Starchat

di DreamingAdelaide
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4. ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1. ***


Mi chiamo Delilah e avevo 16 anni e mezzo quando la mia vita è cambiata completamente. Frequentavo il Robinson College a Cambridge insieme alla mia migliore amica Chrystal. Ci conoscevamo dai tempi dell'asilo e non ci eravamo mai separate.
Non avevo molti amici, anzi direi proprio che non ne avevo affatto. Non mi piaceva stare fra la gente, preferivo piuttosto restare a casa a leggere un buon libro e ascoltare musica.
I miei mi credevano una svitata, quindi ogni settimana mi vedevo con uno psicologo con cui parlavo delle mie giornate e che cercava di aiutami a diventare più socievole.
Chrystal invece era il contrario: era socievole, sempre sorridente e conosceva tutto il campus. Qualche volta ci era capitato di pranzare insieme a dei suoi amici ma io non ero stata molto di compagnia. Mi limitavo a mangiare in silenzio ascoltandoli.
Quello lo sapevo fare bene. Sapevo ascoltare le persone e se me lo permettevano davo anche buoni consigli, ma di solito loro si lamentavano soltanto e non mi lasciavano parlare. A me stava bene. Infondo non ero mai stata una persona da molte parole.
Un giorno, mentre leggevo in santa pace sul prato del campus, seduta sotto un albero, Chrystal mi raggiunse. «Starchat!» gridò facendomi sobbalzare.
«Starchat? Cos’è?»
«É un social network dove possiamo conoscere tanti ragazzi e ragazze della nostra età. É un sito sicuro, tutto il college ne parla»
«Non mi fido tanto di questi siti»
«Fidati, è sicuro. Quando ti iscrivi ti chiedono persino il codice della carta d
identità  per controllare la tua età. Possono iscriversi solo persone dai sedici ai ventidue anni. Dai Delilah!»
«E va bene Chrystal! Ci iscriviamo questo pomeriggio».
La ragazza mi saltò al collo e mi strinse forte.
Quel pomeriggio ci mettemmo  nella veranda di casa nostra munite di pc. Avevamo una casetta poco lontano dal Robinson. L’affitto era basso ed era un appartamento piuttosto grande. La prima ad iscriversi fu Chrystal, anche perché io non ero molto d
accordo. Lei mise i suoi dati, scelse il suo nickname, modificò laccount ed aggiunse tutti i suoi amici.
E quando dico TUTTI intendo proprio TUTTI.
Curiosammo un po
per il sito cercando di capire come si usasse, poi mi passò il computer. «Ora tu».
Storsi la bocca. Non mi andava di iscrivermi a quel social. Non avevo amici da aggiungere come lei, non amavo fare foto e le uniche che avevo erano orribili. «Dai, me l
avevi promesso Delilah!»
«Non proprio»
«Mi hai detto che ci saremmo iscritte. Hai incluso anche te nel pacchetto».
Ancora un po
titubante la accontentai. Inserii lentamente i miei dati. Mi scocciava fare cose che non avevo voglia di fare. Quella ne era una.
«Scegli un nickname figo»
«Non posso chiamarmi solo Delilah?»
«Cosi non c
è gusto! Deve essere qualcosa che non centri col tuo nome»
«Bè il tuo non è poi cosi fantasioso. Tutti capirebbero che sei tu con ‘Sparkle of Chrystal’»
«Naah. Dai scegli un nick figo. Che ne dici di ‘Dandelion’?»
«Vada per ‘Dandelion’».
Inserii il mio nick e mi iscrissi. Ora toccava alla parte più dura: la foto. «E se la foto non la mettessi?»
«Delilah»
«No dai sono bruttissime quelle foto e poi sono dell
anno scorso»
«Questo perché tu non vuoi fare mai foto»
«Preferisco scattarle infatti».
Sbuffò. «Allora metti una delle foto che hai scattato».
Selezionai la cartella e mi misi a cercare fra i miei scatti preferiti. Scelsi lo scatto di un tramonto spettacolare fatto durante le vacanze estive in Italia e il gioco fu fatto anche per me. «Come amici ho solo te» dissi pentendomi quasi di essere cosi chiusa al prossimo.
«Quando si spargerà la voce che abbiamo anche noi un account, ne avremo molti di più»
«Spargere la voce? Non vorrai mica dirlo a tutti?»
«Starchat è un social conosciutissimo nel nostro college. Ne parlano tutti continuamente».
Dovevo rassegnarmi, Chrystal era cosi. Non sapeva tenersi un cecio in bocca.
Ed era persino migliorata! Per esperienza personale, sapevo che era stata anche peggio. Spegnemmo il pc e cominciammo a studiare. Per modo di dire perché lei non faceva altro che parlare di quel social e di tutto quello che le avevano detto. «Pensa che ogni giorno ti chiede di impostare uno stato d
animo, puoi pubblicare i tuoi scatti e molti lo usano anche per i compiti. Per esempio: io non ne capisco niente di letteratura e di cosa voglia il professore in una relazione su il buio oltre la siepe. Se volessi potrei chiedere un aiuto nellapposita sezione e qualcuno me lo spiegherebbe»
«Non lo trovo cosi diverso da facebook o twitter»
«Credimi ti stupirà»
«Sarà, ma ora possiamo studiare»
«Hai ragione, sto chiacchierando troppo».
Fu cosi che si spense la radio-Chrystal e riuscii anche a farle fare un pezzo della sua relazione. Insomma, aveva letto si e no cinque pagine del libro.
Si era fatta ora di cena, cosi Chrystal entrò in casa a preparare la cena mentre io la raggiunsi solo dopo per apparecchiare la tavola. Poco prima che cenassimo, mia madre mi chiamò. «Cosa hai fatto oggi a scuola?»  mi chiese.
«Non vado più a ‘scuola’, mamma. Sono al college. Comunque nulla di nuovo. Oggi il professore di letteratura ci ha assegnato una relazione su ‘Il buio oltre la siepe’. Chrystal lo trova noioso, per me è interessante»
«E i tuoi compagni di corso che ne pensano?»
«Non ne ho idea».
Cadde un silenzio che avrebbe potuto essere imbarazzante se solo non ci fossi abituata. «Il dottor Michaelson ha chiamato per confermare la tua seduta».
Storsi la bocca. «Quando?»
«Domani».
Sbuffai. «Va bene».
Dopo poco staccammo e io cenai velocemente e salii in camera mia. Una parte di me mi diceva di mettermi a leggere, l’altra parte voleva curiosare su Starchat. Alla fine prevalse la seconda ed accesi il pc.
Fui sorpresa di trovare tre richieste di amicizia. Due erano di due ragazzi del college che molto spesso avevano pranzato con me e Chrystal, l’altra di un completo sconosciuto che come foto aveva un complesso di chitarre. «IrishGuitaristStar? Ma che nickname è? Sembra il nome di un videogioco» dissi fra me.
Ero indecisa se aggiungerlo o meno, ma alla fine lo feci. «Tanto non mi darà fastidio» aggiunsi.
E mi sbagliavo perché lui mi scrisse.
-Ciao!
“O mamma! E ora?” pensai.
-Ciao
-Come ti chiami?
“Che faccio, gli dico il mio nome? Ma si dai, chissene”.
-Delilah tu?
-Forse è meglio che non te lo dico. Chiamami NJ
-Come mai?
-Credimi, lo faccio per te.
Restai a guardare a lungo la finestra della chat. Non sapevo che scrivere. Ero proprio un disastro. Decisi di lasciar libero arbitrio alle mie dita e staccare per un po’ il cervello.
-Come mai mi hai aggiunta?
-Avevo voglia di parlare con qualcuno e quel tramonto mi ricorda uno di quelli delle coste dell'Isola di Smeraldo
-Sembra un complimento
-Lo è. Di dove sei?
-Leicester. Tu sei Irlandese vero?
-Irlandese fiero
-Non sono mai stata in Irlanda
-Dovresti andarci, è molto bella
-Di dove sei di preciso?
-Del Westmeath
-Ho notato che sei molto vago, perché?
-Sapere tanto di me ti metterebbe nei guai
-Sei un terrorista?
-Cosa?! No!
-Scusami scherzavo
«Delilah, dormi?» chiese Chrystal picchiettando alla porta.
«Sto andando a dormire, perché?»
«Oh, niente. Volevo chiederti una cosa. Buonanotte, e ricorda che le lezioni iniziano presto domani»
«Si. Buonanotte»
-Scusami ma devo andare che domani i corsi iniziano presto
-Che collage frequenti?
-Robinson. Tu studi?
-No ho finito
-Quanti anni hai?
-Secondo te quanti ne ho?
-Da tutte le chitarre che vedo e sapendo quanto costano direi tipo 80 ahahahahah
-Ahahahahah sei simpatica. Comunque ne ho quasi 19. Tu?
-Quasi 17. Ora devo proprio andare. È stato un piacere parlare con te
-Anche per me. Buonanotte Delilah
-Buonanotte NJ.
Spensi il pc e andai a dormire col sorriso sulle labbra ripensando al chitarrista irlandese.

Writer's corner
Saaaaalve! Devo ammettere che non ero molto sicura se pubblicare o meno questa storia perché è da molto che non scrivo ed ho già fanfic rimaste incomplete perché non venivano seguite.
Spero che questa abbia più successo. Vi dico solo che è nata in una notte in cui non riuscivo a dormire XD
Nb: prima di scrivere mi sono documentata molto su college, età e posti vari. Se avete domande fate pure e sarò lieta di rispondervi
Fonti:Wikipedia, Yahoo, e... un altro che non mi viene in mente XD
A prestoooo! xx

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Lei.

