Non dire gatto, se non ce l'hai nel sacco!

di Valerie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Non dire gatto, se non ce l'hai nel sacco! ***
Capitolo 2: *** I sogni son desideri ***
Capitolo 3: *** Tra ragione e sentimento ***
Capitolo 4: *** Distanze ***
Capitolo 5: *** L'amore non è passione ***
Capitolo 6: *** Close your eyes ***
Capitolo 7: *** Ricatti e controricatti ***
Capitolo 8: *** Il regalo più bello ***



Capitolo 1
*** Non dire gatto, se non ce l'hai nel sacco! ***


Aveva sbagliato a dirglielo!
Da quando aveva confessato la sua confusione sentimentale a Tommy, il loro rapporto era andato a rotoli. Aveva fatto finta di interessarsi a Giulio, il ragazzo con cui si frequentava da qualche mese, ma non aveva smesso di odiare tutte le ochette che giravano intorno al suo distante cugino.
Quella sera aveva liquidato il suo fidanzato con la scusa di non sentirsi molto bene e poi deciso di uscire a fare due passi da sola intorno all'isolato.
-Dai Tommy, perchè domani pomeriggio non passi da me?- 
Elena venne attirata da una voce femminile che giungeva proprio da dietro l'angolo di casa Martini.
Non fu molto stupita nel vedere Tommy in compagnia di una ragazza, ma non poté fare a meno di provare una devastante sensazione di calore all'altezza dello stomaco.
Era gelosa, in modo anche eccessivo forse, ma è risaputo che l'adolescenza è il periodo dell'amplificazione emotiva.
Trattenne a stento delle imprecazioni ma, vedendo che i due si stavano dirigendo da quella parte, corse a nascondersi dietro una macchina posteggiata poco lontano.
Costretta lì dov'era, subì come una tortura la visione di uno scambio passionale di saliva tra l'oca di turno e il ragazzo che, ahimé ancora le piaceva.
Stettero lì un'abbondante decina di minuti prima di staccarsi e prendere un po' di distanza.
Elena sarebbe voluta sparire nel nulla. Proprio in quel momento però un gatto dispettoso, le passo accantò, strusciando contro la sua schiena.
La ragazza non riuscì ad avitare un gemito di paura appena percettibile.
-Cos'è stato?- fece l'oca impaurita.
-Ma niente...- sbuffò Tommy tornando a baciarla
-No, io ho sentito qualcosa, va a vedere...-
Il ragazzo alzò gli occhi al cielo e si diresse verso la macchina.
Elena sentì il cuore battere in gola. Era la fine.
D'istinto, spinse il gatto lontano, fuori dal raggio d'ombra della vettura.
-Lo vedi, era solo un gatto- disse poì additando l'animale che baldanzoso si diresse verso di loro per farsi fare due coccole.
Tommy lo accarezzò sorridendo mentre la ragazza accanto a lui inorridiva schifata.
-Allora ci vediamo domani- la liquidò Tommy, desidoroso a quel punto di rientrare a casa. Era carina sì, ma troppo sciocca, si era già stufato di averla tra i piedi.
Lei gli stampò un ultimo bacio sulle labbra e poi lo salutò di rimando.
Quando il posto fu sicuro, Elena uscì dal suo nascondiglio. Attese ancora qualche minuto davanti la porta di casa, aspettando che la luce del soggiorno venisse spenta, segnale che Tommy era salito in camera.
Quando casa piombò nel buio, la nostra adolescente in incognito prese le chiavi del portone e le infilò nella toppa. Entrò di soppiatto e si richiuse il portone alle spalle.
Fece per scendere i gradini del soggiorno quando una voce alle sue spalle la bloccò gelandole il sangue.
-Mi spieghi cosa ci facevi nascosta dietro la macchina?-
Un Tommy abbastanza seccato aveva appena acceso la luce, beccandola come un ladro con le mani nel sacco.
-Io...cosa? Quale macchina?- balbettò la ragazza.
-Elena, per favore, ti ho vista. Mi stavi spiando forse?-
-Ma quale spiarti? Ti sarai di sicuro sbagliato- fece lei, cercando di sgattaiolare al piano superiore.
Tommy glielo impedì parandolesi davanti.
I due erano vicinissimi, corpo contro corpo. Lui la guardava insistentemente negli occhi, mentre lei carcava di fuggire il suo sguardo.
Rimasero così alcuni minuti, nessuno sembrava abbassare la guardia.
-Allora? Non dici niente?- la rimbeccò lui di nuovo.
-Ma cosa vuoi da me?- Sbottò Elena -Fai domande le cui risposte, sono sicura, non ti piacerebbero-   
-Ma che ti prende?- le chiese Tommy, preso alla sprovvista da quella reazione.
Elena lo guardò intensamente, quasi volesse entrare nella sua testa e, senza pensarci poi troppo, gli diede un lieve bacio sulle labbra.
Gli occhi di Tommy si strabuzzarono dalla sorpresa e dalla paura, per poi chiudersi, quasi stringersi per trattenere una forte sensazione ed infine rilassarsi e schiudersi insieme alle sue labbra, ormai pronte a ricevere quel bacio.

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Capitolo 2
*** I sogni son desideri ***


-Tommy. Tommy! Alzati, forza! La sveglia è suonata da un pezzo ormai- 
La delicata voce di Sara giungeva alle sue orecchie da un mondo lontano...
-Tommy, sono le 7.45! Fra mezz'ora dovresti stare a scuola!- la voce si fece molto più vicina e reale.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi all'improvviso. 
Dove si trovava? Non riconosceva più i muri della sua stanza. Provava una spiacevole sensazione di smarrimento mista a confusione.
Si guardò attorno spaesato per alcuni secondi, impiegò qualche attimo in più per mettere a fuoco le cose che lo circondavano, poi riacquistò conoscienza e coscienza.
Ributtò la testa indietro sul cuscino e richiuse gli occhi.
Aveva sognato.
Si coprì il viso con le coperte e si diede mentalmente dello stupido.
Erano circa un paio di mesi che aveva lasciato casa Martini con suo padre e Sara dopo il matrimonio.Eppure non era la prima volta che sognava di essere ancora lì e di avere a che fare con Elena. 
Ogni volta che rinvenva da uno di quei sogni provava sempre la medesima sensazione di ansia. Voleva bene a sua cugina, ma come amica. 
L'aveva vista fidanzarsi con Giulio, ragazzo che lui stesso le aveva presentato. Era un tipo a posto, carino, gentile, affidabile. Il suo unico cruccio riguardava l'autenticità dei sentimenti che Elena provava per lui. Aveva sempre avuto il dubbio che lei avesse adottato la teoria del chiodo schiaccia chiodo, insomma una semplice tattica per dimenticarlo, il che non gli importava molto, l'unia cosa che voleva era che le cose tornassero normali fra loro due, che potessero tornare a parlare, ridere e scherzare liberamente come prima...
Prima....
Effettivamente non c'era mai stato un periodo in cui Elena non avesse provato qualcosa per lui. C'era stato solo il periodo in cui LUI era stato convinto che le cose tra loro fossero risolte. 
Se avesse immaginato che ancora le piaceva, avrebbe evitato molti atteggiamenti equivoci, e poi la questione della parentela non era certo da sottovalutare, ma qui stiamo già correndo troppo.
-Ehi, ragazzo? Cos'hai deciso di fare?- La testa riccioluta di Sara fece capolino da dietro la porta.
Tommy tirò giù le coperte il necessario per scoprirsi gli occhi.
-Entro in seconda ora- rispose.
-Questa è l'ultima entrata in seconda che hai a disposizione. Fossi in te la userei con un po' più di giudizio- disse di rimando la donna.

-Tommy, hai un attimo?-
Veronica, la ragazza di turno che gli ronzava insistentemente intorno, si era avvicinata a lui.
Tommy annuì con il capo.
-Ti va se oggi andiamo a prendere un gelato insieme?- gli chiese sorridendo maliziosamente.
L'ultima volta che avevano programmato un appuntamento del genere, giusto una settimana prima, non erano propriamente andati a prendere un gelato...
Il ragazzo sorrise di rimando -Perché no?- disse e le diede un bacio.
La campanella di fine ricreazione richiamò la loro attenzione. 
Tommy la guardò un'ultima volta negli occhi mordendosi il labbro, prima di salutarla e andare via.
Sentì chiaramente la ragazza sospirare mentre si allontanava. Ne rise divertito. 
Era davvero facile per lui far andare i disibilio le ragazze e poi, da quando Giada se n'era andata, aveva messo da parte la sua sensibilità e il suo tatto cavalleresco.
Sapeva bene, tra l'altro, che ognuna di quelle ragazze non faceva sul serio con lui e quindi si sentiva libero di divertirsi.
La mattinata trascorse in fretta. Alla fine Sara lo aveva convinto a non entrare in seconda ora, dato che quella era l'ultima entrata posticipata che gli rimaneva.
Era arrivato con una decina di minuti di ritardo, ma per sua fortuna la professoressa ancora non era arrivata.


All'uscita si attardò più del previsto, trattenuto dal professore di inglese intenzionato a proporgli di aiutarlo in un piano di recupero per i suoi compagni di classe, vista la sua bravura con la lingua straniera.
Quando uscì da scuola vide Elena seduta sulla scalinata. 
'Speriamo non sia rimasta per aspettarmi' pensò tra sè.
-Elena, che ci fai ancora qui?- le chiese.
La bionda alzò gli occhi dal cellulare che teneva in mano.
-Aspetto Giulio- rispose semplicemente.
-Ancora non è uscito da scuola?-
-No, cioè in realtà non è proprio venuto oggi. Aveva una visita questa mattina, ma aveva detto che sarebbe comunque passato a prendermi all'uscita col motorino-
-Capisco, vuoi che aspetti qui con te? - le chiese, ma maledicendosi subito dopo. Più non voleva darle modo di pensare chissà cosa su di lui, più le veniva naturale trattarla con riguardo.
-No, non preoccupar...Ah eccolo!- fece poi lei, vedendo arrivare il suo fidanzato.
Quando Giulio parcheggiò il motorino, Elena gli corse incontro, gli circondò il collo con le braccia e lo baciò intensamente.
Osservò attentamente quella scena.
'Sembra quasi che le piaccia sul serio...' pensò.
Dopo aver salutato i due, Tommy salì in sella al suo mezzo di trasporto e tornò a casa.
Pranzò e si fece una lunga doccia rilassante.
Una volta vestito prese il cellulare da sopra il comodino vicino al suo letto.
Un messaggio.
Ti aspetto alle 16.30 sotto casa mia. I miei rientrano per le 19.00. Veronica.

-Tommy?- Lorenzo entrò nella stanza dopo aver bussato. Aveva una chiave in mano.
-Dimmi papà, che c'è-
-Tommy, sta sera io e Sara rientreremo molto tardi, abbiamo organizzato una serata con Libero, Enrica e Ave a teatro, e sarei molto più tranquillo se per cena stessi a casa loro, tanto ci sono anche Bobò e Elena. Che ne pensi?-
Il ragazzo ribattè che sapeva badare a sè stesso, ma fu tutto inutile.
Acettò controvoglia la questione e si preparò ad uscire.




