Thirty Framed Days of Brittany and Santana

di Jetag
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Day One ***
Capitolo 2: *** Day Two ***
Capitolo 3: *** Day Three ***
Capitolo 4: *** Day Four ***
Capitolo 5: *** Day Five ***
Capitolo 6: *** Day Six ***
Capitolo 7: *** Day Seven ***



Capitolo 1
*** Day One ***


 

Scritta per la 30 Days OTP Challenge.

Ship: Brittany/Santana

Prompt: Holding Hands, Day One

Genere: Romantico, Introspettivo 

Rating: verde

Note: AU

Personaggi: Santana Lopez, Nuovo Personaggio, Brittany Pierce




Holding Hands


Santana amava Ashley.

Santana amava il modo in cui i suoi occhi erano sempre rapiti dai movimenti frenetici di Ashley.

Santana amava tante cose di Ashely, forse non tutte, ma tante. 

E Santana pensava che non si potesse amare tutto di una persona, pensava di aver raggiunto il limite massimo di cose che avrebbe mai amato in una persona. 

Santana amava il fatto che quella persona fosse Ashley.

Santana amava l'espressione di Ashley quando era arrabbiata. 

Santana amava gli occhi color malta sfuggenti di Ashely.

E Santana pensava che qualcuno sfuggente dava all'altro più motivi per continuare ad amarlo, pensava di essere sfuggente lei stessa.

Santana amava il fatto che quel qualcuno fosse Ashley.

Santana amava il corpo di Ashley, anche quando era freddo e distante dalle sue dita.

Santana amava il modo in cui Ashley le teneva la mano, la sua presa leggera pronta a sciogliersi.

E Santana pensava che una presa leggera su qualcuno a cui si tiene sia la migliore, pensava che niente di soffocante e niente aspettative era il meglio che potesse dare e avere.

 

Ma arrivò il giorno in cui quella presa fu troppo leggera, troppo sfuggente, e troppo pochi erano i fili che la tenevano unita. 

Ashley se ne andò, in un pomeriggio di inizio inverno.

 

Santana non amò lo spezzarsi del suo cuore.

Santana non amò capire di aver sottovalutato l'amore che dava e sopravvalutato l'amore che riceveva.

Santana non amò nulla per un bel po' di tempo.

E Santana pensava di non poter amare null'altro, pensava di essersi bruciata in modo inguaribile. 

 

Poi comparve lei, in una mattina di fine estate, quasi un anno e mezzo dopo il pomeriggio di inizio inverno.

E Santana continuò a non amare, continuò a non voler amare, continuò a non cedere all'amore che le veniva offerto con gentilezza.

Fu dopo un ostinato mese di rose rosse e pranzi insieme che capì. Lo capì appena in tempo, perché lei stava perdendo la speranza di poterle dare il suo di amore.

Capì che Brittany era diversa, diversa da Ashely e da tutte le persone che avesse mai incontrato. 

A dir la verità, se Brittany avesse solo parlato, Santana non avrebbe capito proprio niente dalle sue parole. Santana non amava più le parole, non si fidava di esse. 

Se Santana capì che Brittany non scherzava, che non l'avrebbe abbandonata, che l'amava, fu solo una fortuita coincidenza. 

Perché Brittany, in tutto quel tempo, non l'aveva mai sfiorata, le aveva concesso tutto lo spazio, il tempo e la libertà di questo mondo. Ma quando Santana ricominciò a straparlare sull'astrattezza dell'amore, Brittany sbuffò e le afferrò una mano, nella speranza che tacesse e che magari capisse che non c'era niente di poi così astratto nell'amore. 

Santana tacque, e capì.

Quel giorno di metà autunno, in giro per New York mano nella mano, Santana ebbe la differenza tra Ashley e Brittany proprio sotto il naso.

La mano di Brittany non lasciò quella di Santana neanche per un attimo, strinse forte le proprie dita attorno a quelle ambrate, a volte lasciando una piccola carezza sul dorso.

La mano di Brittany non si sciolse, non ebbe paura del sussulto di Santana appena la sfiorò, non si scostò dal leggero sudore che inumidiva l'altro palmo, e non si sorprese nel sentire la tensione scivolare via pian piano.

 

È merito di quel tocco se Santana capì che tutto quello che pensava servisse perché l'amore vivesse erano solo cazzate. 

Capì che si poteva amare tutto di una persona.

Capì che l'averla accanto e mai sfuggente o lontana era giusto.

Capì che la presa non soffocava se non vi si ribellava.

 

Santana capì di amare e poter amare Brittany per il resto della propria vita, grazie a un unico, forse scontato, dettaglio.

 

Santana amò tornare ad amare.

Perché Santana amava Brittany, amava tutto di lei, amava la sua gioia di vivere, amava la sua faccia quando era felice, amava i suoi occhi del mare sempre rivolti a lei, amava avere il suo corpo caldo sempre accanto a lei. 

Amava come la sua presa sicura e indissolubile la guidava tra la folla e le impediva di perdersi.

 

Santana amava Brittany, anche se aveva tanto da imparare.

