Legami di sangue

di Regina Acqua
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Complicità : Arthur e Alfred ***
Capitolo 2: *** Inizio: Francis e Mattew ***
Capitolo 3: *** Cocci spezzati: Lovino E Feliciano ***
Capitolo 4: *** Biscotti :Toris e Feliks ***
Capitolo 5: *** Ammirazione: Ludwig e Gilbert ***
Capitolo 6: *** Anche un idiota può' dare un buon consiglio:Antonio e Lovino ***
Capitolo 7: *** Convivenza forzata :Arthur e Peter ***
Capitolo 8: *** Il ricatto croccante: Alfred e Matthew ***



Capitolo 1
*** Complicità : Arthur e Alfred ***


Inghilterra. Periferia di Londra
Arthur era un ragazzo tipicamente inglese.
Capelli biondo chiaro,corporatura sottile e alto quanto basta per essere considerato normale. I suoi occhi erano verdi,un malinconico verde  come lui li definiva e questa sensazione gli arrivava fino alle ossa  .Era un ragazzo solitario e superficialmente tranquillo,in realtà sapeva scatenarsi molto bene con una serie di passioni nascoste per molto tempo ma sempre vive in lui.
Aveva pochi amici veramente stretti ,ma nemmeno loro lo conoscevano veramente .A guardarlo seduto sulla rossa poltrona del piccolo  studio a leggere un libro nessuno avrebbe nemmeno pensato che quel ragazzo potesse prendere una chitarra e saltare ovunque,da un letto all’altro ,magari rompendo qualche vaso prezioso oppure che nel suo armadio giacche di pelle o jeans scuciti erano fortemente presenti (nonostante il suo abbigliamento sobrio di ogni giorno)
Solo una persona era a conoscenza di tutto il mondo segreto di Arthur e questo piccino stava salendo di corsa le scale  per rientrare a casa,salutando ad alta voce i figli dei vicini.
Urlava a chiunque gli capitasse a tiro ,il piccolo Alfred era fatto cosi.
Sospirando Arthur si alzò dalla sua comoda poltrona e chiuse a malincuore  libro. La pace di quel giorno era finita poiché alle quattro e mezza tornava ,dopo la scuola ,il suo fratellino e stavano assieme fino a sera ,aspettando i loro genitori dal lavoro. Era quindi il ragazzo ad aiutare il bimbo a fare i compiti e preparargli  la merenda.
Appena il  campanello suonò il maggiore andò ad aprire e un  piccolo  omino   gli si incollò alle gambe : << Fratellone!Fratellone!aiutami!Domani la  maestra farà una verifica difficilissima di matematica!Sarà super complicata !La maestra è cattivissima!
Urlando il piccolo era entrato in casa ,aveva lanciato per terra lo zaino e si era precipitato in cucina, dove lo aspettava il suo spuntino. Arthur ,chiudendo la porta,si trovò involontariamente a sorridere.
<< Non ci voleva,anche io devo studiare per domani >>Gli rispose per consolarlo.
Anche se avrebbe provato a spiegare i compiti al suo fratellino,sicuramente la piccola peste non l’avrebbe ascoltato e avrebbero perso metà della serata  a discutere su chi avesse ragione e chi torto, o di quanto la matematica fosse crudele. Nonostante l’imminente sconfitta il biondo andò a prendere dei quaderni  e tanta pazienza .Non poteva abbandonare il suo fratellino rompiscatole e quindi gli avrebbe spiegato tutta la matematica di qui aveva bisogno perché gli voleva un mondo di bene…
CRASH!!
…o quasi.
 



Emmm....Salve XD
Come primo esperimento non è male,fatemi sentire che ne pensate ^-^

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Capitolo 2
*** Inizio: Francis e Mattew ***


Salve,perdonate il ritardo,ma ho avuto molto da studiare e ho dovuto lasciare a metà questo secondo capitolo, finito a fatica.
Premetto che non ne sono soddisfatta ma mi rifarò.


