tranne le estremità delle ali, della coda e della
criniera che erano
di un azzurro acceso, gli zoccoli, invece erano dorati e gli occhi blu.
“Ciao
! Come ti chiami ?”, chiese Lein alla
creatura.
“Neferty
e non vedo l’ora di volare insieme a te
!”, le rispose il cavallo alato, che ora la ragazza si rese
conto era una
femmina.
“Volare
? Io non sono capace neanche di
cavalcare.”, disse Lein preoccupata.
“Non
preoccuparti, non sarà difficile. Ti
insegnerò io !”, le rispose Neferty allegramente.
Cody
osservava ammirato la maestosa aquila che gli
stava davanti.
L’aquila,
per rompere il ghiaccio, gli disse
scherzando: “Che c’è ? Non hai mai visto
un’aquila ?”
Cody,
come svegliatosi di colpo, le rispose: “Ma
certo che ne ho viste di aquile, ma mai con le ali dorate e argentate
come le
tue.”
Infatti,
la testa dell’aquila era bianca, con gli
occhi ambrati, le estremità delle ali e della coda erano
dorate, mentre, tutto
il resto del corpo era argentato.
L’aquila
si chiamava Marahute.
“Lo
so, sono unica !”, disse l’aquila
scherzosamente.
“Per
fortuna !”, esclamò il drago di Rik
scherzando.
Il
drago di Rik era completamente rosso, tranne le
ali che erano arancioni e i suoi occhi erano verde smeraldo.
“Dai,
Fly ! Non prenderla in giro !”, esclamò Rik
rivolto al drago.
“Non
la sto prendendo in giro. Ho solo fatto una
constatazione !”, rispose Fly divertito.
“Oggi
non vengo a beccarti perché è il mio primo
giorno di libertà dopo tanti anni , ma prima o poi mi
vendicherò !”, disse
l’aquila al drago arruffando le penne offesa.
Nel
frattempo, Terry osservava una gazza ladra
molto particolare.
Infatti,
l’uccello aveva i colori di una normale
gazza eccetto le estremità delle ali che erano argentate e
gli occhi erano di
un verde smeraldo.
“Ciao
! Sono molto felice che tu sia il mio
mostro, sai ?”, disse Terry rivolta alla gazza.
“Anch’io
! Mi chiamo Funny e tu devi essere Terry,
giusto ?”, le chiese la gazza.
La
ragazza annuì e sorrise alla sua nuova amica.
“Che
strano… Non ho mai visto un lupo così…”,
pensò Ken mentre guardava il lupo che aveva
davanti.
Il
muso del lupo era bianco e il resto del corpo
era un insieme di sfumature tra il blu e l’azzurro accesso.
“Si
può sapere cos’hai da guardare ?”, gli
chiese
bruscamente il lupo.
“Scusami…
solo che non se ne vedono spesso di lupi
blu…”, gli rispose il ragazzo un po’
spiazzato.
“Se
è questo il problema prenotami l’appuntamento
dal parrucchiere, almeno cambio tinta !”, esclamò
il lupo rivolto a Ken.
Il
ragazzo, divertito, sorrise e disse al suo
mostro: “non ci penso neanche. Vai bene così come
sei. A proposito, come ti
chiami ?”
“Tiger.”,
gli rispose il lupo.
“Tiger,
insomma ! Potresti anche salutarlo un po’
più calorosamente ! In fondo, è il tuo compagno
!”, gli disse Marahute.
Il
lupo si voltò verso l’aquila e le disse :
“Fatti gli affari tuoi !”
L’aquila
volò vicino a Ken e gli sussurrò
all’orecchio destro: “non offenderti. Tiger
è un po’ timido, ma ti assicuro che
è felice di averti al fianco.”
“Guarda
che ti ho sentita, Marahute !”, le disse
Tiger.
L’aquila
tornò da Cody divertita.
Ken
sorrise divertito continuando a guardare il
lupo affascinato.
All’improvviso,
fuori dal Tempio si sentirono dei
botti terribili e le urla dei soldati che tentavano invano di entrare.
Artik
disse nervoso: “Mariam, Terry, salite !
Dobbiamo andarcene subito !”
Mariam,
preoccupata, chiese alla creature: “Ma
Artik, non siamo troppo pesanti in due ? E poi… gli unicorni
possono volare ?”
Artik
le rispose sorridendo: “Certo che gli
unicorno possono volare. Noi unicorni abbiamo un potere speciale che ci
permette di volare senza il bisogno delle ali. Ora salite e non
preoccupatevi.”
“Wow
!”, esclamarono Mariam e Terry in coro,
dopodichè salirono sull’unicorno.
Lein
saltò sul dorso della cavalla alata e, su
consiglio di quest’ ultima disse : “Ken, Cody, uno
di voi salga su Neferty !”
Cody,
che era più vicino salì su Neferty e Ken sul
drago di Rik.
Tiger
venne preso in una delle zampe di
Fly e
i sei mostri spiccarono il volo.
Nel
frattempo ,a li soldati erano riusciti ad
entrare nel Tempio ed erano molto vicini alla stanza nella quale si
trovava i
ragazzi.
Il
soffitto era l’unica via d’uscita, quindi,
Tiger fece uscire dal suo muso una sfera elettrica.
Subito
dopo, nel soffitto comparì un’apertura
circolare abbastanza grande da permettere a tutti i mostri di uscire
senza
difficoltà.
“Wow
! Sei davvero forte , Tiger !”, gli disse Ken
emozionato.
“Perchè
ti stupisci ? Quello era solo uno dei miei
colpi più insignificanti.”, gli rispose il lupo in
tono altezzoso.
“Sei
il solito modesto, vero Tiger ?”, lo schernì
Funny.
I
ragazzi sorrisero, felici di aver trovato quegli
amici così straordinari.
I
mostri si libravano nel cielo, sotto la volta
celeste, lasciandosi alle spalle il villaggio di Lom, pieno di soldati
furenti,
che, ancora una volta, si erano lasciati sfuggire gli Eletti.
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Capitolo 35 *** CAPITOLO 35 ***
CAPITOLO
N°
35 “ SERVE AIUTO ?”
Dopo
un’ora di volo, sotto la splendente volta
celeste costellata di stelle, i mostri avvistarono un piccolo prato
circondato
da pini maestosi e lì atterrarono sfiniti e con il fiato
corto.
Mariam,
dopo essere scesa da Artik chiese
preoccupata ai mostri: “Cos’avete ? Non state bene
?”
Artik,
con il fiatone le rispose : “Siamo a
corto di energie.”
Neferty
disse ai ragazzi: “Siamo rimasti rinchiusi
in quei medaglioni per più di cento anni e non abbiamo
ancora mangiato niente,
siamo fuori allenamento. Comunque, non preoccupatevi, con un
po’ di cibo e
di allenamento saremo come nuovi.”
“Ok.
Voi restate tranquilli, noi andremo a cercare
un po’ di
cibo.”, disse Ken rivolto ai
mostri.
“Io
e Neferty ci arrangiamo con l’erba.”, gli
disse Artik.
“Non
preoccupatevi, ragazzi. Controlliamo noi il
campo.”, li rassicurò Neferty.
“Ok.
Allora, andiamo ?”, chiese Ken a Cody e
a Rik.
Cody
e Rik si unirono a Ken, e, insieme si
avviarono verso il bosco in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.
Prima
che i ragazzi scomparissero del tutto
all’interno del bosco, Tiger li rincorse e chiese a Ken:
“Vuoi che venga
anch’io ? Posso esserti utile.”
Ken,
sorridendo gli rispose : “No, non
preoccuparti. Riposati pure.”
Tiger,
in tono severo, gli rispose: “D’Accordo, ma
stai attento !”
Ken
gli disse: “Certo. Stai tranquillo.”
Così,
i tre ragazzi entrarono nel bosco,mentre
Tiger tornava al campo.
Nel
frattempo, le tre ragazze stavano preparando
il campo per la notte sotto gli occhi vigili dei mostri.
Funny
e Marahute si erano accomodate sul ramo di
un albero a poca distanza dal centro del campo.
Nel
frattempo, Neferty e Artik si saziarono con
l’erba.
Tiger
e Fly si riposavano sul
suolo.
Quando
Neferty e Artik si furono saziati con ‘erba
fresca del prato, la prima chiese: “Ragazze, possiamo esservi
utili ?”
Mariam
e Lein si guardarono, poi, la prima disse
ai due mostri: “No. Non preoccupatevi. Riposatevi
pure.”
Artik,
indignato disse: “Mariam ! E’ vero che siamo rimasti rinchiusi
nei medaglioni per
molto tempo ma adesso non trattateci come degli esseri decrepiti
!”
Mariam,
sentendosi in colpa, gli rispose:
“Scusatemi, non volevo offendervi è solo che
non vorrei farvi affaticare.”
“Mariam,
tu ti preoccupi troppo. Noi siamo più
forti di quel che appariamo.”, le disse dolcemente Neferty.
“E
va bene. Allora cercate un po’ di paglia e
legna secca per accendere il fuoco, ok ?”, disse loro Mariam
dopo aver
scambiato un’occhiata d’intesa con Lein.
I due
mostri equini annuirono e sparirono nel
bosco.
Marahute
disse alle tre ragazze: “Vado a fare un
giro di controllo. Non preoccupatevi, torno subito !”
“Ok,
tanto non ci perdiamo !”, le rispose Terry in
tono scherzoso.
“Già,
se stiamo ferme e non ci muoviamo di qui !”,
esclamò Mariam e, tutte e tre scoppiarono a ridere divertite.
Tiger,
Fly e Funny, nel frattempo, vegliavano
sulle tre ragazze.
Nel
frattempo, i tre ragazzi avevano deciso di
separarsi perché non avevano ancora trovato nulla.
Ken si
avvicinò a un albero e puntò
l’arco
contro uno splendido cervo, ma, un rumore alle sue spalle, lo fece
trasalire…
Al
campo, Tiger improvvisamente, si alzò.
Fino
a quel
momento, il lupo era rimasto a
terra per riposarsi.
“Tiger,
che c’è ?”, gli chiese Lein preoccupata
dopo aver visto il suo scatto improvviso.
“Ken
è in pericolo !”, le rispose lui e
partì di
corsa verso il fitto del
bosco.
Le
tre ragazze si scambiarono occhiate
preoccupate.
“Oh
no, cosa gli sarà successo ?”, si chiese
Mariam agitata.
Fly
disse a Mariam e alle altre due ragazze: “Non
preoccupatevi. Ora c’è Tiger con lui.”
“Sì,
però…”, disse Mariam incerta.
“Non
ti devi preoccupare, Mariam. Tiger ogni tanto
si vanta e fa il presuntuoso, ma ti assicuro che è
un’ottima guardia del corpo
!”, le disse Fly per tranquillizzarla.
Così,
le tre ragazze finirono di sistemare il
campo, poi si misero in attesa di Neferty, Artik e gli altri loro amici.
Dopo
un po’, Artik e Neferty tornarono con
moltissima legna e paglia per il fuoco.
Le
ragazze si misero subito a lavoro, ma…
“Ragazze,
questa volta accendo io il fuoco !”, disse
loro Terry.
“Ok.
Basta che non incendi tutto il bosco !”,
scherzò Lein.
Terry
si preparò a usare al formula magica che re
Ayrm aveva insegnato loro per accendere il fuoco.
“Aspetta
!”, le disse Fly.
Le
tre ragazze si voltarono verso il drago con
aria interrogativa.
“Cosa
dobbiamo aspettare ?”, gli domandò Terry.
“Se
volete accendo io il fuoco.”, disse loro Fly.
“Ma
no, non preoccuparti. Conosciamo una formula
per accendere il fuoco.”, gli disse Mariam gentilmente.
“E
poi, non vogliamo farti sprecare energie
inutilmente. Devi riposarti.”, aggiunse Lein rivolta al drago.
“Non
preoccupatevi. Accendere un fuocherello non
mi sottrae molte energie. Dai, lasciate fare a me.”, disse
loro il drago,
dopodichè, con una vampata che fece fuoriuscire da una
narice, Fly accese il
fuoco.
“Grazie,
allora.”, gli disse Mariam.
“Figurati.
E poi, se non vi aiutassi neanche
in una sciocchezza come questa, che
razza di drago sarei ?”, disse loro il drago per
tranquillizzarle.
Qualche
minuto dopo, nel campo, si sentì un
brontolio gorgogliante.
Le
tre ragazze si guardarono attorno circospette.
Artik
e
Neferty, al contrario sorridevano divertiti.
Fly
disse in tono imbarazzato: “Scusate. E’ il mio
stomaco che brontola !”, e tutti scoppiarono a ridere.
“Sei
un drago affamato ! Ecco a quale razza di
drago appartieni
!”, esclamò Terry
scherzosamente rivolta a Fly.
In
quello stesso momento, nel folto della foresta…
“Oh,
oh…Adesso sono guai…”,
pensò Ken trovandosi di fronte un enorme
orso di montagna dall’aspetto minaccioso.
Il
ragazzo indietreggiò lentamente, ma, voltandosi
si accorse che dietro di lui c’era un enorme precipizio.
“Accidenti
! Adesso che faccio ?!
“, si chiese Ken seriamente preoccupato.
L’orso,
intanto continuava ad avanzare
inesorabilmente verso il ragazzo.
All’improvviso,
un lampo blu saltò addosso
all’orso e lo morse furiosamente.
L’orso
si ritirò dolorante nel fitto del bosco.
“Tiger
!”, esclamò il ragazzo felice appena
riconobbe il suo mostro e tirando un sospiro di sollievo.
“Non
mi dovevo preoccupare,eh ?! Non fai altro che
cacciarti nei guai !”, esclamò il lupo adirato.
Ken,
imbarazzato, gli rispose: “Che colpa e ho io
? Lo sanno tutti che in montagna ci sono gli orsi, no ?”
Tiger,
gli rispose in tono seccato, ma in fondo
divertito: “Lasciamo perdere…Dai, cacciamo
qualcosa.”
Ken
disse al lupo: “Grazie…Mi hai
salvato…”
Tiger,
imbarazzato, gli rispose: “Sì, sì, va
bene.
Adesso andiamo però !”
Ken
sorrise e seguì il lupo che, in fondo era un
bonaccione e che, per lui era anche un
amico prezioso e insostituibile.
Mentre
camminavano nel bosco, Ken chiese: “Tiger,
come hai fatto ad arrivare in tempo ?”
“Ho
sentito che c’era qualcosa che non
andava…L’ho
capito dalle tue emozioni.”, gli rispose il lupo.
“Dalle
mie emozioni ? In che senso ? “, gli
domandò il ragazzo perplesso.
“Vedi…Io
e gli altri mostri, siamo sempre in
sintonia con voi. Capiamo che emozioni
provate e viceversa. Il nostro legame non è un legame
qualunque: è molto
profondo ed è per questo che siamo i vostri
mostri.”, gli rispose il lupo.
“Capisco…
Non lo sapevo.”, gli rispose Ken.
“Ora
cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti e
vediamo se riusciamo a ritrovare quel cervo che avevi visto prima, ok
?”, gli
domandò il lupo.
Il
ragazzo annuì e così, i due continuarono la
loro ricerca.
I due
raggiunsero una radura dove stava pascolando
un bell’ esemplare di cervo adulto.
Ken,
silenziosamente incoccò una freccia,ma Tiger
vedendolo, gli sussurrò: “Qui faccio io. Tu cerca
un po’ di funghi e di bacche
per Fly.”
Ken
annuì e si allontanò.
Tiger,
nel frattempo saltò addosso al cervo e, con
un morso preciso delle sue terribili fauci lo uccise.
“Arriva
Cody !”, esclamò Lein.
Infatti,
dalla foresta comparve Cody con tre lepri
catturate e Marahute che gli volava sopra.
“Visto
? Tre lepri sono un bel bottino, eh ?”, chiese
Lein alle tre ragazze.
“Ehi
! Non ti montare la testa ! Se non ci fossi
stata io, ne avresti presa solo una !”, esclamò
Marahute scherzando rivolta a
Cody.
“Sì,
hai ragione. Pensate che Marahute ne aveva
già prese due quando io ero ancora dietro alla prima
!”, disse Cody alle tre
ragazze.
“Di
cosa ti stupisci ? Gli uccelli sono rapaci. E’
normale che sappiano cacciare.”, disse Fly rivolto a Cody.
Marahute,
un po’ offesa disse a Fly: “Non
siamo rapaci,
siamo predatori volanti !”
“E
allora ? Sai che differenza !”, esclamò Fly e
tutti, compresa l’aquila scoppiarono a ridere.
Dopo
qualche minuto, dal bosco comparvero Ken e
Tiger.
Il
lupo blu trascinava un cervo per una zampa,
mentre Ken aveva le braccia piene di bacche e di funghi.
Quando
arrivarono al campo, Fly chiese a Ken :
“Dov’è Rik ?”
“Non
lo so. Noi non l’abbiamo visto, pensavamo che
fosse già qui.”, gli rispose il ragazzo.
“Vado
cercarlo.”, disse Fly in tono preoccupato e
si levò in volo.
“Vado
anch’io.”,e spiccò il volo anche lei.
Dopo
qualche istante si levò in volo anche Funny.
I
ragazzi erano preoccupati per la sorte del loro
amico, quindi Ken disse: “Ragazze, io vado a
cercarlo.”
“Vengo
anch’ io.”, gli disse Tiger.
“E
anch’ io.”, disse loro Cody seguendo Ken e il
lupo.
“Aspettate
!”, disse loro Mariam.
“Che
c’è ?”, le chiese Cody voltandosi.
“Guardate
là in fondo, dove c’è quella
collina.”,
disse la ragazza rivolta ai presenti.
I
ragazzi guardarono in quella direzione e videro
una vampata infuocata salire nel cielo notturno.
“Oh
no ! Cosa sarà successo ?!”, esclamò
Terry
preoccupata.
“Presto,
andiamo !”, esclamò Lein.
Così,
in pochi minuti, Mariam e Cody salirono su
Artik che prese immediatamente il volo in direzione della collina.
Lein
e Terry salirono su Neferty.
“Ken,
Tiger, mi dispiace. Ma Referti non riesce a
portare anche voi.”, disse loro Lein.
“Non
preoccupatevi per noi. Andremo a piedi. Così
controlleremo meglio se ci sono soldati
in avvicinamento e trappole. Ora andate, noi vi
raggiungeremo !”, le
disse Ken.
“Ok.
Ma state attenti, mi raccomando !”, disse
loro Terry.
Subito
dopo, Neferty si alzò in volo, sotto la
volta celeste.
“Dai,
sbrighiamoci !”, gli disse Tiger.
Ken
annuì e, insieme corsero nella direzione della
vampata di fuoco.
Nel
frattempo, Rik se l’era vista davvero brutta
perché, mentre cacciava, accidentalmente era finito in una
trappola del terreno
molto profonda., che non aveva visto a causa del buio.
“Oh no !
Come ho fatto a non accorgermene ? Di chi sarà questa
trappola ?”, si
domandò Rik agitato quando si fu rimesso in piedi.
Rik
tentò di arrampicarsi per uscire dalla
trappola, ma le pareti erano troppo ripide e lisce, quindi, impotente,
si mise
in attesa.
Dopo
una decina di minuti, il ragazzo sentì dei
passi avvicinarsi…
Immediatamente,
sopra la buca, Rik vide una dozzina
di soldati con delle fiaccole che lo guardavano trionfanti.
Uno
dei soldati disse ai suoi commilitoni in tono
malvagio: “Guardate un po’ chi abbiamo qui. Uno
degli Eletti ed è anche il
principe di Way. Abbiamo fatto bene a scavare questa trappola. Allora,
come si
sta laggiù principino ?”
Rik
furioso, gli chiese: “Cosa volete ?”
Il
soldato che aveva parlato prima, gli rispose:
“Il re vi vuole vivi. Quindi ora verrai con noi.”
A un
cenno del soldato, un suo compagno lanciò una
fune a Rik, poi, il soldato che aveva parlato prima disse al ragazzo:
“Forza.
Ora Sali e non fare
scherzi. Ti avverto
che i miei uomini sono armati di spada e ti tengono sotto tiro con gli
archi.
Quindi, non fare mosse stupide se non vuoi morire
inutilmente.”
Rik,
gli rispose : “Preferisco restare qui !”
Il
soldato sorrise e gli disse: “ Non ti conviene
sfidarci, moccioso ! Vieni su o verrà
qualcuno a prenderti !”
Rik,
anche se contrario, non potè far latro che
obbedire, quindi iniziò ad arrampicarsi.
Appena
si fu aggrappato alla corda, due soldati lo
tirarono su.
Quando
fu uscito dalla buca, Rik si guardò intorno
per vedere se c’era qualche via di fuga, ma era circondato
dai soldati.
Improvvisamente,
due soldati lo bloccarono alle
spalle e Rik si trovò immobilizzato.
“Lasciatemi
!”, disse loro il ragazzo tentando di
liberarsi.
Il
soldato che aveva parlato fino ad allora, si
avvicinò al ragazzo e
gli sottrasse la
gemma e la spada, poi disse ai soldati che trattenevano Rik:
“Lasciatelo.”
I due
soldati obbedirono e Rik si trovò libero.
Il
soldato che aveva parlato prima, disse a un
soldato: “Bene. Ora legalo.”
Un
soldato si avvicinò al ragazzo e fece per
legarlo ma Rik gli diede un calcio che lo fece finire a terra.
Subito
dopo, i soldati alzarono
nuovamente gli archi contro Rik e,
il soldato che aveva parlato fino ad allora, disse al ragazzo:
“Stai fermo,
moccioso.”, e, puntandogli la spada alla gola, lo costrinse a
voltarsi.
Dopodichè,
un soldato gli legò i polsi dietro la
schiena con una fune.
“Bene.
Ora andiamo.”, disse il soldato ai suoi
commilitoni.
Rik,
però, quando aveva dato il calcio al
soldato,senza farsi accorgere aveva fatto cadere per e terra il suo
pugnale
nella speranza che i suoi compagni lo trovassero.
Dopo
poche decine di minuti, i soldati e il
prigioniero arrivarono all’accampamento dei soldati.
Una
volta giunti lì, Rik venne legato a un alto
palo al centro del campo, dopodichè, i soldati andarono
nelle loro tende.
“Accidenti
! Ora che faccio ?!”,
si chiese Rik furioso.
La
notte proseguiva e la temperatura, si stava abbassando
sempre di più…
Rik
iniziava a sentire freddo.
Proprio
in quel momento, il soldato che gli aveva
sottratto la gemma e al spada si
avviò
nella direzione del ragazzo con un braciere incandescente tra le mani.
Quando
il soldato arrivò a due passi da Rik, gli
disse con un’aria malvagia: “Immagino che tu abbia
freddo, vero principino ?”
Rik,
furioso non rispose e il soldato continuò :
“Facciamo un patto: io ti lascio il braciere vicino se tu
accetti di entrare
nel nostro esercito. Che ne dici ?”
Rik
vide un spada agganciata alla cintura del
soldato.
A Rik
venne un’ idea.
“Bè…Forse
potrei…”, farfugliò Rik con
un’
aria rassegnata.
Il
soldato, compiaciuto si avvicinò ancora di più
al ragazzo convinto che quest’ ultimo si fosse davvero arreso.
In
quel momento, Rik diede un calcio al braciere
che andò addosso al soldato bruciandolo.
Mentre
il soldato si dimenava disperatamente a
causa delle fiamme che gli avvolgevano il corpo, Rik tentò
di prendergli la
spada per liberarsi ma senza riuscirci.
“Maledizione
!”, imprecò Rik furioso.
Nel
frattempo, per tutto l’accampamento si erano
diffuse le fiamme perché una tenda aveva preso fuoco e,
siccome c’era una
leggera brezza le fiamme si propagarono velocemente.
Gli
altri soldati, sentendo le grida del compagno
si precipitarono in suo aiuto cercando di spegnere le fiamme.
Ormai,
Rik non poteva far altro che aspettare
perché il suo piano era fallito.
Nel
frattempo, una tenda che aveva preso fuoco
generò una vampata infuocata nel cielo notturno.
All’improvviso,
una voce dietro al prigioniero,
gli disse: “Stai fermo, Rik !”
Rik,
incuriosito tentò di voltarsi ma, non
riuscendoci chiese: “Chi sei ?”
Infatti,
la voce che aveva parlato era molto
giovane, quindi, non poteva trattarsi di un soldato.
“Te
lo dirò dopo.”, tagliò corto lo
sconosciuto.
Rik
non sapeva se agitarsi ancora di più o se
fidarsi ma notò che le corde che lo tenevano legato si
stavano allentando
velocemente.
Nel
frattempo, l’incendio nell’accampamento
aumentò sempre di più e, i soldati, troppo
preoccupati a spegnerlo non si
accorsero nemmeno che il prigioniero era libero.
“Ora
seguimi se vuoi la tua gemma, Rik !”, gli
disse il suo misterioso salvatore prima di mettersi a correre in
direzione
della foresta.
Rik,
nona vendo scelta seguì lo sconosciuto che lo
aveva liberato e, di corsa arrivarono nel folto del bosco.
Improvvisamente,
Rik e il suo salvatore arrivarono
in una caverna e lì, finalmente, sotto la luce della luna
che entrava
dall’apertura, Rik riconobbe il suo salvatore.
“Ma
tu sei…”, gli disse Rik non riuscendo a
concludere la frase per lo stupore.
Il
misterioso salvatore di Rik non era altro che
il ragazzino che il principe di Way
aveva difeso quando viveva ancora nella sua
città natale.
Il
ragazzino, sorridendo, gli porse la gemma e la
spada e gli disse: “E’ stato difficile ma alla fine
ce l’abbiamo fatta !”
Rik,
ancora sorpreso dall’accaduto disse: “Grazie,
Frank. Mi hai salvato la vita.”, poi
prese la gemma e la spada che il ragazzino gli porgeva.
Poi,
i due ragazzi, troppo agitati per dormire
parlarono un po’.
Quando
Fly, Tiger, Ken, Funny, Neferty, Artik,
Marahute, Mariam, Terry, Lein e Cody arrivarono dove c’era
stata la vampata di
fuoco videro solo un accampamento di soldati che tentavano
disperatamente di
salvare le loro cianfrusaglie dall’incendio.
“Rik…”,
sussurrò Fly disperato con un filo di
voce.
“Dai
Fly, non fare così. Sono sicura che lì non
c’è. Secondo me si è già
messo in salvo.”, gli disse Lein per consolarlo.
“Già,
e probabilmente si sarà nascosto da qualche
parte per fuggire dai soldati.”, aggiunse Terry in tono
speranzoso.
“Dobbiamo
allontanarci da qui.”, disse Ken ai
compagni.
“Ehi,
guardate !”, esclamò Lein e raccolse
qualcosa da terra.
“E’
il pugnale di Rik !”, esclamò Cody
riconoscendo l’oggetto.
“Fammelo
annusare.”, gli disse Tiger.
Cody,
anche se perplesso, abbassò il pugnale, in
modo che il lupo potesse annusarlo.
Tiger
annusò il pugnale riconoscendo l’odore di
Rik.
“Ok.
Seguitemi. Dovrei riuscire a trovarlo se è
andato via terra.”,disse il lupo rivolto ai suoi compagni.
Così,
il gruppo si mise in marcia, con Tiger in
testa che lo guidava seguendo le tracce di Rik.
Intanto,
la luna splendeva lucente sopra di loro.
Nel
frattempo, all’interno della caverna, nel
cuore del bosco…
“Ma
perché eri lì anche tu ?”, gli chiese
Rik.
“Quando Way
è stata attaccata, i soldati di quell’esercito
hanno fatto moltissimi
prigionieri.”, gli rispose Frank.
“E’
terribile…”, commentò Rik cupo.
“Le
donne e le bambine sono state portate alla
corte del re e lì, dopo pochi giorni sono state
scelte.”, disse Frank
rabbuiandosi in volto.
“In
che senso ?”, gli chiese Rik.
“Alcune
sono state costrette a restare alla corte
del re come domestiche, ballerine e dame di compagnia. Altre, invece
sono state
prese come mogli o schiave dai soldati.”, gli
spiegò Frank con un velo di
rabbia nella voce.
“E’
davvero vergognoso !”, disse Rik infuriato.
“Già.
Poi, i soldati hanno catturato tutti i
bambini e i ragazzi fino ai ventitre anni per costringerli a far parte
del loro
esercito o per usarli semplicemente come schiavi. Mentre tutti gli
altri
uomini, anche se anziani sono stati uccisi senza
pietà.”, aggiunse Frank.
“Poi
ci hanno portati dal re e lui ci ha spiegato
che solo i più fedeli sarebbero diventati suoi soldati e ne
ha scelti un po’.
Ovviamente, i prescelti sono stati costretti a obbedire
perché il re minacciava
di uccidere le loro famiglie. Io non sono stato scelto, così
sono finito con
quel soldato a cui tu hai dato fuoco. Mi usava come scudiero. Altri
ragazzi,
invece sono stati presi dai duchi, dai principi e dagli amici del
Re.”
“Ora
capisco… Mi dispiace di averti messo nei
guai.”, gli disse Rik in tono colpevole.
“Non
preoccuparti. Tanto era da tempo che stavo
progettando un modo per svignarmela.”, gli rispose Frank.
Rik,
alzandosi in piedi disse a Frank: “Sono in
debito con te e vorrei fare qualcosa per aiutarti ma, al momento non mi
è
possibile perché sono…”, e si
bloccò perché non poteva rivelare al ragazzino di
essere un Eletto.
Ma,
il ragazzino, con un sorriso furbo, gli disse
in tono tranquillo: “Un Eletto ? Sì, lo so,
Rik.”
Rik,
sconvolto, gli chiese: “Cosa ? Come fai a
saperlo ?”