Nel frattempo, a casa Martini.
-Dai nonno, fatemi uscire!-
-No Bobò, non se ne parla. Al cinema con Alice andrai un altro giorno. Questa sera preferirei che tu e Elena steste a casa, visto che noi non ci siamo-
Il poverò Bobò stava tentando, invano, di convincere nonno Libero e nonna Enrica a farlo andare al cinema con Alice quella sera.
-Bobò, ho un 'idea...- sussurrò Elena all'orecchio del fratello.
Il ragazzo la guardò interessato e lei gli sorrise di rimando.




Le 16.30 di Tommy arrivarono presto. Parcheggiò il motorino sotto il palazzo dove abitava Veronica e lo assicurò col catenaccio ad una rastrelliera apposita. 
Avanzò verso il portone e suonò il citofono al nome di 'Anzini'.
Percorse le scale a due a due e arrivò in un paio di minuti alla porta dell'appartamento della ragazza.
Veronica lo fece accomodare in cucina.
-Ho preso il gelato- gli disse sorridendo e mostrandogli una confezione intera di Magnum alla nocciola all'interno del freezer.
-Wow, è il mio preferito!- Mentì spudoratamente lui 
-Ne vuoi uno?- gli chiese la ragazza.
Lui annuì con la testa.
Veronica, in risposta, chiuse il freezer con un sonoro tonfo e gli si avvicinò con fare provocante.
-Te lo dovrai guadagnare- disse sedendosi cavalcioni sulle sue gambe.
-Ah si?- chiese Tommy, accarezzandole la schiena e portando le labbra sul suo collo.
Non ci fu risposta, ma solo un movimento di mano repentino che arrivò al bottone dei jeans del ragazzo.



20.30. Casa Martini
-Mi raccomando state attenti! Non aprite agli sconosciuti...-
-Ave, per favore, lo sappiamo!- Sbuffarono assieme i gemelli, ormai stanchi delle mille e monotone raccomandazioni di Ave e dei nonni.
-Ohh!- ribatté Libero -Una raccomandazione è troppa e due sono poche!- disse aprendo la porta di casa.
-Andrà tutto bene Libero- intervenne Enrica - Se ci sarà qualcosa che non andrà, i ragazzi ci chiameranno. Non è vero Elena?- chiese poi alla nipote.
-Certamente, nonna!- rispose pronta la biondina.
-Visto?- disse verso il marito, per tranquillizzarlo.
-Se...- fece l'uomo per nulla rassicurato.
Alla fine, dopo altre migliaia di raccomandazioni, gli adulti uscirono di casa.
Saliti in macchina, Libero chiese alla moglie -Enrica, ho dimenticato qualcosa?-
-No amore, non mi sembra...- rispose l'anziana donna.
-Ho lasciato detto tutto ai ragazzi?-
La moglie lo guardò apprensiva -Non preoccuparti Libero, non succederà niente-
'Mah... Gli avrò detto che verrà anche Tommy a cena?' Si chiese tra sè per non farsi rimproverare nuovamente 'Ma sicuramente si' pensò e mise in moto la macchina.


-Sono andati via- fece d'un tratto Elena vedendo la macchina dei nonni partire e girare l'angolo.
-Ok, dico ad Alice di avvicinarsi allora- rispose Bobò, prendendo il cellulare dalla tasca.
Alla fine i due gemelli avevano architettato un piano perfetto.
Elena aveva invitato Giulio a casa, di modo che se i nonni avessero chiamato al telefono fisso lei sarebbe stata lì a rispondere prontamente e invece Bobò sarebbe tranquillamente uscito con Alice. I due avevano scelto un film il cui orario gli avrebbe permesso di rientrare a casa prima dei nonni.
Il campanello suonò qualche minuto dopo, annunciando prima Alice e poco dopo anche Giulio.
Elena e il ragazzo mangiarono la cena che Ave aveva preparato in abbondanza, quasi fossero partiti per una lunga spedizione e poi si accoccolarono sul divano a vedere un film.
Si trovavano sdraiati, uno di fianco all'altra. Lei con la testa appoggiata sul suo petto e lui con un braccio intorno alle sue spalle. Si scambiavano spesso dei brevi e dolci baci, fino a che la stretta intorno alle spalle di Elena non si fece più forte, costringendola quasi a spostarsi sopra il corpo del ragazzo.
Allora i baci si fecero più lunghi e intensi, mentre le mani di Giulio iniziavano a muoversi liberamente sulla schiena della ragazza.
Elena si era affezzionata a lui, e forse si era anche convinta che potesse esserne innamorata, tanto da poter dimenticare Tommy e quella, forse, era l'occasione giusta per dimostrarlo, almeno a sé stessa.




22.10
'Mamma, me la sono vista brutta' pensò Tommy riprendendo il motorino sotto casa di Veronica. Alla fine avevano perso la cognizione del tempo, i genitori della ragazza erano rientrati una mezz'oretta prima e lui era stato costretto a stare nascosto sotto il suo letto fino a che i genitori non si erano ritirati nella loro camera.
Erano le dieci passate e aveva promesso al padre che per cena sarebbe stato a casa con Elena e Bobò. 
Si infilò il casco e partì, dirigendosi di volata verso casa Martini.




-Ti adoro...- sussurrò Giulio all'orecchio di Elena, mentre le sfilava la maglietta, lasciandola con indosso solo il reggiseno in microfibra.
Lei lo lasciò fare, presa da tanta curiosità di provare. 
La stese sul divano, conquistando lui la posizione superiore. 
Le carezzò il viso, baciandole dolcemente il collo, per far poi scendere la mano all'altezza dei fianchi. Fece aderire i loro corpi ed Elena potè sentire un fremito di eccitazione percorrerle la schiena.
Le mani di ognuno esploravano timide il corpo dell'altro, mentre Giulio iniziava a muoversi delicatamente sopra di lei.
La situazione divenne più concreta. Elena avvertì la consistente presenza del ragazzo all'altezza del suo inguine ed iniziò a dubitare con timore della scelta istintiva che aveva fatto. 
-No...Giulio...aspetta...- aveva fermato allora il ragazzo, quando lui aveva tentato di sbottonarle i pantaloni, cercando di far scivolare la mano sotto il bordo degli slip.
Elena si liberò dalla pressione del ragazzo, saltando su dal divano come se l'avesse morsa una tarantola, prendendo più distanza possibile da lui.
Dal canto suo Giulio rimase qualche secondo interdetto, seduto sul divano, guardando un punto indefinito del pavimento.
L'attenzione dei due venne però attirata da un clangore proveniente dalla serratura della porta.
Non fecero in tempo a muoversi da dov'erano, che un incredulo Tommy entrò, immobilizzandosi sul pianerottolo di casa.
-Ma che cazzo...?- riuscì solo a dire.




Finito!! Volevo ringraziare le tre ragazze che hanno commentato il primo capitolo e che con le loro recensioni mi hanno convinto a continuare la mia prima one-shot come una long-fic!
Quindi un bacio e un abbraccio grande a Principessa1973, Kya99 e 
Harryswagger.
Spero continuerete a leggere questa storia senza pretese!
Ringrazio anche tutte le persone che hanno letto anche se non hanno commentato e quelle che hanno messo la fic tra le seguite o le ricordate come WeloveSneakers.
Un abbraccio forte a tutti! Al prossimo capitolo.
_Valérie_

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Capitolo 3
*** Tra ragione e sentimento ***





                                           
Al vedere Tommy, Elena si portò istintivamente le braccia al petto per coprisrsi.
Non credeva possibile che tutto quello stesse realmente accadendo.
Tommy era livido in viso, il suo petto si alzava e abbassava velocemente a causa del  respiro irregolare. 
La bionda era incapace di muoversi, imbarazzata e intimidita. 
Giulio provò ad aprire la bocca, ma al suo -Ti posso spiegare- i nervi di Tommy si tesero come delle corde di violino. 
Con pochi passi gli fu addosso. Strinse i pugni attorno al colletto della maglia di Giulio e lo spinse contro il muro.
-Cosa vorresti spiegarmi? Che stavi provando a farti mia cugina?- gli chiese in preda alla collera.
Elena, capendo la pericolosità della situazione, cercò di dividere i due, ma Tommy non la degnò neanche di uno sguardo.
-Senti Tommy, non è successo, ci siamo fermati...- provò a spiegargli la ragazza, ma senza alcun risultato.
Nella mente del giovane Martini si susseguivano scene dei due ragazzi insieme, in atteggiamenti molto intimi. La razionalità lo aveva abbandonato, sentiva solo rabbia ribbollire nelle vene.
-Ma poi che cazzo te ne frega...- fece allora Giulio d'un tratto -Io e tua cugina possiamo fare quello che ci pare- continuò.
A quell'affermazione, Tommy allentò la presa attorno alla maglia del ragazzo e gli diede un pugno in pieno viso, facendolo cadere rovinosamente a terra.
Elena sarebbe accorsa ad aiutare il fidanzato se non fosse stato per un rumore di stridio di gomme che l'avvertì del ritorno dei nonni.
Ancora pià impaurita, corse verso il divano a cercare la maglietta. La trovò tra i cuscini che poco prima erano stati poggiati sul tappeto e se la infilò.
Per loro immensa fortuna i nonni non rientrarono, era solo Bobò che tornava dal cinema, i genitori di Alice lo avevano gentilemente riaccompagnato a casa.
Il gemello rimase stupito quando, rientrando in casa, si ritrovò nel mezzo di una rissa.
Giulio, approfittando della distrazione causata dal rietro di Bobò, si era scagliato a sua volta contro Tommy.
-Giulio!-esclamò Elena disperata -Tommy! Smettetela per favore!- e provò novamente a dividere i due.
Allora anche il gemello intervenì e riuscirono, anche se con molta difficoltà, a dividere i due, Elena e Giulio da una parte, Bobò e Tommy dall'altra.
La bionda accompagnò subito il fidanzato alla porta, uscendo poco dopo assieme a lui.
-Ma si può sapere che diavolo vi è preso?- chiese il più giovane dei Martini all'altro.
Tommy non rispose. Aveva lo sguardo perso nel vuoto e la mascella serrata.

Fuori, Giulio era altrettanto infuriato. 
-Lo denuncio!- esclamò arrabbiato contro Elena.
-Ti prego, lascialo stare...- lo supplicò lei. 
Aveva la voce che le tremava e dalla paura aveva iniziato a piangere.
-Ma che ti piangi?- la rimproverò lui.
Elena lo guardò con dispiacere. Le fece così male il modo in cui la stava trattando che istintivamente gli disse -Sai che c'è, Giulio?Te lo sei meritato quel pugno!- e voltatasi tornò verso casa.
-Ma si! Vai da quello stronzo di tuo cugino! Tra squilibrati vi capite!- gli fece eco lui nel vederla allontanarsi.

Al rientro in casa trovò ad aspettarla solo suo fratello.
-Posso sapere cosa è successo?- gli chiese allora Bobò
-Niente- fu la risposta infastidita di Elena che, con ancora gli occhi lucidi, sparì su per le scale.
Dirigendosi nella sua stanza, passò davanti la camera di Tommy. Li per lì sentì il desiderio di entrare, ma quando avvertì dei rumori provenire da dietro la porta, corse per non farsi vedere.
Quando i nonni tornarono, Tommy scese di corsa le scale e, senza salutare nessuno, uscì di filato e salì in macchina di Lorenzo e Sara.
-Ma che ha?- provò a chiedere Libero guardando Enrica.
La donna si limitò a fare spallucce -Andiamo a letto Libero, domani sarà un altro giorno-
 
Elena passò la notte fra i singhiozzi, soffocando il pianto fra i cuscini e le lenzuola del suo letto.
Era terribilmente scossa. Non capiva il perché di quell'assurda situazione, ma sentiva solamente un forte dolore al cuore.
La cosa peggiore era che aver perso Giulio non le importava affatto...