E Brittany, lei amava Santana.

 

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Capitolo 2
*** Day Two ***


Scritta per il progetto 30 Days OTP Challenge

Ship: Brittany/Santana

Prompt: Cuddling Somewhere, Day Two

Genere: Slice of Life

Rating: giallo

Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce

 



Cuddling Somewhere 
 

Era una torrida notte di metà agosto, Santana era sdraiata a terra poggiata sul relativamente fresco pavimento dell'appartamento e meditava seriamente di scegliere l'ibernazione come progetto per il futuro. Il cucciolo di cane nero era acciambellato abbastanza lontano da non sentire il calore emanato dal suo corpo e abbastanza vicino da poterlo accarezzare sulla testa di tanto in tanto. 

Brittany mugolava nel sonno, avvolta nei lenzuoli e spalmata sul loro letto. Un leggero strato di sudore permeava il suo corpo, ma, a parte quello, nulla in lei lasciava trasparire la presenza opprimente dell'afa che da giorni aleggiava su New York. Al contrario di Santana, che pareva essere gradita ospite del suo omonimo di sotto, Satana. 

Aveva raccolto i capelli e li aveva spostati il più distante possibile dalla nuca, dalle spalle e da tutto quello da cui era possibile allontanarli. I palmi delle mani che cercavano di assorbire un po' di frescura dalle mattonelle e sulle quali poi restavano delle orme sudaticce, la canottiera arrotolata sotto il seno e i pantaloncini eliminati da tempo. Era concentrata a maledire l'estate e New York e il cane, che in un qualche oscuro modo era riuscito a mandare in corto circuito il ventilatore quel giorno stesso.  Talmente concentrata nelle sue elucubrazioni da non udire lo sbadiglio sommesso di Brittany, né i suoi mugugni infastiditi dall'assenza nel lato destro del letto.

Sobbalzò quando la sua voce assonnata irruppe nel silenzio di quell'immobile notte.

 

"Sannie, vieni a letto. Ho voglia di coccole."

 

Santana si mise a sedere per guardarla meglio, mentre lei si strofinava gli occhi che cercavano di mettere a fuoco la sua ragazza sul pavimento.

 

"Fa caldo, tesoro, non possiamo coccolarci stanotte." borbottò

 

Lo sguardo di Brittany si fece subito più attento, i rimasugli di sonno scomparsi all'improvviso. Il viso si contrasse in una maschera di disappunto, e le sopracciglia si aggrottarono in un accenno di irritazione.

Poi quegli occhi del cielo si puntarono sulla mano di Santana, che ancora carezzava il cane. Sorrise.

 

"Ma tu stai coccolando Bagheera…" 

 

"Bagheera è piccola, e nemmeno vagamente calda come lo sei tu." sbuffò Santana, cambiando posizione per cercare nuove mattonelle fredde

 

"Ma io voglio le coccole!" 

 

"Britt, mi sto sciogliendo e Dio solo sa cosa succederebbe se cominciassimo a coccolarci ora… Non possiamo evitare almeno per stanotte?"

 

"Se mi metto vicino a te e giuro che non tocco parti sensibili, mi coccoli?" miagolò Brittany con la sua migliore faccia da convincimento

 

"Giuralo." si arrese Santana, totalmente incapace di negarle anche la sua stessa autocombustione  

 

"Lo giuro!" poi saltellò fino a sdraiarsi accanto al corpo assurdamente caldo di Santana

 

Brittany appoggiò la testa sulla sua spalla e il braccio cinse le cinse la vita. Santana in principio si limitò a stare ferma, attenta a non fare movimenti che l'avrebbero surriscaldata ancor più, mentre Brittany viziava tutta la pelle scoperta sul ventre, attenta a surriscaldare l'altra senza infrangere l'alto giuramento. Portò il volto nell'incavo tra mascella e il collo, strusciandovi la punta del naso.

 

"Ti amo." soffiò sulla pelle morbida, un po' umida di sudore, un po' coperta di brividi

 

"Britt, hai giurato." mormorò rocamente Santana, socchiudendo gli occhi

 

"Andiamo, Sannie… Non vorrai mica farmi smettere proprio ora che inizio a divertirmi?" sussurrò piano al suo orecchio, per poi serrare delicatamente il lobo tra i denti

 

No, Santana non la fece smettere, nemmeno con quel caldo soffocante e con il pavimento scomodo sotto di loro, nonostante le girasse la testa e il sudore sui loro corpi aumentasse di respiro in respiro, grazie a quelle coccole non poi così coccole. 

Ah, cosa riesce a superare l'amore...

 

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Capitolo 3
*** Day Three ***


Scritta per il progetto 30 Days OTP Challenge

Fandom: Glee

Ship: Brittany/Santana

Prompt: Gaming/Watching a Movie, Day Three

Genere: Malinconico, Romantico

Rating: verde

Note: Missing Moments

Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce




Watching a Movie

 

Sei sdraiata sul letto, la televisione è accesa, la guardi ma non vedi niente. 

Hai il cellulare in mano, ti mordicchi il labbro, il suo numero è già composto ma non sai se sia il caso di chiamarla.