“Ho
sentito il mio padrone che ne parlava con gli
altri sodlati e appena ho ascoltato la descrizione ho capito subito che
eri tu
! Coì, quand’è scoppiato
l’incendio ho preso la tua gemma e la tua spada e sono
venuto a liberarti. Ho sentito i soldati parlare molto degli Eletti. Vi
stanno
dando la caccia. Però si dice che il re sia interessato alle
vostre gemme e
soprattutto a suo figlio; non vi vuole necessariamente morti, magari vi
userebbe come schiavi.”, rispose Frank.
“Questa
sì che è una bella notizia !”,
esclamò Rik
sarcastico.
I due
ragazzi sorrisero, poi a Rik venne un
dubbio.
“Frank,
tu cosa ne pensi del figlio del Re ?”, gli
chiese Rik.
Io ho
sentito che prima il figlio del re faceva
parte dell’esercito nemico,ma poi è passato dalla
parte degli Eletti, quindi
aiuterò gli Eletti senza alcun dubbio !”, gli
rispose Frank.
Rik
gli sorrise, poi disse: “Bene ! Allora
dobbiamo andare perché i miei amici mi staranno cercando
!”
“Ok
!”, gli rispose Frank determinato e si alzò in
piedi.
I due
ragazzi si misero in viaggio, percorrendo un
sentiero diverso per tornare al campo.
Ad un
tratto, Rik e Frank sentirono un rumore nel
folto degli alberi, come un ramoscello che si spezza.
“Cos’
è ?”, chiese Frank intimorito.
“Non
lo so. Stai dietro di me.”, gli disse Rik
nervosamente impugnando la spada.
Improvvisamente,
dal folto degli alberi comparve
il muso di un drago rosso.
Appena
lo vide, Frank quasi svenne.
“Fly
!”, gridò felice Rik e gli corse incontro.
Frank,
trovandosi davanti a quella scena, non
sapeva più cosa pensare e disse sconvolto: “Sto
sognando…”
“No,
no. E’ tutto vero.”, disse una voce femminile
al fianco di Frank.
Il
ragazzino si voltò di scatto e vide una bella
ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi che lo guardava
sorridente.
Frank
rimase a bocca aperta per lo stupore.
“Non
ti preoccupare. Noi siamo amici, vero Artik
?”, chiese Mariam all’unicorno che le era al fianco.
Artik
annuì e aggiunse divertito in direzione di
Rik e Fly: “Non ho mai visto un drago
piangere come lui !”
Infatti,
Fly era talmente felice di aver ritrovato
il suo compagno che piangeva a dirotto inzuppando il ragazzo.
Rik,
che era stretto tra le zampe del drago
esclamò : “Fly ! Ora basta ! Se continui
così, mi fai prendere una polmonite
!”, e tutti scoppiarono a ridere.
Dopodichè,
ad uno ad uno comparvero: Ken con
Tiger, Terry con Funny, Lein con Neferty e Cody con Marahute.
“Wow
!”, esclamò Frank quando vide tutte quelle
fantastiche creature.
Marahute,
vanitosa come al solito, si pavoneggiava
davanti al nuovo venuto, che, dal canto suo, non si stancava mai di
guardarla
ammirato.
Cody,
scherzando disse ai compagni: “Per fortuna !
Almeno per un po’ non dovrò più starmela
a sentire !”, e tutti risero di gusto.
“Ora
dobbiamo andare. Ormai è quasi giunta l’alba
e i soldati staranno per iniziare le
ricerche.”, disse Ken ai compagni.
Gli
altri ragazzi annuirono e iniziarono a
incamminarsi, ma Frank esclamò in direzione di Ken:
“Ma tu sei quello che ha sterminato
la mia famiglia e che poi mi ha consegnato a quel soldato !”
Ken,
guardando il ragazzino si ricordò
immediatamente di lui e della sua città che aveva devastato
molto tempo prima
con i soldati del Nuovo Ordine.
Guardando
il ragazzino negli occhi con uno sguardo
determinato, Ken ammise: “Sì, è vero e
mi dispiace per quello che ho fatto a te
e alla tua famiglia. Ma adesso sono cambiato e non ho nulla di cui
pentirmi. ”
Frank,
capendo che quegli occhi non mentivano, gli
disse: “E va bene. Ti perdono.”
“Però…
D’ora in poi dovrai ascoltare i miei
consigli, così non sbaglierai più, capito
?”, aggiunse Frank sorridendo rivolto
a Ken.
“Come
…?”, gli chiese Ken sbalordito e divertito
al tempo stesso.
Frank
sorrise e fece un occhiolino a Ken,
dopodichè Rik
disse: “Forza, ragazzi !
Adesso andiamo !”
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Capitolo 36 *** CAPITOLO 36 ***
CAPITOLO
N°
36 “ A PRESTO, FRANK !”
Finalmente
era arrivata la primavera e l’aria si
faceva più mite.
Gli
alberi iniziavano a mettere i fiori e, anche
gli animali della foresta sembravano risvegliarsi dal loro sonno
dell’inverno.
Ormai
erano già passati cinque giorni dalla
liberazione di Rik
e i ragazzi, anche se
sfiniti dall’estenuante viaggio continuavano imperterrito per
la loro strada
perché sentivano sulle spalle una grande
responsabilità.
Un
notte, i ragazzi si fermarono sulle sponde di
un lago immenso dalle acque cristalline, circondato da dolci colline
verdeggianti che precedevano delle alte
montagne.
Tutt’attorno
c’erano splendidi prati in fiore, che
riempivano di dolci profumi quel luogo.
Quella
sera, quando si
fermarono vicino al lago, in quella valle
incontaminata e
selvaggia, i ragazzi
erano davvero sfiniti, poi, dopo cena, quando Frank dormiva
profondamente, gli
altri sedettero in cerchio attorno al fuoco e
decisero il da farsi.
“E’
troppo pericoloso portarlo con noi. Potrebbe
finire male.”, disse Rik ai compagni guardando Frank.
“E’
vero ma fino a quando non troveremo qualcuno a
cui affidarlo dovremo portarlo con noi. E’ troppo piccolo e
non può farcela da
solo.”, aggiunse Ken.
“Hai
ragione, ma a chi lo lasciamo ? E poi, se
sapesse di essere di essere stato abbandonato, ci resterà
malissimo.”, disse
Lein.
“Sì,
però è per il suo bene.”,
osservò Mariam.
Infatti,
il piccolo Frank era davvero in pericolo
con i ragazzi perché, se
fosse capitato
in mezzo a qualche battaglia, indifeso com’era avrebbe potuto
fare una brutta
fine.
Terry
da un po’ stava guardando il lato di una
collina più vicina e disse agli amici: “Ehi,
guardate lì. Secondo voi
è un villaggio ?”
Tutti
guardarono in quella direzione e videro
delle luci in lontananza.
Infatti,
a due o tre ore di cammino da dove si
trovavano adesso, i ragazzi videro un piccolo villaggio sul lato della
collina
più vicina.
Il
villaggio era ben nascosto dalle montagne,
quindi, i ragazzi, anche se a malincuore presero una decisione.
Rik
scrisse una lettera a nome suo e dei suoi
amici, poi, in groppa a
Fly portò Frank
addormentato al piccolo villaggio.
Fly
atterrò vicino alla casetta più distaccata dal
villaggio, poi, Rik, che teneva in braccio Frank scese e
bussò alla porta.
Quando
sentirono bussare alla porta, due anziani
coniugi dall’espressione gentile si alzarono e, aprendola si
trovarono davanti
una scena incredibile.
Davanti
a loro c’era un adolescente che teneva in
braccio un bambino di circa dieci anni e, dietro di lui c’era
un enorme drago
rosso.
Rik,
notando le espressioni spaventate dei due
coniugi bisbigliò loro guardando il
drago: “Non preoccupatevi, non vi
farà del male.”
I due
coniugi si guardarono stupiti, poi Rik disse
loro: “Ho bisogno che accudiate il mio amico. Purtroppo non
posso portarlo
con me;
è troppo pericoloso. Siete
disposti a tenerlo ?”
L’uomo,
con un’espressione gentile, gli rispose:
“Non preoccuparti, Eletto. Lo cresceremo come se fosse nostro
figlio.”, e la
moglie sorridendo prese in braccio Frank portandolo in casa.
“Grazie
e dategli questa, per favore.”, gli disse
Rik porgendo all’uomo la lettera che lui e i suoi amici avevano scritto per Frank.
L’uomo
prese la lettera e disse a Rik: “Di niente.
Sappi che se tu e i tuoi compagni abbiate mai bisogno di aiuto, la
nostra porta
sarà sempre aperta.”
“Grazie.
Non lo dimenticherò.”, gli rispose Rik
mentre saliva nuovamente su Fly.
Poco
dopo, i due volarono i direzione degli altri
ragazzi.
Quando
Fly
e Rik tornarono al campo, ormai l’alba stava
sorgendo, quindi, i
ragazzi, dopo una colazione fredda partirono involo per lo loro prossima avventura…
La
sera dopo, il gruppo si fermò in un bosco
immenso circondato da alte montagne dai profili molto aguzzi.
Dopo
cena, i ragazzi parlarono un po’.
“Chissà
come sta Frank ora ?”, si chiese Lein.
“Un
po’ mi dispiace. Era come avere un
fratellino…”, disse Mariam.
“Dai,
non preoccupatevi. Sono certo che in quella
casa starà bene.”, disse loro Ken per
tranquillizzarle.
“Sì,
è vero. Lì Frank sarà al
sicuro.”, aggiunse
Rik.
La
luna splendeva sopra il bosco montano e, i
ragazzi dormivano beatamente nei loro sacchi a pelo.
I
ragazzi si fermarono in una radura erbosa per
riposare e si misero a dormire con la luna che vegliava su di loro.
Mariam,
nonostante dormisse al fianco di Artik,
tremava per il freddo.
Ken
non dormiva ancora perché stava guardando
oltre la cresta delle montagne.
“Ken,
cosa c’è ?”, gli chiese Tiger
accorgendosi
dell’aria pensosa del ragazzo.
“Come
?”, gli chiese Ken all’improvviso, come se
fosse appena stato svegliato da un
sogno.
“Ti
ho chiesto a cosa stai pensando. Hai una
faccia così assorta !”, gli rispose il lupo.
“No,
niente è che… sono cambiate moltissime cose.
Cose che prima pensavo fossero quelle giuste, improvvisamente sono
diventate
quelle sbagliate. Poi stavamo pensando alla mia vita prima di lasciare
casa…è
tutto diverso ora…”, gli spiegò il
ragazzo confuso.
“Ed
è un problema ?”, gli chiese il lupo.
“In
che senso ?”, gli domandò il ragazzo.
“Hai
dei ripensamenti ? Stavi meglio prima ?”, gli
chiese il lupo.
“No.
Anzi, prima di lasciare Molins non avevo
amici e l’unica persona che mi interessava era mia madre, ma
ora è tutto
diverso…”, concluse Ken guardando i suoi compagni
addormentati.
Tiger
sorrise, poi, Ken notò che Mariam tremava
per il freddo.
Ken
si alzò e, portando la sua coperta con sé, si
avviò in direzione di Mariam.
Quando
Artik lo vide avvicinarsi lo guardò con
aria stupita.
Poi,
il ragazzo mise la sua coperta addosso a
Mariam.
“Ma
poi tu non avrai freddo ?”, gli chiese Artik
preoccupato.
“No,
non preoccuparti. Mi arrangerò.”, gli rispose
tranquillamente il ragazzo sorridendogli.
Dopodichè,
Artik si rimise a dormire e Ken tornò
da Tiger, dove si sdraiò e si preparò a dormire,
con il firmamento che brillava
sopra di lui.
“Ti
piace molto, vero ?”, gli chiese il lupo.
Ken,
imbarazzato, gli chiese: “Chi ?!”
Tiger
gli rispose divertito : “Dai, non fare il
finto tonto ! L’ho capito subito che eri innamorato di Mariam
!”
Ken,
imbarazzato, non disse nulla.
“Perché
non glielo dici ? Aspetti che qualcuno se
la porti via ?”, gli chiese Tiger.
“Non
lo so…Forse merita qualcuno meglio di me.”,
gli rispose Ken cupo.
Tiger,
gli disse seriamente: “Ken, non dire
sciocchezze e non sottovalutarti così. Tu sei una persona
unica e non solo per
il fatto di essere un Eletto, ma è proprio il tuo carattere
e le tue scelte che
ti distinguono dagli altri.”
“Tiger,
lei non può volermi… Io sono stato un
assassino ! Ho ucciso moltissime persone, ho attaccato il suo villaggio
!”,
esclamò Ken disperato.
“Ma
ora sei cambiato e lei lo sa. Non è stata lei
a darti fiducia prima degli altri ?”, gli chiese Tiger.
“Sì,
ma…”, gli disse il ragazzo incerto.
“Ken,
non farti condizionare dal tuo passato. Hai
commesso degli errori ma hai capito e hai ripreso la retta via. Ora sei
una
persona totalmente diversa, ok ? Hai tutte le carte in regola per stare
con
lei.”, gli disse il lupo con fermezza.
“Dici
?”, gli chiese il ragazzo.
“Certo
!”, gli rispose Tiger risoluto.
“Grazie…”,
gli disse il ragazzo commosso dalle sue
parole gentili.
Tiger
sorrise
e li chiese: “Ken, come mai ti piace
così tanto Mariam ?”
Ken,
felice di poterne parlare con qualcuno, gli
rispose: “Perchè è semplice, dolce e
comprensiva. Quand’ero ancora
nell’esercito nemico era l’unica che credesse
ancora che io potessi migliorare.
E’ stata l’unica a darmi fiducia ed è
solo grazie a lei se sono cambiato così.”
Così,
il ragazzo si addormentò vicino al suo amico
peloso.
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Capitolo 37 *** CAPITOLO 37 ***
CAPITOLO
N°
37 “ATTENTI !”
Il
sole era appena sorto e, lentamente stava
raggiungendo la prateria dove dormivano i ragazzi.
I
soli suoni che si sentivano erano i cinguettii
allegri degli uccelli e il vento che soffiava dolcemente tra
l’erba e in mezzo
agli alberi.
All’improvviso…
“Svegliatevi
! Presto, dobbiamo andarcene !”,
gridò Funny volando in circolo sul campo dove stavano
dormendo i ragazzi.
Fly,
ancora mezzo addormentato, nel sonno disse
infastidito: “Chiudi il becco, cornacchia !”
Funny,
indignata volò in picchiata vicino alla
testa del drago e urlò: “Cornacchia a
chi, eh ?!”
Fly,
svegliandosi di soprassalto chiese alla
gazza: “Funny ! Si può sapere cos’hai da
strillare così a prima mattina ?!”
Funny,
agitata, gli rispose: “Stanno arrivando dei
soldati. Perché non ruggisci ? Dai, sveglia tutti e poi ce
ne andiamo alla
svelta !”
Fly,
capendo il pericolo annuì e ruggì così
forte
che tutti gli uccelli della foresta volarono via terrorizzati.
Anche
i mostri e i ragazzi si svegliarono di
colpo.
“Fly
! Ma cosa ti è saltato in mente ?!”, gli
chiese Rik infuriato.
“Funny
ha visto dei soldati che procedono in
questa direzione, quindi dobbiamo andarcene che ci
raggiungano.”, gli rispose
il drago in tono serio.
“D’accordo.
Quanto tempo abbiamo ?”, gli chiese Rik.
“Tre
o quattro ore.”, gli rispose Funny.
“Va
bene. Allora facciamo colazione e poi
andiamo.”, decise Ken.
Così,
dopo aver fatto colazione aver cancellato le
proprie tracce, il gruppetto si avviò verso Molins,
perché, per raggiungere
Naklis, i ragazzi dovevano fare il giro al contrario:dovevano passare
da
Molins, Dengrid, Way e Naklis.
Verso
sera, lo strano gruppo giunse molto vicino a
Molins e iniziò a vedere i suoi grigi grattacieli.
Ora,
quella città era controllata dall’esercito
nemico che aveva ridotto in schiavitù tutti gli abitanti
sopravvissuti al
feroce massacro di molti mesi prima.
“Questa
è la tua città vero, Ken ?”, gli chiese
Tiger.
Ken
gli rispose in tono malinconico: “Già, ma non
mi è mai piaciuta. Non vedevo l’ora di
andarmene.”
Mariam
sentì involontariamente quel discorso.
Mariam,
che, involontariamente aveva sentito il
discorso, gli chiese: “Perché dici
così, Ken ? Avevi tutto in una città
così
immensa.”
Ken,
sorridendo, le rispose: “Non avevo la cosa
più importante: la libertà. Questa
città era governata dalla famiglia Lison e,
in essa viveva solo gente di ceto medio o alto. La maggior parte delle
persone
era arrogante, presuntuosa e non provava un briciolo di
pietà nei confronti
delle persone più povere… Era terribile
viverci…”
“Mi
dispiace…”, gli disse Mariam.
“Tranquilla,
ormai
è finita.”, le disse Ken
sorridendole.
Dopodichè,
il gruppo si accampò per la notte in un
bosco lì vicino e, dopo una cena sostanziosa, tutti i
componenti del gruppo
parlarono a lungo…
Mentre
tutti i ragazzi stavano discutendo intorno al fuoco, Ken si
avvicinò a Mariam
e, bisbigliandole,
le chiese: “Mariam…
puoi seguirmi un attimo ?”
Mariam,
sorpresa ma incuriosita seguì l’amico che
la condusse in una tranquilla pineta poco distante dal campo.
“Sta
per dichiararsi, vero ?”, gli chiese Artik
sotto voce per non farsi sentire dai ragazzi.
“Già…Vediamo
se ce la fa.”, gli rispose Tiger.
Intanto,
gli altri ragazzi, che, fino a quel
momento avevano fatto finta di nulla di
nulla, quando Mariam e Ken si erano
allontanati iniziarono un acceso dibattito.
“Secondo
voi vuole dichiararsi a Mariam ?”, chiese
Lein emozionata agli amici.
“Certo
! E’ per questo che l’ha portata lì !
Almeno non potevamo sentire la sua dichiarazione !”, le
rispose Terry curiosa.
Cody e Rik
si guardarono e alzarono gli occhi al cielo disperati…
“Finalmente
! E’ dalla prima volta che ci siamo
incontrati e anche quando ci ha catturai che Ken guardava
così Mariam.”, disse
Terry.
“Sì,
è vero ! Si vede lontano un miglio che Ken è
innamorato di lei !”, esclamò Lein eccitata.
“Uffa
! Lasciateli un po’ stare, no ? Cosa ve ne
importa a voi ?”, chiese spazientito Tiger alle ragazze.
“Oooh
! Dai, Tiger ! Non sei curioso ? Neanche un
po’ ?”, gli chiese Terry divertita.
“Cosa
? Ma scusa, sono affari loro !”, le rispose
Tiger.
“Ma
Ken è il tuo compagno ! Possibile che non ti
interessi neanche un po’ ? “, gli chiese Lein.
Tiger
stava per ribattere, ma Rik gli disse:
“Lascia perdere, Tiger. Le ragazze sono fatte così
!”
“Già.
Sono delle ficcanaso di natura !”, esclamò
Cody divertito.
“Cosa
?!”, esclamarono Lein e Terry all’unisono.
Tiger,
Artik, Fly, Cody e Rik scoppiarono a ridere
divertiti…
Nel
frattempo, in mezzo alla
pineta illuminata dalla luce della luna…
“Mariam,
io…”,
le disse
Ken imbarazzato.
Mariam,
intuendo cosa stesse per dirle Ken si
sentì molto emozionata, ma gli chiese comunque:
“Cosa c’è, Ken ?”
“Io…
ti amo !”, concluse il ragazzo sempre più
imbarazzato guardandola negli occhi.
Mariam,
felice, guardandolo negli occhi, gli
disse: “Ken… anche tu mi piaci molto,
però… per il momento non
sono ancora pronta ad impegnarmi seriamente
con qualcuno…scusami…”
Ken,
sorridendole, la guardò negli occhi e le
disse dolcemente: “ Non preoccuparti. Mi dirai tu quando
sarai pronta e poi
sappi che per te aspetterei in eterno !”Mariam, felice di
quella risposta
guardò quei profondi occhi blu che,
dal
primo momento in cui li aveva incontrati ne era rimasta affascinata,
poi disse:
“Grazie, Ken…Sei davvero unico !”, e lo
abbracciò felice.
Dopo
pochi minuti…
“Dai,
torniamo dagli altri. Che ne dici ?”, le
domandò il ragazzo.
“certo.”,
gli rispose Mariam e, insieme tornarono
al campo, dove tutti li aspettavano curiosi.
Quando
Mariam
si mise a dormire era davvero felice della dichiarazione
di Ken…
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Capitolo 38 *** CAPITOLO 38 ***
CAPITOLO N° 38 “ UN INCONTRO INASPETTATO”
Il mattino dopo, i ragazzi si svegliarono di buon’ ora e,
dopo una colazione veloce ripartirono alla volta di Naklis.
Dapprima, i ragazzi e i mostri aggirarono Molins in tutta fretta, poi,
con un’andatura più tranquilla proseguirono in
direzione di Naklis.
Dopo un po’, i ragazzi arrivarono alle pendici di un impervio
valico tra le montagne vicino a Dengrid.
L’ultimo tratto di strada che fecero per superare il valico
fu davvero duro perché era una parete rocciosa molto
ripida,ma, grazie all’aiuto dei mostri riuscirono
a passare.
Ormai, era quasi mezzogiorno e, i ragazzi,sfiniti per la marcia
estenuante si fermarono a mangiare qualcosa prima di giungere a Dengrid.
Mentre mangiavano i resti della precedente caccia, i ragazzi parlarono
un po’.
“Oggi è una bella giornata. C’ anche il
sole !”, disse Terry con un tono innocente guardando Mariam.
“Già. Si sta proprio bene.”, aggiunse
Mariam che era seduta vicino a Ken.
“Anche ieri sera si stava bene, vero Mariam ?”, le
chiese Lein con un’aria furba.
Mariam restò per un momento interdetta da quella domanda, ma
poi capì lo scopo che voleva raggiungere la sua
amica.
“Lasciatela stare ! Accidenti, le ragazze sono proprio
curiose !”, esclamò Rik.
Lein e Terry lo ignorarono e continuarono guardare Mariam sperando che
dicesse loro com’era andata la sera precedente, quando si era
allontanata con Ken.
Mariam e Ken si guardarono a disagio, poi, il ragazzo disse agli amici:
“E va bene. Vi diremo com’è
andata.”
Terry e Lein, curiose di saperlo zittirono al momento.
Ken continuò guardando proprio Lein e Terry:
“Almeno voi due la finirete di starci addosso
!”
“Noi ?!”, esclamarono in coro Terry e Lein con aria
innocente.
Mariam sorrise divertita.
“Ma cosa vuoi dire ?”, gli chiese Lein.
“Noi non stavamo dicendo proprio niente.”, aggiunse
Terry.
“Come no !”, esclamò Cody divertito.
“E’ da quando ci siamo fermati che cercate di
estirpargli informazioni su quanto è successo ieri sera in
quella pineta !”, disse Rik rivolto a Lein e a Terry.
Terry e Lein si guardarono a disagio non sapendo cosa ribattere.
Ken guardò Mariam e le sorrise; lei capì subito
cosa volesse dirle l’amico.
“Io e Ken abbiamo deciso di pensarci.”, disse
semplicemente Mariam alle amiche.
“Cosa ?! No, dai ! Diteci la verità !”,
le disse Terry curiosa.
“E’ questa la verità.”, le
disse tranquillamente Ken.
Così, mentre gli altri ragazzi restavano sbalorditi dal
racconto di Ken e Mariam, questi ultimi si guardavano sorridendo
sapendo bene cosa ognuno provasse per l’altro e,
che un giorno, non molto lontano, le cose sarebbero cambiate
e, sicuramente in meglio !
Dopo pranzo, i ragazzi iniziarono a camminare in direzione del valico
di Dengrid.
Quando arrivarono in cima al valico,i ragazzi e i mostri
erano sfiniti.
“Caspita, che fatica !”, esclamò Cody.
“Già, non potevate portarci voi almeno per un
po’ ?”, chiese Lein ai mostri.
“No. Qui ci sono troppi soldati. Ci avrebbero visti
sicuramente.”, le rispose Fly.
“Uffa !”, protestò Terry.
Così, tra una chiacchera e l’altra, i ragazzi e i
mostri si rimisero in cammino.
Verso il crepuscolo, il gruppetto aveva superato il valico tra le
montagne e iniziato a scendere lungo la vallata che appariva sotto di
loro.
Quando furono abbastanza in basso, i ragazzi si fermarono in un fitto
bosco.
“Ok. Ci fermiamo qui per questa notte, che ne dite
?”, chiese Rik ai ragazzi.
Gli altri annuirono e, posando a terra gli zaini iniziarono a preparare
il campo per la notte.…
Quando nel bosco fu calata la notte, i ragazzi andarono a cacciare
qualcosa, mentre le tre ragazze ultimavano il campo.
Questa volta, quando i ragazzi andarono a caccia, Marahute e Tiger li
seguirono.
“Ehi, aspettate ! Vengo anch’io !”,
esclamò Fly rivolto ai tre ragazzi.
“E’ meglio di no. Aspettaci
qui.”, gli disse Rik gentilmente.
“Perché devo restare qui ?”, gli chiese
il drago indignato.
“Perché sei troppo grosso e poi, di quel colore,
ti si vede benissimo. Faresti scappare tutte le prede.”, gli
rispose Ken in tono educato ma risoluto.
“Uffa !”, protestò Fly capendo che il
ragazzo aveva ragione.
“Dai, non ti offendere, Fly. Ti prometto che quando tutto
questo sarà finito sarai libero di volare tutto il tempo che
vorrai e andremo anche a caccia insieme.”, gli disse Rik per
consolarlo.
“E va bene.”, gli rispose Fly e si
sistemò nel campo.
Così, i tre ragazzi, accompagnati da Marahute e da Tiger si
avviarono nel folto del bosco…
Dopo dieci minuti di cammino in mezzo agli alberi, i ragazzi
avvistarono uno splendido cervo che brucava tranquillamente in una
radura.
“Quello è perfetto.”,
bisbigliò Cody ai compagni indicando il cervo.
Rik e Ken annuirono.
Cody incordò l’arco e si preparò a
lanciare, quando, improvvisamente, davanti a lui comparve una
piccola e graziosa ragazza.
I tre ragazzi restarono sbalorditi da quella strana creatura.
Cody abbassò l’arco.
La ragazza aveva dei capelli biondissimi che le arrivavano fino alla
schiena, degli occhi verde acqua e due leggere ali azzurrine.
Dalla sua statura, la strana creatura doveva avere circa
vent’ anni, portava un vestito blu con sfumature che andavano
sul vedere smeraldo.
“Una fata…”, bisbigliò Ken
sbalordito.
Cody e Rik guardarono Ken, poi si voltarono di nuovo verso la leggiadra
creatura.
Intanto, al fata, sorridendo disse loro: “Ciao ! Mi chiamo
Ybrys. Spero di non avervi spaventati.”
I ragazzi si ripresero dallo stupore e Ken le rispose gentilmente:
“No, non preoccuparti.”
“Perché ti sei messa davanti alla nostra preda
?”, le chiese Tiger diffidente.
“Perché quello non è un
cervo.”, gli rispose semplicemente Ybrys.
“Cosa ?!”, esclamarono i tre ragazzi
all’unisono.
“Cosa vuoi dire ‘”, le chiese Marahute.
“Come fa a non essere un cervo ? Ne sento l’odore
!”, protestò Tiger.
“Ragazzi, lasciamola parlare.”, disse loro Ken.
Ybrys disse ai presenti: “Quella che stavate per colpire
è solo un’ immagine creata dalla magia nera del
mago Irindor. In pratica, se uno colpisce l’immagine, quella,
un secondo prima si dissolve, poi emette una barriera che
respinge il colpo da dov’è venuto, uccidendo il
tiratore. Ora capite perchè vi ho fermati ?”
“Allora dobbiamo ringraziarti. Ci hai salvato la
vita.”, le disse Ken riconoscente parlando a nome di tutti.
“Hai salvato Cody, quindi chiedimi quello che
vuoi.”, le disse seriamente Marahute.
Ybrys sorrise e le rispose: “Ma figurati ! Non voglio niente
in cambio !”
“Scusa,ma tutti gli animali del bosco sono finti ? Come
facciamo a mangiare ?”, le chiese Rii gentilmente.
Ybrys gli rispose: “ Purtroppo sì. Però
potete venire al mio villaggio se volete. Lì troverete tutto
ciò che desiderate., compreso il cibo.”
I tre ragazzi e i mostri si scambiarono degli sguardi perplessi
perché non sapevano cosa fare: fidarsi o no della fata ?
Rik, le rispose titubante: “Non lo so…”
Ybrys, leggendogli il pensiero disse loro dolcemente: “Avete
ragione a non fidarvi, però, vi assicuro che le fate non
hanno alcuna d intenzione di fare del male a nessuno, tanto meno alle
sole persone che possano riportare la pace in questo mondo. Potete
fidarvi.”
I ragazzi convinti dal quel discorso accettarono la proposta di Ybrys e
tornarono al campo con lei.
Appena le ragazze e i mostri che c’era al campo videro la
creatura dall’incantevole bellezza, ne restarono
sbalorditi e affascinati al contempo.
Mariam, sbalordita e curiosa si avvicinò a Ybrys e le
chiese: “Sei una fata, vero ?”
Ybrys, sorridendo le rispose: “Esatto. Mi chiamo Ybrys, e tu
?”
“Mariam. Ma come hai incontrato i nostri amici ? Abiti in
questo bosco ‘”, le domandò la ragazza.
Allora Ybrys le raccontò cosa fosse successo nel bosco.
