L'amore sa attendere

di metaldolphin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** al chiaro di luna ***
Capitolo 2: *** Direzioni diverse ***



Capitolo 1
*** al chiaro di luna ***


Guardava la nave che si allontanava salutata dalla folla sul molo, Makino, e sentì stringersi il cuore, sapendo che non l'avrebbe rivisto per molto tempo, il suo Capitano.

Suo... In effetti non era il modo più esatto per definirlo, anche se era stata ad un passo dal poterlo fare.
Quando la ciurma che seguiva il Rosso era sbarcata a Foosha per un periodo di riposo, lei si era accorta che c'era una luce diversa negli occhi del giovane Capitano con quel buffo cappello di paglia. Ed era qualcosa che non le dispiaceva vedere a dire il vero.

E giorno dopo giorno si erano fatti più vicini, grazie anche al piccolo Rufy che, perso nell'ammirazione per quell'uomo e nel desiderio di imitarlo, non faceva altro che seguirlo e tenere su il morale di tutti con le sue buffonate al Party's bar.
Le piaceva guardarli ridere e discutere, specialmente quando Shanks si metteva d'impegno per punzecchiarlo: sembrava un adorabile monello anch'esso. Era innegabile che quell'uomo ci sapesse fare con il ragazzino, anche se a volte a lei piaceva credere che fosse tutta una tattica per attirare la sua attenzione.

Il suo sospetto si rivelò fondato quando un paio di sere prima che la situazione prendesse quella brutta piega, si vide arrivare quel pirata gentile ed allegro a locale chiuso, mentre terminava di riordinare prima di concedersi il meritato riposo. Sembrava diverso dal solito, quasi impacciato, mentre salutava entrando.

-Capitano! Hai dimenticato qualcosa?- gli aveva chiesto.
Lui, scuotendo il capo, aveva risposto a quel sorriso con un altro, sottolineato dalle gote che viravano cromaticamente verso il colore dei capelli che gli avevano meritato quel soprannome. Senza il consueto copricapo, tormentato tra le dita nervose delle sue mani grandi e forti di spadaccino, la guardò inclinare il capo con fare interrogativo, mentre trovava il fiato per risponderle.
-Vorrei fare una passeggiata.... Vorresti venire con me?

Imbarazzata e un po' sorpresa, Makino non riuscì a dire di no a Shanks, felice per quel momento così a lungo sognato e finalmente giunto.
-Ho un attimo per darmi una sistemata?- chiese con un radioso sorriso, poggiando con grazia l'ultima sedia, dopo averla girata sottosopra, al tavolo che aveva dinanzi.
Lui annuì. -Ma certamente!- Felice che lei avesse accettato con un entusiasmo che non aveva cercato di nascondere, spontaneo come sempre.
Era anche per quello che le piaceva cosi tanto.

La osservò sparire sul retro del bar, per tornare pochi minuti dopo un poco più in ordine e senza la bandana con cui era solita coprire i capelli scuri. Shanks attese che spegnesse le luci e chiudesse il locale, quindi le offrì il braccio, come si conveniva cavallerescamente fare con una signora.
Rigidi per il reciproco imbarazzo, si avviarono lungo la strada ormai deserta: era tardi e tutti gli onesti lavoratori erano tornati alle proprie case e famiglie per riposare prima di affrontare una nuova, dura, giornata di fatica.
Sentiva la mano di lei leggera sul braccio, come se vi si fosse posato un pettirosso, delicata e per nulla invadente.
-Dove hai lasciato la tua ciurma?- chiese la ragazza, per avviare un minimo di conversazione e rompere il teso silenzio che aleggiava su loro.
Il pirata rise: -Ubriachi dopo una gara di bevute conclusa senza un vincitore!
Anche lei si unì alle risa: -Sarai stato tu, allora, a vincere, dato che sei ancora lucido e in piedi!- sottolineò, pur notando che però non odorava d'alcool; non più del solito, almeno.
Shanks scosse il capo: -Oh, ma io non ho partecipato... Facevo l'arbitro!
Risero insieme, ma in realtà lui aveva escogitato quel piano per filarsela indisturbato, senza dare spunto ai pettegolezzi di bordo.

