The Joker

di Ocram89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dapprima l'uomo ***
Capitolo 2: *** Il paziente 0 ***



Capitolo 1
*** Dapprima l'uomo ***


CAPITOLO 1
Dapprima l’uomo
Nella notte del 6 giugno del 1940 nacque un bambino, da una madre giocatrice e da un padre che subito dopo saputa la notizia scappò. Nacque nel gabinetto d’un fast food , il bebè dovette subito venire in contatto con il freddo del luogo di nascita, con il buio della borsa in cui la madre lo nascose per ben 2 ore con il minimo spiraglio e con i vari tentativi di omicidio da parte della madre. Questo scaturì nel bambino una spiccata resistenza al dolore inoltre la madre, essendo una tossica, aveva nel sangue un alto tasso di tossicità con il quale crebbe il figlio nella pancia e di conseguenza il bambino ha un’alta resistenza al veleno. La madre non ufficializzò mai la sua nascita per evitare che venga affidato ad una casa famiglia, essa infatti era cresciuta in una casa famiglia e non volle che il figlio passi la sua stessa vita, ed esso per questo motivo non ebbe mai un nome ufficiale. Durante la sua infanzia lo chiamavano Copper per via dei capelli verdi, nella sua adolescenza veniva chiamato Laughter per il suo sorriso smagliante, d’adulto veniva chiamato Mr. Purple perché amava il viola e adesso ch’è il principe del crimine si chiama Joker. La madre dopo la nascita s’isolò in una casa nel quartiere The Glades di Starling city. Era una casa di mattoni rossi a due piani, nel primo abitava un ubriacone che ogni sera faceva sentire la sua presenza urlando e sbraitando contro la moglie che lavorava come escort e nel secondo piano abitava lui e sua madre. Il ragazzo dimostrò sin dall’inizio una grande intelligenza, nonostante non abbia mai frequentato nessuna scuola, e molto interesse verso la chimica e l’elettronica. All’età di 5 anni Joker subì il suo primo trauma. Come al solito l’inquilino di sopra tornava a casa ubriaco fradicio, sbatté la porta e senza esitare urlò alla moglie “ Puttana! Adesso fammi a me il tuo servizietto!” la moglie stanca di vedere ogni sera questa scena iniziò ad urlare anch’essa “Bastaaa! Io non ce la faccio più! Devo vendere il mio corpo per pagare i tuoi debiti! Mi hai stancato io me ne scappo!!” e piangente iniziò a preparare una borsa con dentro alcuni dei suoi vestiti mentre il marito provò a fermarla urlandogli contro e afferrandola dal braccio. La situazione in quella casa si stava surriscaldando e Copper era solo al piano di sopra a leggere il suo amato libro di chimica datogli da un amico, nonostante provò a distrarsi leggende non potte fare a meno di ascoltare la conversazione. Dopo pochi minuti di quiete l’uomo infuriato impugnò strettamente la bottiglia di birra, naturalmente vuota, e colpì la moglie; la bottiglia andò in frantumi sulla faccia insanguinata della moglie che cadde a terra svenuta e nel frattempo l’uomo la guardava sanguinare sul pavimento senza fare niente, ma dopo un po’ iniziò a fare qualcosa…iniziò a ridere; guardava la moglie e rideva, non era una risata psicopatica come quella del Joker ma era una risata malinconica e triste, era una risata che faceva accapponare la pelle. Copper sentendo prima le urla strazianti di dolore della moglie e poi la risata del marito si impaurì e come faceva di solito quando la madre era fuori salì al piano di sopra, la donna del piano di sopra era sempre accogliente con Copper e per lui essa era diventata quasi come una mamma, se quel giorno Copper non fosse andato al piano di sopra forse il Joker non sarebbe mai esistito. Copper spinse la porta e subito si ritrovò davanti l’uomo che rideva e la moglie morta in  una pozza di sangue, l’uomo si accorse di lui e gli disse “Ei marmocchio vuoi sapere perché rido?” Copper per tutto il tempo restò immobile senza rispondere al tizio “Hai idea del perché l’ho uccisa? Hahahaha no che non puoi saperlo. L’ho uccisa perché io odiavo quando non faceva ciò che voglio…e sai perché rido ? Hahahahha perché la sua faccia è davvero divertente Hahahha” Copper non pianse ma il suo voltò diventò subito triste e si allontanò pian piano dall’uomo “Ei stai fermo non andartene Hahahha” l’uomo gli urlò, ma Copper impaurito continuò a indietreggiare, “Ho detto che non mi piace quando non eseguono i miei ordini!” l’uomo di scatto si alzò e prese Copper per la faccia e uscì fuori un coltello e conficcandoglielo nella bocca a Copper gli disse “Non essere così serio! HAhahahha! Ti aiuterò a sorridere!”. Gli fece due cicatrici che partivano dagli estremi della bocca e insieme davano l’idea di un grande sorriso. Dopo circa un’ora arrivò la polizia con l’ambulanza, per la moglie dell’uomo non vi era oramai niente da fare, Copper venne ritrovato svenuto per terra con la bocca sanguinate e con il sorriso formato dalle cicatrici…il ragazzo venne portato all’ospedale mentre l’uomo non fu mai più rivisto.