Tommy non prese sonno neanche per un momento, aveva i nervi ancora troppo tesi.
Se ne stava seduto sul pavimento ai piedi del letto, con una gamba stesa e una rannicchiata al petto.
Anche se l'animo si era raffreddato, aveva ancora davanti agli occhi l'immagine di Elena semi nuda in piedi nel salone di casa.
'Non hanno fatto niente?' 
Questa domanda continuva a martellargli nella testa.

I giorni a venire Elena non incrociò lo sguardo di Giulio neanche per sbaglio e, nonostante le continue domande delle sue amiche, non disse la verità sul perché si erano lasciati.
Era più di una settimana che non vedeva Tommy e questo, invece, le dispiaceva molto...troppo...
Un Venerdì decise di aspettarlo fuori scuola. Aveva saputo, infatti, che quel giorno sarebbe rimasto un 'ora in più per il laboratorio di Inglese.
Verso le 15.30 un vociare nell'ingresso della scuola le disse che gli studenti stavano per uscire.
Uno ad uno i ragazzi scesero le scale della gradinata... ma Tommy non c'era.
'Possibile che non sia venuto?' pensò Elena tra sé.
Si guardò attorno e notò che il suo motorino non c'era.
Stette fuori scuola un'altra ventina di minuti, prima di accettare l'idea che non avrebbe visto né parlato con suo cugino neanche quel giorno.
Più triste che mai prese la strada verso casa.

-Martini, non esci?- il professore di Inglese inercettò Tommy nel corridoio adiacente all'ingresso della scuola.
-Ehm...si, stavo andando professore...avevo dimenticato una cosa in classe- rispose impacciato il ragazzo.
-Va tutto bene, Tommy?- gli chiese ancora, percependo in lui un certo nervosismo.
-Si,si... - disse, accompagnando le sue parole con cenni del capo -A domani professore-
Uscì dalla scuola con innaturale lentezza e circospezione.
Solo quando appurò che di Elena non v'era più traccia, si diresse dove aveva parcheggiato il motorino, lontano da chi non voleva lo cercasse.
Rientrato a casa, posò il cellulare sulla scrivania, accese il display: tre chiamate senza risposta e un messaggio.
Era Veronica.
Negli ultimi giorni non aveva fatto altro che liquidarla con banalissime scuse e aveva finito con il non risponderle proprio più.
Erano passati dieci giorni da quando era successo il fattaccio con Elena e Giulio, eppure non riusciva a scrollarsi di dosso quella spiacevole sensazione di cupa tristezza e non si raccapezzava sul perché.
Pensava fosse normale voler proteggere una persona a cui si vuole bene, ma lui era andato oltre.
Avrebbe spaccato la faccia di Giulio se Elena e Bobò non si fossero intromessi. Nel momento in cui aveva sferrato quel pugno, il suo unico desiderio era ridurre quella faccia da cavolo ad un grumo di sangue. Se ripensava a sua cugina, a quella sera... gli veniva ancora un forte vuoto all'altezza dello stomaco, gli si annebbiava la mente e la rabbia riaffiorava a fior di pelle.
Si era ripetuto più volte che forse quel tipo non era poi quello giusto, che per Elena ci voleva un altro ragazzo, più sensibile e, soprattutto, più puritano...
In realtà si stava raccontando un sacco di stupidaggini.
Al pensiero di Elena che veniva baciata, toccata tra le lenzuola da un qualsiasi ragazzo perdeva totalmente la ragione.
Era per questo che aveva preso le distanze. Non gli piaceva di non saper gestire la propria irascibilità, di perdere ogni cognizione di causa, soprattutto, doveva entrare nell'ottica che sua cugina stava crescendo... solo che gli sarebbe servito un po' più di tempo per abituarsi a vederla sotto quell'aspetto, se di 'abitudine' si può parlare.


-Ele, hai sentito Tommy ultimamente?- le chiese d'un tratto Bobò, spuntando con la testa da dietro il suo pc portatile.
-No...- fu la malinconica risposta.
Erano giorni che cercava un segno da parte di suo cugino. Uno stato sulla chat, una frase sul social network, ma nulla.
-Scendo a mangiare unp sneak, vuoi qualcosa?- fece ancora il gemello, chiudendo il computer e lasciandolo sul letto, di fianco al cellulare.
Elena rispose di no.
Se ne stava seduta sulla sedia con sguardo assente, quando le balenò un'idea in testa.
Prese il cellulare di Bobò e scorse i numeri della rubrica fino ad arrivare a quello di Tommy. 
Lo guardò per qualche secondo, poi si decise a mandargli un messaggio.
'Ciao Tommy, come stai? Se non hai impegni, ti va di vederci al bar qui vicino casa?Fammi sapere. Bobò'
Invio.
'O la và o la spacca' pensò.
Il tempo sembrò non passare mai in quei minuti. Se suo fratello fosse salito in quel momento avrebbe mandato tutto a monte, non gli avrebbe permesso di mettere in scena una farsa a nome suo.
Finalmente il cellulare squillò.
Era Tommy.
'Ciao Bobò! Per me va bene. Ci vediamo al bar fra una mezz'ora.'
Non le sembrò vero. D'un tratto, però, avvertì un'ansia profonda. Tutto l'imbarazzo e tutta la vergogna di dieci giorni prima tornarono a farsi presenti.
Ormai aveva agito, ansia o non ansia, sarebbe dovuta andare a quell'appuntamento.
Cancellò i messaggi dal cellulare del gemello e corse a prepararsi per uscire.



Ecco a voi il terzo capitolo!! So che non è lunghissimo, però sto cercando di compensare postando spesso i capitoli nuovi.
Voglio chiedervi scusa per gli errori che sicuramente troverete qua e là per il capitolo ma, ahimé, sono un po' stanca e non riesco a rileggere prima di pubblicare!
Ringrazio come sempre chi ha commentato, ossia Kya99, Topolino_1104, Saramik e LadySibilla, ma anche tutti quelli che pur non commentando hanno letto e messo la storia tra le seguite/preferite/ricordate.
Un bacio a tutti e se passate di qui lasciate un commentino che fa sempre piacere a chi mette impegno nel proprio scrivere!
Ciauu!!
_Val_

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Capitolo 4
*** Distanze ***


Mancavano pochi minuti all'arrivo di Tommy al bar ed  Elena si era messa ad un tavolino un po' in disparte, di modo da non permettere al cugino di cambiare strada, vedendola seduta lì.
Non aveva ancora ben chiaro cosa dire. Aveva preso a girarsi i pollici come per coadiuvare il partorire qualche idea, ma ancora non arrivava niente.  
Avrebbe improvvisato al momento.



A qualche metro di distanza, Tommy stava parcheggiando il motorino. Qualcosa gli diceva che non sarebbe dovuto andare e lui lo stava deliberatamente ignorando.
Prese a camminare verso il bar. Guardò sospettoso i tavolini lì davanti, ma di Bobò nessuna traccia.
Rallentò il passo. Conosceva suo cugino, perché mai si sarebbe seduto al chiuso con una bella giornata come quella, se fuori i posti erano per lo più liberi?
Cercò il telefono nella tasca, scorse i numeri della rubrica e premette il tasto verde sul nome di Bobò.
Il cellulare squillò un paio di volte.
-Pronto?-
-Ciao Bobò, sono Tommy, dove sei?- chiese il ragazzo con fiato sospeso.
Sperò con tutto sé stesso che la risposta fosse 'Al bar'.
Non sapeva spiegarsi bene il perché, ma era la cosa più semplice per lui da affrontare.
-A casa, sto studiando- fu la tanto temuta risposta -Perché?- 
-Niente, avevo voglia di sentirti, ma lascia stare, ti lascio studiare-
Non diede neanche modo a Bobò di replicare che chiuse la telefonata.
Guardò intensamente il muro del bar, quasi a volerlo trapassare. 
Immaginava Elena seduta ad un tavolo lì dietro sul bordo di una sedia, tesa, intenta a fissare l'entrata, aspettando il suo arrivo.
La cosa che più lo spaventava non era vederla, stare a sentire le cose che aveva da dirgli, le scuse campate in aria, ma non sapere cosa rispondere all'eventuale domanda 'Perché hai reagito così?'
Non lo sapeva neanche lui.
Come poteva spiegarglielo?
Aveva più volte ripensato alla cosa negli ultimi giorni e l'iper-protettivismo da cugino, ormai, gli stava un po' stretto.



Drrr. Drrr.
Il cellulare di Elena stava squillando.
Era Tommy.
Guardò il display impietrita.
Capì subito di essere stata scoperta. Non aveva il coraggio di rispondere, aveva paura che il ragazzo se ne fosse andato ancor prima di entrare nel bar. Se avesse avuto l'opportunità di vederlo anche solo un secondo, avrebbe potuto fermarlo e parlargli, spiegargli...
Spiegargli cosa poi? 
Alla fine non aveva fatto niente per cui giustificarsi con lui.
Si decise a rispondere.
-Pronto-
-Esci fuori- fù l'ordine del cugino.
Il cuore prese a batterle forte. L'aveva ingannato per l'ennesima volta e ne era molto arrabbiato.
Uscì fuori a passo lento e capo chino.
Tommy era a qualche metro di distanza che la aspettava, appoggiato al motorino con le braccia incrociate al petto.
Il ragazzo non disse nulla, si limitò a guardarla in silenzio.
-Io...Non so cosa dire... Mi dispiace...- fù l'unica cosa che le uscì dalla bocca.
-A te dispiace sempre!- Tommy sentiva di avere il coltello dalla parte del manico. Sua cugina si sentiva troppo in colpa per aver messo in scena quel teatrino e lui doveva approfittarne. In realtà non era arrabbiato, un po' se lo aspettava, ma voleva volgere a suo favore quella situazione, non dandole modo di parlare. Anzi era l'occasione giusta per mettere tra loro più distanza possibile, seppellire quella perenne sensazione di inadeguatezza quando si trovava con lei, abbandonare finalmente tutta quella confusione, quel nervosismo e quella maledetta gelosia.
Lo aveva ammesso. 
Era follemente geloso.
Le rimproverò cose che non lo toccavano minimamente. La vide tenere gli occhi ben aperti per evitare alle lacrime di scendere copiose sulle guance. Interruppe qualsiasi suo tentativo di replica.
Le disse che lo aveva deluso di nuovo e che a questo non avrebbe più potuto porre rimedio.
Elena se ne stava lì, con tutto il suo dolore in bella vista. Aveva smesso di aprire la bocca per parlare, provare a spiegare. Aveva incassato ogni colpo, uno dopo l'altro. Si era sentita dire che era una bugiarda e infantile ragazzina, che non sarebbe cambiata mai, che era capace solo ad usare mezzi così stupidi per ottenere le cose.
Tutte cose vere, ma era lei, e lo aveva fatto solo per riavvicinarlo.
Teneva ancora molto a Tommy e la sera che l'aveva vista con Giulio se ne era resa nuovamente conto. Nel momento in cui aveva incrociato i suoi occhi, aveva capito che lo aveva perso e le faceva male da morire.
Era una sensazione paradossale, perché Tommy non era mai stato suo, eppure...
-Non voglio più vederti- Il ragazzo proferì queste parole con una risolutezza che neanche lui pesava di poter ostentare.
Elena abbassò lo sguardo. Incapace di resistere ancora, chiuse gli occhi e numerose lacrime caddero giù, inarrestabili.
Non rispose nulla, rimase qualche secondo immobile mentre Tommy rimaneva impassibile a guardarla.
Di punto in bianco se ne andò. Racimolò quel poco di coraggio e di forza che le rimaneva per voltare le spalle al ragazzo che, ahimé, ancora amava, e corse via, il più lontano possibile da lui.


