We are the same thing- frammenti di ricordi-

di Mad_Dragon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I believe in you ***
Capitolo 2: *** Do you trust me? ***
Capitolo 3: *** Nubi all'orizzonte ***
Capitolo 4: *** I'll be stronger, only to protect my friends ***
Capitolo 5: *** Passato infranto ***



Capitolo 1
*** I believe in you ***


I believe in you
Disclaimer: questa storia è collocata temporalmente prima dell'inizio della mia long "We are the same thing", quindi non è necessario aver letto prima quella. Tuttavia, alcuni elementi che ho inserito nella long sono presenti. Si consiglia di leggere prima la long.
Stoick se ne stava seduto sulla sedia nella Sala Grande. Pensava a quello che era successo negli ultimi due anni. Le fondamenta di ciò che lui era erano state completamente scosse da quel ragazzo che a malapena riusciva a tenere in mano un'arma. Alla fine, quel ragazzino si era dimostrato più coraggioso dei guerrieri più anziani, più intelligente di tutti i vichinghi che il capo villaggio aveva conosciuto. Era riuscito a far amicizia con un drago. Aveva ucciso Morte Rossa, il più grande drago conosciuto e ora stava allenando i suoi amici e dava consigli ai più grandi su come risolvere alcuni problemi. Faceva tutto da solo.
"È diventato il più amato, il più ben voluto, il più rispettato vichingo di sempre. E io che continuavo a denigrarlo." pensò Stoick mentre si passava la mano sulla lunga barba. In pratica suo figlio era cresciuto senza di lui. Stoick l'aveva protetto fin da quando Valka se n'era andata.
Ma non era quello il momento per perdersi nei ricordi di un passato ormai irrecuperabile. Si alzò dalla sedia ed uscì dalla Sala Grande. Camminò per le strade del villaggio senza una meta precisa. Per caso, si ritrovò davanti alla costruzione dove viveva Thornado. Il drago lo accolse con un suono difficile da descrivere. Stoick gli mise una mano sulla testa e il drago si tranquillizzò.
"Amico mio, senti anche tu che qualcosa sta cambiando?" chiese il capo villaggio.
Il drago lo guardò e annuì. "Lo so. Nubi oscure si addensano all'orizzonte e credo di non poterle sconfiggere senza il suo aiuto." disse Stoick.  L'Immenso si voltò verso l'Accademia dei draghi e sorrise. "Che ne dici di fare un giro?" chiese Stoick. Il drago ruggì. Stoick montò sulla sella e prese il volo. Atterrò al centro dell'arena degli allenamenti.
"Papà?!? Cosa ci fai qui?" chiese Hiccup.
"Volevo sapere se ti andava di fare un giro con il tuo vecchio."
"Veramente noi ci staremmo allenando."
"Credo che i tuoi amici possano continuare anche senza di te."
"Eh va bene." disse Hiccup montando su Sdentato.
Padre e figlio volarono per diversi minuti in silenzio. Stoick non sapeva cosa fare. Conosceva lo stato d'animo di Hiccup e non voleva chiedergli troppo. Ma sapeva che doveva farlo.
"Hiccup." disse l'Immenso.
"Sì papà?" rispose l'altro.
"Ho notato che avete fatto enormi progressi. Scaracchio continua ad elogiarvi."
"Abbiamo ancora molta strada da fare."
"Lo so. Ma io vorrei chiederti un favore."
"Dimmi."
"Vorrei che tu e gli altri, appena avrete terminato il vostro percorso, iniziaste ad allenare una nuovo squadra di Cavalieri. Non sei obbligato a farlo."
"Papà... devi lasciarmi del tempo per decidere. Inoltre non posso garantire che gli altri accettino."
"Sapevo che avresti risposto così. Non ti preoccupare."
I due volarono verso casa. Stoick sapeva che aveva caricato sulle spalle un grosso macinio. Tuttavia credeva in suo figlio e non lo avrebbe più lasciato da solo ad affrontare i suoi problemi da solo. "Hiccup!" disse il capo villaggio, richiamando così l'attenzione del figlio. "Ricordati che io crederò sempre in te, a prescindere dalla tua decisione." Gli occhi di Hiccup si illuminarono e sul suo viso comparì un sorriso. "Grazie papà. Grazie davvero."
[570 parole]  
 

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Capitolo 2
*** Do you trust me? ***


Do you trust me?
 