Quando la fata ebbe finito il racconto…
“Chissà se possiamo fidarci ?
Però…mi sembra simpatica…”,
si chiese Lein guardando la fata sospettosa.
“Non preoccuparti. Sono dalla vostra parte.”, le
disse Ybrys rivolgendosi a Lein.
Lein, imbarazzata disse alla fata: “scusami, non volevo
offenderti, solo che non ti conosciamo neppure e visto che ci sono
sempre nemici in agguato…”
“Non preoccuparti. Anch’ io al vostro posto non mi
fiderei molto…”, le rispose Ybrys sorridendo.
“Allora, volete venire nel mio villaggio ?”,
domandò Ybrys ai ragazzi.
I ragazzi accettarono e iniziarono a mettere via le proprie cose.
Dopo aver messo via tutto, i ragazzi e i mostri seguirono Ybrys
attraverso la foresta.
Ormai erano passate due ore da quando il gruppo si era messo in marcia.
“Ybrys, è ancora molto lontano il tuo villaggio
?”, le chiese Cody.
“No, non preoccuparti. Siamo quasi arrivati.”, le
rispose la fata.
“Ybrys, come mai eri fuori dal tuo villaggio e
così lontana di notte ?”, le chiese Terry.
“Terry ! Sei sempre la solita impicciona !”, le
disse Lein sottovoce in tono di rimprovero.
Ybrys, che aveva sentito disse: “Non preoccuparti, Lein.
Comunque sono di guardia questa notte, per questo sono fuori
dal mio villaggio.”
“Di guardia ? Che vuoi dire ?”, le chiese Rik
sorpreso.
“Nelle vicinanze del mio villaggio c’è
un mago che pratica la Magia Nera e, quindi, gli
abitanti del mio villaggio si dividono i turni di guardia in modo che
se quel mago cerca di avvicinarsi non ci coglie alla sprovvista. Oppure
stiamo attenti agli stranieri che non sapendo del trucco che
riguarda gli animali finti, li cacciano e restano uccisi dalla magia
del mago.”, spiegò loro la fata.
Poco dopo, il gruppo arrivò davanti a una quercia immensa
nascosta perfettamente da due salici.
Ybrys si fermò e, voltandosi verso i ragazzi disse loro:
“Siamo arrivati !”
I ragazzi la guardarono perplessi.
“Ma … lì c’è solo
una quercia.”, osservò Cody spiazzato.
“L’apparenza inganna…Ora
vedrete.”, disse loro Ybrys sorridendo.
Ybrys si voltò verso la quercia, appoggiò una
mano sulla corteccia ruvida e disse: “Oì Lingus
dei. Aìma neì franch clerin donau Elya du
yù !”
I sei ragazzi trasalirono nel sentire quella frase.
“Avete sentito ? Ha usato la lingua magica !”,
disse Terry ai suoi amici.
Gli altri ragazzi annuirono sconcertati.
All’improvviso, una porta immensa si aprì
all’interno della quercia, rivelando un passaggio segreto che
introduceva in un piccolo villaggio pieno di luci.
“Benvenuti nel paese delle fate !”, disse Ybrys
felice ai ragazzi.
I sei ragazzi, che erano rimasti increduli da quanto era appena
successo, non riuscirono a muovere un passo, tanta era la sorpresa.
“Dai, entrate ! Cosa state aspettando ?”, li
esortò Ybrys sorridendo.
I ragazzi, come svegliandosi da un sogno, si incamminarono dietro alla
fata attraverso il passaggio segreto.
“Scusaci, Ybrys è solo che siamo rimasti molto
meravigliati. La porta nella quercia e quel paese pieno di
luci…E’ stata una sorpresa per tutti
noi.”, si scusò Mariam.
“Tranquilli, non è il caso di preoccuparsi.
Comunque, fino ad ora non avete visto niente. Aspettate solo di entrare
nel villaggio e vedrete che lì c’è
molto di più di cui stupirsi.”, le rispose Ybrys
sorridendo.
Dopodichè, la fata disse rivolta alla porta di quercia:
“Doi ne !”, e la porta si richiuse immediatamente
alle loro spalle, lasciando solo la corteccia di una normalissima
quercia.
“Bene ! Ora siamo ufficialmente a Cobryl, il paese delle fate
!”, esclamò Ybrys allegramente voltandosi verso i
ragazzi.
I ragazzi si guardarono intorno e notarono che le case erano molto
più piccole di quelle umane e poi,
c’erano molte creature oltre alle fate: unicorni, gnomi,
folletti, troll norvegesi.
“Ci sono moltissime creature, non solo
fate…”, osservò Cody.
Ybrys gli rispose tristemente: “Già. Tutte le
creature magiche e non, che si nascondono
dall’esercito di Re Fenix vengono qui perché da
sole non avrebbero alcuna speranza di sopravvivere.”
“Ma, Ybrys. Perché ci sono in giro tutti questi
abitanti ? E’ notte fonda !”, le chiese Ken.
“Perché ora è l’ora del
cambio della guardia e poi perché bisogna controllare la
porta d’ingresso del villaggio oltre che le
vicinanze.”, gli rispose Ybrys.
Poi, guardando un unicorno, la fata chiese ai ragazzi:
“Vedete quell’ unicorno ?”
I ragazzi e i mostri annuirono, poi, Ybrys proseguì:
“E’ arrivato qui due giorni fa. Lui era il capo
branco di una mandria di unicorni, ma purtroppo, quando
l’esercito nemico li ha minacciati, molti dei suoi compagni,
per paura si sono uniti ad esso. Lui e pochi altri unicorni che si sono
ribellati hanno dovuto combattere contro i mostri e i maghi di quel
terribile esercito oltre che contro i soldati. Quell’
unicorno si è slavato per miracolo, poi si è
trascinato fino alle porte del nostro villaggio chiedendoci aiuto.
Purtroppo, uno dei mostri nemici gli ha causato una ferita mortale. Le
fate guaritrici del mio paese hanno provato di tutto per curarla, ma la
ferita non si rimargina minimamente…Purtroppo, Faun diventa
più debole ogni giorno che passa…”
I ragazzi si guardarono tristemente, poi Mariam chiese:
“Terry, Lein perché non proviamo a curare Faun con
le formule di guarigione che ci ha insegnato Re Ayrm ?”
Terry e Lein la guardarono sorridendo.
“certo !”, concordò Lein.
“Dai, proviamo !”, aggiunse Terry.
“Aspettate !”, disse Artik alle ragazze,
“Vi aiuteremo anche noi. Quella di Faun, non è una
ferita da nulla sennò sarebbe già guarita, Gli
unicorni hanno dei poteri curativi innati e se questi poteri non hanno
funzionato, allora la situazione è davvero grave.”
“E’ vero ! Ma se uniamo le nostre forze, sono
sicura che riusciremo a curarlo.”, disse Neferty.
“Ok, allora andiamo !”, disse Funny.
Le tre ragazze e i mostri si avvicinarono a Faun.
Quest’ ultimo però cominciò a scalciare
nervosamente e disse loro in tono brusco: “Lasciatemi stare
!”
“Non preoccuparti. Vogliamo aiutarti.”, gli disse
dolcemente Lein.
“E’ inutile ! Ne i miei poteri e ne
quelli delle fate sono riusciti a curarmi.. Quindi andatevene e a
lasciatemi morire in pace !”, le rispose minaccioso Faun.
Artik, furioso disse a Faun: “Senti un po’ ! Tu
adesso ti fai curare dalle ragazze ! Loro hanno dei poteri superiori e
possono aiutarti davvero !”
Gli occhi di Faun guizzarono interessati da Artik alle tre ragazze,
sbalordito com’era disse: “Siete gli Eletti
!”
“Come hai fatto a capirlo ?”, gli chiese
Terry.
“Intuito… E va bene. Provate pure se
volete”, disse Faun in tono rassegnato rivolto alle ragazze.
Le tre ragazze strinsero le loro pietre e, quando iniziarono a
pronunciare le formule di guarigione, queste brillarono.
All’improvviso, le menti delle ragazze e quelle dei loro
mostri furono collegate permettendo loro di parlare telepaticamente.
Lein fece cenno a una fate di togliere la fasciatura dalla ferita
dell’unicorno.
Quando apparve la ferita, le ragazze vennero pervase dall’
orrore: sul fianco dell’unicorno appariva una profonda ferita
nera che stava compiendo il suo lugubre cammino nel corpo della magica
creature riducendola in fin di vita.
Mariam disse telepaticamente “Ragazze ! Dobbiamo
mettercela tutta o non ce la farà
!”
Le altre due ragazze annuirono e, insieme iniziarono a
guarire la ferita con le formule del re elfico.
Le ragazze continuarono a curare l’unicorno con tutte le loro
forze in modo da salvarlo.
L’operazione fu molto difficile e si rivelò
più ardua del previsto.
Infatti, le ragazze cercavano di curare la ferita
dell’unicorno da più di mezz’ora
e, lentamente le loro energie si stavano esaurendo.
Nonostante fossero a corto di energie, le tre ragazze continuarono a
immettere magia nella ferita, facendo tutto il possibile per salvare
Faun.
“Neferty, Funny ! Dobbiamo aiutarle. Non ce la fanno
più !”, disse loro Artik telepaticamente
preoccupato per l e condizioni delle ragazze.
“Ok. Adesso !”, disse Funny
telepaticamente a Neferty e ad Artik.
Artik e Neferty annuirono,così, le loro energie arrivarono a
sostenere le ragazze unendo le loro energie a quelle delle loro amiche.
Infatti, le tre amiche, all’improvviso si sentirono pervase
da nuove ed enormi energie.
“Ma…che succede ?”, chiese Terry
perplessa alle amiche sentendosi carica di energia.
Funny le rispose telepaticamente “Vi abbiamo trasferito le
nostre energie. Ora concentriamoci sulla ferita.”
Finalmente, grazie alla collaborazione dei mostri, Faun fu
salvo.
Infatti, la ferita era ormai del tutto guarita.
Appena la ferita dell’unicorno svanì, le tre
ragazze interruppero il contatto telepatico e si sedettero a
terra prive di forze.
“Però…Che fatica !”,
esclamò Terry.
“Già. Ma la ferita è guarita finalmente
!”, aggiunse Lein.
“E questo è l’importante !”,
concluse Mariam.
Faun, che ormai era in forma smagliante, disse alle ragazze:
“Grazie ! Mi avete salvato la vita. Vi
accompagnerò nel vostro viaggio, Eletti !”
Mariam, gli rispose: “Va bene. Se vuoi vieni pure ma non
sentirti in obbligo verso di noi.”
“Non preoccuparti. Non è un obbligo. Lo faccio
perché voglio farlo.”, le rispose Faun gentilmente.
“D’accordo. In questo caso saremo felici di averti
come compagno !”, gli rispose Mariam sorridendo.
“Bene ! E poi, così vi potrò aiutare
nella vostra missione.”, aggiunse Faun felice.
Ybrys e i ragazzi seguiti da Marahute, Tiger e Fly si avviarono verso
le loro amiche.
“Va tutto bene ?”, chiese Ybrys alle ragazze
e ai mostri.
“Sì, tranquilla.”, le rispose Lein
sorridendo.
“A pensarci bene, però ci è venuta un
po’ di fame !”, ammise Terry arrossendo imbarazzata.
“E’ normale, se non avete mangiato niente e avete
usato le vostre energie per la magia è normale che abbiate
fame. Non preoccupatevi, ora vi farò preparare una bella
cena !”, disse loro Ybrys sorridendo.
Dopodichè, Ybrys chiamò a raccolta tutti gli
abitanti del villaggio e, insieme a loro preparò una
sostanziosa cena per gli Eletti: i salvatori del mondo !
Dopo una gustosa cena, anche le tre ragazze ormai si erano
riprese del tutto e, con i loro amici e con Ybrys si avviarono ad una
festa organizzata nel villaggio appositamente per loro.
La festa fu ricca di colori e di suoni e, molte fate fecero domande
incuriosite ai ragazzi e ai mostri.
Le fate, oltre ad essere molto curiose, si dimostrarono molto gentili e
premurose sia con i ragazzi e sia con i mostri.
Le fate bambine giocavano con i mostri,sempre rispettandoli
naturalmente.
I ragazzi,ancora nonni rendevano conto di essere capitati tra le
creature più belle e più leggiadre del pianeta !
Infatti,ogni fata, in un modo o nell’altro era…
incantevole !
“Sono davvero bellissime !”, osservò
Mariam guardando affascinata le miriadi di fate che la circondavano.
“Già… Se anche le ragazze umane fossero
così belle !”, esclamò Rik per
scherzare.
“Ehi ! Cosa vuoi dire ?! Almeno la maggior parte delle
ragazze umane sono sincere !”, ribattè Lein.
Ybrys, però aveva sentito tutto.
Lein, accorgendosene, le disse dispiaciuta: “Scusami,
Ybrys… Ho sentito alcune storie su di
voi…Ovviamente, non siete tutte uguali per
fortuna… Non volevo offenderti, mi
dispiace…”
“Non preoccuparti. Purtroppo, la maggior parte delle storie
che ci riguardando sono vere.”, le rispose la fata in tono
gentile.
I ragazzi restarono sorpresi da quella rivelazione.
“Alcune fate usano il loro fascino per ingannare le
loro vittime, derubarle e infine ucciderle. E’ per
questo che gli Elfi ci hanno dichiarato guerra molti secoli
fa.”, proseguì Ybrys.
“Solo per questo ? Ma cosa gli avete fatto per meritarvi la
loro ostilità ?”, le chiese Rik.
Ybrys, con aria contrita iniziò a spiegare ai ragazzi:
“Molti anni fa, quando Re Ayrm e la Regina Isys
erano appena saliti al trono, una fata si intromise tra di loro,
all’inizio,come dama di corte, ma poi…”
“Ma poi, cosa ?”, le chiese Terry curiosa.
“Dopo dieci anni, la moglie del re fu trovata morta nel suo
letto…”, continuò Ybrys.
“Cosa ?! Ma è terribile !”,
esclamò Mariam.
“Era stata la fata che si fingeva dama di corte a uccidere la
regina.”, rispose Ybrys con aria afflitta.
“Cosa ?!”, esclamarono i ragazzi
all’unisono, sconvolti da quella tremenda notizia.
“Già… In tutti quegli anni, la fata
aveva usato Re Ayrm grazie al suo fascino, fino al punto di fargli
uccidere la sua stessa moglie !”, disse Ybrys
I ragazzi, oltre che essere sconvolti restarono perplessi da quella
notizia.
Re Ayrm aveva insegnato loro ogni segreto della magia,
com’era possibile che fosse stato soggiogato da una fata ?!
Ybrys, intuendo i pensieri sconvolti dei ragazzi, disse loro:
“Quella fata non era una fata qualunque.”
“In che senso ?”, le chiese Ken.
“Era la nostra regina. Lei voleva solo far tornare la pace
tra i nostri due popoli, ma si fece prendere dalla
brama del potere e distrusse la poca fiducia rimasta.”, gli
rispose Ybrys.
I ragazzi erano davvero allibiti, poi, Terry chiese alla fata :
“Come andò a finire ?”
“La madre di Gendar, prima di morire scrisse una formula
magica per liberare il Re dall’incantesimo della fata e la
consegnò al figlio, perché solo un familiare
poteva recitarla. Quando Gendar capì che per la madre non ci
sarebbe più stata alcuna speranza di salvezza,
pronunciò la formula magica per liberare suo padre dal
potere della fata. Re Ayrm, resosi conto dell’accaduto uccise
la fata senza pietà.”, concluse Ybrys.
“Ma se Gendar aveva la formula, perché ha
aspettato così tanto per liberare suo padre ? Magari,s e
l’avesse pronunciata prima, sua madre non sarebbe morta
!”, esclamò Cody.
Ybrys gli rispose: “La madre di Gendar era gravemente
ammalata e nonostante i suoi enormi poteri, aveva bisogno delle potenti
cure magiche di suo marito per sopravvivere. La regina era una persona
unica. Infatti, era molto comprensiva e voleva sempre dare una seconda
possibilità alle persone. Lei credeva molto negli altri e
riusciva a vedere il lato buono delle persone e questa è una
qualità assai rara da trovare negli esseri viventi. Infine,
il giorno prima che succedesse il fatto, la regina eflica diede la
formula al figlio perchè sapeva che di lì
a poco sarebbe successo qualcosa di terribile.”
“Anche il giorno prima del suo assassinio, la regina credeva
ancora che la fata sarebbe tornata ad essere buona ed è per
questo che impedì tassativamente al figlio di
ucciderla.”, aggiunse Ybrys.
“Caspita… Mi dispiace che Gendar abbia avuto
un’ infanzia così triste…”,
mormorò Mariam rammaricata.
“Già. Da allora, gli elfi ci odiano moltissimo e
hanno anche ragione, però non tutte le fate sono
così perfide ! Nel corso degli anni abbiamo cercato di farci
perdonare ma è stato tutto inutile. Gli elfi sono davvero
testardi ! Quando si mettono in testa qualcosa è impossibile
fargli cambiare idea e poi sono troppo orgogliosi per ammettere di
avere torto.”, disse oro Ybrys.
“Mi dispiace…”, disse Lein.
“Non preoccuparti. Sono sicura che un giorno riusciremo a
tornare alleati.”, le rispose Ybrys sorridendo.
A parte questo piccolo inconveniente, la serata passò in
allegria.
Durante la festa, Mariam chiese a Ken: “Ken, puoi seguirmi un
attimo ?”
Ken, anche se stupito, la seguì.
Mariam condusse il ragazzo lontano dalle luci e dal rumore, poi,
fermandosi su una collina che sovrastava il villaggio, si
voltò verso di lui e lo guardò
sorridendo.
Il ragazzo, perplesso da quella situazione, chiese preoccupato:
“Mariam, cosa c’è ? Va tutto
bene ?”
La ragazza lo guardò sorridendo e, arrossendo gli rispose:
“Sì, va tutto bene…Volevo solo dirti
che… sono pronta.”
Ken non era sicuro di cosa intendesse Mariam, quindi le
domandò incerto: “Vuoi dire
che…?”
“Sì. Sono pronta ad impegnarmi in una relazione
seria con te… Se ti interesso ancora,
ovviamente.”, gli rispose la ragazza sorridendo.
Il ragazzo, sorrise felice, poi le prese dolcemente il viso fra le mani
e le disse: “Cero che mi interessi ancora.”, e la
baciò.
Sulla collina, illuminata dalla luce della luna, due ragazzi avevano
appena scoperto la felicità che l’amore porta
sempre con sé…
Nel frattempo, gli altri ragazzi si godevano quegli attimi di
felicità, assaporandoli fino infondo.
Ai ragazzi sembrava di essere tornasti indietro nel tempo, quando, nei
loro paesi natali festeggiavano insieme ai loro amici e alle loro
famiglie.
Dopo un po’, Ken e Mariam tornarono dai loro amici
mano nella mano.
“Ehi, Lein guarda !”, le disse Terry indicandole
Ken e Mariam che si tenevano per mano.
Lein annuì e disse all’amica:
“Finalmente !”
Verso notte fonda, Ybrys condusse i ragazzi fino ad una casa
più grande delle altre, una casa gigante , come la
chiamavano le fate.
Quando giunsero davanti alla porta, la fata disse loro: “Ecco
la casa gigante, ragazzi !”
“Casa gigante ? Perché ? E’ una
normalissima casa.”, si stupì Cody.
“Forse per voi umani ! Le case delle fate sono molto
più piccole rispetto alle vostre. Non l’avete
notato ?”, chiese loro Ybrys sorridendo.
I ragazzi, pensandoci un moneto si resero contro che Ybrys aveva
davvero ragione perché, nel villaggi fatato, le case erano
tutte molto più piccole di quella che era stata destinata
a loro.
Infatti, a parte una casa immensa che svolgeva il compito di ospedale,
una stalla molto spaziosa per gli animali e le creature magiche ferite
e al casa destinata a loro, nel villaggio, le case fatate erano molto
più piccole.
“In effetti, a pensarci bene, hai ragione. Le vostre case
sono molto più piccole.”, disse Rik.
Ybrys annuì e poi diede una chiave a Mariam e le
disse: “Quella chiave serve per aprire la porta di casa
vostra.”, poi, rivolgendosi agli altri ragazzi disse loro:
“Questa sarà la vostra casa per il tempo che
deciderete di restare nel nostro villaggio. Domani mattina, se vorrete,
vi porterò in un posto molto interessante, quindi dormite
bene e buonanotte !”
Dopo aver salutato Ybrys e averle augurato la buonanotte, i ragazzi
entrarono in casa.
Anche se da fuori quella casa gli era sembrata molto piccola, i ragazzi
notarono con stupore che il suo interno era molto spazioso.
“Wow ! Non sembrava così grande da
fuori.”, esclamò Terry sbalordita.
“Già, è incredibile.”,
aggiunse Mariam.
Nella casa non c’erano molti mobili e decorazioni ,ma,
l’atmosfera che regnava al suo interno era serena e
rassicurante.
C’era la cucina con un tavolo, le sedie e i mobili tutti in
legno chiaro.
C’era una stanza con sei letti, un salottino col camino e un
bagno e anche una veranda al piano superiore.
Dopo aver fatto un giro di ispezione per la casa, i ragazzi notarono
che tutti i mobili erano in legno chiaro, come quelli della
cucina.
Quell’ ambiente,anche sobrio era accogliente e
luminoso.
Subito dopo l’esplorazione della casa, i sei ragazzi andarono
a dormire, stravolti…
Il mattino dopo, i ragazzi si svegliarono quando il sole era
già alto nel cielo.
I mostri li aspettavano fuori.
Appena i ragazzi uscirono dalla soglia di casa videro i loro mostri e
Faun che li stavano aspettando.
Faun, scherzosamente disse ai ragazzi: “Forza, dormiglioni,
andiamo !”
I ragazzi, ancora insonnoliti, gli chiesero : “Dove
?”
“Alla mensa a fare colazione, no ? Non avete fame
?”, chiese loro Faun.
Cody,ancora mezzo addormentato, gli chiese: “La mensa
?”
“Sì, dai venite ! Io sto morendo di fame
!”, esclamò Tiger impaziente.
“Oh, poverino !”, esclamò Ken divertito.
Tiger, sentendo la battuta di Ken, gli chiese scherzando:
“Cos’hai detto ? Guarda che io ho fame
davvero !”
“Sì, sì, va bene. Andiamo.”,
gli rispose Ken sorridendo.
Fly si precipitò verso l’unicorno rischiando di
investirlo e gli chiese: “Scusa Faun, ci
sono le bacche alla mensa ?”
“Fly ! Sei sempre il solito ingordo !”,
esclamò Funny.
Tutti scoppiarono a ridere.
Faun gli rispose divertito : “Stai tranquillo, Fly.
C’è tutto ciò che vuoi alla mensa
!”
“Wow !”, esclamò il drago felice.
“Sì, però i mostri devono aspettare
fuori perché la mensa non è abbastanza grande per
accogliere anche loro.”, disse Faun.
“D’accordo. Iniziamo ad avviarci ?”,
chiese Neferty impaziente.
Tutti annuirono, così, Faun guidò il gruppo fino
a una grande costruzione in legno da dove provenivano profumi deliziosi
e ticchettii di posate.
Davanti alla porta della mensa, Faun e i mostri si fermarono poi, il
primo disse ai ragazzi: “Bene. Ora entrate. Ybrys vi aspetta
all’ingresso e buona colazione !”
I ragazzi si avviarono all’ interno della struttura.
Mentre i ragazzi stavano entrando, Fly disse: “Rik ! Portami
un po’ di bacche, mi raccomando ! Sennò rischio di
svenire per mancanza di cibo !”
Rik, sorridendo gli rispose: “Va bene. Cerca solo di
resistere fino al mio ritorno !”, e seguì i suoi
amici all’interno della mensa.
Fly, Tiger, Funny e Marahute si misero in attesa dei loro
amici, aspettandoli fuori dalla mensa, mentre, Faun, Neferty e Artik si
nutrivano della gustosa erbetta fresca presente nel bosco poco distante
dal villaggio.
I mostri, nel frattempo chiacchierarono un po’…
“Poverino, lui sviene. Fly sei quello che avrebbe bisogno di
un bel po’ di ginnastica altro che svenimenti !!!”,
esclamò Tiger scherzando.
“Già. Tiger ha proprio ragione ! Dovresti metterti
un po’ a dieta, Fly !”, aggiunse Marahute divertita
e tutti scoppiarono a ridere di gusto…
Appena varcarono la porta di quercia della mensa, i ragazzi si
trovarono in un’immensa sala, dove, al centro c’era
un enorme ripiano pieno di cibi e bevande.
Tutt’ attorno, sparsi per la sala c’erano dei
tavolini rettangolari, anch’ essi in legno, dove
c’erano sedute moltissime creature come: fate, gnomi, troll e
folletti, che tra una chiacchera e l’altra facevano
colazione.
Prima che i ragazzi potessero decidersi sul da farsi videro Ybrys
venire loro incontro.
“Ciao ! Avete dormito bene ?”, domandò
loro la fata in tono gentile.
“Sì, grazie. Stavamo osservando questo
posto…è meraviglioso…”, le
rispose Lein sorridendo.
Ybrys, sorpresa da quella risposta, disse loro: “Sono
contenta che vi piaccia la nostra mensa. A dire il vero è un
po’ piccolina visto che gli abitanti del villaggio aumentano
sempre di più. Forse dovremmo allargarla un po’,
almeno ci sarà più spazio per tutti.”,
disse loro Ybrys in tono pensoso.
“Piccolina ? Ma se questa mensa è gigante
!”, esclamò Terry rivolta alla fata.
!Ybrys, ma voi mangiate sempre qui ? Non avete la cucina in casa
?”, le chiese Mariam curiosa.
“Certo che abbiamo la cucina nelle nostre case.
Però, a noi fate piace molto stare insieme, così
cuciniamo in casa e poi portiamo qui il cibo per poi mangiarlo in
compagnia. Voi umani mangiate nelle vostre case ? Non avete una mensa
in comune ?”, domandò Ybrys stupita ai ragazzi.
“Sì, noi mangiamo nelle nostre case.”,le
rispose Terry ancora incredula.
“Però, non sarebbe male mangiare in una mensa come
questa; si starebbe in compagnia.”, disse Mariam.
“Sì, in effetti, hai ragione…
Piacerebbe anche a me…”, aggiunse Lein.
Dopodichè, Ybrys guidò i ragazzi al ripiano dove
c’erano i cibi e le bevande, poi disse loro: “Ora
prendete pure ciò che volte. Ci troviamo a quel tavolo
laggiù. Va bene ?”, poi indicò un
tavolo da sette posti vicino ad una finestra.
I ragazzi annuirono, poi, ognuno iniziò a prendersi qualche
delizia di qua e di là.
La colazione fu davvero eccellente e, osservando le fate e le altre
creature, Mariam domandò: “Ybrys, sbaglio o qui
non comanda nessuno ?”
Ybrys sorrise e le rispose: “No, non ti sbagli. Da quando non
c’è più la regina, qui, tutti si
autogovernano. Ogni creatura gode degli stessi diritti. Non
c’è nessun forma di autorità e ogni
abitante ha specifici doveri e responsabilità.”
“E quando c’è qualche situazione
difficile, come fate a decidere cosa fare ?”, le
chiese Cody.
“Ci riuniamo, indicendo una riunione di villaggio alla quale
tutti gli abitanti sono tenuti a partecipare, poi, ne parliamo.
Dopodichè votiamo e la maggioranza dei voti vince.
E’ come se fossimo una grande famiglia.”, gli
rispose la fata.
“Wow…Sarebbe bello se anche nel nostro mondo
funzionasse così…”, sospirò
Ken.
“Già… Chissà, magari un
giorno lo sarà !”, aggiunse Mariam.
“Sì, ho sentito del problema di voi umani. Quel Re
Fenix se non vado errato, pretende di controllare
tutto e tutti imponendo le sue regole crudeli e mandando allo
sbaraglio i suoi soldati a terrorizzare la gente.”,
disse loro Ybrys in tono cupo.
“Voi fate sapete del nostro problema ?”, le chiese
Rik incredulo.
“Certo ! Molto spesso ci trasformiamo in umani e vaghiamo nel
vostro mondo e nei vostri villaggi, oppure, le novità ce le
dicono gli stranieri che arrivano in questo
villaggio.”, gli rispose Ybrys.
“Scusa se te lo chiedo, ma se voi fate e le altre creature
magiche, visto che avete dei poteri, perchè non avete mai
aiutato gli umani anche sapendo cosa sta succedendo ?”, le
chiese Lein.
Ybrys, rattristandosi, le rispose: “Vedi Lein, il fatto
è che anche unendo tutte le nostre forze, noi fate non siamo
in grado di opporci seriamente all’esercito nemico. Magari
resisteremmo giusto il tempo per creare un diversivo,ma poi dovremmo
ritirarci.”, poi aggiunse: “Se
quell’esercito fosse composto solo da soldati umani, per noi
sarebbe uno scherzo confonderli e metterli fuori gioco. Il vero
problema è che tra i nemici, ci sono anche creature magiche
che sono state costrette a passare dalla parte del male o per
paura o perché quei vigliacchi avevano rapito dei loro
familiari. E poi, come se non bastasse, al servizio del re
c’è uno stregone molto pericoloso, che, in qualche
oscuro modo ha rubato i poteri di una fata, di un elfo, di un unicorno,
di un troll, di uno gnomo e li ha racchiusi nel suo corpo. Quindi, quel
mago è davvero terribile, perché, racchiudendo
tutti quei poteri dentro di sé può fare magie che
neanche l’elfo più esperto riuscirebbe a
contrastare. Ovviamente, per rubare quei poteri, quel mago ha usato la
Magia Nera.”
