Un compleanno particolare

di katyjolinar
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** 7 ***
Capitolo 9: *** 8 ***
Capitolo 10: *** 9 ***
Capitolo 11: *** 10 ***
Capitolo 12: *** 11 ***
Capitolo 13: *** 12 ***
Capitolo 14: *** 13 ***
Capitolo 15: *** 14 ***
Capitolo 16: *** 15 ***
Capitolo 17: *** 16 ***
Capitolo 18: *** 17 ***
Capitolo 19: *** epilogo ***



Capitolo 1
*** prologo ***


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Questa è Berk.
Uno scoglio isolato, ai confini del nulla, circondato da gelide acque coperte di ghiaccio per sei mesi all'anno, e da bianche onde pericolosamente alte per gli altri sei mesi.
È qui che viviamo noi, i Vichinghi, un popolo duro e freddo come il posto in cui stiamo, forti e imponenti, con radici profonde come le nostre tradizioni. Con i nostri costumi, le nostre usanze...
e i nostri Draghi!

(Dal diario di Hiccup Horrendus Haddock III)

Era una gelida mattina d'inverno.
Non era diversa dalle altre mattine d'inverno, talmente pungente che non ti veniva voglia di uscire di casa; infatti, in una capanna al centro del villaggio di Berk, un ragazzo faticava ad uscire dal letto per immergersi nelle sue attività quotidiane.
Mentre cercava di riprendersi, un giovane drago scuro di stazza media saltellava rumorosamente da una parte all'altra della stanza da letto, impaziente di uscire e sgranchirsi le ali, con il suo amico umano in groppa.
"Calma, Sdentato... fammi svegliare, abbi pazienza..." brontolò Hiccup, mettendosi a sedere sul letto per sistemarsi la protesi alla gamba sinistra.
In tutta risposta il drago gli si avvicinò, leccandogli allegramente la faccia. Hiccup si ripulì della saliva di drago, borbottando schifato ma anche divertito dal gesto d'affetto di Sdentato.
"Sì, lo so. Ti voglio bene anche io..." rispose, grattandogli sotto il mento "e lo so che vuoi farmi gli auguri di buon compleanno... spero solo che mio padre non abbia esagerato con i preparativi, quest'anno..."
In effetti non era un giorno come gli altri: quel giorno, Hiccup Horrendus Haddock III, figlio del capo di Berk avrebbe compiuto 18 anni, e suo padre aveva mobilitato l'intero villaggio per far sì che quel compleanno fosse indimenticabile.
Il giovane si tirò su, sovrappensiero, facendo perno sul piede sano, ma appena provò a poggiare la protesi si ritrovò faccia a terra, dolorante.
Il drago fu subito accanto a lui, mentre Hiccup si metteva a sedere e osservava le sue gambe: la protesi era visibilmente più corta della gamba sana, perché il metallo non segue il ritmo di crescita del suo corpo. Il ragazzo sospirò.
"Devo ricostruire questo trabiccolo... ho rimandato troppo... cominciamo bene! Buon compleanno, Hiccup." borbottò ancora, rimettendosi in piedi e zoppicando verso la porta d'ingresso, aiutato dal suo amico Furia Buia.

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Angolo autrice:

 

Grazie a Vic per la chiacchierata ispiratrice ;)

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Capitolo 2
*** 1 ***


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Il giovane uscì per strada, dirigendosi alla bottega di Skarakkio e ignorando chiunque incontrasse sul percorso. Aveva fretta di costruirsi una protesi nuova, più adatta al suo corpo cresciuto, qualunque cosa suo padre si era inventato per il suo compleanno, poteva aspettare.
Entrò nella bottega e si mise subito al lavoro, approfittando dell'assenza dell'uomo.
Si prese pazientemente le misure e modellò la nuova protesi secondo un disegno elaborato durante i giorni precedenti.
Sdentato lo osservava interessato, poiché quella nuova protesi avrebbe permesso nuovamente a lui di volare assieme al suo amico, ma dopo un po' di tempo decise di mettersi a sonnecchiare vicino alla fucina, spulciandosi sotto le zampe e le ali di tanto in tanto, per passare il tempo.
Stava battendo il ferro rovente che avrebbe poi preso il posto del suo piede sinistro, quando Stoick l'Immenso, suo padre, entrò nella bottega. Sembrava allegro e piuttosto fiero del lavoro che stava facendo per il figlio. Si avvicinò e diede una forte pacca sulla spalla al ragazzo, che era ancora concentrato sul ferro e, allo stesso tempo cercava di mantenersi in equilibrio sulla gamba sana, dato che la vecchia protesi, ormai troppo corta, era diventata scomoda.
"Allora, figliolo! sei pronto per i festeggiamenti?" domandò il grosso omone, con orgoglio.
"Papà, ti prego, sto cercando di farmi una nuova gamba..." rispose Hiccup, cercando di non perdere la concentrazione. Ma il padre non lo ascoltava, aveva già cominciato a descrivere quale sarebbe stato l'andamento della festa.
"E per concludere, poiché nessun padre che si rispetti può venir meno al dovere di trovare una futura moglie al figlio ormai diciottenne, come tradizione del nostro popolo..." concluse Stoick "ci sarà una competizione tra le ragazze tue pretendenti, e tu, una volta compiuti 25 anni, sposerai la vincitrice."
Ci fu un improvviso silenzio, rotto poco dopo da un tonfo e da un urlo di dolore di Hiccup, che nel tentativo di restare in piedi per lo shock, si era dimenticato di avere ancora addosso la vecchia protesi e, per non cadere, aveva poggiato in fretta la mano sul ferro rovente, per poi piombare comunque faccia a terra per il dolore.

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Capitolo 3
*** 2 ***


Ci volle qualche secondo perché Hiccup si riprendesse dallo shock.
Suo padre si sincerò che stesse bene, quindi riprese il suo discorso, ma il giovane non lo ascoltava più; ora aveva solo fretta di finire la sua gamba per poter uscire di lì e correre con Sdentato il più lontano possibile da Stoick e dalle sue pazze idee legate alle assurde tradizioni locali.
Terminò di montare l'arto, quindi lo agganciò in fretta alla sua gamba sinistra e, senza dire una parola, corse fuori insieme al suo drago prima che il padre potesse fermarlo.
Appena fu fuori, però, si trovò circondato da una buona fetta di individui vichinghi di sesso femminile della sua stessa età e in cerca della sua attenzione.
"Oh, per Odino!" esclamò "Ma da dove saltano fuori tutte queste ragazze?" si domandò, quindi saltò in groppa al suo fedele amico e lo incitò a spiccare il volo.
Non aveva mai visto, a Berk, tante ragazze tutte insieme. A dire la verità, la città era piena di ragazze sue coetanee, ma le uniche che Hiccup frequentava erano quelle dell'Accademia dei Draghi, e unicamente per motivi legati alla suddetta Accademia.
Evidentemente era già girata la voce della sfida per diventare la sua futura moglie, e improvvisamente tutte le ragazze in età da marito si erano accorte di quanto Hiccup fosse appetibile, in quanto futuro capo di Berk.
Cavolo! Il ragazzo non si sentiva pronto per diventare capo, figurati se era pronto per una relazione fissa con una ragazza, in vista di un futuro matrimonio!
Oh, Dei, non che non ci stesse nessuna a cui lui era interessato, ma sicuramente non voleva che tra loro iniziasse in quel modo, a seguito di una stupida tradizione vichinga. Hiccup trovava davvero barbara l'usanza del matrimonio combinato, per lui era solo una inutile tortura, anche perché non era detto che tra i due futuri coniugi scoccasse la scintilla, e c'erano state un sacco di famiglie, nel villaggio, in cui i due coniugi non potevano vedersi senza prendersi a mazzate in testa.
Dopo un breve volo attorno all'isola per riprendere fiato e riordinare le idee, spronò nuovamente Sdentato e si diresse verso l'Arena dell'Accademia, sperando che almeno Astrid e Testa Bruta non fossero state contagiate dalla follia collettiva che aveva preso il genere femminile proprio quel giorno.
Pochi minuti dopo atterrò, finalmente, nel cortile dell'arena, dove la sua squadra lo stava aspettando, ma non fece in tempo a mettere il piede a terra che venne steso dal dolce peso di qualcuno dei suoi che gli saltava al collo e, per qualche strana ragione, gli riempiva la faccia di baci profondi e schifosamente umidi.

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Capitolo 4
*** 3 ***


Hiccup cercò, invano, di togliersi di dosso quella cosa che gli era saltata addosso e lo teneva bloccato al suolo, riempiendolo di baci e parole dolci. Dalla voce e dall'odore delle trecce identificò l'individuo che si era appoppato addosso a lui come Testa Bruta.
"Oh, per gli Dei! Levatemela di dosso!" esclamò, irritato. Come volevasi dimostrare, pareva proprio che la follia che aveva colpito quel giorno il genere femminile era riuscita a contagiare tutti.
"Vedrai, dolcezza, vincerò quella gara e tu sarsai mi..." disse Testa Bruta, prima di venire allontanata di peso da Astrid, irritata.
"Per Odino, lascia respirare Hiccup!" la ammonì la ragazza, quindi si avvicinò al giovane e gli porse la mano, per aiutarlo ad alzarsi.
Hiccup la fissò, indeciso; c'erano remote possibilità che anche Astrid venisse contagiata dal virus che aveva colpito tutte, ma alla fine si convinse e accettò l'aiuto.
Appena fu nuovamente in piedi, il suo fedele drago si avvicinò, strofinandogli il muso sul braccio; il ragazzo gli grattò il mento, poi tornò a rivolgersi al suo gruppo. Testa Bruta stava per lanciarsi di nuovo all'attacco, ma una sua occhiata irritata la fece demordere.
"Dannate tradizioni locali... non ci sarà nessuna gara, chiaro! Né alcun fidanzamento combinato!" disse.
"È dura essere il futuro capo di Berk, vero?" domandò Moccicoso, allusivo "Per trovare moglie indicono una gara, perché hai la fila fuori casa... io invece posso scegliere. Ho già mandato mio padre a trattare con i genitori della ragazza dei miei sogni..." concluse, avvicinandosi ad Astrid e passandole una mano attorno ai fianchi, ma questa fu veloce a liberarsi di lui, mettendolo al tappeto.
"Ragazzi, vogliamo concentrarci sul lavoro di oggi, per cortesia?" concluse Hiccup, stufo di sentir parlare di matrimoni combinati, gare e fidanzamenti.
Quando l'ordine fu ristabilito, si avvicinò al suo drago, dandogli una pacca affettuosa sul fianco, quindi si rivolse nuovamente alla sua squadra.
"Tra poco sarà Snogghelthon, e come sapete le draghesse depongono le uova in questo periodo" esordì "Ma con Dagur lo Squilibrato ancora in giro non possiamo farle allontanare troppo da Berk, sarebbe troppo pericoloso sia per le madri che per i cuccioli, e non saremmo in grado di proteggerli."
"Hai ragione..." confermò Gambedipesce "La mia Muscolone è sempre indifesa nel periodo di cova. Non me lo perdonerei mai se succedesse qualcosa a lei o ai suoi piccoli..." disse, abbracciando la sua draghessa, che lo rincuorò leccandogli affettuosamente il viso.
"Ecco cosa faremo." completò Hiccup, arrivando subito al sodo "Ci divideremo in due squadre e perlustreremo le isole vicine in cerca di una adatta. Le due squadre saranno guidate da Gambedipesce e Astrid; sono loro ad avere draghi femmine qui, quindi saranno loro a scegliere il posto migliore per la cova. una volta trovati dei luoghi adatti ci ritroveremo qui e sceglieremo insieme il più sicuro. Avete capito tutti?" li guardò in faccia uno per uno. Erano tutti concentrati sul lavoro, quindi sorrise e saltò in groppa a Sdentato, in attesa che Astrid e Gambedipesce scegliessero le squadre.

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Capitolo 5
*** 4 ***


Pochi minuti dopo erano tutti in volo, diretti ogni squadra dalla parte opposta dell'isola.
Hiccup e Sdentato volavano in direzione est, affiancati da Astrid e Moccicoso con i loro rispettivi draghi.
Quando Astrid lo aveva scelto nella sua squadra, il giovane Haddock aveva tirato un sospiro di sollievo: per un attimo aveva temuto di finire nel gruppo con i gemelli, e quel giorno, vista la reazione di poco prima, preferiva stare il più lontano possibile da Testa Bruta. Certo essere in squadra con Moccicoso non era il massimo, ma preferiva sopportare lui e le sue uscite piuttosto che schivare gli attentati alla sua verginità da parte di Testa Bruta, per cui quel giorno aveva deciso che avrebbe sopportato pazientemente i tentativi di Moccicoso di attirare l'attenzione di Astrid, cosa che ultimamente lo mandava fuori di testa più del solito, e pareva infastidire parecchio pure la giovane donna.
Verso le dieci stava iniziando ad albeggiare, e loro avevano già visitato una decina di isole non lontane da Berk. Astrid decise di fermarsi sull'ultima per far riposare gli animali, quindi atterrarono in una radura innevata circondata dagli alberi.
Hiccup scese da Sdentato e si guardò intorno, camminando cauto nella neve per non rischiare di trovarsi con il piede metallico su una lastra di ghiaccio nascosta e finire gambe all'aria per l'ennesima volta quella mattina.
"Non sembra male quest'isola." disse "Sorvolandola ho anche notato delle pozze d'acqua dove i draghi possono far schiudere le uova."
"Sì, anche a Tempestosa piace." confermò Astrid, lanciando una coscia di pollo alla sua draghessa "Dobbiamo solo assicurarci che sia sicura e facilmente difendibile."
"Non temere, dolcezza" affermò Moccicoso, rivolto alla giovane, scendendo dal suo Incubo Orrendo e prendendo Astrid per i fianchi "quando saremo sposati il tuo drago avrà un posto sicuro per le sue uova vicino al nostro nido d'amo..." non riuscì a completare la frase perché Astrid gli aveva tirato un forte pugno in pancia per liberarsi della sua presa.
"Oh, Sacro Elmo di Thor..." li ammonì Hiccup "Vogliamo concentrarci sul lavoro?"
"Oh, andiamo, Hiccup! Solo perché tu non vuoi accasarti non significa che non dobbiamo farlo anche noi!" lo rimproverò Moccicoso.
"Parla per te, Moccicoso!" lo zittì Astrid "Tu, piuttosto, resta qui con Tempestosa, mentre io, Hiccup e Sdentato facciamo un giro qui attorno e controlliamo meglio l'isola." ordinò, salendo in groppa al Furia Buia, dietro Hiccup.
"Cosa? Ma perché?" protestò il corpulento giovane "Non ci starai provando anche tu a entrare nelle grazie di Hiccup, come tutte le altre?"
"Aaah! Piantala, Moccicoso!" rispose l'altro ragazzo, ormai al limite della sopportazione "Usiamo Sdentato perché è più silenzioso e più veloce di Tempestosa e Zannecurve, e se si presentasse qualche problema possiamo tornare qui più in fretta. Ora andiamo, e tu stai attento ai draghi!"
Detto questo, spronò Sdentato e insieme ad Astrid si allontanò verso il centro dell'isola.
Appena furono lontani, il ragazzo fece un sospiro di sollievo: quella giornata stava peggiorando ogni minuto che passava.
"Mio padre e la sua mania ossessiva dell'osservanza di queste assurde antiche tradizioni..." si sfogò "Non capisce che non può obbligarmi, su certe cose! Io non voglio legarmi a una persona che non..."
"Che non ami." completò la ragazza "Lo so, Hic, lo capisco perfettamente. È una tradizione assurda..."
Ma Hiccup non la stava più ascoltando. La sua attenzione era stata catturata da qualcosa di indistinto nel mare. La luce dell'alba invernale del mare nordico non gli permettevano di distinguere le forme, quindi decise di avvicinarsi cautamente.
Sussurrò un ordine a Sdentato, muovendo la sua sezione di pinna caudale per prepararsi alla manovra, ma si accorse troppo tardi che, dalla direzione in cui erano diretti, stavano arrivando degli oggetti infuocati e quelle che sembravano reti e corde per catturare i draghi.
Prima che potesse fare altro, una grossa pietra lo colpì alla testa, facendogli perdere conoscenza; non essendo più in grado di manovrare il suo drago, Astrid cercò di prendere il controllo, ma nella confusione generale furono disarcionati e tutti e tre precipitarono verso terra.