Missing moment collocabile tra il secondo e il terzo capitolo. Personaggi: Hiccup, Astrid, Moccicoso (citato), Gambedipesce (citato), Nuovi personaggi ( citati)
Hiccup, quel giorno, aveva deciso di andare a fare un giro con Sdentato. Ne aveva bisogno. Sdentato solcava l'aria veloce come il vento. Hiccup guardava le nuvole sotto di lui. Sentiva un certo senso di vuoto dentro di sé. "Cosa mi manca?" si chiese mentalmente. I suoi allievi gli davano solamente soddisfazioni, suo padre lo aveva accettato per come era e lo spronava a seguire il suo cammino. Anche con Astrid le cose andavano bene: non stavano ufficialmente insieme, ma tutti li consideravano tali. Perfino Moccicoso non lo prendeva più in giro. La sua vita sembrava perfetta, ma c'era un macchia nera che non riusciva a cancellare nonostante i suoi continui sforzi.
"Sdentato?" chiamò Hiccup. Il drago lo guardò ed emise un verso. "Portami dove tu sai." gli disse il ragazzo. Il drago virò leggermente verso destra e aumentò la velocità. Dopo pochi minuti i tre arrivarono su una piccola isola in mezzo all'oceano. L'isola era diventata il piccolo rifugio segreto di Hiccup e di Sdentato. Appena atterrati, Hiccup si buttò a terra e il suo migliore amico lo imitò.
"Ehi amico, non ha mai avuto l'impressione di avere un vuoto dentro di te?" chiese  il moro.
Il drago lo guardò interrogativo.
"Senti, lascia stare, non è niente."
"Eh no, ora tu parli!" esclamò una voce più che conosciuta ai due. Hiccup si voltò e la vide: astrid lo guardava con due occhi tristi. Il moro si alzò e le andò incontro.
"Non ti avvicinare!" le urlò lei.
"Perché?"
"Tu non ti fidi di me!" disse la bionda.
"Non è vero!"
"Invece sì. SE ti fidassi di me, mi racconteresti tutto."
L'aveva ferita... e solo se n'era accorto. Hiccup l'abbracciò e, tra le lacrime, le disse:" Scusami."
Passati qualche minuti i due si sedettero sull'erba. "Avanti, parla." lo esortò Astrid.
"Adesso sta andando tutto, ma mi rendo conto che mi manca qualcosa." disse Hiccup
"E dimmi: sai già cos'è quel qualcosa?"
" Credo di sì."
"E...?"
"Credo che sia mia madre. Da quando è scomparsa, non ho mai avuto troppo tempo per pensare a lei, ma adesso è tutto diverso. Vorrei che lei fosse qui."
"Secondo me, lei è ancora là fuori."
"Lo credi davvero?"
"Ti fidi di me?"
"Più di qualsiasi altra persona al mondo."
Astrid si avvicinò ad Hiccup e lo abbracciò. "Ti aiuterò a trovarla." disse la bionda. "Grazie." rispose il moro.
Astrid si alzò e si avvicinò a Tempestosa e salì in sella. "Astrid, aspetta!" la chiamò Hiccup. La ragazza si voltò. "Ti amo." disse Hiccup. La bionda smontò dal drago, si avvicinò a Hiccup e lo baciò. "Anch'io ti amo." disse. Hiccup l'abbracciò  e rimasero così per moltissimo tempo, poi si presero per mano e si incamminarono verso i loro rispettivi draghi. Hiccup adesso sapeva che quel vuoto sarebbe rimasto per sempre dentro di lui, ma c'erano delle persone che l'avrebbero aiutato ad andare avanti.
[507 parole]
  
 

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Capitolo 3
*** Nubi all'orizzonte ***