«Te lo ripeto: è uno psicopatico».
Certe volte Chrystal mi faceva passare la voglia di raccontarle qualcosa. «Non è vero. E poi non eri tu quella che ha detto che era un sito sicuro?»
«Bè mi correggo: anche i ventenni possono avere qualche rotella fuori posto».
Alzai un sopracciglio.«Solo perché non ha voluto dirmi il suo vero nome?»
«E per tutta la storia del ‘meglio per te se non lo sai’. Potrebbe essere Bin Laden e tu non lo sapresti»
«Che assurdità!».
Lei si fermò di scatto e mi si parò davanti mettendomi le mani sulle spalle. «Delilah non devi più sentirlo. Potrebbe essere pericoloso ed io ho un brutto presentimento».
Rimasi senza parole per la sua serietà. Chrystal era il tipo che se poteva conoscere un ragazzo, lo faceva senza esitazioni. Se si stava preoccupando cosi, forse era il caso di starla a sentire. Anche se la trovavo molto esagerata. «Va bene, non lo sentirò più e farò attenzione a chi aggiungo»
«Grazie. Spero che tu capisca perché ti sto dicendo queste cose. Ti voglio davvero un gran bene e non voglio che ti succeda qualcosa. Sei cosi... buona che non ti accorgeresti neanche in che guaio ti sei ficcata».
Alzai gli occhi al cielo. «Si lo so, non sono brava nei rapporti sociali. È ciò che mi dice sempre anche il mio strizzacervelli».
Mi allontanai a grandi passi per la strada e lei mi seguì raggiungendomi con una corsa. La lezione di letteratura non era ancora iniziata quando arrivammo e Chrystal mi trascinò dai suoi amici. Iniziò a blaterare di come le piaccia Starchat e gli altri furono d'accordo.
Io non potetti fare a meno di pensare a quel NJ. Nessuno si era mai fermato a parlare con me a parte Chrystal e mi dispiaceva non poterlo più sentire. D’altro canto avevo diciamo promesso a Chrystal di non sentirlo più. I pensieri mi crogiolarono per l’intera lezione.
Nel pomeriggio andai dal dottor Michaelson per la mia seduta. Mi chiese come fosse andata la settimana ed io gli raccontai del sito, del mio timore di iscrivermi e dell’irlandese. «La mia amica Chrystal mi ha detto che non devo più sentirlo, però io voglio. Insomma, non mi capita tutti i giorni di conoscere qualcuno con cui riesca a parlare senza problemi. A parte Chrystal e lei, NJ è l’unico»
«Il fatto che non voglia dire il suo vero nome è un po’ sospetto»
«Quindi anche lei crede che non dovrei sentirlo?»
«Nono, affatto. Secondo me dovresti parlargli invece. Questo ragazzo è riuscito a sbloccare qualcosa in te. Anche ora. Io ti ho solo fatto una domanda e tu hai iniziato a parlare senza fermarti. Forse continuando ti direbbe il suo nome e ti aiuterebbe indirettamente con il tuo problema di socializzazione».
Effettivamente aveva ragione. Di solito doveva tirarmi fuori le parole con le pinze e invece quella era la seconda volta che parlava nel giro di mezz’ora. «C’è altro?».
Continuai a parlare dei miei genitori che mi credevano fuori di testa, di Chrystal che quella mattina mi aveva detto quelle cose e che io avevo capito bene cosa volesse dirmi: che io ho problemi a relazionarmi, cosi appena ho visto questo tipo un po’ più socievole mi ci sono fiondata. «Mi sono sentita ferita. Sono una persona normale»
«Devi capirla. Lei conosce il tuo carattere e sa che sei molto timida. Non vuole che ti succeda qualcosa»
«Si ma mi ha fatto sentire tremendamente stupida»
«Parlane con lei di questa storia»
«E cosa le dico?»
«Vi conoscete da anni, no? Qualsiasi cosa tu dica lei capirà».
L’ora passò velocemente e io e il dottore dovemmo salutarci. «Spero che la prossima volta ci siano altri miglioramenti» mi congedò lui.
Tornata a casa, trovai Chrystal con i libri sparpagliati per tutto il tavolo e il pc acceso di fianco. «Bel modo di studiare» la presi in giro.
«Hey ciao, non ti avevo sentita entrare. Com’è andata?»
«Molto bene direi. Dice che sono migliorata molto e probabilmente a sbloccarmi è stato l’irlandese».
D’un tratto smise di guardare lo schermo e pose l’attenzione su di me. «Delilah»
«No Chrystal, ascoltami, devo dirti una cosa» esordii andando poi a sedermi al suo fianco. «So cosa volevi dirmi oggi e forse non si è visto ma ci sono rimasta molto male. Sono molto timida, è vero, ma sono una persona normale. So ragionare con la mia testa e so quando una cosa mi può far bene o male. Solo perché non parlo con nessuno del college, non significa che io non sappia proprio relazionarmi o, che ne so, che bastano due parole scambiate con un tipo per farmi mettere strani grilli in testa. Volevo solo che lo sapessi»
«Io... non credevo di averti ferita. Mi dispiace. Giuro che non lo farò più. Però ti prego, non sentire più quel tipo»
«Lo psicologo ha detto che potrebbe farmi bene»
«Lo psicologo sbaglia, Delilah. Quel tipo è strano. Mi lascia una strana sensazione solo a pensarci. Ti prego, stammi a sentire»
«Ti stai di nuovo imponendo»
«Scusami»
«Valuterò l’ipotesi di non sentirlo più. Infondo posso sempre trovare un’altra persona con cui parlare».
Lei mi abbracciò ed andò a preparare la cena. Nel frattempo mi si riempì la testa di pensieri. Come avrei detto al tipo che non doveva più cercami? Non sarei mai riuscita a cancellarlo io. Conoscendomi avrei aspettato che fosse lui a stancarsi. “Ecco! Lo ignorerò” pensai.
«Ah Delilah! Quasi dimenticavo» iniziò lei raggiungendomi. «Oggi sono passati davanti alla locandina di un concerto della band che ti piace tanto»
«Degli One Direction? Davvero? E dove? Quando?»
«Non ricordo precisamente. Comunque mi sono informata e c’erano ancora biglietti. Ne ho presi due»
«Io ti amo Chrystal» le gridai abbracciandola cosi forte da fermarle il respiro.
Avrei potuto vedere la mia band preferita finalmente! Pur essendo inglese, ero sempre stata cosi incredibilmente sfigata da non averli mai incontrati, ma nemmeno intravisti! Mangiammo allegramente parlando del concerto e del cosa indossare. Ero così felice che giurai anche che mi sarei fatta delle foto. Era finalmente arrivato il mio momento.
Dopo cenato, entrai in camera e accesi il pc. Trovai altre due richieste di amicizia e un messaggio dell’irlandese.
-Ciao. Appena ti connetti batti un clic :)
Feci un lunghissimo sospiro ed ignorai il messaggio.
Controllai le richieste: una era di una ragazza del mio corso di letteratura, l’altra di un altro estraneo.
Aggiunsi la ragazza e rimasi invece ad aspettare un’illuminazione per il ragazzo. Alla fine lo aggiunsi e una finestra di chat si illuminò. 
-Ciao, io sono Gabriel
-Io Delilah, felice di conoscerti
-Anche per me è un piacere. Quella nella tua foto è la Sardegna, vero?
-Si, ci sono stata due anni fa con i miei
-Anche io ci sono stato. È bellissima
-Già.
Non sapevo già più che scrivere. Ero un disastro.
“Se solo l’irlandese mi avesse detto il suo nome, Chrystal non avrebbe fatto tante storie” pensai.
Feci un altro lungo sospiro e provai a riscrivere al ragazzo, ma lui mi precedette.
-Forse non ci crederai ma vado al Robinson College come te. Ti ho vista spesso nei corridoi. Ti trovo molto carina.
«E no basta! Abbiamo superato tutti i limiti!» gridai  alzandomi di scatto dalla sedia rossa in viso.
Spensi il computer e mi infilai sotto le coperte. Forse con l’irlandese era stato diverso perché non aveva cercato di abbordarmi. Sembrava strano, ma la mia testa mi diceva solo che lui non era come gli altri.


Writer's corner
Salve a tutti! 2 capitoli in due giorni! direi che iniziamo bene! XD
Di questo capitolo non sono molto fiera ma spero che il terzo vi piaccia!
Non so se avete notato (l'ho scritto anche più grande quindi è difficile non vederlo) che sopra ho scritto "Lei", perché nei prossimi capitoli si alterneranno i punti di vista. Volevo divertirmi a scrivere nei panni di Niall, visto che su twitter posso scrivergli anche in azteco, lui non mi caga! T.T 
Ora vi lascio. Spero di mettere il terzo capitolo già da domani perché ho già buttato giù qualche idea.
A prestooooo xx

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3. ***


Lui.
 