 Francis non era il tipo di ragazzo che si faceva scoraggiare dalla vita,qualsiasi cosa il destino  o il caso aveva in serbo per lui lo accoglieva a braccia a aperte e un sorriso spensierato. Affrontava tutto ciò che gli capitava con molta serenità,   forse anche troppa gli amici,un trasloco in una nuova città,una furiosa litigata fra i suoi genitori…
Nulla avrebbe mai sconvolto la sua vita  almeno cosi cadeva anche lui.
Una giornata non tanto calda era stata l’inizio di tutto:Francis,un bambino di otto anni, beveva il suo latte caldo in cucina,giocando con qualche ciocca ribelle della sua bionda chioma. Non sospettava minimamente che sua madre fosse incinta,fino a quando i signori Bonnefoy  non gliene avevano comunicato chiaro e tondo.
Francis accolse la notizia con tranquillità,sapeva già che con la sua futura sorellina (perché si’,se lo sentiva che sarebbe stata una femminuccia )avrebbe avuto un delicato e squisito rapporto:le avrebbe pattinato i capelli e avrebbero giocato assieme.
Con un sorriso Francis penso che quella mattina non era poi così fredda…

OTTO ANNI DOPO:
Una giornata non tanto calda era appena iniziata e due tazze per la prima colazione erano state posate sul tavolo in cucina.
Alla fine la tanto attesa sorellina era arrivata ma con un bel nome da maschietto:Matthew.  Bambino che somigliava tanto al fratello nell’ aspetto ma non nel carattere. Stessi capelli biondi arricciati naturalmente e occhi profondi blu.
Anche un ‘estraneo avrebbe indovinato la parentela dei due.
La grossa differenza risiedeva nel carattere. Se Francis era spigliato e allegro,il piccolo era molto,ma molto più riservato e timido .Due caratteri completamente diversi e con la grossa differenza di età,sembrava impossibile che i due legassero,tuttavia l’occasione avvenne quando Monsieur Bonnefoy  venne trasferito dal Quebec negli U.S.A…
Inutile dire che tragedia per i due adulti che vantavo origini francesi ,mentre per i figli sembrava una vera e prioria avventura:Francis ne era entusiasta,adorava viaggiare ,conoscere nuove persone,fare esperienze(di tutti i tipi) e scoprire nuove culture. Lo faceva sentire cosi vivo,così reale mentre  Matthew….Matt aveva solo otto anni,non capiva bene a  cosa stava andando  incontro,sapeva solo che sua fratello maggiore,quella persona che era sempre così gentile con lui,che gli sorrideva sempre non ne era contrario,perciò non doveva essere poi così male…quindi sorrideva timidamente ogni qualvolta qualcuno ne parlava.
Ah quanto si sbagliavano.
L’America non era come il Canada,come il Quebec e di questo i due sene resero subito conto.
Ma ciò che gli fece aprire gli occhi fu la difficoltà di instaurare amicizie. Nessuno dei due si integrò tanto facilmente ,Francis veniva visto come troppo appariscente  ma la tenacia e la sua fedeltà verso se stesso vennero premiate.
Il problema fu Matt la sua insicurezza mista alla timidezza … ci provò ,ci provò davvero a fare amicizia però non otteneva risultati  e per un bambino di otto anni era  davvero pesante.
Era  arrivato anche a chiudersi in camera pur di  non andare a scuola. Lì si sentiva così solo e perso cosi diverso.
Fu allora che i genitori decisero di intervenire ,facendolo parlare a forza con Francis 
-Toc toc è permesso Matt?  Domandò il ragazzo sulla porta mentre bussava. Nessuna risposa ,solo un fagottino rannicchiato sul letto.  Sospirando ribussò ,anche se già sapeva che il fratellino lo avrebbe ignorato ancora,povero Mattew ,sembrava così inconsolabile.
Non aspettandosi nulla Francis si andò a sedere direttamente accanto a lui e scostò un pochino il plaid per scoprire la faccina dell’altro. Gli si presentarono davanti un paio di occhietti arrossati e un viso rigato da lacrime silenziose,era da parecchi minuti che stava in quello stato di semi coscienza,non provando altro che il desiderio di piangere un po’.   Un sorriso rassicurante si dipinse sulla faccia del ragazzo  più grande : -Mon petit frère …. che succede?Mamma dice che non vuoi più andare a scuola,è vero?                                       Domando calmo accarezzando una guancia paffutella.
Matt non rispose,un po’ perché non voleva un po’ perché sospettava  una paternale sull’importanza della scuola,dell’educazione per il futuro,  voleva solo tornare in Canada,voleva tornare ad avere degli amici perché si sentiva cosi solo,tremendamente solo e triste.
-Io…non…non  ci voglio più andare li.  Incomincio timidamente per poi continuare visto l’attenzione che il fratello gli stava donando. Occhi seri e concentrati e orecchie aperte,pronte all’uso   - E perché mai?
Domando comprensivo,Francis non sottovalutava mai le situazioni,soprattutto con il fratello,sapeva  che c’era molto di più dietro al suo bel faccino perso dietro ai vetri degli occhiali e sotto a quei capelli splendenti(come i suoi)
Un piccolo sospiro e la sua voce si fermò,non voleva diglielo,lui non avrebbe mai capito. Lui era amato da tutti, lui era  cosi apprezzato  che non poteva capire che cosa si provasse a essere invisibili.
Una mano blocco tutti quei pensieri posandosi sui capelli biondi,li spettinarono ridacchiando e poi due braccia lo tirarono fuori dalle coperte facendolo sedere sulle ginocchia del fratello  –Matt dimmi tutto,per favore .Non voglio che tu pianga,io ti voglio bene,sei il mio fratellino e qui siamo  tutti preoccupati per te .Per favore.
A quell’appello ,colmo di affetto la bocca del piccolo si agito,fino a diventare una linea segmentata. Una lacrima leggera e poi un'altra e un'altra ancora corsero giù per le sue guancie,la voce tremante per i singhiozzi diceva parole sconnesse e il corpo si buttò in avanti,contro il petto di Francis, raggomitolandosi lì per cercare un po’ di quiete mentre la sua piccola anima veniva rotta e disturbata dal pianto.
-Shhh  shh che succede?a me puoi dirlo…
-Gli altri bambini mi ignorano…non mi fanno mai giocare con loro,non mi vedono mai …è colpa mia Francis?che ho fatto di male? 
A quelle parole le braccia del più grande si chiusero su di lui ,come un paio d’ali,lasciandolo sfogare,gli avrebbe spiegato tutto dopo quando si sarebbe calmato,ora aveva capito molto di più  sul piccolo Mattew,Francis ne avrebbe fatto tesoro e non  avrebbe mai permesso in futuro che il suo fratellino piangesse cosi disperatamente.
Mai più.



