LA LEGGENDA DELLA SPERANZA

di nancyiry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. AMORE ***
Capitolo 2: *** 2. SINCERITA' ***
Capitolo 3: *** 3. AMICIZIA ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6 ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7 ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8 ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9 ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10 ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11 ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12 ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13 ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14 ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15 ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16 ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17 ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18 ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19 ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20 ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21 ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22 ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23 ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24 ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25 ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26 ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27 ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28 ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29 ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 30 ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 31 ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 32 ***
Capitolo 33: *** CAPITOLO 33 ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 34 ***
Capitolo 35: *** CAPITOLO 35 ***
Capitolo 36: *** CAPITOLO 36 ***
Capitolo 37: *** CAPITOLO 37 ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 38 ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 39 ***
Capitolo 40: *** CAPITOLO 40 ***
Capitolo 41: *** CAPITOLO 41 ***
Capitolo 42: *** CAPITOLO 42 ***
Capitolo 43: *** CAPITOLO 43 ***
Capitolo 44: *** CAPITOLO 44 ***
Capitolo 45: *** CAPITOLO 45 ***
Capitolo 46: *** CAPITOLO 46 ***
Capitolo 47: *** CAPITOLO 47 ***



Capitolo 1
*** 1. AMORE ***


LA LEGGENDA DELLA SPERANZA

CIAO A TUTTI ! SONO NANCYIRY. VOLEVO SOLO DARVI UN CHIARIMENTO PRIMA DI INIZIARE A LEGGERE QUESTA STORIA: QUANDO TROVERETE LE FRASI SOTTOLINEATE E IN CORSIVO VUOL DIRE CHE SONO I PENSIERI DEI PERSONAGGI. DETTO QUESTO, NON POSSO FARE ALTRO CHE AUGURARVI BUONA LETTURA ! NANCYIRY

Sei ragazzi,

Sei gemme,

Sei medaglioni;

Un solo ed unico destino…

Questa è la storia di un’antica leggenda che parla di una magica e misteriosa…

La leggenda narra che moltissimi secoli orsono, quando gli esseri umani, i mostri, le creature fatate e moltissimi altri esseri magici popolavano una terra antica e incantata, il Male prese il sopravvento…

Il Male ormai era tornato per devastare il mondo e ridurlo in un posto simile a un deserto infinito e una valle di lacrime.

Un gruppo di guerrieri, portatori di Speranza attraverso varie sfide e peripezie salvò il mondo dalla distruzione totale.

I misteriosi guerrieri non erano altro che sei ragazzi con differenti personalità e con diversi sogni che, collaborando, fidandosi gli uni degli altri e crescendo insieme riuscirono a fare avverare l’ Antica Profezia della Speranza…

La pace portata dagli Antichi Cavalieri della Speranza, durava ormai da molti secoli, ma, purtroppo, il Male iniziò nuovamente a diffondersi : Re Fenix ne era il capo…

Con l’avvento del Male purtroppo, ricominciarono anche le guerre tra i vari popoli…

La situazione peggiorò di giorno in giorno e quasi tutti i villaggi e le città finirono per essere controllati da persone ricche e prepotenti che sfruttavano quelle più povere e indifese…

Il Libro Sacro si illuminò per avvisare tutte le specie che, i futuri Cavalieri della Speranza stavano per arrivare…

Il Libro Sacro era stato scritto dagli Antichi Cavalieri della Speranza e racchiudeva in se le regole per riportare la Pace nel mondo e per piantare i semi della Speranza .

I sei prescelti ( i nuovi Cavalieri della Speranza ) dopo molti pericoli e peripezie e dopo avere imparto a fidarsi e a perdonarsi a vicenda, avrebbero trovato il Libro Sacro e, grazie ad esso avrebbero fatto avverare l’Antica Profezia…

CAPITOLO N. 1 “AMORE”

Ormai stava arrivando l’inverno;era quasi giunta la fine di novembre e la temperatura, non poteva essere più rigida di così.

Ma Mariam sapeva bene che di lì a poche settimane sarebbe arrivato il vero freddo che l’inverno porta sempre con se…

Il cielo era di un terso davvero insolito per quella stagione.

Nel cielo brillava un sole splendente, che, però non riusciva a scaldare minimamente la temperatura.

Tutt’ attorno, il paesaggio era come immobilizzato, come se il tempo si fosse fermato magicamente.

Ogni tratto della superficie era coperto da un sottile strato di ghiaccio che rendeva quasi magico il panorama.

Tutto era silenzioso e immerso nel più profondo silenzio…

Non si sentiva neanche un uccello cantare.

Anche il bosco era molto silenzioso, infatti, in esso si sentiva solo il continuo scorrere di un ruscello di montagna.

Era giunto il crepuscolo e, il cielo, si tingeva lentamente di dolci sfumature che andavano rosso al fucsia e, infine, al blu notte che annunciava l’arrivo dei primi corpi celesti.

L’oscurità avrebbe avvolto ogni cosa da lì a poco tempo.

Ormai Naklis, un piccolo villaggio a Sud del fiume Ileno, era sprofondato nella sera inoltrata.

Il villaggio in questione sorgeva ai piedi di un’impervia e selvaggia montagna molto alta e ricoperta dalla vegetazione boschiva.

Naklis era circondato completamente da un fitto e rigoglioso bosco verdeggiante che era pieno di pini e abeti maestosi che lo rendeva nascosto e al sicuro; o almeno, era questo ciò che si credeva…

Mariam, dopo aver scorto le prime stelle nel cielo sereno, si avviò a casa.

Mariam era una ragazza di sedici anni : aveva i capelli dello stesso colore del grano maturo che le arrivavano fin sopra la schiena e gli occhi erano verde smeraldo.

La ragazza vestiva in modo semplice.

Aveva un paio di pantaloni di stoffa blu e una maglietta a mezze maniche azzurra, su cui portava una calda maglia di lana viola per proteggersi dal freddo pungente dell’inverno.

Mariam amava tutto e tutti e perdonava facilmente gli errori degli altri se questi si dimostravano davvero pentiti e sinceri.

A lei bastava uno sguardo per capire se una persona mentiva o se era sincera e questa era una dote molto rara, era come una specie di sesto senso.

Mariam non si faceva troppi problemi : lei prendeva le cose così, come venivano e senza pensarci troppo.

Mariam era molto sensibile e dolce e, molto spesso, si emozionava anche per le piccole cose…

A Mariam piaceva molto la natura e amava ascoltare ogni suo più piccolo rumore, come lo scorrere di un ruscello o il soffio del vento tra gli alberi…

Mariam era anche un’ottima cavallerizza, infatti, ogni giorno,nel tardo pomeriggio andava con Neve,la sua cavalla a fare splendide passeggiate nel bosco.

Neve era di proprietà dei genitori di Mariam, infatti, oltre ad usarla nei lavori contadini, la cavalla era la migliore amica di Mariam.

Ovviamente, la ragazza aveva anche molti amici e amiche al villaggio, ma era particolarmente affezionata a Neve.

Naklis era un villaggio molto piccolo e, la maggior parte dei suoi abitanti erano contadini.

I genitori di Mariam erano due contadini di buon cuore e, quando arrivava qualche forestiero o qualche mendicante bisognoso, loro gli offrivano la loro casa, il loro cibo e il loro calore.

Tutti gli abitanti di Naklis erano persone semplici e di buon cuore, infatti erano molto altruisti e generosi con chi aveva bisogno d’aiuto.

Purtroppo, Naklis era governato da una famiglia ricca e arrogante, i Vlondi : un’antica stirpe di sangue reale.

I Vlondi governavano senza pietà e, ogni mese riscuotevano da ogni famiglia la metà dei raccolti.

Se i poveri abitanti non potevano pagare i loro “Signori”, questi ultimi, prendevano i loro figli e li usavano come schiavi nel loro palazzo o li vendevano a mercanti ricchi che se li potessero permettere.

I poveri abitanti,minacciati continuamente, non avevano il coraggio di ribellarsi, perché la nobile famiglia poteva contare sull’aiuto di numerosi soldati armati, senza contare che il villaggio distava a soli tre giorni di viaggio da Molins, dove c’era la famiglia Lison che dava manforte ai Vlondi nel caso ci fosse stata qualche rivolta da parte dei contadini del piccolo villaggio..

A Naklis viveva un simpatico cantastorie di nome Lynn, sui sessant’anni, con gli occhi verdi e i capelli grigi.

Lynn era un uomo dall’aria buffa, infatti era un po’ basso e grassottello ma aveva davvero un cuore d’oro.

Infatti, Lynn era il medico del villaggio anche se certi dicevano che fosse uno stregone pazzo.

Lynn portava un paio di pantaloni di pelle di bufalo, una camicia di lana e una lunga tunica per proteggersi dal freddo.

Lynn, per la maggior parte degli abitanti era anche conosciuto come un sacerdote del Tempio di Naklis, ma, in gran segreto custodiva il Libro Sacro dei Cavalieri della Speranza!

Lynn era molto di più di quel che voleva apparire e nascondeva un segreto misterioso.

Lynn, in realtà stava solo aspettando il momento giusto nel quale i Nuovi Cavalieri sarebbero comparsi per liberare il mondo dal Male, solo allora avrebbe rivelato la sua vera identità…

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Capitolo 2
*** 2. SINCERITA' ***


CAPITOLO N. 2 “SINCERITA’”

All’improvviso,dal buio comparvero delle luci che,man mano divennero sempre più abbaglianti.

La foschia, lentamente, si diradò e si iniziarono a intravedere i suoi malinconici grattacieli grigi stagliarsi all’orizzonte.

Ora, la grande città si vedeva bene, con le sue mille luci abbaglianti e colorate che sembravano voler rischiarare quella cupa notte d’inverno.

Molins, una grandissima città a Nord del fiume Ileno, era circondata da alte e impervie montagne.

La città, da sempre era simbolo di ricchezza e di potere.

Quel giorno, la città era avvolta da una grigia e pesante nebbia che rendeva tutt’attorno ancora più triste e monotono.

Nonostante la nebbia aleggiasse tra le vie della città,le luci splendenti rischiaravano l’oscurità dando un senso di allegria e di felicità.

Le luci delle case e dei negozi rischiaravano ogni via e anche i vicoli più bui della città.

Di solito, i negozi e le varie luminarie di Molins restavano accese anche le altre sere, ma, quella sera in particolare sembravano ancora più splendenti di prima.

Nelle vie della città c’erano le persone che,come impazzite correvano da una parte a un'altra come colte da un’improvvisa frenesia.

In tutta la città si sentiva musica, il borbottare e le chiacchere della gente, cosa che non accadeva molto spesso durante l’inverno.

Infatti, quella città era una città di lavoratori e, normalmente, dopo un giorno di lavoro, la gente preferiva andarsene a casa e riposarsi,ma, quella sera sembrava tutto diverso…

All’improvviso, uno squillo di tromba si alzò dal centro della città.

La gente corse e si affollò lungo la via principale di Molins, dove, in quel momento stava passando un lungo e pomposo corteo in festa.

La famiglia Lison, infatti stava festeggiando la nascita del loro quarto figlio e, molta gente era accorsa ad assistere alla cerimonia.

La famiglia Lison era prepotente, arrogante e, purtroppo molto ricca; infatti governava Molins da anni.

Gli abitanti di Molins erano per lo più : imprenditori, dottori, avvocati e commercianti.

Gli abitanti di Molins erano persone di medio o alto ceto sociale.

La famiglia Lison oltre che governare Molins, controllava anche tutte le altre famiglie ricche di: Naklis, Dengrid, Way e Insir.

Mentre il pomposo corteo attraversava le vie della città, molte persone acclamavano commosse, altre, invece erano del tutto indifferenti.

Che noia…” , pensò Ken osservando quella festosa cerimonia dalla cima di un alto grattacielo.

Ken aveva diciotto anni appena compiuti, i suoi occhi erano del colore del blu profondo del mare, i capelli marroni chiari scarmigliati e un’espressione determinata ma malinconica al contempo.

Ken portava un paio di pantaloni di cuoio marroni, una maglietta a mezze maniche rossa, sulla quale c’era una pesante felpa di lana blu scuro.

Ken era un ragazzo molto introverso e, molto spesso lasciava che fossero gli altri a decidere per lui perché si era rassegnato a una vita noiosa e priva di avventure ed emozioni.

Però, quando quel ragazzo si metteva in testa qualcosa, non c’era modo di fargli cambiare idea.

Ken era anche un ragazzo coraggioso e convinto dei suoi ideali.

Il ragazzo era indifferente a tutto e non aveva mai provato amore per nessuna ragazza, anche se, ad andargli dietro, di ragazze, ce n’erano molte.

Purtroppo, tutte le ragazze che si facevano avanti erano presuntuose, arroganti e con la puzza sotto il naso.

Ken, che era completamente diverso da loro, non le degnava nemmeno di un’occhiata e riusciva solo a pensare Poverine… In fondo, non è colpa loro se sono diventate così !!”

A Ken piacevano le ragazze semplici, sincere e spontanee, senza troppi grilli per la testa.

Per quanto riguardava gli amici, Ken ne aveva due fidati e trascorreva con loro quasi tutto il suo tempo libero.

A Ken piaceva molto andare a cavallo e anche stare da solo a volte, per riflettere.

Il suo cavallo era di proprietà di un maneggio e lui, almeno due ore ogni giorno, le dedicava all’equitazione.

Infatti, col cavallo andava fuori città, verso le montagne che circondavano Molins.

Solo lì, lontano da tutto e da tutti si sentiva davvero se stesso e, cosa più importante, si sentiva davvero libero…

Senza contare che il ragazzo adorava gli animali.

Ken viveva con sua madre, alla quale voleva davvero molto bene.

La madre di Ken era una dottoressa e aveva cresciuto suo figlio da sola perché il padre era sparito appena dopo la sua nascita, senza lasciare notizie, o almeno, questo era quello che la madre aveva sempre raccontato a suo figlio…

La madre di Ken era una donna dalla statura minuta, con gli occhi blu profondo, come quelli del figlio e i capelli ramati.

Ken aveva chiesto informazioni riguardanti suo padre molte volte, ma, la madre, non gli aveva mai voluto dire nulla di concreto.

L’unica cosa che gli disse sua madre fu: “Non essere così in ansia. Tuo padre non merita di avere un figlio come te, Ken.”

Ken rimase sconcertato da quella risposta e, da allora, non chiese più nulla sull’argomento.

La madre di Ken notando che il figlio si stava isolando un po’ troppo iniziò a portagli a casa delle ragazze per fargliele conoscere, ma lui,come al solito diceva loro: “Scusami. Ma non ho intenzione di fidanzarmi.” , e spariva.

Non che Ken fosse una macchina priva di emozioni, il problema era che non aveva ancora trovato la ragazza giusta per lui, che lo capisse davvero e che lo accettasse per quello che era.

Lui voleva una ragazza semplice che stesse con lui perché lo amava davvero e non per vantarsi con le altre di avere il ragazzo più bello.

Tutti quegli anni di solitudine, avevano trasformato Ken in un pessimista che non si fidava più di nessuno tranne i suoi due amici e vedeva cose negative ovunque.

Ma, in fondo al cuore, Ken sperava continuamente di riuscire prima o poi, a trovare degli amici veri di cui potersi fidare sul serio…

I suoi due amici di Molins erano più che altro compagni di scuola.

Quei due erano sì amici di Ken ma non in modo troppo stretto, infatti, il ragazzo non si fidava di loro fino in fondo…

Le ragazze che gli presentava continuamente sua madre, purtroppo puntavano solo al patrimonio familiare e ad avere il “ragazzo più bello” per poi vantarsene…

Ken, le persone così, non le sopportava e non sopportava neanche la tirannia della famiglia Lison che, ora stava passando proprio sotto di lui.

Nonostante tutto, Ken non perdeva mai la speranza, perché era certo che se avesse continuato a sperare, il suo desiderio si sarebbe avverato sul serio !

Questo era il suo Dono e lui ci si aggrappava ogni giorno con tutte le sue forze !

Tuttavia, Ken non sapeva che, di lì a poco, la sua vita sarebbe cambiata completamente e che, le cose di tutti i giorni avrebbero preso tutta un’altra piega…

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Capitolo 3
*** 3. AMICIZIA ***


CAPITOLO N. 3 “AMICIZIA”

La neve cadeva fitta sulla piccola città di Insir, a sud-est del fiume Ileno.

Insir era circondata dall’oceano e dalla pianura ed era anche importante per il commercio marittimo.

Era sera e, tutto intorno era buio e tempestoso e, i candidi fiocchi di neve continuavano a cadere.

Dalle case di Insir provenivano luci sgargianti e suoni festosi.

“Wow ! Quanto mi piace la cioccolata !” , esclamò Terry, mentre, insieme al fratellino Timmy (che aveva undici anni) e ai suoi genitori si gustava una buona leccornia prima di andare a dormire e, dalla finestra del salotto guardava il lento e silenzioso cadere dei fiocchi di neve.

Terry era una quindicenne dai lunghi capelli castano chiaro e gli occhi azzurri.

La ragazza era molto ottimista e, in qualunque situazione si trovasse, non perdeva mai l’occasione per stringere nuove amicizie.

Terry era estroversa, simpatica e allegra ; lei credeva nell’amicizia vera, pura e incondizionata e perdonava facilmente qualcuno che fosse pentito seriamente.

Terry cercava sempre di trovare il lato buono in ogni persona e, molto raramente covava rancore nei confronti di qualcuno.

“Che bello ! Forse domani si può giocare a palle di neve !” , esclamò Timmy rivolgendosi alla sorella.

Terry sorrise e gli rispose: “ Certo ! Puoi contarci, fratellino !”

“Va bene, ora però andate a dormire, sennò domani farete tardi a scuola.”,disse loro la madre.

Terry e la sua famiglia,erano originari di Insir.

Dopo la nascita di Terry, i genitori avevano deciso di trasferirsi a Molins e lì, il padre della ragazza, nonostante fosse un grande imprenditore aiutava gli schiavi a fuggire perché aveva un cuore nobile e generoso.

Purtroppo, il padre di Terry venne scoperto, così, lui e la sua famiglia dovettero tornare a Insir, dove nessuno li avrebbe trovati.

Il giorno dopo, i due fratelli si alzarono di buon’ora e andarono a scuola.

Quando tornarono a casa, non finirono nemmeno di mangiare che si precipitarono subito al centro di Insir a giocare a pale di neve con i loro amici…

Purtroppo, Insir era governata dalla famiglia Zonzi : una famiglia molto ricca e potente.

I membri della famiglia Zonzi erano davvero molto crudeli, infatti, con una legge avevano imposto che, ogni ragazza di Insir, appena compiuti i vent’ anni sarebbe dovuta andare nella villa di famiglia, dove sarebbe stata esaminata : o la ragazza in questione sarebbe dovuta diventare la sposa del primogenito degli Zonzi, o sarebbe diventata una loro proprietà (cioè una loro schiava) o sarebbe stata libera di tornare a casa e avrebbe dovuto lavorare tutta la vita come gli altri cittadini.

Nonostante tutto, Terry era una grande sognatrice e, nessuno avrebbe potuto toglierle il suo Dono più prezioso: la Speranza !

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 ***


CAPITOLO N. 4 “ BONTA’”

Il forte e gelido vento del Nord stava scuotendo violentemente le cime minacciose dei pini.

Il cielo era un turbinio di colori tenebrosi, infatti era coperto da nuvoloni grigi e tetri che, di lì a poco avrebbero scatenato una violenta tempesta…

In lontananza cominciavano già a sentirsi i primi tuoni, annunciatori dell’imminente temporale…

Al limitare del bosco si intravedeva una piccola casa di legno situata tra due maestosi e antichi abeti.

“Ah ! Ho paura !” , esclamò Lilly guardando da dietro il vetro della finestra di casa appena sentì un tuono più forte infrangere il vento impetuoso.

“Non preoccuparti. Ci sono io con te.”, le disse dolcemente sua sorella abbracciandola delicatamente per tranquillizzarla.

Lilly guardò verso di lei e vide sua sorella maggiore sorriderle dolcemente per rassicurarla.

Lein, una ragazza sui quindici anni, con gli occhi verde smeraldo e i capelli azzurri che le arrivavano fino alle spalle.

Lein portava un lungo vestito lilla.

Lein, guardò con dolcezza la sorellina, consapevole che era l’unica parente che le fosse rimasta al mondo.

“Vieni. Andiamo in cucina; ti faccio una bella cioccolata calda, ti va?”, le chiese Lein.

“Certo !”, rispose entusiasta sua sorella.

Così, le due sorelle bevvero la loro cioccolata in cucina.

Quando ebbero finito, Lilly chiese: “Lein, quando tornano mamma e papà ?”

Lein,colta alla sprovvista, le rispose cercando di apparire più sincera possibile: “Stai tranquilla. Vedrai che torneranno quando meno ce l’aspettiamo. Perché non vai a dormire adesso ? E’ molto tardi.”

Lilly annuì e, dopo aver augurato la buonanotte alla sorella andò in camera sua.

Lein, nel frattempo mise in ordine la casa e pensò Come faccio a dirglielo ? Ha solo sei anni.

Quando Lei ebbe finito di riordinare la casa andò a dormire anche perché, il mattino dopo, si sarebbe dovuta svegliare molto presto per andare a lavorare al bar di famiglia.

Purtroppo, i genitori delle due sorelle, l’estate prima erano andati nella grande città di Molins per fare scorta di viveri, ma, non avendo abbastanza soldi per uscire dalla città furono uccisi crudelmente dai soldati della famiglia Lison.

Infatti, per entrare e per uscire dalla città, i Lison avevano imposto un pedaggio e chi non lo pagava veniva ucciso a sangue freddo.

A raccontarle quest’agghiacciante storia era stato Joel, che, per un soffio era sopravvissuto a quei temibili soldati.

Joel era un amico di famiglia, conosceva i genitori delle due ragazze da molto tempo.

Joel era anche l’abitante più anziano del villaggio.

Joel era un uomo sui cinquant’anni, con i capelli grigi e gli occhi azzurri, era di media statura ed era un po’ grassottello.

Lein e Lilly tiravano avanti con il bar di proprietà dei genitori, ma, fortunatamente, gli abitanti di Lom ( il paese in questione) erano gentili e premurosi con loro due.

Infatti ogni abitante aveva adottato le due sorelle.

Capitava quasi sempre che l’una o l’altra famiglia ospitasse le due sorelle a casa propria o portasse loro: vestiti, cibo…

Lom era un paesino davvero molto unito, dove gli abitanti si aiutavano a vicenda.

Lom era situato a nord est del fiume Ileno e, tutto attorno c’erano impervie e verdeggianti montagne.

Lom era circondato e reso invisibile a chiunque da una nebbia magica che lo nascondeva completamente.

In questo piccolo e magico paesino c’era una leggenda che solo gli abitanti più anziani conoscevano: all’interno di Lom c’era … il Tempio della Verità, nel quale erano custoditi i sei medaglioni magici che rinchiudevano al loro interno i sei Mostri Leggendari degli Antichi Cavalieri della Speranza !

I sacerdoti e i maghi di Lom avevano circondato il paesino con la nebbia magica, in modo che nessuno potesse arrivarvi, ma, solo pochi di loro sapevano come entrare nel Tempio sacro.

Lein aveva sentito questa leggenda mentre i suoi genitori ne avevano parlato due anni prima e avrebbe voluto saperne di più.

Quando Joel le raccontò la terribile sorte dei suoi genitori, Lein si sentì come se qualcuno le avesse trafitto il cuore con la lama di una spada, ma, pensando al bene della sua sorellina, si fece coraggio e iniziò a lavorare al posto dei genitori.

Ovviamente, Lein non ebbe in coraggio di dire a sua sorella il terribile misfatto,così, le disse che i loro genitori erano andati a fare un viaggio e, solo quando Lilly fosse stata un po’ più grande, le avrebbe detto la verità.

Lein però sapeva che sarebbe arrivato il momento per Lilly di sapere la verità, ma adesso no: era ancora troppo piccola, troppo pura, troppo ingenua per scoprire la crudeltà del mondo !

Nella calma e nel silenzio della sua camera, Lein sentì il temporale che infuriava, poi, presa da una misteriosa e grande forza, come se qualcuno la chiamasse, prese una decisione: Vendicherò i miei genitori !”.

Lein preparò il fagotto per il viaggio.

Dopodichè si mise dei pantaloni viola, una maglietta a mezze maniche lilla e una pesante maglia di lana azzurra e, dopo aver guardato la sorellina per l’ultima volta uscì dalla casa paterna chiudendo la porta dietro di se.

La ragazza, prima di andare via da casa aveva scritto una lettera per Joel, nella quale gli chiedeva di prendersi cura di sua sorella e, prima di abbandonare definitivamente Lom l’aveva imbucata nella casella delle lettere della casa del brav’uomo.

Così, con il temporale che infuriava su di lei, la ragazza svanì definitivamente attraverso la nebbia magica di Lom senza voltarsi indietro…

La mattina dopo, quando Joel si svegliò e controllò la posta, lesse la lettera di Lein e, mentre si dirigeva da Lilly per darle la notizia pensò Lein, perché non mi hai avvisato ? Ti dovevo dare una cosa molto importante !”

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 ***


CAPITOLO N. 5 “ PUREZZA”

Ormai era in viaggio da cinque giorni.

Dovette fare il giro inverso, perché, quello che passava da Lom a Molins era pieno di soldati.

Ora, Lein si trovava davanti alla città di Way e, mentre ne varcava l’entrata, stremata dal viaggio pensò “Spero di incontrare qualcuno di gentile, perché sono davvero stravolta…” , ma, mentre questo pensiero le turbinava nella testa, una decina di soldati armati la circondarono.

Lein cercò una via di fuga ma, i soldati strinsero ancora di più il cerchio.

Lein era davvero spaventata…

“Ciao, mocciosa, dove va i di bello ?”, le chiese un soldato in tono arrogante.

“Sto cercando una locanda per poter riposare.”, gli rispose Lein cercando di mantenere la calma.

I soldati risero e, il primo che aveva parlato le disse sorridendo: “No. Mi spiace, tu verrai al palazzo della regina Lisa.”

Lein, per niente disposta a obbedirgli, gli rispose: “ Non ci penso nemmeno. E poi,chi è questa regina Lisa ? Non ne ho mai sentito parlare.”

Il soldato che aveva parlato prima, non le rispose e sorrise soltanto.

Improvvisamente, Lein perse i sensi e cadde per terra.

Infatti, a un cenno del soldato che le aveva parlato, un altro soldato colpì Lein al collo facendole perdere i sensi.

“Molto bene, soldati. Ora portiamo questa mocciosa al principe Rik; sono certo che l’apprezzerà molto.”, disse loro il soldato che aveva parlato prima.

Così dicendo, due soldati sollevarono Lein e, seguiti dagli altri si diressero verso il palazzo della regina Lisa.

Ormai era giunto il tardo pomeriggio…

Il sole, lentamente stava tramontando sulle case di Way e assunse una sfumatura tra l’arancione e l’oro…

Way era una piccola cittadina situata a sud ovest del fiume Ileno ed era immersa nella pianura.

La cittadina era governata dalla famiglia Ceni,che era formata da Re Itos (un uomo ricco e prepotente), la regina Lisa (una donna acida e priva di compassione tranne che per i suoi familiari) e da Rik, il figlio dei due sovrani.

La regina Lisa era molto famosa perché imponeva agli abitanti di Way di vestirsi secondo i suoi gusti, solo suo marito e suo figlio potevano vestirsi liberamente.

Purtroppo, anche tra gli abitanti della città era diffusa la mentalità della regina, infatti, chi non aveva il vestito nuovo (ogni due settimane) veniva declassato e considerato inferiore.

Poco distante dal centro della città era situato un immenso parco verdeggiante al quale ogni abitante doveva prestare la maggiore attenzione, perché, chiunque lo sporcasse veniva punito dai sovrani in persona.

L’acqua delle fontane del parco era fresca e cristallina.

In questo parco c’erano tre bambini che giocavano a palla e, tutti e tre indossavano il vestito della settimana.

Ad un tratto comparve un quarto bambino che chiese agli altri di poter giocare con loro.

L’ultimo bambino arrivato però, non aveva il vestito della settimana, ma era vestito con abiti modesti fatti in casa.

I tre bambini lo squadrarono e, uno di loro gli disse acidamente: “ No ! Non puoi giocare con noi ! Non hai neanche il vestito di questa settimana !”

“Lo so. Ma la mia famiglia è molto povera e non può permettersi di comparare un vestito ogni due settimane.”, gli rispose il bambino più piccolo sull’orlo delle lacrime.

Gli altri tre bambini risero e, uno di loro disse al nuovo venuto : “ Allora arrangiati ! Noi giochiamo solo con quelli del nostro livello !”.

Cose da matti ! Non posso crederci !” , pensò qualcuno fino a quel momento nascosto da alcuni cespugli…

Qualcuno, che, fino a quel momento aveva assistito alla scena comparve davanti ai quattro bambini e disse ai tre bulletti, in tono arrabbiato : “Siete degli stupidi ! Non si giudica qualcuno dall’apparenza.”.

I quattro bambini si voltarono di colpo e videro un ragazzo di diciassette anni, con i capelli biondi, gli occhi azzurri, e di statura abbastanza elevata.

Il ragazzo era vestito con dei pantaloni grigi e una maglietta a mezze maniche su cui c’era una felpa di lana verde smeraldo.

Il ragazzo aveva un’espressione arrabbiata e fissava i tre arroganti.

Dopo la sorpresa iniziale, uno dei bulli esclamò : “ Ma tu sei Rik: il figlio della regina Lisa !”

Il bambino più piccolo, si rivolse a Rik e gli disse in tono supplicante: “ Ti prego, non dire a tua madre che la mia famiglia non compra i vestiti ogni due settimane o finiremo nei guai !”

“Non preoccuparti. Non le dirò nulla e poi penso che questa regola dei vestiti sia inutile e stupida.”, gli rispose gentilmente il ragazzo sorridendo.

“Grazie !” , esclamò il bambino piccolo commosso.

“Vieni. Andiamo a giocare a palla, ti va ?” , gli chiese Rik sorridendo.

I tre bulli restarono di stucco e non riuscirono a proferir parola dallo stupore.

Nel frattempo, Rik conobbe il bambino.

Si chiamava Frank e aveva undici anni.

Era ormai sera inoltrata quando Rik tornò a casa e, incontrando sua madre all’ingresso del palazzo capì, dalla sua espressione, che, di lì a poco sarebbe successo qualcosa.

Infatti, la madre gli disse sorridendo: “Ciao, Rik. Seguimi, c’è una sorpresa per te.”

Rik, conoscendo sua madre cominciò a preoccuparsi ma la seguì lungo l’interminabile corridoio che conduceva alla sala del Trono.

“Mamma, cos’hai combinato questa volta ?”, le domandò Rik.

La madre sorrise e rispose al figlio: “Niente, Rik. Non preoccuparti. Ora vedrai.”

Quando finalmente, Rik e sua madre entrarono nella sala del trono, il principe di Way vide una ragazza dai lunghi capelli azzurri e gli occhi verdi che li fissava minacciosa.

La ragazza aveva i polsi legati da una corda, la quale era legata all’altra estremità ad un palo di legno nel centro della stanza.

Il soldato che era vicino al palo disse a Rik in tono solenne: “Mio sovrano, questo pomeriggio, mentre perlustravo la città con i miei soldati, ho trovato questa ragazza che era in cerca di un posto per riposare, quindi ho pensato di portargliela. Sicuramente le farà molto piacere.”

Rik rimase sconvolto da quello che era successo.

Rik, non sapeva che fare ; era arrabbiato e triste nel vedere quella povera ragazza legata.

Lui non ammetteva queste cose !

Purtroppo, i suoi genitori erano crudeli e, l’unico modo per salvare quella ragazza era stare al gioco, quindi, Rik disse : “Grazie, comandante Vark. Apprezzo molto il tuo dono.”

“Senza contare che sei grande ormai, quindi devi prender moglie.”, gli disse la madre.

“Cosa ? Ho solo diciassette anni !”, esclamò Rik imbarazzato.

Lein sentendo quelle parole esclamò furiosa: “Cosa ?! Dovrei sposarmi con lui ? Non ci penso nemmeno !”

Tutti si voltarono verso la ragazza e, il soldato le diede una frustata che la fece accasciare al suolo, poi le disse in tono minaccioso: “Non azzardarti mai più ad avere quel tono con il principe di Way ! Hai capito ?!”

Lein, ancora più incollerita, gli rispose : “Non sono affari tuoi ! Sposatelo tu se ci tieni !”

Il soldato frustò nuovamente Lein, poi sorrise con aria malvagia.

Mannaggia a te ! Perché non stai zitta ? Non capisci che così ti cacci solo nei guai ?!” ,pensò Rik guardando la ragazza.

Rik, furioso capì che doveva agire subito o per quella ragazza, le cose si sarebbero messe davvero male.

“Allora, ti piace ? Sennò, tuo cugino Janpol ha detto di essere interessato.”, gli disse sua madre.

Rik le rispose: “ Sì ! Voglio che sia mia !”

La madre, soddisfatta sorrise e gli disse: “ Bene, Rik. Allora prendila.” , e uscì dalla sala.

Rik si avvicinò alla ragazza e, sciogliendo la fune legata al palo, le ordinò, nel tono più crudele che riuscì ad avere: “Avanti, alzati !”

Lein, sofferente, ma ancora arrabbiata gli rispose: “ No ! Non prendo ordini da nessuno !”

Il soldato fece schioccare la frusta con l’intenzione di colpire la ragazza, ma, il ragazzo si mise davanti e si fece colpire apposta facendogli credere che fosse un incidente.

Il soldato, terrorizzato disse a Rik : “ Oh…mi scusi. Non avevo intenzione di colpire Lei. Mi perdoni !”

Lein, invece si era accorta che Rik l’aveva fatto a posta per proteggerla e ne era rimasta sbalordita.

Rik disse furente al soldato: “Sparisci subito e forse ti perdonerò !”

Il soldato obbedì e svanì dietro la porta della grande sala.

Rik, poi si abbassò verso Lein e le sussurrò : “ Stai al gioco.”

Lein, stupita voleva chiedergli spiegazioni, ma, l’improvvisa entrata del padre di Rik glielo impedì.

Il re era un uomo grassottello, con gli occhi azzurri e i capelli biondi, poi, avvicinatosi al figlio gli disse allegramente: “Ciao, figliolo. Tua madre mi ha detto tutto e sono felice per te.”, poi guardando verso Lein disse:” Sono sicuro che sarà un’ottima moglie !”

Lein stava per rispondere incollerita, ma, un pizzicotto di Rik glielo impedì.

“Grazie. Ora devo portarla in camera per domarla.”, gli rispose Rik.

Quando i due ragazzi arrivarono nella camera di Rik, il ragazzo si mise a cercare qualcosa.

Nel frattempo, Lein, furiosa gli chiese: “Si può sapere da che parte stai ?”

Rik, indignato le rispose: “ Sto solo cercando di aiutarti ! E poi non prendertela con me ! Che c’entro io ?!”, poi, si voltò nuovamente per riprendere la ricerca del misterioso oggetto.

Lein, ammutolita da quella frase non ribattè e osservò il ragazzo.

Rik si voltò verso la ragazza impugnando un coltello dalla lama affilata.

Lein, terrorizzata esclamò : “ Ehi ! Cos’hai intenzione di fare con quel coltello ?!”

“Non preoccuparti. Voglio solo slegarti.”, e le si avvicinò liberandola dalla fune che le legava i polsi usando il coltello.

“Grazie.”, gli disse Lein quando fu libera e massaggiandosi i polsi continuò a guardare incuriosita quel ragazzo.

“Figurati.” , le rispose Rik, poi chiese: “Come ti chiami ? Da dove vieni ?”

Lein, sospettosa, gli chiese: “ Cosa vuoi da me ?”

Rik, comprendendo la diffidenza della ragazza, le rispose: “Stai tranquilla. Non voglio tenerti qui contro la tua volontà. Appena sarà possibile ti farò scappare. Fidati di me.”

Lein fissò quegli occhi azzurri e, alla fine cedette.

“D’accordo.”, disse la ragazza e spiegò a Rik la sua storia.

Quando la ragazza ebbe finito di narrare le sue avventure, Rik iniziò a parlarle di se.

“Non ce la faccio più a vivere così ! I miei genitori sono così crudeli. Io odio le tirannie e vorrei fuggire da tutto questo.”, le disse il ragazzo.

Lein, sbalordita, gli disse: “Ma hai tutto quello che vuoi !”

Rik la guardò intensamente negli occhi, poi le rispose: “Non ho la cosa più importante: la libertà ! Prima, ad esempio sono stato costretto a trattarti male per salvarti. Poi devo obbedire a due persone di cui non approvo minimamente la mentalità…non è facile fingere giorno per giorno, sai ?”

Lein, con aria afflitta, gli rispose: “Ti capisco. Ma sarebbe difficile far avverare il tuo sogno; dare la libertà a tutte le persone del mondo. Sarebbe davvero bellissimo !”

Appena la ragazza finì di pronunciare quelle parole, sul palmo della sua mano sinistra comparve una stella a sei punte che si illuminò di azzurro.

Poco dopo, anche sulla mano sinistra di Rik si ripetè lo stesso fenomeno.

I due ragazzi si guardarono sconvolti.

“Cos’è ?” , chiese Lein perplessa.

“Non ne ho idea.”, le rispose Rik sbalordito.

“Comunque, credo che sia meglio tenere nascosto questo stemma. Almeno fino a quando non sapremo cos’è.”, disse Lein preoccupata.

I giorni trascorrevano tranquilli al palazzo di Way e, Rik e Lein andavano sempre più d’accordo e recitavano davvero bene in presenza dei sovrani !

Man mano che i giorni passavano, i due ragazzi stavano aprendo i loro cuori all’altro e, lentamente, stavano diventando molto di più che semplici amici e, a loro insaputa, stavano facendo avverare un’antica leggenda…

Tra i due ragazzi si stava sviluppando un’amicizia molto profonda.

Rik e Lein andavano in giro per Way e tornavano solo per mangiare.

Una mattina, mentre erano al parco della città, i due ragazzi,che in quel momento erano seduti in un prato verde chiacchierarono un po’.

Più Rik conosceva quella ragazza e più se ne sentiva attratto e, la stessa cosa valeva per Lein nei confronti di Rik.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6 ***


CAPITOLO N.6 “CORAGGIO”

I benefici raggi del sole stavano lentamente lasciando il villaggio di Dengrid, disegnando un bellissimo dipinto dorato nel cielo del crepuscolo.

I confini delle montagne erano illuminati dai raggi del sole morente…

Di lì a poco sarebbe già comparsa la prima stella della notte, con la sua luce avrebbe illuminato la volta celeste del mondo intero…

Dengrid era un paesino molto piccolo ed era situato a nor-ovest del fiume Ileno.

Dengrid era immerso nelle montagne verdi e misteriose ed era a pochi passi da Molins.

Dengrid era governato da un manipolo di soldati al servizio dei Lison, infatti, la potente famiglia di Molins ricattava ignobilmente gli abitanti di Dengrid.

La famiglia Lison, tramite i suoi soldati, ogni mese riscuoteva delle tasse o le coltivazioni e, se gli abitanti non potevano pagare, i soldati li riducevano in schiavitù .

Era quasi calato il buio e, nel bosco vicino al villaggio, l’oscurità era quasi completa.

Due ragazzi stavano giocando nel bosco, quando un orso piombò loro davanti.

I due ragazzi erano davvero spaventati.

Il più piccolo si arrampicò su un albero, poi gridò al fratello maggiore: “ Cody, scappa !”

Cody, un ragazzo sui sedici anni, con i capelli neri, gli occhi azzurri e abbastanza alto per la sua età rispose al fratello: “ Non posso ! Ormai è troppo vicino ! Perché non gli tiri qualche pigna in testa da lassù ?”

John, il fratello di Cody aveva 12 anni,aveva i capelli neri e gli occhi verdi.

Ma, il fratello gli rispose: “ No ! Ho troppa paura !”

L’orso intanto, era a meno di un metro da Cody.

Cody era davvero terrorizzato vedendosi quell’ammasso di peli e denti aguzzi davanti.

Cody non sapeva che fare.

In un primo momento, il ragazzo pensò di ferire l’aniomale con il suo pugnale, quello che portava attaccato alla cintura dei pantaloni,ma si rese conto che non sarebbe servito a molto.

L’unica cosa di cui era sicuro era che se non avesse fatto qualcosa, nessuno avrebbe potuto salvarlo.

Così, Cody, come in preda a un trance levò la mano sinistra, sulla quale, quasi subito brillò una stella a sei punte azzurra, poi disse << uloi des ! >>.

L’orso improvvisamente fu colpito da una sfera elettrica che lo mise k.o. per qualche minuto.

L’animale, appena si fu ripreso scappò via per lo spavento.

Cody nel frattempo uscì dal trance e sentì suo fratello chiedergli: “ Come hai fatto ? Cos’era quella magia ?”

Cody, un po’ perplesso, gli rispose: “ Non ne ho idea…Dai scendi che torniamo a casa.”

Così, i due fratelli tornarono a casa e, lungo la strada continuarono a studiare la stella a sei punte che c’era ancora sul palmo della mano sinistra di Cody e chiedendosi cosa fosse successo…

Quando Cody e suo fratello arrivarono a casa raccontarono ai genitori quello che era successo, poi, il primo fece vedere lo stemma sulla sua mano ai genitori e chiese loro: “ Secondo voi, cos’è ?”

I due genitori si scambiarono delle occhiate preoccupate, poi, rivolgendosi al figlio, il padre disse: “ Mi dispiace, Cody, ma non è ancora il momento di dirtelo.”

Cody esclamò infuriato“Allora voi sapete cos’è ! Perché non me lo volete dire ?! Non è giusto ! Io…”

“Ora basta, Cody ! Se abbiamo preso questa decisione è per il tu bene, quindi ora vai subito a dormire e senza discutere !”, lo rimproverò suo padre.

Cody, volendo molto bene ai genitori, non si sarebbe mai ribellato, quindi, senza dire niente andò in camera sua infuriato.

Cody era molto coraggioso e credeva nella Speranza e, quando vedeva qualcuno nei guai faceva di tutto per aiutarlo anche a rischio di finire nei guai.

Ma, adesso, Cody era davvero furioso: i suoi genitori, non gli avevano mai nascosto nulla !

Cody era confuso, arrabbiato e, per la prima volta spaventato.

Nel buio della sua camera, sotto le calde coperte del suo letto, Cody cercava una spiegazione a quello strano evento senza però riuscire a trovarne alcuna…

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7 ***


CAPITOLO N. 7 “MOLINS SOTTO ASSEDIO”

Il sole tramontò malinconico dietro i grattacieli di Molins, lasciando il posto a una dolce sfumatura blu-fucsia, che, lentamente stava coprendo il cielo notturno.

La grande città era tetra e silenziosa, niente si muoveva all’interno delle sue mura.

Molins, verso sera sembrava davvero una città fantasma anche se, i locali erano pieni zeppi di gente che ballava e si divertiva.

L’unica cosa che si muoveva all’interno di quella città erano i capelli castani di Ken che volavano alla dolce brezza della sera.

Ken era sul grattacielo più alto della città e guardava tutte le luci di Molins da lassù.

Quello era il suo posto preferito, perché da lì poteva vedere tutta Molins, le montagne che c’erano oltre e delle terre selvagge che avrebbe tanto voluto visitare prima o poi.

Lo sguardo di Ken esprimeva una grande malinconia, il ragazzo pensò “Chissà se un giorno potrò andare via da qui ? Chissà cosa c’è oltre queste mura di cemento ?”

Ken aveva un unico sogno: andare via da Molins per sempre e non tornare mai più.

Lui avrebbe tanto voluto viaggiare in continuazione per scoprire il mondo e conoscere nuove persone, in attesa di trovare quelle giuste.

Ken, in compagnia dei suoi pensieri, si diresse verso casa.

Quella notte, Ken dormì un sonno irrequieto, come se avesse il presentimento che, molto presto sarebbe successo qualcosa di brutto…

Il mattino dopo, Ken si svegliò a suon di esplosioni e di grida terrorizzate.

Ken, preoccupato andò subito a svegliare sua madre.

La madre, in tono agitato, gli disse: “Forse non è ancora troppo tardi ! Sbrigati ! Allontanati da Molins, subito !”

“Cosa ? Ma che stai dicendo ? Tu cosa farai ? Non posso lasciarti qui !”, le rispose Ken spaventato.

La madre, in tono severo gli rispose: “ Ho detto VAI ! Non fartelo ripetere ! E non farti prendere da quei soldati !”

Ken obbedì e, dopo aver preparato uno zaino con un po’ di cibo salutò sua madre per l’ultima volta ignorando il motivo per il quale sua madre non fosse andata con lui.

La madre lo guardò uscire e pensò Buona fortuna, Ken. Ne avrai davvero bisogno !” e si diresse anche lei verso l’uscita decisa ad attirare l’attenzione dei soldati su di lei, in modo da permettere al figlio di fuggire da Molins.

Quando il ragazzo uscì dal suo palazzo, si guardò introno e, mentre correva all’impazzata per raggiungere i confini di Molins restò allibito dall’atroce massacro che si presentò ai suoi occhi.

In città, il panico dilagava.

Molins era piena di minacciosi soldati a cavallo vestiti con armature completamente nere che maneggiavano terribili spade contro gli abitanti indifesi.

Ovunque c’era gente che scappava e che urlava disperata.

Maghi e Cavalieri stavano gettando Molins nel panico più nero…

Tra le magie e gli incantesimi dei maghi e le azioni violente dei soldati, nella città c’ero lo scompiglio totale.

Devo sbrigarmi.” pensò Ken mentre attraversava di corsa la città.

All’improvviso, davanti a Ken comparve un uomo sui sett’anni, che, sofferente, si accasciò al suolo.

Ken, sconvolto, si chinò su di lui e gli chiese: “Cosa sta succedendo ? Posso aiutarti ?”

L’uomo, per un primo momento, lo guardò intensamente, poi, con un gran vigore nella voce, gli rispose: “ L’Esercito del Nuovo Ordine ci ha attaccati. Ha sterminato la famiglia Lison. Tu sei l’unico che possa fare qualcosa ! Scappa e non farti…” ma, improvvisamente dalla gola dell’uomo spuntò una lama insanguinata.

Infatti, un soldato nemico aveva ucciso l’uomo prima che potesse finire la frase.

Ken si alzò di scatto e si accorse che una decina di soldati vestiti di nero lo avevano circondato.

Il soldato assassino, dopo aver estratto la sua spada dalla gola del malcapitato Ken e gli chiese sorridendo con voce gentile, che, però celava molta cattiveria: “ Come ti chiami, ragazzo ?”

Ken, adirato per l’uccisione dell’anziano gli rispose: “ Non sono affari tuoi !”

Il soldato sorrise e , poco dopo, Ken fu bloccato alle braccia da due soldati.

Il soldato di prima, avvicinandosi al ragazzo, gli puntò la spada alla gola e chiese nuovamente : “Non ho sentito, ragazzo. Come ti chiami ?”

Ken, non avendo altra scelta, gli rispose: “Ken.”

Il soldato abbassò la spada e gli chiese: “ Bene, Ken. Dove stavi andando ?”

Ken gli rispose: “ Non lo so.”

Il soldato incuriosito, gli chiese: “ Come non lo sai ?!”

Ken tacque, perché aveva detto la verità.

Sua madre gli aveva solo detto di lasciare Molins e non dove andare.

I soldati a un cenno del loro comandante lasciarono andare Ken.

“Va bè, non importa.”, disse il soldato con aria divertita, poi continuò il discorso rivolto al ragazzo : “Io sono il comandante Grover e faccio parte dell’Esercito del Nuovo Ordine. Perché non ti unisci a noi ?” , e guardò anche gli altri soldati.

Ken si sarebbe aspettato tutto da quell’uomo crudele ma, sicuramente, non quella bizzarra proposta.

Il ragazzo era sbalordito e spaventato al contempo.

“Ma come puoi chiedermi una cosa simile ?” , chiese Ken infuriato a Grover.

Grover, facendo il finto tonto, gli chiese stupito: “Perché ? Cos’è successo ?!”

Ken, ancora più adirato gli rispose: “Avete attaccato questa città e state massacrando della gente innocente e indifesa ! Ecco cos’è successo !!!”

Grover, dopo un breve silenzio disse al ragazzo, con il tono più sincero che riuscì ad avere: “Ken…il vero obbiettivo di questo esercito è quello di eliminare per sempre tutti i nobili e i loro privilegi dal mondo. Noi vogliamo semplicemente riportare tutte le persone allo stesso livello.”

Ken, non lasciandosi convincere, gli rispose: “ Ah… è per questo che avete ucciso tutta quella gente ? Nessuno ha il diritto di togliere la vita a un’altra persona, anche se è un soldato ! Anche la persona più spregevole ha diritto a una seconda possibilità !”

Grover iniziò a spazientirsi,“Accidenti ! Che testa dura ! Se non fosse Lui, lo avrei già ucciso !”, pensò Grover guardando Ken.

Grover fece un ultimo tentativo e disse: “ Ken. Abbiamo dovuto eliminare quelle persone perché loro erano abituate ai loro precedenti padroni e avevano paura dei cambiamenti, anche se questi potevano migliorare la loro vita. Ormai erano talmente in balia di quelle persone che non avrebbero più lottato per ottenere la libertà perché si sentivano al sicuro con loro. Lo capisci ?”

Ken restò interdetto da quelle parole; era davvero confuso.

Sua madre gli aveva detto di fuggire al più presto dalla città, ora quel soldato gli aveva detto quel discorso sulla libertà…

Non sapeva proprio cosa fare…

Però, mia madre mi ha detto di allontanarmi dalla città e di non farmi prendere dai soldati… , pensò Ken confuso.

“Suo padre vuole riprendersi Ken. Ma ti da ancora una possibilità per tornare al suo fianco. Se fossi in te accetterei.”, le disse un soldato dall’aria spregevole impugnando un l unga spada insanguinata.

“Non avrà mai nostro figlio ! Ken non è nato per servire il Male ! In quanto a me, non tornerò mai al suo fianco perché è un uomo crudele e insensibile !”

“ Mi spiace deluderti, ma, sicuramente, il mio comandante e altri soldati, ormai avranno già trovato tuo figlio e lo convinceranno a far parte del nostro esercito. Stanne certa ! Comunque, visto che hai rifiutato la proposta del nostro Re, ti devo uccidere. Sei troppo pericolosa, il Re non può correre il rischio di lasciarti viva. Addio !”, le disse il soldato in tono minaccioso.

Mentre infuriava la battaglia, la madre di Ken venne uccisa…

“Allora, Ken ? Cos’hai deciso ?” gli chiese Grover impaziente.

“Verrò con voi.” , gli rispose il ragazzo pensando che quella fosse la soluzione giusta.

Sul volto di Grover comparve un sorriso malvagio, poi disse: “ Bene, Ken. Ora monta con me. Quando arriveremo al castello di Re Fenix avrai un cavallo tutto tuo.”

Detto fatto, Ken montò sul cavallo di Grover e, insieme a una dozzina di soldati, il gruppo lasciò Molins, che, ormai era solo un ammasso di macerie fumanti…

I soldati si stavano allontanando da Molins e Ken era con loro.

“Tra poco arriveremo al castello di Re Fenix, Ken. Non preoccuparti, non ci vorrà molto.”, gli disse Grover in tono tranquillo.

Ken, che montava dietro di lui, nel frattempo pensava se aveva davvero preso la decisione giusta.

Qualcosa, nell’animo del ragazzo, gli diceva di non fidarsi di quei soldati e delle loro parole, ma la sua voglia di avventura e di lasciarsi il passato alle spalle era troppo forte…

Verso mezzogiorno, la truppa dei soldati arrivò nelle vicinanze del castello di Re Fenix.

Il castello del sovrano era davvero immenso, era circondato da un fossato nel quale c’era dell’acqua per proteggerlo da eventuali attacchi.

Era una costruzione di pietra arenaria,dall’aspetto imponente e con molti passaggi segreti,che gli aveva detto Grover.

Più si avvicinava al castello e più il ragazzo si rendeva realmente conto di quanto fosse grande e, lentamente, un senso di inquietudine si insinuò nel suo cuore.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8 ***


CAPITOLO N. 8 “PRESTO,FUGGI !”

Era giunto il primo pomeriggio ormai,e su Naklis era scesa una fitta nebbia che rendeva impossibile vedere qualsiasi cosa pochi metri di distanza.

Ormai era quasi giunta la fine di dicembre, e il clima si faceva sempre più freddo è più rigido.

Mariam anche quel giorno era andata sulla collina che sovrastava il paesino, per godere un po’ di tranquillità prima di tornare a casa per sbrigare le ultime faccende del giorno…

Finalmente un po’ di riposo…”, pensò Mariam guardando il suo paese dalla collina.

Già,perché il mattino era andata a scuola e, ora finalmente aveva un po’ di tempo per se stessa.

“Mariam !”, la chiamò una voce agitata da dietro la collina.

Quando Mariam si voltò vide suo padre correre velocemente nella sua direzione e, nella mano destra stringeva qualcosa di piccolo e misterioso coperto da un pezzo di stoffa.

Mariam gli corse incontro e, con un tono nervoso , gli chiese: “ Papà, che succede ?”

La ragazza aveva sentito nella voce del padre un certo spavento, quindi le era sembrato subito chiaro che ci fosse qualcosa che non andava.

Il padre la guardò con aria terrorizzata, poi le diede il fagotto.

La ragazza, incuriosita, aprì il fagotto e trovò una pietra dorata di forma sferica e perfettamente levigata.

Prima che gli potesse chiedere qualcosa, suo padre le disse: “ Mariam. Non separarti mai da questa gemma: è la tua forza. Ora scappa, poi raggiungi Lom. Lì chiedi di un sacerdote di nome Joel. Fagli vedere la pietra. Lui saprà cosa fare. Ora vai e stai attenta a quei soldati vestiti di nero; quando li vedi scappa, ok ?”

Mariam, ora seriamente preoccupata vedendo suo padre così terrorizzato, gli chiese: “ Ma perché tutta questa fretta ? Cosa sta succedendo ?”

Il padre, la guardò dritto negli occhi, orgoglioso di lei e le disse chiamando a raccolta la poca calma che gli era rimasta per non spaventare ancora di più la figlia : “Mariam, tu sei una persona speciale e puoi cambiare tante cose. L’Esercito del Nuovo Ordine ha attaccato il nostro villaggio e ti sta cercando, quindi vattene prima che ti trovi !”

“Ma non posso abbandonare te, la mamma e tutti i miei amici !” , esclamò Mariam sull’orlo delle lacrime.

“Mariam, noi tutti ti vogliamo bene ed è per questo che ci stiamo sacrificando per te. Non rendere inutile il nostro sacrificio ! Vai e non arrenderti mai ! Saremo sempre con te; potrai trovarci nel tuo cuore. Ora, vai…ti prego.”,le disse il padre seriamente.

Mariam, si sentì davvero persa e spaventata.

Mariam guardò negli occhi suoi padre, poi, si voltò e iniziò a correre più veloce che poté verso la foresta, con le lacrime umide che le bagnavano il volto…

Dalla collina, suo padre la guardò svanire tra i maestosi alberi della foresta; le lacrime solcavano il suo volto perché sapeva che non avrebbe mai più rivisto la figlia.

Il padre delle ragazza, si diresse verso il villaggio per distogliere l’attenzione dei soldati da Mariam, permettendole così di guadagnare tempo e di mettersi in salvo.

Buona fortuna, Mariam. Sii forte !”, pensò suo padre mentre correva giù per il pendio che portava al centro del villaggio…

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9 ***


CAPITOLO N. 9 “VAGANDO SOTTO LA LUNA

La luna piena disegnava una perfetta sfera luminosa nel cielo scuro della notte…

Tra gli alberi di un bosco, una figura vagava senza meta.

Il suo viso era ancora bagnato da lacrime innocenti…

Mariam era ancora sconvolta dagli avvenimenti di quella giornata e non aveva la minima idea di come raggiungere Lom; aveva solo sentito parlare nelle leggende di quel paesino incantato, ma, a quanto le aveva detto suo padre, Lom doveva esistere davvero.

Mariam, stanca da quella lunga camminata si sedette ai piedi di un’enorme quercia in quel bosco immenso e gelido; ovunque c’era neve candida.

Ai piedi della quercia, la ragazza spostò un po’ di neve e si sedette.

Sotto la luce della luna, la ragazza tirò fuori dal pezzo di stoffa la gemma sferica che le aveva dato il padre restando a contemplarla a lungo, scorgendone la perfetta superficie levigata.

All’improvviso, Mariam vide che sul palmo della sua mano sinistra era comparsa una luminosa stella a sei punte che risplendeva di una luce azzurra.

Dopodichè, la ragazza cercò di coprirsi più che potè con i vestiti che aveva indosso,ma il freddo si sentiva lo stesso.

Se non mi faccio venire un’idea subito rischio di morire congelata. Però se accendo un fuoco, quei maledetti soldati potrebbero localizzarmi… Forse potrei fare come gli animali e scavarmi un nascondiglio nella neve…chissà mai che funzioni !?”, pensò la ragazza.

Così, Mariam si scavò un piccolo rifugio nella neve e vi si rannicchiò e, con suo grande stupore, si accorse che funzionava davvero; stava al caldo lì dentro !

La ragazza, troppo stanca a causa della fuga improvvisa dal suo paese, si addormentò nella quiete della foresta, circondata dagli animali notturni e dai suoni della natura che le stavano intorno…

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10 ***


CAPITOLO N. 10 “LA VERITA’”

La volta celeste era luminosa quella notte e Insir era illuminata da una miriade di stelle…

Terry, dopo aver fatto addormentare suo fratello con una storia inventata da lei, si diresse verso la propria camera e si mise sotto le coperte del suo caldo letto.

Mentre pensava al futuro, Terry notò uno strano stemma a sei punte che brillava di una misteriosa luce azzurra, sul palmo della sua mano sinistra.

Dopo averlo guardato affascinata per qualche minuto, Terry si alzò e si diresse dai suoi genitori per mostrarglielo.

Quando la ragazza raggiunse la porta della sala sentì che i suoi genitori stavano parlando in tono sommesso proprio di lei…

“Ma non possiamo dirglielo. E’ ancora troppo presto !”, disse preoccupata sua madre.

“ Non Katrin, non è troppo presto. E poi, quel dannato esercito ha già attaccato molti villaggi e città in cerca di lei e dei suoi compagni. Temo che presto quell’esercito arriverà anche qui. Prima se ne andrà e meglio sarà per lei.”, disse suo padre rivolto alla moglie.

Terry, sconvolta da quella notizia che i genitori le avevano nascosto, irruppe in sala ed esclamò adirata verso di loro: “Cosa mi state nascondendo, eh ?”, poi, mostrandogli lo stemma luminoso sulla mano sinistra, gli chiese: “ Questo c’entra qualcosa ?!”

I genitori non si stupirono affatto quando videro lo stemma e, dopo essersi scambiati delle occhiate complici, sua madre le disse: “Terry…siediti per favore.”

Terry, che a stento controllava la rabbia che la pervadeva, si sedette, poi esplose e chiese ai genitori: “ Perché mi avete tenuto un segreto ? Ci siamo sempre detti tutto !”

Il padre, seriamente, le rispose: “Perché, secondo la leggenda, dovevamo aspettare che ti spuntasse quello stemma per dirtelo.”

Terry, incuriosita, gli chiese: “ Quale leggenda ?”

La madre iniziò a spiegarle dell’Antica leggenda dei Cavalieri della Speranza.

Terry conosceva già quella storia e pensava che fosse tutta un’invenzione, come le altre storie.

Quindi, quando sua madre ebbe terminato il racconto le disse: “Ma dai, mamma ! E’ soltanto una storia !”

Suo padre le disse in tono molto serio: “ Invece è successo davvero.”

Terry guardando bene le espressioni dei genitori capì che non le stavano mentendo.

“ Ma è successa moltissimi secoli fa ! Io cosa c’entro ?”, chiese loro Terry.

“C’è sempre una nuova generazione di Cavalieri della Speranza. Noi lo sapevamo dal momento della tua nascita da un nostro informatore, ma dovevamo aspettare che ti comparisse quello stemma sulla mano.”, le rispose sua madre.

Terry, ancora scioccata, chiese loro : “ Non ci credo… Cosa dovrei fare ?”

I genitori risposero alla domanda della figlia e le spiegarono diverse cose sui Cavalieri della Speranza, anche dettagli che prima non le avevano mai narrato e che lei doveva custodire gelosamente, per parlarne solo con i suoi nuovi compagni d’avventura, quando li avrebbe trovati.

Ad esempio, le raccontarono che lo stemma a forma di stella, quando appariva per la prima volta restava luminoso solo per ventiquattro ore, poi sarebbe scomparso, per poi riapparire solo quando lei avesse fatto qualche magia o avesse toccato la sua gemma magica.

Suo padre le porse una gemma sferica azzurra, dalla superficie perfettamente levigata.

Poi le disse: “ Terry, non perdere mai questa gemma. Se sei nei guai devi stringerla forte.”

La ragazza annuì.

Poco dopo apparve la madre di Terry con uno zaino.

“Tieni. Qui ci sono un po’ di provviste, qualche coperta e un po’ di soldi. Sicuramente ne avrai bisogno.”, le disse sua madre con gli occhi lucidi.

“ Grazie.” , le rispose Terry cercando di farsi coraggio.

“ Ora devi raggiungere Lom. Per entrare nel paese dovrai stringere la tua gemma. Quando sarai lì cerca un sacerdote di nome Joel, lui saprà cosa fare.”, le disse sua madre.

“Sì, ma come faccio a trovare Lom ? Non ci sono mai stata.” , disse Terry.

“Nello zaino ti ho messo una cartina. Ora vai e buona fortuna.”, le rispose sua madre.

Suo padre, poi, le disse: “ E sta attenta agli uomini vestiti di nero: quelli sono i tuoi nemici. Nasconditi quando li vedi.”

Così, dopo aver salutato i suoi genitori, Terry lasciò la sua città natale, inconsapevole del fatto, che, il giorno dopo sarebbe stata attaccata dall’Esercito del Nuovo Ordine…

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11 ***


CAPITOLO N. 11 “ UNA COPPIA DI FUGGIASCHI”

Sulla città innevata incombeva un cielo notturno pieno di nubi,che, molto presto avrebbero portato altra neve e gelo.

Way, quella notte sembrava una cittadina fredda e desolata, ma, nelle case del posto c’era il grande calore e l’immensa felicità che ogni anno, il Natale porta con sé.

Lein e Rik erano nella Sala del Trono del Palazzo e, insieme ai sovrani stavano festeggiando la sera della vigilia di Natale.

Ormai erano già trascorse due settimane da quando Lein era stata catturata e << donata >> a Rik.

Povera Lilly… Questo è il primo Natale che trascorriamo separate,ma almeno lei è al sicuro con Joel…”, pensò malinconica Lein.

Rik,accorgendosi dell’espressione triste dell’amica, le chiese: “Che c’è che non va ?”

Lein, gli disse il motivo di tutta quella tristezza.

“Mi dispiace, ma vedrai che il prossimo Natale lo passerete insieme.”, le disse Rik per consolarla.

Lein, lo ringraziò per la sua gentilezza e per la sua amicizia.

In quei giorni, l’amicizia tra i due ragazzi era diventata sempre più profonda.

Lein e Rik non facevano altro che fingere: il ragazzo, in pubblico, le ordinava di fare qualsiasi cosa e lei obbediva docilmente.

La sera di Natale, mentre erano tutti seduti a tavola e avevano appena finito di cenare, la madre di Rik porse un fagotto a Lein e le disse con una voce suadente e un po’ imbarazzata: “Tienilo, cara. L’ho fatto con le mie mani. Ti sarà utile.”

Lein lanciò un’occhiata interrogativa a Rik, che, a quanto pareva, ne sapeva quanto lei, poi disse: “ Grazie, Vostra Maestà. Siete stata molto gentile.”

“Di niente, cara. Per la moglie di mio figlio, questo ed altro ! Dai, aprilo.”, le rispose dolcemente la regina.

Lein e Rik si guardarono a disagio, poi, la ragazza aprì il fagotto e ne uscì un maglioncino di lana molto piccolo. Lein e Rik si guardarono con un’aria molto sorpresa.

“Mamma… a cosa ci dovrebbe servire ?”, le chiese imbarazzato Rik.

“Ma è ovvio ! E’ un maglione per il vostro futuro bambino ! Non vorrete mica che si ammali !”, gli rispose sua madre sorridendo, stupita che non avessero capito lo scopo del suo regalo.

I due ragazzi arrossirono di colpo, ma grazie, alla luce soffusa delle candele, nessuno se ne accorse.

Lein tentando di salvare la situazione, esclamò : “ Già ! Come ho fatto a non pensarci prima ?! Grazie mille. Mi sarà davvero molto utile !”

“Sì, certo !”, esclamò Rik per darle man forte.

La regina Lisa rispose loro compiaciuta: “Di niente, ragazzi.”, poi rivolgendosi a Lein, le disse: “Mi raccomando, cara. Quando sarà il momento, non preoccuparti. Chiedimi tutto quello che vuoi. Sai, i bambini sono un po’ vivaci nei primi anni di vita.”

Lein, sconvolta e imbarazzata, mentì e disse: “ Certo. Grazie dell’aiuto.”

Rik, non sopportando più quel discorso disse ai suoi genitori: “Io e Lein siamo un po’ stanchi, quindi andiamo a dormire. Buona notte.”e, prendendo la ragazza sottobraccio, si avviò verso la porta della sala desiderando soltanto arrivare il più presto possibile in camera sua.

I genitori di Rik salutarono il figlio e sua << moglie >>, dopodichè continuarono i festeggiamenti.

Quando i due ragazzi furono arrivati in camera, Lein esplose e disse a Rik : “ Ti rendi conto ?! Quelli vogliono farci fare un bambino !!!”

Rik, divertito dalla reazione dell’amica, le disse per tranquillizzarla : “ E dai… non ti agitare…Dobbiamo solo guadagnare tempo e, appena se ne presenterà l’occasione, ti farò scappare.”

Lein, ancora sconvolta, gli disse: “ Rik ! Questa recita inizia a diventare un po’ troppo impegnativa. Tra un po’ i tuoi genitori vorranno vedere i fatti !”

“Lo so, ma dobbiamo avere pazienza.”, le rispose il ragazzo.

“Aspetta però !” , esclamò Rik agitato.

“ Che c’è ? Che ti è preso ?” , gli chiese Lein preoccupata.

“ Domani, il giorno di Natale, i miei andranno a fare una gita nei pressi della città da alcuni loro amici e staranno fuori fino alla sera.”, le rispose il ragazzo con un tono molto felice.

“ E allora ?”, gli chiese Lein incuriosita.

“ Allora, domani scapperemo !” ,esclamò Rik in tono risoluto.

“ In che senso scapperemo ?”, gli chiese la ragazza perplessa, anche se aveva già intuito cos’avesse in mente il suo amico.

“Non penserai che ti lascerò andare da sola ! Ci sono un casino di soldati in giro. E poi voglio andarmene da qui.”, le rispose il ragazzo.

“Ma… i tuoi genitori ? Come ci resteranno ?”, gli chiese Lein.

“Capiranno. Io non ho mai voluto governare questa città. Voglio vivere avventure, viaggiare e non restare tutto il tempo qui a strapazzare la povera gente ! Non ne posso più !”, le rispose Rik spazientito.

L’amicizia tra i due, si intensificava di giorno in giorno e, la fiducia che riponevano l’uno nell’altra si rafforzava ancora di più.

In realtà, a Rik piaceva Lein, ma non sapendo se la cosa fosse reciproca, non si era ancora dichiarato.

Lein, dal canto suo era molto affezionata a Rik, perché, oltre che ad essere un bel ragazzo pieno di buone qualità, l’aveva aiutata a sfuggire a un destino terribile.

In lui, Lein aveva trovato un vero amico nella sfortuna più nera.

Ma, essendo molto timida, la ragazza aspettava che fosse lui a dichiararsi…

Quella sera, i due ragazzi si addormentarono e sognarono un luogo pieno di colori, musica allegra e di felicità, ignorando che l’indomani sarebbe successo il finimondo e che, a Way non ci sarebbero più stai i genitori di Rik a governare…

Il mattino dopo, un soldato apparve nella stanza di Rik e di Lein e, con tono molto agitato disse al ragazzo : “Mio principe, dovete andarvene subito da Way. Siamo stati attaccati !”

Rik e Lein si guardarono preoccupati, poi, il ragazzo chiese al soldato: “Da chi siamo stati attaccati ? Cosa vogliono i nostri nemici ?”

Prima che il soldato potesse rispondergli, nella stanza comparve anche il padre di Rik provato e malconcio, che disse al figlio: “Rik, devi scappare subito da Way. L’Esercito del Nuovo Ordine ti sta cercando.” e, senza dargli spiegazioni diede a Rik una gemma sferica bianca, con la superficie perfettamente levigata. Anticipando la domanda del figlio, il re disse: “ Rik, non separarti mai da questa gemma e quando sarai nei guai dovrai stringerla forte !”

