Neve capitolo 3
“Dal cielo tutti gli Angeli
videro i campi brulli
senza fronde né fiori
e lessero nel cuore dei fanciulli
che amano le cose bianche.
Scossero le ali stanche di volare
e allora discese lieve lieve
la fiorita
neve.”
[Umberto
Saba]
Nana, conosci la favola di
Biancaneve?
Da piccola era la mia preferita!
Sarà
stato per l’assonanza con il mio nome, ma tutti le sere leggevo quel piccolo
libricino, regalo di una vicina tanti anni prima.
E’ una bella
fiaba, vero?
Una ragazza bellissima e pura, l’odio della madre nei
suoi confronti, la sua fuga, abbandonata a sé stessa ed, infine,
il principe azzurro che le dona la salvezza.
La leggevo sempre, ed
ogni volta mi dava un po’ di conforto, mi faceva sorridere, anche se mia madre
tornava a casa arrabbiata, se mi guardava con disprezzo, se mi urlava
contro.
Ma, un giorno, in uno scatto d’ira, quel libro finì sul
fuoco.
Ricordo che mi bruciai le dita cercarlo di salvarlo, ma
ormai non ne era rimasto che cenere.
Piansi a lungo, sai
Nana?
Ancora oggi quel ricordo mi rende un po’ triste, anche ora
che non credo più nelle favole.
Sai, Nana, mi chiedo perché
Biancaneve non portasse rancore verso la matrigna.
Perché non
avesse cercato vendetta, ecco.
Io penso che, semplicemente, lei
volesse essere amata. Anche da colei che voleva ucciderla,
gelosa.
Forse è anche per questo che Biancaneve ama il suo
principe. Forse perché è il primo che le dona tutto il suo
affetto.
O forse queste sono semplici farneticazioni. Non lo so,
Nana.
Ti chiederai perché dico tutto questo a te,
vero?
Perché, forse, tu sei l’unica che può leggere questa storia
come la leggo ora io, che non sono più una bambina.
Con infinita
amarezza.
-Hey…tu... fe…fermati!!
Strattonai la mano, stretta in quella del ragazzo, ma
incapace di usare la forza necessaria per lasciarla.
Ormai correvamo per le strade, illuminate dalla
tiepida luce di quell’inizio di giornata, da lunghi minuti, senza mai fermarci,
ed i miei polmoni stavano scoppiando, non abituati ad un simile
sforzo.
Lui rallentò, per poi fermarsi accanto ad un lampione
ancora acceso, nonostante ormai l’aurora splendesse nel cielo.
Sentii le sue dita lasciare la mia mano… con
disappunto. Mio o suo?
Mi piegai in due, con una mano sul petto, sentendo il
cuore battere troppo velocemente, prendendo grandi boccate d’aria.
Ma… il battito accelerato del mio cuore era davvero
dovuto alla corsa?
Paura? Emozione? Cos’era quel tremito che mi
pervadeva?
-Scusami, non mi ero reso conto. Probabilmente li
abbiamo seminati.
Alzai il viso verso il ragazzo che, senza accusare
minimamente lo sforzo della corsa, mi guardava, la schiena poggiata contro il
palo. Sorrideva, quasi divertito.
-Certo non credevo fossi così poco
allenata!
Disse, e si vedeva che stava trattenendo a stento una
risata. Sentii uno strano prurito alle mani.
-Sai… non… mi… mi sono mai… mai allenata per…
la maratona!!
Dissi, continuando ad ansimare, infastidita. Mi
avevano quasi violentata e lui stava facendo delle battute!!
“Però ti ha salvata,
Yukiko..”
Flebile voce nella mia mente.
Già. Mi aveva salvata.
Un risolino gli sfuggì dalle labbra,
spensierato. Lo guardai, immobile, seria.
Shin se ne accorse e, prima che dicesse qualcosa, lo
interruppi.
-Perché?