“Caspita, ma è terribile…”,
disse Lein con un filo di voce.
“Già. Noi abbiamo dichiarato guerra a
quell’esercito ma dovremmo avere l’appoggio degli
elfi e, soprattutto quello dei vostri mostri e il vostro per
poterlo annientare del tutto.”, disse loro Ybrys.
“Ybrys, ma se voi siete contro l’esercito nemico,
allora dovreste essere anche contro di me…”, le
disse Ken imbarazzato.
Ybrys lo guardò seriamente, poi, gli disse intono gentile:
“Ken, noi sappiamo che tu sei il figlio del Re, ma sappiamo
anche che hai lottato duramente per sfuggirgli rinunciando
così di servire il male. Tu, ai nostri occhi sei un eroe
perché non è da tutti battere il male e
uscirne indenni per tornare sulla retta via.”
“Cosa ?”, le domandò Ken, sorpreso da
quella risposta inaspettata.
Ybrys, sorridendogli, gli disse: “Ken, noi fate abbiamo un
potere speciale che ci permette di vedere nel cuore delle persone e
degli esseri viventi e ti assicuro che il tuo cuore non è
più corrotto dal male come quando facevi parte di
quell’esercito. Ora il tuo cuore è puro e
cristallino e trabocca di amore e di bontà. Quindi,
dimenticati del passato e sii fiero di te stesso !”
Ken,ancora più imbarazzato guadò al fata e,
commosso , le disse semplicemente: “Grazie, farò
del mio meglio per non deludervi.”
Ybrys, gli sorrise, poi, rivolgendosi anche agli altri ragazzi disse
loro in tono cupo: “Comunque, noi fate non possiamo opporci
direttamente a quell’esercito perché noi usiamo la
Magia Bianca e quella nera può
distruggerci.”
Mentre i ragazzi finirono di fare colazione, non poterono fare a meno
di godere di quella pace e di quella tranquillità che, in
confronto alla vita umana, fatta solo di inganni e di pregiudizi era
davvero un paradiso !
Quando i ragazzi furono sazi uscirono dalla mensa e, dopo aver
sfamato anche i mostri, seguirono Ybrys
un posto molto speciale: il Tempio delle Fate
Celesti…
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Capitolo 39 *** CAPITOLO 39 ***
CAPITOLO
N°
39 “IL
TEMPIO DELLE FATE CELESTI”
Il
Tempio delle Fate Celesti era situato
su una collina poco distante dal villaggio.
Il
Tempio delle Fate Celesti era davvero
incantevole perché era costituito da diamanti trasparenti e
da diamanti neri…
“Wow
! E’ bellissimo !”, esclamò Mariam
ammirata
guardando la magnifica costruzione.
“Ma
non si rovina stando all’aperto ?”, le
domandò
Cody.
“E’
circondato da una barriera magica che lo
protegge dalle intemperie e da eventuali attacchi magici.”,
gli rispose Ybrys
sorridendo.
La
costruzione comprendeva delle colonne in stile
dorico, ionico e corinzio che la rendevano ancora più
maestosa e raffinata.
“Dai,
ragazzi entriamo !”, disse loro Ybrys.
Dopodichè,
la fata toccò la porta, che era
costituita anch’ essa da diamanti e questa si aprì
lentamente…
“Prego,
entrate.”, disse la fata ai ragazzi,
facendogli strada all’interno della meravigliosa costruzione.
I
ragazzi,ancora sbalorditi da tanta magnificenza,
la seguirono senza dire una parola all’interno del Tempio.
Ybrys
condusse i ragazzi attraverso un dritto e
lungo corridoio che sembrava non avere fine.
Dopo
mezz’ora finalmente, i ragazzi, sempre
accompagnati da Ybrys e dai loro mostri arrivarono davanti a una porta costituita da diamanti e
finemente decorata
con incisioni in
oro lucente.
L’ora
sulla porta, però non era normale, perché
sembrava risplendere in continuazione.
Ybrys
notò le espressioni affascinate dei ragazzi,
mentre, i loro
mostri non erano rimasti
colpiti perchè c’erano già stati in
passato.
Ybrys
spiegò ai ragazzi: “Quando le mie antenate
forgiarono e incastonarono questo oro, vi applicarono un incantesimo
per farlo
splendere in continuazione e, fino a quando, una sola fata
vivrà, l’incantesimo
non si dissolverà. Questo tempio fu costruito dopo la morte
della nostra regina
per aiutare i futuri Eletti e dimostrare agli Elfi che non siamo
creature
perfide e prive di compassione come pensano loro.”
I
ragazzi, ancora affascinati dallo splendore di
quel posto e da quella storia non riuscirono a proferir parola, troppo
sbalorditi e meravigliati.
Ybrys
sorrise e disse loro : “Va bene. Siete
pronti ?”
“Per
cosa ?”, le domandò Cody.
“Ora
vedrete !”, gli rispose sorridendo la fata,
dopodichè, pronunciò la formula magica:
“Ioi aringas lei Elya !”, e, subito la
porta dorata si aprì
senza emettere il
minimo rumore.
Ad un
cenno di Ybrys, i ragazzi e i loro mostri
entrarono nella stanza e, quando furono entrati restarono sbalorditi da
ciò che
li circondava: si trovavano in una stanza rivestita completamente
d’oro puro e
con sei grosse cavità poste
nel centro.
I
ragazzi, estasiati esclamarono all’unisono: “
Wow !”
“Ma
è bellissima !”, esclamò Mariam
ammirata.
“Sì,
sembra quasi finta da quant’ è bella !”,
aggiunse Terry.
“Non
è cambiata molto da quando siamo venuti qui
l’ultima volta, vero ?”, chiese Funny agli altri
mostri.
“No,
infatti. Però mi piace lo stesso !”, le
rispose Neferty entusiasta.
Ybrys
disse rivolta ai ragazzi: “Bene. Ora mettete
le vostre gemme nelle cavità.”
“Perché
?”, le chiese Cody curioso.
“Fidati
di me.”, gli rispose Ybrys sorridendo.
Così,
i ragazzi obbedirono, poi, la fata disse
loro: “Perfetto. Ora tornate qui, per favore.”
I
ragazzi si avvicinarono alla fata.
Dopodichè,
la fata disse: “ Oi leingas dei
yelau delin Elya !”
Improvvisamente,
ogni pietra emise un raggio di
luce colorata.
“Va
bene. Ora possiamo andare.”, disse Ybrys ai
ragazzi con aria molto soddisfatta.
“Ma…
Puoi spiegarci cos’hai fatto alle nostre
gemme ?”, le chiese Mariam.
“E’
semplice. Le sto facendo ricaricare con
l’incantesimo che ho pronunciato prima, così,
quando le porterete fuori da
questa stanza saranno al massimo del loro potere.”, le
rispose Ybrys in tono
tranquillo.
“Wow
! Sul serio ?”, le chiese
Cody stupito.
Ybrys
annuì, poi Ken disse: “Adesso che ci penso,
anche gli Elfi ci hanno ricaricato le gemme in un modo
simile.”
“Sì,
infatti.”, gli rispose Ybrys.
“Anche
loro le hanno ricaricate con la magia.
Comunque, due cariche sono meglio di una, no ?”, chiese loro
Ybrys rivolta ai
ragazzi.
I
ragazzi annuirono.
Dopodichè
, la fata domandò loro: “Ragazzi, vi va
di vedere il Bosco Incantato ?”
I
ragazzi, curiosi annuirono di buon grado a
quella proposta e seguirono la loro amica fatata.
Durante,
il tragitto, Lein chiese: “Ybrys, come
fanno le nostre gemme a ricaricarsi ?”
Ybrys
le rispose: “Molte fate potenti crearono un
incantesimo apposta per ricaricare le gemme dei cavalieri della
Speranza e lo
liberarono proprio in quella stanza. Nonostante secoli di studi,
nessuno è
riuscito a capire che incantesimo ci sia
lì dentro. Comunque, a ogni fata viene
tramandata la formula pere
rendere attivo l’incantesimo quando serve.”
Dopo
circa trenta minuti di cammino, i mostri e i
ragazzi, accompagnati da Ybrys, si addentrarono nel Bosco Incantato.
Nel
Bosco Incantato, vivevano le più belle
creature del pianeta oltre che gli animali normali.
All’interno
di quel mondo a parte regnava la pace
più assoluta, in esso si sentivano solo i rumori degli
animali, lo scrosciare
dell’acqua di fiumi e torrenti e altri rumori naturali.
Niente
grida, niente lame di spade che cozzavano,
solo una natura selvaggia che incontaminata.
Quel
luogo era davvero uno spettacolo: era pieno
di ruscelli gorgoglianti, fiumi dalle acque limpide che terminavano in
cascate
mozzafiato e alberi rigogliosi e immensi…
“Wow
! Questo posto è un paradiso !”,
esclamò Ken
a bassa voce per non disturbare la quiete del posto.
“Qui
sì che si può cacciare.”, disse loro
Ybrys,
poi continuò il discorso dicendo: “Tutto il mio
villaggio e gran parte di
questo bosco è protetto da una barriera magica
creata da noi fate. Da quando c’è
Irindor, però, la nostra magia si sta
indebolendo perché lui usa la
Magia Nera e
noi non riusciremo
a resistere ancora per molto.”
I
ragazzi, intristiti da quella storia, non
seppero cosa dire a Ybrys per consolarla.
Poi,
Lein chiese alla fata: “C’è qualcosa che
possiamo fare contro quel mago ? Ci sarà un modo per
sconfiggerlo !”
Ybrys,
sorridendole, le rispose: “Non lo so, Lein.
Credo che l’unico modo per fermarlo sia ucciderlo. Il fatto
è che noi fate siamo
creature piene di energia positiva , quindi,s e entrassimo in contatto
con
Irindor, che usa il lato oscuro della magia, noi moriremmo
all’istante.”
“Però
noi potremmo farvi da scudo mentre
combattete, così non entrereste in contatto con la magia
nera del mago.”, disse
una voce cavernosa alle spalle del gruppo.
I
ragazzi e i mostri sussultarono per lo spavento,
tranne Ybrys.
Voltandosi,
i ragazzi e i mostri videro un troll
goffo, basso, un po’ tozzo ma dall’aria simpatica e
astuta che li guardava
sorridente da sotto i baffoni e i lunghi capelli neri.
Gli
occhi vivaci della creatura scrutarono ad uno
ad uno i componenti del gruppo.
“Ciao,
Kreny.”, lo salutò Ybrys stancamente.
Il
troll rispose al saluto, poi, rivolgendosi ai
ragazzi, chiese loro: “Così voi siete gli Eletti
?”
I
ragazzi e
i mostri si guardarono stupiti.
“Tu
come fai a saperlo ?”, gli chiese Ken.
“Che
domande ! Ne parla tutto il villaggio !”, gli
rispose Kreny divertito.
Ybrys,
all’improvviso non riuscì più a volare
e
aveva un’espressione davvero sofferente sul viso.
“Ybrys,
cos’hai ? Stai male ? Hai una faccia
terribile.”, le chiese Mariam preoccupata.
Ybrys,
camminando le disse tentando di
tranquillizzarla: “No, tranquilla. Sto bene. Sarà
solo un po’ di stanchezza…”
“Anche
l’ultima volta che quel mago ci ha
attaccati eri conciata così ! E’ meglio andare al
villaggio a dare l’allarme.”,
le disse Kreny con un tono deciso e preoccupato
al contempo.
“Sì,
forse hai ragione tu…Chiederò alle altre fate
se percepiscono quello che percepisco anch’
io…”, disse Ybrys.
Così,
i ragazzi, i mostri , Ybrys e Kreny si
dirigevano verso il villaggio, Terry chiese: “Ybrys, se tu
stai così male, vuol
dire che quel mago
sta arrivando ?”
“Temo
di sì. Quando qualcuno
che possiede la
Magia Nera si
avvicina, più il mago
è forte e più le fate diventano
deboli…”, le rispose Ybrys.
Ormai,
i ragazzi e i loro amici erano quasi al
limitare del bosco…
All’improvviso,
si sentì un botto tremendo e,
molti lampi e turbini neri imperversarono
per la foresta.
Ovunque,
si sentivano versi terrorizzati degli
animali e delle
altre creature.
“Oh
no ! Irindor ha infranto la barriera magica
!”, esclamò Ybrys in preda al panico.
“Kreny,
raduna i troll e formate una barriera al
centro del villaggio. Noi raduneremo gli abitanti il più in
fretta possibile.
Sbrighiamoci !”, disse Ybrys.
“Ma
Ybrys, non ti reggi in piedi !”, esclamò Lein
angosciata.
“Lo
so, ma dobbiamo radunare tutti gli abitanti e
farli andare al centro del villaggio. Lì i troll formeranno
una barriera magica
proteggendo tutti quanti. E’ l’unico modo che
abbiamo per salvarci.”, le
rispose Ybrys alzandosi in volo a fatica dirigendosi verso il villaggio.
Nel
villaggio, intanto era successo il pandemonio,
infatti, ognuno correva disperatamente di qua e di là
terrorizzato.
Nessuno
diede retta ne ai mostri, ne ai ragazzi e
ne a Ybrys.
I
mostri, incolleriti dalla reazione degli
abitanti, non sapevano che fare.
“Se
continuano così saranno tutti
uccisi !”, esclamò Artik furioso.
“Già,
ma non ci danno retta !”, aggiunse Funny
indignata.
“Ci
penso io !”, disse Fly ai suoi amici.
Tutti
gli altri mostri lo guardarono con aria
interrogativa, poi all’improvviso, il drago ruggì
poderosamente e, tutti gli
abitanti si fermarono all’ istante.
“Ottima
mossa, Fly !”, gli disse Rik sorridendo.
Ybrys
approfittò dell’improvviso silenzio e disse
agli abitanti: “Ora mettetevi al centro del villaggio se non
volete far
arrabbiare ancora di più quel drago. E poi, dovreste
vergognarvi ! Stiamo solo
cercando di salvare al vita di tutti voi. Ma voi non avete ascoltato ne
me, ne
gli Eletti e ne i Mostri Leggendari !”
Tutti
obbedirono e andarono al centro del
villaggio, dove si avviarono anche i ragazzi e i loro mostri.
“Ybrys,
non c’era bisogno di essere così
severa…”,
le disse Neferty.
“Ma
ti pare ?! Un conto è che non diano retta a
me, ma almeno a voi, che site i Mostri Leggendarie
ai ragazzi, non possono non dare ascolto ! Mi
dispiace per quello che è successo…”,
le rispose Ybrys.
“Non
preoccuparti, Ybrys. In fondo è normale, in
una situazione di emergenza, ognuno cerca di salvarsi come
può.”, le disse
Tiger per
tranquillizzarla.
In
poco tempo tutte le abitazioni furono
abbandonate.
Intanto,
una trentina di troll,che si era messa ai
margini della circonferenza del centro del paese stava faticosamente
formando
una barriera magica per proteggere se stessi e gli altri abitanti.
Dopo
pochi minuti, una barriera trasparente
comparve sugli abitanti del villaggio.
Quando
al barriera fu completata, i troll poterono
rilassarsi, poi, Kreny disse a Ybrys: “La
barriera durerà dieci ore, quindi, per un
po’ siamo al sicuro. Però temo
che Irindor si stia avvicinando perché io e i miei compagni riusciamo a sentirne
l’odore anche attraverso
la barriera.”
Ybrys
gli rispose: “Quando arriverà lo
attaccheremo !”
Kreny
annuì e si avviò verso i suoi simili.
Ybrys
e anche le altre fate si stavano riprendendo
perché dentro la barriera non erano influenzate dalla Magia
Nera.
“Ybrys,
stai meglio adesso ?”, le chiese Lein.
“Sì.
Grazie alla barriera dei troll, la
Magia Nera non
riesce a penetrare e
quindi non può danneggiarci.”,
le
rispose la fata sorridente.
“Ybrys
! Le nostre gemme sono ancora nel Tempio
!”, le disse Mariam agitata ricordandosi del Tempio delle
Fate Celesti.
“Già,
è vero ! Come facciamo adesso ?”, le chiese
Lein preoccupata.
“Non
preoccupatevi. Le gemme, nel Tempio sono al
sicuro, neanche il re in persona riuscirebbe a prenderle !”,
disse loro Ybrys.
“Sì…Ma
come faremo difenderci senza le gemme ?”,
le chiese Terry nervosa.
“Gli
Elfi vi hanno insegnato a combattere con le
magie e con le spade. Userete quelle come armi. Non dimenticate che le
gemme
servono solo ad aumentare la vostra forza e a ricaricarla. La vera
forza è
all’interno di ognuno di voi ! Non dimenticatelo mai
!”, disse loro Ybrys in
tono severo.
Poi,
addolcendosi, Ybrys aggiunse: “E poi, non
siete soli, ragazzi. Ci sono i vostri mostri, ci siamo noi fate,ci sono
i
troll, Faun e tutte l elitre creature del villaggio che darebbero la
loro vita
per farvi trionfare…”
I
ragazzi, dopo essersi scambiati delle occhiate
di assenso, sorrisero capendo che il vero segreto dei Cavalieri della
Speranza
risiedeva nei loro cuori puri e coraggiosi e non nelle loro gemme
magiche.
Era
nel cuore di ognuno di loro il potere
particolare che gli avrebbe permesso di salvare o annientare il mondo
ed era un
potere che solo loro potevano decidere come controllare.
Dopo
quindici minuti, nel cielo, pieno di nuvoloni
grigi, i ragazzi e le altre creature videro un tappeto volante
stagliarsi
all’orizzonte, e, su di esso sedeva un uomo
dall’aspetto trasandato.
L’uomo
aveva i capelli neri, gli occhi erano dello
stesso colore del buio pesto ed erano intrisi di cattiveria e, il suo
viso
sprigionava pura malvagità.
Irindor,
il Mago Nero si avvicinò ancora di più
alla barriera magica creata dai troll e, quando ci fu sopra, con un
ghigno
malvagio chiese agli abitanti: “Cosa
credete di
fare ?”
Nessuna
delle creature osò aprire bocca, quindi,
il mago continuò: “Comunque, oggi sono venuto qui
per avvertirvi che il Re ha
perso la pazienza nei vostri confronti. O gli ubbidirete o vi
ucciderà. Tra una
settimana tornerò per sapere la vostra risposta e se
sarà negativa vi
annienterò. Naturalmente verrà anche il Re ad
assistere allo spettacolo.”
“Non
lo permetteremo ! Perché non fai venire il Re
in persona ? Almeno ce la vediamo direttamente con lui !”,
gli disse Ken
adirato.
“Ken
! Cosa ti salta in mente ?”, gli chiese
Mariam sbalordita.
Il
mago, in un
primo momento restò sbalordito dal coraggio del
ragazzo, poi, un ghigno
malvagio comparve sul suo volto e gli disse:
“Perché, vuoi rivedere tuo padre,
Ken ? Forse hai capito che voltargli le spalle non è stata
una buona idea.
Vieni con me e
torneremo insieme da tuo
padre.”
Tutti
restarono sbalorditi da quell’improvvisa
proposta.
“Non
ci penso nemmeno ! Mio padre è un essere
crudele e meschino e io non voglio avere
più niente a che fare con lui !”, gli
rispose Ken furioso.
Il
mago sogghignò, poi, voltandosi se ne andò e
sparì nel cielo pieno di nubi.
“Se
n’ è andato…”,
osservò Kreny incredulo.
“Già
e la cosa mi preoccupa molto.”, aggiunse
Ybrys cupa.
“Perché
sei preoccupata ? Magari Ken l’ ha
intimorito.”, le disse Rik.
“No…
Secondo me, Irindor ha in mente qualcosa di
diabolico o non se ne sarebbe andato via senza avere inflitto neanche
un danno
al nostro villaggio. E’ meglio stare attenti.”, gli
rispose Ybrys seriamente.
Lentamente,
il cielo tornò ad essere limpido e la
barriera dei troll venne tolta.
Ognuno
tornò ai propri impegni e, verso sera,
tutti andarono a dormire.
Nel
frattempo, Irindor era tornato al castello del
Re e, dopo aver salutato il suo sovrano, gli
disse dell’accaduto e gli disse anche di Ken.
“Sapevo
che sarebbe rimasto con i suoi amici…”,
disse il re pensieroso, mentre un’espressione crudele gli
segnava volto, poi,
aggiunse: “…allora, non ha ancora capito a chi
deve obbedire. Dammi la pozione,
che vado a prenderlo.”
Irindor
sorrise malvagiamente e porse al sovrano
una fialetta con un liquido violetto al
suo interno, poi disse: “Mio signore, ma come
farete ad avvicinarlo ?”
“Non
ci vuole molto a ingannare un ragazzo
innamorato.”, gli rispose il re sorridendo.
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Capitolo 40 *** CAPITOLO 40 ***
CAPITOLO
N°
40 “UN
AGGUATO AL BUIO”
Era
notte fonda, ormai e, nel villaggio fatato,
tutte le luci erano state spente.
Tiger,
come al solito dormiva un po’ appartato
dagli altri mostri, quando,all’improvviso vide comparire Ken.
“Ken
! Ma non stavi dormendo ? E’ notte fonda !
Che ci fai sveglio a quest’ ora ?”, gli chiese il
lupo preoccupato.
Ken
gli porse un pezzo di carne, poi disse al
lupo: “Tieni. Non riuscivo a dormire, così sono
andato a cacciare
qualcosa.”
Tiger
non ci pensò due volte e mangiò la carne in
un batter d’occhio,ma, dopo pochi minuti cadde in un sonno
profondo.
Nel
villaggio, però c’era qualcosa di sinistro:
dormivano tutti intensamente…
Qualcuno
si infiltrò nella casa degli Eletti…
“Ken
!”, lo chiamò qualcuno.
Ken,
svegliandosi a fatica
vide Mariam davanti a lui.
“Ma
cosa c’è ? Stavo dormendo .”, le chiese
Ken
insonnolito.
“Vieni,
ti devo dire una cosa importante !”, gli
rispose lei.
Ken,
troppo innamorato di quella ragazza la seguì
senza indugi nonostante quella strana proposta.
Ken
non si accorse nemmeno che Tiger stava
dormendo profondamente, quando, di
solito si svegliava ad ogni minimo rumore.
Poco
dopo, i due ragazzi arrivarono nel folto del
bosco e lì, Mariam sparì.
“Mariam
! Dove sei ?”, la chiamò incredulo il
ragazzo.
Nessuno
rispose, ma poi, dietro di lui, una voce
maschile gli disse: “E’ da tanto che non ci
vediamo, vero Ken ?”
Ken,
voltandosi di scatto, con estremo orrore, si
trovò davanti suo padre.
Sconvolto,
il ragazzo, gli chiese: “ Tu ?! Ma cosa
vuoi ?!”
“Lo
sai cosa voglio: te !”, gli rispose il padre.
“Cosa
? Te lo puoi scordare ! Ti ho già voltato le
spalle una volta e posso farlo ancora !”, gli rispose Ken
incollerito.
“No,
ragazzo. Tu mi appartieni !”, gli disse il re
in tono minaccioso.
“Non
è vero ! Non sono una tua proprietà, quindi
lasciami stare !”, gli disse Ken ora spaventato.
“Accidenti
! E’ possibile che Tiger non si accorga di niente ?! E poi,
non ho ne la spada
e ne la gemma. Cosa faccio ?”,
pensò il ragazzo preoccupato.
“Non
puoi sottrarti alla mia volontà, Ken !
Obbedisci: vieni con me o dovrò usare le maniere forti. A
proposito, non
tentare di chiedere aiuto perché non ti sentirà
nessuno.”, gli disse il padre.
“Cosa
vuoi dire ? Cos’hai fatto ?”, gli chiese il
ragazzo spaventato.
“Oh,
niente di speciale… Ho solo fatto
addormentare l’intero villaggio con una polvere
magica.”, gli rispose il padre
ghignando.
“Ma
perché ? Perchè non mi lasci in pace
?”, gli
chiese Ken, quasi implorante.
“Perché
tu mi servi. Quando eri nel mio esercito,
eri il più valoroso dei soldati. Poi, per colpa di quella
stupida ragazzina hai
perso la testa.”, gli rispose il re.
“Non
è vero ! Mariam non c’entra ! E’ colpa
tua !
Tu hai ucciso mia madre !”, gli rispose il ragazzo ancora
più adirato.
Il re
non disse nulla, poi, guardando Ken, gli
disse: “Capirai, Ken. Ne sono sicuro.”
“Cosa
vuoi dire ?”, gli chiese il ragazzo
perplesso.
All’improvviso,
il re sparì e, dopo pochi istanti
comparve alle spalle di Ken.
Il
ragazzo tentò di spostarsi, ma il re,
velocissimo, lo bloccò per il braccio sinistro e
nell’ altro gli conficcò un
ago anestetico.
Ken
cercò di togliersi l’ago dal braccio, ma il
sonnifero lo immobilizzò in breve tempo.
Ken,
non riuscendo a muoversi, lentamente si
accasciò al suolo e, mentre perdeva conoscenza disse a
quell’uomo malvagio:
“Lasciami, non portarmi con te…”, poi si
addormentò profondamente…
La
luna, alta nel cielo splendeva luminosa…
Il
sole stava sorgendo sul villaggio fatato,
quando all’improvviso…
“Ken
!”, gridò una voce a squarcia gola.
“Tiger
! Ma cos’ hai da gridare ?! E’ appena sorto
il sole !”, esclamò Fly adirato per
essere stato sveglio così bruscamente.
“Già,
è vero. Che ti prende, Tiger ?”, gli chiese
Neferty insonnolita.
Nel
frattempo, anche gli altri mostri si erano
svegliati.
“Ken
è sparito ! non è con gli altri ragazzi e non
è da nessuna altra parte. Ho controllato anche il Bosco Incantato ma non
c’è neanche lì.”,
disse loro Tiger in tono disperato.
“Va
bene. Svegliamo i ragazzi e diamo l’allarme.”,
disse Artik seriamente.
“Bene.
Io continuo a cercare.”, gli disse il lupo
e partì per l’ ennesima perlustrazione del bosco e
del villaggio.
I
mostri si divisero e iniziarono a spargere la
voce in tutto il villaggio, mentre Fly si occupò dei ragazzi.
Fly mise
la testa attraverso la fessura della casa dove dormivano i ragazzi e
urlò:
“Dai, svegliatevi ! C’è un’
emergenza !”
Dopo
una ventina di minuti, i ragazzi e tutto il
resto del villaggio si erano riuniti davanti alla casa degli Eletti.
“Allora,
quando te ne sei accorto ?”, gli chiese
Ybrys nervosa.
“Questa
mattina, purtroppo. Ieri notte era andato
a cacciare
perché non riusciva a
dormire, poi mi ha dato un pezzo di carne e io l’ho mangiata
e poi…mi sono
addormentato come
un ghiro.”, le rispose
Tiger con uno sguardo colpevole.
!Qualcuno
avrà usato una pozione di Irindor per
prendere le sembianze di Ken e poi di qualcun altro. Probabilmente ha
usato la
polvere soporifera suprema che ha addormentato tutto il
villaggio.”, disse
Ybrys, ancora più angosciata.
“Ma
Ybrys, di chi stai parlando ? Vuoi dire che il
Re è venuto al villaggio a riprendersi Ken ?”, le
chiese Mariam preoccupata.
“Temo
di sì…”, le rispose la fata in tono
pessimista.
“Già,
non poteva essere Ken.”,disse Mariam
pensierosa.
Tutti
la guardarono stupiti, poi, Lein le chiese:
“Perché ?”
“Perché
Ken non farebbe mai delle preferenze. Quel
pezzo di carne lo avrebbe diviso anche per Fly e per
Marahute.”, le rispose
Mariam.
“Già,
non è da lui. Però ero talmente addormentato
che non ci ho neanche pensato. Come sono stato stupido !”,
ammise Tiger furioso
con se stesso.
“Dai,
non fare così…Non potevi
saperlo…”, gli
disse dolcemente Mariam cercando di consolarlo.
Nel
frattempo, alcune creature perlustrarono il
Bosco Incantato in ceca di qualche indizio.
Ad un
tratto, Kreny si avvicinò a Ybrys e agli
altri porgendo una boccetta di cristallo e disse: “Uno dei
miei compagni ha
trovato questa nascosta in un cespuglio del bosco.”
“Dall’odore
sembra una pozione trasformante.”,
aggiunse un altro troll.
“Dici
sul serio ? Come ho fatto a non accorgermene
?”, esclamò furioso Tiger.
“E’
come temevo…E’ stato davvero il re.”,
disse
Ybrys in tono risoluto.
“Cosa
te lo fa pensare ? L’unico in grado di fare
una pozione come quella è senza dubbio Irindor. Da quel che
ne sappiamo,
potrebbe essere stato anche Irindor a
aprire Ken.”, ipotizzò Faun.
“Non
vedo con quale scopo. Irindor è un suddito
del re, quindi non capisco perché avrebbe dovuto mettersi
contro il suo sovrano
sapendo benissimo di non poterlo contrastare.”, gli rispose
Ybrys in tono
piatto.
Tiger,
ancora più furioso perse la pazienza e
disse ai presenti: “Ora basta con tutte queste chiacchiere !
Chi viene con
me a liberare Ken
?”
|
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Capitolo 41 *** CAPITOLO 41 ***
CAPITOLO
N°
41 “ FUGGIASCHI NOTTURNI”
La
tetra sagoma del castello del re sorgeva
lugubre all’orizzonte…
Lentamente
aprì gli occhi e si alzò dal duro
tavolo di legno sul quale era disteso.
Mettendo
a fuoco gradualmente l’ambiente, Ken si
accorse di essere in una cella piccola e buia, con la caviglia sinistra
incatenata.
Mentre
cercava di riconoscere il posto nel quale
era rinchiuso, il ragazzo sentì dei passi fuori dalla sua
cella e si mise in
ascolto.