Nubi nere all'orizzonte
Note pre-racconto: missing moment collocabile qualche ora dopo gli eventi del capitolo VII; personaggi: Sdentato, Tempestosa, Zanna Curva, Muscolone, Rutt e Vomito, Nuovi Draghi.
La notte era scesa da un paio d'ore e la calma regnava sovrana. Tutti, sia vichinghi che draghi, si era rintanati nelle loro case. Tutti meno Rubyn, il quale continuava a pensare a quello che aveva detto a Sdentato qualche ora prima. D'un tratto sentì un ruggito scuotere l'aria. "Il segnale!" pensò il drago color cremisi. Rubyn aprì le ali e spiccò il volo cercando di fare il minimo rumore possibile per non allertare il suo Cavaliere.
Dopo qualche minuto di viaggio, Rubyn arrivò nel luogo prestabilito. Ad accoglierlo c'erano Tempestosa, Joules e Sdentato.
"Dove sono gli altri?"chiese Rubyn.
"Zanna Curva è andato a prendere Rutt e Vomito,Muscolone si sta occupando di Camaleo, Skulk e Serpentina." disse Tempestosa.
"Perché ci hai convocato qui?" chiese Joules.
"Preferisco parlarvene quando ci sono tutti" disse il Furia Buia.
"E se noi lo volessimo sapere adesso...?" chiese Rubyn.
"Dovreste comunque aspettare. O vuoi un'altra lezione come quella di oggi?" rispose Sdentato.
"Di cosa state parlano?" chiese Tempestosa.
"Non è importante."dissero all'unisono il Furia Buia e L'Ali Cremisi.
Dopo pochi minuti arrivarono tutti gli altri draghi. Il primo a prendere la parola fu Zanna Curva, il quale chiese a Sdentato i motivi della riunione segreta. Sdentato rispose che presto l'avrebbero scoperto, poi iniziò il suo discorso. "Fratelli, vi ho convocati qui perché vi devo rivelare un segreto davvero importante. Durante una delle mie ultime esplorazioni con Hiccup, abbiamo scoperto una cosa davvero pericolosa." disse Sdentato.
"Non lasciarci sulle spine, Sdentato! Parla!" lo esortarono Rutt e Vomito.
Il drago nero proseguì:" Abbiamo trovato una colonia di draghi completamente sterminata. L'unica cosa che è rimasta integra è un uovo. Adesso l'uovo è nascosto su un'isola completamente deserta di cui solo io e Hiccup conosciamo la posizione esatta."
"Ma avete  qualche sospetto sull'accaduto, sennò non ce e staresti parlando." disse Serpentina.
"Vedo che hai spirito d'osservazione, mia cara. Ebbene sì, ho un brutto presentimento. Non è normale che un'intera colonia venga eliminata. Ci deve essere lo zampino di qualcuno di davvero potente."
"Stai pensando a lei...? (1)" chiese Tempestosa.
"No, è impossibile che sia sopravissuta e nel nido non c'erano uova. Penso a qualcuno di più umano." disse Sdentato.
"Ne abbiamo di nemici umani: quel ragazzo pazzo, i tizi che hanno assaltato Berk più d'una volta. Per non parlare di quegli abitanti di Berk che continuano ad odiarci." disse Muscolone.
"Io non credo che siano stati gli abitanti di Berk. Protendo più per i nemici esterni." disse Skulk.
"Sono d'accordo con te amico, ma dobbiamo trovare delle prove. Senza di esse, gli umani non muoveranno un dito." disse Hydra, lo Scladerone di Caleb.
"Per ora vi chiedo di non far intendere nulla ai vostri Cavalieri, giovani reclute. Mentre gli altri saranno già stati avvertiti dal mio Cavaliere." disse Sdentato.
"Sdentato, non credo che tenere all'oscuro Merric e gli altri sia una buona idea. Devono sapere." disse Joules.
"Per ora è meglio così. Credimi, tu e i tuoi compagni avrete altri problemi di cui occuparvi nei prossimi mesi. Quando la situazione sarà più calma anche loro verranno informati." rispose il Furia Buia.
"Che problemi?" chiese Rubyn.
"Lo scoprirai presto." disse Sdentato.
Rubyn non era soddisfatto di quella risposta. Si stava preoccupando per il suo Cavaliere e per i suoi amici. Si sentiva impotente: non poteva ribellarsi, poteva solo dare la sua opinione che sarebbe stata ignorata da tutti meno i suoi compagni di squadra. Sdentato esortò gli altri draghi ad andarsene, visto che si erano dilungati troppo e qualcuno potrebbe scoprirli. Joules si avvicinò al suo amico e gli chiese cosa avesse intenzione di fare dopo gli avvertimenti di sdentato. "Serberò il segreto. Ma non rimarrò qui seduto ad aspettare il finimondo. Indagherò su quello che è successo." disse il drago cremisi. Finito il suo discorso, Rubyn spiccò il volo e si allontanò dalla radura.
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Niente di particolare da dire. Mi sono divertito a scrivere questa OS. I dialoghi, per chi non lo avesse capito, sono detti dai draghi nella loro "lingua", quindi loro non sanno parlare come Hiccup & co. Per facilitarmi il compito gli ho scritti in italiano.
1) Morte Rossa.