Rik prese la gemma e una strana forza lo pervase completamente.

Il padre poi, gli disse: “Ora dirigiti a Lom. Lì cerca un sacerdote di nome Joel, fagli vedere la gemma e lui saprà cosa fare. Porta con te la ragazza, non merita di morire qui. Ora andate !”

“Ma papà, non posso lasciarti qui…”, disse Rik.

Il padre, interrompendolo, gli disse adirato: “Devi, Rik ! Sei un Eletto e io ti devo proteggere a costo della vita ! Quindi, ora vai ! Quando arriverà il momento vendica tutte le persone innocenti che hanno perso la vita a causa di quel maledetto esercito !”

Così, dopo aver guardato per l’ultima volta suo padre, Rik seguito da Lein, si avviò in un passaggio segreto che, passando sotto il suolo di Way percorreva l’intera città portando lontano da essa.

Mentre Rik e Lein percorrevano di corsa il passaggio segreto per salvarsi dall’attacco nemico, nella città, sopra le loro teste infuriava una terribile e sanguinosa battaglia.

Dopo un paio d’ore, i due ragazzi uscirono finalmente dal tunnel segreto e si trovarono in un fittissimo bosco popolato da miriadi di pini e moltissimi animali selvatici.

“Dobbiamo chiudere il passaggio del tunnel.”,disse Rik a Lein.

“Ma se ci vanno gli abitanti per salvarsi ?”, gli domandò Lein preoccupata.

“Sì,hai ragione. Allora cancelliamo le nostre tracce,almeno non sapranno dove cercarci.”, le disse Rik.

“Ok.”, gli rispose la ragazza.

Dopo aver cancellato le loro tracce all’uscita del tunnel, i due ragazzi si incamminarono verso il bosco.

Quando furono certi di essere al sicuro, in una grotta nel cuore del bosco, Lein e Rik si fermarono e, la ragazza chiese all’amico: “Rik, secondo te, perché dobbiamo andare nel mio villaggio ? Io conosco Joel e non mi pare che abbia qualche abilità particolare. Tu ci capisci qualcosa ?”

Rik, in tono cupo rispose all’amica: “No. So soltanto che non sono certo di rivedere ancora i miei genitori…”

Lein tentò inutilmente di consolarlo, ma, il suo amico era davvero di pessimo umore e ne aveva tutte le buone ragioni del mondo.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12 ***


CAPITOLO N. 12 “PRENDI CORAGGIO !”

Un altro giorno d’inverno stava volgendo al termine…

Cody, come al solito era nel bosco.

Lui adorava stare in mezzo alla natura.

Quella sera, la quiete della foresta era perfetta e nel cielo ormai, di un violetto scuro, già comparivano le prime “creature celesti “ così il ragazzo chiamava le stelle luminose che brillavano nel cielo.

Ma, all’improvviso…

“Cody !” ,si sentì chiamare in lontananza.

Cody si alzò di scatto e cercò, con lo sguardo di riuscire a capire chi si stesse avvicinando nell’oscurità della foresta.

Poi, poco dopo sbucò dal folto degli alberi il fratello minore di Cody.

“Cosa succede ? Perché sei così agitato ?” , gli chiese Cody quando raggiunse il fratello.

Suo fratello, riprendendo fiato, gli rispose: “Mamma e Papà hanno detto che devono dirti qualcosa di molto importante. Dobbiamo andare a casa.”

Così dicendo, i due ragazzi si avviarono verso casa.

Quando arrivarono a casa, il fratello di Cody andò a dormire, Cody, invece, su richiesta dei genitori si sedette in cucina e aspettò con ansia cosa i due avessero da dirgli.

I due genitori, dopo essersi scambiati delle occhiate preoccupate decisero che era finalmente arrivato il momento.

“Cody… devi lasciare Dengrid e arrivare a Lom.”,gli disse suo padre.

“Cosa ? Perché ?”, gli chiese il ragazzo stupito e spaventato al tempo stesso.

La madre, con aria calma e rassegnata raccontò al figlio la Leggenda degli Antichi Cavalieri della Speranza e gli disse che lui era un loro successore.

“E allora ?”, le chiese Cody allarmato.

Il padre gli rispose: “Cody…sono pochi quelli che hanno il potere di cambiare e migliorare il mondo. Quindi, tu e i tuoi futuri compagni potreste salvare il mondo e annientare il Male per qualche altro secolo. Non puoi rifiutare. Sei stato scelto sin da quando sei nato. E’ nel tuo Destino !”

Cody, iniziando a capire il grande Dono che gli era stato concesso, calmandosi un po’ chiese al padre con voce seria: “E va bene. Ma quando arrivo a Lom,cosa devo fare ?”

Suo padre, prima di rispondere, porse a suo figlio una gemma rossa di forma sferica e perfettamente levigata, dopodiché gli disse: “ Prima di tutto: prendi questa gemma e non separartene per nessun motivo. Quando sarai nei guai stringila forte. Quando arriverai a Lom dovrai cercare un sacerdote di nome Joel, vedrai che lui saprà cosa fare.”

Cody, in un primo momento restò in silenzio assimilando ogni parola che il padre gli aveva detto, poi chiese: “Papà, quando devo partire ?”

Il padre, in tono serio gli rispose: “ Anche subito. Molte città e villaggi sono già stati devastati dall’Esercito del Nuovo Ordine. Devi sapere che quel terribile esercito ha come obbiettivo annientare te e i tuoi compagni. Prima scappi e meglio è !”

Improvvisamente comparve la madre di Cody con uno zaino pieno di viveri e di altre cose che, sicuramente sarebbero tornate utili al figlio per quel viaggio pericoloso.

La donna, quasi in lacrime guardò suo figlio, notando solo adesso come fosse cresciuto in quegli anni.

Ormai Cody non era più un bambino.

La donna sapeva che quella missione faceva parte del destino di suo figlio fin dalla sua nascita, ma, fino ad allora, non vi aveva mai dato troppo peso.

Ora, invece era arrivato il momento di lasciarlo andare e fare in modo che compiesse il suo destino.

Già, ormai Cody era un ragazzo e con una grandissima responsabilità sulle spalle.

La donna,gli disse: “ Spero che questi viveri ti bastino fino a Lom.”

“Stai attento,Cody e non perdere mai la Speranza !”, aggiunse suo padre.

“Comunque vadano le cose, noi saremo sempre orgogliosi di te, Cody ! Ora vai e buona fortuna !”,gli disse la madre dolcemente.

Il ragazzo annuì, poi, con un ultimo saluto lasciò la sua famiglia e il suo paese…

Il mattino dopo, Dengrid risuonò di urla terrorizzate.

I genitori di Cody, dopo aver messo al sicuro il loro figlio più piccolo uscirono da casa loro.

Lì, in mezzo alla piazza del villaggio, i due coniugi assistettero inorriditi all’uccisione di una signora anziana, che, un soldato senza cuore aveva appena trafitto con una spada.

Il soldato si diresse verso i due genitori di Cody e, prima di essere uccisi, entrambi pensarono soddisfatti che, almeno i loro due figli, per il momento erano al sicuro…

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13 ***


CAPITOLO N. 13 “DURANTE IL VIAGGIO”

Un sole splendente e rassicurante inondava il piccolo paesino di Lom.

Era appena sorta l’alba e , in giro non c’era nessuno…o quasi.******************

Solo un uomo era davanti al Tempio della Verità e lo guardava assorto.

Stanno arrivando, finalmente !” , pensò Joel e sorrise guardando il cielo azzurro, ma, nei suoi occhi c’era un velo di tristezza…

Ormai era in viaggio da una settimana, ma, stremata dal continuo vagabondare, dal poco e discontinuo sonno, dall’essere sempre all’erta nel caso che qualche nemico si avvicinasse, si sedette nel mezzo di una prateria circondata da moltissimi pini e si addormentò profondamente…

Purtroppo, Terry, dopo pochi minuti venne svegliata dal suono di una tromba.

La ragazza, d’istinto, si nascose dietro un albero alto e massiccio, dopodiché guardò con orrore dieci soldati vestiti di nero che si aggiravano nei dintorni del suo nascondiglio.**********************************

Uno di loro era molto giovane e, il suo sguardo blu profondo era triste e malinconico…

Terry, improvvisamente si ricordò di quello che le avevano detto i suoi genitori: I soldati dell’Esercito del Nuovo Ordine, vogliono costringere te e i tuoi amici ad usare i vostri poteri per controllare e devastare il mondo. Se non accetterete, vi uccideranno senza pietà.”

Terry, si rannicchiò ancora di più contro quell’albero e pregò che quei soldati non la vedessero…

Passarono almeno dieci minuti, nei quali, Terry tremò per il terrore e fu quasi presa dall’istinto di scappare il più lontano possibile da lì.

Fortunatamente, la ragione ebbe il sopravvento e la ragazza restò immobile al suo posto quasi senza respirare…

“ Andiamo !”, esclamò uno dei soldati e gli altri lo seguirono nel folto della foresta.

I soldati si misero in marcia e seguirono il loro comandante al galoppo.

Quando fu certa che i soldati furono spariti, Terry uscì dal suo nascondiglio e si incamminò velocemente verso un piccolo villaggio sconosciuto…

Terry, verso sera arrivò nel villaggio che aveva visto durante il giorno, dove, fortunatamente trovò ospitalità da una coppia di anziani che le offrì alloggio e cibo…

Terry li ringraziò e, su loro insistenza restò loro ospite per due giorni, nei quali si riposò, riprendendo le forze…

Quella stessa sera, mentre cenavano, Terry disse ai due anziani: “Grazie per la vostra ospitalità. Siete molto gentili.”

“Di niente, figurati. E poi, sei una ragazza così ben educata oltre ad essere un Eletto…”, le rispose la donna sorridendo calorosamente.

Terry restò sbalordita e chiese ai due coniugi : “Ma voi come avete fatto a capirlo ?”

“Abbiamo le nostre fonti.”, le rispose l’uomo evasivo sorridendo.

“Oh Tony ! Smettila di fare il misterioso, prima che si spaventi.”, lo rimproverò la moglie, poi , rivolgendosi alla ragazza, le disse: “Stai tranquilla. Ce l’ha detto Joel,sai è un nostro caro amico.”

“Davvero lo conoscete ? Com’è ?”, chiese Terry stupita ai due coniugi.

“Preferiamo non dirtelo, non vorremmo rovinarti la sorpresa.”, le rispose l’uomo.

“Possiamo solo dirti che è un personaggio singolare…”, le disse la moglie divertita.

Un personaggio singolare ? Speriamo in bene ! , pensò Terry perplessa.

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14 ***


CAPITOLO N. 14 “ SULLE ORME DEL DESTINO”

“Dai, Lein ! Ancora un po’ e ci fermiamo !”, le disse Rik.

“Non ce la faccio più !” , gli rispose la ragazza stravolta dalle lunghe ore di marcia.

Rik, capendo la fatica che entrambi avevano dovuto sopportare diede ragione all’amica e le disse: “Sì, forse hai ragione. Fermiamoci.”

I due ragazzi si sedettero in una prateria nel mezzo del bosco.

Rik iniziò a guardarsi in giro, poi disse a Lein: “Vado un attimo a controllare una cosa. Tu resta qui.”

“D’accordo. Ma dove vai ?”,gli domando l’amica.

“Non preoccuparti. Torno subito.”,le rispose Rik sorridendo, poi si inoltrò nel bosco sparendo dalla vista di Lein.

Dopo una decina di minuti, Rik tornò indietro e disse all’amica: “Lein ho trovato una grotta ! E’ fantastica ed è impossibile da trovare. Possiamo andare lì che ne dici ?”

“Ok.”,gli rispose la ragazza.

Così, i due ragazzi si avviarono verso la grotta.

Quando arrivarono all’entrata della caverna, Lein domandò: “Rik,come hai fatto a vederla ? E’ nascosta alla perfezione.”

“Non lo sai che sono un ottimo osservatore ? Quando accompagnavo mio padre nelle battute di caccia ho fatto molta esperienza.”,le rispose il ragazzo.

Lein,, con tono arrabbiato, gli disse: “Non vorrai dire che andavi a caccia per divertimento, Rik ! Vero ?”

Il ragazzo, stupito dalla reazione dell’amica, gli rispose: “Ma no,figurati. Un conto è cacciare per mangiare e un conto è cacciare per divertimento. Andavo con mio padre apposta.”

“In che senso ?”, gli domandò Lein sospettosa.

“Nel senso che convincevo mio padre ad andare nella direzione sbagliata in modo da non fargli uccidere nessun animale. Sei un’ambientalista convinta,eh ?”, le rispose Rik divertito.

“Più o meno !”, gli rispose Lein.

La grotta era situata su un promontorio roccioso,che i due ragazzi raggiunsero facilmente.

Davanti all’entrata della grotta, c’erano dei maestosi pini che ne nascondevano l’ingresso.

Dopo un ultimo ed estenuante sforzo, i due amici raggiunsero la grotta.

Una volta dentro la caverna, Lein accese il fuoco e Rik tirò fuori delle provviste che entrambi avevano trovato durante il viaggio.

Anche se la cena era basata solo di funghi, bacche e frutti di bosco, ai due ragazzi sembrò una delizia reale !

Dopo cena, i due ragazzi parlarono un po’.

“ Chissà come stanno i miei genitori ?”, si chiese Rik e sospirò.

“Forse sono riusciti a scappare anche loro.”, gli disse Lein per incoraggiarlo.

“Non lo so…”, disse Rik preoccupato.

Dopo un silenzio imbarazzante, Rik chiese: “ Lein, secondo te, i nostri compagni sono già in viaggio ?”

“Può darsi…” , gli rispose Lein, poi, sorridendo aggiunse: “…forse li vedremo molto presto !”

“Speriamo !” , esclamò Rik.

Dopodiché, i due amici guardarono per qualche minuto i corpi celesti che brillavano luminosi nel cielo notturno.

“Come vorrei essere a casa.”, disse Lein nostalgica.

“Perché non mi parli un po’ della tua infanzia ?”, le domandò Rik.

Così, Lein raccontò all’amico la sua storia e gli descrisse il suo villaggio natale.

A poco a poco, i due amici si sentivano sempre più vicini…

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15 ***


CAPITOLO N.15 “ BUONGIORNO !”

I raggi del sole penetrarono nella grotta del bosco, illuminandola lentamente…

Lein si svegliò per prima quel mattino e vide che, insieme a lei e a Rik c’era un ragazzo sui sedici anni che stava dormendo profondamente.

Chissà chi è ?”, si domandò la ragazza guardando il nuovo arrivato.

Appena anche Rik si svegliò, Lein, gli fece notare l’altro ragazzo.

I due amici cercano di fare il minor rumore possibile uscendo dalla caverna per non svegliare lo sconosciuto.

I due ragazzi erano quasi arrivati all’estremità della caverna, quando lo sconosciuto si svegliò all’improvviso e, guardando i due coetanei, disse loro insonnolito : “ Ciao ! Io sono Cody. Mi dispiace di essere venuto nel vostro nascondiglio ma non ho trovato nessun altro posto per dormire…”

“Non preoccuparti. E’ tutto a posto.” , gli rispose Rik e fece per andarsene, quando Lein, lo prese in disparte e, a bassa voce gli disse: “ Aspetta ! Forse è uno dei nostri compagni !”

“Sei sicura che sia una buona idea ?” , le chiese il ragazzo guardando lo sconosciuto.

“ Guardalo ! Si vede che sta scappando !” , gli disse Lein.

“D’accordo. Proviamo.” , concordò Rik.

I due amici tornarono dallo sconosciuto e si presentarono.

Il nuovo ragazzo si presentò a sua volta e, finalmente, i tre capirono di essere compagni.

Rik e Cody si mostrarono le gemme magiche a vicenda.

Cody, un po’ perplesso chiese a Lein : “ Ma se tu sei un Eletta, perché non hai la gemma ?”

Lein, confusa, gli rispose: “ Non lo so. Eppure, lo stemma con la stella è venuto anche a me…”

“Forse devi trovarla. Magari la tua gemma è ancora nel tuo paese natale.”, le suggerì Rik.

“Sì, forse !” , esclamò Lein entusiasta.

“Allora arriviamo a Lom e vediamo che succede !” , suggerì Cody.

Così, i tre ragazzi, dopo una ricca colazione derivante dalle scorte di Cody, si incamminarono alla volta di Lom.

Nel frattempo, i tre ragazzi iniziarono a conoscersi e raccontarsi le loro storie…

Rik, durante il cammino, disse scherzosamente a Cody: “Lo sai che Lein è mia moglie ?!”

“Cosa ?!” , esclamò Cody incredulo.

“ Ma che ti salta in mente ?!” , chiese infuriata la ragazza a Rik.

Cody, talmente stupito continuò ad osservare la scena.

Lein, poi aggiunse, rivolta a Rik: “…e poi, figurati se mi sposo con uno come te !”

“Perché ? Cosa vorresti dire ? Non sono un tipo attraente ?!”, le chiese Rik scherzosamente.

Rik e Lein si guardarono per qualche istante, e, subito dopo scoppiarono a ridere.

Cody, ancora più confuso chiese ai due coetanei: “ Ma cosa state dicendo ?”

Allora, Rik spiegò al nuovo amico tutta la storia da quando Lein era arrivata nel suo palazzo.

Quando ebbe finito…

“Wow ! Sei un principe ! Ti devo dare del Voi ?”, gli chiese Cody , ammirato.

Prima che Rik potesse rispondergli, Lein gli rispose scherzando: “ Ma quale Voi ? Non lo vedi che è ancora un bambino ?!”

Rik, scherzando a sua volta, le disse: “Guarda che qui, la più piccola sei tu !”

Lein gli rispose: “ Può darsi. Ma non lo sai che le ragazze maturano molto prima dei ragazzi ?!”

Rik rispose: “ Questa sì che è una barzelletta !” e, tutti insieme scoppiarono a ridere.

Così, i tre amici proseguirono il loro viaggio insieme…

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16 ***


CAPITOLO N. 16 “ UNA SERATA IN COMPAGNIA”

Quella sera, Mariam non aveva chiuso occhio, e, ora, nella più totale oscurità, si trovava vicino a Insir ma non vi passò attraverso perché era piena di soldati dell’esercito nemico.

Fortunatamente, vicino a Insir c’era un grande bosco e Mariam si accampò al suo interno per poter recuperare le forze e riposarsi un po’.

Una volta entrata nel bosco, la ragazza, si rannicchiò al riparo di un grande pino e, con il profumo del muschio selvatico che le invadeva le narici, si addormentò in un sonno agitato.

La luna, immobile, nel cielo notturno vegliava su di lei e sul mondo intero…

Terry, il mattino dopo, si svegliò di buon’ora ed era pronta per ripartire, ma i due simpatici vecchietti, la pregarono di fermarsi ancora un po’; così, lei, per non deluderli, li accontentò…

Era sera ormai, quando Mariam si svegliò, ma, carica di nuove energie, si incamminò attraverso il bosco, superando Insir.

Dopo quattro ore di cammino, Mariam vide un piccolo paese sconosciuto e, al margine di esso c’era una casetta fatta di legno.

La ragazza si avvicinò alla casa e bussò.

Quando la porta si aprì, comparvero due vecchietti dall’aria simpatica.

“Buonasera, posso sapere se in questo villaggio c’è una locanda o qualche posto per poter riposare ?”,domandò la ragazza gentilmente.

I due vecchietti si guardarono sorridendo, poi, la donna disse: “Se vuoi puoi fermarti a casa nostra, cara. Forza, entra !”

Mariam, presa alla sprovvista, disse: “Vi ringrazio, ma non so se…”

“Stai tranquilla. Non siamo dalla parte del re. Puoi fidarti.”, le disse l’uomo per incoraggiarla.

Mariam, non sapendo più cosa inventarsi, non potè far altro che entrare e accettare l’offerta dei due coniugi.

Appena arrivarono in casa, la donna guidò Mariam in cucina, dove le preparò una minestra calda e profumata.

Mariam, che da giorni, non mangiava altro che frutti di bosco, ghiande e funghi, si gettò sulla minestra con voracità e la finì in poco tempo.

Quando ebbe finito di mangiare, la donna le chiese meravigliata: “Caspita, è da tanto che non mangi ? Ne vuoi ancora ?”

Mariam, imbarazzata, le rispose: “No,grazie. Non si preoccupi. Sono piena. E’ che era da un po’ di giorni che non mangiavo qualcosa di caldo.”

Improvvisamente comparve l’uomo e chiese alla ragazza: “Sei in fuga anche tu, eh ?”

Mariam, spiazzata da quell’affermazione, disse: “Come, scusi ?”

“Non preoccuparti. Sappiamo che sei un’Eletta. Puoi fidarti di noi.”, le disse la donna per tranquillizzarla, poi, continuò il discorso: “Sai, c’è un’altra ragazza qui.”.

“Davvero ?” , esclamò stupita Mariam, poi pensò Magari è una mia compagna ! Sarebbe bello !” .

Dopo qualche minuto, nella stanza comparve una coetanea di Mariam.

“Sanna, c’è ancora un po’ di latte ?”, chiese l’altra ragazza rivolta alla donna, poi vide Mariam.

La donna diede a Terry una bottiglia di latte, poi disse: “Ragazze, io e mio marito andiamo a dormire. Buonanotte.”, e se ne andò accompagnata dal marito.

Dapprima, le due ragazze si guardarono a vicenda.

Chissà se posso fidarmi di lei ? Però non sembra avere cattive intenzioni… Mi sembra simpatica…”, pensò Mariam guardando l’altra ragazza.

Spero che sia simpatica !”, pensò Terry osservando curiosa la ragazza dai lunghi capelli biondi.

Quando le due ragazze furono sole, si presentarono.

“Ciao ! Io mi chiamo Terry e tu ?”, le domandò la ragazza.

“Mariam. Vivi qui ?”, le domandò lei.

“No. Sono in fuga. Devo arrivare a Lom.”, le rispose Terry.

“Davvero ? Anch’io devo andarci,sai ?”, le disse Mariam.

“Allora che ne dici di andarci insieme ?”, le domandò Terry.

“Certo ! Mi farebbe molto piacere.”, le rispose Mariam.

Così, le due ragazze iniziarono a conoscersi…

Le due ragazze iniziarono a chiacchierare e, oltre che aver trovato un’amica, capirono di essere legate dallo stesso destino: erano entrambe Cavalieri della Speranza !

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17 ***


CAPITOLO N. 17 “NUOVE CONOSCENZE”

Il mattino dopo, Mariam e Terry, salutarono e ringraziarono i loro gentili benefattori e partirono alla volta di Lom cariche di nuove energie…

Mentre camminavano nel bosco, le due ragazze, si confidarono i loro più profondi segreti, i loro sogni, le loro idee e speranze e, a poco a poco iniziarono a fidarsi sempre di più l’una dell’altra, e, un sentimento stava crescendo sempre più forte tra loro: l’Amicizia !

Mariam e Terry, dopo quattro ore di cammino, si fermarono esauste.

Terry disse all’amica : “ Perché non proviamo a mettere le nostre gemme vicine e vediamo cosa succede ?”

“Ok !”, le rispose Mariam curiosa.

Appena le due gemme furono vicine, si illuminarono,e, ciascuna emise un fascio di luce del colore stesso della gemma.

Subito, nel cielo comparvero un fascio di luce azzurro e un altro dorato che arrivavano fino al cielo.

Le ragazze guardarono stupite quelle luci che, a poco a poco, si affievolirono, fino a sparire completamente.

“Wow ! Chissà quante magie possono fare queste gemme !?” , si chiese Terry, affascinata.

“Già, magari Joel può spiegarcelo !” , esclamò Mariam.

All’improvviso, da dietro gli alberi, le due ragazze sentirono un brusio di voci e lo scalpitare di alcuni cavalli, quindi recuperarono velocemente le loro gemme e si nascosero sotto il tronco cavo di un albero caduto…

Poco dopo arrivarono degli uomini a cavallo: i soldati dell’esercito del Nuovo Ordine !

Le due amiche, terrorizzate trattennero il respiro e osservarono la scena sperando di non essere scoperte.

“E’ strano. Le luci provenivano da qui.” , disse il più giovane dei soldati; i suoi capelli castani ondulavano lenti al vento e, il suo sguardo, di un blu profondo era colmo di determinazione e di tristezza.

Mariam, da una fessura del tronco guardò a lungo quel giovane soldato, osservando ogni sua mossa e pensò “E’ davvero carino…chissà perché ha uno sguardo così triste ?

“Pazienza. Salteranno fuori, prima o poi. Ora andiamo. Re Fenix ci sta aspettando.” , disse Grover.

Gli altri soldati si voltarono e seguirono il loro comandante.

Il soldato più giovane però, si voltò nella direzione di Mariam, che lo stava ancora guardando e la fissò negli occhi.

Mariam, terrorizzata pensò Oh, no ! E adesso che vuole fare ? Speriamo che non avvisi gli altri soldati !”.

Il giovane, guardandola, le sorrise e le disse: “A presto…” , e se ne andò…

Quando i soldati sparirono, Mariam e Terry tirarono un sospiro di sollievo e, molto cautamente, si incamminarono più velocemente possibile verso Lom.

“C’è mancato poco.”, disse Mariam all’amica.

“Già. La prossima volta giuro che non mi farò venire un’idea così stupida.”, si scusò Terry.

“Ma, dai, non preoccuparti. Che colpa ne hai tu ? Non sapevamo cosa sarebbe successo mettendo vicino le gemme… Non è colpa di nessuno.”, le disse Mariam per rassicurarla.

Dopodichè, le ragazze continuarono a camminare.

Durante il cammino, Mariam chiese : “Terry… Secondo te, perché quel soldato che ci ha viste non ha avvisato i suoi compagni ?”

“Non lo so… Forse aspetta di catturarci tutti insieme…” , le rispose l’amica pensierosa.

“Cioè quando avremo trovato i nostri compagni ? Speriamo di no !”, esclamò Mariam allarmata.

“Non lo so. Comunque una cosa è certa: lo rivedremo !” , disse Terry in tono cupo.

“Speriamo…” , bisbigliò Mariam.

“Cosa ?! Ma che ti salta in mente ?! E’ un nemico !” , disse Terry rivolta all’amica.

Mariam, imbarazza, arrossì e rispose: “Ma no, dai Terry ! Stavo solo scherzando !”

Terry, osservando la reazione di Mariam capì ed esclamò : “ Mariam ! Ti sei innamorata di lui !”

Mariam, ancora più imbarazzata, le rispose: “ Non è vero ! Che sciocchezze dici ?!”, e continuò a camminare nel bosco.

Terry, divertita da quella reazione seguì l’amica, con l’intenzione di farle ammettere i suoi veri sentimenti….

Cody, Lein e Rik, nel frattempo avevano continuato a camminare e, le uniche provviste rimaste erano quelle di Cody.

Verso sera, quando i ragazzi si fermarono per riposare, Cody disse: “ Ci va male, ragazzi. E’ rimasto solo un panino.”, e guardò sconsolato nel suo zaino.

“Dividiamolo.”, propose Lein.

Cody e Rik si guardarono, scambiandosi delle occhiate di sottecchi, poi, il primo disse : “ Lein, mangialo tu.” e le porse il panino.

Lein, gli rispose: “ No, non posso. E’ l’ultima provvista che ci rimane…”, poi, guardando Rik chiese loro : “ Voi come farete ?”

“Non preoccuparti. Mangeremo quello che troveremo nel bosco.”, le rispose Rik.

Lein capì che era inutile discutere con quei due testardi, così, sorrise e disse loro: “Grazie. Siete dei veri amici !”

“ Figurati.” , le rispose Cody gentilmente.

“E poi, noi siamo Cavalieri di nome e di fatto !”, aggiunse Rik scherzosamente.

I tre scoppiarono a ridere, poi, mentre Cody preparava il campo, Lein mangiò il panino e Rik andò a cercare qualcosa da mangiare nel fitto del bosco.

Dopo una cena veloce, i tre ragazzi, si addormentarono profondamente…

Il mattino dopo, Mariam e Terry si svegliarono piuttosto tardi, infatti, il sole era già alto nel cielo.

Le due amiche iniziarono un’altra giornata di faticoso viaggio…

Cody, Lein e Rik si svegliarono molto presto quella mattina e si godettero lo spettacolo del sole nascente che si stagliava all’orizzonte…

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18 ***


CAPITOLO N.18 “ IL TEMPO CHE SCORRE…”

Ormai era da più di un mese che aveva abbandonato la sua città e, lentamente, giorno dopo giorno stava diventando lo spadaccino più abile di tutto l’Esercito del Nuovo Ordine.

La palestra dove si allenava Ken era molto spaziosa, comprendeva tre campi dedicati ai duelli con le spade e c’erano anche attrezzi per rinforzare i muscoli.

“Chi è quel ragazzo ? E’ davvero forte !”, chiese un soldato al suo compagno mentre osservava Ken battersi con un altro spadaccino.

“Non lo so. L’ha trovato Grover durante l’invasione a Molins.”, gli rispose un altro soldato.

“Girano delle strane voci su quel ragazzo…dicono che si un Eletto.” , intervenne un altro soldato.

Gli altri due uomini, guardarono stupiti il nuovo venuto e stavano per ribattere, quando Grover, in tono minaccioso disse loro: “Non dite sciocchezze ! E comunque, fate silenzio, non è il caso che gli mettiate in testa strane idee.”

I tre soldati annuirono e Grover si avvicinò a Ken sfidandolo a duello.

“Dici sul serio ?” , gli chiese il ragazzo stupito.

“Certo ! Sei pronto ?” , gli rispose Grover.

Ken annuì e il duello iniziò.

Tutti gli uomini, che, fino a poco prima, si stavano allenando, si fermarono per assistere al duello.

Durante il duello, Ken diede prova di grande maestria.

Ken si batteva da vero maestro, il suo corpo si fletteva agilmente per schivare gli affondi di Grover, poi, quando ad attaccare era lui, infondeva nei colpi molta forza ed energia.

Dopo circa venti minuti, il ragazzo iniziò a mostrare i primi segni di stanchezza.

Non essendo abituato ad allenarsi con le spade, Ken aveva il fiatone e, anche se schivava continuamente gli attacchi, i suoi movimenti diventavano man mano più lenti.

Ken iniziò a sudare e avvertì un senso di fatica che, pian piano stava crescendo in lui ma non si arrese e continuò a combattere.

La lotta fu serratissima, ma Ken, al limite delle forze, si difendeva a mala pena, ormai non gli erano rimaste molte energie.

Grover, accorgendosene rinfoderò la spada e gli disse: “Bravo, Ken. Continua così !” , e se ne andò.

Ken, dopo aver fatto un breve intervallo per recuperare le forze ricominciò a battersi con tutti i soldati che lo sfidavano, poi, quando si sentì sfinito andò in camera sua.

Accidenti. Grover è davvero forte…”, pensò Ken.

Mentre Ken si stava lavando pensò un po’.

Ken era molto riconoscente nei confronti di Grover perché gli aveva dato la possibilità di vedere il mondo e di avere un posto in esso.

Al contrario, sua madre, che da sempre lo aveva nascosto dicendogli che lui era speciale e che, fin quando non fosse arrivato il momento giusto doveva restare al sicuro.

Ken, volendo troppo bene alla madre, non le aveva mai disubbidito.

Però, molte volte, si era sentito soffocare e aveva seriamente pensato di abbandonare Molins a insaputa di sua madre.

All’improvviso, Ken pensò alla ragazza che aveva visto nel bosco.

Chissà se è un’Eletta ? Sicuramente sì, anche perché le luci provenivano proprio da lì… Comunque era davvero carina… Devo trovarla. Chissà che tipo è ?”, pensò Ken sorridendo.

Ken, da quando era entrato a far parte dell’esercito del Nuovo Ordine era cambiato moltissimo.

Ora, il ragazzo era diventato quasi del tutto insensibile a tutto e a tutti, infatti pensava solo a se stesso.

Quando ad esempio attaccava un villaggio con gli altri soldati eliminava tutti gli uomini , anche quelli anziani.

Nonostante ciò, qualcosa gli impediva di far del male alle donne e ai bambini.

Il ragazzo era diventato davvero una macchina da combattimento senza cuore anche se, a volte si sentiva frustrato, come se non stesse facendo la cosa giusta…

Quella sera, Ken fu invitato a cena dal re.

Quando il banchetto finì, il ragazzo andò nella sua stanza…

Dopo essersi vestito, il ragazzo, si mise a dormire, e, nel caldo del suo letto ripensò alle parole di sua madre Tu sei speciale e puoi cambiare molte cose.”, senza però riuscire a capirne il senso.

Prima di addormentarsi, Ken vide sul palmo della sua mano sinistra, una stella a sei punte che risplendeva di luce rossa, ma, troppo stanco, si addormentò profondamente, cadendo in un sonno irrequieto e pieno di incubi…

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19 ***


CAPITOLO N. 19 “FORESTIERI IN AVVICINAMENTO”

Lom era immerso nella nebbia magica come al solito e, solo chi ci abitava e praticava magia di alto livello sapeva entrarvi…

Rik, Cody e Lein erano quasi giunti a Lom, ma, all’improvviso sentirono dei rumori alla loro destra e si nascosero tra gli alberi temendo che fossero i soldati dell’esercito nemico…

Nella foresta calò un completo silenzio…

All’improvviso…

“Ahi ! Mi sono graffiata tutta !”, esclamò la voce di una ragazza.

Terry accorse subito e, con un coltellino tagliò i rovi che imprigionavano Mariam.

“Tutto bene ?”, le chiese Terry preoccupata.

“Sì, grazie.” , le rispose l’amica.

“Secondo te, i nostri compagni saranno già arrivati a Lom ?”, le chiese Mariam.

“Non lo so. Comunque, entrare a Lom non sarà facile.”, le rispose Terry.

“Perché ?”, le chiese, curiosa l’amica.

“I miei genitori, mi hanno detto che Lom è circondato da una nebbia magica creata da maghi molto potenti. L’unico modo per entrare è stringere forte le nostre gemme. Così dovremmo riuscire a passa, spero !”

“Wow ! Allora proviamo e speriamo che funzioni !”, esclamò Mariam.

Cody, Lein e Rik, che, fino a quel momento avevano osservato la scena, sbucarono fuori dagli alberi.

I cinque ragazzi, si guardarono reciprocamente, con curiosità.

“Voi…dovete andare a Lom, vero ? Avete che anche voi le gemme ?”, chiese Cody, rivolto a Mariam e a Terry.

Le due ragazze si scambiarono degli sguardi stupiti, poi, Mariam disse: “Sì, anche noi abbiamo le gemme. Anche voi dovete andare a Lom ? Siete degli Eletti anche voi?”

Cody annuì e, poco dopo, quando i ragazzi finirono di presentarsi, si incamminarono tutti insieme verso Lom.

I cinque ragazzi furono felici di essersi finalmente incontrati.

All’improvviso, Lein chiese, preoccupata ai compagni: “Io come faccio a entrare a Lom ? Non ho la gemma.”

Prima che i ragazzi potessero risponderle, nel cielo si vide un lampo accecante che si fermò proprio vicino a lei.

Lein si chinò per terra e vide una gemma di forma sferica, perfettamente levigata e dai riflessi fucsia.

I ragazzi si guardarono stupiti.

Lein prese in mano la gemma, questa si illuminò e, anche una stella a sei punte di colore azzurro, comparve all’improvviso sul palmo della mano sinistra della ragazza.

Lein si voltò verso i suoi amici e disse loro: “Non so come, ma, adesso, anch’io ho la mia gemma !”

Tutti la guardarono benevoli.

Poi Rik disse: “ E’ meglio accamparci in questo bosco per ‘sta notte, che ne dite ?”

Gli altri ragazzi annuirono, le tre ragazze iniziarono a preparare i giacigli per dormire e accendevano il fuoco, Cody e Rik andarono a cercare qualcosa da mangiare nel bosco.

La cena era a base di funghi, radici e bacche: sempre meglio di niente !

“Dobbiamo procurarci qualche arco.” , disse Rik.

“Già. Abbiamo visto un cervo, ma non sapevamo come catturarlo. Uffa ! Se avessimo avuto un arco !”, esclamò Cody spazientito.

“ E dai, non fate così…Forse, quando incontreremo Joel potremmo chiedere a lui qualche arma.” , propose Mariam, per tranquillizzare gli amici.

A parte questo piccolo inconveniente, la serata fu piena di allegria e di calore…

Verso notte inoltrata, i ragazzi si addormentarono…

Nel cuore della notte…

In quella completa oscurità, i soli rumori che si sentivano erano il gorgogliare dei ruscelli, il fragore delle cascate, i pigolii degli uccelli notturni e il vento che scuoteva dolcemente le cime degli alberi.

Purtroppo, la quiete del posto venne interrotta…

“Presto ! Svegliatevi !” , disse Rik in tono agitato ai suoi compagni.

Quando furono tutti svegli, i ragazzi videro una truppa di soldati dell’esercito nemico che andavano proprio nella loro direzione.

I ragazzi cominciarono a correre più veloci che poterono.

Ormai, Lom era vicino ma, il bosco sembrava interminabile.

I soldati, che ormai li avevano visti continuavano a inseguirli senza sosta, con il vantaggio di avere i cavalli.

“Forza ! Non devono scappare !”, gridò un soldato agli altri.

All’improvviso, i cinque ragazzi si trovarono davanti a una parete rocciosa che sbarrava loro la strada.

Ormai erano in trappola !

I soldati li avevano accerchiati !

Ormai, solo una dozzina di soldati li separava da Lom…

“Ciao ragazzi, dove andate così di fretta ?”, chiese loro un soldato.

I ragazzi, spaventati, non sapevano che fare…

Mariam si accorse, che, tra i soldati c’era anche quello che aveva già visto con Terry qualche giorno prima: il ragazzo dallo sguardo di ghiaccio.

Il giovane soldato si accorse dello sguardo di Mariam e, a sua volta, la fissò intensamente con i suoi profondi occhi blu e sorrise come se fosse divertito da qualcosa.

Mariam, non riuscì a sostenere quello sguardo, infatti arrossì, senza volerlo e distolse il suo…

Il ragazzo sorrise di nuovo.

I ragazzi non sapevano cosa fare: ci mancava così poco alla loro meta !

Terry era l’unica che non si fosse ancora persa d’animo e bisbigliò a Cody: “Dì agli altri di stringere le loro gemme ! Forse ce la facciamo ad arrivare a Lom.”

Cody annuì e passò la parola.

Ognuno strinse la propria gemma, che, contemporaneamente ai loro stemmi, si illuminò e, in meno di un minuto, i cinque ragazzi… sparirono !

I cinque amici erano scomparsi davanti agli occhi increduli dei soldati.

“Maledizione ! Non ci siamo accorti di quelle dannate gemme !” , esclamò Grover, adirato.

“Andiamo a Lom. E’ il paese più vicino da qui.”, gli suggerì Ken.

“ Non possiamo. Quel paese è circondato da una nebbia magica. Il mago Irindor sta mettendo a punto un incantesimo per eliminare quella nebbia, ma, fino a quel momento, non possiamo fare niente. Dobbiamo aspettare che escano. Ora andiamo.”

Così, la truppa di soldati tornò al castello di Re Fenix…

Uffa: c’è mancato così poco ! Ancora qualche minuto e avrei preso quella ragazza e invece non mi sono accorto delle gemme !”, pensò Ken, infastidito.

La truppa di soldati arrivò al castello di Re Fenix cinque giorni dopo…

Ken, un pomeriggio, come al solito si stava allenando con la spada nella palestra del castello…

Mentre Ken si allenava, Re Fenix lo guardò e sorrise perché sapeva di avere un immenso potere su di lui e sapeva di conoscerlo meglio di chiunque altro o almeno, questo era quello che pensava…

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20 ***


CAPITOLO N. 20 “FINALMENTE…LOM !”

Cody, Mariam, Terry, Lein e Rik comparvero all’improvviso vicino a una piccola casa di legno, un po’ distaccata dal paese.

“Finalmente siamo arrivati !” , esclamò Lein felice di essere tornata a casa.

All’improvviso, dalla casetta di legno uscì una bambina.

“Lein !” , gridò la bambina e corse in direzione della ragazza.

Lein si voltò di scatto e vide la sua sorellina.

“Lilly !” , esclamò Lein felice e abbracciò la sorella.

Dopodiché, Lein presentò la sorella ai suoi amici.

“Ora entriamo in casa. Fra un po’ sarà buio. E poi, non avete fame ?”, chiese loro Lein.

Gli altri ragazzi annuirono, poi, quando furono entrati, Rik, per scherzare chiese alla padrona di casa: “Ma non cucini mica tu, vero ?”

Lein, gli rispose divertita: “ Certo ! Comunque, se preferisci restare a stomaco vuoto fa pure !” e tutti scoppiarono a ridere.

La casa di Lein e di sua sorella era molto semplice: era costruita in legno e anche i mobili erano in legno.

Appese alle pareti c’erano varie foto nelle quali apparivano i genitori delle due sorelle, Lein e Lilly e alcuni amici del villaggio.

La casa era abbastanza grande e, i pochi mobili contribuivano a dare un grande senso di spazio.

Passò qualche ora e, l’oscurità invase Lom.

Fuori, c’era un vento impetuoso e, in lontananza, si stava preparando un tremendo temporale, ma, nella casa di Lein e Lilly, l’atmosfera era calda e allegra.

Dopo l’ottima cena preparata da Lein, Terry e Mariam, i cinque ragazzi chiacchierarono un po’.

Rik, scherzando disse a Lein: “In fondo, non sei poi tanto male come cuoca. Quasi, quasi ti sposo davvero !”

Lein, gli rispose scherzosamente: “ Ma chi ti dice che mi voglia sposare ? E poi…sono troppo bella per te !”.

Ci fu una risata generale.

“Allora, come te la sei cavata mentre non c’ero ?”, le domandò Lein.

“Non dovevi lasciarmi così, Lein !”, protestò sua sorella in tono di rimprovero.

Lein, con aria afflitta disse alla sorella: “Lo so, Lilly. Ma… dovevo fare una cosa.”

“Puoi dirlo, tanto lo so. Me l’ha detto Joel quando è venuto da me la mattina che eri partita.”, le disse Lilly ancora arrabbiata con la sorella.

“Mi dispiace, Lilly. Volevo dirtelo ma era ancora troppo presto.”, le rispose Lein in tono di scusa.

“Scusate, di cosa state parlando ?”, domandò loro Terry.

Così, Lein raccontò ai suoi amici dell’uccisione dei loro genitori avvenuta anni prima.

Mentre, attraverso il piccolo villaggio di Lom, il vento soffiava impetuoso, tra i cinque ragazzi, stava nascendo qualcosa di molto profondo: un legame speciale e inscindibile…

Finalmente sono arrivati, però ne manca uno: il più grande che dovrebbe far loro da guida…è sprofondato nelle tenebre…”, pensò Joel comodamente seduto su una poltrona di casa sua.

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21 ***


CAPITOLO N. 21 “IL SAGGIO JOEL”

Il sole brillava luminoso nell’immensità del cielo e inondava ogni cosa con i suoi raggi benefici…

Ormai l’alba era passata da un pezzo.

Lein e i suoi amici quella mattina, si svegliarono tardi e, dopo aver fatto colazione, si avviarono verso la casa di Joel.

Lilly, invece andò al bar.

“E’ molto simpatico. E’ stato come un padre per me e mia sorella.”, disse Lein agli amici, mentre camminavano.

“Forse il tuo amico ha dei poteri magici, sennò perché hanno detto a tutti noi di andare da lui ?”, le chiese Cody.

Lein, confusa, gli rispose: “Non so se Joel abbia dei poteri magici. Comunque, da quando lo conosco, non gli ho mai visto fare nessuna magia. Non so davvero cosa dirti.” , e bussò alla porta di una grande casa, costruita con legno e mattoni.

“Oh… Ciao Lein. E’ da molto tempo che non ti vedevo più. Sei sparita, non sapevo dove cercarti.”, le disse Joel, un uomo sui cinquant’anni, con i capelli grigi e gli occhi azzurri, di media statura e un po’ grassottello.

“Sì, lo so. Sono partita all’improvviso.”,si scusò Lein.

Dopo un caloroso abbraccio, Lein disse al suo vecchio amico: “Joel, noi siamo venuti qui perché…”

“Non qui, Lein, non qui.”, la zittì lui con un cenno, diventando serio improvvisamente.

“Forza, entrate !”, disse loro Joel.

Quando tutti e cinque i ragazzi furono entrati, l’uomo richiuse la porta in modo che nessuno potesse ascoltare.

“Conosco già il motivo per quale siete venuti. E’ per via di quelle gemme. Uno di voi, però manca perché ha preso la via del Male, ma sono certo, che al momento giusto, ci ripenserà…Se così non fosse, voi non potreste fare nulla per opporvi a quel terribile esercito, perché, per far sì che la Profezia funzioni dovete essere in sei.” , disse loro Joel, in tono greve, guardandoli ad uno ad uno.

Cody, gli chiese allarmato: “Ma Joel, se questo sesto membro non verrà con noi, come faremo ? Non c’è un’altra soluzione ?”

Joel, gli rispose in tono catastrofico: “ No. Questa è l’unica soluzione. Se non riuscirete a convincerlo a combattere al vostro fianco, allora sarebbe tutto perduto e il mondo sarebbe governato dal Male. Comunque, non perdiamo la speranza: se è stato scelto dagli Antichi Cavalieri, vuol dire che non ci tradirà o magari arriverà all’ultimo momento per aiutarci, chi lo sa ?”

Lein e i suoi compagni restarono sorpresi e attoniti da quel discorso e, ora, nella casa regnava un silenzio innaturale.

Joel, accortosi dell’atmosfera pesante che si era venuta a creare, disse ai ragazzi, in tono allegro: “ Dai, ragazzi, non fate così ! Non è ancora detta l’ultima parola ! Ditemi i vostri nomi, almeno inizio ad impararli.”

“Perché vuoi sapere i nostri nomi ?”, gli chiese Rik, curioso.

“ Perché sarò il vostro maestro per un po’ e quindi ho bisogno di conoscerli.”, gli rispose sorridendo l’uomo.

Tutti e cinque i ragazzi, all’unisono esclamarono, sbalorditi: “ Il nostro maestro ?!”

Joel, divertito dalla reazione dei ragazzi annuì, poi, quando ognuno di loro gli ebbe detto il proprio nome disse : “Molto bene. Proprio come avevo previsto…”

Terry, incuriosita, gli chiese: “Come ? Sapevi già che avremmo ricevuto noi quelle gemme, ancora prima che accadesse ?!”

“Ma no, Terry. Figurati ! Come facevo a saperlo ?! Dicevo così, tanto per dire !”, le rispose gentilmente Joel.

Mi sa che ci sta nascondendo qualcosa. Lo conosco troppo bene…”, pensò Lein guardando Joel.

Il simpatico signore offrì ai ragazzi una gustosa torta al cioccolato, come colazione.

Joel riuscì a conquistare subito la simpatia dei ragazzi, perché ,anche essendo un uomo di cinquant’anni aveva uno spirito giovanile e scherzoso.

Quando i ragazzi furono sazi, Joel divenne improvvisamente serio e disse loro: “ Ora ascoltatemi bene.”

I ragazzi annuirono e lui continuò: “In questo paesino c’ è il Tempio della Verità, dove sono custoditi i medaglioni leggendari..”, a quel punto, si interruppe e scrutò i ragazzi attentamente, poi riprese: “…non so se siate a conoscenza di questi famosi medaglioni. A Naklis, poi è custodito il Libro Sacro: quello che usarono gli Antichi Cavalieri per riportare la pace nel mondo.”

Silenzio… … …

Nessuno dei ragazzi parlò, troppo curiosi di saperne di più su quell’argomento.

Joel proseguì: “Purtroppo, per impedire che qualche malvagio si impossessi dei Medaglioni, gli Antichi Cavalieri sigillarono tutto il perimetro intorno al Tempio della Verità in modo che soltanto i loro successori potessero entrarvi. Quindi, per il momento, non posso aiutarvi in alcun modo. Dovete unire le vostre energie per riuscire a varcare la soglia del Tempio e, fino a quando non ci sarete tutti, non potrete far nulla. Dovete trovare il sesto membro del gruppo e farlo passare dalla vostra parte o non ci sarà futuro ne per voi e ne per la povera gente che vi aspetta da anni.”

“Che incoraggiamento !”, bisbigliò Rik sarcastico.

Cody, adirato chiese a Joel: “ Ma se il sesto membro ha scelto la via del Male, cosa possiamo farci noi ?!”

“Dovete fargli capire la verità.”, gli rispose l’uomo con un tono molto serio.

“Allora…questo sesto membro è proprio necessario…Non c’è un’altra soluzione ?”, chiese Cody in tono grave.

“Questa è l’unica soluzione possibile. Al massimo posso insegnarvi a usare le tecniche di spada o delle magie, ma per il resto, ci serve ancora il sesto membro. ”, gli rispose Joel.

I ragazzi, nei giorni che seguirono, non poterono far altro che allenarsi con le spade e le formule di guarigione.

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22 ***


CAPITOLO N.22 “INIZIANO GLI ALLENAMENTI”

Non era ancora alba inoltrata su Lom.

Il sole stava ancora sorgendo sulla linea dell’orizzonte.

Il paesino, ancora addormentato era silenzioso e sembrava privo di ogni forma di vita.

Dal tetto di alcune case, però, si alzava del fumo, quindi, qualcuno era già sveglio.

Nel periodo che i ragazzi si fermarono a Lom vennero ospitati a casa di Lein e di Lilly, poi, quando era ora di andare a lezione si trovavano in qualche punto un po’ isolato del villaggio o nei dintorni con Joel.

Quella mattina, i ragazzi, a casa di Lein erano già svegli e si stavano preparando per un’altra giornata di duro lavoro.

“Caspita…Non so come faremo con il sesto membro.”, disse Cody ai compagni mentre facevano colazione.

“Sì, è un bel problema…”, concordò Rik.

“Dai, non disperiamoci, sennò è peggio !”, disse loro Terry.

“Terry ha ragione. Vedrete che ce la faremo !”, aggiunse Lein speranzosa.

Mariam, invece era pensierosa e stava pensando proprio al sesto membro e di come secondo il suo intuito, lo aveva già incontrato due volte anche se non ne era del tutto sicura.

Finita la colazione, i ragazzi si diressero verso la casa di Joel.

Quest’ultimo li portò ad allenarsi in una pineta fuori dal villaggio ma sempre abbastanza vicina in caso di necessità.

“No, Rik ! Così non va ! Devi essere più veloce !”, gli gridò Joel mentre si allenavano con le spade al sorgere del sole.

Rik,Cody e Joel si allenavano costantemente con le spade, mentre, Mariam, Terry e Lein imparavano giorno dopo giorno, le formule di guarigione più semplici.

Dopo la prima settimana di allenamento, Cody e Rik erano già pieni di lividi, perché Joel, non li trattava di certo con riguardo !

Una sera, i ragazzi si erano fermati a cena da Joel.

“Joel sai che non ti riconosco ?”, gli disse Lein dopo aver cenato.

“Cosa intendi dire?” , le chiese Joel.

“Insomma, con tutti gli anni che ho passato con te, da quando sono nata, non ti ho mai visto impugnare una spada o usare una magia… è strano…” , ammise la ragazza.

Joel sorrise e le rispose: “ Non potevo farmi riconoscere. Avrei rovinato tutto.”

“Che vuoi dire ?” , gli chiese Mariam incuriosita.

Joel, guardò ad uno ad uno i ragazzi, poi disse: “ Io… sono l’ultimo Cavaliere rimasto. E’ mio dovere addestrare i Nuovi Cavalieri della Speranza, cioè voi.”

“Cosa ?!”, esclamarono in coro i ragazzi.

“Sul serio ?!”, gli chiese Lein.

“Sì…Fortunatamente sono vissuto abbastanza a lungo per addestrare i nuovi Cavalieri della Speranza, che siete voi, ovviamente.”, disse l’uomo.

Joel, vedendo le facce sbigottite dei ragazzi, disse loro sorridendo: “ Non dovete stupirvi così tanto, ragazzi. Anche gli Antichi Cavalieri che sono vissuti prima di voi erano originari dei vostri luoghi natali. Sono stati loro a scegliervi quando siete nati…”

I ragazzi, ancora increduli non riuscirono a proferir parola…

Joel, per smuovere un po’ la situazione disse loro: “ Visto ? Avevo fatto bene a non dirvelo prima. Adesso non resterete mica imbambolati così per sempre, vero ?!”

E tutti scoppiarono a ridere…

Dopo tre settimane, Mariam, Terry e Lein furono in grado di usare tutte le magie di guarigione e alcune di attacco e di difesa che Joel aveva insegnato loro.

Durante il pranzo, Mariam disse: “Joel, noi abbiamo imparato le formule che ci hai insegnato. Però quelle formule servono solo per curare le ferite superficiali ma se i nostri nemici ci infliggono delle ferite profonde non sapremmo come curarle. Non ci puoi insegnare qualche formula più potente ?”

Joel, sorridendo le rispose: “ Capisco il tuo punto di vista…”, poi, guardando tutte e tre le ragazze disse loro: “ Il fatto è che le magie che vi ho insegnato fino ad ora, non sono molto impegnative, quindi riuscite a usarle con le vostre forze. Le magie più potenti invece, vi sottrarrebbero troppe energie e finirebbero col distruggervi. Avete bisogno dell’energia dei vostri mostri, quelli che sono racchiusi nei Medaglioni, per usare le formule più potenti perché da sole non potete farcela.”

Le ragazze, deluse da quella risposta, non poterono che dar ragione al loro maestro.

Dopodiché, Joel andò ad allenarsi nell’arte della scherma con i due ragazzi, mentre, Mariam, Lein e Terry andarono al bar e fecero un po’ compagnia a Lilly.

“Certo che non immaginavo che Joel fosse un Cavaliere della Speranza.” , disse Lilly quel pomeriggio.

“Sì, in effetti è stata una sorpresa per tutti.” ,confermò sua sorella mentre serviva i clienti del bar.

Infatti, quello stesso pomeriggio, dopo pranzo, Joel aveva detto alle tre ragazze di avere insegnato loro tutto quello che per il momento c’era da sapere, quindi le aveva congedate.

Dopo un mese di allenamenti estenuanti, Rik e Cody diventarono dei veri esperti con le spade…ora era Joel che era pieno di lividi.

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23 ***


CAPITOLO N. 23 “LA FINE DEGLI ALLENAMENTI”

Passati due mesi, Joel, una mattina disse ai suoi giovani allievi: “Ora potete andare. Non ho più niente da insegnarvi. Ricordatevi di non separarvi mai. Qualunque cosa succeda restate amici. L’Amicizia e la fiducia che vi lega sono le vostre armi più forti. Quando troverete il sesto membro, non siategli ostili e accettatelo per quello che è.”, dopodiché, l’uomo diede ai ragazzi una mappa.

Poi, Joel entrò in casa e ne riemerse con uno zaino pieno di viveri.

Prima di partire, Joel prese in disparte Mariam e le diede una pietra blu.

Anticipando la domanda della ragazza, l’uomo le disse: “Questa è la gemma del sesto membro e sono sicuro che solo tu lo riconoscerai. Sei la persona più adatta a dargliela.”

Mariam annuì e raggiunse i suoi compagni.

Lein si avvicinò a Joel e gli chiese: “ Perché non mi hai mai detto chi eri ?”

“Perché dovevo aspettare che ti spuntasse lo stemma, ma tu eri già partita !”, le rispose Joel.

Lein chiese: “Joel, posso chiederti un favore ?”

“Certo. Dimmi.”, le disse l’uomo dolcemente.

“Puoi prenderti cura di Lilly ? E’ ancora troppo piccola per cavarsela da sola.”, gli disse Lein

“Certo ! Sta’ tranquilla.”, le rispose Joel

“Grazie !” , esclamò Lein.

Prima che i ragazzi partissero, Joel ricordò loro di non rivelare mai i loro veri nomi.

Così, i cinque ragazzi, maturati grazie a tutto il tempo che avevano trascorso insieme, le difficoltà affrontate e le gioie vissute partirono alla ricerca del loro compagno che si era perso nelle Tenebre.

“Ma da dove iniziamo a cercarlo ?” , domandò Terry.

“Iniziamo ad arrivare al primo villaggio sul nostro cammino. Strada facendo chiederemo.”, le rispose Cody.

“Io forse ho un’idea su chi possa essere, ma non ne sono sicura…”, disse Mariam guardando Terry.

Terry raccontò ai compagni del giovane soldato che avevano incontrato prima di giungere a Lom.

“Se fosse davvero così sarebbe terribile…” , disse Cody con tristezza.

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24 ***


CAPITOLO 24 “INIZIANO I GUAI”

La notte successiva, Insir fu devastata da neri soldati e, molto sangue innocente venne versato…

Il manipolo di soldati, però, non aveva trovato quello che stava cercando…

Può darsi che si sia unita agli altri”, ipotizzò il soldato più giovane; i suoi occhi, di un blu profondo luccicavano intensamente sotto la misteriosa luce lunare.

“Se fosse come dici, sarebbe un problema, perché se sono insieme è più difficile catturarli”, gli rispose Grover.

“Forse sono in quel villaggio a nord di Insir. Potremmo provare lì. Cosa ne dite ,comandante ?”, suggerì il giovane soldato.

“E va bene, ragazzo. Proviamo là.”, gli rispose Grover sconsolato non sapendo più che pesci pigliare.

Così dicendo, i soldati si rimisero in marcia, ma, prima che Ken potesse montare sul suo bianco destriero, si sentì trattenere.

Quando Ken si voltò vide un uomo in fin di vita che lo tratteneva aggrappandosi al suo mantello.

Ken, fece per toglierselo di torno, ma l’uomo gli disse: “Non seguire la via del male. Tu sei…”, ma non riuscì a terminare la frase perché la lama di Grover gli trafisse crudelmente la gola.

Ken, adirato chiese al comandante : “Perché l’avete ucciso ?! Stava per dirmi qualcosa !”

“Smettila di dire sciocchezze ! Dobbiamo andare in quel villaggio !”, gli rispose Grover in tono acido.

Ken era davvero furioso, ma, non avendo altra scelta seguì i soldati vestiti di nero.

Nel frattempo, Lein e compagni avevano raggiunto il villaggio sconosciuto vicino a Insir ed erano stati ospitati dai due simpatici coniugi, che, in precedenza avevano ospitato Terry e Mariam.

Durante la notte, all’improvviso…

“Ragazzi ! Alzatevi, presto ! E’ arrivato l’esercito nemico !”, urlò disperata la vecchietta.

I ragazzi raccolsero tutte le loro cose, e dopo aver ringraziato velocemente i due coniugi per la loro calorosa accoglienza, sgusciarono fuori dalla casa, attraverso una porta laterale.

Quando i ragazzi si trovarono fuori dalla casa cercarono di correr il più velocemente possibile, lontano dal villaggio sperando di non essere notati dai nemici.

Intorno a loro,c’erano case in fiamme e la gente per strada che gridava per il terrore.

I cinque amici erano giunti alla fine del villaggio, quando, all’improvviso sentirono le urla strazianti dei due vecchietti che li avevano ospitati.

“Maledetti ! Questa me la pagano !”, esclamò Rik furioso e si voltò verso la casa dei coniugi.

“No, Rik ! Fermati ! Sono stati loro a dirci di scappare e di non tornare indietro !”, gli disse Lein trattenendolo per un braccio.

Rik, in preda alla collera, le disse: “Non posso fargliela passare liscia !”, e, con uno strattone si liberò dalla presa di Lein.

Dopodichè, Rik si precipitò di corsa verso la casa dei due coniugi.

“Non posso lasciarlo solo. Voi mettetevi al sicuro !”, disse Cody alle tre ragazze, poi seguì Rik.

Le ragazze, non volendo separarsi dagli amici, li seguirono.

Prima che i ragazzi arrivassero alla casa dei due coniugi, che, miracolosamente erano ancora in vita, vennero accerchiati dai soldati dell’esercito nemico.

“Perché siete tornati ?”, domandò loro l’uomo vedendoli.

“Non potevamo lasciarvi. Dovevamo aiutarvi.”, gli rispose Rik.

Nel frattempo, un soldato si avvicinò e disse in tono crudele : “Peccato. Anche se siete qui non potete aiutarli.”, e,con la spada uccise entrambi i coniugi.

“No ! Perché l’hai fatto ‘!”, esclamò Rik furioso.

Le ragazze,agghiacciate da quella scena, non riuscirono a proferir parola.

Prima che il soldato assassino potesse dire qualcosa, dietro di lui comparve un altro soldato a cavallo.

Quel soldato emanava un potere incredibile e, anche se aveva una forza sconfinata riusciva comunque a restare calmo e a nasconderla completamente.

Il soldato disse loro: “Finalmente ci incontriamo.”, poi, guardando Mariam, le disse : “Te l’avevo detto che ci saremmo rivisti.”

Mariam, colta alla sprovvista non seppe cosa rispondere a quel giovane soldato.

Mariam provava un misto di emozioni: aveva paura di quel ragazzo, ma lui la attraeva profondamente per qualche oscura ragione.

Mariam non sapeva cosa fare.

Dopodichè, il giovane soldato disse ai ragazzi: “Bene,ora seguiteci !”

“Mai !”, sciamò Rik adirato.

“Perché dovremmo ? Sei un nostro nemico !”, gli disse Cody infuriato.

Mariam, nel frattempo osservò quel giovane soldato e notò una vena di tristezza nei suoi profondi occhi blu.

Cody e Rik iniziarono a battersi con il giovane soldato, che teneva loro testa molto facilmente.

Intanto, alcuni soldati immobilizzarono le ragazze prima che potessero intervenire in aiuto dei loro compagni e furono sottratte loro le gemme magiche.

“Lasciateci !”, gridò Mariam cercando di liberarsi dalla presa del soldato.

Il soldato che teneva Mariam e le disse sorridendo: “Stai buona, dolcezza. Dopo ci divertiamo !”, e un sorriso malvagio apparve sul volto dell’uomo.

Mariam era terrorizzata perché sapeva di non poter far nulla contro quell’uomo spregevole.

“Aspetta !”, gridò Ken al soldato che teneva Mariam.

Il ragazzo, con un ultimo colpo mise k.o. Rik e Cody.

Dopodichè, il giovane soldato si avvicinò al comandante e gli chiese: “Comandante ! Ho battuto due dei nostri nemici, quindi ho diritto a un premio.”

Grover, anche se perplesso, gli rispose: “Certo, Ken. Puoi avere quello che vuoi.”

Ken sorrise e, indicando Mariam disse: “Voglio quella ragazza !”

Grover, sorridendo, gli rispose: “Va ben, Ken. Non c’è problema. Te la sei meritata.”

Mariam, indignata esclamò, rivolta a Ken: “Ehi ! Cosa ti salta in mente ?! Io non voglio essere il tuo bottino di guerra !”

Ken sorrise, poi, molto sicuro di se, si diresse verso al ragazza e, quando i loro volti quasi si sfiorarono, le disse in tono duro: “Non sei tu che decidi !”

La ragazza, si sentì rabbrividire sotto quello sguardo di ghiaccio.

Mariam, ammutolita da quello sguardo, non riuscì a dire una sola parola.

La ragazza abbassò lo sguardo, troppo intimidita per reagire.

Ken si ritrasse e, sorridendo le disse: “Così va meglio.”

I ragazzi furono legati ai polsi con delle funi,mentre le loro armi e le loro gemme furono sequestrate.

L’altra estremità della fune che teneva legato ogni ragazzo fu issata alla sella del cavallo di ogni soldato.

Ken disse al soldato che teneva Mariam: “Lasciala !”

Il soldato la lasciò andare con una smorfia e si allontanò.

“Bene. Seguimi.”, le ordinò Ken.

Un soldato porse a Ken una fune e gli disse: “Tieni. Legala.”

“No, grazie. Non penso ce ne sia bisogno.”, gli rispose Ken.

La ragazza, non potendo far altro, seguì Ken.

Ken la condusse fino al suo cavallo bianco e le disse: “Forza, ora Sali !”

Mariam, cercando di prendere tempo per vedere se arrivava qualcuno in aiuto suo e dei suoi compagni, gli rispose: “Ma io non so cavalcare, non l’ho mai fatto !”

Ken sorrise e le disse: “Mi spiace per te. Ora Sali o ti metto su io. Cosa preferisci ?”

Mariam, imbarazzata e arrabbiata al contempo salì sul cavallo.

Ken sorrise e montò dietro di lei, poi, scostandole una ciocca di capelli biondi, le disse all’orecchio sinistro: “Ho capito che cercavi di guadagnare tempo,ma non verrà nessuno in vostro aiuto. Gli abitanti del villaggio sono morti tutti.”

Mariam, sconvolta da quella notizia , si voltò verso di lui ed esclamò : “Cosa ?!”

“Vedi di fare la brava.”, le disse Ken in tono minaccioso.

Uffa ! E adesso ? Non posso credere che quest’assassino sia davvero il sesto membro ! Eppure, qualcosa mi dice che si tratta davvero di lui ! Che situazione !”>

“Bene. Possiamo andare !”, disse Grover ai soldati.

Ormai era già giunta la sera ma, la truppa di soldati continuava ad avanzare nell’oscurità.

“Ah !”, esclamò Terry all’improvviso quando inciampò e cadde a terra ferendosi il ginocchio destro.

Il soldato, che la trascinava, in tono brusco le disse: “Forza, alzati mocciosa ! Non abbiamo tempo da perdere !”

Terry gli rispose: “Non ce la faccio più ! Sono stanca.”

Tutta la truppa si fermò.

Il soldato tirò fuori una frusta e le disse in tono crudele: “Allora ti convincerò io ! ,e quando stava per colpire la ragazza, qualcuno la protesse prendendo in pieno quel terribile colpo.

“Stai bene ?”, le chiese Mariam.

“Sì, grazie. Ma perché l’hai fatto ?”, le chiese Terry.

“Perché sei mia amica e perché ero l’unica che potesse aiutarti visto che gli altri sono legati.”, le rispose Mariam rialzandosi.

“Grazie. Sei una vera amica.”, le disse Terry commossa.

All’improvviso, Mariam si sentì sferrare violentemente per un braccio e, voltandosi vide Ken furioso che era andato a riprenderla.

“Stupida ! Volevo fare ameno di legarti ma non mi hai lasciato altra scelta !”, e le tirò uno schiaffo davvero portentoso.

Dopodichè, Ken la prese per un polso e la riportò al suo cavallo, dove, dopo averla fatta salire, le legò i polsi con una fune che poi fissò alla sella del cavallo.

“Fatto. E ora vedi di non fare altre stupidaggini !”, le disse il ragazzo furioso dopo essersi seduto dietro di lei.

Anche Terry dovette alzarsi di nuovo.

Dopodichè, la truppa ripartì.

Mariam, nel frattempo era terrorizzata e umiliata, perchè non solo aveva preso due colpi, ora era anche legata e non aveva la possibilità di aiutare nessuno dei suoi compagni.

Dopo altre due ore di marcia, la truppa raggiunse un boschetto immerso nell’oscurità.

La fune che stringeva i polsi di Mariam era molto stretta, infatti, i polsi della ragazza erano molto arrossati.

Mariam cercò di allentare la stretta della fune ma inutilmente.

Ken, accorgendosene, le disse: “ Lascia stare quella fune.”

“Ma mi fa male !”, protestò la ragazza.

“Peggio per te ! Un’altra volta impari a stare al tuo posto !”, le rispose Ken bruscamente.

La marcia proseguiva da molte ore ormai…

Era notte fonda e Grover disse ai suoi uomini: “ Basta così, per oggi. Per questa notte ci fermiamo qui.”, e smontò da cavallo.

Nella radura erbosa, circondata da pini verdeggianti e altissimi, i soldati e prigionieri si fermarono a riposare.

I prigionieri vennero legati al tronco di un pino, tranne Mariam, la cui fune era tenuta da Ken.

“Forza ! Accendiamo un bel fuoco. Poi penseremo anche a mangiare.”, disse Grover ai soldati.

I soldati organizzarono il campo,mentre i ragazzi, Mariam e Ken stavano seduti nell’erba ad osservarli.

I soldati iniziarono a mangiare e, ovviamente, ai prigionieri non venne dato nulla.

Ken, vedendo Mariam seduta al suo fianco, ignorandone il motivo, le porse la sua scodella e le disse: “Dai,mangia qualcosa.”

Mariam, sorpresa, ma non volendo darlo a vedere a Ken, gli disse: “No, grazie. Non voglio niente dai nemici !”

Ken, in tono deciso, le disse: “Ti ho detto di mangiare !”

“E io ti ho detto che non voglio !”, gli rispose Mariam ostinata.

“Certo che hai la testa dura !”, esclamò Ken divertito non aspettandosi quella reazione dalla ragazza.

“Mai quanto la tua !”, gli disse Mariam pensando che quel ragazzo non era cattivo, ma, per qualche oscura ragione aveva deciso di servire il male.

“Che vuoi dire ?”, le chiese incuriosito il ragazzo.

“Niente !”, gli rispose Mariam, poi guardò da un’altra parte, stizzita.

Ken sorrise e le disse: “E va bene.”