«Hey biondo,  dobbiamo provare sbrigati» mi aveva avvertito entrando di scatto nel camerino il mio amico Louis.
«Si, arrivo»
«Ancora aspetti quella ragazza?»
«Non capisco perché non mi risponde. Cosa le ho fatto?»
«Prooonto! Le hai detto che era meglio non sapere nulla di te. Si sarà spaventata»
«E cosa potevo dirle? "Ciao sono Niall. Già proprio quello degli One Direction". Andiamo!»
«Magari lei non sa nemmeno chi sono gli One Direction, ci hai pensato?»
«Non voglio che le persone mi parlino solo per la mia fama o che magari poi se la prendano con lei. Ecco tutto»
«Ma non la conosci nemmeno!»
«Non la conosco ma mi è sembrata una ragazza molto dolce».
Louis alzò gli occhi al cielo. «Sei un caso perso! Vieni su».
Provammo un paio di canzoni, poi ci fermammo per pranzare. Controllai Starchat in caso mi avesse risposto ma nulla. Erano già due giorni che le scrivevo senza ricevere risposta. Un po’ mi dispiaceva perché mi era sembrata una brava ragazza e mi era anche piaciuto chiacchierare con lei. Certo, se avesse saputo di parlare con Niall “il biondo degli One Direction” non sarebbe stata la stessa cosa.
Le persone sono sempre state cosi opportuniste con me, cosi avevo imparato a soppesare con chi valeva perdere tempo e chi no.
Non sapevo neanche perché mi fossi iscritto a quello stupido social. Forse perché avevo voglia di essere trattato come una persona normale.
«Niall, Niall, Niall. Cosa fai?» mi fece tornare alla realtà il piccolo del gruppo, Harry.
«Controllo il cellulare»
«Di quella tipa ancora niente, eh?».
Scossi la testa. «Non capisco. Forse ha capito che NJ sta per Niall James e non vuole più sentirmi»
«Invitala al concerto»
«Non so neanche cosa ne pensa di noi»
«Molto male! Dovevi chiederglielo» cercò di sdrammatizzare con la sua solita strana ironia.
Lo guardai torvo e lui alzò le mani. «Ho capito dai, non sei in vena. Perché non provi a parlare con qualcun’altra?»
«Perché è stato piacevole parlare con lei. Poi lo sai sono un tipo testardo»
«Già. Dai che tutto andrà bene»  mi fece un occhiolino con uno dei suoi sorrisi che andavano da un orecchio all’altro e si allontanò.
Una volta solo, ripresi il cellulare e le scrissi ancora.

-Sarà la decima volta che ti scrivo qualcosa. Sono un tipo molto testardo, sai? Mi chiedo che cellulare hai e se hai scaricato l'app. Significherebbe che mi ignori due volte perché sul cellulare avresti la notifica. Quindi mi ignoreresti anche lì oltre che sul pc.

Mi chiamarono per riprendere le prove e, subito dopo, ci preparammo per il concerto di quella sera.
Posai il telefono sul tavolo nel camerino e mi cambiai d’abito. «Hey Niall, abbiamo un buco nella scaletta e ci hanno detto che possiamo fare qualche cover. Hai qualche richiesta in particolare?»  mi chiese un altro membro della band, Liam.
«Stereo Hearts» proposi.
«Bene, preparati amico».
Era giunto il momento del concerto. Fecero partire l’intro, poi entrammo sul palco ed esordimmo con “NaNaNa”.
Mi divertivo da morire a cantare sul palco con i miei quattro amici, anche se avevo meno assoli di tutti gli altri. Mi piaceva muovermi, seguire gli schemi delle posizioni, saltare, ballare e vedere tutti i fan eccitati e felici di vederci.
Finita la canzone, tutti ci acclamavano.  Era una sensazione unica.
Partimmo con la seconda canzone: Stand Up.
Sul ritornello ci mettemmo a saltare, e tutti i fan ci seguirono. Erano tantissimi, ed erano incredibili. In quel momento pensai che mai e poi mai avremmo potuto avere di nuovo un numero cosi alto di persone a un nostro concerto.
Potrebbe sembrare presuntuoso, ma le nostre canzoni mi gasavano tantissimo.
Feci uno dei miei salti e tutta la platea urlo.
Finita la canzone, Liam fece un discorso per ringraziare tutti di essere lì e introdusse la canzone che avremmo cantato da li a poco: I Wish.
Iniziò l’introduzione della chitarra ed io pensai che mi sarebbe piaciuto suonare e che, forse, sarei stato anche più bravo.
A metà della canzone, Zayn fece un controcanto. Dio e se gli invidiavo gli acuti!
Quella canzone era dolcissima, la adoravo.
Alla fine della canzone, si alzarono le luci e vidi una ragazza piangere. La prima cosa che pensai fu che quella ragazza vivesse una situazione simile a quella della canzone, poi pensai che piangeva per noi e questa consapevolezza mi riempì il cuore.
Harry iniziò a parlare. Lui non era il tipo che prendeva iniziative del genere e mi faceva piacere che l’avesse fatto quella volta.
Alla fine dei suoi ringraziamenti, mi passarono la mia chitarra e mi brillarono gli occhi. Toccava a me suonare, come quando eravamo tutti insieme davanti al fuoco a cantare.
Partì Zayn con “I Gotta Feeling”,  subito dopo io con “Stereo Hearts”.
Quando toccò a Louis, fece una cosa che non mi aspettavo. «Voglio raccontarvi una storia. Un mio amico ha conosciuto una ragazza. Si sono sentiti solo una volta ma questa ragazza per lui è speciale. Quando l’ho visto l’ultima volta, mi è sembrato un po’ giù, cosi voglio dedicare questa canzone a... loro» si voltò verso di me e fece un sorriso sghembo. «Avevo scelto una canzone in particolare, ma so che renderebbe tutto un po’ più... difficile. Quindi gli dedico “Look After You”».
Non riuscii a trattenermi e lo abbracciai. Louis che mi aveva preso in giro per l’intero giorno, aveva escogitato tutto quello per me.
Solo dopo il concerto seppi che era stato organizzato tutto durante la pausa pranzo e che Harry era stato mandato a sorvegliarmi.
Finita la canzone tutti urlarono. Liam fece un altro discorso e iniziammo a cantare “Moments”.
Incredibile. Tutto il teatro si illuminò di luci. Che spettacolo!
Finito il concerto, ci ritrovammo nel camerino ad aprire una bottiglia di champagne.
«Siete stati fantastici!» esclamò Louis alzando il bicchiere.
«Ragazzi, sul serio, non me lo aspettavo e voglio ringraziarvi per la canzone» esordii.
«Figurati, questo e altro per un amico»
«È stata una faticaccia convincere tutti a farci cantare le cover ma, alla fine, ce l’ho fatta» si vantò Liam.
«Ma l’idea è stata mia! Lo sappiamo tutti che Liam riuscirebbe a convincere tutti con la sua parlantina» lo prese in giro Louis.
Sorrisi. «Ma come ho fatto senza di voi per tanto tempo, eh?».
Partì un abbraccio di gruppo.
Ero davvero fiero di loro. I miei migliori amici. La mia seconda famiglia.
D’un tratto il telefono emise un suono. Controllai subito: era una notifica di Starchat.

-Poco fa è successa una cosa che mi ha fatto pensare molto. Scusami per il mio comportamento. Mi dispiace di averti ignorato. Tutto come prima? :)

Sorrisi. «Chi è?» chiese incuriosito Louis.
«La ragazza, Delilah»
«Ohoh! La figliol prodiga!»
«Sai Niall, ho avuto un’idea geniale. Se il problema è il tuo nome, diglielo»  s’intromise Harry.
«Ma sei matto?!»
«Ragionaci! Dille il tuo nome J!»  ripetette scandendo bene l’ultima frase.
Ebbi l’illuminazione che Harry aspettava mi venisse. «Sei un dannato genio, Harry Styles».

-Tutto come prima. Chiamami James.

Writer's corner
Saaaalve! Okkey lo ammetto ci ho messo moooolto più tempo degli ultimi due, ma volevo essere sicuro che la trama non fosse scadente come nel secondo >.< molte persone mi hanno detto che potevo fare di meglio. Spero che stavolta ci sia riuscita.
A prestooo xx.

 

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Capitolo 4
*** Capitolo 4. ***


Lei
 
-Grazie per avermi fatto scoprire l’app di Starchat. Cosi possiamo parlare anche quando non sono a casa.
-Figurati. Come mai hai cambiato idea su di me?
-Ok, ora riderai ma... ero al concerto degli One Direction e uno di loro ha fatto un discorso che mi ha fatto pensare. La mia amica mi aveva detto di avere uno strano presentimento sul tuo conto e il fatto che non sapevo il tuo vero nome la faceva allarmare ancor di più.
-Non aveva tutti i torti. Mi sono comportato in modo strano l’altra volta.
-Alla fine però ho dato retta a me stessa.
-Ne sono felice. Ti piacciono gli One Direction quindi...
-Li adoro!
-Il tuo preferito?
-Non ho un preferito.
-Tutte hanno un preferito.
-Per me hanno tutti lo stesso valore.
-Cambio domanda. Quello che ti ha colpito per primo?
-Harry Styles. Non so quanto li conosci.
-Abbastanza. Mi piacciono gli One Direction, sono tipi a posto.
-Cambiamo discorso?
-Ok. Com’è andata la giornata?
-Oh non ne parliamo! C’è un tipo che mi fa la corte. Si chiama Gabriel e frequenta anche lui il Robinson.
-Che tipo è?
-Non lo conosco bene. Anzi non lo conosco per niente. Io non sono il tipo che stringe subito amicizia.
-Forse dovresti provarci a conoscerlo. Magari scopri che non è male.
-Non so se ce la posso fare.
-Non dire cosi. Perché non dovresti farcela?
-Io sono un tipo piuttosto strano. Sin da piccola ho sempre avuto problemi con... gli altri. Chrystal è l’unica amica che io abbia mai avuto sino ad ora.
-Come vi siete conosciute?
-All’asilo. Il primo giorno lei venne da me, mi disse il suo nome e concluse dicendo che saremmo state grandi amiche. Diciamo che in questi anni è bastato il suo carisma per tutte e due.
-Non credi che cosi finisce col manipolarti?
-Ti sto parlando, no? Non mi lascio manipolare. Ho pur sempre un cervello.
-Si, hai ragione. Ora devo andare ho... un impegno.
-Che devi fare?
-Devo andare a lavoro. Sai com’è...
-Ah capisco. A dopo allora.
 