Una domanda che non trovava risposta.
Il respiro si era ormai normalizzato, ed i miei occhi
erano fissi nei suoi.
Laser. Ne avevo quasi paura, di quello
sguardo.
Il sorriso svanì dalle sue labbra, mentre io ripetevo
la mia domanda
-Perché mi hai salvato?
Silenzio. Pochi secondi, lunghissimi, poi le labbra
si piegarono di nuovo, quasi con una sorta di malinconia.
-Perché era giusto così, non trovi?
Rispose.
Silenzio. Nuovamente silenzio.
Si accese una sigaretta, mentre io lo guardavo, senza
dire nulla. Tranquillo.
Brillio d’argento. L’accendino, così particolare,
brillava al suo collo.
Il chiacchiericcio delle strade si stava facendo più
acuto, fastidioso, mentre la folla si riversava sui marciapiedi.
Fece un lungo tiro. L’odore dolciastro delle sue
sigarette mi pizzicò il naso, facendomi quasi starnutire.
“Chi sei?”
Ecco cosa avrei voluto chiedergli. Ma, d’altronde,
avevo paura della risposta.
Lui, per il momento, rimaneva solo una figura della
notte, come me, e questo in qualche modo mi rincuorava. Avere qualcosa in
comune.
Ed ero troppo codarda per spezzare l’illusione che io
fossi simile a quel ragazzo, che sia nel buio della notte che nell’alba del
mattino.. sembrava splendere.
Ma probabilmente era solo lo shock a rendermi così
romantica!
Però lo ricordo ancora così.. come un
angelo.
“Ma gli angeli hanno i capelli azzurri?” mi chiesi, e
le mie labbra si piegarono in un sorriso.
D’un tratto, lui spalancò gli occhi, come se si fosse
appena ricordato di qualcosa
-Oh, a proposito.. com’è che ti chiami?
Rimasi immobile, basita, ed il sorriso sparì dalla
mia bocca, ora lievemente aperta per lo stupore.
-Eh?
Probabilmente avevo capito male.
-Come ti chiami?
Il viso innocente, quasi in un’espressione da
bambino. Angelico davvero.
Nulla mi aveva mai fatto irritare di più.
…
Continuava ad aspettare, in attesa di una
risposta.
…
Non.. non ci potevo credere! Allora era serio!
Interdetta, continuai a fissarlo per un istante. Poi
serrai i pugni, mentre l’irritazione mi dava alla testa, e sferrai un pugno alla
sua spalla.
In realtà credo che il dolore alla mia mano fu
maggiore di quello che io provocai a lui.
Lui si ritirò,
massaggiandosela
-Hey!
-Ma che razza di persona sei?!? Tu fai a botte con i
pusher tutti i giorni per persone di cui non conosci nemmeno il
nome?!?
Dissi, con un tono di voce forse un po’ troppo alto,
improvvisamente irata. Lui mi guardò, mantenendo quell’espressione un po’
confusa
-Beh, facevo il mio dovere sociale, per così
dire..
… Eh?
Avevo la bocca spalancata. Assurdo!!
-Se dovevi fare la tua buona azione del giorno facevi
attraversare un paio di vecchiette!
Shin continuò a guardarmi, pensieroso
-Perché, avresti preferito che ti avessi lasciato in
balia di quegli uomini?
Chiese, innocentemente. Aggrottai la fronte,
perplessa. Non aveva mica tutti i torti..
-Beh, in effetti…
Per un istante, entrambi ci guardammo,
esitanti.
La sua risata sonora, tanto da sorprendermi, spezzò
quel momento
-Come “beh, in effetti”?! Certo che sei strana
davvero!!
Disse, piegandosi in due dalle risate. Mi sentivo un
po’ offesa, in realtà.
Che razza di eroe era quello? Un principe che di
azzurro aveva solo la chioma!