E' il doppio del capitolo su Arthur e Alfred,non l'ho fatto apposta.
Grazie a chi leggerà e a chi si fermerà a lasciare un commento.
Al prossimo capitolo ^-^

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Capitolo 3
*** Cocci spezzati: Lovino E Feliciano ***


Eccovi il terzo capitolo della FF dedicata ai fratelli di Hertalia.
I protagonisti sono questa volta i fratelli Vargas.



Faliciano sapeva di  essere un  prediletto per i suoi.
 Veniva sempre considerato il più piccolo della situazione,quello più guardato,quello più protetto. Tutti si erano già prefissati che lui sarebbe stato un tenero batuffolo da coccolare,ancor prima della sua  nascita. I suoi genitori,le maestre e persino la vicina del palazzo di fronte lo ritenevano un Dono sacro sceso in terra.
Lui non poteva sbagliare,lui non poteva comportarsi diversamente.
 
Lovino sapeva di essere una delusione per i suoi.
L’avevo scoperto con i continui paragoni fra lui e  Feliciano ma già dall’asilo ne aveva un sospetto .
I suoi genitori,le maestre e persino la vicina del palazzo di fronte, avevano sempre da ridire. Qualsiasi cosa lui facesse o dicesse o solo pensasse era  sbagliata ,incompleta e lui era solo un bambino.
Ogni volta che loro lo facevano …un pezzettino di Lovino si sgretolava.
 
Feliciano odiava in Lovino la sua libertà,lui poteva fare tutto ciò che voleva,nessuno si sarebbe mai aspettato nulla da lui.
Lovino odiava Feliciano il suo buon carattere,lui andava d’accordo con tutti e tutti lo amavano,nessuno si sarebbe mai sognato di sgridarlo .
Entrambi crebbero con queste convinzioni dell’altro, ma quando i genitori iniziarono ad andare in disaccordo e cominciarono a urlarsi insulti e maledizioni dalla sera e alla mattina i due fratelli si ritrovano a tenersi compagnia a vicenda.
Capitò una volta durante la quale la litigata quotidiana durò fino a tarda sera. I due non riuscirono ad addormentarsi,fu così che il minore , accendendo una bajour e accennando a un sorriso tirò fuori delle carte da gioco. Si sedette sul letto e si schiarì la gola:
-Emm Lovino,vuoi farti una partita?
Le coperte dell’altro letto si spostarono leggermente  e due occhi verdi lo fissarono diffidente.
-Perché dovrei?
-Solo per passare il tempo. Ammise onestamente Feliciano.
Prima che il fratello gli rispose si sentirono altre urla e un rumore di cocci per terra. Entrambi si voltarono verso la porta, fissandola in silenzio,dopodiché Lovino si alzo percorse quella breve distanza fra i due letti e si lasciò cadere pesantemente,vicino alle gambe dell’altro,sospirando
-Però scelgo io a che giocare.
Giocarono per quasi due ore,e parlarono parlarono molto…
La mattina scoprirono che il regalo del nonno era ancora a terra,quel vaso in ceramica che veniva da Roma era ora sparso un po’ qui,un po’ li ,nel corridoio.
Tuttavia  quella notte non si era rotto solo il vaso ma anche la barriera invisibile che si era creata negli anni fra i due fratelli.
 