Riposi il cellulare in tasca giusto in tempo per l’inizio della lezione di Letteratura. Il professore raccolse le nostre relazioni su “Il buio oltre la siepe” e iniziò la spiegazione del giorno.
Chrystal mi guardava di sottecchi di tanto in tanto, credendo che io non me ne accorgessi.
Dopo un quarto d’ora la situazione non sembrava voler cambiare. «Che c’è?» sussurrai.
«Di un po’, ma quei cioccolatini con cui sei tornata ieri?»
«Te l'ho detto: sono di un tipo della scuola che ci prova con me»
«Lo conosco?»
«Sei peggio di mia madre. Smettila».
Chrystal mi fissò a bocca aperta, poi si ricompose e tornò a seguire la lezione.
Al suono della campanella, uscimmo dalla classe. «Non ti riconosco più Delilah»
«É il momento di cambiare, non trovi? Ho 17 anni e si può dire che io non abbia vissuto affatto»
«Hey Delilah» c’interruppe Gabriel.
«Oh, ehm... ciao».
Mi sentivo sempre a disagio quando lo vedevo. Lui era bello, ma non di quelle bellezze viste e riviste. Lui era oggettivamente bello.
Capelli biondi, occhi azzurri, alto, spalle larghe che solo a vederlo dava sicurezza, labbra carnose, sorriso mozzafiato incorniciato da due adorabili fossette.
Se non riuscivo a parlare con persone normali, immaginatevi nel trovarmi il David di Donatello davanti. «Come... come va?» chiese in evidente imbarazzo.
«A me bene, a te?»
«Ora che sono riuscito a capire qual è la tua classe di letteratura, bene. Ieri mi aspettavo di sentirti. Non mi hai risposto più su Starchat»
«Si, lo so. è che... ho avuto un po’ da fare»
«Ciao, piacere io sono Chrystal, la migliore amica di Delilah».
La guardai e sapevo benissimo cosa voleva fare. Lo capivo dal modo in cui sorrideva, dai suoi occhi, da come tirava su il petto o in fuori il sedere.
Lo faceva più spesso di quanto avreste potuto immaginare e avevo imparato a riconoscere quei gesti fin troppo bene. «Chrystal?»
«Si, che c’è?» mi guardò con sguardo innocente.
«Stavolta no»
«Cosa?»
«Stavolta non te lo permetto».
Lei continuava a guardarmi come se non sapesse di cosa parlassi e la cosa mi dava sui nervi.
«Io....credo che non riesco a seguire i vostri discorsi» attirò la nostra attenzione Gabriel.
«Oh, scusami»
«Figurati. Senti, stasera i miei amici hanno intenzione di andare al cinema. Ti va di venire?»
«Si, volentieri».
Lui sorrise e mostrò quelle strabilianti fossette. «Bene. Dove posso venirti a prendere?».
Tirai fuori dalla tasca una penna e gli scrissi l’indirizzo sul braccio.
Subito dopo ci salutò allontanandosi. Non me ne ero resa conto neanche il giorno prima che, quando camminava, sembrava saltellare come un bambino. Trattenni una risata.
«Delilah Sarah Grey»
«Chrystal Jane Connor».
Restò in silenzio a fissarmi, poi scoppiò in gridolini di eccitazione. «Hai un appuntamento con un ragazzo! E che ragazzo!» disse saltellando e battendo le mani.
«Ma che cosa...?» non riuscivo a capire.
«Oh non mi ringraziare tesoro, l’ho fatto con piacere. Anzi, se non ci avessi provato te lo saresti fatta scappare»
«Vuoi dire che l’hai fatto a posta?» la fissai incredula.
«Ma certo. Stavi per farti scappare un bocconcino del genere per un irlandese di cui sai solo il nome»
«Fa cosi tanto razzista chiamarlo irlandese» cercai di concludere alzando gli occhi al cielo, un po’ stizzita dal suo tono saccente, prima di iniziare a camminare.
«Si, forse hai ragione. A me comunque continua a non piacere quel tipo»
«James» la rimbeccai.
«James» mi fece il verso.
Ridemmo e ci avviammo a casa.
Appena arrivata, mandai un messaggio a James.
 
-Credo di aver combinato un guaio. Ho un appuntamento con Gabriel.
 
Lui rispose dopo un po’.
 
-Wow! Non pensavo che seguissi alla lettera il mio consiglio.
-Sono stata tratta in inganno. Chrystal ha finto di provarci con lui, io mi sono arrabbiata perché lei me lo voleva soffiare e... non ricordo neanche dove dobbiamo andare ma gli ho scritto il mio indirizzo sul braccio.
-La tua amica Chrystal è forte!
-Hey, sono un tipo piuttosto possessivo.
 
Nel momento in cui lo scrissi, avrei voluto scomparire. “Questo irlandese mi spinge a dire cose che sarebbe meglio rimanessero pensieri” pensai.
 
-Ok, ok, allora non nominerò mai più la tua amica. Non sia mai mi mandi qualcuno a pestarmi.
-Vengo io stessa!
-Divertiti stasera e fammi sapere com'è andata.
-Mi dai qualche consiglio? Non so cosa fare?
-Sii te stessa.
-Non credo andrebbe bene. Ricordi? Sono il tipo introverso che nessuno nota mai in un gruppo.
-Allora comportati come fai con me. Stai tranquilla. Se la vera Delilah è quella che ho conosciuto io, gli piacerai sicuro.
-Grazie. A dopo.
 
Iniziai a prepararmi per la serata e senza che nemmeno me ne accorgessi, lui era già in salotto ad aspettarmi.
Più guardavo il mio guardaroba e più mi pentivo di non aver rubato nulla nel guardaroba di Chrystal. Alla fine, notai un vestito nascosto dietro ad una miriade di vestiti che non avevo mai messo. Era a spalline larghe, azzurro pastello e con un motivo floreale di varie tonalità  di blu. Probabilmente sarei sembrata un pasticcino gigante ma non sapevo che altro mettermi. Dopo averlo indossato, trovai il secondo ostacolo: le scarpe.
«Chrystal!» gridai disperata e lei mi raggiunse subito.
«Cosa succede? Oh quanto sei bella! Dovresti mettere vestiti del genere più spesso e non sempre quel nero. Sei adorabile»
«Che scarpe mi metto?» piagnucolai.
Lei mi guardò per un po’, poi sembrò avere un’illuminazione.
Corse in camera sua e tornò poco dopo con un paio di zeppe che sembravano fatte per quel vestito. Erano lo stesso identico colore.
«Che diamine te ne fai di zeppe color azzurro pastello?» chiesi incuriosita.
«Niente, non le ho mai messe, ma sapevo che mi sarebbero servite un giorno».
Le indossai e lei mi porse una borsa anch’essa azzurra. La guardai accigliata. «Stesso motivo delle scarpe»
«Tu spendi troppo inutilmente»
«Non credo che ora si sia rivelato inutile»
«Touchè».
Andai in salotto dove mi stava aspettando Gabriel. Quando mi vide, gli si aprì un grosso sorriso sulle labbra. «Sei stupenda»
«Grazie. Anche tu stai molto bene»
«Ma sfigurerò di fianco a te»
«Esagerato! Su andiamo».
Appena usciti di casa, con mia grande sorpresa, scoprii che Gabriel aveva la patente.
Raggiungemmo i suoi amici chiacchierando del più e del meno, poi entrammo in sala.
Fu una serata davvero incredibile e non vedevo l’ora di raccontarla a James e Chrystal. Era piuttosto tardi cosi decisi che avrei raccontato tutto il giorno dopo.
Mi preparai e andai a letto con un sorriso a trentadue denti per una serata indimenticabile.
 
Lui
 
«Che hai, biondo? Ti vedo pensieroso»
«Niente Louis. Delilah doveva uscire con un tipo del suo college e non ho avuto ancora sue notizie»
«Ma come? Dopo tutto quello che hai fatto per risentirla, te la fai portare via cosi?»
«Hey, sono felice che esca con qualcuno. È un tipo cosi chiuso che è già un miracolo che mi abbia parlato la prima volta»
«Ma...?»
«Non c’è un ma»
«C’è sempre un ma»
«Louis!».
Si allontanò ridendo. Ritornai a pensare a lei. Per tutta la serata ero stato in pensiero perché ero stato io a consigliarle di uscirci.
Il mattino seguente, ricevetti un messaggio.
 
-Hey! Sono ancora viva eh. Scusami se non mi sono fatta sentire ieri sera ma sono tornata piuttosto tardi e stanca.
-Tranquilla. Come è andata?
-É stato grandioso! Gli amici avevano scelto un film horror e io ne ho il terrore, così quando Gabriel l’ha saputo mi ha portato a scegliere un altro film perché si sentiva in colpa. Era adorabile. Cosi l’ho convinto a rientrare e lui mi ha baciata.
-E com’è stato?
-Mi son sentita davvero strana. Mi fischiavano le orecchie e per un po’ non sono riuscita a formulare pensieri di senso compiuto, per non parlare dello stomaco sottosopra.
-Ti piace, eh?
-Credo proprio di si!
 
