If you don't imagine, nothing ever happens at all.

di Maggie_Weasley
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo uno ***
Capitolo 2: *** Capitolo due ***
Capitolo 3: *** Capitolo tre ***
Capitolo 4: *** Capitolo quattro ***



Capitolo 1
*** Capitolo uno ***


Bellatrix la inseguiva, con una luce folle negli occhi “Non puoi scappare per sempre, carina!”

Stupeficium!” gridò la ragazza, senza smettere di correre.

Mancata!” sghignazzò la Mangiamorte, come se per lei quell'inseguimento fosse solo un divertimento, come se sapesse per certo che la sua preda non ce l'avrebbe fatta.

Ad Hermione sembrava di correre da anni in quel maledetto campo, che sembrava non finire mai.

Improvvisamente, inciampò in una sporgenza del terreno e cadde a terra. Il dolore gli esplose dalla caviglia in tutto il corpo. Ormai sembrava non ci fossero più speranze. Cercò con lo sguardo la bacchetta, accorgendosi con una fitta allo stomaco che le era volata a più di quattro metri di distanza. “No...” mormorò Hermione, con la consapevolezza che le cresceva sempre più velocemente dentro. In un attimo, Bellatrix fu sopra di lei, con un sorriso sadico sul volto. “È davvero un peccato che non ci siano i tuoi amichetti a salvarti, questa volta, Mezzosangue!”ridacchiò. “Sai, il Signore Oscuro ha detto che avrei potuto tenerti tutta per me, non sei contenta?”. Per tutta risposta, la ragazza le sputò in faccia. “Piccola insolente! Ti farò pentire di essere nata con quel sangue lercio che ti ritrovi! Che ne dici di una ripassatina sulla tua cicatrice, eh? Dovremmo farlo tutte le volte che ci incontriamo.” Così dicendo, prese il suo pugnale e le strattonò il braccio, dove era ancora ben visibile la cicatrice che spiccava anche sulla pelle chiara dell'avambraccio. Villa Malfoy e le sue terribili torture le riaffiorarono nella mente, portando con loro una sensazione di puro terrore e impotenza. Ma questa volta Bellatrix non si sarebbe limitata a squarciarle il braccio, Hermione lo sapeva. Non sarebbe riuscita ad uscire da quel campo. Ma perché la Mangiamorte ci metteva così tanto? Ad un tratto, Bellatrix parlò... con la voce di Ginny Weasley??!! “Hermione? Herm, svegliati! Ho fame!” erano quasi due minuti che Ginny tentava di svegliare la sua amica “Ahi! Smettila di tirarmi i capelli!” “Eh?! Cosa? Ginevra Weasley, perché sei sopra di me??!!” “Stavo cercando di svegliarti, visto che urlavi come una pazza!” Le rispose la rossa, mettendo il muso per la gratitudine ricevuta. “Oh! Scusami Gin, era solo un incubo... sono sempre di più, in queste notti...” “Tranquilla, succede anche a me. Credo che in questo periodo sia normale”la consolò con un sorriso timido “Hai ragione.” rispose la riccia. La Guerra era finita solo da qualche mese ed Hermione, così come Harry, era stata invitata dalla famiglia Weasley a passare l'estate alla Tana. Stavano, in un certo senso, cercando di tirarsi su il morale a vicenda. “Sono tutti giù a fare colazione, andiamo ad unirci?” chiese Ginny.

“Volentieri, ho una fame che potrei mangiarmi un ippogrifo!” Hermione si alzò in piedi e seguì la rossa in cucina, cercando di non farle notare che era ancora scombussolata per l'incubo. Andò a sedersi tra Ginny e Ron. Scoccò a lui un bacio su una guancia. Dopo la sconfitta di Voldemort, i due stavano insieme ufficialmente. “Potresti evitare di baciare la vergogna di casa Weasley davanti a noi, Granger?” le disse uno dei gemelli seduto di fronte a lei “Staremo mangiando...!” aggiunse l'altro. “Ehy! La mia RAGAZZA può baciarmi quando e dove le pare, intesi?” “Da quando fai il protettivo, Ronnino? Che c'è? Sei geloso perché sono più bello di te?” lo stuzzicò Fred/George. “Io non sono geloso, pezzo d'imbe...” “Ron! Smettila, so difendermi da sola e tu” puntò il dito contro il gemello” a forza di darti arie ti si seccherà la bocca!” “Non mi sto dando arie, sono semplicemente realista. Sono George, comunque” le rispose con un sorriso sbilenco e l'aria divertita. “Eh, no, fratello! Stavolta la mia identità non te la presto: la Granger mi terrorizza!” lo riprese il vero George.

“ Mi deludi, Georgie... tradisci il tuo gemello in questo modo? Si vede che sono meglio io!” “Invece, il tuo gemello ha l'aria di essere molto più intelligente di te. Di' un po' Fred, non sarai mica tu quello geloso perché sei rimasto l'unico Weasley single?”lo rimbeccò Hermione con l'aria di chi sa di averla vinta. Proprio quell'estate, infatti, Charlie aveva trovato la “donna della sua vita”, come aveva detto lui, e in meno di due settimane il loro fidanzamento era diventato ufficiale, tanto che erano partiti per il Giappone insieme e George stava con Angelina già da un anno. Quanto a Percy, purtroppo non ce l'aveva fatta a sopravvivere alla guerra. Si era sacrificato per Ginny, prendendosi l'anatema che uccide di Bellatrix in pieno petto. La famiglia aveva sofferto molto per la sua perdita e la supposizione di Hermione non fece che ricordare a Molly il figlio che aveva perso. “Ragazzi smettetela!” sbottò la signora Weasley, per poi alzarsi ed uscire dalla stanza. Solo Hermione notò che aveva gli occhi lucidi. La seguì nel salotto, dove la trovò intenta a sistemale dei centrini. “Signora Weasley... mi dispiace per quello che ho detto, non intendevo far riaffiorare brutti ricordi a nessuno. Sono davvero desolata, signora Weasley, io...” “Molly... Chiamami Molly. Non è colpa tua Hermione, è solo che... “le scappò un singhiozzo, mentre le lacrime cominciavano a rigarle il viso”... quegli idioti dei miei figli... non stanno mai... zitti... e io non mi... sono ancora ripresa... del tutto.” La ragazza corse ad abbracciarla, mentre Molly crollava definitivamente. “Scusami Hermione, non devi vedermi in questo stato...” “Non dica sciocchezze, signo-... ehm, Molly. É normale sentirsi così. Si ricordi che i suoi figli le vogliono molto bene e gliene voleva anche Percy.” “Che succede qua dentro?” Fred entrò in quel preciso istante nella stanza. Quando vide sua mamma in lacrime si bloccò per un secondo, per poi andarle incontro “Mamma...” disse, e lei si staccò da Hermione per buttarsi tra le braccia del figlio “Mamma, sta calma... va tutto bene, ci sono qui io, Fred per la cronaca.” Aggiunse con un mezzo sorriso, strappandone uno anche alla madre. Hermione osservò la scena in disparte, mentre il ragazzo mormorava scuse. Notò che anche Fred aveva gli occhi un po' lucidi e che consolava la madre con una tenerezza di cui non lo faceva capace. “Chissà cosa si prova ad essere abbracciati in quel modo da Fred...” si ritrovò a pensare la nostra Hermione, provando un pizzico d'invidia nei confronti della signora Weasley. “Hermione ma cosa cavolo pensi! Lei ha perso un figlio e lui un fratello e tu te ne stai a fantasticare di come sarebbe essere abbracciati da Fred! E stai pure con Ron!” stava rimproverando la sua vocina interiore e non si accorse che la signora Weasley era uscita e Fred la stava fissando con aria strana. “Granger, hai finito di spogliarmi con lo sguardo?” disse tutt'a un tratto il rosso. “Come fa a trovare la forza di scherzare con tutta la tristezza che ha intorno...” si chiese lei. “Per tua informazione non ti stavo affatto spogliando con lo sguardo, Weasley, e non ci tengo nemmeno. Stavo solo pensando.” “A quanto sono bello?” “Ma per favore!” ribatté alzando gli occhi al cielo. “Stai forse insinuando che IO sono brutto?” “E se anche fosse?” chiese lei, alzando il mento. Lui le si avvicinò così tanto che quando parlò, Hermione sentì il suo alito sulla faccia “Attenta, Granger. Non si scherza con Fred Weasley. So essere molto vendicativo.” le sussurrò piano. Menta. Il suo fiato sapeva di menta, lei adorava la menta. Ma cosa le prendeva? La riccia fu scossa da un brivido. Era decisamente troppo vicina a lui. Se guardava dritta davanti a sé, si ritrovava a fissare le clavicole del ragazzo e l'orlo della sua maglietta, la quale nascondeva un fisico da battitore che... Hermione cosa pensi! Okay, Fred Weasley non era decisamente brutto. Alzò lo sguardo e lo puntò nei suoi occhi verde sedano, così profondi che potresti cascarci dentro... Hermione datti una regolata! “Dimostramelo, rosso.” Gli rispose con fare divertito, nascondendo la sua confusione interiore. “Mi stai forse provocando?” Domandò lui, sgranando gli occhi. “Può darsi...” “Subirai la mia collera, prima o poi, Granger...” “Non vedo l'ora”. Detto questo, Hermione si girò, sbattendogli i ricci in faccia e salendo in camera sua, lasciando un Fred Weasley sbigottito solo in salotto.

 

Appena entrò in camera, Hermione si buttò sul letto e lasciò sfogare la sua vocina interiore.

Cosa diavolo è successo??!! un attimo prima consolavi la signora Weasley e un attimo dopo... flirtavi con Fred??

Non stavo flirtando con lui, ci stavamo solamente stuzzicando, come sempre!”

Non dire come sempre, Hermione, perché non era come sempre! Perché ti sei sentita così strana quando ti si è avvicinato? Non ti sei mai fatta intimidire da lui e non ti aveva mai mandata nel panico. Riprenditi e difendi la tua reputazione!”

In quel momento, Ron entrò nella stanza. “Non si bussa?” chiese lei irritata. “Scusa...” rispose il suo ragazzo. “Posso?” le chiese, indicando il letto. Hermione annuì e si sedette accanto a lui. Dopo qualche momento di silenzio, Hermione sbottò “Bhè? Che c'è?” “Oh. Niente. Volevo solo stare un po' con la mia fidanzata” le rispose, marcando bene l'ultima parola e dandole una strana sensazione di fastidio. Non le piaceva che fosse così possessivo nei suoi confronti, non sapeva nemmeno perché ce l'aveva con lui in quel momento. In fondo, che faceva di male a chiamarla “la sua fidanzata”. Aveva ragione.

Ron le si avvicinò e prese a baciarla con passione. Lei rispose al bacio e agganciò le mani al suo collo, mentre le sue scendevano ai suoi fianchi. In un millisecondo, Hermione si ritrovò sotto di lui, mentre Ron iniziava ad aprirle la camicetta e a baciarle il collo e poi, sempre più giù, fino al seno. Hermione aveva aspettato tanto questo momento. Il momento in cui finalmente avrebbe fatto il grande passo, però sentiva dentro di sé una strana sensazione, come se quello che stesse facendo fosse sbagliato, e si rese conto che, nonostante tutto l'affetto che gli aveva dimostrato, quello che provava per Ron non poteva chiamarsi amore. “Ron...” cominciò lei. “Ti voglio”le rispose e iniziò a palparla. “Ron, no...” lui continuò e scendere con la lingua e iniziò a slacciarle il bottone dei jeans corti che portava. “Ron ti ho detto no!” le disse lei scostandogli le mani. “Perchè no?” le chiese lui, impedendole di riagganciarsi anche la camicia. “Perché io... non mi sento... pronta.” “Eddai Hermione! Lasciati andare per una volta.” Così dicendo ricominciò a leccarla e a farle scendere una spallina del reggiseno. “RON! Ti ho detto di smetterla!” Gli tirò uno schiaffo, mentre le lacrime cominciavano a premere. Come poteva farle questo? Come poteva obbligarla? “Esci immediatamente da questa stanza o GIURO che chiamo tuo padre.” Ron allora si alzò e la spinse sul letto, per poi uscire infuriato, sbattendosi la porta alle spalle.

Quando Ginny entrò nella sua stanza che condivideva con l'amica, la trovò stesa sul letto a singhiozzare. “Santo cielo, Hermione! Cosa ti è successo?” chiese preoccupata, sedendosi accanto a lei e accarezzandole una spalla. “Quel cretino di tuo fratello! Ecco che cosa è successo!” “Quale dei tanti?” scherzò Ginny, provando a risollevarle il morale. “Quello più cretino di tutti!!!” “...Ron?” tentò la rossa. Per tutta risposta, Hermione iniziò a singhiozzare più forte. “Che ti ha fatto di così grave? Se vuoi posso lanciargli una fattura orcovolante...” le chiese, sempre cercando di tirarle fuori un sorriso. Tra un singhiozzo e l'altro, la riccia le raccontò quello che era successo poco prima e quando ebbe finito, riuscì a calmarsi un po'. Soprattutto per l'espressione che aveva assunto l'amica quando aveva capito tutto. “...Ginny?Va... ecco... va tutto bene?”le chiese timorosa. Hermione notò che aveva stretto le mani a pugno e le nocche erano così bianche che sembrava che da un momento all'altro sarebbero saltate fuori. Per di più, le traballava un po' l'occhio, come se stese cercando di trattenersi.