Si diressero verso una spiaggia non molto distante, ma che offriva lo spettacolo di una meravigliosa luna che sorgeva all'orizzonte, illuminando le onde placide di mille riflessi d'argento. Rimasero incantati a guardarla, mentre cambiavano posizione e lui posava un braccio sulle spalle di lei e la portava più vicino a sé. Quasi paralizzata dall'imbarazzo, Makino lo lasciò fare, non riuscendo ancora a credere che quanto sognato più volte stesse realizzandosi proprio in quel momento.
-Makino- lo sentì mormorare -Tra pochi giorni salperemo...
Lei si irrigidì.
Così presto?
Sarebbe andato via in capo a pochi giorni?
Non riuscì a dire nulla: come poteva chiedere al Capitano di non lasciarla?
Era impossibile, il mare e il suo essere pirata erano il suo modo di vivere, l'unico che conoscesse quell'uomo scanzonato e cortese allo stesso tempo. Per fortuna, il corso dei suoi pensieri fu interrotto dalle parole che Shanks decise di aggiungere alla frase già detta: -Makino, verrai con me? Come mia compagna?- disse, fissandola negli occhi appena visibili nel chiaro di luna.

Non riuscendo a proferir parola, l'interpellata si limitò a sollevarsi sulla punta dei piedi e a cingergli il collo robusto con entrambe le braccia, per stringerlo forte. Si baciarono con passione, per suggellare quell'accordo, atteso e felicemente condiviso da entrambi. Concordarono di non rivelare la loro relazione se non all'ultimo momento, poco prima della partenza.
Lei detestava gli addii e non sapeva come l'avrebbe presa il piccolo Rufy, mentre lui voleva sorprendere la sua ciurma.

La riaccompagnò a casa, ma da gentiluomo qual era, non pretese nulla, se non un ultimo bacio sulla soglia della porta, anche se la desiderava con tutto il suo essere. Lei gli fu grata di ciò: poco avvezza a quel genere di cose, avrebbe dovuto prepararsi per affrontarle.

Il giorno seguente, nessuno parve accorgersi della nuova luce che brillava negli occhi dei due giovani e tutto trascorse in maniera ordinaria, almeno fino a sera.
Allo stesso orario del giorno precedente, mentre lei terminava di sistemare il locale, Shanks si presentò col cappello tra le mani, per rinnovarle l'invito di una passeggiata insieme.
Di nuovo Makino accettò, appoggiandosi al suo braccio forte per respirare il suo mascolino odore di liquore e salsedine, per camminare verso la stessa spiaggetta alla luce della luna. Quella sera i baci e le mani si fecero più audaci in entrambi, mentre si cercavano, famelici, aggrappandosi l'uno all'altro, gustando già quello che sarebbe avvenuto e il tempo che avrebbero passato insieme.

Quello che non sapevano, era che il destino non va sfidato...

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Capitolo 2
*** Direzioni diverse ***


L'alba del mattino seguente vide sorgere un sole che assistette, impotente, allo svolgersi di eventi che cambiarono per sempre il corso delle loro vite.

Dopo l'incidente nel locale, rappresentato dall'incontro\scontro con un'altra ciurma pirata, così diversa da quella di Shanks, a causa della birra, era seguito il rapimento di Rufy, che non mancava mai di farsi notare, nel bene e nel male. Lo scontro tra Shanks ed un Re del mare, che stava per attaccare il ragazzino fu terribile e fulmineo insieme. Il forte pirata era riuscto a salvarlo, tra la generale ammirazione degli abitanti del villaggio e la soffocante preoccupazione che veva tolto il respiro a Makino, ma perdendo il braccio sinistro nell'impresa.

Ma dopo quanto accaduto, l'atteggiamento del pirata verso la ragazza cambiò.