Ero felice per lei ma allo stesso tempo sentivo un nodo di invidia allo stomaco.
Se avessi portato io una ragazza al cinema, sarebbero nati milioni di rumors. Molto probabilmente anche se ci fossi andato da solo al cinema, ma dettagli.
Era la vita che mi ero scelto, però certe volte pesava davvero non avere privacy.
 
-Che stai facendo ora?
-Sono sul bus.
 
Spalancai gli occhi e iniziai a sudare freddo. «Porca miseria» sussurrai.
Zayn, che mi stava di fianco, mi aveva sentito e diede un’occhiata al display. «Fratello ma sei matto?»
«Mi è uscito spontaneo»
«I bugiardi devono avere una buona memoria»
«Non sono un bugiardo»
«No, hai ragione James»
«Ok, ho omesso delle verità ma non ho mentito»
«Lo sai, Niall, io non ho mai parlato fino ad ora ma... non credo sia giusto quello che stai facendo. Un giorno non molto lontano, lei scoprirà tutto e non credo che si farà quattro risate. Rimarrà delusa dal suo idolo, non credi?»
«Io... non lo so. Se scoprissi di parlare col mio cantante preferito, sarei felice»
«Lei potrebbe prenderla diversamente»
«Non sono neanche il suo preferito. Se fossi stato Harry, allora ti avrei dato ragione»
«Cosa Harry?» s’intromise il diretto interessato voltandosi a guardarci.
«Sei il cosiddetto “preferito” di Delilah» gli spiegò Zayn.
«Non ha proprio detto cosi. Ha detto che» cercai di spiegargli.
«Wow! Ha gusto la ragazza» esclamò Harry interrompendomi.
«Ha detto che sei stato il primo a colpirla della band, non mi ha mai detto se sei ancora il suo preferito!»
«Geloso?» intervenne Louis voltandosi anche lui.
«No! Voi non dovreste neanche saperle queste cose!»
«Posso iniziare a sentirla anche io?» mi chiese il riccio.
«No!»
«Si è geloso» concluse Louis.
«Non sono geloso!» gridai e tutti si zittirono.
Il nostro manager si girò a guardarci sospetto. Difatti, loro non sapevano che io avevo un account segreto. Probabilmente non ci era neanche permesso. «Tornando a noi» Zayn fu il primo a dire qualcosa. «Non è giusto nei suoi confronti. Mi sembra anche piuttosto sincera con te, e tu invece...»
«E come faccio ora? Il gioco è fatto, non posso più fare nulla»
«Potresti iniziare con somministrare delle pillole di verità ogni tanto, cosi il colpo sarà meno duro».
Il suo discorso mi sembrò strano. Insomma, cosa c’entravano le pillole? Però avevo capito cosa voleva dirmi e aveva ragione.
«Buona idea, Zayn. Grazie».
Ritornai alla mia conversazione con Delilah.
 
-Vai a lavoro in autobus?
-Non proprio. Sono un musicista e sono sul bus della mia band.
-Fantastico! Un momento. Non è che suoni con gli One Direction, vero?
-No, ma mi piacerebbe.
-Stavo per morire. Mi piacerebbe conoscere qualcuno che li conosce.
-Non sarebbe più bello conoscere uno di loro?
-Dio, sarebbe un sogno! Ma non succederà mai.
-Mai dire mai. Se credi fermamente in un sogno, e lotti per farlo avverare, prima o poi si avvera.
-Grazie. Sono davvero delle belle parole. Ora devo andare che sono quasi arrivata al campus. Ci sentiamo dopo.
-A dopo.
Il tempo di riporre il telefono nella tasca e arrivammo al teatro dove dovevamo fare il soundcheck.
Gli altri continuarono a prendermi in giro, più di tutti Louis, mentre Zayn non faceva altro che scuotere la testa con disappunto.
Erano quasi le tredici del pomeriggio quando il cellulare mi squillò.
 
-Sono distrutta James. Dimmi che ci sei.
-Sono qui piccola, dimmi tutto.
-Gabriel è uno stronzo. Oggi l’ho visto mentre faceva il cretino con la sua amica Charlotte.
-Sicura di non aver solo frainteso?
-Lui le ha dato una manata sul culo e lei si è girata e gli ha ficcato la lingua in gola. Si può fraintendere?
-No, non si può fraintendere. Delilah mi dispiace tanto.
-Sono stata una stupida a credergli. Scusami ci sentiamo dopo.
-A dopo.
 
«Che figlio di puttana!» esclamai alzandomi di scatto dal palco.
Lanciai il cellulare a Louis che mi stava affianco ed iniziai a camminare avanti e indietro.
Non avevo mai sopportato i ragazzi che si comportavano in quel modo. Avevo sempre pensato che le donne dovessero essere trattate sempre bene, come tu vorresti che trattassero una tua figlia.
«Che coglione» sentii dire a un tratto alle mie spalle.
«Cosa?» chiesi di ripetere.
«Questo ragazzo è un coglione. L’ho capito persino io che Delilah è una ragazza fragile. Insomma, una ragazza che ha avuto per tutta la vita una sola amica è facilmente influenzabile. Non ha vissuto le cattiverie della gente. Immagino come ci stia male ora» spiegò Louis.
Guardai a lungo il mio amico ripensando alle sue parole. “È facilmente influenzabile” mi ronzava in testa e non potevo fare a meno di pensare che fosse colpa mia.
L’avevo convinta io ad uscire con lui per vedere che tipo era ed ora stava male perché era un cretino.
Guardai Louis ed ebbi un’improvvisa illuminazione. «Paul» chiamai senza distogliere lo sguardo da lui. «Paul» gridai stavolta, sorridendo e scompigliando i capelli di Louis che mi maledì.
«Che c’è Niall?»
«Uno degli steward del concerto di due giorni fa ha fatto molti video. Scopri chi è e chiedigli quei video. Mi serve Look After You».
Paul annuì e si mise subito al telefono per cercare di rintracciare lo steward.
«Che devi farci con la mia cover?» chiese accigliato Louis.
Gli sorrisi. «Prova a immaginare» .
Avevamo finito da poco il soundcheck, quando Paul mi fece chiamare. «Abbiamo trovato l’uomo che cercavi. Faceva video per la figlia che era troppo dietro per avere la sua stessa visuale e abbiamo avuto una copia di ognuno» disse porgendomi una pendrive.
«Dio, Paul! Sei grande!» lo ringraziai abbracciandolo forte.
Corsi nei camerini alla ricerca di Liam e il suo pc. Fu un po’ restio ma poi me lo prestò ed io riuscii a vedere i video.
Aprii Starchat e cercai Delilah. Sperai che questo riuscisse a tirarle su il morale.
 
-Delilah, ci sei? Come ti senti?
-Sempre uguale. Sono sul mio letto ora. Ho chiesto a Chrystal di lasciarmi da sola. Per favore, mi faccio viva io.
-Lo so che forse non servirà a molto ma voglio farti un regalo. Un mio amico ha dovuto cercare a lungo prima di trovarlo e spero ti sollevi il morale.
 
Le inviai il video di Louis e mi sentii soddisfatto. “O la va, o la spacca!” pensai.
Dopo un paio di minuti, lei mi rispose.
 
-Oddio! Dove l’hai trovato? Era vicinissimo e si sente da Dio!
-Ho un amico in gamba.
-Grazie mille James, sul serio. Questo video è perfetto! Louis è perfetto.
-Quindi è Louis il tuo preferito.
-No. Te l’ho detto: non ho un preferito.
-Dai, ci deve essere uno dei cinque che ti da più emozioni, di cui riconosci subito la voce nelle canzoni. Cose cosi.
-Perché sei convinto che ci sia?
-Perché tutte ne hanno uno!
-Ok. Diciamo che ho un preferito. Come ti ho già detto, all’inizio mi colpì Harry, poi mi iscrissi a twitter e iniziai a leggere cattiverie su cattiverie su Niall. Cosi da un anno a questa parte ho sempre difeso Niall da tutte le stupide che lo ritenevano senza talento, fino a scoprire che lui per me era speciale. Ecco, adesso lo sai.
-Niall? Sul serio?
-Certo, hai qualche problema con lui?
-No, te l’ho già detto che per me sono tipi a posto.
 
«Niall fra poco iniziamo» mi informò Harry.
«Hey, riccio dei miei stivali, vieni qui»
«Che ti prende?» chiese accigliato.
Gli lasciai leggere le parole di Delilah e sembrò piuttosto sorpreso. «Preferisce te a me?»
«Come ci si sente a perdere contro Niall James Horan?»
«Incredibile! Dimmi la verità, te la sei andata a cercare o è capitata? È impossibile essere cosi fortunato».
Feci spallucce. «Sono irlandese».
Spensi il computer e salii sul palco con una marcia in più.
Nonostante sapessi che gli altri sarebbero sempre stati dalla mia parte, avevo sempre dovuto combattere contro il resto del mondo che mi giudicava senza conoscermi ma, soprattutto, avevo dovuto combattere contro me stesso. In quel momento invece, avevo la consapevolezza che non ero più solo. Che c’era qualcuno disposto a combattere al mio fianco.
 