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Capitolo 2
*** Il paziente 0 ***


CAPITOLO 2- Il paziente 0. Copper arrivò in ospedale su di un’ambulanza, non era in condizioni gravi ma dovevano intervenire in fretta per evitare l’infezione delle cicatrici. Copper era in coma sdraiato sul lettino in una stanza desolata e buia, talmente buia che se avesse aperto gl’occhi non si sarebbe accorto della differenza, il coma era stato causato dalla paura che alzando la temperatura e la pressione sanguigna ha causato una grande perdita di sangue. Ma il vero problema che Copper doveva superare non fu la condizione fisica ma la sua condizione mentale, nella sua mente adesso stava accadendo una lotta tra il bambino appassionato di chimica ed elettronica e lo psicopatico con disturbi della personalità che diverrà il rinomato Joker. Nella sua mente si ripeteva all’infinito la scena rivista subito prima del coma…l’uomo che ride per aver ucciso la donna, solo che questa volta il marito non si accorgeva di Copper e continuava a ridere. Dopodichè l’uomo si girava e nel suo volto vi erano le cicatrici che ha Copper , lo guardava fisso in faccia e gli domandava “Sai perché rido?”. Questa scena andava avanti all’infinito finche Copper non avrebbe risposto alla domanda e avrebbe fatto qualcosa, ogni scelta che esso avrebbe fatto era di vitale importanza perché una avrebbe rafforzato lo spirito del bambino mentre l’altra l’avrebbe fatto diventare un folle. Dopo 5 giorni di coma il corpo diede i primi segni di vita, ma purtroppo non erano segni positivi, il bambino iniziò a ridere . Alle 4 della notte la prima risata, potete immaginare la reazione spaventata delle persone nella stanza accanto alla sua, gl’infermieri corsero ad aiutarlo e provarono con tutto: anestetici, sonniferi, colpi alla testa ; ma lui non smetteva di ridere. Era una risata che rimbombava in tutto l’ospedale, una risata raccapricciante e da paura. Solo dopo dieci minuti di risata pura Copper diede un altro segno di vita, aprì gli occhi. Guardava fisso il soffitto e rideva, la situazione si faceva sempre più grave ogni minuto più perché come molti non sanno è possibile morire dal ridere. Arrivarono i medici e subito gli fecero respirare una dose elevata di gas soporifero attraverso la maschera per l’ossigeno, ma a causa della sua resistenza alle sostanze che possono alterare il suo stato fisico anche questo tentativo fu nullo. Un bambino di 5 anni può al massimo ridere conseguentemente per 25 minuti e a Copper il tempo stava per finire, dopo 24 minuti il suo cuore cedette…dopo aver raggiunto l’apice di 200 battiti al minuto il suo cuore si fermò. Nella sua mente ora vi era solo buio, ma a un tratto la scena iniziò di nuovo. L’uomo rideva e Copper immobile lo guardava ed a un tratto l’uomo si girò e chiese “Sai perché l’ho uccisa?”…questa volta però Copper gli rispose e reagì “Hahahhahah no, non so perché tu l’abbia uccisa ma so perché io ucciderò te, hahahahhahaha!!” e con uno scatto tirò fuori dalla tasca un coltello e saltò sull’uomo che atterrato gli chiese “E allora perché mi uccidi?” Copper non rise più ma con un sorriso sulla faccia gli disse “Perché lo trovo dannatamente divertente. Hahahahhahahhaaha!”