Quella sera, quando lei lo andò a trovare per sapere come stesse, vide che la luce nuova negli occhi del Capitano si era offuscata e fu mortalmente serio, quando le rivolse la parola: -Torno in mare.- disse, lapidario.
Lo aveva detto al singolare, sottolineando la volontà di escluderla da quella partenza, di volerla lasciare sull'isola, in quel bar di Foosha. E a lei cadde il cielo sulla testa, infrangendo tutti i sogni fatti.
-Perché, Shanks? Non mi vuoi più con te?- chiese, affranta.

Lo guardò abbassare il capo, mentre continuava a stringere con forza la spalla offesa.
Doveva fargli molto male e nemmeno l'alcool che aveva trangugiato dalle bottiglie, ormai vuote, che aveva attorno doveva essere riuscito a mitigarlo più di tanto.
-Non è questo- riuscì a risponderle dopo un po' -Sono io a non essere lo stesso di prima...

A quel punto lei alzò la voce: -Stai parlando sul serio, Shanks? A me sembri sempre lo stesso! O pensi che non ti voglia più a causa del braccio che hai perso? Non immagini nemmeno quanto tu stia sbagliando!- esclamò ad un uomo che rimase muto, aspettando una risposta che non venne.
Allora Makino, col cuore che le doleva, gli voltò le spalle per non fargli vedere le lacrime che le bagnavano le guance, ed andò via delusa.

Lui sapeva quanto avesse ragione quella ragazza coraggiosa.
Ma non si sentiva, in quel momento, di starle al fianco, con una menomazione così grave e recente. Certamente non era pentito di aver salvato Rufy, ma ora aveva da affrontare un mondo nuovo, un mondo in cui tutti l'avrebbero guardato con occhi diversi. Ed era un mondo duro il suo, fatto anche, anzi spesso, di uomini che miravano alle debolezze altrui per trarne profitto.
Non poteva concedersi il lusso di una compagna da proteggere, non più.
Era dura da accettare e per questo aprì una nuova bottiglia coi denti e vi si attaccò.

"Un cambiamento alla volta" aveva deciso.

Era stata una fortuna che non avesse detto nulla ai suoi uomini, così non dovette tornare sui suoi passi, perché conoscendoli bene, sapeva che questo avrebbe intaccato la loro stima nei suoi confronti, come uomo e come Capitano.
Così l'aveva lasciata andare via con la morte nel cuore, consapevole di averla ferita.

La mattina seguente, Makino, con gli occhi velati di lacrime che distorcevano l'immagine che saliva la scaletta della nave, vide un uomo coperto dal pesante mantello nero che ondeggiava, a causa del vento, sulle ampie spalle.
Riuscì comunque a scorgerne lo sguardo fiero che la fissava per un attimo da dietro all'alto parapetto, per poi posarsi sul piccolo Rufy, ancora in lacrime per tutto quello che era successo: si sentiva in colpa per la menomazione di Shanks e quello strano pirata, per di più, aveva calcato sulla sua testolina scura il cappellaccio a cui tanto teneva.

Sorrise, il Rosso, guardandolo... Con la sua fissazione di diventare il Re dei Pirati, quel mocciosetto aveva ancora tanta, tantissima strada da fare.
La donna guardò il Capitano ancora una volta, col cuore spezzato.
Quell'handicap, celato dalla stoffa pesante, non sembrava pesargli più di tanto, ma era soltanto apparenza, lei sapeva bene che non era così. Aveva fatto sì che qualcosa, tra loro, prendesse una direzione diversa e non era data soltanto dal fatto che la Red Force fosse ormai salpata per allontanarsi sempre più velocemente dall'isola... e da lei.

Makino sapeva che sarebbe tornato... Magari non tanto per lei, quanto per Rufy.

Un giorno l'avrebbe rivisto e sperò che Shanks, per allora, avesse compreso che non lo vedeva con occhi diversi, pur senza un braccio, e che lo avrebbe atteso comunque.
Per sempre, se fosse servito.

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