Sarà stanca, sicuramente, dopo un'intera giornata di lezioni e allenamenti di cheerleading. 

Però è da tanto che non la senti, quasi un giorno intero. E sei sola. E stanno dando quello stupido film in televisione, di cui le battute ti giungono ovattate e le immagini sfuocate. Ma non hai bisogno di sentire o guardare niente, lo ricordi a memoria tante le volte in cui l'avete visto.

Ti manca così tanto, da quando è partita per Louisville. Non vuoi disturbarla però, sono le dieci e non sai se magari stia già dormendo. 

Non la chiami quasi mai la sera, è sempre tanto distrutta che non fai in tempo a raccontarle nemmeno della nuova cura dimagrante di Tubbs che già sbadiglia e le si chiudono gli occhi. 

Una volta, le hai addirittura chiesto se eri tu ad annoiarla, lei ti ha detto che non l'annoi mai. Ma sai che anche se fosse vero, lei non te lo direbbe.

Giochi con il cellulare, ancora indecisa, poi ti sfugge di mano e riesci a prenderlo un attimo prima dell'impatto con il pavimento. Stai ringraziando chi di dovere lassù, quando ti accorgi che hai fatto accidentalmente partire la chiamata. Ora invece, quelli lassù li stai maledicendo tutti. 

Fai appena in tempo a schiarirti la voce, che quella un po' distorta di Santana ti giunge dall'altoparlante. 

 

"Ehi, Britt? Cosa c'è? Stai bene?" è preoccupata, la tua ragazza

 

Sorridi istintivamente.

 

"Sto bene, è…è solo che mi manchi…" 

 

"Anche tu mi manchi." dice, un tono più in basso di prima, e sai che ha le lacrime agli occhi, che non cadranno, e sai anche che sorride, proprio come te

 

Prendi un piccolo respiro, incerta, perché pensi che se Santana non ti ha mai dato della stupida, comincerà sicuramente dopo stasera.

 

"San, io non volevo disturbarti, ma… C'è il nostro film in televisione, e sono a casa da sola, e tu… tu sei così lontana…" mormori, mentre ricacci anche le tue di lacrime indietro

 

"Su che canale è, Britt?" 

 

Le rispondi, e la senti armeggiare velocemente con qualcosa. Ti dice di accendere il computer e la tua webcam. Non riesci a capire cosa c'entra questo con il film, ma fai come dice lei.

E qualche secondo dopo te la ritrovi lì davanti a te, in un piccolo schermo, quasi non abbastanza grande da contenere i vostri sorrisi. 

 

"Ciao." 

 

Non hai nient'altro da dire, vuoi solo guardarla finché non ti si fanno le ragnatele nei capelli e diventi una stupida mummia innamorata. È passato troppo tempo dall'ultima volta che avete usato le webcam, e n'è passato ancor più dall'ultima volta in cui l'hai vista in carne e ossa. 

Ha ancora indosso i vestiti da cheerleader, ma non sempre importarsene molto. Invece, sei alquanto sicura che abbia appena sciolto i capelli.

 

"Ciao." ripete con quel suo sguardo innamorato che a volte ti sembra impossibile sia solo per te, poi aggiunge "Lo guardiamo insieme il film, Britt, ti va?" 

 

Volta un attimo il suo computer, e inquadra la televisione nella sua stanza che manda le stesse scene della tua, di televisione. Capisci cosa vuole fare, e la ami ancora di più.

 

"Assolutamente." 

 

Riuscite a vedere i dieci minuti seguenti del film, alternando sguardi allo schermo del televisore e a quello del computer. 

Poi vi rendete conto che non era il vostro film a essere speciale, ma solo il fatto che lo vedevate insieme. 

Le immagini del Libro della Giungla scorrono ignorate, mentre parlate, senza uno sbadiglio e senza un accenno di sonno per tutta la notte. 

La mattina dopo, vi trovate entrambe con la faccia premuta sulla tastiera, e delle occhiaie spaventose. Non ne sei sicura, ma probabilmente sei stata tu ad addormentarti per prima e il fatto che lei non abbia spento la telecamera nemmeno dopo che hai cominciato a russare ti riempie di gioia. E ora sei tu ad aspettare che anche lei si svegli e poterle dare il buongiorno come quando dormivate insieme. Non è lo stesso, ma quasi. E vi basta, per il momento.

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Capitolo 4
*** Day Four ***


Scritta per il progetto 30 Days OTP Challenge

Fandom: Glee

Ship: Brittany/Santana

Prompt: On a Date, Day Four

Genere: Romantico, Fluff

Rating: verde

Note: Missing Moments

Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce





On a Date

 

Ed eccolo arrivato, finalmente. 

Il loro primo mesiversario.

E Santana è in panico totale. 

Cosa si dice alla propria ragazza il mesiversario? 

Buon mesiversario forse?, come si fa con l'anniversario e tutte le altre cose?

Dovrebbe farle un regalo, una sorpresa? Un bigliettino d'amore, dedicarle una canzone romantica al Glee?