“Va bene, cosa ?”, gli chiese Mariam in tono ostile.

“Ti scioglierò, se vuoi, ma devi mangiare !”, le rispose Ken e, detto fatto, tagliò la fune che teneva legati i polsi della ragazza.

La ragazza, si massaggiò i polsi finalmente liberi.

“Perché ti interessi tanto ? Sono una tua prigioniera, no ?”, gli chiese Mariam.

Il ragazzo, le rispose: “Non sono affari tuoi. Mangia, adesso.”, e le porse la sua scodella.

Mariam lo guardò con aria interrogativa,ma non poteva certo ammettere di nona vere fame.

“Perché lo fai ?”, gli chiese la ragazza.

“Te l’ho già detto. Non sono affari tuoi !”, le rispose Ken non volendo darle spiegazioni.

La ragazza, non avendo altra scelta iniziò a mangiare.

“Ehi, voi ! Credo che dovremmo dare qualcosa anche agli altri. Lo sapete che il re li vuole vivi.”, esclamò un soldato rivolto ai suoi commilitoni.

“Sì, va bene.”, rispose Grover.

Così, uno a d uno, anche gli altri ragazzi, sotto strettissima sorveglianza mangiarono qualcosa.

Mentre finiva di mangiare, Mariam, che fino a quel momento si era comportata in modo ostile verso Ken, ora si chiedeva il perché di quello strano comportamento.

Strano… Chissà perché si comporta così ? Non so se lui è il nostro sesto compagno, però … sento qualcosa. Credo che in fondo al suo cuore ci sia ancora del bene: quello che è appena successo ne è la prova. Devo scoprire se ha lo stemma anche lui. “, pensò Mariam.

Dopo cena, i soldati chiacchierarono un po’ intorno al fuoco.

Ken, dopo che Mariam ebbe finito di mangiare, non la legò di nuovo.

Mariam, dal canto suo, non ci pensava neanche a scappare anche se era libera, con tutti quei soldati in giro e i suoi amici in ostaggio, non avrebbe avuto senso una fuga, quindi restò seduta vicino a Ken, osservandolo.

Ken, accorgendosene, le chiese: “Che hai da guardare ?”

“Niente.”, gli rispose la ragazza distogliendo lo sguardo.

Che strana ragazza… Non so perché,ma sento che mi sta nascondendo qualcosa…”, pensò Ken guardandola divertito.

Dopo un po’ di tempo, mentre i soldati continuavano a chiacchierare, Ken disse a Grover: “Io vado a dormire.”

“Va bene. Sarai stanco dopo la battaglia di oggi.”, gli rispose Grover.

Così, il ragazzo si alzò e Mariam lo seguì.

“Ma che brava. Come hai fatto a capire che dovevi seguirmi ?”, le chiese Ken sarcastico.

“Non volevo restare con quei soldati maniaci. Tutto qui.”, gli rispose Mariam ostile.

Ken sorrise e la guidò lontano dal fuoco.

Ken condusse Mariam un po’ lontano dagli altri soldati e, quando stava iniziando a preparare il giaciglio per la notte, la ragazza, gli chiese: “Non mi leghi ?”

“Perché dovrei ? Tanto abbiamo i tuoi amici in ostaggio e sono certo che non li abbandoneresti mai.”, le rispose il ragazzo continuando a preparare il giaciglio.

Mariam restò interdetta da quella risposta, quindi non potè far altro che sedersi, aspettare e osservare ogni mossa del ragazzo.

Quando il ragazzo finì di sistemare il giaciglio chiese a Mariam: “A proposito, come ti chiami ?”

La ragazza, sorpresa da quella domanda, gli chiese: “Perché vuoi saperlo ?”

“Voglio saperlo e basta !”, le rispose Ken in tono autoritario.

“Mariam”, gli rispose la ragazza.

“Bene. Ora sdraiati.”, le ordinò Ken indicandole il sacco a pelo.

Mariam, allibita e incredula al contempo, gli chiese: “Dovrei dormire con te ?”

Ken sorrise e le rispose: “Esatto.”, e guardò divertito la reazione della ragazza.

“Te lo puoi scordare ! Piuttosto dormo per terra !”, gli rispose Mariam indignata e si voltò dalla parte opposta dando le spalle al ragazzo.

Ken, contrariato da quella reazione, prese il suo pugnale e, avvicinandosi silenziosamente alle spalle della ragazza, glielo puntò alla gola.

Mariam, sentendosi il pugnale alla gola cercò di spostarsi, ma Ken la trattenne per un braccio e le disse: “Invece, credo sia meglio che tu obbedisca,sai ? Avanti, mettiti a dormire.”

Mariam, non avendo altra scelta, gli disse: “Va bene, però metti giù quel pugnale.”

Ken mise via il pugnale e lasciò la ragazza.

Mariam, non avendo scelta, si sdraiò nel sacco a pelo e Ken accanto a lei.

Mariam era terribilmente imbarazzata, non solo perchè non aveva mai dormito con un ragazzo, ma anche perché Ken era un nemico.

Ken, accorgendosi del nervosismo della ragazza, le disse: “Dai, stai tranquilla. Non succederà niente.”

“Non ci riesco.”, gli rispose la ragazza imbarazzata.

“Dovrai farci l’abitudine. Buonanotte !”, le disse il ragazzo e si girò dall’altra parte, dando le spalle a Mariam.

“A proposito, non tentare di scappare nella notte. Ti avviso che ho il sonno leggerissimo.”, le disse il ragazzo.

“Tanto a cosa servirebbe ?”, gli rispose Mariam stizzita.

Dopodichè, la ragazza si raggomitolò nelle coperte e si addormentò profondamente, troppo provata da tutte le emozioni e i fatti di quel giorno.

Era notte fonda nella radura addormentata…

Ken si svegliò all’improvviso in preda a d un altro dei suoi incubi.

Ken era molto spaventato dall’incubo che aveva appena fatto e, molte goccioline di sudore freddo, gli colavano sulla fronte e sulla schiena.

Il ragazzo si sedette e guardò Mariam che dormiva tranquillamente al suo fianco.

Mentre la osservava dormire serena, Ken provò una strana sensazione.

Mentre guardava Mariam, il ragazzo, a poco a poco, si calmò e, i pensieri tristi che lo avevano tormentato durante l’incubo sparirono lentamente.

Ken, profondamente innamorato di quella ragazza, le accarezzò dolcemente il viso con una mano e pensò “Cosa posso fare per conquistarti ? Se solo tu fossi dalla mia parte, sarebbe tutto più facile…

Il ragazzo, ora tranquillo guardò l’accampamento illuminato dalla luce della luna piena, poi guardò nuovamente Mariam e sorrise, felice di averla al suo fianco.

Però, la felicità del ragazzo venne turbata da alcuni dubbi che, piano piano si insinuarono nella sua mente Ma starò facendo la cosa giusta ? E’ giusto come sto trattando questa ragazza ?”

Il ragazzo, dopo aver guardato un’ultima volta Mariam, si sdraiò e si rimise a dormire…

Era giunta l’alba ormai e, l’accampamento di soldati era ancora addormentato.

Mariam si svegliò con la luce del sole che le illuminava il viso.

Dopodichè, la ragazza si alzò e Ken se ne accorse.

Il ragazzo finse di dormire, poi, quando Mariam si allontanò di qualche metro, lui la seguì in silenzio.

Mariam andò dai cavalli.

Ken restò immobile, dietro di lei a guardare la scena.

La ragazza stava accarezzando dolcemente i cavalli e non ne aveva la minima paura.

Ken si avvicinò silenziosamente alle spalle e le disse: “E tu eri quella che non sapeva andare a cavallo ?”

Mariam, voltandosi di scatto, gli chiese, colta alla sprovvista : “Come ?”

Ken sorrise e le disse: “Non c’è bisogno che tu finga con me, sai ? Da come li accarezzavi, mi sembra che tu di cavalli te ne intenda bene o mi sbaglio ?”

La ragazza, capendo che mentire non sarebbe servito, gli rispose: “ E va bene. E’ vero. Mi piacciono i cavalli e ne avevo uno anche a casa mia.”

“Già, come immaginavo.”, le disse Ken.

“In che senso ?”, gli domandò la ragazza.

“Ieri, quando sei salita sul mio cavallo, ho visto che l’hai fatto con disinvoltura, quindi ho capito subito che eri abituata a cavalcare.”, le rispose Ken.

Mariam non disse niente e si voltò verso i cavalli accarezzandoli.

“Ora torniamo all’accampamento prima che si sveglino gli altri soldati. Se sanno che sei stata qui, pretenderanno che io ti legni e a me, sinceramente non va.”, le disse Ken.

Mariam annuì e, insieme al ragazzo tornò all’accampamento.

“Posso andare a vedere come stanno i miei amici ?”, gli domandò Mariam timorosa.

Ken la guardò un momento, poi le rispose: “D’accordo, ma solo se vengo anch’io.”

“Ok.”, gli disse la ragazza e si avviò verso i suoi amici, che si erano appena svegliati.

“Ciao, ragazzi. Come state ?”, domandò loro Mariam.

“Visto che siamo ancora vivi, non possiamo lamentarci, e tu ?”, le rispose Terry.

Prima che Mariam potesse risponderle, Ken disse : “Adesso basta ! Andiamo.” E, prendendo Mariam per un braccio la riportò al sacco a pelo dove avevano trascorso la notte.

Mentre Ken richiudeva il sacco a pelo, la ragazza, stizzita, gli chiese: “Perché mi hai portata via ? Stavamo parlando !”

Ken, chiudendo il sacco a pelo, si voltò verso di lei e le rispose: “Volevi veder se stavano bene, no ? Li hai visti, quindi può bastare. E poi, non avrei neanche dovuto farti avvicinare a loro, quindi vedi di non lamentarti troppo.”

Mariam, anche se incollerita, non disse nulla.

Poco dopo si svegliarono anche gli altri soldati e, dopo aver fatto colazione, la truppa ripartì.

Mariam salì nuovamente sul cavallo di Ken.

Durante la marcia, il cavallo di Ken chiudeva la fila.

“Posso farti una domanda ?”, gli chiese Mariam.

“Sarebbe ?”, le rispose il ragazzo stupito.

“Perché sei nell’’Esercito del Nuovo Ordine ?”, gli domandò la ragazza.

Ken sorrise, poi, le rispose in tono tranquillo: “ Non credo che questi siano affari tuoi.”

Uffa ! Che testardo !”, pensò Mariam.

Verso metà mattinata, il paesaggio iniziò a cambiare.

Le montagne iniziarono a diventare sempre più aguzze e i boschi erano sempre più fitti.

Mariam si guardava intorno incuriosita perché in quella zona non c’era mai stata.

Ken, accorgendosene, le spiegò: “Siamo quasi arrivati al castello di Re Fenix.”

“Di male in peggio… E cosa vuole questo Re Fenix da noi ?”, gli domandò Mariam preoccuapta.

“Credo vi voglia chiedere di collaborare.”, le rispose Ken.

“Cosa ? Stai scherzando, vero ?!”, gli chiese Mariam agitata.

“No, affatto.”, le rispose Ken.

Passarono due ore e, i cavalli, instancabili continuavano a camminare a rilento per non affaticare troppo i prigionieri che li seguivano a piedi.

“Ken…?”, disse incerta Mariam.

Il ragazzo, sentendosi chiamare per nome dalla ragazza, le chiese curioso: “Come fai a conoscere il mio nome ?”

“Ieri il tuo comandante ti ha chiamato così, no ?”, gli rispose la ragazza.

“Sì, infatti. Comunque, cosa volevi ?”, le chiese lui.

“Volevo sapere qual è il tuo paese natale.”, gli rispose Mariam.

Ken, molto stupito da quella domanda, le chiese: “Perché ti interessa ?”

“Così… una semplice curiosità.”, gli rispose Mariam evasiva.

In realtà, la ragazza, conoscendo la storia degli Antichi Cavalieri, voleva verificare se la sua intuizione fosse giusta.

Se è nato a Molins, vuol dire che è lui il sesto membro.”, pensò Mariam.

“Molins è il mio luogo natale.”, le rispose Ken.

Bingo ! Allora è davvero lui ! Ora dovrei farlo passare dalla nostra parte,ma sarà un’impresa impossibile: è un testardo !”, pensò la ragazza.

“Ti vedo pensierosa. A cosa pensi ?”, le chiese Ken osservandola.

“E ? no, no. A niente !”, gli rispose Mariam sperando che lui ci cascasse.

“Cosa mi stai nascondendo ?”, le chiese lui divertito.

“Niente, perchè ?”, gli rispose Mariam.

“Tu sai qualcosa, avanti dimmelo !”, le disse divertito.

“IO ? Cosa dovrei sapere ?”, gli chiese Mariam con l’aria più innocente che riuscì a trovare.

“Ah, lasciamo perdere, tanto non me lo vuoi dire…”, esclamò Ken ancora più divertito.

Qualcosa, nel cuore di Ken stava tornando in superficie, una sensazione che non provava più da molto tempo.

Quello stava provando Ken in quel momento era puro divertimento, quello che non aveva mai provato da quando era entrato nell’Esercito del Nuovo Ordine; la pura felicità di essere un ragazzo di diciotto anni che, dopo molto tempo, si divertiva con una sua coetanea…

Che strano… Dopo tanto tempo sono felice ! Non mi capitava da moltissimo questa sensazione…” pensò Ken sorridendo e guardò la ragazza seduta davanti a lui.

“Mariam, qual è il tuo luogo natale ?”, le chiese il ragazzo.

La ragazza, stupita da quella domanda, gli chiese: “Perché vuoi saperlo ?”

“Così e poi io ti ho detto il mio, no ?”, le rispose Ken.

“Naklis.”, gli rispose Mariam.

Strano… Con questa ragazza mi sento a mio agio, non come quelle che mi presentava mia madre. “, pensò Ken guardando Mariam.

All’improvviso, si sentì un soldato gridare: “Fermati, moccioso !”

Tutti si voltarono in quella direzione e videro che Rik era riuscito miracolosamente a liberarsi dalla fune che lo teneva legato e stava fuggendo verso il bosco.

Mariam gridò al compagno: “Fermati, Rik ! E’ inutile !”

Ma non ci fu nulla da fare perché Rik continuava a correre.

Se riesco a seminarli, potrò andare a cercare auto per liberare i miei amici ! “, pensò Rik mentre correva.

Un soldato spronò suo cavallo che partì al galoppo.

Oh, no ! “, pensò Terry vedendo la scena.

Quando il soldato fu vicino a Rik, lo catturò con una rete.

Il ragazzo, non riuscendo a liberarsi restò imprigionato dentro la rete impotente.

Povero, Rik ? E adesso ? Io, Terry e Cody siamo legati e non possiamo aiutarlo. Mariam è controllata a vista da quel soldato e non può aiutarlo nemmeno lei…”, pensò Lein disperata guardando la scena.

Perché hai voluto fare l’eroe ? Chissà adesso cosa ti faranno ?!”, pensò Cody guardando l’amico imprigionato nella rete.

Tutti guardavano la scena, poi, Gorver scese dal suo cavallo e si avvicinò a Rik.

“Cosa credevi di fare, moccioso ?”, gli chiese Grover in tono arrogante.

Quattro soldati scesero dai loro cavalli e, su ordine del comandante tolsero la rete da Rik e lo circondarono.

I quattro soldati e Grover picchiarono Rik duramente.

“No ! Smettetela ! Lasciatelo stare !”, gridò Lein disperata.

Ma nessuno le diede retta.

Mariam, anche essendo slegata non poteva far niente per l’amico in difficoltà perché sapeva che se avesse fatto qualcosa, Ken l’avrebbe fermata all’istante.

Nel frattempo, i quattro soldati continuavano a picchiare Rik, che, ormai era rannicchiato al suolo.

“Allora, moccioso, hai ancora voglia di scappare ?”, gli chiese Grover in tono divertito.

Mariam, non sopportando più quella tortura, gridò ai soldati: “Adesso basta ! Lasciatelo st..”

Ken le mise una mano sulla bocca e le disse: “Stai zitta ! E’ la punizione che si merita.”

Mariam si tolse la mano di Ken dalla bocca e gli disse: “Non è giusto ! Non avete alcun diritto di comportarvi così !”

“Invece sì. Ora fatti gli affari tuoi e non ti intromettere !”, le disse il ragazzo in tono duro.

Mariam, sull’orlo delle lacrime, gli disse: “Tu non dovresti essere così !”

Il ragazzo ,sorpreso da quell’affermazione, le chiese: “Cosa vuoi dire ?”

Ma Mariam, offesa, non gli rispose.

Ad un tratto, nella mente di Ken riaffiorarono antichi ricordi, come quello del vecchio che Grover aveva ucciso <>

Ken era davvero confuso e gli stavano venendo dei dubbi su molte cose.

Ken guardò la ragazza davanti a lui e pensò Mariam, scusami… Cosa volevi dirmi ?”

“Va bene. Basta così, ragazzi. Se lo conciamo troppo male non riuscirà a camminare fino al castello del re.”, disse Grover ai quattro soldati.

I quattro soldati annuirono, poi legarono nuovamente Rik e gli dissero: “Se non vuoi prenderne ancora, stai al tuo posto !”

Rik, dolorante e pieno di lividi, non disse nulla, troppo umiliato da quello che era appena successo.

Dopodichè, la truppa ripartì.

Nel pomeriggio, la truppa di soldati arrivò al castello del re.

I quattro ragazzi vennero rinchiusi in cella.

Ken portò il suo cavallo nelle scuderie, poi sia lui che Mariam smontarono.

Ken tolse le briglie al suo cavallo e lo fece entrare nel suo box.

Poco dopo arrivò Grover e gli disse: “Ken, il re vuole vederti.”

“D’accordo. Arrivo.”, gli rispose il ragazzo.

“Aspetta, però…Devo portare la ragazza nella mia stanza.”, disse Ken a Grover.

“Non preoccuparti, Ken. Ce la porterà lui.”, gli rispose Grover indicando un soldato.

Così, Ken,anche se contrario a lasciare la ragazza col soldato dovette seguire Grover.

Il soldato aspettò che Ken si allontanasse, poi, minacciando la ragazza con la spada, le legò i polsi con una fune.

Dopodichè, il soldato condusse Mariam nella stanza del ragazzo.

Quando il soldato e Mariam arrivarono nella stanza del ragazzo,il soldato legò l’altra estremità della fune a una sbarra del letto e disse alla ragazza intono crudele: “Ora che non c’è il moccioso a difenderti, ci divertiamo un po’, tanto poi sarai sua per sempre.”

Mariam, immobilizzata dalla fune, gli gridò: “No ! Lasciami stare !”, e tirò un calcio allo stomaco del soldato.

“Hai carattere, ma non ti servirà con me !”, le disse il soldato sorridendo divertito e si avvicinò ancora di più alla ragazza.

Mariam, non sapendo più cosa fare era terrorizzata.

Quando il soldato l’aveva quasi raggiunta e lei non poteva più muoversi, un pugnale dalla lama molto affilata comparve davanti alla gola del soldato e una voce minacciosa e irata al tempo stesso disse a quest’ultimo: “Vattene subito da qui o ti uccido !”

Ken !, pensò Mariam felice.

Il soldato si voltò e vide Ken furioso dietro di lui.

“Fatti gli affari tuoi. Tanto poi, sarà tua per sempre. Fammi divertire almeno un pochino.”,e si voltò nuovamente verso Mariam.

Ken, a quel punto, con uno scatto fulmineo andò davanti al soldato e lo pugnalò al cuore ferendolo a morte.

Mariam restò allibita da quella scena.

Il soldato, mentre moriva, chiese al ragazzo: “Perché ?”

Perché la amo e tu volevi solo divertirti come una bestia !”, avrebbe voluto rispondergli il ragazzo.

“Ti avevo avvertito di lasciarla stare.”, gli disse Ken in tono gelido.

Ken si voltò verso la ragazza, mentre il soldato giaceva morto ai suoi piedi.

Dopodichè, Ken pulì il suo pugnale.

“Stai bene ?”, le chiese il ragazzo.

Mariam annuì, troppo spaventata per parlare.

Dopodichè, Ken tagliò la fune che le teneva legati i polsi con il suo pugnale e le disse: Ora devo andare. Ci vediamo più tardi.”

“Ma non eri già andato dal re ?”, gli chiese Mariam.

“Ci stavo andando, ma poi sono tornato indietro perché non mi fidavo a lasciarti con quel soldato, infatti avevo ragione.”, le rispose Ken.

“E il tuo comandante ti ha fatto venire ?”, gli chiese lei.

“Sì, anche perché gli ho detto che sarei andato dal re subito dopo avere controllato che andava tutto bene.”, le rispose Ken.

“Ma non finirai nei guai per aver ucciso quel soldato ?”, gli chiese Mariam.

“No, stai tranquilla.”, le rispose lui e trascinò il soldato fuori dalla stanza, poi, voltandosi nuovamente verso Mariam, le disse: “Ora ti chiudo dentro, almeno non correrai altri pericoli.”

Detto fatto, il ragazzo si incamminò verso la porta.

“Ken !”, lo chiamò Mariam incerta.

Il ragazzo, si voltò stupito e le chiese : “Che c’è ?”

Mariam, arrossendo, gli rispose guardandolo negli occhi: “Grazie per avermi aiutata.”

Ken, non aspettandosi quella reazione, sorrise, poi, si voltò verso la porta trascinandosi dietro il soldato.

Una volta che fu uscito, Ken chiuse la porta della stanza a chiave.

Al primo soldato di turno che vide passare, Ken gli disse: “Porta via questo porco.”, indicando il soldato morto, poi aggiunse: “E spargi la voce che se qualcuno cercherà di far del male a quella ragazza se la vedrà con me !”

“Quale ragazza ? Quella che viaggiava con Voi ?”, gli chiese il soldato impaurito, che stava guardando il cadavere del soldato morto.

“Sì.”, gli rispose Ken e se ne andò.

Ken raggiunse la sala del trono, dove il re lo stava aspettando.

Quando il ragazzo fu al cospetto del sovrano, quest’ultimo gli rispose sorridendo: “Sei stato bravo, Ken. Ho saputo che hai trovato anche una ragazza.”

Ken, ignorandone il motivo, diventò improvvisamente protettivo nei confronti di Mariam e, un sesto senso lo indusse a non fidarsi di quell’uomo.

Il ragazzo, con un tono gelido e deciso, gli disse: “ Sì, infatti !”

Il re era un uomo alto, magro, con uno sguardo deciso e i capelli castani.

Il re sorrise e disse al ragazzo: “Tu non sai chi è tuo padre. Scommetto che tua madre non te l’hai mai rivelato.”

Ken, sorpreso da quel discorso, non seppe cosa dire.

“Sei curioso ? Io conosco tuo padre.”, gli disse il re.

“Davvero ? Allora… potete dirmi chi è, Vostra Maestà ?”, gli chiese Ken speranzoso.

Il re sorrise divertito e disse al ragazzo: “Ci stai parlando in questo momento !”

Ken quasi restò senza respiro dalla rivelazione e non riuscì a dire nulla…

“Dai, Ken, non fare quella faccia. Non ti sto mentendo ! Hai presente i tre nei a forma di triangolo che hai sull’avambraccio destro ? Sono certo che siano identici ai miei. Forza, guardali !”, gli disse suo padre.

Ken, ancora incredulo, si guardò i nei a forma di triangolo sul suo braccio destro, poi, il re gli fece vedere i suoi: erano perfettamente identici !

“Io… non cosa dire…”, disse Ken ancora sconvolto.

Il ragazzo, non sapeva come sentirsi, perché, nonostante quei nei simili e altri dettagli fisici, non riusciva a fidarsi di quell’uomo.

All’improvviso, a Ken tornò in mente quello che sua madre gli aveva detto a proposito del padre.

All’improvviso, un pensiero terribile lo fulminò.

“Dov’è mia madre ?”, gli chiese Ken.

Il sovrano, prima di rispondergli fece un lungo sospiro, poi disse: “Lei…non c’è più.”

Quelle parole colpirono al cuore Ken,come tante piccole e fredde lame di acciaio che gli devastarono l’anima.

“Cosa…cosa vuoi dire ?”, gli chiese il ragazzo quasi senza fiato.

“Tua madre non approvava ciò che facevo, si era messa contro di me. Appena tu nascesti, lei fuggì dal castello portandoti con sé… Quando i miei soldati hanno invaso Molins, Tua madre mi ha rifiutato di nuovo, quindi… è morta per difendere quel suo stupido ideale in cui credeva tanto: l’Amore !”, gli rispose il re.

“Cosa ?! L’hai uccisa ?!”, esclamò Ken adirato e sconvolto al contempo.

“Non è il caso di agitarsi. Se mi avesse ascoltato sarebbe ancora viva.”, gli rispose suo padre.

Ken, accecato dalla rabbia, si diresse verso l’uscita senza dire una parola.

Il padre,alle sue spalle, gli disse: “Dai figliolo, non pensarci. Divertiti un po’ con la tua amichetta, vedrai che ti passerà !”

Ma ormai, Ken non lo ascoltava più.

Tutto quello che gli aveva detto Grover sull’Esercito del Nuovo Ordine, cioè che lo scopo di tale esercito era quello di eliminare la borghesia per riportare tutti allo stello livello, tutti quei principi di giustizia…

Ora, tutte quelle certezze, le stesse che lo avevano convinto a passare dalla parte del re, gli cadevano addosso come macigni.

Era come se il ragazzo fosse precipitato in un incubo terribile.

Solo adesso Ken si rese conto di aver servito degli assassini !

Quando Ken entrò in camera, vi trovò Mariam che osservava i vari soprammobili.

Maledetto ! Come ha potuto farlo ?! Cosa devo fare adesso ? Non lo so più… Ora capisco perché mia madre non mi ha mai voluto parlare di lui…”, pensò Ken facendo i conti con la terribile verità che aveva appena appreso.

Mariam, notò che il ragazzo aveva qualche problema, quindi gli chiese: “Cosa ti è successo ? Sembri sconvolto…”

Ken, sorpreso da quella domanda, ma ancora diffidente nei confronti della ragazza, le rispose: “Non sono affari tuoi !”

Mariam, indignata, gli disse: “Che maleducato ! Cercavo solo di aiutarti, ma vedo che non ne vale la pena ! Sei solo un testardo che non si fida di nessuno !”, e si voltò verso la finestra, offesa.

Il ragazzo, colpito da quelle parole, capì di aver offeso Mariam, quindi le disse: “Scusami, non ce l’ho con te. Solo che mi è stata detta una cosa che non riesco ad accettare…”

Mariam, si voltò e, guardando Ken con comprensione, gli disse: “ Non preoccuparti. Quando ti va di parlarne sono qui.”

Ken guardò quella ragazza sorridendo, ma non in modo arrogante e pensò ”Ecco perché mi è piaciuta subito. E’ spontanea e sincera. Forse posso fidarmi di lei…e poi sento qualcosa di strano, non so cosa sia, però, mi succede solo quando sono insieme a lei. Forse, mi sto innamorando sul serio…”

Quella sera, Ken e Mariam furono invitati a mangiare nella sala da pranzo del re.

Quando i due ragazzi erano in camera per prepararsi, Ken disse a Mariam: “Vedi di non rispondere al re; è uno che perde la pazienza facilmente.”

“Capirai ! Tanto io e i miei amici non potevamo essere nei guai più di così ! E poi, di cosa ti preoccupi ? Tanto sono io che rischio la vita, non tu !”, gli rispose Mariam ostile.

Ken, irritato da quella risposta, si avvicinò a Mariam e, dopo averla immobilizzata prendendola per i polsi, contro un muro, le disse in tono gelido: “Forse non mi sono spiegato bene. Tu d’ora in poi sei una mia proprietà e se ti dico di fare una cosa, al devi fare. Hai capito ?”

“Ma come ti permetti ?! Io non sono una proprietà ! Chi ti credi di essere ?! Non capisci che stai facendo del male solo a te stesso ? Stai andando contro il tuo destino !”, gli rispose Mariam indignata.

Ken, stupito da quella risposta, per un momento non seppe cosa dire e continuò a guadare negli occhi Mariam, poi, lasciandola andare, le disse in tono freddo: “Mettiti quel vestito o i tuoi amici moriranno com’è morto quel soldato.”, e le indicò un vestito che aveva posato sul letto.

Mariam, spaventata dalla minaccia e intuendo che Ken non stava affatto scherzando, disse al ragazzo: “D’accordo. Esci, però. Non ricambio se ci sei dentro tu.”

Ken sorrise divertito e le rispose: “Perché ti fai tanti scrupoli ? Prima inizi a prendere confidenza e meglio è.”, poi, si voltò e uscì dalla stanza.

Mariam, anche se contraria, si mise il vestito che le aveva portato Ken.

Il vestito era molto bello ed era di un azzurro acceso con delle sfumature che andavano al blu elettrico.

A Mariam piaceva quel vestito, anche perché, non ne aveva mai avuto uno, ma non voleva darlo a vedere a Ken; non gli avrebbe mai dato quella soddisfazione !

“Ho fatto.”, gli disse Mariam uscendo dalla stanza.

Quando Ken guardò Mariam con il vestito, a momenti non la riconobbe e continuò a guardarla affascinato.”

Mariam, a disagio perché non era abituata a portare dei vestiti, ma solo pantaloni, gli chiese: “Che hai da guardare ? Non sto bene ? Vado a cambiarmi ?”

Ken, le rispose: “Non provarci neanche. E’ che dovresti metterti più spesso dei vestiti. Non sei male.”

Mariam, senza volerlo arrossì a quel complimento.

Ken se ne accorse e sorrise, poi le disse: “Ora andiamo. Il re ci sta aspettando.”

Così, la prima serata in compagnia del re iniziò…

La cena si svolse senza problemi.

Mariam e Ken erano seduti vicini.

Verso notte fonda, nel salone c’erano ancora saltimbanchi e menestrelli e quella festa sembrava non finire mai…

Ad un tratto, i suonatori iniziarono a suonare…

“Vieni. Andiamo a ballare.”, le disse Ken.

Mariam, colta alla sprovvista, gli rispose imbarazzata: “Veramente non sono capace…”

“Non preoccuparti. Ken è un ottimo ballerino. Ti guiderà lui.”, le disse il re vedendo la scena.

Mariam, non volendo accettare stava per ribattere,ma Ken, le diede un pizzicotto su un fianco e le sussurrò, senza farsi sentire dal re : “Hai già dimenticato quello che ti ho detto in camera ? Forza, alzati !”

Mariam, anche se contraria, non potè far altro e obbedì.

I due ragazzi, insieme ad altre coppie, iniziarono a ballare a ritmo di musica.

Mariam non era niente male come ballerina.

Ken, le sussurrò all’orecchio : “Perché hai detto che non eri brava a ballare ? A me sembra il contrario.”

“Perchè non mi andava di ballare.”, gli rispose la ragazza.

Anche se era un suo nemico, la ragazza sentiva qualcosa per Ken e, da un certo punto di vista, le piaceva ballare con lui, anche se non l’avrebbe mai ammesso.

Dopo pochi minuti, la musica finì e i ragazzi tornarono a sedersi.

Il re parlò un po’ con il figlio…

“Allora Ken, come ti trovi con quella ragazza ? E’ carina, vero ?”, gli domandò il re.

Ken, preso alla sprovvista e non volendo mettere in pericolo Mariam, gli rispose con un tono gelido e un ghigno malvagio: “Già. Comunque, noi adesso andiamo in camera.”

“Come mai ? Non vuoi restare ?”, gli domandò il re sorpreso.

“No. Sono un po’ stanco.”, gli rispose Ken e si alzò.

“Certo, dopo la battaglia di oggi. D’accordo. Buonanotte !”, gli disse il re.

Così, i due ragazzi, si avviarono verso la camera di Ken.

Quando Ken e Mariam arrivarono davanti alla porta della stanza, la ragazza, gli disse: “Aspetta.”

Ken, sorpreso, le chiese: “Cosa dovrei aspettare ?”

“Devo cambiarmi.”, gli rispose Mariam imbarazzata.

“E allora ?”, le chiese il ragazzo.

“Allora aspettami fuori. Ti chiamo quand’ho finito.”, gli rispose Mariam.

“Ancora non ti sei abituata ‘”, le chiese il ragazzo divertito.

“No. Se non vuoi che dorma con il vestito fammi cambiare.”, gli disse la ragazza.

Ken sorrise e le disse: “Certo che sei forte. Dai, vaia cambiarti, ma fai alla svelta perché ho sonno.”

“D’accordo.”, gli disse la ragazza ed entrò nella stanza.

Che tipo ! “, pensò Ken divertito mentre aspettava fuori dalla porta.

Quando Mariam si fu tolta il vestito e si fu messa un pigiama datole da Ken, si avviò verso la porta e disse al ragazzo: “Ho fatto. Adesso cambiati tu.”, e fece per uscire dalla stanza.

Ken, entrando e spingendola dentro la camera, le disse: “Mettiti pure a dormire. Io non mi vergogno a cambiarmi davanti a te.”, chiuse la porta della camera a chiave.

Mariam, imbarazzata, gli rispose: “D’accordo. Ma mi giro dall’altra parte.” E, così facendo, si sdraiò sul latro sinistro del letto.

Ken, divertito da quella reazione, si mise il pigiama e si avvicinò al letto.

Mariam, vedendo Ken avvicinarsi al letto, gli chiese: “Cosa vuoi fare ?”

“In che senso ? Mi sto mettendo a dormire. Che domande fai ?”, le rispose Ken divertito, intuendo il motivo della domanda della ragazza.

“Ma… Non dirmi che dobbiamo dormire ancora insieme ?!”, gli chiese Mariam sconvolta.

“Sì, perché ?”, le rispose Ken infilandosi sotto le coperte.

Mariam, contraria a dormire nuovamente con lui, fece per alzarsi, ma Ken, prendendola per i polsi, le fece perdere l’equilibrio e lei cadde nuovamente sul letto.

“Dove pensi di andare ?”, le domandò il ragazzo sorridendo.

Mariam, imbarazzata e arrabbiata, gli rispose: “Dormo per terra. Lasciami andare !”

“Non ci penso proprio. Dai, mettiti a dormire.”, le disse Ken divertito.

“No !”, gli rispose Mariam e cercò di liberarsi dalla presa di Ken, ma lui la teneva con forza.

“Smettila ! Quando imparerai che devi dormire con me, d’ora in poi ?”, le disse Ken seccato.

Mariam, capendo di non avere altra scelta, si rimise giù docilmente.

“Brava. Ora dormi.”, le disse Ken e, dopo averle lasciato i polsi, si girò dall’altra parte.

Mariam, anche essendo molto imbarazzata, non potè far altro che mettersi a dormire.

Durante la notte, Ken ebbe un altro incubo e risvegliò di soprassalto.

Maledizione ! Ma perché continuo a fare questi incubi ? Non ne posso più !”, pensò il ragazzo disperato.

Dopo essersi calmato, il ragazzo, si rimise sotto le coperte e cinse con un braccio la vita di Mariam, poi si addormentò.

La mattina dopo, Mariam, quando si svegliò cercò di alzarsi ma si rese conto che Ken la trenta con un braccio.

La ragazza cercò di spostare il braccio del ragazzo senza svegliarlo, ma non vi riuscì.

“Che c’è ? Non puoi stare ferma ?”, le domandò il ragazzo assonnato.

“Lasciami andare. Devo alzarmi.”, gli rispose la ragazza.

Ken la lasciò andare e Mariam si alzò.

I giorni passavano veloci al castello di Re Fenix.

Ken voleva che Mariam lo seguisse sempre.

Una mattina, dopo colazione, Ken portò Mariam alle scuderie del castello.

“Perché siamo venuti qui ?”, gli domandò la ragazza sorpresa.

“Perché voglio uscire un po’.”, le rispose Ken.

Poi, dopo aver sellato il suo cavallo, il ragazzo, chiese a Mariam: “ Ti va di cavalcare un po’ ?”

“Sì, ma perché me lo chiedi ?”, gli domandò la ragazza incuriosita da quella proposta.

Ken andò a sellare un altro cavallo, poi, portandolo da Mariam le disse: “Forza, sali.”

Mariam, lo guardò interrogativa, poi gli chiese trattenendo a malapena la gioia: “Vuoi dire che posso cavalcare da sola ?”

“Sì, ma non tentare di scappare. Il mio cavallo è molto più veloce di quello che ho dato a te.”, gli rispose il ragazzo, poi si voltò e montò sul suo bianco destriero.

Mariam, montò sul cavallo che le aveva portato Ken e gli rispose: “Tanto perché dovrei scappare ? I miei amici sono in cella.”

Ken sorrise, poi, insieme, i due cavalli si avviarono verso le montagne che si innalzavano vicino al castello.

“Sai, mi è sempre piaciuto cavalcare. Quand’ero a Molins lo facevo molto spesso.”, le disse Ken durante il tragitto.

“Anch’io quand’ero a casa andavo molto a cavallo.”, gli rispose Mariam, ignorando il motivo per il quale stava parlando con Ken senza ostilità.

“Perché hai voluto fare questa passeggiata ?”, gli chiese Mariam.

“Avevo voglia di uscire un po’.”, le rispose Ken.

I due ragazzi attraversarono fitti boschi e verdeggianti pianure e, lentamente, tra loro stava accadendo qualcosa…

Ken volle sapere della vita di Mariam prima che scoprisse di essere un’ Eletta.

Poi toccò a Ken raccontare della sua vita a Molins a Mariam e, piano piano, nel suo cuore stava nascendo qualcosa…

Verso la tarda mattinata, Ken disse alla ragazza: “Per oggi basta così. Torniamo al castello.”

“Perché ?”, gli domandò Mariam.

“Perché devo esercitarmi con la spada.”, le rispose lui.

“Come se ne avessi bisogno !”, gli rispose Mariam sarcastica.

Il ragazzo sorrise, poi, entrambi i cavalli si avviarono verso il castello.

Una volta arrivati al castello e dopo aver sistemato i due cavalli nei loro rispettivi box, i due ragazzi andarono a mangiare.

Dopo pranzo, i due ragazzi si avviarono verso la palestra.

Quando arrivarono in palestra, Ken disse a Mariam: “Tu siediti su quella panchina e aspetta.”

Mariam, sapendo che sarebbe stato inutile ribattere, si sedette sulla panchina.

Mentre Ken si batteva sul ring con un altro soldato, Mariam, guardandolo, pensò “Devo scoprire dove tengono i miei amici. Magari,se vado adesso, Ken non se ne accorge perché sta combattendo…”, così, la ragazza, quatta quatta, si avviò verso l’uscita della palestra.

Quando Mariam fu giunta alla porta della palestra, un pugnale, che Mariam riconobbe come quello di Ken, le volò a pochi centimetri di distanza e si conficcò nel legno della porta davanti a lei.

Mariam, voltandosi di scatto vide Ken al centro del ring e capì che era stato lui a lanciare quel pugnale.

“Dove pensi di andare ?”, le chiese il ragazzo in tono gelido, ma, sotto sotto divertito.

“Ecco…veramente…stavo…”, farfugliò Mariam cercando di inventarsi una scusa plausibile.

Ken sorrise e andò verso di lei.

Quando l’ebbe raggiunta, le domandò bisbigliando: “Stavi cercando di svignartela per vedere se trovavi i tuoi amici, vero ?”

Mariam, scoperta in pieno, per salvare almeno l’apparenza, gli rispose: “Ma no. Stavo solo cercando un bagno.”

“Ah sì ? Guarda che ce n’è uno proprio lì, nell’angolo della palestra.”, e glielo indicò sempre più divertito.

Mariam, imbarazzata, gli rispose: “Ah già. Non me n’ero accorta !”

Ken sorrise e, mentre Mariam si dirigeva verso il bagno, lui tornò al campo di allenamento, pronto a battersi con un altro soldato…

Quando Mariam uscì dal bagno andò a sedersi sulla panca sapendo che era inutile tentare di uscire dalla palestra senza che Ken se ne accorgesse.

Così, continuò a guardare il ragazzo mentre si allenava, fino al resto del pomeriggio.

Quando Ken fu stanco era giunto il tardo pomeriggio,quindi, avviandosi verso Mariam, le disse: “Andiamo. Per oggi ho finito.”

Mariam si alzò e gli chiese: “Come fai ad allenarti per tutto questo tempo ?”

“Devo tenermi in allenamento e poi… è un modo per sfogarmi…”, le rispose lui in tono cupo.

“Perché devi sfogarti ?”, gli domandò la ragazza mentre si stavano avviando verso la camera del ragazzo.

“Non sono affari tuoi !”, le rispose bruscamente Ken.

“Sei proprio un maleducato,sai ? Si vede lontano un miglio che stai male per qualche ragione. Io cerco solo di aiutarti e tu mi rispondi così ?!”, esclamò Mariam adirata.

“Senti, ho già abbastanza problemi senza che ti ci metta anche tu,quindi lasciami stare. Ti ringrazio per l’interessamento, ma non ti conosco neanche, quindi, come puoi pretendere che ti apra il mio cuore ?”, le rispose Ken capendo di averla offesa.

“Ammesso che tu ce l’abbia un cuore !”, osservò Mariam, ancora offesa.

“Ma che stai dicendo ?!”, le domandò il ragazzo stupito e ferito da quell’affermazione.

“Forse una volta lo avevi… Ma adesso ? Perché combatti per questo esercito ? Per soddisfare quale ideale ? Io non so cosa ti abbia detto il re, ma è da quel pomeriggio che sei sconvolto. Perché continui a voler far parte di questo esercito quando, in realtà non è questa la tua strada ?!”, gli rispose la ragazza.

“Cosa intendi dire ?”, le domandò Ken, che, nel frattempo stava aprendo la porta della camera.

Mariam e Ken entrarono e, quando la porta fu richiusa, la ragazza, gli disse: “Ken… Io non so cosa ti sia successo prima di entrare in questo esercito…però, sono sicura, che neanche tu voglia veramente stare qui e servire quel re crudele…Pensaci, magari capisci che non è questo il tuo cammino…”.

Ken restò stupito da quelle parole,ma, non volendo farsi accorgere dalla ragazza andò a farsi la doccia e sparì.

In questo non posso aiutarti… Devi scegliere da solo la tua strada… Spero solo che sceglierai quella giusta.”, pensò Mariam.

Passarono sei giorni…

Dopo quella sera, i due ragazzi, non parlarono molto…

Passarono sei giorni…

Ken però rifletteva continuamente sulle parole della ragazza e su quelle di sua madre…

Forse ho capito cosa volevano dirmi…”, pensò Ken.

Quella stessa mattina, Ken portò Mariam a fare una cavalcata nelle montagne vicino al castello.

Verso l’ora di pranzo si fermarono in una radura.

Lì, Ken tirò fuori dei viveri e disse alla ragazza: “Oggi mangiamo qui.”

La ragazza, stupita, gli domandò: “Ma… non devi allenarti oggi pomeriggio ?”

“No.”, le rispose il ragazzo.

“Come no ? Stai male ? Hai la febbre ?”, gli domandò Mariam preoccupata.

Il ragazzo sorrise e le disse: “No, tranquilla. Sto bene. Voglio parlare un po’ con te senza il pericolo che qualcuno ci senta. Tutto qui.”

Mariam, stupita, gli rispose: “D’accordo. Dimmi.”

Il ragazzo, finalmente le raccontò cosa fosse successo il pomeriggio che il re l’aveva convocato e cosa gli avesse detto.

“Mi dispiace. C’è qualcosa che posso fare ?”, gli domandò Mariam contrita.

Il ragazzo, la fissò, ma non con il suo solido sguardo arrogante le disse: “No. Però puoi dirmi una cosa ?”

“Certo.”, gli rispose Mariam.

“Tu e i tuoi amici avete uno stemma a forma di stella ?”, le domandò il ragazzo facendole vedere il suo, che riluceva di una luce azzurra.

La ragazza, sorrise e gli disse: “Sì. Forse sei sulla buona strada, sai ?”

“In che senso ?”, le domandò Ken.

“Il tuo stemma è azzurro, quindi vuol dire che non sei più corrotto dal male.”, gli rispose la ragazza felice.

“Davvero ?”, le domandò Ken meravigliato e felice al contempo.

Mariam annuì, poi, gli raccontò tutte le avventure che lei e i suoi amici avevano passato.

“Eravate venuti a cercarmi ?”, le domandò lui stupito.

“Sì, esatto.”, gli rispose Mariam sorridendo.

“Ma… come facevate a sapere che ero io ?”, le chiese lui.

Mariam, un po’ imbarazzata, gli rispose : “Non lo so… Ho avuto come un presentimento quando ci siamo incontrati per la prima volta. Ti ricordi ?”

“Ti riferisci a quella volta che ti ho vista con la tua amica in quel bosco ?”, le domandò il ragazzo un po’ confuso.

“Sì. Non so spiegarti il motivo, ma già da allora avevo intuito che non eri del tutto soggiogato dal Male. L’ho capito soprattutto dai tuoi occhi, erano tristi e malinconici. Si vedeva che non eri felice !”, gli rispose la ragazza un po’ imbarazzata.

Ken guardò la ragazza seduta davanti a lui e si sentì davvero felice perché, finalmente aveva trovato una persona che lo capiva davvero.

Mariam, accorgendosene, gli domandò: “Che c’è ?”

“No, niente…Senti,ma… la mia gemma come la trovo ? Devo andare a Lom ?”, le domandò Ken.

La ragazza sorrise e gli disse: “ Non ce n’è bisogno… Ce l’ho io.”

“Cosa ? Ma dove l’hai nascosta ? Non siamo riusciti a trovarla quando vi abbiamo catturati.”, le chiese Ken.

“Girati un attimo, per favore.”, gli disse la ragazza.

Ken, un po’ sorpreso da quella richiesta, le domandò : “Perché ? Vuoi scappare ?”

“Ancora ?! Perché dovrei scappare adesso che hai messo la testa a posto ?”, gli domandò lei divertita.

“E va bene,ma non fare scherzi.”, le disse Ken, poi si voltò dando le spalle alla ragazza.

Ci fu un rumore, poi…

“Ok. Puoi girarti.”, gli disse Mariam.

Ken, voltandosi vide una gemma di colore blu elettrico e di forma sferica nelle mani di Mariam.

“E’ la mia ?”, le chiese.

“Sì. Dai prendila. Cosa aspetti ?”, gli chiese Mariam sorridendo.

Ken, incerto presa la gemma, che appena venne in contatto con la sua pelle, lo investì di nuove energie.

“Wow ! Succede anche a voi quando le tenete in mano ?”, le chiese il ragazzo sbalordito da tutte quelle energie.

“Sì. Sono delle gemme magiche.”, gli rispose Mariam.

Solo in quel momento Ken capì cosa provasse per quella ragazza, una cosa che non aveva mai provato per nessun’altra:Amore puro e incondizionato !

Ora capiva perché,dalla prima volta che l’aveva vista, quella ragazza, gli era sempre rimasta in testa, capiva perché si era arrabbiato tanto quando quel soldato voleva farle del male mentre lui si batteva con Cody e Rik e capiva anche perché la sera della sua cattura, le aveva offerto la sua cena.

Ken sorrise e le disse: “Grazie. Mi hai salvato.”

Mariam, un po’ sorpresa da quella frase, non seppe cosa rispondere e sorrise semplicemente a quell’amico che aveva avuto la forza di combattere contro le tenebre.

“Non è vero, ti ho solo indicato la strada giusta,ma il resto l’hai fatto tu. Sei stato tu a decidere di abbandonare il male. Io non c’entro con questa decisione.”, gli rispose Mariam semplicemente.

Ken la guardò sorridendo e pensò Invece è solo grazie a te se ne sono venuto fuori…”

Ormai, negli occhi di Ken, non c’era più la crudeltà di una volta, ora essi risplendevano di una nuova luce, la Speranza !

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25 ***


CAPITOLO N° 25 “L’EVASIONE”

I giorni passavano veloci nel castello di Re Fenix.

Ormai erano già passate tre settimane da quando i ragazzi erano stati catturati,ma, il sovrano non era ancora andato a parlare con i prigionieri.

All’insaputa di tutti, Ken e Mariam coltivarono a poco a poco, una profonda “amicizia” e fingevano davanti alle altre persone: infatti, il ragazzo, in pubblico fingeva di trattare male Mariam.

Una sera, i due ragazzi vennero invitati a cenare con il re.

Ovviamente, quella sera i ragazzi finsero ancora di più,per darla a bere al padre di Ken.

Il banchetto iniziò…

Mentre tutti stavano mangiando, il re chiese a suo figlio: “Allora Ken, sei riuscito a domare quella ragazzina ?”, poi guardò Mariam sogghignando.

Ken, con aria arrogante guardò Mariam che abbassò lo sguardo, poi rispose: “Sì, ma non è stato molto difficile…”, poi, sogghignando aggiunse: “…con le buone maniere si ottiene tutto !”

Il re rise di gusto, poi, guardando Mariam, le disse: “Tu, mocciosa, dovresti sentirti onorata di essere stata scelta da mio figlio, quindi vedi di accontentarlo sempre al meglio.”

“Sì, Vostra Maestà.”, gli rispose Mariam abbassando umilmente gli occhi.

Il re sogghignò divertito e la cena proseguì senza intoppi.

Verso notte fonda, mentre le altre persone invitate al banchetto parlavano e bevevano a volontà, Ken disse al padre: “Noi andiamo in camera.”

Il re, incuriosito, gli chiese: “Come,Ken ? Non vuoi restare ?”

Ken gli rispose sorridendo: “Veramente, voglio divertirmi un po’ con la mia schiava !”

Il re guardò suo figlio, poi, con un ghigno malvagio, gli disse: “Bene. Goditela !”, e guardò anche la ragazza.

Così, Mariam e Ken uscirono dal salone e si avviarono verso la stanza del ragazzo.

Quando i due amici arrivarono nella stanza, si sedettero sul letto e chiacchierarono un po’, mentre Ken affilava la sua spada.

“Quell’uomo è davvero spregevole !”, esclamò Mariam furiosa rivolta a Ken.

“Sì, lo so. Scusa per le cose che ha detto…Non riesco proprio a capire come possa essere mio padre… Siamo troppo diversi, nel carattere,almeno…”, le disse Ken.

“Per fortuna che non gli assomigli, no ? Ti lamenti ?”, gli domandò la ragazza sorridendo.

Ken contraccambiò il sorriso, poi, continuando ad affilare la lama della sua spada, disse all’amica, in tono serio: “Comunque, dobbiamo trovare un piano per uscire da qui.”

Mariam, lo guardò stupita e gli chiese: “Sì, ma come ? Non abbiamo le gemme, non abbiamo le armi, i miei amici sono rinchiusi in prigione e sono sorvegliati ventiquattro ore su ventiquattro. Cosa pensi di fare ?”

Ken, continuò ad affilare la lama della spada pensando ad una soluzione…

Dopo mezz’ora circa, Ken distolse gli occhi dalla lama della spada, che ormai era affilatissima e disse sorridendo alla ragazza: “Forse ho un’idea !”

“Davvero ? Sarebbe ?”, gli domandò Mariam curiosa.

Ken spiegò all’amica il piano d’evasione che gli era venuto in mente.

“Sì, potrebbe funzionare !”, esclamò Mariam quando Ken ebbe finito la spiegazione.

“Ora resta da decidere quando metterlo in azione. Però…”, le disse Ken.

Mariam, notando l’espressione cupa di Ken, gli chiese: “Però, cosa ?”

Ken la guardò un momento, poi le chiese: “I tuoi amici come la prenderanno ? Mi odieranno ?”

Mariam, intuendo il timore che provava il ragazzo fu sincera con lui e gli rispose: “I primi tempi, un po’ ti odieranno,ma sono sicura che poi gli passerà.”

Ken la guardò ancora con quel suo penetrante sguardo malinconico.

La ragazza, vedendo quello sguardo disperato, gli disse in tono rassicurante: “ Dai, non preoccuparti. Vedrai che capiranno, perché in fondo facciamo tutti parte dello stesso gruppo, no ?”

Ken, le sorrise e le disse: “Sì, forse hai ragione.”

Dopodichè, i due ragazzi si prepararono per dormire.

Quella notte, i due amici, si addormentarono felici perché ognuno aveva capito di aver trovato nell’altro una persona davvero speciale…

Il mattino dopo, Ken andò ad allenarsi con la spada nella palestra del castello e Mariam andò con lui.

Arrivata nella palestra, Mariam, come al solito andò a sedersi sulla panca, mentre Ken si diresse verso il ring.

Ken sconfiggeva tutti i suoi rivali, uno dopo l’altro.

Mentre il ragazzo continuava a tirar di scherma, Mariam lo guardò e pensò arrossendo Caspita…è davvero carino...e poi è fortissimo ! Ma cosa mi sta succedendo ? Perché provo queste cose ?”

All’improvviso, un soldato si avvicinò a Mariam con aria minacciosa.

“Ehi, tu ! Vieni con me ! Tanto il tuo padrone è impegnato !”, le disse il soldato sorridendo malignamente.

“Non ci penso proprio !”, gli rispose Mariam furiosa.

Il soldato, si avvicinò ancora di più a Mariam e, all’improvviso, una spada , che arrivò dal campo dove si stava allenando Ken, si frappose fra Mariam e il soldato, sfiorando il viso dell’uomo.

Mariam si voltò verso il ring e vide Ken senza spada che guardava minaccioso nella direzione del soldato.

Anche il soldato si voltò verso il ring.

“Quella ragazza è una mia proprietà. Solo mia. Quindi vedi di stare alla larga o riferirò il tuo comportamento a mio padre.”, gli disse Ken in tono minaccioso.

“Oh no, signor Ken, non lo fate. Non disturberò più la Vostra schiava. Perdonatemi.”, gli disse il soldato impaurito e se ne andò.

Ken e Mariam, si scambiarono una rapida occhiata d’intesa, poi, il ragazzo, fingendo disse all’amica: “E tu preparati. Dopo questo allenamento voglio divertirmi un po’ con te. Hai capito ?”

“Sì, mio padrone.”, gli rispose Mariam in tono umile abbassando lo sguardo.

Nel frattempo, nella cella dov’erano rinchiusi i quattro ragazzi…

“Terry, smettila ! Non riuscirai ad aprire la porta della cella con un fermaglio da capelli !”, le sussurrò Cody sperando che il soldato di guardia non si accorgesse del baccano stava causando la sua amica.

“E chi può dirlo ? Io non ho intenzione di restare qui ad aspettare che si decida del nostro destino !”, gli rispose la ragazza continuando a manovrare il fermaglio da capelli nella serratura.

Intanto, il soldato che era di guardia sentì il rumore proveniente dalla, cella, così aprì la porta di colpo e Terry cadde per terra.

“Smettila, mocciosa ! O ti ucciderò ancora prima che il re venga a farvi visita !”, le disse in tono minaccioso il soldato.

“Oh,che consolazione ! Tanto ci ammazzerà lo stesso,no ?”, gli rispose la ragazza sarcastica.

Il soldato, infastidito dalla battuta di Terry, le strappò il fermaglio di mano, sbattè furiosamente la porta e grugnì per la rabbia.

“Si può sapere perché sei sempre a caccia di guai ?”, le domandò Lein mentre l’aiutava a rialzarsi.

“Non sono io a cercare i guai. Sono loro che cercano me !”, tentò di giustificarsi Terry.

“Sì, come no ?!”, esclamò Rik divertito guardando Cody.

“Comunque sia, dobbiamo trovare un modo per uscire da qui. Io non voglio finire i miei giorni in prigione.”, disse Lein.

“Hai ragione. Ma come facciamo a scappare ? Me lo spieghi ?”, le domandò Rik.

Lein non rispose.

“Non so proprio come faremo a cavarcela questa volta.”, disse Cody in tono cupo.

Dopo un breve silenzio, Lein domandò: “Secondo voi, Mariam come starà ?”

“Non preoccuparti per lei.”, le rispose Terry tranquillamente.

Lein, Rik e Cody guardarono Terry con un’aria molto stupita.

Terry, accorgendosene, disse loro : “Volevo dire che Mariam non corre nessun pericolo perché quel soldato che l’ha portata in camera sua…ne è innamorato. Quindi, non dovrebbe farle del male.”

“Cosa ?!”,esclamò Lein sbalordita.

“Dici sul serio ?”, le chiese Rik incredulo.

“E’ innamorato ? Ma non ha il cuore di ghiaccio oltre allo sguardo ?”,domandò Cody furioso pensando a Ken.

Terry disse ai suoi amici: “Da quando l’abbiamo visto per la prima volta io e Mariam, ho avuto l’impressione che a lui interessasse davvero la nostra amica e vedendo come l’ha trattata il giorno in cui ci hanno catturati, non ho più dubbi.”

“Perché ne sei così convinta ?”, le chiese Cody dubbioso.

“Vi ricordate quando Mariam mi ha protetta dalla frustata di quel soldato ?”, chiese loro Terry.

I ragazzi annuirono.

“Allora Ken è venuto subito a prenderla e l’ha rimproverata duramente, ma non perché ci abbia provato gusto… Lui si è arrabbiato così tanto perché ci tiene molto alla nostra amica. E’ l’unica spiegazione !”, concluse Terry.

Tutti restarono sorpresi da quel discorso.

“Spero che tu abbia ragione, Terry… Quel ragazzo non mi convince per niente…”, disse Cody in tono cupo.

Nel frattempo, un altro giorno era giunto al termine e, nel palazzo, Ken e Mariam avevano partecipata ad un altro banchetto del re.

Ora, i due ragazzi erano tornati nella loro camera.

“Potremmo fare delle recite, sai ? Ormai stiamo diventando degli esperti !”, disse Ken divertito rivolto a Mariam riferendosi alla scenata che aveva fatto quel pomeriggio stesso in palestra.

“Già, siamo dei bravi attori. Speriamo che finisca alla svelta perchè non ne posso più di fingere !”, gli rispose Mariam.

Dopodichè, Ken diventando serio disse : “ Mariam dobbiamo andarcene di qui e alla svelta.”

“In che senso ?”, gli domandò la ragazza.

“Fuggiremo questa notte.”, le rispose Ken.

“Credi che sia prudente ?”, gli chiese Mariam.

Il ragazzo riflettè un momento , poi disse all’amica: “Mariam…come dici tu siamo dei bravi attori,ma, oltre alle scenette, mio padre vorrà vedere i fatti…Non possiamo aspettare ancora per molto o sarà troppo tardi.”

“Che vuoi dire ? Cosa ti ha detto tuo padre che io non so ?”, gli domandò Mariam preoccupata dal tono di voce dell’amico.

“Mi ha detto che…vuole vedere il suo nipotino !”, gli rispose il ragazzo arrossendo.

“Cosa ?!”, esclamò Mariam, ancora più imbarazzata di Ken.

“Non preoccuparti. Non lo permetterò. Se la fuga dovesse fallire, mi inventerò qualcosa per liberare almeno te…”, le disse Ken rassicurandola.

“Non dire così. Fuggiremo tutti e sei insieme. Nessuno di noi resterà qui, Ken.”, gli disse Mariam fiduciosa.

Il ragazzo sorrise, poi disse all’amica: “Senti,Mariam, io avevo pensato che sarebbe meglio uscire di qui al mattino presto. Fino a notte fonda ci sono banchetti che da mio padre, quindi c’è troppa gente in giro. Al mattino, invece, la gente o dorme o è talmente sbronza che non sta in piedi, quindi sarebbe il momento migliore per andarsene.”

“Ok. Per me va bene. Ricordati che ci sono anche i miei amici da liberare, quindi, dovremmo ottenere le chiavi della cella in qualche modo.”, gli disse Mariam.

“Per quello non preoccuparti. Tu andrai a liberare i tuoi amici e ti darò una cosa molto utile.”, le disse Ken alzandosi e andando a prendere una piantina del castello che poi mise sul tavolino della stanza per farla vedere all’amica.

“Allora, tu andrai per questo corridoio e giungerai alle prigioni. Dopodichè userai la polvere magica che ti darò per fare addormentare il soldato. Quando avrai liberato i tuoi amici andate in questo passaggio. Non ci passa mai nessuno. Nel frattempo, io andrò nella camera blindata e prenderò le vostre armi e le gemme. Voi aspettatemi nel passaggio segreto. Se dovesse suonare l’allarme prima del mio arrivo proseguite per il tunnel e vi troverete fuori dal castello. E’ tutto chiaro ?”, le disse Ken.

“Sì.”, gli rispose Mariam preoccupata.

Ken, accorgendosene, le disse dolcemente: “Non preoccuparti,Mariam. Andrà tutto bene. Se tutto va come deve andare, domani, a quest’ora non saremo più in questo castello.”

Dopodichè, Ken diede alla ragazza un sacchetto contenente la polvere magica: “Stai attenta quando la usi. Soffiala al soldato e non respirarla o rischi di addormentarti anche tu.”

“Tranquillo, farò attenzione. Ma come l’hai avuta ?”, gli chiese Mariam prendendo il sacchetto.

“L’ho vista nella sala del trono di mio padre… Lui mi ha spiegato a cosa serve e io con la scusa che mi serviva per farti addormentare l’ho presa.”, le rispose Ken.

“Ok. Ora mettiamoci a dormire. Domani dovremo svegliarci molto presto.”, le disse Ken.

Mariam annuì.

Così, i due amici si coricarono…

Erano le quattro del mattino e, nel castello di Re Fenix regnava un silenzio spettrale…

“Mariam…”, la chiamò Ken.

La ragazza si svegliò.

“Allora, sei pronta ?”, le domandò il ragazzo.

“Sì e tu ?”, gli chiese lei.

“Sì.”, le rispose il ragazzo mentre prendeva la spada.

Mariam, intanto prese la polvere magica.

“Hai preso la gemma ?”, gli domandò Mariam.

“Sì, tranquilla.”, le rispose l’amico.

Ken si voltò verso la ragazza e le disse in tono serio: “Mariam, promettimi che se qualcosa dovesse andare storto tu e i tuoi amici uscirete da quel tunnel senza di me.”

“Cosa ? Ken… io non posso…”, disse Mariam sconvolta all’idea di lasciare l’amico nei guai.

“Mariam, per favore.”, le disse il ragazzo guardandola con i suoi profondi occhi blu.

La ragazza stava per ribattere ma non ci riuscì, così,anche se a malincuore disse: “D’accordo,Ken. Te lo prometto.”

“Grazie.”, le disse Ken.

“Ok. Buona fortuna !”, le disse il ragazzo.

Mariam lo salutò e uscì dalla stanza svanendo nel buio.

Il ragazzo uscì dalla sua stanza e si diresse nella direzione opposta a quella di Mariam.

Ken si avviò di corsa nella direzione della camera blindata sperando di non incontrare ne Grover e ne suo padre, le uniche due persone che riuscivano a metterlo in difficoltà.

Nel frattempo, Mariam correva a perdifiato verso le celle.

Come aveva previsto Ken, in giro non c’era nessuno e le poche guardie presenti erano addormentate o ubriache.

Dopo una lunga scalinata, Mariam giunse infine alle celle.

La ragazza vide che la cella dei suoi amici era sorvegliata da una guardia che, però non sembrava ubriaca, così, giocò d’astuzia.

Uscendo dall’ombra, la ragazza, con aria disinvolta si avvicinò alla guardia.

“Ehi, tu ! Che ci fai qui ?”, le domandò il soldato in tono brusco.

“Ehi ! C’è qualcuno là fuori. Svegliatevi !”, bisbigliò Terry ai suoi amici sentendo il soldato parlare.

Cody, Lein e Rik si alzarono facendo il minimo rumore.

Mariam, con aria innocente, gli rispose: “Il mio padrone vuole vedervi.”

“A quest’ora ?”, le chiese il soldato pensieroso.

“Sì. Ha detto che ha bisogno di lei adesso ma non mi ha voluto dire per cosa.”, gli rispose Mariam disinvolta.

Il soldato, le si avvicinò e, con un ghigno malvagio, le disse: “Va bene. Dopo ci andrò dal tuo padrone,ma prima voglio divertirmi un po’ con te.” ,e si avvicinò sempre di più alla ragazza.

Oh no ! Mariam ! “, pensarono i suoi amici sbirciando la scena dalla fessura della cella.

Mariam, gli rispose con un ghigno: “Non ti conviene,sai ? Se il figlio del re venisse a sapere cosa mi ha fatto,come minimo, ti farebbe impiccare !”

Il soldato, terrorizzato da quelle parole si fermò di colpo e disse alla ragazza in tono brusco: “Ti è andata bene solo perchè sei di proprietà di quel moccioso ! Allora, devo venirci adesso dal tuo padrone ?”

“Sì.”, gli rispose Mariam con l’aria più innocente che riuscì a trovare, poi diede le spalle al soldato e si incamminò.

Il soldato la seguì, però, la ragazza, all’improvviso si girò e gli soffiò in faccia la polvere magica che lo fece addormentare all’istante.

Mariam gli prese velocemente le chiavi e sia avviò di corsa verso la cella dei suoi amici temendo di respirare anche lei quella polvere.

“Mariam ! Stai bene ! Per fortuna !”, esclamò Lein vedendola.

“Sì, non preoccupatevi.”, le rispose lei aprendo la cella.

“Forza, ora seguitemi.”, disse loro Mariam.

Così, i cinque ragazzi corsero verso il passaggio segreto che li avrebbe portati fuori dal castello.

Quando finalmente furono arrivati al passaggio segreto, Mariam spiegò il piano di Ken ai compagni.

Mentre erano in trepida attesa, Cody domandò preoccupato: “Mariam stai bene ? Quel soldato che ti ha portata in camera sua ti ha fatto del male ?”

Mariam, capendo che l’amico si riferiva a Ken, gli rispose: “No. In fondo non era cattivo. Aveva solo bisogno di un amico che lo ascoltasse, lo consolasse e lo apprezzasse per quello che è. Lui è buono ed è anche… il sesto membro del nostro gruppo !”

“Cosa ?!”, esclamarono increduli gli altri quattro ragazzi rischiando di farsi sentire da qualche soldato di passaggio.

Mariam raccontò loro tutto ciò che le era accaduto dopo la cattura e confessò di aver dato al gemma a Ken.

“Cosa ? Non dovevi farlo ! E se fosse un nemico ? Se ti avesse ingannata ?”, le disse Cody infuriato.

“E poi, come facevi ad avere la sua gemma ?”, le domandò Rik.

“Chi lo sa… Forse ci aiuta a scappare per conquistare la nostra fiducia e poi tradirci.”, ipotizzò Cody.

“Non credo sia così, ragazzi. I suoi occhi non mentivano, era sincero. Gli ho dato la gemma perché ho visto lo stemma con la stella a sei punte risplendere azzurro nella sua mano.”, disse loro Mariam per rassicurarli.

“Ma come facevi ad avere la sua gemma ?”, le domandò Terry curiosa.

“Me l’ha data Joel quando siamo partiti. Mi ha detto che avrei riconosciuto il sesto membro e così è stato.”, le rispose Mariam un po’ imbarazzata.

I ragazzi erano sempre più confusi; si fidavano di Mariam e non volevano ferire i suoi sentimenti.

Oh, Mariam… Non è che l’amore ti ha dato alla testa ? Ma forse hai ragione tu… lo spero tanto ! “ pensò Terry guardando la sua amica.

“Comunque sia. Dobbiamo aspettarlo perché ha le gemme e le armi.”, decise Rik.

“Sì, per forza.!, aggiunse Cody.

Così, i cinque ragazzi si misero in attesa di Ken.

Il silenzio aleggiava nel castello…

All’improvviso, nel tunnel comparve Ken.

“Ken ! Ce l’hai fatta !”,esclamò Mariam felice appena lo vide.

“Già. Ho preso tutto.”, le rispose lui, poi guardò gli altri ragazzi.

Un silenzio agghiacciante accolse il nuovo venuto, ma Mariam gli si avvicinò e gli infuse coraggio.

Ken, in tono determinato disse ai ragazzi: “Sentite, non mi interessa cosa pensiate di me. Non mi interessa se vi fidate o no. Anche se può sembrarvi impossibile sono cambiato, non sono più quello di prima e mi dispiace per quello che vi ho fatto. Ora, l’unica cosa che mi interessa è aiutarvi e, soprattutto…”, si girò verso Mariam e aggiunse: “…aiutare te…”

Mariam arrossì, sorpresa, poi sorrise al suo nuovo amico.

“Allora, prendete le vostre armi,forza ! E anche le vostre gemme. Non abbiamo molto tempo !”, disse loro Ken in tono nervoso.

I ragazzi,anche essendo ancora molto diffidenti ripresero le loro armi e le loro gemme.

“Penso che Mariam vi abbia spiegato il piano, giusto ?”, chiese loro Ken.

“Sì, certo.”, gli rispose Rik di contro voglia.

“Perfetto. Quindi ora sbrighiamoci a uscire dal castello.”, disse loro Ken.

“Adesso basta ! Non dirmi quello che devo o non devo fare ! Io non prendo ordini da un nemico !”, gli disse Cody in tono adirato.

“Vuoi uscire di qui o no ?”, ribattè Ken furioso e spazientito.

“Ora basta ! Smettetela di fare i bambini !”, disse Mariam adirata ai due ragazzi, guardando soprattutto Cody, pi aggiunse decisa: “…Per il momento pensiamo a uscire da qui, poi penseremo al resto quando saremo al sicuro.”