“Si
è appena svegliato.”, disse una voce maschile
fuori dalla porta.
“Bene.
Fammi entrare.”, gli disse una voce
familiare.
“Oh no !
E’ mio padre ! “,
pensò Ken nervoso.
La
serratura scattò e la porta della cella si
aprì.
Immediatamente
entrò il re con un’espressione
compiaciuta sul volto.
“Chiudi
!”, ordinò al soldato di guardia.
La
porta venne richiusa alle sue spalle.
Ora
Ken si trovava faccia a faccia con suo padre
e, mentre si guardavano, il ragazzo sentì crescere
l’odio dentro di sé.
“Allora,
Ken. Hai dormito bene ?”, gli chiese
spavaldo il padre.
Ken,
ancora intontito dall’effetto dell’ago
anestetico, gli chiese: “Da quanto sono qui ?”
“Da
ieri notte. Allora, non vuoi tornare sotto la
protezione di tuo padre ?”, gli domandò il re.
“Quale
protezione ? Sfruttamento se mai ! E poi,
non mi pare che un padre che si rispetti incateni suo figlio
!”, gli rispose il
figlio con tono di sfida.
Il re
sorrise e gli disse: “Ho dovuto farlo.
Nessuno riuscirebbe a fuggire dalle celle del mio castello, ma con te
non si sa
mai. Comunque voglio che tu torni a combattere per me.”
“Te
lo puoi scordare !”, gli rispose il ragazzo in
tono adirato.
“Abbassa
la cresta, ragazzo ! Abbi rispetto per
tuo padre !”, gli disse il re infuriato.
“perché
dovrei avere rispetto per un assassino ?!
Tu non sei mio padre ! Non ne ho mai avuto uno e mai
l’avrò !”, gli disse
ancora più furibondo Ken.
Il
re, improvvisamente, con sorprendente velocità
si avvicinò a Ken e gli tirò un potente pugno
nello stomaco.
Il
ragazzo, piegato in due dal dolore cadde in
ginocchio ansimando.
“Ora
ascoltami bene.”, gli disse il re: “Vedi di
darmi una risposta soddisfacente o la tua
amica farà una brutta fine !”
Ken,
sconvolto, capendo che il padre si rivolgeva
a Mariam, gli disse furioso: “Non provare a toccarla
!”
“Ti
avevo detto di non avere quel tono con me !”,
gli disse il re adirato e gli tirò una ginocchiata in pieno
petto che stese al
suolo il ragazzo.
Poi,
voltandosi, il re disse a Ken: “Pensaci bene,
figlio mio. Hai ancora un po’ di tempo…”
Ken,
parlando a
fatica, gli chiese: “Che significa ? Cosa vuoi
fare ?”
Ma il
re uscì dalla cella senza neanche
rispondergli.
Ken,
sfinito da quei colpi micidiali perse
conoscenza.
Fuori,
il cielo si stava colorando di sfumature
lilla e violette
che precedevano il
cielo notturno.
Nel
villaggio, nel frattempo, tutti stavano
facendo i preparativi per la missione di soccorso per salvare Ken.
I sei
mostri, i ragazzi, Ybrys, Faun e Kreny erano
già pronti a partire.
La
squadra di ricognizione però, non poteva ancora
partire perché le servivano delle pozioni magiche che le
sarebbero tornate
molto utili nel caso fosse scoppiato qualche
combattimento.
A
loro insaputa, anche qualcun altro aveva sentito
della prigionia di Ken e si stava preparando per andare in suo soccorso.
“Ok.
Siamo quasi pronti ! Mancano solo due pozioni
e poi possiamo partire !”, disse Ybrys ai ragazzi e agli
altri partecipanti
della missione.
“Partiremo
domani all’alba. Ci metteremo almeno
sei giorni ad arrivare al castello del re.”, aggiunse Kreny.
“Ma
allora partiamo subito ! Ken è in pericolo !”,
disse Tiger impaziente.
“No.
Non siamo ancora pronti. E che non ti venga
in mente di andare da solo, Tiger ! Anche se sei un mostro leggendario,
non
puoi farcela contro Irindor, il re, e il mostro del re da
solo.”, gli disse
Ybrys in tono severo.
“Il
mostro del re ?”, le chiese stupita Lein.
“E’
un mostro leggendario anche lui ?”, le domandò
Mariam.
“No.
Nessuno sa come sia successo, ma quel mostro
si è alleato con il re molto tempo fa. Secondo gli antichi racconti
è un mostro molto
potente…!”, disse loro Ybrys.
“Comunque,
non c’è da preoccuparsi per Ken.”,
disse Mariam in tono calmo.
Tutti
i presenti si stupirono a sentirle dire
quella frase.
“Mariam
!”, esclamò Tiger incredulo.
“Ma
che stai dicendo ?! Ti senti bene ?!”, le
chiese Terry atterrita.
“Volevo
solo dire che non gli farà troppo male
perché vuole che Ken torni dalla sua parte. Se conosco bene
quell’uomo è troppo
desideroso di riavere Ken e la sua abilità per sé
per ucciderlo.”, spiegò loro
Mariam.
Tutti
restarono sconvolti da quella triste
rivelazione.
Ormai
erano trascorsi cinque giorni da quando
Ken era prigioniero nel castello del padre ed
era sempre più debole perché, per volere del re,
non riceveva cibo ma solo
mezzo litro d’acqua al giorno.
La
sera del quinto giorno, il re tornò a far
visita al figlio e, quando fu nella cella, gli disse guardandolo:
“Ken, ma come
sei conciato…Pensa che ti stai perdendo un fantastico
banchetto reale.”, poi,
estraendo una coscia di pollo calda, rosolata sulla brace molto invitante, chiese al
figlio: “Non la
vuoi ? Scommetto che hai una fame terribile.”
Ken
alzò lo sguardo, al coscia di pollo era
davvero molto invitante e lui era molto affamato.
“Cosa
vuoi in cambio ?”, gli rispose debolmente il
ragazzo.
“Lo
sai. La tua totale fedeltà.”, gli rispose il
padre con un ghigno malvagio sul volto.
“Sei
crudele.”, gli disse il ragazzo guardandolo
furioso.
“Può
darsi ma è così che va il mondo. I più
forti
schiacciano i più deboli; è sempre stato
così. Allora, cosa vuoi fare ?”, gli
rispose il padre.
In
quel momento di totale silenzio, lo stomaco di
Ken brontolò sollecitato dal dolce profumo della carne.
“Vattene
!”, gli disse Ken adirato.
“D’accordo,
Ken. Non tirare troppo la corda perché
prima o poi si spezza e la mia pazienza sta arrivando al limite
!”, gli rispose
i padre furioso e lanciò la carne in un angolo della cella,
dove Ken non poteva
raggiungerla.
Dopodichè,
il re uscì e la porta della cella si
richiuse alle sue spalle.
Appena
Ken sentì i passi del padre affievolirsi,
tentò di avvicinarsi alla carne, ma la catena non gli
permise di raggiungerla
neanche con la punta
dei piedi.
“Oh,
andiamo ! Fatti prendere !”, pensò il
ragazzo affamato mentre continuava ad
avvicinarsi alla carne senza successo.
Più
Ken tirava, più la sua caviglia era in
pericolo, infatti, in un ultimo scatto che il ragazzo fece per prendere
la
carne, la sua caviglia si ruppe per la tensione.
Ken
sentì un dolore lancinante provenire dalla
caviglia sinistra.
“Ah
!”, gemette il ragazzo rannicchiandosi sulla
caviglia rotta.
”
Che
dolore ! “, pensò Ken quasi
sull’orlo delle lacrime.
“Stupido
! Che cosa credevi di fare ?”,
pensò il re vedendo la scena dalla
finestra della cella, poi se ne andò furioso.
Il
ragazzo, faticosamente si sedette e mangiò la
carne che gli era costata la rottura della caviglia, poi si
addormentò.
La
sera dopo, il re tornò da Ken e, dopo essere
entrato nella cella, gli chiese: “Ken, allora, cos’
hai deciso ?”
Ken,
debole e dolorante per via della caviglia,
gli rispose: “Te l’ho già detto !
Lasciami stare !”
Il
padre, improvvisamente si avvicinò a Ken e,
senza preavviso, gli schiacciò con un piede la caviglia
rotta con crudeltà.
Il
ragazzo gemeva e urlava dal dolore ma il padre,
incurante continuò imperterrito.
“Ah
! Smettila !”, lo implorò Ken tra le lacrime.
“Non
avrei voluto arrivare a
questo punto, Ken ma non mi hai lasciato
altra scelta ! Allora, decidi !”, gli disse il padre
continuando a pestargli la
caviglia.
Ken,
che urlava a squarciagola, gli rispose: “Ti
ho detto di no !”
“Accidenti
! Sei davvero testardo ! Magari se
prendo la tua amica cambi atteggiamento.”, disse il re
pensieroso.
“Oh no !
Ce l’ha con Mariam !”,
pensò Ken sconvolto.
“Fermati
! Lasciala stare !”, gli disse Ken.
Il
re, con un sorriso malvagio sul volto, si girò
e disse a Ken: “Come immaginavo. Devi tenere molto a quella
ragazzina per
scaldarti così.”
“Eh
? Ma no, cosa dici ? Non mi interessa per
niente !”, gli disse Ken in un disperato tentativo di
distrarre il padre
dall’idea di catturare e far del male a Mariam.
“Fino a
quando se la prende con me non mi interessa, ma a Mariam non deve fare
del
male.”, pensò Ken.
“Mi
spiace, ma ormai ho deciso. L’hai voluto tu
!”, gli disse il re prima di uscire dalla cella.
“Accidenti
! E adesso che faccio ?
“, pensò Ken sconvolto.
La
sera del settimo girono, il re non si vide nella
cella di Ken e, il ragazzo, terrorizzato pensò che suo padre
fosse già andato
in cerca di Mariam.
Nel
frattempo, il ragazzo era sempre più debole e
non riusciva a stare neanche in piedi.
Un
po’ per la mancanza di cibo, un po’ per il
dolore alla caviglia, che piano piano si stava gonfiando sempre di
più, Ken
stava cedendo al dolore…
Quella
stessa notte, un gruppo di creature miste
sfidò un tremendo temporale per andare a salvare un amico in
difficoltà…
“Dai,
sbrigatevi !”, intimò loro Ybrys.
“Guarda
che noi non abbiamo la barriera magica per
respingere le intemperie !”, esclamò Kreny a
nome di tutti.
“Lo
so, scusatemi. Solo che sarebbe meglio
arrivare il più presto possibile.”, si
scusò Ybrys.
“Ma
Kreny, i troll sono capaci di fare le barriere
magiche, no ?”, gli chiese Cody.
“Sì,
però possono farle soltanto restando fermi.”,
gli rispose il troll.
Quando
la luna brillava nel cielo notturno, Ybrys
e gli altri raggiunsero finalmente il castello.
Quando
i soldati videro arrivare quello strano
gruppo stavano per dare l’allarme,ma, prima che potessero fare il minimo movimento, Ybrys
fu davanti a loro.
La
fata guardò intensamente i due soldati, poi,
disse loro: “Adesso avete bisogno di una bella
dormita…”
I
soldati annuirono e si addormentarono all’
istante.
Mentre
entravano nel castello, Terry chiese a
Ybrys: “Wow ! Ma come ha i fatto ?”
“Ho
usato il fascino;
è un potere speciale delle fate che riesce a far obbedire
gli altri ai tuoi
comandi.”, le rispose Ybrys.
Nel
frattempo, Ken gemeva dolorante nella sua
cella, il dolore acuto lo aveva svegliato.
All’improvviso,
il ragazzo sentì dei passi nel
corridoio.
”Oh no !
Sta tornando e magari ha preso Mariam !
“, pensò Ken credendo che
fossero di suo padre i passi che sentiva.
Poi,
fuori dalla porta, il ragazzo sentì il suono
di una spada che penetrava veloce
e
precisa nella carne.
All’improvviso,
la serratura si aprì, ma, a causa
della quasi totale oscurità, Ken non vide chi fosse entrato.
“Chi
è ?”, chiese il ragazzo spaventato e intontito al tempo stesso.
Nessuno
rispose, poi all’improvviso, Ken sentì che
la catena che aveva intorno alla caviglia andò in mille
pezzi.
“Ah
!”, gemette il ragazzo: “Ma chi sei ?”,
domandò nel vuoto.
“Stai
tranquillo. Ho rotto la catena con una magia
e ora ti porto fuori di qui.”, gli rispose una voce maschile
e sincera alla sue
spalle.
“Gendar
! Ma…Non riesco a camminare, come pensi di
fare ? E poi, mio padre sarà sicuramente in giro, nel
castello. Ti conviene
andartene finché sei in tempo !”,gli disse il
ragazzo.
“Neanche
per sogno ! Sono venuto qui per portarti
via ed è esattamente quello che farò. Comunque
grazie per avermi avvertito !”,
gli rispose l’elfo in tono divertito.
“Gendar,
non scherzare ! Se mio padre ti vedesse
non esiterebbe a ucciderti
! Per favore,
lasciami perdere ! Non voglio che tu finisca nei guai per colpa mia
!”, gli
disse Ken agitato.
“Tranquillo.
Sapevo a cosa andavo incontro venendo
qui. E sappi che non lo faccio solo perché sei un Eletto
!”, gli disse Gendar
in tono deciso.
“Lo
faccio perché… tu sei mio amico.”,
aggiunse
l’elfo.
Ken
restò sorpreso da quella rivelazione, poi
disse: “Grazie, Gendar.”
“Figurati.
Forza, arrampicati. Ti porterò in
spalla.”, disse al ragazzo.
“Sei
sicuro che sia una buona idea ? Se devi
combattere contro qualche soldato come fai ?”, gli chiese Ken.
“Smettila
di preoccuparti e sali !”, gli rispose
l’elfo.
Così,
Ken fece come gli era stato detto e,
insieme, i due amici, si avviarono verso
l’uscita del castello.
Ybrys
e gli altri si stavano dirigendo verso
le celle, quando, nell’oscurità videro
una sagoma furtiva che sgusciava via e veniva proprio nella loro
direzione.
“Ken
!”, esclamò Tiger rivolto alla sagoma
nell’oscurità.
“Sei
sicuro ?”, gli chiese Cody.
Tiger
annuì, poi, Kreny disse: “Sì, ha
ragione !
Sento anch’ io l’odore del
ragazzo…”, “… e
quello di un elfo.”,
pensò poi il troll.
Gli
altri membri del gruppo seguirono il lupo,
anche se procedevano furtivamente per non correre pericoli.
Poco
dopo, videro Gendar che portava sulle spalle
Ken privo di forze.
Gendar,
vedendo i compagni di Ken disse loro:
“Sbrighiamoci ! Dobbiamo uscire alla svelta !”, e,
seguito dagli altri si avviò
verso l’uscita del castello, dove però, li
attendeva una brutta sorpresa…
“Dove
credete di andare con mio figlio ?”, chiese
loro il re in tono minaccioso comparendogli alle spalle.
Tutti
i componenti del gruppo, si voltarono
terrorizzati in quella direzione e videro l’unica persona che
speravano di non
incontrare.
Gendar
depose Ken al suolo, poi impugnò la sua
spada, pronto al combattimento imminente.
Cody,
Rik, Tiger, Fly, Funny, Neferty, Marahute,
Kreny, Ybrys e Faun si misero in posizione di combattimento vicino a
Gendar.
Mariam,
Terry e Lein circondarono Ken, in modo che
se fosse stato necessario avrebbero usato la magia per difenderlo.
“Hai
anche il coraggio di chiamarlo tuo figlio ?!
Dopo quello che gli hai fatto ?!”, disse Mariam adirata
rivolta al re.
Il
re, furioso, le rispose: “Taci, mocciosa ! E’
solo colpa tua se Ken è cambiato così ! Tu e il
tuo maledetto Amore !”, e le
lanciò la spada contro a una velocità
sorprendente.
Nessuno
dei combattenti riuscì a fermare la spada
del re.
Mariam,nel,
frattempo, colta alla sprovvista stava
evocando una magia che l’avrebbe protetta, ma la spada si
stava avvicinando
troppo velocemente.
Ken,
accorgendosene, con uno sforzo immane, si
alzò dal suolo e si mise davanti a Mariam facendole da scudo.
“No
! Fermati !”, gli gridò Mariam vedendo
ciò che
il ragazzo stava facendo.
Ma
ormai era troppo tardi, la spada colpì di
striscio Ken sul fianco sinistro.
La
spada procurò al ragazzo una ferita profonda
dalla quale iniziò a uscire molto sangue.
Ken
cadde tra le braccia di Mariam, mentre Tiger,
accecato dalla rabbia si lanciò contro il re.
I
ragazzi comunicarono telepaticamente attraverso
le gemme.
In
quello stesso momento, ogni ragazzo prese in
mano la propria gemma.
“Forza,
dobbiamo tornare al villaggio fatato !”,
disse loro Ybrys.
Tiger,
che fino a un attimo prima aveva trattenuto
il re, si precipitò dagli amici, appena in tempo per
scomparire con loro…
Il
re, ritrovandosi da solo e con parecchie ferite
provocategli da Tiger imprecò: “Maledizione !
Ancora quelle dannate gemme !”
Poco
dopo, i ragazzi comparvero nel villaggio
fatato.
“Presto
! Portiamolo in casa !”, esclamò Ybrys
appena lei e gli altri apparvero nel villaggio delle fate.
I
troll, giunti in quel momento aiutarono la
fata a portare Ken
in casa e lo
adagiarono su un letto.
“Faun
!Vai a chiamare le Fate Guaritrici, per
favore !”, gli disse Ybrys.
L’unicorno
annuì e pochi secondi dopo era già
sparito, galoppando nell’oscurità.
Tutti,
i mostri, i ragazzi, le fate,Gendar e
alcuni abitanti del villaggio si radunarono
intorno alla casa degli Eletti.
“Ybrys,
io, Lein e
Terry sappiamo usare le magie curative. Possiamo curare
noi Ken.”, le
disse Mariam.
“E’
meglio di no. La ferita di Ken è molto grave e
non riuscireste a curarla neanche con l’aiuto dei vostri
mostri. Comunque non
preoccupatevi. Le fate guaritrici hanno un potenziale magico quasi
inesauribile.”, le rispose Ybrys.
Poi,
Ybrys entrò in casa e disse a Ken, che era
sveglio: “Stai tranquillo. Tra poco ti riprenderai del
tutto.”
Ken,
troppo debole per parlare, si limitò ad
annuire, poi chiuse gli occhi.
Dopo
circa cinque minuti arrivarono sei fate
vestite di bianco ed entrarono a gran velocità nella casa
degli Eletti.
Dopodichè,
Ybrys uscì e chiuse la porta
dell’abitazione, poi disse ai presenti: “Non
preoccupatevi. Ken guarirà. Ora è
in buone mani.”
“Però,
secondo me potevamo aiutarlo almeno un po’.
Non siamo così negate in magia.”, disse Mariam
risentita rivolgendosi a
Ybrys.
“Vi
ho già detto perché è meglio che ci
pensino le
Fate Guaritrici e poi, c’è anche un altro
motivo.”, le disse Ybrys.
“Sarebbe
?”,le chiese Terry curiosa.
“La
ferita di Ken è stata inferta con una spada
diabolica. Non preoccupatevi, le Fate Guaritrici hanno seguito un
potenziamento
magico che permette loro di avere sempre molte energie a
disposizione.”, le
rispose Ybrys.
“Spera
che sia vero, fata !”, le disse Gendar in
tono minaccioso.
“Che
vuoi dire ? E come ti permetti di parlarmi
così ?!”, gli rispose Ybrys offesa.
“Scommetto
che hai voluto salvare Ken solo perché
è un Eletto e per fare avverare la
Profezia
c’è bisogno di tutti e
sei !”, le rispose Gendar in tono gelido.
“Gendar
!”, esclamò Terry in tono di rimprovero.
“Ma
come ti permetti ?! Io lo aiuto perché voglio
farlo. Certo, se vogliamo vivere in un
mondo migliore abbiamo bisogno di
tutti e sei i ragazzi. Ma al di là di questo,
li sto aiutando perché
sono loro amica perché, al contrario di quello che pensate
voi elfi, le fate
sono felici di avere degli amici e di andare d’accordo con
tutti !”, gli disse
Ybrys in tono risoluto.
“Smettila
di dire bugie ! Le fate sono tutte
uguali !”, le disse l’elfo furioso, poi,
rivolgendosi ai ragazzi disse loro:
“Non fidatevi di lei. Sarebbe capace di tradirvi da un
momento all’altro.”
“Gendar,
ma cosa stai dicendo ? Ybrys è sempre
stata nostra amica e non ci tradirebbe mai.”, gli disse Lein
sconvolta.
L’elfo
non rispose e andò verso il fitto del
bosco, mentre Ybrys ai allontanò piangendo.
“Ybrys…”,
pensò Lein guardando la fata allontanarsi, poi la
seguì per consolarla.
Mariam,
adirata, si diresse verso Gendar e, dopo
avergli tirato uno schiaffo, gli disse: “Sei stato davvero
crudele ! Non tutte
le fate sono uguali ! Vergognati ! Ti fai ancora guidare dai pregiudizi
!”, e
se ne andò.
Gendar
la guardò andare via e, senza cercare di
ribattere pensò “Forse
hai ragione,
Mariam, ma è stata proprio una fata a uccidere mia
madre…”
Quella
notte, i ragazzi dormirono in un’altra casa
del villaggio, perché, nella loro c’erano le Fate
Guaritrici che dovevano
controllare Ken in modo che non peggiorasse.
Il
mattino dopo, Mariam si svegliò presto, così
andò a farsi
una passeggiata per il
villaggio.
“Ken
!”, esclamò Mariam emozionata appena lo vide
aggirasi per il villaggio con Tiger.
Il
ragazzo la guardò e sorrise, poi, le andò
incontro.
“Ciao.
Hai dormito bene ?”, le chiese Ken come se
non fosse successo niente.
“Io
sì e tu come stai ? Non dovresti restare
ancora a letto ?”, gli chiese Mariam preoccupata.
“Tranquilla.
Adesso sto meglio. Non so come
abbiano fatto, ma, mentre ero incosciente, quelle fate sono riuscite a
guarirmi
perfettamente. Poverine, ora sono lì che dormono; saranno
sfinite…”, le rispose
il ragazzo.
“Già,
immagino.”, disse Mariam sorridendo.
“Ma
tu e gli altri dov’eravate ?”, le chiese il
ragazzo.
“Abbiamo
dormito in
un’altra casa.”, gli rispose Mariam, poi gli
raccontò per filo e per segno cosa
fosse successo appena la notte prima era tornati al villaggio.
Quando Mariam ebbe finito di
parlare, Ken le chiese:
“Ho capito…Ci facciamo un giro fino alla collina
?”
“Va
bene. Andiamo.”, gli
rispose Mariam sorridendo.
Quando
i ragazzi raggiunsero la collina che
dominava il villaggio e il bosco, si sedettero sull’erba
fresca e,
abbracciandosi aspettarono il sorgere del sole.
“Ragazzi,
io vado a caccia. Ci vediamo dopo.”,
disse loro Tiger.
Mariam
guardò Ken e gli disse: “Sai, sono contenta
che ti sia ripreso perfettamente.”
Ken
la guardò benevolo e le disse in tono cupo:
“Questa volta me la sono vista davvero brutta,
Mariam…”
“Che
vuoi dire ?”, gli domandò lei perplessa.
Il
ragazzo, rattristandosi in volto, le rispose:
“Non so se avrei
resistito ancora per
molto se non foste
venuti a salvarmi.
Ero in preda alla fame e al dolore. Non ce la facevo
più.”
Mariam
lo guardò, poi gli disse: “Non
preoccuparti. Ora è tutto finito. Comunque, grazie per
avermi difesa da tuo
padre anche se non capisco dove hai trovato al forza
dia alzarti.”
Il
ragazzo la guardò sorridendo e le rispose:
“Figurati e poi, non gli avrei mai permesso di farti del
male.”
Dopodichè,
i due ragazzi si baciarono felici…
Dopo
un’oretta, il sole iniziò a salire verso
l’orizzonte, mostrando l’ incantevole spettacolo
dell’ alba.
“Wow
! L’alba è davvero bellissima ! E’
sempre un’
emozione vederla.”, disse Mariam, felice di poter condividere
quello spettacolo
con Ken.
“Già,
ma mai quanto te…”, disse Ken e baciò
la
ragazza a cui teneva tanto.
“Uuuuh
! Che romanticoni !”, esclamò Tiger
comparendo improvvisamente dietro di loro.
I due
ragazzi, imbarazzati guardarono il lupo
dietro di loro, che aveva un’espressione molto divertita.
“Tiger,
insomma ! Ma non eri andato a caccia
? Perché non vai a farti un altro giro
?!”, gli disse Ken indispettito.
“Ma
no, non importa !”, disse Mariam divertita rivolta
a Ken e scoppiò a ridere, mentre Ken al guardava
amorevolmente.
Dopodichè,
Mariam si alzò improvvisamente e disse
a Ken: “Dai, andiamo a fare colazione. Hai bisogno di
mangiare per ristabilirti
del tutto.”
“Ma,
io veramente, volevo aspettare gli altri…”,
disse Ken incerto.
“Non
preoccuparti. Tra un po’ arriveranno anche
loro. Per il momento inizia a mangiare tu, che ne hai più
bisogno di tutti !”,
e senza dare all’amico il tempo di ribattere, lo prese per
mano e o trascinò
fino alla mensa.
Tiger
seguì i due ragazzi.
Mentre
Ken si lasciva docilmente trascinare dalla
ragazza pensò “Grazie,
Mariam. Sei
unica ! “
Quando
i due ragazzi arrivarono davanti alla
mensa, Tiger disse loro: “Vi aspetto qui.”
“Va
bene. Ci vediamo dopo.”, gli rispose Ken, poi
seguì Mariam all’interno dell’edificio.
Quando
anche gli altri ragazzi ebbero fatto
colazione, si diressero al Tempio delle Fate Celesti, dove ritirarono
le loro
gemme che ora, erano al massimo del loro potere.
Appena
Gendar vide Ken, gli chiese: “Ti sei ripreso
finalmente…Eri conciato davvero male…”
“Sì,
è vero. Comunque ora sto meglio. Grazie per
essere venuto in mio soccorso.”, gli disse il ragazzo.
“Figurati.
Gli amici servono a questo, no ? Ad
aiutarti nei momenti bui.”, gli rispose Gendar sorridendo.
Dopodichè,
i ragazzi, i mostri, Ybrys, Gendar,
Kreny e Faun
iniziarono a fare i
preparativi per l’ imminente viaggio a Naklis.
Verso
metà mattinata, lo strano gruppo lasciò il
villaggio fatato.
Il
gruppo era formato da: tre ragazze, tre
ragazzi, un lupo, due unicorni, un’aquila, una gazza, un
drago, un elfo, una
fata, un troll e una cavalla alata.
Gendar
camminava in fondo alla fila, mentre Ybrys
era in testa.
Quand’erano
partiti, quella mattina, Gendar non
aveva voluto le provviste delle fate perché sosteneva di
poterne fare a meno.
Gendar
aveva accettato d unirsi al gruppo solo per
proteggere gli Eletti e, soprattutto per salvaguardarli dalla Fata,
come la
chiamava lui.
Ybrys,
da parte sua aveva fatto di tutto per fare
amicizia con l’elfo, ma Gendar era ancora troppo scottato dal
ricordo della
madre e poi era troppo orgoglioso per ammettere che, in fondo, Ybrys
aveva
ragione a dire che non tutte le fate erano malvagie.
Il
gruppo camminò per quasi una settimana e,
fortunatamente non incontrò nessun soldato.
“Ma
Ybrys, come faranno gli abitanti del villaggio
se Irindor li attacca ?”, le chiese preoccupata Lein.
“Non
preoccuparti. Le fate e
i troll useranno la loro magia insieme, e
così, per un po’ saranno al sicuro.”, le
rispose la fata.
Verso
l’ora di pranzo, il gruppo si fermò in una
radura da dove si poteva già scorgere Naklis.
“Per
entrare a Naklis dovremmo travestirci. Ce l’
ha detto re Ayrm, vi ricordate ?”, chiese Rik ai compagni.
I
ragazzi annuirono, ma poi, Terry gli chiese: “Ma
come facciamo a travestirci se non abbiamo vestiti di scorta
?”
“Questo
non è un problema. Posso travestirvi io
!”, disse loro Ybrys sorridendo.
I
ragazzi la guardarono stupiti e lei spiegò:
“E’
un altro potere delle fate. Possiamo modificare l’aspetto
come vogliamo.”, poi,
rivolgendosi all’elfo, in un’ennesima prova di
amicizia, gli chiese: “Gendar,
puoi venire un momento, per favore ?”
Gendar,
riluttante, le si avvicinò, poi, in tono
minaccioso, le disse: “Non combinare guai, Fata
o te ne pentirai !”
Ybrys,
perdendo la pazienza, gli disse in tono
offeso: “Perché usi quel tono con me ?! Cosa ti ho
fatto ? Non tutti gli elfi
hanno il cuore puro e l’animo nobile
e
non provare a negarlo !”
Gendar,
in tono gelido, le rispose: “Sai bene che
i nostri due popoli sono sempre stati in
guerra tra di loro ed è partito tutto per colpa
delle fate !”
“E’
vero. Ma è proprio per questo che ora sono in
pericolo entrambi ! Perché non hanno voluto collaborare e
combattere insieme lo
stesso nemico !”, gli rispose Ybrys furiosa.
Gendar
restò interdetto da quelle parole, anche
perché c’era della verità in esse.
“D’accordo.
Fai la tua magia.”, disse l’elfo
rivolto a Ybrys in tono più tranquillo.