Purtroppo non ci riuscì.

“RONALD WEASLEY!!! Ti conviene uscire da questa casa ADESSO!!!” gridò. Come aveva osato, quel verme a mettere le mani addosso alla sua migliore amica. Stava pensando a decine di modi brillanti per mettere fine alla vita di suo fratello, quando Hermione l'abbracciò, come se fosse preoccupata che potesse fiondarsi in cucina per metterne in pratica uno. “Gin! Ti prego, calmati! È una cosa che devo risolvere io. Gli parlerò stasera, quando sarò in grado di farlo senza lanciargli una fattura.” concluse con un sorrisino, cercando di far placare l'ira dell'amica. Ginny, dopo alcuni respiri profondi, sembrò calmarsi un pochino...”Oddio, Herm... come ha potuto fare una cosa del genere...” “Non lo so, lo ritenevo più maturo, quando ci siamo messi insieme. Ma ora mi sembra cambiato.” ammise la riccia.

A pranzo, Hermione evitò lo sguardo di Ron, che si era seduto accanto a lei e fissava il piatto con aria triste, senza però rinunciare ad ingozzarsi. Quindi riassumendo, Ron si stava abbuffando con aria triste. Lei, per evitarlo il più possibile, stava seduta appiccicata a Ginny, la quale stava appiccicata a Harry, a cui la cosa non dispiaceva affatto. Non lo diceva, ma si vedeva che era ancora cotto della rossa che aveva accanto, e sembrava che lei ricambiasse. Mentre i due flirtavano, lasciando Hermione in un certo senso sola, questa tentò a malincuore di intraprendere una conversazione con i gemelli. Quando però si accorse che loro erano impegnati a discutere di un nuovo affare, rinunciò all'impresa di fare conversazione e iniziò a fissare tristemente il suo piatto. Lanciò un'occhiata a Ron, che aveva abbandonato l'aria triste e ora si abbuffava soltanto. “Si è almeno reso conto di quanto mi ha fatto soffrire?”. Arrabbiata, tornò a fissare il suo piatto, senza però riuscire a mangiare. Si sentì toccare il piede. Alzò lo sguardo, per incontrare quello di Fred. “Tutto bene?” chiese piano, per non farsi sentire da nessun altro oltre lei. Annuì, poco convinta. Non voleva tirare dentro anche Fred. E poi, a lui cosa importava? Non gli erano mai interessati i suoi problemi. Fred non sembrò crederle, per questo, dopo pranzo, fermò la sorella prima che entrasse in camera. “Cos'ha Hermione?”. Ginny assunse un'aria triste e raccontò al fratello cosa era successo quella mattina. “è un idiota” affermò furente. “Hermione non si merita tutto questo, ma Ron pensa sempre e solo a se stesso. Non capisce che per Hermione è un momento delicato?” si sfogò con la sorella, cercando di non alzare troppo la voce per evitare di farsi sentire da qualcun altro. “Già. Poverina, non credo che rivedrà i suoi genitori molto presto. Per non parlare delle perdite della Guerra. Non sembra, ma ci soffre molto...” “Dovremmo parlare con Ron, ti pare? Dobbiamo dirgli che gran pezzo di merda è stato e che è un...” “Lo so. Quando l'ho trovata era a pezzi. Mi ha detto quello che Ron le aveva fatto in lacrime e giuro che stavo per ucciderlo a mani nude. Ma Herm mi ha detto che preferiva parlarci prima lei.” “Okay, mi limiterò a lanciargli occhiate sprezzanti, allora.” concluse Fred con un sorriso, che la sorella ricambiò, ma che nascondeva la rabbia di entrambi. Ovvia per lei, un po' meno per lui.

 

Fred entrò nella sua stanza e sbatté la porta. Cosa cazzo era successo al suo fratello pasticcione, tenero, dolce e innocente che una volta era Ron?!! “Un secondo.... ho appena pensato che Ron fosse tenero e dolce?? Cosa diavolo c'era in quel succo di zucca??!!” Non ce la faceva ad aspettare che la Granger parlasse con Ron... voleva andare da lui e mollargli un cazzotto.

 

Da quando era finita la cena, era quasi un'ora che si stava preparando un discorso mentale. “Spero che tu ti renda conto di quello che mi hai fatto. Hai ferito i miei sentimenti nel profondo...” Così sembrava troppo debole. “Credo che tu mi debba delle scuse per quello che mi hai fatto stamattina.” Uffa! Questa è anche peggio! Alla fine lasciò perdere, prese coraggio e bussò alla porta del fidanzato. Ad aprirle fu Harry, così Hermione gli disse che doveva parlare con Ron di una cosa importante. “Ah! Okay, è steso sul letto, ma è in mutande. Magari gli dico di rivestirsi prima...” Hermione sorrise debolmente. Dopo dieci minuti buoni, Ron uscì dalla stanza e guardò Hermione, come per dirle che l'ascoltava. Prese un bel respiro e cominciò, ma non nel modo in cui aveva previsto di farlo. “Perché lo hai fatto, Ronald?” chiese con voce lieve e distaccata. “Perché mi hai fatto questo?” le lacrime minacciavano di uscire, ma Hermione le respinse dentro con tutta la forza che aveva: non poteva permettersi di mostrarsi debole. Doveva sembrare decisa e arrabbiata, non distrutta e disperata. “Perché??” la fissò incredulo lui “Perché??? Oh, non lo so! Forse perché abbiamo quasi diciotto anni e siamo ancora vergini? Hermione non puoi non sentirti pronta a quest'età! E poi l'ho fatto perché volevo farlo!!!” Sbottò lui. Lei lo guardò allibita, poi la sua mano scattò prima che se ne rendesse conto e lo schiaffo che tirò a Ron fu talmente forte che le rimbombò nelle orecchie lasciando un'impronta rossa sulla sua faccia. “AH È COSÌ?? VOLEVI ferire i miei sentimenti??!! VOLEVI costringermi a fare qualcosa che non volevo fare??!! VOLEVI strattonarmi sul letto come fossi spazzatura??!! BENE! Allora lasciami fare una cosa che voglio fare IO: è finita, Ron!” detto questo schizzò verso le scale mentre Ron mugugnava un “Hermione, aspetta...” “E visto che non hai più me, non te la darà mai nessuno!!” Hermione non seppe resistere e vedendo la tristezza di Ron tramutare in rabbia, schizzò su per le scale e si rifugiò nella sua camera. Ginny era già lì e dallo sguardo che la riccia le rivolse, capì senza doverlo chiedere che le cose erano andate male. In più aveva sentito gridare dal piano di sotto.

“L'ho mollato...” disse quasi in un sussurro. Poi, senza che nessuno l'avesse voluto, lacrime bollenti iniziarono a rigarle le guance. Ginny non disse niente, sapeva che l'amica aveva bisogno di tempo per pensare prima di poterle raccontare quello che si erano detti. Così l'accompagnò in bagno e le disse di lavarsi la faccia. Poi la guardò mentre si metteva il pigiama e una volta a letto, si infilò sotto le coperte con lei. Hermione chiuse gli occhi e le raccontò piano quello che Ron le aveva risposto. “Hai fatto bene a lasciarlo” disse Ginny e anche se parlava sussurrando, la rabbia nella sua voce era palpabile. “Non l'ho lasciato solo per quello che mi ha fatto, Ginny. Ma è da qualche giorno che ho capito di non provare più niente per lui...” “Ah..” “Sì... Credo di aver provato per tutto questo tempo solo amore fraterno. Avevamo un bel rapporto e, con la Guerra, l'ho voluto forzare per farlo diventare una relazione di coppia. Ho sbagliato tutto, Gin, e ora sto male per lui.”continuò, sentendo di nuovo le lacrime scenderle sulle guance e sul naso per poi bagnare il cuscino. “Su Herm. Non pensarci troppo. Comunque adesso è lui quello dalla parte del torto e che deve chiederti scusa. Te hai solo fatto la cosa giusta, lasciandolo”. La riccia annuì piano e le due amiche si addormentarono esauste e abbracciate.

 

La mattina seguente, Ginny si svegliò nel letto dell'amica, ma vedendola dormire così tranquilla, decise di non svegliarla per fare collazione.

Quando scese trovò i gemelli intenti a mangiare. “Cos'è quell'aria triste?” chiese George, spalmando del burro su una fetta di pane. “È per Ron ed Hermione?” aggiunse Fred. La ragazza annuì, sconsolata “Ieri si sono lasciati. O meglio, lei ha lasciato lui...” “Sì, lo sappiamo. Abbiamo....” “...sentito tutto dalla nostra camera. E dov'è che hanno litigato?” “Davanti alla nostra camera!” conclusero insieme. Anche a Ginny scappò un sorriso. “Le tengo qualche cosa da parte. Dormiva così bene che non l'ho voluta svegliare.” “Se vuoi gliela porto io in camera, tanto ho finito.” disse Fred. “Okay” detto questo, la rossa si dette da fare. Prese un vassoio e lo riempì con una fetta di crostata alla marmellata di more, un paio di cialde con il burro, una brioche vuota e un bicchiere di succo d'arancia.

“Vedi di non mangiarti tutto sulle scale.” l'ammonì la sorella. “Tranquilla, cara sorellina. Che c'è, non ti fidi più del gemello più bello?” “Veramente di me si fida!” ribatté George sghignazzando. Fred gli lanciò un'occhiata truce, ma lasciò perdere. Prese il vassoio e si diresse verso la camera di Hermione. Entrò piano, per non svegliarla, e le posò il vassoio sul comodino. Fece per andarsene, ma una voce impastata di sonno lo fermò.

“...Fred?” biascicò la riccia. “Buongiorno, Herm.” disse lui andando a sedersi ai piedi del letto. Notò che la ragazza aveva gli occhi gonfi di pianto e due belle occhiaie scure sotto gli occhi color nocciola. “Che significa?” chiese indicando il vassoio stracolmo di cibo. “Secondo te?” ribattè scherzando Fred. “Mmm... Sono malata gravemente?” “Non proprio. Significa che qualcuno ti vuole bene e ti ritiene speciale.”

Okay. E tutti questi complimenti da dove li tira fuori? É Fred Weasley, per la miseria!” “Mi sa che sei tu il malato terminale” gli fece notare Hermione, mentre lo squadrava da capo a piedi. Lui rispose semplicemente con un sorriso, così lei si alzò e si mise il vassoio sulle gambe. “Vuoi favorire?” chiese guardandolo e indicando la sua colazione. Fred si rese conto per la prima volta della ragazza che aveva di fronte. Indossava dei pantaloncini neri corti e una canottiera arancione attillata. Dov'era finita la ragazzina di undici anni dai capelli crespi e i dentoni? Quella seduta davanti a lui era ormai una donna, con morbidi capelli ricci, un sorriso perfetto e tutte le curve al punto giusto. “Weasley hai finito di spogliarmi con lo sguardo?”. Fred rimase di sasso per qualche secondo, ma si riprese subito. “Per tua informazione non ti stavo affatto spogliando con lo sguardo, Granger.” Poi le si avvicinò e le sussurrò all'orecchio “... ma non dico che non ci tengo.” Hermione, appena recepì le sue parole, arrossì di botto, ma riuscì comunque a lanciargli uno sguardo omicida. Fred scoppiò a ridere. Era sempre più divertente mettere in imbarazzo quella ragazza, senza contare che quando era rossa come un peperone era ancora più carina. Si alzò dal letto e la baciò su una guancia con dolcezza. “Buon appetito, Mione.” disse, facendo avvicinare il colorito della sua pelle ad una sfumatura violacea. Detto questo lasciò la stanza, con un sorriso sulle labbra.

 

Hermione rimase per cinque minuti buoni a fissare il burro che si scioglieva sulle sue cialde, mentre pensava a quello che era appena successo. “Fred... colazione... spogliarsi... Fred... dolce... bacio... Mione... Fred...”. Quando finalmente si riscosse dai suoi pensieri, si avventò sulla colazione, spolverando tutto in qualche minuto e le tornavano in mente gli eventi della sera precedente e la tristezza la invase di nuovo.

Quando uscì dalla sua camera, si trovò davanti Ron. Lui le lanciò uno sguardo glaciale, mentre quello di Hermione era infuocato e continuò a fissarlo anche dopo che lui si girò, sperando che prendesse fuoco di colpo. Aspetto qualche secondo, poi scese anche lei in cucina.

“Ehy Gin. Che ti va di fare oggi?” le chiese, con un sorriso tirato sulla faccia. Avrebbe dimostrato a Ron, ma soprattutto a se stessa, che era felice anche senza di lui. “Mah, non lo so...” rispose sconsolata l'amica. Tra tutte e due erano a corto di idee. Ad un tratto, gli occhi della rossa si illuminarono e con un sorriso a 32 denti disse “Perché non andiamo a fare shopping?!!” quasi supplicava. Vedendo la sua faccia, Hermione scoppiò a ridere. “Okay! Però dobbiamo chiedere il permesso a tua madre.” “Già, speriamo ci mandi.”

