Condividere qualcosa non era mai stato così facile

di Sakkun___
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 0.Prologue ***
Capitolo 2: *** 1.Chapter ***



Capitolo 1
*** 0.Prologue ***


Condividere qualcosa non era mai stato così facile

0.Prologue

Sabo andava all'università, studiava economia.
Ace lavorava, faceva il meccanico.
Il biondo sperava di diventare qualcuno, un giorno. Gli sarebbe piaciuto essere il dirigente di quell'azienda di cui tanto si parlava, la Revolutionaries, e per questo studiava notte e giorno impegnandosi tanto.
Il corvino, invece, era uno scansafatiche. Odiava qualsiasi cosa c'entrasse con la parola "impegno" o quell'altra che inizia con "sforz" e finisce con "o". Però, chiunque fosse, lui la aiutava; aiutava tutte le persone in difficoltà, cani e gatti in pericolo, gente di razze e culture diverse. Se non sbaglio - e io sbaglio molto poco - era così che era finito in rovina prestando, o per meglio dire, regalando i suoi averi ad un pover'uomo finendo per andare a vivere nell'appartamento del fratellino.
"Ace!" Urlò all'improvviso il biondo non appena vide la tesina appena stampata, quella a cui aveva lavorato per settimane intere, macchiata di grasso.
"Che succede?" Si precipitò Ace inciampando su uno dei suoi attrezzi da lavoro. Il corvino credette di essersi rotto qualcosa anche se non sentì alcun dolore.
"Quindi?" Chiese Sabo stringendo un po' più forte la presa. Era stato veloce, molto veloce. Aveva preso il fratello per i fianchi e l'aveva premuto a sé per non farlo cadere e per evitare che si facesse male.
L'altro alzò lo sguardo su di lui e si rese conto dei pochi centimetri che li dividevano. Arrossì violentemente ripensando al sogno fatto quella mattina, quello per cui gli era servita una doccia decisamente fredda per calmare i suoi bollenti spiriti.
"P-Perché mi hai chiamato?" Chiese scostandosi poco.
Sabo, ripresosi dall'accaduto, ritrovò la rabbia provata poco prima per la vista del compito che, a quanto pare, era più bello che andato.
"La tesina". Disse solo.
Ace solo dopo aver spostato lo sguardo da quello di Sabo si rese conto di che guaio fosse successo.
"Sabo!" Quasi urlò. "Ma quella non è la tesina per cui hai tanto lavorato?" Chiese preoccupato. La prese tra le mani cercando di capire cosa fosse successo ma anche dopo averla girata e rigirata non ci arrivava.
"Lascia perdere". Rispose Sabo andando a farsi una doccia. Ci aveva impiegato settimane per rendere perfetta quella tesina e prendere un bel voto e oramai era rovinata.
Dopo essersi lavato non rivolse una parola al corvino, mangiarono in silenzio e quando Ace gli fece qualche domanda lui rispose a monosillabi. Non voleva essere arrabbiato proprio con lui, solo che non riusciva a perdonarlo.
Alle nove in punto era già a sotto le coperte, le luci spente e il libro di economia chiuso nel comò accanto al letto.
La tesina ormai era inutilizzabile, avrebbe dovuto consegnarla la mattina dopo, ma anche volendo non ce l'avrebbe mai fatta; era finita.
Prese un tranquillante e dopo poco riuscì ad addormentarsi.
Dormì inquieto risvegliandosi con un forte dolore al collo, aveva avuto degli incubi su Ace. In uno l'aveva visto abbandonarlo, nell'altro lui gli diceva cose orribili come "Ti odio, non voglio più essere tuo fratello", ma quello che lo turbò di più fu l'ultimo fatto.
Aveva sognato Ace ed una ragazza bionda, lei lo allontanava da lui, gli diceva che con lei sarebe stato meglio ed Ace le credeva. Non comprese il suo turbamento, Ace poteva stare con chiunque.
Quando si alzò il suo turbamento si accentuò non trovando il corvino in casa. Erano a mala pena le otto, dove potrebbe mai essere andato, si chiese.
 
*Angolo Autrice*
Salve, popolo di OP! ^^
Vi chiederete, "Chi mai è questa?" Bhe, nessuno ^^'
Sono qui solo per fare un regalino alla mia Takkun (sicuramente non riuscirò a fare un collgamento ma passateci su ^^'). Quindi, questa storia cosa avrà massimo massimo 5-6 capitoli, un po' più lunghetti del prologo, I promise :'3
E' la mia prima volta qui, so siate clementi. ;D
Se questo schifo non vi piace prendetevela con quell'amica da strapazzo che me l'ha fatto pubblicare (Takkun? Ci sei?) u.u
Beeene, spero seriamente che la storiella vi piaccia almeno quel tanto che piace a me.
Grazie a chi leggerà, a chi metterà la storia tra seguite/preferite/ricordate e a chi perderà qualche minuto della propria vita per recensire.
Kisses, Sakkun___

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Capitolo 2
*** 1.Chapter ***