Writer's corner
Salve, volevo iniziare questo messaggio col dire che non volevo pubblicare più questa fanfiction. Ho ricevuto parecchi messaggi privati in cui mi è stato detto le peggio cose, tipo che ho copiato la storia da un'altra ragazza, che non so scrivere, che è noiosa, che è stupida.
Non volevo più pubblicare nulla, poi mi son detta che loro non la possono avere vinta.
HO 19 ANNI, ME LA CAVO BENE CON LA GRAMMATICA ED É UNA STORIA COMPLETAMENTE INVENTATA DA ME! E se fosse noiosa, credo che me l'avrebbero già detto, come mi è stato detto che non sono brava coi finali o che Delilah sembrava troppo morbosa.
Quindi prego queste persone di dimostrarmi che la storia non è mia, e di essere un po' più cordiali nell'esprimere le loro impressioni negative perché la prossima volta non sarò cosi clemente da starmene zitta e ferma e le faccio bannare.

Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto. Ci ho messo un po' per scriverla perché non mi piaceva mai come veniva.
Ringrazio una grande amica che mi ha consigliato e spronato per scrivere questo capitolo.
A presto!!! xx.


 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5. ***


5
 
Lui
 
-Sei un copione.
-Ma non è vero, sei tu che copi me.
-Macché! Allora il tuo colore preferito?
-Verde.
-Allora lo vedi che mi copi? Ahahahah
-No, sul serio? Ahaahah impossibile troppe coincidenze.
-Sai, mi piacerebbe sentire la tua band. A proposito, come vi chiamate?
 
«Merda! Ragazzi mi serve un nome per una band» chiesi aiuto agli altri.
«Questa storia sta diventando assurda!» esclamò Zayn alzando le mani in aria.
D’un tratto la porta del camerino si aprì. «Quale storia?» chiese il nostro manager.
Ci guardammo tutti senza sapere cosa dire. «È assurdo che mi nascondano sempre le sigarette. Mi innervosisce» mentì abilmente Zayn.
Non avrei mai detto che fosse cosi bravo a recitare. «Non è esattamente un male se eviti di fumare per un po’. La tua voce può solo migliorare» lo contraddisse.
«Lo so ma io prima di un concerto fumo sempre una sigaretta, mi rilassa. Volete che sia nervoso e che sbagli?»
«Come la fai lunga amico! Ti daremo le tue sigarette prima del concerto. Ora smettila» intervenne acido Louis.
Anche lui era stato bravo. Come mai eravamo stati tutti pessimi durante il nostro episodio di “iCarly”? Sembravamo tanti cretini. «Va bene, va bene, non facciamo polemiche inutili. Preparatevi per l’intervista che fra poco arriva il giornalista» borbottò il manager prima di richiudersi la porta alle spalle sbattendola.
Restammo un po’ in silenzio aspettando che si fosse allontanato, poi ritornammo al mio problema. «Quali sono i nomi che scartammo?» chiese Louis rompendo il silenzio.
«Non li possiamo usare. È una directioner, ricordi? Come minimo li sa a memoria. Dobbiamo trovare altro» intervenne Harry continuando a pensare.
«Brave pilots» esordì Zayn.
«Lacky J?» chiese poco convinto Liam.
«Cariiino! Io propongo Kevpot One. Kev per Kevin, pot per potatoes e one per One Direction»
«No, no e ancora no. Siamo alle solite. Io dico: avete detto che lui deve essere più sincero con lei, no?»
«Si ma non può dire One Direction» gli fece notare Louis.
«E chi l’ha detto?»
«Prooonto! C’è nessuno sul pianeta Harry? Delilah darebbe di matto» aggiunse Zayn.
«Se mi fate parlare. Dunque, deve essere sincero ma non troppo. Io propongo Destination One. È un po’ come dire la stessa cosa».
Io, che ero rimasto a fissarli discutere, sorrisi alle parole di Harry. «Te l’ho già detto, riccio dei miei stivali, che sei un genio?»
«Si, un paio di volte, ma continua ti prego. È un piacere sentirtelo dire, biondo tinto».
 
-Destination One. Non siamo molto famosi ma speriamo di diventarlo. Per il momento giriamo un po’ per i pub e i bar per racimolare soldi.
-Fammi sapere quando siete qui vicino. Cosi ci potremo anche incontrare.
-Delilah, da quando sei cosi intraprendente?
-Che c’è? Non ti ho proposto mica di venire a letto con me.
-Delilah!
 
«A questa ragazza manca qualche venerdì, un bel po’ di sabati, alcune domeniche e tutti i lunedì. È passata da timida ragazzina a ragazzaccia con l’ormone pazzo»
«Harry non ti ho dato il permesso di immischiarti»
«Invitala ad un nostro concerto»
«Harry...»
«No sul serio. Mandale i biglietti e poi le dici di non poterla raggiungere con una scusa. Così lei si gode il concerto e allo stesso tempo potrà sentirti come vuole».
Ci pensai un po’ su e non trovavo punti deboli nel piano di Harry, forse avrei aggiunto un piccolo dettaglio. «Pass per il backstage» sussurrai sovrappensiero.
«Grandissima idea! Ho proprio voglia di conoscerla».
Quasi lo fulminai con lo sguardo ma dovevo aspettarmelo da lui. Ha un modo di scherzare molto strano.
 
-Spero che hai capito che scherzavo. Scusa volevo solo essere spiritosa.
-Tranquilla ;) Al momento non siamo nella tua città, però ho una sorpresa per te. Mi hanno regalato delle cose che so farebbero più piacere a te ma mi servono i tuoi dati per inviarteli.
-Non lo so... va bene.
 
Mi era sembrata un po’ titubante ma non le davo tutti i torti. Ero pur sempre un amico virtuale.
La salutai poco dopo e raggiunsi gli altri.
L’intervista fu piuttosto veloce e, come al solito, ci fecero domande stupide.
Una però attirò la mia attenzione. «Che tipo di ragazze vi piacciono?».
Tutti e quattro mi guardarono perché ero quello che aveva parlato di meno, cosi mi feci coraggio. «Mi piacciono le ragazze tranquille, un po’ impacciate, timide, che quando fai loro un complimento arrossiscono. Non mi interessa che sia una top model, voglio solo che sia spontanea con me».
L’intervistatrice continuò a parlare anche se gli altri non facevano altro che fissarmi. Iniziai a pensare che forse avevo detto qualcosa di sbagliato.
La giornalista si congedò e noi tornammo nel camerino. «Che guaio» borbottò Zayn.
«Che c’è?»
«Biondo hai creato il panico. Ora tutte cercheranno di essere il tuo tipo ideale quando tu stavi pensando ad una sola ragazza» mi rimproverò Louis.
«Non stavo pensando a Delilah»
«L’hai detto tu, io ho detto solo “una ragazza”» mi rimbeccò subito.
Sbuffai irritato e mi affrettai ad entrare nel camerino.
 
-Ora ti dico una cosa saputa da fonti attendibili. Gli One Direction hanno fatto un’intervista e pare abbiano parlato di ragazze ideali.
-Sul serio? Devo averla!
-Sei curiosa di sapere che tipi gli interessano?
-No, voglio sapere che tipo interessa a Niall.
-Potrei scoprirlo...
-Ma cosa sei tu? Un agente segreto, uno stalker o un giornalista in incognito?
-Ho solo buone amiche molto ossessionate.  
-Amiche eh? Sono carine?
-Simpatiche.
-Ti piace una di loro?
-Sono solo amiche.
-Guarda che con me ne puoi parlare.
-Non mi piace nessuna di loro. Comunque ho anche un amico aspirante giornalista, quindi sono sempre informato su tutto.
-E a te che tipo di ragazza piace?
-Bè... una ragazza normale.
-Wow! Una risposta molto soddisfacente.
-Mi piacciono le ragazze tranquille e spontanee. Ora va meglio? :P
-Fisicamente?
-Non c'è un tipo preciso, Delilah, dipende dalla ragazza. Potrebbe essere bellissima ma caratterialmente troppo diversa da me o essere carina ed essere perfetta. E il tuo?
-Mi piacciono i ragazzi gentili, modesti, che mi mettono a mio agio, col senso dell’umorismo, seri... e se sono biondi con gli occhi chiari non guasta ahahahah.
-Quindi ti piace Gabriel.
-Mi piace Niall. Almeno da ciò che ho visto. Spero che sia davvero cosi.
-Posso informarmi, ricordi?
-Non voglio... ho paura che lui non si dimostri come io penso che sia. Dopo Gabriel, sarebbe un duro colpo.
-Credimi, probabilmente lo hai capito perfettamente.
 
La salutai e mi avviai al bus per raggiungere gli altri. Salito sul mezzo, vidi Paul e mi si accese una lampadina. «Hey Paul, ho bisogno del tuo aiuto»
«Cosa c’è stavolta?»
«Mi servono due biglietti per il concerto di Londra e due pass per il backstage»
«Che te ne devi fare?»
«Li vuole come souvenir! Ma che domande sono Paul?» s’intromise Louis.
Paul serrò le labbra visibilmente innervosito dalla sfrontatezza di Louis, poi sembrò calmarsi. «Te li procurerò a patto che mi dici PER CHI ti servono. Va bene ora Louis?»
«Delle mie vecchie amiche di scuola saranno a Londra in quel periodo e io voglio che vengano al concerto» mentii e sperai di essere stato bravo.
«Hai detto due pass e due biglietti, giusto?».
Ero stato bravo. Ancora una volta mi chiesi come facevamo a fare cosi schifo quando recitavamo davanti le telecamere. «Si»
«Vedrò cosa posso fare. Non ti assicuro nulla».
Paul: l’uomo migliore di questo mondo.
La sua pazienza con noi era invidiabile.
 