Però.. la sua risata era contagiosa. Sorrisi,
vagamente divertita. Sospirai e dissi, passandomi una mano tra i capelli,
esitante
-Probabilmente. Non sei il primo a dirmelo.
Sogghignai.
-Ad ogni modo.. il mio nome è Yukiko.
Lui si riprese,asciugandosi le lacrime agli occhi,
guardandomi.
Sorrise a sua volta, ma era un sorriso diverso.
Poco era rimasto di ingenuo sul suo viso.
Di nuovo quello sguardo. Senza accorgermene,
trattenei il fiato.
-Piacere, Yukiko-chan.
Laser. Quegli occhi.. ipnotici, tanto che
rimasi a contemplarli senza accorgermi della sua mano finchè non sfiorò il mio
collo.
Una carezza.
Morbida.
Gelida.
Ma non fu il freddo a farmi rabbrividire.
Mi scostai, toccando il punto in cui alcuni secondi
prima la mia pelle era entrata in contatto con la sua.
-Sanguini.
Disse, osservandosi i polpastrelli macchiati di
rosso.
Guardai a mia volta le mie mani, sporche
anch’esse.
Sangue.
Il mio cuore saltò un battito.
-Ah.. Deve… deve essere stato quando.. quel tizio mi
ha puntato il coltello alla gola…
La mia voce si spense, mentre il ricordo di pochi
minuti prima mi assaliva.
Lo stesso terrore.
La stessa paura.
Immobile, fissai l’asfalto, ma in realtà davanti a me
scorrevano le immagini degli incubi che si sarebbero realizzati se
solo…
…
In frantumi.
In un attimo.. realizzai in pieno ciò che mi era
accaduto.
Fino a quel momento, Ken era rimasto offuscato nella
mia mente, distratta dall’evolversi degli eventi.
Ma ora…
Quell’accenno di serenità che la spensieratezza di
Shin mi aveva portato si ruppe in mille pezzi.
Sentii il mio corpo tremare, senza che riuscissi a
controllarlo.
Perché? Sapevo, sapevo che non sarebbe finita
lì.
Sapevo che sarebbero tornati a cercare me, o
Chiyo.
Sapevo che, prima o poi, ci sarebbe stato un altro
vicolo buio, un altro muro gelido dietro le mie spalle ma nessun principe
azzurro a salvarmi.
Sapevo. Sapevo, come avevo sempre saputo, che nessuno
si sarebbe curato se… se fossi morta.
O peggio.
Il tremito si fece più accentuato, tanto che sentivo
che le gambe non avrebbero potuto sorreggermi ancora per molto.
Affogavo, affogavo nel mio terrore, nella mia paura.
Più cercavo di respirare, più l’acqua, che non era
acqua ma più simile a fango, viscido e sporco, mi entrava nei
polmoni.
Deglutii, a fatica, senza alzare gli occhi,
portandomi entrambe le mani alla gola.
“Ho paura…”
“E di cosa, Yukiko? Della morte? Non essere
sciocca: come puoi aver paura che ti venga tolta una vita che non hai mai avuto?
Inoltre.. nulla può essere peggio di questo.”
In frantumi.
Le gambe cedettero, definitivamente.
Ma.
Ma non sentii il duro asfalto. Il colpo non arrivò
mai.
Due mani, forti e fredde, mi sorressero,
sospingendomi contro il petto di colui a cui appartenevano.
Mi ci rifugiai, ispirando forte.
Un odore dolciastro. L’odore di una sigaretta che era
diventato fin troppo familiare.
Il fango divenne meno denso.
-Calmati, Yukiko.
Un sussurro al mio orecchio. Annuii
debolmente.
Sentii il suo battito contro il mio orecchio, e mi
aggrappai a quel suono, tanto che anche il mio vi si adattò.
Tum. Tum. Tum.
Il respiro si regolarizzò, piano. Ma il terrore
rimaneva, troppo presente perché la mia mente riuscisse a sopportarlo.