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Capitolo 6
*** 5 ***


Hiccup era rimasto svenuto per chissà quanto tempo e quando, finalmente, si riprese, sentiva un forte dolore alla testa.
Senza aprire gli occhi cercò di muoversi; faceva freddo e il posto dove era disteso era duro e particolarmente scomodo. Lentamente riprese coscienza di ciò che lo circondava e, finalmente, quello che all'inizio sembrava un brusio indistinto, divenne il verso brontolante e preoccupato di Sdentato, unito alla voce di Astrid, che lo chiamava allarmata.
"Ci sono..." sussurrò il giovane, aprendo lentamente gli occhi "Sto bene. Dammi solo un minuto..."
"Grazie agli Dei, Hiccup!" esclamò Astrid,visibilmente sollevata "Mi hai fatto spaventare!"
Hiccup si tirò su lentamente, tastandosi la testa e sentendo un grosso e doloroso bozzo umido proprio nel punto in cui era stato colpito. Si guardò la mano, notando del sangue; di nuovo allarmato si voltò verso Astrid e Sdentato: si era appena ricordato che erano in volo quando lo avevano colpito, quindi aveva sicuramente perso il controllo del drago ed erano precipitati chissà dove.
"State bene voi? Sdentato?" chiese, avvicinandosi al muso del drago, che gli mostrò la sua coda.
Hiccup imprecò: la protesi caudale era distrutta e i ferri erano irrimediabilmente piegati. Avrebbero dovuto togliersi da quella brutta situazione senza l'uso del volo.
Rassegnato all'idea, si concentrò su Astrid. Lei restava seduta vicino all'ala di Sdentato e, apparentemente, stava bene.
Si avvicinò e le controllò il viso e la testa, in cerca di lividi nascosti.
"Sto bene, Hiccup..." lo rassicurò, ma, quando il ragazzo si spostò per sistemarsi meglio accanto a lei e le toccò involontariamente la gamba destra, sussulto, trattenendo un urlo di dolore.
Hiccup si allarmò nuovamente e le controllò la gamba, con attenzione.
"Dannazione..." imprecò nuovamente "L'osso è spezzato! Come è successo?"
"Quando... quando siamo precipitati." spiegò la bionda "Sdentato è caduto involontariamente sulla mia gamba."
Il drago fece un verso di scuse, strofinando il muso sulla spalla dell'amico, che gli diede una leggera pacca sotto il mento: non era colpa sua e non ce l'aveva con lui per quanto accaduto.
"Va bene, non fa nulla." li rassicurò, poi si guardò intorno: si trovavano in un enorme e profondo canyon innevato, e notò che il cielo si stava oscurando rapidamente: in quel periodo dell'anno avevano solo due o tre ore di luce al giorno, e quando erano stati attaccati era l'alba; ora il sole stava tramontando, quindi voleva dire che era rimasto privo di sensi per parecchio tempo. Sperò che Moccicoso, non vedendoli tornare, fosse tornato a Berk in cerca di rinforzi per cercarli, ma nel frattempo Hiccup doveva trovare il modo per sopravvivere finché non li avessero trovati.
Per prima cosa doveva tenerli al caldo, quindi aprì la borsa sul dorso di Sdentato e ne tirò fuori una coperta di pelle di yak che in quel periodo dell'anno teneva sempre con sé per sicurezza, e con questa avvolse Astrid, facendo attenzione a non farle male alla gamba fratturata.
Fatto ciò, si alzò e fece un giro intorno a loro, raccogliendo tutta la legna che trovava, infine la portò da Sdentato, che la accese, creando un piccolo falò.
 Quando ebbe fatto tutto, tornò a controllare la gamba di Astrid; non era messa troppo male, ma aveva bisogno di essere steccata per evitare peggioramenti.
Cercò di nuovo nella sacca e tirò fuori delle corde, ma aveva bisogno di qualcosa per bloccare la gamba, e non aveva nulla a disposizione da usare a tale scopo. Si avvicinò di nuovo ad Astrid, cercando di mantenere la concentrazione, nonostante il mal di testa pulsante.
Ebbe la folgorazione: senza pensarci due volte si sfilò la protesi e la smontò, tenendo da parte l'asta che distanziava il finto piede dal ginocchio.
Recuperato l'occorrente guardò di nuovo la bionda, strisciando accanto a lei. Astrid era avvolta nella coperta e teneva gli occhi chiusi, cercando di resistere al dolore. Le toccò una guancia, attirando la sua attenzione.
"Astrid, ascolta..." le sussurrò, sicuro e rassicurante "devo steccarti la gamba, ma farà male. Ce la fai?"
La giovane annuì, quindi Hiccup si mise al lavoro.
Sentiva Astrid lamentarsi, quindi cercò di operare il più in fretta possibile. Quando ebbe fatto, la ricoprì con la coperta, poi strisciò accanto a lei. Ora non restava altro da fare che aspettare i soccorsi.

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Capitolo 7
*** 6 ***


Nel frattempo, nella radura in mezzo agli alberi dell'isola, Moccicoso, dopo un'ora di attesa aveva deciso di salire in groppa al suo Zannecurve e andare a cercare gli altri due.
Sapeva che doveva aspettarli lì, ma sapeva anche che l'isola non era tanto grande da metterci così tanto, quindi suppose che potesse essere loro successo qualcosa. Di certo non lo avrebbe mai ammesso davanti a Hiccup, ma era preoccupato.
insieme a Zannecurve e Tempestosa sorvolò la terra, in cerca di segni dei due amici, ma non vide nulla; o almeno non sulla terraferma, perché sul mare individuò una flotta di navi. Ordinò ai due draghi di avvicinarsi cautamente, ma appena riconobbe le navi decise di battere in ritirata e tornare a Berk.
Mezz'ora dopo atterrò nell'Arena dell'Accademia, dove trovò Gambedipesce e i gemelli, anch'essi appena tornati.
"Ehi! Avete visto Hiccup e Astrid da qualche parte?" domandò "Mi hanno mollato a fare il dragositter di Tempestosa e sono spariti."
"No, Moccicoso, non li abbiamo visti." rispose Gambedipesce "Hai controllato bene sul percorso che avete fatto?"
"Certo che sì, mollaccione! Per chi mi hai preso?" disse Moccicoso, irritato.
"Un momento!" si intromise Testa Bruta "Hai detto che è andato via con Astrid? Ma tu guarda quella figlia di un Troll zoppo! Vuole giocare sporco! Ma dico io! Lei non lo avrà, Hiccup sarà mio! Lui e la sua barba appena accennata, così sensuale..."
"Andiamo, sorellina, puoi sempre ripiegare su Moccicoso!" la rincuorò Testa di Tufo "In fondo è suo cugino..." venne interrotto da due pugni, uno dalla sorella e uno da Moccicoso, quindi sorrise soddisfatto e li guardò, speranzoso "Fatelo di nuovo, vi prego..."
"Ragazzi, torniamo al problema principale?" li fermò Gambedipesce "Hiccup, Astrid e Sdentato sono scomparsi... e dobbiamo trovarli il prima possibile! Vi ricordo che stasera c'è la festa per i 18 anni di Hiccup, e se non lo troviamo, il capo..." rabbrividì.
"Ah, c'era ancora una cosa..." disse ancora Moccicoso "Vicino all'isola ho visto delle navi della flotta di Dagur."
"Cosa? Dirlo subito no?" esclamò, agitato, Gambedipesce "Dobbiamo avvertire immediatamente il capo! Hiccup, Astrid e Sdentato potrebbero essere in pericolo!" detto questo, saltò sul suo drago e volò a cercare Stoick.

Intanto, sull'isola, Astrid si girava cautamente, cercando di cambiare posizione e trovarne una più comoda, ma il dolore alla gamba non le dava tregua. Si voltò verso Hiccup e lo trovò seduto accanto a lei, con la schiena poggiata al fianco di Sdentato, che guardava il cielo mentre il drago restava immobile, coprendoli entrambi con l'ala, secondo il suo naturale istinto di protezione.
Osservò il ragazzo. Era cresciuto molto da quando aveva ucciso la Morte Rossa, non era più quel ragazzino pasticcione che tutti i coetanei evitavano e gli adulti tenevano alla larga dai pericoli per paura che potesse combinare guai. Era più alto, meno gracilino, e il suo sguardo era più maturo, più adulto.
Restava seduto, con la gamba sana piegata e il piede poggiato a terra, mentre quello che restava della gamba sinistra era disteso, allungato verso il fuoco acceso da Sdentato. Si portò una mano alla testa, tastandosi la ferita che ormai non sanguinava più, quindi si grattò il mento, coperto da un sottile velo di barba appena accennata; era pensieroso e preoccupato, chissà cosa gli passava nella mente in quel momento.
La ragazza si mise a sedere, muovendosi cautamente, quindi gli prese delicatamente il volto tra le mani e gli esaminò la ferita.
"Sto bene, Astrid..." la rassicurò Hiccup "La saliva di Furia Buia accelera i processi di guarigione, lo sai."
"Lo so, ma sei stato privo di sensi così tanto..." disse la bionda, visibilmente preoccupata, continuando a esaminargli il viso, poi sospirò "Mi dispiace, il tuo compleanno è stato rovinato..."
"Il mio compleanno è stato rovinato quando mio padre mi ha riferito della gara per onorare la tradizione del matrimonio combinato, di certo un attacco a sorpresa di Dagur, una gamba rotta e l'impossibilità di volare non peggiorano la situazione." sospirò il ragazzo, sistemandosi meglio vicino a lei.
Astrid annuì, avvicinandosi a Hiccup e sistemando la coperta per poter coprire entrambi.
"Non è giusto questo... e non è neanche giusto metterci fretta nella scelta di un compagno..." confermò, mentre Hiccup le passava un braccio attorno alle spalleper farla stare più al caldo "Perché non possiamo scegliere?"
"Cercherò di convincere mio padre. Sono il suo successore, avrò pure diritto di sposare chi voglio? Magari riuscirò a mettere fine anche a questa assurda tradizione." rispose Hiccup, con voce rassicurante "Ora stai tranquilla e aspettiamo che ci trovino."
Astrid annuì, rassicurata dalle parole del giovane uomo, quindi poggiò la testa sulla sua spalla e chiuse gli occhi, mentre il respiro caldo e regolare di Hiccup sulla sua fronte la distraeva dal forte dolore alla gamba steccata.

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Capitolo 8
*** 7 ***


Gambedipesce fece atterrare Muscolone proprio davanti all'entrata della Sala del Consiglio, dove Stoick stava parlando con alcuni dei suoi, quindi corse dentro e si fermò a pochi passi da capo di Berk, col fiatone.
"Capo... navi... Dagur... Hiccup..." balbettò, cercando di riprendere fiato.
"Calma, figliolo." lo fermò Stoick "Calmati e dimmi che cosa succede."
Il ragazzo fece un respiro profondo, riordinò le idee, quindi raccontò tutto quanto all'uomo, il quale, a fine racconto, diede qualche ordine ai suoi uomini, quindi corse fuori e andò a casa a prendere il suo nuovo drago, un giovane Cornotonante, trovato cucciolo durante una delle missioni esplorative del figlio, pochi mesi prima, e già diventato abbastanza grosso da sostenere il peso del corpulento capo di Berk.
"Sveglia, Spaccateschi! C'è un'emergenza, dobbiamo andare!" lo spronò, salendo gli in groppa, poi tornò a parlare con Gambedipesce "raduna tutti all'Arena. Moccicoso deve portarci sull'isola dove è scomparso mio figlio!"
Gambedipesce si mise sull'attenti e corse fuori, per radunare il resto della squadra.

Hiccup guardava il cielo scuro, cercando qualunque cosa, luce o ombra, che gli segnalasse l'arrivo dei soccorsi.
Non era passato molto tempo da quando era rinvenuto, ma cominciava a preoccuparsi sul serio; faceva molto freddo, inoltre avevano passato digiuni l'ora di pranzo, e lui cominciava ad aver fame.
rovistò nella borsa ma trovò solo una piccola borraccia di latta, che poteva essere utile per sciogliere un po' di neve da bere, ma non trovò altro. Sospirò e si voltò verso Sdentato, che continuava a fissarli preoccupato, senza muoversi di un millimetro.
"Non c'è nulla da mangiare, amico mio... e chissà quando riusciranno a trovarci..."
Il drago gorgogliò un verso di risposta e si alzò cautamente, guardandosi intorno, quindi, dopo essersi sincerato che i suoi amici umani stessero bene si avvicinò al centro del canyon, fissando il suolo.
Hiccup lo osservò preoccupato; cosa voleva fare? A volte quell'animale era davvero strano. Improvvisamente Sdentato sputò una sfera di plasma contro il suolo, crepando una lastra di ghiaccio che ricopriva un fiume che passava proprio da quel canyon.
Hiccup capì: Sdentato voleva pescare dei pesci per i suoi amici; Immerse la zampa nell'acqua gelida e, con dei movimenti fulminei, pescò alcuni grossi pesci che portò ai suoi amici.
"Fantastico! Sei grandioso, amico mio!" esclamò il ragazzo, grattando il mento dell'animale, mentre Astrid si tirava su e cercava nella borsa qualcosa per poter cuocere i pesci.
"Meno male... stavo morendo di fame..." disse, trovando una piccola padella e passandola a Hiccup.
Il giovane pulì e tagliò il pesce, lasciandone alcuni pezzi per il suo amico Furia Buia, poi mise la padella sul fuoco e tornò a sedersi accanto alla ragazza, che si sistemò di nuovo al suo fianco e posò la testa sul suo petto in cerca di un po' di caldo.
Hiccup la lasciò fare, passandole il braccio dietro la schiena e carezzandole il braccio per passarle un po' del suo calore. Sentì la ragazza rilassarsi al suo tocco, mentre la mano saliva in automatico sul collo, dietro la lunga treccia, poi sulla testa.
Astrid alzò il viso verso quello di Hiccup, guardandolo intensamente negli occhi.
"Hiccup... e se ci trovassero prima gli uomini di Dagur?" domandò.
"Almeno saremmo fuori da questo buco..." la tranquillizzò, baciandole delicatamente la fronte.
In quel momento, però, sentirono dei rumori provenire dall'alto, dal bordo della buca.
Sdentato ringhiò e Hiccup alzò gli occhi verso quella direzione.