Nessuno osò contraddirla, perché non avevano mai visto Mariam così arrabbiata e capirono che non era il caso di litigarci, perché, sotto quel carattere dolce, la ragazza era… una tigre !

Così, il gruppo percorse di corsa il tunnel, Ken era in testa.

Dopo circa quindici minuti, i ragazzi, finalmente riuscirono a vedere la luce del esterna e il vento sul viso.

Finalmente il tunnel era finito e i ragazzi si trovarono fuori dalle mura del castello.

Ormai l’alba era sorta sul profilo delle montagne.

I ragazzi avevano appena attraversato il ponte levatoi, che, al castello restava sempre aperto e si trovavano a pochi metri dal castello, dietro di loro sorgeva un bosco di pini verdeggianti.

Improvvisamente, all’interno del castello suonò una tromba.

“L’allarme !”, esclamò Ken nervoso.

I ragazzi iniziarono a correre verso la foresta disperatamente, ma, improvvisamente, comparve il re che tagliò loro la strada.

Oh, no ! Adesso sono guai !”, pensò Ken terrorizzato guardando l’espressione furiosa di suo padre.

Il re, controllando faticosamente la collera che provava, domandò a suo figlio: “Ken… Cosa stai facendo con i prigionieri ?”

Ken, furioso, gli rispose: “Faccio la cosa giusta ! Tu mi volevi solo usare e hai ucciso mia madre. Non potrò mai perdonarti !”

“Capisco… Quindi non vuoi più tornare dalla mia parte, giusto ?”, gli chiese il padre in modo falsamente pacato.

Che strano… Credo che stia fingendo…Non è uno che accetta semplicemente le cose…E’ meglio stare in guardia”, pensò Ken preoccupato dall’atteggiamento del padre.

“Esatto. D’ora in poi saremo nemici,anche se sei mio padre !”, gli rispose Ken deciso.

Il re, gli disse: “Alla fine, Ken sei proprio come tua madre e io che speravo di cambiarti e fare di te un soldato valoroso… Peccato, dovrò uccidere anche te !”, e, senza aspettare un minuto, il re sguainò la spada e si lanciò contro il figlio.

Ken, avendo i riflessi pronti prese la sua spada e fece appena in tempo a parare il primo attacco del padre.

Re Fenix attaccò ripetutamente suo figlio, mentre gli altri cinque ragazzi, terrorizzati, non sapevano come comportarsi.

“Andate via ! Non pensate a me !”, gridò loro Ken mentre si difendeva dagli attacchi del padre.

In tutta risposta, una palla infuocata colpì il re in pieno petto per farlo finire lontano di qualche metro da Ken.

Ken si voltò cercando l’artefice di quell’attacco.

“Mariam !”, esclamò il ragazzo vedendo la ragazza con la gemma in mano.

“Dopo tutta la fatica che ho fatto per farti cambiare, non ho intenzione di lasciarti qui, Ken !”, gli disse la ragazza sorridendo.

“Grazie.”, le rispose il ragazzo.

Anche le altre due ragazze si prepararono a usare la magia.

Nel frattempo, il re si stava rialzando.

Rik e Cody si fecero avanti con le spade sguainate e dissero a Ken: “Mariam ha ragione. Non possiamo sacrificarti. Combatteremo anche noi !”

All’improvviso, il re, con una magia immobilizzò le tre ragazze , poi fece violare via dalla mano del figlio la spada.

Ken restò disarmato, intanto il re lo stava per raggiungere con la sua temibile spada.

Quando la spada del re fu vicinissima a Ken, Rik, protesse il suo compagno con la sua spada facendogli da scudo.

Il re sobbalzò e fece qualche passo indietro.

“Maledetti ! Combattete in tre contro uno !”, esclamò il re furioso.

Nel frattempo, le tre ragazze furono libere di muoversi perché la concentrazione del re stava diminuendo.

Cody, nel frattempo, porse la spada a Ken e gli disse: “Prendi la tua spada e combatti ! Non è ancora finita !”

Ken prese la sua spada e disse a Cody : “Grazie, mi avete salvato.”

Cody, in tono sbrigativo, gli rispose: “Ti sbagli. Io e Rik ti stiamo aiutando solo perchè tu hai difeso Mariam da quel soldato malvagio, quando ci avete catturati. Non ti ricordi più ?”

“Ora ho capito… Quindi, Ken, quando venivi ai banchetti e trattavi male quella ragazzina era tutta una finta…”, disse il re guardando suo figlio.

“Sì, infatti. Non l’ho mai trattata male, come pensavi tu.”, gli rispose Ken.

Senza dire altro, il re, con un colpo di energia mise k. o. Cody e Rik, poi disse loro in tono crudele: “Ora vi ucciderò, mocciosi !”, e stava per dare loro il colpo di grazia, ma Ken si mise davanti e gli disse: “Prima dovrai uccidere me ! Non lascerò che tu gli faccia del male com’è successo a mia madre !”

Il re, senza dire una parola colpì il figlio con un colpo di magia che lo fece finire a terra.

Ken non riusciva quasi a muoversi, come fosse imprigionato da catene invisibili.

“Mi spiace, ma sei il mio successore e non ti permetterò di fuggire con dei mocciosi insignificanti !”, gli disse il re sorridendo.

Maledetto ! “, pensò Ken ancora immobilizzato.

Il re stava per colpire Cody e Rik.

Improvvisamente, Ken sentì scorrere in lui delle nuove energie, infatti, qualcuno aveva unito la propria energia alla sua e gliela stava trasmettendo attraverso la gemma che aveva in mano.

Mariam…”, pensò Ken sentendo quel calore avvolgerlo.

Sì, sono io. Ti ho trasmesso un po’ della mia energia. Ora stringi la tua pietra con tutte le tue forze.”, gli disse lei telepaticamente.

Ma… Come fai ?”, le chiese il ragazzo prendendo la sua gemma in mano.

Ti sto parlando telepaticamente attraverso le nostre gemme.”, gli spiegò la ragazza.

Ragazzi, stringete le vostre gemme, tutti insieme !”, disse telepaticamente Mariam agli altri ragazzi.

Tutti e sei strinsero le loro gemme, e, in un batter d’occhio, davanti agli occhi sbalorditi di Re Fenix restò solo l’erba verdeggiante…

“No ! Maledizione a quelle gemme !”, esclamò furioso il sovrano, poi si avviò verso il castello…

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 26 ***


CAPITOLO N° 26 “ FIDARSI O NO ?”

Ormai era sorto il sole…

I ragazzi si trovavano in un fitto e misterioso bosco,ma, uno di loro era privo di sensi.

Infatti, tutti e cinque i ragazzi si erano rialzati tranne Ken, che giaceva immobile in mezzo all’erba, con la gemma blu distante qualche centimetro da lui.

Mariam si avvicinò, lo guardò e poi disse : “Ragazzi, dobbiamo trasportalo. Quel colpo che gli ha scagliato il re era potente e lui ha resistito giusto il tempo di fuggire grazie alla mia energia.”

“Stai scherzando ? Lasciamolo qui !”, esclamò Cody furioso.

“Ma cosa stai dicendo ? Sei impazzito, per caso ?! Se lo trovasse qualche malintenzionato, lo ucciderebbe !”, gli rispose Mariam adirata, e poi iniziò a curare il ragazzo con la magia.

“Mariam e anche voi ragazze, curatelo. E’ ridotto davvero male.”, disse loro Rik.

“Ci fermiamo qui a riposare, ok ?”, propose Rik ai compagni.

I ragazzi annuirono.

Dopodichè, mentre le tre ragazze curarono Ken, Cody preparò il campo e Rik andò a cercare qualcosa da mangiare.

Quando Rik tornò al campo disse agli amici: “ Mi spiace, ragazzi. Questa mattina faremo la colazione vegetariana.”, e porse loro frutti, bacche e funghi.

Le tre ragazze, si avviarono verso Rik e Cody, e insieme fecero colazione lasciando qualcosa da mangiare anche per Ken, che, al momento era ancora svenuto.

“Come sta ?”, chiese Rik alle ragazze.

“Si sta riprendendo. Tempo qualche minuto e si sveglierà…Ma sarà ancora molto debole.”, gli rispose Lein.

“Sentite… non lo conosciamo ancora… Fino a poco tempo fa era un nostro nemico, quindi, sarebbe meglio…”, disse Rik ai compagni.

“Sarebbe meglio cosa ?”, gli domandò Terry preoccupata.

“Sarebbe meglio sequestrargli la spada e la gemma.”, le rispose Rik a disagio.

Un silenzio di tomba invase la pianura, poi, Mariam esclamò sconvolta ai suoi compagni: “ Ma state scherzando ?! E’ un nostro amico ! Come potete trattarlo così ? Ci ha aiutato a scappare, si è battuto contro suo padre rischiando la vita per proteggerci !”

Nessuno rispose a Mariam,anche perchè era l’unica contraria all’idea.

Mariam, li guardò ad uno ad uno e capì che erano tutti d’ accordo.

“Hanno ragione loro.”, disse una voce flebile alle loro spalle.

“Ken ! “esclamò Mariam voltandosi verso di lui.

Il ragazzo, che era appena rinvenuto disse : “Fatemi quello che volete. Me lo merito.”

“No, Ken. Cosa dici ?”, esclamò Mariam preoccupata.

Rik appoggiò una mano sulla spalla destra di Mariam e le disse con dolcezza: “ Dai, non fare così. Non gli faremo niente se si comporterà bene.”

Mariam non disse nulla, molto contraria all’idea.

Dopodichè, Rik si fece dare la gemma e la spada da Ken e gli disse: “Non deluderci.”

“Non lo farò. Stai tranquillo.”, gli rispose Ken con uno sguardo determinato, ma non arrogante.

Rik si voltò verso i compagni, dopodichè, i ragazzi si misero in marcia.

Mariam camminava vicino a Ken lungo il tragitto.

Ken e Mariam aprivano la fila.

Verso il tardo pomeriggio, quando i bagliori del sole indicavano il tramonto imminente, i ragazzi erano giunti in un magnifico e maestoso bosco, dove si fermarono per la notte.

Rik andò in cerca di cibo, le ragazze prepararono il campo e Cody teneva d’occhio Ken.

Quando Rik tornò con del cibo, tutti e cinque i ragazzi si sedettero intorno al fuoco.

Mariam notò che Ken era rimasto in disparte, quindi si alzò e andò da lui.

“Cosa fai qui ?”, gli domandò la ragazza.

“Ecco… io…”, farfugliò il ragazzo, non sapendo cosa inventarsi.

“ Non dirmi che ti senti a disagio a stare con noi !”, ipotizzò la ragazza sorridendo.

“Un po’ sì…”, le disse Ken sinceramente.

Mariam, prendendolo per i polsi lo fece alzare e gli disse sorridendo: “Mi dici come fai a farti passare il disagio se non provi nemmeno a stare con i miei compagni ?”, e lo trascinò vicino al fuoco con gli altri ragazzi.

In un primo tempo, nessuno rivolse la parola a Ken tranne Mariam, ma poi…

“Ken, perché non ci racconti della tua città ? Io ho sempre sentito parlare di Molins e mi piacerebbe vederla un giorno o l’altro. Com’è ?”, gli chiese gentilmente Lein.

Ken, felice che qualcuno gli fosse amico iniziò a parlare della sua città.

Alla fine della serata, i rapporti tra i ragazzi erano già più rilassati, tranne che con Cody…

Il mattino dopo, il gruppo ripartì…

Ormai, tutti i ragazzi tranne Cody parlavano e si comportavano normalmente con Ken.

Cody, invece diffidava ancora di quel ragazzo.

Quel giorno i ragazzi percorsero molta strada e, verso sera si fermarono in una radura erbosa., dove prepararono il campo

Rik inaspettatamente, disse: “Ken, vieni anche tu a cercare qualcosa da mangiare, almeno riusciamo a portare più cose. Cody vieni anche tu.”

Ken e Cody seguirono Rik volentieri nell’oscurità della foresta.

I tre ragazzi arrivarono in una radura dove c’era un magnifico cervo che pascolava.

“Accidenti ! Se avessimo un arco !”, imprecò sotto voce Rik.

“Non ne abbiamo bisogno.”, gli disse Ken.

“Che vuoi dire ?”, gli domandò Rik curioso.

Ken si sfilò il suo pugnale da uno stivale, poi prese la mira e lo lanciò dritto contro il cervo.

Il pugnale centrò il cuore del cervo che morì pochi minuti dopo.

Cody e Rik restarono allibiti.

Mentre i tre ragazzi si avviarono verso il cervo morto, Rik chiese: “Ken, come hai fatto ?”

“In che senso ?”, gli domandò il ragazzo stupito.

“Come diavolo hai fatto a centrare il cuore del cervo senza un arco ?!”, gli domandò Rik ancora più incredulo.

“Oh,sarà stato un colpo di fortuna…”, gli rispose Ken modestamente.

“Altro che colpo di fortuna !”, esclamò Cody sarcastico.

“Insomma Cody ! Si può sapere perché continui a trattarlo così ? Non mi sembra che Ken sia più quello di prima, quindi dovresti smetterla di essergli ostile.”, gli disse Rik spazientito.

“No, lascia stare. Non importa. E’ naturale che non si fidi di me.”, lo giustificò Ken.

“E’ che…”, iniziò Cody.

“Che ?”, lo incalzò Rik.

“Non riesco a togliermi da davanti agli occhi la sua faccia che ci guardava mentre ci aveva appena battuti ! Così arrogante, così sicuro di sé, così sprezzante ! Io non ce la faccio…”, concluse Cody.

Ken disse in tono mesto: “Cody, mi dispiace per quello che ho fatto. Sto cercando di rimediare…”

“Sì, sì, lo so ! Il fatto è che non ce l’ho con te è che non riesco a dimenticare l’umiliazione che ho subito a causa tua !”, gli disse Cody adirato.

“Cody, non lasciarti dominare dall’orgoglio. Ken è cambiato davvero e poi, se avesse voluto farci del male poteva benissimo farlo con il pugnale che ha usato prima, invece non lo ha fatto. Ci ha dato la sua gemma e la sua spada senza fare storie…Secondo me dovresti dargliela una seconda possibilità.”,disse Rik.

Cody, cambiando discorso, disse: “Sbrighiamoci a tornare al campo, le ragazze avranno fame.”, e si incamminò verso il campo distanziando gli altri due.

“Non preoccuparti. Dagli tempo e vedrai che gli passerà.”, gli disse Rik incoraggiandolo.

“Speriamo…”, gli rispose Ken.

Quando tornarono al campo, Rik raccontò alle ragazze come Ken fosse riuscito a catturare il cervo, mentre Lein lo cucinava.

Quella sera, le cose andarono ancora meglio per Ken, infatti, anche Cody iniziò a essere un po’ meno ostile verso di lui.

Rik era seduto vicino a Ken e, dopo aver finito di mangiare il cervo cucinato da Lein, disse: “E’ incredibile…”,disse Rik.

“Cosa ?”, gli domandò Ken.

“Non credevo che Lein cucinasse così bene. Mi sembra quasi impossibile.”

Ken sorrise.

“Rik, cos’hai detto ?”, gli domandò Lein facendo finta di essere offesa.

Rik, imbarazzato le rispose: “No, niente. Ho solo detto che cucini bene !”

Tutti e sei i ragazzi scoppiarono a ridere e Ken pensò Finalmente ho trovato le persone che stavo cercando da tanto tempo… degli amici con cui divertirmi e con cui condividere la mia vita…”

Rik si alzò e andò a prendere la gemma e la spada di Ken, poi, tornando a sedersi, gli disse: “Tieni, Ken. Riprenditi le tue cose. Penso che siamo tutti d’accordo a ridartele, giusto ?”, e guardò gli altri ragazzi.

Mariam, Terry, Lein e perfino Cody annuirono sorridenti.

Ken guardò tutti loro e disse: “Grazie. Spero di non deludervi.”, poi riprese la spada e la gemma.

Così, quella sera, i ragazzi dormirono serenamente.

Nella foresta, quella notte si sentivano solo i suoni notturni, come lo scorrere di un ruscello o il vento che filtra tra gli alberi…

Il mattino dopo…

“Cosa ?!”, esclamò Rik ad alta voce svegliando involontariamente tutti i suoi compagni.

“Mi dispiace. Allora non sapevo cosa stessi facendo.”, gli rispose Ken francamente.

Mariam, Terry,Lein e Cody si avvicinarono a Rik e a Ken, insonnoliti per capire il motivo di tutto quel baccano.

“Che succede, Rik ? Perché urli così di prima mattina ?”, gli domandò Lein.

Rik si voltò verso i suoi compagni e disse loro infuriato, indicando Ken: “Hai ucciso i miei genitori ! Vi tendete conto ?!”

Tutti restarono allibiti da quella rivelazione,ma poi, Terry disse: “Però ha avuto il coraggio di ammettere i suoi errori. E’ stato sincero. Ora sta a te decidere se perdonarlo.”

Mariam, poi aggiunse: “Già. E poi, come possiamo affrontare i nostri nemici se non sappiamo neanche perdonarci fra compagni ?”

“Senza contare che ha avuto il coraggio di affrontare tutti noi, sapendo benissimo che non lo avremmo accettato facilmente perché lui, in precedenza, ci aveva negato la libertà. E’ riuscito a uscire dalle tenebre e a ritornare sulla retta via. Dovremmo ammirarlo per il suo grande coraggio !”, aggiunse Lein in tono serio.

Cody E Rik restarono sbalorditi da quei discorsi,anche perchè sapevano che le loro amiche avevano ragione.

“Avete ragione, ragazze…”, ammise Rik, poi voltandosi verso Ken, gli disse: “Ken, mi dispiace per come mi sono comportato. Sono furioso con te per quanto riguarda i miei genitori,ma ora sei un mio amico e voglio darti un’altra possibilità. Sempre che tu sia d’accordo.”

“Certo che sono d’accordo.”, gli rispose Ken sorridendo.

“Perfetto ! Ora che vi siete chiariti, possiamo ripartire ? Non che voglia mettervi fretta,ma c’è il rischio che qualche soldato ci trovi visto che siamo ancora vicini al castello.”, disse loro Terry.

“Sì,hai ragione.”, concordò Rik.

“Sarà meglio muoverci.”, aggiunse Ken.

“Sì, andiamo !”, esclamò Cody.

Così, i sei ragazzi si rimisero in marcia…

Ormai erano passati quattro giorni,ma, siccome il palazzo del re si trovava vicino a Molins, i sei ragazzi avevano ancora un lungo tragitto da percorrere…

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 27 ***


CAPITOLO N° 27 “RIVELAZIONI”

Passò un altro giorno di viaggio, poi, quella stessa sera, i sei ragazzi si misero a dormire, stravolti dalle fatiche del viaggio.

Il giorno dopo, i ragazzi ripartirono di buon’ora.

Verso il primo pomeriggio i ragazzi arrivarono su una collina sul limitare del bosco che si affacciava sul mare.

Sotto di loro videro la cittadina di Insir.

Appena Terry riconobbe quegli edifici familiari esclamò felice: “Che bello, ragazzi ! Sono a casa !”, e si precipitò di corsa verso l’entrata della città.

I suoi amici la seguirono, ma, quando Terry giunse al centro della città notò che c’era qualcosa di strano.

La città era immobile, silenziosa, grigia e portava i segni di un attacco recente.

Ken si avvicinò e disse : “Terry…”

La ragazza, sconvolta, si voltò e gli chiese: “Ken, cos’è successo qui ?”

“Lo stesso giorno che sei partita qui è arrivato l’Esercito del Nuovo Ordine e… ha sterminato quasi tutti gli uomini che gli si sono opposti.”, le rispose Ken con aria mortificata.

“Come ?”, esclamò la ragazza incredula.

Ken non seppe cosa risponderle.

Un silenzio glaciale scese nel gruppo, quando, all’improvviso…

“Terry !”, esclamò una voce.

La ragazza si voltò di colpo e vide suo fratello Timmy correre sorridente verso di lei.

Terry, lo abbracciò felice e gli chiese: “Timmy, come stai ? E’ rimasto qualcuno in questa città ?”

“Sì, donne e bambini.”, le rispose il fratellino.

Timmy guardò i vari componenti del gruppo, poi, quando vide Ken esclamò infuriato indicandolo: “C’era anche lui quando ci hanno attaccato ! E’ un nemico !”

“Non più. Adesso è diventato buono.Ora è un nostro amico. Stai tranquillo, Timmy.”, lo consolò la sorella.

Ken distolse lo sguardo, provando una grande vergogna e rimorso per quello che aveva fatto in passato.

“Però…”, continuò Timmy rivolto a Ken : “…gli altri soldati volevano ucciderci tutti. Invece, lui li ha convinti a prendersela solo con gli uomini adulti e non con le donne e con i bambini.”

Tutti i ragazzi si voltarono verso Ken, stupiti.

L’ho sempre saputo che non eri cattivo, Ken.”, pensò Mariam guardandolo felice.

Ken, accorgendosene, disse loro in tono afflitto: “Mi dispiace. Non ho scusanti.”

Terry si voltò verso di lui, poi, sorridendogli gli disse: “Ken, il tuo è stato un nobile gesto e poi… ora non sei più quello di prima. Ora sei uno di noi ! Quindi dimenticati di quel brutto periodo !”

Il ragazzo la guardò stupito, poi,a d uno a d un o fissò tutti i suoi amici e li ringraziò di tutto cuore per avergli dato una seconda possibilità ed essersi fidati di lui.

Dopodichè, Timmy disse: “Terry, vieni a casa. Mamma sarà contenta di vederti !”

La sorella annuì e disse ai suoi compagni: “Venite, ragazzi ! Andiamo a casa !”

Tutti la seguirono per le vie della città.

Nonostante gli abitanti rimasti avessero rimediato ai danni recati alla città, molti edificio portavano ancora i segni del passato attacco avvenuto mesi prima.

Quando i ragazzi arrivarono davanti a una porta di legno massiccio, prima che Terry bussasse, Ken disse: “ Aspetta, Terry.”

I cinque ragazzi si voltarono verso Ken, stupiti, poi, Mariam gli chiese: “Cosa c’è ? Qualcosa non va ?”

Ken aspetto qualche minuto prima di risponderle, poi, rivolto a tutti loro disse: “Non posso farmi vedere da questa gente, ne tanto meno farmi ospitare. Insomma…dopo quello che ho fatto, come potrebbero accettarmi ? Vi aspetterò ai confini della città. Così non creerò problemi a nessuno. Terry è tornata a casa e se sua madre mi vede con voi, forse ci litigherà..”

Dopo, un breve silenzio, Terry disse in tono deciso a Ken : “Senti, tu sei un nostro amico. Se mia madre non ti accetterà ce ne andremo. Sei già stato da solo per troppo tempo, non ti faremo vivere ancora nella solitudine per paura di quello che potrebbe pensare la gente !”

“Terry, sei sicura ? E se dovessi litigare con tua madre a causa mia ?”, le domandò Ken.

“Te l’ho già detto, Ken. Se fosse così ce ne andremo.”, gli rispose la ragazza, poi bussò alla porta di casa.

Subito dopo, la porta si aprì e una donna sulla cinquantina con i capelli rossicci,dall’aria stanca apparì sulla soglia.

“Terry !”, esclamò sua madre dopo averla riconosciuta.

“Ciao, Mamma !”, la salutò Terry commossa, dopodichè, madre e figlia si abbracciarono calorosamente.

Poi, Terry presentò i suoi amici alla madre.

Appena la madre vide Ken, con aria diffidente chiese alla figlia, indicando il ragazzo: “Terry, che ci fa lui qui ?”

Terry guardò dritta negli occhi sua madre e, con tono deciso, le rispose: “Mamma, Ken faceva parte dell’esercito nemico ma adesso è cambiato ed è un nostro amico. Noi abbiamo deciso di dargli una seconda possibilità e tu ?”

Sua madre la guardò con aria sospettosa, il suo sguardo andava dalla figlia a Ken.

Un silenzio irreale scese tra il gruppo poi, alla fine, la madre di Terry disse a Ken in tono serio: “Se mia figlia si fida di te, vuol dire che sei degno di fiducia, quindi mi fiderò anch’io. Anche perché non ho dimenticato quello che hai fatto per questa città. Se non ci fossi stato tu, neanche le donne e i bambini sarebbero stati risparmiati.”, poi, rivolgendosi agli altri ragazzi, disse loro: “Forza, entrate.”

Ormai era sera e, su Insir era calato il buio.

Nella casa di Terry c’era un’atmosfera calda e allegra.

I ragazzi e la madre di Terry parlarono a lungo quella sera e, tra loro c’era una grande armonia.

I ragazzi decisero che sarebbero ripartiti l’indomani.

Terry raccontò a sua madre tutte le avventure che aveva vissuto da quando era andata via da casa.

Sua madre la guardò con uno sguardo pieno di amore e le disse ,accarezzandola: “ Sono orgogliosa di te, piccola mia !”

Tutti i presenti si intenerirono a vedere quella scena.

Mariam si avvicinò a una finestra voltando le spalle ai suoi amici per non far vedere loro la sofferenza che provava.

Mariam era molto felice per Terry, però, la scena appena successa, le aveva fatto tornare in mente sua madre e suo padre.

Oh,mamma, papà… quanto mi mancate…”, pensò Mariam malinconica.

Mariam sapeva che non avrebbe più rivisto i suoi genitori e, una lacrima solcò il suo viso delicato.

Ken, accorgendosene, si avvicinò a Mariam e, abbracciandola dolcemente, le sussurrò: “Fatti coraggio. Non sei sola.”

Mariam , stupita da quelle parole gentile e confortanti, si girò verso Ken e, abbracciandolo a sua volta, gli disse commossa: “Grazie…”

“A proposito, ragazzi !”, li chiamò la madre di Terry.

Rik, Ken e Cody si voltarono verso la donna con aria stupita.

“Terry mi ha detto che vi servirebbe un arco. Se volete posso darvi quello di mio marito. Non ne ho uno per ognuno di noi, però, se volete, prendete questo.”, disse loro la madre di Terry porgendogli un arco con la feretra e le frecce.

I ragazzi, un po’ imbarazzati non sapevano se accettare o no quell’offerta.

“Signora, ne è davvero sicura ? Era l’arco di suo marito. E’ pur sempre un ricordo…”, le chiese Ken.

“Non preoccupatevi, ragazzi. Sarà anche un ricordo, ma non serve a niente fargli fare la polvere. E’ più utile se viene usato, no ? Dai, prendilo !”, gli rispose la donna.

Ken guardò i compagni, poi prese l’arco e disse alla donna: “Grazie, signora. LO tratteremo con il massimo riguardo.”

La donna gli strizzò un occhio e gli disse divertita: “Ok, ci conto !”

Il mattino dopo, i sei ragazzi, dopo aver ringraziato la madre di Terry per l’ospitalità dimostrata e per le provviste che aveva messo loro da parte, partirono…

Verso sera, il gruppo arrivò in un boschetto molto fitto e lì fermò per la notte.

I sei amici cenarono con le provviste che aveva dato loro la madre di Terry, poi, chiacchierarono un po’…

“Quanto ci manca ancora per arrivare a Lom ? E’ da giorni che camminiamo !”, esclamò Cody rivolto ai compagni.

“ E’ vero. Comunque, Lom non è ancora molto distante. Tempo una decina di giorni e ci siamo.”, gli rispose Lein.

“Altri dieci giorni ?!”, esclamò Cody.

“Non possiamo arrivare a Lom con le gemme ?”, le domandò Rik.

“No, siamo ancora troppo lontani. Ci vorrebbe troppa magia e noi non ne abbiamo così tanta.”, gli rispose Terry.

“Uffa, allora ci tocca proprio camminare !”, esclamò Cody sfinito.

“Già, ma vedrai che passerà alla svelta…”, gli disse Mariam per confortarlo.

Dopodichè, i sei amici andarono a dormire e si addormentarono subito, sfiniti dalle stanchezze del viaggio.

Il mattino dopo, mentre le tre ragazze stavano ancora dormendo, Rik, Ken e Cody andarono a caccia nel bosco…

Appostati tra gli alberi fitti, i tre ragazzi osservarono in silenzio un cervo che brucava tranquillamente in una radura lì vicino.

“Quello mi sembra che vada bene.”, bisbigliò Cody ai compagni.

Ken annuì e, dopo aver incordato una freccia, facendo ilo minor rumore possibile scoccò il dardo che colpì il maestoso animale ferendolo a mortalmente.

I tre ragazzi si avvicinarono al cervo appena ucciso e, trasportandolo, si diressero verso il campo.

“Anche se abbiamo quelle provviste che ci ha dato la madre di Terry, non ci fa male avere un po’ di carne di cervo da parte, che ne dite ?”, domandò loro Cody.

Quando i tre ragazzi tornarono all’accampamento, si accorsero che le loro tre compagne continuavano a dormire imperterrite.

Rik bisbigliò divertito ai suoi amici: “Guardatele. Noi dobbiamo svegliarci presto e andare a caccia e loro sono ancora lì che ronfano !”

I tre ragazzi guardarono le loro amiche con tenerezza e sorrisero divertiti.

Dopodichè, Cody si allontanò per cercare un po’ di legna per il fuoco, Rik riordinò il campo e nascose le tracce che lui e i suoi compagni avevano lasciato.

Ken, nel frattempo preparò una gustosa colazione a base di cervo…

Quando Rik e Cody tornarono al campo sentirono un gustoso odore di stufato molto invitante.

Ken porse un cucchiaino ai suoi amici e disse loro: “Assaggiate.”

Rik e Cody assaggiarono lo stufato di cervo a turno, poi, il secondo esclamò: “E’ buonissimo ! Non credevo che fossi così bravo a cucinare !”

Ken gli rispose sorridendo: “A dire il vero, non lo sapevo nemmeno io. Avrò ripreso da mia madre.”

“Ma è già pronto ?”, gli chiese Rik curioso.

“No, non ancora. Lo stufato ci mette un po’ a cuocere bene.”, gli rispose Ken.

Nel frattempo, Mariam si svegliò e, vedendo i compagni indaffarati, chiese loro:”Vi serve una mano ?”

Ken le rispose sorridendo: “No, non preoccuparti. Torna pure nel mondo dei sogni.”

Mariam, ancora mezza addormentata, gli rispose: “Ok, buonanotte !”, e si addormentò nuovamente.

I tre ragazzi si guardarono divertiti dalla scena, poi, Cody disse : “Non ci credo… Si è riaddormentata davvero !”

Ken e Rik sorrisero, poi, il primo chiese: “Ken… Mariam ti piace,vero ?”

Ken, colto alla sprovvista e imbarazzato da quella domanda, gli rispose: “Cosa ?! Ma che stai dicendo ?!”

Rik e Cody si scambiarono un’occhiata divertita, poi, il primo disse a Ken:”Ken, non c’è bisogno di nasconderlo… E’ normale…”

“Ma insomma, la volete finire ?”, gli disse Ken sempre più imbarazzato.

“Comunque, non c’è bisogno che ce lo dica tu…Basta guardarti in faccia adesso: sei rosso come un pomodoro e tra un po’ ci manca solo che vai a fuoco !”, esclamò Cody divertito.

Ken, capendo che fingere non sarebbe più servito, ormai, disse ai due ragazzi: “E va bene, è vero. E allora ?”

“Allora perché non glielo dici ?!”, gli chiese Rik.

Ken diventò cupo in volto, poi rispose: “Non sono il tipo giusto per lei. Dopo tutto quello che ho fatto a voi, ai vostri villaggi e soprattutto a lei…come potrebbe volermi ?”

Rik e Cody, dispiaciuti, nel sentire quella risposta, gli dissero:” Ken, tu non sei più quello di prima. Ora sei uno di noi…Sì, tu ti sei comportato male,ma l’hai anche difesa, no ? E poi è stata lei a fidarsi di te per prima e ha fatto di tutto per convincerci che non eri più quello prima. Ha tenuta nascosta la tua gemma fino a quando te l’ha data. Secondo te, l’avrebbe fatto se non tenesse a te ?”

“E poi, non dimenticare, che Mariam è una persona che da sempre una seconda possibilità agli altri…”, aggiunse Cody.

Ken non disse nulla,ancora troppo indeciso sul da farsi.

“Comunque hai ancora molto tempo per decidere cosa fare. Ci aspetta un viaggio tutti insieme.”, gli disse Cody incoraggiandolo.

“Già…spero solo che alla fine di questo viaggio avrò le idee un po’ più chiare…”, gli disse Ken.

Quando la colazione fu pronta, i ragazzi svegliarono le loro amiche.

Prima di dirigersi verso Lein, Rik disse a Ken: “Mariam la svegli tu.”, poi si voltò.

“Già, magari con un bel bacio si sveglia meglio…”, gli disse Cody divertito.

“Ma la vuoi smettere ?!”, esclamò Ken imbarazzato.

Cody si voltò e andò a svegliare Terry.

Nel frattempo, Ken si avvicinò lentamente a Mariam per svegliarla.

Cody e Rik tornarono indietro e spinsero Ken verso Mariam.

Ken perse l’equilibrio e finì addosso alla ragazza, che, svegliandosi in quel momento, si trovò il viso del ragazzo pochi centimetri dal suo.

A Mariam tornò in mente la prima volta che ciò era accaduto: quando era stata catturata da Ken con i suoi amici.

Allora Ken era una maschera di crudeltà e aveva uno sguardo di ghiaccio, ora, invece, quello stesso volto esprimeva dolcezza, sicurezza e serenità e, quegli occhi blu erano rassicuranti e colmi di bontà.

Che bel modo di svegliarsi al mattino !”, pensò la ragazza sorridendo.

“Buongiorno.”, gli disse Mariam con un sorriso.

Ken, molto imbarazzato, si tirò su e disse: “Scusa Mariam, ma quei due furboni…”, e indicò Cody e Rik alle sue spalle: “…mi hanno spinto e io ho perso l’equilibrio…”

Mariam, sorridendo, gli rispose: “Non preoccuparti.”

Quando Ken si alzò in piedi,porse una mano alla ragazza per aiutarla ad alzarsi.

“Ti alzi ?”, le chiese Ken sorridendo.

Mariam, sorrise e, prendendo la mano di Ken si alzò.

“Bene… Io vado a svegliare Lein.”, disse loro Rik.

“E io vado a svegliare Terry.”, disse loro Cody.

Ken e Mariam, si sorrisero, poi si avviarono verso il centro del campo, dove li aspettava la colazione.

Poco dopo, al centro del campo arrivarono anche gli altri quattro ragazzi e, tutti insieme fecero colazione.

Quando i ragazzi ebbero finito di mangiare, si incamminarono alla volta di Lom.

Nel gruppo stava succedendo qualcosa: nonostante le tre ragazze passassero molto tempo insieme, lentamente, iniziarono a camminare al fianco di uno dei ragazzi…

Mariam camminava vicino a Ken, Terry vicino a Cody e Lein vicino a Rik…

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Capitolo 28
*** CAPITOLO 28 ***


CAPITOLO N° 28 “ EVENTI BELLI E BRUTTI”

Dopo altri due giorni di viaggio, i ragazzi, sul calar della sera iniziarono intravedere la nebbia magica che avvolgeva Lom…

Dopo mezz’ora circa, finalmente, i ragazzi raggiunsero il limitare del villaggio, dopodichè, con un tacito accordo strinsero contemporaneamente le loro gemme e, un secondo dopo, si trovarono all’interno del paese.

I ragazzi erano molto stanchi per l’uso delle gemme, perché, ogni volta che le usavano, queste sottraevano loro molte energie, quindi non erano ancora abituati e nemmeno abbastanza forti per controllarle meglio…

All’improvviso, sulla strada principale apparve Joel, che,senza una parola, fece cenno ai ragazzi di seguirlo.

Quando i ragazzi entrarono nella casa di Joel si sentirono finalmente al sicuro.

“Quanto ci avete messo a tornare ?”, li aggredì l’uomo.

Tutti i tratti cordiali e gentili di un tempo avevano abbandonato il suo viso, sul quale adesso regnava una colera furiosa.

“Perché ? E’ successo qualcosa ? Perché sei così agitato ?”, gli chiese Rik cauto.

“Agitato ?!”, sbottò l’uomo, poi aggiunse: “Mi avevano detto che il nemico vi aveva catturati. E’ normale che io sia solo un po’ agitato ! Perché non siete stati attenti come vi avevo detto ?!”

Nessuno ebbe il coraggio di rispondere, ma poi, Ken disse in tono deciso all’uomo: “E’ stata colpa mia. Io li ho catturati.”

“Cosa ?!”, esclamò Ken infuriato guardando Ken.

“Aspetta, Joel ! Lui ci aveva catturati, però poi ci ha fatto scappare !”, disse Mariam in difesa dell’amico.

“Infatti ! Se non fosse stato per lui, adesso saremmo ancora prigionieri del re”, intervenne Terry.

“E poi, Ken ha attaccato suo padre per difenderci !”, esclamò Lein.

“E’ vero. Prima era cattivo, ma adesso è cambiato !”, gli disse Rik.

“Sì. Adesso è nostro amico !”, affermò Cody.

Joel li guardò ad uno ad uno con un ‘espressione arrabbiata, poi, improvvisamente… sorrise !

“Lo so, ragazzi.”, disse loro Joel nel suo solito tono amichevole.

“Come ? Cosa vuoi dire ?”, gli chiese Lein incredula.

“Sapevo benissimo dove si trovasse Ken, ma dovevo aspettare che il destino facesse il suo corso.”, le rispose l’uomo cordiale, ora come un tempo.

Joel aggiunse: “Non prendetevela, per come ho reagito prima: era solo una finta. Volevo solo vedere se eravate davvero diventati amici al punto da difenderlo tutti.”

“Cosa ?!”, esclamarono Lein, Terry e Mariam all’unisono.

“Ci hai fatto spaventare per niente ! Non è giusto !”, esclamò Terry rivolta a Joel.

Joel ,diventando serio, disse loro: “Nella vita, avere degli amici, non vuol dire soltanto parlare o divertirsi con loro…”, e guardò ad uno ad uno i ragazzi, poi continuò: “…avere delle persone su cui contare nei momenti di bisogno è fondamentale, lo capite ?”

I ragazzi, annuirono seriamente e Joel continuò :”Nel vostro caso in particolare, dovete essere più uniti che mai per poter sperare di avere qualche possibilità di vittoria. L’amicizia è un sentimento molto potente e, se è vero, non conosce confini. Per questo vi ho messi alla prova.”, concluse sorridendo.

Tutti e sei i ragazzi restarono sbalorditi e ammirati da quel discorso, ma sorrisero felici guardandosi a vicenda perché sapevano dia vere già trovato dei veri amici …

Dopodichè, Joel offrì ai ragazzi una gustosa cena , poi iniziò a parlare con loro: “Bene, Ken. Finalmente hai capito il tuo errore. Non preoccuparti del passato, l’importante è che tu sia cambiato, no ?”

Il ragazzo, gli rispose: “Già. Ma se sono cambiato lo devo…” ,e guardò tutti i suoi amici, poi continuò: “… lo devo solo a voi amici miei e, soprattutto…”, e guardò una persona in particolare: “…grazie a te, Mariam.”

Mariam, un po’ imbarazzata, gli chiese sorridendo: “Perché ?”

Il ragazzo la guardò negli occhi e le disse dolcemente: “Non so come tu abbia fatto ma, già la prima volta che ti ho vista, quando non ci eravamo ancora conosciuti, in me è iniziato un cambiamento…”

Mariam, sorpresa da quel discorso non seppe cosa dire e continuò a fissare quel ragazzo, una volta tanto irraggiungibile e, ora, invece, finalmente così vicino.

“Mariam è una persona adorabile. Il suo amore è contagioso. E’ buona con tutti e cerca sempre di capire le persone e, anche se queste sbagliano, lei da loro una seconda possibilità. Non per nulla ha la gemma dell’Amore.”, disse Joel rivolto a Ken e a Mariam.

“Già…”, concordò Ken guardando Mariam con uno guardo profondamente sereno.

La ragazza, gli sorrise felice, perché capì di aver trovato qualcuno che la amasse davvero,ma non era un amore familiare…era qualcosa di diverso…

“Ora andiamo al Tempio della Verità. Lì prenderete i vostri medaglioni. Su, sbrighiamoci !”, disse loro Joel.

Così, i ragazzi, guidati da Joel raggiunsero il Tempio della Verità.

Il Tempio della Verità era un edificio costruito come gli antichi templi greci ed era costituito completamente da marmo bianco che sembrava splendere di una luce propria.

Sulla porta c’erano delle raffinate incisioni che rappresentavano creature fantastiche: unicorni, strane e minute creature con le orecchie a punta…

Il resto dell’edificio non presentava decorazioni, infatti era liscio e senza increspature di alcun genere.

Joel disse ai ragazzi:”Bene. Ora stringete le vostre gemme e, contemporaneamente dite: “ Oì nolì son Grei !”

I ragazzi,al principio restarono perplessi da quella strana indicazione, ma, prima che potessero agire, Joel disse loro in tono brusco: “Su ! Non fate storie. Il nostro nemico sta per arrivare anche qui ! Non perdete tempo !”

I ragazzi, spronati dal loro maestro strinsero le gemme e pronunciarono la frase magica.

Immediatamente, l’enorme porta di marmo del Tempio si aprì magicamente per lasciarli passare.

Joel e i ragazzi entrarono e la porta dell’edificio si richiuse con uno schiocco secco alle loro spalle.

L’interno era illuminato da molte candele e fiaccole.

Dopo pochi minuti di cammino, Joel si fermò davanti ad una porta e lì aspettò i ragazzi.

La porta davanti alla quale si erano fermati era anch’essa di un brillante marmo bianco,senza incisioni o decorazioni.

Su di essa c’era uno zaffiro trasparente di diamanti di grandi dimensioni,che era incastonato nella parete sovrastante.

Quando i ragazzi lo raggiunsero, Joel disse loro: “Ora alzate le gemme verso l’alto e stringetele con forza.”

I ragazzi obbedirono e, immediatamente, le loro pietre iniziarono a brillare, poi, unendo i fasci di tutte e sei le gemme, ne formano uno solo del colore dell’arcobaleno che andò a colpire lo zaffiro di diamanti, di forma circolare, che era posto sopra la porta della stanza.

Lo zaffiro brillò dei colori delle pietre e la porta iniziò a spalancarsi lentamente, come per magia.

Quando la porta si fu completamente aperta, Joel disse ai ragazzi: “Dai, ragazzi ! Entriamo !”, e si precipitò dentro la stanza seguito a ruota dai ragazzi.

Quando tutti i ragazzi furono entrati all’interno della stanza, la porta si richiuse alle loro spalle. Guardandosi intorno, i ragazzi notarono di trovarsi in una stanza circolare, completamente rivestita in oro.

All’interno della stanza c’erano sei altari con sei diversi simboli.

Gli altari erano anch’essi di marmo e avevano le stesse incisioni che i ragazzi avevano visto sulla porta d’entrata del Tempio.

Ogni altare aveva alla sommità, una cavità sferica grande quanto le pietre dei ragazzi e, sotto la cavità c’era incastonato un medaglione sul quale era disegnato un mostro.

I ragazzi stavano ancora osservando quel posto stupendo, quando Joel li distolse dai loro pensieri dicendogli: “Bene. Adesso: Ken vai là. Cody, lì…”, e mandò ogni ragazzo su un altare ben preciso.

Quando tutti i ragazzi furono sistemati, Joel disse: “Mariam, tu rappresenti l’Amore.”, e le indicò il simbolo inciso sull’altare dove c’era la ragazza.

“Tu Cody, il Coraggio. Rik, tu la purezza. Lein, tu la Bontà. Terry, tu l’Amicizia e tu Ken, la Sincerità.”

Dopo aver ripreso fiato, Joel aggiunse: “Ora mettete nelle cavità che ci sono nell’altare di ognuno di voi.”

I ragazzi eseguirono l’ordine.

Quasi subito, le pietre si illuminarono e, da ogni medaglione si vide, per pochi secondi, l’immagine di un mostro che però, poi scomparve.

I ragazzi restarono sbalorditi da quella visione.

“Quelli sono i vostri mostri.”, disse Joel ai ragazzi: “… Ma devono ancora essere liberati. Furono rinchiusi dai nemici degli Antichi Cavalieri e solo l’Acqua Trynyta può liberarli dall’incantesimo di cui sono vittima.”, spiegò loro l’uomo.

Dopodichè, i ragazzi e Joel uscirono da quella stanza incantata.

“Dovete andare dagli Elfi. Sono loro che hanno l’Acqua Trynyta che può liberare i vostri mostri.”, disse loro Joel mentre ripercorrevano il corridoio che li avrebbe portati all’uscita del Tempio.

Quando i ragazzi e Joel uscirono dal Tempio, davanti a loro si aprì uno spettacolo terribile.

L’intero villaggio era completamente in fiamme e, ovunque si sentivano grida disperate.

Joel, dopo un minuto di esitazione gridò ai ragazzi: “Presto, dovete andarvene ! Andate a Naklis e lì cercate un vecchio cantastorie di nome Lynn. Lui saprà cosa fare. Ora andare e buona fortuna !”

I ragazzi guardarono il loro maestro e gli dissero: “Joel ! Non possiamo abbandonarti proprio adesso ! Vieni con noi !”

Joel ,anche se desideroso di vedere il fulgido futuro dei suoi protetti capì che era il momento di mantenere il giuramento stipulato molti anni prima: doveva sacrificarsi per protegger ei ragazzi, quindi, dolcemente, disse loro: “Sono stato molto bene con voi e vi ringrazio per i momenti felici che mi avete regalato, ma ora dovete andare. Io devo fare il mio dovere e voi il vostro !”

Tutti e sei i ragazzi restarono stupiti da quel discorso e guardarono Joel attoniti.

Lein, gli si avvicinò e gli chiese preoccupata: “Joel…cosa intendi dire ?”

Joel al guardò dolcemente e le disse: “Lein… sei davvero unica. I tuoi genitori sarebbero orgogliosi di te !”, poi, rivolgendosi agli altri ragazzi disse loro, in tono adirato: “Ora andatevene !”

I ragazzi, però erano ancora molto riluttanti a lasciare Joel.

All’improvviso, dal fumo e dalle fiamme sbucò un soldato che scoccò una freccia nella direzione di Lein, ma Joel le si mise davanti per proteggerla e fu colpito mortalmente.

L’uomo si accasciò al suolo, privo di forze.

“No !”, esclamò Lein in lacrime, sedendosi accanto a Joel.

Rik, nel frattempo uccise il soldato che aveva ferito Joel con la spada.

“Perché l’hai fatto ?”, gli chiese Lein disperata.

“Perché questo è il mio compito.”, le rispose semplicemente Joel.

I ragazzi si strinsero in circolo intorno al loro maestro morente e Joel disse loro: “Fina dall’ultima battaglia dei Cavalieri della Speranza giurai di proteggere i loro successori,anche a costo della vita…Restate uniti, ragazzi. Ora andate e non perdete tempo o a mia morte sarà stata inutile !”, dopo quelle parole, Joel sorrise un’ultima volta ai suoi allievi e si addormentò per sempre…

Lein si alzò silenziosamente e, in lontananza stavano arrivando dei soldati.

“Forza, prendete le vostre gemme.”, ordinò Ken ai compagni: “… dobbiamo arrivare al bosco vicino al villaggio. Lì saremo al sicuro.”

Tutti e sei i ragazzi strinsero le loro gemme meccanicamente.

I ragazzi erano troppo sconvolti dalla morte del loro maestro e fecero quel gesto quasi senza accorgersene.

Intanto , molti soldati si stanavo avvicinando.

Pochi minuti dopo, i sei ragazzi si trovarono nel bosco vicino a Lom.

Dall’alto di una collina, al limitare del bosco, i sei ragazzi osservarono impotenti il terribile spettacolo del villaggio che andava lentamente in fiamme.

Le luci dell’incendio rischiaravano il cielo notturno, mentre Lein piangeva e i cuori dei suoi amici soffrivano con lei…

Alla fine, il Male aveva raggiunto anche quel luogo incantato e incontaminato…

Dopo qualche minuto, Ken disse agli amici: “Ragazzi, ci conviene muoverci…Quando i soldati si accorgeranno che non ci siamo inizieranno a cercarci. E’ meglio iniziare a distanziarli.”

“Aspetta ! Lilly è ancora al villaggio ! Non posso andarmene così !”, esclamò Lein preoccupata.

“Lilly è al sicuro.”, le disse Mariam.

“Cosa ? Che stai dicendo ?”, le domandò Lein nervosa.

“Joel mi ha detto di aver detto a Lilly un posto dove rifugiarsi e le ha detto di andarci appena prima che arrivassimo a Lom. Lilly avrà già raggiunto quel luogo, quindi non preoccuparti. So che è difficile, ma devi avere fede e vedrai che rivedrai la tua sorellina.”, le rispose Mariam.

Lein restò interdetta da quelle parole, poi chiese all’amica: “Quando te l’ha detta Joel questa cosa ?”

“Mentre andavamo al Tempio. Volevo dirtelo prima ma non ce n’è stato il tempo.”, le rispose Mariam tristemente.

“Ok. Se Joel te l’ha detto vuol dire che Lilly è al sicuro… Possiamo andare.”, disse Lein sorridendo.

Così, i sei amici, con la notte che incombeva su di loro si incamminarono cercando di mettere più distanza che potessero tra loro e i soldati.

Verso il mattino presto, i ragazzi, sfiniti si fermarono e prepararono il campo per dormire un po’.

Le tre ragazze, sfinite si addormentarono subito.

Nel frattempo i ragazzi si misero d’accordo per fare i turni di guardia.

“Sei sicuro che possiamo fermarci a riposare ?”, gli chiese Cody sospettoso.

“Sì…Abbiamo camminato un bel po’…E poi, se non ci riposiamo, non resisteremo ancora per molto.”, gli rispose Ken.

“Bene. Allora faremo dei turni di guardia. Inizio io, voi nel frattempo dormite.”, disse loro Rik.

“Sei sicuro di voler iniziare tu ? Se vuoi dormi un po’, che il turno lo faccio io. Sono il più grande e ho delle responsabilità nei vostri confronti.”, gli disse Ken.

“Ma sentilo ! Responsabilità o no,sei stanco come noi. Quindi dormi tu per primo.”, gli rispose Cody.

“Ma…”, disse Ken.

“Ken è meglio se dormi tu per primo. Tu sei il più abile con la spada. Adesso che siamo sicuri che non ci raggiungono dormi. Più tempo facciamo passare e più è probabile che quei soldati sia avvicinano, se così fosse sarebbe meglio che trovassero te nel pieno della tua forma, no ?”, gli disse Rik.

“In effetti, il ragionamento di Rik non fa una piega…Sì, Ken dormi tu ora.”, gli disse Cody.

“Siete sicuri ?”, chiese loro Ken.

“Sì. Non preoccuparti.”, gli rispose Rik.

Così, Ken e Cody si misero a dormire.

“Rik, sei sicuro che non vuoi compagnia ? Posso restare sveglio con te se vuoi.”, gli disse Cody.

“Non preoccuparti. Mettiti a dormire.”, gli rispose Rik.

“Ok.”, disse Cody e si addormentò anche lui.

Dopo qualche ora, quando il sole stava ormai sorgendo all’orizzonte, Cody diede il cambio a Rik.

Dopo qualche ora ancora, in tarda mattinata, Ken diede il cambio a Cody.

Nel frattempo, qualcuno si era svegliato.

“Ciao. Come va ?”, gli domandò una voce.

Ken, voltandosi vide Mariam sorridente dietro di lui.

“Ciao Mariam. Ha dormito bene ?”, le chiese lui.

“Sì e tu ?”, gli domandò la ragazza.

“Sì, tranquilla.”, gli rispose il ragazzo.

“Vuoi qualcosa da mangiare ?”, gli chiese la ragazza.

“In effetti non è una cattiva idea, sai ?”, le disse il ragazzo sorridendo.

“Ok. Aspetta un momento. Vado a svegliare gli altri, così mangiamo tutti insieme.”, gli disse la ragazza.

Dopodichè, la ragazza svegliò i suoi amici e, tutti insieme mangiarono le loro provviste.

Dopo il pranzo, i ragazzi decisero di incamminarsi nuovamente.

Quel giorno, i ragazzi percorsero meravigliose vallate alpine.

Verso sera inoltrata, i ragazzi si fermarono a riposare e a preparare il campo per la notte

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 29 ***


CAPITOLO N° 29 “REMA !”

Il sole era già alto quel mattino, quando i ragazzi si svegliarono…

I sei ragazzi, dal giorno dell’incendio di Lom avevano percorso miglia e miglia attraverso immense foreste ed erano ancora sconvolti per l’accaduto.

I sei amici non riuscivano a togliersi dalla mente, il volto di Joel morente.

Il loro maestro, che loro vedevano come una persona immortale, forte era morto per salvarli…

Purtroppo, i ragazzi erano ancora di pessimo umore, ma, grazie alla loro amicizia restarono uniti.

I sei ragazzi consumarono una colazione veloce e si rimisero in marcia attraverso il bosco.

Mentre camminavano, all’improvviso si sentì un rumore nella boscaglia fitta.

“Guardate ! Un soldato di quell’esercito !”, bisbigliò Terry ai suoi amici.

I ragazzi si nascosero in una caverna sperando che il soldato non si accorgesse di loro.

Dopo una decina di minuti…

“Li hai visti ?”, gli chiese un soldato.

“No, e tu ?”, gli rispose un soldato che stava sostando proprio davanti all’ingresso della grotta.

“No. Torniamo al castello, tanto non li troveremo mai se non ci riposiamo almeno un po’. E’ da questa notte che siamo svegli. Tra poco arriveranno degli altri soldati a darci il cambio…”, disse il primo soldato rivolto al suo compagno.

I due soldati si allontanarono e i ragazzi poterono uscire allo scoperto.

“Come facciamo adesso ?”, chiese Mariam preoccupata ai suoi amici.

“Già. Ci sono soldati ovunque !”, esclamò Terry agitata.

“E tra poco ne arriveranno altri. Lo avete sentito quando l’ha detto vero ?”, aggiunse Lein.

Dopo qualche minuto di silenzio, a Ken venne in mente un’idea e disse ai suoi compagni: “Andiamo in barca.”

Tutti lo guardarono stupiti, poi, Cody gli chiese: “E dove la troviamo una barca ?”

Ken gli rispose: “Quand’ero ancora con i nostri nemici, mi ricordo che avevamo un deposito di barche proprio vicino alla riva di questo fiume. Perché non andiamo a vedere ? Magari ce n’è qualcuna.”

Mentre camminavano, all’improvviso si sentì un rumore nella boscaglia fitta.

“Guardate ! Un soldato di quell’esercito !”, bisbigliò Terry ai suoi amici.

I ragazzi si nascosero in una caverna sperando che il soldato non si accorgesse di loro.

Dopo una decina di minuti…

“Li hai visti ?”, gli chiese un soldato.

“No, e tu ?”, gli rispose un altro soldato che si era fermato proprio davanti alla caverna dove si erano nascosti i ragazzi.

“No. Torniamo al castello, tanto non li troveremo mai se non ci riposiamo un po’. E’ da questa notte che siamo svegli e poi, tra un po’ arriveranno a darci il cambio altri soldati.”, disse il primo al suo compagno.

“Sì. Hai ragione. Andiamocene.”, concordò il secondo soldato.

I due soldati si allontanarono e i ragazzi poterono uscire allo scoperto.

“Come facciamo adesso ?”,chiese Mariam preoccupata ai suoi amici.

“Già. Ci sono soldati ovunque !”, aggiunse Terry agitata.

“E poi, ne stanno per arrivare degli altri.”, aggiunse Lein allarmata.

Dopo qualche minuto di silenzio, a Ken venne un’idea e disse ai suoi compagni: “Andiamo in barca.”

Tutti lo guardarono stupiti, poi, Cody gli chiese: “E dove la troviamo una barca ?”

Ken gli rispose: “Quand’ero ancora nell’esercito nemico, mi ricordo che avevamo un deposito barche proprio vicino alla sponda di questo fiume. Perché non andiamo a vedere ? Magari ce n’è qualcuna.”

Mentre camminavano, all’improvviso si sentì un rumore nella boscaglia fitta.

“Guardate ! Un soldato di quell’esercito !”, bisbigliò Terry ai suoi amici.

I ragazzi si nascosero in una caverna sperando che il soldato non si accorgesse di loro.

Dopo una decina di minuti…

“Li hai visti ?”, gli chiese un soldato.

“No, e tu ?”, gli rispose un altro soldato che si era fermato proprio davanti alla caverna dove si erano nascosti i ragazzi.

“No. Torniamo al castello, tanto non li troveremo mai se non ci riposiamo un po’. E’ da questa notte che siamo svegli e poi, tra un po’ arriveranno a darci il cambio altri soldati.”, disse il primo al suo compagno.

“Sì. Hai ragione. Andiamocene.”, concordò il secondo soldato.

I due soldati si allontanarono e i ragazzi poterono uscire allo scoperto.

“Come facciamo adesso ?”,chiese Mariam preoccupata ai suoi amici.

“Già. Ci sono soldati ovunque !”, aggiunse Terry agitata.

“E poi, ne stanno per arrivare degli altri.”, aggiunse Lein allarmata.

Dopo qualche minuto di silenzio, a Ken venne un’idea e disse ai suoi compagni: “Andiamo in barca.”

Tutti lo guardarono stupiti, poi, Cody gli chiese: “E dove la troviamo una barca ?”

Ken gli rispose: “Quand’ero ancora nell’esercito nemico, mi ricordo che avevamo un deposito barche proprio vicino alla sponda di questo fiume. Perché non andiamo a vedere ? Magari ce n’è qualcuna.”

qualcuna." vedere ? Magari ce n'ricordo che avevamo un deposito di barche proprio vicino alla riva di questo fiume.

I ragazzi annuirono e si avviarono verso il punto indicato da Ken.

Il gruppo seguì Ken e, in meno di dieci minuti trovò una decina di barche sulla riva del fiume.

Le barche erano delle semplici canoe di legno che potevano tranquillamente ospitare otto persone.

Cody, Rik e Ken iniziarono a rompere tutte le barche tranne una, in modo che, anche se qualche soldato li avesse avvistati, non avrebbe potuto seguirli.

Quando nove barche furono fuori uso, i sei ragazzi trascinarono l’unica sana nell’acqua e salirono a bordo.

Dopodichè, i sei amici partirono per una nuova avventura lungo il corso del fiume gorgogliante muniti di remi.

Mentre la barca avanzava tranquillamente lungo il fiume, i sei passeggeri si godettero il panorama che si stagliava intorno a loro: alberi maestosi, cascate che sgorgavano da muri di rocce calcaree, oasi segrete, dove, spesso scorsero animali selvatici.

“Wow ! E’ bellissimo !”, esclamò Mariam sorridendo mentre osservava due cervi adulti e un cerbiatto abbeverarsi da una sorgente non molto distante dalla riva.

“Già. Sembra di essere in un sogno.”, aggiunse Lein affascinata.

Ormai erano già trascorse un paio d’ore da quando i sei amici erano in barca.

Terry, all’improvviso vide una cascata magnifica che scendeva dal lato di un’impervia montagna.

“Che bella quella cascata !”, esclamò Terry eccitata.

Poi, la ragazza, entusiasta si sporse troppo dalla barca, sbilanciandone l’equilibrio.

La barca oscillò e, qualcuno, perdendo l’equilibrio cadde nell’acqua gelida e vorticante del fiume.

“Mariam !”, esclamò Lein disperata vedendo l’amica annaspare in acqua.

“Aiuto ! C’è troppa corrente. Non riesco a nuotare !”, esclamò Mariam terrorizzata,che lottava invano contro la forza brutale del fiume.

Terry, sentendosi responsabile di ciò che era successo all’amica, esclamò: “Aiutatela, vi prego. Io non so nuotare !”

Prima che qualcuno potesse fare qualcosa, si sentì un altro tuffo, infatti, Ken, dopo aver preso il suo pugnale e la sua spada nuotò in direzione dell’amica, nel disperato tentativo di aiutarla.

Mariam, indebolita dalla forza della corrente non riusciva a resistere.

La forza della corrente spingeva Mariam sott’acqua.

Mentre Ken nuotava in direzione dell’amica, all’improvviso, la ragazza scomparve dalla superficie.

Ken e gli altri, sconvolti, chiamarono Mariam a gran voce, ma non ricevettero risposta.

Ken si immerse e, dopo poco tempo individuò Mariam: una caviglia della ragazza si era impigliata in un gruppo di alghe sul fondo del fiume.

Mariam era svenuta per la mancanza di ossigeno.

Ken, anche sapendo che sarebbe dovuto risalire in superficie per respirare, continuò a nuotare verso la sua amica.

Quando raggiunse la ragazza, Ken tagliò le alghe insidiose che la imprigionavano e, in tutta fretta, la riportò in superficie.

Ken vide la barca dove c’erano i suoi amici, ma era molto lontana, infatti, la corrente aveva spinto lui e Mariam verso la riva.

Ken gridò ai suoi compagni: “Ci vediamo a valle !”, e nuotò fino alla terra ferma portando Mariam con sè…

Una volta giunto sulla terra ferma, Ken distese la sua amica e, notando che non respirava le applicò subito il bocca a bocca e il massaggio cardiaco ripetendo l’operazione tre volte.

Poco dopo, Mariam si svegliò, ma, troppo stanca per tutte quelle emozioni la ragazza ripiombò nell’incoscienza, ma almeno respirava !

Ken, dopo essersi assicurato che l’amica respirasse normalmente accese un fuoco, e, nel frattempo osservò la ragazza, pensando a quante cose fossero cambiate da quando l’aveva incontrata.

I suoi capelli biondi brillavano come oro splendente essendo bagnati.

Il suo viso e le sue ciglia erano imperlate da minuscole goccioline d’acqua che rendevano quella splendida creatura ancora più affascinante.

Erano passati circa dieci minuti da quando Ken e Mariam erano arrivati alla riva.

Mentre Ken preparava la cena, Mariam si svegliò.

La ragazza si avvicinò a Ken e si sedette al suo fianco.

“Ciao. Stai meglio ?”, le chiese lui sorridendo.

“Sì, grazie. Mi hai salvato la vita.”, gli rispose lei, un po’ imbarazzata.

La ragazza capì di provare qualcosa di profondo per il suo amico: era una sensazione che non aveva mai provato.

I suoi capelli castani pendevano in ciuffi bagnati ovunque e la sua espressione determinata, lo rendevano ancora più carino, dandogli un aspetto selvaggio e ribelle.

Mentre i due ragazzi cenavano, Mariam chiese all’amico di raccontarle cosa fosse successo dopo che lei aveva perso conoscenza.

Ken le raccontò tutto per filo e per segno, sorvolando il particolare del massaggio cardiaco.

“Ma come hai fatto a farmi rinvenire ?”, gli chiese la ragazza.

Ken, un po’ imbarazzato, le rispose lentamente: “Ecco… io ti ho fatto il bocca a bocca…”, e guardò l’amica arrossendo.

Mariam, in un primo momento rimase di stucco, ma poi disse dolcemente all’amico: “Hai fatto bene. E poi, se non fosse stato per te, adesso non sarei qui. Comunque…”, aggiunse la ragazza arrossendo mentre si avvicinava al ragazzo: “… non sarebbe male fare un altro bocca a bocca, no ?”

Ken, sorridendole, le si avvicinò a sua volta e le chiese: “Cos’è ? Un modo per ringraziarmi di averti salvata ?”

“Esatto.”, gli rispose lei sorridendo.

Ormai, i loro volti si sfioravano e Ken disse: “Allora, forse, dovrei salvarti più spesso !”, e la baciò…

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Capitolo 30
*** CAPITOLO 30 ***


CAPITOLO N° 30 “ AGGUATO IN VISTA”

Dopo il giorno del salvataggio, Ken e Mariam si incamminarono, dirigendosi verso il limitare del bosco, in cerca dei loro amici.

Ormai erano già passati tre giorni da quando Ken e Mariam si erano separati dai loro compagni.

Il terzo giorno di cammino era quasi giunto al termine…

Ken e Mariam, seguendo il corso del fiume si stavano dirigendo verso la fine della valle, sperando di trovare i loro amici.

Ken e Mariam stavano camminando in un immenso e fitto bosco.

“Ken, secondo te, dove saranno gli altri ?”, gli chiese la ragazza.

“Non lo so. Forse sono già arrivati in fondo alla valle. Erano in canoa. La forza della corrente potrebbe avergli fatto raggiungere la riva ieri. Chi lo sa ?”, le rispose il ragazzo.

“Va bè…Sicuramente, se sono arrivati ci staranno aspettando.”, disse Mariam.

“Già.”, concordò Ken.

Quella sera, Ken e Mariam si fermarono in un prato circondato da pini altissimi e maestosi.

Mariam iniziò a preparare due giacigli per dormire, mentre Ken andò a cacciare qualcosa da mangiare.

Mariam era sola nel campo, ma, all’improvviso sentì dei rumori sinistri.

Un ramo si spezzò perché qualcuno lo aveva pestato.

Mariam, spaventa, gridò : “C’è qualcuno ? Fatti vedere !”

Nessuno rispose…

C’era il silenzio più assoluto.

Non si vide nessuno e non si sentì più nulla, quindi Mariam pensò di essersi sbagliata.

La ragazza continuò a preparare il campo.

Mariam, però aveva commesso un errore fatale: aveva lasciato la sua gemma nello zaino da viaggio.

Quando la ragazza terminò di sistemare il campo andò a controllare che la sua gemma e quella di Ken fossero ancora nello zaino, ma, con suo grande disappunto, entrambe le pietre erano sparite !

“Oh, no !”, mormorò la ragazza in preda al panico.

Una voce, dietro di lei le chiese: “Hai perso qualcosa ?”

La ragazza, si alzò di scatto e vide una ventina di guerrieri con le orecchie a punta, in assetto da combattimento proprio davanti a lei.

Elfi !”, pensò la ragazza sbalordita; sapeva di alcune leggende che li vedevano protagonisti ma non pensava che esistessero davvero.

Gli elfi circondarono la ragazza.

Poi, uno di loro, il più anziano, che aveva un’armatura argentata.

L’elfo aveva un nobile e fiero aspetto e aveva lunghi capelli neri che gli arrivavano fino alle spalle possenti si fece avanti e le chiese: “Ciao, spero di non averti spaventa…”, poi le mostrò la gemma dorata e quella blu.

Mariam, preoccupata, gli chiese: “ Perché me l’hai rubata ?”

“Non sono affari tuoi.”, le rispose l’elfo in tono duro.

Nel frattempo, gli altri elfi, armati di spade e di archi riavvicinarono sempre di più alla ragazza.

Mariam, ancora più spaventa chiese all’elfo più anziano: “Cosa volete ?”

“Te e il tuo amico.”, le rispose semplicemente l’elfo.

Mariam, ancora più terrorizzata, gli chiese: “Perché ? Non abbiamo fatto niente di male !”

L’elfo le rispose: “Perché siete gli Eletti ! I vostri compagni sono già arrivati al nostro villaggio e naturalmente sono nostri ospiti.”

Mariam non sapeva che fare, era davvero terrorizzata e non poteva neanche avvisare Ken perché, nessuno dei due aveva con se la propria gemma.

Un elfo, le mise la spada alla gola e le disse: “Adesso stai tranquilla e non ti succederà niente. Hai capito ?”

Mariam annuì, impotente.

“Bene. Nascondiamoci nel bosco e aspettiamo che arrivi il ragazzo.”, ordinò l’elfo più anziano.

Tutti eseguirono il comando e anche Mariam venne trascinata nel folto del bosco…

Dopo una decina di minuti, Ken arrivò al campo e non trovò la sua amica.

Mariam voleva avvertire Ken del pericolo ma…

“Sta zitta !”, le intimò bisbigliando l’elfo che la minacciava con la spada.

Prima che Ken potesse fare qualcosa, due elfi lo colpirono alle spalle e lui cadde a terra.

Mentre un elfo lo teneva fermo, un altro gli prese la spada e il pugnale.

Gli elfi vennero allo scoperto e Mariam gridò : “ Basta ! Lasciatelo stare !”

“Sta zitta !”, le ordinò l’elfo che la minacciava.

Ken, disteso a terra, vide Mariam.

Ken cercò di rialzarsi, ma, uno dei due elfi che lo aveva colpito, gli mise un piede sul capo e gli disse in tono autoritario: “Stai giù !”

Ken, non potè far altro che ubbidire, così, costretto a terra, non potè fare nulla per aiutare Mariam.

L’elfo che lo costringeva a terra, tolse il piede dal capo di Ken, e gli disse: “Ora fai quello che ti diciamo o la tua amica morirà. Hai capito ?”

Ken annuì.

L’elfo gli permise di rialzarsi, poi, quello più anziano, gli ordinò: “Ora vai dalla tua amica e non tentate di scappare. Non so se ne siate a conoscenza, ma gli elfi corrono molto più veloce degli esseri umani.”

Ken annuì e andò da Mariam, che, finalmente, non era più sotto la minaccia della spada.