 

“Assolutamente no!” rispose la signora Weasley infuriata. “Sapete tutte e due che moltissimi Mangiamorte non sono stati ancora catturati ed è pericolosissimo andare a giro per i negozi di Hogsmade!!” “Ma mamma! Io ed Hermione ci annoiamo qui alla tana. Ci basterebbero anche pochissime ore di libertà. Per favoree!!” Ginny era sul punto di inginocchiarsi e pregare la madre, quando i gemelli accorsero in loro aiuto. “Dai mamma. Le accompagnamo noi le ragazze.” “Non se ne parla George. Non posso esporle ad un rischio simile.” “Stai tranquilla, mammina cara. Ti promettiamo che per una volta saremo responsabili. E poi dobbiamo fare un salto al Negozio.”

La signora Weasley parve rifletterci su. Alla fine cedette “E va bene, ma vi voglio a casa prima di pranzo.” Entusiasti, andarono tutti ad abbracciarla. Avrebbero passato una mattinata fantastica, “E tutto grazie a Fred e George...” Pensò grata Hermione.



Angolo autrice

Salve lettori!
Prima di tutto, grazie per aver letto questo capitolo. è la mia prima fan fiction e spero che sia cominciata bene.
Per favore, lasciatemi delle recensioni e ditemi su quali punti devo migliorare. Cosa ve ne pare come inizio?
Per me è davvero importante la vostra opinione, quindi non trattenetevi e ditemi sinceramente cosa ne pensate. Per esempio, è abbastanza lungo il capitolo?
Grazie ancora, aggiornerò al più presto!
Maggie
 

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Capitolo 2
*** Capitolo due ***


Tornati in salotto, le ragazze ricoprirono di ringraziamenti i gemelli. “Grazie, grazie... è sempre un onore essere il vostro idolo, non c'è bisogno che mi ricordiate quanto sono perfetto. Lo so già!” “Mai quanto me fratellino, mai quanto me...” ribatté l'altro. Poi, sussurrando, aggiunse “Ragazze? Perché invece di andare ad Hogsmade non facciamo un salto nella Londra babbana?”. Ginny sgranò gli occhi “OMIODIOO!!” urlò, iniziando a saltellare, mentre Hermione se la rideva e cercava invano di farle trattenere l'entusiasmo. “Cosa aspettiamo? Fiondiamoci tra i negozi!!” esclamò con aria sognante. “SII!!” le fece eco Hermione.

“Mmm... voi due avete intenzione di venire così?” chiese George, squadrandole da capo a piedi. Hermione e Ginny si guardarono e si resero finalmente conto che erano ancora in pigiama. Fred scoppiò a ridere vedendo le loro facce rosse.

Le ragazze corsero in camera per cambiarsi sghignazzando imbarazzate.

 

“Come ti vesti, Herm?” chiese la rossa. “Non so... visto che andiamo a fare shopping tra i babbani direi abbastanza normalmente, per non attirare l'attenzione.” “Okay, ma alla mia gonna bianca non rinuncio!” ribatté l'amica. Hermione sorrise: erano giorni che Ginny voleva mettersi quella gonna, ma non ne aveva mai avuta l'occasione.

Quando finalmente tornarono in salotto, Hermione indossava dei pantaloncini verdi a vita alta e una camicia bianca con un nodo alla fine, mentre Ginny aveva aggiunto alla gonna una maglietta nera, un po' corta che lasciava intravedere l'ombelico. Inoltre, aveva legato la chioma rossa in una bella treccia di lato, mentre i ricci di Hermione erano, come sempre, liberi e ribelli.

“Beh, direi che ora state decisamente meglio, anche se il look pigiama non mi dispiaceva...” scherzò Fred, scoccando un'occhiata furba ad Hermione. Gli altri due non parvero farci caso, ma la riccia avvampò e incenerì il ragazzo con lo sguardo. Dopodiché, salutarono e stavano per uscire quando Harry gli corse in contro. “Hemione!” la chiamò, facendogli segno di avvicinarsi un attimo. Lei gli andò in contro ed aspettò che parlasse. “Potresti farmi un favore enorme?” le chiese. “Certo, Harry. Dimmi.” “Tra tre giorni è il compleanno di Ginny, ma non ho idea di cosa regalarle! Visto che vai a fare compere, potresti pensarci tu?” le spiegò, supplicandola con lo sguardo. “Va bene. Esattamente cosa ti serve? Qualcosa per far colpo?” aggiunse con un sorriso. Harry arrossì violentemente. “Beh... ecco... in un certo senso... a me... Ginny... insomma, sì!” balbettò, chiaramente in imbarazzo. Hermione rise. “D'accordo Harry. Troverò il regalo perfetto!” scoccò un bacio sulla guancia al suo migliore amico e si affrettò a raggiungere gli altri, per poi smaterializzarsi insieme a loro.

 

Appena arrivati, le ragazze si fiondarono nel primo negozio carino che trovarono, senza aspettare che i ragazzi si rendessero conto di dove stessero andando.

“Ragazze...” mugugnò George “... non capirò mai cosa ci trovano di tanto affascinante in un manichino...” Fred annuì distratto. Stava pensando a quando Hermione era scesa dalle scale. Aveva un “tantino” sgranato gli occhi, ma sperava che nessuno se ne fosse accorto. Purtroppo per lui, non era andata così. George lo aveva notato eccome ed anche adesso lo stava fissando in modo divertito e lo scrutava con occhi vispi. “Carina Hermione, eh?” “Sì! Cioè... non è poi così male... accettabile” si riprese, sbuffando, come se la cosa non lo riguardasse. George continuò a guardarlo sghignazzando. “Che ne dici, le seguiamo?” aggiunse Fred, per cambiare discorso, cosa che non sfuggì al fratello. “Come vuoi, Freddie.” e insieme entrarono nel negozio.

Cosa gli prendeva? Perché era così ossessionato dalla Granger? “Fred! Riprenditi santo cielo! Stiamo parlando del Prefetto Perfetto Granger. Okay che è cambiata diventando una bellissima ragazza, ma non puoi pensare costantemente a lei! Fred Weasley non è certo il tipo che si prende una cotta!!”

 

Le due amiche si stavano dando alla pazza gioia, provando e scartando abiti su abiti.

“Che ci proviamo ora, Gin?” chiese Hermione. Avevano già svaligiato tutto il reparto maglie e quello dei pantaloni, sia lunghi che corti e la ragazza non sapeva più cosa andare a cercare ora che avevano provato anche le gonne. “Che ne dici dei vestiti?” propose la rossa.“Mah... non sono mai stata una grande amante dei vestiti...” “Per questo te ne serve uno!” “Okay” cedette la riccia. Non si poteva dire di no a Ginevra Weasley quando si trattava di shopping. L'amica sorrise compiaciuta e trascinò Hermione nel reparto vestiti. Ce ne erano di tutti i colori e di tute le forme, tanto che Ginny credette di svenire.

Hermione, ridacchiando, la prese a braccetto come per non farla cadere “Dai non fare la scema! Vuoi aiutarmi o no a trovare un vestito?” “Hai ragione Herm!” disse con una voce un po' più alta e squillante del normale e si misero a cercare.

“O mio Dio! Herm, l'ho trovato!”esclamò soddisfatta la rossa, mostrandole un abito arancione tramonto. Era decorato con minuscole perline che creavano ghirigori sulla stoffa dandole un senso di movimento, come se fosse fatto di piccole fiammelle. Le maniche erano piuttosto sottili, fatte per appoggiarsi sull'orlo delle spalle.

“Devi assolutamente provartelo!” affermò Ginny, con un'espressione che non ammetteva repliche. Quasi intimorita, Hermione prese piano l'abito dalle mani della rossa, la quale la spinse a forza in un camerino. In quel momento arrivarono anche Fred e George. “Sorellina, ti saremmo grata se evitassi di svuotare il nostro conto alla Grincott tutto in una volta sola.” la prese in giro George notando la quantità industriale di vestiti che Ginny teneva in mano. Lei lo fulminò con lo sguardo.

“Dov'è Hermione?” chiese invece Fred. “Oh! Lei si sta provando un vestito così stupendo che...”

“... che mi ha obbligato a indossarlo!” concluse la riccia, che usciva in quel momento dal camerino.

Ad Hermione parve che il tempo si fosse fermato. Tutti la stavano guardando... Ginny aveva un'aria emozionata e quasi fiera. L'insieme era un risultato così buffo che Hermione scoppiò a ridere. George le aveva lanciato una rapida occhiata sgranando gli occhi, ma poi aveva cercato subito il fratello con lo sguardo. Hermione capì subito il perché: Fred sembrava quasi... incantato? Non aveva cambiato espressione da prima che uscisse, ma la stava fissando come se non riuscisse a credere che fosse lei. Poi fu come un brusco risveglio e aprì leggermente la bocca, lasciando correre lo sguardo su tutto il suo corpo. Si rese conto di avere una faccia da ebete solo quando scoppiarono tutti a ridere. “Qualcuno ha fatto colpo, eh Fred?” gli disse Ginny, con un sorriso malandrino. “Fratellino, controllati o rischi di svenire!”aggiunse George. “Hermione copriti o a mio fratello verrà un infarto!” continuò Ginny, ridendo a crepapelle. “Mmm... Freddie? Hai un po' di bava... sì, proprio lì...!” Si stavano praticamente rotolando dalle risate. Ginny si era dovuta sedere, mentre George stava piangendo dal ridere. Hermione intanto sembrava una teiera da quanto era diventata rossa e Fred stava cercando di assumere un'espressione seria e contrariata, ma senza riuscirci, cosa che fece ridere ancora di più Ginny e George. “Avete finito?” chiese il rosso, scocciato. Ma i due si calmarono solo due minuti dopo, quando dovettero fermarsi per respirare. “Allora, Herm. Lo prendi?” chiese Ginny, con un sorriso furbo mentre guardava George. A lui scappò un'altra risatina.

“N-non so... M-mi sembra u-un po' c-c-corto...” riuscì a balbettare. “Oh, sì! Ce ne siamo accorti! Soprattutto qualcuno, vero Fred?” ridacchiò George, guardando il gemello. Fred si limitò a sorridergli sarcastico.

“Dai Herm!! Ti prego prendilo, ti sta d'incanto!” “Va bene Ginny...” cedette la riccia alzando gli occhi al cielo con fare divertito. Mentre le due amiche continuavano a girare il negozio, Fred sussurrò al fratello “Appena usciamo ti affatturo” gli sorrise. “OH, no. Appena usciamo tu mi dirai qualcosa, vero Freddie?”. Per tutta risposta sbuffò.

 

Finalmente Hermione e Ginny pagarono i loro acuisti ed uscirono dal negozio.

“Bene, ora che abbiano finito con i vestiti, dobbiamo passare alle scarpe!” i gemelli le rivolsero uno sguardo disperato. “Dai non fatela troppo lunga, guardiamo e basta!” gli promise Ginny. “Ridimmelo quando entreremo in un negozio...” mugugnò Fred sconsolato.

Però le due ragazze mantennero la promessa e non comprarono niente. Stavano passeggiando tra le vetrine, quando scorsero in fondo alla via una testa bionda che riconobbero tutti all'istante:Draco Malfoy.

“Guarda un po' chi abbiamo la sfortuna di incontrare, Blaise. I Weasley e la Mezzosangue.”

“Malfoy” sussurrò arrabbiata Hermione. “Furetto! Qual buon vento!” esclamarono invece i gemelli sarcastici. Ginny si limitò a guardarlo indifferente. “Mmm, poco saggio da parte tua fare acquisti, Ginevra. Non vorrai mica che la tua famiglia patisca la fame solo per soddisfare un tuo capriccio? Oh, scusa... Voi la patite già la fame!” aggiunse divertito Malfoy, scatenando in lei una rabbia incontrollabile. “Ti conviene sparire dalla mia vista, furetto dei miei stivali, se non vuoi che una mia fattura ti riduca in cenere! Vai, su. Corri da papino. Ah, no scusa... Di recente si è trasferito ad Azkaban!” ribattè lei, sputando veleno. Draco rimase per un momento spiazzato, poi sul suo volto comparve un'espressione... pentita??! “Vieni Ginny, non abbiamo tempo da perdere con questi due.” Hermione la prese sotto braccio e la trascinò via, mentre la rossa continuava a guardare Draco con una certa curiosità. “Perché non ha ribattuto?” si chiedeva, mentre l'amica la tirava via. Si allontanarono da Malfoy e Zabini, quando un grido li fece girare di scatto. Tre figure incappucciate stavano combattendo contro i due serpeverde. “Mangiamorte...” pensò Ginny, terrorizzata. Era proprio vero. Tre Mangiamorte avevano attaccato i due ragazzi, che si difendevano come potevano. Blaise venne schiantato, mentre Malfoy continuò a resistere. “Sectumsempra!” gridò uno dei tre. L'incantesimo colpì in pieno il biondo, che si accasciò a terra, mentre sulla sua camicia si espandevano sempre più macchie di sangue. Una figura incappucciata salì su di lui per tenerlo a terra ed estrasse un pugnale. “NO!” Gridò la rossa con tutto il fiato che aveva in corpo. “Stupeficium!” gridò e il Mangiamorte venne spedito in aria, per poi ricadere pesantemente sul suolo. Anche i gemelli ed Hermione estrassero la bacchetta ed essendo in inferiorità numerica, i Mangiamorte rimasti si smaterializzarono, portando con loro Zabini e il compagno svenuto. Allora Ginny corse verso il corpo inerte di Malfoy e la riccia la seguì. “Herm dobbiamo curarlo! Hai la tua borsetta?” la implorò l'amica. “No, è alla tana...” rispose in un sussurro. “Allora andiamo là” ribatté decisa la ragazza. Hermone annuì e quando arrivarono i gemelli, sempre più confusi, lei afferrò la mano di Fred e Ginny quella di George. Tenendo saldamente Malfoy, si smaterializzarono alla tana.

