E' una promessa

di Rossella Gallo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Era il 23 Ottobre di un freddissimo inverno di qualche anno fa, fu lì che per la prima volta lo vidi in tutta la sua bellezza; con i suoi capelli tinti di un rosso acceso,gli occhi di un azzurro splendente, la sua maglietta dei green day e il suo sorriso. Tutto di lui mi affascinava, il suo modo di ridere , le sue battute, il suo amore per il punk rock,lui. Io ero completamente l'opposto, un'innocente ragazzina di 15 anni che da qualche mese aveva perso tutto, i suoi genitori.Per me ormai  vivere non significa vivere, ridere non significa ridere, piangere significa piangere.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


" Scarlet! Scarlet! Sveglia!"
Mi sentì chiamare, era mia zia che come ogni mattina, mi risvegliava per iniziare un'altra insulsa giornata. Perchè non lasciarmi stare!? Ormai la mia vita non ha più un senso, nessuno può capirmi, neanche io mi capisco.
Mi alzai da quel scomodissimo letto per non sentire più le urla di quella isterica che era stata l'unica ad accogliermi nella sua casa. Mi vestì, presi lo zaino e mi recai in cucina per fare colazione.
"Giorno cara"
"zia"
"sbrigati o farai tardi" mi disse con quell'aria severa che aveva sempre.
Senza rispondere presi lo zaino e uscì dalla casa in cui ero ospite. Nelle orecchie mi ficcai gli auricolari, l'unica cosa che mi dà la forza di andare avanti per quella che ormai non è più vita. Con passo sostenuto mi recai in quel posto che tutti odiano che invece io amo perchè mi distoglie dai miei soliti pensieri, più comunemente chiamato scuola. Entrai nella mia solita classe a testa bassa stanca di tutti gli aggettivi che mi venivano attribuiti senza nemmeno conoscermi; mi sedetti in ultima fila e fu lì che notai qualcosa di strano qualcuno si stava sedendo accanto a me, non sapevo cosa  fare se alzare la testa e capire chi fosse o restarmene ad ascoltare musica e scarabbocchiare sul mio quaderno dei disegni. Avendo più coraggio del solito quel giorno, alzai la testa e mi ritrovai una chioma rossa davanti ai miei occhi. Lui vedendomi mi sorrise, distolisi immediatamente lo sguardo, da troppo tempo nessuno mi sorrideva più, solo mia madre lo faceva. Entrò in classe il professore e tutti come quasi comandati da qualcosa ci alzammo in piedi in segno di saluto,passato qualche secondo ci risiedemmo senza garbo.
"Ragazzi" iniziò il professore " oggi vi farò conoscere il vostro nuovo compagno di scuola, Michael vieni qui"
Il ragazzo accanto a me si alzò e raggiunse il professore.
" Salve a tutti, sono Michael Lewis,ho 17 anni sono stato bocciato più volte, mi sono trasferito qui  da poco  per motivi familiari"
Michael...quel ragazzo era diverso, non era per nulla in imbarazzo mentre si presentava ad un'intera classe, cosa che sicuramente sarei stata io al suo posto, aveva un non so che di alternativo. Uno alla volta il professore stava facendo presentare tutta la classe a quell'individuo alternativamente attraente. Arrivò il mio turno, ero un pò a disagio perchè tutti gli occhi erano puntati su di me ma soprattutto i suoi occhi erano su di me.
" Ehm...mi chiamo Scarlett, Scarlett Morgan, vivo qui a Forks da quando i miei...da quando l'ho deciso io."
Appena finì di parlare suonò la campanella presi le mie cose e più velocemente che potessi uscì da quella classe, la quale mi era sembrata più piccola del solito. Mi recai in mensa, il posto che più odiavo e mi sedetti distante da tutti gli altri individui che popolavano quel luogo. Uscì il mio solito panino dallo zaino e prima ancora che potessi darne il primo morso qualcuno spostò la sedia accanto la mia e ci si sedette, alzai la testa ed era di nuovo lui con la sua solita chioma rossa.
"Ehi, prima non abbiamo avuto modo di parlare, piacere Michael" allungò la sua mano verso di me, ero a disagio non sapevo che fare,così con molta cautela afferai la sua mano.
" Scarlett"
"Come mai non sei come tutti gli altri a gridare e parlare animatamente?" e adesso cosa voleva da me!? Tutto ad un tratto qualcuno mi rivolgeva la parola e si preoccupava anche per me.
"Semplice non ne ho voglia. E tu invece perchè non sei con loro?"
" Semplice ti ho vista qui tutta sola è ho preferito vivamente te a loro." Cosa davvero c'era in quel ragazzo che non andava?! Non vedeva che nessuno mi rivolgeva la parola, che non esistevo, e lui volevo rovinarsi la reputazione già dal primo giorno di scuola?
" Meglio che tu non ti faccia vedere con me non vorrai rovinarti la reputazione già da ora, vero!?" Il ragazzo rimase sorpreso da ciò che avevo detto e anche dal mio tono un pò più alto del solito, non era l'unico anch'io ero meravigliata da me stessa.
"Gli altri non  riescono a vedere la tua vera identità, io riuscirò a farti emergere da tutto quel nero che ti circonda, è UNA PROMESSA."