Condividere qualcosa non era mai stato così facile

1.Chapter

Provò a chiamarlo diverse volte ma con scarsi risultati, il corvino non rispondeva proprio.
La sua preoccupazione salì alle stelle quando si rese conto che Ace non aveva dormito lì la notte passata. Si mise dei jeans ed una felpa al volo, uscendo poi di casa.
Non pensò nemmeno per un momento al freddo tempo invernale oppure che, prima di uscire si sarebbe dovuto mettere una giacca.
Cercò per tutta la città, andò in ogni locale, negozio, bancarella che potesse almeno quel tanto attirare la sua attenzione ma niente, non lo trovò. Alla fine andò a cercarlo persino da Marco, il primo capo di Ace.
Lo odiava, odiava l'amicizia che avevano, il rapporto creatosi tra quei due, quella fratellanza che li univa ma che divideva inesorabilmente lui e il fratello.
"Senti", disse entrando nell'officina. "Hai per caso visto Ace?" Gli chiese a fior di labbra.
"Mh?". Disse il maggiore dei due. "Si sarà sicuramente addormentato al solito bar". Sorrise e senza nemmeno alzare lo sguardo continuò ad avvitare un bullone allentato. "Guai in paradiso?" Chiese poi ironico notando lo sguardo del minore.
"Hai visto Ace o no?" Era nervoso e per questo si stava mordicchiando le unghie già di per sé corte. Era un vizio che non era riuscito a sbarazzarsi.
Marco, alzando lo sguardo, lo scrutò per almeno un minuto intero prima di sospirare un no, alzarsi e prendere un cappotto.
"Andiamo a cercarlo, io a destra e tu a sinistra". Disse prendendo la direzione appena detta.
Sabo ritornò a cercarlo, girando per la città e maldicendosi mentalmente per aver dimenticato il cellulare a casa.
Si rese conto della pioggia scrosciante e di essere completamente bagnato e infreddolito solo quando una ragazza gli inciampò addosso facendo quasi cadere l'ombrello che teneva con entrambe le mani.
"Scusa", sussurrò arrossendo. Sabo le sorrise per poi allontanarsi a grandi passi per trovare un riparo dalla pioggia.
"Sabo?" Sentì chiamare il suo nome. "Ecco, adesso sento anche le voci" pensò. 
"Sabo, che ci fai sotto la pioggia? Ti prenderai un malanno, dannazione!" E poi una mano gli toccò il braccio. Voltandosi vide per prima cosa degli anfibi neri, salendo con lo sguardo passò a dei jeans che fasciavano la vita del corvino in modo perfetto, rivelando i muscoli accentuati nei punti giusti, poi la giacca nera in pelle, quella da motociclista che gli aveva regalato per il suo compleanno e infine vide il viso, le labbra strette per la preoccupazione, il naso leggermente arrossato dal freddo, le lentiggini gli punteggiavano le gote e gli occhi lo scrutavano ansiosi di una risposta. 
Non ne ricevettero, il biondo gli buttò le braccia al collo tenendolo stretto a sé. 
"Che diamine hai fatto oggi e ieri?" Gli urlò stringendolo ancora più forte. "Ti ho chiamato almeno un migliaio di volte e ho girato l'intera città per trovarti, sono persino andato da Marco pensando che fossi da lui!" Tenne il viso tra la spalla e il collo per non mostrare le lacrime agli occhi.
"Scusa", disse una voce femminile non molto lontano da lì. "Ieri Ace è venuto da me e ad un certo punto si sono spente le luci nell'intero quartiere e per vedere qualcosa abbiamo entrambi acceso la torcia dei cellulari e nel giro di due ore di sono scaricati". Una diciassettenne dai capelli neri e lunghi, gli occhi verdi, la pelle pallida e magra mi arrivava quasi alla spalla. Doveva essere Akira, un'amica di Ace.
Sabo guardò prima lei e poi il fratello. "Che ci faceva lui a casa sua?" Pensò prima di perdere i sensi.
Si era ammalato, quello stupido si era preso l'influenza uscendo di casa senza coprirsi. Ace rimase a prendersi cura di lui, mettendogli un panno fresco sulla fronte e preparandogli qualcosa da mangiare.
Sabo si svegliò la mattina del giorno dopo, stanco e ancora ammalato ma molto affamato.
"Tranquillo", disse Ace. "Ti ho preparato io qualcosa di buono da mangiare". Rispose portandosi dietro una pentola piena di riso al curry. Gliene versò un po' in un piatto e il restante lo lasciò in un altro piatto per sé.
"Stai meglio?" Gli chiese un po' preoccupato. Quello che di solito si prendeva cura di lui e Rufy era Sabo.
"Sì, grazie". La voce era roca e terribilmente sexy, se non fosse stato malato Ace non avrebbe resistito a baciarlo.
"Ho preparato questo riso al curry solo per te, Sabo!" Esclamò fiero prima che il biondo potesse provarlo.
E quando Sabo assaggiò la pietanza ne rimase stupito, non perché fosse buona, ma perché il fratello aveva confuso sale e zucchero rendendo il tutto una brodaglia. 
Non si lamentò, anzi. Mangiò il tutto facendo persino i complimenti al cuoco che fiero prese il pentolone portandolo in cucina.
Ace, dopo aver posato il pentolone nel lavamani, provò lo squisito curry che aveva preparato per il fratello e lo assaggiò sputandolo subito dopo. Sapeva di... un sapore indefinito, dolce e amaro allo stesso tempo, salato e aspro. Era uno schifo e Sabo l'aveva mangiato tutto senza stare male.

To be continued...

*Angolo autrice*
Ehilà, one pieceiani, come va il ritorno a scuola? ^^
Io ho bisogno di una vacanza rilassante che però duri dodici mesi su... dodici (?) X'D
So che avevo promesso di scrivere di più ma la scuola non me lo permette e non volevo che passasse tanto tempo da un aggiornamento ad un altro.
Che ne pensate? Spero taaanto che vi piaccia >///< (Ma Sabo ed Ace quuuuaaaanto sono kawaii? *^*)
Ora torno a studiare tedesco,
Tschüss, Sakkun

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