Vide andarla via.
Ad ogni suo passo sentiva il vuoto crescere al centro del suo petto. Dovette appoggiarsi al motorino dietro di lui a causa di alcune vertigini.
Aveva gli angoli degli occhi che gli pungevano.
Avvertiva il dolore, la tristezza e il rimpianto, ma li ignorò, convincendosi di aver fatto la cosa giusta.
Con un gesto rempentino prese il cellulare dalla tasca, compose frettolosamente un numero e premette il tasto verde.
-Pronto?-
-Veronica, ciao. Scusa se questi giorni non ti ho risposto, ma ho avuto preblemi in famiglia. Ti dispiace se ti vengo a trovare?-
La ragazza sembrò pensarci un po' su.
-Ti aspetto quì fra mezz'ora. A dopo- 
Salì in sella al suo motorino, mise in moto con fare rabbioso e partì.

Passò l'intero pomeriggio con quella ragazza. Fecero sesso tutto il tempo.
Mise in quell'atto tutta la sua frustrazione, tutto il suo dispiacere.
Ripensò continuamente a quel terribile senso di vuoto che Elena aveva lasciato allontanandosi da lui, a tutta la sofferenza che glia veva causato dicendole cose non vere, miranti solo a mettere più distanza possibile fra loro.
Più cercava di colmare il vuoto e cancellare la tristezza, più questi si amplificavano.

Tornò a casa poco prima dell'ora di cena.
Mangià con poco appetito, il giusto necessario per non dare da pensare a Sara e a suo padre.
Salì in camera sua, prese l'accappatoio e si infilò di corsa sotto la doccia.
Si sentiva stranamente sporco. Si insaponò con forza, sfregando le unghie sulla pelle, quasi a graffiarsi, per lavare via l'odore della pelle di una ragazza a lui estranea, estranea al suo cuore. Aveva avuto rapporti con un sacco di ragazze, senza mai sentirsi in colpa per nessuna di loro, eppure quella volta era diverso.
Si portava un'angoscia nel profondo del cuore, dovuta all'incapacità di dirsi la verità.
Verità secondo cui voleva bene ad Elena, ma non più come un semplice cugino e questo non poteva permetterselo.




Fatto! Devo ammettere che ho trovato difficoltà a scrivere questo capitolo e riconosco che è davvero molto corto. In compenso a pregno di emotività, sensazioni e introspezioni! Spero possiate perdonarmi, ma ho dovuto fare un sacco di giri per la disoccpuazione (Che scocciatura) e mi hanno tenuta parecchio impegnata. 
Voglio ringraziare di tutto cuore le ragazze che hanno commentato il capitolo precedente, che sono Love Kodocha, Emotrilly_Watanka, Lucia25, _Sun1D, Harryswagger, Kya99, Encha25 e principessa1793. Siete state carinissime e gentilissime nel lasciare un commento, spero di non avervi deluso!!
Un bacio grande a tutti quelli che leggono anche se non commentano e spero di trovarvi qui anche al prossimo capitolo!
Ciau!
_Val_

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Capitolo 5
*** L'amore non è passione ***


-Tieni Elenuccia, ti ho portato un po' di latte caldo con il miele- Ave entrò nella cameretta della ragazza con in mano un vassoio e sopra una tazza fumante di latte.
Elena aprì gli occhi a fatica. Erano un paio di giorni che una brutta febbre aveva preso il dominio sul suo corpo, senza volerne sapere di andarsene. Lorenzo, che era stato lì a visitarla, le aveva detto che non era una cosa virale, sembrava più una sorta di sfogo da stress.Neanche a parlarne che il nonno si era allarmato in maniera spropositata e a niente valsero le rassicurazioni di Enrica e Lorenzo. 
Fortunatamente, però, il dottore aveva assolutamente vietato agli abitanti di casa Martini di assillare e infastidire con troppe domande la paziente.
Ave, però, non riscì a trattenersi e quella mattina usò il pretesto del latte caldo per attaccare conversazione.
Aspettò che la ragazza si tirasse sù e bevve un po' della bevanda che gli aveva preparato prima di iniziare a parlare.
-Come ti senti?-
Elena, che si era sotratta allo sguardo di Ave nascondendosi dietro la tazza di latte, fece finta di non capire.
-Insomma, la febbre è ancora molto alta, lo sai...- rispose, pur sapendo che la donna alludeva al suo stato emotivo.
-Suvvia Elenuccia, con me puoi parlare- la esortò ancora lei -Per caso si tratta di Giulio? Perché vi siete lasciati?- 
Elena alzò un sopracciglio. Giulio? Quasi non ricordava chi fosse, però poteva essergli utile.
-Non ti si può nascondere niente...- fece la ragazza abbassando lo sguardo.
Se c'era una cosa che la piccola di casa Martini aveva imparato negli ultimi tempi era mentire.
Ave rimase con lei molto tempo quella mattina, cercando di lenire un dolore che in realtà non c'era, o almeno non per Giulio. Le raccontò delle sue disavventure amorose adolescenziali, di come le aveva superate. Elena stette lì, fintamente interessata, pur di farle credere quella balla e non far affiorare nuovi interrogativi.
Come l'acqua scorre rapida tra due vasi comunicanti, così le cose che la ragazza aveva raccontato ad Ave finirono all'orecchio di nonna Enrica e nonno Libero, così a distanza di qualche ora, ricevette la visita dell'una e dell'altro.
Ognuno dispensò consigli e la ricoprì di parole dolci per consolarla, ma niente di tutto quello andò a toccarle la profonda ferita che sentiva ancora aperta al centro del petto.
Dopo aver consumato la sua cena a letto, Elena appoggiò il piatto pieno ancora per tre quarti sul comodino, accanto al cellulare.
Lo prese e ne guardò il display. Nessun messaggio.
Aveva la certezza che Lorenzo, nel rientrare a casa, avesse avvertito Sara e suo figlio del fatto che la ragazza stesse a letto con la febbre alta e aveva conseguentemente sperato di ricevere un messaggio da parte del cugino, magari interessato alla sua salute, ma niente.
Toc. Toc.
Un leggero bussare interruppe i suoi pensieri.
Nascose istintivamente il cellulare sotto il cuscino e con tono udibile disse -Avanti-
Bobò entrò poco dopo e si avvicinò sorridendole.
-Sei venuto anche tu a farmi le condoglianze?- disse la gemella con fare sarcastico.
-No, sono venuto solo a darti l'opportunità di sfogarti- le rispose il fratello, guardandola serio.
Bobò era l'unico che non l'aveva assalita con cento domande, nonostante fosse quello con più ragioni di tutti per porgergliene ed era l'unico che sapeva che Giulio era l'ultima delle cause del malessere di Elena.
La ragazza lo guardò intensamente, sapeva che mentirgli non sarebbe servito a nulla, l'empatia che li legava l'avrebbe sicuramente tradita.
Continuò a guardarlo, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime e soffocò i singhiozzi sulla sua spalla quando lui la abbracciò forte.
Stette diversi minuti così, poi si staccò, decisa a spiegare a Bobò molte cose, anche se non tutte.
-Non vuoi proprio dirmi perchè Tommy e Giulio hanno litigato?- provò allora a chiederle di nuovo il fratello.
-Ti prego, Bobò, non insistere...- lo supplicò Elena a mani giunte. Gli aveva spiegato il perché stesse così male, che Giulio non c'entrava nulla e che alla fine si era riscoperta innamorata di suo cugino, ma non se la sentiva di raccontargli di aver quasi fatto l'amore con il suo ex. Era pur sempre suo fratello.


Quando a cena Lorenzo si era messo a parlare di Elena e della sua febbre, Tommy capì subito che la causa non potesse essere altro che la loro discussione. 
Si sentì sollevato però non avvertendo l'istinto di correre da lei, come sarebbe potuto succedere altre volte prima di allora. Aveva rimuginato talmente tanto su quella cosa che la complessità di tutto aveva finito per fargli venire il volta stomaco.
I suoi pensieri si soffermarono su Giada, a quanto le cose sarebbero andate diversamente se lei non se ne fosse mai andata. Ripensò all'amore che aveva provato per lei e a quello che, invece, in quel momento e in modo molto confuso provava per Elena.
Erano due cose molto differenti tra di loro, per Giada aveva provato una forte passione, aveva dovuto conquistarla, aveva sofferto per lei, mentre Elena non l'aveva mai voluta ed era sempre stata lì, costantemente presente, un punto fisso che quando è venuto a mancare l'ha lasciato terribilmente disorientato. Non sapeva definirsi innamorato di sua cugina, però qualcosa aveva iniziato a smuoversi nel suo stomaco per lei. Aveva visto un film una volta, 'Bianca come il latte, rossa come il sangue' se non sbagliava, e ricordava chiaramente una frase "Quello non è amore, quella è passione. Amore è avere una persona vicino da cui tornare nei momenti difficili, un punto fisso a cui fare riferimento".
Se ne stava fra le lenzuola del suo letto, con le mani incrociate dietro la nuca, intento a guardare il soffitto bianco della sua stanza quando un sorriso si aprì sul suo viso, spontaneo.
Forse stava inziando a fare un po' d'ordine nella sua testa.


Il fine settimana Sara, Lorenzo e Tommy vennero invitati a passare una sera a casa Martini, Ave voleva preparare una bella cena a base di pesce per tutti e nonno Libero sentiva la mancanza della famiglia riunita alla stessa tavola.
Tommy non ne fu certo felice, anzi...
L'agitazione era salita alle stelle, aveva provato in ogni modo a defilarsi con nonchalance, ma non c'era riuscito.
Suo padre aveva iniziato a fare troppe storie e troppe domande, tanto da destare la curiosità di Sara.
Sara.
Tutti sanno che questa donna, quando vuole sa essere un vero e proprio segugio.
Aveva iniziato, infatti, a seguirlo con lo sguardo, a notare ogni piccolo gesto, movimento da parte sua, tanto da arrivare a chiedergli come mai fosse così nervoso.
-Nervoso? Non sono nervoso- rispose cercando di apparire il più tranquillo possibile.
-Ne sei sicuro?- insistette lei, scrutandolo con lo sguardo tipico di chi la sa lunga.
-Sicurissimo, davvero. Grazie per l'interesse, ma se dovesse esserci qualcosa che non va, te lo direi- continuò lui, cercando di sorridere in modo spontaneo.
Lorenzo interruppe la loro conversazione, invitando Sara a sbrigarsi nel prepararsi, o altrimenti avrebbero fatto tardi alla cena.