Il mesiversario.

Se Santana potesse, si sputerebbe in faccia da sola. Com'è arrivata al punto di andare in crisi per un mesiversario? 

Prima, non sapeva manco che venissero festeggiati i mesiversari.  

Dios! Suona di merda anche come parola! E dovrei smetterla di ripeterla, diventa sempre più brutta…, pensa mentre cerca qualcosa da indossare per quella speciale evenienza che si ripete solo una volta al mese. 

Però, si ricorda com'era titubante Brittany il giorno prima, quando le aveva chiesto di festeggiare solo il primo mesiversario e che se poi a Santana non piaceva, non l'avrebbero fatto più. 

E si ricorda ancora meglio quel sorriso e quegli occhi luccicanti di felicità, quando le aveva risposto che lo festeggeranno tutti i mesi. 

Santana sorride. 

E trova l'abito giusto, sa che è quello giusto anche se non ha idea di dove andranno. 

Sono quasi le dieci, e di Brittany ancora non c'è traccia. Si chiede se per caso lei non se lo sia dimenticato e ora non si trovi a scuola, nonostante abbiano concordato di saltare tutte le lezioni e addirittura l'allenamento con la Sylvester, e nonostante entrambe sappiano che lo scotto di quell'assenza si sarebbe tramutato in infiniti giri del campo di football il giorno seguente. 

Santana sta meditando di chiamarla, quando la moto verde brillante di Brittany parcheggiare poco lontano da casa sua, in modo che nessuno dei suoi abitanti se ne accorga. 

Sente quel rumore inconfondibile che tanto stava aspettando, e si precipita giù per la scala di ferro appositamente dimenticata e appoggiata al davanzale di camera sua. Santana sa che a nessuno importa davvero che lei vada a scuola o meno, fintanto che mantiene la propria media eccellente, ma preferisce comunque non rischiare di incappare in suo padre o nella domestica, mentre fugge sulla moto della sua ragazza.

Raggiunge Brittany, che alza la visiera del casco solo per un bacio, e che senza una parola fa indossare l'altro casco a Santana. 

Niente buon mesiversario, niente biglietti sdolcinati, e niente regali per ora.

Santana sospira di sollievo, un po' per il contatto con la schiena calda di Brittany, un po' perché il loro mesiversario non pare poi così diverso da una normale uscita.

Brittany guida la moto con la sua solita naturalezza, e di tanto in tanto, mentre sono ferme a un semaforo, le carezza delicata le dita serrate intorno alla sua maglietta, all'altezza dello stomaco.

Il viaggio dura da quasi venti minuti e Santana si fa sempre più impaziente di scendere, sia per mera curiosità, sia per mera scomodità della sella posteriore. Brittany invece sembra stia rilassata su un divano piuttosto che alla guida di una moto e non dà segni di volersi fermare.

Passano altri dieci minuti, un cartello recita "Good bye Lima", superano i confini di una città di cui Santana non si ricorda il nome e si comincia a chiedere se non dovrebbe dire qualcosa. Ma non fa in tempo a formulare la frase che Brittany si infila in un parcheggio quasi deserto e spegne il motore. 

Brittany smonta dalla moto e aiuta Santana a fare lo stesso, tiene un casco sottobraccio e ripone l'altro nel vano apposito. Tende la mano libera a Santana, che non sa bene cosa pensare né del posto né del silenzio innaturale di Brittany.

Entrano in quell'edificio un po' ingrigito e malandato con un'insegna che lampeggia fiaccamente nel sole mattutino e alcune lettere di Rainbow Battle non si illuminano nemmeno.

Brittany parla a bassa voce con uno dei dipendenti dalla divisa blu scuro, e continua a evitare lo sguardo di Santana, sembra quasi nervosa. 

Santana di nuovo medita di chiedere, ma ancora una volta viene battuta sul tempo. 

Brittany la scorta in un'altra sala con una vetrina da cui può osservare una sorta di mondo sotterraneo tutto scuro, e qui capisce dove si trova finalmente. 

Un'enorme munizione di fucili a ricariche di bombe di colore si allinea contro il muro, alcuni ragazzini si muovono circospetti con macchie variopinte sul giubbotto nero e altri si nascondono dietro i sacchi di iuta riempiti di sabbia. E capisce.

 

"Non so se ti piace, San… Non è proprio il tuo tipo di cose." mormora Brittany, guardandola negli occhi alla timida ricerca di disapprovazione "Ma possiamo tornare a Lima e fare qualcosa che vuoi tu, non è un problema." aggiunge, sempre più incerta davanti a quello sguardo che proprio non riusciva a decifrare

 

Santana sorride. Sorride tanto e sorride sincera.

 

"Mi piace, invece. È da quando sono piccola che volevo entrare in un di questi posti! Ma non so se piacerà a te…" dice continuando a sorridere, ora di fronte alla confusione di Brittany

 

"Perché?" 

 

"Perché ti colpirò così tante volte che non si capirà più di che colore è il giubbotto." ride e le butta le braccia al collo, baciandole una guancia 

 

Anche Brittany ride.