…
-Puoi piangere, se vuoi.
Chiusi gli occhi. Non una lacrima.
-Io non piango mai.
Voce atona. Robotica. Senza vita.
Senza la vita che non avevo mai posseduto.
Sentii le braccia di Shin stringermi un po’ più
forte.
-Io non piango mai.
Ripetei. Ma avrei voluto.
Forse il dolore che sentivo dentro si sarebbe
attenuato.
E fu la nebbia.
…
Hey, Nana
Fuggire dalla realtà è sempre stata la nostra
specialità, vero?
…
Quando la nebbia si diradò, mi accorsi di
trovarmi distesa.
Fissavo il soffitto bianco di una stanza, cercando di
orientarmi, anche se con difficoltà.
Fu allora che riconobbi la voce mi chiamava e
percepii la mano che stringeva la mia.
-Chiyo..
Sussurrai, sbattendo più volte palpebre.
-Yukiko-chan!! Ti sei svegliata, finalmente!! Che
sollievo!!
Voltai la testa, fino ad incontrare lo sguardo della
mia coinquilina.
Uno sguardo bagnato di lacrime.
Tirò su con il naso, asciugandosele con il dorso
della mano.
Sbattei nuovamente gli occhi.
-Che ci faccio qui?
Mormorai, confusa. L’ultima cosa che ricordavo
era..qualcuno che mi stringeva a sé.
Shin.
Quel ricordo mi colpì in pieno.
Mi misi a sedere, guardandomi intorno,
agitata
-E Shin? Shin dov’è?
Chiyo mi guardò, aggrottando le
sopracciglia
-Shin sarebbe quel ragazzo che ti ha portato qui?
Beh, io so solo che quando ti ha portato qui ero così preoccupata, Yukiko!! Ha
detto che non ti sentivi bene e che eri riuscita a malapena a mormorare dove
abitavi!! Davvero, Yuki, non fare più scherzi del genere!! Ma cos-
-Non lo vuoi sapere davvero, Chiyo,
credimi.
La fissai, lo sguardo duro e gelido. Voce
tagliente.
Il ricordo di poche ore prima era vivido.. tanto da
farmi male ancora.
Più di quel coltello che aveva lasciato segno sulla
mia gola.
Lei sussultò, e per un lungo momento restò in
silenzio, sorpresa.
Poi, piano, sul volto comparve l’ombra della
consapevolezza.
-E’.. stato Ken?
Non risposi. Non ce n’era bisogno.
Un lungo silenzio.
Feci per alzarmi ma..
La sua mano afferrò il mio polso, delicata.
Chiyo, seduta sul letto, mi guardava,
implorante
-Mi dispiace tanto, Yukiko, davvero. Ma.. ma io
adesso ho i soldi e, vedrai, Ken non..
-Non voglio saperlo, Chiyo.
La interruppi. Debolmente sciolse la presa,
abbassando lo sguardo.
Le sue labbra tremarono, serrandosi in una
smorfia
-Scusa…
Distolsi lo sguardo da lei.
-Non so se basta, Chiyo.
Mi diressi verso il bagno.
Chiusi la porta dietro di me.
Girai la chiave nella toppa.
Anche con il suono dell’acqua scrosciante, percepii i
suoi singhiozzi.
-Shin!! Sei in ritardo!!
La voce di Nana lo accolse, ovviamente non nel più
dolce dei modi.
-Senti, a me non frega niente cosa fai la notte, ma
se fai ritardo un’altra volta alle prove giuro che ti prendo a
calci!!!
“Sensibile come sempre” pensò il ragazzo, trattenendo
un sorriso.
-Che cattivaaaaa!! Guarda che io oggi ho aderito
anche al mio impegno sociale!!
-Sì, come no, tutte scuse!! Mettiti a lavoro E SPEGNI
QUELLA SIGARETTA!
Disse la ragazza, strappandogli dalle labbra la Black
Stone che stava fumando e spegnendola sotto il piede.