 

Draco aprì lentamente gli occhi, non badando a guardarsi intorno. Gli faceva male ogni millimetro quadrato del suo corpo. Fece una smorfia di dolore quando tentò di mettersi seduto, ma rinunciò all'impresa quando tutto il suo corpo cominciò a protestare. “Dovresti rimanere sdraiato un altro po'...” disse una voce. Draco sobbalzò, sgranò gli occhi e si guardò attorno per la prima volta. Notò che era disteso su un morbido letto dalle lenzuola candide. Accanto alla sua testa c'era un comodino con una piccola lampada, qualche trucco, la sua bacchetta e un boccino d'oro. Alzando lo sguardo, incrociò quello forte e intenso di Ginny Weasley, che lo fissava da una poltroncina accanto al letto. Aveva l'aria assonnata e grinzosa, come se avesse dormito lì. A Draco vennero in mente un centinaio di domande da farle. “Dove sono? Perché sono qui? Cosa c'entri tu in tutto questo? Cosa è successo?” ma non ne ebbe la forza, così chiese semplicemente “Che ore sono?”. Ginny lo guardò stupita: si era aspettata di tutto, ma non quella domanda. Si chinò vicino alla scrivania ed estrasse dal cassetto una piccola sveglia. “Le 4.32... ti conviene tornare a dormire, ti spiegherò tutto domani mattina.” “Fosse facile dormire quando ti senti decine di lame che ti infilzano su tutto il corpo” rispose scocciato il ragazzo. “Shh! Vuoi fare piano?” lo rimproverò la rossa, indicando una figura che dormiva beata dall'altro lato della stanza. “La Granger??” chiese sorpreso. Ma dove diavolo era finito???? Intanto Ginny aveva tirato fuori una piccola boccetta, contenente una sostanza melmosa di colore blu notte. “SHH! Ti ho detto che ti spiegherò tutto domani mattina, mi ascolti quando parlo?” sussurrò scocciata la rossa. “Tieni, bevi questo” aggiunse porgendogli la fiala. “Cos'è?” chiese Malfoy, sospettoso. Ginny lo guardò esasperata. Si sarebbe mai fidato di qualcuno quel ragazzo? Non poteva prendere le cose così com'erano? “Dannazione Malfoy! Sono le 4 e mezzo di notte, potresti gentilmente prendere questa pozione e farmi tornare a dormire??!!” lui la guardò, come per dirle che ancora non gli aveva detto che cosa faceva. “Ti aiuta semplicemente a dormire, furetto.” aggiunse rassegnata. “Okay, allora.” rispose lui, prendendole senza tanti complimenti la boccetta di mano e bevendola tutta d'un sorso. Appena ingoiò fece una faccia schifata e cominciò a tossire, lanciando occhiate truci alla rossa. “Così impari ad abbuffarti, caro Malfoy” gli disse divertita, vedendo la sua faccia. Malfoy smise di tossire e fece per ribattere, ma la pozione fece effetto immediatamente e il ragazzo fu subito accolto tra le braccia di Morfeo.

Ginny lo osservò per un momento dormire, pensando alla storia di quel ragazzo. Si era sempre comportato male con lei, trattandola come se fosse un animale morto, ma per ogni azione c'è sempre una causa che l'ha scatenata. Draco Malfoy era stato cresciuto da una famiglia di Mangiamorte, terrorizzata dal ritorno del loro padrone. Gli avevano insegnato a disprezzare chiunque non fosse come lui, facendolo rimanere solo. Lo avevano costretto ad unirsi dalla parte del male, ad uccidere Silente e a subire la sua famiglia più l'ira di Voldemort. All'improvviso, Ginny capì cosa provava Malfoy. Non aveva mai ricevuto amore ed era quindi normale che non ne donasse. Fu con questa consapevolezza che anche Ginny si addormentò sulla poltrona.

 

Hermione si svegliò di soprassalto. Aveva di nuovo sognato la sua fuga da Bellatrix. Si stiracchiò e si mise a sedere. Guardò l'orologio: le 5.40. Non ce l'avrebbe fatta a riaddormentarsi, anche se la sera precedente era stata molto stancante. Quando avevano salvato Malfoy da Londra, si erano smaterializzati alla Tana, lo avevano portato in casa e disteso sul tavolo della cucina. Non c'era stato tempo per spiegare perché fossero entrati come delle furie in casa portando Malfoy svenuto e sanguinante in braccio. Ginny aveva semplicemente urlato “È ferito, dobbiamo curarlo!!”. La signora Weasley aveva subito preparato un miscuglio di erbe da applicare sulle ferite e aveva estratto dalla cassa d'infermeria decine di pozioni curative e antidolorifiche. Avevano saltato il pranzo per prendersi cura di lui e verso le tre del pomeriggio avevano finalmente finito di somministrargli pozioni, almeno per il momento. Avevano consumato il pranzo, durante il quale avevano raccontato dell'attacco, e si erano dati il cambio ogni ora per cambiargli le bende e riapplicargli il miscuglio di erbe. La sera avevano trasferito il suo corpo mutilato in camera delle ragazze, le uniche disposte ad accoglierlo. Anche questo fatto aveva sollevato parecchie polemiche da parte dei ragazzi, soprattutto da parte di Harry, che aveva litigato pesantemente con Ginny. Alla fine la ragazza gli aveva urlato contro che era cambiato e che non poteva amare qualcuno che si ancorava così al passato. Poi era entrata in camera sua sbattendo la porta e si era seduta sulla poltrona accanto al letto di Draco. Il ragazzo era ancora incosciente, per questo non l'aveva sentita piangere.

Harry aveva bussato alla sua porta per quasi un'ora, implorandola di uscire per parlare, ma lei non ne aveva voluto sapere. Se fosse uscita probabilmente gli avrebbe lanciato una fattura! Hermione alla fine l'aveva convinta a scendere almeno per la cena, ma si era seduta il più lontano possibile da Harry e non aveva spiccicato parola per tutto il tempo. Finita la cena si era alzata mugugnando ” Vado a cambiargli le bende”, aveva preso delle boccette di sonnifero e antidolorifici ed era salita in camera. Quando anche Hermione era entrata per andare a dormire, l'aveva trovata addormentata sulla poltrona. Verso mezzanotte, Draco aveva cominciato a delirare nel sonno, svegliando la rossa e la riccia che, senza dire una parola erano riuscite a calmarlo con del sonnifero. Poi erano tornate a dormire.

Hermione però ormai era sveglia e sinceramente non aveva la forza di tornare ad affrontare i suoi incubi, così decise di scendere in cucina per mangiare qualcosa. Era a metà della rampa di scale, quando sentì un rumore provenire da sotto. Tirò fuori la bacchetta e cercò di scendere le scale il più silenziosamente possibile. C'era qualcuno di sotto!! Nella penombra mattutina non seppe dire chi fosse. Hermione si spiaccicò al muro, si avvicinò silenziosamente, la bacchetta pronta e... “Granger esattamente cosa stai cercando di fare?” chiese una voce fin troppo nota. La ragazza avvampò, sperando che al buio mattutino non si notasse. “O mio Dio, Fred! Non farmi più prendere uno spavento così!” protestò, tenendosi una mano sul cuore che batteva all'impazzata. Fred restò immobile a fissarla per qualche secondo “Cos'hai detto?” chiese ad un certo punto. Hermione lo guardò in modo strano. “Ho detto: non farmi prendere più uno spavento del genere, Fred!” ripeté paziente. “Come hai fatto??” chiese lui stupito, fissandola a bocca aperta. “A fare cosa esattamente?” chiese la ragazza sempre più confusa per il suo strano comportamento. “Come hai fatto a capire che sono Fred?” “Ah! Beh, tu hai due orecchi.” “Si da il caso, cara Granger, che sia ancora buio e che tu non eia riuscita nemmeno a distinguermi da un ladro.” “Non lo so... Credo di riconoscervi.” “Non è possibile! Nemmeno nostra madre riesce a distinguerci!” “Che ne so, Fred! Mi è venuto d'istinto, sapevo che tu non potevi essere George perché l'ho sentito dentro. Intuito femminile.” “Sì, e Molly Weasley è un goblin.” rispose sarcastico. “Lasciamo perdere” disse Hermione leggermente scocciata di quell'interrogatorio mattutino “Cosa ci fai quaggiù? Non è un po' presto per i tuoi standard?” continuò. “Potrei dire la stessa cosa di te” rispose lui con un sorriso. “Non riuscivo a riaddormentarmi” si scusò, poco convinta della sua bugia. Anche Fred lo notò e le si avvicinò. “Davvero? Neanche io...” “Hey, non puoi usare la mia scusa!” ribatté con finta indignazione. Il rosso scoppiò a ridere, cercando di fare piano per non svegliare gli altri. “Allora, ripeto la domanda. Perché sei quaggiù?” insisté lui. Hermine abbassò lo sguardo e scelse con cura le parole da dire. “Ti è mai capitato di sentirti impotente di fronte ad una difficoltà? Di sentirti perso e di averne, in un certo senso, paura?” Fred annuì lentamente. “Ecco, è questo che mi spinge a rimanere sveglia” concluse. Una piccola parte di lei sperò che lui non avesse capito. “Incubi” sussurrò però Fred. Hermione non aveva osato alzare lo sguardo, ma lui le prese il mento con due dita e portò il suo sguardo ad incontrare il suo. Stettero un momento che parve infinito a entrambi a guardarsi negli occhi, poi il ragazzo le circondò la schiena con le braccia e la strinse a sé, appoggiando il suo mento sulla sua spalla. “Non devi sentirti sola. Ci sono io qui con te.” A queste parole, Hermione ricambiò l'abbraccio, capendo quello che lui voleva dirle: non era l'unica ad aver paura di dormire. “Chissà cosa infesta i sogni di Fred...” si chiese. Poi la consapevolezza le crollò addosso e strinse la presa attorno alla vita del ragazzo “Percy...” una lacrima lasciò il suo occhio, ma quella che le bagnò il pigiama non era sua. Rimasero abbracciati per un po', lasciandosi sfuggire di tanto in tanto lacrime amare, che facevano capire più cose della persona che stavano abbracciando di quelle che avrebbero potuto pensare fino a qualche ora prima.

“Ti va di dormire ancora un po'?” chiese Fred ad un certo punto. Si era ripreso, la sua voce era ferma e sicura. “Vorrei, ma non credo di farcela per stanotte.” Lui rispose soltanto “Fidati di me”. Si guardarono negli occhi, poi lui le porse una mano, che lei afferrò senza esitare. Fred a quel contatto sorrise involontariamente. La guidò verso il divano e vi si sedette, facendole segno di avvicinarsi. “Che vuoi fare?” chiese timorosa Hermione. “Herm, non pensare sempre male. Voglio solo aiutarti a dormire.” Lei lo guardò strano, poi scrollò le spalle e andò a sedersi accanto a lui. Fred la prese per i fianchi e si sistemò in modo che la sua testa poggiasse sul suo braccio, le gambe di entrambi distese. Hermione si fece guidare, ispirata da una nuova fiducia che provava nei confronti di Fred. “Stai comoda?” “Sì...” “Okay. Allora 'notte Mione.” “Notte rosso...” chiuse gli occhi e cercò di rilassarsi. “Come diavolo faccio a rilassarmi se sono spiaccicata contro di lui” Hermione si girò su un lato, dandogli la schiena. Stava per assopirsi quando mugugnò “Fred?” “Mmm?” “Grazie..” e si addormentò.

Anche il rosso stava per cedere al sonno, ma stavolta non aveva paura dei suoi sogni. C'era lei e questo bastava.