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Ripensavo e ripensavo a come quel ragazzo dopo poche parole avesse capito da quanto nero fossi circondata. Come poteva!? Nessuno l'aveva mai capito, tutti si fermavano al mio aspetto esteriore, a come fossi diversa dalla società. Si, bhe, avevo un dilatatore, molti buchi all'orecchio destro, capelli castano chiaro  dalle punte colorate di azzurro e verde acqua, tatuaggi (nessuno sapeva che in raltà fossero finti). Ovviamente la gente mi definiva strana perchè tutti hanno dei pregiudizi anche la persona più buona su questo pianeta in via d'estinzione, nessuno ha il coraggio di dirti le cose che pensa in faccia, tutti si divertono a parlarti da dietro (la gente è molto brava in questo), poche sono le persone vere, poche sono le persone definite strane perchè hanno un proprio stile, pochi sono LUI. Non riuscivo a capire un bel niente sulla biologia e sul perchè un essere vivente fosse definito tale poichè avevo un unico pensiero,lui. Decisi di recarmi nella solita caffetteria con il mio libro preferito "Breaking Dawn", avevo una fissa per i vampiri, i licantropi o per qualunque cosa di sovrannaturale; forse perchè speravo che ci fosse qualcosa o meglio qualcuno che un giorno o l'altro mi avrebbe fatto vedere il mondo sotto un' altra luce, per ora mi sembra solo un qualcosa di inutile perchè tutti seguivano la società e nessuno aveva il coraggio di ribellarsi, o meglio, quei pochi (come me) che ne avevano avuto il coraggio restavano fuori da tutto , allontanati da tutti...ma forse era meglio così, preferivo restare sola piuttosto che fingere di essere qualcun'altro. Arrivata alla caffetteria mi sedetti nel mio solito posto all'angolo del locale, dove nessuno poteva disturbarmi,nessuno entrava in contatto con il mio mondo parallelo a quello reale. Ordinai una cioccolata calda poichè faceva un freddo cane e poi con molta grazia presi il libro e comincia a rileggerlo per la miliardesima volta. La porta della caffetteria si aprì facendo entrare tutto il vento che in quel pomeriggio di Ottobre c'era e facendomi ranicchiare ancora più in me stessa. Non facendo molta attenzione a chiunque fosse entrato continuai la mia accurata lettura a parole che ormai sapevo a memoria.
"Che leggi?"
Quella voce,la sua voce...l'avrei riconosciuta tra centinaia, l'unica voce che era stata in grado di capirmi senza che io mi fossi dovuta aprire. Alzai di colpo la testa e mi ritrovai i suoi occhi azzuri nei miei. I suoi capelli, più rossi che mai,era vestito con dei jeans neri strappati sulle ginocchia,maglietta dei Nirvana, Vans, cappotto e con il suo solito pearcing nero sul sopracciglio destro.
"Uhm...Breaking Dawn" lui ne rimase sorpreso,lo vedevo dai suoi occhi che si spalancarono un pò più del solito.
"Oh wow! Ti piace il fantasy da quanto vedo"
Diavolo se mi piaceva! Forse piaceva anche a lui? Per questo era rimasto così sopreso? Se glielo avessi chiesto l'avrei infastidito? Non volevo farlo sentire a disagio in qualche modo. Dio...non lo conoscevo e già mi preoccupavo per lui!
"Ehm, bhe si"
Senza chiedere il permesso si accomodò sulla sedia di fronte a quella su cui ero seduta io. Si tolse il cappotto e rimase a mezze maniche. Come faceva? Bhe, si,insomma faceva freddissimo qui dentro anche se il riscaldamento fosse acceso.
"Come mai?"
Come mai? Come mai? Come mai? Di certo non potevo raccontargli che da quando sono morti i miei ho avuto bisogno di tutto pur di distrarmi,avevo bisogno di qualcos'altro in cui credere..non potevo dirglielo o altrimenti mi avrebbe deriso proprio come tutti gli altri o semplicemente avrebbe provato pietà per me ed è ciò di cui non avevo per niente bisogno.
"Bhe mi piace tutto ciò di sovrannaturale, tutte le cose che dalla gente sono definite strane, pazze o indecenti a me piacciono!"
"Oh bhe allora ci troveremo bene, sai prima di tutto io vengo definito pazzo, secondo mi piace il sovrannaturale, terzo e non meno importante guardami, sono indecente!"
Fu per la prima volta che dopo tanto tempo qualcuno riuscì a farmi ridere,lui con la sua verità ci era riuscito.
"Capelli tinti di un rosso accesso che più accesso non esiste,occhi troppo azzurri,quasi trasparenti, ascolto il punk rock poco conosciuto...bhe dai si mi posso definire pazzo"
Scoppiai a ridere ancora di più, lui guardandomi a sua volta rise.
"No! Non sei strano, sei solo un ragazzo in via d'estinzione!"

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