 

"Ma Sannie, io vengo qui da quando ho sei anni! Ho anche imparato a fare l'arcobaleno con le bombe."

 

E Santana smette di ridere. 

Sorride, però. Perché la ama, tanto che si arrenderebbe a farsi dipingere tutti gli arcobaleni di questo mondo per vederla felice. 

Ma comincia a sospettare che non si dovrà arrendere proprio a niente, quando Brittany la colpisce al cuore per la seconda volta di seguito senza che lei abbia ancora caricato il fucile. E lo percepisce nella sua interezza quando se lo ritrova addosso per davvero l'arcobaleno, mentre ancora si accanisce a cercare di attaccare un'intoccabile Brittany. 

Santana si rifugia infine dietro un tavolo rovesciato, cercando di riprendere un po' fiato. No, non è assolutamente in grado di star dietro alla sua ragazza. Non si muove per cinque minuti buoni, un po' per la stanchezza, un po' nella speranza che Brittany la raggiunga nel suo nascondiglio di fortuna. 

Ma Brittany non la raggiunge, e Santana dà un'occhiata attorno, pronta a ripararsi dietro al tavolo in caso di trappola. Di Brittany, però, non c'è proprio traccia nei dintorni.

Santana pensa che magari si sta annoiando con lei e che vuole andare a giocare con i ragazzini che hanno visto prima. Non sa bene cosa fare, quindi si mette a gironzolare tra i bersagli e i rifugi, sperando che Brittany si ricordi di lei e che torni presto. 

Fa partire qualche colpo contro un altro tavolo, rosso, arancione, giallo, verde, azzurro, un blu scuro e infine viola. Il risultato è a dir poco deprimente, e fare arcobaleni non è nemmeno lontanamente facile come lo fa sembrare Brittany.

Santana sente poi i suoi passi leggeri risuonare nel silenzio ovattato del posto, si gira pronta a farle una ramanzina sul fatto che è il loro mesiversario e che non può lasciarla così.

Ma Brittany blocca ogni accenno di lamentela con un bacio che fa dimenticare la rabbia alla sua ragazza in un battito di ciglia.

 

"Vieni con me, Sannie." sussurra a un soffio dalle sue labbra

 

La tiene per mano e la conduce senza esitazioni nel corridoio scarsamente illuminato da alcune luci al neon arancioni. 

Raggiungono un'altra sala nera e chiazzata di colore, uguale alla precedente, tranne per quella sorta di spiazzo quadrato totalmente nero dove sembra che sia stato affisso una sorta di scudo protettivo da ogni bomba. 

Brittany scioglie delicatamente le sue dita da quelle di Santana, e le fa cenno di guardare al muro immacolato. 

Un piccolo click e un fascio di luce azzurrina si proietta sul muro di fronte a Santana. 

Poi, è quasi come se una mano invisibile lasci segni apparentemente casuali, che diventano infine parole, tutte colorate, tutte scritte con una serie di proiettili di tempera speciale tanto ravvicinati da sembrare linee continue.

 

Buon Mesiversario, amore mio

 

Santana deve rileggere la scritta un paio di volte, per collegarla finalmente a quella pistola alla cintola di Brittany che prima non c'era e alla strana torcia che punta sul muro. 

È incredula innanzi a quella sorpresa che non si aspettava certo nel bel mezzo del gioco; eppure eccole lì, le parole che segretamente ardeva dalla voglia di dirle e di sentire da tutta la mattina. 

Brittany le carezza cautamente il dorso della mano, di nuovo incerta davanti al silenzio di Santana, cercando di capire se la trova stupida, se la vuole lasciare, se odia quel tipo di cose.

Santana sussulta leggermente e si volta verso di lei. Punta lo sguardo negli occhi pieni di timori inutili di Brittany. Gira la sua mano in quella dell'altra e intreccia le loro dita.

 

"Dillo." sussurra

 

"Buon mesiversario, amore mio." sorride piano Brittany, perdendo un po' di insicurezza mentre le parole prendono il volo dalle sue labbra

 

"Buon mesiversario, amore mio." ripete Santana, assaggiando il gusto dolce di quelle parole

 

Santana la bacia, incurante delle telecamere e dei ragazzini che sempre più numerosi si nascondono e sbirciano attraverso le loro tane.

Poi si accorgono del pubblico, e fianco a fianco danno battaglia a tutti quei marmocchi.

A fine pomeriggio, Brittany fa il conto di arcobaleni sui giubbotti e Santana la osserva rapita, tentando inutilmente di scrostare la tempera dal proprio di giubbotto, che probabilmente è il più sporco di tutti.

 

Quando quella sera Santana scende di sella, pensa che è stato il miglior appuntamento di sempre, pensa che l'ama, pensa che forse i mesiversari non sono poi così male. 

Brittany l'accompagna fino alla porta e Santana sa cosa deve dire a quel punto.

 

"Il prossimo lo organizzo io."

 

"Il prossimo cosa?" mormora senza capire

 

"Il nostro prossimo mesiversario." esclama Santana

 

Le dà un unico piccolo bacio sulla punta del naso e si chiude la porta alle spalle, appoggiandovisi contro e sorridendo incontrollata.