I due ragazzi si avvicinarono.

“Stai bene ?”, le chiese Ken.

“Sì e tu ?”, gli rispose lei.

“Sì, non preoccuparti.”, le rispose Ken.

Dopo che li ebbero circondati ed ebbero recuperato lo zaino dei ragazzi, gli elfi si misero in cammino intimando a Mariam e a Ken di seguirli.

I ragazzi si cambiarono occhiate incerte, ma, le spade dei soldati elfici, li convinsero a obbedire.

Il lungo corteo iniziò il suo cammino nella notte tetra e buia.

Dopo quasi due ore di cammino, tra le alte montagne iniziò a intravedersi un grande villaggio completamente illuminato e dall’aspetto magico…

I due ragazzi si guardarono con aria stupita, poi, la ragazza chiese all’amico: “Ken, secondo te che villaggio è ? Non ne ho mai sentito parlare.”

“Non lo so. Nemmeno io sapevo che esistesse.”, le rispose Ken.

Uno degli elfi, sentendo la loro conversazione, spiegò ai ragazzi: “ Si chiama Osììn ed è il villaggio elfico più esteso. Lì vive anche il nostro re.”

“Perché il più esteso ? Vuol dire che ci sono altri villaggi elfici ? Io non ne ho mai sentito parlare.”, gli domandò Ken.

“I nostri villaggi, da quando governa Re Fenix sono inaccessibili a chiunque. Solo chi conosce la strada può arrivarvi. Li abbiamo tenuti nascosti perché siamo in tempi di guerra e per non farli scoprire al Re. Moltissime creature magiche trovano rifugio nei nostri villaggi, ma, ovviamente, solo se ci conoscono già possono entrarvi.”

“Incredibile.”, disse Mariam stupita.

Finalmente il corteo iniziò la discesa per giungere al villaggio.

Quando il corteo arrivò all’ingresso del villaggio, i due ragazzi si resero conto di quanto fosse realmente immenso rispetto a quello che avevano visto dalla cima delle montagne.

Man mano che il corteo procedeva per il villaggio, i due ragazzi, nonostante fosse notte fonda, videro moltissimi elfi e anche altre creature magiche ( folletti, troll, unicorni, gnomi…) e chissà come intuirono che sarebbe passato molto tempo prima di lasciare quel posto.

Giunti al centro del villaggio, l’elfo più anziano si fermò davanti a una casa di legno.

I soldati si fecero da parte lasciando i due ragazzi al centro.

“Passerete la notte qui. Ci sono già i vostri amici dentro, quindi andate a dormire e non tentate di scappare. Tutto il villaggio sa che siete qui e se doveste scappare, tutti gli abitanti hanno l’ordine di dare l’allarme. Forza, entrate !”

“Aspetta.”, gli disse Ken.

L’elfo anziano, colto alla sprovvista dalla risposta del ragazzo, gli chiese : “Che c’è,ragazzo ?”

“Non ci ridate le gemme e le spade ?”, gli domandò Ken.

L’elfo sorrise e gli rispose: “No. Per il momento le teniamo noi. Anche i vostri amici sono disarmati. Almeno così saremo sicuri che farete i bravi.”

Nel frattempo, un soldato aprì la porta e Ken e Mariam entrarono nella casa.

Appena furono entrati, Mariam e Ken sentirono che la porta veniva chiusa a chiave alle loro spalle.

La casa, all’interno era semplice, spaziosa e pulita.

La casa era a due piani.

C’era una cucina, due bagni, un salotto e addirittura una veranda al secondo piano che permetteva di vedere il panorama sottostante.

C’era anche una grande stanza con sei letti per dormire.

“Mariam, Ken !”, esclamò Terry comparendo improvvisamente da una stanza della casa.

“Ciao ! Dove sono gli altri ?”, le chiese Mariam.

“Stanno dormendo.”, le rispose Terry.

“Quando vi hanno catturati ? Sapete cosa vogliono da noi ?”, le chiese Ken.

“No. Ci hanno solo detto di non scappare.”, gli rispose Terry cupamente.

“State tutti bene, comunque ?”, le domandò Mariam preoccupata.

“Sì, tranquilla.”, le rispose l’amica.

“Per fortuna. C’è qualcosa da mangiare ? Io e Ken non mangiamo da oggi a pranzo…”, le chiese Mariam.

“Certo. Venite.”, le rispose Terry e guidò l’amica e Ken in cucina, dove trovarono molte cose da mangiare.

“Certo che non sembra che ci trattino male, con tutta questa roba da mangiare…”, osservò Ken.

“Infatti, non ci hanno fatto nulla. Ci hanno solo costretto a dargli le armi e le gemme, ma per il resto, ci hanno trattati bene.”, gli rispose Terry.

I due ragazzi cenarono affamati.

Dopodichè, i ragazzi andarono a dormire, raggiungendo i loro amici nel dormitorio e, finalmente poterono abbandonarsi ad un sonno tranquillo e ristoratore.

Finalmente, quella notte, i ragazzi non dovettero fare i turni di guardia per controllare l’arrivo di eventuali nemici e si poterono dedicare al riposo totale.

Il mattino dopo, le tre ragazze si svegliarono di buon’ora mentre, i loro amici dormivano ancora.

Le tre ragazze andarono in cucina a preparare la colazione e lì chiaccherarono un po’.

“Ma come hanno fatto a prendervi ? Non eravate in barca ?”, chiese Mariam alle sue amiche.

“Hai presente quando Ken ti ha portata a riva ?”, le chiese Lein.

“Sì, me l’ha raccontato.”, le rispose Mariam.

“Dopo circa dieci minuti abbiamo visto dei movimenti nel bosco, poi, gli elfi sono usciti allo scoperto e, uno di loro ha detto qualcosa in una lingua strana…Non abbiamo capito bene, perché eravamo troppo lontani dalla riva, ma sono quasi certa che si trattasse della lingua magica.”, le disse Lein.

“Poi, quasi subito, la barca si è sollevata dall’acqua ed è atterrata proprio dove c’erano gli elfi.”, proseguì Terry.

“Una volta arrivati sulla terra ferma, ci hanno circondati e ci hanno costretti a consegnarli le armi e le gemme.”, concluse Lein.

“Incredibile… Quindi gli elfi sono bravi anche con la magia oltre che con le spade.”, osservò Mariam pensierosa.

“Già… Comunque sarei proprio curiosa di sapere cosa vogliono da noi…”, disse Terry alle amiche.

Poco dopo si svegliarono anche i tre ragazzi e, insieme alle loro amiche fecero colazione.

Dopo aver fatto colazione, i tre ragazzi si misero a discutere della strana situazione in cui erano capitati.

Improvvisamente, qualcuno aprì la porta della casa.

I tre ragazzi si avviarono verso la porta, dove trovarono un elfo grassottello e tarchiato che porse loro dei vestiti dicendogli : “Ragazzi, Re Ayrm vuole vedervi. Mettetevi questi vestiti: sono più adatti.”, dopodichè, chiuse la porta, aspettandoli fuori.

I vestiti che l’elfo aveva portato loro erano davvero molto belli.

Ogni vestito era di un colore diverso; le ragazze avevano dei lunghi vestiti, mentre i ragazzi avevano un completo con pantaloni e stivali.

“Wow ! Che bello ! Non ho mai avuto un vestito così !”, esclamò Lein guardando il suo vestito viola.

“Nemmeno io. Ho sempre portato pantaloni.”, aggiunse Mariam ammirando il suo vestito, che era di un azzurro vivace.

“Anch’io ho sempre portato i pantaloni.”, disse Terry guardando il suo vestito verde smeraldo.

I ragazzi sorrisero guardando divertiti le loro compagne…

Dopo essersi cambiati, i sei ragazzi uscirono dalla casa e, proprio davanti a loro videro una gran folla che li acclamava gioiosa.

“Venite !”, ordinò l’elfo che aveva portato i vestiti.

I ragazzi vennero circondati da una decina di soldati che, attraverso il villaggio, li guidarono verso il palazzo del Re.

“Chissà cos’hanno in mente ?”, si chiese Terry pensierosa.

“Già. Ma perchè la folla ci acclama così ?”, le chiese Mariam osservando le creature che, al loro passaggio esultavano di gioia.

“non lo so. Comunque dobbiamo stare attenti.”, disse Ken in tono serio.

“ Perché ?”, gli chiese Rik.

“Ho sentito dire che anche l’elfo più debole è abilissimo con la spada, inoltre sanno usare molte magie potenti.”, concluse Ken.

“Ok. Teniamo gli occhi aperti.”, disse Cody in tono serio.

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Capitolo 31
*** CAPITOLO 31 ***


CAPITOLO N° 31 “RE AYRM”

Il villaggio era composto da case semplici, piccole di legno che erano tutte addossate le une alle altre.

Nel villaggio c’erano stradine sterrate e una grande piazza, nel cui centro c’era una statua di marmo che raffigurava il re degli elfi.

Poco distante dal villaggio, su una collina sorgeva il castello reale.

Era una costruzione di pietra grande e imponente.

Finalmente, i ragazzi e i soldati si fermarono davanti all’immenso e sontuoso portone del castello.

Uno dei soldati disse ai ragazzi: “Ora conoscerete il Re. Vi consiglio di comportarvi bene con lui.”

“E’ un minaccia ?”, chiese Rik spazientito rivolto al soldato.

“No. E’ solo un avvertimento.”, gli rispose il soldato divertito.

Dopodichè, il soldato che aveva guidato il corteo, si rivolse verso gli arcieri di vedetta sulle torri del castello e gridò loro : “Lai nei sì no vì Elyss !”

Mariam sussurrò ai compagni: “E’ la stessa lingua che ha usato Joel per aprire il Tempio della Verità !”

I compagni annuirono.

All’improvviso, le enormi porte di granito si spalancarono permettendo loro il passaggio.

Quando il corteo entrò nella fortezza, le porte di essa, si richiusero con un lieve tonfo.

Dopodichè, tutti i soldati, tranne quello che guidava il torneo, si allontanarono.

Il soldato guidò i ragazzi attraverso un lungo corridoio illuminato dalla fievole luce di candelabri a tre braccia.

Dopo pochi minuti, il soldato che li guidava si fermò davanti a una porta immensa.

La porta era costituita interamente da marmo nero.

Il corridoio era molto bene illuminato da candele che sembravano non finire mai.

Lungo i corridoi c’erano molti quadri che ritraevano elfi, probabilmente i diversi componenti della famiglia reale o eroi particolarmente meritevoli.

Dopodichè, il soldato schioccò le dita e disse ai ragazzi: “Prego, Eletti, entrate. Il re vi sta aspettando.”, e si fece da parte per lasciarli passare.

La porta si aprì magicamente e i ragazzi entrarono.

La porta si richiuse alle spalle dei ragazzi senza fare il minimo rumore.

La stanza era immensa ed era illuminata da un’infinità di candele che sembravano non spegnersi mai.

La sala era molto lucente, con le pareti chiare, di marmo bianco.

La sala non era molto decorata.

La stanza era davvero spaziosa.

Vicino al trono c’era il ritratto di un’elfa dall’incredibile bellezza, con lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri.

Quando i ragazzi arrivarono di fronte al trono videro un elfo, i lunghi capelli neri, gli occhi argentei e i lineamenti fieri e deleganti che li stava osservando attentamente.

I ragazzi non sapevano cosa dire perché erano molto imbarazzati,anche se erano molto curiosi di sapere il motivo per il quale erano stati portati lì.

“Ciao, ragazzi. Noi elfi vi stavamo aspettando. Sono felice di vedervi sani e salvi.”, disse loro l’elfo con voce sicura.

Cody, in un impeto di rabbia esclamò : “Sani e salvi ? Allora perché ci avete costretti a seguirvi invece di parlarci civilmente ? Non sappiamo neanche cosa vogliate veramente da noi !”

Il re, con aria colpevole rispose: “Hai ragione, Cody e mi dispiace per come vi abbiamo convinti a seguirci, ma siamo in guerra e noi dovevamo essere sicuri che voi foste davvero gli Eletti.”

“Gli Eletti ? Non capisco.”, chiese Ken confuso.

“Vedi, Ken…Io vi conosco fin da quando siete nati. Fui sempre io a battezzarvi con l’acqua Trynyta e, ma n mano che siete cresciuti, di tanto in tanto venivo a controllarvi. A causa della guerra però, non sono più potuto venire a vedervi, così vi ho un po’ perso di vista e quindi, non ero sicuro che foste voi i ragazzi di cui si stava così tanto parlando…Voi siete i Cavalieri della Speranza ed è per questo che siete così importanti e tutti vi acclamano.”, spiegò loro il re.

Tutti i ragazzi restarono sbalorditi da quella rivelazione.

Ken, in cuor suo pensò Come posso essere un Cavaliere della Speranza dopo tutte le vite che ho spezzato !

“Non devi più pensare al passato, Ken. Non tormentarti per cose successe e finite e a cui non puoi porre nessun rimedio.”, gli disse il re leggendo il pensiero del ragazzo.

Ken, molto imbarazzato chiese al re: “Sa leggere nel pensiero ?”

Il re annuì, poi aggiunse rivolto a Ken: “Ora pensa a fare il tuo dovere. Hai sbagliato, però hai ammesso il tuo errore e sei riuscito a respingere le tenebre che attanagliavano il tuo cuore e ti assicuro che questo non è da tutti. Sei grande per questo ! Non devi vergognarti di nulla.”

Il re sorrise, poi, rivolgendosi ai ragazzi disse loro: “Sicuramente vorrete sapere perché siete stati portati qui. Sappiate che anche gli antichi Cavalieri della Speranza si sono allenati qui, da noi elfi. Sarete allenati e istruiti dal mio popolo.”

I ragazzi, increduli esclamarono all’unisono: “Cosa ?!”

Il re rise divertito, poi disse ai ragazzi: “Non preoccupatevi. L’allenamento inizierà domani, quindi oggi potete fare quello che volete. Ora andate e buona permanenza nel nostro villaggio !”

I ragazzi si avviarono verso l’uscita, ma poi, il re chiamò i tre ragazzi: “Ken, Rik, Cody riprendete le vostre armi.”, e porse loro le spade.

Cody e Rik ripresero le loro spade, poi, quando anche Ken si avvicinò, il re gli domandò: “Ken, come mai usi anche il pugnale ?”, gli domandò il re guardando il pugnale del ragazzo.

Ken, diventando triste in volto, gli rispose: “Me l’ha regalato mia madre…E’ l’unico ricordo che ho di lei..”

Il re, contrito, gli disse: “Capisco…Ho sentito cos’è successo a tua madre. Mi spiace davvero. Io la conoscevo. Era una brava persona.”

Ken sorrise.

Il re consegnò il pugnale a Ken e gli disse: “Tienilo con il massimo riguardo.”

“Certo !”, disse il ragazzo prima di avviarsi dai suoi compagni che lo stavano aspettando vicino alla porta della sala.

Dopodichè, i ragazzi furono scortati da una decina di soldati fuori dal castello.

I soldati accompagnarono i ragazzi al centro del villaggio e dissero loro: “Ci vediamo domani mattina. Buon proseguimento !”, e se ne andarono.

I ragazzi salutarono i soldati e iniziarono la visita del villaggio.

Il villaggio elfico, agli occhi dei ragazzi pareva come un altro mondo, talmente era incantato e magico.

Nel villaggio, ogni cosa (dalle porte alle luci) era stata creata e funzionava interamente grazie alla magia.

I ragazzi notarono che, anca caratterialmente, gli elfi erano differenti dagli umani, infatti, erano un popolo gioioso, ma anche molto severo nell’educazione dei giovani e nel rispetto delle regole.

Ma, soprattutto, gli elfi erano degli strabilianti artigiani; per quanto riguardava le spade, nessuno poteva battere quelle magiche degli elfi.

Mentre camminavano per il villaggio, i ragazzi, molto spesso vennero fermati da elfi sorridenti e cordiali che volevano scambiare qualche parola con loro.

Alla fine della giornata, quando i ragazzi tornarono nella casa a loro destinata erano davvero stravolti da quella moltitudine di esperienze vissute in così poco tempo.

“Wow ! Non pensavo che gli elfi fossero così simpatici !”, esclamò Mariam.

“Già, sono davvero molto cordiali.”, confermò Lein.

Così, tra una chiacchera e l’altra, i ragazzi si cucinarono la cena.

Dopo cena, i ragazzi parlarono ancora un po’…

“Sapete, da una parte sono curiosa di vedere cosa ci insegneranno in questo villaggio.”, disse Terry ai suoi compagni.

“Sarà un’esperienza interessante interessante…”, aggiunse Lein.

Poi, sfiniti, andarono a dormire…

FINE CAPITOLO

CIAO A TUTTI BY NANCYIRY ! SPERO CHE LA STORIA FINO A QUI’ VI SIA PIACIUTA. AGGOIRNERO’ AL PIU’ PRESTO. VOI NEL FRATTEMPO, SE VI VA RECENSITE !!! CIAO BY NANCYIRY

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Capitolo 32
*** CAPITOLO 32 ***


CAPITOLO N° 32 “ INIZIANO LE LEZIONI”

Il mattino dopo, i ragazzi furono condotti al campo delle armi , mentre le ragazze andarono al castello di Re Ayrm.

Il campo delle armi non era altro che una radura erbosa circondata dagli alberi.

Nel campo c’erano anche numerosi cavalletti che sostenevano i bersagli per chi si allenava con il tiro con l’arco.

Quando i ragazzi arrivarono al campo, si accorsero di non essere soli.

Infatti, al campo c’erano già molti elfi, troll e addirittura unicorni che si stavano allenando nelle più svariate tecniche.

Dopo poco tempo che i ragazzi erano arrivati al campo, un elfo grassottello andò verso di loro portando con sé delle spade di legno.

L’elfo grassottello disse loro: “Per il momento allenatevi con queste spade. Tra poco arriverà il vostro maestro.”, e porse loro le tre spade di legno.

I ragazzi, sbalorditi da quella richiesta, presero le spade di malavoglia e, quando l’elfo si allontanò si lamentarono.

Qualcuno, nascosto fra gli alberi stava osservando i ragazzi.

“Ma perché ci fanno allenare con queste spade ? Non siamo mica dei dilettanti !”, esclamò Cody stizzito rivolto ai suoi amici.

Prima che Ken o Rik potessero dire qualcosa…

“E’ meglio così, credimi.”, disse un giovane elfo uscendo dal folto degli alberi rivolto a Cody.

“Che vuoi dire ?! Mi prendi in giro ?! Noi abbiamo già usato le spade vere.”, gli domandò Cody furioso.

Il giovane elfo, che fino a quel momento li aveva osservati, si fece avanti.

L’elfo era molto sicuro di sé.

I tre ragazzi, guardandolo, non poterono fare a meno di ripensare al ritratto che avevano visto nella sala del trono del Re elfico.

Il giovane elfo, infatti, assomigliava moltissimo al ritratto: aveva gli occhi azzurri e i lunghi capelli biondi raccolti in una coda.

Suppergiù, quell’elfo doveva avere vent’anni.

“Comunque, per il momento è meglio che vi alleniate con le spade di legno. Per voi quelle spade vanno fin troppo bene !”, disse l’elfo rivolto ai tre ragazzi.

“Cosa vorresti insinuare ?”, gli domandò Cody ancora più infuriato.

“Siete ancora troppo inesperti per maneggiare delle spade vere: è già un miracolo che non vi siate feriti durante le precedenti battaglie !”, gli rispose l’elfo con un’ aria sicura.

“Ehi, vacci piano ! Chi ti credi di essere ?!”, esclamò Rik furente.

L’elfo ignorò le loro proteste.

L’elfo si avvicinò ai tre ragazzi e disse loro: “Sarò il vostro maestro. Chi vuole battersi per primo ?”

Cody e Rik guardarono in modo ostile l’elfo perché non sopportavano la sua arrogante sicurezza.

Ken, osservando il nuovo venuto pensò “Sarà anche un po’ presuntuoso, ma credo che sia davvero forte…Riesce a nascondere la sua vera abilità e già questo è preoccupante…”

L’elfo, leggendo il pensiero di Ken, gli domandò sorridendo: “Perché non combatti con me ? Almeno lo scopri subito e ti togli ogni dubbio.”

Ken, preso alla sprovvista, gli chiese infastidito: “Ma è possibile che dovete sempre leggere il pensiero degli altri ?!”

“Scusa, hai ragione. Ma noi elfi non possiamo farci niente: è più forte di noi…E poi è così che ci siamo salvati molte volte, leggendo il pensiero dei nostri avversari.”

“D’accordo. Accetto la sfida.”, gli disse Ken curioso di sapere la vera abilità dell’elfo.

“Perfetto. Comunque io mi chiamo Gendar e se non sbaglio, tu dovresti essere Ken, giusto ?”, gli disse l’elfo.

“Come fai a sapere il mio nome ?”, gli domandò Ken.

“Visto che sono il vostro maestro, il Re mi ha parlato di voi, quindi, diciamo che vi conosco, anche se non molto bene.”, gli rispose l’elfo.

“Stai attento. Può essere pericoloso.”, lo ammonì Cody.

“Sei sicuro, Ken ?”, gli domandò Rik.

“E’ vero ma siamo qui per allenarci, no ? E poi…così scopriremo la sua vera abilità. Chi può allenarci meglio di un elfo ?”, disse loro Ken.

L’elfo, sentendo la risposta di Ken sorrise e disse: “Bravo, Ken. Il tuo ragionamento non fa una piega. Allora, sei pronto ?”

“Sì, cominciamo !”, gli rispose Ken mettendosi in posizione.

“Bene, ma useremo delle spade vere, quindi ti consiglio di stare molto attento !”, gli disse l’elfo e gli porse una spada vera.

Il duello iniziò.

Nonostante Ken fosse molto più bravo dei suoi compagni con la spada, qualunque mossa facesse non riusciva a colpire l’elfo, talmente era veloce nei movimenti.

L’elfo, dal canto suo era rilassato e sembrava che si divertisse un mondo a duellare con il ragazzo.

“Bravo, Ken. Era da molto che non mi divertivo così a duellare con qualcuno.”, gli disse l’elfo.

“Davvero ? Invece io era da molto che non ero così in difficoltà a duellare con qualcuno. Solo mio padre e il comandante generale dell’esercito nemico riuscivano a mettermi ai ferri stretti.”, gli rispose Ken.

“Ce la fai a d andare avanti o ci fermiamo ?”, gli domandò l’elfo.

“Ce la faccio. Non preoccuparti.”, gli rispose Ken.

Così, i due continuarono a duellare…

Dopo un po’ che si stavano affrontando, Ken iniziò a mostrare i primi sintomi di debolezza.

Accidenti. Lui sì che è forte, e che pensavo fosse Grover il più abile con la spada !”, pensò Ken mentre si batteva con l’elfo.

Ad un tratto, Ken si ritrasse ed essendo al limite delle forze abbassò la guardia per un attimo.

L’elfo ne approfittò subito e, con un movimento fulmineo fece volare via la spada del ragazzo e gli puntò la propria alla gola.

Ken, in ginocchio, sudato e ansimante, si trovò la spada dell’elfo alla gola e, per un attimo ebbe paura.

L’elfo sorrise, poi, rinfoderando la spada disse al ragazzo: “Tranquillo. E’ solo un allenamento.”, e lo aiutò a rialzarsi.

Dopodichè, l’elfo disse a Cody e a Rik: “Forza ! Ora tocca a voi farmi vedere cosa sapete fare ! E fate onore al vostro amico che si è battuto davvero alla grande !”

Così, gli allenamenti dei ragazzi erano davvero iniziati…

Durante il pranzo, Gendar e i ragazzi parlarono un po’.

“Non ci siamo, ragazzi. Siete ancora troppo lenti e vi stancate facilmente. Vi preparerò un programma di allenamento che vi irrobustisca il fisico. Innanzi tutto, da domani mattina, tutte le mattine,alle sei, ci troveremo al limitare del villaggio e faremo un po’ di corsa, questo servirà a darvi maggiore resistenza e a irrobustire i muscoli delle gambe. Per il momento potete andare. Ci vediamo domani mattina al limitare del bosco e siate precisi con l’orario.”, disse loro Gendar.

“Alle sei ? Stai scherzando, vero ?!”, gli chiese Cody sbalordito.

“Non scherzo affatto, Cody.”, gli rispose l’elfo sorridendo divertito.

“E va bene…ci saremo.”, gli disse Rik.

“Me lo auguro.”, gli rispose l’elfo.

“Gendar, ma tu chi sei in realtà ? So che gli elfi sono bravi di natura con le armi, ma tu sei… ancora più forte.”, disse Ken all’elfo.

L’elfo lo guardò sorridendo, poi disse: “E’ vero. La mia gente se la cava con la spada ma anche tra gli elfi ci sono dei maestri di scherma e i fortunati che vengono istruiti da questi maestri diventano quasi imbattibili.”

“Allora tu hai avuto qualcuno di questi maestri, giusto ?”, gli chiese Cody interessato.

“Già…”, disse Gendar, poi aggiunse con un ghigno: “…mio padre, Re Ayrm !”

“Cosa ?!”, esclamarono i tre ragazzi all’unisono restando sbalorditi da quella rivelazione.

“E dai, non fate quelle facce !”, disse loro l’elfo a disagio.

“Ci siamo allenati con il futuro re degli elfi e ci dici di non fare quelle facce ?!”, esclamò Rik.

“Allora dobbiamo darti del Voi.”, aggiunse Cody in tono rispettoso.

Gendar emise un sospiro, poi disse rivolto ai ragazzi: “E’ per questo che non vi avevo detto niente. Consideratemi un amico alla vostra pari e niente di più ! Capito ? Ora devo andare. Ci vediamo domani.”, e si allontanò.

I tre amici, ancora sbalorditi, si diressero verso il centro di villaggio.

Ormai era giunto il pomeriggio inoltrato e i ragazzi decisero di andare verso casa per magiare qualcosa.

Quando arrivarono a casa, i tre amici si prepararono il pranzo e intanto chiacchierarono un po’.

“Chissà le ragazze come se la cavano ? Strano che non siano venute a mangiare…”, si chiese Cody pensieroso.

“Forse saranno ancora al castello del Re e magari mangiano lì.”, ipotizzò Rik.

“Comunque, visto che non ci sono le ragazze nei paraggi, perché non parliamo un po’ di te, Ken ?”, gli chiese Cody con un tono furbo.

Ken, perplesso, gli chiese: “Che vuoi dire ?”

“Oh, andiamo Ken ! Quand’è che ti dichiari a Mariam ?”, gli domandò Cody impaziente.

“Oh no ! Ancora con questa storia ! Cody lascialo stare !”, gli disse Rik.

“Vorrei solo sapere se ha cambiato idea…”, si spiegò Cody.

“E poi, l’hai già baciata, no ?”, gli chiese Cody.

Ken arrossì di colpo e gli disse: “Ma che c’entra ? Era svenuta…Dovevo farla rinvenire…”

“Davvero l’hai baciata ?”, gli domandò Rik curioso.

“Sì, ma che c’è di strano ? Se non le facevo il bocca a bocca non rinveniva mica.”, gli rispose Ken ancora più imbarazzato.

I due amici lo guardarono con aria complice.

“Vado a farmi un giro. Ci vediamo.”, disse loro Ken e si avviò verso la porta.

Quando Ken fu uscito, Rik disse in tono di rimprovero a Cody : “Hai visto ? L’hai fatto scappare !”

“Io ? Volevo ricordargli cosa prova davvero per Mariam…E’ mio amico e non voglio vederlo soffrire perché ha perso la ragazza che ama.”, gli rispose Cody.

“Ma che poeta ! Dai, andiamo a cercarlo. E cerca di non tornare più su questo discorso in sua presenza, ok ? Vedrai che quando si sentirà pronto farà la sua dichiarazione…”, gli disse Rik.

Nel frattempo, Re Ayrm, dopo aver spiegato alle ragazze le regole base della magia iniziò a insegnare loro delle tecniche.

Durante la mattinata, il re aveva insegnato alle ragazze delle formule di guarigione un po’ più potenti di quelle che avevano appreso fino a quel momento.

Dopo pranzo, il re spiegò alle ragazze una tecnica offensiva.

“Yesi !”, esclamò il re.

Subito, una palla di fuoco comparì sul palmo destro del sovrano.

“Wow !”, esclamarono affascinate le tre ragazze.

La sfera di fuoco prodotta dal re sparì, poi, lui disse alle ragazze : “Avete visto ? Non è difficile. Provate voi, ora.”

Le ragazze annuirono.

Lein e Mariam, dopo essersi concentrate riuscirono a far comparire delle sfere di fuoco, anche se non molto grandi.

Terry, invece riuscì a far comparire solo una piccola fiammella.

“Terry, prova a metterci più forza e concentrati di più !”, la incitò il re.

La ragazza, arrabbiata di essere stata l’unica a non riuscire nel compito, perse il controllo del fuoco e, dalle sue mani fuoriuscì una colonna di fuoco incandescente alta quasi tre metri che bruciò sia lei e sia il re.

Il re,facendo una magia evocò una colonna d’acqua che spense il fuoco che avvolgeva lui e la ragazzo.

Mariam e Lein restarono sbalordite da quello che era appena successo.

“Terry ! Ti avevo detto di metterci un po’ più di forza e non di mandare tutto a fuoco !”, le disse il re scherzosamente.

Terry si scusò, terribilmente dispiaciuta.

Il re le disse in tono rassicurante: “Non preoccuparti. Devi solo allenarti un po’. Comunque…”, e si rivolse anche alle altre due ragazze: “State attente quando usate la magia perché se pronunciate un incantesimo troppo forte, le vostre energie potrebbero non reggere e voi potreste morire.”

Le tre amiche annuirono seriamente, poi, il re disse loro: “ Bene. Lein, Mariam, voi continuate ad allenarvi. Io penserò a Terry.”, e così dicendo, il re si avviò verso la ragazza.

Anche se Terry continuava ad allenarsi duramente, continuavano a fuoriuscirle delle colonne di fuoco anziché delle sfere infuocate.

Il re, osservandola, le disse pensieroso: “Credo di aver capito quale sia il tuo problema sai, Terry ?”

“Cioè ?”, gli chiese la ragazza ansiosa.

Il re le domandò : “Tu hai la gemma dell’amicizia, vero ?”

Terry, anche se stupita dalla domanda annuì.

“Vedi… Il fatto è che l’amicizia è un sentimento complesso, il più complesso di tutti. E’ un sentimento molto potente e non può essere condizionata in alcun modo ed è per questo che non ti vengono le sfere.”

Poi, rivolgendosi alle tre ragazze disse loro: “Per oggi basta così con gli allenamenti. Venite, andiamo a sederci.”

Le tre ragazze seguirono il re nella stanza del trono, dove, magicamente comparvero tre poltrone imbottite.

“Wow ! Come ha fatto ?”, gli chiese Mariam incredula.

“Non è difficile…Tra qualche tempo saprete farlo anche voi. Prego, sedetevi, ragazze.”, disse loro il re rivolto alle sue ospiti.

“Mi scusi,può dirci dove sono le nostre gemme ?”, chiese Lein al re.

“Sono in una stanza segreta. Le custodiamo noi per il momento. Non preoccupatevi, ok ?”, le rispose il re.

Le ragazze, deluse dalla risposta evasiva del re, non poterono far altro che aspettare e vedere cosa dicesse loro il re.

Visto che fino a d ora vi ho insegnato alcune magie, questo pomeriggio vi parlerò della storia della magia e della storia degli Elfi, delle loro usanze…Vedrete che sarà interessante.”, disse il re alle tre ragazze.

Così, il re iniziò a parlare dei più remoti segreti della magia e di quelli degli elfi.

I veri allenamenti erano iniziati per gli Eletti e, anche se erano molto duri, i sei ragazzi, non si lasciarono scoraggiare capendo che, sulle loro spalle gravava la sorte di moltissime creature.

Verso il tardo pomeriggio, il re disse in tono scherzoso alle tre ragazze: “Va bene. Per oggi basta così. Ora andate o i vostri amici penseranno che vi ho rapite !”

Le tre amiche si alzarono e salutarono il re.

“Domani ci troviamo qui alla stessa ora. Ora andate e buon proseguimento !”, disse loro il re.

Le tre amiche annuirono e uscirono dalla stanza, dirigendosi verso la casa destinata a loro e ai ragazzi.

Ora, le tre amiche stavano camminando per il villaggio e stavano arrivando alla casa a loro destinata, quando, fuori dalla porta di essa, comparve Ken.

“Ciao ! Avete fatto tardi.”, disse loro il ragazzo vedendole arrivare.

“Già, ma è stato davvero interessante. Il re ci ha spiegato un sacco di magie di cose nuove.”, gli rispose Mariam entusiasta.

All’ora di cena, i sei ragazzi prepararono la cena.

Mentre mangiavano, i ragazzi erano doloranti e pieni di lividi.

Mariam, accorgendosene, chiese loro : “Ragazzi, cosa vi è successo ? Qualcuno vi ha aggrediti ?”

Rik le rispose semplicemente: “Nessuno ci ha aggrediti. Ci siamo alleanti con Gendar e questo è il risultato.”

Lein chiese: “Chi è Gendar ?”

“E’ il comandante della truppa migliore del re ed è anche suo figlio.”, le rispose Ken tranquillamente.

“Davvero ?!”, esclamò Terry incredula.

Cody annuì, poi chiese alle ragazze: “Siete riuscite a sapere qualcosa delle gemme ?”

“Sì, però il re ci ha dato una risposta molto vaga…”, gli rispose Mariam delusa.

Dopo cena, i ragazzi andarono in salotto e lì c’era un bel camino con della legna.

Terry, avvicinandosi al camino disse: “Ragazzi, accendo io il fuoco !”

Mentre gli altri ragazzi si avvicinarono al camino, Lein chiese: “Terry, perché non lasci fare a me o a Mariam ?”, e guardò l’amica preoccupata.

Mariam disse dolcemente a Lein: “Ma no, lasciala provare.”

Terry esclamò: “Perfetto !”, e, pronunciando la formula magica appresa da re Ayrm accese il fuoco…

Subito dopo, ci fu una vampata di calore e, improvvisamente comparve una colonna di fuoco.

Il caminetto fu avvolto da una colonna fiammeggiante, che, fortunatamente si spense quasi subito, lasciando allibiti i ragazzi.

Solo Lein e Mariam non furono sorprese dall’accaduto…

“Ops…”, bisbigliò Terry imbarazzata.

Dopo essersi ripreso dallo choc, Cody esclamò: “Terry ! Era nel camino che dovevi puntare le fiamme e non addosso a me !”

Terry si voltò verso il ragazzo e notò che metà dei suoi vestiti erano fumanti.

“Scusa, Cody…mi dispiace…Ho solo sbagliato un pochino mira…”, si scusò la ragazza imbarazzata.

“Un pochino ?! Ma se mi hai incenerito !”, esclamò Cody a sua volta.

Tutti r dei i ragazzi scoppiarono a ridere, poi chiacchierarono un po’ davanti al fuoco.

Nelle settimane che seguirono, Cody, Ken e Rik diventarono dei veri maestri con le spade e, grazie ai preziosi insegnamenti di Gendar, ora erano quasi imbattibili.

Mariam, Lein e Terry nel frattempo impararono a controllare gli elementi della natura (acqua, terra, aria e fuoco) con la magia.

Inoltre, le tre ragazze appresero le usanze e la storia degli elfi.

Re Ayrm istruì le tre ragazze sulle formule di guarigione e su quelle di protezione.

Alla fine dell’allenamento, Re Ayrm spiegò alle tre ragazze l’origine i poteri delle loro gemme.

“Aspetti ! Posso chiederle una cosa prima ?”, gli domandò Mariam.

“Certo, dimmi.”, le rispose il re.

Mariam raccontò di quando aveva usato una magia contro il padre di Ken, proprio quando il ragazzo li aveva aiutati a scappare.

Quando ebbe finito di parlare, chiese al re : “Come ho fatto a usare quella magia ? Non la conoscevo. Joel non ci ha mai insegnato nulla di simile…”

“Questo c’entra con le gemme, Mariam.”, le rispose il re.

“In che senso ?”, gli domandò la ragazza.

“Gli Eletti, sin dal giorno della loro nascita hanno il controllo sulla magia anche se non ne sono coscienti. In casi di pericolo estremo, la magia viene in soccorso della persona che cade in uno stato di trance. In questo stato, è solo la magia che agisce. Quando lo stato di trance finisce, la persona non si ricorda di nulla.”, le rispose il re.

“Wow ! E’ una specie di protezione…”, osservò Lein ammirata.

“Già, ed è molto utile.”, concluse il re.

“Ora, però fatemi parlare delle vostre gemme. E’ un argomento complesso e vorrei che lo capiste bene.”, disse loro il re.

Le tre amiche annuirono impazienti di sapere di più sulle loro gemme.

“Le vostre gemme furono forgiate dagli elfi moltissimi secoli fa e hanno innumerevoli poteri. Come avrete già sperimentato, le gemme hanno il potere di tele trasportarvi dove desiderate.”, disse loro il re.

Il re fece una pausa, poi, vedendo le espressioni incuriosite delle ragazze continuò: “Le vostre gemme hanno anche dei poteri curativi, poi, unendole tutte insieme si darebbe vita a un incantesimo molto potente che è basato sull’unione delle vostre forze:l’amicizia fra compagni, la fiducia reciproca e il forte legame che vi lega. Inoltre, le vostre gemme possono essere usate per immagazzinare energia.”

“In che senso, scusi ?”, gli chiese Terry.

“Voi potete trasferire parte della vostra energia nelle gemme. Nel lasso di tempo che la vostra energia viene custodita nella gemma, quella fa in modo di amplificare di molto l’energia che le avete trasmesso. Quindi, se per caso in una battaglia vi sentite stanche e, in precedenza avete trasferito energia nelle gemme, vi basterà stringerle con forza e le pietre vi daranno molta più energia di quanto possiate immaginare. Ovviamente, più tempo lasciate la vostra energia nelle gemme e più questa si amplificherà.”, spiegò loro il re.

A poco a poco,i sei ragazzi stavano cambiando senza neanche accorgersene.

Soprattutto, i tre ragazzi erano cambiati molto nell’aspetto fisico.

Infatti, i tre ragazzi, grazie al programma di allenamento impartitogli da Gendar diventarono più robusti, resistenti e muscolosi.

I tre ragazzi erano diventati anche più agili e più veloci e questo non aveva fatto altro che stimolare la loro crescita.

Questo cambiamento si vedeva soprattutto in Cody, infatti lui, prima dell’allenamento di Gendar era un po’più gracile rispetto a Rik e a Ken.

Ora, invece, i muscoli di Cody si erano molto sviluppati ed era aumentata anche la su altezza.

I tre ragazzi non erano cambiati solo fisicamente ma anche mentalmente.

Lentamente, Cody, Ken e Rik stavano diventando dei veri uomini e valorosi guerrieri.

Le ragazze stavano cambiando soprattutto nell’aspetto fisico e, mentalmente stavano crescendo come i loro compagni,anche se loro si stavano trasformando in guerriere esperte di magia anziché di spada.

Dopo tre mesi di duro allenamento, i sei ragazzi iniziarono i preparativi per lasciare il villaggio elfico, anche perchè, un messaggero giunto al castello del re aveva annunciato l’imminente attacco dell’esercito nemico, quindi, non c’era più tempo da perdere.

La sera prima della partenza dei ragazzi, il villaggio elfico dedicò loro una festa d’addio.

Per tutto il giorno, gli elfi e le varie creature si erano dati un gran da fare per organizzare al meglio la festa.

Quando arrivò la sera, il villaggio elfico era pieno di addobbi colorati e, sotto un capannone c’erano diversi tavoli dove si potevano trovare leccornie di tutti i tipi.

Quando i ragazzi arrivarono al capannone allestito al centro del villaggio, guidati da un elfo molto cordiale, migliaia e migliaia di voci festanti e gioiose li acclamarono.

Il banchetto iniziò e, ovviamente non mancarono il re e suo figlio.

Dopo il banchetto ci furono canti e danze in un’atmosfera molto allegra.

Mentre alcuni elfi cantavano e suonavano, i ragazzi si divertirono un mondo.

Improvvisamente, Ken chiese a Mariam : “Vuoi ballare ?”

Mariam, stupita e felice al contempo, gli rispose sorridendo: “Certo.”

Nel frattempo, Cody e Rik scoprirono di provare qualcosa di importante per Terry e Lein.

Prima di andare a dormire, verso la notte fonda, i ragazzi vennero fermati da Gendar e da suo padre.

“Ciao, ragazzi. Vi piace la festa ?”,domandò loro Gendar sorridendo.

“Sì, è fantastica ! Ora stiamo a andando a dormire perché siamo stanchissimi.”, gli rispose Terry.

“Certo, capisco. Ci vediamo domani mattina.”, disse loro Gendar.

“Buona notte, ragazzi.”, disse loro Re Ayrm.

Così, dopo aver salutato il re e Gendar,i ragazzi si avviarono verso la casa loro destinata.

Il mattino dopo, i sei ragazzi furono convocati al castello del re.

Quando i sei amici arrivarono alla Sala del Trono, il re diede loro delle fialette che racchiudevano un liquido violetto, poi disse: “In queste fiale c’è l’Acqua Trynyta, che dovrete usare per liberare i vostri mostri e farli uscire dai medaglioni. Ora dovete andare a Lom e lì liberate i mostri leggendari, nel Tempio della Verità.”

I ragazzi annuirono,poi, Cody chiese: “Come dovremmo liberare i mostri, di preciso ?”

“Dovete versare la vostra boccetta di Acqua Trynyta sui medaglioni; così, il sigillo si romperà e i mostri torneranno in vita e non saranno più delle semplici immagini come li avete visti per la prima volta.”, gli rispose il re.

“Lei come fa a sapere che li abbiamo già visti ?”, gli chiese Mariam incuriosita.

“Non ha importanza. Lo so e basta. Vi basti sapere che ho le mie fonti.”, le rispose il re gentilmente.

Dopodichè, il re consegnò le gemme ai legittimi proprietari e disse loro: “Le vostre gemme sono state potenziate in una stanza del mio castello con un incantesimo molto potente. State attenti quando le usate, perché hanno un livello di magia davvero temibile.”

I sei ragazzi annuirono.

Il re proseguì il discorso in tono serio: “Quando avrete liberato i mostri andate a Naklis e lì cercate un sacerdote di nome Lynn. Lynn vi rivelerà delle cose molto importanti.”

“Ma Naklis è stato attaccato dall’esercito nemico. Può darsi che sia controllato dai soldati.”, osservò Mariam preoccupata.

Il re, convenendo con lei disse: “Sì, Mariam. E’ molto probabile che Naklis pulluli di soldati nemici, quindi vi converrebbe travestirvi e non usare i vostri nomi con nessuno, tranne che con Lynn.”

Il re li guardò ad uno ad uno con uno sguardo colmo di dolcezza e di preoccupazione e disse loro: “Ora andate,e , quando finalmente la vostra epica battaglia si concluderà promettetemi di tornare qui per festeggiare con noi Elfi !”

I ragazzi annuirono sorridendo, poi, Ken disse: “Non si preoccupi. Torneremo !”

Il re sorrise, poi aprendo un baule posto vicino al trono, ne estrasse tre spade, che porse ai ragazzi.

“Ken, Cody, Rik. Queste sono vostre. Sono state forgiate dal fabbro del nostro villaggio.”, disse loro il re.

I ragazzi,s i guardarono stupiti, poi, si avvicinarono alle spade e, ognuno ne prese una.

“Wow ! Sono bellissime !”, esclamò Ken guardando la sua spada e le incisioni che presentava.

“Ce le vuole dare davvero ?”, domandò Rik incredulo al re.

“Certo ! Che domande !”, gli rispose il re sorridendo.

Poi, ai ragazzi vennero dati sei zaini pieni di viveri.

Dopodichè, il re e Gendar accompagnarono i ragazzi al limitare del villaggio elfico.

Nel villaggio non c’era nessuno in giro perché era molto presto.

Quando il gruppetto arrivò al limitare del villaggio,il re e Gendar salutarono i ragazzi.

“Buona fortuna, ragazzi ! Tornate a trovarci !”, disse loro il re sorridendo.

Dopodichè, i ragazzi si avviarono verso Naklis lasciandosi il villaggio elfico alle spalle.

Quando i ragazzi se en furono andati, Gendar e il re tornarono al castello.

“Dai, papà ! Non fare quella faccia ! Vedrai che torneranno. Sono dei buoni amici !”, gli disse Gendar vedendo l’espressione triste del padre.

Il re si voltò verso suo figlio e gli disse commosso: “Lo so, ma mi mancheranno, Gendar.”

Gendar lo guardò con un’espressione intenerita perché anche lui si era affezionato ai ragazzi.

“E poi…”, riprese il re: “…chi incendierà tutto, adesso che Terry se n’è andata ?”

Padre e figlio si guardarono sorridendo sapendo che un giorno, non molto lontano avrebbero sicuramente rivisto i loro amici.

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Capitolo 33
*** CAPITOLO 33 ***


CAPITOLO N° 33 “FINALMENTE IN LIBERTA’ ”

I ragazzi percorsero la strada che avevano fatto prima dell’agguato degli elfi per raggiungere nuovamente Lom.

I ragazzi, durante i mesi trascorsi nel villaggio elfico erano indubbiamente migliorati molto, sia nell’arte della scherma e sia in quella magica,ma erano anche cresciuti e diventati più resistenti alle avversità.

Senza rendersene conto, i sei ragazzi avevano creato una specie di famiglia, un legame che, anche non essendo aprenti li legava gli uni agli altri in modo indissolubile.

Questo viaggio meraviglioso, per i ragazzi fu anche un viaggio di formazione, infatti, ogni giorno che passava, i sei amici diventavano un po’ più maturi.

Ormai era da più di una settimana che i ragazzi viaggiavano senza sosta e, a mezzogiorno del sesto giorno, si trovarono vicino a Insir.

“E’ il mio villaggio ! Dai ragazzi, andiamo !”, esclamò Terry e si precipitò al limitare del suo paese natale.

Prima che potessero avvicinarsi al villaggio, i sei ragazzi sentirono le grida di alcuni uomini.

“Oh, no ! Sono i soldati ! Ci hanno visti !”, esclamò Mariam.

“Presto ! Usiamo le gemme per arrivare a Lom !”, disse Ken ai compagni.

“Ma mio fratello e mia madre sono lì !”, esclamò Terry disperata indicando Insir.

“Stai tranquilla. Non gli faranno niente, loro vogliono noi.”, le disse Cody cercando di convincerla ad andarsene.

“E va bene. Spero solo che tu abbia ragione.”, disse Terry poco convinta.

“Speriamo solo di avere abbastanza energia per arrivare fino a Lom.”, osservò Lein dubbiosa.

“Dobbiamo tentare o non en usciremo indenni questa volta.”, le rispose Rik in tono serio.

Così, in pochissimo tempo, tutti e sei i ragazzi strinsero le loro gemme e,nelle loro menti comparve l’immagine di Lom.

I soldati si stavano avvicinando sempre di più…

Ormai i soldati li avevano circondati.

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Capitolo 34
*** CAPITOLO 34 ***


CAPITOLO N° 34 “L’INCANTESIMO SPEZZATO”

Senza rendersene conto, i ragazzi si trovarono davanti all’entrata del Tempio della Verità.

Lom era silenzioso e tetro e non c’era nessuno in giro.

Lom era avvolto dal crepuscolo inoltrato, ormai e sembrava non esserci forma di vita.

“Perché non siamo venuti qui con le gemme dal villaggio degli Elfi ?”, chiese Cody.

“Perché siccome non siamo ancora abituati ad usare la magia, lo sforzo avrebbe potuto richiedere un’energia maggiore alla nostra e noi potevamo restare uccisi perché la distanza che ci separava dal villaggio elfico a Lom era troppa.”, gli spiegò Lein.

Dopodichè, i sei ragazzi strinsero le loro gemme e, poco dopo pronunciarono la frase magica che aveva insegnato loro Joel.

Dopo qualche secondo, ognuna delle gemme dei ragazzi si illuminò di un colore diverso emettendo un fascio di luce, che, unendosi agli altri si rifletté sulla porta del Tempio formando una stella a sei punte del colore dell’arcobaleno.

La porta si aprì senza fare il minimo rumore.

I ragazzi si guardarono sospettosi, timorosi di quello che li aspettava.

Dopodichè, tutti insieme entrarono.

Quando i ragazzi furono entrati, la porta si richiuse dietro di loro come per magia,esattamente com’era successo la prima volta che avevano varcato quella soglia.

Dopodichè, i sei amici si avviarono di corsa verso la stanza degli Altari.

Una volta entrati nella stanza, i sei ragazzi si posizionarono sui propri altari.

“Adesso facciamo come ci ha detto Re Ayrm: mettiamo le gemme e i medaglioni al loro posto.”, disse Ken rivolto ai compagni.

Quando tutti e sei i ragazzi ebbero incastonato le gemme e i medaglioni al loro posto Ken disse: “Ora versiamo l’Acqua Trynyta sul medaglione.”, e così fecero.

Per un momento non accadde nulla, ma poi, improvvisamente la situazione cambiò.

Le gemme si illuminarono contemporaneamente e l’Acqua Trynyta fece brillare i sei medaglioni di una luce dorata e splendente, dai quali uscirono dei mostri in carne ed ossa.

I ragazzi restarono sbalorditi da quelle magiche creature.

Quando i sei mostri si avvicinarono ai ragazzi, ognuno, per istinto toccò con una mano il proprio mostro.

In quel preciso momento, i medaglioni si spezzarono andando in frantumi.

Subito dopo, le gemme cessarono di brillare e i ragazzi poterono riprenderle.

Ogni ragazzo guardava il proprio mostro, ammirato e ancora incredulo di quanto era appena successo.

Accanto a Mariam c’era uno splendido unicorno, con un mantello bianco purissimo, con gli occhi azzurri, la criniera, la coda, ilo corno e gli zoccoli d’oro.

Mariam, osservando la splendida creatura che le stava davanti non riuscì a dire una parola, talmente era emozionata.

“Grazie, Mariam. Mi hai liberato.”, le disse l’unicorno con una voce rassicurante guardandola negli occhi.

Mariam, come svegliandosi all’improvviso, gli rispose sorridendo: “Figurati. Ma come fai a conoscere il mio nome ?”

“Sono il tuo mostro, quindi ti conoscevo già prima di vederti. Mentre ero nel medaglione sentivo ugualmente ciò che accadeva intorno a me.”, le rispose semplicemente l’unicorno.

Mariam gli sorrise, poi gli chiese: “Come ti chiami ?”

“Artik e sono felice di averti come compagna.”, le rispose l’unicorno sorridendo.

“Sono io a sentirmi onorata di averti al mio fianco !”, gli rispose la ragazza emozionata.

Lein stava osservando il bellissimo cavallo alato che aveva davanti senza riuscire a capire se stava sognando e se era sveglia.

La creatura era quasi completamente di un bianco purissimo, tranne le estremità delle ali, della coda e della criniera che erano di un azzurro acceso, gli zoccoli, invece erano dorati e gli occhi blu.

“Ciao ! Come ti chiami ?”, chiese Lein alla creatura.

“Neferty e non vedo l’ora di volare insieme a te !”, le rispose il cavallo alato, che ora la ragazza si rese conto era una femmina.

“Volare ? Io non sono capace neanche di cavalcare.”, disse Lein preoccupata.

“Non preoccuparti, non sarà difficile. Ti insegnerò io !”, le rispose Neferty allegramente.

Cody osservava ammirato la maestosa aquila che gli stava davanti.

L’aquila, per rompere il ghiaccio, gli disse scherzando: “Che c’è ? Non hai mai visto un’aquila ?”

Cody, come svegliatosi di colpo, le rispose: “Ma certo che ne ho viste di aquile, ma mai con le ali dorate e argentate come le tue.”

Infatti, la testa dell’aquila era bianca, con gli occhi ambrati, le estremità delle ali e della coda erano dorate, mentre, tutto il resto del corpo era argentato.

L’aquila si chiamava Marahute.

“Lo so, sono unica !”, disse l’aquila scherzosamente.

“Per fortuna !”, esclamò il drago di Rik scherzando.

Il drago di Rik era completamente rosso, tranne le ali che erano arancioni e i suoi occhi erano verde smeraldo.

“Dai, Fly ! Non prenderla in giro !”, esclamò Rik rivolto al drago.

“Non la sto prendendo in giro. Ho solo fatto una constatazione !”, rispose Fly divertito.

“Oggi non vengo a beccarti perché è il mio primo giorno di libertà dopo tanti anni , ma prima o poi mi vendicherò !”, disse l’aquila al drago arruffando le penne offesa.

Nel frattempo, Terry osservava una gazza ladra molto particolare.

Infatti, l’uccello aveva i colori di una normale gazza eccetto le estremità delle ali che erano argentate e gli occhi erano di un verde smeraldo.

“Ciao ! Sono molto felice che tu sia il mio mostro, sai ?”, disse Terry rivolta alla gazza.

“Anch’io ! Mi chiamo Funny e tu devi essere Terry, giusto ?”, le chiese la gazza.

La ragazza annuì e sorrise alla sua nuova amica.

Che strano… Non ho mai visto un lupo così…”, pensò Ken mentre guardava il lupo che aveva davanti.

Il muso del lupo era bianco e il resto del corpo era un insieme di sfumature tra il blu e l’azzurro accesso.

“Si può sapere cos’hai da guardare ?”, gli chiese bruscamente il lupo.

“Scusami… solo che non se ne vedono spesso di lupi blu…”, gli rispose il ragazzo un po’ spiazzato.

“Se è questo il problema prenotami l’appuntamento dal parrucchiere, almeno cambio tinta !”, esclamò il lupo rivolto a Ken.

Il ragazzo, divertito, sorrise e disse al suo mostro: “non ci penso neanche. Vai bene così come sei. A proposito, come ti chiami ?”

“Tiger.”, gli rispose il lupo.

“Tiger, insomma ! Potresti anche salutarlo un po’ più calorosamente ! In fondo, è il tuo compagno !”, gli disse Marahute.

Il lupo si voltò verso l’aquila e le disse : “Fatti gli affari tuoi !”

L’aquila volò vicino a Ken e gli sussurrò all’orecchio destro: “non offenderti. Tiger è un po’ timido, ma ti assicuro che è felice di averti al fianco.”

“Guarda che ti ho sentita, Marahute !”, le disse Tiger.

L’aquila tornò da Cody divertita.

Ken sorrise divertito continuando a guardare il lupo affascinato.

All’improvviso, fuori dal Tempio si sentirono dei botti terribili e le urla dei soldati che tentavano invano di entrare.

Artik disse nervoso: “Mariam, Terry, salite ! Dobbiamo andarcene subito !”

Mariam, preoccupata, chiese alla creature: “Ma Artik, non siamo troppo pesanti in due ? E poi… gli unicorni possono volare ?”

Artik le rispose sorridendo: “Certo che gli unicorno possono volare. Noi unicorni abbiamo un potere speciale che ci permette di volare senza il bisogno delle ali. Ora salite e non preoccupatevi.”

“Wow !”, esclamarono Mariam e Terry in coro, dopodichè salirono sull’unicorno.

Lein saltò sul dorso della cavalla alata e, su consiglio di quest’ ultima disse : “Ken, Cody, uno di voi salga su Neferty !”

Cody, che era più vicino salì su Neferty e Ken sul drago di Rik.

Tiger venne preso in una delle zampe di Fly e i sei mostri spiccarono il volo.

Nel frattempo ,a li soldati erano riusciti ad entrare nel Tempio ed erano molto vicini alla stanza nella quale si trovava i ragazzi.

Il soffitto era l’unica via d’uscita, quindi, Tiger fece uscire dal suo muso una sfera elettrica.

Subito dopo, nel soffitto comparì un’apertura circolare abbastanza grande da permettere a tutti i mostri di uscire senza difficoltà.

“Wow ! Sei davvero forte , Tiger !”, gli disse Ken emozionato.

“Perchè ti stupisci ? Quello era solo uno dei miei colpi più insignificanti.”, gli rispose il lupo in tono altezzoso.

“Sei il solito modesto, vero Tiger ?”, lo schernì Funny.

I ragazzi sorrisero, felici di aver trovato quegli amici così straordinari.

I mostri si libravano nel cielo, sotto la volta celeste, lasciandosi alle spalle il villaggio di Lom, pieno di soldati furenti, che, ancora una volta, si erano lasciati sfuggire gli Eletti.

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Capitolo 35
*** CAPITOLO 35 ***


CAPITOLO N° 35 “ SERVE AIUTO ?”

Dopo un’ora di volo, sotto la splendente volta celeste costellata di stelle, i mostri avvistarono un piccolo prato circondato da pini maestosi e lì atterrarono sfiniti e con il fiato corto.

Mariam, dopo essere scesa da Artik chiese preoccupata ai mostri: “Cos’avete ? Non state bene ?”

Artik, con il fiatone le rispose : “Siamo a corto di energie.”

Neferty disse ai ragazzi: “Siamo rimasti rinchiusi in quei medaglioni per più di cento anni e non abbiamo ancora mangiato niente, siamo fuori allenamento. Comunque, non preoccupatevi, con un po’ di cibo e di allenamento saremo come nuovi.”

“Ok. Voi restate tranquilli, noi andremo a cercare un po’ di cibo.”, disse Ken rivolto ai mostri.

“Io e Neferty ci arrangiamo con l’erba.”, gli disse Artik.

“Non preoccupatevi, ragazzi. Controlliamo noi il campo.”, li rassicurò Neferty.

“Ok. Allora, andiamo ?”, chiese Ken a Cody e a Rik.

Cody e Rik si unirono a Ken, e, insieme si avviarono verso il bosco in cerca di qualcosa da mettere sotto i denti.

Prima che i ragazzi scomparissero del tutto all’interno del bosco, Tiger li rincorse e chiese a Ken: “Vuoi che venga anch’io ? Posso esserti utile.”

Ken, sorridendo gli rispose : “No, non preoccuparti. Riposati pure.”

Tiger, in tono severo, gli rispose: “D’Accordo, ma stai attento !”

Ken gli disse: “Certo. Stai tranquillo.”

Così, i tre ragazzi entrarono nel bosco,mentre Tiger tornava al campo.

Nel frattempo, le tre ragazze stavano preparando il campo per la notte sotto gli occhi vigili dei mostri.

Funny e Marahute si erano accomodate sul ramo di un albero a poca distanza dal centro del campo.

Nel frattempo, Neferty e Artik si saziarono con l’erba.

Tiger e Fly si riposavano sul suolo.

Quando Neferty e Artik si furono saziati con ‘erba fresca del prato, la prima chiese: “Ragazze, possiamo esservi utili ?”

Mariam e Lein si guardarono, poi, la prima disse ai due mostri: “No. Non preoccupatevi. Riposatevi pure.”

Artik, indignato disse: “Mariam ! E’ vero che siamo rimasti rinchiusi nei medaglioni per molto tempo ma adesso non trattateci come degli esseri decrepiti !”

Mariam, sentendosi in colpa, gli rispose: “Scusatemi, non volevo offendervi è solo che non vorrei farvi affaticare.”

“Mariam, tu ti preoccupi troppo. Noi siamo più forti di quel che appariamo.”, le disse dolcemente Neferty.

“E va bene. Allora cercate un po’ di paglia e legna secca per accendere il fuoco, ok ?”, disse loro Mariam dopo aver scambiato un’occhiata d’intesa con Lein.

I due mostri equini annuirono e sparirono nel bosco.

Marahute disse alle tre ragazze: “Vado a fare un giro di controllo. Non preoccupatevi, torno subito !”

“Ok, tanto non ci perdiamo !”, le rispose Terry in tono scherzoso.

“Già, se stiamo ferme e non ci muoviamo di qui !”, esclamò Mariam e, tutte e tre scoppiarono a ridere divertite.

Tiger, Fly e Funny, nel frattempo, vegliavano sulle tre ragazze.

Nel frattempo, i tre ragazzi avevano deciso di separarsi perché non avevano ancora trovato nulla.

Ken si avvicinò a un albero e puntò l’arco contro uno splendido cervo, ma, un rumore alle sue spalle, lo fece trasalire…

Al campo, Tiger improvvisamente, si alzò.

Fino a quel momento, il lupo era rimasto a terra per riposarsi.

“Tiger, che c’è ?”, gli chiese Lein preoccupata dopo aver visto il suo scatto improvviso.

“Ken è in pericolo !”, le rispose lui e partì di corsa verso il fitto del bosco.

Le tre ragazze si scambiarono occhiate preoccupate.

“Oh no, cosa gli sarà successo ?”, si chiese Mariam agitata.

Fly disse a Mariam e alle altre due ragazze: “Non preoccupatevi. Ora c’è Tiger con lui.”

“Sì, però…”, disse Mariam incerta.

“Non ti devi preoccupare, Mariam. Tiger ogni tanto si vanta e fa il presuntuoso, ma ti assicuro che è un’ottima guardia del corpo !”, le disse Fly per tranquillizzarla.

Così, le tre ragazze finirono di sistemare il campo, poi si misero in attesa di Neferty, Artik e gli altri loro amici.

Dopo un po’, Artik e Neferty tornarono con moltissima legna e paglia per il fuoco.

Le ragazze si misero subito a lavoro, ma…

“Ragazze, questa volta accendo io il fuoco !”, disse loro Terry.

“Ok. Basta che non incendi tutto il bosco !”, scherzò Lein.

Terry si preparò a usare al formula magica che re Ayrm aveva insegnato loro per accendere il fuoco.

“Aspetta !”, le disse Fly.

Le tre ragazze si voltarono verso il drago con aria interrogativa.

“Cosa dobbiamo aspettare ?”, gli domandò Terry.

“Se volete accendo io il fuoco.”, disse loro Fly.

“Ma no, non preoccuparti. Conosciamo una formula per accendere il fuoco.”, gli disse Mariam gentilmente.

“E poi, non vogliamo farti sprecare energie inutilmente. Devi riposarti.”, aggiunse Lein rivolta al drago.

“Non preoccupatevi. Accendere un fuocherello non mi sottrae molte energie. Dai, lasciate fare a me.”, disse loro il drago, dopodichè, con una vampata che fece fuoriuscire da una narice, Fly accese il fuoco.

“Grazie, allora.”, gli disse Mariam.

“Figurati. E poi, se non vi aiutassi neanche in una sciocchezza come questa, che razza di drago sarei ?”, disse loro il drago per tranquillizzarle.

Qualche minuto dopo, nel campo, si sentì un brontolio gorgogliante.

Le tre ragazze si guardarono attorno circospette.

Artik e Neferty, al contrario sorridevano divertiti.

Fly disse in tono imbarazzato: “Scusate. E’ il mio stomaco che brontola !”, e tutti scoppiarono a ridere.

“Sei un drago affamato ! Ecco a quale razza di drago appartieni !”, esclamò Terry scherzosamente rivolta a Fly.

In quello stesso momento, nel folto della foresta…

Oh, oh…Adesso sono guai…”, pensò Ken trovandosi di fronte un enorme orso di montagna dall’aspetto minaccioso.

Il ragazzo indietreggiò lentamente, ma, voltandosi si accorse che dietro di lui c’era un enorme precipizio.

Accidenti ! Adesso che faccio ?! “, si chiese Ken seriamente preoccupato.

L’orso, intanto continuava ad avanzare inesorabilmente verso il ragazzo.

All’improvviso, un lampo blu saltò addosso all’orso e lo morse furiosamente.

L’orso si ritirò dolorante nel fitto del bosco.

“Tiger !”, esclamò il ragazzo felice appena riconobbe il suo mostro e tirando un sospiro di sollievo.

“Non mi dovevo preoccupare,eh ?! Non fai altro che cacciarti nei guai !”, esclamò il lupo adirato.

Ken, imbarazzato, gli rispose: “Che colpa e ho io ? Lo sanno tutti che in montagna ci sono gli orsi, no ?”

Tiger, gli rispose in tono seccato, ma in fondo divertito: “Lasciamo perdere…Dai, cacciamo qualcosa.”

Ken disse al lupo: “Grazie…Mi hai salvato…”

Tiger, imbarazzato, gli rispose: “Sì, sì, va bene. Adesso andiamo però !”

Ken sorrise e seguì il lupo che, in fondo era un bonaccione e che, per lui era anche un amico prezioso e insostituibile.

Mentre camminavano nel bosco, Ken chiese: “Tiger, come hai fatto ad arrivare in tempo ?”

“Ho sentito che c’era qualcosa che non andava…L’ho capito dalle tue emozioni.”, gli rispose il lupo.

“Dalle mie emozioni ? In che senso ? “, gli domandò il ragazzo perplesso.

“Vedi…Io e gli altri mostri, siamo sempre in sintonia con voi. Capiamo che emozioni provate e viceversa. Il nostro legame non è un legame qualunque: è molto profondo ed è per questo che siamo i vostri mostri.”, gli rispose il lupo.

“Capisco… Non lo sapevo.”, gli rispose Ken.

“Ora cerchiamo qualcosa da mettere sotto i denti e vediamo se riusciamo a ritrovare quel cervo che avevi visto prima, ok ?”, gli domandò il lupo.

Il ragazzo annuì e così, i due continuarono la loro ricerca.

I due raggiunsero una radura dove stava pascolando un bell’ esemplare di cervo adulto.

Ken, silenziosamente incoccò una freccia,ma Tiger vedendolo, gli sussurrò: “Qui faccio io. Tu cerca un po’ di funghi e di bacche per Fly.”

Ken annuì e si allontanò.

Tiger, nel frattempo saltò addosso al cervo e, con un morso preciso delle sue terribili fauci lo uccise.

“Arriva Cody !”, esclamò Lein.

Infatti, dalla foresta comparve Cody con tre lepri catturate e Marahute che gli volava sopra.

“Visto ? Tre lepri sono un bel bottino, eh ?”, chiese Lein alle tre ragazze.

“Ehi ! Non ti montare la testa ! Se non ci fossi stata io, ne avresti presa solo una !”, esclamò Marahute scherzando rivolta a Cody.

“Sì, hai ragione. Pensate che Marahute ne aveva già prese due quando io ero ancora dietro alla prima !”, disse Cody alle tre ragazze.

“Di cosa ti stupisci ? Gli uccelli sono rapaci. E’ normale che sappiano cacciare.”, disse Fly rivolto a Cody.

Marahute, un po’ offesa disse a Fly: “Non siamo rapaci, siamo predatori volanti !”

“E allora ? Sai che differenza !”, esclamò Fly e tutti, compresa l’aquila scoppiarono a ridere.

Dopo qualche minuto, dal bosco comparvero Ken e Tiger.

Il lupo blu trascinava un cervo per una zampa, mentre Ken aveva le braccia piene di bacche e di funghi.

Quando arrivarono al campo, Fly chiese a Ken : “Dov’è Rik ?”

“Non lo so. Noi non l’abbiamo visto, pensavamo che fosse già qui.”, gli rispose il ragazzo.

“Vado cercarlo.”, disse Fly in tono preoccupato e si levò in volo.

“Vado anch’io.”,e spiccò il volo anche lei.

Dopo qualche istante si levò in volo anche Funny.

I ragazzi erano preoccupati per la sorte del loro amico, quindi Ken disse: “Ragazze, io vado a cercarlo.”

“Vengo anch’ io.”, gli disse Tiger.

“E anch’ io.”, disse loro Cody seguendo Ken e il lupo.

“Aspettate !”, disse loro Mariam.

“Che c’è ?”, le chiese Cody voltandosi.

“Guardate là in fondo, dove c’è quella collina.”, disse la ragazza rivolta ai presenti.

I ragazzi guardarono in quella direzione e videro una vampata infuocata salire nel cielo notturno.

“Oh no ! Cosa sarà successo ?!”, esclamò Terry preoccupata.

“Presto, andiamo !”, esclamò Lein.

Così, in pochi minuti, Mariam e Cody salirono su Artik che prese immediatamente il volo in direzione della collina.

Lein e Terry salirono su Neferty.

“Ken, Tiger, mi dispiace. Ma Referti non riesce a portare anche voi.”, disse loro Lein.

“Non preoccupatevi per noi. Andremo a piedi. Così controlleremo meglio se ci sono soldati in avvicinamento e trappole. Ora andate, noi vi raggiungeremo !”, le disse Ken.

“Ok. Ma state attenti, mi raccomando !”, disse loro Terry.

Subito dopo, Neferty si alzò in volo, sotto la volta celeste.

“Dai, sbrighiamoci !”, gli disse Tiger.

Ken annuì e, insieme corsero nella direzione della vampata di fuoco.

Nel frattempo, Rik se l’era vista davvero brutta perché, mentre cacciava, accidentalmente era finito in una trappola del terreno molto profonda., che non aveva visto a causa del buio.

Oh no ! Come ho fatto a non accorgermene ? Di chi sarà questa trappola ?”, si domandò Rik agitato quando si fu rimesso in piedi.

Rik tentò di arrampicarsi per uscire dalla trappola, ma le pareti erano troppo ripide e lisce, quindi, impotente, si mise in attesa.

Dopo una decina di minuti, il ragazzo sentì dei passi avvicinarsi…

Immediatamente, sopra la buca, Rik vide una dozzina di soldati con delle fiaccole che lo guardavano trionfanti.