-Agli ordini!
Disse il ragazzo, avvicinandosi a Nobu, che stava
ridendo. Prese il basso dalla custodia, cominciandosi ad accordarlo.
-Hey, Shin, nemmeno stanotte sei tornato a casa. Non
starai esagerando?
-Sta tranquillo, Nobu, io passo le mie notti in un
modo splendido!
-Detto da un quindicenne è inquietante!
Shin sorrise, ma c’era un fondo di amarezza sul suo
volto.
La mente già era tornata alla notte appena
passata.
Lunghi boccoli chiari. Voce limpida. Sorriso sereno,
che troppe volte nascondeva dolore.
Un angelo.
“Ma come, Shin? Non lo sai? E’ il filo rosso che
lega per il mignolo le persone predestinate.”
Ed ancora..
“Sono così stanca della mia natura
umana..”
Già. Lo era anche lui.
Piccole confidenze sussurrate nel cuore della
notte.
Si erano separati da poco e già la ferita nel petto
di Shin si stava riaprendo.
Forse.. anche per colpa dell’altro angelo.
Quell’angelo che era puro quanto lo era
lui.
Un angelo dalle ali mozzate.
“Non me ne libererò mai..”
Ali ancora sanguinanti.
Rivedeva lo smarrimento negli occhi di giada della
ragazza.
Yukiko..
Che lo stesso smarrimento comparisse nei
suoi?
-Hey, Shin?
Shin sbatté le palpebre, tornando al presente.
Incrociò lo sguardo preoccupato di Nobu.
-C’è qualcosa che non va?
Shin sorrise.
-Nulla. Pensavo solo a quanto sia bella la
neve.
La voce di Nana, calda e roca, riempì lo
studio.
Quando uscii dal bagno, Chiyo era ancora
lì.
Seduta sul letto, piangendo.
Strofinai l’asciugamano sulla testa, guardandola .
Abbassai lo sguardo, incapace di dire nulla.
E fu allora che i miei occhi finirono sul piccolo
tavolo che si trovava tra i nostri due letti.
C’era un biglietto sopra.
Mi avvicinai, prendendolo tra le dita.
C’era una scritta a grandi caratteri, che attirò
immediatamente la mia attenzione.
BLACK STONES.
-E questo?
Chiesi, stupita.
Senza alzare gli occhi, sentii Chiyo
sussurrare
-Lo ha lasciato quel ragazzo...
Battei le palpebre più volte, sorpresa. Guardai il
volantino.
Era per quella sera.
Lanciai un’occhiata a Chiyo, e mi avvicinai a lei.
-Ti va se andiamo a darci un’occhiata?
Dissi, con un sorriso titubante sulle
labbra.
Lei alzò il volto bagnato verso di me,
sorpresa.
Annuì con vigore
-Sì, Yukiko-chan!
Risi, asciugandole le lacrime.
-Allora pensiamo a farci belle!!
Le scompigliai i capelli.
Un sorriso ingenuo le illuminò il volto, mentre
annuiva di nuovo, abbracciandomi.
Ancora oggi, Chiyo è una delle cose più pure e
immacolate che io possa ricordare.
Il suo candore è, tuttora, così abbagliante che, chi
come me non è abituato alla luce del sole, ne rimane abbagliato.
"Pronto?"
-Yucchan!! Indovina chi è!
Una risata dall’altro capo del telefono
"Chi può essere se non un certo biondino?
Come va? Perché mi hai chiamato?"
Come se non lo sapesse.. pensò l’uomo, con una
smorfia
-E se ti dicessi che mi manchi già?
"Ti direi che stai diventando
viziato!"
Un’altra risata. Anche il ragazzo rise.
-Forse, ma che male c’è? Allora? Stasera ci
vediamo?
Attesa.
"Mi dispiace, stasera ho un impegno con
un’amica. Scusa."