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Capitolo 9
*** 8 ***


Sentirono vociare, poi videro delle torce illuminare il bordo del burrone sopra di loro.
Hiccup afferrò la sella di sdentato con una mano, pronto a tutto, poiché non aveva idea di chi poteva essere arrivato lì. Nel migliore dei casi erano i suoi compagni di Berk, venuti a cercarli, ma nel peggiore poteva essere Dagur.
Aiutò Astrid a salire in sella a Sdentato, quindi con grande fatica si sedette dietro di lei; tutti e tre erano conciati male, con due protesi mancanti e una gamba rotta, ma avevano a disposizione sei colpi al plasma e i loro pugnali, nel caso avessero dovuto difendersi.
Qualcuno si affacciò, poi la voce di Dagur li raggiunse.
"Ma guarda chi abbiamo qui!" esclamò "Ero sicuro di aver preso qualcuno, ma non pensavo di essere così fortunato! Addirittura il grande Hiccup di Berk, il suo Furia Buia e la sua ragazza! Deve essere la mia giornata fortunata! Ma, un momento! Oggi è il mio compleanno! Sei stato gentile a farmi questo bel regalo, mio caro Hiccup!"
"Ne avrei fatto volentieri a meno..." borbottò il ragazzo, stringendo le maniglie della sella del suo drago nel tentativo di mantenere l'equilibrio e proteggere a sua volta la ragazza.
Dagur diede qualche ordine indistinto ai suoi uomini e, poco dopo, delle corde furono calate nel fosso. Sdentato ringhiò, arretrando di qualche passo, pronto ad attaccare per difendere i suoi amici, ma Hiccup lo calmò, poggiandogli delicatamente una mano sulla testa: non era ancora il momento.
Dagur scese nel canyon assieme a una parte dei suoi uomini e si avvicinò ai tre. Sdentato era nervoso, e Hiccup faticava a tenerlo calmo; scalciò debolmente quando il capo degli Abili Guerrieri sfiorò la gamba sinistra di Hiccup, priva della protesi, e non riuscì a resistere dal colpirlo forte con la coda quando questo fece per avvicinarsi ad essa.
Dagur venne lanciato contro la parete innevata, mentre Hiccup calmava il drago, che brontolava e ringhiava, infastidito.
"Tu, stupido Furia Buia! Giuro che la pagherai!" lo minacciò lo Squilibrato.
"Calma, amico mio..." disse Hiccup al suo amico, poi guardò l'altro "Sai, Dagur, pensavo l'avessi capito ormai: Sdentato risponde solo a me, non riuscirai mai a domarlo."
"Mh... poco male. Vorrà dire che sarete tutti e tre miei prigionieri." rispose l'altro, ridendo sguaiatamente, poi diede l'ordine di tirarli tutti fuori e tornare alle navi, ancorate poco lontano, in un piccolo fiordo nascosto.
Hiccup, Astrid e Sdentato vennero rinchiusi nella stiva della nave del capo, e il drago venne incatenato in modo che non potesse muoversi né sputare qualcuna delle sue sfere al plasma, mentre i due ragazzi vennero sistemati lontani da lui, con una catena attaccata a una gamba, anche se, a detta di Dagur, erano entrambi ridotti così male che non ce l'avrebbero mai fatta a raggiungere il loro animale e tentare la fuga.
Vennero lasciati soli. Sdentato brontolava nervoso, ma la voce del suo amico lo calmò poco dopo e il Furia Buia si accucciò al suo posto, in attesa di ordini. Hiccup strisciò verso la ragazza e si sistemò accanto a lei, controllandole la steccatura della gamba prima di farla mettere più comoda al suo fianco.
"Cosa credi che succederà ora?" domandò lei, posando la testa sul petto di Hiccup e passando una mano sulla coscia sinistra del giovane, con movimenti leggeri ma che mostravano tutta la sua preoccupazione.
"Non ci farà del male, tranquilla." la rassicurò lui, prendendole delicatamente la mano sulla coscia e stringendola nella sua "Siamo troppo preziosi, se ci facesse fuori ci rimetterebbe soltanto. Dagur è fuori di testa, ma non è stupido."
Astrid annuì, ma Hiccup sentiva che era preoccupata. Lasciò la sua mano e, con molta delicatezza, le posò due dita sotto il mento, facendole alzare la testa per guardarla negli occhi.
Notò subito che era spaventata. Dell'impavida guerriera che conosceva fin da quando erano bambini era rimasto ben poco, ora vedeva solo una ragazza spavrntata, messa alle strette e che non aveva alcuna idea di quale sarebbe stato il loro futuro più immediato.
"Stai tranquilla. Non permetterò che ti succeda nulla, lo prometto." le sussurrò, dolcemente, dandole un bacio sulla fronte.
Senza togliere la mano da sotto il mento, tornò a guardarla negli occhi e le sorrise. Astrid si sistemò meglio, poggiando la testa sulla sua spalla e la mano sul petto, rincuorata dalla vicinanza del giovane. Hiccup sentì il suo respiro farsi più regolare e, poco dopo, uniformarsi al suo.
Lei chiuse gli occhi, mentre il ragazzo la stringeva; sentiva il suo respiro caldo sul viso, cosa che le dava una intensa sensazione di benessere, e si rilassò ancora.
Hiccup la osservò a lungo, stringendola, poi poggiò la fronte su quella di lei. Si sentiva stanco, troppe cose erano successe in quella mattinata, e non aveva idea di cosa sarebbe successo dopo. Chiuse gli occhi, passando una mano sui capelli di Astrid; ciò che le aveva detto era vero: non avrebbe mai permesso che le succedesse nulla. La strinse ancora, preso da un istinto di protezione che non aveva mai sentito prima, e avvicinò ancora il suo volto a quello di lei.
Pochi secondi dopo la distanza tra le loro labbra venne del tutto annullata.

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Capitolo 10
*** 9 ***


Un bacio. Un lungo e intenso bacio che mai si erano scambiati prima d'ora.
Astrid aveva risposto a quel bacio nell'immediato momento in cui aveva sentito le labbra di Hiccup sfiorare le sue. Era diverso dai pochi baci che gli aveva dato in passato, primo tra tutti quello che gli aveva dato dopo la battaglia contro la Morte Rossa, il giorno che si era ripreso dopo aver perso la gamba sinistra.
Questa volta era stato lui a prendere l'iniziativa, era delicato, ma allo stesso tempo deciso nel tocco; era sempre stato molto timido in queste dimostrazioni d'affetto, quindi lei era rimasta piacevolmente sorpresa e lo aveva lasciato fare; non sentiva neanche più il dolore alla gamba, ma solo il sapore delle labbra del ragazzo e il profumo della sua pelle. Sentiva il muschio fresco delle isole che esplorava, l'erba draga su cui si stendeva quando voleva far distrarre Sdentato, il legno e il metallo usati nella bottega di Skarakkio... una combinazione che la mandava fuori di testa, che le metteva addosso un senso di sicurezza e protezione.
Il giovane interruppe il bacio con riluttanza, ma continuò a guardarla negli occhi. Astrid fu di nuovo sorpresa: quello che aveva davanti era ancora Hiccup, ma la sua espressione era diversa: quello era un giovane uomo che avrebbe fatto qualunque cosa pur di proteggere coloro a cui teneva di più al mondo, ovvero il suo migliore amico e la donna che amava.
Hiccup le carezzò di nuovo il volto, sorridendole, poi, senza allontanarsi da lei, guardò verso Sdentato, il quale non si era mosso di un millimetro, non si era più agitato, nonostante le corde e le fastidiose catene che lo bloccavano.
"Dobbiamo andarcene da qui." disse, tornando serio "Ma per farlo, io ho bisogno della mia gamba e Sdentato della sua coda..."
"Basta la coda." lo corresse Astrid "Posso condurre io Sdentato, se mi spieghi come fare. La gamba rotta è la destra, ma il pedale di comando è a sinistra. Posso farlo."
Hiccup la guardò, indeciso. Erano in una brutta situazione e si preoccupava per lei. Aveva già una gamba rotta e non voleva le succedesse qualcosa di peggio.
Però doveva ammettere che aveva ragione: ricostruendo soltanto la coda di Sdentato avrebbero guadagnato del tempo prezioso, tanto più che l'unica parte distrutta era la pinna caudale e le stecche che la tendevano, quindi con il materiale giusto a disposizione poteva adattare una coda di fortuna ai meccanismi intatti.
Ma prima di pensare a ciò dovevano liberarsi di Dagur e dei suoi uomini, e al momento Hiccup, Astrid e Sdentato erano in una situazione di forte svantaggio, tutti e tre limitati nei movimenti, inoltre la ferita alla testa aveva ripreso a fargli male, cosa che gli impediva di pensare lucidamente.
Il ragazzo si portò una mano sulla fronte, cercando di riacquistare un po' di lucidità per pensare a una soluzione, ma non ci riuscì.
Sentirono Dagur dare degli ordini ai marinai, poi la nave virò e sembrò fare delle manovre, fino a fermarsi; evidentemente erano arrivati sull'isola degli Abili Guerrieri.
La serratura del portello d'ingresso scattò. Hiccup decise di alzarsi, nonostante l'equilibrio precario, ma di sicuro restando seduto avrebbe dato a Dagur un motivo in più per attaccarlo, poiché era in posizione di inferiorità.
Fece cenno ad Astrid di restare al suo posto e si poggiò alla parete della barca con una mano, mentre alcuni uomini entravano nella stiva, assieme al loro capo.
Sdentato ringhiò, ma Hiccup gli fece cenno di restare calmo, quindi guardò verso il suo rivale, che si era fermato a poca distanza da lui, con le mani sui fianchi e l'espressione folle in volto.
Che cosa vuoi, Dagur?" domandò Hiccup "Se il tuo intento è avere Sdentato per te, sappi che in queste condizioni è inutile, non potendo volare."
"Beh, caro Hiccup, non c'è problema, perché tu farai in modo che possa volare e rispondere ai miei comandi." gli rispose l'altro, avvicinandosi ai due, mentre la ragazza si metteva faticosamente in piedi accanto a Hiccup.
"Cosa ti fa pensare che ti aiuterò?" continuò il ragazzo di Berk, spostandosi in modo da proteggere, almeno parzialmente, Astrid.
"Sarò molto convincente, vedrai..." concluse Dagur, facendo un sorriso maligno e afferrando con decisione il mento della bionda.
Hiccup cercò di spostarsi per allontanare Astrid dall'altro, ma per poco non perse l'equilibrio e dovette desistere, lanciando un'occhiata preoccupata alla giovane, mentre Dagur passava la sua sucida mano sulla treccia bionda, quindi sulla spalla e sul fianco della ragazza, continuando il suo discorso.
"Certo, non posso toccare il Furia Buia, ma sarebbe un peccato se succedesse qualcosa alla biondina... ragazze così belle se ne vedono poche in giro. Sarebbe un vero peccato."
Hiccup strinse i denti e guardò di nuovo Astrid. Non poteva reagire alle provocazioni, ma se solo avesse toccato Astrid... non aveva idea di come avrebbe reagito. Cercò ancora di pensare a un modo per tirarsi fuori e salvare Astrid e Sdentato, ma una dolorosa fitta alla testa lo bloccò.
Si portò entrambe le mani alla testa e cadde in ginocchio, respirando affannosamente per il dolore.

Nel frattempo Moccicoso aveva portato la squadra di recupero sull'isola dove Hiccup, sdentato ed Astrid erano scomparsi.
Si erano divisi in squadre e avevano deciso di setacciare l'intera area in cerca di qualche indizio sulla sorte dei tre; Stoick e Skarakkio sorvolavano l'entroterra vicino al fiordo a nord con i rispettivi draghi. Il capo di Berk era visibilmente preoccupato.
"Dannazione, Hiccup..." borbottò tra sé "dove sei andato a finire?"
"Beh, Stoick... non per fare il guastafeste..." si intromise Skarakkio "ma forse se non avessi insistito con l'onorare le tradizioni, tuo figlio non se la sarebbe data a gambe e non si sarebbe messo nei guai..."
"Cosa devo fare con lui, amico mio?" sospirò Stoick "È sempre stato refrattario nel seguire alla lettera le tradizioni locali... è sempre così testardo..."
"Mi ricorda qualcuno." borbottò l'altro, quindi continuò "Magari potresti concedere una deroga alla tradizione. Lasciagli scegliere la donna che vuole, invece di imporglierla con una gara, non pensi che la sua felicità sia la cosa più importante?"
Stoick non rispose: qualcosa aveva attratto la sua attenzione, di sotto, in mezzo alla neve. Diede un comando a Spaccateschi e virò verso il basso, atterrando dentro un canyon scuro.
Per terra c'era la tela della protesi caudale di Sdentato, a brandelli, e poco lontano notò dei pezzi della gamba sinistra di Hiccup. Li afferrò e li avvicinò al naso del suo drago.
"Cerca, Spaccateschi!" ordinò.

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Capitolo 11
*** 10 ***


Hiccup cercò di resistere al dolore, ma era troppo forte. Partiva dalla ferita che si era procurato poche ore prima ed era pulsante; strinse gli occhi, nel tentativo di attenuare il dolore, ma fu inutile.
Gli fischiavano le orecchie e sentiva le voci delle persone attorno a lui molto lontane.
Lo stomaco gli si contrasse all'improvviso e sentì salire quel poco che c'era dentro. Rigettò tutto, quindi perse i sensi per la seconda volta quel giorno.
Quando si riprese era disteso su una tavola in legno, con qualcosa di morbido sotto la testa a far da cuscino. In lontananza sentì il rumore di un chiavistello, poi dei passi che venivano verso di lui.
Si mosse leggermente, poi sentì una mano leggera sulla sua spalla e la voce preoccupata di Astrid che lo chiamava.
"Sto bene..." sussurrò, aprendo lentamente gli occhi e afferrando la mano della ragazza "Dove siamo?"
"Siamo nella prigione di Dagur..." rispose "Sdentato è stato portato nella loro arena."
Hiccup si mise a sedere, massaggiandosi gli occhi e cercando di far mente locale sulla situazione.
"Dobbiamo andarcene di qui." affermò "E dobbiamo liberare Sdentato."
"Hiccup... cosa ti è successo?" chiese Astrid, guardandolo preoccupata.
"Sto bene ora." la rassicurò "Ho avuto una fitta alla testa."
"Ho temuto che potessi morire..."
"Tranquilla, sono sopravvissuto alla Morte Rossa. Posso sopravvivere a Dagur." le sorrise, carezzandole il viso.
"Già, ma con la Morte Rossa hai dovuto pagare un tributo parecchio alto." continuò lei, sfiorandogli la coscia sinistra.
"Ehi, non preoccuparti. Questa volta non succederà." la interruppe Hiccup, afferrandole entrambe le mani "Andrà tutto bene. Usciremo di qui e torneremo a Berk sani e salvi, tutti e tre."
Astrid annuì, ma sembrava ancora preoccupata. Hiccup le prese delicatamente il mento e la baciò, poi le sorrise.
Erano ancora concentrati l'uno sull'altro, quando sentirono dei passi dalla zona più buia della loro prigione. Hiccup, allarmato, si mise in piedi, reggendosi a Astrid, e fissò la figura che si stava avvicinando.
Non riusciva a vederlo ancora in faccia, ma capì che era un uomo, all'incirca della stessa corporatura di Stoick, con un'andatura zoppicante.
"Stai calmo, ragazzo." disse il nuovo arrivato "Non ho intenzioni ostili."
"Scusa se non ci credo, ma ho imparato a mie spese che di Dagur e dei suoi uomini non c'è da fidarsi." rispose Hiccup, sulla difensiva. L'altro rise amaramente, avvicinandosi ancora.
"Figliolo, su questo ti do ragione: di lui non ci si può fidare." continuò "Ma devi imparare un'altra cosa: se Dagur vuole qualcosa, la otterrà sempre. Che sia il trono o un esemplare di drago, lui li avrà. E stai anche attento alla tua compagna: mio figlio potrebbe prendersi anche lei."

Spaccateschi cercava freneticamente. Non fu facile per il giovane drago di Stoick trovare la pista giusta, ma finalmente la trovò.
L'intero gruppo di ricerca imboccò il mare aperto in direzione dell'Isola degli Abili Guerrieri; erano silenziosi, pronti a tutto pur di salvare Hiccup, Astrid e Sdentato.
Tempestosa affiancava il gruppo, mostrando preoccupazione crescente per la sua amica umana. Gambedipesce la affiancò e le posò una mano sulla testa.
"Stai tranquilla, bella. Li troveremo." le sussurrò.