Grazie a chi leggerà.

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Capitolo 4
*** Biscotti :Toris e Feliks ***


Mi sento molto in colpa,perchè è un mese che non aggiorno.
Ho voluto inserire nella raccolta anche una LietPol perchè sì!Non è una motivazione logica ma mi piacciono moltissimo come coppia quindi li ho trasformati in una coppietta di fratellini adorabili!


Feliks in quel periodo era molto felice,da li a poco si sarebbe trasferito a casa sua ,in Polonia, il suo nuovo papà e il suo fratellino poiché sua madre si era risposata con un collega lituano che aveva conosciuto ad una riunione.
All’inizio  al biondo quell’uomo non era piaciuto ma quando aveva scoperto che se la relazione fra i due sarebbe continuata lui avrebbe avuto un nuovo compagno di giochi, si era affrettato a dare la sua benedizione alla coppia e spronarli al matrimonio o almeno alla convivenza.
Quando il giorno del trasloco arrivò Feliks si alzo di buon mattino per una buona colazione nutriente,quella sarebbe stata una giornata dura e avrebbe dovuto avere molte energie. Si alzò sulle punte e prese un biscotto dalla scatola quando una forte preoccupazione lo assalì: E se il suo fratellino era cattivo?
E se non voleva giocare con lui? E se al mattino non voleva i biscotti polacchi e avrebbe preteso di magiare quelli lituani?I due bambini non si erano mai visti personalmente,qualche volta avevano scambiato due parole al telefono ma nulla di più.
 
Bastarono pochi secondi per far precipitare la mente del bimbo nel caos….
-MAMMAAAAAAAAAAAAAA!
E corse in camera della madre, con mille dubbi assillanti.
 
-Toris!Sbrigati! Urlò l’uomo dalla macchina mentre sistemava gli ultimi bagagli.
Un ragazzino con i capelli marroni arruffati si precipitò fuori dalla casa con uno zainetto verde sulle spalle e un pacco di fogli sotto il braccio. Le guancie arrossate per il freddo lo facevano sembrare più piccolo di quanto non fosse. Era molto tranquillo,anzi troppo e silenziosamente sali in auto con un peso al cuore.
Si sentiva un po’ come le valigie dietro di lui. Immobili e senza pensieri .Oggetti a cui nessuno aveva chiesto nulla. Nessuno aveva domandato a Toris se volesse lasciare la Lituania  e trasferirsi .Non lo entusiasmava l’idea di avere un fratello o una madre,la sua famiglia era sempre stata composta dal suo papà e i suoi nonni,che lo avevano cresciuto con tanto amore.Toris poteva sembra un bambino impacciato ma era molto attento e imparava in fretta. Andava spesso d’accordo con gli adulti,ma la sua riservatezza (o paura) gli rendeva difficile la socializzazione con i  coetanei,quindi avere un fratello da un giorno all’altro non era in cima alla lista dei suoi desideri.
Ma ora il papà si era risposato e si dovevano trasferire...Toris sospirando aveva iniziato a guardare fuori dal finestrino per godersi almeno un po’ il viaggio.
 
-Sveiki…
-Cześć…
Furono le uniche parole che si dissero i bambini quel giorno: Toris rimase a fianco del padre,tenendogli saldamente la mano mentre Feliks si nascose dietro alla gonna della madre deciso a non farsi vedere. Entrambi avevano promesso ai genitori che avrebbero fatto i bravi e che sarebbero stati tolleranti con l’altro… tuttavia fra la paura e la timidezza i due bambini si scambiarono solo tremolanti occhiate.
Le settimane passarono e pian piano e i due andarono sempre più d’accordo.
Felisk si era rivelato più socievole anche se strano.
Toris era meno timoroso anche se strano.
 