Il ragazzo aggrottò la fronte.
-Un’amica o un amico?
Risate
"Sei forse
geloso?"
-Certo che no!!
Urlò quasi lui, arrossendo.
La donna all’altro capo rise di nuovo.
"Tranquillo, è un’amica. Ora devo andare. A
presto!"
-A..
Tu. Tu. Tu.
-…presto.
Il ragazzo abbassò il cellulare, fissando il display,
ormai spento.
Un urlo
-Dove diamine ti sei cacciato, Naoki?!?
Il ragazzo sospirò.
-Eccomi, Takuuuumiiii!!!
Disse, ed immediatamente sul suo volto apparve un
sorriso.
Mantenere una finta allegria. Fingersi ingenuo e
superficiale.
Solo un altro modo per evitare di essere
feriti.
Percorse il corridoio ed aprì la porta.
Ennesimo inganno.
Borchie. Creste. Piercing. Giacche, pantaloni di
pelle. Tartan abbinato a spille e spillette.
Capelli dalle naturalissime tinte viola, rosa, blu,
verde.
-Dove siamo finite?
Chiese Chiyo, stringendosi a me, preoccupata. A dire
il vero, neanche io ero tanto tranquilla
D’accordo, io e Chiyo proprio delle sante e,
soprattutto Chiyo, non è che frequentasse belle compagnie, ma mai nulla di
estremo, almeno nell’aspetto.
Ritrovarci in un covo di punk, insomma, non era del
tutto rassicurante
-Non… bisogna giudicare dall’aspetto, Chiyo. Infondo,
anche Shin è un punk, no? Dovevamo aspettarci che quel volantino pubblicizzasse
una musica del genere.
La ragazza annuì, aggrappandosi al mio
braccio
-E.. entriamo?
Chiese, titubante. Feci segno di sì, sospirando, e
spinsi la porta.
Il locale era una live house in stile londinese,
anche se, sommersa dalla folla e quasi completamente al buio fatta eccezione per
poche, psichedeliche luci, era difficile da giudicare.
Molta gente già si era radunata sotto il palco,
attendendo con trepidazione, e il vociare era tanto forte che quasi non riuscivo
a sentire ciò che mi diceva Chiyo, accanto a me.
Ma, d’altro canto, suppongo che nemmeno nel silenzio
più assoluto avrei capito le sue parole: la mia mente era distratta.
Inconsapevolmente, sin dal primo momento in cui avevo
messo piede nel locale, avevo cercato tra la folla il volto di Shin.
Avevo creduto [sperato] che quel volantino lasciato
sul tavolo del mio appartamento altro non fosse che un invito.
Ed invece, nonostante lo cercassi affannosamente..
non riuscivo a vederlo da nessuna parte.
Una piccola parte di me fu adombrata dallo sconforto
ma, in qualche modo, la mano di Chiyo, stretta nella mia, mi sollevò.
Che strano rapporto, il nostro.
Sentivo uno strano senso di protezione nei suoi
confronti, nonostante la differenza d’età ma, se qualcuno me lo avesse fatto
notare, lo avrei trovato assurdo.
Perché Chiyo mi ricordava la persona che più avevo
odiato. La persona che, più di tutte, mi aveva ferito.
Madre…
-Yuki-chan, cerchiamo di arrivare sotto il
palco!!
La voce di Chiyo mi fece tornare alla realtà, in quel
momento così chiassosa e confusa.
Facendoci strada tra la folla a spintoni, riuscimmo
ad arrivare in prima fila, anche se con fatica.
Le luci si spensero ed, immediatamente, un urlo partì
dal pubblico.
Sentivo i mormorii dei fans accanto a me con
distrazione
-Sono davvero grandi!
-Ah, non vedo l’ora di vedere Nana!! E’ da mesi che
non si esibiscono!