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Capitolo 12
*** 11 ***


"Oswald?!" esclamò il giovane, quando finalmente l'uomo fu in piena luce "Cosa ci fai qui?"
"Sono stato sostituito da mio figlio, ricordi?" rispose l'altro, prendendo Hiccup per le spalle e facendolo di nuovo sedere sulla panca "E, per sicurezza, Dagur mi ha riservato un posto qui."
"Che gran bastardo!" disse Astrid "Giuro che se mi capiterà di nuovo tra le mani, io..."
"Mia giovane amica, dimentichi che Dagur ha un'intera armata ai suoi ordini? Voi siete solo due, e non siete pienamente operativi, a quanto vedo" la interruppe l'uomo, indicando la gamba mancante di Hiccup, il quale sospirò sconfortato.
"Ha ragione, non possiamo muoverci velocemente quanto lui, soprattutto senza Sdentato. E anche con lui non possiamo andare troppo lontano, senza la sua coda." confermò.
"Quindi sono vere le voci che giravano?" domandò Oswald, cambiando argomento "Hai addestrato una Furia Buia e ucciso una Morte Rossa?" Hiccup annuì e l'uomo si abbassò alla sua altezza "Sai, ragazzo, ho sempre pensato che avresti fatto molta strada. Non sei mai stato il classico vichingo, ma ho sempre notato una grande intelligenza in quella testolina, e una gran voglia di fare qualcosa di grande. Sono lieto di sapere che non mi ero sbagliato sul tuo conto, ho sempre detto a tuo padre che doveva essere fiero di quello che eri."
"Lo è." confermò Astrid, passando una mano sui capelli del ragazzo "Solo che entrambi fanno fatica a esprimere ciò che sentono."
"Io non faccio fatica a esprimere ciò che sento!" protestò Hiccup.
"Disse colui che si decise a baciarmi solo un paio d'ore fa, dopo anni che mi girava intorno..." lo ammonì Astrid, ridendo divertita.
Oswald sorrise al siparietto dei due giovani, poi si tirò su e prese a camminare lungo la cella.
"Sicuramente la vostra gente vi sta cercando, quindi saranno qui a momenti." disse "Di quali armi disponete, al momento?"
"Di draghi, ovviamente" rispose Hiccup "Di tutti i tipi: nella mia sola squadra abbiamo un Uncinato Mortale, un Gronkio, un Incubo Orrendo e un Bizzippo, poi mio padre ha un Cornotonante, ma ci sono anche numerosi Terribili Terrori, che sono piccoli ma sanno fare il loro lavoro."
"Bene. Qui ce ne sta qualcuno, ma nessuno è in grado di domarli, questo per voi è un grosso vantaggio." ammise l'uomo, continuando a camminare lungo la cella "Ma dobbiamo comunque andarcene da qui."
Detto questo si avvicinò di nuovo ai due ragazzi e si rivolse a Astrid.
"Puoi camminare, ragazzina?"
"Sì, ma non posso fare lunghi tratti..." rispose lei, indicando la gamba steccata.
"Va bene, tanto non verrà a controllarci nessuno per un bel po', e saremmo comunque lenti con il tuo amico in queste condizioni" ammise, mettendo il giovane in piedi.
"Cosa hai in mente, Oswald?" chiese Hiccup, passando un braccio attorno alle spalle di Astrid per reggersi a vicenda.
"Conosco un passaggio segreto. Seguitemi." ordinò, andando dalla parte opposta della cella e spostando una lunga panca, sotto la quale si apriva un tunnel che sembrava scavato a mani nude.

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Capitolo 13
*** 12 ***


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Camminavano lungo il tunnel. Non sembrava lungo, ma nelle loro condizioni i ragazzi erano lenti a procedere.
Oswald li affiancò, continuando a guardare avanti.
"E così a Berk ora cavalcate i draghi?" chiese.
"Già. abbiamo iniziato tre anni fa." confermò Hiccup, cercando di tenersi senza affaticare Astrid. Oswald annuì e sorrise.
"Sai, c'è una leggenda che gira da queste parti. Si dice che un cavaliere a cavallo di un enorme Tagliatempeste corra in soccorso dei draghi catturati dai cacciatori." raccontò, mentre aiutava i due giovani a uscire dalla galleria.
Hiccup si guardò intorno. Erano sbucati un un ambiente stretto e lungo, all'aperto. Guardò in alto e notò delle grosse reti.
"Siamo nell'arena!" esclamò.
"Esatto, figliolo. Andiamo dal tuo drago." confermò, facendo strada verso le gabbie delle bestie. Ne aprì una e vi entrò, seguito dai due giovani.
Sdentato si trovava sul fondo di questa, incatenato in modo che non potesse muoversi. Poco lontano uno dei fabbri di Dagur aveva provato a costruire una protesi caudale nuova per il drago, ma evidentemente Sdentato aveva fatto di tutto per non farsela mettere e avevano dovuto rinunciare.
Si avvicinarono al drago, che appena riconobbe i suoi amici prese a fare le fusa e, mentre Oswald lo liberava dalle catene, Hiccup e Astrid controllarono la protesi caudale costruita dagli Abili Guerrieri.
"C'è qualche difetto, ma può andare." commentò Hiccup, poi si avvicinarono alla Furia Buia e la montarono alla sua coda.
Il giovane drago, appena fu libero, saltò addosso all'amico, leccandogli felice la faccia. Hiccup sorrise e si tirò su, poi fece salire in sella Astrid e si sistemò dietro di lei.
"Oswald... grazie." lo ringraziò il giovane. L'uomo stava per rispondere, quando sentirono un'esplosione poco lontano.
Delle ombre si proiettarono sul pavimento dell'arena. Tremolavano alla luce delle torce, ma riconobbero le forme.
"I nostri sono arrivati!" esclamò Astrid, poi afferrò la maniglia della sella di Sdentato e mosse i comandi istintivamente, prima ancora che il giovane le spiegasse come fare.
Sdentato spiccò immediatamente il volo.
Hiccup si tenne ben saldo con una mano, mentre con l'altra dirigeva la ragazza, tenendola poggiata sulla sua gamba sinistra. Raggiunsero il gruppo in pochi secondi e affiancarono Stoick e Spaccateschi.
"Papà, stiamo bene!" esclamò il ragazzo, anticipando la domanda del padre "Più o meno... diciamo che siamo vivi..." continuò, sfiorando la gamba rotta di Astrid e la ferita alla sua testa.
"Dagur vi ha fatto qualcosa?" domandò il grosso capo di Berk, controllando la testa del figlio, per verificare di persona la sua salute.
"A parte approfittare dei nostri temporanei handicap per imprigionarci, no." lo rassicurò il ragazzo.
"Dobbiamo dargli una lezione." sentenziò Stoick, sospirando.
"Ci penso io!" esclamò Astrid, rivolgendosi poi a Tempestosa e gesticolando alcuni ordini silenziosi.
Il drago scese in picchiata, piombando su un gruppo di Abili Guerrieri, lanciò alcune delle sue spine e afferrò uno di loro, portandolo su dal gruppo di Berkiani.
"Buon pomeriggio, Dagur." lo salutò Stoick, cortese.
"Fatemi scendere!" urlò il giovane, cercando di liberarsi dalla presa di Tempestosa.
"Prima prometti di non provare più ad attaccare noi o i nostri draghi." lo ammonì l'uomo, ma ricevette solo come risposta un'occhiataccia, quindi guardò Astrid, eloquente. La ragazza capì e diede subito un ordine al suo drago.
"Tempestosa, lascialo." le ordinò. La draghessa mollò la presa e Dagur cadde dritto in direzione di una grossa torcia sotto di loro.
"AHHHH!!! VA BENE! AVETE VINTO!!!! FARÒ TUTTO QUELLO CHE VOLETE!!!" urlò Dagur, in preda al panico.
"Tempestosa, riprendilo." ordinò ancora Astrid. Tempestosa scese in picchiata, afferrò l'altro appena prima che il suo sedere toccasse il fuoco e lo mise a terra, tornando poi dai suoi compagni.
"Se scopro che sei venuto meno alla tua parola, non sarò più così clemente!" lo minacciò Stoick, infine diede l'ordine di tornare a Berk.
Hiccup si aggrappò meglio alla sella di Sdentato, rilassandosi e lasciando che Astrid lo guidasse da sola. Avevano un'ora di viaggio davanti a loro, e non correvano più pericolo.
Osservò la luna piena, che proiettava la sua flebile luce nell'Oceano, ma si accorse che qualcosa non andava.
"Astrid..." sussurrò "mantieni la calma... continua a condurre Sdentato, ma assicurati che io sia ben saldo sulla sella..."
"Perché? Cosa succede?" domandò lei, allarmata.
"Sto per perdere di nuovo i sensi." confessò. Si sentì girare la testa e le sue mani persero la presa. Astrid le afferrò al volo e non le mollò, ma Hiccup non se ne accorse: la sua testa già ciondolava di lato perché era appena svenuto.

 

Angolo Autrice

Credo di essermi un attimo persa in questi capitoli, ma sto cercando di ritrovare la strada. Prima di scrivere questo capitolo ho provato a rivedermi i due film, proprio per riordinare le idee (nel secondo tra le altre cose ho pure notato che spesso i disegnatori si sono dimenticati del mancinismo di Hic e gli hanno fatto impugnare le armi con la mano destra ^_^"), e spero di aver ripreso la via giusta.

Ah, per i pochi che non lo sanno, il Tagliatempeste e la specie di drago a cui fa parte Saltanuvole ;-) 

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Capitolo 14
*** 13 ***


Quando arrivarono a Berk era ormai quasi ora di cena.
In teoria, quella sera, avrebbe dovuto tenersi il banchetto e la gara in onore dei 18 anni di Hiccup, ma viste le circostanze Stoick non volle rischiare e decise di annullare la festa, o almeno rimandarla a un momento più tranquillo: la salute di suo figlio al momento aveva la priorità.
Appena furono atterrati sull'isola si accorsero delle condizioni del giovane. Hiccup era ancora privo di sensi, quindi Stoick lo prese in braccio e lo portò da Gothi, che si sarebbe presa cura del ragazzo.
Aspettò fuori per un po', e quando la druida gli diede il permesso riportò Hiccup a casa. Era ancora privo di sensi e aveva la testa fasciata, ma sembrava stare bene; lo mise sul letto e lasciò Sdentato a guardia, e infine decise di andare da Skarakkio, il quale era occupato a preparare una steccatura migliore per la gamba di Astrid, che aspettava seduta nel cortile, accanto al suo drago.
Stoick entrò e si guardò intorno. Broncio, il pigro drago dell'amico, dormiva vicino alla fucina, mentre il fabbro stava montando quella che sembrava una piccola gabbia contenitiva di metallo, probabilmente la nuova steccatura per la gamba di Astrid.
"Hiccup starà bene.." esordì, rispondendo alla domanda silenziosa di Skarakkio "come sta la ragazzina?"
"Astrid sta bene. È una ragazza forte, prima di Snogghelthon sarà di nuovo in grado di correre e saltare in autonomia." rispose Skarakkio, chiudendo alcune viti alla gabbia.
"Ha detto qualcosa di quanto è successo?" chiese il capo di Berk, sedendosi in un angolo.
"Non molto. Solo che Dagur li ha attaccati mentre erano in volo, ed è stato così che si è rotta la gamba." continuò il fabbro, mettendo da parte l'imbragatura per la gamba di Astrid e prendendo i fogli del progetto della nuova gamba di Hiccup, usati dal ragazzo quella stessa mattina e su cui aveva anche segnato le nuove misure "Per il resto ha continuato a chiedere se poteva vedere tuo figlio. È molto preoccupata."
Stoick sospirò, lisciandosi nervosamente la folta barba. I ragazzi dell'Accademia gli procuravano continui grattacapi dal momento in cui era stata fondata, e se le scorrerie dei gemelli potevano essere sedate temporaneamente con una punizione, e le spacconerie di Moccicoso da una chiacchierata con suo padre, Gambedipesce, Astrid e Hiccup erano più difficili da gestire, perché non sapeva mai come punirli, il primo perché commetteva talmente poche scorrettezze da considerare l'opportunità molto rara, Astrid perché era una giovane guerriera combattiva e testarda, mentre Hiccup... beh, Hiccup era suo figlio, e non era facile, per Stoick, prendere decisioni da capo, senza farsi influenzare dal lato paterno.
"Cosa devo fare con lui, Skarakkio?" domandò, fissando l'amico.
"Lo sai, Hiccup non ama essere obbligato a seguire le tradizioni. Se vuole, le segue di sua spontanea volontà, se no volerà fino ai confini del mondo pur di sfuggirci." disse Skarakkio, montando alcuni ferri su un pezzo di legno foderato di cuoio per la gamba del giovane "A mio parere, come ti ho già detto, devi lasciare a lui la scelta."
"Sì, ma... il matrimonio... anche io e sua madre siamo stati promessi dalle nostre famiglie."
"Ma tu e Valka vi amavate già prima di scoprire di essere promessi." obiettò il fabbro "E se non ricordo male lei era già incinta quando vi siete sposati. Hiccup è nato tre mesi dopo, con un grosso anticipo sulla scadenza." si fermò e lo guardò negli occhi "Amico mio, lascia che tuo figlio scelga la sua strada da solo."
"Ma potrebbe volerci tempo perché scelga una donna che gli vada bene...." obiettò ancora Stoick.
"Oh, beh... Ha 18 anni, ed è un vichingo. Secondo te, testardo come è, non ci sarà già qualcuna che allieta i suoi sogni?" rispose Skarakkio, ridendo "Magari qualcuna con cui lui passa la maggior parte del suo tempo?"
Stoick guardò verso la porta e capì, quindi prese l'imbragatura per Astrid ed uscì nel cortile. Raggiunse la ragazza e si inginocchiò davanti a lei, mettendosi a montare con attenzione tutto, infine strinse le chinghie di cuoio e la aiutò ad alzarsi.
"Ecco fatto. Skarakkio dice che per Snogghelthon sarai di nuovo pienamente operativa." la rassicurò "Ed è un bene, perché per quella data tutte le ragazze in età da marito devono essere presentabili ed abili a ballare. E intendo tutte." aggiunse, allusivo "Per quella data mio figlio sceglierà una compagna." concluse, sorridendo, poi si allontanò fischiettando.
 
Intanto Hiccup si lamentava nel sonno.
Sdentato lo fissava, preoccupato e ansioso, camminando silenzioso attorno al suo letto.
Avevano avuto una giornata piena, i due ragazzi erano stati feriti e anche il drago aveva rischiato grosso.
Ma aveva anche visto una cosa bella, una cosa che sperava da tanto: il suo amico aveva fatto un passo avanti con la ragazza.
Sdentato sapeva quanto Hiccup teneva a Astrid, lo notava dagli sguardi, dai gesti, e vivendo con gli umani da ormai tre anni aveva capito che, a differenza di alcune specie di draghi con cui lui aveva a che fare, gli umani sceglievano un solo compagno per tutta la vita, allo scopo di far nascere i loro cuccioli.
C'erano anche alcuni draghi che erano così. I Tamburo Furente, ad esempio, ma non tutti. I Furia Buia, invece... Sdentato non sapeva se lui era tipo da unica compagna per la vita o meno. Sperò di sì, ma le speranze di trovare un altro Furia Buia come lui erano molto scarse, figurati quelle di trovare un Furia Buia femmina!
Certo, aveva il suo branco, un mal assortito branco composto dalla fiera Tempestosa, la dolce Muscolone, il pazzo Vomito e Rutto e l'irritato Zannecurve, più un certo numero di Terribili Terrori che i ragazzi usavano per scambiarsi messaggi in caso si fossero divisi. Ma avere una compagna, covare insieme un uovo, crescere un piccolo Furia Buia, questo non era possibile, per Sdentato.
Essere l'ultimo della sua specie era triste, ed era triste pensare che gli ultimi Furia Buia che lui aveva visto erano i suoi genitori, ma non li aveva più visti da quando aveva lasciato il nido all'età di un anno, diciassette anni prima.
Ma adesso l'unica cosa che gli importava davvero era che il suo amico umano stesse bene.
Si avvicinò di nuovo al letto e fissò Hiccup. Il ragazzo si lamentò di nuovo, infine aprì lentamente gli occhi.
"Sdentato?" domandò, appena lo riconobbe. Il drago fece le fusa, felice di vederlo di nuovo sveglio, ed accettò volentieri la grattatina sotto il mento che il ragazzo gli offriva.
In quel momento rientrò Stoick e salì da loro. Teneva sotto braccio una protesi nuova di zecca per Hiccup, e gli sorrise appena lo vide sveglio.
"Bentornato tra i vivi, figliolo." lo salutò "E buon compleanno."
"Papà!" lo salutò, prendendo la nuova protesi e provandola "Sono in ritardo per la festa?"
"Non ci sarà nessuna festa, oggi, Hiccup." gli comunicò l'altro "Festeggeremo a Snoggheldhog, tutto quanto insieme. E non ci sarà nessuna gara, ma quella sera scegliersi la compagna e ci ballerai." gli sorrise, scompigli andò gli i capelli "Questo mese guardati intorno, lo so che non è una scelta facile, ma mantieni la tua scelta segreta fino al giorno della festa. Ora cerca di riprenderti, però."
Detto questo, Stoick diede una pacca sulla spalla del giovane e uscì nuovamente.