Ybrys,
si concentrò e, dalle sue mani uscirono dei
fasci di luce bianca e una nuvola rosa
avvolse completamente Gendar.
Quando
la nuvola si dissolse apparve un uomo umano
sui cinquant’ anni, con i capelli grigi e un completo un
po’ trasandato color
prugna.
Gendar,
toccandosi le orecchie esclamò:
“Cos’è
successo alle mie orecchie a punta ? Cosa mi hai fatto, Fata
?!”
Ybrys,
seccata gli rispose divertita: “Datti una
calmata o non ti faccio più tornare come prima. Smettila di
chiamarmi Fata, io
ho un nome !”
“Guai
a te se non mi fai tornare com’ero !”, le
disse Gendar.
“Sei
proprio insopportabile ! Invece di ringraziarmi
per averti reso irriconoscibile, hai anche il coraggio di lamentarti
!”, gli
rispose Ybrys stizzita.
I
presenti osservarono la scena e, mentre Ybrys e
Gendar continuavano a litigare, ma non in modo serio, Kreny disse:
“Ah,
ragazzi…Se quei due continuano così non so quando arriveremo a
Naklis.”
Mariam,
che era impaziente di rivedere il suo
villaggio, si avvicinò ai due litiganti
e disse loro: “Scusate se vi interrompo, ma
dovremmo essere modificati
anche noi se prima di questa
sera
vogliamo entrare a Naklis.”
La
fata e l’elfo, imbarazzati, smisero di litigare
all’istante vergognandosi di aver fatto perdere del tempo
prezioso agli Eletti
per il loro litigio.
I
ragazzi, intanto sorrisero vedendo le facce
imbarazzate di Ybrys e di Gendar.
“Hai
ragione, Mariam”, le disse Ybrys con aria
colpevole.
“Scusateci.”,
disse Gendar guardando i presenti.
Dopo
mezz’ora, del gruppo misto non era
rimasto nulla.
Infatti,
grazie a Ybrys, i nostri amici sembravano
una carovana di mercanti con tre cavalli, due cani, due canarini e una
normalissima gazza, un uomo sui cinquant’ anni, quattro donne
sui trent’ anni,
tre uomini sui trent’anni e un bambino di cinque anni.
Così,
la carovana entrò a Naklis indisturbata e si
diresse verso la casa di Lynn, che era abbastanza spaziosa da ospitare
tutti.
Arrivati
alla porta, Mariam bussò e un uomo
anziano comparì sulla soglia.
Senza
dire una parola, Lynn fece cenno ai membri
del gruppo di entrare in casa.
Dopodichè,
l’uomo abbassò le tapparelle in modo
che nessuno potesse vedere o sentire nulla, poi disse: “Avete
portato molti
amici con voi, Eletti.”,e
sorrise
guardandoli.
Ybrys
fece sparire i travestimenti e, ognuno tornò
come prima.
“Ciao,
Lynn ! Come stai ?”, gli chiese Mariam
sorridendo felice.
“Bene,
grazie e tu ?”, le chiese l’uomo
abbracciandola.
“Bene.”,
gli rispose la ragazza.
Dopodichè,
Lynn disse con aria triste: “Mariam,
però devo darti una brutta notizia, anche se non
vorrei.”
“Sarebbe
?”, gli chiese Mariam nervosa.
“Mi
spiace, Mariam ma quel maledetto esercito ha
eliminato al tua famiglia.”, le
rispose
addolorato Lynn.
”Cosa
? Non stai dicendo sul serio, vero ?”,
balbettò la ragazza sull’orlo delle lacrime.
“Mi
dispiace.”, le disse Lynn sinceramente.
Mariam
si sentì un mano sulla spalla destra e,
voltandosi vide di fronte a lei Ken.
“Dispiace
a tutti noi, ma ricordati che non sei
sola. Ti resteremo sempre vicino.”, le disse Ken guardando
anche gli altri
membri del gruppo.
Mariam
guardò prima Ken, poi i mostri, Ybrys,gli
altri ragazzi, Gendar, Faun e Kreny, poi, con le lacrime agli occhi
disse a
tutti loro: “Grazie…Sono davvero fortunata ad
avere degli amici come voi !”
Tutti
le sorrisero infondendole coraggio e
serenità.
Dopodichè,
Lynn disse loro: “Molto bene, cari i miei eletti. Ora vi
aspetta la missione
più dura. Dovete riportare la pace nel mondo e piantare i
semi della Speranza.
Siete pronti ?”
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Capitolo 42 *** CAPITOLO 42 ***
CAPITOLO
N°
42 “ LA
FINE DEI
SEGRETI ”
Lynn
spiegò ai ragazzi molte cose, che, fino a
quel momento erano state a loro sconosciute e inaccessibili.
“In
questo villaggio, come voi ben sapete è
custodito il Libro Sacro che scrissero gli Antichi Cavalieri, nel quale
erano
racchiusi i segreti per portare la
Pace nel
mondo. Domattina
andremo al tempio e state certi che cambierete
molto…”, disse loro Lynn.
Mariam,
incuriosita, gli chiese: “Cosa intendi
dire, Lynn ?”
“Non
voglio rovinarvi la sorpresa.”, le rispose
l’uomo in tono cortese ma risoluto.
“Comunque,
visto che la tua casa è stata
distrutta, per questa notte, se volete potete restare a casa mia. Che
ne dite
?”, domandò loro Lynn.
I
ragazzi e i loro amici accettarono di buon grado
la proposta di Lynn.
Così,
dopo aver cenato tutti insieme, i sei
ragazzi e i loro amici si rilassarono un po’.
La
serata trascorse in allegria anche se si
respirava una certa tensione nell’aria.
Mentre
i ragazzi, i mostri, Ybrys, Kreny e Faun
chiacchieravano intensamente, Gendar parlò un po’
con Lynn.
“Allora,
com’è la situazione in questo villaggio,
Lynn ? Mi sono giunte voci che dicono che Naklis sia sotto il controllo
del
nemico.”, gli disse l’elfo.
“Sì,
infatti. Domani, quando i ragazzi usciranno
dal tempio dovrete andarvene di qui alla svelta perché le
mie fonti mi hanno
detto che sono in arrivo altre truppe nemiche.”
“E
Mariam come farà ? Lei dovrà aspettare
qui.”,
osservò l’elfo preoccupato.
“Non
preoccuparti. Io e gli altri abitanti del
villaggio , la difenderemo a costo della vita fino a
quando sarà tutto finito.”, gli
rispose Lynn.
“Va
bene. Comunque vi manderemo dei rinforzi al
più presto.”, lo rassicurò Gendar.
Gendar
e Lynn guardarono i ragazzi parlare
divertiti e, il primo, sorridendo disse: “Ora lasciamoli
divertire. Domani li
aspetta una faticosa giornata.”
“Già.”,
aggiunse Lynn sorridendo.
“Perché
non ci raccontate le vostre avventure sin
dall’inizio ? Io, Kreny e Faun non le sappiamo.”,
domandò Ybrys ai ragazzi.
“Nemmeno
io le so.”, aggiunse Gendar sedendosi
vicino ai ragazzi.
Così,
i ragazzi, raccontarono ai loro amici tutto
quello che avevano passato da quando avevano intrapreso il loro lungo
viaggio.
Quando
ebbero finito di raccontare le loro
avventure, i ragazzi pensarono un po’.
“Certo
che sono cambiate un
bel po’ di cose da quando me ne
sono andata da casa…”, disse Mariam
pensierosa.
“Già e
poi,
a essere sinceri, dopo tutte le avventure che abbiamo vissuto
sarà difficile
abituarmi nuovamente a una vita normale…”,
aggiunse Ken.
“E’
vero, però,, da una parte vorrei che fosse già
tutto finito. Non ce la faccio più ad andare avanti
così…Vorrei vivere in pace
una volta per tutte…”, disse Lein.
“Non
preoccupatevi, ragazzi. Tra poco sarà tutto
finito. Dovete solo cercare di resistere un altro
po’…”
Verso
la notte inoltrata, i ragazzi si coricarono.
Prima
di andare a dormire, Gendar e Ybrys
restarono gli ultimi nel salone della casa di Lynn.
La
fata stava andando a dormire,
quando Gendar la chiamò.
“Ybrys…aspetta.”,
le disse l’elfo.
La
fata, stupita nel sentirsi chiamare per nome,
si voltò e gli chiese incuriosita: “Cosa
c’ è?”
Gendar,
diventando rosso, le disse: “Senti…Tu lo
sai cos’è successo a mia madre ed è
anche per questo che…”
“Che
non sopporti le fate e
che le odi ?”, disse Ybrys concludendo la
frase al posto dell’elfo.
“Sì,
esatto…Però, come dici tu, non siete tutte
uguali…Me ne sono accorto un po’ tardi, mi
dispiace. Però è vero: se i nostri
popoli avessero collaborato ora non sarebbero in pericolo entrambi. Gli
elfi si
sono isolati nelle montagne e voi nel vostro villaggio ma siamo
entrambi
minacciati dallo stesso nemico…Io ti capisco se non vuoi o
non ti fidi, però…Io
vorrei ricominciare da capo, se tu…”, le disse
l’elfo guardandola negli occhi.
Ybrys
intuì cosa stesse cercando di dirle
l’elfo e
gli disse
sorridendo: “Gendar, sarei più che
felice di darti una seconda
possibilità…Ricominciamo da zero. Allora, siamo
amici ?”, e gli porse una mano in segno di amicizia.
Gendar
sorrise e, stringendole la mano, le
rispose: “Amici.”
“Alla
fine, quei ragazzi mi hanno contagiato…”,
aggiunse Gendar sorridendo.
“La
Profezia
narra che gli Eletti
avrebbero riunito tutti
i popoli e tutte
le creature, ma, alla fine, Gendar sei stato tu a scegliere di non dare
retta i
pregiudizi e a fidarti nuovamente delle
fate, non ti pare
?”, gli disse Ybrys sorridendo.
“Già…Comunque
sono stati i ragazzi a farmelo
capire…”, concluse l’elfo.
“Allora,
questa la guerra la combatteremo fianco a
fianco ?”, gli chiese Ybrys.
“Puoi
contarci !”, le rispose l’elfo.
Dopodichè,
Gendar e Ybrys andarono a dormire.
Il
mattino dopo, Lynn svegliò i ragazzi all’alba e
disse loro: “Forza. E’ ora di andare. Non deve
vederci nessuno.”
Ybrys,
gli disse sorridendo: “Che problema c’è
?
Posso travestirli io.”
Lynn
le rispose nervoso: “No, non c’è tempo.
Tra
qualche tempo arriverà una scorta di soldati e voi dovete
andarvene prima che
questo accada.”
“Ma
non avevi detto che i soldati sarebbero
arrivati tra qualche giorno ?”, gli domandò Gendar
nervoso.
“Infatti,
ma ho sentito che quei maledetti non si
sono fermati per dormire, così hanno guadagnato
tempo.”, gli rispose Lynn.
Così,
il gruppo, dopo una colazione veloce, si
avviò verso il Tempio di Naklis.
Mentre
camminavano attraverso Naklis, i ragazzi
notarono la distruzione che regnava in quel posto.
Quello
che una volta era stato un villaggio
caloroso e rigoglioso, ora sembrava un posto desolato e inospitale;
ovunque
c’erano segni di combattimento e ruderi di case bruciate.
Nonostante
i sopravvissuti avessero cercato di
rimediare ai danni subiti, nel villaggio si vedevano ancora molti segni
dell’attacco nemico.
“Lynn,
dove sono gli abitanti ?”, gli chiese
Mariam.
“L’esercito
nemico li ha fatti prigionieri. Qui ci
sono rimasti solo quelli che si sono rifugiati sulle montagne e sono
tornati
solo due settimane dopo l’attacco. Altri abitanti, invece
hanno fatto finta di
sottomettersi al re in modo da non dover abbandonare il
villaggio.”, le rispose
l’uomo.
“E’
terribile…”, commentò Mariam.
“Già,
comunque, gli abitanti che sono riamasti qui
vogliono aiutare gli Eletti nella loro battaglia, anche se
l’esercito pensa il
contrario. Il fatto è che se gli abitanti si fossero
opposti, il re avrebbe
mandato delle truppe a controllare Naklis.”, disse loro Lynn.
Dopo
quindici minuti di cammino, il gruppo misto
giunse sulla cima di una collina al limitare del villaggio dove sorgeva
un
maestoso tempio, costruito seguendo l’ architettura greca.
Lynn
si guardò intono furtivo, poi disse ai
ragazzi: “Molto bene. Ora stringete le vostre gemme nella
mano destra.”
I
ragazzi, anche se alquanto perplessi fecero come
gli era stato detto e,
contemporaneamente, tutti gli stemmi
tutte le gemme brillarono all’unisono.
Dopodichè,
ogni ragazzo fu circondato da un fascio
di luce magica che combaciava con il colore della sua gemma.
Subito,
l’enorme porta di marmo bianco si aprì e,
i ragazzi poterono entrare, ovviamente, anche i mostri, Faun, Kreny,
Lynn,
Ybrys e Gendar li seguirono all’interno della costruzione.
Quando
tutto il gruppo fu entrato, la porta del
tempio si richiuse da sola.
Dopodichè,
Lynn guidò i ragazzi lungo un corridoio
non molto illuminato, poi, dopo qualche minuto, l’uomo si
fermò davanti alla
porta di una stanza molto piccola.
Lynn
aprì la porta di legno e disse: “Solo gli
Eletti possono entrare qui dentro. Gli altri dovranno aspettare
fuori.”
Così,
i ragazzi annuirono ed entrarono nella
stanza.
Dopodichè,
Lynn chiuse la porta alle loro spalle.
Infatti,
fuori dalla stanza restarono : i mostri,
Faun, Gendar, Kreny, Ybrys e Lynn.
I
ragazzi si trovarono in una stanza illuminata
dalla fioca luce delle candele ma riuscirono comunque a vedere delle
incisioni
sul pavimento con delle orme per i piedi e delle incisioni di forma
ovale per
le gemme.
Vicino
a ognuna di queste c’ era
un simbolo che corrispondeva al significato
della gemma di ognuno dei ragazzi.
“Che
strano posto.”, osservò Terry.
“Già…”,
confermò Lein guardandosi intorno stupita.
“Perché
non appoggiamo le gemme e i piedi sulle
incisioni del pavimento e vediamo cosa succede ?”, propose
Rik ai compagni.
“Già.
Se le incisioni ci sono dovranno pur servire
a qualcosa.”, aggiunse Cody.
“Va
bene, allora. Tutti insieme.”, disse Ken.
I
ragazzi annuirono e, contemporaneamente misero
le proprie gemme e i piedi nei solchi del pavimento.
Per
un lungo momento non accadde nulla, poi,
all’improvviso, le gemme e gli stemmi brillarono
contemporaneamente.
Come
per magia, al centro del pavimento della
stanza comparve una stella a sei punte che splendeva di luce dorata.
Subito
dopo, mentre la stella dorata brillava
ancora sul pavimento, i sei ragazzi vennero avvolti da un fascio di
luce d’oro
e si sentirono pervadere da un’ immensa e positiva energia
vitale.
Poi,
contemporaneamente alla comparsa della
stella, i fasci dorati che circondavano i ragazzi scomparvero
lentamente.
I
ragazzi ripresero le loro gemme e si sentivano
più carichi di prima, carichi di energia positiva come non
lo erano mai stati.
Senza
rendersene conto, i ragazzi viaggiando,
superando le difficoltà insieme, collaborando tra di loro e
fidandosi
reciprocamente erano cresciuti e maturati.
Quell’
ultimo paso, li aveva trasformati per
sempre. Infatti, adesso, i ragazzi si sentivano in grado di
intraprendere
qualsiasi impresa ed erano, per la prima volta, erano
in pace con loro stessi e senza alcuna preoccupazione.
I
ragazzi, in quel momento non provavano alcun
timore, infatti erano completamente rilassati.
“Ormai
ci siamo, ragazzi. La nostra
avventura sta per volgere al termine.”,
disse loro Ken
attraverso la gemma.
“Già…
Sono contenta di avervi conosciuti e
di avere trascorso del tempo con voi. “,
aggiunse Mariam.
“Ora
dobbiamo mettere fine a questa meravigliosa avventura, almeno, poi
vivremo in
pace finalmente ! “, disse Rik.
“Sapete
una cosa, ragazzi ? Mi mancherete.
“, disse loro Lein.
“Già. E’
vero, ma quando tutto questo sarà finito ci rivedremo.”,
la rassicurò
Terry.
“Certo.
Organizzeremo delle feste oppure viaggeremo in modo da poterci rivedere…”,
disse loro Cody.
All’improvviso,
al centro della sala, alcune
mattonelle scomparvero lasciando un buco nel pavimento dal quale emerse
un
altare di lucido ebano nero con un grosso libro rivestito di pelle, il
cui
titolo era “ Cavalieri della Speranza ”, che era
scritto in lettere d’oro.
I
ragazzi si scambiarono occhiate interrogative ma
anche curiose, poi, tutti insieme si avvicinarono al Libro Sacro.
Il
libro si aprì da solo a una pagina il cui
titolo era : Come riportar la
Pace nel
mondo e i come piantare i Semi della Speranza.
Sotto
il testo c’era un disegno a
forma di stella con i luoghi natali dei
ragazzi.
I
ragazzi,all’unisono sussultarono quando videro
il seguente disegno.
I
ragazzi, dopo una prima sorpresa iniziarono a
leggere le righe sopra il disegno.
“
Ognuno dei
sei membri deve tornare al suo paese natale. Una volta fatto questo,
ogni
membro dovrà raggiungere il centro del paese e lì
stringere la propria gemma.
Dopodichè,
ogni membro si metterà in contatto telepatico con i suoi
amici.
Quando
tutti
i membri saranno sintonizzati tra loro, gli stemmi e le gemme
emetteranno un
fascio di luce del colore del sentimento che rappresentano.
Quando
tutte
le gemme avranno emesso il loro fascio magico, gli Eletti, mentalmente
dovranno
pronunciare contemporaneamente la frase “Lai de
neìs !” e un incantesimo
potente verrà sprigionato.
Sui
cieli di
tutto il mondo comparirà un’enorme stella a sei
punte dorata che purificherà
ogni luogo dal male, riportando così la
Pace nel
mondo. ”
I
ragazzi, dopo una prima sorpresa iniziarono a
leggere le righe sopra il disegno.
“Ognuno
dei sei membri deve tornare al suo
paese natale. Una volta fatto questo, ogni membro dovrà
raggiungere il centro
del paese e lì stringere la propria gemma.
Dopodichè,
ogni membro si metterà in contatto telepatico con i suoi
amici.
Quando
tutti
i membri saranno sintonizzati tra loro, gli stemmi e le gemme
emetteranno un
fascio di luce del colore del sentimento che rappresentano.
Quando
tutte
le gemme avranno emesso il loro fascio magico, gli Eletti, mentalmente
dovranno
pronunciare contemporaneamente la frase “Lai de
neìs !” e un incantesimo potente
verrà sprigionato.
Sui
cieli di
tutto il mondo comparirà un’enorme stella a sei
punte dorata che purificherà
ogni luogo dal male, riportando così la
Pace nel
mondo.
Dopodichè,
ogni membro dovrà sotterrare la propria gemma al centro del
suo paese e, subito
dopo crescerà un albero del colore della gemma stessa.
Così,
la
Leggenda
della Speranza sarà compiuta e la vostra battaglia
conclusa…
“
“Sembra
una cosa complicata…”, commentò Lein.
“Già,ma
se ci crediamo veramente, ci riusciremo !
Ne sono sicura !”, disse Mariam in tono deciso guardando i
suoi amici.
I sei
ragazzi annuirono e capirono
di dover agire subito perché il
tempo a loro disposizione stringeva sempre di più.
“Forza,
ragazzi ! Torniamo a casa !”, esclamò Rik
emozionato rivolto ai suoi amici.
Quando
i ragazzi uscirono dalla stanza, il Libro
Sacro scomparve proprio com’era apparso.
“Ma
dove sono tutti ?”, si chiese Lein alludendo a
Lynn e agli altri loro amici che avrebbero dovuto aspettarli fuori
dalla
stanza.
Nell’edificio,
infatti regnava un silenzio
spettrale e non c’era traccia ne dei mostri, Ne di Lynn e ne
di nessun altro.
“Temo
di avere un brutto presentimento.”, disse
Ken in tono cupo e corse verso l’uscita del tempio,s seguito
dagli altri
ragazzi.
Quando
i ragazzi raggiunsero l’uscita del tempio,
si trovarono davanti a una scena orribile.
Infatti,
davanti a
loro stava infuriando una terribile battaglia tra i loro
amici e i
soldati dell’esercito nemico.
I
mostri, Ybrys, Gendar, Kreny e Faun se la
cavavano abbastanza bene, ma, i soldati erano troppi per loro.
Lynn,
invece, non essendo più abituato a
combattere a lungo era quello messo peggio di tutti.
“Seguiteci
senza fare storie, Eletti !”, disse
loro il comandante Grover in tono
arrogante.
Terry
esclamò : “ Neanche per sogno !”
“Peccato.
Peggio per voi. Il re voleva arruolarvi
nel suo glorioso esercito ma se rifiutate…allora morirete
!”, disse loro Grover
senza nascondere una certa soddisfazione.
Dopodichè,
Grover fece un cenno ai suoi uomini e,
insieme a loro attaccò i ragazzi e i loro amici.
Terry
gridò: “Ragazzi ! lasciate fare a me !”
Mariam
e Lein, intuendo cosa stesse per fare la
loro amica fecero appena in tempo ad avvisare Gendar, Kreny e Faun di abbassarsi,
quando Terry iniziò a
lanciare terribili colonne di fuoco contro i soldati.
Le
colonne di fuoco di Terry incendiarono numerosi
soldati, riducendo così il loro numero.
Anche
Lein e Mariam iniziarono ad attaccare i
nemici con le formule offensive che aveva appreso da Re Ayrm.
I
ragazzi, Lynn, Gendar e Kreny, invece si
batterono con le spade.
I
Mostri Leggendari usarono i loro terribili
poteri per abbattere il maggior numero di nemici.
Ybrys,
nel frattempo usava la sua potente magia
per mettere ridurre il numero dei nemici.
Mentre
Mariam stava usando una formula offensiva
per abbattere un nemico, un soldato incoccò una freccia,
deciso a colpire la
ragazza.
Mariam,
voltandosi si accorse di cosa stesse per
fare il soldato, poi, all’improvviso vide
qualcuno che si muoveva verso di lei.
Lynn
se ne accorse e, proprio all’ultimo momento
riuscì a mettersi tra la ragazza
e il
soldato, facendole da scudo.
La
freccia colpì Lynn al cuore.
“No
!”, gridò la ragazza sconvolta.
Poi,
in un impeto di rabbia, Mariam si sbarazzò
del soldato che aveva ucciso Lynn colpendolo con una forte scarica
elettrica.
Dopodichè,
la ragazza si inginocchiò vicino
all’uomo ormai agonizzante
e gli disse
fra le lacrime: “Lynn, mi dispiace…Non
volevo…Non ho saputo proteggerti…”
Lynn
le sorrise e le disse dolcemente: “Non devi
sentirti in colpa, Mariam. Sapevo bene cosa significasse proteggere i
nuovi
Cavalieri della Speranza. Sono fiero di te. Ti ho vista crescere
davanti ai
miei occhi e ti assicuro che sei una persona davvero meravigliosa. Non
deludere
il ragazzo che ami. Non permettere all’odio e alla rabbia di
impossessarsi di
te ! Buona fortuna, piccola mia…”, poi, il
pover’ uomo chiuse gli occhi,
sprofondando in un sonno eterno…
Mariam,
si alzò e, colta da un’improvvisa rabbia
generò con la magia una terribile tromba d’aria che spazzò via
tutti i nemici.
Tutti
i suoi amici la guardarono esterrefatti e
spaventati.
“Ora
possiamo andare. La strada è libera.”, disse
Mariam ai compagni in tono gelido.
Ybrys,
in tono deciso, le disse: “Mariam, siamo
tutti dispiaciuti per la morte di Lynn ma non farti prendere dal
desiderio di
vendetta e dal rancore o il tuo dono si trasformerà in un
dono maligno che ti
cambierà per sempre.”
Mariam
abbassò gli occhi e disse: “Era tutto
ciò
che restava della mia famiglia, della mia infanzia e ora…ho
perso tutto…”
“Non
è vero.”, disse una voce calda e rassicurante
dietro di lei.
Mariam
si voltò e vide Ken sorriderle.
“Noi
ci siamo ancora.”, le disse Ken indicando
tutti i loro amici.
“Ormai
siamo come una famiglia. Abbiamo passato
diverse esperienze insieme, ci siamo aiutati a vicenda e niente
potrà mai
cancellare l’amicizia e la fiducia che
ci lega.”, aggiunse Ken parlando a nome di tutti.
La
ragazza, li guardò felice e disse loro: “Avete
ragione, amici miei…C’è ancora qualcosa
che dobbiamo fare !”, e una grande
determinazione apparve nei suoi occhi.
I
ragazzi, i mostri, Faun, Kreny, Ybrys e Gendar
le sorrisero…
“Va
bene… Ora noi dobbiamo andare.”, le disse Ken.
“Certo.
State attenti, mi raccomando !”, disse
loro la ragazza.
“Ci
rivedremo, Mariam. Te lo prometto !”, le disse
Ken, baciandola.
Dopodichè,
ogni ragazzo si avviò verso casa.
Ken e
Tiger si diressero verso Molins.
Cody
e Marahute si avviarono verso Dengrid.
Funny
e Terry andarono verso Insir.
Rik e
Fly verso Way e Neferty e Lein verso Lom.
Ybrys,
Kreny e Faun si diressero verso il villaggio
fatato, mentre Gendar si avviò verso il suo villaggio.
Mariam
e Artik, nel frattempo seppellirono Lynn,
dopodichè si diressero verso quella che una volta era stata
la casa della
ragazza.
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Capitolo 43 *** CAPITOLO 43 ***
CAPITOLO
N°
43 “ L’ATTESA”
Era
ormai pomeriggio inoltrato e il villaggio di
Naklis sarebbe stato avvolto dall’oscurità di
lì a qualche ora.
Mariam
e Artik ricominciarono a ricostruire la
casa della ragazza.
Fortunatamente,
i muri portanti della casa erano
ancora in piedi.
Più
che altro i danni riguardavano l’ingresso e le
finestre.
Mariam
iniziò a prendere della legna e ad
inchiodarla dove mancava, in modo da riparare ai danni.
Artik
nel frattempo, si occupava delle stanze
ancora intere o quasi.
Infatti,
l’unicorno, con il suo corno magico
poteva far tornare insieme i cossi e i vetri.
“E’
strano…”, disse Mariam mentre lavorava.
“Cosa
?”, le chiese Artik.
“Sono
cambiate così tante cose…”, gli rispose
Mariam pensierosa.
Passò
qualche minuto, poi Mariam disse tristemente
all’amico: “Una volta questo villaggio
era
allegro e felice. Qui avevo una famiglia, avevo degli
amici…Ora, invece, non è
rimasto più nulla…”
“Mi
dispiace… Purtroppo gli Eletti sono sempre
stati perseguitati dalle forze del Male. Comunque, anche se non vivono
qui, i
tuoi amici, ci saranno sempre per te. Se tutto va come deve andare, tra
qualche
tempio, li potrai rivedere e vivrete finalmente in pace.”, le
disse Artik
dolcemente.
Dopo
qualche ora, Mariam vide una trentina di
uomini, donne e bambini avviarsi verso di lei.
Mariam
restò sbalordita riconoscendo in quelle
persone gli abitanti di Naklis.
Un
uomo sulla cinquantina, il panettiere, che
Mariam conosce bene, le disse: “ Ciao, Mariam.”
Mariam,
stupita, lo salutò e gli chiese: “Josef,
che ci fai qui ? E tutte quelle persone ?”
L’uomo,
sorridendo, le rispose: “Siamo qui per
aiutarti, Mariam.”
Mariam
e Artik si guardarono felici.
“Vedo
che stai rimettendo a posto la tua casa. Se
vuoi possiamo darti una mano.”, le disse il fabbro.
“Davvero,
lo faresti, Gin ?”, gli chiese Mariam
incredula.
“Certo
! Allora, mettiamoci a lavoro !”, le
rispose l’uomo.
Così,
insieme ad alcuni uomini e con l’aiuto di
Artik, la casa di Mariam, verso sera fu di nuovo sana e accogliente
come un
tempo.
Nel
frattempo, gli altri abitanti si erano divisi
i compiti, come fabbricare le frecce o le spade, sistemare delle
trappole per i
nemici…
Nel
frattempo era giunto nuovamente l’ inverno e,
lentamente, la temperatura iniziava ad abbassarsi…
“Caspita…
E’ quasi passato un anno da quando ho
lasciato Way…”, osservò Rik, mentre con
Fly stavano sorvolando una zona
montuosa.
“Già.
Vola il tempo, eh ?”, gli chiese Fly
scherzoso.
Ormai
erano passati due giorni da quando Rik e Fly
erano partiti e ora avevano appena raggiunto la regione montuosa che
precedeva
la città di Way.
Poco
dopo, Rik e Fly atterrarono all’ ingresso di
quella che una volta era stata la città più
rigogliosa del mondo, dopo Molins.
Nonostante
fossero trascorsi molti mesi dall’
attacco nemico, nella città si vedevano ancora resti di case
bruciate e
cadenti.
“Guarda
come hanno ridotto la mia
città.”, disse Rik sconvolto a Fly.
Il
drago, comprendendolo, gli disse: “Lo so, Rik.