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Capitolo 5
*** Day Five ***


Scritta per il progetto 30 Days OTP Challenge

Fandom: Glee

Ship: Brittany/Santana

Prompt: Kissing, Day Five

Genere: Fluff, Slice of Life

Rating: giallo

Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce

 




Kissing
 

Era tardi, mezzanotte inoltrata, ma Brittany proprio non riusciva a prendere sonno. 

Sapeva che Santana sarebbe arrivata, lei arrivava sempre, però quella volta ci stava mettendo davvero tanto. E Brittany cominciava a preoccuparsi e a chiedersi se non le fosse successo qualcosa. 

Uscì dal letto e aprì le imposte, un po' per prendere aria, un po' nella speranza di vederla in giardino. 

Guardò il cielo stellato di ottobre, pensando di avere un unico desiderio, che probabilmente nemmeno una cometa avrebbe potuto avverare.

Chiuse la finestra di scatto, sempre più preoccupata per quel ritardo. Certo, Santana e Puck quando ci davano dentro, ci davano dentro per parecchio, ma mai così tanto. 

Forse i poliziotti del coprifuoco avevano scoperto che la sua carta d'identità era falsa e la stavano portando in prigione. O forse le piaceva troppo andare a letto con Puck e aveva deciso di non passare da lei quella notte. 

Brittany non sapeva dire quale delle due possibilità le piaceva di meno.

E, persa nelle sue paranoie su quanto abile fosse lei e su quanto abile fosse lui, ci mise qualche secondo a capire che quei tonfi sommessi, altro non erano che i sassolini che Santana stava lanciando contro il vetro della finestra. L'aprì con tanta velocità che l'ultima minuscola pietra quasi la colpì. 

Calò la scala a pioli che teneva sotto il letto, con molta più foga di quanto sarebbe consigliata nel mezzo della notte, facendo sbattere gli scalini di legno contro la parete esterna della casa e producendo un rumore secco che risuonò con la potenza di un tuono nella via deserta. 

Santana non disse niente e iniziò a scalare nel modo più veloce che le riuscì. A quanto pareva, Brittany non era l'unica impaziente.

Diede la mano a Santana, mentre lei si issava a cavalcioni sul davanzale e poi entrava in camera con un leggero salto. Non si lasciarono la mano, nemmeno quando si infilarono sotto le coperte ancora tiepide del calore del corpo di Brittany, Santana vestita di tutto punto com'era uscita di casa ore prima.  

 

"Perché così tardi oggi? Mi hai fatto preoccupare, San." mormorò Brittany, mettendosi su un fianco, osservando attentamente il suo profilo perfetto, appena illuminato dalle luci delle stelle e dei lampioni che filtravano dalla finestra ancora aperta

 

Santana, stranamente, arrossì e sulle prime non parlò. Poi però si girò anche lei su un fianco, e i loro visi furono a pochi millimetri di distanza. 

 

"Io, ehm… Ci sono stati un po' di problemi, sai… sul finale." disse e sulla sua bocca si formò un mezzo sorriso imbarazzato

 

Brittany non era sicura d'aver capito, ma annuì lo stesso. 

Tirò fuori la mano libera da sotto le coperte, per accarezzare il volto di Santana, ma all'ultimo cambiò rotta e le punta delle sue dita andarono a sfiorare delicate quell'unico marchio rossastro alla base del collo. Non disse nulla, ma le sue labbra sottili si contrassero in un muto disappunto, senza che potesse controllarle. 

Anche la mano di Santana si mosse verso il suo viso, passando il pollice su quella bocca che voleva solo fosse sua, in una muta richiesta di perdono.

 

"Britt, lo sai che non voglio segni da lui, ma non mi ascolta. Non essere arrabbiata per questo, tesoro." 

 

Brittany annuì ancora, e non disse che non era arrabbiata per il succhiotto, non solo; non disse che non voleva che nessun altro la prendesse; non disse che voleva essere l'unica. Non poteva, o tutto sarebbe finito, Santana sarebbe scappata e Brittany sarebbe rimasta senza migliore amica e senza nessuno da amare. 

Ma a Santana non ci volle molto per interpretare quelle ombre di durezza e di dolore nei suoi occhi. E nemmeno lei disse niente, non era ancora pronta né ad ammettere i suoi sentimenti, né a viverli. Sarebbe venuto il tempo in cui sarebbe stata pronta, lo sapeva; sperava solo che Brittany avesse abbastanza pazienza per continuare a stare accanto a lei, nel frattempo.

Santana guardò l'orologio rosa appeso sopra la scrivania di Brittany e sospirò. Era già troppo tardi. 

La prossima volta che con Puck non avrebbe funzionato, se ne sarebbe andata subito, si promise. In modo da avere un po' più di tempo per stare con Brittany e magari ricevere quelle carezze delicate che tanto le mancavano quando le mani ruvide di Puck la svestivano in fretta e quando entrava in lei, frenetico e impaziente.