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Capitolo 15
*** 14 ***


Passarono alcuni giorni, durante i quali Hiccup riuscì a riprendersi dalla botta ricevuta alla testa.
Suo padre si era assicurato che le ragazze dell´isola non gli stessero troppo dietro, in modo da non operare troppe pressioni sulla scelta che avrebbe dovuto fare il mese successivo.
Hiccup si mostrava cordiale con tutte, ma aveva dovuto far capire a Testa bruta che noon erano molto graditi i suoi tentativi di attirare la sua attenzione, tanto più che la giovane si stava mostrando particolarmente scontrosa nei confroti di Astrid, che pero` non poteva controbattere piu` di tanto nel suo solito modo a causa della gamba rotta.
Inoltre, seguendo il consiglio del padre, Hiccup cercava di non mostrare preferenze per nessuna delle ragazze, almeno in pubblico, per non assistere a lotte tra donne al solo scopo di eliminare la concorrenza. Ma in realta` aveva gia` fatto la sua scelta, l'aveva fata da tempo, anche se non se ne era mai reso pienamente conto.
Intanto fervevano i preparativi per Snogghelhog ed erano tutti impegnati nelle varie mansioni. Stoick aveva assegnato al gruppo di Hiccup il compito di supervisionare i lavori e aiutare nella costruzione di una grossa stalla per i draghi dell'isola, ricavata in una delle vecchie caverne scavate dai Morte Sussurrante e dal Morte Urlante che un tempo avevano infestato Berk; dovevano allargare le entrate, rinforzare le pareti e costruire delle vasche d'acqua in cui le femmine potevano far schiudere le loro uova. Hiccup aveva anche progettato dei speciali trespoli su cui gli animali potessero riposare in pace.
Una sera, mentre faceva il suo solito volo con Sdentato, Hiccup decise di sorvolare il villaggio, approfittando delle tenebre non attirare sguardi indesiderati.
La neve era alta, ma non tanto da richiedere il trasferimento temporaneo dell'inera comunita` al rifugio, per cui erano tutti rifugiati nelle loro capanne, con le fiestre ben serrate per non lasciar uscire il calore dei loro focolari domestici.
A parte il finestrone di casa sua, usato da lui e Sdentato come rampa per i loro voli, vide solo un'altra finestra aperta. Si abbasso` di quota; sapeva esattamente a chi apparteneva quella casa, e voleva approfittare del fatto che nessuno lo vedeva per poter fare due chiacchiere con una delle occupanti dell'abitazione.
Sdentato plano` silenzioso sopra la casa, per poi atterrare sul tetto della casa, proprio accanto alla finestra aperta. Hiccup scese dalla sella e si avvicino` alla finestra nel modo piu` silenzioso che la sua protesi metallica potesse permettergli di fare, poi si affaccio` e guardo` dentro.
Astrid era seduta vicino al suo baule delle armi, e controllava il filo di alcuni pugnali, mettendo da parte quelli che avevano bisogno di un'affilata. Il ragazzo la chiamo`, mantenendo pero` la voce bassa per non farsi scoprire da altri, e lei si volto`, sorridendole, quindi prese la stampella che usava per camminare senza gravare troppo sulla gamba fratturata e ando` alla finestra.
"Hiccup! Cosa ci fai qui?" chiese, mentre il ragazzo si siedeva sul davanzale.
"Niente di che..." rispose lui "volevo solo vedere come stavi." continuo` facendola sedere accanto a lui e passandole una mano sui capelli.
Astrid sorrise, lasciandolo fare. Da quando erano tornati a Berk non avevano ancora avuto modo di vedersi da soli per poter parlare in santa pace, ma soprattutto parlare di quanto successo il giorno del compleanno di Hiccup. Non che fosse successo molto, ma quanto accaduto poteva cambiare molto il modo in cui si sarebbero potuti relazionare da quel momento in poi.
Il silenzio regno` per alcuni minuti. Fu il ragazzo a romperlo.
"Ti va un volo con Sdentato?" domando` "Prometto che non andiamo lontano."
Astrid sorrise nuovamente e annui`, lasciando poi che il ragazzo la prendesse in spalle e la facesse sedere in groppa al Furia Buia. Pochi minuti dopo erano in volo verso il punto piu` alto dell'isola; atterrarono alla base dell'antico monumento di pietra che i berkiani chiamavano "Mensa del Gigante", perche` ricordava un enorme tavolo di pietra, ma il cui ricordo della costruzione era perso nella notte dei tempi e solo Odino sapeva come erano state tirate su quelle enormi pietre. Hiccup smonto` dal drago e aiuto` ancora Astrid, facendola sedere nella zona libera dalla neve esattamete sotto la pietra trasversale, e si sistemo` accanto a lei, mentre Sdentato si accuccio` poco distante, lasciando loro un minimo di privacy.
Hiccup prese di nuovo a giocare con una ciocca di capelli di Astrid, mantenendo ancora il silenzio tra loro. Sapeva che doveva dire qualcosa, o almeno fare qualcosa per sbloccare la situazione, ma cosa? Non avevano piu` parlato dal suo compleanno, e non sapeva cosa esattamente lei volesse sentirsi dire.
Decise che avrebbe agito d'istinto, senza pensare troppo, quindi si avvicino` alla giovane, e le afferro` delicatamente il mento, guardandola negli occhi.
Astrid era immobile, non oppose alcuna resistenza all'iniziativa del ragazzo, e i suoi occhi resarono fissi, immersi in quelli di lui, in attesa della mossa successiva, che non si fece attendere.
La mano si sposto` sulla sua guancia. Era incredibilmente calda, molto piacevole; Astrid chiuse gli occhi, rilassata.
Hiccup si avvicino` ulteriormente, le sue labbra sfiorarono quelle della ragazza. Lei socchiuse le sue, dandogli via libera.
La bacio`, finalmente. Era una sensazione stupenda, sentiva il sapore delle sue labbra: fruttato, dolce, inebriante!
Lentamente approfondi`, sfiorando lentamente la sua lingua, mentre le mani ormai andavano per conto proprio. La fece distendere, continuando a baciarla.
Si spostò sopra di lei e, qualche secondo dopo, interruppe il bacio. Non se la sentiva di andare oltre, non in quel momento, ma si sentiva su di giri come mai prima d'ora, era una sensazione di felicità estrema.
Astrid gli carezzo`il viso, baciandolo ancora. Stava bene lì, insieme a lui; non sentiva neanche piu`il freddo. Sapeva cosa avrebbe voluto fare, e sapeva che lui non sarebbe andato avanti senza il suo permesso. Gli diede un altro bacio, e dopo rimasero ancora fronte su fronte per qualche altro secondo.
"Hiccup, io ti amo... ti amo da un sacco di tempo..." sussurro` Astrid, con un filo di voce.
Il ragazzo sorrise, facendole una carezza. Era quello che voleva sentirsi dire da tempo, da quando non era ancora nessuno, da prima di diventare il Signore dei Draghi. Le bacio` la tempia, spostandosi con le labbra all'orecchio della giovane.
"Ti amo anche io, Astrid. Ti amo da sempre." disse lui, dandole dei leggeri baci.
Astrid ricambio`, passando una mano sulla casacca di Hiccup. Era quello che il giovane uomo aspettava: il via libera per andare oltre.
Era una notte fredda. La neve era alta, ma ai due ragazzi, distesi sotto la Mensa del Gigante, in cima al monte piu` alto dell'isola, non importava. L'unica cosa importante, in quel momento, era il loro amore, tenuto rinchiuso nei loro cuori per parecchi anni ed ora finalmente liberato.
Si amarono per ore, quasi persero la cognizione del tempo, e quando si decisero di rivestirsi cominciava a vedersi un chiarore all'orizzonte.
Hiccup chiamo` Sdentato, che era rimasto a dormire poco lontano senza disturbarli, e fece sistemare la bionda, infine si mise ai comandi.
Astrid si tenne ai fianchi del compagno, era rilassata e sicura che qualunque cosa fosse successa sarebbe andata bene. Hiccup era con lei, e sapeva che non l'avrebbe lasciata per alcun motivo.
"Ti vengo a prendere alla stessa ora la notte prossima." disse il giovane, portandola in casa e baciandola, prima di calarla dalla sua finestra "Per ora è meglio non farci vedere troppo in giro. Da Snoggheldhon sara` diverso, sara` ufficiale." concluse, poi spiccò il volo di nuovo, in direzione della sua capanna.

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Capitolo 16
*** 15 ***


Era la mattina di Snoggheldhon.
Il sole non era ancora sorto sulla baia di Berk, e tutti gli abitanti del villaggio ancora dormivano.
Hiccup aprì gli occhi, fissando il soffitto. Non era il tetto di casa sua, perché quella notte non aveva dormito lì, ma la sera prima era sgattaiolato fuori di casa, come suo solito, con la scusa di portare Sdentato a sgranchirsi le ali, e poi, con il favore dell'oscurità, era andato a trovare Astrid, come ormai faceva tutte le sere.
Di solito saltavano di nuovo in groppa a Sdentato e salivano fino alla Mensa del Gigante, dove sistemavano delle coperte per terra e si stendevano, per passare qualche ora insieme, lontani da sguardi indiscreti, e fare l'amore finché, esausti, non si addormentavano abbracciati, ma la sera prima, approfittando del fatto che i genitori di Astrid avevano il turno di guardia alla stalla, dove le ultime uova di drago stavano per schiudersi, avevano deciso di restare in casa.
Astrid dormiva ancora, raggomitolata contro il suo fianco, con la testa sul suo petto e i capelli in faccia. Hiccup le baciò la testa e, delicatamente, la fece spostare, poi si alzò e cercò i suoi vestiti. Si stava finendo di fissare la protesi quando anche Astrid si svegliò.
La giovane si tirò su, guardando il compagno con aria assonnata, poi lo baciò.
"Già vai via?" domandò, carezzandogli i capelli.
"È quasi l'alba. È meglio se vado, ci vediamo comunque più tardi." la rassicurò il ragazzo, dandole un ultimo bacio e uscendo dalla finestra, mettendosi in groppa al suo drago, che aspettava pazientemente lì vicino.
Arrivato a casa, si accorse che suo padre era già in piedi, quindi lui e Sdentato entrarono più silenziosamente possibile.
Hiccup scese le scale, sbadigliando e facendo un saluto indistinto a Stoick.
"Buongiorno, figliolo." lo salutò, mangiando la sua colazione "Pronto per oggi?"
"Eh? Sì, più o meno..." rispose il giovane, versandosi del latte di yak e sedendosi al tavolo, di fronte al padre "Sei sicuro che non mi assaliranno non appena entrerò nella Sala Grande?"
"Non ti preoccupare, Hiccup, ho dato ordini precisi." lo rassicurò l'altro "Non riceverai pressioni. Hai già qualcuna in mente?"
"Oh, beh, io...." rispose, vago, Hiccup, finendo di bere il latte.
"Non fa nulla, figliolo. Stasera lo dirai." lo bloccò Stoick, sorridendo "Ora andiamo, ci sono molti preparativi da fare."
Saltarono sui loro draghi e volarono alla Sala Grande, dove cominciava a vedersi un po' di gente. Stoick diede qualche ordine in giro, mentre Hiccup lo seguiva, in attesa che lo raggiungessero anche i suoi compagni dell'Accademia dei Draghi.
"Sai, figliolo, devi ritenerti fortunato." disse, ad un certo punto il capo di Berk, mentre sistemava dei festoni lungo le pareti "Ai miei tempi non ci era consentito scegliere una compagna da soli, era sempre la famiglia a farlo per te... raramente capitava che i promessi si amassero già al momento del fidanzamento..."
"E questo è stato il caso di tuo padre, ragazzo!" si intromise Skarakkio, entrato nella sala grande già agghindato per la festa "sai, c'è mancato poco che tu nascessi fuori dal vincolo matrimoniale, i tuoi nonni erano furiosi quando l'hanno scoperto."
Hiccup fissò il padre, sorpreso. Non pensava che lui, così fissato col seguire le regole e le tradizioni, avesse evaso una delle più importanti. Certo anche il giovane stava contravvenendo alla stessa regola, ma non poteva certo dirglielo, si sarebbe infuriato, la cosa importante, ora, era arrivare alla sera e poter, finalmente, ufficializzare la relazione con Astrid. Fissò ancora per qualche secondo i due adulti, poi vide Moccicoso, Testa di Tufo e Gambedipesce entrare nella Sala e decise di raggiungerli.
"Ehi, Hiccup!" lo salutò Testa di Tufo "Sappi che mia sorella è da stanotte che si sta facendo bella per te"
"Oh, per Odino... ma che hanno le ragazze?" si lamentò il ragazzo "È meglio se cambio aria, prima di veder arrivare qualche pretendente. Moccicoso, Tufo, voi restate qui ad aiutare; Gambedipesce, vieni con me, andiamo alle stalle a controllare le covate."
Il corpulento amico annuì e lo seguì entusiasta, insieme a Sdentato.
Appena arrivarono alle stalle andarono subito a controllare Muscolone e le sue uova; accanto a lei, seduta in un grosso nido di rami secchi, stava Tempestosa con due neonati di Uncinato Mortale addormentati, e mentre Gambedipesce si occupava della sua amica, Hiccup fece una carezza a Tempestosa e Sdentato annusò i due cuccioli addormentati.
"Stasera sarà una sera piena, mi sa..." sospirò, più tra sé che con Gambedipesce.
"Non vorrei essere al tuo posto, Hic... ci saranno tante ragazze deluse." affermò "Hai già scelto o sei ancora indeciso?"
Hiccup non rispose, Gambedipesce lo guardò. Era ancora intento a coccolare Tempestosa, la quale si gustava un mezzo salmone appena rigurgitato da Sdentato apposta per lei. Non aveva detto nulla, ma il ragazzo capì.
"Lei? Hiccup! Sei proprio sicuro? E se andasse male? Lo sai come è fatta, non ama essere obbligata a fare le cose!" lo ammonì.
"Non è un obbligo. Lo accetterà." rispose Hiccup, senza togliere gli occhi da Tempestosa.
"Come fai ad esserne così sicuro? Non le hai mai parlato, come non hai parlato con nessuna delle altre ragazze che aspirano a diventare la futura moglie del capo tribù."
"Non c'è stato bisogno di parlare." continuò il ragazzo "Non c'è bisogno di parlare quando... quando..." Hiccup diventò completamente rosso "okay, Gambedipesce, che rimanga tra noi, per piacere!" lo ammonì, guardandosi furtivamente intorno, quindi abbassò il tono di voce "Abbiamo contravvenuto alla prima regola della Benedizione di Frigga."
L'altro giovane lo fissò shockato, portandosi entrambe le mani alla bocca.
"T... tu e Astrid avete..." cominciò, prima a voce alta, ma poi abbassò improvvisamente il tono "Ti sei unito ad Astrid fuori della benedizione matrimoniale?! Hiccup! Sei impazzito?!"
"Gambedipesce, tu mi conosci! Non mi piace seguire le regole." scherzò Hiccup, prendendo un uovo appena deposto da Muscolone e immergendolo nella pozza d'acqua per permetterne la schiusa.
Il ragazzo annuì, dando da mangiare al suo drago un grosso pezzo di pietra lavica trovata fuori dalla stalla, quindi seguì l'amico all'esterno e tornarono alla Sala Grande.
I preparativi procedettero veloci, e nel tardo pomeriggio era tutto pronto.
Vennero apparecchiate le lunghe tavole, disposte a ferro di cavallo attorno a un ampio spazio centrale, che sarebbe diventato la pista da ballo al momento della cerimonia di fidanzamento di Hiccup. Su una parete vennero disposte una gran quantità di botti di bevande varie, utili a mantenere alto il morale dei partecipanti.
Poco prima di sera tutti tornarono alle proprie case per prepararsi.
Hiccup salì in camera sua e aprì il baule con il suo vestiario. Sdentato lo osservava incuriosito, mentre prendeva un abito praticamente nuovo e lo metteva sul letto.
Era di colore scuro e sembrava molto elegante, Hiccup non lo indossava quasi mai, non amava molto quell'abito; lo fissò, poi prese a fare alcune modifiche alla casacca per renderlo più adatto alla sua persona, quindi lo indossò.
Il drago fece un verso allegro, quando il ragazzo si mostrò di nuovo; questo significava che era perfetto.
Scesero nell'entrata, dove Stoick li aspettava impaziente, e insieme tornarono alla Sala Grande.
Qualche minuto dopo cominciarono ad arrivare tutti gli altri, e si fecero vedere anche le prime ragazze, che per tutto il giorno non si erano viste. Avevano tirato fuori i loro abiti più belli e sfoggiavano pettinature elaborate, ma Hiccup ne aspettava solo una, che non si fece attendere molto.
Astrid entrò nella sala dietro un gruppo di adulti, in silenzio, guardandosi attorno; indossava un abito lungo con scollo a V di velluto rosso, con una cintura di cuoio che le stringeva la vita. Teneva i capelli sciolti e sulla fronte aveva una sottile fascia dorata. Hiccup ne restò affascinato, non l'aveva mai vista così, in abiti femminili, ed era incredibilmente bella. Si sorrisero, poi andarono a sedersi ai loro posti per mangiare.
Ci furono brindisi, chiacchiere allegre e diverse portate di cibo, prima che un gruppo di vichinghi si alzasse e andasse a posizionarsi in fondo alla pista da ballo, dove erano stati messi alcuni strumenti musicali. Stoick si alzò e fece un discorso; Hiccup fece un respiro profondo: era quasi il momento.
"...ed ora pregherei le ragazze di disporsi qui in centro, affinché mio figlio possa vedervi bene." concluse l'uomo. Molte ragazze si alzarono, mettendosi in fila di fronte al tavolo del capo e di suo figlio, tra loro c'era anche Astrid.
Hiccup si alzò, camminando lentamente. Passò accanto ai suoi amici dell'Accademia, seduti al tavolo con lui; Moccicoso fissava Astrid con aria incredula, Gambedipesce, l'unico del gruppo a conoscere la decisione di Hiccup, guardava un po' lui e un po' suo cugino, pronto a portare via Moccicoso nel caso avesse avuto una reazione esagerata, mentre Testa di Tufo continuava a mangiare, incurante di quello che stava succedendo attorno a lui.
Hiccup raggiunse le ragazze, camminò tra loro, guardandole una per una. Sapeva che non poteva andare dritto verso la sua scelta, per cui si prese tempo, facendo un giro attorno a tutte le ragazze, quindi tornò vicino al tavolo e le guardò nell'insieme. Dopo qualche secondo camminò di nuovo lungo le file, fermandosi ancora a guardarle una per una, ed arrivò ad Astrid.
La guardò come le altre e sospirò.
"Oh.... che Loki si prenda la mia anima, dannazione!" esclamò, poi si avvicinò a lei, la prese per i fianchi e la attirò a sé, baciandola con molta passione.
Astrid ricambiò immediatamente, passandogli le braccia attorno al collo, mentre intorno a loro si fece un improvviso silenzio.
Si staccarono dopo qualche minuto, ma senza allontanarsi tra loro, e si guardarono attorno. Tutti erano immobili, con gli occhi fissi su di loro; Hiccup fece spallucce.
"Che c'è? Ho fatto la mia scelta, se vi va bene è così, se no... beh, non c'è un'alternativa!" esclamò.
Scoppiò un fragoroso applauso. Quando si fu placato, Stoick si avvicinò ai due ragazzi, fiero della scelta del figlio, e posò le mani sulle loro spalle.
"Signori! Mio figlio e la mia futura nuora! Che si aprano le danze!" esclamò, facendo un cenno all'improvvisata orchestra.
Hiccup prese meglio la compagna, conducendola lungo la pista da ballo a suon di musica. Dopo poco vennero raggiunti da tutti gli altri e la festa continuò, più allegra di prima.
Dopo circa mezz'ora, mentre le danze continuavano, Hiccup, Astrid e i ragazzi dell'Accademia dei Draghi si raccolsero in un angolo, per poter parlare tra loro. Il ragazzo non mollava mai la compagna, e si sedettero insieme su una panca, mentre gli altri si sistemarono per terra, attorno a loro. Testa Bruta li raggiunse poco dopo e si fermò davanti alla coppia, guardando i due con aria seria. Improvvisamente li abbracciò entrambi, cogliendoli di sorpresa.
"Sono così felice!" esclamò "Siete davvero una bellissima coppia!"
"Ehi, sorellina, ma tu non eri tra quelle che voleva sposarsi Hiccup?" domandò Testa di Tufo, confuso.
In tutta risposta, la ragazza, tenendosi la gonna dell'abito e, con un colpo ben assestato, stampò l'impronta dello stivale in faccia a suo fratello.
"Oh, si! Stivali nuovi! mi piacciono! Fallo di nuovo, ti prego!" disse il giovane, sorridendo soddisfatto.
Hiccup e Astrid li guardarono, ridendo. Non era cambiato nulla, tutto era tornato alla normalità, l'unica differenza era che ora loro erano ufficialmente una coppia.
Il ragazzo la strinse protettivo, baciando la compagna per l'ennesima volta.
Ora sarebbe andato tutto bene.