Quando Elena seppe che Tommy sarebbe venuto a cena quella sera, sentì la febbre risalirle di nuovo. Bobò cercò di tranquillizzarla, dicendole che essendo in molti l'imbarazzo fra loro sarebbe passato inosservato.
La ragazza si preparò come potè, ma i segni evidenti dell'infuenza rimasero mascati sul suo viso. Non era pronta né mentalmente, né fisicamente a rivedere suo cugino e,in realtà, rivederlo in quella circostanza, non migliorava le cose come pensava Bobò. Avrebbe dovuto essere naturale con Tommy per non far destare sospetti, ma sapeva che non avrebbe avuto neanche il coraggio di guardarlo in faccia.


Di fronte il portone di casa Martini, Tommy stava martoriandosi le unghie con i denti. Solo qualche giorno prima aveva detto ad Elena di non volerla più vedere e poi le si presentava a casa per la cena.
Sara, poco dietro di lui, non poté non notare quei piccoli gesti.
Vennero accolti a braccia aperte dai nonni e da Ave che fecero gli onori di casa.
Bobò salutò Tommy con il cinque, chiedendogli come se la passasse.Tommy rispose in modo vago, non sapendo di quante cose il cugino fosse al corrrente.
Nel giro di una decina di minuti si ritrovarono seduti intorno ad una tavola imbandita. Tutti, tranne Elena. 
Il ragazzo si chiese mentalmente dove fosse, ma non ebbe il coraggio di chiederlo a nessuno. Da una parte si sentiva sollevato che non stesse lì con loro, sperava che la febbre la costringesse, almeno ancora solo per quella sera, a letto.
-Elena dov'è?- Sara diede voce ai suoi pensieri.
-Si stava asciugando i capelli- le rispose Ave, mentre portava a tavola una teglia di pesce al forno con le patate.
-Eccomi- 
Al sentire la voce della ragazza, Tommy chiuse gli occhi ed inspirò a fondo, volgendo lo sguardo altrove.
-Ciao, piccola! Siediti qui!- la salutò Sara, invitandola a prendere posto accanto a lei, un paio di posti distanti da suo cugino.
Lorenzo e sua moglie le chiesero come stesse, appurandosi che si fosse riposata come si deve e che nessuno l'avesse importunata troppo in quei giorni.
Elena rispose cordialmente, sorridendo e non guardando mai dalla parte di Tommy.
-Beh, possiamo iniziare a mangiare?- chiese impaziente Bobò ad un tratto -Io avrei fame!-
-Bobò!- lo riprese nonna Enrica -Non vedi che c'è un posto vuoto? Manca una persona!- 
Allora tutti si voltarono a guardare la sedia vuota, messa ad un angolo del tavolo, vicino a Tommy.
-Vedete...- fu nonno Libero a prendere la parola, alzandosi in piedi -Mi siete mancati molto negli ultimi tempi e dato che fra non molto ci saranno le vacanze...- (Mancava, infatti, poco più di una settimana alla chiusura delle scuole per il Natale) -Pensavo di riunirci un po' più spesso in questo periodo e mi sono permesso di farvi una sorpresa...- 
Din Don.
Libero venne interrotto dal suono del campanello.
-Questa deve essere la sorpresa- continuò poi il nonno.
-Vado io!- esclamò Ave entuiasta.
I minuti che intercorsero tra l'andata e il ritorno di Ave sembrarono non passare mai.
Se ne stavano tutti seduti, in attesa, col fiato sospeso.
Elena aveva il cuore che le martellava in gola. Aveva il sentore che suo padre potesse essere tornato. 
L'emozione le faceva tremare le mani mentre, guardando entusiasta Bobò, sussurrava -...è papà, ne sono sicura!-
-Ciao a tutti!- una voce femminile, però, le giunse alle orecchie.
Una voce che avrebbe riconosciuto fra mille.
La voce che aveva odiato, la voce che aveva invidiato...
La voce di Giada.

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Capitolo 6
*** Close your eyes ***


Tommy non poteva credere ai propri occhi. Non aveva fatto in tempo a pensare a Giada quello stesso pomeriggio che l'aveva vista materializzarsi qualche ora dopo ad un palmo dal suo naso.
-Ciao- gli disse la ragazza prendendo posto sull'unica sedia libera accanto a lui.
Deglutì prima di rispondere senza guardarla negli occhi.

Elena se ne stava con gli occhi bassi a fissarsi le punte delle dita impallidite. 
Era totalmente incredula. Come se le cose fra lei e Tommy non fossero abbastanza complicate.
Se qualcuno le avesse chiesto 'Come ti senti?' avrebbe sicuramente risposto che tutto quello era ben rappresentato dall'espressione 'Come sparare sulla croce rossa'.
Era stanca, dolorante nello spirito e nel cuore, eppure i colpi continuavano ad arrivare incessanti e sempre più forti.
Durante la cena Bobò le lanciò eloquenti sguardi preoccupati, ma lei fece accuratamente finta di non notarli.

-Come stai?- chiese Giada a Tommy, mentre gli altri chiacchieravano vivacemente.
-Come vuoi che stia?- chiese lui ironico con una punta di stizza, smuovendo il cibo che aveva nel piatto con la forchetta, poi continuò -Vediamo se rendo l'idea, mi sento come uno che ha appena visto un fantasma-
prese a guardarla.
Giada se ne stava lì, con il suo solito fare pacato, quasi apatico.
Il ragazzo avvertì un insolito fastidio nel guardarla meglio. 
Era nervoso e questo non gli permetteva di capire bene cosa stesse succedendo, cosa sentiva realmente. 
Nel vedere la sua ex ragazza era rimasto inebedito, mano a mano, però, era salita la rabbia. Non aveva di certo dimenticato quanto aveva sofferto a causa sua, poco gli era importato quali fossero stati i nobili principi che l'avessero portata a lasciarlo, rimaneva il fatto che aveva deciso tutto da sola senza interpellarlo, senza spiegargli.

-Come stai?- dopo quella lunga ed estenuante cena, Bobò rivolse ad Elena la stessa domanda che poco tempo prima Giada aveva rivolto a Tommy.
Elena aveva il morale a terra e si sentiva bruciare dalla gelosia, qualche linea di febbre andava ad arricchire il tutto.
-Sto malissimo Bobò. Sarò cattiva, ma vorrei solo che Giada se ne tornasse da dove è venuta-
Bobò guardò la sorella in modo apprensivo. Voleva bene a Giada, ma capiva bene anche sua sorella e non doveva essere affatto facile.
-Già so come andrà a finire- disse poi lei dando un fugace sguardo a Tommy e Giada che parlavano in un angolo della cucina, in disparte -Si chiariranno, faranno pace e torneranno insieme- sentenziò voltandosi di nuovo verso il gemello.
Bobò tenne per sè le proprie considerazioni a riguardo, ma non differivano di molto dalla visione che aveva avuto la sorella.
Aveva notato infatti che dall'arrivo di Giada, Tommy non aveva avuto parole e sguardi che per lei, gli altri avevano semplicemente cessato di esserci.


-Mi dispiace, so di aver sbagliato, ma l'ho fatto per proteggerti!- si giustificava Giada, nel frattempo.
-Avresti dovuto parlarmene. Non decidere tutto istintivamente da sola. In una coppia si è in due!- Rispose Tommy arrabbiato. Si stava redendo conto che la ferita che la ragazza gli aveva lasciato non si era poi rimarginata come aveva creduto.
-Io ti amavo, cazzo!- affermò ancora più con ira.
-Ora non più?- azzardò a chiedergli lei.
-Io...ho imparato a stare senza di te...- fù la risposta confusa di Tommy.
-Potrai reimparare il contrario però...- gli disse Giada, accostando la propria mano al suo viso.
Tommy socchiuse gli occhi a quel tocco.
-No. Non puoi tornare, come se niente fosse successo e cercare di rimettere le cose a posto come prima, non funziona così- interruppe di colpo quel contatto, prendendo distanza da lei -Non puoi, ma soprattutto io non voglio che succeda...- continuò, voltandosi e raggiungendo gli altri nel salone.


Elena, che stava seduta sui gradini del soggiorno, si vide sfrecciare accanto Tommy.
Le sembrava nervoso, forse confuso.
Sapeva bene del rancore che il cugino provava per la sua ex ragazza e sperava egoisticamente che quello bastasse per tenerli lontani.
Lo guardò e non potè non notare la tristezza che aleggiava sul suo viso.
In quel momento non avrebbe voluto altro che andare lì, stargli semplicemente vicino, offrirgli un appoggio, uno sfogo. Decise però di non farlo. Non era più lei la persona giusta per tutto quello, non più dopo che si era esposta così tanto.
Accettò semplicemente di dover stare lì, guardare le cose da spettatrice e attendere il temuto finale.


Entrando nel soggiorno, Tommy notò la familiare figura di Elena seduta sui gradini. 
Provò un forte istinto di abbracciarla. In quella situazione assurda la prima cosa che avrebbe voluto fare sarebbe stata proprio andarsi a rifugiare da lei, come in passato.
Gli mancava in realtà. Gli mancava uscire con lei, chiacchierare, ridere, giocare in modo spensierato, confidarle cose più serie e segrete...
Si rese conto in quel preciso istante che Elena gli era sempre stata vicino, ascoltando mille volte i suoi monologhi su Giada, mettendo da parte sè stessa, sforzandosi di seppellire i sentimenti che provava pur di essergli di conforto e di aiuto. Certo, a volte aveva anche vinto l'egoismo su di lei, inventando qualche bugia, ma alla fine aveva sempre confessato i suoi errori, mortificandosi e chiedendo sentitamente scusa.
Seduto sul divano, la vide alzarsi dal gradino del soggiorno 
-Scusate, ma vorrei andare a letto, non mi sento tanto bene- disse.
Notò infatti che aveva gli occhi lucidi, forse era vero, probabilmente gli era salita di nuovo la febbre, ma non escludeva che anche il ritorno di Giada avesse portato le sue conseguenze.
Prima di girarsi verso le scale, vide chiaramente Elena alzare lo sguardo su di lui. Non si aspettava di incrociare gli occhi del cugino, imbarazzata, infatti, li abbassò di nuovo arrossendo lievemente.
Sorrise spontaneo a quella reazione.


Dal canto suo Giada aveva raggiunto gli altri nel soggiorno, seduta accanto a Sara non aveva perso però quel fugace scambio di sguardi e non aveva mancato di notare quel pericoloso sorriso sul viso di Tommy.


Le vacanze di Natale non tardarono ad arrivare. Giada si era sistemata nella vecchia stanza di Sara ed Elena, nel frattempo, si era presa dalla febbre.
Una mattina si erano ritrovate da sole in cucina, Elena era scesa prima per fare colazione proprio per evitare la sua presenza.
Nel vederla gia seduta al tavolo roteò gli occhi scocciata, avere un testa a testa con lei era l'ultima cosa che desiderava.
Quando Giada la vide la salutò con il solito timido sorriso.
Si scambiarono due chiacchiere di circostanza, era evidente che ci fosse qualche attrito in realtà.
La più grande prese a raccontarle della sua città, della nuova scuola per poi immergersi in una malinconia per casa Martini e in particolare per Tommy. Giusto quello che Elena non voleva sentire.
-Lui non riesce a comprendere il perché delle mie scelte, ma sono sicura che gli farò cambiare idea...-
La bionda non disse nulla, limitandosi ad ascoltare, tesa come una corda di violino.
-...lui è importante per me, è stato la mia prima volta...-
Bum.
Un pugno in pieno stomaco.
Ok, sapeva che Tommy era un latinlover, che tutte le ragazze fossero le sue ma non avrebbe voluto mai sapere questo.
Certo se lo immaginava, ma un conto era ipotizzare e un conto era averne la conferma.
La conversazione venne interrotta dall'arrivo di Ave ed Enrica.
Giada non smise di guardare Elena, attenta ad ogni sua piccola reazione, dal canto suo la bionda colse l'occasione per sbrogliarsi da quella conversazione e, senza aver toccato cibo, si dileguò da casa Martini.