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Capitolo 4
*** I'll be stronger, only to protect my friends ***


I'll be stronger, only to protect my friends

note pre-racconto: missing moment ambientato durante il capitolo XV. Personaggi: Matt, Melanie, Sacerdote, Karl (citato).

La stanza, da fuori, sembrava piccolo ma, una volta entratevi, essa si rivela abbastanza grande da riuscir a contenere almeno una ventina di persone. La prima cosa che saltava all'occhio era la statua raffigurante Odino. Essa era molto alta, quasi quanto la stanza stessa, e riccamente particolareggiata. Tra le mani reggeva una coppa con delle strane incisioni raffiguranti la prova che Odino ha dovuto affrontare per ottenere la conoscenza suprema. il resto della stanza era decorato in modo molto spartano: sulla destra c'era un piccolo altare, sulla sinistra uno stipo per i manoscritti e al centro una vasca con dell'acqua.
Matt, aggirata la vasca d'acqua, si avvicinò alla statua di Odino. Si inginocchiò e toccò la statua con le mani congiunte, come gli aveva insegnato la madre quando era molto piccolo. Dopodiché, prese uno dei piatti appoggiati vicino alla statua, vi verso dentro un liquido ambrato ed un bastoncino di essenze profumate. Gli diede fuoco con la selce che portava con sé, poi congiunse le mani e pregò in silenzio.
"Odino, padre di tutti noi e degli dei, dammi la forza di andare avanti..." sussurrò Matt.
Fece per alzarsi ma venne trattenuto da una mano che si era appoggiata sulla sua spalla. Matt si voltò e guardò colui, anzi colei, che l'aveva raggiunto: Melanie. La ragazza si era seduto al fianco di Matt e lo guardava. Dai suoi occhi trapelava un misto di preoccupazione e di tristezza.
"Melanie, cosa ci fai qui?" chiese Matt mentre si alzava.

"Sono venuta a chiamarti... E poi volevo sapere come stavi, visto che non abbiamo avuto tempo per parlare" rispose la ragazza.
"Sto benissimo, non preoccuparti"
"Sappiamo entrambi che non è vero"
"Cosa vuoi dire?" chiese Matt incupendosi.
" Ti stai comportando in modo strano da qualche settimana... Hai voglia di parlarne?"
"Non... Sì, molto probabilmente mi farà bene parlarne"
"Su, sputa il rospo!"
" Ti ricordi i primi tempi, quando facevo lo spavaldo? Lo facevo solo per nascondere le mie insicurezze..."
"Beh, tutti prima o poi troviamo degli ostacoli sul nostro cammino, è inevitabile... Però, possiamo scegliere se affrontarli da soli o meno" disse Melanie mentre si avvicinava al suo compagno di squadra.
"Allora non me ne rendevo conto, tutto intorno a me si stava distruggendo... Ho deciso di agire troppo tardi e non ho potuto fare più niente per fermare la distruzione della mia famiglia"
"Non ti capisco..."
"La mia famiglia, ufficiosamente, è andata in pezzi dopo che mio padre ebbe l'incidente con l'ascia"
"Per questo hai chiesto a Karl di ospitarti?"
"Sì..."
"E?"
"Penso che non diventerò mai come lui. Guardalo! Non ha mai perso la calma durante le missioni, cosa che io non riuscirei a fare, e ha l'approvazione di tutti!"
"Beh..."
Melanie non sapeva più cosa dire, così abbracciò l'amico e gli sussurrò che aveva la sua approvazione. I due esitarono a sciogliere quell'abbraccio desiderato e temuto allo stesso tempo. D'un tratto, una voce dal tono imperioso ingiunse ai ragazzi di separarsi poiché non era quello il luogo adatto.
"Ci scusi!" dissero in coro i due ragazzi visibilmente imbarazzati.
"Mi basta che non lo facciate più" rispose il sacerdote.
Melanie si avviò verso l'uscita della stanza. Il sacerdote si accostò a Matt sussurrandogli:"Ho involontariamente ascoltato la vostra conversazione. Posso dirti che un futuro roseo e glorioso ti aspetta"
"Non capisco..." disse confuso Matt.
"Sono un veggente e, appena vi o visti, una visione del vostro futuro mi è apparsa. Non posso svelarti nulla di troppo dettagliato, ma ti assicuro che quella ragazza diventerà una parte importante della tua vita. Ora va!"disse il sacerdote incoraggiando il ragazzo con una pacca energica sulla spalla.
Matt uscì dalla stanza con il sorriso sulle labbra, nonostante le parole sibilline del sacerdote lo avessero lasciato perplesso.