Purtroppo, le forze del Male hanno sempre temuto gli Eletti e hanno
sempre
fatto di tutto per fermarli…A causa di questa lotta,
però ci vanno sempre di
mezzo degli innocenti…”
All’improvviso,
da una casa fatiscente, alla sua
sinistra, Rik sentì un rumore.
“Fatti
vedere !”, gridò Rik in quella direzione,
impugnando la spada.
Poco
dopo, un bambino dall’ aria impaurita
comparve da dietro la casa fatiscente, che, una volta era stata casa
sua.
Il
bambino era vestito con logori stracci, doveva
avere all’incirca sei anni e, a vedere quant’era
magro aveva sofferto molto…
Rik
rinfoderò la spada, poi chiese al bambino in
tono gentile: “Chi sei ?”
Il
bambino non si avvicinò ma continuò a guardare
il drago con espressione terrorizzata.
“Tranquillo.
Non ti farà del male.”, gli disse Rik
intuendo il timore del bambino.
Il
bambino si avvicinò facendosi coraggio e disse:
“Mi chiamo Jack e sono uno dei pochi sopravvissuti.”
“Cosa
? Ci sono dei sopravvissuti ? Dove sono ?”,
gli chiese Rik agitato.
Il
bambino, ingenuamente, gli rispose: “Nel pian
terreno del castello.”, poi, gli indicò quello che
una volta era stato il castello
dei genitori di Rik.
“Tu
chi sei, invece ?”, gli chiese il bambino.
“Mi
chiamo Rik e una volta ero il principe di
Way.”, gli rispose il ragazzo in tono piatto e mesto e anche
con un certo
imbarazzo.
“Davvero
? Allora vieni con me, che ti faccio vedere
gli altri abitanti rimasti !”, gli disse emozionato il
bambino.
Rik e
Fly annuirono e seguirono il bambino.
“A
Way ci sono dei sopravvissuti !” , disse Rik
telepaticamente ai suoi amici.
Gli
altri ragazzi furono felici di sapere quella
notizia, ma Ken disse a Rik attraverso la gemma “Stai
attento ! Quando abbiamo attaccato Way non abbiamo lasciato
sopravvissuti.
Potrebbe essere una trappola ! “
Tutti,
Rik compreso restarono allibiti da quella
notizia.
“Va
bene. Grazie dell’ avvertimento. Farò
attenzione.”, disse Rik
Ken
attraverso la gemma.
Poi,
Rik bisbigliò l’avvertimento anche a Fly, in
modo che il bambino non potesse sentire.
Quando
Rik e Fly arrivarono al pianterreno,
all’improvviso comparvero cinque soldati.
Il
bambino disse a Rik piangendo: “Scusami, ma
avrebbero ucciso la mia sorellina !”
Infatti,
uno dei soldati tratteneva una bambina di
quattro anni dall ’ aria molto spaventata.
Prima
che Rik potesse rispondergli, i soldati lo
circondarono impugnando le loro spade.
“Eletto
! Devi venire con noi e anche il tuo drago
!”, gli disse un soldato in tono autoritario.
“Dov’è
la gente di questa città ?”, gli chiese Rik
facendo finta di non aver sentito quello che gli era appena stato detto.
“E’
stata resa schiava.”, gli rispose un soldato
in tono aspro.
Rik e
Fly, subito dopo, di comune accordo
attaccarono i soldati e, dopo alcuni minuti, lì non
restò altro che un cumulo
di cadaveri fumanti.
Rik
disse dolcemente ai bambini: “Andate nel
castello. E’ ancora in piedi.”
“Ma
poi.. il tuo drago non ci carbonizza ?”, gli
chiese preoccupato il bambino.
Rik
sorrise e rispose: “No, non preoccuparti. Fly
fa del male solo a chi se lo merita.”, e se ne
andò in compagnia del drago.
Poco
tempo dopo, tutti e cinque i ragazzi seppero
osa fosse successo a Way grazie al
racconto
dettagliato di Rik.
Poi,
anche Rik, sempre scortato da Fly, dopo aver
fatto un giro completo
della città, si
recò verso il castello per riposarsi prima
dell’atto finale.
“Certo
che non pensavo di trovare la mia città in
queste condizioni Sembrava così …
eterna.”, disse Rik rivolto a Fly.
“Mi
dispiace, Rik. Quando questa guerra sarà
finita, ti prometto che ricostruiremo la tua città e vedrai
che sarà ancora più
bella.”, gli disse Fly per consolarlo.
In
quel momento, in un altro luogo…
“Finalmente
sono a casa !”, esclamò Lein mentre
Neferty atterrava proprio al centro di Lom.
Infatti,
dopo quattro giorni di viaggio, le due
amiche erano finalmente arrivate alla meta.
“Già.
Comunicalo agli altri.”, le suggerì Neferty.
Lein
annuì e avvertì i suoi amici di essere
arrivata al suo villaggio.
Poi,
la ragazza disse a Neferty: “Vieni. Andiamo a
mangiare qualcosa.”
Neferty
annuì e seguì la ragazza fino a
un bar che era misteriosamente rimasto
intatto.
Quando
Lein e Neferty entrarono nel bar, la
ragazza disse: “Questo bar era dei miei genitori.
Però, dopo l’ assassinio dei
nostri genitori lo
gestivamo io e mia
sorella.”
“Davvero
? Che brave !”, le disse Neferty.
All’interno,
il bar era deserto, non c’era anima
viva in giro…
Mentre
Lein andò dietro al bancone per cercare
qualcosa da mangiare, una bambina comparve sulla soglia del bar.
“Sorellina
! Sei tornata !”, esclamò la bambina
riconoscendo Lein.
Lein,
voltandosi vide sua sorella e le disse
felice: “Lilly !”, e si precipitò nella
sua direzione.
Dopodichè,
le due sorelle si abbracciarono
commosse.
“Quanto
mi sei mancata !”, le disse Lein
sciogliendosi dall’abbraccio.
Neferty
osservò la scena sorridendo felice.
Dopodichè,
Lilly guardò stupita Neferty.
“Lein…
Quel cavallo è tuo amico ?”, le domandò
preoccupata Lilly indicando Neferty.
Lein
sorrise e le rispose: “Sì, Lilly. Non
preoccuparti.”
“Ciao
! Mi chiamo Neferty !”, la salutò la cavalla
alata.
“Ciao
! Sei bellissima, lo sai ?”, le domandò
Lilly ammirata.
“Grazie.
Sei molto gentile.”, le rispose Neferty
sorridendo.
“Senti…Qualche
volta, non è che potresti…”, disse
incerta Lilly arrossendo rivolta a Neferty.
Lein,
che conosceva bene la sorella, aggiunse:
“Vuoi che Neferty ti faccia volare, vero Lilly ?”
Lilly
timidamente annuì e guardò la sorella e poi
Neferty.
La
cavalla alta sorrise e disse a Lilly: “Per me
va bene…Ma perché non me l’hai detto
prima ? Non ti mangio mica !”
E
tutte e tre sorrisero felici.
Poi,
le due sorelle iniziarono a preparare un buon
pasto caldo.
Dopodichè,
Lein raccontò alla sorella tutte le
avventure che aveva passato con i suoi amici dopo che loro se
n’erano andati da
Lom l’ultima volta…
Il
sole era ormai calato del tutto e le tenebre
avvolgevano ogni
cosa…
“Molins…”,
disse cupo Ken guardando i familiari
grattacieli grigi della sua città natale.
Tiger,
comprendendolo, gli disse: “Dai, non fare
così…Pensa che a Naklis ti aspetta la
persona più importante della tua vita ! Fallo
per lei !”
Ken,
capendo cosa volesse dirgli il lupo, gli
ripose: “Già e poi, ci sei tu al mio
fianco.” ,e, insieme varcarono l’entrata
della città, dove, stranamente non c’erano soldati
a di guardia.
Purtroppo,
dopo aver fatto pochi passi, Ken e
Tiger si accorsero che la situazione era davvero critica, infatti, la
città
brulicava di soldati nemici.
Subito
dopo, Ken e Tiger si rifugiarono in una
casa disabitata al piano terra, dalla quale si poteva vedere la strada
principale di Molins.
“Perfetto
! E adesso come facciamo ?”, chiese il
ragazzo in tono agitato
rivolto a Tiger.
Il
lupo tacque per un momento, poi, gli rispose:
“Sono troppi per noi. Aspetteremo che gli altri ragazzi ci
avvisino. Quando i
tuoi amici arriveranno al centro dei loro paesi natali, noi
attaccheremo i
soldati di sorpresa e andremo al centro di Molins, ma per ora
è meglio restare
qui.”
“Sì,
va bene. Però è strano…”,
disse il ragazzo
pensieroso.
“Cosa
?”, gli domandò Tiger.
“Se
la città è piena di soldati, perché
all’entrata non ce n’ era nessuno ?”, si
chiese Ken in tono preoccupato.
“Sì,
in effetti hai ragione…Probabilmente il Re ha
fatto lasciare l’ingresso
della città
libero sperando che tu andassi direttamente al centro di Molins, per
poi
poterci sorprendere con i suoi soldati…”, gli
rispose il lupo.
“Sì,
potrebbe anche essere…”, aggiunse Ken.
Dopodichè,
Ken avvisò i suoi compagni mettendoli
al corrente della situazione che c’era a Molins.
“State
attenti, mi raccomando !”,
disse Mariam a Ken attraverso la gemma.
“Stai
tranquilla, Mariam. Ti prometto che non morirò prima di
averti rivista.”,
le disse Ken scherzosamente.
“Grazie,
ma cerca di non
pensare a queste cose
per favore,che mi
fai venire l’ansia !
“, gli disse la ragazza agitata.
Ken
sorrise, poi disse “Non
preoccuparti, Mariam. Ci rivedremo.”
“Ora
dormi. Veglierò io su di te.”, gli disse
Tiger.
“Va
bene, grazie, ma non sarebbe meglio fare dei
turni ? Almeno, così potresti riposarti un po’
anche tu, no ?”, gli chiese il
ragazzo.
“Non
preoccuparti…Pensa a recuperare un po’ di
energie, che ne avrai bisogno.”, gli rispose il lupo in tono
tranquillo.
Così,
Ken sorridendo si addormentò.
Molins
non era cambiata molto da quando Ken
l’aveva lasciata.
I
suoi grigi grattacieli si stagliavano intatti
all’orizzonte.
Ormai
erano passati molti mesi dall’ attacco
nemico e, i pochi sopravvissuti si erano sottomessi al sovrano per non
morire.
Le
attività commerciali erano riprese normalmente.
Se
non fosse stato per le truppe
di soldati che pattugliavano
quotidianamente la città, si sarebbe potuto dire che Molins
era rimasta quella
di prima.
I
danni causati dall’esercito nemico erano stati
risolti e, nella città non c’ era più
traccia dell’attacco di
molti mesi prima.
Nella
città regnava un’atmosfera piena di tensione
e di paura.
Tiger era
intento a fare la guardia e pensava a quante cose fossero cambiate da
quando
aveva conosciuto Ken.
Tiger,
guardando il ragazzo addormentato pensò ”Povero, Ken. Sei dovuto passare per
l’inferno prima di poter raggiungere finalmente la strada
giusta. E in più sei
anche il figlio del Re. Per fortuna che tra poco ci sarà la
battaglia decisiva,
almeno dopo, potrai goderti la pace che ti meriti. Farò di
tutto per aiutarti.”
Lentamente
e con molta circospezione, Funny e
Terry si avvicinarono a Insir.
Prima
di varcare l’entrata della città, Funny
disse: “Terry, tu aspettami qui. Io faccio un giro di
ricognizione per vedere se
risono dei soldati, va bene ?”
“D’accordo,
ma stai attenta !”, le raccomandò la
ragazza, dopodichè, si nascose dietro dei rigogliosi
cespugli in fiore.
Subito
dopo, Funny si levò in volo sopra la
cittadina di Insir.
Dopo
circa trenta minuti, Funny tornò nel punto
dove Terry si era nascosta.
“Allora
? Com’è la situazione, Funny ?”, le
domandò la ragazza.
“Non
ci sono soldati, ma solo abitanti molto
spaventati.”, le rispose Funny tristemente.
“Capisco.
Allora possiamo andare.”, decise Terry.
Così,
la ragazza e la gazza si addentrarono nella
cittadina di Insir.
Man
mano che procedevano, incontrarono degli
abitanti, per lo più donne bambini che le guardavo con un
certo timore ma anche
con un certo sollievo.
Una
donna, sui trent’ anni e accompagnati da due
bambini, si avvicinò alla ragazza e le disse:
“Ciao, Terry. Bentornata !”
“Ciao
Margaret. Ma…dove sono gli altri abitanti
?”, le domandò la ragazza.
“In
casa…Comunque siamo rimaste solo donne,
bambini e pochi uomini che sono riusciti a fuggire da quel maledetto
esercito.
Ti stavamo aspettando, Terry.”, le disse Margaret.
“Senti,
Margaret, sai dov’è mio fratello ?”, le
chiese Terry in tono preoccupato.
“Sì.
Dovrebbe essere a casa vostra.”, le rispose
la donna.
“Va
bene, grazie. Vado subito lì ! Ci vediamo !”, la
salutò Terry e si avviò correndo verso casa sua.
Quando
Terry arrivò davanti alla sua casa natale,
vi trovò la madre e il fratello che furono felicissimi di
rivederla.
Dopo
essere entrata e aver salutato la madre e il
fratello, Terry raccontò loro le sue avventure.
“Oh,
Terry ! Sono così orgogliosa di te !Comunque
sappi che tutte le persone che sono qui ti aiuteranno nella tua ultima
battaglia.”, le disse sua madre commossa.
“Ma,
mamma ! Non potete ! E’ pericoloso !”,
protestò Tery preoccupata.
“Non
preoccuparti, tesoro.Questa battaglia non
riguarda solo voi Eletti, ma anche tutte le altre creature che vogliono
vivere
in pace. Quindi è giusto che ognuno partecipi a questa
battaglia.”, le rispose
sua madre rassicurante.
Poi,
Terry presentò Funny alla madre
e al fratello.
Finalmente,
Cody e Marahute arrivarono a Dengrid.
Mentre
attraversavano il villaggio, Cody e
Marahute non videro nessun soldato.
“Che
strano. E’ possibile che non ci sia neanche
un soldato ?”, si chiese il ragazzo perplesso.
“Forse
il re li ha richiamati tutti al suo
castello per organizzare
l’ attacco
finale.”, ipotizzò Marahute.
Cody
comunicò ai suoi amici di essere giunto a
destinazione.
Dell’attacco
nemico, non era rimasta alcuna
traccia tranne che i soli abitanti del villaggio, ora erano solo donne
e
bambini.
Cody
e Marahute raggiunsero la casa del ragazzo.
Le
luci della casa erano accese e Cody ebbe un
tuffo al cuore per l’emozione.
Improvvisamente,
la porta della casa si aprì
e apparve il fratello di Cody.
I due
ragazzi, prima si guardarono increduli, poi
si abbracciarono felici.
I due
fratelli e l’aquila entrarono in casa,
dopodichè, Cody e il fratello chiacchierarono un
po’.
“Ho
visto che ci sono solo donne e bambini, qui.
Ma nostra madre che fine ha
fatto ? Come
mai non c’è ?”, domandò Cody
al fratello.
Il
fratello, rabbuiandosi in volto, gli rispose:
“Quando ci hanno attaccati, nostra madre mi ha fatto uscire
dall’entrata
posteriore della casa, mentre papà attirava
l’attenzione di un soldato che era
davanti alla porta principale. Mentre stavo scappando, un soldato mi
aveva
preso di mira con un arco e stava per colpirmi, ma mamma si
è messa davanti per
proteggermi…Prima di morire mi ha detto di non fermarmi e di
continuare a
correre…”, a quel punto, il ragazzo
iniziò ad avere gli occhi lucidi.
Cody
e Marahute lo guardarono con comprensione,
rattristati da quella
dolorosa notizia.
“Mi
dispiace…”, disse Cody rivolto al fratello e
addolorato per la morte dei suoi genitori.
“Io
continuai a scappare più veloce
che potevo e mi sono salvato per miracolo.
Poi, mi sono nascosto tra le montagne e lì ho aspettato che
quei soldati se ne
andassero. Tutti gli abitanti che sono riusciti a fuggire si sono
nascosti tra
le montagne e, insieme abbiamo formato
un insediamento. Un mese dopo, quando tornammo qui, i soldati erano
andati via,
così abbiamo iniziato a ricostruire il
villaggio.”, aggiunse il fratello.
“Per
quanto riguarda mamma e papà li ho seppelliti
nella pineta vicino al villaggio, dove loro si erano
conosciuti.”, gli disse il
fratello.
Dopo
una sostanziosa cena, il fratello di Cody
andò a dormire.
Dopodichè,
Cody e Marahute parlarono un po’.
“Pensa
che quando sono andato via da qui ero un
gran fifone…Ora, invece sto per salvare il mondo. Chi
l’avrebbe mai detto ?!”,
disse Cody all’ aquila.
Marahute
lo guardò dolcemente, poi gli disse:
“Stai crescendo, piccolo mio. Sono fiera di te !”
Cody,
abituato alle battute sarcastiche
dell’aquila restò sorpreso da
quell’improvvisa dolcezza.
“Ti
senti bene ? Tu che dici cose di questo genere
?”, le domandò Cody incredulo.
Marahute,
con la sua solita aria sarcastica, gli
rispose: “Sì, perché ?”
“Sai
una cosa ?”, le chiese Cody.
“Cosa
?”, le domandò l’aquila.
“Sei
esattamente come Tiger. Anche lui fa il duro,
ma in realtà è un bonaccione !”, le
disse il ragazzo divertito.
L’aquila
gli disse: “Bravo, Cody ! Alla fine mi ha
scoperto !”
Così,
tra una risata e l’altra, i due amici
andarono a dormire…
Ora,
finalmente, tutti e sei i
ragazzi erano giunti a destinazione e,
presto sarebbe finito tutto…
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Capitolo 44 *** CAPITOLO 44 ***
CAPITOLO
N°
44 “
VERSO L’ATTO FINALE ”
Sorgeva
l’ alba di un nuovo giorno…
Quella
stessa notte, mentre tutte le creature del
mondo avrebbero dormito, sei ragazzi avrebbero compiuto un incredibile
gesto
che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti…
A
mezzanotte, secondo il Libro Sacro, i sei membri
avrebbero dovuto essere al centro dei loro paesi natali per sprigionare
l’
incantesimo che avrebbe riportato al pace nel mondo.
Durante
il giorno,ogni ragazzo, tranne Ken riunì
gli abitanti del proprio luogo natale per mettere a punto un piano di
difesa
contro i soldati che presto sarebbero arrivati da ogni parte.
Per
tutto il giorno, a Naklis, Dengrid, Insir, Way
e Lom, non si vide altro che un gran via vai per le strade, si
fabbricarono
spade, frecce e lance e ci si allenava nell’ arte della
scherma…
Erano
le otto di sera e Ken, sempre rintanato
nella casa disabitata stava mangiando quel poco che era riuscito a
sottrarre
alle scorte dei soldati.
“Tu
non mangi ?”, gli chiese Ken.
“Ho
già mangiato nel mio giro di ricognizione che
ho fatto prima.”, gli rispose Tiger in tono rassicurante.
Ken
sorrise e poi sospirò.
“Cosa
c’è ? Qualcosa non va ?”, gli chiese
Tiger.
“No,
non preoccuparti…E’ che sono un po’
nervoso…”, gli rispose il ragazzo.
“Perché
?”, gli domandò Tiger.
“E’
strano…Fino a un anno fa vivevo qui e pensavo
di dovere trascorrere una vita noiosa in questa città e ora sono cambiate
moltissime cose…”, gli
rispose il ragazzo in tono pensieroso.
Tiger,
scherzando gli disse: “Già, anche per me
è
lo stesso, però sono felice e non ho
mica il muso lungo come te !”
Ken
sorrise e gli disse: “Hai ragione, Tiger. Ora
riposiamoci un po’. Tra qualche ora dovremo salvare il mondo
!”
“Cosa
c’è, Lein ?”, le chiese Neferty
preoccupata.
“No,
niente…Solo che mi mancano gli altri.”, le
rispose la ragazza pensierosa guardando
sua sorella che dormiva tranquillamente.
“Ridammelo
! Lo voglio io !”, esclamò Cody.
“No
! Lo mangio io !”, gli rispose Marahute
volandogli sopra e tenendo nella zampa destra un pesce arrostito.
“Uffa
! Tu dovresti aiutarmi e non rubarmi il cibo
!”, le disse Cody perdendo la pazienza.
“E
dai, Cody ! Non ti arrabbiare. Lo sai che le
signore hanno sempre la precedenza !”, gli disse
l’aquila in tono scherzoso.
“Perché,
tu saresti una signora ?”, le chiese Cody
divertito.
Marahute,
facendo la finta offesa, gli rispose:
“Certo ! Non vedi quanto sono bella ?!”
Cody
sussurrò: “Se ne sei
convinta…”
“Cos’
hai detto ?!”, gli chiese l’ aquila.
“Niente,
perché ?”, le rispose il ragazzo
divertito.
Il
fratello di Cody, che aveva assistito alla
scena, chiese loro: “Ma voi fate sempre così
?”
“Sì,
più o
meno.”, gli rispose Cody divertito.
Dopodichè,
Cody disse al fratello: “Mi raccomando,
tu devi nasconderti fino a quando la battaglia non sarà
finita. Così non correrai
rischi.”
“Non
ci penso nemmeno !”, gli rispose con foga il
fratello.
“Cosa
vorresti dire ?”, gli domandò Cody
preoccupato.
“Prima
di tutto, tu sei mio fratello, quindi non
ti lascerò nei guai e poi sei anche un Eletto, quindi ho un
altro motivo per aiutarti.
Combatterò per proteggerti insieme agli altri
abitanti.”, gli rispose suo
fratello in tono fiero.
Cody
cercò di dissuadere il fratello da quella
decisione, ma inutilmente…
Dopo
quel chiarimento, i due fratelli e l’ aquila
andarono a dormire…
Tutti
i ragazzi stavano dormendo per recuperare le
energie che sarebbero servite loro per l’ultima ed estenuante
battaglia.
All’insaputa
degli Eletti, moltissime altre
creature si stavano radunando in ogni punto del
mondo per combattere la loro battaglia contro il terribile
esercito del Nuovo
Ordine…
“Secondo
la leggenda, i ragazzi dovrebbero
riunirsi proprio questa notte. L’ ho saputo attraverso la
sfera magica.”, disse
Irindor pensieroso.
“Bene
manderò altre truppe nei vari paesi. Molins
è sotto controllo.”, disse Re Fenix.
“Sì,
ma suo figlio potrebbe…”, iniziò a dire
Irindor.
“Sì;
è probabile che Ken abbia già messo fuori
gioco i miei soldati ed è per questo che io e il mio fedele
amico andremo lì
personalmente.”, concluse il re sorridendo, poi si
voltò verso il mostro nero
alle sue spalle…
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Capitolo 45 *** CAPITOLO 45 ***
CAPITOLO
N°
45 “ LA
FINE DEL
GIOCO ”
Mancavano
ormai solo quindici minuti a mezzanotte
e, nel mondo addormentato, sei ragazzi e i loro mostri, si stavano
avviando
verso i centri dei loro paesi per portare a termine un’antica
e gloriosa
profezia…
Ken e
Tiger, dopo aver abbattuto molti soldati sul
loro cammino, si stavano avviando verso il centro di Molins, ma,
improvvisamente, da dietro una casa fatiscente, alla loro destra
sentirono un
rumore.
“Saranno
altri soldati ?”, chiese Ken
sottovoce a Tiger.
“Non
saprei…”, gli rispose il lupo che si mise ad
annusare circospetto l’aria circostante.
Prima
che Tiger potesse dire all’ amico cos’
avesse scoperto grazie al suo olfatto, una voce disse: “Ciao.
Ken !”
Ken e
Tiger si voltarono all’improvviso e videro
il re degli elfi.
“Re
Ayrm ! Cosa ci fa qui ? E perché con lei ci
sono tutti quei soldati ? E’ troppo pericoloso, non potete
restare qui !”, gli
disse il ragazzo sorpreso e agitato al tempo stesso.
Il re
al fico sorrise e gli rispose: “Siamo venuti
per proteggerti, e per fare in modo che tu riesca a far avverare la
Leggenda
della Speranza. E poi, non preoccuparti, per noi, non siamo
indifesi.”
“Sì,
lo so. Mi dispiace, io non volevo
offendervi.”, si scusò Ken.
“Tranquillo,
Ken. E’ tutto a posto !”, gli disse
re Ayrm per rassicuralo.
“Allora,
grazie. Siete stati molto gentili a
venire ad aiutarci.”, disse loro il ragazzo.
“noi
Elfi, in passato ci limitavamo solo a
difendere il nostro popolo, ma ora abbiamo capito che per migliorare il
mondo
dobbiamo collaborare anche con le altre creature. E questo lo dobbiamo
a te e
ai tuoi amici che ce l’avete fatto capire.”, gli
disse Re Ayrm seriamente.
Così,
tutti insieme arrivarono al centro di Lom.
Ken e
Tiger vennero accerchiati dagli elfi, i
quali erano decisi a difenderli a qualunque costo: essi, infatti
volevano
proteggere Ken e Tiger
dai nemici per
permettere loro di risparmiare
energie
preziose per la loro missione.
Mariam
e Artik si diressero al centro del
villaggio, con gli abitanti al loro seguito.
Mariam
e Artik giunsero al centro di Naklis e,
dinnanzi a loro, improvvisamente comparve Ybrys.
“Ciao
!”, li salutò Ybrys seguita da fate ,
unicorni, elfi e moltissime altre creature magiche.
“Ciao
! Come mai siete qui ?”, le domandò al
ragazza gentilmente.
“Per
difendervi dai nemici. E’ ovvio, no ?”, le
rispose allegramente la fata.
“Davvero
? Allora, vinceremo sicuramente !”, le
disse la ragazza determinata.
Terry
e Funny arrivarono al centro di Insir e,
improvvisamente sentirono dei rumori alle
loro spalle.
“Ciao
! Come va ?”, chiese loro Kreny allegramente
seguito da molti troll e umani.
“Bene,
grazie.”, gli rispose Terry.
Kreny,
anticipando la domanda della ragazza, le
disse: “Siamo qui per proteggere te e il tuo mostro mentre
portate a compimento
la vostra missione.”, poi, indicando gli uomini armati alle
sue spalle, le
disse: “Loro sono i Ribelli
che
abbiamo incontrato lungo la strada e che combatteranno al nostro
fianco.”
“Grazie
a tutti voi. Sono certa che ce la faremo
!”, disse loro la ragazza con un tono davvero ottimista.
Poco
dopo, arrivarono gli abitanti di Insir in
aiuto di Terry.
Lein
e Neferty avevano appena raggiunto il centro
di Lom e, improvvisamente, dietro di loro comparvero: elfi, fate,
uomini e
altre creature magiche e non.
“Ciao
!”, le salutò Gendar in tenuta da
combattimento.
“Ciao
! Che ci fate qui ?”, gli chiese stupita la
ragazza.
“Siamo
qui per proteggervi in modo che possiate
concentrarvi sulla vostra missione.”, le rispose
l’elfo gentilmente.
Lein
sorrise, poi, guardando tutte quelle creature
che qualche tempo prima pensava fossero inesistenti sentì
crescere dentro di se
una nuova speranza…
Rik e
Fly erano appena arrivati al centro di Way
quando comparve Faun seguito da molte fate e troll.
“Ciao,
Faun !”, lo salutò il ragazzo.
“Ciao
!”, gli rispose l’unicorno, poi,
rivolgendosi anche a Fly chiese oro: “Allora, siete pronti a salvare il mondo
?”
“Certo
!”, gli disse il drago entusiasta.
“Speriamo
in bene…”, sussurrò Rik cupo.
“Perché
?”, gli domandò Faun.
“Fly
ha visto moltissimi soldati dirigersi verso
Molins. Con loro c’è Irindor e il re con un
mostro…Sono preoccupato per Ken.”,
gli rispose il ragazzo allibito.
“Non
preoccuparti. A Molins, Ken e Tiger possono
contare sull’ aiuto di valorosi
instancabili combattenti.”, gli disse Faun
cercando di rassicurarlo.
“Perché
? Cosa vuoi dire ?”, gli domandò il
ragazzo.
“Perché
a Molins si sono diretti molti elfi, fate
e uomini…Andrà tutto bene, Rik.”, gli
rispose Faun.
Poco
dopo, arrivarono anche molti uomini
provenienti dalle terre vicine a Way.
“Siamo
arrivati.”, disse Marahute.
“Già.
Chissà se anche gli altri sono al centro dei
loro paesi ?”, si chiese pensieroso Cody.
Marahute,
intuendo il timore e l’ incertezza del
ragazzo, gli disse dolcemente: “Non preoccuparti. Qualunque
cosa succeda, ti resterò
vicina.”
“Grazie…”,
le rispose il soldato commosso.
“Ehi
! Ci siamo anche noi !”, disse una voce alle
loro spalle.
Cody
e Marahute si voltarono in quella direzione e
videro che insieme agli uomini di Dengrid, tra cui il fratello di Cody,
stavano
arrivando anche molte fate, elfi e creature magiche.
Una
fata si avvicinò a Cody e gli disse: “Siamo
qui per proteggervi. Non dovete preoccuparvi di nulla. Noi penseremo ai
nemici,
così, voi potrete concentrarvi sulla vostra
missione.”
“D’accordo
! Grazie a tutti voi !”, disse loro
Cody sentendo crescere dentro di sé un grande coraggio come
non gli era mai
successo prima.