Tommy si stava preparando per uscire, Giada lo aveva chiamato il giorno prima chiedendogli di vedersi, voleva parlargli. Non aveva saputo dirle di no.
Di rimando si era convinto di essere padrone della situazione, che fosse lui a guidare il gioco.
Arrivò davanti casa Martini di buon mattino. Parcheggiò il motorino, si tolse il casco e si diresse verso il viale.
A qualche passo di distanza avanzava Elena.
La ragazza si bloccò e trattenne il respiro nel vedere il cugino.
Quando Tommy la vide rallentò il passo. Non ci voleva proprio.
Nel vedere l'espressione tipica di chi non sa comportarsi, Elena scattò come una molla.
-Non preoccuparti, non ho intenzione di stare qui a elemosinare attenzioni, per quanto mi riguarda il tuo è un capitolo chiuso. Adesso va, non vorrai far aspettare troppo la tua bella. Anche  perché lei è dentro che aspetta 'La sua prima volta'-
Gli erano uscite parole dalla bocca senza neanche pensarle. Era ferita, stava male e voleva solo attaccare. Faceva sentirla momentaneamente meglio.
-Ma che stai dicendo?- Tommy la guardò confuso.
-La tua Giada sta mattina ha visto bene di raccontarmi che lei ha avuto la sua prima volta con te- 
Basta bugie, basta cose contorte. Voleva solo dirgli come si sentiva, semplicemente quello, senza metafore, senza intermediare.
Voleva essere semplicemente Elena, con le sue difficoltà, i suoi difetti, il suo dolore. 
Il ragazzo abbassò le spalle chinando il capo.
-Mi dispiace che tu lo sia venuta a sapere...-
-Anche a me...- rispose iniziando a piangere.
Non voleva essere la solita Elena piagnucolona. Cercò di trattenere le lacrime e darsi un contegno, senza un buon risultato.
Al vederla così, Tommy non riuscì più a controllarsi. Lasciò cadere il casco con un tonfo e la raggiunse con poche falcate. 
Elena si sentì avvolgere dal suo abbraccio. Il respiro più affannato vicino al proprio orecchio.
-Perchè me?- le chiese affondando il viso fra i suoi capelli -Non potevi innamorarti di uno meno stronzo e meno complicato?- era stufo di vederla soffrire a causa sua.
-Scusa se questo ti da pena..- fece lei fra i singhiozzi.
La strinse ancora di più a sè.
Avrebbe voluto dirle mille cose, rassicurarla, accarezzarle il viso, ma non voleva compromettersi.
Doveva prima sistemare la questione con Giada.

Elena non capiva il perché di quell'abbraccio, ma sarebbe voluta rimanere così per ore.
Non l'aveva mai stretta così forte. Sentiva chiaramente il suo petto alzarsi e abbassarsi affannosamente, mentre lei se ne stava aggrappata alla sua maglia come se fosse un'ancora di salvezza.
-Ora devo andare...- fece lui d'un tratto, riportandola alla realtà.
Si staccò bruscamente.
-Sì, hai ragione...Giada ti aspetta...- disse, passandosi la manica del giacchetto sugli occhi.
-Sì...- rispose lui senza aggiungere altro.
Per Elena suonò come una condanna. Capì che aveva deciso di tornare da lei.
-Buona fortuna allora...- fece ancora, evitando di guardarlo negli occhi e allontanadosi quanto più possibile.
Tommy la lasciò andare via senza dire nulla.
Buttò la testa all'indietro chiudendo gli occhi e stringendo i pugni.
La testa lavorava a più non posso, mentre il cuore combatteva per rompere gli argini della razionalità.

Elena aveva percorso quasi cinque minuti di strada a piedi. 
Si dava mentalmente della stupida per aver preso quell'abbraccio compassionevole che sembrava non avere alcun significato.
Non si voltò quando sentì dei veloci passi raggiungerla, fino a che un affannato Tommy non le si parò davanti.
Lo guardò in modo interrogativo.
-So che quanto sto per dire sarà motivo di un sacco di problemi, che mi spaventa un casino, perché non lo so gestire, ma forse non è neanche necessario che io sappia farlo, perché devo smetterla di essere così razionale e testardo...però mi manchi- disse tutto d'un fiato e in modo confuso -Mi manca ridere, giocare, passare del tempo con te...- 
-Io non posso essere più tua amica, Tommy- lo interruppe lei.
-Lo so...e se te lo dico, forse è perché non mi interessa più così tanto averti come amica...-
Elena non capiva.
Il ragazzo si schiarì la voce.
-Quella sera che ti ho visto con Giulio ho perso la testa. Una folle gelosia mi è salita fino al cervello. Al pensiero che ti avesse toccata o...peggio...sono diventato una bestia, avrei solo voluto spaccargli la faccia e rompergli tutte le ossa. Non avrei mai immaginato di poter reagire così. Mi sono spaventato perché non ho saputo gestire la cosa. Mi spaventava la reazione che mi suscitava saperti con qualcun altro e ho dovuto trovare una scusa per allontanarti, per schiarirmi le idee. Ad un certo punto mi sono detto che forse era normale, che ti vedevo come una sorella, volevo proteggerti...però la cosa non ha retto molto a lungo. Avevo paura che tu mi chiedessi spiegazioni e quindi ti ho tagliato fuori dalla mia vita. Ho cercato di colmare il vuoto che mi aveva lasciato il dirti addio, sbagliando. Mi sono fatto mille problemi perché non volevo metterti nei guai in famiglia. Poi è arrivata Giada-
Gli occhi di Elena si fecero cupi.
-Non fare così...- le disse guardandola insistentemente -La sera che è tornata le ho detto che ho imparato a stare senza di lei. Niente di più vero. Questo è stato possibile solo grazie a te-
Elena continuava a non capire cosa volesse dire, dove volesse arrivare. Non osava sperare in realtà, aveva paura che scoppiasse tutto in una bolla di sapone. 
Se ne stava lì ad ascoltare, tesa, seguendo quell'escalation di frasi con fiato sospeso.
-Giada se ne stava lì con tutte le sue giustificazioni e a me faceva solo rabbia, mi dava fastidio addirittura. Poi ad un certo punto ho guardato te e ho pensato che sarei voluto venire a rifugiarmi tra le tue braccia, allora ho ripensato a tutte le volte che, stupido, mi sono messo a raccontarti le cose che riguardavano me e lei e tu, paziente, stavi ad ascoltarmi, ignorando il male che tutto quello ti stesse facendo. Questo non mi ha lasciato di nuovo indifferente...-
Prese una pausa e le si avvicinò, con fare inesorabilmente lento.
Elena potè avvertire un leggero tremolio quando lui le carezzò il viso con il palmo della mano.
Tommy non le staccava gli occhi di dosso. Si era lasciato andare e le sensazioni lo avevano travolto come un fiume in piena.
Si avvicinò di più con il viso, fino a sfiorarle il naso con il proprio. 
Espirò dolcemente sulle labbra della ragazza, toccandole appena.
Elena chiuse gli occhi d'istinto, provando un forte vuoto all'altezza dello stomaco.
-No, guardami...- la rimbeccò lui con dolce fermezza, sussurrando appena.
Elena puntò lo sguardo nel suo. Stettero così alcun secondi, mentre lui la coccolava con lievi carezze sul viso.
Le passò una mano dietro la nuca, la intrecciò fra i suoi capelli e piano la attirò a sè, fino a far toccare le loro labbra.
Un bacio semplice, leggero, libero.
Tornarono a guardarsi dopo lunghi minuti.
-E adesso...che succede?- chiese Elena con flebile voce
-Succede che voglio stare con te...- rispose Tommy, sorridendo e posandole un nuovo bacio sulla bocca.
-E Giada?-
-Oggi stesso voglio sistemare la cosa, non provo più niente per lei-
La biondina sorrise felice. 
Felice come non lo era mai stata prima, felice davvero.








Ecco il nuovo capitolo!
Scusate il grande ritardo ma non ho più la connessione a casa e mi si è rotto anche il cellulare, quindi non potevo aggiornare in alcun modo.
Ringrazio tantissmo le quattro ragazze che hanno commentato l'ultimo chap: Harryswagger, principessa1793, Love kodocha, _Sun1D
Fatemi sapere tutti voi cosa ne pensate, attendo con ansia le vostre recensioni.
Un bacio a tutti,
_Val_

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Capitolo 7
*** Ricatti e controricatti ***


Mezz'ora dopo, Tommy si ritrovò a parlare a Giada della sua decisione.
Erano usciti da casa e camminavano sul marciapiede a poca distanza l'una dall'altro.
A nulla valsero le suppliche della ragazza, gli abbracci, i tentativi di baciarlo.
-Elena...è lei il problema non è vero-? disse d'un tratto lei, arrabbiata.
-Elena non è un 'problema'- soffiò lui a denti stretti -Elena è la mia ragazza- concluse voltandole le spalle.
-Non può essere la tua ragazza!- le strillò Giada -Siete parenti! Pensa se, per errore, lo venissero a sapere i tuoi nonni o tuo padre...- continuò con un espressione maliziosa sul volto.
Tommy fece fatica a riconoscere la Giada che conosceva lui, anzi, forse di lei non v'era più traccia. Non era rimasto altro che cattiveria.
-Non mi spaventi con le tue minacce- le rispose, tornando a guardarla.
-Io no, ma potrebbe spaventarti tuo padre, ti obbligherebbe a non vedere più Elena...-
Iniziò a mancargli il respiro. Non avrebbe mai potuto fargli una cosa del genere.
-O Lasci Elena e torni con me, oppure vi sputtano davanti a tutti. Nonno Libero non sarebbe molto contento nel sapere che ti porti a letto la sua piccola nipotina...-
-Che stronza...- ringhiò Tommy.
Gli sembrava tutto così irreale. Aveva toccato il cielo con un dito trovando il coraggio di abbandonarsi ad Elena ed ora gli venina soffiato via tutto così. Non era possibile. Aveva voglia di mettersi ad urlare e piangere allo stesso momento. Se Giada fosse stata un ragazzo, non avrebbe esitato a prenderlo a pugni.
-Cosa te ne fai di uno che comunque non ti ama? Come puoi scendere ad un così misero compromesso?-
-Non sarà così sempre. Dovrai essere convincente per me e soprattutto per Elena. Deve credere che tu sia tornato da me per amore-
-Non lo farò- fece lui risoluto -Se non posso stare con Elena, non starò con nessun'altra ragazza- continuò -Men che meno con te, così patetica e penosa...- pronunciò quelle ultime parole con tutto il disprezzo che sentiva, voltandosi e lasciando Giada da sola.