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Capitolo 17
*** 16 ***


L'inverno passò, così anche l'estate.
Un anno dopo, il giovane Hiccup Horrendus Haddock III, ora diciannovenne, si divideva tra le sue invenzioni, le esplorazioni delle isole attorno a Berk sia per conto suo che insieme ai ragazzi dell'Accademia, il lavoro alla bottega di Skarakkio e i poco entusiasmanti compiti assegnati da Stoick allo scopo di addestrarlo a diventare un buon capo, in futuro.
Il tempo libero amava passarlo con Astrid. Da quando erano ufficialmente fidanzati erano diventati quasi una cosa sola, e spesso, alla sera, volavano insieme chissà verso quale luogo, in groppa ai loro draghi.
Quel giorno, però, aspettavano visite.
Dagur e i suoi Abili Guerrieri sarebbero dovuti approdare a Berk per la firma del solito trattato di pace tra le due tribù, cosa che non entusiasmava per nulla né Stoick, né Hiccup e Astrid, vista la brutta avventura dell'anno prima.
Andarono al porto insieme ai loro draghi. Sdentato era particolarmente nervoso, perché aveva capito chi stava per arrivare, e quello stupido giovanotto non gli stava per niente simpatico.
La nave arrivò e ormeggiò sul molo, quindi venne calata la passerella e ne scesero due Guerrieri, seguiti dal loro capo.
Dagur camminava a testa alta, guardandosi prima intorno, per poi osservare i tre ospiti con aria di superiorità. Hiccup si avvicinò, e Sdentato camminava dietro di lui, brontolando nervoso. il ragazzo notò, con piacere, che ora superava Dagur in altezza di una spanna abbondante, cosa che, sicuramente, all'altro non faceva piacere, perché lo poneva in posizione di inferiorità.
"Dagur... vorrei poter dire che è un piacere vederti." lo salutò, con voce fredda e calcolata "Ma non è così."
Dagur lo guardò storto, stringendogli la mano, poi si avvicinò a Stoick.
"Allora? Cominciamo?" domandò, scansando Tempestosa, che si era pericolosamente avvicinata, ma lanciando un'occhiata di apprezzamento ad Astrid, che camminava davanti a lui. Hiccup se ne accorse e si affrettò a raggiungere la compagna e passarle, possessivamente, un braccio attorno alle spalle.
Poco dopo arrivarono alla Sala Grande, dove era stato preparato un banchetto. Stoick e Dagur si sedettero al centro del tavolo e gli altri si sistemarono intorno. I berkiani sembravano ben poco contenti di avere ancora a che fare con il leader degli Abili Guerrieri, quindi per lo più lo ignorarono, parlando con lui il minimo indispensabile, ma Dagur sembrava dare ben poca importanza alla cosa.
Hiccup notò che lanciava delle occhiate d'apprezzamento ad Astrid ogni volta che lei passava vicino per parlare con Hiccup o con Stoick. In uno di quei momenti gli occhi dei due giovani si incrociarono ed entrambi si guardarono in cagnesco; che cosa aveva in mente quel pazzo? Perché guardava in quel modo la sua donna?
Ad un certo punto, a metà cena, mentre Astrid era uscita, Dagur si alzò con una scusa e si diresse alla porta d'ingresso. Hiccup non si fidava, per cui lanciò un'occhiata al padre e lo seguì a distanza insieme a Sdentato.
Astrid era appena uscita da una delle capanne, dove aveva portato alcuni piatti da lavare, quando Dagur la bloccò. Hiccup e Sdentato si fermarono poco distanti e osservarono cosa stava succedendo, pronti a intervenire nel caso la situazione si fosse fatta critica.
"Buongiorno." la salutò Dagur.
"Mh... che vuoi?" chiese la ragazza, aspettandosi qualche brutto scherzo.
"Oh, dai, non essere così ostile... pensavo che avessi dimenticato i dissapori." continuò Dagur.
"Vorrei farlo, ma se tu continui a fare cavolate non è facile."
Dagur fece spallucce, quindi fece un giro intorno alla ragazza, squadrandola. lei teneva i pugni chiusi, pronta a reagire in qualunque momento.
"Di' un po'... ti hanno già promessa?" domandò, infine.
"Sì, sono già promessa, e non lo cambierei per nulla al mondo."
"Mh... non ti attira neanche un po' il profumo del potere?" chiese ancora Dagur, insistente "Sai, la moglie del capo degli Abili Guerrieri ha un sacco di privilegi..." continuò, fermandosi di fronte a lei. Intanto Hiccup e Sdentato si erano avvicinati ulteriormente e si erano fermati alle spalle dell'altro.
"Anche la moglie del capo di Berk, Dagur." rispose il giovane "Ma non è per questo che la sposerò."
Dagur si girò per guardarlo, colto di sorpresa, e Astrid ne approfittò per metterlo al tappeto e tenerlo a terra. Hiccup si inginocchiò, guardandolo negli occhi.
"Ti avevamo già avvertito l'anno scorso, Dagur." lo ammonì "Se provavi ancora a darci fastidio non saremmo stati così clementi. E provare a sedurre la mia compagna potrebbe essere interpretato come un atto di guerra. Ma poiché sono previdente e magnanimo, nell'eventualità fosse successa qualcosa di simile ho fatto preparare un nuovo trattato in cui dichiari che non mettersi mai più piede su Berk, né proverai a imprigionare o perseguitare i suoi abitanti, sia umani che draghi." Hiccup fece una pausa, mentre Sdentato ringhiò. Il giovane si alzò di nuovo e si rivolse alla ragazza "Ottima presa, mia signora. Ora che dici se torniamo al banchetto?"
La giovane sorrise e mollò Dagur, avvicinandosi al suo compagno e al Furia Buia. Il giovane la prese delicatamente per i fianchi e la baciò, ignorando l'altro, poi la riaccompagnò alla Sala Grande.
Il banchetto si concluse senza ulteriori incidenti e si poté proseguire con la firma del trattato. Hiccup prese la pergamena con il trattato stilato da lui e la stese sul tavolo, assieme al pennino e all'inchiostro; attese che Stoick firmasse, quindi passò tutto a Dagur, non prima di avergli lanciato un'occhiataccia ammonitrice.
Dagur firmò, borbottando, poi si alzò in piedi e strinse la mano a Stoick, prima di uscire dalla Sala Grande e raggiungere la sua nave il più in fretta possibile.
Quando ebbero sistemato tutto, Hiccup e Astrid uscirono dalla Sala e decisero di farsi una passeggiata in paese per rilassarsi. Camminavano abbracciati, seguiti dai loro draghi, godendo della vicinanza l'uno dell'altra, e dopo un po' si fermarono, sedendosi per terra, sul retro dell'abitazione della ragazza.
Hiccup la strinse, guardandola negli occhi, poi la baciò.
"Nessuno ti porterà via da me." sussurrò, baciandola di nuovo.
"Non ho nessuna intenzione di lasciare che lo facciano." lo rassicurò lei, sistemandosi meglio nel suo abbraccio.
Hiccup sorrise e la baciò di nuovo, più a lungo.
In quel momento, Gothi, portando in giro i suoi Terribili Terrori, si trovò a passare di lì e quasi venne investita da Tempestosa e Sdentato, che erano stati lasciati liberi di giocare; era pronta a lanciare qualche silenziosa maledizione ai due draghi quando notò i loro Cavalieri poco lontano, seduti vicino al muro di una capanna, impegnati in un bacio che di casto aveva ben poco. Dimentica dei due draghi, la druida si avvicinò ai due ragazzi, richiamando la loro attenzione con un tocco del suo bastone.
Hiccup e Astrid la fissarono, interrogativi, ma senza allontanarsi; lei li guardò severa e frugò nella sua sacca, tirandone poi fuori un piccolo sacchetto di stoffa, che porse alla ragazza.
"Che cos'è?" domandò Hiccup, leggermente infastidito dal fatto di essere stato interrotto.
"Ehm... erbe anticoncezionali." riferì la giovane, leggendo le rune scritte su un lato del sacchetto, quindi si rivolse all'anziana "Grazie mille, Gothi."
La druida sorrise cordiale e tornò a guardare Hiccup con aria critica, quindi frugò ancora nella sua sacca e tirò fuori un altro sacchetto, porgendolo al giovane, che lo prese e lesse le rune scritte sopra.
"Cosa?! Rinvigorente per...?" arrossì di colpo, mentre Astrid scoppiò a ridere, divertita "Ma Gothi! Io non ne ho bisogno! Spiegaglielo tu, Astrid!" si voltò verso la ragazza, ma vedendo che lei era ancora piegata dal ridere ci rinunciò a cercare il suo aiuto "Gran bell'aiuto mi dai!"
Gothi sorrise sotto i baffi e richiamò i suoi piccoli draghi, allontanandosi, mentre Astrid si riprendeva e portava il compagno a casa, il quale continuava a borbottare infastidito.
Hiccup entrò in casa e sospirò. L'anziana donna era sempre stata molto utile al villaggio, ma spesso le sue uscite gli creavano parecchio imbarazzo. Cercò di non pensarci più e seguì Astrid in camera.
Quella sera avrebbero usato il contenuto di uno dei due sacchetti... e non quello di Hiccup.