-Perchè, Yasu? E’ fantastico!! Non per nulla è il
leader!! E’ una fortuna che qui a Tokyo non siano ancora famosi, altrimenti
sarebbe quasi impossibile ascoltarli dal vivo!!
-E’ verissimo!
-Ah!! Eccoli!! Nana!!!!!!!!!!!!!!!!!
Il grido aumentò di volume, mentre sentivo la mano di
Chiyo stretta più forte nella mia.
Alzai lo sguardo verso il palco, mentre quattro
figure entravano.
Una donna.
No, non una semplice donna. Solo la sua immagine
esprimeva forza, carisma, bellezza..
I suoi occhi, sottolineati da un trucco pesante,
sembravano brillare.
Rimasi affascinata, guardandola.
Lei afferrò il microfono, legandovi un nastro, per
poi avvicinarlo alle labbra
-Buonasera a tutti! Noi siamo i Blast!!
Il boato esplose nuovamente, mentre la musica
partiva.
-Yukiko!!! Guarda!!! Quello è..!!!
Ammaliata dalla vocalist, non avevo fatto caso agli
altri componenti della band ma, quando guardai dove Chiyo mi indicava, rimasi
senza fiato.
Shin.
Le corde del basso scorrevano tra le sue dita, dando
vita a suoni magnifici.
No.
Non era più solo Shin. Ora era un dio, così come lo
erano tutti e quattro i ragazzi sul palco quella notte.
E, mentre la voce calda e roca di Nana si diffondeva
nella sala, tremai.
Mi resi conto di come.. stessi assistendo ad un
qualcosa di straordinario.
Magia pura.
“When I was darkness at that time fueteru kuchibiru
Heya no
katasumi de I cry
Mogakeba mogaku hodo tsukisasaru kono kizu
Yaburareta
yakusoku hurt me
Nobody can save me
Kamisama hitotsu dake
Tomete saku
you na my love
I need your love
I'm a broken rose
Maichiru kanashimi
your song
Ibasho nai kodoku na my life
I need your love
I'm a broken
rose.
Oh baby, help me from frozen pain
With your smile, your eyes, and
sing me, just for me
I wanna need your
love...”
Hey, Nana, quella notte..
tu hai
sentito il battito del mio cuore impazzito aldisopra di tutto quel rumore, non è
vero?
Io ne sono convinta.
Ancora oggi, l’istante in
cui voi siete comparsi sul palco..
Lo ricordo come la prima volta
che mi sono innamorata.
Hey, Nana.. il mio primo amore è stata la
tua voce.
Ti prego, canta ancora e, anche se non dedicherai quella
canzone a me..
fammi sentire di nuovo il mio cuore
di ghiaccio battere in petto…
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Allors, rieccomi!! Yes, I know, avevo promesso di
aggiornare in fretta ma, chissà perchè, questo capitolo ha richiesto molto
tempo.. uhm...
In realtà l'avevo in pratica finito di scrivere
qualche giorno fa, ma poi ho cambiato alcune cose (cioè metà testo) e quindi
eccomi! E, anche con tutte le modifiche, mi sembra di non aver dato il meglio di
me! Forse anche perchè mentre scrivevo questo capitolo ero del tutto presa dalle
idee per i futuri *_* Cavolo, non vedo l'ora di sviluppare le mie nuove idee! Ad
ogni modo, spero vi piaccia anche questo cappy!
ps: ditemi se volete far comparire qualche
personaggio in particolare, le vostre idee, le vostre preferenze! Essendo tutto
ancora in fase di sviluppo, non si sa mai che mi diate una bella idea!
**
pps: non ho mai specificato in quale periodo si
svolge la storia!! Beh, diciamo che è in un ipotetico momento (mai avvenuto ma
che io faccio finta esista xD) in cui Hachiko sta da Takumi, quindi ha scoperto
di essere rimasta incinta ed ha lasciato Nobu, ma, allo stesso tempo, i Blast
non hanno ancora firmato con nessuna etichetta (ecco spiegato il perchè
dell'esibizione nella live house).