Elena pianse attaccata alla maglia di Tommy quando lui le raccontò l'accaduto, mentre lui le baciava le guance bagnate e le labbra inumidite dalle lacrime.
-Troveremo una soluzione...- le sussurrò ad un orecchio, affondando il viso tra i ricci dei suoi capelli ed inspirandone il profumo a pieni polmoni.
-Dovremo solo fingere di esserci lasciati- disse poi, più tra sè che ad alta voce.
-Cioè?- gli chiese la bionda guardandolo in viso.
-Ma sì...- fece Tommy con espressione illuminata -....non dobbiamo far altro che fingere di fronte a lei e convincerla di esserci lasciati! Quanto durerà? Dopo le feste di Natale dovrà tornarsene a casa per forza, no?- 
Elena lo guardò sollevata. Aveva aspettato tanto per averlo per sè, non le costava poi molto fingere per un paio di settimane di non stare con lui...e poi erano comunque fidanzati...
Sorrise sincera prima di baciarlo in modo passionale.
-Ti amo piccola...- le disse Tommy guardandola profondamente.
Gli angoli degli occhi presero a bruciarle -Dillo di nuovo...- gli chiese stringendo le proprio braccia intorno al collo del ragazzo.
-Ti amo...- 




La recitazione da parte dei due ragazzi risultava abbastanza credibile agli occhi di tutti, tranne a quelli di Giada.
Titubante la ragazza aveva seguito i movimenti e le espressioni di Elena. Dal canto suo, la piccola Martini non le aveva mai dato modo di scoprire la verità anzi era sempre rimasta impassibile davanti a lei, con Bobò, in salotto, aveva addirittura pianto l'abbandono di Tommy (ovviamente il gemello era al corrente di tutto) di modo che potesse essere vista e ben udita.




I giorni passarono in fretta, Elena e Tommy si vedevano di sfuggita, sospirando ad ogni sguardo, desiderosi di passare più tempo insieme. 
La sera di Natale casa Martini era completamente addobbata di girlande fatte con rami di pino intrecciate a fili colorati scintillanti.
Sotto l'albero facevano capolino numerosi pacchetti regalo, ma il più importante, pensava Elena, lo aveva lei, nascosto nel proprio armadio: il suo pensiero per Tommy.
Qualche giorno prima era uscita con Ave a fare compere al centro commerciale. Ad un certo punto si è separata dalla donna con la scusa di andare a fare la ricariche al cellulare ed era entrata di soppiatto in una gioielleria lì vicino. 
Aveva messo da parte un po' di soldi negli ultimi mesi grazie alla paghetta che le davano i nonni, circa 80 euro.
Quelli le bastarono per comprare due mezzi cuori in argento placcato con sopra inciso il nome suo e quello di Tommy.
Il cuore le martellava in gola dall'emozione, avrebbe potuto passare per la prima volta la magica sera di Natale con il ragazzo che aveva sempre voluto.
Intoppi a parte, o meglio, Giada a parte.



Tommy si stava preparando per andare a cena dai nonni.
- Come mai quel sorriso?- gli chiese Sara, notando l'espressione felice del ragazzo riflessa nello specchio all'ingresso.
Tommy cercò di darsi un contegno, tirando giù gli angoli della bocca in una buffa smorfia.
-Quale sorriso?- domandò corrugando la fronte.
Sarà lo guardò intensamente -Non fare il finto tonto con me, Martini, c'è qualcosa che ti rende incredibilmente felice e vuoi nasconderlo...perchè?-
Tommy si fece più serio -...so che capiresti se ti dicessi la verità, ma non posso...devo proteggere una persona...- 
-...e questa persona, immagino, non sia Giada- continuò lei guardandolo di bieco, ma sorridendo.
-Non hai bisogno che ti dica nulla, vero?- si arrese il ragazzo, consapevole che dire bugie non sarebbe servito a nulla.
-...è Elena?- chiese Sara
-Non dirlo a papà ti prego...-
-Oddio Tommy, è davvero Elena?- domandò di nuovo la donna, un po' allarmata.
Tommy annuì con la testa.
-Oh mamma santa, ma è tua cugina!!- non c'era rimprovero nella voce di Sara, solo preoccupazione. Gli occhi inteneriti confermavano il tono con cui aveva pronunciato le parole.
-Ho combattuto con tutto me stesso contro i sentimenti che provavo per lei, Sara. L'ho spinta a fidanzarsi con Giulio, ricordi? Ho frequentato decine di ragazze diverse, ma alla fine ha vinto lei...ha vinto il cuore- le parole gli uscirono di getto, istintive, così come erano uscite confessando ad Elena i suoi sentimenti.
Sarà lo guardò con dolcezza, aveva sempre visto in loro qualcosa di più di una lontana parentela ed una semplice amicizia, ma sarebbe stato troppo complicato farlo comprendere anche ai loro nonni e genitori.
-Tuo padre non deve saperlo...- sentenziò lei puntandogli un dito contro.
-Da me non lo saprà di certo...- fece il ragazzo alzando le mani in segno di resa.
Sorrisero vicendevolmente, scambiandosi un occhiata di intesa.
Tommy raccontò a Sara anche di come Giada aveva reagito alla notizia di lui ed Elena. La donna non poteva credere che la timida ragazza che lei aveva conosciuto solo un anno prima si potesse essere trasformata in un'arpia del genere, sperava solamente che non sarebbe arrivata davvero a fare sciocchezze così infantili.
-Cosa le hai regalato?- chiese poi a Tommy con una curiosità tutta femminile.
In risposta il ragazzo tirò fuori una piccola scatolina dalla tasca destra della giacca che aveva indosso.
Sara strabuzzò gli occhi -...non sarà mica quello che penso, vero?- 
-Se hai pensato ad un anello, beh...allora sì, è quello che pensi-
-Oh mio Dio, fai proprio sul serio- sospirò la mora.
-Non sono mai stato così serio in vita mia- fece lui di rimando.
-Ehi, voi siete pronti?- Lorenzo fece capolino dal salotto, abbottonandosi la manica della camicia bianca che aveva addosso.
Tommy fece appena in tempo a rimettere la scatolina al suo posto, coperto da Sara.
-Di che confabulate, voi due?- chiese ancora Lorenzo, notando la situazione sospetta.
-Top secret- rispose Sara, esibendo il più smagliante dei suoi sorrisi.
-Che vorrebbe dire 'top secret'?- chiese ancor più curioso il marito.
-Vorrebbe dire che non ti dirò mai cosa ti ho comprato per regalo prima della mezzanotte!- rispose lei risoluta e fintamente imbronciata, filandosela in cucina.
Lorenzo guardò perplesso Tommy.
-Ah, non guardare me, sei tu che hai deciso di sposarla!-


Finito!!
Perdonate il tremendo ritardo ma, come dicevo ad una di voi, sto lavorando moltissimo, sto quasi dieci ore fuori casa e quando rientro sono parecchio stanca!
Però eccomi quì con il nuovo capitolo.
Non vi nascondo che non manca poco, mi vedo costretta a concludere la storia in pochi cap per non correre il rischio di mandarla troppo per le lunghe, non avendo molte occasioni per mettermi a scrivere.
Spero sia piaciuto a tutti voi e che commentiate in tanti, come sempre!!
Un bacione immenso, vi adoro di cuore!
_Val_

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Capitolo 8
*** Il regalo più bello ***


L'ora di cena arrivò presto.
Tommy era un misto di eccitazione e nervosismo. Sapere che Giada si trovava a casa Martini lo infastidiva da morire. 
Finì di vestirsi in tutta fretta. Si mise della gelatina sulla punta dei capelli e si spruzzò un po' di 'Terre d'Hermes' nell'incavo del collo e sui polsi. Era il profumo più buono che lui avesse mai provato.


Circa una mezz'ora dopo si trovavano tutti e tre davanti casa Martini.
Ave gli aprì la porta, vestita a festa, con un mega fiocco rosso infilato fra i capelli. 
Baciò tutti calorosamente sulle guance e li fece accomodare in casa.
Nel salotto, i nonni e Bobò aspettavano assieme a Maria, Marco, Annuccia e Emiliano, mentre i più piccoli se ne stavano adoranti seduti attorno all'alto albero di Natale che Enrica aveva visto di addobbare personalmente.
In un angolino v'erano anche la mamme il fratellino di Giada. 
Tommy avanzò verso il cugino seduto sul divano saluttandoli con un cenno della mano.
-Dov'è Elena?- gli chiese con tono basso.
-Stava finendo di prepararsi. Aspettava che Giada uscisse dal bagno prima di scendere-
Degli schiamazzi al piano di sopra attirarono la loro attenzione.
Tommy e Bobò sentirono chiaramente due voci femminili alzarsi quanto basta per poterle udire dal piano inferiore.
Bobò saltò su come una molla e, approfittando della confusione dei saluti, cercò di sovrastare le voci di Elena e di Giada, mentre Tommy si buttò su per le scale salendo i gradini a due a due.
Trovò le due ragazze sul pianerottolo, una di fronte all'altra, tese e con i visi cotratti dalla rabbia.
Elena indossava un  vestito a bretelline sottili, nero, che le fasciava il seno. Una lieve scollatura metteva in risalto le sue curva senza risultare troppo volgare. La gonna ricadeva morbida sulla pelle chiara delle gambe, facendo risaltare il suo pallore.
I capelli erano stati lisciati e raccolti in uno chignon sapientemente stretto da delle forcine, lasciando scoperte le armoniose spalle e il viso, leggermente truccato e incorniciato da un paio di orecchini pendenti e tempestati di minuscole pietre brillanti.
Nel vederla, Tommy provò il fatidico sfarfallio nello stomaco. Dovette premersi una mano sulla pancia per reprimere quella piacevolissima sensazione.
-Oh ti prego, smettila di guardarla come se fosse un angelo sceso in terra!- sbottò Giada, notando l'espressione del ragazzo.
-Come la guardo non deve interessarti!- le ringhiò contro lui, avvicinnandosi ad Elena e cingendole un braccio intorno alla vita.
-Quindi state insieme...- riprese l'altra con un'espressione arcigna -I tuoi saranno contenti di saperlo!- disse poi, voltandosi e facendo per scendre le scale.
Tommy la bloccò per un braccio.
Era scosso, infastidito, nervoso e arrabbiato. Non tollerava più quell'atteggiamento da prepotente che Giada continuava ad avere nei loro confronti.
Ricordava la ragazza di cui si era innamorato solo un anno prima e sembrava non avere nulla a che fare con quella che aveva di fronte.
Non sapeva cosa lei ed Elena si fossero dette, ma intuì che non fosse  nulla di molto gentile.
-Senti Giada, io ho accettato il tuo abbandono, ci ho messo un po', è vero, ma alla fine ti ho dimenticata proprio come avevi chiesto- disse, attirando la sua attenzione -Adesso per favore, raccogli quello che tu stessa hai seminato e lasciami andare...- 
Giada si voltò verso di lui. Gli occhi lucidi della ragazza lo colpirono.
-Io pensavo che la lontananza tra noi ti avrebbe fatto soffrire, allora ho deciso di lasciarti libero di vivere la tua vita, di essere felice con qualcun'altra. Ho seguito quell'obiettivo, fingendo di essere indifferente, ma quando ho iniziato a rendermi effettivamente conto che ti stavo perdendo non ho capito più nulla. Ho avvertito l'esigenza di tornare qui e venirti a riprendere. Sono stata impulsiva, lo so, ma quando ho visto il modo in cui guardavi Elena, la sera in cui sono tornata , ho scollegato il cervello, la gelosia è dilagata in me e sono uscita di testa.
Quando Giada si fermò per riprendere fiato, i tre ragazzi si accrosero che al piano di sotto tutto il chiacchiericcio eccitato di poco prima si era tramutato in tombale silenzio.
-Mi dispiace...- riuscì solo a dire Tommy -...ma...-
-Sei innamorato di lei...- concluse Giada, indicando Elena -Lo so... Mi dispiace, non so cosa credevo di fare- 
Elena se ne stava stretta al ragazzo, come se potesse scivolare via dalle sue braccia.
Temeva Giada e il potere che aveva sempre esercitato sul suo lontano cugino, ma dopo le parole di Tommy non aveva più alcuna incertezza: aveva scelto lei.