Lei
 
James aveva detto di volermi fare una sorpresa e mi aveva chiesto l’indirizzo di casa. Non ero molto entusiasta di questa storia, anche perché l’ultimo ragazzo a cui avevo dato il mio indirizzo si era rivelato uno stronzo.
Gabriel aveva provato più e più volte a darmi spiegazioni ma io non l’avevo mai voluto ascoltare e Chrystal lo aveva anche cacciato in malo modo.
Una sera si presentò sotto casa con una chitarra in mano e mi dedicò “Gotta Be You” degli One Direction.
Mi erano venuti gli occhi lucidi e fu più forte di me. Lo perdonai a patto di rimanere solo amici. A lui bastò.
Quella mattina le lezioni iniziavano più tardi ma fui svegliata comunque presto dal campanello. «Arrivo, un momento» gridai, poi aggiungendo un “che palle” quasi sussurrato.
Aprii la porta ancora assonnata e mi si parò davanti un giovane e aitante ragazzo sulla ventina. «È lei Delilah Grey?» chiese dopo avermi squadrata dalla testa ai piedi.
«Si, mi dica» lo esortai un po’ irritata e in imbarazzo per il suo comportamento.
«Sono qui per recapitarle un pacco»
«Un pacco? Per me?»
«Si, viene da...» guardò sul cartellino. «Bristol».
 La prima cosa che pensai fu che forse era il pacco che mi aveva mandato James. “Un momento... è dove si trovavano gli One Direction qualche giorno fa! No, sarà un caso” pensai mentre congedavo il tanto bello quanto antipatico ragazzo.
Guardai attentamente il pacco senza nessun mittente per un bel po’ prima di decidermi ad aprirlo. All’interno c’era un bigliettino scritto a computer con allegati due biglietti per un concerto degli One Direction e un altro pacchetto.
 
“Mi hanno regalato tre biglietti per il concerto degli One Direction a Londra ed ho subito pensato a te (e alla tua amica Chrystal). Mi farebbe un immenso piacere se tu venissi perché è un’ottima occasione per conoscerci e in più sentiresti i tuoi cantanti preferiti (e il tuo Niall) ;) Ah, un ultima cosa: sono sicuro che ciò che contiene il pacchetto ti farà saltare di gioia! Credevo fosse giusto li avessi tu ;) Ci si vede a Londra!
 
James”
 
Stentavo a credere alla dolcezza di quel ragazzo. Mi sorprendeva ogni giorno di più. Aprii il pacchetto ed iniziai ad urlare. «Che c’è? Cosa succede? Sono entrati dei ladri? Ti hanno fatta male? Ma che ore sono?» iniziò a blaterare Chrystal con la voce impastata dal sonno e con ancora gli occhi socchiusi.
Stringevo forte i pass al petto e piangevo. «Delilah, che ti prende?».
Stava seriamente iniziando a preoccuparsi, cosi cercai di calmarmi e parlare. «James ci ha regalato i pass per il backstage degli One Direction a Londra. Quel ragazzo è un santo. Non ci posso credere».
Le lacrime continuavano a rigarmi il viso mentre gridavo in preda all’eccitazione. Corsi in camera a recuperare il cellulare per ringraziarlo.
 
-Non immaginavo fosse questa la sorpresa. Mi hai resa la ragazza più felice di questo mondo.
-Sapevo ti sarebbe piaciuto. Allora, ci verrai?
-Immagina che io sia già lì.
-Fantastico! Allora a sabato.
-A sabato. Grazie ancora James, non so davvero come sdebitarmi. Ti adoro!
-Figurati. È sempre bello “vederti” felice.
 
Ero cosi agitata che non avrei mai potuto seguire le lezioni, cosi andai in giro con Chrystal a fare shopping sfrenato.
Avrei abbracciato i miei cantanti preferiti, i miei idoli. Avrei abbracciato il mio Niall e il solo pensiero migliorava tutto ciò che mi circondava.
Lo avrei abbracciato e ed era solo grazie a James.

Writer's corner
Saaaaaaaalve! Lo so che sono praticamente sparita ma ho avuto un bel po' da fare, fra esame teorico della patente (passato con zero errori! scusate ma ancora non ci posso credere XD), falò con gli amici e un battesimo @_@ 
Eccovi il quinto capitolo, spero che vi piaccia e di riuscire ad aggiornare con più frequenza XD
A prestooo xx.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6. ***


Lei.
«Ti prego Delilah, basta!» mi rimproverò Chrystal esasperata.
«Non ci posso far nulla, sono troppo emozionata. Li vedrò, ho i pass per il backstage!»
«Si ho capito, ma smettila ora»
«Va bene, va bene».
Sbuffai mentre la seguivo per le strade di Londra. Eravamo arrivate ad ora di pranzo e James ci aveva consigliato dove andare a pranzare. Subito dopo ci aveva indirizzato verso altri posti e fino ad allora non ci avevano ancora delusi.
Intorno alle sei del pomeriggio ci mettemmo in fila per entrare nel teatro. Lo steward vide i pass che avevamo al collo e ci chiese di spostarci dalla fila e di posizionarci al suo fianco.
Iniziai ad agitarmi mentre Chrystal mi massaggiava un braccio. Quando furono entrati tutti, lo steward ci chiese di seguirlo. «Dove ci sta portando?» chiesi ancora preoccupata.
«Guardi che i pass ci sono stati regalati. Se non sono originali non è colpa nostra» aggiunse subito Chrystal.
«State tranquille, vi sto solo portando ai vostri posti».
Non riuscivamo a capire. I nostri posti non erano in quella direzione, ma da quella opposta. «Mi è stato detto di riservarvi i posti migliori»
«Da chi?» chiesi non poco stranita.
«Non mi è permesso dirlo» concluse lo steward fermandosi e indicandoci dei posti. Seguii il suo dito e la mia mente mi confermò che quelli non erano sicuramente i posti dei nostri biglietti. Erano centrali e in prima fila.
Mi sedetti ed ebbi la consapevolezza che sarei riuscita a vedere ogni minimo particolare dei loro volti.
Strinsi forte la mano di Chrystal e, anche se probabilmente le stavo fermando la circolazione sanguigna, lei non disse nulla.
Un quarto d’ora prima che iniziasse il concerto, mi arrivò un messaggio di James.

-Hey, brutte notizie. Non potrò essere al concerto perché stasera devo suonare. Spero che ti diverta comunque e goditi il tuo Niall!

Rimasi un bel po’ a fissare quello schermo. Ci ero rimasta parecchio male perché volevo tanto incontrarlo. «Che hai?» chiese Chrystal, accortasi del mio cambiamento d’umore.
«James stasera deve suonare e non può venire»
«Capisco. Dai ci saranno altre occasioni. Pensa che hai il pass per il backstage».
Accennai un sorriso e aspettammo ancora un po’.
Appena partì l’intro, sentii un vuoto allo stomaco e rimasi immobile senza quasi respirare per i primi dieci. I ragazzi salirono sul palco, sorridenti e raggianti come sempre e partì la prima canzone: I Should’ve kissed you.
Era bellissimo sentirli di nuovo cantare dal vivo, ancora di più da cosi vicino.
«Buonasera a tutti, a quelli belli ma anche ai brutti!» esordì Liam alla fine della canzone.
«E anche a quei due li infondo. Volevate passare inosservati, eh?» aggiunse Louis e mi voltai a guardare nella direzione del suo braccio.
Bobby e Greg, il padre e il fratello di Niall, erano seduti infondo alla nostra fila e stavano sorridendo. Niall li guardò e sorrise.
Amavo il suo sorriso. L’avevo sempre amato, anche quando aveva i denti storti. Istintivamente sorrisi anche io. «Grazie mille a tutti voi di essere qui» riprese Liam.
«Non ci aspettavamo che foste cosi numerosi, quindi grazie davvero di cuore» aggiunse Harry.
«Questa sera è un po’ più speciale, almeno per uno di noi»
«Louis sei un idiota» esclamò sorridente Niall.
Non ne ero sicurissima per via delle luci, ma mi parve fosse arrossito. «Anche io ti voglio bene fratello».
I due si abbracciarono, prima di annunciare la canzone successiva: Stole My Heart.
Dentro di me sentivo un moto di gelosia crescere. Sapevo che stavano parlando di una ragazza perché ne avevano accennato l’esistenza all’ultimo concerto a cui avevo assistito, ma sapere che lei era li con noi mi innervosiva.
Insomma, per quale altro motivo doveva essere una serata speciale per Niall?
Lasciai perdere i miei pensieri e mi concentrai sulle canzoni.
Essendo fra le prime file, i loro sguardi si posavano sempre su di noi e il mio cuore perdeva un battito ogni volta.
Fu quando partirono le note di “Moments”, e Niall cantò il suo assolo, che io persi completamente la cognizione del tempo. Aveva cantato “Don’t wanna be without you” indicando il pubblico, come al solito, ma aveva guardato me.
Chrystal cercò di convincermi che mi ero solo suggestionata, ma non potevo essermi davvero sbagliata, visto che lui era a pochi passi da me e potevo contargli persino i capelli che aveva in testa.
Quando il concerto finì, iniziai a piangere. Era stato tutto cosi perfetto che quasi non ci credevo di essere stata lì, in prima fila, davanti a loro e aver potuto vedere anche i più piccoli particolari dei loro visi.
Le ragazze iniziarono ad alzarsi e a correre senza meta per cercare di vederli. Mi sentivo un po’ a disagio, sapendo che io li avrei incontrati senza tutti quegli sforzi.
D’un tratto, la verità mi colpì. Tra non molto li avrei incontrati.