 

Fred si svegliò tardi. Aprì gli occhi e trovò quelli di Hermione, ancora chiusi vicinissimi al suoi. Lo percorse un brivido, fece per alzarsi, ma qualcosa lo trattenne: la ragazza era completamente avvinghiata a lui. Sorrise, e si accorse che anche lei lo stava facendo nel sonno. Non doveva aver avuto incubi, come lui. Stava decidendo sul da farsi, quando George entrò in salotto e li vide. “Oh-ho Freddie! Cos'hai combinato con la Granger?” chiese divertito. In quel momento Hermione si svegliò e trovandosi abbracciata a Fred, sgranò gli occhi e fece un balzo indietro, quasi cadendo dal divano. “Fred!” gridò, diventando porpora. “Guarda che hai fatto tutto da sola” le rispose con un sorriso divertito. George intanto si era dileguato prima che la ragazza si accorgesse di lui. Hermione abbassò lo sguardo e biascicò un debole “scusa”. Fred fece esattamente quello che aveva fatto qualche ora prima: le prese il mento con due dita e la guardò negli occhi. “Come hai dormito?” le chiese. Lei ci pensò su, poi rispose “Bene...!” e il ragazzo lesse la sorpresa nei suoi occhi nocciola. Sorrise soddisfatto. “Perfetto, anche io ho dormito bene. Ho una certa fame, che ne dici di andare a fare colazione?!” La riccia annuì e si alzarono per andare in cucina, dove George li osservava con un sorriso malandrino. Hermione fece due più due e capì. “Una parola con Ron e puoi dire addio al tuo unico orecchio.” lo minacciò. Per tutta risposta, il gemello si fece una croce sul cuore, non lasciando la sua espressione furbesca. Quando Hermione si allontanò per prepararsi una tazza di cereali, George si avvicinò al gemello e gli sussurrò, sorridendo “Ah, fratellino. Dobbiamo parlare di tante cose.”

#Spazio Autrice# possibile che mi dimentichi sempre di aggiungerlo?? Vabbeh... Salve lettori! Ecco il secondo capitolo della mia prima FF. Spero vi sia piaciuto, anche perché mi ci sono impegnata molto. Ringrazio molto gli utenti che hanno recensito il capitolo precedente e chi sta seguendo questa storia. Grazie!!! Come sempre, mi piacerebbe sapere la vostra opinione anche su questo capitolo. Baci, Maggie

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Capitolo 3
*** Capitolo tre ***


Ginny aprì gli occhi e si guardò attorno. Due occhi color ghiaccio la stavano fissando dal letto di fronte a lei. “Buongiorno, comoda la poltrona?” lei le lanciò un'occhiata truce. Lui fece una faccia contrariata “Ginevra sei molto più carina quando dormi, sembri quasi calma” seconda occhiata truce. “Prima o poi ti legherò quella lingua da serpe che hai, Furetto.” dicendo questo si alzò e iniziò a spazzolare i lunghi capelli ramati guardandosi nello specchio vicino al comodino. Ad un certo punto si bloccò. “Perché diavolo non ribatte?? è già la seconda volta!” Si girò verso Malfoy e lo guardò intensamente, come se cercasse un qualcosa che potesse rispondere alla sua domanda, ma non trovò nulla. Quello che aveva davanti era il solito Draco Malfoy, con un'espressione più che sofferente in viso. “Che hai?” gli chiese preoccupata. “Secondo te?” rispose la serpe, soffocando un gemito di dolore che lo costrinse a ridistendersi. Ginny si battè una mano sulla fronte “La pozione, miseriaccia!” corse in cucina, salutando con un cenno della mano una più che rossa Hermione e i gemelli, prese la cassa d'infermeria e risalì velocemente in camera sua. “Stupida Weasley, potevi usare la magia!” “Sì, così tutte le boccette si sarebbero rotte, perché non ci ho pensato prima?!” rispose lei, sempre più nervosa. Estrasse un lungo paio di forbici dalla cassettina. Draco le guardò e scattò a sedere “Cosa vuoi farci con quelle Weasley?” chiese preoccupato. “Malfoy, sta giù! Devo solo cambiarti le bende.” Sollevato, il ragazzo si distese di nuovo sul letto della rossa. “Hem.. Okay.” sussurrò d'un tratto imbarazzata. Non gli aveva mai cambiato le bende quando era sveglio! E  ora la stava anche guardando divertito, come se avesse intuito tutto. “Che c'è Weasley? Ti vergogni? Sù, spogliami e curami le ferite!” la stuzzicò divertito. Ginny intanto era diventata più rossa dei suoi capelli “Taci, Malfoy! Guarda che l'ho già fatto altre volte.” “Ah. Allora direi che ora tocca a te!” rispose con un ghigno. Se lo sguardo potesse uccidere, a quest'ora Draco sarebbe ridotto in un mucchietto di cenere. Ma per la disgrazia della nostra Ginny Weasley, le cose non vanno così. “Prova solo a ridacchiare con quella tua faccia da serpe e ti ritroverai con un livido anche lì, sappilo Malfoy! Ora stai giù e FERMO!” detto questo, si sedette sul letto e iniziò a sbottonargli la camicia con mani tremanti. Sentiva il suo sguardo di ghiaccio sulla sua testa. Arrivò all'ultimo bottone dopo quelli che sembrarono anni! Gli scostò delicatamente la camicia, lasciandolo a petto nudo. Alzò lo sguardo su di lui e incrociò i suoi occhi. Aveva un'espressione divertita, ma non canzonatoria. La rossa corrucciò lo sguardo. Malfoy si stava comportando in modo strano. “Avanti, Weasley. Ora viene il bello” Okay, era tornato il solito furetto di sempre.  Ginny prese un bel respiro, pregando Morgana che lui non la sentisse, e prese le forbici. Tagliò con molta attenzione le bende, cercando di non fargli male. Quando le tolse, esaminò le ferite. “Non ci sono miglioramenti...” pensò sconsolata. Anche Malfoy stava analizzando il suo corpo.”Brutta roba, eh?” le disse. La rossa annuì, prese la pastura di erbe e iniziò a cospargerla delicatamente su tutti i tagli, rabbrividendo. “Santo Merlino, controllati!” si riprese mentalmente. Finì velocemente di cospargere la pomata e con un colpo di bacchetta fasciò il suo corpo con delle nuove bende. Gli riabbottonò la camicia e, cercando di sembrare decisa, gli chiese “Come ti senti?” Draco le sorrise e rispose “Uno schifo!” “Bene, allora quando ti senti meglio fammelo sapere” “...così chiariremo finalmente quello che è successo a Lomdra con i Mangiamorte.” concluse mentalmente. “Ora riposati un po'” la rossa fece per alzarsi dal letto, ma Draco la bloccò per un polso. Lei lo guardò con occhi sgranati, mentre lui sembrava perfettamente calmo. “Veramente avrei un po' fame, Ginny”.

La rossa scese per la seconda volta in cucina con  aria confusa. Stava andando a preparare la colazione per Draco Malfoy, il quale l'aveva appena chiamata per nome. “Probabilmente ora gli gnomi stanno volando, Fred e George sono seri, Ron è una ragazza e mio padre detesta i babbani.” Mentre pensava all'assurdità di quella situazione, stava preparando un toast per il suo “paziente” e quando stava per prendere il succo di prugne notò Hermione che finiva la sua tazza di cereali molto, ma molto, lentamente. Era ancora un po' rossa, ma non quanto quella mattina. “A proposito... perché?” si chiese Ginny. “Herm, cos'è successo?” lei si accorse solo in quel momento della sua presenza, tanto era assorta nei suoi pensieri, e sobbalzò. “Oh, Ginny! Mi hai fatto prendere un colpo. Da quanto sei qui?” le chiese. “Da un po', ma non volevo disturbarti, visto che sembravi piuttosto impegnata” le rispose, alludendo al suo sguardo perso nel vuoto. “Sì, scusa. Stavo solo pensando....” “Ah. Ma perché sei così rossa?” sfoggiò un sorriso malandrino alla Weasley. “Beh, veramente stamattina....” Hermione si avvicinò all'amica per parlarle sottovoce, ma in quel momento Harry entrò in cucina. Lui e Ginny si guardarono per qualche secondo, poi il ragazzo prese parola. Tossicchiò “Hem... Ginny, ti devo... parlare.” “Beh. Ora non posso, sto preparando la colazione a Draco” gli rispose marcando bene il nome. Il prescelto corrucciò lo sguardo. “Cos'è, la sua servetta? E da quando lo chiama per nome?!” ma si trattenne dal dire quello che pensava “Ah, okay. Però dopo vorrei che parlassi con me, se ti va...” “D'accordo Harry. Ritroviamoci in camera tua.” gli rispose, in modo distaccato. Detto questo, appoggiò il bicchiere pieno di succo sul vassoio, afferrò una mela e risalì le scale, facendo cenno ad Hermione che ne avrebbero parlato dopo.
Harry rimase solo con l'amica in cucina. Le si avvicinò e le chiese “Le hai preso il regalo da parte mia?” La ragazza lo guardò confusa, poi si batté la mano sulla fronte “Accidenti, mi sono dimenticata dei regali! Scusami Harry, è che tra tutto quello che è successo non mi è proprio venuto in mente...!” “Ah... Vabbeh, fa niente.” le rispose sconsolato. “Aspetta a buttarti giù, domani sarà impossibile, ma domani l'altro vedrò di fare un salto ad Hogsmeade!” “Mmmh... Molly non ti manderà mai, dopo quello che è successo ieri.” “Hai ragione... Ma sono Hermione Granger , per Merlino, e troverò una soluzione anche a questo problema!”  sorrise all'amico che la strinse in un abbraccio. “Grazie Herm! Coma farei senza di te...?” “Non ne ho idea. Probabilmente tu e Ron sareste ancora a caccia di Horcrux, inseguiti dai folletti.” scoppiarono a ridere. “A proposito di Ron...” iniziò l'amico “Com'è finita?” Hermione trovò all'improvviso molto interessanti i suoi piedi. “Veramente non ci parliamo da quel giorno...” “Ah... e non hai detto alla signora Weasley quello che Ron ti ha fatto?” “Cosa non mi avrebbe detto?” Molly Weasley fece irruzione in cucina in quel preciso istante.  “Hermione, cara, è successo qualcosa con Ronald?” chiese preoccupata. “Ma no, signora Weasley, va tutto benone. Non ci sono proble...” “Ti prego, non prendermi in giro tesoro. Lo hanno notato tutti che in questi giorni non vi rivolgete neanche una parola.” Hermione sospirò rassegnata. “Forse, alla fine, è meglio se viene a sapere tutto. Così dirà qualcosa a quel bastar...” la riccia interruppe il filo dei suoi pensieri per raccontare tutto quello che era successo con Ron, senza tralasciare nessun dettaglio. Mentre raccontava le erano salite le lacrime agli occhi, ma con tutta la sua forza di volontà le aveva cacciate indietro. Quando ebbe finito, la signora Weasley era così rossa di rabbia che i due ragazzi si aspettavano che le uscisse il fumo dalle orecchie o che sputasse fuoco. Per loro fortuna, non lo fece. Ma per poco. “COME HA POTUTO! RONALD BILIUS WEASLEY SEI LA VERGOGNA DELLA NOSTRA FAMIGLIA!” poi abbracciò forte Hermione, prima di fiondarsi su per le scale, in camera del figlio. Le urla si sentirono dal piano di sotto e probabilmente le sentirono pure i Lovegood. Quando la signora Weasley si fu calmata e annunciò che andava a farsi un bagno, la cosa era chiara: Ron sarebbe andato a vivere con zia Muriel.

Prima della sfuriata di Molly, George aveva trascinato la sua copia nella loro stanza. Lo aveva fatto sedere sul letto e aveva bloccato la porta con un incantesimo. “Tu non ti muovi di qui fino a che non mi dici cosa è successo con la Granger.” A quel nome, Fred iniziò a sorridere come un ebete. “Oh santo Merlino, Freddie. Riprenditi!” e iniziò a schiaffeggialro. “Hey, hey... HEY! Gerogie smettila!”
“Prometti che mi dirai quello che voglio?” chiese con aria furbesca. “Certo, certo...” rispose Fred scocciato di tutta quella situazione. “Fantastico!”esclamò il gemello “Cosa ci facevi avvinghiato alla Granger sul divano questa mattina?” chiese con un sorriso a trentadue denti. Il gemello sospirò e gli raccontò del loro incontro quella mattina. Quando ebbe finito, George lo guardò con finta aria preoccupata “Miseriaccia, fratello. Non è che ti sei preso una sbandata per lei?” “Non farmi ridere George.” gli rispose guardando con molto interesse la lampada sul comodino. “Menomale, Fred.” “Già, che ne dici se andiamo a fare colazione? Ho una certa fame!” “Anche io! Andiamo..” Stavano uscendo dalla stanza, quando il gemello lo fermò. “Fred?” “Sì?” “Non sei bravo a mentire” gli disse ridacchiando. A quel punto sentirono l'urlo della loro mamma e decisero di rintanarsi di nuovo in camera.

Harry stava aspettando Ginny in camera, come gli aveva detto. Ron aveva già fatto le valigie e se ne era andato, senza salutare nessuno. Doveva dire che gl mancava già e che era triste osservare il suo letto vuoto. Loro due erano amici da così tanto tempo che gli sembrava impossibile quello che era successo, ma anche lui era dalla parte di Hermione. Lo sapeva da tempo che Ron era innamorato di lei e anche se si erano baciati, sapeva che la sua migliore amica lo considerava un fratello. Quello che Ron le aveva fatto era imperdonabile. In quel momento qualcuno bussò alla porta. “Avanti” rispose, allontanando i suoi pensieri. Una chioma rossa fluente si affacciò dalla porta e Ginny Weasley entrò nella stanza. “Che volevi dirmi?” gli chiese subito. Harry le fece segno di sedersi accanto a lui e lei si accomodò. “Beh, volevo solo scusarmi per il mio comportamento di ieri sera. Mi sono comportato come un bambino, dimenticandomi che le persone cambiano, come nel caso di Malfoy. Mi spiace.” Ginny lo guardò sorpresa. Non si aspettava tutte quelle scuse. Sorrise al ragazzo che, rincuorato, l'abbracciò. “Grazie Harry, lo apprezzo molto.” “Ginny devo dirti anche un'altra cosa...” le disse titubante “... forse non ti rendi conto di quanto sei importante per me. È da qualche anno che credo di provare qualcosa diverso dall'amicizia, ma poi c'è stata la guerra e...” non riuscì a finire che le labbra della rossa si erano posate sulle sue. Ancora confuso, osservò la ragazza che lentamente riapriva gli occhi e si staccava, con un'espressione quasi sorpresa, come se neanche lei se lo fosse aspettato. Passarono pochi secondi che il ragazzo la attirò a sé per baciarla di nuovo, questa volta con più passione, cadendo abbracciati una sopra l'altro sul letto.