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Buongiorno, come state?
Ecco la tanto decantata OS su Matt e Melanie, vi è piaciuta? Colgo l'occasione per comunicarvi che, con l'avvento della scuola, gli aggiornamenti saranno molto irregolari. Auguro a tutti voi un buon rientro. Un saluto \0/
Rovo  

 
 

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Capitolo 5
*** Passato infranto ***



Passato infranto

note pre-racconto: missing moment collocato molti anni prima della mia long e del primo film. Per farvi capire si colloca quando Gothi era poco più che adolescente. Personaggi: Gothi, Floki, Gran Maestro.

Gothi camminava con passo veloce e deciso in direzione della stanza dove Floki era solito rintanarsi. L'anziana signora, quella notte, aveva avuto una visione mentre dormiva. Aveva visto un uccello, un corvo per la precisione, appollaiarsi su una roccia. Da dietro la roccia comparve un'oscura figura coperta da un mantello color della notte. L'essere abbassò il cappuccio e rivelò un viso completamente bianco, privo di occhi e di bocca, con tre grosse linee rosse che gli tagliavano trasversalmente la faccia. In una mano teneva una specie di bolla in cui vi era rinchiuso un essere umano. Gothi era follemente spaventata da quella figura. Era una paura profonda, radicata a fondo nel passato della Vecchia del villaggio.
L'anziana scacciò dalla mente quelle immagini spaventose e accelerò il ritmo per arrivare prima alla sua destinazione. Aprì la porta e si fiondò nella stanza con un impeto quasi innaturale per la sua età. Floki quasi cadde dalla sedia quando la vide entrare.
"Gothi, cosa ti porta qui così presto?" chiese Floki con la sua solita nonchalance.
"Ho avuto una visione e..."
"Oh, finalmente i tuoi poteri si stanno risvegliando"
"Non è questo il momento per parlare di queste cose" disse la donna battendo il pugno sul tavolo per ribadire il concetto, poi aggiunse:" Sta per succedere qualcosa di brutto, una persona che non vediamo da tanto sta per tornare"
"Di chi stai parlando?"
"Andiamo, non ti ricordi quello che è successo quando eravamo giovani?!"
"Intendi dire... Quella persona?"
"Proprio lui"
I ricordi assalirono Floki con una forza impressionante. Le immagini di una vita completamente diversa si materializzarono davanti ai suoi occhi. Il Gran Maestro cercò di calmarsi, ma oramai il flusso dei ricordi era stato aperto e Floki non poté far altro che lasciarsi travolgere da quel fiume in piena. Un fiume pieno di amari rimorsi.
***
Due ragazzi, poco più che bambini, giocavano rincorrendosi in un grande prato. L'erba azzurra e fresca solleticava i piedi dei ragazzi e li faceva ridere. Da lontano, un uomo anziano li guardava con fare apprensivo. Era stato per entrambi la cosa più vicina ad un padre, o vista la sua età, ad un nonno che i due ragazzi avevano avuto.
"Maestro, venga a giocare con noi" disse la ragazza con un tono quasi perentorio.
"Gothi, non vedi che il Maestro è stanco! Non importunarlo con le tue richieste!" l'ammonì il suo compagno di gioco.
"Stai zitto, nessuno ti ha interpellato"
"Gothi! Floki! Non litigate. Giocherò con entrambi per un po'" disse il vecchio mentre si alzava. Si avvicinò ai ragazzi e accarezzò le loro teste chiedendo nel mentre a cosa volessero giocare.
Dopo una decina di minuti, i tre furono costretti a fermarsi a causa delle grida di una novizia che correva verso di loro.