Il loro rapporto di fratellanza nacque dopo un banale litigio:il polacco aveva rovesciato accidentalmente del succo sul disegno dell’altro e da li vi fu' il finimondo.
Passarono  il pomeriggio a rincorrersi per tutta la casa e esausti crollarono sul tappeto in salotto.
-Allora?Ti scusi?
-No!Non è tipo assolutissimamente colpa mia!
-E invece si!Hai rovinato il mio disegno!
Ripresero a urlarsi contro per un’altra decina di minuti fino a quando non sentirono un tuono e iniziò a piovere,entrambi spaventati corsero in camera a nascondersi sotto le coperte.
-Io ho tipo paura! Ma tanta!Mormoro’ il polacco nascondendo gli occhi sotto al cuscino
-Io…io…di piu!Il rumore è fortissimo! E Toris tiro sù le coperte fino alla faccia.
Passarono tutta la notte  terrorizzati fino a quando Feliks uscìdal suo letto e scostò le coperte dell’altro che tremando lo guardo’ interrogativo.
-Toris…tipo mi spiace per il disegno ma ho tanta paura,posso stare un po’ qui nel letto con te?Finchè il temporale non smette tipo.
Il viso del bimbo era triste e  sincero,il lituano ci penso un po’ su e poi un timido sorriso nacque sulle sue sottili labbra
-Dai vieni!
Quella fu la prima e non ultima in qui Toris e Feliks si comportarono da fratelli e al mattino decisero di magiare sia i biscotti polacchi e lituani.


 Nota: 
-Sveiki e Cześć dovrebbero essere i rispettivi ciao in lituano e polacco,non ne sono molto sicura pero',se dovessero essere sbagliati ,contattatemi e rimediero'all'errore. =D




 

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Capitolo 5
*** Ammirazione: Ludwig e Gilbert ***


Ciao!Finalmente ho aggiornato!
In questo capitolo abbiamo Luddy e Gilbert,fra i due ci sono alcuni anni di differenza percio' il magnifico lui baderà al suo fratellino!


-BruderBRUDER! QUELLA NUVOLA ASSOMIGLIA A UN CONIGLIETTO! Gridò estasiato  il piccolo Lud indicando il cielo con la manina alzata e spalancando la bocca .L’altro sorrise .
Passare le giornate con quel moccioso non era poi tanto male,all’inizio temeva che quella passeggiata quotidiana potesse rovinargli la reputazione da ragazzino duro ,guadagnata con fatica,ma  ora quella piccola peste l’aveva conquistato. Gilbert tuttavia non sapeva dei profondi sentimenti di devozione nutriti dal piccolo.
Ludwig non avrebbe voluto, per nessuna ragione al mondo ,un fratello diverso dal suo.
Era vero ;Gilbert starnazzava spesso e combinava un sacco di guai (quante biciclette si erano rotte per mano sua?) ma era sempre pronto a difenderlo!Dai cani grossi e dai ragazzini più grandi e persino dalla zia Eva!Quella donna enorme ,perennemente vestita in vestaglia,che arrivava a Natale e trovava piacevole passare il pranzo,il dopo pranzo e anche il prima del pranzo a tirare le guancie del piccolo perché “sono super morbide!Ja ja”Da un paio di anni Gilbert raccoglieva tutto il coraggio(MAGNIFICO,a detta sua)presente nel suo corpo e si lanciava contro la mongolfiera urlando a perdifiato di volere un abbraccio.
CHE EROE! O almeno Ludwig lo considerava così ,dato che poi l’albino  puzzava di deodorante per attempate signore, per giorni interi.
L’attenzione dell’altro  si spostò dal cellulare al fratellino che ancora sognante ,lasciava la mano penzolare a metà fra terra e cielo.
Inspirando si preparò ad una risposta da ottimo fratello maggiore, quello era il suo ruolo!
-Kesesese Lud!Non vedi che quella nuvola assomiglia a me?
-NO!E’ un coniglio!Guarda la coda e le orecchie lungheeeeeee
-Nien nein !Sono proprio io!Nella mia magnifica forma di nuvola!
-Uffa! Sibillo’ il biondo,imbronciandosi e poggiando la testa sulle ginocchia tirate al petto.Era la sua posa dei capricci,ogni bambino ha una e il piccolo Lud avrebbe tenuto il suo capo appiccicato alle gambe per un sacco di tempo.
Il fratello sbuffò ,odiava vederlo così,che colpa ne aveva se quella nuvola era magnifica come lui??
-OHH LUD GUARDA!Gridò a pieni polmoni scuotendo il piccolo che annoiato lo allontanò con la mano.
Gilbert non mollo’ –C’E UNA NUOVLA CHE ASSOMIGLIA PROPRIO A TE!
-Non è vero….
-TI DICO DI SI!Ha i tuoi occhi azzurri!E i capelli biondi!Una cicatrice sul ginocchio destro ,proprio come quella che ti sei fatto ieri!Indossa dei pantaloncini corti e cosa?cosa?quella è la tua maglia preferita!Quella con i cagnolini!Kesesese ti somiglia proprio peccato che tu non la voglia vedere!
Bastarono quelle caratteristiche per convincere il piccolo ad alzare la testa e BAAM!!Gilbert gli lanciò una serie di foglie umidicce  e iniziò a correre ridendo in modo incontenibile  mentre il piccolo lo fissava basito.
A volte si chiedeva davvero quanti anni avesse suo fratello…eroe si ma anche stupidone….
In fondo era proprio per questo che a Ludwig  piaceva passare i pomeriggi al parco con Gilbert.