Lui.
Il concerto era appena finito ma l’agitazione non era andata via. «Sei pronto?» mi sussurrò Liam, strofinandomi un braccio.
«Pronto per cosa?» finsi .
Liam mi guardò e capii che a lui non potevo fargliela. Feci un profondo sospiro. «Non so cosa aspettarmi»
«Pensa che lei non sa minimamente che ha già parlato molte volte con te» lo stuzzicò Louis.
«Bé Louis, hai scoperto l’acqua calda».
Camminai per un po’ avanti e indietro per la stanza, poi sentii delle voci. «Piano ragazze, piano, o non ve li faccio incontrare» le minacciò Paul.
«Non lo dica a me! È lei la fan, non io».
Trattenni una risata. Quella non poteva che essere l’esuberante Chrystal. Ci fu per un po’ silenzio e mi sentivo davvero impaziente. Mi poggiai al tavolo e mi guardai i piedi, canticchiando mentalmente delle canzoni. «Eccoci» esclamò la voce di Paul.
Alzai lo sguardo e rimasi senza fiato. Una delle ragazze mi stava guardando e immaginai di avere il sua stessa espressione da ebete.
Era poco più bassa di me, con i capelli castani che arrivavano alle spalle, il suo naso era piccolo e leggermente all'insù, le sue labbra carnose e aveva due bellissimi occhi marroni.
Non era perfetta, ma era bella. Era bella sul serio.
Paul, da vecchio volpone qual’era, la spinse verso di me e rimanemmo a guardarci negli occhi per quelli che mi sembrarono secoli. «Ciao! È davvero un piacere conoscerti D... eliziosa ragazza» intervenne Harry, stringendole la mano e sorridendole mostrando le fossette.
Delilah lo fissò aggrottando la fronte, come se non sapesse cosa volesse. «Hey, metti a posto il tuo sorriso da pesce lesso, riccio! Con noi non attacca» scattò subito anche Chrystal.
«Sorriso da pesce lesso! Ma ti sei vista? Hai i capelli cosi ossigenati che fai invidia a Miley Cyrus»
«I miei sono biondo naturale! E se proprio vogliamo parlare di capelli, pensa ai tuoi che sembrano un cespuglio».
Continuarono cosi per molto tempo, finché non intervenne Louis e li allontanò.
Io e Delilah ridemmo. «La tua amica è forte»
«Già. Io sono Delilah».
Mi porse la mano e sorrise. Avrei voluto abbracciarla forte perché ero felicissimo di poterla finalmente conoscere, ma mi limitai a ricambiare il gesto. «È un vero piacere conoscerti».
Come se mi avesse letto nel pensiero, lei mi abbracciò. Restai per un momento stupefatto, poi ricambiai stringendola forte.
I suoi capelli odoravano di vaniglia e qualcos’altro che non riconobbi, ma insieme creavano un profumo unico.
Nessun altro avrebbe mai potuto avere un odore simile.
Ci staccammo e rimanemmo a fissarci per un tempo che sembrò infinito. «Ma cos’è? Chi parla per primo perde?» scherzò Louis e si fece avanti.
Le porse una mano e lei sorrise cordialmente dicendo il suo nome. Louis abilmente, sicuro meglio di Harry, finse di non conoscerla.
Parlarono un po’ del più e del meno mentre io li guardavo e mi maledicevo. Non riuscivo a dire nulla di sensato e non capivo cosa diamine mi fosse successo. «Scusaci, ti abbiamo escluso» mi riportò alla realtà Delilah.
«Non fa niente. Non ho comunque nulla di interessante da dire»
«E se a me interessasse anche ciò che non hai da dire?» chiese, poi si morse il labbro inferiore ed abbassò lo sguardo.
Mi sentii avvampare all’istante e Louis rise. «Questa è probabilmente la cosa più dolce che abbia mai sentito»
«Cinque minuti ragazzi» ci informò Paul.
«Dai! Abbiamo finito il concerto, concedile un po’ più di tempo» mi lamentai ma Paul fu irremovibile, cosi decidemmo di affrettarci con gli autografi.
«A proposito, ma dove sono Zayn e Liam?» chiese lei.
«Staranno controllando che Harry e la tua amica non si ammazzino» scherzò Louis.
In quel momento, apparvero Harry e Chrystal che continuavano a battibeccare. «Ma lo sai che sei una stronza?» sbottò Harry.
«È il mio secondo nome, tesoro» rispose Chrystal.
Anche lei era completamente diversa da come la immaginavo. Aveva i capelli biondo scuro e gli occhi nocciola, le labbra sottili e il naso a patata. «Da quel che so, il tuo secondo nome è Jane» la corresse Delilah.
«Allora il terzo»
«Non hai un terzo nome»
«Delilah ma da che parte stai?».
La mora scoppiò a ridere contagiando anche me. Ne approfittammo che eravamo tutti e cinque presenti e facemmo una foto con Delilah, perché Chrystal si era rifiutata di apparire in un’immagine con Harry, poi le firmammo il cd. «Sai che a breve dovrebbe uscirne un altro?» le chiesi mentre firmavo e passavo il cd a Louis.
«No, non lo sapevo. Quando?»
«Novembre, non sappiamo la data precisa»
«Quindi fra circa un mese. Forte!».
Paul tornò a chiamarle perché dovevano andare via. Iniziai a intristirmi perché non volevo che Delilah andasse via. Era lì con me e non volevo lasciarla andare. «È stato davvero un piacere conoscervi e spero che ricapiti. Siete fantastici» si congedò lei, con il sorriso sulle labbra e gli occhi velati di tristezza.
«Uno non di certo» bofonchiò Chrystal, prendendosi una gomitata dalla mora.
Lentamente si allontanarono ed io restai li impalato non sapendo cosa fare. «Niall ma che fai? La lasci andare?» domandò Liam.
«Che devo fare?»
«Qualsiasi cosa ma non lasciarla andare via cosi. Quando ti ricapiterà un’occasione simile?» aggiunse Zayn.
Mi feci coraggio e iniziai a correre. La vidi da lontano mentre camminava ridendo con Chrystal di chissà cosa e la chiamai. Lei si fermò all’istante e si voltò, mostrando un viso pietrificato. «Ciao, scusami. Volevo chiederti se... si, insomma... vorrei rivederti».
Istintivamente, Chrystal prese la sua mano e Delilah la strinse forte facendole diventare le nocche bianche. «Io... io... non lo so».
Chrystal le diede una gomitata cercando di non farsi vedere, ma era impossibile non notare quel gesto. Portai una mano alla bocca cercando di nascondere una risata, poi mi schiarii la voce. «Se non ti va, non fa niente»
«No! No, si mi va. Solo che io abito ad Oxford».
Sorrisi. «Nessun problema. Se mi lasci il tuo numero, ci teniamo in contatto».
Un po’ tremante, schiacciò i numeri sul touch del mio telefono, poi sorridente e imbarazzata mi salutò e si allontanò.
Sentii un peso andar via dalla bocca dello stomaco e una strana euforia dentro. Tornai dagli altri sventolando il cellulare e loro mi accerchiarono rumoreggiando. Erano quasi più eccitati di me.
Mentre raggiungevamo il minivan, provai a chiamare quel numero. Dopo due squilli, lei rispose. «Ciao, sono Niall. Volevo... lasciarti il numero».
Forse la stavo traumatizzando con tutte quelle azioni insieme, infondo aveva confidato a James che mi considerava speciale.
Poter sentire la sua voce al telefono era fantastico e in quel momento pensai che chiederle il numero fosse la cosa migliore che avrei mai potuto fare.
Ci mettemmo d’accordo per vederci e riattaccai. Subito dopo mi arrivò un messaggio su Starchat.

-James! Ho conosciuto Niall, mi ha rincorsa in corridoio, mi ha invitata ad uscire, mi ha chiesto il numero e infine mi ha chiamata. Posso morire in pace.

Scoppiai a ridere e tutti mi guardarono. Mi schiarii la voce in imbarazzo, e tornai alla chat.

-Non sarebbe meglio uscirci, prima di morire?
-Hai ragione è solo che... sprizzo felicità da tutti i pori!
-Sono felice per te.
-Non so come ringraziarti per quei pass. Davvero, inizio a pensare che tu sia il mio angelo custode.
-Piuttosto moderno come angelo custode, visto che uso un social network.
-Grazie davvero.

Rimisi il cellulare in tasca e sorrisi. Ero estremamente felice di poterle finalmente parlare anche da Niall oltre che da James, e impaziente perché volevo che le ore che mancavano al nostro incontro, passassero velocemente.



Writer's corner
Saaaaalve! Si lo so che non aggiorno dal Paleolitico praticamente XD ma proprio non avevo ispirazione e si vede perché questo capitolo fa schifo! >.< Ma voi mi amate lo stesso vero? ♥
Spero che continuiate a seguire la storia (e che ci sia almeno qualcuno che ancora la segue XD)
Giuro che aggiornerò il prima possibile! Lo prometto!
A prestoooo x.

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