Ma ora, vediamo di rispondere ali miei
recensitori:
daygum: sono
davvero felice che tu abbia messo la mia storia tra i tuoi preferiti!! Anche se
in questo capitolo non è che ci siano molti passi avanti (beh, finalmente Shin e
Yukiko interagiscono davvero, ma a parte questo...) diciamo che, perlomeno,
avvia il prossimo capitolo, che in pratica sarà molto succulento!! Spero ti sia
piaciuto anche questo cappy! ^^ Kiss!
tochan:
caVissima!! Beh, Yukiko si sottovaluta molto, ma allo stesso tempo non si fa
mettere i piedi in testa, tranne quando ciò è necessario per salvarsi la pelle
(vedere come si comporta con Ken, ad esempio), e per questo somiglia a Nana.
Allo stesso tempo, però, è molto diversa da lei perchè non altrettanto egoista.
Si sente molto responsabile nei confronti di Chiyo, principalmente perchè le
ricorda molto la madre, che ha sempre dovuto accudire, e, anche se afferma di
odiarla, Yukiko voleva solo essere disperatamente amata e la madre, che nella
sua debolezza aveva bisogno di scaricare le colpe su qualcuno ed avendo trovato
in Yukiko quel qualcuno, non era mai stata capace di dimostrarle affetto.
Inoltre, è vero, lei gioca a fare l'adulta priva di sentimenti e carica di
responsabilità, ma è molto fragile, e ciò provocherà non pochi problemi. Per
quanto riguarda il biondino, in questo capitolo si scopre che è Naoki, come
avevi supposto! Beh, ho immaginato una cosa del genere per due punti: 1) Naoki è
un donnaiolo, ed era molto probabile che, insomma, cercasse "compagnia" ogni
notte 2) qui si scopre che prova anche un certo.. come dire.. affetto? per
Yukiko. Naoki è sempre descritto come uno stupido, superficiale e sempliciotto
ma non lo è. Fa solo finta, perchè è più facile osservare il mondo e rimanere
fuori dai guai in questo modo. O, almeno, è la maniera in cui io l'ho
immaginato!! Beh, spero che questo capitolo abbia soddisfatto la tua sete di
curiosità ^_^ E, ripeto, sono aperta ad ogni opinione, critica e
consiglio!!
hachi92: Anche
oggi ho finito a mezzanotte! Boh, la notte mi ispira ** xD Beh, questo capitolo
è piuttosto stranotto.. l'ho trovato particolare persino io che l'ho scritto ò.ò
mah! xD Se sei una fan di Shin andremo moooolto d'accordo! ** Spero ti sia
piaciuto!!^^ Bye!
vivienne_90:
Niente anticipi U_U Io sono la prima che li chiede e non me li danno mai,
quindi questa è una mia piccola vendetta personale xDD Okkei, devo dire di non
aver concesso molto spazio a Reira e Shin in questo capitolo, ma c'è un piccolo
pensiero di lui che confronta Reira con Yukiko. Reira sarà un personaggio
fondamentale nella fanfiction, almeno per come l'ho in mente ora. Può darsi che
tra un'ora cambi idea, non si sa mai xD Kisses!
sailorgiola: oddea, addirittura? °°''
Diciamon che io ho la storia in mente a "scene" del fumetto, quindi poi cerco di
trascriverla a parole come meglio posso >.< Non posso dire che il mio
stile sia uguale alla Yazawa, anche se è vero che anch'io userò i flash che lei
ama tanto, però mi sforzerò di essere degna di utilizzare i personaggi della
Divina Ai senza rovinarli ** Thanks!
Dea
Nemesis: Grazie tantissimo! ^^ Ho cercato di adattare Yukiko nel modo
migliore e sono felice di sapere che tu creda che io ci sia riuscita ^^ Spero ti
sia piaciuto anche questo cappy! Kiss!
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