 

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Capitolo 6
*** Anche un idiota può' dare un buon consiglio:Antonio e Lovino ***


Ciao!Nuovo capitolo e questa volta i protagonisti sono Lovino e Antonio!Sono una grande sostenitrice della Spamano e approvo la loro unione in tutte le forme possibile,tuttavia qui sotto il loro rapporto è diverso...


Lovino detestava le urla.
Davvero le odiava con tutto il cuore.
Ogni qual volta che qualcuno urlava nelle sue vicinanze diventava nervoso,anche se lui non c’entrava nulla,anche se lui non conosceva chi stava sbraitando quella sensazione di irrequietezza ,quella forma di agitazione gli legava lo stomaco,costringendolo a sbuffare o a battere la gamba per terra continuamente.
E odiava ancora di più il dover urlare,anche se lui lo faceva spesso. Per il nervosismo per l’agitazione o per aver semplicemente finito la pazienza. Era sempre stato irascibile Lovino,fin da bambino. Si ritrovava in mezzo ad una lite e tentava di non finirci dentro,tirava indietro le spalle,contraeva i muscoli della schiena,stringeva i pugni e strizzava gli occhi in una vaga ricerca di calma che spesso si mostrava inutile e inconcludente.
Era allora che Lovino mostrava il meglio di sé, ingeniandosi per trovare i migliori insulti e le migliori offese verbali. Alzava la voce praticamente senza accorgersene ,si ritrovava ad urlare , a sforzare le sue corde vocali senza nemmeno volerlo davvero,le mani gesticolavano frenetiche senza sosta,il viso recitava emozioni e smorfie,una sensazione di calore si diffondeva nel suo corpo e il ritmo martellante del suo cuore dettava ogni azione, spaesandolo. Urlava strillava e strideva fino a vincere quel duello e esausto si ritirava ,spesso nella sua stanza stendendosi sul letto ed era allora che si detestava dal profondo.
Non lo sapeva nemmeno lui il perché ma le urla restavano nella sua mente per ore,galleggiavano come se fossero dei rottami di legno sparsi nel mare e lo trascinavano in un apatia cronica. Restava buttato sul letto per ore,incapace di far qualsiasi cosa.
-Dovresti non pensarci più! Era stato il consiglio di quel bastardo del suo vicino di casa,che dopo una lunga riflessione aveva partorito,a parer di Lovino dopo uno sforzo disumano ,quelle quattro parole.
Antonio,così portava di nome quel Bastardo,era stato il compagno di giochi del più piccolo a causa dell’età e del’amicizia fra le madri,complice anche la misera rampa di scale che separava i due appartamenti.
Antonio si era preso la libertà di denominate il più piccolo come suo fratellino, ovviamente a parer di Lovino l’altro era stato più una mosca fastidiosa che gli ronzava sempre intorno ma nulla poteva fermare Antonio che con costanza e in un periodo di anni abbastanza lungo aveva fatto accettare all’altro la loro parentela.
C’erano stati sempre l’uno per l’altro e fu così che Lovino riuscì a trovare una via di fuga da quelle sue oppressioni.
Si alzò e marciò fino allo specchio,fissando un punto indefinito della superficie pregò con tutto se stesso che “ Il Trucco del Bastardo” anche quella volta, facesse il suo sporco dovere. Nervoso ,si schiarì la gola e…
-Fusososo….
Ecco la formula per la felicità ,la filastrocca del buon umore!
Così l’aveva definita Antonio guadagnandosi una risata di disprezzo e derisione dall’altro,tuttavia nel piu’ profondo del suo cuore Lovino condivideva quella definizione per le sillabe strambe. Suo fratello aveva perfettamente ragione,la formula della felicità faceva sempre un ottimo lavoro,la sensazione di nervosismo era sparita,lasciando il ragazzo stupito sulla sua effettiva riuscita. Non capiva come quella cosa riusciva a calmarlo ogni volta. Sorrise(piu’ che un sorriso era un ghigno)e decise di autoinvitarsi al piano di sopra a prendere un caffè con l’altro.
Non glielo avrebbe mai detto ma ringraziava segretamente ogni volta Antonio per quel piccolo incantesimo.