"Cosa c'è, ragazza mia" disse il Maestro mentre si avvicinava alla novizia, la quale impiegò un paio di minuti per riprendere fiato, poi parlò e le sue parole procurarono all'anziano una serie di brividi lungo la schiena.
"Non è possibile..." disse l'uomo mentre si copriva gli occhi con una mano.
"Maestro, Saer è stato colto in flagranza di reato. Aveva costruito un laboratorio completo di tutte le apparecchiature che gli servivano per fare... beh, qualsiasi cosa stesse facendo" disse la ragazza mentre si sistemava una ciocca di capelli.
"Adesso dov'è?"
"Nel cortile centrale. Lo stanno interrogando"
Il Maestro si incamminò e distanziò in pochi secondi la novizia, la quale dovette faticare un bel po' prima di riuscire ad avvicinarsi all'uomo.
"Cos'è successo?" chiese Gothi. Tutta la sua sfacciataggine si era dissolta come neve al sole vedendo la reazione del suo maestro.
"Non ne ho la minima idea" rispose Floki mentre osservava i due andarsene, la testa piena di domande e dubbi.
***
Floki e Gothi si fecero largo attraverso la folla menando gomitate più o meno forti ai confratelli che si ostinavano a far da muraglia a ciò che stava succedendo a Saer. Però, quella muraglia alla fine cedette e i due ragazzini riuscirono ad arrivare in seconda fila, pronti a scoprire cosa stava succedendo.
Saer stava al centro del cortile. Le mani era legate tra di loro da una spessa corda che gli tagliava i polsi, le gambe erano state incastrate in due ceppi. I capelli, bagnati dal sudore, ricoprivano la fronte del ragazzo, il quale guardava con occhi pieni di astio i tre giudici che stavano per emettere una sentenza. Sentenza che avrebbe portato alla sua reclusione o alla sua morte.
Il Gran Maestro si avvicinò al ragazzo e gli chiese:" Perché?"
"Perché io volevo sapere, conoscere..."
Uno schiaffo poderoso lo colpì alla guancia destra. "Non mentirmi!" urlò l'anziano. Un urlo di disperazione più che un urlo d'ammonimento.
Saer rimase in silenzio, così il Gran Maestro si vide costretto a continuare il suo discorso:" Tu cerchi il potere, Saer. Lo brami con ogni fibra del tuo essere. Ho cercato di salvarti da questo fuoco che prima o poi ti consumerà, ma..."
"Balle!" urlò il ragazzo. " Tu hai paura, Maestro. Hai paura che io diventi più forte di te e ti possa spodestare. Per questo mi hai sempre posto quei paletti!"
A quelle parole, le catene e i ceppi che imprigionavano il ragazzo furono circondate da una strana aura nera. Dopo pochi secondi, essi esplosero e diversi frammenti colpirono il Gran Maestro. Egli rovinò a terra e un lago di sangue cominciò a macchiare il terreno intorno al corpo.
"Tornerò, sciocchi, e allora pagherete per tutto!" urlò Saer prima di essere avvolto da una coltre di fiamme color porpora.
Floki si avvicinò al cadavere del maestro e, tra un singhiozzo e l'altro, lo supplicò di rialzarsi. Il Maestro non rispose e il bambino si avvinghiò al suo corpo non facendo avvicinare nessuno.
***
Floki riuscì a bloccare quei ricordi dolorosi e, dopo essersi massaggiato le tempie, disse:" Continuiamo le indagini, nel frattempo rifletterò su questa visione"
Gothi annuì e, comprendendo il profondo sconforto dell'amico, uscì dall'ufficio.
-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------+ Angolino dello scribacchino in erba +
Fantasy, fantasy everywhere! Ok, torniamo seri. Non credo che ci sia bisogno di spiegare chi sia Saer e che ruolo abbia nella long, poiché credo che sia abbastanza ovvio... Se qualcuno di voi avesse dei dubbi, sentitevi pure liberi di contattarmi.
Rovo 

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