. Il suo cuore ricomincio a battere, e lui ricominciò a ridere fissando il soffitto e questa volta la sua non era una risata da paura ma una risata da pazzo, da folle, da chi guarda il mondo bruciare e compiaciuto inizia a ridere. I dottori rimasero sbalorditi dall’accaduto, ma soprattutto rimasero impauriti, un bambino di 5 anni che non subisce nessuno effetto se sottoposto a sostanze soporifere e che dopo 5 giorni di coma incomincia a ridere e a fissare il soffitto sfiorando i 200 battiti al minuto senza morire non è certo un bambino normale e sano. Copper smise di ridere solo due ore dopo la sua presunta morte, i medici in tutto quel tempo non fecero altro che sedersi e guardare impalliditi il bambino. Il giorno dopo il dottor Copp avrebbe dovuto risanare le cicatrici riaperte dalla risata del bambino, ma non tutto andò come doveva andare…”Buongiorno Dottor Copp” disse il direttore dell’ospedale in cui era ricoverato Copper “Buongiorno? A lei sembra che questo sia un buon giorno? E’ una settimana che lei rinvia la mia bustapaga!” rispose con violenza il dottor Copp, era un uomo onesto e abile nel suo mestiere, “Suvvia non si agiti, sappiamo entrambi che il governo ha fatto molti tagli alla sanità. Di conseguenza un direttore deve sapere dove e quando risparmiare i soldi” disse il direttore con un senso di superiorità “I tagli? La mancanza di denaro non è colpa dei tagli ma è del suo stesso sperpero di denaro!” Urlo il dottore togliendosi violentemente gl’occhiali e sbattendo il pugno sul tavolo “Lei è un bravo medico ma una persona stupida dottore, non deve intromettersi nei fatti che non la riguardano. Lei è licenziato, non avrà nessuna liquidazione e, per il bene di sua madre, spero non voglia portare la questione in tribunale.” enunciò il direttore con tranquillità dopo di che prese in mano una penna e incominciò a scrivere. Il dottor Copp rimase lì a fissarlo ed a immaginare mille modi per ucciderlo ma non fece niente, senza dire una parola si rimise gl’occhiali aprì la porta e “Ah un’altra cosa…prima d’andarsene deve andare nella stanza 0 a finire il suo lavoro con quel bambino” disse il capo prima che il dottore uscisse, Copp si guardò dietro e poi con molta violenza chiuse la porta. Dentro di se aveva molta rabbia, troppa, aveva intenzione di liberarsene subito e sapeva già come. Arrivò nella stanza zero e aprì la porta, controllò il corridoio e infine chiuse la porta a chiave. Aprì il referto medico di Copper trovato sul tavolo e si mise a studiarlo per una buona mezz’oretta, non voleva curarlo ma solamente sfogarsi. Chiuse il referto, si alzò ,prese dalla carpetta che portava con se un bisturi e infilandosi i guanti disse fra se e se “Mi dispiace tanto ma adesso io mi divertirò un po’ con te…paziente 0”. All’arrivo degl’infermieri Copper aveva le labbra piene di sangue e le cicatrici totalmente aperte e molto più grandi di prima, non si poteva fare più niente ormai, quelle cicatrici lo dovranno accompagneranno fino alla fine dei suoi giorni.

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