Uno dei soldati disse ai suoi commilitoni in tono malvagio: “Guardate un po’ chi abbiamo qui. Uno degli Eletti ed è anche il principe di Way. Abbiamo fatto bene a scavare questa trappola. Allora, come si sta laggiù principino ?”

Rik furioso, gli chiese: “Cosa volete ?”

Il soldato che aveva parlato prima, gli rispose: “Il re vi vuole vivi. Quindi ora verrai con noi.”

A un cenno del soldato, un suo compagno lanciò una fune a Rik, poi, il soldato che aveva parlato prima disse al ragazzo: “Forza. Ora Sali e non fare scherzi. Ti avverto che i miei uomini sono armati di spada e ti tengono sotto tiro con gli archi. Quindi, non fare mosse stupide se non vuoi morire inutilmente.”

Rik, gli rispose : “Preferisco restare qui !”

Il soldato sorrise e gli disse: “ Non ti conviene sfidarci, moccioso ! Vieni su o verrà qualcuno a prenderti !”

Rik, anche se contrario, non potè far latro che obbedire, quindi iniziò ad arrampicarsi.

Appena si fu aggrappato alla corda, due soldati lo tirarono su.

Quando fu uscito dalla buca, Rik si guardò intorno per vedere se c’era qualche via di fuga, ma era circondato dai soldati.

Improvvisamente, due soldati lo bloccarono alle spalle e Rik si trovò immobilizzato.

“Lasciatemi !”, disse loro il ragazzo tentando di liberarsi.

Il soldato che aveva parlato fino ad allora, si avvicinò al ragazzo e gli sottrasse la gemma e la spada, poi disse ai soldati che trattenevano Rik: “Lasciatelo.”

I due soldati obbedirono e Rik si trovò libero.

Il soldato che aveva parlato prima, disse a un soldato: “Bene. Ora legalo.”

Un soldato si avvicinò al ragazzo e fece per legarlo ma Rik gli diede un calcio che lo fece finire a terra.

Subito dopo, i soldati alzarono nuovamente gli archi contro Rik e, il soldato che aveva parlato fino ad allora, disse al ragazzo: “Stai fermo, moccioso.”, e, puntandogli la spada alla gola, lo costrinse a voltarsi.

Dopodichè, un soldato gli legò i polsi dietro la schiena con una fune.

“Bene. Ora andiamo.”, disse il soldato ai suoi commilitoni.

Rik, però, quando aveva dato il calcio al soldato,senza farsi accorgere aveva fatto cadere per e terra il suo pugnale nella speranza che i suoi compagni lo trovassero.

Dopo poche decine di minuti, i soldati e il prigioniero arrivarono all’accampamento dei soldati.

Una volta giunti lì, Rik venne legato a un alto palo al centro del campo, dopodichè, i soldati andarono nelle loro tende.

Accidenti ! Ora che faccio ?!”, si chiese Rik furioso.

La notte proseguiva e la temperatura, si stava abbassando sempre di più…

Rik iniziava a sentire freddo.

Proprio in quel momento, il soldato che gli aveva sottratto la gemma e al spada si avviò nella direzione del ragazzo con un braciere incandescente tra le mani.

Quando il soldato arrivò a due passi da Rik, gli disse con un’aria malvagia: “Immagino che tu abbia freddo, vero principino ?”

Rik, furioso non rispose e il soldato continuò : “Facciamo un patto: io ti lascio il braciere vicino se tu accetti di entrare nel nostro esercito. Che ne dici ?”

Rik vide un spada agganciata alla cintura del soldato.

A Rik venne un’ idea.

“Bè…Forse potrei…”, farfugliò Rik con un’ aria rassegnata.

Il soldato, compiaciuto si avvicinò ancora di più al ragazzo convinto che quest’ ultimo si fosse davvero arreso.

In quel momento, Rik diede un calcio al braciere che andò addosso al soldato bruciandolo.

Mentre il soldato si dimenava disperatamente a causa delle fiamme che gli avvolgevano il corpo, Rik tentò di prendergli la spada per liberarsi ma senza riuscirci.

“Maledizione !”, imprecò Rik furioso.

Nel frattempo, per tutto l’accampamento si erano diffuse le fiamme perché una tenda aveva preso fuoco e, siccome c’era una leggera brezza le fiamme si propagarono velocemente.

Gli altri soldati, sentendo le grida del compagno si precipitarono in suo aiuto cercando di spegnere le fiamme.

Ormai, Rik non poteva far altro che aspettare perché il suo piano era fallito.

Nel frattempo, una tenda che aveva preso fuoco generò una vampata infuocata nel cielo notturno.

All’improvviso, una voce dietro al prigioniero, gli disse: “Stai fermo, Rik !”

Rik, incuriosito tentò di voltarsi ma, non riuscendoci chiese: “Chi sei ?”

Infatti, la voce che aveva parlato era molto giovane, quindi, non poteva trattarsi di un soldato.

“Te lo dirò dopo.”, tagliò corto lo sconosciuto.

Rik non sapeva se agitarsi ancora di più o se fidarsi ma notò che le corde che lo tenevano legato si stavano allentando velocemente.

Nel frattempo, l’incendio nell’accampamento aumentò sempre di più e, i soldati, troppo preoccupati a spegnerlo non si accorsero nemmeno che il prigioniero era libero.

“Ora seguimi se vuoi la tua gemma, Rik !”, gli disse il suo misterioso salvatore prima di mettersi a correre in direzione della foresta.

Rik, nona vendo scelta seguì lo sconosciuto che lo aveva liberato e, di corsa arrivarono nel folto del bosco.

Improvvisamente, Rik e il suo salvatore arrivarono in una caverna e lì, finalmente, sotto la luce della luna che entrava dall’apertura, Rik riconobbe il suo salvatore.

“Ma tu sei…”, gli disse Rik non riuscendo a concludere la frase per lo stupore.

Il misterioso salvatore di Rik non era altro che il ragazzino che il principe di Way aveva difeso quando viveva ancora nella sua città natale.

Il ragazzino, sorridendo, gli porse la gemma e la spada e gli disse: “E’ stato difficile ma alla fine ce l’abbiamo fatta !”

Rik, ancora sorpreso dall’accaduto disse: “Grazie, Frank. Mi hai salvato la vita.”, poi prese la gemma e la spada che il ragazzino gli porgeva.

Poi, i due ragazzi, troppo agitati per dormire parlarono un po’.

Quando Fly, Tiger, Ken, Funny, Neferty, Artik, Marahute, Mariam, Terry, Lein e Cody arrivarono dove c’era stata la vampata di fuoco videro solo un accampamento di soldati che tentavano disperatamente di salvare le loro cianfrusaglie dall’incendio.

“Rik…”, sussurrò Fly disperato con un filo di voce.

“Dai Fly, non fare così. Sono sicura che lì non c’è. Secondo me si è già messo in salvo.”, gli disse Lein per consolarlo.

“Già, e probabilmente si sarà nascosto da qualche parte per fuggire dai soldati.”, aggiunse Terry in tono speranzoso.

“Dobbiamo allontanarci da qui.”, disse Ken ai compagni.

“Ehi, guardate !”, esclamò Lein e raccolse qualcosa da terra.

“E’ il pugnale di Rik !”, esclamò Cody riconoscendo l’oggetto.

“Fammelo annusare.”, gli disse Tiger.

Cody, anche se perplesso, abbassò il pugnale, in modo che il lupo potesse annusarlo.

Tiger annusò il pugnale riconoscendo l’odore di Rik.

“Ok. Seguitemi. Dovrei riuscire a trovarlo se è andato via terra.”,disse il lupo rivolto ai suoi compagni.

Così, il gruppo si mise in marcia, con Tiger in testa che lo guidava seguendo le tracce di Rik.

Intanto, la luna splendeva lucente sopra di loro.

Nel frattempo, all’interno della caverna, nel cuore del bosco…

“Ma perché eri lì anche tu ?”, gli chiese Rik.

“Quando Way è stata attaccata, i soldati di quell’esercito hanno fatto moltissimi prigionieri.”, gli rispose Frank.

“E’ terribile…”, commentò Rik cupo.

“Le donne e le bambine sono state portate alla corte del re e lì, dopo pochi giorni sono state scelte.”, disse Frank rabbuiandosi in volto.

“In che senso ?”, gli chiese Rik.

“Alcune sono state costrette a restare alla corte del re come domestiche, ballerine e dame di compagnia. Altre, invece sono state prese come mogli o schiave dai soldati.”, gli spiegò Frank con un velo di rabbia nella voce.

“E’ davvero vergognoso !”, disse Rik infuriato.

“Già. Poi, i soldati hanno catturato tutti i bambini e i ragazzi fino ai ventitre anni per costringerli a far parte del loro esercito o per usarli semplicemente come schiavi. Mentre tutti gli altri uomini, anche se anziani sono stati uccisi senza pietà.”, aggiunse Frank.

“Poi ci hanno portati dal re e lui ci ha spiegato che solo i più fedeli sarebbero diventati suoi soldati e ne ha scelti un po’. Ovviamente, i prescelti sono stati costretti a obbedire perché il re minacciava di uccidere le loro famiglie. Io non sono stato scelto, così sono finito con quel soldato a cui tu hai dato fuoco. Mi usava come scudiero. Altri ragazzi, invece sono stati presi dai duchi, dai principi e dagli amici del Re.”

“Ora capisco… Mi dispiace di averti messo nei guai.”, gli disse Rik in tono colpevole.

“Non preoccuparti. Tanto era da tempo che stavo progettando un modo per svignarmela.”, gli rispose Frank.

Rik, alzandosi in piedi disse a Frank: “Sono in debito con te e vorrei fare qualcosa per aiutarti ma, al momento non mi è possibile perché sono…”, e si bloccò perché non poteva rivelare al ragazzino di essere un Eletto.

Ma, il ragazzino, con un sorriso furbo, gli disse in tono tranquillo: “Un Eletto ? Sì, lo so, Rik.”

Rik, sconvolto, gli chiese: “Cosa ? Come fai a saperlo ?”

“Ho sentito il mio padrone che ne parlava con gli altri sodlati e appena ho ascoltato la descrizione ho capito subito che eri tu ! Coì, quand’è scoppiato l’incendio ho preso la tua gemma e la tua spada e sono venuto a liberarti. Ho sentito i soldati parlare molto degli Eletti. Vi stanno dando la caccia. Però si dice che il re sia interessato alle vostre gemme e soprattutto a suo figlio; non vi vuole necessariamente morti, magari vi userebbe come schiavi.”, rispose Frank.

“Questa sì che è una bella notizia !”, esclamò Rik sarcastico.

I due ragazzi sorrisero, poi a Rik venne un dubbio.

“Frank, tu cosa ne pensi del figlio del Re ?”, gli chiese Rik.

Io ho sentito che prima il figlio del re faceva parte dell’esercito nemico,ma poi è passato dalla parte degli Eletti, quindi aiuterò gli Eletti senza alcun dubbio !”, gli rispose Frank.

Rik gli sorrise, poi disse: “Bene ! Allora dobbiamo andare perché i miei amici mi staranno cercando !”

“Ok !”, gli rispose Frank determinato e si alzò in piedi.

I due ragazzi si misero in viaggio, percorrendo un sentiero diverso per tornare al campo.

Ad un tratto, Rik e Frank sentirono un rumore nel folto degli alberi, come un ramoscello che si spezza.

“Cos’ è ?”, chiese Frank intimorito.

“Non lo so. Stai dietro di me.”, gli disse Rik nervosamente impugnando la spada.

Improvvisamente, dal folto degli alberi comparve il muso di un drago rosso.

Appena lo vide, Frank quasi svenne.

“Fly !”, gridò felice Rik e gli corse incontro.

Frank, trovandosi davanti a quella scena, non sapeva più cosa pensare e disse sconvolto: “Sto sognando…”

“No, no. E’ tutto vero.”, disse una voce femminile al fianco di Frank.

Il ragazzino si voltò di scatto e vide una bella ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi verdi che lo guardava sorridente.

Frank rimase a bocca aperta per lo stupore.

“Non ti preoccupare. Noi siamo amici, vero Artik ?”, chiese Mariam all’unicorno che le era al fianco.

Artik annuì e aggiunse divertito in direzione di Rik e Fly: “Non ho mai visto un drago piangere come lui !”

Infatti, Fly era talmente felice di aver ritrovato il suo compagno che piangeva a dirotto inzuppando il ragazzo.

Rik, che era stretto tra le zampe del drago esclamò : “Fly ! Ora basta ! Se continui così, mi fai prendere una polmonite !”, e tutti scoppiarono a ridere.

Dopodichè, ad uno ad uno comparvero: Ken con Tiger, Terry con Funny, Lein con Neferty e Cody con Marahute.

“Wow !”, esclamò Frank quando vide tutte quelle fantastiche creature.

Marahute, vanitosa come al solito, si pavoneggiava davanti al nuovo venuto, che, dal canto suo, non si stancava mai di guardarla ammirato.

Cody, scherzando disse ai compagni: “Per fortuna ! Almeno per un po’ non dovrò più starmela a sentire !”, e tutti risero di gusto.

“Ora dobbiamo andare. Ormai è quasi giunta l’alba e i soldati staranno per iniziare le ricerche.”, disse Ken ai compagni.

Gli altri ragazzi annuirono e iniziarono a incamminarsi, ma Frank esclamò in direzione di Ken: “Ma tu sei quello che ha sterminato la mia famiglia e che poi mi ha consegnato a quel soldato !”

Ken, guardando il ragazzino si ricordò immediatamente di lui e della sua città che aveva devastato molto tempo prima con i soldati del Nuovo Ordine.

Guardando il ragazzino negli occhi con uno sguardo determinato, Ken ammise: “Sì, è vero e mi dispiace per quello che ho fatto a te e alla tua famiglia. Ma adesso sono cambiato e non ho nulla di cui pentirmi. ”

Frank, capendo che quegli occhi non mentivano, gli disse: “E va bene. Ti perdono.”

“Però… D’ora in poi dovrai ascoltare i miei consigli, così non sbaglierai più, capito ?”, aggiunse Frank sorridendo rivolto a Ken.

“Come …?”, gli chiese Ken sbalordito e divertito al tempo stesso.

Frank sorrise e fece un occhiolino a Ken, dopodichè Rik disse: “Forza, ragazzi ! Adesso andiamo !”

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Capitolo 36
*** CAPITOLO 36 ***


CAPITOLO N° 36 “ A PRESTO, FRANK !”

Finalmente era arrivata la primavera e l’aria si faceva più mite.

Gli alberi iniziavano a mettere i fiori e, anche gli animali della foresta sembravano risvegliarsi dal loro sonno dell’inverno.

Ormai erano già passati cinque giorni dalla liberazione di Rik e i ragazzi, anche se sfiniti dall’estenuante viaggio continuavano imperterrito per la loro strada perché sentivano sulle spalle una grande responsabilità.

Un notte, i ragazzi si fermarono sulle sponde di un lago immenso dalle acque cristalline, circondato da dolci colline verdeggianti che precedevano delle alte montagne.

Tutt’attorno c’erano splendidi prati in fiore, che riempivano di dolci profumi quel luogo.

Quella sera, quando si fermarono vicino al lago, in quella valle incontaminata e selvaggia, i ragazzi erano davvero sfiniti, poi, dopo cena, quando Frank dormiva profondamente, gli altri sedettero in cerchio attorno al fuoco e decisero il da farsi.

“E’ troppo pericoloso portarlo con noi. Potrebbe finire male.”, disse Rik ai compagni guardando Frank.

“E’ vero ma fino a quando non troveremo qualcuno a cui affidarlo dovremo portarlo con noi. E’ troppo piccolo e non può farcela da solo.”, aggiunse Ken.

“Hai ragione, ma a chi lo lasciamo ? E poi, se sapesse di essere di essere stato abbandonato, ci resterà malissimo.”, disse Lein.

“Sì, però è per il suo bene.”, osservò Mariam.

Infatti, il piccolo Frank era davvero in pericolo con i ragazzi perché, se fosse capitato in mezzo a qualche battaglia, indifeso com’era avrebbe potuto fare una brutta fine.

Terry da un po’ stava guardando il lato di una collina più vicina e disse agli amici: “Ehi, guardate lì. Secondo voi è un villaggio ?”

Tutti guardarono in quella direzione e videro delle luci in lontananza.

Infatti, a due o tre ore di cammino da dove si trovavano adesso, i ragazzi videro un piccolo villaggio sul lato della collina più vicina.

Il villaggio era ben nascosto dalle montagne, quindi, i ragazzi, anche se a malincuore presero una decisione.

Rik scrisse una lettera a nome suo e dei suoi amici, poi, in groppa a Fly portò Frank addormentato al piccolo villaggio.

Fly atterrò vicino alla casetta più distaccata dal villaggio, poi, Rik, che teneva in braccio Frank scese e bussò alla porta.

Quando sentirono bussare alla porta, due anziani coniugi dall’espressione gentile si alzarono e, aprendola si trovarono davanti una scena incredibile.

Davanti a loro c’era un adolescente che teneva in braccio un bambino di circa dieci anni e, dietro di lui c’era un enorme drago rosso.

Rik, notando le espressioni spaventate dei due coniugi bisbigliò loro guardando il drago: “Non preoccupatevi, non vi farà del male.”

I due coniugi si guardarono stupiti, poi Rik disse loro: “Ho bisogno che accudiate il mio amico. Purtroppo non posso portarlo con me; è troppo pericoloso. Siete disposti a tenerlo ?”

L’uomo, con un’espressione gentile, gli rispose: “Non preoccuparti, Eletto. Lo cresceremo come se fosse nostro figlio.”, e la moglie sorridendo prese in braccio Frank portandolo in casa.

“Grazie e dategli questa, per favore.”, gli disse Rik porgendo all’uomo la lettera che lui e i suoi amici avevano scritto per Frank.

L’uomo prese la lettera e disse a Rik: “Di niente. Sappi che se tu e i tuoi compagni abbiate mai bisogno di aiuto, la nostra porta sarà sempre aperta.”

“Grazie. Non lo dimenticherò.”, gli rispose Rik mentre saliva nuovamente su Fly.

Poco dopo, i due volarono i direzione degli altri ragazzi.

Quando Fly e Rik tornarono al campo, ormai l’alba stava sorgendo, quindi, i ragazzi, dopo una colazione fredda partirono involo per lo loro prossima avventura…

La sera dopo, il gruppo si fermò in un bosco immenso circondato da alte montagne dai profili molto aguzzi.

Dopo cena, i ragazzi parlarono un po’.

“Chissà come sta Frank ora ?”, si chiese Lein.

“Un po’ mi dispiace. Era come avere un fratellino…”, disse Mariam.

“Dai, non preoccupatevi. Sono certo che in quella casa starà bene.”, disse loro Ken per tranquillizzarle.

“Sì, è vero. Lì Frank sarà al sicuro.”, aggiunse Rik.

La luna splendeva sopra il bosco montano e, i ragazzi dormivano beatamente nei loro sacchi a pelo.

I ragazzi si fermarono in una radura erbosa per riposare e si misero a dormire con la luna che vegliava su di loro.

Mariam, nonostante dormisse al fianco di Artik, tremava per il freddo.

Ken non dormiva ancora perché stava guardando oltre la cresta delle montagne.

“Ken, cosa c’è ?”, gli chiese Tiger accorgendosi dell’aria pensosa del ragazzo.

“Come ?”, gli chiese Ken all’improvviso, come se fosse appena stato svegliato da un sogno.

“Ti ho chiesto a cosa stai pensando. Hai una faccia così assorta !”, gli rispose il lupo.

“No, niente è che… sono cambiate moltissime cose. Cose che prima pensavo fossero quelle giuste, improvvisamente sono diventate quelle sbagliate. Poi stavamo pensando alla mia vita prima di lasciare casa…è tutto diverso ora…”, gli spiegò il ragazzo confuso.

“Ed è un problema ?”, gli chiese il lupo.

“In che senso ?”, gli domandò il ragazzo.

“Hai dei ripensamenti ? Stavi meglio prima ?”, gli chiese il lupo.

“No. Anzi, prima di lasciare Molins non avevo amici e l’unica persona che mi interessava era mia madre, ma ora è tutto diverso…”, concluse Ken guardando i suoi compagni addormentati.

Tiger sorrise, poi, Ken notò che Mariam tremava per il freddo.

Ken si alzò e, portando la sua coperta con sé, si avviò in direzione di Mariam.

Quando Artik lo vide avvicinarsi lo guardò con aria stupita.

Poi, il ragazzo mise la sua coperta addosso a Mariam.

“Ma poi tu non avrai freddo ?”, gli chiese Artik preoccupato.

“No, non preoccuparti. Mi arrangerò.”, gli rispose tranquillamente il ragazzo sorridendogli.

Dopodichè, Artik si rimise a dormire e Ken tornò da Tiger, dove si sdraiò e si preparò a dormire, con il firmamento che brillava sopra di lui.

“Ti piace molto, vero ?”, gli chiese il lupo.

Ken, imbarazzato, gli chiese: “Chi ?!”

Tiger gli rispose divertito : “Dai, non fare il finto tonto ! L’ho capito subito che eri innamorato di Mariam !”

Ken, imbarazzato, non disse nulla.

“Perché non glielo dici ? Aspetti che qualcuno se la porti via ?”, gli chiese Tiger.

“Non lo so…Forse merita qualcuno meglio di me.”, gli rispose Ken cupo.

Tiger, gli disse seriamente: “Ken, non dire sciocchezze e non sottovalutarti così. Tu sei una persona unica e non solo per il fatto di essere un Eletto, ma è proprio il tuo carattere e le tue scelte che ti distinguono dagli altri.”

“Tiger, lei non può volermi… Io sono stato un assassino ! Ho ucciso moltissime persone, ho attaccato il suo villaggio !”, esclamò Ken disperato.

“Ma ora sei cambiato e lei lo sa. Non è stata lei a darti fiducia prima degli altri ?”, gli chiese Tiger.

“Sì, ma…”, gli disse il ragazzo incerto.

“Ken, non farti condizionare dal tuo passato. Hai commesso degli errori ma hai capito e hai ripreso la retta via. Ora sei una persona totalmente diversa, ok ? Hai tutte le carte in regola per stare con lei.”, gli disse il lupo con fermezza.

“Dici ?”, gli chiese il ragazzo.

“Certo !”, gli rispose Tiger risoluto.

“Grazie…”, gli disse il ragazzo commosso dalle sue parole gentili.

Tiger sorrise e li chiese: “Ken, come mai ti piace così tanto Mariam ?”

Ken, felice di poterne parlare con qualcuno, gli rispose: “Perchè è semplice, dolce e comprensiva. Quand’ero ancora nell’esercito nemico era l’unica che credesse ancora che io potessi migliorare. E’ stata l’unica a darmi fiducia ed è solo grazie a lei se sono cambiato così.”

Così, il ragazzo si addormentò vicino al suo amico peloso.

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Capitolo 37
*** CAPITOLO 37 ***


CAPITOLO N° 37 “ATTENTI !”

Il sole era appena sorto e, lentamente stava raggiungendo la prateria dove dormivano i ragazzi.

I soli suoni che si sentivano erano i cinguettii allegri degli uccelli e il vento che soffiava dolcemente tra l’erba e in mezzo agli alberi.

All’improvviso…

“Svegliatevi ! Presto, dobbiamo andarcene !”, gridò Funny volando in circolo sul campo dove stavano dormendo i ragazzi.

Fly, ancora mezzo addormentato, nel sonno disse infastidito: “Chiudi il becco, cornacchia !”

Funny, indignata volò in picchiata vicino alla testa del drago e urlò: “Cornacchia a chi, eh ?!”

Fly, svegliandosi di soprassalto chiese alla gazza: “Funny ! Si può sapere cos’hai da strillare così a prima mattina ?!”

Funny, agitata, gli rispose: “Stanno arrivando dei soldati. Perché non ruggisci ? Dai, sveglia tutti e poi ce ne andiamo alla svelta !”

Fly, capendo il pericolo annuì e ruggì così forte che tutti gli uccelli della foresta volarono via terrorizzati.

Anche i mostri e i ragazzi si svegliarono di colpo.

“Fly ! Ma cosa ti è saltato in mente ?!”, gli chiese Rik infuriato.

“Funny ha visto dei soldati che procedono in questa direzione, quindi dobbiamo andarcene che ci raggiungano.”, gli rispose il drago in tono serio.

“D’accordo. Quanto tempo abbiamo ?”, gli chiese Rik.

“Tre o quattro ore.”, gli rispose Funny.

“Va bene. Allora facciamo colazione e poi andiamo.”, decise Ken.

Così, dopo aver fatto colazione aver cancellato le proprie tracce, il gruppetto si avviò verso Molins, perché, per raggiungere Naklis, i ragazzi dovevano fare il giro al contrario:dovevano passare da Molins, Dengrid, Way e Naklis.

Verso sera, lo strano gruppo giunse molto vicino a Molins e iniziò a vedere i suoi grigi grattacieli.

Ora, quella città era controllata dall’esercito nemico che aveva ridotto in schiavitù tutti gli abitanti sopravvissuti al feroce massacro di molti mesi prima.

“Questa è la tua città vero, Ken ?”, gli chiese Tiger.

Ken gli rispose in tono malinconico: “Già, ma non mi è mai piaciuta. Non vedevo l’ora di andarmene.”

Mariam sentì involontariamente quel discorso.

Mariam, che, involontariamente aveva sentito il discorso, gli chiese: “Perché dici così, Ken ? Avevi tutto in una città così immensa.”

Ken, sorridendo, le rispose: “Non avevo la cosa più importante: la libertà. Questa città era governata dalla famiglia Lison e, in essa viveva solo gente di ceto medio o alto. La maggior parte delle persone era arrogante, presuntuosa e non provava un briciolo di pietà nei confronti delle persone più povere… Era terribile viverci…”

“Mi dispiace…”, gli disse Mariam.

“Tranquilla, ormai è finita.”, le disse Ken sorridendole.

Dopodichè, il gruppo si accampò per la notte in un bosco lì vicino e, dopo una cena sostanziosa, tutti i componenti del gruppo parlarono a lungo…

Mentre tutti i ragazzi stavano discutendo intorno al fuoco, Ken si avvicinò a Mariam e, bisbigliandole, le chiese: “Mariam… puoi seguirmi un attimo ?”

Mariam, sorpresa ma incuriosita seguì l’amico che la condusse in una tranquilla pineta poco distante dal campo.

“Sta per dichiararsi, vero ?”, gli chiese Artik sotto voce per non farsi sentire dai ragazzi.

“Già…Vediamo se ce la fa.”, gli rispose Tiger.

Intanto, gli altri ragazzi, che, fino a quel momento avevano fatto finta di nulla di nulla, quando Mariam e Ken si erano allontanati iniziarono un acceso dibattito.

“Secondo voi vuole dichiararsi a Mariam ?”, chiese Lein emozionata agli amici.

“Certo ! E’ per questo che l’ha portata lì ! Almeno non potevamo sentire la sua dichiarazione !”, le rispose Terry curiosa.

Cody e Rik si guardarono e alzarono gli occhi al cielo disperati…

“Finalmente ! E’ dalla prima volta che ci siamo incontrati e anche quando ci ha catturai che Ken guardava così Mariam.”, disse Terry.

“Sì, è vero ! Si vede lontano un miglio che Ken è innamorato di lei !”, esclamò Lein eccitata.

“Uffa ! Lasciateli un po’ stare, no ? Cosa ve ne importa a voi ?”, chiese spazientito Tiger alle ragazze.

“Oooh ! Dai, Tiger ! Non sei curioso ? Neanche un po’ ?”, gli chiese Terry divertita.

“Cosa ? Ma scusa, sono affari loro !”, le rispose Tiger.

“Ma Ken è il tuo compagno ! Possibile che non ti interessi neanche un po’ ? “, gli chiese Lein.

Tiger stava per ribattere, ma Rik gli disse: “Lascia perdere, Tiger. Le ragazze sono fatte così !”

“Già. Sono delle ficcanaso di natura !”, esclamò Cody divertito.

“Cosa ?!”, esclamarono Lein e Terry all’unisono.

Tiger, Artik, Fly, Cody e Rik scoppiarono a ridere divertiti…

Nel frattempo, in mezzo alla pineta illuminata dalla luce della luna…

“Mariam, io…”, le disse Ken imbarazzato.

Mariam, intuendo cosa stesse per dirle Ken si sentì molto emozionata, ma gli chiese comunque: “Cosa c’è, Ken ?”

“Io… ti amo !”, concluse il ragazzo sempre più imbarazzato guardandola negli occhi.

Mariam, felice, guardandolo negli occhi, gli disse: “Ken… anche tu mi piaci molto, però… per il momento non sono ancora pronta ad impegnarmi seriamente con qualcuno…scusami…”

Ken, sorridendole, la guardò negli occhi e le disse dolcemente: “ Non preoccuparti. Mi dirai tu quando sarai pronta e poi sappi che per te aspetterei in eterno !”Mariam, felice di quella risposta guardò quei profondi occhi blu che, dal primo momento in cui li aveva incontrati ne era rimasta affascinata, poi disse: “Grazie, Ken…Sei davvero unico !”, e lo abbracciò felice.

Dopo pochi minuti…

“Dai, torniamo dagli altri. Che ne dici ?”, le domandò il ragazzo.

“certo.”, gli rispose Mariam e, insieme tornarono al campo, dove tutti li aspettavano curiosi.

Quando Mariam si mise a dormire era davvero felice della dichiarazione di Ken…

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Capitolo 38
*** CAPITOLO 38 ***


CAPITOLO N° 38 “ UN INCONTRO INASPETTATO”

Il mattino dopo, i ragazzi si svegliarono di buon’ ora e, dopo una colazione veloce ripartirono alla volta di Naklis.
Dapprima, i ragazzi e i mostri aggirarono Molins in tutta fretta, poi, con un’andatura più tranquilla proseguirono in direzione di Naklis.
Dopo un po’, i ragazzi arrivarono alle pendici di un impervio valico tra le montagne vicino a Dengrid.
L’ultimo tratto di strada che fecero per superare il valico fu davvero duro perché era una parete rocciosa molto ripida,ma, grazie all’aiuto dei mostri riuscirono a passare.
Ormai, era quasi mezzogiorno e, i ragazzi,sfiniti per la marcia estenuante si fermarono a mangiare qualcosa prima di giungere a Dengrid.
Mentre mangiavano i resti della precedente caccia, i ragazzi parlarono un po’.
“Oggi è una bella giornata. C’ anche il sole !”, disse Terry con un tono innocente guardando Mariam.
“Già. Si sta proprio bene.”, aggiunse Mariam che era seduta vicino a Ken.
“Anche ieri sera si stava bene, vero Mariam ?”, le chiese Lein con un’aria furba.
Mariam restò per un momento interdetta da quella domanda, ma poi capì lo scopo che voleva raggiungere la sua amica.
“Lasciatela stare ! Accidenti, le ragazze sono proprio curiose !”, esclamò Rik.
Lein e Terry lo ignorarono e continuarono guardare Mariam sperando che dicesse loro com’era andata la sera precedente, quando si era allontanata con Ken.
Mariam e Ken si guardarono a disagio, poi, il ragazzo disse agli amici: “E va bene. Vi diremo com’è andata.”
Terry e Lein, curiose di saperlo zittirono al momento.
Ken continuò guardando proprio Lein e Terry: “Almeno voi due la finirete di starci addosso !”
“Noi ?!”, esclamarono in coro Terry e Lein con aria innocente.
Mariam sorrise divertita.
“Ma cosa vuoi dire ?”, gli chiese Lein.
“Noi non stavamo dicendo proprio niente.”, aggiunse Terry.
“Come no !”, esclamò Cody divertito.
“E’ da quando ci siamo fermati che cercate di estirpargli informazioni su quanto è successo ieri sera in quella pineta !”, disse Rik rivolto a Lein e a Terry.
Terry e Lein si guardarono a disagio non sapendo cosa ribattere.
Ken guardò Mariam e le sorrise; lei capì subito cosa volesse dirle l’amico.
“Io e Ken abbiamo deciso di pensarci.”, disse semplicemente Mariam alle amiche.
“Cosa ?! No, dai ! Diteci la verità !”, le disse Terry curiosa.
“E’ questa la verità.”, le disse tranquillamente Ken.
Così, mentre gli altri ragazzi restavano sbalorditi dal racconto di Ken e Mariam, questi ultimi si guardavano sorridendo sapendo bene cosa ognuno provasse per l’altro e, che un giorno, non molto lontano, le cose sarebbero cambiate e, sicuramente in meglio !
Dopo pranzo, i ragazzi iniziarono a camminare in direzione del valico di Dengrid.
Quando arrivarono in cima al valico,i ragazzi e i mostri erano sfiniti.
“Caspita, che fatica !”, esclamò Cody.
“Già, non potevate portarci voi almeno per un po’ ?”, chiese Lein ai mostri.
“No. Qui ci sono troppi soldati. Ci avrebbero visti sicuramente.”, le rispose Fly.
“Uffa !”, protestò Terry.


Così, tra una chiacchera e l’altra, i ragazzi e i mostri si rimisero in cammino.
Verso il crepuscolo, il gruppetto aveva superato il valico tra le montagne e iniziato a scendere lungo la vallata che appariva sotto di loro.
Quando furono abbastanza in basso, i ragazzi si fermarono in un fitto bosco.
“Ok. Ci fermiamo qui per questa notte, che ne dite ?”, chiese Rik ai ragazzi.
Gli altri annuirono e, posando a terra gli zaini iniziarono a preparare il campo per la notte.…
Quando nel bosco fu calata la notte, i ragazzi andarono a cacciare qualcosa, mentre le tre ragazze ultimavano il campo.
Questa volta, quando i ragazzi andarono a caccia, Marahute e Tiger li seguirono.
“Ehi, aspettate ! Vengo anch’io !”, esclamò Fly rivolto ai tre ragazzi.
“E’ meglio di no. Aspettaci qui.”, gli disse Rik gentilmente.
“Perché devo restare qui ?”, gli chiese il drago indignato.
“Perché sei troppo grosso e poi, di quel colore, ti si vede benissimo. Faresti scappare tutte le prede.”, gli rispose Ken in tono educato ma risoluto.
“Uffa !”, protestò Fly capendo che il ragazzo aveva ragione.
“Dai, non ti offendere, Fly. Ti prometto che quando tutto questo sarà finito sarai libero di volare tutto il tempo che vorrai e andremo anche a caccia insieme.”, gli disse Rik per consolarlo.
“E va bene.”, gli rispose Fly e si sistemò nel campo.
Così, i tre ragazzi, accompagnati da Marahute e da Tiger si avviarono nel folto del bosco…

Dopo dieci minuti di cammino in mezzo agli alberi, i ragazzi avvistarono uno splendido cervo che brucava tranquillamente in una radura.
“Quello è perfetto.”, bisbigliò Cody ai compagni indicando il cervo.
Rik e Ken annuirono.
Cody incordò l’arco e si preparò a lanciare, quando, improvvisamente, davanti a lui comparve una piccola e graziosa ragazza.
I tre ragazzi restarono sbalorditi da quella strana creatura.
Cody abbassò l’arco.
La ragazza aveva dei capelli biondissimi che le arrivavano fino alla schiena, degli occhi verde acqua e due leggere ali azzurrine.
Dalla sua statura, la strana creatura doveva avere circa vent’ anni, portava un vestito blu con sfumature che andavano sul vedere smeraldo.
“Una fata…”, bisbigliò Ken sbalordito.
Cody e Rik guardarono Ken, poi si voltarono di nuovo verso la leggiadra creatura.
Intanto, al fata, sorridendo disse loro: “Ciao ! Mi chiamo Ybrys. Spero di non avervi spaventati.”
I ragazzi si ripresero dallo stupore e Ken le rispose gentilmente: “No, non preoccuparti.”
“Perché ti sei messa davanti alla nostra preda ?”, le chiese Tiger diffidente.
“Perché quello non è un cervo.”, gli rispose semplicemente Ybrys.
“Cosa ?!”, esclamarono i tre ragazzi all’unisono.
“Cosa vuoi dire ‘”, le chiese Marahute.
“Come fa a non essere un cervo ? Ne sento l’odore !”, protestò Tiger.
“Ragazzi, lasciamola parlare.”, disse loro Ken.
Ybrys disse ai presenti: “Quella che stavate per colpire è solo un’ immagine creata dalla magia nera del mago Irindor. In pratica, se uno colpisce l’immagine, quella, un secondo prima si dissolve, poi emette una barriera che respinge il colpo da dov’è venuto, uccidendo il tiratore. Ora capite perchè vi ho fermati ?”
“Allora dobbiamo ringraziarti. Ci hai salvato la vita.”, le disse Ken riconoscente parlando a nome di tutti.
“Hai salvato Cody, quindi chiedimi quello che vuoi.”, le disse seriamente Marahute.
Ybrys sorrise e le rispose: “Ma figurati ! Non voglio niente in cambio !”
“Scusa,ma tutti gli animali del bosco sono finti ? Come facciamo a mangiare ?”, le chiese Rii gentilmente.
Ybrys gli rispose: “ Purtroppo sì. Però potete venire al mio villaggio se volete. Lì troverete tutto ciò che desiderate., compreso il cibo.”
I tre ragazzi e i mostri si scambiarono degli sguardi perplessi perché non sapevano cosa fare: fidarsi o no della fata ?
Rik, le rispose titubante: “Non lo so…”
Ybrys, leggendogli il pensiero disse loro dolcemente: “Avete ragione a non fidarvi, però, vi assicuro che le fate non hanno alcuna d intenzione di fare del male a nessuno, tanto meno alle sole persone che possano riportare la pace in questo mondo. Potete fidarvi.”
I ragazzi convinti dal quel discorso accettarono la proposta di Ybrys e tornarono al campo con lei.
Appena le ragazze e i mostri che c’era al campo videro la creatura dall’incantevole bellezza, ne restarono sbalorditi e affascinati al contempo.
Mariam, sbalordita e curiosa si avvicinò a Ybrys e le chiese: “Sei una fata, vero ?”
Ybrys, sorridendo le rispose: “Esatto. Mi chiamo Ybrys, e tu ?”
“Mariam. Ma come hai incontrato i nostri amici ? Abiti in questo bosco ‘”, le domandò la ragazza.
Allora Ybrys le raccontò cosa fosse successo nel bosco.
Quando la fata ebbe finito il racconto…
“Chissà se possiamo fidarci ? Però…mi sembra simpatica…”, si chiese Lein guardando la fata sospettosa.
“Non preoccuparti. Sono dalla vostra parte.”, le disse Ybrys rivolgendosi a Lein.
Lein, imbarazzata disse alla fata: “scusami, non volevo offenderti, solo che non ti conosciamo neppure e visto che ci sono sempre nemici in agguato…”
“Non preoccuparti. Anch’ io al vostro posto non mi fiderei molto…”, le rispose Ybrys sorridendo.
“Allora, volete venire nel mio villaggio ?”, domandò Ybrys ai ragazzi.
I ragazzi accettarono e iniziarono a mettere via le proprie cose.
Dopo aver messo via tutto, i ragazzi e i mostri seguirono Ybrys attraverso la foresta.
Ormai erano passate due ore da quando il gruppo si era messo in marcia.
“Ybrys, è ancora molto lontano il tuo villaggio ?”, le chiese Cody.
“No, non preoccuparti. Siamo quasi arrivati.”, le rispose la fata.
“Ybrys, come mai eri fuori dal tuo villaggio e così lontana di notte ?”, le chiese Terry.
“Terry ! Sei sempre la solita impicciona !”, le disse Lein sottovoce in tono di rimprovero.
Ybrys, che aveva sentito disse: “Non preoccuparti, Lein. Comunque sono di guardia questa notte, per questo sono fuori dal mio villaggio.”
“Di guardia ? Che vuoi dire ?”, le chiese Rik sorpreso.
“Nelle vicinanze del mio villaggio c’è un mago che pratica la Magia Nera e, quindi, gli abitanti del mio villaggio si dividono i turni di guardia in modo che se quel mago cerca di avvicinarsi non ci coglie alla sprovvista. Oppure stiamo attenti agli stranieri che non sapendo del trucco che riguarda gli animali finti, li cacciano e restano uccisi dalla magia del mago.”, spiegò loro la fata.

Poco dopo, il gruppo arrivò davanti a una quercia immensa nascosta perfettamente da due salici.
Ybrys si fermò e, voltandosi verso i ragazzi disse loro: “Siamo arrivati !”
I ragazzi la guardarono perplessi.
“Ma … lì c’è solo una quercia.”, osservò Cody spiazzato.
“L’apparenza inganna…Ora vedrete.”, disse loro Ybrys sorridendo.
Ybrys si voltò verso la quercia, appoggiò una mano sulla corteccia ruvida e disse: “Oì Lingus dei. Aìma neì franch clerin donau Elya du yù !”
I sei ragazzi trasalirono nel sentire quella frase.
“Avete sentito ? Ha usato la lingua magica !”, disse Terry ai suoi amici.
Gli altri ragazzi annuirono sconcertati.
All’improvviso, una porta immensa si aprì all’interno della quercia, rivelando un passaggio segreto che introduceva in un piccolo villaggio pieno di luci.
“Benvenuti nel paese delle fate !”, disse Ybrys felice ai ragazzi.
I sei ragazzi, che erano rimasti increduli da quanto era appena successo, non riuscirono a muovere un passo, tanta era la sorpresa.
“Dai, entrate ! Cosa state aspettando ?”, li esortò Ybrys sorridendo.
I ragazzi, come svegliandosi da un sogno, si incamminarono dietro alla fata attraverso il passaggio segreto.
“Scusaci, Ybrys è solo che siamo rimasti molto meravigliati. La porta nella quercia e quel paese pieno di luci…E’ stata una sorpresa per tutti noi.”, si scusò Mariam.
“Tranquilli, non è il caso di preoccuparsi. Comunque, fino ad ora non avete visto niente. Aspettate solo di entrare nel villaggio e vedrete che lì c’è molto di più di cui stupirsi.”, le rispose Ybrys sorridendo.
Dopodichè, la fata disse rivolta alla porta di quercia: “Doi ne !”, e la porta si richiuse immediatamente alle loro spalle, lasciando solo la corteccia di una normalissima quercia.
“Bene ! Ora siamo ufficialmente a Cobryl, il paese delle fate !”, esclamò Ybrys allegramente voltandosi verso i ragazzi.
I ragazzi si guardarono intorno e notarono che le case erano molto più piccole di quelle umane e poi, c’erano molte creature oltre alle fate: unicorni, gnomi, folletti, troll norvegesi.
“Ci sono moltissime creature, non solo fate…”, osservò Cody.
Ybrys gli rispose tristemente: “Già. Tutte le creature magiche e non, che si nascondono dall’esercito di Re Fenix vengono qui perché da sole non avrebbero alcuna speranza di sopravvivere.”
“Ma, Ybrys. Perché ci sono in giro tutti questi abitanti ? E’ notte fonda !”, le chiese Ken.
“Perché ora è l’ora del cambio della guardia e poi perché bisogna controllare la porta d’ingresso del villaggio oltre che le vicinanze.”, gli rispose Ybrys.
Poi, guardando un unicorno, la fata chiese ai ragazzi: “Vedete quell’ unicorno ?”
I ragazzi e i mostri annuirono, poi, Ybrys proseguì: “E’ arrivato qui due giorni fa. Lui era il capo branco di una mandria di unicorni, ma purtroppo, quando l’esercito nemico li ha minacciati, molti dei suoi compagni, per paura si sono uniti ad esso. Lui e pochi altri unicorni che si sono ribellati hanno dovuto combattere contro i mostri e i maghi di quel terribile esercito oltre che contro i soldati. Quell’ unicorno si è slavato per miracolo, poi si è trascinato fino alle porte del nostro villaggio chiedendoci aiuto. Purtroppo, uno dei mostri nemici gli ha causato una ferita mortale. Le fate guaritrici del mio paese hanno provato di tutto per curarla, ma la ferita non si rimargina minimamente…Purtroppo, Faun diventa più debole ogni giorno che passa…”
I ragazzi si guardarono tristemente, poi Mariam chiese: “Terry, Lein perché non proviamo a curare Faun con le formule di guarigione che ci ha insegnato Re Ayrm ?”
Terry e Lein la guardarono sorridendo.
“certo !”, concordò Lein.
“Dai, proviamo !”, aggiunse Terry.
“Aspettate !”, disse Artik alle ragazze, “Vi aiuteremo anche noi. Quella di Faun, non è una ferita da nulla sennò sarebbe già guarita, Gli unicorni hanno dei poteri curativi innati e se questi poteri non hanno funzionato, allora la situazione è davvero grave.”
“E’ vero ! Ma se uniamo le nostre forze, sono sicura che riusciremo a curarlo.”, disse Neferty.
“Ok, allora andiamo !”, disse Funny.
Le tre ragazze e i mostri si avvicinarono a Faun.
Quest’ ultimo però cominciò a scalciare nervosamente e disse loro in tono brusco: “Lasciatemi stare !”
“Non preoccuparti. Vogliamo aiutarti.”, gli disse dolcemente Lein.
“E’ inutile ! Ne i miei poteri e ne quelli delle fate sono riusciti a curarmi.. Quindi andatevene e a lasciatemi morire in pace !”, le rispose minaccioso Faun.
Artik, furioso disse a Faun: “Senti un po’ ! Tu adesso ti fai curare dalle ragazze ! Loro hanno dei poteri superiori e possono aiutarti davvero !”
Gli occhi di Faun guizzarono interessati da Artik alle tre ragazze, sbalordito com’era disse: “Siete gli Eletti !”
“Come hai fatto a capirlo ?”, gli chiese Terry.
“Intuito… E va bene. Provate pure se volete”, disse Faun in tono rassegnato rivolto alle ragazze.
Le tre ragazze strinsero le loro pietre e, quando iniziarono a pronunciare le formule di guarigione, queste brillarono.
All’improvviso, le menti delle ragazze e quelle dei loro mostri furono collegate permettendo loro di parlare telepaticamente.
Lein fece cenno a una fate di togliere la fasciatura dalla ferita dell’unicorno.
Quando apparve la ferita, le ragazze vennero pervase dall’ orrore: sul fianco dell’unicorno appariva una profonda ferita nera che stava compiendo il suo lugubre cammino nel corpo della magica creature riducendola in fin di vita.
Mariam disse telepaticamente “Ragazze ! Dobbiamo mettercela tutta o non ce la farà !”
Le altre due ragazze annuirono e, insieme iniziarono a guarire la ferita con le formule del re elfico.
Le ragazze continuarono a curare l’unicorno con tutte le loro forze in modo da salvarlo.
L’operazione fu molto difficile e si rivelò più ardua del previsto.
Infatti, le ragazze cercavano di curare la ferita dell’unicorno da più di mezz’ora e, lentamente le loro energie si stavano esaurendo.
Nonostante fossero a corto di energie, le tre ragazze continuarono a immettere magia nella ferita, facendo tutto il possibile per salvare Faun.
“Neferty, Funny ! Dobbiamo aiutarle. Non ce la fanno più !”, disse loro Artik telepaticamente preoccupato per l e condizioni delle ragazze.
“Ok. Adesso !”, disse Funny telepaticamente a Neferty e ad Artik.
Artik e Neferty annuirono,così, le loro energie arrivarono a sostenere le ragazze unendo le loro energie a quelle delle loro amiche.
Infatti, le tre amiche, all’improvviso si sentirono pervase da nuove ed enormi energie.
“Ma…che succede ?”, chiese Terry perplessa alle amiche sentendosi carica di energia.
Funny le rispose telepaticamente “Vi abbiamo trasferito le nostre energie. Ora concentriamoci sulla ferita.”
Finalmente, grazie alla collaborazione dei mostri, Faun fu salvo.
Infatti, la ferita era ormai del tutto guarita.
Appena la ferita dell’unicorno svanì, le tre ragazze interruppero il contatto telepatico e si sedettero a terra prive di forze.
“Però…Che fatica !”, esclamò Terry.
“Già. Ma la ferita è guarita finalmente !”, aggiunse Lein.
“E questo è l’importante !”, concluse Mariam.
Faun, che ormai era in forma smagliante, disse alle ragazze: “Grazie ! Mi avete salvato la vita. Vi accompagnerò nel vostro viaggio, Eletti !”
Mariam, gli rispose: “Va bene. Se vuoi vieni pure ma non sentirti in obbligo verso di noi.”
“Non preoccuparti. Non è un obbligo. Lo faccio perché voglio farlo.”, le rispose Faun gentilmente.
“D’accordo. In questo caso saremo felici di averti come compagno !”, gli rispose Mariam sorridendo.
“Bene ! E poi, così vi potrò aiutare nella vostra missione.”, aggiunse Faun felice.
Ybrys e i ragazzi seguiti da Marahute, Tiger e Fly si avviarono verso le loro amiche.
“Va tutto bene ?”, chiese Ybrys alle ragazze e ai mostri.
“Sì, tranquilla.”, le rispose Lein sorridendo.
“A pensarci bene, però ci è venuta un po’ di fame !”, ammise Terry arrossendo imbarazzata.
“E’ normale, se non avete mangiato niente e avete usato le vostre energie per la magia è normale che abbiate fame. Non preoccupatevi, ora vi farò preparare una bella cena !”, disse loro Ybrys sorridendo.
Dopodichè, Ybrys chiamò a raccolta tutti gli abitanti del villaggio e, insieme a loro preparò una sostanziosa cena per gli Eletti: i salvatori del mondo !


Dopo una gustosa cena, anche le tre ragazze ormai si erano riprese del tutto e, con i loro amici e con Ybrys si avviarono ad una festa organizzata nel villaggio appositamente per loro.
La festa fu ricca di colori e di suoni e, molte fate fecero domande incuriosite ai ragazzi e ai mostri.
Le fate, oltre ad essere molto curiose, si dimostrarono molto gentili e premurose sia con i ragazzi e sia con i mostri.
Le fate bambine giocavano con i mostri,sempre rispettandoli naturalmente.
I ragazzi,ancora nonni rendevano conto di essere capitati tra le creature più belle e più leggiadre del pianeta !
Infatti,ogni fata, in un modo o nell’altro era… incantevole !


“Sono davvero bellissime !”, osservò Mariam guardando affascinata le miriadi di fate che la circondavano.
“Già… Se anche le ragazze umane fossero così belle !”, esclamò Rik per scherzare.
“Ehi ! Cosa vuoi dire ?! Almeno la maggior parte delle ragazze umane sono sincere !”, ribattè Lein.
Ybrys, però aveva sentito tutto.
Lein, accorgendosene, le disse dispiaciuta: “Scusami, Ybrys… Ho sentito alcune storie su di voi…Ovviamente, non siete tutte uguali per fortuna… Non volevo offenderti, mi dispiace…”
“Non preoccuparti. Purtroppo, la maggior parte delle storie che ci riguardando sono vere.”, le rispose la fata in tono gentile.
I ragazzi restarono sorpresi da quella rivelazione.
“Alcune fate usano il loro fascino per ingannare le loro vittime, derubarle e infine ucciderle. E’ per questo che gli Elfi ci hanno dichiarato guerra molti secoli fa.”, proseguì Ybrys.
“Solo per questo ? Ma cosa gli avete fatto per meritarvi la loro ostilità ?”, le chiese Rik.
Ybrys, con aria contrita iniziò a spiegare ai ragazzi: “Molti anni fa, quando Re Ayrm e la Regina Isys erano appena saliti al trono, una fata si intromise tra di loro, all’inizio,come dama di corte, ma poi…”
“Ma poi, cosa ?”, le chiese Terry curiosa.
“Dopo dieci anni, la moglie del re fu trovata morta nel suo letto…”, continuò Ybrys.
“Cosa ?! Ma è terribile !”, esclamò Mariam.
“Era stata la fata che si fingeva dama di corte a uccidere la regina.”, rispose Ybrys con aria afflitta.
“Cosa ?!”, esclamarono i ragazzi all’unisono, sconvolti da quella tremenda notizia.
“Già… In tutti quegli anni, la fata aveva usato Re Ayrm grazie al suo fascino, fino al punto di fargli uccidere la sua stessa moglie !”, disse Ybrys
I ragazzi, oltre che essere sconvolti restarono perplessi da quella notizia.
Re Ayrm aveva insegnato loro ogni segreto della magia, com’era possibile che fosse stato soggiogato da una fata ?!
Ybrys, intuendo i pensieri sconvolti dei ragazzi, disse loro: “Quella fata non era una fata qualunque.”
“In che senso ?”, le chiese Ken.
“Era la nostra regina. Lei voleva solo far tornare la pace tra i nostri due popoli, ma si fece prendere dalla brama del potere e distrusse la poca fiducia rimasta.”, gli rispose Ybrys.
I ragazzi erano davvero allibiti, poi, Terry chiese alla fata : “Come andò a finire ?”
“La madre di Gendar, prima di morire scrisse una formula magica per liberare il Re dall’incantesimo della fata e la consegnò al figlio, perché solo un familiare poteva recitarla. Quando Gendar capì che per la madre non ci sarebbe più stata alcuna speranza di salvezza, pronunciò la formula magica per liberare suo padre dal potere della fata. Re Ayrm, resosi conto dell’accaduto uccise la fata senza pietà.”, concluse Ybrys.
“Ma se Gendar aveva la formula, perché ha aspettato così tanto per liberare suo padre ? Magari,s e l’avesse pronunciata prima, sua madre non sarebbe morta !”, esclamò Cody.
Ybrys gli rispose: “La madre di Gendar era gravemente ammalata e nonostante i suoi enormi poteri, aveva bisogno delle potenti cure magiche di suo marito per sopravvivere. La regina era una persona unica. Infatti, era molto comprensiva e voleva sempre dare una seconda possibilità alle persone. Lei credeva molto negli altri e riusciva a vedere il lato buono delle persone e questa è una qualità assai rara da trovare negli esseri viventi. Infine, il giorno prima che succedesse il fatto, la regina eflica diede la formula al figlio perchè sapeva che di lì a poco sarebbe successo qualcosa di terribile.”
“Anche il giorno prima del suo assassinio, la regina credeva ancora che la fata sarebbe tornata ad essere buona ed è per questo che impedì tassativamente al figlio di ucciderla.”, aggiunse Ybrys.
“Caspita… Mi dispiace che Gendar abbia avuto un’ infanzia così triste…”, mormorò Mariam rammaricata.
“Già. Da allora, gli elfi ci odiano moltissimo e hanno anche ragione, però non tutte le fate sono così perfide ! Nel corso degli anni abbiamo cercato di farci perdonare ma è stato tutto inutile. Gli elfi sono davvero testardi ! Quando si mettono in testa qualcosa è impossibile fargli cambiare idea e poi sono troppo orgogliosi per ammettere di avere torto.”, disse oro Ybrys.
“Mi dispiace…”, disse Lein.
“Non preoccuparti. Sono sicura che un giorno riusciremo a tornare alleati.”, le rispose Ybrys sorridendo.


A parte questo piccolo inconveniente, la serata passò in allegria.
Durante la festa, Mariam chiese a Ken: “Ken, puoi seguirmi un attimo ?”
Ken, anche se stupito, la seguì.
Mariam condusse il ragazzo lontano dalle luci e dal rumore, poi, fermandosi su una collina che sovrastava il villaggio, si voltò verso di lui e lo guardò sorridendo.
Il ragazzo, perplesso da quella situazione, chiese preoccupato: “Mariam, cosa c’è ? Va tutto bene ?”
La ragazza lo guardò sorridendo e, arrossendo gli rispose: “Sì, va tutto bene…Volevo solo dirti che… sono pronta.”
Ken non era sicuro di cosa intendesse Mariam, quindi le domandò incerto: “Vuoi dire che…?”
“Sì. Sono pronta ad impegnarmi in una relazione seria con te… Se ti interesso ancora, ovviamente.”, gli rispose la ragazza sorridendo.
Il ragazzo, sorrise felice, poi le prese dolcemente il viso fra le mani e le disse: “Cero che mi interessi ancora.”, e la baciò.

Sulla collina, illuminata dalla luce della luna, due ragazzi avevano appena scoperto la felicità che l’amore porta sempre con sé…

Nel frattempo, gli altri ragazzi si godevano quegli attimi di felicità, assaporandoli fino infondo.
Ai ragazzi sembrava di essere tornasti indietro nel tempo, quando, nei loro paesi natali festeggiavano insieme ai loro amici e alle loro famiglie.

Dopo un po’, Ken e Mariam tornarono dai loro amici mano nella mano.
“Ehi, Lein guarda !”, le disse Terry indicandole Ken e Mariam che si tenevano per mano.
Lein annuì e disse all’amica: “Finalmente !”
Verso notte fonda, Ybrys condusse i ragazzi fino ad una casa più grande delle altre, una casa gigante , come la chiamavano le fate.
Quando giunsero davanti alla porta, la fata disse loro: “Ecco la casa gigante, ragazzi !”
“Casa gigante ? Perché ? E’ una normalissima casa.”, si stupì Cody.
“Forse per voi umani ! Le case delle fate sono molto più piccole rispetto alle vostre. Non l’avete notato ?”, chiese loro Ybrys sorridendo.
I ragazzi, pensandoci un moneto si resero contro che Ybrys aveva davvero ragione perché, nel villaggi fatato, le case erano tutte molto più piccole di quella che era stata destinata a loro.
Infatti, a parte una casa immensa che svolgeva il compito di ospedale, una stalla molto spaziosa per gli animali e le creature magiche ferite e al casa destinata a loro, nel villaggio, le case fatate erano molto più piccole.
“In effetti, a pensarci bene, hai ragione. Le vostre case sono molto più piccole.”, disse Rik.
Ybrys annuì e poi diede una chiave a Mariam e le disse: “Quella chiave serve per aprire la porta di casa vostra.”, poi, rivolgendosi agli altri ragazzi disse loro: “Questa sarà la vostra casa per il tempo che deciderete di restare nel nostro villaggio. Domani mattina, se vorrete, vi porterò in un posto molto interessante, quindi dormite bene e buonanotte !”
Dopo aver salutato Ybrys e averle augurato la buonanotte, i ragazzi entrarono in casa.
Anche se da fuori quella casa gli era sembrata molto piccola, i ragazzi notarono con stupore che il suo interno era molto spazioso.
“Wow ! Non sembrava così grande da fuori.”, esclamò Terry sbalordita.
“Già, è incredibile.”, aggiunse Mariam.
Nella casa non c’erano molti mobili e decorazioni ,ma, l’atmosfera che regnava al suo interno era serena e rassicurante.
C’era la cucina con un tavolo, le sedie e i mobili tutti in legno chiaro.
C’era una stanza con sei letti, un salottino col camino e un bagno e anche una veranda al piano superiore.
Dopo aver fatto un giro di ispezione per la casa, i ragazzi notarono che tutti i mobili erano in legno chiaro, come quelli della cucina.
Quell’ ambiente,anche sobrio era accogliente e luminoso.
Subito dopo l’esplorazione della casa, i sei ragazzi andarono a dormire, stravolti…

Il mattino dopo, i ragazzi si svegliarono quando il sole era già alto nel cielo.
I mostri li aspettavano fuori.
Appena i ragazzi uscirono dalla soglia di casa videro i loro mostri e Faun che li stavano aspettando.
Faun, scherzosamente disse ai ragazzi: “Forza, dormiglioni, andiamo !”
I ragazzi, ancora insonnoliti, gli chiesero : “Dove ?”
“Alla mensa a fare colazione, no ? Non avete fame ?”, chiese loro Faun.
Cody,ancora mezzo addormentato, gli chiese: “La mensa ?”
“Sì, dai venite ! Io sto morendo di fame !”, esclamò Tiger impaziente.
“Oh, poverino !”, esclamò Ken divertito.
Tiger, sentendo la battuta di Ken, gli chiese scherzando: “Cos’hai detto ? Guarda che io ho fame davvero !”
“Sì, sì, va bene. Andiamo.”, gli rispose Ken sorridendo.
Fly si precipitò verso l’unicorno rischiando di investirlo e gli chiese: “Scusa Faun, ci sono le bacche alla mensa ?”
“Fly ! Sei sempre il solito ingordo !”, esclamò Funny.
Tutti scoppiarono a ridere.
Faun gli rispose divertito : “Stai tranquillo, Fly. C’è tutto ciò che vuoi alla mensa !”
“Wow !”, esclamò il drago felice.
“Sì, però i mostri devono aspettare fuori perché la mensa non è abbastanza grande per accogliere anche loro.”, disse Faun.
“D’accordo. Iniziamo ad avviarci ?”, chiese Neferty impaziente.
Tutti annuirono, così, Faun guidò il gruppo fino a una grande costruzione in legno da dove provenivano profumi deliziosi e ticchettii di posate.
Davanti alla porta della mensa, Faun e i mostri si fermarono poi, il primo disse ai ragazzi: “Bene. Ora entrate. Ybrys vi aspetta all’ingresso e buona colazione !”
I ragazzi si avviarono all’ interno della struttura.
Mentre i ragazzi stavano entrando, Fly disse: “Rik ! Portami un po’ di bacche, mi raccomando ! Sennò rischio di svenire per mancanza di cibo !”
Rik, sorridendo gli rispose: “Va bene. Cerca solo di resistere fino al mio ritorno !”, e seguì i suoi amici all’interno della mensa.
Fly, Tiger, Funny e Marahute si misero in attesa dei loro amici, aspettandoli fuori dalla mensa, mentre, Faun, Neferty e Artik si nutrivano della gustosa erbetta fresca presente nel bosco poco distante dal villaggio.
I mostri, nel frattempo chiacchierarono un po’…
“Poverino, lui sviene. Fly sei quello che avrebbe bisogno di un bel po’ di ginnastica altro che svenimenti !!!”, esclamò Tiger scherzando.
“Già. Tiger ha proprio ragione ! Dovresti metterti un po’ a dieta, Fly !”, aggiunse Marahute divertita e tutti scoppiarono a ridere di gusto…
Appena varcarono la porta di quercia della mensa, i ragazzi si trovarono in un’immensa sala, dove, al centro c’era un enorme ripiano pieno di cibi e bevande.
Tutt’ attorno, sparsi per la sala c’erano dei tavolini rettangolari, anch’ essi in legno, dove c’erano sedute moltissime creature come: fate, gnomi, troll e folletti, che tra una chiacchera e l’altra facevano colazione.
Prima che i ragazzi potessero decidersi sul da farsi videro Ybrys venire loro incontro.
“Ciao ! Avete dormito bene ?”, domandò loro la fata in tono gentile.
“Sì, grazie. Stavamo osservando questo posto…è meraviglioso…”, le rispose Lein sorridendo.
Ybrys, sorpresa da quella risposta, disse loro: “Sono contenta che vi piaccia la nostra mensa. A dire il vero è un po’ piccolina visto che gli abitanti del villaggio aumentano sempre di più. Forse dovremmo allargarla un po’, almeno ci sarà più spazio per tutti.”, disse loro Ybrys in tono pensoso.
“Piccolina ? Ma se questa mensa è gigante !”, esclamò Terry rivolta alla fata.
!Ybrys, ma voi mangiate sempre qui ? Non avete la cucina in casa ?”, le chiese Mariam curiosa.
“Certo che abbiamo la cucina nelle nostre case. Però, a noi fate piace molto stare insieme, così cuciniamo in casa e poi portiamo qui il cibo per poi mangiarlo in compagnia. Voi umani mangiate nelle vostre case ? Non avete una mensa in comune ?”, domandò Ybrys stupita ai ragazzi.
“Sì, noi mangiamo nelle nostre case.”,le rispose Terry ancora incredula.
“Però, non sarebbe male mangiare in una mensa come questa; si starebbe in compagnia.”, disse Mariam.
“Sì, in effetti, hai ragione… Piacerebbe anche a me…”, aggiunse Lein.
Dopodichè, Ybrys guidò i ragazzi al ripiano dove c’erano i cibi e le bevande, poi disse loro: “Ora prendete pure ciò che volte. Ci troviamo a quel tavolo laggiù. Va bene ?”, poi indicò un tavolo da sette posti vicino ad una finestra.
I ragazzi annuirono, poi, ognuno iniziò a prendersi qualche delizia di qua e di là.
La colazione fu davvero eccellente e, osservando le fate e le altre creature, Mariam domandò: “Ybrys, sbaglio o qui non comanda nessuno ?”
Ybrys sorrise e le rispose: “No, non ti sbagli. Da quando non c’è più la regina, qui, tutti si autogovernano. Ogni creatura gode degli stessi diritti. Non c’è nessun forma di autorità e ogni abitante ha specifici doveri e responsabilità.”
“E quando c’è qualche situazione difficile, come fate a decidere cosa fare ?”, le chiese Cody.
“Ci riuniamo, indicendo una riunione di villaggio alla quale tutti gli abitanti sono tenuti a partecipare, poi, ne parliamo. Dopodichè votiamo e la maggioranza dei voti vince. E’ come se fossimo una grande famiglia.”, gli rispose la fata.
“Wow…Sarebbe bello se anche nel nostro mondo funzionasse così…”, sospirò Ken.
“Già… Chissà, magari un giorno lo sarà !”, aggiunse Mariam.
“Sì, ho sentito del problema di voi umani. Quel Re Fenix se non vado errato, pretende di controllare tutto e tutti imponendo le sue regole crudeli e mandando allo sbaraglio i suoi soldati a terrorizzare la gente.”, disse loro Ybrys in tono cupo.
“Voi fate sapete del nostro problema ?”, le chiese Rik incredulo.
“Certo ! Molto spesso ci trasformiamo in umani e vaghiamo nel vostro mondo e nei vostri villaggi, oppure, le novità ce le dicono gli stranieri che arrivano in questo villaggio.”, gli rispose Ybrys.
“Scusa se te lo chiedo, ma se voi fate e le altre creature magiche, visto che avete dei poteri, perchè non avete mai aiutato gli umani anche sapendo cosa sta succedendo ?”, le chiese Lein.
Ybrys, rattristandosi, le rispose: “Vedi Lein, il fatto è che anche unendo tutte le nostre forze, noi fate non siamo in grado di opporci seriamente all’esercito nemico. Magari resisteremmo giusto il tempo per creare un diversivo,ma poi dovremmo ritirarci.”, poi aggiunse: “Se quell’esercito fosse composto solo da soldati umani, per noi sarebbe uno scherzo confonderli e metterli fuori gioco. Il vero problema è che tra i nemici, ci sono anche creature magiche che sono state costrette a passare dalla parte del male o per paura o perché quei vigliacchi avevano rapito dei loro familiari. E poi, come se non bastasse, al servizio del re c’è uno stregone molto pericoloso, che, in qualche oscuro modo ha rubato i poteri di una fata, di un elfo, di un unicorno, di un troll, di uno gnomo e li ha racchiusi nel suo corpo. Quindi, quel mago è davvero terribile, perché, racchiudendo tutti quei poteri dentro di sé può fare magie che neanche l’elfo più esperto riuscirebbe a contrastare. Ovviamente, per rubare quei poteri, quel mago ha usato la Magia Nera.”
“Caspita, ma è terribile…”, disse Lein con un filo di voce.
“Già. Noi abbiamo dichiarato guerra a quell’esercito ma dovremmo avere l’appoggio degli elfi e, soprattutto quello dei vostri mostri e il vostro per poterlo annientare del tutto.”, disse loro Ybrys.
“Ybrys, ma se voi siete contro l’esercito nemico, allora dovreste essere anche contro di me…”, le disse Ken imbarazzato.
Ybrys lo guardò seriamente, poi, gli disse intono gentile: “Ken, noi sappiamo che tu sei il figlio del Re, ma sappiamo anche che hai lottato duramente per sfuggirgli rinunciando così di servire il male. Tu, ai nostri occhi sei un eroe perché non è da tutti battere il male e uscirne indenni per tornare sulla retta via.”
“Cosa ?”, le domandò Ken, sorpreso da quella risposta inaspettata.
Ybrys, sorridendogli, gli disse: “Ken, noi fate abbiamo un potere speciale che ci permette di vedere nel cuore delle persone e degli esseri viventi e ti assicuro che il tuo cuore non è più corrotto dal male come quando facevi parte di quell’esercito. Ora il tuo cuore è puro e cristallino e trabocca di amore e di bontà. Quindi, dimenticati del passato e sii fiero di te stesso !”
Ken,ancora più imbarazzato guadò al fata e, commosso , le disse semplicemente: “Grazie, farò del mio meglio per non deludervi.”
Ybrys, gli sorrise, poi, rivolgendosi anche agli altri ragazzi disse loro in tono cupo: “Comunque, noi fate non possiamo opporci direttamente a quell’esercito perché noi usiamo la Magia Bianca e quella nera può distruggerci.”

Mentre i ragazzi finirono di fare colazione, non poterono fare a meno di godere di quella pace e di quella tranquillità che, in confronto alla vita umana, fatta solo di inganni e di pregiudizi era davvero un paradiso !
Quando i ragazzi furono sazi uscirono dalla mensa e, dopo aver sfamato anche i mostri, seguirono Ybrys un posto molto speciale: il Tempio delle Fate Celesti…

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Capitolo 39
*** CAPITOLO 39 ***


CAPITOLO N° 39 “IL TEMPIO DELLE FATE CELESTI”

Il Tempio delle Fate Celesti era situato su una collina poco distante dal villaggio.