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Capitolo 7
*** Convivenza forzata :Arthur e Peter ***


Ciao! Riprendo dopo tanto a scrivere,evviva!
.....che ne pensate dei lama? Non so che scrivervi qui...quindi....spazio alla storia!
Ptrotaginisti?I fratellastri Arthur e Peter!
Cosa gli accumuna?  Bhe sopracciglia a parte...


Non due non siamo e non saremo mai fratelli!-
La porta della camera di Arthur sbatté con violenza ,allontanando il piccolo Peter e lasciandolo solo nel corridoio con una mano  ancora a mezza’aria.
Nell’altra stringeva alcuni tasselli del puzzle che stava facendo da solo in salotto,e quello era un gioco complicato,una figura difficilissima ,un gigantesco veliero che solcava le cristalline acque spronato dal vento,con i gabbiani e gli schizzi più alti che affiancavano le vele.
Peter non faceva mai dei giochi difficili e se qualche volta ci provava si faceva sempre aiutare:la sua mamma era molto brava,e anche il suo nuovo fidanzato non se la cavava male. Loro si divertivano molto assieme e veder la sua mamma felice riempiva il piccolo cuoricino di Peter di gioia…tuttavia  il nuovo amico di mamma  aveva già alle spalle un matrimonio con due figli,più grandi di lui.
Peter non li  conosceva bene i  ma il grande gli aveva appena sbattuto la porta sul naso,da vero  antipatico
Artur aveva vent’anni e frequentava  una rinnovata università di Londra,suo padre, l’attuale patrigno di Peter, gli aveva proposto di trasferirsi da loro,per  diminuire la tratta scuola-casa che il giovane ogni giorno si sorbiva.   Inizialmente ad Arthur due ore di treno giornaliere erano sembrate una sciocchezza ma con il continuare delle settimane si era ricreduto e nonostante non provasse simpatia per il padre ,ingoiando tutto il suo orgoglio,accettò l’invito. Dalla sua bella città di provincia il giovane impacchettò  alcuni vestiti e i principali libri di testo per stabilirsi nella caotica  Londra ,lontano dalla cara madre e del suo gioviale fratellino Alfred ; a nessuno quella sistemazione andava a genio. Avere un estraneo in casa ,come può essere  il figlio del precedente matrimonio del marito non piaceva nemmeno alla  gioiosa , sempre allegra mamma di Peter e Arthur trovava quella donna troppo infantile.
Alfred aveva declassato suo fratello maggiore a semplice conoscente e la madre aveva visto nella sua partenza un proprio fallimento.
L’unico che trovava un po’ di positività in tutta quella matassa di relazioni era proprio il piccolo Peter che accolse con estrema gioia (probabilmente troppa)il nuovo arrivato,un fratello più grande gli avrebbe rallegrato i pomeriggi,giocando con lui e l’avrebbe potuto portare al parco ,tempo inglese permettendo ovvio. L ’avrebbe accompagnato al negozio di modellini che gli piaceva tanto e sarebbero andati assieme in edicola a comprare le figurine.
Tuttavia ad Arthur l’idea di avere un altro fratello piccolo non andava a genio e non voleva nemmeno sostituire il suo adorato Alfred con qualcuno,quindi tutti i tentativi di Peter erano vani ed irritanti. Anzi Arthur prese proprio ad odiare quegli inviti al parco e quei giochi così ogni qualvolta che Peter correva speranzoso verso la sua porta lui la chiudeva sbattendola,cercando di fargli capire quel’ antipatia necessaria fra fratellastri che il piccolo non sembrava avvertire.
Tsk che moccioso- commentò’ tristemente  Arthur fissando il legno della sua porta…
Forse poteva provare ad andare d’accordo con il piccolo Peter….forse
-Arthur fratellone! Guardiamo assieme un cartone?
E le prime note di una canzone si  diffusero per le stanze dell’appartamento
“Tutto qui é un bel paesino,
ogni dì qui non cambia mai.
É così che la gente vive:
con semplicità...
Bonjour! 
Bonjour… . Bonjour?? Bonjour! Quel maledetto bambino lo stava istigando a vedere un film francesizzato?Seriamente?
-STAI LONTANO DA ME MOCCIOSO ! Urlò disgustato e furioso il maggiore….
 


 

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Capitolo 8
*** Il ricatto croccante: Alfred e Matthew ***


Moi moi!
Come è andata la Pasqua?Quante uova avete mangiato?
Perchè parlo di cibo?Bhe centra con il nsotro nuovo capitolo!
Unitevi a Alfred e Matthew  che vengono raggirati dai genitori Arthur e Francine....o che raggirano i genitori .
 Decidete voi!