 

"Devo andare." mormorò a un soffio dal volto un po' imbronciato di Brittany

 

"Va bene." 

 

Di nuovo, Brittany non poté dire quello che pensava e non poté cercare di trattenerla. Ma le sue dita si strinsero istintivamente attorno a quelle ambrate, e anche quella volta per Santana non fu difficile capire cosa si nascondeva nel cuore di Brittany. E si sentì male, perché nemmeno lei se ne voleva andare, per andare a dormire nel suo stupido letto da mille dollari, così freddo e inospitale al confronto con il corpo caldo che aveva accanto in quel momento. 

 

"Domani, Britt, ti va di uscire solo io e te? Sai, potremmo fare le solite cose, andare al parco delle papere, prenderci un gelato e poi potresti venire a dormire da me…" le chiese, distogliendo lo sguardo dai suoi occhi e giocando distrattamente con una ciocca bionda che le ricadeva sul collo

 

"Niente Sam? O Puck? Solo io e te?" ripeté un po' incerta

 

"Solo io e te." confermò con sicurezza, riportando gli occhi nei suoi e baciandole una guancia in segno di promessa

 

Santana uscì da quel rifugio caldo e pieno di profumo familiare totalmente controvoglia. Portò le gambe fuori dalla finestra, cercando con i piedi nel vuoto il primo scalino che trovò poco dopo e rientrando poi con il busto nella stanza, per un'ultima volta.

Brittany sfiorò le labbra di Santana con le proprie, lievemente. 

 

"Buonanotte, Britt." mormorò piano, gli occhi socchiusi di fronte alla sua disarmante delicatezza 

 

"Buonanotte, San." rispose, prima di baciarla ancora con più urgenza e lasciarla andare nell'oscurità

 

Ritirò la scala solo quando vide i fari dell'auto di Santana sparire dietro la curva, e si infilò di nuovo sotto le coperte, poggiando la testa dove poco prima c'era quella di Santana e dove poteva sentire l'aroma del suo shampoo al pesco. 

Finalmente, Brittany poté dormire, dopo aver ricevuto il suo solito e indispensabile bacio della buonanotte da parte di Santana.

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Capitolo 6
*** Day Six ***


 

Scritta per il progetto 30 Days OTP Challenge
Fandom: Glee
Ship: Brittany/Santana
Prompt: Wearing Each Others' Clothes, Day Six
Genere: Erotico, Generale
Rating: Arancione
Personaggi: Santana Lopez, Brittany Pierce, Noah Puckerman

 




Wearing Each Others' Clothes
 



Santana ama Brittany.

Brittany ama Santana.

E nessuno lo sa.

O, perlomeno, questo è quello che pensano loro.

 

Noah Puckerman è uno di quei ragazzi che se ne infischia del tipo di mutandine che la ragazza che si porta a letto indossa. Anzi, quelle già nude sono le migliori per lui. Perché vestirsi se già si sa come finisce la serata? 

Sono solo una perdita di tempo quando le deve sfilare, ma a volte gli capita di soffermarsi sulle mutande della ragazza in questione, un po' per mancata lucidità, un po' perché si diverte a cercare di capire che tipo di ragazza è. 

Gli viene da ridere in faccia a quelle che mettono il perizoma quando escono con lui, e a scuola le vede girare con i mutandoni della nonna. 

Noah ama invece quelle ragazze che non si preparano apposta per lui, quelle ragazze con carattere che poi in un qualche modo riesce a fare capitolare ai suoi piedi comunque. Sono la sua sfida e le adora, ma per il momento gli bastano e avanzano tutte le oche spennate che gli gravitano attorno a scuola. Ne avrà di tempo per le ragazze serie, si dice. Ne avrà di tempo per Quinn.

È un caso se si accorge degli slip di Brittany, questa volta. 

Non riesce proprio a toglierli, e in un botto di lucidità capisce che non sono i soliti che ha sempre, con le paperelle e gli unicorni che Puck segretamente vorrebbe anche per sé… versione maschile, certo. 

Gli sembra di averli già visti questi qua, scuri con il bordo di pizzo, ma non si ricorda dove. 

Pian piano, anche questi pensieri svaniscono nel piacere, lasciando spazio alle abilità di Brittany. Con gli occhi chiusi, la musica di sottofondo e lei sopra di sé, Noah non può notare le dita di Brittany che sfiorano un succhiotto non marchiato dalla bocca di lui e non sente il nome che lei sussurra. 

 

È una settimana dopo che Puck capisce dove avrebbe dovuto vedere quegli slip e dove dovrebbe vedere questi che ha tra le mani.

Santana cammina per la stanza, con la sola biancheria addosso, alla ricerca dei suoi vestiti sparsi un po' ovunque. 

Si china a prendere la maglia e Noah nota quelle paperelle gialle e blu sul suo didietro, dove non dovrebbero essere. E ora che la guarda meglio, vede altri segni più piccoli e più nascosti di quelli che le ha lasciato lui. 

E sospetta. Ma ancora non può dire nulla. Può succedere che Brittany e Santana si siano scambiate gli slip, cerca di convincersi. 