Draco, nella stanza accanto, aveva ascoltato tutto disgustato. Come poteva Ginevra Weasley abbassarsi ad un simile livello baciando Potter? Con la mente ritornò a quella mattina, quando le aveva cambiato le bende. Non lo aveva dato a vedere, ma il contatto con lei le aveva provocato non pochi brividi. Era curioso vedere quante cose erano cambiate dai tempi di Hogwarts, o forse lei era sempre stata così ed era lui ad essere cambiato, rendendosi conto di quanto fosse grandiosa quella giovane donna. Esitava ad ammetterlo, ma non provava più disprezzo nei confronti della Weasley, o forse non l'aveva mai provato.

Appena Ron aveva sbattuto la porta della tana, Hermione aveva appellato un libro dalla sua stanza e si era messa a  leggere sotto un salice in giardino, sperando che la distraesse dai suoi pensieri. La verità era che si sentiva un tantino in colpa di aver fatto scacciare Ron da casa sua. Però una parte di lei gioiva soddisfatta. Era, diciamo, in lotta con se stessa. E cosa c'è di meglio di un libro per distrarsi?
In quel momento, si udì un sonoro CRACK, segno che qualcuno si era appena materializzato, e dai piedi della collina, Hermione vide arrivare Angelina!
“Hey!” la salutò la riccia. “Ciao Hermione! Anche tu sei dai Weasley eh?!” “Eh già! Immagino che tu sia venuta per George.” aveva appena finito la frase che i gemelli si smaterializzarono in giardino. Si erano messi dei buffi cappelli invernali. Erano così ridicoli che le due ragazze scoppiarono a ridere. Poi uno dei due si fiondò tra le  braccia di Angelina. “Amore! Finalmente sei arrivata, non vedevo l'ora di vederti. Sai, mi sei mancata tanto...” Lei invece si rivolse all'altro gemello, che li guardava divertito, con aria interrogativa. “Cosa gli prende a tuo fratello, George?” “Metti giù le mani dalla mia ragazza, Freddie.” lo riprese sorpreso. Fred si staccò immediatamente da Angelina e la guardò come il gemello. “Come hai fatto a riconoscermi??!!” chiesero all'unisono. Intanto anche Hermione si era avvicinata. La ragazza sorrise e rispose “Non lo so, ma sono sempre riuscita a riconoscere George da quando mi sono innamorata.” detto questo gli si avvicinò e gli scoccò un bacio. “Ma come fai?” gli sussurrò lui con un sorriso ebete. “Boh... Diciamo che me lo sento dentro” e riprese a baciarlo come se fossero solo loro due. Intanto George aveva scoccato un'occhiata d'intesa al fratello, che ne aveva scoccata una ad Hermione, la quale stava fissando Fred da non so quanto tempo. Distolse subito lo sguardo imbarazzata, facendo comparire un sorriso dolce sul viso del ragazzo. Le si avvicinò sussurrando “Direi di lasciarli soli...” “Sì...” rispose soltanto. La prese per un polso e la trascinò sotto il salice di prima, dove il suo libro giaceva abbandonato.
“Cosa leggi?” le chiese. La ragazza sgranò gli occhi stupita. Da quando il Re degli scherzi si interessava alle sue letture? Lanciò un rapido sguardo al titolo. “Orgoglio e pregiudizio, perché? Ti interessa?” “Eh? Macchè, Granger! Si è mai visto un bel ragazzo come me che legge?” le rispose con aria modesta. “Invece ti farebbe proprio bene, Weasley. Dai su, vai a prendere un libro e leggi con me per un'oretta.” tentò lei. Lui le si avvicinò piano con le labbra all'orecchio e le sussurrò “Neanche morto, Granger.” detto questo si allontanò, sapendo di aver vinto. Hermione rimase per un attimo scossa, ma poi decise di ripagarlo con il suo stesso gioco. Gli andò davanti e si alzò in punta di piedi, avvicinando la sua bocca al lobo di lui e parlò praticamente a contatto con esso. “Non farti pregare, Fred. Resta un po' qui con me a leggere.”
Molto probabilmente la ragazza non era del tutto consapevole dell'effetto che aveva sul povero Fred, che deglutì e cercò di formulare una risposta decente, sforzandosi di non assumere una faccia da babbeo. Inchiodò i suoi occhi verdi nei suoi marroni e, con un sorrisino, accettò “D'accordo, Mione. Così ti dimostrerò che non sai resistermi.” La grifona sentì il profumo della sfida nell'aria, alzò un sopracciglio e il suo orgoglio non poté fare a meno di accettare. “Non ci conterei troppo, rosso.” gli rispose convinta “Piuttosto, cerca tu di non svenire” aggiunse avvicinandosi di nuovo al suo collo. Il suo respiro sulla pelle gli fece perdere un battito, ma si riprese subito, tornando il solito Fred Weasley. “C'è un problemino, Granger.” “E sarebbe?” chiese  fingendosi annoiata. “Non ho mai avuto un libro!” rispose ridacchiando. Hermione spalancò la bocca e si passò una mano sugli occhi. “Cose mi tocca sentire...” si disperò. “Vabbeh, Weasley. Posso prestartene uno io, ma guai se lo sciupi!” concluse premendogli un dito contro il petto. Petto piuttosto muscoloso, dove Hemriolne si incantò per un millisecondo. Quando si rese conto di quello che stava pensando, arrossì di botto e si allontanò, con la scusa che andava a prendergli il libro. Fred la ossservò andare via con un sorrisino. L'avrebbe vinta lui la sfida.

Ginny entrò nella camera di Draco con qualche pozione curativa ancora con il sorriso stampato in volto. Era felice di essersi riappacificata con Harry. A Draco non sfuggì l'espressione serena della rossa e si rabbuiò, ricordando la conversazione che aveva ascoltato.
“A cosa devo tutta quest'allegria, Weasley? No, non rispondere. Scommetto che hai appena fatto pace con lo sfregiato.” l'accolse sprezzante. Ginny, al pensiero che quella serpe li avesse sentiti, arrossì di colpo. “Se te lo stai chiedendo, sì, vi ho sentiti mentre vi sbaciucchiavate sul letto e devo dire che mi deludi Ginevra.” Ginny non si trattenne più “Eh???!!! Malfoy ma che ti prende?! Da quando ti interessa la mia storia con Harry e cosa diavolo è questa storia della delusione?!” la rossa lo scrutò, cercando di cogliere un qualsiasi sintomo di pazzia. “Non mi prende un bel niente, Weasley. Dico solo ciò che penso, ovvero che tu meriteresti di più.” le rispose gelido. Il biondo afferrò la bottiglietta dalle mani della ragazza, che lo guardava ancora sbigottita, e bevve la pozione tutta di un colpo. “Ora dovresti andartene. Vorrei riposare.” la congedò. Così Ginny uscì dalla stanza senza dire una parola. Appena la porta si chiuse tra di loro, i due ragazzi si presero la testa tra le mani per la confusione che vi avevano dentro. Draco era seduto sul letto e rifletteva sui suoi pensieri che lo attanagliavano. Ginny Weasley aveva ragione. “Ma che mi prende?!” pensò il biondo.

Fred stava fingendo di leggere il romanzo che Hermione gli aveva messo tra le mani e ogni tanto sfogliava una pagina. Lanciò un'occhiata alla riccia e incontrò il suo sguardo. Lei lo distolse subito, maledicendosi mentalmente, mentre sul volto del ragazzo compariva un sorriso. Hermione gli lanciò un'altra fugace occhiata. “Mi sta ancora fissando! Okay Hermione, concentrati sul tuo libro e lascia perdere quel rosso!” ma se doveva essere sincera con se stessa il racconto non le interessava affatto. La sua mente e i suoi occhi continuavano a tornare sul ragazzo che aveva di fronte, per coglierne nuovi particolari: la sua espressione di finta concentrazione lo faceva sebrare buffo, un ciuffo ribelle poggiava sul lato sbagliato della fronte, aveva delle ciglia lunghissime e i suoi occhi verdi erano screziati d'oro. Fred ovviamente si accorgeva di tutti quegli sguardi, ma doveva ammettere che anche lui resisteva a fatica. In quel momento voleva solo alzare lo sguardo sulla ragazza che leggeva tranquilla accanto a lui e perdersi nella sua bellezza. Poi però si ricordò della sfida e decise di rendere quella lettura un po' più emozionante. Sì scostò dal salice e poggiò la testa sulle gambe di Hermione. Riaprì il libro e tornò a fingere di leggere. La riccia aveva trattenuto un salto, quando Fred le si era appoggiato sopra, ma intanto il suo cuore era accelerato. Cercò di calmarsi: voleva assolutamente vincere quella sfida che le aveva lanciato. Così con una mano iniziò a giocare con i suoi capelli rossi, provocandogli brividi di cui lei, purtroppo, non poteva accorgersi. Ad un certo punto Fred non resistette più, ma volse il bisogno di guardarla a suo favore. Abbandonò il libro e puntò gli occhi sul suo volto, che cercava con tutta la sua forza di volontà di ignorarlo, continuando a leggere. Ma in realtà Hermione non capiva una sola parola di quel dannatissimo libro! Erano quasi le sei, quando il ragazzo chiuse gli occhi e si addormentò. Grata di quella tregua, la riccia si concesse di guardarlo e posò il libro sull'erba. Non capì il perché, ma in quel momento sentì di non voler essere in nessun altro posto. Questo fu l'ultimo pensiero prima di assopirsi con una mano sulla sua guancia.

Harry era euforico. Per fortuna era riuscito a fare pace con Ginny, anche se in realtà non sopportava l'idea che Malfuretto dormisse nella sua stanza. Dopo che Ginny se ne era andata era rimasto disteso  sul letto, senza curarsi di rimettersi la maglietta che la rossa gli aveva tolto. Dal piano di sotto sentì la signora Weasley che lo chiamava per cena. Ancora raggiante, scese le scale e si trovò di fronte Ginny, che lo guardava terrorizzata. “Harry, ma che ti salta in mente?! Vatti subito a rimettere la maglia, prima che mia madre ti veda!” il ragazzo si diede un'occhiata e in effetti notò che era ancora mezzo nudo. Risalì di corsa le scale, mentre malediceva il suo cervello, che in quel momento era altrove. Quando tornò di sotto, erano già tutti pronti per mangiare. Notò con una fitta al petto che il posto di Ron era tristemente vuoto, ma cercò di scacciare quel pensiero per non rovinarsi la serata.
“Harry, caro! Potresti andare a chiamare Fred e Hemione? Dovrebbero essere ancora fuori a fare non so che...” “Va bene, vado subito.” Stava per dire a Ron di non mangiare anche la sua porzione di pollo, ma di nuovo gli apparve di fronte il suo posto vuoto. Così uscì in giardino a cercare i due.
Li trovò sotto il salice, addormentati. Fred aveva la testa sulle gambe della ragazza, la quale aveva una mano sulla sua guancia. “Hem... Fred? Herm? La cena è pronta, svegliatevi!” Provò. Il rosso aprì lentamente gli occhi e fissò Harry confuso “Che succede?” biascicò. Quando si accorse della mano di Hermione, sorrise soddisfatto. “1 a 0 per me, Granger.” pensò.
“Tua mamma mi ha mandato a cercarvi perché la cena è pronta.” “Okay, arriviamo subito”. Harry annuì e si diresse verso casa.
Fred si alzò e guardò per un po' la riccia dormire. Poi si avvicinò al suo viso, portando gli occhi all'altezza dei suoi e la chiamò “Hermione! Herm, svegliati, presto!” la riccia spalancò gli occhi marroni, trovandosene davanti due verdi, che la scrutavano divertiti. Cacciò un urlo e fece un balso indietro, picchiando la testa contro l'albero. “Ahia! Fred ma sei impazzito!” lo sgridò, massaggiandosi la testa. “Fai poche storie e sbrigati, mia mamma ci aspetta per cena.”
Hermione si alzò lanciandogli uno sguardo truce. Fece per incamminarsi, ma Fred la fermò per un polso e le sussurrò “Comunque la sfida riprende da adesso.”  le ammiccò e si diresse verso casa. La ragazza cominciò a prepararsi psicologicamente per quella che sarebbe stata una lunga cena.