Alfred!Aaaalfred!!-
 Uno stanco Arthur si chinò sotto al tavolo cercando suo figlio che risultava disperso da quel pomeriggio.
Aveva controllato ovunque :in garage ,nella credenza in cucina, nel capanno degli attrezzi ma nulla, del biondo nessuna traccia,inutile era stata l’idea di rivolgersi a Matthew,che era stato tutto il tempo a tremare attaccato alla gonna della madre,spaventato da quell’improvvisa scomparsa.
Mon  dieu  Arthùr    -Aveva sospirato Francine sedendosi pesatamente su una poltrona Lila’ del salotto (da lei arredato)e prendendo in braccio suo figlio-Non urlare!
Lo ribeccò finemente la donna,stanca di tutto quel rumore che il marito faceva sempre ,ogni qualvolta che uno dei due bambini non si trovava .  Di solito era Matthew a sparire per ore,facendo preoccupare molto i famigliari ma quando si ritrovava era il primo a piangere vendono le facce preoccupate .
Ben altra faccenda era  quando Alfred  si allontanava,una volta si era cacciato nella cantina della vicina “scivolando”dalle finestre aperte e restandovi per tutto il pomeriggio. Alla sera Arthur aveva dovuto portarlo via a forza.
 
Spero proprio che Alfred torni a casa per cena!Altrimenti si raffredderà il suo Hamburger preso al McDonald! Sarebbe un vero peccato! E tutte quelle patatine?Andate a male …. Una melodrammatica Francine si lamentò in tono esagerato mentre delicatamente pettinava una ciocca del pargolo che teneva in grembo.
  La trappola era stata lanciata.
-Davvero?   Domando piano una vocina proveniente da dietro il divano.
Il tono era talmente basso che per un attimo i genitori pensarono che a parale fosse stato il più piccolo,Matthew ,abituati al suo comportamento mansueto che lo portava a parlar piano e a non essere notato ma a parlare non era stato lui,tranquillamente seduto sulle ginocchia materne .
A parlare era stato Alfred,che aveva fatto sbucare la propria testa da sotto la poltrona e guardava la donna con un misto di timore e speranza.
-Oi oi! Dad andrà a prendere un menù tutto per te ….vero’ papa?
-Che cavolo?AHHH certo!
 Nonostante i due genitori disapprovassero quel tipo di cibo spazzatura, lo usavano spesso per ricattare i figli e il più delle volte la tecnica funzionava anche!
Gli occhi blu di Alfred si illuminarono e il suo cuoricino fece una capriola facendolo uscire del tutto dal suo nascondiglio. Corse verso la madre tutto elettrizzato a chiedere conferma dell’incredibile cena , facendo quasi cadere il fratello.
-Mamman anche io v-vorrei un panino…
Pigolo piano il piccolo Matthew rimettendosi in piedi e spalancando quegli occhioni viola che si ritrovava,unendosi ai “Ti prego” cantati dal fratello.
-Oi oi…- si ritrovò a dover concedere esasperata guardando il marito che avviandosi  già alla porta prendeva le chiavi della macchina
Arhtur’ mon amour?Già che se fuori non faresti un salto al supermaket a prendermi gli assorbenti?
 Domando’ con nonchalance ridacchiando poiché conosceva bene il facile imbarazzo del compagno che divenne subito rosso e uscì sbattendo la porta sibilando imprecazioni
-FRANCINE!Mi farai morire!!!
-Che cosa sono gli assortenti mamman?
Domandarono in modo innocente i piccini incuriositi da quella strana parola che aveva fatto filare il loro papà fuori di casa ad una velocità supersonica.
-Nulla nulla. Piuttosto Alfred che ci facevi li sotto?...che cosa hai rotto questa volta?
Il sorriso del piccolo si congelò un attimo,non capendo come sua madre avesse indovinato la sua marachella del giorno poi,ridendo, alzò le spalline:
-Ma nulla!Una tazzina blu…di un qualche servizio da the di daddy…
Rispose vago giocando con qualche ciocca dei capelli biondi di Mattew che per dispetto scappo’ dietro alla poltrona inciampando sui suoi stessi passi e cadendo ,urtando il tavolino dove un orologio da tavolo  si incrinò pericolosamente.
Mentre i due ridevano Francine nascose gli occhi fra le mani …. sarebbe invecchiata prima dle dovuto con tutti quegli spaventi!


Precisazione:
Alfred è nascosto sotto una poltrona,poichè ho un ricorde di alcune poltrone a casa di mia nonna che permettevano cio'.Non preoccupatevi il nostro piccolo eroe non soffoca ^^

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