Il Tempio delle Fate Celesti era davvero incantevole perché era costituito da diamanti trasparenti e da diamanti neri…

“Wow ! E’ bellissimo !”, esclamò Mariam ammirata guardando la magnifica costruzione.

“Ma non si rovina stando all’aperto ?”, le domandò Cody.

“E’ circondato da una barriera magica che lo protegge dalle intemperie e da eventuali attacchi magici.”, gli rispose Ybrys sorridendo.

La costruzione comprendeva delle colonne in stile dorico, ionico e corinzio che la rendevano ancora più maestosa e raffinata.

“Dai, ragazzi entriamo !”, disse loro Ybrys.

Dopodichè, la fata toccò la porta, che era costituita anch’ essa da diamanti e questa si aprì lentamente…

“Prego, entrate.”, disse la fata ai ragazzi, facendogli strada all’interno della meravigliosa costruzione.

I ragazzi,ancora sbalorditi da tanta magnificenza, la seguirono senza dire una parola all’interno del Tempio.

Ybrys condusse i ragazzi attraverso un dritto e lungo corridoio che sembrava non avere fine.

Dopo mezz’ora finalmente, i ragazzi, sempre accompagnati da Ybrys e dai loro mostri arrivarono davanti a una porta costituita da diamanti e finemente decorata con incisioni in oro lucente.

L’ora sulla porta, però non era normale, perché sembrava risplendere in continuazione.

Ybrys notò le espressioni affascinate dei ragazzi, mentre, i loro mostri non erano rimasti colpiti perchè c’erano già stati in passato.

Ybrys spiegò ai ragazzi: “Quando le mie antenate forgiarono e incastonarono questo oro, vi applicarono un incantesimo per farlo splendere in continuazione e, fino a quando, una sola fata vivrà, l’incantesimo non si dissolverà. Questo tempio fu costruito dopo la morte della nostra regina per aiutare i futuri Eletti e dimostrare agli Elfi che non siamo creature perfide e prive di compassione come pensano loro.”

I ragazzi, ancora affascinati dallo splendore di quel posto e da quella storia non riuscirono a proferir parola, troppo sbalorditi e meravigliati.

Ybrys sorrise e disse loro : “Va bene. Siete pronti ?”

“Per cosa ?”, le domandò Cody.

“Ora vedrete !”, gli rispose sorridendo la fata, dopodichè, pronunciò la formula magica: “Ioi aringas lei Elya !”, e, subito la porta dorata si aprì senza emettere il minimo rumore.

Ad un cenno di Ybrys, i ragazzi e i loro mostri entrarono nella stanza e, quando furono entrati restarono sbalorditi da ciò che li circondava: si trovavano in una stanza rivestita completamente d’oro puro e con sei grosse cavità poste nel centro.

I ragazzi, estasiati esclamarono all’unisono: “ Wow !”

“Ma è bellissima !”, esclamò Mariam ammirata.

“Sì, sembra quasi finta da quant’ è bella !”, aggiunse Terry.

“Non è cambiata molto da quando siamo venuti qui l’ultima volta, vero ?”, chiese Funny agli altri mostri.

“No, infatti. Però mi piace lo stesso !”, le rispose Neferty entusiasta.

Ybrys disse rivolta ai ragazzi: “Bene. Ora mettete le vostre gemme nelle cavità.”

“Perché ?”, le chiese Cody curioso.

“Fidati di me.”, gli rispose Ybrys sorridendo.

Così, i ragazzi obbedirono, poi, la fata disse loro: “Perfetto. Ora tornate qui, per favore.”

I ragazzi si avvicinarono alla fata.

Dopodichè, la fata disse: “ Oi leingas dei yelau delin Elya !”

Improvvisamente, ogni pietra emise un raggio di luce colorata.

“Va bene. Ora possiamo andare.”, disse Ybrys ai ragazzi con aria molto soddisfatta.

“Ma… Puoi spiegarci cos’hai fatto alle nostre gemme ?”, le chiese Mariam.

“E’ semplice. Le sto facendo ricaricare con l’incantesimo che ho pronunciato prima, così, quando le porterete fuori da questa stanza saranno al massimo del loro potere.”, le rispose Ybrys in tono tranquillo.

“Wow ! Sul serio ?”, le chiese Cody stupito.

Ybrys annuì, poi Ken disse: “Adesso che ci penso, anche gli Elfi ci hanno ricaricato le gemme in un modo simile.”

“Sì, infatti.”, gli rispose Ybrys.

“Anche loro le hanno ricaricate con la magia. Comunque, due cariche sono meglio di una, no ?”, chiese loro Ybrys rivolta ai ragazzi.

I ragazzi annuirono.

Dopodichè , la fata domandò loro: “Ragazzi, vi va di vedere il Bosco Incantato ?”

I ragazzi, curiosi annuirono di buon grado a quella proposta e seguirono la loro amica fatata.

Durante, il tragitto, Lein chiese: “Ybrys, come fanno le nostre gemme a ricaricarsi ?”

Ybrys le rispose: “Molte fate potenti crearono un incantesimo apposta per ricaricare le gemme dei cavalieri della Speranza e lo liberarono proprio in quella stanza. Nonostante secoli di studi, nessuno è riuscito a capire che incantesimo ci sia lì dentro. Comunque, a ogni fata viene tramandata la formula pere rendere attivo l’incantesimo quando serve.”

Dopo circa trenta minuti di cammino, i mostri e i ragazzi, accompagnati da Ybrys, si addentrarono nel Bosco Incantato.

Nel Bosco Incantato, vivevano le più belle creature del pianeta oltre che gli animali normali.

All’interno di quel mondo a parte regnava la pace più assoluta, in esso si sentivano solo i rumori degli animali, lo scrosciare dell’acqua di fiumi e torrenti e altri rumori naturali.

Niente grida, niente lame di spade che cozzavano, solo una natura selvaggia che incontaminata.

Quel luogo era davvero uno spettacolo: era pieno di ruscelli gorgoglianti, fiumi dalle acque limpide che terminavano in cascate mozzafiato e alberi rigogliosi e immensi…

“Wow ! Questo posto è un paradiso !”, esclamò Ken a bassa voce per non disturbare la quiete del posto.

“Qui sì che si può cacciare.”, disse loro Ybrys, poi continuò il discorso dicendo: “Tutto il mio villaggio e gran parte di questo bosco è protetto da una barriera magica creata da noi fate. Da quando c’è Irindor, però, la nostra magia si sta indebolendo perché lui usa la Magia Nera e noi non riusciremo a resistere ancora per molto.”

I ragazzi, intristiti da quella storia, non seppero cosa dire a Ybrys per consolarla.

Poi, Lein chiese alla fata: “C’è qualcosa che possiamo fare contro quel mago ? Ci sarà un modo per sconfiggerlo !”

Ybrys, sorridendole, le rispose: “Non lo so, Lein. Credo che l’unico modo per fermarlo sia ucciderlo. Il fatto è che noi fate siamo creature piene di energia positiva , quindi,s e entrassimo in contatto con Irindor, che usa il lato oscuro della magia, noi moriremmo all’istante.”

“Però noi potremmo farvi da scudo mentre combattete, così non entrereste in contatto con la magia nera del mago.”, disse una voce cavernosa alle spalle del gruppo.

I ragazzi e i mostri sussultarono per lo spavento, tranne Ybrys.

Voltandosi, i ragazzi e i mostri videro un troll goffo, basso, un po’ tozzo ma dall’aria simpatica e astuta che li guardava sorridente da sotto i baffoni e i lunghi capelli neri.

Gli occhi vivaci della creatura scrutarono ad uno ad uno i componenti del gruppo.

“Ciao, Kreny.”, lo salutò Ybrys stancamente.

Il troll rispose al saluto, poi, rivolgendosi ai ragazzi, chiese loro: “Così voi siete gli Eletti ?”

I ragazzi e i mostri si guardarono stupiti.

“Tu come fai a saperlo ?”, gli chiese Ken.

“Che domande ! Ne parla tutto il villaggio !”, gli rispose Kreny divertito.

Ybrys, all’improvviso non riuscì più a volare e aveva un’espressione davvero sofferente sul viso.

“Ybrys, cos’hai ? Stai male ? Hai una faccia terribile.”, le chiese Mariam preoccupata.

Ybrys, camminando le disse tentando di tranquillizzarla: “No, tranquilla. Sto bene. Sarà solo un po’ di stanchezza…”

“Anche l’ultima volta che quel mago ci ha attaccati eri conciata così ! E’ meglio andare al villaggio a dare l’allarme.”, le disse Kreny con un tono deciso e preoccupato al contempo.

“Sì, forse hai ragione tu…Chiederò alle altre fate se percepiscono quello che percepisco anch’ io…”, disse Ybrys.

Così, i ragazzi, i mostri , Ybrys e Kreny si dirigevano verso il villaggio, Terry chiese: “Ybrys, se tu stai così male, vuol dire che quel mago sta arrivando ?”

“Temo di sì. Quando qualcuno che possiede la Magia Nera si avvicina, più il mago è forte e più le fate diventano deboli…”, le rispose Ybrys.

Ormai, i ragazzi e i loro amici erano quasi al limitare del bosco…

All’improvviso, si sentì un botto tremendo e, molti lampi e turbini neri imperversarono per la foresta.

Ovunque, si sentivano versi terrorizzati degli animali e delle altre creature.

“Oh no ! Irindor ha infranto la barriera magica !”, esclamò Ybrys in preda al panico.

“Kreny, raduna i troll e formate una barriera al centro del villaggio. Noi raduneremo gli abitanti il più in fretta possibile. Sbrighiamoci !”, disse Ybrys.

“Ma Ybrys, non ti reggi in piedi !”, esclamò Lein angosciata.

“Lo so, ma dobbiamo radunare tutti gli abitanti e farli andare al centro del villaggio. Lì i troll formeranno una barriera magica proteggendo tutti quanti. E’ l’unico modo che abbiamo per salvarci.”, le rispose Ybrys alzandosi in volo a fatica dirigendosi verso il villaggio.

Nel villaggio, intanto era successo il pandemonio, infatti, ognuno correva disperatamente di qua e di là terrorizzato.

Nessuno diede retta ne ai mostri, ne ai ragazzi e ne a Ybrys.

I mostri, incolleriti dalla reazione degli abitanti, non sapevano che fare.

“Se continuano così saranno tutti uccisi !”, esclamò Artik furioso.

“Già, ma non ci danno retta !”, aggiunse Funny indignata.

“Ci penso io !”, disse Fly ai suoi amici.

Tutti gli altri mostri lo guardarono con aria interrogativa, poi all’improvviso, il drago ruggì poderosamente e, tutti gli abitanti si fermarono all’ istante.

“Ottima mossa, Fly !”, gli disse Rik sorridendo.

Ybrys approfittò dell’improvviso silenzio e disse agli abitanti: “Ora mettetevi al centro del villaggio se non volete far arrabbiare ancora di più quel drago. E poi, dovreste vergognarvi ! Stiamo solo cercando di salvare al vita di tutti voi. Ma voi non avete ascoltato ne me, ne gli Eletti e ne i Mostri Leggendari !”

Tutti obbedirono e andarono al centro del villaggio, dove si avviarono anche i ragazzi e i loro mostri.

“Ybrys, non c’era bisogno di essere così severa…”, le disse Neferty.

“Ma ti pare ?! Un conto è che non diano retta a me, ma almeno a voi, che site i Mostri Leggendarie ai ragazzi, non possono non dare ascolto ! Mi dispiace per quello che è successo…”, le rispose Ybrys.

“Non preoccuparti, Ybrys. In fondo è normale, in una situazione di emergenza, ognuno cerca di salvarsi come può.”, le disse Tiger per tranquillizzarla.

In poco tempo tutte le abitazioni furono abbandonate.

Intanto, una trentina di troll,che si era messa ai margini della circonferenza del centro del paese stava faticosamente formando una barriera magica per proteggere se stessi e gli altri abitanti.

Dopo pochi minuti, una barriera trasparente comparve sugli abitanti del villaggio.

Quando al barriera fu completata, i troll poterono rilassarsi, poi, Kreny disse a Ybrys: “La barriera durerà dieci ore, quindi, per un po’ siamo al sicuro. Però temo che Irindor si stia avvicinando perché io e i miei compagni riusciamo a sentirne l’odore anche attraverso la barriera.”

Ybrys gli rispose: “Quando arriverà lo attaccheremo !”

Kreny annuì e si avviò verso i suoi simili.

Ybrys e anche le altre fate si stavano riprendendo perché dentro la barriera non erano influenzate dalla Magia Nera.

“Ybrys, stai meglio adesso ?”, le chiese Lein.

“Sì. Grazie alla barriera dei troll, la Magia Nera non riesce a penetrare e quindi non può danneggiarci.”, le rispose la fata sorridente.

“Ybrys ! Le nostre gemme sono ancora nel Tempio !”, le disse Mariam agitata ricordandosi del Tempio delle Fate Celesti.

“Già, è vero ! Come facciamo adesso ?”, le chiese Lein preoccupata.

“Non preoccupatevi. Le gemme, nel Tempio sono al sicuro, neanche il re in persona riuscirebbe a prenderle !”, disse loro Ybrys.

“Sì…Ma come faremo difenderci senza le gemme ?”, le chiese Terry nervosa.

“Gli Elfi vi hanno insegnato a combattere con le magie e con le spade. Userete quelle come armi. Non dimenticate che le gemme servono solo ad aumentare la vostra forza e a ricaricarla. La vera forza è all’interno di ognuno di voi ! Non dimenticatelo mai !”, disse loro Ybrys in tono severo.

Poi, addolcendosi, Ybrys aggiunse: “E poi, non siete soli, ragazzi. Ci sono i vostri mostri, ci siamo noi fate,ci sono i troll, Faun e tutte l elitre creature del villaggio che darebbero la loro vita per farvi trionfare…”

I ragazzi, dopo essersi scambiati delle occhiate di assenso, sorrisero capendo che il vero segreto dei Cavalieri della Speranza risiedeva nei loro cuori puri e coraggiosi e non nelle loro gemme magiche.

Era nel cuore di ognuno di loro il potere particolare che gli avrebbe permesso di salvare o annientare il mondo ed era un potere che solo loro potevano decidere come controllare.

Dopo quindici minuti, nel cielo, pieno di nuvoloni grigi, i ragazzi e le altre creature videro un tappeto volante stagliarsi all’orizzonte, e, su di esso sedeva un uomo dall’aspetto trasandato.

L’uomo aveva i capelli neri, gli occhi erano dello stesso colore del buio pesto ed erano intrisi di cattiveria e, il suo viso sprigionava pura malvagità.

Irindor, il Mago Nero si avvicinò ancora di più alla barriera magica creata dai troll e, quando ci fu sopra, con un ghigno malvagio chiese agli abitanti: “Cosa credete di fare ?”

Nessuna delle creature osò aprire bocca, quindi, il mago continuò: “Comunque, oggi sono venuto qui per avvertirvi che il Re ha perso la pazienza nei vostri confronti. O gli ubbidirete o vi ucciderà. Tra una settimana tornerò per sapere la vostra risposta e se sarà negativa vi annienterò. Naturalmente verrà anche il Re ad assistere allo spettacolo.”

“Non lo permetteremo ! Perché non fai venire il Re in persona ? Almeno ce la vediamo direttamente con lui !”, gli disse Ken adirato.

“Ken ! Cosa ti salta in mente ?”, gli chiese Mariam sbalordita.

Il mago, in un primo momento restò sbalordito dal coraggio del ragazzo, poi, un ghigno malvagio comparve sul suo volto e gli disse: “Perché, vuoi rivedere tuo padre, Ken ? Forse hai capito che voltargli le spalle non è stata una buona idea. Vieni con me e torneremo insieme da tuo padre.”

Tutti restarono sbalorditi da quell’improvvisa proposta.

“Non ci penso nemmeno ! Mio padre è un essere crudele e meschino e io non voglio avere più niente a che fare con lui !”, gli rispose Ken furioso.

Il mago sogghignò, poi, voltandosi se ne andò e sparì nel cielo pieno di nubi.

“Se n’ è andato…”, osservò Kreny incredulo.

“Già e la cosa mi preoccupa molto.”, aggiunse Ybrys cupa.

“Perché sei preoccupata ? Magari Ken l’ ha intimorito.”, le disse Rik.

“No… Secondo me, Irindor ha in mente qualcosa di diabolico o non se ne sarebbe andato via senza avere inflitto neanche un danno al nostro villaggio. E’ meglio stare attenti.”, gli rispose Ybrys seriamente.

Lentamente, il cielo tornò ad essere limpido e la barriera dei troll venne tolta.

Ognuno tornò ai propri impegni e, verso sera, tutti andarono a dormire.

Nel frattempo, Irindor era tornato al castello del Re e, dopo aver salutato il suo sovrano, gli disse dell’accaduto e gli disse anche di Ken.

“Sapevo che sarebbe rimasto con i suoi amici…”, disse il re pensieroso, mentre un’espressione crudele gli segnava volto, poi, aggiunse: “…allora, non ha ancora capito a chi deve obbedire. Dammi la pozione, che vado a prenderlo.”

Irindor sorrise malvagiamente e porse al sovrano una fialetta con un liquido violetto al suo interno, poi disse: “Mio signore, ma come farete ad avvicinarlo ?”

“Non ci vuole molto a ingannare un ragazzo innamorato.”, gli rispose il re sorridendo.

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Capitolo 40
*** CAPITOLO 40 ***


CAPITOLO N° 40 “UN AGGUATO AL BUIO”

Era notte fonda, ormai e, nel villaggio fatato, tutte le luci erano state spente.

Tiger, come al solito dormiva un po’ appartato dagli altri mostri, quando,all’improvviso vide comparire Ken.

“Ken ! Ma non stavi dormendo ? E’ notte fonda ! Che ci fai sveglio a quest’ ora ?”, gli chiese il lupo preoccupato.

Ken gli porse un pezzo di carne, poi disse al lupo: “Tieni. Non riuscivo a dormire, così sono andato a cacciare qualcosa.”

Tiger non ci pensò due volte e mangiò la carne in un batter d’occhio,ma, dopo pochi minuti cadde in un sonno profondo.

Nel villaggio, però c’era qualcosa di sinistro: dormivano tutti intensamente…

Qualcuno si infiltrò nella casa degli Eletti…

“Ken !”, lo chiamò qualcuno.

Ken, svegliandosi a fatica vide Mariam davanti a lui.

“Ma cosa c’è ? Stavo dormendo .”, le chiese Ken insonnolito.

“Vieni, ti devo dire una cosa importante !”, gli rispose lei.

Ken, troppo innamorato di quella ragazza la seguì senza indugi nonostante quella strana proposta.

Ken non si accorse nemmeno che Tiger stava dormendo profondamente, quando, di solito si svegliava ad ogni minimo rumore.

Poco dopo, i due ragazzi arrivarono nel folto del bosco e lì, Mariam sparì.

“Mariam ! Dove sei ?”, la chiamò incredulo il ragazzo.

Nessuno rispose, ma poi, dietro di lui, una voce maschile gli disse: “E’ da tanto che non ci vediamo, vero Ken ?”

Ken, voltandosi di scatto, con estremo orrore, si trovò davanti suo padre.

Sconvolto, il ragazzo, gli chiese: “ Tu ?! Ma cosa vuoi ?!”

“Lo sai cosa voglio: te !”, gli rispose il padre.

“Cosa ? Te lo puoi scordare ! Ti ho già voltato le spalle una volta e posso farlo ancora !”, gli rispose Ken incollerito.

“No, ragazzo. Tu mi appartieni !”, gli disse il re in tono minaccioso.

“Non è vero ! Non sono una tua proprietà, quindi lasciami stare !”, gli disse Ken ora spaventato.

Accidenti ! E’ possibile che Tiger non si accorga di niente ?! E poi, non ho ne la spada e ne la gemma. Cosa faccio ?”, pensò il ragazzo preoccupato.

“Non puoi sottrarti alla mia volontà, Ken ! Obbedisci: vieni con me o dovrò usare le maniere forti. A proposito, non tentare di chiedere aiuto perché non ti sentirà nessuno.”, gli disse il padre.

“Cosa vuoi dire ? Cos’hai fatto ?”, gli chiese il ragazzo spaventato.

“Oh, niente di speciale… Ho solo fatto addormentare l’intero villaggio con una polvere magica.”, gli rispose il padre ghignando.

“Ma perché ? Perchè non mi lasci in pace ?”, gli chiese Ken, quasi implorante.

“Perché tu mi servi. Quando eri nel mio esercito, eri il più valoroso dei soldati. Poi, per colpa di quella stupida ragazzina hai perso la testa.”, gli rispose il re.

“Non è vero ! Mariam non c’entra ! E’ colpa tua ! Tu hai ucciso mia madre !”, gli rispose il ragazzo ancora più adirato.

Il re non disse nulla, poi, guardando Ken, gli disse: “Capirai, Ken. Ne sono sicuro.”

“Cosa vuoi dire ?”, gli chiese il ragazzo perplesso.

All’improvviso, il re sparì e, dopo pochi istanti comparve alle spalle di Ken.

Il ragazzo tentò di spostarsi, ma il re, velocissimo, lo bloccò per il braccio sinistro e nell’ altro gli conficcò un ago anestetico.

Ken cercò di togliersi l’ago dal braccio, ma il sonnifero lo immobilizzò in breve tempo.

Ken, non riuscendo a muoversi, lentamente si accasciò al suolo e, mentre perdeva conoscenza disse a quell’uomo malvagio: “Lasciami, non portarmi con te…”, poi si addormentò profondamente…

La luna, alta nel cielo splendeva luminosa…

Il sole stava sorgendo sul villaggio fatato, quando all’improvviso…

“Ken !”, gridò una voce a squarcia gola.

“Tiger ! Ma cos’ hai da gridare ?! E’ appena sorto il sole !”, esclamò Fly adirato per essere stato sveglio così bruscamente.

“Già, è vero. Che ti prende, Tiger ?”, gli chiese Neferty insonnolita.

Nel frattempo, anche gli altri mostri si erano svegliati.

“Ken è sparito ! non è con gli altri ragazzi e non è da nessuna altra parte. Ho controllato anche il Bosco Incantato ma non c’è neanche lì.”, disse loro Tiger in tono disperato.

“Va bene. Svegliamo i ragazzi e diamo l’allarme.”, disse Artik seriamente.

“Bene. Io continuo a cercare.”, gli disse il lupo e partì per l’ ennesima perlustrazione del bosco e del villaggio.

I mostri si divisero e iniziarono a spargere la voce in tutto il villaggio, mentre Fly si occupò dei ragazzi.

Fly mise la testa attraverso la fessura della casa dove dormivano i ragazzi e urlò: “Dai, svegliatevi ! C’è un’ emergenza !”

Dopo una ventina di minuti, i ragazzi e tutto il resto del villaggio si erano riuniti davanti alla casa degli Eletti.

“Allora, quando te ne sei accorto ?”, gli chiese Ybrys nervosa.

“Questa mattina, purtroppo. Ieri notte era andato a cacciare perché non riusciva a dormire, poi mi ha dato un pezzo di carne e io l’ho mangiata e poi…mi sono addormentato come un ghiro.”, le rispose Tiger con uno sguardo colpevole.

!Qualcuno avrà usato una pozione di Irindor per prendere le sembianze di Ken e poi di qualcun altro. Probabilmente ha usato la polvere soporifera suprema che ha addormentato tutto il villaggio.”, disse Ybrys, ancora più angosciata.

“Ma Ybrys, di chi stai parlando ? Vuoi dire che il Re è venuto al villaggio a riprendersi Ken ?”, le chiese Mariam preoccupata.

“Temo di sì…”, le rispose la fata in tono pessimista.

“Già, non poteva essere Ken.”,disse Mariam pensierosa.

Tutti la guardarono stupiti, poi, Lein le chiese: “Perché ?”

“Perché Ken non farebbe mai delle preferenze. Quel pezzo di carne lo avrebbe diviso anche per Fly e per Marahute.”, le rispose Mariam.

“Già, non è da lui. Però ero talmente addormentato che non ci ho neanche pensato. Come sono stato stupido !”, ammise Tiger furioso con se stesso.

“Dai, non fare così…Non potevi saperlo…”, gli disse dolcemente Mariam cercando di consolarlo.

Nel frattempo, alcune creature perlustrarono il Bosco Incantato in ceca di qualche indizio.

Ad un tratto, Kreny si avvicinò a Ybrys e agli altri porgendo una boccetta di cristallo e disse: “Uno dei miei compagni ha trovato questa nascosta in un cespuglio del bosco.”

“Dall’odore sembra una pozione trasformante.”, aggiunse un altro troll.

“Dici sul serio ? Come ho fatto a non accorgermene ?”, esclamò furioso Tiger.

“E’ come temevo…E’ stato davvero il re.”, disse Ybrys in tono risoluto.

“Cosa te lo fa pensare ? L’unico in grado di fare una pozione come quella è senza dubbio Irindor. Da quel che ne sappiamo, potrebbe essere stato anche Irindor a aprire Ken.”, ipotizzò Faun.

“Non vedo con quale scopo. Irindor è un suddito del re, quindi non capisco perché avrebbe dovuto mettersi contro il suo sovrano sapendo benissimo di non poterlo contrastare.”, gli rispose Ybrys in tono piatto.

Tiger, ancora più furioso perse la pazienza e disse ai presenti: “Ora basta con tutte queste chiacchiere ! Chi viene con me a liberare Ken ?”

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Capitolo 41
*** CAPITOLO 41 ***


CAPITOLO N° 41 “ FUGGIASCHI NOTTURNI”

La tetra sagoma del castello del re sorgeva lugubre all’orizzonte…

Lentamente aprì gli occhi e si alzò dal duro tavolo di legno sul quale era disteso.

Mettendo a fuoco gradualmente l’ambiente, Ken si accorse di essere in una cella piccola e buia, con la caviglia sinistra incatenata.

Mentre cercava di riconoscere il posto nel quale era rinchiuso, il ragazzo sentì dei passi fuori dalla sua cella e si mise in ascolto.

“Si è appena svegliato.”, disse una voce maschile fuori dalla porta.

“Bene. Fammi entrare.”, gli disse una voce familiare.

Oh no ! E’ mio padre ! “, pensò Ken nervoso.

La serratura scattò e la porta della cella si aprì.

Immediatamente entrò il re con un’espressione compiaciuta sul volto.

“Chiudi !”, ordinò al soldato di guardia.

La porta venne richiusa alle sue spalle.

Ora Ken si trovava faccia a faccia con suo padre e, mentre si guardavano, il ragazzo sentì crescere l’odio dentro di sé.

“Allora, Ken. Hai dormito bene ?”, gli chiese spavaldo il padre.

Ken, ancora intontito dall’effetto dell’ago anestetico, gli chiese: “Da quanto sono qui ?”

“Da ieri notte. Allora, non vuoi tornare sotto la protezione di tuo padre ?”, gli domandò il re.

“Quale protezione ? Sfruttamento se mai ! E poi, non mi pare che un padre che si rispetti incateni suo figlio !”, gli rispose il figlio con tono di sfida.

Il re sorrise e gli disse: “Ho dovuto farlo. Nessuno riuscirebbe a fuggire dalle celle del mio castello, ma con te non si sa mai. Comunque voglio che tu torni a combattere per me.”

“Te lo puoi scordare !”, gli rispose il ragazzo in tono adirato.

“Abbassa la cresta, ragazzo ! Abbi rispetto per tuo padre !”, gli disse il re infuriato.

“perché dovrei avere rispetto per un assassino ?! Tu non sei mio padre ! Non ne ho mai avuto uno e mai l’avrò !”, gli disse ancora più furibondo Ken.

Il re, improvvisamente, con sorprendente velocità si avvicinò a Ken e gli tirò un potente pugno nello stomaco.

Il ragazzo, piegato in due dal dolore cadde in ginocchio ansimando.

“Ora ascoltami bene.”, gli disse il re: “Vedi di darmi una risposta soddisfacente o la tua amica farà una brutta fine !”

Ken, sconvolto, capendo che il padre si rivolgeva a Mariam, gli disse furioso: “Non provare a toccarla !”

“Ti avevo detto di non avere quel tono con me !”, gli disse il re adirato e gli tirò una ginocchiata in pieno petto che stese al suolo il ragazzo.

Poi, voltandosi, il re disse a Ken: “Pensaci bene, figlio mio. Hai ancora un po’ di tempo…”

Ken, parlando a fatica, gli chiese: “Che significa ? Cosa vuoi fare ?”

Ma il re uscì dalla cella senza neanche rispondergli.

Ken, sfinito da quei colpi micidiali perse conoscenza.

Fuori, il cielo si stava colorando di sfumature lilla e violette che precedevano il cielo notturno.

Nel villaggio, nel frattempo, tutti stavano facendo i preparativi per la missione di soccorso per salvare Ken.

I sei mostri, i ragazzi, Ybrys, Faun e Kreny erano già pronti a partire.

La squadra di ricognizione però, non poteva ancora partire perché le servivano delle pozioni magiche che le sarebbero tornate molto utili nel caso fosse scoppiato qualche combattimento.

A loro insaputa, anche qualcun altro aveva sentito della prigionia di Ken e si stava preparando per andare in suo soccorso.

“Ok. Siamo quasi pronti ! Mancano solo due pozioni e poi possiamo partire !”, disse Ybrys ai ragazzi e agli altri partecipanti della missione.

“Partiremo domani all’alba. Ci metteremo almeno sei giorni ad arrivare al castello del re.”, aggiunse Kreny.

“Ma allora partiamo subito ! Ken è in pericolo !”, disse Tiger impaziente.

“No. Non siamo ancora pronti. E che non ti venga in mente di andare da solo, Tiger ! Anche se sei un mostro leggendario, non puoi farcela contro Irindor, il re, e il mostro del re da solo.”, gli disse Ybrys in tono severo.

“Il mostro del re ?”, le chiese stupita Lein.

“E’ un mostro leggendario anche lui ?”, le domandò Mariam.

“No. Nessuno sa come sia successo, ma quel mostro si è alleato con il re molto tempo fa. Secondo gli antichi racconti è un mostro molto potente…!”, disse loro Ybrys.

“Comunque, non c’è da preoccuparsi per Ken.”, disse Mariam in tono calmo.

Tutti i presenti si stupirono a sentirle dire quella frase.

“Mariam !”, esclamò Tiger incredulo.

“Ma che stai dicendo ?! Ti senti bene ?!”, le chiese Terry atterrita.

“Volevo solo dire che non gli farà troppo male perché vuole che Ken torni dalla sua parte. Se conosco bene quell’uomo è troppo desideroso di riavere Ken e la sua abilità per sé per ucciderlo.”, spiegò loro Mariam.

Tutti restarono sconvolti da quella triste rivelazione.

Ormai erano trascorsi cinque giorni da quando Ken era prigioniero nel castello del padre ed era sempre più debole perché, per volere del re, non riceveva cibo ma solo mezzo litro d’acqua al giorno.

La sera del quinto giorno, il re tornò a far visita al figlio e, quando fu nella cella, gli disse guardandolo: “Ken, ma come sei conciato…Pensa che ti stai perdendo un fantastico banchetto reale.”, poi, estraendo una coscia di pollo calda, rosolata sulla brace molto invitante, chiese al figlio: “Non la vuoi ? Scommetto che hai una fame terribile.”

Ken alzò lo sguardo, al coscia di pollo era davvero molto invitante e lui era molto affamato.

“Cosa vuoi in cambio ?”, gli rispose debolmente il ragazzo.

“Lo sai. La tua totale fedeltà.”, gli rispose il padre con un ghigno malvagio sul volto.

“Sei crudele.”, gli disse il ragazzo guardandolo furioso.

“Può darsi ma è così che va il mondo. I più forti schiacciano i più deboli; è sempre stato così. Allora, cosa vuoi fare ?”, gli rispose il padre.

In quel momento di totale silenzio, lo stomaco di Ken brontolò sollecitato dal dolce profumo della carne.

“Vattene !”, gli disse Ken adirato.

“D’accordo, Ken. Non tirare troppo la corda perché prima o poi si spezza e la mia pazienza sta arrivando al limite !”, gli rispose i padre furioso e lanciò la carne in un angolo della cella, dove Ken non poteva raggiungerla.

Dopodichè, il re uscì e la porta della cella si richiuse alle sue spalle.

Appena Ken sentì i passi del padre affievolirsi, tentò di avvicinarsi alla carne, ma la catena non gli permise di raggiungerla neanche con la punta dei piedi.

Oh, andiamo ! Fatti prendere !”, pensò il ragazzo affamato mentre continuava ad avvicinarsi alla carne senza successo.

Più Ken tirava, più la sua caviglia era in pericolo, infatti, in un ultimo scatto che il ragazzo fece per prendere la carne, la sua caviglia si ruppe per la tensione.

Ken sentì un dolore lancinante provenire dalla caviglia sinistra.

“Ah !”, gemette il ragazzo rannicchiandosi sulla caviglia rotta.

Che dolore ! “, pensò Ken quasi sull’orlo delle lacrime.

Stupido ! Che cosa credevi di fare ?”, pensò il re vedendo la scena dalla finestra della cella, poi se ne andò furioso.

Il ragazzo, faticosamente si sedette e mangiò la carne che gli era costata la rottura della caviglia, poi si addormentò.

La sera dopo, il re tornò da Ken e, dopo essere entrato nella cella, gli chiese: “Ken, allora, cos’ hai deciso ?”

Ken, debole e dolorante per via della caviglia, gli rispose: “Te l’ho già detto ! Lasciami stare !”

Il padre, improvvisamente si avvicinò a Ken e, senza preavviso, gli schiacciò con un piede la caviglia rotta con crudeltà.

Il ragazzo gemeva e urlava dal dolore ma il padre, incurante continuò imperterrito.

“Ah ! Smettila !”, lo implorò Ken tra le lacrime.

“Non avrei voluto arrivare a questo punto, Ken ma non mi hai lasciato altra scelta ! Allora, decidi !”, gli disse il padre continuando a pestargli la caviglia.

Ken, che urlava a squarciagola, gli rispose: “Ti ho detto di no !”

“Accidenti ! Sei davvero testardo ! Magari se prendo la tua amica cambi atteggiamento.”, disse il re pensieroso.

Oh no ! Ce l’ha con Mariam !”, pensò Ken sconvolto.

“Fermati ! Lasciala stare !”, gli disse Ken.

Il re, con un sorriso malvagio sul volto, si girò e disse a Ken: “Come immaginavo. Devi tenere molto a quella ragazzina per scaldarti così.”

“Eh ? Ma no, cosa dici ? Non mi interessa per niente !”, gli disse Ken in un disperato tentativo di distrarre il padre dall’idea di catturare e far del male a Mariam.

Fino a quando se la prende con me non mi interessa, ma a Mariam non deve fare del male.”, pensò Ken.

“Mi spiace, ma ormai ho deciso. L’hai voluto tu !”, gli disse il re prima di uscire dalla cella.

Accidenti ! E adesso che faccio ? “, pensò Ken sconvolto.

La sera del settimo girono, il re non si vide nella cella di Ken e, il ragazzo, terrorizzato pensò che suo padre fosse già andato in cerca di Mariam.

Nel frattempo, il ragazzo era sempre più debole e non riusciva a stare neanche in piedi.

Un po’ per la mancanza di cibo, un po’ per il dolore alla caviglia, che piano piano si stava gonfiando sempre di più, Ken stava cedendo al dolore…

Quella stessa notte, un gruppo di creature miste sfidò un tremendo temporale per andare a salvare un amico in difficoltà…

“Dai, sbrigatevi !”, intimò loro Ybrys.

“Guarda che noi non abbiamo la barriera magica per respingere le intemperie !”, esclamò Kreny a nome di tutti.

“Lo so, scusatemi. Solo che sarebbe meglio arrivare il più presto possibile.”, si scusò Ybrys.

“Ma Kreny, i troll sono capaci di fare le barriere magiche, no ?”, gli chiese Cody.

“Sì, però possono farle soltanto restando fermi.”, gli rispose il troll.

Quando la luna brillava nel cielo notturno, Ybrys e gli altri raggiunsero finalmente il castello.

Quando i soldati videro arrivare quello strano gruppo stavano per dare l’allarme,ma, prima che potessero fare il minimo movimento, Ybrys fu davanti a loro.

La fata guardò intensamente i due soldati, poi, disse loro: “Adesso avete bisogno di una bella dormita…”

I soldati annuirono e si addormentarono all’ istante.

Mentre entravano nel castello, Terry chiese a Ybrys: “Wow ! Ma come ha i fatto ?”

“Ho usato il fascino; è un potere speciale delle fate che riesce a far obbedire gli altri ai tuoi comandi.”, le rispose Ybrys.

Nel frattempo, Ken gemeva dolorante nella sua cella, il dolore acuto lo aveva svegliato.

All’improvviso, il ragazzo sentì dei passi nel corridoio.

Oh no ! Sta tornando e magari ha preso Mariam ! “, pensò Ken credendo che fossero di suo padre i passi che sentiva.

Poi, fuori dalla porta, il ragazzo sentì il suono di una spada che penetrava veloce e precisa nella carne.

All’improvviso, la serratura si aprì, ma, a causa della quasi totale oscurità, Ken non vide chi fosse entrato.

“Chi è ?”, chiese il ragazzo spaventato e intontito al tempo stesso.

Nessuno rispose, poi all’improvviso, Ken sentì che la catena che aveva intorno alla caviglia andò in mille pezzi.

“Ah !”, gemette il ragazzo: “Ma chi sei ?”, domandò nel vuoto.

“Stai tranquillo. Ho rotto la catena con una magia e ora ti porto fuori di qui.”, gli rispose una voce maschile e sincera alla sue spalle.

“Gendar ! Ma…Non riesco a camminare, come pensi di fare ? E poi, mio padre sarà sicuramente in giro, nel castello. Ti conviene andartene finché sei in tempo !”,gli disse il ragazzo.

“Neanche per sogno ! Sono venuto qui per portarti via ed è esattamente quello che farò. Comunque grazie per avermi avvertito !”, gli rispose l’elfo in tono divertito.

“Gendar, non scherzare ! Se mio padre ti vedesse non esiterebbe a ucciderti ! Per favore, lasciami perdere ! Non voglio che tu finisca nei guai per colpa mia !”, gli disse Ken agitato.

“Tranquillo. Sapevo a cosa andavo incontro venendo qui. E sappi che non lo faccio solo perché sei un Eletto !”, gli disse Gendar in tono deciso.

“Lo faccio perché… tu sei mio amico.”, aggiunse l’elfo.

Ken restò sorpreso da quella rivelazione, poi disse: “Grazie, Gendar.”

“Figurati. Forza, arrampicati. Ti porterò in spalla.”, disse al ragazzo.

“Sei sicuro che sia una buona idea ? Se devi combattere contro qualche soldato come fai ?”, gli chiese Ken.

“Smettila di preoccuparti e sali !”, gli rispose l’elfo.

Così, Ken fece come gli era stato detto e, insieme, i due amici, si avviarono verso l’uscita del castello.

Ybrys e gli altri si stavano dirigendo verso le celle, quando, nell’oscurità videro una sagoma furtiva che sgusciava via e veniva proprio nella loro direzione.

“Ken !”, esclamò Tiger rivolto alla sagoma nell’oscurità.

“Sei sicuro ?”, gli chiese Cody.

Tiger annuì, poi, Kreny disse: “Sì, ha ragione ! Sento anch’ io l’odore del ragazzo…”, “… e quello di un elfo.”, pensò poi il troll.

Gli altri membri del gruppo seguirono il lupo, anche se procedevano furtivamente per non correre pericoli.

Poco dopo, videro Gendar che portava sulle spalle Ken privo di forze.

Gendar, vedendo i compagni di Ken disse loro: “Sbrighiamoci ! Dobbiamo uscire alla svelta !”, e, seguito dagli altri si avviò verso l’uscita del castello, dove però, li attendeva una brutta sorpresa…

“Dove credete di andare con mio figlio ?”, chiese loro il re in tono minaccioso comparendogli alle spalle.

Tutti i componenti del gruppo, si voltarono terrorizzati in quella direzione e videro l’unica persona che speravano di non incontrare.

Gendar depose Ken al suolo, poi impugnò la sua spada, pronto al combattimento imminente.

Cody, Rik, Tiger, Fly, Funny, Neferty, Marahute, Kreny, Ybrys e Faun si misero in posizione di combattimento vicino a Gendar.

Mariam, Terry e Lein circondarono Ken, in modo che se fosse stato necessario avrebbero usato la magia per difenderlo.

“Hai anche il coraggio di chiamarlo tuo figlio ?! Dopo quello che gli hai fatto ?!”, disse Mariam adirata rivolta al re.

Il re, furioso, le rispose: “Taci, mocciosa ! E’ solo colpa tua se Ken è cambiato così ! Tu e il tuo maledetto Amore !”, e le lanciò la spada contro a una velocità sorprendente.

Nessuno dei combattenti riuscì a fermare la spada del re.

Mariam,nel, frattempo, colta alla sprovvista stava evocando una magia che l’avrebbe protetta, ma la spada si stava avvicinando troppo velocemente.

Ken, accorgendosene, con uno sforzo immane, si alzò dal suolo e si mise davanti a Mariam facendole da scudo.

“No ! Fermati !”, gli gridò Mariam vedendo ciò che il ragazzo stava facendo.

Ma ormai era troppo tardi, la spada colpì di striscio Ken sul fianco sinistro.

La spada procurò al ragazzo una ferita profonda dalla quale iniziò a uscire molto sangue.

Ken cadde tra le braccia di Mariam, mentre Tiger, accecato dalla rabbia si lanciò contro il re.

I ragazzi comunicarono telepaticamente attraverso le gemme.

In quello stesso momento, ogni ragazzo prese in mano la propria gemma.

“Forza, dobbiamo tornare al villaggio fatato !”, disse loro Ybrys.

Tiger, che fino a un attimo prima aveva trattenuto il re, si precipitò dagli amici, appena in tempo per scomparire con loro…

Il re, ritrovandosi da solo e con parecchie ferite provocategli da Tiger imprecò: “Maledizione ! Ancora quelle dannate gemme !”

Poco dopo, i ragazzi comparvero nel villaggio fatato.

“Presto ! Portiamolo in casa !”, esclamò Ybrys appena lei e gli altri apparvero nel villaggio delle fate.

I troll, giunti in quel momento aiutarono la fata a portare Ken in casa e lo adagiarono su un letto.

“Faun !Vai a chiamare le Fate Guaritrici, per favore !”, gli disse Ybrys.

L’unicorno annuì e pochi secondi dopo era già sparito, galoppando nell’oscurità.

Tutti, i mostri, i ragazzi, le fate,Gendar e alcuni abitanti del villaggio si radunarono intorno alla casa degli Eletti.

“Ybrys, io, Lein e Terry sappiamo usare le magie curative. Possiamo curare noi Ken.”, le disse Mariam.

“E’ meglio di no. La ferita di Ken è molto grave e non riuscireste a curarla neanche con l’aiuto dei vostri mostri. Comunque non preoccupatevi. Le fate guaritrici hanno un potenziale magico quasi inesauribile.”, le rispose Ybrys.

Poi, Ybrys entrò in casa e disse a Ken, che era sveglio: “Stai tranquillo. Tra poco ti riprenderai del tutto.”

Ken, troppo debole per parlare, si limitò ad annuire, poi chiuse gli occhi.

Dopo circa cinque minuti arrivarono sei fate vestite di bianco ed entrarono a gran velocità nella casa degli Eletti.

Dopodichè, Ybrys uscì e chiuse la porta dell’abitazione, poi disse ai presenti: “Non preoccupatevi. Ken guarirà. Ora è in buone mani.”

“Però, secondo me potevamo aiutarlo almeno un po’. Non siamo così negate in magia.”, disse Mariam risentita rivolgendosi a Ybrys.

“Vi ho già detto perché è meglio che ci pensino le Fate Guaritrici e poi, c’è anche un altro motivo.”, le disse Ybrys.

“Sarebbe ?”,le chiese Terry curiosa.

“La ferita di Ken è stata inferta con una spada diabolica. Non preoccupatevi, le Fate Guaritrici hanno seguito un potenziamento magico che permette loro di avere sempre molte energie a disposizione.”, le rispose Ybrys.

“Spera che sia vero, fata !”, le disse Gendar in tono minaccioso.

“Che vuoi dire ? E come ti permetti di parlarmi così ?!”, gli rispose Ybrys offesa.

“Scommetto che hai voluto salvare Ken solo perché è un Eletto e per fare avverare la Profezia c’è bisogno di tutti e sei !”, le rispose Gendar in tono gelido.

“Gendar !”, esclamò Terry in tono di rimprovero.

“Ma come ti permetti ?! Io lo aiuto perché voglio farlo. Certo, se vogliamo vivere in un mondo migliore abbiamo bisogno di tutti e sei i ragazzi. Ma al di là di questo, li sto aiutando perché sono loro amica perché, al contrario di quello che pensate voi elfi, le fate sono felici di avere degli amici e di andare d’accordo con tutti !”, gli disse Ybrys in tono risoluto.

“Smettila di dire bugie ! Le fate sono tutte uguali !”, le disse l’elfo furioso, poi, rivolgendosi ai ragazzi disse loro: “Non fidatevi di lei. Sarebbe capace di tradirvi da un momento all’altro.”

“Gendar, ma cosa stai dicendo ? Ybrys è sempre stata nostra amica e non ci tradirebbe mai.”, gli disse Lein sconvolta.

L’elfo non rispose e andò verso il fitto del bosco, mentre Ybrys ai allontanò piangendo.

Ybrys…”, pensò Lein guardando la fata allontanarsi, poi la seguì per consolarla.

Mariam, adirata, si diresse verso Gendar e, dopo avergli tirato uno schiaffo, gli disse: “Sei stato davvero crudele ! Non tutte le fate sono uguali ! Vergognati ! Ti fai ancora guidare dai pregiudizi !”, e se ne andò.

Gendar la guardò andare via e, senza cercare di ribattere pensò “Forse hai ragione, Mariam, ma è stata proprio una fata a uccidere mia madre…”

Quella notte, i ragazzi dormirono in un’altra casa del villaggio, perché, nella loro c’erano le Fate Guaritrici che dovevano controllare Ken in modo che non peggiorasse.

Il mattino dopo, Mariam si svegliò presto, così andò a farsi una passeggiata per il villaggio.

“Ken !”, esclamò Mariam emozionata appena lo vide aggirasi per il villaggio con Tiger.

Il ragazzo la guardò e sorrise, poi, le andò incontro.

“Ciao. Hai dormito bene ?”, le chiese Ken come se non fosse successo niente.

“Io sì e tu come stai ? Non dovresti restare ancora a letto ?”, gli chiese Mariam preoccupata.

“Tranquilla. Adesso sto meglio. Non so come abbiano fatto, ma, mentre ero incosciente, quelle fate sono riuscite a guarirmi perfettamente. Poverine, ora sono lì che dormono; saranno sfinite…”, le rispose il ragazzo.

“Già, immagino.”, disse Mariam sorridendo.

“Ma tu e gli altri dov’eravate ?”, le chiese il ragazzo.

“Abbiamo dormito in un’altra casa.”, gli rispose Mariam, poi gli raccontò per filo e per segno cosa fosse successo appena la notte prima era tornati al villaggio.

Quando Mariam ebbe finito di parlare, Ken le chiese: “Ho capito…Ci facciamo un giro fino alla collina ?”

“Va bene. Andiamo.”, gli rispose Mariam sorridendo.

Quando i ragazzi raggiunsero la collina che dominava il villaggio e il bosco, si sedettero sull’erba fresca e, abbracciandosi aspettarono il sorgere del sole.

“Ragazzi, io vado a caccia. Ci vediamo dopo.”, disse loro Tiger.

Mariam guardò Ken e gli disse: “Sai, sono contenta che ti sia ripreso perfettamente.”

Ken la guardò benevolo e le disse in tono cupo: “Questa volta me la sono vista davvero brutta, Mariam…”

“Che vuoi dire ?”, gli domandò lei perplessa.

Il ragazzo, rattristandosi in volto, le rispose: “Non so se avrei resistito ancora per molto se non foste venuti a salvarmi. Ero in preda alla fame e al dolore. Non ce la facevo più.”

Mariam lo guardò, poi gli disse: “Non preoccuparti. Ora è tutto finito. Comunque, grazie per avermi difesa da tuo padre anche se non capisco dove hai trovato al forza dia alzarti.”

Il ragazzo la guardò sorridendo e le rispose: “Figurati e poi, non gli avrei mai permesso di farti del male.”

Dopodichè, i due ragazzi si baciarono felici…

Dopo un’oretta, il sole iniziò a salire verso l’orizzonte, mostrando l’ incantevole spettacolo dell’ alba.

“Wow ! L’alba è davvero bellissima ! E’ sempre un’ emozione vederla.”, disse Mariam, felice di poter condividere quello spettacolo con Ken.

“Già, ma mai quanto te…”, disse Ken e baciò la ragazza a cui teneva tanto.

“Uuuuh ! Che romanticoni !”, esclamò Tiger comparendo improvvisamente dietro di loro.

I due ragazzi, imbarazzati guardarono il lupo dietro di loro, che aveva un’espressione molto divertita.

“Tiger, insomma ! Ma non eri andato a caccia ? Perché non vai a farti un altro giro ?!”, gli disse Ken indispettito.

“Ma no, non importa !”, disse Mariam divertita rivolta a Ken e scoppiò a ridere, mentre Ken al guardava amorevolmente.

Dopodichè, Mariam si alzò improvvisamente e disse a Ken: “Dai, andiamo a fare colazione. Hai bisogno di mangiare per ristabilirti del tutto.”

“Ma, io veramente, volevo aspettare gli altri…”, disse Ken incerto.

“Non preoccuparti. Tra un po’ arriveranno anche loro. Per il momento inizia a mangiare tu, che ne hai più bisogno di tutti !”, e senza dare all’amico il tempo di ribattere, lo prese per mano e o trascinò fino alla mensa.

Tiger seguì i due ragazzi.

Mentre Ken si lasciva docilmente trascinare dalla ragazza pensò “Grazie, Mariam. Sei unica !

Quando i due ragazzi arrivarono davanti alla mensa, Tiger disse loro: “Vi aspetto qui.”

“Va bene. Ci vediamo dopo.”, gli rispose Ken, poi seguì Mariam all’interno dell’edificio.

Quando anche gli altri ragazzi ebbero fatto colazione, si diressero al Tempio delle Fate Celesti, dove ritirarono le loro gemme che ora, erano al massimo del loro potere.

Appena Gendar vide Ken, gli chiese: “Ti sei ripreso finalmente…Eri conciato davvero male…”

“Sì, è vero. Comunque ora sto meglio. Grazie per essere venuto in mio soccorso.”, gli disse il ragazzo.

“Figurati. Gli amici servono a questo, no ? Ad aiutarti nei momenti bui.”, gli rispose Gendar sorridendo.

Dopodichè, i ragazzi, i mostri, Ybrys, Gendar, Kreny e Faun iniziarono a fare i preparativi per l’ imminente viaggio a Naklis.

Verso metà mattinata, lo strano gruppo lasciò il villaggio fatato.

Il gruppo era formato da: tre ragazze, tre ragazzi, un lupo, due unicorni, un’aquila, una gazza, un drago, un elfo, una fata, un troll e una cavalla alata.

Gendar camminava in fondo alla fila, mentre Ybrys era in testa.

Quand’erano partiti, quella mattina, Gendar non aveva voluto le provviste delle fate perché sosteneva di poterne fare a meno.

Gendar aveva accettato d unirsi al gruppo solo per proteggere gli Eletti e, soprattutto per salvaguardarli dalla Fata, come la chiamava lui.

Ybrys, da parte sua aveva fatto di tutto per fare amicizia con l’elfo, ma Gendar era ancora troppo scottato dal ricordo della madre e poi era troppo orgoglioso per ammettere che, in fondo, Ybrys aveva ragione a dire che non tutte le fate erano malvagie.

Il gruppo camminò per quasi una settimana e, fortunatamente non incontrò nessun soldato.

“Ma Ybrys, come faranno gli abitanti del villaggio se Irindor li attacca ?”, le chiese preoccupata Lein.

“Non preoccuparti. Le fate e i troll useranno la loro magia insieme, e così, per un po’ saranno al sicuro.”, le rispose la fata.

Verso l’ora di pranzo, il gruppo si fermò in una radura da dove si poteva già scorgere Naklis.

“Per entrare a Naklis dovremmo travestirci. Ce l’ ha detto re Ayrm, vi ricordate ?”, chiese Rik ai compagni.

I ragazzi annuirono, ma poi, Terry gli chiese: “Ma come facciamo a travestirci se non abbiamo vestiti di scorta ?”

“Questo non è un problema. Posso travestirvi io !”, disse loro Ybrys sorridendo.

I ragazzi la guardarono stupiti e lei spiegò: “E’ un altro potere delle fate. Possiamo modificare l’aspetto come vogliamo.”, poi, rivolgendosi all’elfo, in un’ennesima prova di amicizia, gli chiese: “Gendar, puoi venire un momento, per favore ?”

Gendar, riluttante, le si avvicinò, poi, in tono minaccioso, le disse: “Non combinare guai, Fata o te ne pentirai !”

Ybrys, perdendo la pazienza, gli disse in tono offeso: “Perché usi quel tono con me ?! Cosa ti ho fatto ? Non tutti gli elfi hanno il cuore puro e l’animo nobile e non provare a negarlo !”

Gendar, in tono gelido, le rispose: “Sai bene che i nostri due popoli sono sempre stati in guerra tra di loro ed è partito tutto per colpa delle fate !”

“E’ vero. Ma è proprio per questo che ora sono in pericolo entrambi ! Perché non hanno voluto collaborare e combattere insieme lo stesso nemico !”, gli rispose Ybrys furiosa.

Gendar restò interdetto da quelle parole, anche perché c’era della verità in esse.

“D’accordo. Fai la tua magia.”, disse l’elfo rivolto a Ybrys in tono più tranquillo.

Ybrys, si concentrò e, dalle sue mani uscirono dei fasci di luce bianca e una nuvola rosa avvolse completamente Gendar.

Quando la nuvola si dissolse apparve un uomo umano sui cinquant’ anni, con i capelli grigi e un completo un po’ trasandato color prugna.

Gendar, toccandosi le orecchie esclamò: “Cos’è successo alle mie orecchie a punta ? Cosa mi hai fatto, Fata ?!”

Ybrys, seccata gli rispose divertita: “Datti una calmata o non ti faccio più tornare come prima. Smettila di chiamarmi Fata, io ho un nome !”

“Guai a te se non mi fai tornare com’ero !”, le disse Gendar.

“Sei proprio insopportabile ! Invece di ringraziarmi per averti reso irriconoscibile, hai anche il coraggio di lamentarti !”, gli rispose Ybrys stizzita.

I presenti osservarono la scena e, mentre Ybrys e Gendar continuavano a litigare, ma non in modo serio, Kreny disse: “Ah, ragazzi…Se quei due continuano così non so quando arriveremo a Naklis.”

Mariam, che era impaziente di rivedere il suo villaggio, si avvicinò ai due litiganti e disse loro: “Scusate se vi interrompo, ma dovremmo essere modificati anche noi se prima di questa sera vogliamo entrare a Naklis.”

La fata e l’elfo, imbarazzati, smisero di litigare all’istante vergognandosi di aver fatto perdere del tempo prezioso agli Eletti per il loro litigio.

I ragazzi, intanto sorrisero vedendo le facce imbarazzate di Ybrys e di Gendar.

“Hai ragione, Mariam”, le disse Ybrys con aria colpevole.

“Scusateci.”, disse Gendar guardando i presenti.

Dopo mezz’ora, del gruppo misto non era rimasto nulla.

Infatti, grazie a Ybrys, i nostri amici sembravano una carovana di mercanti con tre cavalli, due cani, due canarini e una normalissima gazza, un uomo sui cinquant’ anni, quattro donne sui trent’ anni, tre uomini sui trent’anni e un bambino di cinque anni.

Così, la carovana entrò a Naklis indisturbata e si diresse verso la casa di Lynn, che era abbastanza spaziosa da ospitare tutti.

Arrivati alla porta, Mariam bussò e un uomo anziano comparì sulla soglia.

Senza dire una parola, Lynn fece cenno ai membri del gruppo di entrare in casa.

Dopodichè, l’uomo abbassò le tapparelle in modo che nessuno potesse vedere o sentire nulla, poi disse: “Avete portato molti amici con voi, Eletti.”,e sorrise guardandoli.

Ybrys fece sparire i travestimenti e, ognuno tornò come prima.

“Ciao, Lynn ! Come stai ?”, gli chiese Mariam sorridendo felice.

“Bene, grazie e tu ?”, le chiese l’uomo abbracciandola.

“Bene.”, gli rispose la ragazza.

Dopodichè, Lynn disse con aria triste: “Mariam, però devo darti una brutta notizia, anche se non vorrei.”

“Sarebbe ?”, gli chiese Mariam nervosa.

“Mi spiace, Mariam ma quel maledetto esercito ha eliminato al tua famiglia.”, le rispose addolorato Lynn.

”Cosa ? Non stai dicendo sul serio, vero ?”, balbettò la ragazza sull’orlo delle lacrime.

“Mi dispiace.”, le disse Lynn sinceramente.

Mariam si sentì un mano sulla spalla destra e, voltandosi vide di fronte a lei Ken.

“Dispiace a tutti noi, ma ricordati che non sei sola. Ti resteremo sempre vicino.”, le disse Ken guardando anche gli altri membri del gruppo.

Mariam guardò prima Ken, poi i mostri, Ybrys,gli altri ragazzi, Gendar, Faun e Kreny, poi, con le lacrime agli occhi disse a tutti loro: “Grazie…Sono davvero fortunata ad avere degli amici come voi !”

Tutti le sorrisero infondendole coraggio e serenità.

Dopodichè, Lynn disse loro: “Molto bene, cari i miei eletti. Ora vi aspetta la missione più dura. Dovete riportare la pace nel mondo e piantare i semi della Speranza. Siete pronti ?”

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Capitolo 42
*** CAPITOLO 42 ***


CAPITOLO N° 42 “ LA FINE DEI SEGRETI ”

Lynn spiegò ai ragazzi molte cose, che, fino a quel momento erano state a loro sconosciute e inaccessibili.

“In questo villaggio, come voi ben sapete è custodito il Libro Sacro che scrissero gli Antichi Cavalieri, nel quale erano racchiusi i segreti per portare la Pace nel mondo. Domattina andremo al tempio e state certi che cambierete molto…”, disse loro Lynn.

Mariam, incuriosita, gli chiese: “Cosa intendi dire, Lynn ?”

“Non voglio rovinarvi la sorpresa.”, le rispose l’uomo in tono cortese ma risoluto.

“Comunque, visto che la tua casa è stata distrutta, per questa notte, se volete potete restare a casa mia. Che ne dite ?”, domandò loro Lynn.

I ragazzi e i loro amici accettarono di buon grado la proposta di Lynn.

Così, dopo aver cenato tutti insieme, i sei ragazzi e i loro amici si rilassarono un po’.

La serata trascorse in allegria anche se si respirava una certa tensione nell’aria.

Mentre i ragazzi, i mostri, Ybrys, Kreny e Faun chiacchieravano intensamente, Gendar parlò un po’ con Lynn.

“Allora, com’è la situazione in questo villaggio, Lynn ? Mi sono giunte voci che dicono che Naklis sia sotto il controllo del nemico.”, gli disse l’elfo.

“Sì, infatti. Domani, quando i ragazzi usciranno dal tempio dovrete andarvene di qui alla svelta perché le mie fonti mi hanno detto che sono in arrivo altre truppe nemiche.”

“E Mariam come farà ? Lei dovrà aspettare qui.”, osservò l’elfo preoccupato.

“Non preoccuparti. Io e gli altri abitanti del villaggio , la difenderemo a costo della vita fino a quando sarà tutto finito.”, gli rispose Lynn.

“Va bene. Comunque vi manderemo dei rinforzi al più presto.”, lo rassicurò Gendar.

Gendar e Lynn guardarono i ragazzi parlare divertiti e, il primo, sorridendo disse: “Ora lasciamoli divertire. Domani li aspetta una faticosa giornata.”

“Già.”, aggiunse Lynn sorridendo.

“Perché non ci raccontate le vostre avventure sin dall’inizio ? Io, Kreny e Faun non le sappiamo.”, domandò Ybrys ai ragazzi.

“Nemmeno io le so.”, aggiunse Gendar sedendosi vicino ai ragazzi.

Così, i ragazzi, raccontarono ai loro amici tutto quello che avevano passato da quando avevano intrapreso il loro lungo viaggio.

Quando ebbero finito di raccontare le loro avventure, i ragazzi pensarono un po’.

“Certo che sono cambiate un bel po’ di cose da quando me ne sono andata da casa…”, disse Mariam pensierosa.

“Già e poi, a essere sinceri, dopo tutte le avventure che abbiamo vissuto sarà difficile abituarmi nuovamente a una vita normale…”, aggiunse Ken.

“E’ vero, però,, da una parte vorrei che fosse già tutto finito. Non ce la faccio più ad andare avanti così…Vorrei vivere in pace una volta per tutte…”, disse Lein.

“Non preoccupatevi, ragazzi. Tra poco sarà tutto finito. Dovete solo cercare di resistere un altro po’…”

Verso la notte inoltrata, i ragazzi si coricarono.

Prima di andare a dormire, Gendar e Ybrys restarono gli ultimi nel salone della casa di Lynn.

La fata stava andando a dormire, quando Gendar la chiamò.

“Ybrys…aspetta.”, le disse l’elfo.

La fata, stupita nel sentirsi chiamare per nome, si voltò e gli chiese incuriosita: “Cosa c’ è?”

Gendar, diventando rosso, le disse: “Senti…Tu lo sai cos’è successo a mia madre ed è anche per questo che…”

“Che non sopporti le fate e che le odi ?”, disse Ybrys concludendo la frase al posto dell’elfo.

“Sì, esatto…Però, come dici tu, non siete tutte uguali…Me ne sono accorto un po’ tardi, mi dispiace. Però è vero: se i nostri popoli avessero collaborato ora non sarebbero in pericolo entrambi. Gli elfi si sono isolati nelle montagne e voi nel vostro villaggio ma siamo entrambi minacciati dallo stesso nemico…Io ti capisco se non vuoi o non ti fidi, però…Io vorrei ricominciare da capo, se tu…”, le disse l’elfo guardandola negli occhi.

Ybrys intuì cosa stesse cercando di dirle l’elfo e gli disse sorridendo: “Gendar, sarei più che felice di darti una seconda possibilità…Ricominciamo da zero. Allora, siamo amici ?”, e gli porse una mano in segno di amicizia.

Gendar sorrise e, stringendole la mano, le rispose: “Amici.”

“Alla fine, quei ragazzi mi hanno contagiato…”, aggiunse Gendar sorridendo.

La Profezia narra che gli Eletti avrebbero riunito tutti i popoli e tutte le creature, ma, alla fine, Gendar sei stato tu a scegliere di non dare retta i pregiudizi e a fidarti nuovamente delle fate, non ti pare ?”, gli disse Ybrys sorridendo.

“Già…Comunque sono stati i ragazzi a farmelo capire…”, concluse l’elfo.

“Allora, questa la guerra la combatteremo fianco a fianco ?”, gli chiese Ybrys.

“Puoi contarci !”, le rispose l’elfo.

Dopodichè, Gendar e Ybrys andarono a dormire.

Il mattino dopo, Lynn svegliò i ragazzi all’alba e disse loro: “Forza. E’ ora di andare. Non deve vederci nessuno.”

Ybrys, gli disse sorridendo: “Che problema c’è ? Posso travestirli io.”

Lynn le rispose nervoso: “No, non c’è tempo. Tra qualche tempo arriverà una scorta di soldati e voi dovete andarvene prima che questo accada.”

“Ma non avevi detto che i soldati sarebbero arrivati tra qualche giorno ?”, gli domandò Gendar nervoso.

“Infatti, ma ho sentito che quei maledetti non si sono fermati per dormire, così hanno guadagnato tempo.”, gli rispose Lynn.

Così, il gruppo, dopo una colazione veloce, si avviò verso il Tempio di Naklis.

Mentre camminavano attraverso Naklis, i ragazzi notarono la distruzione che regnava in quel posto.

Quello che una volta era stato un villaggio caloroso e rigoglioso, ora sembrava un posto desolato e inospitale; ovunque c’erano segni di combattimento e ruderi di case bruciate.

Nonostante i sopravvissuti avessero cercato di rimediare ai danni subiti, nel villaggio si vedevano ancora molti segni dell’attacco nemico.

“Lynn, dove sono gli abitanti ?”, gli chiese Mariam.

“L’esercito nemico li ha fatti prigionieri. Qui ci sono rimasti solo quelli che si sono rifugiati sulle montagne e sono tornati solo due settimane dopo l’attacco. Altri abitanti, invece hanno fatto finta di sottomettersi al re in modo da non dover abbandonare il villaggio.”, le rispose l’uomo.

“E’ terribile…”, commentò Mariam.

“Già, comunque, gli abitanti che sono riamasti qui vogliono aiutare gli Eletti nella loro battaglia, anche se l’esercito pensa il contrario. Il fatto è che se gli abitanti si fossero opposti, il re avrebbe mandato delle truppe a controllare Naklis.”, disse loro Lynn.

Dopo quindici minuti di cammino, il gruppo misto giunse sulla cima di una collina al limitare del villaggio dove sorgeva un maestoso tempio, costruito seguendo l’ architettura greca.

Lynn si guardò intono furtivo, poi disse ai ragazzi: “Molto bene. Ora stringete le vostre gemme nella mano destra.”

I ragazzi, anche se alquanto perplessi fecero come gli era stato detto e, contemporaneamente, tutti gli stemmi tutte le gemme brillarono all’unisono.

Dopodichè, ogni ragazzo fu circondato da un fascio di luce magica che combaciava con il colore della sua gemma.

Subito, l’enorme porta di marmo bianco si aprì e, i ragazzi poterono entrare, ovviamente, anche i mostri, Faun, Kreny, Lynn, Ybrys e Gendar li seguirono all’interno della costruzione.

Quando tutto il gruppo fu entrato, la porta del tempio si richiuse da sola.

Dopodichè, Lynn guidò i ragazzi lungo un corridoio non molto illuminato, poi, dopo qualche minuto, l’uomo si fermò davanti alla porta di una stanza molto piccola.

Lynn aprì la porta di legno e disse: “Solo gli Eletti possono entrare qui dentro. Gli altri dovranno aspettare fuori.”

Così, i ragazzi annuirono ed entrarono nella stanza.

Dopodichè, Lynn chiuse la porta alle loro spalle.

Infatti, fuori dalla stanza restarono : i mostri, Faun, Gendar, Kreny, Ybrys e Lynn.

I ragazzi si trovarono in una stanza illuminata dalla fioca luce delle candele ma riuscirono comunque a vedere delle incisioni sul pavimento con delle orme per i piedi e delle incisioni di forma ovale per le gemme.

Vicino a ognuna di queste c’ era un simbolo che corrispondeva al significato della gemma di ognuno dei ragazzi.

“Che strano posto.”, osservò Terry.

“Già…”, confermò Lein guardandosi intorno stupita.

“Perché non appoggiamo le gemme e i piedi sulle incisioni del pavimento e vediamo cosa succede ?”, propose Rik ai compagni.

“Già. Se le incisioni ci sono dovranno pur servire a qualcosa.”, aggiunse Cody.

“Va bene, allora. Tutti insieme.”, disse Ken.

I ragazzi annuirono e, contemporaneamente misero le proprie gemme e i piedi nei solchi del pavimento.

Per un lungo momento non accadde nulla, poi, all’improvviso, le gemme e gli stemmi brillarono contemporaneamente.

Come per magia, al centro del pavimento della stanza comparve una stella a sei punte che splendeva di luce dorata.

Subito dopo, mentre la stella dorata brillava ancora sul pavimento, i sei ragazzi vennero avvolti da un fascio di luce d’oro e si sentirono pervadere da un’ immensa e positiva energia vitale.

Poi, contemporaneamente alla comparsa della stella, i fasci dorati che circondavano i ragazzi scomparvero lentamente.

I ragazzi ripresero le loro gemme e si sentivano più carichi di prima, carichi di energia positiva come non lo erano mai stati.

Senza rendersene conto, i ragazzi viaggiando, superando le difficoltà insieme, collaborando tra di loro e fidandosi reciprocamente erano cresciuti e maturati.

Quell’ ultimo paso, li aveva trasformati per sempre. Infatti, adesso, i ragazzi si sentivano in grado di intraprendere qualsiasi impresa ed erano, per la prima volta, erano in pace con loro stessi e senza alcuna preoccupazione.

I ragazzi, in quel momento non provavano alcun timore, infatti erano completamente rilassati.

Ormai ci siamo, ragazzi. La nostra avventura sta per volgere al termine.”, disse loro Ken attraverso la gemma.