Purtroppo,
anche l’esercito del nuovo Ordine si
stava muovendo per impedire alla luce della speranza di
risplendere nel mondo e, il suo capo
nascondeva un oscuro segreto…
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Capitolo 46 *** CAPITOLO 46 ***
CAPITOLO
N°
46 “ UNA NUOVA SPERANZA ”
Era
ormai giunta la mezzanotte nel mondo
addormentato…
“Siete
tutti pronti ? “, chiese Ken ai suoi
compagni attraverso la gemma.
“Sì
! “, gli risposero gli altri
ragazzi all’unisono.
“D’accordo.
Procediamo !
“, disse Ken ai suoi amici.
Improvvisamente,
però, sul cielo di Molins
comparve un’ enorme figura nera.
“Oh
no !”, esclamò Tiger agiato.
“Cos’è
?”, gli chiese Ken preoccupato dalla
reazione del lupo.
“Una
disgrazia che non ci voleva.”, gli rispose
Tiger in tono cupo.
L’ombra
nera si avvicinò sempre di più.
Quando
Ken riuscì a identificare meglio la sagoma
nera che si stava avvicinando lentamente disse ai suoi amici “Ragazzi…Qui
c’è un drago nero e c’è mio
padre con lui ! Forse mi sbaglio, ma quel mostro mi sembra molto forte…”
I
ragazzi, sconvolti riferirono quella
notizia ai loro mostri e agli esseri
che erano con loro.
“Questa
non ci voleva !”, esclamò Neferty adirata.
“Perché
?”, le chiese Lein preoccupata dalla
reazione dell’ amica.
“Quel
drago nero, una volta era nostro amico.
Quello è il mostro più potente di tutti ed
è lui che avrebbe dovuto guidarvi
per proteggervi al meglio. Purtroppo, quando gli Antichi Cavalieri
affrontarono
il re malvagio di quel tempo, Trakyo si unì a lui spinto
dalla brama di potere
e io e gli altri
mostri leggendari
dovemmo sacrificarci per abbatterlo. Quell’ essere non
avrebbe dovuto tornare
in vita !”, le spiegò Neferty agitata.
“Oh
no…”, disse Lein e riferì quello che le
era
stato detto ai suoi amici attraverso le gemme.
“Non
c’è altro da fare. Dobbiamo sacrificarci come
allora. E’ l’unico modo per eliminarlo.”,
disse Fly seriamente.
“Ma
scusa…Non è che magari quel drago è
sotto
l’incantesimo del re ? Se fosse così basterebbe
rompere l’incantesimo, no ?”,
gli chiese Rik.
“Nessuno
può assoggettare quel mostro al suo
volere perché è l’essere più
potente che sia mai esistito. Neanche il padre di
Ken ce la farebbe. Se è con il nostro nemico
è perché ha scelto di stare da
quella parte.”, gli rispose Fly.
“Ci
sarà un altro modo, non potete morire ancora
!”, gli disse Rik con un filo di voce.
“Scusami,
Rik ma il mio compito è quello di
proteggerti ed è così anche per i miei
compagni. Se ci uniamo, ci trasformeremo in un unico
essere in grado di
distruggere quel mostro. E’ l’ unico modo, mi
dispiace…”, gli disse Fly
dolcemente.
“ma
tu sei mio amico ! Non voglio non perderti !”,
gli disse Rik disperato.
“Fino
a quando ti ricorderai di me, non mi
perderai. Io ristarò sempre accanto, Rik, anche se tu non
potrai vedermi.”, gli
disse il drago dolcemente.
Gli
occhi de ragazzo si colmarono di lacrime
innocenti perché aveva capito che il drago, ormai aveva
preso la sua decisione.
“Mi
dispiace, Ken. Non c’è altro modo.”, gli
disse
Tiger seriamente.
“No,
Tiger. Non te ne puoi andare.”, lo implorò il
ragazzo con gli occhi lucidi.
“E’
il mio destino. Non posso farci nulla.
Comunque, quando non ci sarò più promettimi una
cosa.”, gli disse Tiger.
“Sarebbe
?”, gli domandò Ken.
“Non
pensare più al tuo passato e
non avere più sensi di scolpa e, soprattutto
sii felice con Mariam.”, gli rispose Tiger sorridendo.
“Tiger…”,
mormorò Ken.
“Sei
proprio sicuro, Artik ?”, gli domandò Mariam.
“Sì.
Mi dispiace, ma non c’è altro modo. Non
perdere mai il tuo sorriso.”, le rispose dolcemente
l’ unicorno.
“Funny,
io non voglio perderti !”, le disse Terry
sull’orlo delle lacrime.
“Sarò
sempre con te: nel tuo cuore.”, le disse la
gazza cercando di rassicurare la ragazza.
“Neferty
! Ci sarà un’altra soluzione !”, le
disse
disperata Lein.
“No,
mi dispiace Lein ma devo farlo.”, le rispose
la cavalla alata tristemente.
“Marahute,
non farlo !”, la implorò Cody.
“Non
posso fare diversamente, Cody.”, gli rispose
l’aquila dolcemente.
“Ma
se te ne vai, io poi, con chi litigo
se tu non ci sei più ?”, le disse il
ragazzo.
Marahute
lo guardò dolcemente disse: “Devo andare,
Cody. Sii felice”, e si levò in volo.
Nel
frattempo, in ogni villaggio comparvero i
soldati nemici e la battaglia ebbe inizio.
Migliaia
di spade cozzarono tra loro.
Molti
se la cavavano con frecce, rastrelli o
semplici oggetti contadini.
In
tutti e sei i luoghi strategici, entrambi gli
schieramenti subirono molte perdite.
Così,
i sei mostri, parlandosi
telepaticamente concordarono
di unirsi
ancora una volta per dare vita a Falkon, il grande Drago Bianco che
avrebbe
potuto competere con Trakyo e distruggerlo definitivamente.
“Ma
come farete a unirvi ?”, chiese Terry a Funny.
“Dovete
sintonizzarvi e pronunciare Lai dei
roìns ! . Mi ha fatto piacere conoscerti, Terry.
Ora dobbiamo procedere.
Forza !”, le rispose Funny.
“D’accordo.”,
disse Terry con le lacrime agli
occhi e riferì il messaggio ai suoi amici.
Anche
se a malincuore, i ragazzi si dissero
telepaticamente “Siamo pronti
!”, e, tutti insieme pronunciarono la
formula magica.
Improvvisamente,
tutti e sei i mostri vennero
circondati da un alone di luce dorata e, prima di diventare delle sfere
salutarono, per l’ultima volta i loro amici.
Poi,
ogni sfera raggiunse a una velocità
sorprendete Molins.
Dopodichè,
le sei sfere si incontrarono nel cielo
notturno…
Ci fu
un’esplosione di luce intensa e, davanti
agli occhi increduli di Ken, degli uomini, degli elfi, delle fate, dei
troll e
di tutti i presenti, comparve un candido
drago bianco con gli occhi blu e dalle dimensioni
straordinarie che
cominciò a lottare con Trakyo.
Dopo
uno scontro iniziale, Falkon si voltò verso
Ken e gli disse: “Eletto, forza ! Tu e i tuoi amici dovete
fare ancora qualcosa
!”
Ken,
sorpreso, gli disse: “Certo. Hai ragione.”
Dopodichè,
Falkon riprese a combattere
furiosamente contro Trakyo.
“Ma…
perché non mi ha chiamato
per nome ?”, si chiese Ken.
“Perché
quel drago è un essere supremo e non ha
memoria di te e dei tuoi amici. Lui sa solo che deve combattere e
annientare il
Drago Nero,ma, a parte questo, non ricorda niente e
nessuno.”, gli disse il re
elfico leggendo il pensiero del ragazzo e comparendogli alla sua
sinistra
aggiunse: “Forza, Ken ! Ora tocca a voi ! Dovete far avverare
la
Profezia
!”
Ken,
come risvegliatosi da un brutto sogno annuì e
comunicò ai suoi amici “Forza,
ragazzi
! Dobbiamo far avverare la Profezia !
“
I
ragazzi annuirono e, contemporaneamente,
strinsero le loro gemme e pronunciarono : Lai
dei neis !
Improvvisamente,
ogni gemma risplendette del
proprio colore emettendo un fascio di luce e, anche gli stemmi dei
ragazzi si
illuminarono al massimo della loro luce
azzurra.
Nel
frattempo, la battaglia tra i soldati
dell’esercito nemico e gli alleati dei ragazzi proseguiva
senza esclusione di
colpi.
La
battaglia tra i due schieramenti continuava
senza tregua e, tutti i combattenti lottavano in modo ammirevole.
Purtroppo,
però, gli uomini di re Fenix erano
molti di più rispetto agli alleati dei ragazzi.
Gli
amici dei ragazzi resistevano in modo
valoroso, ma, fiaccati da quella durissima lotta non sarebbero riusciti
a combattere
ancora per molto.
Ormai
era la forza della disperazione a
sostenerli.
Improvvisamente,
le sei gemme brillarono e sul
cielo del mondo comparve un’ enorme stella luminosa a sei
punte, sotto la quale
il drago bianco e quello
nero stavano
ancora combattendo
furiosamente.
I
ragazzi, attoniti da quella scena non poterono
far altro che ammirare il miracolo che si stava svolgendo dinnanzi a
loro.
La
stella dorata e luminosa che c’ era nel cielo
emise un fascio di luce dorata che colpì in pieno il drago
bianco.
Falkon,
come ricaricatosi di nuove energie
risplendette di una luce dorata, dopodichè diede il colpo
finale al drago nero.
Quella
fu la fine di Trakyo e di Re Fenix.
Subito
dopo, iniziò a piovere, ma non era una
pioggia qualunque quella che si stava
abbattendo sul mondo in quella notte magica e senza eguali.
Quella
era una pioggia magica proveniente dalla
stella: le gocce erano colorate e luminose e purificarono il cuore di
ogni
essere vivente dal male.
Cosicché,
tutti i soldati, maghi e altri esseri
che, fino ad allora avevano combattuto contro i ragazzi e i loro amici smisero
completamente di
battersi, deponendo le armi, come se si fossero appena svegliati da un
brutto
sogno.
In
quel momento, anche i combattenti che erano
dalla parte dei ragazzi cessarono le ostilità, rendendosi
conto che,
finalmente, quel brutto periodo era finito per sempre…
Mentre
tra i vari combattenti si levavano grida di
vittoria e di felicità, i sei ragazzi si sentirono
improvvisamente soli…
Infatti,
i ragazzi, anche sapendo di essere
riusciti a portare a termine la loro missione sentirono immediatamente
la
mancanza dei loro mostri…
Intanto,
nel cielo di Molins, un maestoso drago
bianco restò immobile nell’ aria, sopra i
grattacieli…
“Tiger
!”, gridò Ken rivolto al drago bianco.
Il
drago si voltò verso di lui e, con aria
assente, gli disse: “Siete stati bravi. Ora potete vivere in
pace con le vostre
famiglie, i vostri amici e con le altre creature. Fate in modo che
questa pace
duri il più a lungo possibile. Addio, Eletti !”
Dopodichè,
il drago trasmise lo stesso messaggio
anche agli atri ragazzi.
I
ragazzi restarono sconvolti da quelle parole e
non seppero cosa rispondere.
Ogni
ragazzo guardava il cielo e lacrime
scorrevano sul volto di ognuno di loro.
Poco
dopo, il drago bianco iniziò a perdere la sua
luce…
Ci fu
un esplosione di luce e il drago bianco
scomparve, lasciando al suo posto le sei sfere di luce, ognuna delle
quali era
un mostro.
Molte
persone, prima ignare dell’evento, uscirono
dalle loro abitazione quando videro la stella luminosa che
c’era nel cielo.
Ogni
mostro, come per magia fu trasportato
dolcemente dal proprio Eletto.
Purtroppo,
i sei mostri erano in fin di vita, ma,
come un’intuizione, ogni ragazzo gridò
all’unisono: Lai
de nis doi nog ! ( ridagli la vita ! ) ,
stringendo forte le loro gemme e unendo i loro cuori in modo che il
desiderio
si avverasse.
Le
gemme brillarono più luminose che mai, poi, la
stella che non era ancora scomparsa nel cielo colpì con
fasci di luce azzurra
ogni mostro, ma, questi ultimi non sembravano dare alcun segno di
miglioramento.
“Forza !
Dobbiamo crederci fino in fondo ! “,
disse Mariam telepaticamente ai
suoi amici attraverso la gemma.
“Non
perdiamo la
Speranza
!”,
aggiunse Rik.
I
ragazzi, pervasi da una grande speranza continuarono
a sperare che il loro desiderio si
realizzasse e, lentamente, ogni mostro si alzò.
“Artik
!”, mormorò Mariam commossa vedendo il suo
unicorno aprire gli occhi.
“Mariam,
grazie. Non dovevate sprecare energie per
salvarci; poteva costarvi la vita.”, le disse l’
unicorno incredulo e felice al
tempo stesso.
“Marahute
!”, esclamò Cody felice vedendo la sua
aquila librarsi in volo.
Così,
ogni ragazzo riebbe accanto il proprio
mostro.
I
ragazzi, sfiniti caddero per terra e notarono
che le loro gemme erano diventate molto più piccole rispetto
a prima.
“Ma…cos’è
successo alla gemma ?”, si chiese Ken
guardando la sua.
“Avete
usato le gemme per far avverare un
desiderio molto grande, quindi, quindi, le vostre gemme hanno dovuto
usare la
magia rimasta dentro di loro per riuscire a realizzare e ora sono
rimpicciolite
un po’. Comunque, le vostre gemme restano sempre delle armi
potentissime.”m gli
spiegò Tiger.
Ken,
appena lo vide in piedi, lasciò cadere la
gemma a terra e lo abbracciò felice.
“Tiger
! Non fare mai più una cosa simile !”, gli
disse il ragazzo tra le lacrime.
“Era
per il bene del mondo…”, gli rispose il lupo
felice a sua volta.
“Mi
sei mancato !”, gli disse Ken commosso.
Tiger,
felice ma imbarazzato, perché tutti i
combattenti stavano osservando la scena, gli disse:
“Sì, sì. Va bene, Ken.
Adesso basta però !”
Tutti
scoppiarono a ridere
con il cuore leggero e l’animo felice,
consapevoli di essere appena sfuggiti a un terribile pericolo.
Ora,
tutte le creature del mondo andavano d’amore
e d’accordo e, nei loro cuori non c’era altro che
un’immensa e inesauribile
speranza.
Ora,
il Dono della Speranza era davvero tornato !
Nel
frattempo, la stella dorata che c’era nel
cielo continuava a brillare radiosa.
“Forza,
ora dovete piantare le gemme.”, disse dolcemente
Artik a Mariam.
La
ragazza annuì e, dopo aver trasmesso il
messaggio agli amici piantò la sua gemma al centro di Naklis.
Quando
tutte e sei le gemme furono piantate, la
stella luminosa nel cielo scomparve.
“Ora
tocca a voi governare con onestà e giustizia
i vostri paesi e istruire i prossimi Cavalieri delle
Speranza.”, disse Re Ayrm
rivolto a Ken.
“Cosa
? No, io non voglio governare.”, gli rispose
Ken sorpreso da quella rivelazione.
“Devi,
Ken. E’ nel tuo destino.”, gli rispose
dolcemente Re Ayrm.
“Ma…io
non sono sicuro di esserne all’altezza.”,
disse Ken imbarazzato.
“Non
sarai solo, Ken. Guarda.”, gli disse Re Ayrm
indicandogli tutti i combattenti presenti, poi, aggiunse: “E
poi, ci sono
sempre i tuoi amici, no ?”
“Già.”,
gli rispose Ken sorridente pensando a
tutti i suoi amici e al momento nel quale li avrebbe rivisti.
Anche
gli altri
ragazzi seppero la
meravigliosa notizia.
Il
giorno dopo, nei vari villaggi si festeggiò la
vittoria degli Eletti.
Tutto
il giorno fu denso di festa, musiche, balli
e banchetti e, ogni Eletto lo trascorse con le creature che erano
andate in suo
aiuto.
Il
terzo giorno dopo la vittoria, gli alleati dei
ragazzi iniziarono ad avviarsi verso casa.
“Ora
dobbiamo
andare, Ken. Ci rivenderemo…Buona fortuna e per
qualunque cosa, non
esitare a chiamarmi, sarò più che felice di
aiutarti.”,gli disse il re elfico
sorridendo.
“D’accordo,
grazie.”, gli rispose Ken.
Dopo
circa cinque giorni, gli alleati dei ragazzi
erano andati via tutti e, nei sei luoghi natali restarono solo gli
abitanti
originari.
Gli
abitanti delle varie città adoravano e
rispettavano gli Eletti e i
loro mostri,
anche se i ragazzi facevano di tutto per non sentirsi superiori nei
riguardi
delle altre persone.
I
ragazzi trattavano le altre persone con
gentilezza e con giustizia.
Gli
Eletti iniziarono a ricostruire i loro paesi
natali con l’ aiuto dei mostri Leggendari e degli abitanti.
I
ragazzi instaurarono con gli abitanti un
rapporto di grande fiducia e collaborazione.
Nei
vari villaggi, convivevano pacificamente
umani, fate, elfi e altre creature.
Dopo
circa sei mesi dalla loro gloriosa vittoria,
gli Eletti organizzarono una grande festa con
sede a Molins, alla quale vennero invitati tutti gli
abitanti delle
varie città, gli elfi, le fate…
Ogni
ragazzo mandò dei messaggeri in tutti i
paesi, sia quelli umani, sia quelli elfici e sia quelli fatati per
invitarli
all’evento.
Dopo
due settimane, gli Eletti si trovarono
nuovamente insieme a Molins, in ricordo della
loro amicizia, della grande e meravigliosa missione che avevano
compiuto molto
tempo prima.
Quando
furono arrivati tutti a Molins, i ragazzi
vennero ospitati a casa di Ken, che, ormai era diventata un palazzo.
“Ciao,
Ken ! Ma la tua casa è una reggia !”, lo
salutò Mariam appena lo vide.
“Ciao.
A dire il vero, non volevo che la mia casa
diventasse così, ma gli abitanti hanno insistito e si sono
messi a costruirla
di loro volontà, così, non ho potuto fare niente
se non aiutarli…”, le rispose
s il ragazzo.
“Caspita…Devono
davvero adorarti, eh ?”, gli chiese
Cody.
“Già…A
quanto pare…”, aggiunse Ken.
“Caspita,
ragazzi, mi mancavate moltissimo…”,
disse loro Lein.
“Anche
a me.”, concordò Terry.
“E’
vero… Il problema è che con tutto il lavoro
che abbiamo dovuto fare per ricostruire i nostri villaggi, non abbiamo
avuto
tempo per vederci prima.”, disse Rik.
“Dai,
venite. Andiamo a casa e poi facciamo un
giro per Molins, che ne dite ? Gli elfi e le fate sono già
arrivati. Mancano
ancora i troll e da quanto mi ha detto un informatore stanno arrivando
molte
persone anche dalle terre vicine.”, disse loro Ken.
Così,
i ragazzi
e i mostri si sistemarono nel palazzo di Ken,
dopodichè andarono a fare
una passeggiata per Molins.
Mentre
passeggiavano, la gente che li vedeva, li
salutava felice.
“Buongiorno,
Sua Altezza.”, lo salutò un uomo.
Ken,
a disagio, gli disse: “Fred, ti ho già detto
mille volte di non chiamarmi così…Lo sai che non mi piace quel
titolo.”
“Lo
so, signore…Ma Lei è
il nostro salvatore…”, gli rispose
l’uomo
che poi se ne andò.
“Ah,
povero me…”, sospirò Ken.
“Perché ti
stupisci tanto ?”, gli chiese Cody.
“Il
fatto è che non vorrei che le persone mi
trattassero così…Io vorrei essere un loro pari,
ma non so come farglielo
capire.”, gli disse Ken.
“Consolati,
anche a Way è la stessa cosa.”, gli
disse Rik.
“E
anche a Naklis.”, aggiunse Mariam.
“In
tutti i paesi c’è questa
situazione…”, disse
loro Lein.
Il
giorno dopo, cominciò la festa…
Per
tutto il giorno, i ragazzi, i mostri, gli
abitanti e anche gli invitati fecero i preparativi.
Verso
sera, nel centro di Molins, dove svettava un
albero blu elettrico, c’era un lunghissimo tavolo pieno di
leccornie di ogni
genere.
Quando
i ragazzi arrivarono davanti al tavolo
imbandito, lì videro moltissime persone, elfi, fate e
moltissime altre creature
che aspettavano solo loro per dare inizio alla festa.
“Ciao,
ragazzi. Siete cambiati molto, sapete ?”,
disse loro Re Ayrm quando li vide.
“Davvero
? Io non mi sono accorto di niente.”, gli
rispose Cody.
Durante
i festeggiamenti, i ragazzi rividero Faun,
Gendar, Kreny e Ybrys.
Dopo
qualche ora, i ragazzi si divisero.
Ken
con Mariam.
Rik
con Lein.
Cody
con Terry.
Gendar
ballava con la sua compagna dai lunghi
capelli neri e gli occhi azzurri.
Nel
frattempo, Rik e Cody si dichiararono a Lein e
Terry, e scoprirono che il loro amore era corrisposto…
La
serata passò in allegria…
Dopo
tre giorni, i ragazzi e i vari abitanti
iniziarono ad
avviarsi verso, casa.
Prima
di partire…
“Ragazzi,
promettetemi che ci rivedremo presto e
che non aspetteremo altri sei mesi.”, disse loro Lein.
“Certo,stai
tranquilla…Faremo di tutto per vederci
di più.”, le assicurò Mariam.
Dopodichè,
i sei amici si salutarono e ognuno andò
nella propria direzione.
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Capitolo 47 *** CAPITOLO 47 ***
CAPITOLO
N° 47
“LA
VITA CHE
SCORRE”
Ormai
era giunto l’autunno che tingeva le foglie
degli alberi di magnifici colori…
Insir,
Way, Molins, Lom, Naklis e Dengrid erano
ormai delle città rigogliose e felici e, al centro di ognuna
di esse
risplendeva un albero di pietra del colore della gemma da cui era nato.
I sei
ragazzi, dopo l’imbarazzo iniziale
riuscirono a governare con giustizia e bontà le loro
città e tutti gli abitanti
li amavano molto.
Ogni
ragazzo aveva fatto erigere accanto all’
albero di pietra la statua del proprio mostro.
I
ragazzi governavano con bontà
e giustizia e, ognuno di loro veniva ammirato
e rispettato dalle persone.
Tutto
ciò che potesse ricordare l’Esercito del
Nuovo Ordine era stato distrutto e ora la
Pace
regnava nel mondo.
Le
città erano popolate da umani, elfi, fate,
unicorni,troll, gnomi,folletti e moltissime altre creature che vivevano
insieme, si aiutavano a vicenda ed erano in perfetta armonia tra loro.
Molins,
che una volta era stata una città tetra e
buia, ora era la città più rigogliosa e felice
del mondo.
Ken
fece molti cambiamenti in quella città.
Infatti,
a Molins, ora le persone erano diverse;
non c’erano solo persone ricche ma anche altre che,
praticando differenti
professioni stavano bene economicamente.
A
Molins c’erano molti giardini che contavano
sulle cure magiche delle fate, poi lì vivevano artigiani
elfici che creavano
oggetti resistenti e di raffinata bellezza…
Nonostante
abitassero lontani, i sei ragazzi si
tenevano comunque in contatto e, di tanto in tanto organizzavano delle
feste
in una delle
città e lì si rivedevano.
Ormai
erano passati quattro anni dalla battaglia
degli Eletti…
Durante
una festa organizzata dai ragazzi, a
Naklis successe qualcosa di molto importante.
Dopo
aver pranzato, Mariam e i suoi compagni
fecero un giro per Naklis.
Ormai,
i sei amici erano cresciuti: Ken aveva
ventidue anni e, anche gli altri ragazzi, chi più e chi meno
avevano raggiunto
i diciotto anni di età…
Dopo
il giro per Naklis, Rik e Lein si
allontanarono insieme su Fly e Neferty, Cody e Terry andarono a farsi
un giro
per i fatti loro e Mariam e Ken,accompagnati da Tiger e Artik si fecero
una
bella cavalcata…
Poi,
ogni mostro tornò al centro di Naklis in
attesa del proprio Eletto…
Quando
arrivarono in una pianura, Ken, all’ombra
dei pini chiese la mano di Mariam…
Anche
Cody e Rik chiesero a Terry e a Lein
sposarli…
Così,
da una semplice amicizia, tra i ragazzi era
nato il vero amore…
Due
mesi dopo, a Naklis si svolse il matrimonio di
Mariam e Ken, dove furono invitati gli amici dei ragazzi e chiunque
volesse
partecipare…
Dopodichè,
Mariam e Ken si trasferirono a Molins,
anche se, molto spesso, la ragazza tornava al suo paese
natale…
Dopo
qualche mese, si sposarono Rik con Lein e
Cody con Terry.
Rik e
Lein andarono a vivere a Lom.
Terry
e Cody si trasferirono a Dengrid.
Dopo
poco tempo, ogni coppia ebbe dei figli…
Qualche
anno dopo, nel palazzo di Molins…
“E’
così che salvammo il mondo, io, tuo padre
e i nostri cari
amici.”, disse Mariam a
Max.
“Wow
! Che storia ! Ma è successa davvero, mamma
?”, le chiese il figlio rapito da quel racconto meraviglioso.
Mariam
e Ken ebbero due figli: Max e Nancy.
Max
aveva ripreso fisicamente dalla madre, infatti
aveva gli stessi lineamenti di Mariam, gli occhi verdi e i capelli
biondi.
Per
quanto riguardava il carattere, Max era
identico a suo padre, infatti era deciso, coraggioso e altruista.
Il
bambino aveva dodici anni.
Nancy,
invece, fisicamente aveva ripreso dal
padre, infatti aveva gli stessi occhi blu di Ken e i suoi capelli
castani.
Il
carattere di Nancy era molto simile a quello
della madre, anche se, all’occorrenza tirava fuori la grinta
e il coraggio come
suo padre…
Nancy
aveva undici anni.
Tiger
e d Artik si erano perfettamente integrati
con la vita di Molins e vivevano pacificamente con tutti.
Mariam
e Ken erano cambiati molto dalla loro
ultima battaglia.
Ora
erano una giovane coppia con due figli
scatenati, ma, nonostante tutto erano rimasti fedeli a se stessi.
Naklis,
in assenza
di Mariam era controllata dalle fate.
Anche
Lein e Rik ebbero due figli: Kevin e Mara.
Kevin
era un simpatico bambino di undici anni che,
fisicamente era identico a suo padre, ma, per quanto riguardava il
carattere
era uguale a sua madre.
Mara,
invece era il contrario: fisicamente aveva
ripreso dalla madre e, caratterialmente dal padre e aveva undici anni.
Rik e
Lein vivevano felici a Lom e
i loro mostri si erano integrati
perfettamente nella vita del villaggio.
A Lom
viveva anche la sorella di Lein.
Cody
e Terry ebbero due figli: Shon e Leila.
Leila
assomigliava molto a su madre e aveva undici
anni.
Shon
assomigliava sia fisicamente e sia
caratterialmente al padre.
Cody,
Terry, i loro figli e i
loro mostri vivevano felici a Dengrid, dove
c’era anche il fratello di Cody.
Era
passato qualche anno…
Ora,
i figli delle varie coppie avevano
all’incirca quindici anni…
Quella
sera, i sei amici e i loro figli si erano
riuniti insieme a Elfi, Fate, troll e altre creature perchè
agli alberi della
Speranza iniziarono a perdere le foglie e infine si seccarono cadendo a
pezzi…
I sei
Eletti si
radunarono a Molins, con Gendar, che ora era diventato il
re degli elfi
al posto di suo padre, Ybrys, Kreny, Faun e gli altri loro amici nel
palazzo di
Mariam e Ken.
“Ci
risiamo, ragazzi…E’ successo di nuovo.”,
disse
Lein preoccupata.
“Già,
ma non sappiamo neanche chi sono i nostri
successori.”, aggiunse Rik in tono cupo.
Ken,
scambiando un’occhiata con Gendar disse: “Io
credo di saperlo.”, poi osservò i sei ragazzi che
chiacchieravano allegramente
nell’atrio del palazzo.
“Sei
sicuro ?”, gli chiese Mariam preoccupata.
Ken
annuì e Gendar disse loro: “Sì, Ken ha
ragione…Sono proprio loro i nuovi Cavalieri della
Speranza.”
Tutti
i presenti guardarono Shon, Max, Kevin,
Mara, Nancy e Leila: i nuovi portatori della
Speranza…
“E’
ora di tirare fuori le gemme !”, disse Ybrys
in tono risoluto.
Così,
Ken, Mariam, Cody, Terry, Lein e Rik
estrassero le gemme che per anni avevano
riposato sotto gli alberi della Speranza, pronti a darle ai propri
figli.
Subito
dopo, i genitori spiegarono ai figli la
situazione, e, quando i ragazzi strinsero per la prima volta le gemme
magiche,
sui loro palmi comparve la stella a sei punte azzurra, che
segnò l’inizio di
una nuova avventura e una nuova generazione di Cavalieri della Speranza
sarebbe
presto arrivata a combattere contro il male…
Il
bene esiste, ma il Male, in fondo fa parte di
noi…
Dove
c’è il Bene c’è anche il
Male, sta solo a noi
decidere da che parte schierarci.
Purtroppo,
questa eterna e lotta tra bene e male
non avrà mai fine, ma grazie agli amici, alle persone care,
alla propria
volontà e, soprattutto alla Speranza riusciremo a vincere
questa battaglia !!!
FINE
!!!
CIAO
A TUTTI ! SIAMO ARRIVATI ALLA FINE DI QUEST
STORIA.SPERO CHE VIA SIA PIACIUTA ! GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE
L’HANNO LETTA !!!
NANCYIRY
|
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