Non sa se la cosa lo inquieti più per il fatto che entrambe siano andate a letto con lui e abbiano cominciato a andare a letto insieme o più perché sono andate a letto insieme e senza di lui… 

 

Noah è sicuro di aver capito giusto, quando il giorno dopo le vede uscire dai bagni delle ragazze nel mezzo delle lezioni, con la famosa coda di cavallo non poi così perfetta, le divise vagamente stropicciate e un nuovo succhiotto sul collo di Santana che è sicuro ieri non ci fosse, i mignoli uniti. E si chiede come possano essere tutti così ciechi, come abbia potuto essere lui stesso così cieco. 

Perché la vera conferma, in realtà, sono i loro sguardi e i loro sorrisi, così radiosi quando stanno insieme che sembra impossibile che nessuno l'abbia capito. E Puck si sente figo per essere stato il primo a sapere di loro.

 

Santana ama Brittany.

Brittany ama Santana.

E nessuno lo sa.

O, perlomeno, nessuno tranne Noah.

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Capitolo 7
*** Day Seven ***


Buon Brittana Matrimonio a tutti! <3


Fandom: Glee

Ship: Brittany/Santana, minor: Rachel/Quinn, Kurt/Blaine

Prompt: Cosplaying, Day Seven

Genere: Commedia

Rating: verde

Personaggi: Brittany Pierce, Santana Lopez, Rachel Berry, Quinn Fabray, Kurt Hummel, Blaine Anderson




 

Cosplaying 

 

New York, Bushwick, 16 Marzo

Erano le tre del pomeriggio e, incredibile a dirsi, non avevano combinato ancora nulla. 

L'appartamento sembrava un campo di guerra, e considerato il numero di abitanti che ospitava, non poteva essere altrimenti. 

Con il logoro divano monopolizzato da Kurt e Blaine, il tavolo di cucina sommerso dai libri di giurisprudenza di Quinn che cercava di concentrarsi sullo studio, e Santana teneramente abbracciata alla tazza del cesso, Brittany aveva trovato la sua unica occupazione nel disegnare cuori su pagine a caso dei tomi di Quinn, cosicché una volta tornata a Yale possa sentire il suo affetto artistico. 

Rachel, da parte sua, cercava di organizzare un intero weekend a San Diego, da sola. Fu quando tirò fuori l'argomento per cui quella domenica era stata indetta una riunione speciale, che finalmente anche gli altri si degnarono di ascoltarla. Beh, quasi tutti…

 

"Ho finito! Siamo pronti per il Comic-Con! Ora manca sol-" 

 

Si interruppe, ascoltando schifata l'ennesimo conato di vomito di Santana che salutava i litri di birra bevuta la sera precedente ("Solo i bambini si ubriacano con la birra!" fu il suo motto…).

Rachel rabbrividì, mentre si raccomandava di condividere mai più un appartamento minuscolo come quello con Santana Lopez.

 

"Come dicevo, manca solo la suddivisione dei personaggi!" 

 

Quattro teste si puntarono immediatamente verso di lei, occhi spalancati di meraviglia e bava alla bocca. 

Rachel batté le mani un paio di volte, saltellando entusiasta sul posto, per poi tirare fuori una piccola lavagna. Brittany e Quinn si fecero spazio sul divano, totalmente incuranti di calpestare Kurt o Blaine. 

Mentre Berry illustrava con frenesia ogni dettaglio del suo piano, nessuno pensò a Santana. Fu quando si accorsero che dovevano ancora assegnare quell'eroe, che Brittany cominciò a preoccuparsi per l'incolumità di Rachel che invece sorrideva, furtivamente soddisfatta.

 

"Santana non sarà felice." 

 

***

 

San Diego, Comic-Con International, 4 Aprile

 

Santana siede accanto a Brittany, la testa abbandonata sulla sua spalla, in attesa che il resto dei vendicatori torni con i biglietti d'entrata. Sbuffa, ma cerca di darsi un'aria quasi contenta mentre i suoi occhi incontrano quelli di Brittany. 

 

"San…" dovrebbe essere un rimprovero, ma Brittany non riesce ad evitare di sorridere comunque 

 

"Sono io quella che dovrebbe rimproverarti! Guarda come sono conciata!"

 

Brittany la guarda, eccome se la guarda. Il suo sguardo scorre per la millesima volta quel giorno sui vestiti sbrindellati di Santana. Sulle sue gambe quasi nude, sul petto fasciato da dei malconci resti di una camicia bianca, sui capelli color pece arruffati e scarmigliati, su quei deliziosi addominali in bella vista.

Vagamente, nota la sua pelle colorata di verde. Ma davvero non riesce a distogliere l'attenzione da tutto il resto. Compresi i suoi occhi cerchiati da più matita di quanta ne usi di solito, che la osservano scettica. Brittany sorride felina, aggiustandosi il reattore sul petto. Si sporge, accarezzandole l'orecchio con le labbra, in un movimento appena accennato.

 

"Dovresti vestirti da Hulk più spesso, Sannie."

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