Hermione non si sbagliava. Fred andò a sedersi proprio accanto a lei e quando Molly iniziò a servire il primo,il rosso cominciò a giocare con i suoi piedi: li sfiorava, li spostava, li teneva tra le sue gambe... Hermione però, come ho già detto, si era preparata psicologicamente e seppe resistere alle sue tentazioni. Stava chiacchierando allegramente con Harry, seduto di fronte a lei, quando sentì la sua mano sulla coscia. Si bloccò a metà di una frase, con gli occhi sgranati e la bocca leggermente aperta. Fred continuava a mangiare come se nulla fosse, ma sul suo volto aleggiava un sorriso soddisfatto. Harry, si accorse, la stava guardando in modo interrogativo, come per incitarla a finire quello che stava dicendo.
Quando arrivò il secondo, il ragazzo dovette levare la sua mano, che si era spostata sempre più su, dalla coscia di Hermione, la quale non perse l'occasione di vendicarsi. Decise di giocare al suo gioco. Sotto al tavolo, allacciò una gamba alla sua, facendolo rimanere con la forchetta a mezz'aria. Però Fred si riprese subito e le lanciò uno sguardo di vittoria, che si spense subito quando la riccia poggiò una mano sulla sua coscia, più all'interno di dove l'aveva messa lui. Quando la mano cominciò a salire, Fred spostò lo sguardo sul suo piatto, cercando di sembrare annoiato. Intanto, Hermione si stava spingendo sempre più su e, quando arrivò al limite, tornò giù. Andò avanti per un po', mentre Fred reprimeva la voglia di saltarle addosso. Ginny la stava guardando divertita, come al solito aveva capito che tra quei due stava succedendo qualcosa.

Finita la cena, Hermione e Ginny si alzarono, dicendo che erano stanche e  augurarono la buonanotte a tutti.  In realtà, Hermione non ne poteva più delle provocazioni di Fred e l'amica voleva sapere tutto. Così, appena furono in camera, Ginny cominciò l'interrogatorio.
“Che sta succedendo con mio fratello? Perché eravate così strani? Ti piace? A lui piaci? Vi sposate?” Ginny stava impazzendo. “Shh, calmati maledizione! Vuoi farti sentire da tutti? E comunque non si sposa nessuno, tranquilla” ridacchiò.  Le spiegò velocemente quello che era successo con Fred e tutta la storia della sfida. “Però c'è un problema.” concluse Ginny. “Sarebbe?” chiese la riccia. “A te piace mio fratello!” “Cosa? No!” ribattè, ricevendosi un'occhiata dall'amica. “Davvero Ginny, no.”
Occhiata.
“Basta, ti ho detto di no...”
Un'altra occhiata.
“Non credo mi piaccia...”
Quest'occhiata fu particolarmente imponente.
“Okay, forse... un pochino...” cedette Hermione facendosi piccola piccola sotto lo sguardo dell'amica.
“Evvai!!!! Diventeremo COGNATE!!!” esclamò Ginny iniziando a saltellare. “Ginny smettila, non lo voglio mica sposare!” disse Hermione, prima di scoppiare a ridere con la rossa.

Tutti dormivano alla Tana. Vorrei anche vedere, erano le 3.00 del mattino, ma Fred Weasley continuava a rigirarsi nel letto senza riuscire a prendere sonno. Continuava a pensare alla ragazza dai capelli ricci che probabilmente se ne stava tranquilla a dormire nella sua stanza. Alla fine, decise di andare un po' in giardino, sperando che l'aria fresca della notte calmasse i suoi pensieri. Decise di andare sotto il salice di quel pomeriggio, ma quando fu abbastanza vicino, vi scorse una figura appoggiata contro il tronco. Notò che aveva una bella cesta di capelli. Il cuore gli balzò nel petto.
“Anche tu non riesci a dormire, Herm?” chiese. La riccia sobbalzò. Non si aspettava certo compagnia. “Già... Mi sa che abbiamo dormito un bel po' oggi pomeriggio.” disse voltandosi. Fred le si avvicinò e le si sedette accanto. “Non è per quello, è che non riesco a smettere di pensare...” “A cosa?” “A te.” pensò il rosso, ma non era opportuno dirlo. Così rispose “Alla nostra sfida!” le ammiccò. Hermione arrossì leggermente “Non pensi proprio ad altro, eh?” “Spiacente Granger. Quando c'è in ballo una sfida del genere mi concentro solo su quella. E poi sono Fred Weasley, il re delle sfide!” “Non eri il re degli scherzi una volta?” chiese sarcastica. “Ovviamente anche di quello.” rispose compiaciuto. “Te sei re di un po' troppe cose, Fred.” Lui si finse offeso “Così mi ferisci Granger. Che c'è? Vuoi sfidarmi di nuovo?” “No, no lascia stare...” Hermione si arrese. Era impossibile sostenere una conversazione seria con lui, così si rilassò contro il tronco dell'albero. Cercò di scacciare ogni pensiero che aveva nella testa: il signore e la signora Weasley, Angelina e George, i suoi genitori, Harry, Ron, il compleanno di Ginny, Fred... un momento... IL COMPLEANNO DI GINNY! Scattò a sedere, spaventando Fred che cadde all'indietro e fece una capriola. La scenetta fu così buffa che la riccia dimenticò quello che aveva in testa e scoppiò a ridere, mentre Fred la cruciava con lo sguardo. “Non è divertente, Granger...!” “Scusa” rispose calmandosi, ormai con le lacrime agli occhi. “Si può sapere perchè hai fatto quello scatto?” “Mi sono ricordata del compleanno di Ginny! Quando andiamo a prenderle il regalo??!!” si sfogò disperata. “Calmati, possiamo andare domani notte, quando saranno tutti addormentati.”propose lui.  “Sei sicuro? Non voglio metterti nei guai con tua madre se ci scopre...” “Da quando ti preoccupi per me?” chiese con un sorrisino furbo. Hermione arrossì e sperò che al buio non si notasse. “E comunque ci sarà George a coprirmi, può sempre mettersi un orecchio finto.” Hermione ci pensò un po' su, poi annuì. “Sì, credo sia l'unica alternativa. Grazie Fred, buonanotte.” detto questo si alzò e fece per tornare in casa quando si ricordò della sfida. Si chinò e gli scoccò un bacio sulla mascella.

*Angolo autrice*
Heyy, non sono morta! Scusate davvero per il ritardo, ma non ho avuto un briciolo di tempo... Per farmi perdonare, ho fatto questo capitolo un po' più lungo.
Colgo l'occasione per ringraziare Elly_46 per avermi dedicato un suo capitolo e le dedico a mia volta questo qua! Recensite numerosi!
Aggiorno appeno ho tempo
Baci
Maggie

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Capitolo 4
*** Capitolo quattro ***


Draco aprì gli occhi dopo una bella dormita. Si sentiva meglio e per la prima volta non si era svegliato durante la notte in preda ai dolori. Dalla luce che entrava dalla finestra capì che doveva essere mattina inoltrata. Il suo sguardo corse a Ginny, aspettandosi di trovarla in poltrona o di non trovarla affatto, quando si accorse che la rossa dormiva ancora con la testa poggiata sul suo letto. Draco si concesse la libertà di osservarla. I lunghi capelli ramati erano cosparsi tutti intorno a lei e le sue mani stringevano delicatamente la stoffa del lenzuolo. Le labbra carnose erano leggermente schiuse e le palpebre riposavano distese sopra i grandi occhi verdi. Draco si ritrovò a pensare che Ginny Weasley era davvero bella. “Ha tutta quell'energia...” Aveva finalmente imparato a non frenare i suoi pensieri e, detestava ammetterlo, aveva capito cosa ci trovava Potter in quella ragazza.

In quel momento Ginny aprì gli occhi per incontrarne un paio di ghiaccio. “'Giorno...” mugugnò, con la voce assonnata. “Buongiorno, Weasley.” le rispose con un sorriso. Lei lo guardò stranita. “Vedo che ti sei svegliato bene.” “Ebbene sì, cara Ginevra. Sono perfettamente in grado di scendere a fare colazione.” Ginny lo guardò per accettarsi che non stesse delirando, poi lasciò perdere. Chissà, forse Draco Malfoy stava davvero cambiando. Il ragazzo si mise lentamente a sedere e la rossa, vedendolo in difficoltà, lo aiutò ad alzarsi. Una volta in piedi, Draco si stirò un po' i muscoli, rimasti fermi per un bel po', e passò un braccio intorno alle spalle di Ginny. Cercò di fare il primo passo, ma le gambe gli cedettero e cadde, trascinandosi giù con lui la ragazza. Finirono entrambi lunghi distesi per terra, lei sopra di lui. Quando si rese conto della situazione, diventò più rossa dei suoi capelli, ma rimase dov'era, senza riuscire a muoversi. Aveva le mani sul suo petto e la testa gli arrivava più o meno alla bocca, così che davanti a se aveva il suo collo, o meglio la sua faccia era spiaccicata contro il suo collo. Sentiva il suo profumo, un misto di sapone, freschezza e acqua di colonia. Alzò gli occhi, incrociando il suo sguardo e arrossendo immediatamente. Questo ragazzo la faceva arrossire un po' troppe volte... Eppure non riusciva a scollare lo sguardo dal suo o ad alzarsi. Rimasero interi secondi a guardarsi, poi qualcosa dentro Ginny scattò. “O mio Dio! Sei sdraiata sopra Draco Malfoy in camera tua! Se qualcuno entrasse...”. Ebbe il buon senso di tirarsi su e aiutare Draco a fare lo stesso. Lo guardò imbarazzata, mentre sul viso di lui compariva un ghigno. “Sei sicuro che riesci a camminare?” gli chiese freddamente. “Sicuro Weasley. Ora potresti sbrigarti ad accompagnarmi in cucina? Ho piuttosto fame.” rispose altrettanto brutalmente lui. Sbuffando e alzando gli occhi al cielo, passò un braccio sotto le sue spalle e lo portò, con non poche difficoltà, fino in cucina.

Hermione ed Harry erano già lì a fare colazione. Quando li videro scendere, il moro si rabbuiò e guardò male Malfoy, ma incontrò lo sguardo glaciale della fidanzata e decise di contenersi.

Fecero colazione in silenzio, mentre Harry lanciava occhiatacce al biondo, Hermione guardava preoccupata i due e Draco e Ginny facevano di tutto per ignorarsi. La riccia decise di rompere quel silenzio imbarazzante. “Bene, vedo che ti sei ripreso Malfoy. Vorrei che tu ci raccontassi dell'attacco dei Mangiamorte. Cosa volevano da te e Zabini?”

Draco la fissò per un po' con i suo occhi grigio-azzurri, poi rispose “Non ne ho idea, Granger. Non sei tu la sapientona del gruppo?” la sua voce era fredda e distaccata, soprattutto perché riteneva che San Potter fosse troppo vicino alla rossa. Ricevette immediatamente un'occhiata truce da Hermione, che però non si fece smuovere e mantenne il suo atteggiamento deciso. “Se proprio ti interessa saperlo, ho una mia teoria al riguardo. Siete entrambi figli di due Mangiamorte che non hanno proprio dimostrato piena fiducia nei confronti di Voldemort ed ora rinchiusi ad Azkaban. Credo che abbiano cercato di vendicarsi sui loro figli. Forse vogliono torturarvi e convincervi così a tornare dalla loro parte, prima che voi possiate riferire informazioni rilevanti al Ministero.” spiegò la riccia con calma. Malfoy, a sentir parlare di suo padre, sbiancò ed assunse un'espressione di terrore. Si aggrappò forte al tavolo e abbassò lo sguardo, in modo che non potessero vedere la sua reazione. Però quando parlò, fu con voce ferma. “Davvero non ho idea di cosa volessero da me, ma ci sta che sia per quello che hai detto tu. In quanto a Blaise, non ho idea di dove sia” aggiunse alzando lo sguardo e puntandolo in quello di Ginny- “ma vi prego di aiutarmi a cercarlo.” Rimasero tutti a bocca aperta. “Quand'è che Malfoy è cambiato in questo modo?” si chiese Hermione. Harry strinse i denti per non dire una parola. Era convinto che quella di Malfoy fosse solo una finta, per convincerli ad aiutarlo. Ginny non aveva tolto i suoi occhi verdi da quelli del ragazzo, leggendovi dentro tutta la sincerità di quella richiesta d'aiuto. Non sgranò gli occhi, non spalancò la bocca, non pensò a quanto fosse cambiato in quel breve periodo di tempo, perché lo aveva già fatto nei giorni precedenti. Ormai sapeva del nuovo Draco Malfoy. Si limitò ad annuire con decisione, e sul volto di Draco comparve un sorrise sincero, forse il primo che le avesse mai rivolto. Hermione sembrò pensarci su, ma alla fine disse “Perchè no?” annuì con vigore “Malfoy, ti aiuteremo a trovare Blaise. In realtà è sempre stato nei nostri piani, ma non mi aspettavo che fossi tu a chiederlo...”

Draco non replicò. Ora tutti gli sguardi erano puntati su Harry, il quale li fissava come se non potesse credere alle proprie orecchie. “Che ne pensi, Harry” disse per la prima volta Ginny. “Io... credo di volerne discutere prima con voi...” la rossa lo guardò come per dire che erano già tra loro. “In privato.” aggiunse il ragazzo, alludendo a Draco.