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Capitolo 18
*** 17 ***


Passarono le stagioni.
Un anno dopo, Berk fu quasi distrutta da un dominatore di draghi rinnegato che aveva il controllo di una Bestia Selvaggia, la Specie Alfa, il Re dei Draghi.
C'erano state alcune battaglie, prima, e anche delle perdite.
Stoick era morto, ucciso da un colpo fatale di Sdentato, il quale, ipnotizzato dalla Bestia Selvaggia, stava per uccidere Hiccup stesso.
Il rinnegato si era preso tutti i draghi, ma Hiccup era riuscito a riprenderseli, grazie al legame che aveva con il suo Furia Buia, che aveva sfidato l'Alfa per proteggere il suo Cavaliere... ed era diventato il nuovo Alfa!
Certo in quella battaglia aveva perso un padre e un buon capo, ma aveva ritrovato la madre, che credeva di aver perso da piccolissimo, e aveva dei nuovi amici.
Ed era il nuovo capo di Berk.
Hiccup pensava di non essere un capo all'altezza, di non essere come suo padre, e inizialmente aveva fuggito l'idea di diventarlo, ma poi, grazie alla madre, aveva capito che sarebbe stato un capo valido quanto, e forse più, di Stoick, e aveva deciso di prendersi quella responsabilità.
Dopo il suo ritorno aveva subito avviato la ricostruzione del villaggio, e tre mesi dopo era tornato tutto a posto, libero dai ghiacci della Bestia Selvaggia, e la statua di Stoick l'Immenso troneggiava sulle case e si vedeva a distanza, dal mare.
La relazione con Astrid, in quei primi tre mesi da capo, stava andando a gonfie vele: erano più innamorati che mai, ed erano inseparabili. E, nonostante non fossero ancora sposati e non vivessero insieme, lei veniva considerata da tutti la moglie del capo ed era uno dei membri più influenti del nuovo Consiglio di Berk, ricostituito da Hiccup subito dopo il suo ritorno e che comprendeva una parte della vecchia guardia, nello specifico Skarakkio, il padre di Moccicoso, Alvin e Valka, insieme ai giovani Cavalieri dei Draghi e il loro nuovo acquisto, Ereth.
Tutto andava a gonfie vele... più o meno. In realtà nei sei mesi successivi la relazione con Astrid aveva avuto un tracollo imprevisto. Non che non l'amasse più, anzi era più innamorato che mai, ma... era difficile per Hiccup passare molto tempo con lei, quindi tutte le volte che poteva saltava in groppa a Sdentato e volava via chissà dove, sparendo per qualche ora.
E quello era uno di quei momenti. Il ragazzo stava volando con Sdentato, esplorando un tratto di mare in cerca di nuove isole da segnare sulla mappa.
Non era tranquillo, la relazione con la sua ragazza lo preoccupava, e non riusciva a fare a meno di rimuginarci su. Soprattutto continuava a pensare a quel giorno di sei mesi prima, l'inizio dei loro guai.
Era in riunione con il Consiglio. Non erano presenti tutti quanti: i gemelli erano in esplorazione per conto di Hiccup, e Astrid gli aveva detto che doveva andare a parlare con Gothi per una cosa da donne e il ragazzo l'aveva lasciata andare senza indagare ulteriormente.
Il giovane stava spiegando un piano per la gestione del villaggio, quando la porta della sala grande si era spalancata ed Astrid era entrata, andando diretta nella sua direzione.
"Astrid! cosa..." aveva cercato di domandare il giovane, ma una raffica di pugni lo aveva investito, impedendogli di dire altro.
"Stupido... figlio... di... io... ti... uccido! No... peggio... ti... eviro!" gli aveva urlato Astrid, continuando a investirlo con i suoi pugni, finché Ereth non la aveva presa per le spalle, allontanandola da Hiccup.
"Okay..." aveva detto il giovane capo "È evidente che ho fatto qualcosa..."
"Certo che hai fatto qualcosa! Stupido figlio di..." lo aveva interrotto ancora lei, cercando di liberarsi dalla presa di Eret.
"Va bene." aveva continuato Hiccup, adottando un tono di voce più calmo, avvicinandosi cautamente alla ragazza con le mani in avanti "Stai tranquilla, Astrid. Sono qui, ti ascolto. Dimmi tutto." aveva continuato, abbracciandola in modo protettivo e rassicurante, mentre Ereth la lasciava andare.
Astrid si era calmata, almeno apparentemente, e lo aveva guardato negli occhi. Infine lo aveva abbracciato e gli aveva sussurrato qualcosa all'orecchio.
Hiccup era sbiancato e l'aveva allontanata, cercando di farlo con delicatezza, nonostante lo shock.
"Che... che cosa?" aveva chiesto, sotto shock, cosa che aveva fatto irritare nuovamente Astrid.
"SONO INCINTA, STUPIDO IDIOTA!" gli aveva urlato, riprendendo a prenderlo a pugni, senza che nessuno la fermasse.
"Per Thor... ora capisco perché è tanto arrabbiata..." aveva esclamato Ereth, senza però muoversi dal suo posto "non voglio essere al posto di Hiccup per nulla al mondo!"
Astrid si era calmata mezz'ora dopo, lasciando Hiccup malconcio, ma ancora pronto per una conversazione più civile. Così l'aveva portata a casa e avevano parlato a lungo.
Si erano riappacificati, ma Hiccup si era sentito a disagio: sapere che entro otto mesi sarebbe diventato padre aveva fatto riemergere tutte le sue insicurezze, le stesse che pochi mesi prima lo rendevano poco propenso a prendere il posto del padre alla guida del villaggio. Ed era per questo che aveva ripreso a vagare con Sdentato, con la scusa di aggiornare la mappa.
Ed era per quel motivo che Hiccup stava volando, in quel momento.
Hiccup sospirò, ritornando al presente, quindi mosse la leva dei comandi della coda di Sdentato e si aggrappò alla sella, pronto a lasciarsi cadere e provare per l'ennesima volta la planata in solitaria con la sua nuova tuta.
"Pronto, bello?" domandò.
Sdentato brontolò e stese meglio le ali, mentre Hiccup si lasciò cadere nel vuoto e dopo qualche secondo aprì le membrane laterali, planando accanto al suo drago.
Rise, felice che avesse funzionato, ma quasi perse il controllo quando un altro drago lo affiancò. Si trattava di Spaccateschi, e in groppa a lui c'era Ereth.
"Cosa..." borbottò il giovane, riprendendo il controllo "Ereth! Per il Sacro Elmo di Thor! Che ci fai qui?"
"Mi hanno mandato a cercarti!" spiegò l'altro, continuando a mantenersi accanto al suo capo "Urge la tua presenza al villaggio! È una questione di vitale importanza!"
"Come? Il Consiglio non è in grado di decidere senza consultarsi continuamente?" si lamentò Hiccup, mentre il Furia Buia si andava a posizionare sotto di lui, pronto a riprendere il suo Cavaliere.
"Non si tratta di una decisione del Consiglio." lo corresse l'altro "Si tratta di Astrid! Ha avuto un malore ed è caduta dalle scale. La vecchia l'ha visitata, e mi hanno mandato a cercarti con urgenza dopo che ha parlato con tua madre!"
Hiccup, però, aveva smesso di ascoltarlo appena aveva sentito il nome di Astrid. Aveva afferrato la sella del suo drago e gli aveva fatto fare una virata stretta, dirigendosi verso Berk. Ereth non lo mollò, marcandolo stretto, secondo precisi ordini ricevuti da Valka: doveva seguirlo e assicurarsi che arrivasse sano e salvo a casa.
Un quarto d'ora più tardi atterrarono nella piazza centrale.
La prima cosa che Hiccup notò fu che l'intero villaggio era radunato davanti alla casa di Astrid, cosa che lo allarmò ulteriormente, quindi corse alla porta, facendosi strada a spintoni.
Ma Skarakkio lo fermò appena prima che il giovane potesse aprire la porta.
"Gothi ha detto che non può entrare nessuno. Neanche tu." gli riferì.
"Ma è la mia compagna! Devo vederla! Fatemi entrare!" obiettò il ragazzo, in preda a una crisi isterica.
La porta si aprì e Valka uscì, chiudendosela alle spalle e guardando suo figlio in modo molto serio.
"Mamma..." sussurrò il giovane, ormai in preda al panico, mentre la madre lo conduceva in un posto più tranquillo, non troppo lontano dalla casa della ragazza, in un posto dove non li vedeva nessuno.
"Hiccup, devo parlarti." cominciò lei, seria "Astrid ha avuto un incidente..."
"Ereth me l'ha detto: è caduta dalle scale..." la bloccò lui. Valka annuì, carezzando i capelli del ragazzo.
"Ascolta, figlio mio... Gothi ha dovuto visitarla. Dice che lei e il bambino sono in pericolo."
"Può salvarla?" la voce di Hiccup era un sussurro, tanta era la paura di perdere la sua compagna.
"Ci sta provando. Le ha dato un infuso di erbe per provocare le doglie." il giovane la guardò, in cerca di ulteriori informazioni, quindi Valka continuò "Sta facendo nascere il bambino, così spera di salvare almeno Astrid. Però, Hiccup... è appena entrata nel settimo mese, è troppo presto, e lui potrebbe non farcela."
Hiccup fece un respiro profondo. Sapeva che quello che stava per dire era una cosa fortemente egoistica, ma non gli importava.
"Non mi interessa! Gothi deve salvare Astrid, non mi importa altro! Io non non sono un buon padre, non lo sarò mai! Io voglio solo che Astrid viva!"
Detto questo si accasciò, cadendo in ginocchio, nascose la testa nelle sue braccia e scoppiò in un pianto disperato. Non poteva perdere un'altra persona importante per la sua vita, non dopo neanche un anno che aveva perso suo padre, non di nuovo per colpa sua.
Valka sospirò. Non poteva fare altro per suo figlio, quindi decise di lasciarlo solo e tornare da Astrid, dove sarebbe stata più utile.
Hiccup non si mosse, continuando a singhiozzare per parecchio tempo. Poi sentì dei passi, e qualcuno gli poggiò una mano sulla spalla, scuotendolo.
"Lasciami stare, Moccicoso!" sussurrò, riconoscendolo.
"Scusa, capo. Ma Gothi ti vuole. Ha detto che ora puoi entrare." gli riferì l'altro, con aria di scuse.
Hiccup lo guardò, quindi decise di alzarsi, asciugandosi le lacrime con la manica dell'uniforme. Non gli piaceva che i suoi lo vedessero vulnerabile, di solito, ma in quel momento non gli importava, avrebbe fatto i conti con suo cugino più avanti.
Si incamminò verso la porta, ignorando tutti sulla strada, poi la aprì ed entrò, andando diretto alla stanza di Astrid.
Entrò, in silenzio, restando a testa bassa. Gothi e Valka erano in piedi, accanto al letto della compagna, ma da dove era lui non riusciva a vederla. Si avvicinò ancora e, finalmente, la vide.
Astrid era distesa, con la testa inclinata di lato e gli occhi chiusi. Hiccup ebbe un colpo al cuore: non si muoveva, quindi pensò subito al peggio; con un balzo le fu accanto, e le carezzo` i capelli, terrorizzato. Ma subito si tranquillizzò, perché la ragazza aveva aperto gli occhi.
"Hiccup... sei qui..." sussurrò. La voce era appena udibile e lasciava trapelare tutta la fatica e il dolore delle ultime ore.
"Sì, Astrid. Sono qui, non vado da nessuna parte." la rassicurò, carezzandole i capelli, quindi si abbassò e le posò un bacio sulle labbra. Astrid ricambiò subito, ma era stravolta e dovette stendersi di nuovo e chiudere gli occhi.
Solo in quel momento il giovane uomo notò che qualcosa si muoveva all'altezza del seno della compagna.
Guardò con più attenzione e notò un piccolo involto che si muoveva. Allungò la mano e, con cautela, spostò il morbido telo che copriva alla sua vista ciò che c'era sotto.
Ciò che vide lo lasciò sorpreso: un minuscolo bambino era disteso a diretto contatto con la pelle di Astrid. Un neonato, poco più grande del palmo della sua mano,con la pelle rosata e la testolina pelata, si riposava sul petto della ragazza, cullato dal battito di quel cuore che aveva imparato a conoscere in quei sette mesi passati dentro di lei.
La mente del ragazzo si svuotò, mentre Astrid avvolgeva delicatamente il piccolo nel panno e glielo metteva in braccio, con attenzione. Ogni paura che gli era presa negli ultimi tempi scomparve improvvisamente nel momento in cui gli fu messo tra le mani quel fagottino, quel frugoletto delicato che aveva bisogno di protezione.
Che aveva bisogno della protezione della sua famiglia.
Che aveva bisogno della protezione di suo padre.
Hiccup lo fissò ancora, incredulo.
"Mi... mio figlio..." sussurrò, quindi si voltò verso la compagna "Io... io sono suo padre..."
"Sarai un ottimo padre, Hiccup." lo rassicurò Astrid "Il migliore che nostro figlio possa avere."
Hiccup annuì, tornando a guardare il piccolo, che gli aveva afferrato un dito e sembrava non volerlo più mollare.
"Sei forte, piccoletto." disse "Tuo nonno sarebbe stato fiero di te." guardò di nuovo la compagna "Lui sarà il più forte di tutti. Non può non esserlo. È nostro figlio."
"Come lo chiamiamo?" domandò la giovane madre
"Cosa ne dici di Stoick? Stoick Haddock Secondo." suggerì lui, ma Astrid scosse la testa.
"Perche non chiamarlo Hiccup, come suo padre? Hiccup Stoick Haddock Quarto." propose.
"Se deve avere qualcosa di suo padre, deve avere anche qualcosa di sua madre, quindi il suo nome sarà Hiccup Stoick Hoffer Haddock Quarto."
La giovane annuì e sorrise, guardando ancora gli uomini della sua vita che facevano conoscenza, quindi fissò Valka, la quale si avvicinò ad Hiccup e gli posò una mano sulla spalla.
"La tua gente sta aspettando di conoscere il tuo erede. Ti conviene non farli aspettare oltre." gli disse.
Il ragazzo annuì, guardando ancora il neonato che teneva tra le mani, e decise di uscire. Tutto il paese era ancora in attesa, e quando egli fece capolino con quel fagottino si creò un improvviso silenzio.
Skarakkio si avvicinò per guardarlo, e Hiccup gli sorrise.
Poco dopo anche Sdentato si fece strada tra la folla, raggiungendo il suo Cavaliere e annusando un lembo del panno che proteggeva il bambino. Il giovane uomo gli grattò dietro le orecchie, per poi scoprire parzialmente il delicato viso del figlio per mostrarlo all'amico.
"Sdentato, questo è mio figlio." glielo presentò "Mi capisci? È il mio cucciolo." Sdentato fece un verso gorgogliante, continuando ad annusare il bambino "Sì, Sdentato, io e Astrid abbiamo fatto un cucciolo e, come vedi, è ancora molto piccolo, e indifeso. Si chiama Hiccup Stoick Hoffer Haddock Quarto. Finché non sarà abbastanza grande e forte deve essere sempre protetto. Mi capisci, amico mio?"
Sdentato fece un altro verso, prendendo delicatamente una parte della copertina che penzolava di lato e mettendola sopa al neonato. Quella era la sua risposta: avrebbe protetto il cucciolo del suo Cavaliere come fosse stato un suo cucciolo.
Hiccup sorrise e fece un'altra carezza a Sdentato, infine guardò Skarakkio e rientrò in casa.
Lo sentì urlare, mentre restituiva il figlio alla compagna.
"Che Odino benedica l'Erede!" aveva detto, prima che uno scroscio di urla felici e applausi riempisse l'aria, in un festoso boato.
Hiccup guardò di nuovo le due persone più importanti della sua vita. Qualunque cosa fosse successa li avrebbe sempre protetti.
Sempre.