Già… Sono contenta di avervi conosciuti e di avere trascorso del tempo con voi. “, aggiunse Mariam.

Ora dobbiamo mettere fine a questa meravigliosa avventura, almeno, poi vivremo in pace finalmente ! “, disse Rik.

Sapete una cosa, ragazzi ? Mi mancherete. “, disse loro Lein.

Già. E’ vero, ma quando tutto questo sarà finito ci rivedremo.”, la rassicurò Terry.

Certo. Organizzeremo delle feste oppure viaggeremo in modo da poterci rivedere…”, disse loro Cody.

All’improvviso, al centro della sala, alcune mattonelle scomparvero lasciando un buco nel pavimento dal quale emerse un altare di lucido ebano nero con un grosso libro rivestito di pelle, il cui titolo era “ Cavalieri della Speranza ”, che era scritto in lettere d’oro.

I ragazzi si scambiarono occhiate interrogative ma anche curiose, poi, tutti insieme si avvicinarono al Libro Sacro.

Il libro si aprì da solo a una pagina il cui titolo era : Come riportar la Pace nel mondo e i come piantare i Semi della Speranza.

Sotto il testo c’era un disegno a forma di stella con i luoghi natali dei ragazzi.

I ragazzi,all’unisono sussultarono quando videro il seguente disegno.

I ragazzi, dopo una prima sorpresa iniziarono a leggere le righe sopra il disegno.

Ognuno dei sei membri deve tornare al suo paese natale. Una volta fatto questo, ogni membro dovrà raggiungere il centro del paese e lì stringere la propria gemma.

Dopodichè, ogni membro si metterà in contatto telepatico con i suoi amici.

Quando tutti i membri saranno sintonizzati tra loro, gli stemmi e le gemme emetteranno un fascio di luce del colore del sentimento che rappresentano.

Quando tutte le gemme avranno emesso il loro fascio magico, gli Eletti, mentalmente dovranno pronunciare contemporaneamente la frase “Lai de neìs !” e un incantesimo potente verrà sprigionato.

Sui cieli di tutto il mondo comparirà un’enorme stella a sei punte dorata che purificherà ogni luogo dal male, riportando così la Pace nel mondo. ”

I ragazzi, dopo una prima sorpresa iniziarono a leggere le righe sopra il disegno.

Ognuno dei sei membri deve tornare al suo paese natale. Una volta fatto questo, ogni membro dovrà raggiungere il centro del paese e lì stringere la propria gemma.

Dopodichè, ogni membro si metterà in contatto telepatico con i suoi amici.

Quando tutti i membri saranno sintonizzati tra loro, gli stemmi e le gemme emetteranno un fascio di luce del colore del sentimento che rappresentano.

Quando tutte le gemme avranno emesso il loro fascio magico, gli Eletti, mentalmente dovranno pronunciare contemporaneamente la frase “Lai de neìs !” e un incantesimo potente verrà sprigionato.

Sui cieli di tutto il mondo comparirà un’enorme stella a sei punte dorata che purificherà ogni luogo dal male, riportando così la Pace nel mondo.

Dopodichè, ogni membro dovrà sotterrare la propria gemma al centro del suo paese e, subito dopo crescerà un albero del colore della gemma stessa.

Così, la Leggenda della Speranza sarà compiuta e la vostra battaglia conclusa…

“Sembra una cosa complicata…”, commentò Lein.

“Già,ma se ci crediamo veramente, ci riusciremo ! Ne sono sicura !”, disse Mariam in tono deciso guardando i suoi amici.

I sei ragazzi annuirono e capirono di dover agire subito perché il tempo a loro disposizione stringeva sempre di più.

“Forza, ragazzi ! Torniamo a casa !”, esclamò Rik emozionato rivolto ai suoi amici.

Quando i ragazzi uscirono dalla stanza, il Libro Sacro scomparve proprio com’era apparso.

“Ma dove sono tutti ?”, si chiese Lein alludendo a Lynn e agli altri loro amici che avrebbero dovuto aspettarli fuori dalla stanza.

Nell’edificio, infatti regnava un silenzio spettrale e non c’era traccia ne dei mostri, Ne di Lynn e ne di nessun altro.

“Temo di avere un brutto presentimento.”, disse Ken in tono cupo e corse verso l’uscita del tempio,s seguito dagli altri ragazzi.

Quando i ragazzi raggiunsero l’uscita del tempio, si trovarono davanti a una scena orribile.

Infatti, davanti a loro stava infuriando una terribile battaglia tra i loro amici e i soldati dell’esercito nemico.

I mostri, Ybrys, Gendar, Kreny e Faun se la cavavano abbastanza bene, ma, i soldati erano troppi per loro.

Lynn, invece, non essendo più abituato a combattere a lungo era quello messo peggio di tutti.

“Seguiteci senza fare storie, Eletti !”, disse loro il comandante Grover in tono arrogante.

Terry esclamò : “ Neanche per sogno !”

“Peccato. Peggio per voi. Il re voleva arruolarvi nel suo glorioso esercito ma se rifiutate…allora morirete !”, disse loro Grover senza nascondere una certa soddisfazione.

Dopodichè, Grover fece un cenno ai suoi uomini e, insieme a loro attaccò i ragazzi e i loro amici.

Terry gridò: “Ragazzi ! lasciate fare a me !”

Mariam e Lein, intuendo cosa stesse per fare la loro amica fecero appena in tempo ad avvisare Gendar, Kreny e Faun di abbassarsi, quando Terry iniziò a lanciare terribili colonne di fuoco contro i soldati.

Le colonne di fuoco di Terry incendiarono numerosi soldati, riducendo così il loro numero.

Anche Lein e Mariam iniziarono ad attaccare i nemici con le formule offensive che aveva appreso da Re Ayrm.

I ragazzi, Lynn, Gendar e Kreny, invece si batterono con le spade.

I Mostri Leggendari usarono i loro terribili poteri per abbattere il maggior numero di nemici.

Ybrys, nel frattempo usava la sua potente magia per mettere ridurre il numero dei nemici.

Mentre Mariam stava usando una formula offensiva per abbattere un nemico, un soldato incoccò una freccia, deciso a colpire la ragazza.

Mariam, voltandosi si accorse di cosa stesse per fare il soldato, poi, all’improvviso vide qualcuno che si muoveva verso di lei.

Lynn se ne accorse e, proprio all’ultimo momento riuscì a mettersi tra la ragazza e il soldato, facendole da scudo.

La freccia colpì Lynn al cuore.

“No !”, gridò la ragazza sconvolta.

Poi, in un impeto di rabbia, Mariam si sbarazzò del soldato che aveva ucciso Lynn colpendolo con una forte scarica elettrica.

Dopodichè, la ragazza si inginocchiò vicino all’uomo ormai agonizzante e gli disse fra le lacrime: “Lynn, mi dispiace…Non volevo…Non ho saputo proteggerti…”

Lynn le sorrise e le disse dolcemente: “Non devi sentirti in colpa, Mariam. Sapevo bene cosa significasse proteggere i nuovi Cavalieri della Speranza. Sono fiero di te. Ti ho vista crescere davanti ai miei occhi e ti assicuro che sei una persona davvero meravigliosa. Non deludere il ragazzo che ami. Non permettere all’odio e alla rabbia di impossessarsi di te ! Buona fortuna, piccola mia…”, poi, il pover’ uomo chiuse gli occhi, sprofondando in un sonno eterno…

Mariam, si alzò e, colta da un’improvvisa rabbia generò con la magia una terribile tromba d’aria che spazzò via tutti i nemici.

Tutti i suoi amici la guardarono esterrefatti e spaventati.

“Ora possiamo andare. La strada è libera.”, disse Mariam ai compagni in tono gelido.

Ybrys, in tono deciso, le disse: “Mariam, siamo tutti dispiaciuti per la morte di Lynn ma non farti prendere dal desiderio di vendetta e dal rancore o il tuo dono si trasformerà in un dono maligno che ti cambierà per sempre.”

Mariam abbassò gli occhi e disse: “Era tutto ciò che restava della mia famiglia, della mia infanzia e ora…ho perso tutto…”

“Non è vero.”, disse una voce calda e rassicurante dietro di lei.

Mariam si voltò e vide Ken sorriderle.

“Noi ci siamo ancora.”, le disse Ken indicando tutti i loro amici.

“Ormai siamo come una famiglia. Abbiamo passato diverse esperienze insieme, ci siamo aiutati a vicenda e niente potrà mai cancellare l’amicizia e la fiducia che ci lega.”, aggiunse Ken parlando a nome di tutti.

La ragazza, li guardò felice e disse loro: “Avete ragione, amici miei…C’è ancora qualcosa che dobbiamo fare !”, e una grande determinazione apparve nei suoi occhi.

I ragazzi, i mostri, Faun, Kreny, Ybrys e Gendar le sorrisero…

“Va bene… Ora noi dobbiamo andare.”, le disse Ken.

“Certo. State attenti, mi raccomando !”, disse loro la ragazza.

“Ci rivedremo, Mariam. Te lo prometto !”, le disse Ken, baciandola.

Dopodichè, ogni ragazzo si avviò verso casa.

Ken e Tiger si diressero verso Molins.

Cody e Marahute si avviarono verso Dengrid.

Funny e Terry andarono verso Insir.

Rik e Fly verso Way e Neferty e Lein verso Lom.

Ybrys, Kreny e Faun si diressero verso il villaggio fatato, mentre Gendar si avviò verso il suo villaggio.

Mariam e Artik, nel frattempo seppellirono Lynn, dopodichè si diressero verso quella che una volta era stata la casa della ragazza.

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Capitolo 43
*** CAPITOLO 43 ***


CAPITOLO N° 43 “ L’ATTESA”

Era ormai pomeriggio inoltrato e il villaggio di Naklis sarebbe stato avvolto dall’oscurità di lì a qualche ora.

Mariam e Artik ricominciarono a ricostruire la casa della ragazza.

Fortunatamente, i muri portanti della casa erano ancora in piedi.

Più che altro i danni riguardavano l’ingresso e le finestre.

Mariam iniziò a prendere della legna e ad inchiodarla dove mancava, in modo da riparare ai danni.

Artik nel frattempo, si occupava delle stanze ancora intere o quasi.

Infatti, l’unicorno, con il suo corno magico poteva far tornare insieme i cossi e i vetri.

“E’ strano…”, disse Mariam mentre lavorava.

“Cosa ?”, le chiese Artik.

“Sono cambiate così tante cose…”, gli rispose Mariam pensierosa.

Passò qualche minuto, poi Mariam disse tristemente all’amico: “Una volta questo villaggio era allegro e felice. Qui avevo una famiglia, avevo degli amici…Ora, invece, non è rimasto più nulla…”

“Mi dispiace… Purtroppo gli Eletti sono sempre stati perseguitati dalle forze del Male. Comunque, anche se non vivono qui, i tuoi amici, ci saranno sempre per te. Se tutto va come deve andare, tra qualche tempio, li potrai rivedere e vivrete finalmente in pace.”, le disse Artik dolcemente.

Dopo qualche ora, Mariam vide una trentina di uomini, donne e bambini avviarsi verso di lei.

Mariam restò sbalordita riconoscendo in quelle persone gli abitanti di Naklis.

Un uomo sulla cinquantina, il panettiere, che Mariam conosce bene, le disse: “ Ciao, Mariam.”

Mariam, stupita, lo salutò e gli chiese: “Josef, che ci fai qui ? E tutte quelle persone ?”

L’uomo, sorridendo, le rispose: “Siamo qui per aiutarti, Mariam.”

Mariam e Artik si guardarono felici.

“Vedo che stai rimettendo a posto la tua casa. Se vuoi possiamo darti una mano.”, le disse il fabbro.

“Davvero, lo faresti, Gin ?”, gli chiese Mariam incredula.

“Certo ! Allora, mettiamoci a lavoro !”, le rispose l’uomo.

Così, insieme ad alcuni uomini e con l’aiuto di Artik, la casa di Mariam, verso sera fu di nuovo sana e accogliente come un tempo.

Nel frattempo, gli altri abitanti si erano divisi i compiti, come fabbricare le frecce o le spade, sistemare delle trappole per i nemici…

Nel frattempo era giunto nuovamente l’ inverno e, lentamente, la temperatura iniziava ad abbassarsi…

“Caspita… E’ quasi passato un anno da quando ho lasciato Way…”, osservò Rik, mentre con Fly stavano sorvolando una zona montuosa.

“Già. Vola il tempo, eh ?”, gli chiese Fly scherzoso.

Ormai erano passati due giorni da quando Rik e Fly erano partiti e ora avevano appena raggiunto la regione montuosa che precedeva la città di Way.

Poco dopo, Rik e Fly atterrarono all’ ingresso di quella che una volta era stata la città più rigogliosa del mondo, dopo Molins.

Nonostante fossero trascorsi molti mesi dall’ attacco nemico, nella città si vedevano ancora resti di case bruciate e cadenti.

“Guarda come hanno ridotto la mia città.”, disse Rik sconvolto a Fly.

Il drago, comprendendolo, gli disse: “Lo so, Rik. Purtroppo, le forze del Male hanno sempre temuto gli Eletti e hanno sempre fatto di tutto per fermarli…A causa di questa lotta, però ci vanno sempre di mezzo degli innocenti…”

All’improvviso, da una casa fatiscente, alla sua sinistra, Rik sentì un rumore.

“Fatti vedere !”, gridò Rik in quella direzione, impugnando la spada.

Poco dopo, un bambino dall’ aria impaurita comparve da dietro la casa fatiscente, che, una volta era stata casa sua.

Il bambino era vestito con logori stracci, doveva avere all’incirca sei anni e, a vedere quant’era magro aveva sofferto molto…

Rik rinfoderò la spada, poi chiese al bambino in tono gentile: “Chi sei ?”

Il bambino non si avvicinò ma continuò a guardare il drago con espressione terrorizzata.

“Tranquillo. Non ti farà del male.”, gli disse Rik intuendo il timore del bambino.

Il bambino si avvicinò facendosi coraggio e disse: “Mi chiamo Jack e sono uno dei pochi sopravvissuti.”

“Cosa ? Ci sono dei sopravvissuti ? Dove sono ?”, gli chiese Rik agitato.

Il bambino, ingenuamente, gli rispose: “Nel pian terreno del castello.”, poi, gli indicò quello che una volta era stato il castello dei genitori di Rik.

“Tu chi sei, invece ?”, gli chiese il bambino.

“Mi chiamo Rik e una volta ero il principe di Way.”, gli rispose il ragazzo in tono piatto e mesto e anche con un certo imbarazzo.

“Davvero ? Allora vieni con me, che ti faccio vedere gli altri abitanti rimasti !”, gli disse emozionato il bambino.

Rik e Fly annuirono e seguirono il bambino.

A Way ci sono dei sopravvissuti !” , disse Rik telepaticamente ai suoi amici.

Gli altri ragazzi furono felici di sapere quella notizia, ma Ken disse a Rik attraverso la gemma Stai attento ! Quando abbiamo attaccato Way non abbiamo lasciato sopravvissuti. Potrebbe essere una trappola !

Tutti, Rik compreso restarono allibiti da quella notizia.

Va bene. Grazie dell’ avvertimento. Farò attenzione.”, disse Rik Ken attraverso la gemma.

Poi, Rik bisbigliò l’avvertimento anche a Fly, in modo che il bambino non potesse sentire.

Quando Rik e Fly arrivarono al pianterreno, all’improvviso comparvero cinque soldati.

Il bambino disse a Rik piangendo: “Scusami, ma avrebbero ucciso la mia sorellina !”

Infatti, uno dei soldati tratteneva una bambina di quattro anni dall ’ aria molto spaventata.

Prima che Rik potesse rispondergli, i soldati lo circondarono impugnando le loro spade.

“Eletto ! Devi venire con noi e anche il tuo drago !”, gli disse un soldato in tono autoritario.

“Dov’è la gente di questa città ?”, gli chiese Rik facendo finta di non aver sentito quello che gli era appena stato detto.

“E’ stata resa schiava.”, gli rispose un soldato in tono aspro.

Rik e Fly, subito dopo, di comune accordo attaccarono i soldati e, dopo alcuni minuti, lì non restò altro che un cumulo di cadaveri fumanti.

Rik disse dolcemente ai bambini: “Andate nel castello. E’ ancora in piedi.”

“Ma poi.. il tuo drago non ci carbonizza ?”, gli chiese preoccupato il bambino.

Rik sorrise e rispose: “No, non preoccuparti. Fly fa del male solo a chi se lo merita.”, e se ne andò in compagnia del drago.

Poco tempo dopo, tutti e cinque i ragazzi seppero osa fosse successo a Way grazie al racconto dettagliato di Rik.

Poi, anche Rik, sempre scortato da Fly, dopo aver fatto un giro completo della città, si recò verso il castello per riposarsi prima dell’atto finale.

“Certo che non pensavo di trovare la mia città in queste condizioni Sembrava così … eterna.”, disse Rik rivolto a Fly.

“Mi dispiace, Rik. Quando questa guerra sarà finita, ti prometto che ricostruiremo la tua città e vedrai che sarà ancora più bella.”, gli disse Fly per consolarlo.

In quel momento, in un altro luogo…

“Finalmente sono a casa !”, esclamò Lein mentre Neferty atterrava proprio al centro di Lom.

Infatti, dopo quattro giorni di viaggio, le due amiche erano finalmente arrivate alla meta.

“Già. Comunicalo agli altri.”, le suggerì Neferty.

Lein annuì e avvertì i suoi amici di essere arrivata al suo villaggio.

Poi, la ragazza disse a Neferty: “Vieni. Andiamo a mangiare qualcosa.”

Neferty annuì e seguì la ragazza fino a un bar che era misteriosamente rimasto intatto.

Quando Lein e Neferty entrarono nel bar, la ragazza disse: “Questo bar era dei miei genitori. Però, dopo l’ assassinio dei nostri genitori lo gestivamo io e mia sorella.”

“Davvero ? Che brave !”, le disse Neferty.

All’interno, il bar era deserto, non c’era anima viva in giro…

Mentre Lein andò dietro al bancone per cercare qualcosa da mangiare, una bambina comparve sulla soglia del bar.

“Sorellina ! Sei tornata !”, esclamò la bambina riconoscendo Lein.

Lein, voltandosi vide sua sorella e le disse felice: “Lilly !”, e si precipitò nella sua direzione.

Dopodichè, le due sorelle si abbracciarono commosse.

“Quanto mi sei mancata !”, le disse Lein sciogliendosi dall’abbraccio.

Neferty osservò la scena sorridendo felice.

Dopodichè, Lilly guardò stupita Neferty.

“Lein… Quel cavallo è tuo amico ?”, le domandò preoccupata Lilly indicando Neferty.

Lein sorrise e le rispose: “Sì, Lilly. Non preoccuparti.”

“Ciao ! Mi chiamo Neferty !”, la salutò la cavalla alata.

“Ciao ! Sei bellissima, lo sai ?”, le domandò Lilly ammirata.

“Grazie. Sei molto gentile.”, le rispose Neferty sorridendo.

“Senti…Qualche volta, non è che potresti…”, disse incerta Lilly arrossendo rivolta a Neferty.

Lein, che conosceva bene la sorella, aggiunse: “Vuoi che Neferty ti faccia volare, vero Lilly ?”

Lilly timidamente annuì e guardò la sorella e poi Neferty.

La cavalla alta sorrise e disse a Lilly: “Per me va bene…Ma perché non me l’hai detto prima ? Non ti mangio mica !”

E tutte e tre sorrisero felici.

Poi, le due sorelle iniziarono a preparare un buon pasto caldo.

Dopodichè, Lein raccontò alla sorella tutte le avventure che aveva passato con i suoi amici dopo che loro se n’erano andati da Lom l’ultima volta…

Il sole era ormai calato del tutto e le tenebre avvolgevano ogni cosa…

“Molins…”, disse cupo Ken guardando i familiari grattacieli grigi della sua città natale.

Tiger, comprendendolo, gli disse: “Dai, non fare così…Pensa che a Naklis ti aspetta la persona più importante della tua vita ! Fallo per lei !”

Ken, capendo cosa volesse dirgli il lupo, gli ripose: “Già e poi, ci sei tu al mio fianco.” ,e, insieme varcarono l’entrata della città, dove, stranamente non c’erano soldati a di guardia.

Purtroppo, dopo aver fatto pochi passi, Ken e Tiger si accorsero che la situazione era davvero critica, infatti, la città brulicava di soldati nemici.

Subito dopo, Ken e Tiger si rifugiarono in una casa disabitata al piano terra, dalla quale si poteva vedere la strada principale di Molins.

“Perfetto ! E adesso come facciamo ?”, chiese il ragazzo in tono agitato rivolto a Tiger.

Il lupo tacque per un momento, poi, gli rispose: “Sono troppi per noi. Aspetteremo che gli altri ragazzi ci avvisino. Quando i tuoi amici arriveranno al centro dei loro paesi natali, noi attaccheremo i soldati di sorpresa e andremo al centro di Molins, ma per ora è meglio restare qui.”

“Sì, va bene. Però è strano…”, disse il ragazzo pensieroso.

“Cosa ?”, gli domandò Tiger.

“Se la città è piena di soldati, perché all’entrata non ce n’ era nessuno ?”, si chiese Ken in tono preoccupato.

“Sì, in effetti hai ragione…Probabilmente il Re ha fatto lasciare l’ingresso della città libero sperando che tu andassi direttamente al centro di Molins, per poi poterci sorprendere con i suoi soldati…”, gli rispose il lupo.

“Sì, potrebbe anche essere…”, aggiunse Ken.

Dopodichè, Ken avvisò i suoi compagni mettendoli al corrente della situazione che c’era a Molins.

State attenti, mi raccomando !”, disse Mariam a Ken attraverso la gemma.

Stai tranquilla, Mariam. Ti prometto che non morirò prima di averti rivista.”, le disse Ken scherzosamente.

Grazie, ma cerca di non pensare a queste cose per favore,che mi fai venire l’ansia ! “, gli disse la ragazza agitata.

Ken sorrise, poi disse “Non preoccuparti, Mariam. Ci rivedremo.”

“Ora dormi. Veglierò io su di te.”, gli disse Tiger.

“Va bene, grazie, ma non sarebbe meglio fare dei turni ? Almeno, così potresti riposarti un po’ anche tu, no ?”, gli chiese il ragazzo.

“Non preoccuparti…Pensa a recuperare un po’ di energie, che ne avrai bisogno.”, gli rispose il lupo in tono tranquillo.

Così, Ken sorridendo si addormentò.

Molins non era cambiata molto da quando Ken l’aveva lasciata.

I suoi grigi grattacieli si stagliavano intatti all’orizzonte.

Ormai erano passati molti mesi dall’ attacco nemico e, i pochi sopravvissuti si erano sottomessi al sovrano per non morire.

Le attività commerciali erano riprese normalmente.

Se non fosse stato per le truppe di soldati che pattugliavano quotidianamente la città, si sarebbe potuto dire che Molins era rimasta quella di prima.

I danni causati dall’esercito nemico erano stati risolti e, nella città non c’ era più traccia dell’attacco di molti mesi prima.

Nella città regnava un’atmosfera piena di tensione e di paura.

Tiger era intento a fare la guardia e pensava a quante cose fossero cambiate da quando aveva conosciuto Ken.

Tiger, guardando il ragazzo addormentato pensò ”Povero, Ken. Sei dovuto passare per l’inferno prima di poter raggiungere finalmente la strada giusta. E in più sei anche il figlio del Re. Per fortuna che tra poco ci sarà la battaglia decisiva, almeno dopo, potrai goderti la pace che ti meriti. Farò di tutto per aiutarti.”

Lentamente e con molta circospezione, Funny e Terry si avvicinarono a Insir.

Prima di varcare l’entrata della città, Funny disse: “Terry, tu aspettami qui. Io faccio un giro di ricognizione per vedere se risono dei soldati, va bene ?”

“D’accordo, ma stai attenta !”, le raccomandò la ragazza, dopodichè, si nascose dietro dei rigogliosi cespugli in fiore.

Subito dopo, Funny si levò in volo sopra la cittadina di Insir.

Dopo circa trenta minuti, Funny tornò nel punto dove Terry si era nascosta.

“Allora ? Com’è la situazione, Funny ?”, le domandò la ragazza.

“Non ci sono soldati, ma solo abitanti molto spaventati.”, le rispose Funny tristemente.

“Capisco. Allora possiamo andare.”, decise Terry.

Così, la ragazza e la gazza si addentrarono nella cittadina di Insir.

Man mano che procedevano, incontrarono degli abitanti, per lo più donne bambini che le guardavo con un certo timore ma anche con un certo sollievo.

Una donna, sui trent’ anni e accompagnati da due bambini, si avvicinò alla ragazza e le disse: “Ciao, Terry. Bentornata !”

“Ciao Margaret. Ma…dove sono gli altri abitanti ?”, le domandò la ragazza.

“In casa…Comunque siamo rimaste solo donne, bambini e pochi uomini che sono riusciti a fuggire da quel maledetto esercito. Ti stavamo aspettando, Terry.”, le disse Margaret.

“Senti, Margaret, sai dov’è mio fratello ?”, le chiese Terry in tono preoccupato.

“Sì. Dovrebbe essere a casa vostra.”, le rispose la donna.

“Va bene, grazie. Vado subito lì ! Ci vediamo !”, la salutò Terry e si avviò correndo verso casa sua.

Quando Terry arrivò davanti alla sua casa natale, vi trovò la madre e il fratello che furono felicissimi di rivederla.

Dopo essere entrata e aver salutato la madre e il fratello, Terry raccontò loro le sue avventure.

“Oh, Terry ! Sono così orgogliosa di te !Comunque sappi che tutte le persone che sono qui ti aiuteranno nella tua ultima battaglia.”, le disse sua madre commossa.

“Ma, mamma ! Non potete ! E’ pericoloso !”, protestò Tery preoccupata.

“Non preoccuparti, tesoro.Questa battaglia non riguarda solo voi Eletti, ma anche tutte le altre creature che vogliono vivere in pace. Quindi è giusto che ognuno partecipi a questa battaglia.”, le rispose sua madre rassicurante.

Poi, Terry presentò Funny alla madre e al fratello.

Finalmente, Cody e Marahute arrivarono a Dengrid.

Mentre attraversavano il villaggio, Cody e Marahute non videro nessun soldato.

“Che strano. E’ possibile che non ci sia neanche un soldato ?”, si chiese il ragazzo perplesso.

“Forse il re li ha richiamati tutti al suo castello per organizzare l’ attacco finale.”, ipotizzò Marahute.

Cody comunicò ai suoi amici di essere giunto a destinazione.

Dell’attacco nemico, non era rimasta alcuna traccia tranne che i soli abitanti del villaggio, ora erano solo donne e bambini.

Cody e Marahute raggiunsero la casa del ragazzo.

Le luci della casa erano accese e Cody ebbe un tuffo al cuore per l’emozione.

Improvvisamente, la porta della casa si aprì e apparve il fratello di Cody.

I due ragazzi, prima si guardarono increduli, poi si abbracciarono felici.

I due fratelli e l’aquila entrarono in casa, dopodichè, Cody e il fratello chiacchierarono un po’.

“Ho visto che ci sono solo donne e bambini, qui. Ma nostra madre che fine ha fatto ? Come mai non c’è ?”, domandò Cody al fratello.

Il fratello, rabbuiandosi in volto, gli rispose: “Quando ci hanno attaccati, nostra madre mi ha fatto uscire dall’entrata posteriore della casa, mentre papà attirava l’attenzione di un soldato che era davanti alla porta principale. Mentre stavo scappando, un soldato mi aveva preso di mira con un arco e stava per colpirmi, ma mamma si è messa davanti per proteggermi…Prima di morire mi ha detto di non fermarmi e di continuare a correre…”, a quel punto, il ragazzo iniziò ad avere gli occhi lucidi.

Cody e Marahute lo guardarono con comprensione, rattristati da quella dolorosa notizia.

“Mi dispiace…”, disse Cody rivolto al fratello e addolorato per la morte dei suoi genitori.

“Io continuai a scappare più veloce che potevo e mi sono salvato per miracolo. Poi, mi sono nascosto tra le montagne e lì ho aspettato che quei soldati se ne andassero. Tutti gli abitanti che sono riusciti a fuggire si sono nascosti tra le montagne e, insieme abbiamo formato un insediamento. Un mese dopo, quando tornammo qui, i soldati erano andati via, così abbiamo iniziato a ricostruire il villaggio.”, aggiunse il fratello.

“Per quanto riguarda mamma e papà li ho seppelliti nella pineta vicino al villaggio, dove loro si erano conosciuti.”, gli disse il fratello.

Dopo una sostanziosa cena, il fratello di Cody andò a dormire.

Dopodichè, Cody e Marahute parlarono un po’.

“Pensa che quando sono andato via da qui ero un gran fifone…Ora, invece sto per salvare il mondo. Chi l’avrebbe mai detto ?!”, disse Cody all’ aquila.

Marahute lo guardò dolcemente, poi gli disse: “Stai crescendo, piccolo mio. Sono fiera di te !”

Cody, abituato alle battute sarcastiche dell’aquila restò sorpreso da quell’improvvisa dolcezza.

“Ti senti bene ? Tu che dici cose di questo genere ?”, le domandò Cody incredulo.

Marahute, con la sua solita aria sarcastica, gli rispose: “Sì, perché ?”

“Sai una cosa ?”, le chiese Cody.

“Cosa ?”, le domandò l’aquila.

“Sei esattamente come Tiger. Anche lui fa il duro, ma in realtà è un bonaccione !”, le disse il ragazzo divertito.

L’aquila gli disse: “Bravo, Cody ! Alla fine mi ha scoperto !”

Così, tra una risata e l’altra, i due amici andarono a dormire…

Ora, finalmente, tutti e sei i ragazzi erano giunti a destinazione e, presto sarebbe finito tutto…

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Capitolo 44
*** CAPITOLO 44 ***


CAPITOLO N° 44 “ VERSO L’ATTO FINALE ”

Sorgeva l’ alba di un nuovo giorno…

Quella stessa notte, mentre tutte le creature del mondo avrebbero dormito, sei ragazzi avrebbero compiuto un incredibile gesto che avrebbe cambiato per sempre la vita di tutti…

A mezzanotte, secondo il Libro Sacro, i sei membri avrebbero dovuto essere al centro dei loro paesi natali per sprigionare l’ incantesimo che avrebbe riportato al pace nel mondo.

Durante il giorno,ogni ragazzo, tranne Ken riunì gli abitanti del proprio luogo natale per mettere a punto un piano di difesa contro i soldati che presto sarebbero arrivati da ogni parte.

Per tutto il giorno, a Naklis, Dengrid, Insir, Way e Lom, non si vide altro che un gran via vai per le strade, si fabbricarono spade, frecce e lance e ci si allenava nell’ arte della scherma…

Erano le otto di sera e Ken, sempre rintanato nella casa disabitata stava mangiando quel poco che era riuscito a sottrarre alle scorte dei soldati.

“Tu non mangi ?”, gli chiese Ken.

“Ho già mangiato nel mio giro di ricognizione che ho fatto prima.”, gli rispose Tiger in tono rassicurante.

Ken sorrise e poi sospirò.

“Cosa c’è ? Qualcosa non va ?”, gli chiese Tiger.

“No, non preoccuparti…E’ che sono un po’ nervoso…”, gli rispose il ragazzo.

“Perché ?”, gli domandò Tiger.

“E’ strano…Fino a un anno fa vivevo qui e pensavo di dovere trascorrere una vita noiosa in questa città e ora sono cambiate moltissime cose…”, gli rispose il ragazzo in tono pensieroso.

Tiger, scherzando gli disse: “Già, anche per me è lo stesso, però sono felice e non ho mica il muso lungo come te !”

Ken sorrise e gli disse: “Hai ragione, Tiger. Ora riposiamoci un po’. Tra qualche ora dovremo salvare il mondo !”

“Cosa c’è, Lein ?”, le chiese Neferty preoccupata.

“No, niente…Solo che mi mancano gli altri.”, le rispose la ragazza pensierosa guardando sua sorella che dormiva tranquillamente.

“Ridammelo ! Lo voglio io !”, esclamò Cody.

“No ! Lo mangio io !”, gli rispose Marahute volandogli sopra e tenendo nella zampa destra un pesce arrostito.

“Uffa ! Tu dovresti aiutarmi e non rubarmi il cibo !”, le disse Cody perdendo la pazienza.

“E dai, Cody ! Non ti arrabbiare. Lo sai che le signore hanno sempre la precedenza !”, gli disse l’aquila in tono scherzoso.

“Perché, tu saresti una signora ?”, le chiese Cody divertito.

Marahute, facendo la finta offesa, gli rispose: “Certo ! Non vedi quanto sono bella ?!”

Cody sussurrò: “Se ne sei convinta…”

“Cos’ hai detto ?!”, gli chiese l’ aquila.

“Niente, perché ?”, le rispose il ragazzo divertito.

Il fratello di Cody, che aveva assistito alla scena, chiese loro: “Ma voi fate sempre così ?”

“Sì, più o meno.”, gli rispose Cody divertito.

Dopodichè, Cody disse al fratello: “Mi raccomando, tu devi nasconderti fino a quando la battaglia non sarà finita. Così non correrai rischi.”

“Non ci penso nemmeno !”, gli rispose con foga il fratello.

“Cosa vorresti dire ?”, gli domandò Cody preoccupato.

“Prima di tutto, tu sei mio fratello, quindi non ti lascerò nei guai e poi sei anche un Eletto, quindi ho un altro motivo per aiutarti. Combatterò per proteggerti insieme agli altri abitanti.”, gli rispose suo fratello in tono fiero.

Cody cercò di dissuadere il fratello da quella decisione, ma inutilmente…

Dopo quel chiarimento, i due fratelli e l’ aquila andarono a dormire…

Tutti i ragazzi stavano dormendo per recuperare le energie che sarebbero servite loro per l’ultima ed estenuante battaglia.

All’insaputa degli Eletti, moltissime altre creature si stavano radunando in ogni punto del mondo per combattere la loro battaglia contro il terribile esercito del Nuovo Ordine…

“Secondo la leggenda, i ragazzi dovrebbero riunirsi proprio questa notte. L’ ho saputo attraverso la sfera magica.”, disse Irindor pensieroso.

“Bene manderò altre truppe nei vari paesi. Molins è sotto controllo.”, disse Re Fenix.

“Sì, ma suo figlio potrebbe…”, iniziò a dire Irindor.

“Sì; è probabile che Ken abbia già messo fuori gioco i miei soldati ed è per questo che io e il mio fedele amico andremo lì personalmente.”, concluse il re sorridendo, poi si voltò verso il mostro nero alle sue spalle…

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Capitolo 45
*** CAPITOLO 45 ***


CAPITOLO N° 45 “ LA FINE DEL GIOCO ”

Mancavano ormai solo quindici minuti a mezzanotte e, nel mondo addormentato, sei ragazzi e i loro mostri, si stavano avviando verso i centri dei loro paesi per portare a termine un’antica e gloriosa profezia…

Ken e Tiger, dopo aver abbattuto molti soldati sul loro cammino, si stavano avviando verso il centro di Molins, ma, improvvisamente, da dietro una casa fatiscente, alla loro destra sentirono un rumore.

“Saranno altri soldati ?”, chiese Ken sottovoce a Tiger.

“Non saprei…”, gli rispose il lupo che si mise ad annusare circospetto l’aria circostante.

Prima che Tiger potesse dire all’ amico cos’ avesse scoperto grazie al suo olfatto, una voce disse: “Ciao. Ken !”

Ken e Tiger si voltarono all’improvviso e videro il re degli elfi.

“Re Ayrm ! Cosa ci fa qui ? E perché con lei ci sono tutti quei soldati ? E’ troppo pericoloso, non potete restare qui !”, gli disse il ragazzo sorpreso e agitato al tempo stesso.

Il re al fico sorrise e gli rispose: “Siamo venuti per proteggerti, e per fare in modo che tu riesca a far avverare la Leggenda della Speranza. E poi, non preoccuparti, per noi, non siamo indifesi.”

“Sì, lo so. Mi dispiace, io non volevo offendervi.”, si scusò Ken.

“Tranquillo, Ken. E’ tutto a posto !”, gli disse re Ayrm per rassicuralo.

“Allora, grazie. Siete stati molto gentili a venire ad aiutarci.”, disse loro il ragazzo.

“noi Elfi, in passato ci limitavamo solo a difendere il nostro popolo, ma ora abbiamo capito che per migliorare il mondo dobbiamo collaborare anche con le altre creature. E questo lo dobbiamo a te e ai tuoi amici che ce l’avete fatto capire.”, gli disse Re Ayrm seriamente.

Così, tutti insieme arrivarono al centro di Lom.

Ken e Tiger vennero accerchiati dagli elfi, i quali erano decisi a difenderli a qualunque costo: essi, infatti volevano proteggere Ken e Tiger dai nemici per permettere loro di risparmiare energie preziose per la loro missione.

Mariam e Artik si diressero al centro del villaggio, con gli abitanti al loro seguito.

Mariam e Artik giunsero al centro di Naklis e, dinnanzi a loro, improvvisamente comparve Ybrys.

“Ciao !”, li salutò Ybrys seguita da fate , unicorni, elfi e moltissime altre creature magiche.

“Ciao ! Come mai siete qui ?”, le domandò al ragazza gentilmente.

“Per difendervi dai nemici. E’ ovvio, no ?”, le rispose allegramente la fata.

“Davvero ? Allora, vinceremo sicuramente !”, le disse la ragazza determinata.

Terry e Funny arrivarono al centro di Insir e, improvvisamente sentirono dei rumori alle loro spalle.

“Ciao ! Come va ?”, chiese loro Kreny allegramente seguito da molti troll e umani.

“Bene, grazie.”, gli rispose Terry.

Kreny, anticipando la domanda della ragazza, le disse: “Siamo qui per proteggere te e il tuo mostro mentre portate a compimento la vostra missione.”, poi, indicando gli uomini armati alle sue spalle, le disse: “Loro sono i Ribelli che abbiamo incontrato lungo la strada e che combatteranno al nostro fianco.”

“Grazie a tutti voi. Sono certa che ce la faremo !”, disse loro la ragazza con un tono davvero ottimista.

Poco dopo, arrivarono gli abitanti di Insir in aiuto di Terry.

Lein e Neferty avevano appena raggiunto il centro di Lom e, improvvisamente, dietro di loro comparvero: elfi, fate, uomini e altre creature magiche e non.

“Ciao !”, le salutò Gendar in tenuta da combattimento.

“Ciao ! Che ci fate qui ?”, gli chiese stupita la ragazza.

“Siamo qui per proteggervi in modo che possiate concentrarvi sulla vostra missione.”, le rispose l’elfo gentilmente.

Lein sorrise, poi, guardando tutte quelle creature che qualche tempo prima pensava fossero inesistenti sentì crescere dentro di se una nuova speranza…

Rik e Fly erano appena arrivati al centro di Way quando comparve Faun seguito da molte fate e troll.

“Ciao, Faun !”, lo salutò il ragazzo.

“Ciao !”, gli rispose l’unicorno, poi, rivolgendosi anche a Fly chiese oro: “Allora, siete pronti a salvare il mondo ?”

“Certo !”, gli disse il drago entusiasta.

“Speriamo in bene…”, sussurrò Rik cupo.

“Perché ?”, gli domandò Faun.

“Fly ha visto moltissimi soldati dirigersi verso Molins. Con loro c’è Irindor e il re con un mostro…Sono preoccupato per Ken.”, gli rispose il ragazzo allibito.

“Non preoccuparti. A Molins, Ken e Tiger possono contare sull’ aiuto di valorosi instancabili combattenti.”, gli disse Faun cercando di rassicurarlo.

“Perché ? Cosa vuoi dire ?”, gli domandò il ragazzo.

“Perché a Molins si sono diretti molti elfi, fate e uomini…Andrà tutto bene, Rik.”, gli rispose Faun.

Poco dopo, arrivarono anche molti uomini provenienti dalle terre vicine a Way.

“Siamo arrivati.”, disse Marahute.

“Già. Chissà se anche gli altri sono al centro dei loro paesi ?”, si chiese pensieroso Cody.

Marahute, intuendo il timore e l’ incertezza del ragazzo, gli disse dolcemente: “Non preoccuparti. Qualunque cosa succeda, ti resterò vicina.”

“Grazie…”, le rispose il soldato commosso.

“Ehi ! Ci siamo anche noi !”, disse una voce alle loro spalle.

Cody e Marahute si voltarono in quella direzione e videro che insieme agli uomini di Dengrid, tra cui il fratello di Cody, stavano arrivando anche molte fate, elfi e creature magiche.

Una fata si avvicinò a Cody e gli disse: “Siamo qui per proteggervi. Non dovete preoccuparvi di nulla. Noi penseremo ai nemici, così, voi potrete concentrarvi sulla vostra missione.”

“D’accordo ! Grazie a tutti voi !”, disse loro Cody sentendo crescere dentro di sé un grande coraggio come non gli era mai successo prima.

Purtroppo, anche l’esercito del nuovo Ordine si stava muovendo per impedire alla luce della speranza di risplendere nel mondo e, il suo capo nascondeva un oscuro segreto…

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Capitolo 46
*** CAPITOLO 46 ***


CAPITOLO N° 46 “ UNA NUOVA SPERANZA ”

Era ormai giunta la mezzanotte nel mondo addormentato…

Siete tutti pronti ? “, chiese Ken ai suoi compagni attraverso la gemma.

Sì ! “, gli risposero gli altri ragazzi all’unisono.

D’accordo. Procediamo ! “, disse Ken ai suoi amici.

Improvvisamente, però, sul cielo di Molins comparve un’ enorme figura nera.

“Oh no !”, esclamò Tiger agiato.

“Cos’è ?”, gli chiese Ken preoccupato dalla reazione del lupo.

“Una disgrazia che non ci voleva.”, gli rispose Tiger in tono cupo.

L’ombra nera si avvicinò sempre di più.

Quando Ken riuscì a identificare meglio la sagoma nera che si stava avvicinando lentamente disse ai suoi amici “Ragazzi…Qui c’è un drago nero e c’è mio padre con lui ! Forse mi sbaglio, ma quel mostro mi sembra molto forte…”

I ragazzi, sconvolti riferirono quella notizia ai loro mostri e agli esseri che erano con loro.

“Questa non ci voleva !”, esclamò Neferty adirata.

“Perché ?”, le chiese Lein preoccupata dalla reazione dell’ amica.

“Quel drago nero, una volta era nostro amico. Quello è il mostro più potente di tutti ed è lui che avrebbe dovuto guidarvi per proteggervi al meglio. Purtroppo, quando gli Antichi Cavalieri affrontarono il re malvagio di quel tempo, Trakyo si unì a lui spinto dalla brama di potere e io e gli altri mostri leggendari dovemmo sacrificarci per abbatterlo. Quell’ essere non avrebbe dovuto tornare in vita !”, le spiegò Neferty agitata.

“Oh no…”, disse Lein e riferì quello che le era stato detto ai suoi amici attraverso le gemme.

“Non c’è altro da fare. Dobbiamo sacrificarci come allora. E’ l’unico modo per eliminarlo.”, disse Fly seriamente.

“Ma scusa…Non è che magari quel drago è sotto l’incantesimo del re ? Se fosse così basterebbe rompere l’incantesimo, no ?”, gli chiese Rik.

“Nessuno può assoggettare quel mostro al suo volere perché è l’essere più potente che sia mai esistito. Neanche il padre di Ken ce la farebbe. Se è con il nostro nemico è perché ha scelto di stare da quella parte.”, gli rispose Fly.

“Ci sarà un altro modo, non potete morire ancora !”, gli disse Rik con un filo di voce.

“Scusami, Rik ma il mio compito è quello di proteggerti ed è così anche per i miei compagni. Se ci uniamo, ci trasformeremo in un unico essere in grado di distruggere quel mostro. E’ l’ unico modo, mi dispiace…”, gli disse Fly dolcemente.

“ma tu sei mio amico ! Non voglio non perderti !”, gli disse Rik disperato.

“Fino a quando ti ricorderai di me, non mi perderai. Io ristarò sempre accanto, Rik, anche se tu non potrai vedermi.”, gli disse il drago dolcemente.

Gli occhi de ragazzo si colmarono di lacrime innocenti perché aveva capito che il drago, ormai aveva preso la sua decisione.

“Mi dispiace, Ken. Non c’è altro modo.”, gli disse Tiger seriamente.

“No, Tiger. Non te ne puoi andare.”, lo implorò il ragazzo con gli occhi lucidi.

“E’ il mio destino. Non posso farci nulla. Comunque, quando non ci sarò più promettimi una cosa.”, gli disse Tiger.

“Sarebbe ?”, gli domandò Ken.

“Non pensare più al tuo passato e non avere più sensi di scolpa e, soprattutto sii felice con Mariam.”, gli rispose Tiger sorridendo.

“Tiger…”, mormorò Ken.

“Sei proprio sicuro, Artik ?”, gli domandò Mariam.

“Sì. Mi dispiace, ma non c’è altro modo. Non perdere mai il tuo sorriso.”, le rispose dolcemente l’ unicorno.

“Funny, io non voglio perderti !”, le disse Terry sull’orlo delle lacrime.

“Sarò sempre con te: nel tuo cuore.”, le disse la gazza cercando di rassicurare la ragazza.

“Neferty ! Ci sarà un’altra soluzione !”, le disse disperata Lein.

“No, mi dispiace Lein ma devo farlo.”, le rispose la cavalla alata tristemente.

“Marahute, non farlo !”, la implorò Cody.

“Non posso fare diversamente, Cody.”, gli rispose l’aquila dolcemente.

“Ma se te ne vai, io poi, con chi litigo se tu non ci sei più ?”, le disse il ragazzo.

Marahute lo guardò dolcemente disse: “Devo andare, Cody. Sii felice”, e si levò in volo.

Nel frattempo, in ogni villaggio comparvero i soldati nemici e la battaglia ebbe inizio.

Migliaia di spade cozzarono tra loro.

Molti se la cavavano con frecce, rastrelli o semplici oggetti contadini.

In tutti e sei i luoghi strategici, entrambi gli schieramenti subirono molte perdite.

Così, i sei mostri, parlandosi telepaticamente concordarono di unirsi ancora una volta per dare vita a Falkon, il grande Drago Bianco che avrebbe potuto competere con Trakyo e distruggerlo definitivamente.

“Ma come farete a unirvi ?”, chiese Terry a Funny.

“Dovete sintonizzarvi e pronunciare Lai dei roìns ! . Mi ha fatto piacere conoscerti, Terry. Ora dobbiamo procedere. Forza !”, le rispose Funny.

“D’accordo.”, disse Terry con le lacrime agli occhi e riferì il messaggio ai suoi amici.

Anche se a malincuore, i ragazzi si dissero telepaticamente Siamo pronti !”, e, tutti insieme pronunciarono la formula magica.

Improvvisamente, tutti e sei i mostri vennero circondati da un alone di luce dorata e, prima di diventare delle sfere salutarono, per l’ultima volta i loro amici.

Poi, ogni sfera raggiunse a una velocità sorprendete Molins.

Dopodichè, le sei sfere si incontrarono nel cielo notturno…

Ci fu un’esplosione di luce intensa e, davanti agli occhi increduli di Ken, degli uomini, degli elfi, delle fate, dei troll e di tutti i presenti, comparve un candido drago bianco con gli occhi blu e dalle dimensioni straordinarie che cominciò a lottare con Trakyo.

Dopo uno scontro iniziale, Falkon si voltò verso Ken e gli disse: “Eletto, forza ! Tu e i tuoi amici dovete fare ancora qualcosa !”

Ken, sorpreso, gli disse: “Certo. Hai ragione.”

Dopodichè, Falkon riprese a combattere furiosamente contro Trakyo.

Ma… perché non mi ha chiamato per nome ?”, si chiese Ken.

“Perché quel drago è un essere supremo e non ha memoria di te e dei tuoi amici. Lui sa solo che deve combattere e annientare il Drago Nero,ma, a parte questo, non ricorda niente e nessuno.”, gli disse il re elfico leggendo il pensiero del ragazzo e comparendogli alla sua sinistra aggiunse: “Forza, Ken ! Ora tocca a voi ! Dovete far avverare la Profezia !”

Ken, come risvegliatosi da un brutto sogno annuì e comunicò ai suoi amici “Forza, ragazzi ! Dobbiamo far avverare la Profezia !

I ragazzi annuirono e, contemporaneamente, strinsero le loro gemme e pronunciarono : Lai dei neis !

Improvvisamente, ogni gemma risplendette del proprio colore emettendo un fascio di luce e, anche gli stemmi dei ragazzi si illuminarono al massimo della loro luce azzurra.

Nel frattempo, la battaglia tra i soldati dell’esercito nemico e gli alleati dei ragazzi proseguiva senza esclusione di colpi.

La battaglia tra i due schieramenti continuava senza tregua e, tutti i combattenti lottavano in modo ammirevole.

Purtroppo, però, gli uomini di re Fenix erano molti di più rispetto agli alleati dei ragazzi.

Gli amici dei ragazzi resistevano in modo valoroso, ma, fiaccati da quella durissima lotta non sarebbero riusciti a combattere ancora per molto.

Ormai era la forza della disperazione a sostenerli.

Improvvisamente, le sei gemme brillarono e sul cielo del mondo comparve un’ enorme stella luminosa a sei punte, sotto la quale il drago bianco e quello nero stavano ancora combattendo furiosamente.

I ragazzi, attoniti da quella scena non poterono far altro che ammirare il miracolo che si stava svolgendo dinnanzi a loro.

La stella dorata e luminosa che c’ era nel cielo emise un fascio di luce dorata che colpì in pieno il drago bianco.

Falkon, come ricaricatosi di nuove energie risplendette di una luce dorata, dopodichè diede il colpo finale al drago nero.

Quella fu la fine di Trakyo e di Re Fenix.

Subito dopo, iniziò a piovere, ma non era una pioggia qualunque quella che si stava abbattendo sul mondo in quella notte magica e senza eguali.

Quella era una pioggia magica proveniente dalla stella: le gocce erano colorate e luminose e purificarono il cuore di ogni essere vivente dal male.

Cosicché, tutti i soldati, maghi e altri esseri che, fino ad allora avevano combattuto contro i ragazzi e i loro amici smisero completamente di battersi, deponendo le armi, come se si fossero appena svegliati da un brutto sogno.

In quel momento, anche i combattenti che erano dalla parte dei ragazzi cessarono le ostilità, rendendosi conto che, finalmente, quel brutto periodo era finito per sempre…

Mentre tra i vari combattenti si levavano grida di vittoria e di felicità, i sei ragazzi si sentirono improvvisamente soli…

Infatti, i ragazzi, anche sapendo di essere riusciti a portare a termine la loro missione sentirono immediatamente la mancanza dei loro mostri…

Intanto, nel cielo di Molins, un maestoso drago bianco restò immobile nell’ aria, sopra i grattacieli…

“Tiger !”, gridò Ken rivolto al drago bianco.

Il drago si voltò verso di lui e, con aria assente, gli disse: “Siete stati bravi. Ora potete vivere in pace con le vostre famiglie, i vostri amici e con le altre creature. Fate in modo che questa pace duri il più a lungo possibile. Addio, Eletti !”

Dopodichè, il drago trasmise lo stesso messaggio anche agli atri ragazzi.

I ragazzi restarono sconvolti da quelle parole e non seppero cosa rispondere.

Ogni ragazzo guardava il cielo e lacrime scorrevano sul volto di ognuno di loro.

Poco dopo, il drago bianco iniziò a perdere la sua luce…

Ci fu un esplosione di luce e il drago bianco scomparve, lasciando al suo posto le sei sfere di luce, ognuna delle quali era un mostro.

Molte persone, prima ignare dell’evento, uscirono dalle loro abitazione quando videro la stella luminosa che c’era nel cielo.

Ogni mostro, come per magia fu trasportato dolcemente dal proprio Eletto.

Purtroppo, i sei mostri erano in fin di vita, ma, come un’intuizione, ogni ragazzo gridò all’unisono: Lai de nis doi nog ! ( ridagli la vita ! ) , stringendo forte le loro gemme e unendo i loro cuori in modo che il desiderio si avverasse.

Le gemme brillarono più luminose che mai, poi, la stella che non era ancora scomparsa nel cielo colpì con fasci di luce azzurra ogni mostro, ma, questi ultimi non sembravano dare alcun segno di miglioramento.

Forza ! Dobbiamo crederci fino in fondo ! “, disse Mariam telepaticamente ai suoi amici attraverso la gemma.

Non perdiamo la Speranza !”, aggiunse Rik.

I ragazzi, pervasi da una grande speranza continuarono a sperare che il loro desiderio si realizzasse e, lentamente, ogni mostro si alzò.

“Artik !”, mormorò Mariam commossa vedendo il suo unicorno aprire gli occhi.

“Mariam, grazie. Non dovevate sprecare energie per salvarci; poteva costarvi la vita.”, le disse l’ unicorno incredulo e felice al tempo stesso.

“Marahute !”, esclamò Cody felice vedendo la sua aquila librarsi in volo.

Così, ogni ragazzo riebbe accanto il proprio mostro.

I ragazzi, sfiniti caddero per terra e notarono che le loro gemme erano diventate molto più piccole rispetto a prima.

“Ma…cos’è successo alla gemma ?”, si chiese Ken guardando la sua.

“Avete usato le gemme per far avverare un desiderio molto grande, quindi, quindi, le vostre gemme hanno dovuto usare la magia rimasta dentro di loro per riuscire a realizzare e ora sono rimpicciolite un po’. Comunque, le vostre gemme restano sempre delle armi potentissime.”m gli spiegò Tiger.

Ken, appena lo vide in piedi, lasciò cadere la gemma a terra e lo abbracciò felice.

“Tiger ! Non fare mai più una cosa simile !”, gli disse il ragazzo tra le lacrime.

“Era per il bene del mondo…”, gli rispose il lupo felice a sua volta.

“Mi sei mancato !”, gli disse Ken commosso.

Tiger, felice ma imbarazzato, perché tutti i combattenti stavano osservando la scena, gli disse: “Sì, sì. Va bene, Ken. Adesso basta però !”

Tutti scoppiarono a ridere con il cuore leggero e l’animo felice, consapevoli di essere appena sfuggiti a un terribile pericolo.

Ora, tutte le creature del mondo andavano d’amore e d’accordo e, nei loro cuori non c’era altro che un’immensa e inesauribile speranza.

Ora, il Dono della Speranza era davvero tornato !

Nel frattempo, la stella dorata che c’era nel cielo continuava a brillare radiosa.

“Forza, ora dovete piantare le gemme.”, disse dolcemente Artik a Mariam.

La ragazza annuì e, dopo aver trasmesso il messaggio agli amici piantò la sua gemma al centro di Naklis.

Quando tutte e sei le gemme furono piantate, la stella luminosa nel cielo scomparve.

“Ora tocca a voi governare con onestà e giustizia i vostri paesi e istruire i prossimi Cavalieri delle Speranza.”, disse Re Ayrm rivolto a Ken.

“Cosa ? No, io non voglio governare.”, gli rispose Ken sorpreso da quella rivelazione.

“Devi, Ken. E’ nel tuo destino.”, gli rispose dolcemente Re Ayrm.

“Ma…io non sono sicuro di esserne all’altezza.”, disse Ken imbarazzato.

“Non sarai solo, Ken. Guarda.”, gli disse Re Ayrm indicandogli tutti i combattenti presenti, poi, aggiunse: “E poi, ci sono sempre i tuoi amici, no ?”

“Già.”, gli rispose Ken sorridente pensando a tutti i suoi amici e al momento nel quale li avrebbe rivisti.

Anche gli altri ragazzi seppero la meravigliosa notizia.

Il giorno dopo, nei vari villaggi si festeggiò la vittoria degli Eletti.

Tutto il giorno fu denso di festa, musiche, balli e banchetti e, ogni Eletto lo trascorse con le creature che erano andate in suo aiuto.

Il terzo giorno dopo la vittoria, gli alleati dei ragazzi iniziarono ad avviarsi verso casa.

“Ora dobbiamo andare, Ken. Ci rivenderemo…Buona fortuna e per qualunque cosa, non esitare a chiamarmi, sarò più che felice di aiutarti.”,gli disse il re elfico sorridendo.

“D’accordo, grazie.”, gli rispose Ken.

Dopo circa cinque giorni, gli alleati dei ragazzi erano andati via tutti e, nei sei luoghi natali restarono solo gli abitanti originari.

Gli abitanti delle varie città adoravano e rispettavano gli Eletti e i loro mostri, anche se i ragazzi facevano di tutto per non sentirsi superiori nei riguardi delle altre persone.

I ragazzi trattavano le altre persone con gentilezza e con giustizia.

Gli Eletti iniziarono a ricostruire i loro paesi natali con l’ aiuto dei mostri Leggendari e degli abitanti.

I ragazzi instaurarono con gli abitanti un rapporto di grande fiducia e collaborazione.

Nei vari villaggi, convivevano pacificamente umani, fate, elfi e altre creature.

Dopo circa sei mesi dalla loro gloriosa vittoria, gli Eletti organizzarono una grande festa con sede a Molins, alla quale vennero invitati tutti gli abitanti delle varie città, gli elfi, le fate…

Ogni ragazzo mandò dei messaggeri in tutti i paesi, sia quelli umani, sia quelli elfici e sia quelli fatati per invitarli all’evento.

Dopo due settimane, gli Eletti si trovarono nuovamente insieme a Molins, in ricordo della loro amicizia, della grande e meravigliosa missione che avevano compiuto molto tempo prima.

Quando furono arrivati tutti a Molins, i ragazzi vennero ospitati a casa di Ken, che, ormai era diventata un palazzo.

“Ciao, Ken ! Ma la tua casa è una reggia !”, lo salutò Mariam appena lo vide.

“Ciao. A dire il vero, non volevo che la mia casa diventasse così, ma gli abitanti hanno insistito e si sono messi a costruirla di loro volontà, così, non ho potuto fare niente se non aiutarli…”, le rispose s il ragazzo.

“Caspita…Devono davvero adorarti, eh ?”, gli chiese Cody.

“Già…A quanto pare…”, aggiunse Ken.

“Caspita, ragazzi, mi mancavate moltissimo…”, disse loro Lein.

“Anche a me.”, concordò Terry.

“E’ vero… Il problema è che con tutto il lavoro che abbiamo dovuto fare per ricostruire i nostri villaggi, non abbiamo avuto tempo per vederci prima.”, disse Rik.

“Dai, venite. Andiamo a casa e poi facciamo un giro per Molins, che ne dite ? Gli elfi e le fate sono già arrivati. Mancano ancora i troll e da quanto mi ha detto un informatore stanno arrivando molte persone anche dalle terre vicine.”, disse loro Ken.

Così, i ragazzi e i mostri si sistemarono nel palazzo di Ken, dopodichè andarono a fare una passeggiata per Molins.

Mentre passeggiavano, la gente che li vedeva, li salutava felice.

“Buongiorno, Sua Altezza.”, lo salutò un uomo.

Ken, a disagio, gli disse: “Fred, ti ho già detto mille volte di non chiamarmi così…Lo sai che non mi piace quel titolo.”

“Lo so, signore…Ma Lei è il nostro salvatore…”, gli rispose l’uomo che poi se ne andò.

“Ah, povero me…”, sospirò Ken.

“Perché ti stupisci tanto ?”, gli chiese Cody.

“Il fatto è che non vorrei che le persone mi trattassero così…Io vorrei essere un loro pari, ma non so come farglielo capire.”, gli disse Ken.

“Consolati, anche a Way è la stessa cosa.”, gli disse Rik.

“E anche a Naklis.”, aggiunse Mariam.

“In tutti i paesi c’è questa situazione…”, disse loro Lein.

Il giorno dopo, cominciò la festa…

Per tutto il giorno, i ragazzi, i mostri, gli abitanti e anche gli invitati fecero i preparativi.

Verso sera, nel centro di Molins, dove svettava un albero blu elettrico, c’era un lunghissimo tavolo pieno di leccornie di ogni genere.

Quando i ragazzi arrivarono davanti al tavolo imbandito, lì videro moltissime persone, elfi, fate e moltissime altre creature che aspettavano solo loro per dare inizio alla festa.

“Ciao, ragazzi. Siete cambiati molto, sapete ?”, disse loro Re Ayrm quando li vide.

“Davvero ? Io non mi sono accorto di niente.”, gli rispose Cody.

Durante i festeggiamenti, i ragazzi rividero Faun, Gendar, Kreny e Ybrys.

Dopo qualche ora, i ragazzi si divisero.

Ken con Mariam.

Rik con Lein.

Cody con Terry.

Gendar ballava con la sua compagna dai lunghi capelli neri e gli occhi azzurri.

Nel frattempo, Rik e Cody si dichiararono a Lein e Terry, e scoprirono che il loro amore era corrisposto…

La serata passò in allegria…

Dopo tre giorni, i ragazzi e i vari abitanti iniziarono ad avviarsi verso, casa.

Prima di partire…

“Ragazzi, promettetemi che ci rivedremo presto e che non aspetteremo altri sei mesi.”, disse loro Lein.

“Certo,stai tranquilla…Faremo di tutto per vederci di più.”, le assicurò Mariam.

Dopodichè, i sei amici si salutarono e ognuno andò nella propria direzione.

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Capitolo 47
*** CAPITOLO 47 ***


CAPITOLO N° 47 “LA VITA CHE SCORRE”

Ormai era giunto l’autunno che tingeva le foglie degli alberi di magnifici colori…

Insir, Way, Molins, Lom, Naklis e Dengrid erano ormai delle città rigogliose e felici e, al centro di ognuna di esse risplendeva un albero di pietra del colore della gemma da cui era nato.

I sei ragazzi, dopo l’imbarazzo iniziale riuscirono a governare con giustizia e bontà le loro città e tutti gli abitanti li amavano molto.

Ogni ragazzo aveva fatto erigere accanto all’ albero di pietra la statua del proprio mostro.

I ragazzi governavano con bontà e giustizia e, ognuno di loro veniva ammirato e rispettato dalle persone.

Tutto ciò che potesse ricordare l’Esercito del Nuovo Ordine era stato distrutto e ora la Pace regnava nel mondo.

Le città erano popolate da umani, elfi, fate, unicorni,troll, gnomi,folletti e moltissime altre creature che vivevano insieme, si aiutavano a vicenda ed erano in perfetta armonia tra loro.

Molins, che una volta era stata una città tetra e buia, ora era la città più rigogliosa e felice del mondo.

Ken fece molti cambiamenti in quella città.

Infatti, a Molins, ora le persone erano diverse; non c’erano solo persone ricche ma anche altre che, praticando differenti professioni stavano bene economicamente.

A Molins c’erano molti giardini che contavano sulle cure magiche delle fate, poi lì vivevano artigiani elfici che creavano oggetti resistenti e di raffinata bellezza…

Nonostante abitassero lontani, i sei ragazzi si tenevano comunque in contatto e, di tanto in tanto organizzavano delle feste in una delle città e lì si rivedevano.

Ormai erano passati quattro anni dalla battaglia degli Eletti…

Durante una festa organizzata dai ragazzi, a Naklis successe qualcosa di molto importante.

Dopo aver pranzato, Mariam e i suoi compagni fecero un giro per Naklis.

Ormai, i sei amici erano cresciuti: Ken aveva ventidue anni e, anche gli altri ragazzi, chi più e chi meno avevano raggiunto i diciotto anni di età…

Dopo il giro per Naklis, Rik e Lein si allontanarono insieme su Fly e Neferty, Cody e Terry andarono a farsi un giro per i fatti loro e Mariam e Ken,accompagnati da Tiger e Artik si fecero una bella cavalcata…

Poi, ogni mostro tornò al centro di Naklis in attesa del proprio Eletto…

Quando arrivarono in una pianura, Ken, all’ombra dei pini chiese la mano di Mariam…

Anche Cody e Rik chiesero a Terry e a Lein sposarli…

Così, da una semplice amicizia, tra i ragazzi era nato il vero amore…

Due mesi dopo, a Naklis si svolse il matrimonio di Mariam e Ken, dove furono invitati gli amici dei ragazzi e chiunque volesse partecipare…

Dopodichè, Mariam e Ken si trasferirono a Molins, anche se, molto spesso, la ragazza tornava al suo paese natale…

Dopo qualche mese, si sposarono Rik con Lein e Cody con Terry.

Rik e Lein andarono a vivere a Lom.

Terry e Cody si trasferirono a Dengrid.

Dopo poco tempo, ogni coppia ebbe dei figli…

Qualche anno dopo, nel palazzo di Molins…

“E’ così che salvammo il mondo, io, tuo padre e i nostri cari amici.”, disse Mariam a Max.

“Wow ! Che storia ! Ma è successa davvero, mamma ?”, le chiese il figlio rapito da quel racconto meraviglioso.

Mariam e Ken ebbero due figli: Max e Nancy.

Max aveva ripreso fisicamente dalla madre, infatti aveva gli stessi lineamenti di Mariam, gli occhi verdi e i capelli biondi.

Per quanto riguardava il carattere, Max era identico a suo padre, infatti era deciso, coraggioso e altruista.

Il bambino aveva dodici anni.

Nancy, invece, fisicamente aveva ripreso dal padre, infatti aveva gli stessi occhi blu di Ken e i suoi capelli castani.

Il carattere di Nancy era molto simile a quello della madre, anche se, all’occorrenza tirava fuori la grinta e il coraggio come suo padre…

Nancy aveva undici anni.

Tiger e d Artik si erano perfettamente integrati con la vita di Molins e vivevano pacificamente con tutti.

Mariam e Ken erano cambiati molto dalla loro ultima battaglia.

Ora erano una giovane coppia con due figli scatenati, ma, nonostante tutto erano rimasti fedeli a se stessi.

Naklis, in assenza di Mariam era controllata dalle fate.

Anche Lein e Rik ebbero due figli: Kevin e Mara.

Kevin era un simpatico bambino di undici anni che, fisicamente era identico a suo padre, ma, per quanto riguardava il carattere era uguale a sua madre.

Mara, invece era il contrario: fisicamente aveva ripreso dalla madre e, caratterialmente dal padre e aveva undici anni.

Rik e Lein vivevano felici a Lom e i loro mostri si erano integrati perfettamente nella vita del villaggio.

A Lom viveva anche la sorella di Lein.

Cody e Terry ebbero due figli: Shon e Leila.

Leila assomigliava molto a su madre e aveva undici anni.

Shon assomigliava sia fisicamente e sia caratterialmente al padre.

Cody, Terry, i loro figli e i loro mostri vivevano felici a Dengrid, dove c’era anche il fratello di Cody.

Era passato qualche anno…

Ora, i figli delle varie coppie avevano all’incirca quindici anni…

Quella sera, i sei amici e i loro figli si erano riuniti insieme a Elfi, Fate, troll e altre creature perchè agli alberi della Speranza iniziarono a perdere le foglie e infine si seccarono cadendo a pezzi…

I sei Eletti si radunarono a Molins, con Gendar, che ora era diventato il re degli elfi al posto di suo padre, Ybrys, Kreny, Faun e gli altri loro amici nel palazzo di Mariam e Ken.

“Ci risiamo, ragazzi…E’ successo di nuovo.”, disse Lein preoccupata.

“Già, ma non sappiamo neanche chi sono i nostri successori.”, aggiunse Rik in tono cupo.

Ken, scambiando un’occhiata con Gendar disse: “Io credo di saperlo.”, poi osservò i sei ragazzi che chiacchieravano allegramente nell’atrio del palazzo.

“Sei sicuro ?”, gli chiese Mariam preoccupata.

Ken annuì e Gendar disse loro: “Sì, Ken ha ragione…Sono proprio loro i nuovi Cavalieri della Speranza.”

Tutti i presenti guardarono Shon, Max, Kevin, Mara, Nancy e Leila: i nuovi portatori della Speranza…

“E’ ora di tirare fuori le gemme !”, disse Ybrys in tono risoluto.

Così, Ken, Mariam, Cody, Terry, Lein e Rik estrassero le gemme che per anni avevano riposato sotto gli alberi della Speranza, pronti a darle ai propri figli.

Subito dopo, i genitori spiegarono ai figli la situazione, e, quando i ragazzi strinsero per la prima volta le gemme magiche, sui loro palmi comparve la stella a sei punte azzurra, che segnò l’inizio di una nuova avventura e una nuova generazione di Cavalieri della Speranza sarebbe presto arrivata a combattere contro il male…

Il bene esiste, ma il Male, in fondo fa parte di noi…

Dove c’è il Bene c’è anche il Male, sta solo a noi decidere da che parte schierarci.

Purtroppo, questa eterna e lotta tra bene e male non avrà mai fine, ma grazie agli amici, alle persone care, alla propria volontà e, soprattutto alla Speranza riusciremo a vincere questa battaglia !!!

FINE !!!

CIAO A TUTTI ! SIAMO ARRIVATI ALLA FINE DI QUEST STORIA.SPERO CHE VIA SIA PIACIUTA ! GRAZIE A TUTTI QUELLI CHE L’HANNO LETTA !!! NANCYIRY

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