Hermione e Ginny si guardarono, scambiandosi opinioni con gli occhi, e alla fine annuirono entrambe. “D'accordo, Harry.” acconsentì Ginny, con una punta di amarezza nella voce. Non sapeva perché, ma aveva come l'impressione di avercela con lui, di nuovo!

I tre si trasferirono in salotto, dove Malfoy non era a portata d'orecchio, ma poco importava ad Harry. “Non se ne parla. Ma dico, siete impazzite? Vi siete forse dimenticate quello che vi ha fatto da quando ci siamo conosciuti ad Hogwarts?! E ora volete dirmi che lo aiutiamo? Non lo prendo neanche in considerazione...” “Ma ti senti quando parli?!” sbottò Ginny. Quella era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso, riempito in precedenza da... nemmeno lei sapeva cosa! Sapeva soltanto di avercela con lui. “Quante volte devo ripeterti che Malfoy non è più quello dei tempi della scuola e sta chiedendo il nostro aiuto umilmente! Te vorresti solo sbattergli la porta in faccia, non è vero?! Credevo fossi cambiato... mi avevi detto di essere cambiato....” concluse con voce spezzata, ormai sull'orlo delle lacrime. Si girò e corse in camera sua, mentre Hermione guardava contrariata il ragazzo, dando ragione all'amica.

 

Draco vide una chioma rossa sfrecciare su per le scale e prima che la porta della camera di Ginny sbattesse, sentì quello che era sicuramente un singhiozzo. Si alzò dal tavolo a cui si era appoggiato e la seguì, bussando cautamente alla porta.

“Vattene!” gli gridò Ginny. “Sono io...” rispose lui, incerto. “Ma cosa diavolo sto facendo?”. I singhiozzi si fermarono per un momento.

Dopo un lungo silenzio, Ginny chiese piano “Cosa ci fai tu qui?”

Draco non aveva la risposta pronta per quella domanda. “Mi fai entrare?” chiese, con più dolcezza del previsto. “Certo che no!” gli rispose indignata, per poi accasciarsi contro la porta e ricominciare a singhiozzare. Non era da lei quella scenata, ma le stava letteralmente crollando il mondo addosso. “Ti ricordo che ora è anche camera mia...” la sorprese, da quando Draco faceva il simpatico? “Allora mi fai entrare o no?”. Sentì la rossa alzarsi e mettere la mano sulla chiave. Passarono parecchi minuti senza che nessuno dei due facesse niente, divisi solamente da una porta, poi Ginny prese un bel respiro e aprì la porta a Draco. “Già, è anche camera tua, ma adesso prendi le tue cose e...” non finì la frase perché il ragazzo l'aveva abbracciata. Non era uno di quegli abbracci normali, ma uno di quello che ti infondono dentro calore, che ti fanno capire che quella persona ci sarà sempre per te. Era piuttosto strano che si trattasse di Malfoy.
Ginny rispose quasi subito all'abbraccio, affondando il viso nel tessuto della sua camicia e annusando per la seconda volta il suo profumo. Ricominciò a piangere silenziosamente e, quando Draco se ne accorse, strinse la presa e affondò le dita nei suoi capelli lisci.

Rimasero abbracciati per un bel po', fino a che la rossa non si accorse di aver bagnato buona parte della camicia del ragazzo e si allontanò, imbarazzata, fissandosi i piedi. Draco sentiva di dover dire qualcosa, ma non trovava le parole. Non aveva idea di come comportarsi. Dopotutto, i Malfoy e i Weasley erano sempre stati nemici, fin da quando lui ricordasse, ma qualcosa era cambiato con Ginny. Non riusciva a disprezzarla, la vedeva semplicemente come una ragazza in lacrime che aveva bisogno di conforto. E non sapeva perché ma sentiva che quel conforto poteva darglielo solo lui. Fu per questo motivo che decise di farsi guidare dal cuore.

“Ti va di parlare?” disse alla fine. Ginny osò alzare lo sguardo, sicura di trovarvene un'altro che esprimeva sarcasmo, ma gli occhi di Draco riflettevano solo preoccupazione e affetto. Stupita, si ritrovò ad annuire e insieme si sedettero sul letto. Gli raccontò lentamente quello che c'era tra lei e Harry sin dal primo momento che si erano visti, della loro relazione tira-e-molla fino a quel momento e infine gli descrisse le loro discussioni sul fatto che lei lo trovava cambiato. Draco l'ascoltò senza dire una parola e non abbandonando mai il suo sguardo. Senza accorgersene si trovarono a scherzare su quanto anche lui fosse cambiato e Ginny gli confessò che non si sarebbe mai aspettata quella conversazione con lui.

Ricordandosi del loro abbraccio, lo sguardo della rossa cadde sulla camicia ancora umida di Draco.

“Ma guarda, ti ho bagnato tutta la camicia...” gli fece notare con un sorriso debole.

“Non fa niente” le rispose, lanciandosi un rapido sguardo addosso e notando che in effetti c'era una buona parte bagnata di tessuto. “Ho cose più importanti a cui pensare.” “Tipo?” “Consolare te.”

Ginny gli rivolse un sorriso sincero, per poi tornare a fissare la sua camicia, non riuscendo a sostenere lo sguardo del ragazzo.

“Per fortuna non avevo il mascara, altrimenti la tua camicia da bianca sarebbe diventata nera.” aggiunse con un risolino. “Oh, ma tu non hai bisogno del mascara.” le rispose, incatenando lo sguardo al suo. Nessuno dei due rideva, adesso che si erano resi conto di quanto fossero vicini. Draco posò una mano su quella della ragazza e le si avvicinò piano, in preda alla confusione più totale. Il suo campo visivo si era ridotto agli occhi verdi di lei. Ginny era come pietrificata. Si era accorta che il ragazzo si stava avvicinando lentamente, ma non voleva muoversi. Migliaia di pensieri frullavano nella sua testa, quando il volto di Harry le comparve davanti agli occhi. Non poteva fargli questo. Che poi non sapeva nemmeno cosa fosse “questo”, sapeva soltanto che lei e Draco dovevano fermarsi e lei doveva mettere a posto le cose con il moro. Appoggiò delicatamente una mano sulla guancia di Draco e lo riportò indietro. “Scusa...” sussurrò. “Ma non posso... Harry...” non sapeva come finire la frase. “Harry cosa...?” la stessa domanda frullava nelle menti dei due ragazzi. “Scusa...” mormorò di nuovo. Poi si alzò dal letto e si diresse giù per le scale, fino ad uscire in giardino. Draco era rimasto immobile, con in testa mille domande. “Che mi è preso?” disse tra sé e sé.

 

La giornata per il resto trascorse tranquillamente. Hermione, Angelina, Fred, George e Harry passarono il pomeriggio insieme in giardino a chiacchierare. Ginny aveva pensato di unirsi a loro, ma quando aveva notato la presenza di Harry, si era allontanata con la scusa che aveva mal di testa e che voleva stare da sola. Anche Draco era sceso in giardino e si era steso sotto un albero, tenendosi bene alla larga sia dall'allegro gruppetto, sia da Ginny. I signori Weasley avevano deciso di andare a trovare Ron da zia Muriel e molto probabilmente sarebbero tornati per l'ora di cena.

Fred, George e Angelina avevano notato che qualcosa non andava tra Harry e Ginny, così decisero di tirare fuori la questione.

“Harry, ma... va tutto bene con Ginny?” chiese dolcemente Angelina. Il prescelto si rabbuiò. “Certo che va tutto bene. Perché non dovrebbe andare tutto bene?!” chiese un po' troppo bruscamente. “Beh, perché sembra che lei ce l'abbia a morte con te.” intervenne George, infastidito da come aveva trattato la sua ragazza.

Harry stava per ribattere, quando, neanche a farlo apposta, Ginny comparve al suo fianco. “Harry, dobbiamo parlare. Subito.” aggiunse, lanciando un'occhiata agli altri, come per dire che la cosa era privata. Il moro recepì il messaggio. “Quello che puoi dire a me, puoi dirlo anche a loro. Non ti pare?” la sfidò, certo che volesse riprendere il discorso su Draco. Era sicuro che gli altri fossero dalla sua parte. Ginny diventò rossa di rabbia, che la spronò a continuare. “Bene! È finita.” disse semplicemente, con voce più calma possibile. Detto questo, si girò e tornò in casa.

Harry non se lo aspettava. Non se lo aspettava davvero, e vedere la sua espressione sbalordita fece nascere una bolla di risate nello stomaco della rossa, che però si costrinse a reprimere fino a che non si fu chiusa in camera sua. “Ben gli sta” pensò decisa e per niente pentita della sua decisione. Così avrebbe smesso una volta per tutte di farla soffrire.

Il moro aveva la bocca leggermente aperta e fissava con sguardo confuso il punto in cui era sparita Ginny. Poi si alzò, senza dire una parola e si allontanò dal gruppetto che si era fatto improvvisamente silenzioso. Come aveva fatto a perderla in questo modo? Come aveva fatto a lasciarsi sfuggire la ragazza che amava più di ogni altra cosa al mondo? Nella sua mente rivide la scena in cui si erano incontrati la prima volta, come se fosse stato ieri. Allora, era una piccola bambinetta con un casco enorme di capelli rossi e il viso coperto interamente di lentiggini. Come un flash, gli passarono davanti agli occhi le immagini di tutti i momenti passati insieme: alla Tana per tutte le vacanze estive, nei corridori della scuola, le risate accanto al fuoco in sala comune, quella volta in cui l'aveva aiutata a fare i compiti perché Hermione non poteva, le loro mani si erano casualmente sfiorate e da quel momento Harry aveva capito che l'amava, il loro primo bacio nella stanza delle necessità... Tutto svanito. Tutto quello che c'era stato era completamente andato, tutto. E questo per colpa di Draco Malfoy.

 

Hermione, Angelina, Fred e George erano rimasti a fissare la scena in silenzio e avevano seguito Harry con lo sguardo fino a che non era scomparso dietro alla collina. Poi Hermione aveva girato lentamente la testa incontrando lo sguardo preoccupato di Fred che rifletteva il suo. Nessuno sapeva cosa dire. Fu Angelina a rompere il silenzio. “Ragazzi, secondo voi dovremmo parlargli?” chiese, esitante. Si vedeva lontano un miglio che sotto c'era qualcosa di più profondo di una litigata. “Assolutamente sì. Dobbiamo capire cosa è successo tra quei due. Sono sempre andati d'amore e d'accordo e ora che possono stare insieme...” Hermione lasciò la frase in sospeso, facendo captare l'urgenza nella sua voce. “Credo che parlerò con Ginny...” aggiunse poi. “E noi con Harry.” decise George, guardando gli altri due ragazzi per confermare. “Sì, direi di sì.” acconsentì Angelina. Fred si limitò ad annuire vivacemente. Lui adorava questo tipo di situazione. “Scusatemi, ma com'è che voi vi occupate di Harry in tre mentre io devo affrontare Ginny da sola?” chiese. Aveva visto l'amica allontanarsi rossa di rabbia e, ad essere sincera, aveva un po' paura ad entrare in quella camera senza nessuno che la sostenesse. “Hai ragione, verrò io con te!” rispose subito Fred, il cui sorriso si allargò ancora di più. Lei lo fulminò con lo sguardo, pronta a ribattere, ma poi cambiò idea e decise di seguire quello che le consigliava il cuore, invece che la mente. “D'accordo Weasley. Vediamo come te la cavi con le ragazze in preda ad una crisi di nervi.” rispose con un sorriso malizioso. Fred, con un sorriso sorpreso si limitò ad alzarsi e s'incamminarono insieme verso la Tana. “Sicuramente con te me la caverei benissimo in ogni caso.” le sussurrò. “Come fai ad esserne così sicuro?”. Intanto erano arrivati in cucina. Lui si avvicinò pericolosamente e chinò la testa per averla alla stessa altezza della ragazza. Era così vicino a lei che poteva scorgere le pagliuzze dorate che le circondavano le pupille. “Perché non puoi resistermi.”

Ad Hermione tutta quella vicinanza faceva girare la testa, ma si costrinse a rimanere lucida per ribattere. “Tu credi?” chiese con un sorriso furbo, per poi afferrarlo per le spalle e spingerlo contro il muro. Sfiorò il suo orecchio con la punta del naso e aggiunse “Perché sembri te quello in difficoltà...” Si staccò di colpo e si avviò per le scale. Vedendo che lui continuava a fissarla con un sorriso ebete, si lasciò scappare un sorriso. “Allora, andiamo o no?”

*Angolo autrice*
Scusate il ritardoooooo!!! Davvero, soprattutto perché circa due settimane fa vi avevo detto che il capitolo successivo sarebbe uscito in settimana... certo...
Mi dispiace, solo che con la scuola ho davvero pochissimo tempo per scrivere, ma non ho intenzione di smettere! Questo capitolo è venuto un po' così. Doveva essere più lungo, ma è sempre meglio di niente.
Colgo l'occasione per ringraziare le carissime 14 persone che seguono questa storia e soprattutto le 4 che l'hanno messa tra le preferite, ma ringrazio veramente tanto anche chi ha solamente aperto questa fanfiction! Recensite numerosi, che fa sempre piacere!
Pubblico il prossimo capitolo appena posso!
Hugs
Maggie

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