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Capitolo 19
*** epilogo ***


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I mesi passarono.
Hiccup si divideva tra il suo ruolo di capo tribù e quello di padre.
Suo figlio cresceva, acquisendo peso, e passò indenne il periodo critico invernale; ma restava sempre un bambino mingherlino, all'apparenza debole, a detta di Valka era la copia di suo padre, alla stessa età.
Ma sembrava anche essere un bambino intelligente, e Hiccup se ne accorse quando, all'età di sette mesi, mentre lui era seduto su una delle panche della casa di Astrid e il piccolo giocava per terra, un po' rincorrendo gattoni Sdentato, un po' mostrando al padre le sue nuove conquiste, si era avvicinato a quest'ultimo e si era seduto ai suoi piedi, esaminandogli la gamba di ferro, per poi, poco dopo, riuscire a smontare qualche pezzo con le sue minuscole manine.
I due giovani genitori non vivevano ancora insieme. Di comune accordo avevano deciso di restare ognuno a casa propria, almeno apparentemente, ed onorare quell'unica tradizione del loro popolo e non vivere insieme fino al matrimonio.
O almeno non lo facevano in apparenza, perché Hiccup passava molte notti a casa della compagna, ed era sempre presente per suo figlio. Ma questo non sarebbe durato a lungo: presto avrebbero potuto vivere tutti e tre insieme, sotto lo stesso tetto.
Infatti Hiccup, poco tempo dopo la nascita del piccolo, la sera di Snoggheldhon, aveva chiesto ad Astrid se le andava di anticipare il loro matrimonio e non aspettare che entrambi compissero 25 anni per farlo, ma sposarsi quella stessa estate; la donna aveva accettato subito, senza pensarci, e tutto il villaggio fu immediatamente coinvolto nei preparativi.
Nell'attesa dell'evento, Hiccup aveva anche fatto allargare la casa, aggiungendo una sezione alla struttura originale. Nella vecchia sezione, con l'ingresso, il soppalco dove dormivano lui e Sdentato e la vecchia stanza di Stoick, ci avrebbe vissuto sua madre, e, una volta cresciuto, anche Hoffer, che avrebbe occupato il vecchio soppalco; nella nuova sezione aveva fatto costruire una camera matrimoniale e la nursery, che per ora sarebbe stata la stanza di Hoffer, ma non si escludeva che in futuro ci avrebbe dormito un fratello o una sorella più piccoli.
Sdentato, invece, che aveva preso sul serio il suo ruolo di Protettore del cucciolo del suo Cavaliere, non aveva voluto sentire ragioni e aveva insistito perché la sua cuccia fosse posta vicino alla culla del suddetto cucciolo.
Con sommo piacere dei due neogenitori, il Furia Buia si stava rivelando anche un baby sitter molto più affidabile e premuroso di alcuni umani: quando Hoffer era con lui si faceva fare pazientemente tutto, non lo perdeva mai d'occhio e, quando il piccolo era pericolosamente vicino alla sua bocca, teneva i denti ben chiusi dentro le gengive ed evitava qualunque tipo di emissione di plasma o fuoco, in modo da non fargli accidentalmente male.
Era una mattina di giugno, precisamente la mattina del Giorno Lungo Tre Giorni, a cavallo del solstizio d'estate. Da quelle parti, infatti, a cavallo del solstizio il sole non tramonta per tre giorni di seguito, restando sull'orizzonte e alzandosi di nuovo il mattino seguente. Per i vichinghi è un giorno sacro, la durata massima della luce, un dono di Odino. Ed era per questo che Hiccup ed Astrid avevano scelto quella data, così avrebbero reso il loro giorno speciale ancora più speciale.
Hiccup si svegliò nel suo vecchio letto sul soppalco della vecchia sezione della sua casa; si stirò i muscoli, cercando di acquistare un po' di lucidità, mentre sentiva dei Terribili Terrori cantare sopra il suo tetto. Si guardò intorno e si alzò, allacciandosi la protesi.
In quel momento, Sdentato saltò nella stanza, passando dalla finestra, e prese a saltellare allegro, intorno al letto dell'amico, per poi saltargli addosso e leccargli la faccia, felice.
"Bleah! Sdentato! Lo sai che non ci si lava così!" lo ammonì Hiccup, cercando di togliersi la sua saliva dalla faccia e finire di vestirsi.
Quando ebbe finito, scesero entrambi in cucina, dove Valka li stava aspettando.
La donna sorrise al giovane e lo abbracciò stretto, quindi gli baciò la fronte e lo guardò negli occhi.
"Sei pronto, figlio mio?" gli chiese, orgogliosa.
"Un po' nervoso, ma credo di esserlo..." rispose lui, sospirando e guardandosi intorno "mi dispiace solo che papà non potrà assistervi... quando ho compiuto 18 anni non vedeva l'ora che arrivasse questo momento, per darmi la sua benedizione..."
"Non ti preoccupare, tesoro." lo rassicurò la madre "Lui ci sarà. Non sarà presente fisicamente, ma sarà qui." gli toccò il petto, all'altezza del cuore "E poi uno Stoick, appartenente alla nostra famiglia, sarà comunque presente."
"Ah, già... devo andare a prendere Hoffie!" si ricordò, improvvisamente il giovane uomo. Appena sentì quel nome, Sdentato gli fu accanto, pronto ad accompagnarlo "Per che ora devi essere da Astrid per la preparazione?"
"Tra poco. Stavo per andare." rispose la donna "Ma visto che stiamo andando alla stessa casa, se mi dai un passaggio arrivo prima."
Hiccup annuì e saltarono in groppa a Sdentato. Dieci minuti dopo erano davanti a casa di Astrid. Valka chiese al figlio di aspettare fuori, quindi entrò in casa e, pochi minuti dopo, uscì con in braccio il nipote, che ora aveva otto mesi, ma era un piccolo uragano.
Appena Hoffer vide il padre e il suo drago fece un urlo felice, allungando le sue esili manine verso di lui, per essere preso in braccio.
Hiccup lo prese, mettendosi a tracolla la sacca con le cose del figlio e salutò la madre, poi si rivolse al piccolo.
"Oggi passi tutto il tempo con me, campione." gli disse, facendolo sistemare su un piccolo sellino fissato dietro le maniglie della sella di Sdentato, e allacciandogli le cinte di cuoio che servivano per farlo stare fermo. Si trattava di una nuova sella, fatta apposta per Hoffer, con delle imbragature di sicurezza e, in caso di emergenza, poteva essere staccata sia da Hiccup che da Sdentato, per evitare che il bambino si facesse male.
Il piccolo fece altri urli felici, abbassandosi per abbracciare, per quanto le corte braccia potessero permetterglielo, il collo del Furia Buia, il quale fece un verso allegro e, al comando di Hiccup, spiccò il volo.
Prima di andare alla Mensa del Gigante, dove si sarebbe tenuta la cerimonia, Hiccup doveva far tappa al porto, dove il mercante Johan stava attraccando la sua nave dopo quasi due anni che non si faceva vedere.
Atterrò sul molo, dove trovò Skarakkio e Gothi. Scese dalla sella e prese in braccio il figlio, avvicinandosi ai due.
"Gothi! come mai qui?" domandò "Non dovresti essere da Astrid?" la vecchia lo guardò storto e gli tirò un colpo di bastone alla testa "Ahi! ma perché?" la vecchia gli tirò un'altra bastonata e indicò Hoffer, il quale, per imitare la donna, aveva preso a dare sberle al padre.
Il giovane afferrò delicatamente le mani del figlio, guardandolo severo, poi tornò a parlare alla druida.
"Ancora con questa storia?" protestò "Perché devi dare sempre la colpa a me? Se le tue erbe anticoncezionali avessero funzionato non sarebbe successo! E comunque stasera Astrid diventerà mia moglie, per cui non devi più preoccuparti di queste cose."
Gothi borbottò qualcosa di incomprensibile e si allontanò, mentre Johan posava la passerella sul molo e scendeva a salutare Hiccup e Skarakkio.
"Buona giornata, miei signori!" li salutò, facendo un profondo inchino "Ho sentito delle vostre gesta anche nel Mediterraneo, dove ho navigato per un po' e ho ritrovato i miei familiari. E, Mastro Hiccup, vi porgo le mie condoglianze per la perdita di vostro padre." continuò, stringendo la mano al giovane uomo "Ma credo di dovervi fare anche le congratulazioni per i lieti eventi seguiti..."
"Grazie mille, Johan." lo ringraziò "Spero che tu voglia unirti alla festa di stasera."
"Oh, mi farebbe molto piacere festeggiare il Solstizio con voi, Mastro Hiccup!"
"In realtà oggi mi sposo, Johan" spiegò il ragazzo, ma venne interrotto da un altro uomo, che scese dalla barca subito dietro il mercante.
"Allora ho fatto bene a presentarmi proprio oggi." disse. Hiccup lo riconobbe e gli andò incontro.
"Oswald! Pensavo che tuo figlio..." lo salutò.
"Ho fatto un accordo con lui e ho colto l'occasione per andarmene quando Johan è passato dalla nostra isola. Ora chiedo il permesso di scendere a terra, so del trattato che hai fatto firmare a Dagur."
"Quel trattato valeva solo per lui, tu sei sempre il benvenuto, invece. Ora andiamo, ci sono un sacco di cose da fare."
"Prima passiamo dalla bottega." disse Skarakkio, che si era messo a contrattare col mercante, ottenendone un sacchetto di velluto "Devo finire urgentemente una cosa per il tuo matrimonio."
Hiccup annuì, e insieme si diressero alla bottega. Skarakkio entrò da solo e ci restò per un po', così Hiccup decise di mettere il figlio a terra e lasciarlo giocare con Sdentato, mentre lui parlava con i due ospiti.
Quando Skarakkio uscì, il drago fermò il gioco del piccolo e lo afferrò delicatamente per la casacca con la bocca e si avvicinò al gruppo di umani.
Skarakkio teneva tra le mani un lungo involto e lo stava porgendo a Hiccup.
"Che cosa è?" domandò il giovane, allungando la mano e passandola sulla tela.
"È tradizione che lo sposo riceva qualcosa che appartenga agli antenati, nello specifico una spada." rispose il vecchio fabbro "Questa, ragazzo, è la vecchia spada di tuo padre, quella a cui lui era più affezionato. Ma poiché so che per te è difficile impugnare le armi come noi altri, ho modificato l'elsa in modo che tu possa impugnarla con la mano sinistra con facilità." scoprì l'elsa, mostrando la modifica, che comprendeva anche un grosso diamante blu incastonato nella base. Skarakkio lo indicò "Questo è un diamante Oceano. Ce ne sono pochi al mondo. Johan ce ne ha fatti arrivare due, uno appartiene a te, e uno a tua moglie. Lo vedrai tra un po'."
Hiccup annuì, prendendo la spada e provandola. Era leggera e maneggevole, e l'elsa era perfetta. Sorrise e se la mise alla cintura, mentre Sdentato gorgogliava qualche verso allegro, tenendo in equilibrio il piccolo Hoffer, ancora appeso alla sua bocca, che si agitava, cercando di afferrare anche lui la spada dal fianco del padre.
L'uomo lo prese in braccio e lo mise sul suo sellino.
"È ora di andare, campione." disse "Dobbiamo raggiungere la Mensa del Gigante e finire i preparativi prima che tua madre arrivi."
Hoffer fece un urlo allegro e agitò le manine, mentre Hiccup saliva in groppa al drago e aiutava Oswald a salire dietro di lui. Il giovane diede un ordine a Sdentato, che spiccò in volo e andò diretto alla Mensa del Gigante.
Quando atterrò, notò che tutti i membri maschi dell'Accademia dei Draghi erano già arrivati e avevano finito buona parte dei preparativi.
"Grandioso! Ma da quanto tempo siete qui? Avete già fatto tutto!" esclamò Hiccup, guardandosi attorno.
"Considerlalo il nostro dono di nozze, cugino." gli riferì Moccicoso, dandogli una pacca sulla spalla.
"Grazie, ragazzi. Mi avete davvero sorpreso." lo ringraziò, camminando lungo il viale ricavato tra le panche, attraverso cui avrebbe fatto il suo ingresso Astrid tra un po'.
Si fermò vicino all'altare e tornò a guardarsi intorno, mentre il suo Furia Buia prendeva già posto sotto il grande monumento, nello spazio riservato ai draghi, e dal quale avrebbe avuto una buona visuale di tutta la cerimonia.
Hiccup guardò di nuovo i suoi uomini, quindi si rivolse al cugino.
"Senti, Moccicoso.... noi non siamo mai andati d'accordo, ma... ti andrebbe di farmi da testimone?"
"Ne sarei onoratissimo, capo." rispose l'altro, stringendogli la mano, sorridendo fiero.
Intanto, poco per volta, gli abitanti del villaggio arrivarono sul posto della cerimonia e presero posto sulle panche. Hiccup salutava tutti, distribuendo strette di mano e ringraziamenti, mentre Hoffer faceva il pieno di attenzioni, ricevendo carezze da tutti.
Due ore dopo il sole era alto nel cielo, l'aria era calda e, ormai, era arrivato tutto il paese.
Hiccup cominciava ad essere nervoso: la sposa e il suo seguito non erano ancora arrivati, e se tardavano ancora si sarebbe messo a urlare.
Finalmente le sue preghiere furono esaudite: in cielo vide Tempestosa, montata per quell'occasione da Testa Bruta e Gothi, e Saltanuvole con Valka e Astrid.
Hiccup smise di respirare, finché i due draghi non atterrarono in fondo al viale tra le panche. Gothi scese per prima e si diresse all'altare, poiché avrebbe celebrato lei l'Unione, mentre Valka e Bruta aiutavano Astrid a scendere dal drago e sistemarsi.
Hiccup era sorpreso, non riusciva a dire nulla, e persino Hoffer doveva essere rimasto incantato dalla bellezza della madre, perché aveva smesso di chiacchierare nel suo modo e ora fissava nella stessa direzione del padre.
Astrid indossava un vestito rosso. Non era lo stesso che aveva indossato due anni prima, il giorno del loro fidanzamento, sembrava più elaborato, con lo scollo quadrato e i ricami dorati. La gonna era lunga, con un piccolo strascico tenuto durante il tragitto da Testa Bruta, in modo che la sposa non inciampasse. I capelli biondi erano sciolti e sulla fronte teneva un diadema dorato con una grossa pietra blu: l'altro diamante dell'Oceano di cui aveva parlato Skarakkio.
Nel complesso era stupenda. Più del solito, pensò Hiccup, il quale non riusciva a toglierle gli occhi di dosso.
La ragazza camminava, stringendo tra le mani un mazzo di fiori di campo, affiancata da Valka e seguita da Testa Bruta. Anche Astrid sembrava incantata dalla presenza di Hiccup, che per l'occasione aveva deciso di indossare la sua migliore uniforme di Cavaliere dei Draghi, creata da lui stesso poco tempo prima.
Quando arrivarono al fondo, Valka prese il nipote e andò a sedersi in prima fila, mentre Hiccup estrasse la spada del padre e la mise tra lui e la compagna. Astrid mise la sua mano su quella del giovane uomo, sull'elsa, e, come da tradizione, quando Gothi diede il via, a turno recitarono le loro promesse.
"Io..." cominciò Hiccup "Io non sono mai stato bravo con i discorsi, lo sai... In realtà non sono mai stato bravo a far nulla. Da bambino volevo uccidere i draghi, come tutti i vichinghi, ma non ho mai avuto il fisico giusto. E, quando mi si è presentata l'occasione, invece di ucciderlo, l'ho cavalcato. Io faccio sempre le cose al contrario, non mi piace seguire le regole, e di questo credo te ne sia ampliamente accorta." indicò con un cenno del capo verso il figlio e una serie di risate divertite scosse la folla "Ma almeno una cosa la volevo fare nel modo giusto. Io ti amo, Astrid, ti ho sempre amato, e da quando ho memoria di questo sentimento ho sempre sognato di sposare te e nessun'altra. Non so se sarò un buon marito, come non sapevo se sarei stato un buon capo o un buon padre, ma proverò ad esserlo, ad essere un uomo degno di averti al mio fianco, e spero tu mi aiuterai."
Si fermò, facendo un respiro profondo, poi attese il discorso della ragazza.
"Hiccup..." parlò lei, ma si interruppe, facendo un respiro profondo "Oh, per Odino... avevo un discorso pronto, ma le tue parole me lo hanno fatto dimenticare! Proverò ad improvvisare qualcosa..." fece un altro respiro profondo, guardando il compagno negli occhi "Hiccup, tu... non è vero che non sei mai stato bravo a far nulla. È vero, non eri come gli altri vichinghi, non hai mai avuto il loro fisico. Ma avevi altre doti: prima tra tutte sei sempre stato il più intelligente di tutti, il più ingegnoso. E hai sempre avuto un gran cuore, ed è per questo che mi sei sempre piaciuto, sia quando perdevi con dignità ai Giochi del Disgelo, sia quando ti sei rifiutato di uccidere Zannecirve alla tua iniziazione. Io ti ho sempre amato per quello che eri, sì, Hiccup, sempre, anche se non si vedeva. Io ti amo da sempre, come tu amavi me, ma non volevo ammetterlo a me stessa. Ho sempre sognato di sposati, di avere dei figli con te, e sono felice che questi sogni si siano avverati. E non mi importa se non abbiamo seguito l'ordine canonico, perché l'importante è che ero con te."
Hiccup sorrise, perdendosi negli occhi della ragazza, infine prese l'anello che gli porgeva Moccicoso e lo mise al dito di Astrid.
"Con questo anello" recitò "ti accolgo in casa mia come mia moglie. E prometto di proteggerti e amarti per il resto dei miei giorni."
Astrid sorrise e prese l'anello, mettendolo al dito del compagno.
"Con questo anello" continuò "ti accetto come mio marito. E prometto di stare al tuo fianco e amarti per il resto dei miei giorni."
Hiccup sorrise e entrambi guardarono Gothi, che diede la sua benedizione. Hiccup poté, finalmente, rinfoderare la spada e baciare la moglie, in uno scroscio di applausi e cori allegri, infine si allontanarono e, dopo aver lasciato il loro bambino alle cure della nonna, salirono su Sdentato per poter andare a casa e stare insieme la loro prima notte, mentre in paese la festa sarebbe continuata.
Il Furia Buia spiccò in volo, poi Astrid lanciò il bouquet, che andò a finire tra le mani di Testa Bruta.
Ereth si dileguò immediatamente, mentre Moccicoso e Gambedipesce si fecero avanti. La ragazza li guardò entrambi, indecisa, infine scelse.
I due ragazzi, inaspettatamente, accettarono la scelta della giovane e si strinsero la mano, amici come, e forse più di prima, poi la damigella della sposa seguì il testimone dello sposo in un luogo più tranquillo, per poter recuperare il tempo perduto.
E la vita a Berk riprese, scandita dalle locali tradizioni che, ormai, erano più delle linee guida che degli obblighi.

Questa è Berk.
Un'isola brulla abitata da forti guerrieri con tradizioni radicate nei secoli.
Ma noi berkiani le tradizioni non siamo obbligati a seguirle.
Noi siamo tosti, duri, testardi, ma non abbiamo vere tradizioni, abbiamo linee guida.
L'unico obbligo che abbiamo è la lealtà.
Lealtà verso gli uomini, le donne e i bambini di Berk.
E verso i nostri Draghi!

(Dal diario di Hiccup Horrendus Haddock III)

Fine

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