Uno schiarirsi di voce sulle scale attirò la loro attenzione.
-Si può sapere che succede?- Libero si era fatto silenziosamente strada per i gradini.
-Sì nonno, adesso vi spieghiamo tutto- rispose Tommy e prendendo Elena per mano la condusse al piano inferiore.
La bionda aveva gli occhi smarriti e la preoccupazione dipinta sul viso. Era ben conscia, però, che a quel punto non era più possibile tenere le cose nascoste.
Tutti in salone si erano radunati ai piedi delle scale. I due ragazzi si fecero strada fino al divano.
Tommy chiese loro di sedersi.
Giada prese posto accanto a sua madre che le stringeva un braccio intorno alle spalle.
-Ormai credo che non sia più un segreto per nessuno- prese a dire con spavalderia, pronto a difendere la sua storia con Elena -Io ed Elena stiamo insieme e a niente varrano le vostre opinioni e opposizioni. Semplicemente è successo...- concluse allargando le braccia per poi lasciandole ricadere lungo i fianchi, cercando con la mano la mano della ragazza che aveva vicino.
Nessuno disse niente. Non una parole, non un sospiro.
Solo Sara sorrideva, di un sorriso ampio, che le scopriva i denti bianchi.
-Ohh, suvvia, adesso possiamo smetterla di farli stare sulle spine!- Scattò in piedi la ricchia.
Tommy la guardò incredula. Quel gesto probabilemente le sarebbe costato un litigio con il padre.
-Sara lascia stare...- aveva preso a dirle, ma si bloccò nel vedere che tutti avevano preso a ridere sotto i baffi.
-Beh cosa c'è da ridere?!- iniziava ad arrabbiarsi.
Elena gli si avvicinò, mettendogli una mano sul petto vedendolo pronto a scattare in avanti, adirato.
-C'è che ridiamo perché siamo sorpresi per come avete preso sul serio la cosa- fu Lorenzo a parlare per primo, facendo largo alle parole tra una risa e l'altra.
-Certo che è seria! Io ed Elena vogliamo stare insieme davvero e voi...-
-Tommy...- Lorenzo avanzò fino a lui poggiandogli le mani sulle spalle -...nessuno vuole opporsi a voi-
Il ragazzo non capiva, Elena meno di lei.
-Tuo padre sta cercando di dirti...- intervenne Enrica -...che non c'è nessun problema. Voi due siete cugini così alla lontana che la parentela è praticamente inesistente- 
I due si guardarono attorno, cercando ancora qualcuno che non fosse d'accordo. 
-Voi lo sapevate già...- affermò Tommy osservando  volti delle persone che aveva di fronte e soffermandosi su Sara.
-Non volermene- le disse lei con gli occhi più dolci che riuscì a fare - Eravate così teneri e tu mi sei sembrato così preoccupato che ho dovuto parlarne con tuo padre, per forza. Volevamo farvi una sopresa questa sera, volevamo aspettare la mezzanotte per dirvelo, ma le circostanze hanno voluto che foste voi a...confessarlo...diciamo così-
Improvvisamente Tommy si sentì un vero idiota. Si era fatto mille problemi, aveva pensato di dover superare mille ostacoli dopo aver faticosamente dichiarato i suoi sentimenti ad Elena e invece era stato tutto così semplice. Giada a parte. 
-Beh dire che per festeggiare possiamo andare a mangiare, no?- Bobò avanzò la proposta.
Tutti scoppiarono a ridere di gusto.
Dopo che si furono spostati in cucina, nonno Libero rimase ancora qualche minuto in salotto, avvicinandosi a Giada.
La ragazza aveva gli occhi lucidi. Non v'erano lacrime a rigarle il viso, ma tanta tristezza.
Libero si mise seduto accanto a lei, allargando le braccia. Giada ci si buttò dentro senza pensarci poi molto.
Allora le lacrime caddero e i singhiozzi irruppero forti.
-Ti voglio bene- le disse mentre le carezzava la testa.
-Grazie...nonno- 
rispose semplicemente lei.



Cenarono e risero con allegria per tutta la sera.
I bambini fecero un gran baccano e intorno alle 23.30 iniziarono a reclamare la presenza di Babbo Natale. 
Marco uscì di nascosto dalla porta sul retro e rientrò vestito a puntino proprio per mezzanotte, consegnando piccoli doni a ogni pargoletto presente.
Elena era felicissima, le sembrava tutto così surreale.
La felicità crebbe quando alle 24.00 Tommy, dopo averle stampato un caldo bacio sulle labbra, si ingonocchiò di fronte a lei.
Le guance le esplosero in rossore, mentre le mani andarono a coprire la bocca aperta per lo stupore.
Tutti erano intenti a guardarli.
-Elena Martini...- iniziò lui -...vuoi essere ufficialmente la mia fidanzata e promettere di impegnarti assieme a me per riuscire a diventare un giorno marito e moglie?- la voce del ragazzo risultò tremolante mentre pronunciò quella frase.
Le mani, quasi a conferma, tremavano leggermente mentre tirava fuori dalla tasca una piccola scatolina di velluto blu e l' apriva di fronte a lei.
Elena sentiva gli angoli degli occhi pungerle. 
-Tu sei pazzo...- riuscì a dire a stento.
-Rispondimi- disse lui, puntando gli occhi in quelli della ragazza e abbassando la voce in tono ancor più profondo.
In quel momento fu come se ci fossero solo loro. Nessuna persona, nessun rumore, nessuna luce. 
La biondina sostenne lo sguardo di Tommy.
-Sì, lo voglio...- pronunciò quelle parole con la consapevolezza che un futuro, non molto lontano le avrebbe ripetute. Più grande, più matura e ancora più innamorata di lui.


I festeggiamenti si protrassero a lungo durante la notte e a stento i due fidanzati riuscirono a ritagliarsi un momento tutto per loro, uscendo a prendere un po' d'aria nel giardino.
-In tutto questo ancora non sono riuscito a dirti che sei veramente troppo bella con questo vestito-  disse Tommy d'un tratto cingendo Elena per i fianchi.
Bastò quel tocco a far venire la pelle d'oca alla ragazza.
Tommy non potè non accorgsene.
Sorrise. 
Sorrise di quel sorriso sghembo che solo lui sapeva fare, consapevole del tremendo effetto che sortiva su di lei.
Elena cercò di sottrarsi a quel gioco in cui avrebbe sicuramente perso.
-Sei mia...- affermò lui, intrappolandola contro il muro di cinta della casa. 
Elena cercò di distogliere lo sguardo, orgogliosa, ma non tentò di controbattere, consapevole che la propria voce avrebbe tradito ogni suo gesto.
Tommy pose le labbra sul suo collo, alitando dolcemente, aumetando i brividi che, vistosi, le invadevano il corpo.
Non passò molto perché un nuovo bacio ponesse fine alla breve guerra che era intercorsa fra i due.
Un bacio ancora, poi un altro.
Tommy sentiva come un flusso di energia staccarsi da sé e spostarsi su Elena e viceversa. Un calore molto forte aveva iniziato ad impadronirsi del proprio corpo. 
Le sue mani si spostarono leggermente più in basso dei fianchi, quasi a toccarle l'orlo dell'abito non molto lungo.
Rimase così qualche minuto, mentre continuava a baciarla.
Aveva timore di toccarla, di carezzarla, come aveva già fatto con altre ragazze.
In un lampo si materializzò nella sua testa la scena di loro due insieme, in un letto, coperti dal solo leggero tessuto di un lenzuolo...
Si staccò d'improvviso.
-Che...succede?- chiese perlessa Elena. Aveva le guance arrossate e il respito affannato.
-Voglio fare l'amore con te...- rispose lui.
Elena arrossì ancor più vistosamente.
-Io...non...- biascicò lei.
-No, no, no...- la troncò lui -Aspetta, non fraintendermi- si affrettò a spiegare, sorridendole -Non ora. Non voglio rovinare tutto, voglio dimostrarti che per me è una cosa importante, no anzi, non UNA, ma LA cosa più importante. Voglio fare l'amore con te, e non è semplicemente una cosa fisica...- aveva iniziato a gesticolare, preso dalla preoccupazione di non riuscire a farsi capire -Elena, per dimostrarti che non voglio metterti fretta  e che tu non sei una fra tante, se tu vorrai, faremo l'amore insieme la prima notte di nozze...- scandì ogni singola parola per essere il più chiaro possibile.
Elena non poteva crederci. Sapeva bene che Tommy era stato con molte ragazze e nessuna di loro era stata difficile da conquistare e portare a letto. La cosa le aveva sempre fatto male, perché non sapeva se alla fine fare l'amore con lei sarebbe stato, a lungo andare come averlo fatto con tutte le altre.
Quello però cambiava tutto. 
'Non sei una fra tante' le aveva detto ed era pronto a dimostrarglielo fino alla fine.
Pianse, sta volta senza freni inibitori. 
Tommy la tenne stretta, baciandole le guance e asciugandole le lacrime.
-Ti amo...- le disse poi -...e voglio davvero che diventi mia moglie un giorno- 
-Ti amo...- fece di rimando lei -...e voglio che diventi mio marito un giorno-








Finita!
Mie care come state!! Eccomi qui con l'ultimo cap della storia! Spero di essermi fatta perdonare il capitolo scorso che è stato un po' squallido da tutti i punti di vista, stile, lessico e anche caratterizzazione dei personaggi.
Volgio ringraziarvi tutte per avermi seguito fino alla fine, spero che, in generale, la storia vi sia piaciuta, anche se è stata discontinua dal punto di vista della qualità, davvero me ne dispiace moltissimo!!!
Mi sarebbe piaciuto vedere questa FF tra le storie scelte di questa categoria, ma con il penultimo chap pubblicato credo di essermi giocata l'opportunità.
In ogni caso mi ha fatto davvero piacere condividere con voi i miei attacchi di ispirazione da scrittrice su questa serie tv e voglio ringraziare in particolar modo tutti quelli che hanno sempre commentato, soprattutto 
Love kodocha, happymeal, Sunoned e mavima che mi hanno consigliato su come rimettere in sesto la storia dopo il settimo capitolo. Grazie di cuore.
Un bacione immenso a tutti, vostra
                       
                                                                                    _Val_

P.s. Pensavo di fare una shot a parte sul matrimonio e la prima notte di nozze dei nostri due beneamati adolescenti innamorati. Se raggiungo un buon numero di assensi penserò concretamente a come farla! In linea di massima credo che il raiting potrebbe essere rosso. Fatemi sapere che ne pensate!
Ciao a tuttiiii!!

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